ENCICLOPEDIA MILITARE VOL VI (PER ZVE)

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ENCICLOPEDIA · MILITARE~ §1 ARTE -- BIOGRAFIA [§1 [§1 .GEOGRAFIA~ STORIA s1 TECNICA MILITARE

VOLUME SESTO

Pli llOUC:AZIONI DELLA CASA E011'R ICE

Il Popolo d 'ltùli3. r

MILANO


...

PROPRIET,\ RISER\..-\T:\

...


ABBREVIAZIONI

A.

,\nno. Abitanti. i\Yl]lTlll Crlsto. Aeronautioo, Aeroplano . 11mnentc. A,1'getttvo. Alplnl. Allez~a,.

.,b. A. C.

Aer.

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Afll.

Agg. Alp.

Alt.

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A-mm. Ammin. Ant.

mmln ist.ra.zinnr.

Ammiragli o. Antico, AntJcamentc. . Ar gento. Armamento, Armata .

Arg. Arm. ti. 11 . Q.

Disll'Cll-tO.

Distr. 1Ji11is • Dolt. Dr.

-

oestr·a

E.

Est.

Divisione. Dottor o.

E1•0 Moùerno.

E. M. E. P.

Esercito Permanente·.

8QUÌJJ. Es. Elt. E . V. Fant .

Equipaggiamento. Esmnplo . f:ttometro. Era Volgare. Fanteria.

Ferr .

Ferrovieri, Ferrovia. Figurato, Figuratlvamente:

.\.spcna1iva riduz ione quurlr L

Fi(/.

-

Art.

Artiglieria.

Ass.

Assedio.

Fort!Qcat.o, Fo1•1rncazionc. - Freg-ata.

Avt.

Avlator l. Avvocato. Aviazione. Rattaglla. Bersagl!erl .

Fort. Freg. Gen.

Avv.

Geogr.

/Jrtg. Btr. Cann. Cap. Capol.

BrigaJa, Brigad iC'l'C. Bt~tterla . cannone. Capltano.

Gov. Gr. Oran. t ncr. lng. lnt. Krr:,. L. Lan e.

c apoluogo.

Lat.

cm·c.

Carcere. cavalleria, cavalli.

L . Ten.

Avz. Batt. Bers. Rgl. Br,

-

-

Cati. CC. Rll. C. d'A.

Rattagllone. Oronzo.

corpo ct' Armat-a.

Confronta. {:avalleggcri.

Chir.

Chiru rgia. Circondario. <::en ttrnetro. c-01onne110.

Cir c.

-

Comando, comanclaute. comba-fitiment.o.

Con ll uenza. corazzata. Cor vet ta. compagnia. - Codlce Penale Esercito. c. P . M. M . - Codice Pena.le Militare }lari, -

D. D. C.

Dep. Di]). Dir.

Lancieri. Latino. Luogotenente. ~!onte', Metro, }!!la, ~torto,, Miglio. Maggiore.

M.

Carabinieri Heali.

Cfr. Cgg.

Cm. Co l. Com. Comb. Gonfi,. Cor. Corv. Cp. C.P. 8 .

-

-

Magg. Mar. Mares . .Il. 8. Med. M. Gen. Mil. !ll'in. Mitr. M. M . Mm. Mob.

Generale. Gc,wraOa. Governatore. Greco, Groppo. Grail!atierl. Incroclatorc. fng-eg-nere. rntenrlenza, Intenclente.. r llilometro. Luogo, Locali-til .

Marina, l\1 arlnerHt. -

Maresciallo. Mcdlo Evo. Medagli a, ,led!c!na. ~r"ggior Generale.

.\t ìl itarc. -

lt ina.tori.

-

Mi t.ragliere, ~lilrag liatricc.

-

Milizia ~Iolllle.

-

~Iil llmetri.

tlmo. Dislocamento.

M. V. S. /I'. -

}lolJiJ.btazione . ~lodcllo. Montagna. Milizia. Terr!T.Orlalc . Milizia Volontaria Slcu re,.za

Dopo Cr!soo. Deposito. Dipartimento. Otrez!one.

Mz.

-

Munlzlon1, Munizionamento. :\'o rci, xa.10, xa1 i vo, NO<lo . Numero .

Mort. Mont. .li. T.

Naz ionale.

N. Nu-m.

o.


Pl. Po11t. Pot. Prof. Prov. Q. Q.G. R. Radt. R ag. RR. CC. R.D. R. E. R eclus. R eg. R egg.

Ris. R.M. R.N.

s.

San . S.A.P. Sec. S. E.P. Serg.

Sero. Sez. Sim.

- Plotone. - Pontieri. - Potenza. - Professore. - Provincia. - Quota. - Quar tiere Generale . - Riserva. - Radiotelegrafia. - Ragioniere. - Reali Carabinieri. - Regio Decreto. - Regio Esercito. - Reclusione. Regolamen to. Reggimento. - Riserva. Regia Marina. Riserva navale, Regia Nave. Sud, Santo. Sanità. Servizio Attivo Permanente. Secolo. • Servizio Effettivo P ermanente. - Sergente. Servizio. - Sezione. - Simili.

S.M. Sold. S. P.E.

Spec. Sqdr. Sr. Sottot. Str. Suss. Te11 . Col. Telj. 'J'elg.

Te11 . Term. Terr. Te11. Ge11. Tonn.

Top . Torp. Trasp.

u.

Ujf.

V. Val. Vasc. Vet. Vett.

- Stato Maggiore, Sua Maestà. - Soldato. Servizio permanente effettivo . Specialisti. Squadrone. Sinistra. Sottotenente. Stretto. Sussistenza . - Tenente Colonnello. T elefono. • Telegrafo. Tenente. • Termine (voce). T erritorio. T enen te Generale. - Tonnellata. - Topografia, Topografico. T orpedine, Torpediniera. Trasporto. - uomini. - Ufficiale. Vedi, Veloci tà, Von. Valore. Vascello. Veterinaria. • Vettovagliamento.

Nelle biografie, le date fra parentesi (es. 1565-1629) indicano rispettivamente la data della nascita e della morte. Nell'armamento di navi da guerra, il numero romano e il numero arabo subito seguente al primo indicano rispettivamente il numero dei cannoni e il loro calibro in millimetr i (es. IV 305, XII 75 4 cannon i da 305 e 1:z cannoni dn 75 mm.). Nella descdzione dei fatti d'arme, il numero romano e il numero arabo che lo segue indicano rispettivamente battaglione e reggimento (es. III/Se) 3° battaglione del1'89° reggimento).

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Pergolesi (Raffaele). Medaglia d'oro, n. ad Ancona nel 1871. lffficialc in -servizio attivo, aveva prestato sempre servizio nei bersaglieri, frequentando anche con successo i corsi della SCLJo]a di guerra. Già decorato al valore per avere affrontato e disarmato un assassino in Napoli, guadagnò la medaglia d 'oro nel le primissime sctùmaJ)e della guerra libica, per il magn ifico contegno tenuto, quale cap itano comandante una compagnia del1'1t<> bersagl ieri, nel combattimento di Messri , nel quale fu così gravemente ferito, ga dover lasciare il servizio militare, Ecco la motivazio~e : " Tn c.omhattimento, incurante del fuoco vivissimo cui era esposto, animava con l'esempio e con la parola i suoi bersag~ieri. Gravemente fe,·ito, mantenne al cospetto dei suoi inferiori un contegno stoi<:amente eroico, continuando ad incitarli a serbarsi degni delle gloriose tradizioni de l corpo " (Messri, 23 ottobre 19t1). Perianiki. Guardia personale de l pri11cipe nel Montenegro . Prima del 1898, i P., erano la sola forza pennanentc dell'esercito montenegrino. Nel 1913 raggiuogev;mo il numero di 130 u . ~ piedi o a cavallo. Pericle. Uorno di Stato ateniese (499-429 a. C.). Ebbe per 40 anni il governo di Atene, e il suo secolo prese il nome da lui. Fu l'organizzatore della maru1a da guena ateniese. Comandò l'eserci to nella guerra del Peloponneso e vinse a Nemea; prese Samo dopo novè mesi di assedio e soccorse i Corciresi, assalit\ dagli abitant i di Corinto. Pericoli (Riccardo). A~miraglio, n. a Roma nel r86o. Entrato in servi:z,io nel r875, fece la campagna d ' l\fr.ica del 1889 e raggiuos~ il grado di contrammir . nella riserva navale nel 1917, di contr;immir . di divis. nel 1923 e di ammir, di d iv is. nel 19.26. Perigné-VEvè.que.. V illaggio deira Frao.cia, a sud di Le Mans, nel dip. della Sarthe. Combattimento di Perigné-t'Éveque (1871). Appartiené alla guerra franco-prussiana 1870-71 . Il 9 gennaio 1871 , il generale Deplanque, comandante della 1• divis. del XV C. d 'A. francese, che si trovava avanti a Pontlieu, aveva ricevuto l'ordine di riprendere P. che era stato abban-clonato il gic;,rno prima, e di mantenervisi. In esecuzione d i quest'ordine, il giorno 10 egli fece occupare il vi llaggio dalla 2• brigata, Il nemico, approfittando della neve che cadeva abbondantemente, si avvicinò inosservato al viliaggio, occupando una fattoria ed un bosco sulla sr. td aprendo il fuoco contro i Francesi. Occorse parecchio tempo prima che questi potessero fare avanzare due pezù d 'a rtiglieria fino al villaggio; ·i l lorp fuoco riusoì ad arrestare due forti colonne prussiane che avanzavano. Verso le n del mattino apparve un ..rinforzo condotto dal gen . Jeffroy (70° regg., due mitragliatrici, 4 pezzi) ma esso risulcò insufficiente di fronte alle forze sempre crescenti del nemico; anzi il gen. Jeffroy non osò impegnars i e decise di ritirarsi a Le Mans. Verso mezzogiorno i Tedeschi piazzarono parecchi cannoni sulle alture ad est del villaggio e tentarono di forzare la sr. dei nemici per tagliare loro la rit irata su Le Mans; le truppe poste a protezione della vàllata sulla dr. vennero sorprese e sbaugliate da un brusco attacco della fanteda tedesca, la quale entrò n_el villaggio, dove si svolse una furiosa lottà: il terreno venne disputato con accanimen to dà ambo le parti, ma alla fi ne i Francesi furono sloggiati e costretti a battere in ritir ata.

. Pérignon (Domenico). Generale francese (1754-18r8) . Partecipò a.Ila rivoluzione francese e divenne generale di

brigata nel 1792; combattè in Spagna, in ltalia e rimase prigioniero dei Russi. Membw del senato nel r801 e n,aresc. di Fr aoci~ ner 1804, fu governatore degl i Stati di Par ma e Piacenza nel r8o6 e comandante in capo del! 'eser· cito 03poletano nel 1808.

Pergolesi Rd'faele

Fé-rignoo Domenico.

Perini (Francesco Domenico) . Generale del sec. XVIII, m . nel J799· Ufficiale del R. Corpo Iogegneri 1 divenne colonnello nel 179;2. Fu governatore di Verona nel 1796, nella qual carica ~imase anche colla promozione a brigadiere avvenuta nello stesso anno. Perino. Capotccnico principale d'aniglie,ria; idee'> e costruì la mitragliatrice Mod. 1910, tipp leggero , che prese il suo nome. La sua prima costruzione, Mod. 1908, pe~ava Kg. 27, era del ca libro 6.5 e fu accettata da)l'ltalia. Il Mod. 19ro differiste solo in alcuni particolari di costruzione e nel peso che è di Kg. t7. La canna è quella del fuci le Moé . 1891, ma più robusta e più corta. Il telaio o scatola di culatta, ove scorrono e sono collegate le parti principali del congegno di caricamer. to e sparo , e la canna, costituiscono la massa mobile dell'arma. La canna è provvista di manicotto J·efrigeran te ad acqua: il riforn i1nento e cainbio dell'acqua si fa per mcz,z.o di una speciale pompa <l ' iniezione, separata dall'arma, in modo da non obbligare ad in terruzioni di tiro. Il m_eccanismo di otturazione è'~ ci lindro scorrevole con appoggio anteriore. Il meccanismo di percussione è a moila spirale, è situato nell'i nterno deU-otturatore, ed è costituito d i· percussore con asta. Il meccanismo di sca tto è costituito da una leva di

Mitragliatrice Perino- mod. 1910 A, ritto dell'alzo; I, grillet;o; L, molla ricuperatrice; M, mirino; N_, manicotto :efrigerante~ Q, caricatore metallico; R, magazzino o tramoggiai· m, cernieraj n: calciolo

scatto. Il meccanismo di ricupero è a molla spirale contenuta in due cilindri. La mitragliatrice è alimentata automaticamente di cartucce per me:z,zo di caricatori metallici porta cartucce coJlle nenti 20 cartucce ciascuno. Il caricamento può esstre sempl ice, cioè introducendo separata-


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mente a mano i caricatori l'uno di seguito all'altro nel canale d 'alimen tazione ; oppure è mu ltip lo, servendosi di un magazzino o tra mogg;a, costituito da una cassetta metall ica che si può innesrare contro la faccia sinistra in corrispondenza al canale d'alimentazione: in questa cassetta si introducono dalla parte superiore i o.uicatori, i q uali vi si dispongono a strati; essa può contenere 7 caricatori uno wpra l'altro. I car icatori sparati, coi bossoli infilati negli alveol i, cadono dalla parte destra dell'arma e possono ,;sserc raccolti in una borsa di tela che si applica sotto lo sbocco del cana le d 'alimen ta.:ione. li meccanismo rin forzatore del rinculo è simile al t ipo Maxim, a sottrazione di gas alla bocca dell'arma . li grilletto è incassato nella parte superiore dell'impugnatura, che ha la forma presso a poco dell'impugnatura d i una pisro!a a rotazione . Per il tiro continuo occorre cenere sempre premuto il grilletto: per il .tiro interm itte nte occorre abbandonare il gri lletto prima éhe la corsa retrograda si compia. Il treppiede di sostegno è dello stesso tipo adottato pe r te m itragliatrici pesanti Maxim Mod . 1goll e Perino Mod 1908, ma alleggerito e modificato in alcune parti. Celerità di tiro a! minuto primo colpi 450. Originariamente l'arma era a radiatore metallico e senza ricuperatore del riaculo.

Peri scopio. Strumento nato con i sommergibili . Si è thiamato in primo tempo u deptoscopio" e dava nell'in terno del sommergibile una immagine panorami.ca sopra un vetro smerigl iato. Schematicamente il P. è ora composto da due sistemi telescopici posti in prolu11gamento l'uno all 'a ltro con gli obb,etti"j affacciati. L 'oculare superiore, mediante un sistema di prism i, riceve i raggi da qualunque di rezione de ll 'oriz ,wnte e zen itale. L'oculare inferiore, con • altro sistema di prismi, trasmette le immagini all'occhio dell'osservatore. La lunghezza complessiva d i questo si,tcma varia da m . 7,50 a 10 a seconda Cannocchiale periscopico degli strunienti. La luce, passando attraverso tutto d sistema otticrJ dal qua lè è formato un P.. pe rde circa il 30 % della sua intensità. 11 P. deve soddisfare a due cor.d izioni ;:on1rastanti: avere l'oculare superiore (pupilla d: entra1a) mo1to piccolo perchè in tal modo la parte superiore del tubo è sottile: ed è poco visibile sul mare; av.:re gli obbiettivi interni molto grand i (da i 16 ai 18 cm . ri i di« metro) per rngg iuni;erc la massima lun,inosirà possibile. Poichè il P. :,ervc al sommergibile nella navigazione in immersione, con op portuni sistemi a fune o a viti elicoidali può essere tutto sollevato al disopra della torretta ce l ~ommergibilc, oppure rutto retratto nell'interno del battello. La m~novra dclk funi o delle viti ' è fa tta elettricamente , e comanda ta a vvlontà d al comandante. L ·apparecchio può ruotare tutto intorno per 3600 di orizzonte. Vi sono P. nei qua li 1·oculare interno sale o scende insieme al tubo. In questo caso l 'osservarore è costretto ad alzarsi e ad abbassarsi con lo -1 ti umcnto. I più moderni P. sono collegati con un seggio-

P ER

li no che sale e scende insieme ~d essi con manovra ciel• t rica. Altri sono ad Ocldare fisso, ossia per la \'ariaz ionc di altezza di un metro e mezzo circa l'oculare rimane ;11l a stessa altezza ncl l' imerno cl<'l baccello . Questi particola ri ~ono necessari, perchè quando il son, mcrg ibile naviga in immersione ha delle oscillazioni inevitabili d i ci rca mezzo- metro, e se il comandante vuole tenere- il P. sempre alla stessa altezza, deve necessariamente comprnsare le o~cillazioni del battello. Oltre a ciò il comandante, per non essere scorto dal l'avversario, può avere bisogno di relra rre rapi<lnme nte il periscopio, almeno di quanto genera !mente è tenuto fuori dell'acqua qua ndo il sommergibile va ali 'attacco. l'cr comodità di impiego ogoi sommergibile ha due periscopi : uno di osservazione, che ha la pupilla di entrata d, maggior dia metro, è più luminoso ed ha un campo maggiore : questo sc r• Periscopio (base) ve pc ,· la norma le navigaz ione e per osservare gli oggetti all'orizzonte. L'altro, che si chiama periscopio d1 attacco, ha una pupilla d i entrata p iccolissima per fare in modo che il tubo risulti sotti lissimo ; esso arriva ad un diametro complessivo di 4 cm., deve essere visto il meno pos$ibile e: non deve fare scia nell 'acqu~. Si in1piega q uando la nave bemg lio è già individuata. I P. hanno in generale due ingrandimenti : uno di J ,; dia-

i Sommergibile con due periscopi

metri , cne offre un campo di 40° e dà la v1s1onc degli oggetti alla loro grandezza normale, uno di 6 diametri, in cui il campo si riduce a 10" e serve pe r osservare i particolari della nave avversaria. Il cambio degli ingrandimenti si ottiene med iante cambio degli ocula ri odia pu• pilla di uscita , come nei comuni cannocchiali a grande portata . l P. sono muniti inoltre d i accessori g irostat ici

~cmmergibile con i periscopi emersi


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e prismatici, e di speciali dispositivi che permettono di indiv iduare una linea sempre fissa nello spazio, qualunque sia la rotta del battello, e permeuono di misurare la rotta approssimata e la velocità nonchè la distanza della nave avversaria. Il P. fu adopcrat'l nelle trincee durame la guerra Monòiale, per dar modo agli osservatori di esplorare il ter-

Periscopio francese da trincea (guerra Mondiale}

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reno dalle trincee senza sporgere il capo fuori dell'orlo delle medesime. E ra costitui to da un tubo d i legno d i conveniente lunghezza, a foggia di tronco cli piramide, collJ sezione quadrata e con spigoli leggermente inclinati; esso presentava, sulle facce opposte, due finestrelle, in corrispondenza delle quali, nell'interno del tubo, erano due specchietti inclinati a 45 gradi. In basso, una impugnatura permetteva di fissarlo alla scarpa interna della trincea .

Perispasmos. Una delle evoluzioni in uso nell'esercito greco antico. Corrispondeva alla nostra con\tersione d i un q uarto d i g iro. Peri zie medico-legal i militar i. Riguardano i pareri medico-legali, che gli ufficiali medici, in q ualità d i periti, son chiamati ad esprimere nelle varie contingenze del servizio sanitario, assumendo una grande responsabilità, non solo morale, ma anche d isciplina re e penale. Ad essi è affi dato innanzi tutto il difficile e delicato incarico di dare il loro giudizio sulla scelta rigorosa 1egli uomini validi al servizio e sulla el im inazione dalle file delle Forze Arma[e di quegli e lementi che per le loro mcnoma[e condizioni di ,alule non possono più prestar servizio, a norma dei « Nuovi elenchi delle imperfezioni e uclle inferm ità rigual'danti l'attitudine fis ica al servizio mi litare », di cui al Regio Decreto 26 seuembre 1930, n. 14or. L'Elenco A contempla in 99 articoli le imperfezioni cd infermità che sono causa di inabi lità permanente o temporanea, tanto degli inscritti di leva che dei militari, mentre l'Elenco B consìdera in 18 articoli alcune imperfezioni ed infermità di grado più lieve, che lim itano ma non escl udono l'idoneità ar servizio militare; per cui gl'individui, che siano riconosciuti in tali condizioni saranno esentati dai servizi d1 maggior fat ica e che apportano maggiori disagi; essi pertanto verranno adibiti a servizi più leggeri, come quelli di scrittu-

raie, di attendente, di piantone nei magazzini, negli uffici, nelle came rate, ccc. e in tempo d i guerra saranno adibiti a mansioni compatòili con le loro speciali condizioni fisiche. L'assegnazione ai servizi sedentari in modo permanente in base all 'Elenco B dovrà esser fatta dai direttori degli ospedali milita:i o dai direttori di sanità; in merito potrà anche pronunciarsi il Collegio medico-legale de l Ministero de lla guerra . I Consigli di leva pertanto potranno procedere al! 'assegnazione di un inscritto ai servizi sedenrari, ai sensi dell"Elcn:o B, solamente io seguito ad nnn lnga determinazione presa d, l d iretrore di un or.pedale militare in sede di osservazi:mc. Similmenlc quando presso i Corpi il dirigente del se1vizio sanitario ritenga che un mi litare si lrovi nelle condizioni previste dall'Elenco B, dovrà proporlo per i'invio in osservazione in un ospedale militare, affinchè il direttore possa emettere il proprio giudizio. Qualora per interventi operativi o per altra causa le cond izioni di un militare, che ottenne l'assegnazione al servizio sedentario, venissero a modificarsi, il militare rarà sottoposto a nuovo giudizio di un Collegio Medico presieduto dal direttore dell'ospedale, per accertare se abbia riacquistato l'idoneità al servizi:> incondizionato. L'Elenco ,\ va applicato integralmen te per gli inscritti di leva e per i militari d i truppa, mentre nou può essere che un termine generico di riferimento per gli ufficiali ed i sottufficiali, dovendo in ta li casi il giudi7.io medico-legale essere formulato in rel azione all 'età, al grado ed 11 lle mansioni affidate al soggetto, in rapporto alle speciali disposizioni che ne regolano lo stato . Con particolare accuratezza dev'essere accertata negl 'i ndivicl ui ad arruola memo vo lontario l 'incondizionara idoneità fisica, in modo che essi offrano piena garanzia di robustezza e resisten7..a alle fatiche del servizio durante la carriera militare . L'Elenco B, invece, sarà app licato soltanto agli inscritti di leva ed ai militari di truppa (soldati, appuntati, caporali, ciporali maggiori, esclusi i militari apparlencnti all'arma dei CC. RR.). Nelle visite di reclutamento il perito prncedcrà anzitutto a<l un esame d'insieme del soggetto, tenendo conto del suo stato di nutrizione e sanguificazione, de llo sviluppo scheletrico e muscolare, del modo di camminare, ccc.; indi passerà all'esame metodico delle singole regioni, cominciando dal capo e portando speciale attenzione là ove il soggetto stesso accusi imperfezioni o infermità . Duran te la visita il perito prenderà visione dei documenti sanitari eventualmente esibiti e rivolgerà al ~oggetto delle domande, allo scopo di raccogl iere elementi su i precedenti s;initari , sullo stato mentale, sulla favella, sulla capacità uditiva, ccc.; i .documenti, però, non possono essere accettati come base del giudizio med ico-legale, ma costituirann o semp lici e lementi d'indagine. I pareri medico-1:gali che potrà esprimere il perito, sono: idoneo; rivedibile (per le affezioni a carattere temporaneo); inabile perr.ianente (per le affez ioni in• guaribili in modo assoluto); invio in osservazione all 'n~prdalc militare (per le affezioni per le quali è: prescritta l 'osservazione, per q uelle d i d ifficile accertamento, ecc.); da -inviarsi a sedute suppletive (per affezioni sanabili in breve spazio di tempo). Nelle operazioni di reclutamento presso i Distretti il perito sanitario è i, consu lente del comandante, che ha l'inticra responsabilità dell'assegnazione delle reclute alle varie armi, ai corpi e specialità di ser,·izio. I pareri del perito presso i Diwetti sono essenzialmente gli stessi di quelli che vengono espressi al Consiglio di leva; nei casi di rivedibilità e di inabilità permanente il perito dovrà compilare sui modelli 41 del catalogo (conforme al regolamento su l servizio d elle rassegne) la relativa dichiarazione di proposta e rassegna. Inoltre per !"invio in osscr-


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vazione deve compilace una brevissima dichiarazione, nella quale verrà indicata I.a malattia o l'imperfezione col relat ivo articolo del! 'E lenco, nonchè il biglietto di entrata ali 'ospedale. Circa la idoneità speci{ìct, r ispetto alle varie armi si terrà conto dei seguent i requ i~iti: 1-0) per i granatieri: statura m. 1,75 (almeno); :z:0) per !a f<lntma: piena attitudine alle marcie (arti i.nten ori ben conformati e forza muscolare sufficiente); 3°) per i bersaglieri: statura m. 1,65-r ,75; aitanti nella persona, ag il i, resistenti alla corsa, al ciclismo; 4°). per gl i alpini: qualunque statura, robusti, agili , res istenti a faLid, c <li ~ut:1 ra j11 montagna; 5°) per la cavalleria: conformazione atta a cavakare (agili, bacino largo, inforcatura lunga); 6(>) per il genio telegrafisti: qualunque statura , visus 2/3 del normale, senso cromatico nor male; ferrovieri: m. 1:,65 (sa lvo m acchinisti e fuochisti che si scelgono anche se bassi), visus ottimo in 00, non è ammesso l'uso di lenti corretti~•e; 'f') 2er l'arttglieria da campagna : starura m . 1,65 almeno, agili, con i "requisiti della cavalleria; 8°) per l'artiglteria a cavallo: requisiti della cavalleria; 9°) per l'artiglieria .ia costa, da fortezza e contro-aerei: robusti e di mestieri specializ1:a ti; 10"' per )'artiglieria da montagna: statura non inferiore a m . r ,72, assai robusti e scelti possibilmente fra le reclute appartenenti a comuni alpestri. Le reclute con certi difetti ai piedi ed alle mani (dita a martello, accavallate, aderen ti, unghie incarnate, ecc.) dovranno essere assegnate a tutti i corpi in qualità di operai, a i depositi d i fa:iteria e bersaglieri, alle compagnie di sanità sono richiesti i requisiti professiona li, nonchè i l consenso dei giovani. Presso i corpi d i truppa, all 'arrivo delle reclute, l'uffi ciale medico d irigeme il serv izio sanitario le sottoporrà ad accurata visira, la quak ha lo scopo d i controllarne l'idoneità generica e quella specifica, provvedendo con eventuali proposte d i rassegna alla neces~aria selezione. I pareri, espressi dal perito, sono iden tici a quelli cui dà luogo la visita presso i D istretti; egli inoltre può, in caso d i inabilità specifica o rcl;,tiva, far proposte a rassegna per il passaggio d i corpo. Nei riguar<.li dei milita ri definitivamente arruolati l' ufficiale medico può successivamente, in caso di sopraggiunte inferm ità, propor re i seguent i provvedimenti medico-legali: invio in licenza di convalescenza fino a 90. giorn i, proposte a rassegna per licenza di conva lesceoza super iore ai 90 giorni, e per riforma . Jnfìnc, in caso d 'infortunio subìto da Jm militare, il medico del corpo deve compilare la relativa dichiarazione, nella quale riferirà ciò che narra l'inforruna,:o, poi il risultato dell'esame obbiettivo e la diagnosi , nonchè la cura praticata e la presumibile <lurata del processo d i guarigione. Successivamente è chiamato a dare i l suo giudizio sui seguenti quesiti : 10J se il trauma deve considerarsi d ipenden te o non · da causa di ser vizio; 2°0 ) se ~ conservata l'idoneità dell' infortunato, ed in caso negativo se i-inabilità è ti,mporanea o permanente. Il comandan te del corpo, in base ag li atti relativi alla istruttoria riguardante le circostanze ìn cui ebbe a verificarsi l'infortu nio ed in base al giudizio del perito sa nitario, dà il suo parere su lla dipendenza da causa di servizio e trasmette l 'incartamen to alla Direzione dell'ospedale militare ~i divisione . Quivi la Comm issione medica ospedaliera permanente, presa visione della istruttoria e dopo visita del! 'infortunato, esprime il suo giud izio. Ammessa la dipen. <lenza da causa di servizio o residuando una menomazione funzionale, dev 'esser fissata anche dalla Commi ssione la categoria di pensione, di cui al Decreto Luogotenenziale 20 maggic;, 1917 11. 876. In caso di contrasto i documen ti

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vengono trasmessi alla Direzione d i Sanità di Corpo d 'A r, rna ta, presso la quale si convoca una Commissione di 2• istanza , il giudizio della quale è definitivo. Presso gli ospedaii militari , oltre la Commissione J)ledica ospedaliera permanente, vi sono alti-i org~ni per le fun·z ioni medico-legali, cioè : la Commissione medica di r assegna, la quale è nominata settimana lmente ed anche per periodi di durata d iversa , e Commissioni mediche varie, le quali vengono volta per volta nominate dal direttore de l! 'ospeda le; esse, in seguito a richiesta di autorità civ ili o militari, espriruono pareri, previa visita, nei casi che non sono di competenza della Commissione med ica ospedaliera permanente, come ad es. accertare l'idoneità o meno a,.· proficuo lavoro dei parenti d'inscritti d.i leva, l'idoneità degl i ufficia li a prestar serviz io nelle colonie, ecc. Per j provvedimenti medico-legali riguardanti il personale della R. Aeronautica esistono speciali Istituti di medicina legale. (V . Piloti aviatori) .

Perizzi (Teob,,/do) . Generale, n. a Genova, m. a S. Leonar<lo Parmense ( 1859-1926). Sottoten. del genio nel J878, d ivenne co lonnel lo nel r9JI. èomandò il 1° regg. genio zappatori e poi fu diretto(e del gen io a Napoli . Nel r915 i niziò la guerra contro l 'Austria quale Perizzi Teobaldo comandante del genio del 10-0 C. d 'A. ; nello stesso anno fu collocato in P . A., ma fu trattenuto in servizio per la guerra ; nel 1916 venne promosso magg. generale. Nel 1919 passò 11e!la riserva e nel 1923 assunse il grado d i generaie d i divisione. Perla (Coiie della). Valico delle Alpi mar ittime, a oriente ciel Colle di Tenda. È percorso da un sentiero che da Limone sale sino a nord cÌe I I a cima di Becco (220 0 m.) valicando il Co lle della P. a metri 2986 e scen dendo nella val le di Rio Freddo, che sbocca presso T end a nella Roja. Perla Luigi. Maggiore garibald ino , n. a Bc:,gau10, ul. a

D igione (1839 1871). F u dei A Mipe, nell'ortava compagnia, e si segnalò a Colle della Perla Palermo. Nella eampagn~ dei Vosgi comandò un battag lione p rima nella 1, -poi nella V br igata, e cadde sul campo.

,.6:.:11"

Perlo (Cam illa). Colonnello di cavalleria e scrittore militare, 11. nel 1872. Sottot. di cavalleria nel 1898, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Parte-


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cipò alla guerra contro l'Austria ed in ultimo fu capo di S. M. della 12• d ivis. In P. A. S. nel 1920, venne promosso nel 19:26 colonnello in A . R . Q. P ubblicò un volume su « Le ultime gue rre e l'evol uzione dell a ta ttica » .

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eccezionalmente neg li altri giorni della settimana. Il P. deve essere esibito dal militare che ne è munito a tutti i superiori che rich iedano di prenderne v isione, e viene ritirato dall'ufficiale d i picchetto, il qua le è forn(to d i un apposito elenco di tutti quelli che sono stati concessi nella

Permanente. V . Esercito .

giornata.

Permanenti (Agg,·essi111). Sono gli ~ggressivi chimici

Permuta (Trattato di). È il trattato d i Madrid del 1750, dal quale derivò la guerra Guaranitica (V.).

conosc iuti anche sotto il titolo di « persisten ti >> dotati d i tensione di vapore assai scarsa per cuì, pur conservando sempre le loro cannteristiche azioni fisiologiche sull'organismo dell'uomo e degli animali, resistono lungo tcmp<? sulla supcrlic,e del suolo e dei corpi con cui ven gono a contatto, rer.dendo lungamen te inabitabile la zona . colpita e pericolosi gli oggetti da essi imbrattati e che debbono essere m aneggiati. Per l'efficace loro i mpiego vennero opportu11amente scelti e adottat i quelli che, oltre ad avere la proprietà. della per manenza dovuta all:i debole tensione di vapore che ne impedisse la sollecita evaporazione, possedessero altre indispensabil i caratteristiche, quali: perfetta stabilità, poca attitudine a idrolizzarsi per azione dell 'acqua (sia neutra che debolmente alcalina con carbonato di calcio); e, in ger.erale , scarso potere a reagire, così da rendere diffici li le operazioni di bonifica del terreno con reattivi appropri at i, com' è il caso dei bromuri aromatici i quali, avendo deboli facoltà di reazione, permangono inal terati sul terreno anche per varie settiiy/ne. Un 'altra particolare 0aratteristica ad essi domand:i/7 .fu quella di non avere aziooe sull'acciaio, ciò che ne facilitava la carica direttamente nei •p rcietti, mentre, nel caso contrario, bisognava ricorrere al ripiego di introdur.e l'aggressivo in speciali bottiglie o scatole - che i Tedeschi in certi casi adottarono di piom bo - da situare nei proietti stessi.

Perna (Amèdeo). Generale medico, n. a Cosenza nel 1875. Sottot. medico nel 1907, si segnalò nel soccorrere i colpiti dal terremoto calabrosiculo del 1908 e inerirò la med. d 'argento di benemerenza. Partecipò alla guerra contro l 'Au• stria e fu promosso maggiore (1915) per merito d i guerra. In P. A. S. poco dopo la guerra, fu p romosso, in A . R . Q ., CO· lonne llo nel 1926 e magg. generale medico 11el 1932. Professore d'odontoia tria all'università d i Roma, pubblicò vari studi e monografie, fra cui: « Frattura delle ossa mascellari, considePcrna Amedeo rata specialmente rispetto alle armi da fuoco ». Nella 27a legislatura venne eletto oepurato fascista per la circoscrizione della Calabrfa e Lucania.

Pernambuco (o Recife). Città marittima del Brasile, capol uogo dello Stato omo nimo. Venne fondata nel secolo XVI dal portoghese Coelho Percira cd u n secolo dopo App<artengo no a questo gruppo buona parte dei lagrimo- divenne i l centro della potenza degli Olandesi nel Brasile, essendosene essi impadron it i nel febbraio del 1630, non t rogeni , come : bromuro di benzile, bromuro di xil ile, bromavando quasi ostacolo nelle deboli forze che I' Albuquerque, cctonc, bromomeriletilacetone, ioduro di benzi le, iodaceinèaricato di impedire il loro sbarco, potè opporre ad ,:ssi. tatodietile, cloruro di o-nitrobenzile, nitrocloroformio (cloPer riconquistare P. e portare soccorso a Mattias de Alropicr ina); la metildicloroarsina; fra i tossici, il cianuro èli buquerque , il quale coi suoi pochi uomini si era ritir.ato benzile bromurato; e, infi ne, i gas vescicatori, massimanella posizione di « Arraial do Bom Jesus » resa da lui mente il solfuro di eti le biclorurato (ipr ite) . Questi aggres fortissima , fu inviata una squadra comandata da don An sivi fanno capo àlla classifica che si basa su l fi ne tattico tonio de Oquendo. Questa recava , oltr-e ad altr i soccorsi, d.el loro impiego, tenendo contò dello scopo puramente truppe italiane, spagnuole e pottoghesi, destinate a P., e militare da raggiungere; e, come efficacia d i azione, essi comandate dal conte di Bagnuolo; erano 300 napoletani già si p restarono contro possibili zone d i adunata, o per slogappartenenti al regg. del marchese di Terràcuzzo ed il giare truppe e batterie, pe r ev itare che una localit~ venisse rimanente spagnuoli e portoghesi, in tutto 700 u. All 'arrivo occupata dall'avversario , per creare sbarramenL'Ì a passaggi dei soccorsi, gli Olandesi abbandonarono ed incendiarooc;> obbligati, ponti, d in :or11j di prese d i acqua; per interdizione Olinda per ritirarsi e fortificarsi in P. Le vicende ddla d i vie, nodi stradali, valloni; per impedire al nemico d i guerra per il possesso 'del Brasile fi nironò per d are la su tçntare una controffensiva, o per vietare . rifornimenti in premazia ai Porto viveri e munizioni ad una posizione attaccata ; per protegge,e una ritirata; e, in genere, per creare ostacoli alle ope• · ghesi, i quali rimasero padroni d i tutta razion i delle truppe contrarie. la regione, occupan Permesso. Au torizzazione , concessa al m ilitare, d i as- done le fortezze, fra sentarsi dal corpo, reparto od ufficio· per un periodo di le qual i P., la cui tempo inferiore ·ad un giorno. Di massima per gli ufficiali guarnigione o landes.P è sufficiente la semplice autorizzazione verbale; per i sot• .abbassò le armi neltufficiali e la truppa viene rilàsciata apposita au tor izzazione l'anno 1654. scritta. La forma più frequente e caratteristica di permessi è quel la comunemente conosciuta col nome di « permesso Pernau. Città del la Livonia , su l fiu me serale », che può essere concesso ai sottufficiali (fino al grado di sergente maggiore) ed alla truppa . Questo peromonimo, alla sua foce nel golfo di messo consiste oclbu torizzazione data al militare di rimaFortezza di Pemau (sec. XVI) nere fuori caserma per alcune ore dopo la ritirata. Tali P. Riga . A1ltiche fortisono conce~si_ d i massima dai comaudanci di compagnìa i ficnioni e cascello . Fu presa nel 1575 dai Ru ssi e a questi tolta dagli Sve quali devon·o fare uso di questa facoltà che loro concede desi sotto Carlo IX, che la rennero fino al 1710, quando il regolamento per premiare i migliori elementi alle loro si arrese per capi tolazione a Vietro il Grande. dipendenze. Sono concessi in ge nere, nei giorni festivi, "d


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Pernice (o Pem1c1otto). Cosi fu chiamato ancicamellle un mortaio il quale ave,·a altri r3 mortai fissati attorno alla sua bocca. Spamndo il morta io principale, che lanciava una grossa bomba, si comun,cava il fuoco :ii piccoli,

10 mente una brigata d'art. d'assedio sull'altipiano d'Asiago e n:one decorato della croce da cav. dell'O . M. S. Bng.1dicre generale nel 1918, comandò l'art. del 140 C . d'A. Poco dopo la guerra andò in P. A. S.

Peroko itschis ki. Generale :usso, capo dello stato maggiore dell'esercito nella guerra contro la Turchia del 18771878. Appartcoeva all'arma di 'anteria dove avev a pe rcorsa tutta la carriera. Aveva preso parre alla guerra d'Ungheria del 1849 ed a ·q uella di Crnrea.

ciascuno ùci 9:.iali lanciava una granata più picco la. Fu invenzione di un bomba rdiere italiano chiamato Petri, nel secolo XVI, in Fiandra.

Pernigotti (barone di Prarolo, Lorenzo Giovanm). Generale del sec. XVlll. Ufficiale di fanteria, raggiunse il grado di colonnello nel 17;3 e comandò il regg. provincials di Tortona . Pro mosso magg. generale nel 1794, fu governatore in 2• di Vale nza.

Pero! (Clemente). Generale, 11. a Ch iomonte nel 1866. , .:ioltot. degli alpini nei 1885, pa1 lc::<..ipò all2 campagna eritrea del 1887-88. Alla fine dd 1893, esponendo la vita sul M. Rosa per salvare due compagni, meritò (a mcd. d'argen to al valor civile. Dopo esrer stato in Libia, partecipò alla guerra contro l'Austria. Comandante del 1580 fanteria, che ebbe la med. d'oro al va .ore, e colonnello nel 1916, fu d ecorato nello stesso anno di due med. d'argento, una sul Magnaboschi e l'altra su l Pasubio ove rimase ferito. ·c1 1917. dopo aver comanda,o il 237" fanteria, fu promosso colonodlo brigadiere e :omandò successivamente la brigata G irgenti, e il 4° ed il 5° rnggruppamcnto alpini, rimanendo prigioniero di guerra . In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale di divis. in A. R. Q. nel 1926; nel 1932 passò nel la riserva. Nel 1923 fu anche nominato luo• goten. generale della M. V. $. N., al comando de lla 1a zona (Torino).

Pemigol/1 nob. Luca. Genera le commiss.ario, n. a Se:ravalie Scrivia, m. ad Alessandria (1800-1931). Sottot. del commissariato nel 1883, partecipò alla guerra del 1915-1918 t nel 1916 venne promosso colonnello. Fu direttore di commissariato del C. d'A. di Alessandria. In P. A. S. nel 1920 e brigadiere generale nel 1921, ebbe nel 1923 il grado d i magg. generale del commissariato e nel 1926 passò nella riserva.

Perno strategico (o pemo, oppure base di manovra).

e quella regione fortificata, o piazza a campo trincerato,

destinata a dare appoggio all'eserci to che opera in un dato scacchiere. Le piazze perni strategici sono quelle che presen tano più spiccato il carattere offensivo.

Pernot (Augusto). Generale, n. e m. a Torino (18101890). Sottot. di tante ria nel 1830, combattè nel 1848-49. Comandante il 1° regg. fanter ia col grado di ten. colonnello, si segnalò a S. Martino nel 1859 e meritò la menzione onorevole. Colonnello nel 186o, comandò poco dopo la brigata Ravenna e poi la brigata Re; nella campagna del la Bassa l talia fu decorato della croce d'uff. del1'0. M. S. Dopo aver coman•• dato la brigata Brescia, venne nel 1864 .promosso ten. generale Pemot Augusto e comandò le divis. di Catan·za ro e Napoli; poi fu membro del comitato della fanteria e cavalleria. Nel 1873 passò nel la riserva.

Perobell i (Umberto). Generale, n. ad Alessandria, m. a Genova ( 1863-1923). Sottot. d'art. nel 1883, partecipò all.i guerra Jj bica del 191 t•IZ e meritò la mcd . d'argento a Sidi Bila! (1912). Colonnello nel 1916, comandò interinai -

Perokòitschi>ki

Perol Clemente

Peron (Pietro). Generale francese (1834-1908). Partecipò alla campagna de l 1859 in Italia e poi fu in A lgeria. Passato nell'intendenza dell'es:rci10, partecipò alla campagna del 18io•71 e rimase ferit.:> a Sedan. Pubblicò opere di geologia, specialmente sull' A(nca del Nord. Péronne. Città della Franc·a, alla confluenza della Cologne con la Somme. i:. situata nel luogo di una anti.:a città me:ovingi a, <letta « Petronia » o " Petrcna 1•; i conti

L• cittadella di Péronne


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di Vermandois, nel secolo IX, l 'ebbcro come capitale della contea. In seguito appartenne ad altri signori e poi , 3 Luigi Xl, al quale fu tolta nel 1~65 da G~r!o tl Temérano. Dopo la morte di Carlo, P. torno a Lu?i XI; nel 1536 fu assediata invano dalle truppe di O.rio \, e difesa da.i Cittadini sotto la guida di cl' EstourneL La Lega Cattolica f~ proclamata a P. nel 1577 .. li 26 g1ugr-io 1815 fu presa ~1 assalto dagli Inglesi. La pic~ola '.ortezza di . P. consiste rn una muragl ia spezzata a guisa d1 cmta bastionata, con alcune torri medioevali, rivellini, terrapieno e opere a corno, una delle quali funzionante da testa d i ponte. Nel mezzo del fronre nord -ovest si innalza un caste llo d el XVI secolo. Tutte le opere datano dal XV e XVI secolo, furono J·affornatc nel XVII secondo un progetto d i Vaubao, e ampliate poi da De Ville.

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preso regolarmente. La sera del 5 g iunse da La Fère il parco d'assed io e si iniziò l'attacco regolare. 11 giorno 9, prima di cominciare il fuoco di distruzione, il gcn . Barnekow, che aveva sostituito il gen. Schuler, invitò il comandante dell.a fortezza alla resa , rappresentandogli l'inu-

I. T rattato di Péronne (n99) . Fu concluso tra Filippo Augusto di Francia e Baldovino conte di Fiandra . Il. T rattato dj Péronne (14 ottobre 1468). Luigi Xl, allo ·scopo di attirare dalla <ua parte Carlo il Temerario e di toglierlo all 'a)lean·za di EdoMdo IV d 'Inghilterra, si portò fiducioso a P. per una interv ista col <luca di Borgogna, onde regolare persona lrncnte ogni controversia. La co1wer;azione fu dapprima amichevole, ma, giunta notizi.~ al duca che L iegi si era ribellata ad istigazione dei fqncesi, Cado accusò iJ re di tr-adìmcnco, e, fatte chiudere tutte le porte del castello, tenne per dlie giorni Luigi XI prigioniero nella torre dove era mono Carlo il Semplice e lo costrinse a firmare un trattato umiliante e oneroso, col ·quale, dopò rjnnovate le convenzioni del trattato di pace di Saint-Maur, rin unciando ad ogni p retesa sulla Borgogna, il re doveva cedere al duca di Berry, suo fratello, la Champagne e la Brie, obbligandosi a partecipare allà campagna contro Liegi . lfl . Assedio di Péronne (1870-71) . Appa rtiene alla guerra franco -prussiana del 1870- 1871. La piazza aveva una guarnigione <li 3500 u., in maggioranza guard ie mobili, éd era ::rmata con 4'.ì cannoni. Il gen. tedesco Manceuffel destinò al suo investimento I r bgl. , t6 sq<l r., 58 cannon i etl r cp. di pionieri. Il 26 e 27 dicemhre 1870, giunte queste truppe davanti a P. , procedette.o tosto all'investimen.to della pinza, e, ributtando gli avamposti francesi con liev i scaramucce, Jo compirono la sera del 27. Il gen. Schuler, preso il comando delle truppe d 'investimento il giorno 28, alle 14,30 cominciò il fuoco provocando incendi nell'interno della città. La fortezza rispose prendendo specialmente di mira le batterie più prossime al villaggio di Hallc e cagionando qualche perdita ai Tedesch i . Nella ootte dal 28 al 29 il bombardamento continuò inimcrrotto, po i andò · ra.l lentando finchè il giorno 30 cessò. Il 3.1 il corpo d'investimento fu indebolito, ma furono aumen tati i pezzi d'art.ig licria con r2 grossi cannoni d.a assedio. L a fortezza aveva continuato a far fuoco; poi i Ftancesi, attribuendo la ces. sazione_del fuoco tedesco ad un movimento offensivo dell'armata francese del nord, a mezzogiorno del 31 fecero una ,unita, ma furono ribuuati do!)O breve contrasto. Il 1" gennaio 187r fu co.miociata dai Tedeschi la costruzione delle nuove batter:ie dal lato sud -ovest della fortezza ed il giorno 2 principiò d i nuovo il fuoco. Il 3 gennaio il corpo d'investimento fu nuovamente diminuito, dL modo che attorno alla fortezza non rimanevano che 7 bgl., 6 sqdr. , 5 batte rie e 1 cp. d i pionieri, Nell'incertezza del l'esito della battaglia che si combatteva contemporaneamente a Bapaume, tutti i traini fu rono .raccolti a sud della Somme e una parte dei pezzi cli grosso calibro fu ricirata; il resto dell'artiglieria continuò il fuoco tutta la notte. Fal1ita l 'offensiva francese cont ro Bapaume, l'assedio fu ri-

Féronne nel r870

tilità di un 'u lterio re resistenza. I Francesi cedettero, e · il IO ge nnaio il gcn. v. Barnekow prese possesso della fortezza.: iJ, presidio rimase prigioniero di ·guerra. IV . Il nome di questa cittadina della Piccardia francese ricorre infi nite volte nelle battag:ie e nei combattimenti che, a cavallo della Somme, si ebbero fra il r914 ed il 19t8 in Francia. Vedi in proposito Aime, Arras, Fcstubert, Pìccardia, Somme, ecc. In particolar modo prendono il nome da P. i combattimenti della prima battaglia di Piccardia, ivi svolti tra il 21 e il 24 settembre 19r4; come pure prende il nome di baccagl ia di P. la difesa della omonima testa di ponte (23-25 marzo 1918) .ad opera della 5a. armata inglese (gen . Gough) durante h seconda battaglia d i Piccardia.

Perottì (Carlo Vittorio), Generale, n . d i Torino (18221898). Ufficiale d 'art. , partecipò alla campagna del 18481849. Ne l 1868 fu promosso colonnello comandante del forte di Peschiera . Ne l 1870 comandò il. d istretto di Foggia e poi d ivenne comandante superiore dei distretti del la div is. di Piacenza. Passato nella riserva nel 188,, venne promosso magg. generale nel r882 e ten ..generale nel 1895. Perotti Gaetano Cami/lo. Geaerale, n. a Torino, m. a Cassano Murge (1823-1908). Uffici 4le del genio, partecipò alla campagna del l848-49. Co lonnello nel 1862, fu diret, core del gen io a Messina e poi a Napoli. Nel 1870 ebbe j[ comando del distretto m il. di Roma . Magg. generale nella riserva ne l r874, fu p romosso ten, generale nel 1893.

Perowsky (Basilio). Generale russo ( 1794-1857). Iniziò la carriera militare battendosi contro la Francia nel 1812 e nei due anni successivi. Pa rtecipò con onore alla guerra del 1828-29 contro ra Turchia, e d ivenne generale d i brigata nel 1833. Fu luogotenente governatore di Orenburg, e combattè contro i ribelli di quella regione. Perpenna (Marco). Generale romano , Fu pretore nel r 35 a. C . e combattè nella gl.\erra servile cli Sicilia con successo. Nel 1'30 fu nominato console e inviato in Asia, dove riuscì a vincere Aristonico di Pergamo, inviandolo prigione a Roma.


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Perpe1111a Marco Vento . Generale romano, nipote del p1·c• cedente. Parteggiò per Mario nella guerra civile e riparò in Sicilia quando Silla fu vittorioso. :-Jel 77 a. C.,· fallito il tentativo di abbanere la costituzione sillana, si rit irò nella Spagna dove fu agli ordini di Sutorio. Sconfino quivi da Pompeo e calturato, venne condannato a morte nell'anno 72.

Perplgnano. Città della Francia, capo!. del dip. dei Pirénées•Oricntales, sulla Tèt. Nel 991 era la capitale del Rossiglione. Era difesa da una cittadella fortissima per la sua posizione, rafforzata da opere accessorie. Fmo al se• colo XVIJ rimase Jc. gata alla Spagna, quantunq ue q ualche volta fosse passata in mano ai Francesi. Nel 1➔62, Giova nni li d'Aragona la diede a Luigi XI in pegno di un prestito. Questi vi fece 1·cstaurare il castello CO· st roito nel 1310 per diTI castello di Perpigoano fesa di una parte della città; nel 1➔93 tornò alla Spagna. Durante la rivalità fra Carlo V e Francesco I, un esercito francese, nel r542, invase la regione ed assediò inutilmente la città, quantunque al soldo di Francesco r fossero i migliori ingegneri allora conosciuli, tra i quali primeggiava Cirolamo Marini. Neppure un tentativo fotto dal maresc. d'Ornano nel 1597 fu più fortunato dc, precedenti. Infine , durante la guerra dei Trenta anni, il Ros·,,•.•.

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siglionc fu nuovarr.cnte invaso (1639) ma la città venne occupata dai Francesi soltanto nel 1642, aiutati da una congiura interna ordita contro gli Spagnuoli da Francesco dc Vilaplana . P. e il Rossifione vennero defin itivamente ri conosciuti alla Fra,cia ~I trattato dei Pirenei del 1659.

Perrando (Guglielmo). Generale del sec. XV111, n. di Sassello, m. nel li75· Fu al scrvizio dell'Austria e combattè nella guerra dei Sette Anni, disti nguendosi a Kolin. Quindi ebbe il comando del castello di Milano. Perret (Giacomo). Gentiluomo $avoiardo del sec. XVI. Fu insegnante di ;cienze malcmatichc; nel 1602 fu pubblicato un suo libro col titolo: 11 Delle fortificazioni e degla artifici ». Perrett i (Rer111gio). Generale. n. ad Aosta nel 18i3. Sottot. d i fan teria ne l 1893, partecipò alla guerra Eritrea del 1895•96: combattè ad Adua colla brigata Dabormida, riportò quattro ferite e meritò la mcd. d'argento. Passato negli alpini ne l 1901 1 comba1tè con es,i in Libia nel 19121913 guadagnando a Bu Msa(er una seconda medaglia d'argen to. En trnto in guerra contro l' Austria al comando del hg!. lntra , sul monte Nero ebbe una terza mcd. d'3J'• gemo. Comandante clc:I 79° regg. fanteria nel 19171 attaccò cinque volte il nemico sulla quota 778 della Bainsizza e fu decorato della croce da cav. dell'O. M. S. e poco dopo promosso colonnello per merito di guerra. Dopo la guerra ebbe (1920) il comando ciel 9° alpini e dal 1927 del distretto mii. di Udine. Nel 1931 fu collocato nella riserva <: nel 1933 promosso generale di brigata.

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La fortezza di Perpiill•no (secolo XVI I)


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Perrier (Luigi Francesco). Generale, n. a Tanni.oges (Sa- 6uo reparto , ingiungendo al portaferiti di brandire un fu. cilc e far fuoco. Continuò così ad essere l'anima della voia), m. a Chambéry (18o4-1869) . Cadetto nelle guardie resistenza sino a che una bomba a mano lo colpì alla del corpo nel 1826, passò poi in fanteria e partecipò alla faccia facendogl i perdere la vista ad emral\lbi gl i occ hi. campagna del 1848 e del 1849, meritando la menzione Accerchiata la posizione, contro il suo corpo infierì anonorevole a Novara . Comandante del 1° regg. fanteria nel 1851, fu promosso colonnello nel 1855. Magg . generale cora i l nemico, finchc:, ritenendolo morto, lo abbandonava fra un mucchio di cadaveri e soltanto dopo più cli un com andan te la brigata Savoia nel 1859, gu adagnò a Madonna della Scoperta la croce d'uff. dell'O. M. S. Nd 1860 giorno, un nostro fortunato comrattacco permeucva di rac. coglierlo. Fulgido esem pio di sublime sacrificio e di indoandò a riposo. mito coraggio che le pi li atrod sofferenze non valsero ad Perriu Francesco . Generale fra ncese (1833-1888). Fece le affievolire durante ue giorni di aspra lolla » (Oslavia • Gosue prime ca mpagne in A lgrria e nd Marocco (1857-186c) ri✓.ia, .i9 mar ro 1916). e combattè nella guerra del 1870-71. Generale d i brigata nel 1887, fu capo del servizio geografico militare e compì vari studi e missioni d 'i ndole geografica ed astronomica. Perrier Ernesto Giulio. Generale, n. a Chamonix (Savoia), m. a Palermo (1837-1905). Souot. d1 fanteria nel 1859, pai·tccipò alle campagne del 1859, t860-61 e 1866, mcri1ando due menzioni onorevoli. Colonnello nel 1880, comandò il 25" fanteria, e, magg. generale nel 1888, la brigata Casale. Nel 1898 passò nella riserva col grado d i tcn: generale. Pe1Tie1· Giorgio . Generale francese, n . nel 1872, figlio di Fra ncesco . Ufficiale d'artigl ieria, passò ben presto, come già il padre, al servizio geografie!) dell 'csercito e compl una quantità di m ission i e di lavori d'indole geografica e trigonometrica. Partecipò alla guerra Mondiale, al comando del 53° regg. d'art., e alla direzione dei ser vizi tecnici del1'arma. Dal 19 19 al 1924 fu direttore della sezione.: <li geodesia militare; poi comandò il 4030 reggimento di difesa antiaerea, e nel 1925 fu d i tale difesa nominato ispct• tore. Insegnò a Metz e all a Scuola politecnica. Oltre a opere scienrifiche, ha pubblicato una •< Storia del 53° artiglieria durante la Grande Guerra ».

Perrln (de Lepin, conte L11ig,). Generale del sec. XIX. Nel 1825 fu colonnello aiutante geo. applicato alla divis. di Genova . Collocato a riposo nel 1826, ebbe il grado d i colonnello nello stesso grado e di magg. generale nel 1824. Perrin de Lépin conte Luigi Bonaventura. Generale, u. e m . .a Chambéry (1768-1842) . Sottot, di fanteria nel 1792, partecipò alla guerra delle Alpi. Nel 18o6 comandò la guardia nazionale di Chambéry, e alla restaurazione riprese servizio nell'esercito regolare divenendo magg. g e• nerale. Perri11 .1gostmo, dcllo i'em11 -:io/11ers. Generale francese ( 1791-1858). Souot. nel 1809, divenne generale di brigata nd 1848, dopo ave re combattuto nella Spagna e ìn Ge rmania sollo Napoleone, ancora nella Spagna nel 1823, e jn. fine nell'Algeria. Quindi passò al mio istero della guerra dove estese numerose memorie storico-militari.

Perr ìni (Mano). Medaglia d'oro, n. a Tarquinia nel 1893. Sottot. dcì granatieri in S. A. P. ud novembre 19 15, raggiunse la frome, e, qualche mese dopo, in un combat• timento nella zona di Oslavia, più volte ferito, seguitava a battersi eroicamente, finchè r imaneva accecato e mutilato. La motivazione di med. d'oro così ne ricorda la valorosa condotta: " Benchè colpito in più parti del corpo da una gra na ta nemica, non abbandonò il posto di combattimento e con attività ammirevole provvide a sistemare a difesa il tratto cli trincea a lui affidata. Il giorno successivo, ferito gravemen te, rifiutò ogni soccorso, continuando a dare esempio di grande fermezza d'animo e del più alto sentimento del dovere. FcrilO nuovamente in modo da riportare la frattura comp leta delle ga mbe volle rima nere co l

Perricr Giorgio

Pcrrini Mario

Perris (Carlo) . Generale, n. ad Angri nel 1809. Sottot. d i cavalleria nel r890, passò poco dopo in fanteria. In Libia nel 19II-12-13, meritò a Zanzur la mccl. <li bronzo. Partecipò alla guerra contro l'Austria quale comrmdame del r3° fanteria e poi <!ella brigata Pinerolo. Il suo valore venne premìato con tre m ed. d'argento meri tate per le azioni a Sagrado (1915), Pecinka (1916), C3,tagnevizza ( 1917); colle promozicni per merito di guerra a colonnello (Volkovr.iak, r916) ed a brigadiere generale (Zona di Vcrsic, 1917) , e colla croce da ca,·. dell'O. M. S. ottenuta nel 1918 sul l'altipiano d'Asiago. Generale d i d,vis. nel 1926. comandò la divis. mii. di Chieti. Promosso generale di C . d 'A. nel 1929, ebbe oel 1931 il comando del C. d'A. di Milano e un anno dopo quello del comando designato d'armata di Napoli. Perrone (di S. Ma,-tino, conte Cario Francesco). Generale, 11. e m. a Torino (1718-1789). Cornetta in cavalleria nel 1734, fu inviato straordinario prcs~ le corti di Dresda (1745) e di Londra (1749). Colonnello nel 1752, magg. ge- . nera le nel 1771, fu promosso I\Jogoten. generale nel 1774 e generale di cavalle:ia nel 1880. Dal 1779 al 1789 fu ministro di Stato degli affari esteri .• Nel 1779 fu insignito del collare della SS. Annunziata. Ferrone Giuseppe Giacinto. Generale del sec. XVIII, m . a Torino nel 1795. Nominato cornetta in Savoia cavalleria nel 1734, partecipò ~ne guerre di Successione di Polonia e d'Austria. Colonnd lo nel regg. Regina nel 1771 , d ivenne brigadiere di cavalleria nel 1774. Magg. generale e comandante il regg. Savoia cavalleria nel 1780, fy promosso luo goten. generale nel 1785. Nel 1787 fu governatore d i Asti; nel 1788 comanda nte del Ducato di Savoia e nel 1789 passò nei trattenuti. Pen·one di San Martino barone El/ore. Generale, me daglia d'oro, n. a Torino, caduto a Novara (1789- r849). Militò dapprima ne:Jc campagne napoleoniche, meritando n Wag ram la legione d'onore, e nelle ca mpagne di Russia è di Spagna r iportando g loriose ferite. Prese parte alla cam pagna del 1814 rimanendo di nuovo fe rito a Montmirail

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e a quella dd 1815 come a:utante di campo del gen. Gérard combaucndo a L1gny. Tornato in Piemonte, fu durante i mou costiwzionali del 1821 colonnello dei « cacda tori d 'lv rea » da lui ccmi tuiti, e, condannato a morte, riparò in Francia. Quivi riprese servizio nel 1830 sono Luigi Filippo, fece la campagna del Belgio, divenne colonnello nel 1832 e generale di brigata nel 1839. Nel 18.;S accorse a Milano, si pose al servizio del governo provvisori},, fu al blocco di Mantova come coma ndante di d ivis. Rientrato in Piemonte, fu fatto ministro degl i Esteri e pni presidente del Consiglio. Denunciato l'armistizio, ottenne col grado di luogoten. generale il comando della 3" divi s. r. partecipò alla campagna de l 1849, comportandosi eroica. mcn.fe a Novara, dove rimase mortalmente ferito. Il suo sacrifido fu onorato con la concessione della massima ricom. p<:nsal ;il valore. La mot.va.zionc d .., ,iw1d<1 il bdl'cpi• sodio) di va lore è così concepita: « [>opo avere valorosamente diretto le sue truppe, colpito mortalmente alla fronte da una palla nemica, prima di vcqire trasportato in luogo di cura, domandò di ,•edere il Re, al quale espresse :tabili parole " ·

l'crr</Jne di San Manino Robel'/0. Medag lia d'oro, n. a Courpaf~y (Francia), m. a Pcrosa Canavese (1836-1900). Figliuolo '.del generale omonimo, caduto a Novara, segul le or me P•itcrnc, d ivenendo, come lui, un va loroso soldato. Nominatt.t ufficiale d'art. dell 'escrcito sardo net 1856, prese parte alla campagna del 1859, guadagnandovi una med. d'argento, a quella del t86o, meritandovi una seconda med. d'.a1:gento cd una menzione onorevole, ed infine a quella del 1866, durame la qua le, nell'infausta giornata di Custoza, gli fu conferita la mcd. d'oro, çon la seguente n-aotivazione :

distinse fra tutti per avvedutezza e coraggio, supcri0r~ ad ogni elogio . R,w esciatosi un pezzo giò per la china del Belvedere, per dar tempo ai serventi di raddrizzarlo, egli caricò a piedi con pochi granatieri, sparando tutti i colpi del suo revolver e d'un fucile raccolto a terra, e, rimasto pressochè solo, si ritirò l'ultimo, allora soltanto quando riconobbe perduta ogni speranza di mettere fo salvo il pczw ». (Custoza, 24 giugno 1866). Lasciato il servizio attivo nel 1870, divenne poi colonnello nella riserva. « Si

Roberto Perronc di Snn Martino a Custoza

Perro11e di S . Martino barone Ferdinando. Generale, n. a T orino nèl 1874. Sottot. di cavalleria nel 1895, nel l()<H lasciò il S. P. E. Volontario in Libia (1911-12) meritò la mcd. di bronzo. Di nuovo volontario nel 1915 ndla guena contro l'Austria, ebbe sul Sci Busi una seconda mcd. di bronzo e rimase gravemente ferito. Non ancora del tutto -guarito passò nei bombardieri come comandante del t2° gruppo bombarde: su li 'Isonzo venne promosso ren. colonnello per merito di guerra e guadagnò l!na med . d'argento. RitornJto in S. P. 'E., passato in fanteria, ebbe alla fine del 1917 il comando del 75° regg. col quale, promosso colonnello nel 1918, andò in Francia, dove riportò 5 raviss,ma ferita per la quale rimase invalido di guerra ed ebbe una seconda med . d'arge nto. Nel 1920 andò ad Atene qua le addetto mi litare e nel 1923 fu incaricato dal governo di recarsi in All:ania per l'accertamento delle responsabilità sull'assas, sioio del geo. Tellini. Ebbe qualche anno dopo ,a nomina a R. console a Digione. Collocato in P. A. nel 1931, tu promosso generale di brigata nel 1933.

Perrottelli (RaOaele). Medaglia d'oro, n. a S. Michele d i Serino, caduco su l Carso (18B9-1915). Hcnchè dottore in F errone Ettore Perron~ Roberto legge, volte andare in guerra come semplice so ldato, cd io uno dei prin1i cruenti combauimenti sull'altipiano Carsico Peffone Ariberto. Generale, n. a Caltanissetta nel 1867. cadde, dopo aver dato ripcrute e magnifiche prove di valore, Sottot. di fanteria nel 1888, fu in Libia dal 1914 al 1917 consacrate dalla concessione della 'lledaglia d'oro: e nel 1915 si distin se a Got -el-H assan merita ndo una mcd. « In servizio d i pa ttuglia presso i rcticoh1ti nemici, d idi bronzo. Colonnello nel i917, andò nel 1918 in guerra sturbava con fuoco efficace l'avversario, intento a1 lavoro di contro l'Austria. Nella battaglia di Vittorio Veneto comandò rafforzamento dei reticolati. Ferito per ben due volte sucla brigata Pisa ed ebbe una seconda mcd. di bronzo. De>po · cessive, rimaneva fermo al posto assegnatagli, continuando, con eroica tenacia, a molestare il nemico , finchè, ferito una la guerra com andò 1'87° fa nte ria ed andò in P. A . S. Nel 1924 fu promosso generale di brigata e nel 19:29 passò nella terza volta all'addome, mortalmen te, lasciava la vita sul riserva, dove, nc:I 1y31 . venne promosso generale òi di posto che avcv~ tenuto con tanto onore » . (Po lazzo. 21 luvisione . glio r915).


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Perryville. Borgo degli Stati Uniti, nel Kentucky , su l Chaplin rivcr.

Perrotcelli Raffaele

l,,errucchetti Giuseppe

Perrucchetti (Giuseppe) . Generale e scrittore militare, n. a Cassano <l' Adda, m. a Cuorgnè (1 839-1916). Voloma6o nel 1859, e sottot. di fanteria nel 1861, passò nel 1864 nello S. M. , combattè nel 1866 e meritò là med. d'argento a Custoza. Nel 18j2 fu trasferito alla scuola di guerra e v i insegnò geografia mii. sin:> al 1885. Nominato vicegovernatore del primogenito del duca Amedeo d'Aosta e colo nnello nel 188~ fu poco dopo capo di S. M. del VII C. d 'A . Magg . generale nd 18515, comandò la brigata Reggio ; ten. generale nel 1900, co mandò le d ivis . '' ., di Fi renze e di Milano.• ,Nel 1904 ":andò in P. A ., e nel 1910 passò nella riserva. Nel 191:i fu nom inato •i ~enator.e . Versatissimo nelle disci,:;~ p pli ne geograficbe e sço,·iche, p~tro·,) -

Coml;attimento di Perry111/le (1862). Appartie11e a'. la guerra d i Secmione, e si svolse tra i Federali agli o.rdini del gen. Bucll /3 C. d' A. comprendcoti 7 di vis. e I bciga-ta d i cavalleria: in tutto 61.000) e i Confederati agli crdi11i del geo. Bragg (3 divis . e 1 brigata di cavalleria: in tutto 16.000 u.). Lo scontro s' iniziò fra le èavallcrie al mattino. C Federal i erano schiera ti col corpo Mac Cook alla si nistra , i l corpo Gilbert al centro, e il corpo Critteode n all;i destra, coperto dalla brigata di cavalleria. Le truppe confederare da P. avanzarono co n la cavalleria sulle afi, im pegnandosi subito su tutta la linea, mentre si in,~,°'ì, giava un duello d 'artigl ieria. Il fuoco dei Confeder.1ti fu così efficace, da fare i ndietreggiare in disordine la linea avversaria, prima che si ven isse all'urto , specialmen tt sulla sinistra, dove il corpo d i Mac Cook dovette abba oi fonare le sue posizioni. Invece sulla dr. , verso P., i Fed~rat i guadagnarono terreno. Complessivamente però il succcssb d'ella

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Jifes2. dei nostri confini, propug nando d 'integrarla con un corpo speciale, per cui a lui <levesi la creazione degli alpini. Fra i SP')Ì numerosi lavori , sono : << Sulla difesa di alçuni valichi alpini e I 'ordi namento territoriale »; • La presa d i Susa »; 1< Il T irolo »; « Stu dio d i geografia militare »; e Dd metodo negli' stud i per la difesa territoriale »; « L.a difesa <lello Stato »; « Questio ni _mi litari d 'attu~lit.à »; « Guerra alla guerra? ,, ; « Verona nel le vicende militari d'It:alia ».

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Perrucchetti Carlo . Ger.erale, m . a Genova nel 1923. Appanennc alla R. Guardia d i F inanza, nella quale raggiunse il grado d i magg. generale al comando del pri mo g ruppo legioni.

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Perry (Kalbraitl,, Matteo). Am miraglio degli Stati U niti (17951858). Incaricato' di trattare col Giappone pe r l'apertura dei suoi porti al commerc io, cd ,avendone o ttenuto un rifiuto, si presentò con 10 navi da guer ra nella ba ia di Yeddo (1854) e sotto la m inaccia di bombardamen-to costrime il Giap" pone a firmare il trattato detto di C.anav•ga.

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giornata, sebbene non abbia avuto influenza sull'c~ito generale delle operazioni nel Kentuck)', appartenne ai Con federati. Le perdite ammontarono per i Federali a 845 m. , 2851 feriti, 515 prigionieri e dispersi, parecchi cannoni; per i Confederati a 510 m., 2635 feriti, 251 prigionieri e dispersi.

Persano (conte Carlo Pel/1on dz) . Ammiraglio, n. a Vercelli, m. a Torino (1800-1883). Entrato giovanissimo nella marina sarda, vi fece una rapida camera. Comandò la flotta nd 1860-61, e fu agli assedi di Ancona, di Messina, d i Gaeta . Deputato nelle legislarure VII e VIII per il collegio de La Spezia, divenne ministro della Marina nel 1862 e (u nominato senatore nel 1865. Scoppiata la guerra del 1866 ebbe il comando in capo della flotta nel!' Adriatico. Battuto a Lissa, fu sottoposto a giudizio davanti al Senato costituito in Alt :1 Corte di giustizia, e venne proclamata Persano Carlo la sua col pevole inettitudine, tan to che fu privato del grado e delle decorazioni e radiato dalla R. Marina . Pubblicò: « Campagna navale negli anni 186o-61 »; « Diario privato politico-militare »; « Ricord i d i un all ievo di Marina »; ,t I fatti di Lissa ».

Persecutore. Era aocbc chiamato cosi il « qua rto di can none», con proiettile da 12 libbre e ponata di 750 passi (secolo XVI, verso la metà). In tale époèa il mezzo

cannone aveva proiettile d i 16 libbre e portata di 850 pass i, e il can none aveva proiettile di 48 libbre e portata di 16oo passi.

Perseo. Torped iniera da costa, di 39 tonn., entrata in servii.io nel 1882 e radiata nel 1906. Perseo. Torpediniera d'alto m;ire, varata nello stabilimento Pattison d i Napoli nel 1905 cd entrata i o servizio

Torpediniera d'alto mare • Perse" •

l'anno seguente. Dislocamento 208 tono ., maccbint 2900 HP. Partecipò all'impresa dei Dardane/11 (V. , e V, per la motivazione di med. d'oro Astore). Fu radiata nel 19r7 .

Perseo_ Re di Macedonia. Sall al trono nel 179 a. C. e mosse guerra ai Romani . Vinto a Pidna da Paolo E milio,

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riparò nell'isola di Samotracia. Bloccato quivi dal prcrore Caio Otuvio e co~trctto ad arrendersi, fu condotto prigione in Italia e morì ad Alba nel 168.

Pershing (G1ova11m) . Generale degli Stati Uniti, n. nel 186o. Sottot. di cavalleria nel 1886, prese parte alle campagne co:i tro g li Ind iani del West; quind i insegnò nePc Scuole mi i. d i Nebraska (18911895) e di West Point (1897-98). Si d1stin1c ndla ca mpagna di Cuba e poi nella repressione di una rivol:a nelle Filippine . ::-.icJ 1905-o6 fu addetto mii. a Tokio e venne promosso da capitano a brigadiere generale . Comandò la spedizione nello Stato del Mess ico \1916-17) e all'entrala degli Stati Uniti nella guerra Mondiale ebbe il comando in capo dell 'esercito in Francia; al suo ritorno in patria fu nom iPcrshing Giovanni nato ( 19!9) ge nera le in capo. t'n questa sua carica provvide alla riorganizzazione del1'csercito e perfezionò i piani per la difesa nazionale. Cessò dal servizio attivo nel 1924. li governo italiano g li conferì la gran croce dell 'Ordine mii. di Savoia.

Persia, Il vasto altipiano del! 'Iran compreso fra il Caucaso e il mu Caspio a nord, l'Indo ad est, il golfo Persico e l'oceano Indiano a sud e il T igri ad ovest , fu anticamente occupato da tribù Arie che, scese dalle regioni centrali del!' Asia come quelle che già ave,·ano emig rato verso l'Europa e verso l'[nd ia, si estesero le une, quelle dei Persi u Persiani, sulla regione che oggi <licesi Farsistan, e le altre, quelle dei Medi, tra il Caspio, il T igri e l'Ar me11ia. Di esse, le p iì1 antiche notizie oarrano come r.el1'840 a. C . venissero vinte e rese tributarie dagl i Assiri; come questi, nel 632, venissero sconfitti da Ciassare, figlio di Fraorte, re dei :Medi, il quale portava . i confini del suo regno fino al fiume Alys (Kysyl l rmak); e come per lungo tempo i Persi facessero pa rte dell'impero Medo pur avendo loro propri re. Nel 549 a. C., • 1 Ciro, figlio d i Caml•ise, re della Persia, sbalzava dal trono Astiage, successore di Ciassare, e nunÌ\•a sotto il suo scettro i due regn i di Media e di Persia fondando ìl ' i-...-~ · primo im;>ero persiano. Di ciò intimorito, Creso re di Lidia, alleatosi Bandiera dello Persia con Balthaza r rè d i Babi lonia e ,.on (secolo XIX) Amasi re d'Egitto , mosse guerra a Ciro che, disfattolo a Timbrea (548) e a Sardi (546) s'impossessò di quasi tutta l'Asia Minore e poi, lasciati i suoi luogocenentt a compiere la conquista dc:11~ wlonic greche della costa occidentale anatolica, si volse verso le regioni a levante della Media e della Persia e sottomise tutto l' Iran. PiLt tardi Ciro, vinto Balthazar (538) e impadroni tosi di Babilonia, liberò dalla cattività gl i Ebrei cd estese il suo impero sulla parte inferiore della regione del Tigri e dell' Eu:rate, sulla Palestina e sulla Siria, O$Sia su tutto il regno caldeo. Le istitu zioni m ii. persiane di quell 'epoca comprend:vano la divisione del paese in distretti di reclutamene!>. Erano wldati tutti gli uomini dai 17 ai 50 anoi, ma venivano ch iamati solo in caso di bisogno. Sol tanto gli « Immortali » costitu ivano un corpo permaneote, di 70.000 u. , presso al sovrano, col quale si formavano i


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quadri dj guen-a. I Persi erano prevale nt~meocc _fanti; '. Med i prevalentemente cavalieri. V 'erano carn a(mat1 ·e rorr, mobili tirate da buoi. Ciro moriva verso il 530 combatte ndo, a quan to credesi , contro i Massa geti . Suo figlio Cambise, che gli succedette , iniziò il suo regno facendo uccidere jJ fratello Smerdi a cui il padre aveva I.asciato il governo di p a recch ie prov incie; poi mosse cont ro l'Egitto e, sottomessolo con. l'.1 vitto ria di Pelusio (529), porcò k sue armi fino nella L,b1a e nel la Nubia, ma g lj fallì l'impresa d i conquistare l'oasi di Ammone e l'Etiopia. La nonzia che un mago, Gaumara, spacciandosi per l' ucciso Smerd i, era stato, durante la sua assenza, riconosciuto re, gli fece affretta re il ritorno per pu nire l'imposto re, ma la morte lo colse in cammino (522). 11 fa lso Smcrd i, dopo breve regno, cadeva vittima d'una congiura. Uno dei capi d i questa, Dario, della stirpe Acheme1ùde , veniva posto sul trono (521) e, domat~ alcune provincie ribel li e 'dato ordine all'impero che d ivise in 20 satrapie, s'impadronì del baci no dell'Indo (512) · e condusse un a spedizione per frenarè !e scorrerie degli Sciti a bitan ti fra i corsi infcr.iori del Danubio e del Don ; ma, tratto dalle loro insid ie fra le steppe (508) e srrÌarritov isi, abbandonò l'i mpresa e, Soldato persiano (sec. XVI} nel ritornarne, commise al satrapo Megabazo la sotromissiòne della Tracia e della Mace donia compiuta nel 506. La sollevazione delle città g reche dell';\sia Minore COJllro Dario fu da lui repressa (498-94); ma l 'aiuto ad essa- d ato dagli Aten iesi lo spinse a trarre vendetta su questi e diede origine a una guerra lunga e per lui funesta (V. Grecia _e MeàicAe guerre). A Dario 1 succedeva, nel 485, il figlio Serse I che, domata una so!leya_zione dcll 'Egitto e di Babilonia, rinnovò il te ntativo del padre contro la Grecia, ma, d isfa tto a Salamina (20 settem bre 480), a Platea e a Micale (settemb,e 479), perdette le coste di Tracia, le isole dell'arcipelago e le città greche dell'Asia Minore. Egli morì assassinato nel 465, lasciando l'impero esausto e in iscompiglio : la Persia declinò sempre più per le continue ribellioni delle provincie e r.cr la riottosità d e:Ì satrapi che si resero sempre piL1 indipendenti; e l 'Egitto, la cui rivolta Artaserse I aveva ancora potuto domare, si tolse sotto Dario II dal giogo persiano. Artaserse Il Mnemone figli o e successore d i Dario II (405-36 1) ristorò al quanto le sorti del! 'impero. Egti ebbe dapprima a combattere i l f, al<:: llo Ciro, satrapo dcli' Asia Minore e io disfece (401) a Cu nax:a (V. Anabasi); poi, desideroso di vendicars i delle colonie g reche che per esso ,lVevano parteggiato, ebbe guerra con Spa rta che e ra sorta a proteggerle e fu vin to da essa per terra ma ne disfece la flotta a Cnido (394) . ll conflitto durò ancor~ per alcuni anni, finchè Sparta, per togliere alle città greche sue rivali , con le q uali stava in armi , l 'appoggio della Persia, negoziò con questa la pac<;: èi Antalcida (387) ridandole la signoria d el le colonie greche. Ad Artaserse Il seguì sul trono (361) il figlio Arcaserse III Oco il quale riconquistò l'Egitto, ma ebbe il regno travag liato da continue tu rbolenze e sollevazioni . Egl i morì av velenato da u n suo favorito, l'eunuco Bagoas (338) che

17 diede la c9rona all'ultimogenito d i lui, Arsete, sperando di regnare in suo nome; ma deluso nelle sue mire, gli fece subìre la stessa sorte del pad re e pose su l trono (336) un d iscendente di Dario Noto, Dario III Codomano . Su questi veniva a rovesc iarsi il torre nte macedone; i suoi sarrnpi erano sconfitti (3.34) sul Granico da A lessandro Magno ed egli stesso a Isso (333) e ad Arbela (331); e di qu i fuggendo, veniva ucciso dal satrapo Besso : con lui finiva l';.rntico impero pers,ano, che d ivenne provincia macedone . Nelle lotte che alla morte del grande conquistatore a rsero tra i suoi diadochi, uuò d i q\lèSti, Seleuco N icatore, riuscì con l 'aiu to di Toloi'nco re -d 'E$itto a vincere il rivale Antigone e ad impad ronirsi di Babilonia, dell'Assiria e della Media (3u) cui aggiunse poscia la Persia, · l' Ircania, la llattriana e tutta l'a lra Asia fi no all' Indo; poi , ce,: ' ,., 1 nuovamente con Tolomeo, con Lisimaco e con Ca ~ sconfisse ancora Antigone ·a Ipso (30L) ed acm:bbè #. già vasti dornin: con la Siria, la Frigia, l 'Armenia e la Mesopotamia. Con la vittoria d i Ciropedione infine, batteva (282) Lis imaco re di Tracia e di Macedonia e, sbalzatolo dal trono, fondava una dinastia che, tolt i l'Egitto e l 'Asia Minore, dominò da principio su quasi tutto l'impero persiano e durò circa due secoli e rnezzo . Ma la rno.na.rdiia Seleucida cominciò ben presto a declinare per h1 d isparità degli elementi q:id'e.ra composta, e, verso il 250, parecchi satrnpì, approfittando delle lotte interne in essa scoppiate, si resero indipendenti e ne sorsero il regno Arsacide dei Parti c he abbracciò entra l 'Asia medo-persiana, e, ad e~t d i esso, il regno di Battriana. Nel 64· a. C. il primo, dopo successiv i ingrandimen r.i, veniva sull'Eufrate a contatto coi Romani coi quali ebbe frequènci guerre. Ne ll 'anno :220 d. C . Artaserse, figlio d i Sassan e sempl ice soldato del re dei ('arri A.caba1)0 IV, sollevò contro questi la Persia e, vint◊lo irl pit1 scontri, lo uccise e fondò col nome di f).rtascrse I l 'impero ,>crsiano d i mezzo dei Sassanidi, comprendente la Media, la Persia e la Partia. Egli volle ricostrui re l ' impero di Ciro, ma g li fallì l' impresa d i conquistare l'Armenia, e quando , nel :233, assalì la Mesopotamia romana, ne fu scacciato da Alessandro Severo. Suo figlio Sapore I (241 -7~) tentò di attuare i• d isegni p_a tcrni, e,

!l!v-1

Fante e Cavaliere persiani (secolo XIX}

benchè sconfitto (242) da Gord iano Ili, ottenne dal successore d i questi, Filippo, le <lue provincie agognate. Ri prese nel 260 le arm i contro Ro,na, vinse presso Edessa e. fece prigione l'imperatore Valeriano e si d iede a scorazzare e devastare l 'Asia Minore; ma, forzato a r,tira,si e a ripassare I 'Eufoite, fu battuto su questo fiume dal capo arabo Odena:to li, p ru1clpc d i Palmira, che si vend icava· cosl dello spregio con cui Sapore aveva accolto la sua 59


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PER offerta d'alleanza. Dei successori di Sapore r vanno mcn ;,.ionati specialmente: Baranes Il (276-92) al quale i Hornahi strapparono Armenia e Mesopotamia; Narsetc (293-303) che c:ombattè contro l'imperatore Galerio con varia fortuna, ma dovette cedergli (297) altri 5 dimetti al d, là del Tigri; Sapore TI (309-79) che, fren~ti gli A rabi infestanti il suo regno, ebbe lunga e fortu nosa guerra coi Romani cui riprese tutte le terre da essi tolte a Baranes II e a K,1ncte. Dopo una serie di regnanti che non lasciarono quasi traccia di sè, nel 488 giungeva al trono Kobad la cui ge~ra più segnalata fu la guerra mossa all'impe ro d "Orieme, nella quale, aopo alcunt buoni successi, dovett~ soccomb,re :-1 valore di Belisario e chieder pace. Cli succedeva nel 531 il figlio Cosroe 1 il grande che, guerreggiando lungamente contro Bisanz io, devastava la Siria, la Mcso-

tore Erac:io potè risollevare I~ sorti nelle sue arm i e ritogl iere ai Persiani le terre da essi prima conquistate. Il figlio eh Corsoe II, Siroe, ribcllJtosi al :;adre e fattolo uccidere (628) si pacificò con Eraclio, ma, dopo 6 mesi di regno, mori lasc.ando un figlio setten ne. Caduto questi (630) per mano oniic ida, la Persia, giit sconvo lta da treme ndi d isa,tri natural i, fu straziata dall'anarchia e dalle guerre civili appJntO quando cominciavano contro essa gli assalti degli Arùi . TI re Jezdegierd lii, nipote d i Cosroe Il, salilo sul trono nel 632, potè r istabili re la pace e l'ord ine nello Staio e respingere una prima irruzione del califfo Omar (63,): ma nuovamente assalito ,lai -"iaomrrroni veniva ,confitto a Cadcsia (636). Nel 643 egli meditava una rivincita , ma quelli, prevenendolo, avanzavano nel Luristan e sterminavano a Nehavend il suo esercito. Costretto a fug-

Milizie persiane di Mohammed Alì (19 11)

potamia e la Cappadocia e imponeva alla fine a G iustiniano un trattato ontoso e la cessione di parecchie provincie. Intanto souomelteva alcuni principati indian i , respinge va U11ni e Turchi che rapinavano i paesi di frontiera, conqu istava l'Arabia felice (570) ed estendeva così il suo impero dall'Indo al Mediterraneo e dall'lassartc ai confini d'Egi tto. Da ultimo, poichè l'impero d'Oriente era. riluuantc ai patti segnati da G iu stiniano, Cosroe nel 579 costrinse con le armi l' imperatore Tiberio li a mantenerli . [n questo sresso anno egli moriva e gli succedeva il figlio Orm1scla TV che perdette in guerre infelici contro Bizantini e Tartari quanto. il pad re aveva guadagnato e nel 590 fu detronizza to e sgozzato. Il figlio suo Cosroc Il ebbe il trono contrastato da interne sommosse, a domar le quali dO\'cttc ricorrere per aiuto all'imperatore Maurizio. Or quando questi, nel 602, venne ucciso d31l'i.:su rpatorc Foca , Cos roe Il tolse a preresto la brama d i vendicarlo e riprese la lotta con l'impero cl ·oriente a cui strappò la provincia d'Edcssa, la Mesopotamia, l'Assiria e l'Armenia; poi, nel 6q, s' impadro nì di Gerusalemme e la distrusse, e nel 6 16 si spio se nell'Egitto e nell'Asia Minore, spargendo ovunque ro vine e m inacciando la stessa Bisanzio. Ma dal 623 l 'impera-

girc dalla sua capitale (Ctesifonte), Jezdegicrd, dopo aver ritentato invano la sorte delle armi, morì assassinato nel 651. Con esso spegnevasi la dinastia dei Sassanidi e la Persia, dive nuta unà prov incia de l cali ffato arabo, scompa riva da l novero degli Stati. Nell'VIIJ secolo i luogotenenti dei Califfi cominciarono a sottrMsi dalla dipendenza di questi e molte signorie sorsero in var1 punt i della Persia, nell 'Azcrbeja n, nel Tabaristan, nel Ghilan , nel Korassan, ccc., come quelle successive, e l'una dall'altra abbattuta, dei Tahcridi (813), dei Sofferidi (872), dei Sa1nanidi (902) e dei Buidi (932); potente dinastia, quest'ultima, uscita dal Gh il an, un ramo della quale dominò sull'l rak, ma tiOggiacquc ( ro29) ai Gaznevidi , e l'altro sul fars (Persia propria). L 'lrak cadde poi in parte sollo i Turchi Sclgiucidi (1037), che poco dopo s'imposse~sarono anche del Fars, e in pane iu co nqui stato da i Gurid i ( 1158). Tanto questi (1213) quanto i Sdgiuc idi (u9z) furono scacciati dal Khan dei Karismiani il quale estese I.i sua signoria dal Caspio all'Oceano indiano, ma fu abbattuto dalle orde mongoliche di Gengis K.han, che sulla piana cl 'Otrar glì inflissero un a gravissima sconfiua da lla quale non potè r iaversi . Il grande conquistatore mongolo,


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PER

ne l ripartire il suo vasto impero fra i st,oi quattro figli, dava la Persia con tutti i paèsi dal Caspio al Gange al suo quartogenito Tuli. Il figlio di questi , Mangu Khan commise (1251) al fratello J-lulagu la conquista di t utta la parte occidentale dell'Asia fino alle frontiere d' Egitto. Tale mrssione fu in pochi anni compitJta <: nel 125~ Hulagu., presa Bagdad, distruggeva l'impero dei Califfi e fondava una dinastia persiana di Khan mongoli, che tenne il domi nio su tutti i paesi fra l'OxuS', il Tigri e l'fndo fioo quasi alla metà del XIV secolo e fu rovesciata nel 1336 da quella degli !lcaniani, ctii d iede il nome un altro prin • cipc gengiscanida, llek -Khan o Ilkani, discendente dà Hu lagu. Anche questa ruinò nel 1390 sotto i colpi delle orde mongoliche d i Tamçrlano, e durante il secolo XV a ltre effimere dinastie sorsero in Persia: quella dei Turcomann i del Montone nero (1407) abbattuta da quella de.I Montone bia nco (1468) che a sua volta fu distrutta (1499) da quella dei Sofì. Capostipite di questa fu un Ismail ben Scheich Heidar ~he dicevasi discendente di Maometto e che, i11'1padron itosi a poco a poco di tutta la Persia, estendeva co n successive conqu iste il suo dominio (1508) da Hcrat a. Bagdad; ma, $Còofìtto ne l J514 dal sultano Selim I a Tchaldir, pcrde,•a la Mesopotamia e l' Acmenia occidental:. Egl i fu il primo ad assumere il titolo di Scià e morl nel 15i4 lasciando il trono a.I figlio Tamas-p .I ·il quale, scacciati dapprima gli Usbecchi che avevano invaso il Korassan (1528), riprese Ja guerra C0J)tro Solimano II e, or vincitore or vinto, potè da ufoii:no riacquistare (1554) parte dì ciò che suo padre ed eg li stesso àvevano. perduto nelle guerre precedenti , La :ua morte (1577) d iede origine :e lunghe e selvagge lotte di successione e a sangtùnose r, . volte e la Turchia ne trasse .1nirno a rinnovare la guerra contro la Persia, i cui eserciti vennero sconfitti a Tchaldir (rn agosto 1578), sul fiume Kanak (8 settembre) e sul Kour (8 dic<:mbre). La lona continuò per 5 anni con al terna fonuna, finchè, od maggio 1583, sulla pianura <li Darbent ·ptesso le rive del Samour in tre giorni di battaglia accanita i Persiani. venivano sterminati. Vane furono le strtpitose vittorie da questi poi ottenuti nel 1585 presso Shenb-Ghazan, chè la guerra finiva per essi con h perd ita della Georgia, del Chirvan, di T;iuds, ecc. Mà nel 1586, Abbas J, nipote di Tamasp, afferrava lo ~ccmo e iniz iava

Truppe persiane (1926)

un periodo di màggior gloria per la Persia . Sconfitto dapprima presso Bagdad dai Turch i (1587) e contemporaneamente assalito dagli Usbecchi, concluse con quelli la pace di Costantinopol i (1590) per poter dom~re questi, come fece, battendoli presso Herat e scacciandoli dal Korassan. In par i tempo represse con mano spietata i _feudatari indocili e strappò lo,o le terre che ne i precedenti sconvo lgimenti si erano appropriare; rassodato cosl il suo impero, si volse

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Prn

contro i Turch. (1600) e in lunga guerra ritolse loro t'Azer ✓ beigian, la Georgia, il Chi.r van e le altre region i caucasiche, Bagdad, Mossul , Diarbekir, ecc.; poscia scacciò. il Gran Mogol dal l'Afganistan e i Portoghesi da Ormuz ed ebbe in sua signoria un vasto impero che stendevasi dati'lodo al Tigr,, dal mare Jndiano al Caucaso, al Caspio e oltre l'Oxus. Trasportata la capitale ad Ispahan, egli si d iede a prom~overe l' inciv ilimento spirituale e la prospe-

Truppe persiane (1926)

rità màter iale dello Stato con sapienti ed energiche riforme

.:he, con le sue gloriose gesta militari, gli valsero il titolo di Grande. Abbas' r moriva nel 1629 e g li succedeva il truce e ~anguinario suo 11ipote Sefi, sotto il quale (1629-42) l ' im pero cominciò a dissolversi in K,t nati quasi indipendenti; Kandahar fu presa dagli Usbecchi e Bagdad dai Turchi.

La decadenza wnrin.uò sotto i suoi successori : Abbas 11 (1642-66), che tuttavia riprese Kandahar, Solimauo II (t6661694) e Husseio (1694-1722), che assistette debole ed inerte allo sfacelo del suo paese. Ma nel 1709 un potente capo afgano, Mir Wais Mahmud, intendente dei Soli a Ka.n dahar , si ribellò ad essi ,e, sconfitte in quattro battaglie le truppe dello Scià, liberò l'Afgan istan. Suo figlio Mir Mahmud, succedutogli nel 1715, assunse. titolo di re e approfittando del disordine in cui, per le rivolte d i Herat, dei Curdi e del Daghesran e per g li assalti degli Arabi di Mascate, la , Persia era piombata, tentò di conquist·arla , ma presso Kerman fu disfatto da H ussein (1720). Sotto un conflitto tra Persia e Russia , Mir Mahmu<l rinnovò il le.Il· tativo, riprese Kerrnan (1722), sconfisse a Gulnabad i Persiani, e, occupato Ispahan, deqon i7.ZÒ Hussein, ponendo cosl fine alla dinastia dei Sofi durata 223 anni. Le difficohà ·da lui, a=gano e sunn-i ta, trovate nel governare la Persia sciita, lo spinsero ad atti féroci e da ultimo :11la follia. Duran te il suo regno, lo cz.ar Pietro j\ Grande stTappava alla Persià le provincie in torno al Caspio e il sultano Achmet III la Georgia, il Kurdistan , Hamadan, Erivan, Tauris, il Lur istan e Ardebil. Mir Mah,mud veniva ucciso dai suoi stess i Afgani 11el 17i5 . Suo nipore 11.srcf, chiamato a succedergli, benchè riuscisse a porre i Turch i in rotta sulla piana d i Andjedan p resso Hamadan (6 febbraio 1727), dovette segnare un t rattato col quale cedeva loro il Karabag, l 'Azerbejan, ecc. da essi conqu istati . Un figlio di Hussein, Thamasp, sfuggito al la rovina dei suoi, trovava un potente sostenitore in UJl natìvo dal Korassan, Nadir, che, capo d' un~ masnada di fuorusciti e di ladroni, nell' anarchia ond'era scompigliato il paese s'era fatto nome di ardito guerriero. Questi infatti, scacciati gl i Afgan i dal Korassan, vinto Esref a Damaghan (1729) e presa Ispahan, ripose Tbamasp II sul trono. Esref, da lui nuovamente battu to presso le rovine di Persepoli e costretto a fuggire,


periva assassinato nei deserti del Scdjistan. Nadir, vo,ltosi poi con:ro i Turchi , prendeva loro Hamadao, li sèonfig_geva a i<ermanschah (r730) e s'inipadrortiv:1 di T.a11ris e di .ArdebìJ; in pari tempo otteneva con negoz iazioni d alla ..;zarina An na la restituzione di quanto Pietro i l Grande aveva tolto alla Persia. Ma poichè, mentre egli guerreggiava verso Herat, Thamasp , di lui geloso, veniva a battaglia coi Turchi e, da questi sconfitto, era corn·etto a ceder loro le tcue sulla sinistra dell'Arasse, Nadir lo sbalzava dal trono e postovi i l figlio di lui Abbas m di sei mesi, riprese la. guerra coi Turchi. Battuto· da questj presso Ould jel ik su l Tigri e presso Kcrkuk (1733), otteneva i,; quest'u ltima località nel lo stesso anno u '}i strepitosa rivjncita. l)ue anni dopo, w1 ese rcito ,, ttom a,{t di 100.000 u. tentava una nuova in vasione della Persia, ma Nadir lo sgominava sulla pianura di Arpatchai (1735) costringendo la Porta alla pacè e 3[la restituzione d i tutti i paesi da essa conquistati durancé la guerra. l-a morte d i Ab.b as IIJ (1735) portava sul trono di Persia il glorioso Nadir . Mentre suo figlio conquistava Samarcanda (l737), egli sottometteva gli Afgani e i Kanati di Chiva e Bokara e si volgeva contro il Gran Mogol che pretendeva riavere Cabul, e, stermina-

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tone l 'esercito quattro volte piLt numeroso del suo sul la pianura di Karnal, entrava trionfante in Delh i donde ritornava con un enorme bottino e con l'acquisto delle provincie sulla destra dell 'Indo . Nel 1740 soggiogava il Chirvan e il pagbestan e nel 1745, essendo riarsa la guerra con la Turchia, alla testa <l i 80.000 u . ne vinceva l 'esercito forte d i 130.000 u. presso Kars (8 a 24 agosto) c la costringeva a chieder pace. l molti sacrifici impost i al popolo da.Ile continue guerre , dalle ripetute invasioni arabe e dag\i im ponenti lavori che, per la difesa e pel miglioramento dello Stato, Nadir a,•eva ordinati, sollevarono contro lui il generale malcontento e ribellioni d i governatori e di provincie e lo spinsero ad atroci vendette. li 24 maggio 1747 egli, veniva ucciso dalle sue stesse guardie e alla sua morte tu tto l'edific io da lui costruito andò in sfacelo; l' Afganistan si rifece indipendente e l'Iran fu straziato dall'anarchia più sfrenata e da sangu inose guerre civili che i debol i successori di Nadir non stppcro soffocare. La Persia cominciò ad aver pace solo nel 1760, quando Kerim K)1a11, figlio d'un capo di partigiani e già solda.to d i Nadir , deposto l 'inetto scià l smai l, assunse la corona governand:> con saggezza e con giustizia ; ma, appena morto (l770) , tornarono a imperve,rsarc le lotte intesti.n e che offrirono ì: destro alla cz.arina Caterina II di riacquistare il <lominio delle terre circumcaspiane. In pari tempo, Aga Mohamme:l Khan, pnnèipe della famigli a turcomanna dei Cagiari, impadronitosi del Mazanderan, del Xorassan, del Ghilan, e infine, J1el 1794, divenuto signore di rutta la

20 ,Persia, vi fondava la dinastia dei Cagiari. Nd seguen te

anno egli invadeva la Georgia che nel 1783, sotto il suo czar Eracl io, erasi data in vassa llaggio alla Russia , e, bat tuti i Georgiani , prendev,1 'Tufo , ma nori poteva mantenervisi 1, er l 'inte.rvento della czarina Caterina IL Ad Aga Moh;nnmed , mono nel 1797, st.icèedeva il nipote Feth t\lì Khan che rinnovò il te ntativo di conqu istare la Georgia. Durante la guerra che ne seguì , la Persia fu dapprima alleata di Napoleone contro la Russia (1807) e poi, da esso d imentì-::ata nel trattato di Tilsitt, si gettò nello bracci'<! dell 'lnghi lterra e in fine in qudl.: della Turchia; m.a nessuna d i rali alleanze valse 11 salvarla dai colpi infertile dalle armi russe che, con le vittorie conseguite su quel le persiane condotte dal principe ereditario Abbas Mirza presso Askeran (1806), presso Nak itchevan (1808 e 180g) e presso As landuz (t812), la costrinsero a segnare la pace del Oulistan (24 ottobre 18r3) con la quale alla Russia venirn riconosc iuto il possesso della Georgia , del Daghcstan. di Cbirvan . della Mingrelia, dell 'lmerezia, dell'Abchasia e della Curia. Feth Alì guerreggiò ancora con la Turchia (182i) ottenendo col trattato di Erzerum un migliore rego lamento delle frontiere; e nel 1826, approfittando dei di sordini che, alla morte dello czar Alessandro I, e: ano scop piati in Russia,. ruppe nuovamente in guerra contro questa. Abbas Mirza, impad ronitosi di Elisabettopoli , cer:ò d , sollevare la Georgia, ma fu sconfitto dal generale rnsso Paskevic che costriose la Persia, con la pace d i Tu rkmantchai ( ro febbraio 1828) a terlere le provincie di Er ivan e Nakitche,•an, onde l'Arasse divenne frontiera fra Rus5ia e Persia . Feth Alì moriva nel 1835, un anno dopo di i\bbas Mirza, e gl i succedeva il figlio d i questi, Moham rr:ed Scià, che, spinto cd aiutato dalla Russia a cu i erasi alleato, tentò la conquista del principato indipendente di r-Icrat' (r837); ma l 'Inghilterra, t imorosa pei suoi possedi menti del l' [ndia, inv iando un grosso nerbo d i truppe sull'alto Indo mandò a vuoto tale tentativo. Quest:i fu rin1,ovato (1856) dal figlio e successore di Mohammed , Nassr ed Din ( 1848-96), e ancora l'Inghilterra con una spedizione ne l golfo Persico e con l 'occupazione del porto di Buchi( costrinse la Persia a rinunciarvi. Il 10 maggio i896 lo Scià veniva assassinato a Teheran da un fanatico. I! fi glio suo, Muzaffer. ed Dio, avendo attin to dai viaggi cornpiuti in Europa idee moderne di governo , largì al suo popolo una çostituzione liberale (1897) e migliorò le condizioni del paese assicurandone la tranquilli tà. Egli morì nel 1907 e la corona passò al figlio Mohammed All Mìrz,a, Ma d ifficol tà jnterne ed esterne portarono a una lotta f ~a corona e parlamcn td che ebbe per conseguenza la fuga dello scià (giugno r908), il suo r itòtno .con l 'aiuto. della Russia, la abrogazione d'ogni precedente concessione liberale e la resraurazione del regime autocratico . Nel principio de l J909 scoppiava no ovu nque. nuovi violenti moti contro il sovrano, dai quali la Russià e l' Inghilterra , che già dal r907 si era.no in pieno accordo ripartite le zoue delle rispettive influenze in Persia, tolsero pretesto per j oterven ire; il che fotnentò la furia rivoluzionaria e tllrto l'impero fu deso lato da massacri, devastazioni e saccheggi. Lo scià, le cui truppe con dubbia fortuna contenevano l 'impeto degli insor ti, fu indotto da un più deciso atteggiamento della Russia a concedere talune riforme; ma allora furono i naziona listi , ge losi della loro ind ipendeo-za, a prote,rare con nu◊ve insurrezioni contro l 'immischiarsi dello straniero nelle faccende interne della Persia; onde un corpo rus~o avanzò su Teheran m.a dovette i ndietreggiare dopo tre giorni di lotta con g li insorti (luglio 1909). Mohammed Aiì, j mpo-


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tente a dominar la procella, rinunciò 3l!ora al trono e ,i rifugiò in Ruisia. Un nuo,·o go~crno, sopprc~so 11 tito!o ~i scià, prodamò su h ano t ·und,ccnne ;:mnc1p.? èrcch tart'> .'\chmed Mirza e avviò trattative per lo sgombro delle truppe russe dal nord della Persia; ma, rita~dando quei.re a lasciare le terre da esse occupate, iorsero in Teheran e in altre rittà nuove agitazioni (1910) che d iedero 11 prete~ro all'lng hiltcrra per i11viare un corpo d i sped izione nel fars ( 1911). Oltre a ciò scoppiò ~ui confini nord-occi<lcrnali ucll.1 Persia un conAiuo con la Turchia, e infine, un tentativi) dcli' e:-. scià òi riprendere il potere diede luogo ad aspr.: battaglie fra i suoi !'a11.igiani e le truppe governative. ::;i combattè sul fin;re del 19n a Masendcrnn, a Firuskah, a Veranin, a Bagischah e a Gjas; ma in tutti questi scontri, meno che ne:l'ultimo, la fortuna essendo stata avversa ai sostenitori di ) luzaffer, questi dovette nuo\'amcntc prende,-c ]a fuga è rinunciare a ogni disegno dì riacquistare ,1 trono . Di ca li disord ini approfittarono l' l 11 g hilterra e la Russia per ingrossare i loro presidi a tutela dei rispeccivi sudditi (: l:t Persia continuò ad essere campo di lotta fra le due! grandi rivali e perciò di incessanti agitazioni interne. Durante il conflitto mondiale, l'opinione pubblica in Persia si divise era partitanti d tll' lntcsa e partitan ti degli Imperi centrali; LTl3 il su ltano Achmed Mirza volle rima nere neutrale. non ascoltando nè le sollecitazioni <li coloro che , favorevoli alla Turchia, prcdica,·ano la guerra santa, nè quelle della Ru,sia e dell'Inghilterra le quali, avanzando,i sem pre più nelle Jw9 zone d'influenza, giu nsero ad occupare, la prima, Teheran e lspahnn, e la seconna Kirman. li tracollo della Russia (1917) segnò anche lo sgombro delle sue iruppe dal territorio pcr,iano, mentre con la vittoria dcll'Ioce;a l'Inghilterra pocè affermare la sua premi nenza nella Persia e imporle il suo protettorato e il suo controllo sulle finanze e sull 'escrcito con un trattato del 9 aprile 1918. Ma le ripercussioni della guerra, le mene bolsceviche, le cupidigie economi.:ht> di cui ,1 paese si sentiva oggetto da parte di varie potenze che miravano ad asservirlo e à sfruttarne le risorse, lo ecc itarono a ribe llione contro il sovrano, che nell'ottobre 1925 veniva ,podestato. Con la caduca di Achmed Mirza finiva la dinastia dei Cagiari. Il generale Reza Khan Pehlevi, già presidente dei Consig lio, ,·cn iva proclamato re dal Parlamento e <lomaYa I.: rivolte serpeggia11ti nelle provincie. L'opera d: riorganizzazione del lo Stato pe r ope ra di Reza s'iniziò con l'abbattimento del feudalismo, ancora imperante per _opera dei capi delle tribù, i quali riconoscevano il potere centrale solraaco in parte, e spessissimo vi si rihellavano. Essi furono disarmati e il loro pot~re feudale venne annullato , mentre si procedeva alla cos1i1uzione eh

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un esercito e di una marina, alla costruzione di strade,

all 'induscrializzazione del paese. Speciali accordi con la Turch ia e C0ll I' Afganistan portarono al là formazione d i una « Picco la Intesa » asiatica, liberandosi dalla doppi1 tutela dcll ' lnghilterra e della Russia, sempre in contras'.0 in quelle regioni. Lo Scaco persiano occupa una superficie di 1.645.000 Kmq., con oltre 9.000 .000 di abitanti; capo!. Teheran . La bandiera è verde, bianca, rossa, a striscic orii-

Truppe persiane ( 1 926)

zontali col Icone e il sole d'oro come slcmroa. Lo Stato persiano ha concluso un uattato d'amicizia con l'Italia (5 settembre 1929).

Eserci~o pqrsi11110. Il primo tentativo di organizzazione all 'europea fu fatto da ufficiali francesi sotto Mohar.,mcd Mirza; venne allora anche creata una scuola politecnica a Teheran. Poi il geo. svedese Wcstdahl fu capo di una mi~sione t11il. 1 fino al 1917. Ma sc!o per opera d i Reza s1 è creato un vero e- proprio esercito moderno . li quale auualmente (1933) comprende sei circoscrizioni militari: 1, centro, Teh~ran; 2, nord-est, Tebri,:; 3, ovest, Hanudan; •1, sudJ Sc1raz; 5, est, Mcsccd; 6, nord, Resciat. Le prime ci nque sono sede di divis.; !"ultima di brigata mista. A Teheran hanno sede le truppe del genio, una cp . autoblindate , 1 cp. carri armati , i reparti d'aeronautica . La forza dt pace, SOCIO le armi, è di 40 mila u. La divis. è costituita di 2 o 3 brigate, di 2 o 3 regg., su 2 o 3 bgl. Il bgl. è. su 4 cp ., di cui una d i m11raglieri: 1 regg. di cavalleria sono su 4 sqd r., più r sqdr. micraglieri. L'/lr· 1iglieria è dotata di cannoni C rcuzot a tiro rapido, da i5 e da 155. Le mitragliatrici pesanti sono del tipo Ma,xim; le leggere del upo Lewis. Comandante in capo è lo Scià, assistito da un Consiglio di guerra e da uno Stato mag,!iore. A Teheran è una fabbrica di munizioni; n Kasr Kagiar llll arsena le mii., dota to d i macchinario moderno . 11 serviz io

Fanteria persiana (1930)


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m ii. è obb ligacorio (da l 1926) e dura 25 anni, a cominciare dal 21"'. Due ann i si passàno nell'esercito attivo, quattro nella riserva del medesimo, tredici nel la riserva, sei nell a territoria le . Scuole per sottufficiali SOf\O presso i comandi di divis. e scuole per aspiranti e p er utliciali a Teheran.

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Motovedetta persiana

Marina persiana . La Persia aveva solta1ito alcune piccole e antiquate cannoniere, e ha in iziato nel 1931 la costituzione della propr ia marina da guerra, creando una base navale a Buscir e facendo costru ire in Italia un avviso di 950 tono., armato di Il 170, II 76 e mitragliatrici, varato nel 193r a Palermo; due cannon iere, della velocità d i 21 nodi, armate con II 101 e II 75 a.a . ; quattro motovedette, varate a Napol i nel 1932, da 330 tonn . e 16 nodi di velocità, annate di II 25 e II mitragliattici. Ufficiali e sottufficiali hanno studiato in Italia.

Persico. (Alberto). Ammiraglio, n. a Genova, m. a San Remo (1848-1928). Entrato in serv1z10 nel 1865, :raggiunse il grado <li contrammir. nel 1906 e passò nella riserva col grado di con lramrnir. di d ivis. nel 1923. Fece la campagna d 'Africa del 1890-91, fo addetto navale a Londra (18911894) e presidente de! Tribunale marittimo de J,,a Spezia da l 1897 al t898.

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Persico Giovanni. Generale, n . nel 1852. Sottot. dei bersaglieri nel 1874, frequentò poi la scuola di guerra. Colonnello nel 1902, comandò il 76° fanteria, In P. A. nel 1909, fu _Persico Giovanni promosso magg. generale nella riserva nel 1913 e tenente generai.e nel 1917, assumendo nel 1924 il grado di generale d i divisione.

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Personale. È il più importante dei tre elementi dei qual i si occupa l'Organica, gli altri due essendo il Materiale ed il Terreno. I tre elementi suddetti, m i quali deve esp lica rsi la genia lità dell'organizzatore nello sviluppo del suo lavoro, sono fra loro strettamente connes~i ed in.terd ipcndenti, e nessuno può essere trascu rato , peoa l 'impossibilità <:l 'avere un organismo militare confacente alle esigenze dello Stato. Tuttavia il P. è l'uomo, è il cervello, che, al pari d i quanto avviene in tutti i ram i dello scibi le umaoo, domina anche 1,el campo della forza armarn , unitamente alle virtù dell'animo ed alla potenza del braccio, per imporre al nemico la propria volontà e strappargli la vittoria. li P. è dunque l'elemento primo di ogni ·esercito, lo è sempre stato in passato e con t inuerà ad esserlo per il futuro. L'importanza dell'eleme nt.o uomo è, anzi, oggi di gran lunga aumentata per il c,;,mp licarsi continuo ed· in-

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cessante degli escrciti, per la efficacia enorme delle armi e la difficoltà del loro impiego, per la fonna che ha assunto la lotta moderna, coinvolgente completamente rutti i più vitali interessi dei paesi bclligeraoci, per la eccellenza delle qual ità fisiche e morali che si ricb icdono nel combattente. Se oggi è indispensabile possedere armi e materil!c bellico in genere numeroso e perfezionato, si richiedono nel pe,sonale: isttuziooe assai complessa, sia dal lato tecnico sia dal lato culturale, onde trarre dal materiale il mass imo rcndimerJto; addestramento fisico sviluppatissimo; educazione spirit-uale oltremodo elevata (amor patrio, se ntimen to del dovere, coraggio, tenacia, sp irito di sacrific:in, aitruismo, spirito aggcessivo, ecè.). La lotta meccanizzata dipenderà pur sempre dall 'uomo, che dovrà porre in aziooc i mezzi meccanici dominando col suo ard,mento, con la sua tenacia e con la sua inte lligenza ogni più perfez ionato rendimento di macchine. Nessuna cura quindi l 'organizzatore dovr à considerare superAua per l'elemento uomo se vorrà farne un combattente, e le core che particolarmente dov ranno essergli ded icate riAetteranno la parte morale. Oggi più che mai i fattori spiritual i sono la base dell a potenza mil irare d i uno Stato. L'esper ienza della recente guerra euwpea ci è maestra al r-iguardo. Scrive il Ricci : « Se è possibile a forza di genio, di vo lontà t di bravura il lottare contro uo nemico superiore in numero, in armamento, in tutti quegli altri accessori i quali accompagnano un'armata in guerra, non sarà mai possibile il supplire alla maocanza di bravura nel soldato ed i,1 chi lo comanda malgrado tutte le perfezioni introdotte nelle armi cd in tutt i gli ordigni destinati ad agevolare o a rendere più potente la di lui azione » . E questo sa rà sempre vero anche nel futuro . Le operazioni che l'organica eorupie sul personale sono : la preparazione prem ilita re; il reclutamento; l'ordinamento ed il governo . Quest'ultimo mira ·a porre il sistema m ilitare costitui to con il reclutamento e con l'ordinamento nelle condizioni di poter fuozionaré con la massima efficienza. 11 governo del personale consta in conseguenza dei seguenti elementi: a1nministrazione

istruzione

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;;;;;:J~nare intellettuale ) fisica

individuale collettiva

educazione

Pet'SOT/ale civile . L'am ministrazione militare dispone di P. C. per le mansioni che noo im plicano comando d i tr.uppe, e siano d'indole tecnico-amministrativa. Questo personale è assimilato a grado mii., ma non ha d ipendenza disciplinare e non è soggetto alle leggi e ai regolamenti m ilita ri. Solo in tempo d i guerra è sottoposto all a giurisdizione mii. nei termini fissa-ti dai Codici mi litari . Lo stato giuridico degli impiegat i civil i dipendenti dalle amministrazioni mii. è regolato per legge. Essi possono- essere puniti mediante la censura , la sospensione dallo stipendio e dal grado, in. varia misura, la revoèazione, la destitu zione. Il P. C. è costi tuito da impiegati <:lei Ministeri e della Giustizia mii., da ingegneri geografi, topografi o fisicielettricisti (Mar ina), da professori, da maestri d i scher ma e gin nastica, da rngionieri , geometri, capitecoici, disegnatori, assistenti tecnici , app licati, fanalisti (Marina), operai.

Pertica (Monte). Cima nel massiccio del Gra,ppa (metri t549), che fa parte dello sperone cirri.i Grappa-PcrticaPrassolan-Col di Baio-m . Roncon, il quale, correndo tra


il Col Seren e Jn val Cesilia, scende ~ulla conca di 1:'eltre. Attaccato Ja prima voha dagli Austriaci il 14 novembre 1917 , Je nostre truppe \'i o_pposero u~a fiera resistenza'. che durò parecch i gio rn i, cosmngeodo gh avversan a desistere per il momento dai ten tativi di aprirsi la via verso la sommità del Grappa. Con rinnovata potenza tornarono gli

La vettu del monte Pertica

Austro-tedeschi ad attaccare le nostre posizioni del P. il giorno 22; perd ute e poi, in t re giorni d i lotta sanguin osa riprese e riperdute più volle, restarono alfine in mano al nemico, il quale, però, tentò invano, nei giorni successivi, d i sboccarne. Tale tentl11ivo fu rinnovato dagli Austriaci il 15 giugno 1918, ali 'in izio del la grantlè battaglia del Piave, ma l'irruzione nemica fu prontamente contenuta e respinta. Nella battaglia d i Vittorio Veneto, finalmente, il mo nte P. fu teatro di una lotta accanita e sanguinosissima. li giorno 24 ouobre la brigata Pesaro, con un superbo assalto, riuscì a strappare al nemico la sommità del Pert ica, ma vio lenti contrattacch i avversari , sostenuti da uno sch ieramento imponente di artigherie, costringevano i nostri a ripiegare. Il giorno seguente però reparti della stessa brigata ed il XVIII reparto d'assalto, con quattro ore d i lo tta durissima, si ìmpadrot1ivano nuovamente dell a con tesa cima. Il mauino del 27 il nemico tornava, deciso, al contrattacco; la mischia Aunuò fu ribonda per oltre sci ore sulle posizioni sconvolte, ma alla fine, med iante gli sforzi delle brigate Pesaro e Firenze e degli arditi dei reparti XVJII e XXIII, gli Austrtaci furono per sempre ricacciati da quella vetta insanguinata. Perti nace (Publio Elvw). Imperatore romano (1 26-193). Combattè nella guerra contro i Parti, indi, nominato senatore da Mare' Aurelio, ebbe il comando d' una legione situata nella Rezia e nel :--lorico. Segnalatosi nella guerra d 1 Ger1ua uia, ottenne la dign ilà coo• solare. Dopo aver contribuito a sedare i tumulti suscitati in Oriente da Cassio, governò la Mesia, la Dacia e la Si ria. Ritornato a Roma, fu esiliato da Perpcnna; richiamato tre anni dopo, andò in Gran Bretagna per tentare di sedare la ribelL'Imperatore Penina ce !ione delle legioni. Dopo b morce d i Commodo fu acclamato imperatore, ma dopo 87 giorni fu ucciso in una congiura.

PeR

23 P ertite. V. Pimco acido.

Perù. Le prime e meno incerte notizie ,che si hanno del Perii, comprendendo in questo nome il Perù anualc e I' Allo Penì o Boliv ia, risalgono verso il uoo e ci narrano che esso fu ancicamente abitato da popolazioni Aymara e Quichua. In quel torno di tempo vi regnava Manco Capac, che fondò Cuz.co imprimendogli i segni d'una grande e faStosa civiltà. Da lui ebbe origine quella dinastia d1 I ncas dic in quattro secoli diede dod ici mo narchi àl P. e a poco a poco estese il suo impero fino sul Chile Bandiera del Perù e su Quito. Il t:i<> Inca, l..iain.i Ci.pac, dopo avere ancora allargato il suo dominio con nuove conquiste, lo spartì fra i suoi due figli, Jando Quito e i paesi del Nord ad Atahualpa e il reame d i Cuzco e i paesi del Sud a lluascar. Dopo la sua morte (1523) i due fratell i vennero fra loro a guerra per la supremazia; Atabualpa avanzò su Cuzco, e, sorpreso a Quipaypan Huascar (1532), lo vinse in bauaglia e lo fece uccidere . Dura nte questa guerra fratricida, gli Spagnuoli, che già per precedenti esplorazion i di Vasco Nui\cz di Balboa (1515) ave,•ano avuto notizia del P. e delle sue immen se ricchezze, vi penetrarono guidali da Francesco Piza rro e da Diego dc Almagro ( 1532), il primo dei quali, fauo prigione Atahualpa e dannatolo a mone, mosse su Cuzco e la saccheggiò, mentre un suo luogotcncnle, il Bcnalcazar, conq.1israva Quito con tutta la regione circostante. Seguì un 'aspra lotta fra i due « conquistadores ,, , inimicatisi per la divisione del territorio, terminata con la sconfitta d i Almagro (x538) e con la sua morte per mano di Pizarro . Nello stesso periodo di lcmpo la prepotenza e la crudeltà con cui gli Spagnuoli trattavano i peruviani ecci tò questi ad ins,,rgere contro gli oppressori (1536). Manco, fratello d 'Huascar , si fece loro capo e per lu nghi anni stette in armi per la libertà del s1,0 paese. Tale sollevazione e le sanguinose discordie i:;furianti tra i capi spagnuoli nel P. fecero sen tire :11 re di Spagna la necessità d i intervenire e d i far cessare le nefanrlezze d i cui si bruuavano il Pizarro e i woi segu3ci. A tal fine Carlo V inviò 11 giudice Vaca de Casrro, il quale sbarcò nella colonia nella primavera del 154x. Poco prima, Pizarro era caduto sono il ferro dei partigian i d'Almagro e i l figl io d i questi, Diego di nome come il padrt, era stato proclamato dai suoi governatore e capitano generale cd crasi alleato con Manco. Vaca dc Castro marciò co ntro d i lui, ·e, battutolo sulla piana d i Chupas ( 16 settembre 1542), lo fece decapitare. Nel 1543 Carlo V, unendo Perù, Chile, Paraguay, Buenos Aires, ne formava un vicereame d iviso in tre udienze (Los Rcyes o Lima, Quito , e Charcas o La Plata) al quale diede per capitale Lima , che era stata fondata da Pizarro nel 1535. Ma un frate lo di questi, Gonzalo, sollevando il paese po~e tre anni in forsc il domin io spagnu~lo. Il vicerè Blasco Nufiez Vela veniva da lui battuto cd ucciso sulla pianura d'Anaquito (18 gennaio 1546) e solo nel 1548 il viccrè Pedro de la Casca, guadagnando a sè i partigiani òi Gonzalo, ;>otè farlo prigione e dannarlo a morte . I ~coli XV II e XVlll scorsero tranquilli per il P. Nel 1739 la regione di Quito formò un particolare Stato sono il nome di Nuov a G ranata e nel 1776 Buenos Aires venne separala dal P. , formando un vicereame a sè, quello del Rio de la Plata. Ricco per vasti giacimenti d i preziosi minerali e per lo svi luppo dell 'agricoltura cui avevano dato grande impulso j mirabili lavori degl i Inca, il P., mal-


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grado lo sfruuame_nto a cui la Spagna lo assoggettava, fu il più tardo a seguire il moto d'indipendenza avvera10,i nelle colonie dcli' America larina al principio del secolo XX. Soltanlo nel 1780 vi fo una sollevazione capitanata da un cacico, Giuseppe Gabriele Condorcanqui, e poi da suo fratello Diego. l Peruviani presero Sorata, massacfarono 20.000 uomini e cinsero d 'assedio La Pn (1782), ma gli Spagnuoli riuscirono a soffocare tale insurrezione ed a riaffermare ,l proprio dominio. I moti rivoluzionari che dal 1808 in poi scoppiarono nelle colonie spagnuole d'A merica non ebbero immediata ripercussione nel P., dove l'autorità regia si mantenne salda e ne trasse le trup!)e per contenere Quito (1809) e il (:hi le (1813-17); onde le 1n1ove repubbliche via via costituitesi non rite nne1 o la loro vita sicura finchè quest'ulùma rocca della signoria spagnuola non fosse crolla.a. Spinti da tale necessità, Argentina e Cbilc si accorda rono per una sped izione liberatr ice. li 20 agost( 1820 un corpo di 5700 u ., comandato dal generale argentino San Martin, s'imbarcava su una Aorta agli ordini dell'a mmìraglio inglese Cochrane e veleggiava da Valparaiso sbarcando a Pìsco (sud di Callao) l'tl seuembre; di quì, 1000 u. sotto il generale cileno Arenales ava nzavano verso l'interno per aizza,·e le popolazion i e battcvan,) a Pasco (6 dicembre) il generale spagnuolo o· Reilly, mcnt:e il San Martin , preso

Rovine <li un'antica fortei::;,:a perllviana

terra presso Lima e scacciatone il vi<erè La Scrna, proclamav.t l'indipendenza del P, (luglio 1821). Gli Spagnuoli si ritirarono verso le zone monta ne ad est della capitale ,: il 19 settembre anche Callao veniva da essi sgombrata. Il San Martin , proclamnto proteuore della nuov~ repubblica, volle rimettervi ord ine; ma i ; uoi atteggiamenti da dittatore e le gravezze imposte al !)()polo suscitarono il malcontento generale e ridiedero animo ai fautori ddla signor ia spr.gnuola, che erano ancor molli. li La Serna r iprese l'offensiva, mentre il Cochrane, venuto in discordia col San Martin, ritornava nel Chile. Il generale argentino chiese allora aiuto al Bolivar, liberatore della Columbi a, ma questi, che mirava a riunire nelle sue mani tutte le repubbliche vicine, gli oppose un rifiuto . Tale abbantlono e una sollevazione scoppiata in Lima spinsero allora il San Martui a lasciare il potere e a ritirarsi a vita pri• vata (1822). li P. rimase allora in balìa delle fazioni, della discordia delle quali si avvaleva il ycneralc spagnuolo Canterac, m andato in soccorso del La Scrna con rinforzo di truppe, per ris1abilirc l'autorità regia. I Peruviani, a sventare il per icolo che minacciava la loro libert~, invocarono il Bolivar, che, accorso coi suoi Colu mbiani e nominato generalissimo, scacciò il Canterac da Lima e da Callao e gli inflisse a Junin (6 agosto 1824) una grave sconfitta. Il generale spagnuolo, battuto nuovamente ad Ayacucho dal Sucre, luogotenente di Bolivar (9 dicembre), dovette capitolare e segnare un trattato col quale veniva solenne-

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mente riconosduta l'indipcndenu del P. Agli Spagnuoli fu concC\SO il ritorno in pdtria, ma Callao fu da essi sgom, brato solo nel gennaio J 826. Ne l 1825, gravi contese scoppiate in seno al nuovo Stato portarono alla separaz ione del!' Alte. Perù e alla costituzione di questo in rcpubb11ca indipendente che, in omaggio a Bolivar, fu chiamata Bolivia. Con questa, co l Basso Perù e con la Columbia, il Bolivar divisò di formare un unico Stato, ma il P.• insoddisfatto della costituzi.:,ne illiberale da lui largitagli, gli si sollevò contro (1828) e scacciò i presidi co lumbian i ch'egli vi aveva la)ciati. Il Bolivar tentò invano la sorte delle armi (1829) e vedendo crescere l'opposizione che lo incol• pava d i draunia , abbandonò ogni au torità e con esso cadde anche il suo disegno ( 1830). Dal giorno della sua liberazione il P. atrraversò un periodo d i contìnue tu rbo lenze, di vio len te crisi e di conflitti con la Bolivia per ragion di confini. Il presidente Gamarra, eletto nel 1829, fu nel 1833 sbalzato dal generale Orbcgoso, m a q uesti d ue ann i dopo era costrett<> da ,..un nuovo moto rivoluzionario, suscitato dal rivale, a chia.,m~re in soccorso ,I generale Santa Cruz, presidente della Bo!Ì~i/l, il qu:1lc , sconfitto il Garnarra presso Cuzco (8 agos to 18j5), riuniva le due repubbl iche in uno Stato federativo e d i questo assumeva il supremo potere col titolo di protettore. li Gamarra , racco lti i suoi partigia ni, riusciva a battere a Yungay (20 gennaio 1839) il Santa Cruz e a costri ngerlo ad abbandonare il paese; poscia, avendo la Bolivia rotto il vincolo che la legava al P, cd essendo in essa scoppiata una lotta d i fazioni, egl i ne approfittò per tentare d i toglierle la provincia di La Paz; ma una disfatta inflittagli dai Boliviani condusse al trattato di Pasco (novembre 1841) che sa nz ionò la definit iva separnione fra i due Paesi. Non cessarono le lotte interne nel P., però sotto la presidenza del generale Castilla (1845-51) gli animi si quieta • rono e fu possibile attua rè uti li riforme e ass icurare il benessere del paese; ma il generale Echenique, salito ,al potere nel 1851, provocò col suo malgoverno nuove sommosse che fecero versare mollo sangue e riportarono al seggio presidenziale il Casti lla (S gennaio 1855) il quale non seppe fare opera conciliatrice e con una cosùtuzionc sgradila ai piì1 perpetuò le dissension i. D urante la presidenza del Pezct, che succedette aJ Castilla nel 1862, la Spagna, che non a\'eva ancora riconosciuta l'iod,pendenza dd P. e prctcnden il pagamento delle spese per c.sso sostenute, colse a pretesto un'aggress ione a danno di coloni baschi per occupare le isole Chinchas (1 4 aprile 1864). Le trattative intavolate dal Pezet per un accomodamento indignarono il popolo peruviano e il colonnello Pardo, prefetto d'Arequipa, postosi a capo dei malcontenti, rovesciò il governo, e, nominato d ittatore, strinse il 5 dicembre 1865 col Chile una lega, alla quale parteciparono anche la Bo, livia e l'Ecuador. Venne dichiarata guerra alla Spagna; _la flotta d i questa bomba rdò Valparaiso e Callao (maggio 1866) ma i danni eh 'essa stcssa patì ne l breve conAit lo la CO)trinsero a desistere eia ogni ulteriore offesa. Negli anni successivi il P., pur tra frequenti sconvolgimenti, fu be neficato da liberali riforme e da provvide ist ituzion i; ma, nel 1879, scoppiò la guerra detta del Pacifico (V.), dopo la quale le con dizioni interne del paese conti1n1arono ad essere turbate dal succedersi al pocere di vari ge nerali ambiziosi e intriganti. Anche le relazioni con gli Stati vicini ebbero momenti di grave pericolo per la pace; chè il P. ebbe occasione di litigio nel 1908 con la Bolivia a cagione del territorio d •Acre su cui esso vantava diritti, e nel 1910 con l'Ecuador pel territorio produttore di ca ucciù del fiume Pu tumayo; ma entrambi questi con-


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flitti, che spesso parvero condurre a guerra àperta, venne ,·o appianati per virtù d 'arbi tra,i . . Continuarono neH' inte'.no del ·paese le a?itazioni, le congiu re e le lotte [~r.io~e fino alla conflagrazione mond iale, durante la quale 11 _T .. parceo-giò per le potenze dell'Intesa 1·ompendo le relazioni con gli Imperi centrali, ma non prese parte attiva nelle operazioni di guerra . Un conflitto fra il P. e la Colombia è iii atto attual mente (1933), e ha portato a qualche sconLJ:o tra le forze dei due Paesi, i n una regione di confine fra i due Stati, posta nell'alto bacino del le A1~azzoni, fra '.l no Yavary e il r io Putumayo. L<1 Co lombia ha fatto nsahre 11 fiume Amazzoni da una flottiglia di no ve cannoniere ~ dlte tra sporti armat i, inviando ae roplani .. Il P. ha truope, aeroplani e navi armate, e la lotta si è svol ta p n nc1palmcnte intorno a Porco Leticia sullo Yavary. La questione fu portata davanti al Consiglio delle Nazio:1i; essa risale a precedenti accord i, che davano alla Colombia il territorio

[J generale San Mart in proclama l' indipendenza del Per ù (1821 )

contestalo. La Societ~ delle Nazioni, investita della questio ne, il 17 apri le 1933 inv itò il PcrL1 a ritira re gli armati dal territorio di Lcticia, ed a non ~ppoggia re gl i insorti peru viani irr quella zona.

Forze militari del Perù. La repubblica del Perù ha una superficie di r.378.000 Kmq. e una po?o lazione di 6.200.000 abitanti. Confina co n l'Ecuador, la Colombia, il Brasile, la Bolivia, il Ci le . Ha 3600 Krn. di Eerrov]e . Autorità milita.re suprema è il Ministero della guerra èhe ha nel suo se no lo Sta to Maggiore Generale. Vi è inoltre il Ministero unfro della Marina e Aviazione. l'ese rcito è composto dall'esercito regolare, dag li uomini in soprannumero e dalla l" e 2" riserva. L'esercito regolare è composto di volontari e di coscritt i tirati a sorte. La parte attiva permanente conta s d iv is. i.:u11i~.l:'ù11dcoti a.cl altrettante circ;o .. scnz1on1 militari territoriali; la prio::a alla frontiera dell 'Ecuador; la seconda a Lima; la terza alla frontiera della Bol ivia; la quarta alla fro ntiera del Ch ile; la qu inta alla frontiera del Brasile e della Colombia. La ia e 2a r iserva sono composte da uomi1li che abbiano già prestato servizio o si trovino in determinate condìiio ni. Vi è poi la guardia civile (2400 u .) e la polizia ( 120 u.), un corpo di sicurezz.a (2900 u.), cd una gendarmeria . (noo u.) . Gli effettivi dell'esercito attivo ammontano a ufficiali J165, truppa 7 .880. L 'esercito conca 8 regg. di fanteria , 1 brigata m ista, 5 rcgg . d'a rt. , 5 di cavalleria, 4 bgl. del

genio, _r cp. di fanteria montata, 1 cp . d1 cannoni a.a., 1 cp . d i collegamento . L'acrònautica comprende 5 squad riglie d'istruzione e una da ricognizione. Centri e bas_i d 'aviazione, a Las Palmas, a Iq uitos, ad Ancon (quest'ultima, marittima). Apparecchi circa 6o, di cui metà per la marina. Vi è una completa scuola m ii. a Cborrillos, comprendente la scuola superiore d i g uer ra; scuole d';ipplicnione di fanteria, art ., cavalleria, gen io; scuola di perfezionamento per ufficiali; scuola per sottufficiali. Vi sono inoltre una scuola d'aviazione e scuole navali. L a marina peruviana è costituita dei due i ncrociatori protetti : « Almirante Grau » e « Coronel Bolognesi ·,, di 3250 tonn . di d islocamento, armati con Il 152, VIII 76, VII1 37, 2 tubi di lancio subacquei; velocità 24 miglia; de l cacciatorpediniere « Teoiente Rodriguez » di 490 tonn., comp letato nel r9or, veloc ità 28 miglia; della caJrnoniera « America,, di 100 tonn. , completata nel 1904 ; d i quattro sommergibili (1926 e r928) d i 576 tonn.; di un vecchio trasporto d i circà 2000 tonn., i l « Lima », che fa da nave appoggio sommergibili , e di piccole cannoniere ne l bacino de lle Amazzoni.

Perugia (ant. Perusia, o Perusium). Ci ttà dell 'Umbria, capo!. di provincia, situa ta sopra un colle ~i cui piedi scorrono il Tevere ed il toHente Genna . I-la origine antichissima; fu una deile 12 lucumonie degli Etruschi, di cui si ammirano ancora le mura, in mol te parti in ottimo staro di co nservazione. I cittadini di Perngia si unirono ai Sanniti nella guerra contro Roma ma la lega venne sconfitta dai'Ro mani in <lue battaglie combattutesi negli anni 3ro e 295 . a. C ., e P. fu assoggettata ai Rom a!li . Nel 548, dopo lungo e ostinato -a~scdio, cad de in potere d i 'fotila ~he la dcnstò ; poi fu presa d a Nars~te e quindi dai Longobardi . Nel-. 727 si ribellò all' im peratore Leone Isaurico e si pose sotto la protezione dell;i Chiesa , reggendosi a forma mu nicipale. ll re longobardo Rachis la cinse d'assedio, ma per !'inStemma di Perugia tcrvemo del papa si ritirò e la città conservò la sua libertà. Cacio Magno , distrutto nel 733 il regno longobardo, pose P. sotto l'alto dominio e prntezione della ·chiesa, confermando la dona:iione di Pipino. Al sorge re delle autonomie comunali, P. fu un a -delle p.r ime città a reggersi a libero Comune, d ifeiJdendò le insegne guelfe e lottando d i continuo .con le città vicine, Gubbio, Arezzo , S ien a, Spoleto. Todi . Non poche g uerre ebbe a sosr.enere con le compag nie di ventura, alleandosi ora coi pnncipi, ora con. le r.e pubbliche più potenti d' Italia. Nel scc. Xlll gravi e fiere discordie in testine travagliarono la città, per la lotta (ra i nobili da una parte ed i popolani dall' altra . In seguito fu dominata successivamente da vari sig nor i. Nel 1378, la cittadinanza si r ibellò al pontefice Gregori~, xr per le C'<..'.Ct'.S:>i vc itf1J!O~izioui; rua l CHlllU a_ppresso, sono Urbano Vl, fu risca bil iJa !a pace mediante un t rattato col quale P. , pur restando sotto la protez:one e la giurisdizione pontificia, non avrebbe più subìto vin colo d 'imposte rea li o personali, di sussidi, ecc. Questi patt i so lennemente firmati e confermati si osservarono sino a! pontificato d i Clemente VII. Paolo lII aggravò oltre misura gli Stari del la Chiesa, aumentando straordinariamente il dazio sul sale. Ne venne la guerrà detta « de! sale ,, nel la quale rimasero vittoriose le truppe pontificie condotte da Pier Luigi Farnese, figlio del papa. Allora Paolo 111 diede l'incarico al Sangallo di costruire la for tezza, la fa 1


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mosa « Rocca Paolina •· Il 26 giugno 1540, il Sangallo

entrava in P. con Pier Luigi e due giorni dopo romiociav:. i lavori di demolizione, abbattendo più di 400 c~~c e at, chiese. L 'opera fu condotta a termi ne, nelle pani pa incipali, nel 1543, in soli tre anni. Morto Paolo 111, il 1uo ~uccessore Giulio III reintegrò nei suo, diritti la città. Alla fine del sec. XVIII, con l'occupazione franc<sc, scom• parvero gli ultimi avanzi delle ant iche. istituzioni civ iche pc·ru~inc. T ra il 1799 e il 1800 le popolazioni di diverse regioni d'Italia si ribellarono al dominio francese: gli in . ~orti Aretini mar<Ì~rono coniro P.• ritenuta amicissima dei Francesi, e la presero il 4 agosto 1799 essendosi ritirata ,~ guarn1g1one nella rocca, che si arrese :I 29 dello stesso mese. Nell' impresa concorse anche una legione di 1500 Piemontesi al soldo del governo di Firenze, formata e comandata dal Balegno. Nel 1848 la rocca Paolina fu /n parte smantellata dal popolo, come nel r 375 i Perugini avevano atterrata l.;. ci ttadella eretta per ordine di Gregorio Xl .

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Pen

molice le barricate, lancia fuori l'esercito e piomba addosso ai nemici qua e là distesi, che corrono alle armi, ma ~ono sopraffatti. Pochi ebbero il tempo di arrn:Hsi, e quc~ti stess i,

La rocca Paolina di Perugia (ingressl)

non al'endo nè ceno segnale nè comandante da seguire, furono sbarngl iati dai Romani e insegu iti nella fuga d;il!a cavalleria. Preso il campo, l 'oro e l'argento fu portato a l console, l'altra preda fu data a-I soldato. Al dir di Livio caddero in quella giornata era morti e ferir: circa 6o.ooo

uomini.

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Perugia nel secolo XVI

Il papa Pio I X la (ecc restaurare, ma quando P. fu con• giunta ali' Italia , nel r86o, la demolizione della fortezza fu operata radicalmente. NeU 'ottobre del r922 era riunito a P. il quadrumvirato dei Fasci, dal quale partirono gli ordini per la marcia Sll Roma. P. è sede del comando della 22" divis. mi i. territoriale e de.I 35° rlimnto m ii. Nel 1898 il suo Municipio fu decorato della medaglia cl 'oro istituita per premiare le azioni patriottiche compiute dalle città ita• liane durante il periodo del risorgimento nazionale, a ricordo delle gesta compiute nel 1859.

I. Battaglia di Perugia (310 a. C.). Appartiene alla seconda guerra Sannitica e fu combattuta dai Romani agli ordini del console L. Fabio Rulliano contro gli Etruschi alleati coi Sanniti. Nella not:e il console ordina i suoi, fa d istribu ire ai guasta tori zappe e scuri per atterrare lo steccato e colmare i foss i, e apposta allo sbocco delle porte scelte cooni·. Dato il segno poco prima del giorno e dc-

II. Assedio di Perugia (41-40 a. C.). Appar tiene all a così deua « guerra di Perugia " e fu impreso dal triumviro C. Giulio Cesare Ottaviano e dai suoi generali M. Vipsanio Agrippa e Q. Salvidicno Rufo, c~ntrc, 11 console L. An tonio, il quale si chiuse dentro la città col proposito d i tira re io lungo, fi nchè Asinio Pollione, e Publio Ve1uiclio, potessero giungere a liberarlo. Essi marciarono lentamente verso P. per assalire l 'cscrciro assediante, ma, essendosi sotto Foligno tro,•ati di fronte ad Agrippa e Salv1dieno, ripararono verso Rimini e Ravenna. Intanto nella città assed ia ta la fame - rimasta çelebre col nome di " fame perugina " - fece strage e divenne così penosa che si proibì di nutrire gli sch iavi. Gli assediati, pre1i dalla disperazione fecero un 'ultima vigorosa scruta, ma non riuscirono a rom• pere il cerchio di ferro nemico. Costretto allora a scendere a patti, L. Antonio chiese che i suoi amici f:)SSero rispar• m iati . La resa però non fu del tutto incruenta, poichè i magistrati di P. molti senatori e cavalieri furono presi e tradotti nelle mani del carnefice. La città fu data in preda alle fiamme e lo scaltro Ottaviano si riconciliò con Lucio, k cu i milizie vennero licenzia te senza patire alcu na offesa. III. Am:dio di Perngù, (548). Appartiene alla guerra tra I '1mperatore di Costantinopoli, Giustiniano, e il re ostrogo10 Totila. La città era difesa da guarnigione bizantina, lasciatavi da 13elisario, e, bloccala strettamente da Totila, resistette pe r sette 1mcsi, n1n dovette infine arrendersi.

Pianta della cirmdella di Peru,iia

IV. Assedio di Perugia (1416). Fu posto da Braccio d i Montone, il qua le- aspirava all a signoria della città. Aiutato dal Tartaglia, e disponendo di 4000 cavalieri e molta fan-


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teria , tentò da principio di prendere _la ~itcà per assalto, ma non vi riusd. I Perugini, mentre s1 dtEendevano, invocarono l'aiuto di Carlo Ma latesta, e questi accorse con un buon ;erbo di truppe, ma fu baltuto sui primi di lugl_io e fatto prigioniero da Bra~cio. Il _quale, <l-0po ques'.a nttorià ottenne dai Perugìn1, ormai pnv1 di soccorsi, che 1 gli aprissero k pone e il l9 luglio entrò_ nel!a ci ttà. Poc_o per ntoglterla al vinc'.dopo Paolo Onini marciò contro tore, ma fu anch ·egli assalito, vinto e ucciso dalle m1-

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iiziè bracceschc.

v. T,·11.llato di pace di Perugia (8 ottobre 1444). Pose _fine alla guerra che Francesco Sforza conduceva negli S ta(i dell:t Chiesa e fu stipulato tra i l papa Eugenio IV e. lo Sforza, il quale veniva creato dal po ntefice signore delle Mar:he, ,id cccezio1ie del le città d i Ancona, Fabriann, Osimo e Recana ti, che r imanevano alla Chiesa. VI. Trattato di P~,-ugia ( 10 settembre 1529). Fu stipu lato fra i.I prioc~pe. d'Orange, vicerè di Napoli, per il papa Clemen te VI I e Malatesta Baglioni signore di P. al so ldo dei Fiorentini. In base. a questo 1raHato il pr inc ipe di Orange si obbligava a fare asso lvere da l papa il Baglioni da tutte le ctnsure ecclesèastiche in cui era incorso, a fargli

Mura antiche di 'Perugia e porta

permettere di continuare nel serv izio dei Fiorentini con la sua com pagnia di ventura e finalme nte a garantirgli la signoria di P., purchè sgor11b(asse la città.

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VJ!. Presa di Perugia (1859). Appartiene à!la campagna delle Marche e dell' Umbria . l Perugin i, insorti contro il Governo pon tificio, avcvaoo inviato il ,9 giugno a Vittorio Emanuele un indirizzo con 10.000 firme per attestare al re d' Italia la loro devozione. Il colo1111ello degli Svizzeri pontifici Schrn idt volle ridurre ali 'obbed ienza la città in sort2, e nella notte sul 20 giugno mosse col proprio reggi mento da Foligno contro P., segu ito da una sezione <l'artiglieria, 60 gendarm i ~ 30 dogan i,ri . Avvir.inaro~i caura mente al ponte S. Giovanni, già abbandonato -dagli insorti, pass:> i l Tevere ed entrò nella borgata ; avvisato che. !e trattat ive per una resa pa-:ifica della città non erano riuscite, il colonnello d ivise le sue truppe in t re colonne, mau da11 do la prima, al comando del maggicre Teiocrat, con l'artigl ieria, per la strada nuova; la seconda, agli or dini dd magg. Dupaquier , per la strada yecchia; la terza, composta di 2 cp. di volteggiatori, Era le altre due, per b campagna, cominciando con l'invasione ed il saccheggio di case private. Riunite quindi k tre colonne -davanti ~,. l'abbnia di S. Pieuo, gli Svizzeri vi penetr:trono per !a pomi. esterna dtlla cantina, apert:l loro da un m uratore.

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a tradiment0, e' dopo alcuni co lpi di cannone diedero principio all 'acracco generale delle mura della :ittà, che vennero presto occupale. I patrìotti, rit irat-isi dietro port:t S. Pietro, opposero r,·era resistenza ed un forìoso combattimento si impegnò per le strade, di barricata in barrica~a, di casa in casa. Ma gli Svizzeri, riuscendo a vincere ogni ostacolo, dopo tre ore t mezzo d i combatttmento ebbero il sopravventa e soffocarono nel s·a ngue la rivolta. I pontifici ebbero 10 mqrt i, fra cu i il capitano Abuberg, e 35 fer iti; gli in soni ebbero 50 morti, 100 feriti e uo prigionieri. Pio IX cooférì la medaglia d'argento di be nemerenza agli Svizzeri che aveva no espu gnato Perugia. Vili. Pre.sa di Perugia (14· settemb re 1860). Appa,·riene ali~ campagna di guerra de lle Marche e dell ' Umbria . Il genera le Mon1,:1me;1to in Perugia ai caduti del giugno 1859 Morozzo della Rocca, comandante del V C. d'A. doveva, opcraòdo per la val le del Tevere, dar sicurezza al corpo de l generale Cialdin i occopando P. e Foliino. Giunto il 13 settecnbre a Bosco, · d ispose per l 'indomani l'avanzata su P. su due scaglioni: il 10 · composto dal.a brigata granatieri di Sardegna, 16Q bgl. bersaglìeri , 50. btr., 1u sqdr. del regg. Nizza cavalle ria, 1" cp . zappatori, al cornat1do del gen . De Sonnaz; il 20 da lla brigata granatieri di Lombard ia, 9" , 14° e ~.., bgl. bersaglieri, 6•, 7• e rra btr., brigata Bologna, 5• cp . zappatori , regg. Piemonte reale cavalleria e Nizza cavalleria. Difendevano I. città u1) presidio pontihc io di circa 500 u., apparte nenti .a corpi diversi, fra cu i una cp. irlandese del bgl. di S . Pa tri;:io e la brigata Schmidt (2" regg. di linea , 2<> regg. estero, r• cp. gendarmi, d istaccamen to gendarmi :t cavallo, 6• btr.) che vi dovev~ arrivare, all'alba del giorno 14, da Città della Pieve. Il gcn . Dc Sonnaz. giunse verso le ore 7 coll'avanguardia della sua colonna al colle di Monte Luce, quasi nello stesso

Perugia: Attacco della porta S . Margheri;a (1860)

, momento .in cui la brigata Schmid t entrava in P. L a guarnigione pontificia della città, all'avvicinarsi delle t ruppe italiane. si era rit\rata nella fortezza - Baolina. li gen. De


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Attacco della divisione De Sonnaz a Perugia \1 4 settembre 1860)

Sonnaz attaccò coo due colonne : la colonna d i dr ., al suo diretto comando (16° bgl. bersaglieri, 1°, 3-0, 40 bgJ. del r<> regg. granatieri, 8• btr., ~o sqdr. Nizza cavalleria) doveva, per porta S. An tonio, via Muz ia, via Vecchi a ed il Duomo, attaccare di fro nte la fortezza Paolina; la colonna di sr ., al comando del magg. Pernot (2° bgl. dd ro g ranatieri), doveva per por ta S . Margherita e lungo le mura tagliare la ritirat.i al nem ico ed impedire l' accorrere d i eventuali rinfor2.i. li gen. Schmidt im bastì come potè la d ifesa, inviando verso le porte minacciate e · già occupate dagli av versari i pri;mi uomini che ebbe sotto mario . Le truppe italiane intanto irrompevano d a ogni parte . Ne seguì una lotta accanita tra l'abitato. Ma le colonne d'attacco procedeva no inesorabilmen te ,•erso i loro obbiettivi : quella d i d r., per porta S. Anton io, riusciva a raggiungere piazz a S. Lorenzo ed a réspingere i Papa[ini nella fortezza Paoli11a; quella d i sr. bloccò gli accessi da ovest e sud . Alle ore 10, i difensori si erano tutti raccol ti nella fortezza. Il De Sonnaz, prima d i in iziare l'attacco, spinto da un sentimento umanitario, volle i ntimare la resa allo Sch midt e fece innalzare bandiera bianca. Il fuoco cessò d 'a mbo k parti . Lo stesso g6n. Schmidt uscì dalla fortezza e si recò dal De. Sonnaz . Venne co nclusa u.na sospensione d 'ar mi fino alle ore r5, i n attesa dell 'arrivo (le! gen. Fanti, che doveva stabilire le condizioni dèlla capi tolazione. Q uesti, appe na g iunto, conferì G0n il comand ante. delle trnppe pontificie, ma l'accordo non fu ragg iunto e alle ore r6 le os tilità furono riprese . Nella fortezza , intanto, la demoralizzaz ione ed il d isord ine si erano propagati tra le truppe pontificie, tanto che, dopo i pri mi col pi del le a rtiglierie italiane, lo Schmidt fu costretto ad arrendersi a Ile condiz ioni fissare da I Fanti . I Ponti fici uscirono dalla fortezza senz 'armi; ai soli ufficiali fu lasciata la sciabola . Perd ite : Italian i 7 morti e 56 feriti; Pontifici 37 morti e 60 feri ti .

fra Ferlcri cd Oppacchiasella e poi su l Dosso Fajti. Dopo aver ripiegato olt re il Piave in séguito all'offensiva austrotedesca, fu inviata, nel novem bre 19 17, sull 'altopiano d i Asiago, ove respinse violenti attacchi nem ici a Casera Meletta Davan ti. Nel dicembre sostenne sanguinosi attacchi nemici contro le difese d i M. Zomo -Tonderacar e Badeneçr~. Inviata poi sul Piave, partecipò alla battaglia del giugno 19 r8 resistendo tcnace~1ente intorno ai capisa ldi di C. N inni e C. Martini. Il contegno della brigata me ritò la citazione sui hollettini d i guerra del Comando Supremo nn . 1-77, 908 e 1125, rispettiv amente del 19 no,•embre 1915,

M edaglia del e 29• Fanteria

i8 novembre r917 e 23 g iugno r918 e la med. <J·argento al va lore colla: seguente motivaz ione : Al 129° reggimento: « Con sa lda discipl ina , con ferm a volontà, con superba au dacia, da Pe1eano sì affer mò su lle Rocce Rosse verso Boschini (Basso Iso nzo), abbattendo rericolati p rofond i e conquistap do trincerame nti saldamente gucrniti e difesi (2r onobre -r8 novembre 1915). ln tre giorni dì aspra e cruenta lort:1 r nnpPl."Ò a n) ~n tenP re ed ~ respingere i vio le11ri arrac...

ch i d i sove rchianti forze nemiche, che ave'lano occuparo la Perugia . Briga ta d i fanteria d i linea costitu ita nd marzo sponda destra del Piave (Ponte d i Piave, 19-zr giugno 1918). 19r5 per la durata della guerra italo-austriaca (1915-1918) Si d istinse per ero ica tenacia e spirito di sacrificio nel la dal deposito del 51<> e dell'8r0 fanteria, coi regg . 1290 c ifesa delle Melctrc (novem bre 1917) ». Al 130° reggimento : e r30°. Operò ioiz-ialn1ente contro i ponti d i Cori.zia e le « Con magnifica aud acia ed eroica tenacia , in ripetuti viofa lde del M. Ca lvario . Dal 23 ottobre al 30 novembre del lentissimi attacchi, conq ui stò e manten ne formidabi li trin r915 sostenne una lotta accanita contro il M. S, Michele, ceramenti nemici, a prezzo òi largo e generoso olocausto ove riuscl a conquistare importanti posìz ioni a prezzo di di .sangue (S, Michele de l Carso, 13 novembre -2 dicembre gravi sacrifici. Inviata, nel giugno 1916, sull 'a ltopiano di 191 5). ln tre giorn i di aspra e cruenta lotta cooperò a conAsiago, assunse la d ifesa d ella fronte M . Magnabosch i-M. Le , , tenere e a respingere i violenti attacchi d i soverch ian ti merle, ove trattenne l' invasore respingendolo oltre l'Assa. forze nem iche, che avevano occupa to la spond a destra del Richiamata sull'Isonzo, nel maggio 1917 si schierò prima Pia ve (19-2i giugno 1918) ».


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La bri<rata ebbe successivamente per comandanti : magg. gen . nuinin i (1915); magg. gen. De l Mancino _(,_915-16); macm. gen. l)ioraiuti (1916-17); magg. gen. Menann, (1917); coli,:nello brigad iere Turba (1917); colonne llo brigadiere Burzio ( r917); brigadiere geQeralc PM:t.i (19 17-18); briga-

Distribuzione di ricompense ( 1 Q ì 8) ai fanti della brigata Perugia

diere generale Grilli (r9r8), Le sue pe rdite in guerra ammontarono a ufficiali morti 92, feriti 257, dispersi 248; u . di truppa m. r224, f. 7222, d. 6679. Festa dei reggimenti : per il 129-0, il 25 ottobre, an niversario del combat• timento a Boschini (1915); per il 130<>, il 19 giugno, anniversario d ella battaglia del Piave (191S). Colore delle mostrine: metà superiore vermiglione e metà inferiore a zzurro, ne l senso orizzon tale .

Perus (Colte ilt) . Sulle Alpi M11rittime, a breve distanza da Saspdlo. È circondato d a tre lati da piccoli corsi d'acqua. Combattimento del Perus (t793). Appartiene alle guerre della Rivoluzioue francese in Italia. Il gen. Biron mosse il 17 aprile all'assalto del colle, custodito da un bgl. del regg. d i Sardegna, comandato dal magg. Villamarina : circa 600 u. con tre cannoni da campagna. Il hg_l. era raccol to al colle, meno una cp. spinta inna nzi a metà d istanza dal pon te della N iega, dove $i trovavano inoltre circa 250 u. d elle milizie. I F rancesi, che av,evano f.orze tre volte Sllperiori a que lle piemontesi, avanzarono su due colon ne, <lclle qLJali quella proveniente da Sospello, g iunta a S. Sebastiano, si ripartiva in due reparti , uno diretto al ponte della Niega e l'altro al ponte d i Bassera. Il bgl. piemontese oppose vivissima resistenza e solo quando stava per essere avvilup pato, il Villamarina operò un 'ordinata ritirata, traendo seco le artiglierie e i feriti, lasciando sul terren<>. 120 u. tra morti e feriti gn\Vi che non era possibile trasportare . li successo fu di scarso profitto ai Fran ces i, perchè Biron, giudicando insostenibile la posizione, soggetta al fuoco delle alture soprastanti di Linieros e di Brois, ordinò nella notte stessa l'abbandono del colle conquistato , d ,e fu immediatamente rioccupato <lai Piemontesi. Peruzzi (Baldassare). Pittore, architetto e ingegnere militare, o. a Siena, m. a Roma (r481-1537). Fu allievo di Francesco di Giorgio 1',,fartini, e prima a Siena e poi a Roma si formò nell'arte uno stile suo proprio. Nel t5a27, dopo il sacco d i Roma, tornato in ·patria, fu iocaricato dei lavori di for tificazione occorrenti nella città e nel ter~ torio .

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Fra le moire centinaia di d;segni, di studi e di schizzi lasciati dal P., il gruppo riflettente la fortificazione rive la nell' autore un architetto mi.I. dei più valenti de l Cim1ueccnto. Ne sono docurnento i numerosi progetti di rocchi:, di castelli e fortezze; <iellc :,pere di difesa che il P. d ivisò e costruì alle frontiere della Repubblica di Siena: a Cet_,;,n a, a Sa.teano, a Turrita, a Chiusi; d elle for1ificazioni d i Orbetello, di Rocca Sinibalda e, soprattutto, il pentagono bastionato intorno a Castel S. Angelo. Per la difesa di Siena il P. innalzava nel 1527-29, sette grandi ba luardi sui colli che sorgono nelle adiace1ne della città, per battere le vall Mc sottostanti, addossando queste opere della nuova fortificazione alle mura della vecchia cinta . Dei ricordati ba luard i, uno so ltanto, quello a sr. dèlla porta ai Pispini, rimane tuttora in piedi, e vale .da solo a dimostrare la perfezione a cui era arr ivato l'architetto.

Pes (di Villamarina, Giacomo). Generale, n. a Tempio, m . a Cag.l iari (1750-1827). Sottot. nel regg. faoteda Sa rdegna nel 1776, entrò in guerra contro la Frnncia nel r793 e combattè con valore al Perus ed all'Authio.n . Colonne llo nel r796, ebbe il coma ndo del regg. Sardegna e poco dopo gli fu conferito il grado di brigadiete. Nel 1799 ebbe il comando provvisorio di Cagliari e nel 1803 quello della città e capo d i Sassari. Ne: 1805 fu elevato alla carica di generale delle ;irmi del regno. Nel 1815 venne nominato gran mastro d 'artiglieria in Sardegna. Nel r816 fu 10s1gn ico de l collare dcli' Annunziata e d ivenne vicerè di Sardegna . -Nel r818 fu collocato a riposo. Pes di Villamarina conte Bartolomeo. Generale, rn . a Torino nel 1840. Ufficiale di cavalleria , p assò nelle guardie del corpo nel 1819. In · esse ebbe i gradi di colonnello nel r823, magg. generale nel 1831 e h1ogoteo. generale nd 1834'. Pes di Villamm·ina marchese Emanuele . Generale e primo segretario di guerra , figl io di Giacomo , n. a Cagl iari, m. a Torino (1i77-1852). Volontario nei granatieri nel r794 e sottot. di fatlteria nel 1795, pa rtecipò alle campagne del 1794, 1795 e 1796. Passato .il serv'izio de'll'Austria, partecipò alle campagne di guerra dal ,799 al • 1800. Quando Vittorio Emanuele ritornò in Piem:>nte, lo condusse scco come aiut. d i campo ed ebbe il grndo di capitano <ii cavalleria. Fu commissario del governo sardo presso l'ese rcito austriaco nella campagna del 1815 e partecipò alla , presa d i Grenob le. Ne l 1817 fu capo di S. M. della divis. di Torino . Magg. genera le nel Pcs Emanuele t820 , fu ispettore generale della , fanteria ed ebbe l 'incarico cli compilare un regolameoto d i esercizi e d'evol uz ioni per la fanteri,1. Allo scoppio dei moti del 1821 fu ua coloro che consigliarono Carlo Alberto a concedere la costituzion~ e da l 17 aJ 21 marzo dello stesso anno fu primo segretario interina le di guerra e marina. '(,en . gentralc uei . 1821, res~e la carica di primo segretario di guerra. e ma rina dal r832 al 1847 e durante detto periotlo rinnovò l'ordinamento, i regolamenti, l'annamcnw, l' un iforme e l'amministrazione dc!l'esército. Ministro di Sta(o e senato,re d el regno, nel 1847 andò a riposo .

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Pes di V11/amarma Sai(l(Jtorc. Colon·nello e diplomatico, m . a Torino nel 1877. Nell'esercito ragginnse il grado d1


-.30 colotJnello di cava:Ier ia . Dopo la ca rriera militare si dedicò alla d iplomazia. lncaricaw d'affari a Firenz.e, salvaguardò con saggezza gli ipceressi ·del Piemon te . Inviato straordinar io e mi nistro pleni potenziario a Parig i nel r852, parrecipò con Cavour nl Congresso di Parigi dd 1856 e p~r le rne bemercnz.e fu noni inatQ senatore. Rapp,esentò il Piemomc a Parigi nelle conferenze d iplomat iche de l 1857 e 1858, e dopo la guerra del 1859 lasciò la ca rica. Ministrò plen ipotenziario ~ Napoli, oe l r862 fu nomi nato prefetto di Mi lano, e da Vittorio Emanuele II ebbe i l Collare del la SS. Ann unz.iara .

Pes Salv•tore

Pes Jlemardino

Pes di Villamarina del Campo conte Bernal'dino. Genera le, n. a Cagliari, m . a Torino ( 18ro-189 r) . Sottot. -di cavalleria nel 1829, partecipò alle campagne del 1848 e 1849, mer itando alla Sforze, ca la med. d'argento. Colonnello nel 1856, ebbe nel 1859 il comando della brigata Regina e con essa combattè a Palestro ove venne decorato della commenda dell'O. M. S. Magg. genera le nello stesso 1859, assunse ne ll a campagna del 1860-6r il coman do della 4• divis. attiva e d ivenne te n. generale nel 1860. Nella cam pagm1 della Bassa ltalia meritò la croce di gr. uff. de l1'0. M . S. Primo aiutante di campo del principe Um berto nel 1862, coprì la car ica d i aiutante di campo del re V ittorio Emanuele II dal 1863 al 1867, epoca in cui fu collocato a r iposo .

Pesadorì (Egidio). Generale med ico, n. nel 1851, m . a Brescia nel 19n. Sottot. medico ucl 1876, raggiunse il grado di teo. colonnello 1Jel 1905; fu direttore del l'ospeda le mii. di Brescia e nèl 1909 andò in P . A . Colonnello nel r9r2, fu promosso magg. generale medico nella riservi: ~el 1919.

Pesaro. Città delle Marche, capo!. d i provincia, sulla riva del! ' Ad riatico, nella bassa valle del fogli a, cori piccolo porto-canale . µ: sue origini sono incerte. Fu successivamente occupata dagli Etruschi , dai G:all i Senoni e fiualuu:ule Jai RoJ11ani, che vi fondaron.o una prin1a colon.i3

nel 184 a . C. Durante la guerra gotica, fu quasi comp letamente d istru tta da Vitige . Nel 553 i Greci, condotti da Narscte, sconfissero nelle sue vicinanze , Franchi e Alemanni, condon i da Leutarì. Co stituitasi Ì(l libero Comune nel XII secolo, cambiò pa rte più volte nelle lotte fra la Chiesa e l'im pero, Ji nchè, rafforzatosi in Rimini il partito gucHo ,on la famiglia dei Malatesta, anclic 'f>. dovette subirne l' influsso . Ntl 1535 Galeotto Malatesta, dopo avere lottato Stemma di Pesaro contro il cardinale Alborooz, fece con lui la pà~c ~d ottenne di essere nominato vicario del la Chiesa in P. , Fano, Rimini e Fossombrone . La città ebbe un periodo di splendore al tempo dc Pandolfo 11, e nel 1445 fu venduta a F rancesco Sforza. Nel 1500 venne presa <la Cesare Borgia, poi tornò agli Sforza e. passò allo Stato della Ch iesa nel 1631, seguendo le sorti della regione .

Foriificazio11[ di Pesaro . Fin dall'antich ità, P. fu per la sua posizione dominante considerata m ilitarmente importan te e cin ta di mura, sulle qual i furono costrui te quelle medioevali, di cui si vedono ancora notevoli avanzi . Alessand ro Sfor7,a aggiunse una costruzione di mura a canag lia, che rimase fi no al 1543, quando Francesco Maria della Rovere costruì nuove mura in forma pentagonale, ch:e in q uesti u ltimi tempi ve nnero abbattute pec dare sfogo ali'amp liarsi della città . Sul coJ le di S. Bartolo, come ve-

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Ved uta di Pesaro nel secolo XVI


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detta sulla strada verso Rimini, Alessandro Sforza costrut un castello, nel 1469, su d isegno ~i Luciano Laurana; ,.-sso fo dettO « L·lmpe~iale », e venne ampliato da Francesco Maria della Rovere nel 1517, valendosi dell'opera dd]'3rchitetto mil. Giro!amo Genga , e del suo allievo Giu lio Thie ne , il quale costruì anche v3srie opere minori. Da Costanzo Sforza, figlio di Alessandro, fu comjnciata, nel 1475, la costruzione della Rocca Costanza, su d isegno del Laurana, e fu ·c ontinuata e terminata dal figlio Giovanni. Benchè mutilata della gran torre quadrata inre rna, che si elevava nel secondo vallo, e senta la coIOna de i merli nel g iro de i rotondi bastion i, dimostra ancora tutta l'im ponenza delle sue linee. 1. Comb(lttimen/o di Pesaro. Appartiene alla campagna del 179 in Italia ed è notevole f.ra gli episodi bell.ici oc9 corsi su l litorale marchigiano dal maggio al novembre cfi ouell 'anno tra Francesi e popolazioni insorte, secondate da ;onti ngeoti pontifici ed austro- russo-turchi. Mentre in 611 cona la guarnigione francese era ci1tta da terra e da. m are dagli Alleati , i vari p aesi delle Marche insorgevano contro gli occupanti. P. era una delle piazze ove più rafforzavausi g li dementi nazionali; ep però il gen. Monnicr marciò i l 7 giugn o a quella volta alla testa di un nerbo pi truppe, attaccando la città da tre lati; ma !a buona difesa della gua rnigione e l' intervento. d i forze accorse d ai cetitri circo,stanti pose gli assalitor i in critica situazione , tanto che dovettero desistere e~ allontanarsi, aprendosi in qualche tratto il varco aHa baionetta.

II. Sorpresa di Pesaro (1815). Durante la campagna del Murat, truppe aus,riache del N eippcrg avanzarono da Cattolica s,1 P. respingendo la divis. napoletana del gen . Ca rascosa, il quale riparò in città, la sera del 28 aprile, Nell a stessa notte, mentre una parte della divis. Caras~osa , sfi nit a da ll a Stanche7.za, riposava trascu rando le necessarie m i sure d i sicurezza, fu completamente rotta da pochi sqdr . d ì ussari. Molti altri posti furono sloggiati e d ispers i per le montagne, furcno fatti gran nurtiero d i prigionieri, e-d il gen . Carascosa ebbe assai a penare per raccogliere le sué truppe disperse durante la notte; il 29 mattina riprese la ritirata su Senigallia. III. Presa di Pesaro (12 settembre r86o). Appartiene alla campagna delle Marche · e dell 'Umbr ia . Il gen. Cialdini, comandante del IV C. d 'A., ne.Ila sua marcia verso Ancona , assegnò alla 4" divis. (brigate Regina e Sàvona, regg. lancieri Novara, 1" e 2a btr ., 5" cp. zappatori) t>d

alla riserva (7", 11°, 26° bgl. bersaglie ri, regg. lancieri No vara, Milano e Vitt. E manuele, 3• btr. , cp. genio) come obbiettivo, pel giorno 11 settembre, la città d i P. La colonna , prectdura dai regg. Vittorio Emanuele e Novara e da due sezioni di pe zzi rigati da 9, $eguendo la via Flamin ia, giunse verso le ore xr in vista del la città e la bloccò. La guarnigione, pontificia, e.ca composta da: 2 cp. del 10 regg. indigeno, 2 cp . del 1° regg . es tero, 5 cp . del 10 bgl. ausiliario, artiglieri, gendarmi e finanzieri; compless ivamente !221 u. agli ordin i del ten. col. Zappi. [I ge n. Cialdini volendo evitare un'inut ile effusione di

La rocca Costan~a a Pesaro

sangue, vers~ le ore 14, fece intimare la resa. l i ten . col. Zappi rifiutò d ì arrendersi e si ritirò con i suoi e cor. monsignor Bellà, legato apostolico della città, ne lla rocc2 Costallza, la quale, situata ad oriente del la città, aveva un tracciato quad1'angolarc, fiancheggiato da quattro bastioni guarnit i ognuno da un cannone. Attorno alla rocca correva un fossato profondo. Le mura erano p rotette <la

cortine ed opere fiancheggianti, che consentivano un c:fti, cace fuoco di fucileria. Le truppe ital iane, occupata la città, si avvicinarono alla rocca e ne iniziatono il bombardamento che, sospeso per il cader della notte, fu ripreso l 'indomani , 12 sctte111bre, alle ore 3,30. li fuoco intenso delle artiglierie italiane in breve tempo apportò gravi danni ai. difensori. Ii ten . col. Zappi dava dispos izioni per respingere i te ntativi di scalata che le truppe italiane andavano preparando., ma i suoi non vollero assecondarlo ~ verso lt oJe 5 cominciàrono a tumultuare rcclaroa ndo la resa : lo Zappi tergiversando riuscì a sostenersi contro il nemico esterno e la sedizione inte rha fino alle ore 8, poi, invirato per la seconda vol ta da monsignor Be!là e 111inacciato dalla sedizione, fu costretto ad arrendersi a discrc-

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L'attacco di Pesaro nel settembre 1860 (quadro di Bossc,Ji)


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PES z ione. Perdite: Italiani 3 morti e 20 krit i; Pontifici morti e 25 feriti.

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Pesaro (Rattaglio11c di'). Corpo volontario <lei 1848, costiluitosi cvme (< guardia civica ». Si f use con la guardia ci-

vica di Urbino e si sciolse nel 1849.

Pesaro. Brigatà di fanteria d i linea, costituita nel gennaio 1917 per la durata della g uerra Italo-austriaca (19151918) dai depositi del 59° e del 6o0 fanteria, coi regg. 239 e 240. Schierata inizialmente fra Passo Stretto, Roc-

IVl.cdaglia della brigata Pesaro

colo Cirnon e M. Bal<lo, nel giugno 1917 puntò contro le munite posizioni d i M. Zebio. Destinata poscia a partecipare all a battaglia del la Bainsizza agì dimostrativamente comro le quote 122-sud e 123-nord. Sfe rratasi l'offensiva austro-tedesca dell'ottobre 1917, la brigata, opponendo all'invasore successive resistenze , ripiegò sacrificando a Mort igliano quasi tutto il 240° regg. e nel dicembre fu schicrara col 239° sulla linea M . Oro-M. Meda e col 240° fra Col Moschin e Col J'agheron, ove resistette alle reiterate •xessioni del nemico . Nel 1918 operò snl M . Grappa, 1ul ~1. Pertica ed in Val Cesilla, ove, nel la battaglia dd giugno, contrastò tenacemente il passo al nemico. Durante la nostra offensiva finale , espugnò il Pertica dopo accanita e sanguinosa lotta. Il suo con regno le mcrilè la citazjone sui bollettini di guerra 1111 . 939, r 125 e 1252, rispettivamente del 19 novembre 1917 e del 23 giugno e 26 o ttobre 1918 e la med. d'argento al valore colla seguente motivazione : « l reggimenti, vincendo ardue difficoltà d i terreno e la tenace 1esistenza nemica, con mirabile valore e con superba audacia conquistavano formidabili posizioni che mantennero sanguinosamente con incrollabik fulgida tenacia » (M. Pertica, 24-27 ottobre 1918). Festa dei reggimenti: per il 239° il 25 ottobre e per il 240° il 27 ottobre, anniversario dei combatti-

menti sul M. Per tica (1918). Co lore delle mòstrine : fondo rosso con una fascia azzurro -scuro centrale nd senso verticale. La brigata ebbe in g ue rra successivamente i seguenti comandanti : colonnello brigad iere Fabbrini (r917); magg. ge nerale Rod ino (1917-18); magg. gen . Castel lazzi (191.8). Le sue perd ite ammontarono a ufficiali morti 44, feriti 148, dispersi 90; u . di truppa rn . 576, f. 3675, d . 2561.

P~saro. Illustre famiglia patrizia veneziana, oriu nda di P. , da cui tolse il nome. Rimase fra le fa. rniglie nobili nel la « serrata del Grair Consiglio >}. Fra i suoi mcrnbri vanno particolarmente n01ninati : Benedetto 1 amm ir . veneziano, con-

Statua di l!cncdetto Pesaro

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quistato rc delle fortezze di Sinta Maura e di Ccfalonia, m. a Corfù nel 1503; g li venne eretto un monumento nella chiesa dei Frari in Venezia; e Jaco/,o, vescovo d i Pa(o, legato apostolico di Alessandro VI e ammir. di una squadra d i navi pontificie e veneziane contro T urchi, nel 1502; rnoperò alla presa di Santa Maura e morì nel 1547.; era nato nel 1466 a Venezia.

Pescara. Fiume dell 'lcalia peninsulare, or iginato da due corren ti che percorrono l'acrocoro abruzzese in op posta d irezione: da nord l 'Aterno, che ha origine p resso il Colle d i Aringa; da sud il Gizìo, proveniente dall'A ltopiano di Cinque Miglia , i quali confluiscono a sttd di Popoli. Così forma1:o, il P. s'apre lct sboc~o attraverso la gola di Po· poli, cor rendo verso N.-E. attraverso gli elevati terrazzi terziari che fiancheggiano l'acrocoro. A San Vàlenrino la valle s'all.arga fra le colline plioceniche dell 'Abruzzo lito• ranco; il fiume passa sotto Chieti, lambendone il dosso, e sfocia nell"Adriatico, presso la marina d i . l'escara, dopo 150 Km. di corso . La sua valle caratterist ica t raccia una buona linea d i comunicazione stradale e ferroviaria fra il litorale adriatico e il cuore dell'Appennino Abruzz-esc, li nea che ha prosecuzione per vie molteplici verso l 'opposto versante della penisola. Pescam. Città capoluogo di provincia, sulla dr. del Pescara, fra i colli Pizwto e Carpino. t l 'ant. Acerno, città dei Frentan i. Se "" fa menzione la prima volta all'epoca della seconda g uerra Punica (214 a. C .), durante la quale, essendosi schierata dalla parte d i Annibale , la città vennè assalita ed espugnata dal preto re romano Sempronio Eud itano. Secondo l' « ltincrario )1 di Antonino, vi convergevano

le st rade consolar i e m ilitari Salaria, Flamin ia, e Claudia Valeria nuova. Nel 1140 il normanno Ruggero n1an-

dò il figlio Alfonso con potente esercito di fanti e d i cavalli a conquistare la regione d i P.; e cinque ann i d opo lo stesso Ruggero ne restaurnva il porto. Nel 1355 e nel 1362 P. fu tagl ieggiata e incend iala dalle solclaStemma di Pescara tesche del conte Scrnolo , ma poi venne ricostruita. Nel 1566 P. e Castellammare Adriatico, che era sorta sull 'altra spon da del fi ume, furo no assalite invano dal pirata Piali pascià . Carlo V , con diploma del 25 settembre 1528, aveva c9ncesso in feudo P. e il suo territorio alla fam iglia d'Avalbs, ai qual i rimase quasi ininterrottamente fino al 18m, quando furono abol ite t utte le signorie feudali. Nel r798 i Francesi condotti dal gen. D uhesme investirono la città, che si arrese dopo le prime ~annonate, il 24 dicembre. Nél 1799, Ettore Carnfa, genera le della repubblica par tenopea, vi sostenne un assedio che durò dalla fine di aprile al 30 giugno, cont ro le bande della Santa Fede comand ate dal gen . Pronio, il quale, benchè avesse pattuito eoo i difensori della fortezza I ·uscita 1 libera con l 'onore delle a rmi, ne icce poi p roditoriamente catturare il comandante Carafa. Nel 1806, P. fu ripresa dai F rancesi d i Massena. Dopo la restaurazione borbonica seguì le so.ti del regno di. Napoli. Prima della sclassificazione, che avvenne nel 1867, P. era fortezza, con d ue caserme, e due pol veriere nel cuore della città , di forma pentagonale, a cavaliere della stratla consolare e del fiume. A dr. di esso le fortificazioni racchiudenti la città con due piazze e un ampio campo di manovre, si componevano <l i bastioni e cortine, con quattro tanaglic di fosso asciutto, sulla cui controscarpa correva


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PES

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la strada coperta, munita di traverse e di ampi spalti co n ciglio cd uscite. A sr. del fiume era un'opera a corno, o testa di ponte, con rivellino e due mezzduoe. Della fortezza <li P. , cominciata sotto Carlo V, non si conosce J'ing.cgnerc

costruttore.

Essa

aveva

tracci::i to

a nalogo

a

quello <lcl castello di Lecce, con i fiaochi dei baluard i <love normali alla linea d i d ifesa, dove alla cortin a, e dove a<l angolo acuto con questa.

I. Assedio di Pescam (1707). Appart iene alla guerra per la Successione di Spagna, e fu posto il 15 luglio dal gene·ralc austriaco contè Wallis, mentre la cin à cm difesa dagli Ispano-napoletani sotto il comando del <luca d 'Atri G ian Girolamo Acquav.iva . Il conte ìecc costruire un ponce, detto San Bernardo, a mezzo miglio dal la fortezza, in luogo riparato <lai tiro dei cannoni, e <li là spiegò le sue truppe per l 'investimcnto. Volendo prendere la piazza per fame, costruì due fortini, uno per ciascun lato della foce dei fiume, impedendo così ogni r ifornimento di viveri dal! 'esterno. Gli assediati ne costruirono nottetempo un terzo nel mezzo, sul! 'Isola dei Cannizzi, per contrastare l'opera degli assedianti. Il 28 agosto, cominciate le trattative di resa, fu stabilita una tregua, ma rotte le trattative, i l 6 settembre si ripresero le ostilità che durarono lino al 13 settembre, quando furono accordate agli assediati coodizioni o norevoli per una capitolazione. G li Austriaci entrati nella fortezza vi trovarono 40 cannoni, 2 mortai, 450 barili di polvere, 4000 palle per artiglieria, molte gran.a te, moschetti, pistole, oltre 400 cavalli e viveri per un mese. Il. Assedio di Pescara (1815). Appartiene alla campagna del 1815 degli Austriaci contro Marat, e fu posto il 12 maggio dal gcn , austriaco Sen itzer. La guarnigione comandata dal gcn . Napolccani, fece il 16 una sortita - sotto la protezione di un fuoco violento, r iuscendo a ribu~tare i primi post i austriaci. A sosteg,10 di questi accorse un forte di~taccamento e la lotta continuò fino a sera, quando i Napoletani fu rono costretti a rit irarsi. li 25 maggio, com inciò il bombardamento della fortezza con i grossi calih,·i, intanto che gli Austriaci faceva no i p reparativi per l'assalto. Alcun, obici caddero nel centro del la città, app iccando il fuoco ai cassoni d i polvere che no n si era fatto in tempo a mettere al riparo, e l'incendio si propagò a. diversi edifici. La popolazione cercò riparo nèi sotterranei, chiedendo la capitolazione; il comandant<: la firmò il 28 m aggio. La fortezza con tutte le artiglierie e magazzini vc11iva consegnata agli Austriaci. Il 29, la guarnigione, com posta d i 50 ufficiali e 5ro soldati <li fanteria , depose le arm i e fu condotta a Napoli. Nella fortezza fu. rono rrovate 80 bocche da fuoco piazzate sugli spalti; i viveri e le munizioni erano ancora abbondanti.

Pescara. N ave-cisterna della R. Marina, da porto, di 72 tonn. Varat,i ne l 1909, ebbe dapprima nome « Piave» .

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Pescara . Brigata di fanteria di linea, costituita nel mag gio 1916 per la durata della guerra Italo-aust riaca (19151918) dai depositi del 93° e del 18° fanteria, coi regg. 2 11 e 212 . L 'offensiva austriaca nel TJ'e ntino offrì alla hrigata l'occasione d i scrivere la sua prima gesta: raccolta ad Osteria di Granezza , impiegò fraz ionati i suoi bgl. per la d ifesa di Val Canag lia, d i M. Cengia, d i M. Barco e di M. Boscon. Destinata sull 'Isonzo per la battaglia di Gorizia, vi partecipò col compito di scuotere la resistenza nemica sui costoni di Oslavia e d i occupare la q. 138 dc! Peuma. Gli obbiettivi furono raggiunti e la brigata iniziò l'attacco d i S. Caterina <: di S. Gabriele, raggiungendo il prÌmo che passò più volte dalle sue mani a quelle del nemico. Operò poi ad Oppacchiasella ed a Nova Vas,

che occupò puntando yerso Hudi-Log. Nell_'ottobre fu inviata nella zona d i Caporctto e schierata sulla fronte Plani na Krnica-Alto Slate11il,, ov'e ri mase fino alla battagl ia de lla Bainsizza , durante la q uale tehtÒ la conquista di Hoje e Vetrnik . Scatenatasi l 'offensiva austro-tedesca, la bri, gara rip iegò oppo nendo al nemico successive resistenze, e venne disciolta il _22 novembre 19r 7. Festa dei reggimenti : per entrambi il 10 agosto, anniversario del combattimento a S. Cate rina d i Gorizia (10 agosto 1916); colore delle mostrine : metà bianco e metà viol a nel senso verticale . La brigarn ebbe nella guerra successi.v amente i seguenti comandao ti: magg. generale Cortclla ( 1916); m agg. gen. Q uaglia (1916); magg. gen. De Marchi ( 1916-17); colonnello brigadiere Garcea (1917). Le sue perdite in guerra ammontarono a ufficiali morti 51, feriti 131, dispersi 28 ; u. di truppa m . 892, f . 4937, d . 3712.

I'esrnra-Diano Francesco . Generale, n. a Napoli nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1881, raggiunse il grado di ren . colonnello nel 1910; fu in Libia nel 19n - 12 e nel 1915 andò in P. A. Richiamato in servizio per la guerra contro l 'Austria, fu promosso colonnello in P. A. nel r917 e generale di brigata nella r iserva nel 1928. Pescara-Diano Stefallo . Generale, n. nel 1864, m. ad Alba nel 1930. Sottot. di fanteria nel 1882, raggiu nse il grado d i colonnello nel 1915. Comandò in g ue rra il 54° fanteria e nel 1916 andò in P. A. Nel 1930 fu promosso generale di brigata nella riserva.

Pescara (Marchese dr) . V . Avalos.

Pescarolo ed Uniti, Comu ne in prov . . d i Crcmoua. Nel medioevo era mun ito d.i forte rocca . Nelle varie contese e nei conflitti avvenuti negli anni 1416-17 tra Fil ippo Maria Visconti duca di Milano, Cabrino Fondulo signore di Cremona e Pandolfo Malatesta , la rocca di P , subì assalti e d anni ed il te rritorio attorno fu devastato a pi,1 riprese. Presa di Pescarolo (1648). Appartiene alla guerra tra Spagna e Francia. li 21 ottobre un corpo di tru ppe francesi , rafforzato da d ue regg. piemontesi, sotto il comando del gen. de Sai.nt André, si presentò davanti a P. intimando la resa al serge.n te sp agn uolo che con un piccolo p resid io custodiva la rocca. Lo Spagn uolo, ad onta della sproporzione delle forze, nella speranza forse d i essere prontamente soccorso dall 'escrcito spagn uòlo che accampa,.,a nelle vicina nze di Cremona, r ifiu tò di arrendersi e rispose con scariche di fucileria agli assalitori . Questa resiste nza costò ai .Francesi tre colonnelli, e d iversi altri ufficiali, oltre ad un buon llU· mero di soldati. Allora il Saint And ré fece aprire il fuoco dall'artig lier ia, spargendo il terrore fra i borghig iani eh<: si affollarono nd la chiesa, intanto che le artiglierie abba_ttevano i ripari <lei ponte che univa il paese alla rocca e danneggiavano le case poste nelle vicinanze <iell a rocca stessa. Sul cader <lcllà notte, sfondate le port<: e gli altri ripar i, fu dato· l 'assalto g<:ncrale : il piccolo presidio fo costretto a cedere lé armi . All 'indomani il sergente, d on Alfonso, insieme a due b!)rghigiaoi, contro ogni legge ed uso di guerra, dal generale francese fu fatto appiccare ; il paese fu abbandonato al sa·c cheggio della soldatesca e la rocca venne incendiàta ed in parte abbattuta .

Pesce (A,,gclo). Generale, n . a Castelletto.d 'Orba, m. acl Ovada (1838-1903). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e 1866 ed a Custoza meritò la menzione onorevole. Dopo esser stato in Eritrea nd 1887, fu promosso, nel 1891 , colonnello del 31' fanteria. ln P. A. nel 1895, venne pron1osso magg. generale nella riserva nel r90_1.


PES

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·pe'scetto (Federico Giovamu). Generale, n. a Savona, m. a Celle L igure (1817 -1882). Tençiltc del genio nel 1837, d ivenne colonnello nel 1860 e fu direttore ciel genio ad Alessandria. Magg. generale nel 1862, fu membro del comitato del gen io C· poi comandante del genio a Firenze. Te;,_ generale nel 1873 , fu sino alla morte membro del comitato cl 'art . e genio. D.e putato d i Varaz.ze nella Vll legislatura e di Savona nell 'Vlll , IX e X, resse il m ii1istero della marina nel gabinetto Rattazzi dall' aprile all'ottobre 1867. Fu. no minato senatore ciel reg no nel 1879.

Pesce/lo Carlo Alllouio. Generale,

Pcscetto Federico G . a Celle, m . a Gen;,va ( 18 221913). So ttot. dei bersaglieri nel 1843, partecipò alle cam pagne dell' Indipendenza del 1848, 1849, 1859, 1860-61, 1866 cd alla guerra di Crimea. Nel 1859 meritò la med. d'arge nto al passaggio della · Scsia e la menzione onorevole a M. Suello;· nel 186o ebbe, la croce d a cav. dell'O. M. S. ali 'assedio d i A ncona ed una second a menzione o norevole ed una seco nda mcd. <l 'argcnto a C ustoza. Colonnel lo nel 1870, comandò il. 69° fanteria . Nel 1879 passò nella riserva, .nel 1893 fu promosso n1agg . generale e poi tcn . generale. 11.

l'escetto Eugenio. Generale, fi glio di Federico, n. a Romentino , m. a Mi lano ( 1850-1 925). Sottot. del genio nel 1871, raggiunse il grado d i colo nnello nel 1903 e fu direttore del genio a M ilano. In posizione -ausil iaria nel 1908, Pcscetto Carlo Antonio fu promosso magg. generale nella riserva nd 1913. Nel 19 23 assunse il g rado di generale di d ivisione.

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del T icino; gli Austriaci , ripresa P. la munirono ancora

di nuove opere e più ne eressero dopo il 1859, quando, o lLre che piazza forte del Qua,frilatero (V). divenne anche fortezza d i confine verso il nuovo regno d 'Italia. J. Trattato di pace di Peschiera (14 agosto 1333). Ve nne firn1a to da Giovanni d i Lussemburgo, re <li Boemia, e dai rappresentant i delle città italiane riunite in lega. Il re, venuto in Italia n,el 1330 per' soste nervi la fazione g hibellina , fu costretto dalla lega d elle città g uelfe a sottoscrivere la pace, il 14 agosto r333, con l'obbligo di partire subito dall'Italia, li. Combattimento di Pesc!,iem . Appartiene alla campagna napoleonica del 1796 in Ital ia . Dopo le battagl ie d i Lonato e Castiglione, gli Austriaci del Wi.irmset eransi ritiraci d ietro la linea del Mincio, con la d r. a P. , il centro a Valeggio e la sr . a Mantova. li Buonaparte li attaccava sen za indugio il ·6. agosto, mirando a forzarne l' ala setten trionale; men tre Augereau da Borghe tto j11izìava una vjolenta azione a fuoco contro Valeggio, Massen{l irron1pcva attraverso l'abitato d i P., piombando sul campo avversario, di cui irnpadro:i ivasi. Gli Austriaci perdevano colà 50 0

uOJnini e

pezzi; ma riuscivano a disi,mpcgnarsi.

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L'azione non sortì perc iò l'effetto d i aggirare la d r . au st riaca e di tagliare così la comuniéazione del \Viirmser col T rentino, impedendogli la r itirata verso Rivoli. III. Ripresa di Peschiera. 1\/c!Ja pri mavera del 1799, col delinearsi della riscossa austrò-russa·, la guarnigione francese di I'. (1600 u .), bloccata dal lato d i terra dalle t ruppe del Kray e sul lago d i Garda da una flottiglia austriaca , comandata da S . Julien, venne a trovarsi in critica situ l zione. Bombardata con grosse ai-tigl ier ie · dal 4 maggio , la piccola piazza era esposta a un attacco di cui prescDtivasi l'imm inenza. Il 6 venne intensificato il fuoco, e finalmente il giorno dopo il comandante del presidio, aiutame generale Coutheaux, considerando vana ogni resistenza , preferì capitolare, a condizione di ottener via libera per rientrare nelle linee francesi coi suoi 1000 uo m ini. Caddero cosl in - 1nano agli Austriaci 75 cannoni, 220 fucili, 1'9 cannoniere

lacustri e molti materiali.

Pescetto lginio. Generale, fig lio d i Federico, n. a La Spezia, m . a Genova (1858-1915). Sottot. del genio nel 1876, raggiu nse il. grado d i colonnello nel 1908. Fu sottod irettore del genio a Novara e poi a ·Ge110va. M agg. generale nel 1914, fu· comandante del genio a Bologna.

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Peschiera del Garda. Comune in prov. ,E Verona, ali 'est remità sud-est del lago, do nde ne esce il Mincio. A !l'epoca dei J~o mani si chiamava A,-i/ica cd e'ra sede d i un collegio d i navicellai. Mario, vincito re dei Cim bri, quando volle fortificare Verona contro le incursioni {lei Barbari, pare l 'abbia . inclusa nella zona- fortificata . Passata nel med io evo i n d ominio dei Veronesi, questi vi fab bricarono uno <lei loro Gastclli turriti e merlati, eh~ fu po i spianato da Ezzel ino da Romano quando lo ebb_e in suo potere per averlo comperato dai Guelfi. Il castello fu ricostruito ed ampliato sotto la dom inazione • scaligera, rna anche questo -venne abbattuto ; ne restano pochi ruderi nella frazio ne di Castelletto. Nel 14,p i Veneziani si impadronirono cli P. ai quali (u p resa cl 'assalto dai Francesi nel 1509, dopo la battagl ia d i Agnadello. Ritornat a ai Veneziani , questi nel 1550 la muniro no d i buona guarnigione e la for tificarono su d isegni del duca cl 'Urbino. Quando i Francesi se ne impadron irono, fecero d al gen. Chasselo up mig liorare le fortificaz ioni: D opo la prima batrng lia d i Custoza, ritiratosi l 'esercito sardo fino alla linea

La fortezza .di. Pe~chiern nel sec. XV Il

IV. Assedio di Peschiera (1801). Gli Austriaci avevano rMforzato le d ifese, e le avevano affidate a una g uarnigione d i 2500 u. , al _comando éle! gen. Rogolski. Ddl'in-


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PES vestimento fu il 1° gennaio incaricata la divis. Dombrowski, con milizie cisalpine e polacche (in tutto 4000 u .). l lavori furono diretti dal gen. del genio Cbasseloup, il ·quale tracciò d ue attacchi regolari, uno sulla sr. e uno sulla dr. del Mincio . Le prime parallele furono aperte n ell a notte fra il 9 e il 10 gen naio e il lavoro fu spinto alacremente. Il r2 fu ere tta una batteria d i 6 cannoni e 2 obici. . La guarnigione d isturbò i lavori col fuoco, senza poterli i mpedire. (J n ridotto esterno, alla Casa Biaoca, tu attaccato e preso da Italiani e Polacchi agli ordini del gen. Dombrowski il 15. La g uarnigione esegul una sortita, che venne respinta. Ormai i lavori erano assai avanzati, e tutto era pronto per l'assalto, quando giunse la notizia dell'armistizio di Treviso (16 gennaio) comprendente anche la resa della piazza, che avvenne immed iatamente. V . Assedio di Pescliiera (r3 aprile-20 maggio 1848). Appar tiene alla prima guerra per l'Ind ipendenza d 'Italia . Il

PEs

cengo. Il comando generale dell 'assed io fu affidato al duca di Genova. Ai prim i d i maggio difendevano P. 8 cp. di confinari, un pi. di usseri, 70 cannonieri, con 150 bocche da fuoco; complessivamente 1870 u., agli ordini d el vecchio maresc. Ratl1. Il parco d "assedio dell 'esercito sardo non giunse a Cavalcascllc che il r3 <li maggio; era costituito da 45 bocche da fuoco. Il duca d i Geno~a decise !'attacco p rincipale della piazza da Ronchi e l'apertura della brecci~ da porta Vérona, operando direttamente sul corpo pr incipale dell a fortezza, senz'esserc costretto acl impadronirsi prima d i una delle due opere esterne. La breccia sarebbe stata aperta dopo <li aver costretto al silenzio le batterie della "Mandella » . Per tenere _incerto il nemico, l'attacco sarebbe stato iniziato con un vivace fuoco contro l'opera « Salvi » . Furono complessivamente cost ruite 7 batterie : 4 sulla sr. del Mincio e 3 sulla dr., e il 18 maggio, alle ore 14, s'iniziò il bom bardamento in presenza del re .

Peschiera durante l'assedio del 1848

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comando supremo sardo volle, p rima di passare sulla sr. del Mincio, impadronirsi d i P., il cui possesso avrebbe,,costituito una minaccia per la linea d i ritirata (Val Lagarina) degli Austriaci, ed assic.:urato il fianco sr. e le comun icazioni dei Piemontesi colla Lombardia. Si credeva che la fortezza fosse sprovvista di viveri , debolmente presid iata e con le . opere in cattivo stato, perciò si sperava <li prenderla di viva forza. Si fece dunque un tentativo il r3 ap rile, coi regg . di fanteria 4<> e 14°, la colonna volontari Simonetta, 1 cp. d i bersaglieri, 12 cannoni, 8 obici. li fuoco di questi pezzi non ebbe effetto, e il tentativo falll, dimostrando l'impossibilità del colpo d i m;1110. In attesa di mezzi più potenti, la fortezza rimase semplicemente guardata d alle brigate Piemonte. e Pinerolo, che si alternavano nel serv izio di osservazione . Il 28 aprile la brigata Pinerolo, sostenuta d alla 1" è 4" batteria da battaglia , serrò l'investimen to, d isponendo i l 14° regg. sulla d r. del Mincio ed il 13<> sulla sr. e sulle alture d1 Cavalcaselle, S. Lorenzo e Parad iso. La brigata Piemonte com pletò l'investimento <!alla parte di Pastrengo, dopo il combattimento <lei 30 aprile. La linea <l 'investimenrò, dal! 'Osteria del Papa, sulla strada di Brescia, per monte Baccolo andava sulla sr. del Mincio a M. Paradiso, S. Lorenzo, Cavalcaselle e Pa-

Ma nel ciclo grigio e nebbioso il fumo non si diradava: il terreno fangoso rendeva d ifficile i l servizio dei pezzi, cd il fuoco, sospeso dop",, tre ore , non fu rkominciato che alle 7 del mattino del 21, dopo di aver riattate. le batterie. Il bombardamento continuò nella giornata successiva. l i re, il 26 maggio, fatto cessare il fuoco alle ore 14, allo scopo di evitare . inutili sacrifici, off:rì al presidio l'uscit.a della piazza, con l'onore delle armi cd il rimpatrio per tutti, salvo l'obbligo di non servire per un a nno in I talia . Il comandante chiese cinque giorni d'armistiz io, dopo i quali , non ricevendo soccorsi, si assoggettava ad uscire dalla fortezza con l'onore delle armi. Per rendere facili le t rattative, i l re accordò quattro gio rni d i armistizio, purchè il magg. Ettinghausen, parlamentare austriaco, si costituisse corne ostaggio per l'adem pimento dei patti . T ale clausola non fu accettata cd il bombardamento fu ripreso alle ore 2 2 del 27. Furono costruite altre due batterie •: una all 'Ostcria del Papa e l'altra sull'alrnra del Paradiso. N ella notte sul :29 fu tentata anche l'occupazione d i sorpresa della fortezza dalla '"parte del Mincio, a mezzo d i barche, rna il tentativo fallì. Alle ore 16 del 30 apparve la bandiera bianca sul bastione Conrarini. In quella stessa sera, alle ore 23, una cp. della brigata Pinerolo prendeva possesso dell"opera Man-


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PES

L_duca

della e, nel mattino seguente alle ore 7, di Genova, all a testa delle truppe d'assedio, cmrò""i'l'!!lla fortezza . 11 presidio uscì coll'onore delle· armi. VI. Ripresa di Peschiera (1848). Dopo la battaglia di Custoza, l'esercito sardo, ritirandosi su Milano, ]asciò a P. un p residio agli ordini del gen. Federici , composto di 400 artiglieri (colo1rnello Actis), 2 cp. d i zappatori, e il 40 regg. provvisorio (colonnello Delfino); in tutto 3400 u. ( danni prodotti dal bombardamento italiano erano stati riparati. lnvestita subito da truppe austriache (III corpo) agli ord ini del gcn . Hayoau, la piazz.a fu bombardata intensamente, ma il Federici eseguì due sortite e non cedette fino al 12 aprile, quando ne riccvclle l 'ordine dal Re Carlo Alberto, basato sull'armistizio di Salasco.

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Pesci Enrico. Generale, n. a Velletr i nel 1863. Sottot. d 'art. nel 1887, raggiunse il grado d i colonnello nel r916. Comandò nel la guerra contro ! 'Austr ia i l 26° art. da campagna ed i l 3-0 raggruppamento art. P. C . In P. A . S. 11el 1920, fu promosso genera le di brigata nella riserva nel 1926.

0

Pescia. Co1nune in prov . di Pistoia, allo sbocco d i una angust a valle percorsa dalla P. maggiore. Ant icamente er a mun ito di due castelli, d i cui ora non rimangono che due torrioni massicci ed alcuni ruderi. Nel 1163 si costituì in Comune , poi seguì la sorte di tutti i Comuni d'Italia col sorgere delle fazioni dei Guelfi <: Ghibellini. Dapprima fu guelfa sot to i l protettorato d ella Repubblica d i L ucca, ma dopo la disfatta di re Manfredi a Benevento, ad istigazione di alcune famigl ie ghibelline, abbandonò la parte guelfa e dive nne ghibellina. A llora i Lucchesi assalirono la città e la d iedero alle fiamme nel 1281, rna la riedificarono . Qui r,di P . si maùtennc guelfa sotto il dominio lucchese fino ;l principjo della signoria d i Uguccione della Faggiuola e d a al lora , fino alla morte di Castruccio degli Antelminelli, seguì la parte ghibellina; nel 1329, posrasi sotto la protezione di Firenze, ridivenne guelfa, e per il trattato di pace del 29 dicembre .r338 fra Veneziani, Fiorentjni e Lucchesi, passò d efinitivamente in possesso di quella repubblica. Le continue guerre in cui era impigliata la Repubblica fiorentina recarono gravi danni a l'., sempre esposta alle scorrerie dei nem ici della repubblica. Memorabile la vittoria riportata dai Pesciatini contro i Ghibellini condotti da Francesco Sforza, il quale d ovette ritirarsi dopo tre' inutili assalti (30 luglio 1430). Quasi un secolo dopo, avvicinandosi le truppe d i Carlo V, in aiuto di Alessandro de' Medici, i Pesciatini sborsarono una forte somma perchè non fosse occupata la loro città; ma gli Imperiali, con la solita malafede, inv iarono a l'. con truppe spagnuole il ca labrese Maramaldo, che la saccheggiò. Dopo la battagl ia di Gavinana, P. fu SlJCcessiyamenre, uel 1554, occupara dal Maramaldo, dal marchese d i .Marignano, d a Piero Strozzi e infine dai Medici sotto i quali rimase, seguendo le vicende di Firenze.

VII. Convegno di l!esc!Hera (1917). Appar1icne alla guerra Mond iale . Dopo la r itirata dell'esercito italiano sulla linea del Piave, i rapprese ntanti dei Paesi al leati avevano manifestato, a Rapallo, il d ubbio che 1·esercito italiano fosse ancora capace d i resistere sulla linea del Piave, stabilita e voluta dal Comando italiano, sostenendo che si dovesse abbarrdo nare il Veneto e portare la difesa su linea più arretrata, -dove le loro truppe avrebbero sostenuto il primo urto nemico. Conrro tali affermazion i insorse la volontà del Re Vittorio Emanuele li!, esigendo che venisse indetto un nuovo convegno, al quale imcndeva partecipare personalmente. Questo fu fissato per il giorno 8 novembre in P. Al le ore 10 di deuo giorno il Re, accompagnato dai m inist ri O rlando, Sonnino e Bissolati, giunse nel locale delle scuole, dove lo attendevano j l ministro Painlevé col generale Foch per la Francia, e il ministro Lloyd George con i generali Robertson e W ilson per l'Ioghi lterra . La riunione durò oltre due ore, presieduta çlal Sovrnno, unico rapp res~ntante dell'esercito italiano . Con assolma padronanza dell'argomento, 'Egli espose la situazione della difesa, le con d izioni del nostro esercito, smentì le sinistre e catastrofiche notizie fatte correre sul morale del soldato italia no , affermando che le risol uzioni p rese dal Comando ital iano non si sarebbero in ncs,una maniera mutate, dovendo bastaré i l nostro esercito , senza aiuti, ad assicurare la d ifesa del suolo patrio. La virtù persuasiva delle sue argomentazioni, e più 1'muato di pace di Pescia (agosto 1354). Fu concluso tra di tutto, la sua fiera cd illimitata sic\,rezza delle qualità - Pisani e Fiorcn-tini e mise termine alla guerra che durava guerriere del soldato italiano, valsero a dissipare le errate da otto anni . In virtù di questo trattato, i Fiorent ini riacopinioni degli Alleati ed a convincerli eh.e jl nostro eser/ qu istarono tutte le fcanchìgie che avevano godute 11d tercito non avrebbe indietreggiato d i un passo dal la linea fissata ritorio pisano prima della g ue rra, ed i Pisani si obbljgaper la difesa. Gli Alleati si inchinarono dinanzi alla chiara rono a pagare una indennità d i guerra d i 100 mila fiorini esposizione del Sovrano ed alla fcrmczz.a della sua volontà, <l'oro, ripanìta in 10 annualità . ed al termine del convegno resero, con irresistibile impulso, ~pontanea testimonianza di tutta la loro ammirazione a Pesenti (Emilio Angelo). Generale, n. ad Antegnate nel Vittorio Emanuele lii, Più tardi Lloyd Gcorge disse che 1840, m. nel 1909. VoJontaJ'Ìo nella campagna del 1859, forono in Lui il fervore di Mazzini e la chiarovegge nza divenne sqttot. d i cavallc,·ia nel 1861. Combattendo nel 1866, ,ii Cavour. L'8 novembre. 1932, nella sala dello storico conmeritò la mcd . d'argento a Vi llafrnnca. Co)onnello nel 1893, vegno fu murata una lapide con l'epigrafe : « Con fede incomandò i l regg. Savoia cavalleria e nel 1897 andò in crollabile nella gagliarda virtù dei soldati d 'Italia •P . A. Nel 1904 fu p romosso magg. generale nella rise rva, $, M. il Re Vittorio Emanuele llI - ]'8 novembre 1917 Peseteros. Milizie irregolari spagnuole d urante le guerre - qui - con appassionata e saggia -parola - alimentata civili d el secolo XIX, di parte cristina . Derivarono il loro da inesausto amore per la Patria sostenne fieramente con gli A lleati che l 'Esercito italiano avrebbe sul nome dal fatto che ricevevano la paga in ragione di una Piave d ifeso con le sorti d 'Ital ia - le fortune comuni peseta al giorno, oltre al pane. E rano del tipo dei « gucr8 novembre 1932-XI ». rilleros » , e rappresentavano un corpo ind isciplinato, riottoso, saccheggiatore e crudele. Pesci (Ugo). Scrittore fiorentino (1846-1908). Combattè a Custoza come ufficiale dei granatieri e pa rtecipò alla Pessagno (Emanuele). Ammiraglio del sec. XIV, n. di campagna del l 870 come corrispondente m ilitare. Scrisse: Lavagna. Marinaio e d iplomatico, conoscitore p rofondo del« Come siamo entr ati a Roma »; « l i generale Carlo Me7,l 'arte navale e della cartografia, fu nel 1317 chiamato in zacapo e il suo tempo »; « I Bolognesi nelle guer re nazioPortogallo ed incaricato della d irezione delle costrnzioni nali )) , ecc. marittime e del comando supremo <lcl la flotta col titolo di

J


- 37 ammiraglio. Combanè contro i Cast igliani e devastò Jc loro coste. / lttaccato da una flotta castigl iana superiore al Capo San Vincenzo, si bauè eroicamente, 111a cadde prigioniero insieme con suo figlio.

Pession (Giuseppe). Ammiraglio, n. a Bologna nel 1881. En trato i n servizio nel 1898, fece la campagna Ita lo-turca del 19J1 -12, le campagne 1915-17, e passò allora alla direzione generale artiglieria e armamenti, dove rimase fino a l 1925, quando fu nominato d irettore gener:ik delle Poste e Teleg rafi . Passato i11 P. A ., vi <li venne contrammi r. Armi Navali nella R . N. nel 1931. Pessione (Giovanm). Generale, n. a Settimo, m . a Tlorgofrànco (1843-19 15). Sottot. del genio nel 1863, partecipò alla campagna del 1866 ed a Borgoforte meritò la ,uenzionc onorevole. Colonnello nel 1896, comandò il 2° regg. ge nio e dal 1897 fu diret tore del genio a Bologna. Nel 1900 passò nel la r iserva e ·nel 1908 fu promosso magg. generale .

Pur

occupò P. nel 273 e ne fece una propria colonia . Nel 210 i suoi abitanti concorsero con navi alla fonnaz.ione della squadra destinata a operare contro Taranto. Verso la fine del X secolo venne occupata dai Saraceni e devastata; da allora decadde fino a scom parire, e solo nel XIX secolo le sue impooenti rovine d iverrnero oggetto d i ammiraziooe e di studio.

Peta. V ill aggio della Grecia, nell 'Epiro, presso Arta. Nel g iugno 1822, durante la guerra <l 'Indipendenza della Grecia, fu occupato da un rep.1no delle truppe d i Mau·rocordato, cui si aggiunsero bande al comando di un capo chiamato Gogo. All'avvicinarsi d i un corpo turco d i circa 9000 u . , i Greci presero posiz ione, in numero d i circa 2000, oltre alla banda d i Gogo , con la dr . e la sr. co.,t ituite d i truppe regolari, e il centro form ato d all a legione fi. lellcnica, comandata <lai colonnello Dania ; in essa erano parecchi Italiani. Dietro il villaggio , che era occupato dalla banda d i Gogo, fu posta una riserva.. D ue canno111 costi-

Le mura e una porta. dell'antica cìttà di Pesto

Peste. lrl a ntico si- Java q uesto nome a turte le grandi epidemie: poi rimase solo a significare la « I'. bubbonica », endemica in varie zone dell"Oriente. All"epoca d i Roma cinque grandi epidemie, nel I e 11 secolo dcll'tra volgare, furono portate .in Ital ia d ai soldati reduci dall'Asia Minore, e ancora nei secoli seguent i più volte : ad es. cinque volte nel XII e· sci volte nel ·Xlii (in Europa) come conseguenza delle Crociatè. Nei tempi nostri, le navi da guerra sono eccezionalmente visitate dalla P. con qualche caso isolato, giammai con espansione epidemica. La immunità dipende <!alla scarsezza dCL veicoli . ciel morbo (ratti e pulci) che non trovano favorevoli condizio ni di vita per la g rande pulizia dei local i e delle persone.

Pesto (ant. l'o,idoni11 , poi Pllcsttlm). Frazione <lei comune di Capaccio, i n prov. di Salerno. Fu cinta di robuste ,.1nura nclJ 'antichità, forn1anti un pentagono irregolare dello s-viluppo d i 1500 m . Erano alte circa 15 m ., con 8 torri e 4 porte. F u colonia greca , nel Vl secolo a . C ., a breve distanza (500 m .) dal mare . Ven ne p resa dai Lucani verso il 400 a. C . ; nel 331 vi si combattè una battaglia 11clla quale Alessandro, re dell' Ep iro, chiamato <lai Tarantini, debellò i loro nemici Sanniti e Lucani. Roma

tuivano tutta l 'artiglieria greca. 11 16 luglio i Turchi, comandati dai pascià Rusci<l e lsmail, andarono all'assalto delle colline occupate dai Greci. Dopo q uattro ore d i lotta, Gogo con la sua banda si d iede alla fuga ; le milizie regolari greche delle ali batterono in ri tirata. La legione filel lenica rimase circo ndata, e r iuscl ad aprirsi il p asso a costo di g ravi perdite, raggiungendo il corpo principale , di Maurocordato . I feriti e i prigion ieri fatti <lai Turchi furono mas;acrati. Le perdite dei Greci e dei T urchi si pareggiarono : circa 900 u , per parte. La legione filcllenica, composta di u n centinaio d i uomini , ne perdette 75, di cui JI italia ni.

Petacchio (o Peta,·cio) . Nave piccola e veloce, a vele q uadre, con d ue alberi, cli circa r50 tonn., ado perata nei secoli XV-XVII come « avviso » nelle flotte mi litari . Era armata con piccoli ca1rnoni, in numero variabile da 6 a 20. Pétain (Enrico Filippo) . Maresciallo di Francia, n. nel 1856. Sotto!. di fanteria nel 1878, fece la scuola di g uerra e fu poi istruttore all a scuola cli tiro di Chalòns, · e i nseg nante alla scuola di guerra . D ivenne colonnello nel 1912 e tale era allo .scopp io della guerra Mond iale: venne subito promosso generale di briga ta, poi d i divisione, e ncll 'ot •


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Generalmente il P. è fortemente trattenuto da un tavolone tobre 1914 posto ali~ testa del XXXIll C. d'A. , fino al maggio 1915; il mese successivo comandava la 2 a armata . che, colla sua resistenza, unitamente a p untel li, lo costringe, nello scoppio, ad agire più efficacemente contro la Come tale, il suo nome è legato alla difesa di Verdun. [>arete alla quale è infisso. Il 1° ·maggio 1916 assumeva j } comando del gruppo d i armate del centro. Dopo la disgraziata offensiva del Nivdle, nella primavera del 1917, alla quale invano si era· pronunciato contrario, fu designato, il 15 maggio 1917, al comando delle armate francesi, e si rivelò abilissimo organizzatore ed ottimo comandante, riuscendo a riportare nel! 'esercito francese !'.ordine e la · d isciplina . Nel 1918 il Foch, da dipendente di P. nominato comandante supremo, trovò nel suo antjco superiore il migliore ed il più atPètain Enrico F ilippo tivo dei collaboratori. Nominato maresc. di Francia nel novem bre 1918, i l P. continuò a svolgere opera attivissima, nel Petardo dei minatori sardi Petardo applicato a una porta Consiglio superiore di guerra, e fu specialmente incaricato (sec. X IX) della riorganizzazione della aeronautica mii. Yenepdo _nel 1931 nominato ispettore generale della' difesa aerea del ' tér- · - Il Gugliclmotti così n.c parla: " Era una specie di mina ritorio francese . Ha scritto: 1,- La battaglia di Verdun » . portaùle. e manesca, che si applicava alle porte per apri,Ic e abbatterle vjo!cntemcnte. Aveva figura di un grande .cap~etardo. Ordcgno concavo di metallo (a.n ticamente, ma pellaccio a larghe tese di ferro battuto; nel fondo ddla rar~;ncntc, anche d i legno) qùasi come un-· n_1ortaio, carico cupola si metteva la poI vere da bombarda, a lia fibbia d·_e I di esplos.ivo, che si attac~a _colla bocca àvolta ad_un muro cinturino i l m iccia, alle ali quattro t rivelle. Applicato questo o ad una porta che si vòglia atterrare. Talvolta ebbe la arnese al\a porta, proprio dove si spiccano i battenti e d· - L· forma d i una campana o d i un c'appello a larga falda, e questa serviva per inéhio.darlo all'oggetto da rovesciare.

serrami; spianato con un tavolone di traverso, detto il madrillo; stretto a due mani colle •trivelle; sostenuto da una stanga appu ntata sul terreno; e finalmente alluma~o, scoppiandt> dava una tale scossa , che niuna porta, quantunque saldissim;i, rifiutava d i aprirsi ». Molti esempi <li applicazione di, P . . nell 'espugnaz ione di, castelli o forti sono narrat i dal Guglielmotti; molti dal Davila. La prima ap-plicazionc felice sarebbe stata fatta da . Enrico _IV nel! 'assedio di_ Cahors (1580): l'inveo7..ione è at!ribuità a un capitano Chanson, del Poitou . . I soldati adde tti a que_st'arma erano chiamat i Petardìeri , Nella prima metà del secolo XIX i minatori sardi avevano un tipo di l'. per sfondare porte, compreso nel loro materiale, con relativa istruzione per il suo uso. Durante la nostra guerra, furono adoperati vari P. , o Bombe (V ,) a mano e da fucile :

e

Petardo a: mano offeusivo P. O. Era una scatola di latta, ci lindrica, di 8 cm. di d iametro, riempita d'esplosivo, per lo più Echo e Siperite. Peso complessivo 400 g r. , di cui 160 di esplosivo. Aveva una spoletta a percussione, all'urto· rii arrivo e un sistema di sicurezza. Raggio d 'à-zione delle schegge., tirca 20 metri .

Peta,-do a mano difen-

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sivo I-'. Jl. Era analog,) al

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una cuffia interna di g hisa a frattura prestabilita , Pesava 600 gr. ed aveva un raggio d'azione circa il doppio del p recedente. I'-'""-

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;uo impiego (secolo XVI)

Petardo offensivo P. O.

l-'c1a,-do a mano 111cendi11rio P. l. Simile a quello offensivo, aveva però una carica interna di fosforo bianco, e pesava: cotnplessivamente 40 0 grammi.


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Uno speciale t ipo d_i P., da servire per segnalazion i di al larme, è costituito da un cartoccio contenente polvere nera, e fatto scoppiare ad una certa altezza mediante apposito niortaio, costituito da u n tubo, non saldalo , di ferro battuto e rinforzato, con un cerchio di ferro nel tratto d i scoppio , lungo circa cm. 30 e chiuso ad una est remità <la un pezzo <li legno duro che funziona :tnchc \la base per tenere il mortaio in posizione verticale.

Petachi (o Peci). Borgo della Jugoslavia, nella Croazia, nel baci no della Glina, con antico castello. Il 6 ottobre 1878 vi avven ne un combattimento che appartiene all a s;>e· dizione austriaca nella Bosnia-Erzegovina. Gli insort i erano schierati a mei.~aluna sopra una serie di alture intorno a P. Cont ro di essi mosse il gen . Reinlaender , il quale di-

vise le sue forze in due colonne: urta a dr. agli ordin i de! col. Buchta (4 bgl: e 1 btr,); una- a sr. r.gli ordini del ten. ccii. Ùst (3 bgl. e I btr.). La prima, a causa del terreno ,,ccidentato, giunta davanti all'ala sr. degli insorti si d iv.ise in tre gruppi <l i un bgl. ciascuno. Gli insorti ne àpprohttarono per attaccarli r ipetutamente, e a sera li costrinsero a battérc in ritirata. La colonna Elst, col comandante delle t ruppe, riusd invece ad impossessarsi delle alture tenute dal centro e dalla d r. nemica ·: l'Elst rimase ucciso nello scontro: La mattina seguente, gli Aust riaci r ipresero l 'attacco con tutte le loro forze, ma gli insorti dopo breve resistenza si sottrassero al combattimento ·disperdendosi per le montagne. Le perdite austriache ammontarono u 53 morti e 205. feriti.

Patella · (G. B.) Generale med ico della R. Marinn , n . a P icdimonre d'Alife nel 1857. Sottot. medico nel 1880, fece la campagna d'Africa del 1887; fu d irettore dell'ospedale <li Portovenere dal 1905 al 1917, direttore dell'ospedale mil. mar. d i Napoli nel 1908, direttore di quello del la Maddalena da l 1908 ·al 1911, e infine (1920-22) capo del l'ispettorato d i Sanità rnil, marittima. Raggiunse il grado d i magg. generale medico nel 1915, e passò in P. A. nel 1922. Fu promosso generale medico capo nella R. N . nel 1923, collocato a riposo nel i 924, e assunse la denomina• z ionc di ten. gener;ilc medico nel 1926.

Pctella G iuseppc

Peterborough Carlo

l'etella Giuseppe. Generale <lei CC. RR., Jl . a Piedimonte d' Alife, m. a Napoli (1861-1931). Sottot. d i fanteria nel 1884, passò nei CC. RR. nel 1889. Nel 1899 mcrilò la med. d'argento nella repressione del brigantaggio nel territorio d i Nuor~ e nel 1906 ebbe la med . di bronzo ,il valor civile in occa,,ione d' una sciagura ediliYia a Napoli. Durante la guerra 1915-19 18 fu coma ndante dei CC. RR. della 3& annata; meritò la promozione a colonnello per ~erito di guerra (1917) e la croce da cav, dcll'O, },j. S.

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Dopo la guerra comandò le legioni di Roma e <li. Napoli . In P. A. nel 1920, fu promosso generale di_ brigar.i nel 1922 e gen . di d ivisione, nella riserva, nel 1928.

Peterborough (Carlo Mordaunt, conte di). Ammir. in glese, 11. nel 1658, m. verso il 1730. Combattè nelle guerre contro l'Olanda; nel 1702 andò come governatore nel la Giamaica; nel 1705 assediò e prese Barcelloni. Fu quindi ambasciatore presso varie potenze, fra le quali Venezia (1712). Term inò la carriera come governatore cl\ Minorca. Petersburg. Città degli Stati Uniti, nella Virginia. 'verso la fine della guerra d i Seccs~.ione, i Confederati 3Vevano costruito nel 1864, a protezione della città di P. ~ Richmond , formidabili e ampie linee trincerate e fort ificate, nelle qual i riparò il gell. Lee con le forze che gli erano rimaste (80 .000 u .) . Esse non e rano tante da poter occupare .rnflicicntementc tutte le ìinee, ma neppure i Federali aYevano grande d isponibilità d i uomini. E inoltre i bosch i, k paludi, il fiume James costituivano di per sè ostacoli non disprezz,abili. Il gen . Grarit, a capo d i 150.000 Federali, passò il fiume ne]_ maggio e investl da est e da sud le lince avversarie, facendole attaccare in più punti. Il Lce dosò opportunamente le forze, contenne e respinse gli attacchi. Impossibilitato a rompere le linee d i viva forza, il Lee si stabilì a cavallo del James, a est delle posiziòni nemiche, e a sua volta scavò linee di trìnccra1ncnli con

ridotte. La guerra si stabiliuò . Il gen . Lee inviò parte delle sue truppe, al comando del gen. Ewell nel Maryland; Grant a sua volta · d istaccò per fa rgli fronte il gen. Sheridan . I due d istaccamenti dopo vari scon tri rientrarono cia~cuno nelle proprie lince. Tutto l'anno e i primi del 1865 p:assorono così, n1a i Conferlerati non éWevano più speranza d i soccorso, mentre ai Federali giungevano sempre truppe fresche. Il 25 marzo Lee tentò d i rompere la l inea nemica a sud-est d i l'. , ma non vi riuscì. Decise allora il Grant d i fin irla, e il 28 rin forzò e prolungò da sud verso est là sua linea, con lruppe al comando d i Sheridan, il qua le eseguì in tre giorni il suo compito vincendo le accanite resistenze nemiche. li 3r la lotta si estese anche al centrn. Il giorno scgucme, 1° aprile, · Sheridan avanzò contro la <lr. dei Confederati, l 'attaccò risolutamente, prese le , ;.. dotte e le trincee alle quali si appoggiava, la ricacciò in disordine. Granr nella notte stessa fece avanzare la sua ala d r., la quale operò con lo .stesso successo - contro le linee che aveva di .f ronte. Ad una ad una le posizioni attaccate rimasero nelle mani dei Federali. Il 2 , il Lee tentò un disperato contrattacco, che fallì completamente : le eruppe del Grant, la stessa sera, ponevano il piede nei sobborghi di P . Nella notte, il Lce sgombrava P. e Richmond, e con gli. avanzi del suo esercito (26.0<10 u . sfiniti, con 156 can noni) batteva in ritirata. La mattina seguen te G rane lanciava tutta la cavalleria a tagliargli la strad a, .e lo inseguiva con le fanterie, raggiungendo.lo il 9 aprile ad Appomatox Courc House, dove lo costri ngeva a capitolare, ponendo così fi ne alla guerra. (V. anche Rid,mond).

Peterswald. Borgo della Boemia, nella regione monta gnosa dell 'Erz-Gcbi rge , sulla strada Dresda-Praga. Durante la campagna napoleonica del 1813 i11 Germania, nelle sue vicinanze. ebbe luogo uno scontro tra i Francesi e gli Alleati. Il principe di Schwartzemberg, com anelante , !elle . forze alleate raccohe nella piana di Tiipl itz , spingeva innanzi ricognizion i offensive per pre parare lo sbocco dalla Boemia in Sassonia, riuscendo a scacciare i Francesi da Nolle1idort (14 settembre.) e indi da çieshiibd _(15· set tembre) ..spingei)-


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dosi oltre . quest' ultima località. Avuta notma di tali avveni,ncnti, Napoleone accorreva da Dresda a sostegno dei suoi con la Guardia _e il X[V corpo, e sloggiava l'avversario da Gieshubel respingendolo verso P. Quivi lo attaccava· il 16 settembre e lo sopraffaceva decisamente, specialmente per opera della cavalleria della Guardia e dei cavalleggeri polacchi, obbligandolo a ritirarsi verso la pianura boema. Tale combattimento rese .i Francesi pad roni delle gole che comand ano gli sbocchi montani, e preluse alla fase d i operazioni chiusa con la grande battaglia di Lipsia.

Peterswaldau. Città della Germania, nella prov. di Breslau. li 6 luglio 1813 vi fu concluso un trattato fra Inghilter ra e Russ ia. L'Inghilterra, avendo destinate quasi tutte le sue iruppe alla difesa della Spagna e <lei Portoga l)o, assua1e le spese necessarie· al mantenimento della leg ione tedesca (èiréa 10.000 u .) che trovasi al servizio di Russia. Petervaradino. Città della Jugoslavia , nella Croazia, sul Danubio. .Era già nota al tempo dei Romani, di cui fu colonia co) nome di Cuseum o di Arnn,ineum. Il nuovo nome le venne dato da Pietro l'Eremita , che vi radunò i Crociati 11cl rn96. Nel secolo ):(Vf venne fortificata dal Caprara, con forti trinceramenti d ifesi da profondi fossi e protetti <la robuste ridotte. Battaglia di Petervaradino (5 agosto 1716). Appartiene al)a guerra fra i Turch i, da una parte, e Venezia e l'Austria dall'altra, ed è una <lcllc più importanti battaglie e delle p iù brillanti vittorie del principe Eugenio d i Savoia. L'armata imperiale si era ri unita presso P ., sulle due sponde del Danubio il 3 agosto; i Turchi, in numero di 120.000, si erano avvicinati, oltre le alture d i Carlowitz, sino a 3 Km . dalle linee d i P. (3 agosto), cd avevano quasi circondato la posizione degl ' lmperiali sul!~ riva d r. Il loro accampamento era a nord-ovest d i Carlowi tz, ed era stato tutto c.intato con una serrag lia d i carri. Il gran visir turco, Alì pascià, d iresse ,-erso j trinceramenti imperiali 30.000 giannizzeri, i quali presero a scavare approcci per avvicinarsi alla linea esterna; il giorno 4 i loro approcci erano già a 100 e persino a 50 passi dalle li nee d i difesa dcgl 'lmperiaÌi, congiunti da pa_rallcle. Il principe Eugenio, cinto a semicerchio e quasi assediato da 150.000 Turchi, si sentiva forte abbastanza coi suoi 60-70. 000 combattenti freschi e anelanti alla pugna, per non dovere schivare la prova delle armi; tanto pi,, che, nella peggiore delle ipotesi, non gli sarebbe mancata la possibilità di ricondurre l'esercito di là dal Danubio, protetto d alla fortezza di P. Fidando d un.que in sè e nelle truppe, il principe risolse d i usci re all 'aperto e di assalire i Turchi nei loro approcci e<l accampamenti. · La sera del 4 la cavalleria tutta e la fanteria del principe d i Wiirtemberg erano ancora sulla sr. del Danubio; per nou .tradire il suo d isegno, Eugenio vi trattenne là cavalleria, che <lei resto non avrebbe trovato spazio sufficiente e sicu ro per formarsi tra la fortezza e i trinceramenti. Ola·e il vantaggio della superiorità numer ica, i Turchi avenno quello d i una maggiore estensione fromale; l' armata imperi ale dovette pertanto procedere in ordine molto ristretto, mirando ad urtare a massa e sfondare anzichè avvolgere, e muovendo dal basso contro le alture sature <li nemici. L 'armata imperiale contava 64 bgl. d i fanteria, 187 sqd r. di cavalleria e 80 cannoni; circa 51.000 fanti e 27.000 cavalieri. La fanteria nei friilC.eramenti formava il centro; la cavalleria doveva formare le due ali: cioè la sr. con 21

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regg., la dr. con quattro. Un grupj>0 a parte, pel collegamento tra il centro e la cavalleria dell'ala sr., composto d i 6 bgl. e comandato dal principe del Wiirtemberg, doveva procedere fuori dei trinceramenti, · lungo il margine delle alture. Dei 58 bgl. del centro, 17 stavano in prima schiera, r4 in seconda, 11 erano destinati a pronto sostegno e gli a ltri 16, compreso i l presid io d i P., rimanevano nei trinceramen ti e nelle opere esterne, come riserva generale. I bgl. del principe di Wiirtemberg erano giunti nella notte dal 4 al 5 agosto al ponte di sr. sul Danubio e stavano per passare all'altra sponda, quando accadde un grave incidente che avrebbe potuto mettere in forse le sorti della giornata . e de li 'esercito intero. Alcuni molini galleggianti a monte di P. furooo sciolti dalla corrente (o forse anche dai Turch i) e vennero a cozzare nei ponti, prima che alle poche barche i mperiali fosse possibile di aggrapparli. All'urto 5 barche del primo ponte e poi 18 d el secondo furono strappai~ dalle loro ancore e trascinate in giù. La notte scura e burrascosa impediva il riattamento. Così il passaggio rimase interrotto e quasi tutta la cavalleria restò separata da lla fanteria . É già in quella· sera navi turche si erano avvicinate all'isola del Danubio per tentaré una sorpresa e, probabilmente, anche da quella parte la distruzione dei ponti. Con i maggiori sforzi, e per merito soprattutto del ma.rese. Loffelholz, i ponti furono riattati alla meglio, e prima dell 'alba il passaggio fu ripreso : la cavalleria poteva sboccare su lla riva dr. L'attacco del Wurtembcrg, che doveva cominciare alle 4 fu però protratto sino alle 7, alla quale ora la cavalleria usciva dalla città bassa . La mattina del 5 agosto l'armata turca, alla q uale non erano sfuggiti i preparativi del Principe, stava in assetto d i con1batt.imcnto: l'artiglieria in posizione rimpetto ai trinceramemi imperiali in tre grandi batterie; gli approcci saturati di giannizzeri; dal campo principale venivano truppe di rincalzo; la cavalleria si radunava e avanzava. Il principe del Wurtemberg, cui spettava l'onore d'iniziare la battaglia, avanzò arditamente con 6 bgl. e comparve d i sorpresa dinanzi all'ala d r. dei giannizzeri: una parte di essi fuggì, gli altri o cercarono schermo negli approcci, o si ritrassero a sr. Il principe si volse allora contro una batteria <li 10 pezzi distante poche centinaia di passi e la prese d 'assalto. Subito dopo, la fanteria d ella prima schiera del corpo di battaglia scattò dal trinceramento esterno, nel quale erano stati fatti otto varchi. La' , prima schiera dell'ala sr. (maresc. con te Regal) si formò e marciò avanti, giu ngendo agli approcci; anche qui con effetto di sorpresa; pa recchi giannizzeri furono uccisi, parecchi fuggirono . Ma quell'intoppo ritardò l'avanzata; iu quel labirinto d i fossi l'ordine stretto dei bgl. si ruppe, e stor mi d i giannizzeri, combattendo disperatamente, tentarono ripetutamente di cacc iarsi nei vuoti che ne risu ltarono. F u una lotta feroce contro gente che non temeva la morte e si aggrappava a quei ripari e non voleva abbandonarli; ma gl 'Imperiali la vinsero. Intnnto anche il maresc. Stahremberg era uscito colla prima sch iera dell 'ala dr. <lal trinceramento. Da quella parte gli approcci erano pii, vicini e più guerniti; e quindi la fanteria imperiale si trovò impegnata nel combattimemo prima ehe fosse tutta sboccata e schierata. Ivi i giannizzeri, erano sull'avviso nelle- loro trincee, in buon ordine e preparati a resistere. I bgl. ·i mperiali della seconda schiera, ritardati dal passaggio atraverso al trinceramento, non poterono accorrere abbastanza presto a sostegno; la fronte si pcl doppio effetto del fuoco dei difensori e dell 'intoppo delle trincee di approccio. I giannizzeri si cacciarono tra le file degli assalitori , i quali volsero le spalle travol-

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gendo anche alcuni bgl. <lclla seconda schiera. In quel lo scompiglio i giannizzeri superarono d i slancio il trinceramento esterno, e a torme fitte inca lzarono i fuggenti sino all 'altro trinceramento. Questo po.dcroso comrattacco veniva diretto colltro il saliente d r. del t rinceramen to interno, là dove questo p iegava indietro verso il Danubio. La fanteria del Regal , vedendo così scoperto il suo fianco dr., investita già da c1uella parte dal crescere ed estendersi ùd l 'impetuoso attacco turco, cedette parimenti. Il cent ro fu rotto; soltanto il principe del Wi.irtemberg s1 sosteneva

41. fu posta in fuga : la cavalleria imperiale finl per g uadagnare terreno e salire sul le altu re dove potè finalrnente schierarsi e procedere con larga fronte. Tranquillo per l'ala sr., il principe E ugenio accorse allora ai trinceramenti m inacciati, e con fulminea decisione ordinò che tutri gli sqdr. d isponibil i si lanciassero contro il fianco sr. del nemico. Questo altacco arrestò i gianaizzeri e it mise in iscompiglio: la fanteria imperiale, non p iù premuta si calmò e si r iordi n~, mentre entrava in a.iionc la riserva, al comando del maresc. Loffdholz . I vuoti scomparvero,

Battaglia di P etervaradino (5 agosto ,716) A , B. trinceramenti imperiali; C, attacco turco con parallele e trincee; D, forni di mattoni; F 1 ala sr. dei Gianniz-zeri appoggjatil al fiume; G, cava1lerfa imperiale dell'ala dr. nella trincea e successivamente verso il campo turco; fl, cavalleria del1 1 ala sr. imperiale e· successive posizioni verso il campo turco; K , campo turco; L, fuga dei Turchi vcrSo il loro campo; M , attacco imperiale al campo nemico; a a, prima posizione e b b, seconda posizione delle schiere turche ~

anco ra sul! 'altura conquistata, costretto a sospendere I<> sua mossa offensiva. Ma fu una vampata momentanea d ella vecchia br;ivura turca : l 'audacissimo contrattacco non ebbe sostegno. Già i ·giannizzeri erano penetrati nel salìente dr. del secondo trinceramento; ma i battaglioni della riserva quivi collocati 001_1 cedettero, anzi resisterono valorosamente. Appariva ora sui due fianchi dei · Turchi la cavalleria im periale; all'a la sr, il maresc. Palffy, che si era mosso con 21 rcgg., contemporaneamente alla fanteria ciel principe <lei Wu rtembcrg era capitato sotto i tiri d i una btr. turca che g li avt-va cagionato forti perd ile. La numerosa cavalleria turca, in densi stuoli, si lanciò sugli Imperiali. Questi sostennero bravamente la carica; la valanga degli assal itori si fransc contro quegli squadroni di ferro e ·

e a mezzogiorno la vittoria si profilò su tutta la linea. L'artiglieria imperiale dalle sue posizioni presso i trinceramenti fece un vivo ed efficacissimo fuoco di g ranate a m itraglia : con crescente energia fu r ipresa la lotta dalle truppe de l centro. Combattevano con disperato coraggio i g iannjzzeri, ma, scossi dalle perdite, jncapaci di riordinarsi; non soccorsi d alla loro cavalleria, la quale era stata cacciata via dal Palffy, vacillarono, arretrarono prima lentamente e poi con fuga precipitosa, nel massimo d isord ine, fino alle loro t rincee ove fu compiuta la d isfatta. Molti vi trovarono la m orte o pe] fuoco e per le baionette della fanteria iX.pcriale. N u ll a più poteva arrestare i vincitori. I T urchi abbandonarono precipitosamente la serraglia di carri sui pendii del m onte, po i il Quartier Generale sul


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dorso, e fi nalmente l' intero campo con tutta l'artiglieria, le n'luoizioni , i train i, ecc. Tutto l'esercito turco fu sba ragliato; il pascià Mehemed, l'agà dei giannizzeri e molti altri dei p iù cospicui llfficiali erano tra i caduti. Il gran visir Alì pascià, cbe era rimasto d uran te tutta la giornata presso la bandiera del profeta , allorchè vide ogni sua fa. t ica inutile per frenare i fuggiascb i, sfidando la morte, si lanciò cogli ultimi suoi fidi contJO gl' lmpcriali : una pal la lo colpì alla testa; a stento alcuni che lo accompagnavano poterono toglierlo dalla m ischia: sulla via di Belgrado, a Carlowitz, spi rò. Restarono sul campo '49 cannoni, 3 obici , 23 mortai e 156 bandiere, oltre a tutti i bagagli . Le perdite degli Imperiali furono in tutto di 2122 morti e feriti, tra cui 1 0 6 ufficiali. Le perd ite dei Turchi dovettero essere molto maggiori d i quelle <legli Imperiali, ma non sono precisate. Le conseguenze della battaglia furono d i grande cfkt\O politico e milita re : l'esercito turco distrutto, morti i suoi capi, svaniti i superbi disegni offensivi sull 'Italia.

Petilli (Giuseppe Maria). Generale, n. ad Avell ino, m. a Messina (1862- 1928). Soùot. d i fanteria nel 1882, fre, quentò la scuola d i guerra e passò nél corpo d i S. M. Pa'necipò alla campag na d i Libia; colon nello nel 1912, fu cajJo ufficio · al e.ornando del corpo di S. M. e nel 19r4 assunse il comando del 41° fanteria . Magg. generale nel 19} 5 comandò la brigata Pisa e nel lo stesso anno fu intenden te della 4• arn1ata. Ten. gC11erale nel 19,6, comandò successivamente la 54•, l;,. 28a ~ la 25• di vis.; fu ispettore generale ( 1918) . dell 'aeronautica, e nella fase finale della guerra comandò la. 15" di vis.. Meritò nella guerra la mcd. d'argento e la croce d a cav . e da uff. de ll' O . M . S. Dopo la · guerra comandò la div is. d i Piacenza e nel 1920 passò in P. A. S. Nel 1923 assunse il grado d i generale di divisiooe. Ha pubblicato un volumetto , « R·icordi d i guerra », , oltre a un romanzò e ad alcuni drammi.

Petilli Giuseppe Maria

Petitti Agostino

Petit (Gian Luigi). Chir u1go militare francese ( 16541750). A 18 anni, mu11ilo di brevetto di chirurgo, partecipò all'assedio di Namur, al seguito delle truppe del maresc. <ii Lussemburgo. Fu uno dei prim i ad introdurre la barella come m ezzo d i trasporto dei feriti, ed ideò un apparecchio di contenzione per fratture degli arti infer ior i e soprattutto il cc tourniq uet •>, che da lui prese nome, per 1'emostasi preventiva nelle amputazioni e nelle lesioni dei grossi \ronchi arteriosi. Dopo la pace del 1697, fu nominato chirurgo aiutante maggiore dell'ospedale d i Tournai . Prese pa rre a numerose guerre sotto Luigi X IV e Luigi XV e poi si ri_tirò a Parigi, dopo aver percorso rapi damen te u1fa bri ll ante carriera. La sua fama aveva varcato anche i confini della Francia, e nel 1744 Federico dì Prussia lo incaricò della scelta d i un buon numero di chi -

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rurghi francesi per colmare i q uadri d ell'escrèito, tantò nelle unità combattenti che negli ospedali.

Petit Giovanni Martin.o. Generale francese ( 1772-1856). Partecipò a tutte le campagne della rivolu zione e dcll'jmpcro e d ivenne genera le di brigata nel 1813, d i divis. nel 1831 , pari di Francia nel 1838, comandante in 2• degli Invalidi nel 1840, e senatore nel 1852. Petitti (Baglian.i, di Roreto, conte Agostino). Genera le e m inist.ro della guerra, n . a Torino, m. a Roma {18141890). Tenente d 'art. nel 1833, combattè nel 1848 meri tando la menzione onorevole a Sommacampagna, e nel 1849 ottenne a Genova una seconda 1nenzione onorevole. Passato nel corpo di S. M., partecipò alla guerra di Crimea quale capo d i S. M. del corpo d i spedizione e vi guadagnò !a croce d'uff. dell'-0. M. S. Nel 1856 fu promosso colonnello e nel 1858 ebbe il comando del regg. artiglieria da campagna. E ntrato i n guerra contro l'Austria nel 1859, fu promosso magg. generale dopo Magenta. Nella campagna delle Marche ed Umbr ia fu capo di S. M. dell'esercito mobilizzato, e dopo ebbe var i im portanti e delicati incarich i. ·ren. generale verso la fine del 1860, comandò la d ivisione m ii. d i Milano. Fu ministro della guerra nel 1862 e nel 1864-65. Aiutante generale dell 'esercito della campagna <ld 1866, comandò poco dopo la d ivis. d 'Alessandria e poi il C. d'A. di Milano e nel 1877 fu collocato a r iposo. Deputato di Cherasco per varie legislatur e, fu nominato sc11atore d el regno nel 1870. Fra altro pubblicò: « Madonna della Scoperta , 1859 »; « L'ord inamento dell'esercito it"liano esposto col bilanciu, 1861 »; « Del\ 'amministrazione della giustizia penale m ilitare ».

Petit~i di Roreto come Alfonso. Generale, n. a Torino, m . a Chcrasco (1856-1928). S9ttot. d 'art. nel 1874, frequentò _la scuola , di guerra ,:' passò nel corpo d i S. M . Colonnello nel 1899, comandò il 2 1° fanteria e poi fu addetto al com ando corpo d i S. M. Magg. generale comandante la brigata· Toscana nel 1905, fu promosso ten. generale nel 1911. Comandò successivamen te le d ivis. di Perugia, Verona e Tori no. E ntrato in guerra contro l' Austria al comand0 della 1• divis . andò in P. A. nel 1915 . Nel r 923 assuns6 i l grado cli generale di divis. ~ella r iserva e nel 1924 fu p romosso ge nerale di C. d ' A . Pubblicò vari studi e monografie, fra cui : « Relazione storica cri\Ìca sulla rivoluzione del 1821 »; « In Roreto robur " ; « Sulle origini di Cherasco nuova e sui castelli che contribuirono ad edilicarla ,, .

Petitti di Roreto conte Carlo. Generale, fratello del precedcnt,e , n. e m . a T orino (1862-1933). Sottot. dei granat ieri nel 18$2, frequentò la scuola d i guerra e passò nello S. M. F u in Libia nel 1911, addetto all'ufficio inten<lenza del Corpo d i spedizione ; nel , 912, colla promozione a ~olonnello, comandò in colonia i l 6° e poi il 50° fanteria e per il combattimento di Misurata ebbe la croce da cav. dell' O. M. S._R ientrato in Italia, ebbe nel 1913 il comando in 2• della scuola di guerra. Magg . genera le nel 1915, ebbe il comando della brigata- Parma. Entrato in guerra nel 1915 come intendente della 2 a armata, per l'opera prestar.a -dura nte l 'epidemia colerica meritò la med . d i bron:w dei benemeriti l:lella salute pubblica. N el r916 ebbe il comando della 35• divis . con la quale combatt~ nel Trentino e fu decorato della commenda dell 'O. M . S. Partito colla sua di vis . per la Macedonia, meritò (djcernbrc 1916) la mcd . d"argcnto a Monastir., dovl rimase ferito . Tornato Hl fronte italiano, cornandò .,(1917) l 'Xl e poi il XX III C . d 'A. Durante il , ip iegamento a.I Piave meritò una seconda med.

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d'a rgento, e 11cl giugno 1918 la croce d i gr. uff. dell'O . M. S. Fu p rimo governatore di Trieste. Nominato nel 1919 comandame gen . del l' arma dei CC. RR . e scuatore del Regno, pas;ò nel 192r a comandare il C. <l'A. di Firenze e nel 1922 quello di Torino . Nel 1925 fu promosso generale d 'armata èomandantc del con,ando designato d'armata di Torino e nel 1930 andò in posizione ausiliaria.

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Ordi11amcnto Petitti. Sotto i l ministero d el gen. Agost ino Petitti , vennero apportate modificazio ni all'esercito. Furono riportati da 3 a 4 bgl. i regg . di fanter ia, e di quest' arm a Ycnncro creati 12 nuovi regg., ossia le brjgate Granatieri di Toscana (poi T oscana), Caglia ri, Valtel lina, Palermo, Ancona, Pug lie. , Furono a nche creati 4 nuovi bgl. bersaglieri (d al XXXV II al XL) e i due regg. di cavalleria Foggia e Caserta, e l ';irriglieria venne riordi nata in 9 regg imenti (1862).

Petitti Carlo

Petliura Giorgio

Petliura (Giorgio). Uomo di Stato e generale ucraino ( 1879-1926). Partecipò da giovane al movimento intellet tuale per l' in<lipendcnza de li 'Ucraina e dovette emigrare. Durante la guerra Mon{lia lc , rientraro in parda, tentò invano d i ottenere dallo czar la costituzione di un 'armata ucraina. Con· le truppe del suo paese organizzò una leg ione appena caduto lo czar, e il 21 novembre r9 17 fece p roclamare l ' indipende nza dell 'Ucraina, d ivenendo ministro della guerra e generale in capo. La paco di Brcst-Litowsk portò i Tedeschi ne ll 'Ucraina cd egli venne incarcerato. Liberato alla loro partc11za (novembre 1918) fu d i nuovo a capo dello Stato, ma nel 1919 ebbe a lottare ·tanto contro i bol scevichi, a no rd, quanto con tro le truppe di Dc1iikine a sud . Tentò di salvarsi ap11oggiandosi a lla Polonia nel r92c quando .essa era in guerra contro la Russia, ma nella pace di Riga la Polon ia a bbandonò l'Ucraina aÌla Russia, e P. dovette 'd i nuovo emigrare . Ri tiratos<;' ' • Parigi, vi fu assassinato da un ebreo russo_ "l Peto. Idro,;olante da ricogniào1\è,, i nglese, del la d itta Parnall, con aJ>ertura alare di m . ò,53, e con ali rièiegabil i tino ad essere ridotte a 111. 2,44, in modo da potersi sistemar~ dentro un sottoma rino. Pesa 885 Kg. e può essere lanciato ~on una çatapu lta.

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Pélo . Fam iglia romana, alla quale appartennero Elio, console nel 204 e nel 201 a.. G., m. nel 174; fu anche maestro della cavall~ria e combattè contro i Galli Doi; e Caio Cesem,io, console nel 6r d . C . , comandante in capo in una spedizione contro i Parti e governatore della Sir ia.

Petofi (Alessandr<;;). Poeta ongheres<' (1823-1849). Partecipò attivamente alla rivoluzione del 1?48-49, combattendo come aiutante maggiore del gcn. Bem; si distinse in varie occasmni e trovò ' la morte sul campo d i battaglia, a Segesvar. Petra. Città della Grecia, nella Beozia. Nell'87 a . C. vi fu combattuta una battaglia (detta anche di Tilfa sso), che appartiene alla prima g uerra mitridatica, e fu combattuta e vinta dal proconsole L . Cornelio Silla contro Archelao e Ar.i stione, generali d i Mitridate VI re del Ponto. Ta le vittoria decise i tleoti prima e gl'insorti peloponnesiaci dopo, a conchiudcre la pace col generale romano e a renderselo p ropizio con offerte d i denaro e provvigioni. 11 22 settembre 1829 i Greci, condotti da Demetrio Ipsilanti, vi batterono i Turchi. Petracch i (Aurelio). Genera le, n. nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1883, partecipò alle campagne d 'Eritrea del 1895-96-97, meritando la med . di bron.<o a JJebra Ailà e queìla d'argento a M. Mocram e Tucruf . Colonnello nd 19r5, comandò il 59° fanteria e con esso entrò in g uerra contro l'Austr ia, d istinguendosi sul Col d i Lana e guadag nandovi. la croce di cav. dell 'O . M. S . Colonnello brigadiere nel 1917, tenne il co mando delle brigate Pistoia e Parma; durante il ripiegamento si segnalò a c;lauzetto dove rimase prigioniero, n1eritando

1a croce da uff. dell 'O. M. S. Magg. genera le nel 1919 Pctracchi Aurelio e generale d i d ivis. nel 1923, dopo la guerra comandò la divis. di Perugia e dal 1924 la scuola <l'applicazio ne di fanter ia. Andato in A . R. Q. 11cl 1926, passò nell a riserva nel 1929 col g rado di generale di corpo d 'armata.

Petrali (Ettore). Generale, n. a Bergmno nel 1875. Sottot. \li fanteria nel 1895, partecipò alla guerra contro l ' Austria ( 1915-1918). Combattendo a Cast agnev izza meritò tre me<l . d'argento e una di bronzo, rimanendo ferito. Colonnello nel 1918, comandò il 2go fanteria e si distinse a P ieve di Soligo. In P . A. S. poco dopo la guerra, venne promosso generale d i brigat a in A . R . Q. nel 1933. Petrarca, 96• legione della M. V. S . N. , costituita ad Arezzo nel 1923. È su quattro coorti (Arezzo, Cortona, Bibbiena, Mo ntevarchi) e dispone di un manipolo ciclisti e di una squadra di pronto soccorso. J).ipende dal XIX gruppo legio~i (Firenze), 3° raggruppamento (Roma) .

Idrovolante inglese o Peto o

Petreio (Marco). Generale romano del I secolo a. C . Fu seguace di Antonio e nel 63 battè Catilina presso Pisto ia. Parteggiò quindi per Pompeo e fu da Cesate scon fitto nella Spagna. Dopo la sconfitta d i Tapso si uccise per no n cadere nelle mani di Ccsa(c.


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PET

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Per

cestini di ,assi (/a111crnc) poi con granate cariche e scaglie di pietra; cd infi11e, nel XVI secolo, con una palla· <li pietra. La camera per la carica era a tronco di cono. Negli ultimi tempi rassomigliava nelle due dimensioni .id un obice, ma lancia,•a sempre una palla di pietra , da 20 a 250 libbre. Durò fino a tullo il secolo XVJII. Nella marina pontificia fu anche chiamato « Mortaietto " · In altre marine ,•eliche, es. sulla napoletana, (u detto /'. un piccolo pezzo d'art . con palla di una libbra. Si stabiliva ,oprn un candeliere, o sopra una forca mobile p1 csso l,1 murata . Veniva adoperato iJ1olrre per armare scialuppe. Benedizione del labaro della legione •Petrarca•

Petrelli (Fra,w:sco). Medaglia d'oro, n. a Gallipoli, caduto sul Carso (1891-1915). Ufficiale in servizio attiv<•, qual<: souot. del 15• regg. fanteria condusse più volte vittoriosamente ali 'assalto il suo plotone, finchè, durante !a terza battaglia dell'.lsonzo, a,,endo preso il posto del suo capitano ferito, cadde eroicamente. La memoria del prode ufficiale fu onorata della conccs:ionc tiella me<l . d 'oro con la seguente motivazione : « Caduto il capitano, pri;na ancora che la compagnia ini ziasse l'assalto della trincea av,•crsaria, assl!nsc il comando del reparto, riauimandolo con la sua calma energia. Ferito non lievemente una prima· volta, aJl"inizio dell"assalto, d isdegnò di recarsi :ti posto di medicazione; ferito una seconda vo_lrn, volle arrivare ~<l ogni costo sulla trincea avversaria, che occupò e fece rnfTorzarc, finchè una granat;l lo colpì in pieno, uccidendolo. Lt sue ultime parole fo. rono : Viva il Re! " (Monte Sei Busi, 21 ottobre 1915). Petri. V. Pernice.

Pctrierc dell'esercito piemontese (sec. XVlll)

Un tipo specia_lc di P. del secolo XIV fu detto Vuglerio. (V .) . Le « bombardellc da nave » (V .) furono chiamate nel secolo XVI '·~ ·pètr.ierc a braga » , a motivò della staffa che conteneva il mascolo o cannone.

Petrinale (o Pedri11ale). Così era chiam:tto un archibuso, o schioppetto a ruota , più lungo nella pistola usuale

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Peti-jere (o f'etriero). Così fu chiamato nel passato un m_onaio atto a lanciare pietre. Prima lo si caricava con

e pilÌ corto dcll'archibuso; aveva però uguale forma di questo ed usav.isi da quasi tutta la cavalleria sul termine del XVI secolo e per tutto il XVl!, come oggi essa ma il moschetto.

Petrelli Francesco

L!

Petricrc a retrocarica (scc. X VI-XVII)

Pcrrini Bartolomeo

Petrini• (Bartolomeo) . Generale, 11 . a Bubbio nel 1876. Sottot. di fanteria nel r898, prestò ser>'izio ali 'lstituto Ceogr:16co mii. Nel r902 andò in Somalia e vi rimase sino al 1905. Partecipò alla guerra contro l'Austria, nella quale meri tò due mcd. d ' argento, una ,ul M. Sei Il1,1si e l'altra in Macedonia, cd ebbe la promozione a tcn. colonnello per merito di guerra. Colonnello nel 1917, comandò il 50° fanteria che guidò nella r itirata dal Tagliamento al Piave,


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PET

ottenendo la croce da cav. dell 'O . M . S. Nel 1924 passò a comandare il 22° fanteria e nel 1926 il distretto mii. di Pisa. Nel 1928, generale di brigata, assunse il comando della 23" brigata di fanteria; nello stesso anno passò alla div'is. mi i. d i Salerno come ispettore di mobilitazione e nel 1932 passò in aspettativa.

Petrino (Pietro Orest<·). Genera le dei CC. RR ., n. e m. a Torino (1832-1897). Sottot. de; bersaglieri nel 1851, partecipò alla guerra del 1859 e meritò la menzione onorevole a Vinzagl io e la mcd . d'argento a S. Manino, Passato nei CC. RR. nel 1859 stesso, d ivenne colonnello nel 1882, comandò le legioni di Bologna e di Milano, e nel 1891 fu collocato nella riser va col grad<> d i magg. generale.

Petritol i (ant. Castd Rodolfo ). Comu.ne in prov. d i Ascoli Piceno, sulla sr. cielPctrino Pietro i ' Aso . Ebbe nel X secolo un <astcllo, che venne assediato ,nvano ·nel 15t7 dai Fer, mani e ugualmente nel 1527 dai Francesi del Lautrec. Q uind i p•ssò in potere d i Fermo, di cui seguì le sorti.

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Petrocchi (Li,igi). Generale, n. nel 1839, m. a Pistoia nel 1908. Proveniente d all'esercito toscano , passò in quello ital iano col grado d i sottot. di faJJteria. Partecipò alle c.ampagnc dell 'Indipendenza del 1859, 1866 e 1870. Colon nello ud 1889, comandò il d istretto m ii. di Bari e poi quello di F irenze. l n P. A. nd 1897, venne promosso magg. generale nella riserva nel

1 901 .

Petroff (Rttcio) , Generale. bu lgaro, n . nel 1861. Studiò all'accademia mil. di Sofia è poi a quella russa di N icolaiev. Nel 1885 fu nominato capo di Stato Maggiore, e nd la guerra Serbo-bulgara di- quell'anno fu messo felicemente i n azione il suo piano d i operazioni. Dopo la guerra comandò il C . d 'A. formalp provvisoriamente per repr imere la ribellione , inspirata dalla Russia, contro il governo bulgaro . Raggiunse llel 1903 il grado di tcn. generale e fu m inistro della guerra. Durante la guerra Balcanica 19 12-13 coPctroff Racio m andò la 3• annata . Partecipò infine alla guerra Mondiale e termi nata questa si ritir,ì a vita privata .

JS',

Petrolio. Tra i grandi fattori ddla vita economica rlei ropol i: il ferro, i l carbone cd il petrolio, quest ' ultimo ha finito per assumere una posizione predominante, divenendo uno dci fattori virnli nel p rogresso moderno. Tanto ne l!., vita civile, quanto in quella militare il P. ed i suoi der ivati .hanno una 1iarte co;ì preponder2ntc che i: d ifficile immaginare q ue llo che ~ccadrcbbe se per una ragione qualsiasi essi venissero a m ancare; e n ferendoci soltanto ,1ìla vita militare, senza una grande dispo ni bjlità di essi, nè la m obilitazione dell'esercito, n è quel la della m arina potrebl:<:ro avvenire con la voluta rapid ità; ma soprattutto l 'aviazione non potrebbe leva re in volo i suoi apparecchi . L 'importanza del P. è derivata essenzialmente dal fatto che nessun 'altnt rnatcria pr ima può essere trasportata a grandi di-

45 stanze, sia per terra che per n1arc, .così rapidamente e così

a buon mercato, come lo dimostrano le grandi condutture che clal Texas porrnno i l I'. a Nuova York, attraverso g·Ii Stati Unit i, quelle progettate dal Tigri al Med ;terraneo, e t·uso delle grandi navi tisterna d i 1 5.00 0 tonnellate che solcano i mari alla velocità d i r5 m iglia all"ora . Questa facilità d i trasportc, spiega anche la circostanza che' molt i paesi, pur non essendo produttori cli l'. hanno impiantato poderosi stabilimenti di olii m inerali. li fatto poi che il P. può essere

imrnag~zz.inato i n q uanlità

enonni e

senza

lim itazione dì tempo, pur HOn perdendo nulla delle sue qualità sostanziali, di maniera che nella preparazione economica della difesa d i un paese, esso può essere valutato fin dall 'inizio come un !attore sicuro, ne accresce a dismisura il valore nella guerra moderna . Così l 'interesse d imostrato dalla Germania, nell 'anteguerra, al P. fu su scii ato dalla necessità d i non porre la p r,lpria flotta in condizioni di inferiorità rispetto alla marina inglese, nella quale l'ammiraglio Fisher aveva proclamato che l'adozione della nafta, al posto dd carbone, a vrcbbe immediatamente implicato un aument.o del 33 % ncll 'dficicnza bellica per le accresciute velocità e per la contemporanea economia tli personale . Jnfatti l'accordo del •~03 con la Tmchia, relativo alla costruzione della ferrovia d i Ilagdad, conteneva il diritto a scavare poni di P. in una striscia ,lella larghezza d i 20 Km. dalle due pani della ferrovia. Durante la guerra, sotto !"assillo della mancanza d i materie prime, la Germania cercò di produrre il P. artificialm.c ntc, ed in questo campo la chimica tedesca fece notevoli progressi; ma l'alto costo di produzione non rese pratica, pel tempo d i pace , la fabbricazione chim ica del P. Però l'importanza di questi progressi tecnici n ei riguardi della d ifesa nazionale è evidente. La Germania con la distillazione del 2 % della sua annua produzione di carbone, può rendersi com pletamente indipendente dai paesi cli esportazione, essendo in grado <li produrre tutto il l'. e derivati necessari a l paese, qualora complicazioni inrernazionali la isolassero dal mondo esterno. J,1 Francia, come in Italia, paesi ilon produttori, prima della guerra -Mondiale, l 'approvvigionamento del P. per gl i usi del Paese era lasciato a lle cure dell'in dustria privata; ma risllltando questa insufficiente per :i nuovi e pi /, urgenti bisogni sorti con la guerra, subito dopo corninciate le oslili tà, se ne occuparono i Governi> creando u na organizzazione di Stato, allo scopo di avere gra nd i d isponibilità del carburante. S i pote rono cosl trasportare dall'America fino a 8 mil ioni d i tonnellate all'anno per sopperire ai bisogni d egli eserciti, delle marine e dell'aviaz io ne. Conten1poraneamen te furono ema nate disposiz ioni per

i l contingentamento ai privat i, perchè le maggiori d isponibilità rimanessero pe1· i bisogni bellici. Lo sviluppo degli at1ton1ezzi, le

nuove 1nacc hi11e da guerra, i

carri d'as-

salto, i velivol i, i trattori d'artiglieria, .i liquid i infiammabi li per i l anciafiamme, richiedevano continuameme sempre maggiore quantità di P. e carburanti d'ogni specie, e col moltiplicarsi di questi apparecchi se ne molt iplicava d i conseguenza anche la richiesta e il consumo. Uno dei p rincipali elementi del ~uccesso finale da parte degli J\1leati si deve attribui re alle grandi d isponibilità d i l'. di cui godevano, ciò che ·p ermise loro di dare i l. massimo sviluppo alla motorizzazione d ell'esercito. Il largo uso di automezzi, permettendo lo spostamen to rapido d i grandi masse sui punt i più minacciati del fronte, diede modo ai vari comand i d i impiegare tr uppe fresche al momento opportuno - e d i opporre al nemico la necessaria superiorità numerica. Si calcola che l 'ulùmo anno d i guerra fossero in servizio complessivamente, su tutte le fronti, oltre 400.000


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veicoli automobili. D opo la guerra si è inaugurata una nuova politica internazionale del P., con la costituzione di g,-andi Società per lo sfruttamento dei territori petrolifer i. F. una corsa sfrenata ali 'accaparramento cl i questi terreni e vi si impiegano cnpitali enormi. I pr incipali paesi di produzione sono gli Stati Uniti, la Russia, il Messico e la Romania.

PET

pezza, o era d i una sola piastra 1 o di parecchie, o di lamelle riunite con maglie, o<l infine tutta di maglia. Quasi sempre era simile alla foggia del! 'armatura tlel cavaliere. Fu anche chiamata « petto ».

Petropaulovsk, Cittr, <lclla Siberia orienta le russa, nella penisola del Carnciatka, con ottimo cd ampio porto, chimo però dai ghiacci per parecchi mesi <lell'anno. Attacco di l'ctropa11/owsk (1854). Appart iene alla guerra dcua d i Crimea o d 'Oriente. l Russi avevano allo scoppio della guerra, nel 1854, a P. una guarnigione di 8oo u., con una fregata e una con•ctta. li borgo era difeso da tre batterie improvvisate, con 19 cannoni. 11 29 agosto entrò nella baia una piccola flotta anglo-francese, composta di 6 navi , al comando degli am mir . Price, inglese e FebvrierDespoiotes, francese. li 31 agosto queste navi iniziarono un duello d'artiglieria con le batterie e in pochi giorni le ridussero al silenzio. Allora (4 settembre) dopo breve bom-· bard amento che i ncendiò il borgo, gli Alleati operarono uno sbarco con 700 uomini. I Russi si erano ritirati sulle colline circostanti, e gli sbarcati andarono ad 3sialirli. Essi t rovarono cosl viva resistenza, che non solo non riuscirollo a progredire, ma forono ricacc iati alla spiaggia e co~tretti a salvarsi nel le scialuppe tornando a bordo, dopo di avere perduto 102 u. i Francesi e 107 gli Inglesi fra morti ,: fenti. Le perdile russe ammontarono a 115 u. La /lotta alleala, che m ir:wa soprattutto ad impad ronirsi d i r icchi magazzini di pell icce, dopo due giorni di sosta si allontanò. - li 15 maggio 1855, una nuova nona alleala, composta di 9 navi inglesi e 5 francesi, agli ordin i r ispet• tivamentc degli ammir. 13ruce e Fourrichon, tornò a l'. ma lo trovò deserto, e vuoti magazzini, che i Russ i ave, ano trasportato al sicuro.

Petruccell i (Dome11ù·o). Genernlc, n. a Potenza nel 1869. Sottot. d i fanteria nel 1888, partecipò :tlla guerra contro l 'Austria. Kel 1916 combattendo in Valsugana rimase mutilato di guerra e meritò la mcd . d 'argento. Colonnello nel 1917, tu gi udice al t ribunale di guerra della 6• armata e comandò il centro prigionier i di guerra d i Casale Altamura. Dopo la guerra comandò il 920 fanteria e poi il distretto mii. di Torino. Generale di brigata nel 1925, tenne il comando della brigala Roma e poi della 17• brigala d i fanteria; nel 1931 andò in posizione ausiliaria.

Petto

Pcttierc

Pettinati (Luigi). Medaglia d'oro, n. a Ca,·atore (Ales• sandria), caduto sull'Isonzo (1864- 1915). Ufficiale in servizio auivo, aveva prestato servizio da sottot. e tenente in fanteria, passando poi negli alpini . Ten. colonnello nel 1915, panl per la guerra al comando del ba rtaglione Pinerolo. Posto poi al comando del gruppo alpino B, che operava nella zona del Monte Nero-M rzh, lo ec>ndusse virtoriosamcnte nei primi giorni della guerra; ferito gravc ment~ il 9 gi~1g110, moriva poch i g iorni dopo in 11 n Juo~o di cura . Fu confe rita alla sua memoria la suprema d istinzione al val<>re, con questa motivazione:· « Con molta energia, singolare peri7,ia e coraggio mirabile, ;upcrando difficoltà r itenute insormonrnbil i, seppe condurre le forze a lui obbcdi(·nti alla conquista dcll' imFOrtanus,imo, aspro, impervio contrafforte Potoce-Vrata-· Vrsic, rcndenèo così possibile l'ardua succc~siva operazione olla conquista del Monte Nero. Gravemente lcrito eia palla nemica, pochi giorni dopo decedeva (Potoce-Vrnta-Za Krain, 3 r maggio-9 giugno 1915).

Petrucci (Carlo). Ingegnere mii. toscano, del sec. X VI. Lavorò alle fortificazioni di Genova, specialmente nella costruzione della grande ~inta, agli ordini del Maculano. Petrucà E11rico. Genera le , n . a Roma nel 1868. Sottot. del genio nel 1887, raggiunse il grado di colonnello nel 1916; partecipò alla guerra 1915-1918 e poi fu addetto al commissarialo dell ' aeronautica. In P . /\. S. nel 1920, e nel 192~ venne promosso generale d i brigata in /\. R. Q. Nel 1930 fu trasferito nella riserva.

Pettabotta. Così chiamata, anche, l'armatura per difesa d el petto, detta petto cd anche raramente botta; in quest'ult imo caso forse perchè aveva la figura del rettile nominato botta. Ma è più verosimile che il vocabolo volesse significare « petto a botta », ossia a pro~a di colpo cli archibugio e <li pistola. Pettiéra (o Petto). Così chiamata la parte della barda che difendeva il petto del cavallo, fino alla spalla. Questa

Petroccelli Domenico

Pettinati Luigi

Pettinell i (Fi/011w10). Generale medico, n . nel 1864. Sotto:. med ico nel 1889, raggiunse i l grndo di ten. CO· lonnello nel 1916. Partecipò alla guerra 1915-1918, e nel 1920 andò in P. A. S. l'\el 1913 fu promosso colonnello e nel 1926 magg. generale med ico in attesn per riclu?.ione c1ua.dri. Pettinengo, V. De Genova di Peui11e11go. Petto. Cosl era detta la pan e an teriore della corazza che si riuniva alla sch iena per mezzo d i corregge sopra le spalle, e con lamelle di ferro, o con chiodi da voltare, o con ganci sui fianchi.

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Petto a botta. Generalmen te si credeva che le ammaccature che si ,;edo no nelle corazze, fossero state prodotte da co lpi cl 'a rma <la fuoco po rtatile ricevu ti in battagl ia, mentre c iò è rarissi mo. Le corazze, petro e schiena , e tal, volta anche le celate, erano costruite e r imesse all 'acquirente « a prova d i botta », sia di moschc uo od archibuso, sia di p istola, e non venivano accettate se non avevano questo segno d i resistenza ai proiettili delle armi da fuoo,. Quest'uso però esisteva già pr ima del le armi <la fuoco; allora la prova era fatta coi proiettili delle balestre . Di qui la dicitura .

Pettorale. È una doppia striscia d i cuoio che passa davanti al petto del cavallo, e, mentre per il tiro, sostenuta d a cinghie su l dorso d el] 'animale, viene alle estremità a mezzo di fibbion i attaccata ,alle tirelle per il t raino cli veicol i, per il cava llo da sella, affibbiata alle bande del la sella e con una terza cing hia al sottoµancia, impedisce che nelle salite la sella scorra indiet ro verso la groppa . Ant icamente serviva pure da protezione àl petto del caval lo do. sella nei combattimen t i corpo a corpo; e nel medio evo, quando i ca• J>ettornli greci valieri erano coperti di cor azza, uno speciale swd io veniva fatto per l 'a<l;1ttan1cnto di un f'. corazzato al destriero , in modo da no n impedirgli i mov imenti, e nello stesso tempo difenderlo . L'adozione delle a nn i <la fuoco rese prcssochè in utile questo genere di arma d ifensiva , Pettoranello (Colle d,). Depressio ne dell ' Appenn ino Merid ionale fra le valli del Volturno e del Biferno, che mette in comunicazio ne (sernia con Boj:tno. La rotabile si stacca <lall,, strada Sulmona-Capua-Na poli ed Isernia, sale a Pcttorane llo, attraversa il colle a 600 m , e scende a Bojano. Presso Vinchiaturo si trip,irtisce, di rigendo un ramo ali 'altopiano d i· Campobasso, uno al tavoliere delle Puglic (Foggi;,) e uno alla conca d i Benevento, Insieme al col le

d i Vinch iaru ro apre, lungo le alte valli del Biferno e del Tamrnaro, la grande via che, usufruendo del largo corridoio racchiuso fra l'altopiano del Matese e i M onti di f'rosolone e d i Campobasso, consente, nel cuore stesso della 2ona appenninica, tacili spostamenti e molteplici sbocchi siz verso il Tavolie re Campano, sia verso q uello d i Puglia.

Peucker (Edoardo von). Generale prussiano e scrittore militare (1791-1876). Partecipò alla guerra in Russia e si distinse nelle campagne del 1813 e 18r4. Dopo la conclusio ne della pace spiegò fino al 1848 fervida attiv ità per il progresso delle armi da fuoco. Nel m aggio del 1848 fece parte della commissione militare nella riunione della confed erazione· di .F°rancoforte e nel giug no successivo venne nominato ministro d ella guerra. Nel 1849 comandò le truppe destinate alla repressione dei moti nel Baden e nel 1850 fu membro dell a commissione centrale della Confederazione ; nel 1854 fu nominaro ispettore generale della istruzio ne cd educazione m ilitàrc dell'esercito , e nel 1872 andò a riposo. La sua· opera princip ale ,, Il sistema mili tare tedesco nelle sue origini », rimase i ncom piuta . Scrisse anche: « Nonn e sul metodo, sullo sviluppo e la r iparti zjonc dcll istruzionc nelle scuole militari )) . 1

Peuma (oggi Pittma). Frazione cli Goriziil, sulla sponda d r . d ell 'Isorizo, d ominata ad occidente da una ser ie d i piccole alture, potentemente a/forzata dagli Austriaci che delle colline di P. e di Oslavia avevano fatto una specie cli cortina di fe nsiv.i tra il Sabo tino ed il Podgora, a protezio ne del campo trincerato d i Gorizia. Il 6 agosto 1916, in iziandosi la battaglia per la conquista d i Gorizia, le truppe della brigata Treviso ( 11• divjs.) attaccarono le alture d i P. , riuscendo ad affermarvisi, pur con gravi sacri'. fiçi di uomini. La lotta seguitò accanita tutta la g iornata del 7; la brigata Etna tentò spingersi verso il villaggio d i P. ,- catturando oltre 700 prigionieri; ma solo il mattino dell'S agosto le colline furono coronate vittoriosamente d alle truppe della <livis . e le brigate Trapani ed Etna irrompeva no tra le case del borgo, catturandovi i resti d i un battaglione austriaco e spingendosi qu ind i all'Isonzo .

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Peyri (o Peiri, Luig,). Generale, n. a Mantova, m. a Parigi ( 1758-1816). Volontario de lle truppe cisalpine nel 1796, nel 1800 raggiunse i l grado di generale di brigata. Comballè ad Arcole e a Novi; fu al passaggio del Sw Rernardo, ali 'at tacco d i Trento, alla conquista del regno di Napol i, dove espugnò Amantea · e prese Cotrone, e nella Spagna. Nel 1809 fece la campagna del Tirolo. Generale d i divis. nel J8TJ, ebbe nel 1813 il comando di urJa d ivis. italiana nella « Grande Armata » , ma venne battuto a Kiinigswartl,a; ritornato in Italia, . [u nominato governatore d i Mantova e poi comandante di una d ivis. atriva nella campagna del 1814.

Peyron (Giacomo) . Generale, n . a Peveragno, m . a Torino (1813 - 1891) . Tcn . di fanteria, partecipò alla campagna del 1848, {u ferito a Pastrengo cd a Colornsino meritò la med. d "argento . P assato nei bersaglieri , combatti: nel r849 cd in Crimea. .Ritornato in fanteria col grado di maggiore, ebbe a Palestro (1859} una seconda med . d'argento. Colonnello comandante i l 52° fanteria nel 11l61 , passò al comando della brigata Abru?:zi nel 1864, e nel 1865 fu promosso magg. generale. Comandante la brig'.a ta Ferrara nel 1867 e la brigata Re nello stesso an no, tenne il comando della 1• brigata di fanteria nel 18j1 e della 2• nel 1873. Nel 1874 fu promosso ten . generale nella riscrn . r Pcyro11 Alessandro. Ammiraglio francese (1826-1892). Inizi/, la carriera nel 184t e d ivenne contrammir . od 1877 e vicca rn mir. nd 188 1. Partecipò alle campagne del Baltico, di Crimea, d'Italia, di Cina e del Messico. Da.I 1883 al 1885 fu ministro d ella Marina.

Pezza. Cosl chiamata genericamente o_gni singola parte dell'armatura complet a dell'uomo d"arme. Le parti poi del • l 'armatura, p rese singolarmente, hanno ciascuna un nome, in relazione alla loro fullZione difensiva . Pezza Michele, detto « Fra Diavolo "· Legiuimista borbonico, n . a Itri, giustiziato a Napoli (1771-1806). Essendogli stato ucciso nel 1799 il padre dai Francesi, giurò loro eterno odio, e raccolti Mmati si diede a una spietata guerriglia, al~ando band iera borbonica e venendo nomi nato colonnello <lai Il<>rboni. Per sette anni arrecò con continue imboscate notevoli danni alle truppe francesi, le quali gli diedero una caccia acc:111ùa, finc bè, a rrestato per caso , condotto a Napoli, riconosciuto , venne fallo dai Francesi impiccare'.

Pezzana (Gerolamo) . Generale, n. ad Onegl ia nel 1870. Sottot. di fanteria nel 1891, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo cli S. M. I niziò la guerra contro l 'Austria quale ca po d i S. M. della 9~ divis. Colonnello nel r916, disimpegnò la carica di intendente dél la 6~ armata e poi p resso il C<Jmando supremo e meritò h med . d 'argento dei benemeriti della salute pubblica . Nel 19 1i fu intendente della 7• armata e poi comandante del regg. alpini. Brigadiere generale nel 1918, comandò i l 1 ° raggruppamento alpino e sul M. Ccscn meritò la ·mcd . d'argento. Capo di S. M. del XII C. d'A. l>ezzana Geroh1mo nel 1919, passi, poi a comanda re la brigata Casale e la 3" brigata. alpini. Grne• raie di divi,{ nel 1927, ebbe il comando dell:i di,•is. mii. di Novara· e nel 1928 fo nominato sottocapo del corpo cli

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S . M. Nel 1933 fu promosso generale di C. d' A., coman• dante del C:. d · A . di Alessandria.

Pezzanì (110b. Gcrol"mo). Generale, n. a Soncino. m . a S . Maria della Croce {1852-1922). Sottol. del genio nel r873, frequetllb poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S . M. Colo nnello nel 1897, fu d irettore in 2a dell 'Istituto geografico e poi tenne il comando dei d istretti mii. di Padova e di Mil:\"o. In P . A. nel 19ro, fu prOm()sso magg. generale nella riserva nel 1919. Pezza11i nob. A111011i Q. Generale, fratello del precedente, n . a Soncino, m . a M ilano ( 1862-1928). Sottot. di cavalleria nel 188r, raggiunse il grado di ten. colonnello nel 19ro e nel 19n andò in P. A . Colonnello nel 1915, p restò servizio ancor a in tempo di guerra. Magg. generale nel 1917, passò nella riserva nel 1919, e nel 1923 assunse il grado di generale di divisione.

Pezzenti (G11e11x) .. Nome preso dai ribell i olandesi al d ominio di Spagna nella guerra cl i Fia ndra . Fu loro d ato per dispregio da un governatore spagn uolo, ccl essi lo assunsero con fierezza. Si "dissero P. del mare od oclte morine i marinai, che operavano negli innumerevol i ca nali olandesi e su lle coste; P. dei boschi, o ridia campagna, gli altri . Pezzi (L11ig1). Generale, n. e m . a Roma (1855-1930). Sottot. di fanteria nel 1882 jnscgnò arte m ilitare all a scuola m ii. d i Modena e frequentò la scuola d i g uerra . In P. A. nel 1905, fu rid,iamato quale insegnante ai corsi acceleraci tiella ~cuoia di Modena nel 19 15. Colo nnello nel 1916, fu d irctrorc m ii. dell'u niversità cast rense di Padova. Promosso brigadiere generale nella riserva, assunse nel 1923 il grado di generale di brigata. Pezzo. t;. il nome genel'ico che si dà ad un 'artiglieria di qualsiasi specie. Pezzo grosso . Era cosl ch iamato nel passato il pczm rl 'artiglier ia d i g rande calibro e di grande potenza : grossa artiglieria.

Pe::zo reale. Così era chiamato nel passato· il pezzo di artiglieria d i grande calibro . Pezzo 11011 reale era invece il pezzo cl 'arr. che non era d i grosso calibro, nè di grande •.J.o tenza .

Pezzo 1rodilore. Nome dato a quel pezzo che si poneva nei fianch i del bastione, e che, coperto da ll 'orecchione e dal parapeu o, serviva per l'estrema difcsn del fosso, quando le altre artiglierie erano state inmilizzate dal fuoco ncQ1ico.

Pezz o per /a11tcria. Can none d i piccolo ca libro, d i cu i fu dotata dopo la guerra la fanteria, presso ttmi gli eserciti.: cannone, mortaio, obice. La seziòt1e canno ni per fanteria comprende tre pezzi, ciascu no dei q uali ha personale e mezzi per impiegare, anche isolato, un cannone da 65 mm . Il comandante della sezione ha, in combattimemo, mansioni analoghe a q uelle del comandante della cp . m itraglieri, sia nel condurre la sezione o due dei suoi pezzi riuniti, sia nel coadiuvare il comandante dal q uale d ipende in quel che concerne l 'impiego dei cannoni . Il P. per fanter ia integra l'azione dell'art. divisionale e delle mitragliatrici pesanti, pu r senza sosti lllirlc, contro gli obbiettivi particolarmente approp riati all"una o alle altre . li suo compito infatti con• siste nell'eliminare quegli elementi avversari che, mentre arrecano danni alla fon ceria o comunque ne rendono diffi.


-

PEZ

<:ile il procedere, sfuggo,lo all 'azione dell'artiglieria d ivis ionale a causa delle piccole d imensioni, della difficoltà di indiv iduarli, segnalarli, o colpirli prontamente, e neppure possono essere battuti efficacemente dalle mitraglia trici pesa nti, a cag ione rlella loro natura o protezione (mitragliatrici, ca11110ncini, tiratori ~ippostali dietro ripari, ecc . Nell 'azione offensiva la sezione è posta alle dipendenze del comairdante dell'avanguardia o ud primo scaglione, non appeoa il 1egg. d i fanteria al q uale tssa ~particnc distacchi a vanguar<lia od assuma formazione d i combattimento. -Durante l'avvicinamento avanza cd agisce per regola riu □ita, all'altezza dei rincalzi <lei bgl. <li primo scaglione. Non è e.sclusa in casi particolari, specie in montagna o nei boschi estesi, l'assegnazione d i pezz.i isolari a lle compag nie avanzate, quando vi sia motivo di nteherc

49-

P FA

tene(e aderente alle fanterie avanzate i l prop rio fuoco d'appoggio, aumenta la necessità di intervento dei cannoni per fanteria , specialmente a sostegno dei reparti penetrati pi,, profondamente nella sistemazione d ifensiva avversaria. Nello sfruttamento del successo e nell 'inseguimento, i cannoni per fanteria contribuiscono ad elim inare le armi auto• matiche che cercano d i arrestare o ritardare l'avanzata delle fanterie . Data la precarietà <lei collegamenti e le d ifficolt~ dei tiri al liisopra delle t ruppe proprie, i pezzi non dcb. bono esitare a portarsi innanzi fino ali 'altezza dei reparti più avanzati. Nell'azione difensiva, i pezzi per fanteria integrano con tiri <l 'arresto l' azione d elle mitragliatrici, aprendo i l fuoco, se possibile cli sorpresa, su carri armati, armi pesanti della fanteria appostate e protette, osservatori ava11zati . Non si svelano che per agire a portata J i tiro sicuro. Possono anche essere appostati, inizialmente, avanti alla posizione di resistenza per battere obbiettivi in mov imento, ma in tal caso debbono essere ritirati prima

che il nemico investa la linea d i sicurezza. Nella posizione di resistenza vengono disposti in appostamenti 111ascherati da i quali non · debbono far fuoco prima che il nemico abbia lanciato le sue fanterie all'attacco. Pezzoli (Gerolamo). Generale, n. e m . a Sarnico (1834• 1913). Sottot. del gen io nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Nel colera <li Ancona del 1865 meritò

Pezzo per fanteria ( r932)

<:be l'inter vento del comandante <ld bgl. non possa risultare tempestivo o quando esigenze inerenti alla esecuzione dei tiri obblighino i pezzi a portarsi molto avanti per .agire . Ii comandante del reparto di ' fanteria al quale la sezione od i pezzi sono assegnati per l'impiego ne stabilisce i l posto nella formazione, determina obbiettivi , sbalzi •e zone d i postazione, dà l'ordine di aprire il fuoco, indica il numero dei pezzi che debbono entrare in azione contro -ciascun obbiettivo. Il c0mandante della sezione tuttavia può aprire i l fuoco d 'iniziativa allorchè sia urgente battere -obbiettivi minacciosi; e manchino o tardino a giungere or •d ini superiori. Durante L'avvicinamento la sezione od i pezzi avanzano, a sbalzi, dall ' una a ll 'altra delle posiz ioni dallé quali sia possibile entrare in azione all 'occorrenza. ln terreno p ianeggiante , le posizioni che conciliano buone ,condizioni di collegamento con i fucilieri, e sufficiente libertà d 'azione senza rischio di colpire le truppe avanzate 11roprie corrispondono ad una distanza di 800 a 1000 met ri da queste ultime. Il collegamento fra comandante di se·,cione (o di pezzo) e comandante del l' unità dalla quale ,1uegli dipende per l'impiego, dev'essere sempre assicurato. Durante l'attacco, la necessità <li scindere la sezione ed assegnare i singol i pezzi al bgl. o<l a cp. d jverse si presen ta più frequente che non in fase d 'avvicinamento, per battere elementi sfuggiti all'azione di spianamento delle .a rtiglierie. lniziata la penetrazione, la loro azione d'accorn,pagnamento completa l'appoggio che le artiglierie danno alla fanteria, cd è. diretta d i preferenza contro le mitra.gl iatrici, i lanciabombe, i carri armati che ostacolano il progredire degli elementi penetrati o che . preparano cd accompagnano col fuoco i contrattacchi Jlemici. La mag:giore difficoltà che incontra l'artiglieria divisionale a man-

la mcd . d i bronzo dei benemer iti della salute pubblica. Passato nel corpo d i S. M., r itornò nell'arma <li .Provenienza quale ten. colonn. direttore del genio d i Ancona. Colonnello nel 1883, fu direLtore del genio a Verona e poi con1andò il 1'0 rcgg. zappatori. Dopo essere stato capo divis. al ministero della guerra,

venne p romosso nel 1891 magg. generale,

comandò

la

brigata

Napoli e dal 1893 al 1896 la scuola mii. di Mode na. In P . A. nel 1896, venne promosso t>en . genera le nella riserva nel 1898. Pfaffen hofen. Città della Germania, nel! 'al ta Baviera, sull 'lnn. Nel 1809 vi anennc un combattimento che ,1~partiene alla • battaglia d i Rcgensblfrg (V.), '

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Combflttimento di Pfaffcnhofcn (1745). Appartiene al)a .guer;.a per .. la Successione d'Austria. Un c'o rpo franc9bavarese, agli ord ini dçl conte di "Ségu! , aveva ricevuto· ordine dall 'clcttore d i Baviera di ·abbandonare P. dove eca accantonato e stava pe~ eseguirlo, q·uando venne all' improvviso attaccato dagli Austriaci . Ciò che :voleva fare d i propria volont~, gli fu imposto dal nemico. li corpo del Ségur venne cacciatÒ dalla città, e successivamente dalle posizioni di resistenza. prese sulle colline , riuscendo a stento a sottrarsi all'inseguimento degli Austriaci.

ll. Convenzione di Pfaffenlwfen (7 settembre 1796). Conclusa fra il gea . Moreau, comandan.te dell 'esercito francese del Reno e Mosella, e i commissari dell 'Elettorato bavarese. Quest'ultimo si impegnava a ritirare i ~ontingenti forniti alla Coalizione ed a dare il pa,5so alle truppe francesi; a pagare la somma di 10 milioni d i lire; a consegnare 3000 cavalli e una quantità di approvvigionamenti . Pfalzburg (o Plwlsbourg). Comune della Francia, n ella Lorena. Venne fortificato dal Vauban nel 1670, con cinta bastionata e cittadella; quest·u1tima sul posto d i antico castello.


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PFA

50 -

Assedio di Pffflz/JtJrg (1 870). L~ piccola fortezza era presid iata da un bgl. di linea, uno di guardia mobile, 52 artiglieri, 200 sbandati del I C. d 'A. francese: in tutto

PFY

promosso gen. di d ivisione. Nel 19 11 ebbe il rango d i tenente feldmaresciallo e venne destinato a '{ic.nna con la càric.a di ispettore generale delle scuole per ufficiali del co rpo d'arm::Ha, dove rimase

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fino

al

del

19 14, e al principio d i

principio dell'estate

giugno lasciò il servizio '1ttivo. Scoppiata la guerra, riprese il servizio; ncll'ouobre , 914 ebbe il comando delle truppe della Transilvan ia e nel febbraio 1915 riprese Czernowitz. Combattè sempre sulla fronte orientale contro i Russi, quind i ebbe l'incarico di ispettore genera le del le truppe. Dopo la guerra andò definitivamente a rlposo.

La fortezza d i Pfalzburg (1870)

1252 u. al coma'ndo del magg. Taill ant, con 65 cannoni. Essa fu investita il 14 agosto da reparti del VI C. d'A. : un regg. d i linea, un bgl. cacciatori, uno sqdr. dragoni, al comando del magg . generale Eckartsberg, con dicci batter ie da campagna (60 cannoni). Queste aprirono il fuoco e provocarono qualche incendio in città, ma le opere non poterono essere danneggiate. Non essendo d isponibile art. pesante, i Tedeschi ritirarono le batterie e i r':'parti del , VI corpo , e destinarono all'investimento di P. tre bgl. e 1 sgd r. d i landwehr, con due ber. d 'art. da campagna,

Pflanzer-'Baltin Carlo I

Pfonspeundt (Enrico von). Ch irurgo mii. tedesco del secolo XV. Lasciò qualche scritto di ch irurgia, e si occupò de lle ferite d'arma da fuoco, dettando nel 1460 norme pe,l'estrazione dei proiettili. Pforzheim (ant . Porta Hcrcyniae) . Città della Germania, nel Badcn, alla confluenza del Nagold con l'Enz. I. Attacco di Pforzhcim (1691). Appartiene alla guer,;i, germanica, e fu operato da un corpo francese agli ordini. del duca di Villeroi (2000 fanti con 6 cannoni e alcuni sqdr. di cavalleria). Nori vi ~ra guarnigione, ma solo 50<> cittadini e paesani armati, i quali non vollero arrendersi alla prima intimazione. Il Vilkroi piazzò i cannoui e '" breve aperse una breccia: allora gli armati deposero le arm i. I Francesi, entrati in città, imposero una contribuzione; poi si ritirarono .

II. Attacco di Pforzlzeim ( 1692). Appartiene alla guerra germanica, e fu operato da un corpo fran cese agl i ordini del Lorge, i l quale, battuti gli Imperiali a Hciddberg, attaccò la città. Questa, che aveva 500 li. di guarnigione, si arrese lo stesso gwrno (26 settembre), ai primi colpi di cannone.

Pfuel (Ernesto) . Generale prussiano (1776-,866). Féce la campagna del 1806 : nel ,812 passò ar servizio della Russia : ritornato in pat ria fu nel 1815 governatore di Parigi: nel 1848 domò Posca insorta . Scrisse un volume su « La riti rata dei.

francesi dall.a Russia nel 1812 » .

La fortczia

},,'VII)

comandati dal magg. van Giese. Il presidio si difese col cannone e con sortite, e i Tedeschi opposero il debole fuoco delle sole btr. da campagna. Ma nella piazza scoppiò il vaiuolo, e le provvigioni si esaurirono, sicchè il r2 dicen1bre

essa fu costretta alla resa. Pflanzer-Baltin (barone Carlo von). Generale austriaco, n. nel 1855. Sottot . dei dragoni nel 1875, passò nel.lo Stato Maggiore; divenuto magg . generale comandò prima la 31" quandi la 32• brigata e alla fine di marzo del J()07 fu

Pfyffer (o PfeiOa, Luigi). Ufli.ciale svizzero al servizio della Francia (r530- r594). Prese parre alle campagne del l'epoca, dal 1550 al 1570, d ivenendo colonnello d i Carlo IX e ooi comandante delle guardie svizzere. Ritornato i,; patria, fu magistrato del can tone d i Lucerna e venne soprannominato il « Re degli Svizzeri » .

PfyOer Francesco Luigi. Generale svizzero al servizio della Francia (1716-1802). Partecipò con d istinziQne a!lc campagne antecedenti a quelle della Rivoluzione francese,. e pr ima dello scoppio di essa tornò in patria, <love si rese· celebre pe~ una pianta in r ilievo della Svizzc:·a. Pfyffer. F ratelli costruttori d'anni a Lucerna. Presentarono nel 1866 un mod~llo originale rii trasform azione degli antich i fucili ad avancarica, in fucili a retrocarica. Il fucile


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Pjyffer Mod. 1866 ha una parte della nilau a che sost ituisce la vite d i culatta col luminello, cd è unita a gancio alla coda di culatta. U n otturatore v~rticale, scorrev:,\e negli incastri della parte posteriore, impcd:sce tutti I mnvim~nti d t rinculo ed apre e chiude la camera della cann:t. Questo otturatore è in comunicazione col ca ne per mczz,, di una leva e di un eccentrico, J i -pi ù si alza ?Cr cffctt'>

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Philebert (Ctlrlo). Generale francese e scrittore militare ( 1828-1904). Partecipò a campag ne in Algeria, alla guerra del 1870, e poi fu ancora in Algeria, dove d ivenne generale di brigata nel 1880, partecipando nel 1881 alla sµe dizione lllnisina . Divenne generale di d ivis . nel 1888 e aadò a riposo nel 1893. Scrisse, fra l'altro: « La sesta brigata in Tunisia" e « La conquista p acifica dell'intcrnc, dell'Africa,,. P hilippev ille, Città del Belgio, in prov. di Nainur, ceduta alla Francia nel 1659 (tranato dei Pirenei) e tornata al Belgio nel 18 15. Venne fortificata nel secolo XVI con cinque bastioni, di cui due torri bastionate, e uno a tipo ridotto. Completava no altre opere minori, come tanaglie sul dava nti delle cortine, lunette a ciascun angolo della controscarpa, mezze lµ ne davanti alle fronti, con ridotto, e fossato. - Nel 1578 una p iccola guarnigione olandese, comandata dal gen. Glines, d urante la guerra d i Fiandra, vi fu assed iata da don Giovanni d ' Austria. La piazza, dopo che fu aperta la trincea e attaccate e prese varie opere, si arrese. ( 19 rnaggio).

Fucile Pfyffcr modello , 866

della pressio ne della molla della leva . Armando il cane, la leva fa sceo dere l 'otturatore, e continuando questo movimento l'estrattore afferra la cartuccia (involu~ro vuoto) ~ la estrae: se il movimento è fotto energ icamente, la ca!·tuecia è gettata vivacemente fuori. Introdotta la ca: niccia, nell'abbassare il cane, l'otturato re si innàlza, chi,l{ls la <amera ed arma il percussore: e l'a,ma è così pronta per lo sparo.

P. G. L. Aeroplano monoposto degli Stati Uniti, per atcacco al suolo, munito di cannoncino da 37 mm. , del peso to tale d i l877 Kg ., di cui 576 di carico utile, velo, ità K111h. 200 , autonon1i a ore 1 30. 1

Philippeville. C ittà dell'A lgeria, nel gol[o omonimo, d ifesa dalle batterie E l Kantara e Beni Melcck all 'entrata del golfo , dalla batteria E l Mohador a oriente, dal Forte Nazionale verso l'interno. Fu fondata dal marcsc. La Valée valendosi dei materiali delle rovine della ant. città romana di Rusictldtl, durante la g uerra per la conquista del! ' Algeria, nel r838. Il 4 agosto 1914, al1e 6 del mattino, poche ore dopo la d ichiarazione di guerra della Germania alla F rancy. , !"incrociatore tedesco « Goeben » comparve davanti alla città, cd eseguì uo bombardamento che d u,·ò d ieci m inuti e cagionò qualche danno n el porto . Le batterie francesi non furono pronte a rispondere se no n quando il « Goebcn » si stava già allontanando.

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L a fortezza di .Philippeville nel sec. XVIII

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Philippoteaux (Felice). l?irtore militare francese (18151884). Esordì con la « Ritirata di Mosca »; fra i sL1oi <Jlladri ricorderemo: « La difesa d i Mazagran »; « La battaglia di kivoli »; « La battaglia di Montcbello »; ccc.

Philippovic (barone Giuseppe). Maresciallo austriaco (1819-1889). Cadetto di 1111 reggimento di frontiera, passò nel genio e poi nello Stato Magg10rc . Partecipò nel 1849 alla guerra d'Ungheria e divenne magg. generale nel 1859, CO· mandando in quell'anno Lina brigata con cu i combattè a San Martino. Generale di divis. nel r866, comandò una d ivis . del I corpo col quale combattè Philippovic Giuseppe in Boemia. Nel 1874 ebbe il comando della piazzaforte <i i P raga; nel 1878 quello del corpo d i spedizione in Bosnia-Erzegovina.

Philip's Norton. V. Sedge Moor . P h i Iippsburg. Città della Germania, nd Baden, sopra un braccio del Reno . Fu antica resiskn..la del vescovo Fi lippo d i Spira che la fece fortificare . Il t rattato d i Westfalia del 1675 d iede diritto al re di Francia di tenervi guarnigione . La L '.tà subì n umerosi assedi, e, smantellata dai Francesi nel 1799, d ivenne nel 1803 possesso del granducato <li Baden. Nel r849 i Prussiani vi sconfissero i r ivoluzionari badesi.

I. Sorp,·esa di P!Jilippsburg (1635). Appartiene alla guerra dei Trent ·anni, e con essa si aprì la campagna tra la Francia e l'Austria. Fu ideata e condotta a termine dal colonnello Baumb<:rger , il quale, venuto a conoscenza della poca vigilanza usata dalla g uarnigione francese, d i circa 600 tl. , stabilì di prendere la fortezza cli sorpresa. Scelti pertaoto pochi soldat i, li fa travestire da carrettieri e da venditori cli generi ali mentari e li invia dentro la piazzaforte, ed egli, con un piccolo corpo di truppe scelte, la notte del 24 gennaio ava_nza fin sotto alcuni bastioni ; al momento convenuto i soldati travestiti uccidono j soldati del corpo d i guardia e danno mano ai compag ni di fuori,

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facilitando loro la scalata dei bastio ni, che vengono occupati. Il governatore francese Arnaud e la sua gente, presi così all"improvviso,. sono costretti ad arrendersi e condotti a I Ieilbrun . Il bottino fu conside revole : molta artiglieria, g rande abbondanza di munizioni ed una so mma d i 200.000 ,;cudi caddero in mano degli Austriaci , oltre una piazzaforte i mportantissima occupata sem.a perdila alcuna.

Il. Presa di l'liilippsburg (1676). Appartiene alb g uerra d 'Olanda . Carlo V d i Lorena, comandante ddl 'escrcito imperiale, aveva fatto investire P. <la 1 5.000 u. condotti dal principe Federico d i Baden-Durlach . La piazzaforte era d ifesa dal maestro di campo Carlo du Fay, con scarsa guarn ig ione. Il principe gettò sul Reno un ponte d i barche, ed aprì la trincea il 22 giugno, bombardando per tre mesi la piaz.ia incessantemente, con 20 cannoni e 5 mortai. l i rnaresc. d i Luxcmbourg tentò con 40 .000 u. di soccorrerla , ma ne fu impedito dall'esercito di Carlo di Lorena . li 3 settembre il principe di Baden s'impadronì della controscar pa di l'. Il governatore Du Fay , ci.dotto a soli 1300 u . q uasi tutti malati o feriti, sì r isolvette a capitolare ed ottenne onorevoli condizioni, con tulli gli onori <l i guerra . lii. Presa di Philippsburg (1688). Fu operata dal marcsc. di Catinat, con .un esercito francese di 30.000 u., che investì la piazza sui primi del mese di ottobre. Diresse i !:,vori il Vauban, il quale adottò per la prima volta , in questa occasione il tiro d '.infilata . La trincea in breve fu aperta, e il 29 o ttobre la piazzaforte capitolò senza essere stata soccorsa, dopo circa un mese d i assedio. Vi furono tJovati 124 cannoni. IV . Assedio di Pltilippsburg (1734). Appartiene alla guerra per la Successione di Polonia. Forzate le linee d i Ettlingen, i Fra ncesi, condotti dal maresc. d i Berwick, avanzarono verso P. La piazzaforte fu invest ita il 23 maggio dal marchese d'Asfeld con 32 bgl. , 2 regg. cli dragoni, molti cannoni, dopo avere costruiti due ponti sul Reno. Egli pose subito mano alle linee di circonvallazione . Il 24 fu occupata una r idotta distante meno di I Km. da lla piazzaforte. Le trincee costruite dai Francesi avevano la fìf ura di un semicerchio, circondate da fossati e parapetti, lungo i quali erano stati piazzat i pezzi d'artiglieria di grosso calibro, con mortai e petr iere. Il maresc. <li Berwick giunse al campo col resto de l! 'esercito il 2 giugno e fece occu-

La fortezza di Philippsburg (secolo XVII)


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pare le linee d alla maggior parte della fanteria , riserbando come corpo di riserva 29 bgl. e 19 sqdr. Il giorno 3 fu aperta la trincea, e tracciate le p rime paralle le, intan to che il cont<, d i Belle !sie si impadron iva del forte che copriva il ponte d i P., e nei giorni seguenti furoao cont inuati i lavori, finchè fu possibile, il g iorno 7, cli aprire il fuoco contro la piazzaforte . Nei gio rni seguenti furono dat i d egli assalti parziali e respinte alcune piccole sortite degli assediati. Il giorno 11 <lurantc una r_icognizione ai lavori d 'assedio il duca d i Berwick rimase ucciso d a una palla d i ca nnone e venne sostituito nel comando dal marchese d 'Asfeld che fu nominato inaresciallo. Sotto i l nuç,vo capo, i lavori ' d'assed io furono sollecitati ed il 16 si potè battere in breccia il bastione d ell 'opcra a corno. Intanto le inondazion i provocate dallo straripamento d d Reno d istu rbavano seriamente glì assedianti. Il 19 le trup pe im periali , .:omandate dal principe Eugenio d i Savoia, avam:arono pcr soccorrere la piazza; schierate le truppe e piazzate le artiglierie di fronte· alle trincee francesi, · principiò un duello d 'artig lieria e si venne a qualche scaramuccia. Il principe tentò a varie rip rese d i fare pervenire soccorsi d i uom ini agli assediati, 111a, v is ta l'im possibilità di riuscirvi, dovette allontanarsi. Frattanto i lavori di zappa e di m ina erano stati proseg uiti con grande ene rgia ; il n g iugno fu presa unà piazza d 'armi ; la n otte .;eguen te gli assediati eseguirono col favor delle tenebre una vigorosa sortita, durante la q uale distrussero una parte delle opere <l 'assed io, ma non poterono impedire !a presa di una mezza luna e di una lunetta. li numero dei morti e dei feriti obbligò i bel lige ranti a concludere tm b reve armi stizio per seppell ire gli uni e soccorrere g li altri. Riprese le ost ilit:ì , i Francesi si impadronirono, il 27 ed i l 2 8, della mezzaluna posta a d ifesa dell'opera a corno, ed il resto fu p reso nella notti: del 30; il 30 stesso dopo un vivissimo bombardamento, fu dato l'assalto all 'opera a corona. Il 6 lug lio i Francesi \'i avevano aperta una breccia ed il 16 si trova rono ai piedi della controscarpa. Il 17 il baro ne d i Wutgenau alzò band iera bianca ed il 18 furono stabilite le condizioni <lella capitolazione. La guarnigio ne rido tta o rmai a soli 1700 u. , uscì dalla pianaforte con gli onori d i guerra e fu condotta a Magonza . Si trovarono nella fortezza 95 cannoni, e 40 al tre bocch e da fuoco diverse, 300 .000 libbre d i polvere, ed una g rand issi ma qua ntità di viveri. - Nel 1736, per il crattato d i Vienna; Luigi. XV restitul P. agli l mper ialL V. Assedio d,: Pliilìppsburg ( 1799). Appartiene alle . o perazion! sul Basso leno d el) ' Armata repubblicana. fra~cese . L 'a rm~ta d el Reno, formata dalle d ivis. Lcgrand e Colla nt, comandata provvisoriamente dal generale Mu llcr (12.000 u.), il 26 '· agosto passò il Reno a Mannheim e il giorno seg uente in vestì. P. respingendo gli Austriaci su Laufcn e Piurzlieim . Intanto la divis. Baraguey-d'Hilliers, uscirn da Magon'za, per congiungersi all 'esercito francese, s'impadroniva dei posti esterni della piazzaforte . Il giorno 3', Miillcr rice vette i rinforzi che aspettava, ma J3,araguey-d 'Hilliers cra yricntrato a 'M11gonza, mi nacciata da 15.000 insorti badesi; cond otti dal barone d ' Albini. Il 6 settembre Mii llè r, avendo inutilmente intimato a P. la resa , fece bomba rdare la ciuà c he ben p resto fu in fiamme. li gen . austriaco Starray accorse in soccorso del la piazzaforte, m a fu rigettato su Laufen, d i cui i Francesi riuscirono ad impadronirsi. L'arrivo dell'esercito dell'arciduca Carlo capovolse la situazione; il gen. Muller 1'1 1 d ovette r ipiegare su P.; quindi p remuto vigorosamente, fu costretto a levare l'assedio t d il giorno 14 rientrò a Mannheim.

.53 P hoenix. Apparecchio da caccia ad operato dagli Austriaci nel 1918 , con velocità di 250 Kmh., con due . mitragliatrici a tiro attraverso l'elica. - Un tipo Phoen,).' K D ebbe p ure due mitrag liatrici, d i cui una per il tiro attraverso 1'dica, e una super iore, cd un dispositivo per pren dere numerose fotografie i n serie, in modo d a sostituire l 'osservatore . Piacentini (Alberto). Gene rale, n. nel 1854. Sottot. del genio nel 1874, frequentò la scuola q i guerra e passò nel corpo di S . M. Colo nnello nel 1898, comand ò 1'84° fanteria e poi fu capo di S . M. del 4° C. d 'A . Magg. genera le comandante la b rigata Bologna nel 1905 , fu poi diretto re gen. d el personale ufficiali p resso il Ministero della g ue rra. Ten. generale ncJ 19 10, comandò successivamente le d iv i.s. di Palermo e d i Perugia. In P. A. nel 1914, fu richiamato in scrvizio 1 in occasione della guerra !viondiale, sino al ;919. N el 1923 assunse il grado di generale d i d iv is. nel la riserva .

Piace,zJini Settimio. Generale, n . a Tarano, m. a S. P aolo d i Stimig liano (1859-1921). Sottot. del genio nel 1878, frequentò la scuula di guerra e passò nel corpo d i S . M. O,lonncllo nel 1903, fu addetto al comando del corpo di S. M. e nel 1907 passò al comando dd 59° fanteria. Magg. generale comandante la brigata Calabria nel 1909, fu dal 191 1 al r913 aiutante di campo generale del re. T en. generale nel 1914, comandò la d ivis . d i Napol i. Nel 1915 enu·ò in g uerra contro l'Austr ia al comando della 32a d ivis. e subito d opo d ivenne intendente generale p resso il Comando Supremo. Nel 1916 assunse il comando del XVI C. d 'A . e poi com andò la 5a e la 2 • armata e pe r le qualità esp licate in detti comandi meritò la croce d i grande ulf. delP iarentìni Settimio l'(). M. S. N el 1917 ebbe il comanclo <lei I C. d'A . e dal 1918 al 1920 (u comandan te' superiore delle forze it~iiane nei Balcani che resse in morneo ri difficili, svolgendo un'ardua az.ionc militare e politica tanto da meritarsi la gran croce dell'O rd ine Militare d i Savoia . Piacenza. Città del! 'Emilia, capo I. d i p r9yincia, su lla dr. del Po, poco sotto alla con fluen za d ella Trebbia. La posizione topografica le dà importanza militare di alto rilievo, costituendo uno d ei punti d ifensivi contro un nemico ch,e p rocedesse dalle Alpi. li lluon aparte la scelse due volte come il punto più adatto per forzare il passo <lei Po; g li Austriaci ne fecero un vasto ·cam po trincerato per g uardare il · Piemonte. È sede- del comando de lla · sa divfs. mii. territoriale e del comando del 2" distretto mii. È città di origine p r'etfa1nente romana ; la .sua c reazione risale all 'anno 218 a. C., quando fu Stemma di Piacenza quivi stabilita una colo nia roma na di 6ooo cittadini, allo scopo d i premun ire la regione em il iana contro lt invasioni de i Galli Cisalp in i. Dopo la battaglia d ella T rebbia (216 a. C.) i Cartaginesi saccheggiarono e <lcvasrnrono la città. Più tardi fu assa lita invano d a Asdrubale ; n el 200 fu p resa ed incell'diata ,ìa Amilcare . Nel periodo d elle guerre civi!i suscita te dalle

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ambizioni d i Mario e di Silla, P. nmase se mpre fedele alla Repubblica; piit tardi seguì le parti d i G iulio Cesare, il ,1uale trovandosi in P. quando gli si r ibellò la nona legione, ne fece punire con la morte i dodici capi. D urante la guerra fra O ttone e Virell io, fu assalita da un fautore di Vitellio, Al ieno Cecina, che fu ributtato oltre Po da lle poche coorti com andate da Spurina, con l 'aiuto dei cittadini. Smembrato l' im pero, successero i Goti con Odoacre (476); poi gli esarchi d i Ravenna la tennero in nome dell'imperatore di Bisanzio ; i Longobardi - l'occuparono nel 570 e la tennero lino al 774 qui ndo se ne impossessarono i Franchi. Verso il 1000, l'. segui la sorte delle aluc città d'Italia ed ebbe governo proprio. Nel 1136 fu presa dall'imperatore LotariQ; poi partecipò alla lega contro l 'in1peratore Barbarossa, e le sue milizie com batterono a Legnano. La pace di Costanza non le diede la tranquill ità, ma fu inizio di acerbe lot\e con le città vici ne, di cui approfittò Oberto Pa llavicino per farsi signore dell a città. Quindi, con pause e domini alternati da repubblica a breve signoria, P. passò eia Carlo cli Napoli ad Alberto Scoto, dai V isconti a llo Sforza e infine ai Farncsi . Nel 1547 don Fe rrante Gonzaga prendeva possesso delia città in nome dcll 'i mperatore. Nel 1556, Ottavio Farnese poti: rivendicare la signoria di P. prendendone possesso. Sua. moglie, Marg herita d 'Austria, pose mano al la erezione del palazzo Farnese. Gravi danni ebbe a subire la città durante la guerra per la Successione d 'Austria. Dai Farnesi il d ucato _passò ai Bor!Joni austriaci, ai quali, nel t805 , i l grnerale Morcau )a tolse in nome della Francia. Cad uto l'\.. poleone, P. fu concessa a Maria Luisa, sua moglie , insieme con Parma e Guastalla. Alla sua morte, succedettero . gl i ultimi Borboni, cacciati , lai mot i del Risorg imento italiano . Du-

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184y, oltre ai Piacentini incorporat i nelle truppe piemontesi, la città d iede 200 volontari all 'esercito de l Piemonte. Dopo ricadde sotto i l giogo austriaco fino al 1859, quando ntornò defi nitivamente al reg no d ' Italia. A rsenale (li Piacen za . Lo stabilimento venne istituito nel 19 11, con la denominazione di « Officina d i costr uzioni

Officine <letl"i\rsenale mil:tare di P iacenza

d 'art iglieria d i P . » , con tre reparti distinti : per la costruzione di carreggio, caricamenti e riparazioni d i nwreriali da campagna; corderia ; laboratorio alti esplosiv i per j l confc~ionarnento delle cariche di lancio e d i scoppio per le art iglier ie in servizio . I. Faz ione di Piacenza (218 a. C.). Appartiene alla seconda guerra Punica e fu combattuta tra r2 .ooo Carta-

....

La cittadella di P iacenza (secolo XVIID

ra1ue i mot i rivo luz.ionari del 1848, prima ui ogni altra città, associandosi a l Piemonte, iniziava (:era gloriosa delle spontanee annessioni. Istituito _ il governo provvisorio patriottico, quello piemontese vi mandò i l generale Cachc1anò di Bricherasio quale governatore. Per la guerra 1848-

ginesi, comandati <la Anniba le, e , gli avan·zi romani della battaglia della T rebbia, agli ordini del- console T ibe rio Sempronio Longo. Nel !)rimo scontro furono superiori i Romani che inseguirono i nem ici fino agli alloggiamenti; 1na Annibale, che aveva ordinati i suo i nel mezzo del--


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, l 'accampamcnlù, quando vide I ·avversario stanco ed affaticato, cacciò a dr. ed a sr. i suoi caval li, ed egli col nerbo della fanteria si .lanciò fuori . La .lotta durò accanita fino a notte e senza prevalenza di nessuno . Da ambo le parti caddero circa 6oo fanti e circa 300 cavalieri.

questa c1tta, essi .sbucarono da un bosco folto. sorpresero di notte tempo i Romani e li sconfissero. Aureliano nel giorno precedente aveva inti mato ai Barbari di arrendersi,

ma costoro gli avevano risposto che non riconoscevana alcun signore su di loro.

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Le foriificnzioni di Piacenza (secolo XVHI) li. Sacco di Piacenza (200 a. C.). Appartiene alla sollevazione della Gal lia Cisalpina, fra la seconda guerra P unica e la seconda guerra Macedonica. GI 'Insubri, i Cenom~ni i Boi, incitati gli altri popoli della Liguria, e condotti da Amilcare cartaginese, il q uale con le reliquie dell'esercito di Asdrubale s'era fermato in quei luog hi, con un eser-cito di 40 . 000 uomini presero d'assa lto P., colonia che -contro di loro ed i Cartaginesi s'era sì lungo tempo difesa e che con Cremona era r;masta ai Roman i. L a città fu messa a sacco e in gran parte bruciata, e non vi rimasero salve, tra. gl 'incend i e le rovine, che 2000 persone . Ili. Battaglia di Piacenza (82 a. C.). Appartiene alle guerre civ ili dd tempo d i Mario e Silla e fu combattu ta -e vinta dal proconsole C . Norbano Ilulbo cont ro M. Lìcinio Lucullo del partito· d i Silla. IV. Assalto di Piacenza (69 d . C.). Appartiene al periodo di anarchia m il itare dcli 'impero romano, e fu intrap reso da A . Cecina Alieno, generale di Aulo Vitdlio, proclamato imperatore romano dalle legioni insorte <li Germania, Britannia e Gall ia. Il presid io d i P. agli ordini d i Vestrici~, Spurinna, generale dcli 'imperatore in carie-a M. Salvio Otone, sebbene non molto numeroso, oppose una ·valida resisten·;;a e infine sconfisse Cecina. V . Bflttaglia di Piacenza (fi ne 270). Fu combattuta d all'imperatore Aureliano con tro Marcomanni e Alemanni, i qual i, dopo d i avere saccheggiato i d intorni di Milano, si erano impadroniti di I'. Mentre venivano assaliti nei dintorni di

Vl. Batwglia presso Piace,na ( , 8 ottobre 456). J..'i111peracore romano d'occidente, Avìto, essendo in viaggio alla ,·olta d i Arles, fu costretto a tornare indietro alla nuova di una rivofta scoppiata in Roma e in Ravenna, rna presso P. · dovette affrontare l 'esercito mandatogli contro dal Senato e comanda to dài generali Ricimero e Maioriano. Avito fu vinto e fatto prigioniero . Deposte le insegne imperiali, avendo tentato di fuggire, fu scoperto e ucciso nella fuga. VII. Concilio di Piacenza (ro95). Fu indetto da papa Urbano II, il quale, caldeggiando la propaganda che Pietro l'eremita faceva per la formazione éli una crociata contro i Musulman i per la liberazione dei « Luoghi Santi », nel marzo convocò a P. un Concilio per trattare dell' imp resa . Accorsero all'invito papale molti vescovi, abati, baroni e soldati , e non potendo contenere tanta moltitudine alcu na basilica, bisognò tenere l'assem~ka in luogo aperto. Fu perciò scelta la vicina pian'i,ra di Roncaglia, dove altra volta tenevano

le

loro <liete gli

impet atori

germanici .

lmervennero al concilio anche gli oratori dell 'imperatorc Aicssio Comneno ad implorare pei Greci il soccorso dei

Latini contro la n1inacciosa invasione rnusu1rnana. I prc~ senti giurarono di marciare alla " guerra santa »; una croce di panno scarlatto fu assunta come segno <li riconoscimento e da qui ebbe prin:ipio e noinc la prf1na crociata. Il concilio d i P. precedette d i qualche mese quello tenutosi poi a Clermont-Ferrand (V .) allo stesso scopo. VII I. Assedio di Pia~enza (1417). Appartiene alle campagne intrapre,se dal duca d i Milano F ilippo Maria Visconti per , icost ituirc i dominì paterni, e fu intrapreso dal Car


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m agnola, al soldo ciel d uca. Era la città occupata da F ilippo Arccll i, antico condottiero d i F ilippo Maria. Accam patosi presso la porta di Borgo ;'/uovo, il Carmagnola , iuscì con un agguato a far prigionieri Bartolomeo, fratello, e Giovanni , figlio cieli ' i\ rcelli. Per cost ringere questi alla resa il Carmagnola fece piantare dinanzi ailc mura del la città due forche, minacciando d'impiccarvi j due prigionieri; e poichè i'Arcclli non cedette, egli li fece davvero impiccare. Non passò molto tempo che la città fu presa e i'Arcd li si ridusse nel castello. Ma , vista impossibile la ,esistenza, fuggì a Venc,:ia, dol'c nel 1418 prese servizio al soldo della repubblica.

56 scro a .:ostruire una flo tta da condursi per il Po al lo scopo di soccorrere P. Nel frattempo il capitano generale dei Veneziani, Ancndolo da Cotigoola, da,·a il gua,to al territorio di Milano con la speranza di d istogliere lo Sforza dall'assedio. Ma questi, dopo essere stato circa sci settimane sotto P , d ove icce coi suoi can noni una larga breccia nelle mura e cadere due torri, stabilì di dare un assalto generale alla ciuà. Il 16 la lotta fu violenta e durò molte ore . Ma nel pomeriggi9 l 'esercito del conte Sforza riuscì a su perare la resistenza dei d ifensori e le sue truppe, entrate ixr la breccia, si diedero a saccheggiare case e chiese, nè rispettarono vergini e matrone. Lo Sfoiza lasciò

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N~~ Pianta di Piacenza nella prima metà del secolo XIX

IX. 1lssedio di Plllc.nza {1447). Appartiene alla guerra intcsùna scoppiata alla proclamazione della repubblica am brosiana verso la metà (lei secolo XV e fu intrapreso da Francesco S(orza, capitano generale della repubblica , su l pri ncipio di ottobre. Egli fu coadiuvato sul Po da una armata navale, comandata da Bernardo e Filippo Eustachi. Nell'esercito di terra si notavano i due fratelli Piccinino l'rancesco e Jacopo, Guidazzo d i F aenza, ·c ario da Gon zaga, ·i\ lcssanclro Sforza suo fratel lo, Luigi dal Verme, Dolce dcll'Aquilara. A difesa di P. stavano Dandolo Gherardo, p;ov,•cditore dei Veneziani e Taddeo marchese d'Este loro capitano con numeroso presidio, Mentre le artiglierie t iravano incessantemente sulla città, venivano dati ,•ari assalti renLa risultato ùi sorta. I Veneziani ai!ora si accin -

sfrenare le sue ~chierc, nè si oppose a tante iniquità. Diecimila cittadini furono fatti prigionieri . li pro\'veditorc veneto Ghera rdo Dandolo e il marchese Taddeo si ri fugiarono nella cittadella. li sacco durò 6o gio rn i, e la ciui, ne rimase rovinata. Dal punto d i vista militare, la presa ùi P. per mezzo ùi breccia fotta dalle aniglierie ebbe in quell'epoca g rande risonanza e accrehbc la fama dello Sforza, X. Presa di Piacenza (1745). Appartiene alla guerra per la Successione d·Austria. La città aveva una guarnigione clt appena 300 u. , lasciativi dal re è i Sardegna e comandata dal conce ùi Castelnuovo. li duca di Vieuville, con 6000 u. e 12 cannoni, attaccò la città nella notte fra 1'8

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e il 9 settembre e se ne impadroJ1Ì, mentre la guarmg1onc $i chiudeva nella cittadella. Sottoposta a bombardamento dovctté arrendersi il 12 a d iscrezione : il Castelnuovo, sottoposto a processo, venne <lestituito.

Xl. Batta.glia di Piacenza (16 giugno 1746). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Stanno d i fronte J"esercito austriaco comandato dal p rincipe di Liechtenstein e quello franco-ispano . comandato dal Maillebois e dall'infante don Filippo. Gli A lleati decidono dare battaglia prima che giungano i Piemon tesi, che, comandati da Carlo Emanuele III, sono a due giornate di marcia. Gli Austriaci sono sch ierat i ad arco, colla dr. a Sanr,1 Maria Limosa, sul braccio morto del Po e la sr. alla Trebbia. L a loro fronte è sistemata a d ifesa : molti ridotti sono stati predisposti, e molli caseggiati sono · st ati fortilicatj lungo la fronte di schieramento, con ba tterie o pportu namente postale. Disegno operativo degli Alleati. questo : attacco simu ltaneo d i fronte con aggiramento dell a .sr. nem ica; vigilanza a mezzo della cavaller ia ferma d ietro la Trebbia per parare ali'eventuale minaccia d'intervento dei Pie~ montesi durante la battaglia. Le fanterie alleate muovono all 'alba contro le posizioni avversar ie r ipartite in sette colonne: all 'ala dr. i Francesi, comandali dal Maillebois iu persona, riescono a metter piede nel la posizione nemica; ma gli Austriaci ripiegano combattendo e in ordine su una seconda linea (parzialmente fortificata in precedenza ma no)) guamita d i truppe) nella quale resistono ai su_ccessivi e reiterati assalti de l Maillebois . Il progettato aggiramento è così talliro. Contemporancamenlc all 'attacco della sr. austriaca si svolge q uc! I•) all'altra ~la e a l centro : azioni che, in base al concetto operativo degli Alleati, avevano solo fun z ione d imostrativa.

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bandonò la città ali 'avvicinarsi degli Imperiali, i quali I 'occuparono senza contrasto, trovandovi, o ltre a numerosissimi

soldati ammalati , 70 cannoni e 30 mortaj con abbondanti.ssime n1unizioni.

XIJI . ,Jrmùtizio di Piacenza (8 maggio 1796). Concluso fra Napoleone Buonaparte e i l duca d i Parma. Quest'ultimu comperava la propria neutral ità impegnandosi a pagare 2 . 000 . 000 di lire ed a consegnare 1700 cavalli • bardati, 20 q uad ri, 10. 000 quintali di frumento, 5000 d i biada, 2000 buoi. Piacenza.

Brigata di

fanteria di

linea costituita

nel

Avviene che gl i Spa-

gnuoli , che operano contro il centro austriaco, deviano dalle direzioni d 'attacco assegnate obliquando verso d r., coJl n1ovi .. mento di fianco rispetto al fuoco nem ico che, nutrito, micidiale e convcrgenre,_ fa strage delle truppe assalitrici, anche perchè il movimento è molto ostacolato da diffi coltà del terreno. li pani,o si propaga prima nelle lì.le degli Spagnuoli e poi tra i F rancesi. Con mirabile prontezza il generale Nadasti, comandante élella sr. austriaca, decide d i approfittare della favore-

Lé,;ende Colonne d 'Are1n l 1,11•u. ;d de Chrverl _ _ __

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Battaglia di Piacenza ( 16 giugno 1746)

vollssjrna situazione per pa.ss.ire al contrartacco, mcdiame cavalleria al comando del gcn . Lucches i. Le truppe francesi, poste in ,p iena rotra, si ritirano precip itosa mente. li mov imento d i ritirata è seguìto dal centro e, per ultimo , dalla sr. che, composta in prevalenza d i Napoletani e Genovesi, aveva combattuto con grande valore e aveva già ottenuto notevoli risultati contro la sr. austriaca . I· Franco-Ispani riparano nella fortezza dì l'. protetti dalle sue solide mura . Perdite: da parte aust riaca 4.6oò uomini; da parte degli Alleati 6000 u ., 18 bandiere e 10 cannoni. Xli. P,-e,a di Piacenza (1746). Dopo la battaglia del 16 giugno, i Franco-Ispani avevano lasciato a P. una guar-

nigione di 6000 u . agli orrlini del gen. d i Castelar. Avvenuto il combattimento sul Tidonc (rn agosto), egli ab-

ma rw 1915 per la durata della g uerra Italo-austriaca (1915r9r8) da i depositi del 25°, 26•, 61-0, 62° e 65° fanteria, coi regg.

II r0

e

1 r2°.

Fu inizial mente dislocata col 112°

nelle t rincee cli Palazzo, mentre il 1 n° concorse ai cruenti attacchi contro il M. S. Michele. Contro tali località operò, poi tulla la br igata nell 'ottobre r915, sorpassaudo le cime 3a e 4' che dovette poi abbandonare per intensa reazione avversaria che le cagionò gravi perd ite. Inviata ad Oslavia, vi rinùsc fino al maggio 1916, allorchè fu trasferita in Va l F rcnzcla e schierata sulla fronte M. Miela-M. Tonderecar. Conqu ~stò più tardi M . Longara, Meletta di Gallio, M. Ilaldo e M . Nos . Rimand ata sul Carso, operò nel giug no cd agosto 1917 su l D osso Faiti e sul Nad Logem e


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nel sertembrc a Pod Koriti. Duran te il r ipiegamento dcl-

i 'esercito al Piave, la brigata, passato l'Isonzo al ponte di Sagrado, raggiunse la zona S. Vito al Tagliamento-Casar>a, ove sostò per proteggere il passaggio di altre unità. Schierata i n linea sul Piave nella zona di Ncrvesa, vi pcrmasc fino all'offensiva nemica del giugno 1918, allorchè si irrigidl in una accanita difesa fra Ncrvesa, Villa Berti e Fornace. Fu poi a Spresiano fi110 alla battaglia di Vittorio Veneto , allorchè, passato il fiwnc, si d iresse su Barco col compito di incalzare il nemico verso Susegana-ConcglianoVittorio, o,·e arrivò alle 17 del 30 ottobre. ~cl giugno 1920 fu inviata in Albania; rimpatriò il 29 agosto successivo e fu sciolta I '8 settembre. Il ,uo contegno in guerra le mise

Medaglia del 11 1 • Reggimento

C.-t~

Medaglin del 1 «• Reggimento Medaglie della brigata Piacenza

la citazione sul bollettino d i guerra del Comando Supremo N. 1125 del 23 giugno J9r8 . Il I J 1° meri tò u1H1 medaglia di bronzo a Nervesa. Festa dei reggimenti: per il 111 0 il 20 giugno, anniversario del combattimento di Nervesa (1918); per il 112° il 3<> ottobre, anniversario della battngl ia d i Vittorio Veneto (1918). Colore delle mostrine: metà ,uperiorc bianco e mcd inferiore azzurro, nel senso orizzon1ale. La brigata ebbe i seguenti comandanti: magg. generale Chinotto ( 1915); maggior generale Allievi (1915-16); colonnello Grilli ( t9 r6); colonnello brigadiere Pacieri Fontana (1916-17); colonnello brigadiere Conti (191j); colonn. brigadiere Mosca Riatcl (1917); rnagg. generale Filipponi di Mombelln (1917); colonnello brigadiere Egid i ( 19 r8). Le sue perd ite in guerra ammontarono a ufficiali morti 116, feriti 3o6, dispersi -15; u . di truppa m. 1775, feriti 8322, dispersi 3046. Piace11::a . Reggimento cavallegge• ri, formato ncll 'Em ilia col nome di Ussari di Piacenza il 28 settembre 1859 con elementi volontari. Nel 186o fu incorporato nell 'e,ercilo sardo e classificato tra i cavalleggeri. Nel 18j1 fu denominato 18• rcgg. di cavalleria (Piacenza), nel 1876 regg. cavalleria Piacenza (18°) e nel 1897 cavalleggeri d i Piacenza (18°). Partecipò alle campagne dc! 1866, 188j-88, i895-if>.

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P1A

e 19 11-12. D urante la guerra Italo-austriaca (1915-19 18) il reggimento fu inizialmente adibito a servizi di collegamento. Nel 1916, durante la controffensiva italiana nel T rentino, alcune sue pattuglie compirono incu rsioni nclk '"lii Astico, Posina cd Assa . Partecipò poi alle azioni del-

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Squillo dei cavalleggeri di Piaccn,.<1

l'agosto 1916 per la co nquista d i Gorizia. D urant~ la ritirata al J'iave, assolse irnporta111i servizi di rerroguardia. Nella nostra u·f knsiva finale, mentre un suo gruppo disl'lcato sull'altopiano di .Asiago inseguin il nemico ,·crso Caldonazzo e Pcrgine, l'altro gruppo, dislocato sul Piave, free parte d i, una colonna di cavalleria che ent rò in Vittorio Veneto, proseguendo per Serravallc e Fadalto, mentre uno sqdr. raggiungeva Farra d'i\lpago. 11 regg. fu sciolto nel novembre 19r9. Pcsrn del reggimen to : 28 seuernbrc, cbta di ,ua co,ti• tuzione: motto : u Virilitcr pro patria militantibll5 » . Piaee11.:a-Gioello Giuseppe .Ilaria. Generale, n . a Torino. m , a Pollone ( 18n-1898). Sottolcn. del genio nel i831, partecipò alle campag11c del 1848, 1849, 1859 cd a quella di Crimea, meritando la menzione onorevole a Pe,chiera (1848). Colonnello nel 186o, comandò i I ; o genio Lappa• tori. M.1gg. generale nel 1861. fu membro del comitato del genio. Collocato a r iposo nel 1866, fu promosso tcn. genera le nella riserv,1 nel 1893. Fu deputato di MongranPfaccnza Giuseppe do nella V legislatura.

Piadè, Nome che aveva la fnnteria dei gian nizzeri, in Turchia, nella prima metà del secolo XIX, Piadena. Comune in prov. di Cremona, sulla dr. dcle sulla , trarla d a Cremona a Mantova. Pare sia stato cOSlruito verso In fine del secolo VI da Platino. esarca bizantino, per fronteggiare i Longobardi, che da Brescia e <la Bergamo minacciavano i resti della domina1.ionc greca nell'Italia super iore. Ne l 1091 la contessa Matilde lo fortificò, tanto che potè resistere all' imperatore Enrico IV. Nel 1367 Hemabò Visconti, a difesa dei suoi Stati. munì il castello. che sorgeva fuorj dell'abitato vicino all"O~lio, di 1111 ponte levatoio e vi inna!zò due torri, una sull 'Oglio e l' altra sul torrenlc Delmona. La rocca fu sman tella ta da, Francesi nella fine del secolo XVIII. 1·o glin,

Piali (Pascià). Ammiraglio lurco (1520-1571). Ungherese di nascita, fu raccolto nel 1526 dai T urchi sul campo di battag lia di Mohacs e fatto allevare e istruire da Maometto li. Divenuto ammiraglio, con la flotla franco-turca prese Messina e Reggio e saccheggiò le Baleari; nel 1559 battè la flotta di Filippo 11 ; ma nel 1565 as~ediò inutilmente Ma lta per qua u ro mesi, perdendovi pili di 50.000 u .; conq'1istò nel 1566 Chio. nel r570 Cipro.

Stemma dei cavalleggeri di Piacenza

Piana (Monte). Ncll"alto Cadore, ad ovest delle cime di Lavarcelo e a nord del lago d i Misurina. Siccome copriva lo sbarramento fortificalo di Landro-Pl:itzwicsc, gli Austriaci ,,i a,·evano pred1spo<to una forte: difcsa. Nei primi


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6'Ciorni clél la guerra, le rruppe del nostro 1 corpo d 'annata ne occuparono la groppa meridionale; quella settentrionale rimase agli Austriaci, i qual i scavarono una form idabile linea d i trincee nel cosiddetto Vallone dei Castrati, che d ivideva le due somm ità del monte. Il 15 luglio, la brigata Marche tentò cli espugnare le d ifese nemiche, attaccando le, oltrechè frontalmente, ai <lue lati: in val Rin~bianco cd in val l 'opena bassa; ma non po tè compiere che lievi progressi, arrestandosè all'altezza della cosiddetta « Piramide Carducci ,, . Un secon<lo nostro

59 della zona d i Asmara e poi quale comandante il campo d ·osserva,.io ne d i Senafè, disimpegnando delicati incarichi. Colo nnello nel 1896, comandò il 'J" alpini. Magg . generale co mandante la brigata Alpi nel 1900, andò in P. A. nel 1901 .

Piancastelli (Roberto). Generale, n. a Napoli nel 1870. Sottot. d i fanteria nel 1889, meritò una m cd . d'argento in Libia ove fu dal 19n al 1914, disting uendosi a Sidi Mcssri e Sidi l3ilal. In g uerra contro l 'Aust ria dal r<JI5 al 1918, tu promosso colonnello nel 1917, comandò j l 241° fanteria e ddpo la g uerra il 31°. Generale nel 1926, tenne il comando della 7a brigata d i fanteria sino al 1930, anno .in cui and0 in vosizione au sil iaria.

11 monte Piana

a l tacco, il g iorno 20, fallì anch ·esso, e costò oltre 500 uomini . Nel settembre-o ttobre , nuovi e sanguinosi attacch i furono ancora tentati per portare la nostra occupazio ne sul margine sette ntrionale, del 1nonte, n1a la situazione rimase sostanzialmente immutata. Il 22 ottobre 1917, q ualche g iorno prima della grande offensiva austro-tedesca sull 'Isonzo, g li Austriaci Lent.~rono un ·azione d iversiva in Cadore, attaccando d opo preparazione d'artiglieria breve ed intensa, proprio la nostra linea d ifensiva sul m. Piana . La difesa d i quelle posizioni era stata affidata al III bgl. , lel 54° regg. fanteria, r inforzato i l 21 ottobre da I cp. d 'assalto, dal XXVll bgl. bersaglieri, da 3 btr . d i obici pesant i ·campali, da 1 btr. e 1 sez. d'art. da mon tagna . Le truppe austriache , adoperan<lo lanciafiamme , riuscirono ad impadronirsi di un t rincerone detto « Gh irlanda » . Il giorno seguente, es.endo giunto di r inforzo _il XXXIX bgl. bersaglieri, la perduta posizione, battuta efli caccmentc .talle nost re artiglierie, potè essere riconquistata . Ma subito dopo g iungevano le notizie dello sfondamento avvenuto a Caporetto, e le truppe italiane abbando navano la posizione.

Piana Luigi Ettore . Generale, n . a Tori110 nel 1857. Sotto!. d 'art. nel 1876, raggiunse il g ra<lo d i colonnello nel 1909. Fu direttore d'art. a Tor ino e poi addetto a ll' ispettorato ~dia sua arma. Partecipò alla guerra d i Libia . Magg. generale nel 1914, e bbe il comando dell'art . da campagna di Bologna e nel 1915 entrò in guerra cont ro l 'Austria quale con1andante d'art. del 6° C . <l ' A. l o P. A . dopo la guerra, assunse nel 1923 il grado d i generale d i d ivis., e passò nel la riserva nel 1926.

P ianavia•V ivaldi (Domenico). Generale, n. a Pig na, m . a Beli.u no ( 1844-1906). Sottol. di fanteria nel 1862, partecipò a lla campagna del r866. Passato negli alpi ni a lla formazione d i questo corpo, anelò in Eritrea nel 188i, ove comandò il bgl. alpini d'Africa , ed in Eritrea ritornò acl 1893 rimane ndO\·i circa 3 anni, prima quale comandante

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Pfanavia V. Domenico

Pù:tnciani I,.,uigi

Pianciani (conte Luigi). Colonnello, n. e m. a Roma (18rn-1890). Nel 1848 partito col gcn. Durando per !a gue rra nel Veneto, si distinse a Vicenza ed alla diksa di Venezia ed ebbe il g rado di colonnello . Capo di un bgi. d i voloniari, che d i iui portò il nome, fu poi al.la d ifesa cli Roma e sotto Bolog na, e non avendo potuto entrare in quella città, ritornò verso Roma : l ungo la strada cadde prìgioniero dei F rancesi e fu rinchiuso r.el forte ùj Civitavecchia. Liberato, andò in esilio. N el 186o ±u ~ l'ak n i;c> con i Cacciatori di Bologna in aiuto di Garibaldi. Nel 1866 combattè nel T re ntino e<l a Bezzecca meritò la croce da cav. dell 'O. M . S . Nel 1867 comandò il hgl. che occupò Tivoli durante la battaglia di .lvlentana. Fu <lepu tato d i Spoleto, Bozzolo, Roma per le legislat ure dalla IX alla XVI, e poi sindaco d i Roma . Pubblicò, fra al tro : « Roma dei Papi » : " L 'andamento delle cose in Italia nel 1860 »; " Abbiamo perd uto o guadagna"tor ».

Pian del Latte (Passo di). Valico dell'Appennino ligure, all ' altezza d i 1764 m. nell 'alta valle dcll'Arroscia, attraversato <la una m u lattiera .

Pian delle Fugazze (Colle del). Passo delle Prealpi vct,etc, che s'apre fra la Valla rsa, percorsa dal Lena, affluente dell'Adige , e la Valle dei Sig nori , percorsa dal Leogra , aEAuente del Bacchiglione. Vi passa l'ottima rotabile che da Vicenza per Schio risale al colle ( 1 300 m .) e d i lii scende a Rovereto. Offre una buona linea d 'accesso dalla piana veneta al Trentino, intermedia fra le rotabili d i Val Lagarina e di Val Sugana, tanto più jrnportante ir1 quanto tutti i passi che traversano le creste <lei Lessini e dell'Altopiano l;ei Sette Comuni sono m ulattieri , o più elevati e difficili . Pianell (o Piane/, conte Giuseppe Salvatore). Generale, n. a Palermo, m. a Verona (1818-1892). In servizio nell 'esercir.o delle Due Sicilie, partecipò alla repressione della rivoluzione sicilia na del 1848-49 rimanendo ferito a Pa-


-60le, mo e a Catania. Era marcsc. di campo e comanda me negli Abruzzi nel 186o, quando il re di Napoli gli conferì il ministero della gu<:rra; dopo la proclamazione del regno <l'Italia fu nomi nato luogoten. generale nell'esercito italiano. l'\el 1861 fu chiamato alla carica di ispettore della fanteria e poi coma ndò successivamente la 7• e la 19" divis . Nel 18631864 comandò le divis. di Alcssa11<lri:1, di Genova e t li Tor ino e fu poi membro <lei comitato superiore delle varie armi . i':ella campagna ciel 1866 comandò la 2• divis. del J C . d'A. e nella battaglia di Custoza meri tò la croce di gr. ulf. Pinnell Giuseppe Salvatore dell'O. M . S. Dopo la guerra comandò il dipartimen to mii. cli Verona e poi il V C . <l'A. :\!ella 1oa legislatura fu deputato di Napoli; nel 1887 ebbe il Collare dcli' Annunzia ta e nel , 891 fu nominato sc11a1orc. Co llaborò a , i viste militari . Venne pubblicato nel 1902 un suo o Epistolario o .

Pianella. Armatura antica , per la difesa del capo, sul tipo del morione, più sottile e piatto. Pianezza. Comune in prov. di Torino, ~ulla sr. della Daria Riparia. E luogo molto an1ico, e fu munito nel medio evo d i castel lo, che nel 1287 fu assediato e preso eia Amedeo V di Savoia in lotta contro il marcliese di :Vionfcrrato. C.:ombrwime1110 di Pù111czza (1706). È un episodio dcli 'assed io di T orino. Il 5 settembre, mentre i principi F.ugenio e Vittorio Amedeo di Sa,·oia avanzavano per liberare Torino dal! 'assedio <lei Gallo-Ispani, furono avvertiti che, dalla riva dr. della Dora, si scorgeva sull'altra sponda un grosso convoglio nemico, movente alla volta di P. Erano da 1200 a 1400 cavalli e muli, carichi di munizioni da bocca e da g uerra, p rovenienti da Susa e destinati al campo francese : li scortavano parecchie cen1inaia di cavalieri. Apprendere la notizia e risolvere di cogliere l'occasione favorevole di fare una grossa preda , fu per i due audaci capirnni savoiard i un punto solo. Per lorn ordine, due schiere di cavalleria, guidate dai gen. Di Monasterolo e Falkcnstein, sotto il comando del Visconti, guadano la Dora a monte cd a valle cli P. e piombano sul convoglio . l cavalieri d ì scor ta tentano d i resistere; ma sorpresi e investiti con impeto furioso, vanno in rotta . Una piccola parte di essi, con 200 muli, correndo a briglia sciolta, giungono a salvamento nel campo; 200 vengono fatti prigion ieri; il resto con fuso e smarrito , cerca rifug io nel castello di l'. I nostri, rinforzati da altra cavalleria e da parecchie ,p. d i granatieri sotto il principe di Anhalt, circondano il castello. Allora una coraggiosa e patr iottica popolana, di nome Maria Bricca, indica loro un passaggio sotterraneo che conduce nelle cantine, e, sopraggiunta la notte, vi penetra, armarn di scure, guidando un drappello d i 55 gran at ieri che uccidono o fanno prigioniero il presidio, e raccolgono un largo bottino. Un quadro fatto dipingere eia Carlo Alberto al pittore Francesco Conin, ,"Cl una piccola colon na eren a in P . rammentano questa azione.

P ia no. >lei cannoni è la parte inferiore dell'anima su cui striscia il proietto. (V. Anima). l'inno XVII . J~ il piano d i guerra, secondo il quale i Francesi, al comando di )o/Tre, impostarono cd iniziarono

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le loro operazioni belliche sui primi di agosto del 1914. (V . anche la voce Fromicra). Sin dal 1875 lo S. M. fran cese aveva in iziato una serie d i swdi , per essere pronto ad agire contro la C,ermania in qualsiasi evenienza. Vennero smdiati l'. succe<lutisi numerosi, sempre ispirali al concetto offensivo. Tenuto conto ddla sistemazione difensiva del tcrriLOrio francese verso la Germania, quale attuata tra il 1875 ed il 1900, nel 1911 (28 luglio) >1 era giun1i alla compilazione di un XVII f'. di guerra da applicarsi in caso di conllitto con la Germania. Tale piano era in vigore quando scoppiarono le osti lità. Le sue basi erano le seguenti: a) rapida mobilitazion~, in modo da avere al nono giorno di mobilitazione pron1i i corpi d'ar mata attivi; b) forte cope rtura; e) nella separazione fra unità attive cd unità di riserva; d) il sistema fortificato alsaziano-lorenese considerato: in un primo tempo, quale elemento d i appoggio per le truppe cli copertun1; in un s,·condo .tempo, quale elemento per proteggere lo sbocco oltre la Mosella; e) offensiva immediata con tutte le forze riunite, tenderne a separare, rompendolo al centro, lo schieramento tedesco e d ividerlo in due tronconi , in modo che i l grosso francese potes,c passare in mezzo e procedere ,·er;o il cuore della Germania; /) due direzioni per questo grande attacco : la prima tra i Vosgi e la Mosella a valle di T oul; la secon da a nord della linea Verdun-Metz; g) inizio dcll"offensiva al dodicesimo giorno; h) colpo di mano in Alsazia da Bclfort su Colmar precedente nel tempo l 'offensiva principale di cu i sopra; allo scopo sia di galvanizza re l'opin ione p ubblica coll'imme<liata riconqu ista delI' Alsa7.ia perduta nel 1870, sia per dist rarre verso sud l'attenzione dei Tedeschi. 111 base a tali conccui fondamentali, il P. XVII r ipar1iva tutte le forze dell 'escrcito francese in cinque armate a11ivc cd un corpo di cavalleria attivo; più aliquote di di, is. di riserva, riunite in diversi gruppi: r>- armata: zona di radunata Épinal, per attaccare in d irezione di HaccaratSaarburg-Saargcm ,ind, cioè la <lr. ai Vosgi e la sr. alla pianura alsaziana; 2>- armata : zona di radunata quella di Neufchàtcaux, con di rezione d"a11acco Chatcau-Sali ns-Saarbruchcn ; 3• armata : 1.ona di radunata nella Wocvrc, per il collegamento delle due armate precedenti con l'azione che avrebbe svolto la 5& armata a nord di Met;,,-Verdun; 4" :irmata : zo11a d i Bar- le D ue, i11 riserva; 5• armata: zona di radunata tra Aubenton e Rethel per agire a nord della linea Verdun-Metz contro la dr. dello schieramento nemico. Il corpo di cavalleria verso l 'ala. sr. dello schieramento, a sos tegno della s~ arn,aia. Era previsto - con apposita variante - il caso di un'aggressione tedesca attraverso il Belgio. Ove ciò si fosse verificato (come si verificò), la 4" armata cessava dalla. sua posizione di riserva per occupare la fronte assegnata alla 5n, mentre la 5" si sarebbe spostata verso nord a chiudere il confine franco-belga . Questo P. si tentò di attuare in pratica; ma per lo sfasamento nel tempo del le offensive in Alsazia e Lorena e per il ritardato spostamento della s• armata verso il confine belga si ebbe una serie di battaglie separale, che non sortirono pci Francesi l 'effc110 voluto ; anzi li obbligarono a ripiegare. (V. Mondiah· e Ocàdemale). Piano caricatore. >lormalmente l'autorità mii., per effettua re il carico e lo scarico del proprio materiale, in arr ivo od in partenza, usufruisce degli impianti e dei me1.zi disponibili nelle stazion i ferroviarie di ciascun presidio . Dove però un eccezionale traffico. in allo o prevedibile, lo faccia ritenere opportuno, pos~ono essere fabbricati speciali P, C. militari. Questi sono carallerizzati dalle ampie dimensioni, che permettono il simultaneo caricameoto o scarico di un


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treno di quaranta carri. Debbono avere quindi la fronte d'abbordo <li a lmeno trecentocinquanta metri e uno spiazzale che permetta il movimento nei due scosi al carreggio che affluisce o deAuisce. La scarpata d'accesso deve avere modesta pendenza (1/10-1/ r2) e occupa re uno dei lati maggiori in d iretta comunicazio ne cogli itinerar i esterni, allo scopo di assicu rare il rapido sgombero de l piano ad operazione ultimata . Esistono anche l'. C. scomponibili per

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situazione politico-militare propria e dell'avversario hanno ir1 fluenza sino alla p rima grande battagl ia; dopo occorreranno altri studi ed altri calcoli, r iferiti alla nuova situazio ne , per tentare con probabilità di successo le sorti d i un secondo urto. E ·così via. Perciò il /' . d i guerra può eventualmente venire modificandosi in dipendenza degli avvenimenti politici e militar i della guerra; ed i l talento d el capitano rnagg iormente si palesa in questi eventuali e suc-

ce·ssivi adattamenti, studiati e decisi f rn le emozioni delle bel liche vicende, che non nell 'originario concepimento , sorto ne! tra11.quillo gabinetto di studio del tempo d i pace . Tuttavia di tale concepimento saranno anche in seguito risen titi gli effetti, in bene od in male, secondo che la dislo-

cazione complessiva iniziale delle grandi unità strategiche e le dircz}oni dei loro pri1ni movimenti erano state, o rncno,

Piano caricatore. mHitare scomponibile

attrezzarne stazioni che ne fossero prive nel qso di eccezionali bisogni. Si com binano con elementi metallici e con assi di legno, possono avere la dimensione voluta, e ven•

go110 installati con massi ma celerità . Per esemp10 : una squadra di cinquanta uomini in tre ore può costrui re un l'. C . di otto telai, 'cioè d i m . 20 x 5. Tali piani consentono l'eventuale impiego anche lungo la linea ferrovia ria, cioè dove non esistono stazioni. Sono di dotazione del genio ferrovieri.

Piano di batteria. Può essere costruito su una carta topografica o su un corrispondente piano quadrettato. In esso vengono r iportati la posizione del pezzo base ed il relativo meridiano geografico; i limiti (laterali e longitudinali) delle zone d 'azione assegnate alla batteria; la d irez.ione base. Per la ricerca dell 'azimut relativo a quals.iasi altra direzione potrà essere riportato un arco rafforzatore, riferito al pezzo base del la batteria, e riproducente la graduazione di ~irezione del congegno di d irezione di tale !)ezzo; oppure ai margini una graduazione tangenziale. Il P. potrà poi essere comple\ato con quelle altre indicazioni che il comand ante di bauetia riterrà opportune, come limiti (in d irezione e gittata) del campo di tiro complessivo dell a batteria, limiti laterali del campo <li tiro di quei pezzi pei qual i esso è rii:lotto per la presenza di ostacoli; contorno delle zone non battute con le diverse specie di proietti, e, a mano a mano che vengono determinati, gli - obbiettivi più probabili (reali o presunti) delle diverse zone, gli obbiettivi ausil iari, nonchè tutti quei particolari della organizzazione nemica che interessano la batteria. Piano di guc,.ra. Contempla Jo scopo finale della guerra in relazione alla situazione politico-militare generale, e, nelle loro linee generali, le moda lit:à logistiche per conseguirlo, movendo dalla d islocazione iniziale delle forze nella « zona <li radunata ». Sarebbe vano studio .includervi, od ingiustificata pretesa esigere di ritrovarvi la successione delle grandi azioni tattic,he (battaglie) che ne costituiranno lo svolgimento. Se Napoleone I scrisse che alla guerra nulla si ottiene senza calcolo, che in una campagna tutto quanto non fu profondamente meditato non dà risultato a lcuno e che l'azzardo solo a nulla vale, questo va inteso nel senso che " oltre il p rimo grande urto non si può utilmente progettare », per dirla con le parole del maresciallo Moltke. Ossia, le mosse Hucliate e predisposte in base alla

appropri.ate alla situazione generale. Non meno importante e geniale è commisurare lo scopo da conseguire ai mezzi d isponibili; anzi, nella giusta p roporz ione fra quello e questi sta la prima promessa di successo. Meglio l imi ta re lo scopo, o mutarlo, prima che esporsi al rischio, ad operazioni in corso, d i non conseguirlo per insufficienza dei mezzi. Fermi restando questi ultimi, il P. d i guerra può realizzarsi- mediante svariate combinazioni di manovre, ossia mediante operazioni <liversamcnte susrpguentesi. Sulle pred isposizioni e sull'esecuzione di ciascun a di esse avrà naturalmente influenza la situazioue del nemico, al quale, prudentemente, debbonsi sempre attribuire le intenzioni meno favorevoli al proprio obbiettivo. li P. di guerra comprende dunque una concezione strategica in rapporto con le situazioni politico-militari dei belligeranti, e la predisposta soluzione d i problemi logistici, per la quale sin dal tempo d i pace si allestiscono e si ord inano i mezzi material i svar iatissinii e si raccolgono .tutti i dati necessari (sulle reti stradali , sui trasporti, sulla capacità economica delle regioni, sulle r isorse locali, ecc.) . Gli enormi eserciti odierni, pari a popoli in armi, e il carattere che sembra prevalente, di guerra di posizione, dov uto ai micidialissimi mezzi di offesa e di difesa, tendono ad irrigidire nella direzio'ne inizia le l'impulso stra tegico delle grandi masse lanciate in campo. Di contro al talento del comandante supremo, maggiori e più complesse che una volta si ergono le d ifficoltà ; tuttavia sarà pur ancora riserbato alla efficacia della manovra, cioè alla parte 1< artistica » del comando, d i decidere sul risultato finale della lotta. ln altre parole, e lo stesso recente conflitto mondiale lo conferma, non sarà con la snervante e logora11te g uerra dì trincea su i_ntermin abil i fronti inchiodate al terreno, ma .con quella di movimento, ossia manovrata , che il comandante geniale, intuiro ed afferrato i l momento propizio, riuscirà ad imporre la propria ,•olonrà al nemico; cioè ad assicurarsi la vittoria. Così è che ancora oggi come· prima, la condotta della guerra, più che scienza è arte.

Piano di gruppo . È normalmente il piano di insieme (parti topografiche o pjano quadrettato) destinato ad agevolare l'opera d irettiva dei comandi di gruppo di batterie. In tali piani sono rappresentati schematicamente: le postazioni delle batterie e degli osservatori; le zone d 'azione (normali ed eventuali) del gr(.ppo ; i campi d i tiro complessivi delle singole batterie; i campi di vista complessivi dei singoli osservatori. Piano di operazioni. V. Operazioni. Piano di osservatorio. t;. analogo a l piano di batteria. In esso vengono r iportati: la stazione goniometrica dell 'osservatorio ed i l relativo meridiano geografico; i limiti laterali e longitudinali della zona o delle zone di osserva•


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z ione. Per la ricerca <lel l'azirnm relativo a qualsiasi direzione conviene applicarvi un arco rapponatore od una graduazione tangenziale. 11 clocumen10 in parola potrà poi essere completato con quelle altre indicazioni che si riterranno opportune, come: limiti (in direzione e gittate) dei campi cli tiro complessivi delle singole batterie del reparto cui app artiene l'osservatorio; contorno delle zone non ,·istc; lince isogone, corrispondenti ad angoli zenitali positivi o negativi, che variano di un determinato intervallo; obbiettivi più p robabili, e punti cl i riferimento, nonchè quei particolari dell'organizzazione nemica che imeressano l'osservatorio.

Piano di sba,.co. t;, quel complesso d i accordi di carattere tecnico-navale e tattico che vengono presi fra il comandan te di un convoglio di oavi ed il comandante di una spedizione destinata a ;barcare, nel caso di operazioni oltremare. Tali accordi riAettono essenzialmente la scelta del luogo dove fare lo sbarco, le modal ità per organizzarlo, l'eventuale protezione che le navi possono dare duran te le prime operazioni. (V , Sbarco). l'iano quadrettato. È un foglio di carta di dimensione, <1uaclrettatura, numerazione, esanamcnte corrispondenti alle rispcuivc carte topografiche: vi sono riportati solamente gli elementi topografici d i speciale importanza per l'artiglieria; inoltre vi è indicato il valore medio della declinazione magnetica locale, e vi sono tracciate , con due rette incro-

date, !a direzione del .nord terre;tre e quella del nord magnetico. é destinato ad c.cguirvi le opcnl1,ioni grafiche per 1: quali non conviene adibire le cane topografiche. Assume la denominazione di P. di batteria, di gruppo, di ossern1orio, a seconda ùell ' uso cui viene destinato.

Piano Michele Antonio. Generale, n . a Casiagnolc d'Asti, m. a Torino nel 1842. Nella campagna wntro la Francia della fine del sec. XVIII, capitano d i fanteria, rimase ferito . Comandante il bgl. cacciatori di Kizza nel 1814, venne promosso colonnello nel 1815 e nominato comandante la cittadella di Alessandria. Decoralo della croce da cav, dell'O. M. S. , andò a riposo col grado di magg. generale nel 1832. Cacciatori Piano. Compagnia leggera di cacciatori \'Olon tari, costituita da Miche le Piano nel 1793 a Castagnole d'Asti. Nel 1794 venne da Giuseppe Piano, fratello di Michele, costituita una seconda cp., cd entrambe, agli ordin i di Michele, formarono la « centuria lcggiera di caccia. tori ». Nel 1795 la centuria si divise in due « compagnie di cacciatori franchi», dette di Pian 10 e di Pjan 2° . Esse furono licenziate nel 1796. Bene istruite e ben <lisci• plinate, resero ottimi servizi nella guerra contro i Frnnccsi dal 1794 al 17!)6. Piano Carlo Alberto. Generale, n . a Torino, m, a C;ir,liari (1820-1869). Da semplice soldato volontario, rag. giunse il grado d i ten . colonnello comandante il 40° regg.


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fanteria nel r86r, nel quale anno meritò la croce d a cav. dell" O. M. $ . in un fatto d 'armi contro i briganti. Colonnello nd 1862, comandò il 68° fanteria. Promosso magg. generale nel 1868, ebbe il comando della brigata Parma.

Pianosa (anl. I'lanusia o Planadia) . Isola dcli 'arcipelago toscano, a S.-O. dell'isola d'Elba, con un perimetro d i 26 Km. Prende il nome dalla natura pianeggiante, non superando i 2 Q m . di altezza. Il bor-go d i P. è frazione del com une di Campo nell'Elba in prov. di Livorno. Il porto i: accessibile soltanto ai piccoli bastimenti. L'isola appartenne al la repubblica pisana. Nel 1171 una squadra genovese d i sette galere comandata da un console di nome Corso, salpò alla volta dell'isola, distrusse le torri e le mura del borgo, ritirandosi all ' annuncio che avanzava verso P. una flotta pisana. I Genovesi nel maggio del 1283 vi invjarono Tommaso Spinola con 28 galere, le quali distrussero le nuove torri, arsero· le case e condussero a Genova 150 abitanti in catene. Anche questa volta i Pisani, dopo poch i mesi, tornarono in possesso dell'isola, che però riperderono subito dopo la sconfitta della Meloria; essi non la riebbero che nel secolo succes,ivo, alla condizione che rimanesse disabitata; condizione che non fu mantenuta. Nel 1501 P. fu presa da Cesare Borgia; nell'agosto del 1553, la squadra franco-turca durante la spcdàione contro l'Elba, vi operò uno sbarco,- vi distrusse una torre edific~ta a difesa del porto e trasse in schiavitù molti isolani. Combattimento preuo Pianosa (1519). Si ricollega alla lotta contro i pirati barbareschi. Andrea Daria, saputo che il pirata Gaddal i si trovava nel canale d i Piombino, preso il mare con 6 galere, il 22 aprile incontrò le navi del Gaddali presso l'isola. Venutisi a battaglia, egli si trovò addosso, mentre era più avanti con <lue sole galei e, otto legni turchi. Sopraggiunto Filippino Doria con le altre quattro, si accese una lotta che durò mezz 'ora e terminò con la piena vittoria dei Genovesi. Tutti i legni nemici, meno tre fuste che riuscirono a fuggire, furono presi; molti pirati furono fatti prigionieri, molti cristiani riscattati e dopo sette mesi dalla sua cattura ripresa la capitana di Roma. Nel combattimento rimasero uc_clSl molti Genovesi e 500 pirati, tra cui il Gadclali. Pianosa. Rimorchiatore, di 160 tonnellate, entrato in servizio nel 1914.

Pianta. Rappresentazione del d isegno, o del tratto fond amentale d'un'opera , secondo la lunghezza delle sue lince, secondo gli angoli che esse fanno e secondo le loro varie distanze. Rappresenta un 'opera tagliata orizzontalmente a livello della fortezza . L'alzata <li questa è rappresentata dal profilo. Piantagioni. Erano una delle difese accessorie impiegate nelle fortificazi~ni permanenti. Esse, nello stesso tempo che s.,rvivano d i ostacolo ali 'avanzarsi dell'assalitore, quando erano stabilite sulle scarpe servivano a consolidar.e le terre e a dim in uire i pericoli d i franamento. li primo a farne un impiego piuttosto esteso fu iJ Vauban nelle fortificazioni cli Neuf -Brisach. Esse si applicavano in modo diverso secondo le parti delle opere in cui volevansi stabilire. Sulle berme delle scarpe e sulle scarpe stesse convenivano p iantagioni d i alberi a molte radici, quali le acacie, per consolidarle. Al piede delle scarpe non r ivestite era preferibile un filare di alberi d i alto fusto, destinati a formare gli clementi cli appoggio di una palizzata; essi però non dovevano per nulla imped ire !"azione delle pan i •fiancheggianti. Se la controscarpa non era rivestita vi si pian-

tava pure un filare d 'alberi, i quali, segati al piede al momento del bisogno, costitui vano abbattute sottratte al tiro delle arriglierie dell'attacco ; un altro filare si poteva stabilire, allo stesso scopo, dietro l"avanspalto, quando esisteva. Sullo spalto si facevano crescere piante di alto fusto d isposte a scacchiera, le quali mascheravano l'opera, anche dopo essere state mozzate per scoprirne il campo di tiro ; inolt re coi loro ceppi e radici rendevano più difficili i lavori d i zappa e i loro tronchi servivano a formare ahre difese accessorie. Si riteneva inoltre molto utile una siepe spinosa sulla scarpa interna cieli.o spalto, quando non vi era cammino dì ronda, per re ndere difficile all'assalitore la discesa nel fosso con scale, o il passaggio di esso con altri mezzi. Sul pendio del parapetto cespugli convenientemente disposti mascheravano i d ifensori senza impedirne il tiro e facevano meno risaltare guella specie di grandi cannoniere risultami quando le t raverse erano piuttosto sporgenti al disopra del parapetto. Infine, quando vi era lo spazio necessario, conveniva pianta re alberi d i alto fusto nell'i nterno delle opere per avere al momento del bisogno sul posto materiali per blindamenti.

Piantone. Voce derivata dal gergo rn ilitare francese (Planton) ~he vuol d ire soldato di servizio senz'armi, addetto ad uffici, camerate, ufficiali. All'incarico di l'. possono essere destinati presso gli uffici vari del corpo, o dei comandi superiori, soldati scelti preferibilmente fra i meno atù alle marcie, e più anziani. Però siccome non sempre l'incarico di l'. ha il carattere d i una sinecura, e spesso anzi richiede individui intelligenti e capaci di mansioni delicate, come quella ad esempio d i non lasciar metter il piede ad estranei in uffici riservati , e tanto meno di curiosare su documenti o regolamenti, o disposizioni d'indole segreta, così la scelta di questo personale dev'essere molto ocu lata e severa. Mentre dunque i servizi ordinari cli P., sia presso gli uffici del Corpo, come presso quelli di cp. e bgl., vengono comandati per turno trimestralmente fra i meno atti alle fatiche, e che abbiano un anno d i servizio, quelli destinati presso i comandi superiori al regg. sono scelti fra i militari più intelligenti, che sappiano bene leggere e scrivere, cd abbiano attitudù1e a disimpegnare missioni di fiducia. Questi vengono comandati anch'essi per ut~ trimestre; ma generalmente, guando non ne soffre il servizio del corpo, e quando lo desiderino i comandi superiori cui sono addetti, vengono cambiati assai meno freguentemente, da ta appunto la difficoltà della scelta e deltirocinio cui debbono abituarsi. Dovrebbero invece essere comandati giornalmente ì P. necessaò all'ospedale, quelli all'infermeria uomini, e quelli all'infermeria cavalli. I primi devono essere scelti però dagli stessi reparti che hanno gli ammalati gravi all'ospedale, e siccojl1e in tali circostanze l'ammalato ha bisogno non solo di aiuto fisico, ma anche di sostegno morale, essi devono essere scelti fra i provenienti dagli stessi distretti dei malati, e possibilmente fra gli amici, o meglio parenti di essi. li .loro obbligo di servizio è quello di non allontanarsi dai letti dei malati, e d i assister li con amorevole zelo e fraterno sentimento di carità. Quelli comandati a.ll'iofermeria banno _ anche . l'incarico della pulizia <lei locali! oltre all'assistenza degl i ammalati che ne abbiano bisogno. Piastra. Lo stesso che Cartella (V.). Piastre (Colle delle). Passo' dell'Appenoi1io Tosco-Emiliano che mette in comunicazione la valle {iell'Ombrone con quella del Reno. La st rada si srncca' da 1la· Porrettana a nord d i Pistoja e risale la fiancata occidentale d i Va 1


:P IA

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d'Ombrone raggiungendo il valico a 76 1 m.; •n,!i sccnrl~ 11ell'aho Reno, congiungc11dosi a Pomcpc1ri cott k provenienze dal Colle d i M . Oppio, e a Ponlc delb Vcnturnu si riunisce alla Porrettana. Rappresenta una sussidiaria di questa, jn qlianto accede 31 versan te e111iliano per vi::t plù

breve, fruendo dell'impluvio riel Reno anzichè di quci!o

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marchio poi a,·rebbc scguìto l'individuo per tutta la ,•ita ,111che quando non era sollo le arm i. Durame la g rande guerra furono adottati diversi trr r d i P. In Italia fino a l 1917 continuò a rimanere in u,o il r . di zinco, che al! 'acro <lei congedo veniva attaccato all' ap• posito reuangolo del cartoncino di pergamena del libretto

r.cl]a Limc11tra; ma affronta pendenze norcvol i nel traw, di accesso al valico in prossimità di Circglio. L'albcciamento Piastrc-Porrctta ,tabilisce i:n legame intimo fra i tre va lichi del le Piastre, di M . Oppio e <lell' lm pruneta , che c.ffrono in breve raggio molteplici sbocchi sui due versanti.

P ìastretta (con maglima). t,; un forni mento del fucile ,:onsistente in una piccola piastra con un anello appiau ito, entro il quale si fa passare e si lissa la cinghia del fuciic per sorreggerlo sulla spalla. La P. è frrmata alb cassa ;on due viti da legno, sul calcio, dalla parte del ponticello, a due terzi circa da questo, 1·erso il calciolo. Pi astri no. Arma difensiva per i l dorso, fatta di piastra metallica. Piastrino di rzconosàmcnto . La nece~sirà di accertare !a identità ,i'un mi litar..: nelle varie contingenze della vita di campagna, e special mente quando egli sia ferito gravemente, morto o moribondo, ha fatto pensare a qualche mezzo sicuro per al'crnc i11 breve ed in ogn, momento i sicuri dati matricolari. Parecchi sono stati gli studi fatti in proposito sia neile forze armate italiane, . che in quelle straniere. E 1•ari furono i tipi di P. adottati, che andavano dal semplice cartellino d i pergamena cucita nel l 'intcrno della cinta dei pataloni, od all'interno del bavero

Piastrino di riconoscimento: la custodi:t metallica

personale di ogni milirare. Nel 19r7 però, dati gli inconl'enicnti sopra citati, venne adottato una specie di ciondolo aprentesi a bivalve, con tenente una lista di carta pergamena dove crnno scriui no 1ne, cogn~n1e, grado e caric.1 coperta dal militare che lo portava, distreuo al quale :ipp;>ncncva, e tutti i dati matricolari, nonchè il luogo di nascita e la residenza •bitualc della famiglia . Nel ,·crso:, della piccola lista io carta pergamena erano pure quattro specchietti per l'annotazione delle iniezioni profilattiche c vaccinazioni jn uso duran te la grande guerra. Tllc cinn. dolo in metallo nichdato, chiudentesi perfettamente, ve• niva attaccato al collo a mezzo di cordoncino in seta o filo bianco. Esso ha dato buona prova cd è stato adott;:ito definitivamente per ufficiali e truppa.

Piastrino di rfoonoscimento. (Nel retro sono le indic.1.zioni riguardanti le vaccinazioni)

della giubba di campagna, al medaglione propriamcme detto, contenente i dati segnaletici del milirare che lo portava. Nelle forze armare italiane fino dalle prime campagne per l 'Indipcndenza, era stato adottato un l'. d i z.inco rettangolare. d i circa cm. 2 x 4, i l quale veniva d istribuito all'atto della vestizione, col libretto personale, e conteneva il nome e cognome <.lei militare, la matricola e gli altri dati personal i. Tali daci venivano scritti all 'atto della vestizione con inchiostro indelebile sul P. all'ufficio di cp., cd erano poi control lati per I 'csauezza dal comandante stesso della cp. li P. veniva poi cucito sotto il bavero della giubba di panno che doveva vestire il militare CD· trando in campagna. Iniziatasi però la grande guerra, si è dovuto constatare che tale sistema di P. non era affatto p ratico per la sicura identificazione del militare. Difatti i~ giubba di panno poteva non solo venire scambiata enn quella di altri compagni, ma dallo stesso indi,·icluo sostituita con quella di tela, oppure nel corso di un combat• cimento stracciata, o distrutta o sottratta. Si pensò allora ad un medaglione, appeso al collo a mcz7.o d i un cordon cino, e perfino si propose di applicare alla pelle una specie di timbro indelebile, sul tipo ciel tatuaggio. Ma quest' ul timo · sistema non venne accolto fovorevolmcnre dalle nazioni civili, pcrchè aveva qualche cosa di selvaggio; quel

Piastrone (o Peuo della corazza). Anna difcn~iva per i l petto, fatta di piastra metallica. Piattabanda. Congegno che appartiene ai fornimenti delle artiglierie ad avancarica. Era voce regolamentare, per dc~ignarc il dispositivo che serviva a tenere rigidamentc lissato in una voluta posizione il pezzo, impedendone cosl le osciUazioni sul proprio asse passante per gli orecchioni. La P. era formata da una robusta lamiera piatta, trattc• nuta all 'affusto da una parte per mezzo di cern iera, e, dall'altra, fissata e stretta con perni. Si distinguevano 'a l'. della culatta, quel la del primo e quella del secondo rinforzo. Vi era inoltre la P. dell;ffusto, fermata appunto all'affusto del pezzo. Nelle moderne artiglierie, per olle• nere la stabilità in bilico del pezzo, vengono usati altri dispositivi, e la voce P. è andata in disuso. Piattaforma. Chiamavasi così un ·opera eguale al bastione piatto. Questa voce derivava dalla forma piana, o, per meglio dire retta, che avevano le due semigole, le quali formavano una sola linea; o forse anche pcrchè si appiattiva sulla cortina. Ve ne erano di due sorta: alcune con una sola faccia, ma poco usate, ch-iamate piattaforme rette; le altre con due facce come i bastioni e <lette piat• taformc angolari o semplicemente p iattaforme. Se invece


PIA

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<li rimanere fuori dalla cortina si costruivano all"indictro d iccvansi piatta(omic rovcscie. Di questo nome però alcuni hanno abusato chiamando cosl tutti i cavalieri nel mezzo delle cortine; quelle costruite ndl 'angolo della corrina a te11aglia dictvansi piartaformc ritirate. Alcuni adoprano impropriamente questo vocabolo invece d1 Paiuolo (V.). Nelle antiche fortificazion i, P. cm la pa rte superiore del muro di ci111:1, sulla quale si disponevano i difensori e ,·cni\'ano collocate le macchine da gi1to. I combattenti erano proteui dal muretto e dai merli. Per le batterie costiere della Marina, sono in uso speciali l'. chiamate 1111iversali, che possono essere impiegate per la sistemazione speditiva di cannoni di piccolo e medio calibro. Esse sono scomponibili, e costituite da lamiere e verghe angolate di ferro, riunite con dadi. Si usano per la difesa spcditi,·a dei porti, per i quali in tempo di pace 11011 sono pr(vistc batterie, e per la organizzazione di basi p:1sscggere.

(

l'it111a/or1110 di lancio. Sistemazione 3rta a permettere il lancio degli idrovolanti da bordo di navi da guerra . Si tratta di una lunga piauaforma sistemata a prua di una nave da guerra; su q uesta sta l ' id rovolante, il quale viene lanciato rnn catapulta, e arriva ad uscire, all'estrema prua, -con ,·clocità sufficiente. Nelle na,·i porta vcli,•oli la P. oc-cupa tutto lo spaz.io, e si chiama « ponte di volo ». (V. _Catapulta e Na,,,: porta aert:1). Pi atti (Giamb111tista). Ingegnere mi litare de l secolo XV,

m. nel 1,589. Combatti: nelle Fiandre sono Alessandro Farr.ese; partecipò all'assedio di Macstricht nel 1579 e vi di1cssc i lavori di mina. Fu all'assedio di Anversa (1584-85). Nel 1587. ndl ·assedio di un piccolo forte fra la Mosa e il Reno, rimase ucciso da un'archibugiarn.

Piattonata. Colpo daw colla sciabola. banendo l 'avvcr·sario colla parte piatta della lama. Pi ave. È uno dei principali fiumi della Venezia giulio1ridcnti na: rappresenta il collettore dell'idrografia cadorina .e - in parte - di quella carnica. Alla testata, i due valloni di Scsis e di Visdcnde raccolgono le acque sorgive che

sgorgano a 26oo m. dai Monti Peralba cd Amola e danno origine a una corrente che scorre verso sud lungo il Comelico e il Cadore, varcando successive gole. Il P. piega indi a libeccio entrando, a Ponte nelle 1\lpi, nella conca di Belluno e prosegue lungo il largo ,·cstibolo aperto fra le Prealpi bellunesi e le Alpi di Primiero; indi, con deciso risvolto, s'ingolfa nella stretta valle t rasversale <li Qucro, ~bocca in pianura, rasenta le pendici del Montello, e, in direzione di scirocco, corre ,,erso l'alto Adriatico sfociando a Porlo Correllazzo dopo 220 Km. di percorso, di cui 53 in pianura. In tempi remoti il basso P., a valle di S. Donà, sfociava verso mezzodì, a Porto Jèsolo, come attesta l'antico ah-eo (Piave Vecchia), ora utilizzato d:11 Silc. L'opera di difesa costante sostenuta dai reggitori della Repubblica <li Venezia contro gli agenti naturali, per ritardare 1•interramcnto della laguna e difendere la vita marinara dell a Serenissima, cnntribuì anch 'essa a modificare il corso del l'., guidandolo alla foce auuale. Ottima ,,ia di facilitazione, la valle del P. è in buona parte utilizzata dalla Strada d 'A le magna (Vittorio-Ponte nelle Alpi-Pie,·cAuronzo-Dobbiaco) e dalla ferrovia Montebelluno-Fclu-ellelluno-Picvc-Cortina-Oobbiaco, e raccoglie quasi tutte le provenienze dai valichi alpini e dolomitici. Nel tratto di corso in pianura, il P. ha valore principalmente come linea di ostacolo: largo circa 2 Km. a valle di ponte della Priula, va restringendosi dopo Ponte di Piave da 250 sino a 130 m., cd è navigabile per circa 35 Km. a v:1lle di Ponte <li Piave. La Strada di Alcmagna fu una delle vie preferite dalle jnvasioni nordiche; cd il basso P. segnò sempre una delle principali linee di resistenza che si prestava ad opporsi a quelle provenienti dalla « Porta Giulia » e dalla Carnia. sebbene esposta ad aggiramenti tlalla Val Sugana e dal saliente trentino. Dalla decadenza dell' Impero Romano, al• Lraverso gli e,,i medio e moderno, sulle sponde del P. si combanè assai spesso: il nome del fiume fu particolarmente dato alle bauaglie che ricordiamo partitamente:

I. Co111b11ttime1110 sul Piave (r797). Appartiene alle campagne della Ri,•oluzionc francese. Gli Austriaci, al comando del principe di 1--Johenzollern, guardavano la linea del fiume,

Piattaforma di lnncio su cora7,znta inglese


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PJA

schierati sulla sua riva sr. [I generale Buonaparte, che erasi impadronito delle altu,rc <li Rivoli , lanciò l'n marzo la divis. Masscna da Feltre su Belluno, e attaccò la dr. nemica, costituita dalle d ivis. Lusignan, infliggendole una perdita di 800 u. e facendole 600 p rigionieri. Gli Austriaci, subiro dopo questo scacco, assali ti (12 marzo) anche di fronte dalle divis. Sérur ier e Guyenx , si affrettarono a battere in ritirata, passando ad occupare la linea del Tagliamento, sostenendo solo, frontalmente, piccoli scontri <li cavalle rja <li retroguardia.

l i. Battaglia del Piave (1809). Appartiene alle campagne dell'Impero. Nel maggio d i quell 'anno le truppe italiane e francesi ,1gli ordini del vicerè Eugenio, incalzando le forze austriache comandate dall'arciduca G iovanni, avan-

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formazione, il 28° e il 29° regg. d ragoni, composti ir~ parte d i Piemontesi, sì slanciarono a] galoppo sopra una. grossa baneria di 24 pezzi che fulminava le loro schiere, catturando 12 pezzi e mettendo in fuga gli altri. Frattanto• veniva respi nta la cavalleria avversaria verso Conegli.ano, aprendo così la via alla colonna Desaix. Spazzato il ter-re no a ridosso del fi~rme, il passaggio delle un ità che seguivano d ivenne agevole e verso le 15 queste poterono· spiegarsi e procedere oltre. L 'arciduca Giovanni aveva for1nato i suoi più indiet ro, appoggiandosi agli argini stradali; ma l'avanzata successiva dei Francesi su larga fronte, con minaccia di aggiramento delle ali, l'obbligarono a. sgombrare i villaggi di Cima d ' O lmo e d i Tezze e a ripiegare, sebbene una forte colonna di cavalleria avesse tentato d 'intervenire a sostegno delle fanterie. Verso sera

Battaglia del P iave (1809)

zavano verso il I'. e r1 g iorno 7 si trovavano sulla fronte Mascrada-Nervesa, spingendo ricogniziotti sino alla spon da dr. Gli Aust riaci erano sch ierati sulla riva sr. , con h1 loro dr. al Ponte della Priula, eh 'essi avevano interrotto, e la sr. stesa verso Rocca di Strada. Numerosa artiglieria guerniva il margine ,collinoso retrostante e forti posti d i cavalleda coprivano la fronte. All'all,)a del giorno 8 una avanguard ia d i t ruppe leggere, comandata dal gen. Desaix, guardava il fiume presso Lovad ina , ,uentre t re divis . di cavalleria, con le quali marciava lo stesso Eugenio, si av viavano al guado di San Miç,hele. Gli Austriaci ripiegarono senza resistere di fronte a lle prime truppe del Desaix, obbedendo verosimilmente a ist ruzioni di non opporsi a uno sbocco che co11duceva l'avvçrsario a impegnarsi col fi ume alle spalle e lo j.òttirava sì'.>tto un tiro di artiglieria preponderante. Ben p resto, infatti, le batterie austriache ini. ziavano il fuoco, mentre masse dì ·cavalleria venivano alla carica . Formati i suoi io d ue quadrati con l'artiglier ia al centro, il Dcsaix contromanovrava lanciando alla carica i suoi squadroni sul fianco sr. della cavalleria nemica : frattanto il vicerè lo sosteneva con la divis . d i testa delle tre di cavaller ia cbè stavano guardando di fronte a S. Michele. Vcrs~ 10 t'u ttc Ìe forze d'avanguardi~ fr~nccsi erano già sboccate sulla sr. del fiume e manovravano a proteziòhé dèl p.~,s~·ggi,; <ldlè un.itii che ~eguiva·no con qualche ritardo a cagione della piena del fiume. Quando tlltte le forze d i avanguard ia furono in grado di prendere

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alcu ni bgl. austriaci, che ancora resistevano presso il Mu lino del la Capanna, n'erano scacciati alla baionètta dopo, \'IVO fuoco di artiglieria. Circa alle 2r l'arciduca tentò ancora d i coprire Conegliano , rannodando i suoi d ietro la linea delle ultime riserve; ma un concentramento d i 24 pezzi e la carica di due divis. di cavalleria ebbero ra g ione d i quest 'estrema re1iste11za. I Francesi pervenivano, alle porte di Conegliano , I che nella notte era sgombrata dagli Austriaci, diretti in ritirata su Sacile. La giornata costò ai Francesi quasi 3000 uomini e circa 10. 000, com presi molti prigionieri fra i quali due generali, agli Austriac i. Essa fu una delle azioni decisive che determinarono lo sgomb.ro del F riuli e prelusero alla fase risolutiva della campagna nel cuore dell' l mpero. III. Avvenimenti sul Pirve (!917) . La linea del Piave, da. raccordar.si a quella montanà mediante il nodo del Grappa, era stata prescelta ed ind ica ta, quale eventuale linea di. ripiegamento, dal generale Cadorna fin dal 1916, al tempe> cioè dcli 'offensiva austriaca in Trentino. A quell 'epoca stessa,. infatti, furono iniziati i lavori di difesa sul Grappa, con la costruzione della strada, che vi sale da Bassano, e si acne ~7iclie inizi.; ali 'allesti,;ent'ò ,.d el campo Ì:ri11c~~ato d i Treviso. Allorchè, q uindi, nell' autunno del 1917, sotto la prèssiol1c del(offe'nsiva àusi.ro: redcsca. cd in seguir.; cedimento dell'ala sr. della 2• armata, apparve inevitabile il ripiegamento d alla l inea dell'Isonzo, fu il generale Cadorna.

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che, solo e senza suggerimento di alcuno (chccchè si sia, poi, fantasticato all'estero di pretesi interventi del maresciallo Foch), diede l'ordine di r itirata sulla dr. del Piave. li giorno 9 novembre a mezzogiorno, il passaggio de l Piave per pane delle nost re truppe potè d irsi ultimato e nel pomeriggio tutti i pont i ven ivano fatti saltare. Quel giorno stesso il generale Cadorna lasciava il comando dell'esercito al gen. Diaz. Sul Piave vennero a trovarsi schierate, da nord a sud, la 4a armata, che teneva la fronte dal Brenta a Ncrvcsa, e la 3", da Ncrvesa al mare; la prima d i esse aveva, in tutto, 7 di vis., la seconda 8. D i fronte a queste nostre 1ruppe erano, dal Brenta ai ponti della Priula, la 14a armata austro-ungarica, forte di rg divis. e il gruppo <l 'esercito Boroevic ( 1" e 2a armata dell 'Isonw), dai ponti della Prju!a al mare, con altre r9 divis. Nella notte sul 12 novembre 1917, nuclei nemici, med iante grossi barconi, riuscivano a passare sulla dr. del Piave, nell'ansa che il fiume forma presso Zenson, ed a costituirvi una piccola testa d i ponte; nostre truppe, prontamente accorse, pur senza rìuscil'e a ricacciare il nc1nlco oltre il fiume, gl 'impcdirono però di dilagare, add )SSan<lolo agli argini . Nei giorni successivi, gli Austriaci tentavano d i pa.%are anche in altri punti; e nella notte sul r6 riuscivano a traghettare con circ;, 4 bgl. sulla sponda a cavaliere della ferrovia Treviso-Oderzo. Ma i nostri accorrevano subito a contenerli; H Fagarè le truppe della 54~ d ivis. (br igata Novara e 3• brigat a bersaglieri) cd a Folina la brigata Lecce irnpcgnavarlo una mischia furios3, infliggendo agli avvcrsaJi perdite gravissime e catturando circa un n1igliaio d; prigionieri. Altri tentativi di passaggio era Fcner e Pederobba furono sventati dalla vigilanza dei nostri, e dopo qualche giorno anche nella zona (ii Fagarè il nemico, premuto sempre p iù verso il fiume e battuto inesorabilmente dalle nostre artiglierie, fu costretto a ripassare sulla riva sinistra. Il 9 dicembre, mentre la lotta più accanita infuriava sul Grappa e sugli altipiani, gli _Austriaci tentarono ancora un diversivo sul basso Piave, riuscendo ad impadronirsi, per breve ora, d i alcune trincee <li osservazione, da noì tenute ad Agenzia Zul iani , ad est di Capo Si le, ma nostri sollec iti contrattacchi li costringevano ad abbandonarle. Negli ultimi giorni del mese, quindi, dopo lunghi e tenaci sforzi , i nostri obbligav~no il nemico a sgombrare aoche la testa di porllc nel! 'ansa d i Zenson ed a .ritornare sulla sinistra del Piave. Questo, così rima neva inviolato fino al giug~o 1918 . IV . Battaglia del Piave (15-23 giugno 1918). Cinquantasei clivisioni (delle quali 3 inglesi, 2 francesi, r cecoslovacca) erano schierate sulla nostra frome, d i coJHro a sessanta circa austriache, e prccisamence : di fronte al gruppo di esercit i del, T rentino , comandato dal ma resc. Con rad, stavano le nostre armate: 7a (gen. Tassoni) e r• (gen. Pecori-G iraldi) opposte con complessive 12 divis. alla 1 0 " armata austro-ungarica (gen( K robatin), dallo Stelvio all'Astico; le armate 6~ (gcn . Mon tuori) e 4• (gcn. Giardino), <li fronte alla r 1 • armata (gen . Schcuschcnstucl) dall 'A stico al Monfenera; d i fronte al gruppo di eserciti dei Piave, al comando del marcsc. Boroevic, e costi tuito dalle armate .6• (arciduca G iuseppe), d al Monfcnera al Ponte della Priula, e Isonzo Armée (gcn. Wurm) dalla Pr iula al mare, erano schierate le nostre annate 8'- (gcn , Pennel la) e 3a (S . A. R. il Duca d'Aosta), con complessive 9 d ivis. Una forte riserva, di 19 divis. (dicci cos6rueuti la g" ~rroara e 9 a rincalzo delk altre) era a disposizione del Comando Supremo. L a nostra art iglieria si presentava sulla nuova fron te d i battaglia mirabilmen te ricostituita e con un com-

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plesso formidabile; 3892 bocche da fuoco campali, 3123 d'assedio, 2406 bombarde e 524 cannoni antiaerei. Di queste bocche da fuoco 61 appartenevano alle divis, al leate. Seicentosessanta aeroplan i (dei quali 20 francesi e<l So britannici) si tenevano J1ronti a librarsi nel cielo della battagiia . Per risollevare il prest igio dello Stato di fronte ai sudditi ribelli ed ai nemici estern i, ed anche di fronte alJ'alleaw Genriania, era assolutamente necessaria all'Austria uua nuova grande vittoria militare. Tutto sembrava, d ' altra parte, propi7.io a ritentare le sorti sulla nostra fronte . L 'esercito ital iano, per guanto rinsanguato duran te la parentesi invernale, si doveva pur sempre considerare meno forte di quello avversario, ormai tutto addensato alle nostre frontiere; e molto precaria era, inoltre, la siwazio ne delle oo-

L'argine d_el Piave sistemato a dife.sa ( 1918)

stic Jince tra i fiumi t\stico e Pi_avc 1 secondo il giudizio del marcsc. Conrad. L'offensiva fu preparata con larghezza di mezzi e si riprometteva, secondo un detto del gen. von Ar.L., « lo sfacelo militare dell'Italia » . Essa era stata progettata dal maresc . Conrad , e considerava un'unica puntata offensiva a cavaliere del Brenta, con obbiettivo il Bacchiglione. Ma il Boroevic, forte dell'aureola creat agli da due anni d i lotta abil mente guidata sul Carso, intervenne a chiedere che l 'attacco principale fosse sferrato dal Piave. Il dissid io tra i due capi si ·accentuò sempre più , finchè il Comando Supremo lo · risolse nella maniera peggiore, accettando cioè entrambi i concetti, sia quello d i straripamemo dagli alti piani, vecchia pred ilezione del Conrad, sia quello di forzamento del Piave, studiato dal Borocvic, e determinando che avessero entrambi attuazione , con forze pressochè equivalenti. Le d ue grandi azioni dovevano essere precedute di un paio d i giorni da un forte anacco d iversivo, da) Tonale su Edolo. Nomi pomposi furono scelti a battesimo dei tre attacchi : « azione valanga », quella minaccianre la Lombardia; « offensiva Radctzsky » q uella degli altipiani; « operazione Albrecht », jnfine, quella del Piave . All 'alba del 13 giugno, dopo un vivo fuoco d i artiglieria, ebbe inizio l'attacco avversario nella zona d~l Tonale, ma il pronto ed efficace intervento <lei n~stri cannoni ed il fermo contegno dei nostri alpini opposero ovunque una insormontabile barriera al nemico, cui non riuscì che di conseguire qualche lieve vantaggio locale. Rinnovato, con ancor pit1 decisa violenza, l 'attacco, nel pomeriggio, venne parimenti ributtato. La giornata si chiuse complessivamcnt<; con un cl~moròso insuccesso dell'avversario, che, sconcer• rato nelle sue previsioni, dovette senz'altro rinunziare al,


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l'esecuzione del suo piano; la conclamata " valanga » si era arrestata al primo muoversi. I nostri uffici di informazioni, inlanto, avvalendosi di tutti gli elementi raccolti, avevano potuto indicare esattamente al Comando Supremo l'ora in cui avrebbero avuto inizio sia la preparazione di fuoco avversaria per l'azione principale, sia l'attacco stesso, e le relative modal ità. Potè, così, il nostro Comando disporre, per là prima volta sulla nostra fronte, una potente azione di fuoco di controprepa•

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I talia Austria ,44 divisioni so

Italia Austria 2866 cannoni 5005

Italia. Austria 676 velivoli 530

Le forze impiegate nella battaglia sul Piave (giugno 1918)

razione, destinata a disorientare e stroncare l'attacco avver~ sario ancor prima che esso si p rommziasse. Alle ore tre, infatti , del 15 giugno, ne l momento stesso che il canr1onc nemico dava I 'anr,unzio della imminente baltaglia, cd in qualche zona anche prima, le nostre batterie iniziarono il loro coro possente. In molti tratti il nemico venne, così, sorpreso in piena crisi iniziale di manovra; fanterie colpite in punti d i concentramento o di passaggio, artiglierie costrette ad abbandonare i compiti precedentemente loro assegnati per ingaggiare duelli con le nostre, collegamenti resi d ifficili ed in p iù tratti spezzati. L'esecuz.ione materiale <Id disegno offensivo venne tuttavia proseguita e dette quel successo iniziale che corona sempre le mosse aggressive prepa rate da tempo e con 1nezzi j ngenti; ma non v'ha dubbio che la sorpresa, sulla quale il nemico aveva (atto certo assegnamento, ormai era fallita e che lo spirito dei capi nemici e delle truppe, fin da quelle pr ime ore dell'offensiva, non era pi(1 quello della vigilia . Sugl i altipiani

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il comp ito assegr1ato all'u• armata a. u . era di sfondare con l';da d r. e col centro le n9stre linee dalla val <l 'Ass• (confluenza del Ghclpac) alla val f'renze la, .ed irrompere quindi per la val Canaglia su Thiene, e per la val Frenzcla su Bassano; con l'ala sr. di superare il margine meridionale del Grappa ed aggirare tutto il nostro schieramento dal Piave, che sarebbe stato, fra ttanto, trattenuto dal! 'azione del gruppo Borocvic . L'attacco venne sferrato verso le ore 9. Nei settori occidentali e centrale dell 'altipiano erano schierate r ispettivamen te truppe inglesi e francesi; all 'ala dr . il Xlll C. d'A. italiano (gen. Sani). Sotto l 'urto avversario, la linea britannica fu costretta dapprima ad inflettersi alquanto; ma in seguito ad un poderoso contrattacco, operato con il concorso di truppe francesi, il nemico potè essere contenuto nel triangolo C. Travcrso-Ccsuna-Roncalto . Un contrattacco generale degli Alleati, pro• nunciato verso le ore 13 1 con l'appoggio suUa sr. di artiglierie e fanterie del X C. d'A. (estrema dr. della 1• armata) riuscì a ristabilire quasi completamente la situazione iniziale su tutta la fronte . Sotto il micidiale concentramento delle nostre artiglierie gli Austriaci furono costretti ovunque a ripiegare disordinatamente, .lasciando più <li 1000 prigionieri nelle nostre mani , sette cannoni e molte mitragliatrici. Altri 500 prigionieri e molte armi e materiali d a guerra lasciarono anche nel settore centrale, dove i Francesi, costretti in un primo tempo a sgombrare il saliente di Capitello Pennar, impedirono prima il tentativo, per ben sci volte r ipetuto da l nemico, di sboccarne, e poi, con un cont rattacco, ricacciarono i nteramente l'avversario dalla posizione occupata, davanti alla quale s'infranse ogni tentativo d i riscossa austriaca. Più aspta ancora fu la lotta nel settore ten uto da truppe italiane, ove il nemico, distruue sotto una valanga di fuoco le trincee del Valbella, di Col del Rosso e col d'Echele e lanciate all'assalto le sue fanterie sotto una cortina di nebbia artificiale, riusciva a progredire, fi no ad investire il ridotto di cima Echar e la posizior1e di Busa del Termine, che sbarrava la Val

FRONTE ALL 'INIZIO OE~ LA BATTAGLIA . MASSIMO OELL AVA/'!. ZAT,4 AUSTRIACA.

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o La battaglia del Piave (giugno 1918)

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Chiama. Ma i nostri soldati avevano issato sulle rocce una tabella con la scrina : « Di qui non si passa! », ed il nemico non passò. Un'epica lotta si dibauè-, lungo l'ìmera giornara, su Cima Echar ed a Busa del Term ine, finchè, ,lopo un ultimo, disperato attacco tentato dal nemico a tarda sera, anche su questo tratto vitalissimo gli Austriaci furono costretti a retrocedere. Rimasero in loro mano il Col del Rosso ed il Col d "Echdc, ma i valorosi d ifensori ne contendevano a palmo a palmo il terreno, mentre <:roici manipoli, benchè q u<1si circondati, seguitavano a resistere fino all'est remo sul Pizzo Razca e sul Cornonc, infliggendo ali 'avversario perdite gravissime . In complesso la giornata si risolveva sugli altipiani col p ieno fallimento del superbo disegno che avrebbe dovuto, già la sera del primo giorno, condurre le truppe imperiali in vista della pianura ,·iccntiiia. Ben ne ebbe la chiar a sensaz.ione il Coma11do nem ico, tanto che alle ore 23 di quello stesso giorno 15, l 'imperatore Carlo r iceveva a Merano, ov'era il suo Quartiere generale, questa comunicazione dal suo Capo di Stato Maggiore: « In Tirolo siamo battuti, le t ruppe hanno per<luto tutto ciò che avevamo conquistato e sono rigettate sulle posizioni <li panenza ». Lo scacco nemico era stato tale , da rendere vaoa qualsiasi velleità di nuovi tentativi. li g iorno dopo, anzi, le nostre truppe del l'altipiano, memori delle dÌrcttivc del Comando supremo: « Resistere ad ogni costo, contrattaccare sempre », passavano alla controffensiva, e nei giorni tra il 16 ed il 19 r isrrappavano al nemico l'intero ridotto d i Costalunga cd i l pizz.o Ra.zea, ch iudendo così -d i nuovo gli accessi alla Val Frcnzela. Alt rettanto precari furono i successi dell'urto di Conrad sul Gmppa (V.) dove al secondo giN no· del 1"offensiva q uesta poteva d irsi infranta. Per il forzamento ciel Piave il nemico aveva determ inato J uc d istinti settori : uno, rist retto al gom ito tra Fàlzi: di Piave e Nervesa : molto più- ampio, l'altro, tra le Grave d i Papadopoìi e Mu~ile. Nel primo seuore, fronteggiante l'altura del Montello (V.), il maresc. Boroevic ~veva concentrato la quasi totalità delle forze della 6~ armata, cioè sci divis. su sette, delle quali tre schierare in p rima linea di fronte alla nostra sola 58" d ivis. Tale densità di forze era spiegata da l fatto che il nem ico intendeva compiere il massimo sforzo proprio in quel t ratto dove la collina d igrada nella pianura, · e dove dai ponti della Priula s'i rradiano le due ferrovie per Montebelluna e Trev iso . Del)'importan te zona, ove i nostri Comandi avevano abbon , dato di precauz ioni d ifensive, il nemico aveva progettato di impossessarsi, mediante un 'azione combinata dal] 'estrema ala sr. della 6• armata (XXIV C. d 'A.) e dell'estrema dr. dell 'Isonzo Armée (XVI corpo) le q uali , scendendo l 'una dal Montello ed attraversan,Jo l 'alcra il Piave a nord d i Salettuol, nel t ratto settentrionale delle Grave di Papadopoli, avrebbero dovu to avvolgere tutto il sistema d ifensivo d i A rcade-Spresiano-Lovadina e costituire una larga e profonda testa di ponte per l 'ulteriore irruzione delle riscrv<: sulla ferrovia Montebell una-Treviso e più oltre. Dopo !a fase del bombardamen to, durame il quale proiettili a liquidi speciali e lagrimogeni avvolsero ben presto k nostre posizioni in un ' atmosfera irrespirabile, il nemico potè iniziare senz'altro il gitcamento dei ponti sulla corrente e far vi transitare i primi scaglioni di truppa, i quali , irrompendo con violenza sulla sponda dr., conseguirono effetti rapid issimi. I nostri piccoli reparti di vigilaip.a, appostati negl'isolotti o in clementi d i trincea avanzati, venivano quasi tutti sopraffatti all'arma bianca, e i grossi , quando non paralizzati dai gas asfissianti , assaliti e travolti, prima che potessero riaversi dalla sorpresa ed opporre resistenza.

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Fin d alle prime ore del pomeriggio quasi rutto il saliente del Montello era in possesso dell 'avversario che, occupata Nervesa e l'Abbazia, si era spinto fino alla linea Casa Serena-Bavaria; a sud due altre teste d i ponte erano state costituite dagli Austriaci a Fagarè ed a Musile, in corrispondenza rispcnivamente della grande arteria Ponte d i Piave-Treviso e del la ferrovia San Donà-Mestre. Sia la nostra sa armata che la 3• avevano perduro molte migliaia di prigionieri. Era giunto quindi, per il nem ico, il mo-

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Ponte austriaco sul Piave colpito d all'artigliei·i a i tali.:ma (1918)

mento di effettuare la progettata manovra accerchiante .. La .spinta dalla reg ione del :t-.1ontello verso sud-est era affidata principalmente alla I j" divis . austro-ungarica ciel XX I V corpo, la quale avrebbe dovuto prender contatto. con le truppe della 33• d ivis. del XVI corpo, proveniente ,lalle Grave . Ma, mentre clementi della nostra 50" J ivis. iniziava no strenui contrattacchi da Giavera verso l'Abbazia d i Ncr vesa, la 48• div is. nella zona a sud-est del Montello, con le brigate Piacenza e<I Aquila ed il 79° bgl. del genio, riusciva ad arrestare !"avanzata della Ii" divis .; e più a sud la 31• d ivis., e con particolare impeto la brigata Veneto, contrattaccava le t ruppe del XVI corpo che erano passate sulla cl rJ"' <lcl fiume e parte le cauurava , parte le ricacciava nel fiume stesso. La manov ra nemica era quivi cosi falliti! . Da Caodelù a Capo Sile, invece, tutta la riva dr. del fiume era in potere delle truppe del generale \Vunn, ma anche qui le nostre fanterie fecero sì che la moSSJI nemica perdesse presto il carattere della sùbita irruzione, per assumere quello della pressione, alla quale resistevano con tutta la loro energia. Così, mentre nella zona di Fagarè e Musilc, dove più profonda era stata la penetrazione nemica, le valorose fanterie della 3• armata , battendosi in


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molt i tratti nel la propor~ionc d i uno contro tre , seppero impedire all'avversario di allargare le due teste d i ponte _e di collegarle. Nella notte sul 16 i l nemico intensificava le operazioni di passaggio del fiume, gettando nuove forze nella battaglia, e seguitava q uindi a premere sulle nostre t ruppe per dare maggior respiro alle sue teste di ponte e w prattutto per sottrarre i ponti all' azione distruttrice delle nostre artiglierie . Ma dappertutto l'avversario urtò in una resistenza tenace e decisa: sul Montello le brigate Palermo e Barletta della 12• divis . ed il XXV II reparto d'assalto rioccupavano <li slancio il coyuzzolo di quota 127, e, nonos tante la viva reaz ione avve rs~rja, ava nz avano ancora fi no

a prendere contatto, tra le case d i Sovilla, con la 48• divis_ che dal piano conéorreva ali 'attacco in direzione di Nervesa . Altrettanto valorosamente sulla sr. si battevano le

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raggiungere i ponti del la P riula. Nonostante il buon successo conseguito dall'avversario nella zona della 3a armata, la nostra situaz ione rimaneva soddisfacente. L'offensiva nel campo strategico poteva dir si fallita; nel campo taltico aveva condotto ad una situazione senza uscita, in quanto le masse attaccanti si trovavano addensate in una fascia di terreno t roppo rist retto, malamente appog~iate dalle loro artiglierie, rifornite a stentò e scarsamente d i viveri e d i m unizioni. spossare d a tre giorni d i lotta sanguinosa, sfiduciate dall'insuccesso, decimate dai nostri micidiali concentramenti di fuoco. Le difficolt~ per l'avversario ven nero inoltre aggravate <la una improvvisa piena del fiume, il cui livel lo, cominciato a crescere nella notte su l 1S, au mentò rapidamente, fino a raggiungere il massimo la sera successiva. Qualora si pensi, però, che il livello dell'acqua

Ponte s ul Piave presso C. Bianchini (19 giugno 1918) I, porttC: di barche; 2, barconi; 3 , carregg io austriaco in ritirata verso il Piave.; 4, trinceramenti; 5 , camminamenti; 6; ricoveri;.

7 1 barche isolate; 8, strada mascherata

brigate Aosta e Udine, della 50• d ivis ., impedendo al nemico d i liberarsi dalla nostra stretta e <li amp liare la sua occupazione. A sud, le t ruppe della vecchia- terza a rmata , al grido d i cc Vi va l'Italia" muovevano alla riscossa: Fagarè, Bocca di Call alta e la Fossa ri tornava n,, in nostro possesso, e la brigata Sassari, sopraggiu nta nella notte, strappava al nemico i l caposaldo di Croce. L'avversario, tuttavia, impiegando scn1prc nuov i reparti, potè am pliare

alquanto le sue teste di ponte di Fagarè e d i Musile, senza riuscire però a congiungerle. Al sospirato congiungimento potè arrivare soltanto nel pomeriggio de l giorno seguente, con un poderoso attacco partente da Zenson e dal!'an sa di Gonfo; quasi contemporaneamente a q uesto, un altro attacco sferravano gli Austriaci nel settore meridionale del Montello, tra i! saHerne a nord-ovest di Giavera e la staz ione di San.t'Aner.ea . Respinti d i fronte a Giavera , riùscivano ad affermarsi sulla ferrovia tra San Mauro e Sant' Andrea, ma bgl. della brigata Aqui la, energicamente contrattaccando, contenevano il nemico e gli imped ivano di

crebbe, al massimo, di 80 centimet ri, e che già la sera del r9 la decrescita era avanzata, non si può sostcoerc che sia stata la piena la causa della sconfina austriaca. Premute tra la torbida corrènte e la nostra salda barriera di baionette, invano le truppe nemiche seguitarono, lungo l 'in• tera g iornata dd J8, a martdlare sia nel settore mc.ridio•

nale del Montel lo, sia sui basso Piave : qua lche lieve progresso fu pagato con nuovi , gravissimi sacrifici cli sangue _ li giorno 18 segna il principio del « rovesciamento ,, del la battaglia. Il nostrà Comando supremo, infatt i, intuito che il nemico si avviava verso una irreparabile crisi logistica e mo rale, decise criniz iare i l giorno segue nte l' azione controffensiva, pe r ricacciare l'avversario oltre il Piave. Pre-

scelto per quest'azione il settore del Montel lo, come il lratto più sensibile cd importante della fronte, vennero assegnate all 'Sa ann ata nuove truppe, e cioè l' intero XXII C. d 'A. (57• e 60~ d ivis .), la 47• del XXX corpo c tre bg l. d ·assalto, oltre ad un nuovo nucleo di artiglierie. La n,anovra di contrattacco doveva consistere in un 'aLionc


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-:iv,•olgente il Montello per le ali, affidata :, due forti masse, tendenti a r icongiungersi al vertice del saliente, Falzè, ,dopo aver scardinato la resistenza, rispettivamente, a Ncrvesa ed a Ca,a Serena; cont ro Nervesa do1•eva agire il XXII corpo, col concorso di reparti dell'Vlll: conrro Casa Serena il XXX, affiancato da truppe del XXVII . Kel pomeriggio del 19, dopo breve p reparazione di artiglieria, la battaglia ridivampò su tutto il Montello, acca nitissima. 1on a torto il comunicato ufficiale austriaco disse thc « nella regione del ~lontcllo la lotta toccò Ja violenza delle più grandi banaglie carsiche » . Nel settore settentrionale le brigate Lombardia e Bologna assaltavano con grande impeto le difese di Casa Serena , ove la resistenza avversa..-ia .1i rivelò subito fonissima. La lotta fluttuò per molte ore indecisa, ed a sera tardissima ancora si combatte1·a con mccrta fortuna. Nel settore meridionale. invece, il ·XXII ·C. d'A., con una furiosa vicenda di attacchi e contrattacch i, cui pose treg ua solamente la notte , potè giungere Jìno alle fumami rovine di Nervesa . La lotta attorno e dentro la svemurata cittadina fu tra le più sanguino~e , _gloriose di wua la nostra guerra; gareggi;trono in bravura le brigate·Padova, Pisa, Mantovn, Po;to Mauri zio, Piemonte, Palcnno cd esempio altissimo ai fanti fu il comandante ,•tesso del XXI I corpo, generale Giuseppe Vacca ri, il quale, nel momento più critico della battaglia, lasciato il suo posto cli comando, accorreva alla testa di reparti della brigata Piemonte e infiammandoli con la parola e con l'esempio 1i guidava nll';,ssalto . Artiglieria cd aviaz ione concorrevano anch'esse mirabilmente alla lotta; il cade re cli quell'aspra giornata di battaglia, vide l'olocausto sublime di Francesco Baracca. lnfmiò num·amcntc la battaglia nella giornata del 20, rompendosi in ostinati combattimenti; Ncrvcsa ricadde in mano del nemico, molte posizioni passarono più volte di mano in mano, ma nel complesso la situazione rimase immutata. Nonostante che ne.I crogiuolo immane del ~fonte.Ilo il nemico gittasse ancora molte forze, non gli riuscì cli far più un passo avaoti. Nè le sorti della battaglia avevano potuto mutare nel settore della 3' armata. fin dalla notte sul 19 il nemico, facendo entrare in linea due clivis. fresche, aveva potuto rigettarci dalla fronte Fo,.al1a-Osteria-Capodargine, da noi guac!agnarn il giorno

prima, ma )'impiego di nuove riserve, gli :1ccaniti attacchi fro111ali, i tenta tivi aggiranti non gli valsero a portare avanti la linea d i battaglia. In una stessa giornata capisaldi, villaggi, fattorie, cambiarono innumeri volle di pa<lrone; canali, fosse, case, campi si riempirono di morti. ma mentre la forza d' urto elci nemico andava ormai esaurendos i, nei nostri s'i nduriva più che mai la volontà di ritornare al Piave. « O i l Piave, o tutti accoppati », era stato scritto sul muro di una casa diroccata , col loro stesso sangue, da nostri soldati feriti. Il giorno 20, le nosue divi,. 29a e 37•, entrate in · linea a cavaliere della rotabile di San Biagio dj Callalta , r iprendevano la linea d i Fosso · Palumbo ccl il caposaldo di Casa },fartini; nello stesso _giorno, reparti della 6 ,a di.vis. si affermavano ad un chilometro circa ad ovest di Capo Si.le, mentre la 4•, con la cooprrazione del valoroso reggimento d i mnrina, avanzava all 'estrema d r. lino ~1 limite merid ionale delle inondazioni tra Piave nuovo, Silc e ca nale Cave rlta. L'atteggiamento tuttora aggressivo di alcune unità austriac11?, specialmente sul basso Pia,·e, cAstrinse a qualche nuovo combanimento nelle giornate del 21 e 22, ma l 'esito di essi valse , yi11 c he a ltro, a d imostrare sempre meglio al nemico che ogni suo ,forzo era più che mai vano. li nostro Comando supremo intensificava il tormento d el fuoco sulle truppe nemiche, addensate ormai in una bre1·e striscia di terra col

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71 fiume alle spalle. Nelle loro file ogni ,·elleità aggr_cssi,·a era ormai definitivamente fiaccata . Otto g iorni d i duri combattimenti in quel corridoio infernale, le pioggic continue che avevano r idotto il campo di battaglia ad un pantano quasi impraticabile, la deficienza di munizioni e di materiali di ogni genere, il rifornimcmo difficile e scarso delle Ycttovaglic, l'insufficiente numero di cannoni portati sulla sponda dr . del fiume a sostegno de lle fanterie, tutto ciò aveva contribuito a fare delle truppe che aveva~o varcato il Jiume una massa lacera, fangosa cd avvilita, la quale non sper.11•a più che cli poter tornare indietro. Nella notte sul 23, infatti , le armate d i Borocvic iniziavano la ritirata. Le nost re truppe ripre ndevano, il mattino del 23, il movimento in avanti; nella notte sul 2~ tutta la dr. del Piave era completamente spazzata dal nemico che mai più vi anebbc riposto il piede. (Per la loua sul Basso Piave. V. Si/e). Perd ite austriache : 34 . 0 0 0 morti e oltre rno .ooo feriti; prigionier i: 524 ufficia li e 23951 u. di truppa, oltre a 70 cannoni, ì5 bombarde, 1234 mitragliatrici, 151 lanciafiamme, 37.000 fucili. Perdite italiane: 90.000 u . complessiYamcntc; di essi 2300 appartenenti alle clivis. alleate sugli Altipian i. G li aviatori lanciarono su lle truppe nemiche 75.843 Kg . d i esplosivi e abbatterono 67 apparecch i nemici. Andarono perduti da parte nostra 6 apparecchi io combauimento e 5i per incidenti, con la morte di 17 aviatori . L,, leggenda del Piave. Canzone patriottica , ve rsi e musica del maestro E. A. Mario . Serina dopo i l ripiegamento dell'esercito sul fiume, essa di1·ennc ;ubito popolare.

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P!a .v• mormo.ra.n oalmoe pla.cidoal pusaelfio La leggenda del Piove

Piave ( Ila/). Battag lione alpini, costituito nel febbraio 1915 per la durata de lla guerra Italo-austriaca (1915-1918) ed assegnato al 1' rcgg. Ebbe le cp. 267", 268" e 2i'j3 • Operò inizialmente sul M. Piana, M. Tre Cime di La,·aredo cd oc~upò, nell'agosto 1915, il fortilizio nemico

Medaglia del battaglione alpino Val Piave

Sexten Stcin. Destinato poi sul .M. Cristallo, nell'aprile 1916 ·concorse a ll 'occupa:>.ionc dd Rauchofel. Fu poi su l M. Foramc fino all 'offensiva austro-tedesca clell 'ottob,c 1917. Si battè infine sul Cansiglio e sul Grappa; sciolto, i suoi resti furono passati al bgl. Val Cordevole.

Piazza. Sollo questo nome in fortificazione si intende sia una fortezza, che un campo trincerato. Più ge neralmente si usa la denominazione di: piazz" forte o d i piazza da g11e1T11. Abbiamo poi piazze forti che hanno denominazioni pa111coiari come: Piazza a forti staccali o a campo


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tri11cçra10, cos11tu1ta da una cinta continua e da una linea (oppure da gruppi) d'opere staccate, più o meno lontane ùa lla cinta o d al micleo da difendere ; Piazza di appoggio , tt'gione fortificat:t, o campo tri ncerato : serve di appoggio alle truppe opcrallli in una zona qualunque di operazioni, ,ia che stiano sulla difcnsirn, sia che prendano l'offensiva; Piazza di rifr,gio, destinata a dar ricovero ad un esercito naturalmemc ùcbolc, o j ndebolito in seg uito a rovesci, :iffinchè possa r iordinarsi od ancn<lcrc soccorsi; Piazza di deposito o di rifomimento : sene come grande magau:ino <li mezzi da guerra per somministrarli, a misura del bisogno, all'eserci10 mobile che operi d ifensivamcme od offensivamente ; l'ia:::za o g ruppo di forti di sbarram ento : fortificazione dest inata a sbarrare una stretta cost ituente un passaggio obbligato attraverso ad ostacoli naturali, quali una catena momana posta sulla frontiera; Piaz:::a resta di linea di tappa : lJUella situata all'estremità pitì avanzata del la linea d i opcrazio n'e di un esercito attaccante (V. Foru:zzn, Regione /orri f,cata , Campo trincerato) . Altre distinzioni un tempo erano le seguenti : l'iazza regoft1rc, se tulli i lati e angoli della cinta erano uguali ed egualmente fortificati ; Piazza irregolal'c, se i lati e gli nngoli erano ineguali e i negualmente fortifica ti; piazz a di primo, d i seconòo, di terzo e anche di quarto ord ine, a seconda della loro importanza. Coma11da111i e 11/f,eiali di piazza. Fino al 18➔8 nel regno di Sardegna ogni piazzaforte aveva tu, governatore, da l q uale d ipendeva un co mando d i f'. con ufliciali pure detti di / '. Essi esercitavano l 'autorità pol itica, rispondendo al sovrano della pubblica sicurezza e deUa polizia militare. Con la CostituLione, tutti i poteri civili pa,sarono ai municipi . l'iazza. Nel secolo XVII fu cosl chiamat:t nel regno di Sardegna la paga del soldato, con tutte le annesse competenze, considerata come paga base. Ad ogni grado o carica corrispondeva un certo numero di piazze: ad es . durante i quartier i invernali alla truppa erano dati 5 sold i per /'. e agli ufficiali 30 : e le P. erano 6 per i capitani, 4 per i luogotenemi, 3 per i cornetta e: gli alfieri. Ciò durò fino a tutto il regno di Vittorio Amedeo H, ossia fino al 1730. Piazza bassa . Si chiamava co,l un tempo una batteria ;coperta situata nei fianchi dei bastioni, delle piattafor me, ùci rivellini, degli aloni, delle controguardic, ecc., che rimaneva per lo più al mede,imo li,·ello della fortezza. Il muro che la circond arn 1crmi11ava al disopra in un par;1pctto che dagli scrittori del scc. XVI veniva ch iamata corona, o ghirlanda d el la i'. B . Qua ndo nei fianch i , i erano t re ordini di batterie, quello di mezzo chiama,·asi : piazza di mezzo e gli altri due rispettivamente piazza alta quello superiore e piazza ba,sa quello inferiore. l n quelle d i mezzo e basse si costruiva no ricoveri coperti per uo mi ni e per muni1.ioni .

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allontanarsi entro 12 ore, nè sarà permesso alle stesse, e neppure alle navi nazionali, d i a vvicinarsi a d istanLa minore di 6 migl ia senza autorizzazione de l comandante dcllà I'. stessa. Ciò non potrà mai avvenire <li none, salvo il caso di inseguimento, o di tempesta, o di avarie gra,•i.

Piazza morta. V . Paga morta. Piazza Venceslao . A mm iraglio, n . e m. a Cremo na (18701930). Entrato in servizio nel 1879, nel 1919 era \iccamm ir . di divis . ; collocato in P. A. nel 1925, tre anni dopo fu promosso ammir: di squadra nella riserva . Prese parte alle campagne d"Eritrea (1890), d i Libia (r911- 12) e ddla guerra Mo ndiale. Nel 19J5 comandò la flottig lia internazionale delle siluranti di stazione a Brind isi. Quindi si occupò degli sbarramenti nei porti italiani. Dopo l'armistizio, fu vicego,·crnatore della Bassa Dalmazia e quindi ebbe comandi a Gaeia, a Taranto, a Pola, a Venezia . Pia:::,:a Carlo. Colonnello, n. a Busto Arsizio, m. a Milano (J871-1917). Sottol. d"art. nel 1888, fu uno dei pionieri dcll'aviaLione. Partito per la Libia poco dopo, fu il primo aviatore m ilitare a volare sui campi nemici: compl 38 voli d i g uerra; meritò la croce da cav . dcll'O . M. S . e fu promosso maggiore per merito di g uerra. Nel 1915 andò in guerra contro l'Austria, mento due med . d"argcnto, venne promosso colonnello nel 1916 e morì nel 1917 per mal;ittia cu1nratta in gucrr:i.

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Pia::::::a Giuseppe. AmmiragEo, n . a Hustv Ar>izio nel 1872. A» f:~ntrato lll !-.ervizio nel 18~J3, I fece le cam pagne J ell' E, 1rcmo ·f Or iente ( 1900-o r), della gue rra Italo-turca (19n-12), della guerra Mondiale (1915 -JS). fu presidente della sottocommiss,onc Piazza G i us<!ppc in teralleuta per il controllo acro11autico in B:tvicra nel 1920, e raggiunse il grado di con1rammir. nel 1931, venendo nello >Lesso anno collocato a riposo.

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Piazza A rmeri11a (,1111. Platea, Plati11 o Plutia). Comune prov . d i Enna. Sembra che sia stata fondata {lai Gelesi, forse ;ullc rovine dell'antica Gela. Una colonia di Plateesi, fu~giti dalla patria distrutta dai Tebani, ,·i si fermò fortificandola e dandole il proprio nome. Nel secolo Xl vi si st abilì una colonia lo ngobarda che 11e raffor7.Ò le mura; in segll ito i N o rm:in ni la resero un'i mpor-

111

J'i(J=za d'armi della strttda coperta . Si chiama così in fortificazione I ·allargamento della strada coperta dovuto al Cattaneo; è fatto in corrispondenza dei salienti (piazze d 'arm i salienti) e, <lei r ientranti (piazze d 'armi rientrant i, pi1, usate), allo scopo di per mettere alle truppe della difesa cli riunirsi, protette dallo spalto, per eseguire le sortite. Piazzaforte marittima . È detta così la P. che si trova ,ulla riva del mare. Geneqlmente il comando d i essa è affidato all a marina m ilitare . Vigono in es,a norme speciali per le nav i. Se la P. è in assetto di guerra, alle navi c,tcrc da guerra e mercantili potrà e,~rc intimato di

Il <:astello di Piazza ,\rmerina


-

PIA

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tante piazza forte. Nel 1 161 prese parte alla ribellione d i Tancred i conte di Lecce, e fu per questo d istrutta da Guglielmo i l Malvagio, che però, otto anni dopo, la fece ricostruire a poca d istanza dalla città vecchia, le concesse privilegi e favori, e la circondò di mura, innalzandovi anche un castello, che più tardi andò in rovina. Quando l'isola passò ai Francesi, i Siciliani, sulla fine del secolo Xlll, tennero in P. A . un Parlamento, ove decisero di dare la corona a Federico U d'Aragona, il quale si recò a P. e vi ebbe assicurazione d i appoggio da parte della nobiltà siciliana. Successivamente P . ebbe molto a soffrire durante le lotte fra i Palici e i Chiaramonte, e il suo castello fo occupato ora <la una fazione ora dall'altra. Sulla fine del secolo XIV, gli Spagnuoli vi eressero una forte rocca, che esiste ancor oggi.

Assedio di Piazza Armerina (1300). Dopo la decisione elci Siciliani, di resistere contro i Francesi e di dare la corona a Federico Il, Giacomo d'Aragona si alleò con Carlo d 'An giò . Questi, radunato un g rosso esercito, ·n1osse contro Federico e, d i vittoria in vittoria, arrivò davanti a P. Qui pose il campo nel piano di S. Giorgio, davanti alla porta Castellina. Comandava i difensori Roberto Rossi, il quale, alle minaccie e alle lusinghe di Carlo, rispose che la città preferiva la distruzione al giogo francese. Gli assedianti allora inco1ninciarono a saccheggiare le carnpagnc vicine, ma i Piazzesi fecero una vigorosa sortita e inflissero agli assedianti gravi perdite, rientrando indisturbati in città. L'8 settembre i Francesi decisero un assalto generale e misao in azione le macchine da guerra cd i castelli di legno. I d ifensori resistettero d isperatamente per tutta la giornata e gli assalitori furono respinti . Frattanto, in soccorso degli assediati, avevano potuto entrare jn città Guglielmo Cakcrando e Palme rio Abate con una piceo)a schiera di sold ati. I Piazzcsi decisero una nuova sortita e, uscendo contemporaneamente d alle due porte Castellina e Tacura, presero in mezzo i Francesi, che, completamente sconfitti, furono in gran parte massacrati, menrre poch i riuscivano a sal~ varsi con la fuga.

73 -

PrA

vi vengono messe in batteria. Le P. possono essere per uno o più pezzi. Esse sono diYcrse secondo che le bocche da fuoco sono di piccolo, medio o grosso calibro; pos-

Pianta

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sono essere in terra o in rnurntura e devono avere una

leggerissima pendenza, dall'1 al 2 % verso il ro\"escio del terrapieno. La loro ampiezza dipende da diverse circostanze fra le quali le principali sono le specie di affusto su cuz

Scala;

Piazzale interno. È il pinzale che r isultava nell'interno di un'opera di fortificazione; i11 generale esso venne soppresso nelle.'opere p iù recenti . P iazzuola. Chiamasi così q uel tratto d i terrapieno d i

Mortaio da 1 50 su piazzuola

co1nbattimento di un'opera, convenientemente sistemato per

pot~r resistere alle forti pressioni delle bocche da fuoco che

sono incavalcate le l:,occhc <la iuoco, e il settore orizzontale d i tiro che si vuol ottenere. Q uando la P. è in term il terreno su cui viene costruita deve essere abb_astanza assodato per sopportare il peso della bocca da fuoco da

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} P jazzuola in muratura per un pezzo (scala

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Costruzione di piazzuola per obice da 305

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mettere in batteria. Delle due ,pecic, quelle in muratura sono le più generalmente applicate nelle opere d i fortificazione perrnancntc, pcrchè di maggiore durata; quelle in

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sioni inferiori d , 1ucllc sopraccennate; ma talvolta aveva il ferro molto lungo, a foglia d "o li va o a lingua. La picca scompa rve, col deciso imporsi delle armi da fuoco, nel se-

Trasporto cti piazzuola per pezzo da 149

te rra sono magg iormente u ~a te nella fortificazione semipcrmanente, o in quella occasionale e per le artiglierie campali.

Pi card (Giuseppe). Generale francese, n. nel 1813. Sottoten. d i fanteria nel 1833, partecipò alla guerra per la conquista dell "A.!geria, deve rimase più vol te ferito, e alla spedizione <le! 1849 contro la repubblica romana . Poi tornò n ell ' Algeria , Nel 1855 prese parte alla guerra d i Crimea come colonnello comandante del 91° fanteria e si distinse nell 'asse-d io d i Sebastopoli, dove rimase fer ito e guadagnò la promozione a generale cli b rigata. Nel 1859 prese parte a lla guerra in Italia e si cl ist inse a Magenta e a Solferino, d i venendo generale di d ivis . Nel 1870 rimase p rig ioniero a Metz; al ritorno ,Jalla p rigionia comandò il XIII C . d ' A . e fu posto a riposo nel 1880. Picasso (Giacomo) . Ammiraglio, n. a Genova nel 1851. Entrat0 in servizio nel 1870, fece la campagna d 'Africa nel 1890 e h1 nel 1904-06 comandante della Difesa M. M . de La Spezia. Raggiu nse il g raclo cl i contrammi r. nella ,·i. serva navale nel 1909, vi fu promosso contr~mmi r. d i divis ., nel 1923 e a m1111r. d i d ivis. nel 1926, passando a _riposo nel r928 .

Ì> icca. Arma in asta, che fu in uso d alla seconda metà del secolo XV per le fanterie; i reparti a rmati d i P. presero il nome di Picchieri (V.) . La picca era lunga da 5 metri a olt re 7. Que lla degli ufficiali era d i d ime n-

Picca franca

Id . carolingia

colo XVH. Una specie di p icca fu adoperata dai Greci sotto il nome di sarissa; e anche, ma più corta d i quelle dei secoli XV I-XVJll, d ai F ranchi sino all 'epoca clei Carolingi .

Picca secca. Soldato armato di sola picca , senza nesstin 'altra a rma offensiva e d ifensiva , che nel secolo XVI seguiva gli eserciti al serviz io <li Spagna.

Mezza picca. Era la picca più corta (circa la metà d ella picca ord inaria), portata d agli ufficiali. Corrispondeva alla partigiana e allo spuntone. Picca Domenico. Med aglia d 'oro, n, a Molfetta, caduto al fron te (1 882-1916). Ufficiale di com plemento nell'ar ma di fanteria, richiarnaLO per la guerra mondiale, raggiunse il grado d i capitano . . Già ferito alla testa, cadde eroicamente, comandando un bgl. d el 139° rcgg , nella 9a battaglia dell'Isonzo. Alla memoria d i lui fu conferita la mcd. d'oro con questa motivazione: « Durante tutta la campagna

ed in numerosi combattirnenti, fu cost ante e fulgido esempio <l i ogni p iù eletta virtù, conducen do due volte alla vittoria il bat taglione, nel quale aveva saputo infonde re la fiducia e da l quale sapeva di pote r pretendere ogni sforzo. Sfida ndo ogni pericolo, si slanciava alla testa dei suoi al la conq uista d i una forte po-

Picca Domenico

sizione avversaria, faccodo numerosi prig ionieri. Ri masto ferit0 da t11'i"a scfreggia al viso, non abbandonava il comando, e, term in ata l'azione, artendeva pe'r venti giorni, con inr

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6

7

Picche dei secoli XVIMXVII: 1, di ufficiale francese; 2 , di ufficiale pi;montese; 3, di sergente bombardiere; 4 e 7, di soldato; 5, di uffic.iale; 6, di sergente arch.ibugier~ della porta in Piemonte

stancabile attività, a rafforzare la posizione ed a preparare l'ulteriòre avanzata . Durante ,1uesta conduceva il battag lione, con la consueta perizia ed il solito a rd imento, alla conquista di altre posizioni, ed il g iorno successivo, mentre dirigeva i lavori d i rafforzamento della nuova Linea, colpito

in pieno da una granata nem ica, dava al la Palria la sua preziosa esistenza ,, (Ca rso , IO ottobrc-2 novembre 1916).

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75-

Piccardia (o Pica.rdia, .in francese Picardic) . Regione della Francia , sul litorale del cl ip . <lel Passo d i Calais, comprendente la vallata della Somme e parte del corso dell 'Oise. Ha dato il nome a tre battagl ie appartenenti alla guerra Mondiale. Prima battaglia di l'iccardia (21-30 settembre 1914). È la .econda delle tre grandi battaglie della Corsa al Mare (V .), nei lineameitti generali della quale essa va compresa. Profittando della stabilizzazi0-ne delle front i, ottenuta mediante il largo impiego delia fortificazione campale, i belligeranti possono mettere in linea ed .i n campo aperto nuove forze, per tentare di avvolgere le rispettive ali, rimaste ancora in aria e non poggiate ad alcun serio ostacolo dopo la battagÌia dell ' Aisoe. I Francesi costitu iscono una nuova (2") armata, a ffidata al <le Castelnau, coi C. d'A . XIII, IV, XIV, XX, provenienti dalla zona d i guerra stabil izzata, e col corpo d i cavalleria Conneau ; i Tedesch i t rasportano d alla Lorena e tlall' Alsazia in P. gra n parte della 6• armata (I e II C. d 'A. bavaresi; XXl e XX IV prussiani d i riserva), nonchi: i corpi d i cavalleria von Marwitz e Richthofen, e pongono tutte queste truppe sotto i l comando del principe Roberto di Baviera. Si hanno così i combatt imenti attorno a Péronne dal 21 al 24 settembre; quelli a sud di Roye dal 25 al 30 settembre; e quelli attorno a Bapaume, tutti costi tuenti nel, loro i nsieme la prima battaglia d i P. Il gen. dc Castclnau per agire non atten<le d i avere le sue forze completamente riunite, e ciò per non perdere l ' iniziativa delle operazioni; il 2 1 settembre infàui egli inizia la sua marcia verso l a Nesle per avvolgere l'ala d r. nemica . Ma i Tedeschi contra ttaccano a sud ed a nord d i Péronne, respingendo il IV corpo francese in gran cli-

P1e

spingendo quelli oltre la linea Noyon -Ham e raggiungere il mare in territorio di Abbéville. In altri termini separare nettamente le annate inglesi da quelle francesi. Dal canto loro gli Inglesi attendevano l'auacco specialmente sul fron te della loro 3" armata, a favore della quale avevano indebolito la d r. della 5'' verso Noyon, ossia proprio là dove gli I nglesi si collegavano coi Francesi. Perciò, attaccati dalla 18" armata tedesca in q uel punto più debole, restarono sorpresi e furono costret ti ivi a combattere in ragione di uno contro sci, mentre su tutto il fronte d i battaglia la proporzione era di quattro inglesi contro 6 tedeschi. Al nord (zona Cr6isillcs-Bapaume) la 3" armata inglese con tenace lotta perdette soltar.to le posizion i di prima li nea, ment re a sud, .su lla fronte della 5'", si delineò i.Jen presto la catastrofe, avendo i Tedeschi rotto la linea inglese in notevole profondità e di primo acchito, 111 direzione S. Quintin-Ham . I tentativi tosto compiuti dalle prime riserve france~i, accorse dall'Oise 1 restarono i nfruttuosi, sì -

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sordine su Roye; n1entrc svolgono azioni dimostrarive tra

I 'Oise e Reims. Invano il gen . Joffre sollecita (25 'settembre) una sortita dell a guarnigione belga dalla piazza d i Anversa assediata : un tentativo in proposito fatto il 27 è presto annullato dall 'attacco generale contto Anversa . f Terleschi pertanto continuano a<l avanzare l ra /\nere e Somme,

respingendo successivamente i corpi francesi sopraggiunti nel la zona di Roye (XIV e XX). Il 28 settembre i Fran cesi sono sopra una linea a<l ovest di Bapaumc-PfronncRoye-Lassigny, ove finalmente arginano l ' avanzata nemica. Per il fatto che tre C. è' A. francesi sono stati ormai impiegati e a stento si reggono di contro Ja pressione ne, mica, e per il fatw che a i Tedeschi viene a mancare l'adeguata d isponibilità d, forze per avvolgere l'alR sr. franc.csc a causa dell 'ostinata resistenza dell 'armata del dc Ca stelnau, le operazioni sostano il 30 settembre, per ricon11nciare, con gli stessi scopi, pochi giorni dopo, con la battaglia d'Artois (V.) , terza dell a Corsa al Mare .

Seco11da battaglia di l'" ·card,a (24 marzo-4 aprile 1918). Costituisce il primo dei grandi attacch i in forze, sferrati d alla Germania nel 1918, per rompere a forza d i colpi d i m agl io la fronte alleata in Francia (V. Fnmcia, Battaglia d,). Il 21 ma rzo, alle o re 4,40, sopra un fronte di 90 Km. , tra la Scarpe a nord e l 'Oise a sud, si scatenò ' un violentissimo bombardamento sulle linee dqgli Alleati , com misto a lancio d i gas Yenefici . Dopo circa 5 ore , alle ore 9, protette da una nebbia fitta e<l i n parte artificiale, le fanterie tedesche mossero all'assa lto <lelle posizioni alleate . Erano (da nord a sud) le armate tedesche 17•, 2·' e 18" (gruppo d'armate del principe d i Bavier a) che and,waoo a cozzate contro le armate britanniche 3• e 5•, rispettivame nte comand ate dai gen . 8yng e Gough, nel tratto compreso fra Croisilles e la regio ne d i La Fèrc : 37 d ivis. tedesclie contro 14 J11glesi. I T edeschi con mie azione intendevano separare gli· Inglesi dai Francesi, re-

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La seconda battaglia di Piccardi a ( 1918) (le frecce indicano le direzioni d'attacco dei Tedeschi)

,hc la 5• armata fu costretta a ripiegue ver;o nord, cio~ verso Al-ras, cioè $tcondo il p iano <lei Tedeschi. Il gen.

Gough , n'L questo ripiegamento verso nord, ritenne di poter arrestarsi, in p ri m~ lcmpo, sulle posizioni che costituivano testa d i ponte all'est della Somme in te rritorio di Pérònne. Ma bisognò rinunciare anche a q uesta speranza, dato l 'incalzarc dei Tedeschi e l 'nssolura mancanza di riserve inglesi : Péronnc e Ham caddero nelle mani dei Tedeschi, la cui fronte raggiunse la linea Noyon-1.assigny, lasciando aperta la strada <li Parigi. Fu deciso a llora di lanciare nella battaglia le r iserve francesi per tampona re la pericoloiissima falla dovuca allo sfasciarsi della 5• armata inglese : d ifatti il 26 · marw giunse a Noyon it V C . d ' A . francese (Pellé) : le truppe mano a mano che sbarcavano ven ivano lanciate nella battagli3. 11 27 giunse il corpò del gen . Robillot , con d ue divis . di fanteria ed u na di cavalleria, d imodochè la battaglia potè continuare, spezzandosi in mille episodi locali fra la Scarpe a nord e I 'Oise a sud; meno pericolosamente a nord nel la zona Croisilles-Bapaume, ove gli sforzi delle armate tedesche 17• e 2' furono va l;dame nte contenuti dalla 3• in-


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Pie

glcsc; più catastroficamente a sud dove la 18• armata tedesca insegul baioneua alle reni gli Inglesi in rotta. E i tedeschi passarono l a Somme tra Péronne e Saint Simon il 25 marzo. Tali vicende sul fronte della 5• armata inglese (che ben possono essere paragonate per conseguenze e caraucristiche alla nostra ritirata :ti Piave dell'ottobre 19 17) chiaramente doveva no indicare al Comando supremo te• desco dove era il punto debole anglo-francese : cioè a sud, verso Amiens, e no n a nord verso Arras, dove la 3• armata inglese aveva potuto contenere lo sfono germanico. Ciò nonostante nei giorni 26-27-28 marzo, per ordine del Coma ndo supremo te<lcsco, continuarono ugwtlmente in -

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Ter::a battaglia di Piccardi« (3 agosto-24 settembre 1918). Durante la seconda fase della grande battaglia di Francia (V.) del 1918 il gen. Foch, valendosi delle riserve accumulate dal Pétain, tese a ridurre tutti i salienti creati dai Tedeschi durante la prima fase, sino a respingerli al Reno, in considerazione che cs;i erano ormai esauriti per elTctto del blocco marittimo inglese. La terza battaglia d i !'. i: stata perfettamente il contra rio della seconda; cioè eliminazione del grande saliente costruito dai Tedeschi nel marzo-aprile 1918, di cui si è detto: es~a si iniziò I agosto da parte della 4• armata inglese (Rawlinson) e la 1 3 armata franc.:se (Dcbcney). Sino al l 8 agosto nella zona Noyon-Albcrt non si ebbero avvenimen ti d i grande importa nza ; (u piuttosto la solita lotta di logora111ento e di posizione, particolarmente favorevole agli attaccanti. li 19 agosto il Foch inseriva un concetto di manovra in tale azione : far partecipare a nord la 33 armata inglese (13yng) f ra Arras e 13apaume; a sud la 10• francese (Mangin) tra Soissons e Noyon, allo scopo di attacca re alle basi il saliente in parola e strozuirlo. Ciò denc luogo a •due distinte souobatraglic : quella di Bapaumc a nord e quella tra Oise cd Aisne a sud, ciascuna delle quali contin11ò più giorni, , ino al 30 agosto, con alterne vicende. Dovunque i Tedeschi opposero una resistenza accanita, qu i contrattaccando con vivacità, là difendendosi in posto sino all'estremo: gli Alleati poterono solo progredire lentamcnre di trincea in trincea a causa della conseguita superiorità numerica e maggiore disponibilità d i mezzi e d i vettovaglie . Bapaume fu ripresa dagli Inglesi il 29 agosto dopo un'accanitis5ima loua di tre giorni. In conseguenza di questa battaglia, la linea tedesca ripiegò quasi dappertutto, continuando a flettersi verso la l inea <li Hindenburg, perdurando nella sua caraueri,tica essenziale <l i lona d i posiz ione; sino a che, verso il 22-26 seucm bre . i Tedeschi furono re.,pi nti su quelle posizioni <l:dlc quali erano partiti l.1 mauina del 24 marw 1918 (seconda battaglia di P.); cioè sulla linea Ai_me-Albcrt-Péronnc-Noyon. (Que,ta battaglia è detta da alcuni :.crinori anche battaglia d i AmicnsMontdid ier).

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Picchetto. Puni7ionc entrata in u,o nell'esercito piemontese nel 17 H . Consi;te\'a nel do,·er stare per un dato numero di ore in piedi, con un piede nudo posato sopra un paletto :1guzzo piant:,to in terra. Questa punizione scom pa r\'c verso ,I t7,5, per le riforme introdotte d:t Vittorio Amedeo li I.

La terza bauaglia di P iccardia (agosto-settembre 191 8)

temi gli auacchi a nord verso Arras, al centro verso Amiens, a sud verso Momclidier, sparpagliando gli sforzi delle armate 17•, 2• e 18~ tedesche su fronte troppo vasta, così <la non riuscire efficaci e decisivi in nessun punto . Solo il gforno 29 il Comando supremo tedesco si accorse del l"crrore e ord inò di concentrare gli sforzi verso l 'Oisc per Am iens; ma era ormai troppo inrdi, perchè i rranccsi, nel frnttempo, ave\"ano potuto c,si assumere la linea AmicnsCompiègne, sulla quale furono in grado di resistere. La battaglia andò esaurendosi pa cessare il 4 aprile, allorchè le posizioni tedesche ebbero cosrirnito il gra nde saliente Arras-Montdidicr-Lassigny-Noyon; saliente che minacciava la vallata dell'Oise e quindi Parigi. Fedeli al loro si>tcma, i Tedeschi non insistettero in questa zona, d ove la situazione si era ristabilita; e portarono d 'improvviso la loro clTensiva in Champagne. Questa battaglia da alcuni autori anz ichè « seconcl:t d i Piccardia » è detta seconda cieli~ Somme (V.) ; dagli scrittori inglesi è anche deua battaglia di Noyo11-Mo11tdidier (V.) .

Picche/lo armato . È un piccolo reparto d i truppa desti ,iato a provvedere ad eventuali chiamate per ordine pubblico, che in ogni corpo o reparto. autonomo viene comandato in seguito a dispo,izioni date periodicamente dal comando <lei presidio. Quc,to sen·izio ordinario dura 24 ore, TROMBA io 81

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tb: I I r d b-W=tfl r r 1 H lr E} trr cf l F 11

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Segnale di picchetto armato

ed ha 1111zuJ col distacco delle guardie nelle singole caserme. A seconda della importanza del presidio e del corp<> da cui è distaccato, varia la forza tenuta a disposizione. Gli uomini di truppa cd i relativi graduat i non hanno


-

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uscita libera quando sono comandati a tale servizio e vengono ispezionati dall'aiutante maggiore in 2• di settimana, con le a ltre guardie comandate. A ciascuno dei chiamati viene <listribuim il numero del le cartuccie a pallottola (generalmente due pacchetti) più due cartuccic a mitragl ia. Agli armati <li pistola vengono date sei cartuccie a pallottola. Nor.mal mente gli uomini di P. A . possono spogliarsi dopo la ritirata, a meno che non vi sia ordine in contrar io. Se al I'. A. sono comandati anche ufficiali, essi T ROll'!BA lo 31

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~- i k I r d I ( r r f I rttttl Segnale di picchetto disarma to

durante il giorno devono essere dispooibiJi colle loro truppe in caserma; nell a notte, anche se hanno il perrnesso d i dormire nelle loro case, devono mettersi in grado dj presentarsi in caserma nd minimo tempo, in caso d'allarme o chiamata. Raramenle vengono .::om_andati P . A. <l';inna a

cavallo; quando però ciò avviene, per lo più sono appiedati, a meno che non sia ordinato diversamente in modo espresso. In Italia dopo l'avvento del Fascismo e l'istituzione della M .V.S.N., le esigenze d'ordine pubblico hanno portato una grande diminuzione d'impiego d i P. A ., prima di tutto per la maggiore ;;tabilità dell'ordinamento na-,:ionale e per la scomparsa di conflitti violenti fra lavoratori e datori di lavoro; i11 secondo , luogo perchè, in caso di bisogno, viene adoperata la Milizia

n1anovre, o per servizi di scorta o di ordine pubblico, nou

forniscono picchetti d·onore.

Picclietto (Ufficiale d,). È uno degli clementi <lei servizio reggimentale. Montano di picchetto tutti gli ufficiali subalterni; sono d ispensati da tale servizio solo i primi tenenti quando siano p resenti alla sede almeno otto ufficiali che possano disimpegnare il servizio. Allorchè un rcgg. sia dislocato in due~ più caserme, previa autoriz·,:azione del Comando del presidio, il coTnandantc del corpo può disporre che il servi,,io di P . venga effettuato solo nella caserma principale. Nelle altre viene provveduto, in tal caso, a mezzo ufficiale d i giornata. L'ufficiale di P . indossa la sciarpa per tutta la durata del servizio, che è d, 24 ore, e, valendosi del personale che è messo a sua d is~osizione (sottufficiale d'ispezione, capoposto, ecc.), dirige il :ervizio generale di casenna, della cui esattezza e

regolarilà risponde a l capitano d'ispezione. Sempre quando le esigenze <lei servizio lo consentono, si presenta agli ufficiali generali cd agli ufficiali superiori che entrano in caserrna e d!, loco le novità,. Entrando in caserma un ufficiale generale., ne fa avvertire il comandante del corpo o l 'ufficiak superiore più elevato in grado o più anziano dei presenti. ì'kll 'assun1cre i l servizio deve ricevere consegne precise e complete dall 'ufficiale smontante. Durante il suo servizio non può allontanarsi dalla caserma, salvo che, in assenza degli ufficiali comandati appositamente o d i al tri ufficiali subalterni, debba prendere momentaneamente i1 comando d i un picchetto ar mato ed uscire con quesw. In tal caso, deve mandare prontamellle avviso agli ufficiali cui tocca questo servizio, indicando loro il luogo ove !a truppa si reca, affinchè la raggiungano sollecitamente, ed

Picchetto d'onore. Alle stazioni ferroviarie, agli scali maegli. possa rientrare in caserma . Di ogni avvenimento straritti mi o all 'ingresso dei prcsid, dove arrivi o donde parta, ordinario deve tosto in.formare l'ufficiale più elevato in in forma ufficiale, una delle persone o rappresentanze cui grado presente in caserma, il comandante del corpo e l'uffispettino guardie d'onore (V. Onori milita,·,), è schierato ciale d'ispezione. Quando non sia in caserma alcun ufficiale un P. d'onore, di formazione identica a quella indicata addetto alla maggiorità d i reggimento, l'ufficiale di P. per le guard ie d'onore. Esso è <lato, per turno, dai corpi deve far pervenire il più sollecitamente che sia possibile i delle diverse armi del presidio, a seconda della forza; ha pieghi cd i telegrammi urgenti all 'aiutante maggiore i 11 2• seco la bandiem quando ha la formazione di una cp. ed d i settimana. Non può spogliarsi mai, neppure durante appartiene a corpi che ne sono forniti; ha seco musica la notte. Può r iposare, rimanendo vestitQ, sul letto che si (o fanfara) quando esista nel presidio. Nelle località ove trova nella stan:ta a lui riservata. Per le varie operazioni trovansi reparti delle altre forze ar mate dello Stato, essi di caserma provvede con gli appositi segnali di tromba. concor rono, a turno, con quelli del R. Esercito, nel forAl mattino, appena suonata la sveg!i'.I, deve recarsi nelle n ire i P. d'onore. Esso presenta le armi a l momento delcamerate per assicurarsi che le operazioni prescritte si l'arrivo o della partenza della persona o rappresentanza compia no regolar mente. Anche durante la notte deve cotnin cui onore è comandato; il trombettiere, o la m usica o piere ispezioni ai vari_ locali della caserma, della quale fanfara, rendono gli onori prescritti (V. Saluto). Nei viaggi alle 23 ritira le chiavi. Il mattino succe.ssivo manda alla i11 forma ufficiale delle persone o r.appresentanze cui spetta maggiorità dèl reggimento le note ricev ute dai sergenti di il P. d'onore nelle località d'arrivo o d i partenza, esso g iornata, dopo avervi segnato, per g li eventuali ma nèanti si trova schierato alla stazione ferroviaria ove sia stato alla ritirata, se ed a quale ora sono rientrati in cascrrn:-L preannunziata una fermata del treno . All'arrivo e alla Nei secoli XVII e XVlll, negli eser9ti in campo, venipartenza, in forn1a ufficia le, di un mrn1stro o sottoscgre• vano scelti come « ufficiali di p icchetto » un generale, un tario di Stato il P. è della forza di un plotone senza maresc. di campo, un colonnello e due maggiori. Essi doband iera e senza musica. Ciò spetta pure al prefetto che, vevano invigilare giorno e notte a lla sicurezza del campo, in forma ufficiale, arrivi per la p rima volta nella sede di disporre per !e guardie, i distaccamenti, i foraggieri, assi.sua residenza, nonchè al maresc. d 'Italia, al capo di S. M. stere agli esercizi della truppa e ·fare osservare la disciplina'. generale, al capo d i S. M. dell'Esercito, ad un generale {l'armata o designato comandante d'annata che arrivino in Pìcchieri. Nei secoli dall ' inizio del XVI all ' inizio del forma ufficiale in una località sede d i presid io o ne parXVI[[ presero questo nome i soldati armati di picca. tano. Identico P. è dovuto al comandante del C. d 't\ . Servirono ta nto negli eserciti come nelle annate insieme a l comandante militare d i isola o di divisione militare con gli archibugieri. Portarono dapprima corsaletto e mote,rritoriale che arrivano o partono in forma ufficiale da r ione; ma nel secolo XVII lascia,-ono il primo e surrouno dei presi<lì dipendenti. In tutti i casi sopra indicati garo"no il secondo con un cappello d i feltro . In franciJ è prescritta la grande uniforme rrulitare. Quando le truppe furono aboliti nel r703, sotto Luig;. XIV; successivamente, si trovino in una determinata local ità per esercitazioni o 1


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a poco a poco, dagli altri Stati. Ma sin dalla seconda metà de l secolo XVII I P. andavano man mano d iminuendo <li numero,._ mentre aun1cn tavano negli esercit i i soldati ,~,·-

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in un ·uitjma , suprema visione del doYerc il suo battaglione all'ufficiale più anziano, lasciò la vita sul campo; fu lgido esempio di eroù;mo e delle più alte vinti militari » (A ltipiano d dla Bainsizza, 29 agosto 1917).

Piccin i (Stefano). Generale, n. e m. a Gamalero (, 8571917). Sottot. d 'art. nel 1878, raggiunse il grado di rnlonncllo nel 1912 e comandò il 26° art. da campagna. Nel 1915 andò in guerra contro l'Austria e nello stesso an no venne promosso magg. generale. Piccinini (Giuseppe) . Generale, n. nel 1838, rn . ~ Voghera nel ,907. Sottot. d i fanteria nel 1861, partecipò alla campagna del 1866 e poi frequentò la scuola di guerra. Colonnello nel 1894, comandò il 23° fanteria e nel 1S96 andò in P. A. Nel 1905 venne promosso magg. genera le neUa riserva. sec. XVI

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Ficchieri

sec. XVlI

1nati di fucile, tanto pili che venne in uso, ncl l.a stes~:l

epoca, la baionetta .. Nei combattimenti e nelle noarcie i I' . stava no al centro; ai lati si ponevano g li arch ibugieri. In Fiemontc, la forza dei l'., nel 1610, era di un terzo del totale : nei reggimenti .svizzeri jnvece i P. costituivano i due tel'zi del totale. Ne! 1690 i reggimenti d 'ordinanzJ ebbero runi il fucile, e la baionetta nel ·1702.

_.P iccini no (Niccolò). Condottiere, n . a Perugia, n, . a e'orsico (L375-1444). Nipote d i Braccio da Montone, fece con lui le prime armi. Nel r 425 prese servizio presso Filippo Maria Visconti: per lu i vinse i Fiorentini p resso Lucca, i Veneziani presso Cremona e in Valtellina; nel

Medaglia di Niccolò Piccinina (del Pisanello)

1434 arrestò la marcia di Francesco Sforza su Ancona, e vinse ad Imola l'esercito veneto-fiorentino; nd 1438 conquistò la Romagna, Casalmaggiore, Verona e Vicenza. Nel 1439 prese l'armata veneziana sul Garda. Sconfitto ad Anghiari ~lai FioreTHioi, passò poi a Bologna, di cui .aveva la sovranità dal 1438; ma questa gli si ribellò nel 1443: nello stesso anno fu sconfitto a Montelauro e ne morì di dolore. Picchieri del secolo XV (maneggio della picca)

Picchioni (Giuseppe) . Medagl ia d'oro, n. 2 Tivoli, caduto al fronte (1886-1917). Già ufficiale di complemento, passato nel 1905 nel ruolo del servizio attivo, era capitano da poco quando partì per la guerra Ita lo-austriaca. Già ferito ad una gamba su'! bosco Cappuccio, cadde nella battaglia della llainsizza, mentre era al comando di u n bgl. <le! 79° fanteria che aveva assunto con la promozione a maggiore. La medaglia d'oro fu concessa alla memoria del valoroso maggiore, con la seguente motivazione : « Primo fra i primi eroi del suo battaglione, che guidò ripetutamente all'assalto di forti po•.,,, Picchj~~i Giuseppe sizioni nemiche, ferito una prjn1a ed

una

seconda

volta,

non volle lasciare i l suo posto d i combattimento, finchè, ferito 1rnovamentc e mortalmente, dopo aver raccomandato,

Piccinino Francesco. Condottiere del secolo XV, figlio di Niccolò, 111 . a Milano nel 1449. Lasciato dal padre ~ go.. vernare Bologna, nel 1443 ne fu cacciato da una rivolta di popolo. Fu battuto a ;.\.fontolmo nel 1444 e fatto prigio• niero da Francesco Sforza. Passò allora al suo servizio, ma poi lo abbandonò per aderire alla repubblica am brosiana. Piccinina conte Jacopo. Con dottiere del secolo XV, figlio di Niccolò. Ebbe il comando delle truppe milanesi nel 1450; nello stesso anno passò al servizio ~lei Veneziani i11 guerra contro Francesco Sforza duca di Milano . Nel 1454 formò una· compagnia di ventura ed assalì la repubblica di Siena. Nel 1455 passò al servizio d i Alfonso d'Aragona re d i Napoli, ma poco dopo si unl al suo competitore, Giovanni d'Angiò, per poi di nuovo (1463) torna.re agli ordini del re d i Napoli che nel 1465 lo fece strangolare. - Due condottieri P. (Antonello e Ciova11:11) forono nello stesso secolo agli ordini del Colleoni. Piccinino A111omo. Spadaio milanese del secolo XVI ( r 509•1589). Si d ice che fosse così abile, che le sue lame « tagliavano ogni sorta di ferro, senza !esione delle medesime ». Furono pure ottimi spadai i suoi figli Lucio e Federico.


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Piccio (l'ier Ruggero). Generale, medag lia d 'oro, n. a Roma nel 188o. Ufficiale di fanteria, da 1eneotc fu per qualche tempo nel Congo belga. Ritornato in 1talia nel 19o6 prese pane, nel , 911, alla prima campagna libica, distinguendosi ad Horns, nelle fìk ciel 37" regg. fa11tcria. Rimpatriato, consegul il brevetto di pilota aviatore, cd iniziò la grande guerr~ quale comandante una squadriglia di aeroplani da caccia, da cui, nel settembre 1915, passò ad una <la borbardamcnto. Nel 1916 tornò nuovamente alla caccia . Nell'una e nell'altra specia lità compl imprese ardimento,c; ben 24 apparecchi nemici caddero sotto il tiro infallibile della sua mitragliatrice. :'-lei r 918 comandò la massa <li velivoli da caccia che fo citata :ill'orcli ne del giorno del Comando supremo per la pane presa nelle battaglie del giugno e dell'ottobre st:I Piave. Il 28 ottobre, durante un volo oltre le nostre linee, costretto ad atterrare, venne prcw prigioniero, ma pochi giorni dopo riuscl a sfuggire, rnggiw1gemlo sul T~g liamèlltO le nostre 1ruppe avanzanti. Egii a,•eva guadagnato una mcd. di bronzo a Horn,; nella grande guerra ne guadagnò un ·altra nel r9r5; poi due d'argento e la croce <li cav. e ufT. dell'O. M. S. e, infine, la mcd. d 'oro con la seguente mot ivazione: ,, Pilota arditissimo da caccia, sempre pronto ad ogni audacia, abbatceva, dal 10 luglio al 30 novembre 1917, undici apparecchi nemici, portando così il numero totale degli apparecchi da lui abbattuti a diciassette . Personificazione mirabile delle più elette qualicà del pilota italiano, condottiero ideale dei cacciatori de-! cielo, cuore ardente di entusiasmo, soldato provato alle più dur: vicende dell'aria, da additarsi come esempio a tutti gli aviatori e come vanto dell'esercito n;:,stro » (Cielo <lell' lsonzo e del Carso, Aidussina, 28 luglio; Tolmino, 9 agosto; Polgarè, 7 scu~mbre; Ancek, 14 >etrembrc; K.al, 23 settembre; Tcrnova, 29 settembre; Auzz.a, 2 ottobre; Mcsniak, 3 ottobre; Castelmontc, 25 ottobre; Bosco d i Panovizz.a, 25 ottobre 1917). Dopo la guerra, raggiunse il grado di generale di divi~. e poi (1932) di squadra aerea; fu capo di S. M. dell'Aeronautica per qualche tempo, lino al 1927, e poi addc•to .ie ronau tico presso la R . Ambascia ta d i Parigi. '7

Piccio Pier Ruggero

Piccione Lujgi

Piccioli (Hrtgc11io). Geucrnlc, n. nel 1842, m. a Fi renze nel 1920. Sottot. dei granatieri nel r866, partecipò alla campagna di quell'anno. Frequentò poi la scuola di guerra e nel 1897 venne promosso colonnello comandante il 50° fo nteria . In P. A. nel 1900, venne promosso magg. generale nella riserva nel 19 10 e ten. generale nel 1915. Pi cc ione (Ordine del). Ordine cavalleresco creato da Giovanni I re d i Cast iglia nel 1379. l membri dell 'ordine si impegnavano a combatte re contro i Mori . Durò breve tempo, e i cavalieri che vi erano inscritti passarono agli 2!tri ordini allora csistemi.

P1c

l'ù·cio11c viaggit1tore. V. Colo111ba1e. Piccione L11ig1. Generale, n. a Borgo T icino nel 1865. Sottot. d'art. nel 1885, Crcquemò la ,cuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. In Libia nel r 91r-12-, 3, vi mc-ritò due med . <l'argento. En1rò in guerra contro l 'Austria oel 1915 quale capo di S. M . dell'S• di,·is. e poi <lei Ill C. d'A. Colonnello brigadiere nel 1916, eblx- il comando della brigata Bari e fu decoralo deìla croce da cav. dcli 'O. M. S. Promo,so rnagg. generale per merito cl: guerra nel 1917, ,·enr:c addetto al ('.ornando supremo cd in occasione dello scoppio di 1111 deposito di munizioni a S. Osvaldo (Udine), _ebbe 13 med. di bronzo. Comandante l:i 5"' divis. nel 1918, per la conquista di Cima Prefcna ·e Cresta Monticelli meritò la croce d'utf. dell'O. M. S. Nell'agosto 1918 passò capo di S. M. della 7• armata e nell'ottobre ehbc il comando della divis. cecoslovacca. Alla fine del la guerra, condus,c la stessa, d ivenuta C. d'A., in Cecoslovacchia, dove occupò la Slovacchia; nel 1918 si batti: contro le foru; bolsceviche ungheresi, e nell'anno seguente lasciò il comando, recando >eco la nomina a genera le onorar io dc li 'esercito cecoslovacco. Tornato in patria, ehbc il comando della divis. mii. di Roma e nel 1920 andò i" P. A . S. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis. e nel 1927 fu !)romosso generale di corpo d'arm ata nella positione di aspettativa per riduzione quadri. Piccola Guardia. V. Avampostt. Piccola Intesa. Nome dato alla stretta amicizia-a lleanza fra Jugoslavia, Cecoslovacchia e Romania, derivato dal nome di ~ Intesa • assunta dalle nazioni in lotta contro la Germania durame la guerra Mondiale. Le tre nazioni dette, uscite dai trattati di pace costituite o ingrandite in modo cospicuo a da11no dei vicini , cd avendo assorbito regioni popolate da genti appartenenti ctnicamcllle ai v1cm1 in grande parte, si misero subi10 in grado di resistere ad ogni temativo di revisione dei trattal i di pace, la quale dovesse modifkarli a loro danno. La P. I. si preoccupò subito di anparsi fino ai denti, contemporaneamente battendosi per impedire il riarmamento delle nazioni spogliate di territori e disarma te . Una strettissima solidarietir si stabilì fra le tre naz ioni, appoggiate anche con armameuti dalla Francia, la quale ,i trova spiritualmemc orientata nello stesso senso, e pr,«cupata che un giorno si operi la revisione dei 1rattati di pace. Il 10 febbraio 1933 , .i Ginevra, i tre m in istri degli Esteri della Jugoslavia, della Cecoslovacchia, della Romania, conclusero un « Patto di or1,ranizzazione della Piccola Intesa ", per condurre i rapporti di amicizia e di alleanza csistenri. fra i tre Sta1i :td una base organica e stabile, mi rando a cl.ire alla P. I . stessa un'organizzazione internazionale unificata. Per raggiungere tale organiz1.azionc sono state decise m isure d 'ord ine statutario, politico cd economico. N el! 'ordine statutario, è stato costituito un Consiglio pcrmancnt..:, composto dei tr" ministri degli Esteri. Ncll'ord~ne politico, è stato stabilito che qualsiasi trattato di indole politica, di ogni Stato della l'. f. nei riguardi <li altri $rati, come pure q ualsiasi acco rdo econorr1ico comportante notevoli conseguenze politiche, dovranno avere il consenso del Consiglio permanente. Ncll 'ordine economico, sono state prese deliberazioni riguardami la navigazione sul Dan ubio, le co-munica.iioni ferroviarie, aeronautiche, poste legrafoniche, le tariffe preferenziali, la collaborazione fra le rispettive banche di emissione.


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Piccola Intesa asiatica. Si è chiamato così il gruppo costituito dalla Persia , dalla Turchia e dal! ' Afgan istan , stretto dopo la guerra allo scopo di m utua garànzia d 'indipendenza con a-o terzi . L'accordo fu principalmente opera della Persia rinnovata dopo la guerra, memore di essere stata per lungo tempo oggetto della doppia cu pidigia, della Russia a nord e dell 'Inghilterra a sud. Piccole Italiane. V. Opera Nazionale Balilla. Piccoli calibri, Denominazione sorca in Germania nel 1925. Il trattato di Versailles consentiva che i f ucil i normali fossero posseduti soltanto dalla Reichswehr e dalla polizia; ma permetteva che singoli e società sportive potessero usare armi di piccolo calibro. Alcune organizzazioni a tipo militare e patriottico, come lo Stahlhdm, la Reichsflagge, il W iking, ecc., ne approfittarono per armare i loro membri con fucili del calibro d i mm. 6.5, i quali sonq del peso di 4 Kg . e hanno una portata fi_no a 400 metri. E P . C . si è chiamato in Germania il gruppo del le associazioni così armate. P iccolom ini. Reggimento di fanteria austriaca, creato nel r683 dal conte Serini. Fra i suoi comandanti furono Bagni (1693) e il !uogoten . generale Piccolomini (1741). Picco/omini Alfonso. Condottiere del secolo XV!. F u al servizio di Carlo V e dal 1528 al 154r fu governatore di Siena. Picco/omini E11ea. Gentiluomo senese del secolo XVI. Capitanò in Siena la rivolta in seguito alla quale vennero cacciati gli Spagnuoli (1551) e poi 1ion volle accettare il governo clella città. Caduta quest a nel 1554 si ritirò a Mo ntalcino, dove morì. Picco/omini durn di Montemarc1a110 Alfonso. Condottiere del sec. XVI. Scomunicato da G regorio XIII, portò nel 1582 la devastazione negli Stat i del papa. Dopo di essere scafo al servizio della Francia per ouo anni, ritornò in Italia ed invase la Toscana, ma venne sconfitto dal grand uca nel r591 cd ucciso. Picco/omini Enea. Capitano senese del sec. XVII, nipote del precedente. Ser vì sulle galere di Toscana, poi passò in Fiandra dove rimase ucciso combattendo, in età di 33 anni . Piccolomitzi Ottavio . Generale imperiale, 11. d i S iena (1599-1656). Fece le sue prime armi in Italia segnalandosi a Vercelli , ad Asti (1625) e ~Ila Verrua . Nel 1632 si battè a Lutzen e nel 1634 a N ordlingen; nel 1635 difese come comandante in capo i Paesi Bassi da!L'i11vasione francese; nel 1639 riportò una gr ande vittoria a Thionvi lle sui Frnn cesi, poi si battè col gr'ado di feldmaresc iallo contro gli Piccolornini Ottavio Svedesi. In ricompensa dei servig i prestati fu nominato d uca d ' l\malfi, e, alla fine della guerra dei T rent 'anni, principe dell 'Impero (1648). Picco/omini Silvio. Capitano imperia le del sec. XVII, fratello d i Ottavio, n. di Siena. Servì in Fiandra, combattè contro i Turch i, partecipò al tentativo di Famagosta del r6o7 e al] 'impresa di Bona dello stesso anno . Passato in German ia, prese parte alla guerra dei Trenta anni e

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si battè a Lu tzen (1632) e a Niirdlingen (r634) col fratello Ottavio. Morì a Firenze in età di 66 anni, mentre era gentiluomo e generale dell' aniglicria del granduca Cosimo.

Picco/omini Giovanni No,-berto. Generale austriaco (16501689). Si distinse nella campag na del 1686-89, durante il suo comando in Bosnia, specialmente nella battaglia di Mohacs (1687). Dopo la battaglia di N isc (1689) insegul con successo il nemico e si impadronì della Serbia, della Bosnia e cl i gran parte dcli' Albania. Picco/omini D'Aragona Francesco, principe di Valle. Generale imperiale del scc. XVII. Partecipò al! 'assedio di Philippsburg nel 1676 e dopo la pace di Nimega (16ì8) passò in Austria e venne m andato a reprimere una sollevazione in Boemia (1681) . Quindi prese parte alla lotta contro i Turchi, distinguendosi nella difesa d i Vienna (1683) e alla presa d i Strigonia e d i Munkacs: cadde mortalmente ferito nell'assalto di Budapest (1684) . Un. Picco/omi;,i Giuseppe, colont1ello di fanteria, morì combattendo in Gennan ia agli ordini di Ottavio nel 1632 (?). Un altro fu colonnello del regg. di fanteria « Serbclloni » nel 1690. Un altro Ottat1io fu luogotcn. generale dell 'impero e capo del rcgg. di fanteria « Piccolomini » nel 1741.

Pìccone (della Perosa, conte Giuseppe). Ge nerale, m. nel 1742. Percorse la carriera in cavalleria e dal 1707 al 1731 comandò il regg. dragoni di S. A. R. Promosso Juogoten. maresciallo nel 173' e l uogotetl. generale di cavalleria nel 1734, fu governatore della Savoia sino a lla morte. Piccone della Perosa come Ludovico. Generale, m. a T orino nel 1758. Ufficiale di cavalleria, divenne colonnello in 2• del regg. dragoni di S. A. R. nel 1713 e fu nominato colonnello comandante il regg. dragoni 'Piemonte nel 1721. Generale di battaglia poco· dopo, passò nel r731 a comandare i dragoni di S. A . R. e fu promosso luogoten. maresciallo nel 1733 e luogotenente generale di cavalleria nel r734. Lasciò i l comando dd regg. nel 1735 colla nomina a governatore di Nizz,a e nel 1737 passò, quale governatore, ad Asti. Piccone conte Emilio . Generale, n. a Genova nel 1866. Sottot. d'art. nel 1885, fu i11 Eritrea e poi in Libi.. dal 19,3 al 19r6, nel quale anno fu promosso colonnello . Partecipò a lle campagne di guerra con tro l'Austria del 1917 c 1918, meritò due mcd. di bronzo e comandò il 7" art. da fortezza. Dopo esser stato addetto alla direzione d'art. 1 de La Spezia, andò in P. A . S. Nel 1924 fu promosso generale d i brigata in A. R. Q . e nel 1928 passò nella riserva .

Piccono (della Valle, conte Giovanni Antonio). Generale del sec. XIX . Colonnello a iutante generale, fu imendentc generale ddl 'az ienda economica all'estero e d irettore gcn. delle RR . poste. Nel l831 fu promosso, in ritiro, al grado d i magg. generale. Era decorato della croce da cav. dell'O rdine Militare d i Savoia. Picena. uo• legione della M. V . S. N . , costitu ita nel 1923 ad Ascol i, Piceno. Ha centuria rnitraglieri e squadra pronw soccorso. È su quattro coorti: Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Fermo, S. E lpidio a Mare . Dipende dal XV gruppo legioni (Aquila) , 40 raggruppam. (Napoli). Piceni (Giulio). Genera le medico, n . nel r853, m. a Pisano nel 1929. Sottot. medico nel 1878, partecipò alle campagne d 'Eritrea' del 1887-r888. Dopo esser stato diret-

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tore dell'ospedale mii. d i Verona, anelò in ,P. A. col grado di ten. colonnello nel 191 r. Colonnello nel 1913, fu richiamato in serv izio in occasione della guerra e meritò la meri . d'argento al merito della san ità pubblica. Nel 1919 [u promosso brigadiere generale nella riserva e nel 1926 magg ior generale.

Piceno. Brigata di fanteria di linea, costicuita nel febbraio r917 per la durata della g uerra Italo-austriaca ( r9r519 r8) dai depositi del 17" e del 13° fanteria, coi regg. 235° e 216~. Dest inarn in iz.ialmentc jn Vallarsa, fu schierata su lla

Medaglia della brigata Piceno ,dr. del torrente Leno, tra q. 890 cd il Matassone, ove sostò

fino a metà luglio J9r7, allorchi: fu inviata su l Carso nella _zona di Selo. Ivi operò per la conquista delle quote 241 -e 247, che caddero in suo possesso dopo lotta accanita . Fu poi inviata nel settore del Posina a difesa delle posiz ioni di M. Pruche-Lambrc-Mogenrnle; _ ndl'o ttobrc 1917 ..fu spostata nel settore del Pasu bio fra Cosmagnon e Porte di Pasubio. Per la banaglia d i Vi_norio Veneto, superata la ,linea nemica del Rojte, passò ii Leno di Vallarsa e quello -di Terrag nolo ed entrò in Rovc;-cto. Per la sua condotta ;n _guerra meritò la citazione sul bollettino di guerra del Comando sc1premo N. 8r9 del 21 agosto 1917. Il 236° regg. meritò qna tned. d i bronzo, e il 2350 una d'argento con la seguente motivazione : « Con meraviglioso irresistibile =impeto ù ruppe in nu1aitissimi trinceramenli nemici, ohre;passandoli, p ur Aagcllato da numerose mitragliatrici, che i suoi fanti snidarono Ì11 epica gara di sanguinoso ind ivi- dualc ardimento. Sulle posizioni conquistare s'affermò con jncrollabile tenacia, respingendo con SC[ena fermezza i via.lenti contrattacchi ddl 'accanito avversario » (Selo-Korite, 17-22 agosto 1917). Festa dei reggimenti : per ent rambi il 17 agosto, anni·versario dc! combattimento d i Sclo· (17 agosto 1917); colore delle mostrine : fondo bianco con una str iscia rossa cen.rrale nel senso verticale. La brigata ebbe i seguenti coman -

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danti: magg. generale Torti (1917); colonnello brigadiere Gagliardo (1917-18); brigadiere generale Amantea ( 1918); magg. generale Sirombo (1918). Le sue perd ite in guerra ammot1tarono a ufficiali morti 13, feriti 36, dispersi 6; u. d i truppa m. 162, f. 682, d . 411. ·

Pic·e ntini. Abitan ti del P iceno, presso a poco corrispon d_ente all 'attuàle prov . d i Ascoli Piceno e a parte d i quelle di Macerata, Ancona e Teramo. Erano con tutta probabilità un ramo dei Sabini. Ne} 299 a. C . furono alleati di Roma contro i Ga ll i; nel 268 vennero sottomessi dai consoli Sem pronio, Sofo e Appio Claudio. Nel 90 parteciparono al la guerra Sociale- e sotto il comando di un loro capo, [udacilio, fronteggiarono per due ·anni con successo le forze romane g uidate da Pompeo Strabone; ma finalmente questi (89 a. C .) prese la loro capitale cd essi tornarono dcfini-tivamente ali 'obbedienza di Roma. Una parte dei P. fu trasferita dai Romani, verso il 298 a. C . , nella regione amalfitana . Questi P. si schierarono dalla parte di Annibale durante la seconda guerra Punica, e vennero perciò punit i dai Romani con la privazione del d iritto d i cittadinanza. P icerno. Comune in prov. dì Potenza. È note per la bel la d ifesa che i suoi abitanti, nel 1799, fecero contro le orde calabresi capitanate dal cardinale Rufio. Stretti d 'assedio, si difesero disperat amente, uomini e donne, respin gendo con estrerno c.oraggìo i nemici che tentarono più volte d i ~calare le mura; la cittadinanz.a non cadde se non guando la provincia e lo Stato ritornarono in potere d i Ferdinando di Borbone . P ichegru (Carlo) . Generale francese ( r761- r804). Combat• tè vittor iosamente con Hoche contro gli Austriaci , poi ebbe il comando de ll ';1rmata della Mosella e del Reno, conquistò il Pa laiinato e invase l'Olanda catturandone la flotta impri gionata dal ghiaccio (1795). Tradì per drnaro la causa repubblicana e g li fu tolto il coma ndo .

Picbcgru Carlo

Arrestato e inviato

al la Caie nna, nel 1797, riusd a fuggire nel 1798; nel J803 cospirò cont ro il Buonaparte; arrestato si uccise in carcere ( 1804).

Pi chi (confl' Angelo) . Generale, 11. e m. a<l Ancona (1796-1882). Sonor. nel le milizie pontificie nel 1817, par-

Consegna di medaglie sul campo alla br igata Piceno (1917). 6


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tccipò al tentativo (1831) di Marcia su Roma del gen. Sercognani. Esule a Corfù, rimpatriò nel 1833, ma venne arrestato dal governo pontificio cd imprigionalo a Fermo e poi a Roma, rimanendo rinchiuw in Castel S. Angelo sino al 1844. Nel 1848 fu capitano e poi maggiore nella legione dei volontari romani. Fece la campagna del Veneto e partecipò alla difesa di Vicenza. Durante il periodo della repubblica romana fu colonnello comandante il presid io di 13ologna. Restaurato il governo pontilicio, fu di nuovo arrestato: condannato alla pena di morte, l'ebbe commutata in que lla dcll 'esilio. Nel 1859 prese servizio nel l'esercito dell'Emilia e passò poco dopo in quello sardo quale colonnello comandante la, brigata Forlì. Magg. generale in disponibilità nel 1860, fu collocato a riposo nel 1863. Nel 1866 fu con Garibaldi e partecipò alla campagna del Tirolo wme generale comandante una brigata d; volontari. Pichinca. Provincia dell'Ecuador, dalla quale ha preso il nome una battaglia (24 maggio 1822) che appartiene ~Ila guerra d'Indipendenza del Sud-America contro gli Spagnuoli. li generale venezuelano Sucre, con reparti peruvia ni e colombian i, sconfisse in tale battaglia un esercito spagnuolo agli ordini di Giovanni Ramirez. Dopo di ciò il Sucre entrò a Quito, assicurando la libertà all'Ecuador. Pichiquini (Piquic/1i11s) . Truppe mercenarie, a pieni , ,he ~crvivano nell'esercito di Filippo Augusto in Francia. Erano gente cl 'ogni risma, contadini in parte, e servivano come truppe leggere. Il D'Aquino li chiama Piqucchini, e dice che erano sen•i, o soldati cli infimo rango, predatori. Pichler (CINo). Maresciallo austriaco, n . nel 1864. Scttoten. di fanteria nel 1885, divenne magg. generale nel 1913. Ne i primi mesi della guerra .comandò la fortezza di Cracovia e dal 14 ottobre 1914 ebbe il comando di tappa della 1• armata. Nel maggio del 1915 fu nominato capo di S. M. 11el Trentino e l'anno seguente fu promosso tcn . , maresciallo. Nel giugno del 1916 fu destinato a comandare la divis. di fanteria dislocata nella Pustcria, e nel maggio 1917 ebbe jl comando <lella 59a d ivisione. Picnosi. Ordinanza greca della falange, che consi, teva nel diminuire al minimo g li intervalli fra i combattenti, così nel senso della fila che nel senso della riga, in modo da farne un tutto compatto per l'urto. Gli scudi cosl ravvicin ati rappresentavano una protezione efficace, e le ravvicinate aste un "o/Tesa poderosa. Tra gli uomini restava quel tanto appena, forse una ventina di centimetri, che bastasse a permettere i movimenti. Pico (della Mirandola, Lodovico). Capitano· dd sec. XV. Agli ordini d i Lodovico il Moro, comandò nel 1495 la compagnia milanese alla battaglia di Fornm•o. Fu poi al servizio dei Pisani, dei Fiorentini, dei Francesi contro gli Spagnuoli nel regno di Napoli, e d i Giulio II contro i Veneziani nella guerra della lega di Cambrai. Nel 1509 morì combattendo nella difesa di Ferrara.

Pico della Mira11dola, Lodovico li. Capitano del see. XVI. Fu da gionnc al servizio della Francia. Difese felicemente Mirandola contro gli lmperiali e ne d ivenne signore nel 1550. Partecipò alla difesa d i Siena nel 1554 e morì nel 1568 . Pico della Mimndola Alessandro. Capitano del sec. XVII. Comandò le truppe pontificie inviate a Candia nel 1669 contro i Turchi.

P icone (Andrea). Generale, n. a Bivona nel 1870. Sottoten. d 'art. nel 1870, partecipò alla guerra in Eritrea

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ciel 1895-96 e si battè ad Adua. Meritò la mcd. di bronzo d: benemerenza per essersi distinto durante il terremoto siculo-calabro del 1908. Passato nel ruolo tecn ico d'art. nel 1910, partecipò alle campagne conrro l'Austria del 1915-1916. Colonnello nel 1917, fu poi di.rettore del laboratorio di precisione e dal 1926 dj.rettore principale a djsposi1.ione delta direzione superiore del servizio tecnico d'art. In P. A. nel 1928, ebbe nello stesso anno il grado di magg. generale. Picozzi (Antonio). Pauiona e scrittore, n. di Milano (1824-1893). Partecipò alle Cinque Giornate , poi fu alla difesa di Roma. Nel 1859 fu tra le Guide di Garibaldi, con cui combattè anche nel 186o e nel 1866. Picquart (Giorgto). Generale francese (1854-1914). Servì negli Zuavi in Algeria. Partecipò alle spedizioni nel Tonchino e nell 'Annam. Insegnò topografia alla Scuola di guerra. Fu uno dei primi a non credere alla colpabilità d i Drcyfus e per questo fu allontanato da Parigi. Richiamato nel 1898, partecipò al processo Zola e sj mise contro lo S. _M . generale. Alla ch iusura dei dibattiti fu accusato di aver rivelato segreti interessanti la difesa nazionale e rimase io prigione per quasi un anno. Rimesso in libertà, alla chiusura definitiva del proPicquart Giorgio cesso Dreyfus (1906) fu con una legge speciale promosso generale di brigata. Nel settembre dello stesso anno fu nominato generale di divis. e nell'onobrc ministro della guerra. Picquigny, Comune della Francia, Somme .

nel dip. della

Pace di Picq11ig11y (24 agosto 1475). Conclusa fra Luigi XI, re di Francia, e Edoardo lV, re d"l nghihcrra. Edoardo riceverà 75.000 scudi ~l'oro, ma ripasserà immediata mente in Inghilterra senza commcuere alcun atto di ostilità; il re di Francia pagherà , vita natural durame, 50.000 scudi d"oro ogni anno, in due rate uguali, a Edoardo, la cui figlia Elisabena sposerà il delfino Carlo. I due re promettono di aiutarsi scambievolmente in caso di bisogno, e di darsi reciproco asilo se saranno costretti ad abbandonare il loro regno. Si stabilisce inoltre la liberazione della regina Margherita d'Angiò, tenu1a prigioniera in Inghilterra d:1lla morte del suo sposo Enrico IV. - Carlo il Temerario, per poter trionfare più facilmente sul suo avversario Luigi XI, formata contro di lui una quarta coalizione aveva deciso Edoardo IV ad invadere la Francia. Edoardo sbarcò a Calais, rivendicando i suoi diritti sulla Normandia; ma, lasciaro solo dal duca di Borgogna, dnvette accettare questa pace, che Luigi XI, dopo laboriose trattative, gli offrì a vantaggiose condizioni. In seguito a questo trattato, Carlo il Temerario dovette firmare la l'l'egua di Soleure. Picrico acido {rri11itrofe11olo). Scoperto nel 1771 da Perer Woulie, il Welter, nel 1795, rilevava che col riscaldamento es,>lodeva come la poh·crc da cannone. Dumas n~l 18,p gli delle il nome di acido picrico e nello stesso anno Laurent ne stabilì la costituzione chimica, d imostrando che esso era un uinitrofenolo. Fu Turpin, che, nel 1886, suggcrl cli adottarlo come esplosivo d irompente . Esso è sensibile alla esplosione per influenza; i suoi effetti sono paragonabili a quelli prodotti dalla gelatina. Presenta


però il grave inconvenie1J tc di ; ttaccare Ja maggior parte dei metalli coi quali possa av<-'re contatto, e tanto più fa. cilmente se l'azione è favorita d alla temperatura e dal l'umidità. Si formano cosl dei picrat i, anch'essi esplosivi molto sensibili agli u rti e quù1di pericolosi, come, ad esempio, i picrati d i · ferro e d i piombo; quest 'ultimo, anzi, anche se presente in t raccie, può fare esplodere la m;issa, funzionando da detonatore . Vie.ne usato pel caricamento interno; e, per evitare gli sva ntaggi soprai-n ~icati, si rende necessario ver niciare la superficie jntcrna dei proietti, o stagnarli con stagno p urissimo, perchè questo metallo non vien,; attaccato . Un altro sistema di sicurezza, che p resenta maggiori garanzie, consiste nel fon derlo a bagno mar ia in recipienti smaltati e poi colarlo in apposite custodie d i cartone, che possono altresì conservarsi accatastate nei magaz... zini, fuori dei proietti.

P ictet (conte Giacomo). Generale d el sec. XVIJI. Ufficòale di fanteria, partecipò alla guerra per la Successione di Polonia e a Colorno r iportò una ferita che gli fece in terrompere la ca rriera militare . Nel 1774 ebbe il grado di magg. generale a riposo. Pù-tet Gabride. Generale, m. a Genova nel 178:!. Alfiere di fanteria nel r733, partecipò alla guerra per la Successione d i Polonia ed alla battagl ia d i Par ma (1734) riportò varie ferite. Più tar<li si distinse in una sortita fatta da ]>avi~ ed alla battaglia del Lambro. Colon nello nel 1774, comandò la legione truppe leggere e nel 1778 andò a riposo col grado di brigadiere di fanteria.

Pictet di Dully Pietro Felice. Generale del secolo XIX. O fficiale di fanteria, ebbe il g rado di colonnello nel 1835 e quello di maggior generale · nel 1844. Picti. Ant. popolo della Gran Bretagna, della stirpe caledonica, d iviso in due grandi tribù: i Victuri e i D icaIe_doni; questi ultim i più a Guerriero di Pict i nord degli altri . E bbero a lottare contro i Romani: fu per d ifendersi dalle loro incur sioni, e d a quelle degli Scoti, che i Romani sotto gli im peratori Adriano e Antonino costruirono le opere di d ifesa che p resero il loro nome. P ìcton (sii· Tommaso). Genera le inglese (1758-1815). Prestò ser vizio Ìll Germania, in America, a Gibilterra e in India e nel 1801 divenne brigadiere generale. Partecipò alla spedizione che prese Santa Lucia e Tobago . Nel 1803 fu processato per crudeltà commesse mentre era governatore delle Anti11e ; ma, nonostante fossero state provate le accuse, non fn condannato. Nomi.nato magg. generale nel 1 808, fu m andato nella Spa-

Picton Tomaso

83 gna ove si distinse alla battaglia d i Vitoria. campo a \Vaterloo.

Pm Morì su l

P ìdna. Città della Macedonia, nel golfo di Salonicco. Fu p resa da Archelao nel 4 1 1 a. C., poi sottomessa dai Macedoni, e assed iata e presa da Cassandro. Fu poi detra Citi-o (Kitros). I. Battaglia di Pidna (22 giugno 168 a. C.). Ultimo fatto d 'armc memorabile della terza guerra macedonica, fu combattuta da] console L. Emilio Paolo contro il re macedone Perseo. La p ugna forse non sarebbe stata attaccata quel giorno, se i due comandanti non vi fossero stati costretti da un incidente imprevisto. I due eserciti erano clivisi da un pic~olo fiurne, il Leuco, dal quale entrambi attmgevano l 'acqua pci loro bisogni. Improvvisamente un caval lo sfugge ai Liguri, che facevano la guardia, e corre all'altra riva. Tre soldati liguri passano il fiume per strappare la bestia dalle mani d ei Traci, che se ne erano im pa"roniti, e ne uccidono uno. 1 compagni gridano veodett9, e una grossa schiera d i barbari passa il fiume e si la ncia impetuosamente sull'avaùguard ia dell 'esercito rom;ino. Em ilio, udito il tu multo, accorse sul posto e stimò opportuno d i trarre i suoi· fuori del càmpo c d i dar battaglia. Nell 'ala dr. collocò gli1 elefanti e gli a_]leati, poscia la seconda k gione comandata da Lucio Albino, indi la terza , e nell'ala sr. i Peligni. Perseo nella sr. schierò i Traci coi m ercenari, poscia la falange ltucaspide; nella dr. la fa lange calcaspide; infine divise sulle ali , ma un po ' avanti delle altre squadre, i peltast i. Primi a ingaggiare la bauaglia furono i Pelign i, :na, di fronte alle caricRc dei macedoni com incia.rono " piegare verso il monte Olocro, insegu iti dai nemici. Rottisi gli ord ini serrati dei Macedoni, la p rima legione r iempl l'intervallo che era ua i peltasti e la falange calcaspidc, in modo che i Romani si trovarono a premere alle spalle dei peltasti e alla fronte della falange cakaspide. Come si vede, la disfatta dei Peligni giovò ai Romani più assai che non nuocesse. Lucio Albino impegnò la seconda legione contro la fal ange leucaspidc, che formava il centro nem ico. Sull 'ala dr. infine, donde aveva avuta principio la z uffa intorno al fiume, vennero scagliati avanti gli elefanti e i mercenari, e fu cacciata ind ietro l 'ala sr. nemica. La seconda legione ruppe i Leucaspidi; la lotta si trasformò in molte pugne parziali , le quali scompigliarono la compattezza delle falangi . Si faceva dappertutto st rage d i fanti; la cavalleria macedone alle ali non si jmpegnò a fondo, ma uscì quasi intatta dal la battaglia, fuggendo con lo stesso re. Le falangi fnrono completamente sbaragliate, e quelli che fuggirono verso il mare si trovarono di fronte ai soldati della flotta romana, che li finirono. Dei Macedoni caddero sul campa 20.000 uomin i e 1 1.000 furono fatti prigionieri ; dei Romani 100 secondo Posidonio e 80 al dir d i Nasica , cosa del tutto inverosimile. Perseo tentò di fugg ire in Tracia, ma, tr ad ito d a chi doveva condurlo, si arr ese alla discrezione del console, di cui ornò il trionfo con tutti i tesori che aveva tencato di mettere in salvo . La Macedonia cessò d i esistere come Stato, fu d ivisa in quattro regioni o d istretti, con divieto d i matrimonio e di commercio fra essi, fu sottoposta al pagamento di metà dei tributi che aveva pagato per l 'addietro ai suoi re, ed a mandare esul i in Italia i maggioremi, gli amici e i cortigiani dello spodestato sovrano. Il. Battaglia di Pidua (148 a. C.). Appartiene alla sollevazione macedonica per opera d i Andrisco, e fu da quest i combattuta contro il pretore romano C. Cecilio Metello.


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Battaglia di Pidna (168 a. C.)

In un primo .\contro di cavalle ria i Romani furono battuti, ma, avendo il pretendente d iviso le ,ue truppe in modo che un wrpo fu iJwiato in Tessaglia per aizzare probabilmente i Greci alle spalle di Metello, fu costretto ad una bauaglia decisiva e sbaragliato completamente, per cui dovette in tutta fretta ritirar.i sino ai confini della Tracia. Piede (di guerra e di pace). Modo di dire rifcritO all'c.ercito: il quale è sul P. di guerra quando ha avuto i complementi pro,·cnienti dalle riserve ed è pronto a combattere; è sul l'. di pace quando è costituito soltanto dalla forza bilanciata. Un tempo, subito dopo le guerre napoleoniche, in Italia si usarono le denominazioni /J. mobile e P. di g11amigio11c. li primo era il sistema per cui C. d' A. e di,·is. erano permanentemente formati sin dal tempo di pace, con le loro aliquote di arm i speciali, di servizi, di stati maggiori. Ciò si faceva :ilio scopo di avere anche in tempo di pace le grandi unità molto approssimate alla loro formazione di guerra. Gli inconvenienti di varia natura presentati da tale sistema fecero adottare invece quello che fu detto del P. di g11amigio11e; i comandi d i C. cl ' A. e di <livis. furono mantenuti ancl1c in tempo di pace, ma in for ma « territoriale », ed esercitanti la loro azione su tutte le truppe stanziate sul territorio della loro giurisdizione. E ciò allo scopo di permettere, in caso di mobilitazione, di sceg liere i capi e ordinare l'esercito in rapporto alle necessità del momento; e d i permettere, durante il tem po d i pace, di acquartierare le truppe in base alle esigenze di equità dimibuti,·a nel territorio dello Stato, e a!le esigenze dell"ordinc pubblico. Piede del q,wdmpede miliwre. li P. del mulo è meno clastico di quello del cavallo e lo zoccolo è completamente incspansibilc; tale inflessibilità è cont robilanciata dal maggiore sviluppo del cuscinetto plantare e dalle cartilagini alari . Per l'uso che se ne fa nelle forze arn,ate, il P. del mulo non di,, si può dire, affalto inconvenienti, mentre il l'. del cava llo, specialmente da sella, va soggetto ad una quantit?t di lesioni traumatiche, tanto che sono diffusi nelle armi a cavallo opportuni prccctti per la difesa e la cura del P. dei quadrupedi.

Piede di tri11cca. V. Conge/a;:io11i. P iedras. V. La,· Picdras . P iella (Paolo). Generale, n . a Bologna nel 1873. Sottot. di cavalleria nel 1892, raggiunse il grado di colonnello nel 1917; partecipò alla guerra contro J"Austria, meritò la mcd. d 'argen to alla battaglia di Vittorio Veneto e comandò i lancieri di Firenze. In A. R. Q. nel 1926, fo promosso generale di brigata nella riserva nel 1930 . P iemonta. Regione dell'estremo nord-ovest dell'Italia continentale, che comprcadc la fascia alpina, la corrispondente insenatura della gra11de pianura padana e il paese collinoso delle Langhc e del Monferrato. Ben circoscritto da nette frontiere naturali, benchè assai ,·ario morfologicamente, il P. ha individualità geografica propria e presenta condizioni favorevoli a tutelarla, specie sotto la protezione elci baluardi che lo cingono da nord, da ovest e da sud; mentre il limite verso la Lombardia, conseguente a mutevoli vicende storiche, ha carattere convenzionale e presenta grande irregolarit,1. La Lomellina, ad esempio, zona prettamente piemontese, nell 'auualc ci rcoscrizione amministrativa appartiene alla provincia pavese, e cioè alla Lombardia, Le voci Alpi, 1/ppe,mino e Po comprendono grande parte dei cenni corografici che interessano gli clememi principali dell'orografia e della idrografia piemontese. Nella striscia pedemontana, che scg11a la transizione fra monrng11a e pian ura , sta l 'anfitcatro morenico d ella Dora Riparia che si c,tende anorno a Rivoli. Assai più grandioso è quello della Dora Baltca, costituente un gigantesco argine esteso per 28 Km. cd alto circa 6oo m., che per la sua disposizinnc caratteristica ebbe il nome d i « Serra d 'Ivrea ». Nelb pianura piemontese, vasta distesa a margine arcuato, hanno spiccata individualità tre zone p rincipali: a nord la distesa settentrionale fra le Alpi, il Po e il Ticino, attraversata dal canale Cavour; a m•cst il taYoliere di Cuneo; a sud la piana d i Absandria; tutte distinte da caratteri peculia ri . Lo sviluppo <.lei centri abitati segna una chiara distinzione fra la zona alpina, quella preappenninica e le aree di pianura. Torino, centro naturale di con,•crgenza delle strade tran;alpinc, siede alla confluenza della Dora


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Riparia col Po ed ha importanza che la d ifferenzia netta• mente da tutte le città minori. Mondovì, Cuneo, Fossano, Pinerolo, Susa, Ivrea, Varallo, Domodossola sono le an• tiche sentinelle degl i sbocch i montani sovrastanti e furono i baluardi estremi contro le r ipetute invasioni. Alessandria - antica piazza d 'armi d i raccolta delle forze piemontesi

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per fronteggiare le mrnacc,e del Lombardo-Veneto soggetto all'Aust ria, e quelle della Liguria durante le incursioni francesi - è grande centro di convergenza stradale, cui affluiscono le linee ferrate daile sei provenienze di Genova, Piacenza, Casale, Torino, Cuneo e Savona. La storia di questa regione, assai complessa e movi-

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tnentata, può riassumersi a largh issi1ni tratti nel le sue Crc -culminanti. Abitata in origine dai Liguri, e poi dai Galli nel la sua parte settentrionale, passò sotto il domi11io di Roma nella fase della espansione che prcccdett<' l'Impero. Dopo le doru ina:i.ioni barbariche, fece parte del g rande impero d i Carlomagno e ne furono provincie importanti le marche di Susa, di Torino e d'Ivrea; con lo smembramento d i quel grande organismo tornò a far parte dell 'antica Lombardia, che comprendeva allora le zone piemontese, ligure e lombarda, e rimase pressochè invariata all'epoca degli imperatori sassoni e franchi. Appartenne dipoi al grande impero di Federico li. Quando la Casa <li Savoia cominciò ad estendere i prop ri dominì a cavaliere de lle A lpi , gradatamente, attraverso lotte coi marchesi <li Sa luz,;o e del Monferrato e a temporanei regressi, il P. nndò unili,candosi sotto quella dinastia sino a divenire parte essen:i.iale <lei Regno di Sardegnà. Aggregato all'impero francese durante gli effimer i mutamenti apportati dalla

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verso I 'olu·'Alpe; concjizioni storicamente confermate da lunga esperienza attraverso le guerre sostenute dai principi sabaudi e quelle condotte dalla Rivoluzione francese; specie quando le operai.ioni ebbero ad estendersi alla Riviera ligure nell 'intento di profìuar nieglio delle condizioni orografiche naturali per condurre l'offensiva combinata su più fronti . Le piazze forti allo sbocco delle vallate, taluna stretta montana, qualche tratto di corso fluviale, le a lture moreniche marginali e qualche punto delle zone collinose hanno potuto dar luogo nel corso dell a storia a fatti d 'arme notevoli che influirono sul corso degli event i; nè è ad escl uclersi che episodi consimili possano rinnovarsi in avvenire. Ma la ragione geografica, al disopra della stessa esperienza storica, sta ad indicare che mal si provvede alle sorti del Piemonte quando si adotti una condotta difensiva, sia p ure stre nua, la quale attraverso un solo insuc-

cesso sulla linea del crinale, fatalmente conduce ad arretramcntl successivi e a resistenze temporanee destinate' a cadere per virtù d i manovra . La garanzia del P. richiede che le provvidenze di sbarramento degli accessi, basate su tutti i mezz i offerti dalla tecnica ~ierna, sicno cons,iderate misure d a integrare merci: l'organi,;zazione d i truppe

adatte a11a guerra attiva e ali 'iniziativa 1nanovriera nel cuore dellà zona ·alpina, per poter opporre ali 'avversario una somma d i forze sufficiente a combauerlo con vantaggio ove meglio convenga·, piuttosto che subire passivamente l 'imposizione di un invasore lasciato libero di far convergere i suoi sforzi sui tratti più favorevoli allo sbocco nel territorio nazionale. Per le guerre in P., ved i Italia, e le guerre d i Successione, della Repubblica francese, del Consolato francese, ecc.

Stemma dell'antico P iemnnte-

breve meteora napoleonica, riacquistò nel 1815 la propria i ndividualità politica, venendo peraltro a immediato con ta tto col lim ite occidentale del ter ritorio dom inato dal!' Austria; cagione questa d i attriti storicamente inevitabili, quando il nuovo fermento liberale , conseguente al sem~ rivoluzionario, bandì la guerra contro lo straniero, e, pure attraverso 1nomentanee reazioni, confortò l'ani1no dei monarchi, guidando il p iccolo regno alle lotte pe r i l riscatto nazionale, grande m issione storica rìsolta nell' unificazione della penisola. Se tale missiotu · molto dipese dalle alte virtù della monarchia sabau da, è facile ravvisarvi l'influenza delle detenn inanti geografiche , che conferi rono spiccato carattere <l i sa lde:i.za a un popolo raccolto sopra un suolo limitato e relativan1cnte avaro di risorse naturali, costretto

a guardarsi da vicini avid i e potenti, epperò indot to a salda uo ione, forzato a duro lavoro, aoimato da vigile spirito mi li tare. La chiostra alpina, naturale cintura protettiva del Pien1ontc, vo'lge ad esso il fianco interno più breve e ripido ; mentre l 'esterno degrada con decl ivio moderato verso le regioni conter mini, suddiv iso eia lunghe vallate; onde i valichi sono• assai più prossimi al margine della pianura p iemontese che non agli oppost i sbocchi verso la Provenza, il Dclfìnàto e l'altopiano elvetico. Per giunta le valli alpine convergono su breve fronte concava verso la piana piemontese, menrre divergono su larga distesa negli opposti versanti. Da ciò condizioni meno favorevoli, sia per la d ifesa ciel territorio piemon tese, sia per imprese offensive

lnsurre;,:ione del Piemo111e (1799). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Dopo la partenza d i Carlo Emanuele IV eia Torino, le violenze che andavano commettendo i Repubbl icani avevano eccitato g randemente gl i animi dei Piemontesi. La scintilla che fece d ivampare l' incendio fo la violazione delle tombe di Superga. Dapprincipio gl i insorti si mostrarono in piccole bande a nord di Torino, sbarrando successivamente la strada del Piccolo S 1.l ernardo, la valle d 'Aosta, il passaggio del Moncenisio. Og rìi giorno per le montagne si ripetevano i segnali di radunata o di attacco. li 1 ° marzo i " Reali », formatisi in due colonne, si d iressero con la p rima, forte d i 200 u. al comando del medico Porta, verso Alessandria, saccheggiando durante il cammino le case dei repubblicani e degli ebrei. Un reparto d i soldati, uscito eia Alessandria, affrontò la schiera degli insorti, catturò il Porta e 25 dei suoi, passandoli per le armi; gli altri si diedero alla fuga. La seconda colonna si impadroniva di Acqui, ne uccideva il comandante e disarmava un bgl. del 29° leggero, facendolo pr igioniero. li giorno 2 mari.o truppe accorse da N izza, condotte da Grouchy e Flavigoy, marciarono su .\equi e presero d'assalto la città. 357 ribelli furono presi e iucilati e gli abitanti vennero sottoposti ad una contribuzione. Strev i, per aver dato un forte contingente ai ribelli, fu saccheggiata e data alle fiamme dai Francesi. li passaggio per Casale d i Pio VI, condotto a Grcnoble d'ordine <lei direttorio, fu causa che aumentasse il numero & i partigiani alla insurrezione cont ro i Repubblicani e diede occasione a scon tri sanguinosi. Incanto Brand2luccioni, antico ufficiale austriaco, aveva radunato un p iccolo esercito d i rivoltosi c<l i l 6 maggio era entrato in Chivasso, poi occupava Ivrea; ma i d isordini della sua banda costrinsero il get1. Mclas a rompere con lui ogni relazione. L'insurrezione andava estendendosi; anche il forte di Bard era caduto in mano agli insorti , li 9 maggio le vie di comnnicai.ionc


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..:on Asti, Acqui, Tortona, Valenza e Casale erann tagliat<! .

A Bosco Marengo, 400 campagnuoli d isarmavano un distaccamento di 20 soldati e li lasciavano malconci su lla pubblica piazza; il 1 0 prendevano 50 cavalli ad un reggimento d i cavalleria; nè i Repubblicani riuscivano ad impadronirsi degli insorti i quali si dileguavano appena avevano sentore delle truppe inviate loro cont ro, e ri prendevano il loro atteggiamento tranquillo dopo aver sotterrate Jc armi nelle boscaglie. I geu . Saint-Cyr e Musnier, partiti da Alessandria alla volta d i Genova con un reparto di truppa , vennero arrestati tra Rivalta e Montalto da un fuoco vivissimo di fucileria fatto d a 5"0 paesan i usciti d a una gola dell'Appennino, e, dopo perduti pa recchi cava lli e cavalieri, furono costrclti a retrocedere e a rifugiarsi jn Castelnuovo, abbandonando nelle ma ni dei ribel li i loro bagagli. li 12 magg!o una meaa brigata piemontese al servizio della Repubblica francese venne d ispersa nel vil.laggio di Piscina sostenendo poi un con1battjn1ento di pili ore in una marcita dove si era rifugiata; dovette quindi r ipiegare verso Scalcnghc. ll giorno dopo le truppe repub1

blicane si vend icavano dello scacco subìto; Piscina era presa

e

molti insorti fucilati. Casale si rivoltò il giorno

I t.

li gen. Gareau vi rientrò il 12 dopo avere spazzate le vie a colpi di cannone, ed .i nviò ad Alessandria in ostaggio il ,;escavo e parecchi cittadini . La metà dcli 'esercito francese era occupata nei servizi di polizia, e gli scontri erano cont inui, e feroci le rappresaglie dalle due parti. Presso To rino, Labarrière attaccò un migliaio d i conta<lioi provenienti eia Carmagnola, e li sbaragliò, lasciandone 5CJ0 sul terreno; qu indi, entrato in Carmagnola, diede alle fiamme il sobborgo del la Madonna spegnendo nel sangue dei fuggiasd1i il fuoco della r ivolta. Il 15 maggio, Jaillct, em igrato francese, avanzando con 800 u. per il passaggio ciel Moncenisio, respingeva uoa brigata francese comandata dal gcn. He rbin, e si univa ai rivoltosi della va lle cl' Aosta e · alle truppe dell'antica guardia na1,iona le . Lo stesso giorno, So francesi sono massacrati a Cherasco; Cuneo è assediata dai ribelli; il gen. J)elannoy è ucciso a Mondovì ; la guarnigione di Ceva, attaccata, deve rifugiarsi nel forte; Oneglia è evacuata e tutte le comunicazioni che da Torino conducono a Genova cd a Savona sono interrot te . · Morcau sì trovava nella più critica. si tuazione, da cµi gli era necessario uscire ad ogni costo per far fronte al Suvarov. Espulsi tutti i vo lontari di Ni1,za e della Savoia incorporati ne ll'esercito, pose il .blocco ad Alessandria e concent rò le colonne mobili ad Asti . Le comunicazioni con la Liguria erano ancora i111errottc dai rivoltosi che occ:.ipavano insieme a repa rti austriaci le montagne . li generale francese riuscì con gravi perd ite a rendersi padrone <li Acqui , Bistagno è Cairo, e, fatta passare la divis. Victor per Savona, le ordinò d i attendere 1'esercito di Macclonald verso Rapa llo: Qu indi fece attaccare Mondovì dal gen . Grouchy, . con 8 bg l. Una lotta furiosa venne ingaggiata tra i « Reali ,, ed i Repubblicani, dei q uali rimasero morti oltre 300. G li insorti, forzati nelle strade, cacciati dalle case, si ritirarono a Ceva, dove furono nuovamente attac-

cati. Grouch y, con 4 bgl. , olt.repassato il Tanaro, affrontò 8000 paesani che occ~pavano le alture eh Faia, Bagone e Testa Nera e li attaccò alla baionetta disperdendoli. Con l 'occupaz.ione da parte dei soldati repubblicani di Ceva, Acqui e Mondovì, l'insurrezione piemontese poteva considerarsi vinta . Ma frattanto l 'escrcito aust ro-russo del Su·varov aveva fatto rapidi progressi, e i Frances i dovevano momentaneamen te abbandonare il Piemonte.

I moti del · 1821 in Piemonte. 11 2 0 maggio 1814, Vittorio E manuele I rientrava a Torino ed emanava subito

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un editto col quale richiamava in vigore le sole regie costi tuzio ni del 1770, senza comprendere la necessità d i piegarsi alquanto al nuovo spirito dei tempi, e mostrandosi in ta l m odo ligio completamente ai voleri della « Santa Alleanza ». Veniva revocata la p roibizione dei fidecommissi e delle primogeni ture, erano ristabiliti i tribunali <l'eccezione, si provvedeva alla rirnozionc di magistrati, impie~ gati, professori ed ufficiali, in sospetto di idee liberali. Grande il malcontento nel territorio genovese, dove si reclamavano invano quelle leggi speciali che il Congresso d i Vienna aveva promesso. Lo stesso avveniva negli altri Stati italiani. In P ., negli element, costituzionali, maturò il disegno di un mutamento dì governo, pur mantcnc11dosi )a

dinastia sabauda. I cospiratori cercarono d i attra rre alla loro causa l'esercito, rivolgendosi di prefercoza a quegli ufficia li che avevano militato nelle schiere napoleoniche . Per p reparare l'ambiente della ri~olt a, si cercava di ecci tare gli animi, invocando pubblicamente riforme, e biasimando il ritardo nella pubblicazione del promesso nuovo codice. La sovraeccitazione negli spiriti ebbe la prima esplosione la sera del1'11 gennaio 182r al teatro per una questione tra la polizia e gli studen ti ed il giorno se5 ucntc si ebbero gravi disordini ali 'università. I liberal, tentarono di avere come capo Carlo Alberto, pr inci pe di Carignano, erede presuntivo del t rono, ed egli d apprima promise la sua collaborazione, ma all'ult:mo momento la ritirò. I congiurati si trovarono "in una situ,a zione di.ffictle, ma ormai era troppo tardi per retrocedere e la r ivoluzione scoppiò la ma ttina del 10 marzo ad Alessandria. Alcuni reparti di truppa passarono, t rascinati dai propri ufficiai:, dal la parte dei Cost ituzionali. li capitano conce Palma con uom ini del regg . Genova in nalzò la bandiera tricolore e proclamò la costituzione di Spagna: li capitano Boronis cd il tenente Bianco dei dragoni , e ntrarono nella cittadella unitamente ai carbonari ed ai simpatizzant i di Alessand ria> costituendo un governo provvisorio. Varax, governatore della cittadella, nella impossibilità di domare la :son1rnossa , aveva sottoscritto una convenzione col governo provvisorio e seguito da lla br igata Savoia e dagli ufficiali superiori del regg. 'Genova e dei Dragoni, rimast i fedeli al rt", uscì dalla città dirigendosi a Torino, dove con la notizia della rivolta d i Alessandria giungeva anche quella che il colonnello Morozzo, comandante di un regg. cavalleggeri in Fossano , era passato con i suoi soldat i ai Cos tituzionaliJ al g rido <li : v iva il re e viva la costituz ione. Vittorio Emanuele I fece affiggere un bando per invitare la popolazione a rimanere calma è fedele alle istituzioni. Ma i capi del n1ovirr1cnto, Santarosa, Lisio, San Marzano, Collegno e Ansateli, si sparsero per le gua_rnigioni del P. pe r propagare il moto rivoluzionario, e q uindi, radunatisi ad A lessandria , il colonnello Ansaldi vi prese il comando della divis. militare, Sa ntarosa q uello della città, Collegno q uello d ella cittadella e Sa n Ma!'zano con 200 fant i e buon numero di guardie nazion ali si portò a Casale per a llargare la rivolta . Il primo episod io a Torino ebbe luogo alle porte della città, nel sobborgo di S. Sal vario. Il capitano Vi'ttorio Fcrrero, destinato daJ ministero della guerra a presidiare la città d i Cuneo, era- partito da Tor ino con ottanta soldati, la mattina del 10 marzo. Era sua intenzione di recarsi ad Alessand ria per ingrossare le file dei rivolcç>si; poi, can1biato parere,, rifece la strada e g iunto alle porte di Torino si stabilì nel sobborgo di S. Salvario, dove innalzò la bandiera tricolore, proclamando la costituzione di Spagna . A lui si unirono un centinaio di studenti. 11 colonnello Raimondi, recatosi sul posto per richiamare le t ruppe al loro dovere, venne ucciso da un colpo di fucile sparato da uno s1Udente. Allora il governo ordinò


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che due sqdr. di carabinieri a cavallo e poche altre truppe si recassero a San Sah•ario per ristabili rvi l 'ordine, ma furono accolti dagli insorti in formazione d i battaglia e per non provocare una strage, rjmasero inattiv i per più ore, poi si ritirarono. Vittorio Emanuele, quando apprese che la rivoluzion e si era d i molto estesa fr.a le truppe, sia per non provocare una guerra civile.J sia re-r no n m_ancarc d i

fc<lc agli Alleati, a bdic.ò il r3 marzo in favore , lei fratello Carlo Felice, e con la regina e le princ ipesse lasciò Torino alla volta di Nizza. Essendo stata assunta la reggenza da Carlo Alberto, i ,api del la rivolta ne approfittar0no per imporg li Ja p ropria volontà ed egli il 14 marzo pubblicò una completa :nnn istia, e il · 16 g iu_g no giurò fedeltà alla cost it uzion·e d i Spagna del 1812. Si costituì il nuovo governo costituzionale che si trovò subito di &onte a g ravi d ifficoltà. Le truppe d i Novara, al comando del generale conte La T our , e di altri centri, non avevano aderito al movimento e I ·esercito si trovava ,l iviso in due fazioni: i Realisti c he facevano capo al coma n do di No,,ara e i rivoluzionari ~he obbedivano a q uello di Alessandria. Intanto Carlo Felice a vvertiva ch e an nullava tutte le concessio ni strappate al reggente d alla influenza del comitato rivoluzionario, e si r iserbava d i concedere liberamente a suo tempo una costituzione rispondente alle necessità del paese. Inoltre ord inava al p rincipe reggente di recarsi personalmente a Novara per consegnare le truppe !\elle mani del gen . La Tour. Carlo A lberto, preso cosl tra due fuochi, rassegnò le sue dimissioni d a reggenrc e si ritirò a Fire n ze. il generale La T our nei suoi proc:~mi p rotestava contro le mene r~vop luzionarie e tra ttava da ribell i i mem bri della Giunta, e questa da parte sun c hi amava le tru ppe di J\"ovara anticostiLUzionali. Carlo Felice, vedendo che no n poteva con k prop rie forze ripristinare l'ord ine, ricorse per aiuto all 'Austria e ne diede avviso al popolo con u n proclama in data 3 aprile. Allora t Costituzionali non v idero pii, al tra v ia d i uscica che o la vittoria o la foga e ten tarono la sorte delle a rmi. Ne venne lo scontro d, Nova.-a (V.) nel quale le forze dei ribelli fu rono disfatte. Dopo questa · bat tagl ia il Sanrarn.sa, l'Ansaldi, il Collegno, il L isio e il Regis sì diressero a Geno,•a con le poche truppe che ancora rimanevano a lorOj. rna giunt i sotto le mura , trovarono chiuse le porre. I Genovesi pe rò e lo sresso governatore furono loro larghi d i aiuti e parecchie navi fu rono allestite pe r il loro trasporto al i 'estero, perchè non cade<sero nelle mani della giuslizia. 1) IO aprile, i l gen. La Tour, coi Piemon tesi d i parte regia, fece il suo in .. gresso in Torino, e g li i\usrriaci, il giorno stesso, occuparono Casa le , Tortoll a e Bobbio . ed il successivo entrarono a nche in Alessandria . Mentre il gen . austriaco Bubna .avanzava risolut;-ime nte verso Gc11ova, una deputazione del la città lo avvertiva che g li abitami erano spon taneamente ritornati all'obbedienza ,lei re . Così ebbero termine i moti rivoluziona ri del Piemonte nel 1821; i 27 .ooo Au.st riaci che . e rano ven uti in aiuto delle truppe regie, chiamati da Carlo J-7 el ice, vi si trattennero ·e vissero a spese d el Piemo nte fi no al 1823. In conseguenza di questi moti , il 26 ap rile 182r si formò un a , lelegazio ne iucaricata d i g iud icare t utti coloro che v i avevano partecipato . Ve nnero pronu nciate 84 cond a nne a morte e 33 alJc g alere, q uasi tutte però in contumacia, perchè i capi p rincipali a vevano potuto riparare all 'estero. L a pena cap itale fu su bìta sol amen te da! tenente dei carabinieri Laneri e da l capita no aiutante maggiore della briga ta Genova, Ga relli . Pie-m onte. Frazione del co1nune di Grisig nana, in prov _ cli Po la, .mila d r. del Quieto. I R.o man i vi edificarono u n

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castello circondato da doppie mura, che fu ro·, in ato dai barbari di Attila e di Alarico. Nel 1270 fu occupato dai Vcnc~iani d i Giacomo Contarini ; nel 1348 s1 d ifesr. valorosamente da una scorreria di Croati; nel 1345 le sue fortificazioni fu rono acc resciute per o rd ine di Carlo IV. Nel 136o si difese dalle armi dei Triestini, collegat i con quelle del patriarca <l'Aq uileia ; nel 1422, le truppe di Sigismondo !, al comando del generale' Pipo, rotte dai Veneziani nel Trc1 vigiano1 si ritirarono 11ell Istria> presero d'assalto

il ca-

stello d i P . e lo saccheggiarono; nel 1476 esso ven ne quasi d istrutto da i Tu rchi spediti da Ba iaz.et II nell' lstria contro i Veneziani.

Piemonte . P iroscafo in legno (uasporto) di 13r2 tonn., con macch ine di 519 HP. F u col « Lombardo » uno dei d ue pi roscafi presi a Genova dai Mi.Ile per la spedizione del maggio 1860 in Sicilia . P assato nella R . Marina in q uell 'anno, fu radiato nell'anno successivo. Piemonte. lucrociat0re-torpc<liniere, varato nel 1888 in Inghilterra, con dislocamento di 2639 101111. e macchina d i 1 2. '9i I IP. .Entrò in serviz io nel 1890 . F ece varie cam-

L'incrociatore t Piemonte :o

pagne d i navigazione all"estero e nel r902 operò contro i pirati che dalle coste dello Yemen infestavano le acquedella Colonia .Eritrea. Ve nne radiato nel 1920.

l'iemoute. Battaglione (1°) costituito nel g iugno r8oo a Torino per o rd ine d el Buonaparce, con elementi dei vecchi · rcgg. P. e Savoia, su 9 cp ., r idotte poi a 5. N ell 'agosto passò a costiruire, i.nsicme col 2° bgl. (Monferrato), la mezza brigata di linea pien,ontesc .

,a

Piemonte. Brigata d i fan teria di linea che ritrae la sua remota o rigine dal regg. de1t-o Cata lano Alfieri , costituitosi con elementi piemontesi nel 1636. Nel r64 r fo detto reggimento piemontese d i S . A. R. e nel r664 regg. di Piemonte d i S. A . R. , d ivenendo jl 5" della fanteria d'ord inanza . Nel 1710 incorporò il rcgg. della Croce bianca, formato anche esso d i P iemontesi ne l 1667, ed i cui capi e ra no cavalieri dell 'ord ine d i Malta. Nel 1798 il rcgg . passò a far parte d el! 'esercito della repubblica piemoQtese e nel febbraio 1799 formò , coi regg. L a Regina e La Marina, la 3" :nezza .Bandiera del reggimento d'ordinan·z-a Piemonte brigata d i linea, sciolta nel giugno successivo . Nel 1814 fu r icost ituito il rcgg. di P iemol)te, che incorporò q uel lo provinciale di To rino e parte d i quello di


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Susa, prendendo il nome di brigata dt Piemonte, che nel 1831 si sdoppiò nei reggimenti 1° e 20 (brigata Piemonte); questi nel 1839 assunsero il numero di 3° e 4°. Nel 1871 , sciolte le brigate permanenti, i due rcgg. assunsero il nome

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contro la q. 2105. Combatti: poi sul S. Marco conquistandone, nell'agosto, la q. 171 . Durante il ripiegamento dell'esercito al Piave la brigata mosse in direzione di Palmanova, impegnando poi il nemico a Sclaunicco ed a

l 1789

18 14

1821

Uniformi della brigata Piemonte

di 3° e 4° fanter ia (Piemonte), r iun iti nuovamente nella brigata Piemonte nel 1881. Essa p artecipò alle seguen ti campagne: 1635-59, 1672, 1674-78, 1690-96, 1704-1?, 17181719; 1733-35, 1742-43, n92-96, 1799-1 800, 1815, rs4s-49, 1855-56, 1859, 1866, 1887-88, 1895-96, _ l 9ll -l2. Durante Ja guerra Italo-austriaca (191 5-1918), per la quale il 3° regg. costituì il 145~ cd il 222°, ed · il 4° il comando della brigata Catania cd il 146°, la brigata P. operò in izialmente in Carnia, 11el settore But-Degano. Nel 19 ,6, dopo breve permanenza nel settore di Ravnilaz (Isonzo),

Villncaccia. Dopo una perman.,,,za di altri sei mesi sull'altopiano d i Asiago, fu inviata sul Piave per la battaglia del g iugno, e dopo cruenta lotta rioccupò Nervesa. Per la battaglia di Vi ttorio Ve neto partecipò allo scon tro della Scrnaglia, occupò Pieve d i Soligo e Casale e inseguì il nemico attraver.so le prealp, bellunesi fino a S. Felice e Lìmcna. La brigata dalle sue remote origini seppe mer itare quattro me<l. d'argento e sei d i bronzo al valore. delle qual i una nella guerra Mondiale. Nel IQ26 la brigata assunse il numero cli 29•, e fu co-

S. :vt. l1 Re passa in rivista il 4° Reggin1cnto Fantel'ia

fu inviata sul Trentino per l 'offensiva austriaca e schierata sul M. Kaberlaba-M. Lemerle, r iuscendo ad arrestare !"invasore ed a portarsi sul la dr. dcli' Assa. Destinata, nel giugno ,917, su l M. Or1 igara, vi operò bri llantemente

stituita s~ rre regg. (J", 40 e 75°). Le motivazioni delle mcd. d'ar_g. <;!icono : 3° regg. : « Per l'ottima condotta tenuta in tutti i fatti <l' armi d ella campagna (1848) »; " Per l'ott ima condotta tenuta nella battaglia d i Novara (1849) ».


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Per i l 4° regg., sim ile motivazione ha la med . d'argento <lei 1849; e poi: « Per la valorosa condotta tenuta dal reggimento nello sharco alla Giuliana (19 ottobre 19n) e nel combattimento delle Due Palme (12 marzo 1912) ». Festa dei reggimenti: per entrambi il 23 marzo, anniversario della battaglia d i Novara (1849). Motti dei regg . : per il 30, « Fidem cruore signavi >>; per il 4-0, <( Ignis et

1896, 191 1-12, e meritò due mcd . d'argento, una per la campagna del 1848-49 e l 'altra per quel la del 1860. Durante la guerra Italo-austriaca (1915-1.918) il regg. operò inizialmente su ll 'Isonzo, partecipando con un suo gruppo d i sqdr. alle operazioni dell'agosto 1916 per l'investimento del campo trincerato di Gorizia ed agli attacchi contro il M. San Marco, Savogoa e R\lbbia. Durante i l ripiegamento dell'esercito a l Piave il regg. protesse la ritirata de lle truppe del Xlii C. d'A. impegnandosi a Cascina Vela ed a Campagna d i Cessalto, ove sfuggì abilmente da un accerchiamento, mentre cadeva sul campo il suo eroico comandan te, colonnello Francesco Rossi. Partecipò alla battaglia del Piave del giugno 1918 ed a quella finale di Vittorio Veneto, inseguendo il nemico verso S. Giorgio di Nogaro, Cervignano, Terzo ed Aqui leia. Il fregio del regg. è simile a quello del Nizza (V.) Cavalleria . Festa del regg.: 21 mar~o, anniversario del combattimento alla Sforzesca ( 1849). Motto del regg.: « Venustus et audax ,,. Le mot ivazioni delle due med . d'argento d icono: ,, Per l 'ottima condotta tenuta net fatti d'armi della' Sforzesca e d i Novara (21-23 marzo 1849) e clu1'{!nte tutta la campagna del 1848 »; " Pcl coraggioso e l1ero contegno tenuto sotto il fuoco nemico, quasi due ore nella ricogn izione del Garigliano (29 ottobre 186o) " ·

Nlitragliatrici del 4° Fanteria in Libia

in corde et omnia pro patria ». Colore delle mostrine: rosso. La brigata ebbe in guerra i seguenti comandanti: magg. generale Anichini (1915); magg. gen . Codini (t9t5· 1917); brigadiere gen . Probari ( r9r7-18); colonnello Mogno ( 1918). Le sue perdite in gue rra ammontarono a ufficia li morti 81, feriti 99, d ispersi 59; u . di truppa m. 892, f. 4480, d . 8 io, oltre a più di 2000 d ispersi (prigionieri) nel ripiegamento al Piave.

Piemonte Reale C,wa//eria. Le sue origini rimontano al 1692, allorchè uno sqdr. detto d i Piemonte costituì il regg. che, chiamato di Cavaglià dal nome del comandante , assunse, nello .stesso anno , il nome di Cavaller ia P iemonte Reale. Dal 1696 a l 1796 subì successive variazioni nel suo organico risultando infine costituito su quattro sqdr. Nel r798, sciolto dal g iuramento di fedeltà e passato al scrviz_io della Francia, fu ìnviato a Monza col nome d i 4" regg. d i cavalleria. Nel 1799 gli furono assegnati due squadroni del reggimento Savoia Stemma del rcgg. ed assunse il nome di 4° reggimento Piemonte Reale dragoni piemontesi, ma fu sciolto nel maggio dello stesso anno, per essere ricostituito nel 1815 coll 'antico nome di Piemonte Reale Cavalleria . Nel 1835 passò a far parte della 2a brigata di cavalleria e nel 1849 della r•. Nel 1859 fu com• p reso fra la cavalleria d i linea. Nel 1859 assunse il nome d i Corazzieri di Pic1nonte, mutatogli .l 'anno successivo in quello di Piemonte Reale Cavalleria. Nel 187r fu chiamato 2° regg. di cavalleria (Piemonte Reale) e nel 1876 1

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Squ.illo del reggimento Piemonte Reale

d i nuovo Piemonte Reale Cavalleria. Partecipò alle seguenti campagne: 1692-93, 17o r-02, 1703-12, 1733;35; 1742-<18, 1793-96, 1799, r848-<19, 1859, 186o-61, 1866, 1887-88, 1895-

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'' Stendardo del reggimento l:>iemonte Reale fino al 1848

Piemo11te (P1émo111). Reggimento d, fanteria francese, derivato da <• Bande ~Jre » piemontesi del 1498, e assoldate da Francesco I clic se ne servì neHe sue guerre in Italia; esse combatterono poi i11 Fiandra e ancora in Italia, e in Germania, préndcndo il nome d i P, nel 1569, costituendosi sl.l 5 cp . di 500 u., ciascuna, conservando la b;rndicra nera delle vecchie bande dalle quali derivava . La costitu zione formale d i questo rcgg. (contemporaneamente ai regg. Picard ie, Champagne e Navarre) è dovuta alle cure cli Filippo Strozzi, allora unico colo1rnello generale di fameria del re Carlo IX di Francia. (V., per il regg.


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francese di cavalleria, Royal Pii:mont. E v. anche Corazze Piemonte, Dragoni piemontesi, Lorella, Nizza cavalleria· [Dragoni d i Piemonte], Usseri piemonteri).

Drappella del regginlento P iemonte Reale

Piemontese (Reggimento piemontese di S . A . Sereni.,sima it Due.a Carlo Emanuele I). Reggimento di fanteria d'ordinanza nazionale, creato nel 1618, su ro cp. e licenziato nel 1630. Partecipò, al comando del conte di Revigliasco, al la guerra del 1625-26 contro Spagna e Genova, e alla guerra per la Successione di Mantova ( 1628-30).

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Pienza. · comune in prov. di Siena, in Val d'Orcia, sorto intorno a una rocca fatta edificare Del 1459 da Pio Il. Venne cinto di mura che oggi sono quasi del tutto cadute. Nel 1502 fu saccheggiato dalle genti di Cesare Borgia, che si recavano a Siena, e nel 1530 fu di nuovo devastato dall'esercito di Carlo V, il cui capitano, Ferrante Gonzaga, soggiogata F irenze e saccheggiato Lucignano, entrò in Val d'Orcia e, occupata la rocca di P., tenne per qualche tempo il suo quartiere generale ndla città. Durante la guerra senese, P. fo dalle parti combattenti presa, perduta e ripresa · più volte, finchè nel 1559 i Francesi, a lleati della repubblica di Siena, la restituirono a questa. P ieper. ideatore e costruttore di una pistola a rotazione c~e prese il suo nome. t a movimento continuo, a percussione cen tra le senza disperdimcnto cli gas. 11 cilindro è oscillante, cioè può rovesciarsi sulla sr. attorno ad un perno, per permettere l' introduzione delle cartucce e la esp ulsione dei bossoli sparati : quest'espulsione avviene simultaneamente per tutte e 7 le cartucce di cui è provvisto il cili1~ ro, per mezzo d i apposito estrattore a stella. La soppressione completa d i ogn i sfuggita d i gas è ottenuta colla seguente disposizione : la pallottola della cartuccia è completamente ricoperta dal bossolo, il quale è allungato in modo da ol trepassare 'anteriormente di circa I mm. la camera corrispondemc del cilindro. Al momento dello sparo, il cilindro è_spinto avanti dal grilletto e dal blocco di chiusura, sicchè il bossolo penetra nella canna e fornisce la chiusura ermetica. li congegno d i rotazione e di scatto è analogo a quello della pistola sistema Bolle/J . La sola particolarità dell 'arma è nel movimento di avanzata e retrocess ione del cilindro ad ogni colpo, per ottenere la soppressione delle sfuggite d i gas. L'arma si può caricare con cartucce sciolte o per mez.to di appositi caricatori, costituiti da un nocciolo centrale di legno a 7 scanalature, attorno al quale si d ispongono 7 cartucce tratrenute da un nastro <l'acciaio che le r iveste in prossimità dell 'orlo e le cui estremità sono r iunite da apposita chiavetta. Tenendo l'arma colla canna rivolta in basso, si <li-

Piemontese (Reggimento piemontese del screniss;mo principe Tommaso). Reggimcnw di fanteria d 'ord inanza nazionale, creato nel 1618 su 10 cp. Nel 1634 prese il nome di Reggimento di S. A. Carlo Emanuele, e fu sciolto nel 1648. Partecipò alle guerre contro Spagna e Genova ( 1625-26), per la Successione di Mantova (1628-31) e contro la Spagna (1635-48). Piemontese (Reggimento piemontese del serenissimo principe di Piemome Vittorio Amedeo). Reggimento di fanteria d'ordinanza nazionale, creato nel r618 su IO cp. Prese ne l 1630 il nome d i Reggimento di S. A . serenissima e nel 1637 di Reggimento D. Carlo Umberto e fu sciolto nel 1638, passando parte delle sue cp. al rcgg. Scaglia. Partecipò alle guerre contro Spagna e Genova (1625-26), per la Successione di Mantova (1628-31) e contro la Spagna ( 1 635-38).

,pone il caricatore in modo che le 7 cartucçe possano infilare le camere del cilindro (che è rovesciato a sr.) e poi col pollice si d isimpegna la chiavetta, per lasciare libero il nastro d 'acciaio: allora le cartucce, non più trattenute, s 'i mpegnano per proprio peso nelle camere del cilindro.

Piemontese (Corpo della Gendarmeria). Costituito nel luglio 18r,,o per ordine del Buonapartc, ebbe la forza di 1 sqd r. di 300 gendarmi a cavallo e di I bgl. di 480 gendarmi a piedi; ciascuno suddiviso i1l 6 compagnie. Il comando di questo corpo fu assunto dal gen. Giacomo Pavetti.

Plerantoni (Adelc/11). Generale, n. a Chieti, m. a Rom:i. (1838-1898). Entrato nell 'esercito borbonico come alfiere di art. nel 1856, passò nel 1860 nell 'esercito i taliano come tenente d'art. e meritò a Gaeta la croce da cav. del1'0. M. S. Dal 1876 al 1878 fu ufficiale d'ord in anza di

cane

cilindro

cartuccia

Pistola Piepcr (secolo XIX)

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Vittorio Emanuele Il. Colonnello nel 1878, com an<lò il 4° fanteria e poi fu capo di S. M . dell'Vlll C . <l'A, Magg. generale comandante la brigata Ravenna nel 1887, fu promosso tcn . generale nel 1893 cd ebbe il comando della divis . di Messina.

Pier Capponi. Sommergibile, varato a Taranto, nei cantieri Tosi, nel 1927 : dislocamento tono. 730-rooo, macchine r400 HP ., armamento sei tubi d i lancio da 530 mm., un cannone da 102_, due n1itragHatrici .

P ieri. Costruttore d'armi italiano, che nel 1875 sottopose Pierantoni:Adclchi alla Commissione reale tecn icomilitare italiana un fucile a retroca rica, a cilindro scorrevole e girevole, e avrebbe do. vnto ottenere, nell'in tenzione del costruttore, una superiorità sul Vetterly mod. 1870. Per quanto fosse semplice e solido, e con minor numero d i part i in confronto· dd Vetterly, la sua costruzione risultò più costosa, ed i risultati d i tiro, malgrado la speciale rigatura, non furono superiori a quell i <ld Vctterly: questo fucile non venne quindi adottato.

per la ferrovia Monfalcone-Gorizi;, e l'alLro per la strada rotabile. Di tali ponLi si sarebbe dovuto impadronire la 1• d ivis. dJi cavalleria il 24 m aggio J915, pr imo giorno di operazioni . l\.fa il ponte del la ferrovia fu fatto saltare alle ore 5,55 del 24, e quello della rotabile nel pomer.iggio del giOrno stesso; così che tutti i passaggi furono trovati interrotti dalle nostre truppe, e fu necessario preparare il passaggio <li viva forza. Questo fu eseguito il ~ giugno: due bgl. del la brigata granatieri, dopo vivo fuoco delle artiglierie del VII C. d'A. , traghettarono il fiume e occuparono P. Subito dopo- vennero get tati i ponti, e nel pomeriggio una intera d ivis. era sulla spond a sinist ra.

Pierleohi (nob. Francesco). Generale, n. a Matdica nel 1864. Sottot. d'art. nel 1887, partecipò all a guerra del 1915- 1918. Colonnello nel 1916, comandò il 38° raggruppamento d'assed io e si distinse sul Momdlo . ln P. A. S . nel 1920, fu promosso generale d i brigata nella riserva nel, 1925. Pieroni (Giovanni). lngcgncre militare fiorentino del secolo XVII. Mandato in Austria nel 1620 dal granduca Cosimo IT, fu al servizio dcll'impe,o e coadiuvò il Floriani nella difesa d i Vienna. Lavorò quindi alle fortificazioni d i Altenburgo, Presburgo, Pcst, Giavarino e rafforzò quelle di Praga e di Ratisbona.

Fucile Pie ri i sotto1 il percussore

Pieri Battista. Generale medico, n. nd 1824, m. a Firenze nel 1905. Provenicllle dall'esercito toscano, passò nell'esercito icaliàno nel 1859 e partecipò alle campagne del 1859 e del 1866, meritando a Villafranca la menzione onorevole . Colonnello nel r 882, diresse l 'ospe-dalc mil. d i Bari e poi fu <lirettore d i sanità dell 'Xl C. d'A. Tn P. A. nel 1888, fu promosso magg. gennak medico nella riserva

Pierleoni Francesco

Pierozzi Nicolò

P ierini (Alberto) . Generale del genio navale, n . a Magliano Sabino •1tl 1$74. Enlrato in servizio nel 1893, fu direttore delle Costruzioni navali a Venezia nel 1914, e partecipò alla guerra M9ndiale ; poi fu (1918-19) direttore del cantiere San Marco a T rieste . Collocato in P. A. nel 1920, venne promosso magg. generale nel 1925 e inscritto in A. R . Q . nel 1926.

P ierozzi (Nicolò). Generale, 11. a San Casciano Val di Pesa nel 1866. Soltot. dei bersaglieri nel 1887, nel 1911 andò in Libia e a Bu Kamcz (1912) meritò la med . d i bronzo . Colonnello nel ,1.916, partecipò alla glierra contro l 'Austr ia al comando dél 78° famcria e fu decorato della croce da cav . dell 'O. M. S . al Dosso Faiti , e <li due mcd. d'argento e una di bronzo per le azioni nel 1917 a Monfalcone, sull'Hcrma<la e a Fiondar , ove rimase ferito e prigioniero. Dopo la guerra comaudò il 4° bersaglieri . Generale di brigata od 1923, comandò la brigata Brescia. Nel 1926 andò in A. R. Q . e nel 1928 passò nella riserv:,_

P ieris. Villagg io sui la sr. dell ' lsonzo, in corrispondenza del quale il fiume era attraversato da due ponti: l' un0

P ierron (Edoardo). Generale francese (1835-1905). Fece la carriera _nella fanteria e partecipò alla sped izione del Mcs-

nel J895 .

J1 sommergibile « Pier Capponi ~


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,ico, divenendo gcn . <li brigata nel 188,1 e di di, is. nel 1891. Comandò poi il VI[ C . <l'A. e nel 1899 kce parte del Consiglio superiore di guerra. Fra le sue opere: • Strategia e grande tattica "; cc Come si è formato il genio militare di Napoleone •·

P ieter's. Località del NataI, ncll 'Africa meridionale, nella regione di Ladysmith, a nord di Colenso . Durante la guerra Anglo-boera, il gen. Redvers Bulle, conquistale le alrure d, dr. del Tugela, si accinse, nella metà del febbraio 1900, a impadronirsi di qucl!c di sr. per spingersi poi SlT Ladysmith, ancora bloccata d:ti Boer i. Questi occupavano UllQ linea fortemente sistemata a d ifesa, compresa fra il Glober's Kloo( e il Pictcr's Hill. La marcia vittoriosa del maresciallo Robcrts nell 'Orange e la resa del Cronje, avcvJno peri:, prolondamente scosso ii morale <lei Boeri e determinato l n umerose defezioni . La mattina del 21 il Bullcr fece bombardare dalle sue grosse artig lierie, sulla dr. del Tugela, le posiziolli nemiche; intanto la fanteria montata occupava sen,:a colpo ferire le basse colline a nord d i Col<:nso, costituendo su Ila opposta riva del fiume una testa di ponte, presso la <1uale fu gettato un ponte d i battelli; a mezzogiorno esso fu compiuto e consentì il passaggio della fanteria, che si antlò ad

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Nella notte sul 26 i 13oeri fecero un attacco dimostrativo per meglio mascherare il loro movimento di ritirata, mentre le loro retroguardie occupavano una seconda posizione più indietro; il 26 gli Inglesi completarono il loro ripiegamento sulla dr, del Tugela, e il 27 febbraio la 6• brigala iniziava la nuo\'a 3\'anzata, passando ancora sulla sr. per mezzo tld ponte, che era stato spostato più a valle. l Boeri nella none sul 28 evacuarono complcrnmente le posizio11i e rup• pero il contatto; la via di Ladysmith era aperta; ii gen. Buller raggiungeva finalmente l'obbicttÌ\·o tenacemente ,·o• Iuta, aura,erso a cinque battaglie.

P Ietra (Età della). Rapprese ma il primo periodo nella divisione delle età preistoriche . .E: seguìta dall'et:\ del bronzo e del ferro. L ·e1à della P: è certamente la più importante nella storia dell'umanità, perchè è clurantc essa che l'uomo,

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ammassare <lictro i rl.

Combattimento di Pieter's (1900) lic"i vicini. Un bgl. in,·iato verso il Grober's nel continuo lavoro della inrelligc:n?.a per armarsi meglio e Kloof, appena giunto a utile distanza di tiro, subì perdite meglio difendersi, si ,tacca poco a roco dall'esistenza selgravi e doveuc ri piegare. Intanto anche la <li\'iS. Lyttel!<ln aveva passato il fiume, e in meno di 1600 m. due d ivis. si va~i;:ia e afferma il suo po tere. L'età della l'. si suole dividere in due periodi: paleolitico, età della pietra rozza, trovavaiio ammassate, col Tugela alle spalle e di fronte una a;pra barriera rocciosa, col cerchio delle alture occupate < neolitico, età ddla pietra lcvig1ta, carallerin.ata da belle da! nemico. li 22 i cannoni inglesi ripresero il bombardaarmi, fatte di selce. In questi due periodi l'uomo non comento, controbattuti dai grossi pezzi boeri, che sma,chcnosce affatto j metalli, tranne che l'oro, usato solo negli rarono cosl l 'estensione delle posiz io ni occupate; nel poornamenti. La divisione delle epoche preistoriche e 9uclla meriggio la brigata W ynnc (n•) fu mandata all 'attacco, in due periodi dell'età dell a /'. non sono però assolute, coperta a sr. dalla 1o'- e dalla 2•, ma, sotto il preciso giacchè queste epoche hanno delle notevoli variazioni da tiro della fucileria a,·versaria l'attacco falll e la brigata dopopolo a popolo. In Asia ad esempio, e specialmente nelvette r ipiegare. li 23 un nuovo attacco, tentato dalla 2' l'Egitto e nel!' Assi ria, si conosceva il ferro e la civiltà era brigata , folll come i prcce,lenti, quantunque a sostenerlo nel suo pieno sviluppo. q uando ancora in Euro pa l'uomo fosse anche intervenuta la brigata irlandese (5a). Caddern sapeva appena app11nt ire delle selci per difendersi contro i nella giornata, sui 1200 u. impegnati, 2 colonnelli, 3 magnemici e per procurarsi i Yiveri. Le prime armi che l'uomo giori , 20 ufficiali subalterni e 6oo soldati; nuove perdite abbia sentito il bisogno di adoperare per offesa o per di, ubirollo g li Inglesi nell a giornata del 24 per effetto della fesa, sono stati bastoni adoperati di punta o d i colpo, sassi fucileria e del!'artiglieria nemica. d a lanciJrc a mano, ,lenti di animali appuntiti e succesDi fronte alla impossibilità di operare da quella parte, 51vamcntc forme di a,mi più complesse, quando a un il gen . Bullcr decise di spostare l'azione sulla estrema sr. bastone si anaccherà una selce appuntita, quando si invendei Boeri; ouenuta dal nemico una giornata di tregua per terà l'arco e il sasso sarà lanciato con le fionde. La prima seppell ire i n1orti e raccogliere i feriti, ripiegò intanto le di <JLIC>te armi, chiamate artificiali, è generalmente con• proprie forze sulla sr. del Tugcla. I Boeri dal canto loro siderata l'ascia che, nella sua espressione più semplice, è si disponevano alla ritirata e portavano via le artiglierie un 'arma da taglio, a mano, derta a n1anòoria, più o 1neno maggiori, per spostarsi sul teatro occidentale di operazione, allungata, cui sarà poi adattato un maoico per poter coldo,·e era necessario opporsi ai progressi di lord Roberts. pire piì1 facilmente e con più forza. A lungo però fu-


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rono usate anche le piet re da lanciare a mano, ~pecialmente a breve d istanza : e d i ciò abbiamo antichissime memorie, come nell'« Iliade ,, e ndl'« Odissea ", ove spesso un g uerriero alza un masso di g rande mole e lo scagl ia

Ascia dcll 'età della pietra

contro il nemico. In seguito , quando si circonderanno i villaggi d i mura o d i aggeri , le pietre sa ranno ancora adoperate per respingere gli assalitori. All'età del!a P., e più specialmente alla fine del periodo paleolitico, si riallacciano i pr imi te nt ativi d i fortificazione ed i primi ordinamenti civ ili e m ilitari. Per l 'uomo prim itivo la casa doveva presentare il duplice vantaggio della como d ità e delJa sicurezza. Le prime abita-

Accetta dell'epoca neolitica

z.ioni d i cui si so no serv iti gl i uomini, sono stati molto probabi lmen te alti alberi, sulle cui biforcazioni si costruivano come dei nidi, in maniera da poterli facilmente difendere, usanza che ancor oggi si può riscontrare presso alcuni popoli selvaggi. Poi l 'uomo era sceso nella caverna, di solito spaziosa e ben protetta, in cui vivevano pi,, fa. miglie r iunite assieme sotto il comando d i un capo, che ern l'uomo più ard ito, più forte e più intelligente della com un itlt. Anche l'organizzazione militare era quamo mai semplice p resso i « cavernico li » : in caso d'assalto ogni uomo atto a combattere impug nava #le anni, e tutti- m ove .. va no contro il nemico sott~ la g uida del capo-tribù . Poco alla volta però, col bisogoo sempre· crescente d i d ifendersi in modo migliore, si stringevano relazio ni co n le tribù vicine, e le famiglie, for mando comunità più numerose, andavano a scegliere luoghi pi,, forti naturalmente, e forma, ano così i villaggi. All'età della pietra scheggiata fa segu ito quella della pietra lev igata, della quale gli oggetti e le armi che ci sono perven uti attestano la perfezione raggiunta nel lavorare la selce. P iù l 'uomo p rogredisce in civiltà , più co1n~ prende la vita e i suoi scopi e più mezzi cerca per conservarla, e pensa quindi a pcrfe2ionarc il suo armamento, trovand o nuove armi o cambiaodo le vecchie. A questo miglioramento contr ibuì anche molto la lavorazione dell'osso, con cui si facevano pug nali e &eccie. L'ascia perde la sua forma a mandorla, si allunga, si fa rettangolare con q ualche accenno alle r ient ranze nel mezzo, e compare quasi sempre immanicata. La pietra oon si lancia più a mano ed è esclusivamente adoperata la fionda, che, come l 'arco, d urerà fino a tutto il Med ioevo. Talvolta la selce , roto ndeggiante, è forata e legata a una cord a, in modo da servi re come arma da lancio, abbanrlo nando pietra e fune , o come arma da percossa, tenendo la corda fissa alla ma no. Appare poi anche la lancia, rapprese ntata da un lungo bastone su cui è fissata con lia ne, con crini o con striscie sottili d i pelle, una cuspide d i pietra .appuntita, tr iangolare. Non solo le armi progrediscono, ma anche

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gli ord inamenti civili e mi litari e le fortificazioni. Si form a il villaggio con a capo sempre l'uomo 11iù Eone e intelligen te, la cui autorità però è limitata da un consig lio di a nz iani, Le g uerre s! fan no pi,ù sanguinose e sooo p iù vil -

laggi riuniti assieme che combattoiro cont ro altri : il combattimento si fa meno caotico e perde il carattere di m ischia confusa in cui combattono uomo contro uomo, per diventare una vera battag lia, con i prim i cenn i di una tat· tica rudi memale . Col passare poi da lla caverna al villaggio, l 'uomo sente il bisogno d i cingersi d i d ifese più forti e prese ntan ti maggior sicureaa che non quelle naturali. Anche in qllesto penoùo le fortificazioni sono quanto mai semplici. Certo l'uomo combattente per aumentare la protezione o per avere maggior possibilità di d ifesa , si sarà riparato d ietro una roccia o un tronco d 'albero. Poi avrà pensato ad accumulare sassi o tronchi ocr formare d ifese più solide e più sicu re, e, sa lito ~ u cli esse per meglio offendere, avrà acquistato i l domi nio sull'avversario. ,E tutto questo, la formazio ne cioè della forti ficazio ne artifici~ lc, denota il più an tico avveni mento. tattico-militare. In ,eguito infatti avrà pensato a cingere di mura o fosse non solo i luoghi occupati temporaneamente in g uena, ma anche le sue sedi fisse. E così sono sorte le trincee, di varia profondità e larghezza, talvolta col fondo cosparso d i pietre acuminate o di frcccic: delle trincee a bbiamo un esempio presso Siracusa a Stcntincllo, che era tutto circondato di una fossa spesso profond a o ltre i due metri . Poi - i m uri, ancora primitivi, ,emplici aggeri di pietre l 'u na so,·rapposta alJ'altra, come nella terrazza d i Mursia, nel! ' isola d i Pantelleria, o anche d i terra rinforzata da blocchi d i p ietra squadrati, co me quello che circondava Branco G rande, i n Sicilia , costruito sopra un pianoro e

Scuri

Lancia di pietra scheggiata

Accetta

Punta di freccia

Pugnale

difendente il villaggio, ove no n erano scarpate naturali che offrissero sufficiente d ifesa . In certi posti, poi, come nel villaggio d i Scoglio del Tonno, p resso T aranto, si trovano delle fort ificazio ni più complesse : il l'illaggio è circondato


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da un fosso diclrn nl quale ,i innalza I ·aggcrc, che, nei pun ti p iù deboli, è rafforzato da una 1mir:t1ura tu multuaria. In que,t'cpoca cominciano le palafiue, che offrono maggiori probabilità di difesa : numerosi rc,li di tali ,·illaggi sono stati trovati in Europa; da noi, ad es ., nel lago di V~resc, in cui sono stati

PJE

fitta nebbia levatasi all ' improvviso, raggiunsero no n vi~ti il pkdc de i parapetti . Le artiglierie piemontesi (20 cannoni, nelle batterie G, l, N) furono dalla nebbia messi nell'impossibilità dj far fuoco. Tuttavia gli assalitori ,•ennero dai bgl. piemontesi contc:mti, e per quattro ore tutti gli attacchi lo ro furono respinti. 11 rn11anto il re Carlo Eman uele inviò altri 3 bg l. di rinforzo al Du Ycrger. Alle ore 19 i Fra ncesi, che già avevano deciso la ritirata, fecero un ultimo sforzo. li De Givry, rimasto mortalmente ferito, venne sostitu ito nel comando dal conte Oanois. Questi lanciò un regg . svizzero sulla sr. piemontese, scarsa <li difensori, i q uali furono tosto soprnffatri. E allora g li Svizzeri poterono piombare nell'interno della ridotta prin-

trovat i numero:,Ì utensil i 1;:<I

armi appartenenti all'età del la pietra .

Pi etra Buona. Frazione ciel comune di Pc.eia , in prov . cli Lucca, in Val di :-Jinole. Ebbe un ca;icllo situato in forte posizione, clifcso da alte mura, e rappresentante la chiave del territorio pesciatino . Nel secolo XIV fu appu11l0 per l lucsto causa d i lunghe contese fra Lucchesi , Pisani e Fio rentini. Nel 1362 un capitano di ventura, che era già stato al soldo elci Fio rentini, fu da questi ultimi segretamente i,tigato a unpadron irsi del castello di P., che cr:1 allora conteso tra Firenze e Pisa. Ne derivò la g uerra fra es,c, poi che i Pisani mossero contro il ca~tcllo con ingenti forze, e si iniziarono scaramucce fra le truppe avversarie, finchè Firenze si decise, il 18 maggio, a d ichiarare forma lmente la guerra a Pisa, e chiamò da Parma, a capo delle sue forze, Boni(azio Lupo, il quale però giunse troppo tard i per salvare la rocca , che fu presa dai Pisan i il 5 giug no. I Fiorentini però si presero ben presto !a rivincita e insieme ad altri castelli riebbero anche I'., éhe fu anzi da loro rinforzata nel 1364.

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P ìetra focaia. Era così chiamata la pie1ra che venne adoperata dal 1500 per le armi da fuoco portatili, a ruota ed acciarino, e sost itul il serpentino e la miccia. La picua focaia più usata era la pirite propriamente detta, e cioè bisolfuro di ferro monometrico. T ale pietra è cosl chiamata perchè, vivamente, sfregàtt1, produce sprazzi d i ,ci m ille ; e produce fuoco se percossa dall'acciarino. È d i colore e splendore simile a quelli dell'oro; dura e non soggetta a scagliarsi come altre. La P. F. rimase in uso fino a q uasi tutta la prima met,\ del secolo X IX.

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Le fortificazioni di Pictrnlunga (1744) A, monte Pielralllngni B, C, 1r, baracconi; D , r idotta princ ipale di Pietrnl uny:a; F, K , M, trinceramenti; G, J, N . batte rici H , ca.steJ del Ponte

Pietralunga. Mo nte delle Alpi Cozie (m. 2730) fra le Yaraite <li Bellino e di Chianale . Sulle sue pend ici, e a caval lo tra i due rivi detti, durnntc !a g uerra per la Successio ne d'Austria Carlo Emanuele 111 di Savoia aveva fatto costruire uno sbarramento, complet ando e rafforzando opere precedenti. Durante la guerra per l:i_.,Suceessione d'Austria, un corpo gallo-ispano, d i JO bgl. (5000 u.), al comando del De Givt)', varcati i passi di Saint-Vcrai n e <ld Longct, scendeva il 17 luglio in Val Ch ianale e il giorno seguente avanzava per la mulattiera del Bondormir, scarsamente custodita dai Piemontesi che ,,i opposero ,lebole resistenza. Stabilitosi sulle creste, attaccò il 19 p iccoli posti (B C) avversari, i cui difensori ripiegarono sulla rido tta principale d i P. (D). Quivi erano 4 bgl. piemontesi, di,tribuiti nella ridotta e nelle trincee laterali, al comando del colonnello Du V erger. Alle o re 15 i Francesi sferrarono l 'attacco, e, favoriti da

cipale, favorendone co,ì la scalata anche frontalmente. I Piemontesi, sopraffaui, dovettero abbandonare le posizioni lasciando un centinaio di prigionieri, e ritirandosi ver.10 Salu.tzo. N ella clifesa era caduto mortalmente ferito il Du Ycrgcr. Le perdite ammontarono a 436 morti e 296 feriti. da parte dei Piemontesi; a 813 m. e 841 feriti da parte dei Francesi. Pietra/unga . Comune in prov . cli Perugia, presso il torrente 13u»o. Nell'alto medio evo vi fu costruita una rocca, e poi "i sorse un paese che fu munito di mura, e dipese da Città di Castello . Nc:I 1348 resistcue felicemente agli Ubald ini eh~ avevano tenta to d i impadronirsene, e con uguale successo più tardi alle armi <li Ladislao re d i N apoli. Durante le guerre del scc. XV più volte fu assalito dai ,·ari contendenti, Era i quali Braccio da ~ o mone e il Picci nino. N el 1482 se ne impa1ronirono le milizie pontificie,


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ma accorse ~ul posto Giovanni Vitelli che le cacciò dal paese ricuperandolo per Ciuà di Castello.

P ietrama la. V. ·Futa . Pietramellara (marchese l'ictro). Colonnello, n . a Bologna, m. a Roma ( 1804-1849). Dottore m legge, s 'arruolò nelresercito sardo divenendo tenente della brigata Guani ic . Lasciato il servizio per motivi politici, emigrò in Francia. Kel 18.t8 organizzò a Bologna un bgl. di volontar i, i « bersagl ieri del Reno », coi quali cornbattè a Vicenza meritan<lo l'encomio dd gen. Durando. Partito coi volontari per Roma nel 1849, si trovò ai prin cipali faui d'armi di quell'eroica difesa . li 5 giugno, presso porta Pietrnniellara Pietro San Pancra,do, rimase gravemente ferito ed un mese dopo morì ali 'ospedale del Quirinale . Pi etra pomice: Kclla chimica di guerra fa parte dei pro<lotti classificati son o il titolo di u Composti sussidiari (prodotti coadiu vanti) », e, precisamente, delle « sostanze assorbenti». corpi . cioè, che posrono considerarsi come solvcnci solidi, e furono impiegati molto efficac~mente per ferma re.: il più pos,ibilc gl i aggressivi fugaci di cui venivano imbevuti - particolarmente il fosgene - allo ,copo di ritardarne la facile rnlatihzzazionc. La pomice, infa1ti, assorbe una volta e mezza il proprio peso d i fosgene; e , la,ciata all' aria e a ,cconda della temperatura. lascia spontaneamente evaporare l'aggrc,sivo in circa un 'ora di tempo. r,_ stata, come le ,osta11Ze simili, abbond;ntcmentc utilizzata, sia a scopo offensivo, che come mezzo di difesa negli apparecchi di protc1.ionc, perchè - imbevuta di reattivi neu tralizzanti - serviva, nelle relative ~catole a fi ltro, a imped ire il passaggio ciei gas aggressivi, depurando, per tal modo, l'aria da respirare.

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dell'epoca in cui fu signore della ciuà C:mruccio Castracani: della prima, smantel lata nel rn8,. e delle mura, restano pochi avanz i. Nel 1437 fu dai Lucchesi data in pegno, per un prestito, ai Geno\'CSi del Banco di San Giorgio, che la tenne per cinquant'anni. Quando Carlo VIII venne in Italia ( 1494) ebbe P. da Piero dc' ~edici; ma, al suo ritorno in Francia, due anni dopo, il governatore francese la \'endi: ai Lucche~i e invano Genova tentò di rioncnerla. Segul poi k sorti della Lucchcsia.

Assedio di P1etrasanta (1484). La fortezza aveva una guarnigione di 300 u ., postavi dai (;enovcsi d~I Banco di S:tn G iorgio. I F iorentini, che miravano a impossessarsi di $arzana, tolsero pretesco di un loro c01woglio saccheggiaio dalla guarnigione d i P., per investirla, e rendersi così libera la via verso la Magra. Ncll 'estace del 1484 la fortezza fu circondata, ma il terreno paludoso, malarico, cagionò gravi perdite alle truppe, tanto che più voi\c queste dovettero venire rinforzate e rinnovale. L 'assedio pi·ovocò intanto la guerra con la repubblica di Genova. Solamente il I o ottobre, quando le febbri vennero a cessare, i Fiore n1ini poterono iniziare operazioni di attacco. Il 21-22 furono presi due ridotti esterni; il 2 novembre fu assaliw e occupato un bastione. E finalmente la guarnigione venne a patti e si arrese il giorno 8 novembre. P ietri ni (Pio). Generale, n. a Roma nel 1872. Souor. d'arr. nel 1892, passò 11cl 1910 nel ruolo tecnico dell'arma. Partecipò alla guerra contro l'Au, tria del 19,5-1918 e fu promosso colonnello nel 1918. In P. A. S. poco dopo la guerra, ven ne promosso magg. generale in t\ . R. Q . nel 1930. Pietro (Ordine di Pietro Federico Luigi). V. Merito. Pietro .I, Re d i Navarra e d 'Aragona, m. nel 1104. Succeduto al padre Sancio Ramirez, m. nel 1094 all'assedio d1 1Iuesca, continuò la guerra, prc,e Huesca, vinse l'emiro AI-Mustein ad Alcazar, e r iportò parecchie altre vittorie sui .Mori. Nel II04 assediò Tamaritc: mori nello ~tesso anno, lasciando il trono al fratello Alfonso.

P ietrasanta. Città i n prov. d i Lucca, con frazione marittima a Forte de' Marmi . Fondata nel 12~2 dai Lu.:chc,i, fu oggetto più volte di contesa fra costoro, e i Pisani, i Fiorcntioj, i Genovesi, çome punto militare impor~

Pietro. Re d i Cag liari, <ld sec. XII. Sostenne una guerra contro i signori d'Arborea, e, rima,to \'into in vari scontri, fn obbligato a rifugiarsi nel regno di Torrcs, governato da suo fratello Ilarisone Il, il quale lo appoggiò con le sue rruppc, affrontando !lii inscguiwri e ,configgendoli. /' . allora si dedicò al governo dei suoi popoli e fece amicizia con i Pisani, ma nel r 180 si collegò con la rcpubHica di Gcno,·a. Qucst'alleanLa irritò il Comune di Pisa che gli mandò contro il marchese Guglielmo di Massa con un forte escrciLO; Cagliar i fu presa d'assalto e l'., fatto prigioniero, ottenne il riscatto a condizione che si ritirasse presso il fratello che regna, a sempre nella provincia di Porto Torres. P. si recò a Genova per implorare soccorsi onde riacquistare il regno perduto, e nel 1196 l'armata genC'vcsc, comandata da Marcellino Drudo, ,coofi$se il marchese G uglielmo e ripose sul trono l'. che aveva preso attivissima parte alla lolla. C.uglicÌmo però. rinforzato da nuo,e truppe imiatcgli da Pisa, cacciò i Gcno\'esi <lai giuc!icato di C3gliari cd obbligò P. alla fuga cd a rinunziare per sempre alla sovranità .

La Rocchettu di Pietras:mta con la porta pisana

J>ietro. Zar dei Bulgari, m . nel 11g6. Discendente da !HHica fa.miglia che aveva giù rcgn~tn in Blilgaria , si fece coro,,are a T irnovo nel 1186. Battè Gio"anni Cantacuzeno e daU-impcratore si fece conformare nel 1188 la signoria del territorio tra I'Emo cd il Danubio; in seguito fece pa:·ecchie scorrerie nei territo, io di Bisanzio. Morì assassinato.

tante sulla via Aurcfia. Venne circondata d i mura e ba.tioni merlati, e furono costruiti a di,tanza, \'crso i monti, -due ridoni staccati. Le mura facevano capo a una Rocca, <.letta d i Sala, e a lilla Rocchetta, o fortezza Arrigh ina,

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Pietro I. Re d'Arborea, salito al trono nel rr86, · m. nei Fu aflcato con Pisa, ma poi si strinse in lega coi Genovesi, ed ebbe a ;astenere una lunga serie di lotte intes tine. Nel n92, un esercito guidato da Guglielmo marchese d i Massa, invase il territorio Arboreese; l'. uscì in .campo contro l1invasore, rna rimase comple tarnente scon fitto e venne fatto pr igioniero. Nel r 197 riebbe la libertà ed il t rooo perdu to, ma dovette sostenere un'altra guerra cont ro Ugone d ' Arborea che gli contrastava il dominio . R iuscì a respingere le pretese del riva le con l'aiuto di Gu g lielmo e <lei Con.une d i Pisa. , 21 1.

Pietro Il. Re d'Aragona, n. nel 1174, salito al tron0

nel u96, m. nel 1213. D'indole guerriera, p rese il pretesto ddl 'cstirpazion.e dei Valdesi, per impadronirsi <lei Béarn, ciel Rossiglione e dell.1 Provenza, che poi dovette cedere al fratello Alfonso . Nel 1212 p rese pa rte alla battaglia d i Las Navas d e Tolosa contro i Mori . Poco dopo, messosi alla testa . dell'esercito d egli Albigesi , fu ,confit to e ucciso nella battagl ia di Murel, dai cattolici comandati <la Simone d i Montfort.

Pietro il (detto « // pic_co/o Cadomagno »). XII conte -di Savo ia , n . a Susa nel 1203, m. a Chillon nel 1268. Settimo figlio d i Tomaso I, e ra stato destinato al sacerdozio, ma la sua indole portandolo alla car riera delle armi,

Medaglia del conte Pietro di Savoia

lasciò ben presto la vita ecclesiastica pe r darsi a quella d el soldato, e nel 1232 prese parte alla sua p rima g ue rra seguendo il fratel lo Tomaso contro i Vallesan i. tn una contesa sorta tra lui e Guglielmo conte d i Ginev ra , fu preso a t rad imento da Rodolfo figlio del con te, ferito e gettato in carcere. Appena fu liberato e rimesso d ella ferita, si vendicò d ell'ingiuria patita occupando d iversi castelli del nemico, e perfino di quello d i Ginevra . Poscia si recò in Ing hilterra , presso suo zio Enrico Ili e vi rimase per i:8 anni, facendo per iodiche visite nel suo Stato savoiardo, d ove r icevette città e castelli per omaggio spon taneo tanto dai cittadini, q uanto da i signori . Altre terre conquistò con le armi, altre ebbe per danaro, sicc hè in breve potè costituire uno Stato forte e temuto. Fra le lotte d a lui sostenute. le p rincipali sono quelle contro il conte Ermanno d i F riburgo e comro il vescovo d i Sion. Durante quest'ult ima assed iò Martigny e riuscì a p renderla mediante mine collocate sotto le mura. TUlte le guerre furono favorevol i alle sue arm i. Nel 1263, venuto a morte Bonifacio, P. divenne conte di Savoia. Suo p rimo pe nsiero allora fu la punizione della città d i Torino, la quale g li si era ribellata ed aveva carcerato e consegnato ag li Astigiani suo fratello Tomaso; valicate le Alpi con molte milizie a rmate, assediò la città, la q uale d opo qualche tempo dovette arrendersi per fame. Ripassate le Alpi, I'. si dedicò com plet amenle alla organ izzazione di u n a pubblica amministraz ione nei vecchi e n uovi domint, valendosi d ella esperienza

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acquist ata in patria e fuori per rendere potente e prospero lo Stato. Perciò, dopo essersi impadronito d i tutti i valichi più importanti delle provincie finitime, aver costruito castelli, nuovi villaggi murati e ponti ben muniti, migliorate e accresciute tLJtte le opere di d ifesa interna ed esterna, pensò d i consolidare la propria forza e sicurezza organ izzand o nelle provincie diversi centri d i comando. Sostenne una guerra dopo salito al t rono contro Rodolfo d'Absburgo, il quale, dopo avere usurpati i possedimenti d i Margherita di Savoia, si era avanzato nel Vaud , aveva occupato f<rib urgo ed aveva posto l 'assedio al castello di Chillou. P. accorse sul posto con tale celerità, che g li assedianti sorpresi furono in buona parte cagliati a pezzi. Poco dopo, al sommo rlella sua g loria, dopo 40 anni di governo P. morì nel suo castello di Chillon .

Pietro lll, il Grande. Re d'Aragona e d i Valenza (1236-

1285). Successe al padre niaromo I nel r276. Nel 1:n8 r costrinse il fratello Giacomo, re di Maiorca, a dichiararsi suo vassallo. Nel 1280 spedì una flotta cont ro Tunisi e stabilì il suo protettorato sulla città e sul suo territor io. Dopo il massacro dei Vespri Siciliani (r282) si portò personalmente in Sici lia e sbarcò a Trapan i per impadronirsi dell'isola, su cui avanzava diritti per parte del la moglie, figlia d i re Manfredi. La flotta aragonese battè quella ang ioina a Malta cd a N apoli (giugno 1284) dove l'ammiraglio Ruggero d i Laurià fece prigioniero Carlo lo Zoppo, figlio di Carlo d'Angiò. Per questa impresa P. era stato scomun icato dal papa che aveva assegnato il regno a Carlo di Valois . L'esercito francese d i Filippo l'Ardito invase allora la Catalogna avanzandosi fino a Gerona. L'eroica d ifesa del la città diede modo a Ruggero d i Lauria d i accorrere e battere la flotta francese a Rosas, e Filippo dovette rientrare, in F _ rancia. P. lii morì in mezzo ai trionfi delle sue armi, dopo essersi riconciliato col pontefice.

Pietro I V, il Cerimonioso. Re d'Aragona (1319-1387). Succeduto al padre Alfonso IV nel 1335, si alleò nel 1340 ai re d i Castiglia e del Portogallo per combattere: i Mori che avevano posto l'assedio a Tarifa. Prese pane alla vittoriosa battaglia d i Rio-Salato; riconquistò Maiorca e il Rossigl ione contro suo cugino Giacomo IV, represse nell'Aragona le rivolte dei nobi li, e , d opo aver battuto i Genovesi, si impad ronì delle p rincipali città d ella Sardegna (1354). Le sue g uerre co11tro Pietro il Crud ele, re di Castiglia, lo fecero alleare con Enrico Il di T rnnstamare. P. cercò d i r iattaccare più di.rettamente la Casa d i Sicilia alla Casa reale d'Arago na e nel r380 accettò la sovranità d i Atene. Pietro il Cmdele. Re d i Castig lia (1334-,369). Successe al pad re Alfonso Xl nel r350. Mosse g uerra al re d 'Aragona, che aveva d ato asilo nei suoi Stati al fratello natura le di P. , Enrico conte di T ranstamare . Questi allora assoldò le « compagnie bianche » comandate dal Dugucsclì n, e si fece p roclamare re di Cast iglia ( 1366). P. ottenne l'aiuto del p rincipe Nero, governatore d ella Guycnne e battè Enrico a Navaretc ( 1367); ma nel 1369 rimase scon fitto a Montiel. Alcuni g iorni dopo cad de in una imboscata e venne ucciso da uno scudiero d i cui aveva fatto decapitare il padre . Pietro il Grande, Czar di Russia (r672- r72~) . Salì al trono nel 1689 e dedicò tutta la sua vita a creare uno Stato potente, incom inciando a creare una marina da guerra . Nel 1695 mosse guerra ai Turchi e ne ebbe la peggio; prese la sua Ii vincita ] 'anno seguente, conquistando loro Azov. O rganizzò frattanto l'esercito, in trodu-

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cendovi una stretta d isciplina. Nel 1697 si recò in Olanda e sotto falso nome lavorò nei cantieri navali di quella nazione; poi ìn Inghilterra, studiando la civiltà occidentale. Tornato a Mosca·, do1nò una . ribellione degli Strelizzi, che fece s terminare. Entrato in guerra con Carfo Xl[ re di Svezia, ne fu sconfitto a Narva, ma lo vinse a Poltava e conquistò la Finlandia, l'Estonia, la Livon ia. Ripresa la guerra contro i Turchi, fu ridotto a mal partit0 sul · Pruth, e salvato dalla moglie Caterina, che conci use !a pace con i Turchi. Poi andò a studiare la società francese, e, tornato in patr ia, si dedicò alPietro il Grande !'organizzazione dell esercito e della marina, nonchè di tutti j rami dell 'amministrazione statale, fondando la città che da lui ebbe nome Pietroburgo.

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Bulgaria (r912-r3). Tanto a queste due guerre balcaniche quanto alla guerra Mondiale, non prese parte attiva perchè costretto alla immobilità da una malattia. Avvenuta la d isfatta dell'esercito e l' invasione della Serbia d a parte degli Austriaci, si ritirò con l'esercito alla costa, poi su nave italiana a Brindisi, e d i qui in Grecia. Terminata la guerra tornò a Belgrado dove fu consacrato re dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni e poco prima d i morire abdicò in favore dei figlio Alessandro. ~..,....!,.,.._.._ _ ·-

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p;ctro Stefano Mali. Principe di Montenegro, nato in Croazia verso il 1730, m . neJ. 1774. Recatosi nel Montenegro nel 1767, vi si fece passare per lo czar di Russia, P. lii, sfuggito ai suoi assassini; . ch iamò i Montenegrini a 1le armi, e nel 1768 batti: ie truppe del sultano Mustafà III. Caterina Il nel 1769 spedl nel Montenegro il geo. Giorgio Dolgoruki per confonderlo d'impostura; tuttavia gli conservò l'autorità suprema ed il Montenegro nnn ebbe che a lodarsene. Morl assassinato da un greco. Piezro {. Principe-vescovo di Montenegro, 11. verso il 1760, m. nel 1830. Nel 1781 salì al potere; si alleò con l'Austria e con la Russia contro la ;porta e a parecchie riprese battè il pascià d i Scutari; annesse al Montenegro il paese dei Berda e si occupò dell'organizzazione e dell 'amministrazione pubblica. Nel 1813, alleatosi con la Russia costrinse i Francesi ad evacuare Cattaro. Dal 1819 al 1821 fu di nuovo in guerra contro i Turchi. Piezro Il . Principe-vescovo di Montenegro, nipote del precedente, n. nel 1812, m. nel 1851. Successe allo zio nel 1830; fece una brillante campagna contro Mehemed Rascid pascià. Represse una coalizione interna che si era formata per rovesciarlo; abolì la corte suprema di giustizia e d'amministrazione, riorganizzò il senato e formò una guardi.a del corpo. Dal 1838 al 1840 fu in guerra contro l'Austria, e quasi continuamente fo in lotta con la Turchia. Incorporò al Montenegro i distretti d i Scutari e di Grahovo, che però nel 1845 dovette restituire. Pietro I Kamgeorgeuic. Re di Serbia, n. e m. a Belgrado (1844-1921). Figlio primogenito del principe Alessandro Karageorgevic di Serbia, alla caduta d el padre, detronizzato dagli Obrenovic il 28 dicembre del 1858, frequentò i corsi della scuola di Saint-Cyr e della scuola d'applicazione d i Mcrz (1862-1867). Partecipò alla guerra franco-prussiana come ufficiale della legione straniera. Nel 1875, durante l' iasurrezione della Bosnia e dell'Erzegovina contro la Porta, organizzò e comandò un corpo di 1000 u.; nel 1878 tentò vanamente d i sollevare la Serbia, quindi si ritirò nel Montenegro. Tentò più volte, senza riuscirvi, di far valere i suoi diritti al t rono serbo, e finalmente, il 15 giugno r903, quattro giorni dopo l'assassinio del re Alessandro e della regina Draga, fu procl amato re di Serbia e prese il nome <li Pietro l .. Partecipò all'alleanza balcan;ca che portò alla guerra contro la Turchia e poi contro la

Pietro 1 di Serbia

Pietro Ferdinando d"Austria

Pietro Ferdmando . Arciduca d'Austria, generale di fanteria, 11. nel 1874. Uscito sottot. di fanteria dalla scuola rn.i.litare dì Wiener-Ncustadt nel 1893, entrò in guerra col grado di tcn. maresciallo comandante della 25• dìvis. di fanteria. Fu quasi sempre al fronte russo e sulla fine del 1917 fu trasferito nella Carnia sotto gli ordini del maresciallo Krobatin. Dopo la guerra si ritirò a vita privata. Pietroburgo (Pietrogrado dal 1914 e le11lngrado dal 1919). Città della Russia e sua capitale fino all'avvento del regime bolscevico, sul delta della Neva, nel golfo di Finlandia. Venne fondata da Pietro il Grande di Russia nel r703, e iniziata con la creazione della fortezza di Pietro e Paolo, che poi servì da arsenale e da musco d'artiglieria. Lo stesso Pietro fondò la città di Cronuadt (V.) \'ill'isola di Kotlin , davanti alla foce della Neva, e la fortificò, a difesa della nuova capitale . La città, nel 19r7, fu una delle prime che si sollevò contro il regime czarista, e nell'ottobre i Bolscevichi riuscivano ad abbattervi il governo liberale salito al potere dopo l'abdicazione dello cza;·. A P . ebbero se<le le prime scuole di allievi ufficiali del 1 nuovo regime ed ha sede la scuola di Chimica di guerra , che conta 3000 allievi. [Fu pubblicato a P . i l 7 febbraio 1840 il trattato <lei 18 settembre 1739, che pnrta il nome di Belgrado (V.)].

[. Trattato di Pietroburgo (10 agosto 1726). Alleanza fra Russia e Prussia. Essendo la Russia , i mpegnata ad assistere il duca d i Schlcswig per procurargli una giusta socldisfazione rel ativamente alle usurpazioni della Danimarca, anche la Prussia interporrà i suoi buoni uffici per riuscire ad un ragionevole accomodamento; ma se ciò non fosse possibile con mezzi amichevoli e il duca sollecitasse più efficaci soccorsi, la Prussia osserverà una stretta neutrali tà. Il. Trattato d; Pietrobu.-go (i 0 settembre 1726). Alleanza fra imperatore ed elettori di Baviera e di Colonia. Gli elettori riconoscono la prammatica sanzione. Conseguenza degli accordi fu che l'imperatore si guadagnò l'elettore palatino, strappò alla Sasson ia la promessa di restare neutrale e indusse i l duca di Wolfenbu ttel a ricevere nella città di Bn mswick un presidio imperiale, con che venne ad aprirsi un accesso nell'elettorato d' Annover.


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llJ. Tratlato di Pietroburgo (luglio 1733). Fra Russia ed ele ttore di Sassonia. Garanzia dei rispettivi Stati e reciproco aiuto nel bisogno. L'elettore si opporrà a che il ducato di Curlandia passi ad un principe prussiano. La Russia sosterrà di concerto con Austria e Prussia i disegni dell'elettore sul trono di Polonia coi negoziati, col danaro e al i 'uopo con le armi. Se la Russia dovesse per q uesto essere assa lita da qualche Potenza, l'elettore l 'aiuterà con tutte le sue forze. Questo trattato ha rapporto con la guerra per la Successione di Polonia.

IV. Trattato di Pietroburgo (16 dicembre 1740). Alleanza fra R ussia e Prussia. Reciproca garanzia dei rispettivi Stat i, con ·promessa di soccorso in caso d i guerra. La Prussia però l)0n aiuterà l'alleata nelle guerre che questa potesse avere colla Turchia, coi Tartari o colla Persia, nè la Russia sarà tenuta a fornire soccorsi alla Prussia in una guerra sul Reno. ll corpo ausiliario per l'una e per l 'altra Potenza sariì di 12.000 uomini, ma all'uopo, le Potenze contraenti si soccorreranno con tutte le loro forze. L'alleanza du• rerà 20 anni. V . Trattato di Pietrob,ergo (4 febbraio 1744). Alleanza fra Russia ed elettore <li Sassonia, rinnovante l' alleanza del 1733. Garanzia reciproca dei rispettivi Stati in Europa. Nel bisogno la Russia fornirà 12.000 uomini : l 'elettore 8000. L'alleanza durerà 15 anni. La Russia entra così nella coaliz ione, che comprendeva anche l'I nghilterra e 1'Olanda, creata per sostenere i diritti di Maria Teresa contro Francia, Prussia e Baviera.

VI. Trattato di Pietroburgo (25 giugno 1745). Alleanza fra Russia e Svezia. Si conferma la pace d'Abo. In caso d'ostilità, la Russia assisterà la Svezia con 16.000 uomini, 9 vascelli di linea e 4 fregate. La Svezia fornirà alla Russia 10 . 000 cavalli, 6 vascelli di linea e 2 fregate. L'al- · leanza durerà 12 anm. VII. Tratwto di Pietroburgo (2 giugno I746). Alleanza fra Austria e Russia. Le Parti cont raenti si garantiscono gli Stati rispettivi e, in caso di attacco, si promettono un soccorso di 30.000 uom ini. Dal "casus foederis >> si escludono le guerre della R,Jssia cont ro la Persia e quelle dcli' Austria in Italia contro la Spagna. Saranno invitati ad accedere alla presente alleanza, che durerà 25 anni, il re di Polonia e il re d 'Ioghilterra. Le forze delle due Potenze saranno stanziate presso i confini della Prussia; per essere pronti nel caso che essa provocasse l'Austria o la Russia o anche la Polonia. Se ciò avvenisse, i diritti dcli' Austria sulla Slesia e su Glatz riprenderebbero il loro pieno effetto. Vlll . T,-attato di Pietroburgo (10 giugno 1746). Alleanza fra Russia e Danimarca. Garanzia reciproca dei rispettivi Stati in Europa. La Russia si adoprerà efficacemente per comporre le divergenze fra Danimarca e duca di Schlcswig , e fra Danimarca e Svezia. L'allcan;,a durerà 15 anni. In caso di guerra le Parti contraenti si soccorreranno con 8 vascell i di Linea e 4 fregate. IX. Trattato di Pietroburgo (23 giugno 1747). Trattato fra Inghilterra e Russia. La Russia terrà a disposizione dell'Inghilterra un corpo di 30.000 uomini sulla frontiern della Livoiiia presso la Lituania, oltre a 50 navi. L'Inghilterra contribuirà alle spese. - li 30 novembre dello stesso anno fu conchiuso fra i due Stati e l'Olanda un nuovo trattato col quale la Russia si impegnava a fornire un altro corpo russo di 30.000 uomini, venendo cosl a prendere parte diretta alle cose d'occidente. Non è che una

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semplice ausiliaria nella guerra per la Successione d ·Austria; il suo intervento si restringe ad uno spiegamento di forze; ma d 'ora in poi sarà legata a t utti gli affari del continente.

X. Trattato di Pietroburgo (26 giugno 1753). Fra ,Austria e Russia, in forma segreta. Le due Potenze rinnovano la loro alleanza e si promettono, nel caso d i aggressione da parte della Turchia, <.l i farle guerra in comune. XI. Trattato di Pietroburgo (30 setlembrc 1755). Alleanza fra Inghilterra e Russia . La Russia terrà alle frontiere della Livonia un corpo di 55.000 uomini e 40 o 50 navi; e riceverà dall 'lnghilterra la somma a1111ua di 500.000 sterline . L'invasione dell'elettorato d 'Annover costituirà il « casus foedcris ,,. La Russia non richiamerà le sue truppe nemmeno se sarà assalita da alire Potenze. In caso d i guerra ! 'Inghilterra manderà sul Baltico 6 vascelli. Si sot• tintendcva dalle due parti che il trattato era stretto contro la Prussia. Quando l' Inghilterra si avvide finalmente che la Rus~i a era legata all'Austria, e che i suoi tesori servivano contro di lei, si accostò alla Prussia e il presence trat• taro rimase senza effetto.

XII. Trattato di Pietroburgo (31 dicembre 1756). Con• vcnzione fra Russia e Austria. La Russia accede ai trattati di Versailles fra /\ustria e Francià. La Russia eccettua dalla sua garanzia i trattati stipulati fra Austria e Francia; non esigerà dalla F rancia alcun soccorso se verrà assalita dalla Porta o da lla Persia e non avrà obbligo d i aiutare la Francia nelle sue guerre con l"Inghilterra o con qualche Stato italiano. Xlii. Trattato di Pietroburgo (22 gennaio 1757). Alleanza fra Austria e Russia. Sì rinnova il trattato del 1746, invitandosi Svezia e Danima rca a CO0JJerarc ~!l'abbassamento della Prussia, con promessa di vantaggi reali e proporzionati all'opera loro. Le Parti contraenti faranno d i tutto per rimettere ! 'elettore di Sassonia nel possesso del suo elettorato occupato dalla Prussia. L 'Austria fornirà sussidi annuali per tutta la durata della guerra. XIV. Trattato di Pietroburgo (9 marzo 1759). Convenzione fra Russia e Svezia. Le Parti contraenti accordano libertà d i commercio a tutte le nazioni, compresa la Prussia; vietano sol tanto il contrabbando di guerra e quello coi porti interamente bloccati. Con un 'armata riunita di 25 vascelli di linea e 8 fregate le due Foten,\e Lmpediranno ai vascelli d i guerra stranieri l'entrata nel Baltico. Se una dèlle Parti fosse assalita, l'altra farà con essa causa comune. Alla presente Convenzione accedette la Danimarca, con atto segnato a Pietroburgo il 17 marzo 1760. XV. Trattato di Pietroburgo (21 marzo J760). Allea11za fra Austria e Russia. Si annulla il tratta to del 1746, al quale si sostituisce i l presente. In caso d i guerra le due Potenze si aiuteranno con 30.000 uomin i : jl

« casus

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deris » non si estenderà per la Russia ad una guerra con la Persia, e, per l'Austria, ad una guerra in Italia. Tregua e pace in comune . Saranno invitati ad accedere alla presente alleanza l'Impero, la Francia e il re di Polonia. Questo trattato durerà 20 ann i. Non avendo il re di Danin1arca e Norvegia riconosciuto nè eseguito il trattato di

Copenaghen, <lopo la morte dell'imperatore Carlo VI, l 'Austria si r itiene svincolata da tutti gh obblighi <le! detto trattato, e opererà d i concerto con la Russia per garantire lo Stato dello Schleswig-Hvlstein. Per por termine alla guerra (dei Sette Anni) e ottenere da f'ederico II un giusto risarcimento delle perdite suhìte, le Parti contraenti adopereranno le maggiori forze possibili , e almeno 80.000


uomi ni d i truppa regolare da una parte e dall 'altra. Per quanto potrà, la Russia farà operare anche la sua flotta sul Baltico in favore della causa comune. Non si farà pace se non d'accordo, e quando lo scopo propostosi sarà raggiunto. E siccome il re di Prussia colla presente guerra ha rotto tutti i trattati anteriori, cagionando rovine e perd ire gravissime, le Parti conrraenti, alla conclusione della pace, s'adopereranno perchè la Slesia e Glatz tornino ali' Austria. La Francia cd altre potenze saranno invitate ad accedere alla presente convenzione. Le due corti faranno il possibile per rimettere l'elettore di Sassonia in possesso dei suoi Stati. Le parti contrae nti faranno opera perehi:, alla pace, Ja Prussia Orieutale passi alla Russia, come ,·isarcimento dei danni sofferti; ben inteso che questo impegno cesserà da parte dell'Austria, se q uesta, alla sua volta, non potrà . ottenere la Slesia e Glatz. XVI. Trattato di Pietroburgo (5 maggio 1762). Pace fra Prussia e R ussia. Segue al! 'armistizio di Stargard, del 16 marzo. La Russia interporrà i suoi buoni uffici per far cessare la guerra, deroga11do da ogni impegno contratto, il quale si opponga a tale d isegno; e rest ituirà alla Prussia tutti i luoghi che le furono colti durante la guerra: si adoprerà per ristabilire la pace della Prussia stessa con la Sve·zia . Le Parti. contraenti negozieranno inìmcdiata~ mente per conchiudere un trattato d'alleanza. - Lo czar (Pietro III) si legò con la Prussia, ncll ' intcn.1.ione di muovere contro la Danimarca per far valere i suoi diritti sullo Schleswig. Federico li, per quanto disapprovasse tale disegno, d ovette im pegnarsi a sostenerlo . l i disegno però fu troncato da Caterina li, che, salita al trono, confermò la pace colla Prussia, dichiarandosi nello stesso tempo neutrale nella gucrr~ d i questa con l 'Austria. XVII. Trattato di 1'11:troburgo (II aprile 1764). Alleanza fra Russia e Prussia . Garanzia reciproca dcc rispettivi Stati in Europa . Tn caso di guerra le Pani conu·.1enti si aiuteranno con r2.ooo uomini. Il presente trattalo durerà otto anni. Le Pani s'adoprera nno perchè sia conservato alla Polonia il diritto di libera elezione. Si eccettua l 'aggressione dell'Inghilterra cont ro la Prussia e della Persia contro la Russia. Se la Prussia sarà attaccata dall a Francia, la Russia le fornirà 400.00ò rubli annui, c lo stesso la Prussia alla Russia, se questa sarà assalit a dai Turchi. Quanto alla Polonia, le due Potenze s'obbligano d i appoggiare l 'elezione di Stanislao Poniatowski. XVII!. Trattato di l'ietrobt<rgo (28 febbraio 1765). Convenzione fra Russia e Danimarca. Si conviene fra le due Potenze di risolvere la questio ne dcli 'Holstein con un tratt ato provvisorio, i l quale però non s3r,à eseguito se non quando il granduca Paolo di Russia avd raggiunto l'età maggiorenne. XIX. Trattato di Pietroburgo (r7 febbraio 1 772). Convenzione fra Russia e Prussia. Si regolano i limiti degli acquisti che le due Potenze faranno in Polonia . Si conviene di prenderne possesso nel mese di giugno, invitando l'Austria a partecipare alla divisione della Polonia. XX. Trattato di Pietrobm-go (5 agosto 1772). Triplice convenzione, fra Austria e Russia, Russia e Prussia, Austria e Prusiia. Le tre Potenze, (« nel nome della SS. Trinità "), considerando che lo spirito cu fazione e la g uerra interna ond'è agitata da tanti anni la Polonia, e l'anarchia che annienta l'autorità del Governo potrebbero t rarre lo Stato a rovina e turbare l'armonia colle Potenze limitrofe, convengono intorno i mezzi per stabilirvi il buon ordine in modo consentaneo ai rispettivi interessi e protestano

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i loro d iritti « antichi » quanto « legittim i » sopra alcune parti della Po lo nia, che nel settembre dell'anno corrente faranno occupare. XXI. Dicl1iamzio11e di Pietroburgo (10 marzo 1780). Fatta dalla Russia all'Inghilterra, alla Francia, alla Spagna, e concernente i diritti del commercio neutro. Le p rincipali disposi.:ioni di quest' atto sono le seguenti: 1°) che i vascelli neutri possano navigare liberamente, cosl tra i porti come sulle coste delle Potenze belligeranti; 2°) che gli oggetti appartenenti ai sudditi di tali Potenze siano liberi sui vascelli neutri, ecccnuate le merci di contrabbando, ,ntendcndosi pér queste le merci specificate negli articoli 10 e 1 e del trattato di commercio fra Russia e lllghiltcrra, dei quali si q tendc l'obbligo a tutti gli Stati belligeranti; 3°) che , per determinare ciò che caratterizza un porto bloccato, si intenderà quello che all'entrata presenti un evidente pericolo per le disposizioni prese dallo Stato bloccante, con navi sufficienti e abbastanza vicine. L'articolo 10 sopra citato restringe il contrabbando ·alle munizioni da guerra, che, secondo la definizione dell'articolo Il, consistono in can noni, mortai , armi da fuoco in genere, micce, polvere, salnitro, zolfo, corazze, picche, spade, cinturini, quando la quantità di tali oggetti ecceda q uell a necessaria all 'uso della nave. Si sa che nel scc. XVUI l 'Inghilterra, conscia della propria potenza navale, fu tratta ad abusarne, non tenendo co nto ,lei diritti delle Potenze più deboli, e non curandosi del codice d i ne utralit11 marittima, ammesso da tutte le altre nazioni. Infaui essa non riconosceva che i l diritto risultante da lle convenzioni imposte da essa separatamente ai popoli commerciali. L'Europa rivendica ora i suoi diritti, per iniziativa di Caterina li d i Russia. Quest'atto è uno degli avvenimenti più memorabili del secolo XV III, cd è il primo tentativo fatto per ristabilire I·equilibrio marittimo contro la politica invadente dell 'I nghilterra. Esso segna la sostituzione dell'equità alla forLa e il predominio delle considerazioni di giustir.ia su quelle <lcll"intcrc~se, rivelando la vera posizione dell 'Europa in quest 'epoca d i fronte all'Inghilterra. Infatti , Prussia, Austria. Spagna, PortOgl!.IIO, Napoli, Olanda, Stati Uni ti d'America e Francia accettarono successivamente le no nne fissate nella d ich iarazione russa, norrne che formularono poi in apposite clausole nei trattati conch iusi. La Danimarca e la Svezia, per far rispettare la navigazione elci Joro sudditi, si collegarono subito colla Russia. I principi: stabiliti in quest'atto, che p1u o meno

csplicimmente erano stati consacrati in un grnn numero di trattati diplomatici dal 1742 al 1780, misconosciuti e violati tante "olte in appresso, furono finalmente ristahiliti e meglio dctc nninati nel cong resso di Parigi del 1856 e nel trattato d i Washing ton del 187 r. XXII. Tra/lato di Pietroburgo ( u gennaio 1787). Austria e Russia, contro la Turchia. La prima si impegna a contribuire alla guerra della seconda contro !a Turchia con un corpo di çruppe. XXfII . Trattato di Pietroburgo (14 luglio 1792). Alleanza fra Austria e Russia. Le Parti contraenti si garantiscono reciprocatnentc i rispettivi Stati e, in caso di guerra, promettono di soccorrersi con un corpo di 120.000 uomini contro qualsiasi Poten7.a europea . Nella ga.r anzia a cui si obbliga l'Austria non sono compresi i paesi russi dell'Asia. e la Russia eccettua di fronte all'Austria i possed imenti austriaci in Italia. La pace si farà di co,uunc accordo. Rimangono inaltLrali gl 'impegni che le due Poten7,C hanno contratto, o possono contrarre per l'a,·venire con altri Stati. Chi ha gli stessi interessi potrà essere ammesso


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nella presente alleanza, che durerà otw anni. L'Austria garantisce l'Oldcnburgo alla Casa d'Holstein-Gottorp . Le Parti contraenti garantiscono la costituzione della Polonia, quale fu stabilita dalla dieta del 1773, e l 'integrità di questo Sta:'O, conforme ai trattati dello stesso anno 17i3· Il 25 dello stesso mese la Sardegna accedette alla p resente allea1iza, promettendo di fornire, in caso di guerra, un cOfjJO di 40.000 uo mini. XX1V. Tra/lato di Pietroburgo (7 agosto 1792). Alleanza fra Russia e Prussia . Le due Potenze rinnovano per otto anni il trattato d'alleanza d el 1764 : garanzia reciprocn d ei rispettivi Stati, ed in caso d i guerre, un soccorso reciproco di 12.000 uomini. Le Parti contraenti s'impeg nano a non permettere che al trono di Polonia salga un re non polacco di origine e che nessuno renda la dign ità reale ereditaria nella sua famiglia, o le conferisca poteri assoluti e illin·,itati. Le due Potenze s 'accar. deranno per ristabilire nella Cu rlandia

XXVI. Tm.ttato di Pietroburgo (3 gennaio 1795). Tra Russia <;. Austria. Il trattato si compone di due Dichiara zioni. La p rima ha per oggetto di regolare la terza ed ultima spartizione della Polonia, secondo i disegni della Russia, non ap provati dalla Prussia. Le due Potenze d eterminano i rispettivi lotti e la parte riservata alla Prussia, appena avrà aderito alla p resente Dichiarazione, e si garantiscono a vicenda i nuovi possessi . La seconda Dichia razione ha per iscopo di stabilire fra Austria e Russia

una piena conformità di vedute per l 'avvenfre; 1)Austria aderisce al trattato russo-prussiano del 1793. Se le armi della Coalizione saranno fortunate, l'Austria otterrà in compenso dei suoi sacrifici le p rovincie conquistate sulla Francia. In caso <l'aggressione d a parte della Prussia, le due Potenze si d ifenderanno reciprocamente con tutte le loro forze . Se scoppierà nuova guerra fra Russia e Turchia,

A. FORT CONSTANT!N . 13.

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l'antica CO$fituzion e.

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T,·atwio di Pietrohurgo (22 gen-

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naio 1793). Conveni!• "' ' zione segreta fra Russia e P russia. li periodo d i disordini ""· creato per l 'Europa 0 1~l\\.('rthg"'--ll\, da l fatale rivolgi~ i "'"❖~s,,memo prodottosi in ~ - - itnl1cf ~ Francia è per sè stes~" so grande abbastanza eia indurre ai provvedirnenti più seri e Pietroburgo e le sue difese dal mare (secolo XIX) più efficaci per tutte le Potenze .interessate l'Austria s'adoprcrà perchè la Bcssarabia, la .Moldavia e a! rnantenimcnto dell'ordine . .Ma esso viene aggravato la Valacchia formino uno Stato per un principe della casa dal fatto che il medesimo spirito <li r ibellione e di imperiale d i Russia . [n compenso I' Amtria prenderà p€lspericolosa innovazione dominante in Francia sta per 1nasesso delle provincie promesse a Giuseppe .lI (la Bosnia nifestarsi pure nel regno polacco, vicino immediato delle etl una pa rte della Serbia) nei suoi negoziati con CateParti contrae nt i. Questo stato d i cose ha suggerito alle rina. Se, per le vicende della guerra, l'Austria non potrà due Potenze la necessità d i raddoppiare la loro energia ottenere delle indenn ità a spese della F rancia, essa sarà allo scopo di d ifendere i propri sudditi dagli effetti d 'un assecond ala nel tentativo di r iprendere a Venezia il ter esempio contrario alla morale e spesso contagioso. Per deritorio che questa repubblica ha usurpato (secon do le prefinire sotto questo riguardo i loro interessi, come pure tensioni del gabinetto austriaco) ai diritti dell'imperatore quelli dell'Austria loro alleata, che condivide i principi loro e si associa ai loro procedimenti, le Parti contraenti e dell'impero. determinano la parte della Polonia che nella divisione XXVII. T,·attato di Pie1,-ob11rgo (18 febbraio 1795). Alspellerà a ciascuna d i esse . Pr ima del 21 aprile esse si leanza fra I nghilterra e Russia, allo scopo di ristabilire faranno prestare g iuramento di fedeltà dagli abitanti delle la pace e mantenere la tranquillità generale d'Europa e nuove provincie annesse e se ne garant iranno reciprocaspecialmente quella del Nord. Reciproca garanz.i a <lei rimente il possesso verso e contro tutti. La P russia s'imspcuivi terr.itori. Aiuto reciproco in caso d i guerra : la Ruspegna, come pel passato, d i fare coli' Austr ia causa cosia fornùà 12.000 uomini e l'l nghilterra una squadra di m une nella guerra contro i rivoluzionari francesi e d i r2 vascelli, oppure l'annua somma di 500.000 rubli. Le n o n concludere nè tregua nè pace, se quei d isturba ton condizioni d el presente trattato non sono applicabili quando d ella pubblica tranqui ll ità non sono forzati a desistere da una delle Parti contraenti fosse in guerra con qualche ogni impresa o stile contro l'estero e a r inunziare al proStato dell'Asia . La parte richiedente non farà pace nè seguimento dei loro colpevoli attentali nell'interno della tregua col nemico senza comprendervi la parte rich iesta . Francia. Le due Potenze non ometteranno alcuna pratica L'alleanza durerà otto" a nni , nè derogherà in alcuna manè mezzo efficace perchè l'Austria possa ragg iungere, tra niera a.i trattati che· le Parti contraenti possono avere con gli altri vantaggi, che saranno compatibi li colla convealtre Poten ze . nienza generale, quello dello scambio d el Belgio colla XXVIII. Trattato di Pietroburgo (28 settembre n95). Baviera.

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·Convenzione segreta fra Inghilterra Austria e Russia, per la quale diventa definitiva l 'allcanza triplice fra, le suddette Potenze. in conseguenza dd trattato di Vienna del 20 maggio 1795.

dall'Inghilterra. L'Inghilterra fornirà e manterrà a propne spese i cavall i necessari ai Russi, e pagherà, per le spese più urgemi, la somma di 88.ooo lire sterline, oltre un sussidio mensile di 44.000.

XXIX. 1'rottato di Pietroburgo (24 ottobre li95l• Con·venzione (in tre atti separati) fra Austria, Russia e Prussia, .relativa alla spartizione della Polonia, in base al trattato <lei 3 genuaio dello stesso auno. Repressa la rivoluz.ione scoppiata in Polonia dalle armi russe, le tre Potenze, • convinte per esperienza dell'incapacità assoluta della Polonia di darsi un governo fermo e vigoroso, hanno riconosciuto nella loro saggezza e nd loro amore per la pace e la fe1icità dei sudditi, essere indispensabile la totale divisione della Polonia fra di loro » . Si conviene per ciò che passi alla Rtmia: la Lituania fino al Niemen e la Volìnia sino al Bug, la maggior parte della Samogizia, la Curlandia, la Semigal lia e, della Piccob Polonia, i l paese di Chclm posto sulla destra del Bug (4 .500.000 anime); ali' Attstrza: Cracovia, Lublino e Sandomir, una parte del distrCllO di Chelm , di Brzcsc, Podlachia e Masovia, sulla sr. del Bug nella Gallizia occidentale (1.037 .000 anime); alla Pruuia: una porzione <lei territori di Maso,ia e Podlachja sulla dr. del Bug, e in Lituania una parte del terri1orio di Trok i, b Samogizia di qua dal Niemcn, con un piccolo distretto della Piccola Polonia appartenente al palatinato <li Cracov ia (2.076.000 anime). Le tre Potenze si garamiicono reciprocamente i rispeuivi territori, assumono tutti i debiti della Polonia, da ripartirsi in determinata misura. Al già re di Polonia Stanislao Poniatowski è assegnata una rendita annua di 200.000 ducati, col pieno e libero godimento de' suoi beni mobili e immobili. Riconosciuta dalle tre Potenze 13 necessità <li fare sparire ogni cosa atta a tener " iva la lllemoria del regno polacco ora annientato, le Parti contraenti stabiliscono e s'impegnano di sopprimere per sempre la denominazione « regno di Polonia » e di non ammettere mai tali parole fra i loro t itoli.

XXXIII. Trattato di Piclroburgo (28 setteri1bre 1799). Al 1eanza difensiva fra Russia e Portogallo. Eccetto che nelle guerre fuori d'Europa, le Parti contraenti si aiuteranno a vicenda, fornendo il Portogallo una squad ra di 6 navi da guerra e la Russia un corpo di 6ooo uomini, o l'equivalente in danaro. Tregua e pace di comune accordo. Rirnarranno in vigore i trattati che le due Potenze hanno con altri Stati, purchè non siano contrari agi 'interessi del presente. La Russia in quel momento era in guerra con lo Spagna, dove dominava il partito francofilo .

XXX. Trattato di Pietroburgo (29 novembre 1791!). AJ. lcanza fra Russia e Napoli. La Russia, indipendentemente dal soccorso che presta la sua armala, la quale unita con quella della Porta nel Mediterraneo, contribuisce alla sicurezza delle coste siciliane, fornirà al re di Napoli, per b presenlc guerra contro la Francia, nove bgl. di fanteria e 200 cosacchi. Pace e tregua in comune. L'alleanza durerà otto ann,. XXXI. 'trattato di Pietroburgo (29 dicembre 1798). Alleana fra Russia e Inghilterra, per opporsi ai successi delle armi frances i e alla diffusione dei principi di anarchia, e per ristabilire l'equilibrio politico europeo, riducendo la Francia ai suoi anlichi confini. Le Parti contraenti s'adopreranno perchè la Prussia prenda parte attiva contro il nemico comune: in questo caso la Russia fornir:ì all a_ Prussia un soccorso di 45.000 uomini. Per le prime e più urgenti spese l'Inghilterra pagherà alla Russia la somma di 225.000 lire sterline, e poi un sussidio mensile, per 12 mesi, di 75.000 lire sterline dal giorno in cui le truppe russe avranno varcato il confine. In tutte le altre spese l' lnghiltcrra concorrerà per la somma di 37.500 lire sterline mensili. XXXII. Trattato di Pietroburgo (22 giugno 1799). Convenzione fra Inghilterra e Russia, per espellere i francesi dall'Olanda. La Russia fornirà un corpo di 18.000 uomini, a[ qual i l'Inghilterra ne aggiungerà almeno 8000. Le truppe russe si r iuniran110 a Revcl, donde saranno trasp'i_tate al luogo di destinazione su ,•ascelli inglesi o altri nÒleggiati

20\.'XIV. Trattato di Pietroburgo (16-18 dicembre 1800). Con,•enzione di neutralità marittima armata fra Russia e Svezia, fra Russia e Danimarca, e fra Russia e Prnssia. È in sommza la Dichiarazione di P. del 178o, aggiuntevi alcune disposizioni rese necessarie dall'esperienza . Così. alle denom inazioni vaghe e non uniformi degli oggetti di c-on1rabbando dei precedenti trattati, si sostituì una definizione esatta e rigorosa e una specificazione nominativa dei detti oggetti. Si regolarono le condizioni ucr le quali un bastimcmo neutro, naviga11do verso un porto bloccato . poteva essere giudicato in contravvenzione coi principi dei neutri ed esposto quindi ad una giusta cattura, e si determinò l 'escrcizio del diritto di visita. Le Parti contraenti s'obbligarono inoltre a collegare le forze loro comro chiunque offendesse i proclamati diritti. XXXV. Trattato di Pietroburgo (17 giugno 1801). Convenzione fra Inghilterra e Russia. Le Parti contraenti stabiliscono che : 1°) la bandiera non copre la merce, vale a dire, la libertà dei vascelli neutri non si estende alla proprietà nemica onde sono caricati; 2°) i vascelli da guerra delle palli belligeranti hanno il d iritto di visitare i baslimenti neutri anche scortati; 3°) per la sicurezza d'un vascello anche scortato non basta che le carte siano riconosciute in regola, ma bisogna che non vi sia giusto motivo di sospetto; 4°) il blocco si limita al caso di reale chiusura d'un porto o d'una cosca per opera d'una squadra d'osserva7.ione; 5°) fra gli oggetti di contrabbando non sono comprese le munizioni navali. Queste misure saranno applicabili a tulle le guerre marittime e serviranno di regola costante in materia di commercio e navigazione. Dammarca e Svezia saranno invitate ad accedere alla Convenzione presente ed a rinnovare i loro trattati di commercio coll'Inghilterra, la quale restituirà alle dette Potenze tutte le- p rese fotte su di esse, come anche terre e domini loro appartencnli e conquistati, dopo la rottura, da lle armi inglesi. L 'anno successivo accedettero a quest.1 Convenzio1'C la Danimarca (27 marzo) e la Svezia (3t marzo). XXXVI. Trattato di Pietroburgo (r.; gennaio 1805) . Alleanza fra Russia e Svezia, allo scopo di mantenere l'equilibrio fra le potenze d'Europa e d i garantire I' ind ipendenZJ della Germania . La Russia farà passare in Germania un corpo di truppe, di cui il re di Svezia assumerà il comando. XXXVII. Tra/lato di Pi~troburgo (u aprile 1805). Detto « di concerto», Ira Inghilterra e Russia. Essendo l'Europa

i,1 uno stato di sofferen,;a che esige un pronto rimedio, si formerà una lega comune a tutti gli Stati europei, a reciproca garanzia di sicurezza cd indipendenza. La lega m ira a costringere la Francia a ristabil ire la pace e I 'equilibrio, mediante lo sgombro dell'Annover, del Nord della


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Germania e dell' Italia, compresa l' isola <l'Elba, il riconoscimento dell' indipendenza del! 'Olanda e della Svizz,era, la restaurazione del re di Sardegna con gli aumenti terntona li che le cucostanzc coosenuranno e lo stabilunento di un ordine d i cose in Europa che possa proteggere efficacemente l' indipendenza dei diversi Stati ed impedire ogni usurpazione futura . L'Inghilterra fornirà vascelli pcf~I trasporto di truppe e pagherà sussidi proporzionati agli sforzi fatti da ciascuna Potenza, e precisamente 1.250.000 lire sterline per ogni 100 .000 uomini d i truppa regolare. L'Au•tria fornirà 250.000 uomini, u5.ooo la Russia, 35.000 Au-, nover, Napoli e Sardegna, numero ritenuto sufficiente pcrchè la convenzione abbia effetto. In nessun modo si farà violenza alla volontà nazionale déll a Francia, per quanto riguarda il gov~rno interiore di questo paese, Il medesimo contegno sarà osser vato di fronte agli alrr i paesi, nei quali avessero a presentarsi gli eserciti degli Alleati. Prima della conclusione della pace nessuno polrà appropriarsi le conquiste che eventualmente si faranno da ll 'uno o dall'altro degli Stati alleati. F inita la guerra, si convocherà un Congresso generale per d iscutere il diritto delle na·z ioni e stabilirlo su più chiara e più solida base di quella che sfortunatamente finora ne appoggia le norme. Come premio della cooperazione della Prussia al trionfo della causa comune, si promette di restituirle il territorio da essa ce<luto sulla sr. del Reno alla Francia. La lega contro la Francia .è anche <liretta contro ogni Potenza che coll' uso della forza armata o con rapporti troppo stretti colla Fran cia trad isca l'intenzione d i creare seri ostacoli allo svolgime'nro delle misure prese dalle Parti contraenti. - Questo trattato servì di base. a tutti q uelli che prepararooo la terza lega contro la Francia. XXXVII!. Trattato di Pietroburgo (S aprile 1812). Alleanza fra .Russia e Svezia, Garanzia reciproca ùegli Stati r ispettivi. Le Parti contraenti faranno una d iversione contro la Francia e j suoi alleati sulle coste della Germania, nel punto che si crederà conveniente; si adopreranno a tale oggetto <la 25 a 30.000 Svedesi con 15 o 20.000 Russi. Siccome la Svezia non porrà cooperare a questa diversione se non quando cesserà di riguardare la Norvegia come paese nemico, lo czar s'obbliga d i riunire la Norvegia alla Svezia, o per via di negoziati, o per mezzo di un corpo a usiliario d i 35.000 · uomini, che sarà posto sotto gli ordini del Principe reale (Bernadotte, adottato da Carlo XIII). Si eviterà però la guerra colla Danimarca; le si proporrà a l contrario d i accedere all'alleanza e di r inunziare alla Norvegia, verso un indennizzo pieno ed intero, che le si procurerà in prossimità dei suoi Stati di Germania . Se essa ~ifiura, le si farà guerra a forze riun ire . Dopo la riunione della Norvegia, l'esercito svedese verrà trasportato in Germa nia. L'Ingh ilterra sarà invitata ad accedere all'alleanza e a garantirne le condizioni.

XXXIX. Trattato di Pietroburgo (4 aprile r826). Fra Russia e Inghilterra, per la paciiicazione della Grecia. La Russia, per il desiderio d i veder terminare la guerra, e l 'lnghilterra, per averne i Greci stessi richiesta la media:zione, convengono d i presentare alla Porta le seguenti proposte di pace: riconoscimento della sovranità della Turchia; tributo da pagarsi; libertà di coscienza, ùi commercio e d'amministrazione; magistrati eletti dal popolo, con qualche influenza sulla nomina d i essi da parte della Porta. Nel caso che q uesta respingesse la mediazione, qualunque potessero essere i rapporti fra Russia e Turchia, le Parti contraenti considereranno i l prescotc protocollo come base d'ogni definizione delle d ifferenze turco-greche. Le <lue Potenze ap-

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profitteranno d'ogni occasione per effettuare questa definizione, e nello stesso tempo rinunz.iano non solo ad ogni ingra':'dimento teriitoriale, ma anclie ad ogni influenza esclusiva, e a vantaggi comrnercìali , che costiluisscro dei privilegi. Le Parti contraenti comunicheranno il presente accordo a Francia, Austria e Prussia.

XL. Dichiarazione di Pietroburgo (29 no,·cmbre 1868). Riguarda il divieto dei proiettili esplodenti in caso di guerra e venne firmata dai rappresentanti dei seguenti Stati ; Austria, Baviera, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, li1 ghiltcrra, Italia, Olanda, Persia, Portogallo, Germania , Russia, Svezia e Norvegi? Svizzera, Turchia e \1/i.irttenbcrg. I loro rappresentanti si erano r iuniti a P, su proposta dell'i mperatore di Russia, con lo scopo di esaminare l'opportunità d i vietare l'uso dei proiettil i e:plosivi in tempo di guerra fra nazioni civili. Stabilito che il solo scopo legittimo della guerra è l' indebolime,1to delle forze militari del nemico, che a tale effetto basta mettere fuori combattimeuto .il maggior numero possibile di uomini, e che l'aggravare inutilmente le sofferenze degli uomini messi fuori combattimento, mcdia1lte l'uso di proiettili esplosivi, era contrario alle leggi dell'umanità, le Parti contraenti si impegnavano reciprocamente, in caso di guerra tra loro, a rinunciare ali 'uso di ogni proiettile esplosivo d i peso inferiore ai 400 gr. Questa dich.iarnzion~ non era impegnativa in caso d i guerra fra due parti non contraenti , oppure q uando aù uno dei belligeranti contraenti SI urnsse una parte non. contraente. 4

, XLI. 1'1·attato di Piell'oburgo (28 aprile 1899). Tra Inghilterra e Russia, allo scopo di gara ntire l'integrità della Cina. Le Parti contraenti si impegnano reciprocamente a non chiedere nè per sè nè per i loro sudditi concessioni di ferrovie . XLII. T,·auato di Pietrob1<rgo (30 luglio 1907). Tra Giappone e Russia. Si garantiscono l'indipendenza e l'integrità territoriale della Cina e l'uguaglianza commerciale di tutte le Nazioni odi 'impero cinese. XLIII. Trattato di Pietroburgo (31 agosto 1907). Tra Russia e Inghilterra, concernente la Persia, !'Afganistan e il Tibet. J,>er la Persia, le Parti r,ontraenti si impegnano reciprocamente a non ricercare per proprio conto nè ad appoggiare richieste d i concessioni di natura politica, comn1e rciale, ferroviaria, bancaria, ecc. in certe ·z one definite esplicitamente. Quanto all 'Afganistan, l'Ingh ilterra dichiara che nnn h a intenzione di mutare .il suo stato politico, che influirà su di esso solo in senso pacifico e non lo incoraggerà a prendere misure che minacciano la Russia, Questa dichiara che w nsidera l 'Afganistan fuori della sfera d'azione russa, impegnandosi a valersi per tutte le relaz ioni pol itiche con esso della mediazione inglese. L'Inghilterra s'impegna a non annettersi nè ocwpare alcunù parte dell'Afganistan, anche se ciò fosse concesso in prec.edenti trattati, Russia e Inghilterra r iconoscono all'Afganistan il pr incipio dell' uguaglianza di trattamento commerciale. Per il Tibet, le Parti contraenti si impegnano a rispettarne l'integrità territoriale e ad astenersi da ogni ingerenza nella sua amministrazione interna, Data la riconosciuta sovranità de lla Cina sul Tibet, le Parti contraenti si impegnano a non trattare col Tibet se non per tramite della Cina, a non mandare propri rappresentanti a Laassa, a non chiedere concessioni d i ferrovie, d i strade, d i miniere, e simili. XLIV . Trattato di Pietrobu,·go (23 ap rile 1908). Tra Inghilterra, Danimarca, Russia e Svez.ia . Le Parti contraenti


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garantiscono il mante11ime1)to dello « statu quo " territoriale nel Baltico; se esso fosse minacciato d i perturbam ento le quattro Pote 1ne concorderanno le misure ritenute ut ili per tale mantenimento .

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Nel 1420 i Cadorini, stanchi delle lotte d,e continuamente si combattevano per il suo possesso ua l 'imperatore e vari signori, riunirono i rappresentanti delle principali valli in P. e al g rido di « famus ad bonos Venetos! »

XL V. Trattato di Pietroburgo (8 dicembre 1909). Tra Russia ·e Tu rchia. Ha carattere f;nanziatio; la Russia interviene per sistemare i debiti della Bulgaria verso la 1"urch ia, compensandoli in parre colla rinunzia a p recedenti cred iti <!ella Russia sulla Turchia . XLVI. Trattato di Pietrobu.-go (4 luglio 1910). Tra Rus•ia e Giappone. Completa quello -del luglio r9oj . .Le Parti cont raenti convengo110 di - garantire lo « statu quo » in Manciuria secondo i precedenti trattati esistenti fra le Parti contraenti stesse e fra esse e la Cina, e di m igl iorare le condiz io ni ferroviarie in detta regione . Se avven issero fatti che minacciassero tale « stalu quo », le Potenze contraenti concerteranno le misure da prendere per mantenerlo.

Pietro Micca. N ave lanciasiluri , costruita a Venezia, ,,arat_a nel 1876, radiata nel 1893. Dislocamento 574 tonoellate, macchine 571 HP . f'u a La Spezia, a disposizione della nave-scuola torpedinieri, fi no al 1890; poi fu a<libita

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La R . Nave lancia.siluri ò. Pietro Micca t

alla vigilanza del golfo. - Lo stesso nome fu d ato a un ,ommmgibilc di 792 tonnellate varato nel 19, 7 ed en trato in scryizio nel 19 r8.

Pieve al Toppa. L'.)calità nel comune d i Civitella in Val d i Chiana, in prov . d i Arezzo, a l bivio della strada provinciale per Fojano e Chiusi . D ur ante le lotte fra Guelfi e Ghibellin i, nel 1288 , i Senesi si erano un iti ai Fiorent ini contro Arezzo, cond ucendo 400 caval li e 3000 fant i ali 'assedio d i Laterin a. Preso questo borgo e dato il guasto al paese, i Senesi presero la strada della Val di Chiana per andare a portare il guasto al casrcllo d i Lucignano. G li Aretin i m isero in agguato 300 u. <l 'armi e 2000 pedoni al valico della P. comandati da Buonconte di Montefeltro e d a Guglielmo dei Pazzi. Colà giunti, i Senesi , che ma rciavano alla sprovvista e senza ordine, furono assaliti e facilmente sconfini, lasciand ovi tra morti e prigion ieri più d i 300 dei migliori cittadini d i Siena e gen tiluomini <li Marem_ma .

Pieve del Cairo . Comune in prov . d i Pavia, sulla sr. del Po. Nel II54 fu saccheggiato dalle truppe d i Federico Ilar barossa, e più tard i fu rov inato da l'acino Cane. Nel 1 5 12 era d i passagg io per il borgo il card inale Giovanni De' Med ici, che, caduto prigioniero a R avenna, veniva condotto in Francia con buo na scorta d i soldati, come ostaggio . Gli a bitanti d i P., unitisi a <]Uelli di Cairo e d i Cambio, per vendicarsi delle ang herie subìte per l'add ietro dalle truppe d i Luigi Xll, assalirono la scotta francese e liberarono il card inale , che poi d ivenne papa col nome d i L eone X. Pieve di Cadore. Cnmune in prov . d i Belluno, su lla d r. d el P iave. Ebbe un buon castel!-◊ che po, andò in rovina .

Il forte di Pieve di Cadore

p roc lamarono l 'annessione alla Repubblica di Venezia. :-le! 1508 le truppe cieli 'imperatore Massimiliano, in guerra con Venezia. occuparono il castello di P. e ne uccisero la guarnigio ne, ma fu ripreso poco appresso <lai soldati del!'Alviano. JI gonfalone del Comune con R. D. 9 agosto 1898 fu decorato della medaglia d'oro al valor militare: « Per la memoranda e tenace resistcoza fatta nel 1848 dalle popolazioni cadorine contro forte e tcuace nemico » . E con R. D. 28 marzo 1920, fu insignito della Croce al merito d i guerra, per le cnmpagnc d i guerra 191 5-18. (V . Cadore)-

Pù·ve di Cadore . Battaglione alpini , costituito nel 1882. col nome d i « Cad ore » ed assegnato al 6" regg. N el 1886 assunse il nome di « P ieve di Cadore » e passò nel! 'anno• successivo al 7° regg., cli nuova costituzione. Ebbe le cp. 67", 68"', 75a e 96•. Per la g ue rra Italo-austriaca (19151918) operò .in izialmen te i n Valle Ansici, e poi contro Cima Undici, Tre Croci , M . Cristallo, Forcella F o rame. Nell' apr ile r916 la 96a cp . passò a costituire il bgl. M. Antelao . Il P. di C. tentò nei giug no d i dello ~n no ripetutt attacchi contro la C1oda dell'Ancona e Cima Cadini. Ne lla prima metà del 1917 agì in Va[ Costeana; destinaro por sull'Isonzo per la battaglia della Bainsizza, passò il fiume e giunse fino al costone di Na-Raunik, sbarrando il vallo ne d i Siroka Nijva, conquistando la q. 654 e spingendosi fi no alle case basse d i Mesnjak. Dest inato all'inizio del 1918 su l settore dell'Altissimo, vi rjmase fino all 'otto bre, allorchè fu inviato sul M . Grappa, ove combattè a Col dell'Orso, ai Solaroli e sul Vaìderoa , inseguendo ;,oi il nemico in rotta per valle d i Seren fino a Feltre ed a Mugnai. li suo contegno in guerra meritò la citazione ,u!

Medagl ia d el battagl ione Pieve d i Cadore

bollettino d i g uerra del Comando Supremo n . 1274 del

9 novembre 1918. L e sue perd ite in guerra ammontarono a ufficia li mor ti 71, feriti 42, d ispersi 1; u . <li truppa m . 154, f . 933, d. 337·


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Pieve di Ledro. Frazione del comune d i Bezzecca, in prov. d i Tre11to, a nord-ovesr de! Lago di Ledro. Sul monte della Roc~a esistono i resti di amico castello. Combattimento di Pieve di Ledro (x866). Appartiene alla guerra per l 'Un ità d'Italia. 11 tcn. colonnello Spinazzi, comandante del 2° regg. dei volontari , non avendo ben capito gli ordini mandatigli dal q uartier generale d i Garibaldi, dopo avere sparpagl iato le sue genti a d rappelli per le montagne ad est del lago d'Idro, si era portato il 18 luglio con sole 7 cp. al passo d i Monte Nota, dove, saputo che a P. vi era il nemico, ordinava che due cp . al comando del magg. Pafazzini si d irigessero a Legos e Melina, villaggi sottosta nti , e due altre, comandate da l magg. Occari, marciassero sopra /' ., riserbandosi le altre tre ai suoi ordini. Contemporaneamente due cp. di fanteria austriaca marciavano allo scopo di assicurarsi del passo di Monte Nota. Il col. Spinazzi, scendendo in Val di Ledro, aveva lasciato di guardia al passo soltanto una cinquantina di u., i quali, zttaccati dagli Austriaci, venivano dispersi o fatti prigionieri. Lo Spinaui rnn una mezza cp . riprendeva jl passo di Nota, ricacciando g li Austriaci nella valle di Pcar. Il magg. auwì:iéo G riinne, all'avvicinarsi delle colonne scenden ti da i\L Nora, muoveva intanto da P. con tre cp. cacciatori, ,una d i t iragl iatori e una btr . da montagna, e, mentre si impegnava con !e cp. dell'Occari , batteva con l'artiglieria le e!>· del Palazzini che prendevano possesso di Lcgos . Palazzirri , cacciati i ti.ragliatori austriaci da Legos e da Molina, visco il combattimento che si impegnava oltre il lago, si dirigeva subito lungo la riva a ri11 forzo delle cp . dell'Occari . Gli Austriaci, sopraffatti, dovettero ripiegare e si trincerarono nel villaggio, dove i l c01)1battirncmo divenne vivacissimo d i barricata in barricata e 2>

ITALIANI

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AVSTR/ACI -

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la restituì al Comune d i Genova. Nel 1794, volendo i Repu bblicani francesi penetrare in P iemonte, invasero la valk d'Oneglia e passando per P. le cagionarono danni e disturbi grav i. Quattro anni dopo fu occupato dalle truppe subalpine, che pure le recarono danni. Verso Ja metà del maggio 1799 gli abitan ti ,della valle èel Tanaro e d i Oneglia, capitanati. dal conte Riccardi di Oneglia, si ribellarono alla repubbl ica di Genova " assalirono la /-' . e le altre posizion i forti della regione; l'intervento delle truppe francesi diede luogo a parecchi piccoli fatti d 'arme, di nessuna importanza però nella condotta della g uerra d i quell'anno .

Pieve di Teca. Battaglione alpino costituito col nome di « Alto Tanaro » nel 1882, e chiamato ,, Pieve di Teco ,, nel 1886. Appartenne al t<> regg. cd ebbe le cp. 2•, 3• ed 8•, alle quali per la guerra si aggiunsero la 107•

Medaglia del battaglione Pieve di Teco

e 115', assegnate nel 19x6 al bgl. Saccarello di nuova CO· stituzionc . D tlrante la guerra Italo-austriaca (1915-1918) fu inizialmente dislocato alla Sella Nevea, ove ne[ maggio 1915 concorse, col bgl. Val d'Arroscia, alla conqu ista delle Sel le di Prevala e; d i Robon . Nel l'agosto dello stesso anno partecipò brillantemente alla conquista del M. Cukla, all'attacco del M . Rombon e tentò audaci azioni contro le importanti posizioni d i Kastrein Spitzc e Fundencgg Huttc. Nella r innovata azione ,icl settembre successivo contro il Rombon, riuscì a conquistare il Romboncino. Nel febbraio 1916 il nemico riuscì a riprendere la vetta del Cukla e vani riuscirono i sanguino.si sforzi del bgl. per riconquistarla. Nel ma rzo J916 fu disciolto; venne r icostituito nel luglio 1925. Le sue perd ite in guerra ammontarono a ufficiali morti 8, feriti ,1 , d ispersi 1; u. di truppa m. 78,

f. 287, d. 123. Assaf Pe.' lr

Combattimenro d i Pieve di Ledro (1866)

nelle case in cui si erano asserr agl iati. 11 col. Spinazzi, rafforzando con la sua riserva le cp. impegnate, riuscì alla fine ad impossessarsi di P., scacciandone gli Austriaci che furono insegu iti fii:o alle falde dei monti vicini. Il combattimento era dura to fìno a sera.

Pieve di Tcco. Comune in prov . <li Imper ia , nella valle ,lèll 'Arroscia . Il castello, ]e fortificazion i e le mura cbc la difendevano nel tempo antico, fu rono in parte d istrutti dur ante le guerre ti-a la repubblica di Genova cd j duchi di Savoia. Dopo essere stato sotto la sig noria dei vescovi d i Albenga e <lei marchesi d i Clave;ana, il comune passò, nel 1386-87, sotto il dominio d i Ge nova. Nel 1426 Francesco Spinola, pretendendo di essere ·creditore di 8000 fiorini verso la Repubblica , se ne i mpossessò con tutta la valle d ' Arroscia e la r itenne fino al 1436, nel quale anno

Pieve Samo Ste/àno . Comune in prov . di Arezzo, sulla dr. del T evere. t l'antica Oppidum Vcronac dei Longobardi ; d ipendevti anticamente da Arezzo, n1a j Perugini 1 che come signori di Città di Castello ,wanzavano pretese gimisdizio nali su P., nel T269 assalirono il borgo e lo presero . Il vescovo d i Arezzo G uido Tarlati lo riprese, ma in seguito si d iede a Gualtiero duca d ' Atene . Subito dopo la cacciata d i costui d a Firenze, i Tarlati rioccuparono P. : ma q uando Fircn,;e ebbe, nel 1384, r icuperata Arezzo ed il contado, anche P. le si sottomise e da allora ne seguì le sorti.

Piffero. Questo strumento fu uno dei primi ad essere . in trodotto negli eserciti . Pare che siano state le milizie svizzere le prime ad averlo; in Francia ,

Pjfforo tedesco (anteguerra)


Pie

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Francesco I lo introdusse nel 1534 nelle sue legioni. Nel1'esercito piemontese eraho contemplati i P. in numero di 15 per ogni rcgg. ; successivamente venne Ja Musica (Y.) mii. vera e propria. In taluni Stati i l P., sempre .associato al tamburo, rimase (ad es. nella Germania) fino all'epoca del la guerra Mondiale .

P igafetta (Filippo). Ingegnere e scrittore militare, n . e m. a Vicenza (1533-1603). Fortificò varie città dell 'Italia settentrionale; fu dal

Papa inviato

in Spagna,

Francia,

Svezia, Polonia, per ottenere aiu ti nella guerra contro i Turchi, a! seguiro di un ambasciatore pontificio. Tradusse la « Tattica » dell 'imperatore Leone e scrisse: « Descrizione dei porti ·e fortezze del Regno d "Inghilterra »; « Trattato delle trincee e degli approcci antichi e moderni »; « Discorso sopra l'ordinanza dell'armata d i Spagna»; « D,scorso sulla stona e 1'uso della bussola »; ccc. Piglio (ant. Capitulum, città degli Emici). Comune in prov. di Frosinone. N~l medio evo appartenne agli Orsini cd ebbe un castello, che fu preso nel 1347 da Cola da Rienzo, e nel 1430 divenne feudo dei Colo1111a. Le milizie di Clemente VIT lo presero ne l 1526, ma subito dopo fu ripreso dai Colonna. Nel i799 il borgo fu preso e incendiato dai Francesi.

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P1G

il nemico che, in forza, si era gettato sulle nostre posizioni, intl iggcndogl i gravissime perdite, e catturando prigionieri. Il 10 maggio, slanciandosi con mirabile ardìmcnto alla testa del suo battaglione all'attacco di impervia posizione nen1ica, fotlen1entc difesa da trinceran1cnti, e, giuntovi uno dei primi, coronava con una morte gloriosa I'opera

attiva , intelligente cd entusiast ica, dedicata ·con invitto amore alla Palria » (Monte Cukla, 4- 10 maggio 1916).

P ignatelli (Ettore, duca di Monte/eone). Generale al servizio della Spagna, n. a Napoli, m. a Madrid (1574-1622). Fu dal 16o3 al 161r capitano generale della Catalogna e de l Rossig lione, e poi ambasciatore a Parigi. - Oltre ai generali d i questo nome citati più avanti, ricorderemo sommariamente un Antonio, colonucllo di un regg. dragoni spagnuoli nel 1706; un Francesco, colonnello di un regg. di cavalleria pure spagnuola nel r725; un Fernando, colonnello ciel regg. spagnuolo • Algarvc ,, ne! 174r; un Cero· !amo, pri ncipe di Mol:terno, che divenne colonnello nel 1806, al comando de l 1° rcgg. leggero napoletano; e Ferdinando e 11,,/a,-io, ufficia li dell'esercito delle Due Sicilie, che parteciparono ai moti del 1799 a Napoli , si batterono sotto Championnet, e alla restaurazione furono processati, condannati a morte e giustiziati ii 30 settembre.

I. Attacco di Piglio (ottobre 1556). Appartiene alla guerra degli Spagnuoli contro il papa Paolo IV. Il capitano pon tificio Giulio Orsino, credendo il paese poco guardato dalle milizie dei Colonna, alleati degli Spagnuoli, vi si condusse con 5 cp, d i fanti e tre ca;inoni. Mentre batteva il castello, difeso dal capitauo Giancarlo Cuccaro, sopraggiun•ero 300 fanti e xoo cavalli dei Colonnesi, comandati dal conte d i Sarno, e attaccarono le genti dell'Orsino, che fu costretto alla fuga con forti perdite. lf. Attacco di Piglio (1557). Ancora 1'Orsini mosse a l1'impresa, con 3000 fanti italiani, 2 cp. d i Tedeschi e 7 cannoni, nel maggio 1557, e piazzò i cannoni fulminando

il castello dopo di avere invano intimato la resa al cap. Cuccaro. Ma intanto Marcantonio Colonna aveva radunato truppe, e si' presentava presso il paese iniziando scaramucce. Un tratto delle mura del castello rovinò sotto i colpi di cannone, e !'Orsini bnciò i suoi all'assalto. Ma, respinto dai difensori, e temendo che il Colonna approfittasse della lotta contro il castello per assaltare le artiglierie, !'Orsini si risolvette ad abbandonare l'impresa. Piglione (Luigi). Medaglia d'oro, n. a Villa Corsione (Alessandria), caduto al fronte ( 1866-1916). Ufficiale degli alpini in ,S. A. P., bcnchè attaccatissimo al suo scrv~tio ed innamorato della montagna , aveva trovato anche il tempo per laurearsi in legge . Prmnosso mag -

giore poco rem po prima dello scoppio della grande guerr~, assunse il comando del bgl. « Saluz?'O », cd alla testa di esso cadeva,

Pigliane Luigi

l'anno seguente,

poco

dopo la sua promoz ione a ten. colonnello. La motivazione dell a med. d'oro compendia così l 'episodio, in cui egli trovò la morte e la gloria:

« Il 4 . maggio , dopo aver sostenuto

violento fuoco di

artiglieria avversada, ricacciava, con brillante contrattacco,

Pignatelli Ettore

Pignstelli Ferdinando

Pignatelli di Cerdiiara principe Fabrizio. Generale napaletano del secolo XVU[, Comandò nel 179~ le t ruppe napoletane inv iate con gli Inglesi alla d ifesa di Tolone, e nel 1796 una di vis. Scrisse alcune opere: « Teor ia pratica di esercizi e manovre della fanteria »; « Istruzione per la proprietà e aggiuslamento delle armi »; ec·c. Pignatelli Francesco, conte di llcerra. Generale napoletano, 11. e m. a .Napoli (17J2-1812). Iniziò la carriera sotto Carlo III; governò le Calabrie e d ivenne capitano generale delle armi napoletane e direttore d i polizia di tutto il regno nel 1789: quando il re dovette ritirarsi dai .suoi Stati per l'invasione francese, fu nominato vicario generale del Regno. Durante il regno di Giusep!)C Buonaparte fu cospiratore a favore dei Borbone : andato in esilio, fu richiamato a Napoli quando Gioacchino Murat sall al trono. Pig-natclli Diego dei principi di l\rfarsico . Generale dell'esercito delle Due Sicil ie. Nel 1798 fece la campagna di Toscana agli ordini del gcn . Damas. al comando di una brigata.

Pignatelli dei duchi di Ca,·alu.uouo. Generale dell'esercito delle D ue Sicilie. Partecipò come i l precedente, al comando di una brigata, alla spedizione in Toscana. Inviato dal gen. Dam,s a Roma, s'incontrò con la brigata francese Forest. Attaccato, si difese strenuamente, ma rimase ferito e prigioniero insieme con grande parte delle sue truppe.


Pm

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Pignatelli Vincenzo . Genera le napoletano del sec. XVII[. XIX , m. nel 1837. Nel 1799 era ten. colonnello, e partecipò ai moti di Napoli, parteggiando per i Francesi. Condannato alla deportazione, riuscì a fuggire, e si arruolò nella legione italica con la quale fece la campagna del 1800. Poi partecipò (1805) all'invasione del Napoletano, e nel 1806 fu inviato a domare i ribelli borbonici della Bastlicata. Mandato nella Spagna, vi divenne gen . di d ivi,. e poi fece la campagna di Russia (1812). Tornato a Napoli, fu nominato nel 1815 ispettore generale della cava lleria. I Borbonici lo mamcnncm al posto, ma, avendo partecipato ai mot i del 182r, venne privato d el grado.

PIL

l'ignatelli Fili['['O. Generale medico, n . a Desio nel 1870. Sottot. medico nel 1896, [u in Eritrea nel 1897 e partecipò alla guerra libica del 1911-1912. In guerra contro l'Austria nel 1915-1918, d ivenne teo. colonnello nel 1917. In P. A. S. poco dopo la guerra, f.u promosso colonnello medico in A. R. Q. nel 1926, e magg. generale medico nel 1932; nello stesso anno venne collocato a riposo. Pignatta. Chiamavasi così un grosso recipiente di ferro, pieno di catrame e d i altri fuochi, del quale faceva no uso gl i assediati per illuminare i fossi e le mura della piazza, quando temevano di essere assaltati di notte, all'impcov• viso. Le P. si appendevano con un lungo braccio alle mura dei bast ioni, o si piantavano in terra. Si chiamavano anche « pignatte da ramparo ». (V. ai1che I.A11terna). l i termine P. fu anche adoperato nel senso di « Pentola di fuoco 11 (V.). Pignatti Morano (Carlo) . Ammiraglio, n. a Modena nel 1869. Entrato in servizio nel 1888, partecipò alla campagna d'Africa del 1891, alla guerra ltalo-turca del 19II-12, alla guerra Mondiale; in quest'ultima comlrndò le torpe• diniere costiere della difesa marittima di Venezia guadagnandovi una med. d 'argento. Raggiunse il gra<lo di còntrammir. ne.I 1923, di contrammir. di divis. in A. R. Q . nel 1923, di ammir. di divis. nel 1926, di ammir. d i squadra nel 1927 e fu collocato a riposo nel 1928.

Pi1-?natclli_Vincenzo

Pignatelli Francesco

Pig11atelli Francesco, p1i11cipe di Strongoli. Generale napoletano (1775-1853) . Sottot. dell 'esercito austriaco nel 1793, abbandonò il servizio nel 1795, essendo divenuto repubblicano~ Tornato in Italia, p rese servi1,io nelle truppe della Repubblica romana; nel 1798-99 partecipò a lla campagna nel napoletano e d ivenne colonnello e, subito dopo, generale di brigata. Nel 1800-1801 comandò le t ruppe della Toscana, poi tornò a Napol i, e riprese nel 1806 servizio come colonnello, ricevendo di nuovo subito dopo la nomina a generale di brigata e il comando della prov. di Matera, dalla quale nel 1807 passò a quello della prov . di Salerno. Partecipò alla presa di Capri e nel 1808 fu pro• mosso generale di divis. Due anni dopo partiva per la Spagna, al comando della divis. napoletana e tornava in patria nel 1812, aSSllmcndo l'anno seguente il" comando della 2• divis. Fece la campagna murattiana del 1815 al comando della divis. d i fanteria della Guardia e poi si r itirò dal servizio. Scoppiati i moti del 1820, consigliò la corona a concedere la costituzione ed assunse il comando della 4" divis. per passare nel 1821 al comando della 2• nella guerra contro l'Austria, dopo la quale fu dimesso e si dedicò agli studi. Scoppiati i moti costituzionali del 1848 vi aderì, e fu nominato comandante della Guardia nazio-. nale, quindi entrò nella Camera dei Pari . Pubblicò una quantità di scritti, fra i quali: « La vna e la storia del Reame di Napoli di P. Collelca »; « Introduzione alle memorie storkhe del regno di Napoli »; « La campagna napok:tana del 1799 »; << Considerazioni stracegiche su l sistema di difesa de l regno di Napoli »; « Pagine di stor ia milita re della repubblica e dell'impero »; ecc. Pig11atelli di l11fo11tecalvo Pompeo . Generale, n. nel 1868. Sottot. di cavalleria nel 1887, lasciò il servizio attivo nel 1913 col grado di maggiore e fu richiamato per la guerra, dopo la q uale fu promosso brigadiere generale; nel 1923 assunse •il grado d i generale di brigata i11 P. A. Nel 1930 passò nella riserva.

Pignetti (Ugo). Generale, n. a Torino nel 1878. Sottot. del genio nel 1896, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Panecipò alla guerra del 1915-,918 e per un anno fu addetto al Comando Supremo. Colonnl'llo nel 1918 e capo di S. M. della 37" divis., nelle azioni sul Piave-Livenza ( r918) meritò la med . d'argento. Passato allo S. M. centrale nel 1924, comandò il 3° regg. genio nel 1926. venne nel 1929 nominato capo di S. M. del C. d'A. di Roma e nel 1931 fu promosso generale di brigata CO· mandante ,del genio a Firenze.

Pignier (A11gu.,to de) . Generale, n. a Torino nel 1879. Sottot. d 'art. nel 1898, fu in Libia nel 1912-1913. Parte• cipò alla guerra cont ro l 'Aust ria del 1915-1918, guadagnandovi la promozione a cen. colonnello per merito di guerra. Colonnello nel 1917, comandò il 51° raggruppa• mento d'assedio e meritò una tned. d 'argento. Dopo la guerra comandò il 9° art. e la scuola di tiro d"art. Generale di brigata nel 1930, fu comandante d'art. a Torino e nel 1931 passò all 'ispettorato della stia arma; generale di divis. nel 1933 1 assunse il comando della divis. mii. territoriale d i Bologna. Pignone (l'rorpero). Guerriero napoletano del sec. XVI. Ascricw ali 'Ordine gerosolimitano nel 1540, si segnalò nella lotta contro i pirati barbareschi . Nel 1565 andò i n soccorso di Malta e nel 1569 d ivenne capitano della galera « Vittoria » . Suo fratello Antonio combattè ugualmente sulle navi del l'Ordine contro i pirati barbareschi. Pigorini (Crisanto). Generale del commissariato, n. nel 1855, m . a Monterotondo nel 1923. Sottot. d i comm issariato nel 1874, fu poi insegnante di economia e statistica alla scuola m ii. di Modena. Colonnello nel 1904, fu d irettore cli commissariato del 7" C. d'A. In P. A . nel 1907, venne promosso magg. generale di commissariato nella riserva nel r914. Pubblicò degli « Appunti di leggi poliriche

e militari >> . Pila (Giovanm) . Generale, n. ad Asti, 111. a Tori no (1845-1917). Sotrot. d'art. nel 1866, partecipò alla campagna

f'


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PIL

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del 1870. Colonnello nel 1899, comandò il 15° art. da campagna. Nel 1901 ebbe il comando della scuola centrale di tiso d'art. e nel 1903 andò in P. A. Passato nella riserva ne] 1908, fu promosso tcn. generale nel 1911.

Pilgram (o Pilgrarnsdorf). Borgo del la Cecoslovacchia, sulle « Alture Morave " della Boemia. Combattimento

di

seguìto nel seguente anno da quello di Berlino, segna l'inizio alla prima Coalizione contro la Francia; dopo l'uccisione d i Luigi X V[ aderirono all 'i1wito delle Potenze iniziatrici l 'Inghilterra, la Spagna, ~ re di Sardegna e di Napoli.

Pillola da innesco (o Fui-minante). Era così chiamato un granello di sostanza fu lminante che preced ette la capsula nell'accensione della carica delle arm i da fooco portatili.

Pilgramsdorf

(1813). Appartiene al la campagna napoleon ica in Germania. Dopo la battaglia di Bautzen, l'Xl corpo francese (gen. Macdonald) trovò le alture di P. fortemente occupate dagli Alleati, appoggiati (13 nun1crosa cava i•

PIL

Pilo (Pylos). V. Navarino . Fu chiamata anche con questo nome !a battaglia del 425 a. C . che è detta comunem<::n te di 1'-lavarino . Pila Giovanni

leria cosacca. La <livis. corazzieri Doumcrc fu Janciata all'attacco .senza p revia r icog nizione del terreno. La 1 • brigata, d el la quale faceva parte il regg. Dragoni Napoleone, composto di Italiani, si trovò, lanciala alla carica, in terreno acciden tato e ristretto, e i priini due squad roni, respin ti e caricati dai Cosacchi, scmn• p.igliarono i susseguenti: il colonnel lo dei Dragoni, Olivieri , rimase p rig ioniero. La seconda br igata non potè per le condizioni del terreno appoggi.lre la 1a, e fu a su:1 volta messa in fuga. I Cosacch i inseguenti furono arrestati dalla brigata d i fanteria italiana d el gcn . Zucchi, il quale l'ordinò in quadrati <li battaglione, salvando le soni d ella

giornata e costringendo il ne111ico a rjpicgare. P ilhes (Aristide). TJfficiale garibaldino, inglese, n. nel 183r. Alla difesa d i Roma nel 1849, ufficiale <l'ordina ,na di Garibald i, rimase ferito. Seguì Garibaldi nella r iti rata, e sull'Adriatico fu fatto prigioniero dagli Austriaci .

Pilla (Leopoldo) . Professore di geologia al] 'Università d i Pisa, 11. d i Venafro ( 18051848). Ufficiale della colonna degli studenti pisani nel la cam pagna del 1848 cadde combattendo sul campo d i Curtatonc. Pillet (Tommaso de). Generale, n. a Montmélian (Savoia) nel 1774. Volontario nel regg. fanteria di Moriana nel r792 , divenne sottot. nel • ' 793 e partecipò sino al r796 a tutte le campagne di guerra. Capitano dopo la restaura,,ione, d iven ne colonnello nel 1827; comandò Pii.la Leopoldo le città di Chambéry e di Cuneo e d ivenne magg. g enerale nel 1833. Passa to i11 aspettativa nel 1834, venne collocato a riposo nel 1848. Pillnitz. Villaggio della Germania, nella Sassonia . Trattato di Pi/1111/z (27 agosto Ji9l). Fra Austria, Prussia e Sassonia . ( sovrani d'Austria e Prussia, in una <( Dichia razione », prote,stano d i considerare la condizione del re di Francia come oggetto che tocca !"interesse comune di tutti i principi europei. Se i l re di Francia non sarà posto in g rado d i stabi lire con la massima libertà le basi di una cost imzione monarchica conforme ai d iritti dei sovrani e al benessere del popolo francese, procederanno d i comune accordo a mobilitare rapidamente le forze necessarie per raggiu ngere la meta p refissa , e sperano che le altre Potenze non ricuseranno di associarsi a loro . Questo t rattato,

Pilo. Asma in asta, sottile e leggera, da gittò, lunga circa m. 1,30, adoperata nell 'esercito romano. Ne erano armati gli astati (Pi/ar,i), e ne avevano due, uno più pesante, uno più leggero . Il l'. veniva lanciato a mano, alla distanza di 15-20 passi; ~1 lancio seguiva l'assa lto col gladio. Nell 'ant. esercito romano i pilani, o triari, erano nella prima . fila. Success ivame nte passarono nella terza, venendo chia-

mati

1(

antepilani »

i soldati delle due prime file . Quelle c•.tspidi <lc:i P. cli ferro che rimango.. no, sono di varia forma, <:: d imostra-

no che l'arma dovcv a pesare poco meno di un kg. Mario, ne! Jl secolo a . C., rese deformabile la punta di quest'arJna, per cvi.

tare cbc potesse esSoldato romano armato sere lanciata nuod i pilo, detto t Pilano • A destra, vamente dal nemi- · due tipj di pilo romano co . Cesare, nel secolo seguente, ne fece indurire solamente la punta, lasciando di ferro dolce il rimanente, così che urtando piegasse, e non potesse essere adoperata contro chi per primo se ne fosse servito.

Pilo Boy/ di Putifigari, marchese Vittorio. Generale, n. e m. a Sassari (1778-1834). Sottot. d'art. nel 1794, partecipò

al la guerra contro la F ,·ancia e poi seguì il Re in Sardegna. Nel 1802 fu d irettore dei ponti e delle strade della Sa«icgna e professore della scuola teorica d'artiglieria. Co-. lonnello vice ispettore d'art . in Sardegna nel 1820, passò nello stesso anno nello stato maggiore genera le. Da! J823 al 1828 fu comandante in ca!'o del corpo del genio ; nel 1827 venne promosso magg . genern le .. Collocato in pensione ne! !l-ì828, ebbe la nomina d i, gran falconiere, gran cacciato:e del Re e governatore de lla Veoaria Reale . Nel 1831 fu promosso ce11. generale. Era decorato della croce da cav. dcll'O. M . S. - (V. anche ,Boy().

l'ilo Boy/ di Putifigari, marcl,ese Carlo. Generale, n . a Cagl iari nel 1788, m. nel 1859. Sottot. <lei genio nel 1804, passò nell'art. di Sardegna nel 1806. Partecipò alla difesa (1809 -1 8r3) con tro le invasioni dei ba rbareschi in Sardegna, distinguend osi in special modo nel 1809 durante g li a ttacchi di una flotta tunisina. Colonnello ne! 1823, fu vice ispettore d'art. Magg. generale nel 1831, fu capo d i S. M, d ella d ivis . d i Genova e ne! 1836 ebbe il comando della


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brigata Cuneo. Nello stesso anno fu collocato a riposo col grado d i tcn. generale.

Pilo Boy / di Putifigari Luigi. Generale, n. a Cagliari nel 1813. Sottot. nei cacciatori guardie nel 1831, passò in cavalleria nel 1832 e partecipò alle campagne del 1848-49. Colonnello nel 1859, comandò il regg . Piemonte Reale e poi il Novara, col quale combatti: a Mon1ebello meritando la med. d'argento. Magg . generale nel 186o, comandò la brigata di cavalleria e nel 1863 andò a riposo. Pilo P.osolino. Medaglia d'oro, n. a Palermo, cadmo presso Monreale (1820-1860). A rdente patriota, partecipò alla rivoluzione antiborbonica del 1848, e, quando i liberali si furono impadroniti della città, tenne il comando delle batterie e delle artiglierie palermitane, _ fino al momento in cui la cittit fu costretta a capitolare. Esule, tentò di partecipare alla spediz ione di Carlo Pisacane, tragicamente conclusasi a Sapri; nel 186o, infine, l si affrettò a to rnare nella wa S icilia alle prime voci dello sbarco d i Garibaldi, e alla tc·sta di un g ruppo di volontari si unì alla colonna garibaldina marciante su Palermo. In uno scontro con i borbonici Pilo Rosolino cadde, colpico alla fronte, sci giorni prima che la sua città fosse per sempre redenta. Alla memoria del valoroso ed ardito patriota fu conferita, dopo l'annessione, la mcd . d'oro al valor militare con questa motivazione: « Morto sul campo, combattendo con nlorc San Ma rtino d i Monreale il 21 maggio 1860 » .

l

Pilone (d'om,eggio per dmgibilt). Il primo progetto rbale al r91t, ma la soluzione pratica del problema fu da ta solo durante la guerra Mondiale dagl'Jnglesi, i <1uali, t1 o vandosi costretti per penuria di hang:1rs a tenere all'ape1to i loro numerosi di rig ibili impiegati nell 'esp lorazione costiera, svilupp~r0110 questo sistema di ormeggio che a poco a poco sempre più si pcrfez;onò. Ad esempio nel 1 9 22 gli Americani ne eressero a Lakehu rst uno molto çompleto, con~i:)tencc in un:l torre d 'acciaio triangol:11 c, r--

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alta 45 met ri . In Inghilterra ne fu costruito nel 1926 uno a Cardington, alto 60 metri e che rappresenta il modello· più perfezionato del genere . !11 Italia abbiamo avuto subito dopo un P. a Ciampino, costruito apportando a q uel lo inglese notevoli modificazioni nel dispositivo di agganciamento, semp lificandone la costruzione ed eliminando talune parti ritenute non necessar ie. La manovra di ormeggio al P. non presenta particolari difficoltà. La cautela più imporrante a cui attenersi consiste nella preventi,·a regolazione dell'assetto del dirigibile sia duran1e la manov ra che dnrantc l'ormeggio. Viene consig liato il p resentarsi al P. con il d irigibile staticamente leggero e sraticamentc appoppato. Esso deve essere portato sul posto d ·ormeggio ad una quota di 6o-8o metri e quando la sua ,•elocid rispetto al suolo è nulla si lascia cadere il cavo d'atterraggio che vien pr~so dal personale di manovra e portato al pilone , da cui con lentezza ed uniformità, senza srrapponi , viene alato in m odo cli avvicinare la prua del dirigibile a l pilone ed eseguire quindi l'agganciamento. La questione fino a qual punto un dirigibile possa resistere senza danno ad una tempesta stando ormeggiato al pilone non è stata ancora risolta. Gl i Inglesi sostengono che un d irigibile al pi lone possa resistere oggi ad un vento di 28 metri al secondo. Le catastrofi dello « Shenandoah • e del!'" R 33 ", che furono strappati <lai pilone, indicano che la for1,a del vento raggiunta in quei d ue casi si avvici na al punto critico del coefficiente di resistenza delle stru tture di pr ua di quei dirigibi li. Lo « Zeppelin L 126 " denominato poi ,, Los Angeles ,,, cd il • Norge », furono appunto a tale ;copo particolarmente irrobustiti nel cono di prua. Sui /'. d'ormegg io si sono, specie in G ran Bretag na, dopo la buona prova da C)si data in molte occasion i. fondate da ta luni forse eccessive speranze ne l :.enso che nel futuro traffico con dirigibili si possa addirittura fare a meno dei costosi hangars, da riser,·arsi solo al montaggio e alle grandi riparazioni. Se il più pesante dcli 'aria non soppianterà del lutto il dirigibile, si ritiene che non possa farsi a mene, degli hangar, anche per i dirigibili. l I'. di ormeggio non li sost itui,cono. ma soltanto li integrano, offrendo negli aeroporti i loro servigi quando per la violenza del vento non sia pmsibile introdurre il di rigibile in hangar.

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Il dirigibile • Nori:e • al pilone sul campo di Ciampino


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Pilota. 1:. il « nocchiere » delle antiche marine. Nel medio evo ch iamavasi così l 'individuo che, stando a fianco del capitano, gli additava la via da ,eguire con la na,•e servendosi della bussola, delle carte nautiche e tiella osscr• vazionc d egli a.stri; era soltanl'o sulla capitana, cd avev:1 altri compagni in sotlordine, che si chiamavano " con;iglieri • · Questa denominazione era data anche ai piloti delle navi minori. Ca dute in disuso le navi a vela, il P. si è conservato ancora per qualche tempo sulle navi a va• pore, ma è presto stato sostituito da ufficiali specializzati nel servizio idrografico. È invece rimasto per il ser vizio d i guida delle navi per l'entrata e l"u,cita dei porti, spe• cialmcnte nelle località in cui sono forti le correnti. le variazioni di livello per effetto della marca, le variazioni di fondali per la natura sabbiosa o per altre ra.~ioni . Leggi speciali ne regolano il scn·izio. Il loro impiego è per molti porti obbligatorio . Le corporazioni dei P. dispongono di potenti rimorchiator i. con i quali vanno in ~lto mare in contro alle navi, e salgono talvolta a bordo a grande clistanza dal porto. Le navi che hanno a bordo il P, alzano in resta d'albero la bandiera che significa, nell 'a lfobeto interoa✓.ionale. la lettera P. Esiste anche una bandiera spe• ciale per chiamare il pilota, bandiera che viene alzata quando la nave ne ha bisogno. 11 navi•g lio da guerra è soggetco alle stesse norme che regolano la naviga7.ione delle na,·i mercantili per quanto concerne l'uso dei piloti. Nella terminologia de l secolo XIX si trovano queste dist inzioni: Pilota (o Piloto) tl't1/11rra, o t1lturierc, colui che conosceva !"arte di condurre un vascello in alto mare e in ttnti i mari; Pilota locatiere, colui che era pratico di un dato porto; Pilo/a da costa, colui che conosceva perfettamente le coste di una data regione. Pilo1a (militare di acrop/11110 o di 1dro110/a11tc). Caric:1 aeronavigantc che, nella R. Aeronautica, indica il militare (sott •ufficiale ed ufficiale) abilitato alla condotta di aero• plani o cli idrovolanti m ilitari. I p iloti sono tutti volontari. Oislintivo della carica è un'aquila d'oro sormontata da corona reale. Distintivi specia li sono: l'acquila con una « A • in smalto azzurro per i Pilota d'aeroplano pilo ti che hanno compiuto una trasvolata atlantica; l'aquila con un " V n in smalto rosso per i piloti assegnati ai reparti di Alta velocità. Es~i debbono avere raggiunto, soli a bordo, una velocità supc• riore ai 500 chilometri orari. ;,.ieJla R . Acronau1ica il P. appartiene all'arma aeronautica, ruolo naviganti; pure ;1ppartenendo ad una specia lità di aviazione (caccia, ricognizione, bombardamento, assalto) è abilitato alla condotta di 1uui i tipi di velivoli in dorazione.

Piloti aviatori (Scelta tic,). Molto rigorosa è la scie• zione dei candidati alla navignione aerea, poichè queMa p1esenta specia li cond i7.ioni di ambiente alle qual i non tutti gli organismi possono adattarsi. Il pilota in volo, infatti, è esposto all"inAuenza di molteplici fattori, quali sono: la temperatura dell"aria, che progressivamente va abbhssandosi coll"elcvarsi dell'apparecchio nell'atmosfera; la ventilazione in rapporto alla velocità del vento, allo spostamento del vel ivolo ccl ai movimenti dell'elica; il rumore intenso, a cui l'aviatore è continuamente sottoposto per l'a550rdantc rombo dell'elica in moto, per gli scoppi del motore e per il sibilo prodotto dal vento; la brusca varia. zione della pressione atmosferica ed il repentino squilibrio

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di 1ensionc <lei gas dell'aria, per cui l'organismo non può sub1to adattarsi alle nuove condizioni d i ambiente; infine la tensione nervosa dovuta alla continua auenzione esercitata dal pilota per manovrare l 'apparecchio, osservare il terre no e riconoscere i vari punti d i orientamento della roua, seguendo sulla caria il tragitto percorso. consultare gli slru• menti, ecc., tensione nervosa che cul111ina in uno stato emo• tivo part icolarmente intenso <luranre i combattiment i aerei e ncgl "imprevedibili incidenti di rnlo. Un buon pilota deve a,·erc pertanto speciali qualità di spirito e di corpo, con gr;1ndc squisitezza cki sensi e con sistema nervoso ben saldo, donde la necc.ssità dì molteplici esami fatti con criteri rigorosamente scientifici. Nella guerra Mondiale, quando la vi. sit-i degli aspiranti al pilotagg io aereo era fatrn in modo sommario dagli ufficiali medici dei corpi, il 90 % degl'in• c1dcnci a,·iatori aHenuLi al fronte doveva ascriversi a cleficìenza ciel pilota, soltanto 1'8 °/4 acl imperfezioni dell'apparecchio e il 2 % al tiro nemico; inoltre il 30 °,~ dei miliuri im·iati dal fronte per seguire !"istruzione di pilotaggio reniva esonerato dal prosegui1nen10 del corso . All'inizio della g ra11dc g uerra era stato istituito presso il Comando supremo un laboratorio psico-fisiolo)(ico per le visite cli revisione degli aviatori in servizio al fronte e per lo studio dell'uomo in volo. Nel 1917 venne impiantato a Torino un ufficio !)Cr l'esame psico-fisiologico degli allievi piloti; e»o funzionò per tutta la durata della campagna e nel pe• riodc, successivo del dopoguerra sino alla fine del 1923. \'i furono visitatj oltre 20.000 aspirami. dei quali circa 8000 ,ennero giudicati non idonei . Nel gennaio 1918, per i bisogni impellen ti della guerra che richiedevano un personale acrona\'igante sempre più numeroso, \'enne 1st11uito presso J"J,tituto di patologia generale di Na1xili un altro uAicio psico-fisiolog 1co, ove erano i11viati g li allievi piloti del la Srnnla aviatori di Caserta e di Monrecclto: ma dopo qualche mese esso p~ssò alla dipendenza della R. Marina per la ~cclrn esclusiva dei pilo ti dell 'armata. Dal gen11:1io al mag• gio 1918 furono visitati in tale istituto 2294 candidati, dei quali 519 ,·enncro giudicati inabili. Successivamente, nell"aprilc 1918. fu istituito anche a Roma un ufficio psico• fisiologico dove furono visitati 3550 candidati e vennero iaue 346 visite di controllo. Alla fine dd 1918 furono sop• pressi l'ufficio psico-fisiologico del Comando supremo e quello cli Roma; ma nel 1921 fu studialo un progetto, ap• provato da apposita Commissione tecnica, per la sistema• z1onc definitiva di un Istituto psico-fisiologico presso la Scuola d i Sa nità Militare in Fi renze, e succe,sivamente fu. rono istituiti altri due centri psico-fisiologici a Roma ed a Torino. Venne inoltre creata una Commjssionc superiore tecnica, costi cuita eia eminent i professori spec ializzati, allo scopo di promuovere coi mezzi necessari tulle le ricerche scientifiche intorno alle questioni ancora controverse sulla fisio-patologìa e sull' igiene del l'uomo in volo, nonchè perfezionare ed uniformare sempre pi,, i meto<li di selezione e la tecnica psico-fisica adottata presso i \'ari istituti, tenendosi altresì in rapporto con quelli analogh i delle altre na• zioni. Gli individui affetti da imperfc~ioni od infermità rino-faringce o da affezioni bronchiali di qualsiasi specie debbono in modo assoluto ritenersi non idonei alla naviga:,,,ione aerea . Grande importanza ha l'esame del sistema nen•oso ed in particobr modo quello riguardante le fun. zioni più elevate della vita psichica (esame dell'emotività, misura dei 1cmpi d i reazione semplice e di discriminazione, accertamento della velocità di appercezione, della capacità aucn tiva, ccc.), poichè il pilota dell'aria deve possedere un sistema nervoso perfe ttamen te eq uilibrato. Egli infatti deve sapere mantenersi calmo di fronte a tuui gli eventuali in-

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cidenti del volo e, superando ogni difficoltà, deve essere capace di conservare costa ntemente la linea d i volo e l'equilibrio, esser pronto .a tutte le evenienze, facendo fronte ad ogni esigenza di manovra con movimenti energici e precisi. I vari esami psichici vengono praticati con speciali apparecchi. Attualmente (1933) funzionano quattro Istituti rnedico!egali, che hanno sede rispettivamente a Roma, a Torino, a Firenze ed a Napoli ; i primi due appartengono alla R. Aeronautica, qt!ell<J di Firenze, esistente presso la Scuola d'Applicazione di Sanità militare, appanient al Ministero

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non essendo ammesso l 'uso d i lenti correttive. Ottimo il senso cromatico e luminoso. Udito integro) sistema 11ervoso

e cardio-polmonar'! ottimi. Per l'accertamento della resistenza alle variazioni della pressione barometrica è prescritta una permanenza per cinque minuti ad una pressione di 354 mm. di mercurio, rit01:nando aJla pressione normale in 15 minuti. Pilsen. Città della Cecoslovacchia, nella Bosnia, alla confluenza della Radbusa e della Mies. Durante la guerra dei T renta Anni fu presa da Mansfeld. ·

Assedio di Pilsen (r433-34). Appartiene alla guerra degli Ussiti. Procopio il Grande, iuitato pel trattato di Basiìea che trovava svan1aggios<J per la Boemia e incompatibile con i sentimenti dei suoi seguaci Taboriti, pose, nel lugl io, il blocco a P.,1 città rimasta cattolica e fedele all'imperatore . Egli ebbe appoggio dagli « Orfani ", comandati da Procopio il piccolo, e quello di alcune città\ e distretti della Boemia, tra cui Praga . Il 23 ottobre l'esercito intorno a P. fu raggiumo dai Boemi di ritorno dalla Polonia . Allora si iniziò l' assedio regolare. Dal canto loro i cittadini giurarono <li resistere fino agli estremi, ma la città non era in grado di mantenere il giuramento fatto, essendo scarsa di approvvigionamenti e mancando d i truppe regolari; i difensori, tra i poch i gentiluimini e i cittadini, ammontavano a circa 600 persone atte alla resistenza e per di pit1 prive di ogni speranza di soccorso . Con tutto ciò Procopio s'accorse ben presto che i difensori erano decisi a d ifendersi a rutta oltranza. I suoi at tacchi vennero respinti con gravi perdite, tanto che, disperando di prendere P,. c<Jn la forza, decise d i farla cadere per la fame. Intanto alcuni capi dei Taboristi vollero fare una diversione in Baviera, ma venEsame della pressione nrteriosa in un pilota d'aeronautica

della guerra, e quello di Napoli, esistente presso la Scuola d i Sanità marit tima, appari iene al Ministero della marina. Gl 'Istituti medico-legali provvedono alle visite di arru<Jbmento ed a quelle di controllo semestrale e straordinario di tutti i personal i aeronaviganti, nonchè agli ordinari accertamenti sanitari e medico-legali, analogamente a quanto per i l R. Esercito viene pralicato dalle Corr.missioni mediche ospedaliere. Gli uflicial i addetti sono in numero èi cinque (tre ufficiali superiori e due capitani). Presso l'Istituto medico-legale di Roma funziona un:1 Commissione <li Appello, !a quale ha !'incarico di giudicare i n maniera definitiva rn controversie sorte circa visite mediche d 1 arruolamento o di controllo e sulle pratiche medico-legali. I giudizi medico-legali vengono espressi in base ali'« Elenco cielle imperfezioni e infermità che sono ca usa di inabilit:1 al pilotaggio e limiti tra ;doncità e inabilità pa i caratteri psico-fisiologici », di cui al ùecreto ministeriale del 4 settembre 1928. Esso comprende 118 articoli e va applicato integralmente per i candidati allievi piloti nelle visite di ammissio;ie . I p1 incipali Jcquisiti fisici, stabiliti dalle v igenti d isposizioni di legge per l' idoneità all'arma aeronautica1 possono riassumersi nei seguenti : statura nonJ nferiorc

a m. 1,60; costituzione tale da dare sicuro e pienè:l affidamento di resistenza al le fatiche inerenti al volo, tenendo presente che il periodo della scuola di pilotaggio espone un. organ ismo, non :rncora allen.ato, ad una vie.a tutta n uova che si svolge fra sbalzi rapid issimi d i n_ rcssione atmosferlca e di temperatU? a, mcnlre non mancano preoccupazioni

e stimoli emotivi. Peso non superiore a 75 Kg. Visus ngualc a 10/10 in"'" occhio e non inferiore a 8/10 nell 'altro; va giudicato non idoneo chi è alletto da vizio di refrazione,

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nero battuti. Frattanto nella città, ridQtta agli estremi, uano potuti entrare dei soccorsi di danaro per l'acquisto di vive'ri, e fra gli assedianti era sorra discordia fra i capi delle diverse tendenze religiose a causa del concordato firmato al Concilio di Basilea da alcuni rappresentanti di esse, per cui i signori d i Boemia, temendo la rovina completa della nazione per l' intransigenza dei Taboriti, si misero in kga fra d i loro e alla testa di buon numero di truppe si resero padroni d i Praga, scacciandone i Taboriti e gli Orfani. La caduta di questa città e la disfatta della tendenza intransigente costrinse Procopio, il giorno 8 di maggio r434, a levare l'assedio. Pilsudski (Giuseppe) . M.aresciallo polacco, n . in Lituania nel 1867. l n gioventù appartenne al mov imento socialista e ·per l'indipendenza della Polonia e fu mandato per cinque anni in Siberi.a, d<Jndc tornò nel 1892, dirigendo fino al 1900 un giornale clandestino. Scoperto e imprigionato, fuggì dal carcere e riparò all'estero. Stabilitosi in Galizia, vi creò una o rganizzazione ((e il Fuci, liere ») che raccolse studenti e operai, e si ordinò rapidamente, sollo il suo comando, allo scoppio della guerra Mond iale, battendosi contro i Russi, e determinando la formazione delle Legioni polacche, le qu ali fino Pilsudski Giuseppe al 1916, ord inate in brigata, furono a l suo coma ndo. Dopo la proclamazione dell'ind ipendenza polacca (5 novembre 1916) fatta dagli fmperi centrali , P. fu a capo del d ip. mil. del Consigl io d i Stato


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P IM

provvisorio. Ben presto fu in urto contro gli l111pcri cent rali, e, arrestato, fu cbiuso ncUa fortezza di Magdeburgo, venendo liberato dalla rivoluzione tedesca del 19 18. li 9 febbraio 1919, il primo parlamento polacco gli dava la direzione del nuovo Stato, col grado d i maresciallo. Organizzò l'esercito, battè i Russi che avevano (1920) invaso la Polonia, e, dopo di avere rifiutata la carica <li presidente della Repubblica, fu per breve tempo .capo di Stato Maggiore; )?Oscia (1923) si ritirò <!alla vita pubblica. Ma nel maggio 1926, <fato il frazionamento dei Partiti poli1ìci e l'impossibilità di un governo solido, escgul con truppe a lui fedeli una marcia su Varsavia, rinnovò il governo, e divenne ministro delle fone armare e ispettore generale dell'esercito . Come scrittore militare e politico, abbiamo d i lui fra altro : « Geografia m ilitare dell'ex Regno del Congresso»; « Storia della organizzazione di lotta ;irmata n; • Saggio di storia militare dell'insurrezione del 1863 »; « La guerra b,ilcanica del 19r2 »; « Le m ie prime battaglie »; « L'anno 1920 ,,; oluc all'edizione dei discorsi, dcgl,i or-

<!ini, ecc., jn ono volumi. P imentel (Eleonorn). Gentildonna italiana, n. e m . a Napoli (1758-1799). Mariratasi col marchcs<: di Fonseca, venne presentata a corte, ma se ne allontanò subito, e aderì alle idee repubblicane quando giunsero i Francesi al comando del Championner. Eleonora, che aveva fatro inut ili sforzi per fare aprire le porte ai soldati repubblica ni, avvisata <lei pericolo che correva, per essere Napoli completamente in balìa dei ,, lazzaroni », armò donne di parte sua, anravcrsò Napoli piena di popolo inforoci10 e giunse sa na e sa lva con le compagne ' nel forte S . Elmo . Più tardi fondò il " Monitore napoletano » per lottare contro il ritorno dei 13orboni. Avvenuta, nel i799, la restaurazione di Ferd inando !V, la P., od iatissima da Maria Carolina, fu ~rr<:stata, condannata a morte, giustiziaca.

Pimcntcl Eleonora

Pimodnn Giorgio

P imo.dari (Giorgio, marchese d,). Generale francese (1822-1860). Servì dapprim:i come l.lfficialc nell 'esercito austriaco e nel 1848 fu aiutante di campo del ma,csc. Ra , dc1zk y. L'an no seguente fece la campagna contro gli Un gheresi SOiio gli ord ini d i Je llachich e vi rimase ferito, e prigioniero nd!a fortezza di Pctcrvaradino. Un complotto d~ lui ordito per la consegna della cittadella agli Austriaci, fu scoperto, e il P. venne condan n3to a morre; dovette la sua salvezza alla nazionalità francese. Poco ~lopo, libcrat'J dalle armi austriache, fu promosso maggiore e poi colonnello. Nel 1855 ritornò in Francia. Nel 1860 si recò a Roma. servl come colonnello e poi come generale ne ll'esercito pontificio comandato dal Lamoricière. e cadde nella battaglia di Castclfidardo. Lasciò i « Ricordi delle campagne d'Italia e d'Ungheria » .

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P!N

Pimpinelli (Pietro). Generale medico, n. nel 1859. Sottot. medico nel t884, partecipò alle campagne in Eritrea del 1887-1888 e pih tardi , a quella di Libia. Col.onncllo nel 1915, prese parie alla guerra contro l'Austria e meritò !a rned. di bronzo dei benemeriti della sa lute pubblica e quella d 'argento al merito della sanità pu bblica. D irettore della scuola d'applica.iione di sanità mii. nel 1919, andò in P. A. S . nel 1920. Promosso magg. genera le nel 1924, passò nella riserva nel r925 e d ivenne tcn . generale medico nel 1928. Pinace (o Pi11accia). Nave da guerra medioevale, <l i piccole dimensioni, di circa 6o-8o tonnellate di dislocamento, armata con 2 -4 cannoni; avevia circa

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uomini <li equi~

paggio. Venne largamente usata prima d elle caravelle. I vascelli del XVII secolo imbarcavano una o due P. capaci di porrare una cinquantina di uomini, aventi due o tre alberi e che potevano essere armate con cannonci ni. Servi .. vano specialmente per gli sbarchi nelle spedizioni di oltremare. Le usarono largamente gli Spagnuoli e gli Inglesi. Da questa nave derivò il Pinco, alq uanto più grande.

Pinario Posca (Marco). Pretore romano. Nel 181 a. C. ebbe l'incarico dal senato d i domare la ribellione del la Corsica. Formato un forte esercito mosse conno i ribelli, dei quali ne uccise circa duemila in battaglia; poi prese ostaggi ed impose ai vimi un annuo t ributo. Pincetti (Alberto tvlarco). Generale, n. a Chiavari, m . a Genova ( 1840-19 17). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle guerre ~lei 1859 e del 1866. Colonnello nel r894, comandò l 'Soo fonteria e poi i! dist retto mii. di Livorno. In P. A. nel 1898, fu promosso, nella riserva, magg. generale od 1905 e ten. generale nel 19J3.

Pi neo. Nave da guerra medievale, catalana e genm<ese, a tre alberi , derivato dalla Pinace. Fu adottalo da varie

Pinco genovese del secolo XVI

marine mediterranee, ma particolarmente dalla pirateria saracena, come legno da corsa, aranato con

10-20

cannoni

e circa 200 u. d'equipagg io.

P inedo (Giova11111) . Generale napoletano (1i55-1830). Ufficiale d i cavalleria. a Campotcncsc riportò una ferita. Nella campagna di Spagna si bau~ a Gerona, a Figueras, a Rosas. Nella campagna del 1813 combanè a L(itzen ove rimase ferito meritando la lcgion d 'onore, a Bautzen, Dresda e Lipsia. P.anccipò poi alle campagne d'Italia del 18 14 e d el 1815. - (V. a nche Dc f'ìnedo) .

Pinedo Ant,mio. Generale napoletano, n. a S. Maria Capua Vercre nel 1757, m . nel 1830. Alfiere nel 1.780, divenne colonnello 15 anni dopo. Combattente valoroso nel 1795, brigadiere nel 1797, comandò nel 1798 una br\gata

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d i cavalleria, e la guidò anche nella campagna del 1800 e del 1805. Governalore della prov incia <lei Sannio nel 1810, comanda nte di Gaeta nel 1820, maresciallo d i campo ispclcore di cavaller ia poco dopo, luogoten. generale nel 1825, fu comandante generale della cavalleria napoletana.

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Prn

o ccasione d ello straripamento ciel Tevere. la menzione onorevo le al valor civile. Comandante il ro• regg. bersaglieri nel 18jI, passò al 3° nel 1873 colla promozione a colonnello. Nel 1880 ebbe il comando della brigata Palermo e ncll ' anno seguente fu promosso magg. generale.

Pincdo Raffaele. Maresciallo dell'esercito borbonico nel sec. XIX . Aveva il comando della piazzaforte d i Capua q uando avvenne l'invasione garibaldina nel continente (1860) . ]\ 7 settembre, alla notiz ia dell'entrata di Garibaldi a Napoli, fu tratto in arresto come sospetto di cs·scre part igiano dell' uni tà d 'Italia . Riuscito a fuggire di notte, si rifugiò nelle file garibaldine. Pinedo Giovarmi Batwta. Generale, n. a Palermo nel 1832. Proveniente d all'esercito delle Due Sicilie, d opo il 186o passò in quello ètal iano col grado di capitano dd genio . Colonnello nel 1882, fu direttore delle fortificazioni dc La Spezia e poi di rettore del genio a Firenze ed a Roma. Nel 1890 fu promosso magg. generale ~omandantc del genio a Torino. In I'. A. nel 1895, fu promosso .ten. ge nerale nel 1898 e pvi passò ne lla r iser va .

Pinelli (Ferdl/la11do). Medaglia d 'oro, n. a Roma, m. a Bologna (1810-1865). Sottor. d i fon teria nel , 831 . si segnalò nella campagna del 1848, meritando a llivoli una mcd. d'argento, e in quella del 18-19, rimanendo prigioniero a Mortara. Nel , 853 fu nominato colonnello della G uard ia nazionale a T ori no . Nel 1855 organ izzò il , 0 regg. della legione anglo-italiana formatasi in Piemonte e scioltasi a Malta . Nel 1859 ebbe da Cavour l'incarico d i organizzare le forze mi litar i della Romagn(r. Quivi come ten. colonnello comandò il 21<> fa nteria (!JOÌ 39°) e resse il m inistero della guerra. Fece come colonnello comanda nte della brigata Bologna la cam,,ag ua deile M:irche e dell'Umbria (1860) g uadagnando ad Ancona la croce di conrm. de l1'0. NL S, e la promozione a magg. gt;ner21-c. l nc~ricat(J

d i dirigere jl bl<.1~co di Civitella ( ,860) nel febbraio successivo fu al lon tanato dal coma ndo per un suo proclama offensivo per il papa. Passato a combattere contro ti brigantaggio, .111::l t~!-'.ta del la ~11;;1. briwna, vi mcntlf la medaglia d 'oro '.' per i sodd isface nti risLiltati ottcnmi col suo coraggio ed instancabile oµerosità >) . Nel 1862 coma n.-:h)

una divis. attiva in Sicilia e l'anno scglicn te passò a comandare la divis. m ii. d i Bolog na, venendo ne l ,864 nom inato luogoten. generale. Fu d eputato al Parlamentò per il collegio di Cuo rgnè, nella IV e nella VIJl legislatura. Come scrittore militare, abbiamo d i lui : Stori~ militare: del P iemonlt »; Qucsrioni militari su] l·organ lz.zazionc <lell'c.scrl(

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Ele1ucnti di tattic.a ».

l'ine/li Mt1cedonio. Generale, n. a Parma nel 1829, n, . nel 1886. Volontario nella colonna di Manara nel 1848, si arruolò poi nelle t ruppe del governo provvisorio d i Parma e raggiunse le truppe piemontesi; meritò ;1 Santa Lucra h1 menzione onorevole e f u promosso sergente. N mnimno neJlo

stesso anno sottotc n. dei bcrsaglìeri dcll'c!)ercito regolare,

combatti: nel 1849 e poi in Crimea , ove ebbe un 'altra men zione onorevole alla Cernaia. Appena iniziatasi la cam pagna <lei 1859, rimase grave.m ente ferito, cd ebbe una ter:;a menzione onorevole. Comand ante il 25° bgl. bersaglieri nella campagna dcli~ Marche ed Gmbria, pe r i combattimen ti d i M . Pelago e M. Pulito fu p romosso maggiore per merito d i guerra. Nel 1862, ad Aspromo nte, fu ,lecorato della croce da cav. dell 'O . M. S. Fu quindi in Calabria a comba ttere contro il briganraggio, e ne lla guerra del 1866 comandò il XV bgl. bersaglieri. Dopo aver partecipato alla campagna del 1870, meritò nello stesso anno, in

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Pinelli Ferdinando

Pine11 i ?vTacedonio

Pinel/i Elia. A mmiragl io, n . a Fosdinovo nel r864 . Entrato i1l servizio nel 1883, fece la cam pagna cl' Africa del 1887, q uella dell 'Estremo Orjcnte (l<)Or) e partecipò alla g uerra Mondiale. Fu nel 1915-1 6 ,·iced irettorc d'art. e armamenti; nel 19 16-17 prcsidcnrc della Commissione pe r gli esperimenti del materia le d i guerra ; ne l febbraio 1917 com andante interinale del cl ip . de La Spezia; nel 1917-18 dire ttore d'art. e armamenti; nel 1919-20 vicepresidente del Consig lio superiore di marina; con trammir. nel HJI6, conlran1n,_ir.

ar~1li

navali

nel

~918, \'Ìccan1111ir. anni navali

nel 19r9, viceammir. d i squadra ndla riserva nel 1923, ammir . di squad ra nella riserva . nel r<pò.

Pinerolo, Città in pro,·. di Cuneo, allo sbocco della va lle del Chisone, fondata prima del 1000 e gi:t importante in tale epoca, ner la sua posizione allo sbocco delle p rovenienze dal 'Mongi nevro . .Scarse sono le notizie intorno alla città fino al secolo Xl l. Governata a repubblica , i suoi abitanti parteciparono alla Lega contro il Barbarossa, e nel 1220 si diedero spontaneame nte a Tommaso 1 di Savoia. Nel sec. XIV ai;partenne ai principi d'Acaja, i quali la (ort ihcarono; un castello era stato cretto precedentemente. L e fortificazioni furono cu rate e aumentate . tanto cltc nel 1387 le truppe cl i Pacino Cane, giunte sotto le mura, non usarnno di assalirle . Dai 1512 corni 11cia una tormentata vita per /'. , a cagione delk guerre trn Francesco I e Carlo V; le truppe del p rimo 1·occu!)aruno e kcero man bassa sul le sue ricchezz.c; esse la tennero <lai 1512 al 1574, quando tornò ai Savoia (Emanuele filiberto). Nel 1629 vennero restaurate le fortificazioni, alle q uali lavorò l'ingegne re m ii. Carlo Morello. Dal 1641 (trattato d i Cherasco) al 1696 (trattato di Loreto) appartenne n uova1r1ente ai Frar1ecsl; e durante questo te'm!JO venne fortificata con cinta bastionata e cittadel la, su progetti del Vauban , e munita <li d ifese accessorie, Come lunette alla difesa delle cortine, S!Jalto , st rada coperta, largo fossato. I Francesi tornarono ancor~ a P. nel 1704, per .ibbandonarla definitivamente nel 1706, dooo la battagl9,.1 di Torino. - · La città è sede del irf" distretto m ii. e della Scuoi,, (V.) di Cwalleria. I. Assedio di Pinerolo (1360-61). La città apparteneva a Giacomo d'Aca ia, e l 'assedio fu posto d a Amedeo VI. conte dì Savni,1, venuto in uno col cugino Giacomo. La città fu subito presa, ma il ca stello resistette, cedendo sol ta ntu il 19 febbraio 1361, in seguiro a trattative . Seguì un atto di piena sottomissione di Giacomo ad Amcd('o.


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P!N

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Li.l fortezza di PinerCJ1o 1,el secolo X VI I

Questi tenne P. per tre anni, poi la re;tituì a Giacomo, ma nel 136S te,,. imprigionare Filippo, figlio e successore di Giacumo. e del prigionil-ro pi è1 nul la , i seppe. La , iuà e il territorio pincrolcse passarono in dominio di Ca;a Savoi:.. IL Assedio di Pinerolo {•53i)- Appartiene alle lotte era Francia e Impero. I Francesi erano stati in quell'epoca costretti a ripara re sulle Alp i, ma avevano lasciato guarnigione in P. (,ii Imperiali , condotti dal marchese Del Vasto,

marzo, e la mattina dopo con poche cannonate fecero breccia nelle m ur,1 indiicse, occupando la città. li 23 aprirono la trincea contro la cittadella, mentre si proteggevano mediante linee di circon\'allazione munite di rido11e contro e,·cntualc inter\'Cnto delle truppe duc:tli . l i Piossasco sì difese fino ali· 11 aprile, e poi capitolò. 21

V. As.redio di /'111erolo ( i 693). Appartiene alle operazioni in Italia del la guerra detta « Germanica » . I Francesi, che n,:i:upa\'ano tuuora P.• tcnc,·ano molt,~,1010 al possesso di q uc~ta cìtt:Ì,

La fortiiìcazioni di Pinerolo (secolo X VI I f )

vi posero !"assedio dopo di avere tentato invano di impadronirsene per as,a!to. Era la città ridotta agli estremi, quando il Montmorcnc)', sceso con 32.000 u. a Susa, avan7.ò verso P. e ciò detenoinò il marchc;e ad abbanclon:1rnc l'assedio. III . AJtacco di Pmero/o (1592). Fu tentato di sorpresa eia! francese duca d i Lcsdiguières la none del 26 settembre, mentre i l governatore, conte di Valpcrga, era uscito dalla città. ~la venne dato in tempo l'allarme, e le milizie ac• cor;,,ro alle m ura, aprendo il fuoco ,, mandando a vuoto il tentativo. IV. Am:dio di Pi11e,·olo (1630). Fu posto dai Francesi condotti dal marcsc. di C réqui e dal cardi nale di Richclieu (35.000 u.). All'avanzata di queste truppe, il duca Vittorio Amedeo I di Savoia, che si trovava ad Av igliana con 14.000 fa nti e 3000 cavall i, si rit irò a Torino, ritirando anche la guarnigione di Pinerolo, dove lasciò wltanto 300 soldati e 400 u. delle milizie, comandate da Urba no Piossasco cli Scalcnghe. Queste truppe, essendo in numero troppo esiguo per difendere i bastioni, si chiusero nella cittadella. I Fra ncesi arrivarono davanti a P . la sera del

ta nlO

che il

rnjn i~tro

Louvois avc\'a ordinato di difenderla ad ogni costo al mare.se. di Catinat. Questi, al finire dell'inverno, trova,·asi col ,uo esercito a Fenestrelle, con 47 bgl. e 3 sqdr., in attesa di rinforzi. Nel 1692 3\'Cva fatto CO• struirc il forte di Santa Brigida, unito da strada coperta lunga un miglio alla cittade lla: 11 forte, stellato. a quattro pume. ,orgeva su precedente bastione in terra. li marescial lo a\'C\'a la,.-.ato a P. sette bgl., al comando del gcn. Tessé, e in p rincipio del 1693 li aveva rinforzati con altri 5 bgl. fn tutto. poco più di 6000 u . Gli Alleati, al comando del duca Viuorio Amedeo Il

di Savoia. muovono contro P., caccian<to e c:nturando i posti francesi du: incontrano . Sono 25.000 u. , Piemontesi, Austriaci. Spagnuoli, Inglesi. t:: con loro il principe. Eugenio di Savoia, d i recente nominato feld ma resciallo dell' impero. Il 30 luglio è aperta la p rima trincea, contro l'opera cli Santa Brigida, la quale domina la cittadella. ed è difesa dal gcn . Beaulieu . li 2 agosto viene iniziato il bombardamento, mentre altre batterie sono piazzate contro la cittadella e contro i bastioni. I la,·ori di trincea costano mol ri uomini agli assr.:dj anti 1 n1cnll'c i d ifensori , ben pro-

1ct1i dalle opere. non hanno quasi perdite_ L '8 agosto, un attacco al forte già molto danneggiato è respinto col fuoco. li bombardamento continua e fo crollare le mu ra . Il giorno 16, il Bcaulieu si ritira in P., dopo di ~vere (ano saltare il fone che ave,•a egregiamente , lifcso. t\rri vano intan to ., I d uca 5000 Spagn11oli d i r inforzo ~ grosse artiglierie, ma ci ,·uolc più di un mese prima che queste siano pia7.zatc e aprano (20 settembre) il fuoco contro la citrnclel b . li 25 settembre, 80 cannon i e 15 mortai

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sono in azione. e danneggiano parecchie abitazioni, ma la guarnigione è quasi intatta. E frau,1nto il Carina,, che ha ricevuto gli attesi r inforzi, si muove per : occorre re la piaz1-a. I] duc2 si affretta (1° ottobre) ad abbandonare l'assedio, convogliando le grosse arriglierie a Torino, ed a muovere contro il Catinat, d opo di avere perduto 3000 u. (secondo alcuni autori 6ooo) contro soli 35, u . caduti da parte della guarnigione fra ncese. Dalle mosse dei d ue eser citi deriva la battaglia dell~ Mar saglia (V.).

Pn,•

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nenti, i due regg. f urono chiarnati 13° e 1~0 fanteria (Pi. nerolo), riuniti ancora in brigata nel 1881. La brigata, pur a,·endo l'anziarutà dd 1821, fu, nel 1909, resa deposiraria

VI. Trattato th Pinemlo (1696). Qualcuno chiama così il trattato detto di T orino o di Loreto (V.), in base al q uale la cillà fu da L uigi XIV réstituita al duca di Savoia, ciò che fu fatto dopo di averne però completamente demolite le forti ijcazioni. VJI . O<"Cupazione di Pinerolo (i 79~). D urante l'offensiva austru•russa.. nella campagua in ltalia, un distaccamento austro-russo, coman dato dal tcn . col. Zuccato, il 23 settembre marciò su P. , teouta da cittadini e contadini jn armi. Gli attaccanti forzarono le barricate periferiche allestite dalla difesa e spinsero forze a monte nella val!ara del Chi sane : in tali cond izioni la città dovè capito lare e subire l'occupazione temporanea delle forze russe. li 1° novembre il gen . Duhesme riprese P. facendovi 600 prigionieri, ma dovette abbandonarla <lopo la battaglia di Genola, pochi giorni dopo. Pinao/o . R<'.ggimento di fanre,·ia provinciale, cost ituito nel 1714, su 6 cp., ridotte a 4 ne! r775 , e portate a 1ç, su 2 bgl., nel 1786. Sciolt<) da l giuramento al re d i Sardegna nel 1798, dopo varie vicende fece parte della -e" mezza

brigata

pic.:1110JUcst::.,

detta prov inciale, e fu sciolto nel 1801. Ricostituito ne l 1814 con S cp. [ucil ie ri. :2

I

I I }

granatieri,

2

bersaglieri , fu

nell'~nno seguente incorporato

nella br iga ta Saluzzo . Partecipò alle guerre per la Successione: d i Polon ia (1733-35), per la Successione d ·Austr ia (1742-47), a quelle contro \a Francia del I 793·9p, del 17991800, del 1815.

Stem mic1 1692

Pir,erolo. Brigata di fanteria di linea, originata nel 1672 da un regg. savoiardo, denominato nel 1676 d i Ba• gnasco, nel 1678 d i Masi no e nel l68o di Saluzzo, d i S. A. Reale. Nel 1798, sciolto dal giuramento di fedeltà al re d i Sardegna , formò, coi Bandiera (1773) regg. Mon ferrato ed Alessand ria, Ja seconda mezza bti Reggùnento Pinerolo gata di linea dell'esercito piemontese, sciolta l'anno seguente. Nel 1814 il regg. di Saluzzo fu ricostitui to su due bgl. e nel 1815 ebbe il nome di brigata di Sa iuzzo , che fu soppressa nel 1821 ;· i suoi elemc11ti formarono il 2° bgl. provv isorio d i l inea , in parte incorporati ncll'Jio bg!. cacciatori. Nel novem bre dello stesso anno il bgl. formò la brigata P inerolo, div isa, nel 1831, in 1° e 2° regg. che nel 1839 divennero 13° e 14" (brigata di Pinerolo). Nel 1871, sciolte le brigate penna-

Medaglie del la brigarn Pinerolo (sopraJ quella del 13\); sotto, quella del 14." reggimento fanteria)

delle tradizioni dell 'antica ·brivta Saluzzo. Partecipò alle seguenti campagne : 1690-95, 1696, 170 1-02, 1703-12, t718-19, 1733-35, 1742-48, 1792-96, 1799, 1800, 1815, 1848-4~, 18551856, 1859, 1866, 1887-88, 1895-96, 19) 1·12. Durame la guerra Italo-austriaca (1915-18), per la quale il 13° costituì i regg. 124~ e 236° ed il 14° il r37", la brigata operò i.nizialmentc contro le posizioni di M . Sei Busi e <li Selz , conquistando le quote 11 1 e u8. Nel 19i6 si accanì contro le tri11cec di Doberdò e quelle del Pecinka e del Veliki Hribnck, riportandovi notevoli vantaggi ed affermandosi nel novembre sul Volkovnjak . Nd maggio 1917 attaccò in d irezione di Stari Lokva e di Vcriic, ed a ltri sforzi compì contro le alture delle quote 244 e 251 del cosidetto « quadrilatero d i 1-Jrbci " . D uran te il ripiegamento del! 'esercito al Piave sostenne arditi com battimenti d i retro;iuardia presso Palauolo dello Stella e sul• Monticano. Destinata sull'altopiano di Asiago, nd tratto Cima Echar-Cosralunga-Va i Bella, lo contese aspramente al nemico nell'attacco da questi condotto nel giugno 1918. Sferratasi la oosfra offensiva finale , la briga rn attaccò !e linee dello Stenfle, occupò M. Zebio, impegnò il nemico a M. Zingarella e M. Cucco , raggiungendo Cima Larici e Mezzena, colla cattura di numerosi prigionieri e di un rilevante bottino d i armi e materiali. Il mirabile contegno tenuto in guerra dalla brigata, già decorata per le precedenti guerre con q uattro med. d'argento (Novara 1849 e San Martino 1859, due per ciascun reggimento, e tre med. di bronzo, Sommacampagna 1848, 1° bgll,J del J4" regg. ; Peschiera, una per ciascun reggimento) le valse, oltre alle citazioni sui bollettini d i guerra <lei Comando Supremo 1111. 908 e 11w del 18 novembre 1917 e 18 giugno 1918, la concessione della mcd. <l'oro ai due regg. colle seguenti motivazioni: al 13° reggimento : « Per i l \'aloroso contegno, per le ripetute prove di saldezza e <li slancio, per la. lunga tradizione di eroismo r.obilmeme mantenuta durante tutta la guerra. Sui campi


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d i ballaglia del Carso, da ll 'lsonzo al P iave, segnò la sua via luminosa con l ' impeto, la tenacia , la saldezza e i l puro sangue dei suoi e roi, generosamente versato, attinr gendo per 30 mesi d i lotta continua la sua indomabile

Il Duca d 1Aof.ta passa in rivi!-ta la brigata ~ Pinerolo o (19r7)

energia alla più serena e più alta coscienza del dovcrc: e dell'onore (Carso-Isonzo-Piave 1915-1917). Si distinse anche per strenuo, valore e ferrea tenacia nella battaglia del giugno 1918 sull 'Altopiano di Asiago "· - Al 14° reggimeoto: « Con lotta lunga e tenace, continuamente rinnovantesi, <licde mirabile esempio d i valore e generoso tributo d i sangue per la conquista di M. Sei Busi e delle alture d i Selz. Sempre dove più ardua e d ifficile era l'impresa , consacrò col suo sangue migliore le vittorie piè, belle ·del Carso e la meravigliosa resistenza sul Piave, lraendo dalla propria fede, dal proprio sacrificio, serenamente rin novato, le virtù per cui è fulgido di uoismi il suo glorioso passato. ( Carso-Isonzo-Piave 1915- 1917). S i <l istinse anche per strenuo valore e ferrea t<·nacja nella battaglia del g iugno 1918 sul!' Altopiano d i Asiago » . Nel 1926 la brigata assunse il numero d i 24• e fu costituita su tre regg . : 13°, 14° e 225°. Fest a dei reggimenti: per entra tn bi il 15 g iugno, anniversario del coni~ battimento a Cima Echar-Costalunga-Valbclla (1918). Colore delle mostrine: fondo rosso con d ue righe nere lon-

(1916-17); colonnello Perris ( r9,7-18). Le sue perdite in guerra arnn10ntarono a ufficiali morti 147, feriti 382, di. spersi 84; u. di truppa m. 2505, f . r3 .259, d. 4678.

l'inerolo. Battaglione alpini, costituito nel 1882 col nome d i Val Pellice, cambiatogli in quello d i Pinerolo nel r886. Fu originariamente assegnato al 40 regg. e nel settembre 1888 fu lrasferito al 3°. Ebbe le cp . 25'·, 26• e 27•, alk quali fu aggiunta la 82° che nel marzo 1916 passò a far pane del bgl. M. Grancro di nuova formazione . Per !a guerra llalo-auslriaca (1915-1918) operò inizialmente nella zona del M . Nero, occupando M. K um, il paese d i Saga e )ama Planina. Comba ttè sul Mrzli e ne l sctw re KrajuVrsic. Trasfcrilo nel! 'aprile 1916 in Carnia, agì prima nel settore Valle Cl1iar zò-Vallc del But e poi in quello Frei ko(el-Passo Cavallo. Per l 'offensiva austro-tedesca dell 'autmul◊ 1917, il bgl. (u inviato in Val Resia, passò il Tagliamento sui ponti d i Tolmezzo e di Braulius ed oppose una tenace res.istenza al nemico alla stretta di Trasaghis. Raggiu nta la conca di S . Francesco d'Azzano, si portò a viva forza sul torrente Me<luno e verso S . Vito d' Asio soslencndo cruenti com.bauirnenti. .Riordinatosi fu inviato sul Grappa, ove oppose viva resistenza sulla fronte Col Capri le-Col della Berretta. l)estinato nel marzo 1918

Medaglia del battaglione alpini Pinerolo

in Val Camonica, fu schierato sul M. Tonale e partecipò agli altacchi contro C ima Presena, Monticelli e la Cresta del To rrione. Duran te la battaglia d i Vittorio Veneto scese in Val d i Noce e puntò su Pejo, catturando molti p r ig i6nicri e rilevante botti no <li guerra. 11 suo conteg no i n guerra gli valse la concessione della med. cl 'argento colla seguente 1notivazione: ~< Il battaglione Pinerolo, incaricato .in circostanze assai difficili ed avverse1 cli proteggere il ripiegamento d i a ltr i reparti, t ratteneva con cosciente ardire e sereno sprezz.o dpl pericolo il nemico preponderante di forz~e e di mezzi, fiochè, votato alla morte, fece intero sacrificio di sè alla Patria, sempre nobilmente e generosamente servita. Si d istinse sempre per fu lgid o valore, indomita costanza, salda disciplina » (M. Mrzli, Vrb, 2 giugno 1915; Valle Resia; 26-29 ottobre 1917; Tagliamento, 2 . novembre 1917; Pidungo, 5 novembre 1917; M. Dagh , 6 novembre 1917). Nel 1920 il bgl. fu trasferito al 1° regg . alpin i e nel 1923 fu restituito al 3° rcggirncnw . Le sue perdite nella guerra Mondiale ammontarono a ufficiali morti 15, feriti 42, d ispersi 35; u. di truppa m . 131, f. 630, d. 1349.

Pinguino. Nave affo11damine, entrata rn servi2io • per acquisto nel 1915, rad iata nel 19r9. Monumento sul colle di S an L'vfartino ai caduti del 24 giugno 1859

gitudinal i mediane . Motti dei reggimenti: 13°, « Sempre più avanrl ))j r4°, cc Sempre pit\ in alto)>. 1 suoi co1nan da11ti nella guerra Mondiale furonò: magg. generale Ravaaa (1915); magg. gen . Serra (191 5- 16); magg. gen. Sa11i

Ping-Yang. Città della Corea , cin ta da fortificazioni, a 53 Km . dalla foce del Tai-don-jang.

Battaglia di Ping-Yang ( 1894). Appartiene alla guerra Cino~giapponese. Il generale Yamagata, assun to il con1ando dell'esercito giapponese della Corea, d isegnò <li penetrare


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nella valle del Tai-don-jang con tre colonne : a sr . la dÌvis. comandata da l gen . Nozu, al ccDtro la brigata del gen. Oshima,, alla dr. la brigata <lei gen. Tatsumi. Erano circa 26.000 combattenti destinati a convergere su P. Durante !'avanzata avvenne qualche scaramuccia, e I' 1 1 settembre il movimento aggirante della colonna di sr. già discgnavasi, mediante il passaggio {li parte della divis . Kozu sulla riva dr. del fiume, mentre la colonna Ta tsumi lo varcò a monte di P. Il J4 la colonna centr;ile si spinse risolutamente a ll'attacco della testa d i ponte di P., e successiv;imen tc cadd ero in potere dei Giapponesi ql'artro opere avanzate . Nel g iorno segue nte proseguì l'atrncc.o ed altri trinceramenti furono occupati; 111a le truppe. bcrsH~ gliare da un viole nto fuoco di fianco dell'artiglieria cinese, dovettero t ri1Jcerarsi nelle posizioni conq uistate. Nel frattempo le colonne aggiran ti si erano <.li rno lto a"an.zatc : la divis. Nozu, a sr., era penetrata d entro la vecchia cinta di P. , e sulla dr. la d ivi, . Tatsurni in un fortino eretto .sul fianco della città nuova . 11 combattimento con t inuò accanito nella notte (15-16); solo nelle pr ime ore del mattino i Giapponesi poterono impadronirsi dei caseggiati a nord della città e dar fine alla battag lia, che era durata 54 ore . Circa 16.000 Cinesi, parecchi general i, il cmnandanle jn capo 'fso e 500 ufficiali Gi<-ldero prigi-ouie rj;

P!N

quest'ultima una mcd. di bronzo, al comando di una sezione di torpediniere costiere nell'Alto Adriatico. Fu capo di Gabinetto del ministro della Marina nel 1926-28, partecipò alla Conferenza d i Londra del 1930, e nel 1932 venne nominato sottocapo d i S. M. della .Marina e promosso contrarnm1-

raglio.

Pinne, Si chiamavano così nella castrametazione rmnana i merl i dell'aggere, allorchè questo era abbastanza largo. Le P. si innalzavano sopra il tavolato o 11 terrap ieno di e.ire~ un m~tro e servivano a proteggere i diicmori dai dardi o dalle pietre lanciate d;1] nemico.

Pini \iVlad..in i ro

Pino (Domenico). Generale, n. ~ :t,{ìfano·, m. a Cernobbio ( 1767-, 828). Ufficiale nell 'csç'rçft0 napoleonico, nel 1796 (u colonnello in una delle legi9~j cisalpine e si distinse nel le ca mpag ne di q uell 'annq .~ç _, "clel seguente divenendo colonnello. Nel 1799 fu alla <~fe_s~ <l'Ancona, ppi 0

Pinne ddl'aggere romano

inol_tre tutta l 'artiglicria restò in rnaJJo dei v incitori. I Cinesi ebbero circa 2300 morri , tra i quali il generale )eh . Non più di 3000 u. con qualche reparto d i cavalleria, ri usci;ono a sa lva rsi sulle alpi di Corea <~ raggiungere i i:on~ fìni della Manciuria merid ionale. I Giappnnesi ebbero 1 1 uffìciali e 1 14 soldati morti; 30 ufficiali e 521 soldati feriti .

Pini (Bcnedet10). Generale deilcC. RR., n. nel 18ì4 · Souot. d i fanteria nd 1894, pa rtecipò alla camp.ogna .Eri t rea del 1895-96. Passato nei CC. RR. nel J900, nel terremoto del 1908 rncritò la rned. di bronzo d i benemerenza . Prese parte alla g uerra con tro l' Austria del 19 15 1918 e fu decorato della m1:d. di bronzo <lei benemeriti della salute p ubblica . Colonnello nel 1925, coman,lò la Scuola allievi sottufficiali, divenuta nel 1928 Scuola centrale dei CC. RR . In P. A . nel 1932, fu promo.sso genc1alc di brigata dei CC. RR. nel 1933. Pini Ptl'!'o . An1mi raglio, n. a P rato, rn . a Roma (1865-

19 16). Entrato in servizio nel 1884, d ivenne col grado di con tramm ir. souocapo d i S. M. d ella Marina e poi fu comandante della divis. Esploratori.

Pini !Vladimiro. Ammiraglio, n. a Livorno nel 1879. En trato in servizio nel 1898, fece la campagna d'Africa, la guerra Italo-turca , la g uerra Mond iale, guadagnando in

andò in Francia rientrando in halia col Buonaparte. Kel 1801 ebbe il governo mil. d eU-Emilia c Romagna, e, quando veanc istituito il regno d'Italia, ebbe il m inistero della guerra, che lasciò nel 1806 per comandare una divis. in Pomerania cd in P russia. Nel 1806 andò a combattere il re di Svezia e per essersi d istinto all'assedio d i Str alsunda ebbe la I corona ferrea e la non1l1 1a a ..:onte nell 'Impero. I n Soagna dal i8o8 al 1810, si segnalò specialmente all 'assedio d i Rosas e nella p resa d i Palamos. Al comando dell a 15" divis. kce la campagna di Russia e rimase ferito a Malojaroslavetz. Nel 1813 partecipò alla guer ra contro gli Austriaci, e nel 1814, sciolto Pino Domenico l'esercito italico, si riti rò nella sua v illa di Cernobbio, d opo d i essere stato a capo della reggenza municipale di Milano t>~l momen to d el trapasso del governo, dal francese all'austriaco .

r

Pino Francesco Ge1·emia. Generale, n. a Longone: al Se-grino, m. a Monza- (1834-1914). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle cam pagne -del 1859 e 1866 e meritò la med . d'argento a Borgoforte . Colonnello nel 1884, comandò il 7_~, fanteria . fn posizione ausiliaria nel r889,


PIN

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passò nella r iserva nel magg. generale .

1893 e nel

1895

(u promosso

Pi110 A lessan.tfro. Generale, n. a Verzuolo nel r87G. Sottot. di fanteria nel 1898, frequentò poi la scuola di g uerra e passò nel corpo d i S . M. Partecipò alla- guerra contro !"Austria e meritò la mcd. d'argento combattendo (1916-17) nella zona Carsica . Colonnello nel 1917, fu capo d i S. M. della 29• d ivis . e meritò due mcd. cli bronzo: una sul M. Forno, e l 'altra sull'Alt ipiano d'Asiago. Fu poi capo di S. M. della 28• e della 25• divis. e per le azioni sul Piave del giugno 19r8 fu insig nito della croce da cav . dell 'O. M. S. Dopo la guerra fu capo della delegazione trasporti mi i. di Torino; nel r924 passò a comandare i l 91<> fanteria e ne l 1926 fu capo d i S. M. del C. d ' A . di Firenze. Generale di brigata di fanteria e nel 1933 fu promosso generale d i d ivis . a d isposizione.

Pu,

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l 'Austr ia e nel r9 t6, quale maggiore d i S. M. addetto a lla sezione operazioni del capo dello S . M. dell"esercito, meritò la croce da cav. dcll'O. M. S. durante l'offensiva austriaca. Colonnel lo nel r918, addetto al comando supcemo, fu insignito della croce d'uff. d ell"O . M. S. Assun to il comando dell ' n° art. da campagna, si distinse sul Piave (giugno 1918) e meritò la mcd . d'argento. Ritornato nello S . M. dopo la g uerra, fu a capo dell'Ufficio addestramento e nel 1925 andò in Libia dove prese parte alle operazioni nell'interno . . Promosso nel 1928 rnagg . generale a _ scelta, ebbe il comando della Scuola dj guerra che tenne anche col la prornozione a generale <li d ivis ., avvenuta nel 1932.

P intus (Giuseppe) . Medaglia d 'oro, n . ad Assemini, caduto al frnnte (1890-1917) . Semplice fante del 75" regg. fanteria , conseg11ì i galloni di caporale e di caporal maggiore, segnalandosi sempre per valore ed ardimento . Cadde eia pr0<.le durante l'offensiva sull"Ortigara, mer itando che alla sua memoria fosse conferi ta la suprema d istinzione al valore , con questa n1otivaz.ione:

(( Costante e fu_igjdo csc~npio di in<l01nito coraggio, prese pane a tutti i combattimenti dall ' in izio della guerra c. bcnchè varie volte leggermente ferito, non volle. _mai ab-

ba ndonare il suo posto. Sotto il violento bombard amento ncn1ico, che arrecava all a com1Jagnia gravi perdite, coa-

Pinto Lorcn~o

Pintus Giusepp<.'

Pinto (contt Lorenzo Bemardino). Generale ed i ngegnere m ilitare, n. a Bianzè, m. a Tori no (1705- 1788). Uffi ciale ne] corpo degl i ingegneri nel 1733 e capitano poco dopo, compì opere· im portant i d i d ifesa alle piazze d i Exi lles, della Brunetta, di Fenestrelle, d i Cuneo, di Dtmonte, di Tortona, d ove costruì i l forte· di San Vittore. Alla d ifesa della città di Cuneo rimase sepolto per lo scoppio d'una m ina nemica e meritò la promozione a maggio re . Nel 1746 rliressc l'assed io d i Asti ed espugnò la fortezza di Savona. Colonnello nel 1755, c01~1andò i l corpo degli ingegneri; nel 1756 continuò le opere di Berto la a lla cinadclla di Alessandria. Nel 1761 ebbe il grado d i brigadiere, nel 1771 quello di magg. generale e nel 1774 qu~l lo d i luogoten . ).';enera le, sempre rimanendo capo del corpq degli ,ngegncri . Scrisse un " Trau,no di foniti-

d iuvò con fermezza i propri ufficia li nel tenere ordinat a la truppa. Si offrì poi a far parte della p rima ondata d 'assa lto ed incitando i d ipendenti sotto il tiro delle mitragliatrici avversarie, bertchè ferito g raverncnte ad un braccio, arrivò sull 'obbbicttìvo e vi _sostenne una '"iolcnta lotta corpo a corpo. Una seconda volta ferito, continuò a combattere, finchè venne nuovamente e 1t1ortalmcntc colpito H . (Monte Zebìo, 10 giugno 1917).

Pinzano al Tagliamento, Comune 111 prov. di Udine, sulla dr. del fiume. Per coprire il passaggio sui ponti di P . e di Cornino, il generale Cadorna , durante la r itirata delle nostre truppe dall'Isonzo alla fine d i ottobre 1917, ordinò la ,ostituzione di uu Corpo speciale, comandato da l ten . generale An to nino d i Giorgio, e composto delle d iv is. 20a e 33a. Il 30 ottobre i prim i scaglioni avversari tentarono d i avvicinarsi al ponte d i P. e di forzarne la d i[esa validamente sostenuta dalla brigata Bologna.

cazione ». Pimo Francesco, pr,,,ope d '/sd,itella. Generale napoletano. Tcn . dei veliti nell'esercito del re G iuseppe nd 1808, divenne colonnello nel 1812 e marcsc. nel 1815. Partecipò sotto il Murat alla cam11agna d i Russia. Pinto Antonio. Generale medjco, n. e n1 . a Pisciotta (1843-1929) . Sottot. med ico ne l 1866, partecipò alla campagna d i g ue rra d el 1866 e nel 1884 a Napoli meritò la mcd . d'argento dei benemeriti della salute pubbl ica . Dopo essere stato d irettore del l'ospedale mii. d i Messina , fu promosso nel 1899 colonnello direttore d i sanità del 4° C . d 'A. Fu per tre ann i d irettore della Scuola d"applicazione d i sanità militare é ne l 1904 andò i n P. A. Nel 191 r fu promosso magg . generale medico nella riserva . P in tor

(Pietro). Generale, o . a Cagl i.a ri nel 1880. Sottot . d 'art. nel 1900, frequentò la scuola d i g uerra e passò nel corpo d i S . M. Partecipò a rutta la g uerra contro

l Il ponte di P inzano. sul •ragliamento (I mattino del ,31 novembre, dopo due giorn i d i strenua

resistenza . il ponte fu fatto affre ttatamente s altare, ed i vaiorosi su perstiti d ella brigata Bolog na, eroicamerue sacrificatisi, rimasero quasi tutti oltre il ponte, a lla mcrcè del nemico .


' PIO

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Pio Il (Enea Silvio P1a-olom1111). Papa nd q58. n. a Pienza, m. ad Ancona ( 1405- 1464). Ebbe parte nei 1novimcnti diplomatici del suo tempo, come legato papale, e alla dieta di Ratisbona !,OStcnne la necessità della guerra contro i Turchi; d ivenuto papa convocò nel J 459 un congresso di principi cristiani a Manto,•a per lo stesso fine. Ebbe a lottare contro i capita ni del tempo, come il Piccinina e il Malatesta, che disturbavano i possessi pontifici, e si immi1chiè, nella contesa fra g li Angiò e gli Aragona nel reame di Napoli. Riuscì finalmen te nel 1464 a costituire una lega d1 principi c1istiani contro i Turchi, e armò una flotta raccogliendola ad Ancona . Quivi sr recò pe r p renderne pcroonalmente il comando, ma si ammalò è morì. -- 1'10 /Il (.l licl,clr Gl,islim). Papa nel 1566, n. a 13osco Marengo, m. a Roma ( 1504-,572). Fu l'artefice ddb lega co~tro i Turchi che condusse alla battaglia di Lepanto. Pio IX (Giova11111 ,llari<1 Ma51at Pencm) . Pap~ nel 1846. n. a Senigallia, m. a Roma ( 1792-1878). [n fama di liberale. la sua elezione destò granclc.: cntu,iasmo fra i patrior, italiani. 1\vcndo co11ccsso ~ubito 11na costituzione. e la formazione della Guardia Cl\ 1ca. >1 determinò un moto generale negli Stat; ilaliani che condusse al le Costituzioni del 1848 e alla prima guerra per l ' indipendenza d'ftalia. per la quale mossero verso I' /\lta [taira anche le milizie pont ificie. Ma il 29 ~p rik di q uell'anno Pie> IX solenneme nte ,i ricrecle,.i. deludendo le S!)<'ranzc dei liberali; ne dem·i> la rivc,luz1one a Roma (1848) che lo costri~se a fuggire. r iuscendo a torn:,ni ,olo con le baione1te francesi (1850). Nel 1859 perdette le l.c~uioni. che, do!,o la gucrrn di qud l'::i nno, ~i sollevarono e con plcbiscuo unanime si uni• rono al Piemonte: nel 1 67 ancora i Francesi salvarono il potere temporale a Mcntan:1; nel 1870 si compt\'a la marcia su Ro ma che da, a :111" llal1a la slla legittima cupitalel. Vane furono le ripetute proteste eh Pio IX. il quale rcspinie ogni offena di conciliuione . determinando un periodo d i tensione che ,cornpanc solo nd 1\/29, con gli accordi detti Lateranensi, in ba!.<.: ai quali la Chiesa riconosceva il fatto ~omp iuto e si costituiva il minuscolo Stato del Vaticano. Pio IX. Battaglione organizzaw a Lugo nel luglio 1848 ,:lal colonudlo Costante Ferrari, ~ volontari, specialmente romagnoli. Fu anche chiamato bgl. del Senio e di Lugo. Ebbe 5 cp., e fu comantbto dal magg. G . B. Samaritani. Pio Oscar. Scrittc,re. n. a Cesena, m. a Catania (18361905). Ol tre a drarnrni a sfondo storicv, scris.c una " Vi ta militare di Vittorio Emanuele Il » : una "Storia Popolare d'Italia »: un \'Olume ,u L:1 Gium1.1a militare rn Europa e part1colarnicnte 111 Italia •J; ecc.:.

Pio

tornato in 5Cr\'tzro nel 1866 e vromosso magg. generale, cbhè i l comando de lla 7• brigata di cavalleria. Nel r868 fu successivamente comandante territoriale di cavalleria a Milano e a Torino, e membro del comitato di cavalleria. Nel 1871 fu collocato a riposo.

Pioln Caselli Cnrlo . Gene rale, 11. ad Alessandria, m. a T orin<1 (J821-1881). Tenente d'art. nel 1842, passò in ca\'alleria nel 1845, combattè nel 1848 e si dt>tinse a S. Lucia. Passato nello S. M. nel 1849, partecipò alla g uerra di Crimea, do\'c meritò la croce da caY. clcll"O. M. S . e fu ferito alla Ccrna,a. >!dia campagna ciel J859 chbc la croce d'uff. dell'O. M. <;, cd in quella del r86o -6r la conimenda dello ,1csso ordine e la promozione a colonnello per merito di gllcrrn . Magg. generale nel ,861. comandò la brigata Savona . Nella campagna del 1866 fu capo d i S . M. del 4'' C. d'A . e poi di vemò sottocapo .li S. M. dcll 'eserPiol:1 Caselli Carlo cito . Dopo la gucrr:> comandò la di,·1,. mii. d1 Livorno e dal 1b69 qucll.1 d: Brescia; nel 1870 vcnnt promo»o tc11. genera le. N el 1873 ebbe il comando della cli,·"· mii. cli Firenze e nel 18n del [X C. d ·A.: nel , 879 fu collocnro a riposo. l'iolu Caselli Alcs1a11dro Guueppe. .\n11nirai.:ho, n. ad Alessandria. m. a 'forino ( 1825- 19 10) . (;uard i:1111arina nel 1845. col grado di luogoicn. di vascello " dinmc dal scr,·1,:io nel 186u col consen,o del Cavour e fu eia Garibaldi posto ~ dirigere ia marina siciliana con1c \Cgrctario di Stato del governo pron·i«>rio, col grado di Cd!'Ìtano di fregata e poi di vascello. Partecipò all 'atrncco de l Tiickcr y al vascello borbonico " Monan:h » a c,.,tcllarnmare. Riprese scr, izio col grado di capitano di fregata e fu decorato della croce da cav, dell'O. M. S.; divenne capitano di vascello nel 1866. Prese parte alla battaglia di Lissa cd alla repressione dei moti di Palermo. Con trammiraglio nel 1876, passò poi nella riserva navale.

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P iochet (de Sat111s. co11:c Giuseppe de) . Generale. 11. e m. a Chambéry ( 1n3-1845). Sottot. di fanteria nel 1787. partecipò alle camp,1gnc del 1792-1799. Colonnello nel 1826. comandò la brigat:t Savoia, co1nan<lo che 111 antenne nel 1831 colla promozione .1 magg. generale. '\/cl 1834 fu collocato a riposo col grado di tcn . generale .

Pioggia, V. Agmti u1mos/cnc1. Ploia Case li i (conte Angelo). Generale, n. ad Alessandria, m. a Torino (1819-1873). Sottot. di cavalleria nel 1838, eombattè nella camp.1 gna del 1848 e meritò la mccl. d'argento. Nella g uerra del 1859 riportò gra"i ferite a Montcbello e ,,enne decorato della croce da cav . ~cli 'O. M. S. e di q uel la , !ella lcgion d'onore. Tcn. colonnello comandante il regg. Guide nel 186o, condu,sc il rcgg. nella cam pagna della Bassa Italia. Colonnello nel 1861, lasciò il regg. nel i863 in seguito alle ferite di guerra. Ri-

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Pio la Case li i Angelo

Pioln Cascllì Renato

Pio/a Ca.,clli Rc11a10. Generale, figho d el precedente, n . a Livorno nel 1866. Sottot. dei bersagl ieri nel 1886, p:irtccipò alla guerra contro l'Austria al comando del 39° bgl. bersag lieri , meritando sul M. Javorcek (1915) la med. d'argento. Colonnello nel 1915, comandò il 14• rcgg. bersaglieri e sul M. Zcbio rimase feriw . Promosso colonnello b rigadiere per merito di guerra per le operazioni sugli Altipiani. ebbe nel '9'ì il comando delb ,,• brigata bersag lieri che g uidò su l M. Val Bel la e Col d el Rosso ottenendo una ,cconda med. d'argento: nel 1918 fu promosw


PIO

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brigadiere genera le. Dopo la g uerra coman<lò la Scuola mii. d i Modena e nel 1920 la brigata Granatieri di Sardegna. Generale d, d;vis. nel 1925, comandò ,ucccssi\'amente le d,vis. mii. di Chieti e <li Gorizia . .'-lei 1928 fu p romosso genera le di C. d'A . e comandò il C. d' A. di Bari sino al 1932, anno in cui fu collocato in posizione ausiliaria.

Il. Artn,co di Piombi11ò (1289). Durante le lotte ÌlllC· st ine in Pisa , i Guelfi. cacciati dalla città, si erano rifugiali a P. Qui,•, i Ghibellini pisani si recarono ad assali rli. La città tu auacca la , presa e dc\'ast.1ta, mentre i Guelfi e rano in parte uc,i~i , e in p:,rtc si salvavano con la fuga.

Piolti de' Bianchi (Gi11St•ppc) . Pat riota mi lanese (18261890). Fu tra i preparatori cd i comb:ltlcnti delle Cinque Giornate; poi a Roma fino alla caduta della rcpubbl,ca. Fu uno <lei dirigenti del mow scoppiato a Milano il 6 febbra io 1853. Piombato,a. \ ', Cad110,a. Piombino. C imì marnt1n1a della To,cana. sul canale omonimo . di ironte all'isola d'Elba. A poclu Km. eh distan;-,a <0rgono le rovine dell'ant. città etru,ca <li Po p11/oni11, che fu fon da1a for•-c dai Vo)tcrran i e da q11esti dipendente. Es,a sorgeva sulla punrn settentrionale di un promontorio sul mare. con mura a gros,i massi. del perimetro di tre Km. I.a sua prosperità le derivò da grandi (o n<lcric per la lavo razione de l ferro qu ivi tra,ponato da l1'isola d'Elba : si sa ad es. che nel 205 a. C. fornì armi a Scipione per la sua spedi1,ione africana . La cinà andò distruna all'epoca della gue rra civile fra Mario c Silla; avendo pa rteggiato per il primo . fu <lai secondo assediarn , presa e distrutta 11cll'82 a . C. e più non risorse. Solo nel medio evo fu costruito sulle s:ie rovine un ca,tello, che per un ceno tempo fu te nuto dai Pisani, , intorno sorse un picco lo villaggio circondato da mura fatte costruire, in. •ieme con una torre sul mare, dagli Appiani. li castello fu restauralo nel ><·colo XIX . La cin:ì d i Pic1111bino sorse a 8 Km. <li distanza dalJ'ant. Popu lonia. alla punta meridionale del promontorio. Fu munita di ca>tcllo, di mura, di fortini, per opera d egli Appiani c he ne e bbero per lungo tempo la signoria, a cominciare dal 1392, q uando Gherardo Appiani per accordi con Galcauo Visconti o ttcnc\3 la signo ria di I'. e d ell'isola d'E lba . li suo Stato ve nne eretto in p rincipato dall'i m peratore Rodolfo II, e considerato come feudo imperiale, tanto che nel 1552, per accordi fra Carlo V e il duca d, Firen 7..e Cosimo I. venne occupa10 da Ono <li Monta uln con truppe medicee . e per ordine ddl'occupan te l'arciliictto mii. G. B. Camerini vi eresse il castello , quadrilatero lra,tionato S!)Orgente sul mare. L'occupa:tione durò lino al i,;57, qu~ndo rientrò in possesso del prin cipat<> Iacopo VI Appian i. Spenta q uesta fomiglia nel 16o3, ut• tenne lo Stato il principe Lod ovisi llonco mpagni, pagando dlla C~mcra aulica imperiale 8oo.ooo fiorin i. In ;cguito a, tran ati cl, U1rccht e di Ra.rnu (1713- 14) l'Amtria, che e ra e ntrata in possesso d ello Srn10 de i Presidi, occupan<lo lo con la for7..a nel , -08. pose g uarnig ione in P., tcncndo,ela ti no al 173.!, anno nel quale fu occupata dagli Spagnuoli del con1c d i Mon lcmar . Del principato si imparl ro nì Napoleone, il quale lo diede nel 1805 a sua sorel la Elisa fla.:iocchi. Alla Rc,taurazionc, , Boncompagni tentarono in\'ano d i riaverlo, il Congresso di Vienna lo assegnò invece ~I g ra11ducato d i T o sca na , de l q uale <fa allora seguì le son i. I. Aua,-co di Pop11/o111,1 ( • 125). li castello costruito sulle rovine ,h P. era Malo occupato dai Pisani, e guardato sulla spiaggia da una loro nave. l i con iole genovese CafTaro venne :,d assa lirli con sene galere; la nave fu incendiaia, il castello assalito e preso, e tutta la gente che \' i si tro• van condotta prigioniera a Genova.

li castello di Populonia

III. 1/sudio di Piomb1110 (14-18). Appartiene alla g uerra tra il re Alf0n,o d'Aragona e i Fiorentin i. li re erasi recato in Toscan.1 con 7000 cavall i e 8000 fo111 i, ed aveva posto i suoi quartieri d'i1wcrno a Populonia. ln P. tro,·avasi un pa,cnte degli Appiani, Rinaldo O rsino, con piccola guarnigione, chi..: vcnrH: riofurztH:i da 300 fon ti fioren-

tin i. Dal ma re. una Aott:l aragonese di 10 galere, comandata dal Requen;,cns . im!>cdi,·a ogni comunicazione. I Fiorentini a,·via ron J a Campigli~ un esercito agli ordini di Sig ismond o Malatesta e Federico di· !vlnntcfcllro, ma esso non riuscì a impedire 1·a~~cdio e do\'Clte ritirarsi. In mare., quattro galere fiorentine attaccarono le navi aragonesi ma ne furono sconfillc dopo cinque ore ,li !ona, e due :.ole potero no salvar.i. Tuttavia !'Orsini non c~-,lcne, e il re consumò inu1ilmcn1e l'estate intorno a l'., perdendo per febbri malariche un migl iaio di u., e perdendo le sue grosse bom barde, ch e si ruppero unll dopo ! 'altra. Vano fu

13attaglia di Piombino (, 4 l~)

pure il fuoco della flotta , e vani tcntati,·i d'attacco dalla pane d , terra , malgrado che il re riuscisse a far cadere con le a rtiglierie una torre della difcs.1 . In un g rande assaho dato nd sette m bre la popolazione aiutò i difen,ori, prepar,111do olio bollente e calce viva, contribuendo efficacemente a respi11gcre g li assalitori. E il re, p~rduta ogni

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P IO

speranza di l 'assedio.

riuscita, dovette

risolversi ad abbandonare

IV. Assedio di Piombino ( 1501). Cesare 13orgia, entrata in Toscana con 7000 fant i e 800 caval li, decise nel giugno di impatlronirsi di P., dove Giacomo 1\ppiani si chiuse dopo d i avere ' abbandonato le al tre terre al nemico. Il papa ma ndò in ap poggio a Cesare una flolla che pose il

P10

VII. Assedio di Piombino (1650). Appartiene alla spedizione imperiale comandata <la don Giovanni cl' Austria e dest inata al riacquisto d i P. e di Porto Longone, tenuti dai Francesi. La parte maggiore del le forze fu destinata a operare contro Porto Longone. A P. venne inv iah:> j j conte di Con\'crsano, con 400 c..:avalli, 1500 fanti e 7 cannoni, rinfouati da 1000 fanti e 4 00 cavalli del prin-

cipe Ludovisi. La guarnigione francese, <li

600

u . ., era

comandata dal cap . Rasoi. Lo sbarco avvenne i l 30 maggio, e subito f u aperta la rrinccct. La guarnigione si difese energicamente, d isturbando i lavori di approccio, eseguendo piccole sortite, respingendo assalti da terra e d:l

mare . Il 16 g iugno don Giovanni mandò 600 u . di rinforzo al Convenaoo . e

l'attacco co nrinuò energicamente ,

ma senza

,9, alcuni disertori

risultalO . li

indicano al

Convers;1no un passaggio sotterr~1neo, :1ur~vcrso al quale

Pianta di Piombino nel sec. XVTTI (Scala 1 : 25.000)

blocco dal mare , agli ordini del capitano Mosca . Per due 1nesi l 'Appiani resistette ; poi riusd ( 17 agosto) ad uscire da P. e riparò in Francia ; la gu::lrnigione si :irrcse il 3 set~ ternbrc. Il Borgia fece restaurare le fonilicaz.ioni con l 'aiu to del Sanga llo e di Leonardo da Vinci . - Nel 1503 I" Appiani poteva recuperare il suo Stato.

r

V . Attacco di F'io111bino ( 1555). Fu operato dai pira1i barbaresch i, agl i ord ini d i Pialì pascià e d i Dragut, con 68 galci'c e 25 galcott<'. En trari nel canale d i l'. , per prima cosa mandarono 20 galere ad assalire i l casrello di Populonia; i terrazzani tentarono invano di impedire Jo sban:r,, poi si chiusero nd castello do,•e fecero buona d ifesa. Arrivate truppe rnc.diccc di cava lleriat i Turchi fùrono attaccati. cacciati alla marina, uccis i o gettati jn mare ; pocb i riusci~

rono a tornare sulle navi . Frattanto le altre galere sbarcavano 3000 u. per attaccare P. Accorsero altre truppe, e anche qui i Turchi, perduti 400 u., furono costretti a rornare a bordo. U n alt ro cJrµo <li 2000 · u., sbarcat i poco lungi, visto il cattivo esito dei tentativi fatti, s 1 rifugiò sul le navi , e Pialì si allontanò con la sua Aotta. Vf. Presa di Piombino (1646). Fu operata <la una squadra (29 navi francesi e 7 portoghesi) agli ordin i <le) Mcilkraic,

egli lancia un g ruppo <li soldati, il qu;iic, pcnctrato nottetempo in c.:Ìl tà . piomba sulla guardia <l i una porta e apre questa all" invasìonc delle truppe imperia li. Parre della guar-

nigione è ,atturala col comandante in cicrà; pan e ripara nel caste llo, dove resiste ancora qualch<: giorno, e poi si arrende con tutti gli onori de lle armi, libera tli ritirarsi in Francia. Lo Stato cli P. fu restituito al principe Boncompagni Ludovjsj .

Canale di Pwmbino. Lo stretto fra l'isola d ·E lba e il promontorio <love sorge Pion1bjno; es.so mette in comunl -

cazione il Mar Tirreno col :\-fare Ligure. 1--.la 10 Km. cli larghezza.

Fazione nel canah• di Piombino ( 1526). Una flottiglia d i pirati ba rbareschi, com posrn di

15 brigantini e fuste, si era g< ttata sulle co.He rosc::1ne 1 e nel giugno veleggiava

nel canale, quando Andrea Do ria corse ad affrontarla con tredici galee . li Barbaro.ssa, comandante delle navi avversarjc, riuscì a salvarsi con la veloce galeotta che coman~ dava; ma le altre 1.avi barbaresche dovettero abbassare

bandiera e furono condotte a Civitavecchia .

Piombino. Rimorchiatore per ,ervizi d ipartimenta li portuali, di 198 tonnellate, entrato in servizio nel 1914.

Piombite. Miscela esplosiva, ideata dal prof. Poma, della seguen te composizione centesimale : nitrato <li piombo p. 75; trìnitronaftalina p . 15,75; siliciuro d i calcio p. 5,75; carbonato basico di piombo p . 1 ,50; olio d i vaselina p. 2. Si p resema in polvere gialloverdastra con granelli brillanti nel la massa . F u usata òall'eserciro i ta liano durante la guerra Mondiale. P ioni ere. Sinonimo di guastatore o d i zapparorc nell ' ant. term inologia militare. In qualche esercito il nome è rimasto ,

Erano soldati destinati ai lavori d i fortificazione, specialmente per Pianta del c:-:tstello di P iombino

j

mov irhenti

dj terra,

a<l

appianare strade, a livellazioni,

e s1rnìli. ln Francia vennero in con truppe da sbarco comandate da Du Plc.ssis Praslin . Sbarcate le truppe il 1 ° 01tobrc, esse investirono l'., dove

rrodoni nel! 'artiglieria. Nel ducata cli Modena rappresentarono

si lrQvavano soltanrd 80 soldati spagnuoli, i quali si chiu~

un corpo tecnico, in gran<lc par-

sero nel castello e resistettero quattro giorni, quindi cédettero le armi. I Francesi rafforzarono le opnc e vi posero una guarn igione di 800 fanti e .100 cavalli.

le costituito di personale borghese, che passò nel 1831 a far parte dcli 'esercito regolare, al comando d i un ten . colonnello. Nel 1833 vi furono

Pioniere estense


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assegnati giovani ingegocri, arch itetti, perill, e fu creata una fcuola teorico-p ratica che fu uoa delle migl iofi del!'epoca. Erano divisi in due compagnie, suddivise in due mezze compagnie.

il rcgg. Piemonte Reale cavalleria e divenne generale di battaglia nel 173:i. Gove rnatore in 2• d i Casale nel -1733 cd in 1• ael 1734, fu promosso luogoten . generale di cavalleria nel 1737.

Pionieri dell 'aeronautica. Costitu ita l'arma aeronautica il 28 marzo 1923, i veterani dell'aria, che si erano dispersi negli anni del dopoguerra, si riunirono iri una com pag ine fatta di lealuì e di fede, nc lb q uale, bandita ogni idea di personale o collcui,·o interesse. essi potessero mantenere vivo il culto dei loro morri e ricordare i pri,m v<, ]i facen do opera d i propaganda a favore ddl'arma aeronautica . Banditore di questa adunata d i vecch i aviatori . dei pionieri del \"Olo, fu il maggiore a,·iatore don. Luigi Falchi. In tal modo si cosrituì la l'ra1cllunza dd piloti d'aero11a1uirn, che p rese dapprincipio il nome d i Pwmeri dcll'Avmz101u:, e fu costituita nel 1923 . :-Jcl ieguelllc anno la Fratcllan1.a fu co111plcta .;on l 'ammi,,10nc dei pionieri piloti cli :,crosta to e di dirigibile, e la sua denom inazione fu cambiata in Pio,11cri dell'Acro11uu1w1. ln tale occasione fu elaborato lo statuto del ,odalizio i: fu swbilito c he la Fratel lan7.a doveva connJor.,;i di soci cl 'on m·c . soci benemeriti, soci permanenti e ,~ci fondatori. I soci d'onore e benemeriti vengono nominati dall"Asscmblea . Soci permanenti sono di di ritto i cittadin i italiani ,:hc caddero per J•Aeronautica prim:-t della guerra europea e I cittadrni irn.liani che conseguirono il brevcno di !,ilota in una <lelk· specialità di aeronau tica p rim a ciel ::i agosto 19 14. Oapprnna a Tripoli, a l\engasi . a Dcrna. i P. dell'Aero nautica volarono e i;ombancro no: allo scoppw della grantle g uerra i sopravvisw ti alle p rime aspre prove e rano appena t recento fra milita, i e civi li : essi partirono e si baucrnn<> rin dal primo ~iorno d i guerra ;li fronlc. :wcndo come arma in !Utto una pistola Mauscr . La Fratellanza conta altualmeutc ( 1933) .p8 soci di dirittn, d ei quali ben rn3 caduti sul .:anrno delronore e 7 deceduti per maiattia. Le onorificenze ~ ricom pense al valo r m ilitare consegu ite a l 1° apri le HJ26 d:ii P. sono: 25 croci del! 'O. M. S . , 23 promozioni a scelta per merito di g11<:rra, 6 med. d"oro, 197 d'argento, 98 d i bronzo, 27 croci d i guerra al valor militare. Dei P., ") furono mu tilati di g uerra e 6 furono assi di guerra. L'associazione è sotto l 'Alto Patron:Ho di Benito M11;solini e nel 1925 fu e retta in Ente Mora le .

Pioss<uco d ' Aviasca Urbano A ntonio. Generale, m. ad A\"Ìasca nel tì73. Partecipò alla guerra per la Successione di Polonia cd alla battaglia di Parma (1734) rimase gravemente ferito . Colo n nello nel r759. comandò il regg . Sardegna. Nel 1771 fu promosso brigadiere d i fant~ria e ,-enne nominato governatore dei forti di Fenestrelle.

P iossasco (come della Volvcm, l'ibberto) . Generale del ice. XVI! . Fu 111:,rescia llo <li ca mpo gencmlc e gra n maestro d'artiglieria. GoYernatorc per akuni ann, del duca Vittorio Amedeo Il, fu da questi in;ignito del collare della SS. i\anunziata nd 1678.

Piossnsco di None Url,11110. Generale, 111 . nel 182, . ù opn aver panccipato al la gue rra contro la Francia verso la fine del scc. XV]Jl . fu riammc,so in serv izio alla restau razione ~ol grado cli brigadiere d'annata e nominato governatore di Chie ri. Nei 181 5 fu p romos,o luogoten. generale d i fa nte ria . Piota. Zolla <li terra erbosa di forma rellangolare o lJUadra ta, adoperata nella costruzio ne d i lavori d i fortifi.:azionc per rivestire le scarpe ed i pendii di pan,peni e di ripari 1crrapicna1i, alfinchè la terra non rovini . È chiamata a11che L.olla. e raramc:ntc ed improp ria.mente anche : lona, cot,1. teppa. P ioupiou, N(lmignolo dd gel'go m ilitare francc,c per ind icare il solda to d i fanteria . Deriverebbe dall' a ntico vocabolo « pion » (pedone) . Piov,e di Sacco. Com une in prov . d i Padova. Luogo a ntichis, irno, nel sec . lX era clt ia,nato « Plebs Sacc i » . :,,!c1 periodo dei Comuni fu soggcno a Padova c he ,·i teneva un giudice ed un capitano d'armi con un forte p residio per fronteggiare i Venez iani. Durante Ja g uerra tra Paclo\":1- c Venezia. ebbe a soffrire gravi danni e de\'asrnzioni per parre dei Veneziani. F rancesco 1 Carrarn mu nì P. d elle torri e dei terra pieni d i mi a ncora oggi ~i ,~dono gli a,•anzi. Nel •~05, in~ieme a tutto k, Stato d: Francesco ~ovel]p Carrara. passò nel dominio di Venezia . P iov,ena. (Guido). Generale d el duca Emanuele Filiberto di Sil,·oia, 11. di Vicen1..a. Fu governatore d: Ccva e di Cuneo . :--id 15{)6 il duca gli diede il comando della rni"!i7,ia paes~na a ,·aval lo. allora cost ituita, e nel T5ì0 lo nominò nrnc...lro d1 ..·a1n!l0 generale cli tale milizia. Lasciò un ·opera manoscritta sul modo di esercitare le m ili1.ie a , a vallo .

Piossasco di None co111c (ìiova111Ji Micltc/c . Ge nerale. 11 . e m . a Torino (165➔•lì32). Uffi ciale di cavalleria. f11 promosso colonnello nel 169~ e, per pri 1110, ebbe il comando del rcgg. Savo ia cavalleria. Nel 1697 passò ne lle guard ie <lei corpo e nel 1713 lu promosso generale d i cavalleria. Ebbe il collare della SS. An nunziata .

Pio.i.casco di None Giuseppe /Jcnedeuo M,11·ù1. Gcrierale, n . e m. a Torino ( 1741- 1822). Ufficiale di cavalleria, passò nelle guardie <lei corpo nel 1781 e raggiunse i gradi cli ,olo11 ncl lo nel 1786, d i b rigadiere <li cavalleria nel 1790 e di magg. gen,:rale nel 1793. Dimesso coll'avvento franre,;c. fu rian1111c$s0 in ,;crvizio alla restaurazione e nel 1S15 fu promos,o generale e fu insignito <id colla re d ella SS. Annunziata . -

Piovente (del P"rapeuo). Dello anche ,, pendìo "; è: la parte su periore del para petto, co111presa fra il cigl io di i'uoco ed 11 ciglio este rno .

P iossasco Giovanni lvlichele

Piossa.,co di Virle come [l ittorio A medeo. Generale, n. e m . a Torino ( 1674-1751). Ufficiale d i cavalleria. passò nelle guard ie del c5>rpo nel rp t. Colo n nello nel 1728, comandò

Pipino (il B,-~vc). Re dei Frnnchi (714-768). Salì al t rono nel 752 e si assicur<Ì l 'appogg io della Chiesa, appoggi:rndola a sua volta contro i Longobard i. Per q uesto fece due spcdi:<ioni in Italia e tolse loro !"Esarcato e la Pentapoli , facendone don azione al Papa . Combattè contro Sassoni , Aq uitani e Arabi.

Pipi110, Secondogenito di Carlomagno, e re d ' Italia. Comandò nel 791 l'esercito ch iamato d a Carlomagno in Baviera; tentò i nvano cli conq uistare il ducato lon gobardo


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P IP

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di 13c11cvcnto. Nel 7cj5 occupò l'Istria e parte della Dalmazia e ncll '810 tenrè, invano d i sott:,mcttcre i Veneziani. Morì a Mi la'no nello stesso anno.

Pipino Il. Re d' Aquitania, m . verso 1'870. Appoggi<', Lotar io, ma, dopo la sconfitta d i questi a Fontcnoy (84 r) se ne separò e combattè per suo conto, riuscendo nel! '845, per convc11zione con Carlo il Calvo, ad assicurarsi il reame d · Aquitani<1. Avendo i suoi sudditi chiesto d i passate a Carlo il Cah•o, /'. si pose alla testa di un corpo di Norman11i ed occupò Tolosa, ma ne fu cacciato e tentò invan,, di riprenderla. Nell'864 venne preso p rigioniero dalle truppe cli Carlo, e chiuso nel castello di Senlis, d ove morì. P iragino (Guido) . .Medaglia d'oro, n. a Nereto, caduto sul Carso {1880-19t7). U fficiale dei bersaglieri in S. E. P.. da capita no aveva partecipato alla cam pagna di Libia, rimanendovi gravemente ferito e meritando una med . di bronzo, Con la promoz 1onc .a maggiore , passato in fanteria: alla testa di un bgl. del 139° regg. combattè da valoroso, affrontando, benchè insidia.to da gta\'e malattia, fauchc e pericoli, finchè, in un c(mtrattacrn austriaco sull 'altipiano Carsico, cadde ucciso soPirag ino Guido pra una trincea da lui riconquiit:tta. Alla memo ria del prode maggiore fu <Conferita la medagl ia cl 'oro con la seguente motivazione : " Benchì: affranto da grave malattia . che ne fi accava cli g io rno in g iorno l 'organismo, sord o alla parola dei sanitari che gli consigliavano di allonranars, dalla fronte, tenne il comando del banag lione, g uidandolo. nonostante sofferenze inaudite, per ben dieci giorn i di continui combattimenti , wn perizia e valore m irabili, sempre primo ove maggiore era il pericolo. Venuto a conosceJJza che una nostra irnportantc posizione era stata pcrtjuta, infìarnrnava i suoi, e, alla testa del battaglione, si lanciav,1 sul nemico, lo sbaragliava e r iconquistava la posizione. C.idde colpito in fronte. lasciando quale sacro retaggio la pos izione conquistara " prc?,Zo del suo sa 11gue, e che <lai ,uoi [u poi vahcl:uncntc mantcnu1a ,, (C:.rso. 3-4 giugno 1917). P irai,;o (l111to11i o) , Gencr:dc, n. nel 1869. Sottot. di fanteria nel 18~,, fr.:c1ucntò la scuola <li guerra e passò nel corpo d i S. M. Nel r915 entrò in guerra contro I':\u,tria quale capo d i S. M . della 26" d ivis . Colon nello nel novcrnbrc 1915, (u po, capo di S. M. del 14° C. d' A . Colonnello brigadiere :id 19 , i comandò la brigata Campobasso e di,·cnne brigadiere generale nel 1918. Gu·adagnò nella g uerra la croce da ca,·. dell'O. M. S. Nd 1923 assunse il grado cli generali: di brigata e fu a lungo di rettore Piraino Antonio gcn. del personale ufficiali a l Ministero della guerra . Nel 1926 fu promosso generale d i d ivis . com andante la clivis. mii. di llo logna, nel 1929 passò in soprannumero e nel 1933 fu

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PtR

collocato in posizione ausiliaria. Scrisse : « Pagine riassun tive <l i storia militare italiana,, .

Pi r am idi (d'Egitto). Antiche grandiose cost ruzioni cgi7,ianc, d i cui il gruppo imponente p resso Gizeh è ricordato nella storia mi litare per avere dato il nome alla

Battaglia delle Piram,di (1798). Appartiene alla spedizione di Napoleone Buo naparte in Egino. Egli , dopo l'occupazione cl i Alessandria e di Rosena, si poneva in marcia verso il Cairo con cinque divis . di Cantcria (Dcsaix . Rc)'nier. D ugua , Uon, Meuou : quest' ultim:1 comanda ta dal gen. Via!) e un piccolo corpo di cav,llleria (in totale circa 35.000 uomini) i,cgucndo la sr. del ~ •i lo. Presso la loca lità d i Ch<.:brcis, l'avanguardia si ,com rò con un grosso partito d i Mammalucchi. che disperse facilmente. li gros,o dell'esercito cgi1,iano (forse 6o.ooo uomini in complesso) era ripartito fra le due rive del N ilo nei pressi della z.ona delle f' . : un corp(l agli ordin i di l branim-fle\' goardava

Cl FRANCESI -

ARAB I

a,1, ,·/) f Bik!il

Battoglia de,lc Piramid i (1798) ':, sponda occidentale; l 'altro, comandato e.la Muracl-Bcy, :.1 vcva posto il campo sulla spon da o ricm ;lc, e quindi veniva a diretto contatto con le colonne di marcia dell'invasore. La grossa orda di fanti e cavalleggeri egiziani non aveva grandt effici<.:n%a, e la i~u mcrosa artiglieria Cl':\ di ~carso valore; assai pili conrn.vano i capi indigeni sull 'irnpiego dei Mammalucchi, ottimi ca\'alieri irregolari. a»uèfani ad agiJ'C con rapide sc)rprcsc e con tattica avvolgente . Una tlotLiglia di barche armate stazionava sul fiume. vigilando verso \';,Ile cd assicurando il collegamento fra i due corpi. Ottimo couo;citore del terreno e dell' indole dell 'avversario, il Buonap:ortc avev:,. :tdo ttato la formazione delle unità in quadrati doppi (sci righe) per d ivis. o brigaca. con i cannoni agli angoli: 11cll'intemo di ciascun quadrmo marciavano, ben protetti, i carri da n1unizione, le salmerie e i traini bagaglio; la cayalkria pure ncll 'intcrnn o diet ro il lato cli coda. L'ordinanza era ben adatta alla zona da attraversare, e garantiva dagli attacchi cli un avversario montato, uso ad attaccare a storm i convergendo di rovescio. L 'ava11zata fu regolat a i,1 modo d a mantenere la sr. ritratta e appoggiata al N ilo, con le uniti, scagl ionate inna nzi sulla <lr., per modo da favorire la manovra intesa


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PIR

a stringere !"avversario contro il fiume. Murad lanciò avvedutamente i Mammalucchi contro la dr . francese (<livis. J)csaix e Reynier) per travolgerla e sventare il disegno evidente del nemico; ma le ordinanze resistetlcro saldamente; i quadrati si fiancheggiarono assai bene, e un fuoco nutrito diradò gli stormi avvolgenti. Per evitare di rimanere serrati contro i! Nilo, i Mammalucchi furono costre1ti a sciamare verso nord-est, scoprendo così la fronte di;1anzi al campo . Senza mutare le ordinanze, i Francesi distaccarono alcuni bgl. d"attncco dalle file esterne elci qu:1drari, ,pingcndol i avanti formali in lrnec di tiratori e colonne d'assalto. li campo ,·enne facilmente preso con perdite insignific.1111i. l,a divis . 13011, louan<lo comro In caval leria wrca. nvanzò intanto su Embabeh e se ne impadronl. Il corpo d, lbrahim-Bcy evidentemente 1mmobilizzaro nella fu 111,ione d i guard ia contro sorprese sull'opposta riva . rima><: spettatore passivo ddla giornata. Benchè la flottiglia francese:, contra~tata da vento cont rario, non intervenisse in tempo utik. q,Jel la egiziana, esposta o rmai al cannone ancrsario, ripar,\ a monte contro la riva <lr. :Violu na, igli da carico che stazionavano sul fiume, adibiti ai rifornimenti pò Mammalucchi, forono incen,liaù, nell'orgasmo del momento, per sottrarli all"mvasorc. Il successo fu ra pido e completo, soprattutto in virtù delle formazion i provvidamente ordinate dal Buonaparte e dell'onimo contegno delle truppe: esso val<,c ai Francesi la pronta occupazione del Cairo. Le perdite degli Egiziani ammontarono a 7000 u., dì cui 3000 cavalieri: quelle dei Francesi a 300 fra m. e feriti; essi catturarono 40 cannoni, 400 cammelli e alcune migliai~ d i eav:, lli, oltre a una g rande c1ua nt ità d i bagagli.

Piràn (Giuseppe). Generale argenuno. nato nel 1804. Sonol. d 'art . nel 1824, passò ncl l 'Urug uai dove si battè a ltut:aingò contro i Brasiliani e raggiun:,c il grado di colonnello ncll 'asscdio dì Montevideo (1844) e d i generale dopo la batrnglia d i Caseros ( 1852) dove combanè con valore contro Rosa,. Subito dopo contribuì a consolidare lo Stato ripristinandovi !"ord ine, cd assumendo il ministero della g uerra e mari11a.

PIR

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fedeltà alla repubblica di Venezia e ne seguì da allora le ,orti, d andole soldati, galere e condottieri contro Trieste, contro Sigismondo d"Ungheria e contro i Turchi. _ el 1848 gli Au~lriaci avevano c:.uurato una nave veneziana ricove-

Pirano e le sue torri sul colle

ratasi nel golfo di l'. per ripara rsi dal mal tempo. L "am miraglio Bua. ,eneziano, se ne richiamò al i:overno au ,qriaco, e~ non :'lvcndo avuto so<ldisfazionc, ordi nò al marchese D i Negro, col " Tripoli ,,, e ~I Sagredo col " Crociato • · accompagnati eia 3 barche, di andare (2 luglio) a prendere con la forza il navicello . Cli Imperiali aprirono il fuoco a tradimento contro cli essi. ma il « Tripoli », rispondendo cfficao:emcnte al fuoco degli Austriaci. riuscì nel 5\10 scopo. f'ir11110. Rimorchiatore, entrato in servizio nel 1921, racliato nel 1924.

Piras (Fedele). :Vlcdaglia d'oro, n. ad Assemini nel 1895. Modesto lavoratore dei campi e semplic,; fante del 225° fontcria, dopo la g uerrn passò a prestar ser\'i?.io nei cara binieri reali. L ·episodio glorioso, che \'a!se al f'. la con rcs,icnc della mcd . c1·oro, è co,ì ricord ,110 nella motivazione : H Fu lg ido esempio, in ogni drcostan.Ga. di ardimento e di valore. nella rioccupazione di un"important< posizione, di pieno giorno. per prin10 si slanciava attr;1vcrso ad uno ,trctto ponticello. sul la trincea nemica. Caduto il proprio ufficiale e tuttt i compagni , da solo, con impareggiabile tenacia, \trcnu~rnente difcndev:l la posizione raggiunt:t dai

Pirin Giuseppe

Piras Fedele

Pira no. Città in prov. di Pola, sopra una soni le punta a\'anzata nel mare tra l'insenatura di Capo d"htria e quella del Port•l delle Rose. Una ghirla nda di vecch ie mura turrite e merlate, opera del sec. XV, la cingono in alto. Secondo una tradizione ,·enne fondata da Aquileia; altri Id voglìo110 fondat.i dai Rom3ni. Nel 933 st rinse un patto con Venezia; nel 117i, le flotte alleale di Pi,a, Geno,·a e Federico Barbarossa, 75 galee in tutto. si scontrarono alb punta Salvare, 11cllc acq ue d i P.. con b flotta vcnern coma ,~data dal doge Sebastiano Ziani, la quale. bcnchè meno numerosa, rimase vittoriosa . Nel 1283 il popolo cli P . giurò

ritorn i offcnsìv, dell"a,•versario. daodo tem!)<>...:L.ru>stre mitrngliatrici di occuparla cd affermarvisi . Ferito dolorosamente ad una mano, gr idava il suo salL1to in dialetto sardo al proprio capitano. suo conterraneo, i:iunto ,ul posto, e continuava imperterrito a lanciare bombe con la mano sinist ra, fìnchè. es1cn uato dal dolore e dal l~ fatica. dovute, <uo malgrado. c,serc allontanato » (Cr.posilc . 15-1 6 giugno 1918).

Pirateria. Si può dire che questa forma di .attività criminosa sia co1npar&a con la navigazione C('Jnmcrcialc marittima. l primi pirat i appartengono ai primi popoli na\'igatori: i Carii, i Tirreni, i Greci, a danno dei Fenici l" degli Egiziani. Per i Greci, le innumerevoli isole e inse nature della frastagliatissima costa rapprescnt;rono otti111i clementi di agguaLo e di rifugio. Lo stesso av\'ennc per i popoli scandinavi anLichi. Fin dsll' inizio, la P. si scrvl di


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navi veloci e leggere 1 le quali avevano buon giuoco <.:Ontro le grosse navi fenicie cd egiziane . Ug ualmen te leggere e veloci furono le navi dei pirati d cli 'alto Ad riatico, le J;_ buruc . Etol i ed Achei LCntarono invano di frenare le loro scorrerie . T occò a Roma il compito di fiaccarne la potenza, ciò che fece con la p rima (229 a . C .) delle guerre dette IÌ/irid,e (V.) . Ma una m inaccia p iù g rave per il libero commercio <lcl << mare nostrum ) 1 sorgeva per opera di una I ' . c he si andava formando nel baci no orien wlc del

Mediterraneo , e a poco a poco si rafforzava ed org;wizzava, dall'a rcipe lago g reco fino alle coste dell a Siria . Allorchi, essa di\'enne co:sì dannosa da rich iedere provvedimenti ra• d icali , d ispo ne va d i o ltre m ille navi, talu ne con sperone di bronzo ) montare da equipagg i sperimentati, e di centi naia di basi e d i a rse nali fiorenti e ricchi per le g randi p rede fatte a d an no d i Roma, la q uale dopo le guerre Pun iche aveva trascurato a lquanto la marina d a guerra. Nel 123 a. C . navi pirate comiiiciarono a comparire n_el Ti rreno e nell'Adriatico, d e pred an do a udacem ente le n avi romane, e .iparando indisturbate nelle loro basi su lle coste della Cilicia e nel l'isola d i Cre ta. I.e ciuà dell 'Oriente vennero a pa n i, e pagarono grosse taglie per comprare così la loro tranquillità . Solo gli abitanti d i Rodi, poLenti in mare da molto tempo, possedendo una forte marina, tenevano in quei mari in Iispetto i pirat i. Nel 102 Roma inviò una squad ra in Cilicia; varie basi de lla P. furo no d is trutte, e così varie navi ; ma in massima parte sfuggirono, e poco do po ripresero la loro a n ività . La potenza d dla P. divenne tale , che nell '88 fu ufficialmen te alleata d i Mitr idate contro Roma, e la sua organiuazione così perfett a, da pot er i ni zia re operazioni con vere e proprie squadre navali , rastrellando sistemat ica mente le navi che approvvigionavano Roma. divenuta g r:1ndc centro e gra nde emporio, la cui

vita e ra possib ile solo mediante la l ibertà del m a re . L'au dacia de i pirati g iunse a ù assalire i centri a bitat i d e l litor2le, con ottime bfrcmi e trircn1i, a lmporre riscatti a personaggi catturati , a rap ire gli abitanti. Fra il 79 e il 77 una forte squadra romana, agli ordini di Pu blio Servilio, che fu detto l'l saurico, si recò i,1 Ci licia , e operò per quei tn: .a nni contro ! pirati, d istruggèn.donc navi e basi . tv1a le sue vittorie furono effimere, poichè egli d isponeva d i una squadra nava1c poco n un1erosal e non. aveva corpi d i sbarco con j quali .inseguire i pirati che si rifugiavano a terra. D'altra parte, cali e tanti erano i loro ccri tri d 'azione, c he, termjn.ata la sped izione d i Servi lio, in breve ripresero la loro azione, fo rti con1c prima. Un te ntativo compiuto da Marco Antonio nel 74 , con tro le !:asi de l! 'isola d i Creta, fiuì miserame nte, con la s ua sconfitta, la sua cattura, la sua m o rte . E i p irati giunse ro perfino ad assalire le foci del Teve re, sacc hegg ia nd o Ost ia e dislruggen do nav i roniane.

Roma si r isolvette allora a farla finita (67 a. C .) . A tal uopo fu approvata una legge, detra « Gahinia » <lal nome del propo nente. In base a ta le legge, fu nominato dittatore,

per la guerra contro i pirati, Cneo Rompco, con giurisdiz ione sul mare, e per 50 111ig lia nell 'intcrno delle coste .

Furono n1essi a sua disposizione mezzi irnponcnti : 500 .navi, r20.ooo fonti, 5000 cavalli . Qualche storico, specialmente tedesco, ha voluto sval utare lo sforzo magnifico d i J,oma. Le cifre sopra dette, e i risultati o ttenut i, d imostrano precisam ente il contrario ; si trattò d i llna impeccabile condona delle operazioni , coo una perferta e ammi revole cooperazione t ra le forze d i m a re e le forze terrestri . Le coste del Medite rraneo furon o da Pompeo divise in 15 luogotenenze : a Tiberio ~erone e M an lio Torquato la Spag na; a Marco Pomponio la Liguria e la Ga llia; a Lentulo Marccllillo

Prn

l ' Africa; a Pub lio Attilio la Sardegna e la Corsica ; a Lucio G a llio e Cneo Le ntu lo il mare T irreno ; a Plozio Varo la Sicilia; a Terenzio Varrooc l' Ad ri atico; a Lucio Cornelio Siscnna la Grecia ; a Luc io Lollio l'Ellesponto e il mare Egeo; a Publio Pisone la Tracia e le coste d e i Dard a nelli; a Qu into Mc tel lio la Licia, la Fenicia, la Siria e C ipro. Ciascuno <li que.sti governatori aveva congruo numero di navi , e di truppe ;J terra . E ciascuno iniziò le operazioni p urga ndo d al proprio mare le navi dei p irati. In 40 gio rn i, i! risu llalo cui si mìrava f.u 0 llcnulo : la P. si ridusse alk coste dell a Cilicia e a d iacenti, e a Creta . Pompeo con pa rte del la Aolta piom bi', q uivi, e diede loro il colpo deci sivo . l n ahri 30 giorni, la brillante campagna era Lcrm inata, e Ja Cìl icia rid otta ;t p rovjncia r01n ana. Tutte le navi <lei p irat i (circa , 1300) erano state prese o a ffond a te, le loro basi conquistate ; 10 . qou uccisi , 20 . 000 prigionieri, t rasfor mati d a Pompeo in co ltivatori. [l com •nereio sul mare d iveni va nuovamente libero. L 'isola di Candia richiese u no sforzo particolare, e ne fu ;,,caricato Quinto Me tel lo, che vi guadagnò il titolo d i « Cretico » . Egl i sb arcò con tre legioni, e gli occorsero due anni d i lo tta per prend e re le città degl i isolani. Per evitare il ricostituirsi delb P. , l 'imperatore Agrippa formò u ua flotta permanente d i 40 navi, con stazioni alle foci dei fiumi, e castelli sulle coste; quei castelli e be ebbero g rande sviluppo nel ,medio evo e nell 'evo moderno, quando r icomparve la pirateria. Nel lii secolo d. C . i Goti , affacciatisi a l Mar Nero, e d i qui nell'arcipelago, corsero coo navi p irate l' Egeo, e arrivarono a saccheggiare Atene . Battuti da Claudio li, vennero ten uti a freno. Più g rave fu l 'opera dei Vandali, i q u al i, dopo d i essersi Slabilit i su lle coste africane, divennero p;idroni del mare, e ne devastarono le coste, arrivando a saccheggiare Palermo e Roma , a prendere la Sardegna, a imped ire la navigazione. L 'imperaLore di Costantinopoli, Leone Tsaurico, arrnò 212 galere con 60. 000 u . d i equi • paggio e d i combattimento, e ne diede i l comando a Ba! silisco. Questi a p prodò presso Cartagine, dove si t rovava Gcnscrico, il quale 1 in una notte d i vento verso la spiaggia, dove si trovavano le navi nemiche, lanc iò contro di esse una quantità di picçole barche cariche d i materie in• cend iarie. li ve n to le spinse addosso alle n avi bizantine , che and arono in fiamme. A compir l 'opera d i d istruzione e dj strage, piombarono sui fijzaotini le navi di Genscric0 . Solo 30 navi portaron o a Costaninopoli la notizia della sconfitta <li una flo tta che e ra costa ta grand i somme a li 'erario greco. Scomparso il p cr.icÒlo vandalo, per opera di Belisario, si affacc iò p iù tard i il pericolo arabo . Allorchè gli Arabi con quistarono le cosle sette ntrionali dell 'Africa, fecero di Al geri , d i Tunisi, d i Tripol.i otlimc basi navali fortificale, e centri d i una P. la quale durò fino a parte d el secolo X1X. La storia del Mediterraneo in tutto questo p eriodo è carat• terizzata d a una lung a lotta fra gli SLati cristian i e g li Stati detti « barba reschi ». Nemiche fiere e recise.: d i q uesti ultimi, la rnarina del la chiesa , la nurina tosca r'la, la n"larina di Spagna, la marina dell 'o rd ine ,ti Rod i (poi d i Malta). L a F rancia di F rancesco J fu alleata d i que i pred oni · la Francia d i Lui o-i X IV e dei successori, li co m ' b ' d" ba tti: . Tuttavia g li Stati cr ist iani, mai p ienamente conc_or ' fra lo ro, vennero a patti con j ~ignorotti harbn.reschi, e com prarono Ja tranquillità dei loro commerci mech.antc do.n ativi cospicui Ven ezia che aveva nell ' Adri atico d omata la . · ( V.), ' verso Ia m e t~., del secolo XVI[[ P. <legh.' Urcocch, conclust .:a.p itolazioni , a norma delle quali ~ssa pagava un donati\10 e .si interdiceva il diritto di copnre con la sua


PJR

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bandiera mercanzie o naviglio appartenente a Srnti ostili ai Barbareschi~ ricevendo in cornpcnso un trattamento <lo ..

ga11ale particolarmente favorevole, e l 'impegno da parte ùcll'altro conuacntc di non molestare le navi e i ~udditi venezian i. La violazione di questi ixuti condusse Venezia a prendere le arm i (1784): !:i sua Rotta, guidata da .-\ngclo Emo, ~harazzò J"Aclriatico dai J)irati barbareschi, e ne assalì le basi. b<Jrnbar dando Susa, la Goletta, Tliscrta. Cont ro gli sre,,i e altri centri agirono inoltre, durante il lungo periodo di lotte nel Mediterraneo, anche gli altri Stati cristiani. (V. A/geli, Tripoli, ccc.). Le scorrerie di quei pirati spopolarono le coste: i piccoli borghi manttim, furono ~bhandonati, e gli abitanti si rifugiarono ;ulk alture, ]a. sciando sul litorale torri di vedetta e di guardia: non ultima causa quesrn dell 'al;,bandono e in1paludan1cnto di vaste ,triscie litoranee dd Tirreno. La P . scomparve nel Mediterraneo solo do!)O I:. spedizione francese nell'Algeria (1830). Una P. particolare è quella che si svolse nel mare delle Antille (V. Buc1micri e Filibustieri, e V. anche Corsa). :\ttualmente, la I'. , è ancora in atto in qualche tratto clcllc costç cinesi, a danno di pi roscafi mercantil i. Pirenei, Catena cl i montagne dell'Europa, che separa b Francia dalla Spagna, e si estende da E. a O. per più <li rnoo Km . di lunghcz.za. dal Capo Creu?. (C;1t.alogna) sul Mediterraneo, lino al Capo Toriiiana (Galizia) ncl1'0ccano Atlantico. Si divide comunemente in due grandi sezioni : l'orientak e l'occidentale. La prima comprende i massicci p iù poderosi e le più alte cime ed è quella che si indica più paniwlarmcnte col nome di P. La ~conda, meno elevata, è più ·estesa in lunghezza , e coinprcnde j monti Canrabrici, o P. Asturici. I due versanti sono solcati da. numerose e profonde vallate. Anticamente tre strade varcavano i I'.: quella da Narbona a Barcellona per il colle di Perthus ; quella che conduceva da Dax ~ Saragozza per i l Somport; e quella che partendo dallo stc,so punto si dirigeva verso Pamplona per la valle di Roncisvalle. i\hre vie di com11nicnionc esistevano fra Spagna e Francia fino dall'epoca della dominazione rornana; rna la maggior parte erano mulattiere, o

semplici sentieri difficili . Attualmente alcuni di 9uesti passi sono serviti da Strade c,1rrozzabili, tra le quali la più elevata è quella che attraversa il colle di Tourmalet, alla quota di 2122 rn.; ma la neve ricopre tali passaggi per ><:tic mesi dell'anrH> . Quattro scrarle ferrare mettono in co::wnicazionc la Francia e la Spagna. La prima, a poca d istanta d al Golfo di Lione, parte da Narbona, discende per Perpignano, Col!ioure, Port-Vendres e Banyuls-sur-Mcr, au rnvcrsa la frontiera franco-spagnuola a Port-Bon, e s,

PJR

dirige ,,erso Gerona e B~rcellona. La seconda raggiunge, da Bordeaux, Sai,u-Jean-dc-Luz in territorio francese, quin di attraversa la fr(,n ticra a l-lcndave, a <ud del golfo di Guascogna, entra nella Spagna per lrun e si dirige a Madrid passando per Burgos e Valladolid. La terza mette capo ,1 Jaca a sud del picco del Midi d'Ossan è collegandosi con la linea che da questa ci ttà mette a l-luesca. va 2 S:irago7.za. La quarta pa;te da Perpignano, attraversa la' frontiera a Bourg Madam e sbocca a Puigcerda dirigendosi a Barcellona per Ripoll. Data In conformazione <lellc alte creste dei I'., che non possono essere ,•alicatc altro che nei punti per cui passano le poche stra<.lc e mulattiere che le attraversano, il governo francese nel giugno del 1907 emanò una legge per la sclassiJica di grande quamici di opere <.lifensivc, situate sulla fromicra dei P., conservando soltanto qudlc che si trovano .in prossimi tà dei passaggi e delle vie di comunicazione tra la Frnncia e la Spagna.

Trattato dd Pirenei (7 novembre 1659). Fu anche detto • dell'Isola dei Fagiani ,;, dal nome di un'isolcua alla foce ,della Bidassoa, nella quale venne concluso, tra la Francia, rappresentata dal cardinale Mnarino, e la Spagna, rappresentata da de Haro . In caso di guerra, le Parti contracnii potranno soccorrere lo Stato o Stati alleati, m,i esigeranno che la contesa si risolva uci limiti del territorio dei medesimi. Si conviene che nessun aiuto µossa essere prestato a quclb Potenza che attualmente in guerra con una delle parti contraenti non è slata compresa nel. presente trattato o che. invitata a parteciparvi, ha negata la sua adesione. Reciproca libertà di commercio e navigazione nei r ispettivi Stati. La Francia resterà in possesso dei seguenti dom in1': nella contea d'Artois, le città di Arras, Hesdin, Thérouannc, fléthune, Sai,u-Paul. Bapaumc, Lcns. ccc.; in Fiandra, la cill~ d i Gravelines, cd altri centri minori; ndl'J-lainaut. Landrecy e Le Quesnoy: nel I ussemburgo, Thionville, Montmédy, Damvillers, ccc.; fra la Sambrn e la Mosa, Marienburg e Phi lippcville; <lal lato dei Pirenei, le contee di Rossiglione e Confbns coi castelli e borgh; dipendenti. Rcstituzi<lnc reciproca di città e piazze nei Paesi Bassi e in Borgogna. Quanto all' Italia, la Francia non restituisce Pirierolo. La Francia s'impegna a non prestare alcun aiuto ai Portoghesi, nè direttamente nè indirettamente, se tre mesi dopo lo scambio delle ratifiche del presente. trattato, i l JJortogallo non accette,·', le condizioni offerte dalla Spagna. La Spagna rinunzia ai djritti sull' Alsazia, passata alla Francia col trattato dì Munster del 1648. [J re di Francia restituisc.c la Lorena a l suo duc::i, riservandosi il ducato di Bar e la contea di Clerim,nt. Il principe di Condé sar:\ ristabi lito in tutti i suoi onori, di -

J...,a catena dei Pirenei nella parte centrale


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127-

g nità e b<;n i; invece ciel governo della Guyenne avrà quello della Borgogna . F. compreso nel presente trattato il d uca di Savoia, al quale Ja Spagna' rest itu irà V crcelli col suo te rritorio, fortezze, artig lierie, ecc. Per comporre le differc11ze fra k Case di Savoia e d i Mantova, il trattato cl i

PJR

sull a st rada l '. -A ten·e, partecipando alla d ifesa di u n bgl. francese a ttaccato improvvisamente dalle truppe elleniche. Nel 1917, d opo la partenza dell'ex re Costantino da Atene, tra il t7 e il 27 g iug no , sbarcarono al P. contingemi di

Chcrasco avrà piena ccl int'cra esecuzione, e la Francia potrà

p romuoverne l'osservanza senza opposizione da parte cldb Spagna. La Spagna riceve in g razia il duca di Modena . Le parti com:raenti s'adopreranno per far cessare la g uerra del Nord. Questa pace fu per la SpagM ciò che per l 'Austria fu il trattato di Wcstfalia. Èssa coronava l'opera che i politici francesi, da Enrico IV in poi, a vevano condotto con grande abilità, per ottenere che il predominio europeo tenuto dalla Spagna fin dal secolo XVI passasse alla F ra n cia. Mentre la F r ancia si estendeva al sud fino al crinale <lei Pirenei, cd acquistava al nord una rete d i eccellen ti fortezze, tutta la sua posizione si veniva cambiando, perchè da d ifensiva, che era p rima di fronte alla Spagna, d iveniva aggressiva; il che le dava modo di premere tanto colle armi quanto colla pol itica , così sui J?aesi Bassi, come sulla Germania settentrionale.

Il porto del Pi reo oell'antichità Zea; 2 _, Afrod i,.~io; 3 1 K antaros; 4, l\lluniéhia porto; 5, Falera porto; 6, Ectionca; 7 1 Muri lunghi; a , a, J\IJoli; b, Mw_1ichia città; e, Falero vilJaggio t,

.·lrmata dei Pi,·e11ei. Armata repu bblicana fra11cese, costituita i l 1° o ttobre 1792; durò fino al 30 aprile 1793 ed ebbe per zona d 'azione la costa med;terranea <lai Rodano ai Pirenei, e la costa Atlant ica dalla Gironda ai Pirenei . Fu com andata dal gen . Servan ed ebbe effettivi di 35-45.000 u . li 30 apr ile ven nt: div isa ne lle due a rmate seguenti:

I

Armau, dà Pirenei o,·ientali . Costituita il 30 aprile Li93 e durata fino al 12 ottobre 1795. Ebbe per comandanti i generali: Cham ron, F lers, P uget , Daoust , Dagobert, Turreau , Doppet, Dugommicr, Pérignon , Schérer, Lamer. I suoi elfeuivi variarono da 16.000 a ,;o.ooo u . l fatti d'ar me più importanti sostenuti da essa fu rono quelli del Boulcu e d ella Montagna Nera. Armata dei Pirene, occidenta/t. çostituit;, il 30 aprile 1793 e durata fino al 12 ottobre 1795. Ebbe per comandauti i g eneral i: Servan, Labourdonnayc, Ddbhec, Desprez. , Muller, Moncey . 1 suoi effettiv i variarono d~ 2 4 . 0 00 a 90 .ouo u. L'.armata avanzò nel 1794 fino a Pamplona . P ireo. Città marittima della Grecia, nd golfo d i Egina . a 7 Km. da Atene (V.) <li cu i,, fino dall'antichità, fu il porto, ed alla quale era unita mediante mura . L 'an tico porto fu cost ruito nel V sec. a. C ., nelle tre pe n isole di Kantaros, Aktc e Munich ia, per opera d i Temistocle, il quale le racchiuse in una sola cinta di m u ra, interrotta soltanto dall 'Im boccatura dei bacini. Nel porto d el P irco, detto cli Kantaros, vennero creati arsenali, cant ieri di costruzion i, magazzini; e fu il porto militare; su ll'Akte erano state costruite <luc torri provviste d i macch ine da guerra, per la d ifesa dell 'e n trat a d el porto, e altre due sulla p unta opposta. I porti d i Zea e di Mun ich ia, pure protetti ùa rorri, er~no prevale ntemente in ercan tili. Le n1ura di Conone, costruite in p ie tra, formavano un ramparo fiancheg-

giato esterio;mentc da torrioni quadrati, d istat)ti 50-60 m, l 'una da ll 'altro. Il muro d i T e mistocle tagliava la penisola trasversalmente d a N.-O. a S .-O. seguendo la cresta dei monti . Nel 262 il gen . g reco Dc., ippo vinse al P. i Got i c he si e rano spinti fino nel cuore <lella Grecia . Duran te la guerra Mondiale, dal la R. N . « Libia », stazionante con navi alleate nel le acque d el P .• il 1° d icembre 1916 sbarcava una cp. d i ma rin ai ita liani che an<l&va ad occupare la Scuola Archeologica di !\te ne e una caser ma

truppe alleate, fo,o a formare una divis. di 35.000 u. tolti <lalla fron te di Macedonia, d i cui l_)rese il comando jl gen. Régna ult .

P irgi. Città pelasgica sul litorale romano del Tirreno, tra Civitavecchia e F iumicino . Sorgeva intorno al castello attuale di Santa Severa, frazione d i Civitavecchia. Del primo periodo d ella storia d i P. si ignora qualsiasi particolare e se ne cominciano ad avere notizie dal giorno j11 cui gli abitanti, avendo abbandonato jJ porto, questo fu occupato dagli Etruschi di Cere. P . divenne, sotto i Ccrctani, ricca e potcnlc, e, quando i Galli tentarono <l 'invadere Roma, mosse i□ suo aiuto; la città liberata dai bar-

bari, k serbò con Ja sua an1icizia lunga gratitudine; nel a. C. P. divenne colonia rom ana, raggiungendo i l suo massimo splend ore sotto J'impero. Poi com inciò a decadere e nel V sec. era comple tamente a bbandonata. P resentemente una riviera a scogli protegge dalle onde l'ampio castello dalle torri merlate, che con la sua larga cinta d i mura racch iude un piccolo gruppo di case . 190

Piria (Ratfaele). Professore d i chimica, n . a Palmi, m . a Napoli (18r4- 1865). Combattè a Curta,one con g li stude nti d i Pisa; ne: 1856 fu nominato professore all 'Università di Torino ; cacciati i Borbon i fu ministro della Pubblica Istruzione a Napoli ; nel 186z fu nominato senatore. Pirmasens. Città della German ia, nel Palatinato renano bavarese . Combattimento di Pirm,uens (1703). Appartiene alle g uerre della Rivoluzione francese. L'armata francese d ella Mosella d iresse 1 2.000 u , (gcn . Giovanni Moreaux) il 14 settembre su P., occupata da un g rosso corpo prussia no agl i ordini del duca d i Bnmswick, il quale era sistemato fortemente sul le col line d a vanti alla città, con numerosa artiglier ia . l e truppe francesi sboccarono da Fahrbach d irettamente per la st rada verso P. sch ierando subito le a rtiglierie (una quarantina d i pezzi) contro cavalleria prus-

siana, che, con alcuni cannoni, era a g uardia dello sbocco . Questa cavalleria fu costretta a sloggiare e a ritirarsi a l'. I

Francesi portaro n& avanti parte dei

lo ro

pezzi, ma,


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Prn

quando le loro colonne tentarono di avanzare, vennero fulmi nate da imponente schic rnmcnto d 'artiglieria nemico, e arrestate. Il comandante giudicò impossibile l'assalto, e decise di ripiegare, ma j commi,sari ciel popolo non acconsentirono, e lo costrinsero ad agire. Allora egli fece piegare a dr. le truppe, d1v1>c in tre colonne. per attaccare />. d i fianco. li terreno accidentato. a burroni scendenti su l Rlumcnchal, rallentò il moYimcnto, e le colonne vennero

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P 1R

fcldmarcsc . austriaco Browne era parti to da Praga con 33.000 uolllin i per socco.-rcrc i Sasson i, cd jJ re, con 30.000 Prussiani, lasciate le altre forzè a mantenere il blocco, marciò per la sr . dell'Elba contro il Browne, lo incontrò il 1<> ot• tobre e lo battè a Lobositz, tornando poscia a P. Il maresciallo decise di fare u11 alt ro tentat ivo JJcr rom pere il blocco, e con un corpo leggero di 8ooo u. si pose in marcia, ma le strade orribili e le piogge insistenti lo ritarclarono e dettero tempo ai Pru:.s iani di opporglisi, sicchè il 14 onobrc si ritirò. Dal canto loro i Sassoni erano pas.:lli il giorno 13 otto bre sulla dr. dell 'E lba· per dare la mano a Browne. ma !e alture erano in mano dei Prus;iani cd essi sì trov:,rono stretti cont ro il fi ume, 110n potendo più tornare nel campo di P., ove già i nemici erano entrati dalla riva sr. ll 15 deposero perciò le armi ; tali truppe furono incorporate a forza nell'esercito di Federico, dal quale disertarono però nella massima parte.

Piro. Selrn della regione carsica, a nord e a nord-<:st del mome Re, e a sud-est t iella selva d i T arnova. Vi sorse un po,to fortificalo romano, con castello del quale l'inci Mone d!i una ricostruzione approssimativa, in posizione di ::barramcnto di 0110 dei passaggi della regione. Vi passal'a la strada che da Ai<lussina conduceva a Planina.

Combnttim•nto di Pim125ens (1793) (Bianchi i Prussiani ; rigati i F rnncc~i): A, prima posi1.ione. dei prussinni; il, cnvalle ria; a, n e b, b, lo ro nrtiglit:1'ic; e. e, oltre ftrti• glieric prussiane e lruppc; / , f. arti~lieric francesi; g. g , artiglierie leggere prussiane in avanguardia; h, h1 arriglieric francesi Porlate a vanti ; e e e d d, conversione di ani1;:licrie pn1s1:iiancj C, seconda posi;:ione fr:mcese

prese sotto il fuoco di artig lierie nem iche, le quali al'c,•ano fatto un'opportuna co,wer,ionc a sinisLra. Contcmporancamen lc alcuni bgl. prussiani si schieravano sulle alture. e altre artiglierie fulmina,·ano I Francesi sulla loro dr.: le loro colonne, dcci ,uaLe e scompigliate d al cannone, (urano impossibilitate ad agire. e si ritirarono clisordinaLamente, inseguile dalla cavallcna avversaria. La battaglia, decisa dall'.inig licria prussiana. costò ai Francesi 4000 u. fra morti (criti e prigionieri, e 22 cannoni. Lie\'is,ime furono le perd ite dei Prussiani .

P irn;i., Ciuà della Germania, in Sassom,t, sull'Elba. Gli Svedesi la occuparono nel 1639.

Assedio del campo di /'mia (1756). Appartiene alla guerra dei Sclte Anni . Pederico 11, vista inevitabile la guerra. volle prendere 1"111iziat1va prima che i suoi nemici avc,scro lCnn inato i prepa rat ivi g uerreschi, e decise di gettarsi sul nemico più ,·,cino (i Sassoni) ed annientarlo avanti che fosse soccorso d agli altri; quindi impadron irsi della Sassonia. cbc gli era indispensabile per la diCcsa e gli otTri,·a una buona base offensiva contro gli Austriaci in 13ocmia . Essendosi i Sassoni concentrati nel campo fortificato di P., il re aYan1,ò con tre colonne e ,·e !i hloccb. Intanto il

l II cnsteJlo nl valico d.i f>iro (ricostruzione, dal l3arbnrich) Pirogoff (Nicolf/). Ch irurgo militare russo ( 1810-1881). Partecipò alla campagna del Caucaso ( 18d7). alla guerra di Crimea, dove fu per q mesi nelle trincee di Sebastopoli, e a quel la Russo-turca (1877-78). l n11 odussc le infermiere volontarie per l 'assistenza ai maiali e ai feriti . .\pplicl, per 11 primo le fasciature inge,sa1e nel le fratture esposte. Pubbl icò un trattato di chirurgia dì gucrr~ nel 1864, suggerendo l'impianto di ospedali di isol:uncnto . R imase cdrbre una sua definizione : • La guerra non è che un'epidemia traumaLic.a » . P irot. Città della Jugoslavia, sulla sr. della ;o-;ishava, :ii piedi del monte Sarlak , coronato da un anc. castello. I. Combat1ime1110 di l'irot. Appartiene alla guerra Serboturca del .1 87i-78. Dopo la presa di Ak-Pa lanb (24 dicembre li78) per parte del corpo serbo del Tìmok (col. I lorvalol'ic) i T urchi si ritirarono a I'. l'crso la quale città rnos• scro i Serbi. Vinte resistenze turche il 26 a ~ichor e a Sopot e il 27 a Suvodal e a Stanician i, vill:1ggì messi in stato difensivo e che copril'ano le vie di accesso alla città, il giorno 28 alle ore 11 j Serbi (corpi della Sciumadia e di Timok) entrarono in /'. che nel la notte, Latta saltare la polveriera della cittadella, i Turchi a,·c,·ano ,g-ombrato, di1·igcudosi prccipitosamenlc in dirciionc di Sofia. li comando serbo diede subito gli ordini per inseguire il nemico e per impadronirsi delle posizioni che comandano le slrade. Stando


PIR

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.PIR

ai dati forniti dai Serbi, a,·e\'ano difeso P. 12 o 13 bgl. turchi con 6-8 pez1,i, quasi tutti soldati de ll'Anatolia. Le perdite dei Serbi dal 24 al 28 e rano state di 1 10 morti e s83 feriti, e maggiori quelle dei Turchi, a g iud icare dai morti abbandonati sul campo d i battaglia e sulle strade. Il bottino fatto dai Serbi ammontò a 28 pezzi di vario calibro e all"incirca a 1500 fucili, 1800 casse d i munizioni d i vario genere, molti oggetti di vestiario e d i cquipag-

alla baionetta. Le perd ite nei due giorni di battaglia fu. rono le più sanguinose d i tutta la campagna: per 1·armata della Nishava ammontarono a 1500 uomini, esclusi i disertori e i dispersi, in ispecie tra le truppe di 2° bando; per i Bulgari a 1200 . Il servizio sanitario, çome in tutta la campagna, sì mosti-ò defìcie-□te e v i supplì l'opera della Croce Rossa, in ispecie d i quella italiana.

_giamcnto, grande quantità <li viveri, 200 prigionieri e un

Ili. Armi.,1ù:io di Piro! (21 dicctnhrc 1885). Sospcnc.lc le ostilità nella guerra Serbo-bulgara. I delegati erano presieduti dal colonnello italiano Alberto Cerruti, poi che eraoo stati dai belliger anti accettati i buoni uffici dell'Italia e d i altre Pote117.e . Si convenne la sospensione d 'a rm i, con termine al 1 0 ,narzo 1886, nl lo scopo d i adrl ivcnirc alla conclusione della pace nel frattempo . I due eserciti dovevano rientrare nei propr i confini, neutralizzati dalle ùue parti per 3 Km. d i profondità . All'arm ist izio di P . seguì la pace di Bucal'est (10 febbraio 1886) .

-0spcdale con 200 feriti à l ammalati. Il. Battaglia di l'irot ( 1885). Appartiene alla guerra Serbo•bulgara. Estenuati dalle tre g iorn at-:: d i batt aglia a Slivnitza ·i Bulgari non ripresero l 'azione controifcnsiva che il giorno .22 novembre, e, dopo un combattimento alla stretta di Dragoman e una lotta sanguinosa sulle alture di -Zaribrod, entrarono in territorio serbo, d irigendosi su P. do\'e 1'armata serba <lclla Nisha,·a, a rrest ata la p rop ria ritirata, .stava schierata co11 25.000 combatten ti è 96 pezzi a cava~iere della piccola città (già bulgara), con una fronte a

Pirot nel rSS5

.foggia di

vasto sem icerchio,

avente la convessità

vc:·.so

mezzodì. Contro di essi av;inzarono, C0Jl\'~rgc.ndo su più colonne attraverso i monti , 35 .000 Bulgarl•rumcliotl con 72 pezzi 1 seguiti ad una n1arcia e inczza da altri 8 .000. li giorno 25 e nelle ore antimeridiane del 26 non e bbero 1uogo che piccol i scont ri, specialmente sulla sr . dei Bu lga r.i (colonna Popoff), ma nel pomerigg io del 26 nma la .linea bulgara riprese la marcia offensiva contro I',1nnau <!ella Nishava, attaccandola su p iù p unti, ma specialmente .al cen tro . A notte iatta , e dppo il cannoneggiamento di 40 pezzi, i Bulgari irruppero nelle vie di P. dove si ac.cese fe roce la lotta, resa più micidiale da uoa potente m ina con la quale i Serbi fecero saltare il vecch io castello d i $arlak col copioso materiale di g ue rra ivi raccolto. Dopo le ore 21 i Bulgari abbandonarono la città, dispone ndosi a r ioccuparla saldamente nelle p rime ore del mattino successivo . Verso quell"ora, fuori del la citt,ì, il cap. Popoff ten tò, contro il fianco dr. dell'a vversario, un audace e sanguinoso -colpo di mano che diede nelle man i dei Bulgari u no <lei <:apisal<li del nemico. Dopo un fiacco r itorno offensivo, alle ·<Jre una del 28 i Serbi erano in rit irata su tutto i I fronte . Mentre nelle azioni di Slivnitza il maggior sviluppo <lcli 'azione crasi accentuato sulle ali della linea , a /-'. invece i Bulgari trascurarono le al i per addensare la batt aglia sul centro, r impetto alla città. Anche in queste giornate il fuoco di focileria si mostrò inefficace, malgrado il ,grande consun10 d i munizioni, e le azioni n:nncro r isolte

P irotecnia. È l'arte d i allestil'e i cosiddetti fuochi artificiali, i quali sono costitu it i da miscele piriche, opportunamente dosate da speciali sali per le diverse colorazioni, e acconciate in modo da ottenere degli effetti luminosi o di scoppio. Una delle materie p,-ime più usate in P. è la po lvere nera, sia come carica d i lancio sia mescolata ad altre materie. I l'irotccnici (o Sezioni di) sono stabil imenti militari in cui si allestiscono innesch i per bussoli di ca!l · no ne, innesch i per spolette, cilindretti <li polve,-e nera per shrapnels, ecc . lo tali stabil imenti inol1re si fabbricano le cartucce per anni portati li. P irozzi (Nicola). Generale . n. a Napol i nel 1856. Sottot. di csvallcria nel 1876, du ran te i moti <li Milano del 1898 mt'l'itò la mcd . d i bronzo . Colonnello Piro,.zi N icola ucl 1903, coman<lò i cavalleggeri d i Vicen?.a . Magg. generale nel 1909 comandò la 3•, la e la r• br igala (1912) di cavalleria. Ten. generale nel 1914, con la 1" entrò in guerra contro l'Austria. Jn P. A. nel 19r7, nel 1923 assunse il grado d i generale <l, divis. nella riserva .

s~

Pirro. Re d ell'Epiro (319a. C.). Conquistò parte dell a Macedon ia ; poi si alleò con T a ra11to, venne in Ital ia e co1nbattè contro i Romani; li vinse a Eraclea (280) e ad Ascoli (279), ma ne fu sconfitto presso .Benevento (275) . Tornato in patria , guerreggiò ancora in Macedonia. Attaccò Sparta ma ne fu respinto, e infine Argo, dove fu ucciso. 272

Guerra

di

Pirro

contro

Roma (280-272 a. C.). Nel 280 a . C. Pirro sbarcò a Taranto con 25 .000 arn1atì e con

Statua di Pirro 9


1 PIR

-

~o e lefanti, accog liendo I'i nvilO della ciltà, i;he si veclc,·a m inacciata dal le Iciioni romane. Roma free. subito energici preparativi , allo scopo d i preclude re al re d ell' Epiro 13 via dc! Sannio . Quauro legioni al comando dd console Publo Lcvi nio ,;, assero inconlro ·a) re, che si ,era posto sul basso Agri per coprire Eraclea, im!,0W11lte colonia tara11 tina . Ivi fu com6aULlla Una importante battaglia, che scgnt, specialmen te per l'jntervento degl i elefanti, una prima swn !Ìtta roman a. li console raccolse i presid'ì lucani e si ritra~~e in Pug lia. Lucani , l3ruzii, Sanniti, e qua~i tutte le ci lll, grech e del litorale, si un irono al re clell 'Epiro. Egli , clic aveva subìto forti perd ite , offrl la pace , ma il Sena to respin se ogni p roposta, accogliendo il consigl io di Appio Claudio d i non trattare con lo straniero fi.nchè questi fo:,sc in I talia . Pirro allora . entrò nella Campani a e marcii, su R0 n1a. I R on1ani ne seguirono il movin·!ento attraverso il Sannio, riuscendo a rc11-der va11i i ten tativi di conqu ista di Naroli e Capua. Tunav ia Pirro riuscì a portarsi fin sotto J\nHgni, dove gl i si fece incontro Cneo Domizio Calvi110 con le legioni d i riserva . Pirro, sorpreso da ll ' inerzia delle ci ttà latine , fra le qual! aveva ritenuto di poter suscitare un mov imento antiromano, dovette ~)tirarsi in Carnpania. [I rimanente dell'anno 280 lrascorse i11 piccole mosse, per la ricerca d i occasioni favorevoli per un ·az.ione risoJutiva , rna l' inverno sospinse gli avversarj verso i quartieri d'in.\"erno : Pirro in Lucania e a Tf! ranto; Romani nel

130111:.H'ln si apµressavcl :'.\ Taranto cd i Cartaginesi si apprestavano ad e ntra re nel porto con la flotta , la ç,ittà si <lette al console Lucio Papirio . La lo tta e bbe così tinc, e i po poli dell ' Italia meridionale, che avevano dato man forte al re dell'Epiro, si SO(tomisero a Ro ma.

!'in-o Egidio.. Generale, n . nel 1859, rn . a, Roma nel ")3 2Sottol. del genio n el 1878, raggiu nse il g rado di colonnello nel t9TT . Fu capo ufficio all'ispettorato del gc11io e poi partecipò alJa guerra conLro 1' Austria . Magg . generale r.d 1916, coma nel,, il genio <lcl 12° C. d 'i\. Nel r 923 ebbe il grado d i generale di d ivis . ù1 P. A . S . e ne l 19 28 passò nella riscrv.i.

Piceno. Nel 279

due avversari si mossero d i J1uovo inco ntro

Pirro Egidio

Pirzio Bi.roli Luigi

e vennero a co ntatto ad Ascoli Satriano. Pfrro conseguì una secon da. vittoria, che però non fu risolutiva. {ntanto Siracusa aveva _ch iesto aiuto al re dell'Epirn, ed egli, per togl iersi d a una si tuazione politica e strategica non certo fayorevok·, n1osse in soccorso della città, (orse sognando la fondazione d i un impero d 'occidente. Questo nuovo avven imento pose i Cartaginesi a fianco dei Rornan i nell a campagna, iniziata nell 'a nno 278 a . C . con J"assed io di Siracusa. Pi rro, pur a vendo ottenuto duran te la marcia attraverso l' Italia n1crid ionale notevoli successi sui Rumao i, non riuscì a portare un effetti\/o :;occorso alla città sicula, cosicchè, per togliere d i m ezzo un ostacolo, offrì nuovamen te pace a Roma. li Senato rifiutò ancora. Pirro <ieci,e al lora d i lascia re la penisola italiana, tene ndo per sè solamente 'l'aranto e Locri, e malgr:ldO il predominio marittimo di Cartagine, ri uscì a sbarcare _in Sicilia. I Romani, nel frattempo, provvidero a riassoggettare le popolazio ni alleate , li Pi rro. l Cartaginesi invece, <li fronte alla vinoriosa avanzata di Pirro. furono costrett i a rifug iarsi nella pa rte occìde n tale d ell'isola. Ben p resto pe rò il governo ferocement/ d ispotico d el re <iell'Epiro gl i alienò il favore d elle ci ttà greche, che aiutarono la riscossa dei Cartaginesi. Per quanto ancora vittorioso, tuttavia Pirro sen tì l'inst abilità ,ldla sua posizione in Sic:ilia e , dopo u n insuccesso della Rotta e pirota, decise il ritorno nella Pcnisol; . Sbarcato presso Reggio, marciò lungo la costa fino a Ta ranto, ove giun se ne-I 276 a. C . Nel la primavera dell'anno ~L1ccessivo egli mosse ::1ncora ton [ro le legioni ramane del Sann io, per ba tterle prima che si potessero riu. nirc con altre forze, altrove d islocate . Poco lu n g i d a Bcncvcmo, fu com battuta un 'asp ra battaglia, che segnò finalmente la vittoria dei R oma ni , guidat i clal copsole Cui-io Den tato . Pirro, -disperando ormai <l i conseguire un defin i~ rivo successo su Roma , lasciò un presid io a Taranto e ritor nò i n Grecia. N egli anni successiv i Roma fu occupata a combattere il briga ntaggio nel Sann io, in Lucania e nel Burzio, conseguen za dell ' inte rvento delle armi epirotc in Italia, Finalmente, nel 2j2 a. C . , mentre un'esercito ro-

Pirzio Birol i (Luigi). Gcn~ale, n. a N izza Mar ittima nel 1859. Sottot. d i fanteria nel r 878, partecipò a lle campagne in E ritrea del 1889 e 1890. Colonnello nçl 1911, ~omandò il 3:z<> fanteria e poi il 35°, col quale nel 19 1 2 e 1913 fu in Libia, meritando d ue rnecl . di bronzo : u na ad 1-:tta ng i e una a Sidi Garbàa . Rimpatriato, comandò la Scunla magistrale d i ~cherma e di t:ducazione fisica . Magg . generale comandante la brigata Grana tieri di Sardegna nel 1915. entrò con essa ju gue rra contro l' Austrja : meritò ullf! tcr.la med. di bronzo ed una d'argento sul Carso, ove rimase feriro . Ten. gc11erale nel 1916, comandò successivamente la r9', la 65", la 59• e la 15• divis., quest'ultima sul G rappa, venendo insig nito d ella c roce d a cav. d cl1'0 . M. S . Dopo la guerra comandò la d ivis . mii. di Padova e poi and ò iu P. A. S . N el 1928 passò nella riserva. l'irzio Biro/i Alessandro. Generale, n. a Cnmpohasso nel 1877. Sottot. d ei bersaglieri nel 1895 , [rcquen tò !lOi la Scuola di gue rra . P a rtecipò alle campagne libiche d el 191319 14 ed a tutta la g uerra contro l 'Austria . Capo d i S . M . del la 35a divis. fu insigniw dell a croce da cav . ddl 'O. 1vf. S. Colonnello nel 1917, comandò 1'8'' bersaglieri. Brigadiere· gcucralc per mcrilO d i g uerra nel 19 18 coma!H.lb la 7a brigata be1·saglie ri e g uadagnò una med . di brcnrzo . Do po la guerra fu addetto all a missione italiana all' Ecuador. Gcncrnlc d i d ivis. nel 1928, / 0 ispettore del le t ruppe cele ri e nel 1932 assunse il comand o , ld la d ivis . mii. d i Udine . Nel 1933 fu promosso generale d i C . d 'A . e po,to a d isposizione . 1

Pisa. Città della Toscana, capol. di provincia . È ig nota la sua orig-inc, ma pare sia stata fondata dai Greci , abitata dai Pelasgi e quind i passata agl i Etrusch i . I suoi a bitanti (urono in continua lotta con i Liguri loro viòn i, e costitu irono una delle p rincipali potenze marittime lra g li Elruschi, accoppiando· al commercio la pirateria. Non si conosce l 'epoca in cui P. divenne una dipendenza di Roma; ma la prin1a menz ione storica rlel suo nome la


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trovia mo nel 225 a. C. quando il rnnsole C . Atti lio Rcgol" vi sbarcò co11 due legioni dalla Sardegna, ass:ilì e sconfisse poco app resso i Galli p resso Talamone. In quel tempo /'. era già alleata dei Roman i; il suo pan o era assai frequentato e da esso partivano le squadre e gli eserc iti romani Jjretti alla Gallia, alla Spagna o d alla Liguria. E di là il console P. Scipione sciolse le vele per Nfarsig lia allo scoppio della seconda guerra Punica , nd 218 a. C., e là toi·nò quando apprese che Ann ibale aveva va rcato le Alpi. Le lunghe guerre · de i Romani · coi Liguri accrebbe ro grandemente Stemma di P isa J·1mportan,:a d i l'., che d ivenne la cinà di fron tie ra della potenza romana ed il Q. G. dei suoi comandanti. Ma l'. dovette anche subìre le conseguenze di questa sua posizione militare . N el 193 a . C . fu assalita improvvisamente d a 40.000 Liguri, i quali in parecch ie altre occasioni ue devastarono il territorio . Nel 18o a. C . si stabilì in r. una co loni.'.l romana ecl una seconda ve ne portò l' imperatore Augusto, d ivenendo in bre1•c fioren tissima . Col cadere dell ' impero romano, cadde a nc he

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miche . Nel 1243 più aspra sì riaccese la guerra d i devastazione cominciata con la d isfatta dei Genovesi alla Mcloria, si chiuse nel 1284, alla seconda b.attaglia <lclla Meloria con una luminosa vittoria dei Genovesi, alla quale tenne dietro la g rad uale rovina del Comune di Pisa, insid iato nei suoi possedimenti colon iali da Genova e da Venezia e per te rra da F irenze . Quando la pace (u stipu lata, nd 1287, P. aveva Ctssato di essere una potenza. n1arinarcsca <: gli Aragont·sl poterono conquistare rapidamen te c (acilmcnte la Sardegna. La fi ne d ella Rep ubblica pisana fu lamentevole; assa lita dai Guelfi toscani, fu successiva. me nte pad roneggiata da Uguccione della Faggiuola, dai Ghcrard esch i, dai Gambacorti, da Lodovico il. Bavaro, d ag li Appiani; fu in lotta continua con1ro i Fiore n tini che tas.scdiarono nel 1400, !)Oi d i nuovo, rn:1 inu tiln1ente nel 1499, finchè la ebbero per fame ne l r509 e da allora seguì le .<orti d i Firenze. Una delle p rime operazioni eseguire dai Fiorentini , aJJpena entrati in Pisa, iu quella <li provvedere alle fortificazioni, incarican done Giuliano da Sanga llo . Nd 1543 Cosimo 1 rialzò l 'Università abbandonata assegnandole nuoYc rendite, e stabilì inoltre in P. nel 1_56r, la rcsideflza ,

la potenza pisana) ma ciò nonostante seppe lottare e resistere contro i Goti ed i Longobardi , che vi si stab iliro no in g rande numero . Con la venuta d i Carlo 1-fagno, riacqu istata la sua ind ipend enza, rifiorì n ,pid amente e d ivenne repubblica marjnara ricca e poc.enre 1 con1inciando subite una lotta s pie tata con tro i pirati saraceni d 'Africa e d i Spagna. Nel 1 004. Musetto, emiro maomettallo d ella Sardegna, aggredì P. ma \'Cnne respinto; l'anno seguen te il cor~aro ri-

tentò l'i mpresa. cd avvici nar.osi improvviso alla città, riu ~ sciva a penetr.1rvi nouctcm!'o ed ap piccare il fuoco ad ~lcuni quartieri . I cittadini, d ato l'a l:arnle, ricacciarono gJi assalito ri. La Repubblica d ecise allora l'occupazione della Sardegna , e, alleatasi con Genova , ne scacciava i Saraccui t ra il 1012 e il 1020. Nel ro30 il Comune poti: ar mare una Rotta d i 50 galee sottili e 10 ba,tarde e ne affi<lò il comand o a Lamberto Orlandi, il quale andò a saccheggiare Bon a e Ustica . Nel 1072, i Pisani dd conte Giovann i Orlandi si trova no con Ro berto G uiscar<lo alla espugnazioue d i Palermo; furono le navi dell 'Orla11di che spezzarono le ca tene sbarrami l'entrata de l porto, mentre G iorgio Antiocheno, ammiraglio di Ruggero il Norman no, irrompeva nel la città, espugnando il ponte che ancor oggi ch iamasi dell"Amm iraglio. Nd 1087 i P isani sono ad Afrodisio e n el t 114 alle Baleari. (.)ua khe anno <lopo , nel Il48, i l'i s~ni insieme ai Genovesi ed ai Cara iani sono all ·c.spugnaz ione d i Almeria . Spenta la rivale Amalfi e stipulata u na l regua con Genova, con la qu ale, già alleata nella con quista della Sardeg na e della Corsica e ra Doi venuta a contesa per la spartizione d el bottino, P. g ig~nteggia nella p rima Crocia ta. 1 2 0 galee pisane, capitanate dall 'arcive scovo Da imberto, partecipano con le ge novesi al la espugnazione d ei luoghi fortificat i della costa d i Soria . Ma quivi gli attriti con Genova si riacce:-;cro~ ed il contatto con Ve~ nezia generò fra i d ue Comuni un·aspra gelosia . P. fondò çolonie nel Mar Nero ed aucbe Genova ne fondò; l'. ebbe qua rtie ri St1Cciali nelle città siriache e :1nche Venezia ne pretese . Inta1vo la r icchezza d i l' . eccitava la cupidigia e l 'inviùia <lei F iorentini, che le suscitarono contro Ge, nova e Venezia . 1\1e nacque Ja guerra tra Genova e /'. <lurata dal n 19 a l u32 per il dominio della Corsica; , una nuova contesa sorse fra le due ri vai.i nei r193; troncata per la in lerposizione d el pontefice; ma ormai le due repubbliche erano d iventate i rreconciliabilmente ne-

Pisa nel secolo XV

il nol'iziato e la chiesa del nuovo Ordine cavalleresco <li Santo Stef,mo . 1\ncl1e i Medici successivi, e d opo d i essi i Lorenesi, si resero in un modo o nell'altro beneme riti di l'. Per la stori a del Risorgimento italiano è. memorabile la pa rtecipazione alla cam!'agna dd 1848 ciel bart;aglione 11ni1·crsitario, che guidato d ai professori dcli ' Ateneo, si battè con tanro palrio ttismo con rro gli Austriaci a Curtatone e Montan a ra . Ne ll'ordinamento d ell 'Esercito del -! novembre 1868 /'. fu d esignata come sede del " Gran Coma'1d o delle truppe attive d el la Media ltalia », comprendente □ella sua g iurisd izione : la Toscana, l 'Umbria e Bologna. In seguito questo Coma11do superio re fu chiamato « Gran Comando del 1 ,~ Corpo d'Esercito )) e gli venne assegnato un gruppo di <..iivi5, che furono dislintc con i numeri di 1", 2a, 3a, 4"' e 5~. Ne l 1871 ta.le Gran Com ando venne trasportato a Milano . Jn /'. ha sede il 10,0 distreno militare.

La fonezz ,1 di Pisa. Fu eretta dai Fiorentiui tra i l 1509 e il J 5 1 2 . Ne fu ingegnere G iulia no da Sangallo, il quale in uno dei disegni <lei. suo taccuino ne lasciò il progetto, eh <:, per altro, nel l'esecuzione fu moz:tato e g uasto . Della testa d i ponte sulla r iv.t <lr . d ell'Arno, che, secondo il progetto d i Giuliano , doveva essere m,mit:i cli t re baluardi, non esiste veruna tracci~, perchè non venne, :i quan w pare, g iammaj e.;;eguita . Esistono tutto r:t i lati costituenti


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il triangolo <leuo da Giuliano " Cittadella d i Pisa >, fr,~ , b Nuova », in CO!llrapposto alla prctsistcntc che si trovava a ponemc de lla città, mentre le nuove fortificazioni ,i crc"ero a levante <le!la ciuiì stessa a mome -dcll"/\rno. Le mura dell'accen nata parte della nuova ciuadella sono tuuora rnlidc. ben conservate e percorribili nella parte superiore a cido scoperto, fra due bassi parapetti latera li. Il lato lungo del triangolo ba inoltre .una galleria souopo<td. coperta e fiancheggiata da pi!astri sosicncnti aperture arcuate, mentre il lato corto ha una galleria pure coperta, ma fiancheggiata soltanto da qualche rara apertura o fincitra verso l 'interno. La pruna gal leria (u probabilmente modificata in tclllpo posteriore ali 'e rezione orig inaria clcila for, czza. . allorchè, cessando di ~crvire a que\t 'uso, diventò

proprietà privata.

li porto di Pisa (Porto Pwmo). Seno <li mare interrato nel luogo attua lmente occupato dalla Paludctrn d i Livorno, tra la Fonte d i Sa nto Stefano ai Lupi. la foce del Calam brone e la Fortezza Vecchia di Li,·oroo, fuori della Barriera fiorentina a un miglio a maesrro di Lh·oroo. Nei tempi antichi, qu:rndo il P. era nella sua piena efficienza, i! lido si trovava assai pi1t d ista nte dal limite attuak .

La cittadclln d i Pisa ne l progetto del Snngallo

li />. /'. comprcndc\'a due por!, principali: il porto per le na, t da guerra e quello per k na,·i da tr~sporto. Ambcdu~ cr:1no protetti dn torri , e due ~e ne conscn•;.1 110 ancora,

una de lle qua li, la Magnate, molto ant ica. 11 porto era chiuso all'imboccatura da una catena posta (r~ le due torri, la :-..f agna, dove ri,iedeva il com:indante, e Formice o Formi,a. Dopo la di,fatta della Meloria, /'. fabbricò altre quatuo torri illlo rno al suo porto; queste torri avevano larghi basamen ti a g uisa di fo rtilizi e furono rifatte pii, volte. in tutto od in pane. Nell'arsenale si co,truivano na, i di ogni genere. da guerr;o e da tra,porto. Anche quando. sul finire Jcl medio e,o, il P. P. appartenne alla Repubblica fiorentina, vi , i ccmtinuò la co,cruzione di navi da guerra. Poi tlcca, lde e ro vi nò per sempre, c<l ora non rimangono che clue to rri semi .interrate. Ne1 1307 il /' P. fu assalito da Giacomo d'Aragona con una forte flotla, e devastato con J'affon<la111en10 delle na,·i pisane che v i cr~rno ancorate.

I. /Jallaglia di Pisa ( 192 a. C.). Appanicnc all a solle,·azione gallica, svoltasi fra la seconda guerra Punica e la seconda Macedonica, e fu combanura e ,•intJ nel territorio pisano dal proconsole Quinto Minucio ,onrro i Ligllri, i quali si rifugiarono nel loro campo. Questo fu sino a none assal ito e difeso con grande contrasto. Nella notte i Liguri celatamente ,i dileguarono. e i Romani ne occuparono gli alloggiamenti sul far del giorno.

132 Il. Assedio di l'ifa ( 132i)· Appartiene alla calata di Loduvico il Bavaro in Italin. I Pisani. ; po,sati per la guerra

della Sardq;na, avevano incaricato g li ambasciatori

111.111 ...

dati al parlamento di Trento, perchè invc.:c di invitare l'imperatore a recarsi nella loro ciHà, gli offrissero 6o.ooo fiorini cornc prezzo della loro nemralit,, cd indipendenza. Quindi, per non essere t r.tditi, come il Visconti d i Mi1:too, da i T ede.chi che tenevano al loro ,oldo, l i privarono dei loro cavalli e delle armi . All 'a,·vicinarsi dell'imperatore. mandarono a R ipafraua tre nuo\'i amblsciatori. C;mruccio Castracane, d>c nutriva sempre la spcr:m1,a di impadrontrs, cl, P. cònsigliè, Lodovico a non ricever li, c. mentre tJUCsti tornav:,no a P., li fece sorprendere al pas,'1ggio del Serch io e li tenne come ostaggio. Lodovico si prc,entò alle pone della città, e la Signoria le fece subito $errare, ricu,ando di riceverlo. Iniziò egli allora J'asscclio, accampando sulla ,r. del l'Arno. Castruccio occupò la riv,1 dr. e due po nti di barche furono costruiti per unire i d l1c camp i. Intanto varie schiere d i cavalleria erano mandate a correre le campagne. La Signoria venne a tro,·arsi in una condizione assai chfficilc. Dopo un mese di assedio, quando Lodo,·ico cominciava a disperare d i prendere la ci11à con la forza, la Signoria fu costretta a domandare la pace clallc grida della plebaglia. Le cond i,ioni accord:tlc da Lodovico ai Pi,ani furono onore\'oli: promise che nè: Castruccio, nè gli esiliati sarebbero entrati in ci11à, eh ·egli stesso non farebbe nessun cambiamemo di governo e che si contentava Jcll a contribu?.ionc dei 6o.ooo 11orini già offertigli. A tali condizioni, e dopo aver mc.si in libertà gl i ambasciatori tenuti in ostaggio da Castruccio, il lO otcobre 1327 entrò in città facendo osservare da, suoi la più sc,·era disciplina . Ma que i medesimi cittadin, che avevano costretto la Si gnoria a fare la pace. volendo rovesciare il govc m o al potere, adunarono lUmultuariamcntc un parlamento clic an • nullò la capitolazione concordata con l'imperatore, richiamò )!li esiliati e permise a Ca,truccio l'ingrc,so in ciuà, della quale ben prc,to egli si rese padrone. !li. T1111111/10 in I'isa (w maggio 1355). L'imperatore d i Germania Carlo IV di Lus,cmburgo dopo la sua incoronazione in Roma. a, venuta il 5 aprile 1355, ne uscì il µiorno ~te., \O per tornare in Gertnania. Giunto a P., cor!'le la voce che egli volesse in base ad un:, forte somma cl i denaro nccon.farc 1a libcru·, a Lucca, :,,o~getta ;~llora a P. Irritati i Pisani d i quc)to mercato. \l 20 maggio si ~oHe,·arono contro l' imperatore. corsero al palaz.,o del comune do,·c egli alloggiava, e lo misero in fiamme. Vi fu comb,11timcnto nelle vie fra imperiali e popolo . ma alla fi ne i cittadini furono domati ,. la rivolta ,o(Tncata. li pa rtito ,lei Raspanti, approfinando del tumulte, , d iede a credere che gli autori fossero stati i Bergolini, loro nvali, e in ispecie i Gambacorta. Carlo [V ingannato fece troncare il capo ll sette Gambacorta, ma poi accortosi che in i'. egli non era più sicuro, uscl dalla cinà I' 11 giugno con soli 1200 cavalieri e si diresse verso la Lom bard ia. I\". Te111a11vo colllro Pu11 (1370). Appartiene alla guerra tra i Visconti cd i Fiorentini. li capitano di ventura Gio vanni 1\ cu10, al soldo d i lkrnabò Visconti, <lopo un ten tativo, non riusciLO, contro Lucca, si era avvicinaw a P . accompagnato dai fuorusc,11, dai Raspanti e da Gio\'anni Agnello. cx signore della città. " ella notte <lai 20 al =t maggio ottan ta dei suoi soldati diedero l:t scalata alle mura e sopraffecero all 'imp rovvi,o la guardia , se nza lasci~rlc il tem po di dare l'a ll arme. Un ufficiale <lei Gambacorta scor,e gli lnglc,i dell'Acuto che salivano silenziosamente sulle loro <cale. e fece subito sl!onarc k ,,ampanc a stormo. I Pisani

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corsero cclermenlc alle armi riuscendo a sventare il tentativo nemico. Gli assalitori furono r igettati nella fo,sa, e fatti prigionieri quelli che gù avevano salito le mura . Piet ro Gambacort i fu nominato capitano generale e difensore del Comune, e da allora in poi fu il capo rnstilUzionale della repubblica. V. Rivolta iu Pisa ( 1392). Gian Galeazzo 1 Visconti, signore di Mihrno, pur essendo in pace apparente con lulli, teneva sempre <l 'occhio la Toscana e vedeva con d ispiacere che Pietro Gambacorti , signore d i Pisa, fosse amico dei Fiorentini. Costu i era venuto in od io a tutti i cinad ini per la sua prepotenza cd aveva riposto la massima confidenza

V I. ,,Jsscd10 di l'ì;a (1406) . Appartiene alle guerre di quell"epoca, tra i Visconti, i Fiorentini, il papa, e altre sig11oric. I .Fiorentini decisero J" imprcsa d i P. , dove era comandame Gabriele Maria Vi sconti. Questi chiese l"appoggio del 13oucicault, governatore di Genova, il quale si fece per questo cedere Livorno . Ma, dubitando delle intenzioni del 13oucicanlt, si accordò con i Fiorentini per vendere loro la città. Tra pelata la notizia d i quesre trattative, i Pisani si levarono a rumore e Gabriele si chiuse nella fortezza, clic consegnò poco clopn ai Fiorent ini (30 agostor405). li 6 settembre i Pisani con improvviso assalto se n•; rendevano padroni catturandovi la guarn igione fiorentina.

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Pianta di -Pisa nella metà del secolo XIX

in un notaio , Jacopo <l "Appiano, cl ivrntato suo consigliere. Gian Gakav.w, favorendo g li oppositori del Gambaconi, si ·avva lse <ld l' Appiano come ua abile suo strumento . Avvertito del trndimento da alcun i Fiorentini, il Gambacorti non volle p resta r fede; l 'Appiano intanto seppe formarsi un forte partito in r ., e, 'luando crcdettG giunto il momento o pportuno, introdusse occultamente varie ccnljnaia d'uomini in P. pei suoi d isegni . li 21 ottobre insorse ed uccise Jacopo Rosso de " Lanfranchi, uno dei pri mari cittadini; <Jll incli attaccò il palazzo Gam·bacorti ; Pietro fu ucciso durante la lotta, ed i suoi figli, ferit i e fatti prigionieri, furono ,lopo pochi giorni avvelenati. L'Appiano tliven(Ò signore di P. , ali 'ombra della potenza viscontea, e mentre i_ fuorusciti rientrarono in città, i fautori dei Gambaconi ne usciro no .

Firenze decise d \ ,·id urre P . all'obbedienza con la forza, e a tal uopo prepa rò le sue milizie, affidandole a Maso degli Albizzi e a Gino Capponi. Genova si alleò con Firenze, e mandò sette galere al comando di Cosimo Cr imaldi a bloccare il Porto Pisano. I Fiorentini, r in forzati dai capitani di ventura Muz io Attendalo Sfon:a e Tartaglia, investirono la, città sui pri mi di marzo del 1406. Due po nti di barche, a monte e a valle <lclla città, mantenevano le comunicazioni fra i camp i delle due sponde cieli' Arno. In città tutti erano concord i nella resistenza , ma scarse e rano le, vettovaglie. Angelo Della Pergola, assoldato dai Pisani, lCrHÒ invano rli recar loro soccorso, chè fu battuto dai f'iorenrini . La città scchc a propr io capo, il 2 0 aprile, Giovanni Gambacorti e si difese strenuarnc.ntè, tentan do anche vane sortite, e respingendo un fort<: al•


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tacco sferralo dallo Sforza · la notte del ro giugno. M3n mano le pr-o vvigion i in t.:ittà si esaur irono e ia fame incominciò a m ietere molte vittime . Di fron te a q uest,, siLUnione, il G,unbacorti ent rò in trattative con Gi no Cap• poni, e ottenne che i cittadini non fossero molestati, non1

Pisa . Brigata di fanteria d i linea , ,cosmu1ta nel 1859 col

e 2~J rtgg. di linea., formati, rispetrivarnentc, coi bg!. 7°~9° e 5°.10::> di Unea granducale . Ne!lo st<:sso anno fu. rnno riuniti nella brigata Pisa , coi nume ri cl i 29° e 30°, coi qua li fu rono incorporali nell"escrcito sardo , Nel 187 1. sciolte le brigate permanenti, i reg-g. furono chia n1ati 29° e 30° fanteria (Pisa), ma nel 1881 furono nuovamemc riuni1i in brigata . La q uale prese parte alle campagne del 1859, 1866, 1895•96, 1911·1 2. li 29° regg. fu ad Aspromo nte, dove g uadagnò una mcd . di bronzo. Altra mcd ,. J)lJre di bronzo, d i benen1ercnza~ ottenne per i :-.occor.s1 prestati in occasione del terremoto del 1908. Durante la guerra \calo-austriaca (.1 915-,918), per la q uale il 29•1 costituì il comando della br igata Harlctta cd i rcgg. 138° e 245", ed il 30° il 244°, la brigat·a operò in izialmente sul M, S. Michele e sul M. S. Martino , ove ne l giugno 1916 fu sottvposta ad un'azione nc;nìca con gas vcnclìci, perde ndovi 83 ufficiali ~ 1520 u . d i trnppa. Nel I 'agosto d i , letto anno la brigata co1HJ'.1 istò le co□ trastalc P'-'~iz ioni dette dernento <-1uadra~1golare )) ed il cc g_,rovigi io », ol trepassò il Va!lo!lc e si spi nse oltre Dcvetaki contro le lince del Peùnka) catturando nw11crusi prig !r,. nieri. Nel maggio-giugno 1917 cornbattè contro il Faiti ed il Volkovni ak. Trasfer ita sull'alt.opiano di Asiago, <>però ,ul M. S isemol dH ra n\e l'offensiva austro,tedcsca. Nel giugno 1918, destinata sul Monte llo, co nt rastò tcnàccment~ il passo nl nemico lungo la linea Pave~i• Lissolera, raggiungendo poi il Piave co\Jf;l CJtrura di numel"osi prig ionieri. Ritornata sul Montello per !"offensiv a finale , passò il l'iavc all"alteua cli Biaclci1c, pu ntando verso Pieve d i Soligo e Solighetto e raggiungendo Follina . l i contegno dell a hrigat~ mcrit<\ ol1re che la cii.azione sui b()llet tini d i guerra del Comando Supremo nn. 901 e 1123 del l'JT novembre r9 17 e 2 1 giugno 1918, una rned. d )oro e due <l'argento, colle -seguenti motivazioni : Medaglia d "oro : al 3<:P rcggimen10 : "Dall'imm ane sacrificio d i sangue, i n lunghi g iorni di violentissima battaglia, trasse l 'impeto irrefrenabile onde furono tra,·ol1c e sorpassat: form id abili im portami posizioni nemiche (S . ,Martino del Carso-Vallone,.6-14 agosto 19 16; L oquizza10

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RE.·sti dell'anrica forre.zza di Pisa

chè condizioni particolari per la sua famiglia1 e 50.000 fiorini per sè. Ciò convenuto. nella notte d all'S al 9 ot• tobrc, do po quasi otto mesi di assedio, i Fiorentini ebbe ro aperta una porta dall a quale entrarono in colon na. in città, occupandola senza contrasto e sen7,a spargin1ento d i sangue e saccheggio . l'. cessava in tal momento d i essere libero comune, e seguiva le soni di Fi renze.-

VII . T rattato 'd; Pisa (18 marzo 1558). Concluso fra il granduca d i Toscana Cosimo I e il d uca Ercole d i Ferrara. li duca r in unciava all'all eanza con b F rancia e si proclamava neutrale. Sarebbero state rc,t itu itc reciprocamente le terre occupate . Frattanto si deporrebbero k armi dalle due parti. VUI. 1'1'((f/ato di Pùa (12 febbraio 1664). Pace fr'1 S. Sede (Alessand ro VII) e F rancia (Lui gi XIV) . li pontefice revocherà l'incameramento degli Stati di Castro e Ronciglione, che il duca d i Pa rma potrà riacquis1are pagando la somma di 1.629.750 scucii. li cardinale Ch igi si recherà in F rancia pe r far le scuse al re , ki fatti occorsi in Roma . Sarà vietato ai Corsi d i prestar servizio negli Stat i della Chiesa. La Francia restituirà alla S. Sede Avignone e il contado 'Veno.sino. Questo trattalo ha origine da una. co ntes~ i ntorno alle franchigie che il re pretendeva d ovute al , uo arnbasciatore.J il quale era stato insultJto dai COrsi al servizio del papa, dopo una lite che essi avevano avuto con persona le dell'ambasciata . L uigi per rappresaglia aveva fa1to occupare Avigno ne e il Venosino, possessi papali. IX. Convenzione di Pisa (febbraio 1814). fu concl usa fra il sig. Fouchet, rapp resentante del governo francese. e il sig. · Agar, mi nistro di Gioacchino Murat. In base ad essa, i presidi francesi di T osca na si l'itiravano in Francia,

e le fortezze tenute dai mc<.lesirni venivano consegna te ai solda1i del re di Napoli .

Ba'ndiera del 30° reggimento fanteria

q . 263. 14•17 settembre. 10• 12 ottobre 19 16; q . 309, 8 no• vcmbrc 1916 e 29 dicembre 1916). Guach1gnata la riva sinistra ciel Piave, al nemico che con ingentissime forze lo attan;)gl iava ciispcr;1tamtn lc per .rigettarlo nel fiume , oppont:vn una ticanica rc~istenza, sbaragliandolo in un secondo

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momemo, con un impc1uoso contralta(co dci:nu delle p iù super be 1radizioni della Cantcria italiana (Scrnaglia. 27-i)j ottobre 1918) " · Mcdag !i3 d 'argento: :,I 29° rei:g 11nento: \l Con ahi~sima fede e \'alare, in lunghi giorni di vìolenti~ . sin1a banaglia. 1r:1l'olgc11tlo reticolati intatti, conquistò formidabili posizioni a prezzo di >lnguc (S. Martino del Carso-Vallo ne, 6-14 agosto 1916; Loquizza-q. 263. q-1 7 settembre J9 16; 10-12 01tobrc 1916 ; q. 309, ~ novembre e 29 dkcmbrc 1916: Fantigo 27-2~ ouobre HJ18) • · Al 290 e 300 reggimento: 1\ [niziarono , i ttoriosamcnte con pagine di sangue la Ìluova epopea 11azio11:1le. p:is,anc.lo l'honLo prc»o Sagrado (giugno 1915); di11:11w.i a S. Martino del Carso. sempre pronti all'att,;çco e alla riscossa, 1

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Nicolò da Pisa. i\ rchitcno militare del ,ccolo Xlii. Nel J 220 fu al scn·,zio del regno di Napoli e lavon', intorno al castellr, Capua no: poi pas,i> a la, ori di fortilica;,,1011c ndle Pughc. al \en ·iz1u di· Fcdcricu Il. \ l'isa V111ce11~0. Generale del scc. XIX . 11. a Formicola nel 1781. Nel 1i99 partecipò ,1lla rirnluzionc di Napoli e di,cnne ten. ncll.1 legione Bruz1a. pui ,;eguì l'esercito fran• ccse, nei Dragoni Napoknne. Tornato a Napc,li nel r8o6. appartenne ai cacciatori. Fece le campagne <li Spagna dd 1808-09. Al la caduta <li Murai entrò ncll°escrcito borbonico. Nel lugl io 1820 era maµg iorc del rrgg. Re e in albe rò la Landiera co~tituLionale. Riuscito a fuggire. inseguito ,la un.1 condanna a rnortc, 1 ipnr() nella Spagn~\ e comb3 ttè contro

U fficiali e soLlati ddla brigarn Pisa premiati al [rontc ( 19,S)

confermarono le loro vini, guc1·ricrc (no,cmbrc 19r5-marzu• giugno 191(,) ». Nel 192<, la l;i,a assunse il nome d1 26' brigata d1 fan. teri:-a e fu cost ituiw su Lre rcgg.: 29°, 30° e 63J _ F1;Ha dei

1eggimcnti: per 11 29" il IO ouobrc, anniver,ario dd comhattimento di I.oquizza (1916): per il .30·1 il 28 nttobn·, anni\'ersario ddLl battaglia di Scrnaglia (19il1). Moni ilei rcggi111cn ri: 29a. u Ad astra lun1i na vincis »: 3rP, H Hora, non numero ni,i triumphi ,,. Colore delle mostrine: foJ),h verde con due righe nere laterali nel scn'>O orizzontale. La br iga ta ebbe i scglle11ti comandanti nella guerra Mon di,tlc: m•AA· gt·J)cralt. D'Agata (1915): magg. gen. Petilli ( 1<; 15) ; magg. gcn. Fnnncntin i ( 1915): magg. gcn . Vecchio ( 1915-16): colonnello Briganti (1916): rnagg. gcn. Ganclolfo (19 16-1 7) ; magg. gen . lkrtolini (191j): magg. gca. Brcganze (1917); colonnello brigadiere Comarn ( 1917): m~gg. gcn. Corradi (1917-18); co!onndlu · brigadiere Jori (1918): brigadiere gen . (;abriell i \ 1918); colonncllù l'cr tone ( 1918). Le sue perdite in guerra ammomarono a ufliciali morti 1,0, feriti 346, dispcr~i p. u. di truppa rn. 2 139. f. 11.591. dispersi 3.B4· Pisa. 90• legione della M. V. S. N .. costituita ,i Pi,a nel 1923. t su quattro courti (Pisa , Navacch10. Pontcrlera. Calcinaia) cd ha centuria mitraglicri. centuria cilisti, squ:idra di pronto soccorso. Dipende dal XX gruppo (Livornu) . 3" raggruppamento ( Roma).

l'isn . Incrocia.ton!, di H J. 1 20 wnnellatc) 1.:0StrL1lto a Livorno nei cantieri Orlando, varato nel 19<Jì cd entrato in scr"izio nel t909. Lung hciza m. 130, larghezza 21: macchine HP. 20.810, velocità 23 miglia: armamento I\' 254, VIII 190, XVIII j6, Il 47. Ili lanciasiluri da 450. I la per mo llo : 1c Forte Pis:1 a k prove ), .

Francesi nelle file <lei Costituzmnali (1!123), quin<h andò al "iCl'vizio della rivolczionc greca e vi divenne generak. Un altro Pm1 (Pietro) fu colonnello napoleonico. Ì'. a Rcg~io Emilia 11cl 1774 e m. nel 1814, servì dapprima oell'cserci10 del duca di Modena . poi passò nella Legione italt,a e partecipò alle campagne n apoleoniche. Nel r&,6 appan enne ali 'esercito napoletano e ne l 1808-1809 con,l,attè nella Spagna, cli\cncndo colonnello nel 181,.

L'incrociatore • Pisa •

Pisacane (Carlo). Pauio1ca e scrittore, n. a Napoli (1818- 1857). Fu uAiciale dell'ese rcito napoletano, poi fece con la k gione straniera la campagna d 'Algeria; allo scoppiare dei moti di Milano accorse in Italia (1848) e combatte come capitano nel la campagna di quel! 'anno nel Trentino , nel 1849 fu capo di Stato ~ a~giorc alla difesa di Roma. Cadula questa riparò a L ugano , poi a Genova, o\'c scrisse


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(I la « Guerra com b,muta in Italia negli anni 1848-49 » ; un « Saggio su la Rivoluzione »; un « Rapid o cenno degli ul timi avvenimenti di Roma <lalla salita c!clla breccia al 15 luglio 1849 »; « Come ordinare la nazione armata " ; « Italia e Murat » . N el 1857 partì con poch i compagni per fa r insorgere il Regno di Napoli; s'impadronì dell'isola di Ponza, sharcò a Sapri, ma, dopo breve combattimento fu fatto prig ioniero e fucilato.

Pisacane . 139• legione del la M. V. S. :--J., costituita a Napol i nel 1923, fusa con la 138• nel 1928. Ebbe il comando a Napoli e k tre coorti che. la componevano con sede a Casorja, a (~iul iano, a Frattan1aggiorc . Disponeva di una cenw ria mitraglieri e di una centuria ciclisti.

P isagua. Città del C ile, nella prov. di Tarapacà, già appartenente al Perù. Attacco e presa di Pisagua (1879). La ci ttà e ra già stata i11ccnd iat a, il 18 apr ile, da un bombaRlamcmo di navi cilene. Nel novembre era presidiata da 900 u. bolivian i (gen . Villami l) e peruviani (gen. Buendia) i ·qua li d isponevano nelle batterie, qliasi <lis.armate, di a.ppena due pezzi. li g iorno 2 , una squadra cilena composta di 5 navi

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da sbarco,

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presen tò davant i a P. Le posizioni occupate sulle piccole alture rocciose (alte roo-150 111.) d ai Boliviani e cirri Peruviani, furono bornbardate, rna occorsero qu asi tre ore di fuoco per far tacere i loro due cannoni. Allora i Cileni avviarono le loro scialuppe , protette dal fuoco delle nav i, su due punri scelti per lo sbarco. La resistenza d egli 1\ 1leat i fu assai energica, tanfo che occorsero cinque ore di lotta ai Cileni per sba rcare e superarla. Infine gli assaliti do,·ettero battere in ri tirata, lasciando molti morti e feriti sul terreno, e j□ prigionier i nelle mani dei Ci le ni, i quali perdettero in tutto 350 uom ini.

Pisani (Niccolò). Ammiraglio veneziano dd scc. XIV. Nel 1350-54 si batti.: cont ro i Genovesi nei mari J d Levante e nei mari ital iani , sconfiggendoli ad A lghero nel 1353, ma l 'anno seguente fu sconfitto e fatto pr igioniero d a Paganino D oria a Porto Longo : liberato a lla pace fra le due repubbliche ( r354) si ritirò a vita privata. Pisaui Vùtore . J\ n1111ixaglio veneziano (1324-1380). Nel 13i8 sconfisse

i Gen0vesi, g uidati <.la

Luigi Fiesco, ad Anzio; nel 1379 fu vinto a Pola da Luciano Doria. I mprigionato perciò a Venez ia, quan do i Genovesi forzarono il porro cli Chioggia, liberato dal popolo, con u_n a squa<lra improvvisata, aiutato da quella d i Carlo Zeno, bloccò i Genovesi a Chioggia e Ii costrin-se alla resa ( 1380). N ello stessn anno morì i n Manfredonia.

Pisani Vittore

Pisani Andrea. Capitano generale della repubblica di Vene7.ia nel scc. XVIII. Com batti: lungamente contro i Tu rchi ncll'Ar~ipclago e nella Morca. e fortificò Corfù . Sostennel"indecisa battag lia di Cer igo contro di loro (1717) e alla pace del 1718 si trovava a Cori,,,, dove perì per lo scoppio d i un magazzi no cli poln ~re. Pisa11i Silvestro. Generale, n. nel 1847, m. a Campo nell'Elba nel 1916. Sottor. di fanteria nel 1866, partecipò alla guerra d i q uell 'anno contro l' Aust ria . Colonnello nel 1903, comandò il 36° fa nteria e nel 19oj fu co1locato in l'. A. Nel 1914 fu promosso m agg . generale nella riserva .

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Pisani Francesco

Pisani Francesco . Generale, n. a Salun.o nel 1865. Sotrote n. d i fanteria nel 1884, partecipò alla g uerra libica e meritò la rned . d'argento per i cornba ttimcnri di Messri e Zanz ur. Colonnello nel 1915, prese parte a tutta la guerra

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contro l' Aust ria; comandò il 156° fan teri a? inerito una :ci{> conda me<!. d 'argen to sul -Dosso Faiti ed lJOa terza sul Sabotino, ove r imase fer ito. Colonne llo briga<l ierc comandante la brig~ta Foggia nel 1917, vc,aic catturato a Caporetto cd ebbe la med . di bronzo. Brigadiere generale nel 19x8, coman dò la b rigata Piceno e andò in· P. A. S. i1el 1920. Nel 1923 assunse il g rado d i generale di brigata e nel 1931 pass,\ nell a riserva .

U 2 sctlembrc 1813, durante la campagna degli A uslriaci per la riconquista dell'Istria, le piccole guarnigioni italo-francesi di Pola e di Rovigno, coo,postc in grande parte d i coscritti, si avviarono a l'. allo scopo d i muovere d i qui ycrso Fiume. Ciò essendo venuto a conoscenza degli Au-

Pi sano (Andrea). Ingegnere milita re dd secolo XIV, n. d i Pontcdera. P rogcuò il castel lo d i Scarperia nel Mu gello, nel 1332. Lavorò alle foniJ-icnioni cli Firenze fra la porta d i San Gallo e qut!la al Prato. Pisano Alfredo Umberto . Generale, n. nel 1866, m a Selci Sabino nel 1930. Souo t. d i fanteria nel 1884, a;cdò in P . A. nel 1912 col grado di capitano . Rich iamato in occasione della guerra contro l'Austria, rimase in servizio sino al 1919 e d ivenne colonnello nel 1917. Nel 1929 fu promosso generale dì brigata nella r iserva .

Piscicelli (Maurizia). Medaglia d"oro, 11. ~ Napol i, caduto sull 'Isonzo (1871-1917). ~fficiak d i cavalleria in S . E. P. aveva, in tale qualità, combattuto in Libia contro la Turchia, ed alle D ue P alme ed a M isurata si era segnalato tra i prim'i, riportando due.: feriti

e guadagna11do

due mcd. d 'a rgento. Entrato in guer ra contro l ',\usr:ria quale comand ante d i un g ruppo <li sqdr. del regg. Aosta, passò poco dopo volontar iamente in fanteria, ed alla testa di un bgl. d el 1470 regg. si sacrificò nelle giornate oscure d i Caporetto. La motivazio ne di medagl ia d"oro così si esprime : ,, Con alto spi rito militare, per rnaggiorn1ente giovare alla

causa della Patria, volle assumere il comando d i un batPiscicc11i r,,.1aurizio taglione di fonteria cui dette ognora il pit', fulg ido esempio d i abnegazio ne e d i de,·oz.ione al dovere . :.Jelle tra1

g iche o re d i una d isperata resistenza, u11endo alla sagacia

d el comandante le v irtù dell"eroe, sostenne alla testa del proprio repa rto i l violen to cozzo d i prepo nderanti masse nemichei c ircond ato ed i.nvilato alla resa, rispose intensificando il fuoco clelle m itragliatrici rim asteg li, d ec iso all 'u ltimo olocausto . Colpito a morte, rndde abbracciato acl un'arma , ed il suo uhimo grido di u V iva l'Italia! ))' lanp ciato ai sopl'aggiungenti avversari, n1ostrò a,<l essi come sanno morire, pur nell'avversa fortuna, i figli d'Italia >i (Kamno Alto, 24 ottobre r917).

Il castello di Pisino

striaci, il capitano Lazarich, con soldat i e abitanti a rmat i,. si appostò p resso la citti,, e il 4 settem bre, all 'app ressarsi della colo nna, la irnpegnò su l fronte, mentre a tergo e su i fianch i si mostra,;ano g rosse. ba nde d 'insorti. Il comandan te f rancese <lclla co lonna tentava di raggiungere P. ma ,. avviluppato, d o ve tte arrendersi. L'Istria, con q uesto piccolo episodio , cadeva tutta ìa potere dell ' Austria.

Pisone. Famig lia romana, alla quale appartennero: Lucio Calpumio. Generale romano, m . nel 26, . Nel 258accompagnò ndla guerra con tro i Persiani l 'imperatore Valer iano , il q uale nel 260 rimase p r igioniero. Allora P. ebbe J'incarico

da 1fac.rino, eletto nel frattempo jmperatorc, di. uccidere Va lente, proconso le d 'Acaia. Fallitogli il colpo, si volle far proclamare im peratore come aveva fatto Valente, il quale gli mosse conrro col suo esercilo, lo battè e avutolo nelle mani lo fece uccidere.

Piscopi, Una d elle Isole italia ne dell"Egeo (Dodccancso), a N.-O. d i Ro di. È lung a ci rca 15 e larga circa- 9 Km . , di forma irregola re. Ha circa , 200 ab. Nel 1200 ap parte nne ai Veneziani, e nel 1300 a, cavalieri di R odi; fu presa dai Turchi nel 1522J ed essi I~ Lcn ncro fino al 1:2 maggio 1922 anno in cu i fu occupara dai rnarinai ital iani. Durante la loro occupazio ne, i Veneziani vi costruirono due castelli, d i Santo Stefano e d i Zuccalora, o ra ,n rovi na .

Pisino. Cillà nd cen tro de ll a penisola istriana , in prov . di Pola. Fu cinta di robuste mura , e munita di forte castdlo, costruito nel IX secolo e rinnovato nd scc. XVI; esso fu residenza per lungo tempo <lei co11ti e d ei marchesi d'Istria.

11 castello d~ Piscopi

Lucio Calp11mio . Naro nel 48 a. C., m. nel 32 dell'era vblgare, fu eletto console nel 15 a. C. Governi, la Pan-


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filia e la Tracia cbe sottom ise. ed al suo rito rno ebbe il trionfo.

Marco l'upio. Uomo di Stato e o ratore romano del scc. a. C . fu proconsole in Spag na e nel 69 a . C . ottenne gli onori del t rionfo. Sotto Pompeo , combattè Mitridate, e venne nominato console nel 62 . Lucio Calpurnio Cesonino . Console romano del li secolo a. C . Condottiero inetto, d ie,k 9rova della sua incapacità sia nella g uerra di Spagna ud r54 e sia contro Cartagine d ove fu sostituito da Scipio lle nel T4i a . C . Caio Cnlpurnio. Console, m. nel 180 a. C. Nel 186, fatto pretore, p asscì nella Spagna e batiè diverse volte i Lusitani ed i Ccltiberi. Morì l 'anno stt,sso i n cui fu eletto console.

Pi sta. I la so11rattutto lo scopo cli agevolare il movimento delle art igl ierie campali e pesanti campali . Bisogna ricorrcrvl qua n<lo necessario, ma lenendo presente la nep cessità di occultarnento all'osse rvazione aerea, e ricorre ndo quando possibile '11 mascheramento se i l movimento è intenso e avviene dì giorno. Si ricorre aHa P. in difensiva, per rapidi rifornimenti e cambiamenti di posizione; in avv ic inamen to, per assicurare rapidità d i intervento in (a. vore <lelle colonne nelle successive lince d i sbalzo; per far aflfojre rapidamente art iglierie d i rinfo rzo alle d ivis. d i piima schiera; per la postazione delle batterie nella fase d i organizzazione dell 'attacco. Sono incaricati di far le piste generalmen te i reparti zappato ri-minator i cd ausiliari . Pista di com bnttitnento. Prende questo nome presso talu ni eserciti (<:s . Spagna) un terreno preparato con t rincee, cammiDamcuti, sit:pi , reticolati , ecc., per abituare i soldati a circolarvi agcvohnen.(e, a superare gli ostacoli, a trasporta re malat i e feriti, :1 lanciare bombe a m ano, a d ifendersi o ad offe ndere con le armi bianche e èon le armi da fuoco .

Pistapauta (I'estafa11go) . Nom ig nolo del gergo m iliwre piemontese per indicare il soldato di fan teria. P istoì (Giovanni Battisla). Generale, n. a nag no a Ripol i nel 18 59. Sotto,. d'art . nel 1878, frequentò la scuola <li guerra e da l 1892 al 1895 insegnò >ll'm i e tiro alla scuola m ii. di Modena: pub blicò uno studio sui fuc ili in uso in F rancia , Germania, Austria e Svizzera . Colonnello nel 19w, [u capo ~/lic io all 'ispetto rato d'art. e poi passò alla d irezione <ii Roma. In P. A . nel 1915. fu ricbiamato in occasione dell a guerra con tro l'Austria e venne a<ldctto al1'ispettorato di costruzioni d'art ig lieria. N el 19 19 fu trasfer ito nella r iserva . Pistoia. Città capo l. di pl'Ov incia , a poca distanza dalL'Ombrone, e ai pied i dalle p rime pend ici del[ 'Appennino. È sede dell' 84° d istretto m ilitare. Fu mun ita di fortezza , e d i alte mura con quamo porte . Una p rima c inta esiste va gii1 ~l tempo dei Longobardi , cos~ruita fra il 1772 e il l 776, cd aveva sei porte; la seconda fu incon1inciata ne l 1182, 1nunita d i merli, di port<: (errate e con largh~ fossi d 'acqua in giro, sì che }a città no n poteva esser presa d'assalto. Conquistata, nel 1306, la città dai Stemma di Pistoia

Fiorentini, questi ne l lttrrst ro no le mura « m; colma rono i fossi con le

m acerie. Dal 1326 al 1328 Castruccio degli An tclminclli cosuu, h terza cinta. con <JUattro porte, e torricelk e doppi fnssi e stt'ccati. Nel 1643, twviandnsi un esercito

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pon tificio da Bolog:ia a P. per conquistarla, il granduça F erd inando II ordinò si restaurassero le mura, i bastioni cd i rivellini a lle porte, i:11picgando in tali lavori l' ing,· genere mii. Del Jlianco. Nel 1541, l 'ingegnere mii. Giambattista Bcllucci ebbe l' incarico d i ultimare la fortezza cl i P., che nel 1538 « eras i cominciata a mura re con quattro pun toni (baluard i) con rocca in mezzo » . La fortezza d i S .. Barbara, come fu chiamata, costruita sull'area dell'antico castello, cretto dai Fiorentini nel sec. XIV - per tenere iJl freno la città, e distrutto dai Pistoiesi all'epoca dell.1 cacciata del duca d 'Atene, fu term inata verso il 1550: ha la forma d i un quadrato bastionaro , non perfettamente regolare . co n baluard i assai ampi , sebbene di diversa ampiezza e figura , coi fianchi rettil inei, talvolta normali alla cort ina, talvolta ad a ngolo acuto con questa , talvolta normali alla linea d i d ifesa . Verso la campagna, l'o pera era protetta da due coprifaccia ren ilinei, cli muratura, i q uali, r ipiegandosi come due grandi o recchioni verso i baluardi N .-E . e S.-0., si raccordava no con questi mcdiautc d ue batterie basse, dest i1oate ad infilare, una I 'esrerno del tratto orientale del la cima urbana, l'altra i l t ratto meridionale cli questa . La [ortezza di I'., oltre ai fianchi casamattati, possiede ampie gallerie in muratura per la d ifesa del fosso e per la base <l i un sistema <li m ine e controm ine, che p recorre quello & Ile galler ie moderne <li scarpa e di controscarpa. Ora è ridotta a carcere militare . La città è l'ant ica l'istoria dei Romani, dei quali fu mu• nicipio. Apparten ne nell'alto n1edio evo a vari signori, ma nd 1 105 era già formato i l governo comu nale , Nel 1200 Firenze tentò i primi approcci per impadron irsi della città: sul cadere dello stesso secolo le d iscord ie intestine si inasprirono con la d ivisione dei cittadini in Bianchi e Neri con a capo le fa1n iglic avversarie elci Panciatichi e dei Cancellieri. li p redominio della parte bianca su quel la nera, cacciata i n esilio, costò a P . gravissime sventure, con l'assed io d i cui la strinsero Fiorentini e Lucchesi. N uovi e ner i tr;ivagli sofferse il Comu ne per opera d i Uguccione della Faggiuola e d i Castruccio Cas1racani, il quale, tro• vat i incl ini al i-rad imento Urmanno Tedici e suo nipote Filip po, nel 1325 occupò la città . Nel 135T i F ioremini ind ussero i Guel fi d i P. ad accogliere. nel la città un capita no già al servizio di F irenze e con un colpo di rnano tentarono impad ronirsi della città. Riuscito vano il tenta• tivn, vi p<Ucro l'assc<lio . [ cittad ini si difesero strenuamente, finchè da ultimo, per la preponderanza dei Guelfi nel consiglio della Signoria, fu stabilito d i porre la città sotto la protez ione della re pubblica F iorenti na, di cui d a allora d ivise sem pre le sorti . Nell'agosto 1500, q ua ndo orm ai credevasi splnta, d opo o ltre un secolo, ogni ricordanza delle Ione ira le fazioni dei Cancellier i e dei Pancia tich i, s i riaccese una guerra civile, che durò 3spra e crudele fino al i 'agosto del 1502, q uando la Sìgnoria cli Firenze indusse i capi ad una .conciliazione. Nel 1815 nei d intor ni d i P. avvenne 11n combattimen10 fra le t ruppe d i Gioachino Murat e gli Austriaci comandat i dal Nugcnt ; dopo otto o re di resistenza i N apoletani, condotti dai generali L ivron e Pignatc lli, dovettero r ipiegare su Firenz.e. l. Battaglia di Pistoia (5 gennaio 62 a. C .). Apparticuc alla g uer ra Catil in ar ia, e fu combattuta eh Marco Petreio. legato del console C. /\nto nio, forte d i 20. 0 0 0 uomini , cnntro 2 0 . 000 congiurati> di cui la quarta parte, al d ire d i Appiano, bene armata, agli ord i ni cli Lucio Sergio Cat ili na e d i Caio Man lio. Rimossi tutti i cavall i, acciocchè , pareg giato i l pe ricolo, crescesse il coraggio nei soldati, C~ttitioa schierò le sue truppe, avendo i monti a sinistra e :l dcstr~ una rupe ~coscesa~ egli pose o tto coorti nella fronte

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e g li altri ind ietrn per riserva . Da questi staccò i centurioni, i veterani, i soldati meglio armati e li situò nelle prime file. A. Manlio assegnò il comando clell"ala dr. ad un certo Fiesolano, quello dell'ala H . cd egli ~i pose a l centro. Pct rcio schierò in p rima linea le coorti ve ter:rne, .e dietro di loro il ,estantc dcll'e~crcito per riserva. I due eserciti avanzano lentamente, e. giunti a bre,·e distanza , dopo lanciati ì dardi si affront3no accanitamente colle spade . Catilin:t cor re qua e li nel la pri ma ii la, aiuta pericolanti, sostitt:iscc ai feriti i validi , pro\'vedc a tutto. adempiendo gli uffici di prode wldato e di buon capitano. Petreio, wme vede che Catilina combanc strenuamente. spinge la corte p re toria in mezzo ai nem ici e, sbarag liatili, uccide coloro che tentano di resistere. Fra i pr imi cadouo combattendo Manlio e Ficwlano. Catilina. , i,te le sue milizie disfauc cd essendo rimasto con pocbi, si ~caglia ove pi,, iicrn è la lotta e ivi p ugnando cade trafitto . Al d ire di Dionc cis,io furono uccisi 3000 uom ini , caduti tutti sul posto. La testa di Catilina fu staccata dal corpo e per ordine del console C. Antonio mandata a Roma. a ffinchè i Romani non stessero più i n timore: egl i medesimo poi fu per tale \'ittoria chiamato imperatore. quantunque il numero degli uccisi fo«e minore cli quello stabilito. Con questa lwtaglia lu debellata la congiura di Catilina . II. Assedio di l'ìuoia (1305- 1306). In questi ,empi prc,·ale,·ano ,n città i Uianchi cd j Ghibellini di Toscana. mentre ,n Firenze signoreggiavano i Keri. I Fiorentini. tcmcndc> la crescente pote nza dei P istoiesi, si strinse ro in lega coi Lucch esi e mossero loro guerra, ponendo l'assedir, alla città 11 26 ma~gio 1305. Papa Clemente V mandò da Avignone l 'ordine a, Fiorentini di togliere !"assedio, 111,1, no n :,vendo o ucnum !"inte nto, scomunicò i rettori <lcll a città e i capitani d ell 'esercito collegato e interdisse Firenze. L"asseclio clurò tutto l ill\crno e fu sostenuto con grande vigore e con grandi disagi dai Fiorentini: ma i Pistoiesi, m inacci:tt i (ortemcntc, l')i offrirono in siglloria a lla Chiesa: Clemente allora in\'iÒ come legato in Toscana il cardinale !':apoleone Orsini. Tosto i Fiorentini, temendo !!li ostacoli che il legato a, rebl,e certamente opJJosto per la conqui11a d el la citt:',. aprirono trattative coi::li 01,sedia ci e fecero loro le più IMghe promcs,e. [ Pistoic,i, ridotti già agli estremi, abbindolJti dalle ,•antaggio,c condiziona. il 10 aprile 13o6 aprirono le porte prima dell'arrivo del ca rdinale . Com.Li vincitori entrarono in città, non ~olo non mantenne ro le lo ro promesse, ma demolirono le mura e le wrri di l' .. ne spianarono le fosse. diroccarono le case e i palaai <lei Bianchi e dei Ghibellini e infine si d iv isero tra loro il territorio pistoiese. Giunto il cardinale l q;ato i n T osca11a. raccolse ad Arezzo forze conside1·evol i contro Lucca e Firenze. ma, non a,·endo operato null,, d"importantc. fu nel 1307 richiamato, mentre Firenze alla rgava sempre più il ,uo territorio ed as,oggettava quasi tutto il Mug ello. 0

Ili. Auedio di Pistoia-(1328). Si ricollega alla disce~a in Italia dell'imperatore Lodovico IV il Ba, aro. Mentre C;i~truccio Castracani cr:i a Roma in occasione <lcll'incoro na .zio ne d i Lodovico, Filippo d a Sang uineto, vicario in Firenze del re Rol>erto. il 2ll gennaio si presentò ~otto P. con 2000 fanti e 700 ca,·alieri. Data la scalata alle mura. vi e n trò, e , dopo un accanito combatt imen to con la _guarh ig io ne d i Castruccio, s' impadronì della città . Arri!:O e Valeriano. figliuoli di Castruccio. <: i loro soldati. si ,alvarono a Serra, alle . La misera città [u per dicci !!iorni sac-

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chcggi~ta , il che trattenne g li assalitori <lai fa re al1r~ conquiste. A tale :wova Castruccio il 9 febbraio tornò a Pisa, dove non tardb ad impa<lronirsi del potere, cacciandone i rapprcicntanti d i Lodovico, al quale dava la colpa della perdita di /'. per averlo for:1.a to ad andare seco a lloma . Poscia, il 13 maggio, colle mili>.ie <li Lucca e di Pisa strinse d"asscdio /'., e cominciò a tormentarla colle macchine e con frequenti assalti . I Fiorentini misero in campo

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Pianta dell:i fortPzza di Sanrn Rarbnra a Pistoia

un esercito e il 20 luglio si appostarono p resso trincerame nti d i Castruccio. Egl i ~i rafforzò vieppiù, ma non uscì dal suo can1po, jn 1nodo che i Fiorentini, non u-ovando il modo di snidarlo di lì, marciarono \'Cr~o Pisa, nella speran>.a cli smuoverlo dall'assedio, e ne saccheggiarono il territorio. Castruccio però non si mosse, e Simone dalla Rosa, comandante di P., perduta ogni speran1-a di soccorso, il 3 agosto do,·euc arrendersi. Ma per b st raordinarie fatiche sopportate nell'assedio d i I'. C:1struccio amma lò e il 3 settemb re morl in Lucca. I\". Assalto d, ru101a (1643). Appartiene alla guerra tra il papa e la lega fra Venezia, Toscana e Modena. :Nd scn embce del 1643, l'esercito pont ificio, condouo dal barone <li Valanzè. e composto d i circa 3500 fanti e 1000 cavalli. lasciò il Bolognese. si awiò ver\O il granducato di To,cana per la valle del Reno. e si diresse su P. ritenendola facile conquista . La città e ra sp,·ovvista cli d ifensori e d i q uanto p u èì occorrere per sostènc re 1111 assed io, aoche brc\'c: ma . appena saputo dell'avvicinarsi dei nemici, il granduca Ferdinando II \'i spedì da Firenze e eia Prato artig lieri a e muniz ioni, facendovi accorrere bande d:.1 i paesi

circonv icini , ment re i Pistoiesi ch iudevano le pone e prese le arn,i si accingevano alla difesa sono la direzione di Pier Capponi. La notcc del 2 ottobre, col favore delle tenebre e della nebbia, gl i assalitori posero petardi alle porte S. Marco e al Borgo, e, non avend o questi av uto alcun esito, tentarono di dare la scalata alle mura. N on riuscendo neppure in queste, tcntati,•o per la insufficiente lunghezza delle scale, al sorgere del sole. vedendo grande moltiwdinc di contadin i armati compnrire alle loro sp:1lle, dopo tre ore dì combattimento abbandonarono l"im1lrc,a, a,·cndo perdmi 300 u. rra morti e feriti.


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Pwo,a . Briga ta ,1 i fan teria ,ii linea, costituita uel 1859 col bgl. dei Veliti. ,lel lc truppe g randucali toscan e, che si trasformò in regg. granatieri e diede orjgine a due rcgg .

z.ialmentc sul Podgora contro il q ua le, p er t utto il 1915,. sferrò una serie di attacchi che le costarono perdite g ravi. lnY iara nel Tremino per l'offensiva aust riaca dei g iugno1916, ctin,battè su l Ccngio e fu poi schie rata sulle pe ndi~i del Toncaa e q uelle d i Rotzo. Trasferita, nel maggio 1917, nella zona di Monfalcone, operò prim a contro la linea F londar-Mcckazza e poi ,;er~o Hudi Log. Nell'Dttobrc d i eletto ~11.110 fo destinata in Carnia nel settore d i Va l ResiJ cd iv i durante i 'offensiva austro-tedesca ripiegò comba tten rlc)<.: subendo g ravi perd ite in cadut i e prigionierj . Trascor~e tutto il r918 nel settore del M. Altissimo e durante la nostra o ffensiva fina le attaccò la fronte nemica fra Tierno, e V illa Salviotti , che superò occupando Mori e spingendosi fi no a Piè d i Castello o ltre Trento . Al 35° regg. fu assegnata la rned. d'argento colla seguente motivazione : \( Attaccando i fon issimi trinceramenti nemici del PO(!gora (Gorizia) fu eroico nello slancio , tenace nel respingere i

Medaglie della br igar.a Pistoia (sopra, quella deJ 35°; so tto, quella del 36° reggimento)

Comandanre e ufficiali del 33° fanteria_ (1926)

tosca ni : 7° e d 8°, <l ivenut i uel 1860, i n seguito a successive modificazioni, 35" e 36°, riuniti nella brigraa Pistoia. Nel 186.I questa fu incorporata nel l'eserd to sard o e fu sciolta ne l 187 e, al lorchè i due regg . furono ch iamati 35" e 36° fanteria (Pistoia). Nel 1881 )a brigata si rico-s tituì. Partecipò a lle campagne d el 1859, 1860-61, 1866, 1870, 1887-88, 1895-96, 1911-12. All'assedio <li .Messi na il 35° rcgg. g uadagnò una n1ed. di bro nzo, e un 'altra ne guadagnò nel 1912 in L ibia, a S idi Abdalla. Durante la g uerra Italo-austriaca (1915- r918), per la qual.e ii 35° wstitul i comandi delle b rigate Em ilia e Campo • b~sso, i regg. 119° e 229° ed il 36° il 230°, operò ini -

contranacchi , impa"ido nel sopponarc gravissime perdite >> giugno 19 15). 1'el 1926 la Pistoia assunse il numero d i 16a brigata e fu costituita su tre regg. 35°, 36° e 660. Motti dei reggirlKnti de lla brigata: 35°, « Usquc ad mortern audcbo »; 36°. <i Adsu rn vinco )i . Festa dei reggimenti : per iJ 35~). il 10 giugno, a nniversario del comba ttimento sul M . Podgora ( 1916); per il 36° il 29 giugno, anniversario dd combattimento su l M. Ccngio (1916) . Colore delle m os trine: ( 10

arancione con una rJga nera centrale: nel senso orizzont3!e. La brigata ebbe ndla g uerra Mondiale i seguenti coman dan ti: magg. generale Cocco (191 5-16); magg. gcn . Ba rcmis. ( 1916) ; magg. gen . Pirz.io lliroli ( 1916); magg. gen. Ricciardi ( 1916-17); colnnnello brigadiere Pet racchi (1917) ; magg. gen . G iannuzzi Savelli ( r917); colono . brigadiere llucalo (1917); colonn. b rigad iere Danise (19171918); colon nello Alberti (1918). Le s ue perdite nella gucrr,, amrnoraarono a uniciali n,orti

90, feriti 275, dispersi 1fo; u omin i di truppa n1. 1335, f. 7740, d . 6823.

Pistoja (Fmucesco). Gt:llcrale, n. e m. ad Isola Dovarese ( 1838-1927) . Volontario ne l 1859, partecipò s ubito a lla guerra contro l'Austria e fu non1inato soctoL di fanteria. Nel

Pjsroja Francesco

1865 passò ne l corpo d i stato maggiore e od 1866 fu c~rimonia commcmorntiva al 36so fontt::ria ( 19z6)

di nuovo in guerra . Poj fu ac.l<leuo all' Ist ituto geografico


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-<li Fi renze. Colonnello nel 1886, coma11dù il 21° fanteria e poi ritorni, nello S. M. Magg. generale comanda nte la brigata Pinerolo nel 1894, nel 1896 (u i11 Eritrea tj'iak .giudice supplente nel processo Bara tieri. Ten. generale nel 1898, comandò la d ivis . mii. d i Brescia e nd 1903 il \lii C. d'A. In P . A . nel 1906, passò nella riscrl'a nel 19Jo e ft: rich iamato per la guerra Mondiale. Rappresentò .alla C,m1era per le legislature XXI-XXIV il collegio di ,Casalmaggiore e nel 1923 fu nominato senatore del regnù . Pistola. Voce sorta al pr incipio del X VI -secolo, per ·designa re un ' arma da fuoco a canna corta (circa ìO cm.), della quale in quel tempo e rano armati solamente gli uomin i a cavallo. L a sua origine però può considcrar,i i niziata fin da lla metà del secolo XiV , q uando sernbra si

Pisto la a n1ota del secolo X Vl

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l~ tecnica. meccanica , ancora mollo i nccrla ndlc:. costntz ioni. l'accensione della car ica, prima lunitata dalla modesta miccia e poi dall 'ingornbrantc pietra Jocaia; ciò fet:t; si che l 'arma riuscisse pesante, di scomodo maneggio, oltrechè

Pistola americana a l'ipetizione

costosa. La vera pistola nnn apparve che vers0 iJ J 530, colla classica forma d i un piccolo archibugio : essa era però ancora d i esagerare d imensioni e peso per potere css-e re u~ata utilmente e faci lmente con una mano, anche robusta. Sovente terminal'a alla bocca con for ma sferica , o con una dilatazione esterna a forma di imbuto. La cassa in legno accompagnava la ca nna fino alla boccct; l impu 1

fabbricassero i,1 Italia piccole canne a mano, lissatc su p ic<:oli scudi per riparare la mano, ed alle quali si da\'a fuoco con ~ tl::l miccia: esse sostitu ivano in certo qual mod'> i l colpo di pugnale con un colpo a fuoco . L'origine del vocabolo sarebbe attribui ta jn cons~gucnza de lla cosuu~ionc di uno di tal i p.iccoli scud i con can na da fuoco, fa.tt1 da un certo Enr ico Stefano, annaiuolo d i Pistoia : queste nuove armi , portate in Fra ncia, fu ro no <lesignate col nome de lla cìttò italiana d i p rovenienza . Il capitano francese Corbion chiamò appunto ,, pistolct » un piccolo arch ibugio da lui ideato, che

forse jnvccc dello scudo :1veva una

Pistola a rotazione modello 1874

gnatura in principio era ad angolo poco ~en Lito; angolo

Pistola o d ue colpi (secolo XVII)

impug natura. I n Italia questi piccoli scudi con canna da fuoco , vennero in principio detti (< pugnali pistolesi» ; in segui to, sostituito lo scudo con una impugnatura, furono detti pistole. In Piemonte si diminuì la lunghezza dell a canna, dai 70 ai 45-50· cm. fin dal principio del sec. XVI. l caval ieri le portarono alla fon<la, appese all 'arcione, una a dr. e una a s'i\ I g ranatieri ne avevano una, appesa a una tracolla sc~\dentc sul fia nco destro. Quelle nella caval leria in principio presero i l nome di « tcrzan,oli ». 1 L'idea di trovare n1o<lo d i ave n.: a disposizione un 'arma da fuoco, molto piccola, leggera, e <la potersi maneggiare

che poi andò sempre aumcmando, man mano che la pratica lo suggeriva, fino a formare quasi un angolo retto col fusto. Le p istole usa te dai raitri, cavalieri tcdcscl1i, erano tali (orme e dimensioni; solo dopo q ualche ventennio sorsero le pisto le francesi alquanto più leggere. Data però la le,uezza inevitabile delle opcrclzioni di car ica (erano

d,

Pistola a due ca nne e una cartella (seco lo X V II)

Pistola automati.ca della fabbrica di Gardonc Val Trompia

con una sola mano, nacque, si può d ire coll 'irwcnzionc delle ann i d a fuoco in genere . Ma la risoluzio ne d i questo problema urtava in quei tempi con va rie difftcold p ressochè insormontabili , come le qualid dei metalli usati,

tutte ad avancarica) la pistola a\·c,·a un grave inconveniente : sparaco il colpo , l 'arma al momento ri usciv~ inutile e di ingombro , non essendovi la possibil ità d i ricaricarla, per la troppa Yicinanza all 'avversario. Si s tudiò qu indi fin da al-


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lora di costruire pistole i.::hc chi~mcn:rno a. m~1gazzino: i.:ioè che avessero diverse cariche pronte all' uso : ven nero quin di costruite pistole con <l ue canne poste oriz.zonralmente, Qp~ pure vertical mente l 'una sull '.ah ra, con tre canne affiani.::ate, ed infine c;on nu merose i.:anne tenu te rigirla1nc11te riunite,

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ma a rip..:tìzione; e la pistola fu la prima specie di arma alla quale si poti: appl icare la ripet izione, cioè che potesse sparare d iversi colpi l' un dopo l'altro, colla semplice e s ucce.\siva pressione sul grilletto: essa d ilagò subito e (u ,1òottata in Lulti gli eserciti, ed in tutte le armi. La

Pistola mitragl ir,trice

e

che una

\lOlta caricate: s i potc\'ano sparare una

aua

volta successivame nte ed a voiontù: arma che riusc iva pe-

:-antissima ed assol utarnente non maneggiabile. Queste co~truzioni rimasero sernprt: quind i". allo sra to dl te ntativ i, e non ebbero impiego pratico. J,c più an tiche pistole, specie quelle arabe, greche e u,1rche, era no veri capdavori d 'arte , tan to oellc parti me~ tallichc, q uamo in quelle d i legnn; solo più tard i. (dopo il , 750), essc11do state oltre la cavalleria dotate di pistola anche altre armi negli esen.: iti, esse furono costruite colb massima scm plicit;1, s::ic.:rificando rutto in favore di una buo na canna e di un buon meccanismo d i sp,irn. Ma come il fucile iece subito g randi progressi coll'introduzione della rnpsula fu lmi nante e del lum inello, così le pistole, con <..Juestc .,u, ovazioni, si allegge rirono mo lto, e l 'uso d i esse .;on unrt snla mano venne o ltrernodo facilitato 1 e .fu pra-

t icamc,ue possibi le. So rsero così pistole d i dive rse d imcn,juni e cal ibro, e furono chiamate : pisioletta, pisto/011«, pi,-10/11 corta ., otto misura, doppie/la (a due canne), mazwgllt1i (pistola molto corta): pìsto!otto; pùtol,i da cavallerw : lt'r:zeu tt; pistola n"i giusta m ùura; t erzettin~, ccc. Col cari• can1enro

dalla bocca ri111anev:1 pe rò sempre il grave i ncon•

venicni:c della lenta operazione d i ric:,ricarc l'arma, riducendo questa ad essere sempre un 'arma di e ffetto mome n-

taneo e poi inutile ed ingomhrante. Occorreva la retrocarjca ) non solo, ma la ca rtuccia completa: bo.ssolo, carica,

Pistola m.itragliau-jce (guerra Mondiale)

proiettile. G li studi al r iguardo, per tutte le armi da fuorn portatili, fu rono intensificati e facilitati ,Jalla presenza della capsula, fulm inante, e, dopo m olti tentativi e svariate costruzion i, ne l 1835 il colonnello americano Colt (V .) riuscì a costruire la prima pistola, non solo a re trocarica,

Pfatol:.l lancia granate (guerra Mondiale)

pistola a ,·otazione (Revolver, Rivoltella) semhrò avere raggiun to il " non plu s ultra » dei progressi di tali ar mi, che furono costruite con diversi. calibri , di varie dimensioni e meccanism i, ma tutte su lla base del cilindro girevole contenen te da 5 a 12 cart ucce. L 'arma potè essere meglio equilibrata, si raccorciò~ si rimpiccìoB, e si ouennero vantaggi insperati di tiro e <li penerrazione anche a relarivamente grandi distanze, specialmente coll'adozione d elle polveri bianche e delle pallottole incam iciare : il peso delle pistole cariche per uso d i gucJ"J"a non superò più il chilogramma . Rimase però ancora, sebbene pi ù ridotto nel tempo, l'inconve niente dello scaricare l'arma dai bossoli e ricaricarla : inconven iente che, alle piccole distanze, re n, dera sempre l 'arma in utilizzata dopo scaricata l'ultima cartucc ia, esse ndo ancora di nici le , se non impossibile, poter!.i sca ricare e ricaricare- davanti e presso \ 'avversario. Ma an eh<:: per la pistola i progressi fu rono velocissimi, per opera dd Max im, che t rovò la prima m itragliatrice pratica, ed essa cambiò totalmente fisjonon1ia, e da arma a ripelizionc passò ad essere ar ina a utomatica. Per le pistole, sorsero subito uumerosi costruttori. La base del funzionamento è però sempre la utilizzazione del r inculo prodotto dalla scarica cli Trofeo da braccio ogni colpo : rinrnlo che (pistola mitrag l iatrice) 3gi~ce, o su una molla, o su un blocco. Premendo sul grilletto, come per le m i, tragliatrici, parte il colpo, e col rinculo viene espul so il bossolo, ricaricata l'arma, ed an nato j J grj1lerto; con successiva pressione cd abbandono del grilletto si fanno partire gli altri colpi. A diffe re nza però della mitragliat rice, dove tenendo sempre premuto il grilletto (bottone) i colpi pa rtono in inrerrorrn ,nen tc, neHa pistola automatica invece, i colpi partono ad interm ittenza e per successive pressioni sul grilletto. Tutte le pistole automaticbe hanno il car icatore, che è conrenu10 nell'impugnatura: perciò il centro di gravit,ì del l'arma · occupa la posizione ideale per permettere tm


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PIS

buo n pu ntarnen to . In lu tte lo scatto 2;. dol(b~ìino, è questa appunto la causa d1e t'ende l'anna p..: riculosissi ma per gl'inespe rti, e q u ando i nervi non sono ca lm i e dominati ; n, algrado ottimi sistemi di posizion e d i sicurezza dell'arma. J ca ricator i contengono dal le 6 al le 10 cartucce; le cartucce h an no polve re bianca e pallottola incam iciata; iI calibro oscilla nella maggioranza da m m . 6,5 a 7,5, e il peso (ad arma ca ri,.:) da 4 ad 8 ettogram mi . Date le sue rid ouc d inu:nsion i,. essa ~

non ingombra. T ogliere e rimettere ll ca ricatore è operazione bre ve, e l ' arma può q u indi, 111 qualun c..pJe occasion e, es-

sere

"

sempre

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dticiente,

potend o essere tn u niti d i . nu merosi ca ricatori, senza grave d isagio. O ggi in cornrn ercio se 11e trovano a rota zione ed ~u ~ ton1atiche, di svariatis.sim i lipi e din1c□sioni : costr u:Gioni robuste e congegni assai semplici . In T iro alla pistola Ita lia nell'esercito sono in dotazione p istole a rotazioue, e per g li ufficia li p istole automat iche . A lla pistola autom atica Gl isc11ti in dotazione agli uAicia li prima tiella grande gucrr:t (pistola pesautc . quasi un Kg . , comp licata . costosa) fu rono <h1ran te questa date in dotazione svariati tipi d i pistole (Brownìn g , Astra. neretta, ecc.) acqu istate dal còmmcrcio . Dopo la gran de guerra la G lisenti fu abo · lita; per la truppa cont inua ad essere ia d otazione la p isto la a rotazione, e ptr g li u fficia li la pjswla au(omaticJ. [\iegli altri esercit i gli arrnamcnt i sono p rcssochè uguali. La pistola a ro tazione s i ll'Hlntie ne. a ncora m scry 1z10, · per la s ua robustezza , semp licir~, sicu rezza d i t iro e n.1odes.to costo in con fron to d i quel la automa tica .

Pistola mitragliatrice. Venne cosl ch iamat a, in · ltalìa, un ' arma portatile i.la fuoco> sorta <lurante la g ra n de guerra . Scopo d i quest'arma f u d i da re modo, a lle vedette e sen tin elle d elle t rincee, d i avere un m ezzo pron to d i d ifesa c d offesa in caso d i sorpresa da p a rte d i pattuglie avversa rie. L •·a rm a si p uò consi<lernre u na piccola mirrngliatrice, con due nrmi abbinate } con elhcaciil rapid a 1 rna vi -

Non a veva so:-.tegno o treppiede, 111a si sosteneva con due m anì impugna ndo d ue m aniglie come quelle delle mitragliatr ici , · e, corne Ì'n esse, p remendo coi pollici un bouonc , si scaricava t ·arma <li tutti i 25 colpi, che si. succed evano colla stessa rap idità com e ne lla mitragliat rice . Era l'arnia delle b , evi distanze, sprovvista d i refrigerante . Si po teva usare a braccio sciolto sostenuta per mezzo delle maniglie, indirizzando così la can n a (pii, che p u ntando) con tro l 'avversario . Però, per avere maggior gara n zia che la raffica d ei 25 colpi ,eguisse u n a traiettoria pressochè orizzon tale, l'arma era anch e mL1 nita di due cin gh ie la tera li, nelle qual i si infilavano le braccia . Si sosteneva così agevolmente e si poteva p remere contro il p etto e qua si immobilizzarla nella direzione voluta , colla canna in -d iro ,ion:: ed a ll"altezza del petto d ell ' avversario . La d ist ribu z ione d i d etta a rma venne fatta in Italia nel 1916 (il modello era 1915) specialmente nelle trincee p iù vic ine a quel le nemiche: se !:i sorpresa non piombava proprio d irettamcutc non a vvertita addosso alla vedetta, questa poteva mettere subito in azione In p istola: rntanto i colpi davano l 'alla rme, la pistola poteva essere subito ricaricata e sparata, il f uc ile e la ba ionetta potevano avere buon giuoco, specie p er l 'accorrere dei com pagni del posto di guardia. In somm a la sorpresa, anche se vic inissima, poteva , con quest'arma dalle 25 cartuccespara te rcpen tinarnen te, essere sventata . D opo la guerra... non fu pii, data in dotazione alle truppe .

Pisto/r, ddt'lm pcralore. F u chiamato così verso_ la metà del scc. XVI u n cann one da cam [>agna su qllattro ruote, di.

P istola d ell 1 im pcratore

cal ibro leggero , d i facik rnov imento sia per il tra ...,porto• sia per la mc~sa in po.siziom.: , adottato nell'esercito imperiale.

Pi sto lese, Così era chiamata L1 I1a sorta d i daga fabbricata a

..

Pistola per :s-egnala.!:ioni lumìn ose per uso aeronautico

cina e mom e n tanea. Era costituita da un congegno di car icame n to e sparo su per g iù come quello di una m itragliatrice; aveva canna e cartu ccia Ua pistola , e caricatore con 25 cartucce, innestato sulla parte superiore dcll'ape rt tira d.i car icamento, con forma leggermen te curvllinca .

Pistoia.

Pistolesi (Damiano). Generale , n. nel t858, m . a Leccone! 1920. Sottot . di fante ria n el t88 T, and ò in P . · t\ . col grado d i tcn . colo n nello nel 1914. R ichiamato 111 servizio nel 1915 e p rom osso colonne llo , comand ò i l distretto niil. d i Lecco e poi quello d i M ilano . N el 1918 f u prornosso m agg. ge~1e ralc e nel 1920 passò nella riserva .

P istoletti (o Ferraiuoli). Nome che fu dato a i soldat i tedesch i a cavallo .

Pistoletto. Veniva co,ì chiamato 1111 pezzo d i canna da fucile, da un lato chiuso, e dall'ahro terminanle a


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punta : lo si caricava a pallottola, e ;erviva per applicarle, 1alq,l1a alle « palle <la fuoco " (bombe) per impedire che

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rig lieria nelle guardie ae, loro parchi e magazzini, e in ma rina negli abbordaggi.

Pistoni (Giaseppe). Generale, n. a Sa»uolo nel 186o. Sotto!. d i fanteria nel 1880, partecipi, alla campagna crim:a del 1895-96 e poi fu in Libia. Colonnello nel 1913, comandò il 23° fanteria . Magg. generale nel 1915, coPistoletto

qualcuno s, arrischiasse ad avvicinarle per spegnerne la m iccia, ed impedirne lo scoppio, pcrchè le corte canne da fucile erano disposte in modo che si scaricassero poco prima della bomba.

P istol ieri (o Pis1ofc11i). Erano chiamate co,l le milizie ita1i::tne o estere ciel secolo XV I, armate ~i pbtola. Corrisponclc,·ano presso a pow ai Raitri _g<:rmanici. Pistolone. ~omc an-rico che <lovrebbc t·~sere l'accresci tivo <li pistola: ma Pistolierc (secolo X VI I) le dimensioni del /'. sono jn contra<lclizionc col nome, pcrchè nel XVI secolo la pistola aveva la canna quasi il doppio più lunga d i quella -del P.: però questo aveva maggior calibro. Esso aveva la -canna di ferro o di ottone; ,·e ne erano a ruota od a lori le; ne erano ,amati gli z appatori e la cavalleria. In

Pistolone

1rnlia la cavalleria ne fu arn1dta fino al principio del secolo XIX . Anche il ,·ocabolo P. ha origine prettamente italiana, trovandosi citato in un documento lucchese fin

-<lai 1580. Pistolotto. Si chiamò anche • pistola corta ,, o « archibu,clto ». Era la pistola che aveva la canna pili corta delle ordinarie senz:csscrc proibita, nei secoli XVI e XVII. La minor lunghezza tollerata ddla canna ,•ariava da Stato .a Stato, ed era da 78 ai 58 cm . Generalmente queste .,>rmi andavano sempre appaiate .. Pistone, Spcàc d i arch ibug io pesante, corto, con canna -di ferro o di bronzo, di gros,o calibro, e molto o rnato di parti metalliche. Sovente era rinforzato all'estremità della bocca, a forma di tronco d i cono allargantesi verso la · .4

Pistone

bocca stessa. Fu arma usata in antico, e talvolta fu proi_bita. Si chiamò anche " spa?.7,acampagna » o « spazzafosso •; si adoperava negli assedi, talvolta dai soldati d'ar-

mandi, nella guerra cont ro l'Austria la brigata Ravenna e meritò due mcd. d'argento, una a Zagora (1915) cd una a VertOJba ( 1917). In P. t\. nel 191i, assunse nel 1923 il grado cli generale d i divis . e nel 1929 passò uclla riserva.

Piteaux. Cannone scud.1to da 3; mm., mod, 1916. Peso Kg . 68, otturatore a visone; alzo a linea di mira indipendente; proicllo a percussione, gittata 2400 m . Questo cannone è ~tato aclouato dalla Jugoslavia, che però nel 1932 lo ha abbandonato. iniziandone !a so,tituzione con cannoni Skoda dello stesso calibro. Pitigli ano. Comune in proL di Grosseto. È d'amica origine, corne lo dimostrano avanzi <l i mura :1 grossi massi <li tufo. Nel medio evo gli Orsini vi costruirono un castello che poi andò in rO\ ina. Fu anche circondato di mura, con tre pori~. Appartenne agli Orsini, conti di f'., dal 1293 al 1561, quando gli abitanti si ribellarono alla loro signoria e si diedero a Cosimo I de' ifedici. A .rsedio e comba11imelllo di Pitigliano (1643). Appartiene alla guerra per il ducato di Castro (V.). Il generale pon tificio Cesare Degli Oddi marciò il 15 ouobrc contro P. con ,iooo fonti e 800 cavall i. Il borgo era difeso <la milizie medicee. Vennero subito iniziati i lavori di approccio, ed ercue bancrie si procedette al bombardamcnco. Il sergente d i battagl ia Strozzi, mandato dal pri11cipe Mattia de' Medici con 2000 fanti e 7 cp. di cavalli in soccorso del borgo as,ediato, auaccò e prese il 23 ottobre un pala:z.wtto nelle vici11anzc, facendo , 50 prigio nieri. I Pontifici lo riprc;ero nella nouc, ma la cp. che lo aveva occupato fu assalita <bilo Suo1.zi la mattina seguente e costretta a deporre le ,mni. Allora il Degl i Oddi con qua,i tutte le sue forze avanzò con tro lo Strozzi e ,i sch ierò con la cavalleria -e 2 cannoni al centro e la fanteria alle ali. Lo Strozzi auaccò fro11talmcntc con la carnllcria scguna dai fanti e riuscì a ,baragliarc j P ontifici, i quali pc,-dettero 400 morii e lasciarono nelle mani degli av\"crsari 648 prigionieri, 6 can noni, alcuni petardi e munizioni e bagagli. Il borgo ,·enne così liberato dall'assedio, dopo 16 giorni di invest imento. l'ùigliano (con/e d,). V. Orsini.

P itio. Antica città della regione caucasica. Nel 255-256 d. C. fu assediata dagli Sciti, alleati coi nemici di Roma. su navi somministrate eia questi. Difese strenuamente nel 255 quella fonezza il d uce Successiano, e respiuse gli as, sedianti con gravissime perdite. Ma , essendo costui stato innalzato al grado di prefetto ciel pretorio e mandato contro i Persiani , fu dai Goti e dai Iloran i rinnovato l'~rnnn seguente l'attacco, anche questa volta su navi dei Tlo;forani, e /'. fu presa e t accheggiata. Pìttaluga (Micltcla11gelo). Generale, n . a Nizza, m. a Roma (1825-1904). Sotto!. di fanteria nel 18-16, partecipò al le guerre del 1860-61, .1866 e 1870. Colonnello nel 1870, comandò il 700 fa11tcria. Magg , generale nel 1880, coman,lò successi,·amcntc la 15• brigata di fanteria e la brigata Creinona. Ten. genera le comandante la clivis. mii. di Ancona nel 1886. and,'; in l'. A. ne l 1887. Nel 1893 ft1 t rasferito nel b riserva.

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Pittaluga Giovanni Battista. Generale, n. Jld Acqui, m. a Romil (r840-1920). Segul Garibaldi nel 1860 partecipando .alla spediziojle dei Mille; sbarcato a T alamonc, venne fe. rito dai gendarmi pontilici a Grotte di Castro e fatto prigioniero. Riuscito ad evadere, raggiunse in Sicilia Garibaldi. Dopo la battaglia del Volturno venne non1inato sottotenen~ te, e, confermato con tale grado

nella fanteria dell'esercito italiano, passò nel corpo di S. M. nel ,868. Dal 1884 al 1889 insegnò tattica alla séuola di guerra. Ten. colono. capo di S. M: della divis. m ii. di Palermo nel 1889, fu promosso co.lonncllo comandarne i1 1 27° fanteria nel 1891. Tornato nello S. M., al comando del corpò, nel ,895, pochi mesi dopo J>ittoluga Giov. Battista partì per l'Eritrea ove rimase sino al luglio 1896 : fu presente al fatto d'arm i d i Debra A ilà e coman<lò un reggimento. Magg. generale comandante la brigata Napoli nel 1897, andò in P. A. nel 1902. Nel 1905 passò nella riserva e nel 1906 fu promosso tcn. generale. Pubblicò, fra altro: « La pace e le cause della guerra »; " Le mitragliatrici »; « Il munizionamento della fanteria »; " Alcune note di viaggio in Eritrea »; « L'Eritrea giudicata in Franci3 » ; « I bersaglierialpini »; " La diversione » ; « La trasformazione dell'esercito »; « La diversione <li Talamone ,, . Collaborò inoltre a r iviste militari e a giornali.

P1t

Pi~toni (Michele). Generale, n. a Roma nel 1876. Sottoten. d 'art. nel 1895, fu ,per parecchio tempo in Eritrea. Passato nel ruolo tecnico del! 'arma, fu promosso colonnello nel ,924- Resse la carica di capo ufficio del centrò chimico militare. Nel 1931 fu •direttore del centro esperienze art. d: Nettuno e nel 1933, promosso -magg. generale, venne nomiuato capo reparto lavorazion i presso la direzione superiore del servizio tecnico d'artiglieria.

P ittsburg, Città degli Stati Uniti, in Pensilvariia, costruita dove trova vasi l 'anti.c o fonc Duq11esllc (V.).

Bauaglia di l'iusburg Landing, <letta anche di Sl,iloh (1862). Appartiene alla guerra di Secessione. Dopo la battaglia di Pea-Ridge, i Confederati si erano schierati lungo la ferrovia da Mcnli a Charleston. Il gen. Grant fu inca-

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,.,~,· .

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Piualuga Emesto. Generale, 11 . a Sampierdarena nel 1861. Sottot. d'art. nel r88r, raggiunse il grado di colonnello nel 191-5. -Comandò in guerra un rcgg. da campagna e meritò la med. di' bronzo sul basso Isonzo e sull 'Altipiano Carsico (19r6). # ' P. A. nel r9r8, nel 1919 passò nella riserva per infermità di guerra, nel 1926 fu promosso generale di brigata, e nel 1930, sempre per la detta causa, fu posto in congedo assoluto. Pittaluga Vitto,·io Emanuele. Generale, n . a Mondovì m . a Firenze ,(1863-1928). Sottot. di fanteria nel 1882, fu poi insegnante alla scuola centrale di tiro della fanteria. Da ufficiale superiore passò negli alpini, ed insegnò organica alla scuola di guerra. Colonnello nel 1915, entrò in guerra contro l'Ausrr-ia al comando del 153° fanteria e poi comandò il 10 gruppo alpini. Magg. generale nel 1916, ebbe il comando della brigata Cuneo : alla presa cli Gorizia rimase ferito e fu decorato della med. d'argento. Con1andante il 3° raggruppamento alpini nel 19,7, passò nell'anno stesso al comando della 17a e della 56• d ivisione. AssuntÒ nel 1918 il coman<lo della 3a d ivis ., Pittaluga Vittorio Emanuele fu con essa in Francia e nell'offensin tedesca nella Champagne meritò la croce d'uff. dell'O. M. S. Nel 19r9, al comando della 75• d ivis. andò a Fiume. Dopo aver comandato la divis. mii. di Novara, passò nel 1922 in P. A. S. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis. Pubblicò un volume: " In Italia, in Francia ed a Fiwne ».

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Battaglia di Pittsburg, 1 a posizione

ricato di rompere questa linea con 5 divis. imbarcate su bastimenti. Risalito il Tennessee, il 12 marz.o 1862 si stabilì nella regione di Savannah. Lungo la ferrovia i corpi conkdcrati erano disposti i n maniera da potersi rapidamente concent rare e i l gcn. Buell ebbe ordine di partire il 28 marzo da Nasheville per rinforzare il Grant, troppo esposto ed isolato. Le divis. federali erano disseminate fra P.-Landing, Savannah e Crurnp's Landing, distanti fra loro, scoperte e senza servizi di esplorazione. Bene informato sull a dislocazione avversaria, i l gen. John;ton, effettuato il proprio concentramento sui ·primi di apri le, il 6, forte di 45.000 u ., mosse contro i Federali avendo in sottordine il Beauregard e i corpi Harden , Polk, Braxton Gragg in prima linea, Breckinridge in riserva. · Piombato alle 5 del mattino sulla estrema sr. nemica, prèse prigionieri senza colpo fer ire i l gen. I?rentiss con 2000 u . ; 82

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i superstiti di questa divis. np,egarono in disordine su quella di Hurlbut, che per un istante fermò l'attacco. Sulla dr. federale intanto il gcn. Shennan, assalito da forze pre-

Insistendo nel loro piano i Confe<lcrati alle Il avevano conquistato gli accampamenti di Prcn tiss, Shcrman, Lewis Wallace, Hurlbut; le truppe federali ritiraodosi erano spinte len·tan1cnte verso il fiume, Jncntrc G-rnnt, riorganizz.ati i reggimenti battuti al mattino, li rimandava sul campo di bau~glia per trattenere il nemico incalzante. La 5• d ivis. federale, accampata a Crup ·s Landing, avvertita solo a mezzogiorno, era troppo lontana per potere intervenire, e la situazione si era fatta d isperata, quando l'attacco su dista ebbe una sosta : era caduto il gen. Johnston. Ne profittò il col. Webster, capo di S. M. del Grane, per mettere in batteria tutte le artiglierie, a protezione del cc1itm e della sr.; quando i Confederati ripresero l'altacco un fuoco d'infilata e di fronte li sorprese- e li arrestò. Calara la sera, il gcn. Ilcaurcgard, che aveva assunto il comando, non seppe completare la ,,iuoria. Durante la notte il Grane fu raggiunto dalla sua 5a divis. e dal Buell; 25.000 u. di truppe fresche, che al mattino seguente andarono ali 'attacco.,:>! Confedera ti, soverchiati dal numero, dopo aspra resistenza coscrcui a cedere, ripiegarono indisturbati, protetti dal corpo del Bragg e portando seco, trofei della ~ · "" 10 cannoni e 30 bandiere. I Federali p resero qualche bandiera e pochi cannoni. Le perdite in uomini ammontarono per i Pcderali a 1751 morti, fra i quali il gcn. Wallacc, 8408 feriti e 2885 prigionieri e dispersi; per i Confederati rispettivamente a 1728, 8012, 959.

Battaglia di Piusburg, 2• posizione

Pitzolo (o i'i:;zolo, Girolamo). Condottiero sardo <lei sec. XVIJ, n. d i Cagliari. Combatti: coo valore nel 1637 contro i Frnncesi che avc,·ano invaso Oristano.

ponderanti, np1eg,wa s,11 Mac-Clcrmand. L'azione si svolse specialmente violenta iJltorno alla chiesetta di Shiloh, posizione ru grande importanza strategica. Dopo avere disperatamente resistito la prima linea federale era stata forzata .

Pitzo/o Girolamo. Patriota sardo del sec. XVlll. Dopo aver esercitato l'avvocatura, nel 1793, quando la flotta francese tentò di sbarcare in Sardegna, difese l'isola al comando d i un reparto d i miliziani. In vari combattimento [ecc fronte al nemico e respinse una colonna <li 5000 fanti d,e, sbaicata, tendeva all'assedio di Cagliari. Liberata l'isola dall'invasione straniera, entrò nel parlamento sardo. Nominato poi intendente generale del regno, venne assassinato nel Ij95 durante una sommossa popolare. P iutti (Ama/do). Chimico, n . a Cividale, m . a Conegliano (,857-1928). Fu insegnante nelle R. universi1à di Sassari e di Napoli. Nel corso della guerra Mondiale mise tulta l'opera sua e quella dcll 'Istiruto da lui diretto a wmpleta disposizione della difesa <ld la Na1..ione, n,assimarnenrc allorchè i Tedeschi fecero ri corso agli aggressivi chimici. E, dedicatosi in special modo allo studio del nitrocloroformio (eloropicri na), ne is1ituiva la p reparazione con processo app ropriato cd economico per I 'industria italiana, ini7.iaudonc la lavorazione su scala industriale ndl ' apr.ile r9r6, mentre i ·.Tedeschi lo seguirono solo tre mesi Piutti Arnaldo più tardi. A tale scopo trasformò add;rirtura l' Istituto di Chimica farmaceutica e tossicologica dell 'università di Napoli in un arsenale di produzione, soltanto dal quale l' Italia potè mirre 236 tonnellate di prodotto e 400 mila granate di vario calibro, caricate col po1c1irc aggressivo soffocallte e tossico . Il P. ha lascialo una estesa produzione scientifica.

Battaglia di Pittsburg, 3" posizione

Piva (Dommico ). Generale. n. a Rovigo, m. a Milano (1826-1907). Volontarjo nel 1848, p anccipò alle opcrazion.i


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nel Veneto. Volontariq ,,oco dopo con Garibaldi, prese parte alla campagna per la difesa di Roma ; fu nominato sottot. nell'aprile 1849 e rimase. ferito alla testa ne! giugno seguente. Caduta Roma, scgul ,Garibaldi, poi s'imbarcò a Cesen atico per portarsi a Vene-<'.-ia, ma venne catturato dalla flotta austriaca. Arruolato nell'esercito austriaco, fu i nviato nei principati D anubiani, ove rimase sino al 1857. Ritornato in Italia, s'arruolò nel 1859 nei Cacciatori delle Alpi, ebbe la nomina a tenente e meritò la mcd . d'argento a Tre Ponti. Nel 1860 seguì Garibaldi nella spedizione dei ì\-1ille ed in Sicilia raggiunse il grado d i ten. colonnello e meritò la croce da cav. dell'O. M. S. Nel 1862 passò nel l'esercito regolare. Partecipò alla campagna del 1866 e poco dopo ebbe i l comando del 6o0 fanteria; nel 1867 fu promosso colonnello. Nel 1875 comandò il 75° fanteria e nel 1877 la 9• e la 31' brigata; nel 1878 fu promosso magg. generale. Nel 1880 passò nella r iserva e nel 1895 venne promosso ten. generale.

padre, uccidendo a sua volta il P. a Lima. - Suo fratello Cun,a/vo (r5oi-1548) fu con lui al Perù e dopo la uccisione di F rancesco. sconfisse gli uccisori e i loro partigiani, governando da d ittatore il paese, finchè fu preso e condanu ato a morte dal vicerè De la Gasca. Un altro fratello di Fra ncesco, Ferdinaudo (1500-1567) [u pure nel Perù con i precedenti, e, governatore di Cuzco, nella lotta intestina fra i conquistatori fu fatto prigioniero da Almagro. Liberato, lo battè e lo mise a m orte nel 1538. Richiamato nella Spagna e gilld icato per quell a e altre jm putazioni , fu condannato a l carcere a vita. Un terzo fratello di Francesco, Giovanni ( r505-1535) venne ucciso presso Cuzco dagli lncas.

Pizarro Giuseppe. Amm iraglio spagnuolo del secolo XVJJf, m. nel 1746. F u inviato, al comando d i una flotta, nel rio della Plata per combattere contro gli lngle~i condotti dall'ammir. Anson. Nella lotta, avendo -gli. l nat ini appoggiato gli Inglesi, il P. ebbe la peggio e çlovettc tornare nella Spagna, d opo di avere perduto neWimprcsa q uattro, navi e 3 0 0 0 uomini. i. · ; I

Piva Abele

Piva Domenico

Piva Abele. Generale, figlio del prccc<lencc , n. a Mantova nel 1869. Sottot. di ~ teria nel 1891, partecipò alla guerra e ritrea d el 1895-1896 e ri mase k rito ad Adua; poi passò negli alp i111. Nel r9 r 5 entrò in guerra contro l'Austria al comando del bgl. Dronçro. Avuto nel 1916 il comando del 224~ fameria, combattè nella zona d i Gorizia. Colonello nel ,9,7, comandò il 12o<' fanteria e, nello stesso anno, il 4° raggruppamento alpin i. Ncll 'ottobrc 1917 assunse i l comando del 3° raggrnppamento e sul M . Grappa fu insignito della croce da cav. dell'O . M. S. Passato nell'Alta Valtellina, nell 'estate 1918 meritò la croce <l'uff. dell'O. M. S. Pcomosso brigadiere generale nel 1919, ebbe nel 1920 il coman do della brigata Abruzzi . Generale di brigata nel 1923, comandò la 1• brigata alpini. Nel 193r andò in P . A . col grado di generale di <lìv isione. Pizarro (Francesco) . Capitano spagnuo lo del secolo XVI (1475-1541) . Andò in America agli ordini di Balboa e èon pochi seguaci tentò d i penctrt1rc nel Perù, ma non vi riuscì . Tornato nella Spagna, ottenne da Ca rl o V la no• mina di governatore e capitano generale del territo rio d a occupare, e con soli 120 u . e 36 cavalli penetrò nel Perù, dove, ben presto raggiuntò da u na quantità d i avventurieri , potè impad ronirsi <le! paese , facendo uccidere il re Atahualpa e COininettendo vessazio ni, soprusi, atro~ Pizarro Fral1èesco cità tremende allo scopo di i mpa~ ., dronirsi dell'oro che esisteva in abbondanza fra gli l ncas. Fece uccidere il suo compagno di avventurn Alrnagro, , ma il figl io di questi vendicò ·il

Pizi (Nicola) . Medaglia d'oro, n. a Palmi, caduto sul, Carso ( 1891 -1 915). Sottot. di fanteria in servizi6 attivo_, pocodopo <li esser uscito d alla Scuola mii. di Mci<léna a11dò ir, Libia, <love fu ferito a Bu-Chamcz. Partito, ,quindi, per il teatro della gue rra nel m ag gio 1915, col 134° fanteria, in uno dei primi combattimenti, cadde dopo essersi lconinarnenre battuto, com'è ricordato nella motivazione della med . d 'oro conferita alla memoria <lei giovane ufficia Ie : « Comandar,tc <li un plotone diretto al poggio 118 d i monte Sci Busi, precedeva la truppa e, scorto a breve distanza un gru ppo di nemici annidato in una buca, senza attendere 1'ar• rivo <lei suoi che da v1cmo .lo segu ivano, solo, con ma -

Pizi N icola

gni.fico ard i1n ento e va lore mcrnv igl.ioso, si slanc.iàva con-

tro i nemici e a colpi di baionetta li atterrava tutti. Subito dopo raggiunto dal plotone, lo guidava intrepidamente all 'assalto contro un rep arto avversario sopraggiunto, sostenendo poi gagliardamente la lotta corpo a corpo, guida ed esempio mirabile ai suoi soldati, finchè, 11cl furore della mischia, dava la giovane, nobilissima vita alla Patria » (Monte Sci Busi, 2 agosto 1915).

Pi zio (Virginio). Generale , n . a Canelli nel 18ir . Sottoten . d i fanteria nel 1891, partecipò alla g uerra libica ed a quella contro l'Aust ria . Decorato d i rned. d 'argento a Grazigna, gu promosso colo nnello comandante il 161° fan teria ne l 1917. Ne! 1919 passò a comandare il distretto mii. di Ivrea e ne! 1920 andò in P. A. S. Ne l 1927 fu promosso generale di brigata in A. R . Q. e nel 1933 venne collocato a riposo. Pizzano. V.

Cristina da Ptzzano.

P izzarello (Ugo). Medaglia <l'oro, n. a Macerata nel Da lla Scuola mii. di Modena uscl sottot. degli alpini nel 1898, e negli alp in i rimase fino alla promozione a colonnello. Con l '8° regg. , capitano comandante di cp., partì per la grande guerra, meri tando, /in dai prim issirpi I 877.


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·combattimenti sul Pal Grande e sul Freikofcl, una mcd. d'argento al ,·alore e la promozione a maggiore per merito di guerra. L ·anno seguente, sul Freiko(cl swsso, meritò la croce di cav. dcll 'O. M. S. Nel 1917, dopo aver guad.1gnato un 'altra mcd . d'argento a Raccogliano, nella battaglia dell'Ortigara, colonnello comandante il 10° regg . fanteria (brigata Regina) fu così gravemente ferito, d;i esser comidcrato come ben difficilmente salvabile. Diede allora un c,empio mirabile di forza e di serenità, chiedendo di rimanere in mezzo ai ;uoi soldati. Fu, per questa sua condona eroica, insignito della suprema distin:-.ione al valore, con la seguente motivazione: Pizzarello Ugo • Sempre in mezzo ai suoi soldati per dividerne le sorti, in un violento contrattacco nemico, pit1 volte contuso e poi gravemente ferito in fronte, volle rimanere sul posto, raro esempio di amor di Patria, di sentimento del dovere e d i in<lomito coraggio" (Monte Ortigara, 25 giugno 1917). Dopo la guerra comandò successivamente il 69° regg. fameria cd il 157°; promosso generale di brigata nel 1925 ebbe il comando della brigata Alpi, e nel 1927 quello della 27• brigata di fa nccria. Nel 1930 fu promosso generale di divis. e nel 1932 venne nominato comandante della cliv is. mii. di Bari.

Pizzar i (Pier l11ig1). Gencialc, n . a Zagarolo nel 1869.

presa dai Ghibellini di Facino Cane, generale dei Visconti; poco dopo venne ripresa da Cabrino Fondu.lo, signore di Cremona, cui appanencva. Nel 1419 il come d1 Carmagnola, pure al servizio dei Visconti , se ne impossessò per conto dello Stato di Milano. Nei 1509 fu presa dai Veneziani. Nel t525 nd castello di P. (u tenuto per più di ùue mesi prigioniero Francesco I, dopo la battaglia cli Pavia.

I. Assedio di l'1zzighctto1Jc (1706). 1\ppartienc alla guerra per la Successione di Spagna e fu posto dagli Alleati, con alcuni bgl. piemontesi e repani imperiali del principe d · Msia , dopo l'assedio d i Torino. La guarn igione francese, lasciata,•i dal duca d 'Orléans, ammontava ad 8oo u. Il principe Eugenio av,rnza il 5 ottobre, e nella notte con un colpo di mano attacca una piccola opera a corona da,.anti a Gera e dopo rude mischia la prende; il presidio in buona parte riesce a riparare a P. Quindi il priucipe si reca all'assedio di T ortona, e rena a continuare quello di P. il duca Vittorio Amedeo li di Savoia. Questi avania con gli approcci, e in tre giorni arriva alla strada coperta. Una batteria apre il fuoco contro le mura. Il giorno 2t, la guarnigione depone le armi.

Il. Assedio di l'1zz1gMt1011c (1733). Appaniene alla guerra per la Successione di Polonia, e fu posto in fine ottobre dagli alleati franco-piemontesi, comandati dal duca Carlo Emanuele li di Savoia: 20.000 u. con 44 pezzi. li duca affidò al francC.IC Maillcbois 21 bgl. e 13 sqdr., e lo destinò ad operare su lla dr. del fiume, contro Gera d'Adda: egli tenne con sè 24 bgl., fra i quali quelli dei rcgg . piemontesi Guardie, Savoia, Fucilieri, e 36 sqdr. 1.·u no-

Sottot. d'art. nel 1889, passò poco dopo in fanteria. Partecipò alle campagne libiche del 1914 e 1915 cd a quelle comro I"Austria del 1916 e 1917 di"cncndo colonnello nel 1917. Ritornato in Libia nel 1918 vi rimase a lungo, e in colonia meritò nel 1923 la promozione a generale di brigata per merito di guerr:1 e la croce da cav. dcll'O. M. S. per le azioni compiute nel 1924 in territorio degli Abid (Cirenaica). Passato ocl 1924 al comando della briPi=iri Pier Luigi gata Calabria e collocato a disposi2ione nel 1926, fu nominato ispettore di mobilitazione della divisione milìrnrc d i Firenze nel 1928. Nel 1930 venne collocato in posizione ausiliaria.

Pizzighettone (ant. Fomm /11g1111tomm). Ciuà in prov. di Cremona, a cav:1110 dell'Adda, col centro principale sulla sr., e una tes1a di ponte (Gera d"Adda) sulla dr. del fiume. Venne fortificato nel 1123 dai Cremonesi, col nome di Piz::ilconc, con castello e mura ; successivamente le fortificazioni vennero curate e rimodernate e ampliare da chi le ebbe in potere: Spagnuoli, Austriaci, Francesi. Fu costruita la 1esra di ponte, e la piazza ebbe terrapieni poligonali, e poi bastioni, cortine, casematte, contrafforti, mantenendo importanza fino al 1866. Nel 1780-82 il castello ,·enne dagli Austriaci smantellato, ma i Francesi nel 1797 lo restaurarono e poi gli Austriaci lo mantennero ancora. adibito a deposito di materiale. P. venne assalita nel 1404 e

Fortezza dj Pizziahcttone (secolo XVIII) 1 , costello; 2 , bastione dell'Adda: 31 di S. Tomoso; 4, di S. Go.spare;

5, di S. Giacomo; 6, di S. Busano; 7, dei molini; 8, mczzalu.na Dercua; 9, di Fuentcs; ,o, di Fuensaldagna; 11, Fontana; l 2., della porta di Cremonui 13, dellarCuurdin; 14 , di Sont.a Crocei 15, di Vargu; 16, di S. Plot1co; 17, porta di Cremona; 18. della Gera; 19. bastiooe del castello; 20, porta grande; 21, bastione di Bassano; 22, d i Cnracena; 23, di Sant'Antonio; 24, porta di Lodi; 25, mez-

zaluna d'Ossano.


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vembre vennero gettati due ponti, uno a monte e uno a valle, per la comunicazione fra le due rive; frattanto era stato scavato un canale per far defluire l'acqua che, per opera dei difensori, aveva inoodato la campagna. La piazza era d ifesa da 2300 Imperiali, al comando del geo . irlandese Lurngston. Nella notte &a il 17 e il 18 gli assalitori iniziarono la trincea, tracciando parallele e armando batterie con 30 canno ni e mortai, che aprirono subito il fuoco. I difensori eseguirono sortite e risposero energicamente al fuoco. 11 27, gli assalitori erano alla discesa nel fosso, e contemporaneamente terminavano la costruzione di una nuova btr., <li 11 cannoni , per battere io breccia le opere. Il d ifensore non attese questo, ma, il 28, entrò in trattative, le q uali si conclusero con l 'uscita della guarnigione, con tutti gli onori di gucrr-a, libera d i ,·iti. rarsi a Mantova. L'assedio era costato agli Alleati 500 morti e un migliaio di feriti. III. Presa di Pizzigl1etto11e (1796). Appartiene alla cam pagna del Buonaparte in Italia. Dopo l'entrata in Mila no, egli mandò i gen. Sérurier e Massena a investire la piazza : il primo fece questo dalla riva dr., il secondo dalla riva sr. Le artigl ierie francesi, -postate il giorno II maggio, iniziarono subito il fuoco, e la mattina dopo la guarnigione, composta di 400 u., si arrese. IV. Presa di Pizziglwtone (1799). Appartiene alla cam pagna di r iscossa degli Austro-Russi. La guarnigione francese (30 ufficiali e 600 soldati) durante la ritirata del grosso dell 'esercito venne bloccata dagli Austriaci , con le brigate Hobenzo llern e Seckendorf, comandate dal gen.

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guerra wntro l'Austria e nel 19~8 fu promosso brigadiere generale. In P. A. pocd dopo la guerra, nel 1923 assunse il grado di magg. generale d i commis_sariato e nel 1928 passò nella riserva.

Pizzo di Calabria. Comune in prov . d i Catanzaro. su colle di poco più di un centinaio di metri, bagnato alle falde dal mare. Vi fu costruito un piccolo castello ali 'epoca del dominio spagnuolo. Nel 976 fu assalito da una Rotta musulmana condotta dal! 'emiro siciliano Abu el Cosem, ed espugnato: il paese venne saccheggiato, e gli abitant i che non riuscirono a salvarsi con la fuga Pizzini Giulio o non furono uccisi, condotti Jl 21 luglio 1 810 nelle sue acque via in schiavi tù . avvenne ·uno scontro fra navi inglesi e navi napoletane, del re Murat, scontro rimasto .indeciso . Sulla spiaggia d i P. sbarcò Gioachino Murat il 7 ottobre 1815, e, fatto prigioniero il IO, venne condotto nel castello del P., dove vi radunò il consiglio di guerra che lo condannò alla fucilazione. Questa venne eseguita presso il castello medesim o il giorno 13 ottobre. P izzocolo (Ognibe11e, Paolo). Generale medico, n . nel r853. Sotto!.

medi~o nel 1890, partecipò alle campagne

P izzo di Calabria: I, bastione sul mare.; 2, traforo fra questo e il castello; 5, castello.

Kaim . La trincea venne aperta il 3 maggio, e furono posti in batteria 22 cannoni e ro obici, dalla riva sr. Il w maggio l'esplosione d i un magazzino polvere decise il c~manda nte (cap . lacquet) a lla resa, ottenendo che il presidio fosse libero d i rientrare in Francia. Gli occupanti t rovarono nella piazza copiosi ap provv ig io namenti, materiali e munizioni, e inoltre 96 pezzi d'artiglieria d i vario calibro.

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P izzini (Gi11/io). Generale del Commissariato, n. nel 1858, m. a Rapallo nel 1929. Sotto!. d i commissariato rid 18'78, raggiunse· i l grado cli colonnello nel 1912. F u direttore d i commissariato del 4° C. d'A.; partecipò alla

ti 'Eritrea del 1895-96-97, alla guerra libica ed a quella contro l'Austria. Andato in P . A . S. col grado d i ten . colonnello nel 1920, fu promosso colonnello nel 1923. Passato nella riser va nel 1925, fu promosso magg. generale medico nel 1930.

Pizzolato (Vittorio) . Generale, n. a Feltre nel 1864. Sottot. d'art. nel 1884, d ivenne colonnello nel 19r6. Nel 1917 andò in P. A ., passò nella riserva nel 1921 e fu promosso generale d i brigata nel 1927. Piz;zoni (Paolo). Generale, Jl. e m . a Milano (1862r929) . Sottot. d'art. nel 1882, partecipò alla guerra libica;


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si distinse nei combauimenti di Zuetina e: di El-Sceleidioa (1914) e: meritò due mcd . di bronzo. Colonnello nel 1915, comandò nella guerra contro l'Austria i l 39° da campagna cd a Villa Freifcl<l (L9r5) ebbe una terza medaglia d i bronzo. Colonnello brigadiere nel r916, ebbe il comando della brigata Bisagno. Brigadiere generale nel 19 c8, comandò l'art. del 9° C. d'A . e nel 1918 per le azioni sul Col Moschin , Col Caprile e Col Becrena venne decorato della croce da cav. dell'O. M. S. Io P. A. nel 192+ venne nel 1927 promosso generale di divisione.

Pizzorno (Gerolamo). Generale, o. nel 1835, m. a Genova nel 1915. Tenente d 'art. nel 186o, partecipò alla campagna del 1866. Colonnel lo nel 1884, comandò il 11' art. da campagna e poi il Collegio mii. di Firenze . I n P. A. nel 188g, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1898 e teu. gene.raie nel 1907. P izzuti (1-'ederico). Generale dei carabinieri, n. a. Ro;sano Calabro, m. a Roma (1843-1yo5). Ten. dei carabinieri nel 186 1, partecil)Ò alla campagna del 1866. Colonnello :iel 1889, comandò le legioni d i Bologna, Palermo ed Allievi. ~agg. generale nel 18g8, comandò la brigata Pizzuti Federico ll<:rgamo; nel 1899 tornò ;ill'artna, addetto al comando generale. Ten. generale nel 1904, fo comandante generale dell'arma sin!>_ alla morte. Pia. Vil laggio della Spagna, nella C:1talogna, presso Valls, sul fiume Gaya. Combattimento di l'la (1811). Appartiene alle guerre dell' lmpcro francese nella Spagna. li gcn. Orsatclli, della d ivis . jtaliana Pino, agli ord ini del marcsc. Mac<lonald, fu da questi staccato il 15 gennaio con la sua brigata in avanguar<lia, a compiere una ricogniz ione da Valls verso P. L'Orsa telli, che disponeva del 60 regg. d i fanteria d'ordinanza e del 1° leggero (circa 2500 u.) giunto presso il paese fu all'improvviso attaccato da 8ooo Anglo-Spagnuoli. fanti e cavalli, agli ord ini del gen. Saarsficld. Iniz iò allora i l ripiegamento verso il corpo del Macdonald a Valls, combattendo passo a passo mentre si ritirava, vivamente premuto dal .nemico, e rimanendo ferito mortalmente; il coma ndo della colonna (u assunto dal colonnello Roggieri . Quando furono arr ivati iLT vista di Valls, recando ,eco 200 feriti, e continuando a battersi, il geo. Mac<lona ld non sì decideva a soccorrerli, e ci \'olle l'intervento dei generali e ufficiali italiani e francesi per deciderlo n ciò, dopo tre ore: di resistenza alle loro pressioni. Bastarono la brigata P:ilombini e uno sqdr. francese, per decidere gli Spagnuoli a lasciar libera la colonna che con tanto acca nimento ave• vano inscg ui10 . Le perdite ammontarono a 20 morti, di cui 3 ufficiali, 226 Ccriti fra i quali 13 ufficiali, e una ventina di p rigionieri. Placidi (Nicod emo). Genera le, n . a Luco ne· Marsi nel 186o. Sottot. del genio del 1883, fu in Eritrea nel 188g e nel 1890. Nel 1904 andò in P. ,\. col grado di magg iore. Richiamato in serv izio in occasione della guerra contro l'Austria, venne promosso colonnello nella riserva nel 1917 e magg. generale nel 1928. Plagwitz. Villagg io della Slesia -ger manica, nei prc,si di Lowenherg, sulla Bobcr. afAuentc dell'Oder. Durante

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la campagna napoleonica del 1813 in Germania, la divis. francese Puthod, distaccata dal maresc. Mac<lonald (Xl corpo) perchè operasse in direzione di Janer, in formata del rovescio sublto il 26 agosto dal corpo principale sulla Katz. bach, retrocedeva in fretta per ripassare la Bober e ricongiungersi alla propria unità. Dopo aver vanamente tentato il passaggio a Hirschberg e n Ilunzlau, il Puthod, vedendosi stretto <lall 'avversario, fu obbligato a prender posizione il 29 agosto sulle alture di P., <lisponendo,•isi a difesa. Ma, attaccato d:1 forze preponderanti e a corto d i munizioni, fu sopraffatto completamente: buona pane delle forze precipitarono nella Bober, altre furon distrutte; lo stesso Putho<l e uno elci generali di brigata caddero prigionieri. L'episodio s'inserisce nella serie dei rovesci .sublti in questa fase della campagna dal corpo di Macdonald, cbe frustrarono in pan e gli effeui della faticosa ùttoria di Drc;da (2ì-28 agosto) e prepararono l'insuccesso finale.

Pla isant (Giuseppe). Generale medico, n. nel 1821, m. a Spello nel 1905. Medico di bgl. nel 1848, parlecipò a cutte k campagne di guerra dal 1848 al 1870 ed a quella di Crimea , meritantlo una mccl. <l 'argento e la 1111.:L1zionc onorernlc. Colonnello nel 18j9, fu direttore dcll 'o,pcclale mii. di Firenze. In P. A. nel 1884. fo promosso nel 1895 magg. gc11crale medico nella riserva. Plana (barone Giova11111). Matematico, n. a Voghera, m. a Torino (tj81-1864). Laureatosi alla scuola politecnica di Parigi, nel 1803 era professore nell a scuola d'art. cli Alessandria. l nsègnairic d 'astronomia nell' università di T orino nel 18n. insegnò meccanica razionale all'Accademia mii. dal 1816 al 1851, e dell'Accademia st<.-ssa fu pure d irettore generale deg li studi rial 1829. Nel 1848 fu nominalo senatore e nel 185r fu collocalo a riposo. A Torino fu direttore clell'osscrvatorio astronomico e membro del!' Accademia delle scienze della quale fu poi presidente. Pubblicò numerosi stud i di meccanica e cl 'astronomia. Planja n. V . Koli11. Plassey. Villaggio dcll'lndia inglese, nella presidenza del Bengala. Bauaglia di Plttssey (1757). Appartiene alla conqui~ta del Dcnga la. li viccrè del Bengala, Suraja, avvisato che gli lnglesi. comandati <lai Clive, avanzavano contro di lui, mosse immcdiatamcme da Moorsbedabat per andare ad occupare la posizione di P. col suo esercito, composto di 35.000 fanti . . 15.000 cavalli e 53 cannoni. La sua fan teria, formata in modo quasi tumultuar io, era male armata; la ca,·alleria, composta di Afgani e Patani, era com:mdata da Mccr-Jaflìcr, g ià in accordo con gli Inglesi; buona l'artig lieria per la presenza in mezzo ad essa d i una cinquantina di France,, comandati da Saint-Frais. Gli Ingle,i a,·e,·ano mandato avanti un reparto, agli ordini del maggiore Cootc, per impadronirsi del posto di Katwa, dove tutte le forze inglesi erano riunite il 17 giugno: 950 fanti e 100 arti• glieri europei, 50 marinai della squadra, e 2200 Cipai. La posizione degli Inglesi a Katwa e quella delle truppe del vicerè a P. diswvano di poche miglia, ed erano separare dal fiume 13aghirati, largo e profondo. Il :?2. giugno gli Inglesi passarono il fiume senza alcuna molestia da parte del nemico. La mattina seguente Clivc assaliva nelb sua posizione l'esercito bengalese, che, mal d ireno, abbandonaro qua,i subito dal vicerè che infidi consiglieri avevano indotto a 1itirarsi dal campo, scoperto sul fianco sr. per l' incri ia pre med itata di Meer-Jaffier, era tosto messo in piena fuga. Que,ta battaglia ebbe conseguenze imporran-


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tissime, poichè diede agli Inglesi il possesso del Bengala cd una base· sicura di operazion i per la conquista del loro impero coloniale. Gli Inglesi vi perdettero solo 72 u. tra morti e feriti.

Plastomenite. Polvere senza fumo, esplosivo di sicurezza, costituita d i dinitrotoluene, nitrocellulosa e nitrato <ii bario. Platani , Fiume della Sicilia, che ha origine presso la Soglia di Lcrcara Friddi e scorre nel solco meridiano .llpcrto fra i monti di Cammarata e quelli d@=° Mussomeli, raccogliend o le acque della regione centrale dell'altopiano siculo mercè il tributo del Bilici. Dopo tale confluenza piega decisamente verso sud-ovest, abbandonand o l'antica valle e, con and amento tortuoso, sbocca i n mare al Capo .Bianco dopo II O Km. d i corso. La sua alta valle è percorsa dalla via ordinaria Palermo-Girgenci e dalla ferrovia TerminiGirgenti-Porro Empedocle e segna una d elle principali vie di facilita7.ione dell 'isola. Il P. ha perciò importanza come linea di penetrazione attraverso l'altopiano , più che per la sua pretta funzione idrografica ; e tale importanza deve esse nzialmente alla sua alta valle, in quanto fa capo alla Sog lia d i Lercara, eh 'è una delle chiavi principali delle comunicazioni mo1~tane della Sicilia. Platea, Ant. città della Beozia, nella Grecia, a sud di Tebe. Era posizione strategica importante, per la quale si accedeva all'Attica. Riedificata dopo la distruzio!1!' del 373 a . C. e restaurata anche nel 338 dopo la battaglia d i Cheronea, andò poi in completa decadenza e rovina . i. Battaglia di Pia.tea (26 o 25 settembre 479 a. C.). Appartiene alla terza spedizione persiana contro la Grecia, e fu combattuta dai Greci comandati dallo spartano Pausania, contro i Persiani condotti da Mardonio. Pausania aveva sotto di sè 110.000 uomini, di cui 38.000 opliti e, 1nsieme al contingcme di Tespia, 72.000 servi e armati alla leggera; Mardonio disponeva di 350.000 uomini, compresi i 40 . 000 di Artabazo e i contingenti greci . I due eserciti stettero di fronte l' uno all"altro per parecchi giorni . Il primo scontro lo sostenne la cavalle ria persiana, co1na ndata da Masistio, il quale cadde ucciso combattendo; i suoi sol,fati si scoraggiarono e si diedero alla fuga. Pausania sccls!' una nuova posizione con la fronte rivolta ali 'est, d isponendo l'ala dr. verso Platea: quest 'ala, composta dei contingenti della Laconia e d i Tegea, non bastava a difen-derc il passo detto delle Querce . Il centro, formato da molti piccoli contingenti, fu coll~ato sopra una catena di collir1c nella d irezione dell 'Asopo. E l'ak, sr., in cui crar10 riuniti Ateniesi, Plateesi e Tespii. si d istendeva lungo l'AsoJJO e un bosco sacw d i Platea . Accortosi di questo ,,novimento de i Greci, e cons ig liato dai cavalieri teban i,

Ma rdo11io collocò alla sr. il nerbo delle truppe pcrsjanc; Med i, Uallriani e Indiani oppose al ceruro dei Greci, e i contingenti europei formanti l"ala d r. in faccia agli Ate• n1es1. Così l rascorscro o tto giorni, nei quali la situazione -<lei Greci certo non d ive:rne migliore. La cavalleria pers iana, ins ieme agli arcie ri, i.mpctliva che i Greci polcsscru ,mingere acqua dal! ' Asopo. Ncl!a notte del giorno ottavo .al nono, Mard onio, spinto dai Tebani, occupò con la cava lleria il passo d elle Q uerce. Pausania, anzichè liberarsi .con una mossa decisiva dalla difficile !)OSizione in cui era .stato posto, rirnase ancora d ue giorni inoperoso. Mardo nio

.diveniva ognora più impazienre d i battersi. Si era già al . l' undicesimo giorno da che i d ue eserciti si guardavano foerti, e d 'un tratto, raccolto il consiglio d i guerra, di-

cbiarò che al mattino veniente egli avrebbe impegnata la battaglia. I Persiani iniziarono piccoli attacchi di cavalleria, di cui i giavellotti e i colpi di lancia tornavano di gran danno alla fanteria g reca, e, avendo gli squadroni persiani occupato la foute Gargafia, ed essendo trascor;n anche il tredicesimo g iorno con quelle continue scaramucce,

un consiglio d i guerra convocato da Pausania d ecise la r.i tirata . Il piano era questo: rinculare d i notte verso Platea, a mezz'ora di cammino, sulle alture; quivi schierarsi lungo il ruscello Oeroe, Auente nel golfo di Cor into, protetti dai ciglioni della vallata del ruscello stesso; poscia con una par te dell 'esercito riprendere. il passo delle Querce. Ma alI·esecuzione i l piano venne meno. Poichè il centro dcli'esercito, in luogo d i mettersi in marcia al tempo stabilito, appena discesa !a notte q uasi fuggendo si ritirò verso Pl atea . Pausania allora ordinò alla sua ala dr. di dirigersi verso quella stessa posizione di Oeroe . I suoi ordini però s'infransero contro il rifiuto del comandante di un reparto spartano, Amomfareto, il quale r ispose d i non voler fuggire innanzi ai barbari. Mentre cosl si perdeva un te mpo p1ezioso p·ausa11ia non trovò espediente migliote di quello d i ordinare ad Aristide d i avvicinare ancora più i suoi Ateniesi agli Spartani, ed egli si av viò verso I 'Oeroe, seguendo ad ovest le pend ici delle diramazioni del Cicerone. Spuntava il mattino d el 25 o 26 settembre 479, quando Pausania s'accorse d i dover accettare Uila grossa battag lia nelle con dizioni più difficil i. Egli si trovava separato dal proprio cen tro, essendo giunto presso il ruscello Moloeis. I Persiani, conosciuta la d irezione presa da Pausania, l' inseguirono, e la battaglia si accese, Pausania aveva sotto di s~ soltanto u. 500 opliti (Tegeati, Perieci e Spartani) e 41.500 servi , che dispose schierandoli con la sr. lungo il rus ··llo Maloeis; mentre il tempio d i Cerere, nel cui bosco gli Iloti raccoglievano le pietre per le fionde, doveva co· prire le spalle. Giunto Mardonio con le sue colonne, fcct ·ritirare la cavalleria e ord inò che gli arcieri cominciassero a molestare i Greci. Frattanto gli Ateniesi e i loro alleati dell'ala sr., i n tutto 19. 000 u ., chiamati da Pausania, non potevano obbed ire perchè erano alle mani con l'ala dr, persiana: co mposta di Greci. Pausania, rimasto so!o, spio$e

i suoi all'attacco. I guerrieri della Persia, appoggiando 'n terra i grandi scud i di giunco, talvolta coperti d i cuoio, l'armarono un bal uardo d ietro il quale si riparavano, mentre lan,iavano contro i G reci i loro proiettili. I Greci, .avanzando,_ atterra rono gli scudi r nacque una lotta accanitil, nella. quale ri rnascro vincitori, nonostante la valorosa resistenz a d elle truppe scelte persiane. Invano Mardonio spinse la cavalleria contro i frombolieri, che a destra e a sinistra seguivano g li opliti; inv,rn;, si gettò egli medesìmo con la sua guardia d'onore nella mischia. Bentosto la guardia stessa fu fatta a pezzi, c, caduto Mardonio JJCr mauo dello spanano l mncsto, nulla valse più a rcne,·c insieme le truppe. La morte d i Mardonio significò per gli Asiatici la perdita della battaglia d i !'!area e la, completa d issoluzione del grande esercito. I nseguite dai Greci, le truppe dell'ala ,r . battuta, e quclk meno disord inate del centro, andarono a ripara re nelle pianure d el!' Asopo . Quivi la cavalleria si oppose all' incalzare del nemico; sicchè le masse della fanteria , passato quel fiume, poterono salvarsi <liet ro le tr incee dd grande c~mpo fortificato, donde gt: arci~ri tennero per qualche tem po indietro le ,ehicrc di Pausania, a cui ~i e rano agg iunte anche quelle d el centro, provenienti eia Plate~. L 'esito era ancora incerto. Cogli Ateniesi si battevano ancora non più i COFltingcnti greci e ma• cedoni dell"esercito persiano, ma i Beoti for manti l'ala dr. di quello . Chè anz i la caval leria beotica, la quale aveva


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coperto la ritirata dei Persiani die1ro le lrincee, era ancora nello stato di sbaragliare e fare 600 prigio1;1ieri dei 4000 opliti del centro greco, contingenti di Fluintc e Mcgara , eh" coi loro servi in disord ine marciavano verso l'Asopo, Artabazo, successo a Mardonio nd com~ndo dell'esercito, avrebbe potlllo salvarlo coi suoi 40.000 uomini, che non avevano preso parte alla battaglia; m\ egl.i comandò la ritirata, conducendo a grandi giornate le sue truppe alle Termopili e poi al di là del!'Ellesponto. L'effetto di c1ucsta ritirata fu che gli eroici Ateniesi prima poterono battere, clopo sanguinosa lotta, la fantcril t.:otica; poscia, a:sendosi -questa rifugiata sotto la prote-

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stretti ad arrendersi e vennero massacrati; la città fu distrutta dai vincitori. Essa venne pochi anni dopo ricostruita. • IV. Assalto di PJ,uea (373 a. C.). Durante la guerra di Tebe contro Sparta, non avendo voluto P . riconoscere la supremazia di Tebe, venne assalita improvvisamente da un esercito tebano, e, dopo che gli abitanti furono costretti di emigrare nell'Attica, fu di nuovo interamente distrutta_ V. Battaglia di Platea (323 a. C .). Appartiene alla guerra Lamiaca, e (u combattuta e vinta da Leostcnc dcli' Attica, capo dell'esercito federale greco, contre> l'esercito bcoticocuboico, rafforzato dalle guarnigioni macedoniche.

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Assed io di Platea (429-427 a. C.) (dal Folard)

zione della cavalleria a Tebe, si ricongiunsero con Pausania, e infine un iti ai Tegcati e Lacedemoni conquistarono grandi ricchezze. Degli Asiatici rimasti solo 3000 uomini riusci rono a scampare al macello. Dalla ritirata di Pausania sul passo delle Querce, fino al giorno precedente alla tremenda battaglia, i Greci ebbero uccisi 10.000 sol dati; ma nella battaglia stessa di Platea 100.000 Persiani rimasero fuori combattimento . Stanchi e difettanti di cavalleria, i Greci not1 poterono ioseguire piò oltre il nemico; il solo contingente di Mantinea, giunto dopo la battaglia, fu in grado di tenergli d ietro sino ai confini di Tessaglia. Ma, ristorate le forze, si occuparono a dare solenne sepoltura ai fratelli ca<;luti sul campo dell 'onore, e poscia a dividersi il .ricco bottino. IL B,111aglia di Platea. (primavera 431 a. C.). Fu uno dei primi fatti d'arrne della prima guerra del Peloponneso, e fu causato <lai Tebani, i quali, odiando a morte i Platcesi alleati deg li Ateniesi, ne assalirono la città, ma sotto le sue mura f uro:10 b:ttluli e vigorosatnente respinti; j loro prigionieri vennero trucidati. Ill. Assedio di Platea (429-427 a . C.). Appartiene pure al primo periodo della guerra del Peloponneso. Gli Spartani, spaventati della peste che aveva invasa l'Attica, si contenwrono in quell 'anno di porre l'assedio alla città di P. , aiutati dai Tebani. Le donne, i fanciulli" e i vecchi incapaci a combattere fu rono trasferiti in Atene, e alla difesa della città restarono soltanto 4_00 cittadini. A poco a poco la loro posizione cominciò a divenire sì grave che nel dicembre dell'anno segueme wo dei più arditi si aprirono un varco fra gli assedianti e si rifugiarono in Atene. L'estate del 427 gli avan1.i della guarnigione furono CC>·

Platière (de Bourdi/lon, Umberto de la). Maresciallo francese del scc. XVI. Partecipò alla battaglia di Cercsolc (1544); combattè in Scozia, _in Lorena, in Piccardia e sr trovò presente alla battaglia. <li S. Quintino (1557). Luogotenente del re in Piemonte nel 1562, ebbe nello stesso anno la nomina a maresciallo di Francia. Platone (GiovaT1111). Generale, o. nel 1839, m. a Villanova Mondovì nel 1908. Sottot. <li fanteria nel 1859, part<.-cipò alle campagne del 1859 e 1866 e nel 1887, in occasione del terremoto in Liguria, meritò la mcd. d'argento al valor civile. Colonnello nel i894, comandò il 2° granatieri . In P . A. nel 1894, fu promosso rnagg. generale nella risen•a nel 1904. Platov (conte .'latteo foa !. novi,·). Generale russo ( I 75 r 18r8). Parrccipò alle guerre contro i Turchi nella fine del secolo xvm e contro la Francia. Nel 1801 divenne et mano dei Cosacclù del Don; partecipò alla campagna <lei 180 6 -07 contro i Turchi in Moldavin. Ebbe parte importantissima nella campagna del 1812, nella quale, coi suoi Plotov Matteo Cosacchi, tormentò la ritirata dei Francesi. Poi partecipò alle campagne del 1813-14, fino alla capitolazione di Parigi. p lattsburg, Città degli Stati Uniti sul lago di Champlain, nello Stato di New York.


PLA

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Attt1cco di Pla.ttsb11rg (1814). Appartiene alla guerra Anglo-americana, e fu tentato dagli Inglesi wlla fine di agosto, mentre la piazza, scarsamente fortificata, era occupata• da 1500 Americani, reclute ed invalidi, al comando del gcn . Mac Comb, male armat i e approvvigionati. Avuta notizia che gli Inglesi avanzavano per occuparla, riattate alla meglio le opere, allontanati gli abiranti, rinforzata la guarnigione con 700 miliri dello Stato di New York , gli Americani si prepararono alla d ifesa . .l militi, al comando del gen. Mocrs, furono mandati sulla srrada d i Bcckmanrown per sorvegliare il nemico e guastare le strade. li 6 settembre gli Inglesi avanzarono su due colonne; l 'w1a, proveniente da Bcckmanto.w n, attaccò il gen. Moers; quantunque i mi liti fossero stati rafforzati da 250 soldati di linea, alle prime fucilate si sbandarono, mentre que.sti ultimi, fatta breve resistenza, ripiegarono su P. Procedendo seoza trovare altri ostacoli gli Inglesi giunsero così presso la città, dove però un reparto al comando del magg. Appling, al riparo del l'abitato, riusd a fermare l'avanzata nemica · sulla riva del Tcadereek, fino a che, avutone l'ordine, ripiegò sulla opposta riva del fiume, dove erano le fortificazioni, dopo avere distrutto il ponte <)! legno 1 che univa le due sponde. Senza inseguire gli Inglesi si trincerarono, costruendo fortificazioni e batterie sulla riva da lo ro occupata; gli Americani cosl poterono riord inarsi e attendere i ri1Jforzi. Fino al I O del mese gli avversari si limitarono a uno scambio di fucilate attraverso il fiume; il giorno seguente fu segnalata la Rotta inglese composta di una fregata, m1 brick, due corvette e tredici galee. 11 commodoro america110 Mac Donough, ancorato nel porto di P. con quattro oavi di vario tonnellaggio e d iciotto galee, decise di attendere l'attacco. Acccsasi la battaglia, una corvetta inglese andò a finire sugli scogli, mentre parecchie galere, molto danneggiate, si ritirarono. Sopraffatte dal fuoco americano k altre tre navi inglesi ammainarono bandiera, mentre le restanti si I itiravano . Durante la battaglia navale si combatteva altrettanto accanita quella terrestre; in vano gli Inglesi tentarono ripetutamente di passare il fiume; costantemente respinti dovettero rinunciare all'impresa, dopo che uu distaccamento, invia to a monte per tentare il guado di sorpresa, era stato a sua volta attaccato e quasi annientato, Nella notte seguente, distrutte le batterie e allontanata l'a rtiglieria, sir G iorgio Prevost, che comandava gli Inglesi, levò l'assedio, abbandonando feriti e infermi . Fu cosl definitivamente respinto l 'ultimo tentativo fatto clagli Inglesi durante questa guerra per invadere il territorio americano.

Plav (Plava). Città della Jugoslavia, nell'alta valle del Lim, sulle sponde del laghetto omonimo. Ebbe in antico un castello. Combattimento di Pla11 ( 19 ottobre 19rz). Appartiene alla prima guerra balcanica . li gen. Vukotic, comandante del le truppe montenegrine, d opo la conquist a di Berana, si ri• volse contro P ." difesa da due bgl. di n izam e da numerosi n uclei d i arnauti. La posizione offriva buone condizioni di d ifesa, poichè la valle del Lim, in quel punto molto stretta, era efficacemente battuta dal fuoco delle art iglierie e delle fanterie, appostate sui rilievi d el Novsici e del Visitor. Nella zona del monte Novsici, il terreno meno aspro favoriva un'azione avvolgente, ma la mancanza di comunicazioni agevoli distolsero i l comando montenegrino dal valersi di tale caratteristica. Vukotic invece attaccò frootalmente, muovendo da Murina, ed inviò solo un distaccamento su lle pendici del Visiror, per tentare d i aggirare

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la sr. turca. Il combattimento fu aspro, e mentre di fronte i Turchi seppero validamente infra11gcre gli attacchi dei Montcoegrini, l'agg iramento per il Visitar ebb<. invece buon successo : pec tale minaccia i Turchi furono costretti a ripiegare su Ipck, dopo d i avere perduto 5-6oo morti e

t:::!::J 7urch ,"

··· ··) /11on t'ene~-r;,,; Combattimento di Plav (scala I : 200.000)

lasciati oltre 200 png,omen. Per dimostrare l'accanimento del combattimento basta ricordare che, nelle trincee turche, furono trovate uccise donne e giovinetti con le armi alla mano.

Plava. Frazione del comune di Salona <l'Isonzo, su q uesto fiume, in prov. ·<li Od ine. Durante la guerra andò completamente distrutta; fu poi ricostruita. In corrispon denza della stazione ferroviaria, truppe italiane della 3 3 divis., passato l'Isonzo 1'8 giugno 1915 a notte, fra serie difficoltà , costituirono sulla sr. del fiume una piccola testa di ponte, suscettibile di allargamento sia a nord, verso Tolmino, sia ad est, attraverso l'altipiano della BJ1insizza, verso il vallone d i Chiopovano e la selva <li Temeva. Però fino al 19r7 la nostra occupazione rimase contenuta in angusto spazio, tra mi lle d ifficoltà e con gravi sacrifici di vite. li primo passaggio del! 'Isonzo in questa .wna fu effettuato la notte dall'8 al 9 giugno 1915 da 200 fucilieri della brigata Ravenna; ad essi seguirono tosto due battaglioni, che, nella giornata del 10, sferrarono il primo attacco contro la quota 383, altur.1 che si eleva bruscamente subito al d i là del fiume. Fermata a meaa costa. la brigata Ravenna ritentò più volte l 'attacco alla quota nei giorni 12 e t5 ; rinforzata , quin~1i, da elementi delle brigate $pezia e Forlì, i fanti della 33 d ivis . riuscirono, il giorno 16> a raggiungere la sommità dell'altura ed a trin. cerarvisi .

Durante I~ 1 a e la 2• battaglia del! ' Ison;w, furono compiuti, da par te nostra, ripetuti tentativi di allargare l 'occupazione sui fianchi della quota, ma la tenace resistenza avversaria, fortemente appoggiata da numerose artiglierie postate dietro l 'arco di alture Kuk-Vodice-Monte Santo, non consentì d i fare che lievi progressi, a costo di pcrditè pi uttosto rileva nti . Particolarmente accan ita fu la lotta sostenuta dalle brigate Emilia e Forlì (33a d ivis:) nei giorni 25 e 26 luglio. Nell'ottobre, fatti nuovi cd accurati pre-

....


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parativi, l'azione Eu ripresa; il 2J d i quel mese, d opo tre giornate di bombardamento, la brigata Firenze rooveva ali 'attacco <li Globna, la Forll verso le posiz ioni nemiche oltre quota 383 e la Ravenna contro l'abitato di Zagora, villaggio sulle falde del m . Kuk, d i cui gli At1striaci avevano fatto un vero fortilizio. La lotta si protrasse, accanita, per circa una settimana, ma non si riuscì che ad espugrrnrc qualche trincea nemica nei settori di Globna e di Zagora; un Corte contrattacco avversario, la sera del 26, ci ritolse anche i pochi vantaggi conseguiti. Ripresa la banaglia il giorno 28, dopo altri quattro giorni di combauimcnti ; a,1 -

P lazzoni (Cm,eppc). Professore di medicina all'Uoiversità d i Padova e scrittore del scc. XVI. Nel l5iO scrisse Utl l ibro « De vcris mèthodo q uibuscumq ue vu lneribus medcodo », e nd 16o3 un trattato teorico « De vulneribus sclopetorum " .

Plebani (Benedetto) . Generale, n . a Riva ùi Chieri, rn . a Torino (1832•1905). Soctot. dei bersaglieri nel 1860, partecipò alle campagne del 1866 e del 1870. Colonnello r,d r884, comand,, i l distretto mii. · d i Cuneo. Nel 1889 passò nella riserva e •nel 1895 fu promosso magg. generale. Plebisciti, Le pubbliche vo tazioni: a t ipo << referendum " . con partecipazione <li lutti i cittadini maschi maggiorcn1ti, alfabet i e analfabeti, con le quali le popolazioni italiane m an ifestarono duran te l'epoca del Risorgimento la loro volontà di far parte del Regno d'Italia sotto la dinast ia d ei Savoia. Essi si svolsero come segue e furono seguiti dai relativi decreti di annessione:

a

W L' ITALIA UNA

SI VOGLIAMO L ' ITALIA UNITA

VOGLIAMO. H1TOHIO E~IA Nll li:LE li. PER l..OSTllO RJ!;

CON VITTORIO EM,\ NUELf~ li.

NOSTIIO RE

Schedo di propaganda per i plebisciti dell'Italia Centrale

1S4ll. Lombardi" e provincie di Padova, Rovigo, T reviso,

Vicenza : voti 561 .002 per l' unione immediata al Piemo nte, e voci 681 per la d ilazione del voto . Q uesto plebiscito restò annullato dalle vicende sfavorevoli della guerra.

"(,a posiaionc di Plava e il ponte fatto saltore dogli Austriaci

guinosi il 125° regg. fanteria (brigata Firenze) riusciva a strappare all'avversario quasi tullo il villaggio di Zago ra. Nel settore della quota 383, invece. la brigata Forll subiva nuove grnvi perd ite, senza riuscire ad c\ver ragione della formidabile organizza.iionc. offensiva del nemico. Il 3 novembre sulla quota stessa cadeva ucciso il generale Carlo Mo,uanari, comandante della brigata Forlì; da allora l'al • tura fu chiamata col nome del prode generale , medaglia d ·oro. Nei g iorni. dal 10 al 1 ~ novembre la 3• d ivis . tentò, ancora una volta, cli allarguc il respiro attorno alla nostra ristretta testa di ponte, ma a quorn 383 tutti gli sforzi delle nostre fanterie furono ancora un:, volta infranti, e se a Zagora, combatrendo di rudcro in rudero, si riuscl a ricacciare ancora indietro l 'avversario, questi potè, poi, con un contranacco, favorito anche da una pioggia dirottissima . ristabi lirsi ancora in mezzo a quelle rovine. I.a situazio ne nel settore d i ['lava rimase, q uindi, sostanzialmcnrc immurnta fino al maggio ,917, allorcbè l'azione ,·ittoriosa ciel II corpo d 'armata riuscì a togliere al nemico il Kuk ccl il Vodice, donde, poi, ncll 'agosto, le nostre truppe balzavauo alla conquista del l'alt ipiano della Jhinsizza. (Per queste ultime azioni V. /1011::0).

1860. Emilia: voti per l 'annessione alla mo narchia del re Vittorio Emanuele Il, 426.000; per un regno separato 750. Tosca11tt : vot i per l 'annessione 166.571 ; per Wl regno separato ., 4 .925. - Ex regno di Napoli: voti per l'annessione 1 .302 .004 ; voti contrari 10 .3T2 . - Sicilia: voti per l'annessione 1_33.807; voti contrari 1212. Marcl1c : voti per 1'anncssionc 133.807; voli contrari 1212. Umbria: voti per l'annessione 97.040 ; voti contrari 380.

Medaglia del plebiscito veneto

t866. Veneto e Mamoua110 : ,·oti per hrn nessionc 647.246; ,·oti contra ri 69. 1870. Roma e Lazio : voti per l'annessione 133.681; voti contrari 1507.


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Plebiscito. Trasporto ruote, in lcguo, <li 807 tonn., con macchine di 300 HP. Costruito a Glasgow nel 1856, fu acquistato dalla marina napoletana nel 1860 e, passato r.ella R. M., venn-e radiato nel 1875. P leca. Contrafforte montano dd massiccio del Monte Nero, sulla sr. dell'Isonzo. Le truppe irnliane, rnggiunro il fiume fin dal primo giorno della guerra Italo-austriaca, occuparono nella giornata del 25 maggio 1915 la linea Kozliak-P leca-Libmsina. Dal P. mossern i successivi attacd1i verso il bastione Mrzli-Slcme, i quali non riuscirono, purtroppo, ad aver ragione clell2 fo1:te resistenza avversaria e delle grandi difficoltà opposte dal terreno. Il 4 g iugno, anzi, il Comando Supremo, viHi vani i ripetuti sforzi delle fanterie, ordinava il ripiegamento sulh linea Pleca-Libussina, che d iventò da allora come la nostra base in qurl settore.

Plesio. Fo1·mazione tattica usata nell'antico esercito greco, consistente nella disposizione a rettangolo delle truppe, per pren1unirsi in man.: ia da ogni lato contro attacchi nemi:::.i . Questa -formazione Eu adoperata da Nicia , da Agesilao, da Senofonte e ùa f-ltri famosi capitani greci.

P lettenberg (G,w/11ero vou). Principe della Livonia-Curlandia-Estonia (1460-1535). Fu gr an maestro e. marescial lo dell'ordine dei Portaspada. Nel 1494 sconfisse i Russi che avevano tentato di invadere il suo Stato, e nel 15 r5 i Polacch i. Pleura e polmoni (Lesioni cd infermità). (Medicina Legale Militare). I traumatismi chjusi del torace (contu~ioni e fratture) possono determinare concomitanti lesioni della p lel.!ra e dc, polmoni, con altcra,,ioni anat0mo-patologiche a tipo contusivo, con conseguenti vere e propriç llogosi pleuro-polmonari, o addirittura con lacerazioni più o meno estese e Hersamento di sangue imrapleurico (emotorace). La pleurite traumatica può manilestarsi dal ~0 al 15° giorno dopo l'ù1fortunio e s'inizia subdolamente, e.o,~ sintom i poco accentuati; essa si accompagna spesso a flogosi polmonare (pleuro-pol monite traumatica). Anche la polmonite traumatica ha inizio subdolo; essa si ma111fesu 2-4 gio rni dopo il trauma e si accompagna ordinariamente ~- pleurite. JI dolor<· puntorio è poco accentuato e si confoone spesso col dolore proprio del le contusioni nella zona colpita dalla violc:i.z-1 t.raumatica; esiste di solito w10 stato di profonda adinamia. Le lesion i pleuro-polmonari possono complicarsi con infcziorli piogeniche (pleurite purulenta, ascesso polmonare) cd .i-nche con processo tubercolare (V. Tubercolosi), il cui rapporto col trauma ha importanza medico-legale circa la dipendenza o meno da causa di servizio. Ocgne di speciale menzione sono inoltre, per entità e per frequenza in guerra, le ferite pleuro-polmonari prodotte dalle armi belliche e priocipalmelltc le [erite d'arma <la fuoco (V . 'toracici), nonchè le affezioni dcli 'apparato respiratorio clcrerminate• dal! 'arma chim ica (sostanze tossiche da combattimento), affezioni che presentano quali complicanze morbose precoci l'enfisema vero o interstizia le e bronCO-f)Olmonite, quali complicahze tardive sclerosi polmonare, bronchite cronica, r isveglio di m bercolosi polmonare, ccc., come ebbe a dimostrare l'esperienza della guerra Mondiale. La pleura cd i polmoni vanno soggetti alle comuni flogosi acute e croniche dovute alle ordinarie cause morbigene (pieuritc reumatica e tubercolare, palmo• nitc crupalc, tubercolosi polmonare, ccc.). Le pleuriti pos• sono presentare esiti pili o n1cno gravi per le a<lcrcnzt.: pleuro polmonari, che disturbano l 'espansione del polmone

e per conseguc,na limitano la capacità ciell'individuo. ,,1 lavoro; aggiungasi che le aderenù stesse possono predisporre il paziente alla tubercolosi. Infine vanno ricordaù i neoplasmi pleuro-polmonari e l'echinococco del polnÌone. L'art. 73 dell'Elenco i\ contempla quali cause di inabilità assoluta al serv iz:10 m ilitare « tuue le malattie croniche ed i gravi esiti di affezioni morbose acute dei polmoni, dei bronchi e delle pleure, accertati in un ospedale mi!itare; le forme ritenute modificabili, dopo trascorse, il periodo di rivedibilità e, nel militare, dopo infruttuosa cura e congrui period i di licenza » . Circa le lesioni ed infermità dell'apparato respiratorio riconosciute dipendenti da causa d i servizio, danno diritto, ai sensi del Decreto Luogotenenziale del 20 maggio 19r7 11. 876, alla scconJa categoria di pen sione « le lesioni gravi e permanenti <Idi 'apparato respiratorio determinare dall 'uione di gas o d i va pori comunque nocivi, nonchè t,mc le altre lesioni o affezioni or~he della laringe, della trachea e dei polmoni che arrechino grave e permanente dissesto alla funzione resp iratoria »; dà d iritto alla quinta categoria « la tubercolnsi polmonare che non abbia tale . gravità da essere equiparata a.Ile infermità d i cui alle categùrie p recedenti " · Per le lesioni cd infermità •p leuro-polmonari, contratte in guerra, la valutazione medico-legale vien fatta ai sensi del R. D. de! 12 luglio r923, 149·1, in base al quale sono da ascrivcrSI alla prima ci; soria di pensione « le altera z ioni polmonari ed extra-polmonari di natura tubercolare, permanenti e gravi al p unto da determinare un'assoluta incapacità a proficuo lavoro» , dando anche diritto ad as~egni di superinvalid ità. Alla seconda categoria sono ascrivibili le affezioni tubercolari che per la loro m inore gra-

vità non possono essere ascritte alla prirna categoria, non ..

chè tutte le lesioni ed in ferinità analoghe a quelle con template per la seconda categoria dal Decreto Luogotenenziale n. 876 del 1917; infine sono da ascriversi alla quinta categoria « gli esiti delle affezioni polmonari ed extra-polmonari di natura tubercolare, che per la loro gravità non possono essere ascritti ad alcuna delle categorie precedenti ». Le affezioni di natura tubercolare, ai sensi del R. decretolegge del 27 maggio 1926, n. 928, devono essere accertate clinicamente, o rndiologicamente, o batteriologicamente, o con tutti i convenienti 111czzi scientifici. Nella R. Marina, è frequente la polmonite sulle nav i e dà una mortalità d i r a 5 per 10.000. Di solito si presenta con casi isolati; ma talvolta provoca piccole epidemie per comagio dal primo malato ad altri uomini.

Plevlie. Borgo della Jugoslavia, in prov. di Cossovo, sulla Cekotina. Combattimento di Plevlie (29 ottobre 19r2). Appartiene alla prima g uerra balcanica. La 9a. brigata montenegrina, destinata ad opcr:\rc in direzione d; P., dopo di ave, superato durante !a marcia nell' interno dçl Sangiaccato successive posizioni fortificate, arrivò d i fromc all'ultima d ifesa turca, davan ti all'abitato, i1:torno al quale si erano sistt·mati a di(esa un migliaio di Turchi, i quali, cacciati da un violento attacco alla baionetta d:,lle trincee, cercarono ancora di sosrcnersi nell'interno dell'abitato. Si cornhattè nelle- vie fino a sera, ma infine il successo arrise ai Montmcgri ni. Dopo l 'occupazione della cini,, i Turchi abbandonarono il Sangiaccato, ritir,ndone tutti i presid'ì, che in parte furono èisannati dagli Auslr taci all a frontiera bosniaca.

P levna. Piccola città della Bulgaria. alla confluenza della T ucenitza e della Grivitza, importante no<lo stradale


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e posizione atta a comandare i passaggi n ,I vicino fium e Vid. Circomh l 'al,itato una larga cintura coll inosa, intersecata da corsi d'acqua, costituita da alture a balze abbasta nza ripide che si prestano ad afforzarc validamente la zona periferica auorno alla località. Particolare importanza hanno i poggi a sud-ovest della città, dislinti col nome di Montag ne Verdi. Le operazioni m ilitari che descriveremo appartengono alla guerra Russo-turca del 1877-78. I. Prima bauaglia di Plev11a (20 luglio 1877). 11 genemie K.riidencr, che comandava il IX corpo russo, costituente la dr. dell'esercito, il 15 luglio, impadroni1osi di Nicopoli, volgeva a sud ncll'intcmo di occupare P. a garanzia del fianco occidentale dell 'esercito durante la sua ulteriore avanzat a. Egli ri1eneva d i aver facilmente ragione delle resistenze di una ciuà notoriamente aperta, che supponeva presidiala da debole guarnigione. Ma Osman pascià, comandante della sr. ottomana, accorso troppo tardi da Viddino per soccorrere Nicopoli, s·era diretto a P. richia-

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!-..llJTCHL\I o Le fortificazioni turche a Plevna (1877)

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corpo, rinforzato dalla divis. Sciakov,ki e dalla cavalleria <lei generale Skobclev, interessandogli liberarsi da un 'occupazione avversaria che rappresentava una grossa minaccia sul fianco nel seguito del l'offensiva verso sud. Data l'efficie1w,a dei trincerumenti turchi, le forze d'attacco (circa 35.000 u. e IjO cannoni) ~bbene superino quelle della difesa, non sembrano al Krudencr sufficienti a garantire il successo ; ma egli deve obbedire ali 'ord ine perentorio e delibera di affrontare il grande pentagono difensivo mercè I'anacco d i due colonne principali, dirette l'una da nordest contro la ridotta d i Grivitza, l'altra da sud-est cont ro le posizioni di Radiscè~-o, col sussidio di colonne fiancl;ieggianti, composte "" prevalenza da cavalleria. L'amcco della s,·. si pronunciò prematuramente, onde il d istaccamento Skobelev, che fiancheggiava da occidente la colonna principale comandata eia! generale Sciako\'Skoi, e indi qucst, medesima, vennero a i mpegnarsi d i buon mattino, riuscendo solo dopo mezzogio, no a conquistare alcune opere del margine meridionale fortificato; ma, logorate dal fuoco d'un avversario che stava al coperto ed era di continuo rinforzato, erano già esauste quando l 'ala dr. , comandata dal generale Vcljamino", pronunciava l'attacco contro le alture d1 Grivitza. La deficiente azione di comando superiore 110 1\ cnnsentì tempestivi interventi, e le esigue riserve non furono sufficienti ad alimentare e coUegare le due azioni, le quali fa llironu dinanzi al fuoco distruttore d'una diksa che teneva in linea le forze indisp(,.nsabili e disponeva di grosse risen·e, avviate a ragion \'Cduta colà dove se ne manifestava man mano il bisogno. Nettamente battuti, i Russi profiuarono della notte µcr d isimpegnarsi, lasciando sul terreno oltre 7000 uomini , mentre i T urchi ne pcrdeuero poco più di 2000, in ,•irtù dei ripari e delle rade lince di tiratori. L'cs1re111a srn11chezza, la convenienza di non sguarnire le difese e la scarsl nozione della situazione generale sconsigliarono Osman dall'inseguire, ciò che avrebbe murnto in rotta la rit irata avversaria. li nuovo ,cacco ebbe riflessi morali assai più gravi delle perdite materiali, ri,-elando l'alta virtù militare di un esercito a lllrto disconosciuta, e para lizzando lo sviluppo d i un'invasione iniziata sono trionfali auspici.

mando,•i in runa fretta le forze disponibili nel raggio circo,tante, u rinforzo dei pochi bgl. sfuggiti all 'accerchiamento di Nicopoli. Così il 18 lug lio circa 20.000 uomini e una sessan1ina di cannoni erano riuniti auorno alla città e ponevano mano rnhito a rapidi apprestamenti d ifcnsi,·i sulle alture marginal i. La divis. russa Schildcr, di,·etta dal Krudencr su P. pèr occuparla, giunta nei pressi della città il I9 lugl io, proccdè a sommarie ricognizioni periferiche che non va lsero ad accerrnre la reale situazione del!'avversario, e il 26 si lanciò all'attacco. Erano circa 12.000 uomini e 70 cannoni, che s'accingevano all'impresa muovenclo da nord-est e <la sud-est rnercè due azioni convergenti, senza adeguata preparazione di aniglieria. Le colonne d'assaho, in formazione profonda, prc>entarono ottimo bersaglio al fuoco m icidiale dei tri nceramenti , c.osicchè giun~ro al margine dell'abitato estremamente logore, senza esser tempestivamente sostenute dalle riserve. Pri,,a di nesso e di adeguata alimentaz ione, l'offensiva fallì e i Russi dovettero ritirarsi lasciando sol terreno oltre 3000 uomini. Fu gran venlura che i T urchi non inseguissero; Osman non giud icò u1ile avve1)lura r~i a distanza, preferendo rich iamare invece ~-. sè altre !or.te vicine, occupare Lovscia per meglio ,.:-arantirsi da sud-est e spingere i lavnri di afforzamento per trasformare rnpidamenlc P. in un grande campo trin-cerato d i 28 Km. di perimetro, con le ali appoggiate alla dr. del Vid.

III. Combattimemo ili Pdisciat (31 agosto 1877). Fa parte dell 'assedio d i Plevna , ed è dovuto a un attacco in forze dei Turchi contro le posi.lioni russe del villaggio di P. a sud-est del cam110 trincerato. Alle 8 del mattino, i Russi dei rcgg. 62° e 63° (IV C. cl' A.) si trovarono all'im provviso assaliti da un corpo di fanteria turca fiancheggiato da numerosa cavalleria. Una lunetta da"anti al villaggio, difesa da 7 cp. ru,se, malgrado fiera resistenza cadde nelle mani degl i assalitori. L •intervento <li 3 lm. russe e d i rinforzi ristabilì però in breve la ~ituazione, e i Turchi vennero sloggiat i <iall'opern che avevano occupata al primo impeto . Ma anche i Turch i ricevevano nuovi rinforzi, attacca,·ano e prendevano P. dandm·i fuocn, schjera,•ano in linea 40 pezzi d'artiglieria, e alle 13 riprendevano l'atrncco. Dopo aspra lotta, i Russi riuscirono a respingere su tutta la linea gli assalitori, decimandone la cavalleria col fuoco. Malgrado ciò i Turchi tornarono os1inatamcnte al1'attacco alle ore r5; il combattimen to si protrasse fino alle 16,30 e infine un comraltacco generale dei Russi ricacciò definiti,·amentc gl i a,·versari, i quali si ritirarono acl campo t rincerato, dopo cli avere perduto circa 3000 u . Le perdite dei Russi ammomarono a un migliaio di uomini .

IL Seco11da battnglia di Plt·v11a (30 luglio 1877). Contrarialo dall'inatteso scacco, il granduca Nicola ordinò al generale Kriidencr di rinnovare l 'auacco con l'intero IX

IV. Terza battaglia di Plevrta ( 1 1-12 settembre 1877). Coll'inoltrarsi della stagione si ren deva sempre più evi,lentc la necessità pei R ussi di espugna,._, il grande campo


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trincerato difeso da 40.000 combattenti, ove i gruppi di opere di Bucova, Grivitza, Radisovo e Kritchin racchiudevano un sistema divenuto formidabile. I Russo-Romeni circuivano la piazza con una linea d'investimento lungo la quale erano dislocate le unità, forti in totale di roo.ooo uomini e di 450 cannoni. Nel settembre lo czar e il granduca Nicola si trasferiscono sul luogo e si dà inizio alla preparazione dell'assalto. Dal 7 ali' 11 un intenso fuoco di artiglieria batte le opere, co11 effeni assai attenuati dal l'opportuna ripartizione delle forze e dai continui spostamenti delle batterie turche. Col graduale serrarsi della cerchia s'impegnano numerosi combattimenti perif~rici, e alcune posizioni di prima linea della difesa sono conquistate, sebbene que,ta ·appia valersi assai meglio dell'attaccante di tutte le risorse della fortificazione improvvisata. L'attacco generale è previsto per il 12, ma fioo dal pomeriggio dell'II s' iniz iano movimenti preliminari d'avanzata, fra contrattempi dovuti alla confusione che regna 11clle alte sfere di comando: il principe Carlo d i Roman ia e il suo capo di S. M., 7.otov, lo czar, il granduca N,. cola, danno direttive spesso discordanti e i vari sottordini spiegano libertà d'a:i;ionc eccessiva. 11 teatro sud-ovest della fronte avversaria (Montagne Verdi) sembra esser considerato chiave strategico-tattica della posizione su cui intendesi ef. fettuare lo sforzo decisivo; ma in pratica l'attenzione generale converge sul gruppo d i Grivitza, che domina il settore nord-est. Gli ordini generali po, t:rno alla formazione di colonne d'attacco miste, prive di vera unità Grganica, la cui condotta dovrebbe seguire minute prescrizioni di dettaglio. Tutti i difetti delle azioni precedenti permangono. L'azione preliminare dell'1r, procedendo dalle ali, assicura progressi ai due estremi della cerchia: a nord i RussoRomeni riescono, dopo sforzi sanguinosi, a conquistare il ridotto di Griviti:a, mentre a sud il gen. Skobclev attacca con grande slancio il tratto di fronte tra la ridotta di Kritchin e la valle della Tuscenitza, riuscendo a stabilirvisi. Risultati precari, dato che l'attacco 110n aveva proceduu, di conserva $Ulla fronte est, e le truppe delle ali veni• vano perciò a trovarsi non solo in posizioni dominate dalle ridotte circostanti, ma esposte a g ravi minaccic sui fianchi. Il maltempo rendeva il terreno pantanoso, accrescendo le difficoltà dei movimenti: il sopravvenire della notte sospendeva l'azione, su cui pesavano le più gravi incognite. Al mattino del 12 l'offensiva riprendeva : sulla dr. i Romeni si sostenevano a fatica a nord di Grivicza con l'aiuto dei Russi; al centro tutti i tentativi di avanzata fallivano per difetto di coord inazione, canto che alle 15 - ora fissata per l'assalto generale - la fronte di attacco si ritraeva, pcrmetrendo ai Turchi di rinforzare la propria dr. di fronte al gencJale Skobelcv e di convergere sul fianco interno di questi. Ciò m algrado, l'animoso generale, soste• nuto d alla colonna Imeretinsky e fiancheggiato dalla cavalleria del generale Lconticv, prosegue l'avanzata verso le alture di Kritchin e alle 15 si slancia intrepido ali 'assalto, conquistando due trinceramenti. Ma l'accorrcre di forze avversarie dal centro e dall 'estrema ala occidentale lo espone a pericolosi attacchi sui due fianchi. Costretto a sostare, lo Skobclcv chiama a sè le ultime riserve e si sostiene tutta la notte nelle opere conquistate, sollecitando rinforzi ulteriori. Al mattino del 13 la lotta si riaccende su questo tratto del la fronte; ma lo Skobelev, anzichè l'appoggio invocato, riceve l'ordine di disimpegnarsi e d'iniz;iare In ritirata . L'alto comando spera ancora nella favorevole risoluzione della lotta sulle alture di Grivicza, e non vede pcrc10 l'opportunità di alimentare i costosi attacch i d i viva forza impegnati nella zona delle Montagne Verdi.

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Ma anche da nord l'azione non procede favorevole, e non si tarda a comprendere la necessità -dell a ritirata, che si ini,:ia a scaglioni. I Turchi, logori dopo giornate di lotta e a corto di munizioni, non inseguono. Il terzo tentativo su P. si risolve così in grave insuccesso: gli attaccanti perdono 22.000 uomini (la fanteria dello Skobelcv il 40 % degli effettivi) senza risultato apprezzabi le. V. lnvesti111et1to e caduta di Plevr1a (1877). Viste le difficoltà dell'attacco di viva forza, i Russi decidono di ricor• rere all'investimemo metodico. li gen. Todlebcn accorre sul luogo, ove conv,:rgono rutte le for7,e dispo11ibili. Un corpo d'osservazione comandato dal generale Gurko si stabilisce sulla sr. del Vid per completare l'acccrchiamcnro e interdire le comunicazioni con Sofia e Vidclino, donde Osman rice,·e rinforzi e rifornimenti. L 'attuazione di tale dispositivo richiede circa due mesi d i operazioni e di lavori, e solo dopo le vittorie riportate dal Gurko a Dubnik e Tclisch può dirsi completato il blocco, e la resistenza ormai subordinata all'esaurimento degli approvvigionamenti. Stringono la piazza unir,, russo-romene forti di 150.000 uomini con 500 cannoni. Nel novembre lo Skobclev conquista la linea delle Montagne Verdi, minaccia assai temibile per i difensori. Infc;,rmato delle d isfatte dell'armata di Sulcirnàn, Osman pascià, ormai all'estremo delle sue risorse, decide d i tentare una vigorosa e disperata sortita verso nord-ovest, per sfuggire in direzione di Viddino. Il movimento si prepara nella notte dal 9 a l 10 dicembre, ma è previsto dal Todleben, che ha già tsercitato le unità vicine ;id accorrere da quel lato . All'alba del 10 un primo scaglione d i truppe ottomane irrompe sulla sr. del Vid, attacca le linee avversarie e conquista alcune luneue; ma è quivi arrestato dalle resistenze locali, mentre accorrono dai settori vicini le truppe russe di rinform. Tali resistenze, e la necessità di attende re lo scaglione successivo, costituito dagli inval idi e dei traini leggeri, obbliga Osman a una sosta fatale. Stretti quivi da ogni lato, decimati da fuochi convergenti, gli Ottomani son costretti alla resa, mentre sulla sponda dr. del Vid gli Alleati avanzano convergendo su P. Lo stesso Osman , ferito, consegna la sua spada al Todlcben, e con lui 43.000 uomini e So cannoni cadono nelle mani de!ravversario. Fine non ingloriosa di un capo e di gregari che per cinque mesi han tenuto in iscacco più armate nemiche, dando esempio memorabile di quanto potesse la fortificazione campale di oltre mezzo secolo addietro, se bene adatta al terreno e validamente presidiata. La giornata costò ai Russi circa 2500 uomini, e oltre 6ooo ai Turchi. L'insuccesso di Osman - conseguente a molti errori non suoi - schiudeva agli invasori la via di Costantinopoli e preludeva alla fase decisiva della campagna. Plezia (Monte). Altura che assieme ai monti Bucava )e:ta, Uplatanac, Podklabuc, Piano, costituiva la pos1z1onc del Kolovrat, e per la quale passava la linea di difesa ad oltranza, che scendendo, per Foni, all'Isonzo (q. 174) risaliva, per Sclisca, Vrsno, M. Spika, M. Picca, il versante opposto di M. Nero. li 22 ottobre 1917 la difesa del tratto d i linea ad oltranza M. -Plezia-Isonzo fu affidata al XXVll corpo d'armata, al quale era stata, a tale scopo, .assegnata la brigata Napoli. Il 24 onobre la linea, d i circa due Km. di estensione e 700 metri di dislivello, era occupata da un bgl. della brigata Napoli distaccato a M. Plezia, mentre gli altri cinque erano dislocati a sud del colle di Zagradan, M. Podklabuc, M. Uplatanac. li giorno ~tesso eruppe della r2• di vis. germanica, che da Volzana risalivano la dr. dell'Isonzo, superavano la linea di difesa ad oltranza e si


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dirigevano rapidamente su Caporetto, congiumamcmc 3 q uelle della srcssa divis. che r isalivano combaucn<lo la riva dr. del fiume, aggirando sul fianco e sul tergo le truppe del IV corpo d'armata, che sullo Spika, sul Pleca,

gnare la cintura montana della conca furono compiuti dura nte la quarta battaglia dell'Isonzo, nel novembre 19, 5, ma queste azioni, che ebbero, più che altro, un carauere impegnativo diretto, cioè, ad impedire sposl.imcnti d i forze verso j settori di Gorizia e del Carso - lasciarono l~ situazione sostanzialinente imn1utata, e tale essa rimas<.: fino all'offensiva austro-tedesca <lell'autunno 1917, a!lorchè il gruppo Krauss, attacr.ando, dopo violentissima azione di

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Le posizioni del monte Plezio (1917) (scala circa 1 : 50.000)

La conca di Plezzo

sul Kozljak, sul M. Nero, sul Volnik stavano resistendo agli attacchi del nemico. Il bgl. della brigata Napoli che occupava le trincee di M. Plezia, attaccato di fronte, di fianco ed a teri,ro da forze soverchianti, dcli' Alpen Korp, fu presto sopraffatto, e il monte venne occupato dagli attaccanti .

aniglieria e larghe emissioni <li gas asfissianti, le forze dislocate nella couc:1 <li Pkzzo, riuscì ad averne ragione. (V. Isonzo).

Plezzo. Comune in prov. <li Gorizia, in mezzo alla conca omonima. nell'alto Isonzo, già noto all'epoca romana col nome di Ampleti1'm. Tra la 2 a e la 3" battaglia dcll 'Jsonw, la ~a annata predispose una vasta azione, di ren a ad acquistare il possesso della conca di Plc1,zo e dell'intera barriera monc3na che s'interpone tra questa conca e quella d i Tolmino. li q agosto, quindi, dopo due giorni di preparazione di artiglieria, la divis. speciale bersaglieri, ampliata l 'occupazione della stretta di Saga, a nord e ad est, appoggiandola al Polsjanica cd al Polouoik, sbocc:wn nella conca di P. occupando qi1csta località e spingendo elementi sulle falde <lei Rombon e <lei Javorcek, i due bastioni formidabili tra i quali la conca è racchiusa. Sospesa per qualche g iorno l 'aziOJ1e, essa fu r ipresa, dopo nuovo, poderoso bombardamento, l' 11 settembre, ma urtò subito, sul Rombon e sul Javorcck, contro insormontabili difficoltà, sia per la natura del terreno, sia per l ' intensità del fuoco nemico; la sommità del Javorcek, raggiunta la notte su l 13 da un pugno di audaci, non fu potuta mantenere. Gli Austriaci, oltre alle postaz_ioni nuove di artiglierie, opposero alle nostre il fuoco dei loro forti Hcrmaon e Kal. Nuovi tentativi d i espu-

Chiusa di Plezzo. Stretta a monte della conca. dove l'l sonw è racchiuso dagli speroni dei monti Rombon e Kar11ica. Quivi g li Austriaci costruirono in antico un forte di sbarramento, in muratura, dominante il fiume, sulla strada (forte della Chius:t : Klause); e, prima della guerra. il forte 1-'lcnnann, sulla dr . dell'Isonzo, sulle falde del Rombon, con cupole corazzate .

La chius'1 di Plezzo

Comb11ttimc11to n/111 Chiusa di Plezzo (22 marzo 179;). Appartiene alla campagna del Fluonaparte in Italia. La po• sizione, difesa da un reparto di 500 Austriaci agli ordini


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del gen. Koblos, venne attaccata di fronte dalle mezze brigate 4" e 43•,_ con i gen. Bon e Verdier, mentre alcune cp. s1 .i nerp,cavano per i monti . Aggirato così nella sua posizione , il Koblos si arrese ai Francesi.

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Plistia. Ant. città d el Sannio. Nel 315 a. C. , alleata di Roma, durante la seconda guerra sannitica, fu assed iata e presa a viva forza dai Sanniti, che vollero rendere la parigl ia ai Romani, i quali avevano messo l'assedio a Saticola loro alleata. Plochiù (Alessandro). Generale, n. a Cavour, m. a Torino (1805-1888). Sottot. di fanteria nel 1825, partecipò alle campagne d el 1848 e 1849 e nel combattimento di Volta meritò la med. d 'arger:to. Comanda11te il 6° regg. fanteria nel r853 e colonnello nel 1856, combattendo a S. Martino r imase ferito e fu insignito della commenda d ell'O. M. S. Magg. generale nel 1859, cbl.,c il comando della brigata Cuoco . e, tcn. gePlochit, Alessandro neralc nel 1861, quello della divis . mii. di Catanzaro; poco dopo assunse il comando d ella guardia naz.iona!e (:: , '1ilano sino al 1866, epoca in cui andò a riposo.

Ploennies (Guglielmo von). Ufficia le te-desco, deJl'.csercito del granducato ,l'/\ ssia (1828-1871). Acquistò grande riputazione per i suoi mtdi speciali sulla balistica delle armi da fuoco portatili. Costruì, fra l'altro . p roiettili ad espansione con cavità a forma d i stella. Uno d i questi proiettili fu applicato al fucile della fanteria d el!' Assia nel 1858; era ci lindrico liscio, con punta sem isfer ica cd una profonda cavità in terna divisa in quattro parti da un d iaframma d i piombo a forma di croce. I suoi stud.i tecnici furono t\-.adotti in molte lingue; k opere sue p rincipali vertono sulle « i\rmi da fuoco della fanteria ». Fu anche letterato e poeta . P lombières. Convenzione fra Napoleone Ili e il conte d i Cavour, ministro d el re di Sardegna (20-22 luglio r858). La Francia aiuterà la Sardegna a cacciare gli Austriaci ds tutta l'Italia. e consentirà che la Sardegna si annet ta la Lombardia e il Veneto, e forse qualche cosa di più, per formare a Vittorio Emanuele un regno da II a J 2 milioni d'abitanti. La Sardegna in ricambio cederà alla . F rancia la Savoia e focs'anco la contea di Nizza, pec fortificare la sua frontiera d i S.-E. La Sardegna dovrà attendere dalla Francia il segnale della guerra. Nessun trattato venne allora formalmente conch iuso fra le due parti : so ltanto il r4 gennaio dell 'anno successivo si conchiuse un trattato d'alleanza offensiva e difensiva, che però non (u mai p ubblicato. I pani di P. furono stretti ora lmente e nella massima segretezza, e, per parte d i Napoleone, anche ad insaputa dei suoi ministri, sistema corrispondente alle sue antiche consuetudini d i cosp iratore . Egli teneva infatti una d iplomazia occulta, come Luig i XV, colla quale preparava senza sindacato g li atti che poi doveva compiere la diplomazia uffic iale. Ploti (Tlertolino) . A rchiretto militare del secolo Xl VXV, n . di Novara. Nel r387 terminò il castello -palazzo di Ferrara per il duca d 'Este, e nel 1402 costruì per Alberto d'Este il castel lo di Finale Emilia.

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P,lotone. Suddivisione orga nica della compagnia presso ta lune armi e specialità d'arma, il cui comando spetta ari un tenente o sotcotenente. Esiste nella fanteria (e sue specialità), nella cavalleria e in talune specialità d ell'arma del genio. In fanteria d i l_inea, granatieri e alpin i, si ha nno le seguenti specie di plotoni: plotone fucilieri; plotone mitraglieri; plotone comando di cp; pìotonc comando della cp. comando di battaglione; plotone esploratori; plotone comando della cp. comando di regg imento; plo;,me servi zi . In a rt iglieria ed in talune specialità del genio, l' un ità corrispondente aJ plotone è la sezione.

I ploton i fucilieri, bersaglieri, cavalieri e mitraglieri sono elementi d i impiego tattico; le altre specie di plotone rispondono essenzialmente -a criteri di carattere organico. Il plotone, come ripartizione della compag nia, comp~re presso l'esercito piemontese nella seconda metà del r700. Le compagnie di fanteria erano allora divise in due plotoni, i quali alla loro volta si suddividevano: in guerra, in <luc squad re d i due manipoli; in pace, in due camerate. Pri ma d i detta epoca le cp . d i ~anteria non avevano articolazione tattica alcuna. Nel 1814 il plotone compare come unità tattica anche in caw,llcria . In quell'epoca lo squa drone s1 d ivideva, infatti~ in due rnc.lzi-ranghi ed ogn i

Plotone di fanteria (anteguerra)

111czzo-r ango era ripartit0 in due plotoni di 25 uom in i; ogni plotone in due camerate d i 12 a 13 uomini . Il plotone era al comando <li un sergente . La costituzio ne organica ~]clic varie specie di P. delle diverse armi e .speciali tà è la seguente :

a) Fanteria di linea e granatieri : P . fucilieri: tre ~quad re fucilieri e una sq uadra mitragl i:urici leggere su tre an ni, Bred a o Fjat ; P. mitragi ieri: tre squadre mi~ traglieri, ciascuna dotata di una mitragliatrice pesante F iat mod: 1914; P. cornaudo di regg imento : riunisce g li elemen ti che servo110 al comandante per l 'esplicazionc dcìla sua azione nonchè queJI i necessari al funzionamento d ei

vari servizi, e compl"endc:

squa<.lra maggiori tà , sq uadra

collegamenti ; squadra servizi. In caso d i m obilitazione il P. comando si trasforma in cp . comando (essa lino al 1926 esisteva anche in tempo di pace); l'. comando di bg l., con scopo analogo a quello di regg. e costituito da: sq11adra rnaggiorità; s,1uad ra collegamenti; squadra salmerie e carreggi o. In caso di mobilitazione si trasforma anch ·esso in cp. comando; l' . esploratori: esisreva lino al 1926 e facen parte della Cf). comando di ugl. Gli esploratori sono assegnati alle cp. fucilieri nella misura di: 1 caporal magg iore, 1 caporale, 6 soldati , c he fanno parte della squadra cÒm.Jndo d i cp .


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b) Bersaglieri: l'. bersaglieri: t re squadre bersaglieri costituite ciascuna di un nucleo mit raglieri, con una mit ragliatrice leggera, e di un nucleo moschettieri; P. mitraglieri, P. comando di regg. e d i bgl., i<!entici a quelli .di fanteria. e) Alpilli: P. fucilieri : tre squadre fucilieri ed una squadra mitragliatrici leggere su 2 armi; P. mitraglieri, identico a quello della fan teria; P. comando della cp. comando dì regg.: una squadra maggiorità, una servizi, una salmeria e carreggio; l'. collegamenti : fa parte della cp . comand~ di regg. e comprende: squadra telefonisti e guardafili; squadra segnalatori; squadra porta ordini sciatori ; P. comando di bgl.: comprende: una squadra mag giorità; una radio, telefonisti e guardiafili; una osservatori e segnalatori; una servizi; una salmeria e carreggio. d) Cavalleria : l'. cavalieri : due squadre cavalieri ed una squadra mitragliatrici leggere con un ·arma; P. mitraglieri: due squadre mitragliatrici pesanti; P. comando dello sqdr. comando di regg.: una squadra maggiorità, una squadra servizi, un autodrappello; P. collegamenti: fa parte dello sqd r. comando di regg. e comprende: una squadra radio, una porta ordini, segnalatori, colombofili; P. comando dello sqdr. cavalieri: comprende: una squadra co1nando; una servizi. e) Carri armati leggeri : P. comando - <li bgl. : una squadra maggiorità; una servizi; una riparazioni e ricu pero carri guasti; un au todrappello; P. comando di cp. : un carro armato comando; tanti carri annati· di riserva quanti sono i plotoni carri armat i; una squadra servizi; P. carri armati: quattro carri armati. f) Carri armati veloci: P. comando di bgl.: una squadra maggiorità; una radio ; una ripara-zioni; una servizi; un au todr appello; P. comando di cp'. : un carro veloce comando; una squadra comando; d ue carri armati veloci d i riserva; P. carri veloci: quattro carri armati veloci. Plotone Zappatori-millatori del gellio: P. operai, comprendente operai specializzati nei vari mestieri attinenti alla specialità;• P. zappatori-minatori, comprendente un numero vario di squadre. Ogni plotone dispone d i una sezione di parco.

Plotone Minatori del Genio: P. operai di cp. minatori, comptendente. elementi specializzati in vari mestieri; P. minatori, disponente di sezione di parco. Plotone Pontieri del' Geni'o: com prende gli elementi necessari al gittamento di un ponte. Plotone Teleferisti del Genio: P. montaggio, e P. <li esercizio e manucenzjonc. Plotone Ferrovieri del Genio: P. di lavoro e P. di esercizio <li cp. ferrovieri Oécauville. Plotone Telegrafisti del Genio : dispone d i una sezione di parco dì cp. telegrafisti. Plotone mecca11ici eleitrir:isti del Gellio: La cp. dispone di un plotone operai e di plotoni meccanici elettricisti. Plotoni Masclzeratori e Idrici del Genio: Le cp. dispongono dì P. operai e mascheratori o idrici. Plotone Fucilieri. Con le sue 3 squadre fucilieri e la squadra mitragliatrici, è la pili piccola unità suscettibile di manovra mediante l 'azione coord inatrice del suo comandante fra gli elementi d i fuoco e quelli di urto. A questa soluzione si è addivenuti dopo lungh i e laboriosi esperimenti nel dopoguerra. Dopo aver tentato di risolvere il difficile problema del coordinamento de] fuoco

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col movimentc mediante un provvedimento organico, e cioè fondendo fucilieri e mitragliatrici leggere nella squadra (esperienza riuscita negativa soprattutto per d ifficoltà di comando di tale squadra) si è risaliti <li un grado assegnando al coma ndante d i plotone il grave onere d i tale coordinamento. In ordine chiuso le formazioni del plotone sono : di fianco per tre {eccezionalmente per d ue) e d i frooce per tre (eccezionalmente per due). Le squadre debbono coaserYare la propria ind ividualità e restare distinte, prendendo nel plotone il posto che a ciascuno compete. È guida, ed ha compito di provvedere alla giusta direzione della marcia, 1·uomo di dr. o di , r. della prima riga, a s,xonda che sia stato dato 1'ordine: « guida destr ! », o « guida sinistri »In ordine d i combattimento il plotone si dice « aperto » se ha tutte le squadre in fila o serrate, ma disposte l' una rispetto ali 'altra ad intervalli e distanze maggiori che ndl 'ord ine chiuso : « disteso ,, se ha distese almeno alcune delle squadre. Il plotone in movimento tiella zona battuta dal fuoco nemico si dispone aperto o disteso, a seconda della fittezza dei colpi e della protezione data dal terreno; per iniziare i l fuoco il plotone distende almeno le squadre destinate ad eseguirlo. Nell'avvicinamento le squadre procedono celermente occultandosi e, quando siano sogge1tc al tiro, riparandosi, evitando di disturbarsi a vicenda. Prima del passaggio dalla formazione di marcia a quella di avvicinamento, i l coman da nte del plotone riceve indicazioni ed ordini sulla base <lei quali stabilisce e comu• nica ai coma11dant i di squadra: la ripartizione del plotone in squadre avanzate e squadre dì r incalzo; il posto delle rispettive squadre; le direzioni da seguire; le formazioni ,niz iali; i p unti da raggiungere con i primi sbalzi. Le squadre avanzate (una o due, e talora anche tre, a seconda della situazione) sono quelle destinate a procedere jn prima linea e ad entrare in azione per prime; quelle di rincalzo seguono le precedenti per essere impiegate in seguito, i.n relazione con lo sviluppo del combattimento. Precedono pattuglie di ricogniz.ione del terreno e di sicurezza. La squadra mitragliatrici leggere è compresa fra le squadre avanzate, o le segue, d i preferenza dietro un'ala del plotone, o ripartita tra le due ali, a seconda delle possibilità di tiro in relazione al terreno. Se il fuoco di artiglieria nemica s'abbàtte sul plotone o nelle sue vicinanze, occorre procedere con maggiore sollecitudine e maggior cura nel coprirsi. Le squadre avanzate evitano d i arrestarsi per reagire a piccoli cle1nent i nemici sfuggiti alle truppe esploranti e che cercassero di tardarne l 'avanzata; esse si limitano a sorvegliare i propri fianchi ed a segnalare al comandante del plotone ogni eventuale tentativo nemico; spetta alle squadre di rincalzo dc provvedere ad eliminare l 'ostacolo od a sventare la minaccia. Procedendo innanzi, i I plotone entra nella zona battuta aHche dal fuoco della fanteria nemica. Occorre allora sfruttare non solo ogni copertu ra alla vista ma anche ogni riparo, senza tuttavia arrestarvisi, pcrchè ciò può dar tein po all" artiglieria ed ai lanciabombe dell'avversar io di aggiustare il lo,·o tiro e colpire il plotone anche là dove non giuogano ad offen derlo i tiri troppo tesi delle mitragliatrici. Non è da escludersi che la sorpresa sia tentata dal nemico mediante incursioni d i cavalleria. TI comandante del plotone volge allora al nemico le due squadre ed apre il fuoco col maggior numero possibile <li arm i, moschetti compresi. · L'attacco si inizia, per i l plotone avanzato, quand'esso si trovi nella necessità di ·s viluppare il suo fuoco per proseguire. Le mitragliatrici leggere agiscono solo cccezional•


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mentt.: cc nt.-<> obbiettivi interes!)ant; ploton i Vln tigut, e d, regola vengono impiegate contro l'elemento che il plotooe cui appartengono deve eliminare. Le prime due squadre fucilieri sorvegliano e proteggono le ali delb squadra mitragliat rici leggere, sino al momento di oltrepassarla ai lati per giungere sul fianco del nemico. Quando per un moùvo qualsiasi, come ad esempio per la continuità Jdk linee nemiche. non sia possibile porc~re l'assalto sul fianco e tanto meno sul tergo dell 'obbiettivo, o.:corre tenere le mitragliatrici leggere :111'infuori della clire'l.ione frontale dell'assalto, mentre le squaclre fucilieri, destinate a svol.!:ere 4uest'ultimo, puntano direttamente sull'ohb1cttivo occulrnndosi nel miglior modo e scnz:i for fuoco, per g iungere presto e con poche perdite il più vicino possibile all'av, ersario. Contro nemico appostato e protetto in modo tale da non poter essere neutralizzato dal fuoco delle mitrap;liatrici leggere, il ploto ne procede disponendo in prima linea una o clue ~-<1u:1drc fuci lieri. le quali si portano. senza ,parare, a distanza di tiro efficace di cromboncino. Le squa. dre di rincalzo d<bbono essere tenute in ,((rado di oltre-

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damcn tc le mod,iliti, con cui proseguire, 1ene11do conto èrn inteso dei nuovi ordini che nel trattempo yli giungessero; segnala C\Cntuali o~~~roli o centri di resi~tenza, che ,">Ccorra batter·; col fuoco d'armi pesanti o di artiglierie , Prolunga11dosi la :;o,tn, fa m igliorare gl i appostamenti, e prende accord i con i comandanti dei plotoni vicini per il reciproco fiancheggiamcnt0 mediani,· le mitragliatri:i leggere. La ripr~s~ dell'avanzata ha luogo in condizioni di solito no1cvolm~nte diverso da quelle nelle quali si <= effettuato l'attacco del primo obbiettivo. Si trntta qui d; penetrare nella posizione a,•versaria. 11clla quale diventano sempre più difficili da parte del! 'artiglieria e delle armi pesanti 1'c.,ecuzione <lcllc rispe1tive azioni d i a~'· poggio e di accompagnamento, e sempre meno legate tra loro le nioni dei plotoni avanZ'.lÙ . Miglior criterio è dlora quello di parcarsi più innanzi che sia possibile. li primo vantaggio d i questo procedimento i: dj aumcnrare l'aderenza al tiro di appoggio e di accompagna111entd e la conseguente continuità della neutn,lizzazionc a,·vers::ria: il scconclo consiste ncll'o!,hligare ognuno dci:lt ek-

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Plmone fucilieri di fronte per tre 1. comandante; 2 . comandante di squadra; 3. C3po mitragliatrice lcjt:gera: ..;., porta arma; 3, pona muniiioni; 6, porta on.lini; 7. 8, 9, fucilieri

passare le ,quadrt: ava11fate . o d , rinforza rle, n d i p rolun , garne un 'a la per ,iv,·olgere il nemico. o cli ridurre :.in intervallo troppo ampio. o di re~pingcre i contrattacchi nemici, o di partecipare al! 'assalto. li comand:111tc regola gli sbalzi delle ,quadre a seconda delle necessità di far fuc,ço e di far riprendere lena agli uomini. po,sibilmcnte al coperto. Quando il nemico. minacciato da presso dalla fanteria anaccantc e perciò r.1cno intensamente batturo dalle artiglierie, rcnd~ irnpo,sibile al plownc d i procedere ,cnz.1 far uso delle proprie anni. il Comand ante di qllcsto dà l'ordine per l'ar-ertura ciel fuoco. Da quc,to momento !<· squadre, alternando fuoco ed avanzata, ecl appoggiando,i scambievolmente. agi,cono senz'.,hra preoccupazione clic di progredire, La ,q uadra che rrov:1 una via di penetrazione "i si inohra dec1s1mente : la >11.1 :wan.zat'.l agcn,lerà quella delle altre. La comparsa d'una minacci'.! sul fianco o ~ul tergo dc! plotone non deve menomarne l 'impeto n~ tantn meno in<lurlo a ripiegare : i l comandante del plotone In regnala al .:omandaitre della compagnia; questi prc"·cdc. col rincalzo o col fuoco di armi pesanti o di ~rtiglicri:1. a sve ntare il tentat ivo. Caduto il primo obbiettivo, il c<, mandantc ciel ploronc ne dà s,1bito avvi so, con i scg11:ili convenuti, al comandante di compagnia. Quando nnn possa continuare immediatamente l'attacco, riorclina il suo r<-parto al di là dell'obbiettivo stesso, in posizione alta a resping<'rc col fuoco. principalmente di rnitr.,gliatrici. qun lunque tcn tati,·o di riscossa , Individua con nuovi riferimenti la direzione di a,·anzata :megnatJg.li: concreta r.1p;.

difendere sè Messo ..::on Liri frontali. li sistema di fuochi incrociali predisposti dal ne mico ne risulta cl1<0rganizzato. Effettuato lo scatto. il plornenll avver~ari ;rntistanti a

lOne i.i trova dj soli w a dover attaccare un obbjeuivr, conLrP

il q ua lr l';irtig licria e le an n i pesanti hanno avuto tempo cli agir<· efficacemente. Occorre che il plotone giunga su! nemi.:o prima che esso ahbia potuto n:1vcrsi dallo stato cli depressione e di iner'l.ia <lovuto all'azione di spia11:rmenro subì ta . Durante la penetrazione occorre evitare ~• lotta ttei carnminarnenti. sempre nociva alla fanteria attacco.mtc; è preferibile <li ~olito uscimc fuori ed c;cguire gli sbalzi in terreno aperto. Le soste non dovranno essere falle negli appo:.l~tmenti 1H.:mici, be.l!sÌ in buche di g ranala o dietro p ieghe naturali del te rreno. Nella difcnsi"a, il plotone incaricato di <likndcrc un tratto cli fronte si organizza , in base alle diretti,·c ricevute, in centri ,i i re,istcnza (di solito dnc) cd un rincalzo di p lotone. Un cent ro d i resistenza è cost ituito essenzialmente da una squadra fucilieri ed una mitragliatrice leggera. Talvolta può essere ri11forzato con mitragliatrici pesanti , l I centro ,tren o da \'ici no dal nemico deve respingerlo o tenerlo in iscacco con tromboncini e moschetti . mentre le mitragliatrici persistono nell'azione a ciascuna c1·es,c affidara. Qualunque sia la ,·iolcnza dell'attacco il plotone che 11011 abbia ricevuto ord ine esplicito di ritirarsi si d ife nde in posto ban cndosi con tutti i mezzi sino all'ultimo uomo. I I ploronc che abbia ricevuto -dal suo superiore immediato ordine di ripiegamento lo cscguisce sollf


PLO

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162 -

tanto -e non è stretto, a distanza d"assalto, da nemico ,uperiore in forLC. Prima "ai iniziare il movimento retrogrado, intensifica il fuoco, e lo manlieo.c assai nutrito, mentre la frazione in migliori condizioni di muovere al ,openo va ad appostarsi alquan to indiet ro cd in fuori per proteggere a su• volta il ripiegamento delle rimane11ti forze. Occorre, in tulli i casi, vegliare a l moderato impiego delle munizioni. Nelle soste tra uno ;balzo e l'altro debbono essere tolte le munizioni ai caduri; specie le bombe e le cartucce per mitragliarrici. li maggior consumo di munizioni da p,lrte di una squadra deve essere compensato al i)ÌÙ prcsro per cura del comandante di plotone, o mediante passaggio di munizioni dall 'una all'altra sq uadra, o con opportuna ripartizione di quelle affluenti da tergo.

Plotone collegainenri con segnalatori P/01011e Cava/lena. li plotone a cavallo può essere di cavalieri e d i mitraglicri, e si compone : quello cavalieri , del comanda nte, del seguito del comandante, di due squadre ,a,,alieri. di un:i squadra mitragliatrici leggere; quello mitrai:lieri . del rornandante; del seguito dc] comandante, cli due squadre mitragliatrici pesant i. Le squadre clebbono rnautcncrc sempre la propria individualità e conscrrnrsi disti nte, assumendo il posto che a ciascu na compete . Le formnioni dd plotone a cavallo sono: colonna per due o per tre; squadre affiancate per due o per t re; linea (solo per il plotone mva//en). !I plotone cavalieri nel cornbat• timcnto può ricevere concorso di [uoco : di mitrag li atrici Ie_ggcrc d ai ploton, v:cin i; di mitragliauici pesami. di artiglieria e d i carri ,·doci per cura del comandante del g ruppo, v del reggimento, o di comandi , uperiori . In casi particolari del combattimcmo a piedi può anche avere un riuforzo d i mitragliatrici pesanti. 11 plotone esplorante deve Drovvcdere all'esplorazione del settore fissatogli d"l comando superiore e vi provvede mediante Pattuglù (V.) . li plotone manovra finchè è possibile a cavallo e combatte con tulle le squadre a cavallo od a piedi. oppure con parte delle squadre a cavallo e parte, t'rn cui sempre la squadra mitraglieri I~ggcre, a piedi. Al combattimento a. cawllo il plotone ricorre contro unità d i cav;iller ia all ' incirca pari ccl anche contro unità delle altre armi, quando, per la breve d istanza da percorrere, gli riesca di piombare su d i loro di sorpresa, prima che possano cfficaciementc reagire; al rnmbanimento a piedi ricorre invece qua ndo <lebba impadronirsi cli uua posizione o difenderla, per cooperare a cav"llo all'at tacco di altre unità, 't utte le volte infine in ,ui debba agire in sirua?.ioni che non permenono l'impiego a cavallo. Talvolta può convenire al plotone di impegnare sulla fronte il nemico col fuoco dèll~ squadra mitragliatrici leggere, o di questa e di una squadra cavalieri, e i,cllo stesso tempo anaccarlo lateralmente a ca,,allo col

rimancmc delle forze. Nel .:ombanimcnto a r avallo il rnmandame del plotone precede sempre il suo reparto: Ht:l c.:omb~tti1nen co a piedi invct.::t: si ,olloca dove rneglio puo dirigere e ~orvegljare il plotone, pur rin1anen<io pronte> a prccederk, quando occorra per tr:lscin:1rc cutti rnn l'esempio. J\:el combattimcuto con ,quadre a ca,·allo e S<juadre a piedi egli sta con la parte pili forre . Le formazi"ni per il combattimento a ca\'allo del plotone ca\'alicri sono: S<juadrc in colonna; squadre aflìancatc. Quando po»ibìlc e com·eniemc può il plotone impiegare per il combattime nto anche le formazioni d i ord iire chiuso. li plotone appiedato è costituito come quello a ca,·allo e viene impiegato come il plotone d i fanteria. Non appena ri,·datasi la possibilità di incontrare il nemico. il plotone cavalieri abbandona la ,trada e muove per la campagna . a,·anzando, linchè può, all'andatura normale di marcia e proteggendosi, se necessario, con q ualche panuglia di sicurezza. li plotone, allorehè sta per entrare in un terreno scoperto o battuto dal nemico, accelera I 'andatura e procede a ,balzi da zona a zona copcrra. Gli sbalzi \"engono compiuti d:1ll'intero plotone o succcss1vamcntc per squadra, a seconda delle continge1,2e . Debbono essere regolati in modo da risparmiare il pit'.1 possibile i ravalli . senza con ciò auardarc il movimento olrre il necessario. Le condizion i dd terreno , nei riguardi della percorribilid e copertura . impongono al plotone di cambiare spesso di formazione, per rendere più agevole l'avvicinamecto e meglio sottrarlo alle eventuali offese dell 'avversario. o q uanto meno dissimularlo alla sua osservazione. Di reirola il plotone impiC)r'd : In co/01111a /Jl'I' d11c, In co/01111n per tre e la linea; le squadre affiancale per due o per tre, qu;rndo debba muovere o sostare in terreni rotti e coperti e fuori dal tiro nemico; le forrn.11.ioni di squadre in colonna e squadre affiancare, con le squadre in fi la, per superare passaggi strcni o per ,frutt!<re la copertura offerta da osracoli correnti parallelamente alla direzione di avanzata, quali siepi, filari di pi:tntc, ccc.; con le squadre a frotta per auraversarc terreni rotti e per avanzare o sostare in zone coperte e poco battute dal fuoco nemico; con le squadre a stormi per attraversare rcrreni scoperti o fortemente batluti. Normalmente il plotone, durante t ·avvicinamento . ciene la s<juadra mitragliatriri leggere al centro della fonnazione ; talora la tiene su di un 'ala, nel posto che meglio consenta di ~alvaguardare la squadra da sorprese e di permetterle, in caso di necessità, di prendere posizione sono la protezione delle .sC)uadrc caval ieri. Patto segno a tiri di artiglieria, da parte dcll 'a\'versario, il plotone accelera l 'a,l tl aturn, assume formaz,ione aperta cd aumenta la lunghezza degli shal?.i. Quando possibile, avanza ,e rpcggianrlo, in modo da rendere d iffiòlc all'artiglieria ncn1ica di aggiustare il suo tiro. Nell'attacco a cava llo, normalmente, w nlro cavalleria a cavallo attacca in hnea; contro fanteria, cavalleria appiedata o artiglieria attacca a squadre affiancate a stormi . :\Id caso che il terreno e la situazione non consentano al ploto ne, a momento opportuno, tli assumere la formazione di attacco. senza attardarne dannosamenrc l'azione o pregiudicare la sorpresa, esso attacca nella formazione stessa in cui si trova. Se l'auacco riesce, il plorone passa all'inseg uimento del nemico ; se no n riesce, il ploto ne ripiega e si sottrae al combattimento. In ogni caso si riordina pronrnmcnte d ietro il suo comandante , e si tiene pronto a ritornare acl auaccarc per avere definitiva ragione d el nemico, o per opporsi ai suoi eventual i ritorni offensivi. Nell'appiedamento, che esegue al massimo con due terLi de lla forza, si raduna dietro al coma11dante nella formazione ~he lo stesso avrà frattanto ordinata; rimane al


Pw

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comando dei cavalli · Sl1'.lOJHati il graduato pili anziano, non capo squadra. Effettuato l'appiedamento, tale graduato si porta in resta al plotone e dispone per l'eventuale spostamento dei cavalli, secondo gli ordini ricevuti, in modo che il movimento sia al riparo dcli 'osservazione c del tiro del nemico. Conquistato l 'obbicttivo, il plotone si riordina al di là di esso e prosegue nell'azione a piedi, oppure rimonta a cavallo e sfrutta il successo, a seconda degli or<Jini ricevuti. Nel/'avvicina111e!l/o a cavallo, .i l plotone mirraglieri viene disposto o in coda alla formazione adottata dal reparto cavalieri. o su di un fianco o anche al centro, in base al criterio di tenerlo al sicuro contro improvvise irruzioni nemiche e di permettergli di intervenire prontamente nel1'azione. Qualora, al termine dell'avvicinamento a cavallo, il reparto cavalier i con iJ quale. il plotone coopera, riceva, ordine di agire

a cavallo, il plotone mitraglieri lo oltrepassa ,·clennen re e va a prendere posizione su di un'ala o in

altro sito conveniente

in rapporto all 'azione ,Ja compiere, e quindi ~ppieda e apre il fuoco per appoggiare I 'ai.ione del reparto stesso. Se I "attacco riesce, il plotone rimonta a cavallo ed avanza decisamente per inseguire con il fuoco l 'avversario e contrastarne gli eventuali ritorni

offensivi; se il

reparto

cavalieri viene respinto,

il plotone cerca di tenere in rispetto il nemico, in n1aniera da con-

sentire al reparto stesso <li rio.rdinarsi e tornare all'attacco, oppure di rompere il ~ombattimento e ripiegare. Plotone Collegamenti, Esplorazione, Mitragliatrici, V. a tali voci. E vedi anche la voce l'e,u:trazian.e.

Plotone carri armai.i.

62 ez ()2 ♦ 63 . 3 ()5

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Plotone mitraglicri di fianco per tn: 1 , comandantei 2, capo mitragliatrice leggera; 3 , porta arma; 4, porta treppiede; 5, porta bidone; 6, porta munizioni; 7, porta ordini; S, comandante ,n~cleo munizioni; 9 , salmerie

11 plotone carri armati agisce, di nonna, riunito. Solo iu via eccezionale e transitoria si fraziona per accompagnare n1inon unilà d i fanteria

operanti i n terreno boscoso o negli abitati . 11 comandante del plotone, non appena assegnato ad una unità, si porta presso il comandante di essa per prendere ord ini circa l'azione da svolgere, e li comunica, per la parte che può interessare, ai capicarro dipendenti, provvedendo per il rifornimento delle materie cli consumo e delle munizioni. l suoi obbiettivi debbono csicrc proporzionati alla capacità di penetra·z ione dei carri cd essere chiaramente visibili tanto dai pressi della posizione di partenza, quanto dal terreno di attacco, tenuto conto della limitata e d ifficile visibilità che offrono i carri agli equipaggi_ Il plotone carri armati muove normalmente a ll" attacco nella forma-

163 zione a stormo. Se deve provve dere anche all'apertura di varchi attraverso reticolati, può procetlerc ..!n p.ri1110 ten,po in formazione lineare, con intervalli non ìnforiorl

ai 30-40 mer•i fra carro e carro, per evitare che i cani

più arretrati, nel praticare i propri varchi, Jiostruìscano quelli già aperti con lo stendimento dei fili prodotto dallo schiacciamento del reticolato. Assolto detto compito, il plotone r iprende il nv,vimento in avanti nella .formazione a stormo. I carri regolano la loro avanzata su quella del carro comando con rapidi ç frequenti cambiamenti di dire• zione, evitano di arrestarsi troppo tempo per non offrire bersaglio alle artiglierie e alle armi anticarro nemiche, aprono il fuoco solo alle brevi distanze e si sforzano di piombare il più rapidamente possibile sulle successive resistenze nemiche. Ne llo svolgimento dell'azione i carri comuni hanno il compito particolare di battere i bersagli animati ed eseguire tiri di neutralizzazione contro postazioni di mitragliatrici ccl armi aoticarro, ed alla <listruzione di carri armati nemici e di postazioni di mitragliatrici. Durante il combatti.mento i carri muovono in intima coopern..<ione con la fanteria e, combinando opponunamentc le azioni di movimeotn e le a,;ioni di fuoco, si oppongono ai tentativi nen1ici intesi a ron1pere tale cooperazione. Il fuoco dei singoli carri del plotone può essere efficacemente impiegato per battere un . solo obbiettivo, attaccandolo simultaneamente di fronte e sui fianchi. Questa cooperazione si imporrà frequentemente nel combattimento; deve perciò diventare, durante l'addestramento del tempo di pace, istintiva e quasi automatica. Quando l'attacco sia costretto a ralleritarc e le fanterie si arrestino per riprender lena e preparare la ripresa dell'-azione in migliori condizioni, il plotone carri evita d.i insistere da solo in un'azione che riuscirebbe slegata, e quasi sempre poco redditizia. Esso si dispone, allora, rliétro alla fanteria in posizione di attesa. Raggiunto l'obbiettivo, i carri armati che debbono atten dere l'ar rivo dei reparti avanzati di fanteria, non si fer ..

mano sulla posizione ma fi spostano rapidamente su cli essa ed oltre, per sottrarsi ai tiri delle artiglierie e delle anni anticarro nemiche, o sostano al coperto in prossirnjcà

della posizione stessa, tenendosi però in grado di intervenire contro i tentativi di contrattacco nc1nico. Raggiunti dalla fanteria si trasferiscono nella posizione di attesa loro indicata. L'impiego del plotone carri nel contrattacco non differisce da quello nell 'attacco Esso sarà solo maggiormente facilitato dalla possibilità di più complete ricognizioni e predisposizioni in genere, e di scelta delle più re<ld itizie direzioni di movimento. Plotone car,-i armati veloci. Il plotone costituisce unità cli impiego normale dei carri armati veloci. Esso può tuttavia frazionarsi ed essere impiegato per mezzi plotoni, specie quando venga assegnato a reparti esploranti o alle avanguard ie. L 'impiego del carro isolato è da escludersi, tranne nel caso di trasmissione d'ordi ni o notizie di particolare importanza. Le norme per la loro azione sono simili a quelle degli altri carri armati. Plotone dello J'telld(lrdo. Nell'esercito delle Due Sicilie, era il 3° plotone dello squadrone, perchè vi apparteneva il porta stendardo, il ·quale si collocava nella prima riga della terza /ila <Id plotone stesso.

Plumbata. Arma da getto, munita <li penne a guisa di freccia, che veniva lanciata a mano contro il nemico. Era di due specie : T,ibolata e l\1/amillata. La prima portava in/issi nell'asta di legno degli aculei, d i maniera che in qualunque posizione si trovasse doveva nuocere al ne-


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mico . La seconda portava attorno all"asta di legno un manicotto in ferro, cosicchè, lancjaca da un braccio vigoroso, per il peso del ferro aggiunto acquistava maggior potenza d i penet razione e poteva trapassare qualunque armat ura di difesa. Si chiamava anche « mar-1.iob:1rbulo » pcrcbè adopc• rat:, dai Mar;:;iobarbuli (V.).

Plumbata tribolat,,

i l' .,m .,,,,,.,o ..,, . . ~ Plumbarn mnmil!ata

. P lumer (lord Erbeno Carlo O,ulow). Generale inglese. n. nel 185;. Solrot. d i fanteria nel , 876, partcçipò al la campagna del Sudan (1884) ,a <]ud la contro i /11.atabelc ( 1896) e alla guerra Anglobuer:,, nella quale si distinse raggi ungendovi

il

grado

<li

magg. generale. Promosso luogoten. generale nel 1908, {u membro <lei Consiglio d i g uerra. Allo scoppio <lclb guerra Mondjalc, ebbe il comando del V C . d'A. e poi della 2• arm ata che si banè nella zona d i Yprcs, facendo g uadagnare al suo capo il t itolo di ,•iscontc di Messi11es . Nel 1916 fu jll'O· mosso generale. Nel 19r7 ebbe Plumcr Erberto il comando delle forze inglesi in Italia, e nel marzo 19 ,8 ripJ"cse in Francia quello della 2• armata . Dopo la guerra, promosso feldmaresciallo, fu dapprima al comando <lei corpo inglese nella Germania rcnn 11n, poi governatore a

Male., ( r9 r9-24) e in Palestina (1925-28).

PI u tarco. Scrittore e filosofo greco di Cheronea, in Beozia (45-J25 d. C.). Scrisse fra l 'altro Je « Vite parallele degl i uomi ni i)lustri ,, e « Della fortuna dei Romani e di quella di Alessandro ,,.

ruote. t d i solcbti vi st.avano protetti dai proietti nemici . speoc da quelli incendiari. Era un riparn mobile. compo.,to talvolta di due pareti unite ad angolo retto, con feritoie . e con tre ruo te o meglio rotelle in basso, tah·olt:t semicircolare, talvolta piano, come è indicato nelle inci,ioni. Corrisponde al Mante/letto (V.) delle e poche posteriori.

Plu tino (Agosti110). Patriotta, n . e m. a Reggio Calabria (1810- ,885). Cospiratore nel 184; e membro del governo pron·isorio. riuscì a sfuggire alle persccu1,ioni borboniche e riparò a Malta: torn,H o nel r848. come colonnello della Guardia Nazionale partecipò in Calabria a diversi ,contri coi Borbonici: nel 1860, d opo la traversala dello stretto per parte d i Garibaldi, venne in Cabbria e si unì a l Muoolino . Fu deputato per Melito P orto Sal\'o nelle legislature \/11!-XIV e senatore nel 1882 . P/111i110 A11tom110 . Patriotta, fratello del precedente, n. a Regg io Ca labria, rn. a Ro ma (18 r1-1872). Nel r844 organizzò j mori p recursori della specli,:ione dei fratelli Band iera ; nel 1847 partecipò al mov imento i,1 Calabri;i col fratello. e con lui riparò a Ma lta; nel 18.18 fu depurato al parlament~ napoletano, poi esulò in Piemo nte. Partecipò alla spedizione dei Mille . combattendo da C.alarnfim i a Reg• g io, ·e la sovvenne finanziariamente, ver(.3 nÙo

400.000

lire .

l\'Ì

rlmasc

prodittatore di Gar iba ldi col g rado di luogotcn. colonnello. Nel 1862. prefetto di Catanzaro, si dimise alla nuova sped izio ne d i Garibald i. Plutino Antonino Fu eletto due rnltc dcputnto al parlamento, per il collegio di Citrarwova. nelle kgi,lalurc Vlll-Xl.

Plymouth. Città mantuma dell 'Inghi lterra , nella contea di Devon. in fondo al P .-Sound e alla confluenza degli estuari del Tamar e del P, Sorge su due alture, soJJra una delle quali si eleva la cittadella. Dopo Portsmouth, /'_ è il porto militare più importante clcll' lnghiltcrra, cd è

Pluteo. Macchina milic:1rc molto antica, di legno. intessuta lii vimini e coperta di cuoio, sono la quale gli ,uscdlanti avvicinavar1si alle mura ne n1ichc. Era n1ossa su

. --=-

·:---~~::~~~:--

V:arì tipi di plu(eo: ad nngolo; COO\"CSSo, piatto

La piazzaforte di Plymouth (se.colo XIX)


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anche grande pono wmmerciale . il porro è. diviso iu due parti: guella ad O. è destinata esclusivamenre alla marina da guerra, p rovv ista d i docks, d i arsenale e di altri sta-

bi limen ti governativi; l';dtra parcc serve aflc navi 1ncrcan• ril i. P. è. città fortificata . Alla sua cittadella, che fu .:ostruìra $Orlo Carlo TI, :ii ~gg iungc una linea di forti mo. dcrni.

Battaglia di l'lymo11tlz (1 652). Appartiene alla g uerra navale anglo-o landese. Gli Stati Generali delle Provincie Unite avevano nominato il Ruyter comandante di tma squadra di 30 navi. da guerra, con la quale egli doveva scortare i convogli o landesi per difenderli dal µe ricolo di

Po

argini che, :;e proteggono i l tt:rri torio laterale rlallc allu-

vioni, sono di per sè cau.s~ diretta d i sedìmentaz.ionc <lei letto, la q\lak dna i l livello dd fondo e favorisce I ';1u menco <.lel lavoro cos truttivo, che ~pingc sem pre più Ìn• nanzi , a spese <ld mare, il margine fron tale del suo delta , interrando la linea di spiaggia . A ciò contribuisce anche I'abbonda11tc materiale che gli affluenti strappano ai ,·cr-

s::in.ti montani e ai tel'l"eni sottostanti, soggetti a facile ero• , ione, favorita dal regime pluviale. Jl delta padano ha il

suo vertice circa al meri<l iano di AJria e s'apre in sette bracci principali , che intersecano una regione valliva, poco abita ta e 111 pa rte 1n alarica , inadatta al soggiorno di in .

lfatt•glia di P lymouth ( 1652)

cadere nelle mani dd l'amm ir. inglese Ayscue, il '1uale , con una st-1uadra di 40 navi più grosse e meglio armate di quelle o landesi, ,fava loro la caccia. Il 26 agosto, il Ru ytcr, incontrato vicjno a P. il nav ig lio ncn1ico, sebbene inferiore d i forze non dubitò di assalirlo e dopo vivo combattimento lo costrinse :1 ricoverarsi nel detto porto ,issai malconcio; l 'ammir. olandes<: si allontanò col convoglio . ln seguito a quesra sconfitta il parlan1cnto inglese passò la squadra al coma ndo di Blake.

P nom-penh, Città del Cambodge, sulla riva d r. dd Mekong; d ivenne capitale dello Stato nel 1866. Il 15 luglio 1 867 vi fu conclllso un trattato tra la Franci;1 cd i I Siam, per la delimita?.io ne de i confin i fra questo Stato e l'fodoci na francese. Po. È i l fiume pri ncipale de lla regione italiana, che segna ne l suo medio e basso corso· l 'asse idrografico de ll'Ital ia continentale <la Chivasso fino alla foce. Schietto fiume montano ne!! 'alto corso, esso scende dal g ruppo di sorge nti del Monviso e assume presto letto ampio, g hiaioso e vagante . Spiccatamente manifesta è l'influenza degli ai fluenti sull'andamento del corso del fiume , secondo prevale nei d iversi t ratti la spinta delle loro correnti , che lo devia no jn senso opposto . H magg iore sviluppo degli affluenti al pini fa sì che !I P . sia ne l pr imo t ratto del med io corso più ravvicinato al n1arg ine p rcappeon inico, 1nentre in <Jllcllo u lteriorc, con I·accentuarsi dcll 'oblitJuità delle confluen 1.c settentrionali, g li affluen ti ;1p penninici prevalgono, respingendolo verso nord. Largo 200 rn. a Casa.le, il P. rag.g iunge a ,Via dana la maggio re larghezza d 'a lveo sui J 500 m. Oltre Cremona le sponde si devano in poderosi

genti forze . li corso totale dd P. è d i q uasi 650 Km . ; il bacino idrogralico d i 70.0,x, Kmq. Le variai.ion i del letto e le neoformazioni insu lari ne ostacolano l::t navigazione, accessibile a p icc~lc irnbarcazioni soltanto sino a Casale Monferrato . e cioè a circa 540 Km . dalla foce . Per il suo corso, i n massima parte equatoriale, e per la rag g uanlevnlc distanza dalla zona alpina , il P. c01nc ostacolo fluv iale non ebbe funzione rn ilitanncntc commisurata alla p ropria importanza id rografica; e in tal senso non ha stor ia paragonabile a <]Ud]a {ii altri grand i fiumi , come, ad esempio, il Reno e il D.anubio, confini storicamente tradizional i. Le invas_inni (ranccsi e gcrn1aniche attraverso le A lpi Occiden tali e orientali e bbero come epilogo niolti episodi bell ici svolrisi nel la valle µ adana; ma <]Uesti po rtarono gli avversari a fro111egg i~rsi, di massima , sulla pianura a settentrione <lei fiume secondo lince normali al ]\J.Sse padano; onde assunsero grande importanza occasionale g li afAuent i di sr., restando al P . carattere d i appoggio d 'ab o di grande alveo separatore, piuttosto che di linea d ifensiva; e, se azio ni notevol i s'ebbero talora in qualche piaz,a posta sulle sue ri ve, esse ebbero caratttrc episodico, ri Acttcn tc le opportunità momentanee, opp ure quello d 1 necessnà su ateg1ca per accedere ali 'opposta nva cd assicul'arc libera manovra su lle due !>pondc; non g i~t caratttrc d i attacco principale e del iber~to d i una fronte Auvialc . Torino, Casale, Valenza, Piacenza , e la stretta d i Stradella, sono punti singolari ch'ebbero un tempo not:evok importanza come p iazze forti sul fiume e per ni di manovra . Zona militarinente e storicamente contrassegnata. da eventi memorabi li conseg uenti alla vicinanza del P. è principal mente <]nella a sud del Garda, sbocco naturale del Trentino, ove il Serraglio mantovano e il Qu,idr.i.


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!atcro aura~sero le forze combattenti localizzand01·i k azioni, specie nelle campagne napoleoniche e nelle g uerre per l'in dipendenza italiana. I. La co11quista romana della valle dei Po. Dop0 J·invasiolle dei Gal li Boi nella valle dell'Arno, e dopo di averla contenuta e ricacciata (225 a . C .) Roma decide di ,·:,licare l'Appennino e destina all'impresa due eserciti. i quali occupano facilmen te la dr. del Po. dalla Tl'cbbia all'Adriatico (224). Nel n3 un esercito al comando del console Caio Flaminio Nepote passa sulla dr. del lìume e batte j Galli . Nell'anno seguente il console Marco Claudio Marcello batte gl i Insubri a Casteggio; poi, insieme col console Cneo Cornelio Scipione Cah-o. li sconfigge dcci~ivamente a Milano . Nel z21 Roma crea i campi fortificati d i Cremona e di Piacenza. L'inizio delle guerre puniche dà moclo ai Galli \'inti ma non domi di ribellarsi; nel ~,8 Annibale trovo quivi il teneno favorevole, e sconfigge i Ro1rn111i ,ul T icino e sulla Trebbia : la valle pada na è perduta per Roma. Soltanto 1S anni dopo le armate romane vi ritornano, e il pretore Lucio F urio Porpurione inniggc alk popolazioni della valle, che :wevano assediato la città di Crcmon~i. una grande sc:oofitta . Tuuavia esse~ aiutale. dai Cartagines.i. rct-tano ln armi: nel 198 i Romani riprendono Piacenza: l'e1nno se• g ucntc il con~ok Caio Cornelio l...ctegc> ottiene nuo,·a piena \'ittoria sul Mincio: nel 1()6 il consok Marco Claud io Mar• cello ne ottiene ~!tra presso Como e prende questa citd dej Galli; nd 195 il console Lucio Valerio Fiacco li batte ancora nell'Emilia: nel 194 un \1wasione <lei Galli Boi in questa regione ba successe, con b vittorin sopra il console Tiberio Sempronio Longo: nel 193 presso :\1odena il ccn><Jk Lucio Cornelio :\1crula vinet· i Galli lloi e riassicura 3 Roma il possc,,o della valle P:1dana , rcsraurando le forteuc di Piacenza e di C remona, che di\'eli-.no le chian

<ld nuo,·o rcrritorio romano . :-Juovr lotte Roma sostiene nella valle Padana contro i Cirnbri, i quali . ~attut,, un esercito ~•i ccm1a11do del ,on , ole Quinto Lucazio Catulo, arri,·:mo ,ino ~I Po ( 102 :i.. C.) ma t·anno S<'g"uCntc Maric.) ti sconfigge in modo decisivo: da questo momento e h no alle in,·asioni harbariche là ,·alle Padana rìtna,c in tranquillo possesso di Roma. I. F11:io11i 1ul/J11li ml Po. :'\elle an 1uc elci P<, n :nnero combatcutc :ilcunc battaglie navali. come guelk d i Jlrcscello (1427). di C,·emo11a (1432), d , Cas11/11wgg1ore (1 ➔-48). E inoltre una bauaglia (28 agosw 1309) in località i1nprecisata. ,na nel Basso Po, che appartiene aHa gue.rr~ per la Successione di Ferrara, e fu comb:muta e \'Ìnta ck navi pontificie. appoggiate dai Ferraresi. dai Bolognesi, dai Padovani. dai Fiorentini, cont ro una flotta veneziana. la quale restò inceramc.:ntc di~fo.tla. Le n~1vi vennero in g rande pane catturate e circa 6000 Veneziani perirono in gue<ta bauaglia. la quale diede Ferrara in potere del legato pontificio. -·- Prende anche nome dal I'(> una b:ntaglia terrestre . comhauuta e vinta sulle ri,·e del nume. il 29 giugno del 965, dal duca llurcardo. jn,·iaro in Italia da O1ro11e I di Germania, contro le m ilizie di Adal berto. tiglio di Berengario II, appoggiato da Bernardo come di Pavia e da Sigolfo vesco,·o di Piacenza. /'o. 20• Legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza N,azonalc, costituita nel 1923 a Mantova, dove ha sede il comandu, mentre le su~ quattro coorti hanno sede rispetti\'amcntc a Snzzara, !\foglia. Qui>tello. Revere. Dispone di una sezione mitragliatrici e dipende dal X IV gl'l1ppo (V<..:rona). : ·' r~,g~rupp:-unencn (Ro]ogna) .

Poe

/'o. Nave ciiterna per acqua, costruita nel cantiere P:ntison di Napoli cd entrata in scn·izio nel 189+ radiata nel 1924. Disloc.1mcnto 175 tonnellate. portat..1 So. macchine HP. IOO .

Pobel (Guido Baldass11re, ,·0111e di S. Alb,mo). Generale savoiardo (1642-1731). Maresciallo di campo del duca cli Savoia, fu colonnello comandante del rcgg. Piemonte 'nel 1678. Br,gadicre d i fanteria poco dopo e poi ten. generale, fo governatore di Asti, Ambasciatore alla eone di Luigi XIV. esplicò delicate missioni . Nel 169(5 fu decorato dcli 'ordine dcli' Annunziata. Pochettini (di Serrava/le, Luigi). Generale. m. a Torino nel 1822. Comandance la seconda cp . delle gu~rtlìe del la porto nel 1796, ebbe ael 1797 il grado di brigadiere generale. ·e1 1814, alla rescaur:izi.one. ebbe il comando della 1" cp . guardie dell:i porta e la promotionc a tenente generale . Pochettini di Se1r,I/J11llc Carlo. Generale, m. a Torino nel 1847. Ufììcialc di cavalleria, fu promosso colonnello con1anùantc i cavlllcggeri di Novara nel 183r. Nfagg:. gene• rale nel 1835, fu aggregato alle guardie del corpo. Nomi · nato aiutame di campo del re nel 1838, ,·enne nominaro govel'tlatore di Ventimiglia nel 18q3.

Pochy-Rianò (Francesco). Gencrak. n. ad Ardore nel 1870. Sottoc. c1·an. nel 1893, frequentò la scuola di guerrn e part.ecipò alla guerra contro l'Austria; si distinse nell'Alto Corde,·olc (1 916) dove meritò una mcd . (ii bron·1.o. Colonnello nel 19 18, comandò il 5° raggruppamento art. t1·JS. sedio. Nel 1926 ebbe il comando del 5• art. pesante e nel 1928 fu collocato in P. A. Nel 1932 (u promos.,o generale d i brigata. Pocick. Canno ne d':,ccompagnamcnto per la faoteria p,ilacca, mod . 1925. del calibro di mm. 47. t semplice <.: robusto, a culatta se111iautomatica, con chiusura prodott!l dal bossolo, con freno idraulico e ricuperatore a molb. La bocca da fuoco rincula scivolando sopra una culla i:hc funziona anche da equilibratore quando si ha il ritorno in batteria. Il ,orp0 della culla giai;c sopra ,111 alTustino. che rullla sull'affusro, intorno ad un '1ssc verticale. Un disposiiivo permette di fare assumere al pezzo le tre dilkremi posizioni ,eguenti: Posizione bass:i: jn essa le r uote sono sollevate e l'afÌ:Usln poggia per terra; questa posizione permette il miglior dcfibmcnto del materiale e con,·icnc c:iuando si cseguiscono liri con angoli mcdii; ]>o~izione di marcia: la sala è. portat:• in a"anti e chiùsl a ch ia\' istello sottO l'affostino; il timone è, incastrJto in apposito allo~ gia1ncnto ric:ivato nell'affusto; in caso di necessità, il pc7./,'> può essere smomato in 6 clementi e 1r:1sportato da altrettant i uomini: Posizione a spalla: la sai:, è fissata ,ouo b testata clcll°affustino; le ruote poggiano :1 terra e l 'alfmrino sulla ,ala. Questa posii,ionc con;,iene q uando si eseguano tiri con grandi ango li . La celerità di (uoco del pezzo pur, raggiungere 20 colpi al 1ninuto. I proicui impiegati sow, tre~ granata dirompente, adatta contro i carri arm:Hi: ~r:.1..nat.t normale; scarola a mitraglia per la cli(esa vicina. Pocobell i (C11.WI/Jo). Ge nerale, ,, . :1 LÌ\'Ornù nel 186.5. Soltot : ,Ji fanteria nel 1882, ,iivenne colonnello nel 1915. Comandò in guerra il 130• fanteria. l n P. A. 11cl , 916, , eslÒ in servizio e comandò sino a l 19t9 il deposito del 3 ro Lrntc.-rla. Magg . _gt.:neralc nd r919, 1s~unse nei 1913 il ~r:-.do di ~ent.:ralc dì r1;,·is. nel!:. rist.·rv,L


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Poe

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Pocztov ì. Erano così chiamati nel secolo XVII-XVIII i ~ervi armati dei primitivi ulani e usscri polacchi, appartenenti alla nobilt,ì. Tali servi avevano

ii con1pito

di cu -

rare gli eq uipaggi <: i caval li

dei loro signori , nonchè di partecipare a i com battimenti, dove costitui,·ano un corpo a

parte.

Erano in

numero di

Poo

Poderico (L11igi) . c;enerale del sec. XVIr, n . a Napoli nel r610 . Com inciata la carriera delle armi sotto Lelio Bran caccio, suo z io materno, cnmba ttè .ad Oneglia , a Casa.le e nella Spagna, partecipando al la liberazione di Fuenterrnbia e alla presa d i Monzon e Lerirla . Tornato in Italia partecipò alla difesa d i Orbetello contro i F rancesi condotti dal principe Tommaso d i Sarnia. Represse i moti del regno di Napoli !)rovocati da 1\-fosaniello e poco dopo si r itirò dal .servizio attivo.

quattro o cinc(ue per ogn i signore, cd erano armati .d i fu.

cilc a baionetta, anna che i nobi li non adoperavano, e inoltre di due pistole e di sciabola . Allorchè i loro pa-

droni car1Cavano il nemico, essi restavano in seconda. li• nca, e in caso d~insucccsso dcli 'attacco fruuteggia,·ano i l 1)cmico, 111<:ntrc g!i altri ripa· ravano d ietro d i loro per riordinani. Er~rno 1nanlen uti a Pocztovi

spese dei propri signori.

Podalirio, Medico e guerriero gr<:co dell 'epoca eroica, secondo figlio di Esculapio e fratello d i Macaone. Prese parte all'assedio di Troia {' rese grand i servigi ::tll'eset::ito g reco curando i feriti. Di ritorno dalla guerra, fu spinro

da uua tempesta sulle coste dell'isola di Scirn, guarì b figlia del re, la sposò cd ottenne in dote la penisola d i Caria.

Podesta Carlo

Poderico Luigi

Podestà (l.uca) . Generale del , cc. X !X. D al 1807 al 1813 servì in Francia cd a Napol i, poi entrò nel! 'eserci to sardo come ufficiale del genio. Colonnello nel 1830, fu membro aggiunto al consiglio dd Gen io. Nel 1848 fu collocato a riposo col grado d i magg. generale .

Podda (Ferdi11a11do). l\.fcclsglia d'oro.

Loceri nel Podestà Carlo. Generale, n. nel 1862. Sottot. d i fanteria 1892, caduto sull';iltipiano d i Asiago nel 1917. Modesto lanel 1881, raggiunse il grado d i colonnello nel 1915 . .Envormore. erl tornaw dalla 1:.·rant. ia :1Jlo st:oppiarc della trato in guetra conrro l 'Austria al comando del 2° granagnerra del 191 5, per serv ire il suo paese. Da semplice soltieri, passò in P. A. nel t91G. 'vlagg. generale nel 1917, d,rn> g iunto ai grado di ser, rimase in servizio sino al 1919. Nel 1923 assunse il g rado gente maggiore nel 75° regg . di generale d i di vis. nella risen-a . fanteria, cadde da ,·aloroso, alla tesla di un plotone di zappaPodestagno. Località nel!' Alto Cadore. a nord di Cor1ori , sulle pendici del monte t ina d'Ampeno. sulla strada d'Alcmagna. Vi fu costruito ì.'.ebio, il prim.o giorno della ìn antico un c astello, ora in rovi na. Raggiunta dalle nostre battaglia ddl 'Orti gara. La motruppe alla fine d i maggio 19,5, esse v, furono arrestate tivazione della medagl ia d'oro da forti d ifese avversa rie , d isposre lungo le alture di P.1'.[ cspri mc così : San Pa uses-Croda del!' Ancona . Due volte, l '8 ed i l 13 << Comand~.rntc d i un plotone giugno, le truppe della 2a divi~. tenrnrnnn <li vincere la d i i;a ppatori formante parte del resistenza avversaria, ma senza poter riuscire ari aver ra,~, p_r ini~1 ondat:i cli assalto, si gione dei robusti reticolati che copriva.no Je posiz ioni ; nè sbnciò

alla

IL

a

conqujsta

di

una

lrjncea .avversaria, penetraHdovi Podda Ferdi1rnndo

per prin10 . F<.:r ito alla testa men-

tre c.:on pochi uom ini tcnrav~ -cauurare un gruppo d i neir1ici, continuò :1 combattere, inc i-

tando con l 'esempio e con la parola i suoi uomin i alla lo tta. Ferito una seconda volta. alla gamba, dopo essersi fa tto mcdic~rc ternò al sno posro d'onore, e col \'igore che ancora g li. restava, cooperò a rcspingci e gli attacchi :l\·\"Crsari, fìnchè, ferito nuovamente cd a 111orte, cadd<.: alla

1n igliore sorte ebbero nuovi tentativi, rinnovati nell'ottobre dello stesso anno: la s ituazione in queslo settore rimase

sostanzialmente ,·cmbre 19 1j .

irnrnutata fino

al

ri piegamento <lel no-

Podewils. Costrnttorc, nel 1867, d i u n fucile che venne adottato dalla Baviera, e che da lu i prt·sc nome. Questo fucile è una trasformazione di quello Lind n<:r . Al la canna è avv itata una scatola d i culatta colla tc~ta o ttagonale.: c~ter-

testa del suo plotone, fulgido esempio del le più elette virtL1 mil itari » (Pendici rii monte Zebio. 10 giugno 1917).

Poddighe (Giovnmu Bauista). Generale, n . nel 1841. m. ad Orist ano nel 1921. Sottot. dei granatieri nel 1859. partecipò alle campagne d i guerra del t859. 1860-61 e 1866 e m eritò ht med . d 'argento a Spoleto (186o). Più tardi fu decorato della med . d 'argento al 1·alor ccv ile. Colonnello del 21" fanter ia nel 1895, fu collocato in P . A. nel 1899. Tfasferito nel la riscn·a nel HJO::?, fu promojso magg . genc .rah.: nel t906 c. tcn . genera le nel 19t3.

Fucile e cartuccia Podewils 1 mod. 1867


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namcntc, contenente sul la destra i l portalumind lo ed il luminello . Posteriorme11te alla parre Ottagonale vi è il cilindro otturatore, che può scorrere a\'anti cd indietro e girare lateralmente per mcz,.o di un manubrio posto a lla sua estremità posteriore. La chi usura de l cilind ro è ottenuta media me una avvitatura di questo che entra nel la rispettiva ch iocciola d ella scatola di culatta. La chiusura è ottenuta ermeticamente per la forma della parte anteriore del cilindro. la quale è a foggia di fondo di honiglia, che per l'espansione dei gas si dilata contro le pa.r eti della

l'Isonzo (•S lugiio-3 agosto) il Vl C. d'A . ritentò la conquista d el P.: lin dal primo g iorno dell 'offensiva i fant i della brigata Casale (che meritarono più tardi di essere ,hiamati « i gialli del Podgora ») riuscirono ad espugnare

canna . Per caricare, $i tira indielro e si gira Il cilind ro~ si introd~1cc la cartuccia, e quindi si chiude ,I cilindro. Armato quindi il cane. e mess:t la capsula sul luminello, l'arma è pron ta per lo sparo.

Podgora. Altura e villaggio omonimo, oggi chiamato

Pitdimonte dt'i Galvano, frazione del comu ne di Gor izia, sulla dr. dell 'Isonzo. La colli,rn del l'oclgora è raccordata mediante le minori

alture

di

Pcuma e di Oslavia

al

M . Sabotino: il declivio meridionale di essa scende su l villaggio di Lucinico. e le sue due groppe, la quota 184 (delta Calvario) e la quota 240, benchè non molto clc-

Podgora: dopo l'attacco d ell'S ngosto 1916

akuni trinceramenti nemici sulle folclc del monte, soprn Lucinico. l i giorno 19, poi , i fanti della brigata Re e i

Carabinieri Re31i si s.pi nge, ano- Mn soun )a quota 240 1

1

tna

un contrana~co nemico ohhliga,•a i nostri a ripiegare con gravi perd ite. Rinnova to lo sforzo concorde il giorno 20, la brigata Pavia riusciva a piantare una band iera suUa

Difese austriache sul Podgorn /r916)

vate, hanno larga vista su lla pi,inura Friu lana. G li ,\u-

striati ne ~-wevano fouo, pcrtiò, uno dei principali pun ti di appoggio del campo trincerato tli Gorizia, sulla sponda d r . dcli 'lsonw. Il primo auJcco ;ii trincer:1menli nemici dd P. fu in i~ ziato il giorno 8 giugno 1915. dalle truppe dell', 1• cli,·i,. Ma sia con questo p rin10 attacco, sia con un secondo, tentato il giorno 10. le n ostre fanterie non r iuscirono che

a trincerarsi a mezza cosla dcll'altur:-i. li 23 giugno, ini zi,1ndosi I~ 1• banag lia clcll'!son20 , l' , 1" e la r2• divis. ripresero l'attacco d ell'Json zo, estenden dolo lino a S,rnc· Andrea. Ma no n essendo stato il fuoco di aniglieria sufficiente a rompere i profondi e m olteplici reticolati a vversa ri, Lutti i tentativ i di av:tn'tata andarono ad infrang<:rsi contro l'inesorabile siepe di ferro, nella quale ùwano schiere di audaci, votati al sacrilicic,, tentavano <li aprire varch i mediante pin1.e da giard inieri e lUbi <li gelatina c$plosiva . Ripresa la lotta il g iorno 5 luglio, le brigate Re e Casale. il regg . (2 bgl.) dei Carabinieri Reali ed i bgl.

di Guardie di finanza si prodigarono ancora in sanguinosi att,'\cchi. riu~cendo :t raggi ungere !a

somn1itlL ùd l '-altura,

;cn~a per<> poten·i,i sostenere. Nella seconda battaglia del-

L'obelisco ai caduti sul Podgora

,om111ira meridionale della collina, ma anche ,1ucsta volta,. dopo una dura vicenda <li a ttacchi e .:onrrattacchi, fu necessario ripiegare sulle pendici del monte , lino al margine

c:-.t di Ludnico .


... Poo

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Nell 'offensiva dell'auwnno HJJj, infine. si combattè ancora aspramente dal Sabotino al Calv:irio, e, fra il r 0 e d il 3 novembre, le nostre fanter ie poterono pii, volte a/Tacciarsi alla cresta del monte, donde Gorizia sorridern alla nostra conquista, ma senza potervisi affermare per le impetuose raffiche d i artig lieria che la spazzavano. Solo il 21 novembre, la b rigata Casale, coronando i suoi lunghi , tenaci sforzi, riusciva ad espugnare la sommità <le! Calva rio ed a trincerarvisi . Durante la 5a battaglia dell 'Ison7.0, la 1;:,.' divis. espugnò un p iccolo contrafforte del /'. , detto <, naso cli Lucinico » , ma la conqu ista dell 'intera altura non si ebbe che con la battag lia di Gorizia, nell'agosto del 1916 : il g iorno 8, ,fopo ire g io rnate di lo u a vilto-

riosa, i difen~ori della quoca 240 dei /' ., vista ormai 1.: roJ~ lare da ogni parre la d ifesa della cesta di ponte, si arrendevano, e tutta !a spo nd a d r. dell1 Isonzo c~1deva in no~tra

,nano. (V . Corizia).

Podgoritza. Citr,,· d el la Jugoslavia, nel Montenegro, capo!. d i provi ncia, s ulla Ribnirza. La fortezza, situata sopra una vicin~ collin a e le mura merlate che la univano alla città sono ora in rovina . .È un punto dì_ importanza stra tegica, trovandosi a ll'inc rocio d i vie d i penetrazione al Monteneg ro. N el 1876 aveva guarn igione turca, e fu ass:1 ~ lita e presa da i MnnLcncgrini, rù quali passò definitiva. mente solo nel 1882, 111 seguito "I t rattato di Berlino

ciel , 878.

Poo

tabilc parte eia Tolmino, risale l' ldri,, e il s uo affluente Cirknica, s'inerpica con risvolti sino al colle che raggiunge a 791 m. Iv i varca il confi ne, e per la valle dello Zcicr si d irige al piano e s'avvia a Krainburg. Poco sotto il valico è raggiunta <laJla strada del Passo d 'klria, che raccoglie parecchie provenienze de l!' Altopiano Ca rsico. Il passo, con quelli d' Id ria, di Nauporro e di Postumia, s'inserisce nella serie degli sbocchi p rincip ali che d irettamente s'apr"no sul confine e comandano le comunicazioni utili a li 'avanzata verso la conca di Luhi~na.

Podol. Vil laggio del la Cecoslovacchia, su ll 'lscr. Combauimento d,' l'odo/ ( 1866). Ap partiene alla guerra austro-prussiana . i l I corpo austriaco, (generale Clam -Ga llas} d ella forza d i 60 . 000 u., occupava la linea d ell 'l scr presso l' . , col compito d i trattenere l'armata p russiana c.lcl p ri11 cipc Federico Carlo, forte di n o .ooo u. f\:on potendo resistere a lla pressione di forze tanto superiori, il 26 g iugno 1~66 il C lam Gallas dovette ,·itirarsi con parte delle sue truppe su Turnau e con parte verso MUnchengr3.tz per P .. in.segu ito dai Prussiani che occuparooo Turnau. La sera dello stesso g iorno la d ivis. Horn d el IV corpo prussiano,

Podiebrad (Giorgio). Re di Boemia (1 420-147L}. Figlio di un ge ntiluomo ceco e capitano a 20 anni, d ivenne capo di una lega per metter fìnc ali'anarchia che desolava la Boemia. Nel 1448 si impadronì di Praga togliendola ai cattolici . Nel 1451, dall'imperatore Federico III fu nominato reggente del regno di Boemia durante 1a m inore età di Ladislao, e rbrabi!ì l'ordi11c. Morto nel 1457 Lad islao, nel 1458 CiDrgio fu e leuo al l' una nimùà re di Boem ia. Fu in lotta ,ol papa P io II per le question i religiose degli Ussiti . Scomuni cato, rich iamò i Taboriti che aveva esiliato. battè i Cattolici r ipetutamente e nel 1468 mandò un esercito a<l invadere l 'Austri a. Mattia Curvino, a litato d el l'imperatore. respinse l iuvasio11c

La posizione di Podol ( t 866)

1

1

Podiebrad Giorgio

e penetrò in Moravia; ma nel 1469 P. lu costrinse a firmare lln arm istizio, che durò _poco, per-

rhè Mania

si

fece p roclamare

di Bocmja . Allora l'. convocò una d ieta a Praga, e, per assicurarsi gli 3iuli dei Polacchi, vi. fece _proclamare suo successore Ladislao, figlio di Casimiro re cii Polon ia. re

Co llegato ai Polàcchi , P .. r iprese con m aggiore energia la guerra, e stava per venire ad un accordo con Roroa, quan<lo (u colto dalla morte. Egli aveva tentato di costituire un tribuna1c d i sovran i europei, ed a tale scopo avev:a 1nan daw, nel 1464, un ·ambasciata a Lu igi Xl , re d i Fra ncia. 1

Podikove (Giova11111). Av,·cnturiern valacco del XVI setolo. Riunita una numero.sn cornpagnia <l i suoi pari, battè il voivoda Pietro, usurpandone il potere, tinchè, :1ss:il ito d a Cristoforo p rincipe della Transilvania, fu vin to , impl'Ì gionato e messo a morte in Varsavia nel J580. 1

Podlan'ischam (l'a.,so di) . Valico delle Alpi Gi ,Llic (detto anche passo d i Circliina) che mette in comunicazione la valle ,lell'ldria (Isonzo) con quella della Sava. La ro-

fu spinla inna11~i (:Ofl l'incarico di in1padron irsi di P. e <li 'lue l p asso sull 'lser. Il gen . Horn vi n,anrlò 1 bgl. cli f:--.nteri a e 2 cp. cacciatori, alle quali truppe gJi /\usrriacl wnt rapposcro la brigata Poschacher . Quando i P r ussia1)i g iunse ro alle prime case dd paese (urono accolti d a vivo fuoco d i fucileria: g li Ausrriaò a ·,·cvano barricate le strac.lc cd o4/upat_e k case del ,villaggio. ~ Prussiani sp insero d is.ta:t:1.:f~nent 1 LJ nO d ietro I alrro 1 nel] angusta strada dd villaggi&;~ c;hc conduce al ponte e riuscin.>no a gradatamcnt..: 2v..111zarc; gli Au'itriacì furono respint i. e dovettero finalmcll lC abband on,,re il ponte ;ull' lscr , che fu occupato dai. Prussian i, Jasc ianclo prigionieri tuni gli uomini che avevano appostato nelle case . I Prussia ni ebbero allora i due passi dcll ' lser, quello di T urnau e quello d i P. rimanendo padron i del corso dcll'Iser, su lle c u i due ri ve potevano ormai l iberamente agire.

Podujevo. :Villaggio d el la Jugoslavia , presso l'anLico confine con la T urchia. r

Combattùnrnto di J'oduievo (19 ottobre 19 12). Ap partiene alla prima g ue rra balcanica . Dopa aver passato il confine presso il passo cli Priepolaz~ la 3a armata serba dovette superare q ualche resistenza. Il prim o serio ostacolo fu in cont r3to da l la colonn a ovest , composta d i due di vis. Sulle altu re antistanti al l'abitato di P. avevano preso posizione due rcgg. <ii regolari turchi, con tl'e btr. da campagna,


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rinforzat i da alcune bande di f\rnauti . Per tutto il 19 il combattimento si protrasse accanito senza una risoluzione . Ma nella notte successiva, i T u rchi , vedendo disperata la loro situazione ne l caso d i r ipresa del comb att imento, si ritrassero dopo d i avere perduti 650 uomin i. [I combattimento permetteva alla colonna serba dell 'ovest di sbocc.arc nella piana d i Cumanovo .

Poerìo (Raffaele). Ge ne rale, n. a Catanzaro, 111 . a T o ~ino (1792-1853) . Combattè nd 1815 con Murat e partecipò a lla campagna de l 1821 sott•) il gen . Pepe, dopodichè combattè in Africa a l servizio d ella Francia. Partecipò nel 1848 alla g ue rra nell'A lta Italia con le truppe n apoletane , e poi .com andò la 3" b rigata d elle riorganizzate forze lombarde in Piemonte, passando a l comando della 1"· divis. , comando c he lasciò poco dopo . Entrano nello stesso anno nell"eserc ito sardo col g rado d i magg . ge nerale , fu collocato a riposo nel 1851.

Poaio barone A leuandro . Patriotta, n . a Napoli, m. a Venezia (1802-1848). Accorse nel 1820 a sen·ire la patria come milite alla fronriera degl i f\bru?,zi e cornharrè contro gli

A ust riaci

a

Rie ti. 1\nda10 ~ui

in esi lio, fu in Ger man ia sino

a l 1823 dedicandosi alk belle lettere, poi a Firenze e 1.11 F rancia. Nel 18;5 rientrò in patria e nel 1848 , proclamata

la cosrituz ione rn Napoli , seguì il Pepe ed a ndò a c ombattere .,otto le bandiere d i Carlo Alberto . Dopo b caduta d i Vicenza partecipò all'assedio <li Venezia ; il 7 lug lio combattè a Poerio Alessandro Cavanella d 'f\dige ed il 28 ot tobre a Mestre, ove riportò fer ita per la quale morì sci g iorni . dopo. Poeta, storico e filosofo , sacri ficò, rnmc Goffre,lo Mamel i, la vita per l' Ital ia .

11.

l'oerio bamr,c Cado. Parriotta . fratello del precedente. a Nap oli, rn. a F irenze (1803-1887). Esule col p adre t1el

182 1, d opo i m oii nel Napoletano, venne a rrestato come cospiratore nel •837, e ancora nel 1844 e nel 1847. N d l'annb seguente par1ecipò al governo costìtuzionalt: di Napoli, e la rcstau r<tzionc glj inflisse una conda nna :t 24 anni d: carcere. Nel •~59 partl con la nave che trasportava n1olti carcerati, e.liretta iu Ainçric~ e che Ii sbarçò invece in Irlanda. Ripa;-ò a llora in Piem o n te e iu po i deputato p er /1 ,eno e t\Tapoli nelle kgislawre VII-X.

PoG

fanteria. Colonnello nel 1917, comandò in guecra i l 32<> fanteria e suil 'alt ipiano Carsico meritò la m ecl. d 'argento . · Passato a comandare il 45° fan teria, fo decorato d ella m ed. d'arg ento su l Valcleroa (1917) e d ella croce da cav. cieli 'O. M. S. su l Montello (1918). Dopo la guerra comandò la scuola a ll iev i u fhcia li e sot.tufficial i del C. d 'A. d i Palern1<1 e poi il 7° fanteria. Generale rli brigata ne l 1928, ebbe i l coma ndo della 17• brigata d i fanteria e poi fu ispettore di m o bilitazione d el la <li,·is. d i l(avenna. Nel 1931 passò in soprannumero.

Poggesi nob. di Pisa Gi110 . Generale dei CC . RR . . n. nel 1872. Sottot. d i fan teria nel 1892, passò nei CC. RR . n el 1899 . Partecipò alla g uerra del 1915-1918. Colo1111e lln nel 1922, comand ò la legione d i Fire nze. Genera le di brig ata nel 1927, d ivenne ispettore della 3• :wna d ei Carabinie ri Reali. Poggi (Vittorio). Generale. 11. ad Algh ero, 111. a Romi. (1849-1 909) . Sottot. del genio nel 1868, raggiunse _il g rado d i colonnel lo nel 1902 e fu J iretto re capo di di\'ls . al ministero dc!la guerra. J\1fagg. generale ne l r906, comandò i! gen io a Napol i e <la! J 908 passò a comandare quello d i R oma.

Poggi Carlo. Generale, n. alò Savona, 111 . a T ori no (185i-1931).

\

Sottot. d e l ge nio nel 1876, ra;;< giunse i! grado cl i colonndlo nel ~ ' ""' "N."' 1910 e f u d irettore ddl '(lflicina d i cost ruzio ni d i Pa via . ~lagg. genePoggi Vittorio ra ie nel 1915 c. ten . 1!eneralc nel 19r6, fu collocato in posizione aus,liaria 11c l 19 19 . Nel 1923 assunse il grado (li generale d i div isione e nel 1927 ven ne collocato nella riserva .

l'oggi Rosolino. Genera le, n. a !Yiilano nel 1863. Sottot. ,lei bersaglieri ne l 1888, frequentò la scuoh d i guel"l"a e paS5Ò nel corpo d i S. M . Colonnello ne) 19 q , in ta le qualità cmrò nel 1915 in guerra contro l'A usuia . Magg . generale alla fine del 1915, comandò s uccd,ivamente in guerra k br igate Palermo, Reg_gio' e Massa Carrara. Comand ante la 68" d ivis. nel r 917 , meritò la croce da cav. de ll 'O . M. S. nel Friuli, Dopo la g uerra co1nanclò la divis. m ii. <li Peru gia e nel 1920 andò i n P.. A . S . Nel 1923 a;sunsc il g ra do di g enerale J i d ivis . e nel 19.31 passò nel la riser\"3 . Poggi Umbtrto. Generale, 11. a Savo11a 11d 1866. ~ottot. d i fanteria nel 1885, p artecipò alla campagna del 1895-96 in Eritrea . N el 1902 passò alla scuola mil. d i Modena quale insegnante di scienze sociali e ad uso degli allievi scrisst te Nozioni di di.ritto e µrinciJ)°'ì d i ccono1nia po litica n e (,; Principi d i scienze sociali )) _ In g uerra contro l'Austria nel 1915 e colonnello nel 1916, comandò il 138° fanteria. Brigadiere generale nel 1918, coman, lò nel 1919 il ptcsidio mii. d i Ge nova . In P . A. S . nel 1920. assunse nel 1923 il grad o d i generale d i br igata e nd 1932 passò nella riserva.

Poerio Carlo

Poggèsi G ino

Poggesi (110b. di l'isa, Giulio) . Generale, n. a Calci nel

18j2. Sortot. d'a rt .

nel

1891.

passò poco clr,po in

Poggi Guido. Genera le, frntcl lo d i Umberto, n . ad Al bissola Superiore nd 1867. Sottot. <legli alpini nel r887, partecipò a lla g uerra eritrea del 1895-1896. Combatlen do ad f\dua fu ferito e ,·enne ca uurato d a ras Sebath: m eritò la mcd . d i bronzo. Entrato in guerra contro l' Austria al comando ciel bgl. a lp ino Val Tag liame nto . fo decorato della croce d a ca,·. d ell"O . M . S . per le azioni sul Pa! G rande,

I{


Poe

-

Frcikofcl e P al Piccolo ( 1915). P romosso colonnello l"-'r merito d i gue r ra ne! 1916, comandò il 48• famcria e meritò u na mcd. d i bronzo nel ripiegamento al Piave; coma ndò poi il 6<> raggruppamento alpini col quak fu in Alban ia. Generale di brigata nel 1923 e di d ivis. nel 1926 , resse sino al 1928 il comand o della divis. mii. di Alcs,andria e nel 1931 fu collocato in posizione ausiliaria .

Poggi Oreste . Ammiragl io. 11 . a Genova nel 1873. Entrato in servizio nel 1891, fece la campagna d" Africa dd 1894 e par tecipò alle g uerre Italo-turca e Mondiak . Poi fu presidente (1921-23) del tribunale mii. mar. de La Spezia; venne p romosso contrammir. in A. R. Q. nel 1925 e collocaro a riposo nel 1932.

Poe

17 1 -

in P. ne atterrarono le rnur" e nl · ~ni:tntcHci rono la rocca.

Nel 1~67 . essendosi rifug iali J\d bo.-go molti Ghibellini toscan i, i F iorentini , aiutati <fa Carlo {l° Angiò, \·i post:ro l'assedio. c he durò ~ mesi e tc rrn inò con la resa. Tuttaria

si r ibellò d i nuovo al re guelfo ccl a Firenze.: ma, ,·inti Conarlino e Siena, ud 1269 i F iorentini, insiem e al conte Guido d i Montfort, v icario in Toscana pel re Carlo d 'Angiò, mossero contro la città ribelle e la d istrussero obbligando gl i abitanti a tornarsene al p iano nel prim itivo Bo rgo di

!\·farturi, dopo cli averli privati dì ogn i civile g iurisdizione. Dopo la pace d i Fucecchio (1193) il Comune ed il d istretto di /' . furono d cfìnit ivarnente incorporati al contado fiorentino; e da allora, salvo qualche lieve in terruzione , seguì le sorti d i Firenze. Sostenne un assedio a ncora nel -, 478, per opera tléi Napoletani del duca d i Calabria, e, non soci:orsa da Fin.·n.z.c dovette ·capitola re. 1

Poggio (Giovanni) . Me,lagl ia <l "oro . n. a Ma~io, m. ç1 Torino (r830-1910). Se mplice soldato cl ·artiglieria! p rese pa rre alla ca!Ylpag na d i Crimea cd a q"clla d el 18yJ. Nel la campagna ciell 'ltalra meridio na le, l"anno seguen te ; rueritù dapp rima una mcd. <l'argento, e :;u-

Poggi Guido

Poggi Ces,a re

Poggi Cesare. Medaglia d 'oro, n. nd 1883 a Torno . Dopo aver assolto i suoi compiti d r kva . quale ufficiale d i complemenro 111 lantcria. era cll\-crnno Segreta rio d ella Came ra <l i Commercio italiana di Ginevra. Indetta la mobilitazione del l() l ), si presentò subito alle anni, e rag~ g iunse . col grado d i tenente. il 157° regg. fanteria tra le cu i file s i segnalò subito come uno degli ufficiali pili , •a. lo rosi. Nel magg io 19 r6 f u promosso capitano per m e rito

d i g uerra; l 'anno seguente, nella battaglia della flains,zza e durante ]a ritirara al Piase, n1e ri tò di essere insign ito due volte d i med ag lia d'a rge nto . Du.-anre la ba traglia del

Piave, infine, al coma ndo di un bgl. del 272° regg. fan. teria, te nne così !l'tÌr'ahile condotta d a gu~dagna re

b:1 111as-

sima ricompensa a! q1lore, c.::he gli fu confe ri~~ cnn 4ut~tc1 mo tivazione:

(( Comanda~1te dì un b~ ttaglionc da lui 1nirahilmente preparato . occupava l" tene-va per I re giorn i u11 i;.;apos;il<lo. resistendo, sebbene quasi completamente i,olato, ;d a uaccl,i in forze del nem ico, e contrattaccando a sua n>lta. Ferito in d ue parti del corpo. manteneva il comando, e , dopo fierissin1a resistenza.: esaurite le mu nizioni, ripiega\·a in or• dine su posiz ion i poco arretrate . Quiv i. ferito nuovamen te tlue volte, era ancora l'anima della resiste nza. Esau!-tO pe r

la perdira di :-angue, si decjdeva a la!:)c; i3re il coman<lo !>ulo per la insisren,;a dei S\lOi e per la ficlucra che pou:1·a ,wcrc nel sno succt~!:)On; >) (Ca!:)a P~1:,qualini, 17• 18 giugno 1~J1l;) .

Poggibonsi (ant. Podi11111 Bo11it1) . Comune in prov . d i Siena , presso la confluen i.a della Sraggia nell"Elsa. Le sue fortificazio n i furon,1 fa tte costru ire da Lorenzo <le ' Medie: nel 1478, per opera d ell' ingegnere mil. Giuliano da Sang allo. /\ 4 Km. ,i l ro ,,a il castello di « Stro·a avolpc ,,, eretto dai conti Alberti, bd l 'esempl:ue d i a rchitettu ra feudale toscana. Le pri1n e notiz ie sic ure su P. risalgono al sec. XIL quando Siena cedette quel territorio a Firenze. In seguito gli abitanti si d iedero alla parte ghibel:ina . e. scopertasi u n "in tesa con Siena.. i Fio!'cntin i nel t25ì entrarono armati

bico dopo d i essere insig nito d ella mcd . <l"oro ,, per essersi dis.tinco sotto le mura di Cap u;1 . rimanendo mutilato di 2mho le b raccia jn segu iro :1 fe-

rite cli mir raglia riportate sott0

det ta

fortezza n

(2

nm·em b,·~ 1860). Diventato

1111a \·ivcnte pers:onitìc:,z.iv• ne dell"eroe d el Risorgimento1 \·i~se a T orino fìno

:e tarda et:ì . circondaro cl i una sim pa tica po polariti1.

Foggio l'ietto Fabio . Generale, n. a Casa le MonBusto :i Poggio G iovanni, a "1"asio fcrrnto, m. J Torino ( 183-2191.1). Sottot. cl ·art. nel r~:;7 , raggiunse il grado di r oton nc llo nel r~8o e fu <lirct• ro re della fabb rica <l "a rmi d i Brescia e del laboratorio .:l i prt:Ci!\ionc. In P. A. nel 1885. venne µromosso magg . gc· nerale nel la riserva nel t892 t 1cn . gcnt-ralc nel ,903. Poggio I mperi.ale. Comune in prov . .,~li Foggia , a sud d el lago d i Lesina. Venne fondato nel r 76 1 <la profughi a lbanesi di Scutari . Il 7 ~ctternbre, durante la guerra fra i l regno di Ì\'arioli e Lorenzo il Magnifico . di Firenz.ci uo esercito di q ucst 'ul tim o . ..::oman dato <la Sl•' g ismonclo d'Este e Costanzo Sforza. ,·i fu scon tiuo d:1llc truppe di Alfonso duca , .l i Calabr ia . Poglizz.a. Regio ne montuosa del la Dalmazia. di -t' Vi ~mq . d j superficie: e 30.000 ab., con Cl!)Oiuogo Pìvun1Dubrava . Fino alla invasione dei Francesi napoleonici forma,·a un a piccola repubblica, inclusa fra il corso del Cctìn~ . da Aln1issa a Sign. e della Xerno\· izza . che sfocia in mare presso Stobrcz . Secondo la t rad izione, la P. fu fondata nel 1or5 da tre frate ll i bosniaci . t i giorno di S. Giorgio vcni\·a ogni anno eletto, ,;1 i piedi <Id monte J\.·l os!>or. il n uo\·o g overno. L a repubbli~~~ :;i rnan cenne li. bera . pu; riconoscend o volta a ,ol ta la sovra11it,1 dcll ' Un~heria . cli Venez,a . o dei T u rchi: fu sciolta dai Francesi


Poe

Po,

172

di )Japokonc cd i! suo ,crritorio andò divi~o da al lor,1 in poi u·a i comuni di Spalmo, Sign cd Almissa . Ndlc guerre della Rcpubblìcn di Venezia contro i Turchi. la l'. fo sem pre fedelissima alla Dominante. Nel 1648, i Poglìzzani contribuirono vaJidamcJHc alla p resa di Clissa; nel 1685, quando i Turchi furono vinti eia Sobicski, s'impa-

dronirono di un. forte che gawntiva ~i Veneziani Duare e l'entrata nel territ orio repubblicano, presero parte coi Veneziani a tuui i fani d'armc della guerra e pianrnrono primi la band iera sul forte di Sign, me1·itandovi, nel 1689,

rlaJ prov veditore generale Corner, un elogio solenne . Pognisi (Attilio/ Generale, n. a Crema nd 1867. Sot• totcn . d'art. nel 1886, raggiunse il grado ,li colonnello nel 1916; partecipò alla 1,,t1crra contro l'Austria; comandò in 2" ,l deposito bombar<licn ecl andò in P. A. S. poco dopo la gu,-rr:i. Grnnale cli brigata in A. R. Q. nel 1925. fo collocato nella riserva nel 1929. Poilu. Voce d el gergo m ii. francc,e. sorta forse nell'epoca napokooica . Ind icò dapprima il soldato ,1rdito e risoluto . Durame la )!Uerra Mondiale la vc>cc fu assai diffusa . e ampliò il significato nel senso di ri:crirsi ai ,oldati più anziani. I\ Presse poiluc )) (u il term ine adopcr~1to in Francia per indicare quelli che da noi furono chiamati 1 " Giornal i cli trincea » . Pointe-à-Pitre. Cini, ncll"iwla dì Guadalupa.

//uedio di Pouue-ii-Pitre (1794) . Appartiene alle guerre colon ia li clclla Ri voluzione francese . Il comandante t"ran~<:~ Lcissègucs aveva appen:t terminato di n1cucre in ~l:llO di difesa il porto <li l'. quando l'ammir:iglio ingl<·se Jcr\lS, la mattin a dcll' J 1 giugno, vi apparve dava nti con una ,quadra composta di 6 vascelli di linea, 12 tra fregate e con·ctte, 5 .cannoniere e 16 trasporti carichi di truppe racctJlt e nelle colonie inglesi più vicine, che sbarcò nelle vici;rnn:t...c di P., dove il corrunis~arjo civile Hugucs si rhiuse, i11caricando gli ufficiali Dumont e Scnez cli difendere il forte di F lcur-d'Épée il primo e il forte l 'Union il se condo. Gli Inglesi, sotto gli ordini dd ,,en. Grey, avanzawno fino all'altura cletrn Mascone, che i Francesi non :1vcv~1no potuto cenere per m.ancanza di uon1ini, e:: comin . ciarono a bombardare contrn1porane,11ncmc da terra e da mare il forte Fleur-d Épée è la ci11ia ed il porto di P.

tan z" nel 1111:dio e,•o, d i,·encndo capitale dei re visigoti, dal

-170 al 50i- Appartenne agli Inglesi quando occuparono la regione : essi la 1enncro fino al 1372.

I. Hartaglia di Poiliers (7 ottobre 732). Appartiene all'invasione degli Arabi di Spagna, condotti da Abderamo, nella Francia. l3auuto il conte Eude, signore dell'Aquitania, e fJrcsa T ours, g li Arabi furono affrontat i da un g rosso cscrcilO raccolto <la Carlo Martello. L'urto avvenne nella pian ura fra P. e Tours: da questa città prese a11che nome hl battaglia. Carlo ,chierò i s uoi tcncn<loli compani, per oppone maggiore resistenza a ll ' impclO della cavalleria nemica. ass;1i suoeriore di numero. J\bder:11110 ianciò appunto la sun cava lleria contro le schiere francesi, le quah opposero una fiera re,istenza, e non si lasciarono rompere. Mentre si $\•olgev3 la lotta, .Éude, con j s uoi Aquitani . c•cguì un movimento aggiranlc e piombò sul campo arabo, pieno del bottino fatto a Bordcatix e r, Tours. Una parte <lcgli Arabi accorse a difendere il campo. e ciò determinò il crollo della l~ro linea, vigorosamente attaccata dalle u uppe d i Car lo . In breve queste sgominarono gli avversari, malgrado ogni sforzo di Ab<lcramo, il quale uovò la morte .:o,nb,mendo . La vittoria fu decisiva. e salvò l'Europa dal pericolo d i ca(lere tutta sotto la domionionc degli Arab i. Carlo inseguì ,·ig0rosamcncc e fece s trage dei fuggiaschi . Ma gli ,torici portarono la cifra dei '<tduci ad :~ltezze ipcr, bolichc, parlan do di 375.000 morti, e d i una perd ita, d ,t p :artc dei Crist iani, d i appena r500 uomini. II. Batwglia di Poitiers (19 settembre 1356). F. detta ,rnd ,c di Mauprrtteis, ccl appartiene ali~ g ucrrn dei Cen,v .\nnì. Fu combauurn da j(l(lO arcieri, 3000 uomini di arma• tura pesante e r;rca 5000 fanti armati alla leggera, agli (,rdin i di Edoardo, principe cli Galles, sop1:111nomi11ato :1 Pdncipe Nero. contro i Franc<.:si in numero di circa 50 .000, ,·omanclati dal loro re Giovanni. li principe, che a,·eva lll\ asa la Francia, cli fron te a l'orze n emiche tanto superiori volc\':1 $fuggire e si tlircs~e a Bord"\'.!aux, ma, avendo

0

I

Fr~111cesi tentarono

invano i.:on ::iortite di slc>ggia ,·e

gli

rnglesi dalle lo ro posizio ni ; dopo un mese di lotta g li ln glc,ì dcci,crn I 'a11acco generale per la notte dal 1° al 2 luglio . e, dopo un bombardamento continuo di otto ore, ;1v:111z3rono

.;u

d ue colonne i;ontro

la ci ttà orma,j ridoLta

a un cumulo di rovine. L ':-ts::ialto riuscì e l:l J!Uarnigionc

si ritirò s ulla collina del Governo, dove però il g iorno dopo.

~1s~~dita.

riuscì. a respingere gl i lng lc:si , i quali furono

costretti a imbarcarii di nuovo.

Pointis (Gio11,11111i Bemardo Dc.,jct111s barone de) . Ammiraglio franèese ( 1645-1707). Si segnalò all'attacco di ' Tripoli ( 1681) cd al bo111bardamento d'Algeri e <li Genova ( 1682-1686). ' Vinse nel 1(,90 le flo11e d'lngh; lterr,1 e d'Olanda: Nel 1697 h, capo della spedizione contro Cartagcn a di Colombia, riportò una ferirn, ma q>nquistò h ciuà . Nclb guerra per la Successione di Sriagna assediò inutilmente (;ibi lterra . Sc risse una « Relazio ne su ll a sped izione di Cartagcn:t » . Poitiers (ant. Pictnvi11111 o Simo11i11111). C it1/1 della F ranria, ,a poi. del dip. della Vien ne. Nel Xli secolo vi fu ,·ostruì10 un castello, rimodernato nel XV. Acquistò impor-

0auag lia di Poit-iers (1356) France.si : N/, puma d',n ,anguardla; L. A, 'J'edeschi; N, duca di J\:orrnandi;t; O, duca d 'Orléan$; R, re Giovanni - Jnglesi: S, conte

di Salisbur>·; G, principe di Galles; Ch, cavalli


-

POI

1;erduto ire g iorn i preziosi ne ll 'attacco di un castcl10, fu ,aggiunto nei d intorn i di P. Subito propose una tregua di

5-ettc anni, a condiz ione di partire libero roi suoi; ma il re, nelfa certezza d i vincere, chiese che il principe con ce nto

dei suoi si coscituis.)c.: pr:gjonicro di guerra. Respinta la pretesa, Edoardo occu pò un ·ccccllente posizione d ifensiva, at~ traversata da siepi , coperta di arbusti e piena di vigneti, presse, il villaggio òi M aupcrtuis, sopra un 'altura :ilh qual•! si accedeva per una stretta. Sul fianco dr. il conte d i Sal isbury occupò altra posìzione. Dovunque gl i Inglesi si trincerarono con cura, mettendo in prima linea i loro ottimi arcieri. I cava lieri francesi, impediti dalla conformazione del terreno di spicgai·e tutte le !oro forze. furono costrcl'ti ad .appiedare, mentre i pedoni si ord inarono sll· tre linee (li 16.1)00 umnini cia.scuna. 300 cavalieri scclrì appie-dati vennero lanciati alle 6 <lei mattino nella strecra tna rimasero tutti uccisi o volti in fuga,

spargendo ia

confusione nel le schiere ret rostanù. Verso mezzogiorno le sorti della battaglia furono decise da un attacco del Salisbury sul fianco de i Francesi, mentre il Principe Nero usciva dalle trincee con 600 cavalieri compiendone la rotta. I vinti cercarono scampo nella fuga, ma non permettendo le siepi, gli arbusti ed i v.igneti <li fuggire celcn ncmc . molti caddero prigionieri. Circa 2400 nobi li e 8000 fonti furono uccis i, e il numero dei prigion ieri ammontò a 14. 000. Molro minori, anche proporzionatamente alle truppe im pegnate, le perdite degl i Inglesi . .Fra i p rig ionieri, lo stesso re Giovanni con suo figlio mi nore Filippo, che furono condotti prirna a Bordeaux, poscia in lngh ilterra. J prigionieri nobil i invece ìucono riscattati con somme d i denaro.

lll. Assedio di Poitiers ( 1569). Appa n icn~ alle g uerre di Religione, e fo iJOSlO da l Colig11y. con l'c·scrcito protesta nte, il 24 luglio. Nella piaz,;a, bene approvvigionata e

con buona guarnigiont , si gcltarono in tc1n po

r 200

Gn·a-

lieri cattolici, agli ordini del duca di Guisa. Malgrado ogni sforzo, i Protesta ,Hi non riuscirono a superare la resistenza

degli avversari 1 i quali si d ifesero con energiche e san. I nvauo il Col igny ten tò più \'Olte l 'as-

gu inose i:;ortite.

salto : venne sempre respinto_. mentre le malatt ie devastavano Je sue schiere. Infine, \' isti \'ani tutti i suo i sforzi, il 7 settembre si decise a togliere l'assed io. IV. t:dùto di l'oitiers (r7 ;etteinbre '5i7)- Pose i-ine alla 5;esra guerra di religione, e venne hrn,:no fn1 i rappresenurnti d i Enrico lii d i FrnHcia <.: quel li di Emiço d i Ì'\ava rra, cuntemporancamcntc alla pace segreta di. Bergc:rac. di cu i rapprcscnla la forma pubblica. L'editto era costi tuito d i 64 articoli , completati dai 48 articoli segreti del trattato di Bcrgerac. I Protestanti vedevano riconosciuto il libero esercizio del loro culto, con piccole restrizioni. cd avevano diritti alle (aricbe e alle magistr~tturc co1nc i ci t-

173 -

PoL

il massi1i10 grado d i prosperità; Traiano ne fece la ba,c per le sue sped izioni in Tracia. Nel 544 Belisario la destinò come base delle operazioni militari cont ro i Goti: altrettanto fece Narscte· che gli successe nel coniando. Nel 599 l'esarca Caltini,co in persona accorse a difenderla contro i barbari. Subì quindi le vicende della regione, sopportò due assedi d a pane dei Vene-

ziani. e tre saccheggi da parte <lei Gcnovf~si, dei q ua]i più

g rave di turti

l'ultimo (1379), dopo la sconlÌ tta <l, Vetto r P isani a Brioni . Nel 1209 il n1archcsato d'Istria ve nne infeudato al patriarca d 'Aquileia e la città conservò le proprie libertà comunali: ma. venuta in urto col palriarca. i cittadini, ribellatisi, dessero a podestà i VeneStemma di Pola ziani Ranicr Zeno nel 1225 e 1v[arino Morosini nel 1?.26. Per assoggettare la città ribelle, nel febbraio del r233, il patr iarca Bertoldo . al comando del suo esercito, assediò l'. costri ngendola alla resa dopo lunga resistenza. Dalla lotta sorsero due potenti fazioni : la ' popolaresca, guelfa, con alla testa la fam iglia dei Gionatasi, e la patriarchesca. ghibellioa, faceme capo alla famiglia dei Castropola. Questa ebbe i l dominio della città per molti anni e pervenne ad a\'ere i l potere assoluto quando, nel 13 10, Pietro di Castropola, marchese d'Istria, assumeva il titolo eh capitano generale di P. Ma la lirannia dei Castropota suscitò un vivo makontenlo, che esplose nel 133 r. L a sera del vencrdl santo, i congiurati, nascosti sono le cappe della confraternita d i ·s. Stefano, ad un dato segnale si gettarono con i pugna li sui Castropola che seguivano la process ione in gruppo d ist into, e ne fecero strage. li popolo levato in armi si unì ai congiurati, il caste Ho fu preso d'assalto ed i pan igi~ni seguirono la sorte dei loro padroni .

Nei g iorni

seguenti 1

i Polesi, venuti a cono-

,cenza che truppe del patriarca cd altre mercenarie partigiane dei ~ ,;Ppola si preparavano a marciare su I'. per soffocarvi la rivol uzione popolare, non videro altra salvezza che in Venezia, e mand~1rono u na speciale con1missione alla Serenissima per offrirle la µiena sottomissione dcHa città; ciò che avvenne il 28 rnaggio. Venezia n1andò wbito a un retcore col titolo d i conte; i Castropola

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tadini cattolici; i noltre ottennero noYc plaL.z.c forti, dcllt' (( di sicurezza )).

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Poix (Filippo ccnte di Noa,llcs, duca di Moucl,y, pri11 àpc di) . Generale francese ( r752-r 8r9). A llo scoppio della

[-'fflS(c;~ ( ~

Rivoluzione, era maresciallo e fu deputato agli Stati CencraJi. Aderì al movirne~lto hnchè fu costit~zion ale e comandò la guardia nazionale d i Versailles ; poi si d imise e passò nelle file degli emigrat i a Coblenza, tornando in F rancia nel i8oo. Alla Restauraz ione, ebbe il grado di luogote n. generale e fu crearo pari di Fra ncia.

Pola. Città ma ritùma dcli 'Istria, capo!. di provincia. 1:. <li origine antichissì1na; i Roman i la crearo no colonia col no1nc di Pùdas fnlia; cs~a raggiu nse sotto gli A nmnini

Polo nel secolo XVII

vennero ba nd iti dall 'htria . Nel r 335 i Polesi ottennero l'autorizzazio ne di a bbattere i fo'rti ed il castello, il che tu 'esegu ito subito in odio :illa famiglia che aveva ricominciato ;id accampare diritti sulle sue antiche possessioni . Da q uesto punto la storia d i P. è connessa con q uella di Venez.ia. Nel r4r3 . duran te la guerra tra Venezia e l'Un -

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Po1.,

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ghcria per l":t~qui~to dcltt Dalinazi3., il re Slgì~n1Ù11do :\:::,• ,ediò P . che soste nne ,-aJidamentc !"asi.alto del nemico, il quale. infine rcspinw, si rit irò de,·astando runa la campagnd e pcmando scco un ricco ed ingente bottino . Nd sec . XVII

:télglia ad incursioni nemiche :,u tcrrltorio italiano . La prima incursione ~u P. avvenne jl 30 n1aggio 1915 da parte di un dirigibile italiano. A questa seguì una serie ininrer rotta d i (1ltre incu rsio n i eseguite sugli obhic11ivi milita ri del.la .:iuà d a gruppi di n umerosi ap pa recchi ,che lasciavano cadere ogni volta esplosivi sull"arsenalc e ~ulle navi a ncorate nel porto . fra esse sono da ricordare quella della notte tfal 2 al 3 agoslO 19 rì, eseguita da 36 apparecch i che la nciarono su P. 6 1on 11ellatc di esplosivo; la notte successiva 29 appa recchi ne lanciava no olm: 8 ronndlate, iull'arsenale, lo Scoglio degli Ol iv i e la Ao tt a. Pola è sede del comando d~lla r5• divi,;. m ii. territo riale e del 97° d istretro militare: di Comando della Marina t' della Pia zza ma rittima.

I. Forzamento dd porro di Pola (19 18). Appartiene alla g t1crra Mondiale . Avvenuto il for?.amcmo del canale di Fasana ad opera d el comandante Goiran col « Mas 20 » le autorità navali italiane stima rono ut ilisf.imo ai fini d ella guerra poter penetrare nel porto di l'., ove si trovava riun ita la Aotta austriaca. Dopo var i stud i fu concretat a la cosl ruzionc d i un bau ello, il « Grillo », specie d i tank marino, che, con dispositivi speciali, poteva in pochi mi-

Il porto di Pola (secolo XIX)

P. fu dc predat:, d ag li Uscocd 1i : poi per una serie d i sventure, t ra guerre, pc:.tilenzc, sacchi e asscd1, decadde al p u nto che la Screnis,ima decise di popolarne le cam pagne .:on gente morlacca, albancsé e greca. Ma n on giovò: alla caduta della Repubblica la città era ridotta appena a 300 abitan ti. N apoleone I v i foée costruire u n forte nell'isolotto d i Sa n t 'And rc:1; l'Austria ne free poi il suo principale porto di guerra e: nel 1856 pose la prima pietra d ell'ar-

senale che acquistò grande svilup po . Durante la gue rra Mondiale il porto <li P. fu teatro d i parecchie operazioni milirnri eia parte della marina ,1_, guerra i tali:111a e

fu

l'obb1euivn di numerose incursioni

aeree, sia ,omc scopo

mi litare d iretto , sia pe r

rap prc-

Dom bardomem o di uno base di sommergibili a Poi• ( 19 1;)

For•amenro d el porto di Po b ( i\.faggio 19 18) nut i e silcniiosamcnte scav:)l_carc k ostru2.ioni larghe anche

più d i cinque metri . L'impresa fu p re parata con larghe zza ili mezzi e ne fu tentata !"esecuzione 1"8 aprile 1918, ma non porè cffettuarsit \'.Ome per varie cause non riuscirono neppu re llltri cinq ue tentativi. F inalmente il 13 maggio fu fotto il tentativo defi nitivo. Dirige,·a l'impresa il coma nd an te Costanzo Ci,mo; coma ndava il barchino ,1 G rillo » il capita no cl i corvc1rn Mario Pdkg rin i, ch e aveva con sè un equipaggio composto <lei 2° capo torpediJ1iere M ilani Antonio, del marinaio scelto An gelino F rancesco e d el fuoch ista scelto Giuseppe Corrias . li convoglio, part ito da Venezia la no tte dal 13 al q maggio 1918, si d iresse ,u P., e, giunto in prossimità del porto, lasciò libero il c., pita no Pellegrin i per l 'esecuzione della sua missio ne . Il passaggio d elle p rime quattro ostruzioni riuscì abbastanza felice men te . sebbene, es,e nd o srnti aV\·istati d ai p roiettori d el la di fe;a , fossero fatti segno ad tnl vi,,o fuoco di fucileria e <li m itr ag liatrici. li Pellegrini sperava d i su perare :rnche la q uinta ed ultima ostruz ione e lanciare i siluri, ma si trovò di fronte a una barca a rma ta a ustriaca. Per non cori·crc il pericolo d i essere immo biliuati sulla quinta ostruzione, Pellegrin i d eliberò !"affondamento del « Grillo », e g ià !"opera zio ne stava compiendosi, qua ndo una cannonata lo colpi\"a in pie no , bu ttan,lo in acqua i q uattro che lo moma ,·ano, fra cui l 'Angelino ferito . Essi furono rac• colt i dalle imbarcazio n i aust1iac.be e ponati prigionieri sulla " Viribus Unitis ", mentre sul ,, Gri llo» ,cop pi avano le bombe-torpédini di cui era munito.

li. Forz"mento del porro di Po/11 (1918). Ap partiene alla guerra Mo ndiale. L' im p resa fu compiuta con l'ap pa reccll io •t ~1 ignaua u, ideato dal maggiore del genio navale Raf -

...


POL

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facie Rossetti, e iu eseguita nella notte dal 31 ottobre al 1° novembre

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girc l \Hli\'a \'igiianza delle sentinelle del porto, riuscjrouu

H)l8 dallo stesso Rossetti in collabor;1Zione

ad enrrare dentro gli sbarramenti e ad inoltrarsi lungo la

col tcn . med ico Raffaele Paolucci, sotto la direzione del comandante . Costanzo Cianu 1 il quale ~i era imbarcato sulla

!i la delle grandi unilà ancorate nel porto 1 <l irigen<losi verso la <~ Virihus Unitis )), e riuscendo a collocare una mina

La grande base navale d i Pola

sl lurante

\t

65 P. N . » . Giunto il, convoglio ne l punto pre -

sr.1bilito, l' apparecchio vennt messo in mare cd affidato al " Mas 95 » , i l quale imbarcati i due ufficiali ed il con1andan te Ciano, mise in moto i motori elettrici e diresse "erso la piazzaforte nem ica. A 400 m. dalla d iga, il ~~ Mas ))

lasciò ii rin1orchio ~ si portò a circa 400 m . da

Capo Compare , ancorandosi in attesa, intanto che il magg io re Rossetti e

il ten.

int,ltravano col loro ~

Paolucci, ge ttatisi 1n

acqua,

s1

ccchio e alle 22,30 del 31 ottobre

Forzamento del porto di Pola (Novembre 1918)

si trovavano a contatto della ostruzione esterna. Dopo sforzi erculei per lottare contro la violenza della corrente che trascinava al largo gli uomini e l' apparecchio, qU;isi compktarncme immersi e dopo peripezie infinite per sfug-

,ul i uo lia11co. Sulla nave iotanto suona la sveglia cd il foscìo di luce d i un riflettore illum ina in pieno i due ufficiali, i quali "cngono presi e condotti a bordo della corazzata. Sono le 5,55 del t 0 novembre. Condotti alla prcsen a del comandante dell a nave , gli copfida.i10 il pericolo irn1nincntc l~dla nave, irn ·i tandolo ~1 far salvare l'equi~ paggio, ed ottenu to il permesso d al capitano si gettano in ma re per salvarsi. Poco d opo una barca li riporta a bordo, dove i marinai, credendo <li essere stati inga11.nati, pcrchè ancora nou è avvenuta alcuna esplosione , li minacciano di morte . Qualche minuto dopo, però, alle 6,30, si sente un boato profondo, l:1. nave ha un sussulto, e si sband a;. poi a poco a poca sì sommerge, si capovolge e scompare. Il maggiore Rossetti ed il te nente Paolucci, gettatisi nuovamente in acqua dopo l 'esplosione, furono condotti da una barca sulla nave ospedale « Habsburg " ed ivi trattenut i per 5 giorni, fino all 'en1rata della corazzata italiana « Sain t Bon ,, nel porto. Pola. I ncrociatore varato dal Cantiere Ode ro-Terni-Orl ando di Livorno nel 1931 , lungo m . 182,82, la rgo m . 20,62; dislocamento tonn . 10. 160; apparato motore cavall i 95.000, velocità 32 mig lia. Armamento g uerresco: cannoni 8 da 20 3, 16 d a 100/ 47 a .a. ; 8 da 37 a.a. , 8 mitragliere da 13,2 a.a. e 6 mitragliere da 6,5. Per,onale d'armamento :


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31 ufficiali e 8 11 uomini d"cquipaggio . niera P, del 19 18 si chiamò da l 193r

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Una torpedicol nome di

(, Zenson 1) .

L'incrociatore Pola

Polavieja (do11 Camillo Garcia del Casti/lo, mard1eu di P.). Generale spagnuolo (1838-1914). Volontario nel 1858. prese pane alla campagna marocchina del 1859 e divenne sottot. nel 1863. Combaui: a Cuba contro gli insorti. e nella guerra ch·ilc del 1874 contro i Carhsti. raggiungendovi 1I grado d i colonnello e di generale d i brigata. Tornato a combattere a Cuba, fu p roinosso maresciallo di campo e te• nente generale. Nel 1882 fece parte del Consiglio supremo di guerra e manna. e divenne capitano generale dell"Andalusia. Ne l 1888 fu nomin:,to governatore di P ortorico , e, l'anno seguente. di Cuba. Nel 1893, rimpatriato, comandò il VI C. d"A . e nel 18g6 andò come capitano generale alle Filipprne, do,·e combattè contro gli insorti fino all"anno seguente, quando , torna to nclln Spagna, :i,sunsc il comando della Guardia ci,•ilc e divenne ca!JO della Casa mii. del re. Nel 1904 fu a capo ùdlo S. M. dell'escrrno e due anni dopo presidente del Consiglio su premo .di )!tICrra e marina', rai;g iungcndo nel 19 10 il g rado di capitano generale. Lasciò un volume di Mem:irie riguardanti le gucrrt· a Cuba. e altre opere storico-militari.

cugino Rrnal(lo. a,ci,·esco,o di R.t, enna . ed usurpò la ~ignori:, della città cacciando ne Gu ,do Novello: egli ebbe contc1c con i l'orl ivesi per q uestioni di C(Jtlfìne, e fu , i. car io imperiale. - Guido fil , signore d i Rave1u-,a nel 1359: 1Jrcsc parte alla .;pedizione di Luigi ! d'Angiò nel regno d i Napoli . - Ohizzo. dal 1405 'si~nore <li Raven na. dopo avere ucciso il padre e i fratelli: formò un corpo di cavalleggeri e si mi,c al soldo prima d i Venezia, e poi dc, marchesi d"Este: morì nel 1431. - Ostasio lii, signore di Ravcnn:1 nel 1431 . Milite\ al soldo dei Venc1.ia ni, poi p:i,sù " quello del duca di Milano. Il senato vrneziano mi,e allora in esecuz,one il disegno di impadro nirsi della M· gnoria di Ravenna. ed attratto a Venezia con inganno O. e la sua famiglia, il 24 febbraio 1441 lo fece p;endcrc :t t radimento e lo gettò in carcere. Intanto le truppe vcncz,ane entravano 111 Ra,·enna e si impadronivano della città: poco dopo Obi,.zo e l.t sua forrnglia veni\'ano relegati a Canciia.

Polesana. 52• (già 51•) legione della M. V. S . costituita w due coorti a Rovigo nel 1923. Ha ccnturi., mitraglicri, centuria ciclisti, squadra d i pronto soccor,o. Dipende dal XVII gruppo legioni ( RaP;nna). 2 11 rag_gru,>pamcmo ( Bologni).

Polcevera. Nave ci,tcrna·, rn acciaio . di ' i5 tonndla1c. con macchine di 100 HP., entrata in '-Crvizio nel 1&;5, r;i diata nel 1924. Polemarco. >-'ell a antica c;recia. <'ra così chiamato lo nratcga, o generale~ che aveva voto decisiYo nei consigli di guerra. circa le operazioni militari . Essendo dicci i gene ra li clctli dal popolo, i quali a turno avevano il comando deU-escrcito. ad evitare che le operazioni di guerra venissero sospe1e qualora ,I numero dei f.wore,·oli e dei contrari ~d una, data azione risultas)(; eguale, fu aggiunto l"undi .. cesimo stratega. chiamato P. Milziade, a cui per turno spel• tava il comando dell'esercito, potè dare e vincere la b:utaglia di Maratona, pcrchè era riuscito ad ottenere il ,·oto del l'. In seguito P. ebbe altro sign iiìcato e cariche, a seconda delle costituz io ni dei vari Stati della Greci,1. Fu ad es. così chiamato il capo -dell'amministrazione militare, specie di ministro della guerra; il capitano generale di tutto l"eserc ito: l 'arconte chr aveva l'inca rico delle armi e comandava J"cserci LO in gucrr:l I ecc.

Polenta. Frazione del comune d, Bcrtmoro, 111 pro,·. cli Forlì. Castello, già appartenente alla famiglia principesca dei <la P., del quale restano i ruderi poco lungi dalla chiesa omonim.t. Q uesta famiglia nel scc. Xli si trasferì a Ravenna, dove fu a lu ngo antagonista della famigl ia Travcrsari per la sig noria cella città. 1 membri pr incipa li di. quèst:1 famiglia. nelle armi, furono: Guido Il . detto Notdlo, chr nel 1290 lu cleuo poJestà cli Firenze e dal t3 t6 fu signore d i Ravenna, venendo ne scacciato dal cug1110 Ostasio nel 1323; egli rent<Ì inv ano di ricuperare lo Stato: morì poco dopo a Bologna. - ();1,isio I , che nel 1322 fece a<,assinare il

r.:tbaro dello legione r>olesana Polesella. Comune in prov. di Rovigo, , ulla r i,a

,r.

del Po.

Ba1111glia di Polesella ( I'\09)- Appartiene ali., gue rra della Lega cli Cambrai. li senato veneto, per ,·endicarsi del duca di F,·rrJra. il quale, dopo d, a,·ere vissuto per molto tempo sotto la protezione della repubblica di S. Marco, si era messo ora dalla parte de i suoi nemici, ord inò al\'ammir. Angelo Trcvi,an di a,salire gli Sta ti del duca per il l'o con 18 galee. cd altri legni minori. Il Trc\'isan, entrato ne l Po, lo risalì fino a Lagoscuro, e mandò c)hrc un g rosso corpo di cavalleggeri . che per terra lo accompagn3V::l, a scorrere le campagne sulla m ·a sr. Non potendo p:1»are avanti coU-arma1.,. si fermi, in mezzo al fiume a 1R Kn, . d~ Ferrara, per attcndtrl· i·escrcito vcnczi"110. il q\talc aven già ricuperata '.\1ontagnana e qua;i tutto il Polesine di Rovigo. lnt:111t0 · allesti,·a <1uamo _ro1e,·a occorrer<: all'esercito: g itta1·a u11 ponte di barche e muni"a le teste del ponte medc~imo con due ridvtti sulle op posr c rive. Il duca Alfonso di Ferrara che erasi ,ulopcrlto inutilmente


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.a d impedire la custruzione e I'afforzamento del ponte, il 21 d icembre, aiutato dalle t ruppe rom ane e france°si venute in suo soccorso, assalì il ridotto bastionato dalla parte di Ferrara. Durante la notte, sotto la d irezione del cardinale Ippolito d'Este, fratello del duca, venne forato !'.argine a fior d 'acqua in più luoghi, e furono messe in batteria le artiglierie ducali, senza che j Veneziani si accorgessero d i nulla. IJ giorno 22, per tempissimo, le truppe e le batterie degli Alleati, coperte dagli argini, cominciarono un fuoco intenso e rapido, tale che decise da solo l'esito de lla battagl ia. 1 Veneziani, quantunque rispondessero prontamente, in meno d i un'ora furono rotti. Alcuni legni andarono in fiamme, altri affonda, ono, il Trcvisan fuggì sopra un palischermo, la nave capitana andò sommersa. Il presidio dei ridotti si diede alla fuga cd il ponte venne d istrutto; quindici galee, tre navi grosse e molte minori resta~ono it, mano degli Alleati, oltre a 3000 prigionieri. 2000 furono i morti da parte dei Venez;iani; gli Alleati perdettero soltanto 40 u.

Polfranceschì (Pietro) . Generale del secolo XIX, al servizio della repubblica Cisalpina e del regno d'Italia. Dopo Marengo, assunse a Milano (1800) la ca rica d i ispet• tore · generale alle ra\segne e la qualifica d i ministro della guerra col g rado di generale di brigata; abile organizza. tore, istituì fra l'altro un Consiglio di Sanità m ilitare, un depos.ito per i militari invalidi della repubblica, e promosse la stampa d i un giornale militare, presi~dendo una commissio11,e di 9uartro generali incaricata dell 'organizzazionc dell'esercito. Nel 180, divenne ispettore generale delle rassegne, e nel 1802 ispettore generale del.la Gendarmeria, di cui curò la riorganizzazione. Nel 1805 fo capo d i S . M. del regno <l' Italia, poi tornò ispettore generale alla Gendarmeria, passando nella riserva nel 1914. Morì a Verona nel 1845. Poli (Guido). Medaglia d'oro, n. a Mattarello (Trento), caduto al fronte (1894-19r7). Appartenente a qudla gloriosa schiera d i irredenti che sfièlarono il capestro aust riaco per combattere la guerra d i redenzione, si arruo lò od nostro esercito, divenendo alla fine del r915 sottot. di comp_iemento nel 11J

regg . alpini. Cambiato il suo

nome in quello d i Gt1idi Mttrio . combattè sempre da valoroso, n1critandosl la pron,ozione a re• ncnte. Nella battaglia dell'Orti• gara, ferito una pr ima volta al petto, volle subfro tornare al com.battimento, lascjandovi eroica-mente la vita . Fu co,,ccssa alla men1ori a del valoroso Trentino la Poli Guido medaglia ,J'~ro al valor militare con la seguente motivazione : « Volontar io di guerra, sebbene destinato ad un servizio d i seconda linea, come cittadino di , provincie irredente, chiese cd o ttenne di ritornare nei reparti d i prima linea. Durante 1'attacco a fortissUTla posizione avversaria, rag-giunse tra j prirni la trincea nemica, iniziandovi tosco la• vori di rafforzamcrlto. Ferito al petto e medicato, sebbe"e in condizioni da dover essere inviato in luogo d i c ura , ritornò invece volontariamente presso i l proprio reparto in trincea, dove, sotto un julçnso bombardamento, pcr<lette g 1oriosamente la vita nella giornata stessa, mentre dava ai suoi <lipeudenti esempio di amor patrio e d i alte vi rtù militari » (Momc Or'tigara, 19, 20 giugno 1917).

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Poi ibio, Capitano greco e scrittore militare, n. verso la fine <lei III secolo a. C ., m. nel 125. Ebbe per qualche tempo il comando della lega Achea. Nel 190 combattè contro i Galati come alleato del re di Pergamo. Nel r69 parteggiò con g li Achei per i Romani, contro i Macedoni. P0i fu a Roma, nella casa degli Scipioni, pedagogo di Sc ipione Emiliano, che accompagnò nella terza guerra Pu. nica e nel la Numanrina. T ornato iu Grecia contribuì alla presa d i Cori:uo d i cui d ivenne governatore. Lasciò un ,, Trattato d i tattica », le « !storie » e una « Vita r.li Filopemene " · Policastro diii Golfo. Comune rn prov . di Salerno, nd golfo omonimo. Ebbe in antico un forte castcÙo, che nel 1410, nella guerra contro Ladislao di Durazzo, fu bombrdato dalla flotta pontificia comandata <lai capitano Gas·par~ Cossa , i! quale lo ebbe a discrezione in pochi giorni .

l'olicast,-o Ernesto. Generale di porto, nato a Trivigno, m. ;1 Roma (1862-1933). Entrato in servizio nel 1883, fu promosso brigadiere generale nel corpo delle capitanerie d i porto nel 1919, magg. generale nel 1920, generale capo nel 1923. Passato iu P. A. nd 1925, vi fu promosso ten . generale nel 1926 e venne collocato a riposo nel 1932. Prese parte alla g uerra Mondiale; ne l 1920 coperse la canea èi Ispettore delle Capitanerie di porto . · Polieno. Scrittore militare macedone, vissuto a Roma nel l i secolo d. C. Scrisse otto libr i di « Stratagemmi dell'arte della guerra ». Polifemo. Rimorchiatore d'alto mare, di 1050 tonnellal"e , entrato in st·rvizio I)el 1926. Poligono. Si è chiamata così in fortificazione la figura geomelrica piana d i p iù lati, sulla quale, o dentro la oua le si costruiscono i vari fromi di un 'opera fortificatoria . Nel primo caso diccsi poligono imerno, nel secondo e.Nerno .

Si chiama « Perpendicolare del P. » la linea tirata òal contro d i un P . regolare al mezzo di un lato del medesimo ; è detta {< minore » quella del P. interno, e <( maggiore » quella dell 'esterno. E si chiama ugualmente la linea in1J:1lzata perpendicolarmente sulla metà del lato del poli• gono verso la cortina, la quale con la sua est remità stabilisce il punto d"intersezione delle linee di d ifesa radente. Chiamasi ,, Raggio <ld P. » quel la linea che si suppone condotta dal cemro all ' angolo del medesimo; d icesi « mi;1ore » quello sul q uale si fortifica, e « maggiore » quello

Poligono di tiro per moschetto con tromboncino


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all 'interno d el quale si fortifica : ossia il rrggio m inore è la ili.s tanz·a da,ll,-k:cntro ·del .:P . . all 'angolo della scmigola del bastione, if ,raggio maggiore è la d istanza dal centro· al1'.angolo Jiancheggiante òèl medesimo (V. Lato del poligono). ,

Poligono di base, in fortificazion~, è ·11·· poligono che segna 1:i•nùarnento geùcrale del margine tat'.J'co, ossia della !,dea 'di d ifesa prescelta su una 'data posizione da occu. ' , ' . • f. parsi con un ùpera. . Poligono di tiro. Chiamasi così la località adibita ad esercitazioni d i tiro a segno: esso deve soddisfare alle condiz ioni· d i lasciare la massima libert.~ di vista al tiratore ed in par i rempo di presentare la massima sic11rezza, sia nel campo dì tiro · stesso, sia nelle zone adiacenti. Delle can -

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od altri segnali, deì limiti della zona ' perioolosa. Sono , da considerarsi località: adatte,; per un campo' di. ·,'tiro aperto : u·na campagna piana od anche Òndulata scoperta•, ma ·.'non abitata; un letto d i · torre nte a spiaggie estese, scopette o limitate da bosch i; una spiaggi.i di : mafe ;s~òperf-a.'.p!!r ·lillà csten.sione conveniente o fianchoggiata da boschi; il fondo di una valle fiancheggiata e ,sbarrata da alture d i sufficiente altezza e falde non abit;ite: Nei poligoni di tiro chiusi occorrerà- garantirsi dalle- sfoggite dei prò'ietti .fuori del po• ligono stesso. Essi possono sfuggire d irettamente o p r 7 rimbalzo, in . seguito ad urto nel sudlo ·od in altro corpo duro. È possibile impedire che i proietti escano di lancio-; non è possibile • impedire assolutame'nte che essi escano per rimbalzo. Una conven iente sistemazione di ripari, ed -in principal modo l'.applicaz.ione rigorosa di norme d iscipli-

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Esempio di poligono di tiro chiuso (profilo e pianta)

dizioni si verificano nawralmente, cioè senza che occorrano ripari artificiali, nelle località pow frc<1ucntate, le quali perciò sono preferibilmente da scegliersi anche con sacrificio della comodità <li accesso per d istanza dal centr o abitato o per ahri motivi. Quandò ciò nòn sia possibile, si provvederà alla sicurezza con la costituzione d i opportuni ripari. l n base a ciò, si fa la distinzione in poligoni di tiro aperti e poligoni di tiro chiusi. I primi si distin gu~no in « ,provvisori » e « stabili », secondo che debbono ' •' l sery,irc ·solo.... ·c,cmporanea1nent.e oppure pcrn1ane.ntcmcnte. I.

prqvvisori vengono stabiliti con norme analoghe a quelle <legli stabìli, dai .quali si d istinguono solo per la mancanza di cinta e dì fabbricati. J;.e· altre parti ciel campo provvisorio sono cosrrnite i,n nlqdo corrisponde nte alla precarietà della duraca. La località per stabilirvi un campo d i tiro aperto deve essere tale che tutto il terreno circostante, nel qua le possono cadere ,.p roietti, non sia frequentato, o sia possibile d'impedi.r e che venga frequentato durante le esercitazion i, con avvisi pubblicati io p recedenza e mediante vigilanza di · sentinel le, o jndicazioni, con bandiere rosse

nari e di sorveglianza durante le esercitazioni possono far raggiungere il primo scopo, mentre la òduzione al ni'iuimo delle probabilità che avvengano sfuggite per ri mbalzo dipende essenzial mente eia un razionale impiego dei ripar i ed in parte anche dalle mis11rc d isciplinari. I ripari essenz ialmente desri,iati ad imped ire l' uscita d i lancio dei proietti dal campo di tiro sono costitu iti d a diaframmi, quinte e fermapalle. Quelli per impedite i rimbalzi sono le traverse, coordimte ad una conveniente sistemai-ione del terreno. Le traverse, i d iaframmi e le quinte , potendo essere co~piti, sono a lla lor volta causa di rimbalzi, e quindi debbono segui rsi norme special i neUa loro costruzione, per clin1i~ nuirc o rendere meno pericolosi tali rinibaLci. Il diaframma si eleva normal men te alle linee d i tiro , in tutta la esten sione in larghezza del campo di tiro; deve innalzarsi di tanto da intercettare i colpi alti probabili, cd avere un 'apertura ta le da d ar passaggio ,a tutti i colpi utili.

Polinnia, T orpediniera costiera , d i 13 tonnellate, entrata in servizio nel 1883, radiata nel 1898.


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Polìorcetic·a. t . l'arte di espùgnàre 11:· fortificazioni, cosi chiamata da Demetrio , dc.tto Poli'o.-ccte '( uno dei successori di Alessandro il Macedone), ' il quale si rese celebre per l'arte con cui seppe far cadere molte città ritenute inespugnabili. Quest'arte fu · più tardi detta " ossidionale » e in seguito anche « arte degli assedi ». Secondo alcuni il vocabolo P. ha un significato più largo, e cioè è l'arte d i attaccare e di difendere le fon i ficazioni; corrisponde q uind i a ciò che si ch i.ama « guerra d 'assedio » . Secondo altri, infine, il suo significato è ancora più lato, essend~ l 'arte o la scienza di costruire, difendere ed espugnare le fortificazioni, ossia comprende tutta l'arte fortificatoria . Pol ireme. Nome generic_o d 'ogni naviglio m ilitare del]'antich ità a più ordini di remi sovrapposti (Guglielmotti). Era chiamata anche Poliera e M 11/tireme . Antichissima, adoperata da tutti i popoli guerrieri e marinari , la P. dominò fino al sorgere della mari na miJ. a vela . E fu bircrnt.:,

trireme,

quadrireme,

quinquiremc, con d ue,

tre,

quattro, cinque ordini d i banchi sovrappost i. Il nerbo de lla flotta era dato dalle trireme : scarsissime d i nlimcro nelle ma rine da guerra quelle con maggior numero d i ord ini di banchi. Si costruirono, e qualche autore le ricorda, anche sediciremi e più, ma, come dice il citato Gugliclmotti, erano « mostri di pompa nei portj, non arnesi di naviga-~ z ionc e di battaglia " ·

Poi i tecnico. Questo term ine <lei! 'ordine scolastico , si adopera nel parlar comune in luogo d i « scuola po litecnica » o

H

isti[uto politecnico ))' e sig nifica,

precisarncntc,

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Napoli, fido al 1923, raggiun~cndo il grado d i magg. gerièrale nella r iserva nel ' 1925 e 'd i terì: generale nel 1927 e venendo collocato a riposo nel 1929.

Politica di guerra, In sintesi è. la politica militare praticata durante l'incero ciclo d'~u,a determinata , guerra e per tutto q uanto è relativo ad essa onde arrivi a buon fine. Politica d i guerra e politica' militare obbed iscono pertanto alle stesse massime, le seguenti: chi vuole uno scopo, prepari i mezzi proporzionali al suo conseguimento. Non farsi prevenire dal nemico; mantenere la libertà di scelta <ld momento in cui rompere o far rompere la guerra e l'iniziativa dei movimenti militari. Misurare i colpi i11 guisa che nè i l perdere nè il vincete abbiano a squilibrare. Nei casi normali evitare di rasemare l'abisso, nei disperati rischiare. Proporzionare l 'azione ai mezzi e- ai vantaggi che se ne possono trarre; operare con attività e prontezza ove convenga, alu-imenti rim~nerc in difensi\'a; sapersi ritirare

a tempo, o ado perarsi a trovare_ aiuti (alleanLe, coalizioni, ccc.). Sforzarsi di d ividere i nemici. Difendersi :lttaccando; non potendolo, aspettare il colpo, ma non mai in modo passivo . Non temere le coalizioni più di quello che meritinç,. Le a lleanze vengo,,o quando minore ne è il bisogno. Prima che sugli altri , riposare sulla propria po, tcnza. Tremare di far guerra contro lo spir ito dei rempi, sperare Q_uan do la si fac,cia a seconda d i essi. Condizione del buon successo è la chiacezza dello scopo e il vigore de ll 'azione. Per ottenere pace so lida, occorre prostrare il nemico irreconciliabile, essere generoso con quello arrendevole. Non è mai soverchio lo stud io dedicato alla scelta

scuola o istituto in cui s' impartiscono moltep lici insegnamenti, in prevalenza d i carattere scientifico (fisica, m;ue-

d' un buon co ndotciero ; n1a, scd to che sia, bisogna lasciargli

in atica, meccan ica, ccc.), per la preparazinuc e l'av.v iatncnto

l'olitica e strategia. 1 due termini, in questo modo congiunti e prospettat i a!J 'auenzionc d_c gli uomini , esprimono il rapporto che sempre intercede fra il " politico » e lo « stratega ,,, o comandante, nella preparazione e nella condotta del!~ g,ierra. Tale rapporto può essere caso per

dei g iovan i che la frequentano alle vari~ profession i scientifiche e milita ri. La derivazione del nome ,, Politecn ico », nonchè quell a significazione d'istituto m ilita re che le è rimasta, sebbene non propria, si possono fa r risalire a « L'École polytcchniqi.Je » istituita a Parigi da Monge e C~rnor nel 1794 e cosl denominata l'anno dopo . Istituto unico, si può d ire, nel suo genere; non d'ordine prop riamente tecnico, come il nome può lasciar credere, ma ccn~ tro d i coltura scien tific~ so lamente preparatoria agli studi tecnici spçciali riservati a d iverse scuole d'applicaziooc civili e m ili tari ; e· sottoposto a un regime strettamente militare, senza menomazione della sua originalità. La Scuola ebbe dall'origine lo scopo d 'assicurare una formazione comune a tutti i g iovani destinati alle carriere · dello Srato. Fu però solo nel 1804 che Napoleone le im pose i l re-

la dovuta liberrà d 'ai.ione.

caso impostato e svolto in man iera appropriata o no; im-

postato e svolto con esattezza conforme sua natura, oppure violato con alterazione di ter mini, va riaz ioni improprie di funzioni, contorcimenti di svilupp i; ma se1nprc esiste, è in funzione e determina alla fin fine l'andamento più o meno fortunato della guerra. Due term in i, due funzioni necessariamente in rapporto : ma in quale rapporto? Tutte le d illicolt/1 , gli attriti; le controversie, le clis<lette, i cattivi an damen ti delle operazioni bell iche, dalle origini a noi, nasco.no, si può dire , dalla r isposta pratica o attiva che a sim ile quesito viene

g iine militare, restato, con varie alternative, i rr segu iw.

e.lata, no n tanto dai teorici , quanto <.lag li attori massi1ni

L'imperatore, militarizzando la scuola, aveva sop rattutto di m ira la formazione dçgli ufficia li delle cosiddette « armi dotte » , e contribuiva in ta l modo a imprimerle il carattere dal quale, in gran parte, trac la sua superiori tà. Le scuole d'applicazione che reclutano d al «Pol iclinico» sono: 1\rngher1<1 metiopoltcana " coloniale, Artiglieria navale, Genio milin1 rc. Aeronautica, Genio n1arittimo, Min iere, Ponti e strade, Idrografia, Telegrafi, Manifa tture dello Stato . Q uesta speciale scuo la formativa per le carriere militari e civili , costituita a imitazione di analoghi istituti sort i in parecchi Stati col formarsi degli eserciti st anziali , i nfluì a sua volta sulla costituzione di scuole somiglianti, come : Accademie militari, Collegi militari, Scuola unica.

della guerra, c·ioè dai rappresentant i del la politica e della

Politi (Giovanm). Generale commissario della R. M. , n . a Roma nel 1865. Entrato in servizio nel 1887, fu direttore d i commissariato a T arnnto nel 1918 e poi a

s trategia. L'errore, e le sue conse~uenze, tanto <lei teorici

q uanto e p iù degli attori sia causato da vanità persoprocede dalla nali, da cattive interpretazioni o altro dimenticanza che trattasi in ogni caso <l'un rapporto d i dipendenza e non di parità, cioè, mentre la politica fa nascere la g uerra e ne determina il fine, la stnuegia, in conseguenza e d ipendenza, non ha che da cond urla tecn icamemc, affìnchè si d iriga a quel fine e lo consegua. Pertanto, come non si può in1n1ag inare ur1a strategia avu lsa

da lla d ireu iva politica d i un grande Stato, così non si pu/, pensare alla Forza armat a, ed al suo co,nan damc, che agisca in g uerra all'infuori o non co/Jformemcntc al fine, alla direttiva e al controllo politico generale ,1cl Governo. All'incontro , non si può pensare a 11na politica che, sia pure assillata e premuta d a interessi supremi pericolanti, voglia inframmettersi nella tecnica della condotta dd la


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guerra per forzar!! gli a1•venimenti o per d irigerli secondo c.o ncepimenti non tec~ici o non conformi alla realtà della situazione bellica. In conclusione, ia strategia deve, sì, avere famigliare la conoscenza d ei . grandi rapporti fra gli Stati, e deve sapersi rendere esatto •conto degli interessi jn litigio, degli uomin i che d irigono la politica dei popoli in conflitto, ecc. ; ma deve fare, poi, •la guerra i n ciò che spetta alla Forza armata, lasciando alla poiitica il resto. Questa a sua volta, mantenendosi nel suo vasto e non meno d ifficile cam po, dève lasciare all a strategia tutto ciò che è relativo alla condotta tecnica della guerra in quel determinato caso e con tutti quei• determinati fattori che sono in opera nel reale teatro d 'operazione. Però, in nessun caso, si pensi a d isgiunzioni : la guerra è opera comune e unica della politica e della strategia, onde devono, in essa, procedere ininterrottamente di conserva, rispettando ognora, e attuand o, il rapporto che intercede fra l'una e l'altra. E quando la strategia, in ta luni casi, pone con atti propri la politica d i fronte a fatti compiuti, con relative conseguenze, che alterano con la siluazionc mi litare la situazione politica ; e quando la politica, svolgendo il suo giuoco, si sforza di mettere la strategia nelle migliori· condizioni, di fornirle elementi favorevoli; e , infine, quando le sembri blocca.t a in una situazione senz'useita si sforza di trovarle una porta d 'uscita onorevole , non venga mai a mancare fra le due, confor meme nte alle necessità supreme dello Stato, la reciproca gerarchica comprensione, la conoscenza esatta delle rispettive funzioni e il senso morale puro del supremo unico interesse. T utto ciò, bisogna riconoscerlo, è p iù facile a dirsi che a pralicarsi. Molto ci si avvicina quando in una sola persona si congiungano e si assommino la funzione politica e la funzione strategica e sempre quando, però, tale persona non propenda, per naturale vocazione, o altra causa, all' una piuttosto che all'altra funzione, nel q ual caso può aversi la menomazione d' una funzione (la politica o la strategica) a danno dcli 'altra. Per esempio, in Alessaudro prevalse la vocazione strategica, in Napoleone la vocazione politica. In Cesare, le due funzioni s'equilibrarono m irabilmenl<:. Annibale e Scipione avrebbero potuto assurgere a modello d'equilibrio politico-strategico, se il rispettivo Senato non li avesse continuamente intralciati, o non secondari, nel campo politico e nel militare. Il problema del mantenere l'armonia e l'equilibrio gerarchico fra la politica e la st rategia durante lo svolgimen to d 'una guerra, è arduo quanto mai, d ice la m illenaria esperienza. In pace i: sempre risolto con relativa facil ità. Nel quadro storico delle guerre, appaiono tre diversi sistemi di impostazione e soluzione del problema: a) l'autorità politica r isiede nella capitale dello Stato, men• tre lo stratega conduce la guerra annata in luoghi più o meno lontani; b) l'autorità politica accompagna al campo lo stratega, seguendone i movimenti; e) lo stratega è egli stesso Capo d ello Stato. Il primo sistema è il peggiore, specie se s' impernia sui « Consigli aulici »; i l secondo è meno deleterio del p rimo, particolarmente se l'autorità politica venga impersonata da uomini .di buon senso e non paurosi della responsabilità che li grava rispet to al potere centrale. Vedasi, ad esempio, il Commissario della repubblica francese Saliceti al quartier generale del Buonaparte nella prima campagna d ' Italia. Durante la grande guerra prevalse questo secondo sistema, però con forme complesse, non uniformi, non rigide, talvolta con alternanze del primo sistema . Sono• ben ooti i malan ni che produsse; ma non è qu i luogo farne una d isamina; del resto è, pjù che storia, esperienz,a dei nostri giorni e nostra, Il terzo sistema ha

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i l pregio della maggiore unità e prontezza d'azione, ma presenta qualche d ifetto, per esempio, quello d i violare il principio della d ivisione dei poteri e di agevolare la eventuale rottura dell'equilibrio fra ragioni politiche e strategiche. Federico II di Prussia, acuto politico come esperto e ardito stratega, d iede pieno r isalto e valore a questo sistema. Ai tempi nostri, potrà un uomo, quando che sia , data la vastità inevitabile delle guerre, riprodurre il sistema, cioè raccogliere in sè e condurre politica e strategia? Diciamo che non sia da escludersi: salgono i tempi, crescono gli uomini: ogni tempo e ogni evento ha il suo uon10,

o può averlo : è la legge della proporzionalità tra fatti sociali e condottieri dei me desimi.

Politica militare. La politica, intesa nd suo pm genuino e alto significato, ossia, quale scienza. e arte di governare i popoli e g li Stati, nella sua concretezza o azione reale si distingue e si denomina secondo i particolari oggetti o le speciali branche dell'attività specifica del Governo. Cosl, ad esempio, si ha politica interna, estera, coloniale, economica, delle comunicazioni, dell'educazione, finanziaria, dei lavori puhblici, militare, e via dicendo. La P. M . è quella , fra le branche della politica, che ha per oggetto la Forza militare dello Stato, i ntesa quale mezzo organico particolare a disposizione del Governo per conseguire i fin i d i ordine a li 'interno e di sicurezza e sviluppo nella compagine internazionale. Ordine ali' interno, sicurezza e sviluppo nella compagine internazionale, si fondano sopra una logica e coordi nata continuità d'azione, onde la P. M. - come, del resto, ogni altra - non può essere che a sviluppo continuo o, si direbbe ancora meglio, perenne. Val quanto d ire che essa si fa prima, d urante e dopo la guerra, senza che per ciò debba dirsi ora politica di pace e ora d i gu erra, per quanto d iversa e più o meno intensa possa esserne l'azione , in r ispondenza dei vari momenti. Si d irà , dunque, semplicemente, P. M. , la quale , a norma della sua natura, du rante la pace avrà di mira la pace e la guerra; e durante la guerra, la guerra e la pace. In sostanza, essa ha sempre per obbiettivo di porre e di mantenere la forza militare nelle più opportune condizioni affinchè, secondo i diversi momenti , possa, coi\ le più aire probabilità, conseguire gli scopi che il Governo, <.-<l esso unicamente, le assegna; scopi i quali, ord inariamente, hanno carattere preparatorio e · d imostrativo durante la pace (è nota la efficacia dimostrativa d'una salda evidente preparazione); e carattere esecutivo o realizzatore durante la guerra. i;; ovvio , pertanto, che la P. M. in vista e durante una guerra sia relativa e adeguata alla guerra stessa;

e mentre d irige o a dire in modo p iù conforme alla realtà tielle cose, intona i l Comando della Forza armata (la quale è elemento precipuo ma non unico della .For.z;a mi• litare), s'occupi a creare delle situazioni, che diremo politiche, o politico-militar i, ognora più favorevoli all'azione m ilitare e favorevoli altresì, nel miglior modo, a qualunque eventua le sol uzione della guerra si possa presentare nel succedersi degli avvenimen ti. Si comprende con facilità come la P. M . debba essere e sia, in permanenza e ordinatamente volta a tutto ciò che costituisce e alimenta la forza 1;1ilitare (e non la forza armala soltantç). Cioè, tanti Ministeri, o aspetti peculiari dell 'attività dello Stato, e altrettanti aspetti e ad<lentellati della P. M. dello Stato : demografia, educazione, econo1nia 1 fi nanze, coinun icazioni, propaganda, ecc., rientrano nel quadro organico della sua attività costruttiva.

Dire che la P. M . si volge - e deve volgersi - a tutti g li accennati aspetti dell 'attività pubblica, percl,è tutti in misura e n1aniera diversa concorrono a costituire la


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forza militare, non v uol g1a significare che il comando della forza armata, sia pace o g uerra, debba immischiarsi in essi. È il Gove1no, il Capo del Governo che, mediante ciascun Ministero e coo rd inat:un ente al Ministero del la forza m ilitare (si tenga presente la sostanza delle cose più che i nom i), s'occupa dell' indirizzo e del coordinamento, impartend o le d irettive all'uopo, Vuolsi r icord are come tutto ciò al p resente abb ia una par ticolare espressione e coord inazione per via di quel ma~simo organo dello Stato che è la Commissione suprema di difesa, Per tal modo, ciascun Ministero nello svolgimento della rispettiva parti-

colare attività non tn1scura, anzi, potenzia i l contributo che la propria branca politica dà alla forza militare, la quale, in simil maniera, raggiunge q uella organicità tecnica e quella coscienza morale (o spirito d i alta persona giuridica), che le sono indispensabili per r ispo ndere in ogni momento ai fini per cu i è creata e mantenuta . Le deviazioni, le inte rferenze dannose, gli attriti g ravi, ecc., che, pu rtroppo, in pace e in g uer ra (più in q uesta che i n quella, com'è oramai L111ivcrsalmente noto dopo la grande

guerra, per le rivelazioni clan1orose de' suoi maggiori condottieri militari e politici: Clemcnceau, )offre, Foch, Pcrshing, Ludendorff., Con.rad., ecc. ,) si scoprono e danno luogo via via a tanti incidenti funesti fra Politica e Comando del la forza armat a, come anche fra questo (se c'è) e i grand! Comandi dipendenti , s'orjginano , ordinariamente

da due fondamentali cause: l'una, la frequente mancanza d i chiarcC<za e d i precisione nelle denom inazioni, nel reparto dc~li attributi, i_nson1ma, nella organ izzazione dei rapporti di lavoro fra i g rand i artefici della comune opera, pcrscne fisicht> o giurid iche che siano; l'a ltra, la imperfezione anche degli uomini ;.,aggiori, onde neppure essi riescono a straniarsi dalle comuni passioni, e finiscono per metterle ·in gioco ove dovrebbe essere e solamente preva lere amor · d i pama, dovere, abnegazione e sacrificio. Le due accennate cause

dd grave male, avvelenarono pili o

meno la co ndotta politica e militare d 'og ni g uerra . Italia, . Francia, Germania, ad esempio, da l r866 al 1918, durante poco p iù d'un cinquantennio, ne provarono e sconcarono successivamente i peggiori effetti. 11 ripetersi del fenomeno attraverso tutti i ternpi sino a noi, deve far ritenere che le due cause fond/l'inentali di esso 1:on hanno rimed io, sono inestirpabili ? Se si considera che pure nel campo militare la organizzazione dei rapporti d i lavoro si perfezi6na d i giorno i n giorno; se si tiene presente che i maggiori· uomin i e le scuole donde sa lgono, han;10 .,gg id ì una visione sempre più moralmente ampia e concreta ck:i loro doveri e_ della p remioenza degl 'interessi dello Srnto sopra ogni altro interesse, vuolsi avere fede nell'atten uarsi del tenomcno_, se non nel s uo completo eclissarsi . Però, giova che la lotta contro d i esso e contro le sue ciusc 1 sia o rganica e persistente. La P . A1 . vi .!.cvc .concorrere, elevandosi sem, pre più e coordinandosi meglio ad og ni altra forma di attiv ità dello Stato. La P. M . salvo particolari cortd izioni , più o meno transitorie, che la costringano a deviare d alla sua linea storica ritrae .il suo fondamentale e p revalente spirito guerriero o militare <lai popolo che rappresenta e governa. Questo fondamenta le spir ito è appunto uno dei segni che caratterizza e cotraddistingue un popolo dall 'alt ro nell 'ordjnc internaziona le . In linea meno sintcntica e pill contingente, la P. M. si conforma ordinariamente al carattere della politica estera dello Stato. Si ha, pertanto, P. M. aggressiva, pruden te , oculata, intempestiva, calrna , in1prtssionabile1 inerte, neutra, limitata, lungirn irnntc, e via d iscorrendo . Rid urre tutte queste forme ai due tipi della

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d ifensiva e dcll 'offepsiva, è forse troppo semplice, tanto più che nè l'una, nè l'altra procede mai · pura e sola nella prassi della vita politica. Infi ne, vuolsi ricordare che uno dei caratteri d istintivi della P. M. del tempo nostro, è che essa deve o~cuparsi d i apparecchiare per la guerra e d i reggere n ella guerra la nazione tutta quanta , a differenza delle epoche passate, q uando non aveva da occuparsi che dcli 'esercito o, a d ire con più esattezza, della forza annata,

l'otitica militare e finanza. Con l'accostamento logico d i q uesti d ue term i11i s' imposta il rapporto che intercede fra l 'azione m i_litare, la po litica e la strategica , in pace e in guerra, e la spesa relativa; rapporto s.i ntetizzato in qualche modo dal 11oto aforisma : « l'argent fait la guer. re ». Il Machiave.lli ebbe, in ve rità, a d imostrare; che « non l'oro - come g rida la comune opinione - essere il nervo della guerra, ma i buoni soldati . I Romani, facendo le guerre col ferro, n on patirono mai ca restia dell 'oro ». Però il congegno econom ico mondiale in questa nostra epoca s 'è fotto talmente vasto e complesso, r icco <li tante svariate interdipendenze, che veramente il denaro, i n tutte le sue forme, dalle metall iche alle cred itizie, rappresenta il « deus cx 1nachina » , l 'operatore strapotente e più o meno occulto <l'ogni guerra pensa bile su lla traccia della grande g uerra 1914.1S . l n queste cond izioni , la politica militare d 'uno Stato non p uù, ogginì, m uovere pa~so a Il 'infuori di opportuni , stretti e precisi accord i con la politica finanziaria o, anzi, data la n1olteplicità degli elementi costituenti la forza militare, con la politica economica, la quale riflette , oltre la finanza, la p rod uzione, gli scambi interni e internaziona li, ccc . .È d i tutti i giorn i il richiamo alle spese militari, noi più dette « in1produttive ». Lo stesso problema del dis; mo, che tanto affatica la politica generale e la militar è non poco in funz ione d el problema econo mico . Intese efficaci , dunque, fra politica militare e pol itica ccouomica, in pace per a ttuare quella preparazio ne militare che la polit ica estera esige; in guerra pcrchè la guerra stessa d ia i frutti per cui s'è mossa . Dopo questo, s' intende agevolmente come il problema del finanziamcDto d'una g uerra sia problema tecnico della politica economica dello Stato : ùn problema particolare di economia politica, ai cui risultati la polit ica m ilitare rimane strettamente legata nel suo syi lup po d i pace e d i guerra. Polito (Michele). Generale, n . Teramo nel 1859. Sottot. dei bersaglieri nel 1882, parteci pò alla campag na d'Africa del 1889. Fu decorato d i med . d 'argento al valor civile nel 1892 a Pnralia Soprana. In P . A. nel 1915, venne pro• moss~ colonnello ne! 1916 e durante la guerra contro l 'Austria f u rich iiHllélto i n servizio. J3rigadjcrc generale nella riser va nel 1919, nel 1923 vi assunse il g rado di magg. generale.

..

Poi itor io. Ant. cittii del Lazio, sulla via Laurentina. Subì un assedio t rn il 640 e il 616 a. C ., che appartiene al periodo legge ndario della mo narch ia romana e fu tentato fel icemente da Anco Marcio, re dei Romani, il quale, dopo di aver rasa al suolo la città, ne trasportò la popo• l~zionc a Rmn a.

Polizia (Servizio d,). N ell'ambiente e nel linguaggio m ilitare , è costituito da qud complesso <li disposizioni che ri,guardano il mantenimenro dd buon ordine, in senso militare cd in senso mor ale, nel pratico andamento dei servi7.i e Dci i 'osservan7.a delle norme conten ute nel regolamento di d iscipl ina. Così vi è servizio d i -polizia• in pacè ed Ùl guerra, nelle g uarnig ioni, negli ' accantona1ncnti, ai \


- .182 qunpi, l)çi," j:,iv,acchi,, nelle -,,marcie e p,anoy,re, npm1,rne ç diurne,-;si(I ,p<:ll'ap1bi°to dei reggimcn\i ·cpt, in quello delle .g.andi unità. i Le pattuglje di rqnda cost!tuiscono un serv-izio 'di polizia_, ;,le nor111~ ~li. rnatcia sulle strnde e fuori ~!rada, e qu~_llc: ·t~nd_en_ti ad cli111in;irne la disl"'rsione degli uon1ini ,' la li!n,t ezza i:o ,l: a~celeramerito dei_ 1novimenti, l'alfonga ,nen!Q delle - coionqe, gli •,incroc_i, gli sc:i~alcamenti in marcia di. reparti più celeri, le ore iJ1 cui è autorizzata la marci~ delle truppe o. quella dei · convogli o del carreggio, 1J, libertà stradale regolai~, so'no nòrme <li polizia stràdale; i Ì carico 'e lo scarico· d i 't ruppe · in determinate località, la clis~iJJlina .durante il viaggio e le fermate sono norme di poli,da ferroviaria. Il ·servizio di P. è d isimpegnato da orÙnj militari, pcrcf1è, essendo l'esercito retto da particol~ri ·c oncezior,i del dentimento del dovere e della disciplina e~ governato <la p~;ticolari leggi e regolamenti, le norme che lo regolino de,•ono essere fatte osserva re da personale c~e vi,·en<lo la ' vita stessa dell'esercito, ne comprenda e · valuti l'essenza e la nkcéssità. . : Ii serv(zio di polizia nacque nel diritto feudale, quando i signori <lcsti~;rono armat i alla vigilanza . dei loro castelli, delle vicioanz.e; dc.Ile strade, vigilanza che era naturalmente più iot.c nsa d ural).te j peri(l(l1 di co11Aitto. A poco ~ - poco qucsv, servizio passò allo Stato; in Francia comp~rve nella secoùda ,,.;età del secolo Xll, a Parigi, una polizia reale, a fianco di una polizia éiftadina. La prima, costituita di arcieri, -d urò a lungo e venne incorporata nel 1.783 ne l reggimento ddlc Guard ie francesi.

Polizia militare. È un complesso di disposizioni , aderenti alle · leggi su.Ila sicurezza dello Stato . che si ripromette di preven iré, impedire e reprimere lo spionaggio esercitato, per lucro a danno del proprio paese, da agenti stranieri e da trad itori 11,azionali, talvolta ,isolati ma spesso r iunit i jn ~nportanti organizzazioni spionistiche . La P. M . è d isciplinàta da di.sposizioni e norme per reprimere lo spionaggio é <la nor-me per le truppe di frontiera. Poichè tutto ciò che rig11arda, tj i,;ettamen,re od indi rettamente, le forze ar1nate di una Nazione forma oggetto e scopo d i attivo spionaggio, la. P. M·. esercita la propria azione ov unque si espl ichi una qualsiàsi attività m il ita re, o · dove questa ha interferenze. I~ modo più attivo sorveglia le località di frontiera, le ferrovie, le ·l inee marittime e fluviali , i luogh i -di villeggiatura, !e pensioni ed alberghi, _g li uffici militari; in genere tutti quei luogh i freque ntati da persone che svol:gono qualche attività militare o ad essa aderente, che può dare motivo od occasione ad agenti spionistici di raccogliere notizie <li carattere militare. l suoi agenti sono occtT!ti o palesi : fra questi ultimi sono le truppe dell 'esercito e della M .V.S.N ., i Real i Carabinieri, le R. Guard ie di Finanza, gli agenti di pubhlica sicurezza, le Guardie forestali, ecc. Poliz ia militare ma.rittùna. Rìguarda le nonne che, sia

in pace che in guerra, garantiscono sul n1are ·1a sicurezza dello Stato contro i danni che possono ,krivare da ll'attività spionistica d i agenti stranieri o nazionali . Le sue norme sono numerose , specie in tempo d i guerra; oltre a qllanto si è detto per la polizia m ilita1·e, citiamo ; la serv itù militare dei fondi e delle proprietà che si affacciano verso il mare; .le restrizion i alla navigazione nelle acque territoriali; le nonne per l'approdo e soggiorno delle navi nelle piazze foni marittime; il regofamento per il deposito d i liquidi i nfiammabili nei porti o nel demanio marittimo; il divieto .d'approdo dei velieri e galleggianti a motore nei porti d acque territoriali; la cattura di nav i mercant ili d i nazione nemica nei porti od in mare aperto; le norme per l'.cser-

cizio del se~vizjo d i pr~.da;; ,le.. np rme ,d i p~li~ia m~rittima_. · Sono agenti di I.(..; N- M .; _,oltre. a ,'l-uelli g ià indicati pc;- I~· . polizia milit.ir_c , le ,\ruppe pella. R . Marina. Polizia' marittinui.' R'i gua_rda le 'vie di ·coìnunicazipne mat itti,ua, i' pdrti, le spia'ggie, ·e applica agli· approdi; p a_r ; tènze, soggioùiç, delle ' n_avi a vapore e a vela e <lei gaÌleggianti' a motore~ nelle pia'z zdorti nia'rit timc poste m stato dì guerra . (V: anche Laz zai"t!lio).

si

Polizia giudiziaria n;i/Ìtare. Ha lo scopo di ricercare i reat i, d i raccogliere le prove, di ·fornire all 'autorità giod i- , ziaria le cogni,;ioni che possono condurre alla scoperta ·e alla identificazione dei colpevoli. E;ssa compie tutte quelle . operazioni che precedono l'istru ttoria propriamente detta e . costituiscono la cosiild<ctta « .i struzione prèpan1toria ». È diretta dal R, Avv .. mi!. nel _distretto del Tribunale presso il quale esercita le sue funzioni e pe sono organi: i l giudice istruttore, i comandanti di.. piazza, di corpo, d istaccamento o posto, gli. u_fliciali dei ·cc. R.E!,. èd i comandanti delle Stazioni, gli altri ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria. Polizia stmdaie.' •Vicne esercitata in gllC'rra dai comandi di tappa d elle 1nten'denze delle grandi ' unità, valendosi normaimefite di p;ùllglie di carabinieri o di milita ri auton1obi# listi spèciali~zati. Si invigi la così sugli impianti e opere d 'ane, · sugli' stabilimenti interessanti la rete stradale e •si regola sapr à d i ·c;sa jl t raffico. Lo svi!nppo assunto da!la

trazione nleccan.ic:--\ su via ordinaria, il naturale logoramei1to che ne vknc ai fondi ,lcllc rotabili e il pe.ricolo di insidie nemiche, re1~dono mie servizio di importanza 1nassima. Il regolament0 su l foo.iionamento dei servizi logistici pc! nostro · esercito (r932) fa menzione <li commissari e d i pnst i di vigilanza ·; stitlliti allo scopo di regolare la circolazione ascendente , discendente o i rradiante sulla rete st radale a tergo delle unità operant i. Sono 31lo Hudio speciali .illtpcarri (t ipo Ceirano) per i soccorsi stradali, coi quali si tenderebbe ad evitare lunghe soste su ,;tracia di eventuali automezzi guasti.

Polizza (d'aHicuraz ione per i ,·ombal.tenti). Fu istituita in ' forma gratllita, nel dicembre del 1917, a favore dei militari che dopo il , ., gennaio 1918 per le loro mansioni si fossero trovati esposti ali 'offesa delle armi belliche, Portava due forme di assicurazione.: una semplice, del capitale · di lire 500, 1000, 1500 r ispettivamente , second o che l 'assicurato era soldato e caporale, o sottufficiale, o ufficiale; e questa forma era liqu idata in caso di morte del combattente in guerra o per causa di guerra, con d iritto alla pensione priv ilegiata d i guerra ; la seconda forma di assicurazione era m ista, del capitale di lire 1000, o 2000 o 5000, secondo che il combattente fosse militare di truppa, o sottufficiale, oppure ufficiale. Questa seconda specie di polizza era liqu idata in caso di morte del combattente senza diritto a pensione di guerra. Con la P. gratu ita il m ilitare poteva desig nare la persona all a quale l 'Istituto Nazionale d 'Assicurazioni era tenuto a. corrispondere il capitale assicurato in caso di morte . Inoltre il m ilitare poteva stabil ire che in caso di morte durante la guerra, la liqujdazione del cap~tale venisse effettuata quindici o venti anni d opo la morte; nel quale caso il capitale sarebbe stato aumentato degli interessi legali. La P. poteva essere annullata o sospesa, in caso di condanna dell'assicurato, secondo la quali tà del delitto commesso . Polizzy (Giovam11) . Gene rale del sec. XIX. Percorse la carriera nell'art. dell'esercito delle Due Sicilie, nel quale


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1&3. -

fu promosso nel r855 brigadiere direttore generale delle scuole del tiro, ispettore del personale dei corpi facoltativi e giudice ordii:1ario'. all'alta corte militare. Maresc. d i campo nel 186o, fu ammesso nell'esercito italiano nel r86r col grado di ten. generale e nel 1862 fu co'ilocato a riposo. Polizzy Antonio. Genera le del sec. XD( Proveniente dal! 'esercito delle Due Sicilie nel quale fu nel 1857 colonnello <I~ .fanteria comandante il 4~ regg. « Principessa » e poi brigadiere, entrò nel 186! nell"esercito italiano collo stesso grado e contem poraneamente ~u • collocato a riposo. Polizzy ,·•11;nce11zo. Generale del regno delle Due Sicilie, del sec. XIX. Partecipò da éolonnello alla lotta in Palermo contro i Garibaldini. nel maggio 1860. Rientrato a Napoli, ebbe i l comando della I~ br igata della 2• di vis., si batti: al Volturno, e fu promosso generale. Lasciò un

(t

D iar io ,,

sugli avven imenti napolcrnni. - Un altro Vi11ce11zo P. fu pure ufficiale napoletano, d'artiglieria, e pubblicò nel 1783 un « Esame delle palle cilindriche per uso dei cannoni "·

Polla (Arduillo). Medaglia d 'oro, n . a Venezia nel 1884. Ufficiale d i complemento degli alp ini, fin dai primi mesi di gu~rra si segnalò per ard imento e valore e sul monte

Forame, nel 19,6, •gu·a,lagnò una rned. d'argento , L "anno seguente, durante la ritirata dal Cadore verso il Grappa, fo I ',anima della resislenza, alla testa di un reparto d 'assalto, posto all a retrogu:mlia del Vl raggruppamenw alpino. Nelle senimane seguenti, dopo di essere r imasto [erito sul Mon fenera , rnrnò ben presto in line;i sul! ' Asolone, ove d iede nuove e così insigni prove d i valore , da 1neritare la medagl:a

PòL

gento .al· i•alor civile. Còlonnello neJ-· 1906, fu sòttoclirettore del :g eni~·a Cuneo.• ln · P.. I 'A. . nel 1910,. fu promossi> -ri1agg. generale nella riserva· nel r915 . Nel 1923 assunse il grado di generale .d i divisione,

Pollenza. Comune in prov. di Macerata. Fu antica città del Piceno, ricordata da Plin io; sorgeva nelle imme~ diate vicin.a nze d i Montcmìlone, che poi cambiò il suo nome in q4ello di P. 1] paese è situato sulla veita di un colle fra le valli del Potenza e del Chienti:"Nel 122~ si sottomise al cardinal-legato Pandolfo . Nel 1316, i fuorusciti di questa terra, proto!tti dal gh ibellino conte di Montefeltro, tentarono d i assalire Macerata, 11\',l furono sconfitti. Nel 1444, durante la guerra tra Francesco Sforza· e re Alfonso di Napoli , Niccolò Piccinino, comandante d elle truppe del papa:,- alleato di Alfonso, vi fu· scoofitto da Ciarpellone, capìrano delle milizie sforzesche. Il 2 maggio 1815, le divis . ·napoletane d"Ambrosio e Levron vi respinsero con gravi perdite, gli Austriaci condotti dal g("n. Bianchi. Questo non fu che \JU e ffimero successo, perchè il giorno dopo gli Austriaci tr ionfavano· à Tolentino. Pollenza. Frazione del comune d i Bra, in prov. di Cuneo, sul luogo dd l 'antica l'oltcntia., città dei Liguri, e ji municipio romano. Nel i385 vi fu eretto un castello, resturato nel sec. XIX da Ca.rio Alberto.

d 'oro con la seguente n1otiva.z.ione: (<

te

Polla i-\rduino

Ferito g ravemente· due voi,

nella stessa azione, d isde-

gnò

ogni

solo

pensiero

animato dal

curai

di

offrire

alla

Patria ci(> c he ancora g li ri1naneva rl i forza.

Fulgida figura

di eroe , rimase :mperterrito sulla posizione, sollo l'infuriare dcli 'ira nemica, esempio d i meravigliosa lenacia ; finchè, colpiw una terza volta e g ravemente, trascinato al posto d i med icazione , trovava l'energia ,i. gridare di voler tornare ancora tra i suoi soldati. Audace fra g li audaci, remprato dal pericolo mortale più volte affrontato, abituato a volere per st: l'i111prcsa più rischiosa e pili ardita, i n tutti i com~ battimenti fu espressione d i vero eroismo, trasfondendo col suo valoroso coi;regno , con la costa nte audacia, la forza e !"energia nei suoi dipendenti » (Ponte di Vidor, Monfenera, Monte Asolone, 10 novembrc-20 d icembre r917).

Pollano (Giovamu). Generale, n. a Vigevano, m. a Torino (1829-1908). Sottot. di fanteria nel 1849, partecipò alle guerre del 1849 e del 1859. Fu d a capitano insegnante di topografia all 'Accademia di Torino, e poi alla Scuola di Modena. Colonnello nel 1877, comandò il 44° fanteria e nel 1881 fu collocato a riposo. Magg . generale nella n serva nel 1885, fu promosso tcn . generale nel 1904. Pollari (-Maglietta). V. Maglietta . Pollarolo (Cado Felice), Generale, n. ad Alessandria nel 1852. Sottot, del genio nel 1875, meritò la .med. d'ar-

Il castello di Pollenzo

Bauaglia di Pollemia (6 o 19 aprile 403 d . C.). Appartiene ali 'invasione dei Visigoti condotti da Alarico in Italia. Stiliconc, supremo comandante delle milizie romane al servizio dell'imperatore Onorio, gli si fece incontro. Era il giorno di Pasqua, in cui i Visigoti non s;_ aspettavano di dover co,nbauere. La battaglia fu iniziata dal generale romano di cavalleria Saulo con squadroni di Alani. La lotta micidiale lioì con una completa vittoria (mà iecondo il Romano il risultat<'l rim ase incerto) di Stilicone, il quale, non avendo forze sufficienti per schiacciare d cfo1itivamcnte Alarico, concli iusc con lui _u n armistizio. Alarico uscì dal l' Italia, ma conservò l'Illirico come una dipendenza dell'impero d'occidente.

Polleri (Giovanili Batllsta). ·Generale , n. a Genova, m. a Torino (1852,J932). Sottot. d 'art. nel 1872, raggiunse il grado di colonnello nel 1902; fu d irettore dell'arsenale di Torino e dal 1904 comandò il 3° regg. artiglieria da fortezza. Nel 1907 venne collocato in P. A. e nel 1913_ fu promosso magg. generale nella riserva.


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POL

Pollini (Enrico), Capitano e scrittore, n. a Alagna Lotnel_lina (1836-1895). Si ~gnalò all'assedio d i Perugia, dove fu ferito. Scrisse fra l'altro: « Annuario storico di Lomellina »; « Storia dell'Ordine mi li tare di Savoia » . Pollio (Alberto). Generale, n. a Caserta, m . a Torino (1852-1914). Sottoc. d 'art. nel 1870, passò nel corpo di S. M. 11eL 1878 e da maggiore (1884) fu trasferito in fanteria. Dal 1887 al 189r fu aiutante di campo del Re. Ten. colonnello capo d i S. M. della d ivis. mii. a i Palermo nel 1891 , venne promosso colo11nello addetto al comando del corpo di S. M. nel 1893 e fino al 1897 fu addetto mii. all'ambasciata d i Vienna. Comandante il 40° fan teria nel 1896, fu promosso magg. generale nel 1900 ed ebb_e i! comando della brigata Siena ~he tenne si1Ìo al 1906, quando, colla promozio\1e a tcn. generale, passò a comandare la divis . 111il. d i Cagliari, dalla qua le passò nel 1908 a quèlla d i Ge nova. Nel giugno dello stesso anno fu nominato capo di S. M. dell'esercito. In tale qualità riordinò l 'esercito, riorganizzò la difesa a lpina orienta le e preparò l'impresa d i Libia : pe_r !'opera sua direttiva data nella guerra del 1911-12 meritò la commenda dell 'O. M. S. Fu nominato senatore del regno nel 1912. Profondo studioso di storia militare, fra .:iltri -scritti, pubblicò due opere storicp, mil itari : <t Custoza >, e (( Waterloo )) e lasciò n1anoscritto un lavoro sulla campagna del 1806-07.

Cannonier;:i ~ Polluce o

Polluce . Torpedin iera d'alto mare di 3" classe, di 39 tonnellate, varata nel cantiere Orlando di Livorno ed entrata in serv izio nel 1885, radiata nel 1906. Fu nel 1888 chiamata (( 45 T >) .

Polmonaria.. Quella nave o galea che, vecchia, di sca rto, e non più atta a navigare, si teneva nella darsena

per alloggi<> di ciurme, prigionieri, infermi , o superflui (Guglielmotti). Faceva insomma l'ufficio che fece in s<·guito il pontone.

Polo (Ma,-co) . Navigatore, n. e m. a Venezia , ( r2541323) . Dal J2ìl al 1295 fu in Cina, ove il Gran Khan dei Tartari lo fece prefcno e ammiraglio. Nel 1298 fu fatto prigioniero dai Gçnovesi alla bauaglia lii Curzola ; du rante la pr igionia, durata un anno, scrisse <e 1.1 Milione ».

Pollio Alberto

Polo Marco

Pollor;ie (Giovn11111) . Generale, n. e m . a Torinn (18391915). Sòttot. di fanteria nel 1859, meritò nel brìgantaggio del 1862 la mcd. d'argento. Da maggiore passò negli alpini (1880), e, colonnello nel 1890, comandò il 6° reggimento . Magg. generale nel 1897, ebbe il comando della brigata Piemonte. Nel 19or (u collocato in I'. i\.; nel 1904 passò nella riserva e nel 1906 vi fu promosso ten . generale. l'ollo11e Luigi . Generale, n . e m. a Torino ( 1846-1914). Sottot. d 'art. nel 1866;• partecipò alla campagna di quell 'an □o. Colo nnello nel 1899, fu d irettore dell'officina di costruzione di Napoli e nel 1900 'Pollone Giovanni di quell'arsena le. Nel 1902 fu d iretrore d'art. a Mantova e nello stesso anno passò in P . A . Trasferito nella riserva nel 1904, vi ebbe la pròmozione a ten. generale nel 19II .

• Polluce. Cannoniera di 530 tonnellate, con macch ine d i 364 !-IP., cost ruita nel cantiere Ar mstrong di Pozzuoli ed entrata in serv izio nel 1888; nel 1899 fu d isarmata e trasformata in betta.

Polonghera. Comune in prov. di Cuneo, fra il Po e la Varaita . i\nticamçn(e era cinto da mora . Nç_l 135.]'_vennç assalito dal principe Giacomo d ' Acaii\, il quale dopo 17 giorni di asse,lio se ne im;:,adronì di"yiva forza. Nel 1409 Lodovico d'Acaia, per vendicarsi d i Riccardo Provana, che si era a lle.ato al ma1·chese di Sai uzzo cd al Visconri d i Milano, assediò il castello e con l'aiuto del maresc . francese Boncicau lt dopo sette giorni lo ebbe a patti, spogliandone i Provana e dandolo a Lodovico Costa di Chieri, suo luogotenente. Polonia. Rep ubbl ica ,r[ell'Europa, proclamata nel novembre 1918, riconosciuta dal trattato d i Versailles dcli 'annò seguente_ Ha una pc,polazione di 32.000.000 di abitanti e una superficie di 388.390 Kmq. Capitale Varsavia. Lo Stato ha 19.496 Km. di ferrovie; la frontiera ha uno sviluppo di 5390 Km ., ser1za delim itazion i geografiche marcate, ·a con tatto con sei Sta li: Germania, Cecoslovacchia, Roman ia,

Russia, Lettonia, Lituania. Corridoio polacco. È costituito da. una striscia di territorio che mette in comunicazione, col Mar Ba ltico, le antiche provincie polacche, assegnato alla Po loni~ dal t rattato di Versailles per dare sbocco al mare al nuovo Staro. Per mezzo di questo corridoio, della larghezza d i un centinaio d i ch ilometri, la Prussia Orientale è rimasta separala dal resto del la Germania; ma il vantaggio che potevano avere i Tedeschi d i questa provincia a conservare una via d'accesso terrest re con la Germania, parve alle potenze alleate meno essenziale eh~ l'interesse della Polonia intera ad ottenere un accesso diretto al n1are cd a connmicare irnn,edìatamcntc con Danzica ç col litorale, mediante lince ferro-


PoL

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viarie poste comple tamente· sotto il suo controllo. Convenzio ni speciali concluse tra la Polonia e la Germa nia avrebbero regolato il libero transito per D an z ica a ttraverso il te rritorio r ispettivo delle due nazioni. In caso d i contestazione si doveva ricorrere al Consiglio d el l~ Socie tà delle Nazioni. Da q ualche a nno i Polacchi hanno costruito su lla costa d el Baltico, a cicca :20 Km. d al territorio d i Danzica

Antict1 bandiera polacca

Bandiera polacc_a (scc. X IX)

la città e{] il porto di Gdyn (Gdin ia) ch e ( il porlo mii .. polacco. I Tedeschi considerano l'assegnazione dd Corridoio al la Po lonia come una questione anco ra <:la definire, non potendo ammettere una soluzione di continuirà nel territorio del loro Stato; ciò dovrà formare oggetto d i loro

rivendicazione ter ritoriale nella eventua lità di revisione dei

POL

d iede al popolo coscienza d el la sua u nità e d el suo valore e orrenne da Ottone Jll il titolo d i re (1001). Il duca di Boem ia, st retta lega con q uello d i L usazia, penetrò in Polonia devasta n dola. Boleslao a sua volta in vase le loro terre, prese Prag a e conquistò la Moravia; onde l'imperatore Enrico li, allarm ato da tanta fortuna, g li mosse g uerra (rno5); ma egli seppe fronteggiar la minaccia e nel 1008, n uovamente atracca to, pi:evcnnc gli Imperiali e tolse ad En rico pa rte della Sasson ia. Invocato da Suan tepelk, figlio di Vlad imiro duca di Kiev, che , in lotta col fratello Jaroslao e vinto da q uesti, crasi rifugia to in Polonia, g li diede aiuto d'armi, mise in rotta su l Bug il nemico, s'impad ronì d i Kiev e ripose sul trono Suantepelk. Nel ritornare carico d i bottino in Polon ia, venne sorp reso sullo stesso Bug da Jaroslao (1009) del cui esercito fece st rage. L'imperatore Enrico Il , bramoso d i r iconquistare q uanto Boleslao gli aveva tolto nella precedente guerra, tentò nuovamente nel 1012 e nel ror.7 la (onuna d elle a rm i ; ma anm be le volte il re d i Po lo nia gli oppose tale resistenz.a, ch'egli dove.tre tornarsene in German ia ed offrir pace c he fu conclusa ne) 1018 col riconoscirncllto dell'ind ipendenza po)acca. In questo stesso anno, Boleslao dovette ancora combattere col duca jaroslao e, sconfittolo d i n uovo sul Bug, eb be la Russia in suo potere . Alla sua morte (rn25), il regno di Polonia,

trattati d i pace.

Polonia (Storia). I Polacchi (o pianigù111i, <:la pale= pian u ra) costituiscono, dopo i Russi , la più impona;1te ~ numernsa tra le famiglie cli quella razza slava che, d iscesa dagli antichi Sarmati europei , lasciate le sue sedi fra il Don, la V istola, il mar Nero ed i.I Balrico, a misura che Ie genti gennanichc ne lla loro trasmigrazione si e rano avanzate verso il mezzodì e l 'occi<lente cl 'Europa, occupava i paesi <la quelle abbandonat i, giungendo sin o all'Elba e al Danubio. lncert: e vaghi sono i confini ent ro i quali finì per cosrituirsi lo Stato polacco, e intessute di leggende· sono le sue prime isrorie : i Polacchi, d ivisi fra loro, furono a vicenda reni da ducbi e da voivoda (o pala1ini); ebbero guerre frequen ti con g li Ungheresi e coi Franchi; e info1e d ied ero la corona, per unanime consenso (842), ad u n semplice e virtuoso coltivatore chiamato P iast , il quale ripose ordine nello Stato , conteno.e g li assalti degli Ungheresi, dei Moravi e dei Prussiani. Con lui ebbe principio q uel la din astia dei Piasti che segnò i l pr imo per iodo storico d ella Polonia. Fino alla elezione del d uca Mscislao (964) la Polonia .:ascorse '" ' lu ngo periodo d i pace. Mscislao introtl usse il cristianeshno nel suo Suno, ebbe g uerra roi Sassoni, che vinse nel 968, e con Ottone Il imperatore che

Sec. X V U!

Band iere della Polonfa

Attuale

eg li non vol le riconoscere, ma che ve l 'obbl igò con le ar m i. Assa lito d a Vladim iro duca d i K iev e di Novogorod , g li tenne fron te in varie barraglie (985) , m a clovetre abbandonargli la Galiz ia. Mscislao riconobbe poi Ottone III, io seguì in due sped izio n i e, col suo aiuto, frust rò u n tentativo de'. duca di l.loem ia (99 ,) d'in vadere la Polonia. li figlio suo Boleslao I il grande, ·Snccedutogli nel 992,

J....cva in massa

U Iano leggero

Guardia

Cavalleggero

Gue.rried polacchi dei secoli XV-XVI

per le conquiste fatte da l suo p rimo re, si stendeva <fai Ca rpazi al Baltico, dal! 'Elba al Dnieper. Mediocre guerriero e inetto politico, Mscislao II, figlio e successore di Boleslao 1, assalito da Jaroslao ad oriente e da Ulrico duca di Boemia ad occidente (1028) riuscì a battere i Pomerani (1032). Egli moriva nel ro34 , lasciando il regno a u n fanciullo, Casim iro . La Polonia cadde nell'anarch ia e fu piena d i tim nnell i gnerreggiantisi fra loro e cli ba nd iti d 1c ne fecero strazio, men tre Prcdislao duca d i Boemia e Jaroslao di n uovo ne violavano i confin i devastandola. Finalmente però Casimiro I (ro4r) rimise or, d ine nello Stato, si pacificò con Jaros lao, ridusse all 'obbed ienza (1043) la Prussia, la Pomerania e la Masovia, cl1e nei torbidi pn:ccdenti crasi eretta a principato tra la Vistola, i l Narcw e il Bug, e ritolse a Predislao le terre polacche d a quest i Occupa te, aiutato in ciò d all 'imperatore Enrico lii , a cui a sua volta d iede concorso d i a rmi nella guerra contrn l'Ungheria. Assicura ra la pace al paese Casimiro I ne r ialzò le condizion i economiche e cu lturali e lasciò more ndo (ro58) il regno p rospero e t ranquillo . Il figlio suo Bolcslao li ebbe anch 'egli a lottare col duca di Boemia (1062), coi Prussian i (1064) e col re Andrea d'Ungheria. Desideroso di riguadagnare ai Russi le terre da essi tolte all 'avo Mscislao, li affron tò e sconfisse (1068); due a nni dopo si im padronì del d istretto d i Przem ysl; e


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finalmente, nel 1074, rinnovata la guerra coi, Russi, li disfece e si rese soggeno e tributario il d ucato di K iev; ma quivi rimase otto 3Jlni, dimentico della Polooja, e si macchiò di turpi vizi e di atroci delilti; onde, esecrato dai sudditi, scomunicato d al papa Gregorio VII, fuggì dalla Polo nia e si rifugiò in Carinzia (108 r) ove morl nel convento di Villacco (1090). Lo Stato andò in isfacclo, discioglicndosi in un gran nunicro di ducati l' un de ll 'altro invidi e gelosi. Vlad islao I, fratello di Boleslao II, ne ebbe il governo. Gli si ribellarono i Russi ( ,ago) scacciando dalla loro città i governatori polacchi; e i Prussiani, che, aiutati dai Pomerani e da lui vinti con g rande strage (15 agosto 1091), ritornarono alle offese con miglior fortuna, ma dovette alfine piegare. Già nel 1086 l' imperatore Enrico IV , irritato contro Vladislao I per la sua acquiescenza a i voleri del papa, aveva dato la corona di Polonia, con la sovranità sulla Slesia, Moravia e A lca Lusazia, a Vratislao duca di Boemia. Il succeosore di questi, Brzctislao, voL'aquila~ polacca lendo rendere effeuiva tale invcst itura, vcnetrava nella Slesia; ma i Polacchi a lor volta, sotto il valatino di Cracovia Siecziecz, seppero conservare al loro sovrano le provincie ereditarie (1095) . Un bastardo di Vladislao ! , Sbigneo, aizzato dal re di Boemia e aiutato dai Prussiani, si ribellò al padre. Questi lo sconfisse (1096) e poi , perdonatogli, per evitare che fra esso e il figlio Bolcslao sorgesse d iscordia, volle dividere lo Stato · fra i due ( 1097), assegnando al leginimo la Slesia con le provincie di C racovia, San<lomir e Siradia e ,11l'altro le terre conquistate in Pomerania, i palatinati di Lcncici, di Cuiavia e di Masovia. Errore gravissimo che, ripetuto più tardi, portò lutti sanguinosi alla .Polo nia e ne iniziò la rovi11;1. N uovi assalti dei Pomerani e dei Russi crebbero gloria al principe Boleslao, che vinse i primi nel 1100 e i secondi nel JJOI. Ma appena egli fu salito sul trono alla mone del padre (1102), Sbigneo cominciò a macchinare insidie a suo danno, aizzandogli contro a più riprt-sc Boemi e Pomerani; e, vinto e perdonato da Boleslao lii che gl i lasciò il ducato di Masovia, ritornò a cospirare; nuovamente vinto, fu esi liato . Sbig neo allora si accostò all'imperatore Enrico V che con un esercito invase la Slesia per togliere il trono a Boleslao; ma questi, soccorso d al duca dj Kiev suo suocero e dagli Ungheresi, inflisse taJe disfatta agli Imperiali che Enrico dovette chiedere pace ( 11 rn). Quindi ebbe nuova g uerra con Vladislao di Boemia e lo ba1t1· nel 11r I costringendolo a venire n paui; e nel 1113, essendosi i Pomerani ancora ribellati, solo dopo una lunga lotta riuscì a domarli ( 1120) . Negli anni successivi, altre g uerre cbhe Bo leslao fil con parecchi principi russi, che furono costretti alla pace ( 1121-23), e col re di Boemia (1 134) ; ma, ad un nuovo assalto dei Russi (n37), egl i vide il suo esercito compiutamente an njentato e il dolore che n 'ebbe lo trasse alla tomba (1139). Morendo egli ripetè l'errore del padre col dividere la Polo nia fra i suoi quattro figl i niaggiori. Egli d ispose che a Vladislao Il , il primogenito, spettasse l'autorità sovrana ; questi, chiamati in aiuto i Russi, spogliò i fratelli (1143) dai quali fu sconfitto sì che dovette riparare in Germania presso Corrado III , Bolcslao IV, secondogenito di lloleslao 111, prese allora le redini dello Stato ( 1147). Morto Corrado 1II e succedutogli il Barbarossa, quest i sposò la causa di Vladislao Il, col segreto disegno di impadronirsi della Polonia,

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e nel 1158 t·assall; ma, tratto . in una guerra d'imboscilta e in un \crritorio ad arte reso dal nemico privato di ,vett0vaglie, dovette starsi p_ago della cessione fattagli da Boleslao IV della Slesia, che · fu data a Vladislao li, e, morto quesLi (n59), ai suoi ere figli,. r imanendo così t ale provincia sottratta alla Polonia. Boleslao IV più tardi, sia per rivaJersi della perdita dçlla Slesia, sia per estirpare l'idolatria dalla Prussia, si volse contro questa (11 64); ma, dopo avc'r)a invaoa, vi patì una grave sconfitta nella quale perdette il fratello Enrico . Egli morì nel 1174 e gli succedette l 'altro fratello Mscislao, che si fece odiare vcr la sua tirannia, onde g rand i, clero e popolo, uniLisi in congiura , lo deposero e dic-0ero il trono all'ultimo figlio di Bosleslao lii, Casimiro Il (u77). Questi resse lo Staro saggiamente; nia, as, alito da Mscilao che, con l'aiuto d'un principe ba ltico suo genero, voleva riacquistare la perduta corona, non seppe opporgli valida resistenza e Mscilao potè riavere in sue mani g rande parte dell a Polonia che p~rò non r iuscì a conservare. La debolezza e gènerosilà di Casimiro Il gli procuraruno molte sommosse, domate le quali guerreggiò vitto riosamen te contro j Rus,i (1 182), e contro il re Bela d'Ung heria ( 1188-89). Dopo una nuova spedizione compiuta (1 192) contro i Prussiani che gli negavano il tributo e che egli sottoniisc, Casiniiro venne a morte. Il suo primogenito Lesko V fu eletto a succedergli. Mscilao, deluso nella speranza di essere prescelto, gli si oppose . Scon fitto non lungi da Cracovia d al palat,no Nicola (ll95), riusciva piè, tard i a impadro nirsi della coro na. Ma dopo due anni egli mori,•u ( 1202) e, .per inuighi dei grandi, veniva proclamato duca di Po lonia il suo p rimogcniLo Vladislao; seno nchè avendo il duca russo di L.ucko nel 1205 ir,vase e de,,astate le provincie di Sandomir e di Lublino appartenenti a Lesko, questi, raccolte quante truppe poti: sotto il palatino di Masovia Cristiano, sterminava l 'invasore presso la Vistola. T ale ,·ittoria valse a Lesko il favore dei grandi e la corona. Egli ebbe regnu pacifico, turbato solo da una g uerra mossag li dai Russ i µcl ducato d i Halitz . Polacchi e Ungheresi, affrontati i Russi, furono da questi battuti ( 1 209) e Lesko stesso dovette stare un anno in loro prigionia; liberatosi dalla quale poti: riprendere la lotta e tenere il nemico in rispetto (1211). Nel 1227 Lc,ko V veniva fatto pro ditoriamente uccidere dal governatore della Pa mcrania ribella tosi. Gli succedeva il figlio settenne Boleslao V; e Corrado duca d i Masovia cd E nrico il Barbuto Arma della Polonia nel secolo XVII duca di Slesia, l'uno zio e l 'altro cugi no del fanciullo, si d isputarono con le arrni la reggenza che Co rrado potè alla fine avere in sua mano . I Prussiani invaseru la provincia di Culm e la Masovia. Corrado si rivolse per aiuto ai Cavalieri teutonici, la cui potenza aa allora sul nascere. e, a compensarli dei loro servizi, li instituitl signori di Culm (1230). Di ciò indignati, i Polacchi vollero che Boleslao venisse did1iarato maggiorenne; ma Corrado tenne prig ione il g iovinetto, il quale scampò dalla prigionia e si rifugiò presso Enrico il Barbuto, il quale lo rimise sul trono ( 1234). Nel 1240, sulla Po lonia si avanz,1 sterminata la fiumana dei Tartari che già aveva sommersa la Russia. L 'esercito


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ppla,cco, guidato dai suoi palati_ni, ne è travolto c . Bolcslao V è costretto a fuggire ·presso il re Bela d'Ungheria. Enrico il Pio, duca di Slesia, raccozzati Slesiani , Polacchi, Tedeschi e Cavalieri teutonici, affr,o ntò gli invasori c. presso la Nçiss, non lungi, da Licgnitz, fu anch'egli disfatto (1241) ; ma potè infliggere ai T artari tali· pcr4 ite d a sconsigliarli a i_n oltrarsi in Germania; talchè, ributtati in M oravia dal <!uca di Boemia, si · riversarono in Ungheria ove sconfissero il re Bela. Non avendo Boleslao voluto ritornare nella Polonia ormai sgombra, i l suo trono fu oggetto di aspra guerra tra il figlio d i Enrico il Pio e Corrado di Masovia. Questi sopraffece bensl il competitore, ma la sua tirannia spinse i g randi a rich iamare Boslcao V , il q uale (1243), raccolte truppe, sconfisse Cor rado rr{a, inabile ad approfittare della vittoria ne fu a sua vo lta disfatto (1246). La morte del d uca d i Masovia (r 247) ridiede il trono a Bo1.cslao che trovò il regno in sommo scompiglio per g uerre sorte lra il duca di Pomerania · e i Cavalieri teutonici e , in Slesia, tra i discendenti di Emico il Pio. Dal d isordine che vi imperversava trassero ardire i Tartari per assalire la Polonia (126o) e per desolarla ; e Boleslao, nuovamente fug_gito in _Ungheria, potè ritornarvi solo quando essi, paghi d el bottino fattov i, ne uscirono. Dopo nu_ova guerra coi Russi, che il suo , iercito, guidato dal palatino di Cracovia .sconfisse nel 1266, Bolcslao V ebbe regno tranq uillo e m orì nel 1279. Gli succedeva il figlio adottivo Lesko VI i l Nero, e g li inizi del suo regno furono turbati da assalti dei Russi e dei Lituani, che il palatino d i Cracovia sconfisse nel 1279. Rito rnarono i Lituani alle offese (1282) e Lesko VI li disperse tra Narev e Nicmcn e nuovamente nell'anno appresso. Insidiatogli il trono dal vescovo d i Cra• <;ovia che, deside roso <li porvi i l <luca d i Masovia, aveva indotto i g randi a ribellione, Lesko li sbaragl iò p resso i l fiume Raba (r285) . Nel r28j i T ar tari si rovesciarono n uovamente sulla misera Polonia costr ingendolo a cercare sc~mpo in Ungheria d onde potè ri tornare soltanto quando quelle orde barbare ripresero il cammino di Russia. Egl i allora si volse a punire il duca di Masovia, ma toccò da qnesti tale sconfitta ( 1290) che ne morì di crepacuore. Non avendo lasciati fig li, seguì in Polonia ,111 periodo d i turbolenze, d i complotti e di g uerre fra Vladislao , fratello d i Lesko VI, Boleslao duca d i Plok , E nrico duca d i Areslau, P rzemislao duca

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dì Posnania, che. si contendevano la coro na. Su Armatura d i re polacco d el sec XVI

tutti

pcrvalse

quest'ul-

timo, che nel 1924 potè s_alirc sul t rono; ma, dopo sette mesi d i regno, egli veniva assassinato da tre suoi nipoti istigati dai Cavalieri teutonici, lasciando un unico figlio decenne. Si scatenò allora fra g li antichi competitori una nuova guerra le cui vicende portar~no sul trono dapprima (1297) Vladislao che fu deposto e sostituito da Venceslao re d i Boemia (1300); e, morto questi (1305), ancora Vladislao. Sconfitti i Tartari che minacciavano nuove invasio ni, Vladislao IV dovette combattere contro i ma1chesi d i Brandeburgo ai quali

una congiura aveva dato jn mano la Pon1erania ; i Cavalieri teutonici, da lui ch iamati i n aiuto, non solo tenne ro per sè le terre tolte ai Brandeburghesi, ma ottennero da

Por;

questi l'er denaro, e per patto approvato dall' imperatore ,. il possesso di tutta la Pomerania (131-1); nè Vladislao IV potè allora impedirlo. Per lunghi anni q uesta p{ovincia fu: oggetto d i sorde lotte fra il re dj Polonia e i C;ivalieri. Vladislao IV ripose ordine nel paese, ma i Cava lie ri, fatt( sempre più audaci, incitarono il re d i Boemia a impossessarsi della Slcsi~ e a togliergli il tro no. Vladislao, avuti soccqrsi dal re d 'Ungheria, si volse contro i Teutonici , costringendoli a chieder tregua ; e, ad un n uovo e più veemente loro assalto, li affrontò nel 1331 e li sconfisse. Tale vittoria non gli diede la pace desiderata, chè i Cavalieri e il re di Boemia, da quelli sempre spronato alla conquista del t rono di Polonia ,

ritornavano a d arg li

travag lio, finchè gl i ann i · e le fat iche lo trasse ro a morte (1333) e la Slesia andò perduta e si d iv ise i n piccoli Stati che si d ichiararono vassalli del re boe,no. Casimiro lii, figl io e successore di Vlad islao IV, r idiede, con energia di governo, pace e benessere al suo popolo stremato d alle lunghe guerre e da l bri-

ganraggio; ma, per assicu-

Polacco al servizio francese

(scc. XVII) rargli mli benefici , si assoggettò a cedere al re d i. Boem ia la S lesia ed a i Cavalieri la Pomerania in compenso della restituzione della Cuiavia e del d istretto di Dobrzin cb essi occupati. Casimiro III nel 1340 colse !·'occasione della mo rte del duca Boleslao di Russia per riestendere su questa l 'antica sovranità, e<I occupò la Volinia, i ducati di P rzemysl, di Halitz, d i Lucko ed altri d istretti; poi potè vittoriosamente respingere (1343) un assalto dei Tartari provocato dai Russi che preferivano q uesti al giogo po lacco, e un 'aggressione del re d i Boemi:i che voleva ritogl iere parte d ella Slesia da lui poco prima occupata (1345). Negli anni seguenti, Casimiro ebbe lunga guerra coi LilUani per strappar loro le terre eh 'essi possedevano in Russia e riuscì a riavere la Volinia, la Podolia , i ' palatinati d i Brzcscic e di Heltz . Nel frattempo, immisch iatosi nel la con tesa sorta tra i d ue figli del voivoda d i Mo ldavia, le sue arm i, date in aiuto al maggiore di essi, soffrirono una g ra,·e sco11fitta ( r359). Alla sua morte, meritò il t itolo d i « grande » . Non avendo lasciato prole maschile, con Casin:,iro III terminava la dinastia dei Piasti che aveva regnato 528 anni face ndo della Po lon ia una grande naz ione. Già verso il 1340 egl i aveva prescelto a succedergl i i l nipote Luigi d'Angiò, figlio del re d 'Ungheria, il qua le fu accettato dalla Dieta polacca $Otto certe condizioni che, col nome d i pacta co1111enta costituirono poscia il patto d'unione tra il sov rano e la nazione e garantivano ai soli Polacchi il conferimento dei maggiori g radi e d ignità, privilegi e franchigie, mirando a limitare la potestà regia. Ma Luigi, assunto al trono, fu presto oggetto d'odio ai P9 lacch i per la prdcrenza verso gli Ungheresi e per la rinuncia fatta a ogni pretesa sulla Slesia a favore di Sigismondo, marchese d: Brande burgo e figlio del l 'imperatore Carlo IV. N e seguì una continua e fiera lotta fra i l re e il popolo; il primo , sdegnato, lasciò il governo del.la Polonia alla madre Elisa• bctta incapace di restaurare l'autorità sovrana; il secondo dal d isordine trasse ,irdimento per strappare n uove prerogative alla (egalità. Per lunghi anni il paese ne andò scon-

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volto e .d i ciò approfitt.a(ono i .L ituani (1376) che, guidati dai loro capi, uno dei quali era il duca Jagcllone, invasero la Polonia fino al San, tuno devastando. Una sollevazione ?ei Polacchi costrinse Elisaheua a fuggire a Buda e mosse Luig i ad affrontare j Liuiani che chiesero pace; ma le tene da lui conquistate egli volle spartire fra i suoi Ungheresi , oncle si acuì contro lui l 'odio dei Polacchi. Malgrado ciò, questi annuirono alla sua volontà di avere per succes- . sore Sigismondo <li Brandeburgo, suo genero, ch 'egli fece suo vicario in Polonia nel 1382. ln questo stesso anno Luigi moriva. A Sigismo ndQ, resosi inviso ai Polacchi, questi negarono obbedicn?.ll e clopo va,, contrasti nel J386 consacrarono re il duca )agellonc di Lituania, col no me di Vla<lislao V: egli divrnne il capostipite <lcÌ!a seconda dinastia polacca. N d 1390 dovette guerreggiare contro il cugino Vito ldo che tentava impossessarsi del ducato di Lituania, in ciò aiutato dai Cavalieri, i quali, vinti da Vladislao, suscitarono contro lui, spacciandolo per pr1gano, ,ma vasta crociata e presso V1lna lo disfecero, ma furono arre-

B:1ndicra delle legioni p olacche ( 1917) Il retro ha in centro l'aquila polacca

stati dalla resistenza di quella fortcz:,a. Ritentarono negli anni seguenti l'im presa e Vlad islao, per trarre a sè V ito ldo, dovette concedergli la suvra11,tii sul la Lituania e sulla Russia a tito lo di feudo. Vi1oldo rintuzzò ;' Cavalieri ( 1395), penetrò nella Livonia, prese Smolcnsk e in breve estese le sue conquiste dal 13:1ltico al mar Nero rendendosi q uasi indipendente; poi si b:mè con fortuna concro i Tartari <li Tamerlano . Indi Vladislao rifiutò la corona d i Boemia offertagli dag li Ussit ,. Nuovamen te in ioua contro i Cavalieri teutonici, insieme con Vitoldo li incontrò (i41 0) fr;t T annenbcrg e Grunwald e ne fece strage. La guerra si trascinò per lunghi anni ancora fra un 'alternativa di battaglie « d i tregue, , rinfocolata sempre d:1gl, stessi congiunti cld re polacco, avidi di domina re, o dalla ostilità e cupidigia dei principi confinanti . Nel 1430 Vitoldo moriv,i mentre, istigato cl~i Cava lier i e clall'Unglieri:1, prcparnvas, a g uer ra contro la Polonia; la sua ered ità era raccolta da Su idrigelo n, fratello di Vladislao, che contro questi, per bramosia di potere, si ribellava. Sconfitto presso il Bug (143 1), Suidrigelon r icorse per aiuro ai Cavalier i e ai Valacchi e con• tinuò a infierire su lle terre dcJ reame desolandole; poi,

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avendo Vladislao indotto l Lituani ad abbandonado e a darsi a Sigismondo Starodubski fratello di Vitoldo, riap• parve con forte nerbo di Russi e di Tartari, ma nel 1433 fu nuovamente -disfatto da Starodubski cui rimase la corona lituana. Morto Vladislao V nèl 1434, veniva eletto re i l figlio suo decenne Vladislao VI, durante la cui minorità Suiclrigelon ,entò, con l' aiuto dell ' imperatore Sigismondo, rico nqu,starc la Lituania, ma fu batruto da Starodabski e do vette fuggi re in Ung heria . N el 1439 moriva l'imperatore Alberto d'Austria cui l'Ungheria era soggetta e, atTacciaod os, su questa la minaccia del Turco, Giovanni Corvino (Uniade), a quanto credesi, figlio natura1.e del defunto imperatore Sigismondo, propose di darne la corona a Vladislao VI il quale , appena incoronato ad Alba reale, mosse co n un esercito polacco-ungherese contro i T urchi e invase la Bulgaria ove J'Uniadc li sconfisse più volte forzando il suJtano Amurar a chieder pace. Ma le pressioni del papa e le promesse d'aiuto d'altri pri.11cipi d'Europa desiderosi di veder d istrutta la potenza ottomana , spinsero Vladislao a rinnovare la g uerra, e ciò gli tornò fatale chè, scontratosi a Varna con un esercito turco di gran lunga superiore al suo, malgrado prodig, di valo re vi perdette la giornata e la vira ( 1444). Per b sua morte, i due reami <l'Ungheria e di Polonia si separarono di nuovo; al primo fu eletto Lad islao, postllmo figlio dell'imperatore Alberto, al sé1 condo Casim iro IV fratello <l, Vladislao V I e duca di Lituania . N el f.J54, i Prussiani, stanch i del dominio dei Cavalieri tcuton icit resisi odiosi pei loro vizi, si d avano a Casimiro IV. Si accese allora un a guerrn lunga e sang uinosa che per dod ici anni <liserrò la Prussia cd estenuò la Polon ia, terminando col trattato <li Thorn ( 1➔66). Nel i471 i Boemi, per la morte del re Podicbrask i, e gli Ungheresi, mako11tc11tt del loro re Mattia , eleggevano rispettivamente Vladislao e Casimiro figli di Casimiro IV. Scnonchè Mattia, riguadagnato il favore elci suoi, muove.va guerra ai Polacchi, sia per dife11dcre il proprio u·ono , sia per afferrare anche quello d i l'loem ,a al quale agognava , e riusciva a batterli ; ma l'intervento degli Elettori di Sassonia e del llrandeburgo portò ad una t.:cgua di due anni (1474) . I L ituani, desiderosi sempre di separa rsi dalla Polonia incitavano co ntro c1ucsta i T artari, i quali invasero la Poclolia, che Casimiro IV, temendo ·il peggio, ccdè loro in pan e ( 1479) . Ma più tard i, avvedu tisi i Liruani dell'errore commesso e della ut,!itil <l'un'intima unione con la Polonia, Casìmiro IV pocè rinnovare la guerra e inviare contro i Tartari un csercico comandato dall'altro suo figlio Giovanni A lberto che li pose a sbùaglio (1489). 11 giovinè principe per ta le glor,osa impresa essendosi guadagnato ranimo degli Ungheresi, pan e di questi alla morte di l\fau ia lo volle suo re; ma una fazione av versa avendo invece chiamato a quel trono Vlad islao re d i Boem ia, sorse guerra (1491) tra i due fratelli, che terminò con la vi11oria d i \lladislao. Casimiro IV poco dopo moriva ( 1492). Gio-

vann i Alberto, a !ui succeduto , imprendcva> per istiga1.ione dc, Veneziani, un~ guerra contro i Turchi, durante la. quale ebbe l'esercito rotto e decimato sulle montagne della Bucovina e sul Pruth ( i 496). Un'altra ,nvasione d i T llrchi e Tartari portò la deso lazione in Podolil (1498) e incoraggiò i Cavalieri a ribellarsi ; onde Gio\'anni All)erco si apprestava a ridurli a obberlienta , quando la morte lo colse ( 1501). Sali allora al trono suo fratel lo Alessandro duca di Lituania che riunì definitivamente questo ducato alla Polonia cò e bbe guerre coi Moscoviti, coi Mokla"i e coi Tartari d i Crimea . Nel r506 egli moriva e la Dieta polacca acclamava re Sigismon do duca d i G lognu . .Assalito dai Moscoviti che volevano strappargli la Lituania, li scon-


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fi55e in più bat1aglie inseguendoli fino a Mosca e costringendo il loro czar Basilio alla pace {1508); poi si volse contro il voivoda di Valacchia che fu anch'esso respinto con molta st rage dei suoi. Un nuovo 1ernativo di Basilio (1513) che, incitato dall'imperatore Massimiliano e dalle promesse <l'aiuto dei Cavalieri, passava il Ooieper con 8o.ooo u. per invadere la Polonia, fallì: i Russi furono sconfiui perdendo 30.000 uomini. Nel 15 17 il marchese Alberto di Brandcbmgo, eletto maestro dei Cavalieri, per togliersi dal vassallaggio della Polonia iniziava contro questa uoa guerra func,ta per l' Ordine. Sigismondo, intanto, si dibatteva in difficoltà interne cd esterne. La immincme minaccia dd Turchi verso l 'Ungheria lo costringeva a in viarvi soccorsi d 'armi, e il dilagare dei luterani nei suoi S tati vi fomentava ovunque rivohe, sicchè per quanto pii, volte vittorioso dei Cavalieri, dovctle venire a patti con essi (1525) e ceder loro la Prussia, alla condizione che, morendo Alberto senza credi, essa sarebbe ritornata alla Polonia. Datosi poi a rafforzare il paese contro nuovi pericoli e ad assicurarne la prosperità, Sigismondo, rintuzzato

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gd<'so, seppe cc,n imrighi rendergli fa·.orc,ole la D,cu polac.:a. Ma En rico, acerrimo nemico elci p rotestanti, paventando l'ostil ità di questi, il malanimo dei competitori clclusi e i minacciosi aw:l!giamemi elci Russi e <lei Turchi, appena assunta la corona di Polonia (21 febbraio 1574) trovò questa troppo gra,·osa e, alla notizia della rl'orte del fratello, tornò in Francia a raccoglierne la }uccessionc. I Polacchi elessero allorn a re il principe rii Transilvani:i Stefano B~tl,ory, che ,:o,1cnne fel ieemcm c una guerra di ci nque anni con lo czar Ivan IV. agoguantc ad aprirsi un vacco n:rso il Baltico. Alla ~ua morte: ( 1586) b Polonia si diede a Sigismondo lii, il quale (u in guerra nel 1004 contro gli Svedesi condorti da Carlo TX. Sigismondo lii potè per mezzo di un esercito guidato dall 'ctmano Chodkievicz scon figgere ( 1(,og) Carlo IX che aveva fone quadruple. Poi s'intromise nei torbidi dai quali la Russia era allora travagliata, sostencndo·,i con le armi (1009) la causa del falso Demetrio contr.J l 'u:,urpa:ore Boris Godunov, e nel 1610 i Moscoviti. Il ncwvo czar Mièhclc Ro manov, per dar pace al suo 1ravagliaco paese, cedette a Sigismondo lii Smolcnsko

Proclamazione dell'unione della Polonia con la Lituaniu (Lul>lino , 569) quadro d i Matcjko.

ancora uo assalt<i dei Valacchi a,,anzatisi fino al Pruth e da lui bauu1i, visse in pace fino alla sua morte (15411). li figlio Sigismondo Augusto Il iniziò il suo regno lottando con la Dieta ché rifi utava i 111etzi per accrescere l'esercito; onde i T artari ne profit1Mono per affacciarsi alle frontiere che a stento furono dife.c: dalle milizie polacche. li p,ù granrlc acquisto fatto da Sigismondo li fu quello della Li vonia, lacerata da lotte intestine suscitale specialmente dal l'Ordine dei Cavalieri Ponaspada che possedeva in so,•ra• nit/i quasi 1uua quella regione. Ciò avvenne dopo lunga vittoriosa lo11J contro Svedesi e Russi che avevano in, aw il paese. I Lituani, persuasi che la loro salvezza stava nello stringersi alla Polonia, si diedero definitivamente ad cs;a nella Dieta d i Lublino (1569). Con la morte d i Sigismondo li (1572), senza figli maschi, si estingueva la dinastia <lei Jagclloni, e, avendo la Dieta deciso che il trono da indi in poi fosse elcuivo, pullularono i pretentlem,, fra i quali il re <li Svezia, il duca di Prussia, l'imperatore Massimiliano ll pcl figlio Ernesto, l'elettore di Sassonia, il margravio 'd'Anspach e, infine, Enrico di Valoi, duca d'Aa~iò il cui fr~tdlc, C.~rlo IX di Francia, di lr.:i

e Czernigov ( 1618). Assalito poi da! ,ultano O,man f. Sigismondo gli mandò incontro un esercito guidato d3 suo figlio Vladislao, il quale, assistito da Chodkievicz, che vi lasciò la vita, affro ntò e mise i n rotta un esercito di 200. 000 Turchi a Chcrczim e li costrinse alla pace ( 162r). lntamo, contro Gusta,·o Adolfo re <li S,•c-,:ia rinnovavasi la guerra già iniziata con Carlo IX (J621); ma Sigismondo in quest:i non ebbe che sconfitte e vi rimise la Lrvonia e la Prussia polacca. Sono il suo regno la capitale veniva Lrasponata a Varsavia (1596). Suo figlio Vladislao, succcdutoglr nel 1632, fece guerra fortunata allo czar Michele Romano,· che rnleva ritogliergli Smolcnsk e Czcrnigo,·. cd altre ne condusse contro i Tartari di Crimea e i Turchi (l 633•31), Morto nel 1648, lo scgul ; ul tron? il fratello Giovanni Casim iro V che, tra il 1651 e il 1658 ebbe frequenti guerre coi Tartari, coi :-.losco, iti e coi Cosacchi ribelli, nelle quali rifulse il valore del suo generale Giovanni Sobicski che più voile li sconfisse. Meno fortunata fu la guerra mossagli da Carlo X di Svezia alla cui corona Casimiro V non in1endcva r inunciare. Il re svedese, alleatosi a quegli implacabili nemici dcl'3 Polonia cd all'clcuorc <li

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Branèlcb~rgo, inflisse ai · Pol'acchi tale fierissima rotta alla battaglia di Varsavia (1655) -che Casimiro, bcnchè riuscisse poi a ributtarlo, fu cosrretto con la pace di O liva (166o) ad abbandonare ogni pretesa al trono svedese. Sventure familiari e disgusto del potere spinsero Casimiro V. ad abdicare ( ,669) e a ritirarsi in un 'abbazia di 'Francia ove morì nel r6i2- Fu proclamato re Michele Wiesniowiecki, sotto il quale ricominciarono le irru7.iOni dei Tartari, dei Cosacchi e dei Turchi; ond 'egli, per allontanarli, sègnò con essi la pace umiliante di Buczacz (1672). Ma Giovanni Sobieski, sdegnato di tanca codardia, piombò ' sui Tartari, li sconfisse e ne fece sterminio; poi, voltasi sui Turchi, li disfece a Chocz.im nel giorno stesso in cuj il re Michele moriva (TO novembre 1673). Acc lamato re dai Polacchi col nome di Giovanni Il!, Sobieski continuò la lotta coi Turchi e coi Tartari , i quali, sempre da lui battuti, tornarono finalmen te con fortissimo esercito ed egli , in procinto di vc<lcrsi sopraffalto, seppe abjhnente indurli alla pace di Z11ravno (16 ottobre 1676) cedendo loro Kamenetz e un terzo della Uucraina . Fu titolo di glnria per Giovanni III l'ess~rc accorso nel '1683 in aiuto dell'imperatore Leopoldo I assaJ110 dai Turchi <; l'aver liberato con un 'insigoe villoria

Fanteria poiacc.t attuale ( r933)

Vienna da quelli assediata . Abbandonato poi con mostruosa ingratitudin('. dall'Austria, dovette nel 1686 segnare con la Russia, per averne aiuto contro Tartari e Turchi, la pace, facendole larghe concessioni. Un'ultima campagna condotta comro i Turchi nel 1691, g li diede la· Moldavia; ma i Polacchi, scontenti per tanto sangue versato a pro' dell'Impero e divisi e discordi fra loro, gli impedirono di trarre utile dalie sue i mprese e, alienatisi da lui, gli resero assai torbidi gli ultimi anni di regno. Egli moriva nel 1~6 e a succedergli veniva chiamato Federico Augusto li elettore cli Sassonia che nel , 699, col trattato d i Carlowitz, g uadagnava la Poclolia. Kamcoctz e parte della Ucraina; ma, nello stesso anno, per riprendere l' Estonia e b Livonia, si lasciava trarre nella lega con la Russia e con la Danimarca contro Carlo Xli di Svezia (V . Guerra Nordù11) il quale lo sconfisse in più battaglie, lo sbalzò dal trono e vi pose Stanislao Leszczinski ( 1704) palalino di Posnan ia e suo partigiano. Tentò Federico Augusto di riprendere la corona, ma solo dopo il disastro di Poltava poti: riafferrarla e scacciare il Lcszczinski. Alla sua morte (1733), una (a. zinne spalleggiata ,hl re di Francia Luigi XV, genero di Stanislao, caldeggiò la ridezio11e di questi, mentre una fa. ?.ione avversa, a cui davano appoggio Russia ed Austria, si schierò a favore d i Augusto lii di ~assonia figlio del morto re. Ne scgul la guerra per la S11ct'essio11e d i Po-

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Ionia (V.) alla fine della quale Augusto JJl potè .sa(jrc sul trono polacco, mentre a Stanislao veniva conferito il dùcato di Lorena (trallato di Vienna, 1735). Augusto lii , alleandosi coi nemici del re cli Prussia Federico Il, arrischiò di perdere la Sassonia. Durante il ~uo regno la Polonia fu piena di fazioni civili le q uali continuarono a dilaniarla e sconvolgerla. Senza sicuri confini, contornata da nemici avidi di carpirle provincie, con una costituzione che aveva impedito l'afforzarsi del potere monarchico togliendogli a poco a poco autorità e prestigio e inceppandone gli atti col « libcrum .veto» · e coi « pacta conventa », essa volgeva a certa rovina. Alla morte d i Augusto Ili (, 763), dopo un interregno di quasi un anno, e mentre i discordi partit i stavano per venire alle armi , la Russia inviava in Polonia un corpo di truppe che, circondata Varsavia, imponeva I 'clez.ionc a re di Stanislao Poniatowski palatino d i Cracovia. I Polacchi furono esasperati per tale inccozionc, e un,i cospirazione, che ebbe per centro Bar nella Podolia e per pretesto la concessione ai greco-scismatici e ai p rotestanti di diritti uguali a quelli dei cattolici, si propagò (1768) per tutto il paese. Una guerra feroce di bande, contro i Russi e fra i parti.i-i avversi lo riempì di strazi, e la vita stessa del re corse pericolo . A por fine a tale scompiglio, intervcnrie_ro (1772) anche I' J\ustria e la Prussia, ma ciò significò il sacrificio della Polon ia, che col trattato d i P ietroburgo perde.va molte provincie (1772). Fatta :1ccorta dalla dura espcrien,za, la· Dieta, a far cessare l'anarchia e a rinvigorire il potere regio, approvava nel 1791 una nuova costituzione che fa• ccva la monarchia ereditaria, aboliva il « libcrum veto », creava un governo d i ministri responsabili e due camere legiferami; ma contro essa sorsero opposizioni che si affermarono nella confederazione di Targowicc (r792) e invocarono l'aiuto della Russia, la qua le impose ai Polacchi di :1bolirla. Questi a llora, fiduciosi nell'appoggio della Prussia, con la quale avevano precedentemente conclusa un'allc~nza (1781), si apprestarono a d ifendere il loro buon diritto . Invano il nipote dei re, principe Giuseppe Poniatowski, a Zielinka e il prode Kosciusko a Dubicnka (r792) sconfiggevano i Russi, chè nuO\'e d iscordie aizzate da Mosca scoppiavano in Polonia la quale fu di nuovo alla mercè dei suoi spogliatori. La Prussia, allora in guer ra con la Francia, non solo negò i promessi soccorsi, ma stimò miglior consiglio venire a nuovi accordi con la Russia per una ulteriore spartizione deÌla Polonia, per la quale ad essa toccò la mig lior parte della Grande Polonia con Thorn e Danzica e alla Russia le provincie orientali polacche (1793). l patrioti del m isero paese si raccolsero intorno alI 'eroico Kosciusko e, da lui guidati, insorsero nel 1794 e sconfissero j Russi, ma, unitisi a questi i Prussi~ni, dovettero soccombere: l 'Austria si unì alle altre due Potenze e volle partecipare alla preda; la Polonia così scomparve dal novero degli Stat i (1795) . Col trattato dj Tilsitt (1807), l'imperatore francese creava, con le provincie carpite dalla Prussia al già regno di Polonia, il granduccuo di Varsavia, che fu dato al re di Sassonia Federico Augusto e fu po i accresciuto del la Galizia occiclentalc, restituita dall'Austria. Ma, con la caduta di Nopoleone, anche quest'ultimo residuo dell'antica Polonia fu nuovamente d istrutto e la Prussia ricuperò il ducato di Poscn, mentre la Russia acquistò la maggior parte del gr:induc.ato di Varsavia che fu eleva to a regno costituzionale (dello « Regno del Congresso ») sotto il dominio personale dello cr.ar. Solo b piccola repubblica di Cracovia si salvò e fu dichiarata libera, e tale ri mase fino al 1846, nel quale anno, essendovi sorci gravi torbid i, l'Austria li


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-PoL tolse a pretesto per sopprimerla e incorpora;sela. Nel 1815, lo czar Alessandro I largì ai Polacchi una Cart a' costituzionale foggiata su quella france'se del 1814, ma essa non valse a soffocare lo spirito rivoluzionario che serpeggiava nel paese; onde, a · poco .-a poco, la Rùssia ritolse ai Polacchi ogni guarentigia di libertà e li sottopose a un go,•,.;rno sempre piÌi oppressivo che fece sorgere in ogni dove società segrete e congiure. Nel 1·S 25, alla m orte dello czar, la Polonia si agitò; e pi(, ancora nel 1830 (V. più avanti). Negli anni seguenti,• si ebbero qua e là - tentativ; di rivolta sempre soffocati nel sangue; special mente nel 1S46 in Galizia. Nel 1848 i Polacchi, non potendo combattere per la loro patria, corsero là QVC si pugnava per .la causa della libertà, iu ogni parte -d' Italia e in Ungheria . Nuova ~ivoluzione scoppiò nel 1862 (V. più avanti) e la Russia ,,e trasse pretesto per infierire sempre più e infine a fon<lere il regno di Pplonia col resto dell:impero russo (1867). Da allora in poi Russia e Germaaia mirarono solo a snaturare l'anima polacca e a maggiormente asservirla; me110 <lura fu la sorte: della .parte soggetta all"Austria, chè questa, costretta ad armeggiare fra le diverse razze ond 'era composto il suo imP,ero, dovette, pcl proprio interesse politico, larg heggiare in concessioni e agevolare anche verso i Polacchi. Qu<.:sto stato di cose <lu~ò fino alla guerra Mondiale che segnò la risurrezio ne della Polonia. Già il 5 novembre rg r6 gli Imperi centrali, per amicarsi i Polacchi , prom<.:t· tevano loro la costituzione d"uno Stato autonomo, monarch ico, formato dalle terr(: polacche strappate alla dominazione russa dalle armi austro-tedesche; e:, da allora, un governo era stato istituito a V,1rsavia ma con terri torio e poter i limitati. Ali::. fine della guerra, nella Galizia orieutale ,,; [urano accaniti combattimenti fra Po lacchi e Rulcni, desiderosi, questi, di far parte a sè. Vinsero i primi che tosto si strinsero al ·governo d i Varsavia il qua le 1'8 novembre 1918, intuendo essere prossimo il tracollo della Germania, procl,imava !"indipendenza e l'u11ione di tutte le terre polacche in regime repubbiicano; b sanguinosa insurr<.:zione <ldla Posnania liberava nel dicembre anche questa provincia dal giogo tedesco, e finalmente il rrattato di Versailles (28 giugno 1919) riconosceva solennemente il nuovo Stato polacco. Ma gli clementi di questo, eterogenei ormai per diversità di leggi e di regime, se erano a nimat i da se ntimento unitario, mancavano di un go verno fo rte, <1·1111 esercito, di organizzazione amministrat iva, di tutto ciò infine che dà vita e saldezza ad una compagine statale. I suoi confini, ino ltre, se verso la Prussia vennero ricondotti prcss·a poco a quelli del 1772, a quell i cioè della 1" spartizione, e se la loro detcrminnione verso !"Alta Slesia, la Cecoslovacchia, l'Austria, la Romania e la Let• tonia, pur tra contestazioni e conflitti, fu alla fine res~ pacifica , verso la R uss ia e verso la Lituania non poterono essere immediatamente ddiniti dal Congresso cli Versailles, on<lc per essi sorse tra b repubblica dei Sovieti e la Polonia una guerra (1920) che diede a quest'ultima la virtoria (V. Bolsce11icl11) e si chiuse col trattato di Riga ( 1921 ). Nel pr incipio del 1919 la Polonia aveva con vari comba1ti01enti domata un'insurrezione scoppiata in una parte dclb Galizia austriaca, la quale aveva dichia rato la pro pria annessione all 'Ucraina. Brevi scon[ri le truppe polacche ebbero nell'Alta Slesia, a causa dell 'int,.;n•cnto quivi cli volontari tedeschi condotti <lai geo. Hofa. li problema fu quivi risolto coi plebisciti . Il confine con la Lituania (u oggccu, cli contcstnioni e di recriminazioni a cagione della città e 1crritorio di Vilno che durante il conflitto russo-polacco le <.: ran stati ceduti dalla R_ussi:1 con trattato del 12 luglio 1920, ma che la Polonia, dopo la viuoria sulla Russia ,

a,•cva nuovameme occupati . r:a Società delle Nazioni, alla q uale era Stata aff,data la decisione della conida, riel 1923 riconosceva alla Polonia il possesso della zona contestata e occupata con un colpo di mano da truppe polacche, con• fermando nel 1927 raie sua ·s entenza, alla quale però la Lituania non si è rassegnata,

Polonia (Ri110/uziot1e del 1830-31). Il 30 novembre 1830 scoppiava in Varsav ia, tra le file d ella guarnigione polacca, un moto rivoluzionario, quale epilogo di una serie cli cospirazioni sempre represse e sempre rinnovatesi dal 1S15. Erano esse provocate dal desiderio <li scuotere il giogo russo, r ibadito con q uello di altre potenze su altre parti dell 'antico regno d i Polo nia dal t rattato di Vienòa, e reso più intollerabile dal governo oppressivo del granduca Costantino. L'occasione lungamente_ attesa era sem-

La bandiera polacca a Cdynia

braca allora propizia essendo la Russia impegnata in una guerra non molto fortunata con la Turchia, ed era bastata la notizia di moti analog hi scoppiati in alrre parti d 'Europa per (ar divampare !"incendio. li granduca potè riparare oltre le frontiere con gli Sooo u . che costituivano la guarnigione russa, e il moto si estese rapidamente in tutte le provincie soggette alla Russia: i rivoluzionari cost itui• rono un governo prov,·isorio. Poco dopo questo fu rovesciato dal gen. Chlopicki, che, proclamatosi d ittatore, adottò invano una politica <l i conciliazione, cercando, con tratta• ti,,e, di ottenere dallo czar Nicola guarentigie per il Paese. Ciò fall ito, i l Chlopicki Jovctte cedere il potere ad u n governo nazionale composto d i cinque membci, presieduto dal principe Czartoryski. il qual<.:, il 25 gcnnajo, decretò la dccaclcnia dell'Imperatore N icola dalla corona di Polo nia e l'esclusione da questa di qualunque membro della famiglia dei Romanov. L'esercito d i cui la Polonia potè disporre ali 'inizio era cost ituito da 2 divis. di fanteria con 27 bgl., 2 divis. di cavalleria con 36 sqdr., 9 btr. con 72 pezzi. li governo provvisorio aveva chiamato alk armi tutti i congedati dei reparti permanenti; tale provvedimento aveva fruttato 15.000 uomini, coi q uali il d it tatore aveva potuto ordinare la formazione di 2 bgl. per ogni rcgg. di fanter ia e di 2 s,1dr. per ognuno di cavalleria. f'u anche ordinata una

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lc,·a speciale, colla quale era previst a la costituzione di r 6 nuovi regg. di fanteria e 12 di cavalleria. Gravi però furono le d ifficoltà per inquadrare i nuovi repani con uffi.ciali esperti e per t rovare le armi in quantità' sufficiente. Molte unità non -sòlo poterono entrare in linea tardi , ma rimasero d i scarso rendimento, male addestrate ed armate; talune dovettero per tutta la durata della guerra essere arruate solo di falci. L'artiglieria potè raggiungere un massimo di 136 pezzi' da campagna, olue le grosse artiglierie che ar mavano le piazze forti. Tuttavia, all'inizio della guerra, l'esercito di campagna, esclusi 14 mila u. che costituivano le guarnigioni delle fortezze, disponeva d i 4 d ivis. di fameria ( r", Krukowieck i; za, Zymirski; 3~, Sk rzynecki ; 4a, Szembck) e di 5 di cavalleria (Lubienski, Suchorzewski, Tomicki, Jankowski, Rutié) con un complesso d i . 42 bgl. e 50 sqd r . della forza complessiva d i circa 50 m ila u: A comandante supremo fu . nominato il principe Radziwill, a fianco del quale fu postò il gen. Chlopicki . I Russi avevano potuto raccogliere lungo le frontiere un esercito d i o ltre 120 m ila u. con 396 cannoni, sotto il supremo comando del feld-maresciallo Diebitsch. Ne facevano parte 3 C . d 'A. (gen. P ahlen con 3 divis., Rosen con 2, Szakowski con 3) e 2 C . d 'A. d i cavalleria ( 1" e 3°) con un complesso d i 108 bgl. e r 36 sqdr. All'atto dell'inizio delle ostilità le forze russe erano d ivise in 3 forti masse: 30 m ila u. col gen.

Szachowski, al'l'ala dr. nella reg ione d i Grodno; 20 mila u . alla sr ., in Volinia, col gen . Krcu tz; oltre 70 mila u. al centro ,

nella

regione di

Bia~

lystock, coi' maresc. Die bitsch. La guerra si iniziò il 5 febbraio 1$31 . Le operazioni ebbero inizio con la marcia concentrica delle masse russe verso Augustowo a dr. , Lomza e Ostrolenka al centro, Lublino a sr. Il piano d'azione del maresc. Legione italo-polacca, napoleonica, del 1809 Diebitsch era quello. d i marciare con le tre masse per la via più breve su Varsavia, cerca odo con un ·azione dimostrativa verso flrest-Litovsk di attrarre l 'esercito polacco in quella direzione, staccandolo da Varsavia. La notte del 9 febbraio, allochè il D iebitsch era già giunto all'altezza di Ostrowno, sopravvenne un improvviso d isgelo, che fece temere per la successiva p raticabilità delle strade. Per tale motivo fu abband o nata la primitiva direzione d i marcia, passando i nvece il Bug a N ur per portarsi a cavallo della strada di S iedlce. I Polacchi, che dapprima si erano d isposti a Serock per sorvegliare le due su·adc d'accesso a Varsavia, conosciuta la nuova mossa nemica, si racco lsero rapidamente sulla loro dr. a Wengrow, lasciando _p iccoli corpi ad osservare la marcia delle masse latera Li russe. Il , 4 e il ,9 febbraio avvennero i primi scontri a Stoczek e a W;nver, dopo i quali il Diebitsch ritenne conveniente attendere i l sollecitato arrivo della propria ala dr. allora g iunta a Pultusk, e, per distogliere da esp - l 'attenzione dell'avversario, che si era raccolto a Grochow, decise d i attaccarlo il 25 tebbraio. Lo Szakowski intanto avanzava e, proprio nello stesso giorno in cui avveniva la battaglia di Grocho111 (V.), attaccava senza successo a flialolcnka un d istaccamento polaccq. Per la battàglia di Grochow i Polacchi furono costretti a passare sulla sr. della Vistola; per lo scontro d i

Bialolenka i Russi, per quanto battuti, poterono sfuggire e portarsi verso la loro massa principale. Nel mese d i m arzo si ebbe qualcbc attività solo ali 'ala sr. (gcn, Kreutz) . Questa si era portata d alla Volinia sulla sr. della Vistola per concorrere da quel lato alle operazioni contro Varsav ia, ma, affrontata a Novawies (V.) dal gen. Dwcmicki, era stata ricacciata in Volinia. Nel campo polacco si ebbe la sostituzione del Radziwill col gen. Skrzynecki; il qua le provvide alla riorganizzazione dell'esercito, che con l'incorporamento <li nuovi contingenti salì alla forza di 60 m ila uomini. Nel campo russo, i l maresc. D iebitsch disperdeva le forze, inviando un distaccamento col gen . Sacken a Plock, per assicurarsi dei ponti sulla Narev in vista del prossimo arrivo di rinforzi condotti dal granduca Michele; una divis. col gcn. Toll a Lublino in rinforzo al Kreutz·; egli infioe, lasciati i gcn . Geismar e Roscn scaglionati tra Praga, sobborgo d i Varsavia, e Siedlce, per osservare 1'esercito polacco, si era portato alla confluenza del Wieprz e della Vistola per effettuare il passaggio di quest ' ultimo fiume e marciare poi su Varsavia. I Polacchi si frazionarono anch 'essi per far fronte ai singoli distaccamenti russi, mantenendo sempre la possibilità dì fare rapidamente massa. Il 31 ma.r zo il gen. Skrzynecki riprese le operazioni, attaccando di sorpresa il gen. Geismar a Wawer; rotto questo, batteva ripetutamente il gen. Rosen cacciandone i resti su Sied lce. li maresc. Diebitsch allor a, d istrutto il materiale da ponte preparato per il passaggio della Vistola, si diresse in aiuto del Rosen, mentre il gen. Skrzynecki, temendo di essere tagliato da Varsavia, tornava indietro arrè-

st andosi sulla sr. del fiume Kostryzin. I! nemico, riu nitosi a Sie<llce, si venne a schierare sull 'altra sponda dello stesso fiume, tentando con un ampio movimento di fianco d i avvolgere la dr. polacca, ma lo Skrzynecki, accortasene in tempo, riuscì a sfuggire al pericolo e a ritirarsi definit ivamente a Varsavia.

Nel frattempo la L ituania si era ribellata alla dominazione russa ed aveva eh iesto aiuto alla Polonia. Il Comando polacco decise di rivolgersi contro il corpo della G uardia russa, che, stazionando nella regione tra Bug e Narew, a S.-E. {ii Ostrolcnka, sbarrava la via per la Li-

ruan.ia, ed iniziò il n1ovimen to nel 1n assimo segreto, lasciando di fronte al Diebitsch un distaccamento agli ordini del gen . Uninski. Questi veniva attaccato il 27 a prile, ma la sua energica resistenza convinse jl nemico d i avere an -.

cora di fronte l'intera massa dell'esercito avversario. La marcia verso Ostrolenka fu effettuata con molla lentezza e la città fu occupata il 18 maggio dopo aver più volte respinto il nemico, il quale peraltro riuscì a sfuggire verso Bialystock, malgrado l'inseguimento dei Polacchi, che fu• rono arrestati eia retroguardie presso Tykocin . Intanto il maresc. Diebitsch , conosciuta la realtà dei fatti e richiesto d i aiuto dal granduca M ichele, avanzava rapidamente, avendo passato il Bug a Granne e respi nto avanti a sè il corpo del gcn. Lubicnski. Ciò saputo, il gen. Skrzynecki, d ominato dal timore d i essere tagliato fuori da Varsavia, corse alla difesa della propria linea d'operazione passando per i ponti d 'Ostrolenka sulla dr. del Narew, protetto da un'esigua retroguardia al comando del gen. Lubiensk i, lasciata sulla sr. del fiume. Il 26 maggio il Dicbitsch, creduto ancora lontano, si presentava improvvisamente ad Ostrolenka, vi at taccava e r espingeva oltre Narew la retroguard ia polacca, senza riuscire però ad impedire la ritirata su Varsavia di tutto l'escrÒLo ne111ico . I Russi si [iortarono a Pultusk dove si fermarono, iniziando un n uovo periodo di stasi nelle operazioni. (n Volinia nel frat-

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tempo, il gen. Dwem icki aveva continuato con le sue sca rse forze a tenere in iscacco il gen. Kreutz, il quale però si andava sempre più rafforzando. Solo quando la situazione del Dwcmicki divenne quasi d isperata gli fu

inviato in aiuco li gcn . Sicrawski con una divis. <li 6 n1ila uomini, formata nel palatinato d i Sandomir con nuove leve non istruite e peggio armate, affidandog li anche la missio11c di sostenere ed estendere la rivolu7.io nc allora scoppiata ncll"Ucraina e nella Podolia. Lo Sierawski, battuto a Wronow, non potè assolvere al suo compito : il Dwernick i, incalzato da ogni pa rte, fu cacciato contro la frontiera austriaca 1 e . perdu ta ogn i via e speranza d i sal-

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scen te ind iscipli na delle truppe, causata, oltrechè dall 'csaurimento dei vecchi reggimenti, anche dalla lotta fra i partiti che allora i nfuriava in città, dove tutti erano ma lco11renri della piega poco favorevole assunta d agli avvenimenti.

~ RUSSI -

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ol<m.

POLACCHI 40

vezza, entrò in Galiz ia il 26 apri le e vi (u disarmato dagli Austriaci. La r ivoluzione in Podol ia, malgrado ciò, con tinuò per qualche tempo a sostenersi co lle armi , ma poi, abbando".ata a sè stessa, fu fac ilmen rc soffocata. Per sostenere_ la rivoluzione jn Litu;in]a, vi erano stati

inviati il gen. Ch l:1powski con un buon numero d i ufficiali e graduati d i tutte le armi per inquadrare i reparti rivoluzionari, e, !)OCO dopo, il gen. Gjt:lgud con una divis. d i 1 1 mila u . e •~ cannoni. li p rimo ottenne rapidi suc. cessi, riuscendo a formarsi un cmpo <li oltre 7 m ila insorti con 5 cannoni: e il secondo, battuto il gcn. Sackcn e passato i l N iemen, si era unito ag li i nsorti e al gen . Chlapowski.. Però, assumendo su bito d opo un 'attitudine d i-

TLiTovsk

fensiva, dava modo ai Russi di rafforz arsi a V ilno. F. quan-

d o si decise ad attaccare . la capitale litu:ma (19 g iugno) vi t rovò numerosi corpi nemici 1sià giunti cd altri , quali q uell i dei gcn. Tolstoi e Krcutz, proven ien te dalla Vo linia dove

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era s tato sostituito dal ge n. Rudiger, in imminente arrivo .

li Giclgud fu q uindi battuto e d a que l momento incal,zato senza

t regua . Dopo un u ltin10 sfortuna.to combatti •

mento a Szawle, ] 'esercito polacco si d iv ise in tre parti per compiere guerra di partigiani in tre d iverse direzioni .

Le prime ·due, g uida re dai gen. Rolancl e Chlapowski, si d iressero rispettivamente verso Polonga sul mar Baltico e verso Jurborg, ma, premute da og ni pane da soverchianti for2.e nemiche, dovettero riparare in Prussia, dove i l 15 luglio fu rono d isarmate e internate. Il gen. Dembinski, jnvecc} alla testa di 4- m ila u . , riuscì a sfuggire ai vari corpi russi, e , con epica marcia attraverso tutta la Lituania,

riuscì a raggiungere Varsavia . E li minate cosl le forze polacche, la rivolta fu quivi ben presto domata . Dopo la battaglia d i Ostrolcnka, men tre i Russi attendevano a P ultusk che fossero finite le operazioni in Lituania per riprendere la loro attività, il gen . Skrzynecki, in_ Varsav ia, riorganizzava l 'esercito cercando d i mettere un freno alla ere-

La guerra dc) 1831 in Polonia Schieramento iniziale e avanzata dei Russi

Ch iamati alle armi nuovi contingenti, le d ivis. d i fanteria furono portate a 5 (Rybinski, Chrzanowski, Malachowski, M ilbcrg e Sierawski) e q uelle d i cavalleria a 3 (lagmin, Skarzynsk ì e T urno); l'esercito raggiunse di nuovo 40 m ila

uomi ni e fu pronto a rientrare in campagua alla metà d i g iugno. Nel catnpo russo, intanto, il g giugno veniva a

morire i l maresc. Diebit.s ch, sostituito <lai gen. Paskevic . Per ap profittare del momento d i crisi nel comando r usso,

Le bandiere dei reggimenti polacchi (1928)

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i! gen . Skrzyaecki concepì il p rogetto di battere i l gen. cosa volle pr ovvedere al vettovagliamento della città e dclRudiger in Volinia . A tale scopo il 15 giugno uscì da VarJ'esercito, orma i privi di risorse in seguito al1 'occupazione savia alla testa di tre d iv is. di fanteria (ra., 3• e 5•) da parte de\ nemico dei palatinati d i Sandomir , della e tutta la cavalleria . La spedizione, condotta con le forze Podlachia e del la regione di Plock . A tale scopo inviò il disseminate e con lentezza, non dette alcun risultato: il 19 gen . Ramerino con circa 20 mila u . sulla dr. della Vistola giugno i Polacchi rientrarono in Varsavia, lasciando jl · per r ioccupare la Podlachia , e i l gen. Lubie nski con gen. Chrzanowski, col. gcn. italiano Ramorino, nel pala~ 4 mila u . a Plock . Rimasero così poco meno d i 30 mila u. ti nato di Sandomir, e il gen. Rud iger perfettamente libero con 92 pezzi (la campagna per difendere la citrà dall 'asdei suoi movimenti. salto dei Russi, che si annunciava imminente. Il RamoL'8 luglio i Russi cominciarono a riprendere la loro atrino, conosciuta la dislocazione del nem ico in Podlachia, tività, iniziando una marcia di fianco s u 4 colonne, con .. si diresse con tro il gen . Golowin che si trovava sulla vergcndò su Varsavia . L'occasione si presentava favorestrada di Sied le, presso Minsk, e che aveva cominciato a rit irarsi davanri ai Pol acchi, lo batti: a Rogoznica, e lo costrinse a r ifugiarsi ohre il Bub, trascinando nella ritirata anche il gen . Rosen . Cosl potè inviare a Varsavia numerosi convogli d i viveri, che, con quelli fatti g iungere dal Lubienski , arrivato a Plock, assicurarono l 'approvvigionaIntroduzione dell'inno nazionale polacco mento della città e dell'esercito per oltre un - mese. Intanto il gen. Paskevic, conosciuta la partenza da Varsavia dei 1·olc ai Polacchi d i battere separatamente le varie colonne distaccamenti Ramerino e Lubienski, decideva di approfitin marcia ; ciò non sfuggì al gen. Skrzynecki che si portò tare di tale indebolimento delle forze polacche per conqui~ Modlin , in posizione centrale particol;mnente adatta a stare V arsavia, tanto compiere la suaccennata manovra. Ma là giunto, con tutto più che coli 'arrivo del l 'esercit:o, rimase spettatore i nerte dei movimenti del negen. Kreutz e d i pane mico , e quando questo ebbe passato la Vistola su ponti delle forze del Rudipreparati da'lla P russia e gettati ad Osiek, ed ebbe comger poteva <lisporrc di pillto tranqu illarnenre la sua conversione su Plock, si ritirò 70.0 00 u . e 186 canStl Varsavia. Anche il gen . Chrzanowski, che alla testa noni. La battaglia cli di 20 mi la l i. provenienti dalla riunione' al suo dei corpi Varsavia d iede ai Russi dei gea. Rybinski e Ramorino, aveva battuto il 14 luglio la vittoria. I difensori i l gen. Golowin a Minsk , non sfruttava la vittoria e la e i membri ciel go·conseguente difficile situazione del nemico, r imanendo com• verno si ritirarono su pletamente passivo nelle posizioni di K aluszyn . In VarMod iin, senza. aver po • savia tali fatti causarono una profonda i ndignazione , fu tuto accettare, per la gridato al tradimcoto, molti generali ed uomini sospeu i resa, le du re condi d i intelligenza col nemico furono imprigionat i e il go• zioni loro imposte d al verno fu costretto a riunire un consiglio di guerra per ncmicq, A Mod lin av giudicare la condotta del generale in capo . li verdetto venne un nuovo musuonò d i piena fiducia nel generale, i l quale venne invitato tamento <!elle supreme ad una maggiore attività . Lo Skrzy11ecki uscì da Varsavia autorità dirigenti: NieMilizie polacche portandosi (31 luglio) verso il nemico che si trovava a della rivoluzione del J 862 moiowski fu eletto prepoca distanza dal fiume Bzura, diet ro il quale anche i Posidente, e i l gen . Rylacchi si schierarono. I due eserciti rimasero d i fronte combinski assunse il Comando supremo. Data però l'estrema pletamente inattivi fino al 14 agosto, mentre il gen. Rugravità della situazione, nulla potè essere tentato per ri sollevare le sorti della r ivoluzione oramai cond annata; -=e ==l 'escrcito dovette limitarsi a sfuggire alla cattura ritirandosi in Prussia, il 5 ottobre, forte ancora di circa 20 mila uomini. Oopo la caduta cli Varsavia rimanevano ancora in armi il gen. Ramorino, e il gen. Rozycki in Volinia di fronte al Rud igcr. li priino, malgrado l'ord ine ricevuto, decise di non unirsi a Modl in col resto dell'esercito, per non attrarre su di esso anche il forte corpo del gen. Rosen Inno: • Dio protegga la Polonia • che egli fronteggiava, e stabill di recarsi invece a raggiungere il Rozvcki in Volinia e cont inuare noi le operazioni d igcr, con 14 bgl., 30 sqdr. e 42 cannoni, battuto a Jlza nelle provi;cie di Sandomir e di Crac;via. Non riuscì un distaccamento polacco del gen. Rozycki, passava la Viperò a portare ad effetto il suo d isegno: perseguito dalle stola, en trava a Radom e minacciava il tergo delle forze preponderanti forLe avversarie, fu cacciato contro la frondello Sk.rzynecki . Questi (14 agosto) fu costretto a ripiegare t iera austriaca, cbc varcò il J? settembre con circa 10 mila u . rn Varsavia, sostenendo anche qualche scontro con distacIl gen . Rozyck i, r imasto solo in campo con poco mello camenti di sicurezza avversari. Esplose allora l' ind ignazione di 6 mila u., dopo alcuni scontri seguì la stessa sorte del popolare in città e, nella notte sul 16 agosto, i rivoltosi Ramerino, entrando in Austria, mentre i Russi occupavano t:ccisero alcuni generali precedentemente arrestati sotto l'acCracovia. La Polonia in tal modo ricadeva ~otto il docusa cl i tradimento, menne i membri del governo fuggi• minio incontrastato del lo czar. vano lasciando la ci ttà in balia dei tumultuanti. In tali frangenti venne destituito il gen Skrzynecki; fu eletto prePol;;nia (Rivoluzione del 1862-1864). P rovocata da una sidente del governo il gen . K rukowiecki . Questi per prima minoranza inteflcttuale, non parteciparono m ai ad essa le

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masse popolari, che si dimost raro no aliene <la nuove avventure . Venne così a mancare la poss ibilità di raccogliere grandi masse, r iunirle in unità m ilitarmente organizzate e trasformare la guerriglia in grande guerra. Non si ebbero perciò nè grandi eserciti, nè vere battaglie. La Russia. che da lungo tempo era in sospetto e si ~eneva pronta , aveva occupato fin dall'inizio con forti reparti di fanteria ed artiglieria i punti più importanti del paese, impe<lendo cosl il coord inamento degli sforzi dei rivoltosi e la conquista di qualche città imponantc, che potesse rappresentMc centro di raccolta e di organizzazione. Resa impossibile la permanenza in wne popolose e ricche che avrebbero permessa la raccolta abbondante di mezzi e rifornimenti, le bande degli insorti furono confi nate in zone povere, prive d i qualsiasi impor tanza economica e politica . Contro d i esse i Russi sistematicamente lanciavano repani di truppe celeri composti delle tre anni, non appena avessero assuma una cnnsistenza apprezzabile : le accerchiavano, le d istruggevano o le disperdevano . Le bande, composte di gente di ogni ceto cd et à, dai nobili ai conta(lini, dai professori agli studenti, guidate dall'intrepido giovane capo Langiewicz, il quale aveva wmbattuto nelle file garibaldine, e rivelò r.on comuni capacità militari, si batterono dovunque con disperato valore: battute in un luogo erano vincitrici in

un altro, disperse in uno scontro si ripresentavano poco dopo in un altro ricostituite e ri nnovellate . Così infatti,

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malgr ado l'assenza d i qual unque reparto regolarmente organizzato, la guerriglia riuscì a sostenersi, aspra e sanguinosa, per ben r4 mesi , molto di pif1 cioè di quanto non fosse durata quella del 1831, condotta con truppe regolari e grand i masse, contro gli 2ggucrriti e poderosi eserciti dell' Impero russo. Alla rivoluzione partecipò un gruppo d ; 18 Italiani, a capo dei quali fu Francesco Nullo, riconosciuto capo anche

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presi prigionier i, vennero mandati i n Siberi a, con la condanna a ro ann i di lavori forzati.

EsercÌt,; della. Polonia . L'anuale esercito poiacw prende origine dalle formazioni a carattere militare create negli anni 1905 e 1914 sotto la d irezione di Giuseppe Pilsudsk i,

Divisa azzurra (r 911,- 1920)

D ivisa marron (192,0)

Legionari polacchi

e t rasformatesi sou o la sua guida, allo scoppio del con liitto mondiale, nelle Legioni Polacche, combattenti contro la Russia zarista e forti di 7 rcgg. di fanteria, di 2 rcgg. d i cavalleria e di 7 rcgg . d'artiglieria. Esse cost ituirono il primo forte nucleo embrionale dell'esercito polacco, mentre allrove erano sorti durante la guerra Mondiale altri gruppi , come presso l'esercito russo la Legione d i Pulawy ed in Francia la Legione di Bayonne . Indipendentemente ,falie forze schierate sui campi <li battagl.ia, si formò nel 19r4 I'« Organizzazion~ Militare Polacca », forte c!i ben 20. 000 soldat i egregiamente addest rati e pronti ali ' azione, diretti più tardi dal gen . Smigly-Rydz. T utte queste for~e formarono un gruppo esiguo in rapporto al grande numerO' di Polacchi incorporati nei vari eserciti in lotta, numerO' ascendente ad oltre 3.000.000 di uomini, rlei quali 1.196 . 000nell'es,ercito russo, 920 . 000 nell'esercito austro-ungarico e 780.00 0 nel l'esercito germanico. Di questa cifra ben 400 .000caddero sui vari campi d i battaglia ed oltre 1.000.000 rimasero più o 1neno g ravemente feriti. L 11 novembre 1918 è la data storica della formazione de ll'attuale esercito polacco e<l è il giorno in cui la Polonia ripristinò la sua indipendente esistenza statale. In quel giorno i Polacchi disarmarono ed allontanarono dal loro territorio gli Austriaci e i Tedeschi battuti dagli Alleati. Con grande rapidità sorse allora l'esercito volontario, forte già nel mese di d icembre del r918 d i u o.ooo uomini e composto di, ufficiali e soldati delle Legioni Polacche, ossia di due divis .. d i fanti e di cinque regg. di cavalleria; d i ufficiali e soldati della cosiddetta « Forza Armata Polacca » , formaàoned i addestramento per le Legioni, che era stata accresciuta e sviluppata dai Tedesch i come unità d 'azione composta esclusivamente di Polacchi, in ~eguito al rifiuto di giurare la fedeltà agli Im peri centrali da parte dei legionari di Pilsudski; di ufficiali e sottufficiali dei cosiddetti « Corpi Or ientali », formatisi dopo la caduta dello zarismo in Russia; sci regg. di ulani, amglicria a cavallo, una parte del genio, a lcune squadriglie d 'aviazione; d i ufficiali e sottufficiali dell 'ex esercito austro-ungarico (Stato Maggiore, quadri di 4 divis. di fanteria); di elementi locali sfuggiti alla mobilitaziouc; di volontari. Questo esercito (u divis . d i fanteria e 4 brigate di cavalleria) basato sui regolamenti 1

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Circoscrizioni militari polacche

da volontari di altre nazioni europee, col grado d i generale. Erano da poco penetrati nel territorio polacco, provenient i da Cracovia, quando in uno scontro con un d istaccamento russo il N111lo restò ucciso, il 5 maggio 1863, mentre ricordava ai suoi dipendenti la data gloriosa. Sette italiani,


Pot

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·militari in uso p resso le Legio ni nel 1917 e formato du,rantc le operazioni d i guerra, d oveva necessariamente avere tutti i difetti e tutte le virtù d i un esercito improvvisato. A questo nucleo essenziale aderirono successivame nte: le for mazioni insurrezionali della Lituania e della Rutenia

Drappelle dei reggimenti polacchi consegnate daH 'Italia ai regg. corrispondenti: da un lato il fregio itali,mo, dall'altro il fregio del rcgg. polacco corrispondente

Pot

10 d i fucilieri a cavallo. L'artig lieria è composta di 3·0 regg. d' a rt. d ivisionale, 10 d'art . pesante, 1 da posiziouc, 1 da

montagna,

2

gruppi ferroviari,

r4 btr. a· cavallo;

1

btr.

appiedata, J regg. e 6 ber. an tiaeree e un reparto di studi tecn ici d'artiglieria . L 'a1-ma blindata sì compone d i 5 regg . di carri armati, d ue reparti di autoblindate e due d i treni blindari. Il gen io si compone d i 8 bg\. di soldat i del genio, r bgl. <li pon1ieri, 1 bgl. di elettrotecn ici, , bgl. di motoristi, 2 bg l. per i ponti ferroviari, 9 bgl. cli teleg.rafisti, 3 d i rad iotelegrafisri. La gendarmeria è sudd ivisa in ·dicci reparti, con 30.000 u. e i doganieri, 1niliwriz.zati, sono 6000. lJn corpo a sè è formato d a.I Corpo di difesa della frontiera, ch e costituisce l 'organo esecutivo delle autorità in materia della ~li(esa e della sorveglianza dei confini; esso · ammo nta a 35.000 uomi ni. In guena, la P. può mobilitare 2 milioni e mezw di u. delle classi istruite, oltre a lla territoriale 1 di circa I .000 .000 di_ u. Nel campo scientifico lavorano l'Ufficio stor ico , l 'Istituto sciendfico-edit0riale, l'Istituto geografico, J'Istituto di studi intorno ai materiali cli arma1ncnto, l'Isti tuto di ricerche tecniche per J"3viaz.ione, l' Istituto di stud i <l 'ingegneria militare, l 'Istituto tecn ico dell'inte ndenza, l' lstintto di stud i per l'approvvigionamento sanitario, l'Istituto 3nti~gasico, .il Centro di studi medico~

Bianca (2 divis. di (a1,teria formate dai gruppi insurreziona li dei territori suc.kkui); i 'ex armata della Grande Polon ia, formata dai gruppi insurrezionali combattenti contro i

Tedeschi dal 27 dicembre 1918 alla metit d i febbraio del 1919 (3 d ivis. d i fanteria e 3 rcgg. d i ulani); l 'esercito polacco. formato nel r9r7 e nel 1918 in Francia ed in lral ia dai volon tari giunti dall'America e dagli ex-pr ig ionieri di g ue rra nei campi francesi, italiani ed oland esi, giun Li in Polonia nella p rima metà del 1919 (4 d ivis . di famerìa) . Occorre nota re che la tradizione dei rcgg. formali jn ltaJia è rimasta assai forte in 18 rcgg., i quali hanno ri annodaw i vincoli di fraternità d'anni con i rispettivi rcgg. itafani; le formazioni della Siberia e d c! Kuban (due d ivis. formale in Russia durante la guer ra civile) ritornate in Polo~ia nel 1919 e r,el 1920; le for mazioni della Pomerania e della Slesia sorte ne l 1919 net rispettivi territori e raggruppanti i volontari pomeraniani e gli insorti slesia ni dell'Alta Slesia dove agiva clandéstinamente I ·" Organizzazione Militare Polacca » ; i volontari del 1920, ascendenti a i'o5 .ooo uomini. In Polonia. vige l'obbligo generale del servizio. Nell'esercito attivo la permane nza de l cittadino è fissata dal 2r 0 al 23° anno (in guerra il servizio comincia al 1<:f anno), mentre la riserva impegna il cittadino fino al 40° a nno e la mobilitazione generale comprende tutti fino al 50° anno . Lo stato numerico dcli 'esercito polacco in tempo <li pace è per l'eserciro di 17.000 ufficiali e 235. 000 soldati. Comandante supremo è il presiden te della Repubblica, il quale esercita le sue funzioni in tempo di pace a traverso 11 Ministro degli affari militari cd in tempo di guerra a traverso il generalissimo. Il Presiden te ha la facoltà di d ich ia rare la gue rra e d i concludere la pace previo il .:onscnso del Parlamento. Egli p resiede il Comitato speciale per la J i[esa dello Stato . L'Ispettore generale delle forze armate i';: il generale previsto per la carica di generalissimo durame la guerra . Il territorio dello Stato è sud d iviso in dieci distretti di C . d'A . : Varsavia, Lublino, Grodno, Lodz, CracoviJ, Lemberg, Posen, Torun, Brest: Litowsk, Przemysl. Io pace l'esercito comprende 30 d ivis. di fan teria,

2

<lìvis. e 9

brigale autonome di cav:::tl1eri::t .

L a fanteria si compone di 86 regg., <li 6 regg. di fucil ieri di montagna e di 3 bg l. d i fucil ieri sce lti. La cavalleria .si compone d i tre regg. d i cavalleggeri, 27 d i ulani e

aerei, la bibliotec:i m ii. centrale, l'Archivio, il Museo, la semi -ufficiale Società per la Scienza mil itare . L'a'Cldestrarnento tecnico d ell'esercito avviene nelle seguen ti istituzioni: i l Ce nuo d egli studi mii. e la Scuo la superiore mii . per quan to concerne g li alti comandi ed il lavoro di Stato Maggiore; la Scuola superiore d i Intendenza per quanto riguarda i servizi di approvvigionamento e logistici; la Scuola

dei topografi nel campo d ei lavori topografici d ell 'esercito; i Centri d i studi per ciascuna delle pr incipali categorie d ell 'arma; la Scuola dei porta-bandiera e d ella marina da guerra e la Scuola del servizio sanitario; una serie di scuole speciali per i sot tufficiali ddlc singo le categorie d'arma, per g li aspiranti al grado d i ufficiale dell 'esercito e per i candidati alle va rie scuole per uAiciali d ell'esercito . Per conto <lei Ministero degli Affari militari agisce anche l'Istituto statale per I'eJucazionc fisica e l 'bt ituto rer la p reparazione m il itare. Quest'azione comprende tutte le b ranche inerenti ali 'educazione fisica dei cittadini cd alla preparazione p remilitare e m ilitare della gioventù. Con queste istitu1.ion i collabora la n1assa dei cittadini, organizzati nelle singole associazioni e nelle istituzioni a

scopì similari . U na

<ldle più cospicue organi2z.tw:ioni di partig iani del Pilsudski era la « Unione tiratori " , la qnalc nel 1933 è stata incorporata nelle forze a rmate dello Stato, come truppa ausiliaria, formando una tniliz ia sul tipo d i que lla fascista .

Legione Polacca ( 1848-1849). Organ izzata a Milano coi Polacchi residenti in Italia, sotto il comando prima del magg. Levenox ich, poi d el magg. Wroblcwski. Legionari polacchi Il governo pie montese la incor porò nell'assedio di Roma ( 1849) il 22 gennaio 1849 nell'esercito sardo. La sua forza e ra d i. 725 u., parte a piedi, parte a cavallo. Passata al servizio di Venezia, fu poi richiesta da Mazzini per la d ifesa di Roma, e vi ;1ndò ridotta di forza ad un terzo, sotto la guida del col. M i!bi1:z. Aveva nella sua bandie ra i colori della Polonia, portando appeso al-


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Poi,

) 'asta il nastro tricolore italiano. Quando la repubbl ica cadde, la leg ione si sc iolse (5 luglio 1849) rifiutando ogni ricompensa e dichiarando d i essere paga per avere avuto l 'onore di battersi per la libertà di Roma.

due cannoniere d i 350 tonn. , due navi-scuola, di 2540 e i570 lOnn., sei monitori fluviali, due cacciatorpediniere d i 1540 tonn., tre sommergibil i posami ne da 980 tonnellate. G li effettivi ammontano a 250 uA,cial i e 3100 mar inai.

Legione Polacca (1854). Costituitasi in Inghilterra durante la g uerra d i Crimea, e composta di Polacchi residenti in Inghilterra ed in Francia; vi si aggiu nsero diser. rori dall'ese rcito russo. Vennero formati 2 regg . d i cavaller ia , i quali, al comando del gen. Zamoiski, furono assegnati al corpo del gen. V ivian.

Aviazio11e della Polonia. Dispone d i 6 rcgg. d i avieri, e 2 bgl. per d irigibili e palloni fre nati. Vi sono 30 squa-

Legione Polacca (1870). Costituita in, Francia coo emig rati polacchi al comando d i J~roslao Dabrowski, ebbe la forza d i 1 bgl. di fanteria e r sqdr. lancieri ; fece parte dell 'esercito dei Vosgi agli ord ini cli Giuseppe Garibaldi.

drjgJic da caccia, da osservazione, <1 a homba rtlan1ento, con

apparecchi per l"esercito, e 5 squadriglie con 60 apparecchi per la marina. Inoltre 200 apparecchi destinati ali 'istruzione e all 'addestramento. Le forze aeree sono r ipar2iO

tite in tre gruppi:

Varsavia.

Poscn (Pozna n), Cracov ia. Gl i idrovolan,i hanno la base a Puck . Gli effettivi ~mmontano a 7900 u., d i cui 2400 d i carriera, gli altri d i leva o d i riserva . c;li apparecchi sono in parte costruiti in pa• tria e in parte d i fobbrica-

zione francese.

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Legioni polacche. Oltre a quelle appartenenti alla guerra Mond iale, e delle quali abbiamo detto sopra, ne vennero .cost ituite nllrc in tempi precedenti, e precisamente : 11) Legio11i polaccl,e ( 1797-1813). Costituite in Italia il 9 gennaio dal governo provvisorio d i Lombardi,,, il quale aveva preso al suo servizio un cerro numero d i Pol~cchi , condotti dal gen. Dabrowski~ emjgrati dopo la spartizione dell a loro patria. Questo corpo ausiliario della repubblica Cisalpina ammontò in breve a 6500 u. e se ne formarono due legioni che presero parte alla guerra d i quell'anno. Con Benhier marciarono alla conquista del la Romagna; nel r798 furono a Roma e Kapoli; poi si batterono conrro g li invasori austro-russi. Al r itorno del Buonaparte dall 'Egitto, i legionari passa rono al soldo d~ lla Fr ancia : la prima leg ione a l wmanc.lo del geo . Dabrow,k i, fu destinata all 'cserciro d' ILalia; la seconda invece venne inviata a reprimere i moti d i San Domingo, do ve rimaneva quasi distrutta per le malattie. Nel 1806, quando gli eserciti di Napoleone si avvicinavano ai confini della P olo nia, l)abrowski lanciò un nuovo proclama all a propria nazione, il quale fu d i tale efficacia che sotto di lui a Varsavia si raccolse una legione polacca, che raggiunse la forza d i circa 30.000 u . Essa costituì due d ivis. le quali presero parte all 'asscd io d i Danzica, alla campagna del 1809, e a q uella del ,812 e dd 1813. Ma,-i11a della Polonia. Com prende cinque to rped iniere ex tedesche, d a 350 tonn ., adibire a servi1.io d i polii.ia,

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Polonia. res1ituila. Orc.linc cava lleresco, creato nel 1921. Comprende cinque classi: cavaliere di gran cordone, cava. lierc della con11ncnc.la con srd . la, cava lier<; c.lclla commen da , cavaliere ufficia le, cavaliere. L'o rdine è conferito a coloro che d imostrano grandi q ualità Ordine della •Polonia restituita • intel lettua li , grande ct1pacit~, o compirono atti di speciale eroismo e coraggio, o conse• guirono grandi rnerh i e hene1nerenzc. L'ordine può essere conferito anche agli stranieri-

Polonio (Ugo) . Medaglia d'oro, n . a T rieste, caduto su l Carso (1897-1915). Irredento, spinto da irresistibile amor d i Patria , si arruolò appena diciottenne nel 18• regg. fanceria e in una del le prime battaglie del l'Isonzo cadde da pro,k, !asciando una lcuera-tcsrnmento, che può essere additata a tutt i i g iovani ita• liani come un documento n1agn ificn d i (orza morale e d i .sencirncnto patr io ttico. La moriv,1%ionc della

medagl ia d'oro

concessa alla memoria dcli 'ardi men to.so

sottotenente triestino

si esprime così : « Vclon tario irredento di T rieste, gi} distintosi per ripetute prove d i coscie nte ardimen ,o , preparava, il 2 0 otto bre , l' at• tacco a lle t rincee nemiche, fa. ccndo brillare, con alcuni dei suoi va lorosi, tuhi tsplosivi Polonio Ugo nei reticolati. Col plotone infiamm;-i c-o dal $UO generoso entusiasn10, mosse all 'tlssalto t ra l ' infuri:;ue dd fuoco avversano; ferito una prima volta 1 per$isteva nella corsa, e al grido di l( Savoia! >>

g iungeva, primo , al la meta ; q uivi ca<luro per nuove mor-

ta li (eritc, t rovava la forza, spirando, di dirs i conten to di mori re per la Patria ,, (Vermegliano, . 21 "ottobre 1915)-

Poloregro (Campo di) . Località della Colombi,1 . presso llucaramanga. - Nel maggio del 1900 vi si combattè una battagl ia , che con alterne vicen<lc d i ripetuti scontri durò 16 giorn i, fra !e truppe del conser vatore gcn . Pinzon e


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Combattimento di Polotsk (agosto t812)

quelle del libera le gen . Uribe. La vittoria restò a i Conservatori : i Liberali dovettero abbandonare la regione, dopo di avere avuti uccisi 5000 dei loro.

Polotsk (o Polozk), Città della Russia Bianca, sulla dr. della Di.ina, importante nodo stradale. Fu presa dai Russi ai Polacchi nel 1563 e ripresa dai Polacchi d i Bathori nd 1579. Fu in antico munita di castello. I. Assedio di Polotsk (r579) . Appartiene alla guerra fra la Polonia di Stefano 13atori e la Russia d i Ivan il Terribile, e fu posto i l 20 agosto da Ilathori, a capo di un eserci to d i 30.000 u. ,. nel quale erano un rer,ano lituano al comando cli Nicola Radziwill e uno ungherese condotto da Gaspare 13akiesz. La fortezza era difesa da una guarnigione russa; questa non potè tenere la città, alla quale il bombardamento degli assedianti aveva appiccato il fuoc0, e si rifugiò nel castello . L' artiglieria polacca ban2 allora l 'ulrimo rifugio dei Russi, i quali furnno costretti a<l arr<:-ndersi a discrezione. li. Combattimento di Polotsk ( 1812) . Appartiene ~Ila campagna napoleonica in Russia. Il maresc. Oudinot, dopo uno scontro preliminare d'avanguardia contro i Russi del Wittgcnstcin, raccolse le sue forze prendendo posizione dinanzi a P. Nella notte sul 17 agosto Wittgenstein, sboc• cando dalle strnde di Pietroburgo e di Newel, lo attaccò su larga fronte, cercando d i avvilupparlo : il combattimento durò l 'intera giornata del 17, e l'Oudinot, benchè i suoi tenessero fermo, giudicando difficile la propria situazione col fiume alle spalle, ordinava la ritirata sulla sr. della Diina, avviandovi per pr ime le armi a cavallo. Ma il gen . Gouvion de Sainc-Cyr, subentrato nel comando alq'Qud inot ferito, giud icò opportuno sospendere l 'arretramento e tentare j 1wece una ripresa offensiva, m ascherando -opportunamente j [ proposito. L'attacco dei Francesi sorprese i Russi il matti no del 18, e riuscì a respingerli nella regione boscosa, ove la difficoltà dei collegamenti e 1'in·g ombro stradale crearono loro seri i imbarazzi, tanto più per l 'ala dr. che aveva perduto contatto con le altre t ruppe e disponeva di una sula linea dì comunicazione. Il Wittgenstein si vide perciò costretto a ordinare la ritirata, lanciand(l un contrattacco per arrestare l'azione degli iJ1calzanti ravalleggeri francesi. I Russi si raccolsero il · 19 a Oboiarszina, senza soverchie 1nolestie, poichè l'avversario non era in grado d i premerli fortemente. Le due giornate furono sanguinose (le perdite dei Russi ammontarono a 7000 u.), ma giovevoli alle anni dei Francesi: i i gcn. Saint-Ci.r vi guadagnò, col favore cli Napoleone, il g rado d i maresciallo.

III. Combattimento di Polotsk (18!2). Dopo una !unga tregua su questo scacchiere delle operazioni, alla metà di ottobre del r8 t2 il \.Vittgenstcin , avendo ricevuto rinforzi, decise di riprendere l 'offensiva per rioccupare P ., che nel frattempo e-ra scan messa in stato di difesa dai Francesi mercè lavor i attivissimi ancora in cc;,rso di esecuzione. Il 16 ottobre si mise perciò in marcia col proposito di attacc:trc la piazza d i fronte e di rovescio. A ml scopo, mentre il g,osso (circa 40 .000 uomini) si dirigeva su P., un corpo agli ordini ciel gen. Steinhcil raggiungeva la Duna a Disna per passani il fiume. Il Saint-Cyr, r idotto a circa 2 7.000 uon1ini, non si ~cnliva in grado di resistere efiì.cacemente,

ma non intendeva di cougiungersi col corpo Vietar, eh 'era i l. più prossimo; perciò, mentre faceva passare sulla sr. della Di.ina· il carreggio e il grosso ·della cavalleria, si disponeva , a difesa sulla fronte, distaccava la brigata cavalleggeri Corbineau sull 'Uszacz - piccolo affluente a valle di P. e spingeva ricogn izion i di c2vaileria in rliver.)e altre dire-zioni. Wittgenstein in iziò l'attacco del 18 ottobre su tre colonne convc:rgenti , dando a quella di sr. compito risolutivo: vista la salda resistenza, s'impegnò dipoi a fondo su tutta la fronte, senza peraltro riuscire a impadronirsi delle ridotte. La notte d iede termine alla battaglia e si bivaccò sul posto. L'indomani l 'azione riprese soltanto verso le 10 <ld mattino, poichè Wi ttgcnstein attese che si pronunciasse l'avanzata del corpo Stcinhcil, il quale rag• giunse tardi le rive dell'Uszacz. Quando questo entrò in azione, respinge ndo i cavalleggeri del Corbineau, Saint-Cyr avviò da quel lato tre regg. di fanteria ed uno d i coraz. 1.ieri, che furono sufficient i ad arrestar lo nelle boscaglie che coprivano la vja di atta.eco. La .situazione non era ancora grave, ma il Saint-Cyr comprese d i non potersi più a lungo sostenere senza pericolo; epperò ordinò la ritirata, éhe si iniziò la notte stessa. L'incendio d i alcuni baraccamenti rj. velò prematuramente il proposito dei Francesi, inducendo il Wittgenstein a concentrare su P. il fuoco delle proprie batterie, k quali determinarono alcri incendi nella citt:ì. Il bagliore diffuso permise ai Russi di attaccare; ma ogni sforzo s'infranse d i fronte alla nutrita fucileria dei difensori. Infine questi ripiegarono sotto l'efficace protezione della retroguardia, e alle due del mattino del 19 raggiungevano tutti la sr. della D,ina, bruciando subito i ponri cl i barche utilizzati per il passaggio. Le due giornate costava no ai Francesi circa 6000 uomini e forse 10.000 a1

Russi. li Saint-Cyr vi rimase gravemente ferito. Passate tutte le forze sulla sr. del fiume, una colonna di soccorso fu inviata subito a sostenere il distacca1nento che fronteggiava la colonna Steinheil. Il gen. De Wrede, che

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ne aveva preso il comando, ali 'alba del 20 attaccava e cacciava i Russi dalla boscaglia e dalle rive dell 'Uczacz, respingendoli su Disna; indi ritornava verso P. Soltanto il 21 i Francesi ripiegavano, abbandonando defin itivamente P. per riunirsi alle truppe del maresc. Victor, t he raccog lieva allora sotto i suoi o rdini il li, VI e IX corpo.

Poltava (o Pultava) . Città della Russia, sulla dr. della Vorskla, sorta i n principio ·del sec. XV!l e fortificata con poligono irregolare dai Russ i. Vi fu nel! 'epoca imperiale una scuola m ilitare.

I. Assedio di Poltava (1i09) , Appartiene alla seconda g uerra nordica e fu posto da Carlo XII d i Svezia, dopo di avere, il 3 e il 4 aprile, fa tto un vano tentativo d i prendere <.I ' assalto la fortezza. Il presid io postovi da Pietro i l Grande di Russ.ia era costituito di 3 regg. d i fanteria, 91 cannonieri e 2600 abitanti armati : in tutto 68i3 u . con 28 cannoni, al comando del colon nello Kclcu . ]\ re di Svezia affida la direzione dcli 'asse<l io al gen. Hillenkrok , il quale, disponendo di pochi cannoni, apre le parallele soltanto sul lato nord-occidcmale della fortezza. lnt,UltO i l re tenta due nuovi attacchi (29 e 3 0 aprile) che sono sanguìnosamentc respinti. Frattanto l 'esercito svedese

è accampato sulla dr. della Vorsk la, ma l'esercito russo a sua volta è comp,u-so e si è a.ccarnpato su Ila riva .sr.,

e il gen . Menscicov è r iuscito a rifornire In piazza, man dandovi anche un r inforzo di 1200 u. La situazione ri mane inva ri~ta fino al gjugno 1 con nuovi e vani ten tativi

d'attacco ddla fortezza da parte degli Svedesi, e con scaramucce fra piccoli repani dei due eserci ti, fortificati nei

loro rispet tivi campi. Sui p rim i <li g iugno, i l re Pietro raggiunge l'esercito russo . V iene allora deciso da lui e dai suoi generali di passare sulla r iva dr. del fiume e di dar battaglia agli Sve<.lesi. li passaggio è eseguito in fine giugno, e la battaglia che segue libererà P. dall'assedio. II. Battaglia di Voltava (8 luglio 1709). Il re di Svezia dispone d i_ 29.500 u., dei quali molti ammalati, e di 4 soli cannoni . Lo czar ha 4 4.000 fanti, 10 . 000 cavall i, 72 cannoni. Dopo il passaggio della Vorsk la, lo czar ha accampato il suo esercito in mezzo alle boscaglie della riva dr . Per tre lati il campo è cintato da lavori d i fortificazione, il quarto lato è lungo il fiume . Fra le boscaglie e gli sterpi che ricoprono il terreno <li froote all'assediante vi è un tratto di terreno sgombro da vegetazione. Su tale spianata lo czar pensa di accettare battaglia. A tal fi ne fa preparare d ue linee di ridotti: q uelli della pr ima l inea sono a imervallò tale da consentire l'incrocio del fuoco di fucileria; quelli della seconda linea sono in corrispondenza degli intervalli fra quelli di p rima linea per il caso d i perdita d i qualcuuo cli essi. Il giorno 8 luglio avviene la batraglia. Carlo Xli, che ha già l'esercito ridotto d i numero, e agli estrem i.e dal punto di vist a dell'approvvigionamento, commette il gravissin10 errore, avendo un nen1ico tanlo superiore d i forze.:, d i lasciare 3000 uomini avanti all a città assediata e 4000 a guardia del carreggio, presentandosi alla battaglia con soli 21.000 ·uomini e 4 dnnoni . Egli e:a stato ferito a un piede alcuni giorrù p rima in una scaramuccia e dirige l'azione portato sopra una barella , Lo czar ha in prima

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200

linea fanteria e artiglieria al riparo dei ridotti; in seconda linea cavalleria in corrispondenza degli intervalli fra i ridoni; in terza linea la ri5erva, divisa in due masse e d isposta alle ali. Concetto operativo d i Carlo è questo , attaccare la sr. dello sch ieramento nem ico con tutta la fanteria e pa rte dclfa cavalleria, e aggirare l'ala <ir. con un corpo d i 5000 cavalieri. L·attacco contro la sr. russa avviene su 4 colonne di fanteria se~uitc da 6 colonne di

PoL

(1838-1901). Sottot. del genio nel 1859, raggiunse il grado d i colonnello nel 1885 : f:u direttore pell'officina del genici d ; Pal'ia e poi direttore del genio a Milano. Magg. generale comandante del genio a Venezia nel 1893, fu promosso ten . generale e collocato a d isposizione nel r900.

Polver (Gaetano) . Generale, n . a Verona nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1882, n1ggiunse il grado di colon.,

nello nel 1915 e partecipò alle campagne cli guerra contro l"Austria del 1915, 1916 e 1917. Comandante il 147° rcgg. fan teria a Bosco Lancia (1915), rimase ferito e meritò la incd. d'argento . Magg. generale nel 1917, comandò le bri gate Campobasso e Verona . Iu P. A . S. nel 1920, generale di d ivis . nel r923, passò nella riserva nel 1929. Pubblicò le « Memorie storiche del 17° regg. fanteria ».

Polvere nera. :È. il primo vero esplosivo, e trasse la sua orig ine, per quanto e mpi rica1nentc, <lalJ'alchimia. Per molti secoli fu l'unico adoperato in g uc.rnl e nelle mine; nessuu 'altra invenzione quanto questa ha avuto forse tanta

Il monumento di Poltava

cava l]erla: le fanterie svedesi riescono _jn pi imo tempo a prevalere sulla sr .

russa; sopravalutando il l ieve vantaggio

Carlo lancia 1a cavalleria negli intervall i fra i ridotti. Inizialmente la bri llante azione riesce, in quanto la cavalleria russa è rotta e incalzata. Senonchè la cavalleria svedese a un certo punto commette l 'errore di {ernrnrsi per non al lontanarsi t roppo dalle prop rie fa nterie , della sosta approfitta subito la cavalleria ru'i:'.'.~•i che con trattacca con impeto quella svedese e la ricaccia 'lfrtb ai ridotti, ove le fanterie avversarie erano in piena lotta. Ne deriva una grande confusione. Il generale Menscikov, che comanda l'ala dr. nissa, con felice intuito della favorevole situazione, scaglia la propria riserva d i fanteria contro !"ala sr. svedese per aggirarla: l'azione riesce e Carlo ne ordìna il ripiegamento. !, il prodromo <lclla vittoria n,ss" s,,lle tnippe svedesi g ià stremate di forze. I Russi sen7.a da r tempo preparano I 'attacco

risolutivo 1

e,

dopo un tiro

violentissirno

fatto

::i

massa dai 72 pezzi di a rtigl ieria cont ro la prima linea svedese, tutte le loro fanterie si lanciano al! 'attacco . La fronte svedese è rona e messa in fuga : i resti di qucll 'eserc ito sono inseguiti fi no al Dnieper e presi quasi tutti p ri~ gionicri. Carlo Xli, dopo aver cercato la morte ~ui campo, è salvato dai suoi lidi e r ipa ra in Tmchia. La ba ttaglia, che segnò la fine della glor ia di Carlo XII e della potenza militare e politica del la Svezia, costò 9 m ila

i nvano

uomini agli Svedesi:

5 gene-

gionieri.

Polto (Agostino) . Gçnerale, a

Torino,

111 .

a

Roma

teoricam{:nte necessario all a reazione, n1a in pratica rap' presenta un elemento essenzf.a le, servendo a cementare g li

altr i due ingredienti, facilitandone l 'accensione e rendendo più rapida e regolare la combustione. La sua presenza è altrcsì utile perchè assicura la conservazione della polvere. li dosamen to della P. N. va6a secondo il cr.iterio di chi la fabbrica e secondo l ' uso a cui deve esse re destinata. i\bbiarno perciò un <losan,e1uo teorico e un d_osamcnto pra... t ico. li pr imo ha le seguenti !>roporzioni percentuali: nitrato cli potassio 84, zolfo 8, carbone 8; dosamento però che no n !)UÒ essere vantaggio9amcntc seguìto pcrchè ne

ra li, 93 ufficiali, 2729 uomin i di truppa ,•en nero fatti pri-

n.

influenza nella stor ia dei popoli. Talune m iscele incendiarie erano conosciute e impiegate dai popoli di più ;:tntica civiltà (Arabi , C ines, , Ind iani), come ad esempio il Fuoco g1·eco (V.) . Attraverso al perfezionamento nella sua composizione si giunse a trovare la P. N. e alla scoperta della sua proprietà di agente balistico di p ropulsione . Tale invenzione, per molti autori, sarebbe dovuta . a 1vlarcus Gnaccus cbe visse, molto p robabi lmente, nel IX secolo e lasciò " Liber ignium ad comburcndos scritta una memoria hosres ,, - la quale, per volontà di Napoleone I, fu pubblicata nel 1804. Si rileva da <,s,a che la P. di Marcus GJ'accus veniva preparata co n 66 parti di njcro , 2:2 di car~ bone d i salice e t2 di zolfo; ma taluni riLeng;ono che le notjzie fornite da costui siano ricavate da l;sti arahi, i quali r iportano che la polvere anzidetta era già nota ai Cinesi fin dal r secolo. 1 Tedeschi sos1c1111ero che l' invcnzioue cklh1 P. N . (r313) era dovuta al {n>te tedesco Bertoldo Schwarlz, ma ciò venne caccgoricamente smentito. Gli Inglesi ne fecero risalire la scoperta a Rugg-cro Bacone, mczz.o secolo prima. Ad ogni modo, già nel Xl\/ secolo sorgevano in Europa k prime fabbi-iche di questo esplosivo, il quale è costituito d al! 'in tima mescolanza di nitrato di pocsassio, zolfo e carbone d i legna, finemente polverizza ti. Il nitrato di potassio rappre,;enta l'clcment:o comburente , perchè fornisce fossigeno necess'1rio alla combuslione; il carbone è il comhustibile; lo zolfo non sarebbe

Polta Agostino

risu lta una scarsa dose d i gas, un calore eccessivo e una maggiore quantità di residui solidi. Il dosa1.nento pratico, fi no a tempo addietro app licato, era quello detto anLico, contenuto nei l imiti d i , nitrato d i potassio 75 %, carbone 12,5 ~~ ' zolfo 12,5 %; 111a fu poi sostituito defi nitivamente da quello detto inglese, che ha il vantaggio di ridurre al minimo possibile i residui solidi e il fumo, ed è rappresentato d alle seguenti quantirà: nitrato di potassio 75 %, carbone 15 %, zolfo 10 %- La P. N. è molto stabile ma assa, igroscopica. Essa inoltre non può tecnicamente ,s-


POL

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sere ad9perata allo stato polverulento e perciò viene granita ; per preservarla infine dall"umid ità, i gra ni vengono ricoperti d i grafite. Prende d iversi nomi a seconda della grandczt!i dei grani. Si hanno : a) polvere a g rana fina del n. r z e 3; b) a. grana grossa; e) progressive del n. I e del n. 2; d) prismatiche. Vi sono inoltre polveri di modello vario per usi d iversi, fatte con dosarnento an tico o con qualche variante sulle d iverse proporzioni, a se1

POL

trato d i bario p. 19, carbonato di sodio p. 2. t adoperata per fucil i e per cannoni d i piccolo calibro. Polvere C, . t stata fo bhricata in Italia nd 19m dalla società NobeÌ, per concessione nella fabbrica inglese Chilworth. È composta d i cotone collodio p . ~5, folmicotonc p . 25,5, n itroglicerina p . 23,5, vaselina p. 5, bicarbonatO d i sod io p. 1. Si presenta comunemente in forma d i lunghi tubi , p ieni o forati, con speciale odore caratteristico, di color bruno : ha aspetto corneo, poco flessibile, non trasparente, con superficie liscia e spesso untuosa. È. impiegata dalla R. marina per cannoni di med io e grosso calibro . Polvere C89 • È analoga ali~ balistite ed è usata in Germania .

Polvere Dupont N. 15 . È costir uita da una mescolanza

<li fulmicotone e cotone collodio) 90 % e nitrati aro1na tici, 1 0 ; .-~ . Si presenta in piccoli grani cilind rici, forati 1

Carro da polvere ( 1 560 )

conda degli usi a cui debbono serv ire. Esse non sono più adoperate come cariche di lancio, ma alcuni t ipi fmono ancora usati µer cariche interne di taluni proietti à liquidi speciali. Nell"ant ica terminologia ricorrono le seguenti espressioni: Polw•rc hianca, costìtui~a di salnitro, zolfo e segatura o polvere d i sambllco; Polvere cotta, ottenuta col fare bollire la mistura della I' . ordinaria, dopo d i averne polverizzato i composti; Po/11~r~ /11/mi,wnte. riferita al fulm inato di mercurio e al clorato di potassa.

Polvere amberitc 11 . 2 (Amberite sporti11g powrlu) . Appartiene alla caltgoria dei miscugli esplosi"i a base <l i nitro~ cellule e di .nitrati inol'ganici; fu brevettata da Curtis c. And ré ne l r891, e contiene jn \'arie proporzioni , così da

dar luogo a tipi alquanto d iversi, nitrocellulosa insolubile, ll itrocel lulosa solubile, nitrati di ba rio e d i potassio, para flin-a . s9sta nze volatili (acqua). A partire dal 1899, nella composizione di quest i esplosivi si fecero entrare anche altre sostanze : legno polYere torrdatto, carbone d i leg na , ecc.; così, ~d esempio ia Blasting arnberite, contiene far ina d i legno .

longitudinalrneme . l'. adoperata per il fucile modello 9r.

!'o/vere giapponese dct guerra . È a base d i nitrocel lulosa, con vari tipi che si presenrano in striscie, fili, ecc. Quella per cannoni da campagna è costituita da nittocellulosa, al titolo in azoto dell'n %, p . 40 e nitrocellulosa, al titolo in azoto dc] 13,5 %, p . Go . .È in striscie di cm . 20 x 5 ~ dello spessore di rnm. 7. !'o/vere L 3 . .i?. composta d i coto11e nitrato gelatinizzato, con o senza nitrati . È adoperata dall'esercito belga e si presenta in lamel le sottili quella per fucili, e in lamelle più grandi quella per cannoni can~pali. Polvere senza fumo . V . Balistite .

Polveriere. In tempo di pace si disting uono, per la struttura , in sempl ici tnag::iz:z.ini con o senza n1t1ri

!oro

od intercaped ini, senza ripari

naturali nè artificiali, in

magazzini con ripari natu rali od artificial i atti ad atte-

Polvere america11<1. a/1,1 11ilrocell11losa. t composta di nitrocellulosa (binirro e tri nitro) !) . 99 e <lifenilamina p. 1. Si presenta in cilindretti pieni d i mm . 4 & d iametro e 11 di alteua percorsi da 7 forellini paralleli all'asse. !'•: allc\tita cd usata negli Stati Uniti e durante la guerra fu im~ piegata dal nostro esercito come carie-a d i lancio, e coi cannoni da 75/906, 75 A e 87/98. Polvere B. /ra!lcese. Fu ideata da Vicille nel 1884 e chi amata « B » dalla lettera iniziale del genera le Boulanger. Essa è compo,rn d i nitrocellu losa (fulmicotone e cotone collod io) p. 99,5 e d ifenilamina p. 0,5. Qllest"ultima sostanza v iene aggiunta come stabiJjzz<lncc e per favorire la buona conservazione del l'esplosivo, inquantochè è anche <lestinata ad assorbire i prim i eventuali prodotti d i decomposizione. Si presenta sotto forn1i' d i larnellc di d imensio ni vari-abili , di colore che va dal giallo-chiaro al bruno-scuro; ha odore di acido acetico e brucia all'aria libera con fiamma verd astra . Si alter:i facilmente, e ciò è dovuto all 'impiego, come gela tinizzante, della miscela di alcool ed etere in cui gelatinizza il solo cotone collodio. La polvere « Il » è impiegata in Francia !"'r carid1e di lancio . Polvere B. N. È composta d i nitrocell ulosa solubile p . 42, nitrocellulosa insolubile p . 29, nitrato d i potassio p. 8, rn-

Pol veriera grandei deposito alla prova

nuare gli effetti d'uno scoppio, e in <le posi ti, con o senza ripari. La l'. è ripartita in compartimenti isolati proteLti , distanti circa 100 m. dalle st rade nazionali e provinciali,


,. -

PoL

zoo m. dalle ferrovie, e dai 500 ai 1000 m . dalle abitazioni. I locali destinati a conservare nitrocellulose, con un a percentuale di acqua inkriore del 18 %, e pertitc, debbono avere pareti sottili e tetto leggero; per la seconda sostanza occorre che i local i abbiano anche pavi mento d'asfalto o di legno ricoperto di linoleum. l nvcce i depositi di poh·ehe nera, balistite e solenite, debbono avere i locali muniti di sotterranei. allo scopo di d im iuuirc la spinta vcrdcalc dei gas in Polvedcra nlla prova (sezione A-B) c;iso di scoppio; debbono avere pavimento d i legno. Per la polvere nera occorre che siano perfettamente ;.sciutti. I magazzini d estinati alla conservazione delle dinamiti, gelatina esplosiva e fulmicotone secco, sono costn\iti in legname ed in muratura sottile, con tetto leggero e pavimento sollevato dal suolo. Debbono essere prntetti d:t 'terrapieni fi no al letto, a\rcre apero • -ture ampie, imposte -- - - - - - - - - tt.42 _ __ ___ _ ~ 'teggcre cd apribili ,.187 ._ _ __ --· "fJ.v,_ - - -- - .o1 all'in(uori, in modo da permettere la J,07 uscita dei gas che sempre si sviluppano dalla lenta dcl') ~ composii,ione degli ~~ I I esplosivi. Le polve:. I riere debbono essere ' I munite di paraful' mini e di mezzi 'I i di estinzione d'incendi (sabbia, mastelli d'acqua, estintori, pompe a mano, ccc.). Inoltre

:

occorre cura.re, nel-

la zona di terreno c ircostante, il taglio

,

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alla cospirazione che il 7 dicembre lo condusse, con Tito Speri e altri, al patibolo, MTrontando serenamente la morte per la libertà della Patria.

Pomarance (;nt. Ripom((ra11cio). Comune in prov. di Pisa, sopra una collina presso la Cecina. Appartenne al comune di Volterra fino al 1300, e poi a Firenze. Ebbe una cerchia di mura e un buon castello. Fu preso nel 1431 da Niccolò Piccin ino, generale dei Visconti di Milano e nel 1447 dalle truppe aragonesi; questa occupazione durò pochi mesi; le milizie fiorentine condotte da Benedetto dc· Medici e da Neri Capponi riuscirono a ricuperarlo cacciandone gli Aragonesi. Per breve tempo fu ten uto da milizie borgiane, nd 1501 . ma i Fiorentini lo ricuperarono alla morte del Borgia,

Pombal. Piccola cit1i1 de i Portogal lo, ndl'Estremadura. Co111bt1t1i111emo di Pomba/ ( 1810). Durante la campagna nella pcnisob iberica, nel marzo il gcn. francese Masscna era costretto ad abbandonare la ·wna costiera del Portogallo per riprendere le proprie comunicazioni con la base spagnuola cli Ciutlad-Rodrigo. Il VI e VIII corpo, premuti dalla cavalleria i11glese il 9 marzo prcndcvàno posizione dinanzi a P. per trattenere gl'lnscguitori. Varie cariche impetuose dei cava lieri

britannici fallirono contro la resistenza dei dragoni francèsi. Fratt:uuo il grosso delle due unità, l'receduto dai carreggi, r iprendeva il movimento portandosi su linea piti arretrata; a P. testavano due soli bgl. L'avanguardia nemica soverchiò facilmente uno dei bgl. sospingendolo nell'abitato e ricacciandolo indi all'esterno. Vista la necessità di un 'ulteriore resistenza, il marcsc. Ncy accorse d i persona ad incirarc i suoi e . mercè un felice ritorno offcnsi,·o, rioccupò /' fugandone gli Inglesi. Soltan to a notte la •c ittà fu sgombrata dalle truppe francesi. che riprese ro il movimento di ritirata: gl'iascguitori non osarono rientrarvi sino al giorno seguente.

Pomerio. Era chiamata così dai Roman i la zona fra l'abitato e la cin ta foniiicaca. come pure quella esterna alle mura, ,ullc quali non si potevano erigere costruzioni di sorca. Si aveva così i l P. interno ed i l P. esterno. U comanda nte supremo del! 'esercito, tornando a Roma, deponeva il comando nel P. , prima di entrare in città.

Polveriera grande non nlln prova

dcli 'erba e lo scotennamento del suolo per circa 20-30 lll. di larghezza e il tagl io degli alberi fino ad una distanza di circa rno m. dai magazzini. L'entrata del personale e i lavori da eseguire nei depositi esplosivi sono regolati da apposite norme. (V. anche Locali alfa prova e Magazzim).

Polverino (V. Fiasch.ino e Fiam, da polvere) . Fu così chiamata la polve re da guerra passata al setaccio, oppure quella non ancora ridotta in granelli, o quella che non era polvetizzata. Nel secondo caso, chiamavasi piè, propriamente poi. veri110 verde; nel 1crzo caso, polverino uccchio o polveraccio. Polveristi . Erano così ch iamati,' e il nome rimase, gli operai ad detti alla fabbricn.ione della polvere negli arsenali militari. Poma (Carlo). Pa1riora mantovano, n. nel 1823, impiccato dagli Austriaci nel 1852. Medico del1'ospedale <li Mantova, partecipò

Poma Carlo

Aeroplano Pomilio

Pom1lio. Aeroplano, biposto , da ricognizio11c, con motore Fiat; velocità circa 180 Km. all'ora. Pommereul (Francesco Renato de). Generale francese (1745-1825). Come ufficiale d'art., fece le sue prime ;mni i.n Corsica. Dal 1787 al 1790 [u a Napoli a riorganizzare l 'a•:tiglicria. Promosso genera.le di d.ivis. nel 1796, lasciò l'csctcito nel 1800 e fu prefetto ddl'lndre et Loirc e nel 1808 prefetto del Nord. Consigliere di Stato nel 1810, fu direttore gcn . delle librerie nel 18J r. Nel 1816 andò in esi lio. ma nel 18 r9 ritornò in Francia. Pubblicò va rie opere,


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fra k: quali: « Storia della Cor~ica »; Pensieri gencralj sul l'Italia e Malta • : 11 Guerra del generale Buona parte in Italia " ·

Pompei, Ant. città degli O,ci, poi dei Sanniti , infine dei Romani. che la presero d'as,alto nel 310 a. C. Parteggiò per Annibale, e poi fu nella lega italica, tanto che venne as:.cdiata e prc~a nel 90 da Silla. Durante la gurrra civile parteggiò per Pompeo contro Cesare. Fu sepolta nel 79 a. C. <la un'eru7.ione del Vc.uvio: cm allora città imperiale fiorente. Bauaglia di l'ompci (89 a. C.). Appartiene alla guerra sociale e fu combatlllta e vi nta dal legaco proconsolare romano L. Cornelio Silla contro i Sanniti condotti dal loro pretore Lucio Cluen1,io, che ave, a tentato di assaltare la cma. Con questa ,·ittoria l'intera Campania, tranne Nola, restò sottomessa ai Ro mani.

Pompe ìopoli. Ant, città della C ikia. detta poi Soli. 8a11aglia di l'ompe,opoli (26o d. C.). Appaniene al pc, iodo della seconda anarchia mil itare del! 'impero rom:rno e si rico llega alla guerra dei Rm11ani contro j Persi:rni: fu combanuta e \'inta da Bali,ta. prefetto della guardia dell'imperatore Valcri,rno. comro un corpo persiano, che aveva ,1u:iccato la città.

Pompeo (Gneo Srmhon;:). Cnn<olc roman<) nel1'89 a. C. Era già stato questore in Sardegna e pretore in Sicilia, ed aveva prc;o parte alla guerra wciale del 90; allora, insieme con Servio Sulpicio, bauè sotto Fermo gli insorti, poi contribuì a soffocare la r ibell ione, souon,cttendo varie delle popolazioni ribellatesi. Pompeo G11eo, ,I Grande. Generale romano, figlio del precedente ( 106-48 a. C.). Nell '84 a sue spc,c levò tre legioni, le condusse a Silla, bauè più volte i partigiani <li Mario. tolse loro la Sicilia. poi passò a combattere in Africa ed ouenne ncll"81 il trionfo . Cacci<'> Lepido dal 1'ltalia. ca tturò e fece uccidere L. RnJlo a Modena (77) e

Gneo Pompeo Magno

Po111

pas>Ò nel la -Spagna dove vinse nel 71 Scrtorio; pose fine alla guerra sen•ile distruggendo gli ultimi a, an.ti delle bande di Spartaco. Eleuo console nel 70, domò la pira teri~ nel 67 e Mitridate nel 53; conqui, tò la Siria; nel 49 in iziò l'aspra lolla contro Cesare, ma, sconfitto a Farsaglia nel 48, riparò in Egitto, ove (u ucciso.

Pompeo G11eo, il Mag![Ìorc. Figlio del precedente, era in Asia quando suo pad re fu ucciso . Passato nella Spagna, raccol,c sotto di sè 13 legioni e si ,osteone per tre anni contro i Ccsarian i, finchè Cesare in persona lo sconfisse a Munda (45 a. C.), <love rimase ucciso. l-'0111pco Sesto. Fratello del precedente, lo segul nella Spagna combattendo a Munda. Riparò quindi nelle montagne, e cimase in armi con un nucleo di Pompeiani. Poi tornò a Roma e ottenne dal Senato comandr, di flotta. Conquistò la Sicilia, la Sardeg na e la Corsica; nel 39 concluse il trattalo di Miseno (".). Nel 36 venne sconfitto da Agrippa nelle acque <li Sici'II... Ruugiatosi nell'Asia, fu vinto da un generale <li Antonio e morl prigioniero 1·a11no seguente.

Pompieri. ln epoche lontane la loro funzione era assolta dalle truppe tecniche. Se ne hanno però pochissimi esempi d'impiego, anche pcrchè di rado lo scopo e lo svolgimen to <lcll'ar,ione bellica richiedevano d'indugiare attorno :l qualche incendio, a meno che questo non stesse per danneggiare l'alloggiamento, il campo delle truppe, qualche ponte d i grande importanza, e, in mare, la nave. Nel 1817 a Parigi fu istitulla una cp. I'. che, appena format.l, perdette il carattere e la dipendc11za militare per divenire un ·organizzazione prettamente civile, dalla quale traggono origine Pompieri (Regio Mole attuali formazioni dei vigili del rina): oro sottufficiali, fuoco. rosso comuni Nel l'esercito irn liano, come anche in quelli stranieri, in pace non vi sono rcoarti di P. Nel caso di guerra se ne pre,·cde la istituzion~ presso l'arma del genio, con speciali cp. appositamente attrezzate. A queste essenzialmente spetter~ il compito d i pòrrc r imed io ai danni prodotti dai bombardamenti aerei presso comandi, magazzini, fabbricati annessi ai tronchi forroviari in zona d'operazione, ecc. Durante la guerra Mondiale, al fine di provvedere alla sicurclzn contro gli incendi dei numerosi e vasti magazzini e deposiri di materiale ,-ario e dei baraccamenti pre~ le unità mobilitate, fu costituita, nel novembre del 1915, una « sezione pompieri » 9er ogni armata. Tal i sezioni erano alle d ipendenze del comando del genio d'armata e non a,·evano un organico fisso, dipendendo esso dalle esigenze particobri di ciascuna annata. Disponevano di autopompe, motopompe e pompe a braccia, noochè di estintori, di serbatoi d'acqua, di depositi d i sabbia, di aurczzi. Li forza massima di ogni sezione non poteva superare i seguenti quantitativi: un maggiore comandante (eccezionalmente capitano), quattro ufficiali subalterni, 150 uomini di truppa; se fosse stato riten,ito necessario dal competente comando del genio d'annata, ogni sezione poteva essere ripartita in squadre al comando di ufficiali subalterni. li personale delle sezioni era costituito da P. <li profe»ione, richiamati alle armi e tr:isfcriti agli effetti matricolari a i centri d i mobilitazione del le « sezioni » stesse (r" e 2• genio zappatori). Nella guerra Mondiale furono pure istituiti reparti di zappatori-pompieri per il servizio idrico. Nella R. Ma-


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r ina rejla rti di P . .sono creati nelle basi navali, special mente negli arsenali da guerra.

Pom-pom. Nomignolo daLo cJ ai Boeri e cJ agli Inglesi al cannone d i piccolo calibro (37 mm .) a tiro rapido, ado peraw da e nt rambi, a causa del colpo ripetuto. Era protetto eia un_ piccolo scudo, e di fianco all'affusto, [ ra il cannone e la. ruota dr. , 'era una scatola d i mun izioni, costituite da. cartuccia d i latta conica, contenente 34 g r. di po lvere e un proiettile da 454 gramm i, con carica d i scoppio d i 22 gramm i. Il nome rimase anche in seguito : gli ln glesi hanno tuttora un canno ne così denominato, ed è i l Vickcrs del calibro d i 40 mm., elle può tirare 200 colpi al m in uto cd ha una gittata d i oltre 7000 metri. Pomponio. Nome d i alcuni guerrieri romani: Sesto, legato consolare contro i Cartaginesi nel 2r 8; T ito, coman-

dante d i tru ppe alleate d i Rom a nell 'Italia Meridionale, ~confitto t fatto p rig io niero dal cartaginese A nnone nel 213 ;

Marco, kgato cli Pompeo nella guerra contro i Pirati (67).

Ponce. Città dell'isola fii .P ortorico, sulla costa meridionale e nella baia e p resso la foce del r io omo nimo . Auacco e presa di Ponce (Guerra Ispano-americana, 1898). Decisa la sped izione per la conquista d i Portorico, il 26 luglio uno sc2glione di 3500 Americani cor.ia ndato dal gen. Miles sba rcò a 10 rniglia da JJ. e avanzò ver$O la città. Q tlesta era difesa d a , bgl. d i tru ppe ,egolari spa• g nuo le e 3 bgl. d i volon tari . Sulle alrure erano state costru ite o nere in terra armate con 30 cannon i da montagna. N ella baia , e ntrò la corazzata <t :Massacchusscts >> con alcuni trasporti. Poche cannonate bastarono a sgon1brare la riv a,

e reparti americani ne presero possesso . Frattanto il gcn . M iles avanzava su P. , infrangendo i tentativi degli Spagnuoli d i sbarrargli il passo, e i l

giorno 27 la ciuà veniva presa,

PoN

br ichc d'arm i, divenendo colonnello 11el 1839. Ideò un proiettile per fucile ad avancarica, mun ito <l i un racco d i legno per ,mpedirnc la d ilatazione. li rncco calzava la pallottola inferiormente . Nelle esperienze però si constatò che questo si rompeva facilmente all 'atto dell ' uscita dalla canna cd j pezzi erarn;, proietta ti çon pericolo dei tiratori nc tm . Successivamente fu proposto d i sostitllire il ferro al legno e di fondere il tacco colla pallottola. A lui si deve il modello della prima carabina rigarn a percussio ne, che fu introdotta nell 'esercito frnncese ne l 1832, e dd fucile modello 1842.

Pondichéry. Cit rà manttrma, capitale -dei possed imenti francesi nelle Ind ie orientali , sulla .:osta <lei Coromandel , nel golfo del Bengala, e sul foodo d i una rada aperta . Fondat a nel 1674 su territorio conq uista to alla foce del fiume Gingi, nel 1693 fu tol ta ;ii Francesi dagli Olandesi, ma fu restituita nel 1697, in scgu;to alla pace d i Ryswick. Nel 1748 venne assediata inutil mente dagli Inglesi, i quali, dopo 45 giorni d i t rincea, furono costretti a levare l'assedio avendo perd uto oltre un miglia io d i uomini. Nel 1778 fu inYcstita e presa da un ·armata britannica, e restituita alla

F ranci a con la pace del r783; rip resa nel , 793 e ancora restitu ita, al la pace di An1iens; occupata nuova111en te nd 1803 e resa cJefinitivamente alla Francia nel r8r4.

i. Combattimenti di .Pond,'chc',·y (1759). Appartengono a lla g ue rra coloniale tra F rancia e

1nghilrer r3, Una s9uad ra

francese, agli ordin i <i d come cl' Aché , vi iì incontrò il settembre 1759 con una squadra inglese. Il combattimento si svolse con l' accan imento ca ratteristico delle <lue nazjon i rivali. Gl i Ing lesi malconci dovettero abbandonare il campo di battaglia, lasciando P. in balia dei F rancesi. Il _W dello stesso rncse un reparto d i terra, della forza di I roo u. , comandato da u11 capitano del regg. di Lally si t rovò d i fronre a 1700 Inglesi rafforzati da 4000 N egri; la vittoria, ri masta per lungo 1ernpo incerta, arrise hnalmencc ai F rancesi , i quali ricacciarono gli Inglesi e to lsero loro due

,o

mentre la piccola g uarnigione che aveva perduto solo uoa vcmina d i uo mini, l'abbandonava .

canno ni.

Ponce de Leon Giovanni. Conquisrnstatorc spag nuolo del sec. XVI (1 460-1521) . Partecipò agli ordini d i Ovando alla conquista d i Cuba , ed ebbe poi il comando della spedizione che sottom ise l'isola d i P ortorico. Scoperse la penisola cui Ponce de Lèon diede il nome d i F lorida, e vi tornò con t re carave lle nel 1521, ma ven.ne assa lito dag li ind igeni e potè a stento salvarsi con sette uomin i, n parando a Cu ba d ove morl.

II. Resa di Pondicl,éry ( 1760-61). Appartiene al!a guerra coloniale t ra Francia e Inghilterra e si ricollega alla g uer ra dei Scuc Anfli . Le vicende della g ucrn avevano , o metto i! gen. Lally-'follcn<lal a ritirarsi con le sue truppe a P . e 9uivi il gen . inglese Coote lo venne -ad assediare. La difesa dei Francesi fu ostinat issima; al Lally non rc,uva allora speranza che l'aiuto della flotta condotta dal d 'Aché. Per un momento cretlctte che questa si avvicinasse , ma invece era la flotta inglese, che poi andava d i, persa d a una furiosa tempesta davanti aib c:ttà . ))eluso nelle sue speranze~ il gen. Lally, amrnabto> st:nza viveri

Poncelet (Giovan111). Generale francese (1788-, 867). Par-

privo qu~::;i di munizioni, dopo dieci mesi di a~sed io, il 4 gennJiç Ti6J, era cost retto a capitolare, rimanendogli a p-

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tecipò col grado di luogoten . alla campagna d i Russia, vi rimase prigioniero, rimpatriò nel 18 r4 e si battè ancOra nel 18 , 5 a Metz . Si dedicò a studi matemat ici e scientifici acquistando buo na fama con i111portantì scritt i, e creò il corso d i meccanica alla Scuola d'applicazione di Metz. Membro dell'Accadem ia delle scienze, d ivenne colonnello nel 1845 e rnagg. generale nel 1848; fu direttore fino a l 1850 della Scuola pol itecnica.

Poncello (C,·.<are e Domenico . padre e figlio) . Archireni mi litar i, piemo mesi o genovesi, del scc. X VI. Lavora rono alle fortificazioni d i T orino, Vercelli, Cuneo, Fo,sa no . - U n Sebastiano l'oncelli lavorò alla cinta bast ionata di Ge nova, nel secolo segue:1tc. Poncharra (Carlo). Ufficiale francese ( 1787-1860). Prese parre alle campag ne del 1812-r3-14-r5 e diresse poi fab-

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pena un m igliaio d i soldati d dle forze considerevoli cond otte d ,i lla Francia. Con !a caduta di P. che, con la pace d i P arigi (r763) , fu loro restituita smantellata, fu perduta pci Fra ncesi 1a possibilità di fo ndare un impero indiano . !Il. Pr~sa di l'ondidu!ry (r793) . Appai tiene alle g uerre della Rivoluzione fra ncese . Alla fine di giugn0 del 1 793, un esercito hrirannico della forza di. 6000 E uropei e d i 17 . 000 Cipai, P?Se il campo sopra una collina a una lega da P. e poco dopo intrap rese l' assedio della città. Questa resistette per .p giorni dall'apertura della trincea, ma alla fine . il 2 1 agosto 1793, si arrese con una capitolazione che sa lvava le proprietà pr ivate e assicurava agli a bitanti il man tenimento della loro religione e delle loro leggi . 570 Europei, 400 ç ipai, 150 guardie nazio.n ali e 25 dragoni , in tutto 1145 comharre nti, rimasero prig ionieri d i g uerra.


PoN

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Ponente. Nave sussidiaria , entrata in ser vizio nel ,9, 6, e a/fondata nello stesso anno per sinist ro ma rittimo . Pongigl ione (Francesco). Ammiraglio . n. a Genova nel ,856. Entrate irr servizio nel 1874, fece la campagna d 'Africa d d r 891 e comandò dal 1907 al r910 la Difesa M. M. de La Spezia , venend o p romosso contrammi r. nella riserva nel l 9ll, ~ontrammir . ~li d ivis . nel lo stesso anno, e ammir. di <li vis. nel 1926.

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Poniatowski (Giuseppe Antonio). Generale polacco e n-ia,·esciallo d i Francia, detto « il Baiardo polacco » ( 1762,813). Discendeva d a Saling uerra, della famigl ia Torelli. il q u,;lc spog liato dei suoi feudi <lai duca d i Parma. si era r ifugiato in Polo nia verso il 1630 e VI aveva sposato uno Gglia del conte l'o niatov. Luogote n. dell 'esercito austriaCo nel 1778, nel 1789 aveva raggiunto il grado d i rnlonnello dei d ragoni . Recnt0si in Polonia a organizza rvi l 'eserciw, si baut: nel 1 792 con successo contro i Russi, e fu nel 1794 a fianco d i Kosciusko a Varsavia . Nel r 807, quando Napoleone costituì il granducato d i P olonia, fu nominato generale d i d ivis .. e combattè ne l 1809 con successo contro gli Austrinci, dopo di avere rafforzato le d ifese d i Varsavia. Poniato\vski Giuseppe A. Quivi fondò una scuola per il genio e l'artiglieria e un ospedale mii. Partecipò alla campag na del 1812 d ove si d istinse; qu indi alla campagna del 1813, guadagnando a Lipsia il bastone d i maresciallo di F rancia. Nella ritirata, dopo la battaglia, perì annegato nel1'attraversare I 'Elster. Poninski (co11te Lt1dislao) . Generale d'm igine polacca , n. a Zrcncin (Galiz ia), rn. a Sapoz.yn (Polonia) (1823- 190 , ) . N el 1848-49 combatti: per l 'indipendenza in Un11hcria , ;1el 1855-56 fu i n Crimea. Amnicsso nell.'eserc ito w sardo col g rado d i colo nnello di cavalleria nd 1859, partec ipò a quel la campagna e nel 1861 ebbe il comando del regg . Savoia cavalleria . 1\fagg . generale comandante d i brigata d i cavalleria a Bolog na nel 186z e poi comandante d i cavalleria a Verona, partecipò alla campagna del 1866. T en. generale nd 1871, comand ò le <livis . mi i. <li Bari e di Padova . Nel 1891 fu collocato a riposo. Ponsacco. Comune iii prov. d i Pisa, allo sbocco della Cascina in pianura, d i fronte al ponte ant ico che g li diede il 11001c . N el medio evo era cinto di 1nura con sene torr i, delle quali quattro ancora r imangono, con tornare <la fossi a guisa d i castello . Verso il 1406, d opo sosten uto con valore un assed io regobrc, passò a buone cond izioni sotto la sig noria d i F iren7.e. Insorse dopo 25 anni ed acco lse nelle sue mura il Piccinino, capitano dei Visconti, ma poco dopo fu ripreso dai Fiorentini". Nel 1495, all"arrivo d i Carlo VIII in Italia, fu occupato da i Francesi, i quali però ne fu rono espulsi a viva forza l 'anno segue nte dai Fiore nt in i. Nel 1496 i Veneziani, al leati dei Pisani, atterrarono quattro delle sette torri e le mu"1.

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I'' I

Ponsonby (Guglielmo). Gericralc inglese (1772-18 , 5). Partecipò alle guerre contro i Francesi nella pen isola iberica, e a quelle del 1814-15; cadde combattendo a Wa. terloo , <love aveva i l comando di un a brigata d i cavalleria.

PoN

Un altro generale, P. Enrico (t825-1895) si distinse a Sebastopoli e fu per vemi anni segretario particolare della regina Vittoria . Pont [Eugenio) . Generale francese, n. nel 1866. Fu ufficiale d 'art. e poi cli st ato maggiore . All'inizio della guerra Mondiale era ten. colo n nello. d i S . M. , capo ufficio al Grande Quartiere Generale d i Chantilly, con Joffre . P romosso colonnello nel novemb(e 1914 e generale di brigata nel 1915, con tale g rano si d istinse nella battagl ia d i Verdun . Dal dicembre 19r6 fu il capo dell' ufficio d i S. M. del Grande Quartiere Generale sino alla Gnc della guerra . Pont-à- Mousson. Comune nella F rancia, nel d ip . della Meurthe-et•Moscllc. Dipendeva nel medio evo dagli im perarori d i Ge rman ia: nel 1475 fu preso d' assalto da l duca di Borgog na ; nel ,632 fu conquistato da Luigi XI!l e nel 1670 preso da l marese. , li Créqu i. Dopo la guerra Francogermanica rimase per tre ~rnni occupata dai Tedeschi; durante tale guerra, il 13 agosto 1870 erano giunte presso P. due brigate d i cava lleria tedesca; trovata la cinit e i d intorni occupati da pattuglie d i fa nteria nemica, uno squadrone fu a ppiedato e bastò a respingerle. Nel pomeriggio giu11Sc la 19• d iv is . ciel X corpo prussiano che occupò la città. Pontano (Gio11a11ni) . Storico. n. a Cerreto d i Spoleto, m . a Napo!~ (1426 -1503). Fu segreta rio di Al(ouso I e poi m inistro del reame d i C'lapoli. Consegnò b città a Carlo V[ll e quando questi si allontanò dovette ritirarsi a vita privata. Scrisse: cc Dc bello ncapolitano » oltre a opere letterarie ; condannò in esso le m ilizie mercenarie, deprecando le discord ie d egli Ital iani . Pontarlier. Ci ttà della F rancia, nel d ip art. d el. Doubs, all 'entrata d i una valle <lei G iura. Al tempo di Tra iano er a una delle stazioni dell a strada romana che univa l 'Ita• lia alla Gall ia. Non lung i si t rova il castello cl i Joux, sopra una rupe qu asi inaccessibile. È la chiave delle comunicazioni della parte centrale della frontiera del Giura, e punlO strategico importante a causa d elk numerose sttacle e ferrovie che vi si incontrano. A 2 Km. ad est d i P. , sulla sommità della catena del Larmont, si alzano i forti del Larmont superio re, del Larmo nt in ferio re ed il forte d i Joux, i q ua li, sbarranno tutte le comunicazioni della regione, proteggono le strade e le ferrovie che fanno capo alla città . Pon tasserch io. F razio ne ciel comune d i Bagni d i San Giuliano; presso un antico ponte sul Serchio, fra Lucca e Pisa. Nel 1256 vi vennero a battagli a i Pisani , co ntro Fiorentini e Lucchesi alleat i. f p rim i furono completamente sconfitti, ma nel u62 poterono rioccupare la località e il passo. Tornato ancora in potere di Lucca dopo la morte del re Manfred i ( 1?66) nel 13,5 fu d i nuovo p reso d,Ji Pisa ni che distrussero il borgo . Ponte. Costruzione cbe serve a riun ire d ue tronchi di strada, separati da un corso d' acqua, o da un avvallamento d i terreno, naturale o artificiak. li P. può es.ere Fisso, mo• bile , volante . Il primo è costruito st abilmen te con pietre o mattoni , o anche in meta llo e in legno . li secondo può essere girevole sopra perni o lcvatoio per interrompere ag evolmente i l passo , o per )asciar transjtare natanti, se sopra un corso d 'acqua o un braccio di mare. li terzo è irr legno o in metallo, oppure <li barche, e atto ad essere montato e smontato facilmente o rapidamente. Se è d i barche , queste so no ancorate a una certa distanza l' una 1


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<lal l'a ltra; sopra di esse si stendono le tavole che servono per i l passaggio. Fu chiamato P. fort,j,cato quello fiancheggia to e protetto da torri. E P. d'assalto , o portatile, un tavolato provv isorjo, destinato ad cssc.-rc gettato attra•

verso il fosso d i opere fortificate,

Poti

mezzo di Po111icri (V.) che i Romani ch iamarono « pontitices ,,. Dei ponti mii. portatili si occupò molto Carlo XII di Svezia nelle sue guerre (prima metà del secolo XVIII); g li Olandesi, nella stessa epota, ne avevano costruito un tipo leggero, in ferro. Napoleone fece studiare il modo

Ponte romano di barche sul Danubio (Colonna Trafana)

Fin dai tempi an tichissimi gli eserciti si servirono d i l'. per il passaggio dei corsi d'acqCia. Gli Assiri li adoperarono <l i barche; così i Persiani, dei quali è rimasto famoso quello gettato da Serse attraverso l 'Ellesponto; cosl pure Alessandro; cosl i Romani, dei qual i basterà ricordare i grandi ponti stabil i, in muratura e mattoni, sulle loro grand : strade mi li tari, celeberrimo quello di Traiano sul Danubio. l..esare nei ~moi « Commentari » non 1nanc:1 di

descr ivere i ponri da lui gettati. T suoi Jegionari erano istruiti a questo, e si servivano di materiali raccolti e prcpa.ati sul posto. Se il corso <l'acqua era stretto, bastavano t ronchi d'albero sopra i quali si ponevano graticci o fascine; se no il ponte veniva posato _su pile di gabbbioni

Ponte di Giulio Cesare sul Reno. B, Ct E travi e palii D steccato a sperone pe_t protezione dei pali; F travetti per H sostegno delle stuoie o graticci

riempiti di pietre, o su cavalletti, come quello famoso sul Reno, o d i barche. Quando i l P. <loveva rimanere per ,m certo tempo, o era stabile, veniva fortificato con castelli « ad caput pontis ", ossia con testa di ponte. Tutti gli eserciti. provvidero al passaggio dei fiumi , per

di gettare rapidamente i ponti, e pose grande cura nel1'avere reparti d i pomicri addestrati : è r imasto famoso il ponte sulla Beresina nel 1812, opera che rappresentò la salvezza degli avanzi dd suo esercito, e fu particplarmentc dovuta ai soldati italiani del genio. Nelle fortezze i P. servono come cornunica2.ionc di un 'opera colle opere addizionali esterne, o per la comunica2.ionc coll 'csterno, quando si debba attrnversarc i fossi. Per poter interrompere facilmente le comunicazioni in caso d, attacco nemico, nelle fortezze i ponti sono in parte fissi ed in parte mobili, levatoi o anche scorrevoli, se il movimento è di traslazione nel proprio piano. I pont i !e-, vatoi si alzano in tre modi : o per mezzo di due lunghe e grosse travi, denominate bolzoni; o per mezzo di catene che scorrono dentro girelle o carrucole di bronzo; oppure si costruisce il ponte in modo che una porzione di esso stia dentro l'andito dell a porta' e l'altra fuori; fra queste due porzioni • sono stabiliti due grossi perni, che sì incastrano nelle estremità delle parti laterali della porta, in modo che abbassando !a parte di dentro in un fossetto scavato al disotto, si alzi quella al di foori. La parte interna è munita di un contrappeso inferiore, che fa equilibrio al peso del tavolato costituente il ponte, per cui questa

Antico ponte for tificato (secolo XI V) pres~o Lecco

specie di ponte chiamasi a leva e contrappeso inferiore, ! ponti scorrevoli possono essere longitudinali e trasversali, secondo che la t raslazione ha luogo nel senso del! 'asse del passaggio od in quelÌo t rasversale.

Ponte (Ma,-ina). A bordo di una nave da guerra si hanno in generale : il ponte di comando, di coperta, di batteria,


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!PON

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d i corridoio. Jl ponte di coperta si chiama anche tolda, specialmente nella ~ua parte compresa fra • 1'albero di mezzana e il cassero di ~1oppa. Le navi <la guerra portano sotto il ponte di coperta un ponte corazzato o di protezione, che con i suoi !embi va ad appoggiarsi contro la

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PoN

rente d; gua lsivoglia celerità o profondità e soggetto a

<' improvvise

crescenze; sul pr te deve passare, nonchè !a

cc avangu3rdia,

tutto l 'escrcitt

colle sue artiglierie e ~-:oj

« suoi carriaggi; levato iJ p<J e1te e caricato sui carri il ma--

" tcriale, l 'equ ipaggio deve assere in caso di riguadagnare

Ponte romano sulla Marccchia1 presso Rimini

parte i nferiore della coranaturn dei fianchi, assumendo cosl la forma d i un dorso d i testuggine. Talvòlta, sulle maggiori navi moderne, oltre al ponte corazzato vengono opportunamente rinforzati anche il ponte di b:ttteria o il ponte di coperta, per amnentarc la p roteziooc contro l'offe5,1 degli aerei. In generale si fa il primo ponte rinforzato di 5 cm. <li spessore d i acciaio, ed il ponte di prctezione di spessoce variabile, <la un massirno di

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« prestamente l'avanguardia per vie di trasverso, per essere « pronto ad un nuovo passaggio » . Egli giudicò la disposizione dei cavalletti all'austriaca non adatta ;il Piemonte e condannò ·anche il sistema m isto d i cavalletti e di barche, osscn·an<lo che queste possono essere impiegate dappertullo

a un minimo di

4 cm. a. seconda del tipo di nave. Equipaggio da ponte. li generale piemontese Cavalli, stabilita l'assoluta necessità che, contrariamente a 9uanto pra-

ticavasi fino a quel momento, gli equipaggi da ponte dovessero al pari delle artigl ierie seguire l'esercito e costituire

Ponte fortificato nel Tennessee (Guerra di Secessione)

ove può 'mettersi un cavalletto, mentre invece non sempre si può impiegare un cavalletto ove si impiega facilinente una barca; concluse affermando che il corpo di sostegno per eccellenza del ponte è quello galleggiante, ed in special 'modo la !::arca, che si presta anche a formare ponti volanti e chiatte. Tale sostegno da l Cavalli venne concrccato in un barcone diviso, mediante un pia no pe,pendicolare al suo

Ponte inglese d'assalto (secolo XIV)

Le varie applicazioni dc) mMeriale da ponte « Cava.lii •

un vero e proprio materiale da campagna, nel progetto da lui presentato nel 1831, si prefisse di fare un equipaggio « il più leggero possibile, atto cioè ad essere tracciato do" vunque e colla massima prontezza gettato in vicinanza al nem ico, anch! di notte, sopra qualunque fiume o tor-

asse, in due barche capaci di resistere ciascuna separatamente anche al passaggio di artiglieria da campagna, e di sopportare, riunite, il maggior carico che possa sopportare nn ponte militare, cioè 6 uomini per metro quadrato (V . Barca).


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Altro perfezionamento fu la traversa da barca; semplificò e ridusse il peso delle parti allo streuo necessario per la resistenza, cosicchi: un carro ,olo bastò al trasporto di un'intera impalc.tla: barca, lrnvicell i, tavok cd accessori; sull ' ;nsicme

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tcria per tre, della ca,·alleria per uno e dell'artiglieria per pez7.o; 2°) pome di portiere di barche ad una sola carreggiata e 3°) ponte di barconi ad u na sola carreggiata; con quest i due t ipi si aveva un ponte di 112 m. atto al pas-

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Ponce portatile per il passa,aio del fosso in attacco di sorpresa (secolo XVIII)

dei carri erano ripartiti i cavalletti e l'altro materiale. Completavano l'equ ipaggio alcune navicelle che servivano per le manovre neccss~rie alla costruzione del ponte cd alla sorveglianza del fiu,nc. Un equipai?gio da P. si componna di 30 carn per barche e navicelle; 4 carri per le riserve e altri materiali: totak 3~ e.ari e 3 p~rig!ic. >Jd complesso si avevar.o : 2~ barche, 2 navicelle, 8 ,a,alleni , 196 travicel li ,uodati, 704 tavole, 168 traverse da barca, 10 travetti, 2 varatoi (per mcllcre le barche in acqua), e tutto il rimancme materiale necessario per l'ancoraggio, pel

raggio de; carri pesanti di un parco d 'a,s~xlio; il ripe, 2" era piè, ada tto alle corremc piti deboli, il 3" alle piti forti; 4•) ponte di portiere di barcon i ad una sola carreggiata; rappresentava il ponte di massima resisten7~1; 5°) ponte di barconi successivi a doppia carreggiata; 6°) ponte di portiere di ba rconi a doppia carreggiata: questi due ultimi tipi presen tavano la possibilità d i un doppio passaggio d i fronte. Utilizzando tulle le riserve cd i cavallett i si potevano avere due impalcate di piti. L'e,1uipaggio poteva dividersi in quattro parti uguali capaci cia<cuna di un ponte di 64 me-

Ponte del genio militare it•liono (guerra mondiale) ghindamemo, per le cosce e per le manovre. Con l'equipaggio intero si poteva no fare sei specie d i ponti d i,•ersi: I"') ponte d i barche ,ucccssive ad un~ sola carreggiala, della lunghezza cli 224 metri, atto al pa.ssaggio della fan-

tri, oppure in due sole pani di cui una per 56 metri di pon1e e l'altra d i 100 metri. Si poteva i11oltrc form are, al leggerendo opportunamente alcuni carri, un equipaggio lcggcrissinio, eia assegnar,i alla ca,·alleria, per 56 metri di

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FON

ponte. I l materiale Cavalli si prestava anche a costituire piccole e grandi portiere per ponti girevoli o scorrevoli, )e prime capaci di trasportare 250 uomini ann~ti, le seconde

b) SezioM AB.

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caratteristico il trasporto del materiale su carri a due ruote. Sostituita alla barca in legno una barca in lamiera di acci;iio, fece esperi,nentare il suo sistema nel 1860, quando si trattò d i aumentare gli equipaggi da P. in proporzione dell'accresciuto esercito. Con esso si riduceva d i un terzo il numero dei cavalli occor renti a trasportare una determinata lunghezza di ponte. Le esperienze non furono favorevoli ai carri a due ruote, e il s-istcn1a non venne adot~

c.1.) P.ianl:a

Ponte di barche sul Piave a San Donà

Ponte levatoio a leva e a contrappeso inferiore 500 e fino anche 1 000 . Anche le barche isolate o i barconi potevano servire al trasporto di uomini e di materiali. Nel 1851 il gcn. Cavall i progettò un nuovo sistema di P. militari, per raggiungere. una mobilità maggiore di quella ottenuta ·col suo primo equipaggio, sistema nel quale è

tato; ma da esso si attinse l'idea delle barche 111 lamiera, provate più tardi. Gli equipaggi da ponte attualmente in uso (1933) sono di due tipi : a) Afodeilo tipo r , ossia i l modello 1860-1914, derivaiione del materiale Cavalli, col quale si possono fare ponti « normali » da cinque tonnellate d i portata, e ponti « forti » , da dieci tonnellate; i primi con barche e cavalletti, i secondi con barconi e cavalletti rinforzati. Nella tntnovra di gittamento si consegue una certa econotnia di

Ponte di barche sull'Isonzo (guerra mondiale) I 4


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uomini e di tempo con J'impiego dei carrell i porta-tavole e porta travicelli, in numero d i quattro per ogni equipaggio. Il materiale, meno gli accessori, è tutto i n legno.

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tende eseguire il gittamento deve essere isolato con tiri di mitragliatrici pesanti e di artiglierie, in modo da rendere possibile 1a salda sistemazione degli elementi traghen ati: Le teste di ponte sono in genere tante quante sono 1 ~oot,; raramente conviene fonderle in una sola; giacchè la lunga fronte sistemata in modo del tutto speditivo potrebbe essere rotta in un punto, compromettendo cosl ad u n tempo la sicurezza di tutti_ i passaggi. l ponci debbono essere abbastanza intervallati fra loro, perchè ciascuno di essi non si trovi co involto nei tiri diretti contro quelli vicin i. L'azione del] 'artiglieria è analoga a quella· considerata per l'attacco contro nemico sistemato a difesa. L'inizio della preparaz.ione segue o precede il traghettamento delle truppe, a seconda che si ritiene possibile o no l'effettuazinne di esso senza che l'avversario se ne accorga. ln ogni caso l 'artiglieria neurralizza dapprima prevalentemente gli element i d i fuoco capaci d i ostacolare le operazioni di sbarco e di g ittamento; passa quind i alla protezione delle teste di ponte, mentre si intensifica la controbatteria, e la interdizione isola, più aro• piarncnrc che non la protezione, le zone di ir ru,zione.

,\. Ponte metallico francese (Barconj utilizzabili come zattere)

b) Modello tipo 2, già modello 1926, c0n mezze barche "di prora e di poppa combinabili i n barche di due pezzi o barconi d i tre pezz i, coi quali possono farsi molt i tipi di ponte, fino a 18 tonnellate d i portata. 1'csta d1. ponte. La sua costituzione è una delle opera• zioni pe r il passaggio d i viva forza d i corsi d 'acqua, e con- . siste nello schieramen to, oltre il corso d ·acqua stesso, delle truppe traghettate, allo scopo di potere, con relativa calma, effettuare la costruzione del poilte e dare sufficiente spazio dì schieramento e di manovra a lle truppe man mano che hanno passato il ponte stesso. t operazione di grande importanza perchè decisiva ai fini della riuscita del forza. memo di un corso d ' acqua. I p roblemi d a risolvere sono principalmente q uesti : quan tità e specie di truppe da destinarvi, pumi <li passaggio, modalità del traghetta mento, momemo d i effettuare i l traghettamento, ampiezza della testa di po nte. Di parcicolare importanza l'arnpie2.2.a, che donebbe essere tale da garantire il ponte dal tiro delle artiglierie campali , oltrechè dei can noni pe r fanteria e mitra• gliatrici pesanti del nemico. Du rante la sosta le truppe

Testa di ponte (secolo XVI)

Ponte Giulio Filippo. Generale, m. a Torino nel 1794. Cornetta nel regg . Piemonte Reale cavalleria nel 1732, divenne colonnello comandante di esso nel 1768. Capitano comand ante la compagnia ~rchibugieri guard ie della porta nel 177r, fu, in essa, prnmosso magg. generale nel 1774 e ten . generale di cavalleria nel r780. Fu nominato ·governatore di Saluzzo nel 1783 e nel 1789 venne promosso generale d 'ar mata, Ponte Giotmnni Stefano . Generale , 111 . nel 1823. Colon• nello nel 1815, [u capo di S. M . d~lla d ivis. m ii. di Savoia e poi d i quella di Genova. Aiutante generale presso l 'ispezione generale dell'annata nel 1818, fu promosso magg . generale comandante la città e provincia di Ver• cdli nel 1820. Nel 1823 fu n ominato comandante mii. della <lìvis. della Savoia. Alla creazione ddl'O . M. S. ne fu nomin ato m ilite.

Costruzlon.e di un ponte su fossato (Genio militare it~liano)

della resta d i pont" devono rafforzarsi con lavon d i fortifica7.ione campale. Al momento di traghettare le truppe destinate alle teste di ponte, il saliente nel quale si jn.

/'onte del Castellero conte Pietro Filippo. Gene rale, n . ad Ast i, m. nel 1828. Nel 1794, e sino al r 898, comandò il Corpo Invalid i. Nel 1815, colla restaurazione, riebbe il comando degli Invalidi, riuniti in un bgl. ed il grado di luogoten. generale. Nel 18r9, col formarsi della Casa reale degli Invalidi, ne assunse il comando. Ponte Bonifado Gaetano . Generale, 11. e m . a Torino (1783-1856). Volontario al servizio d i Francia nel 1799 e sottot . poco dopo, partecipò alla campagna del 1807 e poi a quella del 18r3, nella quale rimase ferito . Passato ne).


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l'esercito sardo nel 1814 quale sottot. d i fanteria, p rese parte alla campagna del 1815. Colonnello nel 1836, comandò il r 0 regg. della brigata Aosta . Magg. generale nel 1840, comandò la fortezza di Fenestrelle e nel 1843 la città e provincia d i Vercelli. Nel 1845 fu collocato a riposo.

Ponte a Valle. Local ità sull'Arno, presso Later ina, in prov . d i ·Arezzo. Il 25 giugno 1268, le truppe d i Corrad ino vi tesero un'imboscata a un reparto del re Carlo, comandato dal maresc. di Prayselve (Bersdve, nelle cronache italiane) e <lirctto ad Arezzo. Mentre questi stava passando sul ponte, venne d i sorpresa attaccato; le sue genti furono sopraffane, e parte uccise, parte gettate nel fiume, parte, con lui medesimo, fatte prigioniere. Il piccolo fatto d'arme suscitò grande scalpore, da parte dei Ghibellini, dei quali r isollevò le sorti.

Pontebba (Pa;sn della) . Sella delle Alpi Carniche che mette in comunicazione la Valle del Fella (Tagliamento) con quella del Gailitz , affluente del Gail (Drava). La rota-

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friulana , !alla (rontc Udine-Codr oipo. Storicamente ha larga tradizione per molte campagne di guerra combattute nel teatro italo-austriaco: principale quella napoleonica del ' i 97, chi usa coi prel iminari di Lcoben.

Pontecorvo. Comune in prov. d i Frosinone. Portò in an tico il nome d i Frege/lae e fu a lungo d isputato fra i Sanniti e i Romani. Fedele a Roma d uran te le guerre Puniche, partecipò invece alla lega italica e fu per questo ~.ssa lito dai Romani condotti da Lucio Opimio, e d istrutto nel 127 a. C. Ricostruito , venne fortificato con castello nell '886 e con mura e torri, di cui r imangono ancora gli avanzi, nel I 177. Vi era un a111ichissimo ponte, pelasgico, che sboccava nella via Latina e che fu restaurato dai Roma ni . Il paese appartenne quasi sempre alla Chies;i. Preso , lai F rancesi nel 1799, fu poi eretto in principato da Napoleone I. Nel 1860 gli abitanti cacciarono la !,'llarnigione pontificia e inalberarono il tricolore; i l 17 settembre ùn reparto d i truppe pontificie rioccupò il paese, ma per pochi giorni. Con plebiscito del 7 settembre, P. d ichiarò la sua unione al regno d'Italia . Ponte del Diavolo. Sull'Adda, sulla strada dello Stelvio, presso Bormio. Nel 1866 parte della colonna del colonnello Guicc iardi vi fu affrontata (n luglio) da 6oo Austr iaci, i quali vennero respinti col fuoco di quattro c:i nnoni d i cui la colonna disponeva.

Il passo della Pontebba

bile da Stazione per la Carnia risale il Canale del Fer ro (basso Fclla) e oltre Pontebba si dirige ad oriente sboccando a Tarvisio. Il passaggio del displuvio , per la facile insellatura che vi si apre a 818 m., è appena sensibile. La Pontebbana è comunicazione importantissima, come q uella che r accogl ie p iù o meno d irettamente t utta l;i viabilità della Carnia convergente ai nodi stradali di Tolmezzo e di Villa Santina e le v;e principali della p ianura

Pontedera. Com une i.n prov. d i Pisa, presso la confluenza <lell 'Era coll'Arno. Vi furono costruiti nell 'alto medio evo una rocca ed il ponte che le diede il nome. li castello fu smantellato dai Pisan i in base a un trattato di pace conchiuso nel 1256 t ra essi, i Fiorentini e i Lucchesi. Nei secoli XIV e XV fu preso e ripreso più volte dai Pisani e d ai Fiorentin i._ L'8 dicembre 1369, d urante l'assed io di San Miniato da parte dei Fiorentini, il capitano d i ventura Giovanni Acuto, mandato da Bcrnabò Visconti, d isfece presso P. l 'esercito fiorentino, comandato da Giovanni Malatacca, che rimase p rigion iero. Nd 1554, P . ebbe a soffrire danni dall 'esercito austro-ispano-mediceo, comandato .,dal marchese di Marignano, il quale iccc abbattere le mura castellane della città in punizione di avere accolto con le sue genti il maresc. Piero Strozzi. La rocca venne demolita solo nel 1822. Ponte di Legno. Comune rn prov. di Brescia. Se ne diparte la grande strada che sale al Passo del Tonale, per ridiscendere poi in Val Ver miglio e Val di Sole (T rentino). Fervida cd operosa base d i operazioni, subì più volte

Ponte di Legno


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le offese del nem ico, che dai suoi osservatori dei Monticelli, a sud del Passo del Tonale, spiava entro la vallata, fino a Vczza d 'Oglio. Con la nostra azione offensiva del 25-26 maggio 1918, però, furono tolti all'avversario tutti gli osservatori verso la Val Camonica, la quale fu, così, liberata .come da un incubo (V. Tonale).

.Ponte di Nava, V . Nava. l'ontelandolfo. Comune in prov, di Avellino, circon•<lato di mura nd medio evo, ancora esistenti, e munito -di castello. 1el scc. XV venne assediato dq Ferdinando ,d' Aragona e difeso dal conte di Campobasso. Le artiglierie fecero breccia nelle mura, e l 'assalto superò la resistenza dei difensori. Il paese fu preso, saccheggiato e dato alle lìamme. Pontelli (Baccio). Arch itetto militare e civile romano del sec. XV . Nel q83 ebbe da Sisto IV la direzione ,ki '! avori d i. fortificazione di Civitavecchia; poi costruì la rocca di Ostia, Dal papa Innocenzo lV fu incaricato di sovraintendere alle fortezze delle Marche, e costruì quelle di Jesi, d i Offida, d i Osimo; inoltre lavorò alle fortificazioni di Loreto, completate poi da Sangallo il giov ine . Per conto di G iovanni Sforza i nfine costruì la fortezz.a di Senigallia. Ponte M ilvio. Ant. po11te romano sul Tevere e sulla via Flaminia, a 2 Krn . a valle di Roma, costruito in pietra nel 190 a . C. e più volte rest:;1urato . È d,mo oggi « Ponte Molle ».

Bauaglia del Pome Milvio (27 o 28 ottobre 312 d. C.). Appartiene alla guerra scoppiata tra Costantino e Massenzio. Quest'ultimo mise in ordine d i battaglia le sue truppe sul dorso della collina tra Cclsa e Valca. La sua ala dr. era appoggiata sul pendio alto e scosceso verso il Tevere; i l fianco sr. era coperto da una valle profondamente internata . Il terreno d'attacco del suo avversario era frastagliato ,e d ifficile almeno per la cavalleria. Per la ritirata rimaneva .aperto a Massenzio non solamente il Ponte Milvio, di,stantc quasi un miglio alle sue spalle, ma egli aveva fatto .costruire inoltre un ponte di barche. Dall 'altra par te nulla imped iva, in caso di bisogno, di fare sulla riva dr. del Tevere le quattro ore d i cammino fino ai ponti della capitale. Il 27 ottobre Costant ino condusse il suo esercito contro i Massenziani, le cui masse compatte gli stavano di fronte in vasta estensione. La battaglia cominciò con uno .scontro d i cavalleria favorevole a Costantino. Il grande urto ..ebbe luogo con la massa dell 'esercito di Massenzio, i n "hUlgo ed aspro combattimento. 1 contingenti italici non si batterono con molto ardore. Più v.alorosamente resistettero le truppe dell 'Africa e delle isole; gli antichi pretoriani ..finalmente si lasciarono quasi tutti passare a fil d i spada •sul loro posto. Massenzio subì una sconfitta completa e la ,ritirata si cambiò in fuga, nella quàle moltissim i annegarono nel Tevere. Massenzio tentò' di porre il fiume fra sè e i nemici ma trovò la morte nelle acque del fiume; sia che il suo cavallo cadesse rovescianc;losi su lui, sia che la moltitudine disordinata dei fuggitivi lo ·spingesse nell'acqua dal ponte di navi che si sfasciò. Il g iorno seguente fu trovato il suo cadavere; la sua testa fu portata sopra un palp a Roma, dove il popolo e il Senato salutarono con giubìlo Costantino come un liberatore. Pontenuovo. Località della Corsica, che ha dato il ,n2_n',li · all '~JtiQ:>'!_ disperata battaglia dei Corsi in difesa della loro libertà contro l'i,wasione francese (9 maggio 1769). Pasquale Paoli venne poco a poco ridotto alle estreme difese,

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e i resti delle sue forze in armi furono avviluppati dai Francesi del conte di Vaux a P. Pochi poterono salvarsi: quasi tutti rimasero sterminati; la Francia con questa vittoria si assicurava jl possesso della Corsica,

Pontenure. Com011c in p rov. di Piacenza, sulla via Emilia e presso il fiume Nure, Nel medio evo, m unito di una forte rocca, fu molto travagliato durante le guerre comunali e nel periodo delle fazioni signorili. Nel 1316 cadde in potere dei Visconti d i Milano che nel , 337 ne fecero abbattere la rocca. Combauimenti presso Pontenure (18r4) Appartengono alle guerre del! 'Impero francese. li 14 aprile Gioacchino Murat giunse ~ul mez.1,ogiorno di fronte a P., rnentre vi si dirigeva p ure l'avanguardia austriaca, sotto gl i ordini del gc-nerale Stahremberg, composta della sua brigata e d i quelle dei gen . Senitzer e Gobcrt, seguìte dalla brigata Eckbardt. Le t re brigate austriache attaccarono i bgl. francesi che il generale Mancune aveva messo in posizione a Borghetto, mentre egli occupava col resto delle sue truppe il collegio di S. Lazzaro Alberoni, posto un poco indietro. Il posto di Borghetto fu d ifeso con accanimento fino a notte; allora il gen. Mancune ripiegò sul Collegio S. Lazzaro e a Rudanico, al d , là di Galiano. Il rimanente del corpo francese si ritirò sotto le mura dj Piacenza. La divis. Nugent attaccò il Collegio S. Lazzaro, che fu preso dopo un combattimento accanito; le truppe austriache vi si stabili rono appoggiandosi con là dr. al Po. Il colonnello Gavenda, d irigendosi su Rudaoico, attaccò il reparto francese quivi collocato; esso difese il terreno palmo .a palmo, profittando di ogni ponte che t rovava sui canali che attraversano il territorio attorno alla ciltà, per trattenere i l nemico; soltanto a sera il colonnello Gavenda riuscì a raggiungere Galiano, dove prese posizione.

Ponteprato. Villaggio della Corsica, presso Bastia. Il '-3 febbraio 1794 il gcn . francese Rochon vi si trovava con 2 èp. di granatieri e un reparto di fanteria , quando fu attaccato dai Còrsi, mentre due \'ascelli e due fregate inglesi tiravano qualche proiettile sul paese. Riuscirono i Francesi a respù1ge.re l'attacco dei Còrsi fino a sera; quindi si ritirarono a Bastia. Ponte San Pietro. Comune in prov. di Bergamo, sul llrembo. Fu stazione romana. Nel 13r5 vi avvenne un combattimento fra Guelfi bergamaschi e cremonesi, al comando di Ponzino dei Ponzooi, e Ghibellini bergamaschi e mi lanesi, appoggiati da m ilizie di Matt>eo Visconti . 1 Guelfi furono battuti, perdendo 800 u. e lasciando molti prigionieri. li paese fu preso e devastato nel 1391 dalle bande di Giovanni Acuto . Pontestura, Comune in prov. di Alessandria, su lla dr. del Po e la sr. della Stura. Fu preso e devastato nel 1292 da Matteo Visconti; poi appartenne ai marchesi di Saluzzo ai quali lo tolse nel 1306, con pochi giorni d'assed io_, Teodoro Paleologo. Nel marzo 169r fu occupato dal principe Eugenio, che v i raccolse le forze imperiali in guerra allora contro 'il duca di Savoia. Nel J799, il ro maggio circa 200 insorti contro i Francesi attaccarono P. e ne cacciarono il p iccolo posto francese, abbattendo l'albero della libertà. Nel pomeriggio, 150 Repubblicani vennero alla riscossa, ma furono r;espìnti, n1cntrc 300 soldati austriaci arrivarono a rinforzo degli jnsorti. Il giorno seguente, 2 bgl. della 106• mezza brig~ta attaccarono il paese su tre colonne. Gli insorti, vista 'la mala parata, se la svignarono, e il reparto austriaco, ci rcondato, dovette abbassare le armi.


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Pontevico (ant. Vicus Pons). Comune in prov. di Brescia, sulla Sr. dell 'Oglio. Nel 69 d. C. Vitellio vi battè le truppe d i Ottone. Nel med io evo il borgo venné fortificato con mura e tor ri, in pane rimaste, a guardia del ponte sul fiume. Fu spesso coinvolto nelle Ione fra Guelfi e Ghibellini; poi passò in possesso d i Venezia. Nel settembre del 1453 venne assediato dallo Sforza, appoggiato da una banda di avventurieri francesi, condotti da Renato d'Angiò. Il 19 ottobre la breccia éra fatta nelle mura, e l' assalto, subito sferrato, dava il paese in potere degli assedianti. Gli avventurieri francesi si diedero al sacco e alla s trage degli abitanti con tale selvaggio furore, che i soldari delle, Sforza intervennero tontro i loro alleati 1Jer imped irlo, e molti ne uccisero, finchè ai capi iiuscì • d i sedare il conflitto. Durante la guerra derivata dalla lega di Cambrai, in principio del secolo XVI, i Francesi di Gastone di Foix presero d'assalto il castello. Pontica. (Flotta). Nome dato alla flotta rnmana che dall '88 a . C. in poi fu di stazione ali 'entrata del Mar Nero (Ponto Eusino).

Pont icello, È così chiamata la lam ina di metallo ripiegata in modo, da contenere nel suo interno il gri1letto <lcll'arme da fuoco portatile . Nelle armi con serbatoio, il P. generalmente è parte integrante del serbatoio stesso. Nei tempi passati era anche chiJmato guardamano . Pontida. Comune in prov. di Bergamo, celebre per l'abbazia dove si riunì l 'assemblea della lega Lombarda (V.). Il borgo fu munito d i mura e torri, e l'abbazia stessa era ben munita. Occupata nel 1372 dai Guelfi d i Milano, questi vi furono assediati da Bcrnabò Visconti e resistettero per q uattro giorni agli assa lii. Espugnata da Bcrnabò, venne saccheggiaia e distrutta, e fu rifatta solta1lto nel q 91. Pontiere. Torpediniera di 334 tonnellate, entrata in servizio nel 1910, radiata nel 1929. Armamento IV 76, lan-

PoN··

ciasiluri IIJ 450, macchine H P. 5900. Lunghezza m. 64,4, larghezza m .16,r.

Pontieri. T utti i pri11cipali eserc iti posseggono speciali reparti per la costruzione e il riattamento di passaggi sui corsi d'acqua. L 'esercito i1aliano possiede uu rcgg. « Pontieri e lagunari n, così costituito e dislocato : Comando, deposiw

e due bgl. pontieri a Piacenza; un bgl. pontieri a Verona; un ~gl. pontieri a Roma; un · bgl. lagunari (V.) a Vcpezia. I ma teriali assegnati alle cp. costitu iscono, nel loro complesso, i parchi ' della cp. stessa, la quale è normalmente divisa in due plotoni. Di regola i reparti pon tieri suno assegnati ai c. cl, A. e

alle

armate;

in

Pomieri. Trofeo da braccio

detenni-

nate circosta nze possono essere assegnate anche ai comandi di divis. aliquote di pontieri con relativo materiale. Assegnazione organica di apposite sezion i da ponte è prevista, in caso di guerra, per le divis. celeri. Ai reparr.i pontieri vengono assegnali, per reclutamento, elementi pratici del mestiere <l i barcaiuolo, nonchè carpentieri, calafati, motoristi, ecc. È speciali1à che richiede personale molto robusto, pratico del nuoto, ardito e di spiccati senti:nenti disciplinar-i. Durante la guerra Italo-austriaca, questa specialità J1on w bì varianti sostanziali circa l'ordinamento per essa previsto (bgl., cp., sezioni per cavalleria). Soltanto fu costituita qualche nuova cp. in seguito a nccqsità conseguenti all'aumento verificatosi nelle grand i unità nel corso della campagna. L 'attuale regg. genio (4°) pontieri ha per motto: « Ligno per flumina et vlrtute ad g-lori~m >> • esso fu c reato

nel 1883 e composto, allora, di 2 ' brigate 1;onticri (8 cp.), l brigata lagunari (2 cp.), 1 brigata treno (4 cp.) e un deposito . Dal 1873 fino al 1884, reparti pontieri avevano

Pontieri del 4° reggimento del Genio (secolo XIX)


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fauo parte <lei <l ue regg. zappatori allora esistenti, nell a ·misura di 4 cp. per ogni rcgg. Antecedenteme nte a l 1873 i reparti pont,en facevano parte dell'artiglieria. Presso !'cserdro sardo si aveva, 10tatti, un rcgg. operai e pon-

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lagunari, oltre a una cp. d i « guide fl uvial i » e una ,p. di « guardiani e manovratori idraulico "· Le compagnie pontieri pam·ciparono alla guerra dell'lndipcnden7.a e Unità d'Italia, fornirono 800 u. per la guerrn l talo-turca , ebbero cospicua parte nella guerra Mon• dialc, speci.ilmcnte nei forzamenti dell'Isonzo da l 1915 a! 19 17 e del Pia,·e, nell'ottobre 1918. La 5• cp. del regg. (gi!i 1• cp. del corpo reale d'artiglieria) è fregi:1ta di mccl. di bronzo, guaclagnata ncl l':1Ssedio di Peschiera del 1848.

IIIIpiego tir, oomieri. /\«urne caratteristiche diver,e . secondo che si tratti di operare in lomananza od in vicinan1.a del nemico. Nel primo caso i pontieri <ono chiamal i a risolvere un problema cssenzial111cnte tecnico, più o meno diffici le a seconda delle condizioni del caso spc· cialc e del ma1erialc disponibile. :--lel secondo caso l'azione tecnica ,·iene ad essere intimamente connessa con quella tan ica, ciò che re nde necessa rio un coordinamento perfetto fra esse. Nella manovra per il gittamcnto <li ponti i reparti pontieri devono prov,•ederc allo scarico del materiale da ponte dai ca rri dell'equipaggio, al suo trasporto nelle

Pontieri all'open, {guerra mondiale)

Monu mento ol Pontiere (Piacenza 1928)

ticri. Nel 1863 questo reggimento aveva 9 cp.; nel 1871 divenne il 1° in ordine di successione dell'arma di artiglieria e nel 1873 fu sciolto e ripartito tra i due regg. zappatori del genio, come si è visto in precede nza . (V. Ponte e Po11to11iere). - t;: in corso la di,·isione in due (maggio 1933) del regg. pontieri: il r<> coa comando a Verona, il 2° con comando a Piaccoza, rispettivamente con i mate, iali da ponte de l tipo 1 e del tipo 2. Il reggimento pontieri allo scoppio della guerra mobilitò 12 cp. pontieri, 3 cp. lagunari, 4 sezioni da ponte per divis . di cavalleria, 2 cp. treno per parco d 'assedio , 3 cp. di mi lizia territor iale. Durante l:1 guerra vennero costituite e mobilitate allrc q cp. di pontieri e altre 5 di

località di unpicgo ed occorrendo al suo mascheramento; al miglioramento cd alla son•eglianza dei guadi e al traghettamento <lei reparti di protc,.,ione destinati alla cost ituzione d i piccole teste di ponte, sia nei punti ove avri, luogo elkui,·amente il passaggio, sia in quelle nei quali ;i intende agire d imostrativamente; i traghetti si effettuano d i massima con barche sciolte: solo in con<i izioni speciali od i11 secondo tempo con barconi; al gittamento dei pa,saggi (passerelle, ponti, porti). Il giuameoto dei panti o delle passerelle p uò essere iniziato, a seconda dei casi, contem poraneamente ai traghetti, oppure dopo che le truppe di protezione sono sbarcate sulla sponda nemica cd hanno costituito la testa d i ponte. la primo tempo si gittano solo i


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Pontieri all'opera (guerra mondiale)

ponti normali, cercando di evitare più che sia possibile l'impiego dei cavalletti, che aumentano notevolmente la d urata del gittamento. Ai porti si ricorre solo quandl:> la Velocità è così forte da d iminuire la portata dei ponti, oppme quando si abbia esuberanza di materiale e si vogliano aumentare i mezzi di passaggio, oppure ancora per il passaggio di pesan ti carichi che non possano transitare sui ponti normali (car ri d 'assalto), Si deve inoltre provvedere al riattamento dei mezzi di passaggio danneggiati dal nemico ed alla loro manutenzione; alb sorveglianza del corso d'acqua a monte dei ponti, per impedire che galleggianti alla deriva li danneggino; ad assicurare con ogni mezzo il passaggio attraverso il corso d'acqu;~, anche nel caso che il nemico interrompa i ponti; al gitta mento di ponti più pesanti od alla cost ruzione di pon ti di .:ircosrnnza per i l passaggio dei grossi delle grandi unità: all a co:;:rnzione di passaggi stabili (ponti <li circostanza) od al riattamento d i quell i esistenti.

Pontìle. Palco di tavole per comunicazione [ra una nave e la terra. Chiamavasi ugualmente il ponte improvvisato a terra, su cavalletti , per operare sbarchi <li sorpresa,

Pontif icio (Stato). V . Stato della Chiesa . Pontili giapponesi uel Liao Tung ( 1904)

Pontiglione (Luigi). Generale, n. nel 186r. Souot. di art. nel 1881 andò in P. A. nel 1914 col grado di magg iore. Dal 19r5 al r9r9 fu r ich iamato in servizio e nel 1916 promosso colonnello. Nel 1928 ebbe la promozione a gc• nerale di brigata nella riserva.

r

o che richiedano rapidità. Tedeschi li prepararono m ferro . Questi pontili sono facilmente distrutti dalle mareggiate, come avvenne ad esempio all 'iuizio della nostra cam pag 11a d i Libia .

Pontili da sb uco in L ibia (1911)


PON

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Ponti Lung hi (Battaglia). V.

PoN

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Vetero Castra.

1200 u. sul campo, e lasciato un migliaio di prigionieri; le perdite dei Tedeschi ammontarono a goo uomini.

Pontirolo Nuovo (ant. Pom A 11reolt). Comune in p rov. di Bergamo, sulla sr. dell'Adda . Nel 268 vi si combattè una bauaglia nella quale l'imperatore Claudio lI vi sconfisse J\urcolo, già generale di Galliano, fattosi proclamare a sua volta imperatore. Aureolo venne dopo la bauaglia fatto uccidere da Claucl,jo. li paese fu distrutto dal Barbarossa, e, ricostruito, ebbe a soffrire per le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini.

Pontoise (ant. l'ontisarae). Ciuà dclb F,anria, capo!. del dip. Scine-et-Oise, sulla dr. di questo fiume. Fu unita alla corona francese nel 1082. Nel 1419 fu presa per scalata notturna dagli Inglesi condoni dal duca di Clarence, e ancora nello stesso modo nel 1437, dagli stessi lngle,i, comandati da Talbot. Fu recuperata dal re Carlo VII di Francia, pure per assalto, nel q41.

Pont-Noyelles. Comune della Francia, nel clip. <lella Somme, presso Amiens.

Trattato di Pontoist (21 agosto 1349). Concluso tra il re Filippo VI di Francia e Carlo il Malvagio, re di Na-

llt1t111glia di l'om -Noyel/es (23-24 d icembre 1870). 1\ppar-

varra. Quest'ultimo si obbligava a sgombrare Mclun e le altre città occupate dai suoi partigiani.

1ienc alla guerra Franco-germanica, e (u dai Tedeschi chiamala « bauaglia sull"Hallue ». I Tedeschi disponevano dell"\llll C. d"A., di una brigala di cavalleria della Guar-

Pontone. Grossa barca, di i,ortala fino a 100 tonnellate, di rnbusta coslrnzione, a fondo piano. Il nome le deri,·a

Pontone del secolo XVlll

da quelle che i Romani chiamarono " pontones », sorta di navi galliche grosse e p,:sant i, adoperate per trasponi, specialmente nei fiumi. 1'011/one armato. È >lalo in uso neUa nostra marina per la guerra fiancheggianrc sul Basso l.sonzo e sul Basso Piave

in ausilio ai monitori. In generale i /'. A. avcv:,no due

Oauaglia di Pont Noycllcs (1870) (I Tcdcschj in nero: i Francesi di fronte)

dia, e della 3• brigata di fanteria (•• armata, gcn. ManteulTcl): in llllto 25.000 u. con 108 cannoni. I Francesi, agli ord ini del gen. Faidherbe, cr:,no 40.000, con 82 cannoni, schierati sulla sr. del fiumicello Halluc; al centro la divis. Derroja e a dr. la divis. Du Bessol, del XXII corpo (Lccoime); a d r . la divis. Moul:tcq del XXlll (Poulze • d'l voy); in riserva la divis. Robin dello stesso corpo. Il gen . Manteuffel diresse la manina del 23 la 153 divis . (Riimmcr) contro la sr. e la 16• (Barnekow) contro il centro e la dr. delle posizioni avversarie: la battaglia si svolse frontalmente. Verso le n la lotta era impegnata su tutta la linea, e a sera i Tedeschi a,·evano appena posto piede sulla riva sr. dell"Hallue, occupando Bavelincourc e Béhcncourt a sr., P. N. al centro e Daours sulla dr. della linea avversaria. Contrattacchi francesi, a none, furono respinti. Il giorno dopo la lotta si riaccese prevalentemente con duello di artiglierie, mentre i Tedeschi attendevano rinforzi per attaccare le posizioni nemiche. Ma verso le 14 il gen. Faidherbe bmè in ritirata : egli aveva perduto

Pontone armato(• Ragantlla •) con pezzi antiaerei sul Basso Piave


PoN

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PoN

Pontone con pezzi da 203 (guerra mondiale)

o quattro cannoni dei calibri da 76 o da 120, qualche volta anche da r52 mm. Venivano rimorchiati nei canali formati dal delta del fiume, ormeggiati alla riva e mascherati con frasche. Servirono come batterie galleggianti, e resero segnalati servizi specialmente per la possibiliti, che vi era cli spostarli quando e rano stati individuati daJ I'offesa nemica.

Po111oné Biga. Fa pane dell'attrezzatura degli arse nali m ii. marittimi. Lo scafo è di forme tozze, a fondo piatto; sormontato da una grande biga con verricelli a vapore, capace d i sollevare fino a 150 tonnellate . Rimorchiato in vicinanza delle navi in riparaz.ione, serve a sollevare grossi pesi, cornc cannoni, torri corazzate, n1acchinari da ripa•

rare, ecc. Nel periodo della marina velica si .;doperavano gli scafi de lle vecchie navi da guerra rase fino al p r imo ponte, si guarnivano con capr iate e servivano spesso per

far sbandare le navi in porto e carenarle.

Pontonìere. Sinonimo di Pontiere (V.). Nella marina, era così clùarnato il marinaio addetto alla custodia e al servizio del pontone. - In Fran cia UJJ corpo <li P. fu istituito I nel 1765, con un bgl. su 8 cp. d i 72 u . ciascuna. Questo corpo (u organizzato nel r792, militarizzando i borghesi addetti al servizio dei ponti militari, e unendo ad essi clementi adatti, togliendoli ria Il'artiglieria .

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Pontorson. Comune della Francia, nel d ip . della Manica. l i 17 novembre 1793 vi avvenne un combattimento nel quale un corpo di Vandeani batté il gcn . Tribout, il quale aveva preso Ponto~iere d'artiglic1ia(1852) posizione a P. con la sua d ivis. forte d i 3000 u. e un parco d 'artiglieria. La lotta durò quattro ore nelle strade del paese; riuscì ai Francesi d i d isimpegnarsi e ritirarsi col favore della notte ; ma pcrdet -

tero un terzo delle loro forze fra morti e feriti e

le

irtiglieric .

Pontos. Comune della Spa_g na, in prov . di Gerona, nella va lle della Fluvia . Combattimento di Pomos, o ddla Fluvia (13 luglio r 795). Appartiene alla gu,~rra dei Francesi nei Pirenei Orientali contro gli Spagnuoli. Verso la metà di luglio, il gcn. Schérer prese l'offensiva contro g li Spagnuoli , per obbligarli ad abbandonare la linea del Fluvia , con lrc divis. delle c111al i a sr. quella del Sauret, a d r . quella di Augcreau e al cenr.ro quella deilo Schérer medesimo. La posizione spagnuola aveva il suo centro davanti a Pontos, (;cl era tenuta da 6000 fatiti e 8000 cavalieri; le due ali erano forfi ciascuna di circa 5 000 u. e 500 cavalieri . Il gen. spagnuolo U rrutia fece custodire tutti i guadi dd fiume, e i Francesi vennero ad urtare con le loro colonne verso q uesti posti : l 'artiglieria spagnuola iniziò il fuoco, e 1s cavalleria eseguì varie cariche, ma sulle ali Augereau e Sa urct riusci rono a passare il fiume . L'Grrmia ordinò allora alle proprie ali d i tener fermo, e Jttaccò con grandi fo rze il centro dei Francesi, occupando P. d al qua le li sloggiò con assalto a lla baionetta. Sch éfcr, riu nite le forze disperse, le Tiportò al contrattacco e scacciò dalle posizioni prese gli Spagnuoli, i quali tuttavia opposero nelle vicine posizioni 111ontuosc la più viva resistenza, tantochè Schérer, vista Ja stanchezza elci suoi, e privo cfi rlservc fresche, pensò di continuare il combattimento in forma dimostrat iva e temporeggiante, onde disimpegnarsi. l•urrutia intul questo momento di debolezza del suo avversario, e lanciò contro i Francesi delle ali tutte le forze disponibili . Scossi da quc::t'ultimo sforzo, i Francesi dovettero iniziare un rnov i1ncr1to di ritirara, e ripassarono il fiume in ordine, senza che il nemico osasse disturbarli. Le due ar mate nemiche rientrarono nelle loro li11ee a notte alta. Il risultato della giornata fu indeciso, però i F rancesi ne trassero iJ vantaggio di provviste di foraggi e di viveri, che riuscirono a fare. Le perdite furono press'a porn eguali dalle due parti. Poco dopo q uesta bat.taglia venne firmata a Basilea (22 l uglio) la pace tra Francia e Spagna.


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PON

Po:-

, Pontremoli. Comune in prov. d i Massa-Carrara, alla base dcli' Appennino della Cisa , presso la confluenza ~ del Verde nella Magra. t uno dei punti strategici importanti del bacino della Magra. Le sue origini sono incerte; ii ritiene che il suo sviluppo sia avvenuto nei secoli X-XI. Duran1e il periodo comunale ebbe episodi notevoli, come quelle della temce rc,ist<"nz.a O!>IX\Sta nel 1110 al passaggio di Enrico V, i l quale dovette occupare con la forza il borgo, che poi saccheggiò. Sceso nel u67 in Italia Federico Barbarossa, riconobbe a l'. i suoi diritti di libero Comune. Al ritorno da Roma, , Pontremolesi si opposero alla m:orcia dell'imperatore il quale dovette passare con la forza, aiutato dal marchese Obizzo Malaspina . Battllto il Barbarossa a Legnano, nel , 176, P . nominò propri magistrati, dandosi libere leggi ed eleggendosi un proprio governo. 11 periodo comunale di P. durò circa due secoli. durame i quali furono stipulati accordi con Piacenza , Parma e con i M;ilaspina. Federico li , wcccsso al Barbarossa, confermò a P. i precedenti privilegi, finchè, in seguito a discordie sorte per il possesso del castello di Grandola lra Pontremo lesi e Parmigiani , nel 1243 ordinava al podestà d i Parma , Princivallc Doria, di abbattere le torri o le porte della terra, la quale, nel 1251, passava in dominio perpetuo al suo consigliere Nicolò Fieschi, conte di Lavagna. Caduto il governo comunale, P. fu straziato per var i ann i da lle lotte delle fazioni, la g uel fa e la ghibellina, alle quali lolle ne seguirono altre per opera del cardii;iale Luca Fieschi, figlio di Nicolò, che venne a comesa col marche~e Franccschino Malaspina di · Mulazzo per il possesso d i alcuni castelli. Affermatasi in Lun ig iana, verso il 1320, la potenza di Castruccio Castracani, la parte ghibellina pontremolese, cbe occupava il borgo di sotto, lo proclamò, il 27 maggio 1321, suo signore per cinque anni, e la sua signoria venne riconosciuta anche dalla parte i;uclfa dopo vani tentativ i per opporvisi . Avveduto ed energico, Castruccio fece di P. 011ima cittadella per dominare l'alta Lunigiana, e vi fece costruire la fortezza chiamata « Cacciagucrra » dividendo in due la borgata e separando i Guelfi d ai Ghibellini che comun icavano fra loro per mezzo di una strettissima porta. M orto nel 1328 Castruccio, 1imase signore di P. jl figlio suo Arrigo, il quale \'enne cacciato da Lodovico il Bavuo che pose al governo della borgata u n suo _vicario. Il m algoverno d i questi indusse all a ribellione i Pontremolesi, che si diedero al comune d i Parma nel 1331; ma nel 1336, dopo un lungo assedio, passava in dominio ai Mastino e Alberto della Scala, signori di Verona, e nel 1341 ai Visconti di Milano . Cessata la signoria viscontea con la morte d i G iovanni Galeazzo, si riaccesero le Ione fra Guelfi e Ghibellini; i Fieschi, di quest'ultima (azione, divennero padroni della città e territorio, tenendolo fino al 1431, quando fu occupata da Niccolò Piccinina , per co□ to d ì F ilippo Mari« Visconti. La signoria passò poi a Francesco Sforza, e nel 1495 le soldatesche svizz~rc la mcendiarono e devast:,rono completamente. Agli Sforza successero i Francesi ccl a questi gli Spagnuoli quando d iven nero pad ro ni del Milanese. N el 1647 il connestabile di Castigl ia vendette la citt?, cd il suo territorio a Oua,,iano Pallavicino, procuratore della repubblica di Genova; ma non essendo venuta, in capo a sei mesi, la ratifica del la vendita da parte del re d i Spagna, Genova ruppe i l cont ratto. i\ llora F erdinando 11, gra nduca di Toscana. comprò, il -I marzo 1650, da Filippo IV di Spagna, P. e il suo territorio. Sotto il go,·eroo dei :,,,(cdici P. prosperò, finchè fu convolta nel 1799 nei combattimenti dei Francesi, red uci d a Napoli, sotto Macdona!d , e g li Austl''lRussi . Nel 18o1 il Pontremolese fu incorporato nel regno d'Etruria, poi appartenne all'impero napoleonico; nel 1814

fu occupato dagl i Austriaci, che però furono costretti, il 20 febbraio, con gravi perdite a ritirarsi in Toscana. Caduto Kapoleone, P. ritornava al Granducato cli Toscana; nel 18,18 passava al ducato di Parma, e finalmente, nel 1859, veniva annesso al regno d 'Italia.

Po111rcmoli Raffaello. Pittore di bauaglie, n. di Chieri ( 1832-1905). Dedicatosi alla pittura militare, segul le guerre del i859, 1860-61 e 1866 . Fra le sue opere sono da ricordare: « Un attacco di avamposti " ; « La presa di Mola di Gaeta ,, ; « Il passaggio del Garigliano • ; « li principe di Carignano alla balleria dei Cappuccini durante l'assedio di Gaeta »; « Il principe Umberto a Villafranca in mezzo al q uadrato•>; "S. A . il p rincipe Amedeo (erito a Custoza » .

Pb111re111oli Pietro. Generale, n . nel 1856, m. a Forll nel 1925. Sottot. di fanteria nel 1879, raggiunse il grado di colonnello nel 1911 e comandò il 62• fanteria, e !'82• nell 'anno seguente e nel 1913 in Libia; ne l 1915 fu collocato in P. A. Magg. generale nel 1916, rimase in servizio, per la guerra contro l'Austria, si no al 1919. Nel 1933 fu p ro mosso generale di d ivis. nella riserva.

Ponttcmoli Paolo. AmmiraPontremoli Pietro glio, n. a La Spezia nel 1873. E nt rato in servi zio nel 1892, fece la campagna d 'Africa del 1894 e partecipò alle guerre Italo-turca e Mondiale . Fu capo di S. M. del clip. de La Spezia nel 1921 e dal 1923 al 1928 presidente del Tribunale mii. mar. de La Spezia, raggiungendo il grado di contrammir. nel 1926 e venendo collocato a riposo nel 1932.

Pont-Saint-Vincent. Comune della Francia, nel dip. della Meurthe-et-Moscllc. Fu in antico fortificato. Combattimento di Po11t-Saim-Vi11ce11t (t552). All' inizio dell'assedio di .\ifetz, il francese duca d'Aumale, distaccato a P. con 200 u. d'arme e 500 ea,•alleggeri, vi fu assalito dal cotpo imperiale di Alberto d i Brandeburgo, arnmontam c a 20.000 u. Al primo urto con i raitri tedesch i i cavalleggeri si dispersero: la gendarmeria francese si battè senza cedere terreno rimanendo sterminata: il duca, fer ito, venne preso prigioniero .

Ponts-de- Cé, Comu ne della !'rancia, nel dip. di Mainect-Loire, sulle due sponde della Loira e sopra un 'isola fra esse. Il nome le venne dai due ponti, intcrroui da ponte lcvaloio, fra l'iso la e le due rive. 1'cl sec. XV fu costruito sull 'isola un castello domi11ante i due ponti . Nel 1438 fu presa dagli Inglesi. :-lei 1793 i Vandeani , i sconfissero una colonna repubblicana. A/lacco di Ponts-de-Cé (7 ago.sto 1620). Appartiene a lla lotta fra Luigi XIII e la regina madre, Maria dei Medici. Questa aveva rafforzato ]a guarnigione del borgo, che Luigi XIII assalì con tutte le sue forze, dando il comando d i quelle della sponda sr. al maresc. di Pralin, e d i quelle della sponda d r . al maresc. di Créqui. Comandava le forze della dilesa il conte di Saint-Agnan. La cavalleria di quest'ultimo, affrorn11a da quella del re, ,·enne dispersa; i trinceramenti fuori del paese attaccaci e presi, con !a ~attu ra d el Saint-Agnan medesimo . I resti delle truppe sconfitte si rifugiarono nel borgo. inseguiti cosl da vicino che non fecero a tempo ad alzare il ponte levatoio. Parte


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PON

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dei fuggiaschi riuscirono a riparare nel castello , ma questo, minacc iato di bomba rdamento dal Créqui, il giorno dopo s1 arrese.

Pont~Vallain. Co mune della Francia, nel clip. della Sarthe, sull' A une.

Combattimento di Po11t- Val/ai11 ( 1370). Appartiene alla guerra dei Cento Anni. L ' ing-lese Knollcs, in marcia lungo il Loir con circa 250 lancie, venne assalito improvvisamente da un corpo francese di 500 lancic, comandato d a Duguesclin. La lotta fra i cavalieri piegò a danno degli Inglesi, e allora i loro servi e i loro scudicri si diedero alla fuga. I 250 cavalieri inglesi rimasero uccisi o prigionieri.

Ponza. La maggiore delle isole Pontine , ;unpia 7 Kmq ., con piccolo porto davanti al borgo omonimo. Appartenne ai Volsci, e passò nel 312 a. C . in potere <lei Romani, i quali v1 posero una loro colonia. L' isola fu occupata nel

li castello di Ponza

1527 da Andrea Daria, mentre era spesso rifugio di pirati. Venne presa nel 1809 dalla flotta anglo -sicula che combatteva contro il re Murat, e tenuta dal 24 giugno al 24 lug lio. Vi sbarcò P isacane, nell a spedizione che fu detta d i Sapri . Sotto i Borbo n i P. era consi<lerata come fortezza di 3" classe .

,

I. Tiam,glia di Ponza (q g iug no 1300 d. C.). Appartiene all a guerra del Vespro S icil iano, tra Cado Il d'Angiò, re d i Napoii, e Federico Ili cl ' Aragona, re <l i Sicilia. Questi nel 1300 armò ventisette galee, alle <1uali se ne· unirono altre ci nque spedi te dai Ghibellini di Ge nova . Assunse il comando di questa Aotla il genovese Corrado Doria , che tosto si recò nel golfo d i Napoli e provocò a battaglia l'ammiragl io angioino Ruggicro di Lauria. Questi d isponeva di quaranta galee napoletane e angioine. ma aspettandone dodici da Catania e sette dei Grimald i, nemici dei Daria, da Genova, 11011 accettò sul momento la sfida. Come però g li g iunsero i rinforz i ed entrarono d i noite nel porto, Rl'ggiero <1[ Lauria usd con cinquantotto galee e cercò d i affrontare le tren tadue sici liane. Venuti a g iornata il 14 giugno presso l'isola d i l'., le cinque galee genovesi, alleate dei Siciliani, si allontanarono, ma Corrado rimase al suo posto di comando " con ventisette galee solamente ardì affron tare la flotta angioi na, dalla quale però fn accerchiato e soverchiato. Sette navi siciliane si salva rono co11 la fuga, ma le altre, dopo una resistenza eroica, rimasau catturate. Corrado Ooria fin da ll'inizio della bauag!ia aveva cercato d'investi re la capitana nemica, ina non g li r iuscì. Assalito poscia da ogni part~, respinse ,,ari arrembaggi e uccise molti nemici coi colpi dei suoi

PoN

balestrieri, senza calare mai il suo stendardo. Alla fine

il Lauria fece '),llargare le prop rie le prop rie galee e lanciò un brulotto su quella d el. Doria. Costu i allora si arrese, dal vir1citorc fu caricato di catene : ai ba lestrieri genovesi furono cavati gli occhi e rpozzate le mani. e

li. &,ttaglia di Ponza (1435). Appartiene alla guerra di Alfonso V d'Aragona contro gli Angioini d i Napoli. Aveva egl i assediato Gaeta, e Genova, r accolta una squadra d i 13 navi e tre galee, con 2,100 soldati, agli ordini <li Biagio Assercto, l'aveva spedita in soccorso della città. Sulla fine di lug lio, la flotta salpò, e, al suo arrivo, il 5 agosto le si fece incon tro la flotta aragonese ( r6 g rosse navi e 4 galee con 6000 u .) comandata dal re Alfonso io pcrsuna con t re suoi fratellt e molti gen til uomini del suol regno. L'ammiraglio genovese aveva distaccato tre g alee con l 'ord ine di capitare a combattime n to impegnato. Acccsasi la p ug na, per parecchie ore rimase indecisa, supplendo il valore dei Genovesi e l'abi lità dei loro balestrieri, nonchè quella manovriera dei loro marinai, al maggior numero delle navi nemiche . F inal mentc arrivarono veloci le tre galee distaccate, e una di cssc investì la capitana a ragoncsc, facendola sbandare. In b reve f u assalita e presa. Qucstu fu il segnale della v ittoria. Una sola nave di Alfonso si salvò; le altre furono catturate, con ricco bottino; i prigionieri, col re alla testa, condotti a Savona e mandati a Filippo Maria Visconti, signore di M ilano. Ill. Bauaglia di Ponza (1552). Appartiene alle g uerre òi Carlo V contro la Francia, alleata in quel] 'epoca <lei su ltano turco Solimano. U na Aotta turco-franccsc, di oltre cento galee, comandata <la Sinan pascià, stava devastando le coste sici liane, quando seppe che Andrea Doria con 39 galee da La Spezia si dirigeva a Napoli. Il Sinan, che avcn con sè D ragut, andò ad appostarsi nel canale fra P. e la costa , Il Doria r apitò in mezzo alle navi alleate !a !-era del 5 agosto, e nùn potè rifiutare il combattimento. La notte g li permise d i salvarsi a Napoli, ma con la pe rd ita <li sette galee, che g li furono prese .

Ponza di San ,\,Janiuo conte Coriolano. Generale, n . a Torino, m. a Cuneo (1842-1926). Sotto!. d 'art. nel 1860, partecipò all a cam pagna del 1866 ed a Villafranca meritò la med . d'argento. Passar,:, poco dopo nel corpo di S. M., fu insegnan te alla scuola d'applicazione, d ivenne colonnello nel 1886 e comandò il 7° regg. bersaglieri. N el 1887 fu nell 'Eritrea quale comandan te del 1° regg. cacciatori (spedizione San Marzano). Rimpatriato u n anno d opo, d ivenne magg. generale nel 1894, e co~ mandò la brigata P istoia; nel 1896 re Umberto I lo nominò suo aiutante di campo generale. Ten . generale nel 1898, comandò la divis. m ii. d i Livorno . Nel gennaio 1900 fu coman~ dante in 2" del corpo d i S. M. Pon,a di S. M. Coriolano t' nello stesso anno fu nominato senatore e m inistro della g uerra nella quale car ica rimase sino al 1902. Nominato comand an te della d ivis. mii. di Fircn~e nel 1903, ebbe nel 1904 il comando del VI C. d ' A. In P. A. nel 1909, passò nella riserva nel 1913. Fu r ichiamato in servizio territoriale dal 1915 a l 19 17. Ponza di S. A111rti110 Ces,we. Generale, u. a Torino, rn . a Busca (1844-1915). Sottot. d ei granatieri nel 1862,


POP

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un « pom-pom », e verso le ro battono in nurata, senza essere molestat i e avendo subìto perdite minime, una cin~uantina <l 'uomini, con1e i loro avversari.

Popoffsche (o Popovka). V. N ave ci,-colare. Popolazione. La P., intesa come fat tore d ella poten za militare di una nazione, va considerata sotto il punto d i vista qualitat ivo e quantitativo in relazione alla estensione del territorio da difendere ed ai mezzi economici di ogni singolo Stato. Un contingente numeroso d i soldati istruiti ha importanza decisiva nella valutazione della potenza m ilitare <li una nazione , egualmente come la q uantità e la qualità del materiale bellico posseduto e la possibilità di poterlo imp iegare in tempo di guerra. t necessario quindi che la maggiore possibile quantità della P. statale sia istru ita negli esercizi militari e nell ' 11s0 degli istrumenti guer resch i, affinchè al momento del bisogno l 'esercito sia pronto. A questo scopo presso quasi tutte le nazioni sono state adottate le ferme brev i e sono state r idotte pressochè a, zero le esenzioni dal servizio m ilit are; in tal modo con bene studiata rotazione tutta la gioventù rirnane istruita e p reparata ad ogni chiamata d elle autorità respon sabili. È naturale che il quantitativo di truppe mantenute sotto le .inni in tempo di pace debba essere p roporzionato al!a e.stensione del territor io nai ionalc ed in relazione alle possibilità economiche dello Stato, perchè l'esercito possa d are l'idea esatta della reale potctlZa m ilitare della nazioiie. Ne consegue che gli elementi costitutivi di tale potenza, e cioè : il numero dei soldati sotto le arm i in tempo <li pace; la durata del servizio rnilitare; il contingente chi.:t• mato annualme nte alle ar,n j ; il numero dei soldati mo bilitati in tempo d i guerra; il materiale in servizio e nei depositi dell'esercito, della ma ri na e dell'avi azione, siano strettamcrue legati ad interdipeodenti fra loro. Nè la perfezione <lei material i diminuisce le esigenze numeriche di uomini, anzi quanto p iù è perfetto i l materiale bellico, tanto più aumen ta l'importanza del numero. In tempo di pace si può accademicamente far mostra di avere in poco conto il numero e sostenere la teoria del piccolo esercito potentemente armalo, ma in tempo di guerra l 'opinionc comune sull'argomento è ben definita: se si è battuti lo è perchè si è dovuto cedere alla superiorità del numero; ed ogni insuccesso o fatto d ' arm i sfavorevole è giustificato dal vinto con la superiorità numerica del nemico. È ovvio però che il numero non assuma tutto il proprio valore, se non a cond izione <li non essere esclusiva me nte nurnero:

l'elemento lJomo che lo costituisce deve essere istruito, inquadrarn, organizzato. Quindi col perfezionamento del materiale deve accentuarsi 1'evol uz ione delle istituzioni mi litari, nel senso <li un a utilizzazio ne sempre più rigorosa di tu tte le risorse cd energie d ella nazione , perchè insieme al mate riale sarà la P. intera che parteciperà alla lotta con tutte le sue possibilità.

Popoli. Comune in prov . d i Aquila, costruito dopo la d istruzione di Corfin io per opera dei Romani, durante la guerra Sannitica. Vi fu un cast.ella, che appartenne a1 Cantclmi, duchi dì Popol i. li paese fu preso dai F rancesi nel 1798, dopo breve d ifesa d i un reparto napoletano: il ge n. francese Point vi rimase ucciso. Gole di Popoli. Tratto ca ratteristico della valle elci fiume Pescara , i l quale si ap re i l varco verso l 'Adriatico attraverso l'orlo orientale dell 'altopiano aquilano, i ncidendo per circa sei chilometri i calcari compatti e dolomitici degli strati appenninici terziari. Il passaggio s'apre tra le falde di M . Roccatagliata e quelle di M . Corvo, che lo <lom i-

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nano d i oltre un migl iaio di metri dai due lati ; ed i: anche <letto, per la disposizione caratterist ica delle alture fra cui svolgesi, '< Gola dei tre monti )). Vi passano !a grande strada Roma-Rieti , Aquila-Popoli-Pescara e la ferrovia Roma-Sulmona-Pescara. Le Gole di P. costitui scono perciò un passaggio geograficamente caratterist ico e strategicarnern e importante delle comunicazioni fra Tirreno e A~riat ico attraverso l' altopiano aquilano.

Poppe (Sigfrido). Generale austriaco (1848-1933). Appartenne ali 'ingegneria della marina austro-ungarica, e ne fu lungamente ingegnere capo, raggiungendo il g rado di generale. L a maggior parre delle navi m oderne di 9uella marina vennero costruite su progetti suoi. Poppenburgs (Van der) . Costruttore olandese di un fucile al quale fu applicato il principio dcli ' acce nsione ad ago. Il quale, mod. 1865, ha una scatola d i cu latta avvitata alla canna, e porta posteriorme nte il congegno di scatto e di percussione . La camera di chiusura sr apre laternlmente a d r. automat icamente non appena si tira indietro

Fucile Poppenburgs modello 1865

il congegno di chiusura. Con questo movimento si prod uce ~nche J" annamento del percussore, che consiste in un ·ast a con ago e.i in una molla spirale a nastro. In tra• dotta la cartuccia nel la camera d i chiusura colla punta indietro , si chiude la camera stessa, che è u·aucnuta fissa per mezw della testa di una molla . Sp ingendo avanti il congegno di scatto e percussione, la molla spirale a nastro SL ar ma, ed il fucile è pronto per lo sparo ,

Poppi. C-Omune in prov . d i Are?,ZO , munito di mura co □ baluardi e torri del ·1261, opera del conte Simone di Battifolle, i.n partt scomparse. Fu possesso, come tutto il Cosentino, della famiglia Guid ~, e nel 1440 passò sotto la dominazione fiorentina. Il paese fu preso da Vitellozzo Vinell i nel 1502; ne.I 1529 le t ruppe del principe d'O range tentarono invano d i impadronirsene, chè gli abitanti le respinsero .

Poppi Raimondo. Generale, n. a Bologna nel 1869. Sottot. di fanteria nel r891, fu in Libia nel 1912, 1913, 1914. I n guerra contro l'Austr.ia nel 1915, meritò la med . d 'argento, cornln ttendo ad Oslavia ove rimase fer ito . Colonnello nel 1917, <iopo d i aver comandato i distretti mii. d i Barletta o di Grosseto, andò in A. R. Q. nel 1926 e nel 1929 fu promosso generale di bxigata nella nserva.

Porbeck (Enrico von). Generale badese e scrittore militare (1771 -1809). Fece le campagne contro la Repubblica Francese e nel 1803 entrò al servizio dell'elettore del Baden, partecipando attivamente alla r iorganizzazione delI 'cscrcito. Nel 1807 ebbe il comando d i un C. d' A. di riserva in Pomerania ; ne! 1808 prese parte alla g uerra nella penisola iberica e cadde nel r809 a Talavera. Scrisse una « Storia crit ica d elle operazio ni d i d ifesa dell'Olanda nel 1794-95 » e pubblicò il giornale militare « N uova Bellona» .


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Porca. Nome dato volgarmente alla petrie ra nel medio evo : fu a nche chiamata Troia. Porcari (Francesco) . lngq;nerc mili tare italiano del secolo XVII. Nel 1605 inven tò un cannone leggero, che venne imitato, ve nt i anni dopo , dal colonnello svedese \Vu rmb rand per l 'esercito cl i Gustavo Adolfo . Porcelli (Giuseppe). Ammiraglio, n. e m . a Napoli (18~2-r904) . Entrato in ser"izio nel 1868, d iven ne capitano di vascello nel 1890 e h , direttore d'art. e torpedin i nel clip. mar. di Napoli. F u p romosso contrammir . nella iiserva navale. Porcile <Carlo Vitto,·io). Generale, n . e 111 . a Carloforte (1756-1815) . Vo lo ntario nella marin a sard a nel 1779, per lè prove date nella lotta ,contro i Barbareschi, specialmente nel 1786, e bbe il comando de lla nave da guerra " Santa Barbara " · :'lei 1793 p artecipò alla d ifesa delle isole clel la Madddlcna e di S. Stefano contro i Frnnccsi. Capi tano d i vascello nel 1 800, ottenne i I grado di colonnello nel 1808 e d i magg. generale dell'esercito sardo nel r815, g rado otte nuto <lopo un conflitto con due legni turchi nel quale rimase ferito. T e nne ooi per due anni il comando d el porto di Cagliari . · Porcospino. Ap p;irecc h io inventato nel sec . XVI dallo zclandcsc Keermaeker, da servire per la distruzione <leg!i sbarramenti costr,iiti a ,capo di difesa all'entrata dei porti q lungo il corso dei lium1. Fu sperime n tato con esito negativo durante !"assed io di Anversa (r584-85). Era uno zatterone d i botti, armate d i lance sporgen t i, col legate da corde incatramate cd imbevute d i zolfo, le qua!i, giun te a contatto dello

sbarr~nitn to) dovevano venire incendiate:

mediante batterie di moichclli . Lo zatterone ~, a spinto verso lo sbanarnenro dalla corrente del fiume, la rni azio ne veniva completata per mezzo d i u na deriva sotto forma d i vela immersa, la quale investendo le palafitte d oveva rovesciarlo per la pr essione dell'acqua. li detto a pparecchio,

difettoso e di d ifficile manovra, in Juogo di distruggere !o sbarramente , non riuscì che a sfasciarsi contro le sponde della Schelda.

Ordine del l'o,-cospino. Ordine cavalleresco, istituito nel 1393 da Luigi d i Francia, duca cl 'Orlé,rns; comprendeva

un g ran rnacstro e 25 cavalieri; disparve sotto Luigi XII; penava come decorazio n i il P., simbolo della casa d'Orléans.

Porcu (Eligio). Medag lia d 'oro, n. a Quartu S. E.lena , caduto sul Montello (1894-1918). U fficiale d i comple mento nel 45" regg. fan teria, si era g ià seg nalato , per valore ed a rdimento, sul Col di Lana e su l Valderoa . D urame la battagl,a del Piave del giugno 19r8, capitano comandante d i una c p. , difese con essa fino all 'estremo l 'imporcantc caposaldo d i Casa Serena, finchè, ferito ed in p rocinto d i cad e re 11rig ioniero, p referì togliersi stoica mente la vita. Alla memoria del valoroso ufficiale iu conferita la med. d'oro con qllesta motivazione: Porcu Eligio « Costante, im pareggiabile esem pio di salde virtù militari, quale comand ante d i u na compagnia, per due giorni consecu tivi , con fulgida tenacia, fronteggiava il nemico ir-

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rompente, conte nend olo, infliggendogli perdite ed animando instancabile cd a rdente di fede il proprio reparto ad una resistenza incrollabile. Avuto l 'ordine di attaccare, trascinava la propria compagnia con irresistibile slancio fin sulle posizioni avve rsarjc, sgon1inando forze di gran lunga supe-rior i. Ferito ad u na gamba e circondalo dai nemici, per non cadere vivo nello loro mani, si toglieva la "ita con stoica fierezza, opponendo alle ingiu n zioni d i resa il suo ultimo g r iclo di « Viva 1·1talia! " (Montello, 15-16 giug no 1918).

Pordenone. Comune in p.'Uv . di Udine. Di antica or ig ine a n tica, è ricordato in documenti del te mpo d i Giu]in Cesa re . La sua rocca, costruita verso i l 1270 dai d uchi di Carinz ia, do minava con la sua n1olc la città, j1nch 'essa cinta di mura e munita d i 18 torri per la protezione contro le invasioni barbariche. Col tempo, il castello abbandonato andò in rovina e sui ruderi, nel 1883, fu cost ru ito un edificio ad uso di carcere. Delle m u ra non è restato che q ualche traccia. Come tutte le altre locali tà del F riuli, P. fu dorninata dai Romani, dai Longobardi , dai patriarchi d i Aquileia e d ai Tedeschi . Nei primnrdi del scc . XIII, scoppiata la guerra tra i T revigiani ed il patriarca d"Aquileia Pellegr ino Il, parteggiò pei Trevigiani; assedia ta <bi pa tr iarca. si liberò dal ne mico col soccorso dei ~-;orizian i. ]n altra ,gue rra contro il pau-jarca Bertoldo, veniva presa e saccheggiata e i l porto sul fiume Noncello ciistrut to . 'Passata sotto vari domin1, nel 1420 tutto il Friuli appa rteneva alla repubblica d i Venezia, meno P., rimasta agli Aust riaci ed isolata dal rimane n te del paese. Ciò fu causa d i con tinue d iscord ie fra i sudditi dei due territori fino al 1508, quando la città si dava alla repubbl ica di Ve nezia che la concedeva jn feudo a Bartolomeo Alviano . R imasto questi nel 1509 prigioniero ad Agnadello, fu condotto in Francia per quattro anni , e P . cadde in possesso dell"imperatore, fino al 1514, qua ndo tornò dall ' Alviano; nel 1537 tornò sotto Venezia, d i cu i da allora seguì Je sorti . Assalto e saccheggio di Pordenone (1514). Ap parLiene alla g ue rra de lla Lega di Carnbrai. Nel marzo 1514 Bartolomeo A lv iano , generalissimo dclJc truppe venete , venne mandato d al Senato a soccorrere il castello di Osoppo che resisteva ancora all 'esercito dell'imperatore. Inco ntratosi nei p ressi d i P. col Rizzano, capitano imperiale comandante in P., che aveva ai suoi ordini 40 0 cavall i ungheresi e buo n numero d i fanti tedeschi e italiani, lo sconfiggeva facendolo prig io niero . G li lrnperiali battuti ripararono in cit.t.à e ]'Alviano li inseguì , in iziando l'attacco della citrà con intenso bombardamento. Aperta una breccia nelle mura, le truppe vcnete penetrarono nella piazza passando a fil d i spada la magg ior parte dei d ifensori ; quindi I 'Alviano abbandonava la città al le sue sold atesche, che la saccheggiarono per una inciera giorna ta.

Pordoi (Passo del). Colle delle Alpi Ve ne to-Trentine, che mette i n comunicaàone l'alto Cordevole (Val le di Livinallongo) con l'alto Avisio (Val di Fassa). La rotabile da Pall a per Atabba sale al valico (2242 m .) e scende poi con larghi risvolti a Canazei e Cam pitello nell'alta Val d i F assa, donde lungo l' Avisio (Val d i Fiemme e Va l Cembra) sbocca a L avis in Val d 'Adige. Da Vigo di Fassa per il passo d i Costalunga (1758 m .) d istacca un ramo su Bolzano e da Castello (Cavalese) per il passo di S. Lug ano (1100 m .) un alrro ramo, seguìto da ferrovia second aria, su Ora, in nestandosi così pa triplice via alla grande a rteria del Tren tino, Trento-Bolzano . Questa comun icazione si prolu nga ad oriente attraverso i l passo di


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Falzarego (21tj m.) sino a Cortina d'Ampezzo, raggiunge la va lle del Uoite (Piave), donde è congiunta alla Val Pusteria per C:1rbonin e !'Alla R ienza. Magnifica arceri:i. equatoriale che unisce i bacini del Piave e <leU-A<lige, questa « Strada delle Dolomiti u era ancora in via di uhimazione alla vigilia della guerra europea, mcrcè il raccordo fra gli antichi tronchi, di scc1rsa capacità loginica. Parallela

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vamcnte le brigate Toscana, Messina e Salerno. Ten. generale nel 1911, wmandò la divis. mii. di Cagliari. In I'. A. nel 191t, passò nella riserva nel .r918.

Porporato (dei con.ti di Lucerna, mard,csc di Sampeyre Gaspare). Colonnello di fanteria dd sec. xvn, fu governatore di Revello e di Pinerolo e poi delle provincie

Il pas10 del Pordoi (metri 2242)

alla fronte ,!ella 4n ar mata italiana, che seguiva dapprc•so in qualche :rallo, durame gli anni 1915, '16, '17 ebbe a , icinam!:a immediata notevoli episòdi bellici.

Pori ier (do11 Giovanni Diaz). Generale spagnuolo, soprannominato k El :-ilarqucsito • (1783-1815). Si distinse nelle guerre contro i Fr:111'esi di Napoleone e vi guadagnò il capiranlto generde delle Asturic. Dopo la reswurazione, si schierò con i Costituzionali e questo gli costò la vita, in un tentativo armato; pie.o prigioniero, venne condannato e giusti?.iato. Poroszlo. Borgo dell'U1\gheria, nel comitato d i Neves, sull'Egcr.

Combanimento di Poros:lo ( 1849). Appartiene alla ri,•olu~ione ungherese del 1848-49. Nella giornata del 20 luglio 1849, il generale ru,,o Gorciacov comparve davanti a P. alla tcm di una divis. <li fameria, di una brigata di cavalleggeri e di due rcgg. di cosacchi. 5000 u. di fan1eria ungher<,-SC, · due sqdr. di ussari e 10 pezzi d'artiglieria, agli ordini di Kartunay, occupavano Thissa-Fured, sulla ir. della Thciss. La strnda che conduce da l'. a T hissa-Fured presentava j!r:tvi diflìcold, dovendo,i percorrere una lunga diga situata trn la riva del fiume e una palude, e battuta dal fuoco dell'artiglieria e dei tiragliatori nascosti sulla riva opposta. Inoltre gli Ungheresi avevano rotto i ponti stabiliti d i tratto in tratto sulla diga medesim3. Malgr3do tali d ifficolt!,, il gen. Gorciacov, non esitò a dare il scgna ic dell'attacco. Sotto la protezione di una batteria, ahilmeme disposta, gli 7.appatori furon farti avanzare sulla diga per ristabilirvi i ponti distrutti d~i rivohosi. Sopraggiunta la notte, il generale russo ne approfittò per fare erigere gabbiona1e e piazzare nuove batterie nel punto dove ;,i do. vc,•a opera1r il passaggio del fiume. Alle ire del mattino, le truppe rus,c si slanciarono sopra un ponte di barche e raggiunsero la riva opposta. Accolli da un nutrito fuoco di fucileria, ma sostenuti dalle loro batterie, i Russi ,i gettarono alla baionetta <!entro un bosco dove gli Ungheresi si erano t rincerati, e li volsero in foga, occupando !e loro posizioni.

Porpora (Francesco). Gcner.ilc, n. a Bagnarn Calabra nel 1849. Sottot. di fanteria nel 1870, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Colonnello nel 1897, comandò il 62° fanteria e poi fu capo di S. M. del 111 C . <l't\. Magg. generale nel 1903, comandò successi-

d'Ivrea, Bicll3 e Santhià . Ambasciator~ straord inario in Francia in principio del 1600 e poi governatore di Torino, per le sue benemerenze fu dal duca Carlo Emanuele I nominato nel 1620 collare della SS. Annunziata.

Porporato di Sampeyre Giacimo Amedeo. Generale dd scc. XVU!. Magg. gcucralc di Carlo Emanuele lii, compì ambasciate presso la corre di Spagna, fu primo scÙdicrc <lei duca di Savoia e governatore del principe di Piemonte {1i58). Porporato di Sampeyre marcl,eu Carlo L11igi. Generale, m. nel 1834. U(lìeiale di cavalleria, di,·cnnc colou~ello nel 1817 e contemporaneamente passò nelle guardie del corpo. Ebbe i gradi di magg. generale nel 1823 e di tcn. generale nel 1832 e fu insignito del collare della SS. Annunziata.

Porqueddu (Antioco) . Generale, n. a Cenoni nel 1803. Souot. di cavalleria nel 1822. raggiunse il grado di colonnello nel 1848, poco dopo a,,cr partecipato alla campagna di quell'anno. Comandan1c dei dragoni Lombardi, rimase in detto reggimento (d ivenuto nel r850 cavalleggeri Salu?.7.o) sino al 1851 e nel 1857 {u collocato a riposo col grado di magg. generale. Porretta (Colle della). Valico dell'Appennino ToscoEmiliano, che mene in comunicazione b piana pistoiese con quella bolognese. Da Pistoia la rotabile risale co n molteplici risvolti i costoni di Poggio la Folcc, raggiunge il valico a Collina (932 m.) e scende nella valle della Limcmra, sboccando in quella del Reno a Ponte della Venturina; indi per Bagni della Porrcua e Vergato scende a Bologna. La linea ferroviaria ~e ne dist acca notevolmente in v:iri rratLi, valendosi di numero,c gallerie (46), d i cui la principale, lunga circa 3 Km., sbocca sul versante emiliano direttamente in Val di Reno a Pracchia. « Costosissima fra le costose " la ferrovia porrettana fu la meraviglia tecnica dcli 'epoca di costruzione. Oggi, migliorata mercè !'elcttrificazio11c, è destinata peraltro al puro tramco delle merci. con l'apcnura della nuova linea rapida BolognaFirenze pcl serviz.io viaggiatori. La rotabile porrcttana, sussidiata da quella del vicino colle delle Pia,tre (Pistoia-Pontepetri-Pracchia-Porrctta), è collcg.,ta dal passo d i Monte Oppio (821 m.) alla rotabile dell'Abetone. f:: fra le più importan ti di questo tratto dcli' Appennino, come quella che profiua del sensibile restringimento del plesso montano


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POR lr:1 le testate del Reno e dcll'Ombrone, distanti punw di soli 3 chilometri.

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Porrino (Agostiuo). Generale. n. e m. :, Torino ( 18161u3). Laureato ingegnere a Torino, ,·enne nel 1840 nominato ten. del genio e nella campagna del 1848 fu promos,o <apitano per merito di guerra, Partecipò nd 1855 ali~ cnmpagna di Crimea e dal 1856 al 1858 fu direttore clcg l, studi ali 'Accadetnia mii. nel la quale, c~mc pm nella ,.cuoia complementare d'art. e genio, insegnò fort ificazione. Partecipò · alla campagna del 1859 e vi meritò la menzione -0no1cvok; colonnello nel J 860, fu direttore del genio a (lcnova; rnagg. generale nello stesso 1860 comandò la bri""w Pa\'ia. Fu membro ciel com itato cli fanteria, dd co7notato di S. M. e segretario della commissione peuna, nentc di difesa dello Stato. Fu ùcputato di Mi randola per !'Vili legislatura. Porro (Ignazio Spfrito). Generale, 11. a Pinerolo nel 1;95, m. nel 1867. Appartenne a l· corpo ciel Genio e si dedicò alla topografia, alla fisica, all'onica, alla fotografia, Ì"el 1832 compl la livellazione del territorio dell'antic.1 rcpubbl_ica genovese. Come co lonnello comandò l'art. della cittuclclla di Torin,) e nel 1815 fu comandante in terinale dr Fenestrelle col grado di magg. generale. Inventò e costrusse vari strumenti ottici. e consegnò molte memorie d"indole scientifico-tecnica alle « Riunioni accademiche inverna li del corpo del Genio » .

merose relazioni in Congressi della scienza e geogra6ci, ha pubbl icaw : " Guid:1 allo studio della Geografia m ilitare » ; " Terminologia geografica •• ; « Carta corograficoipsometrica del Re)!nO d' Italia e regioni contermini»: " Atlante dei Ghiacciai i· aliani » : ,, Campania: studio gèografico-militare », ecc. - li generale Carlo P. è figlio del senatore Alessandro, che fu membro <lei Governo pnwvisorio milanese de l 1848: nipote d i Carlo, prigioniero degl i Austriaci nel 1848 e da essi ucciso a Mdegnano nella ritirata da Milano; cugino di Gian Pietro, esploratore, ucciso nell'Harrar nel 1895,

Porro Carlo

Porro Alberto

Porro Pietro Luigi. Generale, m. a Cuneo nel 1875. Sollot. di fameria nel 1830. comandò nella campagna del 1&59 il 18• regg. fanteria e meritò la med. d'argento a S. Martino. Colonnello nel 1860, comandò la brigata Siena e ndlo stesso anno fu promosso magg. gcncr..dc. T'en. ge• nernle ispettore del l'esercito nel 1864. fu collocmo a riposo nel 1871.

Pol'ro Alberto. Generale, n . a Lecco nel 1866. Sottili. d 'art. nel 1885, frequentò poi la scuola di guerra. Partecipò alla guerra contro l'Austria; colonnello nel 1916, comandò ,! 23° art. da c,1mpagna, e, quale comandante cl 'art. divisionale sul m~-clio lsonzo, rneritò la croce d a cav. clell'O, M. S. In l', t\. S. nel 1920, d ivenne generale di brigata nel 1924, passò nella riserva nel 1928 e nel 1931 ,·i fu promosso generale cii dh·isione.

l'orro Felice. Generale elci carabinieri, 11. nel 1839, rn. a Milano nel 1922. Souot. di fanteria nd 185<1. parrecipò a lle campagne elci 1859. 1860-61. Ne l 1863 passò 11,•i CC. RR. Colonnello nel 1892. comandò su"c,, ivamente le legioni di Cagliari e cli Fircnrc. In P . .\ . nel 1895. fu promosso, nella ri~cn·a, nugg. generile nel 19'>.) e ten . g-e• nerale nel 19 12,

Porrone (Banano). Capi tano milanese, m . all'a»edio <li Verrua nd 1662. Co,11a11dantc cli una cp. di corau,icri al servizio del go,·crnatorc spagnuolo in Milano. p.utecipò alla <>ucrra cnntro il duca di Savoia e nell'as,cdio di Verru: (1662) durante un'ardita scal,lta alle mura della fortezza, ca<lde ucciso da una palla in fronte.

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l'orrç dei co111i di Sa11ta Mt1ria della Lli<oa ,1 Carlo, Generale, n. a Milano ne! 1854. Sotto!. d",irt. ne! 18j5. imcgnò storia milit3re all',\ rcadcmia mii. di Torino (18!iot882), frequentò la Scuola d i guerra e pas;,'i nello S. M. Da l 1893 al 1898 insegnò geografia a lh, Swob d i g uerra. Colonnel lo nel J899, comandò il 61° regg. fante ria , e d:11 1900 al 1905 fu addetto al corpo cli S. M. Sottosegretarie, alla Guerra nel r905-o6, in que\t 'anno di\'ennc magg. ge nendc e comandb fino al 19,, b Scuola <li guerra. Ten. ge nera le nel 1911, comandò la divis . m il irnre d i Vero,u, poi quella cli Mi lano, indi il VI C. <l't\, a Bologna. :sic\ , 915 d ivenne sou ocapo cli S. M. dcll"cscrcico, fino .ti novembre 191i; onenne la croce d, gr. uff. dell'O. M. S per i serv,u resi in g uerra. Nel 1916 venne nominato senatore, nel 1919 passò in P. /\., nel J923 ebbe i] grado di generale d 'armata, e nd 1932 fu nominato ministro di Stato. Fu inoltre vice-presidente clell,1 Reale Società Geografica italiana ( 19 15-18), dal 1925 prcMdcntc della Ca;a Umberto J per i Veterani, e presidente, pure dal 1925. del la Sezione « Scienze militari » ne i Congressi per i l p rogr<·s,o delle Scienze; ecc. Nel 1930 vrnnc col locato a ri, j>o,o. Come scnuore militare, oltre a rnri articoli s,1 Ri1is1e militari italiane ccl estere, a collaborazioni e nu-

Porron,· ,·lnn1bt1le. Capit~no milanese del sec. XVII. IÌg lio del precedente. Kcl 1663 militò in Polonia e vi ebbe il grado cli generale magg-iore. Pa"ato al servizio della repubblica cli Venezia, partecipò alla guerra d i Candia, distinguendosi nella d ifesa cli quella cini, ( r66ì- 1669), cl i cui lasdò 11na relazione. Pll bblicò pure \111 « Trattato universa le militare moderno • ·

Porsenna. Re dell'E1ruri.1, del scc. VI a. C. Volendo rimettere sul trono i Tarquini, che si erano r ifugiati presso , li lui dopo la cacciat,1 da Roma, le mosse gue rra , e , rotti i Romani sulle rive <lei Tevere, pose l'assedio alla ciuà. Secondo la leggenda, fermato dappri ma al ponte Subl icio dall'eroismo di Orazio Coclttc e poi spaventato , !al tentativo di Mu,;io Scevola che si era intrndo1to nel , uo accamp.imento per :1ss:1ssinarlo, tolse l 'asseclio da Roma. restituì i prigionieri e venne a palli, Pare però pi11 verosimile che egli si fosse impadronito della città e poi, battuto ùall"cscrcito romano, si sia ritirato conservando una parte del territorio conq uistato. Porta. i\pertura, praticata nelle mura delle fortificazioni antiche e mcd,oevali, mediante la quale ancni\'ano le comunica1.ion, fra l'interno e l'e,tcrno di una città fon:'5


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ticarn . Le po rte erano situate in w rri, pondcnza del le strade città e ~cr vivano a ~copo cQmmercj::. le

che irrad iavano da lla

e militare. Per giungere alla l'. corrispondente ogni strada

genti o munizjoni nella fortc1za; era chiam.:Ha anche po rta <li soccorso, porta seg:rc ta , porla falsa, pon icciuola o po,tierla. Le tre ultime denominazioni \CrVi\'ano più pro-

pnainente a significa re l 'apertura fatta nel mezzo delle cortine, o anche ali ' angolo d i e.se, o ,·1c1no agli orecchioni, per cui si passava nelle opere esteriori . (V . anche Ci11ta, e, per le porte del campo

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romano, A ccamp11~

memo).

G 1111rd ia della T'c,rta. V. Guard ia.

Porta del l(l cinta di T olentino

l'orta aeroplani. V . Navt• porta ,u·-

ropla11i. era prol ungata attraverso il fo,so con un ponte, che spe,so in parie era mobile. Per pro,,vcdcrc alla d ifesa delle porre lateralmente ad c,se si collocavano <lue torri, collegate fra loro internamente dalla piauoforma, la q uale sopra la P. era sostituita d a un ponticdlo,

dal 1.1uale !'oi manovrn• va la saracinesca . Ad C\· itare cbc l'attaccante

p<ltcs,c <lim uggerc il ponte facilmente, e quinth impedire le sort ite del d ifensore, , i costruivano alla tc,ra Po rta dj cinta antica (sezion!) del pont~, verso la contro,carpa , d lle picrnlc torri collegate ,la una pali1.1~1ta ad arco od a saliente verso verso l'esterno. l'ra le porte si distinguevano: Ja porta prii,.:ipalc, che era tenuta sem pre aperta, eccct-

Pona d ' /ta/1a. V . Na11porto.

Pona della cittadella di J\ vignonc

Porta Febre. Generale . n . a Fe1izz~no nel 1862. Sottot. d 'art. nel 1882, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Co lo n11cllo nel 19J4, con,:.Nlò il 3~ rcr,g . l:crsaglieri. Partecipò alla guerra con uo l'Austri,1: magi;. generale nel 1915, com~ndò successivamente le brigate Ferr ara ed A lpi e la .1 11 brigata bersa;:;licri, ;-nerita11do una mcd. d'argento. In P. A . nel 1917, a~sun,e nd 1921 il g rado di generale <.li di,·i.s . e nel 1931 fu trasferito nella riserva. . Porta Ugo. Generale. n. a Torino nd 1862. Sottot. di fanteria nel 188 1, passò poco dopo negli alpini. C'.olonncllo nel 19 1,1, ebbe iL comando ,del 6-<> alpin i. Entrato in gu.:rra contro l':\usma nel 1915, ebbe il comando dclh brig~t:1 Ancona: magg. generale alla li11c dello stesso anno. com~ battendo ad O,lavia rimase ferito e meritò la 1ned. cli bron1.o. Nel 1916- 19 , 7 comandò la brigata Messina e guadagnò nella guerra la croce da Cj\'. dell'O. M. S. T cn. generale comandante h 5• d ivis. alpini, nel 1918, per le azioni i11 Va! Camo nica d el novembre fu decorale <!ella croce cl"uff. dell'O . .\I. S. Dopo la guerra comandò la dil'is. mii. di Napoli e nel 1923 assunse il grado cli generale di d ivis. in P. A. S. Nel ,931 fu trasferito nella riserva. Porta Ettore. Ammiraglio, n. e m. a La Speàa (1868.1927). E ntrato in servizio nel 1883, fu p romo,so sottoammir. nel 1918, contrammir. nel 1922, collocato in P . A. nel 1923, promosso amm ir . di div is. nella riserva nel 1924. P rcu- porte a lla g uerra .\,[ond ia le e fu presidente della Commissione permanente ciel materiale da guerra dal 1918 al 1923 .

Porta di San Frediano a Firenze

tuata la notte cd era detta anrhc porta pubblica ordinaria o primaria; la porta del·c sortite tenuta sem pre .chiusa e che aprh·asi -,o)o in ca,,> di sortite o per introd urre

Porta Acl,ille. Ge nerale, n . a /vl iran dola nel 186R. So ttot. di fanteria nel 1888, passò poco dopo negli alpini. Entrato in guerra nel r915 al comando del bgl. Vai Leogra, passò nel 1916 a comandare un g ruppo alpino ch iamato col ,un nome: in Val Tcrr:1gnolo meritò la mcd . d'argento. Colonnello comandante il 1° gruppo alpini nell'c~tate 1916 ebbe sul M. On igara ( 1<J17) una seconda med . d'a rgento . Colonnello brigadiere nel 1917, comandò succe,~ivamentc le brigate Emilia e Toscana; ,ul Col ,l'Echclc e Col del Rosso (d icembre 1917) meritò una te rza medaglia d'argento, ed a Sasso Ro,so (1918) la croce d3 ca\' . dcll'O . .\,I, S .


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ì Nel l'ottobre 1918 assunse il co:nando del IX raggruppa mento alpin i col quale partecipò alla battaglia d i Vittorio Veneto, e d opo k, guerra comandò per .:ci rca un anno il corpo di spediz ione nel Med iterraneo orientale col

Portabandiera. Il sottotenente più g-iovane del reggimen to. cui è affidato l'onore di portare la band iera . In cavalleria, si chiarn.;;1 Portastendardo . (V. ,Jifìe re).

governo

Portacroce (Ordi11~ dà cavalieri) . Ord ine cavalleresco, fondato, si d ice, dal p rimo re d ' Unght'ria, Santo Srefano, al principio <lei sec. Xl. Era

,!elle Isole italiane del l'Egeo . Rimpatriato> as.sunse il comando delle b rigate Marche (1920) e Parma (1922). Gcn<.:ralc d i divis. com aJ1dò le di vis . mii. di Cuneo (1928) e di Padova (J931) e fu collocato in P. A . nel 1932 .

Grnppo Porta . Gruppo a lpi ni, così ch iamato dal nome .del suo comandante, tenente colonnello Achille Porta, costitui to con i bgl. Val Leogra e Monte Jk rico

con1posto

di ufficiali reali incarica ti di

cu.sto::.Jire una croce p(Hriarca!<\ che il papa Silvestro a,·eva man dat<l a Stefano. e di portarla da,·;rnti a l re . L'Ordine scomparvt:. col suo fondatore .

Porta Achille

il t5 marzo 1916. Des tinato allo ,barramento in Val Terragnolo, ripiegò sollo la pressione austriaca durante l 'offensiva sugli Altipiani, combatte n do strenuamente. Il 31 m aggio fu un ito il bg l. Vicenza agli altri due, <' il g ruppo combatti: in Vallarsa . finch è (21 g iu gno) venne sciolto .

l'orta Giuseppe. Generale, n. a Massa Superiore nel 1876. Sottot. di fanteria nel 1895, frequentò poi la scuola d i guerra. Già decorato <l i rned. d i bronzo al valor civile, meritò combattendo in Libia, ove panecipò a lle campagne del 1912, 1913 e 1914, la rned . d 'argentò e quella d i bronzo. Enlrato in guerra contro l'Austria nel 19 ,5, ebbe comb attendo a Santa Maria un'a!tra med . d i b ronzo. Colo nnello ne l r918, comandò 1'82~ fan teria e g uidando il regg. n lla riocwpnionc ddb testa d i pomc di Capo Silc (esta,e 1918), venne decorato d d la croce da cav . dell'O . .¼. S. Mutilato di guerra, coman dò, poi, il distretto mii. d i Campagna, il 158° fanteria nel 1925, la Scuola alJievi ufficiali d i complemento in Caserta nel 1926 ed il 93° fan teria nel 1928. Nel 1932 fu promosso generale di b rigata comandante la 15• b rigata d i fanteria . Pubbl icò : " Batlaglia d i m ateriale e battaglia d ' uomi ni a Verdun e sugli Altipia ni ne l 1916 " .

Portaferiti. L'organizzazione effettiva di questo serviz io risale alla fìn e d el secolo XVJII. I l'. F. sono scelti fra i rn iliwri di truppa più robusti e più adarri per abnegazione. Ad essi incombe il ditlìci lc e risch ioso compito

Portastendardo di c.avalle ria

d i sgombera re i feriti da l campo d i battaglia . Generalmemc l;,vorano d i sera, cioè guan clo le operazioni . per effetto dell 'irnbrun irc, subiscono una sosta. Raccolgono e ri storano i feriti 1 entro il raggio d'azione dell'autorità che Ji inquadra e li portano su barelle ai post i di med icazione. Per la loro bisogna s1 va lgnno d i barelle, d i mezzi di fortuna o portando a braccia . Possono essere impiegati

Portaferiti: trasporto con cinghie

anche nella tumu lazio11c dei morti . Indossano il bracciale internaziona le della croce rossa, no n dovrebbero esser Ca u i be rsaglio dal! 'offesa nemica, debbono svolgere la propria

umanitaria attività anche verso _i nemici feriti (V. Ferii.;)~

Portafuoco. Strumento col quale si alluminava lo stoppino d el le bocch e d a fuoco antiche . Propriamente era una specie di spoletta d i carta p iena d i una mistura a fuoc<> lento, la quale era posta in u na cannella d i laua, d ivisa longitud inalmente in du<.: parti uguali come un mati1awi~J,. e le due. parti trattenute, come in questo, <la un anc::llo. La cannel la d i latta, con entro la spoletta ri i carta, innai tata ad un bastone , chiam~vasi con un ~alo vocabolo I': e talvolta vnchc Soffione.

Portabandiera dell',\eronaurica

Port.afuoco bfontico . Così fa.1 chiarrrnto un congegno i<lc:ato nel XIX sewlo, col quale ottenevasi ista ntaneamente l'accensione della carica del pezzo per meno della percussione .).U inne~co (ulmina11 tc. Esso si componeva del pe rcuotitore


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o mane Ilo. dcli 'innesco o port.1iuoco. che racchiudeva !a mistura fulminante . Il pcrcuotilnre. e ia annesso al can none ed era foggiato a molla come nelle pia,trine dei Cucili. L 'artigliere faceva agire il percuol itoio, ti rando da un a certa d istanza una cordicella anaccata a quello. li cannello fu lmina nte o portafuoco era deno a , tampclla od .a Ì· per la sua forma .

Portalettere militare. Con tale termine si designano q uei m ilitari che sono i ncaricati del serv izio di post,1 per il corpo, distaccamento. ufficio. cui sono addeui . a fa,·ore dei m ilitari che fo nno parte degli Enti ,pcciticati . La legge penale tutela la regohire c,ecuzione del scn ,zio, con due ,pcciali ipmesi delittuose : 1°) ar\. 188 C. P. E, ,, 110 C, P. M. ~I. ; comi,te nd fa110 del P. ,\I. che. nell'esercizio clclle sue funzioni. si appropria del l'im porto di \'aglia poMali :t pregiudizio d, militari. Penalità: ,e il danno è inferiore a lle lire 5000, i lal'o ri rorzati a tempo da 10 a =o ,1,,ni; se il d'Jnno è da lire 500 a 5000, la reduswne ordina ria da 5 o Hl anni : ~e il danno è da !ire 50 n ìirc 500, b reclusione ordinana da 3 a 10 anni; se il danno è inferiore alle· lire 50,. la pena dcli.i recl usione ordinaria da 3 a 10 anni d.--c essere diminuila da uno a due gradi: 2°) ,1 rt. 199 E. e 220 M . ; con, islc nel fatto del P. M . Lhc, ncll 'eserci,.io dell'incarico. ><,pprirne o apre corrispondenza d iretta al corpo od a m ilitari l'en;1 : da mc,i due cli carcere militare ad anni due di reclusione militare .

P OR

consun10 nonnale cl'un':.t.rma auron1~tica si .t~gi ra sui 100 colpi al minuto p rimo e che il rifornimento d'ogni P. ,\ I. può essere consum~to nello ,pazio di 3-4 minu1i, si comprende quanto rapido debba essere il loro scn ·izio. ln combattimento sono ~caglionau il 30-50 metri di <! istanza dalla mitragliatrice e si dispongono a scacchiera. l i funzionamento an-icnc nei tre modi r;ipprcseillati dal gralico. Il ,istcma a spina è il più indica to. 1n terreno ,coperto, quello a rotazione può cs;cre ulile dove e,i. stc <111alche copertura e do , e non necessiti gr:rn<le rapidità . li S1Mema d iretto è il meno raccomandabile in tutti i ca!,1, poichè conPortamic<:ia (secolo X \' I) ~ente un afAu<so di munizioni sa ltuario cd incerto e perchc fa mettere ju mo, imento troppa gente comemporaneamente auorno all'arma . rendendola \'Ìsibilc. Per il prelevamento dei colpi si fa capo al posto rifornimento dd bgl. o <ld rcgg. oppure alle salmerie, in"i:1tc dal comando dell:i compagni., o da quello del bauaglione.

Portaluminello. Ven i"" cosl chiamata, ndk ,u·mi a capsula fulmin,111te <: ad a,·:mcarica, quella Portalumincllo con luminello pane d i metallo sporgente ,ulla destra del ,·icone. e nella quale stavano la cb iocciob per avvitarvi il luminello, cd il foro di comunicazione colla camera prr l'accen,ionc ,!ella carica. Portaluluppi (L111g1) . Ammiraglio. n . a Firenze nel 1~7f. Guardiamarina nel 1891. partecipò alla guerra Italoturca e ali;, guerra l\fondiale , <: comandò la difesa antiaerea di Venezia nel r91G-18. Nel 1919 andò in P. A . e fu promosso conlram mir . nella riserva nel 1,p3; ammir. <li di,·is. nel 1926, \'enne collocato a ri poso nel 11130. In guerra guadagnò la croce di cav. dell'Ordine militare di Sa\'oia. Portamiccia. Così era chiamata l 'asta auorno alla quale Ponaluppi Luigi \'cniva arrotolata la mic.:ia e fosata alla estremit/1, che si accendeva r,er dare fuoco alle mine, ccl anche agli archibugi anti::hi ed alle artiglierie. Portamunizioni. Fanno partt della squadra mitraglieri, completandola. Sono fomiti di speciali cassette in legno, fibra o mernllo blindato spalleggiabi!i , contenente ciascuna 3--100 cc,l!'i, a seconda del tipo di mitragliatrice 1mpie.earn. Vi ,0110 dei P. M. anche a d i,po,i1.ione dei comandi di plotone e di compagniJ. i quali sono adibiti a coadiu,·are <1uelli delle , quad re . E~si n,sicu rano :ii nudei dt cnmbatllmcmo delle ,quadre mitra~lieri il fabhiso.eno di cartucce per so~tcncre l'a~ionL tattica i n atto . Se ~l pcn,~ che il

A

B

Funz ionamento dc:;i portamun izioni di squadre mitragliatrici: A, sistema a splna; B! ~is tema n rotazionei C, sistema diretto

Porta ordini. In au10 o moto. a cavallo, in biciclcua. su ~ci o a piedi, è il mezzo di collegamento piì, sc111plicc , più a portata di mano e del quale si può sempre , 1isporre per sostituire ;,Itri mezzi. a hlo o senza filo. e\'COl ualmèntc: i11,ulTìric111i o g~astl. È però un rnej!zo mal

sicuro, pcrchè \'Ulncrnbik· da !'arte delle nffc•c nemiche. e pen.:hè può e~,cn· io.~or:uo •:d os1:1col~to <.la n,ùllc e ~-0n.,. pk,;e cau;e direndcnti dalle coMlizionr meteorologiche.


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dall·imp:cgo talvolta ecl..'essi\'o, dagli itinerari da

percor-

r~re, ecc. A i P. O. si debbo no da re d is pa cc i sc ritti e , h iare indica1,iGn i s ull a strada d a pcrcon c re, sulle mo dalirà d i co n segna, sulla facoltà d i fa r pre n de re Yi sionc alle autorità intern1ecVie, sul luogo cli ritr9vo a scrv;z.io con,piuco . Le comu nicazioni verbali sono assai poco rarcon, and ab ili pe rch è risch iano d i ar,·ivarc con d dorm azio n i com• pro mettenti: ad ogn i modo debbon o essere conosc iute a m emoria.

Il serv izio dev<". e,sere organizzato a catena, e-on

po~ti di corrispondenza. Di n·Jrma detto sr-1vizio è s~ssi diario a g li Al tri .sistemi d i collegamen to. D ceranre u n ·az 1onc di cornbau io,cnto si c alco la c he ogni l' . O. a piedi non possa superare d istanze maggiori <li 2 -300 m etri. I rep arti d istolgono d al !oro impiego normale i m igliori soldati per farne dei P. O., con grave d anno d elle a z io ni d a compiete, e non riesco no a conoscere l 'esito d el le comunicaz io ni mand a le se non quando l' inviato fa rimrno . Ciò rappresenta un g rave inconven iente e deve essere renuw CO· sramementc p resente da ch i, poco fiducioso s ui mezzi tec-

nici moderni, si affida troppo SO\'en te ai porta o rdinj . f. ·orig ine cld loro iin piego si i:,e rde n el m ito, con la fi. gura dell'a la to d io lv!ercurio. La slOria <l i tutte k cam pagne, di tutt e le epoche e d ·ogni paese, t! ricca <li epi• SQdi c:he

ne

mettono

in

luce croisrui. e. v irtuosisrn i

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e k colline del fronte a terra . Erano ill lutto d icci foni armati di 57 cannon i di grosso ca libro e circa 200 111inori, completa ti da n u merose opere cam pali. La guarnigione era costitu ita da ci rca 10.000 u. Dopo l 'occupazione d; Kin-chau e d i Talien wan, il maresc. Oyam a, assunta la direz ione déllc operazio n i a Hidare alla 2• armata, iniziò su d ue colo,i n~ l 'a\'anzata su P. e ali 'alba <lei 2 0 n oven1bre d ava le d i$posiò oni per l'attacco d i viva forza, q uando si delineò u ll a ttacco cinese contro il centro g iapponese. E ra no tre colo nne, di circa 4000 u ., c he avanza vano protette dal tiro de i forti. Schie ra ndosi itl posizione diiensiva, !a 1 ~ bn gata g i:ippo ncse ap rì il fuoco sugli a ttaccan ti che in b re\'e I urano ribnttat i con grnvi l?"rd ite. Subito vennero date le d isposizioni per r in1111inente azione; la tlotrn dal mare doveva te nt re le posizion i ne m iche sotto il proprio fuoco · durante l'a va nzat a. Nella n o tre sul 21 le tru!'PC occuparono le posizioni di partenza , e al! 'alba le artig lierie ap rivano il fuoco, concentrando i colpi

sui forti d i 1-t.su, con trobaltlllc dalle batte rie ocmicbc. Poco dopo il 3° regg. dell a r" brigata (Nishi), prendeva d'assalto il r ido tto cli sr . ,lell'opcra e I due forti aclia-

te~

Cè'.Z!On al i.

Offesa a portatori di ordini (a rr. 1 1 1 C . P. Es., 124 C. P. M. M. ). Consiste nel fo tto del militare che J11al tra1ta , ri1:-1rda o arresta con violenze o raggiri . aiutant i di çampo, o d i ban d iera, 1.:ffi~iali di S . M ., corrieri, ord inanze, pedoni. messaggi, in1barcazioni 1 basri rnemi . .1.vvisi spediti con o rdini o con dispacci per il servizio mil itare. Questa disposzione d i legge tutela l ' in teresse . 111, litare basilare ciel pervenim enm degli ord ini agli esecu tori. Dalc le possibil i conseguenze, le sanzioni son.o molto gra,·i . Pcnalilà : i,\ Lcmpo di guerra, la morte mediante fuciJaz.ionc nella ,chiena qualora la sicu rezza dello StalO, o del l'Esercito o dell'Annata o d i una parte d i essi , sia s tara comprom essa, o :,e il reato fu comrncsso con intenzione d i trad ire; i lavori forzati , ove non abbiano vita 1c aggravanti specificate ~ in tempo d i pace, anni cinque di reclusione orti in.aria, este nsibile ai lavori [orzali a tempo.

Port-Ar thur (Lu-.,h11n-!(ttu). Città marittima con porto natmale all'estrema punta della penisola ciel Liao-tun g, !a cul en tr~ta , larga 250 m . si. apre fra pareli a picco. I.a C'Osla or ientale, rlecta I hva11g-chi 11-shan, è ripida, d alle spon de a p icco; dal lar,, selt~ntrionale una <lcrivszionc d el mass iccio d i Ch i-kwan-sh a n for ma il prornonrorio di J.anhu -wci (Coda del t igre), bassa e st retta lingua d , terra ~hc spingenc-1.:>si verso N . divide i l pol'to in due bacin i, uvc::,t cd e~t; presso quest\.iltimo sorge Ja cin3 . Eulrambi H)no strct::i e con tornati da eleva le colline. La pOsiz;ion~ cli P. è importan tissi ma , e st1cccs5:ivame111c la Cina (dop0 iJ r88 r), la Russia (dopo il 1899), il Giappon,· (dopo il 1905). ne hanno fatto una form idabile bse na,·ale. O,c urata <lal Gl,1pponc duran te la guerra cino giapponcs<:; , do,·e.trc, c-o! trattato d; p:1ce, t~:;:rrc H.·::iti tu itd alla Cina, per l'i nrervcnto delle Grandi Potenze, una dc·!le quali, la Russia, se n e impadronì nel 189~, rnascherando la presa di po;sesso COll la formalità di u n contratto d'affino col go\terno cinese . Dopo la g-11<·1 ra Russo-gi.i pponcse, la piazzaforte restò a l Giappone (1905). l. Pre.<11 di Port-Arth11r (guerra Cino giapponese, 1891). La piazza ci nese era co~titui ta dalle fortificazioni che gucrr nivano la Coda del tigre, la cresta de l I lwang-chin-shan ,

Pori; Arthur: i:orre commemorativa eretta dai Giapponesi

cenli di N gzan-tse e d i Wang-tai . Alle 8 tulle le opc:·c che corona,·ano le colline di An-lzu-shan erano in mano ai Giappnnc:;i . ?\1c11trc la 1~ divis. 1n1.1ovcva , ·crso i propri obbiettivi, la. brigata Ha~<:gawa in iziava l'azione contro Eh~lung: p rotette da cl11c !1czzi da mon tagna portati in posizione dom inante, le colonne d 'arracco si spinsero conLro il forte Chi--h uan , rrrcntrc un al tro repa rto opera, a contro le open; c:::.tcrnc d i Erlnushan sotto l' intenso .fuoco dei Cinesi . Le colonne ddl'I-Iascgawa erano a 500 m. quando una csplo, ione [onnidabile d istrusse il forre; alle 1 1 t'\~C nl'. occuparono glì avanzl, mentre a sr. ca(levano anc he le ul, i,nc n:si,tcnze d i Eiloushan . li 2° rcgg. ddla brigata Nishi poi ~uptrò rapidamente le liacche resi::,tenze dille opere costiere: di I luang-chia e cadc,·ano anche le fortili,azioni <kik alture di nord-o\'est. e quelle della Coda dd tigre. Nd po,wriggio ,Id 21 le truppe giapponesi e,nra\·ano in citt;l e la ::,.:tcchcggiaqlllo e ,·i COJntUettcvano s tragi, per r'1pp resagli, a lle tort ure infli tte dai C inesi a feriti e p rigionieri g ìapponcsi presi ~ul cam po e.li battaglia. l .'nionc wncorren°te della flotta si limitò a l bombatda nw-ntn dd lc opcr::- . poic hè le navi nemiche non s-i rnossero dalla loro base di \Vci-hai-wei. Nell'operazio ne i G iapponesi p<:>rdt:ttero c1rc~-'I 300 u . , oltre rooo i Cine!;i. Grandi i urono le- quantità di arrni) materiali, mun izioni da guerra 1


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e da bocca che c,tddero nelle mani del vincitore, il quale stabilì subito nella fortezza conquista ta una su·a nuova base di operazione. II. ,ls,edio di l'ort-Artliw· (9 febbraio 1904-2 gennaio 1905). Appartiene alla guerra Russo-giapponese. La guarnigione russa ammo ntava a 35.000 u. , comandali dal. gen . Stoessd, che aveva rafforzato le opere con rnsti lavori ,li crinceramcmo, cd era appoggiata da una Aona di 18 navi da guerra con 40 to rpediniere . c<1uipaggiatc da io.ooo marinai , al comando dd l'amrnir. Starck. Dopo l'occupazione della piazzaforte da parte della Russia, le ~ue fortificazioni e rano state rinforzate, riarmate, e considerevolmente aumentate di numero. La linea principale di difesa aveva davanti a sè aluc quattro lince di opere avanzate . Le ostilità contro la piazzaforte furono aperte all'improvviso, mentre era vi va la tensione fra i due Stali 1 poco

unò in una mina e affondò con i 70() u. del suo equipaggio : si sa lvarono solo 40 u. , fra i quali il granduca Cirillo. Due na1·i per urto su mine perdevano anche i Giapponesi. li coman<lo della Aotta russa fo assunto da ll'ammir. Withcfi, il q uale tcmò una sortita il 10 agosto. col proposito d i forzare la linea g iapponese e di ·raggiu ngere Vladi,·ostok. dove era ima d ivis . navale russa. La soriita fu determinata dal progresso dell'investimento giapponc,c dalla pane di terra, che metteva in pericolo le navi russe. orma i soggette al iiro <lellc grosse artiglierie degli assedianti. J\1a essa venne resa vana daHa vigilanza dei Giap110ncsi, la Aotta dei qLtali battè le nave russe. Alcune cli questi! sono perdute: alcune riescono a raggiungere porti cinesi, dove vengono disa rmate; altre rientrano assai malco11cie a P. A. l)a queste ultime, rese inut ili , sono rolcc le :irtiglierie e sba rcati i marinai, pèr essere adoperati nella

·0 1 2 J ,,. S6 Ouvrsges /imJ/iès rosl.1Ill. Mire /es 111/JJAf des Rasses ; la dau tlu 29dic

O~vraffes f.,iltuti! pi.i' Ics Russes L1!fl1e retr.ncJ,c, conJ.Ji,ue

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Le foctific~zioni di Poi'! A rthur ( , 904)

prima della dichia razione di &"-1crra. La flotrn giapponese , inavvcl'tila, nella notte fra 1'8 e il 9 kbbraio si avvicin() alla rada esterna di P. A ., dove stava ancorata !a Aotta russa. L'ammir. giapponese Togo lanciò nell'oscur ità un gruppo di torpediniere contro le M\'i russe : le piccole na,·i ri uscirono a lanciare pa recch i si l11ri. danneggiando grave• n1ente tre navi russe. La ntauina ~eguc.nte, con 45 n,int!tÌ di combani111ento, l'ammir. Togo danneggiava altre quanro navi nemiche. e si assicurava cosl il dominio del mare. L 'ammir. Starck venne soslituito tbll'ammir. Makarov, il quale cercò di affrtuare i lavori di ripara«ionc delle navi per rimcuerlc in efficienza. Togo ini~iò un blocco rigo•

roso, con assidua vigilaaz.a , e tèntò tre volle <l i imbot .. tigliare la Aolta russa, riparata nel porto interno . Cinque, quatlto, Otto vecchi piroscafi furnno ri,penivamcn te lanciati cli notte alla stretta imboccatura del porto, ma vennero affondati da lle batterie russe. senza riuscire nell 'intento . Il 13 aprile . in una sonit:t. !a na,·e del Makaro,·

difesa terrestre. La flo ua russa, che all'inizio delle ostilità era di potenza pari a quella Giapponese, cessava tosl d i csiHcre.

E'raualllo d alhi parte d i terr;1, dopo la battaglia di Nan-shan . la 3• armata giapponese (gcn . Nogi) avan7.ava contro k opere esterne d i P. A. , inziandonc l 'investimento e 1·auacco. I Giapponesi tentarono in primo tempo l'assalto violento con p reparazione di fuoco. Per tre mc,i. da ll'agosto all'octobl'c, questa tattica portò ad accaniti combattimenti che costarono 5pecialmentc agli assalitori gr~,vi,sime perdite. I , acrilici di uomini cornpiuù dai Giapponesi furono compensati da continui rinforzi . ma i risultati cui essi miravano. ossia I:, padronanza delle pos17.1on i dominanti la baia, non furono raggiunti . Soltanto poterono il 3 agosto impossessarsi delle colline del L upo, e collocarvi grosse artiglierie, in modo da arrivnre a baùere le navi russe nel porto (7 agosto) costringendole alla disperata sortita del giorno 10 . Malgrado ogni sforzo, i Giap-


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ponesi nel resto del me_se non fanno progi'essi, e i loro tentativi di attacco delle opere a viva forza falliscono. ,S 'inizi,i allora, nell"ottòbre, un lavoro d i trincee, d i pa•

maestro prov inciale particolare (Landmeister). Quando Alcerto di Brandebu rgo, nel 1525 . adottò la relig1orie protestante e s~colarizzò l 'Ordine TelllOOÌco,- d i ~ui era gran maestro, i Cavalieri P. S. rimasero organizzati in ordine rnilirnre; ma nel

1561 il gran maestro Gottardo Ketteler,

sollecitalO dai Moscovit i, cedecte i beni cd i privilegi del!'Ord ine a Sigismondo Augusto, re di Polonia, ricev.c ndone in cambio il ducato d i Curlandia, e poco dopo l'Ordine si spense.

Portata (o gittata, delle armi). Distanza alla q ual~ un proiettile, d i qua lsiasi specie, può essere lanciato. Si (ij. stingue una P. massima. e una P. utile : quest 'ul.t ima è jn realtà quella che conta perchè j J p roiettile abbia la ,ua

ì\1onumento al proietto e all'obice da 280

efficacia e produc:, un 'offesa sensibile . Dal lancio di una pietra a mano, ai tiri dc!Je moderne ~rriglieric, I 'umanit~L ha gradualmente aumentarn la <!istanza dcl i 'offesa. Sue• ccssivamcntc: per le arnl i a roano, abbiamo a\~uto : il gia~

ral lele, di mine contro le singole opere. Nel novembre nuovi poderosi assalti falliscono . Si continua pertan to il lavoro di zappa e m in a. li 10 dicembre cade per lo scoppio di 7 potenti m ine il forte di Kekensan; il 28 quello d i Erlousban, i l 3 r quelli di Sang•shu-shan e di Pang-lung• shan. Ma la lotta più tremenda si svolse intorno ~Ila collina delta <lti 203 metri opera -<lorninan tc, che premeva ai Giapponesi di nccupare, per <lom inarc il porto . La serie dei sangui11osissim i attacchi contro tale col lirta fu ini• ;ciata i l 27 novembre . I bg l. giapponesi si prodig-.1rono scuza rispannio di vite~ e sol rnmo dopo 911att ro giorni 1

di enorm i perdite.: . Ja• posizione fu presa (1° d icembre). Una vicina <juota (210 m. ) cadde nelle mani degl c assalitori il giorno 5 . Questa sola azione costò agli assa· litori 8000 morti, ma fu decisiva, poic.hè diede loro il dominio ,dcli<: alture prin • ciµa li, e per mise d i battere con le g rosse artiglierie e d isrruggerc le ultime navi russe nel porto interno. n 1 ° gennaio Stoelfel si decise alla resa : restarono prigio-

nieri 8 generali , 588 ulfì.. ciali e 23.000 u. d i truppa, Monlunento •~ quota 203

oltre a 4 ammiragli e 5000

marinai . Le perdite:. ammon• tarono a , , mila rn. e f. da parte dei Russi e a 45.000 da parte dei Giapponesi. Il gen. Stoelfel , deferito a Consigl io di guerra, venne coJlocaro a riposo.

Porta Spada (Ordine dei cavalieri) . Ordine cavalleresco fondato a Donam ,inde . in Livonia , nel 1204, per d i• fendere i i11issionari cristian i. Dapprincipio (u una comu nità religiosa . creata nel 1197 da alcuni cittad ini di Brema; ne fu fondatore il vescovo Alberto d i Riga, che ne fece un Or<linc m ilitare a cui d iede per d istillti,·o dlJC spade d i panno rosso i11crociate, applicate sulla parte sr. del• l"abito bianco. Da ciò de rivò il loro nome di « Caval ier i po rta sparla », soggetti alla regola dei Templari. Per oltre

vellotto, della portata ,di circa 25 mentr i: la fionda (circa 80 metri); l'arco (da 80 a roo metri); la baie.stra (c irca roo metri); ma con proietti!! più pesanti di quel li · 1:fociat i da]. l'arco; le ar mi da fuoco. Queste ultime , nel secolo XV arrivarono a lanciare i proiettili a una distanza di circa 150 .metri; neJ secolo XVI a 180 metri ; nel secolo XV!f a 250 metri; ne lla prima metà del sec. XIX a 6oo metri; ma rapidamente si arr ivò nell a seconda metà di quel secolo a 1200 e a r8oc m., e, nd secolo nostro, a 4000 metri. Quant!:) alle artigl ierie, dalle poche centinaia di me· n·i nel secolo XIV, venne

raggiun ta col can no ne Hertha

dura nte la guerra Mondiale la d i; tanza d i oltre 100 chilometri.

Portata logistica. In vgni particola re contingenza non si può mai prescindere dalla .P. L . delle cose che servon::, per artuare o agevolare le operazioni m ilitari. Le masse che attualmente partecipano ai conflitti sono talmente CO· !assali e così g ravate cl i bisogni , che ric hiedono una cornplet,i organi·aazionc preventiva, intesa ad evitare gli i rre•

parabili gravissi111i jnconvcnicnti <lelle in1provvisazioni. Siccome l"organiz7azione deve basarsi su dati concreti e definiti da lle reali esperienze, così occorre che chi è preposto al com ando od esp lica funz ioni d i organ izzatore conosca q uesti dati e se ne valga per prevedere e prerusporrc. La P. L . delle strane è senza dubbio quelJa che balza subito agli occhi per l'influenza decisiva che può esercitare sulla concezione e sulla condotta delle o perazioni. Essa i: in funzione dello sv iluppo stradale, del fondo, della pcnJcnza, delle risorse offerte dalle zone adiacenti e dal le relazioni con la rete stradale della zona considerata. Quel la dei ponti deve essere messa in riferimento al carattere permanente o provv isorio dei pontj stessi. Mentre i primi hanno portate che possono essere considerate in eccesso sui bisogni m ilitari, negli al1ri bisogna d i volta in volta prcn• dcrc in esame il tipo d i ponte e valuta rne la portata . Questa può anda re dal sopportare un rreno ferroviario pei tip i in ferro a t raliccio, sino a qualche tonnellata pei pont i d 'equ\paggio su. barche o cava lletti. Quella della rete ferroviaria coinvolge problemi che toccano profonda• mente gli stessi interessi della nazione: giacchè spesso è proJJrio la considerazione d i questa portata che modifica e suggerisce i progetti di costruzioni d i lince . La P. L. particolare d·un tronco d i linea è in dipendenza del la ve. locità con la quale i tre ni vi possono marciare, susseguen•

un quarto d i secolo lo ttaron'o contro gli S lavi pagani c!i

dosi a d istanza minim a d i sicurezza e senza provocare ingorghi a i capi linea; essa è calcolata mediante g li orari

Livon.ia; ma , indcl:,oliti da queste lotte, nel 1237 furono riuniti dal papa a11 ·ordi11c Tcuwnico, conservando un loro

somieri ai pi ù rnastodornici

grafici.

Quella dei mezzi d i trasporto, dai pii, modest i <: perfetti autocarri, è. l imi-


POR

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tala <-laj cJratrcri tpeciali di ci2~cun mezzo. ~1anovrare abilmcme qua nto si dispone significa sfruttarne pienamente la P. L . totale. Ma anche in ciò occorre tener presemc che lo sforzo eccessivo lungamente protratto logora e distrugge animali e macchine e che quù,di devesi restare nei limiti del massimo rendimento con uno sforzo non anormale.

Port-au-Prince. Città marittima dell'isola di Haiti, nelle Antille, capitale della repubblica. Sorge sulla ri,,a d i un golfo profondo della costa occidentale dell'isola . Fondata nel 1749 da La Cazc col nome di Hiìpirnl, questa ciuil fu chiamata nel 1793, dagli insorti, Port-aux-Crirncs, poi Port-Rcpublicain e infine (1811) Port-au-Prioce . Presa t!i Port-au-l'ri11ce ( 1802). AptJartiene alla spedizione di Sa n Dom ingo all'epoca del Consolato . Il gen. Boudct, incaricato dcll'allacco della ciuà, fece ormeggiare due vascelli davanti al forcc Bizotau e due fregare davanti alla spiaggia, dove il 6 [d;braio effettuò lo sbarco ddlc truppe. li forte Bizo tau si ;irresc subito, ma il fone di Sa,1 Giuseppe <lovette essere preso d'assalto con forti perdite. I '.'/egri si vendicarono massacrando quanti europei porcrono avere nelle mani, saivo alcuni condotti via come ostaggi.

Port-de-Pai x. Città mantuma delle Antille, nell'isola d i Hai ti, sul canale della Tortuga . Colombo aveva hat!èZ?.ato questo luogo col nome di Valparaiso, ma i filibustieri francesi, srnbilitivis, nel 1665, le diedero il nome che porta attualmente . Fu presa dal gcn . Hnmbert subito dopo la presa di Port-au-l'rincc, con truppe condom! da due vascelli. li negro Maurepas, prima d i abbandonare la .:ittà. ,,j appiccò il fuoco, ritirandosi poi nell'interno. Porte. Nome dato a grandi passi di montagna, vie d i passaggio obbligato . Ricorderemo le principali: P. di J'raia110, fra Sofia e Filippopoli; P. de)/" West/alia, fra i mo nti Jakobsbcrg e Winek ind sberg, nella Prussia; P. Caspid,e, lungo corridoio presso il mar Caspio, detto anche passo di Khao~r; P. Cauct1sichc, corridoio in Circassia; l'. Cilicie, corridoio nel Tauro; P. di ferro , dato a var i passi, dei quali il pi,, noto è quello dei Balcani; l'. cli Sù-ia. fra <1uesta c.; J~ Cilicia; P. Peniane o Susù111e, fra la Persia e la Su,iana. Ed anche a passi d'importanza minore, crJme le /'. di S palato, fra I~ isole Brazza e la costa dal mata. Recentemente è stato dato il nome d i Porte t!t'gii Oce1111i alle comunic!1zioni naturali (Gibilterra e Sing:iporc) o :,n,ficiali (Suez e Pnnamà) fra i g randi mMi.

l'or1e t!i l'aro. f:: datt> questo nome alla strozzatura che s11hi,ce il corso medio de l Danubio, passando tra i Balcani (a dc,tra) e le Alpi Transilvane (a sinistra) . Le P. di F. propriamente dette hanno l'aspetto di 3 banchi successivi d i scogli, taluni dei ,111ali ,1 fio r <l'acqua; ma in rc:ihà questi non sono d1e l 'uhin1a p:ute <.h qucll 'assicme di rapide che da Bazi,1s, dol'e il Danubio abbandona !e pian ure ungh<·rcsi. si su,seguono per 157 K1n. lino a Turnu Scvcrinu in Rom;tnia. li dislivello, di 29 metri, rcndcrn di fficile e pericolosa la navigazio ne. Nei° 1871 si stipulò a Costantinopoli un ~cwrdo fra I' Austr i:, e !a Turchia per la nomina di una con1missionc internazionale allo scop(> di studiare i mcz1/4i di rerHkrc meglio n:ivìga~

bile il Danubio in quel tratto . Q11c,ta commissione conaerò un progcu,:, di c,in;1 lizzazionc, i cui lavori non poterono allora ven ire imraprcsi, ma lo f uruno nel settembre del r8<J{i, e così il Danubio fu aperto alla na\'igazionc generale ti no a l Mar Nero .

Portello. Picwb apertura della n,ne a remi, dalla quale; usd,·a il remo. lrnrodotce 1c ~1rtiglicrie nella mari na, si

chiamarono P. le aperture o cannoniere delle navi da guerra, alle quali si affacciavan,; le volate dei pezzi, e anche l'imposta con la quale venivano chiuse. I Turchi· adoperarono P. a ribalta fin dal principio del secolo XVI. Consistevano in cassoni di legno dolce, pieni d i terra, attraversati da un perno nel mezzo; si tenevano innanzi alla volata dei pez.zi, bilicati in modo che con una fune, facendo altalena, si potesse scoprire la bocca del cannone, far partire il colpo e subito nasconderlo.

Porter (Dauide). Ammiraglio nordamericano del secoloXIX. Entrato in scn·izio nel r829, fece la campagna del Messico, quindi passò nella rnari1Ja mercantile, rientrando in servizio nel t.853. Durante la guerra di Secessione sen•ì sot to gli ordini dell'arnmir. Farrngut, quindi ebbe il coma,1do della flottiglia del Mississippi. Fece la campagna <le! Red:Rivcr, cOn(JllÌstò il forte Fishcr all'ingresso del porto di \Vilmington, fu nominato conrrammir. nel 1863 e viccammir. e comandante della scuola di marina dopo-

la guerra .

l'orlcr Robcno K cr. detto Ker Porler. Scrittore e pittore d i battaglie, inglese (1775-1842). Nel 1808 seguì l'esercito nella penisola iberica e scrisr.e una " Relazione » in proposito; pubblicò anche una « Storia della g uerra di Rus.ia del 1812 » e varie. relazioni d i viaggi . Fr~ i suoi quadri: « L 'assalto di Seringaparam »; ,, L 'assedio di Acri »; « La battaglia di Azincourt »; « La bau~glia d i Alessandria ». Portr:r Dauide Di.ro11. Ammirnglio nordamericano (18131891), tiglio di un Davide (1780- r843) che fu ufficiale cli marina e ambasciatore a Costantinopoli . Partecipò alla guerra di Secc,sionc e scrisse una biog,atia di suo padre e una. S((1ria della marina nordamericana.

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Porter Da"ide Dixon

Porter Orazio

Po,·JCI' Onizio. Generale nordamericano, n. nel , 837. Uscit,l dall'Accademia d i West Point, di,·ennc inscg11antc d'ari ig licria . Partecipò alla g uerra d i Secessione d isting uendo.i ,ono il gen. Thomas e sotto il gcn . Grant, di cui d ivenne segreta rio particolare (1869-1877). Durante la guerra di Scccs.ionc raggiunse il grado di brigadiere generale. Dal 1897 al 1905 fu ambasciatore a Parii;i. Lasciò un'opera suH~1 1< Campag1ia con Gian l )) , ,: una ~Lnria <lcl l'1\ccadcrni:i. di \\lcst-Pcim.

Port' Ercole. Frnzionc del comune di ~unte /\rgc111ario, in pro,·. di Grosseto. in una piccola inscnatur.1 racchiusa ira Monte Sa n F ilippo ~ nor<l cd il Colle <lclh Rocca a sud , entrambi cor0!1ati d a antiche fortcac ~o,;1ruitc dagli Spagnuoli. Un ai1ro piccolo ione quadrato. <ieuo di San,a Caterina, si erge a leva nte del forte d i Munte San Filippo. Di origine an1àd1i$sima, si crede abbia ric:;·uto il nome dai F,·_nici ~ fortificata ?ai Rora:.111i durante la :;econda gL'crra.


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Fo rf' Phirip

P ianta di Pon'Ercole nd sc..colo XV 111

Punica, ,·crso la linc <~el scc. Xlii passò agli ,\ld.>brandcschi e da questi agli Orsin i. Verso il 14ù9 fu oc.:upolu dai ,Senesi che vi tcrmin:;.runo un:1 torre c<,mrndat;.1. J~, Bertoldo Or.ini. Nel 1526 se ne impadronl .\n<l1<J Doria a nome di Clemente Vll , presidiandolo. I priori d i Sien:1 reclamarùno inutilmente per quanro anni la 1estituzionc dd porto, finchè il capitano Cincin Corso. con improniso co lpo <li mano, nel mese di febb,aio del J530 la recuperò e la restituì a S iena. Nel 1541 il 13arbaros~a saccheggiò l'.E .. consegnandola poi a Leone 'i1rozzi, ammiraglio francese. che la offrl al pap,1 Paolo lii , il quale la rifiutò ed .dlora il porto wrnò a Siena dopo che i Frannsi, partendo, ne avevano incendjata la rocc:1. I Scne~.i ·•i coqrui,·ono nuove n,uraglic cd acc ,·cbbcro le fon ifaaziuni. C"duta la repuhblica <enesc, fu inmrporarn, nel 1,;57, ali,, Stato dei J>rc,icl,, seguendone le sort i La costruzione del forte <li Monre Filippo, della Rocca e del!., Stella furono ord;narc da Filippo Il. e compiute dall'architerro Camerini, toscano, sotto la chrezionc di Chi"pJ'Ìno Vitelli. I. /'resa di Port'Er<ole (15;5). Appartiene alla guerra c!i ~ien,1. Giangia.:<>mo <le' Meciici, comandante ddl'escicito impe, iti1c alleato del granduca Cosimo, fu imlotto d a questi 2 porre !"assedio a P. J::., per toglierlo ai Se~esi. li marche,~ di Marignano, piazzare le artigl ierie, fece battere in b,cccia le mura, seconda to da trenta ga lere imperiali , ~omandate da .\ nclrc:i Dori.I. Aspra rcsisten?.,1 ooposero gli

assed1:1ti . ,omandau da Piero Stroni, che uccix:ro multa

gente ngli assnlitori nei primi ~l~~nlti; ma per di(ctto <li .1 pochi giorni, <lo\·ettc:ro restrmgcre le difese e ritirarsi nella rocca, do,·e era il Jiore elci soldat i srroncsc hi ed il maggior numero delle artigl ierie. La none ciel 9 i;:ìugno, il marchese condu"c le sue truppe all'attacco del forte; trenta dei suoi caddero morti nel primo assalto e più di 400 rim:isern feriti <fa lle palle e clJi sassi che piO\e,·ano <laH"alto. Lo Strozzi 5i accorse che non \ 'era :-.pcran1.:1 tli poter con le ~ue ,ca rse forze con1inuarc per !ungo tcr:,po la difesa. e clcci,c 1p1indi di a11darc pcr,onalmemc a sollecitare l'umat:-. turca alleata dei France" . ,,pcllJta in quei mari. Li,ciato ìl coina!ldo d,·11:t rocc:1 al ,ignor di La Chapcllc, che gli promi,c cli tencrl:1 finch ·cg-h arri\'as5.e con i ~occon.i . montato su un~l piccol.1 nave, ,i po rtò segretamente a C1\' itavecchia. Appena In Strou i fu 1n1r1ito, La Chapclle, contro gli ordini ricevu11 e le prome"c fauc, cedette immanuncntc al marchese la

rnuniz.ioni, indi

rocc:-i e la t<.:rra .

Il

/ssed,o r- presti di Port"f:.rcol,· (1735). .\ppa1t•cne alla

}!Uc:rr._t per !,1 SL1cce::.~1one di Polo111a. 11 ctw:.i <li .r...1nntçmar ,

gcnt•ritlissimo <lcgli Spagnuoli, dopo I succ,~~l riport.tti :_..ugli ;\mtnaci nell"ltalia 0nnidion,1lc. nel febbraio ècl :,35 cl!lrÒ in J"o,cana, d"taccanrlo palle delle , uc truppe nello Srnw dei Pre,idì per blocc.irvi le piane forri tcaute dagli Imperiali allo scopo di Juttomeucrlc prim::a <li entrare in Loin-

I•

Le fo11ilicazioni di Port'Ercolc


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bardia e le fece bloccare ,11,chc dal mare. Ma la "igorosa res1strnza che le guarnigioni austriache opposero alle truppe ~pagnuole ne prolungò l' as.,edio. Il bombard:11nento pcril a poco a porn r ov in<'i le d ifese, e un a ccidcmc imprevis to affrcttò la resa. IJna bomb3 de?,!i assedia mi, cadurn sopra i l magazzino dclk polveri di Monte Filippo, ne provocò l'esplosione, distruggendo le bombe e le granate che vi si tro,avano . I difensori, stanchi g ià da l lllngo assedin e privi d i ,peramca di cs,ere soccorsi, uprirono le porre agli Sp3gnuo h. Gli ufficiali furono cost retti a rendersi a discrezio ne e d ottennero la libertà di ri tirarsi; i soldati. in numero di :20_. furono fatti prigionieri di guerra. D opo la resa d ~I [orte d i Mont<! Fi lippo. anche il coman dante della città fu obbligato ad arrenrk-rsi " sua volta.

Port H udson. Città della Luisiana, sul Mississippi . :i monre d i N uol'a Orléans .

llsudio di Port Hudson ( 1863). Appa rricne alla guerra d i Secessione. I Confed(:rati l'avevano occupata e fol'lihc:Ha nell 'inverno de l 1862-63, con banc rie e sbarra,nc.nto , ul fiume, e C('fl ampia cerchia di trincee ,•crso tt:rra . 20 pezzi d 'art. pesante e 31 da carnpag1111 gua rniva no !e opnc .

numerose ba tterie confederate . Una co rveua è una ca nnoniera ,

scriarncnte colpitc 1

furono costrette a

retrocedere:

una corvetta si incag liò, p rese fuoco, e ,·en11e abbandonata. Ma le altre navi passaro no, e cosl i Federali si resero padroni delle acque del Mississippi . avendo perduto nel Eo1·• zamento del passo un centinaio rii u. fra m. e feriti . Dalla parte di te rra. il corpo federale <lei gcn . Banb pot.è investire !e posizio ni confederate soltanto il 26 maggio. Gli attacchi tentati furono respinti; la loua si srnl.c con duello cii art igl ierie, e soprattutto col blocco rigoroso. che riclusse alla fame gli assediali. Questi si arresero il 7 luglio, pochi giorni d opo la resa d i Vicksburg. I p rigionieri arn 1ncmtarono a 6340; i Co nfederati avevano perduto nell'assedio 176 m. e 447 feriti : i Fcderali"707 m .. 3336 k riti e 31 9 dispersi .

Porti (e portiere). Facendo astrazione dal m ateriale del genio militare che si trova soltanto presso le grandi unità cli g uerra , bisogna che le truppe celeri, d isrnccatc a qt1alchc giornata di marcia davanti alle annate, trovino la possibilità di passare i cors, d'a cqua , coi meZ'l..i ch e si possono requisire, o costruire sul posto, in brevissimo tempo. Ne deriva di consegu enza che ciclisti e cavalleria, q ua ndo n on po:s~ono attraversare a nuoto un fiume o canale, de,•ono ricorrere a porti o ponicre1 q trnndo non arrivino a trov~re materiale sufficiente per costrulre addirittura una µasse• rdla. La costruzione cli un P. ••iene faua dai zapp~tori di cavaller ia o dai cic.i ist.i, requisendo su l posto scelto per Ull i;orso ct"acqua, una o due b::.rchc, od in mancanza di esse, cos1 rutndo sul posto una $Olida zattera, cof legname disponibile. Con una barca sola però è non

auraver~arc

solo difficik. ma azzardato cd imprudente rostruire un l'., quantunque ,ia possibile r:tflorzarnc sia il fondo che k ,ponde con rnvok e p•Huclli, ap!>licati ai montanti senz,1 toccare la fodera . In nanzi tutto occoire in modo spkciati,·o determinare la p0rt3ta della barca imbarcandovi tanti uomini fin() a far le raggiungere l:'.l m~-\ ssiina iinmcrsione,

e moltiplicando poi il peso medio di un uomo in armi e bagaglio (85 Kg.) per il numero degli imbarcati. P rima d i t rnghcttarc piccoli d rappelli di truppa con P. cosmu111 da semplici !:,arche, occr,rrc: a) d isporre <li barcaiuoli pradifese da drca 7000 u. al romando del gcn. Gardna. Nella tici sia pure t ra i soldati stessi; b) che il corso . d'acqua p rimavera del 1863, allorchè il gen . Grant investì Vicksburg, non abbia velocità eccessiva superiore a 2 m. al ,econdo ; a monte di P. H., orclinù all'ammir. F'1rragu1 cli for~.ar<' e) che l 'alveo sia p rivo d i bassi fondi , pala fitte, od altri il passo e di port arsi a contribn irc a c1uell'i nvc,tim c nto. impeclimemi; !X:r le barche della portala da 20 a 30 solCon temporaneamente , il Gran t dispose per l'attacco a I'. H . da ti, occor re un a profondid d 'acqua d i alm e no 80 cm . a da lla parte d i terra, dc~tin anclovi il XJX corpo. coman 1 m.; d) che l'imbarco e lo sb:1rco ~iano cli focik approdo. dato dal gen. Banks e forte di 1 ➔ . 000 u . (cliv is. Sherman. con sponde a dolce pendenza, e se ripide abbiano al masGrovcr. Pajne, Aug-ur) . simo un metro <l'altezza sul pelo d'acqua. In caso <liIl J .l marzo. l'arnmir. Farrngul a van,.ò risolutam ente verso occorre preparare rampe d ·accesso. In porti d i semplici barche n on è ammes,o che si poss:1110 traghe ttare quadrupedi o carri; per quest i si formano al lora così detti ,, lreni di barche ~1 costitu iti eia due barche uni.te a mezzo cli travicelli, sui quali Por\o girevole sull' Adda (Genio militare) poggia una impalcaltll a d i tavole. Dilkriscon<, '.'la q uest i le portiere , che han110 sul fiume per forz:trc il passo, con q1,1auro corvette e tre le due bnrche alqua·oto discoste l'una dall'altra, e l'incannoniere, accoppi,1 ndo queste u ltime <:on tre de lle prime. tervallo. collcga:o d a travicelli , no n cltve s uperare la lun in modo eia e\'Ìtare l'affondamc1110 nel c;,,o di uno ,u g lien.a delle b:t rchc s tesse , altrimenti riesce difficile govert orpedine . Le ,; ,wi fu ro no accolte eia in te nso fuoco delle Farragut forna il passo di Port Hudson (1863)


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POR

11are il ga lleggiante, specie nel l'attraversare corsi d'acqua

veloci . I treni di barche sono pi ,, maneggevoli, ma le portiere J1anno una mJggiore portata .

I P. sono d i due specie : girc, oli , o scorr~voli . [ prim i .sono costituitj da una portiera, la quale gira da una riva

235 -

'Portinai (o Portana,-i, o Pòrtonan). Ernno chiamati così anticamente in varie città d 'Italia i sol daLi che stavano a guardia del le porte della città c governavano il po nte kvatoio. Portinai o meglio Portieri furono detti anche !e Guardit· (V.) della porta .

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.i Portiera

Porto scorrevole

-ali'ahra, sorretta da una f une di. conveniente lunghezza ,

/issata ad un palo che serve d i perno, posto o su c: i una sponda, o sul fondo del corso d'acqua . La l une i: , !'ordina rio sostenuta a metà circa della sua lung he7.za <b una barchett<l, che tenga distesa e sollevata la corda stessa, in m odo da i111pedirle che tocchi il fondo. La manovra del P . presenta qualche d ifficoltà; d i conseguei,za è Hccessa rio adibirvi per.scrnale p:atico. I P scorrc·.•o li (detti .incile « chialte »). prcse11tano m inore cliflìcoltà d i manovra, per quanto

richied ..u10 maggiore lavoro

d 'im pianto,

non

sempre adatto ad armi celeri in a•:anscoperta , Essi constano di un galk-ggia 1He (portiera) cornc per quello girevole, !!<> nonchè esso, a 111czzo dei due capi d'una f une, viene attaccato ad una carrucola cbe scorre lu ngo una seconda fune tesa attraverso il corso d'acqua cbe si vuol passare. Questa seconda fm,e è fissara sopra sostegni piantati sul le due -'ponde . in modo assai sol ido, e tale da tener la sollevata sopra l'acqua . Colla semplice manovra del t imone, incl inato contro la corren te, il P. si sposta parallelamenre ,111,1 fune distesa. Dove non sia possibile lrovare !.,arche. il /'.

Porliscolo (lat . Portisculus). V. //gnzzmo. Portland. Isola ing-lese della Manica, nella contea di Dorset. È unita alla costa da una d istc,a di g hiaia e di sabbia d i 26 Km , di lung hezza, detla il Cbcsil Bank, e circonda i;, da .aire scogliere. A nord ha un r()rro difrso d~ li n vasto sistema dj fon i . Combattimemo di l'onland ( 1653) . Appartiene alla prima La Aotra o landese, a l co~ mando dell'ammir. Trom!,, con Ruyler e Dc Wit in sottord ine, si componeva di 76 legni; quella i11glese, comandata dagli ammir. Blake ed Aiscuc, ammontava a jO unità. li 30 gennaio r653 le due squad re si incontrarono fra le isole d i I'. e di Wight, e Tromp fece incttcrc nel mezzo delle sue navi da guerra ; t recen to bastimenti mcrcan6 li guerra navalt aJ1glo•olande.se.

WE:.1M_()VTH

R,(J'A·D

Portico e San Benedetto. Comune in prov. di Forlì . su lla sr. del Montone. Possiede ancora un castello, ma le .antiche

tnura castellane

che

lo cìngcvano .d a ogni lato

Portier (Giuseppe de Bellair de) . Generale, n. nel 1737, m . ad Annecy nel 1818. Ser vì nel regg. Cbablais, poi nella Legiont degli Acc:rn1pa111enri , poi nel regg. provinciale del ·Gcnevese, d, cui d ivenne colonnello comandante dopo il 1795. Alla Restaurazione fu nominato ( 1816) magg. genemie <li fanteria e fu collocato ne lla riserva.

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Port o girevole

scorrevole può essere costi tuito <la una sem pl ice z..attera .

~ono state quasi interamente atterrare. Nel 134r la S ig noria di Firen ze tolse il castello al conte Marcovaldo per aver cong iurato a d anno della repubblica, impo nendo agli abitanti il g iuramento d i fedellà. Ne! 14 24 !e soldalcschc d i Filippo Maria Visconti, duca d i Mi lano, saccheggiarono e p resero il castel lo. P. sostenne vari combattilncnti coi feudatari finjtimi, g li Ordelaffi di Forlì ed i Manfredi di Faenza, finchè nel r440 fu cost retto a darsi alla repubblica ,Ji Firenze, per essere' protetto coniro ·le scorrerie dei tiran nelli vicini.

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Portland (secolo XIX)


POR

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che sconava, col l'ordi ne di •noll allonranal'si·. Tre vascelli ingJcsi, avan7.atisi \·crso la Aotta olandese per riconosctre le :"orze a,·versaric 1 si ::contr;irono con ~eue navi nc1niche pur<: es.;c in ricogn izione e le att,1ccarooo impegnando un coml>attimento che durò per tre ore con esito incerco; durame la loua entrarono in battaglia altre trenta fregate inglesi da <Jlla oanc e trentatre vascelli olandesi dall'altra, cd il combattimento continuò accanito lino a notte inoltrata, con pert1ite gravi <fa ambo le p:,ni . 81:i.kc ri mase ferito a una coscia; molti legni della sua Amca furono abbru. ciati o som mersi , cd altri danneggiati dovettero approdare " Por ts,w,mh per risarcì rsi . ))al canto loro gli Olandesi ebbero l:t nave ammiraglia disalberata e ucciso q1.rnsi Lutto il suo equ ipaggio. uno dei loro maggio:·i bastimenti predato e v;1ri altri vascell i preda o del fuoco o delle onde. J.a notte sopra,·vcnuta non fece dic sospendere hi pugna che ricominciò il giorno seguente. Glj Ing lesi erano stati ,inforz:i ti da ,-ent i \':,scclli, ma Tron1p :1ve\'a il sopra,,vento. Si comh;iuè ancora accanitamente t utta l~ giornata senza che la vi ttoria si dichiarasse per una pane ·o per l'altra; poi le flotte si ; cpararono .

Porto militare. L'ad:rnamento dei poni per rifugio delle flo1te militari ha a\'uto orig;11c con le flottç st<'>>e. Fra i più importanti P. M . dell'an tichi tà erano quelli d i Cartagine, Tiro, Utica, Sidc cli Panfilia, Rodi. r\tcne. !11 genera le erano circolari, ornati con ponici che cos1 itui~

y-1tno i

ncosichi )), <> rifugi delle navi. L\·ntrat;\ ne era

ti

~u:.rdata da torrioni , sui quali \'Cni\f:.,no posti gli uomini di guardia . Al cadere della notte si nccendevano le luci e ~j ch iude,·~ il P. con ostruz.1oni di tra,·i o gro~sc ..:~nenc. che vcni, ano rin,os~e ~all'alba. La chiusura e apertura veniva annunciata con speciali segnal i. Gli ordini per il P. erano dati cl,ll console (•< wnsul porius cl moduli »). Anche nd mtdio evo ,.j conscr\1Ò l •usanza di chj udere I porti: così si chiudeva no Genova, Pisa, Livorno (porrn Mediceo) , Civitavecchia, Brindisi, Venczi.i. Questa usanza si è dm·uw riprendere in pieno durante la guerra Mondiale. con ostru , zioni re.ali per la difesa contro le incur>ioni dei so mmergibili. 1

Un /'. M . è costituito in generale da un avamporto o nlda, nel quale son(> pc rmancnrc1ncntc ancorate varie file

di boe alle quali vanno ad ormeggiarsi le navi, e da "" porto interno o clarse.n a, nel quale sono sistemati i magazzini per i rifor nimenti logistici, le officine di ripara1.ioni,

i bacini di ca renaggio. Le darsene medioevali contcÌlcvano grandi capannoni, a metà invasi dalle ac,1uc, nei qual i ven ivano tirate le galee durante l'inverno per le ri parazioni al coperto dalle pioggie. Per l'ingresso e per la permanenza nei P. M . esistono tutto ra norme internazionali , e sono necessari accor<l i fra le nazioni affinchè le Aorte straniere possano recarsi nei P. M. Queste norme limitano anche il numero delle navi che contcmporanc:unenrc possono stazionarvi. I P. M . sono difesi con batterie costiere (difese fisse) e campi di torpedini (difese mobili); le baLteric costiere sono servite da stazioni fotoelettriche. li com,111dantc ne è sempre un ammiraglio; si chiamava nel mcYhn evo prefèuo,, e tale J1ome è rimasto j n francia. In Ital ia si chiama comandante mi i. marittimo. I porti militari delle grandi Potenze sono attuahncmc i seguenti: Italia: La Spc1.ia , La Maddalena, Castellammare, Taranto. Brindisi, Vcuczia, Pola, Tohruk, Lcros. 1:1'tl11cia: Calais, Cherbourg, Brest, Loricnt, Rochcfort, Tolone, Aiaccio. Orano, Biscrta , Saigon. Gem1a11itt : Kicl, Wilhelmsha \'Cn, Cuxhaven, Flcnsburg, Swinemunde. Giappo11c: Yokosuka . Kurc. Sasebo, Maidzuru , Port-Arthur . Masarnpo. Gran Bretagna e Colonie: Dcvcrnport, Plymouth, Port• smouth. Ponland, Chatham. Rosrth, Cromany. Pernbroke . Dover, Malta, G ibilterra, Aden, Colon.,bo, Maurizio, Pcnang, Singapore. Portstanley, S. Elena, Sierra Leone, Bermude, Hong-Kong, Wci -hai-\Vei. r\dclaidc, Sydney. Rm.<ia: Kronstad r, Scb"slopoli, N icola:cv. Stati Uniti: B<1ston.

Ncwport, Kcy-\.Vcsr. New-Orleans, Guanran:uno, Paf!ama. Br<·merton. Santiago. S,1n Francisco. Pearl-H:trbour. Cavi tc. Fra le norme <l i guerra riguardanti il lavoro del movimento portuale. è cumcmplata la facoltà di dichiarare ,og• getto alla giuri~di4ionc tiiilitarc, 111 tutto o in parrei il persona le addetto a) carico e allo scarico delle merci cd in g enere al movilnc1uo comtncrcialc dei porti, c()1nprcsi i r!ingenti del personale stesso. Cif1 avviene per c.k:creto def ministro dcli.a Marioa. li personale poi delle capitanerie <li porto ,•iene considerato come facente parte dei corpi militari della R. Marina. Alle capitanerie stesse spetta il compito <lella sorveglittnza sui la,,orat<>ri elci porti.

Il sicuro e tranquillo seno dì Porto Bardin


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Sbarco di ITuppe italiane alla b3"e di Porto Bardi,

Porto Bardia. Golfo ben p rotetto della Marmar ica (Cirenaica) . In seguito alle vicende della loua degli Inglesi contro i Scnussi (V. Egitto) il governatore della Libia, _gcn . Ameg lio, d eci,c nelhpr ilc 1916 di occ upare P. B., località che non er.1 stata da noi presidiata ancora. e do,cva e,scrlo nell'ago,to 1914. quando lo scoppio della guerra europea impeci\ di pensare ad ullcrior, occupazion i. La decisio ne dipendeva anche dal fa tto che il seno di mare si prcsta,·a assai bene come ba,e per i sommergibili nemici e r:1ppresentava un approrlo sicuro. Furono destinati all'occupazion~ il LV bgl. bersaglieri, !'VIII e il X bgl. eritrei, reparti d'art. e del genio e servizi, agli ord in i <lei colonnrllo Ti, i. Le tr11ppc, co nccn trnk a 'f'ohruck e imbarcate sui piroscafi ,, Re Viuorio » , , Principe Umberto e • Termini » , erano protette dalle _R. navi ~t Liguria ,, , « Enzo )) t~ 0Hro >>, 11 Orione )t e ,(( Misurata 1), li 4 m:,ggio "enne opt.:rato lo slx1rco a tvf\lr,a Morcsa, a 10 Km. circa da P. R. Il giorno seguente, ~li Erit,ei dr.I X bgl. con sci ore di 111:1rcia giunsero a /'. B. e l'occu paro no, al2.ando i l tricolore in una vccch,a e cadente cx ca,rrma turca. La base pro\'visoria di Mana Moresa fu nei giorni succes,ivi sgombrata e tulle le forze e il m~ le rialc trnskriti a /' . /J. Da questa ba,c si p ro.:<·1!cttc nel 1917 all'occupazione di Amseat. 1

Il. /lttacrn di JJ01-w ll11so (1915). 1-'u opcrnw dal caccialorpedinicrc: « Zeffiro - , comandante Ciano, il 24 1nag• i:;io. La 11,,vc entrò nel canale, cannoneggiò alcuni hauelli w landoli ,1 fondo, e la caserma ;1u,triaca ,ull"isolono. La piccola guarnigione, di 41\ u.. alzò bandier.1 bianca e si rc,c prigioniera .

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Porto Buso. Isolclla <ldl '1\rlriatico ~uperiorc . davanti ad Porto Calvo (secolo .X VII)

Aquileia e fra le lagune di Marano e di Grado. I. /Juacro di 1'0,-10 B11so ( 18o6). Fu op<.rato <la una fregat a in g lese d i 41 canno ni. !I capitano di vascel lo Amilcare Paolutci, che si trova,·a sul posto, a»alì risolutamcnce b fregata con un gruppo di piccole cannonkrc, e riuscì ,1 costringerla alla fuga.

Porto Calvo. ,\mica fortezza olandese nel llrnsik, presso J13hia. /',-e;a di l'orto Cali-o (1635). Dur,1nte la lolla fra Olandc,i e S1>:1g nuolt nel Hra, i le, ne l giug no i second i mmc-

Porto Ruso all'epoca della guerra l\Iondialc


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carono il fùrtc d i P. C. difeso dal brasiliano Calabar .il sNviz.io degl i O landesi. Le truppe spagnuole comprendevano repat ti di ita liani; l 'arc, era com a ndata dall' italiano Paolo Vcr no la. Dopo alcuni g io rni dall'investimento, la piazza si a rrese. Quivi le truppe imper iali , a l comando del conte <l i Bagnuolo} eressero in tre 1ncsi una robusta forre7,Z-a in luogo del forte precedente. Cont ro l' . C. marciò nel 1637 Maurizio di N assal,1 con 4200 u ., m en tre era presidjara d al gcn. italiano conte d i Bag nuolo, il quale dispon eva rii appena: 1500 soldati . Affrontò questi gli Olandesi in campo a perto d ue volte, e d ue volte fu battuto ; a llora lasciò guarnig ione in P. C., a l comando di Gibt rton, e si ritirò a 13al,ia (V.).

Portocarrero (H en11a11 Te/lo). Capit a no spagnuolo dei sec. XVI, m . nel 1597. Combauè lu ngamente ne lle Fiandre; si rese famoso con la sorpresa d i Anllen$, e nello stesso an no difese ]a conquistata città con g ran<le t nergia, ve~ nendo ucciso sulle sue mura da un colpo ,l'archibugio. Porto Corsini. F razione del comune d i Ravenna, di cui rappresenta il porto-canale, trovandosi a lla foce de l canale Can dia,to, fatto costruire nel 1736 da l papa Clemente X11, largo 36 m . al pelo d'acqua e 16 a l fondo, con la profond irà <li 4 metri. Alf{IC<"O di Porto Corsini (1915). Fu operato il 24 maggio, daH'i ncrociatore austriaco << Novara », con un c~ccicuorpc~ dinicre e quattro torpedinjcre, al comando del cap. d i vascello Horcy. Il porto-ca nale era ,lifeso da due b rr . d i 4 pezzi ciascuna, comandate dal cap. di corvetta Dentice . li (( N ovara ,) aperse il fuoco a.Ile 3>30, da 2 000 m . , mentre i l cacciato rpedinie re accostava a!la r iva ed c n trav:,, nel canale, di poppa, sparando sul fabbricato del faro e semaforo, e sulle rive. Molti colpi aus triaci furono tirati supra una falsa ba tteria p reparata dal Dentice; gli altri colpi no n recarono da nno alle d ue batterie vere, che continuarono il fuoco fino alle 4,10, q uando le navi austriache si allontanarono. Le perd ite da parte ital iana fu rono d i r mono e 3 feriti nella popolazione costiera , e di 4 feriti m ili1ari. li « Novara )> venne colpito d a alcuni proiettil i che ucci~ sero I ufficiale e 4 n1arinai e ne fcrir<rno altri 11 g rave~ mcnie e parecch i leggennenre; una torped iniera fu colpita io pieno.

l'orto Ct>rsi11i. Cannoniera d i 295 tonne llate, varata nel .r9 12. entrata in servizio nel t917.

Porto d'Anzio. Rimorch ia tore di trato in H:rviz.io nd 19 J 4.

123 w nnell atc, en -

Porto dì altomare. Nel l' antica terrn innlogia marinara, ch iamavasi così una linc.a di navi a vela ancorate, proteg~ gen tt una flotta rniiilarc o

un reparto del la medesima.

Porto di Suez. Nave s ussid iar ia del la R. Marin a, en trata in servizio pc.:r la guerra nel 1917, radiata nel l9 L9Porto Empedocle. Rimorchiatore per il servizio <lei fa,.i, di 435 connd)arc, -en traro in servi~io n el 1914. Porto Ercole. R imorch i.arare , entra to i n servizio nel 1916, radia tù Jlel 1923 . Portoferraio (ant. Ferra.jum) . Città in p rov . d i Livorno, cap oluogo d cli 'isola <l'E lba. Sorge sopra un colle ed è separata dal rim,tnente dell 'isola. da un canale, detto Fosso del Pontice llo. La c itrà prese il nome d i P. dal la lavoraz io ne e d a ll 'imbarco <lei m inerale di ferro proveniente d a lle vicine n1iiiierc, jn esercizjo fino dalla 1emota antichità.;

tale minerale ,·eniva spedi to a Piombino (Popu lonia) per bi fusione. Sul fronte estremo del p romomorio fu crcuo il forte La Stella, e, s u ll'a ltura ,·erso il mare aperto , un altro forte, il Falcone, costruiti sotto Cosimù I d all'archìte n o G. B. Camerini da San Martino, con h,1tt.erie a d ifesa d ella città e dei suo pono . La ci ttà venne ìno lrre

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Portoferraio (secolo XVIII)

m u nita ci, :·obu, te mura, con dut sole porte: porta d i M are nella d arsena e porta di T e rra, costrn ita nel 1738. "iel la pal'te interna verso il pono, vi sono un lungo molo, il bagno pe nale e la darsena. 11 porto esterno, d i. forma rcttangobre e profondo, è u no <lei più sicuri del Medi1erranco . In ve tta ali 'alt ura, fra i due forti della Stella e del Falcone, sorge la palazzina dove fu re legato, dal ,naggio 1814 :ti febbraio 1815, Napoleone I. Le o'rigini e le prime vicende di P . sono oscure. Carlo V, verso il 1548, staccò dalla sign oria degli Appian i, principi d i P iombino, · quella parte dell ' Elba che costituì d 'allora i.n poi il Comune d i P., vendendola a caro p razo a Cosim o I d e' Med ici . Il !lrim o assalto a queste fortifi cazioni avvenne il 7 agosto dal 1554 da parte di una numcro~a · sq,.rndra gallo~turca, la quale non riuscì però .ad impaclronirserte . Nel 1558 un 'a ltr~ squad ra t urca assalì l'. ; . rna già Cosimù J éWt\ 1 a fatto aggiungere alla ciu.à nuove fortificaz io n i, in cui ripararono a l sicuro g li abitant i d d l 'isola, Nel 1637, sotto Perd ioando Il , la piazza forte ftL innalzata all'ono re d i città e nove a n ni dopo ne furono acc resciu te le fortificazioni, aumen .. rate anche da Cosimo III nel , 680. Passato il t rono granducale a F rancesco Il d i Lorena , questi res taurò le forti.lìcazioni, innalzan~ do anche un baiaionc nella li n gua di te rra presso la torre del la Linguetta, ove è il Bagno penale. Nel r751 P . di\'cnnc sta .. Fortificazioni di Portoferraio 7,ione della /lorciglia granducale . . Qua ndo, nel 1795, i Francesi occuparono Livorno, gli Ing lesi si impadronirono di P. crigendm·i, per maggior di fesa, una balleria sul litorale della Falcon aia ed un nuovo forre; il forte Ing lese, su lle rovin e della forte,,za_ di San G iovanni Battista, eretta da Cosimo llf. Nel 1797 riuscì a Ferdinando Ill d i fare sgombrare i Francesi da


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Livorno . e gli Inglesi <la F. La pace d i Amiens diede ;ii Francesi quel d 1c non avev;ino potuto conqu ist are con le .a.rmi, e nel 1803 inviarono · 11cll'isola d 'Elba un commis,ario che risiedette in I'. Col trattato cli Vienna del 1815 tutta l 'isola ri tornò al granducato d i Toscana, dal qu ale passò poi al regno d'Ital ia. Nel 1922 il Comune di P.

POR'

runo piantate nuove b~Httrie c. costruito un lri occramcnto per fanter ia. li 9 alla mezzanotte fu r ipreso il bombar -

damenro che durò fino alle ore 7 del ro maggio. Visti gl i ,carsi effetti di questo fuoco, il generale e l 'ammiraglio f.-ancesi ')Ì ac..:orda rono per u n .1tl.:1cco simultaneo da terra e da mare, m,,. anche <JUCSlo fallì con perdite gravi. Dopo q uesto scacco 1 l 'ammir. Gan tl~caume decise d t tentare so] . tanto col rnari_rt-1i l'assa lto della fortc~za; ma le sue navi

urtarono cont ro lo sba rramento ciel porto pred isposto dal D~ Fisson , e fatte segno :11 fuoco delle batterie d i d ifesa dovettero riti rarsi e prendere il largo a forza d i rem i per non c~scre a/Tondare . 11 ca nnoneggiamento fra asscUian Li ~d assediati dmò dal 13 al 18 maggio; i fabbricat i della città

Fortificazioni di Portoferraio (sec. XIX)

La fortezza d i POrtoferraio in principio del sec. X IX

fu decorato della <1 Croce al mcfito d i guerra ))) per la campagna , 9 15-, 8.

soffersero consirlerevolmci1te, ma le navi ebbero danni ri-

Assedio di Porto/araio (1801 ). Appa rtirne alle guerre della Repu bhli"\ francese in Italia . li gran d llca Ferdinando III , prirna <li Jascia re la Tosca na per ] csilio affidò la d ifesa de lla fortezza di f', al colonnello Carlo Dc F isson ,

rer rip ararsi. Tharreaui rjn1asto solo, pose n1auo a<l erigere

1

levami e la mmtina de l 19 dc.venero _far vela per Tolone nuové batterie, ma no n potè

a 1 marlc

per mancanz.a di can--

nonì e <li rnun!t.ioni perchè i cmsari porrofeuajesl, liberi

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con

g uarnigione

aurne nlata da volon tari dell'iso la. Riatr

tate le (ortificazioni, il Dc F isson strinse con il co1nanda nte d i Porto Longo~e. sogget to a l re di Napol i, ui, accordo

offensivo é difensivo e respinse le minacciose intimazioni dei generali francesi . Le truppe napoletane battute da Murat nello Stato della Ch iesa erano costrette a segnare a Fo-

ligno un armistizio, a cui segul il trattato di pace <li

d i cor rere il n,arc per la partenza delia flotta francese, c:atturarono tutti i trasporti eh~ dnl la terraferma tentavano di approdare- a ll'isola. Il 29 maggio il generale Mariotti assu11se il comando in sost ituzione dc.1 gcn . Th~1rrcau, e d iede 7 giorni di tempo al di tensore p~r la constgn;i della piazza . Ma Dc F isson rimase ,rrenoovibile. li 29 luglio ~barcò il gcn. \Vatrj11, nominato cnma.ndante in luogo <lei

Mariotti, .;on

5000

fanti, 3co zappawri e copioso soccorso

Firenze (28 marzo 1801) per il quale il re di Nap<>!i rinundi rnatcrja]e e di m 11niztuni ; m a il 30 cl l rnani no comparve ciava, a favore della repu bbl ica francese. ai suoi possessi 011'01i~.<•mte la flotta inglese de ll 'amm iraglio vVar ren, comdell'Elba; Portolongonc veniva perciò occupato dal gen . posta di t J legni e le navi francesi levaro no i1nme<liataT harreau. li 5 maggio i Francesi occu parono le pend ici mentc l'ancora sfuggendo col favore del vento :il la flotta orientali _ d i M. Popp~, bloccando da terra la fortezza , ' nemica che :1 n1.e7.zogiorno en trò neJla rada. ma dopo tre mentre la flo tta sbarcava 7000 u ., che si stabilirono a g iorni free vela per G ibi lterra . li 6 agosto i Francesi ricampo sulla spiaggia . fu iniziato da mare ì1 bombardapresero il bombardamento rr1a con · se.arso effetto . Intanto mento, al quale la gua rnigione rispose : fu tentato un as.. 1"lì assed iati erano decimati dalle (ebbri malar iche; viveri salto alla tenaglia del Ponticello, e al canale che taglia e mun iz ioni cominciavano a scarseggiare. 1 Franc<:s( bloc~ l'istmo, ma venne respimo . I francesi. accortisi della d ifficavano P. ma erano ali~ loro volta bloccati nell ' isola dai coltà dell 'irnpresa, si lim itarono allora al blocco, in arcorsari elban i e <lalla cr<>cicra inglese. li ro settembre la resa dell'arriv.:, <l i un parco d 'artiglieria. TI giorno 8 fu. flotta del Warrcn ricornpa,vc in vista d i l'. e d'accordo col

Le fortificazioni di Portoferraio


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.gu,·eni:norc fu ,·pmhin.ua un:t ,,pcrat'.:ionc che :-n·n·bbc (1bb ligato i France~ i a togliere I ·:,ssedio. Es,.L do\'e,·~ rnmpicrsi nella notte cl31 12 al 13 :.cttcmbre e "i ,:Jo,e,·ano con<:orrere circa 1000 u. lra Toscani e lngleM, dn·i<òji in 4 colo nne; ma l'operazione 11011 dette i risu ltat i sperati per l' indi.ciplina de lk truppe britanniche . La Aott:i ingie>c, do po un giorno di soMa, si allontanò con promessa di ritornare: i Francesi ripararono i gua!,ti sofferti e<l il 1° ottobre riapersero il fuoco che durò ininterrotto fino al 7 dello :stes:;,J rrx ·~e,

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8r11w,jlia di l'ortofiuo ( 1526). Sono d i fronte 20 galcr~ spa~11uole che accompagnano 2 2 na\ i onerarie~ ;1gl i ordini di I.anno,·. , iccrè di Napoli. e una nona al comando di Andrea Doria. costituita da 11 galere pontificie, 13 \'ene zianc (Luigi Armero) e 20 ga lere e galco[)i francesi (l'iet ro d i Navarra). G li Alleati avevano bloccato Genova, e la Aoua cld Lannc,r. do!)<> di :I\Cre appoggiato sulla Corsica. mum·c,·a ora per penetrare in quel porto. Al suo arrivo nelle a.:que d, Portofino, trovò schierata la notta avversaria con N:H'3J"l'O al ccrllro. An\1<.: ro :,.Ila sr., e i l Dori a . alla dr.: i galeoni sul fronte. L ·azione cominciò col fuoco: poi " ,,enne all'uno. La mischia durò quattro ore e terminò con la sconfitta degli Spagnuoli; parte delle loro na,·i vc1rnc ~dfon d:u:-i e, pres.a. pc1rte riuscì a salva rsi rip:i.rando a N.Lpol,. l'ortofi110. Rimorchiatore per ostruz1on1 rctali, di 215 ronnellatc, varato nel 1915. en trato in ,erv,✓io ' nel 1916.

Po t tofetnio; Forte <lella Stella e torre del Pnssanante

Tinforzo dal continente. Anche la fortezza avc\'a ricevuto un soccorso d; 220 cacciatori maltesi <falla fregata I' 11 Atcnlcse >l, ma i viveri e le muniz ioni continwlv:\no a ~c3rscgg1arc e le opere prcscnt,rnno danni cons,dercvoli. TutlJ\ ia il cannoneggiamento da una p,trte e dalr altra era continuo e frequenti le sortite e le scaramucce. La ,era del 1l ot-robrc un parla 1n<.:11tario si p rC:il'nlÒ per r<.:care la noti iia della pact· dt \micn, (ra l'Inghilterra e la Francia. l'o..:o dopo l'arm•o del p.1rlamentario francese un" na,·e britannica giungev3 ncll,1 rada con una lenera dcli 'ammiragl iato,

,l quale consig liava il De Fis,011 di aprire r.-attati,·c co11 gli a»edi,mti, poichi: fra qualche giorno le forze inglesi avrebbero abbandon.ne la fortCZIJ e sè ,tt·,,a. li Dc fi-,on cedette allora alle proposte dd \Vatrù1 e conchime un ,,.. n l 1st1z 10 .

Dopo o lLl'C settt

111 cs.i

di r csi!itC 1l7.:l , il ·l g iugno

g1u11geva al De Fisson la lettera autografa ,l i Fcnlinanclo li I che autonzza,·a il i:ovcrnaton· di P. a cedere b forte,~a ai francesi. li giorno , 1 la guarnigione w,cana panì e ,ulla fortezza ftr inallicrato il labaro mun icipale. Napoleon, fece riammettere l'ex guarnigione <li P. nella milizia toscana coi pri,·ilegi e i gradi du: godeva prima. -e fece rcsllluire a umi i ben, confiscati. li De Fis,on ,i 1802.

Portogallo. Il Portogallo , corrispondente alla maggior parte antica dcli, Lusitania. appare primai,1ente abitato ca un popolo di ceppo cchico; dopo che P. Scipione AfricJ1h1 (209 a. C .) ebbe comµlctarn la conq ui sta della penisola pa,sò ne l do1 ninio di Roma. Da questa, i Lusitan i trassero poi lingua. leggi e costumi, ma µcr lungo tempo si dibat tet ono per sourarsi al suo giogo. Vinti una prima volt.1 nel 19~ a . C. ad Ilipa . tentarono a pitt riprese clt rompere k loro catene; <la i 190 al 178, c. ,otto Viriato. da l 1~9 .1I 14n. fecero ~trcnua re~i')lcnza a più cscrciù ron1nni; ma alla fine. ridotti al!'oLbedienza, vi ,tcttero per quasi sci -ecolt, meno 11d periodo da11'82 al i~ a. C. durante il q ua le la peni,ula iberica, sollevatasi. f11 libera per opera d i Scrtorio. Quando i Visigoti (416-19 d. C.) penetrarono nell., Spagna. ,cacc1.mtl11nc o dhpcrdendovi gl, Alani, 1 \'andali <' gli Sn·,i, che l';n·C\·ano invasa nel 409, queMi ultimi orcnparonn la p,11·tc del la Lusi ta nia a nord del Tago e, con la Gn liz ia. co,titui ,ono un rcl(no che durò fino al 586, nel quale anno il re vi,igo to Lcodgil<lo lo incorporò nel ,uu. Caduta l,t penisolJ ilxri.:a sotto il <lominio degli Arabi (711). un avanzo degli sconfitti Vi,igoii, rifugiatosi nelle A, tlll'Ìc, vi fonde'> il prin cipato c1 ·O,·ieclo (poi <l i Leo11) che rnn le armi ,i e,tc,e anche sulla parte ,ettcntrionak del Portogallo (,.15) raggiunAendo, a ~econd1 della fortuna, il Ducro. o il Mondego, o il Tago. <:d ebbe per capitale Hrag:1. Le d isrnrdic sorte fra gl i Arabi che ;;i erano sµartita la peni,oh, iberica. le lotte fra c"i e i Goti, e final-

ritrasse ~l viw.:re in ( .1mpagna dove rrmrì ig norato nc·l 1805.

Portofino (am. Por1m Delphi11i). Comune in pro,. ò Genova, con piccolo n1a hcn rip.1!'alo porto nel golin Ti...qull1(1. r:u .)llzionc navale roma na: vi (urnno co~truiti nel medio evo due castelli. e . wl promo111orio, la repubblica genO\ csc fece erigere un fortil1?10 che po, .mdò in rovina . Il porto ve1rnc difeso l;)<'r opera del Buonapartc con un.1 b atteria bassa (l'Olivetta), demolita nell 'epoca imperiale napoleouica. Néllc sue acque si éombattè nel r431 una battaglia. detta di P. o di Rttpallo (V.). Il paese fu ocrnpato nel 1526 da Andrea Doria, dopo che quc><i a,·eva. come amm ir. pontificio. ba ttuto la ilotta imper iale d i Carlo V. A llora il Dorìa fece r·c,taurarc ì ca,tell, e le torri. pnncndo presidio nel pae~t:.

,\rma della rcpubblic,i porto· ghcse

Handicra: Ycrde pre~so l'asta; rosso a destra

111cnte la rnm1uista della Spagna ,cucnuionalc fatta cb C.trlomagno. rin,errarono il dominio maomcuano in sempre p1ì1 stretti confini. e dalla Marca spagnuola istituita dal

gr:'lndc imperawrc s.orscro parecchi rct11lli, e cioè quel li di N~rnrrn, di ,\ ragona. cli Cast iglia e di Lwn, dei quali gh dtimi due pi,, tardi ( 1037) furono ridr'.ui a uno soli,: <.JUdlo di Castiglia. Regnando in questo ,\ltonso VI, ,·cn"t~ creata ( ro95) fr~ il basso Tago e il Minho una con tea che d,h,· nome d i Portogallo. Di essa Alfonso VI in\'cstì suo !..Cl1c11, Enrirn: il IÌJ?lio cli questi . .\ lfon,o I. ne ampliò


Po,R

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le conquisto battendo i Mori nel u39, e venne dal!' As- · essi , lo Stato si rafforzò e la nobiltà, c he col suo spirito semblea d egli Stati riunita in Lamego proclamato re de l P . , avido e r iottoso lo aveva turbato, (u ridotta alla ragione con d iritto e re<litario. Egli fu il ca postipite della d inastia e sottomessa alla giustizia regia. Ridata la quiete al paese, borgognona. Con l 'aiuto d i Croc iati che veleggiavano verso G iovann i Il si diede a incoraggiare le scoperte marittime e, T e rrasanta w lse ai Mor i Lisbona (25 ottoì>re r 147), di cui per suo impulso, Diego Cam si spinse a l regno d i Benin fece la sua capitale, ed Evora ( 1166); ma, assalito d al ,e e al Congo (q84) e Ba rtolomeo Diaz fino al Capo d i d i Castig lia Ferdinando Il, fu, dopo parecch i v ittoriosi Buona Speranza (, 486). Morto Giovanni Il senza prole scon tri , alla fine sconfitto e fatto pr igione a l3ad ajoz ·(n68) legittima, sa lì su l trono suo cugino Emanuele. il cui regno e dove tte restituire le molte terre d a lui tolte ai Ca,r.isegnò il perio do aureo della navigazione . Vasco de Gama g lian.i nella Galizia e nel Leon . Negli ann i seguenti doppiò per primo il Capo d i B. Speran za (1497) e giunse (n77-78-79-95), Alfonso ebbe con tinue e fortunate g uerre co i Mori , e in età d i 91 anni, portò il suo esercito a liberare Santarcm da q uelli a,s,-.Jiata. Suo figlio Sancio I , c he già crasi i ll ustrato per ,•irttt g uerr iere, gli succedette nel 1185 e proseg u ì le imwese parerne; nel 1211 salì al trono Alfonso li, il quale ebbe guerra col re d i Leon, ch e gl i invase -e d esolò lo Stato, e brig he con la Ch iesa, i cui min istri volle rid urre a più seve ri costumi , per il che s 'ebbe da pa1ià Onorio Ili l' imerdetto. Mig lior for tuna g li arrise g uerreggiando coi Mori, che sconfisse a Las Navas Antiche bandiere portoghesi d e T olosa ( r212) e ad Alcazar (1217) . Suo figlio Sancio II, s~cEed utogli nel 1223, ven uto in lotta con papa Innoalle Ind ie orien tali; Cabrai scoprì il Brasile (1500); Figueira cenzo IV, fu da q uesti d eposto e sostituito col fratello s'impadronì d i Sumatra (15,0), cli A lmeida , delle Mald ive e Alfonso Ili (1248) che tolse ai Mori le Alga rve (1253) e d i Ceylan (1507); e Albuq ucrquc di Goa e di Malacca lasciò lo Stato ben consolid ato al figlio D ionigi (, 279), (1511 ); e si fond arono colonie a Mozambico e a Melincla. so tto il quale eh be fine (t309) il luogo dissidio con la Per evita re le contese che potevano sorgere tra Spagna C hiesa . Questo re fu iJ creatore della marina ponoghcsc. e P . in tanto fervore d i scoperte , i due sovrani affidarono Gl i succed e tte Alfonso IV, che fece lunga guerra al gela decisione circa il limite d ivisorio d ei rispettivi possessi nero A lfonso XI re d i Castiglia ,_ ma poi si pacificò e alleò a l papa Alessa ndro VI, il q uale lo fissò nel meri<liano pascon lui per co mbattere il su ltano m arocchino, d el q uale sante a 375 leghe ad ovest delle Azzorre. Eman uele i l contrib uì a sconfiggere l 'eserci to presso Tarib, (,340) . Sotto Grande elevò il P. al sommo della potenza territoriale cd il re Ferdinando (1367-83), la p rosperità del P. declinò a economica, poichè immensi erano i tesori che si t1·aevano cagion e delle lotte intestine d a cui il paese fu agitato e dalle n umerose colonie conquistate. T uttavia già alla fine dalle guerre infelici mosse ai re d i Castig lia Enrico Il del suo regno cominciò la decadenza; le stesse ricchezze e Giovanni l. Non lasciando figli maschi, F erd inando fu accum ula te d isamorarono dal lavoro ; la cacciata dei Mori l'ultimo della din astia borgognone. A questa, col fratello e I·esodo degli Ebre i, l'esagerato spirito d'avventura tolsuo naturale Giovanni, g ra n maest ro dell'ordine militare sero ai campi ed a l commercio bracòa, ingegno, espedei Cavalieri d ' A vis, succedette quella d ei « Falsi borgorienza; il d eprezzamento della moneta, conseguenza dell? g noni o d 'Av is )> . G iovanni I, dopo d ue anni <li reggenza, sua abbonda nza, com inciò a scrollare le basi economiche ebbe d agli Stati radunati a Coimbra il titolo regale, ma il dello Stato. Sotto il re G;ovanni III (152r), fu in trodotta suo omonimo re cli Castigl ia gl ielo contese con le ar mi . l'Inquisizione . N avigatori portoghesi penetrarono fin nel La vittoria di Alj ubarrota (,385) assicurò la corona al Giappone costituendovi una· fattoria a N ag asaki (, 549). Con re portoghese, che- poi, voltosi all'Africa , prese Ceuta Sebastiano (1557-78), la decadenza del P . si agg ravò . Diseasilo di corsari maomettani (r4 15). li suo terzogenito, l 'ing nando sterminare i Mori d'Africa, fece contro essi d ue spedizioni ; l 'una nel 1574 riusciva settza risu ltato alcuno, l'a ltra, nel 1578, nella quale alla battaglia di Alcazar -Qu ivi, (4 'agosto) fu ,confitto e perdette la vita . Assunse allora il pote re sovrano i l vecch io cd infermo zio del morto re, il card inale En rico, col quale si spe nse (1580) la din astia dei « Falsi Borgognoni ». li re Filippo II d i Spag na, n ipote di Emanuele il Grande , si affrettò ad inte rven ire wn le armi e fece de! P. u.oa p rovincia spagnuo la, il che fu esiziale al reg no l11sitano, sia pel malgoverno che la Spagna Antiche bandiere portoghesi. ne fece, sia perchè g li Olandesi, in guerra con Filippo 11, si lanciarono su lle colonie portoghesi , in Ceylan, nelle fante Enrico, cominciò l'era d elle g ra n di navigazioni, duInd ie, pcrfinò ne) Brasile e se ne impossessarono . Dopo ra nte le quali furono scoperte Madera, le isole del Capo 60 anni d i oppressione, i Portoghesi, app rofittando degli Verde , le Canarie , le Azzorre e le coste clella Guinea fino imbarazzi in cui la Spagna. _era i mpig liata per la r ivolta a Sierra Leon . Giovanni. J mod ne l 1~33; e, dopo di lui , catalana., se ne affrancarono e offriTono la corona al d uca si succedettero, d i padre in figlio : E doardo (1433-38); Aldi Braganza, , liscenclcnte da un figlio n aturnlc d i Giofonso V (1438-81) che tentò la conquista di Leon e Cavanni I, il q uale l'assunse (1640) col nome d i Giovanni IV , stiglia, ma fu · vinto dal principe Ferdinando d'Aragona, e, scacciat i d al P. i prcsid t spagnuoli, iniziò la terza d ie G iovanni II {1481 -95) ; tutti con1.in11aro no co n alterna fornastia portoghese . I'er lunghi anni (-,640 -68) tentò la Spagna t una la penetrazione nell 'Africa, ove da ultimo Alkazar, d i r icu perare la perduta signoria; m a Giovan ni IV, pu r Arzilla e T a ngeri \'Cnnero in dominio portoghese .' Sotto cli a ttraverso d ifficoltà interne, sep pe sventarne i disegni ; e,


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sconfitti gli Spag nuoli a Monrijo presso Badajoz (1644), scacciò dieci anni dopo i;li O landesi dal Brasile. Durame il regno del successore Alfonso VI, sotto la reggenza della madre Luisa d i G uzman, gli Spagnuoli reiterarono i loro te ntativi di conquists. del l'. , ma furono ba ttuti ad Elvas (1659), ad Amcixial (1663) e più decisa mente a Villaviciosa (1665). Il successore Pedro II scgMva con la Spagna la pace d i Lisbona (1683) con la quale veniva riconosciuta l'indipendenza del P. e la Spagna riceveva in compenso Ceura; nell'anno t.ppresso cessava ogni guerra anche con

gli O land esi. Pedro Il , asservito da prima a Luigi XIV per gratirndine degli aiuti avutine nella lotta con la Spagna, si gittò poi nelle braccia <ldl'lnghilterra, stringendo c.on questa tln trattato, durante la guerra per la Successione <1.i Spagna, c he, lungi dall'offrire al P. vantaggio alcuno, 1;e faceva_ il commercio mancipio dell'Ingh ilterra (r703). Sotto Giovanni V (1706), le sorti del P. peggiorarono; chè le sue armi furono battute da quelle di Luigi XIV; tuttavia, il trattato d'Utrecht restituì al P . tutto ciò che dura11te la guena aveva perduto e gli assicurò il possesso di parte della Guiana e altre colonie sulle rive settent rionali del Plata. Si risollevò il P. sotto G iuseppe Emanuele (1750-77),

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sr. delle Amazzoni. Quando Napoleone, perseguendo il suo disegno d i abbattere la potenza britannica, fece proposte di alleanz;a al reggente Giovanni VJ e oc ebbe una ripulsa (1805) stretta lega con la Spag na, inviò truppe son o il generale Junot nel P . donde tutta la famiglia reale e la Corte dovettero fuggire nel Brasile (novembre 1807) ove Giovanni VI assume il titolo di imperatore. Ma nel 1808, il P. sollevavasi contro i Francesi e l'Inghilterra vi mandav a il duca dj Wellington con un corpo d'esercito che, unitosi ai Portoghesi e sconfitto a Vimeiro Junot (21 agosto), lo costringeva a capi tolare a Cint ra e a ritirarsi nella Spagna. Ugual sorte ebbero i tentativi posteriormente compiuti dai Francesi sotto i maresc. Soult (1809) e Massena (1810) per domare 1'insurrezione portoghese. Benchè gli avvenimenti successivi e, in fine , la caduta di Napoleone assicurassero ormai il l'. da ogni invasione , Giovanni Vl che, nel 1816, per la morte della madre , aveva cinta la corona, non volle farvi ritorno . li paese rimase in balia degli lnglcsi, che lo diedero a governare a lord Beresford, il vincitore di Soult e lo asservirono ai propri interessi; onde i Portoghesi, esasperati, si ribellarono e ne derivò una lunga lotta tra Miguelìsti (V.) e liberali che durò con varie vicende fino al 1834. ln quell 'anno don Pedro morì dopo aver assicurato il trono alla figlia d ichiarata maggiorenne e restaurato il regime costituzionale da lui concesso nel 1826.

Maria Il ebbe regno t ravagliato da continue lotte tra il partito liberale 'C il ret rivo o m-iguelista e da guerreggiare di bande ; ma, dopochè queste furono distnitte a Rcmichitlo, potè godere !a ;Jacc e, morendo nel 1853, lasciò il trono a l figlio Pedro V, avuto tial suo secondo marit~1, principe Ferdinando d i Sassonia Co).,u rgo Gorha. Pedro V, dopo ì,ochi anni <l i !·egno, moriva e gli succedeva (1861 ) il .fratcl lc} Luigi I clic nell 'anno appresso sposa~a la principessa Maria Pia di Savoia. Durante il suo regno, le fazioni, che parevano andare riconciliandosi, infuriawno 110vellamcnte e

)\ave da guerra portoghese (sec. XV)

specialmente per opera del ministro marchese <li Pombal, il quale espulse i Gesuiti (1759), favorì il commercio liberandolo d al giogo inglese e per ta l modo spinse il P. ad u □ alto grado di potenza finanziaria cd economica, gl i diede la pace interna e riparò tutti i mal i che lotte di fnioni, riottosità nobilesche e cler icali e t remende calamità (terremoto d i Lisbona, 1755) vi avevano apportato. li breve periodo d i splendore cessò con l'assunzione al trono (1777) di Maria l, figlia <li Giuseppe Emanuele, che nel 1760 aveva sposato il fratello d i questi, Pedro, il quale perciò condivise con essa la corona col nome d i Ped ro Jll. Sotto d i essi, l'influenza inglese e quella del clero riebbero i l sopravvento; il Pombal fu congedato e con esso caddero le migliori riforme ch'egli aveva introdotte . Morto Pedro Ili nel 1786 e d ivenuta paz:za Maria nel 1790 1 il secondo figlio loro, Giovanni VI, fu reggente per lunghi anni . F iacco e inconsapevole, egli si lasciò trarre dall 'In ghilterra nella prima coalizione contro la Francia (1793) ron grave da nno del commercio portoghese; e, più tardi, quando Spagna e F rancia si pacificarono, entramlx: queste naz:ioni, per sottrarre il P. al dominio inglese, gli fecero guerra (1801) e gli tols~ro col trattato di Badajoz (6 giugno) l'una O livença e l'altra la parte della Guiana sulla

impedi ro no ognl regola re e sicuro progresso; solo nel

1871, ritornato il potere nelle mani dei moderar; o .Regeneradores, furono in trodotte in rutti i campi dell ' attività nazionale savie ed utili ri forme, che ripararono ai n1ali del passa to, e intensa _cura fu volta al rafforzamento dell 'impero coloniale che . si arricchì ddl 'acquisto d i Macao ceduta dalla Cina. Re Lu igi I moriva il r9 ottobre 1889 e gli succedeva il primogenito Carlo I, a èui d ifficoltà int<.:ruc cd Cstcrne n;sero fin da p rinòpio grave la corona.

Agognando il P. a congiunge re territorialmente le sue duecolonie d 'Angola e d i Mozambico, una spedi zione coman data dal maggiore Serpa Pinto era penetrata nel paese dei Makololo; ma ai progressi d i essa si oppose r isolutamente l'Inghilterra, desiderosa di aver libero il passo dalla sua colonia dal Capo all'Egitto. All'ulti.maturn del gabinetto di I.on<lr;t (1890), quello di 'Lisbona dovette p iegare richiamando il Serpa Pinto ; e solo dopo lunghe trattative potè ottenere uoa piccola pa rte del territor io contestato . Ma lo smacco patito, le angustie finanziarie, le turbolenze dei partiti, le frequenti crisi parlamentari e ministe riali e una grave insurrezione del Mozambico tennero il P. in con tinua agitazione fino al

1 900,

anno in cui, riallacciata con

l'I nghilte rra l'antica alleanza che le preceJcnti divergenze avevano guastato, parve essere assicurata la consjstenza po•

litica dello Stato. Tuttavia, a grado a grado, l' idea repubblicana andava p ropagandosi nel Paese, e, per passare all'azione, non atte ndeva che l'occasione propizia. Questa ~i offerse nel 1906, quando il ministero Joao Franco, pur intenz:ionato d i rigenerare con buone riforme lo Stato, commise l'errore di. proporre un aumento della lista civile. La fiera resistenza eh 'egli ebbe ad incontrare portò allo


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sciogl imento delle Cortes, cd a repressioni sauguinosc. Il re, spalleggiando il _suo m inistro, prese atteggiamenti di ;owano assoluto e si attirò l 'odio dei partiti antimonarchici, dal quale egli ed il suo primogenito Luigi Filjppo i l ,o febbraio 1908 cadcv,ino viuime. Venne

proclamato re il secondogenito Manuel, e il ministero Franco fu sostituito <:un a ltro di conciliazione che diede oper a, con amn istie e col ristabilimento delle rigide nonne costituzionali, a r icondurre la pace. Vani sforzi; chè da indi in poi si ebbero nel Paese tutti i fenomeni della degene-

razione

parlamentare:

ostruzionismo, aggiornan1enti e s<.:ioglime"nti delle Cortes, lotte elettorali, arresto d i ogni fecondo lavoro r ifarTruppe portoghesi(epocanapoleonica)

matorc e ricostruttore.

Nell'ottobre 1910 scoppib una m1o>fi rivolta , che pur risparm iando la famiglia reale, la costrinse a fuggire e proclamò la repubblirn sotto un governo provvisorio presieduto da Teofilo Braga . li nuovo regime) sorto .con tendenze libera.li e an ticlericali , trovò avvcr~ sari, specie nel le provincie settentr ionali; ma ogni sforzo di questi fallì; venne confermata l 'aboJizjone della monarcbia,

la decadenza della .dinastia dei Braganza e l'instaurazione del rngime repubblicano, il quale fu tosto riconosciuto da tutte le Potenze, e,· benchè continuam~nte agitato d~ n1oti interni politici e sociali. da conrese di partiti e da instabil ità di goveu1i, riuscì tutt::ivia ad allarg~uc le sue basi e ad acquistare solidità. Durante la guerra Mondiale il P. , legato pci suoi grandi interessi mar ittim i coloniali alla politica estera inglese, non potè esirl1ersi dal fare atto di presenza nella guerra Mon diale 1914-1918 nelle file degli Alleati. Una missione francoinglese si recò in P. nell'agosto 1916 ad organ izzarvi !e truppe portoghesi , che, rapidamente approntate, ai primi di febbraio 1917 già cominciavano ad arrivare in Francia. Nell 'opera di apprestamen to dei Por toghesi per la guerra si distinsero i due ministri della guerra portoghesi, Bastos

e Nor ton de Motos, meuendo in grado <li agire due d ivis. su tre brigate di fanteria ciascuna, tratte da un esercito, che era stato organ izzato sul tipo dcUe m ilizie sv izzere, dopo la caduta della monarchia. Le due divis. furono comandate per tutta la guerra: la pri ma dal gcn. Tamagnani d' Abren e Silva; la seconda d al gen . Pcrcira d'Eca. Esse si d istinsero specialmente nella zona <li Fcstubert; sulla Lys ed a Neuve-Chape!le; ma, prive d i adeguate ri,erve, non ebbero parte importarltc 11clle ultime fasi della battaglia di Francia. - Truppe portoghesi parteciparono inoltre alle operazion i in Africa (V .) contro le colonie tedesche.

1. Guerm per la co11quù1a del Portogallo (1580). Tra gli scopi cu, Fi lippo II aveva dedicata la sua vita era quello del éonscguimcnto dell 'un ità della penisola iberica, ed egli l'ottenne quando riuscì ad occupare il l'., approfittando della morte del re Enrico, ultimo legittimo d iscendente della çasa di Borgogna. Jl tremo rimase Ìfl contestazione

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fra il principe An tonio, la duchessa di Braganza e Filippo II di Spagna. Ques. ·,_, Jtimo non . indugiò a ricorrere alle armi, ed affidò un escrr ito d i 20.000 uomini al duca d'Alba per 111uovere ail',1gognara conquista. Inva no j Portoghesi si rivolsero alla Francia per aiuti cd invaw, il Papa mostrò avvèrsioue al proponimen to del re di Spagna. Il candidato naz1on3lc, principe Antonio, mn1 sorretto dai governatori

delle provincie e 2bbandanatu da parte della nobiltà, noi~ seppe opporsi efficacemente all'invasore. li duca occu119. ad un;)' ad ,ma tutte le città portoghesi. La rigida discipÌina dell 'csercit() spagnuolo - og ni maltrattamento a cittadini portoghesi era punito con la morte - agevolò I'assoggettamen to del. Paese . Presso Ilelem, in prossimjtà di Lisbona, le tr-uppe di Antonio, raggranellate· alla megl io, furono faci lmente sbaragJ;~tc e Lisbona venne occupata. Don Antonio, vista vana ogni resistenza, fuggì, e F ilippo fu riconosciuto re de l Portogallo. II. Guerra del Po,-tognllo contro la Spagna (1659-1665). Dopo la cacciara degli Spagnuoli (1641) questi u ltimi non avevano lasciato in

pace il giovane regno, 1na avevano

continuato nei loro tentativi di riporvi i l piede da dominatori. Soltal)tO però nel 1659, dopo la pace dei Pirenei, si accese una vera guerra fra i due Paesi. Luisa <li Guzman, reggente per il figlio Alfonso VI di Braganza, eccitò i l patriottismo dei Ponoghesi, ed affrontò il potente nemico, avendo ricevuto appoggio dall 'lnghi lterra e dalla Francia, il cui re consen tì che il marcsc. di Schombcrg, con 600 ufficia)i e molti sottufficiali francesi, congedati dopo la pace sopraddetta, passassero al se rvizio del P. Nel 1659 fu qrnv1 costi tmto un regg . francc~c, e <lari i quadri e gl,i istruttori alle n1lliz.ie portoghesi . Giovanni d'Austria , ge-

neralissimo delle trnppe spagnuole, fu battuto dai Portoghesi, e nel 1663 venne sostituito dal marchese di Caraccnas, il quale marciò su Lisbona nel giugno del 1665 con 8000 cavalli, 1500 fanti, di cui molti !tali rni, e r6 pezzi d'.artiglicria. I Portoghesi avevano allora un esercito d, 12.500 fanti e 5500 cavalli, con 10 cannoni, al comando d i Marialva, il qua le aveva al fianco come consigliere lo Schornberg. Due terzi delle forze erano portoghesi; l'altro terzo costituito d i assoldati i11glesi e francesi. I.a lotta, che durava dal 1659, ebbe il suo epilogo il 17 giugno 1665, sul campo d i bat taglia di Vi llaviciosa, dove i Portoghesi si assicurarono la definitiva ìndipendcuza. G li Spagnuoli, sconfitti, videro subiw dopo inva5c l'Estremadura e l'Andalusia; l 'Ingh ilterra si assicurò da quel momento un alleato piccolo, ma fedele, e prezioso durante le guerre contro la Francia n apoleonica. Le operazio ni mi, litari - cessarono, e i Portoghesi si r itirarono dalle provincie invase con ricco bollino; ma la pace fra i due Stati, e i l ,·iconoscimento dell 'indipendcnza del Portogal lo da parte della Spagna, s1 ebbero solo con la pace di Lisbona ,lei I 668. Soldato della Jcgione portoghese

III. G11erre civili e costituzionali del , (epoca napoleo.. nica) Portogallo (1820-26 e 1830-_34). Il part ito liberale, mal sopportando l'influenza straniera che manteneva nel paese un governo d i oppressione, aveva dopo le guerre napoleoniche gua dagnato sempre nuovi prosel iti i n ogni ceto della società. Dopo un pri mo tentativo nel 1817, represso con grande severità da


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lord fleresdorf, nell 'agosto del 1820 i patriotti levarono lo stendardo della rivolta ad Oporto, sotto la direzione del colonnello Sepulveda. Lisbona e le altre città seguirono l 'escmpio. Re Giovanni VI , d ictto invito delle Cortes, con''ocatc fra grande giubilo popolare, fece ritorno in P. dal

Cavalleria portoghese del secolo XIX

Fanteria portoghese del secolo XIX

Brasile e giurò la Costituzione, che era stata intanto proclamata. Ma urt « pronunciamento » m ilitare bastò a dar ani1110 ai retrivi, o Curvi, con1e erano chiamati, di cui erano a capo la regina Carlotta ed il figlio di lei don Migud. Il re n iovann i dapprima si rifugiò sopra una ~,ave inglese; ma, sorretto dall'Inghilterra, riuscì ad imporre la propria volontà all'infante don Migucl , il quale dovet te recarsi in esilio a Vienna. Aila morte di Giovanni succedettero nuove complicazioni perch~ le Potenze assolutiste della Santa Alicanza manifa:starono il loro disappunto per la costituzionalità del Portogallo. Fuggiaschi e d isertori portoghesi, eccitati dalla Spagna, organizzarono i n territorio spagnuolo alcuni corpi armati. Nel novembre del r826, sotto il comando del marchesè. di Chavcs, invasero il P., ma inter venne ancora l'Inghilterra, che protesse il governo costituzionale . L 'armata inglese, sul finire del 1826, gettò l '~ncora alle foci de l Tago ed aiutò le truppe governative a dominare gli insorti. La Corte spagnuola cessò allora d i favorire i rivoltosi e disarrnò i disertori . Ma la libertà e la costituzionalità del l'. fu tradfra dal figlio di Giovanni VI, don Migud . Il quale, dopo di avere assunta la direzione <lel Governo in nome della legittima erede Maria, con la quale si era fidanzato, usurpò il potere, licenziò le Cortes malgrado il giuramento prestato alla Costituzione, e si fece proclamare legittitno sovrano n1cdia_ntc convocazione di delegati in confor mità delle norme statuali di Lamego, del 1 r8r . I liberal i tentarono in Oporto un moto, che f.u _ocrò subito represso nel sangue. Nel 183J co·m parve improvvisamente nel P. don Pedro, imperatore del llrasile, il quale ave,•a intraj)reso il viaggio con lo scopo di restituire alla figlia _ Maria da Gloria il trono strappatole da don Miguel. L'indulgenza e la benevola neutralità del l'Inghdtcrra e della Francia permisero a don Pedro di implcironirsi della Rotta portoghese, ancorata in un porto francese. Ed egli, con un esercito di 12 . 000 uomini , reclutato nclJ 'isola di Terceira, ove si era rifugiata la figlia, nel 1832 si impadronì della città d i Oporto . .È vero che l 'esercito legittimista, comandato dal marcsc. Bourmont rnst rinse i Cost(tuzionali , che appoggiavano <lon Pedro, a non estendere la loro azione, ma una vittoria navale ripor-

tata il 5 luglio 1833 a Capo S. Vincenzo , lall ' inglesc Napicr, ammiraglio d i don Pedro, decise la lotta in favore d i Maria, che ne l ~et tembre sbarcò a Lisbona. Don Mig1.1el oppose tuttavia tenace resisteo7.a a Santarern, sostenuto dalle truppe di Spagna, che combattevano per una causa

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nazionale analoga alla sua , ma, infine, fu vinto il 15 maggio 1834 presso Thomar. I suoi partigian i furono disper,i e don Miguel rinunciò al t rono portoghese, dietro compenso di una pensione vitalizia . La Repubblica del Portoga llo ha una estensione d i 93.300 Km<J ., c,:,rnprese le isole Azzorre e Madera , dipendenti direttamente dalla Metropoli. Abitant i 6 . 219.000. Le colonie portoghesi hanno una superficie di oltre due milioni dì .Kmq., con 7.718.000 abitanti.

E'sercùo del Portogallo. Il ministro della guerra ne è il capo. Organi centrali sono i l Consiglio supremo della Difesa nazionale e 10 Stato Maggiore. Le varie arrni ,sono composte dalle seguenti unità : Fanteria : 22 regg., IO bgl. di cacciatori, 2 bgl. di ciclisti, 3 bgl. di m itraglicri, r cp. di armi d'accompagnamento e I cp. d i ·carri d'assalto leggeri; Cavalleria: 2 brigate, con 5 regg. d i cavalleria e 2 sqdr. d i mitraglieri ; Artiglieria: 5 regg. di art. leggera, 3 gruppi misti i ndipendenti d 'art. montata su 4 btr., 2 gruppi d'art. a cavallo, 3 gruppi indipendenti d'art. da montagna, 3 regg. d'art. pesante, 2 regg. d'art. da costa, 3 1;,tr. di difesa mobile; Genio: · 2 regg. di ·zappatori-minatori, r bgl. di pontieri, r rcgg. di telegrafisti, r regg. di ferrovieri, 1 bgl. d i automobilisti; Aviazione : 1 rcgg. d'avia1-ione d i difesa e combattimento su 2 gruppi, r rcgg. d'aviazione da bombardamento su 2 gruppi, 2 gruppi di aviazione d'osservazione, r bgl. d'aerostieri su 3 cp . Le forze ausiliarie comprendono : la Guard ia nazionale e repubblicana ( 1 regg. di cavalleria ed 8 bgl. di fanteria); le forze della Dogana (3 bgl. e 4 sezioni); la polizia. Il servizio mi litare è personale cd obbl.igatorio durante 25 anni; nelle truppe attive dai 20 ai 30 anni (r7 mesi di ferma) nella riserva dai 30 ai 40 anni, nelle t ruppe terri- Croce di gue«a della toriali dai 40 ai 45 anni. L'istru- repubblica portoghese zione m ii. è data da vari rami di un insegnamento che comprende : Scuola cent rale uffi. ciali, per ufficiali di stato maggiore, con 4 corsi di istruzione per le promozioni a capitano, maggiore, a colonnello, a generale; Scuola d i fanteria (3 anni); di artiglieria (4 anni, più un corso complementare di un anno); di cavalleria (3 anni) ; di ingegneria militare (4 anni); di amministr azione 1(3 anni). Esistono inoltre scuole reggimentali per i sottufficiali. Il Comando risiede a Lisbona; i l territor io è diviso in 4 Circoscrizioni mii. (Oporto, Coimbra, Thomar, Evora) e 3 Governi mi i. (Lisbona , Madera, Azzorre). A Lisbona è una manifattura d'armi, e fabbriche di- oggetti e strumenti e armi sono a Braga e Santa Clara. Effettivi d i bilancio : ufficiali 4320; quadri permanent i 23-427; scuole di recl ute 25.000; la Guardia nazionale consta di ufficiali 255, truppa. 9000; la Dogana di ufficiali 9l, truppa 5400. La polizia dispone d i circa 1 oo ufficiali e 5000 militi.

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Esercito colonia/e_ Comprende : 25 regg. fanteria, r2 bgl. cacciatori, 2 bgl. ciclisti 1 bgl. n1itrag lieri; 5 regg. <l 'art. leggera, 3 gruppi misti, r gruppo d'art. a cavallo, 3 gruppi d'art. <.la 111ontagua~ 2 r egg. d 'art. pesante, t regg. d 'art.

di grosso calibro , 2 bgl. di art. da costa, 4 btr. per la difesa mobile; z brigate d i cavalleria su 3 r cgg.; 2 regg. di zappatori-minatori, r rcgg. d i telegrafisti, r rcgg. di ferrovieri, 1 bgl. d'automobilist i; 1 rcgg. d 'aviazione da


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caccia su 2 gruppi, J regg. da bombardamento su 2 gruppi, 2 gruppi d'osservazione, 1 gruppo squadr igl ie da combattimento, I bgl. d'aerostieri. In tutto, vi sono (1933) 66 aeroplani e 21 id rovolanti . Gli effettivi delle varie colonie sono i seguenti : Capo Verde, ufficiali 4, truppa 79; Guinea, ulf. 21, truppa 481; S. Thomar, ulf. 9, t ruppa 269 ; Angola, uff. 179, truppa 6025; Mozambico, uff. 89, truppa 2.379; India, uff. 39, truppa r331 ; Macao, ;.i/f. 26, truppa 839; Timoz, uff. 28, truppa 718. Totale ufficiali 395, truppa 12.1 21 "(permanenti) .

Marina del Portogallo . J\: costituita dalle seguenti unità : incrociatore Adarnastor, <li 1729 to nn., wmplctato a Livorno nel 1897, rimodernato nel 1925, armato con Il 120 e IV 105, oltre a varie mitragliere, e III tubi d i lancio da 356 mm . ; corazzata guardacoste Vasco de Gama , d i

Ponogallo: l'incrociatore Adamas tor

2982 tonn. , varata nel 1876 e rimodernata nel 1902: armamen to : Il 203 ed altri mi.nori; incrociatore Republica (1915) d i 1250 ro nn. armato con li 102 e II 76 a.a. Incrociatore Carvalho Aranjo, ( 1915) di r200 to nn . armato come il precedente . 4 cacciator pediniere con dislocamento d i 660 tonn: è velocità di miglia 27. La Marin a ha inoltre 5 torpcdioicre di 266 tonn., 4 som mergibili <li 26o to ~n., e una trentina d i affondamine, canno niere e n avi n1inori . Personale : 725 ufficiali e 4445 marinai.

Portogruaro. Com une in prov. d i Venezia , sul fiume Lemene. Appartenne dal 1420 alla repubblica veneta . Nel r.361 fu saccheggiato e incend iato da una band a co ndotta eia Bonaccorso Bardi fiorent ino . Ali 'epoca della Lega di Cambrai, fu occupato dai Tedeschi; ma la popolazione , ribellatasi coll'aiuto di N icolò Vend ramino di Latisana, fece prigioniero il presid io, che fu mandato a Venezia insieme al capitano che lo comandava. Durante la guerra Mondiale fu sede dell 'intendcnza della III armata. Nella notte <lai 21 al 22 m aggio 1916 fo bombardato dagli aeroplani 11ernici che vi lasciaro no cadere più d i 70 bombe ; il 5 novembre 1917 iu occupato dagli Austriad c<l il 3 novembre 1918 liberato con la viuor ia. Portolano. L ibro che contiene la descrizione del litorale e dei principali porti d i una dara zona . Ind ispensa bile per il navigante, viene st~ pato presso le principali marine da appositi istitut i che lo tengono al corrente d i tutte le varianti . L'uso dei P. è ant ico quanto quello di navigare . Nel med io evo se ne stampavano già in grande copia ; essi conte nevano anche notizie di carattere commerciale ed erano spesso accoppiati con le leggi che regolavano l'uso delle navi . I P. per la marina italia na sono stampati a cura del R. Istituto Idrografico d i Genova, e si r iferiscono soltanto alle coste italiane. Porto Longone. Comune dcll'iso.la d 'E lba, in prov. di Livorno. J\: situato in un golfo della costa orientale del-

! 'isola, rnn porto rip arato e sicuro. J\: debitore della sua origine a Filippo III d i Spagna, il quale, in virtù del trattato d i L ondra, 29 maggio 1557 (che dava facoltà a F ilippo II d i munire e g uarnire di soldati spagnuoli, o ltrJ: i presid1 di Orbetello, una o più parti dell'isola d 'E lba), nel 16o2 vi fece cost ruire una fortezza che d ominasse da ogni parte il seno sottostante e le sue adiacenze, e che d alla sua forma già si chiamava Lungone . Fu incar icato della costruzione don Garzia d i Toledo, duca di Lerma, il quale fece erigere la fortezza sopra un poggio i n fondo al golfo e · a cavaliere d el paese, mentre all'ing resso <Id golfo dal lato dr. sorge il Capo S . Giovann i e dal lato sr . sorge il fon c Foca rdo, costrnito nel 1657 fra il Capo Per b e quello de lla Tavola. Nella fortezza furono scavati fossi interni ed eretti cinque baluard i, collegati fra loro da cortine coperte da mezzel une . fo seguito fu. rono costruiti quattro cammini coperci a prova d i bom ba, le caserme per 2000 soldati, g li alloggi per gli ufficiali, l 'arsenale, le ofhcine , i n1agazzi ni, çcc. La 1naggior parle di q ueste opere d i fortificazione furono demolite dal Governo Loscano d opo il 1815, trovandosi troppo gravoso tenere presidiate due piane forti nell' isola. Ii ] agosto 1553 una squadra franco.turca sbarcò a l'. L. e devastò l'isola, ma non raggiunse il suo intento pr incipale, la conquista d i Portoferraio. Nel 1596, Fi lippo lTl di Spagna si impad ronì di I'. L. che nel 1759 fu ceduta al re di Napol i. Nel 1708 gli Austriaci posero l'assedio a P. L . ma furono sconfitti dagli Spagnuoli e costretti ad abbandonare l'isola. Nell'aprile del 1799 i .Francesi si impadronirono dell 'isola, ad eccezione d i P. L . in cui la· guarnigione na .. poletana sostenne un lungo assed io; ma dopo fu liberata dall a sollevazione degli isolani esasperati dagli eccessi Jci soldati francesi che nel luglio fu rono costretti a sgom brare l'Elba . Nel 1802 i Fra ncesi occuparono P. L. che ~Il a pace di Amiens, col resto del! 'isola, passò a far parte del regno d 'Etruria e poi dell'Impero. I. Presa di Porto Longone (1646). Appartiene alle g uerre tra Francia e Spagna. Dopo l'infelice esito dell"impresa d i Orbetello, la Francia decise d i prendere la riv incita ed allestì una nuova armata. A capo della spcdi7.ione furono posti i marcsc. De la Porte duca d i Meilleraye e Choiseul conte D u P lessis Prasli n, con ordine espresso di nulla stabil ire intorno al modo di condurla, senza aver prima con-

La fortezza di Portolongonc

ferito con l 'ammir. genovese marchese G iannettino Giustini ani. Questi fu d' opinione che si doveva remare l 'acquisto d i P. L. , preceduto dalla occupazione di P iombino. Stabilito così il piano di operazioni, il 27 settembre 1646 l'armata francese gettava le ancore nel golfo della Stella. Dalle navi furono sbarcati 3000 fanti, bombardieri ed artiglierie, occupando subito posizioni vamaggiose per a prire le t rincee; il resto delle truppe fu inviato a P iombino the


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venne preso dopo 4 giorni di resistenza, destinandovi a presidio 8oo fanti e 400 cavalieri.

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comando del barone di Noailles. Come i Francesi nel 1646, anche gli Spagnuoli, prima di cominciare l'espugp.azionc di P. L., vollero assicurars i il possesso di Piombino, e dopo lunga resistenza se ne impadronirono ,·erso la fine di g iugno, dopo d i che la maggior parte delle navi e dei soldati tornò sotto P. L. ·Gli Italiani, gli Spagnuoli ed i Tedeschi gareggiavano ncll 'avanzare con le trincee, nel! 'assalto di q uelle francesi e nel trasportare sempre più vicino alla fortezza le artiglierie. Resta1·a da ultimo agli Italiani di j mpadronirsi d i una tenaglia prossima a i loro approcci, unita alla strada coperta ddla piazza mediante un passaggio chiuso da palizzate. La perdita di eletta tenagl ia esscndv riteouta di grave danno per la difesa, il barone di Noa,lles ave"a ordinato ai suoi di fare ogni sforzo per conservarla. Vi fu quindi una lotta feroce per il suo possesso, ma alla fine, dopo replicati assalti, fu presa dagli Italiani, i quali poi sboccarono nel gran fosso ,lei fronte bastionato, e vi si posero al coperto. Allora don Gin,anni decise di tentare la scalata; di nottetempo i soldati d i Spagna avanza ro no per tentare di salir su ll e mu ra; ma i Francesi, con ,·igorosa difesa, li obbligarono a ritirarsi, dopo aver loro inflitto perdite g ravissime. Immcdia1:11nentc il principe spagnuolo ordinò fossero in iziati i lavori di mina. Questo fatto indusse gli Svizzeri chiusi in I'. L. a non reputarsi più obbligati, seco11do l'antico loro .-ostume, a. continuare la difesa. li barone di Noaille< ,·olle opporsi a questa risoluzione, ma invano, sicchè fu costretto, il 15 luglio, a ven ire a patti, e fu convenuta la resa a condizioni onorevoli pcl r5 agosto successivo, qualora nel frattempo la fortez7,a non fosse stara soccorsa. Trascorso un mese e niuoo essendo comparso per liberarla, il Noaillcs, nel giorno stabilito, uscì dalla fortezza con 700 u. validi e 300 infern,i, residuo della guarnigione, con tutti gli onori di guerra e si imbarc?J per la Provenza. Con questo assc~lio, tra i pii, memorabil i d ell"epoca, finì il dominio francese sulle coste di Toscana; ma la guerra tra Francia e Spagna terminò assai più tardi, col trattato dei Pirenei del 7 novembre 165Q,

Tutte le forze d i terra e di mare libere si' volsero allo ra ad espugnare P. L. Costruite le batterie d'assedio, fu subito cominciato il bornbùdamento della piazzaforte. Ac~erta to il minimo danno che le ariiglierjc arrecavano alle mura, mentre i tiri della fortezza smoniavano buon numero di pezzi degli assedianti, furono avanzati gli approcci, e . nonostante la natura rocciosa del suolo, con l'opera di 1200 guastatori, sostenu ti da un rcgg. d i carabinieri, in breve le trincee furono spinte fino a tiro di pistola dalle due mezzelune della cinta di tramontana. Proseguendo ancora coi lavori d i zappa, q11:1ntunque disturbati d al tiro dei d ifensori, e fatte esplodere due mine, i Francesi apersero nel bastione una grande breccia, per la quale, il 23 o tto bre, salirono all 'a,salto. Gli Spagnuoli si difesero con accanimento e valore, ma da ultimo, perduta ogni ,peranza di soccorso, capitolarono il 29 ottobre cedendo la piazza e u,ccndo nc con g li onori di guerra. li. Presa di l'orto /,011go11c (1650). Appartiene alle g uerre tra Francia e Spagn:1. Soffocate le ri,olte nel reame di Napoli, il governo di Madrid decise di ;;llestire un poderoso navigl io per ricuperare P. L. Fu posto a capo del! "impresa don Giovanni d'Austria, il quale, con una flotta di 33 grosse navi e 13 galere, recan te 8000 u. da sba rco italian i, spagnuoli e tedeschi, comparve davanti alla piazza il 25 maggio. Avna il comando della flotta l'arnmir. Balac, coadiuvato da Gia nncttino l)o ri a; generale della cavalleria era il conte di Con1•ersaoo, dell'artiglieria fra' Giovanni Battista Brancaccio: maestro di ca mpo generale, Dio nigi d i Guzman . Le ,oldatesche sp:ignuole sbarcarono sulla spiaggia di Rio . Sette galere furono destinare a bloccare la piazza dal mare. Intan to i Francesi avevano procurato cli rafforzare le fortificazioni, costruendo, da1·anri agli spalti dei bast ioni di tramontana, piccoli ridotti e trincer.amenti. provvisti d i fornelli da mina. Nella piazza abbondavano le artiglierie, le munizioni e le ,·ettovaglie; il presidio coutav~ 1500 u. tra Svizzeri e Francc~i, sotto il

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Ili. Combattimento di ·Porto Longo11e (1652). Appartiene alla guerra tra Inghilterra ed Olanda. Ai primi d i lug lio del 165;, la squadra olandese, comandata dall '.ammi r. Van Gàlen, forte di r4 navi di ·vario genere, nel tornare dalle cost◊ d 'Asia s'era imbattuta nei paraggi d i P. L . in tre legni da guerra e da uo brulotto britanttici, agli ordini dell'ammir. Riccardo 13adiley. Questi, nonostante ) 'inferiorità delle sue forze, accettò battaglia, che durò due giorni e finl con la vjttoria degli Olandesi, i quali ,i impadronirono di una fregata inglese e quindi andarono a dar fondo a Livorno . Porto Mahoi;t. Città capitale dell'isola d i Minorca (Baleari), fondata dal Cartaginese Magone, con robusta fortezza (Sa n Filippo), ottimo porto e buona rada. Fu presa e saccheggiata nel 1535 dal Barbarossa. Nel 1708 venne occupata dagli lnglesi, i quali la tennero fino al 1782; poi tornò alla Spagna; la ripresero nel 1713, ma ancora tornò alla Spagna all a pace d i Am iens. I Francesi l'occuparono nel 1756 e la restituirono agli Inglesi nel 1763. (V. anche Baleari e lvlinorc11). T. Attacco di l'orto Ma/1011 (1756). Fu operato <la una flotta francese (12 vascelli, e alcune fregate, con t rasporti recanti 27 bgl. al comando del marcsc. di Richelicu). Tale flotta riuscì a battere (V. Baleari) quella inglese del Byng, e quindi potè essere eseguito lo sbarco. La guarnigione inglese di 3000 u. fu subito in vestita. Il RicheUeu e resse le batterie e cominciò il bombardamento, al quale la piazza r ispose e nergicamente smontandogli vari pezzi. l Francesi decisero allora l'assalto a viva forza e discesero nel fosso, dopo d i avere rnnquistatò qualche opera esterna. Quando furono preparate le scale per l'assalto, la guarnigione venne a patti, e si arrese (28 giugno) dopo pochi giorni dall 'inizio dell 'attac.co definitivo.

li. Assedio di Porto Mahon (1 781-82). Appartiene alla guerra dell' Inghilterra contto Francia e Spagna alleate. La prima

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aveva allora nella piazzaforte una guarnigione di 4 regg. al comando dei gen. Murray e Draper, i quali tenevano fortemente la rocca. d i S. Filippo che ne costituiva 1I caposaldo. Sulla fine del giugno 1781 il conte di Guichen partì da Brest colla flotta francese forte di r8 vascelli d'alto bordo, e andò a raggiungere a Cadicc quella spagnuola comandata da don Luigi di Cordova. Il 22 luglio le navi salparono, purtando a bordo ro.ooo Spagnuoli, i quali il 20 agosto, sbarcati nella cala del Mosquito, occuparono !"isola, ri~forzati poco dopo da 4 rcgg . francesi giunti da Tolone al comando del barçne di Falkenhein. Al comando delle tr_uppe fu chi,unato il d11ca di Crillon. L' impresa era difficile; la r occa di S. Filippo éra tagliata nel vivo sasso; la strada coperta era assicurata con mine , contromine, palizzate e, intorno alla corona del fosso, mun ita di numerose artiglierie. Intorno al fosso, profondo ;,o piedi, girava una galleria sotterranea e merlata, sicuro rifugio dei difensori; passaggi segreti davano adito alle opere esterne, e in esse, fatte a guisa di labirinto , erano scavati profondi pozzi, con coperture mobi li ; dovunque erano praticate numerose feritoie. li castello, ci rcondato anch'esso da un camm ino coperto fortificato, era difeso non solo da mezze lune e èontroscarpe, ma più ancora d a un a lte;, muro e da un profondo fosso. Il mastio infine, torre quadrata e fiancheggiata da quattro orecchioni, aveva pure alte mura e _fosso profondo scavato nella roccia. Gli alloggiamenti per la truppa e i magazzini erano scavati in ·roccia!' a prova d"i , bomba . Di più gl i Inglesi avevano spianato I 'abitatO di S. Filippo pcrchè non ne fosse ostacolato il tiro d_elle artiglierie . Però 1~ piazza era scarsa di viveri~ e, nonostante una sortita operata con successo, gravi se ne· anda-

vano facendo le condizioni, peggiorate da una epidemia <li scorbu to .. La febbre e la dissenteria si aggiunsero ai mali della -guarnigione, che nonostante tutto fortemente resisteva . Ma nel iebbraio del 178:2, dopo 6 mesi d'assedio, r idotto il presidio a meno oi 600 u . atti a combattere e venuta meno

Plan du Port MAHON fm· 'r'I ile Minorqu: e

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li Porto l'vhhon nell'isola Minorca: a dr. il for te di San Filippo (sec. XVIII)


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ogni speranza di aiuto, smantellate le opere, scavalcate e ridotte al silenzio quasi tutte le artiglierie, vista vana ogni ulteriore resist.enza, il gcn. Murray propose la resa ~hc venne concessa coll'onore delle armi. Così, dopo più <li 70 anni, l'isola tornò in potere della Spagna.

lii. Presa di Porro Maho11 (r799). Appanieuc alle guerre degli Inglesi contro la repubblica francese. L'ammir. in glese Duckworth, con una flotta di vascelli, fregate e trasporti, arrivò il i novemhrc a Minorca e sbarcò un corpo <li truppe agli ordini del gcn. Stua1t. Gli Spagnuoli abbandonarono dapprima i forti staccati, e quindi la fortezza di P. M., ottenendo nei patti di resa <li essere trasportati nella Spagna.

Porto Maurizio. Città marittima della Liguria occidentale, riunita oell 'ern fascista a Oneglia, costituendo con questa la ciuà di Imperia, alla foce del torrente Impero. Sorge sul dorso <li un promontor io che protendesi in mare formando un piccolo golfo a est, con porto ed una rada <leua della Foce a o,•est. Nella ciuà vecchia si scorgono a11'ora gli avanzi delle antiche m ura e dei bastioni che

Stemma di Pono ~lauri.z io

Stemma repubblicano

di Pono M•urizio (1376),

la cingevano. la storia di P. M. mcomincia intorno al 1000, ma esisteva già al tempo dei Romani, essendo ricordata nell'Itinerario marittimo (Portus Ma11ric1) Fece parte della marca di Torino e prima di cosùtuirsi in libero Comune e di essere assorbita dalla repubblica cli Genova, fu soggetta agli antichi Sabaudi. Gravemente dannq;:giata dai Longobardi e dai Saraceni, ben presto si riebbe, tanto che, al principi" <lei se,:. XII , guerreggiò con Oneglia per la determinazione dei confini. Il Comune di Genova, per l'aiuto prestatole contro la città di Oncglia, minsc accord i di un ione con P. M., accordi che durarono sino al termine della repubblica. Nel 1235, ì terrazzani di P. M. uniti a quelli di Oneglia e dcli' Arroscia, si sollevarono contro il marchese Bonifacio di Clavesana, vescovo di Albenga, il quale. con l'aiuto dei Genovesi, sottomise i rivoltosi. Lo stesso accadde quattro anni dopo. Nelle guerre dei duchi Carlo Emanuele I e Carlo Emanuele Il <li Savoia contro la repu_bblica di Genova, P. M. fu presa di mira con altre terre della Riviera occidentale; e durante In campagna del 1745 l 'esercito gallo-ispano, sotto il comando del marchese cli Casteler, si impadronì, 1'1 1 maggio, d i P. M. e d i San Remo, i quali furono bombardati dall'ammir. Matthews per ordine del governo inglese, in urto contro la repubblica di Genova. Poco prima che i Reali di Savoia fossero costretti ad abbandonare il Piemonte per l'invasione francese, il maggiore Cauvin mosse da Oneglia a intimare la resa a P. M. occupato dai Liguri, occupando con le sue soldatesche il monte Bardell ino che domjna la città; ma la repubbEca francese, che favoriva i moti contro il re di Sardegna, spcdl un corpo di truppe in aiuto <li E.. M., che nel 18n5 fu riun ito all a

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Francia. Caduto l' impero e restaurata la monarchia sabauda, P. M. {u spogliato di tutte le autorità, trasferite nella vicina Oneglia, ma, dopo la cessione di Nizza e Savoia alla Francia, fu proclamato capoluogo di prov incia. li porto, difeso verso tramontana e verso mezzogiorno da due moli lunghi rispettivamente 520 e 580 m. comprende uno specchio d'acqua cii oltre 10 ettari di superficie e<l ha fondali da m. 4 a 7,50. Porto Mttrll'izio. Brigata d i fanteria di linea, costituita nel febbraio 1917, per la durata della guerra Italo-austriaca ( r9 15-1918) dai depositi del 72° e del 79• fanteria, coi rcgg. 253° e 254°. Operò inizialmente sull'a ltopiano <l i Asiago, ne) tratto Camporovere-M. CatL, partecipando all'attacco contro M. Rasta del giugno 1917. Trasferita sull 'Isonzo nell'agosto combauè ad est di Gorizia nella fronte Corno della Selletta-Cuorc-Bclpoggio, riportando alcuni vantaggi territoriali. I) uranle l'olfen,iva austro-tedesca dell'ottobre, In brigata ripiegò combattendo, e fu poi schierata in Val Brenta a prot<--zione degli sbarramenti !'vlcrlo-Valstagna-La Grottella. Dopo una breve permanenza ~ulla linea del Mussolente nel tratto S. Nicola-Colbertaldo-Licdolo, fu schierata ml Montello, ove partecipò alla battaglia del giugno 1918 ,ul Piave, operando verso Ncrvesa che fu :iccupata <lal 253° assieme a reparti della briga1a Mantova. Partecipò infine alla battaglia di Viuorio Veneto, passando il Piave e puntalldo p rima verso S. Maria di Feletto e Audiga e poi verso la conca Bellunese e l'alto Piave, per ragliare la ritirata a colonn(· nemi,·he ripieganti: dopo un vivo scontro a l'olcntés il 254" entrò in Belluno. Per il loro contegno in guerra ì due regg. ottennero la medaglia di bronzo al valore. Festa del reggimento: per il 253•, il 23 giugno, anniversario del comhattime11to di Ncrvesa; per il 254°, 31 ottobre, anniversario della battaglia di Vi11orio Veneto ed ingresso a Belluno . Colore delle mostrine: fondo .~ ,.zurro con una fascia rossa centrale nd scn.o verticale. Comandanti della brigata: magg. generale N igra (1917); colonnello brigadiere Franch in i (1917); col. brig. Albertazzi (1917); magg. gen. Luzzatto (1917-18) . Perdite della brigata : ufficiali morti 29, frriti 71, dispersi 55; u. di truppa m. 287, f. 1577, d. 1892.

Porto Ma11rizto. Nave sussidiaria, entrata in servizio per la guerra nel 19 16, radiata nel 1919.

Porto Recanati. Comune in pro,·. di Macerata, presso Recanati, cli cui fu frazione fino al 1893, sul fiume Potenza. Nel 1505 vi fu costruita una rocca, di cui restano le mura e una torre; il porto venne fortificato, e succe,sivamcntc rafforzato, per difesa contro le incur<ioni <lei Saraceni, i quali nel 151$ riuscirono tuttavia a incendiarlo. Nell'agosto 18og una fregata inglese esegul uno sbarco, sperando in una sollevazione degli eleme nti antifrancesi; ma la gendarmeria, i finanzieri e le guardie nazionali attaccarono le truppe sbarcate e le costrinsero a tornare a bordo, facendo fa ll ire il tentativo. Il 24 maggio 1915 ,111 treno trasportante militari e materiale sanitario fu sottoposto al fuoco <li siluranti austriache presso P. R.; vari vagoni rimasero colpiti e parecchi furono i morti e i feriti fra' la truppa e il personale. Porto Rlco. La più piccola delle Grnn<li Antille, separata da Haiti dal canale di Mona. Misura una superficie di 9314 Kmq. ed ha una popolazione <li circa 955.000 abitanti, con cap itale San Juan dc P. R. l'isola P . R. fu scoperta da Cristoforo Colombo nd 1493 e rimase senza storia militare fino alla guerra ispano-americana. Q uando, nell 'ottobre 1898, le milizie spagnuole sgombrarono da


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San Juan, l ' isola passò sotto il governo m ilitare degli Stmi Uniti d'America, rappresentato prima dal gen . Hcnry, poi dal . gen . Davis . l rad icali reclamarono il governo civile, la riduzione d ell a guarnigione e la cittadinanza amc-.eicana; ma una con1missione d'inchiesta arnericana dichiarò che il popolo non era maturo per l'esercizio dei diritti civi li, ed in se,g uito al trattato d i pace tra gli Stati Uniti e la Spagna, la Corte Suprema d i Washington deliberò che I'isola cessava di essere territorio straniero e diveniva possesso dell'Unione. Ii 12 apr ile 1900 l'amministrazione civile sostituì il regime m ilitare. Nel 1901 P . R . fu sottomessa allo stesso regime dei territori continentali . A capo del governo è nominato un governatore eletto dal presidente degl; Stati Uniti; l'assemblea legislativa è composta di un consiglio esecutivo e da una camera di delegati . Le mu nicipalità sono amministrate da ind igeni eletti dalla popolazione. Spedizione di Porto Rico (1898) . Appartiene alla guerra ispano-americana. Le forze destinate dagli St ati Uniti d 'America all 'attacco di P. R. somm avano a 30. 000 u. d ivisi in tre corpi; capo della spedizione il gcn . Milcs. Le forze spagnuole ripartite negli otto d istretti militari d i P. R. contavano 7200 u. di truppe regolari e 12.000 volontari agli ordini del gcncrnlc Macias. Il 26 luglio, 3500 u. condotti d al gen. Miles cominciarono a sbarcare a Guanica, sulla costa sud d i P. R. a quattro g iornate di marcia da San Juan , d istante appena ro m iglia da Ponce. Miles si propose di spingersi rapidamente avanti, di impadron irsi della ferrovia Guanica-Poncc, e di dirigersi su San Juan dove gli Spagnuoli avevano concentrato la loro resistenza. Il 26 gìugno, s'impadron iva, senza colpo ferire, d i Ponce. Il 30 luglio, le forze americane erano riunite nei d intorni di Ponce, e le operazio.ni cominciarono. Il col. Hulings, alla testa di 10 compagnie, occupava Juanadiaz ; il gen . Hrodkes, sbarcat~ a Arroyo, a est dj Ponce, cominciò un movimento accerchiante contro le truppe spagnuole di Aibon ito e dopo un piccolo combattimenro s'impadroniva d i Guayarno. Il geo. Stone spingeva una ricognizione su Arecibo e prendeva Adjuntas e Uta<lo; finalmente un piccolo distaccamento prendeva possesso del faro di Cab,Fa de San Juan, situato alla punta nord-est dell 'isola. Dppo un combattimento in cui Sli Spagnuoli perdettero 12 morti, 35 feriti e 180 prigionieri, il 9 agosto, il maggiore Wilson s'imp;idroniva della cittadina di Guamo. La marcia su San Juan proseguiva; il gen . Brookes teneva la strada d iret ta, il gen. W ilson si dir igeva verso Adjuntas cd il gcn . Schwan marciavà su Janco e Mayagnez. Nel le vicin anze dc quest ' ultima· località, il gen . Schwan ven ne ad urtare comro un forte distaccamento spagnuolo e _lo rigettò. A Cabcza dc San Juan, 800 Spagnuoli ten tarono di riprendere il faro, guardato da 40 marinai americani, ma ne furono impediti dall 'imcrvento di navi americane. La presa di Coamo e quella dc Mayaguez . furono gli u ltimi fatti d ' arme della campagna di P., R. Il 12 agosto 1898 erano firmat i alla Casa Bianca j preliminari della pace, ed il presidente degli Stati Uniti Mac Kinley ord inava la sospensione di tutte le operazioni militari.

Portorose. Frazione in comune di P irano, prov. <li Pola . - Vi si tenne dal 29 ottobre al 25 novembre 1921 una Conferenza fra gli Stati eredi della monarchia austroungarica : Italia, Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Polonia, Romania, Ungheria. La conferenza mirava a stabilire i rapporti economici adriatico-danubiani, ma gli interessi erano troppo vari, complessi e d ivergenti perchè fos-

sero possibili decisioni e conclusioni precise. Servl soprattutto a regolarizzare i l traffico ferroviario fra gli Stati con venmi, in rapporto al materiale rotabile della cx monarchia aust ro-ungarica . Fu presieduta dal barone Avezza na. POl'toro.<e. Rimorchiatore per il servizio dei porti, di 78 tonnellate, entrato in servizio nel 1917.

Porto Rosega.. Piro-draga di ~40 tonnellate, ex austriaca., ricuperata ~ Monfalcone ed entrata in servizio nel 1917 còmc nave d'uso locale. Porto Torrl!s (Turritan11s porws) . Comune in prpv . di Sassari, i n fon<Jo a un grande golfo sulla costa settentrionale della Sardegna . fl porto ebbe all'epoc3 di ~oma grande importanza, decadendo a poco a poco nell'alto medio evo. Fu in possesso dei Pisani prima, dei Genovesi poi, e i nfine degli Aragonesi, i quali n,el sec. XIV vi costruirono · una torre, ancora c.:::sisre-nte. Nuovi lavori, nel 1763, nel 1838, nel 1893, e r~cenri , ampl iarono la capac"ità <lei porto.

Porto T orres: la corre

La c1tta, ant. detta (( Ad T urrim Libyssonis >), pare ~ia stata fondata dai Tirieni e divenne fioren1e nell' epoca ro• mana. Devasta ta dai Vanrlali, dccatlde fino ad essere nel secolo X V abbandonata dai SU()i abitanti, che a poco a poco passarono a Sassari. Poi il movimento co1:1mercialc di tale città fece r:n~scere onche P. T. suo p0rto naturale, da cui d istà appena 20 Km . e con la quale è unita per mezzo di krrovia . Porto T orrn. Rimorchiatore di 135 tonndlatc, entrato in serviz.io nel r891 , radiato nel 1926.

Portovecchio. Comune della Corsica, in fondo a un golfo del l,i costa orientale. Nel 1541 venne fortificato dai Genovesi con cinta in granito e ci1tadella, che f.u presa dai pirati saraceni e saccheggiata nel 1553. Durante la guerra con tro i ribelli ròrsi (1564) Genova inviò una flotta d i 20 galee, .comandata da Gianand rea Doria, con truppe da sbarco agli ord ini d i Stefano Doria. Queste presero terra presso P. e vi diedero l'assalto, facendo strage dei difensori , e impiccando parecchi dei prigionieri, appartenenti alle m ilizie di Sampiero. Poscia i Doria smantellarono le fortificazioni. Nel 1589 i signor i Da Passano, feudatari d i P. per conto di Genova, vi eressero d,ic torri. Portovenere (ant. Portus Veneris). Comune in prov. de La Spezia, all'ingresso del golfo dc La Spezia, con piccolo porto be n protetto d all' isola Palmaria che gli sta di fronte a breve distanza. Fu stazione navale romana; il paese ebbe breve dominazione aragonese, poi fu per qualche tempo libero , e infine, sul principio del sec. XII,


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passò ai Genovesi, i quali lo munirono d i alte mura con tre torri, e sul colle roccioso sovraslante costruirono una

fortezza. l Pisani tentarono d i impadronirsene nel 1283, rna la guarnigione genove.;;e e g li abitanti nuscuono a re~

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ai boschi, sul fianco dei monti, un movimento aggirante. Quando il Fremont si impegnò , le truppe del Taylor,. arrivandogl i sul fianco sinistro, decisero rapidamente l'esito dell'azione, e i Federali <iovettero battere in ritirata, pasC"Jriftdt7'fl.U /.,Mlu _ _

BAriLl'Z: O f

l~QRT REPUBLIC

il castello genovese del $CC. XVI a Portovenere

spingerli, come riuscironu a respingere altri attacchi, durante la lunga lotta fra le du<: repubbl iche marinare, nonchè attacchi dei corsari barbareschi.

Co111bauimcnto di Portovenere (·1510). Appartiene alla guerra della Francia e Genova contro Venezi~ e· il Papa . Una flotta franco-genovese, agli or<l ini di Prégent de Hidoux, è a f. quando compare a mezzogiorno nello stretto '>ll1on imo ]a· flotta avversaria, comandata dali'ammir. Biassa : 1 galeazza, 5 caracche. 9 galere pontificie, e , 7 galere venez i_ane (ammir. G-ìrolamo Contarini), con molti fuorusciti genovesi a bordo. Il P régent esce dallo stretto, e

rifugiarsi; l 'amrnir. Biassa torna con le sue navi a Civi-

wvecchia. Port Republic. Villaggio degli Siati Uniti d 'America, nel bacino superiwc dello Shenandoah.

Combauimento di Pon Republic (9 giugno 1862). Appartiene alla gue rra di Secessione, fra un corpo confederato agl i ordini del gen. Jackson, e un corpo federale comandato da l gen. Fremont. Il' primo sboccò da P. R. di buon ma ttino, e verso le 10 impegnò l'azione frontalmente, con parte delle sue truppe al comando del geo. Ewe ll, mentre inviava il gcn . Tay lor ad eseguire attraverso

~

Port Royal. Borgo degl i Stati Uniti d'America, su lla costa fra Charleston e Capo Florida . La sua baia crn difesa dai furti Walkcr e Beaurega rd, bene armati, con 43 grossi can noni, all 'epoca della guer ra di Secessio ne .

A tt"cco di Port Royal (1861). Appartiene alla guerra di Sccessio11c . Nell'agosto, i Federali decisero l 'occupazi.one della ba ia di P. R... per assicurarsi i l dominio delle coste che si estendono da Charleston a Savannah. Il 19 ottobre 1861 l'amm iL Dupont lasciò New York a bordu della fregata a vapore « Wabash », seguito da 25 n avi da guerra rnccoltc in fretta per l 'occasione, 25 carboniere e 30 trasporti con la d ivis. Tommaso Shcrman. li 3 novembre .la flottigl ia si trovava all 'altezza de lla baia di P. R. giungendo il giorno seguenre in vista dei forti Walker e Beauregard. Alla sera del 4 tre navi confederate, al comando dd commodoro Tattnall , uscirono da P. R. bombardando da lungi la floniglia dei Federa li, ma 4

Portovenei-e: Le. antiche mura alla punta d i San Pietro

::i.

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sando sulla sr. del 1fìurne. Il combattimento ebbe ripercussion i polem iche, avendo le batterie foderali sparato sull e ambulanze e sui portaferit i dei Confederati.

corazzate

mette le prue verso Genova, sfilando lungo la costa. Le navi nemiche si sch,erano al largo parallelamente e mar ciano ·nella stessa direzione, con un <luel.lo d'artiglieria, che dura -da P. lino a Genova, dove il Prégent riesce infine

fid~>·f".l L1u~8

confederate

le

misero

jn

fuga. La squadra federale avan7.Ò i) giorno seguente all 'aurora, rc.spingcn. do l'attacco d i rre navi nemiche; allorchè si t rovò nella linea tra i due forti Bea uregard e ~'alker, questi aprirono un violento fuoco, ma

senza raggiungere coh eAicacia

l 'obhienjvo,

rnentrc una

piccol:1 i,ave dei Federali , iusd a far saltare un piccolo deposito <l i munizioni del forte Beauregard. Le navi ancorarono a sera fuori del tiro dei forti nemici, e il giorno 7 mossero ali 'attacco:- fuoco intènso e nu trito dai due lati, dai porti e d alle navi, m a i Federali riuscirono a superare la barra; i forti difesi da 43 grossi cannoni vennero intensa mente battu ti. Per t re volle , i fregate, 3 cor vette e 3 cannoniere sfilarono davanti al fone \ ,Valker p rencle11dolo sotto il loro fuoco e cost ringendo i Confederati ad abbandonarlo; essi abbandonarono parimenti l'altro. Allora (u possibi le a i Federa li d i mettere a terra le truppe dello · Shcnnan che alzarono la bandiera dell'Unione su cmramhi i forti. La battaglia d i P. R.. fu di grande valore morale e politico pei Federali, dando loro un ottimo porto td una base per le future operazioni, renden_do possibile il


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blocco del nemico da Cbar leston a Capo Florida. Le perdite a bordo delle navi ciel Dupont furono di 8 morti e 23 feriti ; a bordo delle navi del Tattnall e sui fort i di II morti e 48 ferit i.

Combattimento di Port Roy•I (1861)

Portsmouth. Città marittima dell'Ingbil.tcrra, nella contea di Hants, nell'isola di Portsca, presso l 'entrata dello stre~to di Spithead, d i fronte all 'estrem ità nord-orientale di Wight. Grand i caserme. Uno dei più considerevoli p orti d i guerra mond iali, mirabilmente fortificato, con im-

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bonaccia e alzatosi il vento d alla terra salparono e andarono addosso alle galere francesi, mettendole in fuga . L'ammir. francese, riconosciuta l'impossibilità di assali re le nav i inglesi nei loro ripari, dopo scambiate alcune canno nate con i nemici ritornò a Le Havrc .

IL Tmttato di Portsmouth (5 settembre 1905). Pace fra Russia e Giappone. La Russia r iconosce che il Giappone ha interessi preponderanti in Corea, politici, mi litari ed economici ; perciò si impegna ad astenersi , sotto q ualsiasi forma, da qualsiasi opposizione ai provvedimenti che il Giappone volesse prendere per tutelare tali interessi, I cittad ini russi residenti in Corea avranno il t rattamento della nazione p iù favorita . Le parti contraenti si impegnano inoltre : 1Q) ad astenersi da q1,1a lsiasi misura militare sulla frontiera russo-coreana; 2°) a sgombrare contemporaneamente la Corea salvo la penisola di Liao-Tung, affittata dalla Cina al G iappone; 3") a , ispetta re la sovra11irà della Cina in Manciuria, salvo la penisola anzidetta, ed a non ostacolare la Cina per quelle misure generali che qu,csrn vorrà prendere per lo svi luppo del commercio e dell 'indust ria in Manciuria. Inoltre le parti cont raenri con vengono qua nto appresso : a) la Russia trasferisce al Giappone tutti i suoi diritti, in base all 'affitto d i Port-Arth.ur e Talien Wan, dei territori ad iacenti e delle acque territoriali , nonchè tutte le opere pubbliche esistenti nei detti territori affittati . sa lvo i d iritti pr ivati dei cittad ini russi ; b) la Russia code al G iappone la fcuovia tra Chang-Chung e PortArthur e tutte lç miniere appa1tcncnti alla ferrovia stessa; e) la Russia cede al Giappone la parte meridionale del! 'isola di Sakhalin, col d ivieto reciproco di costrurvi fortificazioni; la frontiera sarà scgnàta dal 5cJ0 di latitudine Nord. Seguono accordi circa la situazione giuridica dei cittadini russi abitan ti i territori ced uti al Giappone, la ripresa delle

menso 3.rsenale, grand i cantieri di costruz ione magni fica-

mente attrezzati. Ad ovest P. è unito a Gosporc pct mezzo di un pon te rotante. Durante la guerra dei Cento Anni, nel 1339, la flotta francese oprrò uno sbarco a P. i ncend iando e. saccheggiando la città , quindi, carica d i bottino, si ritirò sulle coste d i Francia . Nel r642, nella lotta tra il parlamento e Carlo I ,l'Inghi lterra, il conte d'Essex con la flotta parlame ntare assediò e prese la piazzafor te.

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I. Cambat1ime·11to di Po,-tsmo,.th (1545). Appartiene alla guerra tra Enrico VIII d 'Inghilterra e F ra ncesco I di Francia. Il re di Francia aveva radu nato a Le I-1.a vre una numet;osn flotta , di cui aveva dato il coniand o all ':3mmir. Claudio J ·Aoncbaut , ordinandog)i d i assalire l'armata in glese e di sbarcare in Inghilterra. Il 18 lug lio questa Aotta, giun ta innanzi all'isoll i d i vVight, vi t rovò la squadra inglese d1 sessanta navP, com ap.data dal vISconte L1sle, la quale· dopo uno sr.ambio di cannonate si ritit ò dietro a 1 banchi posti all'entrata della rada ili P. Il giorno seguente, nella speranza di attirarla al largo, l',\nnebaut si ordinò in battaglia : egl i al centro con trenta legni, il signor d i Boutièrcs con trentasei a d r. , il conte de Curton con a ltrettanti a sr. , e , spedì le galere a provocare i nemici. Queste, avanzando a rem i, si portarono a tiro ed aprirono il fuoco sul le navi inglesi, che, costrette a starsene all'ancora, grosse ed alte di bordo, riceveva no la maggior parte dei colpi delle galere; che, per la loro mobilità e piccola mole, restavano quasi incolumi dal fuoco avversario . Gli lnglq i ebbero urJa delle loro navi più grandi , la « Ma~y Rose », affondata e la stessa nave ammiraglia, la « Grcat l-Iany )) , gravernente danneggiata ; ma appena cessata la

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Là fortezza marittima d i Ponsmouth

relazioni commerciali, lo scam bio dei prigjonieril lo sgombero dei territor i occupati dalle truppe d urante la guerra e per la del imitazione dei confin i. - Questo trattato sa nziona la vittoria del Giappone· sulla Russia.

Portuaria (tvJilizia). Specialità della M.V .S.N. , ist ituita nel 1925 e riordinarn nel 1927. Svolge la propria attività nell 'a mbiw di alcu ni porti pr incipali, cd in quei tratti del litorale del Regno dove se ne dimostri la necessità, per


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concorrere ai servizi di polizia e ,d i sicurezza. Dipende disciplioarmente dal Comando Generale della .M.V.S .N., ma le singole unità per il loro impiego speciale dipendono dal Ministero delle Comunicazioni o dalle competenti autorità militari o di pubblica sicurezza, rispettivamente, secondo che si tratti del servizio di polizia marittima e portuale. nei porti o lungo il litorale, oppure di servizi com-

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un.'opera intitolata: « Dc militis in castris sanitate tuenda ", nel la quale si occupa con acume della profilassi nelle malattie infettive degli eserciti, e del problema dell' isolamento dei colpiti. Porzio Ca,-/o. Generale, n. nel . 1875. Sottot. di fanteria ,1cl 1895, partecipò alla guerra contro l'Austria. Nel 1917 ebbe il comando del 280° fanreria. Nei pressi di Caporetto (ottobre 1917), opponendo tenace resistenza all' invasore, cadde prigioniero e venne promosso colonnello per merito di guerra, Dopo là guerra comandò il 64° fanteria; poi il distretto mii. di Massa e infine fu presidente del Tribunale mii. di Bologna. Nel r930, promosso generale di brigata, fu nominato ispet tore di mobilitazioQe della divis. mii. di Chieti e nel 1932 ebbe i l comando· della 24" brigata <li fanteria.

Posa (Caporale di) . Nella terminologia dcli 'esercito napoletano del secolo scorso, era quello che si occupava ddla guardia e delle fazioni , differendo dal caporale di coos~gna, responsabile degli oggetti ed utensili cd armi del corpo di guardia.

Mìliz.ia pot"tuaria: ispezione di ve}jero

plementari di polizia militare. La M. P. si compone d i un Comando e <li due Legioni. JI Comando è devoluto al comandante del gruppo kgioni ferrov ieri, coadiuvato dal1'ufficiale generale e dal Capo di S. M. del gruppo stesso. Le sedi dei Comandi di legione sono a Genova (I) e a Napoli (Il). La prima legione funziona anche da centro di reclutamento, d'istruzione e riforn imento: presso cli essa è costituito un deposito ufficiali, graduali e militi. L'organico della M. P. comprende 2 consoli, 4 seniori , 10 centurioni, 18 capimanipolo, 5 aiutanti, 15 capi squadra, :i.o vice capi squadra e 574 militi e allievi militi, l contabile. Gli ufficiali sono ufficiali di polizia giudiziaria; i graduati cd i m iliti sono agenti di polizia gudiziaria. Il servizio mii. della M . P. equivale ad ogni effetto come servizio mii. di leva; però coloro che interrompono la ferma per motivi disciplinari ritornano nell'obbligo di assolvere la loro ferma di leva, qualunque sia la durata del servizio già prestato nella ,W. P. Speciali norme regolamemari disciplinano l'impiego del personale ÌJ1 caso d i mobilitazione. Il motto d istintivo è: « Fede e silenzio ».

Portuense. Una delle vie romane che partivano dalla capita le. Allacciava Roma al porto di Claudio, partendo dalla porta P. de lle mura Aureliane , seguitando con piccole deviazioni la dr. del Tevere; era lunga io ch ilometri. Port-Vendres (ant. l'ortus Veneris). Comune marittimo della Francia, nel clip . dei Pirenei orientali, con rada ben riparata e p rofonda e portQ <liv.iso in Nuovo e Vecchio : quest'ultimo, per navi di piccolo tonnellaggio, esisteva fin dall 'cpoca di Roma. Data la sua posizione, presso alla frontiera spagnuola, vi furono erette nel scc. XVII iortifica7,ion.i dal Vauban; successivamente esse vennero r imoder1iate e accresciute; nel scc. XIX fu rono ere_tti vari forti staccati, batterie e ridotte, pçr dominare l'accesso dal mare e la strada ferrata verso la Spagna, Principale opera è il forte Béar, sopra ·un promontorio della rada . Porzio (Luca Antonio). Medico, n . di Positano (16391723). Seguì sulla .fine del sec. XVll le eruppe dell 'imperatore Leopoldo I nelle guerre contro i Turchi, e lasciò

Posamine (Nav,). Navi costruite cd attrezzate per la formazione di sbarramenti subacquei , med iante il C'J!locarncnto di rn i.ne galleggian ti nei passaggi obbligati di specch i d'acqua, tanto nel mare quanto nei fiumi. La prima ,:ave P. del mondo fu la « Voragine», studiata dall 'ufficiale ital iano Cuniberti al principio del sec. XX. Le r.avi speciali destinate alla posa delle torpe<lini galleggianti possono esse,·c tanto di superficie qLlantQ subacquee . In !>arti colari condizioni geografiche e militari, e per torpedini di medie dimensioni, degli sbarramenti di mine di mode;t-! cutità possono essere fatti pure con irnviglio non specializzato, come esploratori e cacciatorpediniere, ma per l'impiego dell'arma su vasta scaln occorrono le navi apposite. Dopo la guerra Mondiale, l'Jnghil.terra e la Francia hanno dato notevole impulso alla costruzione d i grandi navi P., 2<lottando quelle di superficie, mentre gli Stai:i Uniti e il Giappone hanno sviluppato piu ttosto i P. subllcquei, che con i (e V >1 americani raggiungono quasi 3000 tonnellate d i dislocamento in superficie. Il tipo d i P. adottato dagli Inglesi e dai Francesi si accosta, nelle sue caratteristiche, a quei piroscafi celeri mercantili che i Tedeschi mobilicaronn fu lmineamente e impiegarono pes· affondare i primi banchi di mine sulle coste britanniche la stessa notte della d ichiarazione di guerca. Naturalmente velocità e dislocamento sono stati accre\ciuti, tanto che si arriva con le nuo\'e cost ruzioni a navi di circa 6ooo tonnellate d i disio-

Nave posamine

ramento, con 26-28 nodi di velocità, c2paci di portare parecchie ,entinaia di torpedini di gr~ndi dimensioni, ol tre ad un leggero armamento di artiglieria antiaerea e antisilurantc. Essendo difficile che queste grand i navi P., con .l a loro moderata velocità, possano sfuggire all'esplorazione del naviglio sottile e a quella degli aerei, mentre d'altra parte con dizione fondamentale dell'efficacia di uno sbarra-


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mento, è la ignoranza dell a sua presenza, . sorse spontanea l'idea circa l 'opportunità d i potere impiegare, come "f., i sommergibili. Questo servizio, già iniziato e sviluppato prima e d uran te il conAitto mondiale, ha ricevuto impulso negli ultimi anni, seguendo le lince già indicate nei progetti_ tedeschi e alleati del 1915-18, con tubi lanciam ine interni per conservare le torpedini più a lungo possibile e

Nella pace futura colla Prussia, [,. Francia s 'impegna di fa r cedere alla Sassonia il circondario d i Cothbus; la Sassonia cederà al principe che sarà designato re <l'Italia un territorio equivalente. li re cli Sassonia pagherà una contribuz ione di 20 milioni cli franchi.

Poserna. V . W,eisserife!s. Posina. Fiume del Veneto . Il bacino del Posina-Astico fu teat ro d i importanti. avvenimenti bellici durante l'offensiva austriaca del maggio 1916. li nemico, infatti, insediatovisi alla fine di quel mese, tentò inutilmente d, sbocca rne, attaccando le nostre difese sulla linea montana del Novegno, che sbarra a sud la conca e copre .il piano di Schio . Battuto, infine, definitivamente sul Novegno stesso I' u e l2 giugno, e visti inutili i suoi sforzi di vincere la nostra resiste nza anche suU-orlo dell 'Altipiano di Asiago, fu costretto e battere in ritirata (V. Altipiani).

Sommerg ibile posamine

per regolarle al momento del lancio, abbandonando i pozzi esterni, tipo « Normand )> , inadatti per lunghe m issioni e troppo vulnerabili. Ad esempio i « V » nordamericani posseggono d ue tubi poppieri lanciamine interni, con una dotazione superiore a roo torpedini , numero sufficiente per fare parecch i "sbarramenti pericolosi sulle rotte obbligate all'imboccatura dei porci. Ma se le grandi nav i P. banno il grave difetto della vulnerabilità, i grandi sommergibili sono forzatamente lenti, e ,le une e gli altri sono molto costosi, ossia non possono essere riprodotti in serie molto nu merose; perciò è giustificata la tendenza verso navi speciali più piccole, abbastanza veloci e d i sufficiente capacità, ad atte per mari non molto grandi e per missio.ni ben definite . Dopo la guerra Mondiale, e dopo li; troppo piccole unità tedesche tipo « M >> , la nostra marina ha incominciato la costruzione di P. <li circa 6-700 tonnellate, con 16 nodi di velocità e qualche centinaio d i mine, in questo im itata dal G iappone il quale però ha aumentato la velocità verso le 20 miglia. Questo tipo <li P., sulle 800 tonnellate, con 20-22 nodi di vdocità, sembra il più a datto per missioni non t roppo ampie, come q uello che riunisce il rendimento bellico al moderato costo unitario. Ma quando gli sbarramenti debbono essere posti in mari lontani, a llora i tipi di grande d islocamento sono necessari.

Posen (in polacco, Poznan). Città della Polonia, capol. della prov. omonima, sulla Wartha. Venne fortificata .nel 1827 dai Tedeschi, e verso la fin,; del secolo scorso ebbe un ampio ca'11po t rincerato a doppia cinta d i forti. In antico . fu a,,';:he capitale della Polonia; decadde nel secolo XVII, e fu occupata d all a P russia nella spartizione de llo Stato polacco. Fece parte del grand ucato di Varsavia dal 1808 al 1815, poi tornò alla Prussia (1815) per essere infine assegnata alla Polonia <lai t rattato di pace di Ver sailles. Nel r145 la città fu assediata dal grand uca di Polonia Vladislao, ma egli non riuscì a conquistarla, perchè assali to e cacciato dalle sue posizioni per opera di uno dei suoi fratellastri, Miezko, aiutato da una parte dcli 'aristocrazia polacca. T rattato di Pose11 (n dicembre 1806). Pace t ra Francia e Sassonia. L'elettore di q uesto Stato accede alla Confederaz ione renana, p rende j l titolo di re e in caso di guerra s'obbliga a fornire un corpo d i 20. 000 uomini, e uno di 6ooo per la presente campagna. Nel regno d i Sassonia cattolici e luterani sono pareggiati nei diritti civili e politici.

Positano. Comune presso il mare, in prov. d i Salerno, ne l golfo omonimo, sopra un colle roccioso. Ebbe importanza marittima nell 'epoca angioina, e fu assalito da una squadr a pisana, che appoggiava Corradina di Svevia, preso e saccheggiato (1267). - .Il 10 seltembre 1806, gli [nglesi, sbarcati 300 u . a Capo d'Orso, li avviarono a P., e quivi sbarcarono altro e più numeroso reparto. li paese era guardato da truppe liguri, appartenenti al 32° leggero francese, e d a un piccolo repar to di Corsi. Attaccati dagli Inglesi, si d ifesero er1ergicamcnte, e al sopraggiungere del!e guardie civiche dei dintorni, e di roo soldati mandati dal colonnello Ruffini che trovavasi ad Amalfi, contrattaccarono e cacciarono gli Ing lesi alla spiaggia cost ringendoli a tornare a bordo e ad allontanarsi. Posizione (Guerra d,). V. Guerra di posizione. l'osizior,e ausiliaria. Gli ufficiali, di massima , allorquando ces~ano dal ser vizio attivo, non vengono collocati d irettamente a riposo, ma bensì i n una particolare posizione che li mette a d ispr>sizione del Governo per essere, a ll'occorrenza, impiegati in quei particolari servizi pei quali abbiano attit udine, e siano fra quelli .riservati a tale posizione. Nel caso di richiamo, l'ufficiale ripre r1de a percepire gli assegni attinenti al suo grado ed alla sua anzianità per tutta la durata del servizio medesimo. Quesro periodo di tempo, che non può ir1 alcun caso essere superiore arl at1ni 8, ,,iene poi calcolato per metà nella liquidazione definitiva di pensione, perchè all'atto il) cui l'ufficiale dal S. P. E. passa nella P. A. liq uida una pensione provvi-

soria, che verrà poi convertita in definitiva al momento in cui viene messo a riposo. Durante la ,P. A. l 'ufficiale, oltre alla pensione provvisoria percepisce anche una particolare indennità che var ia per ogni grado; si tratta dunque d i una posizione privilegiata, che compensa in parte i limiti di età, che per gli ufficiali sono di gran lunga inferiori a quel li stabiliti pei civili. Per essere collocat i nella P . A.

occorre avere raggiunta una prestabilita età 111inirna e massima, che varia a seconda del grado, oppure vi si può essere collocat i d'autorità .

Po,izio11e di attesa. È presa dalle truppe d i fanteria in attacco quando è imposta una sosta per ragioni varie, specialmente qua11do è necessaria una preparazione di artiglieria. Essa deve rispondere al d uplice requisito di essere quanto pi,, possibile vicina al nemico e d i assicurare il terreno conquistato, garantendo da ritorni controffensivi del nemico. Tale posizione può essere assunta dalla ava ng"ua(dia, dalle truppe in primo scaglione e dalle divis . in seconda schiera. Se l'azio ne dell'ava~guardia non riesce essa


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deve affermarsi sul terreno conquistato, per farne base alla

condo gli ordini che gli sono stati impartiti in tempo,

successiva azione della gra nde unità. Giova soprattuuo inlc:nsjfìcare l 'osservazione aerea, la quale raggiunge il suo

durante l'avviciname nto . Quando ciò non si verifichi, ri-

massimo rendimento solta[)to se coordinata con le azioni <lel la fa nteria e dell'artiglieria; queste , provocando la rcàzione del nemico, inducono i suoi elementi di fuoco a svelarsi, e <lalla loro posizione e -Oistribllzione~ J\:isservatore aereo trae indizi per una più rapida ricerca d i rincalzi, d i riserve, di comandi. La sosta nella P. di A. può anche essere ordinata da superiori autorità, in seguito ad eventi prodottisi altrove . Essa ha luogo in ogni caso sotto la p rotezione delle artiglierie e del maggior numero possibile di armi pesanti della fanteria, rap idamente disposte per il fiancheggiamento, con fuochi incrociati; l'avanguardia continuerà tuttavia a sviluppare quelle p iccole azioni che fos-. sero necessarie e possi bili per migliorare la posizione raggiunta, ai fini del più efficace svil uppo dei fuochi e della più proficua osservazione. La necessità d i tenere saldamente il terreno prescelto e d i prepararlo per l 'ulteriore sviluppo dell 'azione, renderà quasi sempte ind ispensabili lavori di alforzarnento, <la eseguire con celerità, sebbene per stad i progressivi, ciasçuno dei quali deve però essere direttamente utilizzabile per il combattimento in caso di forzata interrnzione dei lavori. Vi saranno adibiti preferibilmente gli stessi reparti destinati a servirsene, assegnando tuttavi a alle cp. zappato,·i-minatori del genio i lavori più importanti e più difficili. La sosta sopra una P. di A . è necessaria quas i se mpre alla divis . d i seconda schiera, per preparare le operazioni d i scavalcamento o d i sosti tuzione ; più di rado avverrà ch'essa preceda. l'inserimento; essa sarà scelta d ie tro

lo scaglione avanzato (talora divenuto unico) delle d ivis. d i prima sch iera, riparata e coperta per quanto possibile, protetta con cuttJ I me·ai (mascheramento, d ifesa aerea, azioni d 'anigl ieria), d istante dalla linea <li contatto col nemico quanto basti per non trovarsi sotto i fuochi sovrapposti della fanteria e dell'artiglieria avversaria, senza risu]. tare addossata allo schieramento delle artiglierie proprie . Anche se si realizzano in pieno queste favorevoli condizioni, conviene che la sosta sia quanto piè, possibile breve. Quando si conta di effettuare di notte lo scavakamento o la sostituzione, la P. di A . p uò essere scelta a ridosso dei rep,uti avanzati d i prima schiera; di giorno il terreno con~

sig lierà a volta a volta una linea pii, o meno arretrata. Questa dovrà avere sbocchi numerosi e coperti vnso 1e truppe antistanti; essi verranno preparati, ove mancassero. I carri armati scelgono, e se possibile occupano senz'~ltro , la pos izione dalla q\:ale debbono lanciarsi all'attacco. Quan do la divis. di seconda schiera deve prepararsi a resistere lungo una linea arretrata rispetto a quella sulla quale si sta combatten do, l 'avvicinamento risulta molto abbrev iato e talor a anche soppresso; la P. di A. allora coincide con la posizione di resistenza; la sosta concessa dagli avvenimenti è intensamente sfruttata per l'organizzazione della resistenza (fuochi, osservazione, collegamento, lavo_ri d i afforzamento). Circa le m inori unità di fanteria valgono le seguenti norme: la cp. in terreno libero deve perfezionare le m isure prese, completare la r icognizione del terreno e de! nemico, rilevare gl i effetti del lo spianamento sugli obbiettivi che interessano l 'azione del suo reparto. Nell'attacco in terreno organizzato di solito la cp. è condotta di notte od al coperto su posizione avanzata, dalla qua.le si completa lo studio della sistemazione nemica già fatto in precedenti ricognizioni dai comandanti d : ·c1,. e d i plotone. li bgl. oell 'attacco in terreno libero nei casi più fav9re1·oli trova già sufficicnte1ncnte nçutralizzati i centri avversari più avanzati, e non ha che da passare se112a soste all 'attacco se-

ceve l 'ord ine di sostare in una P. di A. della qu ale il comandante determinerà i particolari, fermo restando l'andamento generale stabi.lito dalle '1Utor ità .superiori. Criteri per rnle determinazione sono la copertura dalla vista, !a protezione dal t iro, b possibilità di impiego efficace delle arn1ì , e <li occupazione in formazione dì auacco preferibilmente a distanze serrate, la facilità d i rapidò sbocco in avanti, i'esistenza d i buoni osservatori. Quando la posizione debba risultare notevolmente arretrata rispetto alle lince raggiunte durante 1'avvicinamento dai reparti avan7,ari. viene occ\lpata dai rincalzi dclk cp. o ,la quelli del bgl.: sotto la prorezionc d i questi elementi , retrocedono poi i reparti antistan ti , si no ad assume«: il posto e le funzioni stabilite per ciascuno di essi.

Posizio11e di resistenza. È questa la denomina,,ionc ' dcli 'attuale regolamentazione in luogo di " posizione diiensiva » , ed è zona di terreno in cui una unità grande o piccola, inq uadrata o isolata, si arresta, per un _tempo più o meno lungo, disposta nelle condizioni più idonee per attendere u11 attacco ne.m ico e respingerlo. Requisiti classici di tale posizione sono principalmente i seguenti: buoni appoggi d'ala per non essere aggirabile - sviluppo proporzionato alle forze disponibili, che consenta sufficiente scaglionamento in p rofondità - possibil ità d i osservazione a d istanza possibilità d i sviluppo dee fuochi d i tutte ic armi, specie di quelle automatiche della fanteria occultamento a.li 'osservazione aerea soprattutto dei ccntsi di resistenza , dei rincalzi e delle riserve - ostacoli naturali importanti il cui sv iluppo sia parallelo alla fronte, e possibilità di disporvi quelli artificiali in. modo che non riescano facilmente individuabili e distrutti dal!"attaccantc - diffi coltà d'attacco da parte dei carri d'assalto nemici - · facili comunicazioni rad iali e comode !iJiee di comunicazione alle spalle. É pressoch/: impossibile trovare posizicni che riuniscano tutti questi requisiti, avuto 2nche

(igu2rdo alla grande

estensione della fronte eia occupare, se si tratta di grandi unirà. Nella maggior parte dei casi, tali requisiti si troveranno soltanto in alcuni tratti del fronte. Allorchè se ne abbia il tempo, si può con l'arte correggere o rimediare a molti d ifetti. I requisiti principali però sono sempre il buon campv di tiro e la facilità di comunicazione per la manovra . Dal punto di vista strategico una P. di R. può essere a cavallo, oppure obliqua od anche di fianco rispetto alle presumibi li <lirezioni d i marcia dd nemico . In questi ultimi due casi la difesa avrà il vantaggio di minacciare le lince di comunicazione dell'attaccante; ma è necessario che l 'ala rivolta verso il nemico sia appog• giata a<l un forte ostacolo e che la posizione sia abbastanza vicina a quelle direttrici d i marcia, affinchè l'azione <lei difensore si posrn far sentire prima che i l nemico abbia avuto tempo di assumere formazioni adatte per l'attacco. Una posizione perchè ·possa essere valorizzata l:.isogna che sia organizzata e sistemata, e infine venga ù ifesa; 'ii esplichi cioè jn essa ieazione di fuoco 1 di movime nto e d'urto.

L'organizzazione consiste essenzialmente nella r iparti iiooc <lei compiti, per cui essa può e <leve essere fatta rapidam;;,te, risultando dal progetto di difesa . La sistemaz.ione invece consiste essenzialmente nell'esecuzione d i detto progetto. Una sistemazione difensiva comprende : a) una posi2ionc di resistenza sul cui ma rgine avanzato, detto linea di resistenza, si intende stroncare l'attacco; b) una zona <l i sch ieran1ento retrostance ; e) una zon3. d i sicurezza anti~ stante. Luogo la linea di resistenza si d ispongono I re-


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parti di primo scaglione deik d i vis. d, prima schiera , Primo scr,po <lei difrnsorc è di sottoporre l'attaccante all'azione lognratfjce e ritardatrice del p ropr io fuoco. a CO· mincia re dalle maggiori d istan7.e, e trattenervelo il più a lt•ngo possibile. I.a profo11dità della posizione di resistenza è determinata dal limite <li gittata efficace delle mit raglia-

z.aw delJ; auaccante , ingannarlo s ulla vera ub'cazione della posizione di re'.'-istcnz.a , provocare lo sch ieramento e l"en~ trata i 11 azione p re maturi deBe .sue artiglierie. Se sul d i-

nanzi della linea di sicurezza si trovano truppe cderi in esplorazione vicina, ,1ueste rirna,,gono in posto, osservano, cercano di ritardare qua nto più possono l'avanzata del -

l!'ici pesanti dei 1epanj di t>ccondo scaglione, distribuite

l 'avversario, indi si raccolgono nel luogo precedente.mente

sulla posizione d i resistenza. In terreni non soverchiamente accidentati , la profondità <li un migliaio <;li metri può con-

stabilito dal comandante della grande unità . (V. anche Difesa, Montagna, Ploto11e fucilieri, Resiste11za, Ripiega-

siderarsi come norn1alc; in 1no1,1lagna essa può variare sen.~

mento).

sibilmente da un tratto all'alcro <;!ella fronte. Stùla linea di resistenza. come nel l' interno della posizione, si compiono lavor: di ostacolo e di protezione, la cui entità varia a seconda del tempo e dei mezzi disponibili in ciascun caso. 11\ terreno libero, una sistemazione difensiva della posizione cli resistenza, per la quale si sia potuto disporre di mezzi e tempo sufficienti, potrà prçsentare l'aspetto d i una scacch iera d i centri d i resistenza inserìti entro una rete più o meno abbozzata cli reticolati e di scavi. I centri cli resistenza constano di elementi di fuoco e <li elementi di contrattacco; ciascun centro comprende, per regola, una o due mitragliatrici e forza sufficiente per respingere col contracrncco le infiltrazioni locali. ! fuochi di centri contigui debbono potersi incrociare a vicenda. I tratti di ret icolato debbono trattenere il nemico sotto il fuoco incrociato dei

Posizione intermedia. '•;t sistemata entto la zona di schieramento, sq,lta in modo che possa anche dare sicurezza alla parte maggiore delle artiglierie schierate. Ha funzione ritardatrice; consente la raccolta e la te1nporanca resistenza delle tr~ppc ,_..be aycsse.ro dovuto ripiegare dalla posizione antistaote e ,[avo.-iséc- lo sviluppo del contratlact o fatto da reparti lmeràli sul fianco del nemico che fosse riuscito ad avaniare. Nel quadro di una grande unità complessa, la sistemazione e l'occupazione della P. !. (come quella d i resistenza) spetta alle divis . di prima schiera, secondo gli ordini dei rispettivi comandi di C. d'A., ai quali compete la sistemazione e la prima occupazione della seconda posizione, con la riserva costituita nell'ambito del C. d'A . stesso, e con le forze messe eventualmente a disposizione del comando d'a rmata.

cen ti:i e favorire il contrattacco;

i tratti di :,:cavo 1

in parte

paralleli alla linea di resistenza, in parte trasversal i (allaccìa1ncn.li)1 sono destinati a servire co1ne ripari pei centri

di resisrenza, pei rincalzi, corne vie di comunicazione. Sarà utile, quando se ne abbia il tempo, organizzare postazioni multiple, in guisa che i centri singoli possano spostarsi, occorrcndoJ d urante )'azione . L'organizzazione dei

fuoch i di fanteria e di artiglieria è d irettamente inlluenzota dal tracciato della linc,; d i resistenza, poichè questo tracciato determ ina i tratti d i terreno da battere con l'artiglieria nella zona ravvicinata , e porta anche a stabilirli dove il tiro d 'art. debba essere più intensificato a compenso della 111inore efficacia di q uello di fanteria e ,iceversa. Speciale attenzione ricJ,icde la disposizione ùcllc anni automatiche, dei lanciabombe e dei pezzi per fameria, le cui azioni devono reciprocamente integrarsi . La « zona di sclticramento » è lo spazio più o meno profondo c11tro cui il difensore predispone, o si prepara a portare :i momento opportuno, i mezzi e le forze per alimentare e sostenere la difesa sulla P. di R. e per contenere o ricacciare il nemico che l 'avesse superata. Questa zona corris?onde per solito a quell a entro cu i tre-vasi schie1ata la massa delle artiglierie campali della difesa. La sua profondità può raggiungere fìnç, a 5-6 Km. dal la linea di :-esistenza , Una linea di sicurezz,1 è spjnca innanzi, allo scopo di sorvegl iare i movin1cnti del nernico e ritardarne l'avanzata. Il terreno compreso fra tale linea e qudla di

resisr-eoza <licesi t< z.ona di si,urezza )) . La iinea <li sicu• rczza è <ktern,inata in gujsa che consenta. la 1naggiorc fo~ilità di c.,sservazione su l terreno a11tistaote, e si trovi a 'f~sranza tale dalla posizione d i resistenza, da poter ricevere appoggio àalla massa ,delle art iglie,ie leggere della difesa. Le truppe d i tale linea debbono avere la forza mi nin,a suflìeirnte per l 'esecui.ione del loro compito, che può e~sere di pri1na resiste nza quando occorra guadagnar tem po per completare l'organizzaz,one della d ifesa; oppure di semplice sorveglianza . In questo secondo caso le truppe cli ticurezz.a hanno forza m inore e ripiegano lentamente al-

l'avanzare del nemico, m~ntencndò i "t contatto con es-;o. Le truppe di sicurezza possono, mercè un bene o rganizzato sistema di tiri radenti incrociati, integrato dal tiro curvo co11 proiem scqppiami, ritardare send:ilmen te l 'ava□-

Sul manten imento

di una posizione CC>tlt.lu isèala , il Co~

mando Supremo italiano dettò durante la guerra Mondiale norme così lormu late : " Conservare il possesso cl i una posizione raggiunra è sovente pìl1 difficile che conquistarla. Le prime ondate, vittoriose, ina disorganizzate dalla lotta, prive di molti ufficiali, possono essere colpite da t iri violentissimi, incrociati 1 di batterie di tutti i calibri e di 111itra # g liatrici, e venire ripetutamente contrattaccate .dal nemico,

specialmente sui fianchi, Occorre perciò instillare nell'animo d i culti i combattenti cbe il rerreno strappato all'avversario a pre2,zo di sangue, non si deve p ii) cedere; che retrocedendo, si subiscono perdite maggiori che restando sul posto; che rintuzzando i primi contrattacch i, le posizion i conquistate non saranno più contestate coll'accanimento <lei primù istante » . Occorreva pertanto provvedere a riordinare i reparti, a \'igilare specialmente sui fianchi , ad accelerare l"a rrivo d i rinforzi fresch i, a costruire difese e rafforzament i, a sistemare collcgaJncnti, ad ottenere rifornimenti, a sgombrare feriti _e prigionieri , ecc .

Possavino (di Rrassicarda, co111e Prospero). Generale <;lei sec. XVIll, Dal 1715 comandò il regg. fanteria Monferrato, ottenendo poi il grado di generale di battagiia.

Nel 1726 ebbe la nomina a governatore dd la città e castello cli Caglia ri e la promozione a gcneraie delle armi dd regno di Sardegna,

Possevino (Antonio). Scrittore, n. a Mantova, m. a Ferrara (1534-161J). Gesuita e diplomatico pontificio, negoziò la pace fra Polonia e Russia, Scrisse; « Il soldato cristiano » ; (e La guerra del Monferrato » ; ccc.

Posta mili tare. li servizio di cor.r ispondenza, privàta ed

llffi_cia le, viene in quas i tutti g li eserciti d isimpegnato,

in tempo di pace, dag li organ i starali delle P. per quanto rillette le trasmissioni interprovinciali. Ncll 'i.uttrno dei corpi. e talvolta anche dei presidi\ le forze armate si valgono d i personale proprio, sia per la sin,rezza della corrispondenze, sia per la maggiore regolarità del servizio. In ogni Corpo viene scelto dal comandante un sottufl1ciale portalettere, il q uale dipende dall'aiutante maggiore in I". Egli viene munito di una d ,ch ,arazione d'identità con bollo e firma


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del comando, e di un registro pel ritiro delle raccomandate, delle assicurate, dei 1iacch.i postali. Questo sottufficiale ritira dagli uffici postali dello Stato le lettere, carto~ine, pieghi d 'ufficio, sempEci o raccomandati , compresi

quelli diretti agli uomini d i truppa, e se ne è autorizzato

lare. U servizio viene disimpegnato da impiegati del ministero delle Poste e Telegrafi, che vestono apposita divisa, e sono assimilati ai gradi delle forze armate. Essi sono sottoposti alla giurisdizione m il. e vengono considerati come belligeranti. Nell"esercito italiano la Di.rezione superiore sta presso l'Intendenza generale, presso cui disimpegna anche il servizio deJl 'ente stesso. Presso ogni comando d 'annata, alle Intendenze relative , sta una Direzione postale. Vi sono JJOÌ gli

Uffici postalì del Comando supremo, d'Armata, di C. d 'A. e di divis. Esiste un Ufficio di Concentramento delle corrispondenze, che serve da organo trasmittente di UFFICIO POSTALE OlCONCENTRAMENTO

CORPO D'ARMATA

Posta militare: casellario armi diverse

anche q uell i diretti ad ufficiali. La corrispondenza viene chiusa dal! 'ufficiale postale, con apposita chiave, in una borsa di pelle, che viene portata chiusa all'aiutante maggiore, il quale la apr<; con una sua seconda chiave. Le lettere, pieghi e pacchi diretti alla truppa sono dal sottufficiale portalett<:re consegnati ai sottufficiali di contabilità di cp. designati dai rispettivi comandanti a riti rare e distribuire la corr-ispondenza. Le lettere e p ieghi raccomandati cd assicurati vengono segnati in apposito registro, che deve essere firmato per ciascuna cp. dai r ispettivi sottufficiali. La distribuzione di questa corrispondenza raccomaodata è fa tta i n presenza di Uil ufficiale appositamente designato. La corrispondenza degli ufficiali deve essere loro distribuita dal sottufficiale portalettere d irettamente . In genere la corrispondenza privata della trup11a non subisce alcun controllo da parte celle super iori autorità, in tempo d i pace. Ma ,1uando, pe, ordi ne di P. S. o per ragioni d'ordine m ilitare, possono sorgere dubbi su mene politiche cli qualche m ilitare o su tendenze a spionaggio, la corrispondenza non solo viene controllata, ma può essere fatta aprire e leggere dagli stessi destinatari. In tempo di guerra, ed .in particolare per le truppe mobilitate, la P. M. ha tutta una organizzazione partico-

COMANDO SUPREMO

++I

DIVISIONE CELERE

++

REGGTMENTO ALPINI

i

DIVISIONE FANTERIA

t

Portalettere dei reparti

Ponaletterc dei reparti Schema del servizio postale in guerra

tutte le lettere dal paese all'esercito, e viceversa. Se vi è qualche armata operante staccata, viene creato un Uft,cio di Concentramento sussidiario. Il servizio P. si svolge in genere nel senso della profondità; può tuttavia anche venir fatto in senso laterale, fra i corpi d'una stessa armata. G li uffici postali mii. disimpegna no anche i normali servizi postali, come: vendita di carte valori, emissione e pagamento vaglia, servizio di casse postali di risparmio e dei pacchi postali ordinari. La corrispondenza della P . M. viene trasportata in genere da autopostali, e da vetture ferroviarie. Ogni auto!1ostale deve esse,e accompagnata da un carabin iere. Data la necessità d i nascondere al nemico la

ORGANI

COMANDO

I

DELLl.': UN I'l'A'

COORDINATORI

DIRETTIVI

ESECUTIVI

Comando Supremo.

Intendente generale.

Direzione superiore postale del C. S.

Ufficio Postale del Comando Supremo. Uftì.cio Postelegrafico di concentramento.

Armata.

Intendente d'Armata.

Direzione postale di · Ufficio Postale del Comando d'.'\ .rmata. Armata. Sezione dell'Ufficio .Postale di concentramento.

Corpo d'Am,ata.

Comandante dd Corpo d'Armata.

Capo di S. M.

Ufficio Postale del Comando d i C. d'A. Sezione dell'Ufficio Postale cli concent ra.mento.

Divisione di Fanteria e Divisione Celere.

Coma.ndanted~JlaOi- Capo di S. M. visione.

Ufficio Postale del Comando della Division('.

Sezione del l'Ufficio Post..-d e di concentramento. Reggimento Alpinj.

Comandante del Reg- Aiuta.rrte maggiore in ,g imento.

Ufficio Postale reggimentale.

prllna.

Il servizio postale in guerra in base aHe Norme del 1932 per i servizi logistici


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d islocazione delle forze dalla eventuale cattura di corrispondenza, devesi evitare negli indirizzi di lettere a militari mobilitati di indicare la località dove si trova il corpo in cui essi fanno servizio. Basta mettere oltre al nome, cognome e grado, nell'ind irizzo, il corpo, reparto,

Selezione delle lcttere':°alla Posta milita.r e

o comand,1 al quale appartengono, giaccbè provvede l' ufficio di smistamento a far proseguire la corrispondenza. Jn quanto al francobollo, esso è sostituito, nelle lettere .che partono dalle truppe mobilitate, dal timbro mii. delle P. del Corpo, ed in genere l'importo. del francobollo viene pagato dai destinatari, senza alcu na sopratassa. In tempo di guer ra tutta la corrispondenza affluente, o partente <!alle truppe mobilitate, viene controllata da appositi uffici di .censura militare. L'influenza che esercita sul morale della truppa il buon .indamento del servizio postale fa sl che d i esso - appa,entcrncnte d ' importanza secondaria gli Stati Maggiori si preoccupano al ounto cl, dedicarvi spese e cure consi-derevol( La quantità d' uomini distolti dalle loro case, al lontanati dai propri interessi e trattenuti per lunghi mesi 111 condizioni fisiche e spir ituali disagiate, k immense emigrazioni di profughi defluen ti dalle regioni più tormentate, la grande d iffusione che ordina[iamcntc ha la posta civile, -il bisogno sentitissimo che ogni combattente, per ovv,e Tagioni sentimentali, prova di ricevere e scrivere lettere, e d altre particolari coosiderazioni, fanno chiaramente indov inare clic . se lo sforzo normale di un servizio postale Ù·

Pos

senza costo di spesa >>,·e che ·.« le lettere da essi dirette nei Regi Stati fossero imposte solo del diritto minimo di 5 cen tesimi "· Presso il quartiere generale, Ju istitu ita una direzione delle l'. M. e presso ogni divis. era un impiegato come direttore; portavano la divisa della Guardia Nazio_nale e !e inziali « P M >• nel cappello. Nella campagna dd 1859, al seguito dell'esercito operante contro gli Austriaci in Lombardia e nel Veneto, si ebbero uffici postali, tanto sardi cbc francesi . Durante la ~uerra Mondiale il personale per l'im pianto e il fun;-ionamemo del servizio postale fu tratto dall' amministra:tionc delle Poste e Telegrafi; esso ebbe responsabilità e rango militare : gli impiegati furono assimilati agli tiflì.ciali, e gli agenti assimilati alla truppa. Àll'cntrata in campagna (1914) dei pmru ce ne erano 409 e dei second i 185; nel 1917, cioè quando i l s1::rvii.io fu nel suo maggior sviluppo, se ne ebbero rispertivamente 8TT e 379. Il numero massimo degli uffici fu, nel 1917, di 134. A questo persona le devesi aggiungere quello militare dato in ausi lio, e che in media fu di IO uomini presso ogni u$ cio e 600 press,o l' ufficio di concentramento. Quest'ultimo era a Bologna : ma per alleggerirne il lavoro sempre più pesante .ne vennero istituiti altri 4 : a Treviso per la corrispondenza diretta al paese, a Bari cd a T amnto (pac-

Distribuzione della posta al campo

chi) per la corrispondenza diretta in Albania; a Napoli per la corrispondenza d iretta in Macedonia. Jnoltre , dopo il rip iegamento sulla linea del Piave (1917) si ebbe un uflicio concentramento per gli sbandati dei campi di riordinamento, ed infine, dopo l'armistizio (1918), se ne ebbe un altro pci prigionieri restituiti dagli im peri centrali, Inoltre, per i reparti dislocati in località molto lontane dalla sede norm ale dell'ufficio postale della grande unità, (urono isticuiti servizi detti di « posta volante " . Dai seguenti dati statistici riepilogativi si può dedurre qual somma di lavoro abbia svolto lodevolmente il nostro servizio postale militare durante l'u ltima gtierra: · Corrispondenze ordinarie d all 'Esercito al Paese

'D istribuzione della- posta a bordo

Id. dal Paese all 'Esercito !d . dall'Esercito ali 'Esercito Id . raccom andate dall'Esercito al Paese ld. d al Paese ali 'Esercito ld. assicurate, complessivamente Id . pacchi postali, complessivamente Totale generale

vile per ciascun individuo può essere di una data entir:,, ·assai maggiore è questo stesso sforzo in un servizio postale ~1nilitare .in guerra .

Le prime notizie riguardanti lo stabilimento d i una .P. M . risalgono alla guerra d el 1848-49. Fu allora decre-tato che « la corrispondenza d;retta ai militari rimanesse

N . 2.137.023.000 )) 1.509.180.000 )) 263.550.000 )) 8.247.000 )) 12.405.000 )) 816.000 )) 9.088.500

N. 3.940.309.500

Media giornaliera approssimadva : Corrispondenze ord inarie . >>'

raccomandate

»

assicurate

-Pacchi postali

N. 4.680.000

31 .000 ))

1 1 .500 20. 000


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Dai quali numeri si nota come maggiormente fosse sentito il bisogno di mandar notizie da parte d i chi si trovava in guerra anzichè da parte di chi stava in Paese. Grande partè della corrispondenza ordinaria proveniente dal fronte era costituita dalle Cartoline (V.) in franchigia postale. Sono anche istruttivi i dati stat istici del movimento d i denaro effettuato presso le casse del servizio postale : se ne può dedurre come sia sempre fortemente radicato nella nostra gente il senso della economia : Vaglia emessi N. 5-543-474 per L. 1.019.605.916 )) )) 22.071.282 )) pagati 619.791.404 )) Depositi a risparm io lo.773.473 37-1 75 )) )) )) Rimborsi 15.348 5-774-4 19

Postazioni . Per mitragliatrici leggere e pesanti V. Appostamenti. Per i cannoni di fanteria, V . Pezz i per fantcri". Per i Posti di riconoscimento e di scopertà, V . Avamposti. Postazioni (e posiziom) dell'artig/teria . Vengono scelte dal comandante d'art. d ivisionale, coadiuvato dai comandanti di raggruppamento, <li gruppo e di batteria, nel modo indicato dalle fstruzif,ni dell'ar ma, e conformemente agli ordini del cornandantl dcila divis . Sopra tutti i criteri debbono prevalere quelli che tendono a confe rire al tiro !a maggiore -efficacia. A pa riti, <li tale condiziòne si pr11feriranno le .posizioni dalle 9uali le battc,ie potranno ·a gire pit, a lungo, poichè l 'arciglieria, pur d isimpegnandosi con relativa facilità, esige talora un tempo non breve per esser pronta ad agir<: di nuovo da altre posizioni. Generalmente il comandante dd gruppo prncede ad una ripartizione sommaria della zona di postazione assegnat a al gruppo, lasciando ai comandanti <li batteria la determ inazione precisa della rispettiva postazione. Altre volte le condizioni del terreno ed il compito affidato al gruppo possono essere tali che il comandante di questo debba necessariamente precisare la postazione di tutte le batterie o di qualcuna di esse. Quando l' ampiezza della posizione e le esigenze di comando no n si oppongono, le batterie vengono variamente d isposte sul terreno, cosl da sfruttarlo il meglio possibile e d iminuire la complessiva visibil ità o vul nerabil ità del gruppo. Nell'assegn.are le zone di /'. cd i compiti alle batterie il comandante del gruppo cura che le azioni delle singole batterie si completino a vicenda, sia nell'esecuzione dei compito tattico del gruppo, sia nella elimina'l.ione degli angoli n1orti, si;'.t neII •esecuziont dei tiri d'infilata, ecc. li dcfilamento e la copertura debbono essere sempre subordinati alla condizione essenziale che dalla P. prescelta sia possibile la esecuzione dei 'tiri in relazione ai compiti assegnati alle batterie . Converrà utilizzare opportunamente sia le coperture e mascherature naturali (ciglioni, rovesci di creste, pieghe del terreno, boschi , siepi, ecc.), sia q uelle particolarità del terreno avanti o dietro le batterie, che possano rendere d ifficile l 'osservazione del tiro e possano comunque servire a d iminuirne gli effetti (avvallamc,ui, acquitrini, vegetazione fitta, ecc.). A difesa .:lall'osservnionc - specie <la quella aerea - si ricorrerà a! mascherarne11to artificiale esteso a tutti gli organi della batteria (piazzole, accessi, ricoveri, riservette, lince telefo• niche, vie di accesso alla posizione, ecc.), e co1Jtrollato con osservazio ne aerea diretta o fotografica. A protezione del tiro nem ico verranno costruiti ripari di vario genere e t ipo a seconda della natura <lei terreno, e, se quest_a lo consente, saranno scavate caverne. L'impiego d i queste ul. time, sempre utile per riparo <lei personale e delle muni-

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zioni di tutte le batterie , deve considerarsi eccezionale per il materiale e da limitarsi a qualchè piccolo calibro avcnce compiti 'peciali limitati in un settore ristretto. Di impiego frequente saran no le P, multiple, per spostarvi i pezzi soggetti a tiro siste111atico di distruzione o tiro con gas a<l azione persistente, o per ampliare e completare i settori di tiro; in alcuni casi riescono utili le batterie simulate, je qualì devono essere poste ln 1)osizioni verosimili,_ e tali da non attirare il fooco su obbiettivi importanti . Nell'intento d i ostacolare l 'individuazione delle batterie da parte del nem ico, e _p er sfuggire in combattimento a ll a azione d i neutralizzazione, specialmente con gas, della artiglieria nemica, sarà conven iente ricorrere al fraz.ionaroento cd al frcqllente spostamento delle ba't terie ed a particolari cautele nell'esecuzione dei tiri . Bcnchè nella fanteria che le sta innanzi debba consistere il più valido presidio dell'a rtiglier ia, è 'necessario che ogni batteria adotti alcune m isure di sicurezza, munendosi per conto proprio di d ifese accessorie , ostruzioni sulle stra~e di accesso, postazioni per mitragliatrici , ecc.: ciò specialmente per le batterie più avanzate e per quelle dislocate lungo i fondo-valle, presso le principali vie di comun icazione, Gli spostamenti delle artiglierie, del paii che i rifornimenti delle rnllnizioni, saronno tanto . più agevoli quanto più le batterie saran no postate vicino alle strade. Le artiglierie cii grosso calibro saranno perciò d i norma postate immediatamente presso le rotabi li; le postazioni delle artiglierie campali pesanti devono cs$crc t;-ili da consentire loro ogni spostan1cnto con la maggiore focilità.

Postelegr afonica (Milizia). Specialità della M.V.S.N. istituita con R. D . 16 luglio 1925, N. 1466, modificato dalla legge 8 luglio 1929, N . 1373. Svolge la sua attività nell'ambito dei servizi postali e telegrafici, a tutela degli interessi dell'erario e per concorrere ai servizi di polizia e di sicurezza. È alla dipendenza d isciplinare del Comando generale della M.V.S .N . e, per l 'impiego tecnico, dei Ministero delle Comunicazioni'. Gli ufficiali assumono la qualità di ufficiali di polizia giud .iz iar ia, i capisquadra ed i

J\lfil izia postelegrafonica

milit i, quella d i agenti di polizia g iud iziaria, La M , P . è costituita da personale appartenente alle amministrazioni delle Poste, dei Telegrafi e dei TelefoJ1i. A differenza delle altre specialità della Milizia Volontaria Fascista, non è formata in Legioni, ma soltanto in Reparti. Quest i sono costituiti a Roma, Milano, Torino, Palenno, Genova, Trieste, !lari, Brescia, Napoli, Venezia, e portano r ispettivamente la denominazione di: Armando Casa lini, Emilio Tono Ii, Amos Maramotti, Francesco Crispi , Intrepido, Gu-


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gliclmò Ober<lan, Vittorio Locchi, Fausto Lunard ini, Nicola Bonservizi, Annibale Foscari. li mo tto adottato dal la M. P. è: " Fi<lelitcr et silenter ».

lVlilizia postelegrafonica

Postiglione (Gaetano). Luogotenente genera le della M.V.S . N ., n. a Foggia nel 1892. Partecipò al movimento interventista m entre era studente a Milano, e poi alla guerra, guadagnandqvi una rned. d l bronzo . T o rnato a

Milano, si laureò in ingegneria al Politecnico, e prese parte. al mov imento fascista, d irigendo l'Inteodenza generale nella Marcia su Roma . Qu indi ebbe

varie cariche d'indole amminlsrcativa , e fu non1inato generale della Milizia; nel 1932 divenne Sottosegret ario cl i Stato per le Ferrnvie nel M inistero delle Comunicazion i.

Post-militare

(lstt'uzione). Viene impartita presso le So• cictà di Tiro a segno nazionaie a llltti coloro che ne facciano domanda. 1!: d ivisa in tre repa rti : a) reparto scuole, per coPostiglione Gaetano loro che non hanno concorso alla leva ; b) reparto milizie, per g ti inscritti nell 'csercito perrnanente e nelle 1nilizle ; e) reparto libero, aperto a tutti. i cit tadini. I militari in congedo che hau no frequentato per due anni il tiro a segno nszionaJc possono essere esentati in tlltto o in parte dai rich iami per istruzione.

Posto. Il preciso dovere che incombe su ciascu n m ilitare di con~:ervar•.:. per sè e per ognl cosa il posto asseg nato l un debit◊ dìsciplinare, d sl quale non è possibile prescindere se nza compromettere l'efficienza mora le e materiale c!ell'esercic'.>. 1,: infatti ormai° assiomatico che l'esatto ade'11pimento d i qu~sto dovere i; oclle abitn<lin i dei m ilitari : ciò è tanto più vero q uanto più sono solide le radici sul!~ quali riposa la saldezza d isciplinare . La quale è apparentemcnle fo1male, a questo rigu=tnJo, 1na è sostan zjalc nd!e conseguenz.e. Se poniamo mente a ciò che può capi.rare ad un ipotetico esercito abitualmen te disord inato in una crisi d i ripiegamento, compr.e nd iamo il valore che ha l'abitud ine d1 conservare un posto p<:r ciascuna per~ona e per ogni cosa sempre; sia nella normal ità e sia nei momenti d ifficil i. Non è possibile d issociare !a concezione cldl'nercito da q uella d'un, ,ag;;1cgato di uomini inquadrati, per j qua ìi è prescritto un P. a c.iascuno nella gerarchia, nelle relazioni reciproche, nel le attribuzioni delle responsabilità, nelle sistemazioni d i luogo e d i tempo, 11elle riun ioni per addc• stramento od impiego, nel le incombenze di pace e di

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guerra, ecc. Le parole con le quali il regolamento cli disciplina del nostro esercito viene a prec.isare il concetto dell 'o rdine, suonano cosi: « L'ordine è l'abito d i tenere il posto assegnato, di mettere ogni cosa al suo posto ... » .

Posto avanzato. Denominazio ne usata nella vecchia regolamentazione, or a (1933) sost ituita con quella d i « Nucleo ritardatore ». Si tratta di elementi della zona d i. sicurezza che, appostati in località favorevoli ;:illa resistenza, o ltre al compito di vigilanza e osservazione hanno quello d i logorare il nc111ico, e ,td i incanalarne l 1iru1zione attraverso a prestabilite zone di oscàcolo e <l\ fuoco. Prima era prescritto che si organizzassero a capisa ldi. Nell 'attuale concetto è sufficiente un opportuno sfruttamento dei caratteri difensivi della postazione prescelta, migliorata con lavori rapidi e mascherata, per poter contare specialmente sull 'cfEcno della sorpresa, svelandosi all'improvviso quando il nemico è giunto alle minime <:!istanze e obhligan<lolo a grande spiegamento di forze sproporzionato alla forza dei i,uclei. Di ta li nuclei fa pa rte un ' arma automatica; quasi sempre una m itragliatrice leggera . Posto d 'ascolto . Sono così chiamate le stazioni radio d"ascolto, ossia quelle destinate a raccogliere le comunicazioni radio::elegrafiche trasm.essc dagli aerei an1ici. Vi si 1rova un ap parato idoneo alla sola ricezione, il quale peraltro è norrnalrncl\te conrracld istinto da una nòtevolc d isponibilit:ì <li onde, cd un adeguato numero di specialisti . A cominciare dal comando d i regg. di fanter ia, tutte le unità di una certa importanza hanno il proprio posto di ascolto . (Vedi anche Radiocollega111enti). - In gucua funzionarono anche speciali P. d'A. per captare le comun icazioni del nemico. Posto d 'avvistamento . Viene collocato dall'artiglieria a11ti• aerea, molto innanzi od in posizione domirian te , allo scopo d i rive lare per tempo la presenza cli aerei nemici ed è col legato telefonicamente od a mezzo radio con le batterie, in maniera da fornire ad esse notjzic precise e tempestive . I P. d'A. di maggiore importanza sono forniti di rivelatori, i qual i indicano a notevole d istanza la presenza e la d irezione d i rotta degli aerei . Posto di comando. t la località ove s1 sistema il CO• mando durante le m.arcie, i soggiorni, le oper:n.ioni offensive e difensive . Vi debbono stare gli organ.i dei comand i; da tale posto divergono e a tale posto convergono i

collegamenti, e attraverso ad essi affluiscono le notizie e le richieste e defluiscono gli ordini.. L;i sua u bica,.ione deve figurare in modo appariscente, chiaro e indubbio negli ord ini <li operazione; la sua scelta ha notevole i mportanza sullo svilu ppo delle operazioni per la m ig!iore esplicazion<: della fun7..ione d i impulso e d i coordinamento . In base alte prescrizion i regolamentari , i P. di C. d ov rebbero così d isporsi : 1 comandanti delle singole avanguardie parziali scelgono il loro posto in modo da rendere egualmente facile il loro collegamento, sia con quello dei rispettivi repart i avanzati che ha compiti più difficil i, sia col rincal'z o a lo ro disposizione. La d ivis. tiene il P. in avvicinamento

verso la testa del grosso di una delle colonne. Una volta

stabilito, non deve essere can1bìato senza gravi 1notivi; ad es.empio quando , delineatasi chiaramente la situazione e definite !e linee dell'azione generale, il comandante debba portarsi più presso alla colonna incaricata dell'auacco p rincipale. Q uando debba mutare il posto, il comandar.te lasc ia nel posto ant ico un u fficiale ciel suo comando, e si tiene con esso collegato con mezzi multipli. li P. di C. della colonn a m avvicinamento si colloca nell'attacco in località ove sia possibile osservare la m aggior parte ciel


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proprio •terreno, di azione e collegarsi s_ia col grosso che coll'avanguardia, gravitando perè su q11est'ultima. Il P. di C. di reggimcmo, in avvicinamento si tiene viciuo al suo bgl. più avanzato e si sposta lungo un itinerario che è bene far coincidere con l'asse dei collegamenti della colonna e che deve essere notificato a tutti i comandi in sott'ordine,. li P. di C. del bgl. deve essere scelto in modo da facilita.re l'osservazione ecl i collegamenti necessari per la condotta del bgl. nel combattimento. Sarà d i preferenza vicino alla cp. d i testa durante la marcia al nemico; presso le cp. avanzate in fase di avvicinamento; all'altezza del rincalzo nel corso dell'attacco proprio o del nemico, cd infine, al momento d 'ir,;pegnare le ultime truppe disponibili, sul tratto ove stia per compjersi lo sforzo decisivo. Il P. di C. della cp. mitragliatrici sta presso il comando di bgl. in tutte le fasi, salvo nel caso in cui due o più plotoni siano· assegnati ad una cp. fucilieri; nel qual caso passa agli ordini dd comaodantc d i quest' ultima, ind ipendentemente <lai grado o dall 'anzianirà del comandante delle cp. mitraglieri. li P. di C. delle cp. fucilieri, e dei minori reparti durante l'azi6ne, è vincolato dalla sola condizione che sia sempre reper ibile presso il suo re parto; fermo questo principio egli si tiene dove gli riesce più agevole osservare il nen,ico, riconoscere il terreno, in•

tervenirc, quando occorra, presso i plotoni avanzati. Nella guerra r9r5-r9r8, stante la stabilizzazione delle fronti, le grandi unità avevano due P . di C. sempre ben organizzati con tutte le specie d i collegamenti allora esiste nti : uno

<( ord inario )>,

piuttosto arretrato per esigenze

logistiche , d isciplinari ed amministrative, e uno « tattico » , avanzato verso le prime linee, nei giorn i dell'azione. Di massima questo I'. si identificava con quello del corrispondente comando d'artiglieria, perchè le ingenti masse d'art. richiedeva.no sul posto la presenza del comandante della grande unità , per dirigere l'aziono a massa delle artiglierie secondo i concetti tattici che egli intendeva sviluppare. Notevole importanza ebbe il P. di C. tattico d i M . . Kalì , a due Km. dalle linee di combattimento, occupato dal comandante del XXIV C. d'A. durante la battaglia della Bainsip:a, nel quale si recò S. M. il Re.

Posto di rist.oro . Venne istiniito durante la guerra Mondiale, in quelle stazioni ferroviarie nelle quali il movimento dei militari in transito era tale da giustificarne l'esistenza. Serviva a fornire vettovaglie e generi di conforto ai soldati die andavano alla zona di guerra o che ne tornavano, e che altrimenti avrebbero dovuto percorrere considerevoli tratti d i linea senza rifocillarsi . Era gestito d irettamente dall'autorità militare, ma in taluni luoghi ve ne fu anche qualcuno offerto e messo in attività dalla pubblica beneficenza. La loro ubicazione di norma coincideva con quella dei massimi centri fenoviari d i smistamento, come : Milano, Bologna, Piacenza, Verona, Firenze, Ancona, ecc. PoJ·to di soccorso sanitario antigas. Risponde soltan to alle

particolari esigenze richieste dal1a assistenza necessaria ai colpiti da aggressivi chimici; e, analogamente alla Sezione d i sanità, viene istituito in prossimità della zona di combatti mento, perfettamente distinto e separato dai normali posti di medicazione e dalle altr-e unità sanitarie da campo e presidiato con mezzi d i protezione e d i primo trattamento adeguati all'importanza dei reparti a cui è assegnato. Il suo allestimento è devoluto agli speciali laboratori del « Servizio chimic.0 di guerra >). I.I fabbricato in cui dovrà jnstaL !arsi sarà scelto con criter io fra i più adatti : disporrà di acqua e, possibilmente, avrà locali molto ampi le cui apcrnire esterne possano attrezzarsi in maniera da chiudersi

Pos

ermeticamente. Tre di tali ambienti saranno rnctessivi e intercomunicanti, a mezzo di passaggi a perfetta tenuta; ;1 primo avrà la porta d i entrata, l'ultimo quella di uscita - perfettamente separate, quindi - ma entrambe a piano inçJihato fornite dt doppi tendoni, a d istanza d i uno o due metri l'uno dall 'alrro, imbevuti d i reattivi neutralizzanti-, oppure di composti capaci di fissare gli aggressivi, o di decomporli -rendendoli, per tal modo, inoffensivi. li prin10 di tali vani, adibito ad anticamera, sarà utilizzato per i! deposito dei materiali occorrenti alle pratiche per la. d isinfezione, nonchè per la provvisori3 raccolta degli

e

indumenti e oggetti ·contaminati; ma, in effetti, verrà nor-

malmente destinato alla permanenza del personale di servizio il quale - dotato di indumenti, guanti e maschere adeguate vi riceverà gli individui gassati per la loro temporanea sost~ necessaria: alla svestizione e ai primi trattamenti di d isinfezione a cui debbono essere sottoposti, li secondo sarà adibito a stanza da bagno, che disporrà di mezzi di riscaldamento per portare l'acqua per i bagni a lla temperatura di circa 35". Durante la guerra Mondiale, l'esercito italiano adottò a questo scopo, e con ottimi risultati, special i formazioni automobili (autotren i-bagni e docce an lipritiche) create dall'" Ufficio tecnicç, presso il Comando Supremo » . Il terzo, infine, sarà fornito di biancheria e indu menti puliti, barelle, maschere, vestiti antigas e altri mezzi di protezione. Degli altri locali disponibili (totalmente separati dai tre anzidetti, oppure comunicanti solamente dal terzo, cioè l'ultimo, a mezzo di un passaggio a perfetta tenuta) : uno sarà destinato a sala di medicazione; un secondo a fannacia, i rimanenti ad infcrn1eria antjgas temporanea, ricorrendo, in mancanza di questi u ltimi e :empre che la posi~ione non sia vulnerabile dai gas nemici, alla tenda-baracca da medicazione e a tendc-ràcovero. Da questa stazione, che deve considerarsi soltanto di transitoria formata, gli uon1ini colpiti, se risanati in modo da noo dar luogo a dubbi d i eventuali effetti tard ivi ; passando dalla porta di uscita, saranno restituiti ai loro posti fra le truppe d; linea. Al contra: io, coloro che manifestassero ancora sintomi evidenti, o sohmente sospetLi, di conseguenze dannose, specie a. carico deU'apparato respiratorio, e per tale ragione fossero giudicati abbisoguevoli di ulteriore assistenza, dopo la prima disinfezione verranno spedalizzati sul posto ove, oltre alla possibilità di ricevere cure adeguate, ,esterebbero isolati dagli infermi e malati & altro genere e, soprattutto, senza !a vicioanza o la promiscuità con altri pazienti colpiti da malattie infettive polmonari. Ove ciò non fosse possibile, saranno ricoverati in speciali e distinti Ireparti degli ospedali da campo i colpiti gravi intrasportabili e quelli leggieri che, dopo pochi giorni di degenza, possano ripr~ndere il loro servizio; mentre gli altri, giudicati abbisogncvoli di un lungo pcri0<l0 di degenza, saranno avv.iati agli stabilimenti sanitari delle retrovie o dell'interno, per essere accolti in ambienti sani e calmi, <love potra.nno fruire delle successive cure appropriate.

Posto di vigilanza. t nella regolamentazione riguardante la circolazione stradale in guerra (Servizio trasporti e tappe). t di due specie: mobile e fisso. Il primo è provvisto di celeri mezzi di trasporto, che gli consentono d i spostarsi celermente, di sorvegliare il movimento sulle strade, vigilando all'osservanza delle <lisposizioni in vigore, rimuovendo le irregolarità o segnalandole al commissario stradale o alla Direzione trasporti e tappe. I P . di vigilanza fissi sono dislocati nei pun ti più imporranti, come ad es. le località di incrocio ; hanno il compito di regolarvi la circolazione.


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Posto di corrispo11de11za . V. Corrispo11dc11za; Posto di rico11osci111ento, Posto di scopc,.ta, V. Avamposti; Posto di Medicazione, V. Medicaz ione; Posto Muniz ioni, V. A1u11izioni; Posto di segnalazione, V. Segualazio11e.

Postumia. Anùca via romana, che da Genova conduceva a Verona, per Cremona e Mantova. Fu cosrruita nel 176 a. C. dal console Spurio l'nstumio A \bino. Colle di Postumia. Passo delle Alpi Giulie che mene in comunicazione la piccola conca della Piuca con qudla dell'Una. Cos1ituisce valico intermedio nella serie dei passaggi che collegano Fiume e Trieste a Lubiana atlraverso 1

Postumia nel secolo XVIII

rilievi tabular i della Carsia (V. anche Nauporto), I due rami principali d i tale viabilità convergono poco a valle di l'. , donde un'ottima rotabile risale al colle (6o4 m.) e scende a Planina nella valletta dell'Una. La ferrovia T ricslè· Lubiana passa la displuviale nei pressi del valico, seguendo dipoi d iverso t racciato per evitare le pendenze. P. è im portante _n odo stradale nelle vici nanze della frontiera. li colle è tra i più battuti della regione, come passaggio obbligato fra la Carniola sud-occidentale e l'Istria, cd acquista speciale valore per la prossimità del confine.

perclorato che si adoperano largamente ncll 'industria degli esplosiv i, per la fabbricazione d ella polvere l)era.

Potemkin (come Gregorio Alexandrovic). Principe e generale russo (1736-1791). Favorito di Caterina II, represse una rivolta di Tartari, assoggettò la Crimea (1783) divenendone governatore, e indusse Calcrina alla gucm1 cont ro i Turchi (1787) comandando in capo l'esercito. PoremkJ11. Nave da guerra ddla marina imperiale, celebre per la rivolta dei suoi marinai nel porto di Sebastopoli durante la rivolu1.ionc russa del 1905. Dopo aver inalbera!o la bandiera rossa, si portò davanti a Odessa bombardandone le opere militari. A l sopraggiungere delle altre navi, rimaste fedel i all'imperatore, si rifugiò a Costanza, dove gran parte dei marinai riuscì a porsi in salvo.

Potenza (Flotta in). Si dice che una flotta è in potenza, quando trovasi con tutte le sue navi in perfetto assetto di guerra, p ronte a muovere da una base navale opponunamcnte scelta nel 1eatro di operazioni. Ad esempio, durante le campagne in Medit<"rraneo intorno al 18oo, l'ammir. Nelson aveva scelto come sua base nava le, per mantenerv i la /lotta in potenza, l 'cswario della Maddalena, dal quale egli poteva osservare la lloua francese rinchiusa in Tolone; durante la guerra Russo-giapponese, l 'ammir. Togo aveva scelto come propria base, per mantener.vi la sua lloua in potenza, le isole Elliot, a 50 miglia circa da Pon-Arthur, sede della (lolla russa; durante la guerr~ Mondiale, le floue alleate rimasero lungo tempo in potenza a Corfù per sorvegliare lo sbocco dcli' Adriatico, e le due grandi lloue inglese e tedesca, nelle loro basi, rimasero ugualmente in potcn?.a sino all 'cpilogo del conflitto. Pote11za. Città capo!. di provincia nel la Lucania , in vetta ad un'alta colli na a lcvamc della grande catena dell'Appennino. sulla sr. del Basento. La città odierna occupa l'area dell 'antica Potcntin, la quale giaceva nella pianura detta La Murata. È cinta da mura e mun ita di opere di

Postumio (Spurio Albino). Console romano, censore e generale di cavalleria, comandò l'esercito romano nella guerra Sannitica, quando fu circondato dai nemici, e venne fatto passare sotto le forche caudine nel 32 1 avanti Cristo. Postumo (Marco Cassiano Latino). lmpcratnre romano, proclamato lalc nel 157 d. C . dalle legioni della Gallia, mentre era impcr:itore effettivo Gallieno. Catturò e fece uccidere il figlio di Gallicno, conquistò una parte della Spagna e battè i Germani facendosi soprannominare " Gcrmanicus maxim us "· Gallieno mosse contro di lui, ma non riuscì a vincerlo. Avendo P. assediato e presa Magonza, fu ucciso dai suoi soldati ai quali aveva inibi10 il saccheggio della città. Potassio. Metallo av idissimo di ossigeno; si altera prontamente all'aria e scompone l'acqua con sviluppo d' idrogeno che, per l'alta temperatura della reazione, s'infiamma spontaneamente con fiamma violetta. 1' abbondante in natura sorcn forma d i combinazioni saline . Rappresenta un elemento sussid iario attivo della chimica di guerra, pc:rchè viene adoperato come sostanza i11,·cndiaria (V,). Dei suoi sali ricorderemo il clorato, che si adopera nei fuochi d'artificio e nelle capsule esplosive, il nitrato e il

Stemmi di Potenza

fortificazione, così che all'epoca del governo borbonico era annoverata fra le piazzeforti di quarta classe. D urante le guerre fra i Sanniù, i Tarantini e i Lucani, era già forte e popolosa. Dopo le Ione contro gli Italo-greci e contro Alessandro re d'Epiro cadde sotto il giogo di Roma. Insana con l'intiera Lucania contro Roma dClpo la ba1taglia di Canne, fu sottomessa e saccheggiata dai Romani, riavutisi da quella memoranda sconfitta. Nel 402 la regione fu inva~a e devastata dai Goù di Alarico; sollo i Longobardi P. col suo territorio fu an nessa al ducato di Benevento e da quel tempo fino all'epoca degli Angioini è una serie ininterrolta di louc fra i duchi di Dcnevento, di Salerno e di Capua, attraverso al consolidamento del


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feudalismo e alle incursioni dei Saraceni, anteriori e posteriori alla signoria dei Normanni nella Basilicata. Dop(, la sconfitta d i re Manfredi a Benevento, P. e molte :dtr~ città si ribellarono a favore di Corradino, ma, avvenuta la hanaglia di Tagliacoz:w, in città furono me$si a morte i partigiani dello Svevo. Nel 1399 P. fu assediata da re Ladislao in guerra con Luigi d'Angiò, e nelb città n1edesima fu poi conch ius<J l'accordo ira i co111111is~ari del re di Francia e quelli di Ferdinando il Cattolico per la divisione del reame di Napoli e di Sicilia. Sotto il dominio angioine P. fu data in feudo ai Sanscverino; sul principio del sec. XV fu occupata da Francesco Sforza, ;i cui la tolse, nel 1.435, Alfonso d ·Aragona r,er d:trla a Jnigo di Guevara; poi passò alla famiglia Loffrcdo, che la tenne fino all'abolizione dei feudi. Quando, nel 1799, fu proclamata la Republ-lica Partcnl'pca, P. fu era le prime ciuà del reame a piantare l'albero della libenà. Il 18 agosto 186o fo la prima città del mezz0giorno che insorse co11tro i Borboni al grido di cc Italia e Vittori<> Emanuele », scacciando il presidio borbonico forte di 400 gendarmi; ebbe allora fra i suoi cittadini 22 morti e molti feriti. Per questo fatto, al comune nel 1898 fu concessa la medaglia d'oro per hcnc1nerenze patriottiche, « in ricompensa del valore d imostrato dalla ciuadinanza nel glor ioso ~pisodio del 18 agosto 186o ». Vi ha sede il 38° distretto militare.

Potenza. Brigata di fanteria di linea, costitu ita nel luglio 1917 per la durata della guerra Ita lo-austriaca (19t519r8) dai depositi del 7°, dcll '8° e del 68° fanteria, su tre regg.: 271°, 272" e 273°. Fu originariamente denominata brigata C. Venne impegnata la prima volta per la battaglia <!ella Lfainsizza (1917) contro b fronte Vcliki Na Gradu-Leupa-q. 206; durante il ripiegamento dell'esercito al Piave oppose a l nemico accanita resistenza a M. Sto! ed allo sbarramento di Robic, su M. Carnizza e M. Stampa.

Consegna del lauro d'argento alle bandiere della brigata Potenza nel Castello_Sforzesco di Milono

Portata nel dicembre 1917 a due regg. (271° e 272°) fu schierata, nel febbraio 1918, su l basso Piave ove partecipò alla battaglia del giugno arrestando l'invasore e ricacciandolo al di là del fiume in una lotta accanita e cruenta. Sferratasi la. nostra offensiva finale, la brigata passò i I Piave al pon'te d i Salgareda, inseguendo il nemico verso Oderzo e giungendo fino a Villanova sulla Livenza. Il suo contegno in guerra le valse, oltre alla citazione sul bol-

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lettino di guerra N . 1120 del 18 giugno 1918 del Comando Supremo, b concessione della medaglia d'argento colla seguente motivazione per ciascun reggimento: « In numerosi giorni d'impari, cruenta, violentissima lotta, intessuta di eroismi e di sacrifici, !nfranse tra la Fossa e Fagarè (271°) e a Cà Pasqualin, Sale1to e Molino Nuovo (2720) il formidabile urto del soverchiante nemico, dando splendide prove d i tenace valore e di intrepido slancio (Piave, 15-22 giugno 1915 ». Festa del reggimento: per il 271° e 2p.0 , il 15 giugno, anniversario del combattimento a r-agarè di Piave e Saletto (1918); per il 273°, il 26 agosto, anniversario della battaglia della llainsizza (1917) . Colore delle mostrine : fondo giallo con una fascia rossa centrale nel senso verticale. La brigata ebbe i seguenti comandanti: colonnello brigadiere Amantea (1917); magg. generale Alliana ( 1917-18); col. brig. Gianpietro (19 18). Le sue perdile ammontarono a ufficiali morti 30, feriti 57, dispersi 44; u. di trnppa m . 140, f. rn24, dispersi 1528.

Potenza Picena. Comune in prov. di Macerata, detto prima Monte Santo. Sorge nella località dove si trovava l'ant ica 1'01e11tia, colonia romana, posta press9 la foce del fiume omonimo. Nel 409 fu invasa da Alarico e nel 426 Attila la distrusse completamcotc. I superstiti della città distrutta la ricostruirono sul colle. Nel medio evo prese parte alle lotte tra Guelfi e Ghibellini; semidistrutta da Enrico V, r isorse nel 1128 per opera di Liberto, vescovo di Fermo. Nel 1308 fu in armi contro Jesi e Macçrata, insieme ad altre città marchigiane della fazione ghibellina, e nel 1351 entrò in lega con Giovanni Visconti. Nel 1396 le mosse guerra Gentile, signore di Camerino. Poi fu soggetta al governo pontificio e appartenne alla legazione della Marca. Nei primi giorni della guerra Mondiale, fu bombardata da torpediniere austriache, che colpirono il ponte in muraturJ sulla strada pro,•inciale e distrussero una casa cantoniera e circa 30 m. di binario della ferrovia, fra le stazioni di Porto Recanati e P. P . Sotto le mace rie nma scro uccise cinque pçrsonc fra cui due bambini. Potere aereo. La forza inerente alla organizzazione militare ~crea di uno Stato, ne costituisce il l'. A., il quale si basa : sul numero, i l morale e l 'abilità dei piloti; sulla qualit~ e quant it:\ degli apparecchi; sull'organizzazione terrestre; sulle riserve utilizzabili. Date le previs1e perditi: enormi nei piloti e negli apparec~hi, che si \'erificheranno in una guerra aerea, è necessario anzitutto che gli organi dirigenti dell'aviazione abbiano la possibilità di creare un.a riserva adeguata di personale addestrato, per averlo pronto in caso di bisogno, scnia essere costretti a dannose improvvisazioni, e possano (are sicuro affidamento sopra una potente industria aviatoria. 1:. questo un fattore essenziale de! P, A,, pcrchè può assicurare in breve tempo ampi riforn iment i e larghe r iserve ùi velivoli. Nel per iodo cli evoluzione che altravcrsa l'avia1.ione, non può mantenersi in pace una ri.erva di apparecchi superiore a quella sufficiente per 011cncrc che lo sfono iniziale non debba affievolirsi prima che la mobilitazione industriale sia in grado d i soddisfare le esigenze della guerra. Importanza massima quindi ba l'esistenza di una industria aviatoria civile bene sviluppata. A questo riguardo prevalgono due scuole nena mente opposte: quella tedesco-americana, la quale dice che lo sviluppo dell 'aviazione su baii economiche allonta na gli aerei dalle caratteristiche belliche e li rende fattori assolutamente trascurabili in guerra; e quella franco-italiana, che insiste oel voler dare all'a,·iazione civile un ,,alore militare potenziale del 100 per IQO. La con-


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ccziooe inglese è un compromesso fra q ueste opposte tendenze, tenendo conto d elle analogie essenziali che esistono tra app~recchi civili e militari e dando il giusto valore all'addestramento aereo militare nelle sue varie forme. Potere Marillimo (o Dominio del mare). Ha in guerra capitale importanza , e consiste nella padronanza delle comunicaz ioni 1narittime, dei cavi sottmnarini e di tutti i valori che dal mare possono essere ricavati; ossia, chi lo possiede dispone d i tutto ciò che il m·are offre per la condotta della guerra e per la resistenza del Paese, e ne esclude l'avversario. Il mare non può, come il territorio terrestre, essere parzialmente 1conquistat,>, ma può essere

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completamente dominato dal belligerante che riesce a chiudere il nemico nei suoi porti med iante blocchi o vittorie navali. Per tanto la guerrn navale è stata definita come « lotta per la conquista del potere marittimo, a mezzo delle flotte da battaglia, ed esercizio del potere stosso fino a quando gli svantaggi già sofferti e quelli previsti non appaiano al nemico più gravi del sacrificio che il vincitore gli impone con le condizioni d i pace » (Mahan). Per opporsi a chi domina il mare sono ora apparse due nuove potentissime armi: la subacquea e l'aerea. La marcia d'Alessandro per la conquista dell'Asia ebbe come linea di r ifornimenti il mare (334 a. C.). Annibale pi,, non riuscì a dominare Roma e dovette rifugiarsi in Africa per difendere Cartagine, non appena ebbe tagliati i rifornimenti a causa delle sconfitte subìte sul mare. Roma consolidò decisamente la sua influenza sul mondo dopo l'abbattimento di una potenza marittima come Cartagine, e l'assoluto potere marittimo (.202 a. C.). Notevolissimo esempio dcli' importanza del dominio del mare si ebbe durante le Crociate, quando le navi pisane , genovesi, veneziane, rifornirono gli eserciti cristiani (se-

colo XI -XII). Nel periodo delle guer re per i l predominio europeo (sec. XV-XVII), ebbero pure g rande importanza i rifornimenti marittimi. Il sec. XIX è caratterizzato d alle spedizioni d 'oltremare per l'acquisto delle colonie. Il secolo XX offre una decisiva d imostrazione dell 'imponanza del dominio del mare, che l 'Jntesa riuscì ad assicurarsi fin dall'inizio , ed a conservare n1algrado i l tentativo tedesco mediante sommergibili. Potc,-e osmrante. Costituisce la caratteristica più esscnz ialé dei fumi e delle nebbie artificiali; la sua determinazione si effettua misurando lo spessore minimo che presenta uoa massa di fumo, mescolato in date proporzioni con l'aria, al di là della quale massa non sarebbe possibile distinguere ch.i aramente il filamento d i una lampad ina elettrica di nota e fissata intensità luminosa, situata dalla . parte opposta a quella tenuta da chi osserva. Per l'esecuzione dei saggi si adoperano special i apparecchi; come campione d i riferimento si è scelto il fosforo,. che, secondo I 'umidità at mosferica, presenta un indice che varia da 3,000 a 6,000, e d i cui il valore medio è stato indicato in 4,600. Il pote re oscurante determinato per talune sostanze e miscele fumogene ha fornito i risultati seguenti: Per il fosforo , 4,600; per l'ammoniaca e l'acido clor idrico, 2,500; per il tetracloruro d i st;igno, ammoniaca e acqua, 1,590; per la miscela fumogena B. M., 1,250; per il tetracloruro di stagno e ammoniaca, 900; per l'anidride solforica e ammoniac~, 375. Le condizioni igrometriche dell'atmosfera hanno una . non lieve influenza sulla densità dei fumi e ne variano sensibilmente il potere oscuraore. Così, ad esempio, la densità del fumo risulta minima nelle giornate calde e asciutte, mentre si presenta esaltata in quelle umide e fredde. Con salve d i batteria di obici da mm. u5 è stato

possibile creare in 40-60 secondi una densa cortina di fumo sopra un fronte di 180 metri, mantenendola con tempo secco e in pieno meriggio con salve di batteria ogni 3 second i. Con tempo umido e bassa temperatura, che facilitano una più alta stabilità del fumo, per creare lo stesso sbarramento, furono sufficienti salve di batteria ogni 15 secondi. L'umidità non dev'essere però eccessiva , altrimenti attenuerebbe il potere oscurante, poichè determinerebbe il rapprendersi in goccioline del composto fumogeno nebu liz,;ato. Q uesto, a sua volta, non deve risultare soverchiamente caldo, poichè in tal caso si d iffonderebbe con troppa rapidit!i. Ad evitare quest'ultimo inconveniente è utile aggiungere, alla miscela fumogena, del cloruro ammonic;, i l qua le , volatilizzandosi e parzialmente d ecomponendosi, assorbe notevoli quantità di calore e può agire da ottimo refrigerante.

Paterna, Apertura praticata nel ramparo per stabilire una comunicazione fra l'interno e l'esterno di una fortezza. Serviva solo per i mil ita.ci ed era !-Otterranca, co-perta da volta e col fonc\o per lo pii1 incli nato o sistemato a cordonata od a scala. Metteva nel fosso circa 111. 2 sopra il fondo, se questo era asciutto, o a m. 0,50 w l pelo dell'acqua se acqueo. Quando era in capitale del fron te, giunti nel fosso fra cortina e tenaglia, si poteva andare nel fosso principale passando fra la tenaglia e i fianchi del corpo di piazza; in alcuni fronti però esisteva una· P. anche sotto la tenaglia, la quale si prolungava poi nel fosso , sempre in capitale, fino a 8 o 10 metri dalla gola del rivclli110, fiancheggiata da due spalti organizzati difensivamente per battere con tiri radenti il fosso. Potez 50, Biplano francese da ricog nizione, biposto, in 1 legno, con una m itragliat rice prodiera sincronizzata, due mitragliatrici in torretta nella carlinga del\ 'osservatore, una a brandeggio con settore d i tiro sotto la fusoljera, e due

1-\ eroplano Potei da ricognizione

lanciabombe. Peso a carico completo 2329 Kg. Può portare 100-120 Kg. d i bombe. Può essere impiegato anche come velivolo da caccia notturno . Un tipo (3i R. 2) è monoplano, interamente metallico .

Aeroplano Potez 37 R 2


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Pothuau. Ammiraglio francese (1815-1882). Prese parte alla g uerra di Cr imea e alla guerra del 1870, durante la quale, sbarcato, comaJ)dÒ u na divis. e raggiunse il grado di viccammir. Fu poi deputato, n1inistro della marina e delle colo nie, e senatore nel 1875. Lasciò il ministero nel 1879 e andò ambasciatore a Londra fino al 1881. Poti. Città marittima della T ranscaucasia, con buon porto sul Mar Nero. Venne fortificata dai Turchi nel 1578 e presa nel 1812 dai Russi, i quali però la restituirono alla Turchia. A questa la tolse nel 1828 l'esercito russo del Paskcvic, dopo un attacco che superò in breve le resistenze della guarnigione turca: i l trattal'o di Adrianopoli, dell'anno seguente, attribul la città alla Russia. Potìdea. An t. ciuà della Macedonia, sull'istmo della penisola di Cassandra. Fondata dai Corinzi, divenne poi suddita di Atene, alla quale si ribellò nel 432. ·Rifabbricata dopo la distruzione operata dai Macedoni, verso il 300 a. C ., e chiamata CaJJandria, tornò fiorente, fu occupata dai Romani, e distrutca definitivamente dagli Unni. I. Assedio di Potidea (479 a. C.). La r itirata dei Persiani per la Macedonia dopo la disfaua di Salamina indusse gli abitanti della regione calcidica ad una sollevazione generale. Riconquistata e messa a krro e a fuoco Olinto, i Greci si riunirono in P. e si difesero eroicamente contro il gencrn!e persiano Anabazo, chc, J o po tre mesi interi d'3ssedio doveue abbandonarla senza alcun risultato. II. Battaglia e: a,sedio di Potidea (432-429 a. C.). Fu combattuta e vinta dagli Aten iesi contro l'esercito di Corinto e di Perdicca Il, re di Macedonia. Dopo la battaglia, i vincitori assccliarono la città per tre anni e la presero per fame. Agli abitanti si concesse la libertà di emigrare e si spedirono coloni attici ad abitarla. lii. Assedio di Potidea (357 a. C.). Fu posto da Filippo il Macedone; la città era difesa da guarnigione ateniese. li re si era assicurato l'appoggio degli abitanti di Olinto, promettendo di cedere loro la città. Questa fu costretta ad arrendersi, e Filippo mantenne la promessa, mentre rimandava senza molestia la guarnigione libera ad Atene . Nel 365 la città venne ripresa dallo stratega ateniese Timoteo.

Potoki (Star1islao Rc11era). Generale polacco (1579-1667). Fu lungamente a capo dell'esercito della Polonia, e combattè contro i Tartari, i R ussi e gli Svedesi. Molti membri di questa antica e cospicua famiglia polacca si distinsero nelle armi, fra i quali Alberto ( 1437-151 5); Ste· fono (1568-1631); Nicola (1595-1651); Giuseppe (1673-1751); Stanislao Felice (1745-1805); lgr1azio (1750-1809), che fu anche ambasciatore di Napoleone I a Vienna ; Arturo (17881832), che fu aiu1antc di campo di Poniatowski. Potsdam. Città della Germania, a 20 Km. da Berlino, alla confluenza della Nuthc e del Grabel. i. Trattato dì pJ~sdam (3 novembre 1805). Tra la Prussia, l'Austria e la Russia. La Prussia assume la .mediazione fra le Potenze belligeranti, ma la sua sarà una med iazione armata, seguita prontamente o dalla pace continentale o dalla partecipazione attiva della Prussia alla guerra mossa dagli Alleati alla F r ancia. La Prussia presqiterà alla Francia le seguenti condizioni di pace: restaurazione e indennità conveniente per il re di Sardegna; indipendenza di Napoli, dell 'Olanda, della Germania e della Svizzera; il Mincio e il Po con Mantova e col Polesine di Rovigo come frontiera dai possessi austriaci in Italia. Durante le tra ttative gli eserciti prussiani continueranno

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la loro marcia verso i punti 1n cui dovrebbero agire, qualora le trattative noo approdassero a qualche risultato soddisfacen1c. L'Inghilterra, in proporzione delle som me accordate alla Russia e ali 'Austria, si impegna a pagare dei sussidi anche per i 180.000 uomini dell"esercito prussiano e per i contingenti dcli' Assia e della Sassonia . Facendosi la pace la Prussia otterr/i un a frontiera migliore e più sicura di quella che ora limita il suo territorio: a tale scopo la Russia s"impegna di indurre l ' Inghilterra a rinunziare al l 'Annover in favore della Prussia.

Il. Co1111eg110 di l'oudam (5 luglio 19 14). Fu tenum fra i rappresentanti politici e mi litari dell'Austria-Ungheria e della Germania, per esaminare la situazione in rapporto all'attentato di Serajevo, e al conseguente conflitto, allora solo d iplomatico, co11 la Serbia. In tale convegno, I~ Germania si impegnava ad appoggiare l'Austria-Ungheria nella sua azione contro la Serbia, nel senso di far fronte al probabile -i,ùcrvento della Russia, e conseguente mente della Francia, a favore della Serbia. Il convegno pre,•edeva la possibilità della guerra delle due Potenze contro Russia e !'rancia, e determinava che la Germania avrebbe opporrunamentc diviso k sue forze militari fra i due fronti orientale e occidentale, mentre l'Austria avrebbe concentrate le sue forze contro la Russia, meno i reparti destinati alle operazioni contro la Serbia.

Pottler (Edoardo). Ammiraglio francese (1839-1903). Raggiunse il grado di contramnur. nel 1893, e nel 1897 partecipò alla spedizione internazionale a Candia; l'anno seguente venne promosso viceammir. e prefetto marittimo a Rochcfort. '.'lei 1900 comandò le fo17.e navali francesi in Cina e due anni d opo passò al comando in capo nel Mediterraneo. Pouchain (Simone P. de La Rocl,e). Generale fra ncese dell'epoca napoleonica. Fece le campagne della repubblica e dell'impero, raggiungendo il grado di generale nel 18o5. Da allora fu destinato a comandi terri1oriali in Italia, cd ebbe occasione di battersi a Viareggio nel dicembre <lei 1813 contro gli Inglesi sbarcati. Poucliain Adolfo. Ammiraglio, n . a Napoli, m . a Roma (1854-1914). Entrato in servizio nel 1868, fu promosso contrammir. nel 1909 e collocato in P. A. nel 1914 col grado di viceammir. Prese parte alla guerra Italo-turca e fu presidente della Commissione permanente per gli esperimenti del materiale da guerra dal 1909, e direttore generale d'art. e armamenti nel Ministero della Marina dal 19r2 al 1913.

Poulll y, V. Digione. Poulet (Amato). Generale del regno delle Due Sicilie, del secolo XVlll, m. a N apoli nel 1784. Raggiunse il grado di ten . generale ed ebbe il comando del corpo del Genio. Poullet (Paolo). Ufficiale e scrittore mii. francese del secolo scorso. Partecipò alla guerra del 1859 in Ita lia , e a q uella F ra11co-germanica, raggiungendovi il grad o d i colonnello. Capo di S. M. del gen . Cremer, fu coinvolto nella ritirata dell'armata dell'Est, che riparò nella Svizzera . Dopo la guerra rassegnò le dimissioni. Scrisse : « Il generale Cremer » ; " Saggio sul nuovo esercito » ; « La campagna dell'Est », quest' ultimo in collaborazione col generale Crcmer . Poumet (Beniami110-) . Ufficiale francese e scrittore militare (1 875-1833). Combattè nella Spagna dal 18o9 in poi,


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rimanendo prigioniero nel 1813. Tornato in patria, d ivenne insegnante nella scuola d'appl icazione. Lasciò : « Saggio sull'arte di puntare ogni specie di arma da fuoco »; " Istruzione sull'artiglieria da campo»; « Istruzione sulla balistica »; « Istruzione sugli e/Tetti delle bocche da fuoco >); ecc.

Poupry , V. Loig11y-_Po11pry. Pourcet (Giuseppe). Genaale francese (1813 -1886). Partecipò all'occupazione d i Rom a (1849) c alla campagna <li Crimea. Generale nel 1859, fece la campagna d 'Italia; poi fu in Algeria come comandante di di,•is. Partecipò alla campagna del 1870 e vi ebbe, sulla Loira , il comando del XVI C. d 'A. Divenne senatore e andò a ri poso nel 1874, Lasciò un volume sulla « Campagna della Loira » . Pouver (Giacomo G11glielmo). Generale del sec. XVIII. Ufficiale d i fanteria , ebbe nel 1783 il comando della città di Novara . Colonnello nel 1785, passò tre anni dopo a comandare la città e provincia di Biella. Promosso brigadiere nel 1790, andò a riposo nel 1794. Pouydrag uin ( Dc). Generale francese nella guerra Mondiale 1914-1918, n. in Alsazia nel 1863. Uscito da SaintCrr sottot. dei cacciatori nel 1884, iniziò la guerra da colonnello, comandante il 26° rcgg. fanteria, distinguendosi a Nancy, ove fu ferito. Successi vamen te generale di brigata e di divis. si distinse sulla Somme nel 1916 e sul 1'Aisnc nel 1917. 'ell'aprile 1917 assunse il comando del XVlll C. d'A. e lo conservò per tutta la guerra, dopo la quale passò n ella riserva . Povegliano Veronese. Comune in prov. di Verona, od bacino del T anaro.

Convegno di Povcgliano (27 ottobre I r54). Fu tenuto fra il marchese Bonifacio d 'Este, ed Enrico IV i l Leone, duca dì Sassorua e Baviera, per regolare la questione ereditaria fra gli Estensi di Germania e quelli d "Italia. Enrico cedette defi nitivamente agli Estensi, a titolo di feudo, tutte le sue ragioni sopra i territori cbc erano in possesso dei marchesi <l'Este.

Powlett (Armando Tempie). Ammiraglio inglese (18411925). Entrò cadetto della marina a r2 ann i e partecipò alla guerra di Crimea e alle operazioni <lei 1859 in Cina. Fece quindi numerose campagne coloniali e divenne commodoro nel 1888, contrammir. nel 1893, viceammir. nel 1900, passando nella riserva quattro anni dopo. Poza de la Sai. Comune della Spagna, in prov. di 13urgos, nella Biscaglia. Combnttimemo ,Ji Poza de la Sai (1813). Appartiene alle guerre _di Napoleone in Spag na. Al principio del la cam pagna del 1813, il gen. Palombini, che si trovava con la sua divis. italiana nei dintorni di Madrid, ricevette l'ordine di portarsi nella Biscaglia, e il 3 febbraio si stabili a P.• d ove contava di poter battere i corpi spagnuo li di Mendizabal e di Longa , acquartierati nei dintorni. Questi invece finsero di allontanarsi e costrinsero gli abitami a nascondere le vettovaglie. Ben presto i viveri della divis." furono esauriti, e Palombi ni, accertatosi che nelle vicinanze 110 11 vi era no truppe regolari avversarie, spedì il 9 febbraio il 4° regg. e uno sqdr. di dragoni sotto il comando del gen. Sa int-Paul, e il 20 regg. con gli artiglieri a cavallo agli ord ini del colonnello Salvatori, verso 1-Iermosilla, allo scopo <li fare provviste. La spedizione non rimase ignota ai nemici, i quali si proposero di scendere dalle alture

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sino a P . e di sorprendere col favore della notte le scarse· truppe rimaste a presidiarla. Non erano infatti rimasti a P. più <li 500 iralianì, e solo piccoli drappelli erano stati dislocati sugli accessi principali per prevenire sorprese. Nella nouc dal JO a11"11 febbraio Mend izabal con 4 000 u . si avvicinò a P. e divise le sue genti in tre colonne; mentre una <li queste, al comando di Longa, scendeva al piano per sorprendere gli Italiani nelle case, le altre a prirono un fuoco vivissimo di moschetteria contro gli avamposti delle alture e li costr insero a r iti rarsi, Subito il generale Palombini fece battere a raccolta, e, non riconoscendo nelle tenebre le forze attaccami, raccolse le truppe in quadrato i n un campo, fuori del paese. Gli Spagnuoli si im padronirono dei soldati isolati e dei carri bagagl i, raccogliendosi ne l villaggio. Allo spuntar del giorno, il gen. Palombini, fano sicuro dell'imminente ritorno dei suoi, decise di prendere l'offensiva e si lanciò colle poche truppe d1e aveva sotto rnano su pci monti contro il nemico che si cm già schierato su più linee a varie altezze lungo il pendio, ed ora dalle case esterne del villaggio faceva un fuoco assai nutrito cont ro gli assalitori. Questi intanto erano stati raggiun ti dalla colonna Sal vatori, e, arrampicandosi sulle rupi, sloggiarono successivame nte, a costo di gravi perd ite, il nemico dalle sue varie lince e lo inscg uirouo, secondari dal piccolo presidio della rocca, costruita ant;carncnte su di un massiccio granitico a difesa del villaggio. Riuscirono così a caccia rlo contemporaneamente da P. e dalle alture. fn brc,•c gli llaliani ricuperarono il materiale e parte del bagaglio. liberarono i soldati e tre ufficiali r inchiusi nelle case, e nell ' inscguimen to su pei monti recarono nuol"Ì danni di morti e feriti ai fuggitiv i. Durante l'azione il gen. Saint-Paul ave\'a raggiunto Palombini cd aveva giovato a consolidarsi sulle posizioni più elevate . Il generale italiano, dopo aver ristabiliti i campi, esatto un tributo a risarcimenm dei dann i sofferti dalle sue truppe e fatta provvista d i viveri, la mattina del 13 si ritirò con l'inticra qivis. a S. Domingo senza altre molestie.

Pozzi (Ernesto). Capitano garibaldino, n. ad Acquate (1843-1904). Partecipò alle cam pagne del 186o, 1866, 1867, 1871. Scrisse: « I martiri del 1866 n; « Biografie e paesaggi » ; « Mentana e il dito di Dio ~; ccc. Pozzi Oreste. Generale, n. a Casale Monferrato nel 1869. Sottot. nei granatieri nel 1891, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. In Libia dal 1911 al 19 14, meritò a Sciara Sciat la mcd. di bronzo. Dal 1915 al 1918 cornbattè contro l'Austria. Colonnello nel 1917, ebbe il comando del 56<> fanteria. Poco dopo la guerra andò in P. A. S. e nel 1928 fu promosso generale di brigata in A. R. Q. Nel 1931 fu trasferito nella riserva. Pozzi Domenico. Generale, n. a Sondrio nel 1871. Sottot. degli alpini nel 1890, panecipò alle campagne cl "Eritrea del 18g5-18g6. Nel 1915 entrò in guerra contro l'Austria al comando del bgl. Vicenza. Passò in seguito a coman dare i bgl. al pini M. Pavionc cd Edolo. Colonnello nel 1917, com~ndò il 220° e poi il 66<> fanteria . N el 1920, dopo aver comandato 1'8° alpini, ebbe il comando del 17" fanteria, e, <la i 1925, quello del distretto mii. di Lecco. Passato in A. R. Q. nel 1926, fu promosso generale <li brigata nella riserva nel 1930.

Pozzo (Capitano) . V . Perego. Pozzo Giuseppe. Generale, n. a Candclo, m. a Torino (1809-1884). Entrato, ventenne, nel genio, raggiunse il grado di colonnello nel 186o e fu membro <lei Comitato dell'arma del genio; magg. generale nel 1863, due anni dopo


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ebbe il comando del genio di Milano : nel 1869 ritornò al Comitato e fu promosso ren. generale nel 1873. Nel 1876 passò nel la riserva. Rappresentò alla Camera nella I legislatura il collegio di Andorno.

Pozzo Vincenzo. Generale, n. e m . a Candelo (18381919). Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Colonnello nel 1890, comandò il 91° fanteria e dal 1896 il distretto mi!. di Monza. In P. A. nello stesso anno, fu promosso magg. gener ale nella riserva nel 19or e ten. generale nel 19u.

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ta rdivamente l'ordine d i evitare d 'impegnarsi a fondo, limitandosi alla prot<:zione immediata del ponte col sussidio dell 'artiglieria; ma l'azione era a tal punto da non consentire tergiversazioni, sotto pena

di compro111ettere i re-

parti colà impegnati. Il comand ante del centro francese, gen . Suchet, vedendo l'urgenza di sostenerli, mandò a rincalzo di essi la divis. Gazao e vi SI avviò in seguito con

Pozzolengo, Comune io prov. di Brescia, a sud del lago di Garda. Il suo nome è episodicamente legato alla battaglia di San Martino e Solferino.

Pozzolengo . Cannoniera in legno, costruita a Peschiera nel 1859 dagli Austriaci per il servizio sul lago di Garda , radiata nel 1867. Pozzolini (Giorgio). Generale, n . e m . a Firenze (18341920). P;inecipò volontario alle guerre del 1849 e del 1859. Sotto il governo provvisorio di Toscana fu segretario presso il ministero della guerra ed ebbe ci,.! Ricasoli una m issione diplomatica a Parigi. Capitano d i S. M. nell 'esercito serbo all 'annessionc della Toscana, combattè a Gaeta nel 1860 e poi comro i briganti, v ttenenr:o una n1cd. d'argento. Nella campagna del 1866 fu

capo di S. M . della divis . del gen, Sirtori e meritò una seconda med. d'argento; in quella del 1870 fu capo di S. M. della 123 <livis. e guadagnò la menzione onorevole. Dopo di essere stato addetto mii. all 'ambasciata di Vienna, fu promosso Poz7,-0Jini G iorgio nel 1874 colonnello comandante il 6° regg. bersaglieri, e nel 188r maggior generale comandante la br igata Pinerolo; nel 1884 passò al comando del corpo di S. M. Nel 1886 ebbe una missione dip lomatica in Abissinia e nel 1887 fu promosso te n. generale coma o dante la d ivis. di Livorno. Nel 1892 andò in P. A . e nel 1897 passò nella riserva. Fu deputalO di Firenze per le legislamre XV e XVI.

Pozzolo. F razione del comune d i Marmirolo, in prov. di Mantova, sulla sr. del Mincio.

Combattimento di Pozzolo. Appartie ne alla campagna d'Italia del 1800-1801. Spirato il 22 dicembre 1800 l 'armistizio convenuw fra i due capi, il Brune decideva di forzare la linea dd Mincio, con un attacco principale a Monzambano, e uno secondario affidato al gen. Dupont (a la dr.) che <la Volta Mantova(la doveva avanzare contro P. e passarvi il fiume sopra un ponte di circostanza. Con trattempi dovuti a erronea previsione sulla durata del movimento cagionarono forte ritardo nell':tvanz.ata del grosso su Monzambano, onde, all'alba del 25 dicembre, l'ala dr. veniva da sola a contatto col nemico, esponendosi ad essere soverchiata dalle forze già i n posizione sulla sr. del fiume. Pavorito dalla fitta nebbia, il Dupont lanciava a guado un nucleo di tiratori , e, sot to la protezione di questi, gettava rapidamente un ponte, sebbene molestato dall 'avversario. Le t ruppe di testa (divis. \Vatrin) man mano sboccate sulla sr. del fiume, si t rovavano di fronte a forze austriache sempre crescenti, quando giunse dal gen. Brune

Combattimento d i Pozzolo (1797) (I francesi hanno jl centro bianco; gli Austrfaci sono rigati)

la divis. Loison, informandone il B ruoc, acciò provvedesse ad i nviare adeguate forze a coprire il centro, rimasto sguernito. Ma questi non seppe decidersi a mutare il piano prestabilito, conferendo alla dr. mandato risolutivo, come la s ituazione sembrava orn1ai consig]iare, e si limitò a trasferire a Borghetto la d ivis. Boudet, adottando cosl una mezza misura, ·che rispondeva solo in parte alla r ichiesta del Suchet c. rivelava il proposito di maotenere il grosso di fronte a Monzambano, ove contava passare il Mincio l'indomani. Frattanto il Dupont era riuscito ad occupare l'. e vi si rafforzava; il Bellegardc, ritenendo ormai chiaro che colà esercita.vasi lo sforzo principale, inviava da Valeggio un grosso n ucleo dei suoi con istruzioni intese alla riconquista del borgo rnercè duplice attacco sulla fronte e sul margine meridionale. Ma l'arrivo della divis. Gazan, e un largo spiegamento di batterie francesi sulla dr. del Mincio, presso il Molino della Volta, ristabilirono la sit uazione. Respinti in primo tempo, gli Austriaci tornarono all'attacco : per o.l tre sci ore il villaggio fu disputato con al terne vicende, rimanendo alla sera in possesso dei Francesi. D ue tentativi ulteriori degli Austriaci non ebbero miglior fortuna, sicchè verso le 2r essi desistettero. La giornata chiudevasi così dopo una lotta accanita di quasi quattord ici ore, costati gravi perdite alle due parti: circa 25.000 Francesi fronteggiarono quasi 45.000 Austriaci, con rischio d'essere schjacciati se l 'avversario avesse saputo spie-

gare maggiore unilà di sforzi con più rapida decisione; essa fu !"atto iniziale del passaggio del Mincio, completato dall 'attacco del giorno seguente a Monzambano.

Pozzolo Formigaro (ant. Puteolus Formigarius). Comune in prov, di Alessandria, presso Novi Piemonte, con castello quadrato ancora conservato , già cinto di fosso, e con mura di cinta turrite e merlate. Il castello fu costruito dai Tortonesi nel secolo Xl, venne espugnato dal Barbarossa nel I165, e subito dopo preso dai Pavesi, ' i quali lo restituirono ai Tortonesi. Disputato lungamente fra questi e i vicini signori, e Genova, finì nelle mani dei Visconti e passò in feudo nel 1527 ai Sauli. Pozzuoli (ant . Puteoli). Città marittima , in prov. d i Napoli, a II Km. da questa. Fondata dai Greci nel 52i a. C., ebbe da loro il nome D icearchia. Durante la


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seconda guerra Punica venne fortificata da Quinto Fabio (215 a. C.) e<l ebbe guarnigione romana. Annibale tentò invano di impadronirsene. La ciuà acquistò sotto l'impero grande importanza come emporio commerciale, e d ecadde parallelamente al decadere dell'impero. Venne assediata, presa e devastata dai Goti nel 410 d. C., e devastata ancora dai Vandali nel -155· Ripopolata, subl la stessa sorte per opera di Grimoaldo Il di Benevento nel 715, e per opera dei Saraceni nel X secolo. Fu presa infine e sottomessa a Napol i dal duca Giovanni nel 1014.

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e riuscl a penetrare in P. I due bgl. della brigata Bergamo (II del 25° e lII del 260), i reparti appiedati del regg. Genova cd i -reparti montati del regg. Novara fecero una disperata difesa: si combattè sulla piazza, per le st rade, di casa in casa, ciò che valse a rallentare l 'avanzata del nemico . Verso le 17,30 regg. ricevettero l"or-

Pozzuolo del Friuli. Comune in prov. di Udine, a 9 Km. a sud di q uc~ta ciuà, sulla strada Lesùzza-Uéline, presso il torrente Cormor.

Combauimelllo di Po::110/0 dt:l Friuli (29-30 ottobre 1917). Appartiene alla ritirata dall'Isonzo al Piave dell'esercito italiano. i\ I ma nino del 29 ottobre, coSùtucndo l'avanzata nemica una grave minaccia per il fianco nord delle truppe della 3a ;,1mata, in marcia verso il Tagliamento, il comandante del VI C. d' A. ordinava alla 1" divis. di ea\"allcria d i occupare sald,unente le località d i P.isian Schiavonesco e tli P. e di mantenere il possesso delle comuni cazioni adducenti al Ponte di Bonzicco, per sbarrare la marcia al nemico. ln conseguenza di questi ordini, mentre la 1• brigata di cavalleria si dirigeva a Pasian Schiavo. nesco, la l~ brigata (regg. Genova cavalleria e lancieri di Novara) rom andata dal gen. Emo Capo<lilista, si t rasferiva a P. Quivi giunta sul far della stessa sera del 29, vi si asserragliava e sban ava gli sbocchi del paese, assegnando la difesa del lato est al rcgg. Genova e q uella del lato ovest al regg. Novara. Nelle prime ore del 30 ot• tobre, il comando della brigata irradiava dementi esploranti sulb fronte d 'attacco. Alle 10,30 giungeva sul posto la brigata Bergamo, la quale, lasciati in paese due bgl. in riserva, proseguiva la marcia su Carpeneto . Verso le ore II il nemico iniziava iJ primo attacco al paese, ma veniva nett:1.mente respinto; lo rinnovò verso mezzodì. e la brigata d i cavalleria, coacEuvat?. dai fanti della brigata Bergamo, riusciva ancora a trattenere le preponderanti forze nemiche che cercavano di circuire il paese. li gen. Capo• dilisra, per s,·entare tale manovra, lanciò alla carica uno sqdr. dei lancieri di Novara in direzione Molino Tellini;

Combattimento d i Po,zuolo (1917)

I·,mprovvisa ed irruenta azione a cavallo sorprendeva I 'avversario infliggendogli sensibili perdite e costringendolo a ripiega re. Alle 14 il nemico rinnovava l'attacco con particolare vigore contro lo sbocco d i Tercnzano, ma veniva trattenuto dai cavalieri del Genova; alle 16, con l'ausilio di nuO\'C forze, aumentò la pressione su tutta la fronte

Pozzuolo : J\-tonumcnto ai caduti dei regctimenti Genova e Novara cavalleria (autore Piero Verona}

cline di d isimpegnarsi e di aprirsi un varco su Santa Maria di Sclaunicco, operazione che compirono superando enormi difficolt!i e a prcz1..0 di perdite gravi. I due bgl. della brigata Bergamo continuarono a resistere a P. per qualche tempo ancora, quantunque stremati di forza e r imasti q uasi pr iv i di munizioni. Nel frattempo gli altri quattro bgl. della brigata, impossibilitati ad avanzare verso Carpeneto perchè già occupato fortemente dal nemico, dopo aver sostenuto un aspro combattimento durato rutto il pomeriggio del 30, poco dopo le 18, tornarono in l'. e assaltarono alla baionetta l'avversario per tentare di disimpegnare gli altri. Dopo un 'ultima lotta furiosa corpo a corpo nelle vie del paese, anche i resti della brigata Bergamo ripiegarono, a natie fatta, su San ta Maria di Sclaunicco. Ricorda la relazione ufficiale che « alla d ifesa di P. validamente contribuirono a parità di merito, con largo sacrificio di sangue, alto spirito di corpo e memorabili atti di coraggio e di valore personale, rnnto i fonti della brigata Bergamo quanto i cavalieri dei reggimenti Genova e Novara "· La forza della 2• brigata di ca,·alleria, che al mattino del 30 ottobre era di 65 ufficiali e 903 u. di truppa, alla sera del giorno stesso era ridotta a 37 ufficiali e 467 u. d i truppa . Gravi ma non precisate iurono le perdite della fanteria. Per l'nione di P. veniva concessa la medaglia d'argento alle bandiere dei rcgg. 25° e 26° di fanteria, e agli stendardi dei regg . Genova Cavalleria e lancieri di Novara.

Pracanica (A111011io). Patriotta siciliano, n. a Catania, m. a Marsiglia (1814-1854). Partecipò da gio,•ane alle cospirazioni contro i Borboni e, di famiglia popolana, acqu istò ascendente sui suoi concittadini, che lo chiamarono « il Duce del nost ro popolo "· Nel 1837 venne incarcerato, per due an ni . Nel 1847 partecipò al moto di Catania, e riuscì a sfuggire alla polizia. riparando a Londra inseguito da una conda1111a a morte . L 'anno seguente, tornò in Sicilia allo scoppio della rivoluzione, e fu nominato, sebbene quasi illcuerato, colonnello prima e generale su-


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bito dopo, assumendo il comando generale delle armi nella prov. di Messina. Come comandante dimostrò soltanto grande coraggio personale e si batt~ fino all'ultimo, da Messina a Catania. Riuscito ad esulare, si ritirò prima a Malta e poi a Marsiglia, dove si fece scrivere la « R isposta documentata a Luigi Mieroslawski », per difendersi dal le accuse che questi aveva lanciato contro di lui.

e d isegna d i sorprendere P. del T. per le falde orientali di monte Vandalino, muovendo pel Tagliaretto e portandosi celermente e di nascosto sulla costa Roussine. A tal uopo, la notte dal 16 al 17 aprile, mentre dirige due colonne su P. del 1'. pel versante sr. d i val d'Angrogna, un'altra colonna invade Le Grange di T aglioretto e si spinge fino sulla costa Roussine . Ma le colonne sono avvistate in tempo dai Valdesi e, fatte segno a vivo fuoco, debbono battere in ritirata, rinunciando ali 'impresa. La lotta si. chiude con la pace d i Ctwou,· (V.).

di Udine.

P..racanica Antonio

praffatti e il borgo fu preso. I Taboriti fecero mage dei d ifensori, e si dice· che 800 persone ,iano state bruciate vive nella chiesa tlove si erano rifugiate.

Pradel (d'AutÌ1urù1, Carlo Giacinto) . Generale dèl secolo XVIII. Cadetto nei oragoni nel 1740, partecipò_ alla guerra per la Successione d'A ustria. Nel 1781 passò nelle guard ie del corpo cd ebhe il grado d i colonnello. Brigadiere di cavalleria nel 1783 e magg . generale nel 1786, ebbe nel 1791 il comando della ,a cp . delle guardie del corpo e nel r799 passò nei trattenu ti per ord ine del Comitato di guerra. Pra del Torno, Frazione de! comune d i Angrogna, in prov. di Torino.

Attaet·hi di Pra del Tomo (1560-1561). Appartengono alla guerra contro i Valdesi. Al p rincipio della campagna 15601561, il conte della T rinità ebbe da Emanuele Filiberto la di rezione delle operazioni e con un corpo di 4000 fanti e 200 cavalli nel novembre del 156o entrò in Val d' Angrogna per attaccare d irettamente i Valdesi nel loro centro di resistenza. Dopo <lue attacchi successivi che con gravi perdite lo avevano reso padrone della bassa val <l' Angrog11a, il 14 dello stesso mese il conte muove i1ll'attacco di P. del T. con tre colonne: una da val S. Martino pel colle Lauson; l'altra da P ramollo pel colle della Vaccera; la terza , meno forte, pel fondo di val d'Angrogna, col mandato, quest.' ultima, di attirare sopra di sè il nerbo dei d ifensori e facilitare così la riuscita delle altre due. Ma la colonna della Vaccera è assalita e messa in fuga dai Valdesi; quella del Lauson, attaccata vivamente dagli scarsi difensori del passo, sta per sopraffare col numero il nemico, ma, assalita sulla sr. dai vincitori della Vaccera, e poco dopo sulla d r . da altri montanari, è cost retta a cedere e ~ r itornare sui suoi passi; in breve la ritirata si cam bia in completa sconfitta. La terza colonn a, quella di nl d 'Angrogna, è facilmente respinta e fallisce al suo mandato. Il conte ddla Trinità, per vendicarsi di questa sconfirta, fa incendiare Rorà. Rinforzato da nuove truppe e da un corpo di Francesi e da uno di Spagnuoli, cosicchè gl i uomini al suo comando sommano a 7000, il 17 marzo muove nuovamente ali 'attacco di P. del T . con tre colonne sul fronte Colle Vaccera-Stretta d i Roccag ,ie. La colonna che muoveva per questa stretta , trascurata dai Valdesi, stava per sboccare non vista e prenderli alle spalle, ma la riserva accorsa la sbaraglia. Ugual sorte subiscono le altre <lue colonne, dopo un accanito combattimento. Però il conte della Trinità non vuol darsi per vinto,

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Pradis. Frazione del comune di Clausetto, in prov.

Prachatitz. Borgo del la Cecoslovacchia, nella Boemia, nel bacino del Blanitz. - Durante la guerra degli Ussiti, fu investito dall'esercito d i Zi~ka. I.. cattolici si d ifesero energicainente, n1a infine vconcro SOw

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Combattimento di P,-adis (2-7 novembre 19r7). Appartiene alla ritirata dell 'esercito italiano sul Piave. Deciso dal Comando supremo lo sgombero della zona Carnia, la\ 63a divis. , comandata dal gen. Rocca, ebbe l 'incarico d i proteggere il ripiegamento. Assolto il suo compito,. si disponeva a d ifendere i passi del Tagliamento fra la conca di Cavazzo e la st retta <li Trasaghis, appoggiandosi alle opere fortificate di Monte Festa e Monte S. Simeone e collegandosi a sr. con la 36a d ivis. (gcn. T aranto) e alla d r. colla zoa (geo. Barco). Il nemico, raggiunta la sponda sr. del fiume, all'alba d el 2 novembre ne ten tò il passaggio a viva forza in corrispondenza di Trasaghis, ff'1a fu respinto dai fanti della brigata Parma e dal fuoco delle batterie del 24" gruppo da montagna. Lo stesso giorno però truppe germaniche riuscivano a forzare i passi del fiume 14 Km. più a valle, e , sopraffacendo le truppe d ella 20• di vis. , a procedere verso la valle del Meduna . In seguito a ciò la situazione della 63~ d ivis. divenne improvvisamente gravissima, rimanendo esposta al! 'aggiramento da parte del nemico. Nelle ultime ore della not te il gcn . Rocca, d 'intesa col gen. Taranto, decisè i l ripiegamento per tentare <li safvare le proprie truppe. Il movim ento fu effettuato per Forca Ar mentaria, nel pomeriggio, d issimulato dal tiro cadenzato delle opere d i Monte Festa . Durante la ritirata, all'alba del 6 novembre, la testa d 'avanguardia della colonna raggiungeva il colle P ., accolta <la fuoco intenso di fucileria e mitragliatrici, partente da una linea d i t rinceramenti che ne coronava la cresta. F u forza arrestarsi; il grosso del! 'avanguardia serrò sotto e si spiegò su fronte ristretta. La lotta fu aspra e sanguinosa; i pezzi da montagna furono spinti sulla linea dei fucili , e, quantunque m itragliati a bruciapelo, cannoneggiarono senza tregua gli appostamenti nemici. Verso le 8 il nemico, in forze preponderanti , appoggiato co11 fuochi d'infilata dai roccioni di Monte D~gn, riuscì a sopraffare la nostra dr. ed a penetrare a tergo .fino ai posti di medicazione, facendo indietreggiare momentaneamente la linea ; fu con trattaccato a sua volta con d isperat a energia, arrestato e ricacciato nelle posizioni di partenza. Si combatti:, con alterna vicenda, accanitamente t utta la mattinata . Le truppe, spossate da 36 ore d i marcia quasi continua, di cui 24 di combattimento e d i d igiuno, decimate dal fuoco, erano ridotte all'estremo delle loro energie. Poco aiuto poteva rlare il grosso del la colonna, perchè il terreno accidentato, serrato fra monti impervi e vallon i scoscesi, impediva la manovra; sui fianchi, il nemico pronunciava sempre più i l suo accerchiamento, mentre di una colonna fiancheggiante che doveva coprire la sr. non si avevano più notizie. Si seppe poi che, caduta in un 'i mboscata, era stata catturata quasi al completo. A mezzogiorno , il gcn . Rocca , mandò al brigadiere Petracchi, comandante dell 'avanguardia impegnata, l'ordine di d isimpegnarsi e <li iniziare la ritirata per tentare la via dell'alto Meduna e del Cadore. Il ripiegamento avvenne a scaglioni fra le T4 e le r6. Ma già il

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nemico aveva chiuso ogni varco,, e si era anche infiltrato fra gli scaglioni slcssi <lell,a colc;,nna, spe~ialmcutc da sr. , dove erano venuti a rn~ncare gli elementi fiancheggianti, d isgregandola e accerchiandone l'avanguardia, I drappell.i che cercavano guadagnare di nuov<,> il fondo dello squallido vallone di Forno, per risalirlo verso nord, vennero di~pcrsi da fuochi incrociati che ne battevano i punti di passaggio obbligato. Isolati episodi di valorosa resistenza si moltiplicarono, ma non potevano mutare la sorte. Del grosso che si e ra in parte potuto disimpegnare e sottrarre alla più imm_ediata stretta del nemico, nuclei di varia forza tenla-

.rono sfuggire per l'alta valle Mcduna, ma furono successivamente d ispersi e catturati in azioni varie: parte la Jnattina del 7 in Val Chiarzo, col comando della 36• divis.; parte fra il 7 e ·i l 9; ultimo un piccolo drappello di 200 u. che, al comando dello stesso gen. Rocca, pressr, , Sc<lis, nell'alto Mcduna, tentò invano in un 'u ltima lotta, troncata dalla mancanza di munizioni, di aprirsi la via a l piano per forcella di Caserata. li gen. Rocca e pochi a ltri, scampali ancora una volta, isolatamente errarono tra~ vestiti col l'aiuto della popolazione fra Tagliamento e Piave, ma, ad uno ad uno scoperti, caddero in potere del nemico fra il 15 e il 18 dicembre successivo. L'episodio veniva citato nel bollettino austriaco dell '8 novembre 1917 con queste parole : « ••. A sud di Tolmezzo, dietro la nost ra fronte, un valoroso gruppo italiano, comandato dal capo -della 63" divisione, riuscì a mantenersi vari giorni, appoggiato a Ile opere di S. Simeone, contro gli attacchi irruenti delle nostre t ruppe <la montagna e dei " Schutzer » tedeschi . Ier i · l'altro sera solamente, i cannon i italiani cessarono il fuoco. Jeri il nemico, completamente circondato, fece saltare le opere fortificate; tentativi di forzare i l nostro .accerchiamento, fallirono. Dopo un combattimento onorevole, l'avversario, forte d i qualche migliaio d'uomini, rese le arn1i .. . » .

Prado (Mm·iano Ignazio). Generale peruviano (1826-1901). Combattè nella rivoluzione che portò al potere il gen. Castilla e divenne colonnello. N el 1865 radunò 12.000 u . e marciò su lla capitale occupandola e facendosi proclamare presidente della repubblica. Poi si alleò col Cile contro la Spagna e comandò in tale circostanza le forze peruviane al Callao. Entrato nel 1879 in conflitto col Cile, k vicende infelici della guerra lo costrinsero ad abbandonare il paese ed a t'ifugiarsi all'estero. Praga (in ceco Pralw; ant. Boiobinum). Città capitale. -della Cecoslovacchia, nella Boemia, su colline e in piano, ca cavallo della Moldavia che la divide in città nuova e -città vecchia. Fondata da Libussa nel 723, prosperò nel se-colo XIV e venne iortilìcata con cittadella; !e sue opere -furono successivamenle rimodernate. Nel sec. XVI lavo-rarono alle sue fonjfic.azioni gli ing. n1il. italiani Pi7ronl .e Germanico Savorgnano . In tempi recenti, una cintura di forti staccati, di 15 Km. di sviluppo, la trasformò in -campo trincerato. A P. si trova · uria delle grand i fabbriche -d'armi cecoslovacche, con 15.000 operai. La città fu presa dai Sassooi nel I 361, e loro rito!ta -s1,bito dai Boemi; lo stesso avvenne pe.r opera dei Prussiani nel 1744. Venne proclamata capitale d ello Stato cecoslovacco il 28 ottobre 1918. I. Conflitto di Praga (1419). Appartiene alle lotte religiose determinate dai seguaci di Huss. Doi>o la sua morte sul rogo·, gli Ussiti accorsero a P. per tenervi un 'assemblea. Le truppe di Venceslao, reggente della Boemia per l'im,i:iero, tqltarono di impedirla, e ne nacque un_ conflitto che

durò parecchi . giorni. L'esercito ussita, guidato da Ziska, penetrò in città e battè 300 cavalieri di Venceslao costr ingendoli a chiudersi nel castello; quindi gli armati invasero il palazzo d i città defenestrando i senatori che non fecero in tempo . a fuggire. Il. Assedio di I',·aga ( r420). Fu posto dalle truppe imperiali, comandate da Rosemberg, il 30 giugno, con la presenza dell 'imperatore Sigismondo. Dopo parecchi giorni di piccoli combattimenti, le sue truppe riuscirooo a penetrare nella città vecch ia, ma gli Ussiti le attaccarono e le cacciarono fuori. Le truppe ussite, al comando di Ziska, avevano occupato una coll ina cui fu dato il suo nome, trincerandovisi. Gli Imperiali vi diedero l'attacco, ma anche qui furono ributtati, con gravi perdite. E il 30 luglio l 'imperatore fu costretto ad abbandonare l'assedio, lasciando però nel castello, sempre. occupato da truppe a lui fedeli, una forre guarnigione, con la quale era padrone della città vecchia, 1nentre la nuova restava agli Ussiti.

111. Combattimento in Praga (1420). Appartiene alla r i · vol ta degli Ussiti, i quali , sempre al comando di Ziska. nel novembre avevano assediato il presidio imperiale nel sobborgo Hradschin della città. Sigismondo d i Germania inviò un corpo di truppe a soccorrere il presidio, ed esse, attaccò gli Ussiti, ma ne fo sconfitto e dovette ritirarsi, avendo perduto 1500 u ., cosl che i ribelli rimasero padroni della città. IV. Combatti111e11to di Praga (1421). Sì svolse nel dicembre, avendo l' imperatore Sigismondo, con forte esercito, bloccato Ziska sopra una collina presso la città, dove si era trincerato. Ma Ziska, nottetempo, attaccò gli assedianti, forzandone le linee, e riuscendo così a salvarsi con

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sum.

V. Presa di Praga (6 maggio 1433). Fu operata dai signori della Boemia, appoggiati dall'Imperatore. Radunate le truppe nella città vecchia, esse attaccarono la nuova, difesa dagli Ussiti comandati da Procopio, e riuscirono a impadronirsene, facendo strage degli avversari, e cacciandone fuori gli avanzi. VI. Battaglia di Praga (novembre 1620). f; detta anche « della Montagna Bianca » . Appartiene alle guerre di reli-

gione. L'elettore palatino Federico V, capo della lega dei Protestanti, d i fronte alle forze imperiali si rifugiò presso la città, con 30.000 u ., di cui 10.000 circa erano Ungheresi, in massima pane cavalieri. Cont ro di lui marciò l'esercito imperiale (50.000 u.), guidato da Massimiliano di Baviera, capo della Lega Canolica, col gen. Tilly. Faceva parte degli Imperial i un forte corpo napoletano agli ordini di Carlo Spinelli. Nelle file opposte, militava come generale l' italiano come Della Torre. L'8 novembre gli Imperiali lanciarono la loro cavalleria tedesca all'attacco della Montagna Bianca, dove si era stabilito l'esercito prote'stante, comaodato dal principe Cristiano d'Anhalt. Gli Ungheresi respinsero l'attacco, e i Napoletani dello Spinelli, e i Valloni, fronteggiarono a loro volta gli Ungheresi, e dopo aspro oombattimcnto li sbaragliarono volgendoli in fuga e occupando le posiz ioni nemiche, sulle quali la fanteria boema non resistette. I Protestanti perdettero 4000 u., oltre alle attiglierie e a u11 migliaio di prigionieri. A poche centinaia di u. ammontarono le perdite dei Cattolici, i quali si diressero subito co11tro la città. 11 giorno 9, Napoletani e Valloni ottenevano di andare ali 'assalto per i primi, ma la città si arrese appena essi furono sotto alfe sue mura, poichè Federico l'aveva abbandonata rifugiandosi in . O landa .


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VIJ. Pace di Praga (30 maggio 1635). Fu cooclusa fra l'imperatore di Germania e Giovanni Giorgio I, elettore di Sassonia, per sè e per i Protestanti. Pone fine al terzo periodo ·d ella guerra dei Trenta Anni, detto periodo svedese.

VI!l. Assedio di Praga ( 1741) . Appartiene alla guerra per la Successione d 'Austria, e fu posto d a un esercito franco-sassone-bavarese, agli ordini dell 'elettore di Sassonia, nel mese di novembre. Scarso era il presidio imperiale (3000 u. al comando <lei generale Olivi). L'attacco fu operato su quattro punti contemporaneamente, nella nocre sul 26 novembre, preceduto <la fuoco d'artiglieria contro le mura. I Sassoni, alla porta San Carlo, furono respinti al p rimo tentativo, ma superarono le d ifese nel secondo. Gl i a ltri attacchi riuscirono di primo im peto, e il presidio abbassò le armi. · IX. /,,vestimento di Praga (1742). Dopo l'assedio dell'anno precedente, erano rimasti in città 30.000 franco.bavaresi,

agli ordini dei maresc. d i Bellislc e cli Broglie, isolati in Boemia per le vicende della j!uerra. Gli Imperiali, comandati <lai granduca di Toscana, da l principe Carlo e dal marcsc. Kéinigsec, vi posero il blocco nel giugno, con una linea d i circonvallazione fortificata e munita di copiose artiglierie. I Francesi

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sr. era solidamente appoggiata al monte Ziska e a l fiume; nel centro della posizione I 'alwra di I-llupetin clava ottimo appoggio c!ifensivo, reso maggiore da lavori di fortificazione campale~ Parallelamente alla fronte scorreva il Roketnitzer, che costituiva un scrio ostacolo, essendo largo e pantanoso, rotto verso est da piccoli stagni e paludi sino a Beckowitz. Ncll 'interno la posizione presentava due cordoni collinosi paralleli alla fronte stessa che consentivano successive lince di resistenza. L'ala dr. veniva invécc ad essere debole : per i l che il Lorena provvide a piegare ad angolo rett◊ lo schieramento <la quella parte. Gli Au- . str_iaci erano su due schiere, ciascuna su uno dei cordoni collinosi; la prima schiera su due linee, colla cavalleria alla sr., la seconda schierata su due lince , delle 9u~li la 2• costituita di sola cavalleria agli ordini del geo. Lucchesi. All 'estrema dr., sul monte Tabor, era il corpo cli Brownc, su 2 scbicre. L'estensione della fronte di schieramento c!cll'cscrcito austriaco, fra lo Ziska e il Tabor,

eseguirono varie sorti te, J·n a furono

sempre ributtati in ci ttà , e dovettero abbandonare tut.ti i posti esterni, battuti dalle artiglierie ·austriache. li 17 luglio gli assedianti iniziavano le t riAcee per l'attacco. Il re di Francia nell'agosto inv iava in soccorso degli assediati un forte esercito (circa 50.000 u.) al comando del maresc. di Maillebois, rinforzato da truppe bavaresi. Il granduca e il principe, lascia ti 15.000 u. col maresc . Fcstetics a guar<lare Praga, marciarono in fine settembre verso i con fini della Boemia per fronteggiare l'esercito <lei Ma illebois, e riuscirono, manovrando sui passi delle montagne, a irn - · pedirne il passo ai Francesi. i quali furono costretti a tornare in Baviera, raggiunti dal n,aresc . di Broglie, che era r iuscito con circa. 20 .000 u. a sottra rsi al blocco. Questo fu maggiormente stretto dagli Austriaci, comandati dal p rincipe Lobkovitz, il 2 novembre. Verso la metà di dicembre, i l maresc. di Bellisle, con circa 10 .000 u., si decise a la-

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Battaglia di P raga (1757)

sciare la città, e vi riu scì, rna , n1olestato per via- dalla

cava lleria nemica, perdette molta gente, raggiu ngendo Francoforte con poche m igliaia. cli u . A Praga rimase il col. Chevert. con 900 soldati validi e circa 2000 infermi o feriti. li 28 dicembre egli cedette la città, ottenendo d i uscirne libero con gli uomini validi, ·e di ritirarsi in Francia. X . Presa di l'mga (1744). 1\ pparticnc alla guerra per la Successione d'Austria. li re d i Prussia, con un forte esercito, bloccò nella città 18.000 Austriaci, e la investl il Io settembre . Sei g iorni dopo gli Austriaci cedevano la città al re, il quale vi lasciava una guarnigione che il 27 nove mbre ne ripartiva per seguire il re, dalle vicende della guerra costretro ad abbandonare la Boemia. Xl. Battaglia di Praga (6 maggio 1757)'. Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Il re Federico U aveva radunato presso Prosek, sulla dr. della Moldava, una massa di circa 64 .0 00 uomini (66 bgl. e ll5 sqdr.). Altri 32.000 uomini a! comando del Keith , stavauo sulla sr. dei fiume, per precludere al nemico la ritirata verso sud e verso ovest. Gli Austriaci comandati dal principe Carlo di Lorena, forti cli circa 61.000 u. (61 bgl. , 60 cp. d i granatieri, u7 sq<lr. e 15 cp. di ca rabinieri, con 180 pezzi, d i cui 120 da battaglione), avevano preso posizione ad est di P., sulle alture di r iva sr. della Moldava, lasciando 13 .000 u. di guarn igione nella

cittàM L a

loro posizione si

p resentava

molto forte, specie contro un attacco frontale. lofatti l'ala

era d i circa 6 chilometri, con d ens ità di forze pressochè uniforn1e .

Concetto operativo d i Féderico li è di attaccare i l fianco dr. nemico con la rgo aggiramenro per Satalitz e Unter Poczernitz. Egli m uove da Prosek su tre colonne, delle quali quella di sr. tutta composta di cavalleria. Sei bgl. granatieri, 4 regg. di fanteria, 20 sqdr . di cava lleria costituiscono htvanguarclia, agli ordini del gen. Schwerin. Le tre colonne marciano in d irezione di Satalitz; dopo raggiun ta tale località dovevano fare una conversione e pun tare su Unter Poczcrnitz e Micholup. Pino a Satalitz il movimento procede inosservato. Successivamente il Browne

lo scorge dal monte Tabor, e intuisce il d isegno operativo <lei re prussiano : per il che fa eseguire una conversione ad angolo rena alle sue truppe, appoggiando la sr. allo stagno di Keygc e la dr. alle alture di Homola. Chiede nel contempo r inforzi al Lorena, per chiudere il passaggio t ra Pratsch e lo stag 110 di Micholup: il Lorena invia tutta la cavalleria della seconda schiera, agli ordini del Lucchesi. Questa, con quella del Browne, forma così una massa imponente cli 10 0 squadroni. Il Lorena tentò di far cam:-;arc fronte alla fanteria, ma si t rovò ostacolato dal terreoo rotto e difficile, e dal lungo tempo che ciò avrebbe richiesto.· l i te rreno intricatissimo doveva far cambiare anch~ le modalità dell 'attacco : infatti lo Schwerin, passaro Untcr Poczcrnitz, decise di convergere subjto a

\


PRA

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sud di tale località e d i attaccare il nemico prima che esso avesse potulo assumere il nuovo schieran1ento conseguente agli ordini del Lorena, senza aspettare che l'artigl ieria prn• p ria e il g rosso fossero giunti e p ronti all'azione, vincendo le riluttanze d el Re che in p r incipio non voleva accettare tale soluzione. Lo Schwc rin a lle ore 11 lancia la p rima linea ali 'attacco, facendole attraversare il terreno fra Unter Poczcrnitz e Sterboholi. L 'avanzata, resa faticosa dal terre no e dal nutrito fuoco ciel nemico, è arrestata; m a gli Aust riaci no n contrallaccano. Più tardi, rio rdinate le truppe, egli ritenta la prova e con una bandiera in ma no p recede le colonne : l'esempio è seguito da tutti i generali d i brigata e d i reggime nto. L'attacco quest a volta ottiene q ualche r isultato, ma lo Schwerin lascia la vita sul campo . Federico allora fa avanza re l'artiglier ia, Cùllocan.do la p arte ad ovest d i Uotcr Pocz.ernitz e parte a est di Sterbohol ; schiera le fanterie del Bevern sul p rolungamento della fronte dello Schwerin dando loro come obbiettivo d 'a t tacco ]'ala sr. del 8 r.:,wn;; dà alio Zicthen l'ord ine <l 'at-

PRA

Lo Ziethen a ttacca colla sua massa d i cavalleria il fianco dr. del Lucchesi , che in piena rotta ii ritira su Praga e Branik . Il Manstein e il p rincipe Enrico avanzano decisamente su Z tska e Wolschau , I l principe di Lorena, vedendo l.l suo fianco dr. aggirato, tenta contromanovrarc con una conversione i nd ietro, face11do perno a Ziska; ma l'avanzata travolgente d elle linee prussiane fa d esistere gli Austriaci da ogni ulterio re inutile resistenza, tanto più ch e il Lorena, colto da malore, è allontanato d al campo d i battaglia e i l Browne i: morralmcntc ftrito . L 'occupai.ione del monte Ziska per pa rte dell a d r. Prussia na è la affermazio ne della v ittoria pitÌ completa. f resti dell 'esercito austriaco si ritirano : parte (quelli d el Browne) su Vcnekau e pa rte nella piazza d i Praga, che resta così bloccata dal re e dal Keith. T Prussiani hanno 340 ufficiali e 12.169 uomini di truppa fuori com battimento; gli Austriaci 385 ufficiali e 12 . 91 2 u . d i t ruppa, compresi 4z35 p rigionieri . Perdono inoltre i bagagli, l'equipaggio da ponte e 33 cannoni.

Battaglia d i P raga ( 1757)

raccare il Lucchesi con la cavalleria d i riserva ; a nord invia una colonna d i 5 bg l. che per Key deve d irigersi al monte Tabor e cadere a tergo del fianco sr. del Browne . Pe r impedire che le truppe del Lorena, rimaste terme sulle colline, possano interven ire io favore delle truppe che combattevano sull 'Ho mo la e sul T abor, il re ordina al principe Enrico d i Prussia cd al Manstcin , i n complesso 8 bgl. , di muovere su Hralorzez per Satalitz e H lupetin, risalire le pendici orientali del p rimo cordone collinoso e ma rciare per l 'avva.l lame nto tra questo e il secondo allineamento di colline, in modo da pre ndere di fianco e rovescio t utto il fronte austri~co. La m anovra ciel re Federico è m olto complessa: in sostanza egli intende effettuare un a ttacco fron tale coordinato coi due attacch i contro i fianchi degli austriaci, con azione sincronizzata nel tem po e nello spazio e con impiego armon ico di tutte le armi e di tutte le forze disponibili. La manovra si svolge con mirabile p recisio ne. Il Bevern, incar icato d ell'attacco frontale, sccondato da li 'azione dei 5 bgl. d iretti su l m. Tabor, r iesce picqamente nel compito assegnatogl i. Gli A ustriaci ripiegano su l Tabor , ma, minacciati a tergo dalla colonna del principe Enrico, si ritirano nel massimo d isord ine.

Xl i. Assedio di Praga (1757). Dopo la battaglia del 6 m a)!gio, il re Federico blc,ccò nella città la g uarnig io ne, cui si era no aggiunti oltre 2 0 . 000 u. d ell'esercito sconfitto, riusciti a ri fugiarv isi insieme col p rincipe d i Lorena . La c inà venne ìntcnsamentc bombardata, ma non cc<leue. Avanzand osi a soccorrerla con forte esercito il maresc . austriaco Daun , il re gli corse incontro ; sco nfitto a Kolin, d ovette abba ndonare l 'assedio e battere in r itirata. XIII. Trattato di Praga (27 luglio 1813) . In forma segreta fra A ustric, e lng hi lter ra. Se la sorte delle anni tornerà compiu tamen te p ropizia alle potenze confederate contro la Fra ncia, l'Inghilterra consen tirà al l'Austria mani l ibere nell'assestamento d elle cose italiane . A tale p rezzo l'Austria abbandonerà l'allean za colla Fra ncia. XIV. Rivoluzione di Praga (1848). È co ntemporanea ai moti d i quell 'anno in quasi tlltta l 'Euro pa. Anche a P. gli elementi liberali e cost ituzionali si sollevarono per reclamare nuovi ordinamenti. Il governatore, generale \Vind ischgr atz, respinse le richieste dei cittadin i (11 g iugno) per la costituzione di una g uard ia nazionale. li giorno d opo L.!na moltitud ine rninacciosa si presentò al suo palazzo 1 e


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venne a conflitto con le truppe. La . lotta continuò il 13 e il r4; il giorno 15 la guarnigione dovette uscire <la P., ma si collocò sulle colline e iniziò un violento bombardamento che fece vittime e danni. I ribelli dovettero cedere, e si arresero a discrezione il 16 giugno. XV. Trattato di Praga (23 agosto 1866). Pace fra Austria e P russia, dopo i preliminari <li Nikolsburg, del 26 luglio. L'Austria accede alla dichiarazione fatta dal rappresentante d i Francia, cioè, che la Venezia, dopo la pace, sarà rimessa ali 'Italia; riconosce la dissoluzione della Confedera-

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nella guerra di quell'anno, e la sua supre mazia nella Germania. Di •curioso vi è questo: che le Potenze contraenti non scrivono 1 come si usava per ["'addietro> nel testo, << pace '

perpetua », ma " pace durevole ». XVI. Trattato di Praga (l'" settembre 1929). Fu concluso fra la Cecoslovacch.ia e la Jugoslavia , con carattere di stretta alleanza militare. Completato da altro t rattato, concluso a Belgrado il 1° dicembre, tra la Roinania e la Jugoslavia, rappresenta uno dei trattati preliminari della l'iccola. Intesa (V.). Entrambi prevedoM l'occupazione del-

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Bombardamento d i Praga (fine m agg io 1757)

zione germanica ed acconsente ad un nuovo ordinamento

della Germania senza la sua partecipazione; riconosce altresì l'unione federale più stretta, che sarà fondata dal re d i Prussia al nord della linea del Meno: ciò faceva ammettere· alla Prussia gli Stati <li Annover, Assia, Nassau., F rancoforte. l ooltre 1'Austria acconsente a che gli Stati posti al sud della detta linea contraggono una unione, i cui vincoli nazionali colla Germania del Nord formeranno oggetto d i un ulteriore ;;ccordo fra le Parti· contraenti, e che avr:\ esistenza internazionale indipendente. Tutti i d ir itti che ] 'Austria deriva dal trattato di Vienna del 30 ottobre 1864 sullo Sch leswig e sull'Holstein, sono trasferiti alla Prussia; le popolazioni del Nord dello Schleswig

l'Ungheria in caso di conflitto con altre Potenze, anche se questa proclamasse la propria neutralità. Praga B H 4t. Biplano biposto, da scuola e da caccia, costruito a Praga, e adottato d all'esercito cecoslovacco: apertura <l 'ali m. 1r.15, lunghezza m . 7 .7 2 , peso a carico completo Kg . 1370 , velocità massima K mh. 220, salita a 3000 m. minuti 13, autonomia Km. 750.

saranno riun ite alla Danimarca se esse ne manifestassero

il desiderio con un voto liberamente espresso. Nelle modi/i. cazioni che <lebbono ave r luogo in Germania, la Prussia si obbliga, conformemente ai desi<icri manifestati dall 'Austria, a lasciar sussistere lo Stato territoriale della Sassonia nella sua estensione presente, riservandosi d i fissare, in un trattato d i pace speciale coll a Sassonia, la situaz ione ~!ella Sassonia stessu nella Confederazione germanica del Nord e la sua ·parte nelle spese <li guerra. Dal canto suo l'Austria s'obbliga di r iconoscere il nuovo ordinamento che la Prussia stabiliri, nel Nord della Germania. L 'Austria pagherà immediatamerue, per sua parte di indennità d i guerra, 20 milioni dj talleri. Tutti i trattati precedenti fra le Parti contraenti sono confermati in quanto 11011 debbono cessare di esistere per effetto della dissoluzione della Confederazione Germanica. II trattato sanziona la vittoria ottenuta dalla Prussia

Aeroplano Praga B H 41

Praguerie. Nome dato i n Francia a una rivolta di nobili e guerrieri, scoppiata nel r440, in seguito all 'editto di Or/éans (V,) emanato dal re Carlo VII. li nome derivò dalle rivolte d i Praga di alcuni a1rni prima. Il duca di Borbone si mise d'accordo con altri signori del regno, come i è uchi di Bretagna e d 'Alençon, e tutti insieme persuasero i l giovan;,-,imo delfino a schierarsi dalla loro parre , promettendogli i l t rono dopo di avere detronizzato


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P RA

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il (e Carlo VII . Questi affrontò con energia la situazione ; ne derivò una breve guerra che d iede luogo a parecchie scaramucce e durò sei 1nesi. I n1akontenti radunarono buo na parte degli elementi licenziati dall'esercito, fra cui baode d i "scorticatori». Var ie piazze del Poitou occupate dai ribell i furono ben presto loro riprese dal re, mentre le popolazioni si dimostravano sempre più_ ostili ;il movime nto ; a poco a poco s i stri□gcvano intorno al re i no -

bili, recandogli truppe, e fra i ribelli erano continue le defezioni. Ben presto il re apparve pienamente trionfante, e 1 ribelli fecero atto di sùttomissione ; il re perdonò al delfino e inflisse il con fino nelle loro terre a par ecchi gent iluom ini . Il 1.4 luglio t,HtQ era torr.ato in p ace, e Carlo poteva 1nctter'e n1ano

al nuo-

vo o rdinamento mil itare delle milizie francesi .

PRA

contro l 'Austria e divenne colonnello nel 1917. F u a lungo direttore dell'officina di costruzioni del genio di Pavia e nel r927 fu promosso generale d i brigata. Addetto a lla d irezione superiore dei servizi specialisti del genio, venne collocato in P. A. nel 1932.

Prandoni (Ettore). Generale della aeronautica, n. nel 1881. Partcéipò alla guerra di Libia come capitano, e ideò i rifornimenti a mezzo d i aeroplani, assumendo a tal uo po il comando d i una sq uad riglia ( r9 r2) . Tornato in patria con:andò il campo della Malpcnsa e il gruppo scuole. Parteci pò alla guerra Mondia le, dove ten ne il comando dell 'aviazione deÙa 2a, poi della 4• armata e infi ne dcli' Intendenza dell · Aeronautica . Nel 1918-19 fu in Libia al comando di quell"avia-

z.ione. Divenne generale di divi.

Prandoni Ettore

Nave

sionc aerea e comandante della zona aerea di Roma nel 1924 e fu collocato in posizione ausi liaria nel 1926. Guadagnò nella g uerra Mond iale due medaglie d "argento.

ma lese a vela, per il cabotaggio fra le isole dell:, Sonda. Fu annata in guerra dai pirati di q uelle ' isole, benchè poco veloce.

Pranzetti (Teodoro). Generale dei CC. RR., n . nel 1860. Sottot. di fa nteria nel 1882, passò nei CC. RR. nel 1886. Jn guerra contro l 'Austria comandò il 3° bgl. CC. RR. e

Praho. Praho della Malesia

Prairie Grove. Località degli Stati Uniti, presso Fayetteville, nel!' Arkansas. Nel d icembre 1862 vi avvenne un co1nbatti mento che ap-

partiene alla guerra di Secessione, e rappresenta il primo urto per la conquista dell'Arkansas. li 7 dicembre un corpo federale, costituito di tre dìvis . al comando del brigadiere genérale Blunt, venne quivi ad urtare contro il I corpo d el! 'armata del Mississippi , <lei Confederati, con1andato dal 1nagg. genera le !lindman. La battaglia, che durò fino al cala r del sole, d iede la vittoria alle trui,pe federali, che seppero approfittare di un errore tattico dovuto al gen. H indman . Questi perdette t ra morti, feri ti e dispersi 1317 u ., men tre i Federali ne perdettero 125r, ma riuscirono a cacciare gli avversari dalle loro pos1z1om, e ad iniziare cosl la conquista d el1' Arkansas .

Prammatica sanzione. Decreto legge emanato tlall 'impcratorc Carlo ·VI d "Austria nel 171.3. Egli mirava con esso ad assicurare la corona a sua figlia Maria Teresa. Il decreto stabilìva l'ind ivisibilità dell"impero, e in mancan1a d i d iscendenti maschi abilitava le femm ine alla successione . Riconobbero successivamente tale decreto la Spagna, l"lnglùlterra, l'Olanda , i principi tedesch i, la Polonia, la Russia e altre potenze. Ma, venuto a monc nel 1740 Carlo VI, nessuno si appagò del decreto o fu frenato dal riconoscimento, e ne derivò a llora la lunga ,guerra per la Suc cessione <l'Austria. Prampolini (Demetrio). Generale, n . a Reggio E milia nel 1870. Sottot. del genio nel r8gr, partecipò alla guerra

Combattimento di Prairie C rovc ( 1862)

rimase ferito sul Podgora , dove ebbe il comando del reggimento e la promoi.ione a colonnello per merito di guerra. lo posizione ausiliaria nel 1920, fu promosso generale -d i brigata dei CC. RR . nel 1921 e generale di d ivisione nella riserva nel -

Prarolo. Comune in prov . di Vercelli, sulla destra della Sesia. Il 22 maggio J 859 le tru ppe piemontesi de lla 3~ d ivis . (Durando) vi sostennero uno scontro con gli Austriaci che occupavano la sponda opposta del fiume e i dintorn i d i Palestro. Prasca (Emilio) . Ammiraglio, m . a Forte dei Marm i nel 1924. Raggiunse il grado <li contrammir. Come

Pranzetti T eodoro

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,,rinore mii.. abbiamo di lui, oltre .1 una biografia dell'ammir. Di Saint Hon, " L t marina di g uerra ùi Vittorio Amedeo Il re di Sicilia ., e ,, La marina di guerra <l: Casa Savoia " .

Prasnitz. Borgo della Polonia, sulla Vegicrka.

I. Combattim~11to di Prasnit: (novembre 1914). Apputiene alla guerra Mondiale, fronte Orienrnlc. li corpo di landwchr del generale Zastrow, assalito da preponderanti forze russe ncUc sue posiz~oni presso P., fo obbligato a rttirarsi ,ulla linea Soldau-Ncidenburg, dove, dopo san.guinos~ lqtta, l'avversa rio potè venire co111cn uto. L'arrivo del corpo•~; cavalleria H o llcn, che appoggiò le due ali del corpo · Zastrow, ne migliorò la situa:;,:ionc e con essa quella dell'8• armata, che aveva dovuto ripiegare sulla hnea Angerapp-Laghi Masuri e che continuava nell'aspra ,e d1flìcilc "Jbtt~ con1ro forze prevalent i. Il. Ba11,1glia di Pramitz (febbraio 1915). Mentre si prc• rara\'a lo schieramento dell '8• e della 10• armata tedesche per la battaglia <l'accerchiamento di Augustowo, il Comando tedesco, nel febbraio 1915. volle che il gen. , ·011 Q(lllwitz prendc;sc il comando delle truppe fra la Vistola e I 'Orschitz. per esercitare una pressione sul nemico in direzione sucl, Ed egli, clopo iniziali successi, mosse \'ero I'. per disimpegnare il XVII corpo d'armata premuto da forze superiori, e rer agc\'Olare l'auacco di Ossowictz che non era ancora ,taro sospew. Il 24 febbraio, con circa 5 dtvis., attaccò I'. e lo prese; ma, avuto notizia che forze molto prC\'alenli. per Mlawa e l'Orschi11., 1ende,·ano ad accerchiare le prorrie, ordinò il ripiegamento sulla linea di confine. giiì sistemala a tlife,a, Janow-Chorshele . I Ru»i mt~lccarono intensamente, 1na le posizi,1ni furono conservate dai Tedesch i. Ricevuti rinforzi, Gallwi1z mosse al con• 1rauacco per k due ri,·e dell'Orscbit:;,: : la pressione dei Tcde~chi contro l'armata russa durò dall'S al 12 marzo e finì a nord di P. I Russi contrauaccarono il 18 passando per paludi che i Tedeschi credevano i mpraticabili e furo no comcnuti a stento. Ad ogni modo venne quivi man mano ad illanguidirsi l'atti,·ità guerresca, tantocbè i Tedeschi poterono trarne forze (una divis. di fanteria ed una <li cavalleria) per mandarle altrove. Ili. Battaglia di Pmsnitz (luglio 1915). In seguito a i ri • sulrati della battaglia di Gorlice (maggio 1915) ed ;illa riconquista di Leopoli. per cui la massa d'urlo meridionale vcni,•a spinta ,cr;o nord fra Vistola e Bug, il Comando 1cdc;co determi;1ù che all'accerchiamento <lcllc forze avversarie concorressero le forze schierate in corrisponden,:a elci Bobr-Narew, e più specialmente la 12• armata (von Gall • witz) puntando su P_ e quindi su Roshao e Pultusk. A tale offensiva doveva concorrere anche l'ala sr. della VIII armata, che doveva orcrare fra lo Schkwa e la Pissa. Per ,l 'operazioae com ,ncssagli, il generale d isponeva del I, XUI, XVI! e Xl C . d'A. e del XVII cli riserva . In complesso, 13 divis. con una forte massa di artiglierie in corrispondenza dell'ala Ìlr. , cioè \'CrSO P. che venne attaccato da ambo i lati. L 'offensiva ebbe pieno successo: ol trepassato P. e prese d'assalto il 15 lugl io forti posi1.io11i coprenti il Karew, il 17 fu raggiunta la sponda dr. mentre con l 'ala dr. la 12" armata giungeva a N.-O. di Nowo Gcorgiew,k. li 23 venivano prese le piccole piazze di Roshan e di Pultusk, il ~ agosto quella di Ostrolenka. Padroni co,l <li Ire important i punt i di passa1;gio sul Narcw, no nch /: di altro alla confluenza dello Schkwa, il gruppo Gall w il:t si era posto in grado d'operare vigorosamente sul rovescio della media Vistola, e frattamo mandava reparti a Serotzk

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ed a Segcrshe per tentare d'impadronirsi da quella parte delle fori ilicazioni d i Nowo Georgicwsk. Aspra cd ostina1,, ma ,·ana., era stata la resistenza dei Russi.

Prat (,w11e Ferdi11a11do). Generale, n. e m. a Torino (1ì92-1862). Sottoc. d'ari. nel 1813 al servizio d ella Francia, col ~raclo di te nenie passò nel 1814 nell'esercito sa rdo . Colonnel lo nel 1834, fu viccdireuorc del materiale d'art. Magg. 1;cneralc nel 1839, comandò clal 18.p al 1848 il personale <lei corpo d'art.; poi fu vice comandanle generale dell'artiglieria . Ten. generale nel 1852, fu presiclen1e del 1ribun;1lc supremo di guerra e marin,a, e venne collocaro a r iposo 11d 1855. Nel 1858 ebbe la nomina a senatore del regno. l'rat 1lgos1i110. Ufficiale della marina cilena (1848-1879). Allo scoppio della guerra <ld Pac,lico ( 1879) ebbe il comando di una dl"is. d i vecchie navi g uardacos1c, e attaccò con due d i esse i l mon irore peruviano « Huascar ». Quando la sua na,·e stava per affond;tre, abbordò la nave nemica e con pochi uomini s1 slanciò sul ponte di essa, trm·andovi la morte.

Pmt Giacinto . Generale, n . a Mo retta nel 1872. Sotto!. d'art. nel 1892. fu poi in Eritre:t e nel 1912 in Libia . Entrato nel 1915 in guerra contro l'Austria al comando di un gruppo da monta,:na, meritò sul . ~r:>.li una medaglia d'argento_ Colonnello nel 1917, comandò il 200 art. da carnpag na nella regio ne del Gcappa e venne decorato d i una seconda med. <l':trgcnt,>. Poco dopo la g uerra andò in P. A. S. Generale di brigat> nel 1926, passò nella riser\'a nel 1932.

Prata (Adriano). Generale, n. a Padova, m. a !sola Dovarese (1863-1927). Sottot. d i fanteria nel 1882, frequentò la scuoh di guerra: colonnello nel 1913, comandò il 25° fanteria; magg. generale nel 1915 partecipò alla guerra contro l'Aumia . Fu primo comandante delle brigate Maccr~ta e Si racusa e nel 1917 venne collocaw in P. A. Nel 1923 assunse il grado d i generale di d ivisione. Pratesl (Emilio). Generale, n. nel 1839, m. a Firenze nel 19q. Pro,·enicntc dall'esercito toscano, partecipò alla campagna del 1859 e passò poi in quello italiano col grado d i tenente d'art. Colonnello nel 1885, fu direnor c del laboratorio piro1ccnirn di Capua e poi , lireuorc territoriale d 'are. a Torino. Primo comandante del 27" art. da campagna, 'fu collocato in P. A. nel 1891. )lei 18g6 [u promosso magg. generale e nel 1907 ten . generale nella riserva. Pr ati (di Rovogw1sco, Ignaz io). Generale, n. ad Alessandria nel 1780. Tenente di cavalleria nel 1814, divenne colonnello nel 1833. Fu ispettore della R. 5cuola d'equitazione e nel 1836 fu collocato a riposo col grado di magg . generale. Prati Carlo. Generale, m. nel 1835. Ufficiale d i caval leria. fu colonnello comandante il rcgg. dragoni del Genevese dal 1831 al 1833, anno in cui fu collocato a riposo col grado di magg . generale, Prati Cad o. Generale, n. a S . Salvato re Monferrato, m . a Milano (1848-1927). Sottot. di cavalleria ne l 1867, di,·enne colonnello nel 1902. Comandò i ca,•alleggeri Monferrato e nel 1900 fu colloca10 in P. /\, >l'ella riserva fu promosso magg. generale nel 1913 e nel 1923 assunse j! g rado di generale di d ivisio ne .

Pratls (Serafino). Generale, n. a Saluzzo nel 1871. Sottot. degli alpini nel 1891, partecipò alla guerra libica


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cd a Sidi Said (1912) meritò la med. di bronzo. Nel 1915 entrò in guerra contl'O !" A ustria quale capo d i S. M. d i un raggruppamento alp in i. Tenne poi successivame1ue il comando <lei bgl . Susa e Moncenisio. Colonnello nel 1917, fu poi coman da nte del 26° gruppo a lpini. In guerra fu due vol te fe rito e per le azioni svoltesi sul M. Nero (r9r5), sul \Ind ice (1 917) e sui Solaroli (1918) meritò la croce <lcll'O . M. S. Dopo la guerra fu addetto al comando d el la scuola d i guerra e nel 1926 fu nominato coman dante d el 4° regJ!. a lpini. GePratis Serafino nera le d i b rigata nel 1927 , ebbe il com a ad o d el!· n a e poi (1!)29) dd la 3a. briga ta di fanteria . Ispettore di mobilitaz io ne della <lìvis . mii. di Tori no nel gennaio r932 , d ivenne nel novt:mbre successivo presidente d d Tribunale mil. cli Torino e passò in P . A. nel HJ33·

PRA

genio a Torino nel 1877, (u promosso rnagg. generale ne! 1883 ed ebbe il comando rerritoriale del genio di Torino . Ten. generale diretto re gen . al ministero della guerra nel 1888, dal 189r al 1892 fu ispettore delle t rupp e del genio. Nel l892 andò in P. A., e poi p assù nella riserva .

Prato Leopoldo. Medaglia d'oro, n. ne l 1845 a Pamparato (Cuneo), caduto in Africa nel 1896. Valoroso ufficiale dei bersaglieri, era già $tato in .EritJea una pri1na volta da ~0tlOtene,uc ud 1889, d ivenendo ufficiale coloniale esperto c cl entusiasta. Tornatov i da maggiore nel 1895, assunse il comando del 6° bgl. delle truppe d'i\frica, alla testa d el q uale combattè da prode nella giornata di Adua, rim,uicndo ucciso sul campo. Alla memoria d i lui fu conferita la med . d'oro, con questa 1nor:ivazione : (< Ferito· feggermcntc tre volte <l 'arma d a fuoco, non lasciò ma i il comando del battaglione, che spinse piè1 volte vigorosamente ali 'assalto. Eseguì con rH0 coraggio ed energia l'ultiml resislcnza della b rigata. Morto sul campo " (Adua, 1° marzo 1896).

Prato. Comune in prov. di Firenze, sulla dr. del Bisenzio. La c inta delle.,suc mura è un ampliamen to di quella de l 1r92, e fu incominciata nel r322; ha forn1a di un

esagono con bastioni agli angoli e cinque porte. La for• tczza, collegata con le mura da un passaggio cope rto, occupa il luogo del cosiddetto « Palazzo clell 'lmperarore », esistente g ià sin dal 119,, convertito nel u84 in palazzo ciel Popolo; serve ora di pr igione militare. Alle fortificazioni di l'. lavorò l 'architCllO militare fiorentino Ilaccio del Bianco. Le origini e 1·amichità di P. sono incerte : nel 1to7, era appena un borgo 4uando fu sottomesso dai fiorentini che lo tennero per quattro secoli.

Presa. e sac-co di Prato (r512). 1\ppartiene alle guerre tra Francia e Spagna per la supremazia in Italia. li vicerè d, Napoli , Raimond o di Cardana, generale della lega contro la Francia, il 20 agosto 1512 varcò g li Appennini per la v ia d i Bologna ed entrato in Toscana si diresse alla volta di Pralo ponendo il campo presso le m ura . Le forze d el Cardona consistevano in 20n uom ini d'arrne italiani e 5000 Spagnuoli. I Fiorentini avevano a ffidato la d i(esa di P. a l condottiero Luca Savelli, affidandogli 2000 fanti e m o cavalieri, quasi tutti di milizie campagnole. Jl Cardona tentò dap prima di sfondare la porta di Mercatale e d i a b batterne la vicina muraglia con le artiglierie, 1na l 'una e l'altra resistettero. Nella notte dal 29 a l 30 agosto 1c· trup pe del Cardona si accamparono davant i alla porta del Serraglio, ove posero cli nuovo in batteria i due soli cannoni cli cui erans, provvisti . Dopo le prime scariche, uno dei cannon i si ruppe, ma l'altro in pocbe ore aprì una breccia per la quale i soldat i spagnuoli riuscirono a penet rare, invadendo la città, d ove

com rnisero

atrocità

senza

notnc.

Circa 5 000 persone furono uucidate e g li abitanti spogliati di rutto. La p resa e il sacco d i P. riempirono cli spavento e d i costernazione Fi renze, la quale non vide allora altro scampo che trattare un accorcio col vicerè.

Prato Cesare. Generale, n . a Prato Cesare Moria.a, rn. a Tori110 (1832-1901) . Sotto t. del genio nel 1852, partccipù alla campagna del 1859 e meriti:, la m cd. d'argento . Co.lonnello d irettore del

Prato Leopoldo

Prato E. F iliberto

Prato Emanuele Filiberto. Generale, n. ad Asti nel 1862. Sottot. d i. fan teria nel 1880, passò due anni dopo negli alpiDi e frequentò la scuold di g uerra. Colonnello nel 1909, ebbe il comando del 3; 0 fanteria che guidù nella guerra libica, ln P. A. nel 1914, venne rid 1iamato per la guerra contro l'Austria alla quale p artccipù quale p rimo comandame del 159° regg. fanteria, guadagnando una m ed . d 'a rgento . Magg . generale a scelta nel 1916, nel 1918 fu nominato ispettore delle truppe di marcia; ricollocato in P. A. nel 1919, nello stesso anno fu collocato nella riserva e nel 1923 o tte nne il grado di generale di d ivisione. Battagliot1e Prato. Costituito il 5 marzo 1848 a Venezia 2 c p. Fu detto anche J " bg l. d i linea veneto . Ebbe per comandanti successiva mente il magg. Prato, il magg. Belli e il colonnello Amigo; le due cp. furono comandate dai capitani Prato e St ratico. li 30 g iugno fu portato a 4 cp. (in tutto 335 u.) : 1• granatieri (Stratico) ; 2• fucilieri (Francesco Gucrrazzi); 3• cacciatori (Maglietta); 4• Volontari d i linea (Spangaro).

~u

Pratt,el n. Villaggio della Svizzera, nel cantone d i Basilea, sulla Birse, che pure ha dato il nome alla battaglia. Battaglia di Praiteln (26 agosto 1444). Fu combat tuta fra gli Svizzeri e truppe francesi (rn.ooo u.), comandate dal cielfino (Luig i) d i F rancia, a lleato di Federico III d'Austria. I Francesi marciavano s11 Zurigo, assed iata dai Confede rati e d ifesa dai pa rtigiani d el duca Federico. C:ontro questo rorpo rnarriaron.0 ap!)ena 1600 svizzeri, i quali assaiìrono l' avanguard ia nemica che aveva passato la Birse sopra un

ponte prc~~o P . e la ricacciarono .ln<lietro. Lu ig i aveva schiera to !e sue truppe lungo la sponda del fiume è pro •


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teggeva con k artigl ierie il pon te. Invano tentarono gli Svizze,r i di passare il pon te a viva forza, chè furono ributtati co n forti perdire. Non cedettero p~r q uesto, e passarono a guado. Ma allora, carica ti d alla cavalleria, dopo energ ica resisre nza furono sconfitti e separati in due parti. Un corpo di 500 u ., addossltO al .fiun,c , si fece massacrare : gli altri r iuscirono a gettarsi dentro a un cimircrù , di cui i Francesi abbatterono il muro a cannonate; q uind i, intimata invano la resa, diedero l 'assalto e li stenn inarono tutti. Solo IO dei 1600 Svizzeri scamparono feriti ; ma ad 8000 u . ammontarono le perd ite in morti e feriti dei vincitori, i qual i èovettero rinunciare a socco rrere Zurigo. Il d elfi no ammirò ta lmente i l v·a lore de lle m ilizie svizi.ere, che concluse ne!! 'ottobre un accordo per .il q ua le g li Svizzei:i sì impegnavano a fornire 4000 combattenti alla Francia, d ietro sua ricbiesta .

Pravadi (o Provadija). Città della Bulga ria, sul fiu micello omoni mo , tra Scium)a e Varna, fond a ta forse sulle rovine dell'antica Marcianopoli (V.) . Fu occupata dai Russi nel 1829, mentre in trapre ndevano l 'assedio di Silistria , e fonifìcata con uno sba rra men w a terrapieno nd fon do valle,

gen . Dandeville con 1 2 bg l. , 10 sqdr. e 3 bt r., e con tro la posizione d i Orhanije il gen, Leonov con un corpo d i cava lleria. Il 22 circa 2 sqdr . di Russi in avanguard ia ve nne ro sterminati da improvviso attacco turco, e i l gen.

Dandeville fu contenuto in un suo tentativo contro Etropolije. Il 23 la colonna d i sr. de l Gurko, composta <li 6 bg l. , 3 sqdr, e 2 btr. riusd per sen tieri assai aspri a sboccar e alle spalle della posizione di P ., e costrinse ço sì i T l)rchi ad abbandonarla senza combattere. In pari tempo essi a bbandonavano Orhanije. Il 24 , il gen . Dandeville , facilitato così nel suo comp ito , attaccava Etropolijc e ne cacciava le truppe turche .

Praya. Isola d ell'arcipelago del Capo Verde, nell"Atlantico . Durante la g ue rra per l'Indipendenza d'America , vi si trovava la Aotta inglese forte d i 4 nscelli , 3 fregate e n umerose onerarie a rmate, comandata dall"am mir. Johnstone che p rovvedeva a fare acq ua e vettovag lie per muovere verso il Capo d i Buona Spe ranza . L'ammir. Suffren, comandan te d ella Aotta francese forte d i 5 vascelli, avu tane notizia si avvicinò costeggiando , Avvistato d alla nave d i g uardia, giunse d inanz, al porto me ntre g li Inglesi, richiamate le ciurme a bord o, stavano o rdillaridosi per la battagli:r. Il Suffren entrò nel )Y~rto con tre de!le sue navi , essendo lon tane le altre due, 1:: spa rando da ambo i fianchi, traversò con due vascelli la linea nernica , oltre a lla quale gettè, l 'ancora; il terzo, sul q uale rimase ucciso il comand ante, andò sottovento e non partecipò alla lotta . Rimasero così d ue vascelli a combatterne altri tre, giacchè altre due navi degli Ing lesi, g ravemente danneggiate , no n potevano intervenire . Però si 1nossero le altre navi armate e i

Francesi , sopraffatti dal numero, dovettero rjtirafSi1 riu~ scendo a salvare a nche il vascello « A.nniba l " che a veva perduto g li alberi e le velature . Gli lnglesi~ tentarono d i inseguire gli avversari, ma la flotta francese riuscì a rompere il èontatto. Essa aveva avu to 164 morti e r26 feriti 1 bordo delle due navi impegnate.

Combattimento di Pra.vadi ( 1829)

e un 'opera a corona , pure in terra, sul! 'altipiano ver,o Scium la. La g uard avano 4000 u . al comand o del gen . Kupria nov. Il gran visir turco mosse con grand i (or w contro l'. cd Eski Arnautlar, Ne derivarono due comba ttimenti separati (17 maggio) . Gli sforzi d ei Turchi per impossessarsi d i P. riuscirono vani: i loro attacchi vennero respinti. Il giorno d opo, il marcsc. Diebitsch inviava rinforzi alle truppe della vallata, e il g ran visir ba tteva in

ritirata ,

Pravca (o Pravscia, o l'ravetz). Passo dei Balcaoi centrali, che mette in comunicazione 1 bacin i dei fium i Ma lok .Jsker e Stara Iske r. Combattimenti al passo di Pravca (r877). Appartengono alla guerra Russo-tu rca, e si svolsero nei giorni 22,24 no vembre. La posizione del passo e ra c ustodita da circa 18 mila u., dei qual i 5000 a Erropolije a ro Km . sulla d r .,. e 3000 a Orhanijc, a r 5 Km . sulla sr. , a l comando d i Mchemet Alì. Comro queste posizioni a van zò il gen. russo Gurko , il quale diresse a P. 28 bgl. , 3 sq<lr. e 8 bt r. in due colonne, inviando contro la posizione d i Etropolije il

Preavv iso. A llorc.hè si de bbono compiere operazioni importanti può convenire, per as.sjcurare il mig liore ùn piego d elle truppe, ch e l'ord ine d i operazione sia j)recedu to da ,10 p rea\'\'iso. Questo p uò esse re necessa rio in qua lunque situazione, quand o manchi il tempo per dare col più conveniente anticipo u n o rd ine co mple ro, o quando ragio ni d i riservate zza consiglino di anticipare il meno possibile la comunicazione integrale delle d isposizion i ciel comando. f.: d 'o bbligo quando si trarti di movimenti o t ra sferimenti d i unità, pei quali ragioni d i iegretezza vogliano c he d estinazione e modalità r imangano riservate sino al momento d ell 'esecuzio ne, mentre impo rta che le truppe inte ressate possano convenie ntemente predisporsi ad effet; tuarli. Il P. contie ne ind icazioni tamo p iù ampie guan to minore è l 'inte rvallo cli tempo che per forza maggiore o di p roposito si p reved e d i lasciare fra il recap ito d ell'ord ine succcs.~ivo ,,; l' inizio della s ua esecuzione. Prebbl,e (Edoardo) . Commodoro d ella marina america na (1761-1807). F iglio d i un brigad iere gencr:\lc, fece la ca mpagna d ell 'Ind ipendenza fino alla pace d el 1783, d istin g ue ndosi in parecchi scontri . Nel r803 fu nom.inato commodoro al cornan<lo d elle navi allestite per reprimere le scorrerie dei Tripolitani. Essend osi questi im padronit i della freg a ta ,, Philadelp hia » che aveva dato in secco, il l'. inviò il luogotenente Decarur nel porto di T ripoli e la fece ince nd iare. Qualche te mpo , d opo fattosi imprestare 6 ba rche cannoniere <lai reame d i Napoli, k armò <l i marinai americani, assall nel po, 9 <li Tr ipoli, sorto il fuoco del ca. 0

l


,,

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PRE

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stello, la sqllddrigl ia del Bey, e gli tolse all'arrembaggio 3 navi.

Precedenze. Nelle circostanze in cui riparti o m ilitari del R. Esercito si trovano r iu niti in q ualità di rappresentanti delle varie armi, corpi o altri ent i militari, cui essi appartengono, si osserva il seguente ordine d i precedenza : Scuola <li guerra; Scuola cen t rale di fanteria; Scuola centrale <l 'a rtiglieria; Scuola cent rale del gen io; Scuola d'applicazione di fante ria; Scuola c1 ·ap1>licazione di ca valleria ; Scuola d'appl icazione di artigl ie ria e genio; Scuola d i tiro d'art ig lieria ; R . Accademia d i fan teria e cavalleria ; R. Accademia d· a rtiglicria e genio; Scuola d 'applicazione di san ità militare; Co llegi m ilitari; Scuola centrale di c,lucazionc fisica; Scuole allievi ufficiali di complemento; Scuola centrale CC . RR . Scuole all ievi sottufficiali . - Carabinieri Reali. - Granatieri; Fan teria d i linea; Bersaglieri ; Alpini; Cavalle ria; Artiglieria; Genio; Carri armat i ; Cen tro ch imico milita re; D istretti milita ri ; Corpo sanit ar io; Corpo d i Coromissarialo; Corpo d'an1ministrazione; Corpo vecerinario; Servizio automo bilist ico ; Perso nale d i governo d egli stabilimenti d i pe na. L'ordine di precedenza tra i vari comand i cd ufiici mil itari è il seguen te (l im itatame n te ai più elevati) : Ministro d el la guerra; Case m ilitari d i S. M. il Re e dei Reali Principi; Tribunale supre mo m ilitare; Ufficio del Capo d i S . M. generale; Co mando d el corpo di S . M. ; Coman d i designali d 'armata ; Comandi d i corpo d 'armata; Comando milirnre della Sicilia ; Comando gene rale dell 'a rma dei CC. RR. ; Ispettorati : del le truppe alpine, celeri , dcll 'a rtiglieria, del genio; Comando mihtare della Sardegna, ecc . La precedenza fra le persone milita ri è regolata d alla carica, dal g rado e dall 'anzianità . li ministro e i l sottosegretario d i Stato d ella guerra hanno, in og ni caso, la precc<lenza su tutti gli ufficiali dell 'escrcito. Agli ufficiali in servizio permane n te succedono, in ciascun grado e nel 1'ord ine seguente , g li ufficiali: a) riassunti in servizio sedentario quali inva lidi di guerra; b) in posizione ausiliaria; ,) d i complemento; d) in congedo p rovviso rio; e) d i riserva. L'ord ine normale d i precedenza fra le varie forze armate, da osservarsi in occasione di pa rate , riviste, funzion i, so• lcn11ità, ecc., è il seguente : 1) Esercito; 2) Marina ; 3) Aeronaut ica; 4) Mi lizia Volontaria pe r la S icurezza N az ionale. Le precedenze fra lè autorità civ ili e le militari sono regolate <la apposito R. decre to.

Precettazione. Operazio ne con la q uale si effettua la chiamata d i uomini sono le a rmi per qualsiasi motivo, o la riunio ne d i mezzi idonei alle operazioni m ilitari , lissa si

svolge seco ndo una ben ~tudiata org anizzazione, roe..

d iante l'invio agli interessati d i una lettera o d i una Cartolina precetto (V.) talvolta precedute d a un avvisò d i [>rcce tto. Si hanno così precettazioni d i uomini , d i quadrupedi, d i veicoli, di autoveicoli o di altri mezzi . L ' uomo precetlato ha l'obbligo d i p resentar,i nelia loc:i lirà, nel giorno e nell'ora ind icati nel p receuo. Il p roprietario di q uadrupedi, d i veicol i od autoveicoli, ecc. d eve far trovare i p ropri quadrupedi o veicoli nella local ità ind icata nel precetto j n quel g iorno ed in quell'ora in essp stabilita; d i massima i proprietari sanno g ià sin dal tempo d i pace se i loro quadrupedi o veicoli sono p recettat i. La P. si svolge e si compie p rima d ella d iramazione del) 'ord ine d i mobilitazio ne ge11erale e prima d ella requisi,zionc generale dei mezz i idonei alle operazioni m ilitari, La mo bilitazione

generale e la requisizione avvengono ordinariamente dopo una d ichiarazione d i guerra , ed h anno massima pubblicità

ed imponenza palese . La P, invece che si svo lge in seg uito all 'invio d i com unicazioni personali (precetti) si ef. fcu ua quietamente sen za allarniarc, talvolta con notevole precedenza sulla mobilitazione, in quel periodo di tra nsizione ch e, attraverso le trattati ve diplo matiche fra g li Stat i, può far presumere u na d ichiarazione d i guerra: così, nelle sue finalità, essa !Jermettc di mettere le u nità d i guerra già in buona efficie nza p rima del la mobilitazione , irf modo che queste siano in misura d i far su bito fronte ad eventuali immediate operazioni o sorprese g uerresche. Nei tempi passati era un 'operazione assai ristretta nel tempo, nella qual ità e nella q uantità : oggidì tutti g li Stati le hanno dato un 'estensio ne illimitata, mie cio è da assumere il carattere di una vera mobilitazione , Ma poichè essa avviene senza ricorrere alla pubblicazio ne d i manifesti d i c hia mata per mobilitazione, si confon de con la « mobilitazione occulta >> 1 che si svolge <l i pari passo CQn le trattative diplomatiche, ed è compiuta q uando avviene la d ichiaraz io ne di g uerra : in questi casi l'esercito è subito pronto per e ntrare in campagna . La P . p uò prefiggersi lo scopc,

d i riunire uomini e mezzi sia p resso i d eposit i e maga zzini dei corpi, sia in determinate regioni, sia nella zona di radunata d elle grandi unità d i g uerra : consegue che no tizie sicu re intorno ad essa possono servire allo spionaggio mii. nemico per utili induzioni e deduzioni. La P. è usara anche in tempo d i pace, per chiamate d i i ntere cl assi o d i parte d i esse, per chiamate c1 ·uomini e mezzi in determ inate zone, per istruzioni e manovre, per ragioni d ·o rdine pubblico o per altri motivi di varia indole e scopo .

Preci. Comune in prov . d i Perugia , alle falde d i un colle bagnato dal torrente Carnpiano, a!A ue nte della Nera . Nel 1527 sostenne un lungo assedio contro il cardinale A rmcllini , legato della Marca, per aver dato ricetto a l Vara no, duca di Camerino. L 'assedio ebbe ter mine q uando le mura furono completamente smantellate; il paese fu distrutto ma rifabb ricato qualche anno d opo . Precisione del tiro. È ind icata d alle d ime nsioni del Rettangolo di dispersione (V .) ed i n pra tica si d ice che un t iro è tanto più preciso quanto m inore è l'arca tota le d i tale rena ngolo. In pa ,ticolare si suole d istinguere la P. longitu<l inale da q uella laterale : la prima d icesi p recisione in d istanza o anche in altezza, la seconda anche precisione in d irezione . Per u n d ato proietto e u na d ata bocca d a fuoco . col crescere della d ist anza, la p rima gener almente d im in u isce sia nel tiro a carica fissa (col p r imo e col seco ndo arco), sia nel ti ro ad angolo fisso ; la seconda nel tiro a cari-ca fissa tende sc1nprc a diminuire nel prin,o arco e ad aumentare ne l jecondo arco, mentre nel tiro ad angolo fisso tenrle generalmen te a d im inuire . I n ogni caso nel riro a car ica fi~sa, la /J. , sia longitudinale che rrasversale, a parità d i d istanza, è maggiore ne l primo che nel secondo a rco. Per una data bocca da fuoco e una d ata d istanza, varia con la specie d el p ro ie tlO, d ipend ente mente dal peso d i esso, ma, in special modo, dalla sua forma esterna. P er una data bocca <la fuoco ed u n dato proietto nel tiro a carica fissa, la P.• sia longitudinale che laterale, è generalmente tanto 111aggiore quanto maggiore è la velo• cità iniziale, se il tiro è col primo arco; qua nto minore è la velocità iniziale, se il tlro è col secondo a rco .

Precursori. Sinonimo d i « Anteces;ores » (V.) . Précy (Luigi Perrin, conte d,) . Generale francese (1742Partecipò nel 1769 alla ca mpag na uella Corsica. Du rante la Rivoluzione coma ndò la Guardia cost ituzionale ;

J 820) .


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PRE

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pni si ritirò a Lione dove fu 3lla lesta dei r ibell i cont ro Parigi; riuscito a riparare nella Svizzern, rimase lontano (lalla Fr3ncia fino alla Restaurazione, la quale gli diede il grado di luogotcn. generale e il comando della Guaidia nazionale di Lione. Nel 1915 abbandonò la città all 'arr ivo di Napoleone, e s, ritirò nelle

cazione imporrnnte, come que lla che agevola l'accesso alla conca <li Tarvisio indipendentemente dalle ,·ic della Carnia, fa\'orendo cosl la raccolta di forz<: in un centro di radu-

sue terre.

Preda bellica. Le cause che hanno determinato i popoli a combattere debbono quasi sem pre essere ri,crcate fra quelle cli ordine economico; probabilmente la speranza d'una pred1 sarà stata la ragione vera che ha provoPrecy Luir:i cato la prima lotta fra uomini . Sostituito a ll'individualismo primordiale il concetto della società, e tolto alle masse il cliritto di saccheggiare a profitto dei singol i, rimane il d iritto di e ntr:ire in possesso da parte dellR collettività vittoriosa delle cose dei vinti . Dapprima nella P. si compresero tutte le propricli, private e collettive; non solo, ma il sign ificato di cosa fu esteso al le ,tesse persone componen ti l'esercito vinto. Sicchè queste, con la .confitta , <lccadcvano da ogni diritto civile e finivnno in cauività. L'alto concetto nd qua le è tenuta la privata proprietà oggi, e l'inviolabilità della libertà personale, hanno ridotto il diritto del vincitore entro limiti modesti, Attualmente egli si vale del d iritto di confiscare e di requisire quanto serve agli immediati bisogni della guerra, con carattere provvisorio e risarcendo il proprietario che subisce il d anno. Per l'. 1/. s'intende il bottino di armi, di materiale bellico, di munizioni, di vi\ Cri, ecc.: ossia tutto ciò che è pos~e<luto dall'escrçito nemico, e che da questo era stato destinato cd usato per recare nocumento al vincitore. Dopo la battaglia di Vittorio Veneto l'annientato esercito austriaco perdette quantità ingentiss ime d i materiale d 'ogni sorta, e pressochè per intero i suoi magazzini e i depositi, lasciando nelle mani delle truppe irnlianc vittoriose non mrno di 3000 cannoni. Tutto ciò costituisce la l'. B. più colossale che la storia ricordi e che oggi è pas.ata a for parte del la propr ietà dell'am rnioi,lrazi<;> ne militare nost ra. La quale, ri i quant'è possibile servirsi, fa uso tutt'ora , segnando a fianco alla denominazione ca1alogale le iniziali « P. B. " · 1

Il passo del Predii ( 1809)

nala prossimo alla frontieca, che permette lo sbocco in direzioni molteplici: sia per il Gail su Villacco, sia per la !)rava di Wurzcn verso Krainl,urg e Lllbiana.

Sbarramemo d, Predii. Opera di fortificazione permanente, costruii., dagli Austriaci nel 1808, per chiudere il passo fra i m, Canin e Ma11gart. Consisteva in un blokham a due piani. e un piccolo corpo di guardia, uniti da trinceramento con feritoie e palizzate. Nella campagna del 1809, il 15 maggio, fu attaccato di fronte dalla divis. italiana del Seras, mentre il ocf' regg. (della di,·is. Durutte) ne aveva da \'al Raccolana eseguito I 'aggiramelllo. L'opera era di[esa da 200 croati comandati dal cap. Wichtovicl, , e da 40 artiglieri con 10 pezzi. 11 giorno 16. mentre arri, avano le artig lierie de l Seras. ~lcuni animosi si arrampicarono per i fianchi scoscesi dei monti laterali, allo ,copo di mokmre i diienson. Il 17 fu dato dagli Italiani !"assalto al trinceramento. che venne preso : i difensori si chiusew nd blokhaus. e . quando gli Italiani vi appiccarono il fuoco, tentarono una d1Sµcrata quanto vana sortita: il capirnno Wichtovich vi rimase ucciso: i superstiti si

Preda mariuinw. Le cose predate e confiscate nell'c,,crcizio del diritto marittimo jn tempo di guerra sooo sonoposte a nor me dettate <lagli Stati, fin dal tempo di pace. nei vari Codici. Da noi. l'art. 229 del Codice della marina mercantile stabilisce che il pr0<l0110 netto della P., dedotte le spese di procedura e di liquid"zione , va per due quinti a favore degli equipaggi che abbiano effettuato o concorso alla preda. e per un quinto a favore della Cassa invalidi della Marina mercantile. Oltre agli equipaggi delle navi concorre alla riparti1.ionc il per\onalc della difesa costiera che e,·entualmemc abbia concorso alla preda. (V . anche Bottino, Cattura , Corsa, Corte i11temazio1u,/e ,!elle prede, Londra LT).

Predii (Colle d1). Passo delle Alpi Carl\icbc, che rnwc in comun icazione la valle dell'Isonzo con quella del Gailitz. La rotabile <la Gorizia risale l"Isonzo per Canale e Tol m ino, tocca Caporetto e Saga e raggiunge la conca di Plezzo. lvi imbocca il ,·allone della Coriten7.a, sale al valico (1156 111.) e per la \'alletta della Scilitza scende a Ta rvisio ove s' imrn euc sulla via Pontebbana. È. comun i-

Portifìcazioni austriache :.J passo del Predii

arresero. -

Nel 1848 furono rimodernate le difese del l'.

con opere moderne, le quali vennero ancora rin1odernlte,

con torri a cuµo la, nel secolo XX:

in tutto, all'inizio


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279 -

Attacco e presa dello sbarramento del Predii ( 1809)

della g uerra Mo ndiale, i l P. era dikso da una batteria, un ·opera di sbarramento presso al laghetto, e due forti più indietro. Queste opere, prese nel giugno 1915 sollo il fuoco delle grosse artigl ierie ita liane , furono sconvolte e rovinate . Gli Austria ci ne trassero fuo ri i pezzi ancora intatti per trasportarli in una caverna che scavarono a prote1.ionc <ld passo.

intorno alle t ru ppe cd ai coma nd i. Nelle g uerre colonial i ricorre spesso la necessità di effettuare vere e proprie operazioni di guerra contro bande o tribù di /' che. a ~opo d i far bottino e razzie . atwcca no altre tribù della regione r i pre,idì rn ilirari anche di forza consiste nte .

Prefetto. Grado della gerarchia militare romana. Prefeuo d'ala (Praefectw alarwn) . Comandante dcll".ila d i cavnlle ria. Grado dell a gerarchia rnilirnre compreso tra il legato ed il tribuno . Prefnto degli a,rnmpame,111 (Prr1efect11s castrorum). Ufficiale addetto, in ciascuna legione, al la .celta del posto per 1·.,ccam1>arn cnl0. al la provvista dei material i nccc,iari per formarlo. a sopraintendere alla costruzio ne dei suoi

ri pari. alla cura dei bagagli, dei fcriu. degli ammalati. delle macchine ,b

delle pmni,te dd eommi,,ariato c guerra.

Prefetto degli al/e11ti. Era uno dei 12 ufficiali dc;unati dai consoli a comand.ue il continiente delle truppe fornite dagli alleati. nelle q uali ess i tenevano lo ,te,so gr~do cd autori t~ che i tribuni nelle lcg10ni ro mane.

Cippo s1rndalc al passo del Predii

Predoni. Dopo ogni fatto d"a rme o azione <li guerra in genere, occorre che gli elementi della polizia militare invigilino perchè nessuna persona si aggiri su l campo con lo scopo di far botti no. G li elementi incaricati d i svoli:e re il suddetto servizio arrestano le persone che d iano so,pello di ,•oler predare e non esitano a far fuoco quando siavi tentativo di resistenza o di fuga. Analoga azione di vigilanza viene eserc itata nell 'interno, nei pressi degli accampamenti cd accantoname nti e in prossimità delle co lonni; in movimento, su tulle le persone sospette che ;i aggirano

l'nfetto degl, 11r1c/ici (Praefeaus jabmm). Ufficiale che comancl:tn gli ~rmmuoli, i falegnami e i meccanici, a<f. dc1ti alla costruz1C>11e delle macchine da guerra e n, lavori de l genio . Prefetto dei rìcl,iamati (PmefectuJ evoca101·11111). Era il comandante degli e\'ocati, che ,ostitui,·ano un corPo <echo e qualche ,·olta •nolto numeroso. Prefello della cam/leria (1'1>1efec1w equitum). Il generale che comanc!a,a In ca,·alleria d"un corpo d"esercito. /'re/etto della (lo11u (P/'lu·fe,·t11J classis). Durante la repubblica. ufficiale che comandava una flotta sotto gli auspici <lei consoli. <lai quali era nominato. Sotto l "nn pero.


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era dato lo stesso titolo a due ammiragli in impiego stabile, nominati dal! 'imperatore, dei qua li uno al comando della Aoua stanziata in Ravenna per guardare la costa adriatica, l'altro a Miseno per la spiaggia del Mediterraneo. Prefeuo della legio11e (l'rae/ecllls legioms). Titolo adottato sotto l'impero a designare !"ufficiale che prima era chiamato « ki:atus legionis » o « lcgionis praepositus », che aveva cioè il comando superiore della legione, t~nto della fanteria quanto della cavalleria che la componevano. l'refetro della 11n1•e (Praefectus 1Javis). Capitano d'una na,·e da guerra. Prefeuo dell'a111101Ja militare (Prnefutus a1J11011ae militaris). Ufficiale preposto all'approvvigionamento delle truppe. Commissario. Dal />. cieli 'annona militare d ipendevanu tutti i vivandieri · degli accampamenti. Prefetto de/l'erano militare (Praefectus aera,-i, militans) . Dapprima !"ufficia le inca ricato della raccolta,_ della custodia e della sixsa del pubblico danaro a scopi bellici era il queswrc; poi, istit uiti i P. dcll"erario militare, quest i erano scelti fra la categoria elci pretori, e quindi vennero eleni dagli imperatori. Avevano diritto a uue littori che sotto l'impcr'? vennero aboliti.

Prefetto del _prcl?•·io (T'raefectlls pn1etorù). li comandante delle guardie pretoriane, nominato per la prima volta da Augusto. Era. adibiro sul principio solo ad uffici militari; pi i'! tardi fu investito di una autorità sia civile che miliPrefetto romano tare molto estesa, di guisa che diventò la seconda persona del regno, cd aC(1uistò poteri larghi quasi come l"imper:nore stesso. Prefetto nal'OII' (Prae/cetus 1101•11/is). Ciascuno dei clum, iri cui era affidata la suprema autorità nelle cose del mare : su i porti, arsenali , armamenti . Essi cost i1uivano I·:,mmiragliato romano e il ministero della marina. Furono eleni I? prima volta dal popolo, e poi dai conioli, ancora prima del le guerre puniche. Nella antica marina pontificia, erano i capitani generali dell"armata; ,·cnnero ,let1i anche " drungari » cioè capi di squarlra. Prefetto. Nel medio evo, a Gcnorn, a VenC?.ia, a Roma, a '.'Japoli, indic3va la suprema autorità militare nelle cose d i terr.1 e di mare. Oggi signitica go\'ernatorc di una pro,·incia o di un arsenale marittimo. !'re/etto ma,-ittimo . !:., i n Francia, il vice;imm ir . o il contrammir. che comanda uno dei sei dip. marittimi nei quali sono divise le coste dello Stato. Presiede alla difesa

costiera, ;dia d ifesa antiacrea ai servjzi tecnici ed a11,n1inistrativi della propria zona. Da lui dipendono l<c basi navali (amministrativamente), gli arsenali m il itari, le unità della difesa costiera, le unità in prova o in riserva o in disarmo. Questa carica (u istituita da 1'apoleone, primo con •ole, nel 1800. Già allora le coste francesi furono divi se in sci dip. mari11imi, alla testa di ciascuno dei quali fu appunto posto un pr<cfctto marittimo, scelto tanto fra gli uffic iali di vascello quanto fra gli ufficial i d'amministrazione. /\gli ordini d i questi P. erano un capo militare, un capo elci contenzioso, un capo del mo,•imcnto dei porti, un capo dell'ammin istrazione.

Preghiera. Nella R. Marina, ogni sera viene recitata la preghiera del Mari,111io (V.) a bordo delle navi da guerra . Un apposito segnale di tromba ne dà !"avviso ali 'equipaggio, il quale s, raduna per questo a poppa. Ne lle antiche marine, la P. si diceva a mezzogiorno; il nostrom~

~P I & C?J° I r1.r I@ Sii IJ i.I r21r,.r11ttld I Segnale della pregh iera a bordo

eme11eva un colpo di fischietto; l'equipaggio si levava i l copricapo. Sembra che ciò sia rimasto nelle marine cri strane dalla bat1aglia di Lepanto ( 1571) che fu iniziata a mezzogiorno, p receduta da P. su tulle le navi. Anche negli eserciti veniva eseguita la P., seralmente, annunciata da rullo di tamburo.

Preistoria. V. Età del Bro11 ~0 e della Pietra. Prelà. Comune in prov. d i Imperia. Nel 1337 venne venduto eia Andrea Grirnaldi ai Doria; tre anni dopo fu presidiato dalla npubblica di Genova che aveva cspuho i Dnria. Questi allora assal irono il castello e lo smantellarono dopo di averne ucciso il presidio; ma fu ben presto riedificato e col 1empo passò in potere dei Lascaris d i Ventimig lia, finchè se ne impad ronirono i Savoia. In seguito fu occupato dagli Spagnuoli, i quali lo restituirono nel 1618 ai Savoia. Nel i625 il borgo e il castello furono nuovlmente occupati per breve tempo rial marchese di Santa Croce comandante degli Spagnuoli. Prélaz- Burnand. Ideatori e costruttori nel 1866 di un alzo a form~ di lira, graduato fino a 8oo pas~i, che venne applicato al fucile svizzero Ams!er Mod. 1866-67. Costruirono inol1re un proiettile per fucili gi/t a canna liscia e trasformati a canna rigata; questo proiettile era ad espansione, di forma tronco con ica, ron scana latura circolare ira la parte conica e yuella cilind rica, e cavi1à interna al la base. (V. anche Veboubert). Prelli (Giot1a1111i). Generale, n. a Novara, m. a Bologna (1851-1919). SottOL. cli bnteria nel 1870, frequentò I~ scuola di guerra e fu in Erilrea per lavori topografici . Colonnello nel 19c>r , comandò il 20° fanteria e poi, in seconda, la scuola cli tiro in Parma. Magg. generale comanda nte la brigata M'o<iena nel H)o8, fu poi ùircttorc gen. del personale al ministero della guerra. Ten. gtncrale nel 1912, comandò la divis. mii. di Alessandria, e nel 191~ l:l 3a clivis. in guerr~, meri t~ndo a Plava la corn nicnda dcll'O . M. S. In P. A. nel 1917, fu trattenuto in servi1.io e per un anno fu presidente dell'ufficio promozioni speciali presso il Comando supremo.

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Premilcuore . Comune in prov. di Forlì, presso il Rabbi . Vi fu cost ruito un casrellù turrito, che :1ppa,·1c11nc alla repuhhlica fiorentina. Contro questo castello, nel 1390, furono poste in opera, per la prima volta in Toscana, le bombarde, per opera di Jacopo Dal Verme, capitano elci Visconti. Premilitare (lstr11zio11c). l>1ituzione avente lo scopo di preparare moralmente e fisicamente, con l'abitudine alla sana disciplina cd al razionale c,crcizio del corpo , i giovani cl,c non hanno ancora concorso alla leva, per modo

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che essi giungano alle arm i nelle migliori condizioni possibili, onde iniziare, senz'altro, quella Jistruzione m ilitare intensiva che è imposta dalla r iduzione della ferma. I giovani dell 'età dal 16 ai 20 anni sono qu indi ammessi a frequentare dei corsi denomin ati « premilitari )), durante lo svolgimento dei quali gli inscritti, oltre al! 'allenamento fisico cui vengono sott0posri mediante eserciz i ginnastl!..:i , ricevono una s01nmaria istru1...ione militar~ in base a de• term inati programmi stabiliti dal Ministero. l corsi hanno la durata, io 1nassima , di quattro mesi e le varìe jstruzioni

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zione dei corsi premilitari. Nelle località però dove non saranno effettuaci dalla Milizia Volontaria, è stabilito che i corsi vengano svolti dalle Società di Tiro a Segno Nazionale, ed in mancanza di queste, da altri enti che fanno capo ad iHituzioni, federazioni , ed associazioni di carattere nazionale. I n seguito a mie disposizione l 'alta vigilanza sui corsi premilitari istituiti dalla Milizia VoloJllaria, i co-

vengono imp.a nite, ordlnarian1ente, nei giorni festivi. I pre ..

militari debbono anche eseguire alcune lezioni d i t iro .t segno; a t al uopo sono inscritti d 'ufficio nelle Società di Tiro a Segno Nazionale del luogo di loro residenza o

<li altre località viciniori. L'inscrizione ~- g ratuita cd a q ueste ultime I ·amministrazione m ilitare rimborsa ! 'importo delle cartucce consumate dagl i allievi durante I·esecuzione delle lezioni. Alla fine <lei corsi , una commissione nomi nata da i Comandi di C . d'A. procede all'esame dei p re militari, pronunciandosi sulla idoneità dei medesimi. I d ichiarati idonei vengono congedati tre mesi prima dcli 'epoca stabilit a per gli altri inscritti della propria classe di leva. Ad essi viene inoltre rilasciato un ccnilicato dal g uale r isu lta che hanno frequentato con succe,so i corsi, affinchè le autorità militari da cui dipe nderanno, prendendo r.crvjzio, possano tenerne C(>1HO nell 'abbreviare i termini di tempo stabi liti per la promozione aI grado d i caporale e successivi. I primi corsi premilitari incorninciarono a funzionare nel l'anno 1919 per cura d i akune societ à ginnast iche, sportive, e <li altri enti congeneri 2utorìzzati dai comandi di e_ d'A. Anche per iniziativa d i qualche Società di Tiro a Seguo N azionale ,·ennero istituiti corsi premilirnri, ap• plicando così , in modo più ampio e conipleto, qu anto già prescr iveva la legge promulgata nel 1882, rigua rdante la creazione ed il funzionamento d i detti sodalizi . I premil itari han no per motto: e< Oggi allievi dei forti , domani emu li

cE eroi )) . L ''1lta vigiian7.a sull'andamento dei ~orse premil itari è di spettanza dei comandanti di C. d'A., i quali, da principio, la csuc icano valendosi esclusivamente dell'opera personale degli lsp,:ttori p!'ovincial i del T iro, a Segno Nazionale. Co;, disposizione ministeriale del novembre 1!)25 venne stabilito che la Milizia Volontaria per la Sicurezza N2zionalc deve~ in linea di ma~.s ima, provvede re a]Pa ttua-

Corso istruttori prcmiHtari a F iume

mandan ti di C. d'A. la esercitano per mezzo dei comandi di Zona e cli Sezione della Miliz ia stessa . Oltre ai suaccennat i corsi premil i1ari per l'addestramento <lei giovani destinati ad en trare nell 'Esercito, altri - denom in ati premarinari ne esistono o nde pIO\•vedere alJa preparazione speciale degli insc ritti nelle liste cli leva ma • rittima, p rima che essi abbiano raggiunta l'età prescritta per venire annotati nel Corpo RR . Equipaggi . Anche nel1' in teresse della R. Ac::ronautica vennero istituiti dei corsi nei quàli i giovani che.:. vi sono ammessi, sempre prirna del l 'epoca del la . coscrizione, acquistano le cognizioni tecniche necessa rie alla pre parazione d'un abile personale quale lo richiede il servizio dell'arma del ciclo . I programmi d'insegna men to per questi ultimi due corsi speciali, vco gono stabiliti rispettivamente dai due ministeri della Mari na e dell 'Aeronautica . I corsi hanno luogo sotto la direzione dei Com andi d i Zona della Milizia, in accordo coi Comandi militari marittim i1 e con l' c< Unione Marinar~ l taliana I) ; fra essi, di comune accordo, su,10 scelli gli ufficiali , sottufficiali e graduati proven ienti d all a R. Mar ina, da preporre ai reparti incaricati dell'istruzione prcmarin ara. Per il tiro a segno vigono le stesse disposizioni indicate per i premilitari_ Le

Accampamento premilitari della legfone !\'hrcello Prestinari

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agevolazioni ag li idonei sono le seguenti: a) rinvio in con~ gedo con anticipo d i due mes i rispetto al congcdamento della propria classe d i leva di inscrizione ; b) scelta della categoria del C. ll . E . M. all 'atto della classificazione, com patibi lmente con i requisiti fisici, professionali, cd i titoli scolastici posseduti, e lè esigenze delle categorie; e) titolo

In Cecoslovacchia si occupano dcli 'istruzione prem ilitare una quantità d i società g innastico-mil itari, come il So{ol (V). che ha 5 00.000 soci. I giovani dai 1,r ai 16 an ni ricevono istruzione ginnastica; dai r 6 ai r8 istruzione con le ar mi; d ai 18 ann i in poi l 'istruzione premilitare è obbligatoria. li, Francia fin d al 18ì1 furono creati i battaglioni scolastici, istituz ione che fu però trascurata e abbandonata fino ai tempi nostri . Attua lmente I 'istru1,ione premilitare co. mincia con l'ed ucaz io ne fisica nelle scuole elementa ri e d ai 16 an ni in poi è completata con istruzione milita re. Nelle scuo le medie essa è impartita in modo da o ttenere t1fficiali d i com plemento, con due aru1 i di corso : il primo d"indole generale, il secondo d ' indole specializzata. Vi sono ad ibiti ci rca 2000 ufficiali e sottufficial i come istrutto ri . Si occupano anche dell 'istruzione premilitare circa 200 0 associazioni di « E ducazione fisica e prepar.zione al servizio militare » e frequentano i corsi (r933) 450 . 090 giova ni dai Iì ai 20 ann i. Le istruzioni col lettive com pletano i corsi, e sono impartite nelle caserme e nei carnpi. Non si è accettati in uffici pubblici sen.,..a aver fatto i l scr\·iz io militare o aver seguìto i corsi premi!ir.ai-i. Sono con-

Reclute del corso premilitare

di preferenza per la promozione a sottocapo, p urchè idonei e 1neritevoli. Oltre ai cor~i per gli allievi, sono pre\•isti e svol ti anche corsi speciali per g li istruuori premi litari . L 'istruzio ne premi litare si è d iffusa in tutti gli Stari. e d ov unque è d iventata o va d iventando obbligatoria: il t ipo d i raie istruz ione è abbastanza uniforme in ogni Stato, e assicura ai giovani privi legi e vantaggi in rapporto al fu tu ro servizio effettivo sotto le arm i. Anche nei tem pi passati si è cercato di addestrare la gioven tù alle armi ; per noi basterà ricordare il g iuoco dell'arco e della balestra e dell'a rchibugio in Piernonre, con gare e premi. e con privilegi , a coloro che d ivenivano abili e valenti , in materia d "i m poste e di penalità ; giuoco che può considera rsi il progenitore del tiro a segno.

cessi privilegi nel servizio effettivo, come riduzio ne d i ferma e icelt a dell 'arma o del corpo . Nella Gra11 Bretagna l"istruzione iire11i"ilitare deriva in pane dai « ragazzi esploratori » (Boy scout s, Boy for army) , dai 14 ai 15 anni. Molto ha fatto l" ini.,iativa privata . Dipendono dal ministero della guerra scuole di istruzione per i cadetti e per gli ufficiali; le !Jriine preparano per la fanteria; le seconde hanno corsi med i e superio ri e di

specializzaz ione . Vi sono, fra << Esploratori ) 1 e t< Tiratori », circa 700 .000 inscritti. Nelìa fugoslavia l'istruz io ne premilitare deriva dai Sokol. Ne l 1930 le varie società sokol iste furono unificai.e in un Sokol statale, al qua le tale istruzione è stata aftidata , alle d ipendenze dei m in isteri d i Guer ra, Marina e Pubblica Istruzione. Esistono inoltre associazioni d i avv iamento al Sokol, per ragazzi da 6 a 12 e giovinetti da 12 a 16 anni. L ' istruzione premilitare offre vantaggi con _ riduzione d i ferma, licenze, avanzamenti. r,, Poloni" vi è un grande numero <li società gin nastiche (So ko l, Legionari, F ucil ieri, ecc .) le q ual i si occupano _ dell'educazione fisica e premilitare , e nelle scuole secondarie ufficiali del l 'esercito impartiscono istruzione mili-

Premilitari albanesi

Pcem.arinai albanesi

In Albania è st ato creato l ' « Erve nazionale per b·. gioventù a lbanese » , il qua le impartisce educazione fisica, morale e patriottica: i p rimi istruttori ven nero fornici dal la nostra « Fa niesinà » : i corsi sono frequentati <lai giovani di 16-2 0 anni. L'Albania fu i l p rimo Stato che stabill l"obbligatorietà del scrvi'tio premilitare .

tare . Dallo Stato dipende un org,mismo denominato di

(( Educazione fisjca e preparazione militare )> . Essa è impartita ai giovani prima della leva, agli eccedenti di leva , ai militari in congedo . V i è un primo periodo d i ist ruzione indivi<luale, e un secondo d i i;rruzione collettiva. Esiste un « Consiglio d i p re parazione prem ilitare» , pre-


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Primo corso premilirnre (d asse 1908) a Bari

sieduto dal ministro della guerra. Il Paese è d iviso in d ieci zone, corrispondenti a i d ieci corpi d "annata; si pubblicano numerosi giornali p er questo movimento, il quale ha anche una sezione marinara a Gd ynia . Esistono inoltre corsi premilitari per donne, per i servizi d i sanità , di collegam ento, d i amministrazione; di propaga nda . !11 Russia tutta la giovcutù è militaJizzata, sotto la direzione dei Commissariati della guerra · e della sanità pubblica-. Dai 6 ai 15 anni si impa rtisce educazione ginnast ica e fisica; dai 15 ai 19, esercitazioni collettive; dai 20 ai ~r istru~one militare della durata di due mesi. Negli Stt1ti Uniti d'America si impartisce nelle scuole superiori l' istruzione per ufficiali di complemento; in quelle i nferiori l'istruzione per sottufficiali e per le specialità. Ai corsi sono desti nati 800 ufficia li e sottufficiali del ser• vizio attivo.

Ndla Svizzera , dato il suo esercito, che ~ sempre , tato su) tipo della n2zionc armata , è stata sempre assai curata

l'istrn:i:ione prem ilitare, special mente col t iro a segno. L'eduçwzione fis ica è im!)artita ai ragçlzzl <lai 7 ai 15 anni ~ dai , 7 in poi vi sono i corsi µer tiratori e pe r cadett i nelle scuole mcdìc. È obbligatoria l 'istruzione p remi litare, con forme e 1110• dalità presso a poco simili a quelle descritte, nelle segucnti na:i:ìon i: Belgio, Bulgaria. Estonia. Fin landia . Grecia, Lcttoui:1 Lituania, Norvegia, ()landa, Portogallo, Rom~n ia,

d i questo compime1\tu. Tuttavia, per sentimento d i riconoscenza e per sprone agli a ltr i, sono st ate, in tutti i tempi e in tutci g li eserciti , adottate forme di P. a,·enti carattere !luramente morale. Dal trionfo che Roma tribu tava ai capitani vittoriosi, alle nomine od investitu re ono~ ril, che medioevali, al bastone di maresciallo, al plauso, ai monumenti, alla consacrazione nella storia, a qualunque a ll ra forn1a di riconoscimento e di onorificenza, sono tutti premi che i contemporanei od i posteri tributarono, e tri• butera nno ancora, al valore dei più benemeriti. Ma anche quell i che non hanno avuto i mportanza nella stori a e che pure hanno compiuto ottirnan_,cnte il loro dove re, pussollO essere prcn,ia Li con decorazioni, distintivi pron, ozioni per valore di guerra. Passando a mao ifestazioni minori, vi è i 'attività addestrativa dell"csercito. l n essa , per ottenere il massimo rend imcnlO dai reparti e <lai singoli individui, si ricorre sovente alle gare, cornpetizioni sportive o tattiche, o ineglio ancora aventi ca r;irte ri tattico-sportivi . Ess(: sono organiz1

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Svezia, Turchia, Unghcrìa .

Premio, L'adempimento dei doveri d a parte di tuai i n1ilitari . capi o gregari , dev'essere OS!>ervato non per spe• ranza. di prem io, nè per t i1no rc di pena: così 1 pn.:ss··a poco, avverte il nostru regolamento di disciplina. Infatti fra questi <love ri propri del m ilitare ve ne sono alcuni cbc limitano la personale libertà, che im pongono somme di sac rifici e di rinunzie ignorate d a altre categorie sociali e c he possoao g iungere fin 'aoc.:he ad imporre 1'offerta della vita ogni vo\w che, nel! ' interesse supremo della Patria, sia necessa rio. Non certo, duuque. fra i beni materiali poteva essere tro,,ato un P. adeguato. Cosicchè, laddove la pro(essione dellt ann i non è avventura o m:estierc, bensì obbligo o rn issione . il [' . per il dovere compiuto è:- precisarncntt la coscicnZl

Premiazione al fronte presenziata dal Duca d'Aosta

zate in maniera d a stimolare un sano spirito d'emulai.ione e d a consolidare i vincoli di cameratismo nell'interno d i ogni unità. Danno luogo naturalmente all'assegnazione di premi, i quali vengono poi <ljstrihulti con solennità, in relaz ione all"importanza della gara . Per gli equ ipaggi della marin~t si svolgono gttrc <li nuoto, o di voga, ecc .


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Riguardo al t ir o a segno, le norme regolamentari in vigore prevedono la corresponsione d i appositi premi ai migliori t iratori col fucile, col moschetto, co n le mitragliatrici . Questi premi (in denaro) hanno lo scopo di sti molare i m ilitari di truppa ed i sottufficiali a porre nelle lezioni d i tiro il massimo interessamento e la maggiore attenzioJJe, al fine di consegui re i migliori risultati in una branca così importante dell'addestramento. Per le gare varie i P. consistono in rnedaglie d'oro, d 'a rgento, di bronzo, ed in diplomi, e sono assegnati ai vincitori ed ai classificati nelle gare militari previste dalle norme vigenti. Tali ga re hanno luogo fra ufficiali, sottuffic iali. m ilitari d i t ruppa, e fra repart"i delle varie armi e fOmprendono: riro col fucile, con la pistola, con le mitragliatrici; lancio di bombe; scherma alle t re arrni; percorso di guerra; percorso d i campagna, ecc.

d ionale. Alle 23 del giorno 9, le d readnoughts « Szent btvan » (Santo Stefano) e ,, Tegetthoff ", scortate da scttesiluranti, ·uscirono da ·Pola, senza che nessun indizio ne trapelasse, e si diressero a, sud, attraverso l 'arcipelago dal mata. Poco prima dell 'alba del 10, si trovavano al largo d i P. i due Mas jtaliani ,, 15 » e " 21 » comandati da) capitano <li corvetta Luigi Rizzo e dal guardiamarina di

Premio di con gedamento (o Indennità di cot1geda111c11.to) . :'\lei nostro esercito non è 1n uso : al trove invece sì, spe-

cialmente quando si tratta di truppe mercenarie. Alla mobilizzazione però, dopo la vittoria riportata sull 'Austria, nel 1919, i uostri congeda ti ebbero il Pa,·co 11estia,-io (V .), il quale però più che un P. fu considerato come idennirà per il vestiario borghese occorrente a coloro che tornavano alla vita civ ile, dopo aver bene meritato della Patria. Prem io di rafferma. V . Rafferma. Premio al valore. Associazione nazionale, fondata a Mila no nel 1881 col nome d i ,, Comitato d i soccorso alle famiglie povere dei richiamati » ; denominata ne l 1887 ,, Associazione italiana di soccorso alle famiglie dei militari in guerra >>, nel 1909 prese il nome attuale. In tale anno con~

ferì premi ai superstiti della campagna del 1859 e si fregiò dcll 'Alto Patronato J i S. M. il Re . A li 'inizio della guerra Mo,1dialc, il Consiglio d irettivo dell'associnionc deliberava d i assegnare ogn; anno premi di lire 1000 ciascuno ai m ilitari delle Forze Armate cui fosse stata conferita la medaglia d'oro al valo, m ilitare, o al_le loro fam ig lie. Furon o stabil iti premi anche per soldati delle nazioni al:Catc che si fossero disrirui pa rticolarmen te combattendo sul fro1~te italiano.

Premuda. Isola dell'Adria tico, sulle coste della Dalm azia .

Azione ,,ava/e di f'remuda (1918) . . App:>rtiene alla guerra Mondiale. Al principio d i giugno del 1918, lo Stato Maggiore austri2co decise di eseguire di sorpresa una jncur-

sionc jn furze contro lo ~harramento dcll Adriatico 1neri1

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Premuda: Due tempi dell'affondamento della t Santo Stefano•

, omplemcntiJ Giuseppe Aonzo, appoggiati da lle due torpe· d iniere costiere « 15 » e « 18 » . Essi avevano avuto o rd ine di , porrar,i nelle açquc d i P. per liberare le rotte d'ingresso nei canal i dalmat i da mine e di porsi poscia in agguato. ATie 3,, 5 del mattino (ro giugno) i due motoscafi stavano lascia ndo il loro posto d'agguato come di consueto quando il comandante Hiz1.o scorse il fumo di molte navi ali 'orizzonte . Decise d i n1uovcre loro incontro pe!" ri~onoscerle,

e porè ~ssicurarsi che a,icva d i fronte le drcadnoughts e le silurami nemiche . Il Rizzo decise di approfittare della luce ancora de bole, e si d iresse sulle unità n~michc, prcn *

dendo ia risoluzione di esegui re i.I lancio dei siluri al la minima dista nza possibile , passando fra i due caccia che liancheggiavano la prima nave . R iuscì infatti ad oltrepassa re la linea dei cacc ia senza essere scorro da essi , ed a lanciare due siluri contro la pr ima nave ad una d istanza d i non oltre 300 rn . I d ue siluri colpivano la ,, SàlltO Stefano ,, sollevando due gra ndi nuvole d'acq u., e d i fumo nerastro. Anche l 'Aonzo lanciò i suoi siluri contro la <(

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Tegcuhoff », ma non riuscì a colpirla perchè uno dd

siluri non partì e l'altro affondò improvvisamente ; quind i i due Mas ,fuggi rono abilmente a lla caccia delle nav i di scorta, gettando una quant ità di bombe di profondità sulle proprie scie. La « Santo Stefano " , colpita in parti vitali,

cominciò la sua agonia verso le 3,30 del mattino, dopo <li

CT.· Caccialo,perliniere L'azione di Premuda (giugno 1918)

avere inva no tentato di fa r rotta verso il porto di Bargulje (isola Melaùa) . Le eliche si fermaro no perchè i locali delle caldaie erano stati invasi dalle acque e alk 6 , riuscit i vani

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tutti i tentativi di salvataggio, si capovolse e sollevando la poppa affondò trascinando nella sua tomba 125 uomini <li equipaggio che non avevano fatlO in tempo ad abbandonarla. Dopo la fine della nave !'arnm ir. Horty, comandante supremo della marina austro-ungarica , ordinò che la progettata azione contro lo sbarramento d i Otra nto fosse sosp~sa e che tutte le nav i rientrassero nelle loro basi .

Prem.uda . 34·' legione della M. V .S. N ., çostituita a Savona nel 1923. Dipende dal V gruppo (Genova), I raggruppamento (Milano) . Premuda. Esploratore leggero, ex germanico col nome « V Jl6 ,,, varato ad Amburgo nel 1918, e passato nella

flotta italiana dopo l'armisrizio . Dislocamento tonn . 2350,

questa compagn ia derivò il primo regg. russo della Guardia, che, durante la r ivoluzione del 1905, vi partecipò, tanto che il suo 1° bgl. fu sciolto e molti dei suoi componenti vennero puniti ; alcuni condannati a n1orte, altri

esiliati in Siberia, il comandante gcn . s:;odan esonerato e tutti gli ufficiali esiliati a Medvicd. Partecipò inoltre, nel 1917, alla rivol uzione bolscevica.

Trattato di Preol·rajenski (2r novembre 1699). Alleanza fra Polonia e Russia . Le Parti contraenti s'accordano per una guerra offensiva contro la Svezia. La Polonìa a ttaccherà g li Svedesi nella L ivonia e nell 'Estonia e lo czar invaderà l 'lngria e la Carelia, non appena avrà conchiusa còlla Porta la pace definitiva. L 'alleanza resterà segreta .

Preparazione (La). Periodico m ilitare e politico, • tr i settima nale, fondato a Roma nel 1909 da l col. Enrico Barone che ne fu d irettore sino al 1916 : · passò allora sotto la direzione del magg. Caffarelli, e durò fino al r921.

i Esploratore leggero Premuda

lunghezza m . I06, larghezza m. 10,5, macchine HP . 56.000, velocità nodi 36,9; armamento IV 149, l [ 76, IV mitragliatrici ; IV tubi laociasilu ri d a 500. Gl i è stato da to il 1notto : (\ In

boe nomine

victoria 1.

Prenestina ( Via). Era la via consolare che uscendo dalla Porta Esqui lina delle mura serviane, conduceva a Prenestc (Palest rina) da cui prese il nome. Prima di giun.gere a P. , la via passava anche per Gabii , e perciò la via fu chiamata anche Cabina. La strada è !unga 40 Km.; non si sa in qua le anno fu costrui ta . Prenzlau (i tl qualche testo : Prentz low) . Città della Prussia, sull 'Uker, emissario del laghetto omonimo. Durante la campagna napoleonica del 1806, il corpo francese di cavalleria comandato dal Murat , marciava da Teruplin verso .P. con la bògata d'avanguard ia Lasallc. Giunta questa in vista cli P., il 27 ot tobre, si lim itò ad osservare la piazza, in attesa del grosso cbe frattanto aveva o perato una d iversio ne vittoriosa su W ig11eensdor( Riunita tutta la propria cavaller ia il 28 , il Murat procedè al! 'attacco di l'.., occupata da l corpo -del _pr incipe Hohen lohe. Attaccato di fronte dalla bri gata Lasalle sosrenuta dai dragoni e d a batter ie leggere aggirato da un ·altra brigata e minacciato sul fianco d a una colonna che varcava l 'Uker al villaggio d i Golmitz, l'Hohenlohe venne a trovarsi in critica situazione, benchè dis!1onesse d i forze considerevoli. Vi sto che le truppe del ma rgine meridionale ripiegavano nell'abitato, che le pone della città cran forzate e p ro.spettava.si l 'immiocnza di lUla n1ischia sanguinosa, egll si a rrese a!l' intimazioné fattagli dal Mu rat e cedette le arm i : 16.000 fanti, 6 regg. di cavalleria, 64 pezzi campali vennero in potere dei f rancesi, e, fra essi , tutte le t rurpe della Casa Reale d i Prussia sfuggite ai rovesci di Jena e di Aucmiidt. In quella circost.anza ebbe occasione di distinguersi j1 2 1'° rcgg. dragoni, composto d i Italian i, in prevalenza P iemontesi.

Preobrajenski (o Preobrashcnskoie). Villaggio della Moscov ia, d ove · P ietro I addestrava negli esercizi mi litari la compagnia formata con i suoi compagni di giuoco. Da

Preparazione dell'attacco. V. Attacco. Prepara.zione de( tiro. Ch iamasi così la serie d i o perazioni effettuate preventivamente da una batteria per mettersi in condizion i d i far fuoco e tenersi poi sem1,re i n grado <l i battere qualunque o bbicLtivo com preso nel campo d'azione dei p ropri pezzi, non appena il suo intervento sia necessario . Essa si propone inolt re di ridurre al m inimo il tempo inLercedente fra l' arrivo dei f>czzi suJla posizione e la lorò entrata in azione, o, se i pez.zi sono già in batteria, fra l 'ind icazione ::lcll 'obbicllivo e l 'entrata in azione; e di conseguire il più rapidamen te ;10ssibile la m aggior somma d i effetti sul bersaglio. Di conseguenza, con la P. del tiro si mira a raggiungere i seguenti scopi spcciiici: a) ricavare rapiuamente i dati necessari per q ualsiasi tito; b) eseguire rapida mente il puntamento in direi,ione dei pezzi ; e) abbrevia re per q uanto è possibile il per iodo de ll 'aggiustamcn10. li !)rimo scopo potrà essere raggiunto tanto pili agevol men te quan to più numerosi saranno i punti del terreno compreso nel campo d·az ionc dell a batteria, per i qual i si conoscono j dati topografici d i 1>osizione rispetto alla postazione -d ei pezzi. Ta li punti dovranno essere prescel ti in base allo studio degli obbiettivi probabili delle va rie zone d' azione e saran no costituiti parte dagli stessi o bbiettivi e parte da adatti punti di riferimento opportunamente d istribuit i. Per raggiungere il secondo scopo occorre predisporre i pezzi secondo un a direzione com presa tra quelle che lim itano la zona ù' az10ne norm ale, e prescelta col criterio di ridurre al m inimo il tempo occorrente per ogni ulter iore spost ame1ito dci pezzi stessi, quando si debba effettuarne il p untamento in d irezione contro gli o bbiettivi più probabtli e pi/1 i mpananti della zona . Detta

direzione viene denominata « direzione base )>, ed è nor~ malmente com une a tutti j pezzi di una stessa batterja, i quali perciò risul tano con gli assi in piani verticali paralleli tra loro, -formand<i quello che chiamasi fascio parallelo base dei piani di .tiro (V . Parallelismo dei pezzi). Tale d isposizione è va ,u aggiosa perchè consente sia di spostare in breve tem po i l fascio stesso i n qualunque direzione, con la semplice enunciazione di un d ato angolare unico per tutti i pezzi, sia di variare rapid~meote la dist ribuzione del fuoco dei d iversi pezzi sugl i elementi di uno stesso obbiettivo , med iante opportune correzioni all'anzidetto dato angolare (conce ntramento, divergenza) . Il terzo scopo pot rà raggiungersi convenientemente tutte le volte che sarà possibile utiLizza re i risultat i di un tiro già eseguito (V. Riprese di tiro e Tmsporti di tìio). Converrà perciò : ricavare i dati d 'aggiustamento su adatti p unti di r iferimento (obbiettivi ausiliari) mediante appositi tiri detti d ' inquadra-


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mento, in base ai quali si possa poi , a momento opportuno ,

effettuare t rasporti d i tiro sugli o bbicuivi che interessano; registrare siste111atican1ente i dati inerenti a qualsiasi til'o g ià aggiust ato, dopo averli ridoLti alle condizioni normali (cioè a q uelle cui si riferiscono le tavole d i tiro); riportare su ~datti punti di riferimento qualsia~i tiro già rego~

lato su obbiettivi sui quali si presume per l 'avvenire malagevole, od anche ineffettuabile, l 'osservazione .

Presbitero (Ernesto). Amm.iraglio , n. a Cagli ari, m . a T erritct (1855-1923). Guard iamarina nel 1876, fece le ca,qpagric <l "Africa del 1889 e dcll Tstrcmo Oriente del 1904, e partecipò alla guerra l talo-tti rca dove guadagnò la com menda dell 'O . M. S ., e a quella Mon d iale . Divenne con trammir. nel 1909 e

Pre.sbitero F. rnesto

v1ceamm1r.

nel

191 2.

Ebbe i! comando del d ip. d i Taranto dal 19 12 al 1915 e d i Napoli dal · 1916 al 1917; poi fu presi dente del Consiglio sup_e riore d i m arin~ tino al 1.920 e da allora fo10 al 1923 presidente della Lega navale italiana . Era stato fauo senatore ne l 191;.

f'resbitero Ci11seppe. Generale, n. a Solero nel 1868. Sottor. d i fanteria nel 1889, iniziò la guerra contro l 'Ausuia col grado d i maggiore, e comandando interinalmente il 35° rcgg . fanteria (1915) me ritò la me<l. cl i bronzo sul Pod gora. Colonnello nel 1918 , fu collocato in P. A . nel 1919. Nel 1933 venne prornosso generale di brigata nell a riserva.

Presburgo (Hmtùlava) . Cinà del la Cecoslovacchia, sulla sr. del Danubio, presso al confine austro-ungherese. J:iu ca pitale della Boem ia sino al 1784. Ve nne fort ificata, e alle iUC fortificazioni lavorò nel secolo X VI l 'ingegnere mii. jrnliano Giovanni Pieron i.

I. As,edio di Presburgo ( 1097). Ap!)artiene alla prima crociata. Una turba d i Crociati si era radunata sulle r ive d el Reno e del la Mosella al comando d i un sacerdote d i nome Volkrnar e d i un conte E m icon . Ind iscipl inati e sed iziosi, d im enticarono ben presto Jo scopo per cui. avevano preso le armi e come una rerribile bufera avanzarono verso ]a pianura dell 'Ungheria, saccheggiando e facendo strage specialmente degli E brei . Giunti presso P. la città chiuse loro le pone e si rifiutò di fornire vettovaglie. Questo fatto irritò i Crociati , che decisero d i prenderla d 'assalto . Varcato j l fiume Leitha, avanzarono fin sotto le mura, e, costruite le scale col legname d i una vicina foresta, d iedero un assal to generale. G l.i assediati opposero una forte resistenza, rovesciando sugli assaliLOri un n uvolo di freccie, pietre ed ol io bollente; i Crociati pieni cli furore si incuoravano a vicenda, nella spera nza d i un lauto bottino. La vittoria stava per essere raggiunta da loro, quando akunc scale, spezzatesi sotto il peso degl i assalitori, trascinarono nella caduta i merli e gli avanzi delle torri crollate ·dai colpi d i ariete. Le grida dei feriti e i l fracasso del le rov ine arresrnrono i Crociat i, i q uali, colti d a panico, abbandonarono le mura e si ritiraro no in grande d isord ine. Gli abitanti, usciti dalla città, in seguirono i fuggiaschi e ne fecero strage nu~ntrc in olti rima~ nevano annegati nella Leitha e nel Danubio . 1

Il. Pace di l'resburgo (1271 ) . Conclusa fra Ouocaro II re d i Boemia e Stefano V re d 'Ungheria. li p rimo dovette accontentarsi d i rimanere in possesso dei territori da lui

posseduti prima ,!ella guerra terminata per lui infelicemen te con la battaglia sulla Rabnitz.

J Il. Trattato di Presburgo (26 d icembre 1805). Pace fra Austria e F rancia. Segue a lla bauaglia d i. 1\usterlitz., il 6 dicembre. La Francia continLierò ad occupare al d i là

delle Alpi i ducati, i principati, signorie e territori riuniti e incorporati all'impero francese prim;1 del presente trattato . o governati da lcggl <: am111inistrn2.ioni francesi. L · Austria riconosce le disposizioni prese da Napoleone relativan1cntc ai principati di L ucca e Piombino , rinunzia agli Stati veneti avuti coi trattati d i Campoformido e di Lunévillc, pcrchè siano incorporati al regno d'Italia, e riconosce J"impcratore de i Francesi come re <l'Italia. Le corone. d'Italia e d i Francia però sara nno sempre separa(e, tosto che si a1•vercranno le cond izioni espresse ali 'epoca della fondazione del];Iralico regno: l'Austria riconoscerà il re d'Ital ia che N apoleone designerà , e riconosce altrcsì la d ig ni tà regia ereditaria ne lle case d i Baviera e d i W (irtteniberg, le quali non cesseranno perciò d i appartenere alla Confederazione german ica;' negli Stati <li Baviera, Wiirttemberg e Baden sono spogliati della loro indipendenza signori le tutti i domini della no bi ltà equestre e la condizione d i <1uestc t.rc corti è uguaglia ta nella Confederazione germanica a q ticlla dell'Austria e Prussia. L ·Austria cede inoltre vari territori alla Baviera (compreso il Tiro lo e il T rentino), al W ij membcrg e a l Baden. Fra i possedimenti particola;i, il granduca d i Toscana perdeva i suoi terri tori nel vescovado d i Passau e Salrzburg, o ttenendo invece \VUnzbl.lrg. La dignità, i dirin i, i domini e Jc rendite d i gran maestro ddl'Ordi oe Teutonico d iverranno ereditari nella persona d i un principe della Casa d 'Austria. L'Austri;t riconosce I 'indipendcr,za della repubblica batava e della repubbl ica elvetica . L'Austria pagherà alla Francia un "indennità d i g uerra di 40 milioni . Questo trattato stacca l 'Austria dalla Confederazione germanica e fa scomparire così il Sacro Romano Impero .

Prescrizione, Anche per il d iritto penale milìtare , è causa estintiva dell 'azione penale e della pena. Rig uardo alla prima comincia a decorrere d al giorno del commesso n:ato, in Gasc a tre cause che interrompono la p rescrizione del l'azione penale: atti del procecl iment0, sente nza d i con: dann a in con tumacia, q uestioni pregiud izi.ali civili. Quanto alla d urata dei termin i, i codici militari la stabil iscono così : 20 anni, se ali 'imputato o accusato si sarebbe dovuta infliggere la pena d i morte (con o senza degradazione) o lavori forzati a vita (ergastolo) ; 10 anni se si sarebbe dovuta infliggere una !'l'na tem poranea restrittiva della l ibertà personale <li 5 anhi o più; 5 anni , se gli sì sarebbe dovuta infliggere una pena restrittiva della liben il personale inferiore ai 5 anni . La presc rizio ne della r,cna comincia a decorrere dal giomo in CLli la sen tenza di co nd an na d iviene irrevocabile, purchè la pena no n si trovi in corso <li esecuzione . La

recidiva da reato m ilitare a reato mi litare interrompe la prescrizione della pena. Sono i m prescrinibili le pene d'i rl capacità, quelle d i morte e dei lavol'i for zati a vita . Sono prescrittibili le pene temporane-, della libertà personale. l termini sono i seguenti : 20 ann i, per le pene tem poranee dete nt ive d i 5 an ni o pili; 1 0 anni, per le peuc tempo ranee restrittive della libertà personale inferiore ai cinque anni .

In rapporto al r eato d i d iserzio ne, si hanno queste norme: a) per i m ilitari d i bassa forza decorre da; primo giorno <lei sesto anno in cui il d isertore avrebbe compiuto il suo servizio mil itare , e perciò dal 61° anno, in quanto il servizio militare finisce col 55° anno d 'età; b) per gli

l ìJ


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ufficiali decorre dopo <licci anni completi dal g iorno d el com1ncsso reato. Perù tanto i militari di bassa forza qùanto gli u fficiali , non possono invocarla se non dopo compiuti i 50 anni.. e dopo che siano trascorsi j termini impost i

dalla 1.e gge.

Presena (l'asso di). Passo d'alt~ 111'o n tagna, che mette i n comunicazione, odia regione dell'Adamello, la \'al d i Genova co n la strada del Tonale . Una carreggia bile d i _gLlerra risale la valle sino al bacino della Ragada (rn . 1283).

po rtarla a piombo d avanti ali 'occhio d r. canna indietro , l' alzo a 10 c m . ,bi co rpo ; stringerla v iva mente con la sr. al d.isotto della dr. con il pollice lungo il fusto, le a ltre d ita unite e piegate in traverso , in modo che il m ignolo corrisponda all'estremità superiore d ell'alzo; l'avaml,ra~cio sr. ori,.zonrnle, il gomito stretto al corpo; b) portare con vivacitit la dr. al l'impugnatura; st ri ngerla col pollice in•

11 passo di Prestna

Pre-sentat'arm davanti alla porta di una caserma

Di qui continua come mu lattiera, passa per il. pian d i Redole (m . r 610) e sale al passo d i P. (m . 29ì5) donde scende al passo Monticello (m . 2573) e d i qui pe r le scale del P a racuso e morene al la strada d el Tonale.

diet ro, w tto e contro il bottone dell 'otturatore, e con le al tre d ita avanti unite e leggern1ente p iegate; i l braccio dr. deve essere tenuto naturalmente d isteso. Per tornare a picd'arm: impugnare l' a rma con la d r. come nel primo tempo da p ie<l'an n a p resen tat-a rm e portarla al fianco d r. col pollice contru l 'osso dell 'a nca; abbassare v ivamente la mano sr. facendola passare rase nre al corpo; d istend ere i l braccio dr. e p rendere la posizione di p ied'arm. Analogo è il movimento di fo1nc'arm a presentat~11n n col 1nosche tto. 11 prescntat-arm viene impiega to per ren<lcrc gli onori dalle sentinelle e d ai reparti armati a piè fr rmo, alle persone che ne hanno d iritto (V . Seiuinell« e Salmo). Tutti j p rincipal i eserci ti moderni prevedono il movimento ciel p resentat-arm che - nel co mplesso - è a nalogn al nostro .

Prcsena (Conca e laghi di). Nel massiccio d ell'Ad amello, Con le v ittoriose azioni, combattute in quella zona ncll'apri le,giug no r916 , la 5• d ivis. era riuscita ad occupare la linea d i creste che separano la testa <ii ,,aJ Cenava d alla conca d i P. Nel maggio 19 18, la stessa d ivis . sotto il comando del

gen . Piccione completò

I'3zione del

1916,

espugnando, in. due giorni di azione tenace e vittorios::i (25 e 26 maggio) l'inter:, concR, tutta la c resta dd l\farocca ro e quel\a dei Monticelli che ·si affaccia sulla va l CamQnica . B~ne idea ta e condotta con magni fico slancio dalic nostre truppe alpine (bgl. Mandrone, Cavc,110, Cranero, .Eùolo, Pallanza) questa. fu una delle pi i, belle azioni di montagna combattute sulla nostra fronte, e costitu isce un avvenimento ,;e ramen re ecceziona le nella swria della guerra

d'alca mo)ltag na, per le d ifficoltà che si d ovettero superare e per k caratteristiche d i altitudin i e di clima del la zona .

Presentat-arm. Movime nto con l'arma (fucile o moschetto) previsto dalla regolamen tazio ne in v igore, c he serve per rendere g li on ori. li movime nto da pied'arm a prcsentat-a rm si esegue in due tempi: a) sollevare con la mano d r . l'arma, impugnandola sotto e contro la fasce tta ;

Prcsentat'arm col cannone da montagna

Presentazione (in armi e bagaglio). Era p uni,.ionc cli caraltcre essenzial mente morale p revista presso l' antico esercito piemontese e presso l'esercito italiano fino a gualchc tempo fa. Co nsisteva nella presentazione <le! m ilitare , che aveva con1mcsso una mancanz.a, ai suoi superiori in com-

pleto assetto di marcia . li superiore cui j [ m ilitare era presentato gli ri volgeva i rimarch i ed i c'?o sigli d el caso . Questa punizione è stata ora sostituita con la presentazione

Prescntat' ~rm di Balilla


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dei puniti di pr igione semplice al comandante del bgl. e dei p uniti di prigione di rigore al comandante del reggimento (V. Pi-igionc). Punizione analoga alla P. in armi e bagaglio esisteva presso l"esercito romàno . I soldati, ed anche gli ufficiali, dovevano presentarsi, a piedi nudi, in tunica e senza cintura, all'atto del cambio della guardia, nel luogo dove erano custodite le insegne. Tale punizione poteva protrarsi per più giorni.

Presenti (Praeswtes, o Pmesenta/es). Erano chiamate così le truppe stazionarie romane nella Gallia, nel 'V secolo d . C., per distinguerle dai reparti d i barbari mercenar, e dai lìmitanei. Presidenti (della milizia marittima). Vennero a sost it uire, in Venezia, nella prim2 metà d~i secolo X Vlll, i Provveditori della Camera al Ma.re, ed erano i11 nume ro cli ·tre, portati a quattro nel I7i3· Presidii (Stato de,). Principato sulla costa Toscana, fra !"Ombrone e lo Stato pontificio. Capo!. Orbetel lo. Comprendçva Porto E rcole, Monte Filippo, Monte Argentario, Porro Santo Stefano, Tllamone, già appartenenti a lla repubb.lica cli Siena, e passati a costituire lo Stato dei Presidi guand,J li ottenne, dopo la caduta di Siena, il re di Spagna F il ippo Il, in ROSSETO base al t rattato di Fire nze del 1557. In seguito ai trattati d i Utretcht (r7r3) e Rasradt (1 714) lo Stato passò ali ' Austria, che lo aveva preso con le r,..,_ Gigli, anni nel r708 e lo as'-J segnò a Napoli, tenenLo Stato dei Presidii dovi però guarnigione propria. Scoppiala la guerra per la Successione ri i Polonia, i Borboni di N apoli lo tolsero a.Ila. guarnigione austriaca nel 1735, e da allora fino all'epoca napoleonica restò al regno di N apol i. Napolconé I lo ebbe nel 1801, passandolo .al regno d "Etruria e poi ali 'impero francese, alla caduta ciel quale tornò al gra nducato di Toscana.

J>residii (Reggimento de,). Reggimento cli fanteria napoletana, contemplato nell'ordinamento de l 1800, scomparso durante l'occupazione francese e non più ricostituito nel~

l'ordinamento 1815.

Presidio. Ln senso latino (Praesidium) ha significato d i Scorta (V.), d i protezione, d i tutela e difesa, e anche d i luogo munito, dal fatto che vi e rano i soldat i appunto a presid iarlo . Po'i il nome fu dato ai soldati stessi, ossia a quella che fu detta guarnigione. P,-esitlio 111,:titare. Ogni ce ntro abitatò dove risiedono truppe comandate da ufficiali. Dove invece siano riunite teri1poraneamentc, si istituisce un comando temporaneo d i presidio. In quelli che non sono sede d i comando d i div is . territoriale è comandante cli presidio l'ufficiale del R. E . più elevato in grado o pir, anziano tra quelli che v i risie dono stabilmente per servizio, esclusi gli ufficiali medici, chin1ici farmacisti, commissari, <li st1ssistenza, d i

amministrazione, veterinari. Il comandante , nelle località che non sono sedi di comando di d ivis. territoriale, d ipende direttamente eia quest'ult imo per tutte le questioni di carattere territoriale. I limiti di ogni P. sono fissati dal rispettivo comandante. Quest' ultimo ha autorità su tutti i militari delle Forze Armate che vi risiedono, purchè siano

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a lui inferiori in grado o in an7.ianità. Il comandante regola tutti i servizi territoriali nell'interno del P. sulla bàse delle norme e disposizioni contenute nel " Regolamento sul servizio territoriale ►> . Di ogni grave avvenimento che possa in teressare il servizio militare, l'ordine pubblico, la sicurezza o la pubblica incolumità, il comandante informa immediatamente e sommariamente i.I Ministero, dando conosccn.,a, di tali comunicazioni dirette, al comandante della di vis., vigila sulle condizioni sanitarie generali, su l servizio delle imprese, sui magazzini viveri e foraggio presi<liari, e segnala al Ministero della guerra, per via gerarchica, ogni offesa alk forze armate dello Stato commessa dalla stampa locale, oppure in p ubbliche riunioni od adunanze, ccc.; notifica ogn i sua assçnza al cc:,mandante della divis. mi! . territoriale. Nelle piazze marittime e nelle zone mii. marittime in cui esistanu anche coma nd i d i l'. questi sono indipendenti. Per le q uestioni <li interesse comune, ad es. i servizi d 'ordine pubblico, dispone il p iù elevato in grado o più anz iano fra i vari comandanti d i presid io o di zona.

Servizi di Presidio. Sono quelli ord inat i e regolati dall" autorità militare territoriale eh ciascun presidio. In genere si r iferiscono ai turni, alle prescr izioni di massima , alle particolari consegne cd alle modalità accessorie per effettuare guardie, picchetti, scorte, ronde; per presidiare forti, per ciò che concerne i consegnatari e le nonne genera li pei mag azzini e stabilirnenli n1ilitari, ccc. Sono anc he considerati tali quelli inerenti alla manutenzione e aJI 'impiego delle suppellettili cli arredamento de lle caserme , al vettovagliament~ delle t ruppe dimora nti o d i passaggio, alle cure .sanitarie e veterinarie, ecc.

Pr,ess (Costrizio11e). Parola in uso nel sec. XIX nella marina <la guerra ingles,!, per sig ni ficare il rec lutamento forzato, in opposizione con quello volontario . Il servizio dei mari nari, come quello dell 'esercito, essendo in Inghilterra volonra rio , quando ad una nave ma.ncavano uomini cl; equipaggio perchè l'arruolamento era riuscito insuffi òcnte, si ricorreva alla P., ossia alla cattura dei 111arinari mercantil i liber i. Lo zuffe che seguivano a raie scopo tra i press-gangs, cioè tra i reparti di marinari da guerra ed i marinai rnercantili, non erano senza sparg imento di. san• gue; però la resistenza, ancorchè armata, non era. punto

giud icata oltraggiosa alla maestà della legge . I vinti, legati e contusi, erano portat i a bor<ln della nave dei vincitnri e venivano arruolati per forza~ sen za altre co nseguenze per k ferite date o r iportate.

Pressacco (Pasquale). Generale medirn, n. a Sedegliano, m. a Forlì ( 1856-1929). Sottot. medico nel .1880, partecipò alle campagne d 'Africa del 1887-88 e <Id 1896. Poi fu insegnante alla Scuola di Sanità m ii. e d irettore degli ospedali mii. di Panna, Catanzaro e Palermo . Partecipò alla guerra contro l'Austria ed ebbe la d irezione del servizio sanitario nella zona Carnica. Promosso br igad iere generale nel 1918, fu collocato in P. A. ; ebbe la promozione a magg. generale nel 1923, venne collocato a riposo nel 1927 e fu promosso ten . generale nella r,iser va nel t928 . Prasiam. Re dei Bulgari del secolo [X. Allargò con I~ sue conquiste i confini della Bulga ria e d ivenne padrone di tutta la Macedonia orientale . Pressione. Termine non ufficiale, ma di freguentc us() comune nel linguagg io e nella letteratura n1ilitare. così in

argomenti <li strategia che cli tattica , per indicare un 'azione che non è r isolutiva nel quadro' ,del disegno operativo del

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comandante, ma che tende ad ingannare il nemico sulle intenzioni proprie, a non fa rgli d istogliere forze, anzi possibilmente a richiamarve ne delle 3\tre. Tali azioni si espli-

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ch ìudendo con 111lrabile cscn1!Jio di illmninato ardimento, una esistenza tutta con testa d i episodi d i valor militare » (Regione Portecche, 10 giugno 1916). 1

cano con stretto contatto e con A:tionc quasi escl usivamente

<li fuoco; molto scarsamente di movi mento, e lim itatan,enre a determ inati settori . t,", ca rattcrisrica della gue.r ra stabilizzata, m a trova applicazione anche nel la guerra di movimento. Non è però da confondere, nel ca mpo st rategico, la P. coll'azione logorante (ad esempio sulla fronte italiana) avente per scopo il lento m a contin uo e progressivo disgreipmcnro materiale e m orale dcli ·esercito avversario. Così come non può quali/ìcarsi P. I '07,ione <l i « macina ,, voluta d al Falkenhayn nella lunghissima battaglia d i Verd un ; tali azion i ebbero carat tere decisamente aggr essivo, e furono molto più che semplice « pressione ». Aoalogameote nel campo tattico non è pressione quel la degli attaccl1i « concom !tanti » 1 in qua nto l 'esecuzione d i essi, pcrch.è conseguano lo scopo, <leve segui re gli stessi procedimenti <lcU'offcnsiva. / 1 • sìgnifìca insom ma un'azione che non è attacco, ma contatto stretto di attesa e vig ilanza: quasi un compromesso tra l'azione offensiva e la di fensiva.

Prestanza. Porzione di soldo che si anticipava al conàotticro quando stava per iniz iare una campagna, e che veu.ivil scontata un: tanto al 1nese.

Prestazione. Nell'epoca feuda le, er;1 la pane di mi lizie che i signori feudali dovevano fornire al sovrano in caso <li g uerra, e anche la parte provenie nte da condottieri

.~ppositament.e assoldati. Queste P. frnda!i scomparvero vcn;o il princip io <lei seçolo XVII; nel 1674 furono rimesse in vigore i n Francia dal Lou\'ois! col chiamare alle armi tutti i nobili dell 'est della !'rancia. Ma ciò diede cauiva prova, e in pochi anni questo tentat ivo finì nel nul la.

Pr-estito di guerra. Tra le verità relative alla guerra in dominio del sapere popolare, c'è la seguente: le guecre costano molto, anche se lim ita\·c nel tcm_po e nello spazio. Qua11do i limiti d i tem po ,e d i spazio s'allargh ino i n misure che , se non iperboliche, si possono dire imprevedibilmente straordinarie, com 'è stato per la guerra Mondiale, allora il costo ne arriva a cifre giustamente <lene " astronomiche», e però il prospetto , li tale costo diventa per sè stesso una remora contro q ualsiasi imponderato sdrucciolo ncll 'a vYentura bel lica . Nel passato si potè in moltì• casi nutrire la guerra con la guerra. La prima campagna d "Jtalia del• Buona parte (179697) ne fornisce un vicino e ben noto esempio. Ma nc\1'epoca prcseute ciò non è più p,Jssibile. Alle spese d'una guerra , per quanto è prevedibile, occorre di provvedere con adegu~Hi pian i finaoziari 1 ossia con una organica rno-

bilitazione dei rnezzi aui a coprirle, o pareggiarle . I <lue mezzi fondamental i att i all'uopo, sono le imposte e i prestiti d i guerra, più questi d i quelle. È p recisamente l'i nsufficienza dd gettito tributario, anche forzato al m assimo grado, di fronre all' imponenza delle spese belliche, che obbliga tutti i bell igeranti a ricorrere al prestito, talora sino ad ipotecare largamente, ìn tal o,odo , lo stesso risparmio futuro. Un terzo mezzo, quello della indennità d: guerra, non sembra p iìt , <lopo i casi finanziari scguìti alla grande guerra, meritevole di n1olta considerazione : la guerra ai tem pi che corrono prostra talmente vi ncitori e vinti, che

la indennità di guerra può imporsi, ma d ifficilmente riscuotersi. I prestiti ,Ii guena e ntrano, dUJ1que, in larga rnisura - anzi, quasi sen1pre in misura prevalen te - 11el Prestinari (Marcello). Generale, med ag lia d 'oro, n. a quadro della condotta finanziaria d ella guerra, cioè a dire, Casalino, caduto sull'altipiano di Asiago (1847-1917). Uffinell'ordine sostanziale e nel congegno d elle modalità con ciale dei bersaglieri i1l S. E . P., si era segnalato, per vale quali uno Stato si procura il danaro ind ispensabile al l.ore, fin dai primi anni della sua car riera, durante la com pleto sviluppo della guerra, e, altresì, ~Ila smobilitarepressio,,e del briga ntaggio. Inviato in Eritrea una pr ima zione o passaggio dal piede di guerra al piede di pace. vol ta, nel 1887, dopo Doga li, I prestiti di g uerra si possono contrarre all lintcrno e nello speg nime nto di un in ~ , all 'estero. All'interno, preferibilmente, per ovvie ragioni, ceo<lio meritò una mtd . d 'ar · fin <love e sino a quando la potenzialità economica del gento al valor civ ile, alla , Paese lo consente; all 'estero, quando è necessario e sia quale un'altra ne aggiunse possibile . Per esempio, la Germania, d urante la grande due anni dopo, affrontando c<l guerra, specie dopo l'entrata in essa degli Stati Uniti ucòdendo un forsennato omid'America, ebbe un mercato finanziario lim itato a pochi cida . Tornato in Eritrea nel paesi neutrali, e d ovette quindi sfruttare al massimo la sua 1895., combattè ero icamente a potenzialità interna . Ne seguì che i prestiti interni costiCoatit, guadagnandovi una metuirono la chia ve di volta della sua politica lìnanziaria di ?aglia d 'argento; dopo Adua, guerra: dal 1914 al r9r8, nove prestiti per un totale di fu l'e roe della difesa <lei 96 miliardi d i marchi. Quell i all 'interno si contraggono in forte <.ii Ad igrat, g uadagnan· modo diretto principalmente : a) con l 'emissione d i buoni dovi la croce d i cav. del dè! tesoro a termine più o meno breve , la Francia, ad Prestinari M arcello ] 'O. M . S. e la p romozione esempio, <la! 191 4 al 1919, emise 76 miliardi di franchi d i ·a ten . colonnello per merito buoni del tesoro, dei quali solamente 23 riassorbiti poi con d i guerra. Colonnello nel 1893, com,p1dò il 45• fanteria; prestiti consolidati; b) con l'emissione di" prestiti redimibili collocato poi nella riser va per !imiti, d 'etli, q uando scoppiò e perpetui. In modo indiretto, pr incipalmente còn il corso la guer ra contro l' Austria, chiese ed ottenoe di essere ri forzoso e con le varie forme di inflazione . La Gcrmània dùamato in servizio, e col grado d i magg. generale asricorse anche a un 'altra forma cli prest ito, rispondente alle sunse i l comando della brigata Etna, alla testa della quale sue par ticolari condizioni di mercato, ist ituendo " Casse d i <:ombattè e cad<le da prode. La motivazione della mcd . prestiti d i guerra » (portate sino a 99), aventi la funziòne .d'oro decretata alla memoria del bravo generale d ice cosl : di accordùe prest iti (con l 'emissione di carta moneta), sopra « Comandante d i una brigata di m ilizia territoriale in prodott i del suolo, m erci di vario genere e titoli mobiliari. Tiscrva sull'altipiano di· Asiago, assunse, con giovanile cnIl collocamento d i p restiti d i. guerra all'estero è, precipua-tusiasmo, il comando di un 'altra brigata ·dell'esercito permente, problema d i credito commerciale e di credito pomanente, già impegnata i n p rima lin ea, e guidandone a nilitico. Il cred ito commerciale comporta fiducia, ma, più mosameote all'attacco j -reggimenti, incontrò bella morte, spesso, adatte e solide garanzie; il credito politico è parti19


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colare funzione degli accordi finanziari conseguen li al sistema delle alleanze ,.e associazioni in atto. J n un modo o nell 'altro, i prestiti di guerra all'estero riescono onerosi, e sarebbe gran fotto poterli ev ita re; ma ciò, dato l'orama i inevitabile alto costo delle guerre, non ~ più possibile. L'Ita lia nell 'ordine « astronomico » dei presti.ti d i guerra pel co nflitto mondiale, i: rappresentat a dal le seguenti due cifre: prestit i iolerni, 57 miliardi di lire ci rca; prestiti esteri, r9 miliardi circa di lire oro : sono cifre che· resteranno odia storia con le cifre enormi delle perdile um ane . .È da ricorda1·e, infine, come i prestjti d i. guerra assumano spesso, n scopo <li propaganda e di réclame, nomi particolari : << Prestito ,della resistenza », « Prestito della vittoria », e simili .

Preston. Città . dell'Inghilterra nella contea d i Lancastre, sulla Ribble . Nel 17r5 [u presa dalle trnppe di Giacomo lii; ma poco dopo il generale Will is vi pose I ·assedio· e costr inse gl i insani a deporre le armi. Combatti111e1110 di Pn'stoti (1648). Appartiene alla R ivoluzione inglese. G li Scozzesi , al leati dei realisti, 1'8 lu glio traversarono la frontiera in numero di 15 .000, seguiti da 3000 veterani della guerra d' Ir landa, al comando di Montrose, e da 4000 cavalieri sotto gli ordini d i sir Mannaduke Langdak; generalissimo il duca di Hamilton. L'esercito giunse sulla riva sr. d ella Ribble, presso P., dove l'avevano preceduto Cro,Y,we l I e Larnbert con l'esercito parlamentare, che contava in tutto 9000 u . soltanto . li 18 agosto i padan1entari attaccàrono rjsolutan'lente g l~ Scozzesi dopo sei ore di accanito combattimento )i misero in piena rotta . Mai prima d'allora si era, avuta in quella guerra, d isfalla più disastrosa. Due teni ddla fanteria rea lista, con Hamilton, (urono fa tti prig ionieri dagli abitanti del la campagna : soltanto i reggimenti d i Montrose e qualche di" siacca1nento del carreggio poterono raggiungere i conNni del loro Paese. Prcst.on-Pans. Vi llaggio della Scozi~, nella contea di Haddington, sull'estuario ' del Forth .

Pretentur,3 (lat. Prae1<·n11m1). Nome con cui talvolta gli architeui dcsignavrtno i propugnacoli costruiti a n1aggior difesa delle mura e <ldle cortine, ossia le opere accessorie e staccate che servivano a copri re i p residi senza dar loro im paccio nella d ifesa, e a sostenere i primi assalti dei nemici cbe così logora, c:io contro d i esse le loro forz.e . Erano sul tipo delle lunette. delle opere a corno e a corona, ccc. Furono a lu ngo gli clementi e,senziali per una forteiza, non potendosi con'cepirc un architet to clic lasciasse senza di fc!ic avanzate le mura. - Lo stesso noJ-ne servì ;i ù:dicarc la pan e del l'accampamento posta davanti al Pretorio, menlrc diccvasi Retent.urtt la parte post a d ietro allo stesso Pretor io. - Servì alt resì a indicare, al plurale, quelle milizie che avevano il compilo di precedere o seguire g li eserciti, per impedire che il nemico tagliasse le vie di cé)lnunicazione, per molestarlo e, all'ocçorrcnza, per rcspin .. gcrnc il primo assalto. - E servì infine anche ad indicare quei co lon.i clic abitavano ai confini dell'impero ed avevano l'ufficio .-li tener ca lmi i Barba ri , di sostenere i primi 2ssalti di eventua li invasori , o di riunir.si per piombare )oro addosso, prima ancora che essi passassero i confini. Pretor,e . Titolo del capitano generale degli èscrciti romani nei primi quattro secol i della rcpuhhlica, chiamando in quel tempo i Romani, col nome cli P. ind istintamente il console, il d ittatore o qua lsiasi altra persona che fosse preposta alle cose civili o m ilitari . Nel 384 d i Roma, ii nome di P. d ivenne particolare a colui che, in assenza del console, amniinistrasa la giustiz ia. Preto,-e . Nella marina da guerra dell 'ant ica Roma, al I ·epoca dcJJa repubblica, il P. roniandava la flotta a nome o invece del console . E ciò quando i pretori seguival)O l •armata conso lare; se invece erano al governo d i una p ro, vincia marirtinrn a.llora avevano anche il cornando di una flotta indipendente. 1

Pretoria. Città dell 'Unione del Sud Africa, già capita.le d ella repubblica hoera del Transvaal (fino al 1902), nel bacino del Limpopo.

Combattimento di Preston-Pans ( 1j45). Appartiene alla i. Convenzione di Pretoria. (3 agosto 1881). Pone fine sollevazione scozzese a favore degli Stuardi. Appena i l principe Carlo-Edoardo sbarcò ne.Ila Scozia, nel luglio, i ' alla pr im a guerra anglo-boera, seguendo ai preliminari del1'8 aprile; per quesra Convenzione il Transavaal ricooomontanari scozzesi alzarono la bandiera del pretendente. ,ceva la supremazia dell'Inghilterra per tutte le sue relaSir John Coi)e, coma1\dantc del le truppe inglesi ndla Scozioni con l'estero,. e concedeva anche la presenza dì un zia, si portò su lnverness con le poche (orze che aveva residente inglese a P., ossia una sorta di protettorato. L'Inpotuto radunare, lasèiando la capitale e t utto il men:ogiorno ghilterra riconosceva pic na1n ente libera ed autonoma a!Pin~ esposto all 'invasione nemica . I montanari enti'arono in Perth , terno la repubblica del T ransvaal. Col trattato d i Lone q uindi, attraversata la Ford, nelle vicinanze d i Stirling, si impadronirono di Edimburgo. Frattanto il gen . Cope era dra (V.) <lei 18~4, l'Inghil terra rinunciò alla presenza del proprio residente. d isceso a D'unbar, aveva portato le sue forze a 3000 u . e si era messo in marcia verso Edimburgo per darvi batIL Tmt1ato di Pretoria (31 maggio 1902). Pone fine alla tag lia. Il 20 settembre si fermò a P. dove prese posizione seconda guerra anglo.boera, e sanziona pie namente la vit, con le spalle al mare e facendo fronte al villaggio d i toria degli Inglesi, i quali an nullano le due repubbliche del Tranent. Al matti no seguente 3000 montanari piombarono T ransvaal e d ell 'Orange e le annettono al dominio britancon la sciabo la alla mano nelle sue linee con tanta fu ria, r.ico del Sud Africa; i Boeri ricoooscono il re Edoardo VII che dopo_breve lotta gli Inglesi erano completamente sbara- come loro sovrano, accontentandosi d i una promessa cli gliati. La fanteria ·v enne fa tta prigioniera od uccisa; i canautonomia , La lingua ola ndese resta nelle scuole e nei Trinoni, le band iere , le tende, la cassa , tutto cadde in m ano bunali; gli I nglesi mettono a d isposizione dei vinti 75 m idei vincitori che rientraro ,\O trionfanti in Edimburgo. I rilion i per le r icostruzioni di edifici d istrutti dalla guerra. voltosi non perdettero che 100 u. e le truppe del re v, Q uesto trattato veniva segulto nel 1906-07 dalla concessione lasciarono 500 dei loro. del governo parlamentare, e nel 19c9 d alla costituzione del1'Unionc Sud Africana. J'reston (Amias). Filibustiere inglese del sec. XVI ; corseggiò. a lungo il mare delle Antille, conquistando le isole Pretoria (Po,·fa e via). V. Accampamento. d i Puertq Santo e d ì Coché. Nel 1595 assaltò e conquistò le città d i Cu manà e di Santiago di Lcon , assicurandosi Pretoriani. La loro origine deve con ogni p robabilità enorme bottino e ritornando poi in patria a vivervi da essere ricercata nei corpi di truppe che i consol i romani, gran sigoorc. in tempo di guerra , avevano come scorta e guardia per so-

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nate, e che prendevano il nome di ,, cohones praetoriae » . r primi imperatori ebbero analoghi corpi in gl.!crra, sino a d,e O1taviaoo ebbe dal Senato ,I dmtto d t conesrvare le proprie coorti pretorie anche tem po di pace. Que_ste, in n umc(Q d i 10, d i 1000 uomrn1 ciascuna, furono d islocate

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Pretoriani dell'impero romano

ne i dintorni di Rotna e poscia in Roma stessa, ove divennero la g uard ia personale dcli 'imperatore . I P. d ivennero potenti e furono così in pieno arbitrio di de porre e creare imperatori, ponendosi al servizio di chi più li ricompensava. li corpo dei P. resistette per molto tempo e potè essere sciolto solo da Cost antino. Era costituito con reparti a pied i e reparti a cavallo.

Pretorio (l'raetorirm1). V. Accampamemo.

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Preval (Claudio, visconte di). Generale francese e scrittore mili:3re (ri76-1853). Ufficiale d 'art iglieria allo scoppio della Rivoluzione, vi aderl, passò ocl la càvalleria e divenne nel 1801 colonnello dei corazzieri e nel 1806 generale d i brigata. Nel 1813 fu capo di S. M. del corpo d i Kclkrmann , distinguendosi nella d ifesa di f:Tanau . Aderl alla Restaurazione e fu promosso luogotcn. generale, d ivenendo i,pettore della cavalleria nel 1817, membro del Consiglio superiore di guerra nel 1830, pa ri d i Francia nel 1877, senato re nel 1852. F ra le sue opere: « Dcli 'avanzamento »; « Memorie sull'organizzazione della cavalleria »; « Del servizio delle armate i n campagna » ; « Memorie su l comando io capo delle trùppc "; « Memorie sulle guerre d'Italia "; « Organizzazione e polizia delle truppe ».

provenienti da Gorizia per Aidussina e Vippacco e da Trieste per Scsana; quindi la strada prosegue per il passo di Postumìa, dove i: raggiunta d alla ferrovia Trieste-Fiume

per L ubiana .

Allocco di Preuald (1809) . Appartiene alle g uerre dell'Impero frailècsc. Il 14 maggio 1809 il vicerè Eugenio or dinò al generale Macdonald d i passare l'Isonzo verso il ponte di ·san P ietro con le due· divis. Lamarque e Broussier , allo scopo di sta bilire una comunicazione con I'eser cito di Dalmazia, comandato dal gen . Marmon r, che avanzava verso Fiume. Passato l'Isonzo, le due clivis . il ·15 presero posizione a Gorizia e il giorno 16 con tinuatonÒ~ ·il Joro n1ovin1ento in ava□ ti, rigettando tutti i distaccamenti nemici che s.i opponevano alla lo ro avanzat a. Giunlo a P., rvfocdona ld d iresse la clivis . La niarque od aggirare il ncn1ico1 n1entre la cl ivis. Broussicr doveva fare d.in1ostrazioni per i fianchi dell a strada. Tuili i posti ciel nemico furono occupali <!alle truppe del gen . Lamarque. Gli Austriaci occup:uono una linea d i trjnccramenti <la\·anti al passo di P., protetto da o pere d i fortilìca,;ione in muratu ra e in terra. Dopo grnndi sfor,;i e perdite r ilevant i, 4 bgl. francesi riusci rono a sorpassa re a d r. ccl a sr., la linea fortificata èd allora P. venne a bbandonata da l nemico, che, per r ita rdare 1'avanzat,t francese, lasciò i ndieLro, nelle opere, alcuni repa rci d i truppa eh<-. si arresero alle prime i nt imazioni det geo . Broussicr. 2000 prigionier i e i5 pezzi di artiglieria. furono i risultati della occu pazione di P. da pan e dà Francesi.

Prevaricazione. Reato coorcrnplato negli art. 188 C . P. E. e 210 C. P. M. M., e consistente nel fatto del mil itare che, investito di funzioni amn1inistrative, trafughi o souragg,1 danaro, carLc di credito, documenti, tito li, atti, gene ri 1 effetti , esistenti 11ei n1ag; zzini delle Forze Armate, a lui affida1i per ragioni del le sue funzioni e posti sotto la sua immediata sorveglianza . Ne i concetti di trafugare e sottrarre, si comprende qualu11que fatto col quale il m il itare consumi o si appropri la cosa affidatagli, dandole una destinazione d iversa da quella legiLLima. La pena è comm isurata all'entità dd danno : se è d i lire 5000 o p,u, 1 lavori forzati a tempo, da 10 a 20 anni; se è da oltre lire 500 a lire 5 000, la reclusione ordinaria da 5 a 10 anni; se è da lire 50 a lire 500, la reclusione ord inaria da 3 a 10 ann i; se è inferiore alle lire 50, la reclusione ord inaria da 3 a ro anni, dimin uita ,d i uno o due g radi.

Prevesa. Città dell a G recia, nell'Epiro, all'estremità della penisola che chiude, a nord , il golfo di Arta. Nei d intorni sono le rovine dell'antica Nicopoli (\/ .). È punto strategico importante per le operazioni militari del Levante. Fu costruita da Augusto d opo la battaglia d 'Azio, nel luogo dove aveva posto g li alloggiamen ti prima del co111bat1imcnto. L a città è sit uata sopra una ropc dalla parte in-

Prevatd (Rµzdeno, Rasdel'la). Frazione del Comune di Crcnovizza, in prov. cli Trieste, presso i l passo d i Prevald, ai piedi dello sperone più avanzato del M. Re (Nanos) . Fu stazione romana d i qu:rlche importanza, costruita Sll un castell iere preistorico, che sorge pili a nord in posizione adatta alla d ifesa . Ai temp i d i Roma vi faceva capo la st rad a che dall a pinzaforte d i Cast ra (Aidltssina) conduceva per Vippacco ad Albiniana (Planina). Passo di Prcvald (detto anche di Razderto) . Valico de.Ile Alpi Giulié, a norq di Senosecchia . Per la sua posizione fra il mo nte Nanos ed il Carso, è la « porta del Goriz iano », e segna lo spartiacque fra il M ar Nero (Piuca) e il Mare Adriatico (Vippacco). Vi si riuniscono le strade

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La for tezza di Prevesa (sec. XVI)


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L'antica cfrtadella di .Prevesa

terna del golfo; nel sec. X VI era fç,rcificata in forma d i quadri latero con otto torrioni rotondi, tre per ogni fronte, muraglie grosse e fosso profo(ldo. I Turch i e i Veneziani se ne d isputarono lungameme il possesso; la p i.az.za forte apparten,,c successivamente ora agli uni, ora agli altri, lincbè nel Ii97 fo occupata <lai Francesi · e nel 1798 fu presa e saccheggiata da Alì pascià di G ianina .

quella turca 94 galere e 66 legni minori. Il Dori a, la mattina seguente, mandò alla bocca del golfo 6 galere per provocare a c~nu1onalc il nctnico; Barbarossa ne 01andò fuori altre 6 <lelle proprie, e ne derivò una piccol a fazione navale. La sera Doria abbandonò j I blocco, fece rotta per Santa Mar ia e al! 'alba del 27 diè fondo sotto a capo Ducato presso_ l'isola de lla Sessa la. Nelle ore antimeridiane ve lo raggiunse il Barbarossa co11 tutte le forze, avendo ri cvuto un ordine del sultano che gli ingiu ngeva d i da re 1 battagl ia . Doria salpò e m ise in linea anche le navi minori . li Barbarossa assalì queste ultime, e il Doria n\osse in loro soccorso, ma sul far della sera diede i segnali di sciogliere le vele e far rotta su Corfù, profittando del vento favorevole. Il Ba rbarossa diede addosso alla coda dell'a rmata,

I. Faziot1e di Prevesa (1538). Appartiene alla guerra c.lclla Lega cristiana contro i Turch i. Il 25 settembre Andrea Doria, ammirag)jo di Car lo V e co manda nte supremo <iella flotta cristiana, si presentò all 'im boccatura del golfo di Arta, dove si era ri fugiata la flotta turca , agli ord ini d i Ariadeno Barbarossa, e vi si ancorò. L'armala cristiaoa contava 195 nav i, mon tate da 59.000 u . con 2594 cannoni;

riuscendo a cattura re una galera. ve• neta, una ro mana, cinque navi spa-

g nuole, e ad affondare qualche legno minore. Ma la grossa ba1tJglia

1nancò. Il. Co11quista di l'/'evc,a (1605). Appa rtiene alle guerre degli Stati cristian i contro i Barbareschi. Nel la rrimavera del 1605 il granduca Fcrdjnando I di Toscana mandò a f'. cinque galere, al comando dell 'ammir. [acopo Inghirami; su lle navi avevano preso posto ci rca

GOLFO a, ARTA

P. H irfivi ~

(.Sc1pl,ia

I.K,,a,l1alo'$ ·c.P~n.1,1hi.1

C.Sc,,r,1

G.0 01 PREVESA.

1,

Prevesa e le sue fp rtificazioni nel 1 91 1 (dal -Roncagli) Batteria Hamidié; 2 , J{'orte Pantocrntor; 3, Bat teria a terrapieno;· 4, Forte S. Giorgio ; 5J Forte Nuovo; 6 1 Bauerja Vrisula 7, Batterja S. Stefano; 8, Forte S alagora

40 0

fanti,

agli ordini <lei maestro di campo Federico Ghisleri . La fortezza era d\fesa da un presidio di 300 Giannizzeri e munita d i 80 pezzi <l'a r tiglieria. Le galere gettarono l'ancora a .2 mig lia d i d i.5ta nza da essa il 3 maggio; durante ,la notte sbar. carono le milizie, le quali, condot te dal Ghisleri, si gettarono dapprima sul borgo che era aperto, e, sorpresi gli abitanti nel son no, parte ne uccisero e parte condussero schiavi allegalerc. Intanto i Giannizzeri ~ccorrcvano alle ann i e cominciavano a sparare, rjvolgcndo le artiglierie con-

tro il borgo. Il Ghisleri ordinò che si applic.issero i petardi all a porta della fortezza e per la breccia spinse i suoi contro i Turchi, che, combatte ndo accanitamente, difendeva no palmo a palmo il terreno . Finalmente, perd uta la maggior parte


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delle pos1z10ni e lasciate in mano ai Toscani sette torri) ; Tu rchi si ritrassao den tro l'ottava che gua rdava verso il mare ; contro questa l'Inghi,:arni rivolse tutte le artiglierie della flooa, mentre da terra il Ghisleri coi peta rdi e con le sca le si sforzava di penetrare nell'interno. I Giann izzeri, ben prèsro decim ati, fin irono con l'arrendersi e il Ghislcri abba ndonò la fortezza al saccheggio, facendo imbarcare 47 pezù d 'artiglieria e gettando u1 mare quelli p iù pesanti . diffici lmente trasportabi li . Qu iadi incendiò e distru,se le forri fìcazioni, portò via una ga leotta che era ancora nel porto, si ritirò sulle gakre con le preé:k fatte e con un nun,e:1\J considerevole di schiavi 1 e, temendo d i veder com parire la f!orra tu rca, salpò e t0rnò a Li'(orno . ] Il. Pre.,a di Preve.m (1684) . Appartiene alla conquista della J\1o rea da parte d i Francesco Morosini , il quale, d o po l'occupazione <li San ta Maura, decise d i attaccare la for rezza d i P ., di cui i Turchi faceva no grande conto, considc,randola come la chiave de Il ' Albania, e kce avanzare 6 galeazze e 5 g alere ,1 d istanza della p iazza, in modo che la guarnigione di I'. corse tutta a impedire lo sbarco. Frattanto metteva a te rra il g rosso delle forze collegate in prossimità d i E'. . ed occupato un colle sovrastàme all a piazza, in pochi g io rni la c.osu·inse a capitolare. IV . Co111bat1ime11/o di l'reuesa (3 nove mbre 1912). Appartiene alla prima gnerra Balcanica . La lunghezz1 d ella linea d i comunicazione d elle tru ppe greche o peranti i n Epiro, mal servita da una ferrovia a un solo binario a scartamento ric.lotlo e da u □a vecchia. e cattiva rotabile, com,inse il comandante g reco ~lélla necessità d i occupare P.

per stabilirvi una base sussid i~ria <l i rifornimenti. La guarnigione era costituita da un nudeo d i circa 800 reg olari turchi con un cen tilhio d i Arnauti. li comand o d ell'8• d ivis. greca ordinò che l'azione fosse iniziata da 3 bg l. e d a .due btr. da montagna. Le vicìne rovine dd l ·antlca >licopoli, cos1 iruire d a robuste mura, consen tivano ai Turch, su~cessive e valide resistenze. La loro <lifcsa d al mare si giovava di due canno niere e due ·1ancie, armate di rni tragliatrici . I Greci p repararono l 'attacco con un vivace ed .i n te nso fuoco, che non causò alla d ifesa perd ite rilevanti . Tuttavia, quand o le truppe elleniche rwa nzarono, i Turchi non o ppo sero resiste nza e ripicg,nono de ntro le mura d i ?. , di cui inondar<)nO il fossato. L ·~zio ne proscgul con un duello d i - artiglierie , alle qua li presero parte ' anche le cannoniere; mentre i Greci si d isponevano a prender d 'assal to la città, i Tu,chi, a mezzo dei Consoli delle gra ndi Potenze, ne offrirono la capito lazione. Con l'onore d elle armi, tutto il presidio, fra cui 58 ufficiali, fu fatto p rigioniero . I Greci conq uistarono abbondante materiale bellico . Le d ue ca nnoniere vennero affondate, una per il fuoco gn.:co, 1'altra volontariamente dai Tu rchi.

Prevosto, Dal lat. PraepMitw, p roposto. Uflìcialè incaricato di vig ilare al b uon ordine e alla polizia dell'esercito. Nelle diverse epoche quest a c~rica su bl ddle modificazioni ci rca j cornpiù -che le furono assegnati, e le persone le q uali ne furono investite e bbero diversa denominazione. Presso a poco però, in tutti g li eserciti, il P . ebbe le stesse att ribuzioni, cioè quelle d i comandante d ella gen darmeria. N ell'armata navale romana, si chiamava P . il comandante del <lcposito i :,er l'armata. Nei tem pi antich i, in Francia , la carica di P. era una d elle prime dello Staro. Nel 1573, istituito j n Piemonte da Emanuele Filiberto il Corpo d ei Solda ti d i g iust iz ia, questo fo messo alla d ipendenza <liretta di alcuni P-., che alla loro volta

erano sottoposti a un capitano generale di campagna. I Gran P. <-xi i l'. giud icavano i flagranti deliui, assistiti dai loro su balterni. L'assieme dei P. d ell 'esercito costituiva la Prevos/11m. Per le c,ulon ie e J:>er i porti di mare funz ionavano le 1'revos1t1re co lo niale e navalet cost.ituite rispetti vamen te clallc gcndarrncrie co loniale e navale, le qua li a veva no le stesse attribuzioni d el la Prevostura dell'eserc ito , per quanto si riferiva alle colonie o ai porti m iStemma d i ~ran prevosto francese litari. con fasci e scuri (scc. X VII l)

Gran Prevosto della Co,mcstibilità. Era anticame nte il g iud ice supremo d i tutto l'esercito e d irigeva se ni.a alcun controllo lç operazioni e l'amrnin ist razto nc della guerra . Prevosti dei marescialli. Giudici di spad a, istituiti da Francesco I per- fare il processo a tntti i vagabondi e perseguire i- reati e i <.leliu i commessi dagli uomini di guerra come le d iserzioni , i furt i sulle g rand i strade , il rccluta111coto cl i truppe senza autorizzazione, i falsi monetari, ecc . Le lo ro sentenze venivano date in uhi1na istanza cd erano inappellabili. Prevosto delt'esercito. Ufficiale che nei tempi passa ri era incaricato dell 'alta polizia d'un cerro numero di reggimenti, opp~re dì una determinata zona di territorio, ~ dipende va dal gran P. della Conncstabilità. Le sue fun zioJJ i, .:::oppresse dalla Assc.:mb lea CosLituenre, furono ristabilite da Napoleone I. An ticamen te i P. del l'esercito

francese erano

quattro.

l'revosti mifù(lrÌ. Ufficiali incaricati <ii man• tenere la d isci[ilina nel l 'esercito in campagna e negli accampamenti e (l i reprirncre i reati e i d elitti dei soldati. Ino ltre avevano facol tù cl i arresta re coloro che attenta vano alla disciplina , di com pilare j)l'Ocessi verba. ii, d i raccogliere i corpi

Prevosto del secolo X.VTJI

di reato e di ri mettere tutto .1i relatori dei consigli d i guerra. Secondo u n 'ordLnan za del 3 maggio 1832, i n Francia, si dava il titolo di Gran P. al coman dante della geodar meri.a , e quello sem pl icemen te di P. a ll'ufficia le che aveva il comando <lella

gendarmeria <Funa divisione, ed aveva ai suoi ordini una b rigata <li gendarmi. (V. anche Sergente prevosto). Prevosto di sala o Preuo.sto d 'armi. Colui che aiurnva il maestro d'armi nelle lezioni di scherma.

P reza n, (C.). Generale rome no , 11. nel 1861. Sonor. <ld genio nel 1880, frequen tò in Francia la srnol a miL <E Fontai11ebleatL e dive nne generale di brigat.a nel 1907, di divis. □cl 1914, di C . <l 'A. nel 1917. Comandò la 3• divis. nel 19rn, e la 7"' nella campag na d el 1913 i n Bulgaria; il lJl C . d'A. nel 1914 e il iv nel 1915 , entrando in guerra nel 1916 come comandante <lell 'armata del Nord,


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dalla quale passò a comaodarc la 1~ ar mata sul Danubio. Nel 1916 fu capo di S. M . dell'esercito e dal 1917 all 'aprile elci 1918 ne tenne il comando supremo, che lasciò per dimissioni dall'esercito.

Pria Forà. Monte io val d'Astico (m . 1658) a sud di Asiago. Occupato d i sorpresa dagli Austriaci il . 29 maggio r9-r6, invano, poi, la brigata Bisogno ne tentò più

rroutc Giul ia e sull'Istria (1915-1 917) e per le azioni sugli Altipiani e nd Friuli (1917-1918). e fu decorato della croce da cav. dell'O. M. S. per i bombardamenti sulla conca di Tolmino e nel cielo <li Prosecco ( 19 17). Fu uno degli ufficiali <lei dii:igibili.,ri che compì il maggior numero di azioni di guerra. Alla costituzione del l'arma aeronautica, passò in essa col grado di maggiore coma ndante il gruppo e poi (t925) lo stormo dirigibili . Nel 1927 ebbe il comando del 21° stormo aeroplani e nel 1928 fu promosso colonnello addetto al eomando delb Il Zona A.T . Passato nel 1929 alla d irezione gen. dei servizi dei materiali e degli aeroporti, ebbe nell'anno seguente la nomina a capodivis. dei servizi radioelettrici ed aerologie-i . Promosso generale di brigata aerea nel J931, ebbe il comanno della 1~ briga ca da bomhudamcnto e nel 1932 fu nominato sottocapo di S. M. dell'aeronalJtica .

Pri elli (Luigi). Generale, n. a Voghera, m. a Torino (1838-1901). Sollot. di fan teria nel 1858, partecipi, alla campagna del 1859 ove meritò la menzione onorevole

Il m onte Pria Fot"à

volte la riconquista, con una serie d i contrattacchi. Abban donato dal nemico, il 25 giugno, dopo la sua ritirata, tu dalle nost re tru ppe apprestato a difesa • così validamente, da costituire un vero modello di fortificazione. campale.

Price (Su·rli11g). Generale americano del s<:c. X IX, m. nel 1865. Partecipò alla guerra contro il Messico, e, scc;ippiata quella di Secessione, seguì le sorti del Sud. Già vecchio rivestì l 'unifonne e condusse oersonalmencc. 111il.izie volontarie d a lui 'organizza te con tr~ al nemico. Spesso battuto, i suoi soldati dopo la bauagl ia tornavano a riunirsi nel luogo d'adunata d a lui ind icalo. Fu legislarorc, presidente <lèlla camera dei rappresentanti, colonnello dei volontari, brigadiere generale al servizio dell'Unione al Messico, governato re <l i Stato, direttore di banca e finalmente maggìor generaJc negli eserciti confederari.

Price S terling

Pricolo Frnncesco

P rica lo (Fm11cesco). Generale deli' Aeronautica , 11. a Saponara d i Grumello nel 1891. Sottot. deÌ genio 11e] 1910, passò nel r912 nel battaglione specialisti, e coi palloni frena ti partecipò alla campagna libica del 1913. Passato nei dirig ibilisti, prese pa rte a tutta la guerra contro l'Austria, com andando l' « M ro » e l'« M ,5 ». Meritò due mc<l. d'argento: una a Pola ( 19r5) e l'altn per incursion i nel I91ì; ebbe due rned. di bronzo per i bombardamenri sulla

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Palestro, _e d .

a quell;1 del 1860-61 nella q uale ebbe una seconda menzione onorevole combattendo nel le Marche e ncll;Umbria, e la mcd. d'argento a Gaeta. Frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Nel 1877 comandò in 2• la scuola ,di Parma; colonnello nel 1881, ebbe il comando del 55° fan teria. Promosso magg. generale ud Priclli Luigi 1889, comandò la brigata Puglie. Ten. ger.erale comandante mii. dell'isola del la Sardegna nel 1895, passò 11el r898 a comandare la divis. ,di Novara e nel 1899 fu collocato in posizione ausiliaria.

P riene. Ant. ciuà della Caria, presso la foce del Mean dro. Fu p resa nel 548 da Mazarc, generale del re persiano Òro, perchè s'era ribcl lata alla Persia . La popola-

zione venne ·ridotta in ischiavitù. Prieto (Gioacchino). Generale cileno (1786-1854) . Partecipò alla guerra d' Indipe ndenza d el Sud America, come ufficiale di cavaller ia, e fu agli ordini di O' H iggins. Liberato il paese, divenne governatore <l i Sant iago e fu deputato, senatore, presidente della repubblica nel 1828. Ebbe a lottare contro· altri pretendenti alla presidenza, e rimase al potere fino al 1841; lasciata la carica, fu nomina~overnatore mi i. ai Valparaiso . Prigione. t una delle punizioni del graduato e del soldato previste dal Regolamento d i disciplina militare e può essere : semplice, <la uno a· 30 giorni, o d i r igore, eia 3 a 15 giorni. Può essere infltta da qualunque ufficiale oppure sottufficiale. 11 gradualo di truppa può infliggere I:~ prigione ai propri inferiori diretti quando fa le veci d i sergente, oppure ogn iqualvolta è capo posto o comandante di distaccamento, drappello o pattuglia. La SJJC~ie della punizione, se cioè sen1plice o <li rigore, e la <Jurata, sono fissate <la! comandan te del corpo o dall'ufficiale a lui superiore in grado che l'abbia inflitta. La P. se1i1plice è .inflitta per mancan,1;e di qualche consistenza. Per mancanze g ravi cd in caso di recidiv irà, si ricorre a quella

di rigore. La prima può essere sussidiaria d i quella cli rigore . La punizione viene scontata in appostti locali forn iti di tavolaccio per il riposo. Il punito di P. semplice oc esce nelle sole ore nelle quali deve attendere ad ìstruz,i.oni od a servizi armati. li punito con quella di rigore

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deve rimanere rinchiuso per tutta la dura ta della punizione. È escl uso da og ni servizio ed è privato del soldo. I} scopo igienico gli è couccsso di stare all'aperto una o due volte al giorno, pe.r mezz 'ora, od un 'ora, sottO sor-

vegl ianza e senza ch ·cgli possa avere colloquio con ch icchessia . La punizione comporta, l 'iscrizione nelle note -dei puniti. Chi ha avuta infhtta la P. di rigore deve rimanere alk armi , oltre il congedamc,no del la prop ria classe, al-

pagnia, e da questi al comandante del battaglione; quello uscito di P. <li rigore è inoltre presentato al comandante de! corpo. L\,ftìciale al quale sono presentati i puniti, specialmente se reclute, con consigli, con paterne ammo-

nizioni, con. vere lezioni morali deve cercare di acuire o di ridestare in essi il sentimento del dovere. In tempo di guerra, la plU1iziono di P. di rigore, inll:tta per gravi mancanze, può essere inasprita con I 'applic2zione dei ferri da campagna. Tale misura può essere eccezionalmente applicata anche quando la truppa si trnvi fuori della ordinaria guarnigione per carnpi, 1n3.Ilovrc o servizi di- o r<liuc pubblicò, ove la sicurezza della custodia dei puni ti o la gravità della mancanza lo richieda. Questa punizione è p revista , con modalità più o meno d iverse, presso tutli gli eserciti attuali ed era contemplata anche dalle disposizioni che regolavano le sanzioni disciplinari presso i vari eserciti in passato.

Prigione (Marina). L'uso della P . nella marina, per castigare le mancanze, di d isciplina, risale soltaruo all'epoca ,b vascelli. Ne! periodo delle galere gli uomini erano p uniti Jeg,i ndoli m c, ni e piedi ad un palo _per lunghe ore, o sottoponendoli ad altre pene corporali di varie genere. Sui vascelli vennero destinati a P. i locali più bui e sporchi ~lella nave, nella 9rofondità delle stive. Il colpc,,olc, ollrc ad essere cenuw rinchiuso, e a pane td acqua, era incatenato al ponte mediante anelli che gli cingevano i l collo del piede. Talvolta per sedersi era obbligato ad Prigione d i rigore al fronte (guert·a l\llondiale) usare u na panca col sedile a sch iena d'asino e spigolo acuto. Sulle navi a vapore venne lungamente conservato l'uso trellanti giorni quanti sono q uelli che egli ha t rascorsi dei ferri, i quali si distinguevano in « ferri IL!nghi » e complessivamente nella detta punizione duran te la seconda · e< k rri corti )> . Ques ti ultimi consistevano in una sbarra metà <lei totale servizio !Jrestato. 11 coman<lamc della portante d ue anelli che stringendo le gambe del paziente gvardia, al! 'ingresso <lei pu nito nel locale di punizione, l,, obbligavano a rimanere sempre nella stessa posizione. lo visita diligcntememe per accettare eh ·egli non abbia Nella marina italiana l' uso de i ferri venne abolito verso seco alimenti o bevande, oppure Jrmi, ferri, corde c<l ogil 1890. La P. è contemplata dal Regolamento di discigetti con cul possa far fuoco, fumare, ,z-iuocare., ecc. Jl plina . Viene fatta la distinzione fra semplice (quella in graduato di truppa non deve mai essere rinchiuso i nsieme cui il colpevole esegue tutti i lavori contemplati dal!'orario con i soldati; nè - possibilmente il soldato di bt1ona e dorme alla sera nel locale della P. senza branda, secondotta con quell i di cattiva condotta abituale, nè il migregato dagll :titri) e di rigore, in cui il marinaio rimane litare anziano con le giovan i reclute. Se taluno dei puniti rinchiuso giorno e notte e ba diritto soitanlo a due ore con la prigione trasmoda e commette disordini <hè altridi passeggiat a, una alla mattina e una alla sera, sempre menti non sia possibile frenare, gli possono essere applilonta no <lai compagni. c~ti, per o rdine dell 'ufficiale di maggior grado od anzia Prigionieri di guerra. P resso i popoli dell'anticbità, nità, fra q uel li momento presenti in caserma, i ferri od

,,!

affatto ecce-

una sorte tren1cnda. era rise rvata a coloro che cadevano

non deve adoperarsi come punizione, rna sola~ n:cntc come 1nczzo csercitivo momentaneo. li graduato di

nelle mani del vincitore. La terribile invettiva lanciata da Brenno contro Roma: « Vac vicris! » rispecchia i l costume dell'epoca. Le mutilazioni, la schiavitù o la morte erano

altri vincoli per contenerlo. Questo rnezzo -

zionale -

trnppa o soldato uscito dalla P. sen:plice è presentato dal r ispettivo comandan' e di p lotone al comandante di com -

L· pene a cui andavano

p rigion ieri ùi lV[entana (quadro di Onorato C arlandi)

incontro

i P. presi in guerra 1


PR!

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e le idee che g li an tichi avevano in proposito erano tali, che Emocrate, generale si_racusru10~ venne m andarç in esilio

per aver consiglìato un trattamento u1nano verso i vinri Ateniesi. Nelle g uerre del Peloponneso, gli Ateniesi condannarono g li Egineti catturat i, al taglio del pollice del la

Prigionieri austriaci (guerra I\lfondjalc)

mano <lr. perchè non potessero pi ,, maneggiare la lancia; sterm inarono ruua la g ioventù d i M itilene, fecero ma rcare i P. di Samo con un ferro rovente al la faccia. l Taur idi tagliavano la testa ai P.' che riuscivano a catturare, e le mettevano all' ingresso delle proprie abitazioni . Presso i Gall i, lt <lruidesse svent ravano i vin ti in guerra per consu ltare l'oracolo nelle loro viscere. Cesare, per punire i d ifensori di Uxcllodunum , fece tagliar loro la mano d r. Seno note le stragi compiute <lal l"esci-cito d i Attila, ' che si d ava d a sè stesso il titolo d i cc Flagello di Dio "· Carlomagno, dopo aver bama o Vi tichindo, non potendo a,·erlo nelle mani perchè rifogiarosi in Danimarca, fece massacrare 4500 P. Ali 'epoca delle prime Crociale. i Cristiani face,·ano delle vere ecatombi nelle città che p ren devano. Spaventevoli eccessi accompagnarono le v ittorie di Tamerlano. Le guerre tra l a Francia e l 'Ingh ilterra del XIV e XV scc. furono caratterizzate per le crudeltà a cui ; i abbandonarono i contende nti. Un g rande miglioramento nel trattamento dei P. d i g uerra venne ap portato dalla R i voluzione francese, la quale con legge 20 g iug no 1792 d icl.tiarò i P. ,li guerra in F rancia sollo la salvaguardia del la Nazione, e ne d ichiarò la vita sacra e inviolabile . In seguito fissò che P. di guerra non potevano essere che i soldati armati e destinati a combattere . Si concesse ag li ufficiali il ritorno in p atria ·c ontro im pegno di non più combattere; i soldati si ad ibiva no a lavori non d 'indole m il itare, a cui ess i potevano rifiutarsi, per coprire una parte delle spese che per essi sopporrava lo Suito. Queste d isposizioni ed al tre ebbero sanzione convern io nalc fra gli Sta ti civil i alle Con!èrenze d cli' Aia negli anni 1899 e 1907 . Durante )a guerra .Mond iale, il trattamento fatto dall'Italia ai P. aust ro-te<leschi , con cen lrati jn diversi crmP.i e piazze fo rt i, Iu così uma·no che i P. nemici, per eternare la loro r iconoscenza aJt".ltalia, vollero er igere un monumento in marmo nel grande can\po di concentrazione d el I' Asil)a,ra in Sardegna. 1

"igu cu r dans l"annéc dc l'Etat ~li pouvoir <luqud ils se trouvenr. Tout acte- d'insubordination autoris.c, ;) leur ég~rd,

Ics mcsures de r igueur nécessaires ». D istingueremo fra militarj italiani prigionjcri di guerra

presso il nemico e nlilitari nernici prigionieri di guerra ja potere dello Stato Italiano. Riguardo ai prim i, essi rappresentano militari asse nti legittimamente, perchè la prigionia cli g uerra è un fatto indipendente da lh loro volo n1à, Restano dunque considerati Come in attività di servizio, non essen<lo la prigionia d i g uerra com presa fra le r ause fegali di interruzione della ferma . Jn conseguenza il prigioniero, <;S~endo -giur irf icamentc considerato in servizio attivo, è perciò soggetto alla giurisdizio ne niilirnrc per i reat i preveduti neUa legge penale militare. L e <lisposi2.ioni dei codici penali mil itar i si applicano benchè i reati siano commessi all"cstcro. Quanro ai P . di guerra delle forze armate nemiche che si trovino in potere dello Stato Italiano, nei loro confro nti si appLlcano le sarJzioni del tempo d i guerra. Pi:r i reat; comn,c-ssi da costoro a danno d i a lrri P. di guerra (quali l'insubordinazione, o abuso <l'autorità, ecc.) i co<l ici penali mii. italiani, pur attribuen<lo la giurisdizione ai T ribunali militari, osservano il silenzio. Il che signiJica che per tali fatti si applicano eventualmente le d isposizioni de't codice penale comune . E ciò rerchè lo S~ilto non può riconoscere l 'csc1:cizio <lell'autorità gerarchica tra i l'. d i guerr,a dello Stato nernico, nè può appl icare sanzioni pe-

nali per le rel at ive jnfr<1zion i dì doveri, e contribuire così, ind iretta mcn1c , a lla osservanza del la d isciplina nclt"csercito nemico. l cod.ci penali mii. si occupano dei reati fra militari italiani e P. di guerra _ Il reato d i vie di fatto del m ilitare italiano contro pr igion iero Gi guerra, è colpito ·d alle seguenti pene: se le vie <li fatto non produssero lesioni o se si tratta d i lesioni s~rn~ bili <::n tro dieci giorni, <la due- m esi cli carcere militare ad anni due <l i recl usione m ilitare; se le \'ie di fa tto con si~lettero in ferite o percosse seg-ultc <la n1orte en tro qua~

0

Prigionic1i di guerra . Sono i mili tari caduti in mano del nemico in qualunque modo legitrimo, o consegnat is i volontariamente, a cominciare dal momento in cui , cessar.a la flagranza della lot ta e, jn ogni caso, ~pogliati delle armi che possedevano, si è sopra d i loro stabil ito il potere d i detenzione. Per regolare nei rapporti penali la loro condizio ne la Convenzione dell'Aia stabilisce la norma che essi saranno « soumis aux lois, règlements et ordrc~ en

lnterrogatorio di prigionieri aust riaci (guerra Mondiale)

ranta giorni o importarono pericolo d i vita o la perd ita d i un m embro o l 'incapacità al servizio n1ili1are o al lavoro abituale o cagionarono rottura d i ossa o la perclita dell'uso d i un membro o debilitazione permanente o deformità, la pena ~ quella che la legge stabilisçc per i l reato costi-


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tuito dalle vie di fatto, ind ipen<lememente dal rapporto ternrchico; negli nitri casi, la reclusione militare da d ue a cinque an ni. I i reato d i spoglia?:ionc <li un P. d i guerra ferito può es:.ere p unito con la fucilaz ione setn'altro sul posto; la pena è di morte a mezzo del la fucilazione nella schiena, o ppure dei l avori forzati a tem po o. a vir,1. Ogni atto· d i indisciplina autor izza le necessarie misure di rigore a riguar<lo <.lei P. di guerra . In conseguenza (art. 29 r C . P . E . e 315 C . P . M. M.) i P. di guer ra colpevoli di am mut inamento o r ivolta, s,ono passibili della pena ~li. morte. Essi possono evadere e non cadono sotto ssnzioni pen~1li, ove siano n uovamen te catturati in com -

battimento . Però gli ufficiali prigion ieri, i quali siano stati ri l~sciati sulla parola d 'onore di non p iù combattere contro lo Stato, vengono puniti d i morte mediante la fucilazione ne l petto se vcogono r ipresi colle armi alla mano (a rt. 292 e art. 3 l 6 dei d ue Codici citat i) . Per i l nostro regolamento d i servizio in guerra l'ufficiale i taliano 110 11 può dare la parola d'o nore al nem ico per essère posto in libenà .

del loro esercito era .1ssai più m isero d i q uello che avrebbero goduto una volra c:murari eia 110 1. C'è in fìne la c1uestione dell'impiego dei P. . i q uali, per ragioni d i sicurcz.za e per con vcn z iooe inter nazìo11t1lc1 non possono e J)On

debbono essere messi a lavorare . Però, q ualora lo avessero accettato d i buon gra<lo e dietro ui10 speciale com penso ir'l denaro e cibarie, potevano essere concessi a talu ne azicodc agricole. Comu nque si trattò , li quan tità non molto cons idere vole di mano d 'opera st ran iera impiegata .

Qualche impiego col lca ivo si ebbe in costruzioni stradali , lavori cli sterro, ecc. Un'idea della 1·a,rità dei problem i logistici riguarda nti i P. si può avere ~corrçndo le seguenti cifre "P!1rossimative: nella battaglia di T annenbcrg (1914) i Tedeschi catturarono 45 .000 Russi; nella battaglia d i Lcopol i ( 19 14) i R ussi cattu rarono complessivamente 85.000 Austriaci; nell" resa d i P rzem ysl (r9 15) i Russi cattu rarono l o0.ooo A ustriac i; nell a battaglia t Ìi Viuorio Ve• ncto (r918) gli Italiani fecero 300. 0 0 0 prig ionie ri; il pi,, grande bonino d'uomini e d i cose che la stor ia ricord i. I calcoli fo tti sul numero dei I'. nella guerra Mondiale

Pdgionfod italiani che rjmpatri:mo (novernbre 19r8)

Logist ic;lmemc ì P. jn tçrcssano sottO i punti di vista dello sgombero, del vettovagl iamento e vestiar io, del l 'im pi(go. Lo sgombero viene effc1waro dal l'avan ti ali 'ind ietro a cura de llo stesso corpo o reparto che ha effettua to la ca uura : deve avvenire al più presto per evi1arc ingorgh i nelle zone avanzare e per garanti rsi d alle eventuali ribellionj . Il vettovag liamento avviene n dlc apposite s tazioni istituite <ial commissa riato o d alle associnioni internnionali di soccorso (Croce Rossa, Cavalier i di Malta, ccc.}. D i n!'r111a ;ti pr ig ioniero, d uran te l'avviame nto dalle lince ai oan1pi dj con cen tram cnlO, viene data- una ra z ione comu ne . uguale a q uella de l nostro s,,lda to : se è possibile agli ufficiali sj offre una 111<:nra. Ma ~ logico comprendere che, all'indo mani d' una imporrn ntc az ione, la crisi di congest io ne che si produce nelle ret rovie non permetta cl i indugiarsi troppo attorno al benessere elci prigion ieri : ranro piò che in q uelle occasio ni è g ià m olto difficile sodd isfare anche del puro necessario i propri soldat i. Ecco perchè si videro laJvolta colonne jnnu merevol i di prigionieri , <h.1 r<lll t•~ la g uerra Mo ndiale, aventi l 'aspetto d ello squa llore e soffrenti la fame . Ma, una volta concentrat i ne i campi cd o rg anizzati, ottenevano on tratt:-1mento umano . t noto che do po il 1917 non fu ; aro il caso d l Austriaci che si arren<levano per sfama rsi, dato che il vettov:-1g liamento norma)e

hanno <'3to le seguent i cifre : ·sui 74. 000.000 di u . mobilitati da tu tti gli Stati belligeranti ne ca ddero pr igionieri 8 . 5 10 .000, ossia l '1 1 %- Di essi ne mori rono in p rigion ia 78 r.ooo, ossia 1'8,7 % -circa. Le Potenze d<:l l' lntcsa fecero 3 .946.000 prigionieri ; q uelle degli Imperi Cent rali ne fecero 4 .564 . 000. L'I talia catturò sul proprio fronte 5154 ufficiali e 523.000 u . d i truppa nemici; la mortalità fra questi ascese a 35.000, ossia al 7 '¼, ; (u periamo inferiore alla ,.ncdia genera le . Avve nuta, sul nostro fronte, la cattura , i l'. prima d i essere mandati nc-lhnterno, restavano a disposizione del st: rvizio inform azioni per g li if\tcrrogatori , d iretti a rac• cogl iere abilmen te notizie preziose circa le cond izion i dcll 'esercico nem ico, la posizione e l;:i forza dei reparci, le postazion i <li artigl ierie, l 'ubicazione dei Comandi e degli osservatori, ecc . J prigionieri ven ivano divisi per nazionalità , e jnterrogati da militari pratici delle var ie li 11g ue parla re nell'esercito nemico. D ur~n tc la g ue rra Mond iale, con Oecre lo l uogoccnenz1aie

28 agosto 1915 n . 1273 si diede fawltà alle fam iglie degli ufficiali, sottu fficiali di carriera e n1usic 2nti, rimasli prigionieri , di chiede re la corresponsione d i metà dello st ipendio spettante al m ilitare prigioniero. Per la ricerca delle n ot izie di parecchie d iecine d i m i-


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gliaia di soldati italiani e delle provincie redente, scompa rsi durante j combattirnenli, venne jstirn ito in Vienna dopo !a g uerra un Ufficio d i ricerca e raccolia del le notizie, fondato e d irettt> dal colonnello veronese conte Francli ini Stappo: detto Ufficio fu i nstal lato negli stessi archivi del Ministero della g uerra austriaco. Fu provveduto di personale del le d iverse regioni del l'Austria-Ungheria . allo scopo di poter ricostru ire i nomi <ldonuari nelle t rascrizioni dei vari uffici austriaci, a seconda che e rano s tati scritti da

persone di una - o dell 'altra delle tante lingtic dell"ex impero. Un'infinità d i atti d i morte poterono essere redatti, regolar izzando la situazione d i tante famiglie. Soprattutto ser vì a dare informai.ioni alle famig lie dei paesi redenti , alle 9uali l 'Aust ria si rifiutava d i darne, sollo i l pretesto che quei paesi non qano pi,, aust riaci. Questo Ufficio, oltre che compu lsarc gli schedari austriaci dei P. di guerra, inviò personale a fare ricerche presso parroci e custodi d i cimiteri, specie in Serbia, dove !'·esodo del le p opolazioni e dellç autorità comuna li aveva portato il d isordine e la in terruzione nei servizi civili. Nel febbraio ,del i 9 22 fu tenuta una conferenza a Vienna per i P. di guerra in Russia, allo scopo d i poter avere notizie di molti militari ddl 'ex esercito austriaco, originari delle provincie reden te, rimasti prigionieri in Russia, o d isertati in Ru ssia per il fatto che, sen tendosi it2liani, non ·v olevano combattere per l'Austria e contro l'Italia. Per l'ostruzion ismo posto però dai Sovieci. i quali non ammet tevano a quel tempo. stranieri in Russia, la cosa noo potè avere un seguito mol to confortevole. (V . anche : Agenzia

inurnazionale prigionieri di g z,tetra). Pril~p (o Prilip, o l'crlepe') .' Città della Grecia, nella prov. d i Salo nicco, a nord della piana d i Monastir. Venne fortificata in antico, con cittadella e robusta cinta d i mura . Nel ,257 venne assed iat a da Michele Il, sov rano dell'fi.piro, e d ifesa da Giorgio Acropolita, generale d i Teod oro li Lasc-a ris; quest'ulrimo do,·ette arrendersi.

Prim (y Prats, Giovanni, conte di Reu,). Maresciallo di Spagna (, 814-1 870). Partecipò al la g uerra civile dal 1833 coi Carlisti ; poi passò ai cost ituzionali d ivenendo colonnel lo nel 1837 e brigadie re nel 1843, Due anni pr ima era stato eletto depurato . lmprigionaio per cospirazione e poi g raziato , par-

tecipò alla g uerra di Crimea al seguito di Omar Pascià. Rien• t rato in patria, ·coma ndò l 'esercito nel Marocco (1860) e fu nominato marchese d i Castillejos e grande d i Spagna. Partecipò nel 1861 alla sped izione nd Messico, i'tome comandante del le truppe spag 11uole . E siliato d i .nuovo, contribuì alla caduta dei Pr~rn Giovanni Borboni; ministro della Guerra ne] Governo pmvvisorio , sostenne la can,lidalllra del prin cipe Amedeo d uca d ' Aosta al tro no di Spagna, m a, due giorni pri rna che questi giungesse a Madrid , moriva vit• tima ~i un .J.ttcni:ato.

Prima Linea. Nella terminologia rigorosamente milii( P rin1a linea >) si trova in una circolare

tare , il termine

ciel C. S. in data 29 agosto 1917, n. 66113 : « Ad im pedire inesatte e cliver,e interpretazion i, si significa che per prima linea deve in tendersi qutlla occu pa ta dalle truppe

PR!

(comand i, corp i o servizi) dei corpi d 'armata, i quali nello schieramento si trovano ad immediato contatto col nemico ». Attualmcnle il tt=:rmine non è pili in uso nel linguaggio

ufficiale ed è sostituito dai seguenti : Schiera, Scag lione, Reparto avanzato . La ragione per cui è stato ahohto e per

cui nel linguaggio corrente (ove spesso per abitudine ri• corre) viene g iudicato erroneo, è per le tendenze attua li della dottl'ina nel rampo strategico e lattico. La linea che fu caratteristica della prima fase della guer ra stabilizzata è in antitesi collo scaglionamento in profondità per conserva re l':Htiludine i1n rnancn tc alla n1anovra , che è oggi canone fo'1damentale cli ogni azione bellica. Le truppe io P. L. accumulavano i compit i di vigilanza, osservazione e resistenza : il che imponeva ad esse un servizio gravoso, logorame t: dcprimcmc per la monotonia d , esso e per. la manc.inza di quegli stimoli che i;rnalzano e ravvivano le vi rtù milirari . Le nostre fanterie eccelsero nella guerra anche in questo, dimostrando salda e tenace tempra d i carattere e ~pirito di sacrificio senza misura . Col p ro lun . garsi della g uerra stabilizzata si procedette all'avvicendamento delle tr uppe in P. L . : nell'ultimo anno di guerra, specie dopo l'avvento del gene1·alc Din al Comando Supremo, i turni per l'avvicenda mento in prima linea O f an li ,lo chiamavano « i l ca mbio ») furono regolati con rigorosa regolarità ed equ ità . Il nostro codice tattico per le ragioui inn anzi dette non contempla il cambio ma lo Scavalcamemo e la Soslitu,,ione.

Primaluna. Comune in p rov . d i Como, sulla dr. della Pìoverna, in vici nanza <1 i In trobio . Vi si mostra ancora LI tronco ne d i una torre medioevale appartenente al castello che quivi avevano i Torrianl. Ebbe una pane im portante

nella storia ddla Va lsassina da l X al XIV sèc. Anticamente fu borgo fo rti ssimo, cinto da mura con torri . Fedele ai Del la Torre, <l iede loro pi,, volté contingenti d'armati in aiuto del Comune di Mila no, che si d ist insero specialmente nel 1254 nella g uerra comro Pav ia . Le guerre del sec. XV e q uelle ~lei sec. XVI, il passaggio delle truppe straniere e la peste del 1630 furono la cagione della decadenza del paese e dello smantellamento delle sue fonificazioni.

Primaro (l'o di). L'attuale corso inferiore del Reno, amico braccio del l?o. Nel t 2 jO i Bolognesi vi avevano innalzato su lla riva sr. un castello (Castello di Primaro) per fronteggiare q uello di Marcoamé che i Veneziani avevano costruito sulla riva d r. per in tercettare la via del mare alle navi lombarde . Bauaglia di Primaro ('1271). l n seguito al rifiuto dei Bo• lognesi di d istruggere il castello d i P ., i Venezian i di-

chiararono guerra al cornunc di Bol()gna e invjarono un ·armata sotto Ja nuova fortezza, ma essa fu respinta. Ne armarono allora

un 'altra, al comando di

un Contarini,

nipo te del Doge Lorenzo Tiepolo, per vendica re la prima d isfatta e radere al suolo il castello bolognese. lntamo a Bo logna veni va eletto podestà il genovese Lan franco Malocello , al q uale fu affidato il comando delle operazioni . imbarcata la sua gen te su molte piccole navi , il Malocello cercò <li passare sull'altra riva , ove si ~rovavano i Ve nez iani sbarcati, tenta ndo d i uarli a battaglia campale; ma essi ,·iuscirono ad imped ire lo sba rco, ed il Malocello, dopo pa recchie o re di combattimento, simulò d i rnler desistere da ogni idea d i attacco . Ma durante la notte " fece legar dove d ue e do ve tre n avi insieme con g rosse funi , e sopra quelle fece accomodare un palco piano di ben congiunte e larg he tavole, l 'es1ronìt/, delle qualt uscivan di iuori ta11to, che, stando la barca in acqua vicino alla riva, quelle

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~•estenclenno assai sopra alla terra, onde i soldati potevano sabrvi e disccudcrnc 1.x1mo<la1ncnte >) . La mattina se .. gnentc, r0 settem bre 1271, su l far òd giorno, i suoi soldat i si imbarcarono sulle navi, d iventale ponci mobili gal leggianli , e riuscirono :?d attraversa re il Po e sha:n.:arc

su ll'opposta riva, au.acca ndo i nemici con tal veernenza <la obbligarli a retrocedere : qu indi, col concorso della guarn ig ione del Castello d i P., dopo una saoguioosissima battaglia durata molte ore, sconfissero pienamen te i Veneziani che cercarono di rifug iarsi sulle navi , ove erano attesi dal Conta r ini. Questi, riunita la sua sq uadra, salpè, sicuro che i Bolognesi non avrebbero osato inseguirlo. :Via 1' Malocel)o, prevede ndo il mov imento dei Veneziani , s ·era g ià im barcato con buona parte de i suo i, resi più arditi dalla vj tcoria , assali il nemico prima che esso avesse raggiunto i l mare, e circuendolo d~ì ognj parte attaccò un furio~o con1, b attimento navale. Il Contarini. \' ista ormai compromessa la giornata, volle aprirsi la strada con la sua r.ave. cd accostatosi ad un altro grnsso lcguo che gli serviva ua scorta si era già avanzate nelle acque d a coD~idcrarsi quasi a l sicuro, quando, accon osene il Ma locello, Cece tosto lan ciare gh uncini contro la nave del capitano nemico , e, fe rmatola, attaccò nuova zuffa che culminò ne lla completa v ittoria dei Bolognesi. Il Contarini. rimasto mortalmente colpito, morì poco dopo. Alla notizia della morte del capitano , i suoi tentarono di mettersi in salvo con la furra, rna 11e furono im pediti da l Malocello, il quale aveva fa~to chiudere la foce del P o con corde e carene, talchè le navi veneziane f urono costreue a combattere:. fino a notte avanzata. Finalmente, vista inutiJe ogni resistenza e senza speranza di ricevere soccorso, abbassarono le. armi e si arresero . Gravissime furono le perdite eia ambo le parti, ma moho maggioci <la parte de i Veneziani, che, secondo il Muratori, pcrdcuero e< molte persone e tanto materiale che superava in valore le 20.000 lire bolognesi ». Dopo questa battaglia termi nò la guerra, e furono intavolate trattat ive per la pace, che fu conclusa il 15 agosto 1273 a Venezia. Tn seguito a q uesto trattato d i pace il castello d i P. venne abbattuto .

Primarano (Raffaele) . Generale del le .Due Sicilie, n . d i Napoli (1795-1880). Volontario ncll'eserciro cli Murat a 14 anni , divenne tcn. a 18 e partecipò alle campagne del 1814 e 1815. Rimase nell'esercito borb,Jn icu, m:t ne l 1820 fu i'nesso in aspettativa come liberale. R ichia111ato nel 1829, partecipò alla spedizio ne del 1848 1fell'Al1a ftal ia, e torni, in patr ia a l rich·i amo d el re. Partec ipò alla repressione della rivoluzione siciliana come comanrlante d i reggi• n1ento, e dcpo le operaz ioni gli fu tolto il çornando sempre per sospetto di liberalismo . Raggiunse il grad{) di generale nel 1859 e si trovava a Pa Primcrano Raffaele !ermo quando Garibakl i sbarcò in Sicil ia. Avendo sostenuta la necessità di abbandonare P:dcrmo per affrontare i Garibaldini in campo aperto, venne telegraficamen te collocato a riposo e si ritirò a \'ita privarn . Pri111era110 Oomcnico. Generale, 11. a Napoli, rn . a Roma ( 1829-191 1) . Proveniente dall'esercito borbonico, passò in quel lo ital iano nel 186r come maggiore d i S. M . e partecipò alle campagne di guerra d el 1860-61, 1866 e 1870. In quest' ultima fu capo di S . M. del corpo d 'occupazione di Roma e meritò la croce da cav. dell 'O. lvi. S . Colon nello nel 187r, coman dò il 58° fa1itt ria. Nel 1876 resse la

carica di soLtosegretar io a lla g uerra (ministro Mczzacapo), che man tenne colla promozione a magg. generale avvenula nel 1877. Nel 1878 com andò la 29• brigata di fanteria; nel 1884 fu promosso ten . genera le e comandò succcssiva rnenre le d ivis. m ii. d i Genova e di M ilano. Nominato comandante del JlI C . d'A . nel 1891, d iven ne capo clello S. M. del l'esercito nel 1893. In l'. A . nel 1896 , fu trasferito nella riserva nei 1900. Nel 1876 rapprese ntò aJ l,a .Camera dei d eputati il col,. legio cli Città d i Castel lo e nel ._, 1894 ebbe la nom ina s senatore ·; ,.' I<_ al. Scrisse due piccoli lavori: « Che cosa fare <lei] 'Erit rea? ,, e « Navi Prlmerano Domenico e Fortezze >J , ~

,,

P-r imipilo (lat l'rimipi/w) . Centurione, o capo della prima centuria d~ lla pri ma -schiera, presso gli antichi Romani. Il P. occupava il g rado più elevato <lellu classe dei centur ioni, e in battaglia , dirigeva la legione. Per ciascun.a d i queste ve ne erano ~lieci . Partecipava ai consig li di guerra e accompagnava il comandan te suprc1n o o chi Jl e faceva !e veci, nelle conferenze col nemico; serviva d i intermediario tra i soldati e il comandante supr emo. Talvolta da frazioni dcli 'esercito che volevano o dovevano arrendersi, i P. vcntvano mandati a parlamentare o a negoziare col ne1n ico. Primo capitano. Q ualifica concessa ai capitani de lle varie arm i, specialità e servizi, :11lorçhè essi con1piono i r2 ann i rii g rado ovvero i 20 anni d i spalline. Essa comporta vantaggi economici che consistono nella corresponsione d i una speci,:ile i.ndcnnità annua. e delk indennità evenu.,a]i quali sono prev iste per l ' urliciale superiore . La q ua lifica comporta altre.sì alcu~i speciali d istinti~,; sul! ·uniforme e ptccisa rncnt-c : a) con l' un iforme ordinaria, una piccob stri sciolina d i tessuto d'oro o c1 ·argcnto (a seconda dcl k varie arm i, specia!tt~. servizi) sul lato esterno opposto alla parte a p puntita della controspallina ; con la grancle uniforme. frangic da ufficiale superiore alle spalline, dragona d a ufficiale superiore. Primo tenente. Qual ifica concessa ai tenenti delle varie ar mi, specialità e servizi al loro compimento ciel d odice simo anno di grndo. Analogamente a quan to avviene per i prim i capitani, guesta qua lifica comporta la correspon~ione d i tutte le: indennità quali sono previste per il grado d i capitano. Essa comporta altresì, quale d ist intivo particolare sull 'uniforme, una strisciolina sulic controspalline come per il p rimo capitano. Le qualifiche di primo capitano (questa già esisteva prima ddla guerra Mond iale) e d i primo tenente sono conferite pe r dctcrminazio n•~ ministeriale; esse danno notevole im por ta nz~ mora le ad ufficiali che, per :iver raggiunto un 'anzianità ragguardevole, si rendono meritevoli di speciale ·riguardo e consideraz io ne .

Priwo sergem e. Grado ddl'cscrcito spagnuolo, in una categoria di gcaduati che sta fra q uella degli ufficiali e quella dei sottufficiali, e comprende il grado detto, se• guìto da quelli di brigadiere, sottoaiurante e sottotenente. G li appartenen ti a ,1uesta categoria , creata nel 1930, ;rncora cioè nell'epoca ,nonarchica, avevano il d iritto d i far precedere il loro nome dal " don » e portava no tenuta simile a quella degli ufficial i.


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Primolano. Frazione del comun e d i Cismon del Grappa , in prov. di Vicem,a, nella valle Sugana, situato in prossim ità dell'antica fron tiera it alo-austriaca . 1. Combattimento di Primo/ano ( 1796) . Appartiene alla campagna cl!ltalia del Buonaparte, il quale, per sventare il clisegno d el Wiirmser inteso a serrare da due lati le forze francesi operanti nel Trentino dopo di a vere occupata Tre nto, lanciava u n a colo nna lungo la Val Sugan:L per a ttaccare da tergo g li Austriaci in marcia verso la p ianura vq1cta . La retrog uardia austri2ca, costituita da un . regg. croato, rrovavasi nei p ressi d i P. dove fu vivacemente attaccata dall_'avanguardia della divis. Augcreau il mattino d el 7 sette m b re; e, benchè si trovasse i n forte posizion e con la sr. appoggiata a l Brenta e la d r . alle alture, fu facilmente sopraffatta dalla brigata L a nusc mcrcè un 'azione combinata sulla fronte e su l fianco, canto c he dovette r itra rsi a valle, e il villaggio fu pr,,so dai Francesi. Questo successo in iz iale preluse alla v ittoria d i Bassano e al s uccessivo bloaco di Mantova.

Il . Combattimento di Primo/ano (1866) . Appartiene alle guerre della l nd ipondcn,.a. li gen . Med ici , me nt re marciava su Trento, giunto a Bassano vehne avvertito che un corpo nemico della forza d i 3500 u. con artig lieria e cavalleria occupava i passi• d i Cismone e d i P. E ra invece il m agg. austriaco Pichlcr con 4 cp . d i fan teria, 2 c p. d i tiratori provi □ciali tirolesi, un plotone di <:avalleria , u n rlrappello d el genio (forse 900 u . in tutto), con 4 pezzi <la racchette. Volendo approfittare d ella s uperior itil d elle sue forze, il gen. M edici stabilì di attorn ia re tucre le posizio ni c he il ne mico av re bbe ponrto pre n dere sino a lb st reua di Grigno ; perciò nella notte dal 21 al 22 luglio d istaccò il 2 7° fan teria (colonnello Casuccini) pei mo nti a· est d el canale di Brema, coli 'ordine di sccnclcre ad A rsiè e piombare s u lla s trad a P .-Feltre, m inacciando così la sr. d elle posizioni di Cismon-c e d i P.; a sr. il col. Negri col 61° fan teria e 3 cp. d el 25° bersaglier i pei monti a ovest de l canale di Brenta, per poi scendere nel la valle sopra Tezzc; il ~3<> 0 bersaglie ri e u n b gl. del 62_ fante ria pci monti su Enego, per m inacciare la dr. d elle posiz io n i d e l Cismone e di P. Col rimàncnte della clivis ., la mattina d el 22, egl i avanzò pe r la strada maestra di Val Sugana. G li Austriaci te nevano il villaggio di P. e i risvolti che fa la strad a di Fclt re uscendo d a l v illaggio per sa lire la monta:;na (le Scale di P .); a tergo avevano il mon te ~cosccso ; a dr. i n Val d i Brenta, Ja stretta di Pradella che il magg iore Pichlcr aveva fat to occupare. Gli Ita lia ni , uscendo d a lla ~unga strett~ per cui avanzavano , si d istesero sotto il fuoco nurrito degli avversari e attaccando r isolutam ente s' impa d ronirono d el villaggio ed jnscguirono gli Austriaci su pel ,nonte, prendendone parec~hi prig ionjeri : gl i a ltri si !·tt i .. rarono su Borgo.

Primus in lndis. Motto portato a ncora oggi dalla ba nd iera del 39<> regg. fanteri,i d ella Gran Bretagna, pc, ricorda re il fatto che questo fu il primo rcgg. dell'esercito reale inglese che, nel 1754, a l comando del colo nnelln Adlercron, sbarcò nell'I ndia. Princeton.

Città <iegli Stati Uniti d 'America,

nella

Nuova Jersey.

Combattimento di f'rinceto11 (3 gennaio J i77) . Appartiene a lla g uerra d'Indipende nza d egli Stat i U niti d ' America. Dopo la vittoria d i T renton , il ge n. Washing to n si era rafforzno presso questa città, s u lJa spon<la del fiume omonimo. G li Inglesi, guid ati dal Co rnwallis , lasciati tr~ regg. a g uardia d i P., n1arciarono il 2 gennaio verso Tren•

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lOn, e per quel giorno tentaro no jnvano di passare il fiume, ben g u ardato dagli American i sull'opposta riva. :'Jella notte g li Americani, lasciati accesi i fuochi, abb and onarono il campo inosservati , e con un largo giro si d iressero rn P., dove i l m;rttino del 3 troyarono due rcgg. inglesi subito fuori de l borgo, d iretti a Tren ton. L 'avan-

guardia americana assalì gli Inglesi, n''la venne respinta, e il suo con,andantc, gen . Mercer, ucciso. Sopraggiunto iJ corpo prin cipa le col \1/ashington, la battag lia si riaccese : i due regg. inglesi vennero scpararj, e} attaccati a f uria, non pote rono riunirsi e ,solo 'riuscirono a ritirarsi ciasc uno pe r suo conto, lasciando 100 motti e 300 prigionieri. li te rzo regg imento, vista la scon fitta dei primi due, abban d o nò a su a volta P. e si salvò con rap ida rit irata. Poco dopo a rrivava il ge n. Cornwallis col g rosso i nglese da T rcnton, ma il gen. Wash ington aveva ormai abband onato P. ed era al sicu ro oltre il fiu me M illstom, di cui aveva ro tto i ponti.

Principali. Occupavano nell'esercito r om ano un grado intcrrncclio fra i centurioni ed i snldari semp lici e<l avevano un ufficio d ete rm inato. Cesare nomina trn essi gli aq uilif.cri, i sig niferi, e .i beneficiari, i quali u lti1n i erano assegnati a l servizio p rivaro degli u (lic iali, e, come le nostre o rd inanze, erano esen ti d a taluni servjzi 1nilitari (immunes). Ol tre queste caricb<e special i disimpegnate dai P. ve ·ne erano altre non ricordate da Cesare, m a ch e esistevano tanto ncll 'csercito della repu bblica come in quello d-.::ll 'impero. Esse e rano quel le d i <( tesserarius » che rice,·cva dai tribuni !a tavoletta <li legno (tessera) ~r la parola d 'ordine per la notte; di « optio », o a iu tante dèl centurione; d 1 ((,_ coroicuJ arius », o aggiunto come aiuto ni 1

tribuni,

(!;

(<

bucinator », o

SllOOltorc

di buccina.

Principati danub iani. La Moldavia e la Valacchia, sottratte così al g iogo , conte al p rotettorato ru~so , .in hasc alla Conv<enzionc di Parigi (V.) d el 19 agosto 185~, poter0Jl0 Fi nalmente rea lizzare 1·unirà nazionaie, eleggendo nel 1859 un ico ca po il principe Alessandro Cuza. Quest i nel 1861 proclamò la trasformazione dei due P. in Srnto autonomel che p rese i l no me d i R onutnia (V.) la quale, nd 18811 <! ivenivn pni regno . Dopo la riorganizzazione dello Sta to da parte d el pri ncipe Cuza le forze d ei P. D. sommavanr, in tul\(1 ,,1 27.39j u. ripart iti in: 7 regg . fan ter ia (r.1.2GO); r bgl. cacciatori (800); T bgl. pionieri (800); 1 rcgg. d i cavalleria (,Goo) ; 5 bgl. d i gua-nlie fron tiere (7397); gendar meria (5600 uomini) . I l'rincipnti di Hohenzolhm (Ordi11e dei) . Or<linc ca val ie resco c reato ne l 1841 dalla Casa p rincipesca d i Hohenzol icrn ' Hcc;hini:cn e 1--Iolrcnzollern Sigmaringcn. Nel 185 1 fu ricono sci uto come focente pane deg li o r-

li

dini reali di Prussia. Veniva confe. rito alle persone che se ne mostravano mel'ite\·oli pei il loro attacca": 111en to al sovra no. la lo ro devozione, la low i ntrcpi<lc:aa, i loro meriri speciali. L tor<linc era diviso in dut:

Principati

di 1-lohenzollern

classi> composte ciascuna <li tre gradi: gran c,:nnmcndatore , commendatore e ca va lie re . Fu S0!>presso dopo la g uerra Mo ndiale . Principato-citrt1. Reggimento provinciale d i fanter ia dell'esercito napole tano; cròto nel ' i ·P e soppresso n el 1780.


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PRt

p,-,.ncipato-ultra . Reggimento provinciale d i fanteria del 1'esercito napoletano, creato nel 174 t e soppresso nel 1780. Si distinse nella giornata <li Velletri ddl' li agosto 1744. Principe. Reggimento d i cavalleria napoletana, creato nel 1734. Si distìnse particolarmente in Lombardia, agli ordini degli Au.striaci, cootro i Francesi dd Buonaparte, nel r796. Fece la campagna in Toscana nel 1801. Dopo il ritiro <lei Borboni in Sicilia, Eu qui,·i s<loppiato, in regg . Principe 1° z, Principe 'lf'. Principe (o Priuipe Reale). Reggi mento d i fanteria napoletana, costituito nel 1795 dal colonnello principe di Roccafiorita . Fu costitui to un altro regg. di fanteria (2°) con lo stesso nome nel 1808, da l colonnello Luigi Arcovito, e fece la campaima del J815. Venne sciolto nel lbH e 1icosLi tuito ne l 1822.

Fregata corazzata Princ ipe_ di C arignano

Pri11cipe di Piemonte (« Reggimen to di cavalle ria del Serenissimo P. di Piemonte »). Co.stituito nel 1671 a Torino con ufficiali e soldati in grand issima pane stranieri,

specialmente fra ncesi, fu d estinato al servizio del re di

--

r

Francja, con rn~estro di c ampo pie1nontese, e

nominal-

mc11lC proprietario e cornanda1He il pr incipe Vittor io Amedeo. Fece le campagne contro l'Olanda dal 1672 al r674, e nel 1690 d ivenne regg. francese, col nome di Roya/ Piémont (V .) .

.f .........) ~ - -

.

Principe di Piemonte (Reggimento). V. Piemontese. Principe Oddone. Avviso a vapore, costruito a Peschiera nel 1860. radiato nel 1867. Dislocamenro tonn. :232, macchine HP. 50.

Corazzata Principe Amedeo

l'rincip,· Amedeo. Nave corazzata, con scafo di legno, varata a Castellammare ed entrata in serviz io

nel 1872,

radiata nel 1895. Dislocamento tonnellate 6274, macchine HP. 3361.

Prinàpe Reale. Reggimento di cavalleria dell 'esercito italico, del viccrè Eugenio. Era detto così il 2° regg. cacciatori a c1vallo, formato nel 1806 con volontari in grande parte veronesi. Partecipò alle campagne dell'epoca, d istinguendosi specia lmente in quella di Russia del 1812, nella q uale prese parte con onore alle battaglie di Ostrovno , di We lish, della Moscova.

Principe Carlo (Trasporto). V. Tro11to. Principe dell'Inferno. V . Lanciafiamme. Principe di Carignano. Reggimento crealo nel 1644, con

clementi in pr~valenza piemontesi e savoiard i, da Tom -• maw Francesco <l i Savoia, principe di Carignano, figlio d i Carlo Emanuele I d i Savoia. Egli, che e ra andato nel r642 al servizio del re di Francia, divenendovi gcncrak , levò a Torino il detto reggimento, come proprietario e c:oma"ndantc, e 1,, pose nel!(? ~tesso anno della costituzione al servizio della Francia. l i rcgg. combanè dapprima in Piemonte e fu all'assedio d i Vigevano (1645). l i regg. oc! 1659 venne incorporato neli 'esercito f rancese e fu da I 1665 al 1668 al Canadà ; tornato in Francia, si chiamò dapprima ,, Perche », e poi « Soissons », dal conte omon imo, figlio del principe d i Carignano. Infine divenne il 47° regg. d i linea francese. Principe di Carig11ano . Fregata in legno parzialmente corazzata 1 varata .a Genova dal cantiere della Foce nel r863, radiata nel 1875. Dislocamento 4086 tonnellate, macchine 600 HP. Partecipò alla battaglia di Lissa.

/>ri11cipe di Piem onte. lstiluto per gli orfani dei marinai 1norti in guerra. Sorse con spontanee oblo:izioni del perso•

nale militare e ci\'ile delJa R, Marina durante la guerra Mondùle e venne fi nanziato considerevolmcnlc da società

Stendard6~del 3° squadr. del r~gg. P:rincipc Reale

l',-incipe Tom11wso (Reggi11ientQ) . V . Piemontese. Principe Umberto . Fregata a scafo d i legno , varata nel

e ditte industriai i , d a organismi n1aritti1ni e navali, e da

1862 dal cantiere della Foée di .Genova , radiata nel 1875.

con nazionali resiclenti ali 'estero. Ha sede a Roma, presso il Ministero della Marina.

Dislocamento 3483 tonnellate, macchi ne 596 H P., velocità nodi 12, lunghezza m . 73, larghezza m. 15; armamento


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302 •..

20 ca nnoni da 4 0 e 10 obici <la 20 nella prima b,.uteria, e altrettan6 pezzi, di cui aJgm i rigati, nella seconda batteria. Stato Maggiore 26, equipaggio 518.

.Pirofregata Principe Umberto

Principessa. Reggimento d i fanteria napoletana, cost ituito nd 17S0 e sdoppiato in Principessa 1 ° e Principessa 2°. Fece la campagna del 1806 in Calabria. Prinàpe,s(I. Reggimento d i fanteria napoletana, costituito nel 1795 d al colorn1cl lo Francesco Moucada, duca di Cal tanisetta . Venne sciolto nel 1821. Principessa Clotilth . Corvetta a scafo di legno, costruita alla Foce di Genova e varata nel 1864, radiata nd 187,1. Dislocamento 2 182 tonnellate, macchine HP . 400 .

Corvetta a vapore Principessa Clotilde

Principi. Uno dei quattro ord ini di fanti d i cui si wmponeva la legione romana, e che formavano la seconda iinca sul campo d i battagl ia. Era no armati di pilo e dopo i triari, fanteria sceltissima, erano reputat i i migliori. Pringle (si,· Giova//111). Med ico insegnante nell' università <li Edimbu rgo e prim o med ico <lei re. Divenne inoltre chirurgo generale d ell'esercito inglese ( 1742-n58) e fondò la pr ima scuola dj chirurg ia m ilitare. Propug natore del m e-rodo . andsenico nella cura delle ferite, si occupò anche d ell'igiene de lle caserme/ del le navi , degli ospedali. Fra le sue opere è da ricor<lare : e( Osservaz io ni sulle malattie m il itari,,. Pringles

(Giovan-

Monumento al gen. Pringlcs in -Rosario

PRl

11i) . Generale argrntino del sec. XIX . S1 batt<: agli ordini <lcl San Martin nella guerra per la lndipendeoza, distinguendovisi g randemente . Nella guerra civile contro Rosas combatti: e lungo, finchè, catturato in una piccola fazione d.aj partigian i del Rosas> venne messo a rnorte. L'Argentina lo considera come uno dei suoi eroi militari e gli ha ercLto un ·monu1nento.

Priorato (Gttlc(lzzo Gualdo). Ufficiale e scrittore mi litare, n. a Vicenza (1606-1678). Combattè> in F ia:1dra sotto l 'Orange e fu all'assedio di Breda; partecipò all'assedio della Rochelle e ft\ ferito a Bois-lc-Duc. Comandante d'un regg. d i corazzieri affidatogli da Venezia, partecipò alla battaglia <li Nordlingen (1645); dove il regg. rimase d istrutto. Scrisse : « Vita d i Vvallcnstcin »; « Storia delle guerre degli imperatori Ferdinando Il e III »; « Storia del Mazarino » ; (( Storia delle rivoluzioni di Fnmcia sutlo Luigi XIV » ; " Vite ed azioni d i personaggi m ilitàri e politici » ; (< -L·arre <ldla guerra >>; ù Il guerriero prudente n.

i

Priou (Gio.-gio). Generale francese , n. nel 1868 . Sottot. nel 1889, d ieci anni <lopo divenne ufficiale d i S_ M. e raggiunse

il grado <h colonnel lo

nel 1916 e d i magg. generaic nel 1917. Fece campagne coloniali nel l'A frica del Nord, e partecipò all a guerra Mondiale, durante la quale, dal novembre 1917 al giugno 1918, fu in Italia al comando della 24& divis. francese, con la quale si ba,rè sugli Altipiani. Tornato in patria, vi ebbe si no alJ 'annistizio il comando della 58> di"is. e dopo la guerra fu dal 1920 al Priou Gior&iu 1923 a Costantinopoli, col corpo interalleato d'occupazione; ·tornato in patria, tenne il comando della piazza d i Lione.

Prisco. Famiglia roma na, della quale si d istinsero nelle armi: Publio Servilio, che (u -console nel 495 a . C. e si battè contro i Volsci, i Sabini e gli Aurunci; Q11i11to Servilio, fratello ciel precedente, che fu nel 494 maestro della cava lleria; Spuria Servilio, che fu console nel 476 e combatti: contro gli E truschi ; Quinto Servilio, che fu dittatore nel 435 e combatti: contro Veienti e Fidenati , ai quali ultimi prese la città dopo assedio, e contro gli Equ i. Oltre agli appartènrnti a questa fam iglia, che porrò anche il soprannome d i Strutto, altro personaggio milita re romano di nome Prisco è Stazio, che nel 162-165 d. C . combattè contro i Parti togliendo loro l' Arm<;n ia . E altro, bizantino, dello stesso nome, fu generale nel VI secolo ~ combattè contro gli Avaò, venendo coi11volto nelle lotte intestine fra Maurizio, Foca ed Eraclio : fu facto uccidere da quest'u ltimo.

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Pristina (ant. liicianum) . Ciuà della Jugoslavia, nel bacino della L initza. Vi si svolsero gli ultimi combat timenti (appartenenti alla g uerra Mo11d iale, campagna ausrrotedesca contro la Ser bia), nei giorni r9-20-2r novembre r915, che rappresentarono Ì'estremo d isperato sforzo dei Serbi per contCJ>crc l'attacco nemico; tale sforzo costò loro g ravi per<lire, e 17. 000 u . r imasero avviluppati e presi, mentre_ gli avanzi dell 'esercito serbo si d irigevano al!' Ad riatico. Pritaneo militare. Nome dato a un Collegio mil itare francese, istituito da Napoleone l nel 1805 a La Flèche,

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destinato ai figl i degli ufficiali o dei funz ionar i dell 'amministrazione della guerra avviati alla ca rriera delle armi. I figli dei cadu ti in guerra vi ottengono speciali priv ilegi. - Sotto il semplice nome d i « Prita11eo » la scuola era stata fondata nel 17fo, ma solo gli allievi di essa riten uti idonei passavano alla scuola m ii. d i Parigi; gli altri porevano essere am messi come <( cad etti gcnliluom ini » J1ei reggi menti. - Nuov i regolamenti, sempre lascianti al P. i! cara tte re p uramente mii. acquisito nel 1805, vennero adottati nel 1853.

sima durame la battaglia del P iave e fu i11 corrispondenza d i questi ponti che si svolse, tlurantc la battaglia <li Vittor io Veneto, la bella manovra <Id XVJl[ corpo d 'armata, il quale, passato i l fiume più a sud, sui fiancbi dell'11rmara .inglese, e risalito lungo la sponda sr., rovesciava la re.;istenza nemica nella zona di Susegana e sulle alture di San Salvatore, aprendo cosl la via al le altre nostre truppe. Privas. Città della Francia, nel d ip . dcll'Ardèche. Fu una delle piazzeforti dei Protestami nei sec. XVI e XVII.

Pritchett. Fabbricante d i ~r mi a Poultry. Applkò a l fucile inglese En field-Pritchett Mod. r853 un proiettile conico d i sua invenzione e che d a lui prese nome . Era cilindrico, liscio, con punta con ica e piccola cavità alla base. Prittwìtz (Mauriz io d,) . Gcnuale prussiano e scrittore militare (1795-1885). Apparteneva al l'arma del genio, della quale divenne ispettore, col grado cl i luogotcn. generale (1858). Com;indò l'esercito prussiano nella seconda parte della guerra dei Ducati (1849). Fondò una scuo],i <l i fortificazione e fu anche d eputato ; passò nella riserva ne l 1863. Fra le sue opere : ,, Dell'armamento u niversale delle campagne » ; ( l Dell'impiego della fan terià ne!le d ifese del le fortezze ,, ; « Trattato dell' arte delle fortificazionì e della guerra di fortezza». Un generale d ello stesso nome appartiene all'epoca nostra, e d urante la guerra Mond iale fu comandante d 'armata sul fronte Orientale. Pritzbuer · (Leopoldo d,). Ammiraglio francese (r82,11889). Partecipò al bombard amento di Tangeri, alla guerra di Crimea, alla guerra del 1870; in questa, ebbe occasione di bloccare in un porto giapponese due piccole nav i da guerra tedesche, le quali avrebbero potuto recare danni àllc navi mercantili francesi. Nel 1875 fu governatore della Nuova Caledonia e 11el 1883, col grado d i viceammir., prefetto marittimo a Rochefort . Priula (Ponti delle,) , Si chiamano così i due ponti, ferroviario e stradale, che cavalcano il Piave tra Susegana e Ncrvcsa , e costituiscono uno dei passaggi più im~

portanti attraverso i! fiume. Distrutti dopo la nostra rit i-

Ponte della Priula

rata sulla d r. .,:lei Piave (novembre 1917) essi costituirono, tuttavia, uno dei punti più delicaù della linea del Piave, fino a Vittorio Veneto, e furono q uasi sempr: !imitc di settore tra grandi unità, sia da par te nost ra che da parte ~ustriaca. Nel settore ,-Jella P. si combattè una lotta aspris-

Fortificaz ioni di Privas (sec. XV[)

/lssedio di Priv(ls (1629). Fu posto nd maggio eia Lui·gi XIII. La città <:ra -ben fortifica ta,

r-0J1

("pere a corno ,

mezzelune, bastioni, e il forte d i Toulon sopra un 'eminenza, connesso a!le difese principali. Era presente a!le operazioni il card inale <li Richelieu , coad iuvato dai maresc. Bassompierre. Schomberg, Mootmorency. L'artigl ieria d'as~edio cons.istev'l in

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cannon i, i qual i poterono essere

rnesst m opera il 2r maggio, divisi in due batterie, La piazza era dites,1 <la CheHilles, con 500 u . U11 gruppo di nobili proresranr.j, col Montbru n, si riiugiò nel forte di i:ouloo. Il 26 magg io, dopo violento bombardamento, le t ruppe del re mossero all 'attacco e conquistarono alcune opere esterne. Il giorno dopo, la città era presa, e d ata al massacr.:, e al saccheggio. Il forte Toulon tu pure assaltato e conquistato. Nessuno ottcunc quartiere, e le fiam me completarono la distruzione. Priv,2rno. Comune in JÌrov. d i Roma . Chiamato cosl in tempi antichi, prese r oi il nome d i Piperno, tornand o all'antico nome nel 1926. Scavi recenti misero al la luce i n:s1i delle poderose fortificazion i <li cui era ci nw la vecch ia città, àttestanri la sua potenz a passata . Nel 338 a. C. i Privernati invasero e saccheggiaro nÒ i te rritori di alcuni coloni roman i che da poco si erano stabiliti nelle palud i Pontine ; l' anno seguente furono assaliti dal console C. Marcio che li sconfisse in battag lia ca mpale e li costri nse a sottomettersi. La città rimase però <l i fatto i nd ipendente, e la sua potenz a crebbe a tal punto che nel 341 i suoi abitanti, temendo i continui progressi <li Roma nelle pianure Pontine, osarono assalire le coloni~ d i Norba e di Seria : i Romani allora inv iarono contro di loro il console C. Plauzio. Questi respinse i Privernati dentro alla città, la cinse d 'assedio e la conquistò : ben due terzi del territorio dei vinti fmono confiscati e divisi fra i plebei romani. Nel 339, per megi io sorvegliare la città domata, ma semp re irrequieta, vi fu mandata una colonia militare . Il malcontento crebbe, ma scoppiò solo nel 331, e insieme ai Prjvcrnati, capitanati da Vitruvio Vacco , presero le arm i anche alcuni F undani . Nonostante la grande d ispar ità di forze , Roma ritenne <li dover sopportare una lunga e difficile guerra, tanto che mandò cont ro P.. due eserciti consolari; tuttavia C. Plauzio prese ,l a città solo dopo un lungo e sang uinoso assedio. Le mul"a f uro no atte rrate

e i capi ri belli severame nte puniti, ma la rim anente po-


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polazione potè ac;iui;tare poco tempo dopo la cittadinanza romana. Più tardi, secondo Fcsto, divenne una prefettura e vi fu sta bi lita 1111 a colonin militare. Ig note sono le cause per cui la vecchia Piperno fu abbando nata; molto probabilmente il fatto avvenne in seguito alle scorrerie dei pirati saraceni che de,•asta, ano all9ra le coste tirreniche. Certo è che g li abitanti cercarono rirugio in luoghi più elevati e più sicuri t e costruirono così la 1ruova P.• che fu poi cinta di mura con torri merlate, di cui restano ancor oggi gli avanzi.

Prizren (ant, f'nsare111111J). Citti, della Jugoslavia, a ~56 metri d'altezza, ai piedi del m. Coritnik, bagnato dalla Himica, affluente della Orin a bianca. Vi <i incrociano importan ti vie d i traffico fra Ad riatico, Cossovo cd il Danubio. Sotto la .dominazione dei T urchi era centro importante di fabbricazione delle armi. Fu in antico residenza dei principi serbi. Nel 1187 Stdano Nemanja la tolse all'impero bi:-.antiuo. I Bulgari se ne impossessar()no nel 1204; nel corso <lcllo stesso secolo toroò in possesso dei Serbi. I Turchi conqui;tarono P. nel 1455. Nel 1689 fu occupata <!agli Austriaci, che ne furono però q ua,i subito cacciati. L 'antico castello reale, g ià residenz;i dei governatori turchi, è stato restaurato cd è uno ch:i più bei monumenti balcanici. Co111bnttime11to di Prizre11 (30 ottobre 1912). Appartiene alla prima guerra balcanica (1912) . La 3° ;irmata serba , proseguendo la ,ua rapida avanzata, il 30 ottobre, a mezzo di <luc d ivis., venne a conta tto nella regione d i l'. con qualche reparto regolare turco, appoggiato da forti conùngenti di Arnaut.i. Dopo un violento combattimento, la città fu occupata verso sera. La lotla proseguì però ancora accanita odi ' interno dcli 'abitato ; d urante essa i Serbi penetrarono a viva forza nell'interno del Consolato. austriaco, massacrandovi alcuni rifugiali Albanesi che vi avevano cercato scan1po. D o!>O la vittoria i Serbi ebbero libera via per Djacova. che occuparono il 6 novembre, prendendo contatto con !a di,is . montenegrina <lei Vukotik.

Probati (E11gc11io). Generale, n . nel 1862. Sottot. degli alpini nel r885, frequentò la scuola d i guerra e meritò una mecl. di bronza al ,·alor civile. Nd 19 15 entrò in guerra contro l'Aumia al comando del bgl. Belluno e, promosso colo nnello nello s~csso anno, assunse il comando del 4° (;,nteria. Nel g iugno 1917 fu colonnel lo brigadiere comandante la brigata Piemonte e nel r918 Cu promosso brigadiere generale. In P. A . nel 1926, passò nella riserva nel r928. Probità germanica (Ordi11e della). Ordine eavallere,co ,créto da Federico I in SassoniaCoburgo-Gorha, nel 1690, e destinalo a ricompensare i) merito e i servizi resi allo S1ato e al principe. L 'Ordi11c andò poco a poco in dimen tica nza, ma venne r innovato nel 1833 dai duchi det" ramo Gotha della linea Ernestina di Sassonia. Comprendeva s classi e durò sino alla guerra Mondiale. Probo (Marco /Iure/io llalc1·io). Imperatore romano, n . e m. a Sirmio (Mitro,•itz) (232L'imperatore Probo 282) . Combattè contro i Sarmati agli ord ini di · Vaicr iano, tolse l'Egitto a Zenobia. Sa lito al trono nel 2j6, cacciò i Germani dalla Gallia,

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e stabilì una linea di guarnigioni sul Reno e sul Danubio, con opportuni lavori di fortificazione d ifensiva . :'-1ellc sue imprese, non mancò mai <ii far eseguire dai soldati, quando potevano essere deposte le arm i. grandi lavori come strade e penti, e bonifiche di terreni. Fu appunto ndla sua Sirmio che i ,oldat i, irritati per il lavoro di prosciugamento di to rreno paludoso, si sollevarono contro di lui e lo uccisero.

Procella. Nav~ dragamine. entrata in servi·1.io nel 1920, radiata nel 1921 . Processo pen!l.le militar.i. Il complesso degli atti concreti, prevcdu:i e regolat i in a,t ratto dal d iritto processuale penale mii. per ottenerè da l! 'organo g iuris<lizionalc (giudice m ilitare) l'accertamento della pretesa punitiva fatta valere dall'organo esecutivo (Reirio avv. mii.) cd eventualmente realizzarl:i in 1nodo coauivo. cos1itu i:--cc qudl'aui~ \'ità g iud iziaria complessa e progressiva eh,· è il I'. P. M. Esso ha per oggetto la pretesa punitiva dello Stato, nascente dal reato. Gli atti sono rosri in C'sserc tanto <lai g iudice, quanto dal pubblico mie1 istcro e d:11l'imputato, come pu re da terzi intervenienti p\!r ragioni d iverse nel proct.·sso >tesso (cancelliere . testi, periti; jmcrprct1, ordinanze . ecc .). Gli atti cost;.t ucnt, il processo pen:1lc militare si distrib:,i scono nei seguent i n1or.,cnti e periodi: 1°) Tnvcstiga,.ioni preliminari (polizia giudiz iaria); 2") Istruzione formale o ~ommaria (atti del giudice o del pubblico ministero); 3°) P reliminari dd giud i7,io; 4") Giud izio cli primo grado (ordinario, contumaciale , per decreto); 5°) G iudizio di seco ndo g rado del Tribunale sup1emo mii.; 6~) Esecu,.i,, ne (dopo la sentenza definiliva). Procida. Piccola isola, d i 14 Km. di perimetro, presso il golfo <li Kar o!i, fra l'isola d ' h ehia e la cNta. dalla ~uale è separnla per mezzo del canale detto di Procida. Fu presa i l 24 !iiugno 1809 dagli l nglesi, i q ual i fecero prigionieri i pochi soldati del Murat che la presidiavano. Gli Inglesi l'abbandonarono, ,·erso la fine dell'anno, dopo la battagli·, d i Au,tcrlitz. Combnt1ime1110 di Procida (1809). Appartiene alle guerre degli Inglesi contro • 'apolco ne e i suoi alleati . Il 24 giugno, essendo compar,a u na squadra inglese (tre va,celli, una fregata, un hrig(lntinc, e varie barche canno niere, agli o rdini dcll'a.mmir. Marùn) a nord delle isole di P. e d ' Ischia, con l'intenzione di impadronirsene, il re Murat volle che la sua piccola flotta accorresse, ed or<iinò al comandante Bausan, che trovavasi a Pozzuoli con le fregate « Ccrcrc » e « Fama » cd otto barche cannoniere, cd al ten. di vascello Carncciolo Giovanni, che trovavasi a Gaeta con altre 30 harcl,c cannoniere, di riunirsi nd canale di P. e di raggiungere insieme Napoli. L 'ammir. inglese, per impedire che le due isole fossero soccorse <la ~apoli , spedì la sc~a del 24 le fregata « Cyane », il briganti no « Espoir » e 12 ba rche can non iere ad incrociare a sud delle isola stes.c, al comando del cap. Staincs. La mattina del 25 i! Bausan uscì <l~ Pozzuoli; subitamente _gli lngksi gli attraversarono la rotta ed aprirono il fuoco , ulla « Cererc » e sulla « Fama » che vivamente risposero. Alle 10, per la troppa distanza fra i combattenti, il Cuoco, poco dannoso, cessò; così la « Cyane ,, come la « Ccrac » riportarono avarie più o meno notevoli . I Na!>Olctani rientrarono a Pozzuoli; gli Inglesi, dopo aver .incrociato tutto il giorno, ancorarono la sera sollo l'. La matùna del 26, giunte nelle acque del canale di Procida le 3? barche del Caracciolo, vi trovarono invece del Bausa n l'Inglese Sta ines pronto a bauaglia. Ne seguì un brillante combatlimento,


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qin . perdite d i navi e <l i vite da ambo le par ti. Il Bausan frattanto, ligio agli ordini ricevuti, all'alba del 27 uscì

risolutamente d a Pozzuoli, d irigendo per Napoli. Lo insegui subito lo Staines, sorpreso d i tanta audacia. Le sue cannon'ière alle 6,30 cominciar9110 a sparare su quelle napoleta ne. La « Fama » in canto più che la « Cerere » guadagnava camminò; anche le cannoniere· avanzavano. Indebolendosi il vento, Staines adoperò tutti i mezzi, anche;: j rcn1i, per portare la << Cyane >) attraverso la (( Cerere », attaccandola a tiro di pistola . Fieramente il Bausan sostenne l'attacco·, ed all 'esempio della sua intreoidezz~ cd al pensiero di com battere aJ cospetto dei p ropri concittadini, tutti del suo bordo concorsero col più entusiastico fcl'\'ore; il Re stesso da Ca,tel <lell 'Ovo apprestavasi a sostener lo con le batterie. Ma alle 8,30 il fuoco cessò. La ,, Cyane » , malconcia e senza munizioni, free appena in tempo ad esser presa a rimorchio da altra nave inglese; la (( Ccrcrc », anch'essa avariatat non tralasciando li combattere potè aprirsi un varco c<l cutrare in porto fra k acclamazioni della folla accorsa da ogni p;irtc.

Proàdà. Rimorchiatore d i porro d i uo tonnellate, entrato in servizio nel 19 12.

Procione. Torpediniera d a costa, costruita nel cantiere Pattison di Napoli ed entrat a in servizio nel 1884, rad iat a nel 1907. Dislocamento 39 tonn. macchine H P. 388. Procione. T orpediniera d'alto mare, d i 208 tonnellate, varata nel 1906, radiata nel 1924. Lunghezza m . 50, larghezza m. 5,30, macchine HP . 3160, velocità nodi 26,6, ar mamento III 47, II tubi lanciasiluri da 450.

Proclama. Nella letteratura m ilitare, diretto a una Nazione, o.. alla popolazione di una provincia o d i una città, rappresenta il pensiero del Capo di uno Stato o di un comandante d i t ruppe, in r apporto a gravi problemi <l'indole generale, o a questioni d i varia indole che occorra in modo solenne· o esplicito portare a conoscenza d i un p ubblico più o meno vasto. Se rivolto da un cornanda11tc o governatore a popolazioni d i regioni occupate, può servire a dare avvertimenti , a chiedere obbedienza, a giustificare provvedimeoti adottati, ecc. La letteratura m ii. è ricca di P. dei quali ricorderemo quello del Re Vittorio Emanuele III all'entrata in guerra dell 'Italia <; quello dello stesso Re in occasione della ritirata al Piave. I. Soldati di terra e d i mare I L'ora solenne delle rivendicazioni nazionali è suonata. Seguendo l 'esempio del mio Grande_ Avo, assumo oggi i l comando supremo d elle forze di terra e d i mare con sicura fede nella. vittoria, che il vost ro valore, la vostra abnegazione, la vostra disciplina sapranno conseguire. Il nemico che vi acci ngete a combattere è agguerrito e degno di voi. Favorito dal terreno e dai sapienti apprestamenti del! 'arte, egli vi opporrà tenace resistenza; ma il vostro indomito slancio saprà di certo superarlo. Soldati! A voi la gloria di piantare i l tricolore d'Italia sui termini sacri che la oatur a pose ai confini della Patria nostra. A voi la gloria di compiere, finalmente, l'opera con tanto eroismo iniziata d ai nostri padri . (Gran Quartiere Generale, 24 maggio r9r5: VrrTORIO EMA>"IUELE) .

II. ltaliaui! Il ne111ico , favorito d a uno straord inario concor..so di circostanze, ha potuto concentrare contro d i noi tutto il suo sforzo. All'eserc ito austriaco che in trenta mesi di lotta eroica il nostro esercito aveva tan te volte affrontato e tante volte battuto, è g ilh1to adesso l 'aiuto, lungan1ente

invocato e<l atteso, d i truppe tedesche numerose ed agguerrite . La nostra difçsa ha dovuto p iegare; ed oggi il nemico invade e calpesta quella fiera e gloriosa terra veneta, da cui lo avevano ricacciato la indomita vin i, dei nostri pad1·i e l 'i ncoercibile d iritto <lcll 'Iralia. Italiani! Da quando proclamò la sua uuità cd indipendenza, la Nazione non ebbe mai ad affrontare p iù d ifficile prova. Ma come ,non mai 'l1è la m ia Casa, nè i l mio popolo, fusi in uno spirito solo, hanno vaciilato d inanz i al pericolo, cosi anche ora noi guard iamo in faccia all'avversità con virile animo impavido. Dalla stessa necessità trarremo noi la virtù di eguagliare gli spiri ti alla graodczza degli eventi. I citta<lini, a cui la Patria aveva già tanto chiesto di rinunzie, di privazioni , di dolori , risponderanno al i,uovo e decisivo appello con un impeto ancora più fervido di fede e di sacrificio. I soldati, che già in tan te battaglie si misurarono con ] 'odierno invasore, e ne espugnarono _j baluardi e lo fugarono dalle città CC;ll il loro sangue redente, riporteranno di nuovo avanti le lacere bandiere gloriose, al fianco dei nost ri alleati fraternamente soli dali. [ta!iani, cittadin i e sold ati! Siate un esercito solo. Ogni viltà è tradimento, ogni discor dia I: tradimento, ogni recriminazione è tra<l imeneo. Questo m io grido <li fede incroll abilc nei destini d'Italia suoni così nelle trincee come in ogni più remoto lembo della Patria; e sia il grido del popolo che combatte e dd popolo che lavora. Al nemico, che ancor più che sulla vittoria milit.are conta sul dissolvimento dei nost ri spiriti e della nostra compagine, si risponda

con

una

sola

coscienza,

con

una

voce

sola :

Tu tC:: siam pronti a da re tutto per la vittoria e per l'onore d' Italia! (Dato dal Quartier Generale il 10 novembre 1917: Vrrro1uo E 'IANUELE).

Proconsole (la t. Proconsuf). Nome con cui nell 'antica Roma s.i indicavano diverse cariche. In genere si chiamava così chi era mandato a dirigere una guerra nelle provincie con la carica s.traordinaria di console. Procopio. Scrittore del VI secolo, n. di Cesarea. Seguì Belisario in Persia, Africa e Italia e ne fu consigliere. Scrisse la « Storia delle guerre d i Giustiniano sino al 553 " e « Aneddoti o Storia segreta » . Nella prima d i queste opere. parlando delle guerre contro i Goti, ci fa conoscere metodi d i poliorcetica romana e barbarica, e macd,inc ossidionali. Procopio il Grande. Capo ussita, succeduto a Ziska · nel 1426.. Lottò contro le truppe imperiali di Sigismondo e le sconfisse a Tachau (r43r) compiendo irruzioni ndl,1 Slesia, nella Sassonia, nell 'Ungheria . Non essendo riuscito, nel congresso d i Basilea, ad ottenere quanto a nome degli Ussiti domandava, riprese le armi, ma venne sconfitto e ucciso dalle forze dei partigiani dell'accordo con l 'Impero nella battaglia d i Lipan (1434). Nella stessa battaglia perì suo fratello, detto Procopio il Piccolo.

Procurata evasione (art. 103 C . P. E. e 118 c. P. M. M.). Reato consistente nel fatto de l militare che, per dolo o per colpa, avrà lasciato fuggire, favorito o procura to in qualunque modo la fuga di un arrestato soggetto a)la giurisdizione militare o di un pr igioniero di guerra, o lo avrà nascosto o fatto nascondere. I n caso di reato doloso, la pena è della reclusione mii. da un anno a dieci. Ove si" tratti di prigioniero di guerra, la pena va da un anno d i reclusione militare - a cinque. In caso d i reato colposo, la pena è del carcere mil. da J ue mesi a dodici. 20


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Proembolo. Era chiamato cosl nd le navi romane quella sporgenza che si stabiliva al di sopra del rostro, o embolo, per impedire che )a nave pencnasse t10ppo nel ventre della nave nemica all'urto del rostro. Protenda. La nècessità di facilitare ai quadrupedi la digestione degl i alitnenri somministrati e d ' impedirne il sopraccarico dello stomaco, ha obbligato a distribuire in varie riprese la so1nm inistrazione della razione Proembolo dì avena. Tali riprese con termine militare vengono chiamate P. Il loro numero e l'ora di distribuzione devono essere regolate in modo da lasciare ai quadrupedi il tempo necessario per a~similare I'alimento ingerito, e trovarsi sufficicntcn1ente pronti al serv izio della giornata senza soffrirne. Di solito fieno ed avena si distribuiscono insieme in due o tre volte per giorno, e l'avena si dà dopo che i quad rupedi sono stati ben governa ti ed abbeverati. Nel corso delle marcie, durante campi, m~nov.rc cd in guerra, Je P. debbono essere fatte con proporzioni più abbondanti in quella della sera, affinchè l'animale durante il riposo della notte possa meglio assimilare l 'alimento. Durante la consumazione della P., specie quando ai campi, manovre cd in guerra, essa viene fatta con la taschetta da biada (detta « m usetta »), è necessario che ciascun cavaliere stia attento al proprio quadrupede, giacchè, d,stratto e disturbato dai viciui, dalle mosche in estate, collo sbattere la testa da un

Segnale musicale della Profonda

lato e dall'altro non disperda parte de lla razione. In tempo d i pace le P. vengono annunciate corne il rancio per gli uomini con apposita suoneria di tromba; vi assistono l'uf. hcialc di settimana e i ,ottufficiali e graduati di truppa a seconda delle disposizioni date dai singoli comandanti <li squadrone o batteria.

Profilassì. Presso ciascun Corpo d 'Armata i servizi jgienico-profilattici sono, in tempo di pace, alla d ipendenza del d irettore di Sanità e vengono regolati in base alle norme emanate dal Ministero della Guerra, Direzione Generale d i Sanità Militare. Egli è coadiuvato da un med ico igienista, che deve essere a conoscenza di .tutti i mezzi ig ienico-profilattici del proprio territorio: laboratori, ospedali speciali, lazzaretti, stazioni di sosta o quarantena, approvvigionamento idrico, ecc., d i cui ha un apposito schedario. Dagli ufficiali medici addetti ai regg. riceve le

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denunzie di tutti i casi d i malatt ie infettive verificatesi fra i militari; esercita speciale vigilanza sui mezzi igienicoprofilattici di ogni regg. e sugli eventuali bisogni, interCS$andosi anche delle vaccinazioni, nonchè della profilassi antimalarica ed anticeltica. Ogni Direzione di Sanità di C. d' A . dispone di una Sezione di disinfezione m unita di apparecchi trasportabili. li medico igienista deve intervenire al campo, alle manovre, ai tiri, per accertarsi delle condizioni igieoicbc della località in cui si trovano le truppe, provocandone l'eventuale spostamento in caso di condizioni antigieniche e soprattutto quando vi sia qu;ilche focolaio epidemico. Presso i regg. le funzioni igienicoprofilattiche sono disimpegnate dall'ufficiale medico d irigente il servizio sanitario. Di sua compet~oza è la visit~ salli taria collettiva, che vien passata ogn i settimana a tutto il regg., la vigilanza sull'approvvigionamento, sull 'igiene delle camerate, delle prigioni, ecc., la vaccina zione antivaiolosa ed antit.ifica. Circa l'importanza della prit'n a, basta ricordare che nella guerra franco-prussiana del 1870 i Francesi perdettero per l'epidemia vaiolosa 25. 000 uomini, menr"re nella guerra Mondiale l'esercito italiano, su 5.000.000 di mobilitati non ebbe un solo caso d i vaiuolo. Quanto al t ifo addominale, in passato così frequente e pericoloso nelle truppe, che si ritenne addirittura una forma ~ morbosa specjale detta << tifo castrense »', nei prin1i ·sei mesi della guerra ebbe a verificarsi una morbili1à del 17,9 ¾ , 0 mentre in seguito, essendosi adottata la vaccinazione antitifica, la morbilità scese di molto, abbassandosi nel r919 al 0,2 00 . Altra profilassi importantissima, praticata nel! 'esercito, è quella anriceltica, la quale, in base a tassative disposizioni impartite ,ial Ministero della Guerra, Direzione Genera le di Sanità Militare, si esplica nel seguente modo : 1~) Conferenze tenute dagli ufficiali medici ai militari circa i pericoli immediati cd a lunga scadenza a cui essi sono esposti; 2°) Distribuzione di foglietti stampati, sui quali sono riassunti i sintomi più grossolani per i! riconoscimento delle malattie veneree e delle complicanze, le conseguenze sociali e le più elementari p ratiche d i profilassi; 3°) Propaganda fatta dagli ufficiali e sottufficiali delle varie armi, che hanno quotidianamente più contatto colla truppa; 4°) Denuncia all 'autorità civile e militare delle donne che han.no dato luogo al contagio, specie se esse .appartengono ai pubblici locali frequentat i dalla u·uppa; 5°) Camera ,li profilassi, che fornisce i mezzi più idonei per impedire l'eventuale attecchimento di in[e. zioni veneree, con personale bene istruito c irca le var.ie operazioni profilattiche . Grazie a tale sistema il numero delle d enunzie per malattie veneree dal 47 °tao è sceso al 0,55 00' La profilassi anticeltica ha la pii, grande im portanza sia dal punto di vista sociale, sia da quello militare, poichè essa ha di mira di evitare che vengano rinviati a lle loro famiglie individui ammalati, bisognevoli di cure com plesse non facilmente attuabili nei loro paesi, mentre i militari educati alla profilassi possono fare una buona propaganda; dal lato militare poi essa tende ad evitare che \. siano sottratti per malattia degli uomini al servizio attivo nelle file dell'esercito . Oltremodo importante è la profi- , lassi antimalarica (V. Malaria); essa si attua mediante i l censimento dei malarici, la bonifica umana, la profilassi chimica e la profilassi an tianofelica. Nel! 'ultima guerra la lotta antimalarica fu particolarmente im posta , poichè in certe epoche essa si svolse in territori intensamente malarici, come nel basso P iave, dove fra l 'altro si erano anche rotti gli argini ,a scopo d ifensivo, in Macedonia ed in Al bania. Massima importanza ha la sistemazione dei servizi igienico-profilat tici in guerra, la cui efficacia cost ituisce un

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vero fattore di vittoria. ! noto come nelle guerre antiche i morti per malattie superavano di molto quelle per ferite. Goffredo d i. Buglione nella 1"" Crociata perdette p1u de]Ja metà dei suoi uomini per le epidemie di tifo e di colera; per la stessa ragione la 4• Crociata ebbe esito catastrofico. Nella sped izione di Crimea una intera d ivis. france.se fo distrutta dal colera. Soltanto nella guerra russogiapponese (J906) si ebbe per la p"rima volta, quale risultato dei criteri jgienico-profilattici adottati, una mortalità per malattie inferio.re a quella per ferite . Splendidi risultati si ebbero altresl duran te la guerra Mondiale nel nostro esercito, grazie appunto alla m agnifica organizzai.ione igien.ico-profilartica fatta dalla Sanità Mil itare in armonia colla Sanità Pubblica. In tempo d i guerra presso i l Comando. Supremo vi è un Ufficio logistico retto per la Sanità da un generale medico, il quale per la difesa igienico-profilattica generale è co~d iuvato da una Commissione ispettiva per l'igiene e la profilassi ; ne fa parte anche un sanitario civile, poichè i pro~·vc<lirncnti per la salute dell 'esercito non possono essere considerati se non in relazione alla vita dei civ ili. Presso il Comando d i armata si ha pure una seàone ispettiva d'igiene e profilassi. Presso il comando d i divis. è addetto un ufficiale medico superiore, quale capo-ufficio di sanilit. Le incombenze igienicoprofilattiche dell' ufficiale medico in guerra sono: le vaccinazioni con tro i l vaiuolo, i l tifo cd il colera; la lotta contro i congelamenti ; la lotta antiparassitaria; il pronto riconoscimen to dei venerei ; la lotta antimalarica; la disinfezione delle trincee e dei ricoveri, ,pecie col latte di calce, che è d i facile preparazione; il risa namento del campo d i battaglia e la tumulazione delle sal me in luoghi adatti (sonovento, coperte da uno strato di ·calce, tumulo r ilevato), previo loro riconoscimento . Anche la Sezione d i sanità ha importanti incombenze igienico-profilattiche, come impianti di locali di o,servazionc per gli individui affcui da malatte infettive, ed impiego del nucleo d i d isinfezione per sè. stessa e per i corpi. Nel territorio del C. d' A. vengono impiantati ospedali per malattie infettive, coi quali si provvede all,a cura ed all'isolamento d i coloro che presentano morbi contagiosi. Vengono· inoltre impiantate, con i mezzi di cui d ispone la sezione di disinfezione, stazioni di bonifica in locali_ stabili, ovvero in accampament i, dove a turno devono· sostare k truppe che dalla 1 • l inea si rechino alle retrovie per csse~e sottoposte a tosatura, bagno e cambio di indumenti. Il direttore di san1ta dispone pure <li un gabi netto chimico per l'esame delle acque, delle sostanze alimentari, ccc. Nella zona delle retrovie, che compr ende il territorio dell 'armata, esiste la seguente orga1~izzazione igienico-profilattica : 1°) Ospedali per infettivi , specializzati per le varie malattie ; 2°) Convalescenziari per infettivi, nei q uali sono inviati quei pazienti che .non possono ritornare subito ai loro reparti e tutti coloro che devono essere sottoposti ad esami particolari, come i portator i -di germi; 3°) Campi contumaciali, sia per le truppe provenienti da settori infetti, sia per i prigionieri che, prima d i essere inviati nel territorio nazionale, sono sot~ toposti ad osservazione e risanamento; 4°) Campi di rac• colta, destinati tanto alla popolazione civile profuga, ki quale, prima di essere fooltrata nel territorio nazionale,

va sottoposta ad una osservazione molto rigorosa, quanto ad operai borghesi impiegati dal Genio Civile per lavori ; s•) Stazione di ,bonificà, impiantata dalle sezioni dr d isinfezione; 6°) Laboratorio completo chimico-batteriologico, con uno o più gabinetti per gli esami rich iest i dagli ospedali, per l 'esame delle acque e delle sostanze alimentari; il servizio idrico è di competenza del Genio militare, ma per la parte sanitaria la r esponsabilità è devoluta alla d ire•

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zione di sanità <l'armala, che deve eventualmen te provvedere alla potabilizzazione chimica ed alla sterilizzazione dei recipienti usati per il trasporto, che si effettua a mezzo di autobotci ; 7°) Lotta contro la tubercolosi mediante il « Centro d i accertamento diagnostico ", dove s'Jnviano tutti gl'individui sospetti; 8°) V igilanza del meretricio, fatta dall'autorità san itaria militare; d urante l'ultima guerra e ra permesso di frequentare le case di meretricio, delle cui donne ,i er.1 preventivamente assicurata la sanità, ed in esse non si poteva entrare se non muniti di u n certificato riguardante le condizioni di salute, r ilasciato al soggetto d all 'uflìciale medico del corpo. Altro compito profilauico è l'istituzione dei cj1niteri di guerra. Di non minore im~ portanza i: !"opera igienico-profilattica da esplicarsi olue il limite compreso fra la zona delle retrovie e quella territoriale, allo scopo di impedire la eventuale d iffusione in P"esc di malattie infettive. Viene pertanto istituita una , ·I

Autostufa per disinfezioni

1.ona contumaciale che si estende lino ad una certa profondità del territorio naz.ionale . In questa zona vengono scaglionati degli ospedali nei quali sono ricoverati, per un periodo non minore d i cinque giorni, feriti e malati prima di farli proseguire verso i vari centri del paese. Nel! 'ultima guerra i treni addetti al trasporto dei feriti e ma lati, affi.nchè J1on costituissero focolai d'i nfezione, erano dist inti in treni conrumaciali e treni con patente netta: i primi trasportavano i pazienti sino agli ospedal i della ,ona territoriale contumaciale, da cui gli altri li trasportavano ncll 'interno del paese. Si venne così a realizzare una solida barriera igienico-profilattica anche tra la zona territoriale più prossima a quella di guerra ed il resrn de! paese. Giova r icordare che nel second o semestre del 1915 si ebbe nel nost ro esercito mobilitato un'epidemia d i colera, di cui non fu importato nel territorio alcun 'caso. (V. anche Igiene).

Profilo, Jn fortificazione è la rappres,,ntazione della seLione fatta in un determinato fronte con un piano verticale, normale alla li_nea d i fuoco. Il l'. di un'opera fortificata pone in buone condii.ioni difensive cd offensive ogni si ngola arma, considerata indipendentemente dalle al t re; le sue parli caratterist iche sono i) fosso, qua ndo esiste, la massa coprente o nalzo, e il terrapieno interno. Profondità. È data dallo scaglionamento delle unità; la misura di essa , per ciascun reparto nelle varie fasi dell'azione, è data dalla d istanza del rincalzo e della riserva , dagli elementi avanzati : il rcgolamcoto dà al r iguardo cifre orientative e medie. La l'. è caratteristica peculiare della tattica moderna, in quanto lo scaglionamento, presupposto essenziale della m anovra, deve sempre


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esistere. Per ciò non si avrà mai la fusione degli elementi retrostanti su quelli antistanti, come nel periodo prebellico . io cui, col procedere dell'azione, ogni scaglionamento in P. dei reparti scompariva, avremo solo tkgli scavaleamcnti d i reparti, con successiva ricostituzione dello scag lionamento in ·profondità . Questo vale tanto_ per la offens iva quanto per la difensiva.

P rofosso. li carceriere, o anche il carcere militare, nell'ant. terminologia. Talvolta sinonimo d i prevosto. Nella marina da guerra velica era , un graduato cu i spettava fare osservare a bordo la d isciplina ali 'equipaggio, curare la pul izia .della n ave, tenere in · custodia i prigionieri, ed eseguire gl i ordin i del capitano in Lutto quanto riguard ava le punizioni. Sorvegliava che nessuno mancasse alla guardia, faceva la chiama, e aiutava il 9uartiermastro nel la distribuzione <lei rancio. Profumo (Alberto). Ammiraglio, n. nel 187r a La Spezia. Guardiamarina nel 1891, partecipò alla guerra Italo-turca del 19II-I2 e a quella Mondiale. Nel 1919 fu capo d i S. M. del dip. de l,a Spezia, è fu pro1913, mosso contrammir. coutrammir. di ùivis. nella riserva nell'anno medesimo, e ammir. d i d ivis .. nel 1926, veProfumo Alberti nendo collocato a r iposo nel 1930 . . Coprì nella sua città natale cariche ammuusuative, con la presidenza della Casa del Marinaio e del Soldato.

nel

Progetto di d ifesa. Deve essere compilato da ciascun -comandante di unità grande o piccola, che abbia un com-pito d ifensivo. I;. concepito dapprima nelle grandi linee, •e si perft:ziona man mano coll'esame particolare del terreno e colle informazioni ulteriormente raccolte, ricevendo .esecuzione tanto più completa quanto maggiore è il tempo disponibile.' Il l'. di _D. dcl Ìa divis. deve servire d i base a tutte le unità gerarchicamente dipendenti; in esso sono precisati i compiti del nucleo di esplorazione vicina, è stabilita la prima ripartizione delle forze e della fronte, è definita la linea di sicurezza · e quella di resistenza; comprenderà inoltre essenzialmente: a) perfezionamento della ripartizione suddetta, dehmitaz~one dei corrispondenti settori, sistemazione del le forze destinate alla posizione di resistenza e loro scaglionamento; b) indicazione sommar ia della posizione i nt.e rmedia e designazione tlcgli clementi che devono presidiarla; e) organ izzazione dei fuochi; d) disposizioni per le informazioni, per l'osservazione (aerostat i ed aviazione compresi) e pei collegamenti; e) d ispo• sizioni per la controprepar;izione, .per la resistenza , per i contrattaçchi ; /) <lisposizioni per i lavori difensiv i; g) d isposizioni per i r ifo.r nimcnti e per il funzionamento degli altri serv.izi. Documenti fondamentali del P. di D ., da allestire progressivamente, sono il piano della organizzaz ione dei fuochi, quello dell'osservazione, quello dei collegamenti. (Per Progetto di aNacco, '{. Attacco). Proiettile (e Proiet_to). È il vocabolo génerico che, nei tempi moderni, viene dato a 9ualunque palla per arma da fuoco portatile. Generalmente però è più usato il vocabolo Pallottola. Il termine P,·oietto è invece adottato generalmente per le artig lierie . Ma i due .t ermini · sono. spesso conf:isi. fra loro; specialmente nel · linguaggio comune.

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Proie1tile unico. Nel secolo X1X si era pensato a semplificare il rifornimellto delle munizioni dotando 1'artigligia campale di un 'u1ùca specie di P. efficace contro qualsiasi bersagl io del campo di battaglia. Nella seconda metà del secolo, coi perfezionamenti apportati alle spolette, si potè sopprimere la scatola a mitragl ia, usando in sua vec~ lo shrapnel funzionante a tempo, con graduazione a zero . L'efficacia dello shrapnel funzionante a percussione contro i muri e contro il materiale scoperto .fece ad un certo n1orncnto ritenere che_, cor1vçnientementc irrobustito, Rvrebbe potuto sostituire la granata, diventando così i l " proietto unico ». La Russia iniziò la guerra d i .:Vfanciuria con munizionamcnto di soli shrapnels, ma l'esperienza pose subito in evidenza l 'inferiorità del suo cannone (che pure era pi,, potente d i quello giapponese) perchè non in grado, coi p ropri proietti, di agire efficacemente contro le batterie avversa rie , le sue trincee e coperture e neppure contro i muri di argilla che servono di cinta ai villaggi mancesi. Tuttavia gli <:$perimenti per la creazione di un proietto

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unico conlinuarono e si estesero , ma non coudussero ad

alcun risu ltato veramente pratico e ad alcuna decisione. Proiettile forzato. Il caricamento dalla culatta con P. forzato si ottenne dapprima munendolo di un involucro o cam icia di metallo molle (pion1bo, stagno, ·z inco, ecc.) le cui parti impegnate nelle righe del la bocca <la fuoco fun zionavano da alette. Ma q uesto sistema fu abb~ndonalo allorchè si osservò che il metallo dell 'involucro si defor• mava negli urti e negli sbattimenti del P. pel trasporto e pc! maneggio, e che esso fondeva facilmente, non resisteva sempre alla pressione co11\ro le r ighe e si logorava d ando luogo a sfuggite di gas e quindi a deterioramento dell'a njn1a della bocca da fuoco . Si ricorse allora alle cinture o corone d i forzamento, ossia ad anelli di rame a sezione trapezia u nire a coda di rond ine al proietto, spor• genti alquanto dalla sua superficie e munite di scanalature. l\fa con questo sistema, come con quello dell 'involucro, non si poteva impiegare una specie di rigatura, detta prog ressiva, la cui applicazione forniva rilevanti vantaggi, e perciò si soppresse nel P. la corona più avanzata, cioè

o .o . Proiettile con alette

Proi_cttilc con corone

quella verso l'ogiva, e si ricorse al r igonfiamento del proietto, appunto verso l 'ogiva, fino a dargli u_no spessore minore di 2/10 di mm. rispetto all 'anima.

Proiettili q traiettoria visibile. F urono adottati nel secolo scorso, negli Stati Uniti d'Americ~; essi lasciavano una

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scia di fumo determinata dalla combustioi1e di una sostanza incendiaria che cominciava a bruciare alla partenza del colpo.

Prmctt,le o carto,·cto . Le artiglierie a retrocarica erano tuue, ioiz.ia]mente, a caricamento successivo, pcrcl1è si introduceva separatamente nella camera prima i l P. e poi la carica. Per accelerare l'operazione del caricamento si pensò di collegare il P. alla carica contenuta nd cartoccio, per poterli introdurre contemporaneamente nella camera . Si giunse così all'adozione del « proietto a cartoccio», in cui il l'. è unito a un bossolo metallico, comenente la carica e munito ~cl fondello d i un innesco atto a produrre l 'accensione di essa. Siccome il metallo del bossolo è espaJ1sivo, eia~ elastico, esso, al momento ddlo sparo, viene d ilatato dai gas della carica e perciò forzato nella camera. In tal modo il bossolo funziona da anello otturatore e permette di eliminare tutte Jc parti destinate a conseguire la c hiusura e rmetica. Si ebbe co~ì jl sistema a èaricamcnto rapido, applicato dappr ima alk bocche da fuoco di minor calibro e precisamente ai cannoni da millimetri 42 e 57 (Nordenfelt, Gruson, e.cc.) ; ai cannoni revoiver (1-lotchkìss) a 5 canne da mm. 37 e 53 e alle mitragliatrici a una o più ca;1 ne. Si tentò in seguito di applicare il caricamento rapido anche ai calibri maggiori , ma npn si giunse , al n1assi1no, che al calibro di 120 mm . perchè al di là ~li esso l'uso ed il maneggio <lei P. unito al bossolo riescono incomodi e faticosi . Per sfruttare t uttavia il vantaggio del sistema, l'Armstrong lo adot tò anche pci cannoni navali da 152, modificandolo nel senso che il P. cd il cartoccio sono d isgiunti, ma vengono introdotti nella camera contemporaneamente. Questa specie d i caricamento fu detto « caricamento simultaneo ». Nel 1888 la nostra Marina ebbe la prima nave (Piemonte) armata escl usivamente di cannoni a caricamento rapido, fra i quali 6 da 152 millimetri . Da!la invenzione delle armi da fuoco fino al secolo X IX le artiglierie furono tutte coli ':mima liscia; e perciò il P. fu sempre sferico: prima di pietra, poi d ì ferro; poi vuoto internamen te (i::ranata) per munirlo d i polvere, e, mediante spoletta, ottene~ne lo scoppio all 'atto d i colpire il bersaglio. I primi P. a granata furono munit i di miccia che bru-

Officina di fabbricazione di proiettili

ciava lenrnmente: si dava fuoco a ;iuesta e quind i si introduceva il P. nel pezzo per poi sparare il colpo: il P. percorreva a miccia accesa la t1·aiettoria e doveva scoppiare all'arrivo al bersaglio: però accadeva spesso che, giunto al bersaglio, non scoppiava subito, dando così tempo all'av-

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versario di salvarsi allontanandosi; oppure scoppiava in aria pr ima di arrivare al bersaglio e non recava danni; oppure, e questo era peggio, scoppiava innanzi tempo, prima aocora di uscire dall'an ima del pezzo, producendo gravi danni ai serventi, ed ali 'arma, e talvolta provocando

Proict61e da 30 5 p.ton~ per il caricamento

lo scoppio dello stesso pezzo. Coll'invcozionc del cannello fulminante, le cose andarono meglio, perchè lo si potè munire di spoletta a percussione, la quale agiva coll 'urto contro il bersaglio : però, per la roton(l itiì del P. stesso, non sempre l'uno contro il bersag lio, anche dopo sbalzi, prendeva in pieno la spoletta, e perciò lo scoppio non sempre avveniva; in compenso era eliminato il pericolo dello scoppio nell'anima, e quello dello scoppio durante -il tragitto prima di arrivare al bersaglio. Tutti questi in convenienti sì riusd ad eliminarli, colla rigatura dell'anima del pezzo anche ad avanca ,·ica, e colla conseguente costru,:ione del P . cilindrico con punt a ogivale e munito di spoletta a percussione; in seguito, di spoletta a tempo. Nelle bocche da fuoco ad avancarica, percbè il P. potesse risentire l'effetto delle righe ed acquistare il moto rotatorio su sè stesso per mante ne rsi sempre colla punta rivol ta in avanti, fu munito di sporgenze di ,:inco dette alette, in

I_ Proiettile austri.1co da 4"20, inesploso&

anlTJ.ilU~ld ijfiljlÀtill! 1't ~1__,,...,,,,.1,:1,..,_,"·--.

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numero d i 12 per proietto: 6 di esse formavano una corona in prossimità dell'ogiva; le altre 6 ne formavano un 'altra verso il fondo: le alette corrispondenti delle d ue corone avevano, rispetto alle generat rici d~I P. , la stessa inclinazione delle righe dell 'elica sulle generatrici dell'ani-


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ma, takhè potevano scorrere ambedue nella ,stess:i riga.

li <liametro d,el proietto , nella parte liscia, era minore d el d iame tro del l'anima n1isurato sui pie ni; il d iametro · misu~ 0

rato snlle alette era minore c!ef corrispondente diametro dell'anima misur;to t ra il fondo di c.luc righe opposte. La sezione delle alette era simile alla sezione delle r ighe; la loro larghezza~ _q.oyc~-a essere uguale a q ue lla del prolungamento <lei la "t1'.g,/;;.'ri1trftta (V. Rigatura) ; e la loro sporgenza, su lla pa•rfe _c;.ilin<frica del p roietto, era sensibilrhcnte su1je'rio;-e alla profondità delle righe; ralchè, mentre esse potevano penetra re nel le r ighe, il corpq del proietto non poteva strisciare sul! 'anima deila bocca da fuoco. Dalla differenza d i larghezza ora detta, .ra l'aletta del P. e la riga d el cannone, ne veniva altresì che, tanto nel caricamento quanto nello sparo, l'aletta non poteva toccare èhe un -~ol fianco della r iga, nella quale era obbligato a scorrere . Proiettili esplodenti. V. Pietroburgo XL. Proiettile di -mà-rina. Si d ifferenziava da quelli d i terra per i diversi scopi da raggiungere. Con le palle sferiche di ferro che si adoperarono nei cannoni e mortai ad anima liscja si usarono in genera le : palle infuocare, che venivano r iscaldate m appo; m bracieri 'prima del caricamento e servivano a dar fuoco alle navi avversarie; palle incatenate, o Angeli (V.); palle ramate, munite di un braccio o asta d i ferro che rompeva le attrezzature delle navi; palle fasc iate, ricoperte di un involucro d i tela o di cuoio, in modo da avere un certo forzamento nell'anima e quindi una maggior gittata. Su lle navi venne.ro molto usare le bombe, ossia proiettili sferici cavi ripieni di polvere pi rica, muniti di un bocchino at1raverso il · quale passava lo stoppino a miccia e che si incendiava ali 'atto dello sparo. Le bombe avevano due maniglie (orecchie) per il maneggio . I proiettil i cilindro-ogivali trovarono subito, come i cannoni rigati, largo i mpiego a bordo delle navi per la ne<eessità che si ha d i una maggior precisione nd tiro navale. U n buon proiettile navale deve rispond ere a lle seguctlti condizioni : a) gli spessori del fondello e delle pareti devono essere propo rzionati con largo margine cii s icurezza alle ,pressioni ed alle acceleraz_ioni cui il proiettile è sottoposto; .b) il ce ntro di gravità deve cadere entro la parte ciJin-

<lric.a ;. e) , la posizione della cintura di forzamento deve · essere raie da ridurre al min imo gli sbatrimeori lungo l'anima anche con cannone usurato . Tutte le forme dei proiettili navali sono ormai molto simili fra di loro; se ne calcola il coefficiente dato dalla formula:

p

e=-- - r ooo a 3 in cui p è il peso del proiettile in Kg. , a il calibro in metri, e i l valore d i e è prossimamente costante ed uguale ali 'incirca a 16; questo valore viene spesso jndicato per dar◊ un'idea della forma del p roiettile. l'er aumentare la penetrazione nell'aria e la gittata, si usa aggiungere dinanzi all 'ogiva una seconda ogiva di sosta nza molto fragile che si chiama tagliavento; si usa inoltre di rastremare il fondello del proiettile al disotto delle_ cinture d i forzamento, a guisa d i poppa di nave. 1n questa zona il P. invece di essere cilindrico ha una forma leggenncntc tronco-conica e le sue generatrici formano con quelle del cilind ro un angòlo interno cli circa 5 gradi. La carica d i scoppio <leve rispondere a i seguenti requ isiti : massima potenza ; a]tissjma velocità

di reazione;

sicu rezza di

1na~

neggio e conservazione; stabilità all'urto . Deve essere inoltre fabbricata in modo da evirare «l'arroccamento». Af momento della partenza del P. l'esplosivo in ~sso contenuto tende per inerzia a comprimersi verso il fondo, d ando luogo ad una notevole pressione che è capace di provocare lo scoppio dell'esplosivo stesso. Fra i proiettili navali _di impiego speciale esistono: quello an tiaereo, la cui forma è stutl iata in modo da assicurarne !a massima adagiabilità lungo la traettoria. Quello a cadetta luminosa , che serve per il 1jro notturno e porta avvitato al fondello un tubetto che cont iene una sostanza che si accende ali 'atto dello sparo. Questa sostanza si sfoga attraverso il tubetto sorto forma d i una fiamma che traccia per aria u na . scia luminosa, la quale serve a rendere visi.-

bile il P. durante tutto il tragitto, e quind i a d irigere il tiro sopra all 'avversa rio. L 'i nt roduzione delle spolette lu mi nose venne fotta per la pri ma vo lt a dai Tedeschi e d agli Austriaci durante la g1Ierrn, nel 1916. Il P. illuminante, ché serve per il tiro notturno; è fatto a forma di bicchiere

Proie.dili racco!ti dopo prove contro corazze

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preparazione dell'attacco tedesco dell'Aisnc, maggio 1918, era previsto l'impiego di l'. ad aggressivo, per specificati obbiettivi, nella misura dell'So '¼, ; il culmine si raggiunse nel luglio r9 18, per l'offensiva tedesca della seconda battaglia della Marna , in cui i parchi d ivisionali di muni zioni erano straordinariamente riforniti di granate, di cui il 50 % ad aggressivi: croce verde e azzurra. I Tedeschi usa1ono i proietti carichi di sostanze chimiche per finalità e scopi ben definiti e, per semplificare le ragioni tattiche del loro impiego , li contrassegnarono con delle croci a colori diversi, ripetute anche sulle gabbie o cassette da imballo.

Proietti a croce verde, di cui disponevano di tre varietà (ordinaria, r, 2); erano carichi con sostanze mortali e 11011 persistenti (quell i contenenti d ifosgenc erano indicati « , . Stoff ») e venivano adoperati specialmente nei tiri di so, presa e in quelli di offensiva. ~cll'estatc 1916 più di 100 mila d i tali P. fllrono tirati in un solo bombardamento contro Verdun . Proienili navali di grosso calibro

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e contiene nell'interno un bengala di sale di magnesio colkgato ad uu parncaduce di tela; si spara con i soliti cannoni navali, e, giunto ad una determinata altezza, per il funzionamento di una spoletta e di una piccola carica d i scoppio il bengala viene espulso, si accende e rimane appeso al paracadute d iscendendo così lentamente verso il mare ed illuminando il bersaglio; è adottato anche dagli eserciti, per illuminare una data zona di terreno; infine, anch<: nelle Mari ne da guerra si fa uso dei proietti a gas veleno;i, allo scopo di inquinare l'aria dei locali in cui i proieui vanno a scoppiare; contro questi dispositivi le navi moderne contengono particolari attrezzamenti, come ventilatori, fillri, tubolature di aria compressa, ecc., mentre i! personale è munito di maschera. Proiettili speciali, ad aggrcùivi chimici. L',onna chimica fu costituita dai P. ad aggrcs.1ivi chimici, che vennero impiegati in p roporzion i gigantc~che. All'inizio, erano molto rudimentali: semplici rccipicn1i metallici, a {orma d i tamburo, di una ventina di litri di capacità, di 16o- 180 mm. di d iametro, rontenenti, oltre una piccola carica per l'esplosione, quella ,abbondante d ell'aggressivo, circa Kg. 14, di regola fosgene o difo,gene, o una miscela di essi. [ Tedeschi, che ne avevauo preso I 'ini·tiativa, passarono poi all'impiego di P. tipo shrapnel, con cannoni leggieri da camp:1gna da 105 mm., designandoli col titolo "N. 1 », caricati con pallette. li1 essi una parte dell'esplos ivo veniva rimpiazzata da polvere starnutatoria, costituita da sali dnppi di dianisidina . Dopo varie prove e 1entativi, passarono a sostanze liquide più irritanti: bromuro d i xilile, sia puro che mescolato con fosgene, bibromuro d i xililene, bromacctonc, bromornetilculacetonc. Ragioni di balistica però mostrarono i d ifetti che presentavano questi tiri; e, dopo molte pro,·c sperimentali, vennero impiegati cannoni pesami da campagna con " granate T » (gennaio 1915) e successivamencc con I'. car ichi di sostanze clorurn te di gr~ndc efficacia irritante. Per dar~ un'idea del larghissimo impiego d ato all'at• tacco con P. chimici, si consideri che, sopra un fronte di 10 Km. , fra Neuvilly e la riva sinistra della Mosa, nella notte frn il 31 luglio e il 1° agosto 1917 i Tedesch i tirarono circa 400 mila g ranate cariche .a iprite, allo scopo dì impedire o intralciare i preparativi che l'esercito francese eseguiva per l' attacco contro il Mort-Hommc; nella

Proietti a croce gia/111: furono sempre caricati a ipri1e col % di solve nte; e, data la natura persistente dell 'aggressivo, furono di preferenza usati contro settori di difesa. Questi due primi gntppi contenevano una quantità di ca• rica esplosiva appena , ufficicmc allo scoppio d el I'., cosl da spezzarlo in frammenti grossolani e in moc:!o da lam are spruzzare il liq uido aggressivo, spargendolo sul terreno. 20

Proietti a croce azzurra: contenevano, oltre a una forte c~rica ~splosiva, un recipien te di vetro pieno di arsina arnmatica collocato io mezzo aJl'esplosivo. Erano i più indicati per l'offensiva, giacchè l'aggressivo caricato, all'atto dell'esplosione, veniva c,trem:1mcnte polverizzato in una nu,·ola gassosa di azione energica. In seguito, per ottenere effetti più rapid i, e anche per confondere gli avversari che con la pratica sapevano caratterizzare il tipo del P. dal rumore dello scoppio, i Tedeschi, nella se-

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Proiettili di cant\oncino di 2 0 mrn. 1 da aeroplano


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conda m età del 1917, u;arono anche una forte carica nelle loro granate denominandole « Gas-brisant-granatc » (granata a gas ad alto esplosivo), contrassegnando quelle a croce verde e gialla con una doppia croce. L'esplosivo era situatç nell'ogiva e separato dal l iquido tossico a mezzo d i un diaframma avvitato nell' interno d el p roietto. La forza 4- il rumore dell'esplosione facevano ritenere che le granate fossero puramente esplosi,•e mentre, invece. il liquido aggressivo, finemente nebulizzato e perciò reso più attivo, investiva le t ruppe. I composti che ~ttaccavano punto o poco i metalli erano contenuti di,euamente nei proietti e solo gli ingranaggi o le chiusure veni,ano a mez,,,; di un mastice a base di ossicloruro di magnesio assicurati a perfetta tenuta , per evitare perdite; mentre i P. carichi a bromuri aromatici, delle prime produzioni del 1915, contcncvaoo !"aggressivo in scatok di piombo, a smaltatura interna; avevano per tale fatto un calibro più grosso, di 150 mm ., e solo qualcuno <li 105. Ma, soppresso in se• guito il redpicnte interno, con l'adoperare composti senza azione sull'acciaio (difo5gcne, cloropicrina, ecc.) fu possibik un pi,, largo uso di granate da 77 o da 105 mm., pel l;incio delle qual i ven ivano fac ilmente impiegati i cannoni com uni. Contemporaneamente non si d imise l'uso anche dei grossi calibri. come mortai da 210 mm. e obici pesanti campali -da 150 mm . Altra no\"ità del t9i8 fu l'impiego d i munizioni ad aggressivo per bocche da fuoco a lunga portarn : cannoni da 150 mm . , portata 20 Km.: da ,70 mm .. porcata 24 Km.; da 240 mm., portata 26 Km. Tiri di questo genere però non erano molto efficaci, data la grande d istanza. Con l"uso sempre pi,, frequente dei gas e il sistema adottato dei tiri a lunga gittata invece di quelli a breve portata dei pezzi da trincea, d iveniva naturale l'impiego costante della maschera in zone di profondità sempre più crescenti e la precauzione di premunirsene, prima a profondità d i 2 Km . dal fronte, e in seguito di 15 e fino a 20 Km. Verso la fine della guerra, da informazioni assunte da prigionieri tedeschi, si venne a conoscere che in Germania si procedeva alla fab-

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bricazionc di una nuova granata distinta con croce bianca, caricata con aggressivo ancora più potente di quelli fino allora usati, e dotato di una persistenza di 0110 giorni sul terreno, favorita anche dall'umidità, dalla nebbia, dalla natura del terreno, da cui non era possibile proteggersi con le maschere allora in uso presso gli eserci ti alle2ti. Caratteristiche pressochè identiche distinsero i proietti speciali adottati dagli altri belligeranti. E cosÌ: 1·escrcito austriaco usò per la massima parte granate di artiglieria di vario calibro sul tipo di quelle tedesche, a gas lagr imogeni e soffocanti; verso la fine <lei 1917 ricorse a P. di tipo proprio, dipinti in ros;o e recanti lettere o sigle in nero, per distinguerne il contenuto e la fu1alità delVimpicgo. Gli eserciti francese e inglese adorrarono, progressivamente, P. carich i di aggressivi soffocanti, lagrim1Jgeni, miscele di questi. noncht tossici e infine vescicatori. Per quanto riguarda l"esercito italiano, i P. chimici usati doYevano la lor:> speciale azione :tl la qual ità degli ~ggrcssiv i o dei pcodotli sussid iari impiegati; e. quindi : asfissianti, lagrimogeni , lagrimogeni-asfissianti, irritanti o vescicatori, fumogeni•, incendiari, anch'essi contraddistinti con fascic e lettere indicatrici in vernice a colori <liffcr~mi .

Proiettori (V. Fo1oeletu-ica ,111::ione). Essi servono ad illuminare il campo di battaglia, specialmente gli obbiet• tivi d'auacco, sempre senza che si ostacoli la sorpresa, cosa molto difficile ad otte nersi. Il loro im piego più comune è in d ifensiva : l ' illuminazione del fro'ltc è utilissima sempre che sia possibile, sia pure limitatamente ai punti più sensibili di essa. Nella difesa controacrei sooo adoperati dirigendo verso il ciclo i fasci luminosi, alla ricerca di apparecchi nemici. li loro uso sulle navi da guerra risale al 1880 circa, non appena cioè questi strumenti divennero <li uso pratico. Furon-:, installati sulle coffe, in modo da avere vasto campo di orizzonte, e sono tuttora in uso in tutte le Marine. Si distinguono in varie specie: di scoperta, contraerei o zenitali, da segnali. Ogni unità na,·alc possiede da due a _sci P., a seconda del suo tonnellaggio. Sono in gene-

/i.ç.Z

Fl.9. 13

t=;g.16

P roiettil i luminosi e incendiari (dnl Bravetta) · s bis, 6, 7 spoletta per proietti incendiari contro dirigibili; 3, granata con bossolo incendiario posteriore; 9, granata incendiaria a go\'tmale; 10. 11, 12 proié:tto incendiario Lcnz; 13. 14. 15, proietto incendiario Storm 1, granata luminosa; 2, 3, 4 granate incendiarie; 51


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raie da· 90, da ro5, 120, 150 cm., essendo questo il ~ iarnetro d el lo specchio riflettore. Quelli da seg nali hanno in generale un diamet ro di 30 c m. Mentre q uelli <li scoperta sono sempre ad arco voltaico, quelli d a segnali sono talvolta a lampada in tensiva . Gli zenitali hanno una manovr, d i brandeggio d i 36o0 ed una di elevazione da o<> a 900. Gli apparecch i comprendono il P. propriamente éeno, la resistenza zavorra, il dispositivo per la manovra elcitrica asservita a d istanza, le portelle da segnafazion i. La par.te più importante è la lampada, formata dall 'a rco voltaico d i d ue carboni . Assorbe in generale r50-200 ampère. La d istanza dei ca rboni v iene regolata a utomaticamente. Lo specchio è a t racciato parabolico di cristallo con argentatu ra speciale. L 'asservimento compre n de : uno strumento ri levatore, ossia un cannocchiale che vie ne puntato

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Proietto,i da 11i11ceà. Fanno parte di quel g ruppo d i ordcgni da trincea, o speciali e adatte bocche da fuoco d i vario tipo e a piccola gittata (bon)harde, mortai Stokes, lanciabombe vari, destinati ;il lancio di proietti carichi ad aggressivi chj mici . Con tali mezzi veniva a sostituirsi il sistema d i attacco a nubi <li gas, dimostratosi insufficiente e irto di d ifficoltà, passata la prima sorpresa dopo g li iniziali fortunati esperimenti inaugurali d all 'escrcito tedesco nel corso della g uerra Mondi ale. L'utilità dell' impiego dei I'. d ipend eva d al fatto d i poter creare sopra una zona designata col simultaneo scoppio d i numerosi proietti carichi d i agg ressivo una nuvola, una pioggia esilissirna, o la polverizzazione estremamente sottile del composto adopera to. Compito reso sommamente agevo le dal la facilità d i costruzione degli apparecch i e dalla semplicità e ampiezza della postaàone d i essi, ciò che consentiva il loro impianto su larga scala, perfino d i due o tremila, d al l 'esplosio ne contemporanea dei q uali si poteva produrre, a d istanza d i Km. r a 1,5, u na nub<: di gas par i a quella d i una emissione a ondata e col beneficio dell 'clirniuazione d i tutti gli inconvenienti pecul iari di questa. Jn pr incipio si trattò cli lanciabom be, i così detti « tubi di stufa » , di 90 mm . di d iame tro, ma subito comparvero altri adatti o rdcgni d a trincea il cui impiego di venne d i uso freyuente . Sembra ch e già all'attacco di Ypres i Tedeschi li adottassem; certo però · il loro impiego si verificò con ,-eri e p ropri bo mbardamenti su var i- p unti del fronte francese fin dal 18 giugno r 9r5, a mezzo d i proietti lan-

ciati rla ~( Minenwerfer >) lcggieri, di calibro 76 mm.; mc<.U,

d: calibro r70 mm . ; pesanti , d i calibro 250 mm . ; la ncianti

Proiettori che illuminano un aeroplano

sul! 'oggetto cfa illuminare e gli organi di manovra ch e son,) a ttaccati alla piattaforma. Il puntatore, per <lirigerc lo stru mento rilevato re sull 'oggeuo, muove u n volan tino, il quale, mediante d ispositivi di asservimento, fa muovere tufto il P . in modo che l'asse d i quest 'ultimo si mantenga sem p re parallelo all'asse del cannocchiale rilevatore . Dall 'apparecchio di asservimento si p uò coma ndare la manovra d i accensione del P. in modo d a punrare dapprima lo strumento e poscia accendere la lampad a getta ndo il fascio sull'oggetto da illu minare. La portat a dei P. d ipende molto dalle condizion i a tmnsferiche. Con tempo chiaro si arr iva i n med ia ai 6000 metJi. Servono per il cornb;1tt imento nouurno e per il t iro dell 'artiglieria come ausilio ai proiettili illum inanti . t ancora oggetto d i controversia la questio ne se con veng a alle navi di usare dura nte la notte i P. per sve1lta1·e gli attacchi delle siluran ti. Il P. è un efficace mezzo d i illum inazio ne d el bersag lio alle distanze ravvicinate, ma è anche un ottimo richiamo per tutte le navi che si tJovano alla d istanza d i 20-30 miglia dalle unità attaccate e può serv ire d i g uida alle siluranti in r icognizione.

bombe d a K g . 4,500 fino a Kg . 61, contenenti l'aggressivo in q uantità di cc. 700 fino a 12-14 litri. Nella notte d al 5 al 6 dicembre 1917 i Tedesch i in izia rono l'uso cli P. del tipo inglese contro le linee francesi a Rechicourt e nella successiva notte dal 10 aU- r r contro il fronte brita nnico, nei settor i di Cambrai e di Givenchy -sopra punt i rilìtretti, ~e nera ndo nuvole d i gas 1nolto dense a base di fosgene solo, o in miscela con 40-50 % d i difosgcne (supcrpal itc), o con cloropicrina. Questi P., dimostratisi sommamen te pratici, non e rano che sempl ici tubi d i acciaio non. rjgati, ad accensione elettrica ~ che e1nettevano proietti da r8o mm. , con spoletta a t,·mpo, d el peso d i 29 Kg .. contenenti 7 Kg . d i fosgene e della g ittata massinu d i m. 1500. La ca rica d i tixo era costituita da g r. 325 di balistite, più g r. 16 <ii polvere nera. Data la possibilità di ottenere, iu un attacco, la contemporanea scar ica d i centi naia e m igliaia d i questi proietti sopra una zona li'mitata, ricsciva semplice di invaderla completamenle d i gas a grande concentrazione, dcrerminando un ef1etto di sorpresa da cui e ra d ifficile sottrarsi, non d ando talora i l tempo neppure d i proteggersi con le maschere . I Tedeschi perfezionarono successivamente il tipo d i P., adottando quello rigato <la 16o mm ., che per la p rima volta comparve nei Vosgi il 2r agosto 1918 : cc Gas-werfer r 918 ». Dall 'esamc eseguito dagl i !\lleari sugli esemplari che nell'avanzata del 1918 caddero nelle loro mani, essi risultarono di u na portata di oltre 3 Km., come si verificò nei t ir i d el T 2 ottobre 1918 contro Altkirch; e i p roietti (,, Gas-minen ») erano d el peso di 35 Kg. e contenevano Kg. 7 d i fosgene. Per la carica di tiro era p rescritto l 'i mpiego di gr. 551 d i balistite, pièr g r. r6 d i polvere nera. I ,, Gas-werfer 1918 » venne ro usati anche pel la ncio di bombe cariche ad alto esplosivo. Con l'adozione di questo nunvo P. si ebbe anche l'ulti ma mod ificazione lcclcsca nella carica dei proietti, poichè quelli lanciati in taic occasione risultarono pieni <li pomice granulate, impregnata


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di fosgene, allo ~copo d_i attenuare la facile evaporazione e rendere così assai stabile (permanente) il più mortale fra gli aggressivi impiegati, ma fugace, e ottenere altresì che raggiungesse una superior ità -di effetti sull'iprite. Anche al nostro fronte gli Austriaci seguirono, secondo i metodi tedesch i, i progressi raggiunti nelle modalità d i attacco; e, dopo le emissioni d i n ubj di gas çel 1916, passarono anch·essi · all'impiego di ann i da trincea appropriate al lancio ,li bombe cariche di prodotti chimici. Ugualmente presso gli Alleati non fmono sempre i cannoni ad avere tale - impiego; si può anzi affermare che l'iniziativa degli ordegui da trincea fu tutta i~glese, e dovuta p rccisameme all'ingegnere ten. Livens. 1 Ted eschi, io questo campo, fu rono superati dagli Alleati che, con cannoni Stokes e oroiettori· Livcns, potevano lanciare migliaia di proietti a distanze non eccessive, capaci di generale uoa nuvola densa e concentrata di aggressivo ch imico, senza pericoli per le

proprie truppe . li Proiettore Livcns (« Livens projector ») che fu l'arma più tipica per la guerra ch imica, era costituito di un p rimitivo e semplice tubo rnbustissimo d i acciaio, chiuso a d una estremità e n1unico di una carica ad ac.censione con

dispositivo elettrico, sulla q uale era piazzato il proietto aggressivo; por tata da 111. 460 a m. r300. Di quest 'arma così semplice se ne potevano appostare delle serie di cen tinai:i e mig liaia, o infossate per due terzi nel terreno e inclinate a 45°, o allogate su cavalletti d i legno, collegate in mo-do da scattare contem poraneamente, e capaci d i lanciare d ue o tre scariche a qualche minuto di intervallo e a più <li un ch ilometro d i d istanza, con lo scoppio delle quali era possibile attaccare a gas larghe zone lontane. L'inùiativa, inaugurar-a dagli Alleati nell 'offensiva de lla Som me, fu dopo · qualche mese, come si è detto, copiata e scguìta clai Tedeschi. Le prove fatte col proiettore Livens con tro Beaumont J-Tamel, nell"ortobre r9t6, furono molto lusinghiere; e, nell'offensiva di Arr2s, aprile 1917, gli Inglesi ne usarono su larga. scala, impiegando proiettori perfezionati coi quali ottcn·nero risultati molto efficaci. Al contrario delle imtallazionl necessarie pt:r emettere una ondata, quelle rich ieste

per i proiettori I.ivens no n avevano bisogno d i special i e lunghi preparativi, che potevano attirare l'attenzione del nemico; i proietti, esplodendo a una certa distanza dalle tri ncee del! 'assalitori, non riuscivano a creargli molestia se il vento ,ambiava di d irezio ne. Inoltre, l'alta concen trazione del gas, che era facile raggiungere con lo scoppio di numcrosjssim i proie tti sopra una zona limitata, genernva una nuvola densa cbe, spinta , lai ,·cnto, poteva percorrere fin m . 3500 prima di disperdersi e compensava largamenle la tnr!ncanza di precisione nel riro . Fattore importa nre però, per la buona riuscirn dell 'attacco, era sempre il vento, che non doveva superare !a velocità di m. '1 al secondo. Durante il corso del con flitto mondiale, i proiettori rappresentarono nella evoluzione dcli 'arma chimica - il termine d i passaggio fra i primi e imperfetti (( attacchi a 011<late » , o nubi d i gas, e i l definitivo impiego dei proietti chimic i con le artiglierie già in uso. Ciò fu solrnmo possibile però allorchè - r isolti i quesiti scientifico-tecnici inerenti alla natura chimica degli specia li procioni aggressivi destinati alJe ca riche e, segnatamente, superate le difficoltà balistiche che costituivano un scrio intralc io alla regola,·ità dei tiri - si rese facile adoperare i proietti chi.;nici co11 le normali. bocche da fuoco, d i ogni calibro e di qualunque gittata. L'arma, così perfezionata, risultò allora il più razionale sistema di impiego... degli aggressivi chimici, giacchè potev_a sempre rispondere agli indirizzi tecnici dei Comandi che dovçvano adoperarla.

Proletari. V. Capite censi. Prolunga. Robusto cordame che collegando l'affusto con l'avantreno permetteva di spostare il cannone nei terreni accidentati e d i eseguire il tiro marciando in ritirata. Il nome, appaJ"tcncnte alle artiglierie del secolo scorso, è passato poi a indicare carri a cavalli a qu_attro ruote per il servizio d'artiglieria, del genio, del treno. Prometeo. Nave cisterna per nafta, d i 1096 tonnellate, entrata in servizio nel 1919. Velocità no-di to, armamento II 76. Prométhée. Esplosivo inventato da )evler a Pietroburgo nel 1896, formato da una park soliçla, combmcntc, costituita da clorato di potassio (80-90-95 ¼) e biossido d i manganese con poco ossido d i ferro (20-ro-5 % ) , e da una parte liquida, combustibile, costituita da .nitrobenzene (5u-6o %), essenza di trementina (20-15 o/,) e olio di nafta (30-25 )%- li componente soUdo si presenta in cart uccia forata lungo l'asse per il collocamento della capsula. Al momento dell'uso s'immerge, per circa 40' -6o', la cartuccia nel componente liquido . Richiede un buon intasamento. Fu adoperato da l! 'esercito imperiale russo nelle grandi manovre. Promis (Carlo). Architetto e scrittore, n . di Torino (1808-1872). Dal 1836 fu professore all 'Università e alla Scuola d' Ingegneria. Nel 1848 rivide e pubblicè> le « Memorie e osservazioni sul la guerra d 'Ind ipendenza del 184S. raccolte da un ufficiale piemontese », scritte da Carlo Al6, rto, a cui fece seguire le « Considerazioni sopra gli avvenimenti milita ri del 1849 » . Fu deputato per Torino nellJ JII Legislat ura , e memhru della Commissione d'inchiesta per la batt;iglia di Novara, e dell'Accademia delle Scienze. Oltr~ a var ie opere di archeologia e ztoria scrisse: « Gli ingegneri e scrittori militari dal Colonna al Marchi »; le vite d i Gerolamo Maggi d 'Anghiari e di Francesco Paciotti; « Gli Ingegneri militari della Marca d'Ancona »; « Gli Ingegneri militari bulognesi ». Benchè ingegne re civile, fu valente culto re della storia della fortificazione. Seguendo il metodo sperimentale ed avvalendosi d i numerosi documenti inediti dei secoli XIV e XV cd anche di trattali edite ma poco noti che potè cocsultare, giunse ad imprimere agli swdi sulla fortificazione i l carattere che doveva render! i fecondi di risultati fino allora mai consegu iti . Egli espose i risulta ti dei suoi lungh'i studi sulle origini della moderna. arnhitettora militare uclk cinque classiche " Memorie storiche », poste in appendice al « Trattat~ d i architettura civile e militare » d i Francesco di Giorgio Mattini. Gli scritti del P., condoni con quel profondo possesso della materia che nessun altro potè mai raggiungere, e con un rigore scientifico che va is~ a sottrarre le conclusioni a cui pervenne ai colpi della moderna critica, non furono accolti dai tecnici coll' ir. tercssc che me ritavano. Il magist rale lavoro del dotto torinese restò per circa 50 anni prcssochè dimenticato , non soltanto all'estero n'la anche presso di noi , ed i risultati delle indagini del dotto scrittore non entrarono, come avrebbero dovuto, a far parte dd materiale storico che costituisce la base dell"insegnamento della fonifica7.ione. Promona. Ant. ~ittà della Liburnia. Nel 34 a. C. venne assediata da Romani durante la guerra intrapresa dal t riumviro C. G iulio Cesare Ottaviano con tro i Dalmati, che non sentivano pili l'autorità di R on1a. La città

era in fortissima posizione, e i Dalmati si prepararono ad opporre la p iù strcnlla resistenza. I Romani sconfissero


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un esercito che veniva in soccorso degli assc<ljaci, ed entrarono in città coll'e_sercito assediato, il quale, in seguito ad una contemporanea in{clice sortita, si ritirava in disordine. Rimase in mano ai nemici la rocca, che dopo pochi giorni si arrese.

Promontore. Rimorch iatore per ser vizio di dragaggio, dì u8 tonnellate, cm raro in se, vizio nel 1914.

dopo naturalmente un congruo periodo di preparn<'ionc; poi, daco il brevissimo periodo da passarsi sollo le armi in tempo d i pace, si r icorse alla istruzione premilitare, che mettesse le reclute nelle condizioni d i venite selezionate rapidamente, onde trovarvi con sicurezza gli clementi <la promuovere, per sostituire i graduati da congedarsi dal servizio . Colla accclcrnzione delle P. e coll:t scelta relativa

Promontorio Ermeo. Antico nome del capo Bon, in Tunisia.

Bi111aglia del Pro111011torio Ermeo (255 a. C.). Appartiene alla prima guerra Punica. Una Aotta romana di 350 navi, a! co1nando dei consoli Servio Fulvio e M. F.mi!io Paolo, mandata in Africa per salvare gli scampali della bauaglia dì Tunisi rifugiati in Clipca. balle una tlotta cart aginese <li 200 na1•i, cagionandole la perdita di 114 na,·i. Inibarca poi g li scampati e veleggia verso l'Italia, ma una rempesca affonda i ere quarti delle navi romane, delle quali solo un 'octantina riescono a raggiungere le coste del Lnio.

Promozioni. Le P. dei graduati di truppa nelle forze armare italiane sono faue o provocate dal comandante di corpo, in ba,c alle prescrizioni dc!la legge e regolamento per l 'esecuzione delle norme sull 'avanzamento. Quel le invece riguardanti g!i ufficiali sono foue dai rispettivi ministeri (V. A11a1m1me1110). Il principio base per le P. dei graduati d i truppa deve poggiare sul criterio di concedere il grado superiore solo a ch i ha la perfetta capacità cd attitudine fisica, intellettuale e morale a bene esercitarne le (LU1zioni. Per accertare tale idoneili il regolamento prescrive : a) la pe nnaneni.a per un dato limite minimo in ogni grado prima di 01rcnerc la P.: b) il giudizio dei superiori; ,·) esami, esperimenti o altre pro,·c di accertamento. Inoltre il Coman<lance di corpo deve per norma lasciare vacante qualche posto di gr:1duato piuttosto di chiamarvi chi non è capace di coprirlo. l\"ei riguardi delle P. i graduati di truppa si possono di, idere in due categorie: gradua ti di leva, che percorrono ,olranto la ferma comune, e graduati arruolatisi volontariamente con ferme specia li. Con una denominazione sommaria e non perfettamente

Trofei da braccio di promozione per merito di gucrr::i ( ufficiai i e sottufficiali)

rapida . si può andare incontro a P. immcricate per errore di apprezzamento delle qualità dei singoli; però il maggior contingente che affluisce alle armi offre più largo campo di scelta, e per conseguenza maggiore facilità di trovare elementi veramente meritevoli . Sta di fat10 però che le ,,arie facilitazioni ed abbreviazioni di ferma tolgono una parte del contingente al reclutamento dei caporali. tanto più che, per colmare eventuali vuoti nelle /'. a capc,ralc, il numero di questi deve essere alquanto maggiore di quello prescritto dagli organic\ D~ questo_ grado_ ~i caporale devono essere poi tratti per P. , caporali magg,on, focc111 i le funzioni di sottufficiali, ed anzi in caso di mobilitazione aventi d iritto, previo giuilizio delle cornmis,ioni d'a\Onzamenco, al grado di sergcnce, come pure all'atto del congedo devono essere promossi al grado di caporale 2kuni sold:ni meritevoli di tale grado, per colmare le perdite che subiscono le classi anziane di mano in mano che si allont:inano dal ser,•izio di leva. Per i sottufTiciali le P. avvengono in base al le condizioni di arruolamento nei reparti speciali istituiti dal Ministero competente delle ,·arie forze armate. In passato i sottufficiali potevano essere tratti anche dagli stessi caporali dei singoli_ corpi. Ma si verificava l'inconveniente che il conta tto avuto cogli cx colleghi caporali non permetteva ai promossi il necessario prestigio del grado all'atto della /'. Si crearono per consegL1cnza scuole adatte, onde mctcerc i pron,ossi complecamcnte in grado di esercitare l'nionc del comando anche sui loro inferiori graduati. Sia per la maggiore stabilità dei quadri, sia per l'allc11amc!llo di carriera, era ncccS<ario che i sottufficiali assumessero una ferma pi,, lunga di quella d i leva, di mano in m,1110 che questi aspiravano a 11110, e P. per salire ai gradi d, sergente maggiore e di r.".,1re'\ciaìlo .

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Promozione:: sul campo (epoca napolcor\ica)

esana si potrebbero chiamare i primi caporali, i secondi sottufficiali. Quando v 'erano le ferme lunghe, i primi si mettevano in evidenza da sè, giacchè i soldati anziani che emcrge,•ano per carattere, coltura, e condona, meritavano la P. dopo sommario esame. Ridotte le ferme, prima ~i dovette ricorrere alla scelta fra i soggetti più adatti per categoria sociale, per energia di carattere e per colcurn.

LL' P. avvengono di solito per :uizianit:ì, e pc.:r cs31ni od c,perimcnti d'idoneità in tempo di pace. Durante la guerra in\'Ccc a,·,•u1gono anche a scelta, per atti di valore, e per condotta esw1plarc dinnanzi al nemico. Tali P . « per merito ti! guerra ,), vengono non solt anto inscritLe !mi libretti e fot?li mairicolari con notazione speciale, ma vengono scgn:ol;te con apposico di,tintirn sul paramano della giubba . Le l'. nella categoria dei sottulliciali arrivano nell'ordine gerarchico delle forze armate icaliane fino al grado di ma,c;c. mal(gÌore. salvo per l'arma dei RR. CC., d01,c sono riservati ai sottufficial i umi i posti di sottotenente. Nelle altre nrmi possono aspirare alla carriera di ufficiali quelli dei souufficiali che, frequentata la Scuola apposita, siano dichiarati idonei alla P. al grado cli sottoccncnte. In guerra per atti d i 1•alore o per mcri1i speciali possono venire promossi anche senza esam i dalle :tutorità competenti. l\"eg-li ufficiali di complcmcnco, le P. avvengono


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periodicamente e regolarme nte in base al criterio della raggiunta anzian ità. Simili pitì o 1:neno alle nostre sono le d isposizioni in materia presso gli alLri eser~iti. Nell'esercito romano le P. per meriti speciali erano equivak nti al nostro avanzamento a scelta . I legionar_i che si distinguevano e ne venivano f'itenutì meritevoli venivano promossi ad es. da una categoria all"altra superiore: da veliti ad astati, da principi a triari, e fino al grado di ccntm ione, massimo grado al quale il legionario potesse aspirare.

Pronetti (Pietro). Generale, n. a Fossano, m. a S. Albano Stura (1845-:Ì919). Sottot. d 'art. nel 1864, d ivenne colonnello nel 1896; comandò il 18° ~r t. da campagna, poi , in seconda , la scuola d "applicazione e poi il 13°. Collocato nella riserva nel 1901, fu promosso magg. gene.raie nel 1908 e ten. generale nel 19 14. Partecipò alla campagna del , 866. Pronio (l'aolo) . Generale _dell'esercito napoletano (1j84-1853). Figlio del brigante P., seguace del card inale Ruffo e di Frà' Diavolo, tenne il comando della cittadella di Messina <lai 23 febbraio 1848 Pronetti Pietro fino ali ·a rrivo della spedizione del gcn . Filangicri. Per i bombardamenti da lui eseguiti contro la città di Mcssi.u a , dai liberali del tempo fu chiamato il « bombardatore " ; in realtà fu ligio al suo dovere d i militare. Pronotto (Benedetto Su/pizio). Generale medico. Sottot . med ico nd 1881, meritò nel 1884 la mcd . di bronzo dei benemeriti della salute pubblica in occasione del colera. Fu poi in E ricrea e nel portar soccorsi ai colpiti dal terremoto del r908 ebbe la med. d'argento d i benemerenza . Ten. colonnello d irettore dell 'ospedale mii. d i Caserta nel r9 n , fu promosso colonnello nel 1915. Partecipò alla g uerra con tro l'Austria, e, collocato in P. A. nel 1917, rimase però in servizio sino al 1919, meritando la mcd. <li bronzo al merito della sanità pubblica. Nel r924 fu promosso magg. generale medico nella r iserva . Pronunciamento. Vocabolo del linguaggio politico della Spagna e dell'America Lat ina, che esprime l'atto con cui una auto rità pubblica d ich iara il proprio rifiuto di obbedire alla legge, o subord ina la prop ria obbedienza ad una data condizione. Siccome, d i solito, il rifiuto è opposto da un 'autorità militare, o, megli0, da un capo m il itare, la parola P. ha finito col diventare sinonimo d i rivolta militare. Nel 1820 il capita no Riego fu il pri mo, sobillando le trup·pe spagnuole che a Cadice s'imbarcavano per l'America del Sud, ad iniziare la lunga ser ie di P. che si sono avuti nella penisola iberica . Venti anni d opo il gcn . Espartero, a ll a testa di un esercito di ammutinati, marciava su Madùd ed assumeva la reggenza del Governo, finchè nel 1843, un altro generale, il Narvaez, fomentando un nuovo P. imponeva la propria autorità alla regnante regina l sahelJ a II. Nel J868 si rivolta à Cadicc la flotta dell'an1mir. Topetc; pO': seguono le insurrezioni m ilitari capitanate dai generali Prim e Serrano, che costringono la regina alla fuga e portano sul tro,,o di Spagna Amedeo di Savoia. Nel 1873, in pieno governo repubblicano, l 'esercito si rivolta contro il min istro Figueroa e ne provoca la caduta; poco dopo avviene la ribellione, sotto Salmeron, della flotta a Cartagena. Il 26 dicembre 1874, è ancora un generale, Martinez Campos, che alla testa dell'esercito

-s'\,mpadronisc.e d el potere e insedia sul trono il Te Alfonso XII. La storia più recente spagnuola, è una serie ininterrotta d i P. riusciti o falliti: il colpo d i stato di Primo dc Rivera, la congiura militare del gcn . SanchezGuerra, l'ammutinamento degli aviatori di Cuatro Vientos, promosso dal maggiore Franco, la r ivolta militare di Jaca e in'fine il fallito tentativo · del ge n. Sanjurio a Siviglia. Nel contiguo Portogallo, la stor ia si svolge con identiche alternative di cospirazioni e d i dittature militari; ma soprattutto nelle repubbliche <lell'América Centrale e Meridionale i moti rivoluzionari provocai i dai P. sono frequentissirn i e si succedono con ritmo quasi intermittente. Però anche in altri Stati si sono manifestati, a varie riprese, i germi di questo tarlo roditore <lella d isciplina militare, come le mene boulangiste in Francia. l i grado minore del P., fatto da scarse forze e pGr malcontento pi,, che per passione pol itica , è l 'ammutinamento. In Italia non si sono an,tc manifestazioni del genere ; l'esercito e la flotta si sono d imostrati sempre presidi saldi e fedeli dello Staio .

Propaganda di guerra. È q uell 'azione multiforme propria della politica militare, organica o meno secondo le varie epoche, che ha per fine d i mantenere viva e agente l 'idea della guerra, per modo che gl' individui e le collettività impegr,atc o interessate comunque al fatto bel lico, vi parlecipino con vigore e magari con passione attiva, positivamente o negativamente in conformità degl'interessi particolari positivi o negativi dei belligeranti e dei non belligerauti comunque toccati o interessati alla lotta . Essa <leve esser.e appropr iatamente svolta secondo due opposte direzion i, l 'una positiva, inerente alla parte propria , diretta cioè a sostenere, allargare e rinvigo rire le proprie forze, specie le spirituali; l'altra negativa, ossia diretta a svigorire la parte avversaria e a toglierle o almeno a sm inuirle tutte quelle simpat ie e q uegli appoggi morali di terzi (neutri) che in qualunque maniera potessero g iovarle. Intesa in tutte le s,;e _possibilità di istrumento spirituale <ld l3 politica mi litare, non può essere limitata al solo periodo della guerra guerreggiata. In termini general i deve ritenersi che durante. la pace provvederà alla sua stcssa organizzazione d i guerra e a certe forme e sviluppi oculati di azione, compatibili con l~ pace conscia delle possibili tà belliche (anche in questo, « si vis pacern para bellum »); durante la guer ra, a,sumcrà tutte le forme e tutti gli sviluppi attivi che le sono propri in relazione ai fini della guerra, Lra i quali, da non mai dimenticarsi, è l 'arrivare in buone cor dizioni alla cessazione delle ostiliti, e ai t rattat i di pace. La d iment icanza da parte di taluni belligeranti d i sim ile 6ine in rapporto a un 'adeguata propaganda interna cd estera, condusse i m edesim i alle t rattat ive <li pace in condizioni esizial i di debolezza , diciamo anche diplomatica, rispetto agli aJtr; che erano tutt'altro che incorsi i,1 tale d imentican za . La P. di . G . accompagnò sempre la guerra. Da Omero a Senofonte , <la Mosè ad Alessand ro, d a Maometto a Cromwell, da Carlo Magno a Napoleone, da Eugen io d i Savoia a Garibaldi, è un costanre ripeoersi, in forme svariat issime, della P. di G. Però è solo nell'epoca nostra, a seguito della partecipazione attiva di tutta la n azione arn1ata all'azione bellica, e al fatto conseguerlZialc che la guerra divcota un problema di psicologia non meno che d i strategia, che la pro1Jaganda assume uno sviluppo da dirsi giustamente scientifico, cioè uno sviluppo organicamente esteso in superficie ed in profondità, con fini dete rminati, mezzi congrui e metodi adeguati. Ai caratteri della imp rovvisazione, che im prontarono la propagaocla nelle precedenti epoche, su -


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beotrano caratteri definiti. Alle iniziative di privati, di associazioni, d i enti. del primo periodo ad esempio della guerra Mondiale, si sost ituiscono organi coordinatori ufficiosi e ufficiali; infi ne, un « Ministero dell'assistenza » the istituisce addirittura un « Commissariato di propaganda •. t;. il passo relativamente nuovo e decisivo nella storia della P. di G., che ne fissa l'organizzazione in maJJiera logica e adeguata a tutta l'organizzazione militare otli<:rna e in conformità della politica militare. Pertanto, dalla guerr:, Mondiale in avanti, « mobilitazione militare • e « mobilirazione civile » comprendono necessariamente un ramo o ufficio che, se non nuovo in sè quale principio o idea, è nuovo nella sua determinazione organica e fun·zionale: il ramo o ullicio, appunto, della P. di G. o relativa alla guerra. I mezzi della P. per essere efficaci devono essere peculiari ad essa e :,deguat i alle circostanze. Tra i principal i, se non esclusivi, sono da porsi la parola verbale e scritta, specie stampata, il disegno, il cinematografo, le rappresentazioni sceniche, la canzone, insomma tutti quelli che rivolgendosi alla mente e al cuore dell'uomo possono, ispirandogli sentimenti e rappresentandogli interessi, spingerlo ad operare in un se.nso o in un altro, conformemente alla volontà di chi dirige l '!indamento dei fatti bellici. Non occorre dimostrare tutta la delicatezza dell'azione di propaganda: rnnto meglio s'arriva allo scopo quanto meno Io si dichiara: far nascere come frutti spontan ei le idee e i sentimenti che si vogliono è meglio che imporli . Persuadere, ins.:imma, ecco il fon t! amento e la parola d 'ordine della propaganda. Come persuadere, come far sì che alla persuasion.: segua una determinata condotta (si tratti di diffondere all"intcrno dd paese la coscienza delia guerra o fra le lince di ribadire la sua necessi tà ; si tratti d i diminui,·e nelle trincee ciel nemico lo spirito d i resistenza o di far sorgere il disordine nelle sue retrovie; si tratti di seminare nei paesi nemici l'orrore della strage o di convincere i paesi neutrali della necessità per l'equilibrio internazionale della vittoria dcli 'uno piuttosto che dell'altro belligerante) è cosa che soltanto le circostanze e le situazioni possono e devono suggerire, in base a un acuto senso psicologico del momento. ~ noto come la mancanza di un tal senso psicologico possa condurre a risultati contrari a quelli cercati. ln conclusione, la l'. di G. (come ogni altra) in quanto è volta in modo precipuo al pensiero, al sentimento e alla volontà degli uomini, è azione di carattere essenzialmente psicologico, quindi va trattata e svolta co11 buona cognizione della psicologia individuale e collettiva, e condotta con quella delicatezza che ogni opera psicologica richiede. L 'improvv isa.zionc può essere I 'istrumento d'un caso fortunato; ma soltanto l'organizzazione della stampa e d'ogni altrq mezzo può dare il successo a tutta l'opera.

Propretore (lac. Propractor) . Nell'antica Roma indicava due cariche: chi era mand:1to con dignitiì e autorità di pretore a governare una pro\'incia, e chi vi era mandato a dirigere una guerra. Essi eleggcv~no da sè stessi legati, questori, tribuni, ed altri magistrati. Pi,, tardi furono detti P. a nche coloro che gli imperatori mandavano a governare le provincie d i loro proprietà.

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Proquestore (lat. Proq11aestor). Era così chiamato tanto chi, morto il questore, lo sostituiva sino all'arrivo del nuovo mag istrato, quanto chi, partendo il questore, ne faceva k veci, eletto t!al preside della provincia. I P. rice,·cvano le provincie non dal Senato o dal popolo come i questori, ma dallo stesso proconsole o anche dal propretore, e si occupavano sia degli affari civili che militari. P roreta. Nella marina antica dei Romani, era il pilota che govcrna,•a la nave alla prora cd era subordinato al pilota di poppa. In seguito ebbe tale nome la v<.-deua che si metteva a prora nei passaggi pericolosi. Prosdooimi (Attilio). Generale, n. ad Adria nel 1868. Sottot. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra libica; entrato nel 1915 in guerra contro l'Austria, meritò nel 1916 la mcd . d'argento a Loquizza. Colonnello nel 1917, comandò il 3° fanteria; in P. A. S. dopo la guerra, fu promosso generale di brigata nella riserva nel 1931, Prosopi (o Prosopide). Antica iso!cua e villaggio alla foce del Nilo. I. BatN,glia di P•·osopi (cirra i l 1230 a. C.). Fu combattuta e vinta da Mcrn.:ptah , re d'Egillo della 19" dinastia, contro Maraju, principe della Libia. La battaglia t!urò sci ore e la vittoria fu dovuta specialmente al valore delle truppe assoldate. « Circa 10.000 cada,•cri, ai quali si stacca,ono in segno di vittoria le mani e i genitali, coprirono il campo di battaglia, ed altrettanti furono fatti prigionieri. Maraju potè sfuggire, ma un gran numero delle sue donne e dei suoi figli, come pure moltissim i capi libici, rimasero, vivi o morti, in mano degli Egiziani • · Il. Am·dio di Prosopi (456-455 a. C.). lnaro, principe lihico e figlio dello spodestato Psammctico In, dopo di aver ,·into il satrapo persiano Achemcnc nella battaglia di Pap1cmi, fece molti progressi nell·Egitto. Ma, mentre coadiu vato dagli Ateniesi assediava Menfi, giungeva un esercito persiano co mandato da l satrapo Megabazo, nonçhè una flotta fenicia ,otto la condoua del satrapo Artabazo, che costringevano gli Ateniesi e gli Egiziani a togliere l'assedio e a ritirarsi nell'isoia, do\'<: rimanevano a loro volta bloccatl per diciouo mesi. fascndo infine riuscito a Mcgabazo di deviare uno dei rami del fiu me, ponendone a secco il letto, gli fu facile di prendere d'assalto l 'i sola. Dei due capi eg,1.1, lnaro, che si era arreso, fu contro la parola data, preso e crocifisso; Amirteo porè salvarsi nelle paludi inaccessibil i del D elta. Dei Greci pochi si salvarono a Cirenc, la maggior parte cadde nelb guerra o fu fatta prigioniera. Anche la flotta ateniese, giunta in soccorso t2Idi, fu presa dai Fenici. Però Tannira, figlio di Inaco, fu dal re persiano Artasersc II rimesso nel principato t!i suo padre.

Propugnacolo. Dal latino " propugnaculum », opera che g li antichi innalzavano alle porte delle città e delle fortezze per diCcnderne il passaggio.

Prosperi (Felice) . Ingegnere m ilitare del sec. XVlll, n. a Lucca nel 1689. Arruolatosi in Sicilia in un rcgg. di fanteria spagnuola, studioso di matematiche e d'architettura militare, passò nel 1728 nel corpo degli ingegneri. Andato in Andalusia, divctrnc ten. colonnello. Nel 1741 si trovava al Messico e iniziò un trattmo sull'arte di fortificare le piazze denominato o. Grande difesa, nuovo metodo di fortificazione ». Colonnello nel 1747, ritornò nella Spagna c fo collocato a riposo, morendo due o tre anni dopo .

Propug natores. Nell'esercito romano si chiamavano P. legionari che combattevano sulle na\'i,

Prostaxis. Nell'esercito dell 'antica Grecia era la manona con la quale si collocava lateralmente ad ambedue

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le al i, o ad una sola di queste, un . reparto di truppa in

modo che risultasse in linea retta con .la fronte dell a falange.

Protestante (Scuola). F u detta così, durante la guerra di Fiandra, la scuola di guerra che faceva capo a Maurizio d i Nassau, in contrapposto alla scuola detta Cattolica. Protettorati. V. Coloruc. Protezione (Tiri di). Sono i tiri che si fanno avanti alle linee di occupazione, sia tale occupazione breve e temporanea (ava111posti, soste nell 'attacco, posizione di attesa) oppure prol ungata come nella difensiva. Si organizza a nche d urante Io scavalcamento e la sostituzione dei reparti per garantire la tranquillità d i così delicate operazioni. V i concorrono le artiglierie, i pezzi per fanteria e le m itragliatrici pesanti : i -tiri dei pezzi per fanteria e delle mitragliatrici pesanti assumono però più propriamente la denominazione d i tiri d i arresto. Scopo della P. è di battere le fanterie nemiche attaccanti, o di creare davanti alle linee avanzate una zona non sonnontabile dal nemico senza sue gravissime perdite. Il tiro deve esser · regolato in guisa che si effettui a distanza d i sicui;ezza dalle truppe, ossia avanti alle linee d i sicu rezza e di resistenza; se le truppe ddla linea di sicu rezza debbono ripiegare, il tiro di protezione accompagna tale ripiegamento. Nel caso in cui la line~1 {ii sic urezza e di resistenza coincidano, con1e spesso

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provvedere alla P. del _senorc assegnatogli colle proprie armi, converrà assegnargli la sezione pezzi per fanteria del rcgg. ed almeno una -sezione· lanciabombe, e restringerne la fronte anche al disotto del limite inferiore di m. 600, a meno che sia possibile rinforzarlo con una aliquota del bgl. m itraglieri. Il tiro di P. nel periodo bellico aveva la denominazione d i « tiro di sbarràmento "· (V. anc.hc Attacco, Resistenza, Ripiegamento, Sbarramento).

Prote:àone antiaerea, L'insieme degli appreslamenri e delle provvidenze tenaenti a neu tralizzare o a diminuire gli effet1i dcli<> azioni belliche di aeromobili nemici. Protezione antiaerea (P. A. A.) è stata chiamata da noi ufficia lmente (1932) ,]uella che era detta pri ma difesa contro aerei passiva. Prote:,;ione sociale (Corpo d,). Costituito in Finlandia, con volontari dai 17 ai 40 anni, destinato a fondersi con l 'esercito regolare in ca·so di guerra. Venne formato nel 1918, con ,ede a Helsingfors, e rcpartito nei 21 d istretti in cui è diviso il paese, al comando cli ex ufficiali del1'esercito. Lo Stato fornisce armi ed equipaggiamento. Ha unità di fanteria e d i mitraglieri , con aliquote d i automezzi, di cavalleria, di aviaziOne, <li marinai con battelli. a motore. •

Protocarabo. Ufficiale di bordo della marina bizantina.

avviene in montagna, anche la protezione va organizzata

Protocollo. Tutte le lettere, i dispacci e documenti vari,·

in una li nea unica. In montagna avverrà anche spesso che l,1_ protezione dell'artiglieria sarà, per ragioni di terreno, limitata a pochi 1ratri: a tali inconvenienti si rimedia affidando la protezione esclusivamente alle armi pesanti della fanteria nei tratti ove l 'artiglieria non ha possibilità di tiro. li tiro di P. deve aprirsi in modo automatico ed immediato. Per far fronte a tali eventualità, occorre che il

arrivo o in partent.a, presso gli e nti militari, vei1gono classificati a seconda degli argomenti trattati e ricevono un numero progressivo. Questo serve per avere un riferimento da citare nelle risposte e in successive comunica-:ioni dello stesso argomento, od anche per poter ri ntracciare rapidamente i fogli protocollati. In apposito registro, detto appunto del P., si annotano gli estremi dei documenti da spedire o ricevuti: e cioè il numero, il m ittente, il destinatario, l'oggetto, la data <li arrivo o di panenza. Per distinguere le varie categorie di documenti, si tengono separatarneme i P. ordinar i delle operazioni, delle riservate personali, segrete, ccc.

Cuoco, sia di fanteria, sia di artiglieria , venga organizzato

in modo da potersi scatenare d 'un tratto ad un semplice ~egnale, possa assumere subito le caratteristiche d i una P. fitta e continua, aderente per quanto possibile alla posizione di resistenza, capace di sfruttare al massimo I 'a7ionc ritardatrice ed addensatrice dei reticolati e dei varchi in essi praticati. La sovrapposizione dei fuochi della fanteria e dell'artiglieria deve ::issicurare una prima P. della li nea d i resistenza e subito dopo la possibilità di concemramcnti e d i sovrapposizioni più ampie. Le maggiori difficoltà si hanno nei terreni montani, e talora anche in q1•elli collinosi, dove esigenze di sicurezza della faoteria rispetto ai riri di artiglieria che la sorpassano creano spesso ampie zo.ne non battute; vi si potrà ovviare, almeno :n pane, mediante una distribuzione delle artiglierie sul terreno, molt~estesa nel senso frontale . fn buone condizioni d i visibilità il nemico, Ì1òn appena segnalato a distanza più o meno grande, può essere sottoposto a concentramenti d'artiglieria (zona lontana) cui si aggiungono successivamen te i tiri della fanteria (zona ravvicinata); vi è tempo così di logorarlo progressivamente e d i arrestarlo prima eh 'esso venga all'urto. Ma nell'oscurità e nella nl'bbia, nella foschia naturale od arcificialmentc prodotta, il fuoco deve limitarsi a svi luppare prontamente una P. densa e continua sul dinanzi del la posi i.ione di resistenza, non appena sia segnalato l'approssimarsi del nemico. l'er questa forma di P. le direzioni di tiro obliquo sono utili o pressochè indispensabili; ottime quelle di i nfilata. Come d ato medio largamente approssi,uato si può ritenere che una batteria d'artiglieria d ivisionale protegga efficacemente un tratto frontale d i circa m. 150 ed un tratto d 'infilata di 300-400. Qualora un bgl. di fanteria debba

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Protodrungario. V. Drimgario. Protogheroff (Al.). Generale bulgaro, n . nel 1867. Sottot. nel 1887, d ivenne generale nel r 916. J,: una figura garibaldina mac<Xionc, capo dell 'organizzazione rivoluzionaria mactdonc per la libertà del suo Paese. Prese parte a tuuc k guerre bu lgare ed a n.m e le ins surrezion i mactdoni. Nella guerra balcan ica comandò una brigata d i volontari macedoni, coi quali lottò contro l 'intero corpo d'armata turco di Javer pascià, lo sconfisse, inseguì e catturò assieme col comandante. Nella guerra Mondiale la sua brigata di volontari lottò contro i Franco-inglesi a Crivolak sul Protogheroff Al. Vardar. Nd 191-7 d ivenne governatore d i Nish, con speciale incarico di soffocare l 'jnsurrezione serba; nel 19r8 fu nominato d irettore supremo d 'approvvigionamento, col grado di generale di divis. A guerra finita passò in congedo, rimettendosi a capo <lei movimento liberatore della Macedonia , abbandonata di nuovo al dominio serbo-greco. Protontino. Nell'armata bizant ina, e i n seguito anche in quella siciliana e napoletana, si dava tale titolo al

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luogoten. dell'ammiraglio. Vi erano anche P. locali che avevano giurisdizione nei porti.

Protostata. Nell'esercito dell'anùca Grecia era così chiamato il capo di ciascuna fila di un reparto della falange. Ven iva scelto fra i soldati più valorosi e più forti. Provale (Mario). Generale, n. nel 1872. Sottol. dei bersaglieri nel 1891, frequentò la scuola di guerra e partecipò alla guerra contro l'Austria divenendo colonnello nel 1917. al comando del 121° reggimento; poi fu a lungo al Comando Supremo. Poco dopo la guerra comandò il distretto mii. di Milano e nel 1923 passò a comandare la scuola allievi ufficiali di complemento e sottufficiali del C. d'A. di Milano. Nel 1926 Eu trasferito nella riserva e nel 1929 promosso generale di brigata.

sw al 17 ottobre 1815. N ello stesso anno fu promosso magg. gen·e rale. Pro1Ja11a del Viilar Carlo . Generale del secolo XIX. Percorse la carriera in fanteria e dopo <li essere stato colonnel lo comandante della città e provincia di Alessandria veP.ne promosso nd 1815 magg. generale e collocato nello stesso anno a riposo . Prova11a del Sabbione Casimiro. Generale, m . nel 1856. Raggiunse il grado di colonnello nel 1825 e di magg. generale nel 1831 ; ebbe il comando della città e provincia di Genova e nel 1833 passò a quello del ducato di Aosta. Nel 1836 fu collocato i.i, aspettativa e nel 1849 andò a riposo.

Provana (di Leyni, Andrea) . Ammiraglio, n. a Leynì, rn . a Niz2a Marittima (15u-1592). Da giovane partecipò

col duca Emanuele Filiberto alla difesa di Nizza; fu poi, collo stesso duca, nelresercito di Carlo V, nelle guerre di Alcmagna, Fiandra e Piccardia. Rientrato in patria, ebbe la nomina ad ammiraglio delle galere d i Savoia e di gqvernatore <li Villafranca di Nizza , dove, nel 1557, re• spinse un attacco dei Turchi. Nel 1563 navigò nei mari d'Africa e nel 1565 combattè contro i Turchi alla difesa di Malta. Ebbe nel 1568 il collare dell'Annunziata. Nel 1572 comandò le galere di Savoia nella spedi.zione 11avalc contro j Turchi e contribtJÌ alla vi ttoria di Lepanto. Provana di Leynl Carlo . Veedore del sec. XVI. Governatore del castello di Nizza nel 1581, dal 1584 al 1598 resse la carica di consigliere di Stato e di veedore generale della milizia e genti di guerra. Provana. di L.eynì come di Frossasco Francesco. Generale del sec. XVH, m. nel 1710. Già ufficiale nel rcgg. Savoia, nel 1683 si trovò ali 'oppugnazione di Vicenza e ivi fece erigere a sue spese un bastione. Nello stesso 1683 divenne p rimo comandante del regg. La Marina, che tenne sino al 1689, anno in cui passò a comandare il regg. Aosta. Nel 1691 fu nominato coloru.1ello comandante il regg. Savoia e ·con esso si · trovò alla difesa di N izza e di Carmagnola (1691), a li 'assedio e presa di Embrun (1692), alla battaglia délla Marsaglia (1693) ed all'assedio e presa di Casale (1695). Nel 1700 venne nominato generale e governatore della città e p rovincia di Fossano. Prova11a di Prato/011go conte Giuseppe. Primo segretario di guerra del scc. XVIII. Nato a Nizza marittima nel 1664, nella campagna del 1706· fu ispettore della milizia di Torino. Ebbe poi importanti missioni presso le corti straniere e specialmente a Roma (1716). Dal 1717 al 1727 fo « Primo segretario èli guerra ». Pl'ovana di Leynì conte Otta1JÌO Francesco. Generale, m. a Torino nel r 792. Partecipò alle g uerre d i Successione di Polonia e d 'Austria come ufficiale di fanteria. Colonnello nel 1755, brigadiere generale nel 176J e magg. generale nel 1771, fu governatore della Venaria Reale e gran cacciatore del re. Nel 1774 fu promosso luogotcn. generale. e nel 1780 generale. Venne insignito del collare dell' Annunziata. l'rovana di Bu:ssolino conte Luigi Jg11azio. Generale, m . oel 1816. Sottot. nel regg. delle Guardie nel 1775, partecipò alla campagna contro la Francia col bgl. Cacciatori e poi col regg. provinciale di Torino. Nel 1814 ven ne scelto come colonnello comandante del nuovo corpo dei CC. RR., del quale fu comandante generale dal 1° ago-

Provana di Bussolino

Provana dì Collegno

Prova11a di Collegno Giaci11to. Generale, n. a Torino,

m. a ·Baveno (1j94-1856). Luogoten. d'art. al servizio francese nel 1812, partecipò alle campagne del l 812-13-14. Passato nell'esercito sardo come tenente d'art., partecipò alla campagna del 1815 me,itando Ja croce da cav. dell'O. M. S. pe, essersi distinto a Grenoble . Cancellato dai ruoli per gli avvenimcnri pol itici del 182r, andò in esilio, fu prima nella Spagna e in Portogallo, poi in Grecia. En trato nella fortezza di Navarino, partc&.pò all'assedio quale comandante del genio, e pubblicò un << Diario » su tale assedio. Passato a Parigi, insegnò geologia alla scuola di Bordcau~. In T oscana nel 1845, riprese gli studi militari e pubblicò « Ricordi pe r le truppe di fanteria ». Nel febbraio 1848 fu incaricato dal governo toscano d ì ispezionare le frontiere e ai primi di marzo di organizzare i volontari. All'inizio della guerra del 1848 rientrò nell'esercito piemontese col grado d i magg. generale, e dall'aprile al gi ugno fu. ministro della guerra e_ marina del governo p1ovvisor io lombardo. Luogoteo. generale poco dopo, fu a Torino ministro della guerra al luglio all'agosto 1848. Membro del congresso consultivo permar.ente della guerra nel 1849, nel 1852 fu a Parigi come m inistro ·p lenipotenziar io, e sostenne la parteci pazione all 'imp:-esa di Crimea, assumendo nello stesso anno i! comando della divis. mii. di Genova, che lasciò poco dopo, ritirandosi a Baveno, per motivi di salute. Era stato nominàto senatore nel 1848. Provana del Sabbione conte Pompeo . Aml))iraglio, n. a Torino nel 1816, m. nel 1884. Raggiunse il grado d i viceammir. e fu ministro della Marina nel 1867-68; jn quest' anno venne nominato sCnatore.

Provenza (lat. l'rovincia). Uno dei grandi govern i del l 'amica Francia, corrispondente ai dip . delle Bocche del Rodano, del Varo e delle Basse Alpi. Invasione della Provenza (1536). Appartiene alle guerre tra Francesco I e Carlo V. Nel luglio quest'ultimo la invase, e il Montmorcncy, che gli era italo opposto, mise guarnigioni nelle due piazze più importanti , Mar siglia e ,\rles, prendendo posizione davanti ad Avignone, i.J1 un


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campo ben trincerato, dove aveva accumulato viveri e munizioni: Francesco I condusse da Lione un altro esercito, che si accampò sotto le mura d i Valence; tutte le altre piazzeforti furono smantellate. I Provenzali in condizione d i portare le armi- ricevettero l'ordine di raggiungere l'esercito reale ; gli altri dovettero rifugiarsi _nelle montagne, con le donne , i bambini cd il bestiame. I viveri che non fu possibile trasportare furono d istrutti; i molini ed i forni vennero incendiati, i pozzi riempiti . Carlo V, furioso per questa devastazione metodica, che trasformava la P. in un deserto, assediò Marsiglia e Arles, nella speranza che Francesco I e lvfontmorency avrebbero lasciato i loro campi trincerati e sa;·ebbero corsi in aiuto

PRO

Pr'ovianda. Provvigione da bocca. Vettovaglia . I viveri dei soldati. Nell'esercito piemontese, secondo l'ordinamento del 18r6, il treno d'artig lieri a doveva fornire ad ogni rcgg. d i cavalleria un d istaccame11to detto <li P _, d i uomini, di cavàlli e di carri, per il trasporto dei foraggi. Nella guerra contro la Francia, in fine del sec. XVIII, funzionò un treno « provv isionale >•, detto anche treno di P. per il servizio viveri .

Provinciale (Milizia) . V. Milizia . Proviuciah: Roniano . Battaglione civico, costituito con volontari a Roma nel 1848.

delle città investite, ma inutilmente; e le g uarnigioni op-

Cavalleria provinciale. Furono

posero una resistenza così energica che l'imperatore fu costretto, il 14 settem bre , a levare i due assedi. Decise a llora <li rimontare il Rodano fino ad Avignone, e ·il Monrrnorency permise alla nobiltà di guerrigliare contro gl' irnperiali. Un nuvolo d i partigiani tagliò le loro colonne , s' impadronì dei loro convogli e distrusse i d istaccamenti isolari . Due mesi dopo la sua entrata in P. Carlo V dovette riuscirne , dopo di avervi per<Juto più della met~ d el suo esercito. La sua ritirnta fu disastrosa, essendosi i Provenzali armati con le armi abbandonate dagli ammalati e dai morenti e avendo occupati i punti di passaggio e distrutti i ponti sui torrenti non g~adabili. Da Aix fino al Fréjus tutte le strade furono coperte d i morti, di malati, di ogni sorta di armi, e di cavalli abbandonati. Carlo V andò a prendere imbarco a Genova.

chiamacj così 1 2 reggimenti d i cavalleria napoletana, costituita

Provenzale (Virginio) . Generale, n. e m . ad Acqui (1843-1906). Sottot. d'arr. nel 1860, fu promosso colonnello nd 1888. Fu direttore della fonderia d i Genova, e poi comandò il 9° ed il 5° regg . d a campagna . In P . A. nel 1896, fu. promosso magg. ·generale ~ella riserva nel 1898. P artecipò alla campagna del 1866. Provera (marchese Giovanni) . Generale austriaco, n. a Pavia, m . a Venezia (1740-1804). Iniziò la carriera militare a 18 anni come Provenzale Viririnio insegna in fan te.ria. Combattè contro i Turchi, prese parte alla guerra dei Sette anni e combattè in Boemia. Nominato feldmaresc. nel 1792, fu mandato in Italia, comand ante di d ivis. in aiuto del re d i Sardegna, e nel r796 si distinse alla d ifesa della Cosseria. Vinto d ai Francesi presso Mantova, cadde prigioniero. Ciò determinò il suo ~olloc'lfento a riposo. Provetta (o Provetta a ruota). Così era chiarnata una specie di piccola pistolll, sen.za canna, la quale servjva per provare la qualità e la potenzialità della polvere. Per effetto dello scoppio di una data quantità di polvere, la ruota dentata faceva un tratto di giro più o menò sentito a seconda della potenza della polvere stessa. Oltre alla ·p istola, vi erano la P. ad · ingranaggio, nella quale, sempre per eiktto dello scoppio di una data quantità di polvere, l'asta a<l · ingranaggio si sollevava in alto per un certo tratto a seconda della: potenza de1la polvere stessa, e la P. a pendolo: quest'ultimo era un tubetto robusto di metallo, che si caricava a polvere; fatto partire il colpo, la forza di rinculo facèv;i oscillare il pendolo stesso e la lancetta segnava sopra un quadrante, il grado .di spostamento dovuto alla pç,tenza _della c~rica stessa. I due u'itimi strumenti erano anche chiamati Pro_vini (V.).

nel 1800 per decreto del re delle Due Sicilie, emanato da Palermo.

Provinciali (Legiom). Create in Francia, <lal re Francesco I, nel 1574, sul modello delle legioni romane. Erano divise 111 6 bande d i 1000 u. I·una, e comandate da un colonnello, as sistito da u11 maestro di campo, d a un .sergente maggiore, e da un prevosto. A capo di ciascuna banda era un capitano,

Caposquadra di legione provinciale sotto Francesco I di Francia

con due luogotenenti, ciascuno

<lei quali comandava 500 u. Nella banda erano 14 ufficiali, 10 centurioni, o capo,ali, 4 furieri, 40 capisq uadra, ciasctmo dei q uali comandava a 25 u. Le legioni erano 7, della forza complessiva di 4 2.000 u., più 8000 pionieri per il ser vizio di geuio e artiglieria , più la cavalleria delle legioni, di forza varia. In ciascuna banda erano 4800 picchier i e alabardieri e 1200 archibugieri. Combattevano con ord inanza a grosso quadrato, avente agli angoli gli archibngieri. I legionari che si distinguevano .ricevevano un anello d'oro, come i cavalieri romani. Le legioni P. vennero licenziate nel 1563 da Caterina d e' Medici; pochi anni dopo in Francia si costituivano i primi reggimenti, fra i quali il Pie,nonte (V.) .

i 6 bande di

Cavalleria

fanteria

-"

Vivandieri

® Artigiani

f Cavalleria

6 bande di fanteria

t C ampo di legioni provinciali francesi

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..


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Provi11ciali (Reggm,e,111). Costituiti in Piemonte nd 1;1.1 -per opera d ì Vinorio /\mcdeo rr, e denominati dalle pro~-incic nelle quali ve nivano rec lutat i. Vi apparte ncvaoo u . d ai 18 ai 40 anni , ,cel ti t rn le famiglie n umcro,e. O uenc,•ano il ve,11ario. un soldo al giorno. esenzione dalle impo;te , 1 regg. e rano nllora 10, e d iven nero 14 nel 1j82. /\vcvnno la forza d i 600 11 . ciascuno, cd erano d iv isi in 6 cp. di 100 u. li rcgg. si raduna,·a una \'olta ali ·anno per tre giornate: le cp. tre mite all'anno per una giornata. ·Cessarono d i ciis1cre con 1·occupnione francese del .1 798 e vennero ricostituiti nel 18q. in numero e.l i 12 (Acqui , Asti, Casale, Tortona, Ivrea, Susa, Torino, Vercelli, :\lizza. Mo ndovì, P inerolo, Nov:ira). In Sardegna ne erano stati eostituìti t re d i fanteria (Cagliari, Sassari , Oristano) e t re d i ca\':1lleria (Sulcis, Lugodoro. Arborea) . i q uali furono sopprc»i nel 1815 e sostìtui1i dai Mi/ì::,ia11i (V .). Tutti i re)!;g, l'. piemontesi furon<> soppressi dopo la campagna del · 18 15 e fusi nei reggi,'n enti d 'ord inanza . li nome P. lutta,·ia rimase, per i soldati e gli uflìciali <lelle classi in congedo illimitato: gli ufficiali corrispon<leva no agli at wnli « di complemento", mclllre erano detti « d 'ordinanza » gli ail1·i. Q uelli / '. erano 9uanro per oµ-n i regg., due capitani e due tenenti. e ,·eni,•ano a costi1uirc ì n caso di bisogno il 4° bgl. di marcia d i ogni rC/,:g ., insieme con gli t1Aìciali de l depos ito del medesimo . La ferma dei soldati P. (o cont ingenti) era dì rn anni, cli -cui 14 mesi •in sen·izio auìvo per la fanteria. 2 anni per la cavalleria , 3 anni per l'art. e il genio. La denominaz i0nc scomparve all'cpoc:1 delle g uerre per I ' I nel ipendenza. {:J

tallo. il tutto gcuato in un solo pezzo. Con esso si pro, avano le di\'erse qualità di pol\'ere da guerra, mi,urando d iligentemente la gittala (passata) d i una sfera d i metallo (gcncmlmcnte bronzo) lanciata dal mortaio stesso. Questa sfera, di pc<o

dctcrrnin~to, \'cniva po~ sta sul la bocca del / '. inclinato costantemente a -15 gradi. Esso la ricevev:i per

n1ctàJ

comba-

ciando pcrfecramentc col proprio calibro. La maggiore o minore gc11ata della sfera serviva a determinare I:, maggio re o m inore forza della polvere. In q ualche Srnto, ~d es . in q uello pont ilicio, si ch iamò P. il cannone di pìw,lo calibro che ser\"Ìrn per i tiri di pro,·a e di scuola.

Provins. Città. della F rancia, nel dip . di Seine-etMarne. Comen·a ancora ,·arie antiche opere di fortificae<inne, del secolo X II. Durante la guerra dei Cento Ann i fu a lungo disp~tata tra Inglesi e Francesi. Gli abitami di l'., nell~ Ione fra Ggonoui e Cauolici, abbracciarono il partito della Lega c.utolica. Nel 1590, <lurantc la guerra trn Francia e Spag na, la città fu presa dalle tr uppe imperiali d i Alessandro F arnese. N el 1592 Enrico lV, dopo tm assedio di tre giorni, la prese d'assalto. Durante la g uerra Mo nd iale, vi si stabilì il Comando Su premo francese la sera del 23 m arzo 1918. allorchè

Provincie Unite. S1a10 repubblicano co,tituitosi a Bologn:, il 25 febbraio 1831 . con l 'unio ne del llolognc,e, -cicl lc Romag nc, delle Marche e dell'Umi.,ria . Dopo la riw,luzione. dichiarnto decaduto il Go\'crno pontificio, i delegati -delle varie cin:, si riun irono a flologna, <lm·e. sollo !a prc.sidc nza d i G iova nn i Vicini , venne promulgata la rrlStituzionc

<ld nuovo

St:llO e

nomin~tu

un

g:O\'<;JOO

prov~

vìsorio. L'ordinamento dell 'ese,·ci to fo afli<lato a l generale polacco Grahinsk i e venne comandato :ilk truppe di marciare st• Roma. l <>tcrveniv:rno subito :i se-

dare il moto l'AuMria e la Francia. Il generale Giuseppe Scrcognani fallì Jlella sua Marcia (V.) {u Roma, il gen. Z ucch i venne sconfitto a Rim ini (!agli Austriaci. E il Governo prov,·isorio delle P. U. ~i vie.le costretto ,t Stemma del governo provvisorio a firma re una ca pito.delle Provincie Unite Italiane ( 1831) lazione in Ancona col legato del pa pa. I mcrnl)ri del Governo, fiden1i nella p arola del c;ird inalc, no leg--giarono un brigantino, che, a ppena uscito <lai porto ~i Ancon:i, fu catturate dalle na"i au'iriache e coodouo a Vcne1.ia. I! capitano del brigant ino, ceno Lazzarini, l i avev:l tradir i consegnando li a l barone Bandiera , anun iragl io -dell'Austria . Cosl finì la rcpu bblìc1 delle l'. U. e comin-ciaro no le repressio ni.

Provino· (o Prove/la). Era cosl chiamato, in passato, un piccolo mortaio di mcrallo, con suola pure d i me-

Antica torre della cinta di Pro,·ins

Gnmde torre di Pro\'ins

fortunati succe» i _<lei T edesch i. nella seconda bau:aglia d i Piccarclia. fecero temere per Parigi stessa . e la ~de d i Chantill)" (do\'e il Comando Supremo francese era tornato dop,., Bcauva is e Compiègnc) pa rve troppo mi nacciata c.Jal'a vicinanza de lle linee nemiche no n ancora arres1a1c . Il deuo Comando lasciò P. il 12 novembre 1918, su bito dopo l 'armistizio .

Provocazione. Il leg islatore prende in considerazione lo stato emot ivo creato da una provocazione nei reati comro l'integrità fisica di una persona, per accordare una dim inu'l.io ne nella pena da infliggersi . Per l 'omicid io vo lo ntario la pena è ridotta d ai la\'Ori forzat i a vita ai lavo ri forzati dai d ieci ai venti anni, pena che viene ancora più ridotta dal carcere militare per mesi sci fino alla reclusio ne m ilit:u;e per anni d ieci, o ve la pro vocazione sia stata fatta con percosse. m inacce a mano armata, con violenza o con 21


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ingiurie gravi (art. 255, 256 C . l'. E. e 279, 280 C. P. M . M.). Per ferite e 11ercosse volontarie che portano pericoh di vita, o l;i perdita .d i un occhio o di un membro, o rnttura di esso o perdita dell'uso di qualche membro, la pena è ridotta e va <la un minimo di un anno ad un massimo d i cinque ann i di reclusione militare. Per le alLrc ferire e percosse la pena è ridotta, e va da un minimo di due mesi a dodici mesi d i carcere militare, potendo anche scendere a sempl ice punizione d isciplinare . I reati in e$arne concernono il tempo di guerra.

Provveditore. Nelle marine medioevali e specialmente in quella veneta erano considerate due specie di P ., quello del!"armata e quello del porto; ambedue le cariche erano di carattere logistico. li primo era mo ire volte il comandantt: generale in 2 3 dell'armala stessa e sovrain tendeva a tutte le provviste e all'armanienlO, oonchè al soldo di tuni gE ufficiali e marinai d elle nav i. Quello del porto aveva i L1c:1.richi ~urnloghi . per Je opere di terra. Nella Lnarina vcnern esistettero anche i P. della Camer~ del Mare, o « pactroei » del l 'arsenale. Erano rre magistrati , patrizi , i qua li co:1 turni d i 15 g ion1i ciascuno risiedevano giorno t,; 11:otte ne ll ' usenalc, in t re fabbricati distinti che presero il nome d i paradiso, purgatorio, inferno. D urante il loro servizio, dcLt:i (< di guardia », a,·evano l'incarico di sovr..iintendere a u ,tti i lavori che si eseguivano in arsen ale ed erano responsabi li , !elle provviste contenute nei magaz.1,ini. Ad e~.si incombeva inoltJc l'armamento dclic navi in guerra, l 'ar ru0Jan1cnto dei n1arinai, che dovevano vestire cci a i quali conferivano i gradi minori. Tali P. nel scc. XVI e rano 20, poi scesero d i numero fino a tre. Da pochi ann i è stara ripristinata la carica di P. dli Governo fascisu per il solo porto di Venezia, e corrisponde a q uella di commissario d el porto o presidente del Consorzio autonomo a Genova.

Provveditore. Nell'an tica marina ve lica era anche d1ia ma10 così quel servente dd oezzo d'artiglieria che e ra incarica to di somministrare le cariche <le! pezzo stesso . Provveditore del campo. Negli antichi Stari italiani, ad es . a Venezia e a Firenze, era 1' ufficiale, detto anche Commissario al campo, che ~ioveva provvedere il necessario alle truppe, ed a9cva anche il compito di i nvigilare su i comandanti e di consiglia,-li. D ipendeva a Firenze dai Dieci d ella guerra, e a Venezia d<tl Senato. Le sue attribuzioni erano essHi ampie, ra11to che talvolta arri\'Ò ad assumere la direzione e la responsabilità delle operazioni. Nelle a rmate renetc generalmente erano due .

PRu

bolc di acciaio, bombole per loro stesse ingombranti, oltre a es,cre di trasporto pesante e faticoso . Il I' .. quindi, è cli utile e approp riato impiego nella difesa chi ,nica in genere, tanto collettiva (ricoveri) che individuale (adatti respiratori); e sia in 7.0na di combattin1ento, come in tcrri-

1orio ~ sulle navi, ecc. Negli apparecchi respiratori reagisce con l'anidride carbonica e il vapor acqueo espirati , con formazione ,li ossigeno da un lato e, dall'altro, potassa caustica e soda caustica, le quali assorbono ,l'a nidride carbonica evt:ntualmen rc in eccesso .

Proyart. Villaggio della Francia , nel dip. della Somme . Il 29 agosto 19r4 vi avvenne un co mba ttimento che fa parte delle comples1e òperazioni della ritirata delle armate francesi, scon fitte alle battaglie della fron tiera. Me ntre il g cn. Maunoury stava costituendo, nella zona d'A1niens, una 6a armata per opporsi all'inv:isionc tedesca (col VII C . d'A, e con due gruppi d i divis. di riserva) accad<lc che, ,wendu i li Inglesi il 29 agosto (V. San Quintino) ripiegato dietro l'Oise, i] VII C. d'A. venne a trovarsi a contatto co!Je avanguardie della r.a armata tedesca (vo11 Kluck) no n più trattenute dalla cavalleria francese <lei Sorder. Tutta la giornata del 29, il VII C. cl'A. a rrestò l'avanzata tedesca nelJa zona di con1battilncnto valorosan,ente., n1a a sera do,ettc ripiegare, per effetto dell'avvenu to ripiegame nto degl i Inglesi d ietro l'Oise. Prudente (Cimeppe). Generale, n. a Savoua , m. a Roma (1848-1910) . Sottot. di fanteria nel 1866, partecipo alla carnpagna dì quell'anno; frequentò poi la scuola di g uerra e passò nel corpo di S . M . Colonnello nel 1894, mm andò il 40 bersaglieri; poco dopo tornò nello S. M. e fu destinato addetto militare a Declino. Magg. generale comandante la brig ata Bergamo nel 1900, passò nel 1901 a comandare la scuola mi i. d i Modena. Nel 1902 ebbe il comando d el la brigata Regina e nel 1903 divenne capo del reparto intendenza allo S. M ., nella quale carica fu promosso tcn. generale nel 1907 . Nel 1908 fu nominato ~ottosegrerario aiJa Guerra e rimase in car ica sino alla morte. Poco prima cli mori.re ebbe un duello con !'on . Eug:enio Chiesa in seguito ad \111 g rave incidente parlamentarè.

Provvisione. Era, all'epoca delle milizie mercenar ie, lo stipen dio dei soldati e dei capitani che militavano sen za condotta o patto particolare. Provvisionato, o Provvigio11ato, era il soldato a l'., molto frequen te presso i comandanti dei castelli spaTsi o isolati delle repubbliche italiane. Ed era al trcsì il soldato o l'ufficiale veterano che aveva soldo ridotto o stipendio vic alizio. Prox ilene. Perossido dopp io di sodio e potassio, ben disidratato e m isto a uno speciale catalizzatore, il quale, a contatto con l'acqua, reagisce genèrando ossigeno e dando luogo ai corrispond enti idrati alcalini. Presenta notevoli vantaggi sulla ,, oxilite », composto analogo, ed è assai utik - o ltrechè come generatore d i ossigeno per il suo potere ossidante e ozonizzante, per cui d eodora gli ambienti ch iusi e viziati e li depura dell 'anidride carbonica p resente. Potendo esso fornire ossigeno nascente alJ·atto del bisogno, sostituisce opportunamente - anche dal punto di vista economico - l 'ossigeno compresso m bom -

Prudente C·iuscppe

Pruneri Giorgio

Pruneri (Giorgio). Generale del genio navale, n . a Grosio nel 1862. Laureacosi ;t Milano jn ingegneria, e11trò in servizio nel 188ì, adempì a vari incarichi all'estero e d i, enne colonnello nel 1911; dal 1913 al 1918 fu dj_rettorc delle costruzioni navali a Veciezi,1, pa rtecipand o alla guerra Mondiale e divenendo magg. ge nerale per merito di guerra nel 1917. Furono opera sua le btr. galleggianti con grossi cannon i, adoperate alle foci del! 'Isonzo . e del Piave. Costruì il « Gril lo " · Dall'armistizio al 1919 fu p residente


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P RU

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PRtJ

del Comitato tecnico della marina a Pola, e dal 192~ al , 925 d iretcorc generale delle costrnzioni navali , Venne prf'l• mosso generale vice ispettore del genio navale nel 1923, e, ,ollocato in P. A. nel 1925, (u promosso l'anno seguente 1cn. gen . ispcuore nella ri,-cn·a, assumendo la denominanone d i generale ispettore nello stesso anno.

Prussia. (Per la pane ;torica generale, V. Germ1111in). li regno di /'. deriva dalla marca del Brandeburgo, cO>lÌ· tulln in Stato autonomo nel 1415 per concessione dell'imperatore Sigismondo, come antemurale dell'impero contro i Polacchi e i Lituani . :-,.Te]

1640 lo Scalo " rese ind ipendente dal! 'impero, anche per moti, i religiosi, essendo abitato in prevalenza da Protestanti . Da allora la l'. rappresentò il pensiero u nitario contro l 'invadenza dell'impero, e lottò in tulle le occasioni per realizzare tale unità. Si è chiamata in ;cn:-o mil itare epoca o etù pnusinna quella che ha ini • Bandiera della Prussia :,10 con Federico li vcr.<> (sec. XLX) I~ metà dd secolo X\'111 , ,arntterizzaca pri._ncipalmcnlc da quel re, col quale h3 inizio J"amagoni,mo fra P. e Austria, durato fino al 1866, quando, con la guerra di quell'anno, l.1 P. escludeva 1•/\ustri~ dalla C.onfcderazione germanica e ne prcndc,·J 11 posto. Le istituzioni mii. prussiane ser\'irono di mo• dello agli altri Stati, e la />., attraverso ad esse, riuscl ad avere per lungo tempo e,erciti più numerosi e più torti degli altri, in propor1.ione alla sua popolazione. Dopo la guerra ~fondiale, i territori che la Germania <ÌOI ette cedere in base al trattato di Versailles appartenevano all'ex regno d i Prussia. Così la Posnania e parte dcli' /\lta Slesia (alla Polo nia): lo Schleswig settentrionale (alla Danimatca): 1-.-fcmel e territorio (alla Lituan ia); i territori di Eupcn e \falmédy (al Belgio). La creazione del cor•

Tamburino

Truppe prussiane nel 1792

Granatiere

Cacciatore

ridoio pol,lCco e del la città libera cli Danzica ,epara,·a inoltre la l'rwsit1 or1e11111/e dal resto della Prussia. Gm>rd A1wro-Pruu11ma del 1866. L'aspirn,o nc dtlla Pru»ia a di,enire il nucleo for matore ddla unit:Ì german ica, cro,·ava ferma oppmizionc nell 'Austria, che presieée,a dal 1815 alla Confederazione germa nica e non intenc,e,·a cli :inunciarc all'egemonia che ,·i esercitava. Parallclamence. il mo,·imcnto per l'indipendenza e l'unità d'Italia n, inacci:1\'a l 'Austria nei suoi po1sedimcnti meridionali. I due clementi trovtff,nio un comune 1l1on1cn to per I 'azio11e ne! 186(1. Per un ceno tempo era sembrato cln, Aw,tria e Pru»ia potc,scro a"ordarsi, ed anzi le due nazioni nel 1864 \i tm,arono alk.1te contro la Danimarca (seconda guerra dei Ducati), alla c.1ua1c seguì la convenzione di Gt1.<tei11 (V.). Ma il d issenso andò subito dopo acuend osi a tal punto, che l'Au, tria invocò l 'applicazione dd « Palio federale • della Confederazione germanica. il qu,tlc clefe. ri,·a alla Dieta di Francoforte ogni contesa fra gli Stati confederati, e conseguentemente chiese che questi mobilitassero le lo ro fori.e, unendole a 11r1d lc dell 'Austria, allo scopo di intimare all a Prussia il mantenimento del pauo . . \ que,10 gesto, la Prussia rispose dichiarando sciolta la Confederazione ge1manica, ed im·itanclo gli Stati che ne face\'ann parte a riunirsi per creare un nuo\'O ordinamento poliJ,_ico, con l'escl usio ne dell'Austria, Essendosi gi/t precisato l'a tteggiamento degli St ati tedeschi, la Prnssi:i iniziò la mobilitazio ne dell 'cscrcito, ed intimò il disarmo imr'.1Cdiato a quelli che s1 erano schierati a farnrc della tesi

Fucilieri

Ufficiali

l.'fficiale

T ruppe prussiane dell'epoca napoleonica

Guardia del corpo

L"niformi prussiane dell'epoca d; Federico 11


PRU

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;Attftriaca. A l loro rifiuto, il 19 giugno, va rcò te 1oro front:erc, dopo d i essersi assicurata (aprik 1866, V. Berlino XXIX) l'alleanza de!l"lta lia (V_ guerre per l'Unità d ' Italia) . A favore dell 'Austria, oltre a ,1ualche Statere Ilo

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lia, arciduca Albertu, erano stati destinati i corp i ,i-armata V, V.I I. IX e varie g uarnigio~i : i n tutto circa 149 .n,, o fa nri e 5300 cava lli d i rruppc mobili , con 168 cannoni). L'Austria era appog-giata dai seguenti _ eserciti della Con federazione germanica: A.11110vel' (cotll~rndan re geo. Arenstsschi ldr) : 4 brigate con regg. di cavall~ria, pili 2 regg . ca • n dleria d i riserva : 15.700 fanti . 2 400 cavalli, 42 canno ni . Assia (gen. Perglas) : 2 brigare fante ria, 2 [egg. cava lleria! 2 4 Calla

noni . Bade,1 (pr inci pe Gugl iels mo): 2 brigate fanteria , J brigaq e f regg. cavalleria, 18 can noni. Baviera (principe Ca rlo) : Corazzieri Artiglieria Pionieri 4 di1·is. fanteria ciascuna <lispoUni formi prussjane delPepoca di Federico II ne nte anche di un re gg. cavai • leria , 3 brigate cava lleria : in tutto n1inorc , si sch ierarono I' A nno\'cr . l 'A5~i(l Cassel, il Dadc11. 16.ooo lami , 5800 cavall i, 184 ca nnoni. Nas,,·11t1 (al comando dd la Baviera. la Sasi onia , il Wii ntemberg . m::.1esc. aust riaco ì\'eippcrg) : r brigata fanteria con J6 canL'esercito prussiano (370.000 l i.) ven ne ripa, tiro iu quatnoni : un ih1 a una brigarn a ustriac a con 8 ca linoni . Sastro annate : 13 , principe Carlo Federico, coi corpi <l 'ar• sonia (pri ncipe Alberto) : 2 d ivis. d i fanteria e I di camata .li , 111, 1V e un corpo d i ca,·alleria : ci rca 75.000 '- alleria : in tutto ,9.oou fanti e 2500 cava lli , con 58 can fanti e 1 1.500 cavalli , con 300 canno ni; 2•-i, principe ere. r~.on1. TViirt1e1nberg (gen. l l arc.k gg) : 3 brigate trn teria, c!itario Federico Guglie1'm o, coi corpi d'annata I, V, V C r brig ata ca,·alleric1 1 1 regg. Cc1 \·a1kria, .q8 cann oni. YanGuarcli a, una d i vis . di cavalleria : circa 95.000_fonti e i3.ooo rnggio della. Prussia sug.li Alleati , quello dell 'unir:\ d i rocavé:lli, con 342 c:;nno ni; armata dd l'Elba. ge n. H cn vart nì;1nfio, di propositi, d 'azion<..: : il van taggio n1oraie gc: neY0n Bittcnfeld, VIII corpo, 14'' divis. <lei \'Il, I corpo rico d i u na Nazio ne con1patta c ontro una co.a li;,.iune . d, riserva : circa 60 . 00 0 fanti e 7500 cavall i. con 200 can Le colonne p russiane che invasero l' Assia ne fecero prinoni; annata del Meno, gcn. Voge! von Falkenstein, poi g ic.niero l 'ekttore, ma i l suo picco lo c!>ercito riuscì a ripaManteulfol , r3a d i vis. del VII corpo, e 2 di vis . m iste: ra,,e a Magonza dove rimase di g uarnigione . Le truppe circa 49 .000 fanti e 3700 cavalli con 82 can noni. L 'eserannoYcresi invece no n fecero in ternpo a riparnre in Bttcito austriaco destin ato ad operare contro la Prussia (arviera, e dopo il combattimento d i Langensalza deposero k armi (29 g iugno) . L 'esercito sas!>one riparò in Boc111ia e si unì agli Austri~ci , mentre la Sassonia vcniYa occupata da ll 'an nata prussiana dell 'Elba e da reparti della 1• Jr rnata. Il gcn. Voge] von Falke nsrei n fu i ncaricato delle operazioni contro gli Stari 1ninori , 1 quali avt vano costituito il 7' e I '8° corpo federale germanico. r adunando oltre 9 0 . 000 u . con'

288 cannoni contro i 4ì ·ooo u . e 94 cannoni d i rni d isponeva iI generale prnssiano. Il qua le avanzò contro i Bavaresi, e con breve combattimento a Derni bach (4 lug lio) li for zò a retrocedere, rne ntre g iun~

gcva dal la Boemia la notizia del la batt.aglia d i s/t dowa . Prussia: Guerra auscro-pn1ssiana ( 1866)

rnata del nord, feldnuresc. 13cnedcck) era costituiro dei corpi d'annata I, li, III, IV, VI , Vili , X, e di cinque di vis . <li cavalleria: in tutto circa 2 0 0 . 000 fanti e 23.000 cavalli, con 736 cannoni. (All',rmara del sud , contro l'lta-

Attaccatili

nuo\"..t-

mcnte a Kissingcn i l 10, Ji respinse :ancora ; poi sì volse contro i Badesi e gli Assi,mi (8-0 corpo federale) , li battè ad Aschaffenburg (r4 luglio) e prese Francofone, cedendo subito dopo il comando al gen. Manteuffel. Quest i prosegul le operaz ion i battendo reparti alleati con


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PRU

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una serie di piccoli scon tri, m<.:1Hre orn,ai era dcci;.i la nezia per mezzo della mediazione di Napoleone Ili, in gucrr.1 per la sconfitta dell'Austria, e gli Stat i che ne modo eia avere libere le cospicue for7C impegnate nel a,·e,·ano prese le parti ,·enirnno nella decisione di trattare Le mbardo-Vcneto. Benedeck vcni,·a sostituito nel comando con la Prussia. in capo dall'arciduca Alberto, che conduceva dall'Italia, Mentre si svolgeva no le pi..:cole, nu decisive operazioni dell'armata dd :-.fcno, il grosso <lell'esercico prussiano emrava risolutamente in Boemia, cor1 le altre tre armate; a dr. quella dell'Elba, al centro la 1•, a sr. la 2•. Le prime due dove,·ano r iunirsi sull'lscr e marciare insieme ,u Jicin : la 2" doveva penetrare i11 Boemia per le montagne, presso Nachod e Trautcnau . li marcsc. Bcncdeck prc-.e l\1foschettl~ri Dragoni Ussari posizione (25-26 giugno) sulla Uniformi prussiane dell'epoca di Federico li dr. dell'alta Elba, contro gli 'sbocchi presumibili della 2" armata pru<,iana. incaricando i Sassoni e il gcn . Clam Gallas dove la banagli,1 di Custoza ave, a frenato le speranze (l corpo) di trattenere la ,~ armata e quella dell 'Elba. degli Italiani, due corpi d'armata . L'arci,luca dispose perchè Da questa parte, i Prussiani de l principe Federico Carlo le for7c trattc1n1tc ad O l,niitz si dirigessero a Prc~burgo. forzarono il passo dcll'Iscr, dove convergc,·a rapidamente Con le teste <li colonna prus,iane a,•vem1ero due comanche l ';u mata dell'Elba . Ne derirnrono i combauimcmi ba1timemi, a Tobitschau e Prercau, che costringevano Bed i Miinchengriitz e cli Jicin, in seguito ai quali gli /\um-onedcck a volgere più a sud (15 luglio), mentre il grosso sassoni ripiegarono verso Sadowa. delle truppe prmsiaoc si avv icinava a Vienna. Davanti a P1c<burgu, si iniziava il combattimento di Blumcnau, in)Id frattempo b 2" armara entrava in Boemia, col V e n corpo da Glatz per Nachocl, con la Guardia e la terrotto a menogiorno dalla notizia dell'armistizio (25 luriser\'a cli cavalleria da Braunau su Eipel, col I corpo d., ~lin) di N,kolsburg. che fu scgulto dalla pace di Praga (V.) l.anrlshut per Trautcnau. Le strette <lei monti non erano (13 ~1go-,to). Di 110Lcvole, stratcgic3n,e1nc, in que,sta guerra custodite dagli Austriaci . Benedeck mand3\·a il \' I corpo e la 1a divis. di cava lleria a coprire le pro,·enicnzc da ~achod, e il X a coprire qudlc di T ramcnau, mentre faceva ,chierare fra l'vfilctin e Jaromer tutte le altre forze disponibili. Da queste manone dcri,·arono i comban,mcnti d i ~achod, di W)'sokow, di Skal itz, d i Trautenau, di Soor, di Koaronur niginhoff. di Schwcimch:idcl, in seguito ai quali alcu ni corpi austriaci furono molto ma ltrattati. e il Uenedeck ordinò il concentramento <li tutto l'esercito sulle a lture di Ki:iniggrat z, su lle quali av,·enne la battaglia (V. S11do1ua) che decise delle sorti della guero ra (3 luglio). J>Vm-lh.m J Il marcsc. Bcnedcck si xu.1·1.,...U ritirò su Olmutz inviando IL.C.0, il X corpo (Gablenz) con quas i tutta la cavalleria o ~Milleo a copr ire Vienna. I PrusPrussia: Guerra austro-prussiana (1866) siani seguirono il Gablenz con le armate 1• e del) 'Elha, e avanzarono su l'rosnitz con la ~a, per ,rnbi- • , i è la mancata manovra per lince interne del 13<:nedcck, lirsi fra la ca pitale austriaca e l'esercito del Bcnede,k. .c(n1tro j due g ruppi prussiani che arrivavano sull 'Elba per Fratranto l'imperatore Francesco Giuseppe tentava di saidue linee assai lontane le une dalle altre: circa 70 Km. ' arsi offrendo la pace all'Italia, con la cessione della Vec!al!J sr. della 1• e dell'armata del .\leno, alla dr. della 1

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Neu.Bicl.sowo

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seconda armata: circa r50 chilometri fra dei due gruppi.

326 !e ali estreme

Pruth. Fiume della Romania, l'ultimo affl. di sr. del Danubio, dove sbocca poco a valle di Galatz. I. Combattimento e trattato del Pmtl, (1711) . Appartengono alla guerra fra Turchia e Russia. Pietro il Grande, marciando col suo esercito lungo la dr. del fiume, venne r.tt accato da considerevoli forze turche agli ordini del sultano Achmet U!. Si impegnò una lotta ·che du rò qualche giorno, mentre Pietro, co,1 !'.e sercito spossato dalle fatidtc e dalle malattie, e scarso d i vettovaglie, cere.ava u ,rn posizione in cui fortificarsi. G li attacchi dei Turchi furono w ntenuti e respint i <la i Russi, i quali a un certo momento, ridotti a 38.<,oo u., furono addossati al fiume, circondati dall'esercito turco, d i o ltre r50.ooo u . In tali cond izioni d isperate, per consiglio d i sua moglie Caterina, che si trovava con l'esercito, lo czar si risolse a chiedere la pace ai Turchi. II sultano, cbe temette, ricusando, di essere attaccato con la forza della disperazione d al nemico, e che aveva già perduto 7000 u . nei combattimenti dei giorni p recedenti, accettò di entrare in trattative e la pace fo conclusa a cond izioni insperate per lo czar. li quale doveva restituire Azov e distl·uggerc le fortificazioni di Taga nrog e d i Samara, nonchè alcuni forcini eretti sul Mar Nero, e ritirarsi da q uesto mare col suo esercito. (!. Battaglia sul Prutlz (1770) . Appartiene alla guerra fra Russia e Turch ia. U n esercito turco di circa 80.000 u . era in posiz ione presso il fiume, sopra una collina trincerata. J.I. marcsc . Romanzov non disponeva che di circa 20.000 u., ma avanzò ugualmente. Attaccato nella marcia di avvicir:amento da 20.000 Turchi, li sbara~liò compktamente e li inseg uì, mentre essi recavano il disordine nelle loro file . D iede allora l 'attacco alla posizione nemica . e dopo aspra lotta se ne impadronì, prendendovi 38 cannoni e volgendo i.n fuga i Turchi, i quali si ritirarono verso i l Danubio. Ricevuti ri nforzi , tentarono di prenrlere la rivincita, a.ttac. cando il Romanzov, ma ne furono sconfitti a Kagu/ (V.).

Przemysl. Città della Polonia , nella Galizia, sulla dr. del San. Fu presa da Ilolcslao ai Galiziani nel sec. XI e annessa alla Polonia, poi dai Russi i quali la te1rnero per tre secoli, e ripresa da Casimiro il Grande, che vi fece e rige re un castello nel secolo Xl V. Nella divisione della P o lo nia del l7i3 venne assegnata ali 'Austria . Nodo stradale importan te per la d ifesa della Galizia orientale , venne fortificata dall'Austria nel 1854, ma ebbe opere importanti solo nel 1872, e continui miglioramenti e ampliamenti fino al 1894, quando ft.t trasformata in campo trincerato moderno, con opere corazzate, · e 65 forti e batterie, d i vario valore, costituenti due linee concentriche, armati , aJl'eFoca della g uerra Mondiale, di J050 cannoni obici e mortai d i vario ca libro. Durante la guerra Mondiale, la città fu assediata e presa dai Russi nel marzo 1915, ma d a loro abban donata alla metà del giugno, in segui.to alla sconfitta da essi subìta nella battaglia di Gorlice.

Assedio di Przemysl (l9 r4-15). Appartiene alla guerra Mond iale, fronte Orientale. In seguito al risultato della hauaglia d i Leopoli, I ·esercito austro-ungarico, in piena ritirata verso ovest, scopriva /'. che subito veniva invest ita dai Russi, sia pure in modo sommario, nel settembre. 1l g iorno 22 essi ne tentavano la conquista di viva for za, dopo poderoso bombardamento, m a il tentativo falliva. ln S<&u ito all' iniz io dell a battaglia del San, il 10 o tto bre i Russi tolsero !"asse.dio alla piazza. Ne ap profittarono i difensori per r iJornirsj in viveri e mun izioni ed anche riup

PsA

snrono a riattivare la ferrovia che legava P. all'impero; perduta dagli Austri aci la battaglia, i Russi ripresero le operazioni per i nvestire la p iazza, ma trovarono ostacolo nelle azioni controffensive delle forze austro-ungariche contro le loro retrovie e nel concorso anche della_ difesa mobile della guarnigione della fortezza; in queste azioni, tanto esterne, q uanto interne, la cavalleria ungherese si Frod igò eroicamente sacrificandosi. Solamenre nella seconda meti di novembre poterono i Russi rendere stretto i l loro blocco, ma· già grande parte della popolazione aveva eva cuato dalla piazza, nella quale però era r imasta una guarnigione troppo n umerosa, un'intera annata forte d i 117.000 l:omini al comando del gen. Kusmanek, mentre da parte dei R ussi vennero affidate le operazion i d'assedio al generale Selivanov con la II armata fqrte d i 150.000 uomini . Ripetuti furono j tentat iv i da parte della gua'rn igionc di forzare il blocco, in accordo con operazioni delle forze esterne, ma senza risultato. Durante il Natale vi fu una tacita sosta nelle ostilità; ripresa la lotta, questa d ivenne :,~canitissima verso la fine del gennaio 1915 per i reiterati tentat ivi degli assediati di aprirsi la strada per congiungersi alle annate austro-tedesche che dai Carpazi operavano offensivamente per liberare la piazza. Ormai gra,•e si era fatta la penuria di viveri di cui soffriva la guarnigione; 9000 cavalli erano già stati abbattuti pcl vettovamento. Il 13 ma rzo j Russi presero le posizioni di Machowice che non distavano più di tre Km. dai forti de! fronte nord della piazza; il 14 ed il r5 veniva sviluppan dosi l'attacco russo da quella parte e nei dì .successivi si estesero lungo grande parte dell'intera cerchia , cui l'a rtig lieria austriaca vigoros1mente rispondeva. Il 17 tre grossi palloni liberi vennero fatt i uscire per portare in sa lvo i documenti e le finanze della fortezza; però, essendo can, biato il vento, caddero in territorio russo, presso Brest L itowsk e Soka lia. li 18 i l tiro d elle artig! ier ic da part" degli austro-ungarici fu intensjssin10 e continuo, ma inteso es!)cnzialmente a consun1are le muuizioni perchè non cadessero in mano ~iell'avversario: infatti non produssero a

questo che la perdita di 68 uomin i. Un ultimo disperato attacco, ordinac~ da K,usmanek, cui non poterono prendere parte che 43.000 u. a ncora in condizioni di combattere, V<·nne tentato il 19: !a linea russa fu superata pres·,o Mcdyka; senza sosta, gli assalitori procedettero su Motzinsky. quando, falciati dalle mitragliatrici, rotti gli odini, i rnpcrstiti dovettero rifugiarsi nella piazza. Il dì seguente. 20 1l1~r.zo, veniva distribuito agli uomini tutto ciò eh-:.: ju fatt,, di viveri ancora rimaneva nella fortezza, e il 21 av.

veniva la capitolazione, dopo di a,-ere distrutto tutto ciò che avrebbe potuto ancora giovare al nem ico, fra cui i cinque ponti Slil San, fatti saltare all'ultimo momento. Nove generali, 2545 ufficial i, J0j.000 u. d i truppa vennero fatti prigionieri, oltre a d recimila malati. Più di mille c.:i.nnoni caddero nelle n1ani dei vincitori. Questa conqu i::.rn ccnferiva ai Russi, oltre al vantaggio posirivu d i dominare k comun icazioni con la Galizia e d i poter d isporre d 'importante cont ingente (pressochè tu tta l' 1 r" . n nata) per svol gere alt rove le operazioni campali, anche di un forte vantaggio ~nora le.

Psammetico I. Re d "Egitto dal 666 al 611 a. C .. fondatore del la XXVf dinas.t ia . Dopo csser,i impad ronito della Tebaide, si assicurò l' autorità su tutto il regno d' Egitto. Per impedire un ritorno offcnsiYo degli Assiri , già padron i del paese, si alleò con i Babilonesi. Si occupò alacremente a rifare la potenza mi litare dell'Egitto, fece ripulire i canali e fortificare le città. Durame il suo governo, a Ncucrate si stabilì una colo{lia greca che introd usse, con le derrate


iPSA

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s tran iere, anche la cul tura ellenica; l'amico ordi11amento sociale ne rimase sconvolto e lo spirito nazionale andò spegi;endosi. A,•versa a questa influen:w straniera. e mal scpponando che i mercenari greci godessero della fiducia dei sovrano, la classe dei guerrieri egiziani abbandonò in _grw parte il Paese e si st abilì in Etiopia.

Psammetico Ili. Re d'Egitto, salito al trono nel 52 a. C .. nel momento in cui Cambise terminava la conquista dell'Oriente, occupando l 'Egitto. Tradito dal capo dei suoi mercenari greci, Talete d'Alicarna,so, P. (u sconfirto presso Pelusio, e subito <lopo assediato e preso in Ylenfi. Esilialo a Susa con 6ooo sudditi, ,·enne poscia fotto uccidere con \'eleno. Psara (o lpsara, ant. Psyra). Piccola isola della Grecia nell'Egeo a N.-0. di Chio, dal cui disrreuo dipende. Durante la guerra per l'Indipendenza, fu un focolaio di patriottismo, e con Hydra e Spezzia fu " capo del movi mento insurrezionale; contribul generosamente alla formazion<. della flotta greca, fornendo navi e marinai tra cu: l'ammir. Canaris. Nel 1824 fu presa e saccheggiata dalla .flotta turca che la ridusse un cumulo di rovine. Pselcis. Anr. città fortificata sulla sr. del Nilo. Nel 23 a. C. vi avvenne una battaglia appartenente alla guerra che Caio Petronio, prefetto dell'Egitto sotto l'imperatore Augusto, imprese contro Candace, regina <l' Etiopia, la quale aveva disfatto t re coorti romane di presidio nel sud dcl1 'Egiuo. Petronio la vinse ed espugnò la città. Psicologia militare. ! lo stesso che dire stud io psi-cologico ai fini militari. Studio, dunque, a scopo di applicazione professionale e non già psicologia professionale. Arte educativa e arte di comando si basano parimenti su q uesto studio : 11) per adattare i metodi d idatt ici e lavora tivi (tattici, logistici, ecc.) alle d isposizioni naturali degli uomini, onde il lavoro che ad essi si richiede nella scuola <' fuori, riesca economico in conformità delle ragioni che lo domandano; b) per sviluppare e armonizzare al fine bellico tutte quelle energie congen ite ed ncquisitc che p iù si richkxlono nel combaucnte. In sostanza. conoscenza psicologica ai fini oggettivi <ldl'educazione. della condotta nel! 'azione, della compilazione razionale e giusta delle « eote ca ratterist iche» . Il problema applicativo della P. M . ,·iene impostalo in questo modo: con l 'esame delle attività psichiche (o psicofisiche), considerate in generale quali n,lori umani, e in particolare riferite ai soldati cd a, capi dei vari gradi, si tende a swbilire, per ciascuna attiv ità: 10) in quale mi.ura sia inizialmente pos,ed uta ; 2°) in quale misura dovrebbe possedersi per la finalità militare; 3°) come svolgerla sino al punto ,·oluto, o contenerla se in eccesso; 4•) come valersene nell'aiione. Ciò dimostra <:ome l 'opera dcli 'c<lucare e del comandare richie<la anz ituttc e soprattutto una continua soluzione di problemi psi<:ologici, che si estendono dalla conoscenza generale alla <:ono,ccnza delle manifestazioni ind i,·iduali, sulle quali spe c ialmente deve esercitarsi 1'opcra dell 'cclucntore e del comandamc, aAinchè i risultati siarto reali e non apparenti. Le collettività militari (reparti, unità di guerra, ccc.) 1,anno una loro propria psiche o anima collcui,·a (,, spirito ,delle truppe», ,, spirito <li corpo» , e simili) stabile o passeggera , conforme alla stabilità o transitorietà della loro formazione. Quest'anima è educabile e coman<labik. La P. collefli11a militare è pertanto quella branca particolare <lella psicologia collettiva, che ha per oggetto l ·anima della collettività militare. Si d ivide in tre parti: la prima espone gli elementi formali ordinativi della domina (nomi, <lefi-

PSI

n,z,on, e dcterminnioni, classificazione, termtn , costirunvt delle• folle mililaii). La seconda formula i pr incipi delle costituzioni psichiche collettive, e tratta dell'impulso e dello S\·iluppo che i medesimi imprimono all 'opcrare psichico delle collettività. La terza, applicativa, t ratta della costituzione e <ielle azioni psichiche d i collettività deterrrinate. all'intento di comprenderne le peculiari caratteristiche per averne norma sicura nell'educazione e nel comando.

Psicopatie (Medicina Legale Militare). Sono rappresc111ate dalle malattie mentali, la cui conoscenza da parte dell'ufficiale medico ha la più grande importanza, poichè cm: non solo sono causa di disordini disciplinari, 1na costirniscono add iri ttura un pericolo grave per la collettiv ità militare, potendo dar luogo alle cosiddette « tragedie di c:.~rma » . È pertanto del più alto interesse non ammetter<: r.elle file dell'esercito i malati di mente, e, qualora alcuni cl, e~si siano evemual mente sfuggiti agli esami del le visite di arruolamento, sorprenderli sin dalle prime manifestazioni, grazie all'atti,·ità ed all'acume del medico di reggimento ed alle segnalazioni riguardanti j] contegno del paz iente fatte dai graduati di truppa e dagli uAicial i che sono maggiormente a contatto con lui. Le P. si distinguono in congenite (frenastenie) cd acquisite (frenopatie o alienazioni mentali). Alle prime appartengono l'idiozia , il ·cretin ismo e l'ottusità mentale; le frenopatie sono carattcriz:oate da disordini acquisiti della personalità psich ica, con p,cvaleati disturbi dell'intellcttualit:ì; esse si s,•iluppaao a preferenza nei predisposti per ereditarietà. La pazzia è ram ndl 'ambiente mi litare se sia stata fatta una buona selezione nelle vi,ite di reclutamento: l 'igiene fisica delle ca.erme, l'cducazion<; morale e professionale costi tuiscono fottori di equilibrio mentale. Tuttavia esistono nella collettività militare delle circostanze debilitanti che agiscono sui predisposti: emoz ioni da relazioni interpersonali, eventuali traumi, affaticamento, ecc. danno lo spunto a squilibri mentali. Queste cause di debilitazione fisico-morale ,i fanno sentire specialmente nei carabinieri, sui qua_!, pesa un serv izio gravoso e di responsabi lità . La guerra Mondiale, come ha avuto effetto sui visceri della vita \'egctativa, ha inAu<:nzato anche il cervello: le ordinarie forme psicopatiche hanno presentato particolarità d'in izio, d i decorso e d i sintom i. Sono apparse frequenti lr demenze giovan ili , le sindromi amenz ial i legate a cauie tos,iche, con forma stupida e con rapida risoluzione. La paraltsi progrcssi,·a è stata ossen·ata in forma precoce, cioè prima dei 30 anni , in soldati cd ufficiali, con la variet:1 demenziale. Non rara è apparsa la malinconia plira prima dei 50 Mni in ufficiali. La guerra, coi suoi molteplici fat• tor: ctiologici, che traumatizzano la delicata compagine nervosa umana, esaurendone la resistenza e perturbandone le (unzioni , ha occasionato lo sviluppo d i psicosi , anticipandone l'epoca d i manifestazione; raie fatto ha importanza n,edico-Iegale nei riguardi della dipendenza o meno della malattia mentale da causa di servizio di guerra. Nel dopo guerra vi sono state in ufficiali varie psicosi da abuso di mo,fina (indebolimento mentale e del scntirnento mora le, miosi e rigidità pupillare, numerose cicatrici sul corpo) e da abuso cli cocaina (indeholirncnto psichico grave. carat• tcristiche allucinazioni tattili, midriasi pupillare, precoce decadimento generale). Nell'ambiente militare non mancano casi di simulazione d, psicopatie: s, è cercato di simulare od anche esagerare uno stato d 'insufficienza mentale, nonchè simulare la pazzia, e soprattutto le forme <li alienazione mentale che non richiedono da parie del simulatore uno sforzo pcrmanence


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di volomà. cioè: la mania acuta, ri tenendosi facile ripro• durre lo ;tato di eccitamento grncrale, la logorrea cd il gestire disordinato, la melanconia, la quale aon richiede che iner:da ed apatia, il delirio di grandezza, facile a simularsi, ecc. Durante la guerra Mondiale si è osservata la simulazione della pazzia nei delinquenti e negl'indi,·idui con scar;o senso di d igni1:'1 personale : 11011 rare furono le forme simu late di agitazione e di depressione . Per scoprire !a simulazione od anche la semplice esagerazione delle forme d'insufficienza mentale, riescono di g rande giovamtnto le inchieste anamnestiche, poichè non si diventa ad ui: tratto imbecille o debole di mente, se prima non si era tale, donde l'util ità delle infor mazioni riserv~te J"ichic,ic all'arma elci RR. CC. od al podest,, del Comune presso cui il soggetto ha domicilio. Inoltre i dilig=ti esami, gli i1•terrogatori, le lung he conversazioni, l'oculata sorveglianza ~ono me:i:zi di valido aiuto per accertare la esistenza o r,,cno di uno stato frenastenico non compatibile col scr, ,zio milirnre . Anche per la simulazione delia pazzia hanno v.lore i criteri anamnestici riguardanti la predisposizione e,cdirnria <lei soggetto, even tuali alrerai.ioni morbose prece<lcnti, specie del sistema nervoso. Importanti criteri sono inoltre quelli somatici e psichici, risultanti dai relativi es.imi e 1ifcremi;i alle singole 7nfcrmità mentali. L'accertamento della reale esistenza di forme psicopatiche ha imporunza non solo ai fini della idoneità o meno al servizio militare, ma anche nei · riguardi della respon,abliità d i co1oro che durame il ser,izio stesso abbiano eventualmente cummes,o elci reati. Nella guerra ~ondi alc furono istituiti i « Repa rti neuro-psichi,mici delle armate », i qual i funzionarono con regime manicomiale e riuscirono veri filtri nu:dico-legali per 1111a oculata e severa selezione dei ricuper,1bili; vi si sottoposero a vigile controllo le infermità mentali, impedendo, con salutare tutela della disciplma, il trionfo delle simulazioni; il servi~io neuro-psichiarrico spc• cializzato riuscì d i notevole vantaggio qt1alc orga no medico-legale, a garanzia dei giudizi e dei !lrOvvedimenti. Le frenastenie, ai sensi dell'art. 2ì dell'Elenco A, ,ono causa di inabilità assoluta al servizio militare, quando siano bene evidenti e legalmente rnmprovatc. Le forme meno grnvi e le profonde anomalie del carattere e della condotta co,tituiscono causa d'inabilità, quando nel soggetto rc,ti dimostrata o se ne possa fontlat:uncntc pr.su1nerc la inadattabilit:'1 alla vita collettiva cd alle restrizioni della , ita militare. Lo stesso articolo riporta la seguente a, vertenza: ,, Le (orme gravi leg.1lmente comprovate, con chiari segni d i arresto dello svilu!)PO meniale, 1,pccialrncntc se accompagnate eia caratteristici fenomeni somatici, potranno csi-cre giudicate <lai consigli di leva. Le altre meno gravi <- quelle con manifestazioni d 'immoralità costiwzionale o con profonde anomalie del carattere e della condotta, saranno invece g iud icate con osservazione ~ldl'ospedalc mili• ~• rc , mercè l'esame clinico, convali<lato da documenti legali; e nei militari dai r?ppoui infon:1ati,·i del comandan te del ,c parto, nonchi: da a pprnpriati ri lievi psicologici, d1c dovranno essere stati compiuti dall'ufficiale medico del corpo. A tal uopo saranno tenuti in dovuto como i docu111cmi sanitari, rilasciati eia istitu1:i educat ivi (scuole ortolrrniche, riformatori) legalmente riconosciuti, o notori, per le funzioni sociali che compiono (ambulatori per minorenni r, no rmali e ddìcicnti) » . L'art. 30 dell'Elenco A contempla, qu.ili cause di inabilità assoluta al servi:>.io militare, le malauie mentali e le sindromi psicosichc, nonchì: le i nversioni sessuali e g li altri pervertimenti degli istinti, rigo1osamente accertati, prnia osservazione in un ospedale milit.irc, e quando ,iano espressione di vero e stabile turba-

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1,1cnto dell'ordine mentale. Se apparcmcmcntc g uarite, le infcrmit!i mentali daranno ugualmente luogo alla rifo, ma, quando il soggetto sia stato già internato in un rr.an icomio, in seguito acl autori.1zazionc dcll'alltorità g ill diziaria, a scopo di cura e non per semplice osservazione. Circa le frenopatie riconosciute dipendenti da cause di servizio, danno d iritto alla prima categoria d i pensione, ai sensi dell'Allegato A annesso al Decreto Luogotenenziale del 20 maggio 1917, o. 8j6, « le alterazioni delle facoltà mentali, permanenti, insanabili e gravi al punto da rendere l'individuo totalmente incapace a qualsiasi larnr<> proficuo, o pericoloso a sì: ed agli altri». l.c pazzie incon trate in guerra, oltre alla prima categoria di pensione, danno diritto ad assegni di superinvalidità che variano a seconda che rendano indispensabile o non l'internamento in manicomi od istituti assimilati, a norma della Tabella E, lettere B ed F, di cui al Regio Decreto del 12 luglio 1923 n. 149r, colle modificazioni apportate d :il Regio Decre toLegge del 27 maggio 1926 11 . 928.

Psìcotecnica mil itare. Partico lare ramo del la psicologia militare, che ba lo scopo di determinare i poteri rncazionali dell"uomo, al fine del suo giusto avviamento nel servizio militare. In sostanza, è chiamata a risolvere principalmente il seguente problema: poichè l'uomo non ha solo un ';mivit:Ì fisica, ma anche un a psichica, e poichèqucsta a11 ivit:ì psichica è proprio essa che imprime un carnuere all'agire umano, \'Ì sono mezzi per eliminare dal .se, vizio militare gl i individui che, da questo punto d i vista, sono inadatti I ed è possibile scoprire negli individui, co11 mero<li scientifici, le attitudini particolari che c~si hanno, in modo <la poterli utili,,z:irc in quei servizi militari specializzati che richiedono una particolare istruzione, e ciò con risparmio di tempo e di denaro e con maggiore risultato' Questo problema ne s011 imende un altro: è possih,lc, allo stato attuale della scienza, determinare i caratteri, le altitudini che un soggeno deve avere per compieic quelle azioni che sono richieste al militare pc, il suo sen izio in pace e in guerra? A tutto ciò la P • .Il. ormai ri,ponde alkrmati,·amemc: ad esempio la selez ione (e in parte and,c l'educazione) <lei personale di Aeronautica, av\'iCne me<liante

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bineui di psicotecnica.

Psiliti. r.1nu degli antichi eserciti g reci, armati alla leggicra. Essi s, distinguc\'ano dagli opliti e dai peltasti pcrchè non avevano armi difcnsi\·e: nè scudo, nè corazz::i.

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t'<:e facevano parte ,·arie specialità, che prendcva110 nome d iverso a .e. •· ,;. . conda dell'arma cli cui erano dotate. l principali corpi armati alla .....~~·"""' Psi liti leggera erano gli arcieri, i frombolieri, ecl i lanciatori di giavellotto. Vi appartcnc\'ano i soldati più giovani e p1ù poveri, delle in fime classi .

Psithos. Yillaggio dell'interno dell'isola di Rodi . Combattimento di Psithos (19 12). Appartiene alle oper,1zioni per l:1 conqui~ta del Doclecaneso, durante la guerra Italo-turca. Occupata Rodi (5 maggio) le truppe ital iane pr~pararon? la marcia "" P. dove si erano raccolte in p,,rtc le forze turche dell'isola, circa 1500 u . agli ordini del maggiore Abclullah bcy. Il gen. Ameglia, comandante


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del le t ruppe ital iane, la ,cm ciel 15 maggio marciò d irettamente da Rodi verso P. (distante circa 30 Km .) <on due regg . dj fanteria, il 34° e il 57°, e tre btr ., mentre sbarca l'ano in due punti diversi dell'isola, alle spalle dei

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teutonico. Il re Pietro il Grande vi fece erigere un can-

tiere, nel quale costruì un centinaio di navi per dominare il lago Pcipus.

Psofide. Ant. città della Grecia, nel Peloponneso. Fu presa <la Filippo V d i Macedonia, il quale per meao dei suoi Cretesi respinse j mercenari sortiti dalk pone della c~tt:ì e con questi entrò promiscua1nentc rendendosene pa-d ronc .

P teria. Antica città dell'Asia minore, nella Cappadocia. Nel 548 (o 547) a. C. vi fu combattuta una battaglia fra C iro i! Grande, re d i Persia, e Creso , re d i Lidia. Essa rimase indecisa, pcrchè troncata dalla notte . C iro all'indomani non rinnovò l'assalto, e Creso , d i fronte ad

un ncn1ico numericamente superiore, battè in ritirata.

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Pubblica sicurllzza (Truppa in ,c,-vizio d,). La t ruppa si d ice

La resa delle truppe tm·che a Psithos

Tu1ch i, il 4° rcgg . bersaglieri e il bgl. àlpini Fenestrelle. Piccoli reparti e un bgl. del 34° fanteria restavano a Rodi, vigilata anche dalla flotta: La manina <lei 16 la colonna pr incipale era davan ti a P. e contemporaneamente la posizione turca era bloccata dagli altri due d istaccamenti·. ;:irrivati tcrnpestivamente nelle posizioni loro asse• gnate . 11 comandante lurco respinse l intin1azione d i resa , e allora le btr. i1alia,1e apersero i l fuoco sul villaggio. 1

in servizio di pubblica sicurezza quando viene impiegata per il mantenimento del! 'ordine pubblico o per l'assistenza pubblica. li mantenimento dell 'ordine · pubblico spetta, in via normale, alle forze di polizia ed alla M . V .S.N. Solo quando le predette forze manchino, o si dimostrino insufficienti, può esser fatto ricorso alle altre forze armate dello Stato. >Jel caso d i pubbliche calamità, l 'esercito, la mari na e l'aeronautica intervengono per portare soccorso ed assicmare l'ordine pubblico fra le popolnion i colpite. Nel concorso della tnippa nel se rvizio di wtela dell'ordine pubblico, si distinguono due casi : quando la direzione della tutela del \ 'ordine pubblico è tenuta dall'autorità <li pubblica sicurezza; o c1uando è assunta dall'autorità militare. Nd primo caso la truppa puù essere richiesta cd impiegata per tutelare, in caso di percu rbamcn10 dell 'ordine pubblico, talune località, come : pa, bzzi Reali, assemblee legislative, uffici pubblici, amba;.;iatc, ecc.; pe·.- ristabilire l'ord iue pubblico ed in gencrak per i servizi di ordine pubblico nelle strade e nelle pi~z1.e; per assicu rare, con uomini e con 1nateriali, il funz ic;11amen to d i se rvizi di pubblico interesse che non possono restare ~uspcsi senza gravi danni. Le richieste di truppa per i p rimi dur;: scopi sopra indicati sono indir iz.z.atc, dall 'au torità di pubblica sicurezza, al comandante del p1csidio ~e h 1ru,ipa dovrà essere impiegala nel presidio o :t non più <ll 5 Km . dal margine e sterno di esso; al cr,mandante della divis . m ilitare territoriale, in ogni altro <;;}SO . Le richieste per il terzo scopo sono trasn1esse <lal hutorità d i pubblica sicurezza al Ministero della guerra per il tramite del :-foiistero dell'interno. Allorquando la necessità dell' intervento cli truppa in ser\ izio di pu bblica sicurezza venga a verificarsi-, contempor~rnearncntc, sopra una regione comµrcn.dente più· provirn:ie, il comandante <lei C . d 'A. nel cui territorio tali provjncie trovansi comprese, può <li sua iniziativa o per o rdine su~

Cannoni presi ai turchi a Psithcs

I Tu rchi cercarono di sfuggire alla colonna A.meglio, nrn furono resp inti dai bersaglieri e dagli alpini. lmpossibilital1 ad uscire dalla stretta, dopo d i avere subÌlo in morti e feri ti u11a perdita rii 200 u., alzarono bandiera bianca.

Pskov. Città, della R ussia, sopra un immissario meri rli0nale del lago Pcipus, a breve distanza <la esso . Vi fu costi uito un castello circondato da alte m ura. Venne presa dai Russi dd du,a Basilio !V nel 1509 e unil a alla Russia. Presso la ciuà, sette anni pr ima, il principe Ivan IV ;ivcva battuto un esercito lituano, allealo ai cavalieri dell'ordine

r criore, avocare a sè d irettamente l'assegnazione delle l1uppe da impiegare in servizio, d i p ubblica sicurezza. Sn lvo che l\irgcnza del caso non lo consenta, tra l 'auto· r ità rii pubblica sicurezza e l'a utor ità militare devono es:,crc prt:si accordi preventivi intorno alla forza da impiegare cd alla specie d l essa. L'autorità d.i pubblica sicurezza

dovrà evirare di richiedere, con1c 1nisura precauzionaJc, che reparti di truppa rimangano con.segna.t i ne11e casern1c.;, ~e prima lo stesso provvcùimento 110n sarà stato adottato per i carabin ieri rea ii e per la M . V .S.N. riel lo stesso prc,;d,o. In previsione di g ravi ed estesi perturbamenti dd1·ordine pubblico, in lutti i presidi normalmente retl i da ufficiali generali, e negli altri centri importanti, viene com pilato e ten uto al corrente un progetto per l 'impiego delk truppe e dei mez7.i milira ri . Esso en tra in azione al mo-


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mento in cui ciispone l'autor ità di pubblica sicurena. Eccettuato questo caso, le richieste d i truppa per servizi d i / '. S. sono fatte per iscriuo, Nei casi o ltremodo urgent i possono anche essere verbali, ma devono poi essere confermate per iscritto non appena possibile. L'auto rità militare aderisce alle richieste con Ja forza e con I mezzi d i cui dispone. La trupp1 chiamata a reprimere tumulti deve serbare un contegno fermo, dignitoso, cd alieuo da modi provocanti ed oltraggiosi , aui pii, ad inaspr ire che a calmare gli anim i. Le t ruppe a piedi giungo110 sul lltogo del tumulto col fuci le o moschetto carichi , d i massima, a mitraglia, in posizione d i sicurezza, e con baionelta inastata . Hanno inoltre due pacchetti di cartucce a pa llottola nelle giberne. Gli armati di pistola hanno pure le armi cariche. Le mi-

tragliatrici hanno un rn unizionarnento di

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caricatori di

C.lrtuccc a pallottola. Le t rnppe d i cavalleria arrivano sul luogo con la sciabola alla mano . La truppa, sem pre sotto i l comando dei propri superiori , è impiegata conformemente a lle rich,esrc degli ufficiali di P. S., cui spetta la rcspon. sabilit.à d i ogni auo che, a loro richiesta, la truppa abbia aci eseguire. La forza viene impiegata solo in caso d i assoluta .necessità. L a t ruppa a p iedi impiega prima la baionetta ; la truppa a cavallo impiega prinia la sciabola d i piatto e, poi, occorrendo la sciabola di taglio o di punta . L ' uso del fuoco è riserbato ai casi estremi; esso oon deve mai essere impiegato a solo scopo d i jntimidazione. La truppa deve agire con energia. li funzionario d i P. S. preposto al servizio, ha facoltà di chiedere, sotto 12 propria responsabi lità, che cessi l'azione della truppa. In casi eccezionali, la truppa può anche essere impiegata nel servizio di pattuglia. li servizio d i P. S. è considerato come serv izio st raordinar io di p residio, e come tale è tenuto per esso, dal comand ante del presidio e da l comandante del corpo, apposito turno. La truppa comandata in servizio di I'. S. percepisce apposita indennità. L 'autorità ;,,ilitare assume la tutela del l'ordine p ubblico, turbato da g ravi avvenimenti, nei casi previsti dal testo unico delle leggi di l'. S. Passano allora a lle <lipendenzc dell'autorità militare anche le forze di polizia. La truppa viene impiegara. in servizio ~;• P. S., anche i n occasione di disastri tellur ici o di altre calamità, allo scopo di portare soccorso alle popolazion i colpite. La direzione dei servizi di soccorso viene assunta <lai min istero dei LL. P P. o dal sottosegretario. Fino a q uando il m inistro o il sottosegretario non sia su1 luogo

ciel d isastro, tutte le autorità civi li e m ilitari dipendono dal prefetto della provincia, che provvede alla direzione <:e.I al coordinamento de i vari servizi. A l prin10 sentore di un. disastro tellurico o di altra pubblica calamit,\, le au torità · m ilitari territor iali, che si trovano nella zona colpita od in prossin1ilà d i essa, devono portare d 'urgenza i prim i soccorsi in uomi.n i e material i nella pii, larga misura possibile. Dei limiti del d isamo, come pure dei soccorsi in uomini · e 1natcriali inviati a titolo di primo imrnediato <!iuto, le autorità su ddette informano, con il mezzo più rapido, il m inistro dei L L. PP., i! prefetto e le superiori a utoi-ità gerarchiche. Il comandante del C . d ' A. , nella cui ci rcoscrizione trovasi il luogo colpito, p rovvede Holl appcua possibile - ali 'impianto d i mezzi d i collegamento, frw ia .i rinforzi necessari c. costitui..Ke, all 'occorrcnza, comandi d i zona rettt da ufficiali general i o superiori. Detti comand i provvedono, in ba,e alle d irettive ciel prefetto, a lla orgaHizzazione dei soccorsi, fino a quando la direzione d i q uesri non venga assuma da l minist ro dei LL . PP. o da eh i per esso; dopo di che o;)erano ia conformid ~lt gli ord ini cl i derte autorità. Come norma generale di

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previsione, la quantità di truppa occorrente su i luoghi co lpiti, può calcolarsi in 1agione del 10-12 % ciel numero degli abitanti della località del d isast ro, proporzionando il contributo delle diverse arm i, corpi e servizi nella seguente rr, isura l;1rga1nen te approssimativa: fanteria 70 %; genio 18 %; !)Ussistcnza 2 %; auton1obìlisti 2 %; carabinieri reali 8 %; oltre ad un adeguato numero di ufficiali medici e d i soldatt d i sa11ità per i servizi sanitar i delle truppe e . per quelli di soccorso del le popolaàon i colpite. La truppa deve essere sempre impiegata a reparti o rganici. I m ilitari devono essere muniti di tutto l'equipaggiamento da campo, completato, possibilmente, d" fodere per pagliericci e da tre raz ioni di viveri di riserva . Essi inoltre devono essere provvisti d i viveri ordinari per il giorno susseguente al • l'arrivo. I reparti del genio devono porta re al seguito i rispettivi parchi, mater ial i ed apparati spec ial i; que ll i çcl le altre armi gli arnesi da zappatore dei q uali dispongono cd i mezzi di collegamento. Le truppe, oltre che all'opera dò soccorso nel senso vasto della parola, provvedono anche al servizio , li tutela del! 'ordine pubblico e d<"lla proprietà puhblica e p rivata, nonchè alla disciplLna del movimento e t ransito. L 'azione dei comandi e delle truppe nell'opera di soccorso deve ispirarsi ad alto senso di aboegazionc e di sacrificio; essa deve essere improntata a largo spirito d i ini~ ziatlva per adeguarsi a11e necessità contingenti.

Pubblicazioni a stampa. Qualunque militare può pubblicare a mezzo della stampa, senza prevent ivamente ch iedere autorizzazioni allt àutorità superiori, ciò che crede , all'infuori di notizie e dati ri ser vati che egli abbia saputo nel corso delle sue missioni professiona li. Chi però dà alle stampe P. che possano recare offesa alla d isciplina mii. i: pieaan,ente responsabile del proprio operato e ne r i• sponde. anche se fosse in congedo, alle , autorità compet~nti . Qua ndo un m ilitare voglia fare P. con :critti che dircltamcnte o indirettamente riguard ino la d ifesa del lo Stt1to. oppure in gcriJ.-re- 1nezzi offensivi o <ijfensivi dell~ (or2e armate naziona li, deve prim?. farlo noto per tramite gt.rarch ico al Min istero competente per ottenerne 1'autorizzazione. Come norma generale tuttavia anche per ·P . del tuttn libere da annuenza ri i autorità superiori, i l militare che dù alle stampe i propr; ;critti deve pen$are alla rc~ponsabi!ità che egli si assume enunciando giud izi riflettenti questioni militari d'indole delicata ed im portante. e con l'attira re la µu bblica curiosità c<l attenzione su argomcnt; che sarebbe più opportu no trattare nell'ambiente mi litare. Quando per conseguenza avesse qualche dubbio in proposito , sarà doveroso che si rivolga per via gerarchica al Min istero, per dcaidere con sicurezza sull 'opportunitit della pubblicazione. Le P. u fficiali di ca rattere storico vengono fatte d al! 'Ufficio storico del Corpo d i S. M. sulle r iviste e giornali militari autorizzati. All'cslcro vigono press·a poco le stesse prescrizioni 3dolta te in Italia, giacchè cgni nazione è gelosa delle nolizie che possono interessare la diksa dello Stato, la nat ura delle p roprie anni, la eostru • zio1w dd le proprie navi, la confezione delle propr ie mu• nizioni , -ccc .

Pucci (Filippo) . Ammiraglio del secolo XIX. Apparte• nen tè al la marina napoletana. partecipò a lla spedizione nel l'Mlri atico del 1848. Poi comandò i l dip . marittimo d i Castellam mare, e nel 185j fu nominato presidente della Commissione delle prede. All'arrivo cii Garibaldi in Sicilia, era brigadiere ; fu promosso contrammir . nel suo pa!)$aggio alla marina italiana e collocato

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riposo .

Pucci Frallct'sr:o . Patrioua sii.:1 linno. n . a P,dcrmo. m. a

Catania ( 1816-18~0). Pu allievo del Collegio della Nunzia -


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11_ella, ma lasciò giovanissimo la carriera delle armi. Scoppiata in Sicilia la rivoluzione del 1848, vi partecipò come -colonnello del la Guardia nazionale a Catania e si battè lino .all 'ultimo cont ro le truppe borboniche. Arrivato Garibaldi in Sicilia, fu nominato maggiore dell'esercito meridionale ·Cd organizzò lo squadrone cavalleggeri di Catan ia, poi fu maggiore nell'esercito regolare, e si dimise nel 186r per assumere e tenere lungamente la carica di si ndaco <li 1Catania.

Pucci Guglielmo. Generale del genio i:avale, n . a Napoli, m. a Roma (, 824-1907). E nt rato in servizio nel 1844, fu promosso ispettore del genio navale nel 1873, ispettore :generale (viceammir.) nel 1885, collocato a riposo e inscritto nella r iserva navale nel 1894. Nel 190r venne nominato senatore.

Pucci Giulio. Generale, n. nel 1858. Sottot. d i fan teria -nel 1880, divenne colonnello nel 1913, ebbe il comando -del 36° fanteria e con esso nel 1915 partecipò alla gue rra -contro l 'Austria. Magg. generale nel 1915, andò in P. A. S. nel 1923 e nello nesso anno assu nse il grado di generale -<1; d ivis. passando nella r iserva nel 192i. Puccini (Bemardo). Ingegnere militare del secolo XVI. Lavorò alle fortificazioni di Lucigna no, Sarteano e Cortona. Puebla. Città dd Messico, capitale dello Stato omo-nimo, su l rio Atoyac. I. Comba11ime1110 di Puebln (5 maggio 1862). Appartiene al p rimo periodo della sped izione francese al Messico. 5 mila Francesi componen ti il corpo di sped izione -de l gen . Lorencez. pro\'enienti da Orizaba, attaccarono il forte di G uadalupa, il quale, costruito sopra un 'altura a

dolce declivio, dominava la pianura circostante e la città insieme col piccolo forte d i S. Loretto, che si elevava sopra una collina più bassa, a circa , Km. pitL a nord . I! forre era difeso dal generale Zaragoza. L'assalto fu dato vigorosamente ,on tre colonne , sostenute dall'artiglieria. in posizione sulla strada di Amonzoc e nella pianura ad est del forte, e protette ai fianch i d alla cavalleria ; ma fu respinto <lai difensori, per quanto gli attaccanti fossero giunti fin sotto le mura. Alcune cariche di cavalleria messicana sulla sr. francese furono respinte e il gen . Lorencez. constatando l'impossibilità di r innovare gli attacchi per la sta nchezza delle truppe in marcia dalle cinque del mattino fino a lle nove, e in combattimento dalle 12 fino alle 16 del pomeriggio, fu costretto a desistere e a ritirarsi. Il. Assedio di P11eblt1 (16 marzo-17 maggio 1863). Appartiene al secondo periodo della guerra medesima . L a città , <lop,, l'attacco del 5 maggio 1862, era stata notevolmente fortifi_cata con l'aggiun ta dei forti : S. Anita a nord, S. Javlcr ad ovest, Carmen e Totimehuacuan a sud, Zaragoza.

e Misericordia ad est, a quelli, già esistenti , di Guadalupa <.: S. Lorctto; inoltre numerose t rincee e ca mminamenti erano stati preparati, tanto nella cinta dei forti quanto attraverso la città . Il gen . francese Forey, il 16 marzo, iovestì con le divis. Douay e Bazaine (30 mila uomini con 50 cannoni) la piazza, cingendola da nord e da sud. Difen<leYa la ciuà il gen. Ortega con circa 22 mila uomini. Punto d '1ttacco prescelto dal Porey era il forte S. )a\'ier ad ovest della città. I preparat ivi durnrono fino al 23 marzo, e, nel f1attcmpo i Francèsi occuparono Cholula a circa 5 Km . ad ovest d i P., pe,· impedire all'armata messicana del gen. Comonfort, operante all 'esterno della città, tii d istruggere le risorse ali1ncntari esistenti nelle fattorie

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Le forriticazioni di Puebla all'epoca dell'assedio del 1863

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ci,conv1cinc. 11 26 marzo, preceduto da un intenso fuoco di artiglieria, avvenne l'assalto al forte, che fu preso dopo d 1c i d ifensori se ne erano a llo ntana li aspo, tando le art iglilrie. La lo tta continuò nelle vie della città, fino a che i ripetuti ~ttacchi francesi s"infransero, per l"accanita r"is1enza <lei <lifcnsori, davan1 i ad una seconda linea ,li(ci:,iva st abilila fra i forti S. Anita e Carmen, attraverso la ci ttà. li gen. Fo rey allora decise -cli trasportare l'acta,·cf) verso i forti Carmen e Torimehuan1an, affidandone J'e"cuzion.: al gcn. Bazaine. Tuttavia il 25 aprile volle ritentare la conqui,ta della linea difensiva fra le case della ci ttii, ma le ;uc truppe urtarono contro robuslc difese e fla ono nuovamente respinte. Jnt:mto rapi«J:unc,ltc veulvano a diminuire- le risorse in viveri e muniz ioni degli asscd1a11. Era urgente fare entrare nella piazza i rifornimenti necessari, e ciò tentò di fare, il 4 e 1'8 maggio, il gcn. Comonfort. :'via en trambi i ten1ativi fallirono, avendo i t'rnncesi attacc:lto le scorte e battuw l'avversario forte d i 6000 u. e 8 cannoni. presso S . Loren o a nord della città, sulle rive del rio Atoyac, impadronendosi dei cannoni e del conrnglio. Fallite le speran1:c di soccorso, il gen. Ortega volle intavolare trattative per la resa, ma il geo . Forey il 1G e 17 maggio fece dare l'assalto e prendere i forti Carmen e T otimd,uacuan. li 17 stesso fa piazza si arrcnva dopo che i difensori ebbero distrutto le loro armi e disciolto i reparti, essendo stata respinta la richiest.~ <lei generale messicano <li aver libera la ritirata su Messico.

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111. Assedio di Puebla ( 1867). I'u posto dal generale messicano Escobedo, dopo la paricnza delle truppe francesi; l.t città era difesa da piccola guarn1g10ne di partigiani dell'imperatore Massimiliano, il quale a,·eva riunito allora k ultime sue for1.c a Queretaro. Inviò egli il gcn . :'vfarquez con un piccolo corpo di truppe verso P. per tentare di liber:1rla, ma nel frattempo (-1 aprile) la città capitolava.

l'uehla de S.111abria. Comune della Spagna, in pro\'. di Zamora . Venne munita di castello con debole cinta di murn. Nel 18ro fu occupata da piccola guarnigione, lasci:1tavi dal gen . italiano Seras. Gli Ispano-Portoghesi <lei grn. TaL'Oada la i1wcstirono il 3 agosto; la guarnigione r<:>1, tcttc fino :ti 9 nel castello, e quel giorno lo cedette a patto di ritir<1r1i liberamente. Il gen. Scras, impegnato a:uovc da lle forr,e avversarie, non fece in tempo a soc_corrcrla; l\la due g io rni dopo ( 1T agosto) tornò a l'. . swnC:,,c le truppe elci Taboacla togliendo loro 300 prigionieri, e l.1sciò sul po1to il 113° rcgg. cli linea, composto di Italiani , ,n maggior.1nza 1oscani e del dipartimento del Taro.

l'uebla dc Segar. Borgo della Spagna, in prov . di Le, id:,, sulla Nogucrn Pallaresa, affl. del Scgrc. li 18 110,embrc 1836, 1111 corpo di Carlisti si era trincerato sulle ce!linc presso il paese. IJ col. Conrad. alla testa di un corp'l di Costituzionali, marciò contro di loro e li attaccò di fronte, invirndo ,illc loro spa lle il tcn. col. Magnier con un migliaio di uomini, e al loro fianco il 6° bgl. della legione straniera comandato ;la! magg. Ferrari. I Carlilti non ressero al triplice attacco e furono cacciati in di10rdine dalle loro posizioni, per opera specialmente del detto bgl. , il quale lottò anche fra le case de l paese perdendo in tutto ci rca 6o uom ini .

Puech (Luigi Alfonso Ed111011do). Ammiraglio francese (1832-1910). Partecipò alla guerra di Crimea, rimanendovi ferito. ::S:d 1888 fu promosso conlrammir., adcmpiè le (unz ioni d i maggior generale della marina n Brcsr, e nel 1891 ebbe il comandn della squadra d i riserv.1 del Mcditer• rJnco. \'iceammir. nel 1903, occupò il po~to di prefetto

PuG

m.ntt11no ,I Chcrbourg e nel l<J07 pa,,<Ì nei quadri dcll:t riser va.

Puen te de la Reina. Comune della Spagna, nella p1ov. cli Na,·aira. presso Estella, >UI rio Arga. Anticamente fu fortificato. Co111bi1t1Ìme1110 di Pue111c de l" Rci11a (5 o ltobrc 1873). Appartiene alla guerra civ ile fra Co,tituz;onali e Cnrli, t i. Questi ultimi, comandati dal geu . Olio, vi avevano preso posizione e ,enne ad as~lirli il gen. costituzionale Moriones . Una collina custodita da 3 bgl. carliHi venne :lttaccata e presa dalla brigata Bianco; la successiva posizione carlista fu qu indi attaccata cli fronte <bi grosso dei Costiu.:;;ionali, mentre la brig.tta Dana ne aggirava la sr. L'acracco non riu•cì ad altro che a far prendere ai Carlisti una nuova e più forte po~izione un poco più indietro; il Morione, non osò d i attacca.-Ja e battè in ritirata. Puenle del Marq11és. Località del! ' Argentina, nella prov . d1 Ruenos A ires, che ha dato il nome a un combattimento in cui il gen. Larnlle, unitario, fu battuto dalle forz,e dei federali Rosas e Lopcz, e costretto .a firmare una convenzio ne in base alla quale comcgnava la prov. <li Buenos Airçs ai vincitori cd abbandonava la citt~. Puente Stlmpay. Comune <lcUa Spagna, in prov. di Ponte,·c<lra. ~cl maggio del 18o9 vi si era fortificato un corpo spagnuolo di 10.000 u. al comando del gen. Mori Ilo, con d ue morrai e parecchi cannoni . li gcn. francese Ney venne quivi ad assal irlo, con ro.ooo u. e 13 cannoni. L'attacco ,·enne respinto, e ill\·ano il Ney si ostinò fino a tar<la ora nei suoi tentativi di ;loggiarc il :'v!orillo dalle ,ne posizioni. Interrotto il combattimento a notte, il giorno dopn il Ney ritenne d i non potere riuscire nell'intento, e battè in ritirata ind isturbato dopo d i a,•erc perduto 700 u . L'opcrazion<' non riuscl pcrchè il Soult, invitato dal :-le)' a cooperare mum·enclo ,·crso le spalle del !lemico, non c1edette di eseguire il movimento.

P uerto Bello. Citt:ì marittima dcll :1 Colom bia , a nord <:i Panamà, sul mare dei Carai_bi. r-u assalita nel 1670 <lai Fili:,mtieri di Morgan, i quali, sopraffatta la guarnigione spagnuola, saccheggiarono la città. Nel 1740 venne presa e dcvastara da una nona inglese comandata dall'a111miragJio Vcrnon. P ueyrredon (Giovm111i .\farti110). Generale argentino (17;6-1850). Si gettò nel 1806 nelh lom contro gli Inglesi assalitori di Buenos Aires e cooperò vJlidamcntc all a ripresa d ella città . Cospirò qui ndi contro la dominazio ne sp:,gnuola e fu costretto ad esulare nel Brasile, donde tornò allo scoppio della guerra nel Sud America. Si batti: allora in molte occasioni, e fece la prima campagna del Perù al comando dell'esercito rivoluzionario; fu rimpiauato nel 1g12 -cl"! llclgrn no. Partecipò ,:ol San lvfonin alla , pcd i:.:io•1" nel Chilc, tornando a tlueno, Aires, dove fu accolto con r,randi onori e nominato presidente della repubblica. Ma, coinvolto nelle lotte imcs1inc, si creò per i suoi metodi cnHgici e ditratoriali molti riemici, tanco che finì per riti1c1tsi a vit~ pl'i\1 ata. Puget (Paolo). Generale francese (•is-1-18:,8). Allo scoppio della Ri\'oluzionc era maresc. di campo, poco dopo ouenoc il romando cli una divis. dcli 'armata dei Pirene, 0 1iemal i ; per breve ren\i10 <l i mie armata fu anche il comandante in capo. ltn plicato in d iscordie e dissensi, , enne arrestato, ma poi fu liberato ed ebbe comandi tcrr;toriali. nuramlosi a , ita privata nel 1815.


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Puo

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Tal'olie re d i Puglia . Murgic, Ist mo Messapico e Penisola Salentina . La delim itazione ammin ist rativa segue con fe deltà sufficiente quella geografica, includendo peraltro nella l"'uglia le. pen<lici orie ntali dei Momi Dauni a complemento riel la p rovincia cli F oggia, men tr'essi a rig ore ap partengono ai Mol ise . Oltrcch~ la natura de l suolo, conseguen te alb genesi, carattcrìzza .la P. il regirne clim:1tico, che conrri.

Luisce al i 'aridità dell a regio ne, princ;pale nemica d ella d:ffusione demografica nelle campagne, specie nel T avoliere. che meno risente il beneficio dell'influsso marino : tali cond izioni natural.i

(urono

profondamen te mod ificate, specie

in quanto riflette la vita degli aggregati umani. mercè Pueyrredon Giov~nni

Pugi Rodolfo

pugi ( Rodol fo) . Generale, 11. e rn . a F irenze ( 1849'!131) . Sotto!. di ca\'alleria nd 1869, pa rtecipò a!Ja cam pagna del 1870 e frequentò poi la srnola di g ue rra . Co!Pn ncllo nel 1897, comandi, i cavallegge ri di Caserta e poi fu per parecchi ann i al ministero del 1a g ue rra. M agg . gw crale nel 1904, co mandi, la 5a brig ata di u walleri ~ e

!'opera grand iosa <lc!l 'Acqucdotto P u gliese, che <lallc ricche sorgen ti cieli 'Irp inia conduce ai paesi asset ati una massa <.! 'acqua imponente. Benchè prevale nternente ag ricola, la

popolazione vive di regola raggn:ppata nei centri, i qual i

ma ,di tre anni e chiamata

rnnn d istribuiti second o leggi costanti, proprie J:ogni subregione, che rifle ttono la necessità di foggire le bassar~ malariche, ma d i non trop po d iscostarsi d alle sed i dcll 'attivit,, quoti{liana. Nel Tavoliere g li abitati si inerpicano in genere sull'or lo collinoso. In provincia d i Bari seguono un dop pio allineamento caratteristico : su l litorale i cen tri 111arittimi sbocch i clell 'int<:.rno modcr.ti .::..ncorait~1 . v, vincati peraltro dal commercio e collegati dalla ferrovia : sull'orlo d el T avola to i conisponde□ti centri agricoli . Pres sochè deserte sono in vece le dorsali d elle Murgie e del Sale n to . Bar i, emporio commerciale della feracissima eone:, di Triggia no, per la sua ubica7,io ne ed il suo porto ha g rande importan za storica e commerc iale; Brindisi , porlO d i t ransito, è testa d i l inea con tinentale sulla g ra nde via clia gonale che lega l'Ol'ien te all'Ing h ilterra : a lungo senza

semestrale delle classi di ('3 •

rivali, esso com incia a risen tire

valleria n.

rcr.za di Sa lo nicco, di cui , peraltro, le persistenti r ivalità balca n iche r itard ano lo svilu ppo ; Barletta è il p ri ncipale cen tro <lell 'csportazione v inicolil p ugliese; Taranto, colonia po te ntissima della Magna Grecia, sbocco merid ionale <lclla Puglia , ,:rande pono militare. fu ben d efinita come « La Spezia d el lo Jonio " · P rim i abitato ri della Pug lia storicamente noli furono gli Iapigi, d i cui i Messapi rapprese ntano la sottospecie p iù vitale . Essi resisterono tenacemente alla penetrazi011e dei coloni g reci di Ta ranto , ma dovettero piegare sotto il d o minio di Roma. Più innanzil attraverso 1e incu rsioni sara-

dal 1907 la scuola di cavaile na <li Pinerolo . Ten . gc• nerak nel 1911, nello stesso anno a ndò in P . A . Nel 1923 assunse, nella riserva, i l g ra<lo <li generale d i C. d'A. Pubblicò vari studi, fra cui : « Corse m ilitari e cavall i puro sangue )} ; << Fer~

Pug in (Giova11111) . Generale, n . a Genova nel 1857. Sottol. d'a rt. nel 1874, frequentò poi la sc uola d i g uerPugin Giovanni ra e dal 1896 al 1901 vi insegnò Armi, tiro e fortificazio ne . C" !oonel lo nel 1905, comandò il 2° reggimento d'artiglieria e nel 1907 fu collocato in posiz.ione ausiliaria . Nel l915 vem,c promosso maggior generale nella 1·iscrva e nel r923 assunse il grad o (i i generale di divisione. P ugio. Così era c h ia mato, ai tempi d i Roma, un piemio pugnale a due tagli . aguzzo, portato senza fodero sul fianco sr . d agE i m peratari come si mbolo del di ritto d i vita e d i mo rte. Èrn pure portalo <fag li ufficiali dell'esercito e d alle persone d i alto grado.

Puglìa (o Puglie) . Regione Jel !'estremo sud orientale d'Italia, nettamente d istinta pe r individualità geografica dovuta :illa sua gencs1. r i~ sicamcnte rappresenta ii ,·isuhaw d el processo di ,a!damcnto ali ' Appe nninia (eme rsa net! 'ult imo periodo de!! 'era terziaria) d i varie ahtic hc isole adriatiche, oggi ancora perf-ettamente riconoscibili pe r i loro caratteri e la loro ckvazione rispetto alle zone interposte : tali isole Pugio er ano quella del Garg/ino, quella delle Murgie e quelle, assai più numerose, dell'Arcipelag o Sale ntino, separate dai brncci n1a rini oggi en1crsi nd Tavoliere di Puglia e 11ella Sog lia Messapica . Col p rosciugamento prog ressivo t ali zolle ven ivano operan<lo la saldatura d el « tallone peninsu lare " naturalmente caratteriz.zato perc10 <1alle cin q ue su brezio ni pugliesi : Promontorio garganico,

gli effetti <lella concor-

ce ne, Ja inv~tsionc norrnan na e le 1ninaccie turche , vicende

va rie influ irono sull 'assetto della Puglia, che , peralt ro, con la formazio ne del Regno d elle Due Sicilie (030) ave,·a g ià acq uistato una stabilità territoriale ch e preservò la peuisola dai pericoli dell 'espansione isla mica . e contribuì a favorire

il l ungo processo storico destinato jd assicurare l'unità ]'Olitica ita liana. Scarsamente portuosa nelle sue coste salvi i punti singolar i g ià nominati la Puglia no n presen ta condiz ioni favorevoli a un'invasione da 1nare, che dovrebbe v in-

cere t utte le d ifficoltà d i uno sba rco su lito rale un iforme e faci lmente sorvegliabile. Vi si aggiungano q uelle d i u na n·,arcia verso I'in.lerno in condi.zioni logistiche assai sfavo~ rernl i, specie per il serv izio dell ' acqua, in paese in gran parte pietroso, non ricco di buone strade, ove si dovrebbero ali rontare ie resistenze d elle forze !l;.tzionali ch e pos~nno p rofittare d i lince forti dom inanti, d ella pili in tima c.onosccnza dc.:l t'erreno e avvantaggiarsi di rifornimenti già 01ganizza1i. Posto che ]"invasore dovrebbe naturalmente t<-n<lere verso ulterior i obbiettivi, esso sarebbe costretto a c na lunga marcia e all a t utela di estese comunicazioni , almeno sino alla conquista d i nuove basi marittime, cbe prc., uppongono operazio ni sussidiarie d a mare : , basti con-


PuG

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~iden:ire l'ipotesi di una rn~1rcia su N~pol i, seguendo una delle direttrici più adatte (per la gola d i l\riano, o lungo la via Appia, o allraverso il Pian di L oja) ptr rendersi conto delle pratiche difficoltà d i tale impresa. La regione pugliese non appare, dunque , la p iù favorevole a operazioni che m irino alla conquista di centri virali della penisola; ciò che i: confenn ato dalla storia : a parte vui epi sodi <lel l'evo antico, essa in fatti non fu teatro èi eventi che esorbitino dal quadro dei lenti processi di colonizzczionc, delle competizioni fra confinanti, dei colpi di mano costieri da parte di pirati . Comunque, , i trattò sempre d i imprese che non · possono trovare riscontro 11el!e carat.. teristiche di un 'od ierna spedizione volu a conseguire risultati <lecisi"i nel ter ritorio d i una g rand~ potenza me<literranea .

Ariete torpedine.re P uglia

Pr<glia . Reggimento di fanteria nazionale, del regno delle l)ue Sicilie , creato nel 1780, nell 'ord inarnc::nto Acton . Si battè cont ro i Francesi; divenne il 9° rcgg. d i l inea nel !'orèinamenw del 1833. Puglia. Ariete-tor pediniere, d i 1538 tonnellate, macchine HP 7000, entrato in serv izio n_e) 1898, radialo ne} 192.3 , Durante la guerra Mo ndiale , fu trasfo rmato in na"e affon-

dsn, inc . cd ebbe per motto : sc.:mlno >> .

PuG« Morte

sfidando, morte dis-

l'uglie. Brigata , Ii fa nteria di linea costituitasi a Milan<> nel 1862 Cùi regg. 71° e 72° 1 formati l..:On elementi tratti d,1 preesistenti regg. e <lai depositi provvisori della Sicil ia . Sciolte nel 187 r le brigate pe rmanenti , i due rcgg. assunsero- il nome di 71° e 72° fanteria (Puglic) e nel 188r fu. 10110 nuovamen.t e riuniti nel!a brigata . Essa partecipò alle si·g uenti campagne ; 1866, 1895.96, 1911-12. Durante la g uerra Jtalo.austriaca ( 19 1 5-1918), per la quale i l 7 , 0 cost ituì il n8° fanteria ed il 720 il comando delle brigate Ma ntova e Porto Maurizio ed i regg. J14° e ;53°, 0però inizialmente nel T rentino sulla froute .M. GusellaC2mpomolon .Spit,c Tonezza. Fu poi inviata ad Oslavia m·e cornbattè per il resto dell'anno 1915. Destinata ne! febbraio 1916 i n Albania, si schierò lungo la Vojussa, ma ne~ maggio fu rich ian1ata in palria ed impiegata suf M. Pasubio durante l'offensiva austriaca nel Trentino, portar.èosi fino alla linea Aste-Staimeri-Anghebeni. - Fu poi sui Volkovnia k , a Medeazza e a Hucli Log, e partecipò a:la battaglia ddla Bainsiz7.a (settembre 19 17) operand<> nd tratto Mesnjak-Testen-Hoje. Durante il ripiegamento ddl 'esercito al Piave si portò prima sul Brenta e poi sul eac(higbone, o,,c fu d isciolta per essere ricostituita nella prima quindicina d i maggio 1918 cd impiegata nella battoglia dd Piave al presid io delle posizioni di S. Biagio . In fine agosto 1918 fu nuovamente in,·iata in Albania ove ,1cll'ottobrc ocw pò Bernt e Sinamai. Nel 1926 assunse il numero di ro" brigata di famcr ia e fu costituita con i regg. 56°, 58° e 71°. Il 72° fu contcmpurane,1mentc sciolto, cedendo un suo battaglione al 33° e l'al tro al_ 340 fanteria. Nel 1928 alla brigat.~ è state> a»cgnato il 55° fante ria al posto del 56° che è p assato alla 13" brigata . Motti <lei reggimenti: 71° : « Ad sum-

.,,,..,.'o= ,,.'°==lo=,,.'.,",,,.,,l<lKm.

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1num }l ;

7'20 : 1( Du rissimus hosti » . Festa dei reggimu 1ti: novembre, anniversario del combattimen10 al Podgora 30 ( 1915). Colore d el le mostrine : (ondo bianco con u n a Jiga centrale verde nel senso o rizzontale. La brigata ebbe nella guerra Mondiale 1 sc:g~1e nti coma nd anti : magg. generale

i1

campagne l<)J6·J7 e divenne magg. g enera le nd 1931 ... Ottenne la med . <l'oro d i r• classe f,er i benemeriti delle !:.CÌtn7..e navali, pe r jnvenzioni relative alla protezione delle na\"i . È d a ricordarne un tipo fon dato sulla reazione id rodinamica d i una ma$Sa di liquido ~onten uta in un recipiente anulare ad asse orizzon tale, disposto longitudinalmente di fianco alle vere stive della nave, adottato su alc:unè navi da guerra nostre, ad es . nella nave c isterna ,, Ta rv Ì5io )) .

D ifesa sub;icquca (sistenrn Pugliese) sul!a t T arvisio t

La bandjera della brigata Puglie a Venezia

M;irango ni ( 19 15) ; cnlonnello br igadiere !'acini ( 1915-16); rnagg. gen . Q uag lia ( 1916); colonnello brigadie re All iana ( 1916); colonnello Riccini ( 1916-r7); colonnello brigadiere Pspini (1917); colonnello brigadiere Taruffi (1918). Le sue perd ite ammontaro no a ufficiali 111ol'ti 89, feriti q6, dispersi 119; u . d i t ruppa m. 710, f . 4295, d . 5597.

Pugliese (fana.nuele). Generale, 11. a Vercelli nel 1874 . Sottot. di fanteria nel 1893, meritò nel 1897 la mcd. d i bronzo nel sedare una rissa a Marsala . F req uentò po i la ,cuoia d i g uerra e partecipò al la guerra con tro la Turchia mer itando la croce d a cav. dell"O. M . S . al-le Due Palme ove rimase ferito. [n g uerra contro l'Austria d al 1915 al 1918, fu promosso per merito di guerra ten. colon-nello nel 1915, e nel 1916, su\l"ahipiano <l 'Asiago, rnnase ferito e meritò la n1cd . d'argento . Colonnello pu re per merito d i gue rra nel ,917, comandò il 38° fanteria: nello stesso anno , sem pre per merito di guerra, fu promosso magg. genera le. O trenne I~ croce d i ulf. dell' O. M. S . nella d ifesa d el Grappa e a VitPugliese Emanuele torio Vene ro e la croce di comm. d ello stesso O rdine in Albania. Comandò succcssrvamentc )a r5•, la wa e la 5ia d i,·is . Generale cli d ivis. nel 1923, comandò le divis. di Roma e di Trieste. Nel 1930 fu nominato g iudice de l tribunale mii. <1; llomà e dalla fine d el 1931 assuosc il comando m ii. d ella Sardegna. Pubblicò un lavoro su: « Vittorio Ve neto e la ba ttaglia di F rancia ( 1918 »).

Pugliese Umberto. Generale d el genio na\'a le, n . ad Altssandria nel 1880. Entrato in scrYizio nel 1903, fece le

Puglioli (llito). Generak, 11. a S. Giorgio cli Piano nel 1866. Sotto t. d i fante ria nel 1888, frequentò poi la ,cuoia di guerra e passò nel corpo di S. M. Dal 1909 al 1913 insegnò alla scuola mii. d i Modena arte mil itare e pubblicò de lle sinossi per uso della scuola . Colonnello nel c915, partecipò alla gu<:rra contro l'Austria, insegnò logistica san ita ria a San Giorgio d i Nogaro, fu capo d i S. M . del Xlll C. d"i\ ., comandò il 213° fomeria , e, colonnello brigadiere nel 1917 , le brigate Pavia e Lombardia. Rimase nel ' 9' i p rig ion iero su l Tagliamento . Hrigadicre generale nel i918, al suo rimPuglioli Vito patrio fu nominato generale d i brigata ; passò nel 1920 in P. A. S. e nel 1925 fu pwmosso generale d i divisio ne venend o collocato nella riserva ne} 1932.

pugna le, Co n questo nome generico venne indicata u:1 ·arma bianca manesca, corta, con fo<lcro, la1na dritta a due fili, molto robusta cd a ppuntita, fornimen to çon elsa

<Jrjna o curva, con manico e pomo . Serve per ferire d a vici no ed è l' anna pil1 alll ica invcn• tata clall"uomo, fin dai tempi preistorici ; se ne tro Yano di legno appuntito col fuoco, d i osso e di selce; poi <li b ronzo e d t ferro. I Romani lo portavano alla Pugnale romano ,Jr.; nel p rimo medio evo si portava accanto alla spada; in fine alla cin tu ra a sr. od avanri. Jl suo uso dall 'anticb ità con tinuò nel m edio evo e sino alla l, ne ciel secolo XVII. Fece anche parte degli stru-


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Pu1

1927 gene rale di brigata e nominato ispettore tecnico auto mobilistiço . ·Nel 1~130 assu nse jl grado di Inagg. gencralt:

del detto servi7.io e nel H) .F ebbe la promozione a tcn. generale colla carica d i isp<:ttore del materiale automobilistico.

Pugnani Angelo

z

Pugnali:

1,

3

6

4

di p ietra rozz-a; 2, 6, di b ronzo; 3 1 <la duello; 4, .svizzero; 5, d i pietra lc,•igat..t

menti eh,, il bombardiere doveva portare seco nel suo astuccio. Generalmente gli Stati lo consideravano come arma proibita, e ne veniva vietato il porto e l' uso, come ancora oggi. Ebbe il d imjnutivo pugna/etto e l'accrescitivo p11g11alo11e.

"

Pug11a11i Arturo. Generale, n. a Firenze nel 1873. Sottotcn. degli alpini nel 1892, iniziò la guer ra contro J'Aumia nel i915 al comando del bgl. alpini Va l d'Ad ige <' wmbaltendo con esso nella regione Zugna (r916) meritò h med . d 'argento. Ne l r9rj ebbe il comando ciel bgl. al pini Val Maira e nello stesso anno fu nominato coman da nte del 2r8° regg. fanteria; colonnello nell 'ago.sto r9r7. a,sunse i l comando del 2° gruppo alpini, passando nel 1920 ,, quello del t"' rcgg. alpini. Tenne poi il comando dei éistrctti mii. d i Cuneo e d i Torino e nel r929 fu promosso generale d i brigara ispettore di mobilitazione della ci,vis . m ii. di Cuneo. Nel 1931 passò a comandare la 4a br igata d i fanteria. Puhallo (11011 Erlog, baro11e f:aolo). Generale aust riaco, n. nel 1856. Sottot. d'art. nel 18n, fu in seguito insegr.:inre alla scuola di guerra. Promosso nHtgg. generale nel 1906. comandò la scuola militare e poi la 46a d ivis. e il V C . d'A . col quale combattè _sul fronte russo . · Nei combattimenti int-orno a Przemysl comandò la 3' armata c dopo la presa della piazzaforte passò al comando della

-.!.

, ~

Pugnani Arturo

~

1a armata, si no

~

al ter m ine della guerra.

Puigcerda. Città della Spagna, nel la Catalogna, sul fiume Segre, i n posizione forte, con castello. Dopo la presa del la città <la parte del pri ncipe d i Conti nel 1654, e la restituzione alla Spagna per il trattato dei Pirenei, · gli Spagnuoli aggiunsero alle vecchie fortificazioni sette ba-

~ ;

i

! 1.

stioni, un'opera a corno <:d un"altrn a corona,

ollrc ad un

buon ca mmino coperto. Nel JjO] il d uca di NoJilles, resosi padrone d i tutta la Cerdagna, fece cost ru ire a /'. una cittadella. Nel 1874, d urante la guerra civile tra Costitu z ional i e Carlisti , P. fu bombardata da q uest i ulti mi per diYersi g iorni .

2

4

5

6

pugnale sardo; 21 p ugnale di dif'esa spagnuolo (sec , XVI) ; 3, 51 pugnaH italiani; 4, pugnale d i difesa italiano (sec. XVI); 6, pugnale con elsa a S notmale alla lama 1,

Pugnani (Angelo) . Generale', n. a Firenze nel i870. Sottot. del genio nel 1890, raggiunse il grado di colonnello nel i917; partecipò alla guerra contro l'Austri a . Tecnico competente i n materia automobil istica, fu promosso nel

I. Presa di Puigcerdci (1654). Appartiene alle guerre Lrn Frnncia e Spagna. Il pr incipe di Conti, comandante in capo dell 'esercito francese in· Catalogna, d ecise l 'assedio d i P. e l 'u settembre r654 inviò 500 cavall i e 1 200 fanti agli ordini del Comminges a raggiungere nella pianura della Cerd agna il conte de la Serre, che vi si trovava con al tre truppe. Questi due general i investirono la piazzaforte sol• t anto d alla p arte della Catalogna . Una torre presso il colle della Perchc, d alla quale gli Spagnuoli potevano molestare i trasponi provenienti d a Perpignano, guardata da· 5<; u . d i g uarn igione, fu costretta ad arrendersi dopo quatt ro giorni <li resisten7.a, e l '8 ottobre fu ;iperta la trincea. In capo ad otto giorni dacchè era aperta, i Francesi erano


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PUI

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r ic;sciti a produr re nelle mura una breccia dove rimase ccciso da un colpo di can none il governatore spagnuolo. Allora la guarnigione chiese di capitolare e le furono accordale condizioni onorevoli.

I ',;. . . •, • • ✓{

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PuL

La it rada - mili tarmente importantissima quando l'antico confi ric italo-austriaco passava in prossimità del va lico conserva ancorn una certa importanza come vi:1 sussidiaria

d'accesso alla nuova zona di frontiera. L ·ouimJ ,-ial,ilità eh 'essa offre è dovuta al fatto che utilizza una linea di frattura trasversale già perco,sa da ll 'Isonzo in éra geologica anteriore, prima che s'aprisse il passo nella valle attuale aura,erso la conca di Tolmino.

Pulizia, Nnnnalmentc alla truppa si concedono 45 o 6o minuti subito dopu la sveglia per accudire alla P. personale. Di questa. ogni comandante di reparto deve assicuràrsi che i propri dipendenti abbiano costante cura. Il corredo del nostro soldato è stato arricchito dello spazz,o-

La fortezza di Puigcerd,\ (sec. XVI I) L' 11 ° fanteria al l>agno nel fiume ì\Iontone

Il. Presn di Puigu,d,1 (1678). Appartiene alle campagne <li conquista <li Luigi XfV . li maresc. di c'/oailles, coman<lame dell'esercito de l Rossiglione, rinforzato da l corpo del La Feuilladc, richiamato da llfcssina, invc_1tl la piazza il w aprile 1678, utiliz1.ando per la circonvallazione le creste delle colline circostan ti. Il 5 maggio le mura erano battute in breccia, e d ue g iorni dopo venne dato l'assa lto, che fu respinto dalla guarnigione animata dal suo rrovernatore Sancio di Medina. li maresc. di Koailles off~ una onorevole capitolazione, ma il Medina, che face,·a assegnamento . sicuro sul soccorso <lei conte <li Montcrey, oppose un nfiuto. l soccorsi spera ti però non giunsero, e il go,-ernatorc, sotto la minaccia di nun1ero$C mine . alcune delle quali erano già state fatte brillare con gr3\'i danni. ,! decise a capitolare jl 28 111aggi(): il g iorno ~cgucntc uscì per la breccia con armi e bagaglio.

Puisaye (conte Gimeppe d1). Capo l'andeano (•ii5· 182i)- Fu dappr ima ulliciale del l'esercito regio e colonnello degli Svizzeri;' divenne poi marcsc. di campo. Abbracciò in primo 1empo le idee della Rivoluzione, ma nel J ,93 se ne ~taccò schierandosi fra i Vandeani e divenendo uno dei loro .capi. Fu incaricato delle trattative con la Gran Bretagna per una sped izione inglese in Normandia e in Bretagna, cd essa venne intrapresa sotto il suo conunclo; ma finl rol'inosamentc a Quiberon nel luglio 1795, ed egli emigrò nell'Inghilterra. dove pubblicò un volume di Memorie. PUifero (Sh"ada del). Comunicazione clcllc Alpi Carniche che collega la piana udinese con la valle deU'!so111.0. l..a rotabile da Udine raggiunge Cividale, rimonta la Yalle <lei Natisonc, valica hl dorsale fr:1 Monte :Vlacajur e Ylontc Mia all'agevole passo, alto 240 m., detto di Starasella o di St11pi:::::a, e scende nella valle dcli 'fsonzo a Caporecto.

lino da denti e della spazzob da capelli. Questi oggetti, assieme a lla spazzola d a panni o da scarpe, alla .c.1tola pc! nero da scarpe, al pettine cd alla borsa contenente aghi, forbice e filo (Borsa di p11li::ù1). costituiscono i mezzi dei quali ogni individuo dispone per effettuare la P. per,onalc. Ad ogni uomo sono assegnati mensilmente gr. 150 di sapone e g r. 50 di nero per lucidare le scarpe. Gli stabil imenti di bagni a doccia presidiari permettono ad ogni singolo soldato di la,·arsi almeno una l'Olta alla scui,nana. Durante le esercitazioni estive cli campagna i bagni 50110 fatti prendere, con spec iali cautele, nei corsi d ·acqua.

Pulizia della caserma. Ogni reparto provvede a riassettare a mettere in ordine i propri locali; i cortili, le scale, i! corpo d i guardia e i locali d'uso genera le sono invece p ul iti a cura dd ,ergenre d"ispez.ione sotto le direttive e la responsabili1à clell"ufficiale di picchetto. Ogni reparto alloggiato nella caserma concorre alla. pulizia generale mandando TR0018A lo SI

i)

Segnale delln pllliz ia di ca~ermn

uno o pm soldati. detti appunto di comandata o rorvt't: per la pulizia della caserma. Il quantitativo e l'orario di riunione per il lavoro è stabi lito dal comand,,nte del qmrtiere, tenuto conto sia della disponibilità d'uomini sia dei 22

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PuL

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bisogni relati vi alla vastità <lei locali da pulire . ~el gergo di caserma è. ancora usata la terminologia del vecchio eserci to piemontese per in<l icarc il servizio <li P., il quale dicesi servizio e uoiuin i di raniazza . E jl segnale di tron,ba

è in dicaro comunemente dai soldati col verbo

l~

ran1azzà >)

(ramazzare). te immondizie, accumulate in apposita buca

PuL

stdlammare dì Stabia e sottodirettorc delle costruzioni ; poi fu a capo dell' ufficio tecnico dell'arsenale di L ivorno . Nel 1883 passò alla direzione dell'arsenale· de La Spezia, dove preparò sommergibili ideati da lui. Nel 1889 d ivenne ispettore <:lei gen io navale (magg. generale), membro del Consiglio superiore d i marina e del Comitato per i disegni delle navi . Fu dep utato di _Cuorgnè per la XVlll legislatura.

Pu/lino Vittorio. Ammiraglio, n. a Genova nel 1869. Entrato in servizio nel i88j, fece la campagna d'Africa del 1891 e partecipò alla guerra Mondiale, divenendo contrammir . nel 19 18, vicedirettore, fino al r921, d'art . e armamemi , e direttore dal 1921 al 1923 . In tale ;inno fu promosso viceammir. e. subito dopo viccammir. d i sq uadr:> nella riserva, dove divenne ammi r. d i squadra nel H)26.

P ulizia de1la caserma

Sommergibile Pu llino

coperta e situata in angolo remoto <J·un cor uk, sono settimanalmente rimosse da incaricat i che ne assumono l"appalto .

Pullino. Sommergibile italiano, catturato d agli Austriaci il 31 luglio 1916, avendo incagliato di notte sullo scoglio Gagliola, nd Quarnero. L'equipaggio fu fatto prigioniero dagli Austriaci; t ra gl i ufficiali era Nazario Sauro.

Per le latrine e le SClideric la P. non i:: solo l imi tata alla rimozione ed asporto delle im mondizie, bensì deve quotidianamente esservi eseguita la disinfez ione, secondo le norme che vengono emanate di quando in quando dai

dirigenti del servizio sanitario e vetcrjna;-io.

Segnale di posto di pulizia (marina}

PulJ.o (Giuseppe). An1miraglio sardo (1669-1773). Volontario nel 1688, combattè presso le coste <l'Africa e alle Baleari, d istinguendosi a Mclilla , Orano, Ccuta e Cadice. Alfiere 11dla fanteria spagnuola ocl 1692, si segnalò alla Perosa e al forte d i S. Brigida (1693) . Combatti: a Pinerolo e ad Orbassano, dove rimase ferito. Nel 1703 ebbe il comando della fanteria spagnuola nel la nave capi tana della sq uadrn sarda e nd 1709 fu creato amm iraglio delle galere di Sardegna. Pensionato nel 1712 , ritornò in patria, e fu nominato commissario generale della cavalleria naziona le del territorio di S3ssari e Logudoro.

Posto ài pulizia (Marina). L 'orario degli esercizi giornal ieri a bordo di una mode rna nave da g uerra considera Pulteney (sir. W. P.). Generale inglese della guer ra ,,arie operazion i che l'equ ipaggio deve esegui.re a cominMondiale. I niziò la carriera nella guard ia scozzese nel 1882, ciare dal mattino; così si ha subito <iopo l;i sveglia i] posto e partecipò in seguito a numerosissime spedizioni colodi lavaggio, poi il posto di pulizia, poi il posto di com niali in Africa, specialmente in Egitto e nel! 'Uganda . Sbarcò battimento, poi il posto di pulizia vestiario, ecc. Ciascuna in .Francia ali 'inizio della gu erra quale com anda nte della d i queste operaziooi è fatta med iam c apposit.ì segnali di · 6• d ivis. britannica, e distime nelle Fiandre e a Cambray. tromba e ha la <lu rara stabilita dall 'ora rio . I ma rinai hanno per ognuna d i esse un incarico ben determ inato che è st aPultusk. Citrà dd la Polon ia, sulla Narew . Venne io bilito dai ruoli di bordo. antico munita d i caste llo . Nel 17ò3 Carlo XII di Svezia vi battè i Sassoni ; il 17 agosto 1920 la 5a arm ata polacca Pullini (di S . Antioco, Gaetano). Generale, n . e m . a ne scacciò le truppe sovietiche, obbligandole a ritirarsi dietro Torino (1784-1859). Sottot. d 'art . al servizio austriaco nel la :,,Jarew. 1800, passò nel 1814 come ten. d i fanter ia nell 'esercito Combattimento dì Pultus!( (1806). Appartiene alle guerre sardq. Parrecipò alla campagna con tro 1·.11ustr ia del 181 5. dell'impero francese. li maresc. Lannes con un corpo di Colonnello nel 1831, fu capo di S. M. della d ivis. ·di 30.000 u. avanzava su P. occupata dal gen . Denoingsen T orino. Magg. generale nel 1835, comandò la ciJt~ e procon 40.000 u . Questi erano collocati in ord ine di battaglia vincia di Pinerolo e dal 1844 fu a Vinadio ·col titolo onosul pianoro scoperto e coltivato che dom ina la città. Poco rifico d i governatore. Nel 1848 venne collocato a r iposo. più avami alcuni piccoli boschetti nascondevano l a posiPullino (Giacimo). Generale del genio navale, del sezione dell 'csercito russo . Il maresc. L anncs giunse, il matcolo scorso. Si laureò in ingegneria id raulica e in arch itino del 26 dicembre, d avanti alle posizioni nemiche e diede tettura a Torino ed entrò nel corpo del genio navale. I nordine al gen . Claparède, com and ante dell'avanguardia, segnò al Collegio d i Mar ina e alla Scuola m ii. d i applicadi prendere, col 17" regg . d i fanreria leggicra , composto zione navale, Di venne poi comandante del cantiere di Cadi Genovesi, l'altura occupata dagli avamposti russi , i

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quali si dispersero dopo i primi colpi di cannone. Il CO· mandante francese si trovò davami alle lruppc russe sch1e• rale, e -dispose i suoi su d ue linee, con una [rootc meno estesa di quella avvetsat'ia . La divis. Sucher fu posta in prima. linea, quella Gazan in second a linea, e la di,·is. Gudin, al momemo comandata dal geo . Daulrnune, alla sinistra. Alle ·10 cominciò il cannoneggiamen to e i bgl. <li dr. <lei gen. Suchet, comandati dal gen. Claparèdc, arrnccarono vigorosamente . I Russi, ben trincerati, si d ife• sero con acc;rnimento e la vittoria rimase indecisa fino a notte inollrala; a questo punto, avendo i Francesi ripor• taro qualche vanrnggio, j Russi, temendo di essere inve· stiri sulla loro dr., si ritirarono su Ostrolcnka in buon or• dine, lasciando, secondo la versione francese, sul campo d i battag lia 2000 morti, 1500 feriti, 1800 prigion ieri, 12 pezzi d'Jlrl.Ìglieria e uo gran n\lmcro d i cassoni e di carri bagagl io. Le perd ite da parte francese sommarono a 700 morti e 1500 prigionieri. I Russi fanno invece ascendere le per• d ite francesi a 5000 u . fra morti e feriti e a 700 i prig ionieri , mentre accusano una perdita complessiva di soli 2000 uomini . (Per le operazioni intorno a P. durame la guerra Mondiale, V . Bobr).

Punchauca. Fattoria del Perù, nella prov . di Lima . Ha dato il nome a un armistizio fra i patriotti peruviani e gli .Spagnuoli (maggio 1821) in base al quale i primi si assicuravano il possesso di Lima e del suo territorio, e gl i altri si rit iravano nelj'jn tcrno del paese.

P ung-do. Isola dell'arcipelago coreano. Poco prima della <lich iar.azione di guerra fra Cina e G iappone , il 25 luglio 1894, i tre incrociatori g iapponesi Akitsushima, Yoshino e Naniva alle 7 del mattino incon trarono fra le isole Baker e P. i due incrociatori cinesi Tsi-yuen e Kuang-y, sui quali aprirono il fuoco. I Cinesi risposero, ma ben presto, sotto i colpi del Naniva, il Ruang-y, gravemente avariato, era costretto a dare in secco presso P. Lo scoppio di un siluro, colpito a bordo da una cannonata, finì di distruggerlo. Intanto il Tsi•Yucn , che si era battuto col Yoshino , riusciva a sfuggire, jnvano ioseguito, verso \Vei -Hai-\1/ei.

339 Puniche guerr e. Nome dato al grande e lungo confliuo fra Roma e Canagine, che terminò con la vittoria completa di Roma. P,ùna guerra punim (264-241 a. C .) . Nell'anno 265 i Mamertini (V .) si erano stabiliti nell'isola, estendendo la loro ·dominazione su Messina e su grande parte del cerri• wrio a nor<l•est d i essa . Assediati a Messina da Gerone, siracusano, invocarono l'aiuto di Roma, c he ud 264 mandò un esercito di $Occorso con il console Appio Claud io . Gcrone strinse alleanza con i Cartaginesi, con i quali i Romani vennero quindi a confl itto. Ebbe così inizio la prima guerra pun ica, che si svolse ininrerrottarnente per 23 anni. Per sette anni (264-257) la guerra fu comba ttuta in Sicilia e intorno all'isola . I Romani se ne resero padroni, ma i Cartaginesi seppero mantenere saldamente il possesso di va rie fortezze marittime. Nel 269 una flotta romana, al comando del console Duilio, inflisse a quella ca rtaginese una grande sconfitta nelle acque d i Milazzo. Si affermò- d i qui la potenza di Roma marinara, la quale ottenne un'altra vittoria navale presso le isole Lipari. Nel

2.56 j Romani, ormai• impazienti di v~nire a<l una decisione> non esitarono a portare la guerra in Africa, ove la lotta durò due anni (256•255). Una grande flotta di 350 navi imbarcò quattro legioni consolari (circa 40 .000 armati) e sconfisse ancora i Cartaginesi nelle acque d i Ecnomo approdando a Clipea, presso l'odierna Tunisi . Ma poco dopo una parte deUe truppe furono ritirate; cosicchè rimase in Africa Attilio Regolo con 15.000 legionari e poche cenlinaia di cavalieri. Tutravia Regolo conseguì qualche successo. Cartagine, sgomenta perchè anche i N umidi si erano collegati con i Romani , a prezzo di enormi r icchezze costituì un solido esercito di mercenari greci e africani. Re· golo fu colto alla sprovvista in un 'uscita da Clipea, scon• fitto e fatto prigioniero. Roma in viò rinforzi in Afric;i per salvare i superstiti . Affrolltato e sconfilto al Promontorio Ermeo (Capo Bon) il naviglio cartaginese, la flotta romana nel ritorno fu quasi completamente distrutta dalla tempesta. Cartagine riportò allora la guerra in Sicilia , rafforzando i p residi delle fonezze di Palermo, Trapani e Marsala, assumendo però un a tteggiamento difensivo. I Romani riusci-

Jl teatro delle guerre puniche


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rono a conquistare Palermo , Si iniziava così la terza fase della gue rra, che si condusse sino alla firma della pace fra le due grandi rivali. Per qualche tempo Romani e Cartaginesi si fronteggiarono sena decisione, finchè nel 25r Metello riuscì a trascinare l'avversario verso Palermo, e a sconfiggerlo sotto le mura della cillil. Dopo quesra vittoria i Roman i posero l'assedio a Trapani e a Marsala, però senza successo. Nelle acque di Trapan i i Romani subirono una grave sconfitta, per cui le fortezze assediate parerono essere rifornite dai Cartaginesi. Un'altra flotta romana fu distrutta da un fortunale, cosicchè il Senato decise· di abban donare la guerra marittima di massa, per far battere il mare da navigli corsari. Nel 247 sbarcò in Sicilia Amilcare Barc;i, che riusd a rafforzare l'esercito cartaginese e

ad occupare l'odierno M. S. Pellegrino, alle porte d i Palermo, che gli servì d i base per le audaci scorrerie di una implacabile guerriglia. Roma sentì ancora la necessità <li una flotta, pcrchè le operazioni terrestri si <limostrarono inefficaci a definire la guerra senza il predominio del mare. Fu allora cost ruita una flotta cli :,oo navi, sulle quali presero imbarco 60.000 combattenti e n1arinai, la floua più potente che Roma avesse mai armato. Le fortezze di Trapani e di Marsala poterono essere espugnate. Nd 241 nelle acque delle Egad i i Cartaginesi furono sconfitti, e questa vittoria dette a Rom a i l predominio assoluto sul mare. Cartagine comprese di non poter pi11 alimentare la guerra in Sici lia finchè non fosse stara raccolta una nuo,·a flotta. Perciò chiese ed ottenne la pace, che fu conclusa con le seguent i clausole : cessione <ldla Sicilia a Roma; restituzione reciproca dei prigionieri; pagamento eia pane di Ca,·tagi ne di una indennità <li guerra di 3200 talenti (equ ivalent i a circa 20 m il ioni d i lire). Cartagine era esclusa definitivamente dal commercio del Ti rreno ed usciva dalla guerra umlllata ed esausta; non però doma, perchi: anelava a rinfrancarsi pe1 nprendere la lotta.

Seconda gue,ra panica (218-202 a . C.). Sagunto, al leata dei Romani, ridotta da Annibale in un mucchio di rovine, offrì il pretesto alla nuova guerra. Cartagine radunò nella Spagna un esercito di rro.ooo fanti, 16. 000 cavalieri e 60 elefanti. Annibale, dopo d i avere provv~-<! uto a rafforzare alcuni presidi costieri ed a guarnire varie forte'z ze, con 90 .000 f::ùHi e 12.000 cavalieri m0ssc offensivamente

contro Roma, con il piano d i portare b guerq nell'Italia settentrionale, ove le popolazioni ga 1liche sopportavano loro malgrado i l dominio romano. Esc)usa la possibilità di trasportare il suo esercito in Italia per la via del mare, perchè Roma vigilava molto attivamente, e perchè sarebbero occorsi troppi navigli, nel 21 8 Annibale mosse . verso i Pirenei e li superò, giungendo con 50 .000 fanti e 9000 cavalieri sulle sponde del Rodano. Roma inLanto aveva d ivisato di valersi del predominio del mare per inviare due escrcjti, uno in Africa per n1ioacciare la stessa Cartagine, !"altro nell a Spagna. Con questo cliscgno inlziale Roma diYidcva le sue forze, ma sperava di distogliere Annibale dal suo proponimen to, cercando d i distruggere le fonti del suo rifornimento . Il console Publ io Cornelio Scipione sbarcato a Ma rsiglia, appena seppe dell'a rrivo di Annibale al Rodano g li mandò incontro un 'avanguardia di cavalleria, c he riusd a respingere i cavalieri numidi. iirviatì a pro•

tezione dei passaggi del fiu me, ma non potè impedire che l'esercito cartaginese proseguisse la marcia verso le Alpi. Scipione sì slanciò ali 'inseguimento, e, non avendo potuto raggiungere i Cartaginesi, ritornò in Ital ia via mar~, con i l proposito di ri un ire le sue forze a quelle del pretore Lucio Manlio che si t rovava a Rimi ni. Contemporaneamente però distaccava una parte delle sue forze 11clla pe-

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nisola iberica. Cosicchè, mentre Annibale marciava con tutto l'esercito riun ito, Roma lo aveva diviso in tre teatri di

operazione. Annibale, lottando vittoriosamente cont ro la asprezza del terreno, la r igidità della stagione, l 'ostilità degli abitanti , att.raversò la catena alpina e discese nel paese dei Taurini, con un esercito ridotto a ·i o.ooo fanti e 6000 cavalieri. Una ·c opiosa lettera tu ra b.a trattato della marcia di Annibale auraverso le Alpi , allo scopo di identificare il vero passo attraverso il quale egli guidò il suo esercito. Oggi le opin ioni p redominanti propendono nell'indicare il passo del Piccolo S. Bernardo, al quale i Cartaginesi accedettero risalendo la ,·alle dell'Isère, per discendere in quella del la Dora Bal tea. I cenni topografici forniti dagli antichi scrittori sono troppo scarsi ed incerti per coosentire però una sicura risoluzione del problema. li criterio militare additerebbe invece il Mongincvra come la via più diretta per disccn<lerc in Italia, tanto più che la via della Dt•rancc era allora frequentemente percorsa <lai commerci. Qualche altro studioso ha voluro concludere. per il colle di Clapier o per il Piccolo Cenisio, ma questa opinione sembra meno attcn ùibile. Ristorate le forze e ricevuti aiut i dai Galli cisalpini, A.nnibale proseguì la marcia verso il Ticino. Il console Scipione, che si era avviato verso Piacenza, si~ stcrnò le .legioni sul Ticino, verso la sua confluenza con il Po. Dopo un primo scont ro di truppe esploranti, avvenuto nei pressi della odierna Motta Visconti, con la peggio per i Romani , Scipione ordinò la ritirata alla Trebbia. Questo insuccesso contrihuì a diminuire presso le popolazioni della valle Padana il prestigio di Roma. Ann ibale non inseguì, ma mosse verso il Po, che attraversò a n1onte d i Stradella per andare ad accamparsi sulla Trebbia, più a valle dei Romani. Il Senato romano aveva intanto provveduto a r ichiamare d all'Africa i[ console Sempronio, il quale ;i unì a Scipione. L'esercito rom ano raggiunse così la forza dj 40-50 .000 uomini, ma il d issidio, sorto fra i consoli, circa l 'opportunità di attaccare subito battaglia, ne d imi11uì la combattività . Nd g iorno del ;uo comando Sempronio attaccò Ann ibale. La battaglia della Trebbia segnò una grave disfatta per l'es<lrcito romano . Roma raccolse due nuove legioni consolari , inviandone una a Rimi ni con il wnsolc Cneo Savilio. l 'altra ad Arezzo con Caio Flaminio, per i ntercettare le due grandi vie che dalla valle padana conducono nell 'Italia centro-meridionale . •A.nche questa volta Roma commise quindi il grave errore di dividere le sue forze . Annibale, scartando le vie gu~rdate dai Romani , anraversò l 'Appennino nel marzo del 2r 7 per la valle del Taro ed il colle della Cisa, sccndeodo nella regione fra Arno e Scrchio, ove jncontrò gravi ostacoli per la natura

paludosa <le[ terreno. T uttavia raggiunse il Trasimeno, per Sic□a e Cortona, alle spalle del console Flaminio . Questi ripiegò verso Roma e cadde in un agguato per J 'insu fficienza dell'esplorazione . Roma ali 'annuncio della nuova sconfitta, temendo di vecier p resto Annibale a lle porte, nominò dittatore Quinto Fabio :vlassimo. Annibale invece mosse per Spoleto nel Piceno e nelle Puglie, 0Ye contava d i costituire la propria base di operazioni e di eccitare alla rivolt3 i soci italici. Fabio Massimo adottò b nota condotta di guerra che gli valse il soprannome cli " temporeggiatore », intesa a logorare le for7,e d i Annibale, evitando ogni ~zione risolutiva. Ma qul'.':ita tattica non soddisfece il Senato romano, che sost ituì Fabio Massimo e tentò una diversione <lella guerra nella Spagna, conseguendo una Yittoria navale alle foci dell 'Ebro. Vennero intanto formate 9 legioni, il cui comando fu assunto clai consoli Lucio Paolo Emilio e Terenzio Varrone Annibale nella primavera del 216 si trovava ancora accampato sulle Iive ùdl'Ofonto . A Canne fu combattuta una grande battaglia,


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vinta da Annibale, con grandi risultall morali e materiali per i Cartaginesi. Roma non ,i perdette d'animo, nemmeno questa volta. lmprov\'isò nuove legioni :irmando tutti gli uomini atti alle armi, compresi gli schia\'Ì ed i liberti. La guerra fu continuata con ogni mezzo. E poichè Annibale e~itava a puntare su Roma col suo e~crcito indcbol,to, Roma allargò il teatro della guerra nella Spagna, in Sicilia cd in Sard egna, perseguendo con indomita tenacia il concetto di i,olare Annibale, togliendogli ogni punto di appoggio in halia e la pos,ibilità di aiuto da fuon. ·et 215 i Romani condussero una guerra di molestia scn,a mai ;,ccettare baLtagl ia risolut iva. Annibale tentò una p rima volta di battere il console Marcello, ma a stento si ~ottras;e ad un insuccesso. Egli ;i ritrasse allora ad Arpi per

rido111 all'Ebro . t\"el l i I Annibale accorse ancora in aiulO di Capua, ma, non riuscendo a distrarre i Romani dal blocco, tentò una d i,·crsione marciando decisamente su Roma. Anra,-crsato il Sannio, condusse le sue truppe fino a Ti,•oh, passando l'Aniene e ponendo i) campo in ,·ista dell'urbe. Ma il Scnaro, per quanto intimorito, non si lasciò d istrarre dall 'assedio d i Capua e si preparò a difendere Roma. Annibale ritornò allora verso Capua e durante la marcia annientò un ,eparto agli ordini dd console P. Galha. Ma nò non valse ad impedire che Capua ,i arrendesse. Kegli anni 210 e 209 la guerra fu condotta con ,·aria fortuna. La Sicilia fu liberata dai Cartaginesi; in l talia Annibale f11 a/Trontato con successo a Erdonea (210). I Lucani e gli Irpini furono I iassoggenati: Taranto

Guerre pliniche: il terreno ,, nord di R om:1

·,

difendere la propria base di operazioni. minacciata dalle legioni romane cli Valerio. I .Romani cinsero d"as,;cd,o Capua. :'-Jclla Spagna le legioni di. Roma batterono a pi,, r iprese i Cartaginesi, comandati d a Asdrubale, respingendoli fino al Guatlalquivir. Con temporaneamente veniva conl)U1>tata la S,1rdegna, e si ouenevano buoni successi in Sicilia. La camp.igna del 214 ,·icle impegnate le forze rom.ine, ammontnm.i compks;ivamente a 200. 000 uomini, nella Spagna in Sicilia cd in Italia . Le forze ca rtaginc;i i n Italia erano raggruppate in due nuclei: uno con Annibale Jd Arpi, I "ahro con il suo luogotenente Annone in Calabria. I Romani, oltre a fronteggiare queste forze, cingevano d"assedio Capua. Annibale riuscì a ;bloccare Capua, ma Annone fu battuto nei pressi d i Benevento, mentre cercava di risalire ,·erso il nor,!. Nella Sicilia, Marcel lo :1sse<liarn Siracusa; nella Spagna Scipione liberò Sagunto e portò le armi vittoriose fino alle colonne d'Ercole. Tra,corso il 213 senza notevoli avveniment i, nel 212 gli sforzi d i Roma nella penisola ita lica si concentrarono nuovamente 1111orno a Capu~, mentre in Sicilia Siracusa veniva occupata . Nella Spagna invece le soni non furono favorevoli .:ome negli anni precedenti. I Romani furono nuovamente

riconquistata. :-;-ella Spagna i Romani inn,ce furono 1>a11uti. Mentre Annibale si trova, a orma, in una difficile situazione strategica, Asdrubale riuscì a passare nella Gallia, con il pia no di rntrarc in Italia per portare aiuto al fratello. Asdrubale cominciò quindi a rappresentare jl più gra,·c pericolo per Roma, poichè egli poteva suscitare la ribellione fra i popoli ci,alpini e dcll'Etruria. Roma fece ancora un nuo\'o gr,rncle sforzo militare, apparecchiando ben 23 lègioni, ma non potè impedire ad Asdrubale cl i passare le Alpi. Soltnnto sul Metauro il fratello (lei grande capitano ranagine,c ~i trovò sbarrata la strada. Frauauto Annibale era srato bauu10 a Grumcnlo e a Venosa e si era diretro su Metaponto per reclutare nuove milizie nei Bruzii. Poi risalì verso Canosa per portarsi incontro ai rin forzi, che sperava cli veder giungere presto per la via del litorale adriatico. A C'..anosa Annibale pose il campo. Il console Nerone ,i dispose di fronte a lui. ~kntrc i due eserciti si fronteggiavano, fu ca11urato dai Romani un messo di Asdrubale, il quale informava jl fratello ,li aver intenzio ne di attaccare Livio, il quale !lava su l Mecauro con forze molto più deboli delle proprie. Nerone concepì ed auuò allora !"audace manovra centrale, che gli consemì


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di accorrere sul Meiauro e quivi auaccare e bauerc Asdrubale, contemporaneamente tenendo a bada Annibale a Canosa. Dnpo la vittoria, Nerone ricondusse le SllC forze nel campo a Canosa. In 13 giorni il console aveva fatto percorrere alle truppe scelte che lo a,·e,·ano scguìto circa ì50 chilometri, con una media giornaliera di 6o Km. L'opcraziooe fu resa possibile per l'accurata organizzazione ed il numero relativamente picco lo di -truppe scelte, che la compirono. Annibale tornò a campeggiare nel lembo estremo d'Italia, nella speranza, ormai molto tenue, di qualche soccorso dà Cartagine. Frauanto il giovane P. Cornelio Scipione aveva ripreso a vinccrç nella Spagna, ove Cartagine, sperando d i conservar~ almeno quella regione,

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imbarcandosi a Cotrone e sbarcò a Lcptis, ove passò l'inverno del 203. Riprese le ostilità Scipione si trovò di fronte ad Annib,dc a Zama (202). La vittoria arrise ai Romani. Cartagine, cinta d ·assedio da terra e per mare, fu co~tretta ad accettare le condizioni del vincitore. fasa venne ridotta nelle condizioni di Stato vassallo e dovette cedere tunc le navi meno 10 triremi, pagare un tributo cd obbligarsi a non far guerra in Africa senza il consenso di Roma.

Terza guerra p1111ica (r49-146 a. C.). Durante il periodo di pace che seguì alla battaglia di Zama, Cartagine aveva visto rifiorire i suoi commerci ed aveva ricostruita la pro• pria ricchezza. Avendo attaccato Mass inissa, re dei Nu-

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J;:3 00ÒOO.O

' Guerre puniche: il terreno a sud di H.otna

a,·cv,1 inviato nuove forze. già destinate ad .\nnibale in Italia. Anche quc,tc forze furono però battute, tanto che. dopo una serie di brillanti operazioni, il console rius_d a liberare definitivamente la Spagna dai Cartag inesi. Le nr,. tizie della vittotia su l Metauro e della risoluzione de lla campagna di Spagna vennero :1ccolte da Roma con un >emo di liberazione. La guerra di Cartagine comro Roma volgeva al suo termine: si doveva ora iniziare quella di Rom:1 contro Ca rtagine. Tuttavia una divers ione della guerra in Africa incontrò da pr incipio molti 0ppositori . Ma, tornato trionfante a Roma, Scipione oucnnc il conso• lato e dal Senato l'autorizzazione a preparare l'impresa. Scarsi furono però i mezzi me;si a sua disposizione: in totale 30 .000 uomini delle legioni di Sicilia, 40 navi eia guerra e 400 trasporti. Cartagine aveva radun:•to :eo.ooo fanti, 6ooo cavalieri, con 140 elefanti. ottenendo inoltre dal re Siface un soccorso di 50.000 armati e 10.000 cavalieri. Scipione sbarcò presso Utica che cinse d'assedio. Malgrado la superiorità numerica, i CUrtlgi ncsi, accorsi in aiuto del la città assed iata, furono sconfitti. Cartagine, intimotila. richiamò Annibale, mentre iniziava trattati\'c per una tregua allo <eopo di guadagnar tempo. 1\nnibalc abbandonò l'Italia

midi, alleato di Roma. questa ne trasse pretesto per in , iare in Africa un esercito di So.ooo legionari, che sbarcarono ad Utica nel 149. I Romani intimarono ai Cartaginesi l'abbattimento delle mura . Cartagine si apprestù, con disperata energia, a di(endcre la propria libertà. Fu intrapreso regolare assedio che durò ci,ca tre anni e terminò con la presa, il saccheggio, la distruzione della ciuà. 11 territorio della repubbl ica fu ridotto a provincia romana con capitale Utica. De i 70.oco abitanti di Cartagine, i più perirono nella lotta. j superstiti vennero dispersi nelle altre pro,·incie romane.

Punitz. Città della Germania, nella Posnania. circolo di Gostyn.

Combauimcmo di P11t1i1::: (1704). Appartiene alla guerra del Nord. Il generale Schulcmburg, comandante dell'esercito sassone-polacco, a,·cva posto il campo nei pressi di l'., credendo ancora molto lontani gli Svedesi co1,dot1i da Carlo Xli. Ma questi. superata la d i.,Lanza che lo separava dai Sa,son i a marcic forzate. piombò loro sopra improvvisamente e li attaccò con la ca\'a lleria. Schulcmburg


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aveva disposto le sue fanterie su tre linee, che opposero alla cavalleria svedese una barriera di fuoco e di baionette, e solo dopo rre ore d i combattimento si ritirarono in buon ordine, lasciando i l campo agli Svedesi, i quali inseguirono i nemici fino a Guhrau, obbligandoli a ritirarsi verso l'Odcr attraverso a folte boscaglie, all'uscita delle quali li raggiu nsero spera ndo di poterli costringere al la resa . Ma durame la notte il generale tedesco, improvvisate d elle za ttere, fecé passare il fiume alle sue t ruppe, mentre gli Svedesi erano impiega ti a sloggiare 300 u . che Schulemburg aveva collocati in un molino per d ifendere i suoi fi anchi e per d ist rarre i nemici.

Punizioni. Insieme con le ricompense, costimiscono un mezzo efficacissimo d i educazione, non solo per l'azione concomitante di p ressiooc che esercitano, col timore c la speranza, ma a nche nel senso della persuasione, pcrchè sono un'affermazione tangibile dell'autorità che le applica c le stabilisce, cd hanno u na grande in fluenza nel formare e sviluppa re q uel senso morale che è necessario per la d isciplina delle masse. li r azionale impiego di questo potente mezzo d i educazione del le Forze Armare, dipende dal giusto apprezzamento dcl i 'effetto che la pena p roduce sull'individuo, e del riAcs;o che essa esercita sugli altri ,he ne ·,ed<>n<> l'applicazione. Non si deve credere tuttavia eh{· fa P. isolata valga a formare un carattere : ma è necessari'.> considerarla sempre in rapporto alla massa che si deve wmand are e gu idare, mettendola in relazione colla natura delle popolazi<>ni da cui si traggono le varie forze 2rmate, e tenendo Hretto conto delle consuetudini nazio nali e dei sentiment i predominami del luogo e del tempo. (1 maresc . Marmont trattandn dello « Spirito delle istituz ioni mil itari », diceva appunto: « Nei paesi dove l'elevat ezza del sen tire, la squisitezza dei costumi, la d ignità del carattere hanno eliminato le punizioni corporali . <- importante far cnuarc il più possibile 1'opinione delle p,mi zioni, che hanno la dote meravigliosa di essere suscettibili cU gradazioni infinite, cd agiscono potentemente sui cuori generosi » . Fra pnpolazioni civ ili cd elevate, come sono gli Italiani, sarebbe assai pericoloso e deleter io per la vera disciplina l'adotta re P. che tendano ad indebolire quel sentimento d i <lignirà personale che è una molla principale dcli:, fierezza militare . E solo quanclo il militare commetta mancanze _,· icuperevoli cd abbiette, che dimostrino un carattere vile e basso, allora è giusto ricorrere a l'. degradanti. -ehc abbiano eco nel la massa, generando senso di d isprezzo per la colpa ed il colpevole. Per certe colpe il m ilitare che se ne macchia viene d ichiarato indegno cli appartenere a lle for7.,e armate d i u no Stato e ne è espu lso, giacchi: l'appanencrvi viene considerato · u1: onore. C irca al cri te rio che deve proporzionare la l'. alle mancauie, deves i considera re che la saldezza delle erup pe riposa sulla d isciplina e sul culto d i cen i sentimenti ed a bitud in i che ne costituiscono la pa n e più sublime (obbe<l icn2.~, subord inazione, ordine. amnr di patria, attaccamento al Capo clello Stato, -alla prop r ia band iera, abnegazione, coraggio, on<>re, ecc .). Le vio laz io n i , !ella d isciplina " dei citati senti ment i debbono essere represse con P. comm isu rate all'effetto che esse fann<> su lla massa . t per questo che esse hanno un.'intonazione completamente d iversa da quell a dei cod ici comun i per

g li altri cittadini d ·uno Stato, giacchè, rnentrc in que~ sti ultimi si deve avere il massimo riguardo a! dirilti ind iv iduali, ne l campo militare çampeggia assòlutarnente so,,rano l 'intercssc del la massa su q uello dell'individuo che si è sacrificato per la difesa d i essa. Prendend o in esame il sistema cd il criterio d i appli cazione delle P. ad o ttare dalle forze armate italiane, tro-

viarno che il legislatore mii. si è ispirato ai seguenti principi'. : 1°) Ogni superiore, in qualun que sito e tempo, ha il diritto di puni re u n inferiore che commetta mancanze, a qualunque corpo armato appartenga, ed incorre anzi in P. il superiore che venisse meno a tale stretto obbligo . 2°) Per mancanza s 'intende ogni infraàone ai regolamenti o ad ordin i superiori, nonehè le negligenze al proprio dovere che non costituiscono reati , punibili questi in base ai Codici penali milita ri. Sono pure considerate mancanze m ii. quelle r iguardanti i doveri di cittadino e d i privato, quando possano tu rbare l'ord ine pubblico , dare scandalo, o recare sfregio al decoro del g rado e della divis;i. Sono coosidcrati tali anche i g iuochi d 'azzardo, i debiti, gli stravizi, cd il mal costume. 30) li superiore deve usare le P. con molta ponderatezza, n1olto tatto giusta 1nisura, cd in base alla conoscenza che è in obbligo d "avere dei prop ri d ipendenti. 4°) l i superiore tende a prevenire le mancanze, e procura di evitare provocai.ioni. Deve per primo dare esempio di massimo. r ispetto alle norme discipl inari , ecl esigere dai propri inferiori, specie ufficial i, la rigorosa osservanza di esse. Ricorre e fa ricorrere i propri inferiori alle P. solo dnpo aver esaurito ogni mezzo di persuasione e correzione morale, e quando sa che il punito è perfettamente conscio dei propri doveri. Nel punire deve mante nere la massima cal,na, cd astenersi da espressioni ingiuriose , onde far capire che nell ' inAiggere la P. è stato mosso puramente dal sent imento del dovere. 5°) Prima di p unire deve accertarsi se vi sia stat a l"internione di mancare, chiedendo magari allo stesso colpevole i chiarimenti necessari, e deve andare bene a fondo su l genere e sui mnrivi della mancanza, e tener conto dei preceden ti d i condotta, carattc.:rc.:, servizi prestati . grado d'intel ligenza, condizioni d i grado e di anzianità del p unito. Namral1

mentc le 1nancanze acquistano maggiore importanza quanto piL1 elevato è il grado di chi le commette . 6") Per quanto il supcrio(e abbia d ir itto e dovere d i punire in qualunque momento e luogo un suo inferiore che manchi al le norme cLisciplinari e d i contegno, è bene si astenga da ~cenate in pubblico ritrovo, o da e,pressioni estranee al fatto. Deve inoltre evitare di punire in presenza d i inferiori. 1') li militare punito che dovesse lasciare il se rvizio per qualsiasi morivo, deve prima scontare la p unizione. 8°) Nessun superiore può infliggere P. in presenza di superiori a lui in grado . 90) Le P. inAittc ad inferiori di altri corpi, re• parti od armi, vanno sempre cvmunicate per via gen1r~ chica, e se trattasi d i l'. inflitte da gene rali a comandami di corpo o distaccamento, o capi di servizio. devono esserne informati il comandante di presidio da cui dipen dono i puniti, e q uello d i d i vis. o eq u ivalente: in questo caso viene fissata dal comandante della d i,·is .. se chi punisce non è utf. generale o comandante <lei corpo cui appartiene il punito. La l'. inflitta ad un comandan te di corpo o e;ipo di servizio, d eve essere not ificata a l comanda nte di d i,· is. ed al comandante d i corpo <l 'a rmata. Le P. per gli uff. italiani sono: a) rimprovero semplice; b) arresti da , a 20 giorni _: e) a rresti di rigore da 3 a 15 giorni; d ) rimprovero sole n ne; e) arrest i in fortezza da 20 a 60 g iorni; f) sospensi<>ne dall ' impiego; g) revocaz ione; h) rimozione dal grado e dall'impiego. Le I'. delle lettere da b ad /, vanno sempre inscritte nel registro delle rrnnizioni e nel libretto personale . Il riniprovero semplice può esser\"i inscritto, quando si vuol dare a questa P. carattere più grave, o quando si vuole calcolarlo come sussi.. d iario agli a rresti . L ' ufficiale punito di arresti sem plici, deve rimane re nella sua abitazione tranne quando è d i ser\"izio. Al cam po cd in guerra la P. si sconta nei limiti del campo, se accrunpati, o nel proprio accantonamento .


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ndle ore non d i scrvu 10. Terminata la P. il punito deve presentarsi al comanda ntc del corpo o distaccamento, cd al ,uperiurc che l'ha punito. Se la mancanza ha carauere grave e si attendono disposizioni da autorità superiori, l'ufficiale punico continua a rimanere agli arrcsci fino a definizione della pratica da parte delle autorità stesse. La P . è intimata a ,·oce o per iscritco (biglietto di P"niz1011c) direttamente dal suneriorc che l'ha infliua. Il comandante del corpo o di,tacc~mento comunica per iscritco al punito la durata ed il motivo della P. L'ufficiale punito è obbligaco ad informarne per iscritto il proprio superiore direuo. Se rifiurn di cosllluir.,i agli arrest i incorre nel reato d'insubord inazione come pure se ricusa d'uieirne. Chi infrange gli arresti semplici incorre in quelli di rigore, o in altra pun izione più grave. Per i sott11fficiali le P. sono: rim pro,•ero semplice; consegna in cas~rma da uno a 30 giorni; ,ala semplice da uno a 30 giorni; sala di rigore da 3 a 15 g iorni, per i sergenti e sergenti m,1ggiori ; per i mnresc . , cngono applicati gli arresti semplici <la uno a 30 giorni, e quelli di rigore da 3 a 15 giorni; vi sono pc,i il rim provero solenne, la dispensa da l servizio, la retrocessione dal grado, il pas~aggio alle compagnie di disciplina, prc,·ia rcrrocessione dal grado. Le l'. tutte, escluso il rimpro\'cro sempl ice, vengono annotate sul foglio matricolare . Le P. per i caporali ~no : rimpro\'cro semplice, con1egna in ca,crma da uno a 30 giorni, prigione ,cmplice eia uno n 30 gior ni. prigione di rigore <la 3 a 15 giorni. rimprovero so•

lcnne, retrocessione dal grado, ,I passaggio alle cp. di disciplin,1, prcvi;i retrocessione dal g rado . Le P. per i soldati sono : rimprovero semplice, cou,cgna in caserma da uno a 30 giorni. prigione 5Cmplicc <.la uno 3 30 ~iorni, prigione di rigore da 3 a r5 giorni, retrocessione d":l appuntato, passaggio alle cp. d i disciplina. Meno che il nmprovcro semplice, le altre P. sono inscritte sul foglio mat ricolare del punito. Kcgli altri Stati presso a poco vigono riguardo alle P. norme consimili a quelle itali,rne; sono talvolta contemplate ,, corvécs »· o applicaziònc d i legature e d i ferri, dei q ual i ,i fa uso anche da noi al campo e in guerra. Nelle nostre truppe coloniali esi,tc come l'. disciplinare anche la ritenuta d i mezza paga . c'lell'esercito romano le P. erano poche e lievi nell'esercito repubblicano; andarono aumentando in quello imperiale. Es,e consistevano: a) nel la battitura (ca,·tigatio) applicata da un centurione con una \'erga, in numero di colpi di 10, 20 e più, in proporzione alla gravità dell a mancanza; b) nella mu lta (condcm11a1io) consistente in ritenuta d1 paga o privazione di tutto o parte del honino: e) nei ~crvizi s1raordinari di fatica (1111memm indictio); d) nei lrasfcrimcnti (militiae nwtatio) o pa,saggi da corpi più .:onsideraci ad altri; ad es. dalla cavalleria alla fanteria g rave, e da que,ta alfa fanteria leggera; e) nella rimozione dal grado (gradm deiect11s); /) nell'attendamento fuori del campo (tetUor111m er11w va/111111); g) nella presemazione in armi e bagag lio; /,) nel salasso; 1) nel rimprovero; l) nella razione d i or1.o im·ecc di frumento. Per i reati gravi, fra i qu,tli erano considerati la falsa testimonianza, il furto, la d iserzio ne, l'om icid io, si in Aiggcva la pena <li inorte, con le verghe, o con la lapidazione. e talvolta col caglio della testa mediante sc:irc, o con la crocifissione . Si applicava anche la Decimazione (V.). Nella marina bizantina, all'epoca del basso impero. erano in uso la battitura con le vcri:he , con un numero di colpi proporzionato all 'entità del reato; nel caso d i reato gra"e, come insulto al comandance, o disobbedienza, o diserzione, si infliggeva I~ pena di mone. L'equipaggio che fuggiva dal combattimento ,·cniva decimato.

NcUc marine medievali eraoo parimente punici con la: mone 1 marinai che abbandona,•ano il posto durante iL combattimento, e i disertori. Veniva punito con multa chi non era provvi,to delle armi regolamentari; con pena a discrezione del comandante il marinaio ubbriaco; col pagamento dei danni il con,andantc o il timoniere colpevole di arrembaggio; con multa e tuffo in mare la vedetta trovata addormentata; col taglio della lingua l'insulto o l'of0 fesa al comandante . Nelle flo tte di Ruggiero di Lauria le punizioni erano numerose, e la disciplina ferrea; il comitoche perdeva la nave, ~Ivo i casi lampanti di forza maggiore, ern impiccato e squartato. :--;rell'esercito piemontese, all'epoca di Amedeo li (,ccolo XVIII) le P. erano per gli ufficiali le seguenti, a) la noma (del Duca) indig nazione; b) la nostra (id.) disgrazia; , ) la perdita delle armi; d) la degradazione; e) la cancellazione dai ruoli, E per gli u. d i tru ppa: a) la perdita, della paga; b) l '11mmenda; e) le pene corporali ; d) la pubblica e umile domanda di perdono; e) la prcsentazionerubblica in camicia; f) la perdita delle armi; g) l 'allonta namento dall 'e,ercito ; /,) i tratti di corda; 1) la crafinura della lingua mediante uno spuntone; h) la galera. Per le mancanze che comportavano la pena d i morte, qucsrn ven iva i1tflitta med iante appiccagione, meno che per i picchieri, i quali ,·cnivano " passati per le picche • · Dopo it 1815, le P., che lentamente si erano alq uanto modificate, vennero ~tabi litc con apposite nuove norme. Gli ufficiali incorre,•ano negli arresti semplici in casa , e in quelli in quartiere con n ,enza sentinella alla porta, ne lla detenzione in fortezza; nella sospensione tempora11ea o nclh rimo.cione dal grado. I soldati erano puniti con la prigione, con i· ferri lunghi e corti, con le verghe se colpevoli di furto, e con l'invio ai « corpi franchi ». Per i sottufficiali c'erano la sala di disciplina e la degradazione. Esecutore ddle P. era il sergente prevosto. La bastonatura e le verghe rimasero in uso fino al 18~&; allora ,·ennero sostituite col carcere mil. da tre mesi a tre anni. Nell'esercito piemontese,. come negli altri, era punito di morte l'abbandono di posto in faccia al nemico: ncll'esercico francese del sec. XVII si condannava ad avere bucata la lingua chi avesse osato di parlare forte mentre ~i m.irciava al nemico. Nello stesso esncito fu in uso la P. del « Ca\'allo di legno • (\' .). In quello degli Stati Uniti, la P. dell ' « Aqui la (listcsa,, (V .) . Punta del Médano. Località dell'Argentina, in pro,·. di San Juan. li 31 agosto 182r il gen . C,urera \li fu ,confitto dalle milizie di Mendoza, comandate dal gen. Gutìcrrez, e fatto prigioniero. P11111r1 di {lt1t111guardi11. È elemento avanzato della testa di avanguardia, e ,·iene spinta innanzi a distanza ,·ariabile in bas: alla natura del terreno. Di regola la loro forza non è infrriorc al plotone; si aprono a ventaglio sul dinanzi del!'avanguardiJ e perlustrano il terreno. Con,·iene .:he le si ngole punte, specie quelle csLrcme , ;iano alleggerite ,, dispongano anche di biciclette dove il terrt'no ne con<enca l'impiego. Puntale. È l 'estremità del fodero nelle a rmi bianche pro""i,cc di questo; sen·c per proceggcrc la punta dell'arma dai colpi battuti a terra od altrove; è perciò sempre metallico. Puntamento. Puntare un 'a rtiglieria significa disporla in, modo che la tra iettor ia media passi per il segno. Occorre cnnsidcrarc che i.1 tr3iclloria non è una curva piana, quindi , isulta opportuno d istin guere i problemi e le opcrnzioni relati,·e alla proiezione della trJieunria ml piano di tir,.,.


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(dare l',ndinazionc o puntamento zenitale), dai problemi ec! opera-zioni rela tive alla proiezione della traiettoria sul pianQ dell'orizzonte (dàre la direzione o puntamemo azimutale). Per il P. occorrono congegni special i, <leui JJaciò « apparecchi di puntamento », i quali nell'esecuzione deterininano1 per ciascuna delle .dista1w.e n cui può trov;-irsi il bersaglio, la posizione che deve assumere la linea di tiro

PuN .

caso in d irezione mirando a l falso scopo, con la linea d i mira opportunamente disposta, in inclinazione mediante livello. Il P. diretto è il più semplice ed anche il più esatto quando il segno i: nellamcme visibile dai pezzi : 1na questa condizione raramente si verifica. Quello indiretto è però di gran lunga il più impiegato, anche se è possibile il primo. Quan<lo l'obbiettivo è fermo, dopo il primo P. diretto, convie ne preparare quello indiretto per i colpi successivi, riferendo la direzione ad un falso scopo e l'incli-

o Cuneo di mira a vite

CùfiCO a mano

Congegni antichi di punteria

rispetto all'orizzonte. Infatti sia O l'origine della traiettoria ed S il segno; se si dirige la linea di tiro N O a! punto .S e si fa partire il colpo, il proietto colpisce un punto S1 situato sotto e lateralmente al segno, di· quantità rispettivamente uguali ali 'abbassamento ed alla derivazione corrispondenti alla distanza dd bersaglio dalla bocca del pezzo; abbassamento e derivazione che sono nulli all'origine della traiettoria e crescono col crescere della d istanw di tiro. ~e consegue che volendo colpire in S è necessario che la linea <li tiro abbia u na direzione N 1 0 . diversa dalla µrece dente, che incontri il piano verticalc perpendicolare al piano dj tiro e passante per il bersaglio in un punto P che soddisfi alle due condizioni : sia situato sopra il segno di una quanti tà uguale all'abbassamento, sia sposrnto lateralmente al segno di una quantità uguale all a derivazione, ma dalla parte opposta in cui aniene la deri~:azione. Evidentemente, oon si può in prntica puntare in1picgando direl\amcnte come visuale la linea di tiro dir igendola al punto I' che non è materializzato nello spazio; perc iò si ricorre alle visuali fornite dall'apparecchio di puntamento applicato alla bocca d i fuoco cd opportunamente graduato per le diverse distanze (V . .llim). li I'. può essere diretto o indiretto: si dice diretto quando si cscguisce mira ndo al segno, sì dice indi retto quan<lo si rnira ad un punto diverso dal segno, detto falso scopo. QuestQ può

nazione al livdlo, per poter proseguire il tiro quando man chino le condizioni di visibilità. La manovra di dare il P. ad una artiglieria viene ef. fettuata per mezzo dei congegni di punteria .in elevazione cd in d irezione. I congegni di punteria in elevazione si possono classificare nelle seguenti categorie: idraulici (fig. a), a dentiera (fìg. b), a vite (fig. e). Esistevano apparecchi a cuneo, che è il più semplice dei sistemi. Si faceva variare con quest; l'inclinazione del pezzo, d isponendo sott<> la volata dfl pezzo un cuneo di mira a rnnno o a vite oppure un cuneo multiplo. Questo sistema di appirecchi

Pun tamento s.u due file: in ginocchio e in piedi

Pm1tamcnto di cannone (secolo XVI)

essere un punto ben d istinto del terreno , oppure nn disco, una pa lina od altro oggetto simile, che si dispone in una posizione conveniente. Nel primo caso si punta in d irezione ed inclinazione simultaoeamente mirando al segno con la. linea d i mira opportunamente d isposta; 11d secondo

11 P. del cannone, in pl'incipio del secolo XVI, non cssco<Jo determinata la !inca di mira, avveniva nel S(> gucntc modo : il puntatore cercava il punto più alto del cercine, focendo passare un filo a piombo per il cenrro r.ella bocca; rlopo di ciò collocava sulla culatta il • fronte

non permeueva una gran<1e precisione di riro e fu perciò

ben presto abbandonato. congegn i di punteria in direzione hanno diversi requis,t, a second'1. che trattasi di affusti a rnote o affusti per istallazioni fisse : nei primi i grandì spostamenti sono dati mediante (t rnanovella di m ira '>, di legno o nictallica , ,c1pplicala alla coda cieli 'affusto, o mediante manovella ordinaria che si fa imbarran,lo sotto la coda (affusti d'assedio rigìcli). La rettificazione del P . negli affusti moderni a ruote, si fa incdjantc apposili congegni meccanici, e prccisan1entc spostando l affustino, .imperniato nel sotto.-affusto, mediante congegno a dentiera o sistema di vi te a chiocciola; oppure spostando rutto quanto il corpo dell 'affusto sul la sala. Nelle israllazioni di artip;lieria di grande poienza (artiglierie costiere) la manovra del congegno di direzione, eh~ si sposta unitamen te a tutta la torre che racchiude l'istallaz.ione stessa, è fatta idraulicamente o elettricamente. 1

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cli mira », ossia una tavoletta verticale, attraverso a lla quale il p untatore prendeva la mi ra. Nella seconda metà del secolo XVI venne adottato un quadran te g raduato ad a lzo mobile; si fissò allora con cera su l cercine un bottone di m ira più o meno pronunciato. L'incisione mostra il bottone g ià applicato al cercine.

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a parità di altre cond izioni, un t itolo di merito nei nguardi dell 'a;1vanzan1cnto .

Punte d'ale. P iccoli ridotti distaccati da un recinto fortificato e unit i alle opere esterne, dei quali si faceva uso per fiancheggiare le opere stes·se.

Congegni di punteria -in elevazione

Puntatori. Sono cannonieri della R. Marina, quali hanno compiuto, per conseguire tale qualifica, un rirocinio .di ➔-6 mesi a bordo : quelli che raggiungono, i m iglior i risultati sono chiamat i Puntatori scelti (P .S.) Questi u lt imi godono di uno speciale soprassoldo e di facili tazioni nel servi,oio d i bordo, che rendono la categoria ambita da molti; <]Uando si r:!fferrna110 progrediscono nei gradi di sottocapo (caporale), secondo capo (sergente), capo di seconda (sergente maggiore) e capo di prima (maresciallo) sempre consen·anclo la loro classifica :,e ogni anno alle ,esercitazion i di tiro dimostrano di ave r conservata

l 'abi•

lità già raggiuuta. Il puntatore scelto comincia la sua carr iera come puntatore di piccoli cal ibr i, per rl iventarc poi, presto o tard i, puntatore d i gross i calibri. L' incarico di puntatore è dato secondo l 'abil ità e non secondo il grado; un sottocapo particolarmente adatto può essere subito destinato ad lln pezzo da 305 -0 381, e v, rimane poscia per molti ann i pur progredendo nei gradi . Nella R. M. vi sono inoltre

i (( Puntatori scelt i m i-

tragl ieri » (P.S.M.) creati nel 1927, in considera1.ionc della notevole importanza assunta

da l servizio delle mitraglier-e, e d all ' impi~go d i q uesrc speFregio ptmrntori R. i'vlarina cial mente 1ic ] uaviglio leg- Capo cannoniere puntatore d i z classe, in oro; sottocnpi e ge ro. Seguono -ua breve ticomu ni) con i due cannoni in rocinio tecn ico, pratico. Non rosso; capo cannoniere di 1 classe, sot to al fregio una stri• costituiscono un;J particolare scia d 'oro special izzazione. ma debbono in ogn i tempo consen ·arc la capacità neces,aria per potere all'occorrenza d isimpegnare il· principale inca rico di P. S d , cannoni eh med10 calibro. Il d 1st1nttvo d1 « puntatori scelti 1nitrag lieri » è costituito dai due cannoni .incrociati, attraversati da una m itragliatrice in uro (luglio 1933) . La qualifica di « puntatori scelti mitraglicri ., conferisce,

Punti di appoggio. (V . anche Caposaldo) . Termine molto usato nel la dottrina tattica p rebellica e bell ica. La ubicazione ed organizzazione di tali p unti faceva parte della sistemazione difensiva delle l'aric lince d i una posizione. Si tratt ava di punti particolarmente forti per natma (alture, villaggi, boschi, ecc.) e soprattutto per dom inio e per ubicazione, di cu i veniva au mcnrato il valore difensivo mediante lavori di fortificazione campale e difese a.ccessoric , ed erano presidiati rla p iccoli reparti di fanteria con mitragliatr ici leggere e pesanti, eventualmente con art iglierie leggere, lanciabombe, cannoni ant iaerei. I P. di A. dovevano specialm en te consentire il fiancheggiamento, ve~

nendo a costituire dei salienti del sistema difensivo, con poss ibilità di tiro in più direzioni, soprattutto contro j fianchi dell'attaccante penetrato nei rientranti delle linee. Frano in sostanza punti forti, idonei a prolungare la resist.:nza anche se avvi luppati: veri e propri centri au tonomi d i resistenza anche dal put)to di vista logist ico, in quanto venivano dotati di scorte <li 1nunizioni e di viveri . Sovente era no collegati telefonicamente o telegraficamente (eserciti fr3ncesc cd i nglese), cori altrj cen tri ~ coi comandi. f n ogni

linea difensiva dsi venivano opportunan1entc raggruppati in modo da formare delle zone d i resistenza. Spesso , negli eserciti francese e

inglcsc 1 ciascun P. aveva d ietro di sè un ridotto cornplctamcnte avvolt_o da d ifese accessorie per questi scopi : aumcptare la capacità d i resistenza dei P. di

A ., impedi re al nemico d i affe rmarsi su l terreno antistante mo mentaneamtnte occupato, favorire le azioni controffen-

sive. Serviva no infatti come Perno e luogo di partenza di tali azioni controffensive. La defin izione francest del P. di A . è : « Organismo isolato tenuto da una co,npag,lia di fall t~ria o da forze corrisponcie nti, in cui sia organ izzato i l funzionamento delle arm i rl i fiancheggiamento, desnnato a [,attere le zone viciniori " · Nell 'attuale dottrina l'org;inizzazione difensiva è fatta con <, Cen tri di resi~ s tenza )\ .

Punti di racwlta truppe. La scelta di essi ha grande i mporta nza e deve r isultare dagli ordin i d ·operazione dei comandanti. Per le trnppc cdcri , nella (ase d i resistenza ,


,_ -

PUN

vcugono stabiliti nella posizione_ in termedia; nel! 'organizzazione d ell'attacco devono essere idonei all'espletamento d el compito durante l'a ttacco stesso, e particola rmente a vere ottime vie di accesso, possibilmente al coperto; essere occu ltati al la osservazione aerea, e, .quando possibile. defilati al t iro.

347 -

Pus

ucc,se e P. tornò a Roma, ove si calmarono le contese. Poco d opo però, nel g iugno dello stesso anno 238, i due imperator i furono massacrati da una banda d i congiurati.

Pimti di l'iferimento. Sono gli obbiettivi ausilia ri ben visibili e ben individuabili sui quali si effettuano tiri d 'inquadramen to; da questi si r icavano poi i dati per battere qualsiasi altro obbiettivo della zona . (V . Preparazione del tiro). Punti strategici. Sono località d i pa rticolare importanza ai fini d ello svolgimento delle operazioni. Di essi (ponti, passi montani, cime d i montagne, strette, nodi stradal i, ccc .) si cerca i m padroni rsi specialmente ali 'inizio d i una campagna, durante la mobilitazione e la radu nata . ~e sono incaricate le rruppe d i copertura e l 'esplorazione avanzau secondo le d isposizion i e modalità p reviste nel piano d i g uerra. Pe r converso si p redispone la difesa dei P. S. delle regioni d i frontiera nazionale, fortificandoli fin dal tempo d i pace, presidiandoli, e r inforzandoli all ' inizio ddla tensione d iplomatica, durnntc il periodo d i « sicu rezza » , a mezzo delle truppe d i copertu ra, secondo modalità pure fissa te nei p rogetti « per il periodo d i sicurezza e per la copertura » , preparati fino dal tempo di pace. L'abban don o per imprevidenza, o la mancanza d i e ne rg ia e di rapidità nell'occuparli o il non riuscire a mantenerli dopo occupati, è causa di gravi sacrifizi nelle successive operazioni, come 9ualche esempio della guerra ul tima, anche sul nostro fron te, sta a dimostrare.

Puntone. Chiamavasi cosl una torre poco elevata e cli pianta pen tagona, t1sata nelle fonificazioni dell'epoca med ieva le, più specialmente nel periodo d i transizio ne fra la fortificazione medievale e quella moderna, allo scopo d i evitare l 'inconveniente delle torri circobri di <lar luogo ad t111 attHcco ind ifeso da1

vanti ad 1.·. ssc; inoltre per offrire

un

be r,;a,11Lo

P1(:'nr.

favorevole :1 11 '.H t~ccantc. (V. T orre). J! J Toscana d~ pri ncipio furono eh ianuti P. 1 baluardi . Se ri uscivano trofipo acuti, si usava di spuntarli .

Secondo il

Medaglia dell 'impcratorc Pupieno

P urmann (Matteo). Ch irurgo tedesco e scrittore militare (1649-1721). Fu per nove anni al servizio degli eserciti del g rande elettore del Brandeburgo, acqt1istando larga prat ica c h irurgica durante le operazioni militari dell 'epoca. Abile opera tore, esegul sui campi di bamglia numerosi interventi e compi lò nel 1710 un'interessante casistica di operazioni per ferite d 'arma da fuoco, fra le qt1ali 40 casi di craniototnic, numerose tracheotornie, suture intestinali. trasfusioni del sangue, interventi ortopedici e d i chirurgia oculare. Pusateri (Salvatore). Ge nerale, n. a Palermo nel 1873. Sottot. dei bersaglieri nel r892 , meritò la ,ned. d'argento di benemere nza in occasione del terremoto del 1908. Partecipò alla g uerra italo-turca del 191 1-19 11 e per i combattimenti del Mergheb e di Ld:,da meritò la med. d i bronzo. Colonnello nel r9r7, ebbe il comando del 204° fanteria e con esso, in Albania nel 1918, fu decorato della mcd. d;,rgento, In P. A . S. nel 1920, fu promosso gene rale di brigata in A. R. Q. nel 1930. Pusterla (e anche Po,·1ie.-la). Comuni~nionc praticata nelle mura delle fortificazioni antiche e medievali, che metteva nel fos,o e serviva a solo scopo mi l:tare. Erano androni che sboccavano poco sopra del fosso, se asciutto. o sul pelo dell 'acqua, se acqueo. P11s1erla Pietro . Condottie ro mi lanese del sec. XV. Era governatore d i Alessandria qt1ando i Milanesi nel 1447 si costitu irono in repubblica. Combattè i Francesi padroni di Asti. Nel 1449 tornò a Bologna ove fu unù dei dod ici capitani che reggevano la repubbl ica., ma · nel r450 raggiu nse Francesco Sforza, divenuto poi d uca d i Mila no, e lo se"ì sino al 1484. a nno della sua morte .

Promis, ·nacque

da essi J•idc, dei forti ~ srellJ, essendo ~vesso niente aliro che rivdiini triangolari applicati alle corrine, li Rocchi osserva che derivano dalle antich issime ton i quad rate, o pentago ne. li Guglielmotti ne ricorda uno costruito a Ro di 40 a nni d opo il corpo d el le o pere principali, cd uno ad Ancona, di. pianta tr iangolare. d e tto impropriamente bastione (di S. P rimiano) benchè no,i

ne avesse i fianchi.

Pupieno (Massimo M. C/odio). Imperatore romano . Di umile famiglia , entrò nel\ 'esercito, e salì ben p resto g li a lti gradi . Nominato legato imperiale, battè i Sarma ti in Illiria e i German i sul Re no . Fu poi prefetto d i Roma. li Senato 11d 238 d . C . lo d esse im perato re con Decimo Cel io Balbino cont ro Massimino; il popolo non lo volle e lottò a lungo contro l p retoriani. !\ibssimino frattan to si

Pus:iteri Salvatore

. P utnik

Putn ik, Generale serbo, m . nel 1917. Ft1 a capo dell 'esercito nella g uer ra. del 1912 con tro la Turchia, e ancora nel 1913 con tro !a Bulgaria. Allo scoppio dell a gucrr:,


Puv

-

Pzi,

348 -

Mondiale ebbe ancora il comando in caj>O nelb prima campagna (1914) contro \"Aust ria ; poi lasciò il comando e si

ritirò .a Nizza 1 dove n1orì.

P uysegur (G;acomo di Chastenet, marcl,ese di). Marèsciallo cli Francia e scrittore m ilitare (i656-r743). Luogoten. del regg. del re, dal 1689 in poi prese parte alle cam pagrJe <li Fiandra, d, Germania e di Spagna . Promosso luogotcn. generale nel 1704, ritornò in Francia nel 1707. Nel r7r5 divenne membro del consiglio di guerra, poi ger.erale in capo, e maresciallo nel ,734. È autore <le « L'arte dd la guerra secondo i principi e secondo le regole». - Meritano di essere r icordati, della stessa famigl ia: Giacomo, fìglio del prccc<lemc (1716-1782), generale nel 1759, scrittore d i politica e di cose letterarie; e Luigi, conte di P. (1726-1807), generale nel 178r , ministro della guerra nel 1788-89 e difensore delle Tu ileries contro i sepubblicani; ritiratosi in Germania, rientrò in Francia nel 1802.

Trattalo di l'yritz. Fu concluso nel 1493 fra Giovanni, dettore del Brandeburgo, e il duca Bogislao d i Pomerania. In base a questo trattato il d uca riconosceva l 'alta sov.ranità feudale del Brandeburgo e ne confermava la successione allo spegnersi della dinastia pomcranesc.

.Wionoposto da caccia P Z L 6

P. Z, L. T ipo di aeroplani polacchi, degli stabilimenti aeronautici nazionali, da caccia 1 interamenLe n1etallici, ar-

Pyritl. Città della Germania, nella Pomera nia, presso S1ettino. Delle antiche fonifìcazion i si cODscrva110 ancora, ohre le porte della città, 5 alte torri e la cinta delle mura.

mati con due o quattro mitragliatrici. Peso totale da r355 a 1420 Kg., velocità da 285 a 340 .Kmh., autonom ia <la

ore T,40 a 2 >10 .


Q. Lettera che indicava du·rante la guerra, nella Gran Bretagna,

le

navi

c ivetta

o

□avi

trappola, destinate a servire da esca ai summcrgibil i tedeschi.

ai Marcomanni, fecero la guerra cont ro yfarco Aurelio da l 167 al 174. Caracalla non riuscì a ridurl i; sotto Commodo fu comprata da loro la pace. Ali 'epoca d i Gallieno. si sparsero nelle Gallie; il loro nome d isparve nel V secolo, es scndo stati assorbiti dalle popolazioni indigc11c.

Quadern i dì Compagnia. Il comandante di cp.. oltre ad a,·cre i! compito dell'istruzione cd educazione della m1ppa, ha anche quello di amministrarla, giacchè in n1assirna ogni atto di comando implica la necessità d 'un atto amm1rnstrativo. Valendosi del proprio sottufficiale di contabilità e coa{!iuvato se crede da uno degli ufficiali subal terni, <leve invigilare sia sui corrulo ed arredo delle truppe ai suoi ordini, sja, nelle ?rmi a cavallo, sui q1:1::tdrupedi, e sia pure sul materiale in consegna . A tale scopo, dovendo r ispondere al Consiglio <l 'ammi1lisrrazione del corpo, ha l'obbligo d i tenere al corrente ed ,n perfetto ordine i Q. d; cJ). rifere ntisi al caricamento, alle rip~razioni <lei vestiaio e del materiale, ai biglietti <l'entrata all'ospedale, alla _selletia, che devono fedelmente r iportare b situazione del g iorno, corrispondente al documento base, rappresentato dal Giornale di co11tabilità. Allà fine d'ogni mese, quando il detto Giornale ed il Q. buoni ciel vitto devono. essere c()ntrollati, chiusi e rimessi all'ufficio d'atnministra• zione <lei corpo, wtti i Q. di cp . <levono concordare perfettamente colle variazioni intervenute durante il mese. Degli eventuali ermri risponde personalmente il comandante della cp. Il controllo dei Q. di cp. si distingue in locale, eventuale, centrale cd esterno. 11 locale viene esercitato dalle sottointendcnze di guarnigione, preposte a uno o più corpi, con verifica trimestrale. Le coorroversi~ fra corpi e sottointendcnzc vengono di solito definite dai comandan ti d i C. d'A .; ta lvolta· possono essere definite dalle intendenze di C. d 'A. Il giudizio di 20 grado però viene dato dal Ministero della Guerra, salvo ricorso al Consiglio di Stato. I controlli eventuali sono ordinati dal Ministero. Q uelli centrali sono svolti da uffici appositi ministeriali. Il controllo esterno viene fatto dalla Corte dei Conti. Non raramcmc i comandanti di C . d 'A. a mezzo <lellc rispettive intendenze, fanno comrolli improvvisi per verificare l'ord ine e l'esattezza della contabil ità delle cp. Tuttavia. non essendo le competenze determinate in modo fisso dai rcgolamellli, i comai1danti di C. cl 'A. hanno la facoltà di concedere una certa elasticità ai corpi, e t rasmettere poi tutrn la comabilità per il saldo alla Corte dei Conti.

Quadi. Antico popolo della Gaman;a , <l i origine sveva, abitante sulle r ive de l Danubio, nel! 'attuale Moravia. Dopo essere stati sonomes,i dai Romani. si sollevarono. e. unitisi

J\lloneta commemorativa della vittoria sui Quadi

Quadrato. Formazione usata nei secoli .corsi, per difendersi dagli assalti <li cavalleria. Nelle ordinanze del secolo XVlll i moschettieri formavano il Q. , i granatieri il « T riangolo » . Il Q. facevasi in tre modi: 1°) la quarta riga d'ambedue l'ali si addoppiava dietro a quella del corpo di battaglia; poi questa riga doppia faceva dietro fronr, e così pure le due ali; queste mediante conversioni a d r. e a sr. costituivano i fianchi e quella avanzava per chiudere il Q. formandone la faccia posteriore. 2°) I plotoni settimo, ottavo e nono stavano fern1i e costituivano la faccia anteriore; gli 1:,ltri facevano tutti dietro fro1u, e con,·er-

sione a dr. (plotoni quarto, quinto e sesto) a sr. (decimo, undecimo e d0<liccsimo), e doppia conversioue a destra (primo, scconcb e terzo). 3") Il mezzo bgl. di dr. o di sr. andava a porsi d ietro all'altro mezzn, in modo che cinque plotoni risulrassero addoppiati c due (quelli d i ala) scempi; poi questi si vo:gcvano a formare i fianchi del Q. (oblungo) méntrc i cinque posteriori prendevano distanza d i plotone dagli altri rimasti fcrn,i . Le bandiere con la loro guard ia, andavano nel mezzo dello spazio interno. Il fuoco facevas i per riga da tutta la fronte di ogni lato. Poichè j g ranatieri erano in tre righe, ma principalmente

per dar una distinzione (onde riconoscere la specialità e tenuto conto dalla loro maggiore destrezza), si facevano formare a triangolo, d i ~ui ogni lato aveva la profoudità di due uomini. Perciò la terza riga si addoppiava diet ro al mezzo, tutti facevano d icu·o front, la terza riga addoppiata marciava tanto da formare un t ri angolo equilatero con le due metà delle altre due righe, le quali convergevano contemporaneamente indietro col perno al mezzo della fronte. I granatieri facevano fuoco per mezze , ighe. Formato il Q. o il triangolo, si piantavano gli spuntoni o si allestivano i cavalli di Frisia 1 seconda del nemico e delle abi-


tudini J i quel dato corpo. Mancando le travi e volendosi piantare gli spuntoni, le righe si serravano a mezza d istanza ed il reparto faceva tre passi avanti ; ponevasi lo

spuntone presso la punta del piede dr , e avanzavasi il sr.; poi, fatto mezzo giro indietro su ambedue le pume (ki piedi, il fuciliere afferrava lo sptu11onc al cavicchio tras,•e rsale e lo configgeva al suolo. Indi tùtlc le r ìghe tornavano al posto di p rima passando tra gli spuntoni piantati. Questi potevano anche disporsi a scacchiera dalle file pari o d ispari e mediante uno spostamento laterale della seconda e <lalla quarra riga; ma ciò non era praticamente utile. Anche la cavalleria formava il quadrato co ntro la cavalleria nemica. Per formarlo con un regg. di sei sqdr., due dell'ala dr. e due e mezzo dalla H . facevano la conversione di 90° all'innanzi, que!Ji a sr. e questi ;i dr. per formare i fianchi; poi mentre di quelli e di questi uno sqclr. e mezzo rimaneva fermo, q uello estremo di sr. e il mezzo estremo di dr. facevano una seco nda conversione di 9Jo, a dr. il primo, a sr. il secondo, e chiudevano il Q. (lato anteriore) . Finalmente tutti i lati facevano la conversione verso la campagna, cioè verso il ne1nico (die• tra front, fronte in fuor i). Ogni lato faceva iuoco per mezze righe, Tale Q. doveva potersi muovere facilmente in ogni direzione, mantenendosi stretto. In tal guisa la cavalleria imperiale esegul marcie intere, anorniata dagli stonncggiatori turchi e tartari. La storia ci offre una quantità cospicua di esempi cli formazioni in quadrato, essendo istintiva, per d ir così, questa formazione di fanti comro cavalleria. Senofonte ricorda quelli degl i Egiziani , normalmente d i 100 u , su ~iascun lato . I !{om ani adottavano talvolta , in vicinanza del nemico, .il e{ quadratu111 3gmcn >) , combinazione fra la marcia in battaglia e la marcia in colonna. Metà della legione si spiega in testa e in coda, in ordine d i battaglia; l'altra m età si divide in colonne sui fianchi : al centro , i bagagli. Formazioni di Q. in battaglia sono ricordati per Bouvines (1214), per Rocroy (1643), ecc., e lo stesso Federico Il li adoperò in r itira ta, vuoti, con i lat i di tre a sci rangh i. Caratteristici sono i Q. della prima metà del secolo XVII, all'epoca cioè di Gustavo Adolfo. Costituivasi un grosso Q, di picchieri, con quattro piccoli quadrati sporgenti di moschettieri agli angoli (V. Ordine). li Guglielmotti cita l 'esempio della battaglia d i Argo (1686), nella quale, all'avvicinarsi della cavaJleria turca, " le fanterie cristiane formarono stretti i quadrati: baionetta in canna, ginocchio a terra cli prima fila, fuoco degli aJtri n trema passi. L'ala dr. dei cavalli, piombando sulla nostra sr., prese in corpo le palle, in faccia le p unte. Rimbalzati di là, corsero d i lungo sul fianco; poi volsero al tergo : e trovando da tutti i lati punte e pal!e, ferro e

Quadrato di fanteria francese (1792)

piombo, essi e gli alrri squadroni seguenti, rotti, decimati e confusi, ripresero la via donde erano venuti .. , »•. Venendo a tempi più recenti, ricorderemo i Q. di divis. con artiglierie, con i quali i l Buonaparre affrontò i Mammalucchi nella battaglia delle Piramidi (1898). Nella stessa

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QUA

epu,a , a monte Tabor (r799), Kléber formò due quadrati .:on la sua piccola divis. in modo che potessero difendersi reciprocame nte dai 2 0 . 000 Turchi che lo avv iluppavano. Il IJuonaparte, sopraggiungendo in suo ~occorso, formò a sua voha con le truppe che aveva alla· mano tre Q. sca-

In quadrato[ 1\llonurnento di R. P. CnrH1on

glionati sul centro, e si diresse in modo da prendere il grosso del nemico fra due fuochi . A Marengo, la Guar<lia consolare, dopo il rovescio francese oella prima fase della battaglia, si ordina in quadrato a si,d di Castel Ceriolo e resiste felicemente agli attacchi a storm i elci cavalieri austriaci. Ad Auerstiidt (1806) il gcn. francese Morand aveva nove bgl. spiegati sulla sr, del villaggio di Hassenhausen, esegu endo i fuochi contro due divis. prussiane, allorchè s ·accorsc che dietro di esse vi erano ro .ooo u . d i cavalleria promi ad attaccare: egli lasciò spiegati i due bgl. di dr. appoggiati al villaggio <li Hassenhausen, e formò cogli altri bgl. i quadrati, contro i quali i nvano si slanciò la cavalleria p russiana, che fu decimata dal fuoco. Lo stesso accadde alla ca,,alleria del Bliicher, nella medesima battaglia, contro altri q uadrat i francesi al d iretto comando del ·m aresc. Davo ut. Alla battaglia d 'Eylau (1807) il gen . francese Frian t, uscendo dal villaggio di Serpallen, si accorsè che la cavalleria dell'ala sr. dell'esercito russo (10.000 uomini) si dirigeva a quella volta, e accoltala con vivo fuoco, ordinò in Q. il proprio regg. di dr. contro il q uale si infransero gli attacchi d ei Russi. Nel secolo XIX le cp. si formavano in quadrato essendo in linea, od anche in colonna ; il bgl. egualmente formava i l q uadrato, sia esso in colonna, ovvero in linea, con q uattro, tre, ed anche due cp. I piccoli Q. di cp. e di bgl. messi in scaglioni erano d i maggior ut ilità che q uelli grandi, di reggimento, già aboliti. P resentavano però il difeuo di non poter contenere le artiglierie. In un Q. i punti più deboli erano gli angoli, che presentavano sectorj senza fuoco: per rimediare a questo d ifetto si facevano fuochi obliqui, e si circondavano i Q. di bersaglieri. Altro esped ieme era quello di mettere agli angoli una mitragliera. Si soleva anche adoperare la cavalleria, collocandola dietro i Q. perchè sboccasse <I agli intervalli a momento opportuno. Le ragioni della maggior utilità dei


QUA

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Q. piccolt erano le seguenti : Essi prcsenrnvuno maggior facilità e ccleri.tà di formazione, ed offrivano spazi vuoti ove i cavalli, per istinto d i fuggire il fuoco, cercavano d'cnlrarc, così come un lcmpo gli elefanti fuggivano negli intervalli delle legioni espressamente lasciati dopo che i Romani presero pratica nel battersi con tro quegli animali, come a,·venne alla 1./attaglia di Zama. Particolari casi de ll 'uso <lei Q. erano qud li detti « a scacchi » . Un esempio ce lo offre una delle fasi più impòrtant i della batt;iglia ,ii Waterloo (181 5) ossia la cost ituzione in Q. (di 2 bgl. ciascuno) <klle fanterie inglesi del Wel)ington, i quali riuscirono a contenere il famoso attacco d i cavalleria dd N ey. Il maresc. Bugeaud, ad lsly, in Algeria (1844) marciava 'in due colonne para llele ; per il combattimento le formò in doppi scaglioni sul centro, ed ottenne in tJI guisa un rombo nel quale tulti i Q. si fiancheggiavano reciprocamente, e per conseguenza il nemico, forte d i parecchie Jnigliaia d i Africani a cavallo, non trovò apertura per penetrarvi. L'artiglieria era collocata sulle due diagonali, e la cavalleria nell'i nterno dd rombo. Questi Q. « obliqui » ebbero per ~ungo tempo grande credito nella scuola mii. francese. A Solferino (1859) i bgl. di fanteria austTÌaca erano formati in colonna di cl ivis. quando furono attaccati dalla cavalleria francese del gen. Desveau~; ordinatisi costo in quadrati, non furono scossi, e r imasero in posizione. A Custoza ( 1866) la cavalleria austriaca caricò con valore Jc divis. del generale Bixio, e d i S. A. R. il principe Umberto, attraversò gl 'intervalli, ma non ruppe un quadrato. Il principe si trovava nel Q. del 4° bgl. del 49° regg. fan teria. Nella tattica odierna, i Q. sono delinicivamentc aboliti e 11011 costituiscono che un ricordo storico . Eventuahnente si potrà ricorrere alle formazioni in Q. in operazioni coloniali.

Qu,,..

Battaglio11e quadrato. Espressione napoleonica passata nella term inologia militare per indicare una particolare /isonomia dello schieramento d'un esercilo . Tale espressione risulta da una leuera scritta dall'Imperalore al Soult eia Wiirtzbu rg : dopo averlo informato della composizione delle colonne e degli itinerari nell'attraversare la foresta di Franconia, durante la campagna del 1806 contro la Prussia, gli dice : (< Con questa immensa superiorità di forze , rjunitc in spazio cosl ristretto, voi comprenderete come ìo non voglia affidarmi al caso, m a auaccare con forze doppie il nemico ovunque voglia resistere. Voi capite qual n1agnifica cosa sarebbe giungere su Oresda con l'esercito forrnaco in un batail!on carré di 200 .00 0 uomini; ma ciò richiederà genialità ed aiuto degli eventi » . In sostanza, per tale dispositivo la Grande armata assumeva nel movimento la forma di una losanga la cui lar! hczza era uguale al la fronte <li schieramento e la p rofondità uguale allo scaglionamento e alla profondità sngli itinerari delle colonne. Questo dispositivo consentiva celeri crasforma,,ioni in qualsiasi direzione, pur conservando ncli 'insicme e nelle sin gole parti relazioni <li forza e d i spazio rali, da possdkrc ciascuna il minirno di capacità di resistenza sui vari froJ1ti, necessario per penn errere la tempestiva riunione delle forze e l'azione offensiva <l' insieme per )'azione generale. Secondo taluni il d ispositivo « a battaglione qua<lrato » è i l solo, nel campo strategico , che pennelte la riunione delle forze per la battaglia , e cioè l 'applicazione del principio clclla libera disponibilità delle proprie forze economicamente ri spariniate, col vantaggio di lasciare l 'avvcrsario all 'oscuro del le proprie intenzioni e permettere quind i anche J'~zione di sorpresa . A quesla teor ia, che si può .chiamare dell'ord ine profond o, fa contrapposto quella che ,i può chiamare " lineare " che tende alle al i d el nem ico evitando le decisive azioni centrali, e che si ispira alla classica manovra di Annibale a Canne. Questa seconda teoria ha, come è

li quadrato del ~• battaglione del 49° reggimento fanteria a Villafranca (1866)


-

noto, profondamente influenzato i d isegni operativi general i tedesch i all'inizio del conflitto mondiale .

dei

Quadrato ufficiali. È la sala d i ritrovo degli ufficiali a bordo delle navi da g uerra. Serve s pecialmente d a sala da pranzo, ma in essa si riuniscono gli ufficiali anche per giuocare, leggere giornali, o libri se vi è una biblioteca a bordo, ecc . .È in generale sistemato a poppa sorto CO· pcrta, o nella pa rte poppiera della tuga.

Quadrello (plurale Quadrel/a). Fu così chiama ta una specie d i dard o corto, con ferro quadrangolare, diviso in quattro punte . E ra lanciato dalla balestra e ' fu usato fin

.

d ai tempi più antichi. Ebbe lo stesso nome, nel med ioevo, una specie d1 p ugnale con lama q uadrangolare e pu1\ta acutissima, considerato come arrna proibita.,

Quadri. t termine che abbraccia tutti coloro che sono rivdtiti d i u n grado m ilitare, tutti g li elementi cioè che servono ad inquad rare i reparti e le unità varie dcll'eser.cito e delle altre forze armate dello S tato. L'importanza dei Q. è andata sempre aumentando col succcssi110 evolversi del le forme d ella lotta, c0I complicarsi degli nrmamcoti, con l'illcrcmenco del tecnicismo; p iù l'arte del coma11do è d ivenuta difficile anche nei minori reparti, più è aumentata la loro importanza. Sintomatica, d'altra parte, è l'essenza d elle variE: definizioni che furono date e si danno dei quadri: « Spina dorsale degli eserciti Oss.itura degli organismi militari l 11telaiat ura dei reparti » , ecc. E nessuna di queste definizioni può dirsi -esagerataj anzi, ciascuna di esse, presa a sè, è forse inC<'mpleta. l Q. sono la vern base degli eserciti, perchè è precisamente sulla loro capacità, sulla loro saldezza morale e fisica, su l loro valore, che poggia l'efficienza dei reparti e dei comandi nell 'esplicazione dei compiti cbe sono ad essi affidati . L'antica e nota frase: ,, gl i eserciti valgono quanto valgono i loro quadri ,r, è assiomatica cd incisiva, e n<)ll può essere discussa. Un esercito i: addestrato, d iscipl inato, amministrato, 1nosso, fotto vivere e com battere dai suoi Q.; da essi riceve forza, impulso, compattezza, capacità d i resisten za nelle più svar iate e gravi contingenze; ha ·i n essi l'anima, i centri nervosi, il cuo re ed il cervello. Ciò premesso, è superfluo i l voler dimostrare -che i Q . (proporz.ionalmente al loro grado ed ai compiti rispettivi) devono avere : solida preparazione p rofessionale; salda educazione m ilitare; scelte q ualità morali, intellet tua li e fisiche; buona cultu ra genernle . li problema dei Q. è uno degli essenzial i che deve risolvere l'organizzatore milita re, forse il principale; senza dubbio il piiì complesso. Nella soluz ione d i tale problema egli deve, infatti. conciliare esigenze varie, spesso fra loro contrastanti, e tenere presenti l' in teresse dc li 'organismo m ilita re (in primo luogo) e gli interessi dei singoli quadri . In sostanza egli deve : a) ass icurare all'organismo m il itare elementi dota ti d1 buo11a n!pacità, nonchè di qualit~ moral i, intellettual i e fisiche o ttime {scelta q ualitativa); b) as• sicura re il nume ro di Q. sufficie nte a lle varie esigenze d el_l ' inq uad rame nto, tenendo present i no n solo le necessità dd te m po d i pace, ma altresì quelle di mobilitazione (scelta quan titativa); e) assicurare ai Q. adeguato trattame nto ecoJ1omjco, morale e d i carriera, affinchè- non vi si.a inveccl1 ia1nento, i mig lio ri possano cn1ergere sulla 1nassa, tutti possano tene re un regime di vita corrispondente a l p restig io -ciel grado e della divisa m ilitare in genere . Sono problemi

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assai complessi, la cui soluzione presenta d ifficoltà ,iumerose ed in ge,ui . Occorre fare una prima g ran de dis_rinziÒne : ro) q uell i destinati permanentemente alla prepa razione od all'impiego dei reparti delle varie armi e specialità jn guerra: quadri in S . P. E. o di carriera; 2°) quelli destinati a coadiuvare i p recedenti nell'addestramento del tempo di pace, durante il periodo del loro ser vizio alle armi, e ad inquadrare i reparti in caso di mobilitazione e d i g ue,sra: quadri delle categorie in congedo. La p rima delle due categorie d ianzi citate, comprende gli ufiiciali e i sottuf. ficiali ch e sono alle armi in servizio continuativo, c he cioè ha nno scelto, come loro professione, quella delle armi: essi hanno il compito dell'aclclcstramcnto continuativo dei reparri, o ltre cbe d i inquadrarli e comandarli in caso di guerra. La -~econda categoria comprende invece i graduati & trup pa, i sottufficiali e g li ufficiali che sono alle armi solo durante breve periodo d i servizio, com piuto il quale vengono rimandati alle loro case cd a lle loro occupazioni civili. In Ca$<' Ji g uerra vengono richìarnati dal congedo e concor rono con i Q. di carriera all'inquadramento ed al comando d ei reparti mobilitati od esistenti comunque nell'in terno del territorio. Rispetto alle panicolari mansioni i Q. si d ivodono, invece, in : ufficiali, sottufficial i, g raduati d i t ruppa, indipendentemente dall'essere essi in S . P . E. o delle categorie in congedo. Agli ufficiali spettano prev:ilentemcntc funzion i di concetto o dj rc ttive; ai sottufficiali ed ai graduati d i truppa funzioni p reminen te mente applicative o d'ordine. Allorchè le sorti d èi popoli in g uerra erano affidate , prcssochè esclusivamente, ai ri .. spettivi eserciti permanenti, l' importanza dei Q. in congedo era assai relativa, per non d ire nulla . I richiami in servizio erano assai lirn itati, in quanto si faceva p ressochè esclusivo assegnamento su quelli d i carriera. Con l'evoluz ione successivamente subìta dagl i organismi m ilitari che in caso d i guerra rappresentano oggi la nazione in armi , l'importanza dei Q. in conged o ha assunto un posto d i assoluta preminenza. Oggi ne necessitano molti e perfettamente a posto qnalirativamente, in cond izioni cioè cl i saper -d isimpegnare bene i compiti del g rado r ispettivo in caso di ,jcbiamo alle armi per mobilitazione. T utti gli Stati p rodigano pertan to g randi cure ai loro Q. in congedo, che d ovranno costituire., in guerra, l' in telaiatura del loro organismo n.1ilitare.

Manovra con i quadri. V. Ma11o~r~ . Qt!adri (Marina) . I Q. d i tipo mo derno delle marine d a guerra si cominciarono a iormare nel XVII secolo, con regolari gerarchie e cenominazioni cl i grado. .È I ·epoca · questa ln cui le forze armate degli Stati, d i terra e d i mare, si o rganizzano separatamente, abbandonando le promiscuità dei servizi di te rra e di mare, cli cui è traccia a nc he nei grad i fino allora. usati, d i ge11erale nelle galere , e di a mm iraglio negli eserciti , e nelle funzioni, che videro spesso generali , e persino ecclesiastici, al comando d i armate navali. Quadri del per.<ouale. La grande massa costituita da lle forze armate d' una nazione~ per esigenze d 'ordine militare, tecnico, ed ammÌJlistralivo, deve necessariamente es· sere frazionata, o nde assicurare la massima efficacia d el comando, tanto nella condotta delle operazioni, quanto ne ll'istruzione, ed ucazione, ed ammin istrazione del le truppe. E per quanto le esigenze tattiche debbano aver~ la prevalenza in q uesto frazionamento, non possono assolutamente venire tra;curaic quelle amministrative .senza ~~-care nocutnento a lle prime . Di conseguenza le si ngole uuità de-


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vono possedere in sè tutte le facoltà per funzionare in morlo perfetto. Ad ognuoa d i queste frazioni, dalle pii., piccole alle maggiori, è p reposto un capo, e l'insieme d i questi capi si d1iarna Q. dei P. Il criterio che domina nelle (or-ze m ilitari italiane sulla determinazione ,klla scala gerarchica d i questi Q. è quello d i permettere al Comando in capo di trasmettere con celerità, esattezz~. e sicu rezza gli oì-dini in qualunque momento delle contingenze di pace e di. guerra, così da far sentire direttamente agli ultimi g regari. la volontà d_e l Capo supremo. Nello stesso tempo si tiene conto che. ogni Q . e1bbia una estensione ed un peso d i attribuzioni proporzionati ai mezzi personali di c.ui - può ragionevolmente disporre. Così .:11entrc nei grad i infer iori la portata delle attribt1zioni è essenzialmente misurata da lle relazioni personali del capo coi rispetti vi dipen,lcnti , di maho ip mano che si -sale nella gerarchia la mole delle responslibilirà è in via asso luta determinata dai rapporti che I 'unit/1 ,d i comando ha colle altre unità egual i e supe,-iori nel persegu ire lo scopo genera!~ <.ldle forze armate d'u na nazione. Così dai Q. di capitano in giù, le relazioni coJ soldato sono continue cd in1111ediate, e creano la necessità del la conoscenza personale, ed a fondo, degli in d ividui compo nenti le cp. Mentre nei g radi superiori, col crescere della forza agli ordini del Q . comandante, passa in seconda linea la conoscenza dei singoli gregari , e s' impone invece q uella dei Q. dipendenti e laterali per la perfetta armonia nel funzionamento della massa, e per la rapida ed esatta esecuzione degli o rd ini dei comandanti su perio ri. Ne deriva che la d istribuzione dei Q. è contenuta entro cerri limiti i quali, a malgrado della diversità dei tempi, e del cambiamento delle anni,. si sono man~cnu ti p ressnchè identici da lle epoche piè, remote alle nostre . li frazionamento delle forze e la conseguente distribuzll'.>nc gerarchica dei Q. si vuole div idere in d ue parti d istinte. La jnferiorc, o speciale, la quale abbraccia piccole unità d i una stessa specie ed arma , incomincia dal gruppo di 8 a 12 uomini e finisce al regg. o brigata. La superiore, o generale, che comprende un ità di armi e corpj djversi, e va ' dalla bcigata o divisione a l Coman do supremo. Il frazionamento gera rchico dei Q. conseguente a quello dèlle rruppc è pressochè eguale nell 'ord inamento delle forze armate <klle pri ncipal i nazioni. In Jtalia ad og ni squadr a per le armi a piedi è preposto un caporale o cap. maggiore; ad ogni plotone un ufficiale subalterno ed u ,1 sottu.ffìciale; ad ogn i cp . un capitnno; ad ogni bgl. un uff. superiore, maggiore o tcn. colonnello. Ogni comando d i rcgg. è affidato ad un colo nnello cd in casi eccezionali. ad un ten. colonnello. I Q. dei repart i superiori sono costituiti da ufficial i generali , i quali prendono l 'ord ine gerarchico, e d i conseguenza il grado, dall 'importanza e denominazione del reparto che comandano. Così abbiamn i! gen. di brigata, di d ivisione, di C. d 'A . L'i nquadramento dei reparti superiori al C . cl' A . d ipende da speciali cr iteri d i impiego de lle truppe e da esigenze d i o rdine t attico e strategico; i Q. dei comandanti <t"i ca li grandi unità di guerra non sono pertanto fissati in modo stabile, per quanto fin d al tempo c1; pace siano preparati i piani even tuali d i guerra. Ogni comando, da quello di bgl. in su, ha il suo Q. del P. occor ren te al funzio namento dell'ufficio relativo; esso prende la denominazione di Stato Maggiore addetto al ~amando stesso. E mentre fino a l comando d i brigata i Q. sono composti d i soli u fficiali e sottufficiali della stessa arma, all'infuor i del personale tecnico, e contabile, dal comando d i d ivis. in su i Q. degli S. M. hanno anche personale d i arm i e corpi d iversi , g iacchè vi concorrono tutti gli addetti a, serviz i tecnic i

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ed amministrativi , necessari al funz.ìonamento dei grarldi reparti od unirà <l i guer ra, Tali Q. va riano in ragione dell'impiego dei reparti cui sono addetti, per quanto l'or• gan ico sia stabilito in modo uniforme fin dal tempo di pace. ' Per le anni a cavallo, per il genio, l'artiglieria, i cani arn1ari, l'aeronautica, la n1arina, le suddivisibni non corrispondono a quelle delle armi a p iedi , e di conseguenza anche i Q. sono distribuiti in ragione dei nspèttiv1 serv1z1 speciali, per quanto nel complesso se ne segua la t rama di in'luadrarnenro gerarchico. J Q. poi dei Corpi sanitario, del Commissar iato, d'Amministrazione, Veterinario, dei Trasporti, del Gen io aeronautico, del Gemo • nava le , delle Scuole militari, della Giustizia m ilitare, mentre hanno po-

chissima truppa, necessaria agli scarsi servizi d'ufficio, ab~ bandano di ufficiali.

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Quadri negli uffici e locali militari , Il decoro e la sobrietà dei local i adibiti ad uso militare, esigon·o che sulle pareti siano appes i soltanto i Q. prescritti dai vari regolamenti. A cominciare dagli uffic i di cp . e nei distaccamenti anche di forza i nl'eriore, sono di prescri7jon,e i ritratti delle LL . MM. e se possibile quelli delle LL. AA. i p,incipi, e quello del Capo del Governo, il Duce. Sono pure prescritti per gli uffici appartenenti a reparti decorati al valor militare, Q. rappresentanti l 'episodio storico che ha dato motivo al la ricompensa al valore. Di mano in mano che si sale nel] 'ord ine gerarchico dei reparti e comand i , oltre ai Q. sopra nom inati , j locali ad uso ufficio, le sale· d i convegno degli ufficiali. e sottufficiali, come pure anche. quelle della truppa, sono adornati di tutti quei Q. i guaii, col ricordare ai vari clementi delle m ilizie i fatti d'arme più importanti, i fasti e le gloriose imprese del corpo, al quale hanno l'onore <li appartenere, od anche degli altri corpi, servano a stimolare l'emulazione, ad educare il sentimento, e ad imprimere saldo nei cuori il culto per la patr ia e per i suoi eroici figli. Non raramente ,i t rovano pure, nelle sale d i convegno cd in quelle di riunione, Q. riproducenti ordini del giorno, o motivazioni, che tornano ad onnre del corpo cui appartengono . Nei lo-_ cali assegnati ad ufficiali e sot rufficiali alloggiat i in caserme od edifici militari sono autorizzati Q. d'ornamento e ritratti d'indole privata, st rettamente personali, purchè naturalmente non offendano il buon costume, ed il sentimento politico della nazione .

Quadriglia. l": costituita da quattro uomini collocati di front.e a contatto di gomiti fra loro . Tale formazione per quattro, in ordine chiuso, è nnrmale presso tutti gli eserci ti modern i. Solo l'Italia fa eccezione, avendo ripristinato l'ordinamento romano per t re. Quadrilatero. Opera di fortificazione in forma quad ran golare (Q . bastionato) con baluard i alle pume. Esem pi tipici d i questa forma d i fortificazione sono ad es. il fortino d i NetttJ!lO, costruito nel 15or, e le mura d i Tor ino del 1536. Quadri/auro (li). Con questo nome era designato il territorio nel quale l'Austria, durante gli ultimi anni della sua dominazione in Italia, aveva costituito il balua rdo d ifensivo della Venezia. Le lince che lo circoscriveva no erauo i1 Mincio, il Po, l'Adige e la ferrovia che va da Milano a Venezia : a breve distanza dai punti di intersezione di queste li nce, quattro fortezze formavano gli angoli un po' irregnlari. del Q., e cioè : Peschiera, Verona, Mantova e Legnago, intorno alle quali l 'Aust ria, con uno studio e una perseveranza instanc.abile, raccolse tutto ciò che il 23


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le cinte fossero ristrette e i profili antiquati. Oggi il Q. B. non esiste pi1'1 pcrchi: Silistria fa parte della Romania, essendo rimaste ,iila Bulgaria le ~lrrc tre piazzeforti.

Il quadrilatero italiano

genio militare aveva inventaco per la difesa delle piazze. Oltre a ciò aveva una forza nalurale strnordinaria per la sua posizione, trovandosi esso nel punto ove le Alpi tridentine, avvicinandosi al Po, restringono la pianura lombarda al segno da formarne un campo di battaglia di appena 40 chilometri t!i larghezza. li Q. signoreggiava i tre fiumi sopra accennati e dominava la ferrovia .MilanoVcnczia; a settenuione, mediante il Lago di Garda, potcv3 arrestare l'esercito che avesse voluto avanzare verso l'Adriatico; a ponente, gli opponeva il Mincio che le chiu,c di Peschiera possono improvvisamente uasformare in un corrente impetuoso ; a mezzogiorno, per mcz~o di sonitc combinare, permetteva di tagliare nelle sue o perazioni la forza nemica che vo!csse girare la sponda <lr . dc! Po. L 'Austria possedendo il Q. aveva il vantaggio, per mezzo della valle dcli ' Adige, <li poter comunicare col Trentino e col T irolo e ricevere rinforzi di truppe <fall 'interno della monarchia.

Quadrio (di Pcra11da, Giova11r1i /Jauis1a). Generale, n. a Ponlc di Valte llina, m. a Torino (1Si2-1 89ti). Sottot. al servizio <lcll'Au11ria nd 1842, s1 dimise nel 1848 , fu sottot. <lei governo provvisorio d i Lombardia e coinbattè nella guerra di quell'anno. Come capitano nel bgl. volontari ,·altcllinesi partecipò alla campagna del 1849 cd a Novara meritò la med. d'argcnco. Passato nell'esercito regolare come ufficiale dei bersaglieri, ebbe nella campagna del , 859 una menzione onorevole al passaggio della Scsia, la croce da ca,·alierc dell'O. M. S. a Palestro cd una seconda menzione onorevole a M. Suello e Bagolino. O>lonQuadrio Gio,·anni nello nel 1864, comandò il 25° fo nter ia . lvlagg. generale nel 1874, tenne il comando della 16" brigata di fanteria e poi quello de lla brigata C-Omo. Tenente generale comandante la divisione militare di Catanzaro nel 1881, :1n<lò in P. A. nel 1883 e nel 1891 passò nella r i, crva. Quadrio Vittorio. Generale, n. nel 1862, m. a Roma nel 1921. Sottot. d'art. nel 1883, frequentò poi la scuola di g uerra. Colon nello nel 1915, comandò il 60 art. eia fortezza e nel 1916 fu collocato in P. A . Trattenuto in sen·izio in causa della guerra contro l'Austria, tenne il comando ,lei di::po;ito del 33° art. Nel 19 18 fu pmmos·,o 1.,, igadier.:: generale.

Quadrireme. Era la polireme a quattro ordini di remi. Si ch iamava anche Quadri.era. Vi Euro no galee quadriremi t,!3te per la guerra o per i regnanti e altri personaggi .

li ~ uadrilatcro bulgaro

Quadrireme romana

Quadrilatero bulga,.o. E ra costituito dalle fortt"zze d i Rusciuk , Silistria, Sciu mla e Varna, che la Turchia aveva inalzato prima della guerra Russo-wrca del 1828-29. Ali 'epoca della guerra Russo-turcn del 1877-78, il Q. B., innanzi al quale i J~ussi erano stati molte volte costretti a fermarsi, presentava ancora qualche utilità, sebbene le sue difese non a,·esscro scguìto i progressi delle artiglierie,

Qualcuno sostiene che si chiamasse cosl per avere quattro rematori per ogni remo, ritenendo impossibile che un:, nave con quattro ordini di remi potesse agevolmente navigare, e tanto meno combauere. Ma le citazioni e descrizioni degli antichi sono in coouasto con tale resi. E vi è anche . un esempio posteriore, quello della Q. ch e Cacio V portò all'impresa di Tunisi (1535), descritta <lai Giovio.


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Quadro. La terminologia tattica del $ecolo XVI ricorda il ,, quadro d i gcnt<: " (u . 40 x 40) e il « quadro d i terreno» (tanto p10/ondo quanto largo). li termine equ ivale a « Quadrato » (V.) . 011adro di Ceresole Alessa11dm. Generale, n. a Torino, m ~ a Ceresole d'Alba ( rSn-1 904). SotlOt. d i cavalleria nel 1832, partccinò alle campagne del 1848 e 1849 meritando due med. d'argento. Colonnello nel ,859, comandò il rcgg. Nizza cavalleria che guidò nella campagna <ldle Marche e del1'Umbria, nella quale ebbe la croce d 'u!f. dell'O . M. S. Magp;. generale comandante la ,• brigata d i cava lleria nel 1860, dopo aver comandato le divis, mii. d i Perugia e <li CaQuadro Alessandro gliari, fu collocato a r iposo nel 1867.

Quadrodentata. Una cÌellc disposizioni generali <li battaglia, in usu ll'e gli eserciti <lei sec. XVI. Quadrumvirato. Magistrato ·composto d i 4 membri, •.:reato in Roma, dopo gli edili curuli. Ve ne era uno pe;le Colon ie, che sopraimendeva alb riscossione dei rributi e all'amministraz io ne della giustizia nelle quattro regioni in cu i era stata divisa l 'I talia : i singoli prepost i a queste regioni era.no qucst0ri . E ve ne era uno per le strade, che attendeva specialmente alla costruzione e alla manutcn i ione delle grandi vie di comunicazione. Nei tempi nostri, il Partito fascista, nell' imm inenza della (( Marcia su Rom a )) , creò un e( Q. segre to <l 'azinne fa. scista ", il quale, per ordine del D uce, e finchè questi non fu chiamato al Governo, riassun1eva i poteri militari , politici ed amministrativi della d irezione d d partito, con mandato d ittatoriale. r suoi membri furono : Michele Bianchi, Émilio De Bono, Cesar,;_ Ma ria De Vecchi, Italo Balbo.

sione. Gli affetti da ma lattie leggere sono curati presso il corpo cui appartengono, se possono icgu irc le marcie. Quelli da avviarsi in cura alle infermerie vi sono mandat i direttarnemc, oppure per il tram ite delle coluooe muJ1izioni che r itorna no, for mando appositi drappell i. Dalle statistiche risulta cht un 'armata di 3 C. d'A. ha io med ia ogni giorno circa 250 Q. ,.;.,alati guaribili , di cu i 150 da assegnare allè infermerie, 50 da portare al seguito, . e 50 da 'asciare Ìl1 consegna ai Comuni (pc.r la cavalleria t roppo lo ntana dalle infermerie) ed ai comandi d i tappa . Nello svolgersi di un combattimento gli ufficiali veterinari devono far il possi bile per mettere i Q . malari o feriti nelle condizioni rJ: presrn rc snv izio almeno durante la battaglia . Fra i O. in guerra acquistano p articolare importanza an che i buoi, che nei parchi seguono i C . d 'A. e servono d i alimentazione a lle truppe. Non di rado poi si è dovuto ricorre re a questi rnanslicti e fortissimi. Q. per spun-

tare col carreggio szlite forti, e talvolta anche per coadiu va re i Ctlvalli nel ·r aggiunge re posizio ni eleva te ed in1~ pe rvie con artigl ierie pesanti campali , o carr.i munii.ioni.

burante la grande guerra portò un valido aiuto alla reintcgrazio:1e fisica dei Q. la provvida istituzione della Croce Azzurra, ist ituen<io in(ermeric, e parcb i di convalescenza. Circa :I Rifomimemo dei Q. si j>rovvedc quando siano esauriti quelLi ùi riserva presso i reparti e servizi, e si sia riparato alle prime ()erditc colla riduzione delle pariglie cl~ tiro, ed impiegand~ anche cava lli da sella di truppa , atti al tiro, colle req uisizioni sul posta, e coll 'impiego dei Q. rii riserva presso le colonne muniz ioni, i parchi Q. e l 'afAuenza dai d epositi. Lo scaglionamento dei Q . d i riserva è il seguente : 1Q) ogni comando di C. d'A ., divis. d i fanteria, e d ivis. d i caval ieri, ha un drappello di cavalli da sella; 2°) ogn i b, r. da campagna ha 6 cavalli, q uelle a cavallo ne hanno 12, quelle da montagna 13 (r4 muli per k someggiate), le btr. d i obici campali ro cavall i; 3°) il parco viveri <li C . d 'A. per ogni sq uadra ha due cavalli o muli. Altri Q. d i r iserva oltre i suddetti di J'l

Quadrupedì militari. Sotto questo nome gener ico sono eompresi tutti i Q. che vengono adoperat i al servizio delle t1uppe, sia metropolitane, sia coloniali, e cioè asini, cammelli, cani, cavalli e m uli. Ne abbiamo trattato partita ~ cntc pe,· ciascuna de.Ile singole categorie. Dmante il tempo di pace i Q. assegnati ai singoli reparti in propo:·iione dei biso~ni d , ciascuno è 'e.ssi, vengono, per ordine dei rispettivi Ministeri, spedit i dai Depositi, gei1eralmente una volta all'ant,o, ai cor pi, i q uali hanno il compito di istruir li e<l abimarli ai vari servizi . Tale invio di Q. ai rnrpi e le oncrazion.i · rel~tive al recl utamento di essi da i comn~ercio, p~.r parte degli organi minìc;terialì, viene con termine n:;jlitare chiamato Rimonta (V .) . Della ammin istra.tione, cura , e conscrvazjonc dei Q . .sono d ire ttamente re. spo11sabili i comandanti d i corpo e Ieparto , coadiuvati dagli ufficiali veterinari e dai maniscalchi l)er quanto ha atti nenza colla salt•.te, l'alimentazione, ed in modo particol:-Hc colle misure profilattiche contro malattie infettive e contagiose. Oh,e alle cure gio rnaliere dei Q. una volta per settimana, nei corpi a cavalJo~ è prcscrjtta una visita sanitaria per ciascun reparto, passata dagli ufliciali veterinari, tissistiti dai n1anisr.alchi. ln tempo cli g uerra ì l funzionamento del , crvizio per i Q. è ,voltJ dagli ufficia li veterinari dei corp i, e, per ql1elli che no n sono _p rovvisti <l i veterinario, i l capo <l i S. M. della grande unità cui appartengono destina ii reparto di arma a cavallo o la colonna mun izioni viciniori e\ provvedere i,t merito . I Q. affet ti da m alattie inguaribili sono abbatiuti, previa decisione e verbale di apposita commis-

Q u11.

linea s i trovano nei servizi d i

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linea. Sono pure di ..

sponibili, nitre i Q. per le truppe e servizi del gen io, quelli d i , a linea delle colonne munizionj di C. d'A ., di d ivis. d i fanteria e di cavalleria, dove ogni sezione ha 8 cava.lii, come p ure ne ha 8 la colonna mun,z10ni per div is . d i cavalleria . Altri 10 Q. di r.iserva sooo presso il 1nagazzino avanzato <l'artiglieria; inoltre v i sono i depositi di riforn imento centrali, a d isposizione delle lnre~denzc. Le colonne m uoizioni corrispondono alle richieste Q. esau rendo p rima quelli d i riserva, poi da ndo anche una parte dei prnpri da t iro e da sella , fino a non J>regiudicare tuttavia la prnp ria mobilita. J;; ammessa in caso di bisogno Ja sostituzione , per i servizi nelle rctP>vie) del) 'asino, per cedere i caval li o m uli alle truppe e servizi di ,~ linea. Nel lo colonie, q uan tunque il carico utile del1'as ino abissino sia inferiore a quello del mctropo)itano, pur tuttavia se n'è fatto molto uso . N ei riguard i del cammello, data la' sua delicatezza, e la facilità che ha di prendere n,alattie, è necessa rio prcmunir..,i , per le operaz ioni, di una rise rva che va da 1/ 10 ad 1/15 della forz? necessaria a c iascuna operazione.

Requisizione q11r1dr11pedi. V. Requùiz ione. Quadrupedi {Logistica). Atrualmente si tende a diminuire assai l'importanza c!le in passato ebbero i Q. nei trasporti e nei t raini m ilitari . La ragione di ciò va cercata nel fatto che la n1acchina ha ormai invaso ognì campo; sicchè, in g ran parte dei casi e con grandissimo vantaggio, si è resa possibile Ja sostituzione con automezzi. T l1ttavia ancora cavalli e muli servono onorevolmente anche negli eserciti


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Quaglia (Anto11io) . Colonnello, n . e m . a Torino (17101785). Cadetto d 'an . nel 1733, p,.rrecipò alb campag na del 1733-35 e prese parte agli assed i d i Pizzighettone, d el castello d i Milano, d i Novara e d i Tortona. Sotto t. nel 1741 , fu di nuovo jn g uel'l'a dal 174.2 al , 747. Dal 1748 al r755 insegnò nelle regie scuole teoriche d ';irt., si occupò dei nuovi material i da ponte e fu valido coJ.laboratore dc! Papaciuo . Fece seri stud i sulla fabbricazio ne èdla polvere e nel 1775 ebbe l'incarico di d irigere i nnovi impianti de\l_a R . fabbric;, delle polveri i n Torino e della raffineria del\nitro. D ivenne colonnello nel 1783.

llÌÙ modernamente attrezza ti, poichè non !.Uttì sono con.-

vinti del la necessità di passare totalmente alle macchine; pcrch~ questo trapasso coinvolge vasti problemi d 'ord ine finanziario e jndustriale; perchè vi sono teatri d 'òpcrazione. la cui natura impervia consente sol4rnente jl transilo • dei

quadruped i. Non si può classificare il l avoro dei Q. poichè esso è assaj vario cd è in funzione alla s pecie jmpicgata,

al genere delle cose portate o trainate, alla natura del terre no in cui si muovono, ecc. D iamo invece un 'i nd icazione

generica circa la capaciià logistica media dei pili noti q uad ruped, con una tabella ind icativa .

'l'RAIN O Peso trainato Kg. Cavallo. Mulo. Asino. Bue.

J,iauura

SOMA

Veloci_tà

I

oraria

K.m.

I

Giornata di n1arcia

Peso port ato

Km.

J<g.

I

Velocità o raria Km .

60 40

--

,..

-

I

Giornata di marcia Km.

-

) collina

700 300

15

montagna l pianura l

800 400

5

4ò (*)

r25 r 25

5

4

4

40 (*)

pianura 1nontagna

300

4 4

25

200

(*)

65 65

4 4

(*)

l

p ianura montagna

IOOO

3

,[O

700

(*)

-

2

-

Cammello

7

-

-

-

ISO

-

-

25

-

-

4

25

(*) tn dipendenza del dislivello.

Quadr uplani (Gian Giacomo). Ingegnere militare piemontese del sec. XV [!. Nel ~665 seguì il marchese Vil la in soccorso dei Veneziani a Candia . Quivi gli f u asse•

gnata la d ifesa elci bastione e dell'opera a corno detti d i l'anig rà, ov 'e bbe luogo il maggiore sforzo d ei Turchi, d ist,nguendosi per vaknlia e intrepidezza.

Quadruplice alleanza. Alleanza conclusa fra quattro potenze. Questa denominazione si trova per la prima volta adoperata nel 1666, a proposito d i un trattato stretto il 28 otto bre <li quell'anno all'Aja, fra l'Olanda , la Danimarca, il Brandeburgo e il Luneburgo, per proteggere la città d i Brema contro gli Svedesi; trattato rimasto poi senza risult~to . Il 2 agosto 1718 fo conclusa una Q. A . nel la quale furono tre sole le parti contraenti: l' Inghilterra, la F rancia e

l'Austria; ma f u così

chian1ata perchè si ere .

deva vi avrebbero partecipato anche gli Stat i Generali d ' Olanda, ciò che non avvenne. Questa :,lleanza aveva per fine la gua re ntig ia delle stipulazion i ·del trattato di Utrech t, ed in pari tempo era d iretta contro le 1nene ambiziose della Spagna, governata <lal l'Albcron i. Un 'altra Q. A. fu sottoscritta a Lond ra. il 22 aprile 1834 da Jng hilterra, Francia, Spagna e Portogallo, allo scopo di espellere don Cados dal Portog" llo. A tale effetto fu immaginato un sisten1a de tto d i

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Quaglia G,u·tano. Generale, figlio di Antonio , n . e Jll. a T orino (1750-1822). Souot. degli ingegneri m ii. n el 1769, prese pane alle campag ne contro la Francia <lei 1792- 1796. Seg uì quindi il Re in Sardegna e si t rovò alla d ifesa dell'iso la quando venne assalit& dai Francesi. Ripreso servizio in Piemonte nel 1814, . fu colonnello comandante il R. corpo del genio e venne promosso magg. generale nel 1815. Nel 1817 fu collocaro a riposo.

cooperazione >>, consistente nel-

l'invio, d , parte della Francia, della Legio ne st raniera in Catalogna , nelJ'arruolamento in Inghi lterra di un corpo <li volontari, e nell 'ing resso nella Spagna d 'un corpo ausiliario portoghese . In seg uito questa Q. À. si manifestò -come una lega offeosiva e difcnsiv~! delle polcnze assolutisti;: -d 'Europa, ma cessò d i funz ionare nel 1846. L ' ultima fu q uella stre tta nel 1915 fra la German ia, l 'Austria, la Tur•chia e la 13ulgaria, contro la Q. intesa (Ingh ilterra, f'ran-cia, Russia e Ital ia).

Quaglia Antonio

Quaglia Giovanni

Quaglia Giovanni. Generale, figlio di Antonio, ,,_ e rn. a Torino (1754-1817). Cadetto nel 1770, percorse la carriera in artiglieria. Dal 1790 al 1793 ideò e fece costruire parecchie varianti al materiale d'art. , e da] 1791 al 1792 fu destin ato quale insegnante dei principi reali d i F rancia, figli <li Carlo X, per un corso teorico,pratico <l'art. e fortificnione . Durante l a g uerra contro l a Francia della fine del scc. X Vlll comandò l' art. ddle truppe destinate alla ci ifesa della Valle d 'Aosta e per . la campagna del 1794, e specialmente per essersi d istinto nell 'attacco del Piccolo S. Bernardo, meriti', la croce mauriz i~~na, n1utata ne l 1815


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in croce ddl 'O. M. S. Nél 1i98 fu nnn, inato <liret t0re dei pon tonieri francesi; dal 1799 al J8oo fu al servizio dell'Austria e po1 si ritiro a vita privata: durante tale perio do scrisse un libro, con 72 tavole da lui disegnate, sulle manovre d i forza del l 'arc. p iemontese. Rientrato al servizio d i Vittorio E m anuele I col grado d i colonnello, contr ibuì all 'organizzazione del materiale e del personale. del l'art. del cui corpo d ivenne comandante. Nel 1815 fu promosso magg. gcnernle.

Quaglia Giaà11to. Generale, figlio d i Giovanni, n. e m .

a Torino (1i85-1847) . Giovan issimo combattè nel 1799 cnntro la Francia, poi si ritirò a vita privata e ne l 1803 prese servizio a Venezia quale ca.detto del corpo imperiale del l'art. di marina austriaca . Ca<iuta Venezia, r-as~ò nel ISc6 al servizio del 1cgno jtalico, facendo poco dopo parte del corpo imperiale dell'artig lieria di marina francese ed appartenne a! p residio d i Venezia quando la laguna veneta nel 1809 fu bloccata dagli Austriaci e, più ta rdi, nel 18131814, quando fu n uovamente bloccata dalle Aorte deli'Au stria e dell'Inghilterra. Rientrato nell'esercito piemontese nel r814 , partecipò alla campagna contro la F rancia del 1815. Maggiore d ircnore della R . polveriera e raffineria dei nitri nel 1.827 conservò tale carica colle promozioni a colonnello (1833) ed a magg. generale (! 839). 1

Quaglia Zenone Luigi . Generale, figlio d i G iovanni , n . e m . a Torino (1788- 1860). Laureatosi in legge nel 1808, nel 181,) fu velite ne l bgl. veliti della guard ia im periale francese ; poi passò nell'art. e partecipè a lla cam pagn a del 18 13 combattendo ad Erfurt, Lutzen , J.;autzen e Lipsia. Nel , 8q [u fatto p rigioniero d agli Auitriaci e nello stesso anno, r ientrata la dinastia sabauda in Piemonte , passò al servizio d i essa ~omc tcn. d 'art. e nel 1815 par · ,ecip)i alla campagna d i Grenoblc. Nel 1826 fu nominato direttore del lauoratorio d 'art. ~art ificieri) nel R. arse,Jale di Torino. Colo nnello comandante ·d 'art. in Genov a nel 1833, fu prolllosso nel 1839 magg. generale comandante la città, pmvincio e forti d i Genova e nel 184B venne col locato a riposo. Dal 1849 al 1850 fu <leputato di Chic,i dalla li àlla VII legislatura. Publ:-!icò n umerose monografie e studi , fra cui : « .Manovre <li forza ed usi dell 'a rtiglieria »; « Maou3le dell 'artificiere del corpo Reale dell 'artiglieria»; ,, ?,,fonografia delle bocche da funco cli prescmc adottate nell 'artigl ieria »; « Proposta d 'un piano <li for mazione della

n1ilizia italiana >> ; << Odia guerra italiana: sull a difesa <li Torino )> ~ (< Odia rimunerazione dei militari morti, feriti, n prigionieri di guerra )> ;

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statuto e l 'e!lercito, ossia pensieri e proposte a svduppn e tutela dd la forza armala " ; « Cod ice dell' ufficiale_ <lell 'esercito piemontese, ossia raccolt:1. delle pri ncipali leggi e decreti sa nciti do po la promu!gazio ne dello statuto ».

Quaglia Giovanni Michele. Cenecalc, figl io di Giacinro, n. a

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Tor ino, m . a F irenze ( 1824-1898). So ttot. d'art. nel 1844, partecipò alle campagne del 18481849 meritando a Peschiera la menzione onorevole. Nel 1852 ebbe una seconda menz io ne o norevole in occasione dell'esplosione della polveriera di Borgo Dora

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Colonnello nel r863, fu destin ato al Comitato d'art., ma poco dopo ebbe il comando del 9° regg. (pontieri) d ivenu to 1° art. nel 1865. Nella campagna del 1866 ebbe il coma ndo dei pontieri dell 'eserci to mobilizzato, costrul più di 700 metri d i ponte sui var i corsi d'acqua e meritò la croce d ' ulf. dell'O . M. S. Comanc.lanle te rritoriale d'art. a Verona nel 1870 , in tale carica fo pro.,;osso magg. generale nel 1871 e poco dopo passò a comandare· l'art. a Napoli . Tcn. generale mcmuro del comitato d'art . e genio nel 1877, passò nel 1879 a comandare la divis. m ii. di Genova , nel 188 r quella di Piacenza, nd 1884 quella d i Napoli e nel 1886 quella d i Salerno . Nel 1887 andò in P. A . e nel 1892 p:tssò nella riser va.

Quaglia Nicola . Generale, n. e m. a Torino (1830-.1 903) , Tenente d ·arr . nel 1851, meritò .la n:ienzione onorevole in occasic ne dello scoppio della polveriera d; Borgo Dora d i Torino (1852). P artecipò »Ila g uerra di Crimea cd alla campagna del 1859, nella quale meritò !a mcd . d 'argento a Palestro e una seconda menzione onorevole a Rocca d'Anfo. Dal 1871 al 1877 fu d irettore del polverificio d i Fossano. Colonnel lo d irettore d'art . a Torino nel 1877, fu promosso magg. generale coQuaglia N icola mandante territoriak d 'ar t . a Bologna nel 1884. Dopo essere statO d irettore gen. d'art. al Ministero, fu promo., so tcn . gene. mie nel 1889 e coma ndò l'Accademia mii. fi no al 1893, passando allo ra in P. ,\. e nel 1897 nella riservJt . Quaglia ,\lfatu-o. Generale, n. e m. a Cuneo (186!-1931) . Sottot. d i fanteria nel 1880, passò poco dopo negli alpini dei quali d ivenne colo,rndlo comandante il 2° regg.. nel 1914 .. Partecipò alla g uerra libica Ld a que ll.a contro l 'Austria . Magg. generale nel J 915, comandò successivamente le brigate Bologna, P uglie , Pescara ed J\osra e la 12' e la 15" divis . meritando un a med . d'a rgen to sul • Carso, ove rimase feritO (1915) e la croce da cav. dell'O . M. S. per le azioni svoltesi sul Carso, sul Pasubio, a Nova Vas (1915-1916). Fu collocato in P. A. nel 1918 e a riposo nel 1930. Nel 1927 aveva raggiunto il grado di gen . di C . d'A . nella r iserva.

Qualità e quantità. So no termin i, spesso fra loro antitetici, che l 'organ in.atore militare deve sempre considerare nei suoi studi e sforzarsi di opportunamente conciliare (ra loro. La qualità e la quam ità hanno g rande im portanza ai fini dell'efficienza degli esercit i, sia nei riguard i del personale, sia nei r ig uard i del materiale . Nei r iflessi del primo l a qual ità impone la sclc2ionc; quanto pili questa è rigorosa tanto più quella r iesce eletta , sia sotto il punco di vista morale sia sotto il pu nto di vista dell 'efficien za fisica del fanore uomo . D'altra parte l 'org anizzatore non può p rescindere dai vincol i della q uantità, termine d irettamente in relazion!' con la forza bilanciata, oggi notevoln,ente e levata presso tutti gli eserciti . Occorre , pe rciò, che I ·organizzatore t rovi il giusto equilibrio fra i du<: termini considerati , rispettando quello della quaJ1lilù senza - peral tro -

Quoglia Giovanni M.

in Torino. Prese quindi par te all a campagna in Oriente cd a quella del 1859, nella quale meritò una terza ,uenzione onorevole nella djfesa della Sesia e la croce cla cav. dell 'O. M. S. a San Mart ino .

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scender<: al disotto d i un certo li mite m inimo

in quello del.la qualità . I due tero1ini possono conciliarsi fra loro, quando, per la robustezza fisica e per la sanità morale <lella razza, si possa fare assegnamento su contingen ti fisica mente e spiritualmente buoni . Sotto il punto <!i vista dd 1n~tcriale, è pili faci le all 'organiz.zatorc.: di con~ temperare le esigenze della qualità e quelle dell a qua ntità.


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Qui è essenzialmente qt,estione di disponibi lità di materie prime e <li finanze . Se le condjzioni finanziarie sono flor ide è facile avere materiali ottimi e nella quantità necessaria; se invece le disJJOnibilità (ina nziaric sono scarse, necessita che l'organizzatore studi fin dove possa rinunciare alla qualità od alla quantità per rimanere ne i lim iti del bilancin e n~llo stesso tempo <lare ali 'organismo militare la rnigliore efficienza praticamente raggiungibi le in quelle determinate condizioni.

Quandel (Giuseppe). Maggiore del genio d ell'esercito napoletano e scrittore militare del sec. XIX. Fu allievo del Collegio militare d i Napol i. Dopo l 'annessione <lei regno d i Napoli all'Italia, non volle servire il nuovo governo, e, da te le dimis~ion i, si fece monaco, d ivenendo abate d i Montecassino. Scrisse su i .:( L~vori del genio napo! itano nel I e posizioni occupate dall"esercito d ietro il Garigliano fino a l ·terrninc d_ell'assedio di Gaeta ». Quaranta (Filippo). Magistrato, n . e m . a Torino ·(r790 1873) . Dopo di avere percorso una brillante carriera., d ivenne nel 1848 uditore generale di guerra. Creato I ' ufricio d i avvo. cato generaJc Ini!itare presso il Tribunale supremo di guerra, fu prescelto a coprire tale caQuaranta Filippo riq, e la tenne dal 1859 a I 1862, anno nel quale venne collocato a riposo e nominato senatore. Quarantena. La nave che arrivando in un porto non ha la patente pulita, ossia p roviene da un luogo io cui sono scoppiate epidemie, oppure ha a bor-do ammala ti" con malattie contag iose, è messa in Q. e alza la band iera gia lla. Qualsiasi traffico con la terra le è assolutamente proibi to, e rimane strettamen te sorvegliata dalle autorità portuali, gc·neralmcntc soltanto per quattro o cinque giorni. Quand9 deve durare di più, alla nave viene assegnato uno speciale postò di o rmeggio che la tiene lontana dal normale traffico <Id porro. L 'uso d i mettere le navi in Q. è antith issiroo; esisteva in proposito nel medio evo tutta una lunga serie di consuetudini, nate specialmente dopo le Crociate, guando il t raffico si era intensificato con i luoghi infetti dell 'Oricnte. La sorveglianza e il rispetto a tali consuetud ini erano spec,a lmente affidati agl i ord ini dei Cavalieri di S . Giovanni, d i S. Stefa no e dei SS. Maurizio e Lazzaro. Con le norme d i ig iene moderna ne è o rmai diventato raro l 'uso. Tuttavia per i pellegrinaggi dei Musulmani alla Mecca viene eserc itato dall '!nghilterrn, spec ia lmente nei port i del Mar R osso, un attivo servizio di vìgilant.a in accordo con le autorità egiziane; il serv iz.io è fatto dalle navi da guerra stazionan ti in quel mare. Il Vecchi d ice che il vocabolo Q. (o Qu,m11:1i11a) fu adoperato per la p rin, ~ volta nel 1664, qu,,ndo le navi fra ncesi r itorn~tc dalla lotta contro i pi rati barbaresch i furono sottoposte a tale pratica. Quar.wte1,a di garanzia f'<cr quadrupedi militari.

malattia acuta, ma in particolare per il moccio, farcino, bolsaggine, . oftalmia periodica (luna), doglia vecchia, rustichezza, epilessia, ticchio di ogni genere, e corneggio . Per le malattie acute la Q. d i· garaoi.ia è valida solo se viene ' nostrato che esse erano in ano al momento della vendita; 11er le alrrc è valido il perioclo della Q. in ogni caso. Può tuttavia, in c ircostanze. speciali, essere ridotta o prolungata, e si possono anche csclud,,re dalla garanz ia talu ne de lle mala ttie sopra elencate. Resta ino ltre la responsabilità nel venditore per le malattie contagiose, sulle quali sono ripetibili anche i dann i derivanti ad altri "individui, q uadrupedi e persone colpiti dal contagio.

Quaratesi (Alessandro) . Generale, o. e m . a Firenze ( 1847 -1 904). Sottot. d'art. 11cl 1866, meritò nel 1873 in atti d i coraggio la med . d'argento al va lor civile. Nel 1888 fu direttore dell 'arsenale di Osaka (Giappone). Colonnello nel 1898 , fu diretto1·e d'ar t. a i~oma e nd 19or pass,', a comandare il 24° da cam pag na . Magg. generale nel

1903, t:Ornandò J:arr.

a Verona e poi ;i Bologna. P ubblicò un piccolo lavoro su : « La Jtucrra Cino-giappone<:c >l .

Quaratcsi Alessandro

Quarenghi (Cesare) , Magg iore e scrittore mii. , n . a Verdelb, 111 . a Brescia (1838-1903). Soldato <lei granatieri nel 1860, partecipò alla campagna del 1860-61 cd alla lo tta contro j brigant i e m eritò la menzione onorevole. Sottot. nel 1866, prese parte alla l,'llerra di quell'anno. Combattè d i nuovo contro i briganti nel 1867 e 1868 e fu col locato in P. A. nel 1880 col grado d i capitano. Nel 1898 ebbe, nel la riserva , il grado d i maggiore, Ordinato re del Museo del ·risorgimento d i Torino nel ~884 e poi <li q~cllo di Brescia nel 1893 , fu di q uesto direttore. Pubblicò varie monografie, fra cui: ,( Le fonderie bresciane d i cannoni ai tempi della repubblica veneta »; « Storia del l'u~ rcgg. fanteria raccontata a i soldati »; « Stòria della g uerra per l'ind ipenck-nza italiana raccontata a i soldati»; (( R2cconti militari >1; « Le mura di Roma »; " Tecnocr0110• grafia del le armi da fuoco italiane ,, ; « Bibliografia d i Garibald i "; « llibliografia del risorgimento ira liano » , Quarnaro. Nave officina e trasporto nafta, varata dal Cantiere Scoglio Ulivi d i Pola 1.1el / 924, lunga m. II4,81 , larga m. 1 1; dislocamento tonn . 7300; apparato motore 2262 cavalli ; veloc ità n,iig lia 11, 8 . A rmamento guerresco: 3 cannoni a.a , da w2 . - Lo stesso nome fu dato a una piccola nave della R. Guardia di F inanza.

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I 'acqu isto da l commerci9 dì quadrupedi , specie equini, ne-

cessari alle forze armate ita lia ne, il govern,o si premunisce con.ero i probabi li vizi redititori degli animal i, con una Q. d i garanzia. L'amministrnione militare ha fissato un criterio unico secondo il quale il venditore deve garantire il <Juadrupedc, e la Q. è stabilita non solo per qualunque

R. N. Quarnaro (G1,1ru·dia di Finanza)

Quartana. Nome dato ad una artiglieria, ragguagliata ad altro pezzo d i maggior calibro, e cioè guadruplo ri spetto a detto pezzo. N o n è da confondere colla Coreana.


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Quartiere. t quel complesso di fabbricati destinali per l'a lloggio di un reparto dcll'eserci10. Più usualmcnle <licesi Caser "'" (V.). Sono state io uso per lungo tempo le locuzioni Dare, o negare, o rompere quar//ere; nei rispcrtivi significati di accettare la resa dei vinti, salva la vita ; o d i negare la resa per inferocire contro di loro; o di violare i patti della resa . Quar1iere. Reparto dei I'ranchi Arcieri francesi, sud<li,·i,ione della cp: di 500 u. jn qua11ro: era dunque <li · 125 uomini, cd a\'C\'3 al comando un luogotenente. Quartiere. Nelle antiche milizie, era la quarta del soldo annuo delle condouc.

parre

Quartiere. Fu chiamato cosl nel secolo XIV, nella pianura friulana, e · poi anche nella Carni3, e infine anche nel Bresciano, una circoscri7.ione dapprima militare e poi amministr:.rìva, che aveva alla testa un Capitano del quar• tiere, a sua volra prima m ilitare, poi con funzio ni d i amministratore. Quartiere d 'assemblea. Ncll 'antica terminologia m ilitare, era chiamata cosi la località di radun ala per jniziare una guerra : pole\'a essere pertanto, a seconda delle circostanze, pres•o alla frontiera o nell'interno dello Stato. Quartiere di riposo. Diccvasi il luogo dove le truppe affaticate si recavano per rimettersi in forze durante una campago.l o un assedio. Quartiere gc11erale. Con queste parole si designa, in guerra, b riunione organica, presso un Comando di grande unità mobilitat;1 (div i,ione, corpo d'armata, armata, gruppi d'armate), degli elementi, formati da personale, quadrupedi, carreggio, addetti ai vari servizi del comando stesso. Di massirn:. il Comando d i una grande unità è composto dello Stato Maggiore e del Quartiere generale. 11 pr imo esplica i compiti inerenti al comando della grande unità, me111 re il secondo, alle dipendenze di un capitano o di un uflìcialc superiore, esplica le mansioni logistico-amminis1rativc inerenti ai soli ufficiali e truppa del comando, e di governo disciplinare della truppa, quadruped i, carreggio che è in forza al comando stesso. Analogamente, presso il Comando supremo del! 'esercito esiste il Gra11 quartiere generale. Siccome il Q. G. risiede nella stessa loca lit:t ove è dislocato il Comando della grnnde unità, così avviene che ndl 'uso comune, e prendendo la pane pel tutto, si assegni ad esso una figura rappresentativa che non ha, e si dica: recarsi o presentarsi al Q. G. invece d i recarsi o presentarsi al Comando della grande unità. Quartiere generale della trincea. Era detto così negli assec11 i l luogo dove il comandante della t rincea aveva il suo alloggio; allorchè le operazioni d'attacco erano a\'anzatc, tale Q. si t rovava presso lo sbocco dell'ultima parallela che conduceva alla testa dello scavo dell'attacco principale.

Q11ar1ieri d'estate, o di rinfresco . Venirnno rnlvolta presi dalle truppe nel piL1 for te dei calori est ivi.

Quartieri d'i1111emo (o Q. i11vemah). Prendere i Q. d'l. significa porre una sosta alle operazioni belliche, ritirare in posizione difensiva la maggior parte delle truppe e a ucnderc la beona stagione per riprendere le operazioni. Specialmente alt 'epoca del merccnariato e degli eserciti di m~,t ie r~, q l1:111do alle trup_oc p remeva a.-~ai più i) propr: •., benessere che la ri.oluzione della guerra, 1ali quartieri erano una normalità. Tant'è \'ero che, violando questa normalità e sorprendendo le truppe nemiche già assa po-

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rami il piacere del riposo, Gustavo Adolfo 011cnnc buoni successi. Sebbene durante la guerra Mondiale la quantità e no rme d i gente impiegata :1 coprire le front i e lo stretto contatto fr1 i combattenti non permettessero di prendere i Q. d'l., tuttavia odia carti\'a stagione operazioni considerevoli generalmente non se ne ebbero e le truppe rimasero sul posto, escogitando il miglior modo d i far ,omigliare la 1rincea, squallida e triste, ad uno speciale Q. ricavalo sulla neve, sulla roccia, sulla terra, nel quale la vita fos;c sopportabile.

Quartiermastro. Ufficiale al quale era affidata la direzione degli alloggi:1ment i, del vitto e <lei soldo. Nell'cscrcilo del vecchio Piemonte aveva grado di capitano, e prestava cauzione all'erario. Ve ne cm uno per ogni rcgg. e uno, per tutto l'esercito, detto il « Quartiermas1ro generale ». Le loro funzioni sono ora esercitate dall' Intendenza, da! Commissariato e dal Corpo d'Amministrazione. Nella marina velica il Q. era l' ufficiale incaricato di chiamare g li uomini dell'equipaggio per fare il quarto, per prendere e sciogliere i 1crzaruoli delle vele, per vigilare sulla pulizia della nave, sul servizio delle pompe, e sulla con<lotta e il servizio dei marinai. Nel corpo degli equipaggi della flotta francese il Q. è il primo grado superiore al rr.arinaio. In Germania il Q. G. era il sottocapo di Stato Maggiore del! 'esercito. Quarto. Modo di dire caduto in disuso, per indicare la durala della guardia sulle navi da guerra a vela. li Q. durava quattro ore, e l' ufficiale di g uardia si chian1ava anche ufficiale di quarto. Q11m·10. Frazione del comune di Genova, sui torrenti Sturla e Priaruggia, alle falde del mollie Fascia. Nel 1373, sollo il ducato d i Gabriele Adorno, essendo Genova in g uerra contro i Visconti di Milano, fu messa a ferro e a fuoco dalle soldatesche di Nicolò l~icsco, panigiano dei Lombardi. Seg uì le sorti di Genova, e nelle spedizioni navali della Repubblica contribuì con navi, marinai e nocch ieri. - Da Q. partì la spedizione dei Mille nel maggio del 186o. Quarto . Esplorato re , varato dal Regio Arsenale di Venezia "nel 19 TT, lun go m . 131 ,6o, largo m. 12,6, dislocamc n10 ton n. 3442; apparnto moto re ~9.215 <.'.avalli; velocità m iglia 24,6T. Arrnamen10 guerresco Vl 120, U i6, Il 40, 3 mitragliere, 2 tubi lanciasiluri. Personale d'arma memo: 14 ufficiali, 322 uomini d'equipaggio. Ha per mono: « t-lo confidenza. in D io e nel coraggio )l .

L'obelisco dì Quarto dei Mille

Quark> di ca1111011e. Amico nome del cannone da pesante 2300 libbre.

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Quarto Adolfo. Generale, n. nel 1858, m. a Torre Annunziata nel 1930. Sottot. è'art. nel 1879, fu in Eritrei e· nel 1915 venne colloca1u 111 ,i,crva e promosso colon nello. Nel 1923 3ssunse i l g rado <li generale di brigata .

Quartu Sant'Elena. Comune della Sardegna, in pro,· . d i Caglia ri, a due Km.- dal golfo omonimo. È di origi ne fenicia . Fu saccheggiato dai Vandali, incendiato dai Goti e dcva;1a10 dagli Arabi. Nella metà dei sce. Xl, diversi patrizi risani e genovesi, alleatisi con Bernardo Gentilio


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conte di Mutica, spagnuolo, allcstirn un 'a rmata al comando di un G uald uccio, sbarcarono a Q. cd unitisi agli abitanti <' ai Cagliaritani vi att.tccarono i Saraceni <lei pirata Musctto, sbaragliandoli e facendo prigioniero lo stesso Musetto che fu conèotro a Pisa e vi morl in prigione. I vincitori

si ripartirono Jc terre tolte ai Saraceni e Q. rirnase :ti conti della Gherardcsca. Nel 1323 l'armata aragonese di Don Alfonso sbarcò a Q. per assediare Cagliari in potere dei Pisani. Nel 1364, nei pressi di Q. Falebro Daria fu sbaragliat o dal re Pietro d'Aragona. Nel 1579, i Bar bareschi ~seguirono uno sbarco di sorpresa sul!? spiaggia di Q. facendo 200 prigionieri fra gli abitanti, che furono condotti via schiavi. li 2 ottobre 1717, l'armata spagnuola, inviata dal cardinale Alberoni per occupare la Sardegna, sbarcò a Q., occupò il villaggio, e mosse all'anacco di Cagliari. Nel febbraio del 1793, fu per pochi giorni occupato dalle truppe del, l 'am miragl io francese Truguet, durante il suo tentativo ripetuto di prendere Cagliari.

Quast (Vo11). Genernlc tedes,., nella guerra Mondi ale 1914-1918, specialmente distintosi nel proteg• gcre il ripiegamento tedesco dopo Von Quast la Marna, nel 19q. Comandava un corpo d 'armata che si schierò sulla linea dell'Aisne; nel 1916 e 1917 passò a combattere nel territorio delle Fiandre. Quatrebras. Villaggio del Belgio, all'incrocio della strada C harkroi- 13ruxclles con la strada Nivelles-Nam ur. Battaglia di Quatrc Bras (16 giugno 1815). Appartiene all'ultima campagna napoleonica. Avanzando oltr" $ambra 1 dopn l'avvenuto passaggio presso Charlcroi, Napoleone ispiravasi al concetto di separare i Prussiani dagl i I nglesi, per battere separatamente le due masse che, riunite, superavano di troppo le sue forze : ordinava perciò al marcsc . :-.ley,

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comandante delle unità avanzate su lla strada Chal'ieroi13rnxclles, d i lanf,Ì.a rsi innan zi il T6 giugno attaccando risolutamente tutto \:iò che avrebbe incontrato a Q. ed oltre, ~ spingendo poi forti a,•anguardic verso Bruxell<'s, N ivel les e Namur, a miglior garanzia di quel quadrivio e per assicura re in primo tempo un pronto concorso contro il Bltichcr sul rovescio di Lign )', li marcsc. esita ad impegnarsi con !e sole forze di cui dispone a Frasnes (divis. Bachelu e cavalleria <lei Kcllerman) ed attende che serrino sulla tc$ta le d ivis. del I! corpo (Reille) che provengono da Gossclies, comando ~nchc $U) concorso del I corpo (d'Erlon) che Napoleone richiama invece verso Ligny. Tale ritardo consente al Wellington di r inforzare l'occ\1pazione <li Q.; cosicchè, quando verso le 14 il Ncy viene ad impegnarsi, urta contro forze ,uperiori e fallisce .nel suo compito essenziale. Sostenutosi l'intera giornata, mentre man mano dal!e due parti reparti sopraggiungenti entravano in linea, verro scrn, [ra le :r9,30 e le 20, fu contrattaccato su tutta la linea dalle eruppe de l Wellington, e costretto a ripiegare a nord di Frasncs, fr.ccndo mancare l'atto di manovra ch'era il cardine dell'azione centrale genialmente concepita da Napoleone. L'ep isodio si riActtè grave mente sull 'esito della campagna, come principalissimo fra i disgraziati contrat• tempi che fecero mancare le possibilità di successo; e cioè : tempestivo concorso che poteva rendere decisiva la sang-uinosa contemporanea giornata di Lig ny ponendo temporaneamente fuori causa i Prussiani; separazione delle ma~se av,•ersarie, che poteva preludere a uo loro arretramento e mutare le sorri della campagna; conseguente possibilità per Napoleone di affrontare gli Ing lesi in cond izioni meno sfavorevoli di quelle che si verificarono a Waterloo.

Quatre-Chem ins. Villaggio della Francia, sulla Loira, nella bass.1 Vandea.

Co111hat1itnen.10 di Qua11·e-Cl,cmi11s (1793). Appartiene alla guerra in Vandea della Repubblica francese. Il 13 dicembre, Charette, comandante dei Vandeani, attaccò le truppe repubblicane accampate a Q. C. joly, c:he comandava l 'avanguardia clei Vandeani, respinto da i Repubblicani, ripiegò sul coruo principa le, che continuò ad avanzare e riuscl a fonare il campo nemico, dopo avere innine gravi perdite alle trnppc repubblicane, le quali si ritirarono in grande disonJinc a Monrn ignc. Un cannone e m olto materiale caddero in mano dei Vandeani. La cavalleria di Charcttc inseguì i fuggiaschi massacrandone molti.

Quattordio. Comun} in prov. di Alessa ndria . Poco distante, sulla riva del torrente Gaminclla, sorge la rocca di Civalieri che nel 1554 fu presa dai Francesi. Nelle vicinanze cli Q. gli Alessandrini furono ·~confini dagli Astigiani nel 1225; quivi, nel 1311 , Ugone Baucio, governatore pel re di Napol i, sbaragliò alcune bande imperiali; nel 1404 fu preso cll Facino Cane e più tardi da Francesco Sforza. Nel 1642 fu preso ed arso dai Francesi, che lo tennero per molti anni, finchè per la pace di Utrecht, venne in potere di Casa , Savoia. Quattro (Palio a). È stato anche chiamato così il di Roma • (V .) , o Patto Mussolini, del 7 giugno 1933 anno Xl dell'era fascista. E « Grandi Quattro " ~ono stati ch iamati i quattro Stati, rappresentati da Mussolini , « Patto

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Rartaglia di Quntre Bras, 1815 (dal Freri)

Daladicr, Hitler. Mac D onald. che )o conclusero, o~sia Italia , Francia. Germania, Gran Bretagna.

Quattro fiumi. Fu eia taluno cosl chiomata la battaglia detta com unemente di Lodz (1915).

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Quattro giorni (Ba1tagli11 det). Appaniene alla· guerra del 1666 (Francia e Olanda d a un lato, Inghilterra dall'alt ro) . Una flo tra olandese d i 84 nav i, al comando d i Ru yter e De W it, si era ancorata il 31 m agg io sotto i l Capo Northforeland. Una flo tta francese, agl i ordi ni del Beaufort , era appena uscita dal Mediterraneo d iretta alla Manica. Gli Inglesi d isponevano d i 74 navi , d i cui 2 0, cui principe Rupu to, incrociavano nella Manica verso I' Atlamico, in attesa delle navi del Beaufort, e 54, con l'am mir. Mon k , rimaste nella Manica, si trova ro no al capo suddetto la mattina del 1 ° giugno. d avanti a tutta la flotta olandese ancorata. Il Mon k no,1 attese il ritorno del principe Ruperto , ma si cacciù fra la costa e le navi ancorate degli Olandesi, attacc;rnd o battag lia. Le navi del Ru ytcr fulm inarono da fermc: i vascelli inglesi, arrecando loro g ravi danni e uccidc::1!dovi molta gente. A scraJ Monk aveva perdulo alcune navi; la mattina scguemc gl i O landesi salparono e il combattimento continuò accanitissimo; il Monk aveva posto in ritirata le sue navi più danneggiate, e con

r6 intatte le proteggeva . Ancora la no tte interrup pe il combattimento, che riprese la mattina del 3 , q uando arrivarono i 20 vascelli del principe Ruperto . Anche in questa terza giornata g li Inglesi ebbero la peggio ; un loro grossÒ' vascello fu preso dagli Olan<lesi , avendo invest ito sul banco di Gallopcr. li matt ino seguente , 4 giug no, la lo tta si ·riaccendeva, rimanendo indecisa; nel pomeriggio, le due flotte ruppero il conrat.to e si ritirarono nei porti r ispenivi:

avendo gli Inglesi per i primi iniziato il mov imento

1

gli

Olandesi si anribuiro no la vitto ria d i q uesrn lunga e acca-

nita battaglia, nella quale rimasero uccjsj due ammiragli, 1•inglese Berkeley e l'olandese Ewertz .

Quattro Impera.tori (Ordine d,:i). Col no me d i « Ordine d l Nobiltà antica )) era stato creato in Gennani:.; nel 1308 .

Est intosi a poco a poco, fu ripristinato nel 176S dal principe d i 1-fo lstein-Limburgo, per onorare la memoria dei quattro imperator i Enrico VII, Venceslao, Sigismondo e Carlo IV. Èra esclusivamen te

nobil iare; aveva per <lecorazionc una

croce d •oro smaltata <li bianco, recante le in iziali dei quattro sovrani. L •ord ine scomparve defini1ivame11re nell"anno 1815.

••·•••.. I~ • .

L u11.Va;.,.I'

QUE

Qt/atlm Nazioni~(Colle[JÌo delle). Collegio parigino presso la porta di Nesle, istitu ito per test,amento <la Mazarini, nel 16~r , dove si islruivano i giovani d i nobile fam iglia originari <lell .Alsazia, dei Paesi Bassi, del Rossiglione e d i Pinerolo, desiderosi d i in traprendere la carriera militare. Fu la pr ima 1\ ccademia Militare istituita in Europa, aperta nel 1668 e soppressa dalla Rivoluzio ne.

QUébec. C ittà de l Can adà, sul fiume Sao Lorenzo, p resso b sua confluenza col S . Carlo. t fabbr icata sopra un ril ievo che domina il fiume da 100 m. Fondata dalJ·esploratorc' francese C hamp lain nel 1608, fu contesa fra Inglesi e Francesi; nel 1663 fo capitale del bassù Canadà. I. Prc, a di Québcc (1629). Nel luglio <lei 1628, una flotta inglese d i 6 vascelli e alcune navi m inori, al comando dell'~m rn ir. Kertk, compa rve sul San Lorenzo e intimò al co~ mandante francese della ciaà , Champl:iin, d i cederla . Que sti rifiutò e si pre parò al la d i fesa, in modo che gli Inglesi non osarono d i tenta;·e J•assalto . Ebbero però la forttma di sorprendere una flottiglia francese che 1c11lava d i recare rnunizioni e rinforzi a\ Champlain, e <lì costringerla ad arrendersi. Dopo d i ciò il Kertk si allon tanò, ricomparendo davanti a Q. 1·anno seguente: il Champlain, non avendo ricevuto soccorsi dalla Francia nel (,'attempo, dovette cedere qucsl:i volta alle intimazio ni nemiche . La piazza fu restituita all a Francia in principio del 1632, in base al trattato ·d i Saint-Gcrma in, <lei 1630. Il. Assedio di Québec ( 1690) . F u posto da una flotta inglese d i 34 vascelli, con 3000 u . da sbarco, al comando delramm i,·. Phips. La città era d ifesa dal governatore del Ca11ad?1, conte d i Fronterac . Egli. vi concen trò quante · milizie potè raccogliere, dis!)ose qu:.1 e là sulle rive dei porti d i vigilanza per irnped ire sbarch i, fece erige re numerose batterie e palizzate. La Aotra ing lese comparve il 16 ottobre <lavant i a Q. e il 18 una q uantiti, di scialuppe accostar~n•1 alla riva , sbarcando circa 1500 u. , mentre le navi fulminavano le batterie e le d ifese . Le truppe sbarcate vennero assalite e costrette a tornare a bordoi e l'amm iraglio inglese, convinto dell •impossibi lità del l'impresa,

B 171<Jfcndllil{!e a '7· .Bra.r.reJ.

.

r;

1\ ttacco degli Inglesi a Qoébec ( 16 90) . 1. Fort Louis; 8, 9J TI, 12, 15 1 16, batterie; 17, scial uppe armat e


362

QUE

uscì <l;il San Lorenzo dopo d i aver perduto molti uomini nello sf1arco, e alcune navi minori nelle secche del fiume. Ill. ;1ssedio di Québec (J759). Appartiene alla guerra dei Sette Anni e fu posto dagli Inglesi a l comando del gen. Wolff che, risalito il San Lorenzo su navi dell'ammir. Saunders, il .29 giugno 1759 sbarcò nell 'isoletta d'Orléans, a breve J istanza da lla città. [mps.dronirosi poi d i un promontor io d i fronre alla città bassa , vi piazzò le prime batterie, poichè il fuoco crà poco efficace contro le forrjfi. cazioni, t<::ntò un assalto, ma vCJ1ne respinto. Rimbarcatosi coi suoi sulle navi risall il fiume, fiancheggiato sulla riva <la un corpo d i 2000 Francesi, comandati dal gcn. Bugainville, distaccato dalla guarnigione del gcn. Montca lm, che la ccmandava, per opporsi a nuovi tentativi d i sbarco. Riusciva così Ja d iversione; infatti, quandò ebbe portato assai- lontano il .nemico, caricati di notte i soldati su 15attelli pred isposti all'uopo, tornò ind ietro e mosse all'assalto. Ne derivò la battagl ia di Abra_l,am (V.) in seguito a lla quale i l Canadà fu perduto <la parte della Francia. IV, Am·dio di Quéh,·c (r775-76). Appartiene alla guerra <l' Indipendenza d'America . Organizzatasi una spedizione per combattere gli Inglesi, il 1° dicem bre 1775 si trovarono ne.i pressi èi Q. le truppe del gen. Monrgommery, scese dal l'alto Canadà; -dopo d i avere occupata Montréal, e quelle condotte dal col. Arnold che da qualche tempo erano .nei pressi di Q. d opo che era fallito un loro tentativo d i sorpresa com piuto qualche settimana prima. Il col. Mac Lean , comandante ddb piazza , aveva intanto organizz2.to

la difesa allontanando le bocche inutili, armando i cittad ino, sbarcando dalle navi iogksi che svernavano nel porto i marinai per il servizio delle artiglieòe; erano jn tu tto non più d i 1500 u., la maggior parre inesperti .nel maneggio delle armi. Quantunque la forza <legli Americani non fosse superiore, il Momgororoery, giunto il 5 d icembre sott() la città,. impose la resa che fu rifiutata. Dopo avere tentato q ualche inur,le attacco, specialmente per indurre la popolazione a far causa comune con lui, il generale americano, pochi giorni dopo, a settecento braccia dalle fo1tificazioni , p.iantò una batteria d i 6 e.annoni e un obice, con cui iniziò il bombardamento. Ma il fuoco, per la scarsa potenla delle artiglierie, era inefficace, mentre l'inverno rigidissimo imponeva agli assedianti le p iù gravi sofferenze; il Montgomrnery decise allora di tentare un attacco di viva forza. Poichè il primo d iseg1io, che consi steva in un doppio attacco, alla città alta e alla città bassa, fu svelaw da un disertore, si dispose che l'azione fosse svolta da quattro co.lonnc simultaneamente; due, comandate dai maggioti Brown e Li,•ingston, dovevano mu()vere d imostrativamente sulla città alta, le altre due, guidate dal Montgommery e dail 'Arnold, risolutivamente contro la bassa. F ra le 4 e le 5 dd 31 d icembre 1775 le truppe si mossero in mezzo a una fitta nevjcata ; le pri1ne due colonne disorientate per il buio e per il maltempo, _non giunsero neppure a lle fort,ficnioni; le altr~ due furono avvistate 1

e trovaro no la g uarnigione già jn armi. J solda ti del Mo nr-

gommery, ap rendosi faticosamente il passaggio fra la neve oltissin1a.1 già avevano conquistata una batterja e occupato un fortino, quando una cannonata

uccise .il

loro ca.po;

scorati e senza guida ripiegarono e qui l'attacco ebbe fine. Più fortunata, la quarta colonna era già entrata in città, quando, costretta a segu ire uno strettissimo cammjnan1ento

scavato nella neve, completamente battuto da una batteria inglese, anche l' Arnold che la guidava fu colpito e do•ettc tssere portato indietro. Lo sostituì nel comando il Morgan, uno dei suoi luogotenenti, il quale, precipitatosi Sllilo steccato che d ifendeva la batteria, lo superò, con-

Q UE

quisrò i ·pezzi é fece molti pngion1en. Ma intanto i l nem ico ing1ossava per i conti11ui rinforzi che giungevano dai luoghi ove la lotta era finita sì che, dopo aver ottenuto :incora qualche successo e resistito al soverchiante numero degli avversari, doverre cedere e arrendersi coi Slloi. Gli Americaf)i, nella impossibilità d i ripetere l'attacco, posero jJ campo a tre miglia d i d istanza in attesa di rinforzi. Ma questi non giungevano che lentamente, mentre . per le violenze della truppa, le simpatie dei Canadesi si affievolivano. E la situazi()ne sarebbe peggiorata col m igliorare della stagione, poichè le navi bloccate dai ghiacci av rebbero risalito il fiume jn aiuto agli assediati , ed era inoltre imminente l'arrivo d i rinforzi dall 'lnghilterra. Per ciò l'Arnold, nominato intanto generale, volle p rima rent(l.re di conquistare la città. Avvicinatosi alle tnura, ayeva ioiziat0 gli approcci in trincea, e colle artiglierie bombardava la piaz;za a palle infocate. Ma la difesa del governamre C,:r leron provvedeva a tutto, mentre frJl gli Americani , in tutto ridotti a un migliaio, cominciava a serpe.g--

giare il vaiuolo. Vollero allora q uesti ultimi fare u n estremo tentativo; prepararono infatti un bru lotto per incendiare le navi nemiche e profittare poi del trambusto che ne sarebbe nato per tentare un colpo d i mano . Ma il brulotto, scoperto mcutre nella none sul 3 maggio 1776 si accingeva all'impresa, venne dal suo stesso equipaggio incendiato e , suscitato l'allarme, anche gli altri p reparativi furono sventati. Fallita quest'ultima speranza, i Repubbl icani decisero di ritirarsi e d i lì a poco mossero verso Montréa l, ii giorno stesso in cui giungeva, colla fregata « Sourprisc » di 54 cannoni, il primo soccorso agli assed iati .

Queim stow n. Villaggio del Canadà, in prov. d i Hami lton, presso il Niagara . Nel 18 12, durante la g uerra Anglo-americana, era tenuto debolmente dagli Inglesi, comandati dal gcn. Procror. Saputo questo, il gen . Van Rcn slaer, comandanre l'esercito del centro degli Srnti Uniti, decise di rendersene padrone ed eseguì l'attacco con due colonne; la prima sotto il suo comando, la seconda sotto il col. Christie. Dovevano seguirla il resto delle truppe coll'artiglieria. Mentre la p rima colonna riusciva a traversare il fiume e ad affermarsi sull'a ltra riva, la seconda ripiegò in d isord ine sulle posizioni di partenza . Quantunq ue grave1nentc ferito, Renslacr spinse i suoi a.li 'attacco delle linee, d 1c fu rono raggiunte e occupate. Però i r inforzi 2ttesi non si mossero; le milizie americane, col pretesto d i non avs:1·e più obblighi militari per essere scaduti i termini dell'arru()lamento, rifiutarono di avan~are. Così il distaccamento :;in,ericarni, contrattaccato, fu costre tt(), d()po 0

vana

resistenza,

a

capito 1are.

Grav i furono le perdite dalle due pam ; quelle degli Americani

srnnmarono

a

tin

mi•

gliaio dj uomini.

Que irazza (Fede1·ico). Generak1 n. . a Genova, m. a Torino (1835-1916). Sottot. dei granat ieri nel 1856, combattè nel 1859, 1866 e 1 870 e meritò la rned . d'argento a S. Martino e la croce da cav. dcli 'O. M. S. alla presa di Roma . Passato negli alpini Q ucirazza Federico alla fondazione de! corpo, co)ol)nello .nel 188,, comandò il 3r0 fanteria e alla formazione de! 2° rel)g. alpini .ne assun se il comando. Magg. generale nel 1889, comandò la brigata Brescia e poi la

'


l

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Q UE

363

scuola mii. d i Modena. Nel 1893 ebbe il comando della br igata Napol i. Ten. generale nel 1895 comandò la d ivis. mi i. di Palermo e dal 1896 · quella d i Brescia. In l'. A . nel 1898 passò nella riserva nel 1901. Pubblicò, fra altro, « Compagn ie alpine e batterie da montagna » ; " Profond ità delle colonne in rnontagna » ; « Guida prat ica per l 'educazione ed istruzione del solclato » .

Queirolo (Giuseppe) . Generale, n. a Genova nel 1857. Sottot. dei bersaglieri nel 1879, frequentò poi la scuola di guerra e passò n~l corpo d i S. M. Colonnello nel 1905, comandò i! Zo bersaglieri. Magg. generale comandante la br igata Pavia nel J9ll , divenne ten . generale nel ~915 e comandò ir. guerra la 28• e la ro•· di vis.; nel i916 fu collocato i11 posizione ausiliaria; poi p assò nella r iserva. Querce Grossa. Piccolo villaggio nel Comune d i Monteriggioni, in prov. di Siena. Il suo antico castello era considerato fra i migliori fortilizi che servi;ano di antem urale a Siena. Nel 1232, duranlc le lotte comunali, venne assalito dai Fiorentini che lo d ist russero , conducendo pri g ionieri gli abit anti. Querceto (Afonie). t l 'antico -nome dcll'Hermada (V .). Batta.g lia di Mo1tt<: Querceto (178 a. C.) . ·r,: un episodio della guerra tra i Romani e gli Istrian i. Nella primavera Jel 178 il console Aulo Manl io Vulsone, trovandosi in Aquilcja, ebbe sentore di una prossima offensiva degli Istriani nella Carsia Giulia, e, 9er !>revenisla, decise d i affrontare subito i nemici nelle loro basi senza attendere 1l con se mo del Senato d i Roma . Perciò, avanzatosi colle s ue legioni sul Ca rso goriziano 1 attaccò l::i linea nemica

<lai Frig ido a Monfalcone, rinnovando tenaci tentativi per squassac!.1, ora puntando verso Doberdò, ora verso le alture di Monfalcone, fiancheggiato, sul mare, dalla flotta del duumviro navale Caio Furio, che aveva il comp ito dei rifornimenti per l'esercito . La marcia delle forze d i terra e di n1are dei Rom ani) fu assai k nra, te nace e sa nguinosa,

{)ec le difficoltà del terreno orga nizzato a d ifesa e per la resistenza opposta d alle truppe ist riane . Vulsone si protesse con coorti staccate . Sulle comun icazioni si dispose la Ill Legione, insieme con i Gall i cisalpini, ausiliari dei Romani. Prese queste disposizioni, il console si r iteneva orma i rcuro <la ogni sorpresa, ma gli Istriani, che avevano

da lontano spiata la marcia d ei Romani dal T imavo a Sistiana, li attaccarono improvvisamente tra mo nte e mare,

sboccando dall 'Hermada e dagli afforzamet1li dei suoi castellieri, foyorit i dal le insidie dei luoghi, dalla nebbia mattulina e dalla negligenza delle scollc romane . Attaccati alla sprovvista, i fan ti della coorte piacentina e due manipoli dd !u Il Legione si dispersero in d isordine. Il panico p rese !e sbarcate ciurme d i Caio f urio, che ripiegarono celermente sulle nav i, abbandonando i commilironi , le vettovaglie e gli improvvisati depositi sulla spiaggia . Quest i furono sacchcggia,i, insieme ai campi della II Legione, d a Epulo, re d egli Istriani , il quale, dopo il successo, si abba ndonò coi suoi alla più sfrenata crapula . Ciò diede moçlo :1i Romani di riaversi, e, · raccozzate le forze disperse, Aulo Manlio si gcu() con ta le impeto sui nemici

che ne fece una strage. Solo re Epulo, con pochi seguaci, riuscì a sfuggire ai Romani ed a ri piegare nell'Istria p~r r iaccendere colà di nuovo la lotta.

Quercia (Ordine cavalleresco della) . Istituito dal re di t,..ravarra Garcia nel 722 scotnparve con la n1ortc di quel re.

QU E

pitano fu istruttore d 'equitazione ed insegnò arte mii. alla scuola mii. di Modena. Colonnello nel 1900, comandò il rcgg. Savoia cavalleria e nd 1905 andò in P. A. Nel 1912 fu collocato nella riserva col grado t li niagg. generale. Quercù, fmesto . Generale, n. a Trani nel 1854. Sottot. d i ca,•aller ia nel J8i,!, frequentò poi la scuola di guerra . Colonnello nel 1900, comandò i cavalleggeri dì Padova . Magg. generale nel 1907, comandò la 5" e la 2• brigata di cavaller ia e poi la scuola d i cava llcria. Ten. gcr,c-ralc coman dante la 3& d ivis. di cavalleria nel 1912, aodò in P . A. nel 1915 e nel 1923 assunse il grado d i gene rale d i divisione nella riserva. ~

Quercia EI"nesto Querela. Nel d ir itto penale mi litare è l 'atto formale con cui l 'offeso da un reato porta a conoscenz.a cieli' Autorità la notizia del reato stesso e chiede la punizione del colpevole, noto od ignoto. Si d ifferenzia dalla quercia • prevista <lai diriuo penale comune , in quanto ha carattere esclusivamente informativo e no n dispositivo, pcrchè tutti i reati militari sono d'azione pubblica, e l'azione penale non è mai condizionata alla p resentazione della quercia . Non si fa, q uindi, luogo alla remissione. La Q. -deve essere [ana verbalmente o per iscritto, anche a mezzo di procuratore, al giudice istruttore o all 'avvocato militare, oppure agli ufficiali di polizia giudiziaria militare. Nel reato d i libidine in tempo d i guerra (an. 273 E ., 297 M.) ove non vi sia stata violenza, il legislatore militnc richiede come elemento costitutivo la querela, comminando, come pena , la reclusione ordinaria (da 3 a IO an ni) estensibi le :il m inimo dei lavori fo.r zati a tempo (anni IO).

Queretaro. Città del Messico cen trale , capitale cli Stato, (ondata dagli Aztech i e conquistata dagli Spagl'luol i nd 1531. Nel 1867, sul principio d i febbraio, vi si ridusse con

9000

u.

e

39 cannoni , l'imperatore Massimiliano,

quando gli eventi lo costrinsero ad abbandonare la città di Messico. Assediato quivi dai Messicani (r8.ooo u. al comand'.l di Esc<,bedo) resistette per 61 giorni, respingendo va ri assa lti (14 e 24 o:iarzo). A un certo momento tentò (27 aprile) una sortita, che in primo tempo ebbe successo: furono presi 15 cannoni e fatti 500 prigionieri agli assedianti. Ma il gen . Escobedo ristabilì la situazione, ricacciand0 le truppe di Massim il iano nell a piazza, dove orma i esse erano ridotte dal le dise1~,,ioni alla metà. St rettamente bloccato, Massimi liano decise una n uova sor tita per la notte dal l 4 al 15 maggio, e mandò 3 Escobedo un parlamentare (gen. Lopcz) pe r offrire la capitolnionc a patto di ritirarsi in Europa. Il Lopez svdò il piano della sort ita per un compenso pecun_iario, e questo uadimento precipitò le cose. In poche ore quasi tutte le truppe di Massimiliano

si

sban darono,

e

l 'imperatore,

rifug iatosi

con

pochi fedeli sulla collina del Cerro, vi fu circondato dai Messicani e costretro alla resa. Nella stessa città Mas~imiliano veno<: fucilato il 19 giugno' J867.

- Quercia Nicola .Generale, n. a Terlizzi nel 1849. Sotto\;

Querini (o Quirini, Matteo). Amrn,raglio venezia no della 2a metà del scc. XllI. C~dde nel 1298 nella battaglia di

d i fanteria nel 1867, px sò da tenente in cavalleria. Da ca-

Curzola.

1


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Qucr111i A11drca. Ammiraglio \'eneziano. Comandante della nona veneta sul Po, nel 1448, du rante la guerra tra Venezia e Milano, (u sconfitw da Francesco Sforza a Casalmaggiore.

Q111:ri11i Marco. Ammiraglio ,•cncziano del ~ec. XVI. Dal 155r al 1569 purgò !"Adriatico dai corsari che lo in(cstavano e poi cornba11è contro i Turch i ; soccorse Famagosta assediata, battendo l'armata navale nemica. Con 6o galere si unì in Messina all'armat a dei Collegati coi quali, unitamente al Veniero, partecipò alla battaglia <li I.epanto contribuendo efficacemente al felice risuitato di quella giornata.

Quero. Comune in prov. di Belluno, situato alle falde delle Alpi Rezie , sulla dr. del Piave. I:. ricordato lino dat tempi di Plinio come castello importante per l'ingresso dalb Germania in lt.lia. Nel 1376, sotto il dogato di Andrea Contarini, nella g u,·l'J":t tra Venez iani ed /\uslriaci, questi ~i rifugiarono nel castello d i Q. che i soldati della Repubblica anacc:irono costringendo gli Imperiali a cederlo. Al tempo della Lega di Carnbrai, il castello fu assediato e preso dalle truppe dell'imperatore Massimil iano, il quale fece mettere in una pr igione sotterrnnca del Caste lnuo vo, sulb dr. del Piave, il castel lano Gerolamo Mian i, patrizio veneto, che gli aveva opposto fiera resistenza. • -

allora, superate le resi,tcnzc austriache, forzare la stretta, e marciar~ su Feltre.

Quesada (Gon za/es Ximenes dc). Conquistatore spagnuolo ( r-195-1546) . Esegui una difficile spedizione nella Bolivia, raggiungendo Bogotà attraverso continui combatt imenti che decimarono il suo piccolo esercito, riducendolo a 16o u. Perì in mare in uno dei suoi viaggi. Qucs«da di S. Sebastiano Carlo. Generale del scc. XIX. Come uffiQuesada Gonzoles ciale d i fanteria partecipò a lla guerra contro la Francia della li oc del 'iOO. Colonnello nel 18r6, fu ispettore della fanteria io Sardegna e \'eone promosso magg . generale continuando nella prctktta ca rica . Fu q uindi grnn ciambellano del duca d i Modenn; nel 1831 fu promosso luogoten. genera le e collocato a riposo. Quesaclo 11i11ce11,w. Gencialc spagnuolo ( 1785-1836). Partecipò alle guerre contro i Francesi, e dal 1820 fu coinvolto neJJa guerra contro i Costituzionali ; venne nom inato nel 1825 ,·apitano generale della Nuova Castiglia, e poi ddl'Andalusia, dove represse moti liberali. Nel 1833 era capitano generale della Nuova Castiglia e si schierò contro i C:irlisti; quando fu ripri. t,..'iaf ~ stinata la cost ituzione del 1812 il Q. , che

. ....

si era d i mostrato conservatore a<l oltrnnza,

venne massacrato da una rivolu popolare. - Suo figlio, c~1111oro, n . nel 1818, combattè nelle due guerre Carlistc.

Quesnel (Baro ne). Generale francese (1775r815). Partecipò alla Rivoluzione francese e divenne generale di brigata scn·endo nella Guardia imperiale (1807). Quindi combattè nella penisola iberica, dove r imase prigioniero . Liberato, passò nell 'esercito d 'Italia e si battè a l comando cli una divis. .sul Mincio ( 1814). Aderl alla Restaurazione, e perì oscuramente nel 1815, an1'<:gando nella Senna.

1. O,., Ì a, OM,-

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Quesnoy. V. Le Q11emoy.

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La città di Queretaro nel 1867

Stretta di Q11ero. I:. forma ta da uno sperone roccioso del monte Cornelia , il q uale facendo descr ivere al Piave un ampio arco, lo costringe a passare per la stretta che prende il nome dal vicino villaggio di Quero. Ebbe parte importante nella guerra Mondiale durante la ritirnra dell 'otwbrc-novembre 1917. L a disperata difesa ivi faua dagli lrn liani, per mise il rafforzamento delle !incc di resistenza a sud, clv, furon<, poi mantenute per un anno intero e dalle quali ebbero inizio le operazioni della vittoria. Durante la bauaglia di Vittorio Veneto, la is~ cp. pontieri gc11<ì un punte a Pederobba il 29 ottobre, ponte che (u molestato d alle art. nemiche pnitate presso Q. Le truppe riuscirono tuttavia a varcar<: il tiumc, mentre le nostre :uti• glieric riducevano al silenzio le btr. nemiche. Fu pos~ibile

Questiéme. Armaiuolo francese del secolo XIX. Verso il 1862 costruì un massiccio blocco dì chi usura per fucile a retrocarica, che si apriv:1 dalla par te sin istra , conservando la piastra o cartella a percussione. La cartuccia di cui si serviva era quella Lefauchcux a spillo. Questore. Ogni ese rcito consolare, presso i Roma ni, aveva 11 11 Q. specie <l 'inten ckntc generale dcll'<:1crcito : a lui incombeva 1'obbligo di provvedere con requisizioni e con acquisti ai rifornimenti per il sostentamento delle truppe ; doveva inoltre tenere l'amministrazione cd evirare abusi in d anno dell'erario p ubblico . Istitui to originariamente a scopo fiscale per mornliz:,,are l'esercito, evitando gli arbitri, le l:1drcrie, e, di conseguenza, anche l'indisciplina, andò poco alla rnlta perdendo il carattere spiccatamente militare. Dai Q. vi ,i trassçro a volte i primi governatori delle provincie conquist:ue . Permanendo le legion i , nell'epoca imperiale, lungo tempo nelle sedJ t1:rritoriali, il Q. estese la propria in~uenza ed autorità sulk popolazioni civili.


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Qui

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Questo1'c (MC1ri11a). Nella marina romana esisteva pure il Q,, i l quale, conie q uello dell 'esercito, riceveva dal

Tesoro una <lata somma al principio d.i una campagna,

e con. ess« doveva far fronte alle spese. All 'cpoca de lla prima g uer ra Punica, troviamo quattro Q. della flotta: uno ad Ostia, uno a Rimini, uno a Calvi (Cales, fra Capua e Teano), uno a Taranto o a Brindisi. Erano chiama ti « classici quaestorcs » . Al pari di quelli dcll 'csercito, potevano assumere anche comando effcuivo di truppa. In questi casi as.su111cvano il nome di <( quaestor pro praetor » , e l'ufficiale che provvisoriamente li sostituiva si chiamava « pro quaestore ».

Questua. Il caso d i Q. da parte dei militari è ormai scomparso dagli eserciti, poichè le condizioni normali di vita alimentare del grega rio d i truppa assicurano che egli ha il vitto regolarmente più che sufficiente alla sua nurrizio,1c. In tempo di guerra, q1.pndo truppe o soldati isolat i, d opo giornate d i battaglia, si sono t rovar, dispersi, sprovvisti di cibo, e non raramt:nte in realtà affamati, è stata giustificala la Q. presso g li abitanti. Tuttal'ia quando l a Q. d ivenne un abuso furono p resi a carico dei questuanti m irn re disciplinari severissime . La storia delle guerre n:;poleonichc r icorda i « fricotcurs » che infestavano l e retrovie delle tolonne francesi in ma rcia , tanto che Napoleone 1 fece spesso fucilare i colpevoli. Ben d iversamente venne intesa ia Q. folta in casi di calamità o carest ia . In tali circostanze, per accordi intervenuti fra au torità civili e m ilitari la Q. veniva eseguita in forma ufficiale, e si , itiravano generi. alimentari, denaro, indumenti. ed oggetti diversi . Questura. Le relazioni dei milit ari colla Q. possono avere d ue caratteri <liversi. Il primo è quello che si r iEerisce a richieste d i truppa per servizi di P11bb/icC1 Sicu1·ezza (V.) . L'altro genere d i relazioni riguarda i singoli individui appartenent i alle forze• annate ital iane, per quanto · ha tratro colla condotta privata . I funzionari dell a Q. e quell i dell'autorità giud iziaria , per eseguire perq uisizioni, inte rrogato ri, pignoramenti, e qua lunque altra ·azione con~ tro un militare alloggiato in caserma, devo no o ttenerne il permesso, con opportuno preavviso, dal comandante del Cor po ir. taessato . Questi deve agevolare i funz.ionar i nel compimento del loro mandato; però in casi d 'urgenza i funz ionari di Q. possono p resentarsi in caserma anche senza preavviso, e il marcsc. od ufficiale di picchetto è i n obbligo di coadiuv,irl i, informan done subito il comandante deJJa caserma. l n tali casi j funz ionari <levono mostrare i documenti che li autorizza no ali 'operazione in caserma, cd essere accompagnali da due CC. RR. Gli uscieri del tribunale devono ottenere il permesso di fare un 'intimazio ne o notifica giud}z.iaria, permesso che i_n genere non

si può rifiutare. Non si può invece tollerare alcun aln o atto della Q., o giudiziario, che imp lichi l'allontanamento

de l militare dalla C3$erma , senza regolare preavviso al comandante . Qualora tuttavia fosse stata omessa raie importante formalità l 'autor ità militare 11011 deve ostacolare il corso dell 'azione giudiziaria, ma ne riferisce per gli opporluni provvedimenti al Ministero. Nessun militare in ser~ vizio attivo, anche se impurnto di un reato non mi litare, puq essere . arrestato, se non per ordine del proprio coman dante di corpo o d istaccamento . Questi non deve opporsi all'arresto qllando esiste mandato d i can ura rilasciato da ll '.a utoriti1 competen te . ln caso d i re,no flagrante gl i agenti ·di Q. possono arrcsrare qualu nq ue militare senza alcu na formalità di procedura. In Germa nia il m ilitare in servizio a ttivo permanente non p uò essere passibile d i arresto da

parte di agenti della Q., ma viene in genere giudicato da tribunali mili tari anche per i reati comuni.

Quiberon. Comune della Francia, n~I Morbihan. Piccola piazzaforte, con due porti. La penisola di Q., da cui il vil laggio prende i l nome, fu soggetta alle invasioni dei Normanni nel 940 e degli Inglesi nel 1746. F u detta « battaglia di Quiberon ,, (57 a . C.) quelia che più comunemente si chiama « battaglia della Loira » (V.). I. Combattimento 11a/lale di Quiberon ( 1759). Appartiene alla guerra dei Sette Anni. Allo scopo d i tentare una invasione in Inghilterra, il governo francese aveva radunato a Brest l>na squad ra d i 20 vascell i, due fregate e due corvette, comandata dal viceamrnir . de ConAans. Gli Inglesi , informat i di tali apparecchi, posero il blocco alle coste

La penisola e la b,i.ia di Quiberon

francesi . Sul principio di novembre del ,759, avendo una furiosa tempesta allo ntanato la squad ra inglese, il Conflans uscì da Brcst , cd avvistate il giorno 19 parecchie vele, credendo appartenessero alla d ivis . inglese . del commodoro Duff, già stanziata nella baia di Q., alzò senz'altro jJ segnale d r caccia gene rale. Quelle vele appartenevano in vece alla squad ra dcll"ammir. Ed oardo Hawkc, la qua le era forte d i 27 vascelli e sei fregate. Il Conflans ritenne ,,ertanto opportuno di rifugiarsi nel la baia d i Q. circonda ta da scogli e bassi fondi che ne rendevano pericoloso l'accesso. Sperava egli che Hawkc non si sarebbe ardito a seguirlo E, dentro, ma s'ir.gannò. L'an1mir. i11glese non si lasciò intimori re dalle difficoltà e dal rischio dell' impresa; alle due e mezzo dopo i l mezzogiorno l'avang uardia i ng lese as~;a}iva la retroguardia francese: ciascun vascello, lanciata la sua bord ata, p rolung0 la propria li nea insino a che tutta la squadra inglese si trovò a fronte di quella francese. Haw ke, montato sul (< Royal George n da 100 cannoni , accostò il " Solei! Royal » da 80, nave ammiraglia francese . I due vascelli si avvicinarono, 1na iJ (< Thesée )1 da 74, capitano de Kct"'iaint, intron1essosj, ricevette l 'intera bordata del « Royal George » ; lanciò egli pure la


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sua, m~, quando il ma re molto agitato entrò dai portell i della batteria bassa, s'empì d 'acqua e si somme rse : 20 soli uo1n ini !>i poterono salvare . lutanlO il com~)atti.mento si era cste.;o a tutta la linea; due vascelli francesi ammain::1 , rono bandiera, ma uno d i essi, venuta la sera, fu gettato <lai mare agitato sulla costa, e 1'equipaggio si salvò. Fattasi notte e infuriando il vento, l'ammiraglio Hawke con dusse !a sua squad,a a dare fon<lo a ponente del! 'isolotto Dumet. De Conflans, col « Solei! Royal », passò la notte ali 'ancora quasi in mezzo alla squadra inglese; spuntata l'alba tagliò le _gomene, e benchè il vascello non avesse danno di so,·ta , lo condusse ad investire su lla spiaggia d i C roisic e l 'abbandonò in preda alle fiamme. Due vascelli ing lesi 3ndarono sulle secche e vennero abbandonati . All'alba del 2r , otto vascelli francesi si diresseco a . Rochefort; altri sette emrarono nella Vilaine; uno si perdette all'imboccatura della Loira . Questa battaglia ebbe conseguenze imporcant i. L' Inghilterra fu l ibera ta da ogni peri-

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le armi. La legge era tassativa : tutti gli e migrati presl con

le arn1i alla mano su territorio fra 11ccse, dovevano essere fucilati. Hoche d ichiarò di non aver avuto conoscenza delle p romesse fatte, durante il com battimento, dal gen. Hun1bert, cd aggiunse che se le avesse conosciute, le avrebbe immediatamente sconfessate, come era suo stretto dovere . Personalmente c.ra incline alla cle1nen2.a ed inviò T allien a Parigi per ricevere gl i ordini dal Comitato di Sa lute pubblica; la risposta fu che la legge seguisse il suo corso; 711 emi grati furono così passati per le a nni nelle vicinanze di i\u ray, in un prato che ebbe e conservò il nome <li cc -Prato dei martiri ». A Londra questa carneficina sollçvò un grido d'indignazione generale e fu aspramente simproverata alla flotta la sua attitudine troppo passiva .

Quier zy (o Kierzy, sw·-Oìse). Comune della Francia, nel d ip . dcli ' Aisne. Il 14 aprile del 754 vi fu convocat a

La capirolnzione dei realisti a Quiberon ( 17g5)

colo d 'invasione; la marina della Francia rimase quasi distrutta e k colonie francesi in America, in Af~ica e nelle I ndie caddero in mano agli Inglesi. Il. Fazione di Quìberon (1795) . Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Al · pr incipio del ' ì95, gli emigrati rifugiati a Londra, incoraggiat i da Guglielmo Pitt, aveva.no creduto di poter profittare del le d ifficoli,\ in cu i si trovava b Convenzione, dopo il Termidoro, per tentare uno sbarco sulle coste francesi. La spedizione era <l iretta da Pu isayc, D ' Hervilly e Sombreu il, con l'appoggio dei Vandeani <li Ca<lou<lal. Lo sbarco ~bbe luogo nella baia di Q . sotto la p rotezione della squadra inglese dell'ammiraglio Warren. l i D 'Herv illy fu tradito da una parte dei suoi uomini. T uttavia gli emigrati erano riusciti

ad

impadronirsi del forte d i Penthièvre, che domin~ la penisola , ma il gen. repubbl icano !-!oche, che era accorso col gen. Humbert, la riprese, d i sorpresa, nella notte e gli emigrati furono ricacciar( nella st retta lingua di terra. Puisaye· riguadagnò la Aotta inglese, che si sforzò inutilmente d i proteggere il rimbarco degli ernignti. Il mare era grosso, il d isordine al colmo e le palle dei cannoni ing lesi J'{:Cavano danno tanto agl i e m igrati quanto ai re-

pubblicani . F u allora che il gcn . H umbcrt prom ise sa lva la vita a coloro che si fossero arresi: ci rca 750 u . abbassarono

da Pi!Ji Oo il Breve una dieta d i nobili e vescovi, alla quale assisti: il papa Stefano III. Pip ino vi prese l'impegno cl: scendere in · ltalia i n appoggio <id papa contro i Longobard i. - Nell '838 Carlo il Calvo vi renne una dieta, neHa qua le, per sua volontà, furono modificate le disposiz ioni testa1nentarie

icfi Carlo n1agno, cd egli potè unire

la Neustri:t ai . propri Stati. Nel!'877 lo stesso re v1 radunò un'altra d;eta, e Eece approvare d isposizioni in base alk quali i titolari dei feudi ottenevano per questi il d iritto d i trasmetterli ai loro d iscendenti . Da ciò derivò la potenza dei signori feudali, che cagionò guerre e contrasti ; i successiv i re di F ranci1 dovettero lungamente lor~

tare per c,incclbre gli effetti d i tale deliberazione.

Quiescenza. Voce derivata dal latino « quies ", significa riposo, giubilazione, ossia godimento di q uella tranquil lità e di quel compenso pecuniario (pensione) cui ha diri tto chi ha prestato lunghi e gravosi serv ig i alla pat ria. In realtà non è tale se non quando, per raggiu n~i limiti d 'età e contemporaneamente di grado e di carriera, il rnijjtarc ha diritto al riposo assoluto, Così avven iva nelle forze militari romane, fino dai tempi di Silla, tra il 92 e ]'87 a . C ., quando i veterani erano prosciolt i dal . servi.zio per avere raggiunti i 46 anni di età cd i 16 anni d i servizio alle arm i continuato. Lo Stato di Q., che, se non era


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compcnsat;i da assegno ,•italizio in danaro (pensione), aveva un premi" nel terreno regalato dallo Stato al veterano e suoi d iscendenti ne lle colo nie milita ri, non e ra un riposo assoluto. Da quell 'epoca, Rom a s'interessò sempre più d i assicurare ai propri ,·etcrani uno stato di Q. che garantis,e una comod a e reale vita di riposo, e creò successivamente numerose colonie m ilirnri. Auualmcntc in quasi tutte le nazioni lo stato di Q. passa attra,·erso successive fasi cli riposo. Dal servizio attivo permanen le, i l m ilitare <li carriera, quando ha raggiunto dctermina,i limiti <l'et/1 e di servizio, nonchè di grado, ,iene collocato io posizione ausiliaria; raggiunto da più alti limiti d'et:t passa nella riserva; non ha ancora però il riposo completo, pcrchè può venire richiamato alle armi per rerv1z1 tèn itoriali, od altri incarichi speciali; infine . raggiunti i limiti d'età fissati per la cessazione eia qu:dunque servizio, anche se si trova in condizion i fisiche cd i11tellettuali ottime, viene collocato in riposo assoluto. Non possono essere considerate di vera Q. le posizioni spec.iali cli congedo pro\'\'i<orio, cli aspettativa per moun privati, o· per sospensione dal! 'impiego, o per in fermità, sia derivami da servizio che da cause estranee ad esso, giacchè tali condizioni sono transitorie, e non possono oltrepassare <ert; limiti fissi stabiliti dalle leggi militari.

Quigini Puliga (Carlo Alberio). Amm iraglio, n. nd 1840, m. a Camogli nel 1914. Guardiamarina nel 1859, partecipò all'a,scdio di Gaeta e alla battaglia di Lissa. Venne p,o mosso contrammir. nel 1893 e viccammir. nel 1896. Sottosegretario d i Stato per la Marina dal giugno 1898 al giugno 1900. passò in P. A. od 1905 e nello stesso anno venne nominato scn:itore.

Quiliano. Comune in prov . di Savona, alla conlluc,na del Ro,·crossa col Quazzolo. Antico castello dei Del Carretto, passò alb repubblica di Genova nel 1227. Nel 1794, nelle sue v icin anze il gen. francese La 1-Tarpe fu battuto dagli Austriaci. Due anni dopo, sempre nelle sue vicinanze, gli Austriaci vennero a loro volta banuti <lai Francesi.

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stinguenàmi a Hochstadt (1;04) do,·e nmase ferito. Servì po, sotto il maresc . di Villars sul Reno. Fu infine nominato governatore delI' t\lvernia. Scrisse una vasta opera: « Storia militare del regno cli Luig i il Grande, re di Francia » .

Quinquagesimo (di ,ervizio militare). L ·avere prestato lunghi e buoni savigi nelle forze armate dello Stato cost ituisce u11 titolo di benemerenza, premiato in, Italia con speciali ricompense per anzianità di ser\'izio. Fra esse è quella raggiunta dopo i cinq111111 'anni di servizio attirn sono le an ni. Gli anni trascnrsi in g uerra sono calcolati come dopp; di quelli prestati ;n tempo di pace, cosicchè i militari che hanno preso parte a di,•crse campagne di guerra possono ragg iungere il Q. d i servizio in età non elevata. In gcucrc però, dati i lungh i per iodi di pace, diventa assai difficile percorrere in servizio effettivo cinc1uant'anni, e per conseguenza sono relati\'amcntc pochi quell i che vi possono arrivare . l.a maggior parte arrivano al Q. co l grado di generale in avanzata età, poco prima di essere raggiunti dai limiti fis.iati per restare in servizio. In Ita lia il Q. cl i servizio è premiato con la lHedaglia (V.) Maurizia11a. Anche nelle forze armate delle altre na1.ioni, il Q. <li servizio militare costituisce un titolo cl i benemerenza e viene premiato con speciali decorazioni; in ttlcuni Stati, inoltre, come. in Francia, in Germania, cd in Ing h ilterra , con panicolriri pensioni vitalizie, e precedenze nelle ccrimoni<' pubbliche. Quinquennio di grado. Nelle for1.:e armate italiane, gli ufficiali superiori cd inferiori, nonchè gli impiegati civili dipendenti dai Ministeri militari, con legge del 1882 venivano per ogni sessennio di grado beneficati da un aumento <lei decimo sullo stipendio percepito. I lunghi periodi di pace tuttavia, e le p iù <lispendinsc condizioni di ,•ira economica, suggerirono, imitando quanto già si facev3 nelle altre nazioni europee, di diminuire di un anno

Qulloa (o Kiloa). Antica città dell'ex colonia dell'Africa o rientale tedesca, in una piccola isola della costa d i Zanzibar. Al principio del sec. XVI era centro arabo fiorent issimo . Nel 1505 fu occupata dai Portoghesi dell'Almeida, il quale vi innalzò una fortezza. l n segu ito, d ivenne capitale di un piccolo regno musulmano, sono la dominazione dell' imano di Mascate, e raggiunse grande prosperità per la umrn d ei negri. Decadde quando fu soppresso questo tra ffico .

il per iodo d i tempo necessario per l'aumento del decimo dello stipendio. Ci,\ fu fatto nel 1904. Ll permanenza nello stesso grado per successivi Q. dà diritto ad aumenti per due, tre Q. ed oltre, purchi, però non abbia ad oltrepassa rsi mai cnl cumulo lo stipendio d el grado immediatamente superiore. :-Jd computo dei Q. di servizio si tiene conto soltanto per gli ufficiali del tempo che, in base alla legge sullo Stato degli ufficil li, è computabile per l'a,,anzamento e per l 'anzianità di grado; mentre per gli impiegati dei Ministeri militari si tiene conto <lei tempo che, a tenore di legge, è computabile per il conseguime nto della pensione.

Quincy (Carlo Sevù1, marchese d,) . Generale francese (1666-1723). Si battè - negli eserciti rii Luigi XIV raggiungendovi i! g rado di luogoten. generale <l'artiglieria e di-

Quinquereme (o l'emera). Polireme a 5 ordini di remi sovrapposti. Dato che il nerbo della flotta era cli triremi, su tale na~c ge neralmente prendeva posto il comandante

Schemi ricostruttivi di quinquercmc


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della f1octa. Sembra che le prime s.iano comparse nel !V secolo a . C . e che le abbiano costrui te i Cartaginesi. Non erano così maneggevoli come le t ri remi . Ne l 1529 fu a. Venezia costruita la « Q. Faustina » , dal nome di certo Vettor Fausto che la ideò e costrul. Essa prestò servizio fino al 1570, quando venne i nvestita da un fulmine che appiccò il fuoco al d<'posito delle murnz1on1.

Quintana. V . Accampamento. Quintanilla del Valle. Villaggio della Spagna, in prov . <l i Leon, nel comune d i Benavides. li .23 giugno 1810

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rifabbricato, ma Pandolfo Malatesta nel 1404 lo distrusse ancora e gli ,1bitanr; vi poterono tornare solo molti anni dopo, <1uandcr fto fatto ricostrn ire da l duca di Milano. Nel 1427 il castello, tenuto d a truppe d i Filippo Maria Visconti duca di Milano, fu assalito e preso dal conte di Car magnola . In seguito lo espugnarono il Piccinino, il Gattamelata e lo Sforza.

Quirinal e, Nave sussid iaria, d i 478 tonnellate, entrata in servizio nel 1915, radiata nel 1920.

vi a vv,::111e un combattimento tra il 28° regg. cacciatori, compomi d i Italiani , e ban de spagnuole, le quali vennero sbaragliate .

Quintini (Pietro). Generale, m edaglia d'oro, 11. a Ronu, m . a Terni (18 r4 -1865). Sottot. d ell'esercito pontificio, combattè nel 1831 contro gl i insorti d i Romagna a Cesena. Nd 1849, prese parte col grado cli ten. color. nello alla d ifes~ <li Rom a, rimanendov i ferito. Passato quind i nei « Cacciatori delle A lpi », partecipò come maggiore alla <ampagna del J 859, guadagnando a Varese la croce dell 'O. M . S. Entrato nell'esercito sardo , com battè ne lla campagna del 1860-61, g uadagnando la croce d i uff. del :·o. M . S. all'~ssedio di Ancona e q uella d i comm . dcllv stesso o rdine pe:· la repressione d i moti a Castdlammar~. Pa rtecipò quindi alla , lotta colllro il brigantaggio e comandando i l 40° regg. fanter ia meritò <li essere insign ito della n:ed . d 'oro ,, Per l' intell igenza, l'energia ed il valore spicgmi d urante tutta la campagna nel Cicola no e ncila Mar , ica, nel respingere. combattendo le bande reac,;ionarie (18~0 1861) » . Raggiunto il grado di generale, tenne per q ualche te mpo i! com ando deHa brigata « A lpi » . Quìntino Sella. Cacciatorped iniere varato dal Cantiere Pattison di Napoli nel 1926, lungo m . 83, largo m . 8,40; dislocamento tonn . 1150; appa rltto motore 35.366 cavalli;

Quintini Pietro

Quiroga Anto nio

Quiroga (Antonio). Pat riotta spagnuolo (1784-1841). Combattè w nrro i Frai1ccsi di Napoleone e nel 1820 fu con Riego a capo della Rivoluzione militare che costrinse i l re Ferdinando a concedere la costituzione. Divenne allora generale d i brigata e governatore de lla Galizia, e si battè nel 1823 ancora contro i Francesi. Poi emigrò, r itornando in patria parecchi ann i dopo in seguito all ' amnistia : ottenne allora la nomina di capitano generale a Granata. Quiroga Giovanni: Generale argentino ( 1790- 1835). Si battè contro gli Inglesi invasori d i Tlueno, Aires, poi si diede al brigantaggio e radunò bande che trasformò in milizie r pose al servizio d ei federalisti ottenendo da qu_esti il grado di .generale. Attaccò invano Cordoba ed estese la sua autorità alla regione delle Ande. Peri assassin ato.

Quistello. Comune in prov . d i Mantova, sul la dr. della Secchia e sulla d r. del Po. Apparten ne sempre a Mantova.

li cacciatorpcdini~re Quintino Sella

\'clocità miglia 38. Armamento gue~rcsco : canno ni 3 da 120, mitragl ier-e 1 da 40 e 2 da 6,5, tubi lancias iluri 2 da 533. Personale d 'armamento : 5 ufficia li e 1 20 uomini ci 'eq uipaggio.

Quinto al Mare. Frazione del comune d i Genova , già Aveva in antico un forte, smantellato nel 1814

t omunc.

dagli lnglesi di lo r~l Bentinck . Durante l'assedio di Genova del 1800, sulle montagne soprastant i a Q. si svolsero aspri combattiin enti era g li A ustr'J-1·ussi e Francesi .

Quinzano d'Oglio. Co mune in prov . di Brescia , in forte posizione su ll a strada da Cremona a J3rcscia . Nel med io evo aveva un castelk, ~he nel 1247 Enzio , figlio di Federico II, assed iò a lungo, dopo che ave1•a già subìto a lt ri assalti nelle lotte t ra G uelfi c Ghit.ellini . Più tard i fu n1olestato dai Crcmone'ii durante le

loro guerre cbn

Brescia. Il Pallavicina lo spianò completamente e venne

Combnttim;,uo di Quistello (15 settembre 1734). Appart iene alla guerra per la Successione di Polon ia. Dopo la battaglia di Parma, i F ranco-piemontesi, che 11011 e rano rjusciti a rngliare la ri tirata ai ncn1ici verso il Po, avev:1no finito per trincera rsi sullà Secchia , specialmente a Q., dove avevano lavorato con grande alacr ità per due- mesi. Sco tend0:,j orrnai sicuri, mandarono ài primi di agosto la massima pure della loro cavalleria, per ragione di sussistenza, a Reggiolo, Carpi e Modena. Da ciò era risultato un vuoto nell 'ala d r. , per riempire il quale ave.vano disteso la fa nteria, tanto che tra i bgl. e le brigate v'erano larghi intervalli . li ma resc. imperiale Kòn igseck, nuovo capo dell'esercito austriaco, decise di attaccare d i sorpresa un pu:1to debole d ello sch ieramento nemico e scel se il terreno a nord delle ca;e Caidclla, dov ·era t 111 vuoto d i 3000 passi. Egli decise 1·operaz,ionc con la luna piena, e il 14 scnem bre, tra le 17 e le 18, distribuì ai suoi gencr:ili i compiti . L'ala dr . (ID ép . d i grnnatieri e 15 bg!.) ava nzò verso 1a Secch ia a nord d i Q. Segui va U t\ ri.o calzo

di cavalleria (2 regg. di dragoni e 1 d i corazzieri) . li resto dell'esercito (24 cp. di granatieri, 2 0 bgl., 2 regg. di dragoni, 4 di cor azzie,·i e d-i ussari) condotto dal fcldm aresc. stesso col p rincipe di Wèirt1embcrg, mosse i n

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silenzio. e marciando a sr. venne alla cascina Gabbiar1a , ove formò tre colonne d1 fanteria e tre d1 cavalleria. Le sci colonne si mossero nelle prime ore del 15 settembre, in guisa da poter arrivare un'ora avanti giorno n 5-600 passi dalla Secchia senza che i Francesi se ne accorgessero. In pochi minuti la seconda e la terza colonna guadarono la Secchia a valle di Cavriano, sorpresero gli aHmposti nemici sulla r iva sr. e avanzarot\O contro l"ala dr. degli Alleati. seguite dalla quarta colonna, che a,·eva passato il fiuine a sua volta . I.a prima colonna a,·eva sbagliato strada varcando la Secchia dove l'acqua ,alirn fino al peuo dei soldati. Al rumore cnrsern alle arm i i posti francesi prc;~o la casa fortificata Gaidclla , quartiere del maresc. Broglie. T uttavia la casa fu conquistata .:osì p1esto. che il maresc. a stento pocè salvarsi da solo in veste da notte per una porta di dietro del giardino . Gli uAic;aJi e soldati addetti al comando (urono fatti pri ,,tionicri, e messi a •arco gl i equ ipaggi, l 'argenteria e la çassa. Alcuni ussari della. sesta colonna, passato alla svelta il corrente, arrivarono alracc,unpamcnto nemico insieme cogli avamposti fuggenti. si cacciarono tra le file delle tende della brigata Dauphin e ro,·esciarono i fasci dei fucili . I soldati, appena vestiti, si precipitarono fuori dalle tende, afferrarono i fucili che capi•arono loro alle mani e cominciarono a far fuoco; l'allarme si propagò alle truppe più lontane . La sorpresa fo tale, che le due prime brigate Oauphin e Champagne, più vicine ali 'alloggio del Broglic, non opposero quasi rcsistcnz.a, abbandonarono i loro cam pi nel massimo disordine, e corsero verso San Benedetto. La brigata Auvergne, accampata a sr. di quelle, lasci,ì pure i! suo campo e si ritirò indietro, sulb brigata du Roi. Oel resto una gran parte dei soldati e degli ufficiali era assente da! c,1mpo, sparsa nei dintorni, ed era no fuori grossi distaccamenti a far 'fascine. Quasi contemporaneamente alla prima colonna avevano traversato il fiume le çolonnc quinta e sesta. Quest' ultima s•imba ttè presso 8011danello nell'estrema ala dr, dei Francesi, la cacciò oltre il cana le la Parniigiana, poi ven ne ad acco,tarsi alla quinta colonna che intanto si era unita con la seconda, troppo tardi però per poter piom bare a momento opportuno sulle fuggenti brigate fra1)ccsi. Anche la quarta colonna tardò alquanto. ma pu re giunse a tempo per in.eguirc il nemico sbaragl iato.

Tosto che le sei colonne ebbero passato il fiume. il Konigseck riordinò le truppe in due schiere, ciò che richic.e a lquantu tempo. E il nemico si riebbe. Il marcsc. Coigny, appena udito l"allannc, era accorso verso Q.; vi.ra la sua a la dr , in fuga in diverse d ire7.ioni e il ccncro che stava per seguirne l"esempio, fermò la brigata Auvcrgne presso la ri,·a de!la Secchia, in modo da coprire l'accesso al ponte di Q. e l'appoggiò a dr ., con la brigata del Re; poi ;1vanzò con C$Se a fronte spiegato verso la Gaidclla. Il re d i S,1rdegna, rnpraggiunto in quel momento, ordinò alle altre hrigarc di seguire quelle due. Frattanto il Broglic aveva riordinato alla meglio le brigate Dauphin e Champagne e preso posizìone con esse cl ierro Tre Case e Trivellano. I tre regg. cli cavallcrh dell'ala dr. e la brigata Piccardia ~i riordinavano dietro la Parmigiana presso Hondancllo. Kiinigseck a,,an~ò ora contro la linea nemica cl,c stava formandosi, ma, dopo poche centinaia di passi, fermò le sue tru ppe d i qua çl3ll a via che conduce da Tre Case a Corte Nuova 1! Bondancllo. Alcune cp. di granatieri, schierate a li 'ala d r. dietro l'argine della Secchia mosch~ua,·ano di fianco la linea nemica cor, tale efficacia, che il re. 1·isto lo scoraggiamento delle truppe ancora stordite dalh sorpresa, o,d inò d i non aspettare I·attacco degli Joriper ia!i

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Quo

e ritirarsi d ietro i p rofondi canali Fossa Spu1ella Nuova, Fossa Spazza, Fossa Madama, i quali, correndo quasi pa1allcli <bi w latore Zara alla Secchia, cagliano la pian ura di San lknedetto. Ai tre rcgg. di cavalleria dell'ala dr. e alla brigata Piccardia presso Bcmdandlo, mandò l'or • dine d i mettersi in :11arcia per G uastalla, ove giunsero alle , di sera, dopo 8 ore di cammino. Ciumo col grmso ,lelle forze a Q. il Konigscck vide che il nemico raccoglieva le sue truppe lungo la Fossa Madama; ma. esscn<lu k sue truppe spossate da circa 15 ore di marcia e con,bttimcnto e dal gran caldo, si fe rmè, a Q. a d ue m iglia appena da! ncn:ico. I Franco-Piemontesi acc:in1parono davanti a San Benedetto, lungo la Fossa Madama, con l'ala ,r. alle rnreratte dei canali sboccanti nella Secch ia, forrifi( ate e n,unitc di artiglierie, e la dr. e•tesa sino alla via Longa , coperta a risvolto (fronte a sud) dalle brigate Champagne e Dauphin e <la due regg. d i dragoni piemontesi. La perdita degli Imperiali ammoutò a circa 400 tra mort i e ferit i, quella dei Franco-Piemontesi di circa 6oo morti e feriti e un migliaio d1 prigionieri, tra cui buon numero d i ufficiali: inoltre 75 cannoni, 55 mortai e una quantid di munizioni e fucili. Quasi tutto il campo degli Alleati e gran parte del loro bagaglio r imase in potere degli Imperiali. Poch i giorni dopo gli Imperiali davano ,. perdc,•ano la battaglia di Guastalla.

Quoram. Piana del Tigrai, che ha dato il nome a una I-attaglia combattuta fra il dcciacc Abrahà, capo del Tigrai, e ras Abatè, inviato con un c,erciro da Mcnclik a prendere il comando della regione . Abrahà non volle ubbidire, e affrontò Abatè, ma ne venne completamente sconfitto e ri mase prigioniero (9 ottobre 1909). Quosdanovic (Pietro vo11). Generale austriaco (17381862). Partecipò alle guerre della fine dd secolo XVIII contro i Turchi e contro i Francesi; nel 1796 battè la divis . S:,uret a Salò e prese Brescia . Battuto a Lonato, si riunì poi al Wurmscr, e si r itirò a GoriJ.ia quando il suo comandante si gettò entro l\-fantova. Agli ordini dell'Alvinzi tentò invano con lui d i liberare il \Viirmscr; poi si l:auè (1797) a Rivoli, e dopo le sconfiHe austriache "enne collocato a riposo. Quota (Topografia). Le altezze dei ,·a ri punti sul livello del mare sono riportate, nelle carte topografiche mili tari, ron indicazioni numeriche (quote): con approssimaz10nc di ± metri 0,50 per le quote trigonometriche, e di ± n1 . 1 ,50, per le q uote topc,g rafiche. Le prime sonu segnate a fianco del piccolo triangolo ;ndicamc il pun10 t rigonometrico, o a l margine dell'abitato, quando il mangolo è nell'interno di esso. Le ~ltrc si segnano nei punti topogr,1lìcamentc caratteristici, determinati sul terreno ron speciale r,recisione e sicura'l1ente i ndividuabili su di esso. l'er , ponti, strade o ferro, ie, si riferiscono al piano stra• dalc; per gli argini, alla som mità se ivi è posto il punto grafico; per i po:,zi, al terreno presso la bocca; per i corsi d'acqua, al fondo emergente nei correnti, aUe prese d'acqua, alle aperture dei canali, :•Ile confluenze a fonde> <cmi-sc'>pcrto; mai al pelo d'acqua. Le Q. barometriche dei laghi ~ono riferite al livello medio del mare; se souo tale livello, w no precedute dal segno « meno ». La curva d i quota zero è segnata a tratti più grossi . Il segno « meno " i: posto nelle depressioni chiuse, e anche in quelle aperte, quando, dall'andamento m olte, tortuoso delle curve d i li,•ello, le cavità del suolo non siano prontamente riconoscibi li da lle dorsali: cosl, sp~sso, nei ter ren i carsici. Le Q. <0110 sempre scritte in senso orizzontale, meno quelle inserite nelle curve d i livello . di cui seguono l'andamento.



R. Tipo di dirigibile inglese, costruito nel 1930 dalle officine militari di Cardington . Capaci tà mc. 141 mila, lunghezza 1n .

2.20,

diame tro .. 111. 40, al-

tezza m. 42. Velocità, data da 5 motori, 112 Kmh . , raggio d 'azione Km. 6440 con carico d i tonn. 150. Raab. Aiflucnte d el Danubio: nasce oella Stiria e scorre in Austria e in Ungheria termin ando il mo corso d i 255 ·Km.' presso Komorn . Alla sua foce è siruata In città omomma (ora Gyor), già forrjfìcata, sulle rovine dell'antica Are.r.bo11a, chiamata poi Ja11rìnut11. Prendono il nome di R. parecchi fatti d 'armc.

sione era stato incaricato d all'imperatore d'Austria il conte Heister. Questi incontrò i ribell i sulla Raah, e schierò le sue truppe

(1600

fanti e

2000

c avalieri con

10

cannoni),

di fronte alle forze nemiche : la cavalleria ungherese avanzò subito e avvolse gli I mperiali, che ~lovcttcro far fronte da ogni lato agli assalitori. L'a rtigEcr ia fece un vivo fuoco cui i ribelli r:sposero colla moschetteria ; dopo un 'ora e

mezzo di combattimento, la cavalleria imperiale Jnosse

all'assa lto; i ribelli si dettero alla fuga ; molti caddero sotto il fuoco della fanteri a e dei cannoni di l Jcister. Le per<lite ungheresi furono fatte ammontare dagli Imper iali a 3000 u. con tro appena roo dei loro; vennero inoltre presi tre cannoni.

I. Battaglia di Rnab (805). Appartiene alle guerre d i Carlomagno contro i Barbari. La città era capitale degli ,\vari, j quali jnfestavano specialmente la 1'.foravia e la ·Boemia. Essi raccolsero le loro forze a R. ali ·~vvicinars i dell'esc, ci,o di Carlomagno, rna non ne sostennero l' uno e ari.darono completamente disfatti. I l dirigibile inglese R 101

li. Battaglia ml/a Raab (1664). Appartiene alle guerre

dell'Impero contro i Turchi. Durante la guerra di Canrlia, questi ultimi fecero una diversione penetrando nell'Ungheria, con un esercito di 70.000 u., contro il quale marciò il Montecuccol i con 15.000 Austriaci, 9000 Tedeschi, 6000 Francesi . L ' urto avvenne il 1° agosto, sulle rive del fiu me dove i Cristiani si erano rafforzati al i.a meglio in poche ore. I prim i urti furono favorevoli ai Tmch i, i quali fulminarono con le artiglierie e sgom inaron9 con i Giar.Jlizzcri alcuni regg. del Mcntccuccoli. Questi, alla testa <li tre rcgg. di fanti e due d i cavalli, frenò l'impeto degli assalitori e li sbaragliò, ,-jstabilcndo la situazione e riord inar1do k proprie schiere, scompigliate dal primo impeto nemico. Si combatteva ormai da sei ore; i Turchi accennavano a fortificarsi sul posto, ma il Montecuccoti non ne lasciò loro il tempo, e, raccolte tutte le forze d isponibili e le riserve ancora intatte, le lanciò sul nemico. La resistenza di questo fu vinta dopo feroce lotta, nella quale 6000 Turch i rimasero massacrati, e molti periro110, fuggendo, annegati nella Raab. In rutto le loro perdite ammontarono a 16.000 u. Degli Imperiali perirono 1600 soltanto nella seconda parte della battaglia. Quasi tutte le artiglierie dei Turchj caddero nelle mani dei vincitori. l i Mon tecuccoli fu p romosso tenente generale.

Ili. Combattimento sulla Raab (r3 giugno 1704). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna, cd è una delle azioni contro i ribelli ungheresi, della cui repres-

IV. Battaglja sulla Raab (1809). Appartiene alle guerre rlell' lmpero francese e fu com battuta fra le truppe dell'armata d 'Italia, agli ord in i del vicerè Eugenio, e i corpi riuniti èegli arciduchi Giovanni e Giuseppe d'Austria, che concorrevano alla d ifesa del suolo austriaco e alla protezione della capitale, di fronte ~Ila duplice invasione proveniente dalla l inea del Danubio e dalla fronte giulia. I residui dell'armata dell 'arciduca Giovanni e delle forze del Tiro10, rinforzati <lai repart, organizzati in Ungheria, costituivano un insieme <li circa 50.000 u. (,p bgl. e 66 sqdr.) che eransi disposti sulle alture che coprono la città di R . da sud-ovest, con la dr. al fiume e la sr. appoggiata a vari villaggi resi forti dalla prossimità cli paludi e coperti eia una massa di 56 sqdr. Il viccrè:, con 52 bgl. e 64 sqdr. (36.000 u .) giunse a contatto dell'avversario il 13 gi11gn0 ed iniziò l'attacco il giorno d opo. Con grande tenacia gli Austriaci difesero i villaggi c solo verso sera iniziarono la ritirata in direzione d i Komorn, inseguiti sino al cader della notte, lasciando sul terreno circa 4000 u. e perdendo i 500 pr igionieri, mentre i FraJlcesi, ad onta dello svantaggio iniziale, non ebbero perdite super iori ai 3000 u . Nella battaglia si distinsero particolarmente j\ 1<> e. il 3° regg. di fanteria italiana, e i tre regg. d i cavalleria, pur~ italiana, 280 dragoni, d ragoni della regina, dragoni della Guardia reak, i quali fecero da soli 800 pri-


I RAA

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_gionieri. Bonfanti vi guadagnò il grado di gen . di d i vis . e Zucchi quel lo d i gen. di brigata Il g rosso dcli 'armata d el vicerè r iprendeva l 'avanzata l 'indomani, me ntre la <livis. badese, agli ordini del generale Lauriston, accingevasi all'investimento del la piccola

372l 'assedio di Komorn. li gen. Klapka che, rlopo la sconfi tta su blta <lai Georgey sotto k mura . d i Komorn sL era r inchiuso in questa fortezza pe r provvederne la difesa, vi fu assediato da un corpo austriaco comandato dal gcn. Czorich. li 3 agosto il Klapka, esegu ita un 'uscita in forze dalla città,

riusciva a battere il gene rale avver~a rio e

a

rompere il blocco della p iazza in corrispondenza dell 'isola d i Schiitt; passava q uindi sulla d r . del Danubio e occupava d i sorpresa R., prendendovi 30 cannon i c grandi q uantiti d i viveri e mun izioni, mentre lo Czorich er.a cos tretto a ritirars i sotto la protezione del canno ne d1 Presburgo.

Raaslof f (V<ildemaro). Generale danese (1815-1 883). Sot totco. d'art. nel 1838, fece le campagne d 'Algeria <lai 1840 al r 842. Nel 1848 ideò una ca rabina a bacche tta che però non fu adottata . Partecipò a lla gue rra dei D ucati. del x8491850 e poi si dedicò all'ingegneria civile; nel 1866 fu 110· minato .n-,inistro del la g uerra e f:cce approvare un progetto di riorgan izzazione dd l'escrcito; venne lncaJic.ato contem.

poranearnentc d i reggere il m in istero del la marina, e si d imise nc 1 1869 essendo stato respinto un suo progetto <li vendi ta dei possedimenti coloniali.

L1l fortezza cli R aab nel 1 809

piazza d i R., presidiata da circa 4000 Austriaci al comand o del gen . Scchy, i quali fecero buona resistenza, ma, dopo vi vo can ~oneggiamcnto durato una settimana , f urono CO· stretti alla resa . Il 24 la città era occupata e la maggioranza delle truppe poteva riunirsi alle forze dei viccrè, chiamate da Napoleooe a convergere verso Vien na per partecipare alla fase r isolutiva della campagna. V. Combattimento di Raab (28 giugno l 849). Appartiene alla guern di r ivoluzione ungherese ed avve,rne tra un corpo ò ro.ooo Ungheresi, comandato dal geo . Poltcnbcrg, e l'esercito del m aresc. Haynau che, con 60 mila u. e 150 cannoni , dopo la battaglia d i Pcred marciava per la dr. del Danubio verso Budapest. TI comba ttimento fu in iziato vers 1 Je ore 12; il <listacr.:~une;lto ungherese, attaccato da. ogni pa rte dalle soverchia nt i forze <lei nemico, sostenne bravamente l 'tu:to, ripieganrlo poi passo " passo, finchè verso sera g iunse sul ca1npo cl i battag lia il gen. Gcorgeyr i! quale orrlinò e diresse la ritirata su Komorn. 1

VI. Presa dì Raab (3 agosto 1849). Appa,ticne al la g uerra d i rivoluzione ungherese_ e rapp resenta un episod io del-

Rabah. Agitatore musulmano ( 1846-1900). Radunat3 una banda d i partigiani , abbandonò le r ive <!cl N ilo, dove era stato al seguito d i Zobeir pascià, e si spinse fino al lago Ciad, saccheggiando e uccidendo nel suo passaggio . Si creò uno StalO sulle r ive del lago, ed entrò ocl 1?98 in lotta con i Francesi, ai quali tenne testa per q ualche tempo, ma in fine fu da essi scon fitto cd ucciso. Rabat. Città mar ittim a della costa atlantica del Marocco, alla foce del Bu-Negreg. Una casbaa fortificata p ro• tegge la città dalla parte di terra e d i mare. A 2 Km. d i distanza si trovano I.e rovine dell'antica cinà canagirrcse Sehla, che divenne poi la romana Chella. Nel 1755 SidiMohammcd l 'assed iò e la prese dopo una tenace resistenza, ne smantellò le fortificazioni e la riunl al! 'impero del Marocco.

Rabbath Ammon (o Rabbatmna11a). Antica città cieli' Arabia, capitale degli Ammoniti, nella Palestina, oltre i l Giordano . N el IX secolo a . C . venne presa agl i Ammoniti dagli Ebrei d i Davide dopo assedio, mediante un dccisi,,o assalto . - Nel 218 a. C. fu di nuovo assediata, per opera d, Antioco r·e di Siò a, il quale riuscì a costringerla all a resa soltanto quando pot~ im pedire ai difensori I 'approv-

Battaglia sulla Raab ( 1809)


:,,

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RAB

373

vigion amen to <lei! 'acqua, essendo an<lati a v uoto tutti ren tativi di assalto.

Rabbi (Carlo). Generale <lei carabinieri, n. nel 1864. Sonot. <li fanteria nel 1883, (u in Eritrea nel 1887. Pas.sato nei CC. RR . nel 1890, partecipò alla guerra .contro l'Austria. Colo nnello comandante la legione di Cagli~ri nel 1920, fu collocato in P. A. nel 1922 e nel 1928 venne promosso generale d i brigata dei carabinieri nella r iserva. Rabn itz. F iu me dell'Ungheria, affluente della Raa b. Su lle sue rive si combattè nella p rimavera del 1271 una battaglia fra gli Unghe resi, comandati da l loro re Stefano V, e un eserci to aust ro-boemo, àl com ando d i Ottocaro II d i Boemia. Quest 'ultimo voleva vendicarsi d i un 'invasione di Ungheresi nei suoi Stati, avvenuta nell'anno preccdeme, ma fu scon fi[{O per opera specialmente dell a super iore ca• va llcria ungherese. Rabutin (conte Giovanni Bu.<sy). Generale austriaco ( 1642-1717). Si d istinse nell'assedio d i Vienna del 1683 e nella campagna <lei 1685 . Raggiunto il grado di magg. generale combattè sul Reno, e nel r691 in Italia sotto jl principe Eugenio. Comandante in Traosilvania fino dal 1696, partecipò alla battaglia di Zenta. All'epoca della sollevazione <li R akoczy (1705), si bauè• a lungo contro ribelli e infine riuscì a pacificare la Transilvania . Racagni (Lodovico). Generale, il . a Novara, 111 . a Roma (18_29- 1914). Volontario del genio nel 1845, d ivenne sotto t. <li font~ria nel 1848 e passò poco dopo nei g ranat ieri. Partecipò alle campagne del 1848-49, 1859, 1866 e a S . Mart ino meritò la mcd . d 'argento . Comandante il 4° regg. fanteria nel 1866, fu colonnello nel 1867. Comandante la 4~ brigata di fanteria nel 1877, fu promosso magg. generale nel 1878 e nel 1881 passò a conundare b briga ta Aosta . Nel r884 andò in P. A ., nel 1891 passò nell a riserva e nel 1895 Yi fu promosso tcn. generale.

« Fulgido esempio d i fermezza, d i coraggio e di ogni più eletta vi rtù militate, quale comandante d i una sezione rnitraglieri, operando d i propria inizialiva, seppe tener resta a forze oerniche d i gran lunga superiori. Fcriw ben tre volte in breve tempo, rimase al proprio ;j posro, rinunciando a farsi me<licare. Ferito una quarta volta alla gola e portato al posto d i soccorso, non appena medicato tornò sulla linea d i combatti•

mento, ove con mirnbi1e e roismo, manovrando egli stesso un 'arma, inflisse ingenti perdite all'incalzante avversario. Mentre in ta l guisa eroicamente oper

Racagni Paolo

rava, venne nuovamente e mor-

talmcmc colpito. Spirò serenamente poco dopo » (Selletta Vodice, 19 maggio r917).

Racchetta. Artifizio d i guerra, di facile im piego e d i poco costo, <lesrinato a p rodurre una viva e temporanea illuminazione, oppure a fornire segnalazioni luminose a colori. Risulta costituit a da tubi di cartone rinforzato, contenenti una carica di lancio cd il cosiddetto bengala. L'accrnsio□c si effettua med iante uno strappo dato ad una cord icella situata nella parte bassa <lei cubo, il quale va tenuto leggermente inclinato. Durante la guerra furono largmnente adoperat i i tipi seguenti : a) Racchetta ill«mina1Jte mod. Po111a : il benga la, composto d i nitrato di bario, allun1inio e gomma lacca, veniv:r lanciato :1 circa 150 m . cli

d istanza dcterm.i nando una intensa illuminazione di una zon a di terreno di circa 100 metri di raggio: era impiegata dalle vedette e d ai reparti più avanzati , per rapide osservaz ioni del terreno ; b) Raccl1etlt1 illuminante a paracadute: costituita da un bengala fornito <li paracadute d i carta giapponese : determ inava una il.l umina iione di 1ninore intensità

Raçag-ni Ca m ilio .· Generale, n. a Possano, rn . a Torino ( 1838- , 915). Sottot. d i fanteria nel 1858, partecipò alle camt>agne del 1859, 1860-61 e 1866. Colonnello cornan- · dan te il 69~ fanteria nel 1884, fu collocato a r iposo nel 1892. 'ìel 1895 f.u promosso magg. generale nella riserva .

Racagui Felice. Generale, n . e m . a Torino ( 1839-1919). Sotto1. d i fan teria nel 1857, passò poi nello S. M. Co mbattè nella campagna <lei 1866 e vi meritò la med . d 'argento. Colo nnel lo nel 1880, comandò il 10° bersaglieri. Nel 188c, passò al comando del corpo d i S . M. e fu addetto m ii. a Parigi. Magg. generale nel 1887, comandò la brigata Savona. Ten . ge• nerale comandante la divis. mii. Racagni Felice d i Verona nel 1893, fu nom inato p residente <lel tribunale di guerra e marina nel 1897 e nel 1904 andò m P. A. venendo nom inato senatore.

t

Racagni Paolo. Medag lia d'oro, n . a Panna, caduto al fronte (1888-1917). Studente d ' ingegneria nel Politecnico d i Torino, volle esser soldato non appena scoppiata la g uerra del 19 15. Sotto t. e poi ten. nel 3" regg. alpin i, si distinse in numerosi combattimènti, finchè, con la morte gloriosa, nel la decima battaglia dell 'Isonzo, meritò che la sua memoria fosse <sJOorata della massima r icompensa al valor

militare. La motivazione dice:

<lella precedente, ma d i maggiore durata; e) R acchella da _r;eg11alazion.e a colon~: <li due tipi , giallo.rosso e verde,

serviva per segnalazioni ~~ distanza . N ei tcrnpi passat i, la l<. fu detta dapprima Roccherta, perchè fatta a somiglianza della rocca, o can nocch ia: asta d i legno, capocchia rigonfia, pennacchio d i stoppa incend iaria. Furono lanciare con balcstJe nel medio <::VO, e più rn rdi con armi da (uoco . La R. poteva es.sere luminosa, o incendiaria, o m icidiale. Fu detta poi R azzo (V.), sebbene questo fosse propriamcillc la parte incendiaria o j llu· minante o esplosiva d i tutto j! complesso. Nelle guerre del -scc. XIX le adoperarono come armi offensive special • mente gli Austriaci, i quali ne ave,vano costituito speciali batterie> seJvite da te rat,chettieri )) .

Racchia (Paolo) . Generale , n. a Benevagienna nel 1789, nel 1849. Te nente nelle truppe d i m are della repubblica genovese, fu t rasferito poi nelle truppe d i terra; frequentò la scuola politecnica, e passò alle costruzioni navali e si trovò ad A nversa assediata dagli Alleati. Ten. del genio nell'esercito sardo nel 1814, raggiunse il grado d i colonnello nel 1B33. Membro del consiglio del genio mii. nel 1836, fu presidcin e di <letto co11siglio nel 1838 e nel 1839 lu promosso magg. generale . Fra le sue pubblicazioni : " Sommario analitico dell'arte della guerra»; « Considerazioni mii. sugli stati di terraferma d i S . M. e sulla difesa del Ducato <li Savoia » . F u anche deputato per Alba nella I legislatura.

111.


RAC

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Racchia Carlo Albertò . Ammiraglio, figlio del precedente, n . a Torino, m . a La Spezia (r833-1 896). Guardiamar ina nel 1852, prese parte alle campagne del 1855, 1859, 18601861. Fu presidente del Tribuna le m ii. marittimo dc La Spezia nel 1875-76; addetto navale a Londra nel 1880-81; poi, promosso contrammir., presidente della Commissio ne esperimenti d'art. a La Spezia; nel 1884 andò come segretario generale al Ministero della marina . Durante le sue lunghe navigazioni, concluse un trattato col Siam e uno con la Birman ia. Comandò la squadra attiva e il d ip. tn?r , de L a Spezia. F u sottosegretario d i Stato per la Racchia Carlo Alberto Marina nel r 887-88 e Ministro nel 1892-93. Infine comandò la squadra <li riserva e morì a bordo della « Lepanto ». Era staro deputato per Grosseto nelle legislature XV, XVI, XVII, e fu norninaro senatore nel 1892.

Raccoglitori. F inchè g li esercit i furono composti in parte di mercenari, si ch iamavano /?.. coloro che si incar icavano di reclu tare le milùìe: quando gli Stat i adottarono gli eserciti stanziali questa specie di et impres9ri )> scomparve. I Francesi li ch i(lmarono (( racoleu rs )L Raccolta. Segno dato colle t rombe e coi tamburi ai sol<lati èi raccogliersi sotto la propria insegna. Questa pa• rola i i adopcr:1 tanto nel signi ficato cli ritirata dalla battaglia o dal combattimento, quanto in quello di riun ire i soldati ,parsi o sbandati. Suonare a /?.. sig ni fica dare il segnale ai soldati di raccogliersi in luogo determinato, cd anche.: ilei quanicri od a1le insegne . /?.accolta. l': operazione che l'organizza tore m ilitare svolge sul personale e sul materiale . Sul personal e si effettua med ian te il reclutamento, regolato da apposita legge che ne stabilisce i più piccoli particolari d'applicazione. Su l materiale l'operazione d i raccolta è dipenden te dalle necessità ordin~rie del le eruppe e delle presumibili esigenze d i mobil itazione. Il materiale 'r accolto v,enc poi ripartito opportunarnentc su l tenitorio, e conservalo in magazzini e deposiri dis locati a seconda delle esigenze di mobilirnzionc cd operative. Occorre evit axe che il materiale raccolto in . \·cechi, e pertanto esso deve essere strettan,enle comm isurato al bi:ogno ed opportunament~ controllato e rinnovato.

Raccomandazioni. L'indirizzo de li 'educazione morale m ilitare, basato sulla pecfctta irnparzialità nel giudicare il valore ed i meriti dei singoli indi_vidui, esige che ognuno de: gr egari abbia piena fiducia in sè stesso e nei propri superiori, ed abbia la sicurezza che a nulla ser vono nella carriera e vi ta militare le R. A tale scopo non solo sono di mac.~im,, proibite le R., m a dagl i stessi regolamenti vengono considerate come vere e proprie mancanze d isci plinari . Sono anzi state ema nate severe disposizioni a carico dei raccomandati, e se eventua lmente fossero in corso da parte degli stessi domande regolari per ottenere trasferimen ti o destinazioni, esse vengono annullate .• Natura lmente non si possono considerare alla stessa stregua le /?.. che vengono latte da alti comandanti, i quali desiderino di avere ai prop ri ordini, particolarmente q uando t rattasi di costituire Stati Maggiori, ufficiali , sottufficiali e gra duati di truppa conosciut i. 1n tali casi anzi i Minister i

374

RAC

competenti_. sapendo quanto valga per il buon funzionamento dei comandi l'affiatamento del personale addettovi, domandano preventivamente quali sono i desideri in merito dei designati agli alti uffici. ln passato, specialmente nelle nazioni rette da monarchie assolute, le R. ebbero una grande e perniciosa influenza sulla carriera <legli ufficiali, di cui pa recchi giungevano per intrighi di corte a comandi assolutamente impari alla propria competenza ed abilità. La rivol uzione francese e la democratizzazione delle gerarchie militari fecero scomparire molti abusi, e dar possibilità anche a chi non aveva alti appoggi d i raggiungere, col propcio valorè e con i propri meriti, gli al ti gradi.

Raccomandigia , Atto d i dare in custodia, o affidare alla protezione alt rui , una persona o cosa cara. Nei tempi passati cosl chiamavasi l'atto con cui i capitani d i ventura 1nettevano sotto la protezione del principe i propri domin'ì quando entravano al serv izio di lui, pel tempo che st mantenevano a sua disposizione (1 in aspeuo » , con la. p ropria compagnia. Così il principe, mediante una piccola paga fissa, teneva in pace accaparrata la compagnia per ogni caso di guerra , ed il condottiero godeva la protezione del principe o dello Stato per i propri domini. Racconig i. Comune in prov . di Cuneo, sulla d r. del la Maira . È residenza estiva della Casa .Regnante. li castello reale " bbe in origine carattere d , fortezza, di forma quadrata, con quattro torri agl i angoli e con fossi e spalti a ll'i11giro. Fu ridotto a ·villa nel 1681. Il paese appartenne dapprima a i marchesi di Susa, poi ai marchesi di Saluzzo. e in seguito ai princip i d'Acaia. Nel r456 Claudio d i R. strettosi in lega co) marchese d i Saluzzo, iuvase altune terre dei duchi di Savoia, ed allora le milizie di quest i marciarono contro R. e lo presern d 'assalto, saccheggiandolo. Nel 1533 i marchesi d i Saluzzo, che nuovamente si trovavano pad ronj di R ., ne fecero cessione alla Casa Savoia. Il re Carlo Alberto ,·i fondò un " Collegio pei figli dei militari » che venne sopp resso nel 1853 e sostttuito dal « Collegio militare d'Asti ». Raccuglia (Pit·tro). Generai,~, n. e m. a Santa Flavia (1854-1931). Sottot. nel 1876, raggiunse il grado di colonnello nel 1907, comandò il 13° fanteria e nel r912 fu collocato in P . A. l\fagg . generale nel 19 r j , ebbe nd 1923 il grado cl i generale <li divis. nella riserva . Rachaya (o Rasf(aja). Borgo della Siria, alle falde settentrioual i del rn. Hermon, non lu ngi da Damasco. Vi i: ancora una cittadel la coitruita all'epoca delle Crociate. Nel novembre 1925 vi era una guarnigione di 6 uff. e 260 u . di truppa francesi, agli ordini del cap. Granger : il 12 i ri bell i Drusi investirono il borgo e i Francesi si chiusero uclla cittadella. Per q uattro giorni si susseguirono gli assalti, che portarono alla conquista , da parre dei Drnsi, di meti, della cittadella . L'intervento d i forze aeree francesi, segulte da reparti di cavalleria e fanteria, liberò la guarnigiunc, che aveva perduto un cenrinaio d i u . ; gli assalitori si diedero all a fuga lasciando 400 u. sul terreno . Rachimidollari (Feriti). V . Midollari. Raclavice, Borgo della Polonia , a oriente <li Cracovia, presso Skalmierz. Ha dato il nome a un combattimento che ap partiene alla rivoluzione polacca dèl 1794. li 1° apr ile Kosc,usko partì da Cracovia con un esercito raccogfaiccio, prevalentemente costituito da contad ini armati di falci , e mosse verso Sk~lrnierz. Giunto a R . il 4, vi si sco11trò cor, un corpo russo agli ordin i del gen. Tormasov


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(~ bgl. d i fanteria, 2 rcgg. di cavalleria. 15 cam1oni. I Russi dapprima ebbero il sopravvento contro le bande polacche, ma, avviluppati infine dal numero, riuscirono a stento, e dopo cinque ore d i lotta, ad o perare la ritirata, abbandonando ll cannoni e buon numero di prigionieri .

Racolage. Parola adoperata in Francia al principio de! ~cc. XVIII per significare il sistema d i reclutamento in uso ,, quell'epoca. Il servizio militare .essendo allora completaniente voJcntario, per ricuperare i vuoti· che si verificavano nel! 'esercito in seguito alle perdite subìte durante una campagna di guerra, s i ricorreva ad ogni sorta di artificio

per attirar,: i giovani ad inscriversi. Nel periodo d'inter ruzione delle ostilità. che si stendeva generalmente dalfottobrè ali 'aprile di ogni anno, nel quale periodo le truppe prendevano i quartieri d 'inverno, un cer to numero d; uffici,1li riceveva un congedo regolare per andare a raccogliere reclute per ricostituire gli effettivi perduti durante la campagna precedente. Tale sistema vigeva presso a poco i n tutti gl i eserciti <lei tempo, ma era pronunciato n1agg iorn1ente in Francia, a causa della raggiunta unità statale e del prestigio e potere della monarchia . Gli eserciti d i quel tempo, non conoscendo il sistema delle r iserve e dei depositi, dovevano p rocedere alla ricostituzione nun1crica delle unità., nel periodo d i riposo. Parecchie ordinanze reali avevano stabilito i priucip, su cui doveva basarsi l'arruolamento delle ·nuove reclute, ma erano norme m olto generali e mal definite; jl governo lasciava q uindi ai reclutatori una g rande ch:sticità circa i metodi d i trovare soldati. Non era raro il caso d i arruolamenti forzati, per cui ufficiali senza scrupoli costringevano dei disgraziati ad inscriversi nei ruoli dcli 'esercito con m inaccic di morte e con la privazione della libertà personale. Erano anche visitate le prig ioni ed ai detenuti si offriva la commutazione della detenzione con un servi7.io a tempo presso le truppe; spesso senza tener conto della loro vo lontà, venivano senz'altro arruolati, eccettuati quelli condannati a pene in quel tempo ,·itenute infamanti. 1 reclutamenti forzati erano special mente usati con i vagabondi, con i 01endicanti, con i miserabili . con tutte le persone ritenute sospette di turbare la tranquillità pubblip. Più normale però era i l "sistema d i reclutamento fatto con una specie d i grossolana réclame , a mez zo d i affissi murali, d i ciarlataneria pubblica, con promesse m irabolanti di gloria, di ric:chezzc e d i benèssere della vita; molti giovani si lasciavano cosl attrarre da quella fantasmagoria di cose. Qualche volta il governo sconfessava i suoi reclutatori, ma quando le imper iose necessità dclJ"esercito lo richiedevano, dava p rova di grande tolleranza verso i sistemi che essi avcv:ino 4dottato per rnggiungere l o scopo.

Radaelli (Carlo Alberto) . Generale, n. a Roncade, m . a Latisana (,820-1909). Proveniente dall 'esercito dell"Emi!ia, passò in quello italiano quale colonnello primo comandante del 50° fan"teria nel 1860. Decorato della med. d'argento . per la presa d'Ancona , fu nominato nel 1862 comandante mi i. del circondario d i Salerno. Magg. generale coman dante m tl. della provi ncia ,li Palermo nel 1867, meritò, in occasione dell'epidemia colerica, la med. di bronzo dei benemeriti della salute p ubblica. Nel 1872 fu collocato a r iposo . Pubblicò una: <( Storia dell'assedio d i yenezia, negli anni 1848-49 » .

Radael!i Luigi. Generale, n. a Monza, · m. a Milano (1826-1906). A vent'anni fu soldato nell'eserciro aust riaco. Nel 1848 combattè come volontario nelle truppe lombarde e poco dopo passò nell"esercito regolare come ufficiale d i fanteria . Partecipò a tutte le campagne dell' Ind ipendenza

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e meritò h menzione o no revole a Castclfidardo e la med. d"arge nto all'assedio di Gaeta. Colonnello nel 1880, comandò i! 5° fanteria e nel 188i fu collocato in P . A. Trasferito nella riserva oel 189r , fu promosso magg. generale nel 1895.

Rtldaclli Giuseppe . Maestro d i scherma, n. a

Milano

(1833-1882). Fu soldato e poi maestro nel regg. Monferrato Caval leria; modificò la scherma portando il perno l'azione da! polso al gomito .

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Radagaiso. Condottiero german ico: 111. nel 406 . Fu luogotenente di Ala,ico durante la spedizione in Italia del 4or. Nel 404 R. radunò su l'alto Danubio un esercito considerevole di barbari, Svevi, Vandali, Borgundi, Alani, Goti, e penetrato jn Italia vi gettò i l terrore con i suoi saccheggi e i suoi rnassacri. Stilicone, generale dell 'im perator.c Onorio, assicuratosi l'aiuto di due capi barbarici, U ldino e Saro, l'obbligò a retrocedere sino a Firenze dove riuscì ad accerchiarlo. Ylolti dei soldati suoi vennero uccisi, un numero considerevole di essi furono venduti come schiavi: cd egli fu preso e decapitato: p;li avanzi ripassarono 1<: Alpi. Radda in Chianti. Conrn,ie in p rov. d , Siena, sul la cresta <li un contrafforte t ra le valli d i Pesa e d cli' A.rbia . Anticameme era munito d i castello e circondato da mu ra con due porte; fu in possesso della repubblica di Firenze, e- fino da! 1415 ebbe un vicario il quale era capo della lega elen i del Chianti . Durante la guerra de l 1478, mossa alla repubblica fiorentina da papa Sisto IV e dal re Fe•·d inando di Napoli , il castello, dopo la resa di Castellina in Chianti , venne invest ito dalle genti papali, p reso e dato alle fiamme. Nel 1527 era vicario di R. Francesco Ferruccio, il quale, alla testa d i poche gemi armate del suo vicariato, respinse le truppe che avevano i11\·aso il Chiant i. Raddoppìamento. Nell'antico esercito greco si d isling uevano due specie <li R.: uno d: numero· e l 'altro d i estensione. li primo genere cons,steva nel fare entrare era gE intervalli degli uom ini della prima fila gli epistati che era no distribuiti nelle altre file, oppure tutti gli uomini della seconda fila. Quello di estensione invece si operava, oltrechè raddoppi.ando il numero degl i uomini , 111chc col) ·occupare una estensione frontale doppia d i cerreno; ciò si otteneva con un mov imento analogo a quello seguìto dai nostri ~oldati al con1ando : « stendetevi >> . Raddoppìare (Addoppiare, Doppiare) . Dicesi delle fi le o delle r ighe dei soldati cli fronte o di fondo, e vale: far passare uno d ie tro l'a ltro o d i costa, gli ordini contigui di fronte o fondo, moltip licandoli così che diventino q uattro ,,e prima erano due. Il contrario è « sdoppiare ,, . Radente. Si disse del fiancheggiamento, nella fortificazione , che ebbe origine con le artiglierie, · ed era alto a conccnt.rarc i fuochi incrociati d inanzi a i saglienti e per ogn i dove nella campagna: raggiunse la perfezione nei tracciati bastionati. Il Rocchi sostiene che si può ravvisare un princ ipio d i d ifesa radente i n taluni dispositivi del l'antichissima fortificazione. Ad esempio, le strade innanzi alle fo rtezze non procedevano d i fronte alla porta, ma erano condotte obliquamente, per obbligare gli assalitori a passare per lungo tratto sotro le mura, a volgere su lla loro sinist ra ed a presentare i l fia nco destro non difeso dallo scudo . Lo stesso Rocchi cita come esempio d i difesa radente (seco lo XVI) la fortezza di Radicofani , in cui


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non <'Siste punto ,lei lerreno esterno che non sia barruto d a fuochi generalmen te incrociati. Nell'ant ichi1à, per fornire una d ifesa rndente, si costrusse spesso ai piede delle m ura, a qualche metro di distanza, un 1nuretto, merlaro o no, chiamato ante murale e più tard i barbacane, m urello che in alcuni casi era sostituito da una semplice palizzata . La difesa rl!<lente si o ttenne pure mecliante nicchie e gallerie ricavate nel la grossezza ddlc mura e alla loro base. Nelle opere dell'epoca moderna la d ifesa radente si ottenne colla falsabraga, o parapetto più basso aggiunto al piede della scarpa intcrn;a del ra111paro.

Rad et (Stefano). Generale francese (1762- 1825). Ufficiale nella g uardia nazionale nel 1789, fu nominato nel 1803 dal J3onapane comandante in capo della gendarmeria, che in special lllodo organizzò in Corsica, in Piemonte ed in Toscana . Nel 1809 ebbe l' incarico di cond mrc prigioniero a Savona Pio VJI . Per a,,er favorito il ritorno d i Napoleone da ll ' isola d'Elba, fu condannato, ma nel 1818 venne graziato. Radetzky (conte Giuseppe Venceslao). Feldmaresciallo austriaco, n. in Boemia, 111 . a Milano (1766-1858). Entrato nell'esercito nel t784, prese parte alla guerra contro i T urchi ckl 1788-89 e poi a quelle successive dell'Austria contro la Francia. Fu in Italia nel 1797, aiutante di campo del gcn. lkaul ieu; poi a Marengo col Melas, e venne promosso magg. generale 11el 1805. Per molti anni fu caJJO di S. M. ed in tale qualità partecipò alle g uerre del 1813-1 4-15 con1ro Napoleone . Nel 1831 e bbe il comando supremo delle truppe austriache i n l1alia e . nel 1836 fu promosso feldma rescial lo . Nel 1848, scoppiata la rivoluzione a Milano, rimase rinch iuso per cinque giorni nel castello, e il 23 marzo dovette lasciare la città ritiran<losi nel Quadrilatero . Il 27 maggio uscì <la Mantova cd affrontò le truppe piemontesi, ma dovette ripiegare . Dopo l'armistizio Di Salasco rioccupò la Lombardia. Nd 1849 fu cli nuovo in guerra contro l'esercito d i Carlo Albtrto che sconfisse a Novara . Govcrna1orc gen . del Lon,ba1do-Veneto, lasciò il servizio nel 1857. Scrisse un trattato sulle « lsiruzioni <LII servizio d i guer.-a della fanteria, cavalleria e artiglieria»; delle " Considerazioni su Ile fortezze i, e u11 ,, Esame sulla situaz ione mil. d'Austria (1828) ».

Radetzky G iuseppe

Radezkij Fedora

Radezkij (Fedoro Fedorovic). Generale russo (1820-1890). Nel 1839, ufficiale del genio, fu per lungo tempo nel Caucaso, nel 1849 divenne capo d i ~ - M. del gen . Rtidiger in Ungheria e nel 1860 capo di S . M. dell 'esercito <lei cosacch i di Tereck, col g rado d i magg. generale. N el 1868 fu promosso ten. generale, e nel 1876 comandante clell'Vlll C. d ' A. partecipando alla guerra russo-ture~ . Nel

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1877 ricevette il comando dell'a rmata del centro: il 9 gennaio J 878 foce prigionieri i Turchi di Scipka, ed il 22 gennaìo entrò in Adrianopoli . .Il 29 settembre r 778 tenne il comando del V C. d 'A. in Polonia, nel 1881 q uello de.i Granatieri in Mosca e nel 1882 fu nominato governatore genera le di Charkow. Poco dopo andò in congedo.

Radiazione dai ruoli (o Eliminazione). L'alto onore d i appartenere alle forze armate dello Stato 11On può es$crc mantenuto ali 'ufficiale che se ne rende indegno per gravi infrazioni alle leggi e regolamenti militari o per reat i i quali comportino la destituzione, e conseguente R. Q uesto radicale provvedimento è contempla to in lcalia da uno dei primi artièoli della legge sullo Stato d egli ufficiali ed è provocato dal comandante del corpo, il quale clcvc fare un particolarcggiàto rapporto sui motivi che lo consigliano, ,lireno per via gerarchica al Ministero della guarra . La l egge sopra citata enumera. j casi nei quali: l'ufficiale perde il grado, all'infuori d i quel lo che egli stesso vi rinunci per volontarie dimissioni accettate con decreto reale . Essi sono: r0 ) la perdita della cittadinanza; 20) una conda1111a per del itto a pena restrittiva della liberti! personale per un tempo maggiore di tre anni, eccettuato qualche caso contemplato dal C. P. comune; o per alcuni reati contro il Codice comune o quello d i commercio, che in tacchino la d ignità della divisa; oppure una condanna a pena restrittiva della libertà personale d i qualunque durata, quando vi sia congiunta la interdizione perpetua o temporanea dai pubblici uffici , e vi sia aggiunta la sottoposizione del condannato alla vigilanza speciale della .iulorità d i P . S . ; infine quando sia comminata la degradazione, destituzione, o d imissione forzata, come ptna od effetto penale, per reato preveduto dai C . P . militari; 3") la rimozio11e dal grado e dall'im piego, per i seguenti ir.ot ivi : offesa alla sacra persona del Re, o delle· persone della Famiglia reale, o del Reggente durante la reggenza; manifesuzioni pubbliche di opinioni ostili alle istituzioni fondamentali dello Stato; eccitamento alla disobbedienza alle leggi dello Stato e all'odio fra le classi social i: partecipazion, ad associazioni d irètte a scopi ostili alle istituzioni fondamentali dello Stato, od in evidente contrasto col giuramento prestato con1e ufficiale; mancanzecontro 1·0110.re, o g ravi contro il decoro della d ivisa e def grado, on•ero ahituale condotta antimil itare . L a R . può ;nche essere applicata per la persistenza nelle cause che mo tivarono sospensioni dall'impiego, Of>pure per nuove cause che facciano prolungare la sospensione stessa oltre l 'anno; ed a ltrcsl per negligenze abituali in servizio, o mancanze 1 gravi co111ro la d isciplina, che dimostrino nel colpevole la deficienza morale assoluta per continuare a manrcnc,re l'onore della ,liv isa. La legge su citata fissa come term ine per la perdita del gr ado e conseguente R. il giorno in cui la sentenza è d ivenu ta irrevocabile. Se· trattasi di sentenza p ronunciata in contumacia da Cort i <l'Assise, e da giud ici militari , essa ba effetto t re mesi clopo l'affissione della sentenza . Le disposizioni di questa legge si applicano anche ag li ufficiali in congcxio, i quali, specialmen te dopo l'avvento in Italia del Fascismo e l 'istituzione della loro Un ione Nazionale, sono più strettamente legati a quelli in S. E . P., e sono attentamente segulti anc.hè nella loro condo1ta privata. Nelle n azioni estere esistono in m ateri a· d isposizioni simili a quelle vigenti in Italia. Radia.~i:;ne delle 11avi. Il problema della radiazione dai· quadr i de! naviglio da g uerra è ancico quanto il naviglio stesso. Ma il problem a, nel! 'epoca nostra, si è imposto anche in rapporto ai progressi clella tecnica navale, poichè,


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se pure esiste in una nave la capacità di n;ivigare, a un certo momento è meno mata, o scom pare, la sua efficienza bellica. Disposizio ni precise a questo r ig uardo, per la marina italiana, risalgono al J875 (legge emanata <lai minimo Brin), riperute con modificazioni varie in leggi del 1901, 1903, 1907, 1908, 1912, e, infine, con legge del 1922. I lim iti del servizio effettivo per le navi d a guerra della marina italiana (analoghe sono le d isposizion i prese al r iguardo nelle marine delle al tre nazioni) sono così fissati: navi ,Ja battag lia di 1a e d i 2~ classe e corazzate costiere, 20 anni; incrociatori, esploratori, · torped iniere, can. noniere d i scorta, 15 anni ; esploratori leggeri, cacciatorpediniere, som mergibili , 12 anni ; motoscafi , 8 anni . L'età si calcola non dal varo della nave, ma dalla sua entrata in effettivo servizio. La R. d i una nave p uò avvenire anche prima del tempo stabilito, ove per avarie o eccessivo logorio essa d ivenga fonemeo.te sminuita nella sua efficienza bell ica . Le navi radiate possono essere adibite a servizi non militari, o cedute gratuitamente ad e nt i nazionali quando ne sia assicurata la destinazione ad asilo o all 'istruzione di minorenni 1 oppure vengono alienate.

Nel rraltato navale di Londra del 1930 la R. delle navi l· stata concordata fra le nazioni convenute nel modo se~

gue,uc: navi d i superficie da 3000 a ro.ooo tonnellate, 16 anni se impostate prima del 1920 e 20 anni se dal 1920 in pòi ; nav i <li superficie fino a 3000 tonnellat.e, 12 anni se impostate prima del J921 e 16 anni se impostale d a tale anno in poi; sommergibili , 13 anni .

Radiazioni. Al cli là delle onde ultracorte e delle microonde, prod ucibili con gl i attuali mezzi elettrici, esisto no R. oscu re, e R . visibili. Ment re quest' ultime, per essere capaci d i impressionare la retina dell'occhio umano, sono com prese fra i colori dello spett ro d al rosso al violetto, le altre, che lasciano senza alcuna sensazione I'occhio, sono « infrarosse», comprese al di qua del rosso visibile e confinanti colle m icroonde, e « ultraviolette ,,, estese olt re il violetto visibile sino ai raggi X. Le applicaz ioni militari delle R. visibili, allo scopo d i realizzare !. collcga1nenci, risa lgono ai tempi pil1 rcmoli; ne abbiamo fatto cenno parlando del servizio ottico e delle bandiere . L'incalzante progredire <ld la scienza ha voluto che anche nel ca:npo mi litare fervessero g li stud i attorno alle possibilità offerte dalle R. invisibili . Stabilito che queste non sono altro che perturbazio ni dell'etere cosm ico e che questa perturba~ionc può essere generala a mezzo <l'una sorgente luminosa, le osservazioni si sono sofferma te sul modo come queste perrurbazioni si propagavano. Diversamente orientati e spaziati secondo come la sorgente lu-

minosa si comporta, g li atom i della materia d i cu i essa si compone vibrano con ampia va rietà d i periodi . In conseguenza d i ciò l 'energia della R. si propaga, anzichè su un ·on da unica, su una gamma d'onde che d icesi spettro delle R. Infinite possono dunque essere le onde che vibrano per i ·ete re ed esse ,v iaggiano èn maniera p ressochè retrilinea. Quel le ultraviolette subiscono dura nte la propagazione notevoli processi d'assorbimento. Le R. oscure che appaiono meglio utilizzabili a scopo militare sono quelle infrarosse, le quali non subiscono che in minim a parte l'assorbimento per la presenza della nebbia. del fumo, ecc . ed hanno attitudine ad essere· concentrate in fascio per mezzo di appositi specchi ; possono passare auraverso speciali vetri , detti filtri, che ne regolano le trasmissibni visibili ed oscure; possono essere tradotte

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Ìn suono effettuandone la modulazione con l 'i nserimento d ' una corrente m icrofon ica ; possono r endere sensibili taluni preparat i chimici e perciò hanno aperto il campo delI'applic.azione della focogralia a d istanza; possono manifestare la presenza d i corpi intromessi nel loro fascio, lasciando aperto il campo della ricerca d i sbarrament i ed a ltro; possono provocare l'effetto fotoelettrico d i alcune sostanze, per cui gli appai-at i riceventi se ne avvalgono per trasformare le R. in correnti telefoniche ; possono provocare calore, luce, ccc. a d istanza. Sebbene la loro applicazione nel campo militare sia esperimentata con notevoli successi presso tutti gli esercì ti, ancora dobbiamo r iconoscere che 1100 vi sono esempi concreti che indichino in m odo definitivo quali proporzio1Ji potranno prendere in avvenire. Ceno -che esse, se- corrispondono ai progetti cd alle speranze degli scienziati, costituiranno la base dei collegamenti ideali. Attraverso la nebbia e invisibili all'occhio nemico, le comunicazioni potranno essere utilizzate con inusitata rapiditù e sicurezza. I collegamenti a filo ccl ottici sa ranno superat i d i gran lunga; la stessa Rad io costituirà un mezzo meno efficace, meno rapido e meno segreto. A proposito delle R. infrarosse si è detto che esse polranno, in un prossin10 domani, addirittura assurgere al1·importanza di arma, io quanto che esse hanno la fa. coltit <li provocare a d istanza aumenti di temperarura,. effetti fisiologici per organismi, u l altro . Nessun limite è posto al progredire della scienza : ma allo stato attuale delle rose le previsioni apocalittiche di catastrofi a causa d i tali R . sono a ncora nel campo della fantasia.

Radicati (di Robel/,i, conte Cado). Generale, 111. ad' t\ lessandria nel 1780. Ufficiale di fanteria, fu comandante d i Va lenza n el 1766, nel q uale incarico fu promosso colonnello nel 1771 . Promosso brigadiere nel 1774, ebbe il comando di Alessandria. - U n magg. generale barone Radicati diede il nome nel 1751 a un regg. cli fanteria austriaca.

Radicati Ant.onio. Generale, m . nel 1829. Ufficiale dr cavalleria , ebbe od 1788 il com ando della città e provincia di Ivrea e nel 1791 passò a comandare Savigliano. Nel 1792 fu promosso colonnello e nei , 796 brigadiere. Lasciato il servizio nel 1798, lo riprese nel 1815 col g rado <l i luogoten. gen . comandante della guarnigione d i T orinoe nel 1816 f.u collocato in ritiro. Radicati di Brozolo conte Amonio. Generale ( 1779-1 843). Nel 1800 ent rò al servizio d i Casa Savoia, raggiungendo il grado di colon nello nel 1833. Fu comandante d i Vercelli, poi d i Annccy e dal 1834 d c /\sti . N el 1839 fu collocato a riposo e pro mosso magg. gener.ale. Radicati di Bmzolo Paolo. Generale, m. a T o rino nel 1845. Dopo la Restaurazione fu aiutante d i campo del g~n . La Tour; colonnello nel 1817, comandò i cacciatori di Nizza e dal 1821 la brigata Regina . M agg . genera.le comand ante la <livis. d i Nizza od 1823, passò a comandare quella <l i Alessandria nel 1827. N el 1831 ebbe la nomina ad ispettore delle milizie sedentarie provincial i. Radicati di Primeglio Vincenzo . Generale, n. ad Alessandr ia, m . a T o rino ne l 1880. Sottot. <lei g ranatieri nel 1833, partecipò alla campagna del 1848 e meritò a Goitoe Sommacampag na la med. d'argento. Combattè nel 1849, e, passato nei bersaglieri, in Crimea (1855); nel 1859 guadagnò a Confienza una second a medaglia d 'arge nto e a San Marcino la croce di cav . d ~ll'O . M. S. Colonnello, nel 1860. comandò il 48° regg. fanteria . Magg. generale comandante la brigata Livorno nel 1862, prese parte alla


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<:ampagna del 1866 e l'anno dopo a ndò a riposo. Scrisse un Manuale di tattica d egli avamposti ».

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Radicati l'alice di Passerano e di Veueri conte Gabriele. Generale, n. ad Acqui, m. a Torino (1841 -19 q) . Sortot. d ei bersaglier i nel 1859, partecipò alle campagne del 186ù-61, 1866 e ,, 1870 e meritò la mcd. d'argento all'assedio d i Ancona e la menzione onorevole a q uello d i Gaeta. Colonnello comandante i! 1' bersag lieri nel 1889, passò nella riserva nel 1894 e nel 1899 fu p romosso rnagg. generale. Radicati di Mamwrito Ottobouo. Generale, n. ad A lbertvillc (Savoia), m . a Manta ( 1842-1923). R ad icati Gabriele Sottot. di cavalle ria ne! 1863, partecipò alla campàgna del 1866 · e poi frequen tò la scuola d i guerra. Colonnello nd 1888, fu primo aiutante di campo del duca d'Aosta e nel r891 ebbe il comando d ei cavalleggeri d 'Alessand ria. Comandante d cll'8• b rigata di -cavalleria nel 1892, in t ale qualità fu p romosso magg. generale nel 1900, passò ne l 1902 a comandare quella d i Padova e nel 1903 quella d i Salerno. Nel 1905 fu collo.cato nel la nserva.

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Radicofimi. Comune m p rov . di Siena. Ebbe da antico tempo "ima rocca alta m. 896 su l l ivello del mare, forse costruita dai Longobardi, e rafforzata d al papa Adria1w IV nel 1154, i! quale vi pose castella no e g ua rnigio ne. A R. si rifugiarono i Guelfi senesi, e ciò d iede pretesto alla repubblica <li intervenire : batturi i Guelfi, vennero danneggia te le fortificazioni . Il borgo fu preso nel 1300 da u n fuoruscito senese, Ghino d i Tacco da Torrita, i l quale lo tenue per parecchio tcmPo. Nel 1352, R. passa sotto !a protezione -di Siena, e la rocca viene restaurata. Ciò non impedisce ad Angdo Tartag lia <li prenderla nel q8o , ma egli sì dTrettò a cederla alla repubblica senese per denaro. Nel 1555 l 'assed iò Ch iappino Vitell i con 7000 u. per ord ine di Cosimo l. La rocca era difesa da Ottaviano Ottaviani, fedele a S iena , appoggiato da 150 fanti francesi . Bombar date le mu ra vi f u fatta breccia, ma 1·:issalro vtnnc re spinto dai d ifen,ori, e il V itelli si ritirò . Cosimo potè avere R. solt2nto nel 1559, d opo la cad uta d i Siena. Egli fece er igere in vetta al monte ,u,a fortezza, opera d i Baldassare Lanci (1565). E;s, ra pp,·escntò un felice esempio d i adat1

Radù·ati di Ma.rmorito come Edoardo . Gene rale, fratello <li Ottobono, n . a Tortona, m . a Manta (1845 -1927) . Solto tcn. d ei ber saglieri nel 1864, com ballè nel r866 e meri tò la menzione onorevole. l n Erit rea nel 1887 ~ nel 1896, fu p ro-mosso colonnello com andante il w 0 bersagl ieri nel 1898 . In P. i\. nc1 r 90.3, fu promosso, nella riserva, magg. generale nel 1910, te n . generale od 1915, ge n. d i corpo d 'armata nel 1925. Radicati Talice di Passe,·ano conte t;nrico. Generale, tl. e m. a T or ino (1846-1916). So tto t. nel 1865 , partecipò alta ,ampagna del 1866. Colonnello nd 1890, comandò il 29° fan teria e poi fu capo d i S. M . del 1 C . d'A . Ma.gg. generale comandante la br igata Ferrara nel '1896, meritò la rned. d '~rgento nei moti d i Milano d el 1898. Ten . generale cotnandante la d ivis. mii. d i Cuneo nel 1902. andò in P. A . nel 1908 e nel r912 passò nella riserva.

Radkati Enrico

Radicati Roberto

Radicati di }.1C1rmorùo Roberto . Generale, fratel lo d i Octobono, n . a Torino, m . a Roma (1853-1912) . Sotto c. d'art. nel 1873, freqµentò poi la scuola d i guerra . CoJo nndlo n d 1904, fu d irettore d 'art. a Verona e nel 1905 ebbe il comando de l 7' rcgg. d a campagna. M~gg. generale nel 1910, fu comandante d'a rt . a F ire nze e nel r 911 venne addetto ali 'ispe ttorato d cli 'art ig lieri a .

Radice (B11ttaglio11c) . Battag lio ne d i volontari, costituitosi a Napoli nel 1860.

ta1nen;:o al terreno, con ottima difesa radt:nlc. Sostanzia lmente era u n g rosso baluardo costi tuito di due accoppiati , con le facce con trapposte p rive d i fia nch i. Nel 1735 i l provveditore Giovanni Pier i, improvvisarncnt" im pazzito, e• forie per venrletta non essendo stato non1inaro governatore, appiccò il fuoco alle polveri, rovinando la fortezza e restando sepolto sotro le , ue rovine.

Pa;so di Radicofani. \ 1alico dei p reappennino toscanù, attraversato dalla Via Senese, che dalla Tusc ia Roma na (Viterbo) per Acquapende nte e l 'alta valle della Paglia (Tc , cre) r isale a Rad icofani (896 m .) donde passa nel bacino dell'Orcia (Ombrone) e si d irige a Siena. Punto singolare , d esig nato fin dall'an tichità ad abbreviare !e comunicazioni fra Lazio e Toscana attrave rso la n1ovirneJlt;;i ta e confusa orografia dell'al topiano, è luogo dominante che comanda il passagg io e si presta a vie tare il tran sito q ua lora la d ifesa vi sia coordinata, in d ete rminate iporesi di · guerra, con alt re occupàzioni intese a preclude re !e grandi d irett rici strndali d el Litorale tirrenico e de lla Chiana, e le minori intermedie çhc si p rc.stino ad aggiramenti .

Rad ingen (Poli/ero). Capitano di ve mura d ella fine del sec. Xl V. lnfestè- con la sua con1pagn ia l 'Isola <li Francia, commette ndo ogni sorta d i misfatti . Il maresc . Boucicaulc lo sconfisse e lo fece impiccare unitamente ad altri 30 ufficiali delb rn asnada .

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Radini Tedeschi (conte Raffaele). Generale, n . a Piacenza. m. ad Agazzar10 (1.866-1933). Sorcoc. di fanteria nel 1887, meritò la med. -d i bronzo durante i moti di M ilano <lei r898 . Andato in Eritrea nel 1908, passò nel 191 I in Libia col 6° bgl. indigeni e ritrei e vi rimase sino al 1914. S i distinse in vari combattimenti, meritando due med. d'argento e due <l i bronzo. In guerra contro l 'Austria dal 1915 al 1918, vi g uadagnò una terza n1ed . d 'argcn10 e comandò in Albania per due anni (r9151917) il r6° fanteria , venendo promosso colonn elk} nel 1916. Coman dante la brigata Foggia nel l'autunno 1y17 e brigadiere genera le nel 1918, fu d ecorato della c roce da cav. dell'O . M. S. Rsdini T edeschi Raffaele aI Pia ve , ove rimase ferito, e di quella d'ulf. dello stesso ordine per aver travolto il nemico oltre la Livcnza nella vittoria finale. [n P . A . S. nel 1920, fu p romosso generale d i d ivis. nd 1928 e nel 1932 fu trasferito nella riserva. Come luogoten. generale -della M. V. S . N . comand ò la VII zona (Em ilia).

Radio aerologisti. Sspecializzati della R. Aeronautica, 'i ncaricati della compilazione e trasmissione dei bo l letti □i meteorologici secondo un detcrminaco formulario. sia alle :Staz.iooi radio degli aeroporti, che agli apparecchi in volo, .allo scopù di renderli edotti dcUe con dizioni .atmosfc ,iche -del le zone da sorvolare. Radio-apparecchi di bordo. >!ell"aviazione gli appa ra ti a valvole hanno trovato largo uso e impiego . Essi permetto no con scarso aumento di peso e di ingombro anche la ricezione a bordo, il che ha risolto il problema dcli~ ricezion e e trasmissione a grande portata, tan:o che non solo gli apparecchi di ricognizione e da bombarda1nc1Ho ne sono forniti, n1a anche i ve livoli da caccia. 'Si com p rende l' importanza degli impianti R.. T. e R . telefon ici , se si tien conto dell 'utilità delle segnalazioni me-

-reorologiche ~ dei riJcvamenti radiogoniometrici, dei sisten1ì di orientamento, delle trasmissioni di o rdini e rapporti . Le d ifficoltà incon trate nelle installazioni d i bor<fo riguardavano la generazione di corrente ad a lw tensione per le -va lvole trasmittenti; la sospension e elastica dell 'apparato

RAD

scherm,1ggio del magnete, l'uso di caschi special, che attu; tiscono i ru ,nori, l'impiego di onde corte e di aerei fissi . Sono state coHruitc per i vari tipi di velivoli m ilitari diverse stazioni radio, le quali banno dato, dopo lunghe p rove sperimentali, ottimi r isultati. I trasmettitori tipo R. ,\. 6 e R. A. 8, perfezionamenti d i t ipo precedente, hanno specialmente trovato larga adozione, poichè l'equipaggio ne può fare uso con estrema facilità e non danno luogo ad avarie. Sono state accoppiate delle stazioni riceventi, con le quali è possibile ogni occorrenza di collegamenti fra gli r,erei e gli aerei e la terra . Le staz ioni a certa <lei comandi d i u·uppe usano anche, nelle segnalazioni all 'aereo, uno spec iale codice conven uto . La diversa po~tazione di teli bi~nchi sui prati, e rossi sulla neve, dà !a possibilità al] 'aereo di trasmettere le notizie e le informazioni che sono r ichieste. A. bordo degli apparecchi da bombardamento e da ricognizione sono sistemate stazioni trasmittenti e riceventi . A bordo dei velivoli da caccia sono od ia generalità dei casi sistemate solo stazioni riceventi, ,nenn che ~u quelli dei comandanti le unità, che hanno srnzioni radiotelefoniche trasmittenti, al lo scopo d i poter emanare ordini e d isposizioni in rebzione alla situazione . 11 se rvizio di collegamento effettuato dall '~pparecchio da ricogniz io ne con apparecch io rad io-t ras mittente vuole: a) rilevare la situazione delle p roprie 11nìt:1 di prirna. linea e .renderne partecipi i comandi; b) collegare i · comandi con le truppe di linea; e) collega re i comandi fra d i loro; d) colle-

gare le truppe in linea ro11 i c01nan<li di artiglieria; e) indicare i bersagli ai comandi d'art iglieria ; /) dirigere· e controllare i tiri delle ' batterie. Compili importantissimj, che meuonLJ in rilievo I 'im ponanza d el le radio-trasm ission i di bordo, con stazioni leggere, perfette e du ratu re, ad onde corte. Ciò porterà all'abolizione d e i teli rl i segnalazione, tenuto conto specia lmente d el la d irigibi lità delle onde, che coglie al nemico la poss ibilità di captare le co-

Apparecchio radio

portatile

municazioni.

Rad io collegamenti. ll ba ttesimo di iuoco d ei R. C. , i e bbe . nel nostro esercito, in terra d'Africa nel r911 Qualche tentativo d'impiego era stato fatto però precedencemence, in occas ione ad es . delle manovre d el r903, dopo esperimenti inizia ti nel 1901 . Qllanw rai}idamentc qucst() nuovi")s1rno sistema d i cornunicazione abbia progrc.dito, du ranrc la guerra Jv{ondiale, p0ssiarno dcsun1c-rio dalle scf;Uenci r ifre:

I Posto di ascolto di radiotelegrafisti

per ev itare le vibrazioni e le avarie a lle valvole; i disturbi del motore, elettrici ed acustici; la delicatezza d eg li apparati e il peso e i l volume d'ingombro. Si è. provveduto alla sistemazione mediante l'amplificazione d el ricevitore, lo

S tazioni Radio

Personale s_pecializzato Ufficiali

Truppa

1915 maggio 1917 ottobre

25

10

300

200

70

2000

1918 gennaio

9 00

300

900 0

li rendimetlto dei R. C. /: vincolJto alle cc,r,meristiche tecniche del mezzo impicgat0 : c ioè della radio . Le pitt essenziali di q ueste caratceti<tich e sono: a) assenza di. materiali ingombranti; b) massima mobilità e rapid issima disponibilità per l'impiego; e) possibilità d i collegamento a


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380 -

.considerevole distanza; d) indipendenza dalle difficoltà ropografiche ,le! terreno; e) ir,dipendcnza dalle conseguenze del tiro nemico sul terreno intercorrent,: fra stazione e sta-

Apparecchio radio su nutocarro da montagna.

movimento d i ata ocarrcgg_io), l' inconveniente si elimina con una migliore sceh a nell'ubicare la stazione . L'intercettazione si evita imponendo una d isciplina tnnto più severa quanto più si è prossimi alle posizioni nemiche. Le trasmissioni debbono avveni re esclusivamente in cifra; ogni srnzione dev'essere contraddistinta da un nominativo, la scelta dell'onda dev'essere li mitata. Cifrario, nominativo e onde di lavoro debbono essere frequentemente cambìat~, allo scopo d i meglio assicurarne il segreto. È allo studio (1933) l'impiego di onde corte d irette le quali riducono al mini mo la zona delle possibili intercettazioni. Le radiostazioni militari sono generalmente com poste d i un complesso trasmittente· e ricevente. Per la trasmissione si ha !a sorgente <li corrente elettrica (pile), il circuito p~r la trasformazione della corrente io oscillante, e l'aereo per trasferire nell'etere le vibrnioni. Pn la ricezione esistono i seguenti dispositivi: il captatore che diviene sede delle oscillazioni elettriche causate dalle vibrazioni dell'etere, l'amplificatore per aumentare l'energia di queste oscillazioni e il rivelatore per rendere sensibili al nostro udito q ueste oscillazioni. I R. C. si disting uono in telegrafici e telefonici . I prim i sono attualmente i più diffusi, poichè i mezzi per realizzarli sono stati resi d i .facilissimo impiego e portabili ovu nque . Attorno agli altri tuttora gli stud i fervono : certo esst costituirebbero l'ideale dei collegamenti

zione ; /) possibilità d 'impiego (con o senza reciprocità <li c.mnunicaziollc) con aereì, con carri armati e con d ementi rimasti isola.ti e lontani; g) possibilità <l'impiego in marcia; lz) possibilità d i trasmettere comunicazio ni circobri ; 1) iJ materiale radio è delicatissimo e difficilmente può essere riparato sul posto; l) la comu nicazione radiotelegrafica è alquanto lenta, vincolata agli orari e non consente interruzioni sino alla fine della comunicazio ne stessa ; m) le r~diocomonicazioni sono possibili di disturbi sino ad essere neutral izzate e sono intercettabil i da parte del nemico. QtJest 'ultime caratteristiche sono negative, non solo, ma costituiscono il vero e proprio punto debole dei R. C . A i disturbi si può ovviare a seconda <lella loro natura: se provengono da altre stazioni am iche, basta d isciplinare l'organizznione del la rete; se provengono da appositi apparecch i nem ici, bisogna attribui re ai segnali acu stici una tonal ità différcntc da quel la dei disturbi, oppure si devono · Stazione radio campale

se potessero ess.ere ntilizzari con mcz~i ;t<latti alle esigenze tauiche , cipè someggiabili e spalleggiabili. 1 progressi della scienza sono in proposito tanto rapidi, da far sperare che· q uesto ideale possa essere presto raggiunto . La radiotele-

fonia offre il vantaggio di consentire la conversazione di • retta . Di contro però è più facìln1ente inrercettabil(!, ha por tarn ridotta e non permette l'i mpiego <li molte stazioni con la medesi ma onda di lavoro nella zona . Gli apparecch i in dotazione nel nostro esercito vengono raggruppati in 3 classi : « R ,, radiostazioni ord inarie per trasmissione e ricezione telegrafica o telefonica; ,, R A " radiostazioni per ricevere le com unicazioni degli aerei; R T » radiostazioni specia li per intercettare le comun icazioni del nem ico. ]11 ogn i classe i vari tipi, a seconda della portata e delle speciali carat1cristicbe tecniche, vengono contraddistinti con un numero, a cominciare dall' 1 ptr i t ipi meno pote nti. Le $!azioni R r, 2, 3; R A I e 2; R ·r 1 e ~, sono someggia bili e spal leggiabili, hanno una portata utile da 3 a 20 Km. , un peso da 20 a So Kg. e sono a telaio. La R 4 (radiotelegrafica radiote lefonica) pesa 300 Kg. , ha una portata fino a 1 00 Km. ed è tubolare, a cannocchiale. <(

Apparecchio radio su autocarrello

tenere disponibili alcune o nde da impiegare segret.imcme in ore di non consueto lavoro. Qualora la causa del disturbo sia da ricercare nell'ambiente (tiri di mitragliatrici,

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ESPLORAZIONE

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OSSERVATORIO

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ARTIGLIERIA della DIVISIONE

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UNITA LATERALE

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RINCALZO

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COMANDO DEL CORPO D'ARMATA

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------- 1 - · - · - · - -· 2

- ··-··-··--4----------- 5

···-···--•- 6 -···················· 1 Radiocollegamenti di una divisione (schema)

J.

maglia a tre stazioni R 3; 2. maglia a tre stazioni R 2 ; 3. ~glia a tre stazioni R 2; 4. maglia a due stazioni R 1; 5. maglia a due s tazioni R t; ..S. maglia a due stazioni R 2; 7. magli~\ a due stazioni R 4


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anch'essa someggiabile e spalleggiabile, di1-'isa in colli brn calcolati nel pe,o, com: le altre. A disposizione dei comandi ddle grandi unità vi sono inoltre la R 5 e la F. 6 au toportate, ana loghe alla R 4, ma più potenti. Così pure c:siste la R I 3, la quale dispone <li tutte le onde oscillanti fra i 20 e i 6ooo metri . L'organizzazione del servizio dei R. C. è affidata a re-

È

che esperimento con velivoli civili, aventi a bordo però i piloti, i guaii potevano in tervenire con l'azione di comando qualora q uella effettuata a d istanza con le onde clellromagnetichc si fosse dimostrata insufficiente. Il silenzio in materia lascia supporre che non si siano consegui ti risultati conclusivi degni di ill ust razione. A buon conto gli studi al riguardo non sono stati interrotti. Anzi i tecnici d i ogni paese vi si sono applicat i con maggiore impegno, per la grande rivoluzione che deriverebbe nel campo bellico dalla soluzione integrale del problema.

Radiogoniometrico (Servizio) . .È realizzato da stazioni radioriceventi a quadro appositamente costruite per individuare l'ubicazione di_ stazioni trasmittent i. In tempo di pace sono sfru1ta1e per scoprire evemuali stazion i abusive. In tempo di gtterra invee.e, indicando la posizione topogrnfica ove trovansi le radiostazioni avversarie , vengo no jn

11 primo imp ianto radiotelegrafico della R . 1\1arina1 a bordo della R. N. Carlo A lberto (190 2)

parti opecializzat: del Genio: presso i regg. combauénti 1 plotoni collegamenti dispongono di stazioni radio di limitara portata e pertanto assolvono con personale proprio agli ineremi bisogni . I comandi superiori provvedono a <liscrplinare l'impiego, dei mezzi radio, diramando prescrizjoni di carattere tecnico e orari, assegnando le onde di lavoro e i nominarivi, st,1bilcndo i cifrari, distribuendo radio, tnioni ai corpi che ne sono ,,prnvvisti o che hanno bisogno d'una disponibilità maggiore di quella consentita dai mezzi <li organjco , Le varie sta.zjoni <lestinalè a lavorare con la medesima onda entrano a far pane d ' una maglia. li complesso delle maghe costituisce una rete. Le maglie si collegano !"una all'altra mediante nodi serviti da tante .tazioni per ,1uant..: sono le maglie annoda te. Nell'impianto d1 reti

occorre [çne:r prC!\Cn le che le migliori condizioni di

collegamento si hanno in piant1rn, con postazioni all'aperto t non disturbare. La prossimità di conduttori d'elettricità apporta sensibili disrurbi, non quella di liucc telegrafiche e rele.fonichc. Nelle zone fittamente co2erre da vegetazione non si hanno diminuzioni ragguardevoli di portata . Le comunicazioni notturne sono più chiare di quelle diurne . In momagna; !"altitudine influisce considerevolmente; quivi conviene collocarsi a rido.sso d i ostacoli quanto meno è possibile. (V. Maglia, .'l•ilodo, Rere).

Radio comando. È il compksso dei congegni rad iotelemeccan,c, che consentono di parere guidare a distanza, senza intervento dù·cu-o nella manovra, con 0nde elettro• magnetiche, qualsiasi oggetto mobile. l i problema è· srato studùto ln tuui i paesi con fervore; i prin1ì esperin1enti pratici, d i ponata s 'intende relativa, rnno stati fatti in Germania con mezzi navali, ma con risultat! non troppo incoraggian ti. In Italia il problel"l'la è srnto, pare, risolto felicemente dall'ing. Ermann o Fiamma, i'! quale , alla presenza d i una commissione della R. Marina , ha compiuto 'brillanti esperimenti golfo de La Spezia, con nn Mas ,Ja lui comandato col s110 speciale apparecchio radiotrasmettitore. Nel campo aereo, l'invenzione sembra possa avere appl icazio11c, sia nel lancio dei siluri da lle na,·i' e dagli aeroplani, sia nella manovra a d istanza dei riflettori di guerra, ecc. Si pensa però che il sistema possa avere più vasta applica1.ione nel lancio delle torpedini aeree, che pare siano destinJte a sostituire le artiglierie d i grosso calibrn; e inoltre nella guid a <li apparecchi da bombar<la-

certo qual modo a rilevare le posizioni tenute dai comandi, dagli osservatori, dalle batterie <l'a rtiglieria, presso i quali le stazioni stesse sono generalmente stabilite . Il principio ,fruttato per creare gli apparecchi R. è quello fondato nell'osservazione che la migliore ricezione si ottiene fa. cendo giacere l'aereo proprio ' nel piano del la stazione tra· sn1ittcnte ricercata; jnvece è nulla quando viene a coinci dere nel piano perpendicolare. Riportando sulla carta wpogrnfica le traccie dei piani idealmente ottenuti, dopo qualche tentarivo, per mezzo di tre radio si arriva a jntlividuare con sufficiente approssimazione la posizione cercata. Le proprietà del telaio vennero per prime scoperte dagli ingg. italiani Bellini e Tosi e poi dal prof. Artorn . Le stazioni radiotelegrafiche munite di appàrecchi riceventi a telaio si chiamano r adiogoniometriche. Per dare maggiore sensibi lità ai telaj, i quali devono essere necessariamente di piccole dimensioni e girevoli intorno ad un asse verticale, si usano due telai, aventi j[ piano perpendicolare uno al1'alrro e collegati rigidamente, invece di uno solo. Tutte le navi da guerra e mercantili sono ora dotate di apparcccl1i per ottenere il punto dell a 11ave mediante la ricezione contemporanea <li segnali che vengono trasmessi dalle

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mento su territo rio nemico . In Germania si è tentato qual-

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Segnali radiogoniomerrici ricevuti da u.na nave

stazioni racfio i:ostiere. I libri d! navigazione e i portolani 1

indicano esattamente la posizione d i queste stazioni; la nave, mediante J'imersezione di due o pi ,ì direzioni, può determinare e,auamentc la propria posizione. "1elle marine da guerra questi apparecchi hanno grande importanza perchè con essi è possibile determinare la posizione in mare <li una nave che segna li con la rad iotelegrafia. Per questa

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ragione essi sono sistemati lun go le coste, collegati tclefo. nicamen te fra di loro e muniti di gra(ometri, mediante i quali, dat a la ricezione contemporanea di un segnale jn

due o tre stazioni, è possibile in dividuare subito la posi• zione della nave che ha emesso i segnali. Questo metodo venne g ià largamente impiegato duran te la guerra Mondiale, soprattutto pct individuare la posizione dei sommergibili nemici, i quali d urante la notte e mergevano per radiose• g nalare i loro poni di appoggio. Le stazioni r adiogonio• metriche prendono anche il nome cli racliofari, per la funzione, simile a 9uella dei fari, che d isimpegnano rispetto alle unirà in navigazione.

Radiogoniometristi. Specializzati della Regia Aeronau. rica, incaricati dcj rilevamenti radiogoniornetrici per )e segn alazioni in volo del le rotte aeree, ai velivoli sia civili che militari . Radiologiche (Amb11/a11ze). Formazioni sanitarie special izzate di guerra, in nurnero di dtic pt r ogni corpo cl 'armata, costituite da un furgone automobile che contiene un;i tenda smontabi le, rivestita internamente da un invo~

corpi estranei. In tali installazio,)i gli esami radiografici potevano effettuarsi tanto all'in terno del furgone quanto fuori di esso sotto una tenda speciale da servire come carnera oscura. O ltre il furgone l'ambulanza possedeva u11automobile per il t rasporto del personale ed una cassa contenente il materiale fotografico da tenersi per ovvie ragioni a distao:~a dall'azione dei raggi X. Le ambulanze racliografiche corrisposero perfettamente a tutte le esigenze moderne della radiografia di g uerra. All 'infuori delle sezioni mobil i, le installazioni rad iografiche fisse ebberoegualmente considerevole estensione, dotando dei pili mo-

derni apparecchi sia i pri ncipali centri ospedalieri d ella zona di guerra, sia g li ospedali d i riserva della zona territoriale, dove, in seguito agli ampliamenti continui d i: essi, era indispensal~i le l'installazione di apparecchi - ra<liogralici. In base appun to all'esperienza della guerra Mondiale è stato costituito l 'attuale materia le radiologico d> mobilitazione, e propriamente quello riguardante le a mbulanze radiologiche, quali formazioni sanitar ie specializzate

di guerra.

di stoffa nera; ancbc l'appa recchio radiologico è ,montabile e viene impiantato dentro la tenda. l i g ruppo elettrogeno è me$SO in azione <lal n1otorc del camion. A ciascuna ambulanza è assegnato un ufficiale meclico radiologo, e due soldati aiutanti, oltre il conducente del camion . Le ambulanze vengono dislocate a seconda delle rich ieste fatte dai direllori degli ospedali da campo, in . caso di bisogno di esami radiologici. Per le lesioni degli arti è sufficiente l 'apparecch io di f'errero di Cavallerleone, dj cui gli ospedaii da campo sono dotati; esse ha una. d i-

Radiosegnalatori (Mm·ina). Turte le unità da guerra, oltre alle stazioni radiotelegrafiche trasmittenti e riceventi di grande potenza, dispongono anche di piccoli apparecch i per la ricezione e trasmissione dei segnal i . durante le manovre tattiche, della portata di circa 30 Km. Questi R. sono di due specie: ad antenn a, che servono per le comunicazioni circolari , ossia che possono essere intercettate da tutti i punti dall"orizzo□te intorno alla nave che ha tr;smesso il segnale, oppure a proiettore, con i qual: è possibìle crasmcltcrc i ~egnali soltanto in una determinata djrezione . Viene sfruttata per essi la prop rietà delle micn,onde,.

namo azionata a mano per la generazione del la corrente .

di una lung hezza intorno ai 50 cenlirnetr i.

1ucro

Nell,1 guerra Mondiale le ambu lanze radiologiche riuscirono di immenso vantaggio, facilirnodo il compito del chirurgo militare in caso d •inter\'cnti cavitari . All'inizio però tale servizio era costituito <la poche dozzine di a pparecchi portatili del tipo Ferrero, in ragio ne d i un apparecchio per ciascuna direzione d i sanità d'armata. A poco a poco ,·cnncro formate le ambulanze radiologiche; la prima, sull'esempio di quanto era stato fotto nell'esercito francese, t ra attrezzala solamente per la radioscopia, ritenendo.si che questa fosse sufficiente per i bisogni radiologici di g1,1erra; ma apparve ben presto, speciJ lmentc dal punto di vista scientifico e medico-legale, la necessità di ambulanze :it• rrezzate anche per !"esame radiografico, oltre quello radioscopico. Ta li uni tà erano costituite da un furgone a11tomobilc contenen te un potente e perfetto apparecchio rad io g rafico, con una dinamo az ionata da un motore e tale da poter fornire una corren te d' una intensità e <l'11n volt:;ggio considerevoli, con un roccheuo capace d i dare delle radiogn:ifie quasi ista ntanee, con 'un letto opern torio appropriato

e con un apparecchio d i m isura e di bcal ina,.ione dei

Radiotelefonia e Radiotelegrafia (Aeronaurica) . Scopo della rad iocomunicazione d ell'aeronautica è la t rasmissione delle notizie e degli ordini, sia tra aerei e stazioni fisse o mo bili a terra, sia fra stazioni a rerra , sia ancora fra aerei in volo. Ciò si effettira con apparecchi radiotelegrafici e radiotelefonici, con j qual i si iuadjano e si mc• colgono nello spazio cd in tutte le d irezioni gli ap positi segnali della convenzione Morse e le modulazi~i de1la rnce. Gli apparati radiotelegrafici si dividqno, dal punto di "isrn della loro potenzialità e del loro impiego, in tre p rincipali categorie: a) apparati d i bordo, impiantati sugli apparecchi (aeroplani, idrovolanti,. dirigibili) e caratterizzati essenzialmente da 11a costruzione leggera e semplice per quanto possibile. sacrificando a ciò la por ta ta delle segnalazioni, l imitata a piccole distanze per gli t.croplani e idro volanti; quelli montati sui dirigibili hanno portata maggiore; b) ap parati campali, con i quali si costituiscono i « posti ,l'an tenna » p resso quei comandi o quelle truppe c he d e bbono essere collegate con g li aeroporti: sono d i

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Stazione radiotelegrafie-a in marcia fL!bia 1927)


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n1assima installati su autoveicoli, e costruiti in modo da permettere i rapid i spostamenti: realizzano comunicazioni a mecl ie distanze (fino a 300-400 Km.); e) apparati fissi, 'impiantati nei campi, aeroporti, idroscali e local ità d i particolare i mportanza per il servizio aeronalitico. Essi sono i mpiantati in modo permanente e servono per soddisfare i bisogn i relativi al l'aeronavigazione ed al servizio acrologico. Negl i ;1p parati di bordo il ge~erntore può essere costituito -da una semplice batteria di accumulatori, contenuta in apposita cassetta, oppure da ,m comune generatore elettromeccanico, disposto su un 'al~: in tal caso un 'elica, di cui -esso è provvisto, si mette in rora.zio,1e durante i l volo per L:1 corrente d'aria cbe la investe e com unica così al generntorc il necessario movimento. G li apparati di bordo sono r inchiusi in apposita cassetta, qualche vol ta sostc:nuta eksticamente, affinchè le vibrazioni non abbiano ,;,J danneggiarla, e le cui d imensioni sono ridotte al minimo. L '.antenna è rnstituita da un filo me tallico pendente dalla carlinga e prevvisto di un pesino di piombo alla estrem ità; esso può avvolgersi in apposito tamburello, così che l'osservatore può svolgerlo prima di iniziar1~ la trasm issione e riavvolgerlo pri• ma dell 'atterraggio. La r icezione ;t bordo costitu isce una difficoltà piuttosto complessa, e per la delicateua <lcgli apparati, e per il rumore di Apparecchio radio su cammello bordo 1 e. infine, per la

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militari. Questi non assumono la specia le qualifica di R., ma nei documenti matricolari vengono segnalati per lo speciale incarico avuto e sono autorizzati a portare. un d istintivo al braccio sinistro.

Genio radiotelegrafisti: fregio in metallo pér elmetti

Trofeo da braccio di radiotelegrafista

Radio1elegrafisti. Specializz.ati della R. Aeronautica, inca ricati del funzionamento delle stazioni radio degli aeroporti. Essi sono tenuti a conservare in J)erfetta efficienza le stazioni radiotelegrafiche e radiotelefoniche piazzate a bordo dei velivoli da ricognizione e da bombardamento . Ricevono e trasmettono i messaggi. Come i rad ioaerologisti e i radiogoniomctristi, sono diplomati alla scuola specializ zati di Capua, con d istaccamento all'aeroJ)orto di Capodichino . Radiotelegrafisti. Nella R. Marina, si richiedono per essere assegoati alla categoria k condi:,;ioni fisiche normali e la licenza elementare; viene data la preferenza ai possessor i ciel brevetto internazionale di radiotelegrafia d i 1• e 2• classe, o dei d iplomi conseguiti in corsi di radiotecnica; oppure , infine, si tiene conto delle cognizioni di telegrafia e di elettricità pos,:edute dalla recluta.

difficol tà di addestrare t utto il personale d i bordo alla ricezione quando si faccia uso de lla radiotelefonia . Nei moderni apparati si ha anche la parte ricevente, contenuta nella stessa cassetta degli appa rati trasm itten,i; la cuffi2 è convenientemente fissata su l caschetto di ~olo. Con questi apparati si ottiene che l 'aviatorc possa mantenersi continuamente in comunicazione radiotelegrafica con le stai.ioni a terra che incontra sulla sua rotta ed anche conversare telefonicamente con esse.

.G li apparati radiotelegrafici· di bordo sono molto delicati, specialmente q uelli moderni (a valvole)_; non debbono subire scosse violen te e non debbo no essere toccati che dal personale specializzato addetto agli apparat i stessi.

Radiotelegrafisti. Repani dd genio incaricati dd servizio radio, assegnati i n organico, talvolta anche con desrinazioni eventuali per sopperire a speciali bisogni, alle :grandi unità. In genere ogni regg. alr ino e i raggruppamenti di repa rti celeri hanno un nucleo; le ,liv_is. di fanter ia e celeri hanno una sezione, i corp i d'armata una cp. e le annate un bgl. Questo ha alcune compagnie dotate -d i sole stazioni ordinarie d i varia portata , ed una cp. speciale d i stazioni per ascolto, per intercettazione, per serviz io radiogoniometrico, cct. Le cp. le sezioni ed i nuclei dispongono normalmente di mezzi omogenei. Ogni reparto l,a il necessario per effettuare, oltre al suo p roprio servizio, anche il trasporto del mater.ialc (autovetture, carreggio, 1nuli e salma). Nei _rcgg. dl fanteria, cavalleria e artig lieria, essendo ~tati an1mcssi i n organjco un certo numero <li stazion i radio, si sono addestrati e specializzat i alcuni

Sottufficiali (oro)

Sottocapi e cornuni (rosso)

Radiotelegrafisti della Regia l\'fo.rina

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Radowitz (Giuseppe Maria, de).

Generale prussiano ( , 797-1853). Combattè e rimase ferito a Lipsia; divenne nel 1823 p, ecettore militare del pri:ncipc Alberto di Prussia. Gene rale nel 1845, ebbe vari inc~richi diplomatici e nel 1850 divenne ministro degli esteri. Pubblicò opere letterarie e politiche.

Radunata. Operazione immediatamente successiva alla mobilitazione; per essa si attua lo schieramento strategico dell 'esercito in esecuzione al piano di guerra . f,; della più alta importanza e<l è st udiata in tutù · i suoi particolaci fino dal tempo di pace. Deve avvenire con assoluta sicu rez7-a: .a ciò provvede la copertura. Comprende essenzialmente: a) i trasporti ferroviari d i radunata; b) i movimen ti per via ordin aria <.laHc stazioni fcrrovjaric cstren1e alla zona degli alloggiamenti e la sistemazione di questi in zona d i radunata; e) il funzionamento dei comandi in zona di radunata, specie dei collegamenti; d) il 6mziona-


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<mento dei servizi durante la crisi della radunata; e) i prov All'inizio della g uerra Mondiale, la Germania aveva -vedimen ri per la d ifesa comraerei e per l 'osservazione ncpreparato 20.800 trasporti per la sua mobilitaz ione, prevista 'mica_. in venti giorn i (2.070 .000 uomini, 118.000 cavalli, 400 .000 È naturale che in ogni tempo una R. in ceno q ual tonnellate di materiale). La R. contemplava un periodo modo vi sia sem pre stata: ma alla complessità e durata brevissimo (2 giorni) per i l rinforzo della copertura e il ,dei nostri tempi si è giunti per gradi, in rapporco alla colpo di mano contro Liegi <la effettuarsi con 1440 treni; mole degli eserciti, alla complessità del! 'armamento, alla un 2° periodo da in iziarsi al 50 giorno d i mobil itazione -complicazione dei servizi. Ne[ secolo XVIII le truppe si (6 ago.sto), per i trasporti delle g randi un ità, <la ultimarsi ·raccoglicva110 in primo tempo in uno o più campi d i al 17 agosto mediante 9.660 trasport i (3.1 20.000 uomini ,concentrazione, che coincidevano in genere colle pia27..ee 86o.ooo cavalli); seguiva un ultimo periodo per il traforti di frontiera, da cui poi affluivano lentamente in un sporto di elementi accessori . In Francia i trasporti di ~ca1npo unico gcnc.ralc ove sostavano attcn<lati o in accancopertura si in iziarono il 31 luglio alle -o.r e tçrminarono ·ton:imenti mo lto spaziati. Le artigl ierie ed i servizi coi il 3 agosto a mezzogiorno; il 2 agosto si ini'z iarono quelli relativ i t ra ini afflu ivano dalle guarnigioni . Organo direttivo <li mobilitazione; i trasporti d i R. si d ivisero in 2 perioùi; ·su premo l 'intendenre gcn_cralc. La copertura era data dalle dal 5 al 12 agosto e dal 1 2 al 18; nel primo periodo si piazzeforti, d a truppe celeri speciali e d a milizie paesane. trasportarono soltanto gli elementi combattenti dei C . d' i\. -Dal secolç XIX la mobilitazione e la R. d iven nero oggetto e parte delle d ivi,. di riserva, nel secondo il resto di di grande cura fin d al tempo di pace; esse richiesero stretti questi ultimi, i parchi e gli altr i mater iali . I criteri atkgami tra I 'organizza;<.ione dell'esercito i11 pace e quello ruali sono analoghi a quelli seguìti per le R. odia guerra in g uerra, e fra le istituzioni politicb.e e quelle militari . Mond iale. Se si può, dura11te i.I periodo di tensione d iplo; J,.a preparazione alla guerra coi nvolge tutta l'attività dello m atica si procede ad una parziale mobi litazione, e si 1111Stato anche in pace; t 'esercito non è più o rgano a sè, ziano i tra.sporti d i R,. Se gli avvenimenti fossero imma è l'espressione <lclla potenz:i dello Stato. La rapid ità • provvisi si applicano i progetti appositi, elaborati fin dal ,della R. e bbe cosi importanza decisiva ai fini delle opetem po di pace, d ietro un semplice avviso telegrafico. Le razioni belliche . Un nuovo grande mezzo fu valorizzato unità partono appena si sono formate, secondo una sucnel secolo scorso : la ferrovia. La delicatezza delle o pera cessione prestabilita e si completano dei servizi in zona ·zioni di R. richiese assolura sicurezza e tranquillità: q uind i d i R. D ifficoll à non lievi present à i l vettovagliamento delle .a.ccresciuta importanza della co1,ertura. Ne consegul l 'i,n truppe nella zona d i R. nei primi giorni ; per ciò parti- , _ponanza, in tem po d i pace, degli stati maggiori a cui fu colari provvidenze devono essere adottate per ovviarvi: de·rono affidati i relativi studi . N aturalmente si procedette a positi viveri, contra tti con imprese locali, ecc., o appog·grad i. Ancora nel 1859 (campagna d'Italia) mobilitazione e giandosi alle uni tà già in posto . Occorre tener conto delR risentirono molto dcli 'improvvisazione : i progetti csi1'osservazione e dell'offesa aerea nemica . È necessar io cbe "Stc11ti si limitavano a <lare dircltivc generiche ; i servizi la tranquillità, olt rechè all 'csterno (copertura) sia data anche furono organizzati sul luogo d i radunata e l'esercito frana li 'interno: ;, ciò devono provvedere le truppe con parti.cese si appoggiò all 'inizio su · quel li <lei! 'esercito sardo : colari accorgimenti (occultarocnto e spaziamento su larga .fin dal 23 aprile lungo le linee che dovevano percorrere le zona) con mezzi contraerei a terra, con l'avjazionc. Ana-truppe francesi vennero scaglionati viveri per roo.ooo uolog he provvide nze sono necessarie per la difesa chimica in min i e per 15 giorni, foraggi per 10.000 cavall i e per rc'lazione d ireua colla d ifesa aerea . La d isposizione delle 16 giorni: in Savoia, a Lanslcbourg, a Ou lx, a Susa, a. truppe in Zona di radunat<t (V.) dovrebbe corrispondere 'Torino, ;i Genova, ad i\lessan<lria . Così pure uno dei due allo sch ieramento strategico dell 'esercito . Difficilmente ciò equip~ggi da ponte dei quali disponeva 1·•esercito fu messo avverrà, perchè du rante la R . si effe ttueranno sposca,uenci . ,i disposizione dei Francesi che ne erano privi, e , sino alla in rap porto alle notiz.ic sul nemico che affluiranno al fine d i maggio, epoca nella quale i servizi francesi poteComando Supremo. rono organizzarsi, l 'intcndcnza sarda provvide a tutti i prim i urgenti bisogni dei due eserciti . Fino al r870 i,1 Radziwill. Famigl ia p rincipesca lituana, a cui apparFrancia il meccan ismo della mobilitazione e della R. era tennero: Niccolò lii (r470-1522), che combattè contro i quanto mai i rrazionale, poichè ogni ripartimenco d oveva Moscoviti e ebbe il titolo d i principe del Sacro Romano · formare tanti drappelli di richiamati quanti erano i depoImpero; Giorgio I (1480-r 541), che vinse i Moscoviti, i siti de i corpi che doveva completare ed inviarli ai dcpoTartari e i Cavalieri Teu_tonici e fu soprannom inato l'« E r.siti; questi a loro volta, dopo averli equipaggiati ed armaci , li inviavano ai battaglioni già nella zuna d i R ., ovvero cole Lituano»; Cristof~ro l (1547-1603), che combat tè vittoriosamente contro Russi • e Svedesi, e fu soprannominato tuttora in viaggio; donde una quantità enorme d i unità ,s la Folgore »; Michele (1778-1850), che combatti: con piccole, d i d rap pelli e di individui isolati che per proprio Kosciutz_ko, poi con N apoleoné, dal quale fu nominato -couto si avviavano alla frontiera , ' provenienti da lllltc k generale s ul campo, e, caduta Varsavia, fu jnternato jn città della Francia ed anche dell 'A lgeria, me ntre, insieme Russia . . ad essi, si eseguivano i trasporti dei materiali, che in . gran parte non riuscivano a ragg iungere i propri corpi o i Radzyn (o Radi11). Città della Polonia, io prov . di ' luoghi d i rad unata. In P russia invece le operazioni d i Siedlce. mobi litazione e R. · erano già distinte, e anuato il criterio · del decentramento e della d ivisione del lavoro. Dopo 1a Trattato di Radzyn (n febbraio 1681) . F ra Russia e Turchia. V iene stabilita una tregua di 20 ann i. Alla Russia · esper ienza del 1870, presso tutti gli Stati si studiarono attentamente tutli i particolari , in modo <la nulh lasciare è assicurato il 9osscsso di Kiev e ai Cosacchi Potkali la . all ' iroprovvisaziooe : un_ semplice tclcg,amma doveva ba libera pesca · fino al mar Nero e l 'esportazione del sale . stare a dar moto al complesso meccanismo . Si attuò anche Nessuna <ld le due Potenze potrà fortificare alcun luogo •una illuminata pol itica ferrovia, ia, strumento indispensabile fra il Dniepcr e il Bug . S'impedirà ai Tartari d i fare per la celerità della R . mediante ingerenza diretta delle scorrerie sul territorio russo . La tregua non sarà disturbata / , autor ità politiche e militari sulle ferrovie . per dispute .ai confin i. Giunta' al suo termine, potrà es25


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sere rinnovata. Si restituiranno gli schiavi; la Turchia consentirà i\ libero pellegrinaggio a Gerusalemme.

comando della Milizia Ferroviaria; nel 1932, conrinuando, in tale comando, fu promosso luogotenente generale.

Rafat. Borgo della Palestina, a nord d i Gerusalenu,1e. Vi passava la iwova linea turca fra il Mediterraneo e il Giordano, dopo la caduta· di Gerusalemme nelle mani degli Alleati. li borgo ha dato il nome alla battaglia del 19 settembre 191.8, con la quale le linee turche .vennero sfondate appunto tra R. e i) Mediterraneo (V. Ptdestina).

Rafferma. Vincolo volontario a prolungare il scrvi.lio sotto le armi olt re a q uello della ferma obbligatoria, concesso a quei militari di truppa che per qualità intcl!ctruali fisiche e morali diano affidamento di prestare ancora ulteriori servigi van.t agg.iosi alle forz~ armate. Può essere semplice o con premio, e cioè avente diritto ad un supplemento di paga giornaliera, ed anche ad un'indennità da pagarsi subito, a LI 'atto della R. od alla fine d i essa a seconda. delle disposiòoni di legge. In genere viene co1;1cessa a sottufficiali, o soldati di truppa aventi cariche speciali (co1nc n1usicanri, operai meccan1ct, nianisca!chi, cap.itccnici, ecc.) i quali siaoo necessari per assicurare i quadri di truppa, non sostituibili con elementi <li leva. Subordinarn a questo principio, di assicurare j quadti strettamente r.ecessari alle trupr.e, è appunto la legge sulle R ., spec ie dei som,fficiali , che t.endc a mantenere in servi2,io i migliori elementi, allettandoli col miraggio d i un premio in danaro, ed anche, dopo un dato periodo di serv,zio, con la sicurezza di avere una pensi.:me · od un imp iego governativo, consono alle proprie attitudini. Nelle forze armate dei vari Stati parecchie sono state le opinioni sulla n1aggiore o minore utilità cli dare il promesso premio di R. ai sottufficiali all 'atto della firma del contratto di prolungamento del servizio, od aJ termine di esso. Contro il primo sistema si obbietta.. che il giovane sottufficiale in genere sciupa in bagordi la piccola somma e contrae abitudini ,pendcreccie perniciose alla sua carriera. D'altro lato si ritiene che poca presa nel suo animo abbia il vantaggio lontano di un premio per lo più assai modesto. Circa la ,lurata delle R . la fatta esperienza ha dimostrato che non conviene dar loro una soverch ia lunghezza, pcrchè in p rimo, luogo non permette allo Stato la possibilità- di eliminare in tempo gli individui non rispondenti alle esigenze d, carriera e comando ; secondariamente perchè distoglie i sottu rTicial i dal pensare a nuove capitolazioni, e dal mostrarsi

Raffa. Questa voce, che nel linguaggio comune indica togliere ad altri o guadagnare illecit amente, viene intesa nel gergo militare nel senso di ri farsi d'effctti od oggetti smarriti porlan<.loli vja ai comm il itoni. Questa azione, che in realtà ha carattere di reato, fu in antichi tempi tol_lerata specie in campagna, e si accèntnò durante il periodo delle truppe mercenarie e delle compagnie di ventura, quando non solo avveniva fra commilitoni, ma andava a detri01ento delle popolazioni che ospitavano m ilizie d i passaggio. Talora anzi cost ituiva il sistema di pagamento delle truppe, specie allorquando i capi.cani , a corto d i dana(O, lasciavano complet a libertà agli assoldat i di rivalersi sui cittadin i. Con l'istituzione delle milizie comunali e nazionali, e col su bentrare al mestiere delle a.rmi il servizio mii. obbljgatorio il radicale cambiamento <lei sentiment i ·e della <ligniti di chi veste .I 'onorata divi~a volle che la R . venisse in via assoluta presc ritta e calcolata vero e proprio reato. Difatti nei codici pea. m ii. di tutte le nazioni civili essa è contemplata alla stessa st regua di un furto commesso a danno di altri m_i litari e

viene punita con carcere o

reclusione mii. a seconda della entità e del valore degli oggetti s_ottrarti. Non ha viceversa carattere di reato, ma di sempl ice mancanza disciplinare, e quindi punibile con semplici sanzioni discipliJi a=i, la R. per dfetti od oggcrri che non abbiano va.lore superiore alle cinq ue lire. In tali casi si provvede in genere col risarci1nento del danno e con una punizione mO<lcrata. Era invalso nelle truppe francesi, ed anche italiane, l'aLitudine del!'« Arrangement » (Arrangiarsi) intesa nel senso <li rifarsi sui èompagni · di oggetti perduti o scomparsi; ma, viste le propor,pom prese, nel mentre ,la pri ncipio la mancanza passò quasi inosservata, venne poi considerata cmn e reato è dà luogo a severissimi provvedimc1\ti.

Raffa Mario. Generale, n . a Castiglione delle Stiviere, m. a Milano (186z-1933). Sottot. di fan teria nel 1880, passò nel J883 negli alpini . Partecipò all a guerra l ibica dove comandò il presid io di Agelat e per avere respinto un im provviso attacco nemico meritò la m~d . di bronzo. Colonnello nel 1914, comandò i l 3° e poi il 4° alpini . Partecipò alla guerra

con tro

l'Auslria e nel

1915 fo promosso magg. gene· rak. Nel 19r9 andò in posizione ausiliaria.

Raffaldi (Vittorio). Luogotenente generale della M.V.S.N. , Jl. a Casale Monferrato nel 1890. l'artècipò al movimento interventista e alla guerra Mondiale, <love raggiunse il grado di ca· pitano de l genio e guadagnò una n1cd. <l'argento e una d i Raffaldi Vittorio bronzo. Poscia prese parte al movimento fascista, e divenne nel 1922 sindaco di Verona . Quivi cost ituì la IV legione della Milizia Ferroviaria e ne fu il console : p romosso console generale, assunse jl

zelanti in servizio J)er esservi rjconfermati. Si ven ne così

alla determinazione, in Italia, di vincolare con successive R . la carriera dei sottufficiali, i qual i poi trovano il loro cornaconto, sia nell'avanzamento fino al g rado <li maresciallo, od oltre q uando frequentino la scuola dei sottuffi ciali per diventare ufficiali , sia nel diritto a pensione vitalizia dopo raggiu nto il g rado cli maresciallo. Altro j ncentivo di carriera ottenuto colle R. è quello dato dal mirnggio <li un impiego statale <lopo un dato numero d'anni .. Naturalmente le proporzioni 1numeriche delle R . non possono essere determinate in cifre assolute, e variano sia per quest ioni d' indole amministrati,·a che tecnica, giacchè varie sono le esigenze delle diverse armi e corpi; inoltre molto influisce la necessità più o liicno sentita nei d iversi Stati d i personale fisso <li carriera, specie nelle truppe coloniali, dove s' impone l'avere graduati di truppa pratici ed aventi fortissimo ascendente sui gregari, particolarmente se d i colore. Nelle forze armate italiane, dopo vari mutamenti di legge, sono rimaste tre sorta di rafferme: Quelle con premio, riservate ai CC. RR., :ii musicanti, al personale legge, sono rimaste tre sole sorta di rafferme : q~elle con soprassoldo, per i sottufficiali delle varie anni e corpi non ammessi alle precedenti. Possono essere ottenute successive R. delle quali la prima, dj 3 anni, ha diritto ad un soprassoldo annuo che è di circa la metà di qi.:el lo concesso nelle successive. Dopo 12 anni di s.-rvizio il sottuff. acquista .il diritto ed un'indennità una volta tanto e può aspintrc alla carriera stabile. Terzo lipo cli R . è quella senza premio, rinnovabile d i anno in anno, concessa ai

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sottufficiali anzianj che non possono ottenere altre specie di R . ed aspett:1 no la giubiln ione; è data a titolo d'cspecimento in attesa di g iudizio sulla idoneità p rofessionale e disciplin a re , messa in dubbio da qualche commissione , l'avanza mento . Talvolta tale R . è p ure ,oi,ccssa a quei ;ottulficiali che, pur meritevoli, non trovano post i dispo nibili per eccesso d i domande. La djfferenza tra le R. con p re m io e quelle con soprassoldo consiste essenzialmente nel maggiore compen so clclle prime rispetto alle seconde, z iacchè le prime banno lo scopo d i trattenere in servi,.i_o elementi più d ifficili a rcc)urarsi; mentre k seconde m,. rana essenzialmente ad un migl iore trattamtnto dei sottufficiali dei reparti combauenti, e ad una selezione fra quelli d i carriera. -Nell'arma dèi CC . RR. o ltre alk R. i sotrnfficiali sono allctta,i a nche dall 'aver diritto ad aspi ra re a tutti i posti d i souor . dei quadri organici, n1cn rrc ne lle altre armi e corni, escluso il concahile ed il tJ c:no, i posti disponibili d i s,,"1101. non sono che il 25 % dell'organico. ]1 diri110 a pensione d i riposo d opo le R. per i m ilitari cli truppa sp~tta a chi ha compiuto 20 a nni <li servizio, e ne ha ,p d i e tà . Nelle an tiche milizie italiane, era d ct!a R. la rinnovazione dei patti di condotta, o della ferma.

la sua cavalleria ; i fan ti clell 'ala d r. attaccarono alla lom volta, e tutta l'a la sinistra di Tolomeo piegò oppressa. Echecrate, come v ide che g li elefanti d ella sua parte non osavano d 'accostarsi agli avversari, ordinò a Fossida d~ a ttaccare coi suoi mercenari quelli che gli e rano schierati di fronte . Egli poi girò la posizìone e atlaccò di fianco e a tergo Tcmisone e i suoi cavalli, meucndo li subito i n fuga . I.o stesso risultato o tte nne anche Fo1sida , il qua le, gettatosi sopra gli Arabi e i Med i, li cost ri nse ad andare in volta p recipitosa mente. Vinse adunque l'ala dr . di Antioco, ma hl sr. fu sconfitta. Restavano o ra le due falang i di fro nte nudate dalle ali. I fal angiti siriaci fecero testa agli Egiziani, ma quelli condotti eia N iéarco tosto piega -

Raff et (Dionigi) . Pittore francese (1804-1860). T rauò quasi esclusivamente soggetti m ilitari , ispirandosi alle campagne d'Algeria, e di Roma del r849 : celebr i sono i suoi quad ri: « li ba11aglion<e sacro di Waterloo " e gli episodi m il a « Campagna cl 'Italia del 1859 ,,, pa rtecipando alla quale co1Ùrasse una malattia che lo condusse alla morte.

Ragazzì (Emi/io). Gene rale , n. a Poggio Rusco, m. a Bresci-a ( r858- r930). Sono., <ki !x:rsaglier i nel 1877, durante l'epidem ia colerica in Sicilia d el 1888 meritò la med. d i bronzo elci benemeriti della salute p ubbl ica . Colonnello nel 1909, comandò il 7° regg . beriaglieri e nel 1914 fu collocaro nella riserva . Dal r9r5 al 19r7 fu r ich iamato j n servizio in occasione d ella g ue rra contro l'Aust,-ia e nel 1916 fu pro mosso mag~. gènecalc. N el 1923 assun se il g rado di generale d i divisione.

Rafi a (Rapliia). Ant. città della Pa lestina , non l ungi d a Gaza, nel l'estremo meridion,,Je del pae_;e <lei Filistei. -I. Battaglia di Rafia (j20 a . C.). Fu ccmbattula tra Sabaha, re etiope <l'Egitto, coadiuvato da Annone d i Gaza , e il re assiro Sa,-gon . Annone fu fatto prigion iero, e Sabaha costretto a pagare un t ributo al monarca assiro. Causa della guerra era stato il domi nio della Siria, la quale in mano degli Assiri costi tuiva una minacCla per l'Egitto, mentre un lempo e ra stata dipendente dai re egiziani . Il. Battaglia di R"fia (primavera del 21 7 a . C .). Fn combattuta fra Antioco lii di Siria, e T olomeo IV ,l 'Egiu-o. L'esercito egiziano era forte di 70.000 fanti, 5000 cavalli e 73 de.fanti della Libia, che e ntravano in guerra per la p rima volta . Antioco d isponeva d i 62.000 fanti , 6000 cavalli e 122 elefanti, tuni provenie nti d all'Ind ia e bene a mmaesLrari a combanere. Tolomeo collocò nel centro la falange e la milizia scelta alla macedonica sotto g li ord ini di And rom11co e Sosilio; alla sr . g li Africani , j Cr e tesi e la cavalleria d i Policrate; alla d r. della falan ge i Mercenari d i Fossida, i Galli, i T raci e la cavallq-i a di Echccrate. Avanti all'ala sr. d ispose 40 elefanti, alla d r. 33. Antioco schierò al cent ro la sua falange e la milizia scelta coi duci Nicarco e Teodoro; gli a rmati alla macedon ica comandati da Binaco . i mercena ri e la cavalleria di AntipatrQ; alla sr. gli Arabi , i Med i , i Cannani , j fanti leggeri sotto Mcncdemo, i Lidii e la cavaller ia d ; T emisone . Davanti alla sua ala dr. sch ìerò 6o elefant i, dava nti a lla sr_ g li altri 62 . Dalo il segno d ell'attacco, dap!)rima si a~zu(farono gli elefanti d d l'ala ,i(. siriaca con q uelli della sr . egiziana. G li elefanti di Tolomeo. non potendo sqstencn: l'odore d i quelli siriaci e spaventati dalla loro grandezza e dalla loio forza, si voltarono comro le p roprie schiere e prod ussero una g rande confusione. Approfittò Antioco <l i q uesto momento e con la cavalleria mise in fug2 Policrate e

rono e sj riti raron<>. Antioco ,' visla

l'impossjbiJità di rior-

dinare i suoi e contint1~u e la pugna, suonò a raccolta e ba ttè in ri tirata_ Della gente d i Antioco morirono 10.000 uomini , 300 cavalli e 5 elefan ti : 4000 furono fatti prigionieri. Dell'esercito d i T olomeo furono uccisi 1500 fan ti e ;vo cavalli: d egli elefa nli 16 ne morirono e gli altri fo. rono presi q uasi tutti. Questa vittoria salvò i possedime nti egiziani.

Raganella. V . Pontone arm ato.

Ragazzoni (Seb1wia110 Achill,,). Ge nerale, n . ad Aosta , m . a Frossasco ( 1851-1 929). Sottot. d i fa nteria nel 1869, partecipò alla campagna del 1870. Colonnello nel 1904, comandò il 670 fanteria . P assato nei distretti nel 1906, comand ò il d istrtlto d i Torino e poi quello di Perugia e nel 1909 [~ collocalo in P. A-. Nel r9 r4 fu promosso magg. genera le nella riserva e nel 1923 assunse il grado d i generale d i divi,ione, passando a riposo nel 1928. Ragazzolli Raffaele. Generale, n. a Vercelli nel 1864. Sotto t. <l'art . nel 1884, a ndò in P. A. col grado di capitan<, nel 1911. Nel 19 17 fu promosso, ne lla r iserva, colonnello e nel J 930 g enerale d i hrigata; durante la guerra contro l' Austria venne rich iamato in st"rvizio.

Raggi diabolici. Nome dato volgarmente a raggi prodotti mediante on de particolari cortissime, delle qual i si è par lato a proposito d i ricerche dovute ai Tedesch i, e al fì. sico inglese Matthc ws (1923). La continuazione degli studi di costui è rimasta segreta, pcrchè l'autorità 1nili tare in, g lese lo assunse al pn,r,rio servizio. Questi R. dovrebbero p rodurre a d istanza effetti fisiologici e meccanici . In vari Stati sono stati p resi add irittura - brevetti .i n tale senso. Negli ultimi giorni d ella guerra si parlava g ià di qualche cosa <l i simi le ; ad .es. di R. che avrebbero prodono la cec ir/l a distanza. Con i brevetti sop ra accenna ti si mirerebbe ad es . a prod u rre fenomeni d 'arresto di mo tori, o esplosioni. di 1nunizioni, ecc. Ragg~ (marc/1e.<e Giolllluni Bttttista). Ge nerale, n . nel r847. Partecipò alla guerra d el 1848-49. Frequentò poi la scuola <li guerra e nel 1874 lasciò il servizio a u ivo. Capitano d eg li alpini della milizia territoriale nel 188r, divenne colo nnello nella riserva nel 1906 e nel 1915 vi fu promosso magg. gc11cralc.


R"ggi Decio. Medaglia d'oro, n. a Sogliano al Rubicone, caduto al fronte (1884 -1915). Dottore in legge, richiamato alle armi nel 1915 quale tel1 . di complemento nell' u<> regg. fanteria si segna lò, fin dalle primjssime operazioni, per sereno ardimen to e forza ,norale. Ferito a morte sul Podgora il 15 luglio, tnori va il successivo giorno 24, lasciando un testamento nobilissimo alla gioventù ital iana. Fu conferita alla memoria del prode ufficiale romagnolo la med. · d'oro con q uesta motivazione: « Nobilissimo esempio d i mirabjJc eroismo, solto i l gran dinare dei proiettili , superate le fortissime, insid iose d ifese avvcr.!)aric, si slanciava. primo sulla trincea nemica e, ritto su di essa, sfidaado la morte pur d i trascinare j suoi soldati all'audace conquista, li incitava e li incuorava, invocan do le tradizioni della fone Romag na, e , colpito a morte, nei sacrificare la generosa vita alla Patria, l i spronava ancora .a compiere l 'imp(esa valorosa. Si chiamava beato della sua sorte ed inneggiava al glorioso avvenire dell 'Ital ia » (Podgora, 19 ·luglio 1915) .

388 ltalo-austriaca, furono creati R. vari , di truppe dc'l le varie anni, con compiti te.mpornnei di carattere essenzialn1ente d'impiego. Così sì ebbero quelli <lei bersaglieri (comprendenti più bgl. a piedi o ciclisti); quelli di t ru pr,e da montagna ; quelli d'artigl ieria; quelli misti (comprendent i repa rti di oiù armi); quelli del genio. Particolare sviluppo ebbero i R. d'artiglieria, che comprendevano un numero vario di g ruppi della stessa specialirà e ddlo stesso calibro, ovvero anche d i speciali tà e calibri d ifferenti. Tali un ità ri">pondcvano essenzialmente ad esigenze di ordine operativo, ed craoo d i composizione variabilissima. Le norme vigeoci prevcdouo l 'eventuale costi tuz.ione temporanea, in <.i etcrminatc continge11~c, di raggrupp3mcnti d 'artigl ieria; come pure non è da escludere che, i11 caso d i necessità, possano cost ituirsi temporanei ragg ruppamenti tartici di a ltre anni o specialità, ed anche m isti. l'ali unità temporanee sono . fin che possibile, <la evitarsi; le esige nze operative potranno tuttavia impo rne J'attuazione anche con una certa frequenza. Negl i Alpini, dopo la guerra , l'ordinamento comprese tre R. dei qua li il I (Torino) con i regg. ,o, 2", 3°; il Il (Bergamo) con i regg. 4Q, 5°, 6°; i l lii (Belluno) con i regg. 7°, 8" , 9°, ciaswno coma ndato d a un generale di brigata, d ipendente r[al co1ua ndante della d ivis. nel cui territorio aveva sede il comando del 1<.. medesimo. L 'ordinamento del 1926 ha abbandonato tale denominazione, SO· slitllendola con qc1db d i brigata.

Raggrnppamento Marina . D enom inazione dat,1 alle artig lierie della R . Marina, impiegate al fronte, all 'estrema dr. ,._,,., del lo sch ieramento dell'esercito italiano; d app rima nella zona dell a foce dcli 'Isonzo, poi in quella d el Basso Piave. Comprendevano tut te le art . servite dai n,arinai, guelle antiaeree, quelle in postazione a terrn, quelle sui ponton i Raggi Dccio Raggio Roberto armati. La denominazione venne d ata nel 1917, dopo che ta li artiglierie furono portate d:t! l 'lsonzo al P iave . Furono Raggio: del poligono, V. Poiigo110; d'esplosione, V . impiegate nelle azioni terrestri. Il R. M., alla fine della Mina. guerra, cornp l'cndeva 13 pezzi di grosso e 137 d i medio Raggio Alberto. Generale, n . a Genova nel 1848. Sottot. e piccolo calibro, ed aveva una forza d i 3837 marinai. d i fanteria nel 1866, partecipò alla guerr a di quell'anno. Colonnello nel 1904, comandò il foD fanteria e poi il d iRagioni (Rodolfo). Generale, 11. a Jesi nel 1874. Sottot. stretto mii. di Pes;,ro. In P. i\. nel 1906, fu promosso dei bersaglieri nel 1896, frequentò poi la scuoio d i guerra magg. generale nella riserva nel 1914. e passò nel corpo di S . M . In Libia nel 1912-19,3, meritò la med. di bronzo a Zanzur e quella d'argento ad Asabaa. Raggio Roberto. Generale, n . a La Spezi.i nel 1873 . Partecipò ~Ila g ue rra contro l 'Austria, capo di S. M. della Sottot. dei bersaglieri nel 1893, partecipò al ld campagna 43a d ivis . fu decorato a Gorizia di una seconda med. d ';neritrea del 1895-96. Nel 1915 entrò in guerra contro l' Augento . Colonnello nel 1917, fu addet to al Comando Sustria col g rado di capitano ·e rimase gravement~ ferito mepremo quale delegato presso le truppe inglesi . In P. A. S, ritando una mcd. di bronzo . N el 191j, da ten, colonnello, nel 1920, venne promosso generale di brigau nel 1928. ebbe il comaude> del 2j6° fnntcria; divenne colonnello nelEn trato a fo r p'1rte della .M.V. l 'agosto dello stesso ,anno. Passato ncll 'ottobr,: a comanS.N., vi d ivenne luogoten . gedare il 5° bersaglieri, opponendosi valorosamente all 'invasione nemica nella z.o na di Auzza-Canale fu decorato della croce di cav . dell'O . M. S. Su) M . Melago (t917) meritò la med. d'argento ed altra ebbe sul Val Bella (1918). Comandante il 2° gruppo repani d'assalto a Case Mencghcl (Piave) meritò una terza med. d 'argento. Nel settembre 19r8 ebbe il comando del 12° bersaglieri. Generale di brigata comandante la 26• brigata d i fanteria nel 1929, [u norninato nel 1932 jspettore d i mobilitar.ione della d ivis . mii. di Ast i.

Raggruppamento. Fino a guaiche tem'p o ad d ietro era un ·unità organicamente prevista per le truppe alpine. Comprendeva più gruppi al.pini; aliquote d i truppe tecn iche (specialilà ciel genio, telegrafisti, radiotelegrafisti, fotoelettricisti, ecc.); elementi dei servizi (salmerie, drappello automobilistico) e una sezione CC. RR . Durante la guerra

nerale, organ izzò le 1nilizic fcrp

roviaria, portuale, postelegrafonica , e fu a capo dell 'Ispettorato dei servizi speciaii, da cui passò al comando della X zon:1.

Raglan '(lord Giacomo E11ri· ,o, barone d,). Feldmaresciallo ing lese (1788-1855). Entrato in servizio nel 1804, wrnbattè col W cl lingwn nella Spagna. A Waterloo perdette il braccio destro. Colonnello 'nel 1815, d iRaglan Giacomo venne rnagg. generale nel 1824 e ten . generale nel 1833. Nel 1852 ebbe la carica d i gran mastro d'art. Nel 1855, col grado di feldmaresciallo,


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l

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RAG

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fu nominalo comandarllC in capo del! 'esercito inglese in Crimea; riportò le viltorie dell 'Alma e d i l nkerrnann e ,norì di colera cJurante l'assedio d i Sebastopoli.

Ragni (Ottavio) . Genernle, n . e m . a Rom agnano Sesia (1852-19r9). Sotcot. d'art. nel r871 frequentò la scuola di guerra, passò nel corpo di S. M. e fu addette, all 'Ist ituto Geografico mil itare. Colonnello comandante il 16° fanteria nel 1894 , partecipò alla campagna e riu-ea del 1895-96. Quale comandante <ld 3° regg. fanteria d'Africa , combattè acJ Adua e meritò la croce da cav. dell'O. M. S. Rimpatriato , fu nel 1898 capo <li ' S. M. del fil C. d'1\ . Magg. generale comandante la brigata T(1sc,111a nel 1900, ebbe nel 1902 il comando del 1° gruppo alpini. T c11 . generale nel 1907, fu is pe ttore degli alJJ ini e poi delle truppe da mon tag na . Nel 19rn e bbe il comando d el V C . d 'A . Scoppinra la guerra Italo-turca assunse il comando cie l l C. ·d'A. speciale, d iresse i combattimcnli <l i Z11arn, Reg<laline e Misurata e fu decora to della croce

di

g 1· ,

11

ff. fiell 'O.

Ragni Ottavio

M. S . Al p rincipio del 1913 fu nomina.lo gove rnatore di Tripoli, indi com.1nd(, succesp .sivamente il [I e il l C. d'A. col quale partì nel 1915 per la guerra contro l'Austria. Comandò poi il C. d'/\. <li Ancona, d,d <)<mie passò al wmando d ei C . d"A. territoriali di Torino, d i Alessandria e d i Genova, col rango di genera le d "armata; infine fece parte della comn1issionc d'inchicsrn su lle responsabi lit:ì di Caporctto.

Ragni Ottorino. Generale, n. a Regg io Emilia nel 1870. Sottor. d i fan teria nel 1889, partecipò alla ca mpagna er itrea del 1895-96 e passò poco dopo negli alpini. N"ella gt1erra Mondiale rimase ferito e meritò <lue med. d'2rgcn:o : una sul M. Nero (191 5) e l'altra su l M. Cima (t916). Nel giugno J916 comandò il « Gru ppo Ragn i » . Colonnello comandante 1'8° gruppo alpini nel 1917, meritò sull'Ortigara una te rza mect. <l'argento. Passato al comando d el 13° gruppo alpini, per le azioni sul M . Sobrolo e per la liocrazione di Fcltrc fu decorato della croce da cav. dcli 'O .

RAG

M. S. Nel 1920 ebbe il comando d el 4° rcgg. alpini. Promosso generale d i brigata nel 1926, fu ispeuore di mobilitazione della divisione mii. cli Alessandria; nel 1927 ebbe il comando dcli' 1 1• brigata di fanteria e nel 1932 venne collocato in posiz.lonc ausiliada .

Gruppo l?agni. Gruppo alpini , cost ituito il 4 giugno 1916 coi bgl. alpini ln1ra , Felt rc, Monte Rosa e VII bgl. della Guardia di Finanza, al corna n<lo d el ten. colonnello Ottorino Ragni. Dipendeva dalla ,5a d ivis. (XVlll C. d'A.). Il 12 giugno entrò far parte del grtippo il bgl. alpini Monte Pavione e ne fu staccato il bgl. della G.uardia d i Finanza. li 30 ne furono staccati i bgl. Monre Rosa e Monte Pavione, cd entrò a farne pane il bg l. alpini Val Brenta. Il gruppo si bauè sugli Al1ipiani e venne sciolto- il 24 luglio.

a

Rag uenau (Camilfo) . Generale francese, n . nel 1868. Fu capo della missione trancese presso il G. Q. ddl'esercùo americano cd esplicò oyera avvedutissima in talè con-tingcnza, sia nei riguardi della istruzione tccnico•mi litare degl, Americani, , ia nel mantenere il necessario affiatamcntu con 1u1ti g li altri combattenti cli Francia. Nel dopoguerra comarl(fò la regìone militare di :,,..Jantes. Ragusa (in slavo Uubrovnitz, ant. uiusirtm). Città della Dalrna7.ia, fra porto Cassou, il monte Sergio e il m◊n tc Pctco. Le sta d ina nzi l'isola di Lacroma. Fondata pri ma dell"éra volgare d ai G reci sop ra un pron1ontorio 1 subt la dominazione dei Romani e dei Greci di Bisanzio; divc.nu ta poi ind ipendente, si rcssè: pe r o ltre qua1tro secoli a repu bblica e fu il centro dell',ndt1s1ria e del commercio Antica-; ban.djara per le popoln ioui slave stan della repubblica di Rag usa z ia te nella pa rte orientale del grande.: avva llam<.:nlo del Danubio . Nel 1180 si rese indipendente ,la Jfo,;n;. io sotto la protezione prima <lei re normanni, poi di Ve nezia, qujndj dei rt croalO•llngheresi sino al 1526. Quasi complccarncnte slavizzata e costituitasi a rcpubbiica, venne un poco alla volta estendendo i l suo dominio fuori d elle mma e sulle isolet te vicine. In Lacrnma it senato raguseo aveva fatto costruire fortificazioni fino dal 1023 . Dopo la battaglia di Mohacs (1526), la repubbli,a ,~ R. ottenne eia So limano li d i conservare l a prop ria

Ragusa verso la metà del X VlJ secolo


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RAG

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Le-fortificazioni di Ragusa viste dal mai.:e

indipendenza med iante il pagamento di un t ributo annuo . I patti furono osservati, e la repubb lica d i Rag usa sopravv isse alla stessa repubblica d i Venezia, fino al r8o6. Da a ll ora in po i . seguì le sorti d ella Dalmazia. L ·ordin amento della ,·e pubb lica d i R. ebbe dapprima ca rattere democratico,

delle ,nunizioni e delle difese gl i davano agio d i attendere con sicurezza i soccorsi dal generale Molicor che si trovava a Lesina. Russi e Montenegrini in vesti rono pe r terra

ma nel ~ec . X V si ca mbiò in aristocratico : la sua costi-

versi scon tri i R ussi cd i Mo ntenegrini che volevano imped irg li il passo, raggiu nse hl cirLà. Si djstinscro in que...,n p iccoli combattimenti le eruppe italiane del colonnel lo Bac-

tuzione venne n1odcl hn a ~O quella di Venezia. J.;1 c iuà venne poten temen te fori i fica, ta : essa era d ifesa da una doppia cinta d i grosse rnura, munite èli g rande numero d i

e per mare la città, cd il blocco durò ;20 giorni .

li gen.

M olitor e rasi n,osso con rinforzi, e , ,dopo sconfitti in di-

tagha1 e un:1 ~p. dj ca nno· nlcri, pure italiani. post~ti a Sama C(oce, ,;be misero in fuga . danneggiandola . una

torri , mentre un hnon castd lo

dominava lo s pecc.hio cl 'acqua che s1 stenrle d a va nt i a lla città. Le fortificazion i sono

frega ca russa. Pocn do1)0 giungeva Marmont con la Guardia r eale i ta lia na ed a ssu meva il comando in ca po. Agli ultimi cl i scttcml,r~ i Mon1enegrini,

ancora conserr are .

l. Combattimenti intorno t1

F/.1;g1w, (1806). Appartcngo110 ri.nforzati da un numeroso alle g uer re dcll 'impcro fran• co rpo <li Russi. si stabil irono cc.se. 11 geo . francese Laua C,;;te/,11101,0 (V.) dove, asriston, alla testa <li 2500 saliti da lle truppe del MarFra:,co-ita l i ani, pa rtito da Sparno11t , vennero $confitri . Quindi 1at0, n1arciò verso R. che la G ua rd ia ita liana disperse occupò in nome dell ' imperaCastello di Rag,tSa le ban,de monte negrine . tore ed incorpnrò a l regno II. 1/ssedio di Ragusa ( 18 14) . Appartiene ,,Ile guel'!'e deld 'lia lia. L'occupa..-.io11c s uscitò lo sdegno dei Russi, 1 )' Im pero francese. Dopo la presa di Clissa . il generale auquali si unirono a i M ontenegrini per assa lire Ragusa Vecstriaco Mi lutinovic marciò contro R . e ai primi dl gen ch ia, ove Laurislon aveva collocato un presidio di 200 u . naio vi pose r asseclio, mentre il capitano d i vascdlo H oste di fau teria con qua ttro cannoni. Questo piccolo rep arto la b loccava d alla p.arte del m a re. La g uarnig io 11c d i R. venne assalito con l ' appoggio della sq"ad ra dell'~mmir . era rimasta indebolita per la dis<:rzionc d i ci rca 300 Croati . russo Si niavin . ancorata d a vanti a R. Vecc h ia . li LauriCli a ltri Croati della g uarnigione erano nmasti scossi da lston co11ceu trò Hilte le truppe in c ittà. ove l ' abbo nd anza

Le fortificazioni di Ragusa viste da terra,


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R AG

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] 'esempio dei loro compagni cd il malcontento cominciava a man ifestarsi apertamente in rnezzo agli "bitanti, che credevano di pote r riacquistare l'antica loro indipe11de!)za, liberandosi dai Francesi . Il 29 gc,rnaio, il generale Montri-chard , comandante della piazza, non sentend osi pi,1 in grad o di opporre una valid a resistenza, ~i vide costretto a capitolare e si arrese prigioniero di guerra a co,1dizione di e:sere trasportato in Italia con le truppe fedeli. Con la capitolazione d i R. la conquista della Dalmazia da parte degli Austro-inglesi era compiuta.

Ragusa Vi11cenzo. Generale, n. a Napoli nel r863. Sottot . -d'art. nel 1883, ragg;unse il grado di colonnello nel 1916. Partecipò alla guerra contro l 'Austria , comandò il 41° e il 90 raggruppameo to d'assedio e nel 19 r8 fu promosso bri_gad iere generale . Nel 1925 andò in P . A . S. e nel 1929 fu ,collocalo · nella r iserva col grado d i generale d i brigata.

Ragusa Vincenzo

Ragusin A l1gusto

Ragusin (Ar,gusto). Generale, n . a F irenze nel 1868. :Sottot. dei bersag lieri nel 1886, parecipò alla g uerra eritrea cJel 1895-96 : fu uno <lei difen.s ori <li Macallè e v i meritò la mcd. d'argento, indi partecipò a lla battaglia d i A<lua . Combatlè in L ibia nel 1914-r 91 5 e nella guerra con'lro l'Austria . Colonnello nel r916, comandò il 153° fanteria meritando :1 C:astaguevizza una seconda med . d arge nto. Ncll 'aut unno 1917 ebbe il comando della brigata ·Catanzaro; fu promosso brigadiere generale nel 1918 e fu d ecorato della mcd . di bronzo. Dopo la g uerra comandò Ja brigata Como e nel 1926 a n dò i n A. R. Q. Nel 1930 ven ne promosso generale d i d ivis. e passò nella riserva. 1

Rahden (barone Gug/ie/rno) . Generale e scrittore mii. pn,ssiano (q93-1860) . Servl ne&I; eserciti p russiano, olan de~e, rusS<,, carl ista, e tedesco contro la Danimarca . Nel 1849 fu pensionato come gennalc del duca d i Coburgo.Cotha. Scrisse: tt Cahre-ra >l ; <t Miguel Gomcz })~ \' Perc,grin2.z.ioni di ll ll veci:h io ~oldar.o J) .

Raho (Francesco) . Generale, n . nel 186r. Sotto t . di fan-tcria nel 188r, fu in Eritrea nel 1887 e 1888. Entrò in _guerra contro l 'Austri., nel 1915 quale 1'' coma ndante d el 135" fanteria; colo n nello nel giug no; ,·imase fe,iw il mese dopo nella zona d el M. Sci Busi . Nel r9r6 ebbe il comando del 152° fanteria e poi della bri,;:at1 Sassari. I n P. A . nel 1916; e trnu enuto in servizio sino al 1910, venne _promosso nel 1927' generale d i brigata nella riserva. Rahova (o Rahovo, o Orelwva). Borgo della Bulgari,,, -su lla d r . "del D anubio, alla confluenza dell' Og ust. I Turchi v i eressero for tificazioni_ all 'epoca d ella loro conquista della l inea del Danubio.

RAI

I. Au acco di RahoM. Fu operato nel r396 d a un esercito cristiano agli ordini d i Sigismondo d'Ungheria. La città si difese energicamente. Le truppe francesi dell'esercito di Sigismondo vi soffersero serie pcrdi•.e negli attacch i che diressero ripetutamente cont rò' Jé"opcre. Infine gli sforzi dei Cristiani furono coronati da rnccesso, e la piazza fu pre~a, venendo la guarnig ione e gli abitanti passati a filo d i spada. 11. Batraglia di Ral,ova (1474). Appartiene alla guerra d ei Moldavi comro i Turchi. Sul finire del 1473, il sultan'> Maomettp Il aveva invi"ato in Moldavia un esercito sotto i l comando di Solima,;o . Il principe Stefano, voirnda di Mol-

davia, non uven<lo forze sufficienti, non s\ ~~rrischìò a dare battaglia ai T urchi per difendere i suoi Stati, e pre, cnendo J'esercito inva~ore guastò il paese co,1 tale p rc· srezza che i ~ usulmani, avanzatisi nclJa regl<mc, si trovarono ben presto privi di ogni sostentamento. Quando i Turchi, sfin iti dalla fame e dalle m alattie, ebbe perduto l 'animo e le forze, Stefano, il 7 ge nnaio 1474, l i assall presso R. e li diskcc completamente, facendo strage dei vinti .

111. Allacco di Ralwva . Appartiene alla g ue rra Turcorussa del 1877-78. La piazza era debolmente presidiata dai Turchi (2000 u .) ma costituiva una m inaccia sul fianco e sulle retrovie e poteva molestare le forze rome ne che operavano in quei pressi. l T urchi ~vevano cost ruito d ue grandi ridotlc in terra, a est e ad ovest, e alcuni tr incera.menti. l_l principe Carlo ,Ji Romania s'indusse pc,·ciò ad avv iare su R. una colonna èe!le ue armi (6 bgl. , 10 sqdr., 22 canno n i ; in tu tto 3600 fanti e 1160 cavalli) ag li ordini d el CO· lonnello Sraniccano, assicurandole il concorso d i un reparto russo-romeno al comando del gcn. Meycndorf (r brigata, 1 rcgg. d i cavalleria, 2 btr. a cavallo) e quello di milizie romene poste a nord d el Danubio, ov'erano batterie d i grosso calibro. S'ebbe così il 19 novembre un 'azione concentrica da est e d a ovest , sostenuta dal fuoco delle artig lierie da posizione, che battevano la piazza da nord. Be nchè i Romeni o ttenessero qualche vantagg io non riuscirono a conq uistare che qualche e lemento di trincea, e i Turchi si sostem~cro rutta la giornata; onde convenne agl i atrnccanti apprcstart:i all' investimento, chi.a mando a rinforz o q ualche m ilizia d alla opposta sponda. li 20 fu g iorno di sosta anche .a causa cli fitta nebbia , per dar tempo ag li spostamenti ordinati. Il comandaL1le turco, ritenendo in utile prolungare la d ifesa in condizioni <l 'inferiorità, manifesta, nella notte sul 21 iniziò l ' uscita verso Vidd ino, ma al ponte sull'Ogust venne a scontrarsi con un bg l. romeno sostenuto da una batteria e 2 sq<lr., che resistè tenacemente, favo rito d alla piena d el fiume, e assu nse atteggiamento cou Lroff~nsivo . La vicinanza d elle cavallerie russa e rome na e l'lm1n incnte pericolo d 'esse r colti d l rovescio dai reparti ch e frattanto avevano occupato R . alle loro spalle, rese c riticissima la situazione dei Turchi, che sbandaronsi in d i rezioni diverse: una parte perì tentand o il g uado; il grosso delle forze cercò scampo a Vicld ino . [ Rome ni soffri rono lievi perdite (poco più d i 300 uomi n i) larganieme compe nsate d al successo, cbe determ inò in secondo te mpo lo sgombero d i Lom-Valan ka (30 novcml!rc::) e quindi corrispose appieno alJo scopo di assicurare l'avanzata verso Sofia. Le perdite d ei T u rchi ammonta rono a 655 m . e feriti e 60 prigionieri.

Raiberti (barone Girtse/,pe Flaminio). Generale, n. a N izza Mari ttima nel 1800. Sottot. d i fan teria nel 1814, partecipò col bgl. cacciatori italian i alla campag na del 1815. Colo n nello comandante il 50 fanreria nel 18~8, combattè


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RAI

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R,u:

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nelle gue rre del 1848 e 1849 e mento a S. Lucia, Goito e Novara tre menzioni onorevoli. Nel 1853 fu collocato a riposo col grado di magg. generale.

Raicich (Mario) . Generale, n . a Treca(e, 111 . a Milano (1864-1930). Sottot. d i fa1Heria nel 1883, d ivenne colonnello ne l 1915. Partecipò alla guerra cont ro l 'Austria al comando d.::I 156° fanteria e nel 1915 fu collocato nella riserva. Nel 1926 venne promosso generale d i brigala.

cuk nell'autunno dello stesso anno il comando della 70a divis . e per la d ifesa del Montello e l 'organizzazione del T omba e del Monfenera venne insignito della commenda dell"O. M. S. Nel 1919 fu nominato comandante della 13• d ivis. e nel 1_920 della 1a divis . alp ini. Tenne poi per parecchi anni -il co~~udo della divis. mi i. di Cuneo e ne l 1926 fu collocaco in A . R. Q. Nel 1928 venne promosso generale. di C . cl'A . nella riserva. Pubblicò un volume su « L"asscdio d i Macallè ».

Raid , (V. Scorreria). - Nel linguaggio mi!. aeronautico si suole indicare con tale termine il compimento di una prova tl'imestrale su percorso d i 300 Km. con un atter raggio intermedio. Tale prova, un itamente a quella d i altezza, ed a un complesso <li altre prove, deve essere effettuata per raggiu ngere il godimento dell'i ndenni tà d i volo subordinata ad una attività m inima di volo . Raimondi (Stcfa110). Generale, m . nel 1833. Ufficiale di fa n(eria, d ivenne colonnello nel 1819. Ebbe il comando della legione reale leggera e nel 1821 fu comandante dei cacciatori reali piemontesi. Nel 1822 ebbe il comando della brigala Pinerolo e nel 1826 fu promosso magg. generale nella riserva. · Raimondi Giacinto. Generale, n. e m . a Bologna (185319rr). Sottot. d'art. nel 1873, d al 1893 al 1899 fu aiutante d i campo <lei re Umberto I. Colonnello nel 1903, comandò il 3° da campagna e dal r906, in 2•, la scuola d 'applicazione d'~rt. e genio. Magg. genera le comandante d'art. a Firenze nel r909, passò ndl 'anno segue'hte al comando d'art. di Bologna.

Ra imondo I V (conte di Tolosa) (1042-1 rn5). Con te cli Tolosa nel 1088, conquistò con le armi la Linguadoca, l 'Albigese, e il Péri-

Raimondi Giacinto

gord . Partecipò alla Prima crociata.

R,zimondo V, cont~ di Tolo..a (ll34-1194). Combattè contro gl i Inglesi e, assediato in Tolosa, venn<C liberato dal re di F rancia ( r159). Nel 1173 cìovettc riconoscersi vassallo

dd re d'Inghilterra . Combattè poi contro Riccardo C uor di Leone, éontro jl re d'Aragona, e acquistò la contea di Ntmcs.

Raimondo fil, conte di Toiosa (1156-1220). Protesse gli A lbigesi: scomunicato da Innocenzo lii e vinto da Simone di Montforr, fo spogliato dei suoi S tati, che però r iuscì a r iconqujst~re .

Raimo11do V II, conte di Tolosa. Figlio <le i precedente (n97-1246). Si distinse durante la lotta diretta dal padre contro il Montfort e sepoe sosrenersi conl'ro i re d i Francia fino alla pace cli Pa rigi• (1228). Favorì le lettere ed è ritenuto q uale fondatore dell'università d i Tolosa. Raimondo Giovanni Battista . Generale, n. a Rocchetta Nervina nel 1863. Sottot. degli alpini nel 1890, fu, in Eritrea, t ra i d ifensori d i Macallè e partec ipò alla battag lia d' Adua meritando due mcd . cl 'a,gcnto. Colonnello nel 1915, comandò nel la guerra contro l 'Austria il 27° fanteria : combattendo sul Sabo tino (19r5) rimase ferito e meritò una terza mcd . d'argento e conq uistando nel 1916 le trincee nem iche nella piana d i L ucinico e d i Vertojba fu decorato della éroce d' uff. <!ell 'O. M . S . Magg. generale com andante la brigata Tortona od 1917,

Raimondo G. B.

Rainaldi Lu.i gi

Raimondo Manlio. Generale, 11. a Magliano Alfieri nd Sottot . d i fanteria nel 1902, entrò in guerra contro!'Austria col grado d i capitano, e quasi subiw venne promosso maggiore per merito di guerra . Nel 1917 meritò la med. d i bron:w sul M. Mrzli. Nominato nell'agosto seguente comaudan(e del 147'' fanteria, nell'ottobre, sempre· sul Mrzli, opponen dosi al nemico, cadde, crivellato di fe. ritc, nelle mani dell 'avversario. Rimpatriaro mutilato, fo promosso colonnello. Nel 1920 ebbe il comando del distrette> mii. di S. Remo e poi del 34° rcgg. fanteria . Generale di brigata nel 1932, fu nominato ispettore di mobilit azione dtlla divis. m ii. d i Chieti. 1 880.

Rainaldi (nob. di Treia, l11ìg1) . Generale, n . e 111 . a Roma ( 1856-1915). Sottot. d"art. nel 1875, passò poco d opo in fanteria, frequentò !a scuola cli guerra c. fu in Eritrea nd r887 . Colonnello nel 1903, comandò il 23° fanteria. Magg. generale comandante la brigata Torino nel 1909, partecipò alla guerra libica al comando della 1a brigata speciale cd a Zanzur (r9r2) meritò la croce da cav. dell"O . M. S. Co llocato nella riserva nel 1914, fu promosso tcn. generale nel J915 . Rainer (G11glielmo). IArnmiraglio, n. nel r8/i9, m. a. Venezia nel 1921. Guardiamarina nel 1887, raggiunse il gra(lo cli capitano di vascello nel 1913. Cepo della d ivisione « Torpedini cd elemiciià » al Ministero della Marina e d ircnore dell' Istituto radio telegrafico militare, fu promosso contrnmmi r. nel 1915. aaineri (Temistocle). Generale, n . nel 1853, m. a Roma nd 1921. Souot. dei bersaglieri nel 1877 , da maggiore passò nei D ist retti e nel 1904 ebbe il comando di quello di 13a rletta. N el 1905 andò in P . A., nel 19r1 iu promosso colonnello nella riserva, nel 1919 fu promosso bri ga diere generale. Rainero (P-ietro). Medaglia d'oro, n. a :\farrnora (Cuneo), caduto sul Carso (1882-1915). Semplice fante, aveva partecipato già alla campagna di Libia, tornando spontaneamente dalla F rancia, ove si trovava per ragioni d i lavoro. Richiamato alle armi nel 63° fant,eria per la guerra contro


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RAI

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r Austria, cadde in uno dei prim i combanimen ti dopo di aver dato ta li prove <l i memorato eroismo, che gli valsero aver d ato tali prove d i eroismo, che gJi valsero la conces-

sione postuma della· mcd. d "oro con questa motivazione: « Addetto al comando del Il bgl. del suo reggimento, prese parte ai combattimenti per la conquista dell"alturn Sei Busi, dal 2 al 5 luglio, dando a t utti esempio del pio'.1 mirabil e d isprezzo d el pni colo e del più grafldc valore . Ferito , no n volle farsi medicare e non volle abbandonare· il suo battagl ione. Obbl igato a ricoverarsi in un ospedale, ne uscì non ben · guarito, e d

anzich è recarsi in licenza <l i, conv~!cscenza vo lle; tornlrc al

Rainero Pietro

suo posto d i comba ttime nto . Il 19 luglio, natrtosi volo ntario per il collocamento d i tubi d i gelatina, ne tentò per ben cinc1ue volte l 'operazione e nell'assalto avvenuto lo ~tesso giorno, ripetutamente, sotto l"infurjare ciel fuoco nemico, si recò a portare ord ini ed

assumere informazioni. Visto poi cadere un ufficiale presso' i reticolati nemjci, corse in suo aiuto, n1a, colpito a sua volta, ~asciav::i

la

vita,

così

ben

consacrata,

eroism o e con santo cn tu.s.ias1110, alla Patria >l

2-5

e 19 luglio

t·on

<::pico

(M". Sci Busi,

191 5) .

Raisin River (Comba11imenro ,h) . È pi/1 cornuucmcnte indicato col nome di Frenchtoum (V.). Raisuli (Mulai A/imed) . Agitatore marocchino ( 18681925). Dopo comr,iuti i suoi st>Jd i a Tctuan, abbandonò i

posizione, con le ali appoggiate a due laghi, era schierato sopra una linea di alture coperte in basso da un corso d "acqua co n rive pan tanose, ed occupava con una g,an g uardia il paese d ì R. 11 gen. Gielg ud, venuto a contatto col nem ico, si schierò su due linee : la prima forte d i 9 bgl. con una btr. di 12. pezzi al centro, la seconda, cost ituente la riserva , fo1:te d i 7 bgl. I Russi iniziarono il combattimento attaccando l'ala sr. avvcrsada; ma, resp inti,

furono alla loro volta attaccati da tutta la prima linea polacca, mentre 4 bgl: della seconda attaccavano e preildevano il villaggio. La linea delle alture venne invest ita con nione fronta le, contemporanea ad un'azione avvolgcnt<· sul fianco dr. condotta con due bgl. e 4 pczz.i che :,vevano passato il corso d'acqua su d i un ponlc costruito in presenza ciel nemico. I Russi furono cacciati dalle lo ro posizioni e dovettero ritirarsi dopo di 3verc perduro 1200 u. mentre i Polacchi ne perdettero solo 200.

Rajola (Pescai·ini Camilla) . Generale, n. e m. a Napoli ( 1818-1903). Volontario 11cl 1848 e ufficiale <lei granatieri, partecipò a tutte le g uerre dcll'Ind ipendem.a d al 1848 al 1870 e a Custoza (1866) rimase ferito e prigioniero, meritando la mci d 'argento. Partecipò anche alla cam pagna per la repressione del briganrnggìo. Colonnello comandante il 19° fonteria nel 1873, fu collocato nella ri serva nel 1877 e nel

J893 venne p romosso magg. generale. ·

Rajola l'escarini Nicola. Generale, n . a Cuntursi, m. a Napol i (18;20-1901). Volontario nel 1848, d ivenne presto ufficiale e partecipò a tutte le campagne <iell 'l ndipendenza, meritando a Curtatone una menzione onorevole, alla Cernaia una mcd. d i bronzo, cd a S . Marlino una tned . d "argento . Colonnello nel 1868, comandò il 64° fanteria e poi il d istretto dì Salerno. Nel 18i7 fu collocato nella r iserva e nc.l 1893 promosso magg. generale.

fu 3 capo

R.ajola Pe.<earini Salvatore . (,enerale , n . a Sala Consìlina,

d i bande d ì Jazziatori e taglieggiatori sulle strade costiere del Marocco, provocando anche un incidemc iP ternazionalc, con l'ìntervcnto della squ11dra degli Stati Uniti a Tangeri, nd 1904. Poi si destreggiò fra le r ivalità sultaniali e le

m. a Napoli (1825-1918). Volon tario nel 1848, e poi ufficiale dei g ranatieri, partecipò a tutte le campagne dell 'lndipcndenza, e meritò una med . d'argento a San Martino (r859), ed una alla presa di Perugia ( 186o). A Mola di

ingeren7.,e straniere e hnì con l'esser tra ttato alternativamente

Gaeta meritò

dagli uni e dagli alrri, d a pari a pari, e con l'essere rico-

reprqsione del briga,ntaggio, insieme a una terza med . d'argcMo (1863). Colonndlo l) cl 1873, comandò il 51° fan • tcria e lici 1875 passò 11ella riserva. Nel 1893 fu promosso magg. generale.

libri e si d iede al brigantagg io; verso il

r 900

nosciuto come legittimo sultanetto nella zona montana tra

il Marocco Francese e i l Marocco Spagnuolo, ove si era stabilito. Ali 'inizio della g uerra del Riff fu alleato con Abd-el-Krim; in seguito gli Spagnuoli riuscirono a trarlo da lla loro parte; ma i\bd-cl-K rim riuscì a batterlo il 2i gen naio 1925 in Tazrut, ,;, fattolo prigioniero, lo con dusse ad Agad ir, dove R. morì poco dopo.

Raitri. Soldati tedeschi d i cavalleria leggera dei secoli XVI e XVII, montati su piccoli cavàlli ed a1mati di co· ra,cza, d i lunga s,1ada , d i schioppetto o d i lunghe pistole. Si formavano per cornette e squad roni; ciascun corpo, forte d a 5 a 600 uomini, era comandato da un colonnello . Co me le antiche cornpagu ic d ì ventura, prendeva no soldo fuori del loro paese. ln foni mililarono nelle g uerre civili d i Fiandra e ~li Francia. Il nome viene loro dalla voce tedesca Reita che vuol <lire « cavaliere ». 111 ltalia furono <lcni Pistolìeri .

una m enzione onorevole, e

un 'altra per la

Rakoczy (Giorgio ! ). Principe di T ransilvania ( 1591 1648). Costri nse il sultano Arn ural IV e l'imperatore Ferd inando Ili a riconoscere il suo pote re . Durante la guerra dei Trenta A nn i si unì agli Svedesi contro l'Impero. /\i , uoì Stati aggiunse le due Valacchie. Raf(ocz;, G iorgio lll. Principe di T ransilvania (1621-1660) . A lleato con gli Svedesi, fece guerra a Giovanni Casimiro,.

re d i Polonia, ma nel 1660 fu violo e ferito a Klausenbur, e quindi deposto dai Turchi.

Rakoczy 1:ranccsco Leopoldo . Principe d i T ransilvania ( 1676-1735) . Spogliato dei beni d i famiglja e arrestato dagli Austriac i sotto l 'accusa d 'aver spinto gli ung heresi a ribellarsi, r iuscì a fugg ire, e, . postosi nel 1701 a capo d ei malcon ten ti ungheresi~ si fece prodarna rc nd 1707 principe

Rajgrod. Vil laggio della Polonia settent rionale, sulla

di

strada Lomza #Augusto,vo, a sud di quest'ul tima ciuà . Vi

Transilvania . Dopo la sottomissione degli Ungheresi riparò in Francia e poi in Turch ia . P ubblicò le sue « Memorie ».

avvenne un combattimento (29 maggio 1831) che appartiene alla guerra della rivolu7.ionc polacca (3Q per iodoì, tra la d ivìs. polacca del gen. G ielgud, inviata in Lituania , e 110 corpo <li 8000 Russi del gen . Sacken. Qucsli, in forte

Raleigh (Gualtiero) . Capitilno inglese (1 552-1618). F a\•orÌto della regina Elisab<:tla, equipaggiò delle na,,i e si recò nel!' America settentrionale dove nd 1584 fondò una


RAL

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colonia che ch iamò col nome di <( Virginia » . Partecipò alla g uerra contro g li Spagnuoli e si d istinse nella distruzione dell' " l1w inc;bilc armada », e nella s pedizione di Cadice. Ma nel 1593 fu accusato d"alto trad imento e condannato a morte, perchè implicato nel complotto mdito a favore degli Stuart. lvfutata la pena in prigionia, v1 _ rimase sino al 16 ,6. Liberato . foce nell 'anno seguente una spedizione nella Gu iana, ma fu trad ito dai suoi connaziona li e so11raffatto dagli Spagnuol i. Ritorna to in Europa venne p rocessato e decapitato .

Rama (Odoardo). Ge nerale commissario <le!la R. Marina, n . 11el 1844, m. a La Spezia nel 1920. Commissario di seconda classe in marina nel 1868, divenne dire(rore <li comm issa riato mii . m"rittimo nel 1899. Trasferito nella r iserva 11avale nel 190a, fu promosso magg . generale nel 1908. Ramacciotti (Gustavo). Generale australiano, n. a Li• -vorno, m . a Md bourne (1862-1927). Magg. generale australiano, duranl~ la grande guerra comandè> 1'11a brigata -di fanteria ~usnaliana sul fronte occidentale .

Ramatura (dei ca11110111) . l?. pro<lott; d:allo sfregamento -della corona de i proietti sulla supe rficie di raccordo e sulk rig h e nell'anima· dei can.,,oni. I! forzamento provoca una prèssione considerevole del rn,ne suJ l'acci.1io. per cui la più piccola erosione clclhrninia contribu isce a -fissare il rame <:he si d istacca dalla cilltura, e queste erosioni diventano centri d i agg rega,;ionc che si allarga no a_ poco a poco . Il fenomeno è aiutato d al riica ldamento della cintura, pro-dotto sia d allo sfregamento che d alla temperatura dei gas . L'i m portanza della q uestione della R. fu ri!evata all'inizio d el la guerra Mo nd iale . Prim a dd 1914 si e ra osservata la formazione nell 'anima di depos iti di rame p rovertientc dalle -corone dei proietti, ma non aveva alla rmato g li artiglieri, ,dato che si ignoravano i g ravi inconvenienti che d a essa potevano <le rivare. Ciò e ra dovuto essenzialmente al fatto -che pochi erano i t iri prolungat i e lo spessore d ello st rato ,di rnme che rin,ancva lungo le pareti dcll'a11ima era tal~ me nte debole d a non permettere <l i notarne l'influenza sulla giustezza d el tiro. Gli inconvenienti prodotti dalla R. sono pr incipalmente i seguenti : d ispersione ano,wale d el tiro, nel senso <lei raccorciamento d i esso; scoppi prematuri dei proietti che possono portare come conseguenza lo scoppio della bocca d a fuoco; logoramento anormale dei tubi; d fetto mo rale dep lorevole risultante dalla caduta dei proie tti nelle linee de lla fante ria amica. La R. è meno abboodante in un cannone nuovo o quando le corone sono jngrossate, poichè così. sì attenua lo sfregamento, mentre aumenta in una bocca d a fuoco logorata e p rese ntante erosioni. L 'aderenza tra il ran1c c. l'anin1a è certan1cntc il risultato d i un'azione m,cccan ic~; si può escludere ogni azione ch imica, non esisten<IO alcuna lega rame-ferro che possa servire di rrnnsizionc [ra j due metalli. Il proced imento di amirarnatura e d i esportazione della R. consiste nel p rovocare la fusione del rame durante il tiro. Ta le risultato si ottiene utilizzando la p roprietà che possiede questo metallo d i formare con lo stagno u na lega fusibile a rcm pcrature no tevolmente inferiori a quella dei gas del la polvere . Si completa questa azione con una lubrificazione d el tubo me-diantc ua metallo appropriato qua le il p iombo, la c ui azione esclusivamente fisica ritarda ed allenua il deposito -di rame.

Ramazzini (Bernardino) . Scr ittore mii., n. a Carpi (1633-17r4). Lettore di medicina pratica all'università di Modena e poi a quella d i Padova, scrisse nel r700 « De morbis a rtificum d iatriba " nella quale ·un capitolo è d edicato allo stud io delle malattie professionali d el soldato; nella sua dissertazione « Dc morbis castrensibus » intravede I'importanza dell'igiene sulla salute degli eserciti. Rambaldi (Gr11ppa) . Gruppo alpino, al comando del ten. col. Giuseppe Rambal<li, costiru.ito il -I g iugno r916, sulla linea Congcllo-Forcella Magna-q. 2314-Forcella di Val Rega na, con i bgl. Val Cisrnon, Val llrenta e I[ 84•, a lle d ipendenze della 15• d ivis. Il 30 g iug no il bg l. Val Brenta fu sostituito dal bgl. Feltre; il 3 luglio si aggiunse al grup po il bgl. Monte Pavione; il 23 il II 84~ fu ritirato d al set tore. Il gruppo cornbattè col detto nome sino a l r6 agosto, quando fu chiamato " g ruppo Spelta » da l nome del nuovo comanda nte.

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RanJbaudi (Ottaviano). Genera le del sec . XVIII. Partecipò alle guerre per le Successioni d i Polo nia e d' Austria, d istinguendosi nelle campagne d "Italia; a lla Madonna d ell'Olmo rimase fer ito. Colonnello nel r774, ebbe il comando ciel regg . Pie monte e nel 1776 fu promosso brigadiere . Ramberga. No me dato a un t ipo d i nave da guerra i nglese rn:i secoli XVII e precedenti. E ra misto, a vela • e a remi, più lungo e più sottile d ella galera mediterranea. Introdo tte le artiglierie, vi furono disposte a prora e a poppa . Rambert (Giaciuto). Gene rale, m. nel r776. Partecipò alle g uerre per -le Successioni d i Polon ia e d · Austria . Co• lonncllo comandante il regg. Piemon te Reale cavalleria nel 177r. fu p romosso brigad iere nel 177.1 e nel 1775 fu collocato a riposo. Rame[ (Pietro) . Generale francese ( 1761-1795) . Par tecipò alla Rivoluzione e fu d eputato all'assemblea legislativa. Combattè nell'armata dei Pirenei Orientali e nel 1793 fu p romosso generale cl i brigata. Arrestato due anni d opo, come sospetto, venne ghigliottinato. Rame/ Cio11a1111i Pietro. Generale francese (1768 -18r5). Fratello del precedente, s'arruolò nel 1783. Comandante d ella guar<lia d el corpo leg islativo (1797), tentò d 'opporsi al colpo di Stato d el r8 fruttidoro e venne arrestato . ma poi liberato. P artecipò alle campagne <l'Italia, d i Spagna e d el Portog allo . Alla Restaurazione fu nominato maresc. di campo nel r814 e comanclante dell'Alta Ga,onna nel 1815. Nello stesso anno venne inviato nel mezzogiorno per re pr imere delle organizzate bande di briganti , ma fu da questi ucciso a Tolosa.

Ramelli (Agostino). Ingegnere m ii. del sec . XVI, n. a Ponte Tresa, m. a Parig i (153 r- 1590). Fu al servizio d i Giangiacomo de' Medici, poi passò a quello d ella Francia rimanendo ferito e p(igion ie ro alla Rochelle. P assato al servizio della Lega catrolica, comusse alcune difese d i Parigi minacciata d 'assed io dal re cli Navarra e partecipò alla difesa della città ( 1590). Scrisse·: « l e d iverse et arti ficiose machine ciel capitano Agoslino Ramd li ». Ramelli Paolo. Generale, n . nel 1833, 111. a Borghetto Lodigia no nel 1903. Sotto t. d 'art. nel 1859, partecipò alle campagne <lei 1859 e del 1866, nella quale meritò la men, zionc o no revole. Colonnello nel 1888, fu d irettore d'art. a La Spezia, In P. A. nel 1890 , venne pro mosso magg. generale nella riserva ne l 1898. E ra anche decorato d ella mtd. d i bronzo a l valor civ ile .

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R amello (Vi/Iorio Ambrogio). Gèncra!c, n. a Verona nel 1869. Sottot. d i fanteria nel 1891, passò poco dopo negli alpini. Pa;recipò alla guerra contro l 'Austria, divenne colonnello nel 1917 e rimase mutilato di guerra. Collocato nella 1 iscrva

nel

1922,

venne riassunto in servizio quale in,•a-

lido di guerra ne! 1924; nel 1932 fu ritrasferito nella riserva e promosso generale di brigata. Ram ili ies, Comune del Belgio, dionale.

nel Brabante meri-

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valleria danese seguisse l"ala sr.; che la cavalleria dell'ala dr. (7a e 8• colonna) rimanesse i n riserva assicurando il fianco dr. dell'ar mata. La battaglia cominciò rra le ore 13 e le 14: gli Alleati aprirono il fuoco d'artiglieria contro i \'illaggi Aullc-Eglise e R. Seguì l'attacco dimostrativo a Folx, ~rrestato presso al ruscello. La cavalleria d ·ambe le parti stava oziosa spct· tatricc, perchè una pal ude impraticabile vietava lo scontro. Il combattimento di fanteria all'ala dr., non alimcmaro con altre truppe da parte dell'assalitore, finì presto per languire; ma intanto il Villeroi si era indotto a mandare in fretta truppe dal cen tro a rin forw dell 'a la :lltaccarn. Più vivace fu la 1mm al ccutro. I bgl. clello Scholten, dopo di aver preso di primo ~lancio una parte del ,•illa~gio di

Battaglia di Ramillies (23 maggio 17o6). Appartiene alla guerra p er la Successione d i Spagna e decise per quasi due lustri le sorti dei Paesi Bassi spagnuoli. Essa fu combdttuta fra i Gallo-Ispani comandati da Massimiliano di Bd, icra assistito dal maresc. d1 Villeroi (7-1 bgl. e 128 sqdr. , in tutto 60-62 mila u.) e gl i Alleati anglo-olandesi e tedeschi, comancbti - ALLCATI <lai Marlborough (74 bgl. e , 23 sqdr., in □ FRANCESI tutto 6o.ooo u. li 23 maggio, verso mcn.ogiomo, i Callo-Ispani al'evano compiuto lo spiegamento. Sulle alture della sr. del ru. ;:...· scello Jauche-Hach stavano , sotto il com:tndo .:,:~•_..,i.;),/~~-~.;· ~· del wnte /\reo, l 'ala sr. , da Autre-Egli,c a Olfus e il ccmro, da Offus a R. Dinanzi alla fronte i vill:iggi Autrc-Eglisc e R. erano occupati; quest'ultimo con 20 bgl. Quil'i, e tr:1 Offus e Aut rc-Eglisc, crn collucarn quasi tutta l'artiglicri:t: 6o ca nnoni. All"estrcma sr. ,tavano 20- 30 sqdr. comandati dal marchese di Mezières. li resto della cavalleria e 5 hgl. ,tavano all'al:i dr., agli or<lin, del conte Gui,c3.rd 1 tra R, e l'av icrst Scn'l.a akuJ1 osrncolo o riparo <lavanti : sull 'altura cli Hottomo11t, circa 100 sqdr. con wand! intcnalli; alla ,;trema dr., ndla bassura dclb Méhaigne, 5 bgl. col brigadiere conte Lamothc. Oue hgl. cnino :1 Tav icrs, 3 dietro. Contro tale posizione mosse rannata degl i Alleati, con 8 colonne precedute da cavalleria, che sboccarono ,·erso le 10 del mattino tra i ,·illaggi -~- ,·. • ··:·:'~ -'.\<~.' !f'l'l!\'',l~.~ Mccrdorp e Wasseigc: J • e 2° (cav:illcria olandese e danese) lungo l'antica strada romaPa: 3• e 4• ( in massima parte fanteria olandese) contro la collina di I lottomom; ;• e 6• (in massima pane fanteria angio-tcdc,ca) Battaglia di Ramillics, fase finale (1706) contro Offus; 7° e 8° (cavali . inglese) contro Folx. Lo spiegamen to avvenne sulla li nea Uuneffc-Folx e fu R. , vi si sosten cvaJ10 con d ,fficolt/1 contro i ripetuti concompiuto verso le 14. La. prima sch iera (42 bgl. al ccntro, 26 trattacchi, e dovettero cedere dinanzi a due brigate fresche <qdr. all'ala sr. e 33 alla dr.), era wmanclata dal gcn. lord di fanteria. All'ala sr. il col. Wertmiiller, scguìto dalla cavalleria <lanese, aveva cacciato i1 nen1ico, dopo o~linaca Churchill (dr.) e dal gen. conte Till)• (sr.). La 2• schiera, lotta , dal villaggio di Franquenée e dalle siepi presso sotto gli ordini <lei gen. Salisch, aveva J2 bgl. al centro, 22 sqdr. a sr. e 2 1 a d r. La cavalleria danese (21 sqdr.) Taviers. I 14 sqdr. frn ncesi d i d ,·agoni che erano in ri,mmanc.lata dal duca d i Wiiruemberg, era in r iserva dietro serva da quelb pan~, avanzarono cli corsa all a d ifesa d i l'ala sr. li Marlborough decise un attacco dimostrativo Tavicrs, ma, prima che vi arrivassero, i bgl. olandesi vi contro la sr. nemica e uno risolutivo contro la dr. e orerano penetrati e i dragoni, assaliti dalla cavalleria nemica, furono sciabolati, e presi o messi in fuga; e anche dinò che la fanter ia della d r. (5" e 6• colonna) avanzasse la fanteri a del Lamothe venne scacciata <la Tavie ,·s. Restava cont ro Folx e Autrc-Eglisc; che la 3" e 4• colonna, al comando del gen . Scholten. attaccassero Ramillies; che la · così scoperto agli ;\ 1leati il fianco d r. della cavalleria galloispana della collina di H on omont. Ciò visto il marcsc. ra,•alleria olandese dell'ala sr. (1• e 2• co!onna, 48 sqdr. col maresc. AU\'erqucrque, comandante in capo delle truppe Averquerque ,uossc alla carica coi 48 sqdr. dell"ala sr. olandesi) procedesse lentamente lungo il cig lione della Méirrompendo nei troppo grandi intervalli della cavalleria nehaigne verso la collina d i .I.J ottomont; che alla estrema sr. mica e sbaragliandone la prima schiera. I cava lieri olandesi il col. Wenmullcr, con 4 bgl. distaccati da li 'ala sr. della ne incalzarono i resti sino alla seconda, meut re l 'artiglieria fanteria (3• e 4• colonna) e 2 cannoni, marciasse su Frangallo-ispana di R., re,pinw l 'a1tacco della fanteria olandese ,qucnée c Tavicrs; che il duca di· Wiirnemberg colla casu quel ,·illaggio, foce,·a fuoco conlro il fianco dr. della

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R AM

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cavalleria olanJcse . Questa si fermò ; alcu ni s,1dr. a rretrarono ; successivame nte tutti furono rotti e messi in fuga disord inat a. Lo scompiglio stava per propagarsi anche ai bgl. dello Sch olten, resp in ti proprio al lora da R. Fu un mome nto <ii grave crisi, m a il lvi arlborough rluscì a lanciare cont ro il fianco d r. della cava lleria gallo-ispana 17 sqdr. d elle colonne del J uca d i Wi.im cmberg; su bito dopo 20 bgl. e 85 squad ron i, raccol ti a sud J i R. e formanti una 111assa <li qualtro schiere serrate, e rano pronti ad

assalire di fro nte la cavalle ria gallo-ispa na, e i 21 sqdr. danesi ne minacciavano il fianco dr. Marlborough conduce l'attacco ; la massa dei cavalieri nem ici lo aspetta senza muoversi. Soltanto <1lcuni 1·egg. e innanzi a rutti quello del la « _Maison Ju roi », avanzano e sfondano la prima e la seconda schiera d d la cavalleria alleata . Mt< ,on questo sforzo l'energia della scclla sch iern è esaurita; essa è. co .. .st retrn a rdrocedere . Con essa tutta l 'altra <:ava lleria, compresi quei regg. eh.e uon hanno ancora combattuto, abban•

dona il campo d i battaglia. L a cavaller ia alleata, troppo stanca per mettersi ad inseguire il nemico che in buon urdi11e retrocedeva, si fermò sulla collina d i I--Iotton1ont e vi si schierò colla fronte a R. Ma q ui,i pure la battaglia si decideva in favore d ~gli Alleati . li gen . Scholten alle 18 aveva conq uis tato il villaggio, so~tcncndov isi contro i rej le~ rati attacchi del cen tro nemico . L a sorre de!la giornata era decisa, per quanto buoua parte del! 'armata gallo-ispana non avesse preso par te alla battaglia . Una ventina di sqd r. presero posizione sopra un 'altura tra Olfus e Saint-André per coprire la riti rata . L'ala sr. era sempre sulle alture di Autre-Eglise e teneva i villaggi <li Offus e Folx. Ad essa ,; volse ora Marlborough, facendo ava nzare da R. lo Scholten per la bassura paludosa dell 'Jauche-Bach verso Offus ed ord inando al gen . Wood d i seguire <1uella mossa co n 12 sqdr . inglesi dell'ala d r. I d ifensori di Olfus non aspettarono l'attacco <: si ritirarono in buon ordine nella direzione di Jodoignc. Jl gen . Mb..ières, vedendo per la ritirata della fanteria mi nacciato il suo fianco sr ., fece lo stesso. Due regg. d i fa nteria e 5 sqdr. di cavalleria inglesi erano rimasrj sull'altura ad est d i Folx sino dal primo assalto. D esiderosi di partecipare anch'essi agli o nori dd la giornat:t, j loro con1andau ti li condussero i nnanzi , approfittando del not1 esservi più la cavalleria alla estrema ala sr. nemica, per cui la bassura dello Jauch ad est di Folx e Autre-Eg]jsc· non era vigi lata . Passando a fatica tra palud i e stagni essi comparvero alle spall,; del n em ico sorpreso, lo sbaragliarono e lo cacciarono i n fuga. Un rcgg. francese Jeposc le anni. I.ibero da ogni timore pcl suo fianco d r., anche il gen . Wood com parve sulla spianata coi suoi squadroni. Due regg. d i cavalleria, radunati in g ran fretta a nord d i Olfos dal] 'elettore d i Baviera e m andati incontro agli Inglesi, furono ributtati al primo urto. Questa fu l' ultima resistenza dell 'armata sconfitta. Non vi era pii, truppa compatta d a op porre alle masse del vincitore irrom penti da ogni parte. Grande numero d i car iaggi, i cui altacchi erano fuggiti, sbarrava no le strade sem inate d i armi gettate via, e _impeò ivano la f uga verso no rd e verso ovest. L a splendida armata gallo-ispana del nord era an nientata ; solo pochi bgl. e sqdr. coll 'elettore e col m aresc. d i Vilkroi passarono il giorno dopo la Dyk a Lovanio. F in q ui lord O rk ncy coll'avangu:irdia incalzò i l

nemico, indi si accampò. Le perdite dei Gallo-lsp~rni non sono ben accertate, mn si possono calcolare a 2 000 tra n1o rti e feriti, 6000 prigio nieri, 80 stendardi e bandie re, 54 canno ni e q uasi tutto il tra ino . J.a vittor ia, che costò agli Al leat i 4000 uomini t ra morti e

R AM.

feriti , d iede loro il possesso J el Brabante e della F iandra, con le piazze d i Bruxelles, Lova nio e Anversa .

Ramiro I. Re delle Asturic, 111 . ncll '850. Successe a suo cugino Alfonso II, nell '842. Vjnsc Nepoziano che gli d isputava il trono e lo fece prigioniero. I.a leggenda gli attribuisce anche u na favolosa vittoria sui Mori a Clavij o, ove l'aposto lo San Giacomo avrebbe combattuto alla testa dei Cristiani. J?amiro TI. Re delle Asturie e d i Lcon, n . verso i l 922, m. nel 950. Era fratello d i Al fonso IV, che aveva abdicato in suo favore, ma po i pentitosi , prese le armi per r,conq uistare il t rono . R. lo vinse e lo fece acciecarc .. Combattè contro i Sarace ni, e, 1n inacciato d a una i nvasione di Abdcrrnman Ili, con l'aiuto di Nava rra e Biscaglia vinse il rivale. M o rl m entre si p reparava ad una sped izione in Portogallo . RamÌl'o ! . Re d' Aragona, morto nel 1063. Nel 1042 volle togliere la Navarra al fratello Garcia III , ma ne fu sconfitto; d ieci anni dopo si unì allo stesso per togliere la Cast igl ia al fratello Ferd inanJo. D urame la guerra Garcia morì e R. , vistosi a mal partito, invocò la protezione del papa. Pii, tardi combattè contro gli emiri cli Saragozza l' di H uesca e morì in battaglia .

Ramming (110n Riedkirchen, barone Guglielmo). Gene1alc austriaco e scrittore militare (1815-187'.). Sottot. net 1834- !l~ssò pni nello stato maggiore dove rimase fino alla r,romozione a ~enerale. Nel 1848 partecipò alla campagna. del Cadore e alla pres~ d i T reviso; nd 2849 prese parte alla repressione dei mo ti d i Brescia, all 'assedio d i Venezia e alla campagna contro gli Ungheresi . Nel 1850 d ivenne cap_u de ll 'uflicio storico m ilitare . Partecipò poscia alla. campagna del 1859 i,1 Italia col grado di gen . d i brigata, <' a quc;Ja del 1866 in Boem ia come comand ante del VI C. d'A. Dopo la conclusione ·della pace ebbe il coman do.della Boem ia, del la Transilvania e infine della Moravia; nd 1874 fu nom inato capitano della Gu.ird ia. Pubblicò· òiversi lavori fra cui : « L a campagna d'Ungheria e d i T ransilvania nell"esrarc 1849 »; « Contr ibuto alla illustraz ione della battaglia di Solferi no"· Ramnagar. Piccola città fortificat a dell'In dia inglese, ne] Pungiah, sul Chenab, tr!butario del Gange . Combattimento di Ram nagar ( 1848). A ppartiene alla repressione della rivolta indiana . Lord Gough si m ise alla. testa delle forze inglesi, denonu11 ate « esercito del P u ng ìab )), che contava 12. 500 fanti , d i cui 3500 Europe i, e 3500 cavall i. Il giorno 2 0 novembre giunse a Naiwala, a 4 Km . dall'importante posi;r,ionc fortilicata di R. coperta da fittissime macchie e occupata da un forte d istaccamento d ' insorti comandati da Sher Sing A tar iwala. All ' avv icinarsi degli Inglesi quel dist accamento ripiegò e raggiunse il corpo principale del Kha lsa, accam pato sulla sponda d r. del Chcnab . l i gen . Gough avanzò con l 'ava ng uard ia, composta d , sola cavalleria e art igl ieria a cavallo. M a ven.ne f ulminmo <la i can noni nemici dissimulati dietro lrincera• menti ed obbligato a ritirarsi rapidamente, abbandonando un can none. Per tentare d i r iprenderlo, il 14° ussari perdette il proprio colo nnello H avdock e u n centinaio di uomin i; v i ri mase pu re ucciso il brigadiere generale Cureto n che si era avanzato fino agli ussari per farli ritirare. Dopo questo insuccesso lo rd Gough si ritirò fuori della. porrata d i tiro delle artiglierie nem iche.

Ramonda (Francesco). Generale, n . a Chambéry, 1n . a M ilano (1838-1910) . Sotto t. . d el genio nel 1859, partecipò

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alle campagne del 1859 e del 1866 e meritò a S. Martino I., menzione onorevok:. Passato nel corpo di S. M .. colla p romozione a maggiore fu t rasfc•·ito nei bersaglieri. Alla costitu 7 ione dei hg!. alpin i, ebbe il comando del 3° rcgg. Colonnello nel 1880, comandò i l 67° e poi il 7° :regg. fanter ia. Mag-_g . gcneraie co· mandante la brigata Roma Ilei 1888, passò nel la riserva nel 189l ,e fu promosso tcn. genera le 11cl \\ 1898. Pubblicò qualche lavoro di indole topogrnfiq.

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Ramorfno

(Gerolamo). - GeneRamonda F rancesco {aie, nato a Genova, morto a To rino (1i92- 1849). Al serviz io della F rancia pa rtecipò alla guerra del 1809 e si distinse nella campagna di Russia. Dopo la seconda restaurazione si ritirò in Savoia. Nel 1821 partecipò .1 ll'insurrczione piemontese e dopu emigrò in Francia. Nel J830, durante l 'insurrezione polacca, fu nominato colonnello e poi generale. Ritornato in Francia. -combattè durante la guerra civile nella Spagna e nel i834 part-ecipò all"invasione della Savoia. organizzata dal Mazzin i. Nella guerra per l'Indipendenza d'It<dia del 1849 ebbe dailo Crzanowsk i i l coman do, col grado di ten. generale. della 5" divis. ( lombarda). Avendo abbandonato la posizione della Cava pe r passare sulla dr. del Po, venne 9 roc-cssato come reo d i disobbed ienza e fuci lato nella cittadd la di Tori no.

Rmnorino Stefano. Generale dei carabinieri, n . a Mondovì, m . a Roma (1852-19u). Sottot. dei bersaglieri nel 187r, passò nei CC. RR . nel r88o . Decorato della .rned. di bronzo dei benemeriti della salute pubblica ih occasione dell'epidemia colerica del 1885, della med. di bronzo al valor mili rnre per aver sedato un ammutinamento in un reclusorio di Fi renze ( 1904) e della mcd. d i bronzo al valor civile per aver diretto il salvataggio durante il crollo della tettoia rii Monteolivcto (N apoli 1906). Colonnello nel 1904, comandò successivamente le legioni d i Cagliari, Napoli e Milano. Magg. generale nel 1910, venne addetto al comando gen . dell'arma dei CC. RR.

Ramos (E111·ico). Maresciallo e scri ltore mii. spagnuolo (1738-1801). Combattè nell 'impresa d'Algeri (1775) nell 'assed io di Gibilterra (r782) e nelle guerre contro la Fra ncia, ,li venendo rnaresc. di campo. P ubblicò: " Elementi sulI"istruzione e la discipli na della fa1J teria »; e opere letterarie. Ramo; lzquierdo Giuseppe. Ammiraglio spagnuolo ( 18381901). 1>artecipò a varie campagne coloniali, raggiu nse il grado d i con trammiraglio nel 1895 e d ivenne ministro della marina· nel 1900.

Rampa. Dolce salita di terra, fatta nella scarpa dei rampa ri. Rapprc..scnta una con1unicazione Jnterna 5icopert:t delle opere di fortif.cazione, e serve per accedere dal piaz.z.ale interno al terrapieno b1sso, o da questo al terrapieno alto. Le U. che mettono dal piazzale interno al terrapieno basso sono larghe da rn . 3,50 a m . 4 e inc\i ... nate da 1/ 16 a 1 f ro . Hanno d irezione parallela alla scarpa interna del ramparo e

lrampa Scala

1~0 0

normale

si trovano addos-

sate a Ramorino Gerola mo

Ramorino Stefano

Rt1111orino Paolo . Capitano garibaldino, n . a Mondovì, a Ro ma (1825-1849). Fu in America con GaribaJdi, $egnalandosi al combattimento d i S. Antonio, ove era te011.

nente, e dove fu ferito . Capirano. aiutante maggiore nella

-difesa d~ Roma . cadde nel coml-attimenro del 3 giugno .

Ramo,·i110 Stefano . Cappellano milit are ligure: nel T848 -combattè valorosamente nel Veneto, e fu proposto per il -comando di un corpo anivo; nel 1849 fu alla difesa di Roma , qppcllano nel la 1• br igata di Ga~iba!d i, che seguì ~,elJa ritirata. Preso dagli Austriaci . fu con C icernacchio :fucilato a Ca· Tiepolo .

quest'u l-

tima se non c'è

via interrata , oppure sono distacca te da detta .scarpa q uando una tale vja esiste, per non togliere aria e luce ai loca li casa~ n nurnti che ord iuar ianiente sono sotto il ramparo . In questo

caso si può ricorre re anche a R. oblique o norma li alla scarpa interna cld ramparo. ma queste hanno I'inconveniente di estendersi troppo sul piazzale in terno e di risultare più esposte a i ti ri dir etti. Sono d istribui te lungo il ramparo i11 numero d i una per ogni tra(to d i 50 a 80 m. d i lunghez.a:a. Qudle fra i due terrapie ni basso ed • alto seno sempre addossate dia ~carpa o al m uro che li raccorda, hanno i,.,a larghezza d i m ..3 circa e pcudcnza di J /5 a J /-+ e q uando corrisp:>nduno a una piazzuola sono i n numero d i una e• due recondo la !arghczza e la posizione

'

Sca.id _1_ ~uoo (Addossata al ra.mparo)

Rampe pan1llcle

(O)

(di.staccata dal rurnparo)


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di questa . I terrapieni interno, basso ed alto, si fanno comunicare anche per mez,,o d i scalette. Nella guerra l',foudialc, vennero ricavate nella parte posteriore delle trincee grandi rampe, in modo da potere, in caso di necessità, uscirne su larga fronte, o sgombrare rapidamente la trincea riparando in quelle rctro,·tanti.

pezz1. Sotto il R. venivano spesso ricavatj locali vari (V. LocYlli alla prova). Nuove modificazioni furo,10 introdotte, quando ali 'ordinamento a cielo scoperto fu sostituitol'ordinamento casamattato (V. Casamatta). Per potere adempiere completamente il suo compito, il R. doveva essere ordinato in modo da comprendere: 1°) la sistemazione del

Rampa di caricameuto. Dovendosi effettuare caricamenti su carri ferroviari e facendo difetto tempo e materiale per la costruzione di piani caricatori, si può far uso di R. di C. Esse possono venire costruite sia con materiale regolamentare per i p'iani caricatori, sia con materiale d i linea delle ferrovie (traversine, binari, ecc.), sia coo materiale dn fortuna . l i loro impiego si estende anche ai t rasporti con automezzi; quando si effettuano imbarchi di quadrupedi su autocarri la questione del piano inclinato e della sua percorribilità d iventa d'importanza massima. Si jmpiegano o sponde allungabili, o R. costruite sul posto apposita• mente. Con k p rime si ha il vantaggio di avere con lo stesso autocarro il mezzo per effettuare imbarchi e sbarchi.

Rampar o. t-: la massa coprente di un'opera di fortificazione, che va dal piazzale interno (A B), a livello del terreno naturale, fino al p rincipio della scarpa del fosso. Nel R. delle fortificazioni dell'epoca moderna si distinrruono · la scarpa incerna, talvolta rivestita d i murat·...;ra e ~uin<li . verLicale (8 C); il terrapieno propriamente detw, o di combattimento, destinato · a ricevere le bocche da fuoco (C D); se doveva ~rvire per fucileria vi si agi;iungeva una apposita banchina (DI E F); il parapetto (D G HL); il ciglio di fuoco (G); la scarpa interna del parapetto, ind inata da 3/ t a 4/1 (DG); i l pendio d el parapetto (G H); i l ciglio esterno del parapetto (H); la scarpa esterna del ramparo (H L). Nell 'epoca cont-c1.n poranea i l R. , pur mant"1:cndo nel complesso la stessa forma, subì moclificazioni dipendentemente da li 'aumentata potcn7.a delle bocche da fuoco: i l terrapieno di combattimento fu spezzato in due parti, una superiore (contro il parapetto) detta « terrapieno alto ,,, destinata a contenere in batteria le bocche da fuoco, l'altra infedore, detta (• terrapieno basso )) , per servire di comunicazione sul rovescio del terrapicn<> alto; fu aumentata la

grossezza del parapetto; infine, quando si voleva avere una linea di fucileria sul davanti di quelli d i artiglieria , per la difesa vicina, si applicava fa falsa-braga, ideata dalb scuola olandese. Qur:sta poteva estendersi tutto attorno al R. principale d i un'opera o solo innanzi a talune parti di cSSù, dove si reputava un a d ifesa vicina più attiva. Il profilo dd R. era alquanto d iverso nella parte interna

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da quello descritto quando le artiglierie che esso proteggeva dovevano eseguire il tiro a puntamento indiretto, ed ·essere il p iù possibile sottratte ai tiri dell'attaccante. Jn tal raso la scarpa interna del parapetto coincideva colla scarpa interna del R ., ossia si prolungava sino a livello del piazzale dell'opera, sul quale erano collocati direttamente i

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Profili di rampari d'antc guerra (quello in basso, è con falsabraga)

terrapieno alto per ricevere le bocche da fuoco, ossia h~ costruzione delle piazzuole e dei paiuoli; 2°) la forma delle parti de,tinate ad aumentare la sicurezza, contro i tiri, degli elementi di difesa mentre agivano, ossia <lçlle cannoniere delle traverse. Arma da 1·a1,ipa1·0 . Si chiamò così qoalsiasi specie di arma, da fuoco e non da fuoco, installata sulle parti comprendenti il ramparo stesso: anni fisse, ed armi mobili. Quelle fisse bianche erano costituite da tutti gli d;menti difensivi scaglionati lungo i fossi, i terrapieni, ccc., delle opere, ed erano generalmente ferri appuntiti, di varie fogge, nascosti al la vista, atti a danneggiare ed .in conseguenza a ritardare l'avanzata dell'attaccante. Quelle mobil i bianche erano costituite da pesanti alabarde, con punte e lame di grandi d imensioni e foggia varia, atte ad arrestare l'attac,ante, cd a resistere nel! 'ultima e , lispe,ata difesa . Le armi da fuoco da ramparo comprendono tut te le bocche da fuoco d i un fo1;te, da quelle di maggior calibro e portata, a quelle pii\ piccole, fino ad arrivare agli organi (in passato) ed alle mitragliatrici (oggi). Nei luoghi fortificati, per completare le difese lìsse principali ed cs;i;cnziali., si 1nuniscono anche ì punti secondari e quelli vicini (fossi, punti d i passaggio obbligato, punti defilati, ecc.) di armi da fuoco leggere, che si possono chiamare scmi fissc, pcrchè per piccoli tratti possono essere spostate. [n antico queste armi leggere furono i cannonciJ1i a forcella, le spingarde, gli organi, ecc. Oggi i cannoncini a tiro rap ido, le mitragliat rici pesanti, i fucili automatici. Tutte armi, alle quali occorre $em pre un appoggio (forcella o<l affusto), e per le qual i lo spostamento è più eccezionale, che normale . Il ca.imo1u:i110 da mmparo e ra un pezzo d i bronzo, del calibro di cm. 6-8, ad avancarica , montato su piccolo affusto di legno, .fisso. Serviva specialmente per difesa vicina dei fossi, per prendere di infilata i camminamenti invasi dall ' actaccanre, ecc. Come proicnili, adoperava palle o 1nit ragl ia.


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RAM

li carwoncino a

forcella

o

alla

marinara era

pure

da ran1paro, cons.istcnt~ in un picco1o C'1nnone, generalmen te di bronzo, del calibro da 5 a 6 cm. , ad lH\'arma

avancarica,

sostenuto agli orecchioni per mezzo di una

forcella ben fissata nel terreno. Si manovrava sostenendolo, con le mani. alla culatta. e prendendo la mira come con un fucile, senza però appoggiare l'arma alla spalla: serviva nei ioni per battere a piccole ,iistanze fossi o punti ·--:-_@..·_,. _· ··········· · di obbligato pa,)aggio, o per tiro Cannoncino rilla marinara d 'infilata . Era di facile maneggio, si poteva sposta re col concorso di un solo uomo, e la carica poteva essere fatta abbastanza celermen te. Lanciava palle massiccic di ferro, e pallette a m itraglia . Era detto anche « aHa mai-ìnJra », pcrchè veniva usa10 anche sulle navi, nelle qt1ali serviva , più che per di fesa, per segnaktzione, coi suoi colpi a polvere in occasione di nebbia, nelle !'lotti oscure e nuvolose, ccc. , come sussidiario della campana. Ancora osgi. sulle navi mercantili. non manca un cannonci:10 per segnali, qunsi sempre n100~ tato su piccolo affusto di legno a rotelle.

399Scuola superiore di guerra e fece la campagna del Sudan nel 1907. Durante la guerra Mondiale fu addetto a hmiioni di S. M. Nd 1916 fu in missione in Russia. Nel r918 ebbe jl coman do della 133• divis. di fanteria, alla testa della quale combatté sul la Somme dall"agosto all'armistizio. Dopo la guerra comandò il XXXIII C. <l'A. ·e poi , col nuovo ordinamento dell'esercito francese, la 5• regione militar7 , quella d 'Orléans.

Ramsay (Giacomo Da/1,o,uie, marchese di). Governatore delle Indie, d'origine scozzese (r812-r860). Ebbe Ja carica a 35 anni, nel 184ì, e svolse un ·azione amministrativa e rnd itare notevolissima. Represse un 'insurr<:zione dei Cipai, condusse vittoriosamente campagne nella regione del Pungiab e nella Birmania, annettendo all'impero ind iano ricche provincie , ed organizzò la rete dclk comunicazioni, Ramsgate. Cìnli marittima dell 'Tnghilterra meri,lionale,. nella contea d i Kent, ,ul Passo d i Calais. Durante la guerra Mondiale, il r 0 marzo 19J7, fu bomb:trdata con. poco danno da'i cacciatorp<:diniere t<xlcschi in ,u na j11cur-

s1onc nella Manica.

Rampìcone. Strumenco di ferro, uncinato, anticamente in servizio come arma per difendere le mura, e per andare all"anembaggio delle navi. Rampino esplodente. Congegno molto semplice, costituito da una specie d i ancoretta -a tJT o quar1ro patt<:, la quale porta nella sua parte centrale un rccipicntc che conùene una car ica di tritolo. Fu ideato verso il rSSo e con teneva dapprima wia carica d i fulmicotone (Kg. 1 ,5). L'ordegno è correclato di un cavo di acciaio l ungo il quale corre un conduttore elettrico. La nave che adopera il rampino lo trascina a rimorchio ,ul fondo mediante il cave,. Serve spccia11nente per rastre11are i cavi telefonici, i cavi d'ormeggio, delle ostruzioni. ecc. e distruggerli. Quando per la natura dell'Vitacolo incontrato ,la! rampino si abbia la certezza di aver rastrellata i l cavo, si mand a una corrente elettrica alla spoletta che trovasi nell'interno del recipiente che contiene il t.-irolo . L'esplosione distrugge il cavo che si vuole interrompere. Il R . è quindi corredato da una pila di accensione o da una batteria disposta in serie, oppure <la u1ia dinamo esploclitore per minatori; d-a un molinello su cui è avvolto il cavo conduttore, e da un cavo d i acciaio, opp ure da u na catenella da rimorchio. Rampon (conu Antonio). Generale francese (1759-1842). Luogoten. nel 1792, si distinse nèll 'armah dei Pirene, orientaJi e nell'armata ,l 'ltalìa del 1796 e l'anno seguente divenn_e gen~rak çli brigat_a . Dal i798 al 1801 fu in Egitto. N el 1805 ebbe il comando delle. guardie nazionali dei dipartimenti del Nord. Ade-

Rampon Antonio

rente alla prima restaurazione,

fu nominato Pari d i Francia : cancellato da tale carica alla seconda restaurazione, vi fu riammesso nel 1819. Rampont (Camillo). Generale francese, n. nel 1869. Fece la carriera r.ella cavalleria, frequentò i corsi della

Rancieri dei RR. Carabinieri

Rana (Carlo Andreil). Ingegnere e scrittore mii., 11. a· Susa nel 1715, m . nel 1804. Collaborò col J3ertola alle fortezze del Piemonte. Fu per trenta anni insegnante alla Scuola d'art . e fortificazione e fu auto~e dcli'« Architettura militare per le regie scuole d 'art. e fortificazione » e del « Nuovo sistema <li fortificazione ». Rana Giovanni Antonio. Generale, n ipote del precedente,. m. nel 1835. Sottot. del genio nel 1783, partecipò ~Ile campagne dal 1792 al 1 800 e poi servì nell'esercito russo. Nel 18q rientrò ndl 'csercito sardo col grado di capjcano. Colonnello nel 1819, venne nel 1 823 nominato membro del consiglio mil. del gen io ed in detta carica fu promosso ma~g- generale nel 1831 .

Ranby. Medico e scrittore m ilitare inglese del sec, XVIII .. Primo cbinlrgo di re Giorgio, presé parte alla gucna per la Successione d'Austria col grado di « sergente chirurgo » . Scrisse un · « Trattato sul metodo d i curare le fe. rite di armi da fuoco ,,. Ranciere,.,. D eriva, come « rancio », dalla lingua spa gnuola: era chiamato così il marinaio che apparecchiava e serviva il rancio, per turno, agli altri. Si chi.:lmÒ ugualmente il « capo d i rancio » colui che fa da capo a sette marinai, i quali mangiano insieme alla stessa gavetta, man-


<iene la disciplina fra loro, e scrive ogni giorno i particolari ~Id pasto per riscontra.rii col commissario e col m aestro di razioni: egli altresì tiene la chiave del cassone comune, dove sono i lor corredi e vcsùmcnla. (Guglidmotti).

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pc!lo per pili d'un reggimento. Ciascuna cp. ha i propri uom ini addetti alla cucina, che vengono riuniti d a un caporale per bgl., e provvedono ali 'impianto d al fu11zionamento dei fornelli, al prelevamento cd alla cottura

1, Ben I fi1· F r f I Wll r:&a I Jn J JnJ I Jzj Ohlain&ta del rancieri.

·=

Ra ncio (dallo spagnuolo « rancho »). A quale importanza esso materialmente assurga in una guerra oggi, è chiaramente espresso dal numero d'uomini chiamati a partecipare alle operazioni, e pei quali incombe l'obbligo di i;rovveclcrc convenientemente al vctwvagl iamcnto. Ma non è soltanto problema materiale: c»o costituisce un fattore di hcncs:,ere che si ripercuote in modo assai scn,ibilc sul morale. Quindi ali~ ~ua buona organizzazione non bastano le cure e le auenzioni degli appowi organ: tecnici preposti, ma occorre anche l'i ntcrcssamenw assiduo e diretto

@= a J' 1LJJri' Imr1Iw@ I ..,._

[fjJJ' lf±frl' 1Wrl' l@'fd I r- I Segnale del rancio

•cki comandanti di reparto. Se l 'affermuione d1 Federico Il, che b guerra _si fa con lo stomaco dei soldati, è alquanto esagerata. contiene tuttavia un nocciolo di verità, della quale devesi tener conto. Truppa ben nuuita è normaimente di.;ciplinata. L:? stessa guerra ~londia1c l· ricca d1 ns:mpi di uomini isolnti e di im~ri rcpa,ti datisi disertori, solo per mancate vcuovaglic. I n altri tempi, e quando cioè il limitalo numero cli comb1te111i lo consentiva, il R. era fatto e confeziol!nO cc,n comn'e<tibih e mezzi trovati sul rosto. Oggi questo più non essendo possibile, presso ogni corpo o reparto è prevista l 'csistcnza di utensili adatti

11 rancio a b:>rdo di nave da guerra

dei cibi. Un sottufficiale per rcgg. p·ro,·1•ede, sotto la direzione dell'aiuuntc maggiore in prima, all,1 distribuzione <!elle cibarie alle ,arie cucine. In pace c,i,te anche una " Commissione pcl R. », l.1 quale .s'interessa a far sì che questo sia secondo i gusti e i desideri della t ruppa . l~ra le mansiani dc ll'uAiciale di picchetto vi /: appunto 4uclla eh son-cgliarc la couura delle vi,·andc, il taglio delle razioni e la dmribuzionc del R. Le ,•ettovaglic che entrano a farne pan.e ,uno !"eievate d:ii magazzini della ,ussistc nza . 1 coma11d i rimettono. a questi ent i dist ributori, dei bu()n i compihui ,u lla scort3 <klla forza presente del giorno: a loro ,·olla i magazzini danno laute razioni pane e tante razioni viveri per quante ne sono richie, tc coi buoni. In pi,, per og11i convi\'Cntc vìcne stanziata una somma gir,rnalicra pari a 15 centesimi, la ,1ualc serve al l11!ig/to, 1t11ne1110 raucto (V .) : cioè ad acquistare dal mercato f1u11a, ,crdura, droghe e quant'altro la stagione ed il

Distribuzione del rancio (secolo XIX)

Dilltribuzionc del rancio in caserma

,,!!a bisogna. Gencrnl1ncn1c ciascun bgl. wnfcziona il proprio R. valendosi delle cucine da campo o delle casse di couura. Per ragioni d'ingombro e per ottenere la miglior confezione non è opportuno preparate il R. nello stesso

luogo offrono per rendere pii, saporo;o e pi/1 grade.vole a l palato il viuo. Dopo il 1922, nel nostro esercito, il R . è stato fatto oi;gcuo di panicolari attenzioni: si è mirato ad e,•itare che

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•ii soldato fosse ogn i giorno o bbligato a mangiare carne -e brodo. Si è perciò introdotto l'uso del fo,maggi,,, del

pesce, del le uova e ciel cioccolato al mattino. La carne, .anzichè in br.,;iclo,.. venne cucinata arrosto. in spezzatino al

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quale facci la provv isione per il vivere, senza che abbino occasione di andare :d li cabareti . ., ». In marina, a bordo delle n av i da guerra , il /?.. è confezionato da ma rinai ad ibiti a cuoch i in serv izio <legli equipaggi, in ragione di uno per ogni 150 u. o frazione, e viene consumato in apposite stoviglie metalliche, compren denti la gamella, i l piatto e il bidone. Le navi da guerra hanno tavole e panche smontabili e normalmente _sospese sotto i ponti. All 'ora del R. , indicata da un segnale musicale simile a quello dell 'eserci to, i marina i appositamente destinati vanno a preparare tavole e panche, altri si re cano in cucina a ritirare la raz.ione. Ogni R. è costiLUito da 10 marinai comandati da un sottocapo (caporale) che chiama caporancio . F in0 a poco tempo addietro veniv~ consumato in coperta , durante le ore d el giorno, in generale alle 9 o alle 16. Nella marina venet a, per ogni galera erano destinat i al ser vizio del R. tre galeotti: uno a prora, uno al centro, uno a poppa, sotto la sorveglianza d i uno dei piloti .

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Distribuzione del rancio al campo

•sugo, e talvolta persin o in costolette . Tutto ciò è stato possibile addestra ndo con speciali corsi il persona!e dest iirnto alla cucina e integrando con utensi li adatti la dotazione di stoviglie . Fermo restando il valore nutritivo dclk cibarie, e la spesa d 'acq uisto, si è avuto il vantaggio di .sfruttare in una considerevole rnisura alcuni prodotti na• zionali (formaggio, pesce, uova, ecc.) al posto della carne, la quale è d ' importazione. L'aso di fare il R. in comu ne per gli uom in i di una ·stessa camerata nacque per iniziativa dei soldati : poichè parve adatto ad imped ire che essi, per gola, o per tri stizia di vivand ieri, si nutrissero male, fu reso o bbliga~ ,torio. Cosl d ice i l Guerrini, il quale ricorda che l'obbligo .del R. comparve per opera del Louvois nell'esercito fran,cese nel 1688, ma esisteva in Piemonte fin dal 1673,

Dispe11sa dal rancio. P uò essere sanzionata dal comandante cli corpo con ordine del giorno, per quei militari che n e vengono proposti dal med ico, di volta in volta con periodi di li mitata durata, per ragioni d i salute. Può essere inoltre concessa con carattere di permanenza agli attendenti di ufficiali che ne facciano esplicita richiesta, agli inser vienti delle mense militari e simili. J d ispensati dal R . percepiscono una incl-cnnità giornaliera a t itolo di co1l1penso; se si tratta di amn1alati, questi ricevono vive ri speciali con~

fezionati a parte .

Perdita rancio_ Compenso pecun iario che vien dato a quei militari che per esigenze d i scn,izio non hanno potuto parl,cipare a<l uno o più pasti. La spesa si g iustifica con una d ichiara>:ione <li ch i ha ord inato il servizio, controfirmata dal comandante del reparto.

Randaccio (Carlo). U fficiale e scrinorc m il itare, n . a Genova, rn. a Roma ( r827- 1909). Nel commissariato di marina dal 1846, partecipò alle campagne del 1848-49, 1859, 1860 e della Crimea. Eutrò poi Hcll 'amministrazione della marina; fu capo del gabinetto particolare d i Cavour e dei mi nistri di marina che gli succedettero sit10 a l 1863 e dal 1872 al 1884 fu d irettor<'.. gcn . della marina mercant ile al m inistero della marina. En trato ,dia Camera dei dcput.ati nel r 876, rappresentò i collegi di Rccco, Genòva e Pesaro per otto legislature (X1110XX) . Scrisse m 1merosc opere fra cui: « Memorie storiche delle mar ine militar i italiane »; « Storia -della rnar i11a m ilitare italiana d al 1750 al 1870 »; « Storia navale universale antica e moderna " . .Randaccio Giovanni . Medaglia d'oro, n . a Torino, caduto al fronte ( 1893-1917). UAicia lc cli fanteria i n S. E. P., aveva già combattuto in Libja; ritornatone, <livenne pilota

Distribuzione del rancio n.l fronte italiano

·quando Carlo Em anuele li p rescrisse che i capitani dovcs·sero raggruppare j soldati della compagnia quauro a q uattro . 11 citato autore ricorda a questo proposito le parole ,ciel Duboin: « scegliere (fra i quattro) il p iù d iscreto, il

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av iatore. Per la g uerra con l 'Austria tornò t ra i suoi fanti, e nelle fi le del Ti" fanter ia d iede tali e tante prove d i valore , da esser decorato di tre m~dagl ic d 'argento e promosso maggiore per merito di guerra. Gabriele d 'Annunzio, che lo ebbe d ilcnissimo, lo definì " fante esemplare, vero operaio della vittoria ». 4.1 Poeta stesso toccò di raccoglierne tra le braccia la spoglia esanime, alle fonti del T imavo, e d i pronunciarne I 'd ogio funebre , pagina magnifica d i esaltazione d ell 'eroe . La motivazione della medaglia cl 'oro, concessa alla memoria d i Giol'anni Randaccio ,.,. d ice così: « Manteneva sempre ,·ivo nel suo battaglione quello spil"ito aggressivo col quale lo aveva g uidato alla çonquista d i


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importanti posizioni nemiche. Auaccava la quota 28 a sud del Timavo con jmpareggiabile energia, e, nonostante le gravi difficoltà, la occupava. Subito dopo, colpito a morte

da una rnffica di mitraglia, non emise un sol gem ito , serbando il vi,o fermo e l 'occhio asciutto, finchè fu portato alla sezione di sanità, dove soccombette, mantenendo, anche d i fronte alla morte, guell 'eroico contegno che tanto ascendente gli dava sulle dipendenti truppe , quando le guidava all"attacco » (Font i del Timavo, 28 maggio 19, 7).

Randacdo Giovanni

Randon Giacomo

Battaglione Randaccio. Conserva questo nome i l II bgl. del 71' regg. fanteria, essendogli stato dato in memoria di Giovanni Rand accio che lo comandò col grado di capitano e di maggiore .

Rangers. Erano cosl chiamati i cavalleggeri volontari nella guerra d i Indipendenza d'America. Rango. Oltre al comune significato di grado o condizione, nel can;po mil. significa anche schicnt o riga, o ordinanza. Stare nei ranghi, cqui,alc a trovarsi in un d ato schieramento; uscire dai ranghi , indica per l'ufficiale provenire dalla bassa forza, ma è locuzione poco usata . In marina, nel sec. XVIII-XIX la locuzione indicò la classe delle navi : presso a poco erano vascelli d i , 0 , 20, 30 rango quell i rispettivamente d a 3 ponti e 90-100 caononi; da 2 ponti e 74-84 cannoni; da 2 ponti e 50-66 cannoni. 1

Rangon (o Ra11gu11). Oittà della Bassa Birmania, sul fiume omonimo. Fondata nel sec. VIII , venne occupata dagli Ingle si nel 1824 , ma subito rlopo abbandonata. Durante la seconda guerra di Birmania, il gen . Godwin si presentò davanti all a. cin~ con m olte navi cariche di t ruppe. Bersagliato dalle artiglierie delle d ue sponde, il Godwin sbarcò il r8• regg. irlandese rinforzatò d a soldati di marina e da marina.i, che assalirono e presero le btr. dei Birmani. Questi St ritirarono in una rohu sta pagoda fortificata. Sbarcai-o i l resto delle truppe, il Goldwin fece dare l' assalto, con una colonna agli ord ini dei colonnello Coote, com posta d i 2 regg. Européi e uno d i Cipai : l'assalto, condotto vigoros.:tmente, ebbe ottimo successo a prez,zo però d i serie perd ire . La città re.<tava così in ,k6nitivo potere degli Inglesi.

Randaccio . 28• Legione della M. V. S. N. , costituita a Vercelli nel 1923.

Rangoni (jacopino). Condottiere del sec. XIII. Capitanò la fazione guelfa modenese detta degli Aigoni contro quella ghibellina dei Grasolfi e partecipò con i Fiorentini alla battaglia di Moncaperti (1260).

Rand on (conte di Pally , Carlo Giuseppe). Generale francese (1751 -1832). Combatcè con Dumouriez e poi con Napoleone, segnalandosi specialmente nella campagna d 'ltalia del 1800; andò in ritiro poco dopo questa campagna.

Ra11goni Guglielmo. Capitano del popolo nel 1254 in Firenze, combattè con valore contro i Ghibellini. Nel 1264 fu uno dei quat tro capitani pel buon _ordine della repubblica genovese.

Ra11do11 Da/auloy conte Carlo F,·ancesco. Generale francese (1764-1832). Fece le guerre napoleoniche, segnalandosi e Eylau, a Friedland e nella campagna del 1812-13. Dopo Cento giorni fu creato pari d i Fra ncia.

Rangoni Lanfra11co. Capitano del sec. XI.li , figlio d i Guglielmo. Fu uno dei l re ambasciatori mandati dai Guelfi di Modena nel 1288 a<J Obizzo d'Este per offrirgli il dominio della città . F u poi al servizio dei Lucchesi con-tro i Pisani. Nel r,96, quando i 13ologncsi cd i Par migiani andarono contro Azzo d 'Este, raggiunse le m ilizie dei Parmigiani e nel 1297 riportò uoa vittoria facendo p rigioniero il conte <li Sartìgiiano, capo dell 'escrcito n.emico.

Raudon come Gi(lcomo Luigi. Maresciallo d i Francia (1795-1871). Arruolatosi nel 181I, partecipò alle ultime guerre napoleoniche, e, colonnello nel 1838, alla spediz ione in Algeria. Maresc. d i campo nel 1841, fo m inistro della guerra nel 1851 e poco dopo governatore generale dell" Algeria. Maresciallo d i Francia nel 1856, nella campagna d'Italia del 1859 fu capo di S. M. del corpo opcrame. Sost ituito dopo pochi giorni dal Vaillant, riprese il port,1foglio della guerra che tenne sino al 1867. Nel 1870 fu prcsidcnle della commissione d 'inchiesta sulle capitolazioni di Sedan e di Metz. Lasciò un volume cli « Memorie "· Randone (Giovan ni Francesco) . Gencn1le mediw, n. a Garessio, rn. a Rapallo (1843-i911) . Medico d i bgl. nd 1866, partecipò alla campagna di quell'anno. Nel 1870, duran te l 'epidemia colerica a Matera meritò h mcd. d 'argen to dei benemeriti della salute pubblica. Dopo esser stato direttore dell'ospedale mii. d i Napoli , fu nel 1897 promosso colonnello direttore di sanità del I C . d'A . Magg. generale medico ispettore di sanità m il. nel 1904, fu promosso ten. generale ispettore capo di sanità mil. nel 1908, nel gual anno andò in P. A. Pubblicò varie monografie e studi fra cui un « Manu ale di medicature, fasciature ed apparecchi pér lesioni di guerra »· e una « Guida pratica pel medico mihtare in campagna "·

Rango11i fr,copino. Capitano del sec. XIV. Al servizio del legato pontificio cardinale del Poggetlo, fu fatto prigioniero nel 1325 mentre combatteva i G hibellini di Rinaldi marchese d 'Esce. Nel 1328 divenne capitano del popolo fiorentino.

Rangoni Gl,era,·do. Condolticre del sec. XV. Fu al servizio d el duca Ercole I d i Ferrara e nel 1482 partecipò alla guerra contro i Veneziani. Fu poi al servizio dei Francesi, coi quali venne in Italia per la conquista del regno d i Napoli contro gli Aragonesi. Nel 1496 passò al servizio dei Fiorenti.ni per la guerra di Pisa. Nel ;506 s'.arruolò negli eserciti pontifici di Giulio Il; combattè nella g uerra contro i Bentivoglio (1508) ed in quella contro i Veneziani (1509).

Ra11go11i Guido. Capitano del sec. XVI (r485-1539). Nel 1506 tentò cli r ecuperare all'avo Giovan ni Bentivoglio la signoria dì Bologna, ma non vi riuscì; fu al · servizio dej Veneziani nel 1508 contro la lega d i Cambrai. Passato agli stipendi d i Leone X nel r 513, costrinse il governatore tedesco ad uscire di Modena: conchiusa nel 1521 la lega con

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Carlo V per scacciare i Francesi dall'Italia, ebbe il comando generale delle fanterie. Nel 1525 si d istinse nella difesa di Modena contro il duca di Ferrara. Nella kga fatta ne! 15-26 dai papa con Frlnccsco I e coi Veneziani contro Carlo V, comandò l 'esercito pontificio cd ottenne in premio d«l papa _vari feudi. Nel 1528 passò al servizio della Francia; nel 1532 partecipò alle guerre d'Ungheria contro i Turchi e nel 1~35 Francesco I lo nominò suo capitano generale in Ital ia : sconfisse sotto Tori no il marchese di Saluzzo ed il marchese d i Marignano, liberò la città da!l" asscdio e costrinse Carlo V ad abbandonare la Provenza. Il R. si distinse anche come architetto mii. t-:el 1527

1866 e ne l 1870 e meritò una med . d'argemo e la menzione onorevole. Frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Colonnel lo nd 1898, comandò il 68° fan teria e poi il distretto mii, di Roma. In P . A. nel 19or, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1911.

munì. Piacenza con muraglie e trincee; nel 1537, i , abba~ stionò )i la terra di Savignano in Piemonte, i:ingcrnJola di

terrapieno e di baluardi- non murati, « a;ta ogni cosa ventiquattro piedi " · Inoltre lavorò alle fortificazioni di Pinerolo mentre era al servizio della Francia.

Rnngoni Lodovico. Capitano dd scc. XV I, Jn. a U dine nel 1552. Fratello d i Guido, lo seguì in quasi tutte k sue imprese. Nel 1530, agli ordini d i Clcmcme V II e di Carlo V, partecipò alla guerra contro i Fiorentini e venne premiato colla signoria di Forlimpopoli. Nel 155, iu al servizio dei Veneziani e divenne governatore del Friuli. Ra11goni Ba/da«are. Capitano del sec. XVI. F iglio di Guido, nel ,551, al servizio di Giulio III, partecipò alla guerra di Parma cd all 'asseclio della Mirandola. Passato in Francia, prese parte alle guerre contro gli Ugonotti. Tor nato in Italia al servizio di Venezia, fu eletto nel 1571 governatore generale delle m ilizie venete jn Dalmazia. Ra,,goni Pallavicino. Capitano del ~ec . XVI, figlio di Lodovico. Sino al 1553 fu in Inghilterra a combattere contro gli Scozzesi. Tornato in Italia, formò a sue spese nel r565 una compagnja cl i fanti e con essi concorse alla difesa di ~laha assediata dai Turchi. Passò poi in Prancia, prese parte alle g uerre contro gli Ugonotti e nel 1569 si distinse alla difesa di Poitiers. Terminò la sua vita militare al se rv izio di Venezia.

Rangoni j\,1. Luigi

Rantzau Giosia

Rannaud (N.) . Generale del sec. XVIII, n. a Chambtry, rn. nel 1793. Iniziò la carriera nell'esercito francese col quale nel 1760 andò Ìll aiuto degli Spagnuoli in guerra contro il Portogallo e si distinse jn vari cmnbattimenti. Passato nell'eserci to spagnuolo, vi divenne nel ,764 colonnello di cavalleria; poco dopo fu promosso generale e nom in ato govcrnacore civile e militare dell'isola di ~!inarca.

Rantz~u (conte Giosia d1). Maresciallo di Francia (16091650). Dopo aver prestato servizio m ilitare in Daniinarca e nella Svezia, passò nel 1635 in Francia e pa1tccipò all'assedio di Dole ove · perse un occh io, e all'assedio d i Arra5 rimanendo mutiLuo d 'u.na gamba e d'una mano.

Ad Aire (1641) riportò tre ferite; altre quattro ne ebbe ad Hannccourt. Luogoten. generale nel i644 , d ivenne maresc. nel 1645. Fu poi in Fiandra cd in Piccard ia . Ne] 1649 fu imprigionato nella Bastiglia per ordine del ca rd inale Mazarini, ma venne liberato l'anno seguente.

Ranzi (Fabio) . Scrittore mii. , 11. a Tivoli, m. a Roma ( 1859- 1922). Sottot. di fanteria nel 1879, !asciò il servizio attivo col grado di capitano. Direttore del g iornale « li pensiero n,ilitarc >•, pubblicò pc.:r vari anni u Armi e pro~ gresso » , e pubblicò varie monografie, come: « Modernità militari ,; ; " La moralità nell'esercito »; « L'inch iesta sulla

Rango11i-i\fachiavdli mare/tese Luigi. Generale, scrittore militare cd araldista, n . a :vlodcna nel 1870. Sottot. <li cavalleria nd 1892, fu istruttore del corso ufficiali alla Scuola <l"applicazione di cavalleria di Pinerolo e di Tor d i Quinto e fece parte dell'Uffa.io Storico del Comando del corpo d i S. M. dal 1909 al 1915, cooperando alle pubblicazioni <li quell'ufficio . Partecipò alla guerra del 1915-18. Fu col locato in congedo p rovvisorio nel 1917 e trattenuto in servizio si no alla fine della guerra a sua domanda . Colonnello nel 1918, andato a riposo, fu promosso generale d i brigata di cavalleria nel 1929. Fu dal 1926 al 1930 commissario di S. M. il Re presso la Consulta Araldica e poi cancelliere dell'Ordine di Malta . Fu ed è collaboratore di diverse riviste storiche " ge nealogiche ed enciclopedie italiane ed cst<:re. Pubblicò fra altro : « La bandiera t ricolore e gl i Srati .i taliani dal 18,18 al 1849 » ; « li Tricolore negli Stati italiaJl i dal 1849 al 1870 »; « Le nostre gloriose band iere »; « La bandiera dell'artiglieria dal 1739 al 1926 »; « La valorosa brigata Savoia dal 1624 al 1924 »; ,, Titolatura dei conti rii Savoia, poi duchi, re di Sicilia, di Sardegna e re d 'ltalìa »; " Stemmi della Real Casa di Savoia » ; ecc.

Ranzo. Comune in prov . di Trento. Durante la guerra per la Successione di Spagna, i Gallo-ispan i, dopo di avere presa Arco, procedettero alla conquista del Trentino e del Tirolo, difesi dal gcn. Solari, e il 26 agoslO 1703 giunsero con un·avanguardia di 800 u. davanti al paese, che era stato abbandonato dagli abitarui e lo p residiarono d isperdendo le forzç anche nei villaggi vicini. Il giorno successivo, il drappello di circa 160 uomini messo a presidio cli R. fu di sorpresa assalito sul! 'albeggiare da un nerbo di Trentini, calato dalle alture d i Molveno e composto d i alcuni soldati e circa 300 paesani arma ti. I Tre11tini appiccaro no il fuoco al villaggio, ed i difensori furono costreW a riparare nella chiesa; incendiata anche questa, essi dovettero arrendersi dopo aver perduto 22 uomin{; e i Trentini tornarono a Molveno con i prigioi1ieri.

Ranieri-Tenti (Fmncesw). Generale, n. a N apoli, m . a Roma (18~3-1927). Volontario nel 186o, partecipò alla guerrn di quell'anno. Sottor. di fanteria nel 1865, combattè nel

Ranzola. Passo delle Alpi Pennine, a sud del m. Tiose, fra Gressoney-Saint-Jean e Brusson. Da Gressoney (Valle del Lys) un breve tratto <li strada continua in una mulat-

guerra e la questione dell 'artiglieria >).


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ticra che sale al passo (2171 rn .) e d i qui scende nella valle d ' Ayas, o d i Brusson. Nei tempi passati vi furono CO· strui te opere di fortificazione.

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battimento, la galeazza fiorentina, g uidata da Raimondo Ma n11clli, con felice manovra investì sul fi anco la galera dove stava lo Spinola, sbandandola e lanciandone gli uomini in mare. Lo Spinola fu subit0 catturato ,!agli inve, stitori, e le altre navi genovesi si diedero alla fuga, ma otto d i esse ven nero catturate.

l!. Battaglia di Rapallo (r 494). Appartiene alla ,pedizionc di C;irlo VIII in Ita lia. Il re avcva fatto concentrare a Genova una poderosa flotta franco-genovese , e ne aveva dato il comando a Luigi ,l 'Orléans. Federico d i\ragooa , fratello del re d i !\" apoli, era stato da questi i ncaricato di portarsi in Liguria, con una flotta d i 35 galere e 18 vascel li, recante 5000 fanti di c ui n101ti toscani. reclutati a Siena e a L ivorno. Giunta la flotta nelle acque liguri, nel golfo Tigullio, sbarcò il 4 settembre 3000 u . a R., dove 0

essi coslruirono una fortificazione campale prote tta ùa ro-

busto ,reccato. Al comar.clo d i q uella t ruppa era C,)bietro Fieschi, f:uoruscilo genovese. L ·orléans decise di sbara.~.. zarsi di costoro e fece da Genova m arciare un corpo d!

Antica linea dj difesa al colle della Ranzola

Rapallo. Città della Ligu ria, in prnv . d i Genova, al ce ntro del golfo Tigull io, o d i Rapa llo, fr~ la p unta d i Portofi no e qud la d i Sestri Levante . Fi n da] VI secolo venne rn un ita <l i mu ra, con sei porte, e fii rocca con quatt ro torri ; ma nel 641 questa e quelle furono distrutte dai Longoba rdi d i Rotari. Nel 1070 fu presa dai Pisani; nel 1 219, dopo d i :ivere appartenuto a var i signori feudal i, pa,sò alla repubbl ica d , Genova, della quale poi sempre segul le sorti . All'epoca della lotta fra G uelfi e Ghibell ini 1•i fu coinvolta : nel r 325 il guelfo genovese Luca d i Negro attaccò q uivi i Ghibellini e li sconfisse i mpadronendosi d i R., che tornava ai Ghibellini di Nicolò Fieschi nel r393, dopo che egli vi prese la rivincita della sconfitta ghibelliua prece,Jen te . Nel r 432 uoa flotta veneta comparve nel golfo, e R ., indifesa, venne saccheggiata -dai n-:.arina i· slx1rcali. Nel .1477 le mi li7.ÌC ,·iscontee d i Giovanni Pall~vicini conquistarono R . e il suo territorio, jnvano couu·astatì dai Fiescbi e dalle loro mi lizie. Ne\ 1510 venne occup ata <lal1'armata µon tifìcia del! 'amm ir . 0iassa, che si era recata in Liguria in appoggi~ dei fuornsciti genovesi. i\"ella notte dal 5 a l 6 luglio 1549 una flotta sa race na, agli o«lin i di Dragut, arrivò all'improvviso a R.., la prese, la saccheggiò e trasse schiav i un centinaio di abita nti. Do po questo avvenimento la repubbl ica genovese fec,e costrui re il castello di Aveneggi, o Torre de i Sar;:H;enì; opera di A nto nio Ca rabo .

fanti e cavall i sfor?.esch i, comandat i da Anton Maria tb San Severino, d ,c fu rinforzato da una quantità di paesani genovesi annatj. L ·o r1éans medesimo uscì da Genova con u na Aotta d i 1~ galere, 6 galeoni e 9 vascelli. con un rr:igl iaio d i mercenar i svizzeri, per appoggiare l'impresa e battere la flotta aragonese. Ma Federico non attese 1'u rto, e si allontanò a for2.a d i vele, non facendo in tempo a ritirare la t ruppa sbarcata . L 'Orléans sbarcò gli Svi7.zeri mentre giungeva a R. i l Sansever ino. La Rotta cooperò con le artig lierie all' azione. Il giorno 8 ve niva daLO 1·assalto agli steccati per opera degli Svizzeri. i quali furono resµinti. Avanzarono allora gli Sforzeschi e i paesani ge novesi e dopo aspra lolla s uperarono le d ife,e . I Napoletani si dieclero alla fuga , lopo d i avere lasc iato cento morti sul terreno e parve cospicua la cifra in quei tempi, nei guaii i soldati d i ve11tura non si facevano gran male! e molti p rigionieri. Obietto Fieschi coi superstit i si salvò per i monti ; lungo la costa Federico raccolse yuanti potè degli scampati. A R., gli Svizzeri si accar1irono anche contro gli abitanti , e ne venne un con Hilto con i paesani geno• \lesi . i qua li ne presero le difese : una ventioa di SvizLeri restarono uccisi, ma i capi riuscirono a sedare il Lu mu lto.

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I. Battaglia di Rapallo (28-29 agosto r431) . Appartiene alla guerra fra Venezia e Genova e p rese a nche il nome da Portofi no. Una squadra veneziana d i r8 ga lere. ag li ordini de ll'ammìr . Pietro Loredano, rinforzata d a quattro galere e una galea,.za fom ite dai Fiorentini , si presentò d avanti a Genova rentando <l i incirarc i Genovesi a liberarsi dai Viscont i. Sulle navi liorenti nc e rano inolt i Genovesi fuornscit i, segua~i dei Fiesch i. ,'vla la città non si ,nosse, e il Loreda no vekggiò verso /1. , mentre _usciva dal porto d i Genova una squad ra fatta armare d ai Visconti, forte <li 17 galere e d i una cocca, ag li ord ini d i Francesco Srinola. Le due squadre si affronta rono, e, n,cntre ferveva il con1-

Rapallo: li castello di 1\\-cneggi

lii . Battaglia di Rapallo (luglio 1495). Appartiene alla iped izione d i Carlo V i1, Italia . Nel viaggio d i ritorno,

il re, giunto a Pontremoli, s i lasciò persuade re a concedere


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RAP

ai fuorusciti genovesi. capitanati da Obietto Fieschi e da Fregoso, a tentare una d iversione su Genova . Al gruppo d ei foorusciti aggiunse 120 lancie e 500 fanti francesi, e 200 u . d'arme e 200 cavalleggeri ital iani, affidando il comando in capo a Filippo di Savoia. Ed appoggiò dal mare la spedizione con 7 galere, 2 galeoni e 2 fuste, agli ordini dell 'ammir. M iolans. Le navi erano cariche di spoglie opime del regtw d i Napoli. Le truppe avanzarono sui p rimi di l uglio fino a R . dove, lasciata guarnigione francese., proseguirono \1crso Genova. La flona si raccolse nel golfo T igu llio . La città di Genova non si lasciò sedurre dai fuorusc iti, nè intimid ire dalle armi, e Filippo doveue affrettarsi a passare gli Appennini d irigendosi in Picmome. Ma pjù grave sorte toccava ai rirnasti a R. Quiv i arrivò una f!oua genovese d i 8 galere, una caracca, due altre 11avi armate, e attaccò le navi francesi. Dopo breve combatti me nto, queste eranc sopraffatte, e parre affondate, parte ca tturate col loro ammiraglio. Subito dopo i Genovesi sbar -

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RAP

nel territorio nazionale la conca d i Circhina e 9uella di Postumia, che \1/i lson intend eva lasciare alla Jugoslavia, Il trattato comprendeva clausole rigua.:·dant i le condizioni degli Italiani in Dalmnia, in rapporto al loro diritto di 01:izione fra le due cittadinanze, alla lingua, agli impegni economici g ià assunti verso la cittadinanza italiana dal cessato impero aust riaco. P<:r far rispettare le dausol~ di R. il Governo italian o doveuc impiegare la forza contro i volontari dannunziani, onde si ebbe i l tragico « N atale di sangue a Fiume » del 19 20. Questo trattato fu abroga to dal successivo Patto d i Roma d el 27 gennaio 1924, col quale F iume divenne i taliana,

carono, attacca rono la pic~ola guarnigione francese e la costrinsero a rendersi prigioniera. 1V. Convegno di Rapallo (novembre 1917). Dopo gli avvenimenti sulla fronte italiana dell'ottobre 1917, e il ripiegamento d ell'esercito itali,mo al Piave, apparve la necessità di riesaminare tutta la complessa situazion e politico-militare d ell'Intesa, noJl solo per quanto era accaduto in Italia, ma in confronto di tutti gli av\'enimenti poco lieti verifi catisi i11 quell 'anno: e l'insuccesso Nivclle e conseguemi moti nel!'eserciro francese; la grave minaccia della guerra sotto marina tedesca; ia rivoluzione russa ; per non citare che i p rincipali. A R. convennero, nei giorni 6 e 7 novembre, i rappicscntanti. politici <lei Governi italiano, francese ed inglese (Orlando, Sonni no, Alfieri, Pain levé, Frank lin Bou illon, Lloyd George, Smut s), nonchè Foch, Porro, Robertson . In tale convegno si riconobbe come una delle principali cause di tanti insuccessi stesse appunto nella mancanza di coordinazione degli sforzi m ililari d d l 'In tcsa e relativo sperpero dei mezzi comuni, onde ebbe origine quel « Consig lio Supremo Interallea to di Guerra " che, nel 1918, si per feziona,·a nel così detto " Comando Un ico ~Subito dopo guesto convegno, il g:e n. Cadorna venne sost ituito dal gen . Diaz (8 novemb re), V. Trattato d i Rapallo ( 11 novembre 1920). Pn una d elle clausole d el Patto d i Londra del 26 aprile 1915, Fiume ed il suo porto dovevano essere passati allo Stato ind ipe n dente d i Croazia, che si sarebbe cost ituito a · fine guerra, ben d istinto dalla Serbia . Senonchè, costituirosi in vece lo St ato un itario jugosla\"o, e nello stesso tempo essendosi affermate v igorosamente le asp iraz io n i italiane su F iume, la clausola

suddetta fu posta i n discussione d i nuovo: e mentre una corren te ital iana (Sonnino) era disposta a rinunciare a Fiume per ottenere la piena cd integrale auuazionc del Patto d i L ondra , un ' altra (Or lando) era d isposta a delk

concessioJ1i~ pur d'ottenere la ci ttà italian issima. La questione rimase insoluta alla Con feren za di Versailles per la sopravve nuta occupazio ne fiumana <la parte d i Gabriele D 'Annunzio, e r imase mb judice su10 al 1920, quando Italia (rappresentata d a Giolitti, Sforza, Bonomi) e Jugoslavja (rappresentata da Trumbic,

Vçsnic,

Stoiano vìc) s i

accordarono in merito col trattato di R., iu base al quale i due Stati rinunciarono ad annelttrsi Fiu1ne, eretta in Stato

autonomo con particolare regime portuario, ma l'Italia dovette t';nuncia re alla Dalmazia, garantitale g ià dal Pano d i Lom.lra, me no Zara, Chcrso, Lussimpiccolo, Pelagosa, Lagosta . Per effetto d el traua10, inoltre, l' Italia otteneva il con line sulle Alpi Gilllic fino al monte Nevoso, includendo

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La frontiera italo jugoc.lava in base al trattato d.i Rapallo del 1 921 (dal Laroussc)

Rapallo marche<e Giovarmi Batti.<ta. Generale d el secolo XIX. Dopo esser staio al servizio della Francia, passò nell'esercito sardo e nel i815, da ten . colonnello, comandò in seconda l'art . d i marina . Coll'istituzione del\'O. M. S. ebbe mutata la c roce d ella legione d'onore, meritata i n Francia, colla croce d i milite . Colonnello nel 1817, fu nom inato nel 1 821 comandan te il personale d ell 'art. d i linea e poco d opo ispe ttore delle batterie d a costa e del l'art . d ipe ndente dalla marine,. N el 1831 fu promosso magg. generale coma ndante il porto d i Genova, nella qual carica r imase circa 15 anni, e poi fu colloca to a riposo . Rapallo Luigi . Generale del scc . XIX . Uffi,iale di cavalleria, d ivenne colonnello nel 1825. Comandante m ii. della ~ma d i Sassari nello stesso anno, rimase in tale carica colla p ro1nozione a magg. generale avvenuta nel 1841.


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Rapido. Avviso in ferro, varato da l Cantiere Orlando a L ivorno nel 1876, lungo in . 78,16, largo m. 9,27; d isio-

An•iso , Rapido &

camcu to torni. 1523; apparato motore 1737 cavall i, velocità miglia 13,4. Armamento guerresco : 4 cannon i da 57. Personale d'armamento : u4 uom ini. Radiato nel r907.

Rapière. Nome dato in F rancia a quella spada che in italiano venne chiamata Strùcù, (V.). Rapina. Reato contemplato negli art. 274• C . P._ E. e 298 C . P. M. M. Esso co~sistc in un fon o esegu ico mediante violenza personale, da un militare o da un assim ilato in tempo d i g uerra. La pena è d i morte con tucilazio11c:: nella schiena, previa deg;adazione. Però se il reato fu commesso da una persona sola, senza mi naccie nella

Rapolano. Comune in prov . . d i .Siena, -nella valle del1'Omb.rone . Venne in an,ico munito di mura, I Fiorentini lo presero nel 1208, e ancora nel 1253 insieme ad altri castel li e fortezze di Siena. Spenta questa repubblica, un d istaccamento di so ldati austro-ispano-medicei il 30 maggio 1554 andò ~ dare il guasto a R., abbattendone le mura di cui rimangono gli avanzi con due porte, poi appiccò il fuoco al castello d i Annajolo posto a due Km. a nord . di R. Nell 'anno stesso il borgo si sottomise a Cos imo I de' Medici.

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Rapp (conte Giovan111). Generale francese (1772-1$21). Scrvl nelle armate del Reno e della Mosella e divenne generale d i brigata nel 1804; dopo Allsterlitz iu promosso generale d i divis . Partecipò alla campagna di R ussia, poi fu gove rnatore a Danzica e vi ~ostenne per un anno ] 'assedio, Partecipò quindi alle campagne del 1813-14. Aderì alla Rcstaurazio..e, ma al ritorno dell'imperatore lo seguì e fu nominato comandante dell'armata del Reno e pari di Francia. Nel 1815 il suo corpo d'a nnat a non potè i mpedire che gli eserciti alleati passassero il Reno. Scrisse delle « Memorie » e u na ,, Relazione della difesa d i Danzica

vita a mano armata, ovve ro senza feri re o maltrattan1enlt .

la pena sarà d iminuita da uno a quattro gradi (d.a ro ann i di lavori forzati ai lavori forzati a ,·lta).

Rapino (l'a11raleone). Medag li a d'oro, n. ad Ortona a Mare, caduto sul Grappa (1889-1918}. Ufficiale di tantcria in S. E. P. era pervenuto al grado di capitano da sempl ice sottufficia le, per forza d i volontà ed assiduo studio. fu Libia aveva g uadagnato un c ncon1io solenne; nel!a guerr,1 contro l'Austria aveva g ià wccato una gloriosa ferita, in Ca,lorc . Nella grande battaglia dd giugno 1918 sul Grappa, cadde alla testa di un bgl. ciel 12cJ" fanteria, difendendo eroicamente l'importante posizione delle Porte d i Salton. La motivazione <kl la med . d'oro concessa alla memoria del prode capitano così si esprime : « Comandante d i battaglione in posiz ione avanzata cspo· sta a i violenti attacchi del nemico che da venti giorni lo premeva con forze soverchianti , si erigeva a campione cli una difesa epica, jnfondendo, con al to esempio di valore, saldo spi rito ,di resistenza nelle sue truppe. Ferito gravernenre, rimaneva sul ca rr,po, continuando ad ani rnare i suoi. Circondato dagli avversari, nc:la impossibilità di d ifendersi, ven iva pugnàlato nel luogo o ve giaceva, dimoscrando al nemico, con. eroico contegno, tutto il suo sprezzo e la sua fierezza )) c·rortc di Salton, 15 g iugno 1918). Rapisardi (Filippo) . Generale . 11. e 111 . ll Napoli ( 18251·904). Proveniente dall'esercito delle due Sicilie, passò nel 186r in quello italiano come capitano del genio. Colonnello nel 1880, comandò il <listretto mii. di Brescia e nel r.88r andò in P. A. Trasferito He lla r iserva nel 1892, fu promosso magg. generale nel 1895.

Rapisardi C(ll-/0 . Genc,ale, n . a Gaeta, m . a Napoli ( 1854-1912). Sottflt. d'2rt. ne! 1874, raggiunse il grado di colonnello nel 1905. Fu direttore d'art. a La Spc,;ia e nel 1910 fu promosso magg. generale comandante d'art. da campagna a Verona; poco dopo passò allo stesso comando a Napoli.

Rapino Pantaleone

Rapp Giovanni

Rappe (barone Axel Emilio). Gene rale e scrittore m ilitare svedese del secolo X[X. Kel 1870, memre era addetto all'ambasciata svedese a Parig i, prese servizio nell'esercito francese e fece la ca mpagna d i quell'anno. Poi passo Hl A lgeria dove combattè. per domare insurrezion i di i.ndigen i, Tornato in pa tria, divenne insegnante al la Scuola superiore di guerra (1873-79), capo d i S. M, (r885), m inistro del la guerra (1892). In questa carica, pose mano a una completa riorganizzazione d ell'esercito. T ra le sue opere: ,, La campagna dell'armat a del Nord, 1870-71 »; « li pia no d i campagna d i Carlo XH contro la Pr ussia, 1708 ». Rappis (Lo,.enzo) . Generale, n . ad Andorno , m . ad O neglia· (1838-1903). Ingegnere idraulico e sottot. d'art. nel 1859, partecipò alla campagna del 1866 nell a quale meritò la croce da cav, dcll'O . M . S. Colonnello nel 1887, fu direttore della fonderia di T orino e poi comand ante d'art . da forteaa a Napoli . Magg. generale d irettore superiore dcll'cspericnzc d'art . nel 1895 e ten. generale nel 1899, andò in P. A . nello stesso anno. Rapporto. La voce ha il d up lice significato di relazione o notificazione di fatti, avven imenti, ecc., e quello di riun ione di ufficiali per comunicazione da parte di un comandante ai propr i d ipendenti, d i ordini, d i.sposizion i, od a!t ro, dopo sentite da parte dei propri comandanti i n sot to rd ine le notizie riguardanti i relativi reparti. N el primo senso i R ,, sia verbali che scritti, fatti da un inferiore verso un superiore. ·sono subordi nati ad una forma rcgo-

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lamentare ispi rata alla massima semplicità, chiarezza e 1}ccvità. Lo scrivente deve indiriz:i:arc il R. non alla ' per sona, m a all' ufficio al quale dev 'essere inoltrato, astencn-dosi da pream bol i superflui, cc.I anche da espressioni d i sem plice complime nto; deve adoperare term in i rispettosi, .concisi, scevri da q ualsiasi allusione o giro d i frase che possa dare luogo ad interpretazio n i ambigue. Trattandosi -<li cose cli servizio, verso uffici retti da pari grado od infe-

Gran r apporto (manov1·e 1928)

riori , deve usare forma urbana, compita e piana, che non possa <lare luogo a risentimenti, e non tocch i la suscett ibilità della persona a cui è d iretto. La precisione e la speditezza nella compilazione di u n R. ha suggerito, in Ital ia, un model lo-t ipo che ha sulla testata la data, l'intestazione del Com ando od Ufficio da cui parte, con ind i,cnzione sull'ufficio, e divisione a cui si riferisce il numero d i protocollo, il numero delle ca rte annesse, infine l'indirizzo a cui è d iretto . Per le necessarie ann otazioni ddlè autorità gerarch iche per le quali passa; viene lasciato in bianco un margine d i qualche ceutimetro a sr. d el foglio. Prima della firma chi t rasmette il R. deve far precedere la propria qualifica; l:i fir ma <leve essere ben ,ch iara, e precedlit'.l d a t imbro o scrittura a macch ina. 1n passato vigeva i1 sistema d i incominciare sempre con la frase « Ho l'onore <li » . Questa formula è stata abolita . Circa il secondo sig nificato del R . ossia le riun ioni d i ufficiali per comunicazioni d i servizio, ne abbiamo due s pecie, ossia il p iccolo ed i l grande. Trattasi nel p rimo •caso del R . giornaliero che i comandanti d i gruppo o i •ca pi ufficio fanno al loro comandante d i corpo, nel! 'ora stabilita dall'orario, ossia generalmente al mattino, sulle novità occorse nella notte . Oltre al d irettore del servizio sa nitario e veterinario in tervengono anche quei con1anda nti -d i cp. i qu ali abbiano da fissare punizioni per indiv idui -<li truppa e sottufficiali, cd anche quei subalterni che volta per volta siano chiamati d al comand ante di corpo per mo,ivi speciali. Prima del R. g iornaliero i comandanti d i cp. -devono aver fatto pervenire alle maggiorità d i bg l. le .situazion i d i cp ., che veng ono passate poi alla maggiorità -di regg. Ai campi cd in compagna il R . giornaliero, specie -q uando i reparti sono dislocati lon tani dal comando, viene ·semplificato colJ 'in vio delle novità per iscritto, a meno che non sia assolutamente necessaria la presenza d ei coman•clanti in wttord ine. li gran R. invece è tenuto solo quando il comandante d i corpo, o comandanti superiori, credono necessario d i riunire tutti g li ufficiali per d are d i v iva voce impulso all'educazione ed istruzione d ei p ropri d ipen•de nti, o norme sul! 'andamento disciplina re e <l i servizio. l i R . si tiene in locale annesso al comandò, chiamato « Sala .ciel rapporto » . L coman danti delle g randi unit/1 di guerra generalmente si l imitano a ch iamare a g ran R. i comand a n ti cli corpo o repartq autono mo, ed i capi servizio, i qual i a loro volt.a, rientrando ai rispettivi reparti, co1nu n icano ai p ropri d ipend e nti d iretti le d isposizion i e gli ..ordini avu ti .

Nelle manovre (atte a scopo addestrativo il R. serve ar.che a meglio comprend ere il va lore <lei singoli atti ope rativi, a criticarl i e dedurne i concetti che debbono informare l'attività avvenire . Presiede e d ir ige ogni d iscussio ne in sed e di R. l'ufficiale d i grado più elevato. Esso stesso_, o ·ch i viene <la lui jncaricato, infine trac le conclu• sioni e !e esprime, 1asciando così nella mente dei pa rtecip::mti una traccia <ld lavoro compiuto delle osservazioni che ne sono scaturite e deg li ammaestramen ti. 1

J<apporto person,1/e. Viene com pilat<> per queg li ufficiali o sottufficial i ai q uali non è possibile fare le note caralteristichc ahnuali, in quanto no1l abbiano svolto u11 periodo d 'attiv ità maggiore ai tre mesi e non abbia,10 quindi dato modo d i essere valulati in mod o esatto o completo . Così pure si fanno R. f'., alla fine di corsi d'istruzione, ind ividual mente per ci.iscun partecipan te, allo ,copo d i mct• tere i n evidenza quanto p rofitto abbia tratto ciascu no dal corso stesso . l R. P. vengono r~datti con nornie p rcss'a poco analoghe a quelle stabilite per le n ote ,·a raue ristichc. e debbono essere alleg"ti ·al libretto personale dell 'u fficiale o al foglio . caratteristico (Modello F .) del sottuéliciale . O.i essi si tie ne conto nella classifica e oel giudizio generak d i merito che v iene espresso a fin d 'anno. Di norma, i R. P. non vengono comunicati ag li interes, ati altro che nelle conclusio11i: hanno quindi carattere d i riservatezza e sono insindacabili . È. ammissibile il reclamo contro il parere ivi espresso solo per viz.io di forma e di procedura. 1 R . P. ,kgli ufficiali d i complemento possono essere dati in visione ad autorità stat ali o parastatali , nel caso di assu nzione per impiego, allo scopo d i f.ar prefe rire quelli che meglio adempirono i d o veri militari . Mai possono essere da ti ad enti privati. Analogamente si p roced e nel caso di sottufficiali e militari d i truppa congedat i. Per questi , ad ogni modo, vale anche il fogl io d i congedo stesso, d al quale appare se abbiano o meno servito con fedeltà cd 0 11or.:. Rapporto infedele . Reato contemplato negli art. 77 C. P. E. e 78 C . P . M . M., consisienre nel fatto d ell' uffi ciale o sottufficiale che, incaricaco d i riconoscere u na posiz ione o un~ nave ncrnica , fa un rapportu non fedele s ul-

U fficiali a rappo~to dopo una manovra ( L932)

l'avvenuta ricog nizione oppure omette di segnalare circo-

stnnzc rilevan ti . La norma penale i n esarne ,;i presenta imperfetta, in quanto non t ratta dei solda ti e dei graduati ri i truppa, ·a i qual i ben può essere affidato l'incarico d i una ricognizione, e su cli essi evidentemen te incomberebbe lo stesso ob bligo di fedeltà ch e hanno gli ufficiali ed i sottufficial i. Il reato si consu ma nel momento in cui ciò abbia esposto la milizia o parte d i essa a qualche pericolo , o sia


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_.taro impedito il buon esito di una operazione militare o marittima, o sia srn:o tolto alla milizia o a pane di essa alcun mezzo di agire contro .il nemico. o sia stato facilitato a <1uesto il modo <li meglio difendersi o di maggiormente ri uocere. Il legislatore prevede l'ipotesi dolosa e l'i potesi colposa. Il primo caso si verifica quando il fatto sia stato compiuto con la volontà cosciente di commetterlo, qualunq u,: fosse il motivo o lo scopo dd reo: il reato è punito colla morte mediante fucilazione nella sch•iena, previa degradazione. Se il fatto è colposo, e ciò si verifica quando il rapporto inesatto o i ncompleto e il conseguente evento pericoloso, dipendano <la negligenza o imperizia, la pena, nell'ipotesi della negligenza, se trattasi di ufficiali, è della destituzione; se trattasi di sottufficiale, della reclusione m ilitare da uno a· cinqut anni; · nell'ipotesi d 'imperizia, se t ra ttasi di ufficiale, la pena è della dim issione o del la sospensione dall 'imp iego, se di sot tufficiale , della rimozione dal grado.

Rappresaglia. Risale a tempi antichissim i, specie tra le popolazio ni marinare, come i Fenici ed i Greci, e fu adoperata assai spesso. La guerrigl ia del per iodo feudale è ricca cl i episodi d i R. Nei tre periodi dell'arte m il. moderna fu assai_ comune durante le guerre di religione in Francia, nelle Fiandre, in Germania, guan <lo il fanatismo delle lotte éegencrò in un mare d i intrighi, astuzie e crudeltà. Nel periodo napoleonico col progredi re dei sentimenti d i nazionalità, le R . non solo vrnncro poste in Atto dalle truppe, . ma dalle stesse popolazioni, che, ribelli agli arbitd e violenze della soldatesca, le r icambia(1ano con improvvise insurrezioni, contro i deboli presidi

lasciati a g uardia dei paesi di conq,1ista. Fra le R. q ualche storico mette il brigantaggio nel reame di Napoli , e le guerillas in Spagna, son i press 'a poco nella stessa epoca /1808), e contro i quali, a malgrado dei severissimi provved imenti presi, lo stesso Napoleone non riuscì ad ottenere ris ultati decisivi . Lotta di N . fu guel la tra pa11a Pio Vlf e Napoleone 1, e tra quest'ultimo e l'Inghilterra, <li cui faceva bruciare nelle piazze d i territorio francese le merci, ed al la q uale aveva otten uto di far chiudere perfino i porti russi, valendosi dell'am icizia collo cza r Alessandro (1807-18rr). Classica campagna di R. fu g uella d el maresciallo Kutusov contro l'esercito vittorioso di Napoleo ne (18n) che fu obbligato alla ritirata dall'incend io e dalla devastazione <lcl te rritorio sul quale maJciava, compresa Mosca . Tutto il periodo della r ivol uzione cd indipendenza rnntro la Santa Alleanza, si svo lge a base di R . arma,e, rivolte verso le truppe di conqu ista, prima ancora che scoppino vere e proprie guerre. Nella guerra di Secessione d'America, Confederati e Federali si abbandonarono spesso a rappresaglie. Le ar mi nuove, la potenza delle artiglierie del la marina, i sommergibili , e specialmen te I 'ann a

suolo. Nel secondo caso i l compito è affidato alle squadriglie da caccia. Queste s·avvemano contro le un ità, nemiche che abbiano recato offesa, e cercano attraverso alla. manovra e al fuoco del combattimento aereo, d i arrecarele più g ravi perdite possibili alle unità aeree avversarie. JI hombardamento e l'attacco al suolo vanno invece a colpire obbiettivi d ella superficie del nemico, scegliendoli fra quelli cui è possibile ,·ccare i maggiori danni mater iali,. e capaci, conseguenterncutc, di determinare grande opera di disgregazione morale. La R. tcncle perciò a i mpressionare i l nemico C"<.~n una forma violen ta d i reazione, chC" abbia influenza sul la sua futura attività. Si esercita particolarmente contro i campi <li aviazione nem1c1, allo scopo di pwdudère i! ritorno alle basi, di distruggere leorganizzazioni a terra e di rendere impraticabili zone di partenza e d i atterraggio, e contro i centri ind ustriali ed urbani , con attacchi d i unirà d 'assalto lanciati a volo ··asentc, in modo <la sorprendere e da d isorientare la d ifesa, e con ondate di apparecchi da bombardamento, che gettano il loro carico di bombe distruttive e incendiarie e di aggressivi chimici.. Con la teori a della guerra dell'aria, la R. A . ha persomolto del suo sign ificato e d el suo scopo. Ch i svolge offesa aerea, indipendentemente dall 'azione avversaria, tende con tutti gli sforzi a <lare alla propria la maggiore estcnzione cd inicnsità di sviluppo, in modo da addivenire all a d isintegrazione delle forze morali nemiche, e, con la conseguita possibilità di impedire la reazione avversaria, all a conquista del dominio dcli 'aria, col concetto che tale conquista rappresent i fattore risolutivo d i un conOitto e ragione pr ima di vittoria . Diritto di rappresaglia (Jus represaliae). Facoltà, appartenen te al le usanze med ievali , concessa all'insu ltato, spoglia to o ferito dal! 'abitante di altro comune, di vendicarsi insultando o spogliando o ferendo non solo il suo offensore, ma anche qualunque altro concittad ino del mc,lcsimo . Veniva ch iesta dal l'interessato ai propri magist rat i e da questi quasi sempre concessa. Ciò si verificò all'inizio delle lotte fra Guelfi e Ghibell ini.

Rappresentanti del popolo (o « Comm issari del popolo presso le armate ll). Nominati dalla Convenzione francese fra i propri membri, nel 1793, ne erano i fiduciari a lato dei comandant i in capo cli àrmatc o <li squadre

navali cd avevano un potere superiore agli stessi cornan.danti , pr,tendo destituirli e farl i arrestare. Ta lvolta arrr1

aerea, hanno, <lurantc la grande guerra, aumentato forte-

mente .I 'efficacia d elle R. delle quali furono dolorosi esempi - i bombàrdamcnti delle città ind ifese. Tipo di R. (rn Stato e Srnto, <lerivato dai tempi passati, i: l'Embargo (V.). Rt1ppresaglù1 aerea. Forma di offesa che viene eseguita in contrapposto a speciale offensiva di cui si può essere slati oggetto. Può essere intesa con rito rsione esercitata da una forza aerea verso il nemico che ha rnandato le proprie unità di volo a svolgere azione offensiva . contro. determinati obbie1tivi .

Può essere effettuata contro

obbiettivi

della superficie e contro le forze nem iche aeree in volo. Nel primo caso il compito ùella -reazione viene affidato ali 'aviazione da bombardamento .<: a q uella d i attacco al

Generale francese

Rapprese ntante del popolo


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RAS

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varono a disturbare k operazioni militari. ingerendosi persino nei particolari di un 'azione tattica, detern1i11ando con-fusioni e insuccessi: ad esempio a Ouessant e ·a Pi rmasens.

Rasgrad. Ciuà della Bulgaria, prov. di Nic.opoli, su l Reki Lom. Dura111e la campagna <lei 1810, nella g uerra russo-turca, il generale russo Sabanaiev la tolse ai Turchi che si ritirarono dopo i primi colpi di cannone.

Ras. Nome dato nell'Abissinia a governatori di provincia, aventi potere militare e civile sopra la medesima . In caso di guerra assumevano il comando delle milizie della provincia da essi governata .

Rasìlly (Isacco d e). Ammiraglio francese (1587-16.37). Collaborò col RicJ1eJicu alla riorganizzazione della marina ; si occupò dell'espansione coloniale della Francia; fu cinque volte al Marocco come ambasciatore. d i Luigi XJII e net 1631 ottenne dal sultano un trattato di pace che portò la fine delle incursioni dei corsari barbaresch i sulle coste della. Francia e dell 'Africa, Fu poi al Canadà come governatore. - Suo fratello Claudio (1594-1654) fu pure ammiraglio e. si distinse all'isola d i Ré e alla Rochelle.

Rasente. V. Volo rasente . Ras Gìuliaz. A ltura del la Cirenaica, a sud di Cirene. Fu teatro di un combatt-im•cnto ( 1927) fra truppe italiane e bande ribelli d i ,Omar el Muctar. Lungo l 'uadi e1 Hama a occidente <li R . G., all'alba del 13 lugl io, marciava verso nord una colonna italiana, costituita d ei bgl. eritrei IV, XIV, XVI, XXII, d i un g n ,ppo d i 4 squadroni savari, di una btr. eritrea, accompagnara da numerosa carovana: il XXII in avang uardia . il XVI, il XIV e la batteria al centro, col comando; il IV seguiva con la carovana cui

serviva di scona; il g ruppo sqdr. chiudeva la colonna insieme con una banda indigena. A un tratto, 11cllc prime

Rasini (cori!(! Giuseppe Antonio). Generale, 11. a Pinerolo, m. a Valenza (1682-1759). Ufficiale di fanteria, raggiunse il grado d i colonnello nel 1739. Comandò il regg. provinciale Pinerolo nella guerra per la Successione d'Austria, divenne brigadiere nel 1745, governatore d i Fenestrelle nel 1746, magg . generale nel 1747, luogoten. generale nd 1754, governatore di Ivrea nel 1755, e tre mesi prima d i morire passò al governo di Valenza.

incerte luci del mattino, fu scorta una grossa carovana dei

ribell i che risaliva lungo le pendici del R. G. per mettersi

in sa lvo, mentre numerosi armati iniziavano il i uoco per proteggerla. Immediatamente la colo nna fece fronte a d r.

e il XXII bgl. avanzò vnso il fianco dr. del nemico, appoggiato dal XVI che avanzò. a sua volta nella stessa d irezione per fiancheggiarlo; il XIV h: destinato all'attacco d iretto della carovana, mentre la btr. apriva il fuoco sopra di essa; il g ruppo degl i squadroni fu lanciato a d r. per cercare corl largo giro di tagliare il passo al la carovana; iJ I V eritreo i nvece, e b banda a cavallo, rìma.nevano d i scorta alla ca rovana . H movimento fu eseguito sotto il fuoco del nem ico, ma ogni tentativo di resistenza l'enne infranto dallo slancio degli E ritrei , i qua li volsero in fuga i d ifensori della carovana e si impadronirono di questa, che ammontava a 500 cam melli carichi, dei quali 200 però erano rimasti uccisi o feriti. I ribelli lasciarono 70 morti sul campo.

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Rasini Carlo

Rasini Giuseppe

Rasini di Mortiglieizgo co11lè Carlo Gabriele . Generale, n. a Pinerolo, m. a T or ino ( 1792-1859). Al servizio della Francia, divenne nel 1813 sottot. dei cacciatori a cavallo,. e partecipò alle campagne del 1812-13-14 in Russia, Germania e Francia. Sottot. di cavalleria ncll'<:scrcilo sardo ne l 1814, raggiunse il g rado d i colonnello nel 1836 e co1n~nd() il regg . Nova ra ca-

valleria. Nel 1842 venne promosso magg. gener.-i le in aspettativa e nel 1848 andò a riposo . !<asini di Mortiglie11go Leopoldo . Generale, n . e m. a Moncalieri (1800- 1863). Sottoten. dei d ragoni nel 18L8, raggiunse il grado di colonne llo nel 1849. Fece la campagna del 1~59, poi fu comandante m ii. della cittadella e del circondario d i Alessandria e presidente di quel Tribuna le m ilita re. con tinuando in tali uffici an Rasini Leopoldo che con la promozione a magg . generale, avvenuta nel 1861. N el 1863 fu collo cato a riposo. 1

Combattimento di R.is Giul iaz (1927)

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Rasi71i di i'vlortigltengo Calisto Angelo. Generale, n. a Savigliano, m . a T reviso (1840-1911). Sottol. dei granat ieri


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nel i858, partecipò alla guerra del 1859 e meritò la med. d "argento a San Martino. Passato nello S . M . prese parte .alla campagna dell'Umbria e delle Marche, ove ottenne, a Perugia, una seconda rned . d"a rgento, cd a quella del la bassa Ita lia dove ebbe a Mola di Gaeta la menzione onr,rcvole. Nella g uerra del 1866 fu decorato a Custoz,a della croce da cav. dell"O. M. S. Dopo essere stato utf. cl 'ordinanza del re Vittorio Emanuele li, fu promosso nel 1881 colonnello coman dante il 36~ fanteria . Magg . generale nçl 1889, comandò la brigata Napoli e l 'anno -seguente f u aiutante di cam • po genera le di re Umberto I; nel 189,1- passò àl comando Rasioi Calisto della brigata Reggio . Ten. generai<: comandante la d ivis. m ii. di Bari nel 1895, passò nel 1896 a comandare quella d i .A lessand ria. Andato in P. A. nel 18991 venne trasfer ito nella riserva nel 1902.

Rasiui di Mortigliengo Giulio. Generale dei CC. RR., n .. a Pinerolo nel 1854. Sottot. di cava lleria nel 1876, passò .nei CC. RR. nel 1882. Colonnello nel . i910 . comandò la legione di Milano e nel 19q fu collocato in P. A. Richiamato duran te la guerra comro I" Austria , ,·enne promosso magg. generale nel 1917, e nel 1923 assunse, nella riserva, il g rado <li ge nerale di divisione.

sore di clin ica medica. Dopo la caduta del regno italico fu dagli Austriaci licenziato, quindi tratto in arresto, e condannato a quattro anni di carcere <!uro. Nel 1817, in seguito ad un'amnistia, potè tornare a Milano, dove col con te Lu ig i Porro Lambcrtcnghi fondò « 11 Conciliatore "·

Rasova (o Rassova) . Città della Jugos lavia, nel d istretto di Silistria, sulla d r. del Danubio . Vi passava il vallo di Traiano. Battaglia di Rasava, detta di Cobadin-Topratscr <la, Te• dt·schi, e di Raso11a-Cobadì11·T11z la dai Romeni (16-21 settembre 1916). Appartiene alla g uerra Mond iale, fronte Romeno. Mentre il gen . Falkcnli:iyu stava per iniziare con la 9• annata tedesca la çomroffensiva contro le annate romene penetrate nella Transilvania, il generale Makenscn, comandante delle forze tedcsco.bu lgaro•turchc in Dobrugia, si proponeva d i proseguire energicamen te l'offensiva felicemente iniziata tra il Mar Nero e<l il Dauubio, per tendere alla conq uista della ferrovia di Cernavoda-Costanza e per concorrer.e iodircttamcnte a favorire !"offensiva del Falkenhayn. Il primo obbiettivo non fu raggiun10; il secondo sì, inquantochè k d ivis. di riserva romene destinate alla fronte nord vennero precipitosamente avviate in Dobrugia . Il gen . Makensen disponeva della 1a, 4~, 6• d i,·is. bulgara, del corpo Dobrici, d i unità turche ar rivate a spizzico, della brigata tedesca Bodc, di una divis. e una brigata d i ca,·allcria bulgara. Le forze alleate, comandate dal gen . russo Zaiancikovski, erano, all 'inizio, costituite dalla 2•, 9•, 15• e 19• divis . romena , tutte seriamente diminu ire di forza e provate dai continui combatlimenti fino ad a llora sostenuti; dalla 61• div,s. russa; da una divis. di cavalleria russa cd una brigata romena; dà una

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organ izzata con volontari serbi. Du!'ante I~ battaglia arrivarono le divis. romene 5a e r2a. Apparentemente la superiorità numerica era dunque dalla parte dei Romeni, 1na in _fatto ciò 110n era, aln1eno durante il primo giorno dell a battaglia . La prevalenza numerica fu determinata dall 'arrivo della 5" e 12• d ivis.; in rnmpenso però i Tedesco-bulgari disponevano d i molta rnaggiore copia di 1ncz.zì, specialmente in fatto di artiglieria pesante campale e di aviazione. La !,attaglia si svolse sulla linea Rasova-Cocargea-Cobadin-Topraiscr, già trincerata su alcuni punti; esistevano però larghi intervalli solamente sorvegliat i, ma non occupati. Nei giorni 16 e 17 settembre l"offensiva s·iniziò da pane dei Tedesco-bu lgari lungo tutto il fronte ma facendo il principale sforzo verso la dr . romena (Rasova) . Dopo due g iorni di combattimenti inòecisi. !a situazione rimhse pressochè immutat-a princi• palmente perchè I·attacco !ungo il Danubio era stato nettamente arrestato dalle d ivis. romene 2•, 15• e i9a. li giorno 18 i Tedesco-bulgari cercarono la decisione con lo sfondamento del centro, puntando su Cocargca per aggirare di là la resistenza di Cobadin, che frattanto veniva attaccata frontalmente. Do!)O grand iosa preparazio ne d'artigl ieria, l'a ttacco venne sferrato con risultato favorevole: Cocargea cadde in potere elci Tedesco-bu lgari . Però il tempe-

divis . serba

Rasini G inlio

RtlSOri Giovanni

Rasori (Giovanni). Medico, n. a P arma, m. a Milano {!766-1836). Stabi litosi a Milano, abbracciò le idee de ll a nvo!uzione e nel 1797 fu nominato professore e rettore dell ' università di Pavia. Nel 1799 si arruolò volontario e fu destinato come ufficiale di sanità alla br igata del gen . Famuzzi. Partecipò alla difesa di Genova e dopo la bat• 1aglia d, Marengo rientrò in · Mi lano e dal Governo fu nc;minato protomedico dello Stato e ispettore generale di sani tà, nella qual carica attese alla compilai.ione di un nuovo regolamento d i polizia sanitaria. alla revisio ne delle norme per il servizio di leva, al riordinamento dell"ospe· <lale marittimo di Venezia ed in particolare alla preparazione della farmacopea militare . Ne l 1806, prospettò al g enerale Fontanelli, ministro della g uerra del regno Italico, la necessità di una riorganizzazione radicale del servizio sanitario m ilitare e d i una riforma orga r,ica nell'isttU7.ione degli ufficia li medici; e quando, nel 1807, fu istitu ita la pr ima Swola di Sanità militare ita liana nell'ospedale d i .S. Ambrc;>gio d i Mi lano, il R. vi fu destin ato quale profcs-

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stivo arrivo d ella 12a dìvis. romena, che contrattaccò vigo• rosamente, kce perdere ~!l'avversario il fr utto d i due gior11.are d i combattimento; Cocargea fu ripresa. Disperatamente frattanto combatteva !"attaccante per rompere le difese in corrispondenza di Cobadin, ma senza nessun r isultato, tancochè nella sera del 19 settembre esso cessava dai suoi vani sforzi. L'attacco tedesco-bu lgaro era così completa• mente fallico. Gravi le perd ite dalle due parti, ma più assa, d a parte dell"attaccante . Una controffensiva da parte ,.!el vincitore

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.avrebbe promesso ottimi risultati, _ma il gcn. Zaiancikovscki non la credette opportuna, per cui la vittoria a lleata rimase sterile d i risultati strategici. Dopo 10 giorn i il Comando Supremo romeno, in seguito alla cattiva piega che ~ndavano prendendo le operazioni in Transilvania, era .costretto a richiamare dalla Dobrugia tutte le sue forze. i.a difesa da questa parte rimase quindi affidata esclusivamente alle scarse truppe russe allora presenti, ed esse, <lopo la partenza delle d ivis. romene, sotro la pressione <kl nemico, ripiegarono al Danubio, scoprendo l'imponan-

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San Martino (1859) e l'altra in Valsugana (1866). Fu poi i11segnante di tattica nelle scuole d'Ivrea e di Parma. Lasciò a lcuni ricordi della campagna del 1859.

.tit.sima l inea Ccrnavoda-Costanza.

Raspi (Pietro). Generale, n. ad Asti nel 1840. Sottot. del genio nel 1862, si distinse nel terremoto <li Belluno <lei 18j3. Colonnello nel 1895, fu direttore del genio a Genova. Nel 1898 fu collocato in P. A .; nel 1901 passò nella riserva e venne promosso magg. generale nel 1905 e _ten. generale nel 1913. Raspi Aletta11dro. Generale, n. a Torino nel 1856. Sottot. <ii fan teria nel 187ì, frequentò la scuola di guerra. Co-

lonnello comanda11te il 94° fanteria nel 1904, d ivenne magg. ,generale nel 19n cd ebbe il comando della scuola d 'applicazione di fanteria; nel 1915 fu promosso ten . generale. Nel maggio del 1915 entrò in guerra contro l'Austria al -comando della d ivis. speciale bersaglieri. Nel 1916 fu collocato in P. A. Nel r923 assunse il grado <li generale di -divis., nel 1924 fu promosso generale ( li C . d'A. nella Tiscrva, nel 1927 venne collocato a riposo. Rasponi. Famiglia ravennate, a ll a quale appartennero: Paolo ; combattè contro i Polentani (1415); Raffaele; combatti: .i Ravenna e fu governatore delle ann i; Teseo: col

grado di colonnello, fu nel 1521 al servizio di C;ir lo V -e Leone X contro i Francesi e partecipò con Prospero Colonn a all'assedio di Parma; Lodovico; capitano d i cavalleria sotto Sforza Pallavicini, si distinse nelle guerre tra Fran-cesco I e Carlo V, comandò poi le truppe pontificie contro il duca di Panna e si segnalò a Siena; morì ne l 1567; Prospero ; si d istinse nella battaglia di Pavia del 1525; Ce.rare: capitano d i cavalleria, combattè in Ungheria sotto Alfonso Del Vasto, e poi difese Rimini contro i Malatesta; .Raffaele: colonnello al servizio di Venezia, fu governatore -di Bergamo e nel 1542 preside generale all a Canea; Mario: ' fu al servizio del la Francia come colonnello e nel r592 di ·Clemente VJll contro il duca di Ferrara; Ferdinando: combattè i n Valtellina e poi comandò la milizia in Candia, <-0ve morì nel r623. Rassaval (Vincenzo). Generale, n. a Nizza, m . a Montecatini ( r830-1900). Ar ruolatosi nei cacciatori guard ie, d ivcnuc sottot. d i fan teria nel 1849; partecipò alle campagne -del 1848, 1849 e della Crimea. Passato nei CC. RR . nel 1856, divenne colonnello comanda nte la legione di Roma nel 1881 e due anni dopo fu collocato in P . A. Nel 1893 jpassò nella riserva e nel 1895 fu pro1!1osso magg. generale. .Rassava/ Gipseppe E1<genio . Generale, n. nel 1838, m . a Livorno nel 1916. Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò :alle guerre del 1859, 1860-61 e 1866 e meritò a Custoza la menzione onorevole. In Eritrea nel 188ì, comandò il '6° bgl. famcria d'Africa . Colon nello comandante il 240 fanteria nel 1894, fu collocato in P. A. nel 1896. Trasferito nella riserva , vi idivenne magg. generale nel 1904 e ten. ,generale nel 1913. R(lssava! Luigi. Colonnello, n. ad Alessandria, m. a To.rino (1832-1918). Comb~ttè nelle guerre per l'Indipendenza dal 1848 al 1866 e guadagnò due mcd . al valore., una a

Rassaval Giuseppe

Rassaval Vinc.enz.o

Rassegna. Nell'antica cerminoiogia. mii. , ebbe un icamente il significato di rivista a tipo controllo, di uomin i, cli armi e di cavalli. « Il Rassegna » era l'ufficiale (kstinato alle rassegne nella terminologia del X VJI secolo: si chiai11ò poi « Commissario delle rassegne ». « Rasscg11a dei nomi », diccvasi allora l'appello dei soldati , o la verifica nome per nome degli assoldai i. - « Rassegnare per pelo e per segno " significava riscontrare i soldati delle condotte minutamcme, non solo per il numero, ma anche per la qualità, controllando se i segni loro, notati nei registri, cd il colore dei peli e dei c~pelli, corrispondesse alle annotazioni fatte alla regist razione. Si faceva lo stesso p er i cavalli. - Nella terminologia marinara dei secoli XVIII e XIX la voce fu adoperata nel senso di visita da pane di nave da guerra a nave 1nercantile o sospetta. Oggi la voce ha il carattere d i ispezione amministrativa, o matricolare, e di iodolc medico-legale . Nel primo caso serve per controllare se le operazioni d i reclutamento od arruolamento corrispondono :,gli effettiv i delle truppe incorporate, e se i dati forniti dallo stato civile dei Comuni, e quelli segnaletici sono esatti, e nello stesso tempo se gli in.scritti d i leva conserva no i~tcgra l'attitudine fisica al servizio cui sono destina ti. Anticamente, e cioè quando i registri dello stato civile dei Comuni erano tenuti con scarsa dìl igenla, si rendevano necessarie R. d a parte di speciali funzionari, che si chiamavano appunto c1 ufficiali rassegnatori )), inçaricati precisamen te di accc:r• lare la vera situazione presso i corpi. Attualmente , dato il preciso sistema di operazioni d i leva, e data l'istituzione delle Commissioni di leva mobili , che si recano in ciascun capoluogo di mandamento a visitare gli i nscritti, ed hanno in sè stesse gli orga ni atti ad accertare l 'identità degli individui, le R . d i cont rollo sono diventate pressochè superflue, e per le classi in congedo sono state sostituite d alle « Ch iomate di controllo », µressa i comandi d i Distretto, o presso gli stessi Municipi . In senso medico legale militare, la R. è un procedimento di visita a cui vengono sottoposti i militari r itenuti inabili al servizio ; trattasi pertanto d i visite di accertamento della idoneità fisica al servizio sresso. Le proposte a R . vengono fatte su appositi modelli (41 ), sui quali viene espresso il giudizio diagnostico corredato dei principali sinIAmi della infermità da cui il militare d i un dato corpo o d istretto /: stato riconosciuto affetto. In genere vengono redatte d ichiarazioni medico-legali brevi; più ·lu nghe sono quelle compilate dal! 'ufficiale medico che presta ser vizio nei reparti di t ura ospedal ieri, ovvero d al med ico di regg.

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nel caso che egli assista di persena ad un accesso epilettico. Le proposte vengono <lai corpi e dai d istretti , per cura dei rispettivi comand i, inoltrate in t riplice copia alla d irezio ne de ll 'ospcdale mil itare, la quale fissa i giorn i in cui deve aver luogo presso l 'ospedale stesso la visita d i controllo. Questa è praticata da due « ufficiali medici rnssegnatori », uno d ei quali deve essere di g rado non inferiore a q uclJo di capitano. È prescritto che i periti facciano r isultare sul foglio modello 41 se, a loro parere, l 'infermità del militare possa o no ritene,si dipendente da causa d i ser vizio. Ai militari d ivenuti inabil i per infermità non riconosciute dipendenti da cause d i servizio può essere co ncessa una g,-atificazione nella misura indicata dalla t abella annessa al Regolamento sul serv izio delle rassegne; tale concess\one però è r iserbata al Min istero della g ue rra su p ropost a degli ufficiali med ici rassegnatori. I direttori degli ospedali potranno, su proposta dei periti , concedere gratificazioni nei seguenti casi: a) militari divenuti inabili . per cause non d ipenden ti dal ser vizio, i qua li contino u n servizio effettivo sotto le arm i 111 aggip rc d i anni IO e minore d i anni 18; b) militari che, quantu nque a bbiano p restato un servizio mi nore di anni 10, siaoo però affetti da cecità, da atrofia assoluta di un membro, da paralisi o semiparalisi, da g ravi infezioni gastro-enteriche e da malattie polmonari' d i natura specifica o cbe a bbiano residuati postumi i nsanabili. Non si deve co nced ere g ra tificazione quando concorrono circostanze abbastanza gravi per far presume re che le malattie o le m u tilazioni siano state provocate od agg ravate ad arre . Ad evitare reclami da parte d i coloro cbe siano riformati senza p roposta d i g rat ificazione, si dovrà sempre indicare per q ual i ragion i non si sià r iten uto di fare tale proposta. Le determinazioni definitive di R . sono riserbate ai d irettori <l 'ospedale e saranno comun icate all'interessato , che potrà opporre i propri reclami da trascriversi nell'apposita colonna del foglio mod. 41. Se il reclamo r ig uarda quest ioni tecniche, dovrà <leci<lere il direttore di Sanità del C. d ' A.; se invece riguarda questioni d'indole amminjstrati,~a, la decisione è riserbata al Min istero, 1na .in tal caso il reclamo non sospend e l'esecuzione della determinazione d el d ire1rore d ell'ospedale. Nel caso di d iscrepanze d 'opinione la decisio ne è /iservata al d irettore di Sanità d el C. d'A. La proposta di R. nou può aver luogo per i mi litari condannati, se non dopo scontata la pena. Per i militari' in attesa d i giudizio avan ti tribunali mil itari, la R. potrà aver luogo; ma, se proposti per riforma, essi po -

rranno essere licenziali dalle armi in linea pro~visoria, rer stando so.spesa la detern1i na7,Ìonc <lcfìn itiva sino all 'esaurime nto del p roced imento penale. Ad ogni modo il liceni.iameuto da lle anni è subordinato al « nulla osta » dcli 'avvocato fiscale mi litare. Gl 'individui condannati per p rocurata infernlità e dichiarati idonei al servizio 1nilitare in genere, non potranno per aggravamento d el! 'affez ione procuratasi essere proposti a R. senza che pr ima se ne sia riferi to al Comando di <li vis., che sentirà il parere d el direttore di sanità d el C. cl' A . S i agirà ugualmente quand<> <l:, qualsiasi au,orità mi litare venga espresso sospctlo d i simulaz ione circa 1nilitari p roposti a rassegna. Le decisioni che i d irettori d ·ospedale per d elegazione del Ministero della g ue rra possono pronunciare in rassegna, sono: r iformato o prosciolto dal serviz io mi litare; mand ato rivedibile a lla ventura leva; inv iato in licenza di con valescenza d i g uattro, sci, dodici mesi; conferm ato idoneo al servizio mi..lirare . l milita ri, g iud icati inabili al servizio milita re ncl 1'arma o corpo a cui furono assegna ti, sono p roposti per .i l trasferimento all'arma o corpo pcl quale presentano magg iore a ttit udine. Per le R. dei militari resid ent i all'estero, si terranno p resenti le norme d el! ' istruzione · per il servizio

d ella leva ali 'estero; però, per q uanto riguarda la procedura, si osserveranno le d isposizio ni contenute .nel Regolamento sul servizio delle rassegne. J m ilitari i n congedo ill im it.a to, i quali ritengano di essere d iveouti inabili al servizio, debbono, per essere sottoposti a R., rivolgere dom anda in ca rta semplice od a nche vcrbalrnentc per mezzo del Podestà al comandante del d istretto militare sui ruoli del q uale trovinsi inscritti, e presentare il foglio d i congedo illimitato, nonchè un certificato med ico const atante l'infermità per la quale il rni.litare jntende dj essere sottoposto a rassegna . Il comand a n te del d istretto p re nde nota di tali d omande e fissa il giorno in cui devono a ver luogo le visite di con trollo presso il d ist retto. Coloro che sono riconosciut i permanentemente inabili vengono congedati in modo assolu to; sono in vece r imandati in congedo illimitato, salvo a ripresen tarsi a successive rassegne rnensi li, i tnili tari affetti da infermità sanabile col tempo. A tali rassegne non possono essere ammessi i milita ri che o ttennero il ritardo a p resentarsi alle a rm i.

Rassegna dell'Esercito Italiano. Periodico mensile, pubblicato dal 1920 al 1925, con vasto prog ram ma di studio elci maggior,i problerni 1nilitari, storici, tecnici , scientifici : n.e fo d irettore il generale Eugenio Barbarich. Fu sostituito da l la rivista ,, Esercito e Nazione » .

Rassettatore. Era così chiamato ner tempi passati, l 'operaio che riparava, metteva insieme cd adattava tutte le parti d i u n 'arma, sia da d ifesa, sia bianca, sia da fuoco . Rastadt (o Rastatt). Città della Germania, nel Badcn, su lla dr. dell a Murg . Nel sec. XVII vi fu dai margravi del Badcn costruito un vasto castello.

r. 'l',·atlato di Rastadt (6 marw 17r4). Pace fra l 'imperatore Carlo VI e la Francia . Chiude 1a guerra per la Successione d i Spagna. Ple~ ipotenziari il p rincipe Eugen io e il marcsc. di Villars. Il forte d i Kehl , la vecchia flreisach e Friburgo sono restituiti dalla F rancia ali 'Impe ro. G li artico li della pace di Rysw ick relat iv i al duca di Lorena sa ranno eseguiti secondo il loro tenore. L' Austrà consente che restino . alla Francia Landau, Strasburgo, Huningue, la nuova Breisach e I'A !sazia. La Francia r iconosce l'elettorato della Casa a nnovcresc, cd ottiene che siano restituiti nelie loro d ig n ità e diritti gli elettorati d i Colonia e Baviera. Il trono cli Spagna resta alla dinast iR borbonica . La Sicilia viene data al duca d i Savoia che assume il titolo d i re . La Fra r1cia conscn le che i Paesi Bassi spag nuoli passino sotto ,i l d omin io dell'Austria. Così pure consente che l 'Austria possieda tutti gli Stat i tenuti dalla Spagna in Italia, cioè, i regni di Napoli e di Sa rdegna, il ducato <ii Milano, lo Stato dei Presidf, e inoltre il Mantovano . - Questo trattato f\1 solennemente confermato a Badcn il 7 settembre . II. Trattato di Ra,·tadt (2 g iugno 17r,1) . Pace fra Spagna e O landa, sulla base del trattato di Westfa lia del 1648 . Gli articol i d i questo trattato contengono in sostanza disposizioni relative ai rapporti commerciali fra le due po tenze.

IJI. J'muatò di Rastadt (6 febbraio 1715). Pace fra Spagn a e Portogallo, garante l' Inghilterra . Restituzione reciproca dei luoghi toltisi durante la guerra in Eu ropa e fuori. La Spagna r inu nzia i_n favore del Portogallo a qualunque diritto sulla colonia del Sacramento, r iservando si d i poter o1Irire un e9.u ivalentc per riaverla . Le piazze d i Albuqucrquc e Puella tornano alla Spagna nel lo stato in cui si trovano.

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IV . Combattimento di Rastadt (.5 l uglio 1796). Apparsavia da un esercito <li 40 . 000 u. al comando dell'arciduca tiene alle guctre del la repubblica francese e fu combattuta - Ferdinando . li principe Poniatowski, che stava facend o la fra i l corpo del gen . austriaco Lato ur ( 16 bgl. e 50 sqdr .) leva per rinforzare l 'escrcito, indebolito per le spedizioni -dell 'esercito dei principe Ca rlo, e tre d ìvis. dell 'armata nel la Spagna, si mise all a testa <lclle reclute, circa 9000 u ., francese del Reno e Mosella (39 bgl. e 57 sqdr.) agli ore si portò a R- ,per coprire Varsavi a . Di q ui poteva domid ini d iretti del gcn . Moreau . La di vis. Bcaupuy, impenare tutte k strade coniluccnti alla capitale, e, con la gnata frontalmente contro R. , fortemente d i[eso dagli Aufronte coperta <la paludi inaccessibili alla cavalleria, res istriaci, potè avanzare soltanto a mezzogiorno, qua,1clo fu stere lungamcme a qualunque assalto . La sua ala dr. era pronunciato un movimento aggirante eseguito dalla divis. comandata dal gcn . Bieganski, la sr. da Kaminski, il centro Del mas, e quando la d ìvis. Taponnier potè intervenire da dal genera le sa.,sonc Dyhcren , l'artiglieria dal gen. PelGernsbach . Gli Austriaci difesero per quattro ore il vil letie,· e l 'avanguardia da Michele Sokolnick i. 11 giorno laggio di Kuppenheim, dal quale pure prese il nome la ,9 apr ile, gl i Austriaci aprirono il fuoco e rinnovarono per battagl ia; per<luta questa posizione si ritirarono in buon tre volte violenti attacchi per sloggiare i Polacchi dalle ,ordine, protetti dall'artiglie ria e dalla cavalleria. A tarda loro posizioni, ma q uesti, opponendo per nove ore con-

Il castello margraviale d i Rastadt nel secolo XVIII

sera, i cacciatori a cavallo francesi cacciavano da R. la retroguardia 11cmica , ma il Latour col favore del la notte potè r itirarsi ind isturbato . V. Conferenza di Ras/(ldt (dicembre lj9j-marzo 1799). F u tenuta per c.::c rcarc un accornoclamenro per la sistemazione clena frontiera sul Reno, dopo !"occupazione da p arte delle armate repubblicane d , tutta la riva sr. del .fiume. Vi parteciparono gli Stati tedeschi interessati e la Francia. Premeva soprattutto all'Austria di concludere, rna i rappresen tanti della Francia, consigliati d al Talleyrand, molt iplicarono le mo>.ioni mandando le cose per le lunghe. Nel marzo 1799, avanzando il marcsc. Jourdan nella .Svevia! contro gli Austriaci, la conferenza si rese inutile e

~i sciolse senza avere nul:a concluso. I tre rappresentant i

francesi, mentre uscivano dalla città, vennero ossalid <la un gruppo d i ussari austriaci e sciabolati : d ue rimasero uccisi; il terzo, ferito, riuscì a salvarsi.

VI. Rc.,a di R,utadt. Apparticac alla rivoluiio;-1c del 1849 in Germania. Le truppe degli insorti, battute dai Prussiani ·il 25 giugno, r ipararono a R.. jnsiemc col governo provvi~ ·sorio, ma, all'avvici narsi dei P russian i, ripararono a Frei. "burg . Il 29, \Trso Gernsbach, gli insorti, nuqvamcntc at· taccati, s i d ispersero, e una parte si chiuse jn R. 1 dove,

investiti nel mese successivo, si arresero (23 luglio).

Rastello. Sotto questa denominazione si p uò intendere lo steccato che si faceva in naJ17.i alle porte delle fortcz te -(secondo g li accadem ici ddla Crusca); oppure la sarnci nesca colla quale si gu:i rnivan?

Jc porte inedesime.

Rastrelliera d'armi. 'È così ch iamato un mobile per .collocarvi in bell'or<line le armi. Esso serve tanto per le _gal lerie d'ann i, quanto per le armerie . La .sua ·form a varia -" seconda della specie d i an ni che deve sostenere. Raszin. Villaggio della Polon ia, nei dintorni d i Varsavia .

·combattimento di Raszi11 . Nella primavera <lei 1809, .l'Austria, approfittando della lontananza d i Napoleone, irn. J)egnatù nella Spagna, fece invadere il granducato d i \lar•

~ccutive la pila vigorosa resistenza, respinsero nemici tanto superiori di numero e conservarono il campo d i battaglia fino al calare del sole. Durante la notte, il principe l'Ol1iatowski d iede ]"ordine d i ritirata verso Varsavia , dalla quale temeva d i essere ragliato fuori; l'arcid uca dal canro suo si ritirava Sll Fclent y.

Ratekau. Conhll1c della Germania, presso Lubccca . Capitolaz ione di .Ratckau ( 1806). Appartiene a lle guerre dell '[mpero francese . Dopo la presa di Lubecca da parte d~i Francesi (6 novembre) il gen. Bhicher cercò di ,-iun irc i resti del suo esercito a R ., 8 Km. a nord cli Lu, becca, e fece anche un tentativo di riprenderla, ma fallì. Lo stesso giorno i Francesi giunsero a Scbwarta n, località situata a 4 Km. a sud <li R. e fecero prigioniero il reparto che vi si trovava . Essendo la regione assolutamente sfavorevole per la cavalleria, e Bliicher con le sue truppe esaurite trovandosi quasi completamente circondato da Murar e da Bernadottc, il 7 novembre sì deci"e a capitolare; la notizia, riscontrata poi falsa , del la occupazione d i Travemiindc da parte dei Francesi, gli aveva fatto perdere I·ultima speranza. Il suo corpo era ridotto a 4050 fant i, 3750 cavalli e 16 canno n.i .

Rathenow. Città della Germania . nel 13nrndcburgo, sulla dr. del Havel. li 14 agosto 1627 g li Imperiali , comandati da l conte d i Luneburg, vi sconfissero i Danesi condotti dal margravio del Baden . Sor{lt<'S(I di Rathl'110to (16j5) . Appartiene alla guerra tra la Sve1.ia e il Brandeburgo. Malgrado l'alleanza d i(ensiva, conclusa nel 1673, tra l' imperatore e la Svezia, il gen. \Vrangel , a ll a testa d i un corpo svedese, entrò nel Brandeburgo, commettendovi soperchierie. li principe cli Anhal t , non ,!vendo forze ba~tanti per far fro1uc agli Svedesi, sì rivolse al grande elettore di Prussia Feder ico Guglielmo e questi mosse in suo soccorso giungendo a Magdeburgo l 'n giugno: varcata \"Elba, giunse di notte alle porte di /?. Fatto allora avvertire del suo arrivo il barone di Brist che si trovava i n citti1, si accordò con lui circa j m ezzi

d i sorprendere g li Svedesi. ,\ tale scopo il barone diede un g ranùc pranzo agli ufficial i svedesi, i guaii alla fine


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erano tutt i ubriachi. li grande elettore fece passare la Havcl su parecchie barche a diversi d istaccamenti di fanteria : il gcn. Diirfl ing ent rò per primo jn R. e fece uccidere le guardie, mentre le porte della città veniva no forzate e la cavalleria irrompente spazzava le strade (q giu g no). Quando gli ufficiali svedesi si riebbero, stentarono non poco a persuadersi di esser p rig ionieri d i un principe_ . che essi credevano ancora in fondo alla Franconia con tutte le sue truppe. La guarn igione rimase parre uccisa, parte

I. As,edio di Ratisbona (luglio 976 d. C.). Appartiene alla guerra intrapresa dall'imperatore Ottone Il di Germania, contro i l ribelle d uca di Baviera, Enrico II, detto e< il rissoso n. L'imperatore in vestì R ., dove il duca si era> rinchiuso, e d a <love questi, dopo pochi giorni d'assedio, vista i nevitabile la caduta della città, riuscì a fuggire, rifugianciosi in Boemia e perdendo il ducato, che l 'imperatorcconcesse al duca Ottone d i Svevia.

prigionjera.

11. Trattato dì Ratisbona (16 aprile 1664). Alleanza t ra Francia ed elettore tli Sassonia, a reciproca difesa dei rispettivi Sta ti e d iritti, secondo il trattato <li Westfal ia. In ogni occasione l'elettore voterà nel collegio elettorale o nelle diete secondo il desiderio di Luigi Xl V, il quale gli pagherà un sussidio annuo di 20.00 0 lire.

Rathmines. Borgo dell ' Irlanda, nella contea di Dublino. Combattimento di Rathmincs (1649). Appartiene alla guerra civile in Inghilterra. Avendo il Parlamento annullato

] 'armistiz io concluso tra il genera le realista O' Nial e il genera le parlamentare Monk, l'esercito d i Carlo li avanzò verso Dublino per mettere l'assedio alla città e prese posizione a R. Il comandante d i Dublino, Jones, informato che l'esercito rea le u<Jn aveva preso le misure d i sicu rezza, la sera del ;, agosto fece una sortita e mise i n roua il rlistaccamento, che con la sua fuga gettò l'allarme nel campo realista. Jones seppe approfittare di quel momento di disordine e completò la sua vittoria sconfiggendo successivamente tu!li i reparti che gli venivano con trapposti. Il generale O rmond, sorpreso nel sonno, cercò i nvano di riannodare e r iani mare le truppe; il panico s'era impadron ito dei suoi soldati, che si diedero alla fuga i n tutte le cl i.rezioni, }asciando in abbandono l'artiglieria, le tende, le muo izioni e i bagagli , che caddero ben presto in mano ai Pa rlamentari , i quali fecero anche 3000 prigionier i. Questa perdita fu irrepa rabile per la causa realista.

Rationite. Con tale nome i Francesi indicarono, nel loro codjcc segreto,

un n1iscug lio chimico, costi tu ito da

metile solfato e cloridrina solforica, dotato di propr ietà soffocant i e da essi adoperato, du.r antc J'ul.timo periodo del la grande guerra , per la car ica di proietti speciali.

Ratisbona. Città della Germania , nella Baviera, sul Danubio, alla confl uenza col Regen. Risale ali 'epoca dei Romani che la ch iamarono « Regina » o « Castra Regina "· Alla caduta · dell ' impero romano fu presa dagli Ostrogoti, e poi dai duchi di Baviera. Carlo Mag no vi fece una sua base militare. Nd sec. Xl prese parte p er l'i mpero e Federico Barbarossa !a e resse a ciuà libera. Nel 1486 s1 diede ai duchi ,li "Baviera; nel 1663 fu scelta a sede della dieta del sacro romano impero; nel 1 703 fu presa dal1'elettore cl i Bav icFortezza di R atisbona (sec. XVI) ra; nel 1803 passò all'elettore di Magonza e nel 18 10 fu annessa alla Baviera. Il 13 ottobre 1630, furono concordati a R . i preliminari della pace che venne firmata nel 1631 a Cherasco (V.) . La città è cinta da una doppia muraglia, con bastioni e fossati, rafforzati da 44 torrioni. Nel secolo XVII lavorò al le fortificazioni di R. l'ingegnere mii. italiano Giovann i Pieroni. Vi si combattè nel 1809 una battaglia che appartiene alla ma-· novra napo leonica d i Regeu;b11rg (V.).

m. Trattato di Ratisbona (15 agosto 1684). Tregua per anni tra Francia da nna parte, Impero e Spagna dall'altra, su lla base dei trattati d i Westfalia e di N imega. Durante la t regua, rimarranno alla Francia tutte le annessioni fino al 1<> agosto 1681, più Strasburgo e il forte di Kehl; restituirà invece tutte quelle di data posteriore, conservando Lussembu rgo, Beaumont, Bouvines, Chimay e d ipendenze. 20

I V. T mttato di Ratisbona (n febbraio 1693). Unione fra i vescovi di Miinsrer, Bamberg e t\ichstadt, i duchi di Sassonia-Gotha, Altenburger e Coburgo, il d uca d i Brn n-

swick -Wolfenbiittcl, il re di Danimarca , le case regnanti d'Assia e il margravio. d i_ .Baden, per mantenere il diùtto di suffragio negli affari dell'Impero e per opporsi con tutte le loro forze all 'ammissione del IX elettorato d'Annovcr. L'Onionc di Francoforte del 24 marzo 1695, alla qu~ le panecipano altri principi dell 'Jmpero, ha lo ·stesso scnpo della presente. V. T rattato di Ratùbona (25 febbraio 1803) . Recesso principale della <leputazione straordinaria dell ' lmpero, per applicare gli articoli 5 e 7 del tra ttato d i Lunéville. L'Austria, in compenso dcll'Ortenau ceduto al duca di Modena, ottiene i vescovad i d i Tremo e Bressanone secolarizzati; l'arciduca Ferdinando, già granduca di Toscana, la Prussia, la Baviera e il Baden ricevono vari territori specificatamente elencati. la sede di Magonza è trasferita alla Chiesa cattedrale di Ratisbon a. La dotazione d cll'cletrore cancelliere è formata dai pr incipati di Aschaffcnbu rg e Ratisbona e dalla città imperiale di Wetzlar. li collegio delle città imperi.ili resta com?osto dalle çittà libere e immediate di 1\ ugsburg, Lubccca, Nori mberga, Fraocoforte, Brema e Amburgo , le quali non ricevono iodennità. SopI pressi i d ue elettorati d i Treviri e Colonia, se ne u cano altri quattro : Saltzburg, vViirttemberg, Baden e Assia-Casse!. Il godimento <lei · beni assegnati come i ndennità comincia dal 1° dicembre 1802. Qualunque scambio d i territorio o transnionc che i principi faranno fra di loro nel termine d i un anno, avranno fa. stessa forza come se fossero in scr ini nell'atto p rese nte.

Ratsutila. Tipo di organ inazionc mil itare creata uclla Svezia. li principio d i questo sistema si può notare già nel r500, quan do si cominciò a p rendere uomin i secondo le case, piuttosto che secondo il numero della popolazione . Il n uo~o siste ma si stabilì verso la fine d el XVI secolo, q uando le singole p rovincie stabilirono col re il patto d i tenere sempre pronto un certo numero di uomini. Per q uesto 1-, case vennero divise in g ruppi, che si chiamarono ,, Ruotu » (ruota) e che procurarono e pagarono ciascuno un soldato. Il governo si obbligò a fornire le a'rmi e la rlivisa, che si cominciò a portare nel 160J'.> . Il servizio di

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cava lleria, disimpegnato dai nobili, aveva g ià perduta la sua im portanza . Nella seconda .metà del scc. XVI la nobiltà era divenuta ereditaria, e i soldati di cavalleria venJ>ero forniti dalle case ricche a proprie spese : ciascuna manteneva alle armi il proprio rnld ato. Questo sistema di reclutamento rimase in Svezia fino al 1900 (in F in landia fino al 1860 soltanto, benchè avesse q ui perduto il suo significato fin dal! 'anno 1809, quando la Finlandia era stata · unita alla Russia . Il sistema di d ivisione in tJ Ruotu » presentava vantaggi e svan.taggi : si manteneva

un esercito nazionale ahb:lstanza numeroso, ma 1:-i sua attività militare era scarsa, perchè le truppe erano chia m ate soltanto per poche settimane all 'anno .

Rattì (Giuseppe). Generale, n. a N i,.za Marittima, m. a 'forino (1821-1897). Sot tot. d i fanteria nel 1840, passò tre an ni dopo nei bersaglieri e partecipò a tu tte le guerre dell'Indipendenza. A Novara meritò la 111ed. <l'argento; a S. Martino la menzione onorevole ; nella cam, pagna <!ella Bassa Italia cornandò i bersagl ieri del V corpo e · per la presa d i Mola di Gaeta fu <lecorato della croce eia cav. dell'O. M. S. Colo nnello nel 1862, comandò il 5° regg . bersaglier.i. Magg . generale nel 1868, tenne i l comando della brigata Ferrara e poi del la 35a brigata d i fanteri a. Ratti Giuseppe Colla promozione a ten . generale (1877) ebbe il comando della d i vis. mii. d i Chieti . Nel 1882 fu collocato in P. A . e nel 189r passò nella riserva.

R<11ti Giuseppe. Generale, 11. e m. ad Asti (1839-1909). Sottot. d i fanteria nel 1861, partecipò alla campagna del 1866 e poi frequentò la scuola di guerra. Dopo esser srnto per molti anni negli alpini, fu promosso colonnello nel J 895. Comandò i l 79° fanteria e nel 1907 fu collocato in P. A. Nel 1906 venne promosso magg. generale nella riserva.

Ratti Git,scppe. Generale, n . ad Asti, m . a Torino (18571928). Sottot. di fanteria nel 1882, passò negli alpini nel 1883. Ten. colonnello nel 1910, fu in Libia e nel 1913 venne collocato in P . A . Rich iamato per la guerra contro l'Aust ria comandò il bgl. Val Chisone ed al Sasso di Stria meritò la mcd . d'argento. Colonnello nel 1915, ven ne promosso magg. generale nel 1917, e nel 1923 assunse, nella riserva, il grado di generale di divjsione. Raui Giweppe di Cosimo . Genera le, n . a Torino nel 1864. Sottot. d i fanteria nel 1883, fu in Libia nel 1912, 1913 e 1914. Colon nello nel 1915, entrò in guerra al comando del 142° fanteria e guadagnò due med . d 'argento. Comandò poi i l 39° fanteria, e, colonnello brigadiere nel r 91i, le brigate E tna, Siena e Basilicata . Jn P. A . S. nel 1920 col grado di brigad iere generale, assu nse nel 1925 il grado d i generale d i brigata e nel 1928 passò nella riser\'a.

Ratto violento. Reato militare, se commesso in tempo di g uerra da militare o assim ilato, con templato negli an. 27 r e 272 dd C . P. E . e 295-296 del C . P. M. M. Si concreta nel! 'impossessamento violento d i una donna o d i g iovinetta minore di anni quattordici a scopo di libi-

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dine . L.a pena, se lf'-attasi di donna, è della reclusione ordinaria da cinque a dieci anni; se trattasi di persona minore degli anni quat rordici, della reclusione ordinaria da sette a dieci anni.

Ratye (/. E.) . Ammiraglio francese, n. nel 1863. Nel 1917 raggiunse il grado d i cont'rammir. ed ebbe comando navale nel Mediterraneo . Fu poscia presidente del la com missione d i con trollo dell ·armistizio in Austria-Ungheria. Divenne inline direttore della Scuola superiore della marina nel 1919 e tenne tale carica fino al 1925, essendo stato nel 1921 promosso viceammiraglio. Rauch (Gw1,wo 110n). Generale prussiano (1774-J841). Partecipò all a g<Jcrra contro la Polonia i nsorta àlla guerra del 1806-1 8oi, e fu incaricato della riorganizzazione del l 'esercito come collaboratore del gcn. Scharnho rst, che sostituì nel comando del cor po degli ingegneri. Avvenuta hl prima pace d i Parigi, fu nominato ispettore generale delle fortezze, nel la quale ca~ica m ise ogni attività per la r iorganizz:izionc deJ corpo degli ingegneri, nella costruziouc di numerose fortificazioni e nello sviluppo degli impieghi da attribuirsi a detto corpo. Ne] 1837, il R . venne chiamato a reggere il m inistero della guerra, dove non poti: esplicare tutta q uella attività che aveva dimostrato nelle ahre cariche, callsa di una malattia c_hc lo costrinse a. chiedere il congedo cd al la quale soccombetre pochi mesi dopo . Raucher (Attilio) . Generale, n . a Casalpusterlengo nel 1867. Sottot. d i fanter ia nel 189.r, partecipò alla guerra libica dal 1912 al 19r5, meritandosi una mcd . di bronzo a Sidi Bila! (1912). fn guerra contro l'Austria nel 19t6, r 917 e 1918, fu promosso _colonnello nel 1917 e cornandòil 259° fanteria: a Flondar-Medeazza (1917) fu decoratodi una seconda med . d i bronzo, e sul M . Corno d i Vallarsa (1918) ne t·bbc u na terza . Dopo la guerra comandò, il 59° fantcri~· nel 1925 andò in A . R. Q.; nel 1929 fu t rasferito nella\ ri sen·a e promosso generale di brigata. Raudii (Campt). V . Vercelli. Raus (Colle d,). Passo delle Alpi Marittime, nella contea· di Nizza. A ll'epoca delle guerre della Rivol uzione Francese, per le opere ivi costruite e la g uarnigione stabilitavi,. costituiv~ un forte punto d i d ifesa e una porta ben chiusa all'accesso in Piemonte, dom inan do il vallone che si apre sulla Vesubia . A q uesto p unto convergono le st r;ide che· da Roccabigliera e Belvedere , per i valloni di Graus e di Cairos, por tano a Saorgio , e quelle che, seguendo la dor sale del contrafforte p rincipale dell 'Authion, facilitavano, lo spostamento laterale de lle truppe lungo la linea di d ifesa dei Piemontesi . Combattimento al ,·olle• di Ra.<1s (1793). Appartiene alle guerre della R ivoluzione francese. Il gen . Biron decise <ii assalire le posizioni degli Austro-Sardi, còn forze ragguardevoli, il 28 febbraio, col concorso del gen. D umerbion da Levenzo, del gen . Dagoben dal colle d i Braus e del' gen. Brunec da Sospcllo. Dumerbion fece passare la Vesubia alla sua d ivis. e m osse su tre colonne contro le posizioni di Utel le~ e del la Cappella dei Miracoli, che conquistò dopo ostinata resistenLa dei Sard i, i quali si r itirarono a Roccabigl icra e Belvedere . Dagoberc sorprese e · forzò la JJOSizione di P ietra Cava, 1'.,,a, smarrita la via nei boschi del Mairis, arrivò con q ualche r itardo a · Bolena, ove si congiunse con 13runet. Questi intanto, dopo• d i avere forzato il passo d i Figaretto, aveva preso i villaggi di Lantosca e Bolena di viva forLa, e q uindi concesso qualche riposo alle stanche truppe; ma, essendo stato•

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stabilito i l contatto colle d ue colonne laterali per le due pomeridiànc, ordinò che si r icominciasse l 'azionc. Egli e Dumerbion mossero all'assalto delle alture di Roccabig liera e di Bel ved e re ; Dagobert si spinse verso i l campo d i R . con la speranza d i riuscire ad impadronirsene e d i tagliare la ritirata ai Sardi . Ma questi senza attendere l'attacco uscirono dai ripari e ne derivò uno scontro accanito e sanguinoso . I d ifensori d i Roccabigl iera e Belvedere, cont ro forze n umeric he superiori, d ovettero ritirarsi sotto la protezione del cannone d i R. e dell 'Authion ; i Repu bblica n i non li inseguirono, e così gli s(orzi d i Dagobcrt andarono completamente a vuoto . Contrastata e indecisa rimase la vitto ria yud giorno, poicbè se i Francesi conquista rono alcune posizioni secondarie, essi subirono forti pcrdire, cioè circa 1200 u. rra morti, feriti e prigionieri, senza adeg uato compenso, non ave ndo potuto espugnare il fortissi mo cam po d i R ., che se fosse caduto nelle loro mani, anche le formidabili posizioni d i Saorgio sarebbero st ate perdu te .

Rautu. Vilbgg io d ella Fin land ia, nel la Carelia, p resso

caratlere colo niale . Interven tista convinto, n el 1915 entrò in guerra con g li Alpini e v i raggi,u1sc durante la g uerra il grado di maggiore, g uadagnandovi t re d ecorazioni a l valore . Dopo la guerra ap partenne al movimento dei fasci d i com battimen to , d ove ebbe varie cariche. Seg retario g enera le della T ripolitauia nel 192i e poi vicegovernatore, nel 193 1 fu nominato governatore della Somalia .

Ravanal (dou Fernando) . Ge ne rale spagnuolo d el secolo XVII. Fece la cam pagna di F iand ra del 1636 e poi com battè in Piemonte, d ist inguendosi a Vercelli (16.38), a Torino ( 1639), a Vigeva no (1645). Fu poscia i n Sicil ia d ove represse moti contro g li Spagnuo li. Tornalo a Milano , difese Cremona (1648) e nel 1650. nominato governatore d i Vercelli, ne fece restaurare le fon ificaz.ioni. Ne l 1657 <livcm1e governatore di Alessandria . Rimpatriato, partecipò alla guerra contro la Francia, e nel 1660 tornò al govern<1torato di Alessandri a. I

dr . d el fiume Sa lso .

il cnnfine russo-fin landese.

Combattimento di Rautu ( r9 r8). Ap pa rtie ne alla g ue rra d'indipendenza della Finla ndia . Il Comando supremo delI 'esercito bia nco finlandese decise I ·assalto contro R. per le ore 16 del 3 r marzo, ma a cagione della sca rsità d elle muniz io ni la preparazio ne d 'artiglieria r iuscì incompleta e non si potè m antenere i l collega me nto fra i d iversi reparti, e molto meno fra le unità destin ate all 'azi011c; l'attacco si arrestò di fronte ai tri nce r:1n1enti ne n1ici . Tut~ ta via la situazione d ei Russi era g rave . Essendo essi ci rcondati, decisero d i fare una sortita per tenta re d i rom pere I~ cerchia che li stringeva ; 1na , prirn~ che a,~ssero j] tempo di e,eguirl a, i Bianch i (4 aprile) ripresero l'azione . G li obici e l'artiglieria pesante aprirono i l fuoco a mezzogiorno, concentrand olo sui fabbricati della staz ione, e lo eon ti,nuarono fino alle 17. Dato il segnale d'attacco, si ve nne ben presto ad un combattimento accanito corpo a corpo, nel qu ale i Russi si d ifesero con e nergia, ma alcuni distaccament i bianchi raggiunsero la stazione da est e sud . I Russi attaccarono il fuoco ai Lreni e si ritirarono, n1a, raggiunti e circondati d a ogni parte, · si arresero in num e ro d ; 800. Ne erano rimasti uccisi 1100, e sul campo g iaceva un grande numero di feriti. Il bottino dei Bianchi fu considerevole: 15 cannon i, 43 mitrngliatrici, u n u-cno b lind ato, una grande quantit~ d i materiale e di carrozze fe rroviarie. Il combattimento ebbe grande im porta nza pe r la indipendenza della Finlandia, ponendo fi ne alla spediz io n i d i truppe russe bolsceviche.

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Rava (lllaurizio) . Governatore del la Somalia, n . a M ilano nel 1878. Si laureò in giurisprudenza, e viaggiò a lu ngo nell 'Africa e in Asia, occupandosi di p roblemi co loniali. Nel 1908, come sol· totcn . <l i complemen to, partecipò alla campagna d i occu pazione del la Somalia inìziando

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Combattimento di Ravanusa ( r849). J:: un episodio della Rivoluzione siciliana . li 6 a p rile, mentre l"avanguardia napoletana, in marcia verso Catania , sboccava d a S. Giovanni sullo stradale di R . i « congedati » d el col. D'Antoni aprirono un vivo fuoco di fucileria, sostenu to dal tiro a 1nitra • g lia d i d ue pezzi d'anig lieria da montagna, ferendo g ravemente i l tcn . col. Marra, comandante l'avanguardia napoletana . Passato il p rimo momento d i sorpresa, i bgl. napoletani si spiegarono sull a d r. , inl'11HO ch e due ca nnoni d a 6 e d ue obici <la 24, portali sul posto, aprivano il fuoco su g uel man ipolo d i Sièiliani, ch e venne investito di fronte e d i fianco da quasi tutta l 'avanguard ia borbonica. I « congedati » si sostennero per più di n1czz 'ota contro un nemico d ieci vol te i;uperiore, ma infine ind ietreggiarono ed

alcun i vennero n1assacra ti, alcri ripiegarono in disordìne su

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l'ann o seguente, al suo ritoruo in patria, opera di propa • ganda coloniale. r u uno dei fondatori del Cairoffio, pcrio<lico intorno al quale si raggrupparono gli elementi che d ied ero nel r9 10 o rig ine al partito nazionalista, e poi red:morc dell'Idea Nazionale, pubb! icando articoli e stud i d i

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Ravanusa. Comun~ in pro,·. di Agrigento, sulla spo!1da

S . Agata , sotto la minaccia di essere circondat i e p resi dai Borbonici c he stendevano le lo ro ali oltre il casale di Trappeto e lu n go _la strada d i T remesticri . 11 col. D' Anto n i · cercò d i raffrenare l a rotta d i quegli ex galeotti, fi nchè . riuscilo a raggranellare la n1aggior parte dei f uggiaschi, si unì al 70 1eggìcro ed al 2° cacciatori che g ià accorrevano in suo soccorso. l Borbonici in tanto spiegava no sulla linea d i fuoco nuovi bgl., pronunzia ndo sempre pii, la loro mano,·ra aggirante, tanto c he il generale Mie-

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roslawski fu costretto ad abbandonare il villaggio di S. Aga1:a f!0n più sostenibile cd a pigliar posizione indietro, stendendo a dr. il 7° bgl. e a sr. il 2" cacciatori verso .S. Paolo. Il terreno intricato e sassoso, la intensa vcgc· razione e la lunghezza della colonna ritardò e rese diffi-cile il movimento dei regi, tanto da dar modo al Microslawski di sostenersi fin verso le una pomeridiane nei pressi del vi llaggio di S. Agata; ma i « congedati », trattenuti -dapprima nella loro rotta dal o·Antoni e ricondotti al fuoco dal medesimo, si sbandarono nuovamente. Anche l'art iglieria Jei Sicilian i aveva cessato il fuoco s4pit6 dopo -che il capiiano Damagalski che la comandava era stato Ccrito. Intanto il colonnello Laoza, collocato a valle della :strada e bersagliato dall'artiglieria borbonica, non potendo più a lungo resistere tra Ilattiati e Licatìa, (u costretto a retrocedere fino a quest'ultima località. Dopo due ore e mezzo di combattimeoto i Napoletani, nonostante la loro :schiacdanre superiorità, non avevano avanzato che circa 3 Km. verso Catania (V.), trattenuti dai Siciliani che ripiegavano lentamente.

Ravaton. Chirurgo militare tedesco e scrittore, del se-colo XVIII. Durante le guerre per la Successione d'Austria e dei Sette Anni, essendo chirurgo maggiore dell'ospedale mii. di Landau, costituì uno dei principali ospedali di sgombero, al quale affluirono i feriti di quelle campagne. ]'sei 1768 pubblicò un trattato di " Chirurgia militare » -che riassume l'cs!)Crienza di oltre 37 anni di pratica ospe· <laliern e d i guerra.

Ravazza (Edoardo). Generale, n. a Mombercelli, m. a 'Roma (1863-1925). Sottot. di fanteria nel 188 r, meritò nel 1889 a Teramo la mcd. d·a rgcnto catturando un pa7.7.0 armato e nel 1894 la mcd. di bronzo al valor ci\'ile ..ffrontando in Ravenna dei cavalli fuggenti. Frequentò la scuola di g uerra e nel 1900 fu promosso maggiore a scelta. Dal 1904 al 1908 (u aiut. d i campo del Re. Colonnello nel 1911, comandò il 61° Canteria. Magg. generale nel 1915, ebbe il comando della brigata Pinerolo, colla quale entrò i11 gue rra contro l'A ustria e per le azioni a Selz e s11l Sei Busi meritò una seconda med. d 'argento. Verso la fine del 1915 ebbe il comando della 1o" divis. e poi della 33•; fu promosso ten. generale nel 1916 e sull'Altipiano d'/\· s iago venne decorato della croce d'uff. dcl!'O. M. S. Nel 1917 comandò dapprima la 44• divis., e poscia il X C. d'A. e infine il XXV . Nel febhraio 1919 fu nominato comandante del C. d·A. di Bologna e nel settembre di quello di Roma.

.. Ravazza Edoardo

Ravelli Agostino

Ravelli (Agos1i110). Generale, n. a Torino, m . a Brescia (1859-1922). Sottot. di fanteria nel r88r, passò poco d opo negli alpini, frequentò la scuola di guerra e fu in

Eritrea. Promosso colonnello nel 1910, comandò il 650 fanteria e poi 1'11° col quale entrò in guerra contro l'Austria e sul Podgora meritò la med . di bronzo. Magg. generale comandante la brigata Pavia nel 1916, a Gorizia guad~gnò la med. d'argento e la croce di cav. ddl'O. M. S. Comandante della 7a d iv is . nel 1917 e ten. generale nel 1918, sul Basso Piave meritò la croce di uff. del detto Ordine. Dopo la guerra comandò la divis. mii. di Brescia e poi la 2• divis. alpini. Nel 1920 andò in posizione au • si liaria.

Raveneau (de Lussan). Filibustiere francese del secolo XVII. Devastò e depredò le coste americane del Pacifico. Ridotto, dopo lunghi anni d i scorrerie, a pochi compagni, attraversò con stenti e fatiche l'istmo di Panamà portando in salvo sulle coste del golfo del Messico un considerevole bottino. Ritornato in Francia, scrisse imeressanti memorie d i guerr a, eh~ hanno servito a conoscere buona parte della storia dei filibustieri. Ravenna. Città dell'Emilia, capoluogo di provincia, presso la conAucnza del Montone col Ronco, in un terreno alluvionale che va sempre più estendendosi nel mare. Fu de11a antic.imente la « Roma del basso impero ~. Dista

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Ravenna: La Rocca Brancaleone (150:,) ( Ricostruzione Martinelli)

10 Km. daW/\driatico, col quale comun ica per mezzo del canale Corsi111. Venne fondata da popoli provenienti dalla Tessaglia; appar1cnne poi agli Etruschi, ai Galli della Cispada na e quindi ai Romani che la fonificarono e vi stabilirono la sede della Anna dell'Adriatico. Data l:1 sua posizione, vicino all'Adriatico e circondata da vaste paludi, era città prcs:.ochè imprendibile, e i Barbari, succeduti ai Romnni, ne fecero la capitale <lei loro nuovi domint Riconquistata da Belisario, generale bizantino, nel 540 divenne capitale dell'Esarcato, cioè luogotenenza in Italia degli i mperatori di Costantinopo li . Nel 718 fu presa da Liu1prando re dei Longobardi, e re Astolfo. nel 752, vi trasferì la capitale. Nel 754 i Franchi s'impadronirono della città e la dietlcro all a Chiesa con tutto il suo territorio. In scgl1ito fu tea tro di lotte sanguinose fra Guelfi r Ghibellini , nel qual tempo le famiglie dei Travcrsari, degli Ubaldini, dei Mainardi, e dei Dusdei se ne contesero il dom inio; q uindi caùdc sotto la signoria dei Polcntani. Nel r240 [u assediata e presa <bll 'escrcito di Federico !I, che dall'Italia meridionale correva in soccorso dei Ghi . bellini di E.zzclino da Romano. Nell'aprile del 1438 il Piccinin,, la cinse per pochi giorni d'assedio, fi nchè costrinse Ostasio da Polenta, signore della citcà, a riconoscere la so,•ranità dei Visconti di Milano. Nel 1509 ritornò sotto 27


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j ! dominio della Chiesa; verso il 1575· il milanese Pelleg rino Tibaldi lavorò alle sue fortificazioni; ma ormai per -R. era co1p inciata una len ta <kcadcnza> tanto the qua1ldo j Franèesi, nel 1797, la occuparono, ·11011 la stimarono degna di r imanere éapoluogo della Romagna e le preferirono Forlì. Gli interrimenti erane> and ati a poco a poco togliendole il carati.ere di città marittima che ave.Jar .ancora ai tempi dei Romani. Del pono, delle darsene· e 'delle torri, non rimane più alcun vestigio ..', - R. è seélè: della 17a d ivisione mii. terr itoriale e dell '8" distretto mi litare.

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blocco. La sortiia• più ·vigorosa fu quella del 10 o 15 ' luglio 491. Protetto dalla notte, Odoacre irruppe fuori le porte di R. e attaccò il campo nemico nelle d ue posizioni fortificate prù im portanti , al Ponte Candiano cioè, e alla Pineta . All'inaspet.taro assalto n on pochi Goti rimasero tru cidati , ma, dopò ' un'òstlnata offesa e d ifesa, Odoacre, prima vincitore, fo' alla fine respinto con grand i perd ite d ti ·· su9i. Ciò dòv~tte scuotere la sua fiducia, tanto pili 1 che in s~&ùito a quest'~ltin1a sortita si vide sÙingcre dappresso dagli asseèli:snti . A Teodorico, per raggiungere l 'intento, · occorreva ta~lia.rc le comuni.~nioni della città and'.c da1 lato di mare; la conquj~ta <h, Rimini giunse opportuna p,:r ragliare agli assediat i anche questa via libera. T eodprico fece costruire una piccola armata d i dromoni ed egli stesro vi si re.cò nell' agosto del 492 per accelerarne l 'al lest imento. Il 28, d ello stesso mese l'armata partì da Rimini e andò a prendere. po~izione innanzi ~l porro di R.; così il , blocco fu completo. _Ormai il fato d i Odoacre era inesorabilmente deciso. La città cominciò ad essere trav~gliara dalla fame; tuttavia la resistenza fu prolungata 211cora per sei mesi . F inalmente, ridotte le cose all'estremo, le vettovaglie scemarono talmen te che Odoacre fu CO· str~tto ad iniziare t rattative · per mezzo di Giovanni, vescovo di R. Le pratiche condussero ad un risultato fel ice e un trattato o norevole venne concluso tra il 25 e il 26 febbraio del 493. In vi rtù d i esso, Odoacre doveva avere salva la vita, la libertà, gli onori reali simili a Teodorico . d ando in ostaggio suo figlio. li giorno dopo della conclusione d ella pace Teodorico entrò in Classe, e il 5 marzo , ricevuto dall 'arcivescovo, fece il suo jngresso in Ravenna. Con la resa <li Cesena, avvenuta contemporaneamente, le armi posarono in tutta Ital ia . Dopo pochi giorni Odoacr e venne ucciso insieme col figlio Telane , il fratello Onulfo e la vedpva .Sunigilda. Scgul la strage dei suoi commiliton i che erano · nella città e degli altri rimasti fuori, nelle p rovincie. Così l'Italia cadde sotto la dominazione ostrogota.

Battaglia di Ravenna (1512)

J. .1ssedio di Ravenna (settembre 490-febl,rnio 493 d. C .) . Appartiene alle conquiste degli Ostrogoti in Italia e fu imprese dal re Teodorico dopo la virroria da l ui r iportata sull' Adda l'IJ agosto del 490 d. C. su Odoacre, re degli Eruli in Italia. li vimo, dopo qucst ·ultimo sforzo fatto in campo aperto, si ritrasse cogli avanzi del suo esercito in R. , sua capitale, <love venne assediato da Teodorico senza indugio. Odoacre però non potè per mancanza d i tempo riunirvi tutte le sue forze. Schiere d i Eruli m inacciavano d i passare le A lpi per accorrere in suo aiuto, e costrinsero Teodorico a staccare una parte dell 'cscrcito ostrogoto ed impiegarlo contro di loro . Ciò spiega la lunga durata di quest'assedio, di cui non a bbiamo che scarse ed oscure notizie. Odoacre, chiuso dalla parte di terra da tre accampamenti di Got i, aveva la via del mare libera; ccl. a quei tempi una città murata e turrita, cui r.imanesse libero il mare, era ardua a ridur_re. Egli poteva Vetto- vagliarsi a suo agio , cd anche ricevere aiuti e rinforzi dalle sporad iche guarnigioni sparse Ìn altri luoghi della Pen isola. In conseguenza d i ciò potè opporre un 'accanita ed eroica resistenza e tentare p itì volte di ;bbattere con fre9uent; sortite notturne le opere d'assedio e rompere il

Il. Blocco di Ravenna (539-540). Appartiene a lla guerra intrapresa d all ' imperatore bizantino Giustiniano contro il re ostrogoto Vit ige . Dopo la caduta d i Osimo e di Fiesole, il generale bizantino Belisario riunl le sue genti e si portò a Ravenna, dove pose il blocco. Egli ostacolò il vcttovagliamcmo <lella città per mezzo della flotta im periale e s' impad ro nì per un improvviso abbassamento <ii acque nel Po di una g rande quantità di navi car iche d i grano destinate a Vitige. Inoltre, una notte, un incendio improv_viso distrusse i magazzini di grano della città . Vltige cercò l'alleanza d ei Longobardi, stanziati ~Bora intorno al Danubio, ma costoro, trovandosi in buoni rapporti con Giustiniano, non accolsero la proposta del re goto. Per il che Vitige mandò ambasciatori al re persiano Cosroe, le cui relazioni con Costantinopoli _e rano , dÌvenute . molto tese. La m ossa produsse l'effetto desiderato. Giustiniano , che era già impensierito da un 'invasione d i Unni nella Maçcdonia e nella Tracia, trovò op portuno <,11 fare la pace con gli Ostrogoti. In pari tempo Belisario stringeva sempre pi.ù d_i giorno in giorno il blocco, col tenere occupate ambedue le spo nde del Po e col togliere ogni accesso ai yiveri per mezzo del fiume. E mentre aspettava da un rnomento all' altro la resa della città, comparvero al campo bizantino due inviati dell'imperatore, con la facoltà di trattare alle seguenti condizioni: li regno dei Goti sarebbe stato diviso dal Po; il paese al sud d i detto fiume sarebbe passato ai llizantini; il resto sarebbe rimasto a. Vitige.


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I Goti, g ià torme,:nati <lalla fame e scoragg iati <la un infelice 1en1ail'vo· fatto da Uraia, nipote del re, di liberare Ravenna, dopo un lungo dibauimemo acceuarono la p;ce - Ma Belisario rifiutò · la ratifica, esigendo la resa a d iscrezione. La rottura delle tratlative diede agli avvenimenti una piega inaucsa. I Goti di Ravenna, divenuti malcontenti di Vitige, concepirono il disegno di offrire la corona a Belisario contro la promessa che le persone e le proprietà <lei Goti sarebbero :it:Hc rispettate. Ilei isa rio li 11sc di acccuare le proposte gotiéhe e poli: così entrare nella cinà, nel maggio del 540, e subito allontanò le forze dell'esercito goto; po.eia s'impossessò del tesoro, e ' infine, richiamato a Costantinopoli, s'impadronl del re Vitige, della regina Matasunta e dei condottieri e capi dell 'escrcito nemico. I Goti ebbcr') a pentirsi del loro divisamento; e i lor:, capi che si trovavano ncll 'Italia superiore_, non ancora conq uistata d ai Bizantini, si riunirono per consiglio di !Jrai, nipote di Vitigc, a Pavia, e quivi stabilirono di crearsi un nuovo re. lii. Battaglia di Rllt1t:1ma (1512). Appartiene alle guerre: tra Francia e Spagna per il predominio in Italia . Gastone di Foix, comandante <lell'e sercito francese, s'cta avvici•

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lento cannoneggiamento . Per uc ore la fanteria franc<., e, che s'era avanzata allo scoperto, ebbe molto a soffrire dal

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dei capitani che si erano mcs~i jn

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prima fila, ne rimasc.rn sul 38 $li 40 . Allora jl duca di Ferrara, ebbe una ispiraz ione tattica che decise dell'esito della ·bau~glia. Cominciando l'ala sr. francese a straripare oltre le trincee nemiche, prese a battere con alcune colubrine diagona1mcnte e di rovescio l ' interno dei trincerament i, le batterie ·e le masse profonde <lclla fanteria spagnuola. Fabrizio Colonna allora si lanciò contro ; nemici, ma, . avendo le sue schiere già subìto gravi perdite per il fuoco dcli 'artiglieria fcrrnrese, ed essendo sta te: assalite di fianco da Ivone d'Alègre, che era sopraggiunto con IJ retroguardia, malgrado la più disperata difesa fu. rono rotte e m esse in fuga. li Colonna, che ancora continuava a combattere, circondato da un gruppo <li cavalieri

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nato a R. cd aveva posto il campo tra il Ronco e il Montone, con "$"" 18.000 fanti, 10.000 cavalieri e l'artiglieria elci d uca d i Ferrara, la m ig liore d'Europa iu quel tempo; Gastone di Foix dispose le su,: truppe a mezzaluna per avvolgere le linee nemiche d istese a semicerchio. L'ala dr., appoggiata al Ronco, era comandata <la Luigi di Drézé e dal duca di Ferrara, e si componeva di 700 lnncic e di 2000 lanzichenecchi. 8000 Francesi delle bande di Piccardia e di Guascogna, con 5000 fanti italiani comandati da Federico di Bozzolo, cadetto della famiglia Gonzaga, formavano il cclrpo di battaglia . Il Trivulzio era a ll'ala sr. con 3000 cavalleggeri e gli avventurieri del cap. Molard. li maresciallo de L.i Palice con la gendarmeria scelta di Francia (G) formava la riserva, dietro l'ala dr. Sulla riva sr. del Ronco, Ivone d'Alégre e 400 lancie fronteggiavano la guarn igione d1 R.; il capitano Par is, con 1000 Scozzesi, era a guardia del corS? del Montone. L'esercito della lega contava 30.000 tra fonti e cavalli, con 2 0 cannoni. Pietro Navarro, che lo comandava, si era t rincerato con 1'ala sr. opposta all 'ala d r. francese, appoggiata, come q uella, al Ronco, composta di 8oo u . d 'arme e 6ooo fanti pontifici, comandati da Fabrizio Colonna. Il vicerè di Napoli Cardona, si teneva al centro con 600 lancie e ~000 fanti spagnuoli. A ll'ala dr. 1000 cavalleggeri sotto il marchese di Pescara con altri capitani napoletani. Una riserva di 400 lancie e di 4000 fanti spagnuoli, sotto Carvajal, formava la seconda linea dietro al a·ntro. L·' artiglicria dei d 11c eserciti era sta ta ripartita sulla fronte della fanteria. I grossi cannoni napoletani erano stati piazzati dietro i trinceramenti, ma il Navarro, allo scopo di poter trasportare l':lrtiglieria leggera da un punto all'altro clella linea di battaglia, aveva montato 20 colubrine e 20 0 grossi archibugi a croceo su carrelli protetti e armati !/i spiedi all'uso dei carri di guerra antichi. La battaglia com inciò con un vio-

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Ravenna ( 1 51 2)

ncn11c1, riconosciuto da Alfonso d'Este, fu costictlo ad arrendersi prigioniero. Il viccrè e il Cnrvajal , dopo il primo scont ro <lella cavalleria, presero la fuga seguiti da Antonio di Leyva; anche i cavalleggeri <lei marchese di Pescara furono sbaragliati ed il loro gio,•ine capitano rimase ferito e prigioniero. La lotta d ella fanteria non ebbe una decisione al tre11an to rapida . I fanti spagn uoli, armati di sola ;p:lda e pugna le, avevano assalito i T edeschi muniti di lunghe picche e di sciabola. Al primo urto i Tedeschi atterrarono molti Spagnuoli, ma questi riusciroao alla fine a penetrare tra le file nem iche, facendo strage di Lanzichenecchi, i qu,tl i sarebbero tulli rimasti uccisi, se Ivone d 'Alègrc, e subito dopo Gastone di Foix, non fossero sopraggiunti in loro soccorso con la cavalleria francese, alla quale quella spagnuola aveva lasciato libero il campo. L' Alégrc, che aveva già perduto due figli in battaglia, si genò disperatamente nel folto della mischia e cadde trafitto. lnt~nto la fanteria spagnuola si andava ritirando lentamente, sempre combattendo, conservando le sue ord inanze, lungo la sponda del fiume. Gastone di Foix, irritato dalla carneficina compiuta da quella fanteria sulle sue gemi, si lanciò alla testa dei suoi cavalieri <'.ontro d i essa, ma, colpito a morte, fu sbalzato da cavallo e poi ucciso d~llo Spag"nuolo che l'aveva aucrrato. La cavallcri:1 francese. atterrita per la perdita dei suoi capi, si fermò e la fanteria spagnuola continuò la sua ritirata senza essere


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Pianta di Ravenna (nne sec. XVIII)

molestata _ Secondo quasi tutti gli storici il numero dei morti nella battagl\a d i R. si aggirò tra i d iciotto e i ventimila , due terzi dei quali appartenenti al l'esercito. del la lega; rna, secondo il Guicciard ini, perirono .in quella bat taglia 1(1. 000 u . in tutto. l bagagli, le insegne e le arti glierie dei vinti caddero in potere dei vincitori. Tra i pr i-

gionieri fatti dai Francesì,. vi furono: il cardinale De· Medici, legato del papa, Fabrizio Colorrn,1, Pietro Navarro . i marchesi _ddla Palude, di Bitonto e d i Pescara e moltissimi altri ufficiali.

Ravenna. Brigata di fanteria cli linea, costituita nel 1859 in Toscana con volonta ri emiliar.i, che formarono due regg!! 'io e 2°, <id ll corpo d 'armata dell 'Italia Centrale. Nel g iugno dello stesso anno assunsero il numero di r9° e 2 0<> e uniti formarono la rr• brigata, la quale nell'anno successivo fu trasferita nell'Emilia col nome d i Ravenna. Nel 1860 i due regg. divennero 31' e 38° e furono i ncorporati nell 'ordine numerico ·progressivo dei regg . dcll'cscr cito sardo. N el 1871, sciolta la br igata, i regg. si cbiarnarono 37° e 38° fanteria (Ravenna) ; nel 1881 essa fu r icostitu ita. Pa rtecipò alle seguenti campagne : 1859, 1866, 1887-88, 1895-96, 1911-12. Per la guerra Italo-austriaca (l915-J8) per la quale il 31' costituì il comando della br igata Alessandria, e il 155° regg. ed il 38° il comando dell a brigata Tanaro ed il 2030, la Ravenna operò inizialmente nel settore di P lava-M. Santo-M. Sabotino e Z~gora. Inviata sulla fronte trentina per la nostra offensiva del giugno 19 16, occupò il M. l'ria Forà, il M. Gamonda cd il M. Calgari. Nell 'ottobre 19r6 ritornò sull'Isonzo e fu schierata od settore Vertojba-Merna

e sul S. Marco . Partecipò alla battagl ia della Bainsizza, occupand o_ Ravnc-q . 895 e le alture d i Grotta (Volnik). Durante 1"offensiva austro-tedesca d d l 'otto bre 19] i rip iegò combatte ndo e fu schierata sul M. G rappa nella zona Spinoncia-Valderoa. Prese pan e alla battaglia del giug no 1918, resistendo tenacemente sulla fronte Col dell 'Orso, Croce dei Lcbi-Malghc Valporc. Per l'offensiva finale passò il Piave al po nte {!i Salcttuol e inseguì il nem ico verso !a Valle ud Sarone, raggiungendo il Tagliamcuto a Bonzicco. Per il suo contegno in guerra fu citata sui bollettini d i guerra dei Coman do Supremo 1111. 935 e n20 del 15 settembre 1917 e 18 giugito 1918, e fu d ecorata di medag lia d 'argento colle seguen ti motivazioni : Al 37° reggimento: H

Con tenacia, abnçgaziune e Yalore, :n lunga e violenta

battaglia, strappò al nemico importanti e formidabili posizioni (Altopiano del la Bainsizza, 23-3 t agosto 191i )- Offrì ali~ victoria u11 largo e generoso tribu to d i sa ngue facendo co.l peno dei suoi fanti baluard o in frangibile al sovc rcb iank avversario (M . Grappa, giugno-luglio 19 t8). Al 38° reggimento : <( Passato l'lsonzo a Plava , sotto viv issirno fuoco nemico, lottò accanitamente per il possesso del le altu re d i riva si nistra (9-12 giugno 1915). A M. Seluggio, in Val d; Posi na, il I bat taglione , inerpicandosi d i roccia in roccia, riuscì ad afferrarsi sul ciglio della posizione con una gara memorabile d i ard imenti ind ividual i (M. G.iove, Sogli !3ianch·i, Seluggio, 25 giugno-IO luglio 1916) » . Nel 1926 i l comando della brigala fu d isciolto cd i regg. furono assegnati il 31' alla 3a ed il 38° a lla 4a brigata di fanteria. Festa d ei reggimenti: per il 37° il 15 giug no, anniversa rio del combattimento al M. Grappa ( 1918);


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per il 38° I" II giugno, anniversario del combauimento d i Plava (1915). Colore delle mostrine: bianco con due righe rosse laterali nel senso orizzontale. Motti dei reggimenti : 370 : « Cekrrimo ictu , impavida fi~e » ; 38°: .« Fortes crcan.

Medaglia della brigata Ravenna

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Ravicchio (conte di Va/lo, barone di Peretsdorf, Maw rizio Giuseppe). Maresciallo di Francia e scrittore militare , n. a Torino, m. a Parigi (1767-1844). Cadetto d'art. nell'esercito sardo nel 1781 e sottot. nel 1786, partecipò alle cw1pagnc dal 1792 . al "i796 e poi passò nell'esercito austriaco restandovi sino al 1805. ~el ·r809 passò in · F rancia, nell'esercito napoleonico, col grado di maggiore. Nel 1813, nella campagna d 'Italia, fu promosso colonnello. Dircuorc del parco <l'art. del VI C . d'A. a Parigi ne! 1815 e direttore d'art. a Nantes nel 1817, venne nel 1825 promosso maresciallo d i campo. Pubblicò numerose opere fra cui , « Trattato delle costruzioni delle batterie " ; Notizie sull'organamcnto d ell'esercito austriaco »; « Opuscoli militMi »; « Notiz ie sullo staro militare del regno cli Sardegna » ; « Notizie sul campo d 'istruzione delle truppe · sarde nel 1838 »; « Notizie sull'accademia militare di Torino».. Suo paclre, Giovanni Michele, colonnello d'artiglieria, morl a Tor ino nel li86, nella carica di comandante del Corpo Reale ,l'Art igl ieria.

Ravina (Clememe). Generale, n . a Milano nel 1842. Arruolatosi nei ,, Cacciatori delle Alpi », partecipò alla campagna ciel 1859; a L;aveno rimase ferito e,1 a S. Fermo fu promosso furiere sul campo. Sottot. dei be rsaglieri nel r 860, fu nuovamente ferito alla presa d i ~erugia e meritò la inc<l. d ~qrgento. A Cu-

J J\1:edag lia del 37 reggimento fanteria

tur fortibus » . La brigata ebbe nella guerra Mondi alt i seguenti comandanti : magg. generale Airenti (1915): mag~. gen. Pistoni (19.15-17); colonnello brigad iere Carbone (f<)l7); col. hrigadiere Pantano (1917); magg. gen . All ia na ( 1917); col brigadiere Pugliese (1917); col. brigadiere Sapienza ( 1917- 18); col. brigadière 8ertonc Balbo d i Sambuy (1918). Le sue perd ite nel la guerra ammon tarono a ufficiali 1norti 126, ferit i 295, dispersi 74; u. di truppa rn . 1599, f . 8296, dispersi 2290.

Ravenntt (Btutaglione d,). Battaglio ne d i volonta ri, costituitosi nel 1848 come guard ia civica, . ai comando del col. Montanari e del magg. Monari .

stoza (1866) ebbe la menzione onorevole. Colonnel lo nel 1896, comandò 1·go bersaglieri e nel 1900 fu co llocato in P . A. Tra· sferito nella riserva, venne proRavina Clemente mosso magg. generale nel 1908 e te n. ge nera le nel 1914. Fu a capo della missione che riportò in pauia i resti rl i Alessand ro La Marmora.

Ravioli (Camillo). Ufficiale romano e scrittore 1nilitare. Appartenne all 'arma del genio, combattè nel 1848 nell'Alta ltalia e l'anno seguente alla d ifesa di Roma . Pubblicb: " La campagna nel Veneto del 1848 »; « Schiarimenti sulle m ilizie romane che combatterono negli anni 1848-49 " ; « Notizie storiche dei corpi militari regolari che com bat· terono negli •~sedi di Bologna, Ancona e Roma nel 1849 ».

Ravenna. Nome assunto col!'ord ina menro dell 'esercito del 186r dal 4° reggimento bersaglieri. Ravenna . Piroscafo annato per se~vizi sussidiari du1 an1e la guerra , dal 1916 al 1918.

Ravenna. 81 3 Legione della M . V. S. N ., co,t il\li ta a Ravenna nel 1923. Ravenna (Benedetto da) . Ingegnere mii. del sec. XVI. Prestò i suoi servigi a Milano e poi a Sivigl ia. Disegnò le fortificazioni d i Bona in Africa e verso la merà del 1500 costruì in Spagna parecchie piazze' forti.

Ravetta (Giovanni). Generale, n . a Voghera , m. a Q uinto al Ma re (18~8-1901). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò alla guer;a d i quell 'anno. Nel 1861 °passò in art. e combattè nella campagna <lel 1866. Da tcn. colonnello comandò il 23° arr. e poi il coll~ io mi i. di Milano e divenne colonnello nel 1889. In P. :\. nel 1890, fo promosso magg. generale nella riserva n " 1898.

Raviccbio Giuseppe

Rawlins G iovanni

Rawlins (Giov,,,u11). Generale americano ( 1831- 1869). Arruolatosi jJ1 occasione della guerra di Secessione, divenne subito capitano e fu aiutante di cam'p o '·•del Grane; si segualò in tutte le operazioni mil itari e d ivenne generale e ministro della guerra .


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Rawlinson (sir Enrico Scymo11r). Generale ingle.é ·(18641925). Sottot. di fanteria nel 1884, fece gran parte della stia carriera in India e fu aiutante di campo d i lord Robcrts. Fece poscia le campagne del Sudan ( 1898), e contro i Boeri ( 1900-19<)2). Divenne generale di brigata nel 1907 e di divis. nd 19rn, ed ent rò in guerra nel 1914, inizialmente incaricato della copertura d"A.nvcrsa. Assunse q uindi il comando dd lV C. d'A. e si d istin se nel 1y16 alla battaglia della Somme. Coma ndò poi la 4~ armata, sino all 'armistizio. Nel 19 19 fu inviato a comandare le forze inglesi nel nord della Russia, e l'anno ~guente ebbe i! comando in caoo dell'esercito indiano. Suo padre, sù· Enrico Creswic·l(C, fu magg . generale, sc ientiato e di- • .plomatico. Raymond (Gioachino). Generale francese (1755- 17!)8). Arruolatosi nelle truppe francesi, fu poi in India al servizio di T ippoo Sahib, e di Nizam Alì. Nel 1791 fu nominato genera le nel le ' truppe 'frn ncesi; poco d opo tentò di staccare N izam Alì dall'Inghilterra e di formare una triplice alleanza con Tippoo Sahib e la Francia. li sorgere della rivoluzione francese impedl d'attuare ques10 piano. Raymomfi (Arluro Attilio). Generale dei carabinieri, n . a Pinerolo, m. a Roma ( 1852-19n). Sottot. di fanteria nel 1871, passò nei CC. RR . nel 188o. In occasione della cattura d'una banda di briganti (Marsala, 1881) meritò la med. cl ·argento. Cnlonnello nel 1904, comandò la legione d 'Ancona e dal 1907 quella di Torino. Magl-(, genera le nel 19u, fu addetto al comando p;cneralé <lel l'arma carabinieri reali.

'66 cd alla guerr:1 di Crimea. Meritò tre menzioni onorevoli: :i M. Corona, alla Cernaia, a Palestro, e la mcd. d'a rgento a Gaeta. Colo nnello nel 1879, comandò il 45° fanteria . Magi;. generale comandante !:i brigata Regina nel 1887, fu collocato in P. A. nel 1890. Nel 1892 pasw nella riserva e nel 18gS fu promosso ten. genc·rale.

Ray,u:ri A lberto. Generale, n. a Ceva, m. a T orin:, (1848-1924). Sottot. dei bersaglieri nel 1864, partecipò alle campagne del 1866 e del 1870. Nell'epidemia colerica del 1867 meritò la me<l . di bronzo . lo fanteria nel 1883, andò in Eritrea nel 1896 quale comandante del 13° bgl. fanteria d "Africa e combattè ad Adua. Nel 1902 comandò il d istretto di Reggio Emilia, e, coionnello nel 1904, il clistretto di Verona, In P. A. nel 1906, venne promosso nrngg. generale nclb riserva nel 1914.

Razderto. V . f'revald. Razione viveri. È oggi la sintesi d'un complesso d i problemi che toc~ano argomenti fisiologici, sociali , economici e milnari. li vino sano e gradevole contribui.cc potenll!mente al benessere materiale ed anche morale delle truppe: inAl1iscc quindi, indirettamente ma in manie, a , cnsibilissima, sulla disciplina e sul rendimento. Date queste premesse, è evidente che siano state dedica te, alla riccro della migliore R. V., cure e studi, sia da parte di scienziati, sia da parte di organizzatori militari. Sono noie le teorie general i espresse dagli igienisti circa l 'economia delle calo rie occorrenti per ripristi11are ]e for<\e negli m ganismi umani e ci rca il va lore calorifico dei cibi. Il fabbisogno d'un uomo adulto normale si aggira intorno alle 3 mila calorie. Per colorn che sono sottoposti alle fatiche cd agli strapazzi della vita miJitnre, per ovvie rogioni, l 'indicazione si fa sal ire a 3300. Varie sono le proposte d i v:i lorosi scienziati (ad es. il g<;ncrnlc m edico <lclla R . Marina Rho) per stabilire la composizione più adatta a sviluppare il desiderato quantitatirn di calorie. A solo titolo di orientamento noi citiamo quanto è stato indicato nel J917 dalla Commissione Scie ntifica internazionale : proteine animali prnteine vegetai i grassi idrati d i carbonio

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Rayncri Alberto

Rayneri (G1ova1111i A111011io). Professore di filosofia e pedagogia, n. a Cannagnola, m. a Torino ( 1810-1867) . Fondatasi in Piemonte, dopo_ l:1 g uerr a 1848-49, la Scuola normale per i c.ipitani d i fanteria " a fine di perfezio nare buon numero di ufficiali di quest'arma nelle cognizioni militari in guisa di metterli in grado di propagarle nei rispettiv i corpi » , venne chiama10 a insegnarvi pedagogia. Egli compend iava le lezioni impart ite in un ·opera ricca rii ottima sostanza pedagogica, che im icolava: « Primi prin cipi di metodica •· Dalla scuola dei capitani quest'opera, che stabiliva un 'intima comunione fra la scuola militare e la civile, passava poi a fondamen10 culturale delle " Scuo le provinciali cli metodo per i m,1e~tri », apcnc nello stesso Piemonte in quel torno di tempo, essendosi riconosciuto che, in non piccola parte, anche « dalla trascuranza della soda istruzione civile e militare erano derivati i disas11 i dell a prima guerra del Risorgimento » .

Raynai Giova1111i A lessio . Ge nerale. n. a Tori no. m . a S. Rcn1u ( 1828-1 9 11). Volontario in fanteria e sottot. nel :!149, partet:i!><• :lllc campagne del 18~!\. ·~(). "59. ·00-61.

2033 3.) 00

Dopo esperienze. comparative, e sempre cercando di concil iare !"economia con i gusti della truppa, si è ad<livcnu1 i nell"escrcito nostro ad una razione ordinaria che complessivamente sv iluppa p iù di 3 mila calorie. Questa rnpprc , senta ur. considerevole passo avant i in confronto a lla razione del 19r4, che ne sviluppava appena 2863. Si consideri inoltre che in occasione cli campi e manovre la quantità d ei cibi piL1 importanti (pane, carne e pasta) viene aumentata sc nsibi lmcJ1te; che vi sono distr ibuzio ni periodiche d i vino; che nella ~tagionc invernale tre volte alla settimana il caffè è vantaggiosamente sostituito dal cioc-

colato; che, infine, vi sono attua.In.ente in e!operimcnto alcuni tentativi di sostituire la carne con pesce, fon nnggio, uova, mai:dc insaccato O<I altro . Tutto ciò eleva <li molto il quantitativo medio di calorie esistente nella razione ordi naria del nostro soldato: non solo, ma tende a rendere più grade\"ol~ al palato e quindi più sicuramente gio\"evok il nutrimento . La R. V. della R. Ma·rina ha un valore medio quot id iano i n calorie d i 2954; quella della R. Aeronautica cli 2930. li :>re,.zo medio è calcolato (1925- 1930) iiiornalmcnlc così : R. Esercito L. 4.55: R. Marina I.. 5.05;

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R. Aeronautica L. 4,90. Se pensiamo.che . pur te!lendo conto <lei solo esercito, in periodo d i forza massima si hanno 230 mila conviventi , dobbiamo _concludere che il prezzo d ella R. V. gravita con un consi"derevole capitolo sul bilancio dell'amministrazi~ne militare. l.n caso d i mobilitazione l a R. V. viene fissata in base alle esigenze fisiologiche che abbiamo enunciato, e te-nendo presenti le scorte alimentari e sistenti, le poss ibilità d i rifornimento, le eventuali produzioni d i stagione. Essa ~ uguale per tutti i ·comandi delle maggiori ,mit-à, le quali possono tuttavia apportarvi qualche lieve modificazione, per renderla piè, confaçcntc agli speciali bisogni creati da particolari es.igenze. t prevista l 'adozione, in via del tutto temporanea, della razione d i manovra, composta solo <li pane, carne, caffè e zucchero, Ogn i soldato ha con sè la R. V. d i r iserva, consistente in galletta (gr. 400) e in scatolette di carne conservata (gr. 220 netti). QueJta può essere consumata solo d iet ro ·ordine del comandante d i corpo e in caso di particolari

,contingenze. Ogni abusiva consun1azjonc è considerata grave tnancanz a e viene perseguita con sanzioni <lisciplin-;iri <.:

pecuniarie. La R . V . 11dlc colonie, e dovunque il clima è <lilfcrcntc da quello consueto, dev'essere particolarmente ~rudiata. Con clima torrido debbonsi evitare i grassi e gli alcoolici é abbondare in frutta e verdura, magari conservate. Ottimo è il limone, specificatamente contro lo scorbuto.

Razione viveri (Marina) . t stata sempre oggetto d i preoccupazione da parte dei comandanti <lel lc flotte tino da, tempi piè, antichi : la consistenza della R . era meticolosamente stabilita nelle norme di ingaggio per i marinai libe ri (buonevoglic) e in quelle d i mantenimento per i galeotti . I viveri però a bordo erano sempre mal conscrv~ti, e dettero orig ine a molte tragiche navigazioni, specialmente q uando la 1narina velica d ivenne 1narina di altura o oceanica . In Ing hilterra si ebbero, verso la n1ctà del setn:cento, numerosi am mutinamenti di marinai delle navi da guerra per la cattiva qu?lità d~i viveri. Un gran de ·miglioramento a tale riguardo venne apportato da lord Jervis che m i g liorò tutte le regole di igiene. Nelle marine moderne alla R. del marinaio provvede il Corpo d i commissariato, che ha !"incar ico di rutti i servizi logist ici. La R. è diversa a seconda che i marinai fanno servizio a bo rdo o a terra. V i, ne modificata a seconda delle circostanze in base alle possibilità che offre il mercato.

Nella marin~ velica, si aveva la mc2za raz.ione, la .sem• plice, i ·avvantaggiata, la <lopt1ia. :".Jd la 1narina veneziana del sec. XIV comprendeva gr. 710 d i pane biscotto, gr. 40 d i cacio, gr. 300 di fave, gr. 60 di carne di maiale salata, litri 0,73 d i vino. Nel secolo XVI troviamo nella razione una scodella di minestra, leggermente diminuito il pane, introdotta la carne tre giorni (239 gr.), le sardelle due g iorni, il fonnaggio conlemporaneame nte in questi due g iorni e nel terzo, in 1nisura di gr . 160 , 160, 119 gra1nmi. L e razioni delle altre marine presso. a poco erano sul t ipo d i quella veneziana ; si trovano il tonno , il riso, lo -Stoccafisso (es. in q uella genovese), alternati. Quando era possibile si d istribuivaoo legumi e verdure.

Razione fo raggio. Nello stabilirla per i quadruped i in servizio m il itare, o comunque al seguito dell'esercito, si ,debbono d istinguere tre d iverse posizioni nelle quali possono venire a trovarsi (stazione, marcia e viaggio) e le varie specie d i quadrupedi (cavalli, muli , asi ni , buoi). ln marcia di norma la R. è pi è, abbondante che i o staz ione : in v-iaggio è alquanto scarsa, corrispondentemente al minor desiderio d i mangiare che· hanno i quadrupedi. in genere la R. F. quotid iana è la seguente: per i cavall i Kg. 5 di avena, 5 di fieno, , ,5 di paglia; per i

423 muli Kg. 4 di avena , 5 di fieno, r di paglia; per gli asi ni Kg. 3 di fieno, T di crusca, 0,5 di pagl ia ; per i buoi Kg. 12 di fieno, 4 d i crusca , 4 d i paglia·. li costo medio giornaliero <!ella R. F. si aggira in media sulle 9 lire per capo. Si è studiata la possibilità di introdurre surroga ti ottenuti dalla sansa d i olive finemente triturata e com posta in pani (Estiosina), di allargare l 'uso delle carrube, delle fave, ccc. allo scopo di alleggerire il gravame dell"ingente spesa. Ma l 'intolleranza degli animali a cibi inconsueti ha fatto desistere da simil i tentativi, che portavano al deperimento cli essi ·e si concl udevano q uindi più i,, un danno che in un van taggio. Ogni._ quadrupede m ilita re bardato e attrez1.ato deve aver seco una raòone d i avena per la giornata. (V. anche Cavallo).

Razzi. Artifizi impiegati in differenti maniere a scopo di collegà.rfii;nto . . I piu ' noti sono q uelli che fino a poco tempo fa adoperava l 'av iazione per comun icare coi posti a terra delle truppe : consistevano in scatole caricate con polveri dosate e combinate Ì t) maniera da accendersi lentamente, ,landa colori e scoppi varia tissimi; tanto da poterli far corrispondere ciascuno a frasi prestabilite. C 'erano i R. 1natti, a due, a tre scoppi, a pioggia tricolore, rossi, vçr<li,

ecc .

Avevano l 1 inconve nien te

di

permanere poco

tempo nel cielo e Ji non essere chiaramente in telligibili: specialtneotc quando capitavano controluce. Attualmente sono

srati

sostitu iti

con

k

fumate a colori, le qua li segnano il cielo con una lun ga scia colorata, cht. pcrn1ane alcuni minuri esposta all 'occhio dell'operatore, il cruale ne può così meglio intendere i l significaro . Altri R, da segna.

Dall'alto al basso: razzo SCm• plrce; con pertica: esplodeflte

(secolo XIX) !azione sono quelli lanciati con apposite anni: ad esempio con la pistola Very . Questa si limita a proiettarne m: specie, corrispondenti ai più comuni e pili facihnc~ te visi~ bili colori : bianco, rosso e verde. I comandi d i reparto d'artiglieria lanciano R. gialli, rossi, verdi, ccc. , va lendosi di cartoni muniti <lì una carica di propulsione.• Questi vengono fissati ad un ·asta, dalla quale ricev·ono d irezione e sostegno . S_o no accesi mediante miccia, e salgono in cielo sino a 2-300 metri d'altezza , rendendosi assai bene visibili a considerevole d istanza. Servono per le indicazioni di accorciare, allungare, spostare. r ipetere il tiro, ecc. In ogni caso, i R. servono per poche comunicazioni e solo q uando sono ·in tervenuti accordi p reven tivi ben chiari. (V . anche Congréve). I R. sono costituiti da una canna tubolare (motore), da un calice con guarnizioni, da un cappellotto e da una scatola per la prote1,ione del congegno d'accensione. Le diverse parti sono di cartone pili o meno resistcnté a seconda degli usi a cui sono destinate. La canna tubolare, che porta estcrnatnente un astuccio di cartone per il gover nale, contiene la carica d i propulsione, formata di po\· vere nera e carbone. Nel la carica si distingue l'anima, chç. è un foro tronco-conico amavcrsante la stessa per ci rca due terzi , ed il f!l:i~fi.~ciÒ, ,-forhlitto d alla rimanente carica non forata e da uno sfrato di materiale inerte desti nato a d ividere la carica <ial calice. L'anima serve per dar fuoco contemporaneamente a tutta la carica , in modo da avere un forte sviluppo di gas. L 'ascensione viene rc:;golata dal governale. D urànre .]' ultima guerra furono usati: r 0) Razzi da segnalazione a pioggia d i luci, dei t ipi a pioggia d'argento, a pioggia di luci rosse e verd i, a pioggia d i luci rosso-verd i ; 2°) Razzi da segnalazione a luci can -


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RAZ U

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g ianti : il bcngalello, bruciando, produceva colori d iversi; 3°) Razzi da segnalazione di tipo multiplo, e cioè a luce bianca, rossa, verde, tricolore, ecc.; 4°) Razzi da segnalazio ne diurni , a fumata nera, gialla e rossa; 5°) Razz i da segnalazione a nuvolc1ta azzurra o rossa; 6°) Razzi illuminanti a paracadute: determinavano una luce molto intensa della durata di circa 40 secondi e potevano illurni• nare una zona <li circa 250 met ri. li paracadute era di tessuto di sera sottile ed elastico. Vi erano razzi da segnalazione d'allarme, e si dividevano in sibilanti e lum inosi. I primi erano dei semplici tubi di carta compressa, mo ntati sopra un puntale d i legno portante l'innesco a frizione, comandato da un filo di spago molto resistente. Essi lanciavano, a circa 6o m. d'altezza, un tubo che restava sospeso ad un paracadute ed emetteva un lungo e caratterist ico sibilo che era possibile udire a circa 2 K m. di distanza. Servivano per dare l'allarme in caso di attacco nemico con sosrnnzc chimiche. 1 secondi consistevano in un piccolo r azzo illuminn111e, ancor:ito al suolo e co· mandato da una cordicella tesa per vari metri e sollevata dal suolo. Chi toccava tale cordicella ne determinava l'accensione. Servi,·ano per impedire sorprese notturne. (V . anche : Miscde per luci).

Raz:, (Marina) . 11 loro impiego per le segnalazioni era universale nella marina velica, ma fu perfezionato soltanto verso la metà del XIX secolo, quando si istitul un vero e proprio codice di segnali costituito con R. varia men re colorati, lanciati in aria mediante apposite razziere. Servono non soltanto per le segnalazioni notturne fra nave e nave, ma si impiegano anche per ind icare le zone in cui sono sta,i avvistati sommergibili. Di forma e dimensioni speciali, galleggiano sull'acqua e producono fumate visibili da lontano. Possono essere lanci~ti anche dagli aerei. li loro impiego come segnalazione notturna è ora limitato a poche comuaic~z.ioni dì caraucre urgentissimo, in generale--, secondo ur. codice che viene stabilito convenzio nalmente pri111a della probahile azione. Nel la marina velica si impiegavano anche R. incendiari che sono ovviamente caduti in disuso, essendo >0stituiti dalle bombe e dai proiettili incendia ri.

Razzia. Spedi1,ionc annata allo scopo di saccheggiare, o di privare di risorse il nemico o popolazioni ribelli. La voce è araba, e la R. è o rigill aria delle popolazioni nomadi, le quali operavano, cd operano ancora in regioni

Cavalleria abissinja in marcia per razzia

africane no n civilizzate, colpi <li mano su tribl1 più deboli quando se ne prcscntava loro l 'occasione, per mezzo generalmente di agili g ruppi di cavalieri, i quali massacra• ,,ano i difensori, rubavano quanto potevano, compresi anche ragazzi, donne, bestiame, e velocemente si ritiravano col bottino. Durante la campagna d'Algeria anche i Francesi si servirono di questo mezzo, che nelle guerre coloniali in genere, con vario nome, è stato ado perato assai spesso. In Abissinia la R. fu anche in uso l unga• mente, tendendo solo ora a scomparire, per castigo verso territori i cui abitanti mostravano velleità di r ibellione o di indipendenza dai ras o dall'imperatore.

Razzoli. Nave sussidiaria di 3r2 tonnellate, entrata in servizio nel 1916, radiata nel 1920. Re. È il comandante supremo delle Forze Armate dello Stato. A Lui spetta il diriuo di dichiarare la g uerra e d i fa re la pace; d i concludere trattari d'amicizia, di alleam:a, di commercio, di non aggressione. In tempo di pace, i Suoi ordini sono dati alle Forze Armate per mezzo ciel ministro della guerra; in tempo d i guerra, se assume il coma ndo in capo è assistito dal capo d i S. M . ; se no n lo assume viene nominato il comandante in capo. Per i rapporti con le Forze Armate il Re ha a sua disposizione una « Casa Militare >>.

Re. Reggi,ncnto di fanteria delle Due Sicilie, creato con elementi assoldati nell'Irlanda, nel 1734. Venne sciolt0, nel 1788, e ricostituito come reggimento nazionale. P arte· cipò con g li Inglesi alla difesa d i Tolone nel 1793 e alla campagna del 1798. Nel 18o6 fu chiamato 1° rcgg. di fanteria di linea (Re) e combattè nel 1808-09 nella penisola iberica contro i r-rancesi. Manten uto nell'ordinamento 1815, venne ,ciolto nel 1821, ricostit uito nel 1822, manteuut<> nell'ordinamento del 1833. Re. Reggimento di cavalleria delle Due Sicilie, costituito nel 1734. Dieci anni dopo pa rtecipò alla battaglia di Velletri. Dal 1794 al 1799 si bauè nell'Alta Italia contro i Francesi, nelle file dell'esercito austriaco. Nel 18or partecipò alla spediàone in Toscana. Fu sciolto nel i 821 e ricostituico l'anno seguente. Re. Reggimemo d'artiglieria delle Due Sicilie, costituito nel 1789. Partecipò alla sped izione ciel 1801 in T oscana. Venne mantenuto nei successivi ordinamenti dell'esercito. Re. Brigata di fanteria di linea, che ritrae le sue remote origini dal rcgg. Fleury, formato con elementi fran~csi nel 1625; nel 1631 prese il nome d i regg . Marollcs, e nel 1664, reclutato in Savoia, fu chiamato rcgg. Sa\'ma di Sua Altezza Reale, e classificato, per anzian it:\, il secondo della fanteria d'ordinanza. Nel 1798 costituì, assieme ai rcgg. d i Aosta e di Lombardia, la prima mezza brigata di linea, scio lta nel maggio dello stesso anno. Ne! 18oo si ricostituirono prima due Stemma del reggimento Savoin compagnie del reggi( poi brigata Re) nel 1692 mento e poi un bgl. di Sa,•oia, deuo anche feggimemo, sciolto nell'anno stesso. Si formò nuovamente nel 1814, e l'anno seguente, incorporati i regg. del Geoevesc e di Moriana, assunse il nome


Re

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I

di brigata di Sa\'oia, che nel 1831 si scloppil'\ in due rcgg. 1• e 2•. In seguito alla ces~ionc della Savoia alla Francia i d1Je regg. furono ricostitu it i a Torino con personale for• nito da preesi,tenti regg. e col nome d i brigata del Re.

pando al nemico la munirn posizione di Dosso <lei Palo. Inviata nella zona di Ravne (Plava) vi sostò fino all'offcn. siva austro.tedesca dell'autunno 19r7, allorchè ripiegò com. battendo e fu schierata sul M. T omba e sul Monfencra,

BandieTa del reggimento S::1xoia (poi brigatll Re) nel 1796

t:!fficiali e soldati della brigata R e

Sciolte le brigate nel 187J , i regg. furono chiamati 1° e: 2• fanteria (Re) e nel 1881 furono di nuo,•o uniti in brigata. Essa partecipò alle ~cgucnti campagne : 1625•26, 1628-31, 1672, 1690-95. r701-02. 1704•12. 1718•19, 1733-35, 1742-48, 1792-96, 1799, r8oo, 1848-49, 1855-56, 1859, 18601861, 1866, 1887-88, 1895•<)6, 19n-12, meritando una mcd. <l'argento " per essersi distinta in tuui i foui d'arme della campagna di Lombardia,. (1848), e lrc d1 bronzo a hg!. della br igata nelle campagne del 1859 e <lei 186o.

ove resistette tcnacemen1e alla violenrn <'! conti11ua pressione avversaria. Durante la battaglia di Vittorio Veneto la brigata dal Moofcncra fu lanciata all'inseguimento del nemico verso Ala no, ciac raggiu n~ e sorpassò battendosi mirabilmcmc sulla fro11 tc C. Madal -Mo rcnc.Tesser. Per i l suo contegno in guerra meritò la citazione sul bolle1rino dd Comando Supremo n. 12;2 del 7 novembre 1918 e la mcd. d'argento con la seguente motivazione reggimentale , cc In selle giorni d'interrotta banaglia, con generoso tributo di sangue strappò. in lotta vio lenta , fo rmidabili posizio11i al nemico (Alano, Colmirano, l'ordere, B:1,so Formiscl, Monte Madal, Conca di Alano, 2-1•30 ottobre 1918). C.onfermò ognora nei più aspri cunrnti della guerra, le sue antiche

Per la guerra ltalo-austriaca (1915-1918), per la 9u,1l e il 1• regg. co,titul il 116• fanteria ed il 2'' i comandi (lellc brigate Veneto ed Aquila ed i regg. 255° e 269u, la brigata operò inizialmente sul :\!. Po<lgora e ad Oslavia.

:\1edaglia del •• reggimento fanteria

I 821

Qualtro alfieri della brigata Re

ove i suoi reparti furono impegnati cont ro quei muniti trinceramenti avversari _ N el novembre dd 1916 fu trasferirn ;ulla fronte Castag nevizza.1 ludi Log, ove rimase fino al marzo 1917. Combatti: poi ~ul monte S. Marco, map·

t iicrt tradizioni d i ardi mento e cli incrollabile <liscipl ina (S. Marco, 17· 26 maggio 1917; 1915-1918) ,,. Nel 1926 la brigata assunse il numero di 13• e fu costituita dai rcgg. 1°, 2° e 55°· Nel 1928 al 55° fu ~ostituito il 56°. Festa dei reggimenti : il 30 o ttobre, anniversario del combattimen to alla Conca d i Ala110 ( 1918). Mo tti <lei reggimenti: , 0 , « Nomcn omen » (dettato da $ _ ~I. il Re); 2°, « J\'ulli virtute ac fidclitatc sccundus » . Co.


(I

RE

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!ore delle mostrine: nero con d ue righe rosse laterali in senso orizzontale. La brigata ebbe in guer ra i seguenti comandanti : magg. generale Gatti (r9I5); colo nne llo Maffi (1915-

Libia ne l 1911'12-13, meritò la mcd. d 'argento a Sibi Bila!. Colonnello nel 1913, ebbe il comando del 540 fanteria e con esso nel r9r5 entrò in guerra contro l'Austria. In P . A. nel 1916, fu promosso ma'gg. generale nel r9r7. Nel 19;3 assunse il gr~do di generale di divis. 1rnlla riserva.

Re G,111.ifortc 110b. Enr,'co. Generale, figlio di Ludovico, n . a Saviglian.o nel 1866. Sottot . d 'art. nel 1888, raggiunse il g rado di colonnello nel 1917. Partecipò alla guerra r9r5-1918, fu comandante div isionale d 'art. e sul Piave mer itò la croce d~ cav . dell"O. M. S. Jn l'. A . S. nel 1920, fu promosso nel I926 generale di brigata in A . R. Q. e nel 1929 fu t rasterito nella riserva.

18z1

1833

Uniformi delle Brigata Re

r917); colonnello Macar,o (1917-18). Le sue perdtte ammontarono a ufficial i morri 77, feriti 214, dispersi 47; u . d i truppa m. 1053, feriti 5038, d ispersi 3205.

Re del fosso. Chiamavasi così la cunetta esistente ne, fossi asciutti delle opere di fortificazione, d estinata a pcrn1ctterc lo scolo delle acque piovane. k e ·11ob. Ludovico. Patrio tta, 11. a Gun<lr;1111sdorf (Vienna), m. a Savigliano (1827-1890) . Nel 1848 partecipò alle Cinque G iornate di Milano, rimanendo ferito a S. Babila . Rifugiatosi in P iemonte e arruolatosi volontario nell 'esc 0 c ito piemontese, prese parte , col grado <li capitano di ca, valleria, alle campagne del 1859 e del 1866, e successivamente, nel 1867, alla campag na contro il brigantaggio, ne lla quale guadagnò una mcd . <l'argento. Colonoe)Jo di caval leria comandò il regg. Cavalleggeri di Caserta.

Re d'Italia. Fregata corazzata varata dal Cantiere Webb a New York nel 186I, luuga 111. 84;29, larga m. 16,61; dislocamento tonnellate 5963, macchine HP. 793. Personale d" armamcnto : 550 uon11n1. Venne affondata nella battaglia di Lissa, speronata da corazzata rtcrnica.

Re di Portogallo. Fregata con scafo. parzialrnei\tc corazzato, varata dal Can tiere Wcbb a New York nel 1863, lunga m. 84,29, larga m. 16,61; dislocamento tonn. 6180, macchine I-IP 800. Personale d'armamento 550 1,1omini . Partecipò al bombardamento d i L issa il 18-19 luglio 1866 e alla battaglia del g ion,o successivo. Dal 1872 al 1875 fu adibita a scuola d'artiglieria navale e nel 1875 venne radiata.

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Re Giuseppe. Generale med ico, n. nel 1855, rn . a Torino ne l 1925. Sottot. medico nel 1880, fu in Eritrea nel 1889. Dopo essere stato ten. colon nello addetto alla scuola <li guerra , fu collocato i tl P. A. nel 1912. Colo nnello nella riserva ne l 1915, fu promosso magg. generale medico nel! 'anno 1923. Re uob. di Pavia Cio11a1111i. Genera le , n. a Savigliano nel 1862. Sottot . d i fanteria nel 1880 , pas~ò poi negli a lpini e ritornò in fanter ia come ufficiale superio re. In

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Re Leone. Generale, n. a llargc, m . a Padova (1839- 1913). Sottot. dei granatieri nel 1859, partecipò alle campagne .d el 1859, 1860-61 e 1866 e meritò la mcd . d "argento a Mola di Gaeta . ColonnelJo nel 1888, comandò il distretto mii. d i Spoleto e dal 1890 quello d i Vicenza. In P. A. nel 1891, passò nella riserva nel 1895. Nel 1901 fu promosso magg. generale e nel 19HJ ten. generale . Re Pietro. Generale, n . nel 1848, m. a Torino nel 1923. Sottot. di fanteria nel r866, partecipò aÌla guerra d i quell'anno. Nd r 903 fu collocato in P. A . col grado di ten . -colonnello . Colonnello nel 1905, fu promosso magg. genenlc nclJa riserva nel 1914.

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La fregata corazzata Re d'Italia

Re Galantuomo . Vascello, i o legnò, d i 3800 tonu., con 1nacch ine di 450 Hl'., va rato nel 185~ a Castellammare d i Stabia col no me d i « Monarca ». Nel 1860 entrò a far parte della Aona itiliana e partecipò l 'anno seguente all 'att-'1cco di Gaeta . D al 1865 al 1871 fu nave scuola ~an nonicri ; nel 1875 venne rad iato e ser vì di caserma galleggiante , finchè venne demolito. Re Umbeno. Corazzata, varata òal R . C'1ntiere d i Castellammare di Stabia nel 1888, lunga m. ,22, larga m . 23,44; d islocamento tonn. 13893; apparato motore HP. J 8 .700, velocità 1niglia 19,5. Armamento guerresco : can .. non i 4 da 343; 8 <la 152 e 16 da 1 20. Perso nale d 'armamento: -749 uomini .. Nel' 1896 fu nelle acq',le d i Creta. Vc1111~ rad iata nel 1920. Eb~ per mo,to " Omeo no. men » .


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La corazzata Re U mberto

I! vascello Re Galantuomo

Ré. (Isola d,). lsola dcll 'Oceano, sulla costa occidentale ,del la Francia, nel d ip. della Ch arente-l nferieurc, d i fronte .a La Rochelle, a 4 Km . dalla costa. Vi sono la città fortifica ta di San Martino, i l forte de la Prée, il forte Sabloncea ux, il forte d i Martray. La piaaafone di San Mar• ,i no è rafforzata da piccole opere staccate. Combaltimcllli a/l'Isola di Ré (1625) . Appartengono alla _guerra d i L uigi XIII cont ro gli Ugonotti. l i re allestì una Aotta d i 30 grossi vascelli t ra francesi e olandesi, al comando del duca d i Montmorcncy, il quale ebbe ord ine in fine agosto di occupare l' isola, cacciandone il principe ,di Soubise che la d if.en<leva. Questi, mediante due bru lolti, .attaccò la nave ammirag lia olandese che fu i ncend iata e -d istrutta. Volle fare altrettanto con quella francese, ma il colpo non gli riuscì, e, vedendo che t utta l'armata rea le era per piombare addosso alla sua, si ritirò a San Mar·tino. Sui primi d i settembre il Montinorenq• sbarcò nd1'isola alcuni reggimenti di fanti, i qual i sconfissero le ·mili~ic del Soubise, facendole prigioniere, ment re egli r iusciva a salvarsi cbn la fuga . Due anni dopo una flotta inglese al comando del duca <i: lluckingam, composta di 120 ·navi , compar ve (20 lu-

glio l627) davanti all 'isola col proposito di imp;,dronirseoe. li duca fece cannoneggiare il forte di La Prée per t utte le giornate <Id 21 e del 22. Verso sera, approfittando del van taggio delle maree e della calma del mare, si portò a dar fondo alla p unta d i Sablonceaux , e schierò le sue navi in una linea curva a g uisa di mezzalu na poco lungi da l lido, per poter aprire il fuoco da ogni parte contro coloro che si fossero opposti al suo sba rco. Aveva già mess~ a terra circa 2000 u., q uando il governatore T hoyras, avvertito, accorse ad attaccarli e li costrinse a r iparare sulle loro navi . Considerando inutile ogni tentativo da q uella parte, Buckingam p~nò la flotta d i fronte alla cittadella di S. Martino, ma anche qui il T hoyras si era messo ;n stato di difesa e potè sostenere e respingere tutti gli ntcacchi. Non riuscendo con la forza , decise di iniziare il blocco. Dopo sette settin1ane, il governatore Thoyras era ridotto in gravi condizioni, non ricevendo più dall '.umata reale, che si trovava d inanzi a La Rochelle, nè soc• corsi,· oè notizie. Allora offrì una grossa somma d i danaro a ch i si fosse offerto volontario per portare a n uoto una sua lettera invocan te soccorso; riuscì in questa difficile impresa i l soldato Lanier, e così il Ricbclicu · potè inviare un convoglio con viveri e 1n unizioni, che nottetempo forzò li blocco. Inolt re il re free allestire una flottiglia, composta

di una trentina di piccole navi,, 1nontatc da 400 1narinaì ,

Isola d i R ~ (secolo XV Il)


(!

300 soldat i e 60 gentiluomini. La sera del 10 novembre essa attraversava la linea degli Inglesi, che l 'assalirono con alt re 100 lancie, ma non riuscirono ad impedirle di passare ugualmente r iportando solo lievi da nni. Intanto Luigi XIII faceva pervenire altr i soccorsi agli assediati ; decisivo fu il rinforz.o condouo dal maresc. di Schonberg, il quale e.on parte della guarnig ione della fortezza, riunita alle sue t rappe, assalì gli lnglesi nuovamente sbarcati e li sconfisse, tanto che, lasciati sul terreno 1800 morti e ferit i, nonchè J 50 prigionieri, si rifugiarono sulle navi. L'assedio era durato circa q uattro mesi ed e ra costato agli fnglcsi quasi 5000 uomini, se nza alcun risultato.

Real Abruzzo. Reggimento d i fan teria del regno delle Due Sicilie, costituito nel 1800. Partècipò, comandato dal colonnello Roberto M irabella, alla campagna dd 1806 contro i Francesi .

Real Artiglieria di Marina. Nell 'ordinamento dd regno d i Sardegna del 1815, prese questo nome il 2° regg. (il 1° era « .Equipaggi della Real Marina ») costituito con personale destinato a form are reparti d'iinbarco e guarnigioni

in Jocali.tà mar ittime, nonchè a p rovvedere al servizio delle artiglierie a .bor do . Fu composto di 2 bgl. di 5 cp. di cannonier i ciascuno, poi d i 6 compagnie . Ven ne sciolto nel 1821 e col personale che gli apparteneva furono costituite 2 cp. di cannonieri. d{ mare e il bgl. Real Navi .

Real Borbone. Reggimento di fanteria . del regno delle Due Sicilie, costituito nel 'ì33 con element i spagnuoli. F u sciolto nel 1799 e ricostitu ito nel 1815 con e lementi napoletani. Real Borbone. Reggimento di cavalleria d elle Due Sicilie, costituito nel 1734 con elementi napoletani; partecipò alla battaglia d i Ve lletri (1744). Due squadroni d i esso, sta nziati ad Avellino, seguirono (1820) Morelli e Si lvat i nel tentat ivo costituz ionale. Il regg. aveva cessato di esistere ne l 1799, ma e ra stato ricostitui10 nel 1815, dopo la caduta di Murat. Real Calabria. Reggim ento di fanteria dd regno delle Due Sicil ie, ord inato nel 1808 come 5° regg. di linea. J'artecipò alla campag na , lei 18 15 al comando del colonne llo T sch udy. Real Campagna . Reggimento di fanteria del regno delle Dl•C ·S icilie, creato od 1780. Durò fino al 1799. Real Carlo Ludovico. Reggimento d i fanteria toscana, trasformato da Napoleone I nel 1807 in « reggimento leggero toscano >> . Real C(lro/i11a I . Reggimento del regno delle Due SicÙ ie, fo11dato nel i 799, iii corn~ndo del col. Zimmermann . - Real C".-olina Il. Reggimento del regno delle Due Sicil ie, fondato a Salerno per opera dell'Inglese Harley. Entrambi presero pane alla spedizione in Toscana de l 1801 . Real Corona. V. Corona. Real corpo dei nobili volofltari. Corpo d i c~valleria , costituitosi con 16 squadroni al co,r,an do del principe d i Canneto. Gli sqdr. portarono i nomi del luogo di reclutamento, ossia : Napoli, Montefusco, Saleroo, Chieti, Aquila, Teramo. L uccra, Trani, Lecce; Matera, Cosenza , Ca .. tanzaro, Valdimazzara, Valdemone, Valdinoro, Presidi d i Toscana. ·' Real Estero. Reggimento di fa nteria d i linea del regno delle Due Sicil ie, costillltO nel 1815.

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REA

Real Famese . Reggimemo del regno delle Due Sicilie, costituito nel 1757 e ord inato dal colonnello marchese Arezzo con d ementi spagnuoli. D ivenne regg. d 'ordinan za nazionale nel 1780, combattè con tro i Francesi nel 1799 e poi venne sciolto, per essere r icostituito nel 18 15, come 4° rcgg. di linea. Sciolto ancora nel 1821 , venne ricostitu ito nuovamente nel 1833 come 6° regg. di linea. Real Ferdinando . Reggimento di linea del regno delle Due Sicilie, derivazione (1796) del regg. Principato ultra . Partecipò alla campagna del 1801 in Toscana e fu sciolte> nel 1821 . Real Ferdi11a11do. Battaglione d i nobili cadetti creato neE l 7iI dal re d i Napoli. Nel 1775, creatasi la Scuola mili.tare, furono r iuniti a tal uopo nel detto bgl. tutti i cadetti delle forze armate delle Due Sicilie, agli ordi ni d el ge.nerale Francesco Pignatelli. Real Ferdinando. Reggimento di fanteria toscana (40 di. linea).

Real 'Ferdinando. V. Lancieri R. Ferdinando. Real Italiano. Reggimento di fanteria delle Due Sicilie, costituito nel r 735 con elem enti italiani non :tppartenenti. al regno. Durò fino al 1799. Real Leopoldo. Reggimento (2° d i linea) di fanteria wscana. La denom inazione scomparve nella campagna del1'anno 1848. Real Napoli. Reggimento d i cavalleria del regno delle Due Sicilie, costituito nel 1854. Combattè nell 'Alta Italia (1i94-99) comro i F rancesi ag li ordini del colonnello Antonio Pinedo. Real Napoli. Reggimento d i fanteria di linea del reg ne> delle Due Sicilie, costituito nel 1738. Prese parte alla d ifesa <li Tolone (i793) contro 1 Francesi. Venne sciolto nel 1821 perchè aveva aderito a i moti costituzio- r nali scoppiali nel 1820. Real Na.vi: Battaglione costituito nel re .. gno d i Sardegna allo scioglimento del rcgg. Real artiglieria (.1 821), incaricato ' di fornire i reparri d i guarnigione a bor do e negl i stabilimenti marittimi. Ebbe 6 cp. , portate a 8 nel 1830. Nel 1848. entrò a far pan e ddl 'esercito , per la catnpagna d ì quell 'anno e del seguente . . Nel 1850 d ivenne (eggin1cn to, su 2 bgl. d i 4 cp. ciascuno; l'anno seguente, ridotto a 6 cp., ri- Battaglione Real Navi (Ufficiai, e prese la denominazione soldato, 1844) di battaglione; nel 1859 ri prese la denorninazione di reggimento come prima . Real Palermo. Reggimento civico formato a Palermo nd 1736 dal principe di Villafranca. Venne sciolto nel

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Real Prindpe. Reggimento di cavalleria napoletana, cost ituito nel 1815.

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REA

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Real Toscana . Reggimento di fanteri~ lo,cana, creato nel 1767, per • la d ifesa d i Liv.o rno e del litorale. li nome g li fu conservato nell 'ordinamento del 1802 : fu il 1° di linea. Nel 1800 venne sdoppiato. in I'0 e 2° regg imento. Reale. Nel sec. XV1 fu dato questo nome alla prima nave, o galera , del regno, nella quale stava il comando in capo, o il sovrano . Le veniv ano tributati speciali onori: le altre galere d ovevano salutarla con t rombe e con quattro L colpi d i cannone. Fu d etta R. anche la nave capitana della flotta ponùficia, e pìlota reale, e comito reale, il pilota e il comito che erano a bordo d i essa.

Reale. O rd ine caval leresco, creato nel 1809 da Gerolamo Napoleone, re di W'estfalia . Comprendeva tre classi, cd

Reali Calabresi. Corpo d i cacciator i d i Càlabria, ordinato dal reo. coJ. Luigi Arcovito. -Partecipò a!Ìa campagna del 1806 contro i Francesi. Reali Equipaggi. V. Corpo Reali Equipaggi Marittimi·. Reali Sanniti. Reggimento del regno delle D ue Sicilie, costituito nel 1799 dal colonnello Giuseppe Promio. Partecipò alla campagna di quell 'anno contro i Francesi, e, com andato dal ten . colonnello Tommaso Power, al la campagna del 1806. Nel 1808 venne chiamato « reggimento real Sannio » : era il 4° regg. d i linea. Reali volontari di marina. Corpo costituito nel r777, su 9 cp. al comando diretto del re di Napoli.

era destinato a preiniarc 1'croisrno , la scienza, i servizi

Reali Francesco. Generale, n . a Firenze nel 1868. Sottoten. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra del 19151918 guadagnando sul S. Michele una med. d'argento. Reale alemanno. Regg imctlto di fanteria straniera al serColonnello nel 1917, comandò il 130° fanteria, nel giugno vizio del Piemonte, cost ituito nel r695 , rinnovato dap1918 rimase ferito sul Piave e meritò lilla seconda med . prima con elementi sassoni nel 1698, e in seguito perio• d ' argento. Lasciò il servizio attivo poco dopo la guerra; dicamente, prendendo i nomi di Leuthen e di Z ietten, nel 1929 fu ·promosso generale di brigata in A. R. Q . fino a quello di R . A . nel 1774. Nel 1798, sciolto dal e nel 1931. .fu trasferito nella riserva. giuramento d i fe<lcltà, passò ai scrv,z io della repubblica resi allo Stato. Venne soppresso nel 1813.

francese, col nome di battaglione Brempt. Partecipò alle g uerre per la Successione di Spagna, di Polon ia e d'Austria e a quelle contro la Francia della fine del secolo XVIII.

Reale esercito (n compito) . Verso la metà del XVI e sino al principio del XVII, si ch iamò così un ,esercito com p leto in tutte le sue anni e ser vizi: il Ricotti dice che valutavasi a 40 .000 fanti, 2000 u. d'arme, 6000 cavalleggeri, 4 000 stradiotti; alle quali truppe si aggiunsero i dragoni. Rea/e leggera (Legione) . Fu organizzata in Piemonte nel 1817, per essere ad ibita al servizio doganale dei con • fini. Sino al 1821 fu di 4 bgl. , poi ridotta a uno (detto « Cacciatori real i piemontesi ») il quale, insieme col III bgl. provvjsodo, concorse alla formazione delle br igate Piemonte e Pinerolo. Reale Militare. Ordine caval leresco, creato in Bulgaria nel 1789 dal principe Alessandro I. Comprcude quattro class i, d istinte in croce di 1 3 , 2a, 3a.: 4a classe. Nel 1915 le croci d i 3• e 4• classe furono sdoppiate ciascuna in 1° e 2° grado. È assegnato così agli ufficiali come ai soldati; la croce di 4& classe può essere

assegnata anche ai civ il i, per benctncrcnzc nel campo militare.

Ordine reale militare di Bulgaria

Reale Piemontese. Legione formata in Inghilterra nel r8r4 con Piçrnontcsi e Genovesi. Al comando del colonnello come Bonn io d i Robassomero, sbarcò a Vi llafranca I '8 set· ternbre e nel 1815 partecipò alla guerra contro la Francia a l comando del colonnello E mico llussol ino, ricevendo dnl re una med. d 'oro in prcmìo della sua condotta a Grenoble. Q uindi venne ordin;ta ..in un regg. cacciatori d i 2 bgl. Soppressa nel 1817, i bgl. passarono a for mare la legione reale leggera. Reale Corso, ltalùmo, Piemonte (regg. francesi) . V. Royal. Reali (Cacciatori del Frig11a110). Battaglione costitu ito da Francesco l V di Modena nel r831, dopo la rivoluzione d i q uell 'anno, sul tipo dei Cacciatori tirolesi dell'Austria. Si sciolse nel r848 .

Reato militare. In senso la to è una violazione d i dover.i d 'ufficio, precisamente dell ' ufficio militare . .L'essenza obbiettiva d i esso si compooe di due elementi, la qualità militare del colpevole, la qualità militare del fatto. Là qualità d i militare o assim ilato è il presupposto dei doveri mil itari . Senza d i essa alcune violazioni non potrebbero concepirsi (ad esem pio la diserzione) ed altre non potrebbero giustamente apprezzarsi (ad esempio l'insubordinazione). La q ual ità militare del fatto è costituita dall'indole militare dei dovere violato . È da considerarsi che la milizia è costituita dai cittadini e che essa non rappresenta un consorzio distinto e separato dalla società civile. Il cittad ino, pm adempiendo gli obblighi m ilitar i, rimane sempre un cittadino. Ne consegue che il militare ha due ordini di <loveri comuni e militari: doveri comuni a tutti i 1

cittadini; doveri propri del militare . Quindi l'esistenza di due ordini d i reati dei quali il militare può rendersi colpevole : d'indole comune e d'indole militare. Non è fa. cile precisàrne i l criterio d istin tivo, perchè i~ colpevole è sempre una stessa persona, nella q uale è d ifficile scindere nettamente dalla condiz ione di m ilitare l a qualità di cittadino; ed inoltre le due serie di doveri non sempre nè assoluta men te si trovano sepa rate, tna soven te aderiscono fra loro e soggiaciono ad una reciproca influenza (ad esem- . pio l'insubordinazione con vie d i fatto). Il V ico _ritiene che pet stabi lice il criterio differenziale, sia necessario richiamarsi agli scopi della miliz.ia cd ai mezzi necessari per conseguirli: da ciò viene a nascere una duplice serie d i doveri: doveri d i servizio e d i disciplina. Le lesion i del ser vizio vengono a costituire la serie dei reati esclusivamen te m ilitari, ossia di quei fatti che, non formando oggetto del diritto pena comune, non possono confondersi con altra infrazione, in q uanto è lo stesso ;pecialc servizio militare ,·iolato ciò che lo distingue d alla violazione dei doveri comun i. Tali sono ad esem pio, la diserzione, l 'inos~ servanza delle consegne, l 'abbandono del comando o posto, la mut ilazione per esimersi dal servizio, ecc. Le lesioni de lla discipl ina, i nvece, in molti casi non portano in modo n,anifesto l'impronta di reati m ilitari; esse possono costi• tuire , contemporaneamente, violazione dei d overi del m ilitare e violazione dei doveri del cittad ino . Per stabilire il cri terio differenziale, occorre attenersi al concetto della prevalenza; sarà cioè reato militare quello che. pur cr.srituendo una violazione

dei doveri com un i,

rappresenterà


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una prevalen te v iolazione d i cara ttere m ilitare , con vero e

litare detta norme speciali CJrca la convivenza del . supe-

proprio nocumento mi litare. Il fatto originariamente di natura comune prende il carattere d i una violazione ,l'indole preva lentemente militare, quando la qualità militare de l rnlpevole sia un elemento o bbiettivo del fatto, quando cioè, sia com rnes~o nella 9ualità d i mi litare. Ad esempio, le ingiurie, minacele o viok-nze contro superiore, che ven gono a costiruire il reato di insubordinazione. Questi fatti formano la classe dei rea ti obbiettivamente m ilitari . che assieme con quelli esclusivamente m ilitari (lesioni del servizio) costituiscono i reati m ilirari, materia del diritto penale militare. l cod ici penali militari, i quali <levano raggiungere uno scopo e minentemente pratico, <leliniscono R. M. q ualunque violazione ,]ella legge penale m ilirnre, e stabiliscono che tutte le trasgressioni della d iscipl ina militare, che non costituisca no reato, devono essere represse secondo i regola-

riore gerarchicamen te. Per la partecipazione crim inosa è. necessario che in un medesimo re~to concorrano più per-

.m ent i. Non o ffrono, però, un criterio d ist intivo fra re3t o

e violazione disciplinare, lasciandone l 'elaborazione alla r 1o ttrina ed alla giurisprudenza . Comunemente la d ifferenziazione si ricava dalla circostanza che al reato militare si riannoda una pena , e che esso lede direttamente e jmrne• diatamente il servizio o la d isciplina; mentre d alla violazione d isciplinare scaturisce solo una punizione, cd essa esercita la sua potenza dannosa solo indirettamente e mediatamente. Al la teorica del reato milirarc, si rian no<lano quelle dell'imputabilità e <lei grado . Circa l'imputabilità , è da noia rsi che k norme generali comuni concernenti il dolo . la colpa, il caso. si applicano anche pei .1;eati m ilitari ; non ; i applica la diminuente <lell 'età min~re , in quanto i mil itare colpevole, rhe ;,vri, com codici stabilisco no che piuto gli anni d iciotto, va soggetto alla pena ord inaria comminata per il reato con11ncsso; si amn1ctte però I.a d iminuente del l'età minore per j colpevoli dai 16 ai 18 e dai 14 ai 16 anni . L 'ùuc,mità totale o parziale <li mente esclude o d im inuisce l 'imputabilità, conformemente el dirit to penale comune. Per l 'ordine della legge, l 'obbedienza gerarchica e la legittima d ifesa, si ricade nei pr incipi gcnèrali <lei d ir itto penale comune. Per lo staro di necessità o forza maggiore, o ccorre dist inguere tra forza

,I

irresistibile 1norale e

forza

irresistibile fisjca e

1natcriale.

Mentre la forza irresistibile foica e materiale esercita la sua influenza su iulli i reat i militar i, alla forza irresistibile morale è negala e non si riannoda alcuna efficacia, per i . reati <li trad imento, spionaggio, reclutamento illeciro, e per i reari ·i n servizio quali la disobbedienza, la rivolta, l'ammutinamento, -1'insubordinazione, la <l iserzionc e la subornazione . B infine da osservare che, in casi <leterminati , la legge considera la forza maggiore anche come una necessità <lei serv izio e della Jisciolina. Circa il g rad o della pena, vigono g li stess.i principi del diritto penale comune. Quando con un determinato farto volontario diretto alla perpetrazione d i un determ inato reato. l'agente ha concretato tutti gli elementi cos.titutivi della nozione ,li codesto reato, si ha la consumazione del reato . Quando,. invece, nel fa,tt:g , vol_c,m tàrio d iretto al suddetto scopo, si riscontrano n1a·nc3nti uno o piò c:lcmenti materiali essenziali di tale rea1d, si ha il conato, nell 'ipotesi d i reato renrato e <li r~~rp mapcaro·. La pena per il reato tcnt~fo è q uella del rea to consumato, d im in uita di due o tre g radi; per il reato mancatp è quella del reato consui,'..'ntd; diminuita di un grado. Della stessa teorica del grado fa parte anche la parrecipazione criminosa , che è d isciplinata, ,n genere, dalle stesse norme del d iritto penale comune. li legislatore mi0

,onc. La partecipazione si d istin gue in correità, complicità C connivenza. La correità

è preveduta in tre ipotesi,; man ~

dato o <lelinqucrc, determinazione o ord ine, cooperazione . rnatcria le. La peoa per i correi è quella comminata per il rea to consumato. La complicità è quella partecipazione secondar ia che agevola la esecuzione o la consumazione del reato; essa è prevedula in lr<: ipotesi: 1°) istigazione, istruz.io ne o d ire ttive per commettere un reato; do) prestazione

scien te di mezzi m ateriali p er l 'esecuzione del rearo; 3°) ai uto od assistenza mediata. La complicità può essere necessaria. o non necessaria . La pena, nell'ipotesi di com-

plicità necessaria, è quella comminata per il reato ; nel! 'ipotesi d i complicità non necessaria è quella comm inata per j J reato, diminuito da uno a t re g rad i. La connivenza consiste nel solo volontario impedimento del delitto, e di regola, no n è punita dai codici penali militari, m a solo , • eccezionalme nte, nei re~t i di codardia, di ammutinament0 di vie <li fa tto verso sentinella, d i attacco o resisrenza alla forza armata , <li d iserz io ne con complotto, <li ribellione 111la giustizia, d i rivolta o ammutinamento da parte di prigionieri di guerra. Per connivenza è punibile il superiore in g rado o jn comando presente a l fatto, che non abbia adoperato ogni meao possibile per ·impedire la perf)etrazione <lei reati soprn spccilicati. La pena è quella comminata. per J1 reato consum ato. 7

Reau (.Cprl o F-;ìiiberio). Gene rale, m. a Ilibbiana nel J820. Partecipò alle guerre della fine del sec. XVlll come ufficiale d i fanteria e nel 1814, colonnello, ebbe il comando <lei regg. provinciale d 'Ivrea; all'istituzione dell'O. M. S. venne decorato della croce <la cavaliere. _M agg. generale com,u1dame la città e provincia d'A lessandria nel 1817, and b in ritiro due anni <lopo.

Reazione. È propria della difesa ed è, sì può dire; fa fase utile <i i essa. Segue a ll 'organizzazione della d ifesa C<! alla sistemazio ne <lei terreno, la quale avrà maggiore o minore sv iluppo a seconda del tempo d ispo nibile . Passa artraverso a due fasi principali: la reazione statica e la reazione d inamica. Quella statica si esplica essenzialmente cui fuoco d i protezione d 'aniglieria o di fanteria . L 'artiglieria svolge in primo tempo azioni di interdizione allo scopo d i ritardare I ·avanzata dell'attaccante, provocarne- il passaggio ~!alla formazio ne di marcia a quella d'avvicinamento, agendo in profondità in modo da coinvolgere i grossi nelle offese, e cercando di colpire di preferenza gli elementi più vulnerabili, artiglierie in marcia e carreggi . Man mano che il nemico p rocede innanzi , I'artiglieria della difesa coordina la propria azione con quella delle truppe celeri e della fanteri_a , intese ad ostacolare cd a tr arre in inganno l 'esplorazione e le avanguardie del nèmico; esegue perciò, quando possibile, tir.i d i a ppoggio a favore d elle puntate aggressive delle truppe celeri, e d i proiezione per queste . truppe, quando esse sost ino; esegue tiri di protezione per, le truppe della linea d i sicurezza, e, durante il rip iegamento d i queste, anche per nuclei r itardato ri appostat i in località favorevoli alla resistenza. Se tali •nuclei hanno con sè pezzi per fanteria, questi !aranno tiri d'arresto ,a brevissima d istapza, specialmente utili su punti di passaggio obbligato o · contro carri d 'assalto. Inregra q uesto quadro il tiro di controbatteria. A!Jorchè l 'attacco nemico si svilupp~, assuinpno importanza sém pre maggiore e divengono più intensi il tiro d i protezione e quello d i con troba tteria,

mentre · il tiro d i interdizione si avvicina


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sempre più, per colpi re soprattutto le zone di ammassamento delle riserve . La reazione statica per parte della fanteria consiste nel! 'esplicare- la massima intensità dd fuoco -clelle sue a rmi (mitragliatr ici pesanti e leggere, fucili, t romboncini, bombe a mano) mentre il nemico procedend o serra alle m inime distanze; scopo da conseguire guello di stroncare col fuoco l 'attacco avversario . Quando il, nemico è riuscito .ad intaccare la linea d i resistenza, alla reazione statica segue la reazione dinamica, sostanziata dai contrattacchi. L'entità d i ta le reazione è in rapporto alla fa ll a prodotta . e va dal contrattacco operàto dalle sguadre fucilieri jn riricalio presso ·f c~nfri di res.isrenza ai contrattacchi in grande stile con le d ivision i di second a schiera. Nella reazione dinamica guind i , oltre all 'clcrncnto fuoco che prcpà.ra il contrattacco~ vi è anche il movimento, con <li res.ionc di massima contro uno od e nrrambi i fianchi del nem ico, con i procedimenti analoghi a quelli r.Jcll 'offensiva .

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battè in Crimea e poi nelle campagne del 1859, 1860-61 e 1866 e mer itò la croce da cav . dell 'O. M. S . a S. Martino. Colonnello nd 1879, comandò il 23° fanteria e pochi mesi dopo il , 0 grana tieri. Nel ,R85 e bbe il comando della brigata,·Modcna ·e nel 1888 passò col grado di magg. generale a comandare la scuola sottufficial i d i Caserta d i cu i fu primo comandante. Nel 1891 fu colloçàto a riposo coJ grado di ten . generale.

Rebaudengo (Alessandro). Generale, nato a Mondovì, m . a Torino (1817-,904). Sotroten. d i cava lleria nel 1836, combattè nel 1848 meritando Rebagliati Enrico la med. d'argento a Sommacampagna. Colonnello nel 186r , diresse la tane.a di Paiililatino. Nel 1868 fu collocato a riposo col grado di maggior generale .

Reazione (A.ero11a11tica) . .È il complesso delle azioni che vengono effett uate allo scopo di neutralizzare l 'effetto e l'efficacia <lei l 'attività aerea avversaria . A seconda del le caratteristiche che assumono, si han no gudla con mezzi passivi e guella con mezzi attivi ; più precisamente, si ha là R. antiaerea e la R. aerea. La marcia degli aerei nemici verso gli obbiettivi da raggiungere_ o <la battcre 1 in gene re viene svolta col criterio di eludere la caccia nem ica e di rendere il pii, possibile poco eAicace il fooco delle batterie antiaeree e delle mitragliatrici d i med io calibro. Si cerca d i rendere estr~m ameme d ifficohosa tale marcia, i ntensificando il fuoco antiaereo· e lanciando, con tro i velivoli nemici, i propri da caccia . Si sviluppa così una forma <li attività reagendo contro la minaccia avversaria. La R, sarà tanto più efficace e redditizia, q uanto pi,1 armon ico e tempestivo sarà l 'impiego dei mezzi capaci d i con tenere e neutralizzare l'azione avversa ria. Un fuoco antiaereo bene organizzato e disciplinato può conseguire risultati degni <li rilievo, per q uanto mai adeguati allo spreco dei mezzi . Si ricordi a tale proposito che, in base a stati stiche effettuate, risu lta che per ogni veliv?lo abbattuto ' llella grande guerra si sono dov uti sparare circa 20 .ooù colpi d i cannone e centinaia d i migliaia <li colpi d i mitragliatrice. E per quanto il perfezionamento delle armi anti· aeree, e del loro tiro, abbia reso pii, efficac i tali armi, la possibilità d i raggiungere guo te assai elevate da parte dei velivoli, ed il raggillngimento d i forti velocità, rendono ancora oggi la R. antìacrea scarsamen te apprezzabile. Ciò naturalmente -orienta le r icerche verso mezzi ~erei effeuivamente capaci di ostacolare la marcia avversaria , me~ d iantc il comba ttimento. Ostacolare, ma non impedire, poich/: l'impiego a massa dei velivoli, con la opportuna scelta deg li · obbieu:,,, e delle rotte, ·e con azione intelligente di comando e dj condotta, mira a risultare nel tempo e nello spai.io più forte in aria degli avversari, i quali, per Ja necessità di poter e dover reagire ln d iverse zone , sono costretti alla dispersione dei mezzi aerei e antiaerei. Le moderne teorie sulla g uerra aerea non danno _molto valore alla capacità di reazione. Le armate aeree non si preoccuperanno di reagire, g uanto d i agire· tem pestivamente e in forza, con priorità di azione. li punto debo le della R. è indicato dal fatto che si è cost retti a subire l'iniziativa avversa ria, il che no n permette d i giovarsi qi u n fattore formidabile nel campo bellico, guale è guello della libertà d i agire nel momento e nel luogo più convenienti e più opportuni.

Rebolledo (/Jcmardina, conte di). Generale spag nuolo ( 1597- 1676). Iniziò la carrie,a come alfiere della marina d i N apoli e Sicilia e prese parte alle guerre contro i Turchi. Quind i servl nell'esercito e combat tè in Lombardia e nelle Fiandre divenendo capitano generale d ' artigl ieria . Fu in seguito per venti anni ambasc iatore in Dani marca. Pubblicò: « La selva militare e politica », massime intorno all'arte mili tare e all'arte di governo, e var ie opere d 'indole letteraria .

Rebagliati (Enrico). Generale, n. ad Alessandria, m. a Caserta (18J2-1893). Sottot ·. dei granatieri nel 1853, com-

Rebora (Giacomo). Generale, n . e m. a Gavi (18401.901). Sottor. dei granatieri nel 1859, partecipò alle cam-

Rebbio (Form del). Passo delle A lpi Leponzic, fra i monti P unta d 'Aurona (m. 2984) e P unta del Rebbio (m . 3193). È detto in tedesco 13ortellpass. Il sentiero, difficile, risale il « vallon del Rebbio » e g iunge al passo (rn . 2756) doodc d iscende, in · territorio svizzero, a B<Tisal. Rebecco. Frazio ne del Comune d i Guid izz.olo, in prov. di Manto','.a. Durante la guerra tra Francia e Spagna per il ducato d i Milano, fu occupai-a d i sorpresa nel 1524 ,-<:la Giovanni dc' Medici , e dal marchese di Pescara, i guaii, partiti da Milano sul far d_e lla notte, fecero indossarè alleloro sch iere la camicia· sopra. le armature, si accostarono silenziosamente alle mura, e, poste in fuga le prime scolte, superando alle porte una piccola resistenza, si impadronirono della terra, m al guardata. li cavaliere Baiardo che ln custod iva, trovandosi a letto con la febbre, si salvò a gran pena, saltando a cavallo in camicia. Rebigiani , (Achille). Patriolta romagnolo, sacerdote, 111, nel ,855. Scoppiata nel 1831 la rivoluzione di Bologna,. essendo scesi gli Austriaci in Romagna, si unì ad un. manipolo di armati, che :o acclamarono capitano, e com bauè a Rimini. Abortita la rivoluzione riparò in F rancia, da dove tornò al principio d el 1832 per esulare di nuovo. Nel 1848 accorse a combattere 11cl Veneto, distinguendosì particolarmente sul Sile , come comandante di un repartodegli « Esuli italiani » . Passato in Toscana, il ministro. O' Ayala lo nominò cappellano mi litare nel 1849. Rebìlo (Caio Ca11i11io). Ca pitano romano. Fu uno dei legat i di Cesare nel 52 e 51 a. C. e lo accompagnè, nella sua Marcia su Roma e nelle campagne d'Africa e di Spagna.


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pagnc del 1859, '60-61, '66; a Custoza r imase ferito e meritò la mcd. d'argeoto. Nel 1882 passò negli al pini. Colonnello nel 1890, comandò il 1<> alpini e nel 1895 andò in P. A. Nel 1899 venne promosso magg. generale nella riserva.

Rebuffo. Così chiamato un cannone da batteria, cono, grosso. d i bocca, usato fin verso la fine dd secolo XVTI. Apparteneva alla specie dei cannoni detti bastardi. In mare venivano adop erati, collocati a poppa, come pezzi in r itirata. Andarono in disuso perchè <li scarsa gittata, e tornarono per non molto tempo in onore col nome di Carronate, alquanto a!!t,ogati. Rebuffo di S. Michele conte Gir,seppe. Generale, 111 . nel 1823. Come ufficiale di fanteria partecipò alle campagne wntro la Francia <lcUa fine del 1700. Nel 1814 col grado di colonnello comandò il regg. provinciale di Mondovì. Nel 181.5 venne promosso magg. generale ed ebbe il comando della divis. di Alessandria. Nel 1818 fu nominato ispettore delle milizie dei RR. Stati di terraferma.

Recanati. Comune in prov. di Macerata. Sorse sul prin <:ipio del V scc. quando la vicina Rccina fu d istrutta (406) .dai Goti, e venne munito di castello, che fu assediato da

Mura e torri di Recanati

Teja, ultimo re dei Goti, al quale si rese a patti dopo ,luo.ga resistenza, ma rimase per poco nelle sue mani, perchè N arsetc con le sue vittorie dist russe il regno dei -Goti in Italia e R. rientrò nel dominio dell'impero greco. Nel 1247 figurava come città guelfa nelle lotte tra il papa -e gli imperatori, ma nel 1263 R. aderì al re Manfred, e -divenne ghibellina. Nel 1385 venne fortificata per opera -di Polito di Clemente, recanatese.

Reccagni (Solone). Generale, n . a Milano, m. a Palermo (1814-1865). Cadetto nell'esercito austriaco, aveva il _grado di capitano quando, scoppiata la rivoluzione lom barda, diede le dimissioni . Il governo provv isorio lo nominò capitano di cavalleria; quindi passò nell 'esercito sardo. Luogoten. colonnello dei •cavalleggeri Alessandria nel 1859, ·s i distinse in detto anno al p;,ssaggio della Sesia · e meritò la promozione a colonnello e la croce d'uff. dell 'O. M. S. Nel 1860 ebbe il comando d'una brigata di cavalleria e la promozione a magg. generale. Nel 1862 ebbe i l comando -della divis. d i, Chieti è si segnalò nella repressione dd brigantaggio. Dopo esser stato segretar io gen. al ministero della guerra, fu promosso ten. generale comand~ntc la

divis . di Palermo . nel 1863. Rappresentò al parlament? il collegio di Brescia nell 'VIII legislatura.

Recch ione (Ettore). Generale inedico, n. nel 1863. Sottot. meçlico nel 1889, fu in Eritrea ed in Libi~. Partecipò all a guerra contro l'Austria e in occasione dell •epidemia colerica in zona di guerra (1916) meritò la mt.-cl. d'argento dei benemeriti della salute pubblica. Colon11ello nel 1918, fu d irettore dell'ospedale m ii. d'Ancona e nel 1921 di quello d i Roma. Ne'. 1923 fu no,ninato direttore di sanità del C. d ' A. di Milano e nel 1926 fu collocato in P. A. Nel 1931 fu promosso magg. generale medico nella riserva. Recco (Felice). Generale, m . nel 1847. Ufficiale di fanteria da! 1787. si d istinse durante i moti del 1821 e fu promosso colonnello nel 1830. Comandò la provincia di Domodossola e nel 1834 fu collocato in pensione col grado di magg. generale. Re.~idiva, Per il diritto militare si ha quando un militare _o un assimilato, dopn essere staro in qualsiasi tempo condannato dal giudice ordinario o militare con sentenza divenwta irrevocabile per reato comune o militare, commette un nuovo reato militare . Non tutte le condanne servono di base alla recidiva; ne sono escluse: le condanne straniere; le punizioni disciplinari, anche quando sono inflitte in luogo della pena per .reati (ad esempio per il, furto in danno di militare per valore inferiore alle lire 5); le sentenze contumaciali pronunciate dai giud ici militari; le condanne per reati del codice penale comune puniti con pene di polizia. Tutte le altre condanne irrevocabili, comprese quindi le condanne condizionali e le amnistiate, servono <li base alla recidiva, la quale, per i l diritto penale militare, intercede anche fra reati colposi e do.losi e porta come conseguenza il divieto d i applicare il minimo della pena pe~ il nuovo reato. Recinto. Quel giro d i mura, o di terrapieni, che circondava una piazza od una città. Gli si aggiuogeva sovente il nome di primario, verso la piazza, per distinguerlo dal secondario che gli si poteva fare all'intorno per mag· giorc d ifesa. Quando una piazza aveva due recinti, chiamavasi piazza munita di doppio recinto. Talvolta era anche triplo, come a Costantinopoli. Fu chiamato anche cinto, riparo, filo, corso delle mura , circuito, contorno della città. Il D' Antonj lo chiamò Cinta (V.) ma questa « esprime meno, perchè parziale » (Guglielmotti). Nell'epoca antica i recinti erano a torri e cortine; essi furono il punto di partenza per giungere al fronte bastionato. Reclamo. Ogni militare che si crede leso nei propri diritti ba la piena facoltà di sporgere R. anche contro un superiore, purchè proceda per via gerarchica. In tal caso esso deve essere rivolto al superiore immediato d i colui contro il q uale si reclama. La sua forma dcv 'essere completamente obbiettiva, e scevra da qualunque espressione che possa intaccare la suscettibilità del superiore o che suoni critica al suo operato. Deve d imostrare, in una parola, che il reclamante è mosso da un puro sentimento d i amor propr io e di stretta osservanza della disciplina, a vantaggio della quale è stato spinto al R. Se non resta appagato della decisione del superiore al quale era diretto, può ch iedere che il suo R. sia fatto pervenire al superiore più elevato in grado, fino alla suprema autorità militare. Se viene dimostrato infondato, costituisce una grave mancanza d isciplinare; per conseguenza chi lo presenta è passibile d i punizione. Chi poi ha l'abitudine di presentarne

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per (utili motivi, e si dimostra di un carattere puntiglioso, d 'una suscettibilità eccessiva, e dannosa, specie in tempi d i g uc~ra, alla .,emplificazionc delle difficolt/t cli com ando, e si rivela insofferente della disciplina , dev'essere a maggior ragione punito . . ormalmcntc in tempo di guerra, o semplicemente durnntc campi e manovre, l'inchiesta conseguente ad un R. comporta una serie dì pratiche lunghe e

noiose, le qu::1li si convertono in una gnwc e dannosissima perdita di tempo, che va a compkto detrimento del servizio. Sia appunto per non perdere tempo. sia per chiarire le ragioni di un R. la forma di e,so deve essere semplice, ch iara, scn~a preamboli superflui; la firma deve essere preceduta dalla qualifica di chi lo sporge, senza alcuna cs1)ressionc di cerimonia. Ogni R. deve essere indi,,,cluale · e presentato da un 50)0 militare. Se ha carattere collettivo, o soltanto è firmato eia due o più militari, costitui,cc una gravissima infrazione contro la di.cìplina, siccome atto di i11subord ìnazionc. li caratte1c collettivo è dato anche se viene presentato per conto di •crzi. In questi casi non solo il R. dev'essere rigcuato, ma i reclamanti devono essere puniti. Il carattere d, collcuività • esiste an che nel caso che lo stesso R. "a presentato separatamente o individualmente da d il'crs, militari. La mancanza di subordinazione si riscontra pure quando lo stesso militare lo ripresenti ove sia stato già respinto od evaso, o sia in aue,a di risposta.

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buona condotta. Per la disciplina, sono applicabili il regolamento d i discip lina per l'esercito cd i cod ici pena li militari . La subordinazione intercede anche (ra i condannati. Nei dormitori, dall'ora del silenzio a quella della 1vcglia, è prescritto il più a1Soluto silenzio. Nei momenti eh rip0so e durante il rancio i reclusi possono parlare fra cli 1,,ro. Per gli ufficiali ed cx llfficìali , d i regola la .reclusione è scont ata presso il carcere m ilitare d i N:ipoli. l i coniandanJ_e della d ivi,. provvede all 'invio del condannato a l luogo di pena, colla scort:i di un ufficiale dei CC. RR ., che può essere coacliu\·aio da due carabinieri in borghese. Gli ufficiali cd cx u11ìciali detenuti in espiazione di 1:>ena ha11110 l'assegno giornaliero per il 111a11tcnimcnto e, possibi lmente, sono tenuti uno per camera. La reclusione militare va da un minimo di un anno ad un massimo di anni vcmi .

n mas!)in10 può raggiungere ;inni trcnw., ove \1i ~ia con• corso di rea ti e di JJCnc. Essa importa per i souufficiali e graduati la ri111ozio11<: dal grado . Per gli ufliciali, la reclusione militare per un tempo non superiore ai tre anni, porta la sospcnsioDe dal grado; per un tempo maggiore, le dimissioni.

Recluta. Denominazione che viene, per regolamento, data al m ilitare num·o giumo alle armi, ossia appena reclutato. All'ano della chiamata alle arm,, le reclute >1

Rccl i (Giorgio). Generale, n . a i\-!ilano nd 1848. Sottot. d 'art. nel 1867, ,aggiunse il grado d i colonnello nel 1899, comandò la scuola centrale di tiro d'art. e dal 1901 al 1904 fu primo aiutame di campo del duca d'A0,<,ta . Passato poi a comandare il · 21° art. da campagna, iL• promosso nel 1905 magg. generale direttore gcn. d'art. al ministero. Nel 1906 passò al comando <l 'art. d i Fire1ne; oel 1908 ritornò al ministero e nel 1gc9 venne nominato ispeuore d'art. da camp~gna. In P. A. od 1910, fu promoiso ten. generale nel 1913 e nd 1914 passb nella riserva. Richiamato in servizio nel 1915, tenne sino al 1919 il coma ndo della d ivis. mii. terri toriale d i Roma. Nel 1925 venne promosso generale di C. d'A. nella riserva. Reclusione militars:. r. di sene gradi: 1°) da un anno a due; 2~) da due anni a tre; 3°) da tre anni a cinque; ~·•) da cinque anni a iettc; 5°) da sc(tc anni a d icci; 6°) da dieci nnni a quindici; 7°) da quindici a venti. (Quella ordinaria ha tre gradi: da tre a cinque anni. da cinque a sette, da sette a dicci). Esiste un unico rcdusorio militare: qudlo di Gaeta. In esso sono diverse sezioni, una del le q uali - detta speciale - è istituita per i reclusi riottosi . Ogni sezione è diretta da un ufficiale, coadiuvato da sonufficiale e da graduati . L"orario comprende scuc ore di sonno, otto ore d1 eserc:1azioni pratiche o d1 lavoro manuale e due ore d'istruzione milimrc tecnica e teorico- pratica, con una lezione d i scriltl1ra e di lettura morale. Il resto della g iornata viene divisa fra i riposi nei .:or1ili, adunanze e chiamate. pulizia personale e clell 'arredo, consuniat.ionc del r'\ncio. Nei giorni festivi i con. dannati sono occupati in riviste, pratiche religiose e pedagogiche, riposi. I recidivi per rc:1 ti com rnessi posteriormente al loro arrivo alle arm i sono ,oggett i ad un pcrioclo di iso1:imcnio da uno a due mesi. Per ogni nuova recidiva b durarn dell'isolamento è aumentala, ma. complessivamente, nor. può superare i sei mesi. L'isolamento è anche prel'C• duto come pun izione disciplinare. li lavoro non deve ni.,i c,,erc fatto in ,orn pag nia con condannati alln reclus ione ordinaria. A Gaeta vi sono ,•ari laboratori, una tipografia e legatoria, per occupare co n )a\'Oro retribuito i n.·clusi di

Istruzione delle reclute (Guerr• di Secessione del );°ord America)

presentano :li comandi dei rispettiv i distretti mlli,~ri dai quali sono poi avvia te, in drappelli di forza varia, ai corpi che le dovranno incorpnrarc, sulla base di apposite tabelle di assegnazione. I corpi le assumono in forza, vestendole ed assegnandole ai vari reparci. Per eia.cuna di esse si redi-

Istruzione delle reclute (Rivoluzione francese)


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gono i documenti personali (libretto personale, foglio matricolare mod . 59, libretto di tiro) e si provvede alla matricolazione degli oggetti di corredo. La R . inizia poi la sua isrruzione (che prende appunto il nome di istruzione d, recluta). I m ilitari cessano d i essere reclute, normalmente,

REO

av viate alle srnzio11i ferroviarfe. Quivi appositi organ i militari e tecnici predispongono e d isciplinano l'ammissione delle reclu te nei treni ordinari o in treni supplementari, provvedono a mantenere l'ord ine durante il viaggio e le soste, smistano nelle varie d iramazioni i d rappelli, r icoverano quelli destinati a pernottare, rifocillano quell i che viaggiano a lungo, invitano i corpi cui sooo destinati a r

Reclute e anziani del 90° Fanteria

con il giuramento. Compiuto tale atto essi vengono impiegati in tutti i servizi indistintamente.

Assegnazione delle reclute. Viene fat ta dai distretti in base alle tabelle n umeriche di assegnazione che il Ministero della guerra invia loro a mezzo dei comandi d i corpo d'annata. Appena ricevute tali tabelle, i distretti debbono indicare ai corpi il numero delle reclute loro assegnate dalle tabelle stesse. L'assegnazione viene fatta senza procedere a nuova visita degli inscritti, poichè si tiene per base i l giudizio <l'idoneità espresso d ai Consigli di le.va. Le R. con istruzione premilitare debbono essere assegnate ad ar mi combattenti. Nelle chiamate alle anni con cartoline precetto, l'assegnazione è indicata nella c.a.rtolina rimessa ad ogni recl uta . Nel fare le assegnazioni definitive, i coman.d anti di distretto debbono tenere nel debito conto i preceden ti penali delle reclute, ed hanno facoltà <li fare gl i spostamenti necessar i per assicurare i l contingente a quei corpi che lo debbono avere al completo, secondo le istruzioni del Ministero, il quale comunica annualmente i criter1 d i. massima per procedere a tali assegnazioni.

Reclute del 92.0 Reggimento Fanteria

venire a ritirare i propri contingenti rn arrivo, ecc. Queste operazioni varie e complesse in p rimavera . aggravano le ferrovie col trasporto d i olt re 230 mila uomini, moltissimi dei quali viaggiano due volte : e cioè dalla casa al d istretto e da questo al corpo. . L'organizzazione è assicurata con tanta meticolosità e puntualità, che è possibile portarla a compimento in soli nove giorni, valendosi soltanto d i carrozze aggiunte alla normale composizione dei treni: raramente si presenta la necessità di far partire treni su pplementari. In altri tempi tutto ciò si svolgeva in circa un mese, con laborioso movimento di tradotte, con 1rnmerose scorte, ecc. L'attuale sistema è possibile per il grado di sveltezza e il senso di disciplina che cara tterizzano la gioventù d i oggi e per l'alto sentimento patriottico con cui essa viene alle anni; nonchè per la regolarità con la quale fuuzionano le nostre ferrovie dopo il 1922 .

Reclute: (Logistica). L 'a(/luirc delle R. dalle loro case ai d istretti e <la questi ai corpi comporta un vasto movimento logistico, che è forse il maggiore d i ogni anno . Infatti, per effetto dei molti congedamcnti a nticipati, le o perazioni d i.· congedo <lei militari a ferma normale sono in proporzione

I& g (B I r f r f I f f r F I F (il I

El Segnale dcHe reclute

, Consegna del fucile alle reclute

di circa I a 2 con quelle di reclutamento. Il movimento avviene dapprima dalle p.iù recondite provenienze verso i centri d i affluenza, che sono i distretti, d~vc , con rapido e ritmico lavoro, le R. vengono visitate, sceltc::J immatricolate, divise per destinazione, indrappellate, vettovagliate ,

Reclme (Storia). Presso i Romani si dicevano « Tirone~ " i soldati che imparavano i rudimenti della milizia, durante un tirocinio di un anno, fatto sotto la guida è i un parente o di un amico. Dopo d i essere stati accettati , compivano alcuni esercizi per mostrare la loro forza e la

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loro agilità; finiti questi venivano registraù. i ncominciav::1 poi una lunga serie di esercizi rig uardanti il maneggio delle ar mi ; lo schieramento dell 'esercito in marcia; l 'ordine di battaglia; la corsa, il salto, il nuoto. ln seguito

La prima fatruziooe delle reclute coo le armi

la R. si esercitava a colpire un palo, sporgente dal terreno e raffigurante l 'a.vvenario, con una clava e nello stesso tempo a proteggersi con uno scudo molto più pesante di quello usato nei combattimenti. Poi gli si inse gnava a colpire con la spada , non solo rii tagl io ma anche, e ciò con più cura, di punta, affinchè la R . i mparasse ad arrestare con la spada il nemico i r rompente . Ven ivano poi esercizi riguardanti l'armatura e ·il lancio d i giavellotti , di frcccie e d i piet re (tanto con le mani quan to con la fionda), per le quali armi si facevano fare gare a chi colpisse più giusto e più da lontano. Inoltre si esercitavano le R. a portare pesi anche gravissimi, e si insegnava loro a scendere o salire da cavallo tanto da dr. quanto da sr. , perchè fossero più pronti in battaglia, ammaestrandol i con cavalle tti <li legno. Compiuto in tali esercizi un tirocin io d i un anno, J\i R. veniva ammessa nel nume ro dei soldati, dopo una cerimonia in cui, prestato giuramento, fra altri riti, le era messa attorno al corpo una cintura m ilitare. Nell'esercito romano probabilmente dovevano es.ere i ncorporate nelle varie legioni, perchè difatti solo in Cesare troviamo <:orpi di R. a sè, distinti dalle legioni dei veterani.

Reclutamento. Il Conicelli ne dà la definizione con q ueste parole : « Il complesso del le disposizioni mediame le quali si provvede alla scelta cd alla raccolta <legli uom ini atti al le anni, nonchè a·lla determinazione dei loro obblighi di servizJO ». !, dunque la prima e la più importante delle operazioni che l'organica mi lita re compie sul personale, le altre di1e essendo, com'è noto, l'ordinamento ed il governo. li complesso delle leggi e delle d isposizioni. che regolano il R. e ne cost ituiscono !'essenza, hanno influenza di,etta sulla vita dello Stato , r;ipprcsentando, oltre che una istituzione m ilitare, una vera e prop ria ist ituz io ne soc iale. li R. è - j n sosta nza uno degli elementi basilari della costituzion<' m ilitare e sociale di uno Stato. l due sistemi fondamentali mediante i quali uno Stato p uò pro,·vedere al reciutamento della sua forza militare sono : l'arruolamento volo ntario e la wscrizionc o leva. li pr imo ,istcrr:a, ove sia anuato con applicazione

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integrale, dà vita agli eserc1t1 mercenari, ad eccezione dei casi in cui il volontariato è soltanto il mezzo per servire la patria con idcat ità d 'intenti o per il raggiungimento di particolari nobil i finalità (volontariato per il 1·aggiungimento del grado d i u fficiale o sottufficiale, per servire in caso di guerra, ecc.). Con il sistema dell'arruolamento volontario erano reclutali gli eserciti e le milizie varie d i gran parte degli Stati lino alh seconda metà. del secolo XVII[ . Attualmente seguono ancora tale sistcm~ l'Ingh ilterra e gli Stati Uniti <l'America, nonchè gli Stati vinti dal conflitto mondiale, cui l'arruolameuto volontario con ferme lunghe è stato imposto dai trattat i di pace. CoL secondo sistema i cittadini vengono chiamati alle armi in forza d i UJl a legge per la q uale il servizio militare è considerato un dovere e un d irino. La coscrizione può dare luogo alle tre forme seguenti d i organismi mil itari: a) Esercito stanziale carz.tterizzato <hl f~rme molto lunghe e da molte esenzioni; b) Esercito permanen te, con ferme brevi , obbligo personale e generale al servizio, esenzioni limitatissime; e) Nazione armata, con ferme brevissime, nesslma esenzione da.I serv1zw. L a leva o coscrizione, già applicata J1ei tempi antichi, ritornò in onore, nei tempi moderni, con la Rivoluziope francese e fu definita e resa esecutiva e stabile con la legge Jourdan cui si giunse per gradi successivi. Una legge di R ., fissato i l suo criterio cl.i base, dovd poi stabilire J!ei più minuti particolari le norme d i applicazione; dovrà cioè defi ni re : le esclusioni per indegnità; le esclusioni per incapacità fisica; i temperamenti e le eccez ioni, temporanei o definitivi, nel l 'interessc della ,ocietà, dei servizi pubblici, ecc.; l 'età della chiama1·a alle armi e l 'epoca della incorporazione del contingente delle reclute; la durata degli obblighi di servizio e le modalità d i compierlo (ferme, ecc); i requisiti per l'assegnazione delle reclute alle varie armi, specialità e servizi ; il contingente annuo (forza bilanciata); forza sul piede di pace e sul piede di guerra. Una legge sul R . deve anche specificare la forma del reclutamento stesso e cioè: nazionale, regionale, m isto. li primo si ha quando alla formazione di ogni regg. (od unità equipollente) concorrono elementi tratti da tutto i l Paese, od

Re clutamento (Rivoluzione francese)

almeno da d iverse regioni. Si ha il reclutamento regionale allorchè ogni regg. è formato <la elementi tolti dalla stessa regione o provincia dove ha sede il reggimento . La forma mista infine si ha quando si applica no sirnnltaneamente 1a forma nazionale e quella regionale, oppure quando, esi-


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la form a naz~on3!ç in te mpo di 11are si applica q uella regionale ìn caso <li mo bi litaz ione. Le norme rc!a t ivc al R . in Italia sono conterwtc nel « T esto Unico della legge. sul reclu tamento del R. E . ,,, app1ovato cc,n R . D. 8 .settembre 1932. Detto testo unico , che è a ndato in ,is te ndo

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RED

reclutamento, rif!eaendo non soltanto l 'interesse dell 'esercito, ma altresl quello della socie tà, devono essere oggetto

d i continuo studio al fine d i O.<icguarsi in ogni momento alle necessità contingenti. (V . anche Racolage, Ufficiali e

Sottufficiali). Record (Aeronautica) . Nel campo militare il record ha valore se ha relazione con la particolare efficienza d i un vel i,•o lo destinato a scopo be llico . Sotto tale aspetto quello che interessa in u n velivo lo sono la velocità, ascen-sionale, quel la o rizzontale e la quota d i tangenza per il velivolo d a caccia (vi so no apparecchi che salgono a 6000 metri in r o mi nuti, che volano a 370 Km. all'ora e che possono sali re sino a 9000 metri); l'autonomia , 1 a veloci tà, il carico utile e la q uot a d i tangenza per un apparecchio da bo mbardamento d iurno (vi ;01\0 velivoli che volano a 300 Km. all'ora, salgono a 6000 metri, portano un carico di una tonnellata con un'autono1nia d l

Reclutame nto in: Egitto ( 1854)

gore il 2 novembre 1 ,32, prcve<lc, cri terio base del reclutamento, la coscrizione; l'obbligo generale e personale :ti ser vizio mi litare; la fer ma normale: 18 mesi; le ferme di v.a rio g rado per elementi aventi titoli speciali, e precisamente: d i 1° grado n mesi, d i :zo grado 6 mesi , di 3° .grado 3 mesi; l'escl usione dal servizio m il itare per indeg nità; l 'esenzione per incapacità fisica e mentale; ì temperamenti e le esenzioni,. ncll'interesie della società, dei servizi pubblici , ecc . ; I'obbl igatorieti, del ]'istru7,ionc premilitare d i cui_ alla legge 29 d icembre 1930; la chiamata alle

..àrmi al 21° anoo di età; i requisiti per l'assegtla:!ionc delle reclute alle va rie armi, specialità e serviz i; !a forma d i reclutamento, nnionale, tranne che per le truppe <la montagna . JI recl utamen to in caso di mobi litazione si effettua i nvece col sistema regionale . La chiamata alle armi del contingente viene regolata ogni anno da apposite d isposizioni tn inutc e precise, che completano rnsì le norme della legge sul R. Dopo la promulgazione della legge Jo ur<lan in F rancia, . nei vari Stati compresi quelli ital ian i furono emanate varie d ispo~iz.ioni relative al R. nelk: quali com incia ad a ffiorare il principio dell 'arruolamento coattivo (coscrizio,;e) . T u tta·11a fin do po il 184\) ha sem pre larghissima pane l' arruolamento volontario. Soltanto nel caso clic questo non avesse dato il gettito necessario a man tenere l'eserc ito sopra un d ato piede cli forza, si faceva r icorso all'arruolamento o bbligatorio . Vi erano, però, moltissime esclusioni ed inoltre vi erano ammesse la sunogazione e l'affrancaz ione su scab. ass;1i vasta . Devono passare ancora

molti anni prima che il criterio della coscrizione venga cffcttivamcllle e r igoros,unente appl icato, e scompaiano i poco m orali provved imemi della surrogazione e dell 'affrancazione. Le leggi sul R . nei var i Stati italiani subiscono cont inui successivi svi luppi fino alla costituzione del Regno d 'Jtal ia . Indi si applicano inizi3lmente le d isposiz ìon i in vigore neJl'eserci_ro piemontcse 1 per giungere,poi ,

gradatamente, alle leggi d 'anteguerra, e successivamente 3lk attuali che abbiamo som mariamrntc esaminate. Le leggi , ul

o tto o d ieci ore d i volo); l 'autonomia e j! carico ut ile per u n apparecchio da bo:nbardamcnto notturno (vi so no velivoli che volano a 170 Km . all'ora, hanno autonomia per <lo<lici ore, p ortano cinq ue o sei tonnellate di carico utile). Il record più sensazionale per velivol i bel!ici a ppartiene all 'lta lia, con l'apparecchio da bombardamen to Caproni 90 J3. l' . , az,onato da sei moton da 1 000 [-IP. l 'uno. H a solleva to un carico utile d i 10 tonnellate a circa tremila metri d i quota e_ d weva nei serbatoi tanta essenza da prolungare il volo per dicci ore . l records d i velocità ascensiona le, di veloòtà o rizzontale e cii quota di tangenza, mirano nel camp o bellico all'applicazione agli apparecchi bellici d i quelle strutture e quegli accorg irnem i che. ne mig liori no le caratteristiche facendoli ottime ar mi di offesa e di diksa .

Rector Navis. Nella marina romana era il pilota ed a pparteneva ;ilio stato maggiore della nave . Recup2ratore. V . freno di sparo . Redenzione (Ordine rlellt1) . Ord ine cavalleresco istituito nel 1608 dal d uca d i Mantova, Vince nzo IV Go1naga, per sostenere e difendere la religione cattolica. L 'Ordine cessò nel 1708. Fu dello ;iuchc « del Prezioso Sangu·e " e « dei Cavalieri Redentori di Mantova ".

Redenzione Africiz['a (Ordine dei-

la) . Fondato nel 1879 nella Repubblica d i Liberi.a ; è composto d1 tre classi: G ran Croce. Commendatore, Ufficiale. Nastro rosso_, con tre piccol i fi li bianchi e uno turchino ai due lati.

Redif. Nçll 'ord inamento dell'esercito t urco del 1844, i R. cost ituivano la seco nda linea, ed erano composti <klle 7 classi dell a riserva e di tutti g li abili al serv izio dai 23 ai 32 anni . Corrispondevano a ll a nostra Milizia Mobile e forma vano

Ord ine-della Redenzione (J.,ibe r ia)

battaghoni in ogni sangiaccato . V e-

nivano riuniti periodicamente per istruzion i. Secondo la riorgan izzazione del 1904, d ei 20 anni d i obbligo d i sen·izio m ilitare, i prin1i 9 e rano passati nel nizarn, o esercito d i p rima linea, i success ivi 9 nel R. e solo le due 1Jltime classi cor,1ponev~no il mustahtiz, o m ili:tia territoriale.


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.. RED

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Con questo ord ina mento, nel 1904, st pote.va fare assegnamento su 44 bgl. d i seconda linea .

Red ìng (haro11e l~11igi). Generale svizzero (1755-1 818). Comandan te delle milizie del cantone d i Schwytz nel 1798, combattè contro i Francesi, dai quali venne dopo la guerra imprigion~\to per breve tempo. Seguì gl i eserciti coalizzati nel 1813-14-t5. Redi11g Teodoro.'- Gcnernk sv izzero (1773-1809). Fu al servizio della Spagna <lurante le campagne contro i Francesi di Napoleone. Si <listinse a Jhilen ~ in Catalogna; divenne luogntcn. generale, morendo nel 1809 per fer ite riportate in combattimento.

RED

Redini (Alderigo). Generale, 11. nel 1875. Sottot. del genio nel 1900, nel terremoto in Calabr ia del 1905 meritò la mcd. d i bronzo a! valur civile. Frequentata la scuola d i guerra, passò nel corpo d i S. M . e partecipò alla guerra contro l'Austria. Colo n nel lo nel 1925, fu al comundo del corpo di S . M., comandi, il 3° rcgg. genio, insegnò al la scuola di guerra. Nel 1932 venne pmmosso generale di brigata comandante del g~nio a Bari .

Redìnha. Vi llaggio del Portogallo, su l piccolo fiume Adancos, affluente del Monclcgo, 11cl la regione d el! · F.stre-

Redìpuglia. Frazione di Fogliano di Monfalcone, m prov . di Trieste, alle falde del monte Sci Busi , sull 'orlo N .-0 . <lei

madura .

Carso goriziano . È di

ComhattùnenlO di Redi11l1a (181 J ) . Appartiene alle campagne napoleoniche nel la pepi sola ibe rica, e si svolse fra la retroguard ia del!'a rmata francese del :Masscna, e g li Ang lo-Portoghesi d el Wellington che la inseguivano. I Francesi (VI corpo, divis . Merniet e Marchand) si sèhie• raron0 1•11 marzo presso il paese, profittando della Ione poslLione creata <falla stretta iv! esistente tra il corso cieli' Adancos e le alture ad iacenti, a copertura delle ,uPità retrostan ti. Al mauino dell'indomani il nemico avanzò in forze, spiegato ~u Jarga fronte, spingCJ1Jo innanzi colonne laterali dj c~valleria. Tale Jisposizione fece temere al Masscna d'essere avviluppato, epperò l'indus~ a ordinare la ripresa ,·lel la marcia, lasciando sul la linea della R. soltanto la 2• divis. del VI corpo, •ostenuca <la van squadroni c da o tto pezzi. Nel pomeriggio fort i masse avversari e si spiegarono di fronte ad essa, attaccando co n impeto; la resistenza dei difensori si protrasse fin verso sera. Allora il marcsc. Ncy fece spiegare a sostegno 1a 1• divis. (Marchaud) e regolò il movimento a scagl ioni, in

origine romana e s1 chian1ava anLia uncntc « Prcdium Pullj i » ; ebbe .un antichissimo castello . Dal paese prese il nome un

grandioso cimitero di guerra ddla 3• armata. Nel 1931 il principe Eman uele Filiberto duca d'Aosta, cmn ~ndante in guerra

dellg. 3"' arn1ata~ ve::.~ mno a rnone, volle essere runnilato a R. in guerra .

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L 'obelisco-faro di Re.dipuglia al centro del cimilcro di guerra

in mezzo ai suoi soldati caduli

Redona. Frazione del comune di Bergamo, alle falde delle rnontagn<.: che sta nno a rergo della città . Vi sono ancora due torrioni massicci e g li a\"anzi d elle grosse 111ura <.~e! ca!>tcllo che proteggeva Berg:11110 da oric1uc. È luogo molto antico. Durante le g-uerre tra Federico Barbarossa cd i Comuni lom bardi , il castello, nel 1!68. venne occupato dalle truppe dell'imperatore . Nel 1398 se ne impadronirono i soldati di G ian G,1lcazzo Visconti, duca di !vlila110, facendo stra.~-~ dei Guelfi che vi si erano rifugiati, e dann~ggiando l'edificio. Nel '4(!.'l, Sopraleone de' Bonghi , capitano d ei Guelfi, · si vendicò della strage precedente, uccidendo tutti j Ghibellini che si trovavano in R . li 1° marzo 1405, i l castello fu ripreso d ai Ghibellini, cond o tti da Estorre Viscon ti, signore <,li Monza, e incendiato iu,')icrnc al borgo. <love si erano rifugiali g li appartenenti alla fazione dei Guelfi .

Rect-River. Fiume dcgli · Stati u·niti d'America, affluente di dr. de l Miss_issippi, <love ,bocca a valle d i Alcxan dria dopo un pe.rcr rso di 1920 Km. tra Juré5lC e paludi. 1

Battaglia d i Rcdi nha ( r8 11 ). Inglesi, bianchi; Francesi, bi:.m co-neri

modo che la 2• div is. (Mermet) si d isimpegnò sotto la protezione d i un efficace fuoco d i a rtiglieria e 1·armata potè riprendere Ja ritirata verso Coi mbra. L'azione di R. aveva raggiunto lo scopo d i a rrestare l'inseguimento del!'avversario, obbl igandolo a spiegare oltre 20.000 uomin i, infliggendogli perdite considerevoli e facendogl i perdere una giornata utile di marcia.

Spedizione del Red-R ,va (1864) . Appartiene alla guer ra d i Secessione d'America. Perduta la padronanza del M ississip pi, i Con[e<lcr2 ti fecero parecchi lentat ivi per r iprenderne i l posse,so, sbucando con piccole squadriglie da qualche fiume non ancora espìorato dai Fl<!erali . L'amm iragiio Poner, volendo por re fine a queste &equcutL incursioni, nel maggio dd 1864, ron rg navi da guerra, di c ui 14 corazzate, ed u na scorta di 30.000 soldati, penetrò nel R . R. ·e v i dist russe le navi in costruzione cd i forti che si t rovavano lungo la riva del fiume. I Confedera ti , avvedutisi dell 'imprudenza com messa dal Portercon l 'internar si rn quella stagione in luoghi _d i acque


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basse, decisero di sv;are il corso d i akuni aff!uemi a monte del R. i< . e lasciare così i,l secco la Aotta del Porta. Difatti le acque improvvi~ameote calarono è i ìivello, e la posizione dell'ammiraglio federale divenne estremamente critica. Non c'era da porre tempo in mezzo : la min,ima esitanza avrebbe causato la perdita di tutte le navi corazzate. Il colonnello llailey offrì .a Potta un regg. de l gcu io per costruire uno sbarrame nto che, ratteoendo le acque defluenti, ne ah:asse il livello a monte. I marinai e i soldati furono quind i imp iegati nel doppio servizio d: respi ngere gli assalti nemici e d i tagliare alberi, d i cui erano abbondantemente rivestite le r ive del fiume, per la costruzione della diga, formata di abbattute sdraiate sul fondo del fiume e d i gabbioni di tronchi d'albero ri.nforzat i e riempiti di grosse pietre. La costi uzione fece alzare il livello delle .acque . Ora rrattavasi d i aprir loro un varco, e per esso d iscendere con le navi a rompicollo. Un manipolo d i sol<lati fu incaricato di tagliare con le accette il centro del lo sbarramento : tutti obbed irono, ma nessuno si salvò_, percbè le acque tutti li travolsero. Porter intanto aveva preventivamente d iram ato i suoi ordin i : le corazzate

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creando fra gli altri i collegi femmin il i di Milano e d i Montagnana, per le figlie dei militari. Dopo la grande guerra , in tutte le nazioni che vi par.. teciparono j R. vennero fatti segno a n1olte attenzioni e preferenze, per compensare in qualche modo le loro benemerenze. O lt re alle pensioni 5JJCciali riservate ai R . feriti o invalidi, in Italia furono concessi terreni da bonificare alle associazioni fra i R., e nei concorsi ad impieghi statal i, parastatali, e comunali fu loro data la prderenza a parità di merito . Furono inoltre creati nell 'immediato dopo gu erra una serie J 1 istituti cooperativi, che andavano dalla Banca del R educe agli spacci d i generi alimentari e di vestiario. Fin dalle prime guerre d 'lndipendenza erano stati destinati posti gratuiti e semigratuiti nei collegi nazionali per i figli dei R. e creati collegi esclusivamente per loro, come quello di Racconigi, .istituito da re Carlo Alberto, e la vili~. della Regina in T ori.no regalata dal re Vittorio Emanuele Il per le figlie dei militari. Anche nelle altre 11aziorli europee i R . furono oggetto d i particolari agevolazioni d a parte dei rispettivi governi. Lo spirito d i fraterna solidarietà che unisce soldati ;ui

La flotta dei Federali a R ed River ( 1864) erano pronte e ù1 pressione sotto vapore ; i comandanti dove-

vano imitare perfettamente la manovra di Porter e seguir lo senza esitare, barra in meZ-Zo, a tutta forza . L ·ammiraglio, messosi al timone del!'« Essex », lanciò la 1ua corazzata nel varco , saltò la barriera, e d ie tro I' « Essex » passarono le altre navi; soltan to una u rtò nella diga e di r imbalzo andò a sbattere sopra una <lcllc sponde, dove fu incendiata dall'eq uipaggio. Il 21 maggio, la squadriglia· raggiunse il Mississippi. Le perdite sublte in questa spc<lizione furono il vascdlo « Eastport » facto saltare con una mina, due b3rd,c-pompa e le piccole barche cannoniere « Covington » e « Signa! » ; tra morti, feriti e dispersi si ebbero 320 u. d i perd ita. Reduce, Ch i ha preso parte ad una campagna d i guer ra della milizia, e ritorna .in palria. Natura lmente costui acq uista un titolo d i benemerenza che g.l i dà diritto a partico lar i concessioni e ricompense da parte dello Stato·. Le antiche usanze della Grecia e di Roma , che non solo por• · tavano in trionfo i capitani vittoriosi, rc<luci da una cam ~ pagna d i guerra , ma assegn~vano rendite e terreni a tutti i soldati che vi av,-:;vano preso parte, .si sono trastncsse più o meno integralmente fra tutti i popoli ci,;ili, fino ai tempi nostri. A loro favore, e delle !oro famiglie, decretarono provved imenti Gustavo Adolfo di Svezia, Federico II di Prussia, e Napoleone l, che ben~ficò pure i R . i taliani

campi di battaglia , si è conservato dopo le guerre, col r iunirl i in associazioni. In Italia le pr it1cipali attualmente sono : a) Comizio dei veterani e reduci delle campagne dd 1848-1870 (detti comunemente Reduci dalle Patrie battaglie). Riunisce coloro chè han no combattuto per l'Indipendenza italiana d al 1848 al t8iO- A questo Comizio, poco dopo la grande guerra, .fu rono atnmessi anche i reduci delle camp agne 1915, 1916, 1917 e 1918 e quelli delle campagne colonial i; il nome dell'ente fu mu tato in « Comitato dei veteran i e reduci delle campagne d i guerra nazionali e coloniali » . Principale scopo è quello di tenere con i propri soci una quotidiana guard ia d 'o:1ore alle tombe del Pantheon e sal da la fede nel le istituzioni che cond ussero la Patria alla sua unità ed indipendenza . b) fiedera.zio11e nazionale volontari gariba/di11i . Tutela gli interessi materiali dei volomari garibaldini. li sodalizio, oltre a riunire coloro che combatterono ag li ord ini di Giuseppe Cari.baldi nelle guerre dell'indipendenza italiana e di Francia sino al 1871, ammette anche i garibald ini .:he seguirono Ricciotti Garibaldi nella guerra greco-turca ; quelli che combatterono a Cuba nel 1$98; quelli che nel 1914 combatterono nelle Argonne; q uelli che si arruolarono volontariamente nella brigata Alpi (51° e 52° fanteria). e) Gruppo med. d'oro al valor militare. Riunisce in un 'unica fam iglia tutti i decorati del! 'al tissima r icompensa.

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d) Istituto del nastro azzurro fra combattenti e decoRees. Città della Germania nel la Prussia Renana, suila dr. del Reno, nella presidenza d i Dusseldorf. Venne forrali al va/or m i/ilare. (V. Nastro azz"rro). tifica ta nel sec. XVI con sette grossi bastioni e circondata e) Associazione 11azio11ale vo/011tt1ri di gr,erra . Raccoglie da u na forte muraglia. in una viva compagine di fede e di energie coloro che non subirono, ma ~pontanean1e ntc invocaron·) e combattcr<ino le g randi guerre d i redenzione. f) /lssociazione 11azio11a/e fra mmilati ed invalidi di guerra. (V. Mutilati). g). A ssociazione nazio,ia/e combattenti. (V. Co111bnt- • temi).

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!,) Federazione nazionale arditi d'Italia. R iunisce tutti gli ard iti che combatterono volontariamente e consapevolmente per la grant1ezza della Patria, al fine d i formare un'organizzazione che continui in tempo di pace la tradizione dello spi!'ito eroico dei ,epani d'assalto . O ltre alle precedenti sono pure da annoverarsi, come associazioni d i reduci d i guerra: l'Associazione nazionale re· duci d'Africa; l 'Unione nazionale reduci O rie!lte Balcan ico; l'Associazione nazionale reduci di F rancia; il dipartimento italiano cieli '« Ameriean Legion ", che riunisce i reduci d i g uerra i taliani che hanno combattuto nelle fi le èegl i Stati Uniti d'America nella g uerra Mond iale. Dei veterani e delle fam iglie dei reducì si occupano, inoltre I '« Istituto Pro Milite Italico », I'« Associazione n aziona le famiglie dei caduti e dispersi rn guerra " e l'associazione « Premio a l Valore ». Reduci veneti. B~ttaglione di volontari del Veneto, costituito a Roma nel 1848; venne incorporato nell'8° re'gg. dì linea romano .

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Pittzzaforte di Rees (sec. XVT)

I. Assedio di Recs (1 599). Appartiene alla guerra di F iandra. Il circolo di Westfalia, vessato dagli Spagnuoli, si sollevò e r adunò un esercito d i 12 . 000 fa nt i e 1200 cavalli, al comando del conte di Lippe. Dopo avere tentato inutilmente la conquista di Rhcimberg, si presentarono davanti a R. pe, porvi l'assedio. Ma le operazioni militari furono mal condotte dal conte, e fra i capi vi era discordia, e nell'esercito grave indisciplina. Per q uesto il conte fu costretto a rogliere l'assedio abbandonando la maggior parre dei bagagli in mano ai nemici .

Reduci in scorta d'onore alla bandiera del loro reggimento (35° fanteria)

R eed (Edoardo) . Ingegnere n avale inglese (1830-1906). Fu segretario <lei! 'Istituto degli architetti ,favali e direttore delle costruzioni navali d, guem,, dedicandosi alla rinnovazione della m ar ina inglese fino al 1870. l i r idotto centrale e le torri ncl_le nav i cl~ guerra, nonch~ gli incrociatori veloci, furono <la lui int rodoni. Lasciò varie opere, fra le c..1uali: (( La costrui.ione delle navi i n ferro e jn acciaio )) ; « Le nostre navi corazzate ,. ; « La difesa navale del le nostre coste >); e( Trt1ttal0 su Ha statica delle navi >,; << Le mo, derne navi da g uerra » .

Il. P,-,•st1 di Rees (1672). Appartiene alle g uerre di conquista d i L uigi XIV . La sera del 4 giugno 1672, il visconte di Turenne giunse col suo esercito presso R. con !a intenzione d i impadronirsene . Il governatore della piazza, \V imbe rgen 1 aveva una gua rnigione sufficiente a d ifenderla . Sull 'alt ra sponda del Henn vi era un forte di potenza considerevole, atto ad opporre uua resisten,.a ancora maggiore della città . Senonchè il visconte riuscì con le 1n inacce e con le promesse a farsi cedere il forte, e da· questo cominciò i l fuoco contro la piazza. Sotto il bombardamento, e sotto la minaccia del Turenne d i passare tutti a fil d i spad~, gl i abitanti ed i magistrati spaventati offrirono le chiavi della città . Il Turcune rifiutò ,p er dar modo al re, il quale arrivava il giorno dopo, d i riceverle per sonalmen te . La capitolazione venne firmata il 9 giugno al campo del re.

Reffye (Giovanni Battista) . Generale francese (1821-1880). Ufficiale d'art., s'applicò in special modo allo studio del le arm i e costruì il modello di queUe mitragliatrici che furono esperimentate nella guerra <lei 1870-71 . Dopo <letta guerra s'occupò della ricostruzione del materiale d 'art. e nel 1878 venne promosso generale di brigata. Mitragliatrice Rc'jjye (Canon à bal/es). Era costituit a da un fascio di canr,e d isposte su cinque strat i orizzontali di cinque canne l'uno (25 canne): si caricavano a mezzo di


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ca rtucce, conten ute in una scatola di 25 e introdotte sen,;a toglie r loro l 'invol ucru d i lana: coll'abbassare una leva si ch iudeva u na specie d i otturatore per tutte le canne: appena o ttcnula Ja chiusuraJ avveniva lo scattò di 25 percussori, cd i colpi partivano tutti conten1poraneamente.

pagna eritrea del 1895-96 ed a lla battag!i1 d 'Adua meritò la med . d'argento e rimase mutilato d' un occh io. In Libia nel 1911, 19n e 1913 fu decorato della croce d a cav. del1'0. M. S. a Bu Msafer (1912) e di una seconda m cd . d 'arg. p er le operazio ni in Cirenaica nel 1913. Colonnclb del 3° art. da m ontagna nel 1915, prese parte alla g ue rra contro l 'Austria ; ne! 1916 venne p rom osso magg. generale e comandò l'art. del V C. d' A .; n el 1920 and ò in posizione a usiliar ia speciale .

Regdalin, V. Abd es Samad. Regensburg, N ome tedesco della città di Ratisbona. Nel linguaggio storico militare, va sotto il nome d i « Maaovr~ di Rcgensb11rg » la manovra napoleonica dcl!a campag n a del 18()9, compre-11dente le ba tta glie di Thann, Abensbcrg, L andshut, Eckmut.l, Ra tiJbon a, e costitue nte esem pio d~ssivo di manovra stf'ategica rnagistralc .

M itrag liatrice Reffye

L 'armà aveva la velocità d i tiro d i 150 colp i al minuto p rimo, una g ittata d i m . 2500 e poggiava sopra un a ffusto a d ue ruote; veniva man ovrata d agl i artiglier i. Non d ie de nella g uerra del 1870-71 i risul tati c he i Fran cesi avevano

spcratCJ, per vari inconvenienti: pesantezza dell'arma, tiro poco preciso, inceppamenti. avarie. L'arma, creat a nel 1867. venne ben presto sostituita d a quelle a u na canna.

Refrancore. Comune in prov . d i Alessand ria, p resso il rivo Gaminel lo : e bbe an tiche fortificazioni; ne ri m angono gli -avanzi di qu:,nro torri. Presso il rivo chhc luogo nel 665 u na <lisfatta dei Franchi per parte d ei Longobardi, cd il sito fu chiamato (( Rivus cx sanguine Fr:1ncorum ), da coi per corruzjone venne il nome d i Rc.:francore .

Refri geranti (T':splosiui) . Sostanze generalmen te p ri ve, o povere, d i ossigeno, ma ricche d i carbonio 1 che s'intr0<lucono nelle m iscele esplosive per d imint1 ire la tem peratura d'esplosione e quindi il p o tere erosivo delle polve ri. AlI'::itto della reazione esplosiva j} carbonio d i mli sostanze si combina con pa rte d ell 'ossigcno d ella sostan7.a esplosiva e trasform a tutta o p arte dell 'an id rid e carbonica della reazione i n ossido d i carbo nio, dimin uendo in tal modo !a quantità d i calore sviluppatosi. Le sostan7.c p roposte per ra ie scopo sono : cia nuri, b icarbonaro d i sod io , olio 111incrale1 vaselina_, nitrogua nidina, ccc . I R . presentano però l'i nconveniente d i d iminu ire la potenza balistica dell'esplosivo . Regard (d,• Luànge, 111a1'chese Ignazio Carlo) . Generale d el scc. XVlll. Cornetta in cavalleria nel 1760, p a ssò nel 178r nelle guardie del corpo, nelle quali rimase si no all"avvcnto fra ncese. El,bc i grad i d i colonnello di cava lleria nel 1789; d i brigad iere nel 1793 e di magg. genera le nel r796. Regard dc (:/e,.mo11t de Vars conte fmncesco . Generale (1747-1829). l~jziato il serv iz io m.i!ita re a 18 anai , (u poi addetto militare pr(~so il re di Prussia. Tornato a Torino, (u a iut:,ntc d i campo del tfoca d i Savoia. Partecipò alla guerra con tro la Francia della fine d el 1700 e 1_1el 1797 ebbe il comando d i i\lba. Nel 1798 passò al servizio della Francia col grad o d i colo nnello . Nel 1815 venne promosso magg . gene rale.

Regazzi (Giuseppe). Gen era le, n . a Chambéry , m. a Borgomanero ( t862-1925). Sottot. d'art". partecipò a lla cam -

Ag li apprestamenti offensivi dell · Anstri~ nel la prim avera cli quell'anno, Napoleone rispondeva adunando ai primi <li marzo su lle <lue rive del Danubio, a protezione del.la Ila. viera, i rorpi (Farmata Davo ùt, Oudjnot, Masscna, ì Bava resi comandati d.-d Lefcb n e e i Wi.intemberghesi a g li o rd ini del Vand ammc (circa 180.000 t1omini in rutto). Nel complesso due masse, c he venivano convergendo dal Meno e dall'alto Danubio verso Ratisbona, debolmente collegate dai d is taccamen ti b avaresi posti sull'lsar, mentre sul tergo lentamente affluivano verso l ngolstadr i contingenti wiirttcrnburgh esi. T rattenuto da ragioni pol itiche il Par igi e convinto che l'avversario non posso muovere prima della metà <l i aprile, Napoleone a ffida al capo d i S . M . Bcnl1ier la cura dello schic ranm1to iniziale, su lla b ase d i larghe direttive che questi non imerpre ta rettamente; tan lo che, men tre il Davout di sua ini1.,iativa si d irigcv~ verso I ngolstadt , il Jlerthie r lo r inviava in na nz i, verso R ari~bona e sp ingeva avanti le unità d i riva dr . dal L<:ch verso l'lsar . Si creav~ così una situazione iniziale assai pericolosa dato che - contrariamente a lle p revision i l'a rcid uca Carlo, passato l'fo n ai pri m i cli aprile con circa roo.ooo uomini, scacciava i Bavaresi dai passi dell'l sar e avanzava sulla s r. d i q uesto fiume, mentre i corpi d'armata Kollowrath e Bellegardc (circa 50.000 uomiiii) , sboccati d alla Boem ia ne!1'alto Palncinato, s ul le orme d el Davout, convergevano da nord su Ra tisbona . in raie •;ituazione sopraggiungeva il 17 aprile a Donanworth Napoleone , che, orientato somm~" riamenre, comprendeva subito 1·u,·genza di rettificare lo schieramento, richia mando indietro l'a la sr. , avanzando la d r. e costituendo un ccntru atto a collegarle : il D avout ha perciò ordine- d i re trodedcre d a Ratisbona verso l'Abens; le unità _ancora àr retrme dei corpi Oudi not e Masseoa quello di affrettarsi serran do sulla t~sta, che ,i stabilisce verso Pfaffenh ofen, im portante nodo stra d ale; me nt re i Bava resì e i W iirttcmberghcsi sono avviati su l m edio Abcns come nuclt"o di . ccllegamcnto. Fra queste provv iòe. misure iniz iali , inLese a correggere gli errori <.k l Berth icr, primeggia qu<.:lkt che prescrive al Davout cli seguire la riva dr. dd Danubio, e cioè la p i,, esposta alle possibil i ,,i1cse delle colonne austr iache. gi:\ sboccare dall' lsa r, mcnrre la civa sr. presta vasi, per la magg ior sicurezza data d a lla mate riale copertura del corso dç] fiume , a tranquìllare l'animo dcli 'im peratore circa la più agevole e indistu rb ata esecu z ione di rn ovimento d'una tale imporian.za : circostanza capi12le che caratterizza l'indole del C,ipo e piega gli eventi al suo volere, posto che nel p revedibile incontro· coll'avversario, anzichè un pericolo, e gli ravvisa •e une .super be occasion " di aggred irlo. Tali le condizion i in cui s'in izia la grande battagl ia_. ì cuì e pisod i t raggono il n ome

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dalle località dove avvengono gli scontri p rincipali : Than11 (19 aprile} - /Jbensberg (20 aprile) - La11dslw1 (2r aprile) Eckmuhl (2r-22 aprile) • Ratisbona (23 aprile). t\

i.) Tlia1m. Davout fascia Ratisbona (che rimane presidiata dal solo 65° regg . fan teria) il 19 aprile e cioè il giorno stesso in cui l 'arciduca Carlo, - temendo d'impegnarsi sulla fronte dell 'Abens col fianco destro scoperto e volendo assicurare lo shocco da Ratisbona dei corpi Kol lalowrath e llellegarde, provenienti dalla Boemia sciata la propria sr. (gen. Hiller) a fronteggiare Napoleone sull'Abens, dirigevasi su Ratisbona , Divisione di forze che dovev_a riuscirgl i fatale . La marcia dell'ala dr. si compie su tre colonne (Hoheozollern-Rosemberg-Liechtenstein) le quali vengono ad intersc, ire su fronte molto obliqua le quattro colonne de l Oavout, già sfi late in buona parte verso sud-ovest, tanto che le divis. d i testa delle tre prin-

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II) Abensbcrg-Lwdshut. Compreso del la neccssirà di cogliere l 'istante favorevole, il .zo aprile >lapoleone lascia Davout con circa 25 . 000 u. a fi'bnteggiare l'arciduca e si lancia contro la dr . dell'Hiller, che aveva commesso l 'errore cli disseminare le forze su vastissima fronte. J?. la battaglia di Abensberg, che rigetta l 'J-lille r sull'lsar verso Lanc.lshut col concorso <lei corpi Massena e Oudinot. Il :n l'azione prosegue; Hiller deve ritirarsi verso !'1nn, vigorosa mente inseguito dalla cav;illcria francese. Il momento è grave per l'arciduca, che ha scoperta la sua sr. per d fctto della ritirata dell 'Hillcr e vede minacciate le ;ue comunicaz,ioni; ma per sua fortuna il 65° rcgg. fanteria francese, che aveva resistito a Ratisbona contro attacchi soverchianti da ambe le r ive del Danubio, dovè arrendersi la sera del 20, casicchè ·i corpi d'armata Kollowr ath e Bellegar<le avevano libero accesso, per jl ponte di Ratisbona, alla dr. del Danubio . Il collegamento era cosl assi-

Regco,s hurg: Passaggio del ponte di Landshut (1809)

cipali erano già prossime al hasso Abcns, epperò in virtua le col legamento coi .\lanrcsi. Lo scontro è principalmente impegn~to fra le colonne austriache di sr. e del centro (Hohcnzollcrn e Rosembcrg) e J~ divis. St. Hilair-c e Friant delle due colonne med iane francesi . Bcnchè queste siano inferiori in forza, i l Davout arditamente assume contegno offensivo e r iesce ad aprirsi il passaggio rigettando l'avversario. La colonna francese d 'cstrcrn~ sr. (Montbrun) che ha più speciale compito di fiancheggiamento, incon.rrn coi propri cavalleggeri la colonna Liechrenstein > l' attacc'1 e riesce a tenerla impegnata l'intero giorno. Manca da parte austriaca ogni coord inazione, poichè l 'Arciduca non interviene e ri rnane spettatore degli scontri, forse nella persuasione che si tratti di avvis~glie a preludio di un piè, serio intervento del nerbo dclk forze napoleonich e. Operato cosl il c.Jngiungimen to del corpo di Davout coi Bavaresi sulla li nea dell'Abcns, Napoleone veniva a trovarsi con c irca So.o >o uon1ini d i fronte all '.intervallo creatosi fra i corpi dei1';rrciduca e quelli di Hiller, in posizione ottima, cioè, per effettuare quell a rapida manovra centrale eh 'crasi offerta all ·avversario e che questi noti aveva saputo tcmpestivam_ente attuare .

curato, e con esso un notevole aumento di forze; april'asi inoltre una nuov;i linea di comun icazione che permetteva

p iù ampia liben,, e.li mar\ovra. lII) Ekmiihl (V.). Rassicurato a tale riguardo e compreso della necessità di lanciarsi ·sull'avver sar io per impedirgli d i schiacciare l'Hi ller, l'arciduca muove il 22 aprile contro il Davout; ma nell'ampia fronte di marcia fra il Danubio e la Gran Laber fa prepondcrarc lo sforzo della sua ~lr. sul tratto scuentrionale Abbach-Peising, contro il quale dirige i corpi Kollowrath e Liechtenstein , nell 'intcmo evidente di attorniare la sr. dell'avversario, staccandolo dnl Danubio e dal] ' Abens. Egli viene così a pumar nel vuoto, mentre jnteressava fare appunto il contrario in vista della situazione creatasi la vigi lia con la sconfitta di Hiller, che consentiva 'a Napoleone d i volgersi ora contro di lui . evidentemente pesando sulla sua sr. Infat ti, sbarazzatosi dell'H iller, con intuito sicuro e rapida decisione Napoleone inverte la marcia e accorre da Landshut verso nord ~i rigendosi su Eckmi.ihl, estrema sr. austriaca; le unità

corrispondono con ideale obbedienza al! 'impu lso del Comandante , super ando tutte le difficoltà logistiche di così laboriosa attuazione strJtegiò : è in testa il corp.o Van -


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damme, seguìto da Lannes e Masscna, e dalla <livis. di cavalleria Espagne, con la quale marcia l 'imperatore. L 'i ntervento inatteso e .il pertetto accordo nell'azione fa nno così convergere tempest ivamente su Eckmiih l le forze disponibili a sostegno del Davuut e dei Bavaresi : Eckmuh l è conquistato dai Wiirttem berghesi; i due corpi <li Rosernberg e H ohcnzollcrn sono resp inti, l'uno addosso all'altro, nella zona boscosa d i Rockiog a nord-est d i Eckmuhl e

ripiegano in disordine per Egglopsheim su Ratisbona, dopo viva lotta . I corazzieri francesi si lanciano all'fr1seguimento· sostiene l 'urto

la caval ieri.i .nemica, che copre valorosa-

mente la ritirata ; una mischia eroica ha luogo a tarda notte nel chiarore lunare, con vantaggio dei Fr~nccsi La vittoria è piena. IV) Ratisbona. A ] mattino del 23 aprile si riaccende la lotta f ,a le due caval lerie; ind i La r nes e Davout ripren-

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Manovra di Regcnsburg (r809) La giornata di Abensber ~ F rancesi: A, Montbruo ; B, St. Hilaire; C, Friant; D, St. Sulpice; E, J\1orand; F , Gudin; G, Nansouty; H, \Vlirttembelghesi ; K1 Bavaresi; I, Wrcde (Bavaresi) - Austriaci a, Rosemberg; b, Hohenzollern; e, Thierry; d, Arciduca Luigi, e, Hiller

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d o no l 'av~nzara, attaccando vigorosam~nte la retroguardia a ustriaca d el corpo Kollowrath, ch e copre gli accessi a Ratisbona , e respingend ola nell ' intcrno. La resistenza è quivi tenace e ric hiede lunga preparazio ne d i a rtiglieria . Insofferente di a ttesa, il L a ni,es tenta prem aturamcme l 'assalto mcrcè Il scalata della muraglia ·di cinta ed incontra gravi perd ite . Nel frattem po g li A ustriaci , sotto la protez ione del corpo del Bcllcgarde , che ha provveduto al rad-

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uomini: g li Austriaci perdettero in complesso <?irca 35.000 u . no n precisabili -e 100 cannoni. Le perdite francesi -

(urono 3ssai inferiori.

Reggimentale (Artig/ùeria). Nei secoli XVU e XVIII prese questo nome l'artiglieria di piccolo calibro add e tta

ai regg. e servita da fanti, a comincia re dai <~ cannoni di cuoio » d i Gustavo Adolfo.

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M anovra di Regensburg: attacco e presa di Ratisbona (1809)

doppiamento dei ponti, hanno iniziato lo sfi lamento su lla sr. del Danubio. Attraverso a una b reccia, i Francesi riescono ad entrare in città la sera d el 23 ap,rile, e se n e impadro niscono facendovi prigioniera la guarnigione d i 8000 u . Q uando però vogliono sbocca re dal ponte, alcune b;itterie postate dal gen. Kollowrath lo im pediscono . Soltanto la mattina seguente tutte le forze dell'arciduca e rano in r itirata, inseguite dal solo cor po d el Davout. L 'imperatore, che era rimasto leggermente fer ito a un piede mentre dirigeva la battaglia, prese s ubito le disposizioni per in iziare la marcia su Vienna per la dr. del Danubio . Così te rmina,·a la celebre battaglia, durata sette g io rni , classico esempio d i g rande manovra st rategica, carattcriz7.ata n ella concezione e nell 'attuazione dal genio del comandante e da un' indomabile energia . E merge g igantesco Era tutti il concetto p rimo d i utilizzare ai lini della manovra g li stess i movimenti necessari a rettificare uno schie ramento in iziale d ifettoso per g rand e separazione dellç a li e inconsistenza del cer1tro, assumendo subito acteggìamento di risoluta offensiva malgrado l'inferio rità numerica momentanea : dal 17 a l 19 aprile per afferrare l ' avversario ; . dal 19 al 23 p er seguitare a colpirlo senza treg ua batren dione le masse incautamente separate e respingendole ir. direzioni divergenti; compito :ui bene rispose uno s,ru• mento di guerra che si d imostrò perfettamente docile a l governo d ella mano maestra del Capo. In una settimana d i lotte si trovarono impegnati d alle due parti circa 150 .000

Reggimento. Unità organicam ente p revista d al nostro o rd inamento militare, costituita, a seconda delle varie armi e specialità, di un comando e d i un numero vario d i bg l. o di unità corri sponden ti (gruppi). f, unità tattica, discip linare, amministrativa e d i addest ramento, al comando di un colonnello (comandante d i corpo), cui incombe l' a lta direzione, con consegueote Iespo nsab ilità, d ella d isciplina del corpo, del! 'addcstrnmento e della buona conservazione dei materiali . Al colonnello spetta anche l 'alta v ig ilanza su lla gestione amministrativa. li regg. di fanteria d i linea e d i g ranatieri comprende : un comando e cp, comando , tre battaglioni (V .), una sezione cannoni da 65, un drappello aut6mobi listico, aliquota di salmerie e carreggio . Il regg . a lp ino : comando; 2 a 4 bgJ.; I gruppo d i b atterie da m ontagna da 75, u oa cp. zappatoti minatori, a li• q uote d i servizi, Il regg. bersaglieri: comando e cp. coman do ; 2 bg l. ciclisti, I b g l. a piedi. li regg. carri armati : comando e un n u mero vario di bgl. di carri armati. Il regg. di cavalle ria: comando e sqdr. comando; 2 g ruppi sqd r ., uno sqdr, m itraglieri. Il regg. artiglieria: comando, un numero vario d i gruppi d i batterie a seconda delle diverse spec ia lità dell'arma (camp ag na ; montagna; a cava llo; pesante c;unpale ; pesante; da costa; contro aerci). li regg. genio : corua ndo ; u n numero vario d i bg l. a seconda delle d iverse specialità dell'arma (regg. genio <l i C. d ' A. , pontieri , radio telegrafisti, ecc.) . 11 rcgg. genio no n è u nità d'impiego .


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I m il itari di uno stesso regg. devono considerarsi come me ,nbri di una medesima famiglia e adoperarsi in ogni modo perchè il buon nome del regg . sia mantenuto ognora integro; devono anzi curare , con ogni lo ro sforzo, che

al corpo cui a.pp,Htcngono derivi no sempre maggior lustro e maggiori glorie, essendo animati da '-:1n sano e bene in teso spirito di corpo, molJa potente per ognuno a bene opera re ncll'intcre,sc dell 'eserc ito e del Paese. L'unirà R. esil)te jn tutti g li eserciti, con cornpo:iizione e compiti analoghi a quelli dei regg . del 1iostro esercito. Solo nella Gran Bretagna i l regg. non è unità tattica, ma ammiil isLrativa, l' unità tattica essendo la brigata di 4 bgl. l.a parola R. cominciò ad essere adoperata nel secolo XVI in Spagna, dove in orig ine serviva ad indicare una circo• scrizione territoriale . Da.Ila Spagna la parola passò in Gua_scogna, poi nel nord della Fra ,tcia col signifÌcato di riunione di diverse bande armate poste sono gli or<ìini d i un solo capo. Machiavelli, trattando del le Legioni d i Francesco I, scr isse : « I /~. francesi sono composti di 6000 u. » . Da quell'epoca la parola entrò J1el linguaggio ufficiale . Il duca Emanuele Frliberto di Savoia e Alessandro Farnese fecero del N . o ,, terzo », come fu detto, della forza d i 2-3000 uomin i, la loro un ità tattica di l lH1S$fl, sp~irri to i n ro-20 cp. per scopo arnn1inistrativo·. Nel J557, jn Francia, non vi era che un solo R. di fanteria, ed era composto di 4 cp. ; nel 16 10 se ne conta-•ano quattro . In seguito il loro numero andò d i molto aumentando, e fu vario se•

condo che l'esercito si u·ovava sul piede di guerra o su quello di pace; così ne l , 640 l'esercito francese comava roo R . di fante ria; nel r701, 162; e nel I7i6, 103. Lo stesso avveniva per i r cgg . di cavalleria e poi per quelli d i artiglier ia, quando questi ultimi fu rono creati. li numero dei bgl. o degli sqdr. non fu mai fisso, ma variò in generale fra tre o quattro . Sino alla fine del vecchio regime, nella fanteria francese si d istingueva no tre categorie d i R. secondo la loro anziani tà d i istituzione. Vecchi reggimenti (Vieux régim cuts) erano detri i pr imi cosrjtuiti , ossia Pic;:irdie) Champagne, Navarrc, Piémont, e poi Marine, Guardie fra ncesi, Gua rdie svizzere. Essi avevano il privileg,o di conservare il propr io nome, anche quando cambiava il loro comandante, cioè il loro proprietario . A questi tcuevano subito <lietro in -d ignità i regg. meno vecchi (Pctits-vicux) : Auverg11e, Bourbon nais, lléarn, f'lan dre, G uye nne, Artois, organizzati .Prima del r6 ro, i quali godevano ,kgli stessi pr ivilegi. A fianco di questi regg . nazionah vi erano i regg. stranieri recl utati al mrnncnto di ogni si ngola guerra, e, il più delle volte~ licenziati alla conclusione dei la paçe : nel 164_8, alla vigilia della pace di Wcstfol ia, se ne contavano 17; il rnrdi ,rnle Maza rini ne aumentò ancora_ il nu n,ero. Sotto Luigi XIV ebbe luogo una importante modificazione. I R. ·r imasero ancora ou<cettibili d i _compera.calcolan dosi il prezzo di nn « vieux » ;5 . 000 l ire e quello d i un « pctit-vieux » da 55.000 a 60 . 000; ma parecchi, reclutati durante la guerra contro la Spngna, furono l'esi pe,·rnancnti , e in luogo d i cambiar "omc tutte le volte che riceveva no un nuovo colonnello, ebbero un numero progressivo ed un nome derivaro generalmenre dal la regione o dal la local irà <love ess i era no di stanza. Così vi furono i rcgg. d'Orlé.ans, di B retagna, di · Vendéìme , ecc. l nfine tra il 1771 e il · 1775 furono creati .i rcgg . rrovinc,ali, che furono dapprima 47, poi 54. Per la cavalleria il raggruppamentr, non data che dal regno di Luigi Xlii , il quale . nel 1635 , formò ,2 R. d i carabin ieri, poi 2 di moschettieri a cavallo (1636) ed in ultimo 2 di fucilieri a cavallo. A metà del sec. XVJll, esistevano 59 R. d i cavalleria, di cui i più anziani erano : 1

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Mastro d i campo generale, del Re, Reale stran iero della Regina, ,: olonnello generale, ecc. Quanto all'artiglieria, il prim1, R . fu creato nel ,668, col nome d i Fucilieri del Re, d ivcfll1to poi , nel 1693, Réale-artig lieria. Un - secondo R. fo o rganizza to nel 1684 e si chiamò Rea le-bombardieri . , Alla vigilia de.Ila Hivoluzione, i principa li regg. d'artiglieria erano: La Fère, Mctz, Strasbourg, Grenoble, Besançon, Auxonne, Toul. Durante la Rivol uzione, i R. furono rimpiazzari dalle mezze brigate; ma N ;ipoleone Buonaparte, d jvcnuto imperatore, ripristinò la dt:nominazìonc di N. , che fu poi sempre mantenuta . Presso l 'antico esercito piemontese, l 'esistenza del R . ebbe principio nella seco nda metà del r500, con Carlo Emanue le I, allorchè i n ogni arma incominciarono a formaisi (non però a scopo ta ttico) raggruppamen ti stabil i di parecchie cp. Ma i prim i da consid~rarsi come unità organiche permanenti furono formati solo alla fine del 1600, essen<lo stati fino ad allora d i formazione tempora nea, adunati nei momenti di bisogno e disciolti ,1ei tempi <li quiete . Nel 1686 il duca di Savoia ordinò I.i formazione di alcuni rcgg. stanziali a mezzo di cp. _scelte fra gli ~ntichi colonnellati; quei regg. furono co nserv.:3ti anche in tcmpn d i pace, destinali ad inquad rare le forze levate evcntualrnclltc in tempo di guerra. Così ebbe principio il vero e p ropr io cscrcirn permanente . Riguardo al s btema amministrativo , in Francia, base del sistema di amministrazione fu dapprima l ':,ppalw ; i prim i appaltatori furono i comandami di cp. e poi i comand anti di R. , d i maniera che la carica dì colonnello proprietario si riduceva ad una specu lazione dì investim ento di capitali senza bisogno di speciale coltu ra p rofessionale. li re riconosceva solo il colonnello appaltatore, al quale corr ispondeva il soldo ir, base alla forza che il R. avrebbe dovuto man tenere~ cercando essenzialmente di spendere i l meno possibile; e il colonnello, d al canto suo, speculava qua nto più poteva sul manrenimenro dei soldati. Così i corpi era no completamente in balia dell'arbitrio dei colonnelli, perd1è lo Stato non. aveva ingerenza nella vita jn. terna dei reggiment i. La libertà d i speculazione cominciò ad aver un freno, per opera del Louvois, m inistro di Luigi XI V, ed i corpi wttratti alla speculazione ebbero un sistema di amministrazione costante e regolare. Alle re l,lzioni speculative tra i l comandante ed il soldato rnbcmrarono le relazioni tra regg. e Gove rno, e v_enne a dd ine~rsi nettamente la figura dell'azienda reggimentale, che, con alterne. vicende d i mag giore o n1iflore a·u tonomja e con successive trasformazioni, esiste tuttoJa. In Pietno nrt.: sino alla fine del scc. X Vl'l l l 'azienda reggimentale come ente ammin istrat ivo non -esisteva ed i Corpi era no amm inistrati dall'ufficio generale del soldo, coad iuvato dai comandami di cp . Virtoi-io Amedeo lii , nella determ inazione dc] 26 ottohre 1796, accennò per la prima volta alla costituz ione <li una massa reggimentale_, arnmin istra t:a da sette ufficiali nei nuovi regg. d i cavalle.ria . Vittorio Emanuele I, rie ntrato in Piemo.nte nel 1814, cercò d i Jichiarna re in vigore gJ ì antichi or<.linan1cnti amminist1·arivi) ma p resto d ovè convincersi che. essi non rispondevano più alle mutate esig-enze dc.i temp i e diramò il regolamento del 15 dicembre 1-S17. L'ufficio gcocrnle del soldo fu sostituito dall'azienda d i gu_crra, e sorse l' aziend a reggimentale con i consigli di an1ministrazione e le_ 111asse, che durò, sa lv9 q u;dche l ieve modificazione, fino al 1910, quando la commissione iinchie~ta per l'esercito abolì le n,asse . Nel 1926 furono soppressi anche i consigli di amrn inistrazione e rimase con1c organo an1n1inistrativo di ciascun corpo l 'azienda reggimentale attuale .

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Reggimemo ,,/pino. Come unità di guerra, è un reparto la cui costituzione organica r isponde alle particolar i necessità della g uerra di montag11a e pertanto non può cssnc parago11ato ad alcun'altra un ità. Inferiore, come rango gerarchico, alla brigata di fanteria, ha, rispetto a questa, un 'autonomia fuori delle rotabili assai maggiore, in relazio11c app unto alle esigenze del la vita e del combattin1cnto in rnontagna ed ha perciò una costituzione or• ganica assai pii, complessa e completa, che gli assegna in proprio, oltre ai mezzi di lotta (ad es. artigl ieria), anche i servizi in m isura adsguata, e gli con ferisce la fisionomia logistica di una piccola divisione. Ciò è logico, del resto, anche per il fatto che il rcgg . alpino è, più spesso, alle norma li d irette dipendenze del C . d'A . o, qualche volu, add irittura dell'armata e deve quind i, come la div is ., avere 1nczz.i sufficienti per agganciar.,i d iretta• mente ai servizi d i tali grandi unità. Dispone inlatti d i taluni elementi dei serv izi che hanno attinenza coi bisogni più immediati e quotidiani delle truppe, come quelli d i sanità, di comn1issariato di artiglieria, dei trasporti e postale . Anzi, per qua)cuno di tali servizi ha persino qualche mezzo di piè, della stessa divis ., come la colonna salmerie e carreggio e l'autoreparto (la divis. non ha reparti de] servizio trasporti), nonchè gli ospedali da campo (che per la. divis. sono considerati di assegnazione eventuale). Ciò è conseguenza della maggiore ampiezza <!e! settore d ·azione normalmente affidato al regg. alp ino. 1

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pesami e le artiglier ie eventualmente <late in rinforzo al regg. vengono impicgate 1 durante l 'avvicinamento, in base

al criterio di averle pronte a schiacciare ogni elemento avversar io s[uggito alle p recèdenti azion i delle artiglierie, affinchè il regg. possa avanzare con sollecitud ine e con le minori perdite possibili . Avanzano quind i anch'esse a sbalzi da una posizione all' altra, pronte ad occupare gli appostamenti e ad aprire il fuoco qu ando il comandante del regg. lo on.lini. I bgl. d i secondo scaglione procedono a sbalzi regolando la propria avanzata su quella dei bgl. antistanti. L'azione del reggimento nell'attacco si inquadra in quella della divis . e ne è elemento costituente; il comandante del rcgg. deve pertanto essere orientato

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Reggimento di fa11tcri11 (lmpie.go). In ordine chiuso : si aduna, a1nmassandosi nel modo indicato dal suo comandante, i n base allo scopo dell'adunata e allo spazio in cui questa deve comp iersi. I bgl. formati in colonna, colonna doppia o linea di colonne (preferibilmente in colonna doppia), vengono disposti in uno o pii, scaglioni , numerati progressivamente a cominciare dal più avanzato. In ciascun scaglione i bgl. sono numerati da , lr. a sr. e ,!alla tes.t ., alla cod a : nel designarli sono sempre pre• feribili le denominazioni di dr., sr., centro, testa, coda. Gli intervalli fra i bgl. di uno stesso sc~glione e le d istanze fra gli scaglioni sono norinalmentc di .30 pt1ssi. La sezione canÌ10ni per fanteria prende il posto ord inato dal comandante. La bandiera è assegnata a ) bgi. che C second6 nella formazione di adunata e rimane con esso nelle eve ntuali trasposizioni. La musica, o i trombettieri eventualmente riunit i, debbono sempre stare col bgl. ora detto, anche se il regg. non ha con sè la ban diera. 11 rcgg. non esegue movimenti al comando diretto del suo comandante; questi dà solamente comandi od ordini . che i comandant i d i bgl. fanno poi esegu ire <!alla rispet-

tiva unicil . In ordine di combattimento, il regg. ha normalmente la segnen te costitu,ione orga:1ica: t re bgl. una sezione cm1noni per fanteria, elementi va ri per jl funziona mento del comando e dei servizi. Può ricevere in rinforzo bgl.

camicie nere, reparti del genio, repa l'ti mitraglieri, artiglier ie leggere, reparti c:trri armati; eccezio nalmente bgl.

di altri reggimem i. La sua azione è inoltre prepa rata e sostenuta d a unità d'artiglieria dipendenti da comandi superiori , ma coope ranti coa essj prin1a e durante 11 combatti1ncnto. l 1) fase di avvicinamento, può cosriniire colonna a sè, o far parte .di una colonn.i più complessa; il suo comandante dipende, nel primo caso, dal comandante dell;o brigata. li numero dei bgl. da destinare in primo scaglione (avanguardia parziale) è stabilito per re· gola d al comandan te del la o isis. il •,1uale assegna· ad essi, . quando non possa appoggiarli con mezzi di fuoco tenuti a propria dipendenza, unità d i artiglieri1 leggera. Le armi

Baodiera di reggimento e di battaglione di fanteria dell'esercito piemontese (modello 1814)

sulla situazione iniziale e sui suoi successivi sviluppi ; durante l'attacé~ si riene informato sulla situazione generale e su quella d i ciascun bgl. in particolare, coordinando tra di loro le azioni degli elementi dipendenti, disponendo i reciproci concorsi di fuoco fra i bgl. Quando il successo si ,icl inei in modo indubbio in una direzione diversa , da quella prevista, sfrutta mie circostanza concentrando su-I tratto m anifestatosi decisivo tutti i mezzi d isponibili; di ciò avvisa, al 1ri,1 presto, il comandante della divis. Egli impiega i bgl. d i secondo scaglione, sia per ampl iare e sfruttare il successo riportato d a quelli di p rimo scaglione, sia per sviJupparc un'azione in <liiezione d iversa. È del rutto eccezionale l'impiegarli per r infor~are i bgl, di primo scaglione . Conquìstato l'obbiettivo, il reggimento deve essere spinto avanti, con· decisione, ma cou lutte le forz.c

bene alla mano del coma~dame. Le artigl ierie sono rcnute a disposizione del comandan te del regg. affinchè possa intervenire col fuoco ovurt.quc se ne manifesti la neccs• sit,ì. Ciò esige che siano mantenuti in opera tutti i n1ezz.i d i collegamento. Quando lo sfruna,n~nto <lei successo si converte in inseguimento, il comf!ndante del regg. coor-


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dina l'azioue dei vari bgl. /issandone o modifica ndone le d irezioni di av~nzata, e possibilmen t~ assegnando obbietrivi lontani scelti conven iente.mente, spingendo il secoudo scaglione in d irezione 1ale da farlo cadere sul fianco di nucle i nc1h ici che tentassero di rio rgan izzare la difesa

su

posizioni

arretrate .

Nella difensiva,

il

regg.

può avere in zona ,li sicurezza uno o d ue suoi bgl. rinforz~ti da !Ja sezione cannoni per fanteria e ,e occorre da mitragliatrici pesanri. Gli ordini del comandante comprendono notizie sulla situazione, scopo <iell'azione dellJ di vis ., compiti del regg. e limiti del proprio settore, andamento generale delle linee d i resistenza e di sicurezza, indicazioni circa le direzion i più per icolose per la <iifcsa, concetti secondo i guaii essa deve essere orgaoizzata, ripartizione delle [orze d i primo e secondo icaglione e zona di sicurezza, limiti ira i settori di bgl. in p rimo scaglione, posto dei reparti in secondo scaglione;

Formazioni del reggimento: 1, 11, III, primo, secondo, terzo battaglione; (1), su due scaglioni ; (z), sopra un solo scaglione; (3), su tre scaglioni. La prima fom1azione è norm ale, specie nell'azione offensiva; la seconda si ha più spesso nella difensiva; la tcrta più specialmente in azione offensiva su fronte ristretta

compiti e dipendenze delle truppe in zona d i sicurezza, posizione, forza e compiti d ei centri di resistenza, organizzazione dei fuochi, dell'osservazione e dei collegamenti, azioni di armi pesanti e di artiglieria predisposte o da richiedersi, d irettive per i lavori di a/forzamento, · di mascheramento, d i p rotezione contro aggressivi chim ici, azioni parziali di fanteria d a svolgersi in cooperazione con l'artiglier ia nella fase d i contropreparazione, e comunque prima dell'i nizio dell 'attacco nemico, posto dei comandi di rcgg. e di bgl., disposizioni per i serv izi. Il comandante stabilisce i punti di saìdatura fra i settori di bgl. contigui, e indica inoltre le località d i speciale importanza eh 'egli vuole includere nella posizione di resistenza. Normalmente d ispone per la resistenza due bg l. in primo scaglioné, ed uno in secondo scaglione. Per l'organizzazio ne dei fuochi, il comandante del reggimento comunica ai comandanti dei battaglioni d i primo scaglione quali unità d i artig lieria o d i armi pes~nti agiranno normalmente o<l .e ventualmente nel r ispettivo settore; in quale momento, in seguito a guai i segnalazioni, con quale specie d i tiro; dove sono postate ta li unità, e dove sono reperibili i rispettivi coman<lanti; come si debbano svolgere i collegamenti normali e come quelli

eventuali e d i ripiego; a quali unità di artiglieria o di armi pesanti possono essere rivolte d i.rettamen te richieste di fuoco;- su guaii tratti di terreno non sarà possibile far giungere il fuoco delle artiglierie o delle armi pesanti a disposizione del comandante del reggimento stesso. Le disposizioni per l'incrocio dei tiri in corrispondenza dei limiti di settore per il concorso reciproco cli fuoco t,·a bgl. contigui · di primo scaglione e p<-r l'intervento col fuoco delle mitragliatrici pesanti sul dinanzi della hnea di resistenza da parre dei ba ttaglioni d i secondo scaglione, debbono formare oggetto di particolari prescrizion i da impartirsi ai singoli comandanti d i bgl. Iniziato l'attacco d a parre dell 'a;versario, il comandante del regg. segue gli eventi per intervenire in tempo, là dove 1a situazione lo richieda, sia col fuoco delle armi pesanti et! artiglierie a sua d isposizione, sia con l'impiego clcllc forze di secondo scaglione. Respinto l'attacco nemico, i l regg. rioccupa le prim itive posizioni, o balza tutto all'inseguimento, conformemente agli ordini superiori. Quando occorra, durante una sosta dell'azione, procedere alla sostituzione di un bgl. d i primo scaglione, il comandante del rcgg. fissa i particolari dell'operazione, in modo che il nemico non abbia possibilmente sentore d i qua nto si sta facendo e le truppe non abbiano ad addensarsi , specie nei t ratti più batruti dal fuoco nemico. (V. Scava/camento) . Reggirnento di cavalleria . In ord ine ch iuso, le formaLioni sono in colonna per due o per tre, jn toJoona di squadroni, in colonna doppia, in linea di · squadroni, in linea. Le formaz ioni del regg. appiedato sono le stesse che a cavallo. In ord ine d i com battime nto, il coman dante predispone c conduce l'azione della sua unità; vigila sul regolare funzionamento dei servizi; cura le forze fisiche dei suoi dipendenti, ne avviva ed d eva quelle morali. Nell 'esplorazione può agire come regg. esplorante, oppure inquadrato in una g rande unità celere o in nucleo di esplorazione vicina. Gl i viene assegnato un settore, d i ampiezza maggiore o minore secondo la ~ituazione , il terreno, la distanza dal nem ico, i rifornimenti di cui dispone. In situazioni chiare, terreno facile, settore ristretto, il rcgg. avanza i rradiando, sulla fronte e sui fianchi, pattuglie d i esplorazione e plotoni esploranti; le r imane,ni sue forze restano a disposizione del comandante , con funzione ò grosso. Allorchè invece la situa'zione sia poco chiara, il terreno inu- icaro e i! settore di esplorazione piuttosto va,;to, il rcgg . può costituire i l suo, dispositivo con distacc~menti esploranti , t ra i guaii ripartisce il proprio settore d i azione. Ogni distaccamento provvede a sua volta ad irradiare, sulla fronte destinatagli, le pattuglie di esplorazione ed i plotoni esploranti necessari per il disimpegno del compi to r icevuto. Durante l'esplorazione ·spetta al comandante del regg- il compito di raccogliere, vagliare , trasmettere alla gra nde u nir/i dalla quale dipende, le notizie raccolte dagli elementi esploranti. Il regg . esplorante proce<lc dinanzi alla gra nde . unità cui i: addetto, alla distanza fissata dal comandante la grande u nità stessa. Qualora gli elementi distaccati per l'esplorazione nnn possano più progredire per le resistenze incontrate, j j comandante del regg. accorre con il g rosso per rimuovere le resisten2e stesse nel loro punto p iù debole, d ilagare a tergo di esse e spingersi quindi sui grossi avversari ; nel caso non ri-

tenga conveniente di attacca re o qua ndo l'attacco non sia riuscito, mantiene il contatto col nemico, cercando d i trattenerlo se avanza. 11 posto dello sguadrone mitraglicri, nonchè degli elemen ti bersaglieri, artiglieria e carri

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veloci, eventualmente in rinforzo al regg . è inizialmente col grosso . Con questo rimangono anche gli elementi di fanteria autoportatn, costituendo di regola riserva taltica. . li comandante del regg. nel suo ordine <li operazione tratta successivamente tulti Q pane d ei seguenti argomenti : concetto seconch il quale vuole ag ire; ri pa rtiz io.n e dei mezzi e assegnazione dei compiti; ora <li jnizio del mo" vimento; disposizioni per la sicurcz:l.a terrestre e contro gl i aerei; d isposizion i per la sicurezza chimica; d isposizioni in caso di incontro con il nemico; disposizioni per la cooperazone con le unità eventualmente · assegnate al regg.; propr io posto di coman<lo e rnccessivi sposramenti; eventuale designazione d i lince <lallc quali gli clementi o i distaccamenti esploranti dovranno inviare notizie: anche se negat ive; disposizioni per i serviz i; <,lisposizioni per lo sgombro dei p rig ionieri; disposizioni per l'au to carregg io. Il regg. manovra, fin c he può, a ca\' allo, e combatte a cavallo ed a piedi, o con putc dei . suoi sq uad roni a cavallo e parte appiedat i. L'impiego nel combattime nto dell'intero rcgg. a cavallo è d a considerare eccezionale ; normale è invece da considerare l 'impiego con parte d egli squadroni a cavallo e parte appiedati. A stretto con tatto col ne mico, la formazione d i più comune impiego è quella a losanga, con gli sql,ad r6ni cavalieri, a nch'essi in formazione d i combattim ento, d isposti ai q uattro ve rtici. Lo squa<lrone mitragl ieri viene tenuto in coda, o su di un fianco, o anche al centro della formazione, in modo da porlo al sicuro da eventuali incursioni ne m iche ed avs,r lo pronto ad intervenire quando e dove occorra . Le fanterie autoportate seguono a sbalzi ; eccezionalmente possono rima11cre in una adana posizione, sceha con il c riterio <li potervi far fronte ad attacch i nemici. N el caso che il regg. debba attaccare a cavallo al completo contro cavalleria a cavallo d i forza p roporzionata a ll a propria, attacca con i suoi elementi disposti sopra una sola o su più l inee. Se l'azione riesce; il reggimento insegue; se non riesce, si sottrae r apidamente al combattimento e si riordina sotto la protezione d i qualche elemento, appiedato di p ropria iniziativa o per ordine del comandante . Lo squadrone mitraglieri e gli altri elementi di rin forzo cooperano col battere l'avversario fino al momento dell'urto e quindi per concorrere all'inseguimento, o per trattenere il nemico e dar modo al gruppo· di riordinarsi Allorchè, al term ine dell'avv icinamento a cavallo, il regg . debba agire col fuoco, ap pieda, e al comando dei cavalli smontati rimane un ufficiale. Nell'avvicinamento il comandante può porre un gruppo in primo scaglione e un grup po in secondo scaglioné, opp ure i due g ruppi in p rimo scaglione, costituendosi in tal caso un rincalzo con elementi tratti da uno o dai due gruppi. Nell'attacco la fronte d el regg. oscilla fra i 700 e i 1000 metri . Nell'az ione d ifensiva la fronte può este ndersi sin o al d op pio. Le forze per la zona d i sicure zza sono in genere limitate a quelle indispensabili per osservare il nemico, segnalarne la entità e le mosse. È l 'azione alla quale il rcgg. deve tendere, sempre che possibile. Dovendo a ttaccare elementi isolati di famcria , cav~llcria appiedata o artiglieria in efficienza, il regg. appieda parte delle forze, per · impegnare frontalmente il nemico, e mantiene le a ltre monta te più i nd ie tr• per aggirarlo . L'aggiramento d eve essere compiuto su di un raggio non troppo ampio , però fuor i d alla vista dell'a vversario; no n ·solo, ma non deve venire svelato dalle I eventuali pattuglie spinte innanzi. Per so)iro esso porta ad un a ttacco a cavallo, cond otto _d i sorpresa; se la sorprcS/1 riesce jmpossibile, può essere concluso con un attacco a f·• .:,co. In ogni caso i reparti ap piedati, non

appena si p ronuncia l 'azione aggirante, muovono essi p ure decisa mente all 'attacco, occorrendo <l'iniziativa, Il regg. che debba trattenere o ritardare l' avanzata di un nemico prepond erante, appied a pane d elle forze, per logorare l'avversario con azioni d i [ uoco da successive posizioni e tiene le restami a cavallo, per contra ltaccare le unità che fossero riuscite a supera re g li appiedati, e facilitare a questi la rottura del combattimento . Gl i clemen ti a cavallo svolgono la loro azione in stretta connessione con g li clementi appiedati; evitano però d i im pegnarsi a fondo, per non rimanere sopraffatti e potere, a buon momento, smasch e rare il fuoco degli appicdil ti . I reparti m itraglicri, i bersaglieri e l 'artiglieria ad eventuale disposizione <lei regg. cooperano con gli clementi che agiscono app iedati, per neu tralizzare col fuoco l'avversario, o quanto meno distrarlo d al l.~ d irezione d ell'attacco a cavallo. I carri veloci appogg iano i reparti a cavallo. Ncll 'azione ritard atrice tutti questi elementi servono per logorare a d istanza l 'avversario e ritard a rne le mosse, nonchi: per rendere agevole ,ig ]i appiedati d i rompere, a momento opporruno, il combattimento e portarsi nella posizione retrostan te .

Reggimento di artiglie,·ia (e raggruppamento). Sono le prime unità d'impiego colle quali v iene attuata la manovra d i fuoco, potendo esse ripartire compiti cd obbiettivi fra i gruppi, e r inforzare l'azione dov.e occorre concentrandovi il fuoco dei g ruppi stessi. Il regg. compre nde più gruppi della stessa o d i diverse bocche da fuoco, riunite per esigenze organiche o per esigenze d i impiego; può pertanto, nell'azione tattica, sublre mod ificazioni sva riate nella sua costi tuzione. Inquadrato in una grande unità in marcia, è generalmente d iviso in scaglion i , tra i quali marcia no ripa rti d i fanteria. I gruppi possono essere in totalità o in parte in ordine di combattimento : il comandante eccezionalmente può formare gruppi tattici d iversi dai gruppi o rgan ici; egli sceglie il proprio posto di comando in modo da poter dirigere con facilità l'azione dei gruppi e da avere facili e sicuri i collegamen ti con essi e col comandante d al q uale d ipende d irettamente : ind ica ai comandanti di g ruppo le zone di posizione loro assegn ate ed i compiti rispettivi; cura la esecuzione d i eventuali lavori di p ro tezione ; ripartisce fra i g rup pi le zo ne d egli osservatori ; dà ordini per i ! sicuro e rap ido impianto di sistemi di collegamento fra i gruppi cd jj comando <lei reggimento, e a suo tempo l 'ord ine e le indicazioni per l 'cntratapin azione; impartisce norme e d irettive ai comandi di gruppo per la d ifesa v icina , :rntiaerea, antigas, e provoca gli opport un i jnvii ai g rup pi dei materiali occorrenti ; assegna le zone d'azione ed even tualmente g li obiettivi normali eventuali per ciascun gruppo; stabilisce adatti punti d i rifer imento ed eventualmente l'orientamento ; d ete rmina i compiti di ciascun grup po durante l 'azione; stabilisce, evemualmcntc, il turno di apertura di fuoco t ra j gruppi e le varie modalid per g li in quadramenri; all 'occorrenza si accerta personalmente d i a lcuni ; dà tutte le d irettive atte ad assicurare una rapida, tem pestiva ed efficace manovra di fuoco . G li o rgani e le modalità dell'osservazione pel reggimento sono la pattuglia d i osse rvazione e le pattuglie d i collegamento. o; norma l 'osservatorio di regg. d ovrà essere in tegrato, per l 'osservazione <lei campo d i battaglia e dei tiri, d agli o sservatori dei gruppi . Ino ltre riceverà l 'ausiljo degli 0s~ servatori dei comand i superiori. Oltre a p rogettare l 'impiego del fuoco nei casi p revedibili e all'ù1izio del combattime nto, il comandante d eve prendere rulte quelle d isposizioni (soprattutto · riguardo alla possibilità d'impiego


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dei pezzi , alla facilità dell 'osscrvaz ione ed alla continuità dei co llegamenti) che gli permettano, d urante le più svariate esigenze dell'nione, d i essere in gra<lo d i concentrare là dove la situazione lo richiede la necessaria mass1 d i fooco nel pièt brc,•e tempo possibile.

superiori. Fu poi sul Grappa e sul Mon tello, ove partecipò alla battaglia del giugno e vi r imase sino ali 'offen, siva finale, allorchè passò il Piave al le Grave di Ciano cd inseguì il nemico sino ad Agordo ed a Cenccnighe. Per il suo contegno in guerra fu citata sui bollettini d i

l?..cggime11.to carrJ armati . Non è previsto ndl 'attuale regolamentazione ( r933) l'impiego d i raie unità, che è limitata al bgJ. Non è da escludere però che in un non lont;rno avvenire, col maggiore svtluppo di tale specialità e date le tendenze della dottrina per l ' impiego in grandi mastc, con n1arcato scaglionarnenlO in profondità (pur sempre al la d ipendenza tattica delle unità di fante ria attaccami) 1'11nità reg gimento trovi impiego ne l campo tattico .

Reggimento quadro. Denominazione prevista nell 'or<linamentò dell 'esercito proposto nel 1924 dal mi nistro ddla guerra generale D i Giorgio. Doveva essere o rganizzato in mQdo d a assolvere, durante il periodo d i forza minima sotto le ;.rn1i, nuove funzioni, quali i corsi di integrazione, e qudli di reclu tamento degli ufficiali d i complemento e dei sotlufficial i. Così si sarebbe ro dovuti avere regg. in perfetta efficien,:a, sempre nel detto pe.r iodo, e regg. quadro. Ma il progetto non fu 2ccettato, e all'esercito venne dato l'ordinamento del 1926, in luogo di quello D i Gior gio. Reggi111c11to fameria p30. Cost ituito il 21 apr ile 1920 dal deposito del fo-0 fanteria, a Costantinopoli, con d ue bgl. (uno del 62° e uno del 136°) già ivi dislocati e con u no dei 1120 che era di sede a Taranto e 110n raggiunse mai il reggimento. Fece parte del R. corpo d i" spedizione italiano nel Med iterraneo orientale e concorse, colle truppe inz lcsi, a l manten imento dell 'ordine p ubblico a Fercdiik nella Tracia orien tale. l1 ·suo Ili battaglio ne fu nel 1922 prima ad Hadcn Keni, poi a Kcrchens Kcni ed a Ciorlù, ove ebbe il compito di proteggere la popolazione g reca ed. israelita. Il 1 ° ottobre 1923 il regg. rimpatriò e i l i 5 fu _ d isciolto a T aranto.

Med agl ia della brigata R eggio

g ue rra d çl Comando Supr~mo n. 850 del 21 settembre 19 r7 e n.· 1t36 d d 3 luglio 1918. Guadagnò inoltre nella guerra una med. d i bronzo . Nel 1926 la brigata assunse il numero d i 30• e fu costituita su 3 reggimenti : 45° 46°, 59° . Festa dei reggimenti: 17 d icembre, anniversario del combattimen to di M . Valdcroa (1917). Colore delle mostrine: fondo bianco con due r ighe verdi laterali nel senso orizzontale. Motti dei reggimenti: 45°': 1< Con fede e m silenzio » ; ~6° : « Compi il dovere e taci ». La bri gata ebbe in guerra i seguenti comandam i: magg. generale Panicali (19 15) ; magg. generale Maspcri (!915-16);

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Reggimento di ,·egione fortif,cata. t scala data questa dcno1ninazione i.n Francia, nel 1932, ai regg. destinati alle zone fortificate d i frontiera . /1. d ifferenza degli altri, essi sono cost ituiti con un numero vario d i bgl., che possono salire Jino .al massimo d i sei, ossia raggiungere Li na [orza t ripla d i quella minima, che è di due battaglioni . Reggio. Brigata di fanteria d i linea, costituita i n Modenà nel 1859 col bgl. volontari modenesi, che nello stesso aru1O d ivenne 30 regg. far.teria, e col 4° regg. formatosi pure a Modena con clementi volontari . Nel 18Go i (lue regg. diven nero 45° e 46° e furono incorporati nell 'ord ine numerico p ~ogrèssivo dei regg. di fanteria dell'esercito sardo. Nel 187, la brigata si sciolse ed i due rcgg. fo. . rono chiam ati 45° e 46° fanteria (Reggio); fu ricostitu ita nel 1881 . Partecipò a lle seguenti campagne : 1866, 1870, 1895-96, r911 - 12. Durante la guerra Ititlo-austriaca (19r5. J918), per la quale il 45° costiwì il comando dell;t bri·gata Sa~sar i cd il 152° fanteria ed il 46° il r5 t0 , la brigata operò inizi al mente contro Le posizioni austriache comprese fra le testate dl Val Traveoanzes e la Valp arola conquistando Col d i Bois e Cim a Falzarego. Cornbatt~ poi sulla fro nte Col di Lana-ivi. Sid . con alterna ,•icenda lino all 'a utunno del 19t7, allorché, per l'offensiva aust roteclesca , ripiegò al Piave q,enrrc .d ue bgl. del ,16°, inviati . in Val Maè pèr co ntribuire con altri repart i all a protezio ne delle m,ppé rip iega nti dall'alto Cadore, giunsero ~rio a Vignolc ove ri,nr,sero sopraffatti da forze nemiche

Brigata Reggio: bandiera del 45° frun eria

magg. gènerale Poggi (1916-17); colonnello brigadiere T e, stoni (1917); id . Maggia (1917); id. l'crelli (19 1.7-18); id , Zingonc (1918) . Le perd ite della brigar.a ammònt.1rono a ufficiali mort i 52, feriti 107, dispersi 75; u. di truppa m . 980, f. 3435, d . 2429.

Reggio di Calabria. Citt,, marirri ma clella Calabria, capoluogo cli provincia, presso l 'cstren,ità meridionale della pc11isola Bruz ia, nel lato est dello stretto sicilianq cd " P· posta quasi dirctlarnenLe a Jvlcssina. Forse venne fondata nel scc. Vlll a. C. dai Calcidesi e dagl i cs11 li cl i Zanche che la e ressero subito a repubbl ica . Divenuta p resto forte e potente, m osse guerra a.Ha. vicin:1 Zande, la occupò e le mutò il nome in Mcsscne, che poi divenne Messina. Dopo questa vittoria, fio rì _a ncor più e d ivenne sempre magg iorrne nte ricca e te rnurn . Verso il 400 a. C. la città, preoccupata per I,.' potenza acquistata da Dionigi I di

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Siracusa, il q uale aveva distrutto successivamcllle le prin .:ipali città calcidiche della Sicilia , allestirono una squadra -di 50 triremi ed un ~rcito di 6ooo fanti e 6oo cavali, per muovere guerra al tiranno siracusano. Ma avendo i Messinesi, dapp rima alleati con i Reggini , disdetta pronrnmente I 'alleano:a, furono costretti ad interrompere l'impre,a ed a far pace con Dionigi, il quale dal canto suo era desi,leroso di assicurarsi l'amicizia di R. pe,· potersi prepanu c ad u na guerra <he intendeva muovere a Cartagine. Senoncbè: la proposta di una alleanza matrimoniale essendo stata respinta sdegnosamente dal sc~ato di R ., Dionigi concluse un trattato di amicizia coi Stemma di Locri e divenne il nemico implacabile Reggio di Calabria dei Reggini. Nel 387 a. C., posto l'assedio alla città, la prese dopo molti sforzi e la distrusse dalle fondamenta. R. fu poi riedificata da Dionigi il giovane. Essa cadde io potere di Roma, alla quale si mantenne poi fedele. Dopo la guerra Sociale, i Reggini, al pari degli abita nti <lellc altre cinà italo-greche, divennero cittadini romani e la città municipio. Da allora fin<) alla metà del V sec. dell'era volgare fu florida e ricca; poi soffrì anch'essa per le invasioni barbariche: Alarico la dcvamì, Totila la cinse d'assedio, la prese e la bruciò. Nel medio evo fu dominata per poco dai Mori; in seguito fu posta a sacco <lai Pisani; incendiata dai Turchi; espugnata <la Roberto Guiscardo; presa d'assalto dall'j,n. peratorc Federico II, assediat a da Carlo I d 'Angiò; conquistata <la Consalvo d i Cordova per Fcrdinaado il Cattolico. Nel ' i83 fu <l1s1ru11a da un terremoto; Fndinando IV, re di Napoli, la riedificò secondo il piano rego• latore di G. B. Mer i. Nel 1810 fu bombardata dagli Inglesi, i quali però non riuscirono a sbarcarvi. Nel 1847 e nel 1848 insorse contro i Borboni, ma i moti furono soffocati nel sangue e l1- maggior pane degli insorti furono trucidati dalle truppe del generale Nunziante. Appena a R ,i ebbe notizia ddlo sbarco d i Garibaldi a .Marsala, essa fu la prima città della Calabria a proclamare decaduto il re Francesco II, e la prim:1 a procbmare Vinorio Emaa,uele Il re d'lt;lia . 11 castello di R., andato quasi completamente distrutto pcl terremoto <ldl'S gennaio 1908, si <!levava minaccioso con le sue torri aragonesi, in alro, nelle vicinanze del duomo. Fu costruito nel 1678, sotto ·Carlo Il di Spagna, dal marchese Los Vclez, vicerè di Napol i, su d isegno dell'ingegnere mi litare Barbor i. Anche il vicerè Pietro di Toledo, verso il 1547, aveva provveduto alle fortificazioni <li R. per difendere la città contro le contin ue scorrerie barbaresche. Auualmcntc è sede del 21Q distretto militare.

II. Assedio di l<eggio di Calab,ia ( 1060). Appartiene alla lotta dei Normann i colllro i Greci, e fu posto dai primi, al comando di Roberto e Ruggero Guiscardo. La resistenza dei Greci fu lunga e ostin:ta, ma, <1uando le macchine normanne fecero ampie b,-eccic nelle mura, i difensori furono cosLren i ·~1lla resa, otte nendo cli ritirarsi a Squ illacc. Roberto, entrato in città, vi assunse il titolo di duca di Calabria. II!. Sacco di Reggio di Calabria ( 1594). Fu operato da una flotta t urca, ngli ordini <lei rinncgnto Cicala. li governatore spagnuolo, all'av.·icinarsi <lei nemico, non avendo forze sufficienti per difendere la ciuà, la fece sgombrare dagli abitanti, che si rifugiarono sui monti. I Turchi scc· sero a tcrrn, sfondaro110 le porte e si <l iedero al sacd1cggio, dando poscia fuoco alle case; poi si ritirarono indis1u1bati. IV. /'resa di l?eggio di Calabna (18o8). Appartiene alla conqu ist,1 del Regno di Napoli da parte dei rrancc,i. Sulla fine del 1807, te Calabric cmno state tutte souomessc dai Francesi, fatta eccezione di R. e di Scilla. Ne! gen naio 18-08 il gen. Reynier, lasciato un forle corpo di Italiani e Francesi all'assedio di Scilla, ,, rncamrninò con altro corpo verso R. facendo coHeggiarc il mare da una parte <lelle sue truppe. La mal'c1a fu disturbata dal fuoco degli Anglo-siculi, i quaii con le loro barche cannoniere custodivano le coste. Un brick inglc,c tCnt<> uno sbarco, ma i volteggiatori italiani che formavano l'avanguardia del corpo francese, investirono gli sbarcati con fuoco vivissimo; il capitano Glaston, comandante della nave, non potendo più guadagnare il mare, do,·ette nrrcndcrsi. Quindi Reynier si accostò :1 R . e le trupye italo-fra ncesi entr arono nella éittà, che trovarono sbarrata cou barricate. Queste {urono prese d ·assalio, e, superatele, i Franco-lta!iani si lanciarono alla bainnctta contro , nemici, dei quali pochi poterono raggiungere le navi . Il 2 febbraio il castello si -arrendeva, restando prigioniera la guarnigione di 800 uomini.

Il castello di Reggio di Calabrin

I. Auedio di Reggio di Calabria (270 a . C.). Nel 279 a. C. i Campani, che in numero di 4000, agli ordini di Decio Ciubellio, ivi tenevano la guarnigione per Roma, si impad ronirono della città, saccheggiandola e facendo ma.:ello dei cittadini. I Romani nulla poterono fare per il momento, perchè occupati in altre guerre. Appena però (urono liberi d a altre cure, i due consoli L . Gcn ucio e C . Qui nz.io strinsero R. d'assedio e riuscirono a pren<lcrh1 d'assalro con grande strage dei difensori. Circa 300 Campani prigionieri furono mandati a Roma, dove i consoli l i fecero trarre nel Foro, frusta re colle verghe e poscia uccidere con la scure. Dccio, catturato, i i uccise in prigione.

V. Prua di Reggio di Calabria (186o). Appartiene alla campagna garibaldina nel Mezzogiorno. Nel pomeriggio del 21 agosto, le truppe garibald ine dopo essersi ripa· s2tc a Lazzaro, si misero in marcia in direzione d, R. La colonna percorse la via co11solare e alle 3 del mattino girò la posizione d i una cp. nemica, collocata i n avamposto sullu ·co\lsolare . I llorbonici, oltre a l castello, dove erano racchiusi circa 1000 u. , occupavano la ciuà con altrettanti soldati, proietti da a,•amposti esterni, agli ordini del col. Dusmct; la piazza era comandata dal vecchio gen. Gallotti. I G~ribaldini , procedendo in silenz io, pene. trarono in ci trì; ma, oltrepassata la piazza San Filippo, 29


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Presa d i R eggio di Calabria per opera dei Garibaldini (1860)

u n colpo di fucik gcuò l' allarme nei Napoletani che bivaccavano sulla piazza dell'a rcivescovado, e la lesta della colonna garibalclina venne accolta da una nutrita sca,·ica d i fucileria . Ne derivò un g rande scompig lio, nel quale 8ixio, mentre cercava d i riprendere la padrona1lzn dei suoi , rimase ferito ad un braccio. Ben presto egli s"impadronl della piazza e i Regi si ritirarono precipitosamente, lasciau Uo n1ohi prigion ieri ed una , 1cntioa dj -morti e feriti; tra q uesti ultimi il colonnello Dusmet. Allora Bixio concentrò la sua truppa nella piazza San Filippo; Garibald i con M issori e alcuni bgl. raggiunse le alture dominanti la ci ttà , e, . mandato un bgl. contro la cp. napoletana in a\;amposto, la costri nse ad arrendersi . Poco dopo l ';,ppa rizionc di Garibaldi sulle alture, i difensori alzarono bandiera bianca. Il giorno stesso venne firmat a la capitolaz ione. Questo at tacco costò ai Garibaldini la perdita <li 147 fra morti e feriti. Una parte dei soldat i della guarnigione <li U., ad invito d i Garibaldi, passò sotto le sue bandiere.

Reggio Emilia. Città capoluogo di p rovincia, sulla ci(. del Crostalo, affluente del Po . L ' antica via 'Emilia la divide in due parti pressochè cgu~l i. L'abitato odierno comprende il primitivo quadrato romano a cu i, ne l medio evo, vennero aggre~ gand osi i borghi inclusi nella cerchia murata del se-· colo X III, abbattuta dopo il 1880. La città ebbe or.igine <la una stazione preistorica sul luogo lasci~rono e tra_ccie Ar ii, Cehi, U mbri, Etrus~hi e Galli, li.nchè nitti furono fusi in un solo popolo d alla conquista rc;>ma.n a. Apparé nella storia per la prima volta i1el J secolo a . C. col 1,1ome d i Stemma di Reggio E m ilia R eggio Lepido che le rim ase a lungo e le venne dal cQnsole Marco Emil io Lepido cos_trull'ore della Via Emilia nel 197 · a. _ ç. Subì i danni delle invasioni barba~iche, fu d ucato sotto i_ Longobardi e

Comitato della Marca settentrionale sotto i Franchi. Venne devastata dagli Ungari, che in uoa incursione ne ucciseroil vescovo Azzo Il, e si rifece sotto l'autorità episcopale .

11 vescovo Pietro cd j suoi successori la cinsero ·<li nn1ra e d in segui to d ivennero· (( rnessi » imperiali e ( 1 d omini >>del tel'l'_ i torio. Libero comune q uando Federico Barbarossa tentò di soggiogare l'Ita lia, p artecipò alla Lega Lo mbarda e nel 1183, a Costanza, il console Rolando della Carità ricevette l 'investitura imperiale col riconoscimento dell ~autonomia della città . N ello stesso tempo sorgevano le fazioni cittadine , che gettavano il Co mune. nelle lotte intestine, straziandolo con la guerra civ ile. Le famiglie <lei Mazz<1pcrlin i combat te\'300 conri:o quelle degli Scopazziati, i Ruggeri contro i Malaguzzi, poi i Guelfi contro i Ghibellini . Inoltre R. e bbe a lotta re nei sec. Xli e XIII contro Modena. Per_ ridare Ja pace. e . la quiete alla città, il senato stimò savio consiglio arfi<larne !a reggenza , per ,in triennio, al marchese Qbizzo <l'Este, signore d i Ferrara, che, scaduto il termine, continuò a governare come so, vrano. Azzo, suo figlio, volle co11servarne il domin io, ma il popolo, soll evaiosi, con l' aiuto di Giberto da Correggio, signore d i Parm a, cacciò !'Estense e nel 1306 rivendicò la libertà comunale, cambiando anche il regime della repubblica da a rismJratico in popolare. Nel 131 0 , Arrigo VII, sceso in llalia, impose ai Rc~g iani co)l1e suo vica rio Spinctto Ma l2sp ina, ma poco d opo i l 1,opolo lo cacciò e ritornò a libertà. Nel 1326 i l ca rd ina le Bertrando del Poggetto occupò R. in nome del papa C invanni XXTJ, poi la città rimase soggetta al re Giovanni d i Boem ia, a Nicolò Fogliani e i nfine a Mast ino dell a Scal a che ne diede investitura a Ll1igi Gonzaga (1336). N el 1356 i Visconti d i Milano, aìutati da 2000 fuorusciti, tentarono <li .occuparla, ma , fallita l ' impresa, la comprarono (1371) sborsando ai G_onzaga 50.000 ducati d 'orn. Alla morte d i Gian Galeazzo Visconti , Ottone Terzi, tiranno <li Parma , si jmpadroniva d i R . (i405); ucciso il T erzi a Rubiera da Michele Attendalo Sforza, capitano ~ i vcmura al soldo d i Nicolò III d'E ste, questi fu 3cclamato signore d ella città (1409), alla quale per~ era conservata la s_ovr anità _d el p roprio territorio, il d iritto di far leggi , d i battere moneta e di amministrare la giu-

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Le antiche mura di Reggio Emilia (da una pianra idrografica del sec. XV) I

stizia. L'imperatore Ferdinando III, nel 1452, diede a Borsa d'Este il titolo di duca di Modena e di Reggio. Nel 15r2, Alfonso I cedccte la• città al duca <l 'Urbino per la Chies~, ma nel 1523 la riebbe i1, suo potere. Durante il dominio pontificio fu governato re d i R. lo storico fiorentino Francesco Guicciardini, che riuscì a p acificare la città tenut a in subbuglio <falle fazioni della « Tovaglia ,, e della « Cucina ». Durante la guerra per la Successione di Spagna, R. fu occupata uel 1702 <lai Franco-Ispaui comandati dal Vandome. Nd 1706, mentre i Francesi assed iavano Torino, i l principe Eugen io di Savoia, accorso in aiuto della città assediata, strada facendo si impadronì dì R. dove p rese 26 pezz i d'artiglieri;a , armi e munizioni,

e fece prigioniera la guarnigione. Nel 1734, essendosi il duca di Modena dichiarato iu favore degli Imperiali contro gli Alleati franco-spagnuoli, questi inviarono il duca d'Harcourt. a R. per impadronirsene e la città si arrese a discrezione. Nel gennaio 1746 venne occupata nuovamente dagli Spagnuoli. La dinastia degli Estensi , salvo le brevi in_terruzioni accennate, continuò a tenere la signoria d i· R.

la bandiera t ricolore. Essa venne poi fusa con la Cisalpina nella Repubblica italiana, quindi fece parte del Regno Italico. Caduto Napoleone, il trattato di Vienna <lei r8r5 restituì il ducato a Francesco IV <l'Austria-Este. Dopo !e guerre dell'Indipendenza, per jl plebiscito del ro marzo 1860, R. entrava a far parte del Regno d'Italia . È sede del Comando <lei 57° distretto m ilitare. l. Trattato di Reggio Emilia (27 febbraio 1649). Pace fra Spagna e Modena. li duca di Modena d ichiara di licenziare le milizie e i ministri francesi; inoltre si obbliga alla difçsa del Milanese, a non allearsi colla Fr ancia o con altri nemici della Spagna, ad accordare agli eserciti spagnuoli passaggio e vettovaglie, ad accettare in Correggio presidio spagnuolo. La Spagna promette d i sgombrnrc gli Stati d el duca non appena saranno uscite le truppe francesi. Il duca, sperando di far acquisti nel Milanese, si era alleato con la Francia nel settembre del 1647. Scoppiata la guerra della Fronda, i] cardi.nale Mazarini dovette richiamare parte delle forze che teneva in Italia; ]o

;

Stemma della Repubblica r~ggian a nel 1 796

fino al 1796, nel q uale anno i Reggiani si l' ibc llarono, proclamarono la repubblica, e tolsero agli Austriaci il castello di Montl·cbiarugolo . Nel 1797, fu proclamata a R. la « Repubblica Cispa([ana una e iu<livisibile 1> adot tando

~ bemòlizione. della cittadella (dipinto di A . Prampolioi)

Spagnuolo Caracena, governatore di Milauo, ne approfittò,

e, coli 'jntcrvento del duca d i Parma, Francesco d'Este, fu concluso questo t~attato, che fu reso nu'l lo appena il Maz.arini, vin ta la Fronda, potè rimandare forze in Italia.


452

REG H.

Assedio di Reggio Emilia (1655). Appartiene alle

gt>cm.: tra Francia e Spagna in Lombt,rdia." Il duca Fran-

cesco I d 'Este , allo scopo di poter tornare rn possesso di l'erra ,·a, ced uta dal duca Cesare al pontefice 11el 1598, aveva abband!Jnato la Spagna e si era accostato a lla !•rancia ch iedendo le protezione ed aiuto. l i ma rchc~e Caracena, governatote della Lombard ia, per punire l'Este nse, mosse nel marzo 1655 contro & lui. Il duca chiamò alle anni le milizie, 1101nlnò il rnarchcsc Tobia Pallavicini, genovese, maresciallo d i campo 1

fece

ReG.

padronirsi di R., e il 9 agosto accampò a San Prospero, sul la fronte settentrionale della cìttà. La quale poco valeva come fortezza, ma l'acquisto ne era molto impor-

,,

restaurdrc

le mura e cost ruire pa!jz.z.ate, terrnpicni e· trin•

cce. G li Spagnuo.l i giunsero davanti a R. il 15 n-1arzo. Uscirono i mmed iatamente <!a lla città il come Baiardo con la cavaller ia e il marchese Pa llavicjni con 1 :mow schettieri e in breve si accese una 1nischia. Gli Reggio Emilia assediata <lagli Spagnuoli nel 1655 _(dal Ptccinini) Spagnuoli investirono la città i l 15 marzo, dopo . tante per il principe, per il completamento delle basi dcl,;ualche scaramuccia, e subito le w lscro l 'acqua, deviando il corso dei canali che l'attraversavano. Dopo qualche giorno i 'esercito. li comandante era francese; il presidio si componeva d i un bgl. e di alcune cp. del rcgg . estense Rangli assediant i però vennero a mancare d i vettovaglie, e nella none dal 22 al 23 marz-o in silenzio abbandona- goni, con 36 pezzi d'artiglieria. All 'intimazione di resa i! comandante rispose con un rifiuto, Nella notte dal ro rono le loro posizioni e passato il Po tornarono in Lomall'n agosto gli Imperiali si stabilirono in ,:,rossimi tà del bardia . ~

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Pianta di Reggio Emilia nel sec. XV II

111. Assedio di Reggio Emilia (1706). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagoa. Dopo la presa d i Carpi e la resa d i Modena, il principe Eugenio ritenne utile im-

fosso del la cittadella, senza aprire la trincea per ri sparmiare tempo, i l che fu causa di qualche perdita. L'u agosto fu compiuto l 'investimento; il generale Kriechbaum


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REO

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mosse all'alba dal campo di San Prospero con una brigata di fan teria e <luc regg. di cavalleria per operare un attacco; il genera le S inzcn dorff con 2 regg. dragoni ch iuse le strade sulla sr. del Crostalo . Nella no tte seguente anche l'attacco del Krichbaum prese piede a 50 passi dal fosso. Prevedendosi un te ntativo d : scampo del p residio verso ovest, e saputo che verso Parma apparivano g rosse squadre d i cavalleria nemica, furono messe su lla sr. del Crostalo alcune cp . di granatieri, e fa.no avanzare verso l'Enza il colonnello Saint-Amour con 300 cavall i. l i g iorno 13 agosto la cittit si a rrese a discrezione, mentre i l prcsi,lio si ritirava nella cittadella. Nella notte dal 13 al 14 gli assed ianti irruppero nd fosso della medesima, e stavano lavorando di mine 11ella scarpa, qu ando il comandai;ite chiese d i carlitolare. Il presidio fu tenuto prigion ie ro, compres; g li Estensi, d'intesa col duca di .Mooena, per non d estare sospetti nei Gallo- lspani d el presid io di Modena, ov'crano pure truppe ducali . 13ottino d egli Imperiali : le ar tiglierie, 50 q uintali d i polvere , approvvigionamenti. Eugenio pose come p resid io a R. 500 fanti e 100 cavalieri, sotto il comando del colonnello Neuf:orge. La città venne rimessa in stato di di.fesa .

LV. Combattimento di Reggio Emilia ( 1814) . Il 6 marzo il re di Napoli, Gioacchino Murat, rin forzata l'avanguardia degli Austro-Napolitani, comanda ta d al ge n. Stahremberg, con un regg'. di fanteria · e · u n a <livis.- d i-cavaller ia napoletano, passò la Secchia, seguìto a b reve distanza d alla dì vis .

Carascosa,

e, attaccata

I 'avanguardia

francese,

la

sbaragl iò e la costrinse a ritira rsi dentro R. Il generale Severoli lasciò in città il gen. Soulicr con 4 bgl. , si portò davanti al nemico con tre bgl. italiani e la brigata Ran,#

bourg, e distese la fanter ia a cavallo della grande strada Emil iana tenendo la ca valleria in seconda linea . Ben presto il re <li Napoli spiegò davanti a lui il suo esercito e si venne ~I combattimento. La sproporzione delle forze era enorme , ·gli Aumo-Napoktani avevano sul campo olue 20.000 u. mentre g li avversari non supcrava110 i 3000 combattenti. La resistcoza dei tre piccoli bgl. italiani fu eroica; quantunque iJ gen . Severoli fosse messo fuori combattimento fino dal p rincipio dell'azione, avendo avuto una gamba .fracassarn da una p,1lla cl i cannone, le trup pe franco-i taliane continuarono a battersi agli ordini del gc11. Hambourg per molto te mpo; ma al la fine. la superioritA delle forze li obbligò a rient rare in R., che iì_ re <l i Kapoli fece attaccare . L;t resisten za d ei gen . Sou lier e Rambourg fu ta lmente [orte e le perdite d a essi causate al nemico tan to g randi, che Murat, d isperando di averne ragione con la forza . propose loro J i cessare il fuoco e d i evacuaret: la città . I ùuc generali acconsen tirono, e, ripassato il Crostolo dura nte la notte, il g iorno d opo si riuniro.no alla div is. Gratien dietro l'Enza .

Reggiolo. Comu ne in prov. di Reggio Emi lia. Appartenne anticamente ai vescovi d i Reggio, poi alla contessa Mat ikle, indi ai Cremonesi e ,Reggiani alleati. N el secolo seguen te, essendo stato pit1 volte assalito dai Man tova ni, ì Reggiani vi costru irono (1240) la rocca che ancora conservasi in parte. Nelle continue e complicate vicende guerresche d i quei tempi seguì genera lmente le vicende d i Reggio. G iberto d a Correggio, nel 1307, lo tolse agli Estensi. Dopo G iberto, ebbe a d o m inatore i l ghibellino Passerino dei Bo naccol;i, signore d i Man tova e d i Mod ena . Alla caduta dei Bonaccolsi se ne impadronirono i Gonzaga con tutta la plaga .

(

REO

Castello di R eggiolo (sec. Xlll)

Reghini (Gerolamo) . Capitano del sec. XVI , nell'esercito spagnuolo di Filippo Il. Combattè lungamente in Fiandra ag li o rdini cli Alessandro Farncsc. Reghini Giovanni Battista . Generale, n. e m . a Fi0 rcnzc (1 837-1922) . Ptov<:nicntc dall 'cscrcito toscano dov'era sottot. nel 1859, passò in q uello italiano come tenente d i fanteria e partecipò alle campagne <Id 1859 e 1866. Colonnello nel 1884, comandò la brigata Abruui ; nel 1894 [u collocato in P. A. e nel 1898 a riposo. Nel r9or (u promosso ten . tenera le nella riser va .

..

Reglii11i Lfligi Paolo. (;enera!e, n. e m . a Firènze

( 1842-1911) . Sottot. d 'art. nel ;860, parteci pò alle campagn-~ del 1866 e d el 1 870 . Si d istinse nel 1882 òurantc Rcghini C. D. l'inondnione d el Veneto e meritò nel 1885 la med. d 'argento io un crollo avvenlllo a P alermo . Colonnello nd 1891 , comandò il 6° a rt. ; magg. generale nel 1897, ebbe il comaudo d 'a rr . in Napoli. Nel 190(} fu collocato 11ella riserva e nel 1906· fu promosso tcn. generale .

Regl,ini nob. Rafjadlo . Generale, Bolzano (!868-J930). Sono t. cli fan a ia nel 1888, fre1 quentò poi la scuola d i

n . a Vinci, rn . a

guerra. Partec ipò r, lla guerra italo -turca d el r9n-1912 ed l Kelia (1911) meritò !a med . J 'argen to . Colo nnello nel 1916, comandò nella guerra cont ro l 'Austria i l 154 ° fanter ia ed a Castagnev 1zza meritò u-na\ seconda mcd . ,!"argento (mag~io 1917) e !a croce da cav. ,le ll'O . M. S . (agosto 1917) . Colo nncilo br igad . comand . !a b rigata Venezia ncll'ottc>• R eghini Raffaello brc J917, per le azioni dello stesso mese sul Tagliame n to ed a P lava fu decorato della c roce <l' uff. d cll'O. M . S. Br igadiere generale nel 1918, d ivenne nel 1926 ispettore d i mobilitazione della d ivis.


REG

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mii. di Firenze. Generale di ,.divis. uel 1927, ebbe il CO· mando della divis. mii. di Bolzano.

successo le opecazioni navali sconfiggendo Antioco e conquistando la città d i F ocea.

Regillo, Antico nome di un piccolo lago del Lazio ad oriente di Roma, forse il lago della Cava presso I' Algido; ,forse il lago di S. Prassede, cratere di vulcano spento; forse la valle, oggi asciutta, d i Isidoro. Ha dato il nome a una battaglia del 496 a. C. tessuta d i leggenda e di favola. Sarebbe stata combattuta da Tarquinio il Superbo e dai suoi figli, espulsi da Roma e collegati coi Latini, con-trn i R,)lnani capitanati dal dittatore Aulo Postumio A lbino . Si ha in essa il duello fra il d ittatore Postumio e il vecchio Tar-

Regima (Er). 8org;.1ta della Cirenaica, a 30 Km. a sud di Bengasi. Ebbe un anrico fortilizio, sostituito da una ridotta italiana.

Accordo di Er Regima (25 ottobre 1920). Fu concluso fra l'Italia e i Senussi, rappresentati rispettivamente dal senatore De Martino, governatore della Cirenaica, e deJJo sceicco Saied ldriss, al quale il trattato assicurava il titolo d i emiro dei Serrn,si, mcmre conferiva onori ed appannaggi a personaggi della famiglia senussita. All"emiro veniva concessa J"autonomia amministrativa d elle oasi di Giarabùb, Augila, Gialo e Cufra, con facoltà di risiedere '1d Ageda bia . Dal canto suo i.I oi.:ovo ·principe doveva fare sgonibrare d:1! suoi annati la Cirenaica, con sciogl imento dei campi e posti armati, entro otto mesi dalla firma dcli 'accordo. Doveva inoltre im1alzare la bandiera it.iliaua Jll"i territori a lui lasciati in amministrazione. Infine doveva far cessare, entro il l imite di tempo accennato, qualunque or-

q uinio, che rirnanc

ferito; e quello fra Eb uzi o, maestro dei cavalieri mmani, e Ottavio Man1ilio, signore di Mcd agi ia commemorativa ddla battaglia del lago Regillo Tuscolo, che si 'feriscono a vicenda. Allora contro Tito Tarquin io, comandante della coorte degli e1nigrati romani, slanciasi M. Valerio fratello del Popl icola, il quale viene colpito a morte. I Romani si sgomentano, Jna Postumio li incuora e sbaraglia con la sua coorte gli emigrati. Mamilio si sforza di riordinare le sue schiere, ma cade trafitto da P . Erminio, il quale si accinge a togliere l'a rmatura di Mamilio, ma viene ucciso. Postumio allora fece appiedare la cavalleria ed assalì i Latin i con tale impeto che li mise in piena rotta . 1 figli di Tarquinio rimasero morti e il Superba si ricoverò a Cuma presso il tiranno Aristodemo, dove cessò di vivere poco dopo . Prese parte a q uesta battaglia Ca io Marzio, detto poi Coriolano, che si meritò una corona . Tale virtor<a romana tolse al re Tarquinio ogni speranza d i poter più ricuperare il trono di Roma . In questa confusa azione militare la critica d isùngue due fatti : l'uno è la guerra d i Ott;wio Mamilio in favore <li Tarquinio, cui andava debi tore del principato conseguito, I "altro è la guerra dei Latini per ricuperare l 'ind ipendenza . Ammesso pure che i Latini abbiano preso parte a questa battaglia, la vinoria dei Ro111ani non dev'essere stata deGisiva, poichè i Latini non <leposero le anni se nor1 tre anni dopo (493 a . C.), cioè quando strinsero coi Romani u11 patto federativo su piede cl i uguaglianza. Reg;//o L. Emilio. Generale romano. Nella guerra con-· tro Antioco dell 'anno 190 a. C. condusse con vigore e

gauizLaàone politica, a1n1n inistrativa o n1ilttare creata nel

leri·itorio sottoposto alla sovran ità del governo d'Italia. Nell'accordo era p ure contemplate che l'emiro rion avrebbe potuto muoversi se non previa autor izzazione del governo della Colonia; che non poteva mantener~ armati più di rnillt uomini; che non gli era concesso di riscuotere dalla popolazione musulmana altro che le decime religiose. Questo accordo non venne rispettato, e fu rinnovato nel 19 21 a Bu Mariam (V.). Ma tutto ciò sparì in fine del 1922, con l'affermazione della piena sovranità dcll" l talia nella Libia, in base alla nuova politica creata d al regime fascista .

Regina. Reggimento d i fanteria delle Due Sicilie, costituito con elementi spagnuoli nel 1734, e riordinato con elemen ti nazionali nel 'ì57 · Nel 1808-09 cornbattè nella penisola Iberica contro i Francesi; nel 1815 èlivcrrne j ( 2''1

rcgg . d i linea .

Regina. Rcgg. d i artiglieria delle Due Sicilie (2') creato nel Iì80. Partecipò alla spedizione del 1801 in Toscana.

Regi,111. Reggimento di cavalleria delle Due Sici lie, creato nel 1734 con elementi napolelaJ1i e facente parte della cavalleria nazionale nel r7.80. Partecipò alJa battaglia di Velletri nd 1744, alla guerra di Lombardia (1794-97), :,Ila guerra del 1798, alla spedizione del 1801 in Toscana. Nel 1820 partecipò al movime~to eostituzi.on,ilc; sciolto nel i82, , vennt: rjcostituito nel 1822.

Le alture di Er Regima (aprile

19 1

3, occupazione italiana)

)


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R EO

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Regina. Reggimento dragoni, derivazione nel 1805 del ~"' regg. ussari della repubblica Cisalpina. P artecipò alle battaglie napoleoniche facendo parte dell'esercito d 'Italia.

REO

mico occupando Opp4cchiasclla e spingendosi verso il Pccinka. Trasferita in Carnia dall'ottobre del 1916 al febbraio 1917, ritornò sull'Isonzo nel settore di Vo lkovoiak;

Rcgi11a. Brigata di fanteria d i linea che r itrae le sue ong1 □1 dal bgl. « La Regina », cost ituito nel Ii34 con clementi delle valli Valdesi, su ro cp . e che nel 1741 diventò rcgg. su 2 bgl. ( 20 cp.). Nel T799 formò, coi regg. d i Piemonte e la Marina , la 3·' brigata <ii linea al servizio della Francia, sciolta nel maggio dello stesso a nno. • Nel 1814 il regg. del la Regina fu ricoslituito e l'anno successivo incorporò i l regg. d i Asti e parte d i quello d i Mondovì, prendendo il nome d i Dragone del brigata Regina. Nel 1831 si scisse in -reggimento Regina d ue rcgg. r<> e 2°, clte nel 1839 diven(esercito italico) nero 9° e 10° rcgg. fanteria (brigata della Regina). Nel 1871 la brigata fu sciolta per essere .riform ata nel 1881. Partecipò alle seguenti campagne:

J734-35, i74z-48, 1 744, 1 792 ·95, 1799, 1815, 1848-49, l855· 1856, 1859, 1860-61, 1866, 1895-96, 19u- r2, rneritando il -9° regg. una med . d 'argento nel 1848 a Governolo e la mcd. d'oro a Palestro, e i l 10° la mcd. d i bronzo al pas-

Brigata Regina (uniforme del 1833)

della Sesia e quella rl 'arf,ento a P alestro (1859); la medaglia d'oro a Caste lfi. dardo (r86o). , D urante la guerra Italo - austriaca (19151918) per -la quale il 9° regg. costituì il comando della brigata Lecce cd il 265° rcgg. t<l il I o 0 il coniando della brigata Bari ed i rcgg. i39°, 164°, 220° Bandiera del regg. della Regina (1786) e 266°, la brigata Regina operò inizialmente Slll momc S. Michele , la cui cresta conqu istò J1e\ ,,.,. g lio 1915, ma dovett~ su bito abbandonarla per l 'intensa reazione avversaria. Fino a l g iug no del 1916 la brigata continuò a combattet e in tale zona; il 29 di detto mese,

operò poi in quel lo dell 'On igara e sull'altopiano di Asiago; nel giugno 1918 espugnò il M. Val Bella. Nell a battaglia di Vittorio Veneto passò il Piave verso Abbazia di Vidor e giunse fino a Pieve <li Soligo. Per il suo contegno i n g uerra meritò la citazione sui bollettini di guerra del Comando Supremo ,111. ~93, 903, 906 e 1136 r ispettivamente del r4 marzo 1916, 13 e 16 novembre 1917 è 3 luglio r918. I suoi regg. ebbero la medaglia d'oro e c1uella di bwnzo al valore; la motivazione di q uella d ·uro dice: <, Con mirabile energia e tenacia, ora muovendo al l'act~1cco, orJ resistendo a violenti ed in• sidiosi assalti nemici , rese ro col loro sangue, sacro alla ' Patria il M. S. Michele e le sue ba lz.c (luglio-ottobre 1915, marzo-giugno 1916) ». Nel 1926 la br igata assunse i l numero di 23• e fu costituita su rre regg. 90, ro" c. 47°.

Medaglia della Brigat a Regina

Brigata Regio.a: Festa del to0 reggi.m ento

investita dal nemico con un improvviso lancio d i gas- asfissianti, subì rilevanti perdite, ma mantenne le posizioni affidatele . Durante la battag lia di Gorjzia inseguì i l ne-

Festa d <;:i .reggimenti : per il 9° il 24 ottobre, anniversario del combattime nto a S. Michele del Carso {r915); per il 10° il 29 giugno, ann_ i_versari<:> del combattimento a Bosco

sagg 10


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REO Cappucc io (1916). Colore delle mostrine: bianco. Motto dei rcggime1ui: « Sicut te candidi, cand idissima Regina» . La brigata ebbe in gue rra i seguenti comand ,uiti: magg. gcn. Marghieri (19r5); magg. gen . Carbone (1915 e poi 19r7); magg. geo. 1\Jlia·f\a' (i9T5); màgg. gen. Saìler · (19t5-\6); rolo~ncllo C,1kierara (1916-17); col. hriga<)iere lliancardi (1917~18); brigadiere generale Assum (~9r8). Le sue perdite in, guerra an1n1ontaro no a ufficiali morti 1.59, feriti 112, dispersi 98; u. di truppa m. 3356, f. 9742, d . 3994· Regina (Drago111) V. Dragoni della Regina. Regina. Fregala in legno, <li 2913 tonn . noni, varata nel 1830, radiata nel 1870.

da 6o canCorazzata Regina N!argh'erita

Regina M.arghenta. Piroscafo noleggiato per conto dcli'esercito cd equipaggiato come nave ospedalt: per la guerra libica del 1911-r2 dall'Ord ine di Malta.

La fregata Regina

Regina Elena. Corazzata, varata dal Cantiere Odero di Sestri Ponente nel 1904, lunga m. 132,60, larga rn. 22,40; dislocamento 101111. 12.654; apparato motore 19.299 cavalli, velocità miglia 20,8. Armamento guerre~co cannoni 2 da 305 e 12 da 203 . Personale d 'armamento 711 uomini. Radiata nel 1923. li suo motto era: « Pro patria et rcge » .

Corazzata Regina Elena

R,·gina l.rabella. Corvetta in legno, a vela, di 2592 tonn. , nel 1827 a Castellaml)iare. di Stabia e passata a far parte dei R. naviglio nel 1860. Parrecipò nel 1828 ,illa sped izione napoletana a Tripoli·, e alla spedizione del 1848 nell'Adriatico. Fu radiata nel 1863. c◊struira

Regina Margherita . CorazLat:1, vara1:1 alla Spezia ne l lunga rn. 130, Luga m . 13,8.1; <i islocamento ton nel~ lare 13.427; apparato motore 19.822 cav,illi, velocità migl ia 20,2. Armamento guerresco : ca nnoni 4 <la 305; 4 da 203 e J7. da 152. Personale d'armamento : 797 uomini. L' 1 1 dicembre 1916 allon<l ò per urto s11 mina nelle acque <li V,ilona. li suo motto era: « Per l'onore <l'Ital ia)>. 190 1 ,

Regione fortificata. .t costiruita da un insieme di opere disposte 'in modo da racchiudere uno spazio piuttosto vasto, nel quale non possa penetrare il nemico senza sentire l'a,.ione d i una o più dj dette opere; si hanno regioni fonificate di pianura e di montagna, le prime ordinariamente più estese, le seconde più ristrette. L'idea dr sostituire gruppi di piazze forti alle piazze forti isolate, ossia l'idea della R. F., cominciò ad essere emessa fin dai primi anni del secolo XIX dal gen. del genio francese Maurell ian nel 1816. Dicci anni dopo il gen . Ouvivier, irt una sua opera sulla difesa degli Stati, proponeva di concentrare tutte le fortificazioni della Fra11cia in una grande piazza triangolare, avente per vertici Nevers, Moulin e Digoin, nonchè due lati formati dalla Loire e dall 'Allier con un perimetro d i 190 Km. e un~ superficie d i 2000 Kmq. Vi sarebbero state 250 ridotte in muratura, disposie a scacchier;:l su tre linee e provvjstc <.li ricoveri per 100.oòo uorn.ini. Nel l'interno d i questa R. F . puramente militare

si sarebbero costruite caserme per altri 100.000 uomini, ai·senali , magazzini e altri stabilimenti militari necessari a ll'esercito . Il colon nello dc Laage pubbl icò nel 1829 un progetto <li difesa di Parigi, nel quale proponeva di addossare alla cinta daziaria dell a ciuà tre cittadelle, e <li costru ire, a 25 o 30 Km. d i distanza , t re fortezze di primo, ordine, con 20 .00 0 uomini di presidio ciascun~, la pl'ima alla conHuenza dell 'Orge e della Senaa, la seconda alla confluenza dell 'Oise e la terza su lla Marna all'altena di Bréyonue. Von Clauscwitz accenna pure, nei suoi scritti,. al grande vantaggio che offrono i gruppi cli due, tre " quallro fortezze, poste a d istanza d i poche giorna te èì marcia da un cenu-o comune. Nel 1830 il gcn. Pa ixhans proponeva grandi posizioni forti ficate d a stabi lirsi sopra r i:~scuna linea d 'invasione, nelle quali J'jntero esercito potessi: a luogo v ivere ed agire . Ognuna d i wli posizioni voleva costituita <la quattro o cinq ue piazze forti , d i cui una in posizione centrale rispetto alle alt re. La piazza centrale clovcva essere collegata con quelle perimetrali mediante linee <li fortificazione, rafforzate d a , ridotte, od ancbc mediante un corso d '.acqua, una strada a fossi r.ivestiti> ccc . Per la Francia egli reclama va tre posizioni fortificate : a Soissons, presso Montmèlian e a Belfort. Pi,1 tardi 1'ldea delle region i fortificale si trova sostenuta d al gen. Willisen . Verso il 1876 la teoria delle R . F. fu sostenuta dal gen . del genio mii. iraliano Araldi. Questi riteneva che il campo trincerato isolato, vale a d ire quello noa solidamente collegato in modo pressochè insupera bi le alk basi pri ncipali di cl ifcsa d i un vasto paese, fosse più dannoso che utile alla


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d ifesa del paese stesso. ,, E d infatti, egli scri,•eva, se l'eser cito d ifensore od una sua parte cospicua si rifugia dentro d i esso, si espone ad t·sscrc preso pr igion iero per fame in un tem po tanto pil.1 breve quanto maggiore è la sua !orza nun1crica; e se, <.lopo <..l i aver ope rato attorno d.i esso come perno si ri-tira e lo abbandona al proprio p residio norma le . il cam po trincera to cade in potere del nemico tan to più facilmente guanto più grande è il suo sviluppo esterno ,> . Secondo il prcfoto generale, perchè arlunque un campo t rincerato potesse utilmente servire alla difesa <li uo vasto paese, bisognava prima -d i rutto che soddisfacesse aJla cond izione indeclinabile d i essere solidamente congiunto acl un,1 almeno delle basi p rinripali della d ifesa, erl in modo t ale che risul tasse impossibile all'invasore di nabilirsi fra il campo trinccrMo e questa base. Ma, più che sui campi t rincerati , il gen. Araldi voleva basarn la d ifesa interna di uno Stato sulle linee <l i ostacoli naturali organizzate a difesa, e sulle regioni fortificate, che egli definiva « una combinazione d i linee d i ostacoli naturali racchiu denti s1\azio ». Per la d ifesa d'Italia egli voleva, t ra le al tre opere, tre regioni forti ficate : quella del quadrila1ero veneto, quella d i Bologna e quella d i Roma. Il principio delle 1 <. F. è stato ampiamente svolto dal gcner~ lc Brialmont nella sua uhima opera, intjtolata ({ Lcs régions fortifiécs )> . Secondo

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vallata; se la regione era molto estesa, doveva occuparne possibilmente la parte cent rale . Essa era ordinata a grande carnpo tri ncerato per servire com e perno di m anovra . Le altre piaz.z e era no a p iccolo can1po trincerato, servendo

soltan to come pun ti <li appoggio . Talvol ta si sarebbe p resentata la necessità d i ord inare a grande campo trincerato due o tre piazze della regione, e ciò quando questa non avesse avuto p iazza interna e l' attacco nemico potesse

es-

sere d iretto su d ue o su tre lati nd caso d i regione a t re piazze e su tre o q11at1ro la, i nel caso d i regione a quatti·o piazze. Le p iazze forti perni d i manovra dovevano avere i fot1i stacca ti d istanti almeno 8 Km . dal perimetro del nucleo abitaro, od anche d i più se questo <:ra destinato ad un rapido ingrandimento; la loro cinta conrinua, d i sicurezza, era costruita in tempo d i pace sé la piazza trovavas i al perimetro della regione, mentre se essa

ne occu pava il centro poteva costru irsi al momen to, del bisogno. Le piazze d 'appoggio dovc,·ano occupare pu nti stra tegicamente o ta tticamente im portanti. Ad tssc IJO!l si do-

..

il Brialmonr. esse er.ano sp~-

òalrnenre necessane per le difficult:\ che p resentava lo ~bocco di un'arn1ata in\'Cstita cd osservata io ur;a piazza a campo t ri ncerato, e per la limitata indipendenza clic avrebbero dato a qucst 'armata un perno un ico ed una linea d i ritirata pure unica, generalmente protetta dal perno stesso. Esse potevano essere destinate tanto alla ,lifesa di tma frontiera non montuosa quanto alla difesa interna . Una regione fortificata doveva essere abbastan,:a grande perchè le t ruppe dest inate alla sua difesa non vi potcsstro venire bloccare, però non così estesa che !"invasore potesse artacc;irvele ai l'.infuori del raggio d'azione delle piazze forti che cost ituivano la regione. Per soddisfare a queste

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Reg ione fortificata triangolare con perno di mrrnovra ::il centro

veva dare che i 'estensione necessaria p.:!r mettere una bri..-

m ila uomini : men tre le region i d i m~ggior estensione .

gata, o éccezionalmc.u lc una .,_i ivis-ione, a l sicu ro di un bombardamento eseguito con pezzi <la campagna. Perciò i forti venivano collocati ad una d istanza mc.dia di lre Km . dal nucleo cen trale, accam;>an do le t ruppe mobili presse> la linea , li questi forti verso l'in terno della regione. Nel caso però 'che il nem ico le avesse bomba rdate con pezzi di medio calibro, si sarebbero elevate nell 'intcrno del nucleo un numero sufficiente di costruzioni alla prova per uso di magazzini e ricoveri per il presid io. Le pi:t7.ze d 'appoggio,. potendo essere at taccate fin dall'inizio delle ostil ità , dovevano avere la cinta costruita fin da.I tempo di pace_, con carattere permanente . Le piazze ·forti · tosl cost_iruite soddisfacevano a rutte le esigenze militari , ma, siccome potevano essere bo,:1bardate con pezzi cli medio calibro, ni: convenendo, per ragioni econon1iche 1 allonta nare nrnggionn<::.ntc i fort i dal nucleo, si consigliava di scegl iere luoghi non abitati per creare piazze d'appoggio co n c~rattere puramente militare . In tal caso la loro cinta co_n•cinua poteva essere sc~tituita d a u n gran de forte colle costruzioni 11ecessaric per i l ricovero dei depositi viveri e m•rnizioni della piazza . I forti st accati, sia delle piazze perni di manovra che di quelle d i a p poggio, avevano un intervallo massimo di 4 o 5 Km . Quelli tr a essi , che per condizione del terreno o per la loro situazione rispetto alla linea <l i operazione del nem ico, non erano soggetti ad atlacchi rego1ari,

e quind i colla piazza interna, convcni,·ano soltanto ai gran d i Stati . La pri ncipale piazza d i una regione fortifi• cata doveva cs,ere sempre un pu nto strategico imporrante, gcneralincntc una cirrà situata sopra un g rande corso d 'acqua, o al nod o d i pa recchie strade, o allo sboccn di una

cornunicazioni tra le piazze forti cl i una regione dovevano essere facili, sicure, e defilate alla vista del nem ico o <la o ndulazioni del terreno o d a p iantag ioni . Si doveva cercare che fra u na piazza e l'altra _:•i fosse una via d iretta cd

o pposte esigenze, le piazze dovevano ocwpare i vcn~i <li uo poligono (di solito ui, q uadrilatero o un 1riail,;olo, avente almeno roo _Km .. d i sviluppo,r ed esse re a d'.sta,,rn fra loro J1on superiore ai 25 o 30 Km.; ,1uando s, fos\~ voluto superare questo limite sarebbe convenuto occupare

con una p iazza (orte, o almeno con un forte_, il centro di tale inter vallo. .Il numero delle piazze forti Qccorrenti a costituire una regione fortificata ven iva determ inato dalla natu ra del luogo : se la regione era stabilita su due corsi d'acq ua press'a poco paralleli , ccmc l'Adige e il M incio, essa d oveva comprendere 4 p iazze a doppia resta di pnn1c ; se la regione era stabilita nell'angolo formato da due fi umi , si poteva ridur re questo numero a 3 , st abilenrlo una delle piazze al pu nto d i confluenza <lei due fi umi. Se la re-

gione n1ancava di corsi ~iiacqua> .le pjaz7..c dovevano occu

1

pare nodi. stradali, sbocchi di vallate od altri pu nti importanti, scegl iendo questi punti in modo d a non avere d a costru ire più di q uattro o cinque piazze forti,~ compre.s:1 quelJa interna quando fosse

necessaria . Una regione for-

tificata d i tre o quattro piazze, d isposte ai vertici d i un triangolo o di un quadrilatero, coi lat i d i 25 a 30 K m , d i lunghezza, conveniva specialmente per la d ifesa d i piccoli Stati , il cui esercito arrivo ol rrepassasse raramente i 1 20

erano armati specialmente con cannoni a Liro rapido . Le


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u na indiretta meno esposta e q uindi più internata. Sui corsi d'acqua attraversanti la regione si dovevano cost ruire a l momento d i metterla _in stato d i difesa pomi di circostanza protetti da ridotte o da trincee. Se nell"intérva llo fra due piazze situate sullo stesso cors'! d'acqua esisteva un ponte permanente, questo doveva essere difeso d a un forte, situato sulla sponda da cui si batteva meglio la strada d i accesso. I ponti provvisori da costruirsi per facilitare la

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o--•-..------------.. -.---..--•.-ò • e Regione fortificata quadrilatera con pc.rno di manovra a uno dei vertici (P)

sortita o la ritirnta del le t ruppe della difesa, dovcva1\0 esse re stabi liti in vicinanza delle piazze d 'appoggio. A tempo opportuno la difesa poteva essere com pletata con o_perc cam pali da occuparsi a seconda delle circostanze . Le regioni fortificate dovevano poter resistere ad un attacco di viva forza eseguito 1nenlre le truppe a cui serviv,1no di perno di manovra fossero ancora !omane. Bisognava quindi che esse avessero scn1prc una riserva mobile, destinata ad

accorrere in soccorso della piazza o del le piazze minacciate. Questa riserva, coi presidi delle piazze, costituiva il « presidio d ifensivo » della regione, ment re le truppe <lestinatc alia manovra costituivano il « presidio offensivo ». La riserva mobile era d i fona ,·ariabile secondo I ·importanza della regione; d i solito però non inferiore a 3 d ivis. per poter fornire truppe attive alle piazze· di appoggio (una b rigata al minimo) e conse rvare un nucleo di due o tre brigate. Essa occupava la p iazza a g rande campo trincerato, d oven do J' i11terno dell a regione essere riservato al presid io offensivo. Come esempio di regione fortificata si può citare quclb destinata alla d ifesa generale del Belgio. Essa doveva essere costituita dalle piazze <li Anversa (perno di manovra). Termonde, Malincs ed H ercn tals (piazzè di .appoggio). La lu11ghezza dei suoi lati era rispettivamente d i 30, 26, .?<) e 28 Km. Il Brialinont ne aveva proposto la costruzione fin dal 1866, ma sostituendo Hercntals con Lierre, le cu i fortificai.ioni era no ancora in pane csistcutì. Questa rcgi<J11c però non venne che imperfettamente ordinata, pcrchè, invece di fortificare Mal ines, si creò una testa d i pon te sulla Nèthc a tre Km . indietro a quella città. Regis (Michele). Generale de l sec. XIX , n. di Cc,,sti .. gliale di Saluzzo. Dopo aver servito nell e armi piemontesi, fece le campagne dell'epoca napoleonica al servizio della Francia. Dopo la caduta dell'impero napoleonico fu promosso colonnello del 31° rcgg. francese, ma preferì tor-

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nare in Piemonte, dove passò nella legione Reale Piemontese. Nel 1817, colonnello, ebbe il comando della brigata Savoia, dalla quale fu tolto nel 1821 per la parte a ttiva presa ai moti <li quell ' anno, al comando delle truppe liberali che furono battute a Novara. In seguito alla sconfitta e1nigrò, recandosi a combattere nella Spagna. Nel 1848 venne reintegra to nel suo grado, com~ndò la ·d ivis. mii. cli Genova e nel 1849 fu collocato a r iposo . Regis conte Gaspare. Generale, n. a Costigliole <li Saluzzo nel 1792. Volontario al servizio di Francia, partecipò alle campagne del 18u, 1813 e 1814, nel quale anno entrò nell'esercito sardo come tenente e prese parte alla campagna contro la Francia del 18l5, Trasfer ito nei carabinieri nel 1816 si segnalò nel 1824 nella spedizione della Gallura contro bande di masnadieri. Colonnello comandante i l 2° regg. della brigata Acqui nel 1834, fu promosso mag.g . generale comandame la br igata Piemonte nel 1839. Nominato ispettore della contabilità dei corpi nel 1844 , ebbe poi il comando dell.1 divis. d i Genova e fu promosso magg. genera le nel 1848. Membro del cong resso consultivo permanente della guerra pochi mesi dopo, venne collocato a riposo nel 1852. Regis Gioachino. Generale, n. a Mondovì m . a Roma (t8n-r885). Sottot. di fanteria nel t 831, combattè nel 1848 e 1849 e meri,ò la mcd . d'argento a Staffalo e Milano, ove rimase ferito, e la menzione onorevole a Novara. Combattè in Crimea e nel 1859, nel quale anno divenne co lonnello del 10° fanteria che comandò a Palestro ottenendo la croce d 'uff. dell'O. M. S. Magg . generale comandante la brigata Savona nel 1860, si d istinse a Gaeta. Ten. generale nel 1861, comandò le divis. di Livorno, Bari e Cagliari e nel 1867 fu collocato a riposo .

Regis Stefano. Generale medico, n. nel 1836, ~n. a Rom a nel 1899. Medico d i bgl. nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866 e meritò la menzione onorevole. Colonnello nel 1882 fu direttore dell'ospedale mi i. di Roma, poi fu segretario all" ispettorato d i sanità mii. Maggior generale med ico nel 1893 fu ispettore e poi ispettore capo di sanità rnilitare.

Reg i!i Gioachino

Regis Giovanni

Regis Gio11a1111i. Gcncrnlc, n . e 111. a Tori110 (1839-1914). Sottot. del genio nel 186r, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1892, comandò il collegio mil. d i Roma e poi iu direttore territoriale d el gen ,o ad Alessandria. In P. A. nel 18951 passò nella riserva nel 1899. Fu promosso magg. generale nel 1903 e ten. genera le nel 191 2 .

Régnault (de Saint-Jean d' Angély, conte Augusto). Maresciallo d i Francia (r794-1870). Sottor. degli ussari, combanè in Russia nel 1812 e nel le successive campagne d i German ia e <l i Prancia; quindi in Grecia nella guerra


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REO

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d' Indipendenza. Divenne generale di brigata nel 184r e di d ivis. nel. 1848. L'aono seguente partecipò alla spedizione cont ro Roma, Ministro della guerra per pochi giorni nel 1851, ebbe nel 1854 il comando della Guard ia Imperiale . Nella spedizione d i Crimea

comandò

la

riserva

e

nella campagna del 1859 si segnalò a Magenta meritando il bastone di maresciallo.

Régnauli de l'rememil Cm·lo. Ammiraglio francese ( 18371908). Partecipò al la guerra di C rimea, alla spedizione in Cina, alle operazioni nel Ton.. chino, e divenne contram mir . nel r 886 e viceammir. nel 1893. F u prefetto ma rittimo a Lorienc, membro del Consiglio superrore di ma rina , e rnfine ispettore genera le della marina, passando nella nserva nel r902.

Regniassa. Villaggio della Grccìa, ndl 'Acarnania. A/lacco di Rcgniassa ( 1822). 1\ ppartiene alla guerra di 1ndipendenza della Grecia. I Turchi d i Pre,·esa, r icevuto un rinforzo d i 3000 u ., si d iressero comro R. dif.esa da un presidio di insorti comandali èbl capitano Ciriaco. La mat tina del r4 marzo ·1822 il paèse fu investito clallc lruppe turche, le quali, ingannate dal suono di cene trombe turche, credendo che i l serraschiere K1,1rsci.d si avvicinasse alle loro posizioni, vollero cominciar subito l'assalto . ma si trovarono invece d i fronte al capo degli insorti, Marco 13otzaris, che, lanciarosi loro addosso con i suoi uorniul , I, disperse e li inseguì lino a Castra Skd, uccidendo gran ,pane -dei fuggiaschi.

Regnolì 1,Giorgio). Patriona, n. di Forlì ( 1816- 1896). ·Combattè alla ,lifesa d i Roma (1849), ove fu segretario c i Mazzini : nel J 859 (u ministro d i Grazia e Giuslizia ciel Governo provvisorio dcÌle Romag<1e; (u professore di d iritto all'Un iversità di Bologna e <leputalO al Parlamento nelle legislature VII, VIII , X, X II I. Regola m ilitare. Complesso dé norme e disposb:,oni scritte o c;:,nsuctudinarie, secondo le qu ali i m ilit~ri devono · condursi. Nell 'ctà contemporanea essa è precisata i n grnuclc 1w rtc nei regol amen ti, in n1 inor parte rracciarn dal ccJ~tu m e

:1 ~cguito di tradi7.ioni, le ·quali si riscon tra 1w sempre ln qualche modo vive ed age nti nello sp irito milit.are delle truppe . Il sentimento dell'ordi11e (V .) si manifesta chiaran:.cntc n1.;ll 'osservanza pn1tica della regola : in quest'osservanza . dunque, si incontrano in arn1on ico ~ccc>t do o rdine} ,subord inazione e obbedienza.

Regolamentazione. È i l co1uplesso d i cutci i regolamcmi che costituiscono la gu ida per !a viu d iscipl inare . .ammini~Lrativa, addestrativa e d' impiego e.li un organ isn10 m ilitare. La compila1,.ione dei regolamen ti è cosa di capi,ale importanza per un esercito ed è arduo compito dell'organ izzatore militare, il q uale deve allo scopo procedere con ponderatezza e sfruttare tutta l 'espericnza cli provetti cd in tel ligenti colla·boracori. Un rcgo)amentu, a (pialunque ramo del servizio o dell 'attiv irà milita re esso si r i(crisca, deve rispondere a taluni requisiti dai q uali non si pucJ prcsci11dcrc, ove si voglia d 1'esso ; iesca veramente: proficuo. Ta li requisiti possono riassumer~ì nei seguenti:

complcn:zza, chiarezza, p recisione, concisione, scm plicitii, organicità nella distribuz ione della materia e nella sua trattazione, opportuna elasticità di applicazione, possibilità d i adeguata durata. Quest'ultimo requisito è si può dire, la si ntesi dei precedenti. La ·R. d i lJO esercito deve anch'essa rispondere a determinate esigenze. Dev 'essere completa e non deve per contro essere p rolissa nè complicata, specie nelle parti che debbano essere conosciu te e quindi sturl iate e bene comprese dalla truppa e dai gra<lini meno elevaci della gerarchia . La R. dell 'esercito italiano è per tradizione una delle migliori. Essa può veramente essere presa come modello. Trac le s ue origini dall'antico esercito piemontese, che la - ebbe ottima sotto ogni r iguardo, specie nella parte rinenenrc .l;t d isciplina. La nost ra R. si rifer isce alle- se·g11enti pan i : disciplin a (Regolamento di d isciplina militare; Codice penale per il R . E.); amministrazione (Regolamento cl 'amministrazione); addestram.ento cd im piego tattico e tecnico dei repa rti e delle unità d i vario ordine (Nor,nc generali per l ' impiego delle G. U . ; Norme per l'impiego tattico cieli.a d ivisi,me; Addestramento della fanteria al combattimento; Addestramento della cavalleria, <:cc.); ft1nlioM1mc11to dei ser vizi logist ici (sanitario, commissariato, veterinario, artiglieria, genio, ecc.); igiene (Regola~ mento d i igiene); conservazione del materiale. La R. deve essere oggetto di attento e ponderalo studio da parte di rutti gli ufficial i (per la parte di rispett iva compete nza a seconda rlelle varie arm i, spcicalità e servizi) specie nella parte relativa alla disciplina cd alla dottrina tattica.

Regolam ento di d isciplina. Contiene la dottrina del ben obbc-dirc e del ben comandare , dottri na che spena ;igli ufficiali d i osser vare, d i insegnare con l ' ist ruzione e con l"esernpio, d i far osservare in ogni circostanza, specie qua ndo ! 'osservanza ne è più ardua, con tutti i mezzi che l 'au,ori tà fornisce. In sostanza esso dà forma alla disciplina, cioè la rappn::scnta nella sua pratica unità organica d i apparato e di contenuto. Il nostro R. di D . , per il concetto generale, l'impostazione . il titolo e il formato tipografico stesso, sorge nel 1822, a seguito di atto sovrano <ld rt Carlo Fel ice, il q uale in · tal modo « intese di mandare ad effetto quanto dal re V ittorio Eman uale l amalissimo fratello si era d ivisato ,,, ma non compiuto, dacchè iJ regolamento edito nel 1814, subito dopo l.1 restauraz,onc in Piemonte . non era altro che una riproduzion,=- in italiano , con qu~dchc adattamento inevitabile, del " Réglemc nc pour les devoirs de l'infontcrie depuis le soldat jusqu 'aq colone! comrnan<lam i nclusivemcnt >i , di Vittorio Ame-d eo IH, e dito a Torino nel 177; . Dopo questa prima edizione del r8 22, il R '. di D., in rapporto al processo politico e m ilitare del Risorgimento, è assoggettato a rnod ifì.Lazioni e ri nnovazion i s uccessive, che si centralizzano r1elle segucnli edizioni rirnt0vatrici : A) del 1840, att<J di p rom ulgaz ione d i re Carlo Al-berto, in cu i si vuole che " l'Esercito abbia cosi un nl!ovo pegno dell'incessa nte sollecitud ine <lell'anirno nostro, sempre i ,ucnlo a tutto ciò che rende a perfczio1rnrc i mjJitari on.l inatn<.:JH i . ed a rendere viepniù solida cd uniforme la wnw necessaria disciplin:, nell 'A rmata» . B) del 1859, decreto del re Vittorio Emanue le li , che intende con q uesta nuova edizione d i fornire il R . di D . all'Esercito nn ionale in via di form azione . C) del 1872, edizione determinata da l generale rinnovamento d ell 'Esercito e s uoi istituti scolastici

a seguito -d d com pimento dell'unità e degli ammaestramenti delle guern: <lcl r 866 e del 1870. D) del 1907, ristampa aggiornala, più che nuova edizione, rcs:,si necessaria per k sostanziali mod ificazioni srgulte ncll'ordiJ1amenro del -


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l'Esercito. E) l'evoluzione profonda delle scienze morali, della sociologia, del la scienza militare da l 1872 al 1914, e infine la guerra Mondiale 1914-18, rimisero in cam po il problema della disciplina e del suo regolamento per le Forze Armare, onde sin dal 1920 tale problema tu posto uflìcialmentc allo studio, all 'intento d i giungere ad una nuova ed iz ione del regolamento in armonia ali 'evoluzione delle scienze anzidette e agli insegnamenti ri levantissimi dell a guerra. Simile studio, condotto sistematicamente da successive c01nn1issioni, ha dato ris-.ilt:tti notevoli. Conclusivamcme, dal 1822 al 1870 il mot ivo formale che sta alla base della inimerrotta clabornio ne del R . ili D. è questo: separare dalla materia propri ame nte etico•norrnadva tutto ciò che non vi si appa rtiene; in particolare: mantenere e introdurre, ove manchi, nel regolamento essa materia etico.normativa e trarne fuori tutto il resto per con,, porne dei regolamenti specifici, come « Servizio interno », « Servizio territoriale », ecc. Dal 1872 in poi il motivo sostanziale che domina la elaborazio ne stessa è quest"altro: dare la razionale rappresentazione mentale della disciplin;i. Cioè, ammesso che la disciplina (V.) è un « oggetto" del mondo morale, c he si può distinguere con sicorezz~ nella sua n .l-tura ,

ne' suoi ca ratteri, ne' s uoi

Rel

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flni e sv il uppi ,

darne tutte le conseg uenz.e d'ordine prntico per le a1.loni men rali e ist rumenta li che è necessario ai fini flell 'arte m ilitare.

in occasione della guerra, fu ricollocato in congedo nei' 1919 e nel 1923 ebbe il grado di generale di divisione_

Regular army. Nome dato in Ingh ilterra ,ll'esecciw• a ttivo perm anente.

Rehbinder (barone l!cmardo Ottone d1) . Maresciallo ali servii.io del Pien1on1e , 11 . a Revel (Li tuania), m . a To• r ino (1 662-1743) . Jniziò il serv izio mii. nell 'esercito <lcll 'clettorc e conte palatino Giovanni Guglielmo. Divenuto generale d'art., ebbe nel 1706 il comando delle truppe mandate dal predetto elettore in aiuto del Piemonte, quandol"esercito francese str ingeva d'assed io Torino. Governawre di [liella ne l 1707, s'impadronì del Monginevra e di Fenest relle, che provv ide a difendere insieme ad Exi lles. Nel· r711 levò un regg. di fanteria che ebbe il suo nome .. D0pn il t rattato di Utrecht (1713) ottenne i l col lare <.lel1'Annunziata ed il governò <le ila città e provincia di Pinerolo, e nel 1730 la nomina a maresciallo. Reggimento Rehbi11der. Reggimento alemanno, costitu itoill Piemonte nel 1711 dal barone d i Rehbinder per capitoln ionc col d uca del Wiirttemberg, su 6 cp. alle quali ttc furono aggiu1Hc 2 nel 1713, dividendosi in 2 bgl. Fu comandato da l predetto barone fino al i743. Nel 1774, venne incorporn to nel rcgg. Z iett.en . Fece le campagne del. 1733-35 e del 1742-48 .

Regolo (,Vlarco Auilio). Generale romano. Nel 267 a . C . tolse Brindisi ai Salentini; nel 256 vinse i Cartaginesi a Ecnomo, nel 255 sbarcò in Africa conquistando quasi tutto il territorio intorno a Cartagine. Nfa questa, coll ~aiulo dello -spa rtano Santippo, riuscì a battere i Romani. e R . venne, fauo prigioniero. Inviato a Roma sulla parola per trntrare il cambio dei prigionieri, persuase il Senato a no n accettarlo: ritornato a Cartagine, si dice sia stato ucciso fra· Regolo J\ttilio tormcm i atroci (2;;0 a. C.). Un al tro M. A . /? . fu console di Roma nel 227 a . C . e partecipò al le guerre contro Annibale. T?cgolo Sen-a,10 Cajo A11ilio. Console d i Roma nel

2')7

li sconfìs~e presso le isole cl i Lipari. Nel 250 a. C . fu console per la ~econda volta, quando i Rùn1ani vinsero a Palenno e poco dopo pose I ' a~.; ed io a

a . C . conti nuò la guerra contro j Ca rtaginesi e

lvlarsala . Regolo . Torpediniera da costa <li 39 tonn ., varata nel i 886, rad iata nel 1907.

Regondi (Giuseppe) . Generale, n. nel 1860. Sollot. dei bersaglieri nel 1879. frequentò poi la scuola <li guerra . Colonnello nel 1906, 1·anno seguente ebbe il comando del 7° bersaglieri . In P . A . nel 1910, fu promosso magg. generale nella riserva nel r915. Richiamato

Regondi G iusepp e

Bandiera dc1 reggimento Rehbinder (1 i63)

Rehnschild (Carlo Gu;tavo). Genera le rvedese (16511722). Nel 1673 entrò nell'cse,·cito svedese come allicrc, prese parte alla guerra d i Danima rca (1675-1676) e :-,lla campagna del 1691 in Olanda; ,nel 1697 venne nom inato• m:igg. genera le . A N arva comandò un'ala dcll'e,erciro e nella campagna di Livon ia fu il rappresent:mtc del re durante l 'assenza di questi. Nel 1703-04 combattè in Polonia con successo contro il re Augusto; nel 1708 la battaglia di Hollofìn fu vinta specialrnente per merito suo; ma 11cl 1709 , a Poltava , la parte dell 'esercito presso cui egli si t rovava si smarrì, egli d iede ord ini cont radittori, fu fatto prigioniero e internato 9 annì in Russia . Dopo il suo ritorno in pa tria èbbc i l comando supremo. Reiche (Luigi vo11). Generale prussiano e scrittore militare (1775-1855). Ent rato in servizio nell 'esercito prussian<> nel 1788, fece la campagna del 1793-9.J nei Pae~i Bassi e-


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:sul Reno; nel 1796 passò nel corpo degli ingegneri, p rese parte alla guerra del 1806 come ufficiale di scalo maggiore -e rimase prigioniero a Lubecca. Nel 1810 fu <lircllorc del ,corpo dei cadetti, Partecipò alle campagne del 1813-1 4-15 -e a~dò in congedo nel 1842. P,tbblicò parecchi scriui per lu più attinenti alla fortificazione, e lasciò ,111 vol ume di .<< Memorie >) .

Reichenbach. Città della Germania, nella Slesia, sulla Peik, afA. della Wistritz . I. Tral!ato di Reiche11bach (27 lugl io , 790). Convenzione -fra Prussia e 1\ustria. L'1\ustria accondiscenderà a lla pace colla T urchia sulla base del lo strct:o « sta tus quo ance ·bellum » ; ove però non sia st:Ha fa tta la pace fra la Russia e Turchia, l'Austria avrà solo obbligo d i tenere oc'.<'Upata !et fortezza di Choczirn, che dopo la pace sarà restitu ita alla Por:a. Se l'Aust ria ritrarrà alcuni vantaggi, -ne da rà un equivalente pro_porziona to alla Prussia. Questa ~i riserva, dopo concluso un arm istizio fra Austria e 1'ur,chia, di tenere u 11 congressc, per stipulare una pace definitiva fra le parti bell igera nt i.

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ro no <.fjvergcndo, e lasciando forti retroguard ie incaricate di ostacolare l' inseguimento dei Francesi, Il VII corpo cli questi, arrivato davanti a R . vi trovò situata una fone i-etroguardia russa. I .Francesi attaccarono, ma la resistenza nemica si d imostrò assai v:va, tanto che Napoleone fece intervenire, per fiaccarla , lr, cavalleria del Latour-Maubourg, della q uale facevano parte alcuni sqdr. compost i d i Ital iani , che ebbero occasione di disting uersi nel respingere un attacco d i cavalleria russa. Il combattimento cessò colla ritirata dei Russi. Uno de i loro ultim i colp i d i cannone uccise il marcsc. Duroc e il gen . del genio Kirgener. I

Reichenberg. Citt.à della Cecoslovacchia, sulla Neisse. Combatiimento tli Reic/1e11berg (21 aprile 1757). Appartiene all a guerra dei Sette Auni. Una delle quattro coloune in cu i è scisso l'esercito cli Federico [I per attraversare i monti e fare poi massa in Boemia (precisamente la terza d i tali colonne, comandata dal llevern: circa r 5.ooo uomini) muove da Zittan . Il passo dj R. è sbarrnlo da un corpo ;n1st:-iaco; il 2x aprile avviene lo scontro.

li. T rt1ttato di Reichenbt1d1 ( i4 g iugno 1 8 , 3). Conven zione fra lnghi lterra e Prussia. La Prussia si adoprerà in ~utti i modi perchè l'Annover torni alla casa d i [lrnnsw ikL,,ucbourg, e cederà ad essa il v.escovado d i Hildcsheim e ~!ell a I'risia o rientale. Oltre i presidi delle fortezze, tcr d in campo un esercito d i 80.000 uomini; l'I nghilterra le pa,gherà per l'anno corrente la somnu, d i 666.666 lire ste~• line. La marina inglese cooperer~ alla d i(csa degli Stati p russiani, i quali saranno ristabi liti in condizion i d i esten~ s ionc tcrriroriale e d i popolazione pe r lo meno uguali a quelle anteriori alla guerra del ,806. lll. Trattato di J?eìcl1enbad1 (rs giugno 1813). Conven2 ione fra Inghilterra e Russia. L a Russia, per proseguire la guerra col la massima e nergi,;i, si o bbliga d i tenere in ...umi 160 . 000 uomini indipendentemen te dalle guarnig io ni ~lei funi. Per i bisogni ciel 1813, l'l nghilrerra pagherà alla Russia Ja somma di r m ilione 133.333 lire sterline mantenendo a sue spese la 0otta russa che pres~ntcmcntc trovasi nei porti inglesi , col d iritto d i impiegarla nei ma ri e uropei come crederà più opportu Qo. Le par ti contraenti ~• impegnano a non negoziare scpar:,tamentc colla Francia. 1V, Tmttato di Reidzenbacl, (27 giugno 1813). Cou vcnLionc fra Austria, Prussia e Russia . L',\ust ria si obbliga .a dichiarare la guerra all a Francia ed a unire le sue a rm i con lJUdlc d i Russia e Prussia, qualo ra, sino ~I 2 0 luglio seguente, la F rancia non :ibbia accettate le condizioni se guen ti : 1°) Scioglimento del ducato di Varsavia e distribuzione delle provincie che lo compongono fra Russia, Prussia e Austria; 2°) Cessione ,ti la Prussia della città e te rritorio d i D anzica e sgombero d i tutte le fortezze occu pate tuttora dai F rancesi negli Stati prussiani e ne l ducato .d i Varsavia; 3°) Rcstitµzione delle provincie illiriche all'Aust ria; 4°) Ristabi limento d elle città anseatiche, almeno d i Amburgo e Lubecca, insieme coi loro territori, come .Stati autonOmi. Le Parti contraenti s impcgnano a tener pronti, per tutta la durata del la guerra, 380.000 uomini, <lei q uali 150. 000 i 'Austria, altrettanti la Prussia e 80. 000 la Russia.

Battagl ia di Reichen bcrg (1 757)

Gli Austriaci, forti d i circa 20. 000 uomi ni , ;\I cornando del conte Kèinigsek , sono schierati colla sr. ~ppoggiata alle penclj~i dirute e boscose dello Jcskemberg, protetti frontal~ mente da opere d i fortificazione e d ifese a('cessorie (abbatt ute) e culla dr. a R. a cavallo della Nei;se. li Bevern, r iconoiciuta la fronte nel\lica t roppo forte e quindi inatt«ccabilc, decide d , sv iluppare l'attacco per la propria dr . contro la sr. del l'avversario . L'attacco, condotto coq estrema violcr.za 1 specialmente attorno all 'abiratoJ venne coronato dal successo : gli Auslriaci r ipiegarono su L ie benau . I Prussiani però subirono notevoli perd ite specialrnc1,tc di cavalleria. L 'azione sarebbe stata più rapida e meno cruenta, se una coloo na leggera d i truppe avesse effettuato tempestivamente l'aggiramento della dr. nemica per l 'alro. ·

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Reic/1enbacl1 . Borgo Jella Sassonia, a oriente d i Bautzen, verso Giirlitz. Comba1time1110 di Reicl,enbac/1-Mal(ersdorf (22. maggio 1813). Dopo la battaglia d i Bautzen, gli Alleati si ritira-

Reichkraftstoff. Combustibile liquido ritenuto in Germania come il m iglior prodotto J i sosliluz ione d i quelli naturali, e al qua!e i Tedeschi fecero ricorso durante la guerra Mond iale, a causa della deficien za d'importazione determinata dal blocco . li R. è un a miscela a parti pressochè ugual i di tetralina e d i alcool-benzolo; f ~ esaltato come; il più perfetto dei surrogat i• nei larghi bisogni del1'esercito tedesco d urante tutta la campag na.


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Reichsbanner. Associazione pat riottica tedesca del dopo • g uerra, sorta con programma di d ifesa della Repu bblica . Bene o rganizzata e d iscipl inata, raccolse ·/ioo a due mjlioni e mezzi <li aderenti . Reichsflagge. Associazione patrio ttica tedesca d el d opo guerra, organizzata militarmente, sim ile a quella <id lo Stahlhclm . Reichshofen. V .

W i.irt/1.

Reichstadt. Città della Cecoslovacchia , nell a Boemia, sulla Zw iltc. E retta a ducato dopo il Congresso d i Vienna, 2ssorbl :wchc i possedimenti boem i <id granduca di T oscana e fu darn al lig lio d i :"lapoko ne l , che prese il nome d i duca d i Reichsta<h . Conveg no di l?eicl1stadt (8 luglio 1876). Fu tenuto fra l ' imperato re Francesco Giuseppe e lo czar Alessandro li. L ' Aust ria si impegnava alla neutral ità in vista della guerra della Ru$Sia contro la T urchia, e come compenso otteneva liben à d'azio ne nella Bosnia e nell'Eucgovina. [.'accordo venne sanzio nato il 27 febbra io ,877 con una convenzi0n<' segreta.

Reichswehr. L ' insieme delle forze armate di terra e di mare della Germania: non aeree, essendole ciò vie1a10 dal trattato d i Versailles. È cost ituita d i volontari , nella

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occupò F irenze ricevendovi il giuramento del Senato edelle t rnppe fiore ntine, per N a poleone J. Combattè nella Sr,agna, avendo mi lizie ' toscane a, suoi ordini dal 1808 al 181 1; si d ist inse poscia a l:;ssling e Wagram e a Waterloo. Pari d i Francia nel 1819, divenne mares(iallo nel 1847.

Reilly-Comblain. Armaiuoli inglesi, i quali nel 1868 cost ruirono una chiusura_ a coperchio per la trasformazione a retrocarica dei fucili ad av-ancarica. La percussione sulla capsula àvvicne ancora per mezzo del colpo del cane dell'o rdinaria cartella a percussione. ma non occorre più il movimento pe_r arR eille Onorato m2re il cane, perchè questo si ar ma automat icamente mentre si apre il coperchio d i chiusura. l n questa trasformazione, una sca lola d i culatta è avvitata alla ca11na. L-a parte posterio re dell 'otturatore è /issata al la scato la e ad una leva, a mezzo di solida cerniera girante attorno ad un asse. Alzando la leva, il cane è da questa spinlo indietro e si anna, e l'otturatore $Ì alza. da ndo co.;l la possibilità <li caricare l'arma . Abbassando la leva il c,1 ne rimane armato , l'otturatore chiude la cainera, e rarrria è pronta per lo sparo. Un estrattore circolare trac indietro il bossolo e lo espelle.

F ucile Reilly- Comblain modello 1868

Reparto d i R eicbswehr con bandiera (1933)

q uasi tota!itii rest i d~lrantico esercito . !.'obbligo di servizio per gli u. d i truppa . Venne formata in base a legge del 23 mar.zo 1921. La sua forza massima i: d i 100.000 u ., d i cui 4000 ufficiali. (V. Germania).

i: d i 25 anni per g li ufficiali e d j

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ReiclisweJir. Ha questo nome l'esercito regolare concesso dal trattato d i Saint-Germain ~11',\ustria, con una forza massim a d i ,o.ooo u ., sul tipo della R. tedesca. .Reicl,swehr 11era. Associazione politica a carattere m ilitare, sorta ,n Germa nia dopo la guerra, nel 1923, e sciolta nel ' )J27·

Reille (Onorato) . Maresciallo d i Francia, (1775-1860). Volo ntarìo nel 1792, fu ai utante cli carnpo d i Massena col g uale combattè a Montent tre, Lodi ed Arcole. Seguì M urar a Napoli e d ivenne generale d i brigata nel 1803. N el 1807

Reim s (ant. Civitas Re111on11n. e pri1na Durocartorum)~ Città d ella Francia, nel d ip . della Marna, sulla Vesle. Era città gallica, e venne , presa da Giulio Cesare. Subì devastazioni per opera dei Vandali e degli Unni , e venne occupata dagli Inglesi durante la guerra dei Cento Anni . Carlo VU di F rancia la ritolse loro nel J429. Gli Spag n uoli tentarono invano d i impadro nirsene nel 1650. Venne presa <lai Tedeschi nel J870. La città venne protetta nel secolo XIX con un campo t rincerato, comprcndC11)C una cintu ra d i fortificazioni al N.-O .. al N."E ,, all'E . e al S., successivamente denominati : forte di Saint-T h ierry e batteria del Chenay; forte d i f resnes; forte di Vitr y, ridotta della Vigie, forte di Nogent, batteria della Pompellc; [orte di Montbré. La " Montagna di Reims " nominata spesso durante la guerra Mond iak, è nn altipiano al S. e al S.-O. di R. , dell'altezza di 150-170 metri . Il campo trincerato fu sclassificato prima della detta guerra.

I. Assedio di Reims (1359). Fn posto dagli lo glesi, agli ord ini .d d loro re Edoardo JII , sbarcati a Calais . nel no"


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vem brc . Gli abitanti, sotto la guida <li Giovanni d i Craonne, si difesero validamente, contro un esercito che con esagerazio ne fu fallo ascenclere a 100 . 000 u. li re, dopo sci setrimane d i vani sforzi, dovette abbandonare I·assedio.

il. Battaglia di J/eims (marzo 1814). Appartiene all'invasione degli Alleati in Francia. Occupata in primo tem po da essi, venne rioccupata d i sorpresa ·_ durante la ripresa offensiva di Napoleone contro l'annata di Slesia da un distaccamento cli cavaller ia dèlla Guardia imperiale /4 marzo). L'episodio acquistava importanza soprattutto in quanto l 'occupazione veniva a tagliare le dirette comunicazioni fra l 'arm ata di Slesia e quella aust ro-russa rimasta sulla Senna. Fallita l 'offensiva francese su Laon (8-u marzo), il ritrarsi delle forze nazionali permise a un cor po russo, comandato dal Saint Pr iest, di sorprendere a sua

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nanzi con tro le truppe che iniziavano il movimento retrogrado, cercando d i tagliar loro la ritirata; tanto che vari bgl. russi dovettero aprirsi il varco alla baionetta. Irrompeva intanto nei sobborgh i la fanteria del Marmont che, penetrata nei caseggìati, combatteva accanitamente sino a tar<la notte coutro g li occup,wti, n1entre Je batterie cerca,

,•ano di danneggiare le griglie che governano il corso d "acqua del canale d i derivazione. Nel frattempo Napoleone era riuscito a far gettare un ponle d i circostanza sulla Vesle a valle d i R. e lanciava sulla riva dr . gli sqdr . dei cavalleggeri polacchi e la divis. Excelmans che, sorpresa la colonna avversaria in ritirata verso Lacin, ricacciava verso R. parte d i quelle truppe. Quest'intervento inatteso bastò a determinare lo scompiglio e il panico, cagionando la dispersione dell'avversario . All 'una del mattino l' imperatore ent rava in città. li combattimento era duralo sin circa le 23. Vi si d istinsero il colonnello Di Saluzzo, che caricò i Russi con 100 cavalieri, aprendo la strada alle fanterie del gen . Sebastia ni , che completarono il successo. La giornata costò ai F rancesi un migl iaio di uomini; agli avversari circ:3- 2500 tra n1orti e feriti e forse

3000 prigionieri, oltre i molti dispersi. L'episodio segnò uJ10 degli ulrimi successi delle fortune napoleoniche, ormai prossime al tramonto.

III. Avvenimenti della guc1n1 Mondiale a Reims. Il nome della città ha fatto frequentissima comparsa nei bol lettini <li guerra durante la guerra Mondiale, anche perchè la rovina della sua celebre cattedrale gotica ad opera delle artiglierie tedesche suscitò aspre polem iche circa la condotta delle operazioni bell iche da parte della Germania; polemiche di cui t rassero ampio partito le opposte propaga nde d i guerra, volte a mantener vivo e saldo jl senso

ost ile nelle gent i bell igeranti contro i rispertivi nemici. Militarmente devesi riconoscere come jnevitabile la rovina del la città, per essersi questa venuta a tro~•are quasi sulla

Piazzaforte di Reims (sec. XIX)

volta la piccola guarnigione di R. all'alba dd 1 2 marzo, penetrando nella città da t re d iversi accessi. Le truppe del presidio, mercè iJ sostegno e il favore della popolazione, riusciva'!o petò ad evadere, riunendosi a forze nazionali esterne. Informato dell'evento che ristabiliva possibilità di comunicazioni d irette fra Bliichcr e Schwanzemberg, Napoleone accorreva da Soissons per riprendere la cirtà, ·Janciando innanzi un 'avanguardia : la cavalleria <li questa, scontratasi presso Rouay con alcun i sqdr. nemici, li r espinse. Sopravvenuta la fanteria del Marmont, due bgl. prussiani furono costretti a.lla resa. Nel pomeriggio Napoleone raggiunse 1'avanguardia e riconobbe la fronte avversaria, solidamente posta d inanzi a R. sulla linee della Vcsle, forte di 14.0(!0 uomini. Mancando pont i sul fiume, l'attacco dovette svolgersi frontalmente, senza immediate possibilità Ji sussid io manovrato. Nondimeno azioni successive di cavalleria e fanteria riuscirono a respingere ]·avversario verso i sobborghi m eridionali della città. Il combattimento dava buon giunco alla d ifesa; ma il Saint Priest, informato della . presenza di Napoleone , comprese che l 'azione sarebb~ stata condotta a fondo e temè d i essere sopraffatto senza possibilità di scampo: ordinò perciò alle truppe di seconda linea di iniziare il ripiegamento incolonnandosi su'lla strada cli Laon. Una brigata della divis. Dcfrance si lanciò in-

linea di contatto fra i due opposti eserciti, durante i lunghi anni di guerra d i posizione. I principali avvenimenti di guerra interessanti R. sono i seguenti: 1914. Sulla fronre Reims-Chiìlons marciò la IV armata tedesq, formando il perno centrale dell'invasione germa mca m Francia, per favorire l'avvolgimento dell'esercito francese ad opera delle ali tedesche : quella di dr. proveniente dal Belgio, quella d i sr. dalla « trouée d c Charmes »; annata che arrestò i suoi progressi sulla linea Reims-Epernay, in consegucnz.a della sconfitta tedesca alla: Marna. E restò appunto sulla linea di contatto dei due avversari . (V. anche Aisne e Marna). 19r5. Vedi C!zampag11e, battaglie d i primavera e di autunno.

1917. Sulla fronte di R . venne ~d agire la VII armata tedesca . Vedi Aime-,'vforonvillers. 1918. Vedi Soissons-Reims, 2'' battaglia della Marna. Reis. Voce aùopcrata in Turch ia a ind icare uri comandante di galera o di vascello : i vice ammiragli eran<> ch iamati « reis-basci »; ed il pilota della flotta del sultano, « Kapudan-reis » . Reiset (conte Maria Antonio). Generale francese ( 1i75• 1836). Volontario nel 1793, prese parte alla g uerra di Vandea e poi com battè colle armate della Mosella e della Mosa. Seguì Klébcr in Egitto, rimase prigioniero a Jcna e. col grado d i generale d i brigata combattè a Dresda ed a Lipsia. Nel 1823 ebbe il comando del corpo d 'oc~upazione in Catalogna. Pubblicò « Ricordi ,, e «Memorie ,,.


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Rei sol i (Ezio). Generale, n . a Pont remoli, rn. a To,·ino ( 1856-1927). Sottot. d'arr. nel 1876, freq uentò poi la St:llola d i g uerra e nel 1887 passò nel corpo <li S. M . -''-'laggiore in fanteria nel 1893, fu promosso colonnello nel 1902, comandò il 91<> fameria e , nel 1904 .dive1rne capo di S . M. dell 'Vl!I C. d' A. Magg. generale comandante la brigata Parrna nd 1908-, partecipò alla guerra libic3 , Jtella quale, pe, !a conquista del Mergheb e d i Lcbda e per la d ifesa d i Dcrna, ebbe la commenda dell'O. M . S . e la Promozione a ten . generale- per merito .di guerra . Rimpatriato, comandò la divis. mii. di Cuneo. Nel 1915 <:bbe il co mando dc! li C. cl'A., col guaie entrò in guerra .cuutro l Austria, v_arcando l'Isonzo a Plava; ne! 1916 passò a comandare i l C . d' A. <li Genova e nel 1918 venne collocato io posizione ausiliaria. 1

toite di profug hi ugonotti d i diversi paesi, condotti in Piemonte dal duca di Scho1nberg e dal brigadiere di Remiremon t. F u rono anche dette « Truppe protesianti di S . M. bri tannica », perchè la maggior parre del d enaro per assoldarle [u, versato dall' Inghilterra. Se ne formò dapprima un bgl. (detto « Battaglione straniero n) e a poco a poco, nel 1690 e n"d 1691, cinque reggimenti, olt,e a una cp . di protestanti svizzeri, e oltre a un bg l. d i Valdesi, detto 1< di J?jcn1onlc >). Quest'uhirno vis,)e fino al 1713; gli al tri corpi e rep<Hti. ve nnero licenziati nel 1694. _1el 1690_furono inoltre per poch i mesi in Piemonte cinque rcgg. di « Rcli_gionari » ol andesi (fanteria) e •.1110 d i dragoni. Nuovan1ente r.el 170 1-03, in Picrnonte vcnncJo formate tre c.p. e tre reg g. <li protestanti francesi, liccuziati nel 1708. 1

Religione (Guerre di). E bbero questo nome le guerre dct-crn-1i11atc da 1notivi csclusivarncntc o prevalente1nente rc·ligiosi . Particolarmente però quelle d elle Cl'O<"Ìate, degli Ugo11011i, ~!egli Us.,iti , <lei Valdesi. Genc,icamcnre, d i queste guer re, si può d ire che furono improntate a gra nde fero,·ia, 1na porta rono l 'indisciplin~ negli eserciti, i quati furono t1atti alla strage e al saccheggio:· i! Brantéìme d iceva che i soldati non si curavano d'altro che di saccheggiare e rubare, ossia d i mi r2re al loro profitto, più che ,li cercare la gloria.

Reisoli Ezio

Reisoli Gustavo

Ràsoli Gustavo. Colonnel lo e scrittore militare, figlio d el precedente, 11. a Torino nel 1887. Percorse. la carriera nell a fanteria e 1dlo stato maggiore . Fu capo d i S. M. della divis. m,1. d i Torino e nel 1932, colonnello, ebbe il comando d d 18° regg. fanteria. Collaboratore di riviste e g iornali, ha fra le sue ope re: « li Principe Splendore "; " lfn colloquio con Marco Petreio cent u rione di Cesare »;

(( Spi·azzi, bagl ior·i e fiamme ,j; 1< Ardant du Picq )); {{ La conqu ista d i Plava ».

Reissner (barone Antonio) . Generale austriaco (17491822). Cadetto d'artig lieria nel 1768, nel 1797 era comandan te d d corpo d ei bombardieri di Man.cova; nel 1800, nom inato direttore dell'art. <la campagna in Ital ia, pol'tÒ la sua arma ad una perfezione fino allora sconosciuta; partecipò alle guerre contro i Francesi nel 1805 e nel 1809; nel t813 spiegò grande attiv ità nella carica di dire ttore generale cl 'artiglieria e nel l'impiego dcli 'arma si d ist inse du rante le ult ime campagne contro Napoleone. Relatore, V . Rettore . Relazione. Componimento d i ca rat1ere affine al rapporto, ma di solito più importante d i q uesto, concretata assai spesso in -base o documen ti. Può ad es. consistert nella d escr iz ione d i u n fatto d'arme, o d i manovre, o di svolg imento dell 'amministrazione d i un corpo per un dato periodo di tempo, ccc. I rappo rti d i singoli co mand anti d i reparto intorno a un dato avvenimento costituiscono, pér d ir così, la materia con la quale un capo, o un incaricato da questi, ne ste nde la relazione . Come il rapporto , essa deve cs~ere esatta, impar.liak, breve nei limiti d el possibile. Religionarie truppe. Presero questo nome le truppe assoldate dal duca Vittorio Amedeo <li Savoia n el 1690 pe r la guerra contro la F rancia. E rano in g rande parte costi-

Rematori (o kemiq,). Gli addetti al remo. Nell'epoca d elle g:,lere, comprendevano gli schi~vi sarace ni a bordo delle navi cr isti:me, e i cristiani a bordo d elle navi saràcene : era la sorte che- tocn!va ai 111arinai catturati , o agli abitanti validi delle città e dei borghi assaliti e presi;' i .forzati condannat, al remo dai tribu nali ; i buonavoglia, gente che si ingaggiava per quel, mestiere. Erano detti « R. spallicri » i due m ig lio ri, ai qua li spettava d i regolMe il movimento della voga. Meno i buonavoglia, erano tutd incatenati ai loro banchi. Rembata, Qualunque abbarramento di ri paro, sollevato olla prua <lei naviglio, per ribattere l'assalto del nemico, e impedire l'infilata dei suoi colpi. l'arlando di galera, ciascuno di guci due pa khi che erano alla prua, formanti un · solo castello, e ciò per chiudere l'ingresso nella medesima al nemico, per coprire la propria a rtig lieria, e per da re piazza alta ai combattenti . T utte le galere cristiane ne e rano forn ite. Se ne fa menzione contin ua nei <.locumeo ti antichi: e se ne vedono ]ç forme in tutti i di.segni e pitture di combattimen ti navali sostenuti dalle ga lere . L,a R. erano tanto lunghe quanto era larga la coverta a prua, terminavano a i lari in pendio, e in tempo <li navigazio11e servivano pure alla manovra del trinchetto . Dalle R., e da ll 'investire per prua cogli speron i a fine di penetrare ne] bast imento nemico, è vc1\uto i l vei;!?o a rre.mbare coi suoi d erivati, che nel linguaggio dei marinai vale lo ,tesso che assaltare . (Gugliclmotti). Nelle galere, le R. furono la prima parte che venne m unita d i bombard e, nell' armamento con le armi da fuoco . Remed i (Raffaele). Gene rale, 11. a Roma, m. a Ilargeccbia ( 1832-19_o6). Provenie nte <.!all'esercito toscano, passò in quello italiano col grado d i capitano di fante ria e partecipò alle campagne del 1849, 1860-61 e 1866. Colonnello nel 1882, comandò il 40° fan teria; m agg. generale comap.dante la b rigata Marche nel 1890, andò in P . A. nel 1893 e nel 1897 fu p romÒsso tcn . generà1e ne.Ila riserva. Remi. Popolazione della Gallia, fra la Ma rna e la Mosa . Quando Cesare entrò nelle loro te,·re, riuscì a farseli amici ed alleati. Essi parteciparono invece alla rivolta nell'oriente


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della Gallia, scoppiata nel 69. a. C ., r ivolta che venne facilmente domala, anche perchè i sollevali, riunitisi a Reims, si trovarono m sensibi le d iscordia fra loro.

Remica (Marina). È la marina nella quale il remo costituisce il motore . Risale all'epoca preistorica, e dura fino alla marina « velica », ossia fino alla merà del iecolo XV. Non mancarono le ve!e anche in quel primo periodo, ma erano come ausil iarie della forza motrice principale. Il periodo è caraueri,.zato da navi p iccole, e quindi di li.miratissima autonomia, attC alla !1avigazlonc costiera, e adibite piuuosto al trasporto dei soldati e dei mezzi logist ici per la guerra , che alla battaglia navale. N,m m ancarono in tale epoca lotte sul mare e t ra le navi, ma c'era sempre stretta connessione tra esercito e 1narina, nel senso che i soldati combattevano a bordo delle navi, e si adoperarono acco rgimenti, come ad es. ponti mobili, per la lotta corpo a c;orpo. li personale di marina era per la guerra alle d ipe ndenze dei capi degli eserciti.

riltimi. remolaro.

Remolarotto era l'apprendista o aiutante del

Renania. In seguito alle vicende politiche del dopo guerra, si comprende sotto il nome di R. tutta h Germania ad O. del Reno : la città principale è Colonia . In occasione dd Congresso d i Versailles, i nazionalisti francesi accamparono affinità d i origine storica e di religione (i Renani sono i n maggioranza cattolici) e il precedente napoleonico, per sostenere l'opportunità di un'an-

Remington. Cost ruttore americano d i New York, i l quale prese il brevetto d 'invenzione nel 1864 e nel 1866 per un suo fucile a retrocarica con chiusura a due cani. Nel la scatola di culatta, avvitata alla canna, si muovono due cani, post i uno dietro l'altro, e che girano attorno a due solidi assi. li cane anteriore funziona da otturatore e rinchi ude il percussore. ti cane posteriore si appoggia contro il primo , completa la chiusura e batte con-

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o

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100

_,.150

Chilom. F ucile:::Remington mod. I 864-66 (Stati Uniti)

Renania: I , II, III, prima, seconda) terza zona d'occupazione

tro il percussore, producendo l'accensione della carica. Armando, uno dopo l'altro, i due caoi, un estrattore estrae la capsula, ma non la espelle. In alcuni model li l 'estrattore è cost ituito da una lastrina collocata in un'apposita spaccatura nella parte sr. della canna. Nel modello 1867-89, svedese, l 'estrattore è costituito da una leva ricurva, imperniata nella faccia sinistra della scatola d i culatta. Il fucile Remington Mod. r864-1866 fu impiegato nella guerra

nessione della R. alla F rancia . Il trattato la lasciò alla Germania, ma la sottopose alla provvisoria occupazione di truppe francesi, inglesi, americane e belghe, insieme con le teste di JJOUte di Colonia, Coblenza, Magonza e Kehl sulla r iva dr. del Reno, a titolo di pegno per l'esecuzione del trattato stesso . Qualora la Germania avesse adempiuto regolarmente alle cl ausole del trattato, I ·evacuazione avrebbe dovuto effettuarsi: dopo 5 anni per la prima zona, a nord ; dopo IO anni per la seconda zona, al centro; e dopo 15 ann i per la terza, a sud . Come data per la decorrenza di ·quest i termini doveva considerarsi quell a della entrata in vigore del t rattato di pace. Nelle p rovincie occupate ltam1ninistrazione civile continuava ad esercltarsi secondo la legg( e sotto l'autorità d el governo germanico, ma, per le necessirà derivanti dall'applicazione del trattato, era istituita un 'Alta Commissione Interalleata, con poteri vastissimi. Intanto, allo scopo di rendere d_efinitivo il d istacco di queste r egioni dalla Germania, le autorità d ·occupazione francesi favorirono lo sviluppo d i un m ovimento separatista ; ma la proclamazione, fatta nel giugno 1919, d i una Repubblica Renana, fallì di fronte alla indigncizione e alla ostilità della popolazione. Nuovamente Francesi e Belgi , con la complicità di elementi locali, facevano tentativi separatist i ; e q uattro diversi parriti si organizzarono a tale scopo; il 2 1 ottobre 1923 la Repubblica renana era proclamata ad Aquisgrana, ma già due giorni

F ucile Remington mod. I 867-89 {Svezia)

di Secessione; fu adoperato dalla Guard ia mobile francese nel 1870-j T; fu introdotto , con leggere modificazioni, nella Svezia, in Norvegia, in D animarca, nella Spagna, in Grecia. In Ita lia ne furono armate le (ruppe pontificie prima del 1870, e i bersaglieri dopo tale anno. L.a cartuccia era in rame ed a percussione periferica, meno che per i modelli danese e spagnuolo, che ebbero la cartuccia a percussione centrale .

Remolaro. Nelle aut. marine, il personale adibito alla costruzione e alla r iparazione dei remi negli arsenali ma-

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dopo i separac,st, erano cacciati a furia d i popolo. Restauraci ~ubito do_!)o dai Franco-belgi e riconosciuti dal l'Alca Commissione Renana, in cui la Francia esercitava funzione preponderante, l'Inghilterra rifiutava di riconoscerli e le autorità belghe li abbandonavano . Anche jJ tentativo, fatto dal social isrn Koffmann, d i una Repubblica autonoma dd Pa latinato en tro il Reich, e quindi non del tutto separa1i., 1a, falliv:i ncl l 'ottobre ,lei 1923. Con tutto ciò la Repubblica del Palatrnato, il 5 novembre, era nuovamente procl:11naca dai separacisci, e ccrmina,·a il 17 febbraio 1924 dopo che a Spira, a Pirmascns, a Kaiserslautern, la popo-

lazione insorgeva e massacrava parecchi dei capi sep.ara• tist i. Q uesti fatti inducevano il governo britannico a fare un 'inchiesta, dalla quale risultò chiara l'artificiosità del movimento. Infine, scoofcssacc anche dalla Francia e dal1'Alta Commissione Renana, le repubbliche renana e pa• lacina cadevano definitivamente . Nello scesso anno, in occasione delle crnttative per l'adozione del piano D awes, la Germania chiese l'evacuazione <lclla prima zona allo scadere del quinquennio dall'entrata in ,,igorc del trattato. Fra gli Alleati, divisi, prevalse la cesi intermedia belga, che considerava soS!)C>a la decorrenza dei termin i con la dichiarazione d'inadempienza del gennaio ,923. F rattanto nel 192; venivano evacuati cocalmente il bacino della Ruhr e le allre lc,calità occupate nel 1921. Finalmente, in base a nuove intese intercorse a Locarno, Colonia e la prima zona venivano evacuate il 31 gennaio 19:26, e la German ia allo ra si sforzava d i ouenere che lo fossero anche le altre due al più presto, ciò che doveva avvenire in virnì dei nuo,·i accordi dell'Aia per l'adozione del piano Yung (1929). In base alle trattative svoltesi in cale occasione, Cohlcnza e la seconda zona erano evacuace il 30 novembre J 929; Magonza e la terza w na il 30 giugno 1930; e così l'intera regione venne liberata.

Renard R, 31, Monoplano francese metallico da ricognizione terrescre diurna e nouurna a lunga discanza e da combattimento . È armato con tre mitragliatrici, d i cui una

prodiera e due a brandeggio sulla carlinga posteriore . Apertura alare m. 14,40, peso cotale Kg. 2000, velocicà 335 Km. all'ora.

Renaud (d'Elicagaray, Bernardo). Ingegnere navale mii. francese ( r652-, 7, 9). Diresse la coscruzcione delle navi da gunra della Francia per rnolci a,rn i. Ideò nel 1680 le navi chiamate bombarde, o galeone da bombe, che furono adoperate nel bombardamento d'Algeri, e divenne ispettore generale della marina. Partecipò in fine del XVII alla difesa delle colonie francesi d 'An,crica. Nel 1705 d iresse la costruzione di fortificazioni nella Spagna; tornato in Francia, vi fu nominato tcn . generale nel 1716. Lasciò una « Teoria della rnanovr;a delic navi >1. Rwaud di Fa!icon, conte Gim~ppe. Gener:ilc (Ii75· 1850. Cade([o nel regg. pro,,inciale di Torino nel 1791. parcccipò alle campagne sulle Alpi e vi rima.• c ferito nel r795. Passato nell'esercito francese, d iRenaud Giu,eppe venne colon nel lo nd 18 r 3 e nella campagna del 18r4 rimase nuovamente ferito. Alla restaurazione riprese M:r,·izio nell'esercito sardo e nel 18:20

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divenne colonnello comandante in seconda della brigaca Genova. Passato ne l 182, al comando della brigata Cuneo, fu promosso magg. generale comandance la clivis. d i Cuneo nel 1830. Nel 1832 passò a comandare la divis. di Torino, nel 1833 fu promosso cen. generale; nel 1838 fu nominaco governacore di Novara, nel 1841 di Alessandria e nel 1847 venne giubilaco cd insignito del collare della SS. An-

nu nziata. Rc11a11d (G. Il.). Ufficiale francese (1777- 1825). Combauè oclle guerre dell'epoca napoleonica e d1\'enne colonnello d'artiglieria, addetto al Consiglio dell'arma, e ispettore delle fonderie d i canno ni. Lasciò un libro su « L 'arte di fabbricare la polvere » . Renaud di Fa!ico11 O//a11io. Generale, fratello di Giuseppe (1778-1853). Ufficiale di fanteria, si distinse nelle g uerre delle Alpi e <luralltC un combattimento presso Giletta (1793) rimase ierito. Ripreso servizio alla r esta urazione come capitano cli (ameria, venne collocato in pensione nd 183' col grado di colonnello e nel 1836 promosso maggior generale.

Re11a11d di Falicon Em·ico. Colo nnello, figlio di Onav io, a Nizcza Marittima, m. a Genova (181 1- 1874) . Tenente nel corpo di S. M. nel 1829. partecipò alla campagna del r848 e <la ten. colonnello fu collocato nella riserva (185fl). Richiamato in servizio nel 1859, fu Commissario nelle Romagne. Nominato comandante della brigata Cremona, non assunse B servizio e si rilirò a vita pri\'ata .

11.

Rcnauìl di F1uico11 co11tc Emilio. Ammiraglio, figlio di Enrico, n. a ).lizza Marittima, m. a Torino (1844-1916). Guardiamarina nel 1865, divenne capicano di vascello nel 1891 e fu d:,l 1894 d ircuorc degl: armamenti del dip. mari u11no dc L:1 Spezia. Collocato a· r iposo cd inscritto nella riserva navale nel 18<)6, venne promo;so contrammiraglio nel 1902.

Renaull N. C. Carro armaco leggero francese, arm:,to con cannollcino da 37 mm. e due micragliatrici pesanti. Dello sccsso tipo vi è un c:,rro medio con due cannoni

Corro armato leggero francese Rcnault NC 1931

da ;; raccorciati e due micragliatrici, e un carro pcsame con un cannone da 75 e dllC mitragliarrici. J)i tutci quesci cani sono stat i facti parecchi modelli.

Re11ault barone Ippolito. GcDerale francese (1807-1870). Dal 1839 al 1848 prescò servizio in Algeria. Generale di d ivis. nel 1851, fu incaricato di reggere il governo dell'Algeria. Ne l 1859 partecipò alla guerra in Italia. Comaudò poi la d ivi,. di Roucn ed il XIV C. d 'A. Nel r870 riporcò una ferita mortale combattendo a Villiers, presso Parigi.


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Renchen. Vi llaggio della Germania, nel Baden, sulla Rench, affluente del Reno. Durante la campagna <le! Moreau sul Reno, 1KI 1790, vi avvenne un comhattime nw tra i Frances i e un corpo austriaco di 10.00 0 u . coman ~ dati dal gen. Starray. Questi, che guardava le valli <.!ella Kintzig e della Rench, venoc attaccato il mattino del 28 g iug no. Bcnchè gli Austriaci reagissero tentando vari contrattacchi sulla d r . francese, l'attacco ebbe il sopravvento cd essi furono ricacciati d a R. su Oensbach e su Biihl. La giornata costò agli Austriaci oltre 1000 uomini, 10 cannoni e 500 cavalli : essa preluse agli ulteriori successi cld Moreau durante la prima fase della campagna , successi frustrati dipoi dalla ritirata delie forze d i Jourclan, che determinarono la r itirata finale dei Francesi d ietro il Reno. Rendsburg. Città della Germania, nello SchsleswigHolstein.

Tra/lato di Rendsburg (ro luglio 1675). Convenzione fra Danimarca e duca d'Holstein-Gottorp. Si ri mettono le cose nello stato in cui erano prima del 1658, e sono annullati i trattati del 1658 e 1660. La r ivalità fra i re ri i Danimarca e i duchi d i Holstcin era risorta dopo 'il 1660. Scoppiata la g ue rra fra Danimarca e Svezia, la quale proteggeva il duca, la Danimarca, dopo la battaglia d i Fc.hrbellin, costrinse il d uca ad accettare la presente convenzione.

Renette. Costruttore francese, verso il 1820, di una cartella a percussione, nella q uale il cane, provvisto d i una sporgenza temprata, batteva sopra un innesco fulminante posto su 1.;;1 'avvitatura del bacinetto . Reni (Lesioni trammlliche e ma/,attie). Nell 'ambien te militare, dove frequentemente si è esposti alle violenze traumatiche, specie nelle contingenze di guerra , non sono rare le lesioni dei reni. Queste possono essere sottocutanee , le guai i comprendono le contusioni e le lacerazioni renali, determinate o eia cause i nd irette (cadute sui piedi, sui ginocchi, sugl 'ischi, a cavalcioni sopra una sbarra, ecc.), ovvero da cause d irette (urti più o meno vio lenti sulla regione renale: bastonate, calci d i cavallo, caduta sopra un corpo smusso sporgente, ecc.). I primi sintomi delle contusioni renali sono d i sol ito molto gravi, e, se non sopraggiunge la morte, appaiono i sintomi propr i della lesione renale, cioè : dolore locale, ematuria, disordini della secrezione e dell'emissione d'urina; echimosi inguinale tardiva . Le contusion i dei reni posso110 dar luogo a flemmon e perinefritico, ad ascessi del rene, a pielo-nefrite cd a peri1onite; tra le complicanze tardiv~ merita di essere menzionata la nefrite interst iziale o epiteliale di origine traumatica, nonchè la pseudo-idro nefrosi . Degne d i speciale menzione sono le ferite, in special modo quelle d i armi da fuoco, 9 uasi sempre associate a lesion i di organi viciniori (fegato, milza , tubo d igerente, vasi sanguigni importanti, ecc.). Esse pi-esentano lesioni anatom iche svari ate, che da una piccola perforazione vanno ad ur1 ampio foro a n1argìni contusi .

Si possono avere inoltre ferice renali

extraperitoneali, prodotte da colp i obli~ui dal fianco verso la linea del le apofisi spinose della rachide, o a nche da co lpi d iretti normalmente alla regio ne lombare ma con

proietti an imati da scarsa forza viva, in tnodo <la aversi l'arresto d i essi nel parench ima renale o nella capsula adiposa . L'entità d i tali ferite risiede sia nella k sione del rene in s~. nella gra,:ità e persistenza della ematuria, nelle fistole renali consecurive, sia ancora nell a a pertura dell a parete posteriore del colon . Le ferite d 'arma ~• fooco del rene danno per lo più origine ai fenomeni generali dello shock ; si hanno inoltre qual i sintom i: emorragia e scolo

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d i uri,1e attraverso Ja tem a panctale, ematuria, d isturbi dell 'urinazione, oltre la sindrome propri r delle lesioni penetranti ·dell 'addome (V. Addomi11a!t). Le emorragie dovute a lesione <lei vasi del peduncolo, dell'aorta, della vena cava sono sempre mortali. Nelle fe,·i ce toraco-renali si ha flogosi concom itante della p leura e del polmone. Complicanza gravissima è la peritonite <la perforazione del tubo d igerente. Sono i nfine da ricorciare le malattie renali : nefrosi, nciritc,sclero-nefrosi, pielonefrite calcolosa; rene mobile, ccc. L'art. 85 dell'E lenco A contempla quali cause d i inabilità assoluta al serv izio militare « le infiammazioni croniche d el parenchima renale e le altre malattie croniche dei reni, g li esiti di affe zioni acute, previa osservazione

in un ospedale militare, e , se ritenute guaribil.i, persistenti oltre la r ivedibilità, e, nel militare, dopo infruttuosa cura e congrui per iodi d i licenza; nonchè la m ancanza <li un rene, pure accntata in ospedale m ili tare » . Le lesioni ed èlffezioni g ravi e per mane nti deU,apparccchio' urinario, rico-

nosciute d ipendenti da causa d i servizio , comprese le lesioni belliche, danno d iritto alla second., categoria d i pensione, ai sensi del Decreto Luogotenenzia le n . 876 del 20 maggio 1917 e de) Regio Decreto n . 1491 del 12 lugl io 1923.

Renitente. L'inscritto d i leva che senza giust ificazione legittima non si presenta all 'esame definitivo, ed alla chiamata nel giorno stabilito, è considerato come R . giacchè disobbedisce alla legge sul ser vizio mii. o bbligatorio. Egli viene punito in base al ritardo nella presentazione a l centro d'affluenza indicatogli. La legge ita liana sul reclutamento stabilisce che la lista dei R. viene pubbucata dieci giorni dopo la promulgazione del d iscar ico finale di leva, per cura delle P refetture del regn~, presso ciascun capoluogo di ci rcondario e nei com uni a i qual i i R. appartengono. Quelli che si presentano spontaneamen te, o vengono arrestati dopo detta pubblicazione, vengono dalla Prefettura competente den unciati alla autorità giud iziaria, la quale procede contro d i essi a tenore della legge sul reclutamento. Le Prefetture fanno cancellare poi dalle liste su citate i nomi d i quelli presentatisi spontaneamente, dei morti, e degli arrestati. Questi ultimi sono puniti col carcere da uno a due anni ; q uelli presentatisi spontaneamente prima d ella scadenza di un anno dal giorno della d ichiaraz.ione di renitenza incorrono nella pena del carcere da due a sci mesi, che 9uando si tratta di piccoli ritardi viene anche convertit a in punizione disciplinare presso i corpi . 1 R . presentatisi spontaneamente o ltre l 'anno subiscono pena da sci mesi ad un anno. Gli arrestari dichiarati inabili sono passibili d i pena da un mese ad un anno d i carcere. Quelli inabili che si presentino spontaneamente dopo un anno scontano da uno a sei mesi d i carcere; e da uno a tre mesi se presentat.isj en tro l'anno. Tali pene sono

raddoppiate in tempo d i g uerra . J R. assolti e quelli che. hanno scontato la pena sono esaminati dal Consiglio <li leva, e, se riconosciuti idonei , arruolati ed assegnati alla classe d i leva., ed alla categoria che loro spetta, coi vantaggi d i speciali esenzion i cui avrebbero d iritto, purchè non vi si oppongano altre esenzioni godnre da fratelli durante la re nitenza . I R. che ebbero cond anne, no n godono

il d iritto d'assegnazione alla 3a categoria, se non si tro~ vano più nel le cond izioni in cui erano al momento della rispettiva leva. Se r iconosciuti inabili al servizio sono riformati. Sono pure passibili d i carcere, con pene da uno a sci mesi, i cittadini che scientemen te abbiano nascosto o ten uto al proprio servizio R. Chi abbia cooperato alla fuga d i uu R. è punito col carcere da un mese ad un anno.


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Eguale pena viene applicata a citi ne 3bbia con maneggi impedita o ri tardata la presentazione . Se il reo è p ubblico ufficiale, ministro del '<• lro. o impiegato del governo, la pena può andare fino ai due anni di carcere, aggravata di multa fino a 2000 lire. li reato dì renire n7.,a non va mai in prescrizione.

Re nnenkampf (Paolo) . Ge1lcralc russo, nato nel 1854. Fece la carriera nella cav,il leria e divenne magg. generale nel 1900 . Partec ipò da ten. generale alla ,bTUerra Rus .. so-giapponese nel 1904-05, diRennenkampf Paolo stinguendosi alla testa di una divis. d i cavalleria. Nella g uerra Mond iale ebbe il comando del la r a armata, con la q uale in vase la Prussia orientale, ma venne sconfitto completamente nella battaglia dei lagh i Masuri. Dopo la rivoluzioue russa riparò in Germania.

Rennes (ant . Contate Redom11n). Città della fra ncia, capo!. del dip. llle-et-Vilaine. È sede di corpo d'armata (X). Fu capìt ale dei Redoni e d ivenne contea sotto i Carolingi, rna ben presto d ivenne la capitale del ducato d i Bretagna.

I. Assedio di Rennes (1357). Fu posto dagli Inglesi P iazzaforte di R cnnes (sec. XVI) condotti dal duca di L3ncaster. Dopo due ·n 1esi d.l assedio, arrivò in soccorso della città il D uguesclin, il quale attaccò le lince inglesi e le forzò riuscendo ad entrare in città con un convoglio d i vi veri. Il duca ordinò U!,'1.!almentc l 'assalto , ma venne respinto e dovette r itirarsi. U. ASJedio e Trattato di Rrnnes (r491). Il re di Francia, Carlo VIII, r estata sola signora del ducato d i Bretagna la giovane d uchessa Anna, che si e ra chiusa in c ittà, n1arciò COlltfO <li q uesta CO)\ \111 grosso esercito, e con artiglierie assai numerose per quei tempi, dirette da Guy de Lauzières. Sui primi d i agosto la città era strettamente investita, e nell'ottobre doveva arrendersi. - li 15 novembre, vi ven iva firmato i l trattato, in base al quale Ja Bretagna veniva unita alla corona d i F rancia.

Reno. Fiume dell 'Italia continentale, che ha origine nel! ' Appennino tosco-emiliano p resso il colle delle Piastre; scorre in direzione N .-E. in una valle che s'allarga gradatamente d opo Porretta e Vergato; sbocca in p iano a Casalccchio, traversa la Via Emilia 3 Km. a occidente d i Bologna, verso la quale d irama un canale di derivazione ; volge quindi bruscamente verso S. -E. ed entra- nell ';rntico letto del Po di Primaro, ove fo artificialmente incanalato. Riceve q uivi lo sbocco del canale diramato a Bologna (lungo circa 36 Km.) e sbocca in mare a Porto P rimaro, dopo 2 20 Km. d i percorso. La test ata del bacino renano (Reno-Limentra) raccoglie attraverso i passi d i monte Oppio, delle Piastre e di Collina (Porretta), e dalla valle dell'affluente Setta attraverso il colle <li -Montepiano, la

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viabilità transappenninica proveniente dai bacini del Serchio e dell 'Arno, raccordandola alla rotabile Porretta-Vergato-Bologna. Apre anche il transito alla ferrovia PistoiaBologna, col sussidio di numerose gallerie che abbreviano il percorso. ldrograficamente caratteristico .nel tratto i nferiore per le variazioni naturali e artificiali del suo corso e per il conrnrso alla sedimentazione del bassopiano, il R. ha soprattutto importanza nel t ratto montano come via di comunicazione transappenninica.

Convegno rnl Reno (43 a . C .) . Convegno dei tnumvm Marcantonio, O ttaviano e Lepido (2"' triumvirato) in una isoletta <lei Reno bolognese, per d iv idersi le provincie del 1'impero romano : Lepido ebbe l'Africa; Antonio l'Oriente; Augusto l'Italia, la Gallja e Ja Spagna. Reno . Uno dei maggiori fiumi europei, che ha origine nella Svizzera dalJa riunione d i tre bracci: R . ameriore, emissario del laghetto di Toma nel grnppo del Gottardo; R. medio, che ha le sorgenti presso il colle d i Luckmanier e sbocca nel preceden te a Dissentis; R. posteriore, proven iente dai ghiacciai dell'Adula, che s'apre il varco att raverso l'orrida gola della « Via Mala » e confluisce a Reichenau . Il fiume, così formato, corre verso N .-E. nel solco longitudinale alpino Obcralp-Coira ; quivi d iv iene na vigabile e volge a N., imboccando il grande solco trasversale che lo cond uce al lago <li Costanza: anticamente defluiva verso N .-0., nel graode avvallamento ove giaccio no i laghi d i Walcnstadt e di Zurigo e nel letto della Limmat, ora suo subaffiuente. Tributario maggiore del! 'alto R. è ]'Ili; ed oltre il lago di Costanza, l'Aar, che raccoglie la maggior p arte dell 'acque dell 'Altopiano E lvet ico , ricevendo almeno 150 subaffluenti in una rete idrografica ove s'inseriscono i maggiori laghi svizzeri. Fra il b go <li Costanza e Basilea il R. corre in una valle stretta e profonda; a Sciaffusa trova un brusco salto di livello d i circa 150 rn . che determina le famose cascate; verso Basilea volge a oord , lainbendo le propaggini del Giura franco-elvetico ed entra nel suo med io corso, prcssochè rettilineo e morfologicamen te assai diverso dal precedente : da Basilea a Magonza si estende un bassopiano lungo l!irca 300 Km . e largo 30, antico braccio n1arino terzjario, divenuto poi lago, che per successive sedimentazioni p rosciugavasi offrendo il letto al R . attuale. A valle di Strasburgo, la pendenza del letto diminuisce, la corrente è meno rapida e più agevole la navigazione, che, a monte, si avvia .invece di prefe renza per il canale che da Strasburgo per Mi.i lhausen unisce le acque del R. a quelle del Rodano. A valle d i I Magonza, tra .Bingen e Bonn, il fiume corre in una spaccatu ra, lunga circa 120 Km ., risultato del l u□go lavorio d 'incisione delle acque attraverso l '« altopiano scistoso» , per accedere alla pianura. In questo t ratto bagna Coblenza . Oltre Bonn scorre su l bassopiano che viene a insinuarsi nelle alte terre ; quivi attraversa Colonia, situata all'incrocio dell 'arteria renana con la strada equatoriale cbc segue il piede delle alte terre . A valle di Emerich entra nel suo corso inferiore, perdendo della sua schietta individualità id rografica per le ramificazioni che subisce nella p iatta pianura litoranea olandese : i l R. propriameme detto prosegue verso N .-0. col nome d i Reno curvo, impoverito d'acque per le derivazioni all' lssel e alla Lck, e l 'esiste nza del braccio che sfocia nello Zuider-Scc (Vech). !lagnata Leid a, q uesto ramo, col nome di Vecchio Reno, sfocia a Katwych con m ediocre portata idrica. Il ramo meridionale , invece, incanalato nel letto dell'antico Hclia, vi apporta la maggior parte delle sue acque, chiuso fra alti argini, e col nome d i Waal s'avv ia al mare cou pigro corso, con giunto con un braccio


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all a Mosa, con la quale confonde poi le sue acque d efinitivamente, sfociando con tre larghi rami alle Boa-l,c della Mosa. Lunghezza totale del corso, Km . 1225. La grande sintesi geografica del R., all'infuori dei- d ettagl i desumibili dagli atlanti , è caratterizzata dalla natura « composita » della sua vallata , form atasi per saldamenti successivi ; dalla molteplicità d elle origini e d elle foci; d a lle variazioni idrografiche dcli 'alto corso e <!alla netta unità del tratto medio : testimonianze tutte dcli 'evoluzione che regge la funzionalità dei corsi d 'acqua e le loro relazioni con . le regioni che attraversano. Fiume d i somma importanz a storica, fin dal! 'era an t ica fu considerato l imite fra le regioni gallica e germanica; ma la legge inderogabile, che fa d elle g randi vallate reg ioni d i convegno anzichè linee d i separazione, dete rminò contatti ed a ntagonismi che resero la frontie ra re n a na una d elle più d ispu tate <l'Europa . È a tale rigu;irdo eloquente il ra ffronto dei va ri confini fra;ico, germanici alle epoche salienti d elle lotte d'espansione e d i

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famoso quello di Cesare , fu rono: Dicembre 1639, operato <lai Francesi ; 16ji, operato dai Francesi sotto Luig i XIV; ottobre 1702, operato dai Francesi d el ma resc. Villars a Huni ngue; luglio 1744, operato dal p riucipc di Lorena; settembre 1793, settem bre 1795 , luglio ' ì9G, ap ri le 1797, maggio 1800, tutti operati dai Francesi; 18r4, operato dagli Alleati contro Napoleone. I. Battaglia presso ii Reno (69 d . C .) . Appartiene alla sollevazione dei l3aravi capitanati dal loro connazionale G . Claud io Civile, g ià al servizio dell'impero romano . Costui seppe trar partito dalla g ue rra civile scoppiata alla proclamai.ione a<l i.m pcr atore d i Vespasiano contro Vitcllio, e passò all'aperta offesa. ConLro di lui avanzò l'esercito romano in ord ine <li battaglia presso i l Reno, sul quale navigavano navi romauc. Iniziato il combattimento, una coorte ausiliaria composta d i T u ng ri, passò alla parte di Civile; i Romani fun no q uind i sba ragliati con g rande strage . Nelle navi da guerra romane c ~rano dei. remato ri 1

Passaggio del Reno dn parte dei Francesi (1793).

difesa della Francia monarch ica e repubbl icana ( ' 5:'5, 1715, 18i1, 1918) nonchè l'esame d ei trattati d i pace che man mano regolarono la frontiera fra le due regioni (da un lato il Sacro Romano Impero, seguito poi dagli Stati german ici , e d all 'altro la Francia). Dal bgo d i Cost anza a Basilea il R . segna abbastanza fedelmente la del imita1.ione geografica e<l etnografica fra Gen11ania e Svizzera; da Ba• silca al parallelo d i confluenza d e ll a Lau ter, quell a frn Gerrnania e Fr~rncia ; ma nel S\.lù cnl'SO ulteriore j} caratlCrc d i confine e mico è d 'assai menomato, poichè l'elemento germanico ha larga interferenza sulla riva occidentale; fino a che, sboccando nell a regione fiamminga , paese ti 'immissione etnica profonda, JlCrd e, insieme al carallcrc d i unità idrografica, anc he q uello di-linea divisoria etnografica e politica . li trallalO di Versailles stabilì che la German ia non poresse 1nanteneJ"e o costruire fortificazio ni sul1a riva sr. del Reno, e , sulla dr., per una d istanza di 50 Km. d al fi u me. E che in tale zona non potesse mantenere o riun ire forze armate . .Lo stesso trattato si occupò della libertà d i n avigazione sul Re no, e d el le derivazioni d 'acqua per uso i ndustr iale.

Passaggi del .Reno. I più celebri passagg i d i questo grand e fiume, al d i fuori <li quelli dell 'epoca romana, dei quali

batavi, i quali, dapp rima appartentementc per impcrizia-r impedirono Je manovre dei marinai, po::.c.ia re.rnarono in senso con trario agli ordini ricevuti) voitarono le navi, n10vcndo con la poppa verso la spo nda 11ernica e uccisero gli ufficiali e i marinai consegnando le navi, in nun1cro d i 24, a C ivile. Il. Bau11glìa presso ì/ Neno (93). F u combattuta e vi111a da L. Appio Massimo Norbano, legato pannonico d dl'impcratorc Domiziano, contt·o il legato .L. Antonio Saturnino, cmnandante nella Germania superiore, il quale, offeso da Dom iziano, si era ribellato e aveva in dotto il suo corpo d'esercito alla d dczio11e . La testa d ello sconli tto /\ n tonio fu portata ed esposta pubbl icamente a Roma. \

Ili. Battaglia su/ Reno (282). F u com battuta e vinta da Yl. Aurelio Ca!'ino, fig lio m aggiore dell'imperatore C . Marco A urelio Carn, contro i Franchi. IV. Battaglia sul Rrno (307). Dopo i supplizi inflitti dall ' imperatore C . F lavio Valerio Costan tino ai vinti F ranchi e Alemauni, questi popoli imp ugnarono le armi e m in acciaro no un ath1cco comune. Costantino lì prevenne, e, passa to il Reno, assalì impro\'vÌs~mente g li altri alleati e li vinse . .Moltissimi caddero morti , i villaggi furono incendiati, le n1andrc predate o uccise, i prigionieri scan nati


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ad eccezione <lei fanciulli, che furono serbati 111 vita come

schiavi. V. Battaglia sul basso Reno (313). Fu combattuta e vinta dall'imperatore <l'occidente C. Flavio Valerio Costantino contro i Franchi, i qual i si erano apparecchiati per un ' in vasione nel! 'impero. Costoro rimasero sconfitti pienamente per uno stratage1nma. Costantino fece mostra di

REN

Guardia al Reno (Wacht ar11 Rhein). Canzone patrio tr.ica tedesca, parole d i. Scheckenburgcr , musica di von K . Wilhelm (1854), divenuta popolare durante la guerra de'll'anno 1870-71.

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J I J. .,-, r rI t

sguarnire il Reno inferiore per d ifendere il « limes » superiore, ma lasciò i□ posizioni coperte i suoi capitani, i quali

assalirono im provvisamente

gli

invasori ,

resi

così

fiduciosi. Contemporaneamente comparve l 'imperatore alle spalle <lei Franchi, e, dopo d i avere con la sua Aotta sbarrata loro la via di ritirata, pose sulla riva d r. schiere <li scorridori, che devastassero i ·campi dei d ifensori e le case abbandonate. Con sim ile tattica inflisse ai nemici una gran.de sconfitta. Dei prig ion ieri gran parte fu gettata in pasto alle bestie feroci dell 'anfiteatio di Treviri , altri si ucci,ero vicendevol mente per sfuggire alla schiavitù od a morte crudele. VI. Battaglia presso il Reno (gennaio 406). Appartiene all'invasione degl i Alani e dei Vandali in Gallia , affrontati <lai Franchi alleati dei Romani. Nella sanguinosa battaglia cadde il re dei Vandali con 20 .000 uomini ; ma ciò ma lgrado il principe alano Rcspcndialo d iede ai F ranchi una grave ,confitta . In seguito a ciò i Vandali, gli Alani e

in parte gl i Svevi s i spar.sero .senza trovare resistenza

nella Gall ia interiore, che per tre ann i sottoposero a una ter ri bile devastazione.

Vll. Battaglia ml Reno (64c,). l\ppartiene · alla rivolta de lla Turingia, capitanata dal principe Rodolfo . Il re dei Franchi, Sigiberto Ill, signo re d i Austrasia, chiamò aJle armi tutti i feudatari, e sulla riva dr. elci Reno ruppe dapprima e poscia trucidò le genti d i Paro <li Bav iera, che avevano fatto causa comune con Rodolfo. VIII . Lega del Reno (14 agosto 1658). Fu costituita fra gli elettori dì Colonia, di Trcviri e di Magonza, il duca di Baviera, i pri ncipi d i Assia e di l3runswick, e il re d i Svez ia, sotto gli auspici d i Luigi XIV, per vigilare sul manten imento del trattato d i Wesrfolia. La lega, diretta contro l ' imperatore di Germania, si sciolse nel 1669. Altra Lega o Confederazione del Reno fu costituita nel 1806 (V. Parigi L X VI) e dt1rò fino al 1813.

.1m,ata del Reno. Costituita in !;rancia nel 1791 e durata fino al 1795. Ebbe per comandanti i generali : L uckner, Lamorlière, 13iron, Desprez-Crassier, Custinc, Diettmann, Bcauharnais, Landrernont, Meunicr, Carlènc, Pichcgru, Michaud , Kléber, Pichegru. Nel 1793 vi fu unita l'armata dei Vosgi. I suoi effetùvi variarono da 45 .500 a 6.1 .900 u.; all'epoca della riunione con l 'armata dei Vosgi salirono temporaneamente a 90.000 uomin i. Armata del Reno e Mosella. Costituita nel 1795, con la fusione d elle due armate, durò fino al 1797. Ebbe per comandanti i generali P ichcgru, Desaix, Moreau , Saint-Cyr. Si fuse con l 'armata di Sambra e Mosa per costituire l 'armata di Germania. l suoi effettivi variarono da 87.800 a 140.700 uomini.

Armata del Reno. Ebbe questo nome nel r870 l 'armata comandata d a Napoleone lii fino al 12 agosto, e, dopo questa d ata, dal maresc . Bazaine . Era forte <li 270.000 u. con 780 cannoni e 1,14 mitragliatrici. Reparti d i essa vcn11cro battut i a \\Tcisscmbu rg, a Wort!,, a Forbach, a Bc,rny. Quind i il grosso dell'armata (Guard ia, corpi li , III, IV, VI e riserva di cavallerja) si chiuse a Metz con 200 .000 u ., e finì per arrendersi il 28 o ttobre ai Tedeschi .

La e G uardia al Reno ~

Rimty. Comune della Francia, nel dip. del Pas-deCalais, su l 'Aa. Rovine d i un castello del sec. XIV . Combattimento di Renty (13 agosto 1554). Appartie ne alla guerra d i Fiandra . E nrico Il di Francia aveva posto I ' as• seclio all a città, e il duca Emanuele F il iberto d i Savoia, generale di Carlo V, per o rd ine dell' imperatore si accinse a soccor rerla e avanzò a circa 2 Krn . d i d istanza. Nel consiglio d i g uerra si r iconobbe la con venienza d i occupare un bosco dal qua le si potevano agevolmente battere le po;izioni francesi, ma si discordò sul modo. li duca di Sa• voia e Antonio Doria proponevano l'attacco in pieno giorno; l 'imperatore, appoggiato da don Ferrante Gonzaga, volle si facesse una incamiciata d i notte . Nel bosco, i Fran• cesi d i Francesco d i Gu isa avevano nascosto 300 archibugeri (A) lascia ndo al lo scoperto qualche d rap pello di corsaletti (C) affinchè il nemico, d irigendosi contro d i essi, rimanesse più facilmente circondato e preso sotto il fuoco degli arch ibugeri. Emanuele Filiberto, co;tretto a tentare l'attacco notturno, falll. Allora si procedette a quello in pieno giorno, affidato a 2000 cavalleggeri (P), comandati dal duca d i Savoia, e 4000 archibugeri (F) sotto gli ordini di don Ferrante Gonzaga. La colonna d isponeva pure d i 4 pezzi d 'artiglieria (R), chiamali « pistole dell ' imperatore » . Lungo la cc,llina, vicino al bosco, di scendendo verm Fauquembcrgucs, marciava un bgl. tedesco, condotto dal conte G iovanni di Nassau e dal maresc . di Clèvcs, fiancheggiato dai 2000 raitri (W) <lei conte Wolfgang, seguiti da vic ino da 1200 cava lleggeri (E) e <la altri 4 pezzi da cam pagna. La gendarmeria di Borgogna (13) e un bg l. d i lanzichenecchi (L) e rano stati lasciati in riserva .. Il duca d i Guisa si incaricava della difesa del bosco, intanto che il conestabile aiutava il re a d isporre i rre bg l. d i uomini a piedi in posizione cornodh e ~antaggiosa per combattere insieme alla gendarmeria . Collocò in p rima linea le bande fra ncesi (G) agli ordini del loro co lonnello generale Gasparo d i Coligny; i lanzicheneccht (K) in seconda linea, e gli Svizzeri (M) in r iserva, e ciascun bgl. aveva alla sua d r . un reggimento d i ge ndarmeria (O) per fiancheggiarlo . Il r imanente della gendarmeria (T Y) si d ispose al l' ala sr. della linea di battaglia allo sbocco del vallone d i Fauquembergues, d ove il duca d 'Aumale con tutta la cavalleria leggera (H V) ed alcuni reparti di archibugeri a piedi (a a'), desti nati a combattere a ll a spicciolata, si preparava ad arrestare il nemico qualora fosse avanzato da questo lato . Il duca d i Savoia e don Ferrante Gonzaga attacca rono il bosco e d opo accan iro combattirncnco se ne impadronirono. Francesco d i Guisa , preso il coman do della cavalleria dell 'ala sr. (V) attaccò e sbaragliò i raitri, i quali trascinarono i cavalleggeri che li seguivano (E) nella fuga. Questa cavalleria mise il ,Jisordi ne nel bgl. tedesco (N) e tutta l'ala dr . im peri ale si rifugiò nel bosco,


REN

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sono la protezione <lcll 'artig lieria (S) che aveva preso posizione a ll 'orlo del va llone di Fauquembergues (V V'). Intanto la colonna del duca di Sa,·oia, attraversato il bosco, aveva diretto il fuoco dei suoi archibugeri, appostati sul limitare d i esso, comro il bgl. francese (G) per dar modo

Renzi (Francesco). Generale, n. ad Avc..:zano nel 1865. Sottot. d'art. nel 1883, partecipò alla guerra contro l 'Austria, fu promosso colonnello nel 1916 e comandò il r• raggruppamento bombard,· ed il 22° cl'a,seclio. In P. A. S . poco dopo la gueri~, fu promosso generale di brigata :,cJ 1923. :-Sci 1928 passò nella riserva, Rem::i .\ fan/redi. Generale, u. ad Orvieto, m. a Tonno (1869-1931). Sottot. d1 fanteria nel ' 1890, mento nel H)06 la mcd. d'argento ai valor ci, ile a Venezia. Partecipò alla guerra contro l'Austria e meritò tre medaglie d':1rgenrn: a Passo Buolc ( 1914), a Zanolli Rcnzi Fr>ncesco (1916) ove rimase gravemcme fe1ito e sul M. Zebio (1917). Colonnello nel 19 17, fu comar1dante de l 152° e poi del 99° fanteria e sul M. Cornone (Val Brenta, 1918) fu decorato della croce da cav. dcll'O. M. S. Nel 1920 assunse il comando dd d1strctt0 mii. d i Parma, e nel 1924 quello del 62° fanteria . Nel 1926 a ndò in A. R. Q . e nel J928 passò nel la riserva. Nel 1929 venne promosso generale di brigata e poco dopo ebbe la direzione ddla b1bbo1eca ,1, S. M. il Ile in Torino.

Combnttimcnto di Renty ( 1554)

Renzo da Ceri. V. Orsini Lor,·11:::0 .

ai fuggitivi di ritirarsi in buon ordine, ma, assalita a sua volta, fu co~trctta ad abbandonare il bosco in mano ai Francesi. Tuttavia, per insistenza <li Antonio Doria cd Eman uele F iliberto, vennero man tenute le posizioni primilivamenie occupare, e il 15 agosto la mancanza di fo. raggi, nell'esercno francese, oltre alle cattive no1izie giunte <lall'lta lia per la disfaua di Piero Strozzi nella guerra di Siena, ind ussero il re Enrico II a lc:vare il camno c<l a ritirarsi . Secondo gli autori f~ancesi nel combaui1~cnto gli lmpenali perdettero circa 2000 u. cd i Francesi soltanto 240, riportando una grande vittoria : il re d i Francia asseriva info11 i d i avere a ttaccato R . allo scopo d i provocare l 'imperato re a battaglia e si contentava di averla vinta; ma l'imperatore affermò di essere riu~ito nei suo scopo di for levare l'assed io di Rcnt)'·

Reny (barone Giorgio Schariczc,· von). Marc.ciallo ausrro-ungarico, n. nel 186.i. Sottot. di fanteria nel 1884. da rnagg. generale (1914) fu nomin a to capo d i S . M. dell'armata dell'arciduca Eugenio, e nel d,ccmbrc ebbe la

promozione a Juogoien. maresciallo. Si dist inse ndl 'of. fr'lsiva della t' armata contro Lublioo, e nel 1916 a Baranowirschi al comando di un.i d ivis. passatu poi su l fronte italiano, dove prese pane alla ;•, 8' e 9• battai;lia <ld1'l;onzo. Nel novembre 1916 ebbe il comando del VII C. d ' A. e combauè su l Carso dcli "Isonzo.

--, ._

Reny Cior.11io 103

e

T1n.

battaglia

Reparto (o Riparto). Dicesi, di truppa, una qualsiasi unità organica co,titutirn di altra d'ordine superiore. Così la squadra è un R. del plotone; quest 'ultimo lo è <lella cp. e cosl di seguito. li ter mine non viene però normalmente usato oltre il battaglione. È cioè riferito di massima soltanto alle minori unità organiche delle truppe e dei servizi. Nel comune linguaggio mii. la voce è pure llSata spesso per ind icare q ualsiasi contingente di truppa, anche se di formazione del tutto occasionale e temporanea . Reparto di direzione. f-. quello su cui viene regolato il movimento dura nte l'avvicinamento, per non deviare dalla direttrice di a vanzata. Per ottenere ciò esso sceglie sul terreno due o più punti, ossia traccia mentalmente un allineamento e lo segue. È pro,·,edi1)1cnto limitato a R. del bgl. e cioè: squadra, plotone, compagnia. Per il plotone, il m'a nte n imcnto della direzio ne esige molta c ura da parte del ;uo comandante, il quale si vale per regola di punti del terreno come riferimento. Qualora ciò non ;ia possibile, egli designa una squadra di direzione, e si tiene alla testa d i essa, per g uid arla nell'avanzata . Le altre, ,enza alcun vincolo di all ineamento e .cnza rigidezza di distar.ze o d'intervalli, si regolano su quella, collegandosi con essa, e col comandante del plotone a vista e ad udito: q ua ntfo occorra, fa nno marciare 11cgli intcrv:dli pattugl ie di collegamento. Gli altri p loto ni della cp . si regolano sul primo, collegandosi con questo per mezzo di pattuglie. Per la compagnia, in [a~ di avvicinamento l'ampiezza della fronte e d el le distan ze rende molto dinicile regolare I·avanzarn sopra una cp . di direzione . Più frec1uentemcnte ciascuna riceve l'indicazione della direzione lungo la quale dovrà a, anzare, e delle linee corrispondenti ai successivi sbalzi. Questa norma è applicabile anche ai reparti mitrai;lier i cd agli elcnyjnti d i rinfor1.o, q uando J1on sì reputi più conveniente coficgame il movimenro con quello d elle


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compagnie fucilieri , alternando ;balzi e soste degli uni con soste e sbalzi delle altre. Scù,dibilità dei rep,,rti. È questione molto discussa in quali circostanze essa sia necessaria. In lontananza del nemico, ove le esigenze logistiche e dì comodità prcValgono, gli inconvenienti non sono importanti; nia nd carnpo tat~ tico il mancato rispetto <lei vincoli organici è dannoso;

e non solo nei minori reparti, ma anche nel le grandi un ità . Fra queste ultime di particolare im portanza la divis. di fanteria. La tattica odierna e la tecnica del combattimento banno effetto fortemente d issolvente : la reazione salutare a tale effetto non può essere data che dai valori morali dei reparti che, nonostante i me1.zi !)iù progred iti, sono decisivi nella battaglia morlerna . I vincoli di camerat ismo che nascono dai vincoli organici, va le a dire dalla diuturna convivenza delle un ità e degli elementi che le costituiscono, sono la pi,, alla garanzia d i coesione e dì soJ.idarictà sul campo tattico, ;1J1chc a prescindere dal fatto che l'addestramento in comune aumenta la capacità operativa delle unità. Nel riordinamento del l'esercito dopo Caporetto, il gen . Diaz fissò come canone fondamentale la inscindibilità delle unità fi no alla d ivis. la quale ul tima doveva essere la ,, famiglia tattica " nel cui quadro le varie armi dovevano operare in perfetta armonia . Il provved imento, efficacis,imo, fu non ultimo fra quelli d><; trasformarono l'esercito dopo lo scacco, in strumento potcnlc <li vittoria. Per talune unità, specie di fanteria, il criterio del la non tcindibilità è assoluto : nel codice t attico è chiaramente sanzionato che 11el costituire le varie colonne nell 'avvicinamento e nell'attacco è bene sia evitata la scissione del regg . di fanteria e del gruppo d i batterie . Kon de bbono mai scindersi il bgl. di fanteria e la btr. d i artiglieria. Certe unità, specie del gen io, per il lo ro impiego debbono essere scisse. Anche la brigata di fanteria difficil1nente nel quadro dcHa divis. opera materialmente riu-

nita: nonnalmcote sarà scissa ju colonne d i avvicinamento o <l 'attacco, del la più importante delle quali i l gencrak di brigata avrà il comando. R epart, complementari. V. Complemento . !?e parti 1Jt·11ro -psicl,iatrià. V . Psicopatie.

Repetti (Giovanni Vittorio). Generale medico dell_a Regia marina, n. nel 1864. Tenente medico nel t887, raggiu nse il grado di colonnello nel 1916 e partecipò alla guerra contro l ' Austr ia; nel 1924 fu promosso magg . generale medico a d isposizione del commìssariato · <l 'emigra~

zione, e nel 1927 ten. generale, iosieme con la nomina a giud ice del Tribunale sup remo di guena e marina . Nel 1929 venne collocato in posizio ne ausiliaria.

Repington (Carlo a' Court). Ufficiale inglese e scrittore militare (1858- 1925). P artecipò alla campagna contro gli Afg,wi, a quella del Sudan (1898), alla guerra angloboera; poi fu addetto mii. a Bruxel les . Nel 1902 abbandonò l 'esercito, dove aveva raggiunto i l grado di colonnello, per gettarsi nel giornalismo, divenendo e restando per molto te mpo il critico m ii. del « T imes » e poi della « Morning Post » e del « Daily Telegrnph » durante la gue rra Mondiale. Pubblicò varie opere : « Vestigia »; « Diario »; « Dopo la guerra " qualificato come « cronaca scandalosa ,> per i dietroscena che vi narrava; « Polizia e armi )). Rep nin (Anichita). Feldmaresciallo russo (1668-1726). Seguì Pietro il grande nelle sue guerre d istinguendosi a Poltava; divenne governatore d i Riga .

Rep11in (Basilio). Generale russo, figlio del precedente. Divenuto g ran maestro d 'artiglieria, ottenoe il comando dell 'esercito destinato sul Reno nel 1748 e morl durante quella cam pagna.

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Repnin Nicola Vassi/ievic. Feldmaresciallo russo, figlio del precedente (1734-1801). Dapprima ministro plenipotenziario a Berlino e poi a Varsav ia, partecipò poi alla guerra contro i Turchi del 1770 e· prese Ismail. Ne l 1774 firmò la pace di Cainargi e nel 1775 fu ambasciatore a Costantinopoli. Di nuovo coma ndan te dell 'esercito russo contro i Turchi nel 1789, fu di essi vincitore . T enne poi il governo delle provincie polacche e contribuì ali 'elezione d i Poniatowski a re d i P~lonia. Nominato feld maresciallo da Paolo J, fu mandaco a "Berlino per indurvi i l re ad entrare in uoa nuova coalizione contro la Francia: non essendovi riusc ito, fu relegato a Mosca.

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Repnin Nicola Grigorievic. Generale russo (17i8-1845). Fece le campagne contro la Francia, d urante le quali comandò (1812-1 3) la cavalleria dell'armata del Wiugenstein . Fu governatore della Sassonia nel 1813 e di Poltava nel 1816.

Repressione (Aeror,autica) . È l'azione consegu ita co n mezzi aerei, tendente a porre l'avversario nelle condizioni di non potersi giovare d i nme le sue forze aeree per continuità cd intensi tà di azione. Ha aoalogia con quella terrestre svolta dall'artigl ieria nel co mbattimen to . Ma, mentre in questo l'artiglieria batte i bersagli costituiti dalle batterie che appoggiano le truppe in av~nzata o in ritirata, nel campo aereo la R . esercitata con mezz.i preponderanti mira a batter~ i campi che siano sede dei reparti aerei, i magazzini che li r iforniscono e i centri industriali che li producono. Pcrchè risult i ef'ncace, deve esser" effemrata con estrema <kcjsione, come cOn particolari accorg imenti , con

autorità d i mezzi e

con genialità d i impiego. Essendo

una ritorsione per <ianni subìti, deve risultaJ"e ammonitrice per gli avversari e deve essere compiuta col criterio della risposta immediata. Le aviazioni da bombardamento e d i

attacco al suolo costituiscono i mezzi ,la imp iegarsi nelPaz io ne

di reorcssionc> che deve

pocere incrinare forte•

· 111<.::utc la rcsis;cnza morale:: avversaria.

Repubblica francese (Guen·c ddla). Rappresentano il ciclo storico dei conflitti fra gli Stati monarchici d'Europa e la Repu bbl ica sorta dalla rivoluzione francese, processo d i reazione del vecchio contro i l nuovo regime . La Francia rivoluzionaria

intu ivo

che, per

11011

essere soffoca ta dal-

1'unione

degl i altri Stati·, doveva esplicare intenso dinamismo bell ico e ideale, e portare la guerrn o ltre i con fini; mirò perciò in primo tempo alla conquista de lle regioni limitrofe: Paesi Bassi, N izza e Savoia. Nell'altro campo sono iniziatrici della lega l'Austr ia e la Prussia , cu i si uniscono il Piemonte prima, e indi l 'Ing hilterra , la Spagna, l 'Olanda, Napoli, lo Stato pontificio e la Russia . Campagna de/ 1792 . Alla fine del 1792 il gen. Dumour iez, ministro della guerra del gabù1etto g irondino, p repara l 'invasione dei Paesi Bassi e quelle del Nizzardo e della Savoia . Gli inizi non sono fortunali: da un lato il gcn . Montesquieu, impreparato al compito di condurre a fondo l 'impresa <l'invadere i territori soggetti al Piemonte, fallisce nello scopo; dall'altro tre colonne &ancesi avviate a for,;are i confini delle F iandre, .fiaccamente g uidate da capi sfiduciat i e sospetti, sono colte da panico alle prime avvisaglie : le due colonne lateral i (gen. Rochambeau e Lukncr) si sbandano; la centrale (Lafaycttc) rimasta isolata, non può proseguire. G li elementi stranieri

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disertano e le forze rivoJuzionaric si ri(ugiaoo in d isor<1ine

sotto i cannoni <ldlc fortezze . Ma gli Austriaci non sanno profittare dd momcmo favorevole per invadere la Francia e si limitano a un vano tentativo di espugnare Lilla. Tuttavia l'insuccesso dei Francesi dà tempo a concreti accord i, che associano l a Prussia all'Austria, e nel luglio t re eserciti si allestiscono alle frontiere: da nord gli Austriaci, agli ordini del duca di Sassonia, che debbono avanzare per Reims su Parigi: al centro il duca di Brunswick, coi

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cesc dei Vosgi (Kcllermann) e i vicini passi delle Argonne: Kellcrman11 retrocede, n1cntre D un1ouriez, comandante in

capo, accorre da Scdan con circa 30 . 000 uomini ad occupare quei passj e vi richiama i corpi staccati più vicini. I Prussiani si attardano a investire Longwy, che cade il 23 agosto, t· Ve.dun, presa il 3 settembre; ma il Brunswick ritiene <li giungere in ten1po per aggirare ]'esercito

avversario, e, vakudosi principalmente del passo d i Croixau-bois, rimasto incustodito, avanza, passa l 'Aisne e conl.ùta'✓ C()hVIUITle✓ d<•/iranrr-. I , • .t

-fille.r tl(!llrn1J1znr. ~

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Guerre della Repubblic2. Francese . Terreno sulla destra del Reno

Prussiani, <la Coblenza per Longwy e Verdun deve puntare su Ch/ilons; da sud un corpo misto, ove prevalgono g li em ig rati , comandato dal principe d i Hohcnlohc, ha per obbiettivo Metz, ma non è legato da vincoli discipl inari e gerarchici agli altri due. Un proclama del duca di Brunswick, emanato il 25 luglio, fa appello alle popolazioni della Francia perchè favoriscano la restaurazione del monarca legittimo : ispirato dai fuorusciti, il proclama tende· a rianimare i leg ittim isti, mentre dall 'avanzata di forze ragguardevoli sperasi dimosrrnzione efficace ~ intimidire i Rivoluzionari. Tale ano sorte ù 1vecs, effetto del tutto contrario, poichè accelera la caduta della monarchia, inasprisce gli animi e favorisce gli arruolamenti volontari. L'avanzata dei Prussiani minaccia la sr. della piccola armata fran-

verge verso sud per tagli.are i Francesi da Chàlons. Al lora i l Dumourie:: eseguisce un ardito cambiamento di fronte e sch iera le proprie truppe con la fronte ad ovest; il Kellermann giunge con circa 1 5 .000 uomini cd occupa le al ture cl i Valmy . Si ha così un'inversione strategica delle front i, rischiosa situazione per ambe le parti, che richiede una risoluzione tattica : la lentezza dei Prussiani dà tempo e modo al Dumouriez d i coord inare l'azinne dei suoi e d i S;JStenersi nel difficile compito; cosicché, . quando il 20 settembre i Prussiani si decidono all'attacco, trovano l 'av~·ersario pronlo a rintuzzarlo; la sera sopravviene senza

risultato. Il g iorno seguente il Brunswick non sa dar seguito all 'offensiva e 11011 tarda ad accorgersi delle d ifficoltà st rategiche e logistiche che lo premono, aggravate


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dal maltempo. Vari giorn i tracorrono inattivi, e lasciano sospettare occulte trattative tra i capi. Infine il 30 settembre il Brunswick decide di ritirarsi e, r isalendo verso nord,

lian cadono rapidamente e C:hambéry è occupata. l'sdla Riviera, Nizza i: abbandonata agli invasori, Oneglia bombardata e saccheggiata; i Piemontesi sono battuti a Sospello. Le due provincie passano così alla Francia senza grandi

s'avvia verso il Reno, lentan1cnte inseguito. Gli Austriaci rip iegano in Belgio e contro d i essi il Dumouriez aduna

contrasti.

le sue forze e li attacca il 6 novembre a Jemmapes r icacciandoli verso Bruxel les. Cadute dopo breve assedio Namur e Anversa, Bruxelles è quindi occupata. Il generale francese Custine opera intanto nella zona tra Reno e Mosa

Campagn., del 1793. Desideroso di r ialzare il proprio prestigio, i l Dumouriez fa approvare dal Direttorio i l suo progetto d ' inv asione dell'Obnda, molto sperando sul concorso delle popolazioni avverse al regime imperiale. Ma la

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Guerre della Repubblica francese. Terreno sulla destra del Reno

impadroocndosi d i Treviri, Spira e Magonza . I successi dei Francesi h anno larga eco, che giova al prestigio delle armi rivoluzionarie. La campagna s i prolu nga nell' inverno

con una guerra di cordone scarsa d i r isultat i; ma le conquiste territoriali già otten ute sono affermazioni sufficienti della prevalenza francese; malgrado ciò i Giacobini elevano accusa di tradimento contro il Dumouriez, per aver perduto occasioni assai propizie cli sd:iacc iare i Prussian i in Champagne e d i taglia r fuori da Bruxelles gli Austriaci. L'aneggiarnento ostile d i Vittorio Amedeo 111 alla Francia repubblicana e la sua alleanza incondizionata con l ' l mpero determinarono l 'invasione J cl N izzardo e della Savoia, che

avvennero quasi senza con rras1 i, data l'inettitudine dei generali piemontesi : in Savoia Champarcillons e Montmé-

directr ice prescelta per- le opera,ioni (Anversa-Rotterdam) non è la più opportuna per i rapidi successi, tanto più che un corpo francese agli o rdin i del generale Miranda è impegnato ncll 'assedio d i Maestriclu e la necessità di coprire il Belgio ind uce il D;,mour iez a dissem inar truppe fra Venloo e Namur , rimanendo così d isponibile una forza insu fficiente ad azioni risolutive. Mentr'egli occupa Breda e Gertruidenburg, Maest richt resiste e frattanto il principe di Coburgo, che comanda gl'Impcria li , viene alla riscossa e batte in vari scontri gl'i.nvasori ricacciandoli verso Lo~ vanio. li Dumouricz accorre con un corpo di circa 50.000 uomini, fidando di soverchiare l 'avversario, che ne conta circa 40 .000. Battuta l':wanguardia a Tìrlernont .il 18 marzo, avanza contro i l grosso nemico, schierato presso Neer win-

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den, ma è costretto a ritrarsi. La spe<lizione d 'Olanua term ina così con un insuccesso che poteva volgere a di-

sastro se gli Anglo-Olandesi avessero compreso ! 'oppow,nità di profittarne dipartendosi ,lalla loro abituale kntczza di movimenti . Al Dumour icz, più che mai sospeno al governo rivoluzionario, alcu ni rappresentanti del popolo intimano d i seguirli a Parig i per render conto del suo operato. Ribell.andosi all'ingiunzione, egli li arresta, li consegna al nemico e pensa d i marciare su Parigi per abbatti:re la Convenzione; ma, non ritenendo poi che le truppe lo seguano, cerca rifugio nel campo avvcrsatio . Ne deriva pol iticamente una crisi violenta: l 'esaspcrazione dei Giacobini porta alla caduta dei Girondini (2 giugno) e al marasma de l Terrore. L'interna convulsione favori sce la reazione ali 'interno e all 'cstero : i Realisti insorgono in Vandea e sul Rodano, i Sardi occupano Lione, gl 'Inglesi Tolone e gli Spagnuoli dai Pirenei orientali minacciano la

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soli 50. 000 uomini, lo attacca· i l 15 ottobre ottenendo un $LICcesso non decisivo . Sopravvie ne la. cattiva stagione che imped isce lo sviluppo delle c.>per azioni e i Francesi restano a campeggiare sulla frontiera. C hiamato a Parigi a giusti-

ficare l 'incompletcaa <lei risul tati, il Jourdan viene trasferito all 'armata della Mo,ella, che ha compito secondario. Intanto i Prussiani e i Sassoni riprendono Niagonza, asse-d iano La ndau e occupano i Vosgi. fronteggiati in Alsazia da Pichegru e nei Vosgi da H oche. Questi il 29 e 30 novembre batte a Kaiser Lautem il principe <li Brunswick, obbl igando di riAesso gli Alleati a toglier l'assedio ,li Landau e a ritirarsi su Magonza. Continua frauamo con nlterne vicende e scarsi risul tati la guerra nei Pirenei; i F rancesi r iprendono Lione scacciandone i Sardi e rioccu1'"'1\' la Savoia. Anche l 'insurrezione vandeana è domata; gl i Inglesi sono scacci~ti d a Tolone, benchè soccorsi dai Sardo-Nàpoletani. Jn quelle operazioni d i assedio si segnaJa altamente

un g iovane capitano di artig lieria, che

dimostra atcitud ini a funiioni d 'ordine assai superiore al proprio g rado : Napoleone Buona parte . Nel complesso, a lla fine riel Ii93, guidata dalla mano ferrea della Convenzione, la Francia prevale quasi ovunq ue e d ifende validamente il territorio nazionale, favorita in questo anche dagli avven imenti esterni, che offrono facili acquisti territoriali nella spartizione dell a Polouia, la quale richiama colà l'attenz ione immed iata del l 'Austria e d~lla Prussia.

Campagna dei 1794. Al principio del 1794 la Francia ha in armt su tutce le frontiere quasi un milione di uomini, di cui oltre 700.000 cmnbattenti, suddivisi in II ar~ del le Ardenne e della Mosclla (ci rca 90 .000 u., sotto i l l'ichegru) campeggia fra la Mosa e il mare, mentre quelle delle Ardenne e della Mosclla (circa 90 . 000 u ., sotto il geo. fourdan) la fiancheggiano . Sono du nque qua.i i 300. 000 uomini , tra i Vosgi e il mare, che potrebbero raggiungere obbiettivi importan ti, se i capi non fossero soggetti al controllo e alle ingerenze de! comm,ssario Carnot , i l quale cma11a direttive strategiche ispirate al concetto imperante della « m~novra per le a.li )) g ià attuata con scarso sucArruolamenti di volontari a Parigi (1793).

Li nguadoca ; gl i Anglo-Olandesi assed iano Dunkerquc, gli Imperiali s'affacciano tra Schel<la e Sambra sventando un nuovo progetto offensivo dei Francesi. Il 13runswick con un corpo m isto di Prussiani e Sassonl avanza tra Reno e Mosella e assedia Magonza. L a Coove1w.ionc reagisce con vigore : la leva in massa, g li apprestamenti febbril i, l'at tività feroce <lclla ghigliottina rispondono alle cospirazioni reazio narie. li genera le Houchard bane gli Anglo-Olandesi a Hondschoote 1'8 settembre e libera D unke rque; ma <lelle vittorie ha triste compenso pagando co1l la resta il fallo di non a~ er -.:ap·uto sterminare gli a\'ver~a ri. Co1n111issarì 1

civi li muniti Ji pic;ll poteri, 1nilitarrnencc inrompeten ci e feroci settari, controllano i comandanti con spirito <li cicca seve rità . Il gen. Custine è giustiziato per avere perduto Magonza : anche Biron, D illon, Dcauharnais salgono il pale.o fatale, vittime di li vori che somn1ergono ogni se nso di uman ità. Frattanto gl' Imperiali riesco no a imp:Hiron irsi delle fortene rii Condé, Valcncic,1nes, Le Quesnoy e Land recies sulia frontiera tra Schekla e Sambra e assediano Maubeuge . La Convenzione affida al gen. Jourdan il compito di r ialzare la fortu na delle armi d andogli il comando dell 'cscrcito di Sambra e Mosa, ma gli affianca il com• m issario Carnot incaricato di vigilare .su l! 'andamento delle oper azioni, Il principe di Coburgo con 80 .000 Imperiali copre Maubeugc, schierato presso Wattign ies . Jourdan , con

cesso. Gli A lleati (Imperiali, Olandesi e Inglesi) hanno in Belgio 150 . 000 uomini fra Namur e il mare, comandat i dal principe d i Coburgo e dal duca cl 'York. Avanzando fra Schelda e Mosa, gli Austriaci s'indugia no ad assediare Landrecies ed ofTrono facile occasione di sorprenderli; ma i Francesi non sa nno profittare della lentezza dell'avvers,lfio . Nell 'insieme l'azione è scucita; la sr. francese progredisce lungo il mare, ma il centro è res!>Ìnto e la dr. tenta in vano per tre volte il passaggio della $a mbra. Si ba una serie d i scont ri slegati in cui i vantaggi sono per gli Allear,. Si richiama allora Jourdan ad appoggiare con l'ala sr. dell 'armata della Mosella l' ala d r. di quella del Nord, costitue ndo così un nuovo raggruppamento che prende il nome di e( A rmata di ·sambra e Mosa >, sotto Jourdan; mentre il cen(ro e la sr. dell ' altra ar mata .restano agli ordini del P ichegru . .Fallito ora un quarto tentativo di passaggio della Sambra, alla quinta ripresa finalmente vi si riesce e Jou rdan muove a Il 'assedio di Charleroi . li princip<: d i Cohurgo si dec ide ad assalirlo e ne deriva (26 giugno) la battaglia di Flcurn.,, che si chiude a favore dei Francesi . Ma, a ,n ichè completare il successo facendo convergere verso sud l'Armata del Nord, il comando francese dispone che essa risalga verso Nieuport e CJstenda e che Jourdan l'appoggi avviando parte della sua verso Mous. Gli A lleati profittano d i questi laboriosi movimenti latera li, che rallentano la presa e sfuggono per vie eccentriche: gli Austro-germanici verso Coblcnza e Colonia, gli Anglo-olandesi verso le Fiand re; mentre le due armate


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francesi convergono su Bruxelles, paghe di questo obbiettivo territoriale, prezzo della r~nuncia a una vittoria decisiva sulle forze nemiche. li Comitato d i salute pubblica, che guida le operazioni da P arigi, o rd ina che le due armate si ste ndano fra Namur e Anversa per coprire l'assed io <ld lc fortezze di frontiera r,maste in potere degli Alleali. E poichè le due masse avversarie non profittano d i tale disseminazione per attaccare decisamente un tratto <ldla fronte, due ruesi trascorrono senza cisultati apprcaabili. Riconqu i.st are le fortezze, g iunge infine da Parigi l'ordine di operare e l 'inizio sembra felice : Jourdan , rinforzato, ma-

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sospetto e lo si richiama temporaneamente a Parigi . /\Ila fine del Ii94, ad onta di molti d ifetti di condotta dovuti a errori dei comandanti, e più ancoJ"a a ingcn::n7..e eccessive dell'autorità civ ile, la situazione degli eserciti r ivoluzionari è ottima: essi operano ovunque in territorio strap niero e con la rapida conquista dell'Olanda hanno affermato la propria superiorità, con effetto morale che pesa sull'Europa; tanto che la Prussia e la Spagna sL staccano dalb coalizione. La cerchia che serra la Francia va cosl indebolendosi notevolmente cd è manifesta la tenace vitalità delle forze belliche della Rivoluz.ione.

Attacchi dei Frnnce.s i alle posizioni piemontesj sulle Alp i marittime

novra contro l 'ala mer idio nale degli Imperiali e li costringe a ritirarsi prima oltre Mosa, poi oltre Roer; indi si spinge fino al Reno, occupando Maesrricht, Cobknza e Colonia, ben secondato dalle armate della Moselb e del Reno, che operando su Treviri e nei Vosgi settentrional i tendono ad avvolgere l 'ala sr. avversaria. Frattanto Pichcgru d a Anversa avanza sulla bassa Mosa, prende Bois-le-Duc, Grave, Ven loo giungendo anch'egli sul Reno . La campagna prosegue malgrado l'inverno rigidissimo che sopraggiunge : i canali presentano solide superfici ghiacciare che li trasformano in ottime ·vie d 'accesso, cond izione che a pre insol ite possibilità in sistemi difensivi esclusivamente fondati su tali ostacol i. Gli Ing lesi sono costrett i alla ritirata e lo scoppio della rivoluzione nel paese facilita l 'occupazione d i Amsterdam . Parte della flo tta, bloccata ne l gh iaccio, è presa d alla cavalleria francese nel gennaio 1795 e il territorio olandese occupaco per intero : singolari effetti delle eccezionali condiz.ion i climatiche. La g uerra volge favorevole anche sui Pirenei; mentre sulle Alpi l'armata d'Italia conquista il Colle d i Tenda e rioccupa tutto il Nizzardo . Comanda l'ar tiglieria d i quell 'armata il g iovane generale Buonaparte, che per le sue geniali vedute acq uist;l autorità nei consigli d i gue rra; ma tale a1cendcnte è cagione di

Campagna dei 1795. La g uerra sul Reno conserva i suoi caratteri di guerra di cordone. L<.: armate francesi persisto no nello schema di « manovra per le ali ,, : quella del Reno, col Pichcgru, O!)era all a d r. da Mannheim, 4uclla di $ambra e Mosa alla sr. , col Jourdan, da Diisseldorf, me ntre il centro assedia Magonza . M::t Clairfayt, coman .. dante degl i Imperiali, contromanovrando abil mente, batte la d r. francese a .Mannhel1n , indi punta sul centro, sbocca da Magon1.a e cost ringe Pichegru a ritirarsi sOttC/ Landau. Oi riflesso P icbegru è obi.Jligato a rip iegare dal Reno alla I\~ahc; si sostiene poi sulla Mosella, .ma non riesce a ricacp dare il nemico su M:.igonz.a. L'ottima posizione cen rrale avrebbe permesso agli Imperiali ulteriore sviluppo strategico, ma Clairfayt non ne profittò in tempo. Tuttavia le sorti dell 'azi?nc non erano quelle che attcudevansi a Parigi: ne fu ritenuto responsabile il Pichcg ru , d imostratosi inferiore alla sua fama, e il governo gli tolse il comando. Sulla frontiera italiana lo Schérer batteva gli Austrosartl i a Loano ed occupava Savona, ma nOl1 spingeva a fondo l 'azione per conseguire risultati decisivi. T uttavia la fine d i questa campagna segna ancora nel complesso la superiorità delle forze rivoluzionarie sugli eserciti stanz iali.· U na schiera di g iovani generali sorge in Francia a preconizzare nuovi successi. li Buonaparte, chiamato a Pa-


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rigi a reprimere la rivolta <lei J 3 vendemm iale, ha il comando dell'annata dell'interno. Il governo si consolida con l 'instaurazione del Direttorio, e, coll'assopirsi delle avversioni monarchiche, gli ambasciatori della f:rancia ottengono il riconoscimento ufficiale di vari Stati. Soltanto Inghi lterra, ,\ustria, Russia e Piemonte r imangono tenacemente .istili al nuovo regime. Campagna del 1796. Scacch.iere italiano. La Francia ha in armi o ltre . mezzo milione di uo1nini d ivisi in sci ar~ mate fra le varie front iere, l'interno e le colonie. S 'inaugura un periodo nuovo, in cui la guerra assume dina1

comunicazioni indurranno gli Alleati ad arretrare divergcndò, e il Buonaparte a\'anza con tre colonJ1e su Monte Negino, su Cadibona e sulla Bormida. Batte Argentau il 12 aprile a M.ontcnottc e lo ricaccia iu Val d'Erro; il 13 attacca Dego e Millesimo: gli Austro-sardi del Provera resistono eroicamente al castello <l i Cosseria. Il 14 nuovo attacco <li Dego, che costringe Argentau a ritirarsi. L 'evideme pericolo di aggiramenti da parte di avversario che procede con decisione sconsiglia gli Al leati ,lai resistere in quelle strette mon tane: i S,irdi si ritraggono verso Ceva, gli Austriaci su Acqui. Mani(estandosì la prevista diver·,

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Guerre della Repubblica francese. Terreno sulla s inistra del Reno

genza, Buonapartc l'asseconda con avveduta manovra, rinmismo affatto inusitato, sull'esempio dato dal giovanissimo forzando Ja propria sr. con la r iunione delle divis. Augcreau Buonaparte, succeduto al vecchio Schércr nel comando dele Séru rier alla divis. Massena d in anzi a Ccva. Colli si l'ar mata d'[talia. L'armata delle Alpi cinge il confine dal schiera sulla Corsaglia per coprire Mondovi e sostiene onoCenisio ali' Argen ter a; quella d'Italia la Riviera di Porevolmente la situazione in due scontri a Lesegno e nente e l'Appennino Ligure, con occupazion i spinte a lle San Michele. Resiste poi a Mondovl, ma è costretto ad testate della Roja e della Vesubia e nella Val Tanaro sino a Ormea. Le truppe son lacere, affamate, i ndiscipl inate, ·arretrare ancora per coprire Torino. Prcoccupàzioni territoriali d'ordine immediato inducono il Piemonte all'arinispecie per effetto del malgoverno delle Intenden7.e, Coadiustizio di Cherasco (27 aprile) che apre ai Francesi le piazze vato da divisionari provetti e da Berthier, ottimo capo di di Cuneo, Ccva , Alessandria e Tortona, assicurando loro stato maggiore, il Buonaparte riorganizza le unità e 1 seril libero passaggio del Po a Valenza (clausola, quest'ulvizi nel mese di marz.o. Circa 60.000 Austro-sardi tengono tima, intenzionalmente voluta per trarre in inganno il il versante settentrionale dell'Appennino e guardano le Beaulieu). Gli Austriaci si ritira no sulla sr. del Po per valli dcUa Stura, del Tanaro, della Bormida e della Scrivia: coprire la Lombardia. Il Buonaparte finge di avviarsi al la fronte dei Sa«li (gen. Colli) si salda a guclla degli passaggio d i Valenza, ma procede invece per la r iva dr. Austr iaci (gen . Beauiieu) a Monte Seuepani, sul contrafe varca il Po a Piacenza, nell'intento d i aggirare la sr. for te tra le due 13ormide. Il Beaulieu spinge innanzi ofavversa ria. Beaulieu, sorpreso, si -ritira d iétro l 'Adda, cofensivamente <lue colonne per tagliare i Francesi <la Ge· prendo il fianco con un d istaccamento che, attaccato dai nova e congiungersi sul litorale con le forze n,rnri trime Francesi a Fombio e Codogno, viene respinto. I Francesi inglesi. La colonna • di sr. (Sebottendor() occupa Vo]tri , giungono ~ Lodi, e vi passano il ponte sull'Adda battendo ma quella di dr. (Argentau) è arrestata a Monte Negino. una forte retroguardia austriaca ( 10 maggio). La r itirata Esigenze di protezione territoriale e di copertura delle


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di questa apre la via su Milano, occupata senza contrasti, mentre il presidio austriaco si r ifugia nel castello, subito investito dai Francesi. li Beaulieu, interdetto per il rapido procedere dell'invasore, sgombra la Lombardia e si ritrae ol tre Mincio, fra Peschiera, Goito e Villafranca . Riordinate le forze , il Buonaparte le concentra verso Brescia , donde il 29, accennata una m inaccia su Peschiera, forza invece il Mincio a Borghetto, occupa Valeggio e si spinge su Vì llafranca. L'ala meridiona1e austriaca, nel ripiegare verso nord, incontra a Valeggiç il Q. G . francese, che corre rischio d'esser catturato e deve la propria salvezza a lla divis. Massena che accorre da Borghetto. L'ala settent rionale austriaca è ricacciata nel Trentino. I Francesi occupano Verona e Peschiera, p iazze appartenenti a Venezia, con flagrante violazione della neutra lità d i q uello Stato. Le forze austriache rimaste p resso il Mincio si rifugiano a Mantova, che Buonaparte blocca, mentre Masscna guarda gli sbocchi del Trentino a protezione dell 'investimento. F rattanto il presidio del castello di Milano si arrende al Sérurier. Verso la fine di luglio v'ha una sosta del le operazioni: scoppiano rivolte in Emilia e Romagna, favorite dai reazionari e dalla pol_itica pontific ia, ma sono presto sedate e il Pontefice viene a trattative: conviene appagarsi di compron1cssi momentanei, p6ichè nuove m inacce s'annunc iano dal T rent i,io. Il gen. Wiirmser infat ti avanza con un corpo di 50.000 uomini su tre colonne : una a occidente del Garda (Quosdanowic) scaccia i Francesi da Salò e occupa Brescia; mentre altre due scendono la Val d'Adige rerso Verona e Peschiera. Massena, costretto a sgombrare le posizioni avanzate sul Monte Baldo, r ipiega per Pc. schiera su Lonato e Ponte S. Marco. La minaccia è grave: il Buonaparte richiama subito Augereau da Legnago verso Castiglione , ma è dubbioso sul da farsi . Decide infine di chiama re a sè le forze che assediano Mamova, limitandosi a lasciare in q uella zona il Sérurier con un distaccamento di osservazione della piazza, destinato anche a guardare le comunicazioni. Con le unità raccolte fa massa a occidente contro il Quosdanowic; Massena e Augereau il 2 e 3 agosto scacciano da Brescia gli Austr iaci e li respingono sull'alto Chiese. Disimpegnata cosl la sr. dell'imminente m inaccia, il Buonaparte dispone le unità a cavallo del la strada Brescia-Peschiera; tra Mincio e Oglio; sono così circa 40.000 Francesi che fronteggiano circa 50. 000 Austriaci. Il \Viin nser, investita Peschiera, passa il Mincio e spinge un 'avanguardia su Castiglione, mentre Quosdanowic n1uove su Lonato, scacciandone j Francesi il 3 agosto, per tendere alla g iunzione con le a ltre forze attraverso un'azione n1anovrata . Ma A ugereau accorre da Montechiari, batte gli Austriaci a Castiglione e li r icaccia verso Solferino, mentre Massena respinge Quosdanowic su Salò. L 'intervento dei distaccamenti francesi più vicini dà luogo a lla catt ura di molti Austriaci: un nucleo sorpreso a Gavardo è ricacciato il 4 agosto verso Rocca d 'Anfo. Azione difT usa che prende il nome di << battaglia d i Lonato » e porta alla dispersione della colonna Quosdanowic. Buona. parte non tarda ad agire contro il \Viirmser : il 5 agosto lo attacca di fronte p resso Castiglione e .imbastisce un 'azione combinata mercè l' urgente. richiamo a quella volta del Sérurier d a Marcaria e da l Despinois da Brescia. Sono 30 .000 Francesi che attaccano in tempi successivi circa 20. 000 Au. striaci. Stretto da tre lati, Wiirrn ser ripiega su Borghetto, ma, appena avverte lo sbocco dell' avversario oltre Mincio, si ritira verso Trento: Sérur ier torna allora a bloccare Mantova. \Viirmser, rinforzato di nuove unità, progetta una riscossa ispirata a più largo disegno: lascia il gen . Dav idowich al comando delle forze nel Trentino e s'avvia

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per Val Sugana verso Bassano, nell'intento di serrare i Francesi da due lati. li Buonapanc comprende la necessità di prendere una rapida iniziativa: penetra nel Trentino, scacc ia Davidowich da l rnmpo di Mori, lo batte a Roveredo, Cal liano e Lavis ed occupa Trento. Quivi, infor. mato della marcia del W ii rmscr su Bassano, si lancia in Val Sugana, travolge a Primolano la retroguard ia, coglie da tergo l 'avve rsario 1'8 settembre presso Bassano, lo batte e lo rpinge verso la pianura. Stretto da più colonne che accorrono per accerchiarlo, il Wiirmser ripara a sbaraglio verso Mantova, ma non vuol rinchiudervisi e campeggia all 'esterno fra il Forte San Giorgio e la Favorita . Attaccato quivi il 15 settembre, è sopraffatto e forzato a riparare ent ro la piazza. La situazione è così rapidamente do. minata dal Buonapartc, che occupa Trento e Verona, cinge Mantova e con un forte nucleo a Bassano guarda le provenienze dal Piave. L'Austr ia compie un nuovo sforzo per la riconquista del la Lombardia, mercè un 'azione combinata del Davi,iowich (20.000 uom ini) dal Trentino e dei gen. Quasdanowic. e Provera (circa 30.000 u.) dal Veneto, coordinata dal maresc. J\lvinzi per serrare i Francesi da nord e da est. Respinto il presidio di Bassano, gli Austriaci avanzano olrrc Brenta: il Buonaparte accorre il 6 novembre con le d ivis. Augcreau e Massena e ricaccia le avanguardie avversa.rie al d i là del fiume, m a non riesce a varcarlo. Frattanto Davidowich soverchia i Francesi, che sono cost retti a ripiegare su l Monte Baldo, e sbocca sui Lessini minacciando Verona . Momento critico pei Francesi: i l Buonaparte accorre a Verona, compreso dell 'urgenza di garantire le comun icazioni e assicurare il blocco di Mantova contro tentativi che possano liberare quelle forze avversarie e farle pesare sulle sue. L'inizio non è favorevole : sopraffatto il 12 novembre a Caldicro, egli r ipiega su Verona ove lascia un piccolo presidio. Mentre il generale Vaubois fronteggerà il Davidowich verso nord, egli progetta di attaccare Caldiero d i rovescio attraversando la regione acquitrinosa di Arcole, ove il nemico ha minor facilità d i valersi delle sue forze preponderanti. Dopo tré giorni d i lotta la vittoria corona j suoi sforzi, e il Buonaparte accorre verso Pesc~iera a sostegno del Vaubois che, premuto dal Davidowich, ha dovuto ripiegare cd è minacciato dall'avversario, ormai prossimo allo sbocco di Val Lagarina. L'i111ervento è p rovvidenziale: il Davidowieh, preoccupato del la nuova minaccia, ripiega verso T rento. La situazione viene così a ristabjlirsi : ?\1antova è tuttora bloccata; i Francesi tengono la linea dell'Adige sino a Verona con un disrnccarnento avan7.ato a Rivoli e occupano Desenzano. Ma I' Alvinzi, nuovamente rinforzato, decide di tentare ancora lo sbocco dal Trentino, mentre Provera da Padova muoverà su Verona e Legnago per tendere al soccorso di Mantova : egli spera anche sull 'intervento <l i forze pontificie e sull'insurrezione delle popolazioni avverse ai Francesi. Il Buonapar te sta osservando le mosse del Provera e medita di attaccarlo, quando è avvertito che il nemico d iscende in forze dal Monte Baldo: egli accorre rapido a Rivoli, ove affronta l' avversario battendolo il 14 e 15 gennaio. La situazione richiama subito il Buonaparte in p ianura, poichè Provera dall'Adige avanza su Mantova : accorre a q ud la volta con le forze del Massena e, in accordo con le t ruppe d'investimento agli ordini del Séru rier, e con le truppe di Augereau, accerchia l 'avversario e il 16 gennaio 1797 lo costringe ad arrendersi nei pressi della Favorita. li 2 febbraio Mantova capitola. 13uonaparte dà compimento alle felici imprese con una rapi<la incursione in .Romagna e nelle Marche, che induce

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il Pontefice alla pace. l Francesi campeggiano ora lra Piave e Mincio, sicuri da sorprese e padroni della situazione.

Campag1111 del 1796. Scacchiere germ1111ico. I Francesi iniziano qui le operazioni ,olo ai primi <li giugno, ciò che permette al \Viirmser di recarsi in Italia per partecipare alle operazioni contro il Buonapane. Dopo un vano tentativo d i )ourdan per il basso Reno verso la Lahn , si

riprende il disegno di offensiva per le ali sulla fronte renana: a nord Jourdan con l' armarn d i Sambrn e Mosa (60. 000 uomini) da Colonia; a sud Morcau con l ':irmata del Re no e Mosella (65.000 uomini) da Strasburgo; al centro Marceau, con 20.000 uomini, osserva Magon7,a e lo sbocco della Val del Meno. Gli Austriaci contrappongono una massa settentrionale che fronlcggia Colonia e Co-

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blenza, una meridionale fra Basilea e Mannhcim; al centro la piazza di Magonza con testa di ponte sul 'Reno; l'ar• ciduca Carlo, comandante in capo, è tra Reno e Neckar con una massa di riserva, Morcau, passato il Reno, converge a nord e il 9 lugl io affronta le forze avversarie che coprono Pforzheim, fronte a sud. Queste, minacciate di aggiramento, ripiegano da Ettlinge11 verso Stuttgarc. Frattanto Jourdan avanza sulla Lahn e ricaccia la dr. nemica oltre 13ambcrg dietro la Nab, mentre Moreau i nsegue l 'arciduca e lo sconfigge a Nere.clreùn, penetrando in Baviera. Ma l'a rciduca lascia un distaccamento a f10nteggiarc Morcau, ripassa il Danubio e manovra contro il fianco dr. d i Jourdan, m inacciando d i aggirarlo. Battuto ad A111berg il 24 agosto), Jourdan è perseguito da ambe le masse av-

versarie che gli infliggono gravi ·.perdite e lo 1nettono in serio pericolo. Benchè battuto a Wurtzburg il 3 settembre, Jou rdan r iesce però a forzare il passo; ma gli avversari lo soverchiano ad ✓Jltenf(irclrcn e lo costringono a ripassare il Reno il 20 settembre. La r itirata dell'a la sr. espone le comunicazioni di Moreau, che deve ritrarsi anch'esso : risale la dr. del Danubio e per la Foresta Nera si porta verso Fre iburg. Quivi campeggia, fronte a nord, fra il Reno e la Foresta Nera e intende riaprirsi la comunicazione con la sr. del Reno per Kehl. Ma l'arciduca , concentrate le sue forze a sud d i Keh l, lo attacca il !9 ottobre a Emmendingen obbligandolo a indietreggiare. Moreau riprende l'offensiva col concorso del Desaix, che passa il Reno a Breisach e muove su Kehl. L'arciduca i l 24 ottobre attacca Morcau a Schliengen, ma è respinto. Tuttavia Moreau, non giudicando prudente rimaner sulla dr. del Reno, passa j [ fiume a Huningue e si r itira a Strasburgo. Keh l, do po sei settimane d'investimento, è occupata dagli Austriaci. T utta questa campagna germanica è esempio di operaz.ioni su fronte vastissima, assai laboriose e di scarso risu lta to , Intendevasi coord inarle con quelle condotte dal Buonapartc in Italia: d isegno troppo complesso, che non potè avere pratica attuazione. Campagna del 1797. In quest'anno prevalgono le operazioni nel teatro italiano, ove affluiscono rinforz i all ' uno e all'altro esercito, e dove si trasferisce l'arciduca Carlo. Gli Austriaci hanno circa 15.000 uomini nel T rentiI10 e 35. 000 su l l' ìave; altre forze sono in marcia dal Reno. li 13uonaparte, mercè le sue otto divis . e una riserva di. cavalleria (circa 6o.ooo uomini) progetta una marcia su Vienna. Distaccata perciò la divis. Victor nelle Marche per vig ilare sulle provenienze dell'I talia meridio11alc, affida a Joubert il compito d i ricacciare oltre Brennero le forze avversarie del Trentino e concorrere poi all'invasione per la valle della Drava, mentr'egli procederà pel F riuli, la Carinzia e Ja Stir ia. L'avanzata s'inizia il 10 marzo : Masscna, risalendo i l Piave, m inaccia di aggiramento la dr. dell'arciduca, che si ritira sul Tagliamento. 11 Buonaparte forza il passaggio a Codroipo il 16 marzo, impaziente di venire a battaglia; ma l 'arc.i duca sempre pre.occupato per la sua dr. si ritrae ancora, e l'azione si r iduce a scontri di cavalleria. Gli Austr iaci proseguono la -rit irata divisi in due colonne :. la setten trionale si d irige in Carinzia per il colle di Tarvis, l'altra in · Carniola, per Lubiana. Massena da Po.ntebba sbocca su Tarvis e ch iude la via alla colonna settentrionaJe, mentre il 13uonaparte, occupata Gradisca, spinge verso Lubiana e Trieste parte delle sue forze e risale I 'Isonzo con le d ivis. G u}·eux e Sérurier, o nde la colonna avversaria del Settentrione, se rrata da due lati, deve arrendersi, meno una parre che si disperde per i monti. La dr. francese prosegue da Tarvis su Klagenfu rth, ove incontra le colonne austriache prove-

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nienti dalla regione renana e le re spi ngc. Nel T rentino Joubert 1,a soverchiato gli Austriaci e sbocca nella Drava per Bressanone . Riunite le forze, il Buonaparte batte l'~rciduca a Neumarkt e si spinge su Leobcn (7 aprile). Quivi g li Austriaci chiedono un armistizio, che Buonaparte accetta, giudicandolo vantaggioso anche in vista di sollevazioni a nnunciate nel Veneto: sono le Pasque Veronesi, presto represse, che d anno pretesto ai Francesi di occupate Venezia, preludio al sacrificio definitivo della libertà della repubbl ica, che con la pace d i Campoformido ( 17 ottobre) passa sotto il dominio austriaco, conseguenza dolorosa di un'improvvida neutralità disarmata. Mantova rimane alla Francia. Alla data stessa dell'armistizio si riprendeva l 'offensiva ml Reno, e i Francesi preodevano Francoforte e Keh I; ma la notizia della tregua arrestava le operazioni ulteriori. (Per la campagna del 1798, vedi Egitto e Siria).

Campagna del 1799. Le mene del Direttorio a favore dei moti democratici nei paesi limitrofi , e l'invio di truppe francesi a Napòli e nella Svizzera, acuirono gli a ttriti con l'Austria, che, desiderosa di r ialzarsi dal] 'umiliazione di Campoformjdo, trovò appoggio nella Russia, Prevenendq le avversa rie, Ja Francia interviene nel 111arzo in Toscana, ove spodest a i Lorena. Si caldeggia dal Direttorio un grandioso disegno offensivo, con &oote estesa dal Meno al!'Adriatico; mentre la Germania settentrionale e la bassa Italia saranno tenute in rispetto da forze di occupazione, le due ali procederanno all'avanzata dalla Germania meridionale e dal! 'al ta Ita lia , e il centro, protendendosi innanzi dai Grigioni, separerà le forze austriache del Danubio da q ueUe del Veneto. Concezione assai vasta, destinata a naufragare. Difatti all'inizio Masscna procede felicemente dai Grigioni verso Engadina, Valtellina e Alto Ad ige, ma ' Jo urdan è battuto a Stockac/1, presso il lago <li Costanza, dall'arciduca Carlo ed è costretto a ripiegare in Alsazia, mentre l 'esercito d'Italia è sconfitto tra Adige e Mincio a Magna120 e a Cassano. Sopravvenuto i l gen . russo Suvarov con 20. 000 Russi, prende il comando delle forze alleare e ricaccia il Moreau verso l'Appennino Ligure: completa inversione della situazione creata dal Buonaparte pochi mesi innanzi. Il gen. francese Macdonald, che veniva lentamente dalla bassa Ital ia per congiungersi al Moreau verso Piacen~a, incontra sulla linea della Trebbia Suvarov e tenta invano di aprirsi il passo : battuto i l 18 e 19 giugno con gravi perdite è costretto a ripassare I' Appennino e a raggiungere il Moreau passando per La Spezia e Genova . Intanto l'arciduca Carlo, rinforzato da contingenti russi, penetra Aella Svizzera, batte Massena a Fcldkirck e lo costr inge a ripiegare dietro i l Reno verso Zurigo, ove si sostiene fra i monti e l 'Aar . Peraltro, temendo minaccie dal San Gottardo che è occupato dagli Austriaci, Massena decide di ritirarsi più a occidente per coprire la frontiera del Giu ra, n1inacciata dai progressi degli avversari, sia in Germania sia in Italia. Joubert, destinato dal Direttorio al comando del] 'esercito in Italia, scende da.li ' Appennino verso il piano, ma è attaccato dal Suvarov il r5 J,ngosto presso Novi, scon fitto e ucciso. li momento sareb!Je propizio a un 'azione definitiva da pane degli Aust ro-Russi in Italia; ma prevale il concetto d i far massa nella s,;'izzera, sopraffarvi i Francesi e penet rare ;~ Francia,,. <lai Giura: Massena, _ infatti,_ con un \{guito <l1 operazron r fortuoate, ave.va ripreso 11 Gottardo e la valle della Reuss respingendo l'arciduca oltre la Linth; ciò che veniva a tagliare le dirette comunicazioni fra le masse avversarie. A Vienna concep ivasi ora un piano, prcssochè simmetrico a quello iniziale dell 'avversario, da attuarsi


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mercè una ripresa su ampia fronte, sulla Riviera ligure, s ul G iura, sul R~no : esso implicava lo spostamento dclJ 'a rciduca sulla linea del Oanubio e del Suvarov n ella Svizzera. Prima di lasciare lo

,cacchit:re elvetico, l 'arci-

duca tenta d i sopraffare il Massena: l'all ito un aggiramento per il basso Aar, tenta un attacco in grau<le stil.e per Zu, igo, G laris e l 'Oberland g rig ione; ma incontra salde resistenze e desiste da l proposito. Dipoi s'avvia sul Reno, verso Kchl e Phi lippsburg, lasciando parte delle sue forze a sostegno dei Russi comand ati dal Korsakov sino all';tr-

rotta di Zurigo : compreso 111lora il pericolo, si gclta ad est verso G laris, ma nell'a ngusta Schachenthal incontra resistenza <la parte delle forze comandate dal genera le Molitor, mentre da tergo lo insegue il Lecourbe. Giunto . a fatica a Glaris il 2 ottobre, sch iva lo sbocco verso Sa n Gallo e Zurigo, ove lo attende al varco Massena, e per l' aspro vallone di Engi scampa verso Coira, sacrificando tutta l'artiglieria e il carreggio, in sei giorn i di marcia penosa (4-10 ottobre). Tragico epilogo di eccessivo sforzo per arcuare concezioni suatcgiche troppo g rand iose e non ade-

Guerre della Repubblica francese. Terreno defla reg ione del T rentino

IJ r ivo de l gen. Suvarov. IL mo mento è favorevole a una ripresa da par'te francese, data la crisi momentanea dovuta alle minori forze d isponibili e alle difficoltà che incontra la lunga e difficile marcia del Suvarov per il Gottardo: Masscna intuisce la possibil ità di ricacciare gli Austro-russi o ltre Reno, e di sorprende re Suvarov. li disegno è attuato con successo : nelle due giornate del 25 e 26 settembre, attaccati presso Zurigo, gli Austro-russi sono battuti, pérdono oltre .12 . 000 uomini, hanno tl)Olti dispersi e ripassano il Reno a fatica. Il Suvarov valica il Gottardo il 24 settembre e scende nella valle della Reuss, dove sta sulla riva opposta in osservazione il distaccamento. francese comandato dal Lecourbe. • Suvarov sfila dinanzi all'avversario dirigendo·; i ad Altdorf, ove ha notizia della

guate alle pratiche possibilità. Le forze francesi del Reno, passate agli ordini del Lecourbe, non hanno ca1)1po d i esplicare grandi azioni · e la cam pagna si riduce a vani tenrativi d i occupare Philippsburg. ln Olanda un corpo anglo-russo sbarca all 'cstrcmo settentrionale della penisola di Bergcn, ma è respinto dai Franco-olandesi agli ord in i del gcn. Brune (battaglia d i Bergen). In Italia gli Austriaci del Mdas campeggiano presso Bra, guardando i passi alpini, e assediano Cuneo. Il gen. Chompionnct, comandante delle annate francesi d'Ital ia e delle Alpi, avuto ordine dal Direttorio d i liberare quella piazza, tenta in settembre e in ottobre un attacco concentrico per i valichi che traversano i crinali da Genova fino alla Val d'Aosta. Favorito dalla sua posizione centrale, JI


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il Mclas vigila e accorre in tempo sui punti .m inacciati. Riuscendo a trattenere le ali , egli sa al momento giusto battere il ceutro che s'era avanzato nei pressi di Savigliano (battaglia di Genola). I F rancesi, ricacciati sui versanti esterni, r imasero sulle posizioni, logorandosi lungamen te io piccoli scontri e soffrendo miserevoli condizioni di vita. Così chiudevasi il ciclo d i guerre della Repubblica francese, i1) complesso favore.v ole alla Francia. Nel 1799, per effetto di vigorosa reazione austro-russa, gli eventi si mutavano in una serie notevole d~insuccessi sul tcalro renano, e segnatamente i n Italia . Il ritorno cli Buonaparte d al! 'Egitto in patria ncll 'ottobre 1799, veniva a porre in cvidcn.za ali.a Capitale un giovane generale cinto dall'aureola della vittor ia, nel momento in cui la necessità d i r ialzare le sorti del Paese all 'estero e ~li consolidare il potere al1'imerno giustificava una rad icale trasformazione di regime : ne sorse il Consolato, che fu l 'avviamento alla d ittatura, destinata ad assic-Jrare alla Francia più larghi successi m ilitari e per parecch i anni situai.ione egemonica in Europa . (Le guerre successive sono <lescritte a Consolato e bnpe,·o).

Republ ika nischer Schutzbund (abbrevinto, Resch). Associazione politico-militare armata, organizzata dai socialdemocratici del)' Austria , per ]a lotta confro gli altri partit i e organ ismi della nazione. Arrivò a contare 85.000 uomini, in rnassima parte rac~ colti nella regione industriale di Vienna, cd organiu.ati in bgl. e compagnie.

Requesens (Luigi, dc Z11niga y). Gencralc spagnuolo del sec. XVI , m. a Bruxelles nel 1576. Ambasciatore a Roma nel 1563 in occasione del concilio d i Trento, di, resse gli accordi tra la S. Sed e e Filippo 11. Nel 1571 fu preseme alla battaglia d i Lepanto e nell'anno seguente Requescns Luigi fu nom inato governatore di M ilano . Nel 1573 fu governatore dei Paesi Bassi dove lottò contro gli jnsorti o landesi.

Requiescens (Carlo) . Generale del sec. XVIII. Al principio del 1700 passò dalla cavalleria alle guardie del corpo; nel 1721 fu nom inato governatore di Chieri e nel 1731 ebbe il grado <li tenente maresciallo. Rcquiesce,u Giovanni Pio. Genera le del scc. XVIJI. Dopo essere stato ufficiale nel regg. Sicilia, passò nel 1732 nella 3• cp. delle guardie del corpo, della qualè ebbe i\ comand o 1751. Frattanto ebbe i gradi <li colonnello d i cavalleria nel 1737, di brigad iere nel 1745 e di luogoten. generale nel 1754. Nel 1768 passèl nei tratten uti.

nel

Requisizione. Presso gli antich i popoli , e attualmeme fra i popoli barbari, le R . o « razzia " era gelleralmente lo scopo d ella gnel'I'a . Oggi nessun esercito moderno v ive di R ,, pcrchè sarebbe una forma di insana politica, e soprattutto pcrchè le r isorse d' una regione non sono sufficienti a coprire i bisogni di un complesso d ' armate organizzate modernamente. È ancora possibile effettuarle p,er alcuni generi, purchè non si gett ino nelJa desolazione i civi li. Tali requisizioni vengono dirette da u fficiali d i co111missa,iato, coadiuvati d a ufficiali addetti al vetto vagliamento dei corpi. Il pagamento d i quanto. viene requisito

deve essere fatto subito, a denaro contante. ln caso d i mobilitazione in 'tutto il territor io del Regno possono essere requisiti tota lmente o p ar zialmente gli automezzi, i carreggi, i q uad rupedi , la sella e da tiro, i capi d i be-sciame da macel lo , la produzione cerealicola, ecc. Queste operazioni sono regolate in genere da norme che, nelle linee essenziali , si conoscono fin dal tempo di pace. Esse servono ad assicurare ali 'esercito i materiali e le vettovaglie occorrenti, e ad c1•itare che la speculazione privata, in occasione della più intensa richiesta, faccia salire i prezzi aggravando le condizioni dell'era rio. Comunque sono sem pre operazioni d i acquisto obbligato, nelle qua li lo Stato retribuisce il venditore con somme stabi lite equamente <la commissjoni. ·

J?equisiz io11e di navi. Quando circostanze di pubblica. ncccssn a od interesse generale dello Stato lo richiedono, il Governo procede alla requisi1,ione delle navi mercantili , navi da diporto, battelli e galleggianti in genere. La R. è ordinata d al ministro della marina, o, per sua delegazio ne, dall 'autorità portuale locale, nel regno o nelle colonie, e dall"autorità consolare o dai comandanti navali all"cste ro . L'ord ine viene comonicato per iscritto al cap:tano o al cust0<le della nave, o al proprietario ed armatore o loro rappreientant i, dal! 'autorità che procede alla R. e deve avere immediata esecuzione . Esso è confcrn1ato con successivo decreto del min istro della marina. Presso il roinist:ero della marina è istituita una (c. Comnùssionc di requisizione >> , con J'incarico di p rocedere, in base al corso medio dei noli, alla valutazione del compenso d a corrispondersi al proprietario od armatore della nave requ:sita. La riconsegna deve essere annunziata al proprietario colI"anticipo ,li d icci giorni. La nave deve essere restituita nel pristino stato. il conu atto di arruolamento degli ufficiali e dell 'equipaggio continua ad avere vigore duran te la R . e se in tale periodo venisse a scadere , esso è prolungato ' per tutto il tempo chç la nave r imane requisita. I militari in congedo illimitato del R. esercito e della R. 1na ri na , i quali si l rovino imbarcati su navi reg ui$ite per servizi ausiliari~ si intenderanno richiamati sotto le armi senza bisogno di altre formalità. Similmente i giovani appartenenti all'çq!-'ipaggio delle 1rnvi reqtlisite, i quali. abbiano compiuto ii 18<> anno d i età e 110n abbiano an,ora co1Korso alJa leva n1ririrtìma o terrestre, se intendono continuare a far parte dell'equipaggio della nave, s'intenderanno arruolati oc! Corpo reali equipaggi, se,iz,a bisogno di a ltre formalità . Tanto i militari appartenent i al R. esercito, q uanto quell i appartenenti alla R . marina, imbarcati sulle navi requisite, riceveranno gli assegni che risuhino maggiori fra quelli che percepivano dalle società da cu i erano assoldat i e quelli del grado militare d i cui sono rivestiti. Cessata la R., q uesti mi litari saranno inviati jn congedo, salvo gli obblighi cui possono essere soggetti in d ipendenza di altre d isposizioni che li riguardano .

Requisizione militare di mano d'opera . ,\I lo scopo di procurare la p restazione d'opera occorrente, in tempo d i guerra, all'agricoltura ed alle ind ustrie nazionali, nonchè ai pubblici servizi, il Governo ema na volta per volta le disposìzioni per la requisizione della mano d 'opera. Stabilisce se la R. deve farsi in tutt.o il Regno oppure in determ inate provincie; l'età delle persone requisite, cd il ·iuogo di presentazione per l'accertamento della validità al lavoro . .Pron unciata la valid ità al lavoro da uua apposit a Commissione militare , le persone requ isite sono ten·ute senz"altro a seguire le disposizioni cbe saranno date dalle autorità militari . L'indennità per la prcstnzione d 'opera è


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fissata <lall 'autor ità m ilitare prepoita ai lavori. Nel caso di offerte volontarie di prestazione d ·opera presso industrie o p ubblici uffici siJi in comuni d iversi <la quelli ove !"offerente ha la propria residenza, sarà a questi corrisposta anche una indennità di viaggio, ne lla misura stabilita da apposita tabella.

Requisizioni e imposizioni arbitrarie (art. 277 C. P. E., art. 301 C. P. M. M.) . Reati consistenti nel fatto del m ilitare che, senza autorizza,z ione e senza necessità, anche in paese nc111 ico 1 leva ìmposizioni di guerra o prestazioni forzate, o eccede volontariamente nella datagli facoltà. Il reato è aggravato se commesso con violenza o minaccie, o per lucro pérsonale. li diritto internazionale riconosce al bell igerante la facoltà <l'imporre alla popolazio ne <lei territocio occupato determinate contribuzioni pecunia ..ie, ol-

tre il pagamento delle imposte. Ma mentre un tempo tali contri buzioni erano fissate ad arbitrio dell 'occvp·; mc e senza controllo, presentemente questa materia è , UscipEnata da regole d i d iritto interno e inrer.nazionale , la cui

RES

ricorderemo quella del Wurrnser a Mantova, . quella del Mack a Ulma , quella del Dupont a Basilea , nell 'epoca n,ipolèònica, quella del Bazaine a Metz (1870); quella di Osrnan pascià a Plevna (18n ), senzJ contare le rese di grandi piazzeforti come Sebastopoli (1855), Parigi (1871), Przemysl (r915), nelle qua li erano stati concentrati grandi mezzi e grandi forze. · l?esa al nemico. li legislatore mi litare prevede due ipotesi d istinre : la resa d i fortezza o d i n ave, e la resa d i truppe in aperta campagna. Nel primo caso si p;-evedono le ipotesi dolosa o colposa. Nell'ipotesi dolosa, la R . consiste nel fatto del comandante che, senza avere esauriti g li estremi mezzi di d ifesa , cederà una fortezza od una nave al nemico, e degl i ufficiali che avranno cooperato a lla resa ed alle convenzioni relat ive. Mentre in caso d i fortezza 1'impossibilità di ulteriore d ifesa dovrà essere provata a mez.zo di d ichia;azioni del comandante, nel caso d i nave, tale d ichiarazione dovrà esser fatta da un consiglio di guerra a bordo: Pena, la morte con la focila-

Resa del gen. austriaco \~7i.irmser a Mantova (1797)

violazione concreta il reato i n esame. Secondo il regolamento deÌl'Aja del rgoj, le contribuzioni sono g iustificate solo quando servono a provvedere ai -bisogni del territorio occupato. Per impohe, è necessario un ordine scritto del comando militare supremo, che ne assume la responsabilirà. Di ogni riscossione deve rilasciarsi ricev uta al contribuente. Analogamente deve dirsi per la requisi1,ione. Le pene per questo realO sono : ") nell 'ipotesi semplice, la reclusione m ilitare da uno a cinque anni; b) nell'ipotesi aggravata (fatto commesso con violenze o 1ninaccie) : la ffclusionc m ilitare da cinque a ,J ieci a 1m i; e) nell'ipotesi qualificata (fauo commesso per lucro personale) : la mone mediante fucilazione nel petto.

Resa. È l'atto con cui un comandante di _piazzaforte, o 'cli truppe, o di nave, cessa d i opporre resistenza, e subisce la volontà del nem ico. La R. puq essere -condizionata, per capitolazjonc, e .in tal caso chi si arrende a seconda delle circostanze, può ottenere condizioni più o meno favorevoli, sino a quelle di ritirarsi libera1ne nte con gli onori d i guerra e co.n armi e bagagli. Può essere a discrez ione, e in questo caso il vincitore dispone delle cfise e delle persone dei vinti. In passato, spesso questa for,na di resa era accompagnata dalla st rage dei vinti . Gli esempi storici sono inn umerevÒ!i : fra le res_e famose

zione nel petto. Nel caso che la R. sia determinata da disobbedienza, ammutinamento o r ivolta, il comandan te e gli ufficiali potranno essere puniti colla destituzione o colla reclusione mi litare da uno a venti anni, oppure potranno and~re esen ti da pena, secondo l'uso che avranno

fatto dei mezzi , la essi d ipendenti, onde costr ingere i militari ad essi sottopost i a fare il proprio dovere. :t!: da rilevarsi che mai un ufliciale italiano si è macch iato del rea to sopra esposto. Ne ll ' ipotesi colposa, la R. consiste nel fatto del comandante ,che cederà al nemico la fortezza, il posto m ilitare o b nave, per non avere, per negligenza, provveduto in tempo a r iforoir,i di munizioni , artiglierie, viveri, foragg i o di altri mezzi necessari alla difesa, o per avere omesso, sempre per negligenza, di mettere .il forte, il porto o la nave in istato d i resistere al nemico, secon do le regole dell ' arte m ilitare. Pena : la morte a mezzo della • fucilazione nel petto:

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La ·r e;a di truppa ill aperta campagna , consiste nel fatto del generale o de!J°'uiliciale comaodante che, jn aperta campagna, con grave danno dell'esercito o di parie di esso, si sarà arreso al nem ico, se nzf! aver pri ma fatto guanto g li era prescritto dal dovere e dall'onore. :t!: da notare che il regolamento d1 servizio in guerra detta : « Capitolare i n aperta campagna è macchiarsi -di infamia :


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contro forze straordina:iamcnte superiori, i.: vi rtù combattere fino agli estrem i, poichè, 9uando anche non si ottenga la vittoria, si agevola ai compagni il modo di conseguirla » . E ad esempio per questo pnnc1p10 morale che la

Bauaglia di Resaina (242 cl . C.). Appartiene al periodo r!ella seconda anarchia militare sotto l'imperatore romano M. Antonio Gordia no Il!. Fu comrmllurn e vinta da suo i uoccro, il generale C. Furio Sabino, prefetto della g1,1a r-

Resa del generale austriaco Mack a Ulma (1805)

gioventù d'Ital ia si immolò a Curtatone ed a Montanara, consentendo così all resercito di impo!,scssarsi di Peschiera

e di preparare le (orze a Goito. Pena : la morte median te fuci lazione nel petto. Se però concorrono circostanze attenuan ti (condizioni straord ina rie, danno no1l grave) si ap. plica la .reclusione mi litare eia uno a venti anni o la desti w zionc .

Resaca. CiLtà degli Stati Uniti d'America, in Georgia. C:0111ba11i111e11to di Resaca (1865). Appartiene alla guerra di Secessione. li gen . Shermnn, che d irigeva in Georgia le opernioni dell'armata federale forte d i ci rca 100 .000 u. non volendo au accare i Confederati che, al comando de l gen . Johnston e (orti d i 50.000 u. occupavano le form idabili posizioni d l l3uzard·s llonst, volle gira re l'ostacolo jnviando F8 maggio il gen. Mac-Phcrson su R. , mentre j gcn . Thomas e Schofidd tenevano impegnar.e le forze nemiche di fronte. Ma i l Johnston, saputo che i Federali il 12 si erano presentati dinanzi a R., lasciò poche truppe nelle sue posizion i e andò a i,1cltersi diuanzi alla città prima che il nemico avesse potuto sboccare dalle mon tagne. Il centro dei Confederati resistette tutta la giornata del 14, in vano attaccato dal i;cn. Palmer; sulla sr. il Johmton. verso le 15, fatto un concentramento sull a st rada di Ticlton, prese vigorosamen te l'offensiva per aggirare i Federali. Giunto in tempo Hooker per ristabi lirne le sorti , i Confcdc.rati a nollc rientrarono nelle linee di partenza. L'indomani i l gen. Sherman attaccò due colline che do• minavano la dr . nemica ; a sera I 'J-looker, che aveva personalmente con dotto l'attacco, era riuscito ad occuparvi

dia pretoriana, contro il re dei Persiani Sapore I, che aveva occupato la Mesopotamia, passato l'Eufrate e invaso la Siria. In seguito a questa vittoria i domini romani furono rioccupati.

Rescid (Mohammed). Generale turco (1801 -1836). Percorse rapid issima carriera; si segnalò nella guerra contro la Grecia e dopo la campagna contro i Russi pacificò I' Albania. Nel 1832, gran visir, fo vinto e fatto pr igioniero

<1a Ibrahim pascià a Konia. L iberato, ebbe il comando in capo delle truppe in Anatolia e si distinse nella sottomissione <lei Curdistan.

Resia (Passo di). Valico delle Alpi Tirolesi che mette in comunicazione la testata d i Val Venosta (Adige) con la bassa Engadina (lnn) . Si apre Rescid pascià fra lo spuntone alpino del Piz Lat (2801 m .) e le p ropaggini occidentali del grande massiccio dell 'Oerz. La st rada d a G lurns risale a Malles, costeggia i laghetti sovraHan ti , raggiunge il colle a 1510 rn . e, attraversato il confine austriaco, scende a Nauders rasentando la fron tiera el vetica e avviandosi lungo t ·alto lnn a Landcck e ad Innsbruck, ove si unisce .alla Vi.a del Brennero. Manca a questo sbocco il sussidio ferroviario, poichè la linea secondaria italiàna c,·ssa a Malk s, quella sv izzera <lcll 'Engadina tcrn,ioa a SchuJs e la ferrovia au-

qualche trìncerarnento e a nrnntenervisi nonostante ~n con-

striaca dcll'Ion si dirige d a Landcck per il traforo del-

tran acco dell 'Hoocl. Siccome poi il Mac-Pherson stava guadagnando terreno alle spaltc d , R . . il Joh nston decise d ì ripiegare. Nell 'a7.ione i Confederati perdettero 2~00 u ., i Federali 4500.

l 'Arlbcrg a Fcldkirch; onde questa comunicazione non ha

Resaina, Ant. città della Mesopotam ia. Venne chiamata poi Teodosiopol i, e scomparve in epoca imprecisata.

l'importanza di quella del Brennero. Tuttavia potrebbe avere funzione sussidiaria notevole per J'acceiso all'estremo lembo occidentale del territorio au,triaco, ove le frontiere italiana, svizz-e ra e austriaca convergono nell'immediata vicinanza del Colle (Piz Lat, ·già mentovato) e quella germanica si rav vicina a breve d istpnza; cosicchè - in largo


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quadro strategico e in determinate ipotesi sarebbe agevole lo spostamento rapido d i forze valendosi delle grandi vie strndali e fen oviarie che s'irradiano verso l'Europa centrale d agli sbocd1i dell'Inn " del lago di Costanza.

Residenza dei militari. L'obbligo di notificare alle autorità mii. la propria residenza, da parte degli ufficiali, come dei sottufficiali e degli di truppa, è con temrlato in norme esecu tive, che sotto il ministero Gaizera sono state comprese in apposito disegno di legge. I n esso è contemp lato un provved imento disciplinare imporrante, come quel lo della perdita del grado, inflitta a quegli ufficiali che, a causa del la omessa denunzia d i n1utamento d i· R. , SI siano resi irreperibili .

u.

Resi o (Enrico). Generale, n. a l\"izza Marittima nel 1860. Sottot. d'art. nel 1880, d ivenne· colonnel lo comandante i l 7° art. da cam pagna nel 1913. 'Partecipò alla guerra contro l'Austria, comandò )'art. dcll'8" C. d'A . e, colonnello· brigadiere nel 19 16, l'art. della 5• armata. Magg. generale nel 1916, comandò l'art. del XXIV ( 1916-r917) e poi del IX C. d'A. In P . A. S. nel 1920, fu promosso generale di divi, . nel r 923 e nel 1929 p<1ssò nella riserva .

Resio 4 rtttro. Ammiraglio, n. nel 1864. G uardiama rina nel 1881, pàrtecipò alla can1pagna d 'Africa del 1888 e d ivenne capitano di vascello nel 1909. Aiutan te d i campo onorario d i S. M . il Re e presidente della commissione degl i esperimenti d d materiale di guer ra presso il dip. marittimo de La Spezia, partecipò alla guerra Italo-turca e a quella comro l 'Austria divenendo contrammiraglio nel 19 t5 e viceamm iragl io nel 1917. Nel 1919 ebbe il comando in capo nel Oasso Adriatico; nel 1920 fu collocato in P. ·A., nel 1926 fu promosso viccammir. d i squadra e n~I 1933 fu collocato a riposo. Resia .1chille. Generale, n. nel 1867. Sottot. di fante ,·ia nel 1887, fu in Libia e poi partecipò alla guerra contro l ' Austria . Colonnello nel 1916, comandò dal 1919 al 1923 il 16• fanteria. Collocat,, a r iposo nel 1924, fu promosso _generale di brigata nel 1928.

Resistenza. /:. atto della d ifensiva, successivo :1lla organizzazio ne e alla contropreparazione. Si può di re che è, assieme a l contrattacco (atto conclusivo) la fase utile della difensiva. In esso si attua il progetto di d ifesa in quan to è attuabile . Mediante la manovra de l fuoco, impiegato a massa, e mediante l' impiego even tuale dei rincalzi' nella linea d i resistenza, si reagisce staticamente all'attacco nemico, per passare p c i alla reazione din~mica (contralt acco) a mezzo dei rinèalzi non /impiegati ·è delle riserve. Alla resistenza p artecipano l 'aviazione, l'artiglieria , la fanteria. L'av iazione in questa fase prosegue nei suoi compiti

di osservazione, di protezione, di lotta. Il mitragliame nto dall'a lto, qua ndo si abbiano i mezzi per attuarlo, interviene utilmente su truppe incolonnate, già scosse da bombardamenti o da l iri di artigl ieria. Le un ità da ,accia proteggono di preferenza )a propria ricog nizione aerea. mentre ('.Ornandi, truppe e servizi si difendono da quell;1 avversaria col mascheramento, coll'occu ltamento e colle artiglierie contr: e:ei . Q uanto ·all'artiglieria , in terreno l~~ hero, allurchè non .si verifica, per ovvie ragioni, lo scatto c()ntc,nporaneo di tutta la linea di fanteria attaccan.te", la con~ropre.parazionc non cessa di colpo, ma sfuma ù1 UJ}a serie d i aziòr)i parziali, nelle quali intervengono via vià , là dove occorra , con azione jn gran pane ck,ccntrata, ie artigl ierie incaricate della protezione. I tiri queste artiglierie, di rett i sempre su ianterie, veragono integrati, contro carri armati, da t iri di arresto dei peui per fanteria,

<l,

RES

dal fuoco dei lanciabombe _e delle m itragliatrici pesanti. L.e artiglierie divisionali sono t utte dedicate alla protezione, la quale può anche r icev_erc rinforzo dall 'artiglieria <li corpo d'armata. Durante la lotta, dalla distanza di mille metri circa in avanti e nella SlJCccssiva fase <li attacco> la controbat ter ia si riduce a quanto è necessario per mantenere i risultati già ottenuti . Là dove l'avversario riesce a venire alle minime d istanze (200 metri o meno) dalla posizione di resistenza, od a penet rarvi, la p rotezione non può che battere le fanterie nemiche meno ava1w.àte; I 'interdizione d'armata batte obbiett ivi sempre p1ù rnvv1c111at1, e cosl p ure l'interdizione eventuale svolta d a artiglierie di corpo d 'armala. 'Frattanto il d isegno d'azione dell'attaccante, già più o meno intuito dal d ifensore sulla base dei dati del l'informazione e dell 'osservazione, si precisa nei suoi panicolari; il comando rcsJJonsabile i nterviene per assicurare, là dove l'attacco' ha effettivo sviluppo e dove si dimostra più forte, il concc ,il ramcntò di quelle artiglierie a cuj i settori medcsi1n i sono assegnati sia come compito nonnale sia come compito eventuale.

La fanteria mette in esecuzione la sua · semplice consegna: tenere la posizione fino all ' ultimo uomo. Essa tcrrii presence che il suo fuoco, disciplinato e calmo, è m icidiale per l 'attaccante che muove a distanza di poche centinaia di metri da essa; che se 91:-lé:~ai tu~!avia contin_u a ad avanzare, lo fa disscmjnarHlo il terreno d i caduti e impegnando e logorando succe,sivamcntc r incalzi e riserve già assottigliati dal Liro ù' aniglicria. Contro i supersti ti avversari giun ti a djstanza <l 'assaho, la fanteria della difesa deve aver pronte le bom be a mano, la baionetta, il pugnale. Se il nemico riesce, in qualche trattò , a far breccia nella linea di resistenza, le t ruppe laterali devono tene r fermo, avendo presente che, se la breccia non si estende, il ne111ico che ~i sa;à penetrato andrà. incontro a sicura p~rdita, per il fuoco delle arm i auwrnatiche scaglionate in profondità, per il t iro ,li protezione dell'artiglieria, immediatamente arretrato secondo disposizioni già prefissate, e infine per il contrattacco. Per contro il cedimento d ei tronch i lateral i, conientendo l 'estensione della breccia , può condu rre alla disorganizzazione dei fuochi scaglionati in profondità, rendere meno cAic,icc l 'inte rve nto dcli 'artiglieria e consent ire al nemico penetrato di opera re a tergo della linea cli re:-.istenza, ren dcn<ln problematica, in quel tratto, la continuazione della d ifesa. Se la pene-

trazione u,•versaria è di piccola en lità; ba..;terà spesso a ricacciarla il contrattacco sferrato immediatamente <lai repart i di rincal7.o; questi reparti debbono. cercare rE piombare sul fianco degl i elementi nemici i nfiltra1isi e d istruggerli colle bombe a 11'\anò• e co n l 'arma. bi~inca ; la decisione vale in quesli casi più ciel numero. (V. anche : Posizione di 1·esis1e11za). lJna piazzaforte si d ice in e< stato d i resistenza » nel perjodo in. cui, senza alcun riguar<lo a condizioni estranee, tutte le attività milit ari e civili sono esclusivamente r ivolte a rendere la resistenza più tenace e dannosa al nen1ico. Quando la piazza è i1l stato di d ifesa, le autoriti, ci"ili continuano a funzionare con alcu ne re::,triziuni , per q uanto riguarda le misure d i polizia; quando è dichiarma in stato di resistenza , tutti i poteri militari e civili - sono accentrati nel Comando della piazza medesima . i<esiuen u , alla forza armata. Reato contemplato neg li art. 120 C . P. E., e 141 C . P . M. M. Consiste nel fatto del militare . che usi violenza attiv.~ conlro la forza armarn, aggredendola per , imp~<;li re .. d i compie.re un a\tO rcl atrvu al suo servizio. Il re,a~ç è pili o n1eno ,grave: a seconda che il f~,to sia commesso 'da t re o più militari,


RES

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da meno di tre militari, a n1ano armata o noH~··a1i11ata. Se il reato è commesso da tre o più militari, a mano ~rmara, la pena comminata si estende da t re a dieci anni di reclusio ne militare; se a mano non annata , la pena va da uno a tre anni di reclusione militare. Se il reato è cbtnmesso da una o due persone a mano armata, la pena va da un anno di carcere militare a tre anni di reclusione militare; se a mano non armata, da due a sci mesi di carcere militare.

Ressano. Reggimento piemontese, costituito nel 1628, chiamato " di S. A. R . ,, nel 1637, licenziato nel 1648. Partecipò alla guerra per la Successione di Mantova dal 1628 al 1631 e a quelle contro la Spagna dal 1635 al 1648 . Ressi (come Adeodato). Patriotta, n. di Ccrvia, m. nel 1822. Seguì il movimento rivoluzionario della Francia re• pubblicana ne] 1796._ Fu tra i rnppccscntanti ai Comizi d i Lione quando si costituì la repubbl ica Cisalpina; divenne poi membro del _Consiglio legislativo del regno d 'Italia e professore di diritto commerc iale al l' un iversità d i Pavia. Tornata l'Austrià, cospirò contro il nuovo regime ; arrestato nel 182 1 , venne condannato al carcere duro a vita, e ÌJnprigiònato a Venezia, morendo in carcere. Resta. Ferro di forma varia, fissato e sporgente dalla parte dr. del petto della corazza, e che serviva per appoggiarvi il calcio della lancia negli incontri . Si mco.

Reste del secolo XVI m inciò ad usare verso la metà del secolo XV, e fu abolita insieme all'antica forma della lancia, nel secolo XVII. Poteva essere fissa o maschiettata, ossia a cerniera . Ltin1pugnatura della lancia talvolta fu anche chiamata resta .

Resta Alessandro. Ingegnere militare, n . di Parma. Fu al servizio del ducato d, Savoia, in fine· del sec. XV e in principio del seguente.

Resta Giovarmi. Generale, 11. a Napoli, m. a Torino (1822-1901). Proveniente dall'esercito delle Due Sicilie passò in guello Italiano nel l86t come maggio re d d genio e partecipò alla campagna del 1866. Colonnel lo nel 1873, fu direttore del genio a Milano e poi a Venezia. In ri• serva nel 1879, venne' promosso magg. generale nel 1893.

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RET

fu uno dei comandanti delle milizie elci Genovcsato nella guerra contro le truppe del duca Carlo Emanuele II di Savoia, distinguendosi specialmente nella presa d i Castclvecchio.

Retentura. V. Praeten.tura. Rethel. Città della Francia, capo!. del clip. delle Ardenncs, sull'Aisne. Venne fortificata con bast ioni e citta• della nel secolo XVI. I. Assedio di Ret/1el (1650) . Apparticue alla guerra della Fronda. La città era stat a presa sui primi d'agosto dagli Spagnuoli, comandati da ll 'arciduca Leopoldo. Il maresc . Du Plessis-Prasl in, con 16.000 u. dell'armata reale, investì la piazza il 9 dicembre, attaccando e prendendo ;<!cune opere staccate. La difesa di R. era stata affidata a un regg. italiano (1200 u.) al comando di Dcli i Ponti. Non soccorso Ln tempo dall'arciduca, il governatore, essendo la cittadella battuta con due grossi cannoni, si arrese il giorno t3, ottenendo dì ritirarsi con gti onori dì guerra. Il'. Battaglia di Rethel (1650). Detta anche di BlancChamp, si combatti: due giorni dopo la resa, ossia il 15 dicembre. L'arciduca Leopoldo, insieme col maresc. Turenne , allbra <<. frondista))' non e~a giunto coi suoi 15.000 uomini in tempo ad impedire la caduta della piazza. Schieratosi nelle vicinanze, vi fu attaccato da lle forze del maresc. Du Plessis, 'Quest i schierò alla dr. 15 sgdr. in prima e altrettanti in seconda linea, al com~ndo del Villcqu ier; la stessa forza <li cavalleria affidè-, al marchese d i 1-Iocquincourt ·ali 'ala sr. Al centro pose la fanteria, con 7 bgl. in prima e 5 in seconda linea, comaudati dal gen. Rosen. L'esercito spagnuolo-frondista aveva pure a l centro la fanteria (gen . Bourdet) e alle ali la cavallerta; ,illa sr. i l Turenne, alla dr. l'arciduca_ Otto cannoni battevano i guam-o soli pezzi di cui disponeva il Du Plcssis. Il primo urto diede la prevalenza alla sr. spagnuola, dove il Turenne scompigliò l'ala opposta , e all a sr. francese, dove l'arciduca fu · sbaragliato e cacciato dal campo. Du Plessis r iuscì a ristabilire la situazione alla propria ala dr ., e avviluppò la fan teria nemica. Il Turenne, attaccato vigorosamente, vide ben presto in fuga_ la propria cavalleria e a stento r i,uscì a salvarsi. I Francesi, vittoriosi, avevano pe rduto un n1ig liaio di u., cncntre l'esercito spagnuolo lasciava sul campo 1200 morti, molti feriti, 3000 p rigionieri, con d ue generali, tutta l'artiglieria e i bagagli .

Restellini {Ferdinando). Generale, 11. e m. a Milano ( 1834•1914). Sottor. di fanteria nel r859, partecipò alla çampagna di quell'anno ed a guella del 1866. Nel 1867 meritò la mecl. cli bronzo dei benemerit i della salute pubblica in occasio ne del colera d'Ancona. Frequentò poi la scuola di guerra e nel 1878 passò negli alpini. Colonnello nel 1885, comandò il 64° fanteria, d Ìtl 1888 i! 1° alpini e poi i l 57° fanteria ed il distretto mii. d i Lecco. In I>. A . nel 1894, fu promosso magg. generale nel 1896 e poco dopo venne trasferito nell a riserva. Restori (Pietro Paolo). Capitano corso del secolo XVII. Militò agli ord ini di Venezia nella guerra di Candìa, poi passò agli ordini della repubblica genovese. Ne l 1672•73

Battaglia di Rcthel (1650)


Rr.r

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RET

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li i. Assedio di Rethel (1653). Il principe d i Con<lé aveva preso R. il 30 ottobre 1651, e vi a,·eva lasciato il mar. ,chese di Pcrsan con u. li maresc. d i 'Turenne, riconcil iato con la Corte, investì la piana insieme col maresc. ,de la Fcrtè il 5 luglio, e la costrinse alla resa dopo tre _giorni, couccden do alla gu~rnigione gl i onori di g~erra .

ooo

IV. Per la battaglia del 30 agosto 1914. V. Signy l'Ab.b"ye-Réthel, in qua nto che gli avvenimenti che si svolsero il 30 agosto 1914 attorno a R . (IX C . d'A. francese conlro 3" armala tedesca) se possono costitu ire battaglia a ~è -stante, l'azione comp lessiva va apprezzata nei riguardi delle ,giornate del 28-29-30 agosto, costitucmi più logicamente 1a battaglia di Signy I' Abbaye-Réthel.

Pagn)'-sur-Mosdlc. Questo armistizio è stato anche detto d i « Compiégnc » . Per le clausole d i pace, V . Neully . Saint-Gernuti11 , Sì:vres, Trianon, Versailles. V. inol tre Mondiale. Occidentale froJ1te . Reti (dei collegamenti). Sono il com plesso d ' una specie o d i p iù specie di sistemi di t rasmissione, organizzate in modo da poter far fronte alll' esigenze dei comandi e servizi compresi ent ro una determin ata zona territoriale. La contiouità e la sicurezza dç,lle R. sono in funzione strettamente d iretta della bontà <kgli impianti. Da quanto sopra deve dedursi che esse imeressano, olt rechè dal punto d i vista strategico, tattico' e 1ogistico, anche da quello delle esigco?,c tewiche parficolari dei mezzi impiegati. Di per !iÌ::. stesse non hanno caraLlere mihtare > ma

Rethond!)S (Armistizio di). Presso la piccola stazione -ferrovia ria di R., 11ella foresta di Compiègne jn un bi1rnrio morto, il 7 novembre 1918 s' arrestava il treno del _gen . Foch, venuto per trattare l'armistiz io sulla fronte. occideotale europea (guerrn Mondiale) coi delegati delle ar·matc tedesche. Questi ultimi, infatti, il g iorno 7 stesso si erano presentati a La Capellc, davan ti alle li11ee francesi -dell'a rmata del genera le Debeney, avevano proseguito in at!tomobile sino a Tergnicr, in.di in ferrovia a\1<::vano con ~ tir. uato il viaggio sino a R . dove giunsero la mattina <lel1'8. Sc:biw ebbero inizio le trattative, fra i delegati fran-ccsi (gen. Foch e Weygand, ~mmir. Weimis e Hose) e quelli tedesch i (ministro Erzberger, d iplomat ico Oberndorf, _gcn . von \Vinter'fcld, ammiraglio von Vansdow, capitani •Gcyer e Hellendorf). Durante le trattat ive non furono af,fatto sospese le ostilità; anzi il Foch esortò piì, che mai :ld incalzare il nen1ico in crisi, secondo il piano _in corso ,di svolgimento: dc Castelneau in Lorena, J'Sa armata da Baccarat su Lunéville, la 10" da Lunévi!le a Nancy e !a 2 a armata americana ali 'ovest del la Mose!la : tutti con ob'b iettivo la zona d i Magonza. I àelcgati tedeschi ebbero 72 ore di l'!empo per accettare - o meno - le condizioni irnposte, non passibili di d iscussione akuna, e consisten ti ndl'i111mediato ripiega~ mento dei Tedeschi al di là del Reno in attesa delle clau.sole della pace, abbandonando t utto q uantu non avrebbero ,potl1lo portare scco nel rapidissi,no ripiegamento; inoltre nell 'invio di tutta la Rotta germanica nell a baia inglese di :Scapa-Flow a disposizione dell 'Intesa. I particolari, pubblicati il J 2 novembre, precisavano q uanto appresso: Sgom:bero immediato dei paesi invasi, Belgio, Francia, Lussembu,go, nonchè della Alsazia-Lorena; abbandono di 5000 ,cannoni , 25 mila mitragl iatrici , 3000 lanciamine , 1700 acTOplani ; sgombero dei territori della riva sr. del Reno da ,parte delle truppe tedesche e occu pazione con t ruppe al]eatc, con guarnig ion i a _M agonza, Coblenza . Cok·nia; c.:onH

,segna di 5000 lowmotive, 150 mila vagoni e 5000 autoca rri; .,.sgombero del la R0mania e della Turchia; rinuncia ai trat:tati d i Brest Litowsk e d i Bucarest; sgombero delle forze tedesche operanti · nell 'Africa Orientale ; restituzione dei] 'oro russo e romeno presso i Tedeschi o ad essi consegnato; consegna di tutti i sottomarin i e delle navi che saJanno designate; libero ·t ransito nel Baltico per le marine dell'Intesa; mantenimento del blocco d~ parte di questa. Interpellato il nuovo gove rno costit uitosi a Berlino in scguirn ,alla rivoh.rzronc, il- ro novembre tali n~isure erano accet:tatc e si disponeva per I 'effetti.v a ces.àzione delle· o'.scilitil JlCr l'indoma ni IT novembre alle ore 1 r. I Francesi arrc,starouo le ostilità su lla linea (da nord a sud) : canale cl, 'Terneu-zen - Gand • Grammont - Ath - Mons - Maubeuge • Crimay - Sedan · Montmédy • ovest d i Étain - F resnes sud di

lo acquista.no

in conseguenza d elle operazioni dalle quali traggono ragione d'esistere . Vi sono pertan to R . dei C. offensive e d ifensive , mobili o stazionarie, p rovvisorie o permanenti, ecc.

a seconda del carattere pccufore d i ciascuna opern1.ione , o della fase dell'operazione, per la quale sono state ist iluite. Oggigiorno non s i può concepi re l'azione <li comando, anche d i unità di modesta importan7a, come il bgl., facendo astrazione dei collegament i : e quest i sono talmente complessi e numerosi che .;arebb~ro più d' impaccio che d i profitto se non fossero sempre organizzati in reti. La prima e più importante d istinzione deve essere fatta fra quelle avanzate e quelle arretrate. Le prime estendono la loro influenza sino ai rcgg. e bi:;I. di prima .schiera; esse sono caratterizzate dalle modeste distanze intercorrenti fra stazione e stazione; da lle p redisposizioni e d alle assidue wre intese ad assicurare la manu tenzione in ,>icioauza del nemico e ad evitare l'i ntercettazione delle romunicnzion i; dal

prevalere <ielle esigenze

rnilitar.i

su

quelle tecniche. Le R . arretrate invece possono estendere maggiormente la d ista11za delle linee e delle maglie; in esse vi. è maggiore agio per as.sicurare la buona sìstc1nazione. e conservazione degli impianti; vi p revalgono pertanto, o almeno si fanno sentire di piì, , le esigenze tecniche . Per opportunità di segreto è bene non ,allacciare in alcun modo la R. avanzata a quella ar:rctrata. Le R. d i combntimento • per la fanteri~, quelle dell'·:inigli<fria divisionale, ecc., sono considerate avanzate. Le R. di combartimento della divi•ionc sono costituite per zona o per servizio . Nel caso di costituzione per zona non si add iviene all'impianto di particolari R. per le unità ed i reparti m inori. Nel l'altro caso si hanno tante R. per quanti sono i servizi d i ,naggiore interesse: reti di comando, pe r l'aeronautica, per ht difcs:;i antiaer,ea, pei sctvìzi per fa difesa antigas, ptr J'artiglieria, ecc . A quest'u ltima di norma si innest~oo le R. d 'osservazione, pd sen •izio fonotelemetrico. per quello meteorologico, ccc. Alla R . di comando tutte le allre fanno capo attraverso uno o pièt centralini di derivuione. Le grand i unità d i i;rado maggiore a quello dslla divis . normalmente organizzano le proprie R. per servizio , dato che la compléssità e la numerosità dei collegamenti cui debbono provvedere impongono il d ecentramento della 1

organizzazione.

Lo studio e le indicazioni concrete di una rete sono sempre fatti e dati s~ sche.;,i grafici. Si rjportano sulla carta topografica direttamente o _per mezzo d i carta trasparer.te, valendosi di segfli convenzionali e della scala cli rapporto, tutti gli impianti e le lioee di congiunzione reale o immagioari·a . • (;!uosto grafico è generalmente allegato all 'ord ine d 'operazioni e pn!hde il nome di schema grafico dei collegament i. Può esserne fatto uno solo, o tanti quanti sono i sistemi d i. trasm issione impiegati : per lo- più la radio ha lo schema propr io.


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Reti dei radiocollegamemi. Sono le piu caraueristiche delle R. di collegamento, costituite dall'insieme delle maglie delle radios1azio11i, destinate a corrispondersi reciprocamente valendosi d'una medesima onda di lavoro. Le magiie si saldano fra loro mediante nodi. Sono stabilite dall'autorità superiore, che ne indica rntti gli clementi per un grafico, accompagnato dalla tabella dei nominativi, delle onde; degli orari, ecc.

Reti di sb11rra111e1uo. V. Sb(lrrame11to. Reti 111e1allid1e prote11ive. Furono ufficialmente chiamate così, durante la b'l1erra Mondiale, robuste reti, per lo più di lamiera stirata, che si ponevano lungo il ciglio di fuoco delle trincee, per proteggere soldati dagli scoppi <!elle granate a mano.

Reti mimetiche. Furono dette così durante la guerra Mondiale le reti che si guarnivano di erba o di foglie, servivano a mascherare alla vista dei velivoli i pezzi d'a rtiglieria. Erano di facile e pronto uso in confronto del mascheramento con pali e teuoie. Recentemente (1932) è stata proposta in Francia una piccola R. a nuglie larghe, del peso <li 400 grammi e di larghezza sufficiente a mascherare un uomo sul terreno. Anch'essa deve essere copena di erba o foglie. Quattro reti di queste sono sufficienti per mascherare una mitragliatrice.

é:

Reti parari/11ri. Reti di protezione per navi da guerra contro i siluri. Il Simion ricorda che il primo esempio di impiego di reti per la difesa di una nave risale al dicembre 1810, quando il comandante Rodgcn della Marina degli Stati Uniti, presidente della Commissione incaricata di esperimentare le torpedini di Fulton contro la fregata « Argus » nella rada di New York, improvvisò la d ifesa di questa, appunto per mezzo di reti. Contro i! siluro furono anche impiegate reti dì canape in esperimenti eseguiti a Venezia nel 1873. Ma la loro applicazione generale sulle navi maggiori comincia verso il , 880, quando si riesce a costruirne dei tipi efficienti in • cavo di acciaio. Tutti i ten tativi d i reti adatte alla difesa della nave in moto, e non furono pochi, riuscirono vani. e pertanto l'impiego dì esse rimase sempre limitato alla difesa all'ancora: le sistemazioni si riduceva110 ad una ,crie d i bu11afuori, disposti lungo il ·bordo, all'estremità dei qua li erano appese le reti; variavano i dispositivi particolari per rollare queste e dar fuori e rientrare i buttafuori. Le nostre sistemazioni più perfezionate furono riprodoue da quelle della marina inglese, ove il servizio delle reti aveva preso enorme sviluppo. La comparsa dell':1cciarino tagliareti sulla testa del siluro iniziò una delle solite lotte tra il mt.".lZO di offesa e quello cli difesa e diede impulso al miglioramento delle reti stesse. Queste, però, a causa del loro peso, del loro ingombro e della possibilità in combattimento di impigliarsi nelle eliche, d avano pur sempre luogo .id w1a serie di inconvenienti che nel 1893, quando si trattò di dotare di reti la nuova nave « Re Umberto », il Bettola, comandante la medesima, vi si oppose con una relazione coraggios:,, la quale provocò nella nostra Marina l'abolizione di un mezzo di difesa più dannoso chf utile. Le altre Mar.u1e ci seguirono più tardi in questa via. Abolite le reti sulle navi, furono ripresi gli studi per la difesa degli ancoraggi a mezzo delle Osimz1011i. (I/. a questa voce, e a Sb"rramento).

Reticolato. Il reticolato di filo di ferro spinoso è uno .degli oscacoli passivi che si adoperano per tuucncrc l'as-

salitore sono il fuoco della difesa; esso rappresenta quindi un valido mezzo di protezione solo quando permette un buon sviluppo di fuoco, aumentandone l'efficacia. t. costituito da palc11i di ferro o di legno, disposti, nel tratto ,u cui si vuol costruire l'ostacolo, su u:ia certa profonditl, e collegati fra loro da filo di [erro spinoso. Scn•c non solo nella guerra di posizione, ma acquista anche importanza nella guerra di movimento ; perciò le truppe devono essere allenate a costruirlo in brevissimo tempo sopra un determinato tratto di fronte, per rendere po,sibile l'ordinata occupazione di posizione di difesa arretrata, arrcstaJJdo il nemico e costringendolo ad impiegare le artiglierie per poter compiere _nuovi progressi. I R. furono largamente usati durante l 'ultima grande guerra; la necessità di eseguisc un pressante lavoro del genere si presentò ad esempio durante l'offensiva austriaca del 1916 sugli Altipiani. Minacciando il nemico di irrompere dalla Val Canaglia (Campiello) quasi allo sbocco in pianCJ della Val cl' Astico per prendere di 1ovescio le linee precedentemente apprestate, venne progettato e costruito nd termine di 24 ore un R. che dalla q. 6oo di '.\f. Paù raggiungeva, per Follòn, il castello di Meda; dietro ad esso si schierò la fanteria , segnando cosl un margine difensivo che più tardi venne organizzato completamente-

~•. :':: : .• -1 m, _ _ ...,._ .. i

Schema di reticolato (guerra ~1ondinle)

Il R. ha grande importanza durante le sosre della battaglia perchè esso rende possibile guardarsi soltanto colle vedette e lascia il tempo necessa rio per l'occupazione delle trincee: fra cuui gli ostacoli e difese passive è quello che nella 1..ona difensiva meglio garantisce dalle sorprese, rappresentando, se cOn\'cnicntcn,cnte costruito e vigilato, una

barriera insormontabile per ,hi non adopera adeguati meni <li distruzione. L 'ideale sarebbe che esso resistesse anche al bombardamento, cd a tale risult:1to si deve costantemente mirare se si vuol creare un vero ostacolo; a c10 ci si avv,cona rendendolo profondo, e tenend<> stretto conto, nel costruirlo, del carattere vario del tcr• reno. Meg lio sarebbe avere un ' unica zona assa i profonda di reticolati, ma si oppone a ciò il ducno d i materia li, il tempo che necessiterebbe e la difiicolrà del la,·oro. Quindi_ si costruiscono fascie successive, opportunamente distribuite, e nelle zone intermedie si dispongono una rete bassa a niaglie larghe d i filo di ferro spinoso, siepi di filo di ferro spinoso, fili intrecciati a piante, e tulli quegli altri ostacoli che di volta in ,•olta si ritcngon,> opportuni. Nel tracciare un R. il quale deve seguire l"andamento delle opere attive, pur cercando che risulti inlil:110 dal tiro delle m itragliatrici, si <leve curare che esso non abbia una disposizione geometrie-a regolare . Inoltre il suo tracciato deve essere concretato in modo che i I


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ft.:oco delk mitragliatrici risulti il pi/, efficace pos<ibile, tanto è lo stretto legame che deve sussistere sempre tr:1 ori;ani sttivi e passivi. Si cercherà anche d i mascherare il reticolato, sfruttando la copertura che offre il terreno e costruendolo opportunamente, per impedire all"attaccante

attivi per assicurarne la vigilanza; essi vengono chiusi

Reticolato dopo bombardamento

con g rovigli di filo spinoso o .con cavalli d i Frisia. Si cerca pure di segnare questi varchi con indicazioni visibili · soltanto a chi sta nell'interno dei R. , ampliandoli e moltiplicandoli no n appena si ritenga che si debba attraversarl i durante un 'azione, per ridu nc al minimo Jc inevitabil i perdite alle q uali in sirnili contingenze si va incontro per la n1ancanza di conoscenza dei passaggi prc stabiliti e per soverchio agglomeramento presso ogni ape rtura. È bene approfondire il R. che limit a u,1'aperrura, per facilitare la chiusura e per meglio fissare i cavalli d i Frisia. Così pure si deve approfondirlo allorchè lo si iald a ad un ostacolo naturale, anche rip.iegandolo per un cerco trano, come può farsi lungo le sponde di un corso d'acqua . Per la distruzione dei R. in principio della g rande guerra si cer cò d i adoperare le forbici taglia fi li ; ma , riscontrata I '.impotenza di tale mezzo, si impiegarono rubi di gelat ina esplosivà che erano portati al R. da d istruggere e fatti esplodere da soldat i, votati alla morte. Più tard i,

q.ui:Jii ùi una fascia non ccrri,p;mdano a quelli della fascia _st:cccssiva ~ ciò si fa semp re c..p1an<lo il R. si svolge in lcrreno che consenta il contrattacco. 1· varchi, ed in generale lUUc le aperture, si ricavano presso gli elementi

4

per risparmiare v ite un1ane e per ottenere un:.1 distruzione

d i d istruggerlo da lontano e prima dell'attacco, ed ai reparti d i assalto d i accorgersi premarura mente della sua esistenza. Un R. completo si compone in genere d i diverse fascie, battute d 'infilata da anni i.mn1cdiata1nente retro~ stanti all'ostacolo e più arretrate o spostate late,almente . Ogni fascia si tiene profonda da tre a sei metri; eff:çttivamen(e però ris ulta larga almeno cfa: sei ad otto, se si

sanno sfruttare opportuna111ente i palen i ed i fili d'ancoraggio, disposti con <liligenza ed accortezza. Tra fascia e (ascia> che non de bbono di 111assirna avere anrlarnento

p:uallclo, si lascia un corridoio largo da se i a dodici llletri. Nel terreno compreso fra due fa scie si costruisce un R. basso a ni._aglie larghissin1e, fissato ai pal ! tti d 'an. coraggio od a picchetti bossi convenientemente tl isposti; oppure si preparano lacci ed eccezion almer\tc buche. Esistendo pia nte se ne sfruttcran~o sempre i fosti, evitando per quanto è possibile di p,anta,e / paletti. L'esistenza di filari d'albe ri, siepi, ecc ., consiglia a volte d i modificare la struttura e la profondità ddlc fascie ; così pure la vegewzionc può consigliare la costruzione d i barrjere o sicp.i d i filo di ferro spi noso, con andamento ed altezze d iverse. Il R. comunemente usato si costruisce piantan do sul terreno p,iktti d i legno, o d i fei·ro, lunghi da m . 0,70 a

1

m., o da 1,80 a

2

più pronta e più sicura, fu usat-0 il tir.o cli artiglierie di piccolo e inedia calibro e il ,tiro delle bombarde.

Reticolato (hnpiega). Rappresenta un ostacolq 1,assivo; il che significa che Ìa sua efficacia non è assoluta, ma in rapporto al fuoco del difensore contro l'offerisore. Difatti . esso trattiene più a lungo l"attaccarnc dove i l fuoco è più efficace e micidiale.· D a ciò co_nsèguono ; i suoi requisiti tattici: a~ essere battuto dal tiro più etfica;e ùd difensore: b) costituire una sorpresa per I 'auaccanrc, in modo da essere dà lui non scorto , o individua to il più tard i possibile; e) essere ben vigilato dàl difensore; d) no n imped ire la controffensiva: a ml fine vi sono lasciat i i varch i. Tatticamente importante è la scelta del tracciato del reticolatoi che non deve essere rettilineo n,a

m. , infissi nel terreno <la n1. 0,30

a 0,50; i paleni risultano in fila, non geometricamente regolare, e d iSlanti fra loro da 1 ,So a 3 111 . ; le file sono d istanti fra loro da 2 a 3 m.; i paletti sfalsa ti e alternativamente lu ngh i e con i . Si collega quindi col filo la sommità d i ogni paletto 'coi piede di tutti i paletti contigui e con la sommit~, degli stessi paletti; il piede d i ognj paletto pure col piede <lei paletti contigui; a volle

si collegano pure e.on lo stesso pr<Jccd imcnto i paletti non contigui.

ln

genere

si adopera corda

metallica

a

spinosa

fortissima, a 3 o 4 fili, e spine a 2 o 4 punte, i rÌ matasse della lunghezza di m. 75 a 100. Le matasse pc-\ sano d.:1 ,.6. Jl 10 ~g. ciascuna . In genere o-:corrono d a 100 a 130 m. d i filo per ogni io m 2 d i_ reticohiro. Una squ;idra d i ro uomini im1,icga per costruire io m 2 d i reticolato regolarmente da 1 .½ a 3 ore . N elle varie fascie si lasciano varcbi più o meno ampi, .;onvenienremente <listanz.iat.i e distribuiti, in n1odo che

'

Reticolati su1 Pasubio ~jnuoso, a sa1ienti e rientrJ.nli, ~n annonia all 'andamcnto <lel terreno e· <le Ila linea dì rcsiste nz~i , in guisa che il

ìuoco delle mitragliatrici risulti fiancheggianle (e quindi maggio rn,ente efficace) r ispetto alle spezzate del reticolato. li lavoro per la cost ruzione dei reticolati (come del resto


-

qualsiasi lavoro di r afforzamento), deve essere progress ivo : in"izralmenre una semplice barriera, che poi si t rasfor ma in siepe triangolare, per passa re poi alla forma a trapezio. l n seguito s i cosuuiscono _successivi ordini. L.a distrnzione dei reticolati, escludendo q·uclla a mezzo d i pinze da considerare ecceziona lissima, per quanlo usata all 'inizio della guerra Mondiale, avviene a mezzo proietti <:lell'a:tiglieria e delle bomba rde, e coi carri armati. Col t iro d'art iglieria aggiustato e ben. e:eguito, ,i possono distruggere i 1112 di reticolato seguenti : Bombardll da 240 -Cannone èla 75

ogni colpo : m 2 5 x 10 ogni rooo colp i: » 20 x 25·

" 149

420

>1

) X 20

» r52 Obice da 149 .

400

>l

20 X 2)

>l

20X20

160

))

RET

490 -·

Queste cifre variano alquanto a seconda della d istanza. Per le· misure dette sopra, occorrono da 3 a 5 ore d i fuoco per una batteria; se la distanza supera i 500 m . -occorre aumentare d i J /5 il fabbisogno dei pezzi. ln base alla celerità di fuoco dei vari pezzi: si determ inerà il numero e la specie di batterie necessar ie per la distru -

cbe presero d'assalto, malg,ado la d isperata d ifesa del marchese Pietro Cesarinj e delle milizie romane . Vi rima sero morti i veneziani gen. Cornaro ed il provveditore Moli no.

Retrobando (francese: Arrièreban). Proclama col quale, nel medio evo, i re di F rancia ordinavano ai loro vas• salli d i presentarsi al luogo d i radunata stal]ilito, con le loro gent i a piedi od a cavallo, secondo g li obblighi di ciascuno, per servizi o spedizioni straordinarie. Sembra che ·, i distinguesse . dal « bando » ir1 quanto che esso si riferiva al servizio ordjnario che ciascun vassallo doveva secondo la nau,ra dei suoi feudi; .mentre il R. si r iteriv; soltanto ai sono-feudi Retrocarica. Un 'arma <la fuoco è detta « a retrocarica » quando si carica dalla culatta. Tale idea si può d.ire sia nata nello stesso tempo dell'invenzione dell'arma da fuoco. Difatti alcune delle primitive constavano di un tubo metal lico più o meno lungo, con anima più o meno grande; tubo che veniva chiuso da u1< tappo, pure mernll,co, dopc, d i avere introdott.o nel tubo palla e polvere. Poichè però la meccanica a quei tempi e ra ancora rud imentale, così l 'idea dell a 'R. venne abbandonata, trovando molto pit1 sempl ice e pra tico caricare un tubo dalla parte aperta (bocca), spingendo la carica stessa lino dall'altra che era chiusa (cu latta). Col perfezionarsi delle armi da f\JOCO , introducendosi prima la pietra foca ia, poi la capsula, quindi la rigatura, j l proiettile oblungo, ccc. 1 e migliorandosi le

Reticolato Cf.tcrno di un caposaldo sul Pia•ve con ••n.uco aperto dallJartiglieria austriaca (1918)

z ione, e il tempo occorcente. I cavalli di Prisia presentano una particolare resistenza al tirp. Il fabbisogno si deve calcolare a circa il doppio di q uel lo per i reticolati o rd inari. Se il terreno è in salita verso il nen1ico, occorre un minor numero di colpi di quelli segnati dallo spcccbio di cui sopra; se j [ terre no è io discesa verso _iJ nemico ne occorre un numero maggiore. Se la d iscesa è molto forte, il tiro frontale richiederebbe troppe munizioni : bi• sogna allora ricorrere al tiro d i infilat a o almeno obliquo. I piani d i tiro <lei pezzi di una batteria che agisce frontalmente debbooo incontrare il reticolato ad intervalli d i 5 o 6 metri . r carri armati rappresentano il mezzo mi• gliore per d istruggere il B.. con relativa cele rità e sorpresa. Esso . rappresenta tuttavia un ,ccdlcote mezzo protettivo, ed. è necessario che nçrn solo le truppe del genio, come nell 'antcg~1erra, ma tutta la fanteria sia addestrata a CO· struirlo con rapidità; e non solo in difensiva, . rna in certi casi anche du rante lo svolgi,ne nto dell'azi'o~e offensiva, quando ad esempio le soste sia.no molto prolungate, avendo però l 'avvcrtenza di lasciare ~empre la possibilità di passaggio· alla controffensiva, in qualsiasi momento.

Reti mo (ant. Retymna). Città marittima dell'isola di Can<lia, n ella baia compresa fra i capi Drepano. e Liana . Nel 1647, at ·pl'Ì ncipib della g uerra <ii Can<lia, i Turchi, dopo conquistato l ' interno dclJ'isola, misero L'assedio a R.

costruzioni meccaniche, venne d i necessità l'applicazione della R., che si può d ire abbia realmente incominciato ad avere qualche geniale, se non pratica, attuazione, al principio del secolo XIX. Prima si cercò di trasformare, ·con vari sistemi, l'arma ad avancarica in reifocarica, ed infine si co.struirono a nuovo arm l a retrocarica, con vari sistemi di otturazione che si possono raggruppare in sistema a blocco e sistema a cil indro. 11 primo sistema per le armi da guerra porrntili venne presto abbandonato, perchè, malgrado fosse più semplice, era però meno robusto . Il sistema a cilindro invece sì impose ed oggidì tutte le armi portatili hanno quesro sistema di chiusura. Per le artiglierie le chiusure a retrocarica sono a cuneo o a v itone, a sc conda del calibro e dell'uso al quale serve I ·arma. Per le artig lierie a tiro rapido i sistemi sono va ri, ma generalmente sono a blocco, od a cuneo. Per le mitragliatrici sono a blocco od a cilindro. I primi costruttori d i armi portatili (fucili) a retrocarica !L1Tono: nel 1801. Thiess; nel J83 r, David; nel 1832, Lcfaucheux ; nel 1829/4ncl J836, D reyse . Con temporaneamente si sentì anche il bi• sogno di avere la cartuccia metallica che contenesse, entro un bossolo, capsula, ca rica, pallotto la (V. alle va rie voci, come C!ws;epot, Henry, Ma,·tini, Milbauk, Pea./,ody , Re• mington, Sc/11nidt, S11ider. Velterly, ere ., e inoltre Artigiie,·ia, Co11-no11e, ecc. L'abbandono definitivo <lcll'a~·ancarica nelle artiglierie risale al :i 88o, <lopo lo scoppio d i un canno ne inglese e di uno italiano da roo tonne llate. Se ne , tt ribuì la causa al sistema ad avancarica, e si passò a quello a retrocarica, j va ntaggi del quale sistema sono : r0 ) il caricamento è p iù facile e più rapido; 2°) i ser venli sono meglio protetti (se sono allo scoperlo) potend0 rimanere non ecc~ssivamcntc espcmi- alla vista del nem ico dura11te il caricamento; 3°) l 'anima della bocca da fioco si può ispeziona re anche durante il tiro e- h sua µulitt1ra riesce pi,, facilé e pÌLL spedita; 4°} la ·costruzione della bocca da fuoco riesce più e~atta; 5°) si ha· maggior esattezza d i tiro e maggior durata -delle artiglierie in servizio ; 6°) se lè bocche da 1

4


-

491 -

,fuoco sono collocate su terrapien i d ietro parapetti o r iparale en tro casa1n atte; nt.n occorrendo più alloutanark dalla loro posizione d i sparo per eseguire il caricamento .(ciò che è inevitabile nel caso dell'avanca rica) i tcrnipieni -e

le casamatte

cossono

avere

l'na profondità

m1111nrn.

.A questi vantaggi possono comrapporsi il maggior costo.

intimità degli ex colleghi ; il caporal maggiore o wpor:rle viene subito asseg11ato ad a ltra cp. del corpo. La R. dell'appuntato avviene senza akuna cerimonia, in seguìto a

pu bb! icazionc sull'ordine del giorno del corpo . Anche negli altri eserciti si seguono presso a poco le stesse norme. Nel l 'esercito romano la R . si chiamava « gradus dejec_tio », ed era applicata a qualunqtie graduato·, che passava a un grado gerarchico infer iore a quello d i cu1 era

rivestito.

Questa

punizione

veniva

ii1flicra

dai

tribuni .

Retroguardia. Reparto che segue ad una colonna principale. Nelle marcie verso il ncrnico. ha il compito di provvedere alla sicurezza contro piccoli pani:i, e fa ser,~zio d i polizia·. Forza e composiz ione: picola forza d i

fantJ1 iar sufficienti cavalieri e cidisti per esplorazione sui 1

fianchi e a tergo pel servizio di polizia. Contegno :. appena il gro'sso ·s'impegna , deve provvedere a una pri ma prorezionc a tergo dei combattenti, a regolare con cura il movimento del carregg io , a d assicurare trasmissioni , or-

dini Cannone a rctroct1rica d'!l secolo XVI

'la maggiore difficol ti, e comp licazione di fabbricazione. la maggior cura nectssaria per la conservazione e la ne,cessità <li un

rr.1~ggior nun:tcro di parti di ricambio, ac~

,cessori e attrezzi

di governo; ma tlltto questo non dimi-

nuisce notevolmente

il valore di detti vantaggi. Pen:iò

l'avancarica, abbando nata, come si è detto, ne l r88o, nnn

,ebbe più alcuna applicazione.

Retr oc-essioni. La R. dal gradJ, ossia il ritorno d i un militare al primo gradino dePa gerarchia (sold ato) avv icn~ sempre come puni zione, esclusivamente per i g rap ,duati d i truppa, sottufficiali e caporal i, che per gravi -mancanze o reati si rendono immeritevoli di conservare H

.grado. Nelle forze armate inliane, per i sottufficiali avviene su proposta del comandante del corpo o capo~ervizio, per disposizione del comandante della di,,is. a seconda del RegolaE_1ento sullo stato dei sottufficiali . Appos ita comm issio ne di disci plina giudica se il sottufficiale ·sia immeritevole del grado . Se però egli si è reso colpevole di reati militari o comun i cht imporri no la degra,dazione, viene senz"altro retrocesso. La R. dei caporali raffermati con premio deve pure essere sottoposta alla Commissio ne. Quella dei graduati d i truppa, caporali in congedo i llimitato, ed in servizio nelle guard ie di finanza, o di città o carcerarie, cond annati al carcere m ilitare o

trasfer iti alle ep. di d isciplina, avviene in seguito a decis ione del comandante degli st-abili,nenti d i pena, o dei capi servizio da cui dipe ndono. Quella dei caporal i d el le Forze Armate avviene JJer ordine del comandante del corpo , il quale deve applicarla tutte le volte i n cui t ali g raduati, per cattiva condotta abituale, per gravi man canze specie comro la ,sul.,0rdily1zione , si rendano immer itevoli del grado o distinzione che hanno . Incorrono 1ni senz"altro nella R. caporale od appuntato, se si ammogliano senza l'assentimento del Ministero competente . La esec!!'?ione m,gç_riale della R. d i un , g raduato di truppa (sottufficiale o ca poca le) riveste il crattcrc d i. ceri mon ia pubblica . li militare da retrocedersi viene fatto entrare i n una sala della caserma dove sono stati riuniti preventivamente tutti j pa ri grado. Viene letta a voce al ta I, m otivazio ne che ha provocato la p unizione; indi si procede ~Ila rimozione dal vest ito dei d ist intivi di grado. Ii s•)ttufficiale retrocesso, se h'a ancora obblighi d i sere ,·izio, viene ua,:[er ito i11 altro regg. onde sottrarlo alla

è

avvisi , a trattenere gli eventuali sbandati. Nelle

marcie in ritirata, ha il compito di pro teggere il grosso

assicuiandogh lo spazio necessa rio per sfugg ire alla stretta del l'avversario, talvolta col sacrificio d i sè. La R. si sod , divide, d i massima, in pattuglie 'di coda , coda de lla retroguard ia, grosso della retroguardia. Le d istanze fra gli elementi dipendono d al terreno <" dalb situazione. Ogni elen,enro deve poter trattenere il nem ico finchè I "elemento antistante abbia preso le disposizioni J1ecessaric pe r opporre una maggior res isten;-.a. Ha forza magg iore che l'avanguard ia; vi si destinano le truppe meno scosse,

r sempre un ità organiche, possibilmente molta artigl ieria. molta cavalleria , mitragliatrici , ciclisti. Nella -r itirata a con tJtto coi nen1ico , dopo un comb,Htin"!ento sfavorevole. riesce d ifficile costitu ire subito una R. genera le; le eroiche resistenze dei riparti meno scossi permetteranno la fo rma~ z io ne di retroguardie parziali. Nella ritirata non a · contattu col nem ico . compito del coma nda nte della R . è pri11cipal men te quello <li tenere informato il comandante della colonna su lla siw azionc. In montagna la R . deve essere piuttosto forte . (V . Ripiegamento).

Retrovie (Territorio delle) . Fa parre della Zona di guerra. <: s"intende quello in cui stazionano le t ruppe non impegnate sul fronte e dove si com piono i rrasporti di rifornimento e di sgombro. N ella guerra con tro l'Austria 1915-1 8 comprendeva i com un i delle provincie di Belluno, Udjne. Treviso, \'cnczia, Vicenza, Verona, Brescia

e Sond rio, non compresi nel territorio delle operazioni, i comuni costieri dcli" Adriatico, le piazzeforti dichiarate in stato di d ifc;a o di resistenza; inoltre quelle zone d i territor io occupato dalle trnppe italiane che non era comp reso nel territorio delle oper.azioni. Vigeva no nelle R . apposite nonne per la circolazione dei veicoli privati a moto re. i quali dovevano essere muniti di. apposito 5 3] .

vacondotto ; per il transito e il soggiorno di persone provenienti dal resto del Reg110, ecc.

Servizio delle retrovie . t: un se rYizio delle seconde iince. Serve a m antene re

l 'o rdille e la sicurezza nel territo rio

situato a lle spalle dell'esercito, regolare

il

buon

nonchè ad

agevolare e

funzionamento dei 1novimenti

militari

che · vi si svolgono. Il S. delle R. deve: a) regolare i movimenti da e per l'esercito; b) --provvedere al le necessità 'degli elérnent i in tr ansito; e) assicurare il funzionamento del la vita òvile e il mantenimento dell'ordine pubblico in zona di gue rra, d.i rigçndo il servizio gene rale della poliz ia : d ) impedire lo spionaggio : e) controllare le auro-


h ET

-

492 -

rità_ civili nemiche lasciate in carica in territorio occupato. Gli organi <li tale servizio sonp : presso il Comando Supremo i l Comando generale delle R.; presso l'Armata il Coma ndo delle R. con attribuzioni e caratteri territoriali; infine i comandi d i Presidio. A questi ultimi vengono assegnati i mezzi necessari per la esplic_azione delle mansioni-: cioè a dire vengono dati reparti di truppa ausiliaria e RR. CC., ospedali e inEermeric, magazzini vestiario, officine d'arrigl ieria, del genio, automobilistiche e d i maniscalco, noncl,è materiali e derrate pel vcttovaglia-

particolare importanza e .al servizio di pol izia; d) curarela d isciplina dei d rappelli e dei convogli, provvedere af loro avviamento cd alloggio; e) raccogliere notizie di caratiere politico, dati sulle risorse agricole, commerciali ccf industriali, .ecc. l comandi d i circolo corri. , .. .\ spondono per le loro n1ansioni ai vecchi Co~ mandi di tappa , ora soppressi.

/. .\

p1ento; ecc.

Comando generale delle ret1·ovie. È elemento del servizio delle retrovie. È retto da un ufficiale generale, il quale presiede à tutta l'organizzazione del servizio in base agli ordini ed alle d ireuive del capo reparto logistico presso- il comando supremo. Ha alla sua dipendenza vari ufficiali, tra i quali un col9nnello dei carabinieri ,eali, ispettore generale ddlc retrovie. Sue mansioni oa,·ticolari sono : a) emanare le nonne che devono regolare le relazioni fra esercito mobilitato e popolaz_i.one civile; b) c.ompilarc i bandi d i carattere generale che hanno attinenza con lo svolgimemo della vita civile nelle retrovie; e) dare direttive per il servizio delle informazioni nel territorio delle rewivie , per la raccolta d i dati stat istici sulle risorse varie, chiedere la costituzione d i speciali repani provvisori per u disimpegno d i particolari servizi, ccc. Comando delle retrovie d'a,, mata . È elemento del servizio delle retrovie che si costituisce e funziona solo in caso d i mobilitazione. È retto da un colonnello d i S. M. con vari ufficiali., tra i quali uno dei .carabinieri, ispet1ore <le!Je retrovie <l'armata . In particolare ha i segue11ti comp iti: a) ord ina la costituzione dei Comand i d i circolo di retrovie; b) segn ala al comando della p ropria armata il fabbisogno di truppe ausiliarie e cl i mezzi di trasporto occorrenti per l'assolvimento delle sue m ansioni; e) provvede alla sicurezza, alla vigilanza e.d alla protezione <!el territorio delle retrovie (linee ferroviarie, opere d 'arte, stabilirncnti militari, ccc);· d) discivlina il movimento stradale nelle r et rovie e prescrive le modalità per provvedere al vettovagliamento cd all 'alloggiamen to delle truppe di passaggjo; e) agevola l'impianto cd il funzionamento degli stabilimen ti d'armata ; /) provvede alla sistemaz.ione di fensiva dei punti militarmcotc i mportanti secondo le direttive del comando d'armata; g) si occupa della predisposizione dei camp i di riordinamento delle truppe inviate in seconda linea, e della costituzione dei campi di concentramento per diserton e prig ionjcri, ùel rjcovere e avviamento dei m iJitari che

transitano comu nque pe r j ]

territorio delle retrovie , ecc. l i comando de lle R . d'armata corrisponde per funzioni a- un d ipresso a quello che era la Diiczio~c delle tappe d'armata, ora soppressa. Comando di circolo di retrovie . fò l'organo che, in lutto il sistema di assetto delle retrovie, disimpegna la parte esecutiva delle d isposizioni sopra dette, e rappre,:nta il t ram,te delle relaz,oni che corrono fra esercito mobilitato e paese. A seconda della loro importanza tali LQtna ndi sono di prima, seconda e te rza classe. Quelli d i prima e seco nda sono retti di 111assin1a da un ufficiale

superiore; quell i cli terza d a ufficiali in ter iori. ln particolare i coma ndi d i circolo hanno 1c seguenti attribuzioni : a) facilitare, nei lim iti della propria giurisd izione, il funzionamento dei servizi dell'esercito mobilitato; b) curare la comuJJicazionc_ dei bandi del Comando Sllpremo ; e) rn~unencie l'ordine e la sicurezza nd ictritorio d i propria giurisdizione, provvedere alla diiesa d i località di

Rettangolo dì dispersione (Tira d' arti, glierfa). È qllcllo circoscritto all 'area che · racchiude la quasi totalità dei colpi in un t iro prolungato, effettuato cop [a stessa bocca da 'fuoco, con lo stesso alzo, e dir igendo il puntamento allo stesso bersaglio, e che si può rass()ln.igliare ad un ell isse (fig. A). La distribllzione percentuale dei colpi nel R . di D., sllpponcn.dolo ripart ito i n 64 rcttango• letti uguali, ed ottenuta per mezzo del calcolo <lclle probabilità, è quella ind icata nella fig. B.

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I Rettore (fino a po/ . chi anni addietro : Re/a,o,-e). È l'ufficiale superiore designato dal coRettangolo dj dispersione (Fig. A) mandante del corpo ne.I suo çonsiglio d'amministrazione pern1anente. Quando il com:rndo del regg. è d istaccato dal deposito, il R. resta a lla sede del deposit0, ed altro ufficiale superiore hinziona da R. presso il regg . Presso i ·d istretti, osped ali militari pr inc ip ali, nei comandi di legione di CC. RR ., nelle scuole, stabilimenti cd uffici vari, la carica <li R. è coperta dall' ufficiale superiore destinato dalle Tabel le graduali e numeriche d i formazione delle truppe e dei set vizi dipendenti dalle amm inistraz.ioni milit ar i dello Stato. Il R. <l i solito ha anche il comando dej <lcposito, ma sua prima cura dev'essere la direzione dell 'u.fficio d 'amministrazione de) corpo, specie per qua.nto ha tratto col!a contabilità e matricola ; nei riguardi del personale egli ha le attribuzioni d i comandante d i bgl. sia per quello del deposito, come per il personale dello S. M. del corpo. Per c1uanto ha ra.p-

porto colle

questioni amministrative e

matricolari ,

tiene

diretta corrispondenza con le autorità sµperio,ri, senza passare per il tramite del comand;inte di regg. In caso d i mobilitazione, il R. i: destinato ad assumere comandi di milizie <li 2• linea eventualmente formate per istruzione e mobilitazione. Lascia in tal caso il coma ndo del deposito. Pur mantenendo la .ca rica d i R . può essere comandaw a dirigere qualche ramo d'istruzione speciale. Particolare interessamento ii R. deve prestare verso i sOllllfficiali, caporali e soldati addetti a lavori contabili cd ammin ist rativ i, tenendo in loro desto il sentimento mii. , specie nei r iguardi della .d iscipli,ia. e delle istruzioni, quasi sempre affievolite dalla vira d'ufficio. In Francia pure vige il Major R., ma il p residente del consiglio d ' ammini stra-


RET

-

zionc è il comandante del corpo . In Russia, anche nell'esercito rosso sj , sono conservati i sistcn1i ammin istrativi JJrecsistcnti nelle forze armate zariste, ed ogni corpo ha un ten . colonnello direttore d 'amministrazione simile al 11ostro R. Analogo ufficio è compiuto da ufficiali superiori presso gli eserciti delle a ltre nazioni.

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Attacco e presa del/a Réunio11. (.1810). Nel settembre del 1809 gli Inglesi, occupata l'isola Rodrigucs, ne teccro la base per il loro scopo <li impaclronirsi d~lla R . . e il tcn. colon nello Kca ting, con 200 Europei e 400 Cipai, trasportato d alla flotta dell'ammir. Rowlcy, attaccò e prese il poeto d i Saint-'Paul. li governatore francese, Des Bruslys, d isperando d i poter d i[cnderc l' isola affidatagli, si suicidò. Ma il -Kcating, con forze così scarse, decise d i tornare ali '.isola d i Roclrigues e chiese rinforzi. Nel! 'anno seguente, venuto a disporre di 4000 uomini d i cui metà Europei, tornò ali "attacco dell'isola, nel mese di luglio. Sbarcate le tmppe, balt~ facilmente la piccola forza francese (200 Europei e 350 Creoli, comandati dal colonnello De Suzanne) e la [ccc prigioniera, impadrònendosi dell 'isola, che però !"Inghilterra restituì alla Francia in base ai trattati del 1815.

Reuss. Città della Spagna, nella Catalogna, in prov. d i Tarragona, ai lJied i ~!elle colline del Priorato. Durante la guerra civile del 1873-1874 fu assediata dalle truppe carliste .

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Rettangolo di dispersione. Dis tribuzione percentuale dei colpi (Fig. B)

Retz (barone di Lavai, Egidio). Maresciallo d i !'rancia (1396-~40) . Dopo esser stato a l servizio del duca d i Bretagna, passò nel r426 a m ilitare ifl !'rancia, partecipò a tutte le guerre çli Carl o VIII e d ivenne maresciallo nel 1429. Per reati <li alchimia e di magia venne arrestato e giustiziato . Retz de Gondy Alberto , Maresciallo d i Francia, n . a Firenze, m. à Parigi ( r522- r6o3). Servì Caterina de ' Med ici, Carlo IX, Enrico III e Enrico IV; fu accusato di aver ispirato la strage di S. Bartolomeo. Ebbe nel 1575 il bastone d i maresciallo.

Occupazione di Rcuss (1812). Appartiene alle guerre dell'Impero france$e . Il gcn . Bertoletti, governatore di Tarragona, deciso a cacciare da R. gli Spagnuoli che sotto gli ord ini d i Fabregas vi si erano riuniti in n umero di J 500, il 19 dicembre alle 2 del mattino, a1la testa di 6oo u. ·del 7° <li linea e di un distaccamento cacciatori italiani con un cannone, si tnise in n1arcia in direzione d i R. Scontratosi negli avamposti spagnuoli, li attaccò <l i sorpresa e parte ne uccise; quindi, cambiando prontamente d ! str;1da , mentre il nemico gli muoveva incontro, pe· netrò in R. alk sue spalle. L'oscurità della notte non gli permise di approfittare subito di questo vantaggio; il nemico, all'alba del u , aveva preso posizione sulle alture di Castcrcl. Allora il l.lertoletti, traversata R . a passo d i carica, corse sul nemico attaccandolo alla baionetta da t1 e lati. L 'urto degli Jtal iani riuscì così rapido e simultaneo, che gli Spagnuoli furo1w in breve tempo mess i in rotta completa e costrerti alla fuga . I cacciatori li inseguirono tin sulle montagne e ne completarono la disfatta. Gli Spagnuoli perdettero 60 morti, fra cui 4 ufficial i, molti feriti, 50 prigion ieri e oltre 200 fucili; le per,lite della colonna Bertoletti furono t rascurabili.

Reutlingen. Città della German ia, nel Wiirttcnbcrg, sull'Echaz . Il 14 maggio d el 13n vi si co,nbattè una bat• taglia fra le truppe di Ebera rdo del Wiirltcuberg, comand:ite da suo figlio Ulr ico, e le milizie della Lega delle città tedesche, avverse all" imperatore Carlo IV. Essendo state sconfitte le truppe d i Ul rico, l'imperatore fo co streno a riconoscere la Le~a.

Reumatismi. Le affezioni rcutnatiche sono frequenti nelle truppe del! 'esercito, dati gli sbalzi di temperatura e I" umidità che spesso debbono affrontare, specialmente in guerra, alle manovre, ai campi. Comunissime k mialgie lombari, intercostali, cervicali. Come profilassi, si deve cercare di evitare che il soldato, dopo di essersi affaticato, si esponga alle correnti d'aria togliendosi il cappotto; che la ginnastica e la scherma non siano fatte all'aperto nei giorni umidi o d i vento; inoltre che i locali adibiti a dormitorio, permanenti o temporanei, non siano umidi.

Révellière (Paolo Emilio). Ammiraglio e scrittore mii. francese (1829-1 908). Divenne contrammiraglio nel 1889, partecipò alla guerra in Cina ed alla spedizione nella Cocincina. Sotto lo pseudon imo d i Paolo Brauda, pubblicò numerosi volumi, tra cui: cc ln mare »; « Mari dcli'India »; « Mari della Cina »; « I t re Capi "; « Contro-

Réunion. Isola francese dcll 'Oceano Indiano, ad oriente del Madagascar : Kmq . . 1680, ab. 180.000, capo!. SaintDenis, con porto ottimo. Fu chiamata Borbone dai p rimi colonizzatori, francesi. La Compagnia francese delle Indie ne prese formale possesso nel 1665.

Revel .(o Reval, oggi Tallinn) . Capitale <lei! 'Estonia, in una rada del golfo d i Finlandia . La sua fondazione r isale nel XII secolo per opera dei Danesi. Presa dagli Svedesi, qi:iesti vi eressero una cittadella, intorno alla qua le· sorse la città, che fu loro tolta

Reva l. V. Revel .

vento e maree )) ; cc Intorno al mondo »; vali )) ; « Alla deriva )>.

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Riforme na.~


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(122ì) da i Cava lieri Portaspada, dai quali passò all ' Ordine temonico. Nel 1238 venne r ipresa dai Danesi, i quali' la tennero fino al 1346. 'Allora tornò all 'Ordine predeno, che vi fece erigere mura e Lorri . Fece parte della lega della I !ansa. Ne l 1561 cadde:: in potere, con tutta J'Esto}1ia, degli Svedesi, i quali la fortificarono con cima bastionata. Nel 1710 venne assedia ta . e p resa dai Russi. I. Assedio di Rl1vel (1219). Fu posto d ai Russi , 111 numero d i Antica bandiera marittima 20. 000, agli ord ini del duca Jadi Rcv~J roslav . I Danesi ,i d ifesero energicamente per quattro settimane, e il duca iu costretto ad abbandonare l'impresa. Il . Bt1t/(/g/ia. di Revel (1227). In quest'anno i Danei i, che durante la sollevazione degli Estoni avevano perduto gran parte del loro dominio e dopo la guerra erano ri-

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Fortezza di Revel (secolo XVIII) masti in possesso solo di R. e di Harrien, ve nnero alle ptesc con l'Ordine dei Cavalieri Portaspada , il quak li sconfose sotto le mura di R.. e li obbligò a cedere b città stessa e rutte le terre elce in Eswnia ancora possedevano. I Danesi fu rono rimandati in patria. III. Attacco di Revel (t790). Fu operato dal duca di Sudcrmann, con una flotta svedese <li n vascell i, 8 frc-

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I.:

gate e legni 1111non. La piazzaforte era difesa da 10 vascelli russi, proteni dalle fortificazioni . 11 duca venne rcspin!O con la perdita di tre vascell i, uno dei quali preso, dai Russi, e due affondati. La piazza venne attaccata ancora, invano, nel r798 ·dagli Svedesi: vi si d istinse il gen . napoletano Luigi Arcovito, che er~ al loro serviz io . Revel Francesco. Generale, 11 . nel 1861. Sottot. d'art .. nel 1883, andò in P. A. col grado d i capitano nel 1908 .. Richiamato d urante la guerra contro l 'Aust ria, fu promosso, nella riserva, colonnel lo nel 1917. Nel 1928 diven ne generale di brigata, e poco dopo console generale della Milizia Volonta ria per la Sicurezza Nazionale.

Revell i (Edoardo). Generale, n. nel 1847, m . a Torino nel 1920. Sottot. di fanteria ne l 1866, partecipò alla campagna di quell 'anno. Passato negli. ·alpini quasi subito dopo la costituzione del corpo, andò in P. A. nel 1901 col grado d i ten. colonnello. Passato poi nella ri ser'va, vi fu p romosso colonnello nel 1906 e ten. generale nel 1915 . Rt:·vclli-8,,t1m11ont J/ethel Abiel. Colonnello, n. a Sciolze, m . a Torino (1864-1 930) . Sottot. d'ar t. nel 1888, andò in P. i\ . nel 19rn col g rado di capitano. D ivenne colon11ello ndla r iserva nel 1917. Fu assai noto in Italia ed ali 'estero quale stud ioso cli armi automatiche. i\ lui de,-e,i J'adoz.ionc della pistola Glisenti , della mitragl iatr ice che porta il suo nome, della Fiat leggera, della Sia leggera, della pistola-mitragliatrice, d el la mitragliatrice F iat mod . 1926.

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Nevdli-/Jca1111wm Cornelio. Generale, Il, a Firenze nel 1867. Sottot. di fanteria nel 1889, partecipò alla guerra libica del 1912, 1913 e r 914 ed alla guerra contro l 'Au,Lria. Colonnello nel i9r7, comandò !'81° fa11teria e sul l'iavc (1918) meritò la med . d'argento. Dopo la gue1•a comandò il d istretto m ii. d i Modica e nd 1920 andò io l'. A . S. Trasferito nella riserva nel 19~,, fu promosso generale di br igata nel 1932.

Revdli FIAT. Nome dato ad una mitragliatrice mod. 1y10, ideata dal colonnello Revclli e ccstruita dalia fabbr ica Fiat. Ne furono costruiti due tipi: n . I, pesante e n. 2, leggero. Dal tipo leggero si , icavò con poche varianti il tipo Fia t mod. r914 adottato dall'Italia. La mitragliatrice n. 2 (calibro 6,5) pesa Kg. 16 con acqua; ha gtandc aoalogic., sia nel funzionan;cnto, che nelle parti , col sistema automatico della pistola italian~ Gl isenti mod . 1910. L 'arma coost3i della canna con raffreddamento a radiatore con alette longitudinali; della scatola d i culatta, entro la quale sono alloggiati i meccanismi d i caricamen!o, d'est razione e di scatto; del castello che :ontie.nc tutte !e par ti del meccanismo e porta a sr. la rrn;nsob che sostiene i caricatori. Posteriormente il castello è chiuso da ll 'impugnatura, formata da d ue tna • nubrii verticali con in mezzo il bottone di scat!o cd il prem ibottonc. Superior mente il castello porta l'alzo e lo $portello a cerniera con pc;no e molletta per l'espulsione dei bossoli . La mitragliatrice ~ alimentata automaticamente per mezzo di caricatori a cassetta - che funzionaru) mediante il m,'.ccanismo d 'alimentazione e contcngon::> c iascu no

Revel (secolo XIX)

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cartucce .

f.~ provvista di ai111nortizzatore dc!

rinculo, posto nella parte posteriore del castello. L'arma funziona a tiro intermittente cd a tiro continuo. Il raffreddamento a radiatore venne però subito abbandonato, perchè risultava insufficiente; si ricorse quindi al raffreddamento ad acqua, con doppia circolazione e sotto pressione , adottando il manicotto metallico e~centrico alla


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canna ed alimentato <la un bidone a pompa, appiattito per comodità tli tra ,porto . 11 tre!>piede d i sostegno dcl-

l"arma ha le due :sambe postcrjori che possono essere fissate

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deo VJ d .i Savoia. R. rn seguito fu occupato dai F rancesi, finchè, nel L601, passò definitivamente alla Casa d i Savoia col trattato d i L ione.

tre diverse posiz ioni ptr mczw di piuoli e

Rever beri (Antonio). Generale, n . a Montecchio, m . a· Modena (1821-1895). Proveniente dall'esercito dell'Emilia, entrò in quello italiano come maggiore d i fanteria. Combatte 11do nel 1866, meritò la mcd. d 'argento a S. Lucia del Tionc . Colonnello nel 1867, comandò il 29° fanteria. Magg . _generale comandante la 6• brigata di fanteria ne[ 18j8, passò poco dopo al min istero della guerra quale. direttore gcn. della fauteria e cavaller ia ed in tale qualità rimase a lungo, divenendo ten . generale nd 1885. Andò in P . A. rrél 1892.

l :rvJitragJiatricc Revcllj-"Fiat mod. 191 0

danno così tre diverse posizioni di ginocc~idlo. Il meccanismo d i <Erezione ha unn leva di fissaggio e piuoli mobili pe.r eseguire il tiro a falciate. li rungcgllo di punrnmenro è a tacca di m ira e n1irino. L 'aJz.o è uguale all'a lzo ciel fucile italiano m0<l. 189t.

Reveflo (ant . Rupd/11111). Comune in prov. d i Cuneo,

ali ' imbocco della valle dd Po, ai piedi del Momhracco, sulla cui vetta si vedono ancora le rovine dell 'ant ico castello, g ià baluardo del le terre saluzzesi, fatto smantellate nel 1641 da Madama Rcak. La fon dazione d i R . viene dagl i storici attribuita ai Salii, fo ndatori d i Sa luzzo. Fece parte del marchesato d i Saluzzo; il suo castellano avev a autorità sopra tutti i territo, i circostanti . Nel 1273 gli Asti.giani s i impossessarono del pa<·se, e il marchese Ton1~ maso di Saluzzo contnstò con le armi il nuovo pus-

Reverberi Antonio

Reverberi Leopoldo

Rev,'rbcri l..copoldo. Medaglia d'oro, n. a Casalgrande, caduto in A lbania ( 1886-1918). Ufficialè in servizio att ivo 11dl'arma di fan teria, aveva già partecipato onorevolm cnw alla g uerra di Libia con l'84a fanteria, guadag11andovi una med. di bronzo a Sciara Sciai (1911) ~d un ·~Itra a Zanzur (1912). Nel la guerra 1915-18 fu dapprima , per qualche tempo, alla fronte italiana capitano, col 36° fanteria; fu in viato qu indi in Albania , ove, promosso maggiore, comandò dapprima un bg l. del 15° e poi uno dell '85° . Durante le azioni del luglio 1918 nef settore d i Ficri-Berat cadde da prode,, e per il con tegnomantenuto meritò che alla sua me moria fosse decretata h n1assima ricompensa al valore, con la seguente n1otivaz10ne : « Comandante d i un reggimen to nella fase preparatoria· della battaglia profuse le sue preclare doti di in telletto e d i cuore per assicurare al reg.i;;imento la vittoria . Com andante di un battaglione, nel combattimento, con rara perizia e contegno ammirevole guidò i suoi all 'assalto dh munilissirr1c posizioni ne1niche. Incon trata accanita resi-

stenza, animò i suoi uomini al grido di (( Viva l'ltalia! ,>,. e, mentre per primo, dando segno cl i sereno. sprezzo del perico]o, si slanciava contro le n1itrag liatrici nemiche,.. venne colpito a morte sulle posiz ioni conquist~te » ( $tuia. (Albania) , 7 luglio 1918 J.

Revello net ·sccolo XVIII

sesso, rendendosene padrone. Nel 1357 il principe Giacon10 di Acaia mt·oveva guerra ai signori di Saluzzo, che riuscirono a conservare la rocca scendendo a patti; m a poi t utto il paese fu preso e saccheggiato da Ame-

Revisione. È così detta la chiamata alle armi per uru nuovo esame d egli inscritti <li leva di terra e d i mare, stati riformati in visita precedente, appartenenti a clas~i, tuttora sog gette a servizio militare e g ià incorporate nell'esercito o nella marina <la guerra. Durante la guerra Mondiale furono fatte numerose revision i in tutti g li Stati;_ esse in Italia furono otto. Revolver. Questa voce, presa dall' inglese, e che poi" in seguito E!f1.SSÒ anche in America, sostituì i l vocabolo, precedente c1i « manovella ». Ordinariamente però si dà:


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tale nome ad una pistola di p1i1 colpi. col cilindro rotante (V . Colt); mentre alle armi ltnrg he dello stesso sis1ema si dà il nome d i fucili o ca rabine revolver. Queste armi sorsero n el secolo XVII. Pre;entemcme in l l3lia sono chiamate pistole a rotazione.

Revy (di Dombov<lr). Geoerale unghcrc,e, n. nel 1877. Aspirante ufficiale ne l 1896, fece · la scuola di g uerra di Vienn a e passò nello S. M. d,venendo in,egnantc di tattica nel Collegio mii. d i Nagyvar/,d. Scoppiata la guerra Mond iak, panecipò alle operazioni nella Galizia e alla d ifesa di Prz.c. mysl. Riuscito a sfuggire alla prigionia dopo la resa della fortezza, fu capo d i stato maggiore d ella 51• d iv isione d i fonteria. Dopo la guerra fu comandante dell'AccadeRevy di Dombovàr mia Lodo,·ica di Budapest, e divenne generale di divisione al comando della 73 brigata mista. Rexpoede. Comune d ella Francia, nel d ip. del Nord, p resso Dunkerque. Comba11inu1110 d, Rexpoede (1793). Appartiene alle guerre de ll.1 Repubblica francese. Il gen. H o ucha rd , secondo gli o n.lini avuti da Parigi, doveva muovere da Casse! a soccorso di Dunkerque, asscdiara dagli Alleali. cercando di aggirare l'avversario e di spingerlo verso il mare. Mosse perciò all'alba ,lei 6 settembre verso Honclschoote. ov 'era il nucleo delle forze nemiche, con le truppe d ivise in pii, colonne . Men tre le d ue li11c rali dovcva110 osservare t ispettivamcnte la p iazza di Ypres e il paese d i Woormhout per garantire le ali. quelle del centro si dirigevano al pa,saggio cldl"Yser; l'avanguardia (gen. Héclouvillc) s'impegnava con tro il posto avanzato avversario di Poperinguc e puntava su Rousbruggc, e la d ivis. Jourd an avanzava in linea sulla sr . attaccand o il vil!aggio <li Herzeelc. occupato saldamente dagli avversari a copertura dd pa~so dell ' Yscr che conduce a Bi!mbecque e a llondschootc, centro dell'occupazione alleata. Dopo vivaci alternat i.ve di com battimento, fkrzcclc rimase ai Francesi, che puntarono risolutamente oltre il fiume , e, in seguito ad aspra lotta . occuparono Bambccquc respingendo le trup· pc annoveresi su Killem. Sopraggiunta la notte, Jourdan aveva già guadagnato terreno portandosi con la propria d ivis . attorno R . ciò che costù uiva seria minaccia, per le forze avversarie occupanti \Voormo u th , di essere tagliate fuori. Scnonchè la larga dispersione delle colonne francesi e la mancata cooperazione delle colonne vicine resero pericolosa la situazione isolata di Jo urdan : mentre egli cm in tento a rC)lolarc le pnsizion i d ei suoi, attraverso tutte le difficoltà clcll"o ra nouuma, un a d ivis. annovercsc muoveva verso R_ per assicurare le comunica ... z ioni fra Woormouth e H ondschootc. L 'a vang uardia aanove rcse venne incaut:tmcntc a imbattersi nell 'oscurità fra g li sq uadroni ne m ici e fu in pa rte cattu rata: frn i prigionieri c,sa lasciò nel le mani dei Francesi il maresc. Freytag e il principe Adolfo d 'Orange, co mandante degli Olandesi. Frattanto le forze alleate che presidiavano Woormouth accorrevano nella notte e sorprendevono reparti francesi, che, d opo un lungo periodo d i smarrimento, duran te i l quale subirono inerti la mi traglia del! 'avve rsar io, si sbandaro no verso oriente, rannodandosi soltanto col proHidenziale intervento dd comandante d ella vicina co-

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lonna. JourdJ n, rimasto quMi solo, dovette rifugiarsi a Bambecque, ov'e rasi -ritirnto il grosso (!ella sua divis ., memre R. rima neva agli Annovcresi ch e liberavano suhi10 il maresciallo e il principe. L"cpisodio preludio alla battaglia di I londschoote è caratteristico e denota i pericoli della soverchia dispcrs;oue delle forze nell'attacco e d el difetto di coordinamen to nell'azione.

Rey (di Villt1rt'y, Giuseppe). A1ùmiraglio nizzardo, rn . nel 1835. Guardiamarina nel 1785, partecipò. distingucn<iovi,i, alla c,1tnpagna dd 1793. In quella del 1794 venne catturato dai Francesi e rima,e p rigioni~ro sino al 1796, nel quale anno si segnalò nella d ifesa di Oneglia dura ntz la quale riportò una fe rita . Capi tane, di vascel lo con grado di colonnello di fanteria e capo di S . .M. della Marina nel 1817, fu nell'anno seguente capo cli S. M. della divis. di Genova . Mogg. gene rale e conttan,mirnglic, nel 1823 venne c•)llocato a riposo ne! 183 1 col grado d i

v icean11niragl io, Rcf di 11illarcy Ercole. Generale, m. nel 184 1. Ebbe il grado"--dL colonnello nel 18~6: fu comandante di Domodossola e dal 1830 di Oneglia. Nel 184 , venne collocato r, r iposo col grado di magg. generale.

Rey di Vìllarey Maurizio . Ammiraglio, n. a V1llairanca di Nizza nel 18or. Guardiamarina nel 1918. nel 1825, al comando del brigantino « Nereide » . si dist in se nella campagna d i Tripol i e mer itò la croce mauri7.iana. Capitano di vascello nel 1841. comandò il C. R. E. M. dal 1844 al 1848, anno in cui partecipò alla guerra contro I "/\u. stria al comando del " Beroldo • · l\el 1849 fu promosso contrammirnglio comandante il 2° dipartimento. l?ey di Villnrey Frar,ce,co. Generale <ld sec. XIX. UJ1icialc <li famcria , raggiunse il g rado di colonnello nel 1827. Fu luogotencmc delle armi di S . M. a Monaco, nella quale carica rimase colla promozione 3 magg. generale avve nuta nel 1837. Nel 1847 venne collocato a riposo.

R ey Mnu.rizio

Re)' Onorato

Rcy di Villarcy Onora/o. Generale, medaglia d 'oro, n. a Mentone (Francia), caduto nel 1866 a Custoza (18161866). Ufficiale dell'esercito sardo, da cadetto e luogotcn. nel bgl. Real Navi, passò nel 1838 nei Carabinieri Real i, e nel 1843 ncll 'arma di fan teria. Prese pa tte alla e 1mpag na del 1848-49 q uale capirnno del 1° rcgg. fal)teria. cd a quella cld 1859, come maggiore del 2°. Nel 186o, promosso colonnello, ebbe il comando ciel 2o" {egg. fan. lcria e prese parte alla campagna delle Marche e Umbria e a q uella contro il b rigantaggio. Raggiunto il grado di magg. generale, comandò prima la brig ata Re e poi la Pisa, alla testa della quale ultima cadde da valoroso attaccando il nemico nella infausta giornata di Custoza.

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La concisa motivaz1011c del la med . d'oro concessa alla memoria del prode generale così si esprime : « Pcl mirabile valore dirnustrato nel sostenere il combattimento alla testa della sua brigata, finchè non cadde colpito da vari wlpi da Cuoco . Mo rto sul cam po" ·

Reyneri (Giuseppe). Chirurgo generale dell'esercito piemo n tese sotto Virrorio Amedeo III. Ottenne dal re che venisse accordata (decreto 8 gennaio 1793) una uniforme ai chirurghi d ei coq,i : il R. fu parificato al luogocen . d i fanteria; e quell i dei corpi a sottotenemi.

Rey Felice. Generale, n . a Ronco Biellese, m . a Roma (r838-1902). Sottot. d i fanteria nd 1859, partecipò alle can,pagne d el 1859, 1860-61 e 1866 : in quest'ultima rimase ferito a Mo nzambano e meritò la mcd. d'argento. Colon nello capo <l ivis. al min istero ne! 1887, ebbe il CO· mando del 33° fanteria n el 1890. Tornaco al m inistero nel 1892, resse per dicci anni la divis . fanteria e cavai, leria e fu promosso magg. generale nel 1893 e ten. generale nel 1898.

Reynier (Gian Luigi Ebnezer). Generale francese (177 r18r,1) - A rruolatosi in a rt. a lla Rivoluzione francese, si segnalò nelle cam!'agnc del Belg io e dell'Olanda, d opo le quali d ivenne generale d i b rigata . Capo d i S. M. del. !"esercito d el Reno sotto Moreau, pa rtecipò poi al la spedizione d 'Egilto, ma e bbe contrasti col Menou e venne urn:stato . N e l 1805 ri to rnò i n servizio; ]'anno seguente conquistò le Calabric e fu minist ro d ella guerra a N a poli. 1\ Wag ra m guiùò il corpo dei Sassoni ; nella guerra di Russia comandò il VII corpo d "esercito· infine combattè a Lipsia.

Reynaud (Giovanni Battista). Generale, n. a Luserna, m. a Torino (1836-1904). Sotto t. di cavalleria nel 1856, combattè nel 1859 e nel 1866 e meritò la med . <l 'argento a Montcbdlo. Colonnello nel 1881, coma ndò il regg. Foggia e poi passò al comando del d ist retto mii. di Genova. In P. A . nel 1888, passò nella riserva nel 1894 col grado d i magg. generale, e nel r903 fu p romosso tcnrnte generale. Reyna11d Camil/o. Generale, figl io d el precedente, n. a Torino nel 1860. Sottot. d'art. nel 1877, fu in Er itrea nel 1887. Passato n el ruolo tecnico dell 'arma, venne promosso colonnello nel 1915. D irettore d ell'officina costruzioni <l 'art. di Piacenza, rimase in tale caric.:a ~nche quando , nel 1917, fu promosso magg. generale. Nel 1920 (u nominato d irettore dell 'arsenalc di costruzioni d ' ar t. di Torino e pochi mesi dopo andò in P. A. S. Nel 1923 (u p romosso ten. generale e nel 1929 venne tra.sferito nella riserva. 0

Reynaud Att.,eno. Colonnello brigadiere, fratello del precedente, n. a Modena, m. a Mcdana ( 1867-1917). Sottot. di cavalleria nel 1886, freque ntò poi la scuola di guerra . Fll inseg nante d i storia del l'arte m ii. alla scuola mii. di Modena e di tattica alla scuola di cavalleria. Nel 1906 a Tori;io, c!urante un turnulto popolare, meritò la me<l . <l'argento. Colonnello nel 1915, comandò in guerra i lancieri .:l'Aosta e poi i cavalleggeri <li L ucca coi guaii combattè a Goriz ia ( r916). C',-0lonnello brigadiere comandante la br igata Campobasso nel settembre 19Ì6, combattè suli 'hc,nzo. Il 6 marzo 1917, in zona di guerra, morl nell'Os;,,daletto <la cam po n. 105 in :Medana .

Reynaudi (Czrlo Leone). Ammiragl io , 11 . a Piasco, m . a Torino (1845-J926). Guardiamarina nel 1863'. partecipò alla battagli". d i Lissa. Comandò in 2• l'Accademia Navale e

di venuto contramm ir .

fu

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bro e segretario del Consig1io su• pcrio re d i Marina e nel 1903 per qualche mese Sottosegretario alla !vlarina. Passato in P. A. nel 1905, assunse la carica d i Co n1miss3 rio per l 'En1igrazionc. Venne oon1i oato senatore nel 1908, e pron1osso viceammiraglio di squadra nella n -

scrva navale.

Reynaudi Carlo

Reyne (La). Regg imento svizzero, al serv izio del ~;iemonte nel 1704, per la g uerra della Successione di Spagna. Recl utato a Bema dal luogotcn. colonnello T scharner, ri mrisc in servizio fino all'anno ~ cgucnte.

Reynier Giovanni

Reynolds Giovanni

Reynolds (Giovanni F"iton). Ge nerale d egli Stati Uniti (1bo-1863). Uscito da W est Po int ufficiale <l'art. nel 1841, fece la campagna del Messico e gui11di partecipò alle lotte contro g li Ind iani nel West. Nel 1860 fu p romo sso briga• c.!ie rc generale nei corpi volon ta ri sotto Mac-Call. J)u. , ante la guerra d i Secessione servì nell 'esercito federale. Comandante il I C . d 't\. dell'ar:nata del Potomac, partecipò alle battaglie di Fredericksburg e di Chancellorsville. A Gcttysburg, dove cadde sul campo, comandava due corpi di d r. dcll'"csercito .f ederale. Reza (Kliau Peli/evi). Scià d i Pe rsia. Si arruolò g iovanissimo nell'esercito e vi fece brillante carriera. N el 1919-20 combattè contro i Russi. Partecipò al colpo di Stato del 1921 e occupò Teheran d ivenendo m inistrn della guerra nel 1922 e presid e nte del consiglio nel 1923 . Due anni dopo, con un colpo d i Stato, si impad ron iva del potere e si faceva proclamare sovrano della Persia, procedendo al riordinamento d ella Nazione e dando grande impulso , alla organizza zjonc militare . Rezia (Rhaetia) . E ra il paese alpino abitato dai Ret i, che dopo la conquista romana (73:i d i Roma, 15 a. C .) Aug11sto tresse in provincia imperiale . Risultando però la provincia t roppo vasta e non omogenea., ma costitUita da due parti geograficamente ed e tnografìcamente d istinte che erano la R. p ropria mente d etta, formata dalle vall i a lpine abitate <l ai Reti; e la Vindelicia , in pianura, posta fra la catena d dle Alpi e .il Danubio, ·abitata in parte da i Reti ed in parte <la popoli di na;oionalità celtica, Dioclezì5oo, nella nuov a organizzazione del] 'jn1pero , com ~ piuta negli anni 297-298, div ise la provincia in due e ch iamò cc Rhactia prima » la R. prop riamen te detta, e « Rhaetia sccunda " la rimanente formata dalla V inde32


REZ

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11cia. La prima aveva per capitale u Curia Rhaetorum ~\ (CoÌra), la seconda " Augusta Vindelicorum " (Augusta). I confini fra le due Rezic erano presso a poco quell i che separarono in seguito, fino alla guerra Mond iale, il Tirolo dal regno di Baviera. I Romani eressero nella R . numerosi castelli, per d ifenderla contro le rnvasioni germaniche e per assicul'are i passi -d'Italia. Si ricordano principalmente quelli di Bregenz, di Coira e cli Etschthal. Prima della conquista romana, la R . era una regione inospitale e tutta chiusa al commercio, sia per la barbarie della popolazione, sia per la difficoltà degli accessi, formati da sentieri pressochè impraticabili e chiusi buona parte del1'anno dalle nevi. I Romani, secondo il loro costume, impresero tosto ad aprire nuove Yie di comunicazione con i paesi conquistati. Gli abitanti della R., prima del la conquista romana, non costituivano però uno Stato, ma vivevano in c01nuniu\

affatto i nd ipendenti fra loro. Erano un popolo barbaro che nutriva un odio profondo contro i Romani e contro le loro istituzioni, per cui calaodo all 'improvviso dalle valli soprastanti .al Lario, dava frequentemente assalto alla giovane colonia di Como, che i Romani dovettero per tre volte rinforzare, inviandovi nuovi coloni, sotto i consolati di Pompeo Strabone, C . Scipione e Giulio Cesare. Sopra tutte è nota l'invasiortc fattn nell'anno 90 a. C., in cui i R. devastarono Como. Pochi anni prima dell'era volgar-e, le incursioni dei R. facendosi sempre più moleste alle popolazioni soggette a Roma, il Senato decise di agire energicamente contro di !oro e d iede P.;incipio alla guerra Retica. Dopo la conquista i Reti fornirono agli eserciti romani buoni soldati, dei quali fino dal tempo <li t\t1gusto 13.000 militavano nelle diverse provincie dell'ùnpero, formando quel!'« Exercitus Rliacticus » del quale si trova frequente noemoria nelle iscri:iioni del tempo, ed il cui coraggio eccezionale è cantato da Orazio. Sotto l'imperatore Ca racalla (2u-217) i R. ottennero la cittadinanza romana . I discendenti di quel barbaro popolo reto sono i Grigioni, che costitui1cono un libero Cantone della Confederazione Elvetica. Retica guerra . È cosl chiamata la guerra mossa da Augusto, nel 15 à. C., contro le popolazion i alpine non ancora soggette alla domioa?.ione romana. li senato inviò contro i H. un esercito alla cui testa Augusto fece porre il figliast ro Druso, il quale sulle Alpi Trentiuc in flisse ai R. una grave sconfitta, e li disperse penetrando nei loro recessi . Invano i fuggenti cercarono ricovero presso i Vinddici , levatisi in armi a loro favore. Tiberio accorse dalle Gallie in aiuto di Druso, e unite insieme le loro forze, i due fratelli disfecero completamente i nemici e si resero padroni di tutta la regione. I R. ed i Vindelici si an:escro a d iscrezione e la gioventù p iù robusta fu venduta e portata in paesi lonca ni. Rczia Giacomo Alfredo. Patriolla, n. di Bellagio (17861856). Entrato nelle armate napoleoniche, combattè nel 1806 nel Napoletano; nel 1809 fece la campagna contro l'Austria; nel 1812 q_uella contro la Russia_ e divenne capitano d'artiglieria . Partecipò alla cospi razione del 1821 e fu condannato al carcere duro a vita. Scontati tre anni a Lubiana, venne graz iato. Tornato a Milano, prese parte alla r ivoluzione del 1848 t:d ebbe dal governo p1ovvisorio il comando della piazza d i Como .

Rezonville. V. Vionvi/le. Rezza (Amelio). Generale, 11. nel 1~47, 111 . a Bologna nel 1915. Sottot. del genio nel 1866, partecipò alla . cam-

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pag na del 1870. Colonnello nel 1901, iu d irectore (Id genio a Bologna e nel .r905 venne collocato in P. A. Nel I9I;? fu promosso magg. generale nella riserva.

Rezzato. Comune ia pro, . d i Brescia, sulla strada Brescia-Verona . Antic;1mentc era mun ito di una rocca, oggetto di frequenti contrasti tra Brescia e i suoi vicini . Nel 1797, i repubblicani bresciani, sollevatisi contro Venezia, vi batterono il con te Fioravante, comandante delle truppe venete e delle bande dei valligiani, che [urono respinte fino a Lonato. Rezzo. Comune in prov. di Imperia. Ebbe un buon castello, che il duca Carlo Emanuele d i Savoia fece attaccare durant~ la sua gl1erra con Genova, nel 1672, da una colonna comandata dal con te Piossasco, composta del rcgg. Savoia, d .i J 50 volontar i e d i 3 cp. di Sv izzeri. li caGtello era pre;idiato da 200 valligiani, che, dopo breve resistenza, riuscirono a salvarsi. Le truppe ducali lo demolirono subito dopo, insieme co11 le mura del paese. Rezzon. Nome dato alle bande armate di ribelli nella Mauritania francese.

R. G, P. (Esplosivo). Polvere analoga alla balistite, ma contenente nitroéellulosa e nitroglicerina in parti ugual i. Fu impiegata in Germania per i bisogni dell'esercito. Rhazes. Medico ,l'origine persiana (850-923). Fu uno dei migliori medici della sua epoca. Oltre all'opera in nove libri ,, El-Karl », scrisse un libro sull'igiene degli accampa1nenti,

intitolato « A lmansor )> .

In esso,

oltre a

molti consigli igienici in n1crito, insiste .sulla vigilanz.a dei cibi e delle bevande da fornire all'esercito. Rheinberg, Città della Germania, presso Di.isseldorf, distante dal Reno 2 Km. ed unita a questo per meno di canale. Già potente fortezza, costruita sopra un braccio del Reno, interrato fin dal XVII scc., ;ipparteneva nel XII sec. a Il 'elettorato di Colonia ; nel 16p cedette alle armi di Luigi XIV dopo pochi colpi di cannone. Nel 1703 fu presa dai Prussiani, che ne' demolirono le fortificazioni.

I. Assedio di Rheinberg (1589-90). Appartiene alla guerra di Fiandra e fu posto da Alessandro Farnese, mentre alla ditesa presiedeva il capitano olandese Martino Scheinch, La direzione dell'assedio venne affidata al marchese di Varambone. Non avendo questi truppe sufficienti per cingere tutta attorno la piazza, lo Schcinch potè fac ilmente introdurre in città, a diverse riprese, i soccorsi di cui abbisognava . Morto lo Scheinch poco dopo, nel tentativo di prendere Nimcga, il colonnello inglese Francesco di Vera marciò verso R. con r inforzi olandesi; di ciò avvertito il Varambone, chiese aiuto al conte di Mansfcld che gli mandò alcune cp. di fanti italiani e spagnuoli. Il Varambone volle m uovere con i rinforzi cont ro il Vera per impedirgli di soccorrere gli assediati, e gli diede battaglia, ma ne fo battuto. Il Vera potè così entrare in R. con i soccorsi, p rovved endo a rafforzare la piazza in maniera che questa potè essere conservata ancora dagli Olandesi per diversi mesi. Poco dopo il conAitto arrivò il Mansfeld che prese il comando delle truppe assedianti. Sotto la sua. direzione l'assedio d ivenne si.r ettissimo cd in breve la città fu costretta per mancan:ia di viveri alla resa. Il Vera ottenne di potersi ritirare liberamente con la guarnigione, r idotta da 2000 a 1000 u. validi . Gli Spagnuoli, per le vicende della guerra, abbandonarono R. nel 1597.


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Il. Bal!agl,a di Rl1ei11berg (16o6). Appartiene alla guerra di F iandra e fu posto dal rnnrchese Spinob, comantl,111tc (!elle truppe spagnuole . Il princ ipe Maurizio d i Nassau aveva di recente fortificata la piazza con nuove opere, cd 1t1\'iato il fratello Enrico con 2000 fanti e 200 ca\'alli a raffonare la guarnigione della piazza, preparandosi a soc correrla personaln:cnte con le sue gent i. Vcr,o la fine <ii ago,10 lo Spinola ebbe forze sufficienti per investire la òuà da ogni '.Jto. 11 primo assalto fu rivoho dagli assedianti contro un trincerone che, dopo molti sforzi, fu preso, e gli Spagnuoli ,e ne vahero per auaccare il forte esterno. Anche questo cadde malgrado la tenace resistenza degl i O landesi. Nella p iazz,1 si trovavano piì1 di ,1000 fanti e 300 cavalli, con lar~he pr: n .ste di viveri e munizioni. clu-e a numerosi J"CZ7.i <l"artiglieria. Quasi ogni gio•no dalla piazza ,cn.~ano eseguite ,ortite. Particolarmente una fu violr-nia contro le trincee degli Italiani, comandati dai mastri di camrio Gi:.:s,inia ni e Braocaccio; ma la d ifesa fu co,ì vigorosa che gli Olandesi dO\-cacro rit irarsi con

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Fortezza di Rheinberg (secolo XVII)

gra,·i perdite. Jn questa occasione si <listiusc specialmente il « terzo " coman<fato d :1 Carlo Sp,ncll i, composto di 4000 Napoletani. Frattanto il principe Maurizio, che aveva ai suoi ordini 12.000 fanti e 4000 cavalli, si :wvicioava al Reno per tentarne il passaggio, sapendo che senza il suo soccorso R. avrebbe dovuto capitolare. Tentò infa11i d1 passare il fiume nella local it~ di Alpcn a tre o re di can, . mino da R. , ma lo Spinola in viò sul posto il generale Velasco con parte della cavalleria e il gcn. Bucoy con fanti e artiglierie, per cui il principe Maurizio, ,,ista fallire la sorpresa e riconosciuta l'impossibilità di attraversare k lince nemiche, rinunziò al teniativo d i soccorrere la piazzaforte. Questa circostanza disanimò completamente i d ifensori, i quali, ridotti all"estrcmo della resistenza sui primi di ottobre, per le 1)1:rditc subite a causa del continuo bombardamento, chiesero di capitolare, cd ottennero di riLirarsi liberamente. E ssi avevano perduto, in un me~e cli assedio, 500 morti e 700 feriti; sensibi!tnc: 11tc maggi<1ri furono le perdite degli assedianti. lii. Assedio di Rheù1berg ( 170 2). Fu posto dal principe Federico di Brandeburgo, il 2 1 ottobre, con un corpo di 12 .000 u. (17 bgl. di fanti, 8 rcgg. di cavaller ia, n ume• rosa artiglieria). La piazza era custodita da guarnig ione francese agli ordini del marcsc. di Grammont. La trincea fu aperta il 22, ma i la'"11ri procedettero con difficoltà e

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con perdite, a causa del virn fuoco <lei difensori. 1\ un certo momento, Federico dovette sospendere i lav<>ri di tri ncea, e ridursi al l,nmbardamento con numerose batterie, vigorosamente conu-obattute, così che il 30 gli a«cdia11ti smontarono i loro pc1.1i e batterono in ritirata.

Rheinfa ld1m. Comune della Svizzera, sulla si. del Reno. Sopra una roccia a p icco sul Reno, alb qu.t!e si appoggia un ponte, sorgeva un tem po il castello di Stcin, che nel 1415 venne distrutto dagli ahn,mli, nel perioda delle lotte degli Svizzeri contro gli A u~t riaci . Durante la guerra dei Trent'anni, fu parecchie vol te assed iato. Nel 1744, fu preso d"assalto dai Francesi condotti ,fal generale di Delle Jslc fhe lo fece sma ntellare. I. Assedio e bauaglic d, Rlui11/elde11 (1638). Apparten• gono alla guerra dei TrCnt3 Anni. L'assedio venne posto nel gennaio dal duca Bernardo di Weimar. I generali dell'imperatore Ferdinando Ili e dcli "elettore di lfaviera, Giovanni di W er ch e duca Savclli, radunate le loro truppe sparse sulla dr. del Reno, attaccarono gli assedianti il 28 k~hraio; il duca Enrico di Rohan, co• mandante della loro ala sr., oppose agli Imperiali una vigorosa resistenza, n1a rimase gravemente fcritu. L •,t:1 dr. dovette piegare di fronte alle forze avversarie di molto seperiorc. e Bernardo, battuto, fu costreuo a levare in tulla fretta l'assedio, abbandonando le artiglierie e ri11raarlosi sotto la protezione dei ba,tioni d i Lauffcnbur;;. Mentre gli l'in pcriali celebravano la loro villoria, llernardo si decise per una immediata rivincita. Il 2 marzo, messo 1"~-scrcito in ordi ne di battaglia, marciò nuovamente contro R. e al mattino del giorno suceessi,·o piombò di sorpresa sugli Jrnpcri.di, che, non j1n maginando una reazione così pronta, non avevano preso le d ovute m ism e di sicurezza. I generali non ebbero neppure il tempo di montare a cavallo e: vennero fatti prigionieri, le truppe $i <lic~ero alla fui-ia e tutto il materiale gucrrescQ, le bandiere, i cannoni, il bagaglio, il 1esoro, caddero nelle mani del duca d i Weimar. Il. Comb,111ime11to di Rl1ei11/elden (1678). i\pparti<·nc alle guerre di conquista di Luigi XIV. li maresc. di Créqui. allo scopo di allontanare da Friburgo il principe Cado di Lorena, inviò iJ conte d i Choiscul a fare una d i,cr· sionc verso le C,ittà libere. li principe seguì il movimcntu <li Créqui e si stabill a Staufen, minacciando il ponte di l\"curnburg-. Di lì, per coprire R. che il Choiseul andava ad in,·est1rc, mandò 6ooo u . al comando del generale St:ihrcnbcrg. che ,i acc:1 mpò presso il ponte cli R. l i maresc . di Créqui, il 6 luglio, con due brigate di cavalleria e la brigata d i Piw,r<li:i raggiunse Choiscul per da• batt~glia a Stahrenix'rg. Da,·anti al campo trinccrnto <li \Varmbach si tro,•avano schierati in l'atragiia 15 sqdr. imperiali; i l'rancesi li caricarono vigorosamente, l i sbaragliarono e li eos1r inscro a rifugiarsi nel campo trincerato difeso dalla fanteria, causandovi una grande confusione, cli cui approfittò il marchese di DoufAcrs per dare l 'assalto alle trincee. In breve si ,·enne ad una mischia fu. riosa all'arma bianca; i F rancesi misero in completo d isordine gli Imperiali che presero la [uga verso il ponte di R, dove si trovava la fanteria scelta imper iale; ma anche questa presa da panico fu trascinata nella fuga. La sconfitta divenne completa quando il Créqui lanciò su quella massa di sbandati la sua cavalleria. Stahrcnbcrg fece in tempo a rifugia rsi in R. nel momento in cui il governatore ne faceva a Izare il ponte levatoio per im pedire ai Francesi di penetrare in città mescolati a i fuggiaschi. Sul campo di battaglia rimascw 8oo T edeschì prigionieri


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e 3000 morti, d i cui la metà annegati nel Reno nel tentativo di tra,•crsarlo a nuoto. li marcsc. di C:réqui, lasciando a Choiseul il compito di impadronirsi dei piccoli castelli della r iva dr. de l Reno e di bruciare Sekingen, ritornò al suo campo di lfaltingen.

Rheinfels. Amica piazza forte della provincia prussian.1 di Coblcnza, costruita nel 1245 sopra una roccia. Nel d icembre del 1692, assed iata dai Francesi, resistette lino al gennaio seguente; alla pace di Basilea (1795) fu assegnata alla Francia e ,·enne smamellata. Nel 1815 fu incorporata nella Renania prussiana e nel 1843 il principe d i Pru,sia, poi imperatore Guglielmo I, ne acquistò il castello. /'resa dt:l forte di Rheinfels (1794). Appartiene alle guerre della Rivoluzione Francese. :--Jcl novembre del 1794,

trovarono 30 cannoni e nel forte.

abbondanti approvvigionamenti

Rhemen (di Bawufcld, barone Adolfo). Generale austriaco, n. nel 1855. Sottot. di fanteria nel 18i6, passò nello stato maggiore nel 1884 e divenne maggior generale nel 1905, gcnc,-ale di d iv is. nel 1910, d i C. <l'A. nel 1912, generale di fanteria nel 1914. Al principio <ldb guerra Mondiale ebbe il comando del XIII C. d 'A. e combattè contro i Serbi; poi contro I Russi; infine fu nominato governatore di Belg rado, e nel 1917 per meriti special i venne promosso Rhemcn Adolfo colonnello generale. Rho (ant. Rha11dc). Comune in prov. di Milano, sulla sr. della strada <lei Sempione. Fu sovente campo <li fo. zioni dura 11tc il periodo della Lega e delle guerre <lei Comuni, ed al tempo delle guerre tra Francia e Spagna per il possc,so del ducato di Milano, fu continuamente molestato d alle truppe d i passaggio dell'uno o dell'altro partito . Nel 1511 gli Sv izzeri, condotti da Matteo Scheincr, cardinale <li Sion, lo devastarono e l'incendi.uono. Rho Filippo. Generale medico della R. ~larina, n. a Chieri nel 1856. Laureatosi a Torino, entrò come medico nella R . Marina nel 1880 e fece un lungo viaggio intorno al mondo, dedicandosi allo studio delle malauic tropicali. Fondò gli « Annali cli Medicina navale e coloniale », divenne inse,gnante di patologia csotirn a Napol i, e cli igic:I)c coloniale à Roma. Organizzò il ser vizio sa11itario sulle navi in caso di combattimento. Da colonnello diresse Ali ospedali 1ml. mar. di Venezia e: di Napoli. Raggiunse il grado di magg. gcn. nel 1913, di tcn. generale nel 1915. Fu a capo dell 'Ispettorato d i Sanid mi!. mar. dura nte la guerra e poi fino al 1920 . Organizzò allora la profilassi antimalarica. Passato in P. A. fu addetto per sei anni alla Commissione Internazionale del Danubio. Poi venne nominato vicepresidente ,!el la Società italiana di medicina coloniale. l nnumerevoli scri tti egli lia pubblicato, d i patologia coloniale, di igiene, di profilassi, di chirurgia, <li biografia, in una quantità di riviste italiane cd estere.

Fortezza di Rhcinfeis (secolo XVlf)

sulln riva sr. del Reno, da Coblcnz.a a Basilea, non resta,·a che il forte <li R. non ancora occupato dai Prancesi. Esso era protetto <la a 1cune btr. di rh·a dr. del Reno, che permettevano ai possessori <li R. di stabilirsi ,u l'una o J'altra r iva, d i fare incursioni sui paesi d a cui erano stati cacciati e di tenere comunicazio11i attraverso il fiume mediante un ponte ,•olante piamaco sul Reno. Il gcn. Vin• ccnt, del! 'esercito della Mo.ella, incaricato di prendere il forte, con uno slnHagemrna riuscì ad operare una. csaltn

ricognizione della fortczz,1 e com inciò subito i lavori d i approccio. Appena terminatili, mi;e in nione le artiglierie, mentre il gen. Debrun marcia,a con le ,ue truppe contro /?. Il gen. Resius, comandante del [orte, impressionato dai p reparat ivi francesi, giudicò impo,sibile la rcsisten2,a, cd il 2 novembre 1794 lo abbandonò rifugiandosi sulla dr. del · fiume e distruggendo il ponte volame. I Francesi

R ho Filippo

l{ho ~ 1ichdc

R/10 Miçhe/e Eraldo. Generale, o. a Torino nel 156s. Sottot. degli alpi ni nel 1885, partecipò alla guerra libica del 1911-12-13 quale comandante del bgl. Fenestrelle e meritò la mcd. d ·argento per i combattimenti cli Ain Za, a e di Psitos e due mcd. di bronzo per i fatti d 'armc di

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Kasr-Ras-EI-Leben, Bu Msaicr (1912), Tolrnetta e Merg (1913). Colonnel lo nel 1916, nella guerra comro l'Austria comandò il 't' gruppo alpini e . poi il 4° raggruppamento. Fu decorato della med. d'argento dei benemeriti della salule pubblica e di una seconda d'argento al valore mii. per aver d ifeso per 27 giorni importanti posizioni a Castelgombetto (1917) r imanendo poi nelle mani del nemico. Nel ,919 diresse il campo militare polacco in Chivasso e nel 1920 andò in P . A. S. Promosso generale d i divis . in A. R. Q. nel 1926, nel 193, passò nella riser\'a.

le forze sono costiruite da 3000 u. di truppa, distribuiti negli otto d istretti mii. in cui è diviso lo Stato. Ciascun distretto ha 1111 comandante ed un numero di ufficiali proporzionati all'importanza di esso. Vi sono inoltre due scuole cadelti: una superiore e l 'altra inferiore. Tutte le forze dipendono dal Commissario d i polizia che ha il q uartier generale a Salisbury. Il corpo di polizia della K meridionale è costituito da 27 ufficiali e 1280 u. di tru ppa con 390 cavalli. Degli appartenenti a tale corpo, 823 u. di t ruppa sonc indigeni, gli a ltr i europei.

Rhodesia. Regione dell'Africa australe, limitala a nord dal Congo Belga e ,-la i territorio <lei Tanganica, a<I oriente dal Nyassalan<l e dal Mozambico, a sud dal l 'Unione SudAfricana e dalla lleciuania, ad occidente ancora dalla J3eciuaoia e dall'Angola . Ha una superficie di Kmq. r .,31.760 con una popolazione di 2.26o.ooo abitanti, dei quali 52.000 bianchi ed il rimanenle di colore. Gran JJ3rle del territorio appartiene al bacino dello Zamhcse, che divide la regione in due parti geograficamente e amministr11rivamente distinte l'uno <lall'alm1; la R. del Nord e la R. del Sud appartenenti ambedue ali 'impero coloniale inglese: la prima come protetrornro, la seconda come Stato autonomo. li nome le è venuto da Cccii Rhodes, viaggiatore e imperialista britannico, il quale, pe r procurare alla sua patria l'effettivo dominio , lei continente nero, mettendola in condizione di conlrollare la via di comunicazione tra il Delta del Nilo cd il Capo di Buona Speranza, e per portare sollo la sfera d'inAuenza inglese lulto il territorio compreso tra il Transwaal cd il bacino del Congo, penetrò per primo nel 1890 uel paese con un;l scorta armata di 500 u. Essendo stato prece<lentemente stipulato un trattato di alleanza con il capo della trib,1 guerriera, i Matabdc, padron i della regione, Ceci! Rhodes potè portarsi abba.stanza agevolmente verso il nord, a ci rca 800 ch ilometri dal Limpopo, nella località dove sorse Salisburg, la capitale odierna della R. meridionale. Le lolle con gli indigeni vennero subito dopo e non furono nè: brevi, nè sempre di poco conto (V . M11tabele/a11d); tilt•

Rhomphaea (o Romplw,·t1, o Rm11pia). Arma che Aula Gcllio dice esser propria dei Traci : non si sa se fosse p iuttosto una spada o un 'asta, ma è più probabile che appartenga al gc11cre d i quesr'ultime. In Livio infaui troviamo che la R. è lunga cd ha un (usto d i legno della stessa dimensione del ferro fissalo ad un-'est remit~. Per molti altri autori la R. era· un'arma la cui particolarità

ravia, dopo cinque anni di lenti ma continui progressi ,

l'occupazione ing lese poti: essere estesa, fino al confine del Congo, agl i attuali limili, <:: tutto il paese poti: essere ,01tomesso e pacificato. La parte me ridionale venne per molti anni amministrata dalla « Hritish South Africa Company » , contro la quale, coll'andate degli anni, si manifestarono vivi malumori da parte dei numerosi colonizr.atori europei, che non sapevano adattarsi a lavorare sotto il potere di una sociclà privata, non sempre fornita delle somme enormi necessarie per la valorizzazione del P::1ese.

Poichè dal governo dell'Unione Sud-Africana fu avanzata la proposta d i includere la R. meridionale fra gl i Stari dell'Un ione, nel , 922 si ve nne ad un plebiscilO dei bianchi il cui risullalo fu un voto negativo alla proposta dcli 'Unione e l'aperta manifestazione <lei desiderio che il Paese avesse un regime rappresentatirn dipendeMe direttamente da Londra. Cosicchè, dopo la rinuncia della « llritish Soud, Africa Company » ai diritti sovrani, nell'ottobre 1923, sorse il nuovo Stato della R. meridionale, al quale veniva concesso un grado d i autonomia non· molto d ifferente da que llo dei Dominions della Corona. DatJ la scarsità dell'elemento bianco residenlc nella R. sette nlrionale ed il progressù gcucralc relativamente esiguo conseguito dal Paese, fu lasciato a qucst'ulLimo un ruolo piè, stretta mente <li colo1: ia. Nell a R. settentrionale vi sono, come forze d i polizia, 20 ufficiali e 32 11. d i t ruppa europei, con 667 indigeni del corpo di polizia. Nello Stato della R. meridionale

consisteva nell'avere perfettamente uguali nella lunghezza

le ·due parti <l i legno e •di ferro, opinione questa che è rin forzata tra l 'altro da un passo di Valerio Flacco.

Riabilitazione. È intesa nel senso d i re integrazione, o restituzione dell'onore m ilitare, o, per meglio d ire, nel diritto di vestire ancora l'onorata divisa. Naturalmente, lrattandosi <li questione <l 'indok eminentemente morale, l'un ico modo di reòirnersi per un militare è quello di illustrare la propria vita con qualche eroico allo di valore, o con una condotta esemplare per diverso tempo, che induca i superiori a proporre il con<launato o punilO per la R. La promessa rappresentava durame le guerre un incentivo allo "zelo nel servizio, ed uno stjmolo a gareg-

giare in atti di corag~ io. Durante la guerra Mondiale, in parecch i degli eserciti combatlenti si arrivò perfino a sospendere la pena ai condannati per vari cd anche gravi reaci militari , promettendo la R . e l'annullame11to dell.1 pena, se i l reo, tornando al corpo, riusciva con la propria condotta eroica a guadagnarsi 111agari una ricompensa. al

valore, od a farsi notare per coraggio cd arditezza nel corso di azioni arrisch iate e pericolose, I.a R. non solo è ammessa per militari che abbiano commesso g ravi n1ancanze o reati sono le anni, ma anche per quelli che prccc<lcntcmeulc al serv izio militare si siano macchiati di qualche con<lalllla da parte della magi-stratura ordinaria. È. noto che nelle forze annate italiane sono ammessi all'onore del servizio militare anche i pregiudicati, che non abbiano però avute condanne a laYori forzati per pi,, di IO anni, o che non siano sta li condannati alla reclusione, o relegazione per ccrli titoli del Codice comune, sempre nell 'età minore. Tali pregiudicali sono stali oggetto di parecchie proposte di incorporazione in reparti speciali, e con d isciplina pure speciale, e cioè più r igorosa. I progetti che più incontrarono i favori delle Camere furono quelli dei 1.finistri gcn . Pdloux e Mocenni; l'u adoltalO il progetto d i incorporarl i nelle cp. di d i,eiplina e venne ammesso che <lopo un annu di ottima condott;i. i pregiudicati potessero far passaggio nei corpi combattenti. Questo fatto costi tu iv~ già una prima R ., ma poi, sia nel le colonie, con1c nella guerra Mondia!e, taluni di quest i militari ebbero modo di segnalarsi in lu• minasi episodi <li combattimcmo, nonchè in arditissime lmprese speciali che li ponarono alb R. complctà. Sulla metà del 1917 un Decreto Luogotenenziale concedevà la riammissione in servizio di alcuni ufficiali rimossi dal grado e dall'impiego, che non avesséro però commesso reati infamanti la divisa contro l 'onore. Si traltava appunto di una R. larvata, che diventava completa se questi


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ufficiali trovavano occasione di mostrare spiccate qualità di con:ibattenti, compiendo qualche atto degno Ji ricompensa al valore. ln Francia i condannati a pene non infa manti sono prn;ti a disposizione della Marina per certi serviz i speciali. Sono poi r iservati, ai condannati a on.ti pene, gli arruolamenti nella fanteria leggera d'1Vrica, e, dopo un anno di buona condotta, possono fa r passaggio n~! '~ truppe metropoli tane.

Riachuelo. Ruscello dell 'Argent ina nello Stato d i Corr ientcs, affluente di sr. del Paranà, nel quale si getrn presso il villaggio omonimo. Combauimento navale di Riachuelo (1865). Appartiene alla guerra tra il Brasile e l'Argentina collegate, e il Paraguay. L'ammir. Harrios, CGn 9 vapori brasiliani, partito d a Corrientcs, aveva risalito il Paranù per esplorarne le rive, dove si trovavano n umerosi repani dell'esercito del presidente paraguaiano Lopcz. Questi volle tagliargli la ritirata ed innalzò lu ngo la riva sr. del fiume alcu ne batterie presso la confluenza dei' R. , con temporaneamente ord inando al commcdo:·o paragua iano Mesa d i d iscendere g iù pel fiume con 8 vapori che rimorchiassero altrettante zattere armate ciascu na d i un J)CZZO di grosso calibro. Nd d iscendere, la squadriglia del Mesa scambiò alcune cannonate con la divis. del J:larrios, ed oltrepassatala andò ad ancorare sotto le batterie del R. Barrios, temendo di t imanerc bloccato, ) '11 giugno volle forzare il passo. Essendosi una delle sue corvette incagliate sotto il tiro d ' una batteria nem ica, il suo equipaggio, piuttosto che cederla ai Paraguaiani, la incendiò. Allora il Mesa, incoraggiato dal caso propizio, pigliò l 'offcnsiV1 lancia ndo i suoi vapori all'arrembaggio . La cannoniera brasiliana " Parartahyba )> , assalita contemporanea1ncnte da t re vapori, era già presso a soccombere, yu ando 13arrios, che capitanava la corvetta « Amazonas », si diede a colpire col taglia1nare i vapori paraguaian i ed i n breve li colò a picco; liberata cosl la « Paran:,hyba », rivolse il cannone con tro le zattere. I Paraguaiani perdettero in questa fazione tlllto il naviglio; Mesa e mol.ti dei suoi perirono~ i Brasilian i ebbero 90 morti e circa il ·doppio <li ferit i. Rialto. Ri ,norchiatore, varato a Venezia nel 1901, lungo m . 27,12, largo 111. 5; d islocam ento tonn . 124 ; appaiato motore 213 cavalli; velocii:-à miglia 9,6. Personale d 'armamento: r r uomin i ~l'eq uipaggio. Riammissioni (nel servizio militare). Avevano lo scopo, nel periodo delle brevi ferme, d i assicurare ali 'esercito un certo m:mer~ cli m ilitari (graduati e specialist i) che, pe r la loro pratica, la loro autorità, la loro capacità cd jstruzionc in particolari rami dd servizio, erano di sicuro van taggio all'esercito, in quanto questo poteva contare sull'opera loro per un m aggior numero <li anni . I militari congedat i appartenenti a quelle specialità che al• l'esercito necessitavano, potevano, a loro dornanda, esser'!

di nuovo ammessi nelle file dell'esercito con speciali con dizioni <ii favore, sia economiche che morali. I militari conged ati così riammessi si vincolavano a fenne varie, elle andavano <la r a 5 anni , con facoltà di raffe rme successive. Potevano essere riammessi : carabinieri reali; rnilila ri addetti agli stabilimenti m il itari di pena ed ai depositi cavalli stalloni; musica nti; sell ai; maniscalchi; caporal i e soJ: dati delle varie armi e corpi, sia <le! quadro organico dei reparti, che appartenenti a servizi specializzati; sottu.fficiali delle varie armi e corpi col grado <li sergente o sergente maggiore, che non fossero in congedo da più di due anni.

Dopo la guerra del 1915-1918, col perfezionamento delle armi che richiesero un magg ior numero di specializzati. mentre le esigenze d i bilancio imponevano ulteriori riduz ioni nella ferma, le R. in servizio si estesero ancor p iè,, per assicurare il funzionamento dei molteplici servizi e delle specialità che all 'esçrcito so.no necessari non solo in pace, ma sino dai primi moment i della mobilitazione. (V . Riassoldamenti e Rafferma).

Riario (Cù·olamo) . Generale pontificio, n . a Savona, m. a Forlì (1443-1488). Iniziò il servizio delle anni ali 'epoca del papa Sisto lV. In guerra contro Lorenzo de' Med ici, occupò nel 1480 Forlì e assall il ducato di Ferrlra ; partecipò nel 14°2 alla battagli a di Campomorto. Dopo la morte del pa,,a. ebbe contro tutti i SUOI nem ici, che !u fecero trucu.Jarc. Riario Sforza . 6S• Legione della M. V . S. N ., cost ituita a Imola nel 1923. Riassolc!:rnrnnti. Le (erme brevi hanno lo svan taggio di dim inuire k ~uone qualità dei graduati e degli spec.ializzati, ai qua li occorre un certo tempo di per manenza alle armi per ess~re di utile rendimento. Se si tiene conto c he il contingente viene ch ia mato contemporaneamente,

c.!

che <lai contingente stesso devonsi ricava re i gradu;iti, la cui istruzione richiede almeno sei mesi di assiduo lavoro e d i assidua applicazione, si compren de come essi siano utilizzati per poco · tempo, e come il loro congedamento (con temporaneo a quello dei grega ri) avvenga nel momento appun to in cui i g raduati, completa tisi in autorità cd istruzione, sarebbero appunto più utili. Si cercò, prima della guerra 1915-1918, d i ovv iare a q uesto inconveniente col sistema dell 'anticipazione d i serv izio. Prescriveva l'art. 1Q7 del Testo unico delle leggi sul Reclutamento: « Gli inscr itti che abbiano i requisiti per es.ere ammessi in appositi corsi accelerati d i allievi caporali, potranno su loro domanda essere avviati alle a rm i tre mesi

prima della chiamata della loro classe, nei corpi che sarnnnn designati dal Ministro. Essi potranno essere promossi caporali al compimento del terzo tnesc d i servizio, saranno co"ngedati t re mesi p rima dei militari della loro classe, e potranno conseguire altre facilitazioni ». Ma tale d isposiz ione non poteva dare c he scarso rendime nto ,

irl.

quel! 'epoca i,1 cui l'arruolamento alle armi non incontrava l' universa le favore. Tale anticipazio ne d i serviz.io veniva

quindi comj,letata con altra m isu,a, tendente ad assicurare, special mente alla cavalleria, all 'artiglieria ed a taluni servizi, il personale specia.l izzato ad essi necessario,

sono la forma <le i /?.. Il citato Testo unico così si esprimeva nell'art. 115: (< Contraggono la (ernia- d i un anno i volontari d i un anno, cd i caporali e soldati di cavalleria e

di arcjglicria

rian1mess i in

servizio e riassoldati )) ; e

l'articolo 135 successivo : « I caporali e soldati <li cavalleria e di artiglieria che abbia no compiuto la propria ferma possono essere an1messi a rimane re iJJ servizio come riassoldati nei rispettivi reparti per uno o più anni; ai detti militari· è concessa annualmente una speciale indennità " . l n complesso dunque : per assicurare all 'esercito un certo numero di graduati e specializzati si favoriva il congedando a rimanere sotto le armi, e si favoriva altresì al militare g ià in congedo la rian1rnissiouc jn servizio , purchè si vincolassero a successive ferme . A tali m ilitari era concessa una speciale indennità (« soldo speciale ») per cui la complessa opera:Gione speciale e legale che l i riguard ava era denominata riassoldamento .


-- 503 Riaudo (Giacomo). Ammiraglio, n. nel 18Gr. Guardiamarina nel 188r, raggiunse il grado d i capitano d i vascello nel 1909. Tenne il comando dell ' « Amalfi » e nd r9r6 passò 11ella riserva nanle. Nel 1918 fu promosso comrammiraglio. Ribadocchino. Nome d ato in an tico ad uoa piccola artiglieria, fra lo smeriglio e · il fakonetto, che lanciava palle <li ferro dd peso di circa una libbra. Con un certo nllmero di essi si costitu ivano talvolta gli Organi (V ., e, anche V. Mitragliatrice) . Deriva d ai Ba,·chicri, o Boachiers, voce che secondo il Guglidmotti

R ibaclocchino del secolo XIII

sarebbe sorta nel 1290, durante le Crociate, per indicare macchine che l~nciavaoo p ro:cttili col fuoco. Precedente• mente all 'irvenzione delle armi ,.b fuoco, il nome di R. t rova anche per indicare la balestra modificata e ridotta a minore calibro, lanciante giavello tti o pallottole di piom bo. Era trascinata da un cavallo o da alcuni uomini, e -costituiva come una sorta <l i artiglier ia leggera. Ebbe lo

st

Ribadocchino (fine secolo XV)

Hc~so uorne, nel secolo XVI, un carro a due ruote, fer~ rato, armato con aste a punta d ì ferro, fissate tutto intorno nella parte anteriore e nelle lat~rali, e che traspor· tava due o quattro falconctti <l i bronzo. Era spinto da due uom ini, e manovrato da altri tre, e 1nunilo di n1antelletto. Dovrebbe rappresentare quasi un a,1tcnato dc!ia n1itragl iJtricc.

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Rrn

Ribaldi. Soldati, nell'esercito romano, il <!!li compito era quello di app iccare le prime zuffe e accendere così la . battaglia generale. Si chiamavano così anche quei soldati d i fanteria che seguivano i cava lier i mandati a saccheggiare. Inoltre, sotto la generica denominaz ione d i R., erano indicati i saccardi, i servi, i predarori, !;1 folla cioè di tutti i non combattenti che seguivano ogni esercito <.xl emravano in ogni accampamento, e che spesso nano la causa non ultima d i gravi disastri. In F rancia Filippo Augusto ebbe nel suo eserciro bande o compagnie d i R., cornpostc di soldati in trepidi che, dettisi un capo cl1ian1ato re, compi vano le spedizioni più a rrischiate e più pericolose, abban<lonandosi nel contempo alle p iù sfrenare raRibaldo pinc. Erano aonati alla leggera e, fra le altre armi, avevano un coltellaccio per finire i feriii. Essi (orrnarono anche, in parecchie occasioni, guardie particolari del re . Ma poi, a poco a poco, venne loro sempre nieno la disciplina e il nome di R. assunse cat• t ivi significati. P iù . tardi si chiamarono così, oltre a corpi' speciali di guasrntori, anche quelli che, coi servi, facevano le fatiche più basse e pili du re del campo. Ribaroff (N.) . Generale b ulgaro (1859-1927). Sottot. nel 1884, p rese parte alle guerre del 1885, del 1912, <Id 1913, e Mond iale. In quest' ultima, diven uto gc· neralc, comandò la 3" divis. e si ,Estinse a Pristina contro i Serbi ..

R ibas (Giuseppe). Ammiraglio napoletano, o riundo spagnuolo, n. a Napoli nel 1735. Bandito dal reg no, aiutò l'amm ir . Orlov a Livorno nell'impresa del rapimento d i una principessa russa, e ne fu Ribaroff ricompensato da Caterina come uf. fìciale istruttore dei cadetti, colonnello nel gendarmeria e infine (1790) ammiraglio d ella squadra inviata in Egitto e delegato nelle trattat ive d i pace <li Jassy (1792). Ribas Giuseppe Felice. Generale venezuelano (1775-1815). Fu uno dei fatrori della Indipendenza del Venezuela. Falliti i p,·imi tentativi, dovette rifugiarsi, unitan1ente a Bolivar suo z io, a Cur,içao. Nel 1814 fu messo a capo cielI·ese,·cito rivoluzionario, ma fu battuto dc:c volte dagli Spagnuoli e fuggì con due ufficiali verso Caracas. Sor· preso nel sonno dalle truppe inviate .a l suo. inseguimento. ve nne conda nnato a morte e fucilato.

2

'1

i L' Ribadocchini:

a quattro cannoncini

a tre cannoncin i

scudato


R1s

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Ribaud -(J'ietm) . Gcnernle comm1ssa110 della R. Marina, o. a Napoli, 111. a Form ia (1868-1928). Allievo commissa rio nella R . Mari na nel 1888 e commissario di 23 classe nel 1890, partecipò alla guerra Italo-turca del 19rr-19u qt1ale capo dei servizi amministrativi della 1 3 sqirndra. Durame la guerra contro l '1\ust ria fu vice direttore di commissariato del dip. di Taranto. Colonnello nel 1919, fu direttore di commissa riato mii. marittimo a Pola, poi capo reparto al m inistero e infine d irettore di commissariato a Taranto. Lasciato il servizio attivo, venne nel 1926 promosso magg. generale di commissariato nella riserva navale. R ibeli i, Elementi che, anche con la violenza, si staccano dalla soggezione <)elle leggi o comunque d i t1n capo. Sono considerati tali quei m ilitari che si sottraggono dalla sot• tom issione alle norme regolamentari e tentano di segtJire un indirizzo proprio, opponendosi con la forza all'azione di ch i vorrebbe ricondurli all'osservanza del dovere. Di massima contro militari ribelli devesi agire con la maggiore energia, ricorrendo decisamente anche alla forza non appena se ne ravvisi la necessità. Un atteggiamento ini. zialmente debole, può condurre a consegue nze assai gravi e ben più dolorose di quelle cui può giungere un atteg• giamento che sia fin dall 'inizio pronto, deciso, energico. L'azione contro elementi r ibelli, specie se t rattasi di c.aso veramente grave , dev'essere affidata a c:,pi di provata energ ia, d i grande ascendente morale, apprezzati e temuti nello stesso tempo. Sono chiamati comunemente R. quegli elementi indigeni delle colonie che non vogliono sottostare alle leggi della madre patria e contro di esse agiscono con vere e proprie azioni di guerra o con atti d i brigantaggio e di sobill azione. L'azione contro costoro nelle colonie è spesso lunga e sanguinosa. Anche qui occorre agire con la massini.a d ecisione e con pronta ed esemplare e11ergia, ove non si voglia dar luogo a situazioni critiche, poco vantaggiose per iJ prestigio dell'occupante, quasi sempre economicamente sfavorevoli, spesso , imedia bili solo .a prezzo di gravi e lunghi sacrifici di sang1e. Negl i eser ;iti, esempi d i ribellione si sono m anifestati pii, o meno numeros i a seconda delle circostanze, degli avvcnimenci, dell'energia e dell'ascendente dei capi, ccc. (V . ancJ1c Ammutinamento e Alterat1).

Ribellione all'autorità. Reato del tempo di guerra, contemplato negli ar t. 268-269 C. P. E., e 292-293 C. P. M. M . Consiste nel fatto del militare che, tanto nello Stato quanto in paese estero, usi violenza di qualuncpie specie contro le autorità g iud iziarie od amministrative od i loro agenti, sia per imped ire l 'esecuzione di una legge o di un ordine qualunque di u na potestà legittima ivi esistente, sia per ottenere un provvedimento che non fosse superiormeJltt comandato. li reato I: aggr avato se com messo jn riunione di d ieci o più persone . La pena, nell'ipotesi semplice, è della rcdt1sione da uno a c:nq ue

anni; nel! 'ipotesi aggravata, da tre a dieci anni. Ribemont (Anselmo di R., conte di Ostrova.nt) . Uomo d'armi francese del secolo Xl, ucciso durante la prima Crociata a T ripoli di Siria. Lasciò una « Relazione degli avvenimenti della Crociata » . Riberi (Alessamlm) . Medico, o. a Stroppo, m . a Torino (1796-186!). Insegnò cbiwrgia all'università di Torino, fu preside della facoltà, chirurgo pri mario dell'ospedale S. Giovanni , e fondò la società medico-chirurg ica di Torino. Nominato nel 1821 chirurgo maggiore delle g11ar-

RtB

.

clic del Corpo, fu qualche anno dop•) chiamato a fitr parte del Consiglio superiore di sanità m ilitare, del quale nel 1843 divenne presidente; in tale carica r imase 18 anni. Al corpo sanitario diede grande attività tanto che pub ritenersi il vero instauratore d i esso; a lui in gran parte si deve (1851) la fondazione <lei « Giornale di medicin a militare » . Dept1taro d i Dronero nel)a prima legislatura del 1848, fu nominato senatore nel 1849.

R ibero (Sebastiano). Generale, n. a Villafranca di Nizza (1828-1897). Volontario in fanteria, cumbauè nel 1849. S"ttot. d i fanteria nel 1855, partecipò alle campagne del 1859, 1860-6r e 1866 e meritò la men7.ione onorevole a Palestro, la med . d'argento a Castelfidardo e una seconda menzione onorevole a Gaeta. Colonnello nel 1882, comandò il 75° fanteria e nel 18ll4 andò in P. A. Nel 1893 venne trasferito nella ris~rva e nel 1895 fu promosso magg. gçnera le. Ribes (N.). Chirurgo mii. francese (r765-J845). Quale chirurgo militare , 1,artecipò a venti campagne di guerra, d iciasserte combattiment i e tre assedi. Insegnante di chirurgia negli ospedali mil. d'istruzione, pubblicò una memoria sulle fratture dovute ad arma da fuoco .

Riberi Alessandro

Ribet G iovanni

Rib-et (Giova11111). Medaglia d 'oro, n. a Pomaretto, caduto sul Carso (1871-1916). Valoroso ufficiale in servizio attivo, proveniva dai sottufficiali di fanteria, ed era d i"cntato ufficiale nel 1897. Entralo nella guerra Italo-austriaca col grado di capitano, si d istinse subito per magnifico ardimento, così da meritare successivamente due med. d·argento e due di bronzo, tutte sull'altipiano Carsico, tra le file del 29° fanteria . N9lla seconda fase della vittoriosa battaglia di Gorizia, oltre j j vallone d i Doberdò, comandando col consueto slancio un bgl. , cadeva eroicamente pochi giorni prima di esser promosso a l grado , li ten. CO· lonnello, al quale era stato p roposto per merito di guer ra. li drammat ico episodio', nel q uale l'eroico maggiore trovò morte gloriosa,

è cos_ì riassun to nella n1otivazione della

med aglia d 'oro al valor militare : « Costante c fu lgido esempio delle pii', al1c virtù militar i, allorchè fu deciso l'attacco d i posizioni nemiche, attraversava alla tesla del suo battaglione i reticolati e con quistava una tr incea avversar ia. Batlllto di fronte e di fianco, spingevasi con pochi animosi ancora al di là. Ivi, circondato dai nemici ed invitato alla resa, rispondeva col fuoco del suo revolver e di una mitragliatrice pistola, uccidendo un ufficiale austriaco e d ifendendosi d isperatamente, hnchè cadeva per non più rialzarsi: simbolo di quell ' ardimento e di quel senso di onore e d i d ignità militare che d istinguono l 'ufficiale italiano » (Trincee di Loq uizza , r4 agosto 1916).


RIB

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Ribottì (An1onio Onorato) . . Generale del sec. XVJII. Percorse la carriera in fanteria e, promosso colo nnello, fu governatore di Alghero. Governatore di Scmwallc nd J781., venne promosso brigadiere nd 1783 e giubilato nell'anno 1787. Ribotti di Molières Ignazio. Generale, n. a Nizza Marittima, "1. a Briga (1809-1864) . Cadetto nelle guardie del corpo nel 1827 e sottot. di esse nel 1830, passò nel 1831 itl fanteria. Compromesso in detto anno negli avvenin1cnti pol i1 ici, entrò al serv izin del Portoga llo putecipando alle campagne dal 1832 al 1835. Passato nella Spagna, combattè dal 1836 al 1840. In Ita li a nel 1848, sbarcò in Sici lia per partecipare alla rivoluzione. Memre stava per lasciare l'Italia venne catturato nelle acque di Corfù da un piroscafo della marina napoletana . C',andottc, a Napoli, rimase rinchiuso per cinque anni a Castel S. Elmo. Nel 1855 R ibotti fgnazio ìl governo sar<lo lo nmninò capi~ tano ~ poco dopo egli organizzò in Torino una legione anglo-italiana. Nel 1859 cost irul a Massa Carrara i Cacciatori della Magra, di cui <livenne comandame. T en. generale nel 1860, comandò la 12a divis. attiva e nel 1863 la divis. di Modena. fu deputato di S. Arca ngelo di Romagna nella VII legislatura e di Guastalla nella V lll. Ribotti Edo"rdo. Generale dei CC. RR., n. nel 1872. Sottot. d i fanteria nel 1891, passò nei CC. RR. nel 1898. Part<:cipò alla gnerra centro l 'Austria con1e maggiore co~ mandan1c i CC. RR. del XXV C. d'A. e meritò la mcd. di bronzo combattendo nell'ottobre 1917 a Codroipo, dove rimase prigioniero del nemico . Colonnello nel 1924, comandò la legione di Trento e d al 1925 un raggruppamento di bgl. dei CC . . RR . In aspeltativa per infermità d ipendenti dal servizio nel 1928, fu collocato in P. A. nel 1931 e promosso generale di brigata dei CC. RR. nel[' anno seguente. Riboty (Augusto). Ammiraglio, medaglia d'oro, n. a Puger Theniers, m. a Nizza Mariltima (1816-;888). Ufficiale della Marina Sarda, uscito giovanissimo dalla Scuola di Genova, prese parte onorevolmente alle campagne del Risorgimento. Nella giornata d i Lissa, il 20 luglio, dopo aver tentato d i ridurre al silenzio, con la nave ({ Re d i Portogallo » le batterie nemiclic del Porto di San Giorgio a Lissa, attaccò poi decisamente la corazzata austriaca <( Kaiser >> <laru1eg• giandola, e riuscl quindi a

<l isimpcgnarsi br!llantcrncntc dall'attacco d i tre navi ne-

miche. G li fu decretata la medaglia d'oro « per la sua valc:>rosa condotta, al comando della R. nave « Re R iboty Augusto d i Portogallo " , ~lurante le operazioni navali in Adriatico del luglio 1866 » . Promosso contrammiragl io l'an no seguente, comandò succes• sivamente le R . Scuole <li marina di Genova e <l i Napoli, e fu deputato al Parlamento per i l cvllegio <li Ancona

nella X legislatura. Senatore del regno nel ~870, fu ministro della Marina dal 1871 al 1873.

Ricaldoni (Ottavio). Generale, n. a Montevideo nel 1877. Sottor. del gen io nel 1895, fu poco d opo trasferito negli aerostieri del genio ! d ove coadiuvò il Croceo, attuando il primo dirigibile m ilitare tipo semirigido, Nel r9r2 fu capo del reparto officine meccaniche del lo stabilimento d i costruzioni aeronautiche; partecipò alla guerra contro l"Austria e divenne colonnel lo nel 1917. In P. A. S. nel 1924, fu promosso generale d i br igata in A. R . Q. IUcaldoni Ottavio nel 1927. Ricardi di Netro (Vittorio Em"nuele). Arnl1liraglio del sec. XIX. Guardiamar ina nel 183r, dal 1856 al 1859 comandò la Scuola mii. di marina in Genova. Membro del consiglio di marina nel 1859 e capitano di vascello di J" classe nel 1860, nella campagna del 1860,61 meritò b med. <l 'argento e la croce d'uff. dell'O. M. S. Nel 1861 venne promosso contrarnrniraglio.

Ricardos (y Carri/lo, A11tonio). Generale spagnuolo (1727-1794). Nel 1746 combattè in Italia e dopo la battaglia di Pjacenza fu promosso colonnello. Incaricato ' della difesa delle colonie in America , venne promosso ten. generale nel 1770 e partecipò nel 1775 all ' impresa di Algeri. Nello stesso anno d ivenne ispettore gcn. della cavalleria; ebbe nel r 793 il comando dell 'esercito in Catalogna e combattè contro i Francesi sui Pirenei Orientali. Ricasoli (baro11e Vin, enzo). Generale, n . e m . a Firenze (1814- 1891). Partecipò alk gucnc {!cl Rlsorgimcnlo e alla spedizione io Crimea 1neritando la croce cl.a cav. del! 'O. M. S. e quando la Toscana fu annessa all a Cafa di Savoia, passò nell 'esercito sardo col grado di maggiore di S . M. Colonuello nel 1862, fu poi ispettore dc, depositi allevament i cavalli. ~cl 1874 ebbe il g rado d i magg. generak nella riserva. Fu depurato di Grosseto nella VII legislatura e di Scansano nella Vlll e X e venne nominato senatore nel 1881.

Ricca {di r:astelvecchio, conte Francesco l g,iazio). Generale del scc. XVlll. Divenne maresciallo di campo nel 1734 e luogoten . generale nel 1.737.

Ricc" di Caste/vecchio Giuseppe. Generale, o , a Bricherasio nel 1739, m. nel 1831. Sottot. d'art . Ricasoli V incenzo ntl 1763, passò tenente nelle galere e fregate nel 1764. Dopo la Restaurazione riprese servizio col grado di brigad iere ; nel 1815 venne promosso magg. genera le comandante la città d i Chieri e d opo poco fu collocato a riposo .


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Niaa di Cru:efrcccliio Francesco . Ammi raglio, m. ne l 1847. Guardiamarina nel 178o, si distinse nel 1792 ad Oncglia contro i rranccsi clell'ammiraglio Tru~uct, dai <1uali nel 1794 ven ne catturato insieme a tutto !"equipaggio dcll' ,, Ake,te " . Liberalo Jlel 1796, p:irtecipò alla difesa di Oneglia assediata dai Geno,·esi: ottenne non solo la lil-crazione della ciuà, ma conquistò anche Diano e Porto Maurizio. Per questa azione ebbe nel 1817 l'O. M. S. Dircnore del nuovo Collegio d i marina nel 18 16 e capitano di vascello nel 1817, ebbe nell'ano,, seguente il comando del 1° regg. equipaggi delle RR. navi. Nel 1823 ebbe il g rado di contrammiraglio; nel 1827 fu secondo presidente d ell 'ammiragl iato e nel 1830 comandò una divis. navale a Tunisi. Nel 1831 venne p romosso viceammiraglio. Ricca Carlo. Generale, n. a Saluggia nel 18'j8. Sonot. del gen io nel 1877, insegnò fortificazione alla scuola militare di Modena. Colonnello nel 19 u , (u capo ufficio delle fortificazioni a Brescia. J-;fagg. generale nel 1915, partecipò alld guerra contro l'Austria quale comandante del genio del I C. d'A . In P. A. nel 1919, assunse nel 1923 il grado d i gentralc di d ivis. e pas;ò nella riserv~ nel 1927.

Rlccardi (Gi:,seppe A111011io). Generale (16j9-1756). Col grado di colonnello guidò il rcgg. pro\"inciale d"l\'rca nelle guerre per la Successione di Polonia. Nel 1738 fu pro• 1nosso brigadiere d i fanteria e 11el 1739 ebbe il cornando del forte d i Demonte. Ricardi di l.a111osca Cesare. Generale, m. nel 1853. Percorse ,la carriera in fan teria e fu promosso colonnello comandante il 13° rcgg. nel 1834. Magg. generale aiuta nte di campo del Re nel 1838, cessò dalla carica nel 1845, e dopo di es5er stato governatore della fortezza di Ventirniglia fu collocato a riposo nel 1848. Riccnrdi come Eugenio Filibe,·to. Generale, n. a Vercelli, m. a Dordighcra (1825-1901). Tcn. nel genio nel 1847, partecipò alle campagne del 1848-49. 1859, 186o-61 e 1866 e meritò la menzionr. onorevole all'assedio d' Ancona e la croce da cav. d ell'O . M. S. nella car11pagna della Bassa Italia. Colonnello nel 1866, fu dircllore del genio a Napoli e poi ad Alessandria. Magg. generale comand:tnle territoriale del genio a Firenze nel 1874, fu collocato n ella riserva nel dl77 e nel 1893 fu promo,so tenente generale. J<iccnrdi Adolfo Giovan11ì. Generale, n. a Didla, m . a Rocca d"Arazzo (1838-1909). Sottot. del genio nel 1859, par1ccip/\ alla cmnpagna del 1866. Colonnello nel 1882, fu direttore delle officine di costruzione in Pavia e poi comandò il 2° genio . Magg. generale comandante territoriale del gen io a Verona nel 1891, comandò poi la brigata Siena. Nel 1894 fu 11asfcrito l al comando territoriale del gen io a N apol i e nel 1895 fu collocato in P. A. Nc:I 19()8 fu promosso ten. generale nella riserva._ Pubblici): " A !cune idee ir.torno a!l 'nr dinamcnto dei ~eggimenti del genio». Riccardi Arturo. AmmiraRiccardi Arturo i;lio, fratello cli Enrico, n. a Pavia nel 1877. Guardjamarina nel 1896, raggiunse il grado di contrammir. nel 1931, e di ammir. di divis. nel 1932.

Rie

Prese parte alla guerra Italo-turca cd alla Mondiale, g uadagnando una medaglia di bronzo. C'..omaudò il R. Arsenale di Taranto; fu nominato com:,ndaotc del C.R.E.M. nel 1932.

Riccardi 110b. Enrico. Generale, n. a Pavia nel 1878. Soltot. d'art. nel 1891!, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Partecipò alla guerra contro l'Austria; colonnello nel 1917, meritò due mcd. d'argento: una a S. Giovanni d i Duino ed una a Fiondar ove rimase ferito. Nel 1918 fu capo di S. M. del X C. d'A. Kel 1919 fu capo di S. M. del sc11ore <li Bolzano e nel 1921 ebbe la nomina :1 segretario del Consiglio de ll 'esercito. Comall<lante il 1° art. l'. C . nel 1923, ritornl> nello S. M . nel r925 cd ebbe un incarico speciale in Tripolitania. Capo dell'ufficio coordinamcmo al Ministero della guerra nel 1927, fu promosso genera le di br igata comandante !"art. del corpo d'armata di Alessandria nel 1930. Nel 1931 fu addetto al comando dc;ignato d'armala di Torino, ed in questa carica fu promosso generale di divi,ione nel 1933. Riccardi Bcuede//o. Generale, n. a Sassari nel 1867. Sottoten. d'art. nel 1886, partecipò alla guerra eritrea del 1895-96 ed a quella libica e meritò la mcd. d'argento a J)crna (1912). Colonnello nel 1916, andò in posi:<ionc ausiliaria nel 1917 e nel 1929 fu promosso generale di brigata nella risern.

Riccardina (Ba11agli11 della) . V. Molinella. Riccardo (Cuor di leone). Re d' Inghilterra (1157-rr99). ':.alì al trono nel 1189; nel u 90 partecipò alla Crociata, vincendo i Musulmani ad Ascalona; tornato in p,uria, nel r 192 venne fatto prigioniero dal duca Leopoldo VI : liberato,i nel 1194 combattè contro il re di Francia sino al 1r99. Morì per ferita riportara in uno . scontro con un vassallo.

U.iccardo 1 conte di / /versa, m. nel l 708. Nel 1059 ebbe clal papa Nicola I[ l'investitura di Capua. Impadronitosi di Gaeta, aiutò Robeno Guiscardo nella conqui.ta di Salerno e morl durante l 'assedio di Napoli. Riccardo Grazio/i La111t·. Cannoniera di scorta, varata nel 1912, in servizio dal 1917 (ex « Falco •, poi ~Abisso »); cli~locamento 400 tonnellate, velocità 12 nodi, potenza 550 cavalli, armamento 7 caunoni da 76 e 4 m itragliatrici. Dal 1921 prese il nome della medaglia d'oro G razioli.

Ricchetti (Aurelio). Generale, n. nel 1876. Sottot. di art. nel 1896, frequentò la scuola di guerra, passò nel corpo di S. M. e nel 191~-1915 insegnò storia mii. nell 'Accademia mii. di Torino. Partecipò alla guerra contro l'Austria; colonnello nel 1917, fu nel 1918 capo di S. M. all'intendenza della I armata. Dopo la guerra fu addetto alla di rezione superiore delle Scuole mii. ; nel 1923 fu addetto alla segreteria òel Consiglio dcli 'esercito e nel 1924 ebbe il comando della scuola centrale d'art. Promosso generale di brigata nel 1926 , comandò l"nrt. della Sardegna e nel 1931 fu ispettore d i mobilitaz ione del.la div is. d i Mil:1no. "Kcl 1932 venne promosso generale di d1vis. comandante la di,•is. mii. di Asù. Pubblicò: • La guerra nella Penisola Balcanica» (1912-13). Ricchiar di (Giacomo). Generale, 11 . nel 1851. Sottol. dì fanteria nel 18jo, frequentò poi la scuola di gl!erra. Co-

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lonncllo nel 1902, comandò successivamente distretti mii. di Porll e di Parma e nel 1907 andò in P. A. Nel 19 13 fu promosso magg. generale nella riserva. Pubblicò opere letterarie, fra le quali il " Romanzo di un ufficiale » . Ricci (d' Ando11110, CO/Ile Alessandro). Generale, o. nel 1712, m . a Cuneo nel 1794. Ufficiale di fanteria, combatti', distinguendosi, nelle guerre per la Successione di Polonia e d'Austria. Colonnello, comandò il rcgg. pro' ino,1lc di Ivrea od 1ì66· Brig:o<liere di {:uncria nel 1771 , fu promo,so luogotcn. Ricchiarùi Gincomo generale nel 1774, sempre restando al comando del regg. Ivrea. Nel 1775 fu nominato gm·ernacore ddla città e provincia di Susa; nel 1781 passò a governare la città di Casale ed il duc:1l0 d el Monferrato e ud r786 la citi,, e provincia di Novara. Generale di fanteria nel 1788, ebbe il go,·crno della ciuà e del contado di Nizza nel 1789.

Ricci d'Andonno Paolo Antonio. Generale del sec. XVlll. Ufficia le nel regg. fucilieri, divenne brigadiere di fanteria nel 1784. Comandò la città di Novara e nel 1787 fu goV('rn:uorc di Chiva~so. Magg. generale nel 1789, comandò la cittadella di Torino. Nel 1793 fu governatore in 2• della città e provincia di Cuneo e pochi mesi dopo venne giubibto./

Rù-ri d'l111do11110 Carlo. Genera le del sec. XVII I. Ufficiale di cavalleria, passò nelle guardie del corpo col grado di corn.:tta od 1781. Ebbe il grado di colonnello nel 1790, di brigadiere nel 1793 e di magg. generale nel 1796. Ricci Guido Giuseppe. Generale, n. ad Acqui, m. a Parigi (1777-1857). Arruolato in art. a 14 'anni e luogoten. nel 1793, partecipò alle guerre contro la Francia dal 1794 al 1796 cd entrato nell'esercito francese a quella contro l'Austria de) 1799 e 18oo, e poi alle successive guerre napoleoniche, meritando a Friedland la legione d'onore. Nell.i Spagna partecipò agli assedi di Saragozza, di Lcrida e di Tortosa, dove fu gravemente ferito. Colonnello nel 1811, nei Cento giorni comandò l'art. dì riscr\la a Vinccnnes. D1rcltore dell'art. a Grenoble nel 1816, ebbe nel 1823 il comando d'art. del corpo d'oc,upazione di Spagna coi grado di maresciallo d i campo. Ritornato in Francia, ebbe nel 1825 il comando della scuola d'art. di Auxonne; dal 1826 al 1830 ebbe il comando di quella di Tolosa e poi ~ndi, a riposo. Rit'ci marcl,c.,e Giuseppe Fm11cesco . Generale, n. a Genova nel 18n , m . nel J881. Tenente nello S. M. nel 1829, fu applicato a la\'Ori geodetici. Deputatr, dc La Spezia nella JJI e IV legislatura, fu cl,iamato dal nunistrn Pareto alla ,egreteria generale degli esteri ma !.,sciò l'incarico per partecipare alla campagn~ cld 1849 : ca po di S. M. del duca di Genova, meritò la mcd. d'argen10 alla Sforzesca e ~ovara. Ten. colonnello vice direttore dei lavori topografici del corpo di S. M., fu promosso colonnello dircllore di detti la\'ori nel 1856. Magg. generale nel 186o, e 1cn. generale nel 1862, fu prcsi<lente del comitato dd corpo di S. M. e poi membro della commissione pennanenie per la difesa dello Stato. Delegato per l'Italia nei congressi internazionali per la 1ni,ura dell'arco meridiano,

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andò a riposo nel 1871. Pubblicò qualche la,·oro di geodesia. Rù-ci ,na,-chcsc Angelo. Ge nerale dei Carabinieri, o. a Genova, m. a Roma (1820-1893). Sot1ot. di fanteria nel 1840, passò poi nei Carabinieri, di,·enne colonnello nel 1866 e comandò le legioni di Napoli e di .Milano. Magg. generale nel 1876, fu addetto al comitato clcll'arma e nel 1893 fu cotlocato nel la riserva. Ricci-Cap,-it1ta Enrico. Generale, n. a Torino, m. a Ho, scomarengo (1822-1896). Tenente d'ari. nel 1842, partecipò alle campagne del 1848, 1849 e 1859 e meritò la mcd. d 'argento a Novara e la croce da cav. dell'O. M. S. a Palcitro. Colonnello nel i863, comandò il 4° art. e poi l'art. di Verona nella quale carica fu promosso magg. generale nel 1872. A riposo nel 187i, fu promosso ten. generale nel 1893. Ricci Agostino . Gcnernle e scrittore mii., n . a Savona, m. a Torino (1832-1896). Lasciata l'università a Genova accorse a Milano nel 1848 per arruolarsi nei volontari lombardi come so1101enentc. Passato nell 'esercito sardo nel 1849, cnmbattè in Crimea nel 1855-56 e su quella campagna pubbl icò u no serino intitolato « In Crimea ». Distintosi ncJJ:, campagna del 1859 meritò a Pozzo!engo la mcd. d';irgento. Passato nel corpo di S. M., fu nel 186o Fecondo commissario per la delimitazione della nuova frontiera colla Francia. Professore d'arte militare dei RR. princip i nel 1861,, ebbe nel 1864 una speciale missione ir, Tunisia. Dopo aver panccipa10 alla campag-na del 1866, passò all'ufficio superiore dello S. M. Nel 1867 ebbe il comando ,n 2• della scuola di guerra o,·e rimase colla promozione a colonnello a,·venuta nel 18jo. Magg. gcnernle nel 1877, comandò la 2" brigata d i fa nteria e poi la brigata Cremona. Comanda nte in 2" del corpo di S. M. nel 1882, venne promosso lcn. generale nel 1884 e nell'anno seguente passò a comandare la di"is. mil. <li Cuneo. Nel i 891 ebbe il comando del II C. <l'A. e nel 1895 andò in P. J\. Depuwto d i Be lluno nell a XV e XVI legislatura, fu nominato sen atore nel 1894. Scrisse numerose opere, fra cui: « Introduzione allo studio dell'arte militare»; • Appunti sulla difesa d'ha ha • ; • Le piazze di Piacenza e Stradella nella difesa nord-est d'Italia •; « La nostra difesa interna dçll a valle del Po»; « Dell'insegnamento dell'arte milirarc " ; « La brigata di fanteria nel combattimento»; « Un volontario del 1848-49 • ·

Ricci Agostino

Ricci Carlo

Ricci Carlo. Generale, n. a Pisa, m. a Genova (18501920). Sottoc. di cavalleria nel 1869, frequentò poi la Scuola di guerra cd insegnò tattica alla Scuola mii. d i Modena. Colonnello nel 1898, comandò i Lancieri d i Mon tcbello. Magg. generale comandante la 6• brigata di ca,•alleria


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nel 1904, fu promosso tcn . ge11eralc ucl 19 10. Comandò la divis. mii. <li Gcuova e nel 1914 audò in P. /\ . Richia• mato in servizio durante la guerra, vi rimase sino al 1919 e comandò il C. d'A. territoriale di Palermo. Pubblicò : ,, Note sulla cavalleria con ampio svolgimento del servizio di avanscoperta >> .

Ricd-lfr111a11i 110b. di firen u e di Pontremoli lfrma110. Generale, n. a Pontremoli nel 1859. Sortol. dei bersaglieri nel 1877, frequentò la Scuola di guerra, passò nel corpo <li S. M. e divenne cnlo,1• nello nel 1902. Comandò il 75° fanteria e poi fu capo di S. M . <lei Vl C. d'A. Magg. generale nel 1909, comandò le brigate Regina e ncrgamo e fu iu L ibia nel 191t e 1912 comand:mtc della d ivis. speciale. Collocato ne lla riserva, venne ri'çhianrnto per la guerra con-

tro l'Am1ria; pr<>111osso ten. generale nel 1916, ebbe il comando della 37~ d ivìs. e per la difesa cli Val Laga• n na mento la com1ncnda Ricci-Armani Armano dcll'O. M. S. e fu riammesso ìn, S. A . ·p. Nel 1917 comandò successivamente jl XXIX, !'Vili C. ,l'A. e le truppe degli Alripiani. Cessata la guerra , coma ndò la clivis. di Verona. Passato in P. A. S. nel 1920, assunse il grado di generale di C . d ' A. nel 1923 e nel 1931 anelò nella riserva.

Ricci Lotte~i,,gi del Riccio barone Gi11/i11110. Generale, n. " Firenze nel 1861. Sottot. d'art. nel 1880, frequentò la scuola di guerra; colonnel lo nel t913, comanrlò la sctiola centrale d'art. da fortezza. Partecipò alla guerra contro l'Austria e fu promosso magg. generale per mer ito di guerra nel 19r5. Comandò l'art. del VI C . d'/\. poì quella della zona di Gorizia, e nel 1916 meritò la croce da cav. dcll 'O. M. S. su lla Vcrtoibizza. Comandirntc dell'art .. della 2>- e poi dcll '8" armata, per le azioni sul Mo ntello fu promosso tcn. generale per merito di g uerra e per la baitaglia cli Vittorio Veneto ebbe la croce d'uff.. dcli 'O. M. S. Dopo la g uerra fu ispettore d'art .; nel 1924 comandò la ciivis. m ii. di Salerno e nel 1925 venne promosso generale di C. cl 'A . comandante il C . <l'A. di Firenze. Nel 1928 fu collocato in P. ,\. Ricci Edoa.rdo . Generale, n. a Livorno nel 1864. Sottot. ciel genio nel 1885, raggi unse il grado d i colonnello nel 1916. Partecipò alla g uerra contro l 'Austria e comandò il genio del Il C. d'A. Dopo la guerra comandò 1'8° genio e poi ìl genio ciel C. cl'J\. cli Bologna. Tn P. A . S. nd 1920, fu promosso generale di brigata nel 1924, e nel 1928 passò nella riserva .

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guerra due mcd. cl i bro uzo . Panccipò ali 'impresa fiuman.1 e poi a.I movimento fascista. fondando il Fascio di Carrara e comanda ndo ìl gruppo delle legioni capuanc ciuramc la Marcia su Roma. Nel 1923 divenne Console gc• nerale, al corn auclo delle dette legion i; fu anche vice segretario gcnernlc del Partito Na1.ìonalc Fascista . Deputato nel 1924, venne succcssi,,amcmc rieletto. Nel 1927 assuns~ la presidenza dell 'Opera Nazionale Balilb; nel 1929 d ivenne sottosegretario di Stato per l'Educazione fisica e giovanile.

Ricciardelli (con/e Ft1bio). Generale, n . a Faenza . 111. a Brisìghclla (1806-1900). Emigrò da giovane in Baviera. si arruolò in quell 'cscrcito, partecipò alle campagne del r866 e ciel r870-7r e raggiunse il grado <li magg. generale. Ricciardi (l:11ore). Genera le medico, n. a Pomarance , m. a R oma ( 1834-1909). Medico di bgl. nel 1861, partecipò alla campagna del 1866. Dopo essere stato direttore clcll'ospc<lalc mii. cli Roma, fu nel 1892 promosso colonnello segretario all'ispettorato d i sanit,1 mii. Ispetto re nel 1896, andò in P . A. nel 1897. Magg. generale medico nella riserva nel 1899, fu promosso teo. generale dicci anni dopo. Ricciardi Marino. Generale, n. a Napoli nel 186 1. Sot• toten . d i fanteria nel 1880, raggiunse il grado di colo nnello nel 1913. Comandò il 68° fanteria e con esso entrò in guerra cont ro l'Austria. Magg. generale nel 1915, comandb successivamente le brigate Roma e Pistoia e .nel 1917 !u collocato nella riserva . Trattenuto in serv izio, vi rimase sino al 1919. Nel 1923 assunse il grado di generale d ì clivis. nella riserva e nel 1930 venne collocato a riposo . Riccinrdi Luigi. Generale del genio navale, n. a Napoli nel 1872. Guan-liamarin:i nel 1891, divenne magg. generale ciel genio nava le in P. A. 11d 1932. Prese parte alla spedizione dei Darcbnelli guadagnandovi una mcd . d i bron'l.O e la promozione a capita1lo per merito di guerra. Prc~e parte alla guerra Mondiale e divenne colonnello nel 1922. Fu dircnore del le costruzioni navali e meccaniche di Taranto cbl 1926 al 1930.

Rkci Renato

Riccicri Ful\fiO

Ricci Italo. Ammiraglio, n. ad Asti, nel 1867.• Guardiamarina ne] 1886, raggiunsr. il grado di contrammi r. nel 1917, d i viceam mìr. nella riserva nel 1923, di ammir. d i squadra in A . R. Q. nel 1926; fu collocato a riposo nel 1931 , Prese parte alla guerra Italo-turca cd alla guerr,1 Mondiale. Fu direttore generale degli ufficiali e <lei servi,,;ì militari e seicm ifico al ministero della marina nel 19171918, giudice effettivo del Tribunale supremo di guerra e marina nel 1919-20.

Ricci Renato. Luogotenente generale della M. V . S. N. , n. a Carrara nel 1896. Volontario nel 1915, guadagnò ìn

·Riccieri (Fuluio). Generale, n . a Perugia. 111. a Duìno per ferite cli guerra (1862-19 17). Sottot. di fanteria nel 1882, e ntrò in guerra contro l'Austria al comando <lei 3• fanteria e nel 1915 fu promosso colon;,ello . Nominato co. mandante la brigata Puglic nel 19 16, combattè ne! senorc Vallarsa- Pasubio e meritò la croce da cav. dell 'O. M. S. sull' Alpe di Cosmagnon. Magg. generale nel 1917, combattè sul Carso: il 4 giugno, in un 'azione a Fiondar, rimase due volle gravemente ferito: catturato dal nemico in gravissimo stato~ morì <liciotlo giorni dopo.

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R iceio. Così fu chiamata una g rossa trave, lunga su per giù quanto è larga una breccia ordinaria, guernita <li lunghe punte d i ferro, la quale trave si faceva rotola re g iù per la breccia stessa, per impedirne l'accesso al nemico. O anche una ampia tavola, da collocare allo stesso scopo nella breccia.

Riccio f11/mi11a111c. V . Barile fu/111i11a11/c.

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raie nel 1912, venne r ichiamato nel 1915 ed ebbe il co• mando della fortezza di Altare-Vado.

Ricettazione. Reato contemplato negli art. 223 C. P. E. e 246 C. P. M. M. Consiste nel fatto del militare che rircvc, compera o si intrCJniette per vendere cose provcw niemi da furto, truffa o appropriazione inckbica. La pena, se vi fu previa 1nteliigenza coli 'autore <lei furto, della truffa e dell'appropriazione indebita, è per complicità in detti reati; se non vi fu previa intell igenza, la pena va eia due mesi di carcere nulitare alla reclusione militare.

Richelieu (Fnwce,co Du Ple;,is de) . Capitano francese (r548- r590). Si dist inse in varie guerre: nel ,578 era gran prevosto di !'rancia e nel 1590 ebbe il gra.do di capitan? delle guardie del re.

Riccio! io (co1Jte Luig,). Ccocrale, n . e 111 . a Torino (1834- 1902).

Sottor. d'art. nel 1854, nella e a m p a g n a del 1 859 meritò la menDue forme di Riccio zione onorevole sulla S,:,ia e la mcd . d ':irgcnto alla Madonna della Scoperta; nella campagna del 186o fu decorato della croce da cav . dcll'O. M. S . per la presa di Perugia. Colonnello nel 1877, comandò 1'8° art. e dal 1882 fu dirc1tore d'arr. a Torino . Magg . generale nel 1884, comandò le brigate .Pi11erolo e Siena e nel 1887 v<·nne collocato ,i riposo.

Ricciotti (Nicola). Patriota, n. a Frosinone, m. a Cosenza (18011844). Nel l 820 partecipò ai mori P.olitici di Napoli . Imprigionato dal go"erno pontificio, fu rinchiuso nel forte di Civita Castella,ia sino al 1831. Liberato, andò ad Ancona a comandare una colonna di volonRicciolio Luigi tari per la difesa di questa città. Emigrato in Francia e poi nel la Spagna divenne tenente e si distinse nei combattimenti contro i Carlisti . Nel X8{l lcntò di venire jn Italia: arrestato in Fr:rncia, crrùgrò a Lond ra dove prese accord i con Mazzini per una spedizione ,ulle coste italiane. A Corfù si unì coi fratelli Ban-

diera; arrestato a S. Giovann i in Fiore, venne con lo ro fucilato a Cosenza.

Ricl1elie11 Armnndo Cio11n1111i (1)11 Plcuis ,h-). Cardi 11ale uomo d1 Stato francese (1585-16,12). Primo ministro di Luigi Xlii, r.iuscì a <lare al regno una potenza predominante in Europa. All'interno domò le est reme ribellion i dei Protestanti, ai quali tolse J'ultima piazzaforte, La-Rochelle, diri,(lcnd0>1c l'assed io, e abbassò il potere dei nobili e del Parlamento di Parigi; a Il 'estero, vartccipando alle guerre europee o suscitandole, indebolì l"Austria c la Spagna a va11t:iggio della Fr ancia . Visse molto in mezzo agli eserciti, e vi organizzò, con ordina11z.e del 1629, il servizio san itario, Stabilendo che in ciascun rcggime!llo fossero un 'infermeria e un certo numero di ,·hirurghi, e che si istituissero ambulanze e ospedali da campo. Inoltre. organizzò la marina <la .i:ucrra, coadiuvato dall'ammiragli"> Rasilly. e

Rid1elic11 Luigi Franusco (D11 Plc,sis dc). MaresciaJlo di Francia ( 1696, 1788). Soldato e diplomstico, partecipò alla guerra colla Polonia. Luogoten. gen. del re, contribul alla ,· ittona Ji Fontenny. Amba,ciatorc a Dresda nel 17~6, nel 174S liberò Genova dagli Austriaci e meritò il bastone <li maresciallo. Fu poi governatore della Guycnnc. Capo dcl'a spedizione contro l'isola di Minorca, si segnalò alla presa d i Porto Mahon. Ricl,c/icu Amu111do Emn1J11clc (D11 Plessis dc). Duca francese (1766-1822). Emig rato nel tempo della rivoluzione, divenne generale 11:sso e governatore di Odessa. Rientrato in Francia fu nel 1814 nom inato Pari di Francia e mi• r.istro; nel 18J5 onen!te che ! 'occupazione straniera in F ra ncia fosse ric.lotca da 7 a 5 an ni , e nel 1818 ottenne un 'ulteriore riduzione. Richelmi (conte Cnmillo). Generale, n. a Torino, 111. a Casale ( 1706-Ji76). Ufficiale di fanteria, djvenne colonnello comandan te i l regg. p ,ovinciale di N izza nel 1755; nel 1757 passò al rcgg . provinciale Mondovì e nel 1761 !u promosso brigadiere. Dal 1762 al 1769 coman dò i l regg. fucilieri . Magg. generale comandante la città di Torino nel J 771, fu nomi nato pochi mesi dopo governatore dclb città e pro,·lilcia di Casale e nel l 77+ venne promosso luo• goten, generale.

Ricciorti Nicol[I

Il cardinale di Richelieu

Ricco (Biagio). Generale, n . ad Ottatj nel 1848. Souor. d'art. nel 1868, per l'inondazione del 1872 meritò un at testato di benemerenza. Colonnello nel l!)OJ, comandò il 10" art. e nel 190; fu colloc~to nella riser\'a . Migg. gene-

Richelmi di Bovilc come Bar10/0111eo. Generale, Jiglio del precedente, 11. e m. a Torino ( 1756-1816) , Cornetta in cavalleria nel 17p, partecipò, come ufl1cialc superiore, alle campagne contro la Francia <lai 1792 al 1796. Colonnello ne! 1814, ebbe il comando del regg. Piemonte Rc;ile e cinque mesi dopo d ive1111e ispettore d i cavalleria. Magg. generale nel 1815, ebbe nello stesso anno il Collare della SS. An nunziata.


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R ichemont (barone Luigi .rltigwto). Generale france,e (1770-1855). Fece le campagne d 'Italia sollo il Buonaparte. Dopo }a disfatta d i Mosca, fu alla difesa d i Danzica. N el 1814 ebbe la nomina a maresciallo di campo.

Richcmonl Luigi

Richepansc Anlonio

R ichepanse (A111011io). Generale francese (r770-18o2). Volonrario nell 'armala del Reno, divenne generale dopo Allcnk irchen (1796). In Jtalia nel 1799, cornbattè a Novi meritandosi il grado di generale di divis. In Germania nel 1800, si distinse a llohenlindcn. Governatore della Guadalupa nel 1802, frenò la ribellione dell'isola. Richeri (Vi11ce11.z o). J\mrnira;;lio, n. nel 1852 a Calice Ligure, entrato in 1crvizio ad 1866, promosso eontrammir. nel 1909, ammir. di divis. nella riserva nel 1923; collocato a riposo nel 1929. Prese parte alla campagna d'Africa dd 1889-90. Richetta (di Valgoria , Guido). Ge nerale, n . a Villanova d'Asti, 111. a Torino (J844-1 917). Sottot. di cavalleria nel 1866, partecipò alla g11erra di <1ucll 'anno. Colonnello nel 1896, comandò i lancieri d'Aosta e nel 1898 Cu collocato in P. J\. Nella riserva venne promosso magg. generale nel r908 e tcn. generale nel 1914. Richiamati. Sono i militari in congedo che vengono ,ich1amati alle armi o per i.stru7.ione, o per esigenze di ordine pubblico o per mobilitazione. 11 richiamo per mobil itazione è quello che dà luogo al maggiore movimento di affluenza alle armi, in quanto si riferisce, d i massima, &Imeno ad alcune classi. Sulla base del numero dei comandi, corpi e reparti che i centri di mobilitazione devono completare o costituire ex novo in caso di mobilita1.ione, viene calcolato il numero delle classi da richiamarsi dal congedo cd assegnato ai centri d i mobilitaz ione i l quantitativo di R. necessario al completamento od alla costiruzione degli enti che i centri stessi debbono mobilitare. Tale assegna zione quantitativa viene comunicala ai distreui, i quali - a loro volta - procedono alla ripartizione nominativa degli uomini in congedo, fra i cen tri di m obi li tazio ne cui devono fornire il personale. In caso d i r ichiamo a lle armi - il che può av,·eni,e o a mezzo cartolina preccuo o a mezzo di manifesto o con sistema promiscuo, gli uomini in congedo affluiscono, secondo gli ordini, o direttamente al centro d i mobilitazio ne cui sono stat i nssegnati dal distretto, ovvero si presentano al distrctlo medesimo il quale provvede in tal caso a riunire i richiamati per centro cd a farli accompagnare indrappellati a destinazione. I centri d i mobilitazione, via via che ricevono i richiamati, li vestono, li armano e li assegnano alle unità che devono completare, ovvero formano con essi i primi n uclei delle unità che de,,ono cos1iruire ex novo. I R. delle classi più anziane, destin3ti a reparti, ausiliari, hanno come cen-

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tri di mobilitazione i d1slr<tti cui app~ncngono cd a questi ultimi, pertanto, ,i presentano. Gli ufficiali arAuisco110 a l centro d i mobilitazione indicato nella cano lin:, precetto. In caso che qualche ufficiale non riceva dcua cartolina, si presenta all'eme che l'ha in forza (distretto ,e ufficiali inferiori, comando di divis. se ufficiali ,upcriori) . (V . anche Evocato).

Richiamo alle armi. J":. la di,posi;,,ionc mediante la quale uno o più militari in congedo vengono richiarn:lll alle armi per un periodo limitato od illimitato di servizio. Richiami alle armi 1x»sono essen·; In J;truzionc; per esigenze di ordine pubbl ico; per mobilitazione. Q11ell i per istruzione hanno durata breve (un mcS<;: o poco più :ti massimo) e rispondono allo scopo di far nuo,amente acquisire al soldato in congedo la piena capacità opcr.,tiva. Di massima si riferiscono a una parte Jimirnca del cont ingente in congedo. Quell i per esigenze d i ordine pubblico, hanno durata imprevedibile e sono contingemi, ,·aie a dire rispondono a neces\ità occasionali quali: ri\'Olte, sommosse, gravi disaslri. La forza da richiamare è anch'essa imprevedibile a priori es endo diretta con-;cgucnza della necessid che viene a manifestarsi . Quello di mobilitazione è di gran lunga il pi,, vasto. Anche in casi di limitata cncnsione, riOerte, in genere, almeno ~!cune classi. Nell'eventualità di mobilnaz,one getterai,· e di conseguente conflitto può rineue,e grande parte delle dassi in congedo cd anche gradualmente giungere a comprenderle 1uue. Richieri (di Montricl1ieri, luigi Maria). Generale, n. a Bra, m. a Torino (1771l 835). Sotcot. di fanteria nel 1791 passò ne, CC. RR. nel 1815. Colonnello nel ,S;,2, comantlb in 2• il corpo dei CC. RR. e dal gennaio r831 in prima . .Magg. generale nel no,·embre 183,, fu nominato comandante generale dei CC. RR. nel1'anno 1833.

Richicri Luigi

Ricl,ieri Giuseppe. Generale, n. a Mondovì nd 1865. Sottot. di fanteria nel 1884, andò in P. A. col gra<l-> di capitano nel 1912. Richiantato durante la guerra contro l 'Austri~, divenne colonnello nel 1917. Trasferito nella riserva nel 1921, fu promosso generale di brigata nel 1929. Richmond, Ciuà degli Stati Uniti, capitale ddla Virginia, sul Jamcs Rivcr. Fu comuita nel 1742, e nei 1782 incend iata dagli Inglesi, durante la g uerra d i Indipendenza. Nella guerra di Scccs~ionc f-u capitale degli Stati del Sud, e intorno ad essa si svolsero aLioni milirnri della più grande importanza, costituendo la sua occupazione il principale obbieuivo delle truppe federali.

I. Prima marcia su Richmond (1862) . Dopo I:, battag lia di Williamsburg, il 9 maggio le truppe federali, comandate da Mac Clellan, ebbero libero anche lo James River, poichè il giorno stesso il capitano della corazzata confedera ta Merrimac in un momento di panico l"a\'eva incendiata. Così furono ·(alte avan1.are k can no niere col Monitor, fermale però dal fuoco del forte Darling ;i 12 Km. da R., mentre la trupµa a,•anzava prima seguendo il corso del James River, poi del Pamunkey. Le cannoniere

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aprivano la strad-a lungo i corsi <l 'acqua, mentre a breve distanza seguivano i topografi che, scortati da d rappell i <li cavalleria, riconoscevano i l paese e ne facevano ;1 sommario· ri lievo su l quale si predisponevano i movime nt; per il giorno successivo. L 'esercito era accompagnato da un numeroso carreggio, scortato da circa un quarto dc].

l'iatera forza. La truppa avanzava per brigate, seguita dal bagaglio, sl che, ùata la scarsezza delle comunicaz lo ni, enormi erano gli alJuogamcnti delle colo nne in marcia,

lentissimo il movimento . A rifornire l'esercito (100. 000 u.) che avanzava come una immensa ca rovana, 3ccorrevano da ogni parte, per cammi ni trasversi aperti 3.ttravcrso i

boschi dalle trnppe del genio, immensi convogli d i carri. li 16 maggio i Federali cominciarono a seguire la Yor!<River-Ra il-Road , che andava d iritta sull a capitale nem ica. I Confederati aveva no concentrato d inanzi a R. tllll.e le loro fo,-;:e, riuscendo a superare la preponder'1nza numerica d el nemico , il quale si era indebolito lasciando guarnigioni a Yorktown , Glouccster e Williarnsburg. Mac Clellan, giunto a dieci migLia da R ., a Bottom Br.idge, sul Ch ickahomini, si fermò, in attesa delle truppe del gen. Mac Dowel (30.000 u.). Questa fermata segnò l'insuccesso della spedizione, perchè il prcsidc-ntc Liacoln, impressionato per i movimenti del gen. confederato Jackson nel Maryland, temendo per la sicurezza ~lclla propria capitale, impose al Mac Oowel d i ripiegare su Frcdcricksburg. Dopo l'incerta battaglia d i Fair Oacks e la b:<ttaglia dei « Sette giorni», detta anche d i Rich mond, Mac Clellan fu costretto , alla fine di lug lio, a ripiegare rinunciando all 'operazione progettata, e venne sostituito nel comando dal gen. Pope. Il . Seconda marcia m Richmond (1862). F allito il primo tentativo, i l governo di V/ashic,gton ne decise un secondo . [] gcn. Pope, con le divis. Mac Dowcl,·- Banks e Sigel, ne ebbe l'incarico, coad iuvato da parte dell"eserci to del Potomac, di cui aveva assumo il comand0 Mac Clellan . La d irezione 'suprema delle operazioni era affidata al ge□ . Hallcck. Iniziato il movimento, il r7 luglio il Pope raggiungeva senza trovare ostacoli Orange Court House. Uno scontro avvenuto l'indomani con un distacca.incnto avverw

sario, determinava il Pope a fermarsi per concent rare le sue forze. Si giunse così fino ai primi d i agosto. Mentr~ però tutto erJ p ronto per la nuo,·a av--:111zata, si seppe che considerevoli forze dei Confederati si stavano avvicinando. Allora il Pope, ripiegando col grosso d ietro il Rapidian fìno a Culpcper, lasciò avanzare la sola d i\'is.- Banks, che, affrontata da forze superiori il 9 agosto, fu pienamente sconfitta a Ctxlar Mountain. D urante l'armistizio stipulato per raccogliere i feriti e seppellire i morti, mentre il gen. Lec accorreva a rinforzare Jackson, lasciando d i fronte alle posizioni del Mac Clellan solo un sottile velo d i truppe, quest'ultimo, avuto dal governo fed erale l'ordine di imbarcarsi in fretta per soccorrere la capitale che si riteneva n1inacciata, riuniva intorno a ,vashington la sua armata. Dal canto suo il Pope, dopo la sconfitta del Banks, si portava a nord del Rappahannoch, dove, rinforzato da reparti del Mac Clcllan, r iuniva circa 60.000 u. di fronte ai 70.000 che, sulla r iva meridionale, vi avevano portato Lcc e Jackson. In questo periodo poco mancò che i l gcn. conJe<lerato Suart non ca tturasse Pope con tutto il suo srnto maggior<'.!: guadato inosservato ii fiume, con un mig liaio di cavalli egli riuscì a sorprendere il Q. G. nemico a Catlctt Station , catturandone la i ntera guarnig ione, costituita <l i 4 cp. di carabi nieri; il generale non fu preso perchè in quel momento si t rovava in ricognizione. li movimento dello Smart fu seguìto d a Jackson,

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il quale, abilmente manovraudo, giunse con 30.000 u. il 27 agosto sulle comun i,·azioni dei Federali, costringendo il Pope a r ipiegare. La sera del 29 a Bull Run gli avversari si incontrarono, e i Federali, sconfilli, erano costret ti a ripiegare dieyo le opere di Alcxandria. Anche il secondo tentativo surla capitale sudista era così fallito. Ili. T erza marcia su Richmond (1862). Ricostituito l'esercito dopo la battaglia di Antietam, i l governo federale ordinò al gen. Mac Clellan d i marciare ancora su R. li movimento, ini,.ia10 il 25 ottobre, inte rrotto per I 'improvvisa p iena del Potonuc, fu r ipreso il 2 novembre . Intanto i Confederati ripiegavano la dr. (Longstreet) fra il Rapidian c il Rappahannock e la sr . (Jackson) sul Shenandoah, prendendo cos\ una sistemazione a cordone di fronte ai Federali, raggruppati l'rcsso W arrenton. Fu in questo momento che per ragioni più politiche che militari, e con g rave danno per la disciplina, il gcn. Mac Clellan fu sostituito dal gen. Burnside. Questi, meno anziano di parecchi fra i generali d ipendenti, non aveva nè il necessario ascendente sulle truppe nè la capacità d i comandare un esercito d i 1 20. 000 u. Il movimento doveva effettuarsi da Fredericksburg, eludendo la sorveglianza ne mica con u na finta su Gordousville. Ne seguì la battaglia di Fredericksburg nella quale i Federali furono completamente battuti e anche questo tcntati,;o finiva con LI n

insuccesso .

J V. Quarta m arcia su Richmond (1863). Il pia no del nuovo tentativo concordato d al gen . Hooker con l'Ja)leck, fu il seguente : a) azione d imostrativa contro Fredericksburg, pet impegnarvi le forze de i Confederati; b) azione risolutiva a momt dell a posizione nemica per aggirarne il fianco sr. e piombare - sulle sue tomunica1.ion i i n vicinanza. di R., presso Chancellorsville; il Lee, chiuso fra il fiume e l'esercito federa le, sarebbe stato costret to ad arrendersi a d iscrezione. Le forze di Hooker eran.o doppie di quelle dell'avversario: 1 ro .ooo u. co ntro 60.000. Il movimento si iniziò il 27 aprile : le divis. n• (Howard) e 1 2" (Slocum! t raversarono il Rapid ian a Germania Ford, la 5• (Mca<le) a Elys Ford . Intanto ]a 1" (Reynold), la 3• (Sickles) e la 6• (Segdwick), dovevano spingersi su .F redcr icksburg per impegna re il Lce. Il 30 a mattina le tre divis . dell'ala av volgente marciavano su Chancellorsville senza quasi incon trare resistenza; così il Lee, che solo i l 30 seppe del mov imento, mentre i corpi che lo fronteggiavano iniziavano l 'azione din1ostrativa, si venne a tro~ vare in posizione centrale rispetto a i Federali. Senza por tempo in mezzo decise di prevenirli. Lasciato un sottile velo di tr;,ppc sulle posizioni d i Fredericksburg, nella notte sul 1<> maggio marciò col rimanente su Chancellorsvillc, dove l'avversario aveva riunito 65.000 u. Solo al mattino del 1 ° maggio Hooker dette ordine alle sue truppe di occupare le posizioni presso Tabernacle Church per tagliargli la strada, e soltanto verso le I I queste si m isero lentamente in marcia ndl 'in trico della foresta di Wilderness . A:lla stessa ora Jackson si era mosso d à Tabernacle Church e marciava su Chanccllorsville. Gli avversari si incontrarono presso una -località detta G~~a Newton; i Federali l'avevano occupata e i Confedera ti volevano riprenderla. A poco a poco, col giungere d i sempre nuov i rinforzi da una parte e d all 'a!tra, 45.000 dei pr imi erano impegnati contro 35.000 dei secon,!i, quando Hooker dette l'ord ine d i ripiegare: nel.ie posizion i d i partenza, invano spinto dai suoi a insistere nel! 'azione fa\'orevolmcntc avviata. Giunta la notte, coi Confeder3ti alle cakagn:,i le ò ivis. si trincerarono sul posto, in posizioni scel te in fretta,

all 'oscuro, senza collegamenti. Intanto Lee aveva raggiunto


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Jackson , deciso a <lare battnglia al pi/, presto nel <lubbio che le poche forze lasciate a Frcdericksburg fossero insufficienti a tenere testa alla preponderante massa nemica. Ne seguirono le giornate di Chancellorsville, che segnarono un successo tattico per i Confederati, in seguito al quale, svanita ogni preoccupazione per R., quc,ti ripresero le proprie posizioni di Frcdericksburg, mentre i Federali rientravano nelle loro oltre Falmouth.

V. /1.rscdio e p,-csa del sistema fortificato Ric/1111011dPmnb11rg (1864-65). Nel luglio 186~ il gen. Gratll, comandante in capo dei Federali, per separare la capitale nemica e la piazza fiancheggiante, Petersburg, <l,1i cerriwr i d'ondc la resistenza sudista traeva le sue risorse, ne decise il blocco, iniziando cosl una vera e propria « guerra cli trincea », primo esempio di quella che fu la principale caratteristica della guerra Mondiale 1914-18. La linea confederata, a 35 Ktn. d alla ca pitale, si svolgeva per circa 64 Km. ed era difesa da circa 50.000 u. Una linea d i ridouc chiuse sbarra,·a le principali ,•ie di accesso alla città; una seconda linea dì trincee e capisaldi era a quattro 111iglia d alla città; uua terza li nea più lontaua, si stendeva lungo il Chickahominy prima e poi sullu congiungente New Bridgc-Fort Darling. A sud del James Ri,,er erano le linee di Drurys-Bluff che stacca ndosi da l'ort Darl ing comantl avnno jl fiume e collegavano la difesa di

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U. a quella d i Peterslm,·g (V.) . Contro le opere nemiche il Grane eresse una doppia linea di trinceramenti, a circa un miglio di distanza, anch'essa tramezzata da opere chiuse; due miglia pi1, indietro era la seconda, rinforzaca da n umcro,a artiglieria d a posizione. Le truppe si fabbric:,rono mortai di legno cerchiati <li /erro, lancianti gros~; proictcili; l'arma era adatta alla gu(rra di posizione che si iniziava. Il 30 giugno i Federali fecero saltare una enorme m ina, carica d i ottomila libbre d i polvere, destinata a sconvolgere un tratto delle opere nem iche fronteggianti la di, i~. comandata dal Jlurnside. Gli effetti furonr, immensi; tutto fu frantumato. Le truppe federali andarono all'attncco , ma non si spinsero oltre l'enorme imbuto che essa aveva prodotto, sì che i Confedera ti, superato il primo sbigo1timcnto, conccncr:indo i loro fuochi riuscirono non solo a spezzare I 'auaceo, ma anche a infliggere ai Federali perrlitc gravissime. Mentre altre truppe operavano sugli al tri scacchieri della guerra, la situazione rimase stabilizzata sul fronre R.-Pctcrsburg, con varia vicenda di attacchi e di contrattacchi sterili di risultati concreti. Ma sempre pii, sfavorevole diveniva a poco a poco la posizione dei Confederati , scarseggiant i d i vive ri e d i mezzi e scoraggiati di front(' al continuo aumentare delle forze nemiche. :--lcl marzo del 1865 il Graat decise l'offensiva generale. Respinto un ultimo, violentissimo attacco sudista

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il 24 marzo, battuti ancora i Confederati fra il 30 marzo e il 2 aprile a Pive Forks ad o?"ra dell~ truppe del Sheridan, e costrettili a ripiegare verso Ovest per la via che fiancheggia I' Appomatox, mentre il resto della linea agiva clio1ostrativamcnte, il Lce si trovò costretto a lasciare le posiz ioni e a ripiegare su Danville . li 3 aprile le prime truppe dell 'armata occuparono la capitale dei Con(ederati. La guerra era vinta dal Nord; poco dopo il Lee capito, lava ad Appomatox.

Rich Mountain. Dorsale di monti presso l3cvcrly, nella V irginia (Stati Uniti). li 12 luglio 1861 vi avvenne un piccole> combattimento che appartiene alla guerra cli Secessione. Un reparto di Confederati, mentre attraversava monti, venne avvjluppa10 da un eorp; federale agli ordini di Mac rClellan, e disperso, lasciando un centinaio d i u . nelle mani degli

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propriamente esplorazione) oppure il terreno. Del nemico si cerca di conoscere forza, dislocazione, direzione, velocità cli movimento, ccc. per poter poi desumere le sue intenzioni. Del terreno bisogna conoscere forme, copertura. ostacoli , af!inchè si possano sfruttare i vantaggi ed eli mi-• nare le difficoltà in rapporto al proprio concetto operativo. È operazione utilissima in tutte le fasi della lotta, sia offensiva che d ifensiva, e deve esser fatta sempre che possibile. Parti.colare irnportau,,a essa ha in difensiva e nelle operazioni notturne, nello scavalcamcnto elci riparti , nell'attacco in terre no organizz.ato. In q uest'ultima operazione particolarmente preparata <leve essere la R. dei varchi fatti dal tiro d i distruzione: tali ricognizioni, affinchè si effettuino senza che il nemico se ne accorga, è necessario che siano saltuarie ed alternate nei vari tratti da riconoscere, r<:golando l'ampiez.za d i questi tratti in rapporto ai limiti di sicurezza dei va ri tip i d i artiglier ie che concorrono al tiro.

avversar 1.

Richthofen

(Manfredo

von) .

Aviatore tedesco (1892-1918). Già tenente d i cavalleria, nel 19r5 entrò nell aviazioue e d ivenne uno dei più famosi a~si della Germania. Avçva ottenuto ben 81 vittorie Richthofen Manfredo aeree, quando, il 24 aprile 1918, rnddc combattendo nel cielo di Amiens. ,I Francesi resero 1

cavallerescamente g li onori dì gut:tra alla sua saln1a.

Ricim ero. Generale ronuno del scc. V, di origine barbarica, n. nella Svevia, m . nel 472. Arrivato ag li a lti gradi e preso in considerazione per le sue vittorie contro i Vandali, giunse cori l ' appoggio del Senato a disporre dell 'impero. Fece destirui re l'imperatore Avito ed eleggere Maioriano; poi fece deporre e uccidere quest'ultimo e nominare al suo posto Livio Severo. Nel 463 sconfisse gli Alani . Stabilitosi a Milano quando a Leone I riuscì cli far salire sul trono di Occidente Antemio, suocero d i R ., questi ebbe a sua disposizione le forze ,lell 'Italia settcntrioRicimero nale, e marciò contro Rorna, scontìggendo le truppe d i Antemio, facendolo uccidere, e saccheggia ndo la città. Ricognizione. È operazione che ha lo scopo d i d iminuire le incognite del problema tattico e d i quello strateg ico, e addivenire alla migliore .soluzione di esso. Si diss, « R icogni1.ione offensiva » quella che nel 1848 portò al combattimento d i Santa L ucia (V.): il Coma~do supremo del l'esercito piemontese non si proponeva la battaglia campale risolutiva , ma un 'azione con scopi politico~militari; precisamente : conoscere la efficienza <lei forti d i Verona, conoscere lo schieramento dell 'esercito austriaco, decidere la popolazione d i Ve rona a sollevarsi . L'insuccesso cancellò d alle buone norme dell'arte militare tal genere di ricognizioni . La « Ricognizione strategica » viene fatta a mezzo dell'av iazione e dell'esplorazione avanzata . La « Ri cognizione tattica » è . fatta a mezzo dell'esplorazione vicina , dell 'avanguardia e delle ·pattuglie di fanteria . P uò avere per obbiettivo il nemico (nel q ual caso si chiama pi,,

Ricognizione aerea. S i distingue in strategica e rnllica. Per b prima, l'avinionc è strumento ,kgli . uffici d'informazione dei gtandi Comandi. Sue caratteristiche sono la estensione, la rapid ità, la periodicità. L'estensione , in quanto è capace di compiere la ricerca del dato informa· tivo addentro nella nazione nemica anche centinaia e ce ntinaia di Km. e io quanto può controllare in tempo brev,; la situaz ione in una vasta <::Hcnsione di terreno; la rapi~ di rà, in quanto, per la velocità dd mezzo, la ricognizione si compie in un tem po relativamente minimo rispetto al tempo necessario per tutti gli a ltri mezzi informativi: il mezzo aviazione è infatti il solo che perrneLta la conteinporancit?i fra avv<::ni1nento, rilevamento e nQtizia (coi mezzi r,1diotckgrafici); la periodicità, perchè se il mezzo non consente una continuità ne.I control lo, permette di

ripetere J, osserv.azio11c per rilevare le variazioni della situazione. 1 comand~nti che debbono impiegare l'aviazione dn ricogni2.ione nel con1pito strategico preci~eranno al! 'equipaggio su quali obbiettivi clebha portare in particolare la propria attenzione: tale precisazione, che deve essere il più possibile ben definita, dà la possibilità all'equipaggio di })\J rtan: notiZi'! non solo positive, m.a ~rncht' neg ative d i pari importanza. Tale precisazione ìno 1tre permette di far convergere le informazioni del meno aviazione con quelle p rovcnic1n i .<lallc molteplici fonti d el servizio informazion i: i n tal rn,,ido solamente è possibi le quel controllo necessario perchè un dàto possa acquistare concrctezz:i. Le missioni di R . Strategica richiedono l' impiego dcll'apparec~hio iso'ato; cui è d ifficile poter dare la protezione di una scorta (d ifetto di autonomia della caccia) o d i una croc iera di protezione (eccesso d i mezzi rispetto al valore d a proteggere). 11 tipo di apparecchio q uindi impiegato per tale missione (V . Aeroplano dll ri,·ognizionc) deve avere caratteristiche tali da permettergli di sostenere il combattimento aereo e più _a ncora di sfuggire al combattimento stesso. Essendo dotato di apparecchio radiotelegrafico trasmittente e ricevente, l'osservatore patrii r iferire istantaneamente al comando interessato i rilevamenti, cd anche d i essere indirizzato durante il volo. Ed essendo dotato di apparecchi funzionanti automaticamente per i ri levamenti fotografici, può rilevare lunghe striscie di terreno della larghezza cli ci rca 1 Km. Le squa dr iglie da R. strategica sono in m~ssima poste alle dirette dipendenze del Comando supremo e solo eccezionalmente delle armate . Conve niente la centraliz-zazione del servizio in corr ispondenza della caratterist ica dello stesso, che non è ' <kstinato a fornire d ati c.hc possa no influire con immediatezza sull 'atteggiamento '1ell; grandi unità operanti nel 33


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campo tauico. Anima del servizio è !"osservatore, la cui scelta ha importanza capitale ai lini del rendimento . Ov. vi.amente nessuno potrà meglio esplicare il compito, come cornpclen.:a e come completezza, quanto i componenti di quello stesso ufficio informazioni destinato ad elaborare i dati raccolti e che, dall'esame della situa;;ionc, ha dedotto i compiti dell'equipaggio. Nell'ambito dell'azione tattica si ripetono le condizioni tratteggiate per quella strategica : quella tattica però ha altri obbiettivi. scendendo nel dettaglio; è limitata come spazio, anch'essa in base alle indicazioni del comando della grande unità da cui dipende; cerca gli elementi informativi destinati a completare il quadro delle nolizie che permettano di giudicare della simazione . Mentre per la prima non si poteva defi nire una distinzione basata sulla caralteristica degli obbiettivi Iiccrcalì, nella R. tattica si può distinguere quella per artiglieria da quella fatta per i co mandi d i grandi unità con compito integrativo a quello degli elementi esploranti. La R. tattica è azione carat• tcristica della fase prcce<le111e -la battaglia; nella fase csc• cutiva della stessa, essa si trasforma e prende più l'aspetto d i missione d i sorveglianza, sia per l'an iglieri:1 che per la fanteria. I maggiori comandi pertanto, nei loro ordini di operazioni, stabiliranno il limite oltre il quale si riservano di esercitare l'azione <li ricognizione colle proprie unità di aviazione. li coman<lo inferiore dov rà limitare la propria azione entro tali limiti, salvo a sorpassarli qualora ritenga doversi cercare la conferma di determinate notizie e 1itcnga, annonicainenlc al di.segno oper:.ttivo, {!i ass.icu~ nasi della reale si tuazione <li parricolari zone. 1 compiti debbono essere il più poss.i bile definiti. L ·azione è svolta da apparecchio isolato, cui la caccia deve crc.He le condizioni <li sicurezza necessarie. La quota cl 'azione è rilevante (su/ficicn1c a rendere inefficiente i l tiro della nor-

m;dc mitragliarricc ma tale da pcrinencrc una cffi~Jce osservazione :1 vista, ossia circa i500-2.ooo m. d~ahezza. I. 'azione è periodica e non continua: la periodicità non regolare permette la constatazione di sorpresa di dati inie• 1

rcssanti. li giungere sulla zona di supposta presenza di truppe alle prime luci dcli 'alba può permettere di coglierne gli ultimi movimenti, qu:u1do la stanchezza ha creato quel particolare stato d"animo che rende tali ore le pi~ adatte per la sorpresa. E la sorpresa dovrà essere ricercata anche colla opportuna scelta delle rotte; il servii.io di vigi!a ,na aspetta l 'aviazione da una d irezione approssimativame111e definita; l'aviaziooe avrà più campo di scoprire se giungerà da direzione opposta. Infiniti sono gli dementi che possono essere rilevati nella zona di schierarncnto di una grande unità e cbc inleressano il com:,ndo :,vversario: ch i meglio conosce la situazione, chi ha sviluppato l'intuito tattico sarà in .grado di precisare all'aviatore quali obbietùvi dovrà panicolarmente osservare. La ricognizione tattica può essere a v ista o fotografica; gene• rnlmcnte sarà l'una e l'altra conrcmForaneamemc. Il rile. ,•amento a vista completa il fotografico, in quanto per• mclle la immediata trasmissione della notizia rilevata: s1 verifica quind i la contemporaneità fra 1'avvcnimemo e la nozione dello stesso. li rilevamento fotografico crea il documento destinato all'esame degli uffici competenti a ~omig lianza di quanro avviene per la J·icogn1z10ne serate• i.;ica. Le squad rigl ie addette alla ricognizione tattica sono generalmente assegnate ai comandi di C . d' A. e S\•olgono per tali comàndi anche il servizio di artiglieria e <li fanteria. Il serv izio d 'artiglieria comprende la ricogn izione, il servizio cli sorveglianza per l'artiglieria, J·osscrvazionc del tiro.

514 Le ricognizioni per l'art. si 'svolgono secondo quanto genericamente si è dello per la r icognizione tattica: g li obbiettivi saranno particolarmente definiti _rer completare la. conoscenza degli elementi avversari destinati ad essere battuti <lai! 'artiglieria. Durante la guerra si ebbero squadriglie specializzate nel servizio cli artiglieria. Ora esse non sono, pi,, considerate, ma è prevista l'assegnazione di squadriglie ai comandi d 'art. delle grandi unità di ordine superiore. ln genere, data la capacità della st1 uadriglia eia ricogn izione sul la form"zionc d i nove apparecchi del t ipo at tuale, i mezzi dispo.nibili sono sufficienti per disimpegnare tutti i compiti di aero-cooperazione per un Comando di grande unirà.

Ricog11izio11c marittima. r. facile comprendere come nclb lotta sul mare, dove degli clementi meccanici hanno importanza determinate (velocità, ginata) il num·o elemento che permette di vedere oltre e meglio abbia una importanza enorme. Tale importanza /: st:lla bene va lut?.ta dalle varie marine> e, a correggere le sue ca ratteristiche nega~

tive (difetto di autonomia come tempo, mancanza di contim,ità nell 'a"'ione) sono state create le irnvi pona aerei. Il raggio <l'azione degli aerei permette di spi ngere la azione di esplorazione molto . avanti; grande vantaggio per l'assolvimento di tale compito è dato dalla ,·clocità, c.hc permette al mezzo aereo di disimpegnarsi praticamcmc in ogn i circostania. Il mez1·.o marino, anche dotato d i altissima velocità, non poli à distaccarsi molto dal proprio grosso, in quanto avrebbe allora troppe probabilità di essere eliminato. Le forze del grosso, in rapporto alla diminuita <! istanza fra esse cd il probabile nemico al momento del suo :1,·vistamcnto, dovranno essere già in azione, quindi nelle conJizioni meno aue alla buona conscrva~ione de lle energie fattive (logorio); avranno a nche minor tempo di prc<lis!)orsi e manovrare. La rapidità del mezzo aereo, e principalmc111e la de1crminatczza delle noti.zie che può tornire, sono clementi d,e aumentano quel fattore sicurezza che è effetto in<lireuoJ e non secondario, <!i ogni e,plorazionc. Il mezzo marino avvista l'avversario, in buone condizioni di luce, a distanza fra i venti e trenta chilometri. Tale avvistamènto però ~ incomplero, in q uanto non dà generalmente il cipo della nave avvistata, non permette una constatazione comprensiva delle forze, non dà le roue. Manca quindi la completei,za, talchè è necessario di minuire le distanze cd impegnare il me1-zo esplorante con atti di comb,11timemo . !I mezzo aereo invece ha una vi• sione panoramica della dislesa marina che gli permcuc l'avvistamento a distanze superio ri. È facile comprenc.lere come, disponendo di uu certo numero d i appa,ccchi che svolgano azione di esplorazione, difficilmente una formazione an-crsaria potrà. sfug.~ire all'a,,vistamento : anche i mezzi sottomarini saranno avvistati (scia formata dal peri -

scopio in emersione; visibilità sufficiente sulla verticale fino ad una cena profondità con condizion i di mare calmo). Dato poi che il bersaglio marittimo si presenta sempre come adatto alla azione dell'aereo, ed il rischio corrispondente è sempre limitato, all 'av iazione da csp!orazionc po• trii anche essere affidato compito di offesa , da svolgersi qualora il bersaglio si presenti in condizioni di facile invc. srimento.

Ricog11izio11c acrea 11ott11ma. La R. tatti.;a o strarcgica nell'avvenire si svolgerà anche di notte . Alcuni clementi rilevanti l'atteggiamento delle grandi unità e dei reparti minori 110n sono sufficicJHemente mascherati dall'oscurità, specialmente se v'è la luna . Inoltre è possibile eseguire oggi nitidissime fotografie nolturnc mediante lancio con paracadute di artjfizi illuminanti. Durame l'ultima guerra ciò

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diede un rend imento mediocre, non potendosi mai d isporre di materiale e personale, parricòlarmeme ind icato alla bisogna, nè ,vi erano norme che st abilissero le modalità di esecuzione e <li impiego . In genere era effettuata occasionalmente dag li equ ipaggi dei velivoli d a bombardamento al term ine della loro m issione. Dopo la guerra l 'importanza della r icognizione notturna è andata crescendo, poichè di notte è necessario controllare la vita delle retrovie e dell '.interno del paese, che diviene più febbrile lungo le vie di comunicazioni, ed i lavori che fervono nel campo di battaglia. Perchè sia possibile ottenere dall a R. notturna risultati apprezzabili che ne aumentino il rendimento è necessario uniformarsi a norme e principi i l cui valore è indiscuribile : 1°) Di notte non si può domandare all'osservazione che una impressione generale d'insieme <!ella >.ooa o del settore da vigilare o controllare. Tale impressio ne dovrà e porrà essere completata, modificata o rettificata da successive osservazioni d iurne. Sarà possibile così vagliare le impressioni e correggere le alterazioni visive, e addestrare gli equipaggi ad una più precisa valutazione del complesso degl i elementi indicatori sui quali occorrerà portare studio analitico e deduttivo. L'oscurità della notte dà la possibilità del volo a bassa quota, il che facilita l'osservazione, ma p regiudica il fatto della sorpresa, e consente al nemico di reagire col fuoco o con l 'interruzione di ogni movimento. 2°) Grande ausilio può ven ire dall'adozione di bombe illuminanti. 3°) Gli apparecchi da adottare per la ricognizione notturna si prevede che debbano essere trimotor i o bimotori triposti, con un p ilota che abbia dimestichezza· col volo alla cicca o strumentale, un osservato re, che deve essere ufficiale, e un radiotelcgrafìstà-mitraglicrc . L'apparecchio deve consentire la maggiore visibilità anteriore e laterale , deve avere grande raggio d'azione in m odo da estendere l'osservazione molto lontana, e da continuar la per più ore; deve essere veloce, avere motori ottimi, equ ipaggiamento racliorelegrafico e radiotelefonico (trnsmettitore~ricevitore) e radiogonio metrico. 4°) A bordo deve essere sistemato un impianto d i r iflettori per l' illuminazione di qualunque terreno durante l'atterraggio notturno. Tali ri flertori possono essere eventualmente ntil izzati (pesano poco e hanno grande potenza) 1ier le ricerche nel cam po di battaglia .

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Ricognizioni (Topografia). Sono necessarie per raccogliere dati che la carta, anche a grande scala, non può esprimere: stato d i conservazio11e delle strade e delle opere ,!'arre, praticabilità delle comunicazioni in montagna o di determinate zone iJ1 determinate stagioni , profondità dei corsi d'acqua e natura clelle loro sponde, transitabilità di guadi, solidirà di. fabhricati, ecc. oppure per inserire i n carte a piccola sca la particolari utili dal punto <li vista m ilitare e che non sono rappresentati. Possono essere generali e speciali. Le prime si riferiscono ad u n vasto territorio o<l aJJche ad uoa intiera regione, hanno carattere geog rafico e topografico insicn1c, e vengono eseguite, in tempo d i pace, da ufficial i particolarmente adatti. Le special i, invece, l imitano il loro studio ad una r istretta zona di terreno od · a nche ad una speciale localit/i, hanno carattere esclusivamenre topografico e devono sapersi compiere da ogni ufficiale. La R. militare comprende: il sopr aluogo per l'osservazione d iretta del tratto di terreoo o della accidenraliri\ ropografica che interessa, e la descrizione <lei :,.risultato del l~voro esegu_ito . Precede uno studio accurato \ \ lclla carta . S1 svolge pot sul terreno con mewdo logico, procedendo <hl generale al particolare, e prendendo in considerazione successivamente i vari cle menti che inte~ ressano, nel l'ord ine suggerito dallo scopo da conseguire.

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La descrizione si concreta in uno o più schizzi, profili, ecc. corredati da chiara ccl ordinata relazione o memoria, che può anche rirlursi a breve cenno o anche soltanto ad appun ti post i in margine al d isegno stesso, quando da qucs10 r isulta ch iaramenre tutlo ciò clic si vuol sap,erc. Elementi principali da considerare nelle ricognizioni sono, ad es . per un corso d 'acqua : specie del corr,o d'acqua (se liume, torrente, ruscello, canale); lunghezza considerata; andamento generale; profondi tà; larghezza; velocità; al veo (qual ità cie l fondo: sassoso, melmoso, ghi1:ioso, uniforme, ecc.) ; sponde (natura, profilo, accessibilità, dominio, rampe e vie d i accesso); st rade che adduco:10 alle sponde e strade che fianchegg iano; ponti, guadi; porti; prese d 'acqua; cascate; terreno circostante (forina vcgctaz.ionc, cnseggiati, argini, ecc.); consideraz ioni m ilitari (valore tattico assoluto e relat ivo del corso d'acqua; considerazioni logistìchc). Per un bosco : forma ; estensione; limiti; qualità; dimension i e densità delle piante-margine (tracciato, ,viluppo, sbocchi); p raticobilità; srrade; radure; campi di vista e tiro; id rografia; caseggiati; risorse; considerazioni mil itari (logistiche : ostacolo alla marcia; tattiche: valore in relazione alla posizione tattica fHesentata dal terreno circostante , lavori occorrenti per sistemarlo a difesa). Per un villaggio: forma; limiti ; estensione; d isposizione e robustezza dei fabbricati, n1uri, ecc . ; con1unica7ioni e piazze; ri:.orse; n1argine (forma, estensione, dmninio, sbocchi); ter~ rcno circostante (come per i boschi); considerazioni milirari; logistiche: ostacolo alla marcia, capacità d i accantonamento; risorse; tattiche : valore della d ifesa; valore relativo al terreno circostante; campi di vista e t.iro; lavori 0ccorrcnti. Particolare ricognizione i:: qw,lla di una st rada. Essa prende il nome speciale <li itinerario . Può servire a scopo logist ico, in relazione ad un:t marcia o alla necesiità di provvedere agli alloggiamenti nelle adiacenze immediate; ad uno scopo tallito-logistico (in previsione di marcie in vicinanza del ne.mico); ad uno scopo tecn ico (determinazione del!a possibi lità <li interruzioni, m iglioramenti, riartamenti, costruzi.onc di trouchi sussid iari, ecc. Genera} .. men te, avendone il tempo, si preparerà, prima di eseguire la ricognizione, un grafico del tracciato della strada da percorrere, a scala conveniente, desumendolo dalla carta. (A volte il traccia to viene r ettificato e la st rada rappresentata con u na linea continua). Punti principali da tratrare sono i seguénti: classificazione dclll1 strada; d irezione generale; lunghezza e larghczz:. <lei tratti ; natura del fondo; manutenzjonej tracciato (curve, incroci, ecc,); pendenza; infl uenza sul carreggio; necessità di trapeli) ; livel!o della stra<l a rispetto al terreno circostante; se fiancheggiata da muri, alberi, siepi; possibilità d i uscire dalla strada; opere d'arte (ponti , gallerie , muri <li sostegno, ecc.); ostacoli (entità, mezzi e tempo per superarli o per girarli); considerazioni militari (logistiche: ri,pctto agli ord ini e formazioni consentite, capaci tà <li accantonamento e accam~ pamento; tattiche: posizioni a cavallo della strada e nelle adiacenze, percorribilità del terreno adiacente, ostacoli e distruzioni che si possono produrre, mezzi per r.i parare le distrnzioni, per aggirarle o superarle, rempo occorrente) . 1

Ricolti (Carlo). Generale, n . nel 1860, m . a Cogoleto nel 1 922. Sorrot. d i fanteria nel 1879, raggiunse i l grado di colonnello nel 1910. In P . A . nel 19 14, fu promosso magg. generale nel r 917 e nel r9 r9 passò nella nsen•a. Ricompense. Variamente discussa è stata l'idea d i istituire R. poichè il se ntimento puro ed elevato del dovere, e la s0<ldisfazionc d i averlo compiuto con zelo in ogni con-


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tingenza della vie., delle armi. sia in pace che ,n ~erra, dovrebbero -~sscrc sufficiente R. intima di ogn, militare. Innanzi tutto non è sem p re faci le assegnare R. con equità e gius1izia; in secondo luogo lo smodato cd unico desiderio d, R. fa nascere invidie e dis1rugge jj cameratismo. Ma l' uso moderato cd opportuno delle R. wstitui1ce per i superiori un mezzo efficacissimo per ed ucare cél elevare lo spiri10 militare e per infondere una sana emulazione. Tale mczio tuttavia richiede da parte di chi lo esercita molto tallo e c riterio, impar7.ialità assoluta, ponderatezza. 1C si vuole che abbia prestigio ed efficacia. Le R. in vigore nelle for,;c arma1c italiane sono: 1°) L 'encomio , semplice o solenne; 2°) Le R. al valor mi li1are, consistellti nella Medaglia d'oro, d'argento, di bronzo, nell'O. M. S., nell'avanzamento a <eclta per merito <li guerra. 3°) La R. per anzianità di grado e di servizio: ossia : 11) per .il srmufliciale ca l'orale e soltlato: l 'avanzamento per anzianità d i grad o da sergente maggiore a ma resciallo; IJ croce per anziani1à di servizio (per il solo wttufficialc); la rafferma con premio; la pensione di n• tiro o tli riforma; per l 'ufficiale: l 'avanzamen to per anzianità di grado; la pensione di ri11ro o di riforma: la croce per anziani1à di s.:rvi7.io; le decorazioni dell'Ordine della Corona d 'Italia o di quello dei S,. Mauriziri e Lazzaro; la Medaglia Maurizia11a per meri10 militare. Le R . date per mcri1i speciali sono per i sottufficiali capornli e soldati: l'avall.,lamento a scelta; la decorazione cli cav . dell'Ord ine della Corona d'talia . Per l'ufficiale: l'avanzamento a çcel1a; le decorazioni dell 'Ordinc d ella Corona d'Italia, e di quello dei Ss. Maurizio e Lazzaro. Oltre a queste R. il m ilitare può per benemerenze essere insignito d i tutte le altre R. al va lot civ ile, d i marina, per salute pubblica, o per scienze lettere ccl arti, che spellano agli altri cittadini. Nei riguardi della concessione delle diverse R. m ilitari vi sono particolari norme itobilite da rebtiv, statuti e regolamenti, j quali impon.~ono che l'assegnazione sia subordinata a speciali condizioni di grado, di anzia.nitì, e di condotta. Frn le R. per meriti speciali è da ricordare la croce al merito d i g uc1ra. !11 tutti gli eserciti. e in tutti i tempi, sono state date R. ai soldati ,•alorosi e meritevoli: analoghe a quelle dell 'cscrci10 jtaliano sono le R . in uso presso gli altri eserciti, con lievi differenze. Presso i Greci , le R. consis1c1tcro in elogi pubblici e in doni; presso i Romani in collare. ca1cna. asta di legno, armilla, corone, ccc.; presso i Galli, fo dona1ivi dj terreni . Nell 'a rmata bizantina, si offrivano lauti pranzi agli equipaggi valorosi, e si donavano ,mni di pregio ai singoli, o gratificazioni. Nelle milizie francesi di Francesco l (Legioni Provinciali) veniva dato un anello d'oro al soldato che si distingueva: egl i poteva inoltre essere promosso successivamente sino al grado di luogo1cncnte, ciò che gli conferiva titolo di nobiltà. La ma1c1·ia ,lcllc R. concesse a militari è stata rior<l inarn con Regio Decreto del 1932. Si ,, stabilito (art. 4) che le medaglie d'oro, d'argento e di bronzo possono essere concesse anche per imprese di carattere mi litare compiute in tempo , Ii pace. Questo carattere deve essere riconosciu to ad ogni impresa la quale sia streuameme connessa alle finali1à per le quali le forze militari dello Stato sono istituite, q ualunque sia la condizione e la qualità d cli 'autore. Qu,tndo l 'impresa tenda soltanto a fini filantropici o tipicamente professionali, estranei o non stre1tamente connessi alle finalità per le quali sono istituite le forze militari dello Stato, si fa luogo alla concessione d i ricompe nse di altra natura, anche se l 'autore sia un m ilitare in servizio sotto !e a rmi. Restano escluse da tale R. quelle azioni le quali.

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anche se compiute da milit.1ri, non siano streuamente attinenti ai fini per i quali le forze militari dello S1aw sono coslituite. Durante la guerra, e fino al 192;, funi.ionb a Roma una " Commissione Speciale per le ricompense d, guerra • · la quale esaminava le proposte e i reclami per le /?. riguardanti il periodo della guerra 1915- 18. Le allribuzioni che le erano siate affidale sono passate. dalla data suddetta, alle Commissioni normalmente esistenti pres,o i Ministeri delle Forze Armate, e dal 1932 a un apposito organo consultivo, il quale è chiamato a dar parere su l le proposte che il competente :-.linistcro inoltra a S. M. il Re, dal quale sempre promana il confcrynento delle decoraz ioni :il valor mili1are . •

Ricondotta (o Recomlotta). All'epoca d~llc mili,;ie mercenarie, si chiamava così la rinnovazione della condona d i capil:mi d i \'Clltura. Riconoscenza (.\fedaglt11 della). Istituita in Francia nel 1917, per premiare :nti di devozione alla cama nazionale compiuti durante la guerra Mondiale. Era di p rima e di seconda classe, e potC\'3 essere conferita a:ichc a stranieri. Ricordi (/1/essandro). Generale, n. a Milano, caduto a Fiondar (1864-1917). Sottot. cli fanteria nel 1883, frequentò poi la Scuola di guerra . Inscgnanle di geografia e di arte mii. alla Scuola militare, pubblicò « Appunti d i geografia <Iescriuiva >> e un

'< Promemo-

ria di lezioni d, storia militare » . Colonnello comandante il 113° fanteria d i nuova formazione nel 19 15, entrò con esso in guerra comro l'Austria e comb,ntè nel settore M . TfaldoVal d'Adige. Colonnello brigadiere comandante la brigata Tre\'iso nel 1916, combauè sul1' lson zo cd a Gor izia : venne promosso magg. generale ed Ot• Ricordi Alessandro tenne la croce di ca,·. dell'O. M . S. Primo comandante della brigata Murge (febbraio 1917), comb:mè nel sellare F londar-Jamiano ed il :z8 maggio 1917 rimase ucciso 5ul campo a Flond:tr, colpito ,la una granata nemica. Ali,, sua memoria venne asscgrrnta la medaglia ,d'argento.

Ricorso. Nel linguaggio militare s'intende il rivolgersi per aver giustizia su questio ni d'ordine amministrativo o legale al M inistero, al Tribunale supremo, o al Consig lio <li Staro, a seconda dell'indole dei R. Queìli al Ministero vengono rivolti in genere dagli inscritti di leva che si n• tengono dan neggiati dalle decisioni dei Consigli di leva , e d evono essere fa tti proseguire per il tramite delle Prefetture del regno da cui dipendono i Consigli di leva. I prefetti non po1ranno per alcun mo1ivo opporsi all"inoltro dei R. e<l indicheranno solo g li estrem i élcl ricorrente. Sono inoltre d irclli al Ministero di ciascuna Fori.a Armata i R. avanzati da militari che si c redono defraudati di qualche indennità, o lesi nei diritti pecuniari riguardanti lo stipcntl io, la paga, od altro cespite o competenza. I R . al Tribunale supremo delle Forze Armate sono inoltrati nell'interesse della legge dall'avvocato generale per semenze dei tribunali m ilitari p ronunziate jn aperta violazione della legge, affinchè siano annullate. Anche il Procuratore gen. della Corte di cassazicne può denunciare alla Corte di cas-


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sazione stessa le sentenze del Tribunale supremo delle Porze A rmate, quando vi sia slato un R. a raie autorità da parte d i un Ministero militare o di quello di Grazia e Gius1.izia. La Corte <li Cassazione pronunzierà scnten1.a a sezioni r iu11ite. !\.Itri R. che vengono dire1.ti al Tribunale supremo delle Forze Armate sono quelli presentati per mtllità delle sentenze da un condannato, o dall 'avvocato m ilitare. I R . inolcrati al Consiglio di Stato vertono su questioni r iguardant i violazioni o ,lifetti di forma nell 'applicazione di leggi militari, come ad esempio quella sullo Stato degli ufficiali o sottufficiali e sull'avanzamento. I R. su tale materia tuttavia non possono generalmente toccare che v izi d i forma, cd il Consiglio di Stato, e particolarmente la IV Sezione dello stesso, assai raramente indagano e g iudicano sul valore intrinseco delle motivazioui emesse dalle Commissioni d'avanzamento.

Ricotti (Ercole). Ufficiale e scri1.tore, n. a Voghera, m. a Tor ino (18r6-1883). La\,rcato ingegnere nel 1836, si ded icò allo st udio della storia cd ottenne un premio del!' Accademia de)le scienze colla « Storia delle compagnie di ventura ,, . Membro dcll' Accademia delle scienze nel 1840, divenne ufficiale del genio. Nel 1848 fu professore d i stor ia mii. all 'un ivèrsità di Torino e poi di storia moderna , che insegnò sino al 1881. Nel 1848 combattè contro l'Austria e rimase pr igio niero'. La~ciato il se rvizio col grado di maggiore, si dedicò ai suoi stud i e scrisse, fra altro, « Storia della monarchia p iemontese <lai r560 al 1675 »; « Stor ia d 'Europa»; « Sull'uso delle milizie mercenarie in Irnlia »; " Sulle m ilizi<: comu nal i nel medio evo » ; « Degli effetti della polvere da guerra nell'incivilimento europeo»; « Osservazioni critiche sopra la guerra italiana de!l'anno n74II75 » ; « Del valore storico della battaglia di Legnano>>; < li gen. Giovanni C;ivalli "" Senatore dal 1862, fu presidente dell'Accademia delle scienze. Ricotti Magnani Cesare. Generale, n. a Borgo Lavez.zaro, m. a Novara (1822-1917). Sottot. d 'art. nel 1840, nella campagna del 1848 fu ferito a Peschiera e venne promosso c,a pitano per meritò di guerra . Comhattè anche nel 1849. Per salvataggi compiuti nello scoppio della polveriera d i Borgo Dora in Torino nel 1852, meritò la mcd. d 'argento. Partecipò a lla guerra di Crimea ed ottenne la menzione onorevole. Quale capo di S. M. della 3• <l ivis . nella campagna del 1859, fu decorato della com menda dell'O. M. S. Colonnello nel 1860 e un mese dopo magg. generale

collare della SS. 1\nnunziata. Pubblicò, fra altro : ,, Nozioni sull'artiglieria da campagna »; « Osservaz.ioni al libro <li Raffaele Cadorna »; « La liberaz ione di Roma».

Ordint1me11/o Ricotti (1871-1875). Ord inamento dato dal ministro della guerra gcn. Ricotti all'esercito. Modificò la legge del 1854 sul .Reclutamento e diede nuove norme per l'ordinamento delle forze m il itari. M;algrado l 'aumento di popolazione dovuto alle annessioni del 1866 e del 1870, per ragioni di econom ia vennero soppressi 80 bgl. d i fanteria e 5 di bersaglieri ; solo vennero create 24 cp. alpine. Invece d i 14 'C. d ' A. prevedibili in base alla popolazione, se ne ebbero ro, e in certi momenti appena 7 . La ferma venne ridotta da 5 a 3 a nni, accrescendosi così il numero dei riservisti disponibili, e si previde la costituzione di un esercito di 2• linea, che per breve tempo si chiamò di milizia provinciale, poi d i milizia mobile. L 'esercito era costituito (1875) d i 7 corpi d 'armata (16 divis.) con So regg. di fanteria su 3 bgL; 10 regg. di bersaglieri su 4 bgl.; 7 reparti alpi ni con 2 4 cp.; 20 regg. di cavalleria su 6 _sqdr.; 10 regg. d'art. da campagna a 10 bt:r.; 4 regg. d'art. da fortezza con 15 cp. ; 2 regg. del geruo con 20 compagnie. Ricotti Giovanni. Ammiraglio, n . nel 1847, m. a Milano nel 1916. Guardiama rina nel 1866, part<ejµò alla cam• pagna di guerra di quel!' anno. Nel 1893 raggiunse i I grado di capitano d i vascello . Passato nella r iserva navale nel 1902, fu promosso contrammiraglio nel 1906.

Ricoveri (Fortificazic·ne). Si chiamano così nelle opere di fortificazione i locali, gencrnlmen te alla prova, desti- . nati in special modo al personale ed ai quadrupedi . I R. comprendono : gli uflici; gli alloggi per gli ufficiali; le .camerate per gli uomini di truppa, coi locali accessori,

cioè cucine)

ripostigli viverj

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ecc .; l 'in'fermeria per le

prime mcd ica7.i,llli; i corpi cli guard ia; l 'ufficio telegrafico e telefonico; le scuderie; i pozzi e le cisterne. Nelle opere di un campo trincerato iL nu mero e la capacità <lei R. era diverso a seconda che si trattava di un fronte staccato oppure di un fronte d i cinta continua. 1el primo caso essi erano in quantità m aggiore, perchè gli elementi di difesa erano più soggetti ai tiri dell'attaccante; nel secondo caso, invece, la maggior parte di tali locali 1ioteva farsi non alla prova e trovarsi nell 'interno della cinta . Quei pochi che si rrovavano wtto il ramparo della cinta avevano una organizzazione analoga a q uelli situati nei forti staccati . Gli ambienti destinati ad uso di camera te avevano una larghezza d i 5 a 6 metr i se gli uomini erano d isposti su due

co1nandante la brigata Aosta,

prese parte alla c.a mpagna del 186o-61. D irettore gen. delle armi speciali presso I 'amministrazione centrale della guerra nel 1861 e ren . generale in detta car ica nel 1864, ebbe nella cam pagna del 1866 il comand o della 1_2a divisione. Ricotti Cesare Dopo ebbe il comando della d ivis . mii. di Parn,a e dal 1868 q uello d i Milano . F u ministro della g uerra d al 1870 al 1876. Com andante i] IV C. d ' A. nel 1877, fu di nuovo m inistro della guerra dal 1884 al 1887. Collocato nella riserva nel 1895, fu per la terza volta m inistro d al marzo al luglio r896. Rappresentò alla Camera il col legio d i Novara dall'X l alla XVI legi: slatura . Senatore <lai 1890, ven ne nd 1892 insignito del

Ricovero (sezione) per pezzi mobili in opera di fort.ificazione

file, e d i 2,50 a 3 m . se su di una Fi la sola. Gli ambienti di quest ' ultima larghezza corrispondevano sempre ai locali sotto le traverse; le volte e i muri d i detti a mbienri espost i ai tiri erano p rotetti r ispettivamente da metr i 2,50 e d a m . 5 d i terra. La quantità d i R . per uomini variava <la opera a opera, specialmente colla forza del presidio. Ra ramente però si costruivano camerate per tutta


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ai siti di cura ► ospedali, infcnncric, convalescenzia ri, g iac-

la truppa d i presid io, consideranrlo che solo una parte del presidio sarebbe stata nei locali alla prova. Infatti, ordinariamente .il presidio di uri 'opcr;:i. veniva div iso jn tre parti uguali : 1/3 era di servizio, o,sia stava nei vari post i <li combattimen to ; 1/3 era in parte 1( di picchcao >), ossia

chè q uan do Yi entra un militare per malattia, od os_servazionc, si usa abitualmente scrivere nella variazione del

Giornale d i contabilità di cp. la fras<: : "ricoverato all'infermeria d al giorno . .. » . I n tempo di !1'1Ce inoltre la voce i<. si usa per indicare il rifugio che serve a riparare gli zappatori e segnalatori dei pu nti. nei campi di t iro. onde proteggerli dalle pallottole, nelle vicinanze del parapa lle, durante l'esecuzione dei tiri. 1n tempo di guerra i R.. sono di ben n"laggiorc. irnpor... t.ti1za, e ne banno ac4u~;tato sempre d i piè, cy)lo svilupparsi delle 9ualità balistiche delle armi da fuoéo, cd ultimamente col pcrtezionamcnto dell'aviazione. Nei fossi di trincea, aventi j! fondo inclinato, con un pkcolo fosseuo

posteriore per lo scolo delle ac4uc, il R. aveva prima della grande guerra, ed in principio di essa, lughezza e profondità vatiabite, e presentava una cena comodità per L1 circolazione, e per deporvi l'eq uipaggiamento . Le scarpate de l fosso erano inclinate, e non eccessivamente profonde. Ma -coll"aumcntare rlella potenza e precisione delle artig lierie nemiche, i R. . come le trincee, (.hvcnncru sempre più profondi e stretti, con pareti quasi n:rticali. T ak inclinazione non naturale delle terre, dcn'e non es!steYa ter-

reno roccioso, esigeva rivesrittH::nti in graticci .' reti rnetailiche, o altro materiale . La massa copren te dei R. in prin cip io aYeva forte rialzo cd era

ln terra batruta, o ri ve-

stita di piote in terreni moll i. Fu ad()pcrato nel terreno retrostante di seconda linea il cemento armato, mascherato eia zolle e rbose, Sul Carso cd in terreni pietrosi, i R . furono cornc le trincc.:c {ormat i d a grossi parapetti in mura-

R icovero blindato (guerra Mondiale)

si teneva pronto ad accorrere in aiuto del primo, ove il bisogno lo rich iedesse, in

parte era (( <li fatica>,,

per

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servizi generali ,,ar i (cucina, .Pulizia, trasporti, ecc.); infine 1 / 3 stava in riposo. Perciò occorrevano ricoveri solo per gli uomini in riposo e per quelli di picchetto , ossia, al massimo, per la metà del p rcsirl io .

tura, cd a secco. Ma l'effetto tragico delle artiglier ie nemiche. autncnlato a dismisura cfalla proìe7.ione dei sassi e dalla schcggiawra dei proiettili. consigliò presto di r idu rre al minin10 la visibilità dei ripari , cd a costruire R. a mezzo di macchine perforatrici, lungo le trincee profonde e: strcaissim.<:, dov'era terreno roccioso. [\Tei terreni molli erano rivestiti interamente <la_ cemento armato, o adclirit•

tura da corazzatun: <l 'acciaio (come lungo il Piave e sul Montello) . La necessità poi d i ripararsi anche dai bom-

Ricoveri. In tempo di race s i.mende !'al loggiamento

(ere nascere if bisogno d i proteggere i R. con blinda a prova di bomba; divennero cioè coraz-

assegnalo a uomini c<l ani1na li, sia in temri nonnali d i guarnigione, sia, pili particolanncntc, durante campi , ma~ novre. stazionamrnto e cappe. La voce i<. si riferisce pure

zati (i n acciaio e calcestruzzo), o scavati completamente in roccia . Tali R. furono mol to usati durante la grande guerral specialmente per ni<li di mitragliatr ici, o per c;:i.nn{)n i

bardamenti aerei,

R icovero italiano in Vallarsa


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-da trincea, nonchè per osserva1ori d"aniglicria o comandi di f:tmcria. Le antiche blinda1ure dei R. in legno con doppia travatura e , ovrapposta terra furono aboliti, pcrchi:, -sfondati dai tiri in arcata e dalle bombe aeree, finivano

sul fronte occidentale. In genere il R. in pianura non ha realizzato alcuno dei vnnlaggi dei ricoveri i n caverne, quali hanno offerto lJll formidabile ausilio alla d ifesa.

Ricove,1 co11tro i gas nsfiuia11ti. li complesso delle norme per l"allestimcnto a difesa <lei R. collcuivi può consentire d1 raggiungere gli effetti desiderati con una relativa faciliti1. o ·urantc la guerra Mondiale, su l fronte francese ne vennero appro ntat i taluni capaci <l i dar ricetto fi no a 1000 uomini e dotati di aperture ingegnosamente protette da ,i. sterni per filtrare l'aria inquinata. Gli Inglesi ne apprcsla• rono di tipo più piccolo, protetti in modo da essere impe net rabili ai gas . Ma, allo scopo <li evirnrc che con I 'estendersi di ml i r icoveri si immobi li1.zasse molta parte de i combattent i, il conceuo della difesa mirò allora a l fine ,ii non ostacolare i movimenii della truppa. Per seguire 1alc principio si ridusse il numero dei ricoveri, che furono destinal i soltanto ai casi indispensabili. F,si erano disposti in modo che restasse i.npcdi1a l 'entrata dei gas e che ,; rendesse facile la loro c,putsionc a mcz:w d i grandi venti-

fr111io m,estùo t/J '4;()14 6n&fie ,;,,,1ern8~hAt t;{)f1

,.;,mp,me,,t0 11, 8fY'lh c/Je m~,a ,/pass,,g_f,ò tte,g4s

Ricoveri italiani in alta montagna (Lagazuoi, guerra l\.londialc)

per ~tppellire i •icoverati. Vennero pure durante la guerra Mondiale cosiruiu R. per comandi, e quelli lun_go stradt· <l'3'ce»o alla zona bauuta. Anche nelle clll:Ì esposte a bombardamen ti :--ierei durante l..1 grande guer ra, \·enncro per cura ,kllc autor ità comunali 1,reparati appositi R. a(. finchè nei momenti <li incursioni la popolazione rnioaccia1a pol<:-!»C portarsi al sicuro. Quc:,ti R. sono stati prcdisposll con apposite corn1.zaturc, sia C'lntro proiettili scoppianti, sia contro pcrfora llli. Ma in tnluni casi non resistettero alla pote nza degli ~,plosivi rnoclcm i, specie quando si credct• lero sicme a!H ichc volte o cupole non souopo,te a prove tecniche di colbudo. ·

Costruzione di ricovero al fronte italiano

Nella guerra mondiale, i grandi ricoveri com~1iti troppo ·vicini a lle p1•imc linee sono soggetti ai m aggiori pericoli: .completi reparti tedeschi, in queste condizioni, sono stali più volte distrutti, interamente, durante la guerra ~ ondialc

Ricovero :mti-gns (da o Esercito e '-l'azione »)

latori, o meglio col riscaldamento on cnuto bruciando legna, trucioli. cotone e procurando di stabilire una corrcme di aria nell'ambiente. Gli ambienti, lirnitati di numero, vennero cbs,i ricati secondo un ordine <l i precedenza o <li irnportan,1:a del loro impit·g". Cc•ne piLr necessari furono de• signaci quelli adibiti a po,10 di soccorso antigas, per~hè il personale ad<lettovi, data la continuità e l'urgen1.a del suo speciale servizio, non poteva cs~crc costretto a portare per lungo tempo la m aschera; g li uffici cli comando, le slazioni tcldoniche , gl i osservatori, gli organ i di collegamento. Ogni reparlo [u anche dotato di uno o due ambienti. appositamente arred~ti, pcl ripo"° c la mensa. nei quali poteva avvicendarsi a scagl ioni il personale già slanco e provato. Per tutti g li altri ricoveri, non a llestiti secondo speciali indirizzi, si ritenne sufficiente pro,·vedcrc a for. nirli di un minimo di protezione baste,·olc solo a ritardare la penetrazione delle prime ondate <li gas, in maniera da <lar tempo agli occupanti di ricorrere ai mezzi d i protezione indiv iduale. In linea generale si può stabilire che i locali d i rico• vero debbono potersi tamponare con facilità e alla pcrfc•


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zio ne; le porte o passaggi pel personale debbono essere a piano inclinato ed avere una intelaiatura adatta fornita di tenda che, con d ispositivi semplici, assicuri la cb.i usura ermetica <lei locale; per maggiore precauz,ione è opportuno cbe ogni porta o passaggio sia dotato d i due di questi telai, distanti ~lrneno un n1ctro e mezzo uno dall'altro, e che le ten de siano imbevute di liquido ncutralizzan_te.

I

Ricuperatore. D ispositivo usato in alcune armi automatiche e nelle artiglierie con affusto a deformazione per riportare l'arma nella posizione di tiro dopo avvenuto il r inculo. Ridgefield. Borgo degli Stati U1ùti, nel Connecticut, co!ltea <l i .Fairficld. Durante la guerra per l'indipendenza degli Stati Uniti, il gcn. Arnold, che vi si era condotto in fine aprile 1777 con mil izie del Connecticut , e rafforzato con barric~te e terrapieni, vi fu assalito da 2000 Ùlglesi condotti dal gen. Tq•on. La lotta fu lunga e aspra, ma infine le milizie americane si sbandarono e si diedero alla (ug:,, mentre gli Inglesi occupa;ono il borgo. Il giorno dopo, postisi in ritirata, furono ancor a molestat i dalle milizie dell'Arnold, ma nusc irono a fronteggiarle e a riparare a Nuova York. Rid i (Anlonio). Generale, n. nel 1834, m. a Livorno lfel 1909. Sottòt. nel 1859, partecipò alla guerra d i qudl'anno. Colonnello nel 1888, ccmandò il 94" fanteria e ne'll 'anno seguente indò 111 J>. A . Magg. genera le nella riserva nel 1898, fu promosso ten. generale nd 1907.

R idolfi (Rodolfo) . Generale dei CC. RTC , n . nel 1867. Sottot. d i fanteria nel J 886, passò nei CC. Rl{. nel 1892. Fu uno degli organiuatori della gc."':ndarm.eria cretese; fu io Libia dal 19n al 19 15; parte• cipò alla guerra coi,tro I' Austria e fu in Albania. Colonnello nel r920, coman<l<', le leRi!'1olfi Rodolfo gioni di Bari e di Napo Ii e nel 1925 passò nella riserva. Nel 1929 venne promosso generale d i brigata dei Carabinieri Reali. Ridolfinì (con/e Domenico). Ingegnere militare del secolo XVI , n . d i Camerino, m. nel 1584 in Polonia. Emigrò nel 1579 e si recò in Polo nia, dove fo al servizio di Stefano !latori , ottenendo il comando degli Italiani che erano in Polonia e d i un regg. di Ungheresi. lspezionò e mise in stato di difesa le fortezze; prese parte alla guerra comro i Russi ( 1580) e m ise in opera un suo sistema di ,iro con bombe incendiarie, ottenendo efficaci risultati a Vielicza e Wiclkilu ki. Lavorò poi alle fortezze di Varadino e di Riga.

Costrnzionc di u na ridotta (secolo XVII) tenti, special mente quando enino cadute in mani del nemico le altre opere. Si chiamava così un bastione coi suoi lati e colle sue faccie, che faceva l 'ufficio di cittadella; se il bastione era tr incerato alla gola, chiamavasi « chiuso ». Vi erano i R. grande, quello « a casamatta », chiamatodal D'/\ntonj casamattato; q uello « a denti d i sega », ecc. Nella terminologia mii. della guerra contro l ' /\ustria, il R _ era un « punto d'appoggio» (V.).

.Profilo di ridotto di piazza d'armi

Ridotto della. mezza!t.11w, o ridotto del rivellino, o· 1emplicemcnte ridotto. Si c,igeva nei rivellini piuttosto ampi , e serviva, oltrecbè da R .. a completare l'azione del rivellino rispetto alla cinta primaria . Consistette dapprima in un sem plice tamburo costituito da una palancata o da un muro a feritoie più basso del parapetto del rivd)ino, ma poi acquistò il profilo di ramparo ordinario a comando in•

Ridotta. Piccola opera chiusa, per lo più di carattere mlsto, ma prevalentemente campale, e n on permanente. Jl termine è adoperato anche nel senso d i « r ifugio >> , ed -è sinonimo di R idotto, venendo adoperati quasi sempre entrambi inclitferememente. Ridotto (o anche Ridotta). Nome generico che si dava a molte e varie 'opere interne <li fo~tificazione , permanente, o passeggera, cli cui erano m uniti alcun i forti importanti e nelle quali si riducevano, ossia si rill_nivano i combat..

Ridotta in Libia -

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RID

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.R10

filo di ramparo. con comando superiore a quello dello spalto e grossez::a di parapetto da 4 a 5 metri. Il loro tracciato era a dente o ttuso, talvolta con un fianco all'cstre· mità dcll3 faccia rivolta al rivellino per battere il fosso dinnanzi al sagliem c di quest'ultimo. Il R. era anche chiamato dai nostri antichi architeni militari: Rifugio, Ricetto, Rastrello, Piazza d'armi. ecc.

I

Rido110 di difesa . È quel la !1iazza forte che serve di u ltima <lifcsa a t ruppe operanti in una zona separata dal teatro principale di operazioni. Ridotto gcner.1/c o u11tn1l,: di di/eta. f:: quella regione rortificata, o piazza a campo trincerato, in cui uno Stato concentra la sua ultima difesa.

Ridotto corazzato. Ridotta italiana in alta montagna ( m.--3040. Guerra :Vlondiale)

termedio fra quello del corpo <li piazz~ e quello del ri, vcllino. A tale R. si diede sempre i l tracciato a lunetta colle foccie parallele a q uelle dclh1 mezzaluna cd i fianchi o paralleli alla capitale o convergenti verso la gola, pcrchè des<cro tiri di fianco o di rovescio sui saglicnti dei bastioni . Detti fianch i risulta\'ano così molto esposti ai tiri d'in filma, per cui talvol ta vennero casamattati. li fosso era

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llasciat

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Sahabi

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Ridotte della Libia viste dall'alto

largo da 8 a 10 m. e alquanto meno profondo di quello principale. La grosscz7.a del parapetto era di m. 6, come per il parapetto del rivellino t del corpo <li piazza.

Ridotto della piazza d'armi. Aveva gli scopi seguent i: 1°) servire da ridotto della strada coperta; 2•) fornire fuochi fiancheggianti sullo spalto, specialmente ai salienti; 3°) coprire col suo rilievo i traili di fosso fra la canaglia e i fianch i della ci nta primaria. ;Dapprima consistettero in semplici palancate o muri di ci nta, m a poi ebbero pro,

Era chiam ato così nel secolo 3corso, a bordo delle prime navi corazzate, quel compartimento nel quale erano

contcnuli

i

pezzi di gro,so calibro. Era al centro della nave. e la forte Ridotto cor:tzz:ato di nave da auerra protezione icrviva an.4, canno11c; B, snhordi~ C, fumniolo; che per le macchine D, porte d i comunicazione; C, cintura corazzat a motrici della na,,c stessa. Con la tra• sformazionc success.i va delle cor3-zzatc, è st:no sostiruito dal le torri .

Riduzione degli armamenti. Dopo le r ipetute conferenze suf di•armo, tenutesi dal 1920 in poi sen,:a che si potesse raggiungere un accordo concreto, il problema della R. d . A. tornò nel febbraio <le! 1932 davanti alla Società dene Nazioni, in seno alla quale la Commissione gene· raie della Conferenza per il ,!isarmo, il 23 luglio prese le seguenti conclusioni : 1°) si dovrà effettuare una R. so<tanziale degli armamenti mondiali, da applicarsi, mediante una con\'cnzione gene,aJc, t~uuo agli armamenti tcrrc::,tri , <1uanto a quell i navali cd aerei; 2°) uno degli scopi cs':itnzial i <la raggiungere ~ad la R . <lei mc~z.i d':1ggrcsi:,ionc: a tale !-copo ~arà proibito in n10<lo assoluto o~nì attacco acr<-o contro le popolazioni civili; le Alte Parti Contr.icnti ,i obbligheranno ad abolire, trl d i loro, ogni sorta di bombardamento aereo, accordao<losi reciprocamente sulle miwrc ùa adottare per rendere effettiva l'osservanza di q uesta interdizione. Tra queste misure vi saranno le seguenti : l"aeronautica militare sarà oggetco di una limitazione numerica e di restrizioni delle caratteristiche delle aeronavi; l'aeronaut ica civile sarà sottopo.sta a una .regolamentazione e a una pubblicid integrale; inoltre le aeronavi civil i, le

Ridotta Capuzzo ad Amseat (Cirenaica)


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cui caratteristiche passeranno i lìmiti fissati, s3ra11110 · sog gc tte , salvo alcune regioni dove tale regi me non è. conve niente, ad un regime in ternazionale capace <.l i imped ire efficacemente l 'i mpiego illecito d i queste aeronavi . Le artig lierie pesanti terrestri d i n1assimo calibro saranno numcricamcnlc Ji rn icate; la convenzio ne stabilirà tale n1assin10 ca libro . Il tonnell aggio unitario dei carri da combattimento ~arà limitato. Sarà p roibita la g uerra chi.mica, batteriolo4

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gica ed incendiar ia.

Rimancvauo allo studio le question i degli effettivi , delle spese per la <iifesa naziooale, <lei commercio e fabbricaz ione delle arm i, d egli annarnenti navali, del le violazion i -delle disposizioni su l d isarmo . Circa gli effettivi dovrà realizzarsi una stre tta \ir~.1itazìone e riduz ione di essi) tenendo conto per ciascun paese, riguardo al numern e al carattere delle sue forze, delle condizic.ni aLtuali delle esigenze della sua d ifesa. Quanto alle spese per la d ifesa nazionale , la Co nferenza deciderà quale sistema d i limitazioni d i spese sa rà più adatto per ciascuno Stato ad alleviare l 'cno nne carico finanziario fer .!J;li armamenti che l'opprime . Per il commercio e la fabbricazione delle armi, tanto d i privat i che d i Stato, la Confercnz.a p n, 11orl'à un regolame nto a cui d ovranno sotrosta rc i membri della Sociclà delle Kaz.ioni. Riguardo agli anna111cnti n.1\·a li , b ·Conferenza invita le Potenze: firmatarie degli accordi i iava li d i Wash ing ton e di Londra ad accorda rsi circa le proposte relat ive ad ulLeriori misure d i R. , e nello .stesso tempo invita le potenze n1arinare. a comun icare il lim ite csrrerno di riduzione a cui e~s.. potrcbberc, g iungere . 'T'utti questi propositi sono stati resi vani dall' inconcludente conferenza del dis3rmo convocata a Londra nel g iugno r933 . E il problema è ancora {1933) in esame presso i poteri Yesponsabili <lei va ri Stat i.

Ried. Comune del l'Austria . so pra un affluente dell 'lnn. L'8 ottobre r813 vi fu concl uso un trattato prelim inare -d i pace e d' alleanza fra Austria e Baviera . Qucst'ulrinrn si staccava d alla Confederazio ne del Reno, unend o le sue [orze a quelle delle Poten7.C alleate contro la Frnncia: ·1· Austria, anche a nome degli altri alleati, garantiva al re -d i 13aviera piena sovranità nei suoi Stati . F ra Austria e Baviera sarà definita una conveniente linea m ilitare ; I' Au:Stria cercherà che la Ba viera abbia un'i ndenn ità, calcolata su lle proporzioni geografiche, statistiche e finanziar:e delle ;prov,i ncie cedute . Riègo (r Nuiies,

capi della ri,·olta comro la <lo,ninazionc i nglese (1870) e presidente del governo prov1•isorio ind ipendente . Domato il tent atil'O, si ·rifugiò negli Stati Uniti. T ornaw in patr ia per amnistia, fu a capo della solleva,.ionc del r885 , ma venne sconfitto dalle for;,;c inglesi del gen. M.iddlcton {li maggio), condannato a morte e impiccato nel novembre.

Rientrante (Angolo). Chiamasi cosl 111 fortificazione l ·angolo che volge la concavità verso l 'esterno. Rietfontein. Località del Nata!, a N .-E . d i Ladysmith. Durante la g uerra Anglo-bo~ra il gen. Wh ite, comandante le truppe inglesi i11 L adysrnith, ocd inò il 24 ottobre r899 un 'operazione offensiva contro gli Orangisti segnalati nei d intor~i di R. e al! 'alba usd dalla ci ttà con 2 rcgg. d i cava lleria, 2 btr. e 4 bgL , in tutto 4500 u . Alle 7 il ge n. French, comandanr.e la cavalleria d'avanguardia, fu fatto segno al fuoco del! 'a rt. nemica in posizione sopra una linea di alture parallela alla ferrovia. La cavalleria app iedò e si schierò d l fronte ai Boeri sopra una cresta vicino alla ferrovia, dove fu raggiunta verso le 8 dal grosso. Protetta dall 'artiglieria, la fanteria si spiegò su due linee d i due bgl. l' un a con tro la cui sr. si svolse poco dopo un tenta tivo <li aggiramento da parte dei Boeri. A mezzogio rno il gen. White, non sentendosi in forze per attaccare, or<linò la ritirata _,;u Ladysmid1 dopo avere perduto circa 120 uo1nini. Riet i (ant. Re(l.te) . Città capoluogo d i provincia, sul Velino. D i antichissime orìg ìni 1 fu conquìstata da Curil> Dentato nel 2 9 0 a. C. e d ivenne ben presto municipio romano, con vita prospera e rigogliosa. Le prime orde barbariche ,·i seminarono rovine; restaurata, sof1ersc per le arm i d i Ruggero I re cli Sicilia, che nel 1149 la tenne a lungo assed iata ed av utala infine in sua balia la ridmsc un cuxnulo di rovine . Dopo tale avvenimento ebbe un per iodo di relativa tranquill it,1 e potè risorgere, essendo

Raffaello rie{). Generale spagnuolo (1784-1823). Combattè contro i Francesi nel 1808. Nel 1820 fu uno de i oapi della rivol uzione d i C.1d ice che obbl igò Ferdinando VII a dare la C0° stituz.ione ; nel 1 8 22 venne no-m inato preside nte delle Cortes e nel 1823 comandò l 't·sercito costituzion.a lc . Ristabil itosi il governo assoluto f u condannato

Ricgo Raffaello

RIE

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a

morte

e

giu!>ti1.i.ato.

L. ·111110 da lui cornpù!-..tù in Algesiras , detto II d i Riègo /', d ivenne il canto nazionale degli Spagnuoli al r ipristino delle forme cost ituzionali.

Riel (Lttigi Davide). Patriota cana dese ( 1844- 1885). Di .orig ine franco. irlandese, partecipò fin da gio\ ane attiva. mente alla vira politica del P aese e iu uno dei principali 1

La porta d' Arei a Rieti

so tto la potestà della Ch iesa . Approfi tt2ndo del trasferimento del la ,ede papale ad Av ignone. il re di Napol.i ,, impadronl della città, la quale in quel periodo fu fune-


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R 1E

bada gli Auwiaci da quella parte, e con

7000

u . della

truppa di llnea e 3000· mili ti avanzò s u tre colonne verso

lt colline che ci rcondano R. Sul mezzogiorno attaccò i post i che il generale Gt:ppc.:rt, coma:1dante in R . , ~veva in w torno alla città, e ne seguì u na sc~tramuccia in cui per

qualche tempo la fortuna {u alten,a. Intanto Walm0den , che ern alquanto indic,ro dalla città colla maggior parte della sua divis .. avanzò verso le due colonne latcrai1 na•

polcrane e minacciò ser iamente la destra . Mal secondatc, dal suo luogotenente Montemajor, dopo qualche resistenza opposta dai corpi del gcn . R usso e dd colonnello Casella,

il Pepe ord inò la rilirara; n,~ i 1niliti1 non usi a conservare i loro ordini , e <faltra parte supponendo che il retrocedere fo~~e causato da una d isfana, com inciarono subito a sban• darsi. il loro esempio fu im ita to dalla maggior parte della truppa d i linea, il corpo perdette il suo collegamento e tutti fugg irono. La notte sopragg iunta favorì la dispersione

La porta C intia (restaurata) a Rieti

stata dal le cruenrissimc lo tte tra Guelfi e Ghibellini, finchè, nel 1354, il card inale Albornoz la ricondusse pacificamente all'obb<,clienza del pontefice. In seguito gli Alfani, posti a capo della città. ne ebbero il dominio assoluto; poi una ,;ongiurn , nel 1397 , indebolì d i mol lo !a potenza <klla nobile f am iglia, che cessò definitivamerne .sotto

iJ papa Martino \' .

e la

f-uga, e la forte posizione di Civita Ducale fu abban-

donuta senza alcuna resistenza . .La colonna che si era avan-1-ata verso P.iè di Luco lrovò occupato il posto da un n ;gg. austriaco, e retrocedette. Pepe tentò di fermare e d i rac~

cogliere i fuggitivi nelle gole di Antrodoco; ma il disord ine era irreparabile; quindi lasciato .Russo con ìOO u. ai posri di Antrodoco e di Borghetto, sì portò ad Aq uila con alcuni ufficiali e pochi soldat i. Nel lo scont ro eran o caduti circa 50 morti

Ni;i due se::coli sue•

-e

e

feriti

per

parte.

cessivi i Reatini eb, bero lotte g ravissime

II. Attacco di i<ù·ti (1831). Appartiene ai

nur1J<:ro:sc · cocllrO·

moti per la libertà d ·Italia . Mentre il colou11dlo Sercogn<I • ni, in marcia ver!\O l{oma, occupava Terni, a R . i l iberali

vcrsic con i Ternani,

per quest ioni di confini e per il pro,ciug:imemo della pianura reatina . Nel d i.cembre 1799, in uno

L 'attacco dei Rivoluzionari a Rieti (1831) rentarono d i alzare degli scontri a\'vcnu1 i la b:1ndìera italian:1. tra r escrcilt, rcpul:La città era prc::iid iara d~ l lnil guarniglone di 200 u . b licano franceic . comandato dal gen . Lcmoìne, e quello comandctti dal capitano Bentivoglio. L'8 marzo 183r una napoletano, una parte di que~tn, agli ordini del col. San• parte dcli 'esercito, comandato dal Sercognan i, circa 1000 u ., filippo, rimase sbarogliato pres,o Rieti .

Le mura dugentesche che circondano la cinà sono ancora

I

ben conservate : varie porte interrornpcvano cd interrompono

wrrorn il loro cerchio, tra le quali la porta d'Arei , con bastio ne caratteristico del scc. Xlii. e la porta Conca, massiccia , merlata . f. A ttacco di Rieti (1821). Appartiene ai moti per la libertà nel !\'apoletano, e si svolse fra gli Austriaci del gen . F rirnont, comandante de li 'esercito , lestu1alo ad ab.battere la Costituzione d i Mtpoli, e un corph. napokt ano agli ord ini del gcn. Guglielmo Pepe. Quest'ultimo radu nò -circa 12.000 u ., dei quali due terzi di 111 iliti , ad Antro,:loco e il 6 marzo avanzò fino a Civita Ducale. Informato

Campo Lugnarro

ol.Ca.sella ) Gen

Rus

CPuzzro li\ill'o Scilla gRurz

~

v. 5

.che agenti ncmid provoca.vano la dis pe rsione dell 'e::ercito,

-e già due bg l. d i mi liti teramesì, co llocati ad t\ rq uata . si e rano sbandali e che lo stesso cr~ avvenuto con un bgl. ,d i Campo basso giunto a Tagliaco>.zo, temendo che i! catt ivo esempio fo,se imitato da altri bgl., deliberò d ì at•taccare per primo il nemico. Pertanto la mattina del 7 ~narzo di resse 2000 u ., per la maggior parte militi, sulla ,dr. da Leonessa per Piè d i Luco e Te rni. per tenere a

SC:hieramcnto del I corpo napoletano a Rieti (1821)


RIE

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marciò contro R. ed allo spuntar del giorno cominciò a bombardare la citti con le artiglierie. Le milizie papali risposero energicamente, secondate da parte della popolazione. Si combattè tutta la giornata; all'imbrunire il Sercognan i, non essendo riuscilo ad ottenere alcun risultato, diede l 'ordine della ritirata. La mancata sor presa e la scarsità delle forze impiegate furono la causa dell 'i nsuccesso del] ' impresa.

Rietman (Giovanni). Generale del sec. XVIII. Dal 173r al 1744 comandò il regg. svi.i.zero Vallesano e lo guidò od ia g uerra contro l 'Austria (1733-1735) distinguendosi nei fatti <l ' an ne d i Pizzighettone e di Parma. Nel 1735 ebbe i l grado di maresciallo di campo d i fanteria. Rieunier (Ad1-ia110). Am miraglio fra ncese <lei sec. XI X. Ferito a Selnstopoli (1855), partecipò poi alla spedizione in Cina e si d istinse nell ' Indocina (, 861). Di nuovo ferito nella campagna del 1870, fu promosso capitano di vascello nel 1871 e conuammir. nel 1882. Comandante della squad ra nell 'Estremo oriente nel 1886 e viccammir.. nel 1889, c<1m andò la squad ra del Mediterraneo nel 1891. Ministro ddla marina n el 1893, fu eletto deputato nel 1898. P ubblicò vari stud i , t ra cui: « Il commercio di Saigon » ; ,, La · questio ne della Cocincina d al punto di vista degli i nteressi fra ncesi » . Rieux (Giovanni, de). Marcicidlo di F rancia (13421417). Fu uno dei capi dell 'esercito mandato da Car!o VI in aiuto del duca di F iandra e contribuì alla vittor ia d i Rosebecquc. Nel 1404 sconfisse gli Inglesi sbarcati i n Francia .

Rieu.r Pietro (De). Maresciallo d i Francia , figlio del precedente (1839-1439). Governarore per il duca di Bretagna a Sa int-Malo, fu maresc, d i F rancia 28 anni. Quando, nel 1418, i Borgognon i s'impadronirono d i Parigi, si trincerò nel la Bastiglia e poi r aggiunse il Delfino nel Ber~y. Rieux Giovanni (De). Generale francese (1447-1 518). Seguì F rancesco Il duca <li Bretagna ndla ca mpagna del 1464. Nel 1474 ebbe il grado d i maresc. d i Bretagna e 11cl 1476 quello d i luogotcn . generale . Riez. Ciuà del la Fra ncia , nel dip. delle Basse Alpi. F u colo nia roma na . Nel 572 vi posero il campo invasori Sassoni, devastando il paese . Il pauizio romano E nnio Mummolo venne q uivi ad assal irli, e ne fece i.I primo giorno gra nde strage. Il giorno seguente si venne a trat tative, e i Sassoni, • restituite le prede fatte e i p rigioni, si ri tirarono per tornare alle loro terre. Riff. Regio ne montuosa a sertentrionc del Marocco, limitata a nord dal Mediterra neo fra T etuan e Melilla, dai confini imprecisati, profonda dal mare verso l'interno dai 50 a.i 70 Km . circa , e lunga c irca 300 ch ilometri. Operazioni franco-.;pagn uolc nel Riff. F ra il 1907 ed il 1923 i F rancesi avevano allargato l 'occupazione al Marocco, impossessandosi d i quelle zone e di q uei punti che consentivano d i tenere più facilm ente in rispetto le t ribù non ancora sottomesse ed assicuran do le comunicazioni con I' Algeria. Le operazioni si erano svolte, sotto la direzione del ma rese. L yautey, attorno a T aza , nel m ed io At lante è anche intorno ad Uezzan . Fino al 1923 i F rancesi parvero disinteressarsi ddia fronti.cm nord del Marocco, trascurando il R iff e la f rontiera franco-spagnuol•, e nel 1924 non avevano ancora esteso il toro do m inio effettivo fino alla incerta linea che costitu iva la demarcazione fra le zone : ciò consentiva ai ribelli riffani di ma nd are emissar i e far incetta di vettovagl ie nella regione di pertinenza ,francese

RIF

per contrastare l'azione spagnuola io atto. Fra il 1920 ccl il 1924 Abd-el-.Krim , im postosi come capo delle tribt'1 del Ri ff e della Gcbala, guerreggiò contro gli Spagnuoli , e, in seguito ai successi ottenuti, accrebbe il proprio prestigio allargando la zona d 'influenz a ribelle, D urante q uesta lotta i Francesi si mantennero in atteggiamento ne utrale, non senza dimostrare una certa benevolenza verso i Marocchini, almeno in principio. Ma il prepotente atteggiamento di Abd-el-Krim, che si faceva chiamare sultano e si at teggiava a d ifensore della libertà berbera, i ndusse i l Lyautcy a pensare all 'occupaàonc della zona a nord dell Terga , nella quale alcune u·ibù fedeli ai F rancesi e nemiche dei Riffani. erano soggette alle continue i mposizioni dei Marocchini ribelli. Il 27 maggio 1924 il gen. Chambrun, partendo dalla base di Ain A icha, passò l'Uerga, avendo a propria disposizione II bgl. , una cp. montata , 3 sqdr ., 2 bande, 12 btr. e 5 squad riglie di aeJOplani . Le t ribù fecero atto di sottomissione e furono stabiliti i posti di guardia ad una tappa da Ain Aicha. Questo movimento determinò defezioni da parte delle tribL1 sottom esse, infiltrazion i ed attacchi dei Riffani, che continuarono sino alla fine d i agosto nella regione a nord del medio Uerga e in que lla di Metalsa. Le opera?.ioni del 1924 si chiusero comunq ue con prevalenza del prest igio francese, con la sola perdita di circa 200 u . Si era ottenuta l 'occupazione di una regione non estesa ma r icca e popolosa, che dava protezione a Fez ed alle comunicazioni d i q uesta città con Taza e l 'Algeria . Queste operazioni inimicarono decisamente Abd-cl-Krim alla Francia, per cui bisognava prep ararsi ad affrontarlo decisamente. li capo ,r iffano nell'autunno-inverno del 1924-25 accrebbe notevolmente la propria potenza . Riuscì ad ottenere. nuovi successi sugli Spagnuoli, i q uali, sgombrata Chechauen, ripiegarono sul.l'Atlantico attorno a L arache e sul Med iterraneo sopra un-a striscia co,riera da Ceuta a Tetuan . 11 ripiegamento costò gr avi perdite d i uomini e materiali. Al principio della campagna dd 1925 le forze di Ahd-el-Krim, il q uale, pur avendo adottato armi e proced imenti tat tici moderni , non aveva commesso l'errore di modellare le sue truppe su quelle metropolitane, comprendevano : un contingente di circa 6000 Riffani cosiddetti regolari, armati d i llfauser , m itragliat rici e <li qualche cannone; un piccolo gruppo di un ità d i r iserva inquadrate da regolari , formate d a contingenti forniti da tribù fedelì ; infine un numero variamente oscillante di partigiani, che ricevevano da Abd -cl- K, im armi e m unizioni. in totale i Francesi potevano :were <lì fronte un massimo di 130.000 combattenti, i quali però, per un complesso d_i fattori logistici e di organizzazione,. non poteva no concentrare i loro sfurzi ad o perare a m assa . Il concetto d i condotta della guerra attuato da J\bd-el-Krim fu q uello d i ind urre con la persuasione o con la forza le tribù di frontiera a rivolgersi contro i F ra ncesi, sostenen dole ed inquadrandole con nuclei di regolari e lanciandole all'attacco dei singoli posti. Le operazioni erano studiate· con riguar do alla situaz ione p olitica generale, ma per la esecuzione erano decentrate ai cadi incaricati dei con1~tndk nelle varie zone, spesso fiancheggiati però da emissari di fiducia di Abcl-el-Krim. Nla fine del 1924 i F ra ncesi avevano nel Marocco c irc:.: 65.000 uom ini. Il corpo d 'occupazione comprendeva truppe regolari (35 bgl. , 16 sqdr ., 18 btr. , 13 cp . del genio e: servizi) e da truppe supplctivt (25 bande di marocchini . aumentate più tardi a 29, e formazio ni d i irregolari 111quaclrate dai capi tribù , ma organizzate e condotte da ufficiali francesi). Queste forze erano ripartite in tll!to il Marocco. J\d esse, tra la fine d el 1924 e l'apri le del r925,

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s i aggiunsero alcune unità di rinJorzo, provenienti dalle

correre presidi pericolanti, senza ottenere effetti d.uraturi e

altre colonie e dalla Francia. Il 1 2 apiile 1925 i Riffani, alquanto prima rispetto alle previsioni del maresc. L yautey,

conform i al dispendio d i energie delle truppe, cui non era possibile dare cambio e riposo. Le condizioni climatiche resero ancor più disagevoli le o perazioni. F rattanto Abdel-Krim, che non aveva potuto ottenere un decisivo suc-• cesso con l'attacco da nord verso Fez, aveva deciso d i tagliare le comunicazioni fra questa Jocalii:,ì e Taza, e con l'Algeria. Nella prim~ decade d i luglio la situazione per i Francesi si fece molto pericolosa perchè, dopo aver fatrn cadere quàsi tutti j post i con attacchi violentissimi, i Riffahi_ spini ero le loro infiltrazioni fino a poch i chilometri della st rada el Arba di T issa-Ameil. Importanti tribù defe-

iniziarono le operazioni · con un attacco svolto da circ a

uomini contro la zauia d i Amjot. Lo sceriffo Derkauj , sottomesso a i Francesi, oppose resistenza e passò anche alla conLroffensiva, ma fu battuto e dovet te fuggire 2. Fez. Vennero anche attaccati alcuni altr i posti f ro.:icesi , e, d opo la caduta di alcuni di essi, le infil trazioni auraverso il territorio dei Beni Zerual g iunsero fino all 'Uerga, guadagnando terreno anche sulla sr. del fiume. Grave fu la conseguenza di questo attacco, perchè nun1crose tribù, 3000

già sottomesse, defezionarono, capovolgendo la situazione

zionarono, mentre altre davano segno d i malcontento. La

politica. I Francesi cercarono d i difendere i passaggi sul-

difesa potè t rarre qualche respi ro con l 'arrivo di rinforzi

MAR

ME.DITERRANEO

LEtitiéMtJA /ribelli

Zona occvp 1""&.§h ..s.,w.inuo. ,, dai /rance..s/ 1nlernaL/eo'I ✓.$ngeo · t-+++-t

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Fronllèra /edr,C.g kanco• .s -nuok

Territorio del Riff (1925) I·uerga:

l 'aviazione bombardò i nuclei nemici a più r i-

prese e

rifornì di viveri e niunizioni ~ posti che erano

sra ti ragliati e bloccat i. Il comando francese, d i fronte alle difficoltà del momento, decise di difendere Fez sferrando una audace offensiva. Furono costituiti tre gruppi mobili,

rispettivamente al comando del gen . Cambay (5 bgl.), col. Freydcmberg (6 bgl.) e gen . Colombat (5 bgl.). Il gruppo Colombat che operava - in d irezicne del inassiccio di Biba ne fu in primo tempo respinto, ma poi, rafforzato dal gruppo Freydenbcrg, ottenne q ualche successo che lo condusse all 'occupazione di Bibane e alla liberazione di alcuni post i bloccati dai Riffani. Il gruppo Combay a sua volta riuscì ad arrestare l'avanzata di grossi nuclei nemici, che minacciavano Taza. Alla fine di maggio, dopo nuovi arrivi d i truppe di rioforzo, i l generale Dugan ebbe il comando delle operazioni contro i Riffani, d isponendo d i 15 bgl., 9 sqdr. , 20 brr. e 10 squadriglie di aviazione. Furono costituiti quattro gruppi mobili, e disposta una riserva generale a Fez . Nei mesi seguenti le ·truppe mobili forano sottoposte a duro lavoro per parare minacce e soc-

che raggiunsero complessivamente il numero di 12 bgl. , cosicchè le situazioni parzia li migliorarono sensibilmente : ma la situazione generale r imase sempre assai grave perchè le cOJminicazion i erano ancora · malsicure . Alla fine d i !uglio 30 posti erano cadut i in mano dei R iffani; quasi tutti gli altri erano stati sgombrat i. Le perd ite francesi erano state gravi e raggiungevano quasi il JO %· dei combattenti imp iegati; al 20 luglio infatti si contavano roo5 morti, 3iIO feriti, 995 d ispersi. Il 25 luglio assunse i! comando delle t ruppe operanti contro Abd-el-Krim il gen. Naulin, mentre il maresc. Pétain fu incaricato dal governo francese di esaminare su~ posto la situazione generale e militare <lei Marocco. Egl i comprese che erano necessarie due cose: inviare rinforzi consistenti e iniziare la collaborazione franco-spagnuola. Per quanto ha riguardo ai r inforzi, jl governo francese aderì incondizionatamente inviando entro il pri,Kipio di agosto 22 bgl. e truppe suppletive e servizi. E ntro i primi d i settembre giungevano ancora 12 -bgl. di fanteria , 2 · bgl. m itrag-lieri coloniali, i regg. spahis e 4 gruppi di artiglieria. In tal modo le


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forze operanti si elevarono a , 22 bgl. di fanteria e 2 bgl. d i carri, 36 sqdr., 63 btr. e 22 5quad riglie d ':wiazionc, oltre i servizi. In totale 85.000 uomini circa e 21.000 quacirupedi. Per conseguire il fine della collaboraz,onc con gli Spagnuoli il marcsc. Pécain ,j recò a Tctuan, do,·e conferì con Primo dc Rivera ; e, poichè gli Spagnuoli erano decisi ad agire ve rso Agad ir, anche il Pétai n s1abi lì d i orientare ]"azione francese nella stessa d irezione generale. lman10 il gcn. Naulin con i primi rinforzi provvide a rafforzare la fronte e a dar riposo alle truppe. Le forze francesi furono divise in 3 raggruppamenti (ciascuno di d ue divis.) e uoa riserva. Iniziate appena possibile le operazioni più urgenti per consolidare la fronte, alla fine d i agosto la situazione pan>e tornata usai fa,·orcvolc, perchè le comunicazioru erano nuovamcn1e assicurate a sud di Uerga. E il comando (rancese potè dar m;ino alla organizzazione dell"offensiva. 11 marcsc. Pétain , preso il comando d iretto delle truppe operanti, decise di svolgere un 'azione secondaria verso la metà di settembre sulla fronte dd medio Ucrga, con lo scopo di eserci tare una azione politica sulle for t i tribù d issidenti de i Beni Zcrual e Mtiqua; a <1uesta azione avrebbe dovuto seguirne una principale. verso la fine di settembre o ai primi di ouobrc, a nord di Taza e di Kiffanc, per assicurare il posscs.ò delle soglie montane che danno accesso al Riff, ed assicurarsi una base cli partenza d i future op~rnioni in collabor:izione con gli Spagnuoli. La pr ima di queste operazioni fu iniziata il giorno , 1 scucmbre e condoua a termine mediante due puntate-. L'offcnsi1•a principale fu iniziata il 30 settembre e, per 'JUanto fortemente ostacolata, ottenne un notevole ris'.1ita10 militare ndla saldatm a con le for1,c spagnuole cd un altro politico non meno imporrante con la sottomisiione di alcune tribù dissidenti. In complesso con questa prima offensiva i Francesi rioccuparono tutto il territorio perduto in precedenza e olcrepassarono note\'olmente l'antica linea dei po,ti d i guard ia. La fron1e {lifcnsiva fu organ izzata con ~rn si~tcrna di potenti capisaldi <li re~i~tenz.a, con va1·i ordini di trincee, organizzati per una forza variabile da 1,no a due bgl. con artiglieria e larghe , isen e d, viveri " materiali. Gli intervalli fra le varie organizzazioni eran<, guardate da elementi ausiliari. La stagione invernale impose una sosta nelle operazioni; tale periodo (u impiegato per una vasta azione politica e per la preparazione di una nuova offensiva. I Riffani continuarono a molestare le tribù sottome,se ma furono sempre battuti, cosicchè l"autorirà d i Abd-cl-Krim and,ì perdendo terreno. Il 1 8 aprile 1926 furono riprese le operazioni in grande sti le : le truppe operanti intorno a Taza eseguirono un'a,·anzata generale per occupare il terreno fino allora tenuto dal nemico: il 7 maggio si iniziò l"offensiva concertata insieme con gli Spagnuoli. L"ohbiett ivo d i questa operazione era Targuist, nel cuore del Riff, principale cent ro d i resistenza delle trib1, cui apparteneva Abd-el-Krim. li piano dell'operazione consisteva in un tenrativo di accerchiamento mediante tre attacchi convergenti su Targuist: daU-alto Uerga verso nord , condotto dai Francesi; dal Kert verso ovest, condotto d a Franco-spagnuoli; da Agadir •verso sud, condotto d agli Spagnuoli. L'offensiva principale fu condotta dai Francesi del gcn. Marty, che impegnò i Riffani con furiosi combatti menti, costringendoli ad abbandonare le loro posizioni in d isordi ne. JJ 23 fu occupata lr. loc:,lità d i Suk cl A rba di Ta rguist. Qucsla operazione offensiva principale incont rò poca resistenza dopo i primi d ue giorni, tanto che i Francesi lamentarono solamente 100 morti e 200 feriti . Parallelamente a tale -operazione gli Spagnuoli erano avanzati

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fino :d Ghis cd un altro raggruppamento francese d a Fez in iziava un "azione in forze per sottomettere tribù ribelli, fra cui quelle dei Beni Zcrual. Ai primi di giugno lo scopo era già stato raggiunto. Lo stesso Abd-el-Krim, kprcsso moralmente e scosso dalle sottomissioni delle tribù, che glo er ano state più fedeli, si arrese ai Francesi. 1.a resa d i Abd-d-Kr im non chiu se il ciclo d i operazioni, poichè alcune popolazioni rimasero irriduc ibili nemiche dei Franco-spagnuoli. In qualche località riarse l"agitazione: rimasero centri più importanti di ribellione la zona a sud di Taza, antico centro di dissidenza, fra l'alto Scbi', e la med ia Mulup; la vasta oasi d i Tafilcl t; e l'esrt:so acrocoro dell 'alto Aclante . Le opernioni svolte in questo pcnodo furono specialmente importanti nella regione di Ucz1.an e nella macchia di Taza (agosto). Le operazioni in questa zona furono in primo tempo condouc dal gen . Vcrnnis, che d ivise le sue forze (una d ivisione) in numerose colonne, le quali, avanzando da diverse parti, occuparono fulmineamente tutto il territorio con pochissime per.lite. f'. pur ,-ero che le forze ribelli in questa zona non erano troppo numerose. La seconda fase dcll"opcrazione fu affidata al gcn. Dufieux, il qua le i n luglio, con due divis. e forze irregolari, eseguì una offensiva contro la grande macchia di Tan. L ·operazione fu svolta da tre colonne che marciarono in modo convergente da nord, da sud e <la ovest contro il Gcbel Tafcrt. 1 ribelli, che opposero accanita resistenza nelle alte valli del Tafcrt, furono annien tati d efi nil'i vamcllte il 20 lugl io 1926. Jn tal m odo anrhe gli ultimi focolai di ribellione furono eliminati. :-;selle regione di Tafilelt non fu svqlta vera ai.ione militare, ma politica e di penetrazione a mezzo di la,·ori stradali, che consentirono ai F rancesi di infiltrarsi nel paese e <li isolare a poco a poco j g randi cap i per sorvegliarli att ivamente.

Rifiuto d 'obbedienza. (Art. 112-113 C. P. E. e 130131-132 C . P. M. u\1.). Reato consistente nel fatto del milit:u e subordinato che, senza un a legittima causa , non escguisce l"ordine ricevuto dal superiore nel tempo e nei modi prcscriuigli. Esso può consumarsi sia a parole, sia con gesti, sia con altri fatti positivi o negativi, quali l'ine1ecuzionc pura e semplice dcll"ordine. t reato basilare, pc rchè esso costituisce violazione del p rincipio gerarchico, ,ul quale s'impernia l'organiu.n.ione e l'cflicienza di ogni aggregato armato. La necessità dell'uso della forza richiede !"unificazione di tutte le volontà indi\'iduali che compongono le Forze Armate sotto la suprema volontà di chi comanda : u nità d 'azione e di sfor.li, unit:ì d i d irezione e di comando. L'ordine può essere verbale o scritro, ma il mezzo col quale viene comunica'.o è indifferente, purchè sia idoneo a portare il comando a conoscenza dell'inferiore. Perciò l 'ordine viene efficacemente impartito sia verba lmen te, sia con mezzi mecca11ici di trasmissione del pensiero (segnal i, telefono, ccc.). L "ordinc che reclama assoluta obbedienza è snlo quello dàto per ragioni di di1ciplina o di servizio. Può riguardare anche rapporti privati, quando la ragione che lo determina si fonda in un motivo cli serv izio o di d isci!1lina militare. Così nd esempio, l"at1endentc ,leve obbedienza all 'ufficiale cui è addetto, rispetto ad ogni dovere contenuto nel suo rapporto di servizio privato, linchè Jura tale rapporto. L'ordine è per• sonale e contingci:tc; non dcl'e perciò confondersi con le prescriz ioni preven tive, permn11cnr; o tcmpor:,nee, d i carat1cre generale, contenute nelle leggi, nei regolamenti, nel le is1ruzioni e negli ordini del giorno. Ogni militare h a clo,·cre di assoluta obbedienza all"ordine legittimo del superiore. Qualsiasi reclamo non dispensa dall'ohbedire, nè

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sospende l'esecuzione d el ) 'ord ine. I reclami eventuali de-

sionc <lei rnenn atti al servizio dai ruol i tenuti al corrente

vono essere presentati alle autorità superiori nei modi pre-

da i Municipi e dall'arma d ei RR. CC. La scelta del q uar!rupcdc militare viene [atta con criteri tecnici (V. Rimo11ta), ma la vera R. _a vviene fra i quadrnped i già sottole armi, e per due ragioni diverse. La prima causa d i R. è l'età nella quale in media si r itiene il c1uad ru)1ede non· più atto a sopportare le fatiche militari. La seconda è provocata dalle lesioni o 1nalattic sopraggiu ni-e in serv izio .

scriu i dalla legge e dai rcgolamcnLi, li regolamen to di d isciplina insegn1 eh~ l'obbe<lienza deve essere pronta, rispettosa ed assoluta, e che 11011 è !lermesso all'inferio re alcuna esitanz.a od osser\'~n za . J\nch e il ritardo, t1uando

dimostri la volontà di d isobbedire, può costituire il reato in esame. Il reato può essere semplice e aggravato. La pena, pe r l'ipotesi sempl ice, è del carcere m ilitare da due a sei mesi, Per le ipotesi aggravate, se il r ifiuto d'obbedienza è commesso in servizio con truppa riu11ita, da due m esi di carcere mi litare ad un anno d i reclusione milita,e; se il rifiu to è commesso .i n tempo di guerra o' in caso <li incendio, cpldemia o di altro pericolo, la reclusione m ilitare è da <luc a cinque anni , Per il C . P . M. M ., la pena ,,a da due a diec i ann i di reclusione 111ilitare, se il rearo è comrncsso in tempo d i guerra o a bordo in caso d i incendio, abbordaggio, investimento, epidemia, o di una mf!novra da cui dipenda la sicurezza della nave. Lo stesso codice prevede l'ipotesi speciale dell'ind ividuo <li marina che, avendo un impiego di qualsiasi natura in uno stabilimèoto mariu inio, non obbedisca agli ordin i ricevuti, in presenza <.iel nemico

o d i r ibell i armati, o in caso d'incendio o dì altro accidente da cui sia n1i.nacciato )o srnbiliment0 : la !)ena 111 tal caso è da d ue mesi d i carcere m ilitare a due anni ,l i reclusio ne militare.

Rifleite. Polvere senza fumo, fabbricata da lla Smokeless ,Powder Co. a Barwick fin dal 1891, cosrituic a da nit roglicerina. Come solvente si a<lopera la nirrobenzina. t molto

!'

stabile, poco erosiva e si presenta in tavolette brune . uno dei canti esplosivi adoperali negli Stati Uniti per gli usi nell'esercito e della marina.

Riforma (Medicina Legale Militare). È la decisione che viene pres;i a carico d i coloro

che s iano riconosciuti in

modo assolino e permanente inabili al scrvi,:io militare. Danno luogo ad essa, e conseguentemente ali 'invio hl con• gedo assoluto, tutte le imperfezioni ed infermità inabilitanti e nor, suscettibili di utili modificazion i c.oì tempo, ovvero persistenti negl' inscritti di leva oltre il periodo biennale della r ivedibilità, e nei militari o ltre congrui periodi d i lunga licenza di convalescenza, previe le opponune cure. I militari vengono riformati in seguilo a Rass,?gna (V .) con determinazione del d irettore dell'ospedale militare. Per gl'inscritti la decisione di riforma è prouunziata dal Con<iglio di leva.

Riformati (l mpo<ta sui) . Venne istituita con R. D. del 1915, allo scopo di assoggettare a una particolare « imposta m ilitare >) i cittadini italian i aventi un 'età compresa nei lim iti d i obbligo al serviz io mii. e che per riforma, cd anche per d ispensa od esonero, non fossero soggelli o si sottraessero al servizio . Fra costoro e rano anche compresi

quelli di classi, categorie o specialità non cbiamati al leanni . Dall'imposta erano esentat i gli in<ligeoti , i condannati durante l'espiazione del1a pena, i ciechi, i sordomuti, gli idioti, i riformati per cause di servizio, ccc. L'imposta veniva pagata con una tabella basata sul reddito: partiva: da 6 lire annue per il reddito da 1000 a 2000 lire, e raggiungeva le 3000 lire annue per i red,Fti oltrepassant i le 200 . 000 lire.

Riformato. Diceva si nel secoln XVI e ne' d~e seguenti, quell 'uincialc, capitano o alfiere , che dopo lungo esercizio• in alcuno d i questi gradi, riceveva tcouc stipendio a vita, ancorchè non militasse . Nondimeno anche fuor delle compagnie costoro, per elezio ne e nelle imprese più arrischiate, cacciavansi. aggiungendo al soldo della riforma anche il corrente . (Guglielmotti) . Rifornimenti. « Quello che non prepara le ,·ettovaglic necessarie al vivere è vinto senza ferro ... G li uomini , il' ferro, i denari cd il pane sono il nerbo della guerra ... " · Cosl il Mach iavelli . P redisporre umr.ini e cose per un connino è di pertinenza 9cll'organica. A lla logist ica compete di

milntenerc in efficienza

nmnericamcntc

e

qualitativa-

men te ciò che l'organica appresta. Il problema dei R . è perciò essenzialmente logist ico . Esso incombe, come responsabilità, sui Comandi non mene, delle stesse operazioni.

lihll'l~ R. Marina, ( ritcri per ! 'esclusion e va riano frequentemente per esigenze militar i; secondo che l'armata ha bisogno di u n personale pili o meno numeroso, le norme circa l'attitLid inc al servizio sono ,neno o più severe . Il nun1ero dei riform ati nel \ ·armara si ~ggira intorno

°

al 7 ho di tutto I'effcuivo. L a ca11sa più comune di riforma è l'ernia , seguono in ordine decrescente l'epilessia, la tuberco losi polmonare, i d isturbi della vista , la carie dentaria e le malattie mentali . Il numero dei riformaci è più alto nel primo anno di sentizio, cssen rlochè. alcune infermità e difetti fi sici si rendono manifesti dopo l 'arrnolamento per l' influenza delle nuove cond izioni d i vita sul1'organismo .

Riforma (Quadrupedi) . Il reclutamen to dei quadrupedi non è saJvaguardato da una R. preventiva, giacchè, quannmque le periodiche r iviste d i quadrupedi facci.anC prendere in esame tutta la produz ione c<1uina dello Stato, p urt11ttavia esse non d anno luogo ad un vern scarto definitivo del materiale quadrupedi, m a sol tanto ad una esclu-

Servizio rifornimento idrico (Truppe italiane ~ Kola, inar,zo 1919)•

fnfatti non vi è la possibilità d i concepire una qualunque azione, nella quale i-deatore e organi?'zatori non abbian,o posto mente ai fattori d i questo problet11a, e senza che abbiano dedotto le conclusioni circa la attuabilità cd il valore dei progettati piani, ri ferendoli alla difficoltà cd al r.end imento dei R. I quali_ hanno su bito una evoluzione, la cui portata ha valore sociale o ltre che strettamente tecnico-militare. Ne.i tempi più remoti e socialmente meno evoluti, q uando cioè gli escr,iti erano d i mqle rcln1iva-


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ai v.ari rami dell'attività dei combattent i: ciascuno è rcgo• lato secondo apposite disposizioni e norme. Se poniamo mente alla vastità dei bisogni d'un esercito moderno in coollitto, e se pensiamo che solo per far agire una mitragliatrice in uo minuto si consumano più di d uecento 1 • ,fos/id1ln,s1>onJo, , µf,mone d, raccolt~, lPoslÌ di d,Sinbu, lfddlle ('0/onn,.dt I tl"fd9dZZlnO di ~ h m1m~ll{s/iJ~-.1 pallottole, dobbiamo formar: .ri'rm, . 1corpo d.Jrmard e ',Md!/dl ?mq di ve/:,V0~9/Jd,ne11ro d, 1.JmìWmenl~). a,,: 1/"!Jgjlllnl dt vede, ci, con una cerca approssi1 1 1 Trupp1 ld.;llt! (()/()nntt div,, o'drmdlddllecoltJn. I rovt,1QfldrÌtPn/p da 1t!rm4id ma<;dlllno 11elfo11J,. vt19l1t1mtnfb e par,, mazione, una idea della . I I / I I ,. l:;,OJ?dh d lrarn,q. 1neQ,nft)l"l1.1,nenlo 1Olh1f.>t, f{P, ror P,Jrro besf"!mt gl ~ PI''" /Jcsfl.J._ch, beshdmr ,te 1 1 1 1 qi'o viver, grandiosilà e della compks</Jy1JtQNI, po d'ormd~J d, drma/;J m(' lrttt,v,ve,-,iì-... 1 ~6$t! 1 sità del problcm a dei rifor. I ~--~ nimcnti odierni. I R. in genere si concretano con due distinti ordin, di auività: la preparazione del materiale cd il trasporto. La richiesta d i quanto abbi• sogna è quindi duplice, poichè interessa due diversi organi: quello che produce o raccoglie, e quello che trasporta agli enti destinati n consuma.e. Usce ndo dal teatro d'opcrazioni, dobbiamo considerare anche i R. Schema del servizio dei rifornimenti (Dalla • Rivista Militurc Italiana•) che lo Stato, servendosi dei molteplici suoi orgafezionandosi le armi e aumentato quantitativamente e ~ome njsmi, realizza per mantenere 111 efficienza e sufficienspecie le oeccssilà degli escrciù, lo sfruttamento delle ritemente forniti gli stabilimenti dcli 'esercito. Molte sono sorse locali è andato vicppiù apparendo meno adauo. Non le derrate, le armi, le muniLioni, i materiali di consumo solo, ma con esso si violava il pri,kipio della proprietà vari, ccc. che manc:uw fra le risorse di uno Stato e che privata, divenuto caposaldo delle concezioni sociali, e si pure occorrono per alimentare e tenere in auività le forze creava u n ambiente politico sfavorevole all'esercito occubelligeranti. Per esempio l'Italia nella guerra Mondiale pante. Fare assegnamento sulle risorse offerte dal bottino mancava principalmente di grano, carne e acciaio: tutto tolto al nemico, equivaleva a giuocare d'azzardo. Oggi ciò dovette importarlo dall'estero, stipulando colossali conunica fonte sicu ra e possibile per i l R . d'ogni specie di tratti; ed organizzando trasporti che per entità e per conmateriali di guerra e complcmeotari è quella data dall 'afdizioni particolari, date dall'insidia sottomarina, furono grafluen:i;a da tergo: cioè dagli stabilimenti di produ,.ione e \'Osissimi; istirnendo punti di sbarco, depositi e frigoriferi d i raccolta che esistono nel territorio dello Stato, o che di conservazione; tutto un complesso traffico di treni ca,·engono impiantati in zona di guerra, !) che vengono trarichi affluenti ,·crso gli stabilimenti dell'esercito e ritornanù sportati al seguito. Tutto ciò non si improvvisa. Fin dalla ,,uoti o con altro materiale di sgombero, ccc. Come i R., nello stret to campo militare, sono uno dei principali do1·eri del comandante, cui spella l'organizzazione avvalcndo,i delle lmendcnzc,. degli Stati Maggiori e delle maggiorità di reparto, cosl nel più vasto quadro d'uno Stato essi sonn un preciso dol'cre del gol'erno. Questo dc\'e occuparsene secondo i bisogni segnalati -clall 'escr< ito, tene.odo ben presente lo scopo da conseguire. nonchi: 1~ potenzialità linaniiaria statale. mente ridoua, i R. trovavano dei limiti, specialmente in due ordini di faui: i minori bisogni militari e generali, e b conseguente possibilità di togliere al nem ico o sul posto occupato quanto serviva otalmente od io parte. Per-

Scendendo alla tecnica, i Ti. avvengono dal['j ndictro all'avanù: sono cioè i capi che regolano l'affluenza dei materiali ai corpi dipendenti. Questi debbono a loro \'Olta segnalare i propri bisogni in tempo utile. L 'afflucnl.a del materiale deve seguire un ritmo normale, senza scosse e scnw d iscontinuità. Governare il rifornimento delle armi e delle munizioni, può significare talvolta inAuirc e fors'anche decidere d'una battaglia. V. anche alle voci Comi-

tato (1111cra/leato per i I<.) , Munizio11i, Viveri. Colonn3 di rifornimento in Libia

pace ogni cosa deve essere stud_iata, prevista e preordinata, cosicchè al momento del bisogno si sappia dove auingere, e soprattutto si conosca d i quanto Si possa disporre. Ogni servizio logistico ha i propri particolari R. che si riferiscono

Nel campo marittimo, oltre ai R. similari per le altre Forze Armate, è da tenere conto dell'importanza enorme che hanno quelli di combustibile. Talchè in tutte le Marine si provl'ede fino dal tempo di pace a mantenere bene rifornit i i depositi di carbone e di nafta . Nel campo aereo, i R interessano in quanto è pos~ibile,


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attraverso speciali accorgimenti, di poterli effettuare in volo col travasamento <li liquid, da un apparecchio al.l'altro. Le esperienze e gli esperimenti compiuti al riguardo hanno valore indiscutibile. Nel campo bellico tale possi-

Rifornimento di viveri in volo nella L ibia

bilità può dare largo giovamento, ove si pensi che un vel ivolo potrà non essere costretto a ritornare alla base d urante il compimento di una missione, ma può i nvece rifornirsi d;t un apparecchio cui in genere vien dato il nome <li velivolo c isterna.

Rifornitori. Sono i militari incaricati d i portare le m unizioni alle mitragliatrici; essi sono fucilieri muniti di cassetta spalleggiabile, contenente una certa quantità di cartucce da mi tragliatrice. Attingono le munizioni o dai drappelli di rifornitori inviati dal comando della cp. o dalle salmerie, o d irettamente dai posti di munizioni del bgl. e del regg. Le cassette sono di svariata specie; le più moderne vengono costruite i n leggera fibra a forma di piccole valigie, fornite di cusc inetti e di spallacci. Nelle primissime linee, in presenza del nemico, il lavoro dei R . è assai rischioso. E~si debbono muoversi rapidamente e frequentemente, correndo il pericolo d'essere visti e colpiti; l 'addestramento d i quest i preziosi combattenti dev'essere quindi improntato a svilupparne la comprensione del valore del terreno nei suoi più minuti par ticolari. Debbono sfruttare ogni sasso, ogni cespuglio, ogni piega per coprirsi dalla vista e <lai tiro e ;:,er potere esplicare in pieno la loro attività. Vari sono i sistem i escÒgitati ed esperimentati per ridurre al min imo le perdite dei R. Quello detto a spina d i pesce è combinato in modo che ciascun rifornitore port i la cassetta munizioni al compagno che ha davan ti e poi torni al suo posto. Vi è anche il sistema a staffetta per cui ciascuno a servizio compiuto si trova nel posto <lei compagno che precedentemente gli stava dietro. l R. addetti alle armi pesanti portano a ' spalla un quantitativo <li 400 cartucce, e sono aiutati dalle salmerie; quelli delle armi leggere spalleggiano cassette da 300 cartucce, e q uasi m ai dispongono d i salmerie d'ausilio. Rifugio. In fo,t:· ti zione , lo stesso che Ridotto o Ridotta. Durante la ,ra Mondiale, si çhiamò R. ogni accorgimento per te ere al r iparo gli uomini da] fuoco nemico, e 'q uei locali che nelle città esposte ad offese aeree vcniva110 attrezzati e destinat i a ricoverare la popolaz.ionc in caso di bombardamento.

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R ìga. È la riunione di più m ilitari disposti sulla stessa linea retta l 'uno di fianco all'a ltro. Chiamasi ugualmente quella formata nello stesso modo da quadrupedi, carri, automezzi, apparecchi cl 'aviazione, navi, ecc. L'inter v~llo fra gli uomini da gomito a gomito, e per la libertà. dei movimenti viene fissato in cm. 5. Per gli altri elementi

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sopra citati va ria a seconda della. omodità dei movi,nenti, ed in base alla fron te occupata da ogni singolo elemento . Nella R. si distinguono il centro e le ali dr. o sr. La R. è l 'elemento base delle formazio11i mil itari Ùl ordine clliuso, quando gli individui che la compongono sono disposti ad intervalli minimi. Ma questi possono variare a seconda delle istruzioni ed evoluzioni eh-, si devono eseguire. Una successione di R. viene chiamata colonna. La I?. è suscet: tibile d i movimen1j, e, perchè possa procedere in una· direzione, deve avere davanti al centro un individuo che serva di guida. Per g irare può usare conversioni a perno fisso od a perno mobile. Nel primo caso l'individuo che costituisce il pern.J gira sul posto regolando il suo movimento su q uello dell 'ala marciante , verso la quale tiene costantemente diretto il suo sguardo. Se invece la conversione si fa a perno mobile, l'individuo che si trova al l'est remità dell 'ala perno, gira su d'un arco di circolo con un raggio equivalen te ad 1/3 circa della fronte. Questo sistema è usato tuttora per le a rm i a cavallo, e per il carreggio nelle riviste; ma per le armi a piedi, meno che per esercizio, e per riviste e parate, viene sostituito da movi-

menti individuali d i fianco, assai più pratici e rapidi. Anticamente, specie jn Grecia ed in Roma, la R. compatta costituiva la base principa le di tutte le formazioni in ordine chiuso, cosicchè la falange e la legione non crauo che una successione di R. Tale tenden7.a ad intervalli chiusi andò conserva,1dosi fino all'epoca dell 'adozione delle armi da fuoco, allorquando la: necessità di diminuire le grandi perdite fece pensare alle formazioni più larghe e più snelle. Ma soltanto con Napoleone I la R. andò perdendo della sua rigidità, giacchè Federico II di Prussia, pur vedendo i letali effetti prodotti d alle armi da fuoco, mantenne in massima la R,. compatta, specie per la cavalleria destinata all 'urto, e curò la for mazione delle fanterie su tre R. onde ut ilizzare meglio l 'azione del fuoco di fucikJ·ia. Durante la grande guerra, nella quale venne fatto molto uso di trincee, onde ottenere la massima intensità di fuoco, fu rono sovente impiegate le fanterie su due R. compatte . Ma la necessità d ' adattamento al terreno, specie negli sbalz,i d 'avanzata per assalto e presa di possesso di trincee e posizioni, consigliò ad adonare formazioni a frotta, più maneggevoli e meno facilmente vulnerabili.

Riga. Città capitale della Lettonia, sull'estuario della Ovina, in fondo al golfo di Riga, vasto e profondo, sbarrato all'imboccatura sul Mar Baltico dalle isole di Oscl, Dagoc, Moon e altre minori, fra le quali i passaggi non sono tu tti praticabili e sono facilmente difendibili. Fo11data da i Tedeschi sulla fu1c del secolo Xli , la città appartenne successiva.mente .a i cavalieri Porta Spada, all'Ordine Teutonico, alla Polon ia, alla Svezia. Fortificata con cinta ba\t ionata ad ;ecolo XVI, venAntica bandiera di Riga ne assediata e presa nel 1621 dagli Svedesi. Nel 1656 fu iiwano assediata <lai Russi, e ugualmente invano nel 1700 dai Polacchi. Nel luglio 17 10 i Russi, dopo un assedio di alcuni mesi, durante il quale la guarnigione svedese si ridusse da 9000 a 2000 u., riuscirono a conqu istarla, assicurandosene il possesso con la pace <li Nys.ad (1721) e tenendola sino all'epilogo della guerra Mondiale. Nel 19r7 la città fu presa dai Tedeschi e nel r 9r8 dai Bolscevichi. Con la costiwzioae dello Stato della Lettonia ne divenne la capitale.

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I. Auedio di Riga (1700). Fu posto dai Polacchi, al comando di Flemming e l>akul, e in presenza del loro re . La città era difesa dal gen . svedese ottantenne Dahlberg, e, malgrado tutti gli ,forzi degli assedianti, non cedette, tanto che il re si decise a togliere l 'assedio.

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scevico russo , il pKcolo esercito lcttouc <he si stava orga• nizzanclo cacc iò dalla regione i Tedeschi del Von der Goltz, ma dovetre fronteggiare una minaccia itnprovv isa, rapprc>· sentata da un corpo di 50.000 soldati tedeschi, raccolti dal gen. l\valov. Queste truppe raccogliticcie, avanzi delle ar-rnate che avevano combattuto sul fronte o rientale, e tano

IL Combattimenti nel golfo di Riga ( 1915). Appartengono

alla

riuscite ad arrivare sin presso la città, ma quivi, affron tate dai Lettoni, dopo tre giorni d i combattimenti (9-II novembre) furono pienamente sconfitte, e a poco a poco sgombrarono tutta la regione. I Lettoni furono, nelle loro operazioni, appoggiati da navi francesi e inglesi nel golfo di Riga.

guerra

Mondiale. Ncll"estate del 1915, .i Tedeschi decisero

di

muovere

su

R.

con

l'esercito, f.acen<losi appoggiare dalla flotta, la quale avrebbe dovuto ope-

V. Trattato di Riga (18 marzo 1921). Segue all'Armistizio di Riga del 5 ottobre ,920 e pone fine alla guerra tra i Bolscevichi russi e la Polonia. Quest'ultima ottiene i territori <li Kovel, Rovno, Bielostock, Minsk, Bidsk . Vilno, la Galizia, pa rte del governatorato russo della Volinia , parte d i quello di Grodno. Il trattato, che fissa i confini fra i due S1ati, fu riconosciuto dalla Conferenza degli Ambasciatori il 15 marzo r922.

r:trc uno sb3rco a Pcrnau .

La floua iniziò le· operazioni il 4 luglio , con un penoso lavoro di d ragaggio dcli~ m ine per assicurare il passaggio . I Rus .. si avevano nel golfo navi leggere, con le quali disturbarono i Tedeschi , affondando loro u11 incrocialOre

leggero e

tre tor-

pediniere. Tuttavia, dragate le 1n ine, la flotpt tedesca ernrc) nel golio, e tentò lo sbarco, che però fa llì sotto il fuoco efficace delle batterie russe costiere.

Un altro incrocia-

Antica torre di Riga

rnre kggcro e un sommcrg ib~le andarono perduti nel tcntmivo) e ~ntanto l 'incrociatorc

Moltke veniva silurato e

gravcmcnre <Janneggiato

da un sommergibile inglese. Il 27 l<Jglio, essendo fallito il tentativo dell'esercito di n1arciarc sulla ciuà , la flotta uscì dal golfo e si r itirò a Kiel.

lii. Manovra di Riga (1 917). Appartiene alla guerra Mondiale, ed ebbe tale nome dai Tedeschi che l'eseguirono per mezzo della loro 8" a rmata, fo;.te <li 8 divis. di fanteria e di 2 divis . e mtzza di cavalleria, agli ordini del gen . H utier. L'operazione, preparata con gelosa segretezza, fu iniziata il 1<> settembre con un potc1ue fuoco cl"artiglìeria sulle lince russe, eseguito eia ~80 batterie d'ogni cal ibro, la maggior parte delle quali operanti un tiro di d istruzione sopra un fronte di appena cinque Km. Seguì il rapido passaggio del la Dvina con barconi: le fan terie tedesche avanzarono sul terreno

sconvolto,

oltrepas-

sarono le linee di difesa, piombarono sul tergo del rimanente clclle posizion i fortificate, e i Russi dovevano battere in ritirala

L'antica fortezza di Riga

abbandonando la città. La manov ra, pcrfcuamentc riuscita con lie1·i perdite, venne completala nel mese seguente con la presa dell' isola d i Osel (V .), in modo che tutto il golfo d i Riga cadeva nelle mani dei Tedeschi. IV . lla1111glia di J./Ìga (1919). Appartiene alla fase d i liberazione della Lettonia. Liberata la città da un te1.1tativo bol-

Rigas (Costantino) . Patriota greco (1753-,798). Avend o avuto la famiglia massacrata dai Turchi, concepì fino dall'infanzia un odio mortale contro di loro, e fu uno dei principali fondatori di una vasta società segreta con lo scopo d i sollevare tutta la Grecia contro la Porta. Stabilitosi a Vienna, si tenne in corrispondenza coi principali affiliati sparsi per l'Europa, e scriss~ le sue· « Poesie patriot· tiche » p iene di amor di patria e d i odio contro gl i oppressori. Pubblicò anche un « Trattato d i tanica milit;1re " . Nel 1798, fu accusato dall'Austria come cospiratore; l'i mperatore . lo fece arrestare con altri per consegnarlo alla Porta , e perì durante il viaggio, forse geLtato con altri pri• gionicri nel Danubio. Rigatura. Tanto oelle armi portatili, quanto nelle artiglierie , per ottenere regolarità negli effetti del tiro, si cercò di imprimere al proiettile, fino dal principio del suo 1novimento nell'interno della bocca da fuoco, oltre al 1noro cii traslazionè, un rnoto d i rorazione su sè stesso, moho fouc , attorno ad un asse preventivamente detcrmi n~to. Per ottenere quanto sopra, si ricorse alla rigatura interna della canna. Questa idea sorse relariv.a mente poco tempo dopo la invenzione dell'ar ma da fuoco, e fu applicata primicramcntc alle armi portatili. In queste armi .i canna liscia, jl cu i caricament<> si eseguiva dalla bocca, affinchè il proiettile potesse, mediante la bacchetta, l'enìre spinto in fondo all'anima con sufficiente facilità, anche qua ndo !"anima era imbratt~ta dalle fecce, bisognava che esso fosse <li diametro minore di quello dcll'anin1a stessa. La differe nza d i d iametro tra proiettile ed anima (detta vento), era causa d i sfuggita di parte dei gas. 11 proiettile, spinto innanzi dai gas che agivano sul suo emisfero posteriore~ era anche premuto contro le pareti interne della canna dai gas che sfuggivano per il vento, . e, per elastic ità, rimbalzav.a , producendosi così uo movimento di traslazione a ,balzi nell 'anima <!ella canna, che ne rimaneva degradata. 11 proiettile usciva !)Oi dalla canna secondo la d irezione dcli 'ultimo rimbalzo, co:-, moviment i di rotazione irregolari, e deformato. Inoltre vi era perdita d i. velocità iniziale, perchè non era utilizzata la 9~antità <.l i gas che sfugbri.va per il vento. Nel 1476 risulta che esisteva già a Guasta lla uno schioppetto con cann a rigata ad elica, d i fattura italiana, d i ignoto inventore. Nel 1498 Gaspare! Zollner di Vienna inventò u n archibugio rigato con righe diritte, destinate a dare sfogo alle (ecce per facilitare l' introduzione della pallottola nell a canna. Nel secolo successivo, tra il


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1500 ed il 1520. Agost ino Kitter <li Norimberga , secondo alcun i, Oanncr nel 15 22 secondo altri, proposero la rigatura ad elica, e così si ebbero le armi con maggiore gittata e giustezza <li tiro . Q ueste f urono <lette ca rabine: ve nivano soppressi il vento e gli sbattimenti, e la pallottol:t prese una rotazione regolare su s~ stessa. Alla fine del secolo XVll tutte le armi delle truppe scelte erano rigate. Ma, per potere fare entrare la pallo ttola sferica in tali righe, si fece di diametro leggermente mai:giore di quello del! 'anima, e per poted a fare andare fino in fo ndo all'anima stessa, si spinge"a per mezzo di una bacchetta di ferro ed a colpi di mazzuolo . Per tal modo il caricamento era lentiss imo, talchi: al principio del secolo XIX , la rigatura era già stata abbandonata. Occorre però notare che in principio le righe variarono molto, ; ia per numero, che per forma ed incl inazio ne; di solito sen,;' altra legge che il capriccio <lcll'armaiuolo. Nella R. cosidetta « a capelli•, le righe erano più di cento, senza che per questo il t iro ne fosse avvantaggi,110. Lo stud io tlclla rigatura l'Cnne ripreso nel 1827 dal Ddvigne, che propose di forzare la pallo11ola in fondo <.kll'anin1:1, pi11ttostochè nell"introdurla. Segu irono in questi studi, nel 1836, il colonnello Pontcharra e nel r842 il colonnello d'aniglicria Thévcnin. Ma il ttro poco raden1c, le gittate sc:1rse e g li e f!eni deboli che , i avevano da queste armi rigate che lanciavano pallottole sferiche, fecero ri\(>lgcre gli studi alle pallottole ,tesse, e si idearono le pa llottole oblu nghe. Così furono esperi mentate le pallottole Minié e Pccters nd 18-19, Charrin e Lorcnz nel 1852; l\~e~slcr durante Lt guerra di Crimea . Infine, coll'adozione del le Mmi portatili a retrocarica il iorzamento della pallouola nelle ri.chc si onennc facilmente, o colla pallorrola d, calibro un poco più g rande di que llo dc li:, canna, ù colb pallottob d i cal ibro ug ua le, ma con uno o più anelli sporgenti; oppure colla pallottola di calibro uguale, ma fortemente riunita al bossolo pcrchè resistesse alla \pinta dei pri111issimi gas e ricc,·essc prima di muoversi un forte urto sulla base, urto che la comprimc\'a per effetto dell'i nerzia e perciò ne au mentava il calibro; infine coli ' incamiciatura del la pallottola, la quale entra per 1utta la lunghezw delld pallottola stessa nelle righe. Si cercò pure d i imprimere la wtaz,onc su si: stessa a lla pallottola senza praticare le righe, e vi si giunse colle canne a seJ.ione poligonale o eliuica, le cui anime sono generate cioè d a un poligono o da un 'cl issc , la pallottola, rncntl'c si muove mantenendo il suo centro sull 'asse della canna, ruota intorno all'asse stesso. Cosl il sistema Wh itw"Jrth, il sistema I lcnry, il sistema W esliey-Richard, il sistema Lancaster. Tutti di d ifficile fabbricazione e perciò costosi, ma vantaggiosi pcichè no n hanno r ientrant i d o ve al logg ino fecce o piombo, e guidano la pa llo ttola con larghe superfici di appoggio. ~elle armi portatili le righe sono a sezione rellango larc, forma ta cio~ d a un fondo concentrico al! 'anima e da due fianchi rett ilinei perpe ndicolari alla corda che sottende il fondo. L 'unione dei fianchi col fondo si fa arroton data per ovviare all 'incc)nveniente d i avere un a specie di vento in seguito al non perfetto combaciamento della pallottola, e per d iminuire la difficoltà di p ulir.e le r ighe dal le fecce. L'unione dei fonchi coi pieni delle righe si fa smussata per non intagliare la pallonola. Nclia maggior parte delle armi, la brghezza delle righe è ugua le :1 quella dei pieni intermedi r. la INo p rofondit/i varia da

tnm. 0,10 a mm. :>,30, mentre il loro nu!llcro ,•aria, in

generale, da 4 a 6. Anche nelle artig lierie, per ottenere regolarità d i elfc11i nel tiro, si cercò di imprimere al proiettile, fino <lai principio del suo movimento nell'interno ddla bocca d ;, fuoC(I,

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oltre al mo to di t raslazio ne, un moto d i rotazione molw forte attorno ad un asse preventivamente determinato. I primi esperimenti sopra artiglierie rigate furono eseguiti dal cap . Cava ll i dèil'csereito sardo nell'anno 1840, con u11 cannone concessogli dal barone Wahrcnclorf, proprietario di una fonderia in Svezia. I sistemi, secondo i qu.ili può ven ire rigarn uoa bocca da fuoco, possono ridursi :i due: a vento, oppure a soppressione di vento. li primo in generale è oncnuto con un numero d i r ighe larghe e pro• fonde, iucavatc ncll 'anima del la bocca da Cuoco. qualche volta ottenuto co n una sezione d'anima diversa dalla circolare, tale da potere guidare il proietto <li se1.ionc sim ile . Q uesto sistema era in uso per le artiglierie ad avancarka. li secondo può dividersi in due. a seconda, cioè, che la soppressione del vento è o ttenuta solamente nello sparo mediante l'applicazione al proietto di un appendice dilatabile sotto l'azione dei gas della carica, come nelle artiglierie d i grande potenza della m arina; oppu re è olle-

o Vari sist~mi d i rigatur:1 fino nt principio del 1800

nuta fino dal caricamento, come in quasi tutte le art ig lierie a retrocarica. Con questo secondo sistema l'anima è sempre <Oleata da righe strette e poco profon<lc, di numero cre"cn te col crescere del ca libto della bocca da fuoco e con la rghezza dei pieni minore di quella de lle r:i;he. In generale (in ltaha sempre) nella R. a vento "i è l'~nima sokata d a sei righe affatto identiche per forma e d imcnsic,ni, tracciate ~econdo un'elica e terminate <love inco• mincia il trano di anima destinato a contenere la carica. La loro d irezione è da sinistra a destra o viceversa . La sezione delle righe ha forma trapezia e ,i compone di un fondo concentrico all'anima, e di due fianchi d isegua lmentc jnclinati. 11 fianco meno incl inato, contrl• il qua le si appoggia !':,letta del proietto nello sparo, si chiama, per l' ufficio che compie, « fianco d irettore d i sparo »; I'altro più rip.ido, pure per il suo ufficio, si chiama (< fianco dire11ore di caricamento • · La larghezza delle righe non si discosta molto <la q uel la d ei pieni e va ria perciò col cal ibro della bocca da fuoco; la profondità varia dai tre ai quattro millimetri . Le righe hann<> sezione costante per tutta la loro l unghezza. ad eccezione , li quella che trovasi più in basso verso la camera, laddove cessa la pane ri• ~ata dcli 'anima. Quella riga, presso al suo termine, ha il fianco di caricamento che va ravvi,:in:indosi a quello di 1


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sparo , mediante uno svolto a,sai dolce; questa riga ùenc chiama ta « riga ristrctt,l ,, cd ha un prolungamento ristretto, verso la camera, che vien detto « prolungamento della riga ristretta » . Circa i! Cunzionamento, quando si .eseguiscc il caricamento, !e alette del p roiettile -lambiscono i fianchi di caricamento delle rispettive righe fino al principio della riga ristreua; in quel p,m10 l'aleua più bassa della corona posteriore viene obbligata ad avvicinarsi al fianco <li sparo, facendo gir are alquanto tutto .i l proiettile, ed al termine del mo,•imento l'aletta posteriore ora detta si trova coi due fianchi a contatto della r iga ristretta, e le altre alette sì trovano tinte d isposte coi loro fianchi pi1ì inclinati presso i corrispondenti fian.:hi di sparo delle righe. In fondo alla bocca del pezzo, l'anima di questa è toc• cara dalk sole alette (che sono d i metallo più dolce di quello della bocca da fuoco), e l'asse del proietto è alquanto a! disouo dell'asse del peno. Ciò posto, quando i prim i gas svi luppati <lalla combust ione della carica com inciano a spingere il proiettile, questo tenderà a muovere in linea retta, tenendo i fianchi pili inclinati delle alette a contatto con quelli di sparo delle righe, e, per potere avanzare, sarà obbligato a montare, colle proprie alette, sui fianchi di sparo delle righe, finchè il suo asse non venga a coincide re con quello dell'anima, e non si trovi così obbligato ad assumere il moto di rotazione su ,è stesso. Se non esistesse !a ri.i:a ristrcua, le alette, prima dello sparo, si troverebbero sempre presso il fianco di caricamento, e qua ndo i gas spingono il proiettile, questo, dopo <li .,·ere percorso ur, bre,•c tratto in linea retta, verrebbe ad urtare con le alette contro i fianchi di sparo delle righe, prod ucendovi solchi od altre deformazioni, sempre dannose alla regolarità del tiro. 11 prolungamento della riga ristretta ha per scopo di avvicinare i! proiettile alla ca rica, anche quando si adoperano cariche minori <li quella di fazione od ordinaria. 1':clla rigatura a soppressione di vento, usata per le artiglierie a retrocarica, !e r ighe hanno larghezza e profondit1 costante. Esistono però eccezioni, come nei cannoni di bronzo da montagna e da c ampagna in uso ancora pochi anni fa in Italia, che ave...-ano !a larghezza delle righe decrescente da lla culatta alla bocca. Le righe sono ad elica, hanno sezione rettangolare con fondo concentrico all'anima e con profondità variabile da mm. 1,3 a mm. 2,5, a seconda del calibro della bocca da fuoco. Il loro numero aumenta con l'aumento del cahbro de! pezzo. Ad esempio i! cannone Krupp da 400 mm. h a 96 righe. Nel sistema Cavalli le righe erano profonde 4 a 5 mm. inclinate del 13,7 %; esse percorrevano nell'anima tre quarti

<1i giro e dovevano imprimere .al proiettile una velocità di rotazione di JJ2 giri al secondo. I suoi cannoni rigati vennero -impicgmi per !a pri ma volta nel 1861, negli assedi di Gaeta e di Messina. - La R. venne anche <letta Rigame, secondo voce registrata da! Guglielmotti.

R igault (dc Ge11oui//y, Carlo). Ammiraglio, francese (18o71873). Conuammir. ne! 1854, Ricrnult Carlo comandò una divis. di soldati di marina a!!'assc<lio di Sebastopoli e cooperò cogli Inglesi alla presa di Canton ( 1857). Viccammir. nel 1858, senatore nel 1860 ed ammir. ne! 1864,

R1G

comandò !a squadra nel Mediterraneo dal 186:2 al 186j. Ministro <lella marina da! 1866 al 1870, pubblicò vari srudi e monografie.

Rigault dc la longrais Augus10. Generale, n. 3 Napoli, m. a Verona ( 1866-1929). Sonor. <lei bersaglieri nel 1885, frequentò poi !a scuola d i guer ra e meritò !a med. d i bronzo al valer civile ad Asti ne! 1892 durante lo straripamento de! Tanaro. Partecipò alla guerra contro !'Austria: colonnello nel 1916, comandò I'8° regg. !:iersaglicri e nel 1917 fu collocato in P. A . Ne! 1919 venne promosso generale <li brigara e ne! 1928 collocato a riposo. Collaborò a giornali e ri,·iste militari.

Rignult Augusto

Rigel. Torpediniera costiera, varata a Livorno od 1884. radiata nel 1908. D islocamento tono. 39 ; macchine I IP 430. Portò il n. ~ 1. Rig~i (Virginio) . Generale, n. a Roma ne! 1869. Sottot. <l 'art. ne l 1890, raggiunse i! gra<lo di colonnello nel 1917. Comandò nella guerra contro !'Austria il 30° regg. art. da campagna; si segnalò a Codroipo (1917) e meritò sull' Altipiano d 'Asiago (r918) la mcd . d'argen to. I n P. /\. nel 1926, fu promosso generale di brigata nel 1929. Righetti (Annibale) . Generale, n. a Firenze ne! 1877. Sottot. d i ianteria nel 1896, frequentò !a scuola di guerra e passò nello S. M. Partecipò alle campagne libiche dc! 1913- 19 14 e alla guerra r915- 19 18. :--.le! 1915 meritò la med. di bronzo ad O slavia . Colonnello nel 1918, fu capo di S. M. dcll 'Soa divis. In P. A. S. nel 1920, venne promo~so generale di brigala in A. R. Q. ne! 1932 . Righi (Eugenio). Generale, n. a S. Giovanni Val d'Arno, m. a Lcvanto ( 186o- 1925). Sottot. d'art. nel 1878, passò uel 1910 nel ruolo tecnico clcll 'arrna. Colonnello direttore

elci laboratorio <li precisione ne! 1912, tenne a lungo dcua carica. Magg. generale ne! 1916, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1923 assunse il grado di genera le di d ivis. Inventò il fotometro; creò la fabbricazione nazionale del ,·etro Zciss; fu presidente del! 'associazione nazionale dì ott ica e meccanica d i precisione.

Ri ghini (di S. Giorgù,, Gimeppe). Generale, n. e m. a Torino (1781,1871). Sottot. <lei granatieri ne! ' i93, passò nel 1805 al servizio di Ferdinando IV re delle Due Sicilie e ne! 1812 al servizio inglese; divenuto ten. colonnello, con tale grado fu ammesso nei cacciatori italiani ne! 1816. Colonnello nel r8r 7, comandò la brigata Alessand ria . Comandante la brigata !\equi nel 1822, fu promosso magg. generale comandante la divis . mii. di Genova nel 1823 e nel 1830 passò a comandare quella di Torino. Tcn. generale governawre di Novara ne! 1834 e dal 1838 di Alessandria, venne collocato a riposo nel 1841. Dal 1792 a! 1800 prese parte alle campagne contro i Francesi; dal 1805 al 18r2 a ·qudlc degli Abruzzi, delle Calabrie e delle isole d'Ischia e di Procida; da! 1812 al 1814 alla guerra di Spagna e d al 1814 a! 1815 alla ca mpagna nella riviera cl, Genova e contea d i Nizza.


t Ria

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Righini di S. Giorgio b11ro11c Alessandro. Generale, n. a Sassari, m. a Torino (r817-1873). Tenente nel corpo <.li S. M. nel 1837, partecipò alle campagne <.Id 1848 e del 1849; a S. Lucia riportò gra,c frrita e guadagnò la mcd. d'argento. Colonnello di S. M. .direttore del corso studi per gli ufficiali nel 1859, nella campagn.i di qucll"anno f11 capo degl i uffici presso il 4ua rticr generale dell'eserci to. Magg. genera le nel r 8Go, comandò la brigata Casale ~ pÒi la 5• divrs, e la di,i,. mii. di Palermo. Ten. generale nel 1862, nei moti di Palermo del 1866 ebbe la CO!l'· menda dell'O. M. S. Comandò poi le divis. mii. di Parma e <l i Cagliari. Scrisse, fra altro: « T rattaw d i topografia •; « Corso completo di T opograrin ,, : « Corso elementare: d i trigonometria rettilinea » .

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Rignon (conte Edoardo). Generale, n. e m. a Torino ( 1861-1932). Sotto r. d'art. nel 1881, raggiunse il grado di colonnello .nel 1915. Partecipò alla g uerra contro l'Austria; meritò la mcd. <ii bronzo per le uioni sul Basso Isonzo e sul Carso e nel 1917 andò in P. A., rimanendo tutta\'ia in M:rvizio sino al 1919, anno in cui venne pro• mosso brigadiere generale. Ne.I 1923 assunse il grado di generale d i brigata e nel 1928 passò nella riserva,

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r"

necessari ottenere la pcoiezionc ortogonale del terreno sopra un piano or izzontale di rifcri111ento (planimetria); misurazioni d i angoli di inclinazione, per ottenere le al titudini dei vari punti dd terreno (altimetria), J)i,rnn7.c cd angoli possono misurarsi: a) con strumenti di prcci~ionc; b) con strumenti di fac ile e rapido maf!eggio; e) a vista. Nel pri mo caso si ha il 1·1l e11aw cn10 regolare ; nel ;ccondo, il rile11nme11to speditivo; nel terzo, il rilevamento II vista . Il primo viene impostato sui vertici di una triangolazione gc:oclctica o topografica. Da tali caposald, vengono desunti dircua1ncnlc tutti i << punti di stazione >), necessari pct r itrarre, lavora ndo i ntorno ad essi, i.I n1pprcscntazionc compkta del terreno. Le operazioni si conducono o seguendo metodi grafici (metodo usato dall"btituto Geografico militare per la costruzione delle sue levate di campagna; esso si presta bene alla ra!J~resentnzione

R igny (conte Enrico Gaultier de). Ammiraglio francese (1782-1835). l'.lllrato nella marina nel 179 , divenne capitano d i vascello nel 1816. l)uramc la guerra per l 'indipende nza della G recia comandò la squadra francese nell'arcipelago e pan ecipò ali:, battaglia di Navarino, ottC• nendo la nomina a conte e la prom01ionc a viceammir. Nel 1831 fu nominato ministro della marina e nel 183-1 degli esteri. Rigobello (Giulio) . Generale, n. a Castelgugl ielmo, m. Torino (1864-t929). Sottot. di famcria nel t88,1, raggiunse il grado di colonnello nel 1915 e partecipò a tutta la guerra contro l"Au,tria iniziandola 4uale coman,fontc del 69° fanteria . ~d 1916 passò a comandare il 16° e a Du razzo meritò la med. d'argen to , Colonnello brigad iere generale comandante la brigata Marche nel 1918, al Sobcr meritò una seconda med. d'argento. In P. A. S. nel 19lo, :bbc la promozione a generale di divis. in A, R. Q. nel 1925. 1

Rilascio. Piccolo spaz io fra il piede del recinto, o di altr3. opera, cd i! fosso, oppure fra il pendio del parapetto e la scarpa del fo,so a lrvcllo del terreno naturale. Gli conviene benissimo un tal nome, pcrchè era infatti una quantità di terreno lasciato sen7.a scavare, allo scopo di permettere ai lal'oratori di gettare le ter re p rovenienti dallo scavo del fo,so per formare il parapeuo: nello stesso tempo impediva che la terra distaccatasi dal pendio del parapetto andasse a colmare il fosso. Il R . cbhe degli avversari, i qual i sostenevano che permcltcva all'avversario, dopo il passaggio del fosso, d i sostare al riparo del parapeuo, prima di intraprendere lo scavalcamento di questo. I moderni lo hanno chiamato « Bcrma ~. imitando i Francesi che trassero questo vocabolo dalla lingua olandese. Ma è in11tilc ricorrere a lingue ,tranicre quando nella nostra abbiamo non uno, !llrt più vocabo li che esprimono la stessa cosa. Venne chiamato infatti anche: Margine, Panca, Rivo del fosso.

Rilevamento (TopogM/1a). È l'insieme delle operaz ioni atte a determinare gli elemcm i necessa ri a lla rapprc,cntazione <l i una data zon,t cli terreno, nelle sue forme caratterisùche e nelle relazioni che corrono tra di c,,c. Ossia misurazioni <li distanze e di angoli di dire~ione,

Rilevnmcnto grafico, di allievi dcllJistituto Geografico l\llilìtare

del terreno a piccola scala); compiendo, cioè, in campagna, calcoli e opernzinni di disegno; o limitandosi, sul tern:no, :·, rileva re i pun ti m ed i:lri tc nutncri, µcr poi t ra rne, n tavoliuu, la r:1ppn.:se ntazionc g rafie~. Dal che due metodi nel rilevamento : grafico e numerico. li rile\'amcnto speditivo si basa sugli stessi principi fissati per il rilevamento regolare; O\'C no n si abbiano punti <li base già deterrointtti, si e~cguiscc una lri1u1golaz.ione, scegliendo i vertici del la rete (LOrri, campanili, ccc.) in modo da disegnare tri:angoli pressochè cquilaterij scegliendo e misurando una ba-,e della lunghe-1.za di circa 500 metri, in terreno piano, in po,izione centrale rispetto alla zona da rilevare, effettuan done la m i.~ura con gli st rumenti a d isposizio ne. Tutto cii>, dopo apposita ricogn iiione del terreno. Il rile,•amento a vi~ta è eseguito senza J"aiuto di strumenti veri e propri, apprezzando ad occhio nudo, angoli, forme e accidentalità d d terreno. Si clfcuua. in genere, per una zona piccola di ter re no, allo scopo di r ilevare particolari che non, possono desumersi dalle carte. I principi sui quali si bas..1 sono simili a 4uclli dei sistemi prccedenu : determinazione di punti caposaldi, rappresentazione dei particolari. Si possono avere rilevamenti a visrn eia una sola staz io ne, e rilevamenti a vista ei a più stazion i. Nel !>rimo caso, dal punto di stazione, scelto possibirmcnte in luogo elevato, osserrnndo bene il terreno all'intorno, si stabiliscono i punti principali nel numero 7


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sufficiente a determinare il terreno stesso nelle sue pani essenziali. Quindi, ;egnata la posizione del (?UnlO di Sta• z ione sul foglio da d isegno, e determinata la posizione dei pumi prescelti (per irradiamento) si segna anche di questi la posizione. Si possono così tracciare le lince principali del terreno : strade, ~anali , fossi, ccc. , dopo di che si procede al riempimento dei particolari nei ,•ari settori nei quali v iene diviio i l terre no dalle lince princi• pali tracciate. Kel rilevamento da più stazioni, si richiede la dctermin:1zione di una poligonale chiusa, che ,•iene Ol• tenuta per camrninamcmo, spostandoii successivamente d a uno all'altro dei versami scelti. Si procede, poi , al rilievo dei particolari. per intersezione dai vertici ai punti al i 'interno <lei la poligonale, e per irradiamento, pei punti esterni. Poichè la buona riuscita dd lavoro dipende prin cipalmente dall'esatto collocamento dei punti di sta,:ionc, questi andranno sempre desunti, quando possibile, da carte, o altrimenti ricavati, nel modo più accurnto, sul terreno . Per il rilevamento, infine, ottenuto a mezzo della fotografia, sia da terra, come da,;li aerei , V . Fotogmfìa

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25°. L'angolo cli rimbalzo (angolo di proiezione della traiettoria di rimbalzo) può raggiungere un va !or e massimo pari a due v('lte o una volta e mezzo l'angolo d'incidenza scconòo che questo è inferiore a l5° o compreso fra 15° e 2')'. La uaicttoria di rimbalzo devi,1 per solito dall'una parte o dall 'altra del piano di tiro, tanto più sensibilmente quanto minore è: la velocità d 'ar•

è inferiore a

rivo.

111ililarc aeret1 e Fotogran1111etria. Rllsheim. Villaggio dell'Alsazia, fra le pen<l ici del· l'Hardl e il Reno.

Combattimento di Rilsheim ( 1793). Appartiene alle g uerre della Repubblica f rnncesc. Il gcn. Custine, nel maggio, chiamato al comando dell'armata del ::--Jord dopo la defezione del Dumourkz, volle rialzare il p roprio prcsrig io alquanto scosso per la ritirata clell 'armala del Reno, fino allora ai suoi ordini mcrcè un ~:izionc offensiva ch e ,perava utile alla liberazione di Mai;on za . Visto c he il Wiirmser an,va spinto innanzi, di fronte alla dr. francese. un'occupazione avanzata, progettò un colpo di mano contro tali forze (circa 8000 uomini). L ' a1.,ione prevedeva l'impiego <li 40 bgl. e 30 sqdr. ,econdati dal concor;,o d i truppe <lell 'armata della Mosclla e di parte del pre• sidio d i Landau. Iniziati i movimenti ndla notre, il mattino del r7 maggio simpcgnarn il combattimento fra le avanguardie francesi e le truppe avan?.ate austriache che guernivano il margine dc lb foresta d i Gcmershe,m. Poco dopo il gcn . Custine riceveva notizia che una colonna nemica sbocc:1va da Rhcinzabcrn verso R., e si affrettava a disperderla con una carica della propria cavalleria: l'inten·ento della cavalleria avver5.1ria condusse ad alternali\1e, risoltesi in favore dei F'rancesi m ercè l ' impiego di squadroni di rinfono e l'azione personale del Custine. Ma , per fatale equivoco, la colonna dei cavalieri francesi d i ritorno, guidata <lallo stesso Custine, fu rite nuta <kl partito avversario cd accolta dal fuoco di fucileria dei fonti, che, p resi da panico, spararono senza a\'crne l'ord ine e si ,bandarono subito dopo. L'i nci,dcn te cagionò tale disordine da frustrare l'azione iniziata, onde il Custint" dovette rinunciare a proseguirla e richiamò le truppe entro le posizioni in iziali.

Cannone corto Rimailho da 155

Rimbotti (nob. Scipione). Generale, n. a Genova, m. a f'ircnzc ( 1839-1920). Prov~nieute dall'esercito toscano, pas'>i, in quello italiano col grado d i tenente di fameria, partecipò alle campagne del 1859 e 1866 e divenne colonnelln nel J88j. Comandò successivamente i di;tretti mii. d1 Pesaro . Perugia e Roma e nel 1897 fu collocato in P. ,\. Nella riserva fu :>romosso magg. !,"!:nerale nel 1901 e tcn . generale nel 1910. Rimediotti (Pietro E:io). Generale, n. a Pisa, m. a Torino (1835-1912). Proveniente da ll 'esercito toscano, passi, in quello italiano col grado di capitano d'art. Partecipi', alla campagna dd 1866, cd a Custoza meritò la mcd. d'argento. Colonnello nel 1881, comandò 1'8° art. d.1 campagna ; poi fu direttore <l'art. a Bologna . Magg. generale comandante l'art. da campagna a Piacenza nel 1888. fu p romosso ten . generale comand ante !a divis. mii. d , C.11an,:aro nel 1894. In P. A. nel 18!)6 pa1sò nclb riscJ\·.i nel 1900.

Rimailho. Ufficiale d'artiglieria francese, ideatore di un cannone d a 155 mm .• <le tto 155 Il, adottato in Francia nel 1905. f:. a freno idropncumatico, analogo a quello riel ca nnone da 75, e a tiro rapido. Le ruote sono munite <li pattino. Può tirnre con notevole elevazione. Cannone e affusto sono facilmente e rapidamente separabili. Può sparare fino a cinque colpi per minuto, con proietti di H Kg. , contenenti 13 Kg. di melinite. Il N . ideò per 11 suo cannone anche un adatto congegno di punteria. Rimbalzo (del proiello). Avvicoe generalmente nell'urto su terreno consistente quando l'angolo d'inciden:r.a

Obice Rimailho da 1 55


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R imini (ant. A riminmn) . Città i11 prov . d i F or li, p resso la foce d ei torre n ti Ansa e Marecchia n el l'Ad ri atico. Fino r'ai tempi d ei Romani ebbe una c in ta di mura, p iù ristrerra del la presen te, d i cui avanzano ancora i resti: l'a re a della citt/1 romana era d i ppco minore dell'attuale. La c inta c he racchiude l 'abitato è opera eseguita a più

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d rn V!, la città fu ricuoerata con l 'a iu to d i Bartolomeo Alviano, e Pandolfo vi rientrò come feud atario de l papa . Ma per l'odio che avevano contro di lu i le famiglie nobili, vedendo impossibile d i mante ne rvisi, il 16 dicembre 1503 vendette la c ittà a i Veneziani . Giu lio Il ne d o . mandò sub ito alla Repubblica Veneta lo sgombro, ma

riprese dal sec. Xlii in poi ed ha u n perimetro d i 3 chilom e tri . Secondo Strabo· ne fu in origine antichissima colon ia degli Umbri. l n segu ito i G alli Senon i ne fecero la 1nm sede p rincipale. Sconfitti e sottornessi i Senon i n el 283 a. C., la ci n à <livcnne coloni a 1·0-

ma na, e ht sua irnporranza crebbe ra pid amente . :Il censore F laminio aprì la grande st rada d a Roma per R. che d a lui p rese il n ome , h Flaminia . Nel 49 a . C . Giulio Cesare, passa to il RuO lll t orP bicone, pose l'assed io a R. che c~dòc nelle we mani. La città cli Rimini al tempo d i S igis mondo l\lla1atesta (dal Belott i) Sotto Augu.sto fu chiamata it Augusta Colon ia Arimi~ l 'ottenne soltanto nel m aggio d el 1509 . Nel 1527, essendo nensis l> e vcn11<.: incominciata la costruzione dd punk~ Clemente VII assed iato in Castel Sant'Angdo, Sigismon, sulla Marec~hia, term in .1to pvi sorto Tiber io. Quando la do II ne approfittò per c.;nu·arc, iJ 14 giugno, in R. inri .. capitale d ell ' impero ro,nano fu trasferi ta a Bisa nz io , la w landosi col pa•dre e col frare llo, vicar io della Ch iesa; ci tti, fece parte c!cll 'lmpcro d i occiden te . Da qui nacqi:ero m a su lla fine del 1528 il papa incaricò il vice-legato di contese tra i Goti cd i Blzantini, firn.:he, nel 567. forma • Romagna, monsigno r Dal M·onte, di rioccupare R. 1 che tosi l 'esarcato d , Raven na , R. diven ne città della Pcmaeia allora passò sotto il domin i') dire tto d ella Chiesa, la poli. Dal secolo VI al X fu teatro d i contim:c g ue rre : q uale l 'ebbe poi in interro ttam ente fino a li 'annessione al sc111prc insidiata dai p irati , sopportò le devastaz ioni d e i regno d 'Italia, tranne il ~reve periodo in cui i Francesi Longobard i, dei Franc hi, dei No rmanni e d egli Svevi. la fecero capoluogo del d ip . d el Rubicone. Solamente con 1'av\ictHO dei MalatcsLa, tor nò a rifiorire . Il porto-canale <li R . che in antico ebbe una ccria importanza, a ttu a lmente è costituite, dall'ultimo tratto d el torrente Marccchia; è lu ogo 1450, largo circa 40 ir1et ri . Il castello d e i Malatesta fu costru ito, su d isegno d i Sigismondo I. dal 1437 a l 1445. Della costr uzione originaria esistono ancora d isegn i e piante, dai quali si r ileva come la rocca 1'falatesr'ana fosse costituita da d uplice recinto : it primo fiancheggiato verso la parte- che guarda la città da g uattro torrioni po ligonali ~ aventi la ste!-sa a ltczl.a

Rimini: pianta della rocca Malatestiana

Rim.ini: ricostruzione ideale della rocca Malatestiana

d ivenend o la sede d ella loro signoria, e raggiuJ1gcnd" sono Sigisn,o nrlo I il suo apogeo d i pote nz a e di sple n . d ore . La morte di costui determinò la guerra di R;.mìni (V . p iù avanti) . Pandolfo V, come g li altri fe udat ari di Ro magn a e d elle Marche, fu spogliato dei suo i dom inì da Cesare Borgia nel 1500. Nel 1503, morto A\essan-

delle m ura ; il secot,do , o r idotto prin cipale, con sei to rri d i varia g randez za, frf! le qua li il n1ttstio, o torre macstr~, collegate d a muri <li cortina con p assagg io e randell i m et te nti in comun icazione una torre con l 'altra . Alla som-

mità dei muri del primo recinto ricorre la merlatura senza cad itoie, k q ua li munivan o so ltanto la porta d 'i ngresso;


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mentre tanto le mura che le tor ri del secondo recinto erano cornnat.e d i merli con caditoie. 9uest'opera presenta 1111 accoppiamento delle d isposizioni della fortificazione antica e medioevale con q uelle che ormai cominciava ad imporre la crescente potenza dell'artiglieria . N el 1625 fu restaurata <la Urbano Vili e da lui la rocca prese il nome di Castello Urbano, rimanendo sempre oggetto di ammi razione e di studio fino ai · primordi del sec. xrx. Nel 182r , convertito ad uso di carcere, ne fu demoli ta 1a bellissima cinta esterna; furono smantellati gli a rtistici ballatoi, i ] fossato fu colmato, le torri scapitozzate, le muraglie abbassate e private del coronamento merlato. Malgrado tante d evastazioni, la rocca Malatcstian3 si mantiene ancora imponente e rivela i caratteri de] Rinascimento italiano.

rumini: avanzi della rocca l'vlalatestian.1

I. As,ed;o di Rimini (538). Appartiene all a guerra dell'impero d i Costantinopoli cont ro gli Ostrogoti , e fu posto nel 538 da Vitige, re d egli Ostrogoti . Fatt a cost ruire un 'alta torre di legno, d iede ordine che fosse avvicinata alle mura per potere entrare nella città mediante un ponte levatoio <l i cui essa era munita. li comand,nte della piazza rese inutile l'uso della torre facendo, d i nottetempo, al-

largare jl fossato davanti alle mura, e gettando lo scompiglio nel campo nemico con un attacco improvviso. Nel combattimento che ne seguì, i migliori fra i Goti perdettero la vita e Vitige cambiò in blocco l'assedio, sperando d i prendere l a città con la fame; m a l 'arrivo dell 'esercito imperiale condotto da Belisario, l'obbligò a r inunziare all'imp resa.

Fortificazion i di Rimini (secolo X VIII)

(1469). Prende questo nome una breve g uer ra fra il papa Paolo li e i Malatesta di Rimini. Mono senza figli Sigisn1ondo Mal.atesta, signore d i Rirnini, nell'ottobre 1468, papa l'aolo II pretese che il feudo r itornasse alla Chiesa in base agli accord i stipu lati nel q63 tra Sigismondo e la Sama Sede. Ma Isotta , amante del Malatesta e da lui sposata nel r456, senza wrarsi delle proteste dd pontefice ten 1te per sè il governo della città . Il nipote ·Roberto Ma latesta, signore d i Meldola e Sarsina, nonchè condottiero pontificio, promise al papa di fa rg.l i re• stituire R ., ma, q uando l 'ebbe tolta ad Isot r-a, la tenne per sè. Paolo H allora ricorse alle arm i e il 28 mag • gio r469 si str inse in lega con la repubblica Veneta , mettendo a capo d elle sue m ilizie Napoleone Orsini e Alessand ro Sforza, signore di Pesaro; i rinforz.i veneziani e rano al comando del forlivese Pino degli Ordelaffi . L 'esercito marciò su R . e pose il campo presso al la città . Roberto Malatesta trovò appoggio in Federico da Montefeltro conte d'Urbino, impens ierito dei progressi della potenza pontific.ia; il)oltre i Fiorentini gli mandarono il loro capitano Roberto Sanscvcrino con un corpo di truppe; Galeazzo Ma ria, duca d i Milano, gli inviò T r istano Sforza con seicento cavalieri, e il re d i Napoli , Fad inando I d'A ragona , gl i spedì suo · figlio Alfonso duca di Calabria con 5000 cavalli, 20 00 fanti e 40 0 balestrieri. Il 23 agosto 1469 ebbe luogo presso la

H. Cuerm e battaglia di Rimini


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città una battaglia che finì con la sconfitta delle a rm i papa• linc. 1 morti furono pochi, ma i prigionieri raggiunsero il numero di 3000. Caddero in mano dei vincitori , oltre ad alcuni cannoni, anche le salmerie e i bagagli. Ercoled'Estc, mandato dai Veneziani e.on rinforzi, giunse con ritardo, ma servì a proteggere il campo <lei Pontifici, che poterono rwrdinarsi e compiere la loro ri tirata indistu rbati, mentre i l Malatesta rioccupava una quarantina di terre e castelli che gli erano stati tolti <lai Pontifici. Paolo J I rimase inoltre assai sconcertato per il fatto ~he si accorse che i Veneziani pensavano ad estendere la loro potcnz;a nella Romagna, più che ad aiutare la Santa Sede. Infine la caduta di Negrop'.m te in dusse il papa a smettere ogni idea d i vendetta pcl momento, allo scopo di pro· rµuoverc nuovamente una lega contro i Turchi. llT. Combattimento dj Rimini (1831). Appanicn•o ai moti liberali d i ,1uel!'anno. All'avvicinarsi degli Austriaci, il governo provvisorio delle Provincie Unite si ridusse a<l Ancona conducendo seco prigioniero il cardinale Benvenuti; in pari tempo il generale Zucchi divideva le sue truppe, in tu tto 5coo u ., in due colonne e per la bassa Romagna e la Via Emilia le inviava a /.i. dove i ntendevJ riordinarle e prepararsi a sostenerv i l'attacco degli Austriaci. Il 25 marzo un bgl. d i retroguard i~, collocato con. due caunoni al pun te d i R ., veniva in1provvisamente

attac: alO dalle truppe d ' avanguardia del gcn. Gcppcrt. Subi:o accorreva lo Zucchi con 200 u. oltre a due sqdr. di canllena comandati da Carlo Mol inari, capitan0 dei finanz ieri rom.ani~ e I 'attacco, tre volte rinnovato dal1 'avan~ guardi3 degl i Austriaci, veniva respinte. Que~t<> scontr..:, pcrn1isc agli Ilaliani, con lievi perdite, la ritirata su Cat~

tolica, Fano e Senigallia, dove, giunta· poco dopo la .notizia della capitolazione d i Ancona , il generale Zucchi faceva sciogliere le truppe. IV. Bombardamento di Rimini (i 9r5). A ppartiene alla guerra Mond iale . Verso le 3,30 del 24 giugno 1915 una. nave austriaca, scortata da d ue siluranti, ap rì il fuoco con~

tro Viserba, a 4 Km , ad ovest d i R. d irigendo il tiro

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sulla linea ferroviaria e specialmente sul ponte in cemento che attraversa lo 5Caricatorc della Marecchia; quindi, giunta al' t raverso dell'abitato di .R. ad una d istanza non superiore ai 4000 m ., cominciò a sparare con tiri rapidi contro il ponte di ferro del porto-canale. Il bombardamento cessò alle 5,30 e subito la nave austriaca si allontanò a tutta forza , seguìta dall<' siluranti che si erano sempre mantenute al largo. I danni del boml::ardamento non furono gravi. Vi furono due morti e sette feriti. Rimini. Cannoniera (cx giapponese) varata a Osaka nel passata alla R. Marina italiana nel 19t7; l·ungh~zza m. 35,25, larghezza m. 6,90; dislocamento tonn.. 420; apparato motore 350 cavalli; veloci tà miglia 9,.5. Arnrn• 1912 e

n1cn to guerresco 2 cannoni <la 76. Personale d'arn1amenro : 21

uomini d'equipaggio.

Rimonta. È chiamato così il reclutamento dei quadrupedi occorren ti alle forze armate . Fra i quadrupedi combattenti, quelli <la traino e quelli da trasporto, il fabbisogno di essi costituisce uno dei principali problemi del['organ izzatore, che interessa strettamente le condizioni economiche di uno Stato, quantunque attualmente la trazione meccanica abbia di molto alleggerito e _.semplificato tale q uestione. L'Italia non ha sufficiente produzione equina -per sopperire ai bisogni delle sue forze armate; manca inoltre di quelle razze rhe assicurino con larghezza la R . dei cavalli distin ti da assegnarsi agli uffì~iali delle anni a cavallo . Due per conseguenza sono i problemi che toccano questo argomento, il

tecnico e

l'econOJnico.

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primo si riassume nella necessità d i scegliere buoni r iproduttori, indigeni o stranieri e nello sviluppare buone razze, aiutando la produzione p rivata, sorvegliando e dirigendo con ,ani criteri l'accoppiamento, favorendo le condi:tioni agr icole nelle regioni più adatte al! 'ind ustria cqllina. Il problcrna economico interessa di re ttamente i) Governo, per... chè non basta proteggere e seleziona re la produzione e9uina nazionale, ma bisogna premunirsi cono-o l'impossibilità d i fare R. all'estero nel momento del maggior bisogno, che è appunto quello della mobili.rnzione e di una campagna

Combattimento di Rimini (25 mar-.w 1·83 , )


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di guerrn . Ricorderemo che nel 1915 l' llalia ha dovuto ac9uislarc all 'estero cavalli e muli andandoli a cercare perfino in America. Con l'avvento del governo fascista \i è migl iorata molto la produzione interna, e la Nazione i: avviata a bastare a sè , tessa anche in questo campo. Circa alle modalità della R. ne abbiamo di due specie: 9uclkt annua le, detta « ord inaria », che serve :11 reclutamento del fabbisogno per mantenere ogni anno al completo l'effettivo dei quadrupedi :1i corpi armati nel piede cli pi:1cc, e quella str~1urdi nari::t >>, a cui si ricorre per i bisogni dei corpi in caso d i mobilitaziont. e per provvedere a surrogare le pcr<lite che mano mano vanno facendosi durante una guerra. In tempo di pace occorrono 1 quadrupedi « combattenti " da sella e da trai no e soma per le artigl,erie e mitragliauici; ed i « non cornbaucnti " (quelli degli altri carreggi nelle reuovie). La R. dei primi richiede maggior selezione, e nel lo .stesso tempo una certa larghe:tza negli ac9uisti, e negli effcuivi, g iaceh~ questi quadrupedi non sono facilmente sostituibili con quadrupedi di rcquisi~ionc o pteccttJzione, pcrchè h:rnno bisogno <li addestramenti speciali. Quelli invece non combancrni po,sono essere nella R. acquistati nel numero ,uffic1c11tc per i servi:ti di pace, dal momento d,e tutti i quadrupedr eh re9uisi"ione• possono ,ostituirli wn rel:,uva facilit:t. AJ>·

R1M

gana!(.:. Sono s tati distinti con numeri. e

i pruni, cosrruIt1

Genova, crllraronu in servizio nel 1886. I n. 1 , 2, 3, 4. 5, 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 15. r;, 18. vennero costruni in fcrr.J; i n. 11, 16, 19, 20. 2~ in legno; i Il. 12, 21 , 22, 23, 2~, e <l ai 26 in pni, 1n al:daio.

a.

<(

Rimorchia1ore R 9

R imorcì1 io. Essendo em inentemente montana la zona dove ,i svolgono di norma le ope razioni del nostro esercito, il R. applicato ai comuni autocarri per raddoppiarne la portata sinora non ha avuto da noi largo impiego. Vt sono tuttavi1 i carri-ri morchio mi litari e se ne prevede lo sfru11amento per trasporti in pianura o in speciali circostanze. Essi possono e;sere del tipo a due o del tipo a un solo asse. Questi ultimi (a biga) sono i pit'i rnoderni e meglio ri,pondono alle nccc,si1à mililari: sono &lati felicemente esperimentati pcl trasporto quadrupedi, cannoni. casse mu11i1.ioni ccl anche truppa. Gli automezzi adoperati per rimorchiare sono quelli che <li norma viaggiano

Rimonta: reclute del

EQ squadrone

pumo per tale ragione non tutti gli Stati tengono nel piede di pace i quadrupedi necessari al lraino del carreggio. E questo sistema di R. limitata viene in particolare adottato sia dagli Stati che hanno una c,uberantc produzione equina, come <la quelli che hanno una brillante situazione finan,.iaria, dal mome nto che css, in caso di bisogno possono con lutLa facilità provvedere in breve a colmare le lacune. La R. viene fatta a mezzo di apposite Commissioni, composte d i un ufficia le superiore presidente , uno o <lue ufficial i in fe riori membri, cd un veterinario. I pukdri vengono in genere acquistati all'et:Ì d i tre anni, nel l' interno della nazione, e vengono tenuti nei ,lepositi fino al compi memo dei 4 1/, a 5 :rnni; poi sono disuibuiti ai corpi in proporzione dei vuoti che sono venuti a farsi nell'annata. I ca\'alli acquistari all'estero per u fficiali vengono in genere inviati all a Scuola <l i cavalleria, do,·e sono estrani a sorte fra i concorrenti, i quali possono pagarli a promi contanti oppure a rate. Altri modi di I<. usati durante la mobilitazione e la guerra sono la Prece11azio11e, predisposta fino dal tempo d1 pace, e la Requisizione (V.). Presso a poco le disposizioni per la R. sono simi li iri tutti gl i Stati.

Rimorchiatore. Piccola na\'e a vapore, che la R. Marina adopera per brevi servizi locali, come rimorchio di galleggianti. trasporro di persone o materia li , rifornimenti ai posti dislocati, soccor,o a navi pericolanti, servizio do-

senza appendici: tam'è che: tuui sono stati muniti d'una campana posterionnente, per agganciarvi il R. Si studia arrualmcntc (1933) di estendere nell'ambiente militare il motore a ciclo Diesel, il quale certamente, per la ,ua maggiore pou:r.za, renderà faci le l'adozione normale: elci R., raddoppiando la c.1pacirà d·ugni singolo mezzo. Vi i: poi il problema del Traino (V.) a rimorchio della artiglieria. - Dicesi anche R. quello che, utilizzando l'abilit:ì al nuoto <lei cava ll i, serve a !)Ortarc da llrla spo nda all'altra d'un fiumi: quc,ti quadru!)Ccli. Tolta Ojtni bardatura e lasciata l:1 sola capcz1.a. essi vengono tr:unati <fa una barca sulla quale trovano posto i cavalit:ri .

Rimorchiatore costiero

Rimozione dal grado. t una delle puniòon i d isciplinari previste per l'ufficiale in sen,izio permanente effettivo o delle categorie in congedo. L 'ufficiale che vi in corre perde il grado che rivcs1iva e se deve a ncora ultimare i suoi obblighi militari, lo fa come semplice soldato. L'ufficiale può incorrervi soltanto previo giudizio di un consiglio di d iscipl ina che lo abbia dichi arato non più meritevole di conservare il grado. La R., che è la


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massima le!Ie pun izio ni disciplinari previste per l 'uAiciak, avviene su proposta <lei Minist ro della G uerra e per decreto reale. L'ufficiale rimosso dal grado viene cancellat,> dai ruoli. L a R. dal G. può essere inflitta agli ufficiali d i complemento per mancata notificazione della propria residenza, sì d a rendersi irreperibili. - Questa punizione esis teva :inche nell 'eserci to rom ano; si chiamava {( gradus dejectio n e veniva applicata per tutti i gradi., fino ai cen turion i e ai consoli : era sinoniino d i retrocessione.

Come pena, in base agli al"l. 15 C . J'. E. , 14 C. P. M. M., è appl icabile csclusi vamcrnc ai sottuiìì.ci~li e graduati di t ruppa. Essa fa d iscendere il condanna to alla con,iizione , li semplice soldato . È sempre connessa alle condanne a lla reclusione militare cd al carce re mil itare, per q ualunque durata.

Rimpatriati (p,.,- suv,;:;io miìitare) . Sono i cittad ini residenti al! 'estero, i quali tornano in patria per prestani servi,.io militare . Durame la guer ra, per coloro che enno imputati o con,lannat i per reati la cui pena non superasse i tre anni <li reclusione, rin1aneva sospeso ciuals iasi procedimen to penale, fino a tren ta g iorni dopo la pubblicaz ione della pace. Qu<:sta d isposi1-ione era appl icabile ad c;si anch-~ ne l caso cl1e venissero d ichiarati inahilt al servizio lìlJliwre,

0

per

qualsiasi

causa

cessassero

<ial

p restarlo.

Durante questo termine i R . potevano anche riottenere il 1>assapo rto e t0rnarc a ll'estero .

Rimpiazzare. Surrogare; mettere nuove truppe in luogo di quelle ,·enute a mancare; fornire nuovi soggetti .invece d i quell i non p iù atti 3i servizio. I :1impiazzarnenti nel comando delle t ruppe si fanno sempre di grado in grad" e per anzianiti,. Così il tenente più anziano r impiazza il cap itano, jJ capjrnno più anziano il n1aggiorc, il tenente colonne llo il co lo,wello, e via , li seguito. Rimpler (Giorgio). Ingegnere militare tedesco del secolo XVI I. È uno dei p rincipali autori della Scuola d i fortificazione tedesca. Prese parte alla difesa di Candia co ntro i T urchi (1648-69) e trovò morte gloriosa all 'assed io d i Vienna <Id 1683. In un suo libro, p ubblicato nel .1 673, propone un metodo d i (ro11tc con bastione centrale, nel q uale il fronte bastionato viene eia lui trasforrnaro in due lenagl ic, dando così alla sua fortificazione un più spiccato C.:Jrattcr~ avvolgente . Egli fece largo iin pie~o cl i casarn;:irre) di cinte s uccessive, di trince ramenti inte rnil e

questi ultim i proponeva d i eseguire sui bastioni al momento del bisogno con sola lcrra e legname. Curò la sovrapposiz ione di varie lince <li f uoco, e il largo impiego dell a muratura aflo ndarn per ostacolare le mine nem iche.

Rimprovero. Può essere se mr,licc e solenne. I l primo rappresen ta il grado pi1 '1 n1ire delk: punizion l 1n il . e puèJ

essere inflitto a uffic iali, sottufficiali, caporali e soldati da q ual unq ue loro superiore . Consiste nel rivolgere ad un proprio d ipendente, a voce o per iscr ilto, parole di bia-

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moti\·i , e le conseguenz e che ris1.dterebbe ro dal ripetersi ddk mancanze lamentate . Può essere inAitto anche a

mcuo d i lettera da a utorità superiori al comanda nte del corpo , cd in tal caso questi si limita a leggere davanti :1gli ufficiali convocati la lettera medesima. Ai sottuffi. ciali è inflitto per ordine del comandante del corpo, od au torità superiore, da! comandan te di bgl. in presem:a di tutti g li ufficiali e sottu fficiali del bgl., d i g rado eguale o superiore al punito .' Per i .sottuA-ìcial i dello stato maggiore <lei corpo, del deposito , o d i un d istaccamento, il com andante stabilisce chi degl i ufficiali su!,eriori deve infl iggere il rirnprcvero . A l caµoralc è infli tto dal com andante di bgl. d'crdine del comandante de! corpo, od 'llHOrità superiore, <.iinnan1..i agii ufficlah, sottufficiali e caporali appaitcnenti a llo stesso bgl. o reparto corrispondente . Il R. era punizione anche nell'esercito romano, d a sola, o accoupiata :•d al tra. Rinaldini (Giovt11111i). Ingegnere m ii. anconetano del sec. XVII. Scrvl in varie g ue rre e munì nel 1604, pel duca di Toscana, d i nuovi bastion i Porto Longone ne ll 'Isola d 'Elba. P assato a Malta, vi preparò un progetto per le fortificazioni dell 'isola d i Gozzo. Per ordine del re di Spagna d iresse i lavori d i fortificazione a Cotrone, Reggio, Lipari e Messina . Ebbe la nomi na a generale dell'a rtig lier ia napoletana . Scrisse un « Trattato di fortifi . cazio ne ,, e un 'opera sulla « Inutilità delle piazze basse nei fia nchi dei bastioni 1) .

Ri nascimento, Si desig na con quesw nome quel periodo d i temoo che fo d i tran sizio ne dal rnediu evo ali 'età moderna, cara tteriz.zato <la un risveglio generale deg-li spiriti. i l quale si estrinsecò poi in tutti i campi dc! sape re e dell'azione . N ato in Italia nel secolo XV I si sparse jn tutti g li altri paesi dell'Europa occidentale. Come negli altri campi, anch,· in quello m ilitare se ne risentì potentemente l'i nflusso. Consolidata l'autorità regia a danno delle signorie feudali , erano son e ovur.q ue solide m o narchie, c he avevano .::tcce 11 tr3.to in .s j} potere nel le nazioni. In Frnncia la nobiltù, st rerriata di forze dalla g uerra dei Cento A nni, aveva dovuro piega~\-' sotto la mano frrrea <li Luigi Xl; in Inghilterra la guerra delle due Rose aveva tstinto o rido tto ali 'im!)Otcnza l,1 maggior parte delle gran d t signo1 ìe ; in Italia i piccoli signori e le 1: ·

in<lipendenze con-,unali e ra~o quasi ovunque

caduti,

et.i

avevano , !aio posto a Stali più complessi e polcnti, e nel la Spag(1a , cacciati i i\,1ori, era com inciata, sotto Ferdinando cd Isabel la, la lotta cont ro i nobi li e i Comuni, condo tta poi a termine da Carlo V. Soltanto la Germania rimaneva a ncora, con q ualche atlattamento voluto d ai tempi, un g rand e Sta to fe udale. Alla fine del -sec. XV, gl i Stati E uropei, pacificati a ll ' interno e raggiunto t111 Acri<lo staro econùmicu, f urono indotti a gettare lo sguardo oltre i conJ fi ni, ,e f urono spinti <lai loro stesso benessere ad i mprese e~terne . Ne nacq uero g ue rre

lunghe e quasi g enerali, il

s imo per trnsgressìnne <l d un ord ine o p t'.r negligenza ne l-

cul Lampo d j battaglia

l'eseguirlo. Deve essere in Aitto con molto tatto senza umiliare il punito , alJo scopo d i emendarlo, e possibilmente termina re con parole benevoli e con incoraggiamento a bene operare per l'avve nire.

Stati, d ivisi. e rival i, era no incapaci ~li resistere a lla pres-

Il rimprovero solenne, che può esse re inAitto anche .in.-

sicrne agli arresti , viene dato da l comandante cjel corpo in presenza d i tutti gli ufficia li d i g rado pari e superiore .al p unito . T rattasi d i punizione eminenten1en te morale, cui d anno m o tivo mancanze recidive, ahitualc negligenza ai p :--opri doveri, od al con tegn? in scrv1z 10 e f uori. NelP infliggerlo il c.omancfantc d 1.:l corpo deve spiegarne i

s ione, si multanea o

(u princ ipalmen te

l 'Ita lia,

j cu i

successiva, d el la Francia, della Spa •

g na, dell 'Impero e de ll a Tu rchia . Queste nuove guerre ,licqero origine al l'istrume nto adatto per renderle possi• bili,

cioè a ll 'esercito

perma ne nte . Ogni

sovrano

assoldò

truppe per la guerra, e d opo la g uerra non le licenziò \llttc . ma ne riten ne una parte come nucleo per le fu'.u rc )/mpagnc. Era . con qualche '.11od ificazione , ,il sistema nali(<lo del le condotte combattenti, ,n tempo d , g uerra, e del)e condo tte in posizione d i "'!'etto, d urante la pace.

li so vrano non assoldava pili capi con le loro bande, !na~


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nifc,tatesi troppo ,oe:.so infide, ma formava bande alle quali assegnava capi, oppure dava ai capi l'incarico di formarle. L'introduzione delle armi da fuoco rendc,•a indispensabile fare escrdt.ue, fin dal tempo <.h pace, gli individui che dovevano speciafo.zarsi nel maneggio <li questi nuovi i\rrumcnti di guerra. Le tcndcn,..e generali delrcpoca si estrinsecarono in modo differcntz nei di,er,i paesi. Lo stato politico e sociale della 11az1one influiva su lle condizio ni cli rcclut,'11cn ro, e conseguentemente dall'uoo all 'alu-o Stato \'ariavano l'armamento e l'ordinamcn.o dell'esercito. In questo pcrio<lo l'lnghihcrra ebbe una parte mililare insi~n1.hcaJ1te, e~s<:ndo essa rimasta estr:t• nca alle grand i q uestion i euro!>cc, · nelle gua ii d'altronde avrebbe recato ~i:.,rso peso. Se la guerra de lle due Rose avern quasi distrutta la cavallcri:1 feudale, I 'im·enzione delle arr:ii da fuoco aveva diminuito il rendimento degli nrcieri inglesi, un tempo così tem ibil i in campo. In F rancia esistevano ancora nobili e c?valicri, ma la potenza del feudalismo era finita. La gendarmeria francese a\'eva assunta forma regolare, maneggevole, ed era adoperabile in lunghe campagne foori d i Francia. l i sovra110 concedeva n<l un r icco signore la facoltà d i levare una compagnia di 25. 50, 100 lancie, cia1euna generalmente di 5 u. variamente armati; :I capitano ddla compagnia arruolava le lancie tra la piccola nobiltà, ogni gentiluomo arruolato come lancia provvedeva alla fornitura dell a lancia stessa, cioè si assicurava i servizi lii un certo numero di· guerrìeri ausiliari, paggi, scudieri, arcieri. li re pagava i capitani, quc,ti le lnncic, le lancic il personale dipcndcmc. In tempo

di

pace cr;111 0 conservate

e<:I acqunrtieratc un cer to nu ,

mero di coming,iie, delle di ordinanza. Anche per la fanteria si ,,olle fare qualche cosa di analogo alla gendarmeria, con la istituzione dei franchi arcieri, forniti, armati e spesat; ,bile parrocchie ; ma l 'ist:ruzione fallì per mancanza di compattez.ia e scar;a istruzione militare. Nelle guerre d'Italia, i re di Francia preferirono servirsi, come fanteria, di S\'izzeri e Tedeschi assoldati ,. di corpi leggeri di mercenari g11asconi. Finita la gue rra ,:!; Granata, la Spaima disponeva di gran nu,r.cro d i fanti provati alle armi e disposti a ripremlcrle. Fra essi fn facile ~rruol.,re volontari allettati dalla prospettiva <l1 una guerra nella fiorente Italia, e .formarne dei « ter7i » o ,cggimcnti. In tali corpi lo stipendio era sca rso cd anche poco p untualroent(· pagato, ma la speranza del b'.laino li faceva accorrere avidamente, dalla Sicilia nel continente e dal , apolctan;> verso i.I nord d 'Italia, funesti al!~ popolazioni. li Sismon<li osserva che i tre i nvasori dell ' Italia er:mo egua lmente avidi, ma i Tedeschi "Ole,;ano sopr,a tullo vino, i Fra,,ccsi donne, gli Spagnuoli oro. Inferiore alla fanteria era la ca,·alleria spagnuola, la quale, avvezza a combattere i Mori armar· alla leggera, non sapev:i reggere d i fron te ai catafratti francesi e tedeschi. La sola Fiandra poteva fornire lancic capaci di star <li fronte alle a!m:- cav:,!lerie. l Camoni ~vizzeri, usciti vittoriosi dalle guerre mc<liocva!i, si erano , t retti in una lega che nessuno osava atraccarc . Nelle guerre con tro k case d'Austria e d i Borgogna e contro la Lega Sveva, ogn: Svizzero era stato soldato. Cessato il bisogno di difendere l'indipendenza del propri,> territorio, .,i introdus,c l'uso d i assoldarsi pe r comba ttere le guerre altru i: la Svizzera d ivenne cosl una sorta di deposito generale di reclutamento dell'Europa. Sulle prime le po-

tcn:r.e man<lavano a far leve nei cantoni svizzeri, portando,i via i g iovani g uerrieri scd oll i dal miraggio d i lauti ;cipcndi e d, g rosso bottino; ma poi i govern i dei cantoni sostituirono al reclutamento individuale quello cantonale, <pecialmente per impedire che Svizzeri combattessero con-

tro Svizzeri. I palli d i arruolamento erano :stipulati non con gli individui, ma coi governi cantonali, che se 11e rendevano garanti. Questo srstema <li c:ipitolazioni dava modo ai governi ,vizzeri d i influire nella politica europea, col concedere o negare alle JlC>tcnze i loro soldat i: pcrmene,•a anche fruttuose contrattazioni e larghi lucri, si.i ai governi cantonali, che ricevevano compensi pecunian per le concessioni fatte, sin ai singoli governanti che ,

sovran i vicini ancfav:tno a gar:t a sedurre . Al n1ovimcnto generale verso la mi lizia profcs,ionalc e verso gli eserciti stanziali parteciparono anche i Turchi. A misura che essi entrarono a contallO coi popoli d'occidente, quando videro le leggere ca va llerie ungheresi sorrette da .olidi fonti germanici, gfi Ottomani senrironn il bisogno di rinvigorire la cavalleria feudale dei loro eserciti con una numerosa e valida fanteria. Non adattandosi essi al servizio a piedi, istitu irono il corpo <lei giann izzeri, che nel secolo XVI costitu ivano una delle più temibil i fameric d 'Europa cd il nerbo del(li eserciti turchi. Ali 'epoca del R. in Germania vi era abhondante m.1teriale di reclutamento, ma in uomini i~olati, non in corpi di truppa . Data la co~riruzione dell'Impero, sminar77.:tto in un numero in finito di Statcrclli, ma retti da i~titu?ioni comuni, sono l'alta direzione deli'impcr:itore, la politica dea singoli Stati e le loro velleità di conquista erano mamcnute in lim iti assa i r istretti dalle gelosie dei vicini e dal l'autorità imperiale. ln tale conciizione di cose gli Stati germanici crlno ridotti a cercare aumcn,o cli territorio, non Jalla guerra, ma da patti c!i succe,sione; non conveniva quindi loro di assoldare permanentemente uuppc, che d 'altro nde, poveri cc me cr:1no, non avr~bbero !lOlUIO pagare. Perciò in Gcrni::rnia vi era sovrabbondanza <li soldati, m:t non esisll'\ ano bande permanentemente organizzate. In caso di bisogno. l'imper.1torc, o l 'clettore, o la città imperiale, arruolavano uuppc e vedevano accorrere alle loro insegne i soldati d i ~cntura erranti per la Germania in cerca d'impiego. La nomea del capo inc:1ricato di nunire e comandare le truppe influiva molto a facilita re 1'aruobmcnto. U.n capo abile ed auda:e dava speranza di vittoria e di bottino . L a p:iga consisteva roprauuno in promesse e nel chiudere l'occhic alle de,·astazioni e alle spogliazioni. I.a numerosa nobi!tà tedesca. costretta dalla povertà a cercar fortuna sotto le armi, forniva i quadri a queste formazioni. In quel periodo si resero famosi i Lanzichenecchi cd i Reitri , tuui di origine plebea. L'indole cli quelle truppe, non permanenti come la gendarmeria francese e le condotre italiane, non a,;oggettatc al la sorveglia nza canto11ale come le fanterie sv izzere e neppure animate dal vivo sentimento nazionale come gli Spagnuoli, le rcnde,·a cli difficile maneggio. Sfrenati nelle depredazioni, intempcranri, in contestazioni conti11 llC con chi li avrebbe dovuti pagare e coi loro slcss i capi provvisori, era gente valorosa ma sulla quale non s i poteva fare assegnamento da un giorno all'Jltro. capace di abbandonare il campo il giorno prima della ba11aglia col pretesto d i una loro esigenza non accolta . Negli eserciti ital ian i al principio del sec. XVI prevaleva ancora il sistema cleile condotte; ne fecero largo uso specialmente i Veneziani. Fra le ultime compagnie di ,·cntu ra furono celebri quelle delle Bande Nere d i G iovann i de' Mc<lici e d i Ora:,.io Baglin11 i. Ma a m isura che si inoltra,•;1 il secolo, prevaleva l'imitazione straniera; alle condotte si sostituì generalmente il sistema degli aruolamcnti individuali fatti dallo Stato. Venezia, nelle sue guerre, si valse largamente degl i elementi bellicosi che trovava nelle sue provincie d'oltre golfo, cd ebbe tra le sue truppe fanti schiavoni e ca,·alicri stradioti. In quell'epoca funesta, in

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Italia si videro i primi segni di una tendenza o rganica, che alla lunga doveva ricondurre alle milizie nazionali cd al servizio obbligatorio. A Firenu: il Machiavelli progettò una milizia nazionale sul t ipo delle legioni romane. J.,c reclute dovevano essere scelte per attitudine fisica e morale su tutta la popolazione; j m iliti dovevano rimanere a casa, ma erano assoggettat i ad istrn:,;ioni cd esercitazioni periodiche; in compenso era loro asegnar.o un piccolo soldo. Il progetto di Machiavelli ebbe un principio di esecuz.io11c; n1a la nuova n1ilizia, per manca1w.a <li buoni ufficiali, diede cattiva prova cd al ritorno dei Medici fu aholita . Genova ebbe nel suo con tado colonnelli di fanti paesan i, cd anche le signorie m inori, come Estensi, Gonzaga, Farncsi, e Senesi e Lucchesi, ebl>cro qualche milizia paesana. Napo li aveva un bgl. di milizia costiera: Venezia ist ituì le si.:e ., cer nite ». Quando, dopo San Quintino, Emanuele Filiberto riebbe i suoi Stati e li riorèinò, uno dei suoi primi atti fu d i vieta re ai _su<:kliti d i Savoia I'a rruolamento in eserciti stranieri. Poi, pur conservando corpi permanenti di soldati professionali, istituì la Milizia (V .) rcclutarn con volo nrnr i nazionali, com pensati con una piccola paga, privilegi cd esenzioni. Più avanti essa si trasformò nei reggimenti provinciali che permisero ai duchi d i Savoia di sostenere le lung he g uerre dei secoli X VI! e XVIII. Con l'invenzione della polvere e la conseguente sost ituzione dell'artiglieria da fuoco all 'artiglieria da corda, si manifestò la necessità di radicali rivolgimenti nell'arte (ortificatoria, affine di sostituire agli :mtichi sistemi forme d i(cnsive più atte a resistere ai nuovi mezzi d i distruzione. Le più remote tracce di miglioramem: apportati alle forme d ifensive del medio evo rimon tano al seco lo XIV , q uando le bombarde diventarono d i uso generale, venendo impiegate nell'attacco e nella difesa delle piazze. Però i miglioramenti apportati agli ant ichi sistemi , dalla fine del ;cc. XIU alla metà del XV, non introdussero innovazioni sostanziali, nelle forme fortificatorie, ma ebbero soltanto lo scopo di porre le piazze in condizioni di sostenere l'azione delle bocche da fuoco e d 'impiegare alla loro volta i nuovi mezzi di offesa. T uttavia in alcuni dei prov vedimenti adottati fino dai primordi di quel periodo, si possono ravvisare i primi indizi del trapasso dall'amica alla moderna (o rtificazio ne. Ad c,cmpio nella piazza d i S. Giovanni d'Acri, nell'anno 1290, prima eh< venisse espugnata dai Turchi, sono meritevoli di nota: una to rre d istaccata, la q ua le dj(endcva il corpo del recinto primario, precorrendo l'impiego dei rivellini e delle mezzelune della fortificazione m oderna; un riparo fatto con palizzate e fa" scine tra muro e m uro nel d ebole dc ll,1 piazza, che può considerarsi una applicazione embrionale del principio del defilamcn to ; il barbacane (autcmurale) per d:fcndere il piede delle mura, p rimo elemento delle tanaglie e delle controguardie moderne. Tali indizi risultano ancora più manifesti nelle forme assunte da ll 'arch itettura militare nel secolo X!V e nella prima metà del XV. Durante questo periodo )•impiego dei rivellini e dei barbacani cominciò a d ilTondcrsi; furono migliorate le forme e le d isposizioni delle torri; il fosso di\'enne di uso normale; si riconobbe l'opportunità di scarpare le mura, che, prima, si costruivano vcrtic3li o kggcnncntc inclinate; i11oltre, nella pr i1na metà del scc. XV, comincia ad apparire la st·ada coperta. Nella seconda metà del secolo XV le bo mbarde entrano in una via d i notevole pcrfezionamemo, e com inciano ad avere j) nome colletti\'o di artiglierie. .\ quelle di (erro battuto, a doghe e cerchi , o d i rcrro colato, si sostituiscono

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le bc-m barde di bronzo ad uno o più pez>.i, ed nitre specie di bocche da fuoco, di\'ersc di forma, di portata e di lunghezza. Alle bocche da fuoco ed agli affu;ci si :1sscg nano q uelle g iuste proporzioni che l 'esperienza anelava suggerendo; i proietti metallici prendono il posto delle !'alle di pietra . Con tali perfezionamenti, aumentata l'cffi. cacia dell 'azionc delle boccbe da fuoco e cessata la promiscuità del loro impiego colle macchine petrierc, s'impose la necessità d i sosnnziali in novazion i agli an tichi ordinamenti difensivi , i quali, sebbene fossero stati migliorati nelle diverse parti, si mostravano tuttora impotenti a resistere alle nuove armi offensive. L 'avviamento graduale alle nuove forme fortificatorie, che. per le suddette ragioni, si determinò nella seconcl, metà del secolo X V, costit uisce il periodo d i transito da ll 'antica alla moderna architettura militare. Lo studio e l'esercizio della fortificazione si trovarono così affidati, in rnle periodo, :t quei prodigiosi ingegni del R . che, pittori, scultori, architetti e ingegneri, erano ugualmente abili ad impiegare la penna, la matita e la spada. Nei paesi che furo no teatro d i importanti avven imenti d i guerra, e dove le arti e !e scienze raggiunsero il maggiore s,·iluppo, si produssero sempre le invenzio ni de;tin ate a pon e la difesa in g rado di resiste re ai nuovi mezzi di attacco. In omaggio a tale legge storica, il Machiavelli, il Guicciardini <•d altri riten nero che la trasformazione ddl'artc fortifica tor ia sia stata determinata dai fatti di guerra ·che seguirono la discesa di Carlo VIII in Italia . Ma, pure ammettendo che il passaggio d i Carlo Vlll attraverso l'I talia, nell'anno 1,194, per !a conquista ciel regno di Napoli, che la sua ,ciativame nte numerosa artiglieria ed i successi ottenuti per mezzo d i essa, abbia no potentemente cotm ibuito allo Sl'iluppo dei nuovi sistemi difensivi, ~ fuori dubbio eh:: questi erano già stati ideati dagli architet ti ita!rani attraverso il periodo di transito, condott ivi d a avvenimenti di g uerr~, j quali, se non raggiun~ro l'importanza di quelli che ebbero luogo sulla fine del scc. XV, non poterono non esercitare sensibile in Auen7.a sullo sviluppo dei nuovi_ sistemi d'afiorzamemo, sia per le condizioni nelle quali si svolsero, sia per gli uomini che vi presero parte. Fra le guer re combJttucc nella seconda metà del scc. ·XV fra i piccoli Stati d'Italia, nelle qu'ali si deve rintracciare ii germe d elle innov:izioni che spinsero l 'architctlura mi litare sul la via <li radicali rivo lgimenti, merita di essere rpeci3inrcnr.c ncorrlata quella condotta nd 1478 dalle milizie d i Napoli, d i Urbino e del Papa contro la repu b" blica fiorentina, soprattutto per l'assedio della Castdlina in Chianti (26 luglio- 1g :,gosto), che ne fu il principa'e avvenimento. Da q uesta epoca sorge la sch ie ra numerosa e valorosa di quegli ing,·gneri mii. italiani che si spargeranno per tu tta l'Europa e daranno a tutti gli Stat i le nuove forme ddl'arte della fortifi:azione, creando e rinnovando quasi tutte le fortezze e uropee .

Rinaudo (Giuseppe). Generale, n, a Pisa (r 840-1912). Sotrot. d 'art. nel 1861, fu nel 1890, col grado di tcn. colonnello, comandante d'art. a Massaua. Colonnello <lircltore d 'art. il Mantova nel 1892, passò nel 1893 a comandare il distretto mii. di Casale . In posizio ne ausiliaria nel R inauclo Giuseppe r895, venne promosso - nella riserva maggior generale nel 1903 e tenente generale ne! 19 r2.


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Rincalzi. Nella dottrina prebellica, e q uando il bgl. di fanteria era composto di soli fucilieri, i R. non avevano altro scopo che di raffittire la linea per ottenere la superiorità di fuoco sul nemico. Potevano e dovevano anche servire per trascinare la linea rincalzata e farle fare uno sbal:w in avanti; potevano anche eventualmente prolungarne un 'ala; ma il compito sostanziale non variava. Coll'adozione delle armi auto matiche, e col t rasformarsi della tattica lineare in tattica profonda, la funzione dei R. è totalmente cambiala. Essi vengono ora impiegati per respingere contrauacshi locali, per sostituire rq>arri logori e divenuti incapaci di persistere utilmente nella lotta , cd infine per rinforzare reparti ancora capaci <li progredire, ma impari ad uno sforzo rapidamente decisivo. Si tratterà in quest ·ultimo caso di sfruu.1re, con supcriorit:, di forze, una si wazio ne locale favorCVl•lc, prima che essa si modifichi a danno <lell 'auaccante. Occorrerà tuttavia non addensare le unità dove la reazione

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per prolungare 11ucsta incertc;cza del nemico, che lo sg-ombro dei prigionieri sia fatto al più prcao e per vie coperte. li R. che debba sostituire un elemento o rinai rroppo logoro per proseguire efficacemente la lotta, ne assume il posto cd i compiti cloyo essersi avvicinato al coperto, sotto la protezione del iuoco d 'artiglieria, ,ld lc mitragliatrici pesanti e dei lanciabombe. li R. che debba opporsi ad un contrattacco d iretto sui fiànchi o sul tergo dei reparti avanzati e sfuggito alla vigilanza ed a!!a reazio ne dell'artiglieria , lo immobilizza dapprima con fuoco aperto a distanza sicur ,mente efficace, indi lo ass:,lta a sua volta sul fianco r, sul tergo; sopprime la fase di fuoco soltanto nel caso che possa giungere sull 'avver· sario di sorp resa. Il R. che debba rinforzare un reparto avanzato ,inc:,,a capace di persistere nella lotta, intcrv.iene per regola p rolungandone una delle ali d opo che q uello abbia, preferibilmente avanz.ando, rist retta la propria fronte in relazione alla esiguità della forza che gli

Rincal1,i italiani sull'Isonzo, a Bodrez (guerra l'vlondinlc)

nem ica è p iù efficace, con che si fare_b bc il giuoco dcli 'avversario . A mano a mano che la penetrazione si produce, mentre gli clementi avanzati che l'hanno compiuta procedono innanzi decisamente , spelta ai R. jl compito di elim inare g li clementi d ifensivi e pro teggere fianchi e tergo degli clementi avanzati . Dall'insieme di <1uesti co mpiti si deduce che il m iglior posto dei R . nell a formazione d'attacco è in corrispondcn7.a degli intervalli o dei punti <li giunzione tra i reparti avanzali; posizione che facilita anche l'impiego del loro fuoco a rinforzo dei reparti an tistanti. La distanza era reparti avanzati e R. è regolata sulla necessità di sottrarre questi ultimi , per quanto poss ibile, ai t iri di fucileria e mitragliatrici diretti sui re parti antistanti; e ciò pur avendoli sempre pronti ad intervenire sollecirnmente a rinforzo di questi. Tale d istanza dipende dalla grandcz,za <lell ' un ità di cu i si traila, dall'ampiezza della sua fronte e dal terreno. I mig liori ripari per i R . sono offerti dagli appostamc n1i dei centri d j resistenza a,•vcrsari; l'artiglieria nemica esiterà per solito a colpirli, finchè -riterrà che possano esservi ancora i propri fanti ; q uesta esitazione segna il momento utile per )o sba lzo e per l'i rruzione . Converrà,

rim:mc. !

necessario evirare, in ogni

<"3SO,

frammischi a-

menti di repani diversi. In sosta nza si p uò dire che il R. nc!Ja Lattica odierna serve per la manovra, ed essendo pertanto il suo impiego atto cli manovra, <kve c,scre fatto dal comandame dcli ' unità di primo scaglione cbe lo ha costituito . Tuttavia il comandante del R . può agire <l'initiativa in casi del 'tutto ecceziona li : per respingere, d i regola, cont rattacchi nem1c1, Lenendo sempre presenti concetto d'azione, r:d ordini del Comando superiore. Per detto impiego di iniziativa, e quindi eccezionale, valgoJJo questi criteri: rinforzare le l111ità che riescono; reagire alle offese nemiche, non passivamente . ma proseguendo l 'azione con moltip licato vigore; intervenire quando ogni altro mezzo si sia dimostrato insufficiente a vincere Ja resistenza {lcl nemico cd a conteIH.:rne i contrattacchi; preparare e appoggiare l 'intervento col fuoco, sia che debba wstituire un elemento avanzato logoro, o rinfori.are un elemento ancora capace di persistere nella lotta, o reagire ai contratnicch i. Il R. dopo l' impiego dcv~ essere prontamente ricostituito coi reparti sc..walcati, affinchè lo

scaglionamento in profondità non venga mai a m::mcacc;


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il che, come sopra si è detto, è caratteristica peculiare della tattica attuale. $"intende che quando una unità ha esaurito la sua capacità operativa si dov rà procedere alla sua sostituzione.

potenza operativa dell'unità), orpure durante lo svolgersi di essa per su1Jcrare difficoltà impreviste o per s,, luppare un successo parzialmente oucnuto. Per tali eventualità possono essere dati a richiesta (ed è il caso normale), op-pure <li iniziativa del comandante immediatamente supeRinculo. t il movimento verso l'indietro che si verifica . riore. Le truppe dare in rinforzo sono sempre roltc fra in un ·arma al momento dello sparo, per l'azione de i gas quelle organicamente dipendenti e disponibili: di solito su l rondo dell'arma stessa. Tale movimento si suole d iv idalle riserve. Dati i criteri unitari dcll'in,piego delle ridere in due periodi: il primo . quando i ga, agiscono e .crve, il rinforzo sarà sottratto a qucll 'aliquota cli <'S..<e la velocità del movimento è crescente; il secondo che si che il comandante nel ;uo disegno operativo avrà previsto inizia quando cessa l 'azione dei gas e le pani mobili delper ta le eventualità. rispettando per quanto possibile i l'arma hanno raggiunl'l la massima velocità, continuando vincoli organici del le unità . I reparti assegnati in R. pasa muoversi fino a che la loro forza viva è totalmenlc an;ano alle dipendenze organiche del comandante cui sono nullata dalle rcsistenu che si oppongono al movimento. clecentrati. Secondo le norme della tanica attuale, mentre Nelle an tiche arrig! ieric (affusti rigidi) il movimento di sono frequenti i R . di t iro (manovra del fuoco) sono meno rinculo era effettuato da Lutto il compie.so (arma e affrequenri <tuelli di reparti, i quali prevalentemente consifusto), ciò che portava un grande tormento all'affusto, olstono in decentramento di unit:i aventi grande potenza tre al ritardo ncll 'esecu1.ione del tiro, il quale doveva per di fuoco (rn itraglicri, pcai per fanteria, ca rri armati , a rtiogni col po essere rettifìc~ to . Nelle moderne artiglierie vi glierie delle varie specie, bombarde). I R. di tiro sono sono invece delle apposite parti rinculanti, unite all'afdati d'iniziati,·a o a richiesta nel senso ascendente della fusto con congegni speciali ela~tici (freno del rinculo, rigerarchia. La richicsrn di rinforzi nel senso discendente cupera tore) che oh re ad attutire I 'nione di R. delle parti del la gcrard ,ia è ecceziona le, e giustificata soltanto quando mobil i, hanno lo scopo d i riportare l 'arma e le parti mosi tratti di obbierti\'i d i grande cd immediata importanza. bili nella posizione primitiva. (V. anche Freno di sp,iro). Ri11/or::o alla copert11ra. È costituito dalle truppe che alAmmonizzatorc di m1c11/o . li problema di aumentare I ·,1tto della mobilitazione , e pos,ibilmen tc gi/1 fin da l periodo per precisione e gi ttata il rendimento delle m itrag lia trici della tensione d iplomatic:,, vanno a rinforzare le truppe pesanti, rendimento limitato per il forte contraccolpo che di copertura alle frontiere. Fanno parte dc, primi tr,isponi un numento di potenza viene a cagiorurc. è ~rato risolto <li radunala e sono prcdcsignati nei pro~cui csistentt fn dal 1cmpo d i pace, nei quali scmo pnrc in<licati i movimenti per via ordinaria, le mod,tlità di funzionamento dei ser\'izi~ ecc. Con1e la copertura, sono in arn1onia con ln s.:hieramcnto st rategico del l'esercito, in esecuzione al piano di guerra.

Rinuncia al grado. L·unicialc che intende di rinun ciare al gradr> deve farne esplicita domanda per via gerarch ica al Ministero. senza indicare i motivi ddla rinuncia stcsu, la quale ha effetto soltanto con la sua accenaz1onc.

Quc~la avvcncn<lo. rimangono C!>linre 1(· t·vcnruali

az ioni d isciplinari. Non può essei'<: chiesta Lale I<. in caso di mobil itazionc.

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L 1\mmortizzatore di rinculo Kossar

in questi ultimi tempi per mezzo di A.; a parità dì peso questo rende possibile un aumento di gittata e una maggiore precisione di tiro. L'incisione rappresenta il di~po~itivo ideato da l tedesco Kossar.

Ri11/orzatorc del ri11c11/o. Così {u chiamato il meccanismo per armi automatiche, atto a garantire la retrocessione completa dcli 'oltu rarore dopo lo sparo, ottenendosi così la certezza dcli 'espulsione del bossolo e del ricaricamento automatico dell'arma . Questo meccanismo, quasi semrrc app licato alle mirragliatrici , fu generalmente d isposto all a bocca del la canna, usufruendo dei gas che escono da questa nello sparo, per portare un aumento di spinta rinculante al sistema di chiusura dcli 'arma. Rinforzi. Termine generico, usato anche nella clotlrina ufficiale, per indicare una assegnazione di uomini e di meui in aggiunta a quelli organicamente d ipendenti, per jl consegti imcnto di un part icol:ire scopo. Essi si differenziano dal Rincalzo e dalla Riserva, e possono essere o assegnati in linea preventiva, ossia all'inizio dell'azione, contemporaneamcnle al l 'assegnazionc del compilo (giudicato q uindi superiore a quello adeguato alla

Rio (o Rhio, o Rion). Promonwrio <!ella Grecia mer idionale, cl i (ronte al c:,po S. J\ncll'ea, ali 'entrata de l golfo eh Corinto. Oggi è chiamato Castello di Morea.

Comba11imemo nnvnle di Rio (429 a. C.). Appartiene alla g uerra de l Peloponneso. l'ol'm ione, stolarca di /\Lene, con la sua squadra composta cli ventl navi, occupava Lepanto e guardava il golfo di C.orinto: lo stolo dei Corinti e <legli altri alleati , che contava ·!7 triere , doveva uscire dal golfo d i C rissa (Salona) e congiungersi con le for7.e spartane comandate da Cncmo. Era inrenzionc dello ,tolarca ateniese di assalirli al larg-o. I Corinti e gli alleati. fidenti nel la superiorità delle loro forze, non potendo immaginare che lo slolo nemico osasse di attaccarli, na\'igavano mal preparali a battaglia. Ma, avanzandosi lungo la costa, quando videro che gli Ateniesi, snl lato opposto, da Calcide e dal fÌl1111c Eveno venivano ad incontrnrli, forono costretti a dare bartaglia. I Pcloponncsiaci s1 sdlierarono formando un cerchio con le loro navi. avendo le prore in fuori, ponendo nel mc:r.zo le pi1'1 deboli e quallru delle più veloci, per essere p iù vicine a recarsi su qualsiasi punto della circonferenza che fosse ·attaccato. Gli Ateniesi, ordinare le loro navi una dopo l'altra , volteggiavano attorno allo ,LOlo nemico, resorin gcndonc il cerch io e scorrendo sempre rascnre, così da indurre nei nemici !a


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credenza che di mome1110 in momento li assalirebbero. l'orm io ne però ,1vcva comandato d i non investire le navi avversarie prima che egli ne desse il segnale, sperando che l'ordinanza dello stolo nemico, somig liante a quclb di fanteria per terra, non reggerebbe; ma che le navi s,

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Dattoglia navale di Rio (429 a . C.)

urterebbero Cra loro e le barcbe dcli" interno del circolo cagionerebbero disordine; quando poi dal golfo spirasse il vento, era certo che i Peloponncsiaci non avrebbero più potuto conservare la loro ordinanza; inoltre, avendo egli navi p iù spedite, poteva assalirli quando volesse. Verso !"aurora, alzatosi il vento, le navi, serrate in più stretto cerchio, cominciarono a sco mpig liarsi, urtandosi l 'una con l 'altra e respingendosi con i remi; sicchè fra gli urli e le ingiurie vicendevoli delle ciurme cd il rumore prodotto dal cozzare delle navi fra loro, non si udivano più gii ordin i dei comandanti e tutta la flotta peloponncsiaca era i n disordine . Allora Fonnione dette il segnale d'att~cco, e gli Ateniesi al primo urto affondarono una delle navi ca-

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piranc, poi altre ne rov inarono, di maniera che nella con fu$ione generale nessuna delle navi nemiche pensò più a resistere, ma tutte fuggirono a Patrasso e a Dima (Papas) nell'Acaia. Gli Aten iesi nell'inseguimento catturarono dodici navi, uccisero la maggior pane delle ciurme e q uindi, alzato un trofeo a R. e consacrata una na\'e a Netnino, tornarono a Lepanto. Rio de Janeiro. Città capitale del Brasile, sull"Atbnrico, all'ingrcs,o dc-Ila baia dello stesso nome. La granJ iosa massa graniLica <lei « Pan di Zucchero ,, domina l'cr)lrata del porto, alla sr. di ch i guarda, e spinge innanzi il promontorio fortifica to <li S. Giova nni, mentre alla dr. la penisola di Santa Cruz, trasformala in fortczia, completa l 'opera difensiva <lei porto. Di fronte alla citt à l'isolotto di Villegagnon costituisce il posto avanzato dell'arsenale, a un Km. <la terra. La baia fu sco, perta nel 1515 da Dias dc Solis e nel 1519 da Magellano. L'isolotto di Villegagnon fu il punto iniziale della città. l vi !"ugonotto Durand de Villegagnoo fondò nel 1555 il capoluogo di una colonia delta << Francia antartica », difeso dal forte Coligny e dest inato a diventare la . metropoli del Brasile. Poco d opo il portoghese Estacio de Sa stabilì le sue truppe vicino al Pan di Zucchero. In ,e. gu ito il posto militare fu trasportato sul promontorio detto « Morro de Castello •, di fronte a Villegagnon: colà si costruirono le prime case d i Sao Sebastiano do Rio de Janeiro , chiamata anche Sebastianopoli. Lotte religiose la divisero; i Portoghesi la distrussero e fondarono , nel 1567, R . dt: f. La città fu presa nel 1640 dagli Olandesi, e da Dugua y-Trouin nel 17n , ma fu entrambe le volte restituita ai Portoghesi. Nel 1763 divenne sede del vicereame del Brasile, e nel 1808 residenza della famiglia reale di Portogallo. Dopo l'emancipazione del Brasile ( 1822) divenne capitale dell' impero. l)al 1889 è la capita le degli Stati Uniti del Brasile.

r. Presa di Rio de Janeiro ( 1711) . Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna . Nel r710 il capitano di vascello francese Duclerc attaccò la piazza con 5 vascelli e con 1000 u. d i truppa da sbarco, ma l'insufficienza delle forze non diede buon esito all'impresa. Anzi il capitano, dopo una energica difesa, era stato fatto prigioniero con

Attacco della flotta di Duguay Trouin a R io de Janeiro (1711)


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la maggior parte dei suoi in una casa da lui occupata e poi barbaramente ucc iso, malgrado i patti della capitolazione. L'anno dopo Duguay-Trouin, corsaro di San :Vfalò, al lora capitano di vascello, che Luigi XIV aveva nobilitato, formò il d isegno di vendicare lo sfortuua,o

La nave di D uguay-Trouin bombarda Rio de Janeiro

Duçlerc. Non avendo potuto ottenere dal governo francese i mezzi necessari all'impresa, per l'esaurimento in cui si trovavano le casse ,dello Stato a causa della lunga g uerra, si r ivolse agli ar matori dell a sua patria, e col loro concorso, e con quello dell a Corte, potè allestire alla Rochel le una squadra di 9 vascelli, 5 fregate e 2 brigantini, con 2500 u. di truppa <la sbarco. Egli partì dalla Francia il 9 giugno l71I e giunse l'n settembre dinanzi a lla baia d i R . Il passo era difeso da l lato di tramontana dal forte d i Santa Croce e dall 'altro da parecchie batterie . Di più, una squadra <li quattro vascelli e qualche fregata erano imboscati ;., linea di /i la presso i l forte, cooperando alla d i(esa dd canale d'ent rata. Duguay-Trouin, o rdinata la sua squadra in linea di fila, pose al la testa d i essa il comandante Caurserac che conosceva la ba ia; poi , senza

alcuna esitazione, diresse per forzare il passaggio , favoff rito com'er a dal buon vento. Sostenuto il fuoco delle batterie dal lato sr. e quello del forte e delle navi dall'altro , :;cnza gravi danni , riuscì a penetrare nella baia, 1ncntre i vascelli portoghesi andarono ad arenarsi sotto le batterie per met tersi in salvo. Il comandante francese defilò sotto il fuoco di a lrro forte situato su ll 'isola di Vi llegagnon, avanzò di fronte alla città, s'impad ronì dell'isola delle Capre e ne fece base d i operazione per un attacco generale. La città era d ifesa da batterie lungo il lido e da forti situati sulle montagne che ic sovrastano, d i modo che era r itenuta imprend ibile. I Francesi si impossessarono <li molte nav i d i commercio ancorate nella rada e ne fecero depositi di comba ttenti , per facilitare le operazioni

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di sbarco. Il 14 di settembre lo sbarco, protetto dai cannoni delle navi, venne effettuato; dopo soli sette giorni, con poch i combattimenti, Dugua)'-Trouin potè occupare la città ed i forti, l'una e gli altri abbandonati dai d ifensori, e piantarvi la bandiera francese . Questa impresa, così rapidamente eseguita, ebbe il carattere d i un colpo di mano audace e iinprovviso sopra un nc1nico impre parato . Il comandante francese, non avendo forze sufficienti per mantenere l'occupazione, decise di imporre agli abitanti, prima <li rjpartire, una taglia di un n1ilione e 500 111ila lire, paga bil i in quindici giornj. Si impossessò inoltre di 4 vascelli, 2 fregare e 160 navi di commercio. Una parte del tesoro proveniente dall'imposizione della taglia andò perduta durante il viaggio di ritorno, per l 'affondamento d i due navi cariche di bottino , in seguito a t empesta. La mir a principale di Dugua)•-Trou in era stata quella di non far trapelare il segreto dcli' impresa, volendo giungere inatteso, e vi riuscì. Al suo ritorno io. Francia fu accolto come un trionfatore, ebbe la promoz.ione ad ufficiale genera le e g li fu accordata una cospicua pen sione. II. T.-attato di Rio de /a11eù-o (19 febbraio 1810). Alleanza fra Ingh ilterra e Portogallo. L'Inghilterra rinnova gli in1pcgni presi. nei precedenti trattari, e si ii11pegna a non riconoscere per sovrano di questo Stato se non l'erede e il rappresentante leg ittimo della casa di Braganza. Il Portoga llo accorda agli Inglesi i l privilegio di acquistare nelle foreste del Brasile tutto il legname necessario per costruire vascell i da guerra, e ad .1bolire ogni restrizione circa l'entrata dei vascelli da guerra inglesi nei propri porti.

Rio de Oro. Possedimento spagnuolo a· ovest del Sahara, limitato dalla costa atlantica che si stende dal Capo Bojador al Capo Bianco per la lunghezza di circa 800 Km . F u occupato nel 1884 cd i suoi lim iti vennero fissati nel 1900 con una estensione di 282. 000 Kmq.; ha una popolazione di q uasi 20 0 .000 abitanti. Unico centro importante è Villa Cisneros, dove risiede un governatore con una piccola guarnigione distacca ta dalle Canarie. In questi ultim i tempi ha acquistato grande importanza per l'aeronautica, costituendo il passaggio obbligato per le comunicazioni intercontinentali, che collegano l "Euro pa, I' Africa e l'America del sud , e rappresentando una tappa per raggiungere Dakkar e portarsi a Bahia o a Natal. Villa Cisncros, per le sue co11dizioni singolari, costitu isce uno dei m ig liori aeroporti del mondo. Riolo dei Bagni. Com une in pro,•. d i Raven na, sulla sr. del Scnio, a sud-ovest d i Castel bolognese. V i è una rocca importaiuc, fatta costruire nel sec. XIV da Caterina Sforza. Secondo la tradizione venne fondato da Silla; ma della sua storia nulla si co nosce fino all'anno 928 , ,pando fu espugnato dai Faentini . Successivamente fu soggetto a tutte le vicende che sconvolsero la Romagna. Ebbe a signori i Riario, gli Sforza e i Borgia, dopo d i

Il fortin o di Rio de Oro, sede del governatore spagnuolo

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La roccI1 sforzesca di Riolo

che cadde definitivamente soteo il dominio temporale dei Papi. Nel Ij66 i cittadini riuscirono a sottrarsi alla giurisdizione del comune di Imola, alla cui dipendenza dovettero però to rnare quattro anni dopo per ordine di papa Clemente XIV.

Rio-Mayor . Piccola città del Portogallo sul fiume omonimo, nella Estremadura, nella regione del basso Tago. Comb11111ine11to di R10-Mayor (18u). Appartiene alle guerre dell"lmpcro francese. Nel mese di gennaio l 'armata francese agli ordini del Massena fronteggiava j:1; AngloPortoghesi del Wellington, apprestando i mezzi per tentare i l passaggio dell"estuario del Tago a valle di Santarem; ma la penuria dei viveri, l'ostilità delle popoiazioni e il progressivo arrivo di rin(oni agli avversari ancfarono dewrminando una critica situazione agli invasori. Inform ato del fatto che ,I Wellington preparavasi ad una avanzata generale <la iniziarsi dall'ala sr., il Masscna 01 dinava ai general i Reynier e Juno t di spingere fuori delle proprie hncc ncogaizionì in forze. per ~ccerrarc se re:1ln1entc !a sr. avversaria fosse stata Iinforzat a in misura notevole. Partito da Alcanhedc ali 'alba del 19 gen naio con 5000 fami e 300 cavalieri, Junot marciò diritto su R. .\f. urtando contro i posti avanzati di cavalleria inglese, che, ripiegando, corsero a dar l'allarme in città, ove i bi;I. avversari si disposero a difesa nelle lince già stabilite dietro il fiume. Bcnchè il ponte fosse sbarrato, l 'impeto ddl'anacco e la superiorità delle forze valsero ai Francesi il rapido sopravvento e b pronta occupazione della città, donde colonne leggere inseguiro no il presid io; ma )u not le richiamò indietro ritornando alle posizioni di partenza. L'episodio ha pmo carattere cli ricognizione offensiva, durante la quale lo Junot, spintosi arditamente innanli per osservare di persona i movimenti dell'avversario, fu seriamente ferito al capo.

Rions (Ettore D'Albert, co111e d,). Ammiraj!lio francese (1740- 1810). Si distinse nella g uerra per l 'indipendenza delle colonie inglesi d ell'America del Nord. Nel 17i9 partecipò alla battaglia della Granada; nel 1781 ai combattimenti sostenuti dalla squadra del conte d i Grasse; nel 1782 alla Maninica e alb Guadalupa. Rientrato iu Francia

comanda,·a la piazza forte di Tolone quando scoppiò la Rivolu1,ione; lasciò il comando e la Francia, rnggiungendo gli emigrati a Coblenza. Fece la campagna del 1792 nel corpo degli ufficiali di marina emigrati. Dopo la ritirata dei Prussia ni e la dispersio ne delle truppe rcalt si ritirò in Dalmazia e ritornò in Francia quando il Buonaparte d ivenne primo console .

Rio Salado. V. Tari/a. Ripa (di Merwa, Vittorio) . Generale del genio navale, n. nel 1856. Teocote del genio navale nel r88o, raggiunse il grado cli magg . generale nel 1913, fu vicepresidente dd Comitato per l 'esame dei progetti <lcllc navi e capo dell'ufficio tecnico. Passato nella riserva nel 19r6, vi fu promosso ten. generale nel 1920. Ripa d'Orcia. Frazion~ del comune di Castiglione d'Orcia, in prov. di Siena. Castello medioevale ben conservato. F u feudo della famiglia Salimbcni. Nel 1277 con gli altri sette castelli di Castiglione d 'Orci a, resistette per oltre un mese all'assedio di tutte le forze unite della

Castello di Ripa d'Orcia (restaurato)

lega guelfo . Ora i; proprietà della fam iglia dei conti Piccolmnini, che pochi anni addietro lo fecero completamente restaurare. Nella sala d'armi del castello sono conservate le antiche armature d i ferro, il vessillo, i capitoli della


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g uardia castellana, con le norme severiisime per la buona d isciplina e governa, del castello e g li arnesi d ella guarnig ione.

Ripafratta. Frazione <lel comune di Bagni S. Giuliano, in prov. d i Pisa, sulla sr . del Serchio. Avanzi di un castello medioevale, costruito dalla repubbl ica Pisana. Ap-

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dati . Esse vengono eseguite secondo le ind icazioni del comandante d el reparto e sono numerate -secondo i prezzi segnati su apposita tariffa, scabi lica cd aggiornat a <lai Min istero . Ogni capo riparato, p rima <l 'esscre r imesso in distribuzione, viene esaminato per essere riconosciuto .se fatto o no a regola <I ·arre . Nelle cp. si tengono <lue registr i appositi, ossia quello del corredo e quello delle calzam,; e. Per ogni militare d i truppa e per ogni g iornata d i p resen za sono stanziati 32 centesim i pc! conto R. Solo cccezion almenrc e per rJconoSCiuti casi di forza n1aggiore, tale somma p uò essere superata s ino a raggiungere i 40 centesimi. Ol1re questa cifra la spesa deve essere autorizzata dal ministero. Per Je R . non riguardant i corredo e calzature , l'ordine d i lavoro deve essere dato dalPam~ ministrazione de l corpo, esu lando d alla competenza del comandante d i reparto . Il quale, per oggetti di equipaggia1nento_, come armi) sellerie, c~:trrcggio, ecc. deve dimostra re la necessità della R. e la causa : l'amministrazione d el corpo decide e provvede, in base even tualmente al g iud izio di apposita commissione. Questo congegno, studiato per scongiurare sperperi, in g,,erra può essere alquanto semplificato . JIl pace p revalgono le esigenze della saggia economia : in gue.rra quelle del cont in gente bisogno mi litare . 1

La rocca di Rìpafratta

pa rtie ne all'antica cerchia <lei baluardi che P isa innalzò tra il XII ed il X V secolo a ditesa dei suo territorio cont ro i Lucd1csi cd i Fiorentini.

Ripamonti Carpano (Enrico). Generale, n. a Senn a Lodigiano, m. a Cuna r.do (r848-1928). So tto!. d ei bersagl ieri nel 1870, frequentò la scuola d i guerra, passò nel corpo di S. M. e andò nel r 896 in Eritrea quafe sotto capo <li S. M. d elle truppe d'Africa . Colonnello nel 1897, comandò il 75° fan teria e poi fu capo di S. M. del XII C. d 'A . In P. A . nel r905, ven ne f>romosso, nella riserva, magg. gene~ raie nel 1909 e tcn. generale nel 19 15; nel 1923 assunse il grado <.i i generale di d iv is. Pubblicò un « Quad ro grafistorico d'lrn!ia ~lalla fondazione di Roma al r900 >> . Ripandelli (Decio cd Ettor,'). , Capitani del seRipamonti Enrico colo Xli i. Mi lita rono ncl1.·csercito <li Carlo d ' Angiò; vcrinero con. q uesti, nel 1265, in Italia dalla Provenza e si stabilirono a Candela , in Capitanata. Fra i loro d iscendenti si distinsero nelle armi: Raimondo (sec. XVI) uomo <l'armc dcll 'esercito di Ferdinando il Cattolico; Ascanio e Giuseppe (scc . XVH); quest 'ultimo nel 16j8 fu nomjnato govecnatore d i Canosa. Riparazioni. Nell'ambiente mi li tare cor.1 questo termine si suole indicare quel complesso di lavori che ven gono eseguiti dai capi operai per te nere i.n buone condi ~ z1001 il corred o, le calzature e l 'equipaggiamcmo dei sol-

Riparazioni di guerra. Costituiscono il risarcime nto dei danni causati dalla guerra, e vengono imposte dal vincitore al vinto, col t rattato <li pace. Dopo la guerra Mond iale, il trattato d i Versa.illes costituì una ,, Commissione d elle Ripa razioni », nel la quale erano rappresentat i g li Stati vittoriosi , per d eterminare l'ammontare d elle R . d ov ute d alla Germania e dai suoi alleati per i danni di guerra. Nell'aprile 1921 la cifra totale delle R. da pagarsi, che dapprima era stata stabilita in 2r6 m iliard i d i marchi oro, fu ridotta a t 32 miliardi, e dalla primavera de llo stesso anno lo « stato dei pagamenti " fo in vigore fi no al 1924 , cioè fino a l Piano Dawcs. Questo però non era una sistemazione defi nitiva del problema delle R., m a rappresentava uu « modus v ivend i», una formu la d i transazione che stabiliva una tregua, e <lim inuiva, per la German ia, l 'onere cospicuo delle annualità previste d allo stato dei pagamenti d i Londra del l92I , dandole la possibilità <li riordinJ rc il suo sistema moneta riç, e d i ria u ivare , la propria economja, e garantiva alle nazioni vincitrici, sia pure temporaneamente, il pagamento d elle annualità stabilite . Però l'ammontare preciso del debito che la Germania avrebbe d ovu10 r iconoscere cd addossarsi non e ra staco ancora fissato, e questa incognita era un fattore permanente di inquie tu<fo1c per la Germania e per i suoi creditori. Pec la prima, iii quanto essa temeva che i suo i oneri venissero stabiliti in cifre sproporz.ionate alle sue possibil ità; per i cred itori che nel frattempo, avendo sistemato fra d i loro le partite di dare ccl avere r isulcami dai prestiti be llici, non potevano contrapporre a d ebiti certi, e precisati ncll 'an1montarc, crediti egualmente certi e p recisati in confronto d el comune debito re . Oltre a ciò vi era il macchinoso sistema d ei controll i, che avrebbe dovuto essere sola111ente tccnico~econom ico, ma che poteva celare le pericolose jnsidie poli tiche. Si imponeva inoltre, per la Germania, come p roblema fondamen tale, la necessità di por fine alla occu pazione della Re nania da parte delle eruppe alleate . Questi fattori <li incertezza d ivennero specialmente operanti nel q u into anno d i applicazione del piano, quando l'annualità raggiunse l 'arnmontare d i 2500 m ilioni d i m archi oro, d ei quali 1250 gravanti su l bila ncio del Rcich . L 'onere ap parve troppo g rave, e il 17 settembre 1928


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secondo la tesi italiana, e nunciata fin dal r 922 e riconsi decise a G inevra d i costituire una C-Ommissione d i fermata con deliberaziç_ne del Gran Cons_iglio Fascista. esperti finan_zlari, designati daj Governi interessati, per lo studio d i un progetto di regolamento definitivo del proRiparbella. Comune in prov. di Pisa , sulla dr. del blema d elle R . Questa Commis,ione, adunatasi nel febCecina. Apparten ne dapprima a Pis:,, e nel 1406 si d iede braio del 1929, concretò i l piano Yo ung, ' che nelle sucalla repubblica fiorentina . Venne fortificato con buon cacessive conferenze d cll' J\ Ja tra 1 delegat i d ei Governi, stello, che fu preso nel 1445 dalle truppe di Alfonso nell 'agosto 1929 e nel gennaio 1930, venne perfezionato d 'Aragona. Nel seguen te anno, i Fiorent ini lo ripr&ero con la sistemazione delle R. degli St ati orientali. Con tale d 'assalto con strage dei d ifensori, e lo rasero al suolo. piano il problema entrò in u1<a fase d i carattere ' spiccaQualche anno dopo il castello fu ricostruito. Occupato tamente finanziario-econo1nico . Esso aboliva tutt: gli organi dalle truppe <l i Carlo Vlll nel 1494, fu ripreso poco dopo d i controllo alleati che menomavano in qualche modo da Firenze, della quale seguì le sorti . la sovra nità del Reich con la loro vigilanza sulla finanza Ripari (Pietro) . Medico, 11. a Solarolo Rainerio, m. a statale, sulla Reichsbank, suile ferrovie, sulle industrie; precisava il debito tedesco, ri partendolo i n annualità meno Roma ( 1802-1885) . Si laureò g ravose di quelle previste dal p iano_ D awes e non susceta Padova; partecipò alle Cintibili d i aumento i11 dipendenza dell'aumento della proque Giornate; poi fu a Vesperità del Paese ; aboliva la responsabilità solidale della nezia e alla d ifesa di Jloma, Germania per i debiti dell'Austria, dell'Ungheria e della dove organizzò I-e ambulanze, Bulgaria; istituiva , con la Banca in ternazionale dei Regom a fu anche combattente. lam<.:nli, 1'organo tecnico pe"r ricevere e ridistribuire ai G~d!-lra la città , venne con~ creditori i pagamenti effettuati dal Governo tedesco; preved ann:::ltO a venti anni di cardeva, ove sopraggiungessero speciali difficoltà , la sospencere; nel 1856, ottenuta la sione dei tr asferimenti e la sospensione parz iale dei pagagrazia, r.ndò a Londra. Seguì menti. Il piano Young non fissò il va lore d el <lebito gerGaribaldi nel 1859, nel 1860, manico e stabilì 52 annualità <.la pagarsi s uccessiviunente nel 1862 e nel 1866 raggiunnegli esercizi finanzia ri d ai 1929-30 al 1987-88, con una genrlo il grado d i colonnello. quota med ia rnnua d i 1988,8 m ilioni d i marchi oro per i F u deputato del collegio d i Rjpari Pietro primi 37 anni; con una quota media d i 1650 mil io ni per Pescarolo nella X legis latura . 1 successivi 19 anni ; e con u'.la q uota media di 900 miRipar ienses (o l<tpenses milites). Soldati delle flotte lioni negli ultimi tre anni. Inoltre negl i ultimi 22 an ni la romane che avevano il compito di sorvegliare 1e rive dei Germania avrebbe partecipato agli utili della Banca Interfiumi, special mente del Reno e del Danu bio, e d i respinnazio nale dei Regolamenti. Le annualità dei p rimi 37 anni gere eventuali attacchi. Po icl1è spesso i fiu mi servivano ~enivano ripa rtite in una quota i ncondizionata e co1n1ncrdi confine per le regioni dell 'Impero, i R. sorvegliavano ciabile d i 66o milioni, che avrebbe d ovuto essere pagata con piccole navi le r ive ; in questo compito erano anche in ogni caso ; e in una quota cond izionata, della q uale la detti· « lcrnbarii » . Quando poi, negli intervalli fra gli Germania avrebbe potuto, in casi di speciale d ifficoltà, chiestessi fiumi, costi!uivano piccole o pere d i fortificazione dere la sospensione del trasferimento, e, in parte, anche èon sentinelle, venivano anche ch iamati . <t castriani n. Al.. del p~gamento. Nel piano , i noltre , si riconosceva, i n cuni auto ri fanno d istinzio ne fra .R. Ripctrii e Ripcntes: fatto se non in d irirto , la inevitabile connessione tra R. ma i loro compi ti non d ifferivano se non in alcune picgermaniche e debiti interalleati, essendo stato fissato l'amcole cose, e quindi sono tutti d a raggrupparsi sotto l'unica m ontare delle quote in modo d a coprire in ogni caso indetta denominazione. teramente i debiti delle Potenze creditrici verso le loro alleate ed associate. La ratifica e l'ap pl icazione del piano Riparo. In fortificazione è quella massa di terra corisolsero, naturalmente, il proè,lcma p olitico che maggiorperta da un rivestimento, l a quale si alza al d i sopra 1nente in teressava la Germania; cd accelerarono lo sgon1del livello della piazza per proteggerne i d ifensori . li bero delle zone renane occupate dalle truppe alleate . Ma D'Antoni ed altri scrittori italia ni d i cose militari lo ,hiaanche questo piano non !)Oteva costituire la soluzione demano più propriamente Ram r,aro (V ,) . Pi,ì generalmente finitiva del lo spinoso problema. La crisi economica abbatch ia1nasi R. un piccolo lavoro in terra, fri tto cdcrmenre tutasi dopo il 1930 su tutte le nazioni del mo ndo, indusse sul campo d i battaglia per proteggere artiglierie, m itrai maggiori Governi a riunire a Losanna una nuova Con~ g liatrici, tiratori, ·ccc. ; così si han no i ripari per pczz.o , 1 k ren z a di esperti , per venire ad accord i concret i circa i ripari per n1itragliatrici , i ripari per tiratori. gravi problem i dei d ebiti e del le R. di guerra, che m agNella guerra Mond iale, fu detto da noi « Riparo a giormente pesano sulle finanze delle na·òon i e uropee . Il 9 scaglioni " quello dete rminato dall"andame11to del terreno lugl io 1932 fu concretato un accorrlo, in base al quale sulle falde delle altu re . Tracciandosi un R . per tiratori in al la Germania era imposto soltanto il versamento d i lal i condizio ni, avveniva spesso che s i dovessero cagliare 2.700 milioni di ,:narchi oro in obbligazioni, cioç un'anle cu rve cli livello : ne risul tava un andarnento indinaw . nualità e mezza delle 37 annualir;, del piano You ng . La Quando la pendenza era inferiore a 1 /6, non si veri ficaconsegna di tali o bbligazioni è stata fissata nel 1935, in vano ioconvenienti per il tiro; ma, quando la pendenza base alla possibilità che i l credito tedesco lo consenta. e ra supc!rjore, veniva prescritto che fosse data una rniGli accord i d i Losanna liberano quind i virtualmente la norc incl inaz ione alla linea d i fuoco , per non d im inuire Germania d all'obbligo delle R.; tali accord i però non sono l'efficacia del tiro, adottandosi i R. a scaglioni, con tracdefi nitivi , essendo sogge1ti a ratifica, la quale si farà ciato a denti d i sega. quando saranno stati regolati in modo <lefin itivo anche i Ripartizione. Operazione che l 'organizzatore militare debiti di guerra . Le decisioni di Losan na r iaffermano la esercita sul personale e sul materiale, due d ei tre elementi com pensazione t ra R. e debiti e rappresentano la prima d i cui si occupa l'organica . Nei riguardi del personale, tappa decisiva sulla via della loro cancellazio ne finale,


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a reciuta1nento avvc11uto rientra.. nel qua.<lro più v;isto e complesso dell 'o rdinarnento e consiste nella suddivisione <lei contingente fra le varie armi, specìalit) e servizi, e &a 1 vaii loro ele men ti cost itutivi, c<l inoltre nella suddivisioHe gerarchica delle unità così che ,i possa avere una opportuna e raz,ona le articolazione (!el la massa reclu tata, neces-

st'ultimo nel 1326 aveva dovuto abbandonare la Danimarca; col detto trattato ricuperò il regno .

saria alla ,v i1a ed all'impiego dell'esercito . Nei riguard i

Ripetizione (Arma a). Dicesi quella provvista d i un meccanismo tale, col quale, potendosi. accelerare I 'esecuzione della carica , si aumenta la rapiditiì. di tiro cieli 'arma . Dopo il 1875 -in America, nella Svizz<:ra e in l nghiltcrra si erano già provati dei meccanjsmi <li ripetizione , che incontrarono serie oppo.sizionl; n1a, , quando furono noti i risultati della guerra Russo-turca (1877-78), vennero in evidenza j vantaggi della carabina Henry-Winchcster a ripetizione, adoperata da alcun i reparti turch i, rispetto al iucilc Berdan a caricamento successivo, adoperato dai RL1ssi. I ineccanistni <li R . consistevano in un serbatoio posto son o la culatta della canna in corrispondenza della ca rnera, oppure in un 'incavatura praticata lungo e dentrci il fusto della cassa. 111 questi serbatoi si introducevano ad una ad una le cartucce, e, quando si faceva fuoco, queste si succedevano una dopo l 'altra nella camera della ca11na, mentre il .- tiratore nor1 a.vcva altri movimen tj <la fare che scattare cd aprire e chiudere J'otturatore; non perdeva quindt il tempo per afferrare , ad ogni colpo, h cartuccia nella giberna e· per portarla ed introdurla nella camera. · Quando non si voleva il t iro a R., si chiudeva tale mec~anismo con un c0ogegno detto « arresto di 1ipetizione )) . Si ricorreva a q_uesto pei:chè si tcn1cv:1. che il tiratore, pure curando il puntamento, per celerità di dr,, e comodità di maneggio consun1assc troppe cartucce in.. breve tempo e ne rjmancsse privo nel momento ·più ncccssano, e cioè all 'atto risolutivo del combaltirnento. Quindi al tiratore era vietato normalmente il tiro a R. , il quale ve- ' niva comandai-o d agli u/lieiali al momento opportuno. lnoltrc , poichè il caricamento del serbatoio era in genere un po' lungo, si rendeva necessario e.li mantenerlo carico il più che era possibile, e di scaricarlo solo ad assolu{o bisogno . Gli inconvenienti che p resentava il sistema a R. · erano rappresentati eia! fumo, che dopo pochi colpi copriva ' tiratori e bçrsaglio, · impedendo recìprocamen~e_.agli avver- ' sa ri d'avvamaggiarsi del tiro molto .celere; e dal medio . cal ibro, che o bbligava a cartu,·ce metalliche molto pesanti, quindi po,o numerose presso il soldato ed insuffi cienti in un corn U.attimcnto ·un po' lungo. I sistemi a R. sono d i tre tipi : r0 ) con più canne: pistole e qllalchc fucile da caccia; non è sistema adatto ad ai-mi portatil i di guerra, perchè concede una rjpctjzionc molto limitata, e rende I·a rma molto pesante; 2°) a cili nd ro rotante: o istole a rotazione ; non adatto per fucili, · perchè il cilindr~ d i. dimensioni grandi· ren<lè~ebbe l 'arma' incomoda e tropim pesante; ·3°) con · serbatoio : _è quello che sì presta megl_io per arrn{ a canna lt~ngat e consjste · nel! 'aggiungere aIl ·arma a retrocarica un magazzino oserbatoio, capace d i contenere molte cartucce; erl un rnec-. canismo atto a portarle una alla vo!t:1 successivamente· ne lla camera di caricamento del (ucile .• Il serbatoi0 può essere fisso ali 'arma, o mobi le. Nel primo caso può esserècollòcato lungo i l fusto'. dell a cassa (generalmente nei fu, ciii) o lungo l'impugnatuca cd il caléio (generalmente nei moschetti) . Però l'arma d.ive,i ta· <lcli,caca e. pesante; ha spo-: ~ta to con tinuarn~n rc il centro dj gravità; 1 è idiflìciJe .sapere, quante cartucce resta110 nel serbatoio; si _deformano' fàcil•. mente le pallottole; è di' lenlo ricaridmcnro.. Il· sorba1:oio. mo bile i: più pratico , si _ mette_ a posto qu,mdo -occcrrrc: adoperarlo, · p,,ò essere colloaatò· n:el tratto p iù conVçn'ìcntci

del materiale, la R. cons,stc nell'opportuno frazionamento

di esso fra i vari m~gazzini, d<.;positi, ccc., in <l1pc,ndenza delle esigenze dei vari reparti in tempo d i pace e jn caso di mobilitazione. E. questa una operazione oltremodo complessa e ,klicata e deve rispondere a criteri precisi di semplicità, ord ine e d i scrupolosa manutenzione.

Riparo a scaglioni (guerra Mondiale)

R ìpatransone. Comune in prov . di Ascoli Piceno, fortificato nel sec. XII, dalla . famiglia Transo ne ·che ne avev:i la signoria , con 1n ura protette da quacu·o torri . In principio d el sec. Xl ll Enrico VI d i Svev,a ,·i pose l 'as , sedio, la prese e la smantellò. Potè tuttavia risorgere nel 1 212 con l'a iuto di Fermo, tanto da resistere nel 1225 alle genti dì Offida e d i Acquaviva, che l'assaltaronc) invano .

Il wrnune {u coinvolto nelle lotte tra G uelfi e Ghibe lli ni, nel 1348 si sottopose a Galeotto :vlalatcsta, e ne l 1376, nd 1389, nel 1415 subì nuovi assedì per opeta dti Fcrmani e dei Malatesta. Passato io potere di Francesco Sforza, gli ,i ribellò nel u42 e ne cacciò la guarnigione, tanto • che <·gli si recò a porvi l 'assed io; riuscito a prendere il paese, lo saccheggiò e deva~tò lasciandovi 4coo u . di guarnigione, i quali ne furono cacciati dalle genti del Piccinino. In pr incipio de[ s!;c.. XVI venne due ,·o lte ( ,515 e 1521) assal ita dagli Spagnuoli ; la prima volt:< essi la presero e la saccheggiarono; la seconcb volta furono respinti : si ricorda nelle cronache il nome di una ripana, Bianca Ben\rign,uj in Dc Tharo!is) che, alla lesta di un manipo lo di conterranei, si distinse grandcmcn:e_ nell'e ner gica d ifesa delle m,;ra, Di queste, a doppio rectnto, r i1

nlt"~ngono ancora cosp icui avanzi.

R ipen (o Ribe) . Ciuà della Dan imarca, sul fiume Ribe-Aa, presso la costa occid.entalc .

I. 'Fra/lato di Ripei, (, 330). Fra il re d i Danimarca \/alclemaro III e il suo predecessore Cristoforo 11. Que-

Il. Trattato di Ripw (21 ge nnaio 1659). Fra la Danimarca e il Brandebm.go. Si rinnova nella potenza il trattato di Colonia ciel 7 genna io r659.


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per il pu ntamento; inoltre il fucile senza serbatoio resta come un fucile ad un solo colpo. Fincbè il calibro dei fucili fu grosso, rima!c impedita l'applicazione di serbatoi capaci di oltre 4 cartucce, perchi: l'arma si appesantiva troppo, ed i serbatoi sa rebbero stal i 1roppo voluminosi. lnolu-e il tiro celere, riscaldando fortemente la canna, accentua,•a moltissimo la così detta « impiombatura », la quale non si poteva evitare i ncam iciando il p roiettile, pcrchè la polvere furn igc na, per le fecce e per la limitata potenza balistica, impediva mie ripiego. Ma tutte le obiezioni e le esitazioni, tanto di carattere tattico, quanto <li carattere tecnico, sva:1irono col. l'impiego <lclla polvere senza fumo. L'asscnia d i fumo, di fecce, la grande potenza balistica, la regolarità di effett i, permisero di diminuire i calibri, di aumentare la velocità iniz iale e quella di rotazione del proiettile, di diminuire il peso <li q uesto all ungandolo, o di incam iciar lo, per . imped ire l'impiom batura, con metallo più resistente ;,) riscaldamento che non fosse il piombo. Sorse così in Francia il primo fucile a polvere bianca a ripctizion~, nel 1886 e fo il Lcbel. Oa allora tutti gl i Stati si affrettarono ad a<lottare la N. ed il piccolo calibro. Cosl furono risolte definitivamente e comolctamente Je cond izioni alle quali debbono ncces~a,iament; soddisfare le armi da Cuoco portatili , ossia : per il ser vizio, robustez?.a, faciliti di maneggio e d i t rasporro, sicurezza e rapidità nell'impiego, f.acilid e precisione di puntamento; per il tiro, tensione della traiettoria molto grande, g1uste1.za e precisione d i tiro, efficacia del fuoco. Rìpiegamento (Ma11ovra di). Può avere lo scopo di ,ourarre le truppe a pressione so,·crcbiame dd nemico, oppure di evitare, mediante successive resistenze, l'apert ura d i una breccia nella fronte, o infine <li ritardare l'avanzata del l'avversario. Nell'azione d i una grande unità complessa non deve mai avvenire per iniziativa delle divis. di prima schiera. Allorchè deve essere attuato in presenza <lcl l 'avversario e non è i n corso di combattimento, I'operazione può essere e ffcttu.1ta durante la notte o col favore di una densa copertura del terreno. Per ingannare l'avversario e per prendere tempo e spazio è opportuno eseguire una violenta ripresa offensiva. Occorre sempre defini re qua!llità e composiz ione della f:orza che deve rimanere sul posto a protezione d egli clementi chc verranno ritirati per primi, avvertendo che la ripresa offensiva preliminare deve essere sviluppata col massimo d, fuoco e d i movimen lo, ma col minimo •possibile di fanterie . Se il R. deve aver luogo menu-e è in corso il combanimento il distacco dai nemico è operazione a,sai delicata, e deve e.1sere preparata mediante contrattacchi bene appoggiati da fuoco di a rtiglieria. Il per icolo dell'operazione san\ tanto minore quanto più vigorosa sa rà stata l'azione precedente, e quanto maggiore perciò il logoramento in/lieto a!l"av\'ersario. Le truppe ripiegano lasciando in posto, su punti importami del terreno, retroguardie incaricate di ritard are 1'3.vanzata nemica, resistendo, ove ne sia dato l 'ordine,

lino al sacrificio. Per ! 'esecuzione di una simile mano,,ra l'efficace partecipazione dell'artiglieria, spinta anche, per le batterie più avanzate, fino al limite estremo <li sicurezza d ei materiali, è condizione assoluta. Anche alle retroguardie !asciate in posto la protezione dell'artiglieria deve essere con ogni sforzo assicurata il più lungamente pos,ibile. È ind ispensabile, in questa prima fase della mano vra e in tutto il seguito , ass icur~1rc scorte convenienti alle artiglierie, almeno a quelle più avanzate. In entrambi i casi prece<lc l'inizio del R. l'occupazione, per mezzo di

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unità arretrate o aflluitc da lcrgo per questo scopo, di una « Posizione intermedia» (V.), situar.a fra quella. su cui si svolge: l'azione e quella su cui I<: truppe de,•ono ripiegare. L'a rtiglieria ripiega per succe,sivi scaglioni, avendo ben presente il suo comp ito di protezione prc,lungata a favore degli elementi più avanzati. La messa in atto delle interruzioni importanti è di competenza del comando d'armata, il quale può, specie in manovra a larga fronte e molto estesa in profondità, delegarne i l compito ai conn ndanti di corpo d'armata dipcndemi. L'ordine di far brillare le mine è atto dei più gra,•i, per le conseguenze decisive che esso ha sulla riuscita del la manovra; per determinare !'im,nte opportuno pcl bri llamento può riuscire d i molto efficace concorso !'osservazione aerea. Primi doveri del comandame sono di assicurare: I'occupa,done della linea intermedia di copertura e la p rotezione che le arlig lierie più avanzate debbono <lare alle unità r ipieganti cd eventualmente alle retroguar<lic !asdate in posto; il graduale aHetramento delle artiglierie verso le nuove posizioni pre\'entivamcnte dcter~

minate; l'ord inato arretramento <lei servizi e d i ogni altro impedimrnlo che non abbia d iretta util ità per I 'esecu7.ionc della manovra: !'inAcssibile mantenimento della disciplina nelle retrovie. Altrimenti avviene allorchè la manovra di R. è iniziata fuori della pressione de!l"avversario, e non fa seguito immed iato ad un combauimento. In questo caso le truppe non debbono superare la fase delicata e pericolosa del disracco dal nemico; tutta la mano,•ra può essere regolata secondo organiche disposizioni preventive e sulla base di un co111 plc10 orien tamento cli t utti i sottord ini. Si tratta qui di guadagnare tempo sfru ttando, :ill'uopo, una zona di terreno di profondità determinata; cioè : attendere l'avversario su una prima posizione, sottoporlo ad una intensa azione ritarda1r ice esplicata essenz ialmente col fuoco, e dove possibile , con azioni d i trnppe celeri; poscia, prima di essersi !asciati seriamente impegnare, effettuare il R. su una posizione retrostante; e così via fino a l totale a.1solvimento del compito ricevuto . li nemico potrebbe e,cguirc puntate con t ruppe celeri contro i fianchi delle truppe che r ipiegano, per tagliare ad esse la ,•ia e per sorprendere retroguardie non ancora saldamente sistemate sulle r ispettive posizioni. Tali azioni debbono essere segnalate in tempo dall 'av iazione, da pattuglie celeri delle unità r ipieganLi, spinte innanzi sul fronte, e dalla osservazione terrestre; ed infrante soprauuuo per mezzo di concentramenti di fuoco di artiglieria e di mitraglia trici pesanti, q uando non siano state sufficienti a sventarle i contrattacchi d elle unità celeri de! difensore . Sono essenziali, per la buona riuscita di questa manovra : r1) la esatta determinazione delle successive posizioni e la precisa assegnazione degli itinerari alle singole unità per l'arretramento; b) l'esan o orieniamcnto d i tutti i sottordini sul meccanismo della manovra; e) la minuta preventiva ricognizione della prima posizione di ripiegamento e delle successive e del terreno interposto fra le medesime, con particola re rig uardo agli itinerari; d) la preventiva ricognizione delle successive posizioni di artiglieria delle vie d'accesso e la preventiva preparazione dd tiro dalle nuove posizioni p rescelte; e) l'organizzazione dei collegamenti, :.vendo però present~ che non potrà farsi se non !imi.Lato assegnamento sui collegamenti a filo; /) l'os.ervazione continuata, specialmente aerea, dei movimenti dell'avversario; assai utili. saranno anche, specie in montagna. gli osservatori terrestri, specie que!!i avanzati, d a tenersi il più lungamente possibile; g) la esatta determinazione, dei segnali pc:r !'esecuzione dei movimenti predisposti, sempre


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RIP

551

q uando non sia possibile determinare i tempi in preced enza ; h) la tem pestiva me.sa ir1 atto delle imerruzion i, s,a di quelle predisposte, sia di quelle che la durata delle successive resistenze può permettere d i predisporre in profond'i tà. L 'ord ine di arr~tramento dall' una all'altra posizione non può essere lasciato all 'i niziativa dei sottord ini , ma è stabilito dai comandanti di unità nor1 inferiore alla d ivisione .

RIP

a suo carico per toglierlo dai quadri attivi (congedo prov-visorio, aspettativa, posizione ausiliaria), in attesa del raggiungimento -èlei limiti prescritti per il collocamento a riposo. Il secondo significato della voce R . /, qucll0 della posi7,ione che prende il militare quando non è sull ' << attenti " durante esercizi, o presentazioni a supe,·10n. li militare

Ripon. Aeroplano inglese , della Società Blackburn ; è un biplano biposto metallico, adottato per la difesa costiera . Può essere ti·asformaw

i11

id rovolante , e utilizzato com..;

Biplano llipon Il

Truppa schierata, in • riposo t

velivolo silurante, come apparecchio d a ricogn iz ione, come appareccbio da bombardamento. La sua velocità è di poco più d i 200 Kmh. Ha un carico utile di Kg . 1429 e u r1 'autonomia normale d i quattro ore, massima d i dicci. Il tipo più recente (Ripon V) è più veloce dei precedenti; ha due pe rsone d i equipaggio, è armato d i d ue mitragliat rici, porta un si luro del peso d i 460 Kg . appeso sotto a\la fusoliera. Può atterrare sul ponte <li nave porta aerei'.

nella posiz ione d 1 R. senz 'armi è:: <lispcnsato dalla immobilità e dal silenzio assol uto, impostigli quando è su ll 'attenti. Può anche scambiare qualche parola sottovoce coi vicini, se è nei ranghi, ma non gli è concesso d i àllontanarsi d alla riga, e d i perdere l' allineamento che ha coi colleghi. Varie sono le posizioni <lei R. a seconda delle

Riposo. Due sono i significati d i questa voce. li pr imo riguarda la situazione dcU'uffi.ciale d i carriera, al lorquando , raggiunti i limiti massimi di età, o ~olp1to da malat tie che gli · impediscano d i prestare ancora utili serviz i a llo Stato viene collocato a R. (V. Q11icgen ztt) . Tale posizione di R. è pure concessa ai sot tufficiali <li carriera, ed ai raffermati di truppa i quali abbiano pure raggiunto i limiti d'età o siano stati esone rati per infermità dal servizio. li collocamento ·a R . per gli ufficiali può anche avvenire per i nid oneità ali 'avanzamento, o per motivi d isciplinari ,

anni che ha in

pugno, durante e sercitazio ni

o

riviste

e parate. Ripo,o (Truppe in riposo. - Turni di riposo). Termine usato comunemente durante la gue rra per i ndicar.e le truppe avvicendate nella trincea e inv iate nelle re trovie. Oltrechè

essere un atto di equità era anche un a necessità per la vita orga nica dei reparti. Il servizio di tr incea era dissolveme olt rcchè logorante : il R. olcrechè ri temprare le forze fisiche d elle truppe serviva anche _a rimettere i n;parti al la mano d ei capi, a rifornirli delle dota zioni personali e d i reparto (vestiario, viveri di riserva , e cc .) e, co sa

11 t riposo :t a bordo di nave da guerra

Riposo al campo

che non esigano altre più gravi sanzioni di legge. Bisog M però in tali .:asi che l'anzianità d i ser vizio d el collocando a R. e l'età siano tali, in relazione al g rado che ha raggiunto, d a poter essere messo a R. senza ledere i suoi diritti in base alb legge d ' avanzamento per gli ufficiali. In caso diverso, possono essere presi altr i provved imenti

molto im portante, ad inquad rare i complementi. Aveva infine uno scopo addest rativo d i altissimo valore, perchè, contrariamente al sign ificato letterale del termine , le truppe noo stavano in ozio , n1a si addestravano per varie ore

della giornata all 'uso delle armi (cosa necessar ia data la continua e rapida evoluz ione e la molteplicità dell 'arma-


RIP

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552 -

me nto durante la g ue rra) ~xl alla tattica di m ovimento. Duran te la vita d i trincea infatti le twppe avevano la tendenza a cristallizza rsi nell 'atteggiamento d ifensivo: le esercitazioni dmat1te il riposo servivano a temprarli alla RUCrra di 1novi1nento e offensiva, conseguendo il grande risultato d i mo ltiplicare i l valore m orale dei repa rti coli 'agguerrirl i per la dura lotta fuori delle trincee, al posto della snervante attività statica della lo tta stabilizzata . I turni d i riposo <lovevano essere rigorosamente nspetta t i. Come i: noto questo fu uno dei cr iteri r ibaditi dal gen. Diaz dopo il ripiegamento al P iave.

R1s

g ue rra, e aumentata in t:orrisponùcnza dell'elevazione d ei prezzi al mome nto della ricostruzione o surrogazione . La rnmma da concedere non poteva tuttavia superare le 50.000 lire ,e si trattava <li riparazioni, e d i 10 0 . 000 se si tra t1ava d i r icostruzione d i edificio destinato ad abitazione civile. Le d omand e d ovevano esse re p resentate enuo un amio da lla pace. Dall'agosto 19 19 all'ottobre 1920 fu nzionò per i R. una Con1m issione apposila ; dalla seconda d ata funzionò un Comitato interministeriale, p resso il Min istero del Tesoro .

Riproduzione delle carte (Topogmfia). I principal i metodi di riproduzione :idoperati dall'Ist ituto Geografico

Riscatto (dei prigionieri di guerra). li R. o liberazione di u n p r igioniero di gue,·ra e ra in uso da antich issima d ata , e non solo fr,i popoli ormai civi! iu .ati , ma 2nche fra nazioni scmjbarbare , perchè era viw) intcr<;s'.)e d el vincitore mettere a profitto questa res1 i1uzione contro pag amento d i d enaro . V igeva an zi l'uso, nel medio evo, di imporre forti taglie per i p rigionieri che avevano u na certa importanza. Collo svilup_OrJ dei g randi Stari e col crescere degli armati , e per conseguen za del numero dei prig ion~cri, sorgono le difticoltà de l lorO mantenimento e sorveglianza, e !a necessità• di e vitare il p ropagarsi di malattie contagiose , con danno stesso del Paese che li ospita. Man mano che si vien perfe1,ionanclo l 'arte m il itare, al R . contro pagamento <ii taglia si sostituisce q uello con scambio d i prigionieri. La restituzione avviene di sol ito co l vincolo sulla parola <l'onore d i non riprende re le armi durante la gucrr:l in corso; il prigionie ro v iene d ichiarato " libero sulla parola » . Il prigionie ro restituito per R. ~i tCmj.Ji <li Roma <:-rn garantito ne l diritto di rirnpero delle sue propr ietà e <li riavere tutto ciò che spettava al cittadino romano, nei riguardi della sua posizione giurid ica, e se il nemico si fosse im possessato di qualche sua pro-

militare italiano per le sue carre, si possono riassun1cre

prictà1 doveva essere conve nienteme nte indennizzato .

Ripperda (Gian

Guglidmo, duca d,) . Ufficiale d el

l'esercito olandese. Nel 1715 fu nomina to ambasciatore alla Corte di Spagna e seppe d iventare favorito d i l'ilippo V che lo colmò d ' onori. Caduto in d isgrazia nel 1726 e r inchiuso nel castello di Segovia, ne fogg ì due anni dopo e, abiurando i l cattolicesimo cui era passato dal p rotestantismo, si fece maomettano e divenne generalissin10 delle truppe d i Muley Abdallah sovrano d el Marocco. Dopo diverse vittorie r iportate con tro gli Spagnuoli, venne da essi sconfitto e Muley lo rinch iuse in carcere sospettandolo d i tradimento. Morl a Tetuan nd 173 7 ,otto il no me maomettano d i Osman, lasciando d iverse memorie d i g uerra, di politica e di religione.

Ripresa di tiro. (V . Preparazione del tiro). t quello effettuato su un obbiettivo già battu to in p recedenza, utilizzand o i dati , ottenuti 11el t iro più recente contro lo , tesso o bbiettivo, opportuname nte corre tti per le condizioni d el momento.

nei seguenti : Fotozi ncografi a : per la rip ro<luz.ione in nero d elle tavo le tte r : 25 .000 e dei quadranti 1 :50 .000; fotoincisione, con sistcrna galvanico o chimico: il primo, stu• diato d al generale Avct, fu adoperato per la riprodllzione della grande Carta topog rafica del Regno d' Italia a lla scala 1 : roo .oco; il secondo, più rapido ed economico, poichè consente la riproduzio ne d,:lle mezze tinte, è stato adottato per la carta l : r oo.ooo policroma, con orografia a ,fumo; fu iùcato dal colonnello Gliamas, già direttore dell ' lsrituto .

Risanamento (del campo di battaglia). Viene d i n orma preventivamente ordinato con disposizioni d i massima d al capo ufficio sanitario o d ella d ivis. I medici dei corpi, valendosi del pe rsonale specializzato a lle proprie d ipend enze e di s9uadre avute per l 'occasione dai corpi stessi, effettuano il servizio. In sostanza si tratta d i tumulare i morti e d i disinfettare la zona, oltrechè d i cercare, soccorre re e sgom berare i feriti. La perlustrazione del campo d i ba ttaglià viene ordinata dal! 'autorità san itaria del comando della divis. no n ap pena l'andamen to delle operazioni lo consenta . Tutta la zona viene accuratan1en1e frugata dal personale d ei corpi, rin forzato d a 9uello inviato dalle sezioni di san ità . li calar d ella notte no n deve far desistere dal b voro; pO$fOll0 es~cre utilizzati i mez1j d 'illum ina-

zione ordir1ari dei battaglioni o i r iflettori.

Risarcimento (dei danni di g11erra). Dalle nostre leggi fu a mmesso per la pctdjta, la d isLruzione, il d ete rioramento, ne l Regno, regioni annesse e Colonie, di cose rnoa bil i ed i mmobili in conseguenza della g uerra . li R. si determ ioava stabilen do il valore della cosa distrutta, <leprezzata eventualmente non olrre la meti, del valore <l'ante

Dura nte la .~ rande ultima g uerra, il R. dei prig ionieri

è .a vvenuto quJsi interamente per scambio fra i belligc, rauti, in base a convenziohi intervenute col tnunitc della Croce Rossa inte rnazio nale . Tale R. si è anche imposto per le cattive con<.l izion i sanitarie dei campi di concentramento , e per la difficoltà d i alimentazione d ei prigionieri eia parte degli imperi centrali. Esso avvenn.e dapprima per tutti i p rig io nie ri d ichia rati ing uaribili; poi si venne nella deter minazione di fare lo sr ambio di tutti i malat i g ravi, od i 'in teresse ;•eciproco dei belligeranti.

Riscatto di leva. In altri tempi esisteva, sia in Francia, ch e in Austr ia-Ung heria, i l sistema di R. d i leva, e cioè I csonero dal ~erviz io n1ilitarc obbligatorio, pagando una data so•nma, o pp ure pagando altra persona non soggetta al servizio in sostituzione del pagante . Tale sistema di R. era 3mmesso anche ncll 'escrcito Piemontese, e subito d opo la costiwzione de) Regno d 'Italia anche nell'esercito italiano . Dato però i l sig nificato morale d i tale R. esso fu ben presto abolito . (V. Surrogazione) . 1

Riserva. Nucleo di forze che un co manùante non impiega subito , nd campo strateg ico .e 1lel campo tattico, in~ tie ne 2 sua d i:;posizione per farle i nten.-en ire in caso d1 biso g no. Nel campo tattico, fino alla forza d i un bgl. , \'iene o ra chiamata

termin i è,

per dir

(<

Rlnc1lzo )) ; la d iffercn-z.a fra i due

così , psicolog ica : nel senso che il

tet1nine u riscrv,1 » ha un s ig nificato lntrinscco generico d i {~osa Che si d eve custodire co n cura , eh~ si deve risp~rmiarc; 1ncntre il termine rjncalzo ha un .sig nificato in t1·inseco di 111aggio1e immediatezza d' azione .

In tutti i tempi e in tutti gli eserciti i comandanti ebbero cura di i:rcsr~j una R . La sua costituijone è at-


.. Rls

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tribuita ad Epaminonda, che se ne servì sul campo tnttico a Leu ttra ed a Mantinca. Senofonte ammoniva a tenere sempre una R. d ietro la falange, « allo scopo che possa sostenerla al bisogno, e che il 11emico, arrivando in disordine,

trovi

truppa fresca e

ord inata

a

fronteggiarlo » .

Nello schieramento in battagl ia su t re l inee, il p iù usato, q uasi sempre la 3" linea costituì la R. I Romani sch ieravano la riserva èictro al centro con fanteria pesan te, e

d iet ro alle ali con cavalle, ia e fanteria leggera: la coorte aveva come propria R. il 3~ m anipolo . E , pur di d isporre di suffic ienti riserve, se d isponcv(ino cli scarse forze sul campo rest ringevano il fronte. Quanto alla R. negli ord inamenti degli eserciti , bisogna notare che le l<;nghe ferme, in v igore fino al secolo XIX inoltrato, ~vevano ,orne conseguen:-1.a naturale Ja scarsezza, se no n

la

mancanza, di

ri serve .

Inoltre

queste

erano tenute in poco conto, perchè composta d i classi già logorate e d im inuite dalle guerre ; erano uomini anziani, che avevano servito o tto o dieci anni, e tornavano mal

volentieri sotto le arm i. Dopo il 1815, ne] riordinamento delle forze armate dei vari Stat i, q uasi tutti m antennero ancora le ferme lunghe, e solo !a Sardegna e la Russia ebbero ferme brevi e numerose classi istruite in co.ngcdo , ossia nuincrose riserve.

Nel r92~, discutendosi il p rp blema d el Disarmo in conf~renze preparatorie, venne dat:i una definizione jn questi termin i : « La potenza d i un Paese in tem po d i g uerra ,

d ipende {lagli elementi che formano la sua l)Otenza Ìll tempo d i pace, e {lalle condizioni d i tempo e d i pre parazione, nelle quali tutte le r iserve d i cui d ispone possono essere impiegate in t empo d i guerra » . Per R. nel senso indicato , s'intendono dunque quegli clementi d i potenza che, senza essere militari in rempo d i pace, acqujstanu

per il fatto della loro organ izzazionc per la g uerra un va lore mil itare p iù o meno notevole. Parricolan ncnte sono da considera re k <t Riserve istruite )}' ossia la soirnna dei

cittad ini che hanno servito per un per iodo di ferma e sono ancora vincolati d a obblighi d i se rvizio. Ne lle discussioni internaz ional i into rno a tale argon1cnto, sono state esaminare le formazioni prcn1ilirnri o g iovanili in genere a

tipo ginnastico-m ilitare, come quelle che debbono essere incluse fra le riserve istruite. Sono inoltre considerate le

i, Riserve specializzate ), , ossia le risorse in specialisti utilizzabili nelle forze mobilitate, e derivati dal servizio attivo prestato, oppure da lle proprie specia li attività profcs~ionali e civili.

Riserva (Strtltegia) . La questione della opportunità d i una R . generale nel campo strategico è d i grandissima importanza sostanziale, in quanto coinvolge rutto il sistema di condotta del la guerra. Senza ! ndare molto ind ietro nella storia è opportuno un rapido esame d i tali sistemi . Federico Il nei suoi schieramenti raramente costituì riserve: k sue n1ig liori vittorie, come Praga, Ros~ sbach, Leutben, vanno r icercate in una geniale ricerca del fattore sorpresa, fdiccn1ente conseguita n1ed iante rnpid i spo~ sta1nenti laterali contro un 'ala d ell'avversario, real izzati

q uasi su l cam po d i battagl ia. Sta il fatco che ia m ancanza d i una R. tolse ~Ile battaglie federicianc il cnrattcre di tarrngliè di annienta111en to. La manovra napolc(\nica è: basata Sti!l'azione del l'avanguardia; l'urto front~lc iniziale e ra in teso a fissare, a impegnare forten1en te, a logorare il nern ico ; seguiva l'~ttac~o risolutivo d ella R. cont!·o il cen•

tro ocl un'ala dell' avversario, col q uale romperne la comp~ginc persegue ndo po i l'azione, pure colla riserva, col~

\ 'inseguimen to, fino ad annientarlo. In Napoleone la ma-

R1s

novra strategica e q uella tattica erano non indipendenti ma conseguenti; nello sch ieramento strategico vi era g ià

in em brione la /isonomia della futura battaglia; e mane, mano che !a manovra strntcgica si andava trasformando in manovra per la battaglia, sempre Napoleone cost ituiva la R. generale, potente per numero e per qualità di t[uppe. Nel 1859 a Solferino [u decisivo l'intervento della R. generale (corpo della Guardia) p~r la favorevole conclusione della ba traglia; mentre d ,1 parte austriaca la ripartizione <lella R. - frn le due armate imJJcgna,.c ebbe per conseguenz.~ che il . Comando supremo non la potè fare in ter venire efficacemente. li sistema Molrkian,, si basava sulla manov ra semplice di una marcia in avanti d i tutto I '_e sercito, già schierato verso un obbiettivo designato in anticipo. Con ragionamento sillogistico il Cl.iuscwtz concl udeva che, avendo la R. la funzione di parare all"imprevisto, essa <li\'enta snperAt1a quando si è in grado di decidere l 'azione che si vuol fare . La dottrina precedente alla guerra Mondiale è contrari a all a costituzione di una R. generale, tanto nella scuola francese quanto in quella tedesca. Il F och · la riteneva utile solo in d ifensiva, « per 1nrare all'im previsw » . Lo Schlicfkn sosteneva che la battaglia moderna non può essere che una lotta per le ali: tanto vale quindi rendere inizialmente più forte quell'ala che si vuol fare manovrare . Nella guerra Mondiale furono ap plicate tali teorie fino al r918. Ma i risulta ti furono tutt 'altro che felici . .Basterà ricorda re le cause della sconfitta tedesca alla Marna; che sul fron1e occidentale le battaglie offensive degl i anni 19r5 e r9r6 furono urti frontal i sterili, perchè le R. (urono impiegare a spizzico per alimentare le .linee e non per sfruttare il successo; e che sul fronte orientale la rottura d i Gorl ice-Tarnow non d iede i. grand iosi risultati che poteva per la mancanza di una potente riserva strategica .

Q uanto alla d ottrina italiana, il gcn . Cadorna esprime chiaramen te il suo pensiero in fatto d i R . strategiche. Ne

<t L.a

guerra alla fronte

italiana 1) afferma (\.j averle

impiegare per chiudere breccie nella difensiva e per i.umenta re l'offe nsiva, sia rafforzando le truppe impegnate in prima schiera, sia sost ituendole: " Nè pot rebbe essere altrimenti, perchè non sarebbe agevole far muovere rapidamente g rosse armate d i Iiscrva) che ric...:h ìedono nun1erosc strade ravvicinate e sov rapposte ad alt re armate già i1npegnatc . E poichè le riserve, quand'anche dipendano dal Comando suJJremo, devono al momento di essere adoperate passare agli ord ini dei comandanti d'armata che già combattono, così è opportuno abbonda re già dal principio della battaglia ncflc riserve a disposizione dell'armata, e tenere agli o rdini del Comando supremo quelle sole che siano giudicate ncccssatie a far fronte ai casi jn,previsti )} .

Sta il fatto che la ma ncanza di una R . del Comandò supremo alla battaglia di Gorizia e l 'impiego a spizzico fattone nella battaglia della Hainsizza lece ro mancare i successi sperati. La dura esperienza gradatame nte portò 9er-

rn1uo i e.a pi a considerare \a R . ge nerale necessaria. I r isultati del luglio 1918 nella second a battaglia della Marna per parte francese e p iù ancora quelli d elle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto, ha nno segnato un deciso ri torno al siste1na napoleonico , e <li conseguenza a rico no~ sccre

la necessi tà di una R . strategica organicamente e

tem pestivamente costituita ed impiegata al momento opportuno e nella d irezione piìt redditizia . Risolra così positivamente la questione, si presentano, quali corollari, altre questioni im portanti, e prec isamente quelle della composizione, dell 'ubicazione, del comando della R . generale. Quanto alla composizione, la R. deve


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possedere g rande capacità operativa: deve in conseguenza essert composta non di truppe raccolte, e nep pu re d i truppe che si presume si possa no d istogliere da settori non impeguati, pcrchè q uasi mai potrebbero arrivare in tempo; ma di g randi unità organiche, comandare d a capi p rovetti, dotale di servizi e di n.1czzi adeguati. Circa l'ubicazione, si comprende eh<: con le grandi m asse degli eserciti <li oggi sarà d ifficile, sia in zone di radunata, sia nella marcia al nemico, sia in difensiva, che possa tenersi una R. riun ita . La gravità del problema logistico, tenen<lo p reseotc la normale scarsezza della re1e stradale, e _l à necessi tà d i sovrapposizione logistica alle armate di prima schiera , lo vieterebbe. Sopratcutto poi io zona montana, e nell a zona alpina in particolare. Mentre q uin<li la R. ,mica in posizione centrale, proma ad accorrere in tutte 1~

direzioni, rappresenta Ll caso ideale, praticamen~e si dovrà ricoirc.re alla scissione in aliquote, rnetten<lo anche eventualme nte taluna d i queste alla temporanea d ipendenza lo-

gistica dei con1a!l.èanti di arn1ma di prima schiera, e lasciando ne la d ipendenza tatlica a l Comando supremo. Natura lmente le aliql!otc dovral)no essere sll nod i d i coinu~ nicazioni ferroviarie e strada li, ed avere a d isposi7,ione i ,elativi mezzi che ne consentano il ral)ido spostamento per l'ammassamento a tempo giusto . Sulla terza questione, quel la del comando della R . generale, sembra opportuno che le sue unità siano riunite sotto un comando di armata avente tutti i necessari organi di con1ando e dei servizi. Ma la dipendenza organica non deve limitarsi alla marcia alla battaglia : per contro deve espl icarsi duran te 1'impiego, che deve a\·venire a n1assa e con .:oncctto uni• tario . Si è visto come la funzio ne d i rifornitrice ddlc ar• mate d i prima schiera sia deleterio per il successo; tale funzione deve essere limitata alle unità strettamente necessa rie. Pare opportuno che una volta impiegate nella dire-z,io ne prescelta le unità della R. non debbano passare alle d ipendenze dei comand i delle armate in linea, ma, sfruttando l'urto effettuato d alla massa d i logoramento, e scava lca nd ola, debhano procedere nella d irezione assegnata, n· ma nendo alla d ipendenza diretta d el capo supremo, d i cui devono tradurre in atto i l concetto strategico. Tali le conciusioni che logicamente si possono dedurre d alla cspc• ricnza del la guer ra ultima; soprattutto dalla manovra d i Vittorio Veneto, inspirata alla dottrina napoleonica.

Riserva. (I'a.uica.). È il terzo scag lione in cui normalmem e si schierano le divis. d i fanteria d i prima schiera . Rarissim i sono i casi in cui non è opportt1na la sua costiruzione. Il non costituirla è in genere atto criticabi le ed erroneo, perchè essa è il n1czzo pili efficace e sicuro del comandante per intervenire nella lotta, il mezzo ultimo a sua disposizione per t rarre il defi nitivo risultato dai cruenti sforzi del primo e del secondo scaglione , e piegare gl i eventi in proprio favore. Senza la R. egli rinunzia a prior i alla leva più po tente per g uidare il combattimento . Circa la forza , si deve tendere ad una aliquota corrispondente a 1/4-1/ 3 della fanteria divisionale; specialmente allorchè se ne p revede l 'impiego in una sola d irezione, conviene che vi sia assegnato un rcgg. d i fanteria organico. Della R . fanno normalmente parte i bgl. Camicie Nere asseg nati alla d ivis. Per quanto la riserva sia destinata ad affermare il successo, e perciò a sommare tutto il peso d el la sua azione col risultato dello sforzo maggiore , non deve però essere considerata co.m e un semplice supplemento della colonna principale; giacchè l'andamento della battaglia pot rebbe anche suggerire di impiegarla in d irezione d iversa da quella secondo cui opera questa colonna.

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La R . tattica è tenuta per regola riun ita . È assai meno frequente il caso che possa convenire di scinderla in due parti, corrispondenti a due d iverse direzioni di suo impiego più probabile . Cond iz.ione da r icercare in tal caso è quella che ciascuna dc.Ile d ue aliquote possa essere raggiunta dal! 'altra p rima di impegnarsi, od al più tardi pr ima d i avere sensibilmente intaccata la propria capa· cità offensiva. Siffatta necessità può verificarsi più parti• colarmente in montagna, od in terreni difficilmente per• corribili nel senso della fronte . Vantaggi principali: d isponibili ti, in due dire,.ioni, anzichè jn una sola , d i truppe pronte per parare a contrattacchi nemici i quali io mo ntagna più che altrove potrebbero rnvesciarc la situazione; dimim1,:cione del tempo di sfilamento in caso d 'impiego in una sola del le due d irezioni previste . L ' impiego della R. d ivisionale per parare ad un con trattacco capace di far perdere i vantaggi conseguiti nell 'azione, è decisione . assai grave, p oich è impJica rinuncia allo scopo risolutivo; ciò sarà fatto soltanro· se sia assolutamente imposto dalla situazione. La d irezio ne più efficace per ]'impiego è il fianco nemico. Il contrattacco si svolgerà in condizioni tanto m igliori quanto più il terreno ne faciliterà lo sviluppo, Anche in d ifensiva è o pportuno impiegare la R. a massa in una sola d irezione, irnpcgoan<lo o immobilizzando ovunque il nemico m ediante una preparazione breve ma intensa, accompagn ata, ove sia possibile, da contrattacchi locali. Solo nel caso che l 'attaccante fosse penetrato nella posizione di resistenza cosl rapidamente e profondamente d a rendere poco probabile la riuscita del contrattacco, la R. può, eccezionalm ente, essere impiegata per resistere in posto. In ogni caso il suo impiego risulterà tanto più effi• cace, quanto più la sua dislocai.ione iniz,alc od i succes• sivi spostamenti nel corso dell"azione l'abbia no portata in prossimit/1 del luogo d i suo probabile i mpiego, in guisa da evit are al momento del bisogno, un avvicinamento laborìoso e logorante . Riser11tl (Logistica) . Nel campo logistico, disporre della

R. è altrettan to importante e necessario quanto nel campo strategico e tattico. Anzi possian10 dire che non esista una R. logistica a sè stante; ma questa è parte integrativa di qudla strategica. La pratica d i g uerra insegna che i mater iali fanno <li{etto proprio ne 1 moment,, culm inante della battaglia, e cioè quando più acutamente se ne seme il bisogno . Questo fatto è dovuto al consumo fattone in precedenza ed alla d ifficoltà progressiva di reali,czare i ri, fornimcnti durante la battaglia. Aver saggiamente preve• duto queste d ifficoltà e aver predisposto depositi, magazzini) stabilime11tj, offici.né , centri di smistame nt~, autore• part i d; trasporw, colonne <li salmerie, ccc. può servire ad o vviare, in quanto è possibile, all'inconveniente della deficienza nel momento critico. La R. dal punto d i vista logistico, è d i materiali e di mezzi pel trasporto . L'ubicazione e la d istribuzione di questi è in d ipendenza del piano d"operazioni, della viabilità, de lle possi bilità offerte dai luoghi , dell' auiv irà del nemico, ecc . P rima della guerra Mondiale si aveva la tendenza a tenere riu nite queste R. all a d ipendenza del Comando Supremo, il q uale si avvaleva dei magazzini centrali e dei parch i di carreg!(io e autocarreggw di manovra. Ora si cerca preferibil:Ucnte d i decentrare alle arm ~te aliquote della R. generale logistica, con le proporzioni imposte dai compiti e dai relativi bisogni di ciascuna d i queste g, aneli unità ed in relazione alle d isponibilità totali. Vi sono anche ,·iveri, munizioni , anni , depositi d i R. Si tratta di derrate e d i cose date in d istribuzione agli uomini, o tenute di scorra col bagaglio dei corpi, il cui impiego i: previsto


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in casi eccezionali, allo scopo di sostituire quanto è. venuto a mancare . Ogni soldato porta con sè una g ìornata di

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pane, una scatola di carne in conserva e le cartucce di R. Ogni reparto ha nel proprio carreggio armi ir.divi<luali, mitragliatrici, depositi di ·;cstiario e d'equipaggiamento, munizioni, pane e viveri per uoa seconda giornata. I quadrupedi debbono portare sul basto o sul carreggio una giornata d i foraggio. Gli automezzi partono a serbatoio pieno, cè inoltre, quando sono incolonnati, han no utÌa R . d i carburanti e di lubrificanti in un apposito carro che segue la colonna. Sia nelle autocolonne, sia nei treni di carreggio ippotrainato e nelle salmerie di quadrupedi a

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Occorre quindi aver piloti di riserva allenati e pronti ad accrescere subito !'efficienza della forza aerea, piloti e scuole capaci di reintegrare le numerose perdite, fabbriche di apparecchi e d i motori idonee a prndurrc con ritmo tale da 1·cndere possibile d i fronteggiare lttlti i b~gni in fatto d i materiale. Il pmblema preseora quindi un triplice aspetto: spirituale, per quanto riguarda lo sviluppo della coscienza aeronautica del paese; tecoico industriale, per quanto l'esistenza e l 'etticienza dell 'industria aeronautica; organico, per quanto concerne il reclutamento) l'inquadramento e l 'addestramerito del personale di riserva. Per

soma , vi sono sempre automezzi, o carri o quadrupedi

avere una potente aviazione con riserve numerose è necessario che la coscienza aeronautica sia fortemente svi-

di R. , cioè d isponibili per sostituire quelli messi fuori combattimento o conwnque inmilizpti, oppure per fronteggiare bisogni imprevisti.

luppata nel paese, perchè solo essa può assicurare una forte e costante affluenza di allievi alle scuole d i pilotaggio militari e civili, e fornire così la massa occorrenc~ i piloti

La Riserva Aeronautica sfila davant i al Due.e

Rùcrva Aeronautica. Fra i problcn1i cbc si riferiscono all 'organizzazione cd all'impiego della forza armata dell'Aria, quello d elle R. riveste importanza vitale, in quanto dalla soluzione di essu dipende la possibilità d i dare ali ·aviazione mii. l 'efficien.za numerica e qualitativ~ richiesta dalle esigenze della guerra, nouchè q uella <li mantenere ed accrescere tale efficienza nel corso della guerra stessa. Non si può perciò affermare di possedere • un ·aviazione mili.are efficiente, se non si è risolto tale problema, che, per i suoi aspetti particolari, si d ifferenzia notevolmente dai problemi similari delle armate d i terra e di mare, ma a q uesti è strettamente c.:,llegato, così come l' impiego dcli 'annetta aerea è collcga10, anche quando viene elfettuato con azioni indipendenti, alle operazioni dell'esercito e del la n1arina, sul cui csit~ finale esso influisce sempre, con azione più o 1Ì'teno diretta, nel quadro dell'econom ia generale delle operazioni. Per l'Aeronautica le riserve hanno im portanza capitale, dato il rapidissimo e fortissimo logorìo al quale quest'arma va soggetta, sia per quanto riguarda gli uomini, sia per quanto' riguarda i mater iali. Avere una a.eronaut:ica numerosissima e

non possedere un attrezza-

mento industriale cd una riserva d i piloti tale da pennetttrc d i rimpiazzare le perd ite dovute ai primi combattimenti, agli incidenti d i volo , ed al logorìo degli appar<:ccl'ì i, significa avere uo mezzo la cui efficienza andrà continuamente diminuendo dopo l'inizio delle operazioni.

di carriera e di r iserva . Un altro aiuto alla f orn1azionc

delle riserve aeronautiche viene apportato dal! 'esistenza dell' aviazione commerciale, la quale ofite all'aeronautica mii. una massa d i piloti sceltissimi e superallcnati, una quantità di e lementi tecnici e direttivi, e tutta -una serie di meccanici specializzati, così difficili a formare rapidamente ; ma lo sviluppo dell'aviazione commerciale è ·a nch'esso conseguenza diretta dello sviluppo della coscienza aeronautica, perchè le linee aeree non possono sussistere in buon numero se manca lo sfruttamento di esse da parte del pubblico. Aviazione turistica cd aviazione commerciale poi porrano alla es istenza di una rete di impianti fissi, preziosa per consentire la mobilità delle formazion i d i gue rra e forn iscono apparecch i che possono essere sfruttati ai fini militari: quelli turistici per il collegamento, quel li commerciali polimotori eventualmente come apparecchi da bombardamento. Il problema tecnico industriale è anch'esso di importanza basilare. Un paese che, per le sue necessità politico-strategiche, è costretto a mantenere una forte aeronautica rr.il itare, deve d isporre di u na fiorente industria aviatoria, capace d i far fronte non soltan to ai bisogni normali di pace, ma anche, e soprattutto, a quelli d i guerra. E siccome una forte industria non può vivere sui soli bisogni dell'aeronautica militare, ecco che lo svilupp o dell'av iazione civile, commerciale e da turismo, e l'affermazione e l'esportazione


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dei materiali nazionali sono anch'essi fauo,i di fioridezza per l 'ind ustria stessa e d i con.seguente potenza per l 'avi azio ne mili tare. Quanto a, problema organico, la necessità di mantenere in a llenamento le mig Liaia d i piloti e special izzati della riserva aeronautica riveste importanza pari a que lla del rifornimento e d el costante per fezionamento d el materiale. Tutti gl i Stati, dopo la guerra, hanno studiato e posto in Mtuazione i sistemi r itenuti più idonei e far fronte a questa necessità in mate ria economica. In genere l'a 'lcnamento viene compiu to su ap parecchi leggeri <l;i turismo . Tale sistema, tipicamen te italiano, è stato adottato anche dall 'In gh il terra e dalla Francia. Gl; Stati presso i qual i

la coscienz.a aeronautica è fortc1nente sviluppata si valgono la rgame nte delle org anizzazioni civili co n grandi cd innegabili vantaggi ; così l'Ita lia, l'Inghilterra e la Francia. Quelli invece nei quali tale cosc ienza non è altrettanto diffusa~ sono costretti a rnantent rc l 'allcnan1ento dei riscr• visti nell'ambito strettamen te mi litare, provvedendo ad esso

rnediante richiatni. La I<. A. d 'Italia compre nde il personale in congedo appartenente a l Ruolo naviganti (pi loti ed osservatori) "I Ruolo special ist i (motoristi-meccanici-montatori, ecc.) al Ruolo serviz_i, al Commissariato ed al Ge n io aeronaut ico. Da l pu nto d i vista della preparazione, quello a p partenente al personale navig ante h a più importanza ed ha richiesto un complesso di provvedimenti atti a mantene rlo in perfetta efficienza ed in costan te allenamento . I piloti della I<. A . sono infatti sottoposti a nnualmente p resso g li Istituti med ico-legali de lla Regia Acrouautica a visite d i controllo, allo scopo di accertare la idoneità fisica al volo, e durante l'an no svolgono l'attività di volo presso le squadriglie da turismo aereo create in molti centri della penisoJa. Sono tenuti ad effettuare un'attività rnini.n1a '" <Ii IO ore di volo ed il compimemo di alcune prove, in seguito a cui sono d ichiarati allenati per l'anno in corso, d ichia razione che di, d iritto ad un premio di allenamento co l quale in certo qu2I modo si vuol stimolare I 'i n tercs<amento dei pilo ti allenandi. Il compiuto alle namento è fattore fondamentale che vien p reso in particolare conside-

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piloti in congedo, quando abbiano l 'idoneità faica, ammontanti a,. circa o lrrc

6000 .

Si suole inoltre i nd icare col nome di R. A. part icolarmente lu llo il personale in cong;,do che svolga attività <li ,,olo. Se i riservisti sono ufficiali superiori, · quanto riguarda la loro attività e ad essa si riferisca, è di competenza dei Comandi di Zona aerea territoriale. Per v,li ufficiali inferiori e sottufficiali s'interessano i Centri <li reclut;tme nto e mobilitazione che hanno fu nzioni d istrettuali. Nelle m anovre d ell'armata aerea del 1931 molti piloti e molti specializzati èella R . A . furono rich iamati temporaneamente

t

in servizio e svolsero norma le attività, gareggiando in zelo e

passione col personale in r-ervizio permanente,

Armata di Rùer11a. Costitu ita i n Francia il 1° n1arz o 1793, divenne il 15 aprile Armata d elle Coste d ella Rochcl1c . Rùerva d't1va111posti. V. Avamposti.

Riservetta. !f. un locale alla p rova, esistente nelle opere d i fortificazione, dest inato a lla conservazione delle muniz1011i. Esistono riservette cartocci e riservette proietti. Le prime sooo magazzini a pol~erc d i consumo giornaliero; in massima ,i ha una R. per ogni sezione di due pezzi, situata sono una traversa larga d:a 2 1 50 a 3 m. e lunga

6) Se,,ione A.B

razione negli avanz~menli ai g radi superiori; i pilori che non lo portano a termine possono essere passati d 'autorità ne l Ruolo servizi, q uando non vi siano ragioni che g iu .. stifichino l'inademp ime nto . G!i osservatori della R. A . sono

a ) fi2nu secondo EF

invece ad og ni bien nio richiam ati nella stag ione estiv a per un per iodo dai 1 0 ai 20 giorni, durante i q uali compiono 1'allenamento presso i re parti della armat a aerea, sia d i terra c he di mare. Alla fine di tale periodo vengono ricollocati in congedo, e , se banno superato felicemente il periodo di adclestramento, vengono d ichiarati addest rati per l 'anno in corso. Il persona le della R . non appartenente al Ruolo

naviganti viene

rich iamato jn

ser vizio

saltuaria-

n1cn te; in genere dui;antc le esercitazioni e le manovre d cl i 'annata 3erea, a llo scopo d i tenerlo al corren te d ei progressi tecnici realizzati e d elle eventuali varianti all 'ordin a me mo d egli enti e reparti . Vanno' a far parte d e ll a R. A . tutti I iiovani fascisti brevetta ti !"C5SO scuole d i aeroturismo, anche se non abbi~u10 ancora comp iuto .ser..'

v izio m ilita re. A ll 'atto d ella ch iama ta a lle armi guesti, se posseggono i requ isiti d i idoneità, sono av,•iati alle Scuole mii. dove conseguo no il brevetto di pilotaggio e In pro mozione al grado cli sergen te o sotto tc n . a secon,fa d el ti tolo d i stud io in possesso . Con il sisrema in a tto si allenano normalmente in l tal ia dai 1 500 ai 2000 pi loti all'anno, e si tende a fare effettuare ]'alle namento a tutti i

Riservetta in d ipendenza della lunghezza della traversa . Ciascuna deve poter contenere i colpi necessari per una g iornata di fuoco d, massima attività per due pezzi (in media per artig lierie d t medro ca libro 1 50 colpi per pezzo). Nelle R. G!rtocci .si mettonr, a nche i proietti carichi ; a tal fioc esse vcngoao r-alvo lr;1 sudd ivise in l.luc p arti con un n1uretto trasversale. 1 cartocci sono tenuti in scaffali od in t:a::;sc. Talvolta s i hanno R. cartncci per u n ·maggior JHl mero d i oocche da fuoco (fino ad 8) , collocate sollo i rampari in ,~l'lrrispnnde rrza delk rrave, se. Le R . proie tti sono m agazzini per la conservazione d ei proietti allestiti. Q uando si h:-, una R . cartocc i ogni d ue pezzi , questa ~erve anche


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come R. proietti. Quando invece la prima ,ervc per un gruppo di più di due pezzi, allora quelle p,·oictti sono dislintc da que lle èanocci. L a costiluz ionc della R . proietti è analoga a quella della R. cartocci, e le .uc dimensi,mi devono essere r:1li da comcocre i proietti necessari per una giornata di fuoco di massima allività per 111n1 i pezzi a cu i è destinala .

Riservista. Te, mine con cui è in<lic:uo il soldato ap• partcncnte alla ri,crva. Ri smondo (Frn11ccsco). Martire dalmata, n. a Spalato ( 1885-191 5). Arruolatosi ne l 1915 volontario nei bersagl ieri, il 20 luglio succc:ssivo, combauendo valorosamemc durante un assalto sul S. Michele, grave111cntc ferito ri.. ma~<: e ntro le trincee nemiche.

Da un ordine del giorno del Comando austriaco si venne poi a sapete che era stato condannato all'impiccagione. Fu conferita l:1 medaglia d 'argento alla sua memoria.

Risoluta. Cannoniera coRismondo Francesco razzata, con scafo in legno, varata dal R. Ca ntiere di Napoli nel 1868; d islocamento tonn. 642; apparato motore 70 cavalli. Pcrwnale d 'armamento: 70 uomini. Radiata nel 1870. Risoluto, Piroscafo da rimorchio, acquislato nel 1918, rarlinto nd 1920. Risorgimento. Nella storia d'I talia, è indicato col nome di R. il periodo della lotta per la libcnà della nazione in rapporto alle dominazioni straniere, e per la sua un ità . Queslo periodo ha inizio con i m oti costituziona li dd 1820 e del 1821, rispettivamente a Napoli ed in Piemonte. Soffocati questi per opera principalmente dell'Au• stria, in base ai criteri che avevano inspirato la « Santa Alleanza » dd 1815, seguì un periodo di cospirazioni e di tentativ i (rra i q uali il p i,', importante è quello <lei 1831 J\('lle Romagnc), fino al 1848-49, quando un fremito eh riscossa invase tutta la penisola, e pnrtò alla rivoluzione in Sicilia contro i Borboni. alla guerra contro l'Austria, alle repubbliche di Venezia e d i Roma. Ancora una volrn l'A ustria ebbe il sopral'vc nto, e ancora i patriotti italian i, sostenuti òrmai apcrtamcn Lc da Casa Savoia, ripresero il la,·oro cli cospirazione e di prcpara7.ione. Le guerre del 1859 e del 186o-61 po11aro110 alla co,1ituzione del regno d 'Italia ; quella del 1866 liberò Venezia dal giogo

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austriaco; quella del J8jo assicurò all3 nazione la propria naturale e legottima capi1alc : Roma. In fine la guerra Mondiale ponò il confine orientale della Patria !à dove era t racciato dalla natura, alla cerchia alpina. Musei del Risorg1mc1110. Vennero 1>lllU1ll per raccogliere documenti di ogni sorta riguardanti il periodo sopra ricordato . f più importanti sono que lli d i Milano, di Torino, di Rovereto.

Risor se logistiche. Sono di rnrie specie, come di ,arie specie sono i bisogni delle unità in marcia, in stazione od in combauimeuto. S'imcndono per lo più le vettovaglie, l'acqua, . gl i acc:-tnlonamenti cd i relativi conforti che, lungo un itinerario o in u na delimitata zona, possono venire sfrunali nell'interesse delle truppc. /:. ,·ero che attualmente la quasi totalità dei rifornimcmi viene da 1ergo; ma vi sono bi,ogni per i q uali 11011 i: sempre possibile provvedere <la lontano, e che c,,slituiscono p:,ne essenz iale <lcl la lita c del benessere dei soldati: come l'acqua da bere e da la\'arc; come l'alloggiamento in cerci casi e nella >1agioac invernale; come la legna e la paglia da giacitu,a, ccc. Per accertare !'enlil:I e l 'csistcn~a delle R. L. vengono elfcnuaLc preventiva n1cn1c del le ricog11izioni. Lo sfruttamento deve essere regolato con criteri d i perequazione e di parsimonia : sia per non impoverire eccessivamente la zona occupata, e s,a per far fronte ai bisogni di tutti i dipendenti coa equa giustuia distributiva. Conoscere le possibilità ed il moclo di meglio sfruttare le R. L. fa parte della coltura pratica professionale di ogni ufficiale; ad ogni modo appt>siti studi vengono intrapre,i prima o all'inizio dì qualsiasi campagna, per dare norme e suggerimenti cl i caraucrc generico. I bisogni mcdi norma li delle unità e dei si ngoli inclividu i o q uadrupedi sono noti: 11011 rimane permuto che vedere come si possa far fronte ad essi riferendoci alla potenzialità delle risorse logistiche. Risparmi. .Fra le prcscriz1011i regolamentari per le truppe ital iane, vi è quella riguardante i R . che possono avere con sè i militari di truppa. Di massima quando le reclute giungono ai corpi, sono munite di un certo peculio, che i parenti hanno regalato loro. Durante i mesi d i permanenza ne i reparti continua da parte delle famiglie l' invio <li danaro, che talvolta è esuberante alle spese occorrenti a l soldato. I regolamenti militari proibiscono in modo assoluto alla truppa di tenere presso di ~ R. di una certa entità. Onde evitare perdite o sottrazioni, è suggerito alle reclu te di versare j denari esubera nti ai bisogni quotidiani al comando di cp. il quak (a preparare alt 'u fficio postale un libretto d i R. intestato al militare stesso. Da tale libretto il proprietario può ritirare quando vuole le somme che gli ~bbisognano, però sempre attraver,o all'ufficio di cp. )l'elio s1c;,o modo sono gara ,1-

li Risorgimento: bassorilievo di Calandra nel palazzo di è\fontccitorio a Romo


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titi i R. dei soldati operai, e <li quelli che lavorano nelle cp. di disciplina e nei reclusori. Rissa (An . 172-173 C. P . . E. e 194-195 C . P. M . .M.). Il legislatore miÌ. prevede co1J1e reati le ferite e percosse in rissa tra militari di grado uguale, purchè non abbiano cagionato una malattia o incapacità d i servizio per un periodo di tempo superiore ai trenta g iorni , e

non siano

state inferte con armi. La pena è da mesi due di carcere milirnrè ad anni tre d i reclusione militare. Se le ferite e percosse in rissa produssero lesioni guarite ln cinque g iorni,

l'autorità militare pron,ede con punizione disciplinare. In via eccezionale, ed ove il danneggiato ne faccia istanza, l'autorità militare p rovvede discipliuanneflre contro i n1ilitatì che, essendo in marcia, venuti a rjssa. con estrane i

àlla mil izia, abbiano prodotto a questi lesion i guarite in cinque giorni. Anche in queste due ul time ipotesi uon deve essersi fatto uso di coltello, di arma da fuoco o di genere proibito. Rist (PietYo) . Ufficiale e scrittore militare danese <lei secolo XIX. Partecipò alla g uerra dei Ducat i del 1864 e raggiunse j [ grado di colonnello. Lasciò opere <li storia militare, tra le quali alcune di carattere popolare intorno agli avvenimenti della suddetta guerra. Ristori (di Casaleggio, Francesco). Generale, n. e m. a Genova (1825-1905). Sottot. <lei graiiatieri nel 1845, fece le cam pagne del 1848 e del 1849, nel quale anno passò in cava lleria. Combattè in Crimea c nel 1859 ebbe a Montebello la med. d'argento. Colonnello nel 1868, comandò il r egg. Savoia cavalleria e venne collocato nella r iser va dieci anni dopo col grado d i magg. generale. Rita (Giovanni Battista De). Ufficiale e scrittore, n. di Aquila (1774-r820). Nel 1798, al l'arrivo dei Francesi, si dedicò all'arruolamento per l'esercito napoletano, e roi venne incorporato come ufficiale di S. M. distinguendosi a Fermo. Proclamata la repubblicà partenopea, fu imprigionato, ma al ritorno dei Borboni (1799) venne liberato. Entrato poi al servizio d i Murat, ottenne la cattedra di stor ia mil. nel Collegio del!' Annu,nziatdla e la tenne fino al 1815, quando i Borboni, ritornati a Napoli, lo licenziarono. Lasciò una voluminosa storia milit are (manoscritta nell 'Archivio di Stato a Napoli) dello Stato napoletano dal 1789 al 1808, e scrisse una grande quantità d i liriche.

Ritardo. Costituisce, in servizio, una n1ancanza disciplinare, e come tale viene pun ito in base a l regolamento di disciplina. Non si può naturalmente tollerare alcuna djlazionc, si~, nelle opcrazionj <li caserma, sia, e 1anto meno, nelle azioni d i m anovra, e nel campo logistico e strategico. Mentre però in quest i due ultimi un insieme di fattori e di circostanze possono scusare un R. nell'in tervento di repa rti, nessu na attenuante può essere con.cessa

al militare che individualmente ritarda nel presct)tarsi alI'ora stabilita per il suo servizio in caserma e nelle norma i i riunioni del tempo d i pace. Quanto più elevato è il grado, tanto più grave diventa la mancanza, giacchè incombe precisamente ai superiori l'obbligo d i dare l'abitudine della puntualità ai propri dipendenti, ed è necessario che si inculchi nella truppa l'importanza della puntualità con l'esempio. Tutte le operazioni ordinarie di caserma sono regolate da apposito orario, per dare appunto la possibil ità di far passare individui e reparti nei locali adibiti ad istruzioni o riunioni ad ore prestabilite. Un solo R. incaglierebbe tutto l 'andamento della caserma, e d i conseguenza esso è punito tanto più severamente quanto

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più esso può attribuirsi a difetti di car attere; diventa poi particolarmente grave quando è recid ivo . L'esaÙczza dell 'ora incomincia nella prima operazione 'della caserma che è la svegl ia; affinchè non avvengano R. nella levata della truppa, i primi a dare l'esempio di solerzia nel vestirsi e lavarsi sono i graduati. Non si tollera alcun R. nella rientrata in casenna? anche i ritardatari d i poch i minuti

vengono segnati in apposito registro , che viene portato poi al comandante del reparto o del corpo per i provvedimenti del caso, Di maggiore gravità è il R . 'di un nulitare nel rientrare dalla licenza. Colui cht: senza giustificato motivò giunge al corpo con R . non solo incorre m una punizione disciplinare, ma perde il diritto all'indennità d i trasferta, anche per i giorni d i regolare licenza trascorsi. L 'ufficiale che rientra in R . dalla licenza è pure punito, disciplinarmente, e dopo r5 g iorni <li assenzl può essere consic/erato d isertore. l i sottufficiale caporale e sol dato che

ritarda oltre i cinque giorni a rientrar-e viene

considerato d isertore. In tempo di guerra i l R., la mancata presen taz-ione a due consecutlvc chian1atc, basta per

incorrere, da parte d el graduato d i truppa e soldato, nel reato di diserzione. E in casi speciali, quando ad esempio i R. si verifichino in nu mero abbastanza allarmante, la mancata presentazione ad una sola chiamata può essere d ich iarata dal comando del corpo diserzione. In casi eccezionali, durame la grande guerra , il solo R. all'appello della sera ha dato luogo a severissime pene, non solo nelle

truppe italiane, ma anche t ra quelle di eserciti esteri, cosicchè in taluni casi si è arrivati perfino alla fucilazione dei r itard atari abituali.

Ritardo del servizio per mgione di studi. I giovani appartenenti a cl asse chiamat a alle armi, i quali non abbiano ancora intrapreso la prestazione del servizio militare per motivi consentit i dalle d isposizioni vigenti, possono essere ammessi :.I ritardo del servizio per un t itolo che abbiano conseguito anche dopo la chiamata alle armi della loro classe , ma prima d i imprendere indivi<lualmcnte l'effettiva prestazione del serviz io alle armi. L'ammissione al ritardo del ser\'izio sarà concessa dai c:imandi <lei distretti m ilitari sulla base di regolari domande prodotte dagli interessati prjma che sja avvenuta la loro incorporazione, in

base a titoli d i stud io determinati, come ad es. l' iscrizione a corsi universitari od equipollenti. Ritenute. Sono tnttc quelle somme che per una qualsiasi ragione o 1notivo vengono d iminuite dagli assegni o competenze dovuti per un qualsivoglia titolo. Possono raggrupparsi in due categorie: generali e particolarj. Le prime si riferiscono a lla q uota.-parte che colpisce gli .assegni

iissi o saltuari considerandoli come reddito di lavoro. Sono comuni a tutte le càcegorie di stipend iati e salariat i statali e costanti nella misura di un d eterminato per cento (im• posta di ricchezz.a mobile o complementa re sul reddito e tasse d i bollo). La categoria degli impiegati e salariati statali (cat. D) accorda speciali aliquote d i favore ; questa particolare benevolenza in materia lisca le devesi ricercare nel fa tto che lo Stato solo nella categoria dei suoi impiegati e salariati ha la possibilità di precisare l 'entità del loro reddito imponibile e q□indi Ja sicurezza di poterlo colpire interame nte. Nelle ritenute generali si debbono anche includere quelle eh-! vengono automaticamente detra tte in determinate misure, quale contributo parziale ad un vantaggio econom ico de si potrà godere in certe speciali condizioni (R . fondo pensioni [ conto entrate tesoro], _R . per cessione d i stipendio, - Opera Nazionale di Previdenza, Cassa Ufficiali) . Esse avranno il loro benefico e fktto alla

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cessa zione, ed a nche durante j J serviz io, p u rchè vi concorrano speciali prestabilite comingcnze d i tempo e d i luogo. Le R. p articola ri sono quelle che si riferiscono al singolo; e p recisamente: R. per responsabilità amminis1 rativc, informata al principio sanziona to dal codice civile il quale vuole la rifusione del danno patito in conseguenza d i colpa dovuta a negligenza, incuria o d ifetto di gestio ne o di conserva,;ione di d en aro o robe d i terzi: è regolata da speciali d isposizioni d i legge ; R. per cessione, pignorame nto o sequestro d i stipend io, regolate anch 'esse da speciali d isposizioni di legge; si rifer iscono all 'an o volontario della cessione o d a quello di imperio d ov uto al pignoramento per debiti verso amm in istraz io n i p rovinciali o comunali o al sequest ro per alimenti d ovuti per legge ; R . pe r debit i verso l 'ammin istrazione, d ovute ad assegni percepiti erroneamente, ad acquist i fatti presso la stessa a mministrazione, o àd altre cause specifica tamente previste in a pposite d isposizio ni d i legge , d i regolame nto o d 'ordine. Nell 'cscrcito romano, specialmente durante l 'Impero, era una p unizione abbastanza freque nte qudla de ll a R . d el la paga; ess;i ven iva inflitta a nche ag li ufficiali, sino ai senior i. Poteva rappresentare la p rivazio ne d el lo stipend io (che vernva pagato semestralmente) per una o due rate, ossia fino a un anno . Nelle truppe colonia li italiane la R . d i mezza paga è in vigore come punizione d isciplinare.

Ritenzione illecita di cose militari (Art . 237-238 C. P. E . e 235 C. l'. M. M .). Reato consistente ne] ritenere o acquista re in t]Ualsiasi modo o per qualsiasi titolo cavalli, vestimenti di qualunque specie, bag agli cd altre cose destinate ad uso militare, a rm i o munizjoni da g uerra, senza che tali oggetti siano muniti d el march io o .im p ronta di rifiu to d ell'Ammin istrazione militare, o senza dimostrare che essi abbiano cessato legittim amente d i a ppartenere al ser vizio militare. 11 reato può essere commesso da chiunque, m ili tare · o estraneo alla milizia. I; p revisto nel1'ipotesi semplice e nel! 'ipotesi aggravata. L a pena nel1'ipotesi semplice è della perd ita degli oggetti, e del carcere militare d a due a quattro mesi ; nell'i potesi agg ravata, se i l valore degli oggetti supera le lire cinquanta, o se trattasi d i a rmi o m u nizioni d a guerra, d ella perd ita degli oggetti e d el carcere militare da q uattro a d odici m<::si. Ritirata. La voce ha due significat i. Il primo è la rientrata dei sold ati e graduati di truppa nelle caserme o negli alloggiamenti, indicata d a segnale d i tamburo o d i tromba che annunzia ai militari d i truppa l 'ora d ella fine.

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Segnale della riti.rnta (Esercito)

della libera uscita. All'ora stabilita dal comando del p résidio, che in Italia è alle 20 o alle 2 1 a seconda d elle , rag ion i, i trombettie ri d ei reparti accasermali riuniti su o~ nano il segna le stabilito nelle vicmanze d ella caserma.

RIT

I militari d i trup pa entrano alla spicciolata e vanno alle proprie camerate, d ove si spogliano e si coricano. Un quarto d 'ora d opo la R. si chiudono le sak di ritrovo dei graduati d i trup pa e dei soldati, nonc hè i laboratori,

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Segnale della rit irata (Marina)

la cantina, e la porta della caser ma. L a sentinell a v iene pure ritirata, e sta accanto al portello inter narnente, jn modo da sentire quando bussano i ritardatari, nd qual caso chiama il capoposto. Dalla caserma devono uscire tutti g li estranei , a meno che non abbiano uno speciale permesso dal comando del corpo . Chiusa ia porta il sergente d'ispezione segnerà in apposito foglio l'or a in cui rientran41 i ritardatari. Doro · mezz 'ora dalla R. suona il ,ilenzio .

Ai sergen ti magg;ori e ai serge nti con più cli cinque anni d i servizio, è permesso d i rimanere fuori della caserm a un 'ora e mezza dopo la R . e dai comandi di corpo, di bg l. e di cp . possono essere concesse licen ze serali, 6 ,. p ·p

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Segoale della ritirata (tamburo)

anche per assistere a rappresentazioni che o ltrepassino anche la mez.z anotte. Tali permessi sono tutti segnalati all' ufl.i.ciale d i picchetto cd al sergente d 'ispezione, i quali hanno l'obbligo d i segnare sui permessi stessi riconsegna ti l 'ora de.Ila rientrala. Tutti i sottufficiali che rientrano d opo la R. devono p reseura rsi personalmente all 'u.fficiale d i picchetto. Nelle caserme d ove manca l' ufficiale d i picchetto , i controll i sopra scri tti sono d isimpegnati dal sergente d ' ispezione. Durante le m arcie, campi, manovre cd in gue rra , la R. avviene agli accampamenti, e negli accantonamenti i n modo consim ile a quello d i caserma. Però vie ne completato il conrrollo dei rnilitH'i negli accautoname.n ti a mezzo di pattug lie <li ronda. Il secondo significato della voce R . indica l 'indietrcggian1ento strategico o tattico d i un esercito, o d i un corpo o reparto di truppa , d opo un 'azione sfortunata, o in segui to a situazione la quale consigli di prend ere posizioni retrostanti. Tra gli esempi, innumerevoli, in q uasi tutte le g uerre, di ritira te notevol i, basterà ricordare quella famosissima dei Diecim ila (l'Anabas,) guidati d a Senofonte, e quella Ebbe i l nome di d i Napoleone dalla Russia nel 1812. « Ritirata di Bastagna » quella eseguita dal p rincipe Vittorio Amedeo d i -~avoia (poi V. A . I) nella guerra con tro gli Spagnuo li in L iguri a (1625). Egli riuscl ad operare una felicissima ritirat a con soli 7000 u. malgrado fosse molestato da 2 5 .000 ne m ici, senza pe rdere ni: un soldato, nè un cannone.


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RIT

Combattimento ,wvale i11 ,-itìrata . Un reparto navale costretto d a forze navali superiori, o da battaglia perduta, a battere in ritirata , può essere costreno ad accettare, durante il suo movimento 1 la lotta men tre si ritira . Le

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RIT

il migliore impiego delle artiglierie, tanto più favorevole quanto più ci si avvicina al traverso. L'inseguito utilizzerà gli incrociatori di battagl ia per a llungare la linea su una delle due ali, terrà fuori tirp rutte le altte forze , -~ d isporrà parte delle flottiglie con i loro conduttori e con i piccoli incrociatori sulle ali, per impiegarli nel contrattacco. L ' in seguitore a sua volta disporrà gli incrociatori di battaglia sulle ali, per l"anacco sui fianchi degli avversari. Naturalmemc le velocità -s:uanno S!)inte al massimo, a meno che non convenga all'insegu ito d i mantenere il contatto.

Dato il tipo delle moderne navi d a battaglia, il fuoco pn chiglia s,irà approssimativamente sin,ile per ent rambe le parti ; vantaggio nei siluri avrà invece la fJarte jnse~

guita. La quale potrà essere costretta dagli avvenimenti a sacrificare proprie siluranti per sottrarsi alla pressio□e di forz.e superiori. Nel caso di impossibilità d i sottrarsi a queste, come avvenne per i_ Tedeschi alla battaglia delk isole Falk laud, sarà opportuno cercare di sparpaglia re le navi , ciliscuna per suo conto, in modo che possano più

[acilmentc, almeno in parte, sfuggire alla distruzione o alla cattura. Ritirata d i Van deani ( 1793)

stesse condizioni possono verificarsi quando una delle parti, secondo un p iano prestabilito, si ritira per attirare il nem ico in una determinata zona nella quale siano predisposti sommergibili, o sbarran1cnti dj mine, o rinforzi propri. J1 combartimento navale in ritirata ha come condizione essenziale quella d i p~tcrsi svolgere a distanze tali da evitare in chi si, ritira di essere esposto all'azione del siluro. Dovrebbe potere cioè i niziare il movimcrHo alla d istanza di ci.rea 18 rniglia, e manovrare in modo da svolgere l 'azione fino aJ ritorno alla propria base o fino al tran1onto, o anche fi no ad eventuali. · rnutate con~

dizioni m eteorologiche. Per

la formazione d i combatti-

mento in ritirata sarà vantaggiosa la linea d i fila, o la

linea di rilevamento opportunamente sguardata r ispetto alla direzione del nemico. Tale formazione mira a permetrere

Ritirata (For1ific11zione). Ch iamasi cosi da alcuni scrittor i di fortificazione un trinceramento composto di due faccic ad angolo Ticntrantc, Si faceva nell'interno d i un 'opera che si voleva contendere aspramente al nemico. Se questo ba tolte tutte le difese dcli 'opera, allora si cerca di munire la R . d ' un parapetto e di un fosso. In campagna si facevano con fascine, _gabbioni e botti r icoperte di terra.

Ca,mone di ,-i/irata. Ciascuno di quei pezzi che si tengono a poppa per difendersi nella caccia dai 11cm ico. (Guglielmotti).

Ritter (Ham) . Scrittore militare tedesco dell'epoca nostra. Partecipò alla guerra Mondiale e divenne capitano di S. M. Pubblicò fra l'altro: « C ritica della guerra Mondiale»; « L'eredità di Moltke e di Schlicffc oel la grande g uerra »;

e< L'esen:ito

tura e le sue arm i » j

francese d ì oggi )> ; « La g ue rra fu# (( La guerra aerea)).

Ritirata dei Confederati dopo la battnglia dì Stone River (guen:a di Secessione)


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Ritto. È ' così chiamato, nell'alzo delle armi da fuoco porta1ili, quella lastrina metallica, fissata a cerniera sullo zoccolo dell'alzo, la quale si abbassa e si alza a volontà, portando la tacca di mira per potere far passare la visuale nel puntamento alle diverse distanze. R itucci (Giosuè) . Generale napoletano del secolo XIX. Prese parte alle campagne del 1814 e del 1815 nell'Alta Italia e si d is1inse a Reggio Emilia, a Moden.i, sul Tanaro. Nel 1860, subito dopo l ' arr ivo d i Garibaldi a Palermo, gli venne affidato (7 settembre) il comando del l 'esercito schierato su l Volturno, dove fu scon fitto d ai Garib:.ldini. Lasciò un opuscolo sulla campagna di quel mese e del successivo, scritto per <li!enderc la sua opera.

Ritzu (francesco). Generale, n . a Cagliari nel 1839. Sottot. <li fanteria nel 1859, combattè nel 1866 e nel 1872 meritò la med . di bronzo al valor civile nell 'inondazione di Ferrara. Colonnello nel 1888, comandò il distretto m ii. d i Macerata. In P. A. nel 1897, passò nella riserva nel 190 1: p ro111osso n1agg. generale in detto anno, <livenne

ten. generale nel r91 r.

Riun ione. Ne lla terminologia m ilitare napoletana <lei secolo scorso, equivaleva a

e< Rac( olta )>.

Riunione (Ordine della) . Ordine cava lleresco, creato nel 1811 da Napoleone I, in cclcbrnione de l! 'unione <lei regno d'Olanda a ll 'impero frànecse, e come sost ituzione de ll'ord ine <lcll'Unione dell'Olanda, già creato nel 1807. Serviva a ricurnpensarc il merito civile e jl merito m ilj care; si componevà d i tre classi : gran croce, commendatore, caval ic.::rc. La <iccorn7.ione conslsreva in una stella a otto punte, col motto « A'jamais " ·

Riva (ant. Ripa). Comune in prov. di ·rremc, al l'estrem ità setten trionale del lago di Garda. Appartenne lungamente al vescovado d i Tren10. Dalla metà dd secolo XIV in µoi fu d isputata a lungo fra i l vescovado, i Visconti, i da Carrara, gli Scaligeri, 11 conce <le] T'irolo, finchè, nel 1441 (pace di Cremona) passò souo il dominio <li Venezia. Nel 1509, in seguito alle vicende d ella guerra determinata d alla lega d i Cambrai, R. 1ornò al vescovado di Trento. I Veneziani vi e ressero una solida fortificazione, detta il !3astionc, che nel l i03 venne mi nata e fatta saltare dai Francesi del Vendòme. Passata all 'Aust ria nel 1815, seguì le sorti del Trentino. La città ebbe in antico un fortilizio romano; nel

1 r24

tu eretta una rocca, e in seguito, per

opera specialmen le degli Scalii;er i e <lei Veneziani, mu ra protette da torri, con porte, fossato, rivelli ni . La città ebbe a soffrire danni d urante la guer ra Mondiale, e ven ne fregiata di. croce di guerra dal governo i taliano dopo l 'ar-

mistizio .

Le antiche fortificazioni d i Riva

Rrv

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Rattaglia di Riva (10 aprile 1440). Ra!)presenta la rivincita dei Veneziani sui Visconti, i <J Uali nel Garda (V.) il 20 settembre ddl 'anno precedente avevano d istrutto una flotta veneziana portata sul lago attraverso i monti. La repubblica portò a Torbole parti d i navi, che furono a llest ite e va rate: erano in tutto 8 galere, 8 galeoni e 7 fuste, al comando del provveditore Stefano Contarini. Le navi viscontee, comand,,te da Pietro Bru11oro, luogotenente d i Francesco Sforza, assalirono presso R . la flotta ven\:-;,. iana e per tre ore si batterono accan itamen te , ma infine.: vennero sopraflatte. 'l're galere e r6 navi n1inori, con

400

prigionieri, restarono nel le man i <lei Con rarini;

le altre si rifugiarono a Salò. Subito dopo i Venezian i investivano R. e ,iltre rerre : la rocca si arrese il 29 maggio .. Riva-Palazzi Giovanni. Gcncr,1le, n. a Milano, m . a Torino (1838-1913). Volontario di fanteria, parrecipò alle campagne del 1859, 1860-61 e 1866. Frequemò la scuola di guerra (1872-7.4) e passò nel corµo d i S. M., divenendo colonnello nel 1886. Comandò i l 45° famcria, poi tornò nello S . M. e di venne magg. generale comandamc la brigata Basilicata nel 1894. Promosso ten. generale nel 1898, comandò la d ivis . di Ravenna, Torino ( r898) e Firenze ( r902) e nel 1903 assunse il comando <lei I( C. d'A. Nel r 906, fu col locato in P. /\ . e nel 1910 venne trasferito nella mcn·a . Pubblicò : « Importanza della geologia nel lo studio mil. del terreno )) .

R iva Palazzi

Riva V illasanta

Riva A11tomo. Generale medico, 11. nel 1864. Sottot. medico nel 18S9, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 cd alla guerra contro l 'Austria, e ne l 1920 andò in P. A. S. (;olonnello nel 1923, fu trasfe rito nel la riserva nel 1928 e nel 1930 venne promosso magg. generale. Riva Umberto. Generale medico, n. a Modena nel 1867. Sottot. medico nel 1890, partecipò alla guerra eritrea del 1895-96, a quella di Libia, alla guerra contro l'Austria, nella q uale meritò la med. d 'argento dei benemeriti della salute pubblica in occasione dcli 'epidemia cok rica del 1915-1916 e la promozione a ten. colonnello per merito di guerra (1910. Colonnello nel 1917, fu d irenore del1·ospedale mii. d i Roma, e poi d irettore di sanità dei C. d'A . di T r ieste, di Bologna e di Roma. Magg . genera le ispettore d i sanità mii. a Firenze nel 1924, venne promosso ten. generale medico d irettore gen. di sanità milita re nd 1928 e nel 1933 andò in posizione ausil iaria. Riva Vi/las"nta Alberto. Medaglia d'oro, n. a Cagliari, caduto sul Tagliamento (1900-1918). t uno degli ultimi g loriosi nostri caduti della Grande G uerra. Figliuolo d i un maggiore dell 'esercito, cadllto nel 1916 nel Trcntioo, nipote e cugino d i altri prodi nostri ufficiali, caduti in Africa e nel l' ul1ima guerra; e<1ucato a nobili ed ardenti sensi d 'a mor patrio, a soli diciassette a,rni fuggì di casa


R1v

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per arruolarsi volontario nel 300 regg. fanteria. Dopo un breve periodo di permanenza alla fronte, su l Grappa e sul Piave, fu inviato ad un corso all ievi ufficiali presso )a 3• armata, donde uscì primo classificato, assegnato quale aspirante ufficiale all '8° rcg g-. bersaglieri. Promosso poco d ipoi sottotenente, ebbe l'ambito comando delle « Fiamme cremisi » reggimentali. Dopo la battaglia di Vittorio Veneto, incalzando con impeto il oemico jn ritirata, cadde da prode in un combattimento al quadrivio del Paradiso, presso il Tagliamento, pochi m inuti prima dd la cessazione delle ostilità. Quasi « per lanciare più oltre la vittoria», come disse Gabriele d'Annunzio, in un magnifico d iscorso com memorativo dell 'eroe giovinetto . Alla memoria di lui, che era già stato decorato d i med. <l'argento su l Piave , fu concessa la med . d'oro con questa motivazione : (( Adolesce nte ancora, trasse voiontarlo alla g uerra, as-

sumendone i rischi maggiori. Comandante gli ard iti di un reggimento bersaglieri, fu valoroso fra i valorosi. Delle più rischiose imprese primo a chiederne l'onore, spesso prevenne l'ordine con l 'esecu;r,ione, ed al suo reparto, provato ad ogni cimento, fu ogno.ra e~empio di su blime eroismo. Con fede ardente nella vittoria, nei g iorni che precedettero l'offensiva delJa r iscossa, riuscì a trasfondere nei suoi uomini quella forza ed energ ia combattiva che fu consacrata sul cam po d a una magnifica gara d i eroici ar<limenti. Nel passagg io del Piave e della Livenza, respinti, con infrenabile ardore, violenti contrattacchi, sempre p rimo fra i p rimi, bello d i sublime furore, seppe, con audace fermezza, trascinare le sue truppe in vari travolgenti attacchi, sbaragliando ovunque i l nemico. Pochi ist anti pri ma del la cessazione d elle osrilità, infrante in un supremo attacco le disperate di(ese avversarie, cadde gloriosamente su l campo, esempio magnanimo di sacrificio per la grandezza della Patria » (Piavc-Livcnza-T agliamento, 27 ottobre-~ novembre r 918) .

Rivabella (Carlo). Generale, n . nel 1837. Sottot. di fanteria nel 1859, panecipò alle campagne elci 1859 e 1866. Colonnello nel 1889_, comandò l 'n° fanteria e poi il d istretto mii. di Novara. In P . A . nel 1896, fu promosso magg. geoerale nella riserva nel 19or e ten. gent rale nel 191r.

colonna fu sconfitta al Passo della Morte il 24 maggio ccl il 27 a Casera Razzo; la seconda i l 28, alla Chiusa d i Venas è a Calalzo ; la terza, la principale, lo stesso giorno a R. Qui.vi i l Calvi aveva tenuto d ue corpi franchi con un cannone a difesa della stretta; aveva collocato il corpo franco del Caletti, a guardia del sentiero che si svolge sulla d estra del Piave; aveva d isposto un drappello a rmato, a guard ia del sentiero che si ·svolge sulla sr. del fiume per Valmontina . Il 28 m attino, una colonna austriaca forte di otto cp . con due cannoni e t re racchette attaccò !a st retta . Ben presto essa fu presa di mira dal fuoco dei Cador in i e fu arrestata . Anche due altre colonne, inviate per i sentieri che aggi ravano la .st retta , vennero respinte. Così fallì l'attacco concentrico, farto con 8000 u . circa e la popolazione cadorioa con eroico sforzo sbarrava, ancora una volta, l'impor tante via <lalla quale potevano calare in Italia nuove forze nemiche.

Rivalta di Torino, Comune in prov. di Torino, sulla sr. <lcl Sangone. Venne munito anticamente d i mu ra e <li castello , che venne preso dalle genti di Federico Ilar-

Castello di Rivalta

barossa e saccheggiato. Nel 1690 gli abitanti tentarono di imped ire ai soldati del Catinat di occupare il paese, ma si batterono inva no : i Francesi riuscirono a vincerne la

resistenza e d iedero il sacco al paese.

Rivalgo. Frazione d el comune d i Ospitale, in prov . d i Belluno. Vi si svolsero (8-28 maggio) zzio ni che appartengono alla lotta dei volontari cad orini d i P ietro Fortunato Calvi contro g li Austriaci . Il mattino <lell '8 maggio g li Austriaci mossero da Longarone. Il Calvi aveva sbarrato la gola del Pi.ave presso R., preparando anche una quantità <li sassi su l muraglione che cinge la st rada . Collocò inoltre la guard ia civica in avamposti coll'ordine di ritirarsi, se attaccata, per attirare sotto le difese l 'avversario e schierò una cinquantina d i tiratori in un trince• ramento sopra R. Gl i Austriaci, attratti dalla guardia civica in r itirata, avanzarono nella stretta. I me;r,zi della d ifesa furono messi in azione. Il g rosso della colon na, sorpreso in pieno da una pioggia <li sassi, subì forti perd ite e volse in fuga d isordinata in d irezione di L o ngarone. Anche un attacco sferrato, il 9 m aggio, a settentrione, dal distaccamento del m aggiore f-foblitscheck per la valle del Iloite fu respinto dai corpi franchi a S . Anna e $adorno. Così la strada d cli' Alemagna rimase ancora chiusa. Ma gli Austriaci ritornarono, dopo pochi giorni, ali 'attacco concentrico con tre colonne. Una dall'Alto Friuli in d irezione del passo della Mauria, l 'altra per la valle del Boite, la terza per la valle <ld Piave su R. La prima

Rivalta Carlo Giovanni. Generale, n . e rn. a Genova ( I S.321929). Partecipò all~ campagna del 1849; sottotco. d i fanteria nel 1858, combatti: nel 1859, 1860 e 186r cd a S. Martino meritò la mcd . d 'a rgento. Cocolonnello nel I 884, fu primo comandante dcl1'840 fanteria . In P . A . nel 1890, venne prornosso,

nell a

riserva,

maggior generale nel 1894 e tenente generale nel r 903.

Rivanazzano. Comune in prov . d i P avia, m llc colline a sr , della Staffora . Nella

Castello di Rivanazzano


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R1v sua frazione <li )Jazzano

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e un castello con le mura ancora

ben conservate, che appartenne lungamente agli Estensi, e fu costruito nel X secolo. Il paese si chiamava allora « Ripa dc Vico Lardario "· Il castello fu contrastato lungamente fra i signori della regio ne, e venne assalito nel 1356 dalle m ilizie pave~i agli ordini del frate Giacomo da Russolari.

Rìvarol (di S. Martino, Giweppe Filippo). Generale piemontese, m. nel r704. Si segnalò nel le guerre d i Catalogna e d i Gcrmauia alla testa d 'un rcg )?;. d i cavalleria. :\lei r688 fu nominato maresciallo di campo.

Ri varola (conte A11to11io). Generale del sec. XVIIT. Ufficiale di fameria, fu per qualche tempo console in Toscana. _Comandante il castel lo e porto di Villafranca, in tale qualità fu promosso colonnello nel 17n e brigadiere d i fanteria nel 1783. In quell'anno ebbe la nomina a governa to~e d i V illafranca. Pron1oss() rnagg . generale nel 1789, passò nei trattenuti nel 1792.

Rivarol o. Frazione del comune di Genova, già comune (Rivarolo Ligure) nella valle del Polccvcra. Vi avvenne nel 1747 un combattimento ,hc appartiene alla g,u:rra per la successione d'Austria. Gli Austro-Sardi erano riusci ti (21 magg io) a occu pare il paese e vi si erano fortificat i. li maresc. francese Boufflers, che aveva il comando in capo a Genova, raduna 1000 Francesi, 300 Spagnuoli e 600 u . di ,nilizic paesaue genovesi, e la sera stessa del 21, divise le sue forze in <JUattro colonne, muove all'attacco. I.a colonn.1 d i dr. attacca e prende il monte dei Due Fratelli; le altre ottengono qualche successo, ma al cader della notte un con trattacco degl i Austro-Sardi ristabilisce la situazione. Il maresc. Boufflers si ritira allora a Genova, dopo di avere perduto 200 uomini.

Rivas. ·città <lei Nicaragua, sull'istmo fra il mare e il lago di Nicaragua. - Vi si coucluse l'impre:r.i dell'americano W·illiam Walker, il quale, sbarcato nel 1856 con un forte nucleo d i avventurieri nel N icaragua, col proposito <li impadron irsi delle repubbliche del l'America centrale, fu costretto d opo lunga lotta dalle loro milizie a chiudersi a R. e ad arrendersi, il ,-0 maggio 1857. Tre anni dopo, avendo di nuovo tentato I 'avvencurn cd essendo stato catturato, non fu lasciato libero come la prima volta, ma fu passato per le armi.

Rrv

decision i èhc pervenissero dopo il suddetto termine saranno comunicate con elenchi suppletivi mod . 12-A. li periodo della R. non può oltrepassare i due anni, dopo i quali, persistendo le condizioni fisiche d i inabilità al servizio 1~1ilitare) il soggetto è riformato.

Rivelatori (Chimh·a di guara). Sono mezzi tecnici di esplorazione (specia li apparecchi, o d isposi1ivi , oppure sem plicemente appropriati reatt ivi) 1endenti allo scopo d i svelare o indicare immediatamente la presenza di aggressivi ch imici non altrimenti rilevabili con prontezza e facilità, gas pericolosi <Je lle miniere o derivanti da brillamento <li mine in caverne, o da scoppi <li proietti e sparo di armi in luoghi chiusi, decomposizione o alterazione spontanea di csplosi~i immagazziuaLi, ecc. Possono essere nsico-chimici e c.hin,ici. I primi sono in genere indicatori o esploratori elettrici : l'azione chimica dell'aggressivo viene uti-

lizzata per modificare un regime elet1rico, determinandovi la riattivazione della corrente, capace di produrre l 'incandescenza d i una lampadina, o lo squillo d i una suoneria, oppu re d i far deviare l'ag0 di un galvanometro. Quest'ultimo sistema è r itenuto il pili pratico, perchè dotato d i

~cnsibilità <li gran lunga superiore. L'indicacore., rnediante un or<lcgno funzionante ad aria compressa, v iene lanciato in u11 proietto inerte davanti alle proprie l ince, alla maggiore distanza po1sibile, restando tutrnvia collegato al punto d i partenza con /ilo doppio conduttore . li R. elettrico per usi bellici deve <'Sserc robusto, maneggevole e poco visibi.le, i.n modo che ne rÌCSGl facile la postazione davanti alle lioce d i difesa e sia consentito il suo (u11zionamcnto a d istanza; capace di svelare and1c piccole q uantità di aggressivi, specie d i q uelli maggiormente pericolosi; adatto per molteplici gas d a combattimento e quindi di azione polivalente ; d i rapido funzionamer.to, in fine, in modo da

offrire un reale vantaggio, permeltendo cioè .di ricorrere prontamen te ai n·h~7,zi d1 pl'otezior,e. ~ei rivelatori chimi,i

invece si sfrutta d irettamente l'azione dei gas, per via delle modifiche che essi generano nel colore d i ua reattivo o d i una fiamma, nella l impidezza di un liquido e conseguente fonnazione d i p recipìtaco, ecc. Così , 1)er eia tare un esempio, con la fiamma di una lampada ~d aicool che lambisca dei fili d i ,ame, si può svelare il cloro, perchè la presenza di questo determina il cambiamcmo nel co lore della fiamma , che passa dall'azzurro al verde. Fin dalle prime azioni d i attacco con ondate d i gas asfisRivedibilità (.Hedicina Legale Militare). È la decisione• siallli, i l francese d o tt. Kling istitul sul fronte occidentale che viene presa a carico degl'inscritti di leva che siano speciali aoparecchi che <lavano la possibi!ità di qualificare dconosciuti temporaneamente i nabili al servizio 111ilitare . la natura del gas. Essi erano costituiti d i un aspiratore e Vi d anno luogo tutte le affezioni suscettibili di utili mod i un certo numero d i tubi da ,aggio, comenenti ognuno un diverso reattivo; così: a) cotone coq. joduro di potassio, dificazioni col tempo e contemplate nell'Elenco A, quali per fissare il clo ro ; b) soluzione acquosa d i anilina, per cause di inabilità temporanea . Per gl'inscritti la decisione viene pronunziata da l Consiglio <li leva; presso i distretti trattenere il fosgene, con cui d à la difenilurea; e) soluzione di carbonato potassico, per fermare gli acidi in ge .. ed i corpi , nei riguardi del le reclute, è presa in seguito a rassegna con. determinazione del direttore dell'ospedale ne;-c, co:nprcso anche l'acido cianidrico; e) cotone con olio militare . È da notare che la R. non potrà più essere p rodi vaselina, per arrestare i gas lagrimogeni dotati di deposta e ad essa dovrà sostituirsi la licenza d i convalebole reazione chimica. Furono inoltre ideati rivelatori per scenza, quando siano aperte le operazioni di leva della l'ossido d i carbonio , insid iosissimo, sia a causa della grande classe successiva a quella con la quale i rassegna11di fu . facilità con la quale esso può inqu inare l 'aln1osfera, sia rono arruolati. I comandanti dei d istretti cui appartengono per fa sua tossicità elevata, la cu i azione è assai insidiosa, per fatto d i leva gli uomini mandati rived ibili in seguito perchè assolutamente inavvertita, non possedendo il gas nè a rassegna, debbono con apposito elenco conforme al mocolore, nè odore, nè sapore. L'utilità dei R. è della più dello 12-A comuni,are le l'Clative determ inazioni alle pregrande evidenza, specie per l 'applicazione che essi possono fetture presso le quali i m il itari stessi hanno concorso alla ricevere in casi particolari e frequenti , come, ad esempio, leva. L'invio di tali ele11Chi dev'essere effc.rtuato d icci giorni per meçter-e in comunicazione con l 'atnbiente esterno posti prim.a che si apra la sessione della leva successiva a <li con1an<lo, ricoveri protetti , osservatori, ccc. , e, princiquella cui appartengono i militari mandati rivedibili; Ìe palmente, per agevolare i l compito delle vedette antigas,


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ev itando che queste si espongano fuori dei ricove1i e delle trincee, poichè g li apparecchi consen to no la segnalazione a d istanza.

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un po' m ino re di quella del fosso principale; d i solito era di m. 20,00 . La sua profondità _pure ne era, d i solito, minore da 2 a 3 m . Il tracciato fu in origine semicircolare (donde il nome di Mc,;zaluna), poi a dente , quindi a lunetta, infine di nuovo a dente, perchè proteggesse meglio gl i angoli di cortina. Le faccie, dapprima allineate cogli angoli di spa lla, furono successivamente dirette a punti delle facce dei bastion i d istanti da IO a 30 m . da detti angoli . L ' attaccante che riusciva a stabilire le sue batterie sullo spalto in prolungamento <le i fosso, poteva fa. cilmcnte aprire la breccia nel trntto di faccia del bastione che corrispondeva al fosso stesso : si cercò di rimediare a questo ÌJJconvcnicnte dappr,ma con traversoni elevati all'estremità interna dti fossi del R ., ina questi non potendo

Per quanto ha t ratto agli esplosivi, col titolo di R. s 'intendono talune appropriate sostanze che , aggiunte nella composizione d i essi, danno modo di scoprire, anche alla semplice osservazione superficiale, l'eventuale inizio della loro alterazione. Tale, ad esempio, è da riteucrsi la difenilam ina la q uale, oltre all'essere impiegata come un efficace stabilizzatore delle polveri infumi, d i cui allunga scnsibilme,uc il periodo d i conservazione, riesce anche come un caratteristico rivelatore, poichè, per azione <lei vapori nitrosi provenienti dalla lenta decomposizione delle dette polveri, assurnc una intensa colorazione azz.u rra .

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.Scala rii

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Fronte bastionato con rivellino

Rivellino (o Mezzaluna). Opera add izionale, staccata, fra le p iù importan6 usate in fort itìcazione; perciò si vede applicata fin dal princip io d ell'epoca moderna. Aveva g li scopi seguenti: 1°) proteggere la corti11a; 2°) battere , settori indifesi innanzi ai bastioni; 3°) presentare un saliente più sporgente dei salienti dei b,1stioni, per cui l'attaccante era obbligato ad impossessarsene ed a para lizzarne la <li . fesa prima d i procedere all',ittac.co dei bastioni ; 4°) battere d'infilata la strada coperta davanti ai bastioni ; 5°) quando i salienti dei bastioni erano alquanto o ttusi, riparare dai tiri d'infilata i fronti attigui . TaE scopi si raggiunsero a poco a poco, col progredire dell'epoca, poichè il R. si fece man mano p iù sporgente (da m. 65 si arrivò fino a 140 m . d i sporgen_za). Il comando del N. era , di solito , di m. 1,00 a m . 2,50 minore di quello del corpo di piazza. La figura dà il profilo del R. e del suo ridotto, comunemente a ppliçati nel secolo XVIII. La larghezza del fosso era sempre

essere molto alti per non sopprimere l 'ostacolo del fosso, l'inconveniente ne ven iva ben poco anen uato; allora si provvide a rendere meno dannosa la brecc ia ind icata con trinceramenti interni convenientemente disposti. In alcuui fronti i l fosso del R. veniva battuto con t iri radenti , partenti da mezze capponiere scoperte poste a lle estremità interne del fosso. Nei R . a faccie molto lunghe, queste erano facilmente esposte a tiri d'infilata ; si tolse questo inconveniente con una ragliata d isposta lungo ciascu na delle faccie, e ripiegando il parapetto verso l'interno a guisa d i traversa. [I · ridotto si erigeva piuttosto ampio e serviva a completare l'azione dd R . rispetto alla cinta primaria. Esso coniist<:va <lapprima d i un ,semplice tamburo c.ostituito da una palancata e da un m uro a feritoie più basso del parapetto del R., ma poi acq uistò i l profilo de .~mparo ordinario c comando intermedio fra quello del corpo di piazza e

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quello de! R . A tale ridono si diede sempre il traccia to a lur.etta, colle faccie parallele a quelle d el R. cd i fianchi o paralleli alla capitale o co11vergenti verso la gola perchè dcsscw tiri d i fianco e d i rovescio sui salie n ti dei bastioni . Dclli fianchi risu ltavano così molto esposti ai ti; i d 'infilata, per cui talvolta venJ1cro casamattati . li fosso d el rido lto e ra largo da S a JO m . e alquanto meno profoudo

_1150 fanteria; combat tendo a Fortino Basson rimase due volte g ravemente ferito e fu decorato di ulla secouda med . d 'a rgento . Magg. generale nd 1917, andò in P . A. S . nel 1922 e nel 1923 assu nse il g rado <li genera le d i divisione. Ri vest imento. fi_i chia m a così una superficie d i muratura o di zolle o di graticci o di altri material i, colla quale si coprono i tcr npicni e le varie scarpe delle opere di

fortificaz ione

in

terra, per

impedirne il

franan'lcnto.

Dai nostri n1igliori scrittori fu chia1na ta t< Camicia >1 , ma nell ' uso comune è pi,, adopera ta la voce R. Vi ha anche il ,< mezzo rivestimento ))' quando il muro di ri vestime nto della scarpa del fosso e d el pend io del parapetto non si alza al <li sopra dd li vello del terreno naturale. J, cosiddetti H ri\'e~tirnen~i distaccati », o << alla Carnot », furono p roposti a nche dal Momalembcrt. li muro di R. d ella scarpa d el fosso, invece d i essere aderente alla sca rpa stessa , è ten uto d istaccato; nel nu iro sono p raticate

Rivellino <k lla forrczza di Faxnagosta (Da t E.sl;'rcito e Naz.ione o)

' rapetto tanto del d i quello principale. La grossezza d el pa R. ,1uanto ,!cl suo ridotto era d i m. 6 come per il corpo d i piazza. Alcuni scrittori d isting uono il R . d alla Mezzaluna. Secondo ess i il primo era posto

ava nt i la cortina, )'altra

avanti l 'angolo fianchegg iato <Id b~st ionc; l 'uno a veva la t)carpa interna fr-rmata di due linee, che facevano un [-1,n-go ln saliente verso la cortina, o

d i una linea retta

so l-

tanto, l '.-'lltra ave.va la .scarpa interna fonn ata ad arco, con la concavità all'ang0io fiancheggiato d el bastione, a lorma appunto d i n1ezzaluna . 1~iù generalmente però R. e Mezzaluna indicano un a 5tessa opera. Il Marchi c hiama il R. anche (( Puntone)>; il Capra lo chiama <{ Corno ,1, ed alrri « Dastionetto ». 11 R . d i due facce dicrsi " rivel-

lino semplice » ; qucl!o a cui si aggiungono i fianch i (( ri p ,·ellin o coi fianch i ",. e quello en tro il quale si costruisce un altro piccolo ri vellino chiam,1si " dor,pio r ivdlino ».

Pro filo di rivellino (R) con rido tto rerro!=:t::mte (r)

feri-

toie per battere con tiri radenti il fosso; a t~lc uopo è lasciau, d ie tro il muro una piccola st rada , il c.1mmino d i ronda. J R. distaccati c<Jstituirono una delle p i,, importa nti innovazioni apportate alla fortificazio ne nel sec. XIX cd eb bero largo im p iego.

R ivett ino. Così è chiamata la ripieg atu ra dell 'or' o della coccia nella spada : serve, o l[l'echè d i finimento , a nc he ad a rrestare o a d evia re i colpi della spada avversari3 , i quali, strisciando sulla coccia , !)Otre bbero raggiungere il p ~tlO od offendere la mano od il b raccio . Si riscon tra spccialmeme nelle cocce delle "strisce " spagnuole, od in quelle d i foggia sim ile a queste. R iv ier e (Enrh·o) . Ufrìciale di marina francese (18271883). Nel 1881 fu inviato al Tonchino e vi morì in uno scon tro coi pirati cinesi. Oltre a vari romanzi, scrisse nn'opera su « La n1arina francese sotto Luig i XV >>.

Rivista. Con siste nella presentazione d elle trup pe alla persona alla q uale si d ebbono tributa re gl i onori, e nel successivo sfilamen to d innanzi a<l essa <lelk truppe stesse. Com p rende : \,) lo schicrarnen co ini,.iale e l.1 presentazione delle trup pe; b) l'am massamento per assume re le formazioni stabilite per lo sfilamento; e) lo sfilamento; d) lo sch ieramento per g li onori finali . Alle r iv iste no n intervengono d i m,,s" ma i r eparti comando, i ciclisti portaordini , gli attendenti , g li demenri dej servizi , g li autocarreggi e-d i carreggi d i servizio generale dei corpi. Il personale d ei suddetti element i viene im piegato normalmente per rinforzare i r imanenti rCparti. S::1nità e Sussistenza intervengono con i l so lo ar mamen to ind i" iduale. I reparti dei centri auto mobi\istici intervengono no rmalmente con i

Il R.

risale a Filone di

lli.sanzio (Il secolo a . C .) .

Egli suggerì la costruzione di opere :staccate a protezione delle mu ra. Se ne ebbe anche esempio a Tolcmaide (1290) con la costruzionl d i torri ,·cparate d alle mura, davanti e a b reve distan1,a ,Jalle medesime . Nei secoli XIV -XV spesso la voce R. è erronean1ente adoperata per ind icare la folsab raga, e il recinto.

propri autoveicol i. Quando sia r itenuto c1tile , d eterm inat i reparti possono esse re riuniti in u n ità. d i formazione d 'ord ine superiore . L ' uniforme per la R. è prescritta d i volta in volta. Vie ne indossa ta la grao,k uni forme in occasio ne

di ricorrenze e feste naz.ionali, ricevimenti di sovrano e principi e ce rimonie di particr,larc sole~nità. J:: invece in dossata l'un iforme d i marcia nelle riviste in occasione J i manovre, esercitazio ni, ecc. L-a bandiera in qualsiasi circo•

Ri veri (Mario). Generale, n. a Cava Manara, m . a Milano (1863-193i). So~tot. d egl i alpini nel 1881, fu in E ri trea nel 1887-88 e 1895-96; poi in Libia. Nel 1914, comandante del 4° bgl. libico, occur,ò la 7,a via di Nufi lia e meritò la mcd . d'argento. Colon nello nel i 9 15, e ntrò in gue rra co nlro l'Austria quale p rimo comandan te del

stanza interviene alle riviste spiegate .

Sono richiesti or-

d ine, esattezza, sempl icità, celerità. Le rruppe non devono giu ngere sul luogo !Jrima d el te mpo strettamente necessario per assumere lo schieran1cnto per ciascuna d i esse stabilito, evitando ogni attesa ingiustificata . Esse sono d isposte nello stesso or d ine d i successione con il q ua le si

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effettuerà poi lo sfilamento . Allorchè lo schieramen to ha. luogo sopra una sola linea molto estesa (ad es. lungo un viale) la fanteria e le alt re armi o corpi che adotta no le formazioni della fanteria, si d ispongono coi bgl. in linea

saluta e quindi le fa rapporto a voce della forza presente . Le linee Q i settori successivi ai primi presentano le armi al com;ndo o segnale del rispettivo comandante, a mano a mano che il superiore si accinge a passarli 111 rivista.

Rivista d.i truppe del Consolato F rancese a Parigi

di colonne; la cavalleria in linea, l'artiglieria in linea con i pezzi e le auwvetlurc affiancati . Quando giu11ge la persona che passa la R. i trombettieri suonano il p rescritto segnale d i attenti; le truppe presentano le arm i, le musiche o f~n• fare (o i trombettie ri nei corpi che non h anno m usica o fanfara) intonano la marcia prescr itta. Nelle R . che si effettuano in occasione dd genetliaco d i S. M . il Re, nella ricorrenza delle feste nazionali , e nelle ri viste ord inate dal Ministro <lella guerra, le musiche o fanfare suona no la marcia .reale, seguita dal l'inno « Giovinezza » per disposizione recente (1933), qualunque sia la persona che passa la rivista . Quando no=t vi sia musica nè fan~ara, i lron1bettieri suonano la m arcia d 'o rdinan za del cor po. Mentre le truppe rendono gli onori , il comandante d i esse , col suo seguito, va incomro alla persona che deve passa re la R. ,

Le iince, o i settori pa~sati jn rìvista rimettono successi~ vamente le arm i nella posizione primitiva. La musica o fanfara,

mentre le truppe presentano

le armi, suona la

marcia d 'ord inanza del proprio corpo . Gli u fficiali che hanno comando d i reparti sal utano nuovamente quando il s uperiore giunge a sei passi da loro . L'::nnmassame nto si

inizia, con le modalità indicate nell 'ord ine per la rivista , 110n appena il comandante delle truppe ne dà l'ord ine. Le truppe si dispongono in colonna a d istanze serrate. li coma ndante delle truppe si d ispone 30 passi avanti la linea di partenza : la musica d ell'unità che sfila per prima, 20 p assi avanti al comandante delle truppe. Per iniziare lo sfilamento il com;rnd ante d elle truppe, e i comanda nti d i linea per le rispettive unità, danno il comando : « Per sfi lare in parata, gu ida a destr (o sinistr) a d isianza 1 " ·

Ri\1ista di truppe tedesche durante la guerra fviond.iaJc

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La musica di testa mizta senz'altro la marcia suonando.

li reparto <li testa muove al comando regolamentare dato dal rispettivo coma ndante. I successivi rcpurti muovono non appena h anno la distania prescri tta dal reparto che precede. I reparti a piedi delle varie armi e corpi sfilano col fucile o moschetto a spall'arm con baionetta inastata. I bersaglieri in bicicletta ed i conducenti di quadrupedi sfilano normalmente col moschetto a tracoll 'arm; i serventi di artiglieria, se a piedi, sfilano a tracoll 'arm; se sulle vetture, col fucile o mosch~uo in alt 'arrn. G li uomini su automezzi col fucile o mo~chetto in alt'arm. I reparti di cavaller ia, a cava llo, sfilano a spall-sciabol o a porcatlanc. Ciascuna musica arrivata a 40 pass i dal superiore si ~posta obl iquando in modo da continuare la marcia a 10 passi in fuori <lei fianco della colonna che sfila, dalla pane oppost:i a quella ove si trova il superiore, dirimpetto :,I quale va a collocarsi, fronte ad esso. La musica seguita a suonare fino a che la coda del reparto, del reggimento o della linea, ai quali è assegnata nell'ordine per la rivista. non abbia oltrepassato di 6 pas.si il superiore. La musica succcssi\'a comincia a suonare non appcna ha cessato quella che la precede. I trombeuic,i <li cavalleria e <li an iglieria non si fermano. A sci passi dalla persona innanzi alla qua le si sfila, al comando attenti a dcstr (o sinistr), i reparti salutano nel modo prescritto. Contemporaneamente al saluto della truppa rutù gli ufficiali salutano con la sciabola o con la mano . Oltrepassato il superiore di 6 passi la truppa ri mette b testa d i fronte e r iprende il normale mov imento <ldle braccia. Il comandante delle truppe, con tutto il suo seguito, oltrepa~sato il superiore, va a porsi, a celere andatura, al suo fianco, alquanto indietro, dalla parte opposta a quella dalla quale giungono le truppc, e vi r imane, nella posizione d i salmo, fino al termine dello sfilame nto. Dopo lo sfilamento, tulle le truppe o parti di esse, a seconda d i quanto sarà disposto dall 'ordine per la rivista, riprendono la formazione di schieramento iniziale, o quell'altra stabilita clall'or<l inc predetto, per la resa degli onori che sono resi in modo a11alogo a quello stabilit o per la presentazione iniziale delle truppe. Fanteria di linea, alpini, carristi appiedati sfilano a) passo (cadenza 120 passi al 1 '); bersaglieri senza bicicl~tta : di corsa (cadenza 180 passi al 1 '); con la bicicletta : velocità ordinaria (200 m. al x') ; carri a rina ti e autoblindo: velocità 10 Km . all'ora. La cp. isolata sfila per plotoni di fianco; la cp . carri armati sfib

normalmente in colonna di plotoni a stormo; la squadriglia autoblindo in colonna <li sezioni in linea. li bgl. isolato sfila di massima per cp. con i p lotoni affiancati; il bgl. carri armati cd il gruppo cli squadrigl ie a utoblindo sfilano per cp. e per squadriglie nella forma,:ione assunta nell'ammassamento. Il regg. sfila per bgl. in colonna. Lo sqdr. isolato sfila normalmente in colonna di plotoni; il gruppo

S. A. R. il Principe di Napoli passo in rivista reparti d ella ~1ilizh, Volontn.ria. per la Sicurezza Nazionnlc

per sqdr. in colonna di plotoni; il rcgg. in colonna di sqdr. La batteria isolata sfila in linea ~rrata oppure in linea di mezza batteria. Il gruppo sfila per batterie in linea serrata; il regg . p ure per ba tterie in linea serrata. Il genio sfi la di massima nello stesso modo stabilito per la fanteria. I reparti automobilisti sfilano per autosczionc nella formazione di ammassamento.

Rivista a/l'oggetto. Viene quotidianamente passata <la ogni caposquadra ai propri uomini. Nell'albo delle compagnie e batterie vi i: l 'apposita tabella che, per ci~scuna giornata della settimana, prescrive quali oggetti di corredo e di equipaggiamento debbano essere \'isti. In capo alla settimana ogni cosa <lev 'essere stata veduta, e delle mancanze o degradazioni r iscontrate i capi squadra r iferiscono al comandante del reparto. Questi si avvale dei rap-

S A R. il Principe Umbe.no passa in rivista le truppe coloniali all"As mara


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porti avuti, oltre che delle ispezioni personalmente pas,atc, pe r tenere in efficienza le cose in consegna ai p ropri dipendenti.

Rivista Aeronarmca. Periodico mensile, edito dalla Libreria dello Stato, organo ufficiale del Ministero <lcll 'Ac-

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1883 fu disposto che i l giornale dovesse limitarsi a lla sola pane L>fficia lc, lasciando al Comitato delle d ue armi di dar vita ad un nuovo periodico che fu ch iamato « Rivista d'Artig lier ia e Genio » e si cominciò a pubblicare nel gennaio 1884. Tale Rivi sta ha cònscrvato la sua particolare strullura essenzialmente tccnic.a, sotto la d irezione di un colon qello , e m,rntencn<losi sempre a quel!'altezza di con cezioni e a qlle!la dignità redazionale che le valsero, e le valgono tuttora, una particolare estimazione, non solo i n Ital ia ma ancbc all'estero. La Rivista d'Arùglicria e Genio è u no <lei periodici militari più antichi, wpcrata solo da due o tre pe riodici stranieri. I migliori ufficiali e scrittori militari dell'esercito vi collaborarono e v1 col laborano.

Rivista delle Colonie Italiane . Fondata a Roma nel 1923, in armonia col nuovo ordinamento dello Stato e coll' impulso ai possessi colonial i, dato dal Regime fascista.

Rivista di Cavalleria. Sorse in Roma nel gennaio 1886, sou o la direzione del capitano d i cavalleria in congedo Augusto $ indici, che la tenne fi110 al giugno dell'anno dopo, cedendola poi al De Luigi che dirigeva allora il giornale « L 'Esercito Italiano ». Cessò le sue pubblicazioni ne!l'ouobre 1888, ma non definitivameme perchè nel 1898, per volere del generale Maino ni, ispettore gcucralc dell 'Arma, r iprese vita e, t rasportata a Pinerolo presso la Scuola d 'applicazione, ebbe fino al 1919 un periodo Aoridissimo sotto l 'augusto patronato di S. A . R. il conte di Torino. Ne l 1919 venne soppressa, lasciando però nei ~uoi 22 ann i di vita una tracda lumino~a per i problemi che in essa furono affrontati e d iscussi, per una l unga serie d i ottin,i articoli, per l'autorjlà <lei suoi dircuuri e dei suoi wllaboratori.

Rivista d 'Art1gl1ena e Gemo. Nel 1861 era stato creato il « Giornale <l 'Artiglieria» e nel 1863 il "Giornale del Gen io». li 1° gennaio 1874 questi si fusero in uno solo che prese .il no me d i " Giorn ale d'Artiglieria e Genio" e d ipendeva dal « Comitato d 'Artiglieria e Genio». Nel

Rivùttt di cttltura marinara. Periodico mensile illustrato, ed ito a cura ciel Ministero della Marina e d iretto <l a un ufficiale super iore dell' Arma. Contiene buon i scud i d"indolc marinara e m ilitare. Il suo primo n umero uscì nel maggio 1926.

Rivista della legione M ussolini a Forlì

ronautica, sotto la d irezione di un ufficiale superiore dd1'arma . Si occupa d i Studi e d i problem i aeronautici, militari e civili . li suo primo numero uscì nd luglio 1925.

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Rivista di aeroplani nel campo d'aviazione di Ferrara


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Rivista di idrovolanti nel lago di l'Vlassaciuccoli

Rivista di Fa111aia . Fu fondata a Roma nel ,892 dal capitano d i S . M . Domenico Guerrini che la diresse per 13 anni, cioè lino al dicembre 1904, quando cessò le sue p ubblicazioni . Fu una delle riviste più apprezzate, perchè oltre al suo intrinseco valore tecnico, portò un reale e fattivo risveg lio di valori2.zazione dell'anna di fanteria. Quattro anni dopo la sua scomparsa, cioè nel luglio del 1908, quasi a continuazione ,di essa, altre <jue riviste sorgevano pure in Roma: La Fanteria, d iretta dal maggiore a r iposo Cristoforo Manfredi , ma visse 10 mesi soltanto. e La Nuova Rivista di fanter,a, diretta da l colonnello degl i alpin i Vittorio Carpi, la quale , sulle orme della vecchia Rivista, si propose di ap rire nelle sue colonne le più ampie discussioni su tutte le q uestion i che interessavano l'arma . Essa rìm~se sotto la direzione del Carpi fino al 1913, poi continuò ancora per un anno diretta dal ca-

pita no d i S. M. E ugenio Barbarich, e finalmente cessò nel d icembre del 1914.

Rivista Ma.-ittima. Il suo atto di nascita risale al 1868 e fo sempre uno dei più elevati ed autorevoli periodici mil itari italiani. È orga no ufficiale dd Gabinetto del Ministero della Marina ed alla sua d ire"ione è preposto un ufficiale superiore . L'antica raccolta di essa è una fo11te ricchissima di studi e d i not izie, non soltanto sulla marin;, da guerra , ma anche su quella mercantile, contenendo inoltre le relazioni ufficiali d ei viaggi e delle esplorazioni compiuti dai migliorj navigatori in quC!>ti ultl111i 70 anni della nostra storia nazionale . L'opera d ella Rivista si svolse parallelamente al faticoso r isveglio della Marina, dopo la guerr:i del 1866. Ugualmente cu rate sono in essa la parte tecnica e la parte cultura le .

Rivista navale


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Rivista Militare lta/Jana. Venne fondata nel marzo del 1856 dai due fratelli Carlo e Luigi Mezzacapo, ed affidata all'editore Carlo Voghera in Torino. Al suo primo

sociali cd economiche, purchè abbiano attinenza con argomenti mi litari.

titolo « Rivista Militare » aggiunse la parola « Italiana » nel 1859. Fino al 1892 fu mensi le, poi \ divenne quiodiciaalc, ma dopo due anni ritornò mensile e tale r imase nno al suo ultimo numero, che uscl nel dicembre' 1918. Nei suoi 63 anni di vita mantenne sempre la sua carat-

Rivocazione (o Revocazione). A nnu llamento di un decreto o disposizione concernente . promozione, assegnazione, conferimento d i onorificenze, ecc. Può essere conseguente o ad • un errore, o determinata da una nuova disposizione abrogante q uella precedente. Rivoli. Comune in prov . d i Torino, su colline fra la Dora e il Sangone. Fu campo fortificato dei Roman i. Vi venne eretto, sopra uno antico, un castello a 422 n1. d 'altezza, in principio del sec. XVII, da Carlo Emanuele [ di Savoia. Il borgo fu preso e saccheggiato nel 1525 dalle m ilizie di Fraocesco I, in ritirata dopo la battaglia di Pavia. Un piccolo corpo spagnuolo li cacciò dal paese. Il castello fu ' incendiato dai Francesi <lei Catinat nel 1691 e venne restaurato nel I iI2 . Ql!ivi abdicò Viitorio Amedeo ne! 1730. Vi avvenne nel 1799 un breve scontro fra Austriaci e Francesi: i l paese ne softerse molto, per saccheggio operato dagli uni e dagli altri.

=l'i-anc,:>.r/ -

AusJ-nà,:ì

Battaglia d i R ivoli (1797)

tensuca di rivista culturale, trattando argomenti d i arre e scienza militare, onde la sua intiera collezio,ie è rimast a una n1ioiera d i studi tecnici, storici~ geografici 1 biografici e bibl iografici che sono tuttora preziosissimi per la competenza degli autori, per la ricchezza di notizie, per la varietà e serietà dei soggetti trattati. Nove anni dopo la sua cessazione, e cioè il 1° gennaio 1927, per volo_o rà del Capo di Stato Maggiore, il maresciallo d'Italia P ietro Badoglio , riprese nuovamente la sua pubblicazione, con progra rnma analogo a quello già tracciato dai Mezzacapo, con identico formato, con periodicità mensile, incontrando il massimo favore degli studiosi e riprendendo quella tradizione gloriosa per la quale fo annovera ta' fra le più importanti riviste militari d'Europa . Jn tale occasione vcnnern soppresse le r iviste « Alerc Flarnman " e « Cooperazione delle Arm i » . La collaborazione è aperta a tutti gli ufficiali in S. A. P. e in congedo, del R. Esercito, della R. Marina, della R. Aeronautica, della R. Guardia di Finanza e della M.V.S.N. , nonch/: ad ogn, studioso di questioni che direttamenle o indirettamente si ricolleghino alla preparazione bellica della Nazione. Vengono accolti in essa stud i storico-militar i e geografico-milirnri che si propongano scopi d idattici o applicativi; lavori co11cerncnti l'impiego coordinato delle 1 varie armi o delle forze armate dello Stato; studi su p roblem i coloniali, logistij, ecc., nonchè scritti su quest ioni

I. Assedio di Rivoli (1536). Fu posto dai Francesi al comando di Di Leva. li castel lo aveva presd,o imperiale, agli ordini <lei capit~no Pietro Corso , sostenuto d a cittadini armati. Malgrado la disperata di(esa , i Francesi se ne resero padron i, L'anno seguente i cittadini si sollevarono guidati da certo Michele Vinca, e riuscirono a cacciare i Francesi. Questi tornarono però in buon n u1n<:ro, e ne cacciarono dopo viva lotta un piccolo presidio imperiale comandato dal capitano_ Basano.

li. Trattato di Rivoli (rr l uglio 1635). Lega contro l 'impern, conclusa tra !a Franc ia (Luigi XIII), Vittorio Amedeo I di Savoia, i duchi di Mantova e d i Parma, con l'approvazion~ del papa. Il duca Vittorio Amedeo non avrebbe domandato di meglio che restar neutrale, ma col trovarsi esposto lrgualmente alla guena nei suoi Stati non ne avrebbe avu to che danni. li cardinale Richelieu dettò i. patti , e promise al d uca il titolo <li re e il Milanese, se fosse stato conquistato, con la cessione co!lltrnpuraneal della Savoia alla Francia.

Castello di Rivoli

Rivoli Veronese. Comune in provincia di Verona, su l lembo orienta le Ba ldo.

di

un

altipiano al le falde

del

mon te


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l. Battaglia di Rivoli. Appartiene al periodo finale della prima campagna d"ltalia di Bonaparte (r 796-97). II mar~. auscriaco Alvinzi, al fine di tentare la liberazione di Manto\"a e di congiunger.si col Wi.irmser. ritornava ancora all'avanzala verso lo sbocco del Trentino, e frazionava le

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colonna Lusignan , contro la quale /: part icolarmente impegnata la d i vis. Rey, diviene quanto mai critica : il t rornrsi su posizioni dominanti non compensa l' isolamento creato dall'insuccesso dell'attacco concomitante e la precarietà d i una situazione momenta nea di manovra che la

proprie forze in ben sei colonne: . ······ ... quella orientale (gcn. Reuss), com• ............ prendente la totalità della cavalleria ·· ; ., e ar tigl ieria, seguiva la strad a maestra che per Jncanalc raggiunge I"al. topiano di R. salendo da un ·angusta gola al ciglione; quella occidentale (principe di Lusignan), seguC11do le alture marginali <lei lago di Garda dm·c,a aggi1are la sr. dei France,i. Tre colonne centrali puntavano sul trauo intermedio della fronte lungo le pendici mon tane del M. Baldo; infine una sesta colonna (Vukassovic) passando l'Adige a Dolcè do,·e,·a marciare per la n va sr. su Veron.1. Ordinanza d'attacco slegata, che rendeva difficile la coopcra,.ione auraverso gl'imprevisti del combauìmento, lanto più che alla maggioranza delle colonne mancava i l sussidio del CO· mune, potente richiamo ali 'unità operatirn. Il gen . francese Jouben, che teneva le posizioni avanzate della Corona, info!'tnato dcli 'avvicinarsi dell'avversario e dei progressi del Lusigoan ,·erso il Garda, sì ritrasse il 13 gennaio 1797 verso R. temendo d 'essere aggirato. In tale posi1.ione custodiva le sole due strade esistenti fra i monti Lessini e l'Adige. L'Alvinzi, anzic.hè profinnrne per far conComlxittimcnto dì Rivoli (1848). Situa?.ionc dei Piemontesi vergere i suoi, raggiu ngere l 'alto• piano e coordinare l'avanzata, si lichiude fra l'avversario e il lago. Stretta da più lati, è mito a tenere il contauo mcrcè ekmenci di esplorapresto circuita e rimane in grande parte prigioniera. Le zione. In tali condizioni giungeva sul posto nella notte colo nne intermed ie, prive d 'appoggio , non possono ~ostesul 14 Napoleone Huo na partc, scguìto dal Massena che nersi d i fronte ad avversario in posizio ne, avendo a lcrgo forzava la marcia per raggiungere l'altopiano. L 'intuito il profondo ah-co <lei torrente Tasso, attraversato con fa. pronto e chiaro del Duonaparte rawìsò subito la necestica, tanto più che manca loro il sussidio del cannone. sità di riprendere la posizione avanzata che domina la La giornata si chiude dunque con piena villoria dei Francesi. slrelta d ' lncanalc, chiave dell'accesso all' altopiano, poco Il ma ttino del 15, rian imato dal successo e dalla precurando la minaccia di aggiramenti, sulla base d ì cspcsenza del Buonapanc, Joubcrt si spinge innanzi lungo le ricPze clv· ne avevano dimostrato l'inanità per abituale pendici del .\ fonte Baldo. attacca le forze nemiche che di(etw di coordinazione. Jourdan ebbe subito ordine <li ancora si sostengono nei pressi della Corona, le serra ri por tarsi innanzi , mentre nella notle affluivano le truppe contrp q uelle balze e le d isperde. Epi logo degno dell'azione del MaS\cna. della vigilia, a ch iusura di un fatto d'armi caraucrìn.ato Al mattino del 14 l'an-ersario s'impegna ~ulla fronte. da piena coopcrnionc delle tre armi contro sola fanteria dove le cokmne attaccano in ore diverse, e ~ono battute an·crsaria, per di più smembrata anra\"crso le alture. dalle truppe d i Joubert, con l'appoggio di reparti della priva d i pratica ccrlezza di tempestiva convergenza e del d ivis . Masscna. Lo sforw p rincipale si attua da parre della sussidio del cannone . . Anche le parti erano sfinite per colonna Rcuss che da Incanale riesce a forzare la dr. l'cnnrme sforzo delle lunghe marcie e dell'azione framfrancese allacciandosi però appena al ciglione dell'alcomentaria in terreno faticoso. Durante la battaglia, la copiano . JI momento è critico, po>to che la colonna J.ulonna del gen. Vukassovic rimase spettatrice impotente signan ha già progre<lilo oltre la .r. ; ma il Buonapan~ sulla sr. dell'Ad ige. Gl i Austriaci si ritirarono in d isord ine interviene con la consueta decisione, lancia degli squadroni verso Trento. Fnrzc impeg nate: circa 22.000 Francesi concontro la testa della colonna Reuss, ben presto rovesciata tro 30.000 Austriaci, di cui oltre la metà perduti, io g rande parte prigio nieri. Assai minori, bcnchè r.on precida contrattacchi d i fonteria nell a gola d'lncanalc e fulsare, le perd ite dei Francesi. Il Masscna vi g uadagnò il minata da l fuoco d i 15 cannoni che la po ngono a sbatitolo di duca d i Rivoli. raglio. Fallita così l 'azione principale, la situazione della

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Il. Paeio11e di Rivoli (1848). Appartiene alla prima guerra d'Indipendenza d'Ital ia. Dopo la caduta di Peschiera, parve giunco il momcmo propizie per cacciare i l Hcmico dalle posizion i d i R . . per assicurare all'a la sr. piemontese piena libertà d'azione verso l'Adige. /\ tale scopo il 10 giugno il gen. De Sonnaz a,·viò le due divis . del li corpo contro quelle posizioni, la 3• (gen. Broglia) a Pastrengo per la valle dell'Adige. la 4" (Duca di Genova) per Garda e Caprino, <lato che si riteneva che l'avversario fosse in forze su quell'altura e che fosse deciso a fare il massimo sforw per conuastare il possesso. ~a la celebre posizione non aveva nel J848 quell'importanza che aveva avuto nel 1796-97, essendo ora g li Austriaci padroni di Veron a e pulendo co lla ricon~uista di Vicenza riaprire le strade

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donate . I.a lo1ta tutta,·ia era ancora incerta sul oianoro di R., ove i difensori , che ammontavano in tutto a 5000 u.

(•4'' e

16° regg. d i f,rnter ia, , cp. volontari piacentini , cp. bersaglieri, 2 b1r. artigliena) erano p remuti da c:ilonne t•u~triache provenienti dal Garda, dall'Adige e dal .Monte D,,ldo. Sopraggiunto ji gen . Oe Sonna7. ~on rc)Jarti del 16• regg. fomcria (brig. Savona) e con mcz,,;a batteria, le son i del combattimento volsero in favore dei 2

Piemontesi e gli

Austriaci (urono ~01urattaccati e ricac-

ciati oltre Caprino. Però, nella notte, il De Sonnaz, giuchcando quell'auacco come secondario e che un altro, ben piì1 importante, si doveva atte ndere dalla pa ne di Verona, sgom brò le alture e si accostò verso il centro dello schieramento piemontese invece d i chiamare a sè come

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Combat1imcoto di Rivoli ( 22 luglio 18-jS)

dcl i.i Vali' Arsa, de ll a Val Sl1gana e del Friuli. lnfatti le poche truppe che tenevano quelle alture, ,i ritirarono all'appressarsi delle truppe piemontesi (regg. di- fanteria 3°, 4°, 13°. 14°, 1 cp. bersaglieri, 1 btr.). La brig . Piemonte rimase sulle alture di R. e le altre truppe tornarono alle posizioni d i partenza. l i g iorno successivo il duca d i Genova fece occupare anche la Corona e costrinse con fuoco d'artigl ieria a far sgombrare dal nemico il ,·illaggio di Dolcè, sulla sr. dell'Adige. Un drappello di avanguardia fu spinto anche alkl Madonna de lla Ferrara , su i g ioghi del Mon Le Baldo, che segnò il limite est remo, nel la valle dell ' Adige, dell'avanzata delle truppe piemontesi. Ili. Comba111111c1110 di R1110/i (1848) . Appartiene alla primil guerra <l' Indipe ndenza d' llalia e costituisce fase preliminare della battaglia d i Custoza. 11 l(adctzky sperava, a11accando dapprima l'alil sr. p iemontese a R. , d i ,ichiamarvi molle forze a,·versaric per poter baucrnc facilmente il centro. Le posizioni furono auaccatc, il 2~ luglio, dal Thurn con 12. 000 u. , scendendo dalla valle del l 'Adige. l i Monte 13aldo, tenuto dal 14° rcgg. fanteria, fu ben presto occupato. Anche Madonna della Ferrara e la Corona, investite da forze superiori, erano state abban-

~perava il nemico alcrc truppe . Come ne l 1 ;97. le forze dei difensori dell'altipiano, inferiori a quelle dcli 'atiaccantc, riuscirono a respingerle.

Rivolta (a rt. 114-u 5 C. l'. E . e 133- 134 C. P. M. M. ). È uno dei reati mii. p iù gravi, perchè costituito da 1111

atto collenivo d i ribellione, che può es<ere sediziosamente suggestivo per i subordinati ed è sempre minacciose, per i superiori e pericoloso per gli estranei alla milizia. li legislatore militare prevede ~lue d istinte figure d i ,·eato: ,~,) rivolt3 annata; 2(1) rivo lta non arrnma . Lj_ prima $i concreta in due ipotesi: o nel fallo di quattro o più militari in servizio arn1.1lO, o nell'imminenza di intra.. prenderlo, che per precedcn1e concerto si rifiutano di obbedire alla prima intim azione <lei Jc,ro s uper iori ; oppu,·e nel fatto <li q ua1tro o p iù mi litari, clic non si trova11c; in servizio armato nè nell'1mminen,.a di prestarlo, e ,empre per prccc<lcnre concerto prendono le :irmi <li loro dotazione, senza esserne autorizz.:ui e così arrr1ati co1nmcttono un gesto ,i111ulraneo <li disobbedienza at1i\'a o p assiva agli ordini dei superiori. La pena è del la morte median te la fucilazione nel pe110 ix:r g li agenti principali e della reclusione militare da tre a dieci anni per i complici.

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Il caso d i R. non armala consiste nel fatto d i otto o pi11 militari che, abbandona ndosi ad eccessi o violenze, si ri fìutano al comando d i un su periore di d isperdersi o d i entrare nell'ordine. Per il cod ice d i ma rina, data la &pcciale pericolosità d i una rivolta a bordo, si r ichiede che il numero dei militari sia d i quattro o pi,,. L a pena è identica a quel la per la rivolta ar mata, ma d imin uita <la w10 a rrc g rad i. (V. anche /lm m utÌ11flmento) .

Nominato poi primo comandante della br igata Tanaro, venne promosso tcn . generale nel r916 e comandò successivamente la 28a e la 45• d ivis. Tenne poi i coma ndi delle d iv is. territoriali d i Torino, di Novara e d i Napoli e nel 1920 andò in posizione ausiliaria speciale .

Rivolta d'Adda (ant . Ripalta). Comune in prov. d i Cremo na, nodo stradale importante, t rovandosi al centro del le strade per Piace nza, Milano, Lod i, Bergamo. Antica colonia ron1ana 1 nel medioevo fu fortificata con un _robusto

castello e con una cinta d i mura , di cu i ancor oggi si vedono i · resti. Appartenne ai Capitani d'Ar;:ago e poi ai Visconti, ai q ual i fu tolta dai Veneziani . Nel J160 .nei d intorni d i R. avvenoe uno scontro fra M ilanesi e Lod igiani, i quali ultim i furono sco nfitti . L'anno dopo Federico Ba rbarossa , per im pedire che i Piaceu tini e" i Bresciani potessero recare \lettovaglie o soccorsi a Milano assediata, ci nse di fortificazioni la chiesa d i R. e vi pose a guard ia un buon nerbo d i truppe. Nel 12r7 p resso R. combatterono un a sanguinosa bdttaglia Mila nesi e Cremo nesi ; q uesti ult imi e bbero la peggio e d ovettero r itira rsi con g rav i perd ite. Il paese venne occupato nel 1440 dai Veneziani e dal loro al leato Francesco Sforza. Nel maggio del r509, al la vigilia d ella battaglia d i Agnadello, ;, F rancesi ~li Luigi XII assalirono R., pian tarono le artigl ierie contro le mura, presero il castello, lo arsero e lo saccheggiarono col borgo, dopo averne sloggiato il presid io veneto.

Rivoltella. Frazione del comune <li Desenzano Garda, su lla riva del lago .

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T rattato di Rivoltella (18 ottobre 1448) . F ra la repubblica di Vcne;:ia e Francesco Sforza, non ai1cora signore d i M ilano. Egli doveva restituire le tette prese cou le sue milizie nel Bresciano e nel Bergamasco. Jn compenso la repu bblica si impegnava a<l aiutarlo nelle sue m ire 1t1l Milanese.

Rivolto (Fo,'lific11z ione). Con tale voce intendesi l'cstrC· mità della linea parallela o della trincea

ritirata

verso

Rizzardi Ercole ,

Rizzardi (1:-.'rcole). Generale, n . e m. a Milano (18n1895). Sotto t. cl i cava lleria od 1841, meri tò alla Sforzesca (1849) la med . d 'argento. Comandante dello sqdr. Guide, di n uova formazione, nella campagna del 1859 si segnalò a Solferino e venne decorato delle croci da cav. dell 'O. M. S . e de lla legion d 'onore . Passato od corpo di S . M. nel 1860, si d ist inse nelle camp,igne delle Marche ed Umbria e <lella Bassa Italia e meri tò la croce d'uff. dcl1'0. M. S .. una seconda mcd . d 'argenro e una menzione u11orcvolc. 1 en . colonnello cayo di S. M. della t• d i vis. nel 1861, fu promosso colonnello nel 1862, comandò i lancieri F irenze e dal 1864 quelli cli Novara. Magg. genera le c0111audante territoria le di cavalleria a Verona nel 1870, fu collocato nella riserva nel 1879 e nel 1881 ven ne promosso ten. generale. Rizzm·di Michele . Gccncra lc, n. ad Ottaiano nel 1851 . Sottot. cl:art. nel 1871, lasciò i l serv izio attivo col gra<lo cli ten . colonnello nel 1903. Colonne llo nella riserva nel 1906, fu p romosso magg . generale nel 1915.

Rizzetti (Angelo) . Generale, n. a Torino, 111. a Bordighera ( 1830-1901). Tenente d 'art . nel 1851, partecipò alla guer ra d i Crimea cd alle campagne del 1859, 1860-61 e 1866. All 'assedio d ' t\ ncu11a meritò la croce da cav . del• l'O. M . S . ed a que llo d i Gaeta la ,ned . d'argento. Co, lo nnello nel 1875, comandò il 4° art . e ud i881 passò a l comando territoriale <l 'art. d i Ve rona . Promo~so 1nagg. generale nel 1882, passò a comandare la brigata Venez ia. In l'. A. nel 1887, e nella riserva ud 1890, venne pro, mosso ten. generale nel 1895.

l'inte rno,

per nasconderla al nemico e sottrarla ai t iri cli in fìlata.

Rivoluzione (Medaglia della). Istituita nel 1918 dallo Stato cecoslovacco : ha una c roce con guerriero a cavallo; nastro rosso con r iga centrale bianca bordata d'azzurro. Fu creata pe r premiare le azioni compiute per la libertà e unità del la Cecoslovacchia. (Per le guerre della Rivoluzione francese, V. Rep11bblim).

Rizza S ebastiano

M ed aglia della R ivoluzione (Cecoslovacchia)

Rizza (Sebastiano) . Generale, n . a (>alazzolo Acreide nel r859. Sottot. d i fanteria nel 1879, fu in E ritrea coi cacciatori d'Africa nel 1888 e 1889 e poi nel 1896 col 16° bgl. d' Africa , col q uale combanè ad Adc;a meritando la 111ed. d i bronzo. In Sicilia, in occasione del terremoto del 1908, ebbe la mcd. d i bronzo di benemerenza. Colonnel lo nel 191t, comandò ia Libia 1'84° fanteria e nel 1912 meritò due m cd . d'argento, un a a 7,anz.ur e l 'altra a Sidi Bilàl. Magg. generale nel 1915, entrò in g uer ra contro l'Austria quale primo comandante dcl!a brigata Fi renze .

Rizzi (Gù1wmo). Gene rale, n . nel 1866. Souot. del genio nel 1887, fu in Eritrea nel 1891. e nel 1897. Fr eq uentò poi la scuola d i guerra e divenne colonnello nel 1916. P artecipò alla g uerra contro l'Austria q uale comand a11tc del genio del XXVI C . d 'A . Dopo di avete comandato il genio del C. d ' A . d i Trieste, andò in P . A. S . nel 1923. Generale d i brigara nel 1924, passò nella ri• serva nel 1928. Rizzo (Luigi) . Medaglia d 'oro , n. nel 1887 a Milazzo. l'eroe leggendario della nostra Marina da g uerra; il per antonomasia delle navi austriache; uno dei pochissim i (col ten . col. Galliano, ca<luto ad Adua, ed il ten . generale Gonzaga) che siano stati decorati con È

(< Sil uratore >)


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<luc medaglie d'oro al valor militare. Esperto ufliciale della marina mercantile, fu richiamato in servizio nel r9r4, quale ufficiale d i complcme11to, nella marina <la guerra, d ivenendo ben p resto ten. di vascello per merito dì guerra e non tardò a segnalarsi per p reziosi servig i e per atti di ard imento che g li valsero le prime distinzioni: tre successive mecl. d 'arr-gento al "alore. Divenu!<> comandante d i sqt:adriglic dì ~{ mas >), compì con e sse una serie di im prese audd-

cissime, che dovevano dargli trofei ambitissimi d i glo ria e rinomanza mond iale. Nella no tte dal 9 al 10 dicembre 1917, penetrato nel munitissimo porto di Trieste, vi affoudava con un siluro una delle migliori un ità della flotta austroungarica: la << Wicn " e gli fu conferita la prima mcd. Rizzo Luigi d'oro , « per la g rande serenità cd. abili tà professionale e pcl mirabile eroismo d imostrato nella brillante, ard ita, ed efficace opcraz.ione, da lu i guidata, cl 'attacco e di d istruzio ne d i una nave nemica nella munita rada di Trieste " · In pari tempo venne promosso capitano d i corvetta per merito d i guerra . Con Gabriele d 'Annunzio e con Costanzo Cia no, partecipò quindi alla famosa beffa d i Buccari, e t ra l'una e l'altr a di q ueste n1assi111c .in1prcse nrnrinarc non ristette mai dal prodigarsi in crociere, in agguat i, i n scorte. Infine compì 1'impresa aud ace d i P remuda, che gl i valse la seconda mcd. <l'oro , con la seguente motivazione : " Coma ndante d i una sezione d i p iccole siluranti in perlustrazione nelle acqu~ d i Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta d i due corazzate e uu1nerosi cacciatorpediniere, e senza esitare, noncuran te del grave rischio, dirigeva immediatamente la sezione a(! 'attacco. Attraversava con i ncred ib;le audacia e somma perizia m ilitare e marinaresca la linea fortissima delle scorte, e lanciava due siluri contro una d elle coraz.zate nemiche, colpendola ripetutamente in modo da affondarla . Libcravasi con g rande abi lità d al cerchio d i cacciato rped_inicre che da ogni lato gli sbarravano il cammino ed inseguito e cannoneggiato da uno d i essi, con il lancio d i una bomba d i profondità lo faceva desistere d all 'inseguimenro , dan neggiandolo gravemente" · (Premuda , 10 giugno 1918).

R izzuti (Giuseppe). Generale medico, n. nel 1872. Sotto ten . medico nel 1897, fu in Libia <la i r911 al 1917. Direttore del servizio batteriologico durante Ja lotta contro il colera (1911) e contro la peste , (1913) a Tripoli,, e d urante la lotta contro l 'epidemia pestosa a Bengasi nel 1914, già ca po dei servizi p rofilattici nelle provinci;- d i Napoli e d i Palermo, meritò la mecl. d 'argento e q uella d i bronzo dei benemerit i della salute pubblica. Partecipò nel 1918 al la g uerra contro l'Austria. Colonnello nel 1927, fo d irettore dell'ospedale d i Trieste e poi direttore di sanità mii. del la Sicilia . Nel 1933 fu prcmosso magg. generale med ico.

Rjasan. Città della Russia, su l fiume Oka, a sud-est di Mosca. F u assediata nel 1237 dai Tartari condotti da Batu, il quale fece alzare u n terrapieno intorno alle mura e lo munl <li grosse balestre e catapulte . Dopo cinque giorni

di lancio d i proiettili, i T artari diedero l'assalto, superarono la resistenza dei difensori e penetrarono nella città , facendo strage d egli abitanti e mettendo ne molti alla tor · tura. - N el 1424 presso la città venne inv_ecc sconfitto un corpo di Tartari , per opera d el grand uca Vassili I d i Russia.

Rjieca. Borgo dell a Jugoslavia , nel Montenegro , a n ord del lago d i Scutari, fra questo e Cettigne. - Il 25 agosto r862 i Turchi vi batterono gli insorti montenegrini , comandari dal principe N icola; questo combattirnentu fece cadere Cettig nc nelle mani dei vincitori . Ro. T ipo d i aeroplano italiano da ricognizione, biplano, monomotore, di costruzione m ist a (acciaio e kgno), biposto normale e triposto per le colonie. - Il « Ro 1 " ha 6 ore d i autonomia, con raggio d 'azione di 450 Krn ., peso totale Kg, 2175, apertura alare n1 . 15,30, velocità massima Kmh. 230, armamento una micrag)iatricc auraverso l'elica , una in torretta mobile, un la nciabom be e un lanciapezzoni. 11 « Ro r bis " ha G ore e ¾ di autonomia ,

Aeroplano Ro

1

(Romeo)

peso rotale K g. 2330, una mitragliatircc in più del precedente. Il ,, Ro 5 " è un aeroplano da turismo e scuola, monoplano , con au tonomia d i 5 ore, peso totale d i 700 Kg., apertura alare m . 11 ,22, ad ali r ipiegabili, velocità Kmh. 175.

Ro Girolamo . Capitano m ilanese del sec. XVI. Jniziò la carriera delle armi a 16 anni, cornbattè in F iandra e d iede grandi prove <li valore in Gcrrnan ia, i n Pjemonle , in Sardegna e nella Spagna. Ritiratosi a Milano, si fece frate.

Roanoke. Isola sulla costa at lantica degli Stati Uniti, che domina lo sbocco! setten n-ionale del Parnlico Sound, specie di mare interno nella Carol ina settentrionale. Per roglierla ai Confederat i, che durante la guerra d i Sece,sionc svolgevano su quelle r ive att ivissimo contrabbando d i guerra, il gen. Burnside sui primi d el 1862 ebbe incarico d i impad ronirsene. li 12 gennaio partl dal forte Monroe un con.voglio <li 100 navi, su cui erano i1nbarcate tre bri• gate (r6.ooo u .) . Un colpo d i ven to presso capo Hatteras separò dalla scorta i t rasporti, che, riunit isi, il 5 febbraio gett:imno l'ancora a Sud (lell ' isola. Le operazioni vigorosamente cond otte jn pochi giorni ne vinsero le d i~ fese, con :•impad ronirsi delle trincee confederali difese da 5000 u. con 28 cannoni. Successivamente caddero nelle mani <lei Federali Elizabeth-City, Newbcrn, Beaufort. Solo i poni d i Cbarleston e <li Savannah rimasero aperti ai Confederati. L a scor ta, d i r7 navi da guerra, era agl i ord in i Jcl commodoro Go ldsborough, i l q uale, per p enetrare ocl Croatan Sund , dovette superare secche pericolose e sbar-


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ramcn1i, e il ; febbraio giunse a tiro del forte BartO\\' di ,·apori armati dei Confederati, al comando del com, modoro Lynch . La Aou ig lia confederata venne d ist rutta da un reparto di quella federale, comand ala dal capie

tano Rowan.

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comandaote superiore dei distretti della divis. di Tonno nel 1880, andò in P. A. nel 1881. Buon musicista compose l'operetta: "li bersagliere » e varie roman2.c, tra cui la popolare " Stella confidente » .

Robbio (ant. Robit1111). Comune in prov. di Pavia, tra la Scsia e l 'Agogna. Ebbe in antico un buon castello quad rato, con fossato, gro,se mura, due porte. Venne investito dai Francesi del Vcndéìme l '11 marzo 1704; la guarnigione abbandonò le care e si chiuse nel castello. La mattina ~egu entc, ~r rivntc le artig lierie, dopo due ore di fuoco gli Imperiali (circa un centinaio) furono costretti ad arrendersi a discrezione.

J<obbio Maurizio. Generale, m. a Torino nel 1780. UA1ciale d i fanteria, si d i,tinse nelle guerre per la Successione di Palonia e d 'Au,tria e rimase ferito nelle battaglie di l'arma (1734) e di Madonna dell'Olmo (ti44). Colonnello nel 1768, fp governatore <lei castello di Casale . Passato nel 1769 a governare ta cictèl e provincia d i Mondovì, venne promosso brigadiere di fanteria nel 177r. Governatore di Valrnza nel 1773, fu promosso lugoren. generale ncl l 'anno seguente. Robecchetto. Comune in prov. di Milano, prc~o Magenta, su lla sr. del Ticino.

Combattimento di Roanoke (1862)

Roasenda. Comune in prov. d i Vercelli. Vi fu co~truito dalla famiglia Roa;enda un castello solido, con ire ponti levatoi e grande fosso, oltre a un maschio dominante. li c:,stdlo venne assediato dal conte Amedeo VI di Savoia verso la metà del sec. Xl V e cedette solo dopo sei rnes1 di s1renua resistenza. Robasacco (Gil'ola1110). Capitano milanese del scc. XVI. Entrato nelle milizie a 15 anni , era capitano a 22 . Al sc<'iz.io di Carlo V, si segnalò nell'impresa d i Tunisi. Fu quindi in Germania, in Sassonia, in Fiandra, in Algeri ed in Piemonte, ove per molti anni fu governAtOre d i Ivrea e di Asti. Due volle ferito dai Francesi nella difesa di Cuneo, si ritirò a vita privata nel 1558. Robaudi (Vincenzo) . Generale, n . a S. Benigno Canavese, m. a Torino (1819"1882). Volontario bcriagliere ne l 1848, combauendo alla Corona fu promosso sonot. per merito di guerra. Partecipò alla guerra di Crimea cd ottenne la croce della legion d'onore. Comandante il :210 bi. bersaglieri nel 186o, si distinse con tro i rivoltosi neRobaudi Vincenzo gl i Abruzzi cd all'assed io d i Civitella del Tronto: meritò la menzione onorevole e la croce da cav. dell'O. M. S. Colonnello comandante il 5° rcgg . bersaglieri nel 1868, comandò poi il distretto mii. di Novara. Magg . generale

Combt1tti111cmo di 1<.obc,·chctto (3 giugno 1859). Appartiene alla seconda guerra per l'Indipendenza d'Italia e costituisce uno dei faui d'arme che precedettero la bat• taglia di Magenta. Napoleone III, dopo <li aver fatto gettare un ponte sul Ticino nei pressi di Turbigo, ordinò che l'\1111 C . d'A. (Mac-Mahon) prendes.e posi1,ionc, il 3 giugno, nella zona di Turbigo e che la divis. della Guardia (~1cllinct) si portasse a Trecatc. li gen. C lam Galla,, comandante del I C. d'A. ~usrriaco (di"il. Car<lon e Mnntenovo), giunto nella zona di Magenta pc~ concorrere alla difesa dei passi w l Ticino) appena informato che truppe francesi ocwpavano Turbigo e Robecchetto, decise di ricacciarli con reparti della è,vis. Cardon. Da Malvaglic, cd I nduno, alle ore 1 t del 3 giugno, il 37' rcgg. arciduca Giuseppe, il 14° hgl. cacciatori, con qt1attro pezzi, attaccarono le posizioni francesi riuscendo .id occupare R., ma il Mac-Mahon fece allora a\'3nzare da Turbigo il regg. tiragliatori algerini, appoggialo dal 45° rcgg. d i linea, ! ':1tt,1cco alla baionclta , a bgl. affiancati in linea di colonne, indusse gli Ausuiaei ad abbandonare R. <.xl a ripiegare su Malvagi io e Magenta. Perdite: Francc,i 8 morti e 42 tenti ; Austriaci 27 mom, ,16 feriti e 35 dispersi .

Robecchl (Gwseppe). Avvocato, n . a Milano, m. a Monaco di Bal'icra (1825- 18~8). Combattè nelle Cinque Giornate e seguì il Manarn a lla ,lifc,a d i Roma; nel 1859, nd 186o e nel 1866 seguì Garibaldi, come aiutante del Medici; poi fu deputato , dalla Vll alla XV legislatura, e nel 1884 venne nomi nato senatore. Scrisse : " fl soldato cittadino » e « I galloni d'argento », libri d 'isuuzione per i wldati. Robecco d'Oglio, Comune in prov. di Cremona, a bre\'e distan~a dalla dr. dell'Oglio. Vi fu eretto nel 1287 un castello che venne preso nel 1318 dai Guelfi del Cavalcabò e nel 1412 d a Pandolfo Ma latesta. Robeck (1ir Giovan111). Ammiraglio inglese (1862-1928). :--lei 19u di\'enne ispettore delle navi scuola e l'anno seguc11te contrammir. al comando di una flottiglia di cacçiatorpediniere. Allo scoppio della guerra Mondiale, richia-


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mato dalla riserva dove era stato appena collocato, ebbe il comando della 9• squadra d i riserva . Partecipò a lla spedizione contro i Dardanelli e vi assunse - a l momento del ritiro dell ' ammir. Carden il comando del la flotta anglo-francese. · Quindi passò a comandare (dicembre 1916) la seconda squadra della flotta brita nnica, e dopo la guerra quella del Mediterraneo, divenendo anche alto commissario a Costantinopoli. Dal 1922 al 1924 comandò la flotta dell' Atlantico e l'anno seguente divenne ammiraglio della flotta.

Robert (o Ro.1,erto, Simone, e Giacomo) . Archibugieri italiani del sec. XVI, padre e figlio. Lavorarono per il duca d i Savoia Emanuele F iliberto e per il duca Filippo d'Este.

Robert. Medico parigino che, attorno al 1831 . costrusse un fucile a retrocarica, nel quale il meccanismo d i chiusura, a<I asse oscillante, presentava un 'a!)ertura circo lare per la carica e si chiudeva per mezzo d i una leva che era assicurata al calcio, e che concorreva ad armare il çane. J'.bbc nome R . lln cannone costrui to a Napo li nel 1834, rigato, con anima a sezione rett iline:i elittica. Robert Vincenzo. Generale, n . nel 1857. Sottot. d i fan. teria nel 1882, a,,dò in P. t\ . nel 1905 col grado d i capitano. Richiamato in ~erviz io <..lu r:.-uuc la guerra contro l'Austria, fu a,ldetto al comando della d iv is. territoriale d i Novara c. venne promosso colonnello nella riserva nel 1916 e brigadiere generale nel 19t8. Nel 1923 assunse il grado di generale di brigata.

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essendo staro collocato a r iposo ne l 1924. Prese parte alla campagna d 'Africa cd a lla guerra Italo-turca.

Roberto. Fregata in legno, costruita nel 1843 in Inghilterra per la marina napoletana. Dislocamento tonn . 1264, macchine HP. 300. Partecipò alla campagna del 1848 nell'Adriatico; entrò a far parte del R. Naviglio 11cl 1860 e venne rad iata tre :rnni dopo . Roberto. V. Alta villa e A.ngiò. Rrberto di Ginevra. Cardinale del secolo XIV. Nel 13ì5 condusse in Italia bande brenoni per combattere i Fiorentini in lotta col Papa . Robeno di Baviera . Principe ereditario, generale, n . nel 1869. Al lo scoppiare della guerra Mondiale era colonnello generale della fanteria bavarese e ispettore della 4• armata t~desca. D uranrc la guerra comandò dapprima la 6• armata, che si battè a Verdun, t poi i l gruppo d 'ar, mate dell'ala destra. Quando in Germania scoppiò, a l termine della guerra, la r ivoluzione e k case regnanti perdettero !a corona, questa sorte toccò anche a lui, che però rimase a Monaco, partecipa n lo ad ogni funzione d i carattere patriottico. Roberto Forni. 30a Legione della M. V. S . N., costituita a Novara nel lugl io 1923. Ebbe dapprima il nome di « F ilippn Oddone ».

Robertazzi (Enrico). Genera le del commissa riato, n . a Napol i nel 1,%4. Sottor. nd 1887, insegnò organica e materie amministrative alla scuola mii. di Modena . Partecipò alla guerra contro I· Au,trià c fo promosso colonnello nel 19 18. Direttore di commissariato del C. d'A , d ' Alessandria nel 19r9, a11d.ò in P . A. S. nel 1920. Magg. generale di comm issariato in A. R. Q. ne! 1926 fu trasferito nella ri~erva nel 1929 ç promosso ten . gecierale nel 1931. Pubblicò, nel 1910, « JJ nuovo ordinamentr, del personale amministrJtivo del] 'Esercito ». Robertì (dì Ca,-tclvero, conte Emilio) . Generai<:, m. nel 1837. Ufficia le di fanteria, partecipò alla guerra contro la Francia -<lclla fine del scc. XVIII. Colonnello nel 1815, comandò il cor!'o Cacciatori italiani. Magg. generale comandante la divis. mii. d i Novara nel 1820, d ivenne go• vernatore in 2a della Real Casa degli I nvalid i. Venne i nsig nito de lla commenda dcli 'Ordine Militare d i Savoia. Roberti di Caste/vero conte Gimcppe Ma,·ia . Generale, n. ad Asti, m. ad Incisa 13elbo ( 1775-1844). U fficiale d i cavalleria, <tivenne colonnello comanda1uc il rcgg. Savoùt cavalleria nel 1819. Magg . generale governatore d i Cagliari nel 1825, fu incaricato del k funz ioni di vicerè di Sardegna nel 1829. T~n . genera le nel 1833, fu governatore <li Cuneo nel 1835 e <l i N,wara nel 184z. Roberti di Ca;tc/vero conte Vittorio . Generale, n. nel 1846, m. a Porro Maurizio ne] 1923. Sottot. di cavalleria nel 1866, partecipò alie ca ,npagne d el 1866 e del 1870. Lasciato poco dopo il servizio attivo, venne riamme_-;sa nell 'csercito quale ufficiale <li fanteria della M. T . Passato nella riserva, fo pron1osso colonnello nel 1905 e magg . generale nel r9r4 . Roberti Vùtory Lorenzo. Ammiraglio, n. a Napo li nel

18fo. E ntrato in servizio nel 1876, fu pron,osso contramrnir. nel 1916, e ammir. d i divis . nella riserva nel 1926

Conseg na di drappelle alla legione Roberto Forni ( 1928)

Roberts (Feduico) . Generale inglese (1832-1914). Ufficiale d'artiglieria, quando nel r857 scoppiò la rivolta in India, partl per i l Pcndj'\b, si segnalò all'assed io di Del ~i e ripor tò due f.erite. Maggiore nel r86i, partecipò alfa spedizione d 'Abissinia. Ritornato in India nel 1869, fu incaricato l 'anno dopo d'organizzare una colonna d'ic1cliani per sottomettere i Looskai cd in tale impresa assai si distinse. Pron1osso magg. generale nel 1878, partecipò alla guerra contro I' Afganistan e per essa fu encomiato dal parlamento ing lese. Essendo però avvenuto poco <lOpO l'eccid io della missione di Cal>ul , ritornò nell'Afganistan e dopo una l unga e disagiata marcia compiuta in breve tcmpn, attaccò e sconfisse i ribelli a Candahar. Ebbe in premio il titolo di lord e la promozione a ten. generale. Destinato nel 1881 alla colo nia t !d Capo per reprimere un 'insurrezione <l i Boeri vi giunse a pace cond usa . Fu al lora inviato a comandare le trup!)e <li Madras. Nel 1885 ebbe il comando in capo dell 'esercito indiano e lo tenne sino al 1893. Dopo i primi insuccessi degli Inglesi nd T ransvaal vi ebbe i l comando in capo e nel 1900 conquistò Blòem fontein e P retoria; alla fi ne dello st~sso anno

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,ebbe il grado d i generalissimo. Cessò dal serv1z10 attivo nel 1905, ma nel 1914 non volle rimanere inerte, e 1nal.grado i suoi 82 anni fu in Francia come ispettore delle truppe indiane com bauenti, e morì durante questa sua -car ica. Lasciò un'opera d i memor ie: « Quarant'anni in India ».

fu rioso con trattacco, a cui le sue truppe, animate come sempre dalla sua presenza, resistevano tenacemente, mentre g ià gli arrideva la vittoria cadde colpito a morte » /Grazigna, 16-17 maggio 19t7).

Robins (Beniamino). Ingegnere inglese (1707-175 r). Fece varie esperienze e pubblicazioni d i artiglieria e balistica; inventò i l pendolo balistico per misurare la forza di proiezione delle polveri, determinò la tangente trigonometrica dell'angolo di mira necessario per colpire il bersaglio, dimostrò che la giuata non dipendeva unicamente dalla velocità iniziale, ccc. Lasciò un trattato : ,, N uovi principi I

cl artiglieria >>.

Roberts Federico

Robertson Guglielmo

Robolinì (nob. 11/c;sandro). Generale, n. a Pavia, 111. a Bereguardo (1862-1923). Soltot. di cavaller ia nel 1882, raggiunse il grado d i colonnello nel 1913. Comandò i lancieri di Novara e nel 1916 andò in P. A ., venendo contempora neamente richiamato in servizio e destinato alla 4• armata, servizio vigilanza quadrupedi, per un anno. Fu promosso magg. generale nei 1920.

Robertson (sir Guglielmo). Maresciallo inglese ( 1 8601933). Iniziò la carriera a 17 anni cc;,rue semplice soldato, .e iu a lungo addetto ali'« lntdligence scrvice », prestando servizio in ln<iia <iivencndo ten. colonnello durante la _guerra Anglo-Boera, brigadiere generale nel 1907, quartiermastro generale nel r914, e controllore dei servizi d i •traspor to e d i approvvigionamento per le truppe inglesi in F rancia. 'Durante la guerra Mondiale d iven'n e luogoten. _generale e generale; fu capo di S. M. e fece parte del Consiglio d i guerra di Versailles. Comandò nel 1819-20 ·il corpo inglese <l'occupazione sul Reno e divenne mare·scial lo nel 1920.

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Robino (Aurelio). Medaglia d'oro, n. a Cauelli, ca-duto a Gorizia (1867-1917). Ufficiale in servizio atti\•o, aveva prestalo servizio nei bersaglieri. Frequentat a la .Scuola di guerra, era stato promosso a sc;.elta capitano, .alternando i servizi alle truppe con quelli presso i l Comando del corpo di S. M. Iniziata la guerra Mondiale -quale maggiore, comandante di un bgl. del 4° regg. ber·~aglieri, fu nell'ottobre 1915 promosso ten. colonnello e l 'anno seguente colonnello per merito d i guerra, assumendo il comando ciel 119° regg. fanteria. Guidandolo durante 'la decima battaglia dell 'Isonzo, nel maggio 1917, ad un i,;,petuoso contrattacco sulle alture d i Grazigna, cadde fe. rito a morte, La memoria del prode colonnello fu onor ata ' della med. d'oro, con la seguente rnotivazione: « Comandante di un reggi• mento, con singolare perizia diresse parte delle sue truppe all 'auacco d i una forte posilione nemica, riuscendo a conp quistarla. Non potendo quelle truppe procedere per l'esistenza d i un reticolato sul rovescio della posizione e perchè battute da intenso fuoco Robino Aurelio di artiglieria e contrattaccate, accorse coi rincalzi , che, ,animati da] suo esempio, respingevano dop o accanita misch ia l'avversario. Rinforzatosi d urante la notte sulla posi• .zione e pronunciatosi il matt ino successivo un nuovo e

Robolini Alessandro

Hobotti Giuseppe

h obotti (Giweppe). Generale , n. e m. ad Alessa nd ria (1854°1930). Sottot. di fanteria nel 1877, raggiunse il ·grado di colonnello nel 1909. Comandò i l 43° fanteria e nel 1912 Eu collocato in P. A. Richiamato in servizio per la guerra con tro l' Austria e magg. generale nel 1916, fu collocato a nposo l'anno seguente cd assunse . nel 1923 i l grado di generale di divis. nella riserva. Roca (Giulio). Generale argentino (1843-1914). Sottot. nel 1858, partecipò alla guerra di Buen~s Aires contro ; 1. tre provincie e ~livcnnc generale nel 1879 partecipando alla guerra contro il Paraguay; poi diresse varie spedizioni cO!llro gli I ndiani. Presidente cella repubblica nel 1880, lasciò il potere nel 1886; partecipò a ll a rivoluzione del 1890 e fu nominato ministro della guerra e poi vicepresidente della repubblica {1895) e d i nuovo presidente (1898) restando in carica ' '"':Roca Giulio fino al r904.

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ROC(la. I); un forte o fortino d i muratura, proprio <lel1'epoca medioevale, 'q uasi sempre costruito su posizione rocciosa dominante: tuttavia nel secolo XV le voci Ba• 37


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;tione, Cmtello , Rocca (V.) d ivennero sinonimi. La piccola R. fu chiamata « Rocchetta », e questo nome rimase, come l'altro , a molti paesi.

Rocca dei Martinengo (lago d'Iseo)

N.oo'Cfl Banardino . Scrittore m ilitare piacentino del secolo XV I. Lasciò tre opere : « Imprese , stratagemmi cd errori militari »; « Del governo d ella militia »; « Dei discorsi .cli guerra >l .

rosa resistenza fatrn. meritò la com me nda dell'O . M. S . Nel 19r9 comandò la 27a divis. e poco dopo la divis . m ii. d i Milano che tenne sino al 1922, quando, duran te una esercitazione nel Varesotto, ri mase g ravemente ferito per l 'accidentale scoppio d 'una bomba. Nel 1927 a nd ò in P . A. col grado di generale d i C . d'A. <: circa un anno dopo• morì p resso Bucarest per un in fortu nio automobi list ico. Pubblicò : « Vicende d i guerra » .

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Rocca Carlo . Generale, n. ad Oncglia nel 1868. Sottor. de i bersaglieri nel 1887, partecipò alla camp agna Eritrea del 1895,96. Frequentò poi la scuola d i guerra e fu in. Libia nel 19u, 1912 e 1913. Entrato nel 1915 in guerra contro l 'Austria comandò il XLV1! bgl. e nel 1916, da colonnello, il 16° rcgg. bersaig licri. Colonnello brigad iere CO· ma ndante la brigata Bologna nel 1917, sul T ag liamento eb be la ~roce d i cav . <lell'O. M. S. Brigadiere generale nel 1918, comandò la br igat a Salerno e passò in P. A . S. nel 1920. Nel 1923 assunse ì l g rado di generale d i brigara e nel 1927 fu promosso generale d i d ivis. in A. R. Q. Come ~ddetto all 'Ufficio Storico, si occupò della relazio:ie della campagna del 1859; collaborò a riv iste e giornali ;. è colla boratore della « Enciclopedia Militare » .

Rocca d' Anfo. V . Anfo.

Rocca Giovanni e Luigi. Fonditori d'artiglie ria, genovesi , pad re e figlio, del secolo XVII-XVJJI. F urono assai abili ; il padre lavorò per 44 anni per la repub blica di Genova e dal 1698 anche per i l Piem onte e il figlio lo c9 adiuvò continuando l'opera sua . Alcune boccbc d;, fuoco di costoro hanno anche notevole valore artistico.

Rocca Rey Carlo. Ammiraglio, 11. nel 1852. E ntrato in servizio nel 1867, fu promosso concrammir. 11d 1906, vicea/nrnir. nel 1911, ammir. di squadra nel la riserva nel 1926, e collocato a riposo nel 1930. Fu presidente d eUa Commissione permanente per gli esperimenti d d materiale da guerra dal ,gc6 al 19()8 e çapo <lcll' ufficio <li stato maggiore della R. Marina d al 19n al 1913.

Rocca di Papa. Comune in p rov . d i Roma; e bbe ot tima fortezza q u~drata, con q uattro torri agli angoli. Nel 1482 fu presa dal <luca di Calabria e d ue anni d op e> ripresa dagli Orsin i. I quali nd 1557 .:ammisero vessazion i a danno degli abit anti di Velletri . Questi assediarono strettamente i l castello, lo presero per fame, e lo rovrnarono.

Roccafuoco, Era cosi chiama ta una speciale composizione (16 parti d i zolfo , 4 <li salnitro , 4 d i polverino" 3 d i po lvere) che usavasi come fuoco :avorato per bombe e per granate reali . Roccaglor iosa. Comu ne in prov . di Salerno. Durante la g ue rra d ei rrancesi contro g li insorti del Napolernno, il gcn. Mcrmct, con 1100 u ., attaccò il paese che era d ifeso da 700 insorti comandati d a Roccastadali . La loro difesa fu ostinata, ma n ulla potè con tro le a rmi e le forze superiori d el Merme t; dopo di avere perduto 200 u. , furono costre tti ad abbandonare il paese ai vincitori , i quaJi lo invasero, lo saccheggiarono, lo diedero alle fiamme . Rocca Massima. Com une in prov. d i Roma, nel ter: ri torio d i Velletr i, a 725 m. d 'alte zza . F orse è nel luogo dell'an tica A rx Carventana, fortezza d i Can;entm11, che fece parte della Lega latina e fu presa da i Romani nel V secolo a. C. Ven ne munito d i castello nel secolo X IV .

Rocca Francesco

Rocca Carlo

Rocca Pmncesco. Generale, n . a Marsiglia, m . a Curtea de Arges (Rom an ia) (1862-1928). Sotrot. di fanteria nel 1883, fu in Eritrea nel 1887 e ,888. Frequentata poi la scuola di guerra, passò nello S . M. Nel 1913, affrontando e d isarmando un pregiud icato a Ba r i, meri tò la med. d i bronzo. Colonnello ca.po <l i S. M . d ell'X I C. d ' A . nel 1915, i n tale qualità in iziò la guerra co n tro l'Aust ria . Assunto nel novembre 1915 i l comando della b rig ata Fe r rara , sul Carso meritò la med . d 'argento e su l S. M i.:hele ed a S. Martino la croce d'uff. dell 'O . M. S. Magg. generale nel 1916, ebbe nel 1917 il comando della 63• divis. con la q uale si battè sulle a lture di dr. de l Tag liamento . Caduto nel le mani del nemico, per la valo-

Resa di Rocca Massima (1557). Appartiene alla guerra del pa pa Paolo IV contro g li Spagn uoli . Per online di Marcan tonio Colonna, il barone di Fclts, con un co, po 1edesco e tre cannoni, investì il castello, d ifeso da G iovann i Orsini con piccola guarnigione . L 'altezza e le robuste m ura rendevano impossibile l' impresa . AEora il barone fec,~ smontare i cannoni, e adattare tr e tronch i d 'a lbero agli affusti ; q uindi, con n umerosi buoi, fece salire i finti pezzi verso la montagna , dove, i n posiz io ne d ominante il ca~ stello, fece inoltre prepa rare i gabbioni come se volesse mettere i pezzi in batteria. L 'Orsin i cadde nel tranello, e, compreodendo che non avrebbe potu to resistere, ottenne d 'and arsene libero co nsegna ndo il castello, che fu saccheggiato e d evastato dai Te<les_c hi, andando poscia i n rovina.

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Rocca P iètore. Comu ne in prov. <li Belluno, ant. d1iamato « Roccabruna " · Ebbe un buon castello, che, durame le fazioni med ievali, venne attaccato e preso dai Guelfi, condotti da Simone Gava rd i d i Capodist ria . l Bellunesi vi inviarono subito Andrea Miari, con un corpo •li G hibellini, i quali investirono i Guelfi chiusi nel castello, e riuscirono a prcadcrlo , facendo prigione il Gavard i che morì i n carcere a Belluno. Il castello venne ~listrutto. Roccasecca. Comune ·in prov . d i Fr osinone, JJd bacino de l Garig liano . Vi fu e retta una rocca sulla fine del X secolo, e nel seguente essa venne attaccata e d istrutta

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Roccavione (an r. Rocca Vido111s) . Comune i n prov. di Cuneo, fra il Gesso e la Vermenagna. Sopra una roccia a picco sorgeva un forte caste llo . Presso il paese, nel 1274, le m iliz ie riunite di Asti , Saluzzo, Chieri ed Alba, agli ordini di Beggiamo Beggiami d i Savigliano, sconfissero Ìe truppe provenza li di Carlo I d 'Angiò, comar,d ate dal figlio Filippo. li duca Amedeo di Savoia, ifl lolla coi m archesi di Ccva, nel r433 attaccò e prese R. , distruggendone il ,astel lo . Rocchetta. Stretta della va lle d i Non , fra due alte e lunghe pareti rocciose. Ven ne fortificàta i n antico cofl numerosi castelli e torri, per impedire lo sbocco verso l'Adige ; l'Austria ne] secolo XJX vi eresse due forti. Rocchetti (Livio). Generale, n. nel 1857. Sottot. di fanteria nel 188,, andò in P . A . nel 1913 col grado <li tcn. colonnello. R ichiamato in serviz io durante la guerra contro l ' Austria, fu promosso colonnello nel· 1915. Comandò il deposito del 91° fanteria e nel 1919 venne ricollocato in congedo col grado di magg. generale.

CastcUo di Roccasecca

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dai Saraceni . Riedificata assai più ampia dai conti d'Aquino, resistette (clicemente all 'assedio dell' itnperatore Enrico, e ~,d un nuovo assedio, per opera dei Francesi, nel 1503. Battaglia di Roccasecca (19 maggio 1411). Appartiene alla lotta <l i Luigi d 'Angiò, ap poggiato dal papa e da Firen·zc, conrro Ladislao r e d i Napoli. Il primo aveva con , è ottimi capitani del tempo, co1,1e Muzio A ttendoh Sforza, A ndrea Braccio, Paolo Orsini, e d isponeva d i r2.ooo u., con i qua li affrontò l 'esercito d i Ladislao, che si era schierato presso R., in pianura, con forze presso a poco equivalent i. Le truppe dcli' Angiò m ossero prime all'as• ,alto, e il loro im peto sbaragliò le sch iere avversarie, catturando tutti i loro bagagli e facendo nu merosi png,onien. T uttavia Luigi non potè tra rre aie.un frutto dalla vittoria, per l'indiscipl ina del suo esercito, che, mal pagato, mirava più a saccheggiare che a c9mbattcrc, e nel luglio dovette rit irarsi a Roma.

Rocchetto. Piccolo mantello d i maglia d 'acciaio che copriva <1orso, petto e spalle. Era portato nelle giost re ed in Italia anche dai Dogi di Venezia , nei iecoli XV e XVI. Si chiamò anche « Pellegrùla d i maglia " e « Mantello di Vescovo ». Rocchi (Enrico). Generale e scrittore mii. , n. e ni. a Roma (1850-1933). Sottor. del genio nel 1874, frequentò poi la scuola d i guerra , ma non volle passare nel corpo d i S. M. per il forte attaccamento alla sua arma . Teo. colonnello per merito eccezionale, fu promosso colonnello 11cl 1902. Capo ufficio al l'ispettorato del genio, fu n el 1906 d irettore del genio a Roma.-. Magg. generale nel 1908, fu comandante rerritorialc d el genio a Bologna e poi a Roma e nel 1910 passò all'ispettorato d el genio . In Libia nel 1911, andò in P. A . nel 19,2. Nel 1923 assunse i l g rado di geoerale di d ivis. nella riserva. Scrittore fecondo di scienza m ilitare, di storia e di tecnica , pubblicò, fra altro : « F rancesco di Giorgio Martin i, arch itetto civile e militare "; « l i generale F . A. Olivero cd il forte d i Bard »; « I l piano dell 'assedio di Casale nel 1695 "; « La battaglia " ; « La fortificazione del passato e la contemporanea )) ; e< La fortificazione in n1on tagna n; Le piante icnografiche e prospettiche di Roma del scc. XVI " ' « T.r,

Tipo di forte con cupole proposto da Enrico Rocchi (pianta)

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Sc,7/.,- · Bod· Sezione A B del torte di Enrico Rocchi soluzioni d ell'odierno problema costiero»; " L'iusegnamcn• to della fortificazione »; " Ordinamento e servizio dell'arma del genio presso gli eserciti europei»; « Poche pa• role per il genio»; « Rocco Gucrrini da Marradi »; « Scritti vari sulla fortificazione »; « Traccia per lo studio della fortificazione permanente »; « Traccia per lo studio della fortificazione campale ,, ; « La tradizione storica de• g li ingegneri mii. italiani e l 'arma ·d el genio)); (< L'evo-

luzione del pensiero militare nella scienza della guerra )) ; « Luigi Blanch e l 'evoluzione della scienza della guerra J) ; e< L'opera d'un ri-

nomato scrittore d i fortificazione (F. Dc Marchi) »; <( La coltura e le anni >>; « Il problema del! 'attacco »; « La guerra da fortezza >>; « Tattica della guerra d 'assedio »; " Dcfilamen to »; " Il gen. Brialmont »; « Le origini delle fortificazioni Rocchi Enrico moderne »; « Le fonti storiche dell'architettura militare»; « L 'arte difensiva contemporanea >> ; « L';irchitettura mii. italiana nel medio evo ». Collaborò e numerose riviste e giornali, specialmente militari e propose un proprio tipo di forte .

e di calma, al comando di una compagnia circondata da ingenti forze nemiche, più .volte ferito, non desisteva dall 'incuorarc i suoi pochi superstiti alla resistenza ad ogni costo, tenendo salda la posizione affidatagli, finchè , colpito a morte, cadde sul terreno che non aveva voluto cedere di un palmo » (Altipiano Carsico, 24 maggio 1917). Rochambeau (Giovanni Battista de Vimeur, conte d,). Maresciallo di F rancia (1725-1807). ~ ntrato nell'esercito nel 1742, partecipò alle campagne di Boemia, di Baviera, del Reno, e nel 1761 fu promosso maresc. d i campo. Nel 1780 venne mandato in America a sostenere gli Stati Uniti contro l'lngbilterra. Ritornato in Francia, ebbe il governo della Piccardia e dell'Artois e nel 1791 la nomina a maresciallo di Francia. Lasciò un volume d i « Memorie ». Rodiambeau Donaziano dc Vimem· (visconte di)'. Generale francese (i750-1813). Fece le prime armi col padre G. B. nella guerra per l' Indipendenza d 'America; poi combattè con Napoleone, segnalandosi nella campagna d'Italia del 1800, e a Lipsia, ove cadde sul campo. Rochas (d' Aiglun, E11ge11io de). Ufficiale francese e -~rittore militare del sec. XIX. Percorse la carriera nel genio ed andò in ritiro nel 1888 col grado d i ten. colounello. Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali : « Principi della fortificazione antica »; « Le valli Valde,i, studio di topografia e di storia militare»; « L 'origine delle truppe alpine »; « Campagna del 1692 ncJl' Alto Dcliinato )).

Rocci (Alessandro). Generale, m. a Cosenza nel 1861. Tenente del genio nel 1831, partecipò alla campagna del r848 cd a Monzambano meritò la mcd. d'argento. Dal 1852 al 1856 tenne il comando in 2• dell'Accademia militare. Colonnello nel 1859, comandò il regg. zappatori. Nel 1860 fu promo~so magg. generale comandante la brigata Acqui. Rocco (Gabriele). Generale <lei CC. RR. , n. nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1885, passò nei CC. RR. nel 1890. Durante i moti del 1898 a Soresina me[itò la med. d 'argento. Partecipò alla guerra contro l'Austria e fu pro' mosso colonnello nel 1920. Dopo aver comandato la legione di Salerno, fu collocato in P. A. nel 1923. Nel 1928 venne promosso generale di brigata dei CC. RR. nella riserva. Rocco Vincenzo . Medaglia d'·oro, n. a Torre Annunziata, caduto sul Carso (1893-1917) . Sergente di fanteria all'inizio della guerra Mondiale, passò quindi nei granatieri., divenendo sottot. e poi tenente nel 2° regg. Combattendo da valoroso sul Sabotino e sul Carso, guadagnò due medaglie di bronzo al valer militare. Nella decima battaglia dell'Isonzo, avendo voluto mantenere ad ogni costo una trincea nei pressi di Selo, sacrificò eroicamente la sua giovane esistenza, e gli fu conferita la mcd. d ' oro con la seguente motivazione: « Costante e fulgido esempio di s!ancio. di c•~raggio

Rocco Vincenzo

Rochas Eugenio

Rochebouet (Gaetano de Grimaudct, de). Generale Erancese (I8I3-1899). Entrato nella carriera militare a vent'anni, partecipò alle campagne d'Africa, di Roma e d1 Crimea. In Italia nel 1859, combattè a Solferino . Ne!la campagna de[ 1870 comandò l'art. del III corpo dell'armata del Reno. Comandar,tc il XVII[ C. d ' A. ;1el 1874, andò a riposo nel 1878. Rochefort (ant. Rupifortium). Città della Francia, nel dip. della Charente-Inférieure, a 18 Km . dalla foce e sulla dr, della Charente, perfettamente navigabile. Venne


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Fortificazioni di Rochefort (secolo XVIII)

creata nel 1666 dal Colbert, per ordine di. Luigi XIV, su piani dell 'ing. De Clerville. Occorsero tre anni per creare cantieri, stabilimenti, città; provvide poi a fortificarla il Vauban, e da allora d ivenne una delle principali piazzeforti della Francia. Vi fu la sede di prefettura ma-· rirrima., d i arsenale, di cantierj, d i officine d'artiglicrir..., di ospedale e scuola d i sanità marittima, ecc. Nel 1926 la prefettura e l'arsenale vennero soppressi, ma intanto v1

si stabiliva un centro di aeronaurica marittima.

Fortificazioni di Rochefor t (secolo XIX)

Le fortificaz ioni comprendono una cinta bastionata, alla quale foro.no continuamente aggiunte opere staccate, mentre si creavano forti e batterie nell'isoletta di Aix, nel] 'isola di O léron, sulla costa. Rocl,efort Enrico d' A/oigny (marchese di). Maresciallo di Francia (r636-1676). Partecipò alla guerra dei Trent' anni. Fu poi in U ngheria, ma nel 1665 ritornò al servizio della Francia. Maresciallo di campo nel 1668, combattè in Fiandra sotto il Turenne e divenne ren . generale nel I6T>Combattè a Send nel r674 e fu nominato maresc . di Francia nel 1675.

Roche-I' Abeille (La). Villaggio della Francia, nel dip. dell 'Alta Vienna. Vi avvenne (25 giugno 1569) un combattimento che appartiene alle guerre <li religione. L'amrni.r. protestante Coligny, con 20.000 fanti e 8000 cavalli, mentre marqiava verso il villaggio, trovò davanti ad esso in buona posizione l'esercito reale, agli ordini del duca d'Angiò. Ne facevano parte 6000 i taliani, di cui 1200 cavalieri, agli ordini <li Filippo Strozzi, inviati contro i, Protestanti dal papa Paolo IV e da Cosimo dc' Medici. L'avanguardia del Coligny sbaragliò 300 archibugieri e si, slanciò sul grosso. L'urto fu sostenuto dalle truppe italiane, che valorosamente si difendevano, quando un in1provviso acquazzone inutilizzò le armi da fuoco a miccia ;. ciò diede modo alla cavalleria protesta nte, guidata dal Mouy, di piombare sulle fanterie reali e d i farne strage, tanto che l'Angiò dovette ordinare Ja 1itirata. Lo Strozzi, caduto prigioniero, venne liberato poch i giorni dopo, in seguito a cambio con un capo protestante prigioniero delle truppe reali cattol iche .. Rochelle (La). Città ,muittima della Francia, capo!. del clip. della Charente-Inférieurc, in fondo a un golfo protetto dall'isola di Ré e dalla più lontana isola di Oléron. Vi era stato eretto in antico un castello, ma la città ebbe nel secolo XVI una buona cinta bastionata : essa vènne iniziata per opera dell 'ing. mii. italiano Locadclli nel I 55i, e rafforzata in principio del secolo XVII dall ' ing. mii. italiano Agostino Ramella. Vennero in seguito man mano aggiunte batterie e forti, mentre veniva;lO fortificare le isole, a p rotezione del golfo e della foce della Charente. Il porto ha ancora la diga costruita durante l'assedio del 1628; a 4 Km. d i distanza vi è il porto di La Pallice, costruito in fine del sec. XIX. La città venne assediata e presa da Luigi VllJ nel 1224, dopo lunga resistenza , m entre era d ifesa dagli Inglesi. I quali la r iottennero nel 1360, in base al trattato di Brétigny e dovettero abbandonarl a m seguilo a rivolta della popolazione nel 1372.


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I. Battaglia navale de La RocMl/e (giugno 1372). Appartiene alla guerra dei Cento Anni. Era stata occupata dagli Inglesi , e Carlo VII di Francia, ottenuta da E nrico Il d i .Castig lia una flotta comandata dal genovese Ambrogio

Battaglia de La Rochelle (137z)

Boccanegra, e unite ad esse navi fra ncesi, la diresse verso

La R., dove g iungeva una flotta inglese di 35 navi, agli ordini del conte d i Pcmbrocke. Quest'ultimo, assalito <la forze superiori (53 navi) si d ifese animosamente, e perdette due navi nel primo g iorno. Riaccesasi la lotta il giorno seguente, non potè resistere, anche percbi: i l vento era favorevole all'avversario : tutta la flotta inglese andò sommersa o catturata, e il Pembrocke venne fotto prigioniero . Subi,t o dopo i cittadini dc La, R. assalirono e cacciarono il presidio inglese. Ii. Assedio de L, Rochelle (1573) . Appartiene alk guerre d i Religione in F raucia . Dopo la strage di S. Bartolomeo, la piazzaforte era divcnurn il rifugio dei principali capi .degli Ugonotti che erano scampati al massacro, e, ribellatasi al re d i F rancia, aveva proclamaw la repubblica. La città, iortc naturalmente per h1 sua posizione, fu rafforzat;1 tnagg;ormcntc dagli abitanti con opere esterne e vi furono rncfunatc grandi provviste di viveri e munizioni, nella previsione di un prossimo assedio . Infatti Carlo l X, nel la speranza di compiere la distruzione del partito degli Ugonotti, [ecc a,sediare La R. per terra dall'esercito del duca d'Angiò, e, avuto sentore che la regina Elisabetta d'I nghilterra preparava una flotta per soccorrere g li assed iat i, radunò una piccola squadrn di nove vascelli che pose sotto il comando de l barone della Gardc. Questi pe rò non era all'altcaa del compito affidatogli, e fino dai primi g iorni dell'assedio lasciò penetrare nel porto quattro vascell i nemici carichi d i munizioni. Il barone de la Garde venne privato dél comando che fu affidato al v isconte d i Usez . Il 19 a!Jrile 1573 la flotta 'inglese, agli ordini del conte d i Montgommery , apparve davan ti alla R.; era composta d i 40 navi da guerra e d i 20 legni m inor.i, carid1i d i soldati e munizioni. Il duca d'Angiò , non potendo competere con le poche sue navi contro l 'armata nem ica, ord inò l'affondamento di un bast imento di 800 tonnellate all'imboccatura del porto su cuj fece collocare grossi canooo.i e oumerosi (ucilieri; contemporaneamente ar mò molte ba rche e lancie e guarnì d i truppe la costa. Allora l'arnmir~glio inglese, considerando pericoloso forzare l'ingresso del porto e l'attacco alla flotta francese che si trovava sotto la prote,:ionc dei forti, rinunciò al tentativo. L a difesa della città fu condo tta con estremo vigore, e, nonostante la r itirata della flo tta inglese, i Francesi non i'iu-

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scivano a fare progressi, In quel mentre i l duca d'Angiò era stato eletto re di Polonia, e Carlo IX gli inviò l'ord ine di levare l 'assedio.

Ili. Tmttato de La Rochelle (r0 luglio 1573). Concluso fra Carlo IX e gli Ugonotti della città. Questi ottenevano il libero esercizio del loro culto fino a Nimes e Montauba□. I\'." . .1.sredio e p,-csa de La Rochelle (r627-28). Appart iene alle guerre <li Religione in Francia. Mentre il duca <li Buckingham, primo m inistro di Carlo I d'Inghilterra, falliva l'impresa dell'iso la di Ré, il cardinale di llichelieu faceva grand i preparativi per l'assedio della R. per togliere questa piazza forte agli Ugonotti e per punirla di avere per lungo tempo trescato col Buckingham. Il 12 ottobre 1627 Luigi X [Il giungeva a l campo della R. ove Richelicu in persona aveva assunto la direzione delle operazioni d'assedio, coadiuvato dai maresc. d i Schonberg e d i Bassompierre . Una g ran linea di circonvallazione era stata formata i ntorno alla cinta della città, con tredici opere m unite d i numerosa artiglieria. Per impedire poi ogn i soccorso dalla parte del mare, un'armata navale, al comando del duca Carlo <li G uisa, si teneva costantemente nelle rnde vicine. E quando il cardinale si avvide che, malgrado la sorveglianza della squadra, barche nemiche con provvigioni riuscivano ogni tanto a penetrare nel porto, ideò <li chiuderlo con una <liga, che fu principiata il 30 novembre 1627 e terminata nello spazio di sei mesi.

Fol'tinca~ionj de La R ochelle (secolo XVII)

Essa consisteva jn due moli che si ster.devano ad arco innanà al porto. Le estremità dei moli lasciavano fra di loro aperta una bocca per dare uno sfo~o all 'alterno moto del mare, e te rm inavano ciascuna con un fortilizio brnc


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armato, che potesse battere con le sue ariiglicrie · 1a bocca lasciata aperta. L:i lunghezza complessiva dei due moli -era di m . r900. Trentamila u. cit,::ondavano la R. , che, meua da ogni parte, cominciò a provare le angustie della

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raggiunger~ lo scoj>0. L.i diga fu anche bersagliata dal tiro di tutta la squadra inglese, che, favorita dal vento, defilò per lo spazio di tre ore; ma la forte costruzione resistette al vio len to attacco. Infine, dopo un ultimo tentativo contro le navi francesi a mezzo di brulotti, completamente fallito, l'ammiraglio Lindsey fece ,•eia verso l'fn. gbil terra. E la piazza, nella impossibilir:ì di conunuare più a lungo la resistenza che durava da un anno, costJetta dalla (ame, il 18 ottobre 162H si arrese e il card inale cli Richelieu in persona, dodici giorni dopn, ne prese possesso. V. Presa dc La Roc!,dlc (16:;1). Appartiene alle guerre cli Lu ig i XIV e fu operata dal conte <l'llarcourt, il qua le iniziò il lavoro di mina ;otto alla torre di San Nicola: il conce d'Oignon, protestante, che comandava la piazza. appena vide iniziati i la1·ori di approccio si affrettò a capito lare.

Arma/a delle Coste de La Rochelle. Costituita in ['rancia. il 30 aprile 1793, con l'armata della Riserva. Durò sino al 6 ottobre ed ebbe per comandanti i generali Lcigonyer, lliron, Chall)05, S.amerrc, Rossigno!. Prese <1uind1 i l nome <li :mna ta dell"Ovest.

La grande dign nell'assedio de La Rochelle (, 028)

fame. Al principio di maggio del 1628, uu 'annata ingbe, al comando dcll'a,mniraglio Dcubigh, cannoneggiò inutilmente la diga, ma non osò d i attaccare ri,c,lutamcntc nè le batterie disposte sulla riva, nè le navi <lei Guisa. e tornò in Inghilterra. Dopo 1·a,1assinio del duca di Buckingham, che si prepara\"a a partire con una tcr,:a spedizione, fu mandata alla R. un 'armata d i qo vele con 6000 soldati , comanda ta dall'amm ir . Lindscy, il quak giunse <lavanti alla città assediata il 28 di settembre. Il 29 scambiò colpi di cannone con le batterie: il 30 mandb

Rochester. Cinà del l'Inghilterra meridionale, nella co,1tca di Kcnt, sulla dr. del Medway. Con - ohborghi di Chatham e Strood forma un unico abitato ci rcon<lmo da una cintn .4, costr m:ionc pri miti\•3; 13 e C, l{ntndi stanze; a. posterla ; /, scala. fortificata. t!', la « Durn tt chiocciola brive • dei Romani_ Un caratteristico grande cas1cllo normanno erge ancora la ,ua enorme massa quadrata sulla riva dr. del Medway, e rappresenta un classico esempio dei castelli del secolo Xli. Roch is (Luigi). Generale, n. a Novara nel 1867. Sottot. di cavalleria nel 1889, partecipò alla guerra contro la Turchia del 19r2 ed a Zanzur meritò la mcd. eh bronzo. Prese parte poi alla guerra contro l"Austria e nel 1917 venne promosso colonnello comandante i l rcgg. lancieri di Vcrcdli; andò in P. A. S. nel ,920. Nel 1929 fu promosso generale <li brigata nella riserl'a.

Rochlitz. Città della Germania, nella Sassonia, circolo d i Lipsia, .sulla. riva d r. della Mu lda d i Zwickau. Nel 1289 vi fu concl usa una conve nzio ne mt /\lberto il Degenerato e i suoi figli: il 1• giugno 1403 , ,j fu stipulato jl trattato di successione tra il langravio Baldassare e Gug lielmo di Turingia. Rocou x (o RacoHx; in mo lti 1esti Rocour). Villaggio del Belgio, presso Liegi.

Fortificazioni de La Rochelle (secolo XIX)

dei brulotti contro le navi francesi ancorate d inanzi ai mol i, ma senza risultato. I I 5 d i o ttobre diresse contro la diga una nal'c-mina sul tipo di quelle usate dal Giamhclli nell"assc<l1c. di Anversa, ma ess~ scoppiò prima cli

Battaglia di Roco11x ( 11 ottobre li46). Appartiene alla guerra per la Successione d 'Austria, scacch iere delle Fiandre. Dt>po la battaglia d i Fontenoy (tr maggio 1745) i Francesi erano riusciti ad occupare in grande parte Paesi Bassi. Caduta Namur. il maresc. d1 Sassonia che li comanda\'a, con 111.000 uomini e 120 cannoni, p:t~sò la )aar per r ic:,cciarc gli /\ustro-lnglesi su Macstricht e scoprire L iegi. 75.000 Al leati (Austriaci, Olandesi, lng lc,i, Tedeschi) con 100 cannoni, comandati dal duca di Lorena, erano in posizione tra la Jaar e Liegi, schierati sulla


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linea di alture che si svolge con direzione da sud a nord parallelamente alla strada che da Liegi porta a Maest richt, su due linee, colla cavalleria alle ali e il fronte appog• giato saldamente agli abitati esistenti lungo la fronte stessa, fra cui Ans, Rocoux, Voiroux, Liers; abitati in parte siste• mati a difesa. All'ala sinistra (Ans) cd al centro (nord di Licrs) il Lorena costituì due potenti batterie per neutralizzare i tentativi d'avvicinamento del nemico. Concetto operativo del maresc. di Sassonia era quello di aggirare la sr. nemica per staccarla da Liegi ed agire successivamente contro il centro nemico per spezzarlo. In esecuzione a tale concetto l'esercito francese avanzò su 11 colonne. La marcia di avvicinamento fu lenta e faticosa, a causa del terreno intricato e bagnato dalle recenti pioggic, nonostante che drappelli di guastatori e marraioli precedessero le colonne per fare le piste. L'attacco contro la sr. nemica, preparato dall'artiglieria, non potè svilupparsi che verso le r 4. Gli Alleati resistettero vigorosamente ripiegando 111 buon ordine sopra una seconda posizione riconosciuta e predisposta in precedenza fra il villaggio di R. e la cittadella di Liegi. L'attacco concom itante, previsto dal maresc. d i Sassonia contro il centro nemico, non potè svilupparsi che verso le 16 e limitatamente al settore compreso fra i villaggi di R . e Voiroux, poichè la colonna che doveva procedere contro Liers non raggiunse l' obbiettivo assegnatole per difficoltà d 'orientamento e di terreno. Gli Alleati resistettero saldamemc sulle posizioni fino alle 20, nella qua le ora_, delineatasi la super iorità dell'attacco, il Lorena ordinò la ritirata su Macstricht. Nonostante la depressione morale e la ristrettezza del terreno di manovra, limitato dalla Jaar e dalla Mosa, la ritirata si effettuò nel massimo ordine: a tal fine le truppe furono· ripartite in sette scaglioni. Le cavallerie di entrambi gli eserciti non presero parte alla battagli~ in nessuna fase di essa. Non combatterono neppure le truppe dell 'ala dr. alleata e della sr. francese. Le perdite degli Aileati fu. ,ano: 1700 prigionieri, 2 800 fra morti e feriti, ro ban-

di resistenza. Il Vauban, nel la stessa ep~ca, la munì <li bastioni. In principio del XX secolo la piazzaforte, che fu sempre d i scarsa importanza, venne sclassificata .

I. Battaglia di Rocroi (r3-14 maggio 1643). Appartiene alla guerra dei Trenta Anni, e precisamente all'ultimo pe• riodo: quello detto franco-svedese. Dopo la morte di Gustavo Adolfo gli Imperiali tentarono un 'azione offensivcr rn Champagne e il governatore delle Fiandre, Francesce> de Mello, il 13 maggio investi la piazza con un esercit,:, di 26.000 u. in prevalenza Spagnuoli e Italiani. L'esercito francese era diviso in due corpi: uno di 14.000 fanti e 7000 cavalied agli ordini del giovine Condé, dislocato sulla Somme; l' altro nei pressi di Guise agli ordiai dd gen. D'Esj)l!nau. Saputo dell'investimento di R. il Cond~, per quanto avesse or<lini da Luigi XII! di agire con

diere, 50 cannonj , rirnastì affondati nel terreno faugoso.

Le perdite dei Francesi ammontarono a 3000 u. fra mom e feriti. Pressochè nulli i risultati della vittoria del ma. rese . di Sassonia, che alla sera rientrò nelle posizioni di partenza.

Rocque (o La Roque de Sévérac, Giov(lrmi). Generale e scrittore m il itare francese, n. nel 1841 , Sottot. d 'a rt, <li marina fu direttore del l'art. nella Cocincina e nel 1883 Venne incaricato della direzione del " Memoriale ,, d 'artiglieria. Promosso colonnello nel 1890, presiedè agli studi ed all a messa in servizio nella Rotta francese del nuovo materiale d'art. a tiro rapido, di cui difese la superiorità davanti alla Camera e al Senato. Ne! 1894 venne pro• mosso generale e nel 1899 andò a riposo, occupandosi poi d i questioni militari e politiche nella stampa. Pubblicò: « I proienili torpedini »; " Le principali artiglierie d'Europa »; « Storia della resistenza dei cannoni rigati »; « Progetto d i programma navale "· Nei suoi scritti difese !<:mprc la superiorirà dei cannoni sulle corazze, e la necessità d i dotare le navi da guerra, anche di medio tonne]. !aggio, d i un forte armamento d i grosso calibro a tiro rapido. Rocroi. Comune della Francia, nel dip. delle Ar<lennes, su altipiano alla sr. della Mosa. Venne fatta fortificare da Francesco I in printipio del sec. XVI e fu assediata nel 1555 dagli I mperiali, nel 1643 dagli Spagnuoli, nel 1653 dal Condé, che la costrinse a capitolare, d opo 20 giorni

Battaglia d i Rocroi (1643)

estrema prudenza, decise subito la battaglia. A tal lini;: radunò più truppe che potè JO~licndo anche parte delle guarnigioni delle piazze non minacciate, ordjnando :l l1'Espenau di unirsi tosto a lui a S. Qucntin. Intanto

mandò io R. un distacca/,1ento di 150CJ cavalieri al comando del Gassìon per tentare di penetrare nell a piazz.a investita e incitare il comandante alla resistenza, informandolo dell'imminente arrivo dell'esercito per la battaglia. Il Gassion con abile stratagemma riuscì ad espleta re il mandato e rientrare nelle linee. Nçlle prime ore del 13 maggio l'esercito del Condé muove per l'attacco: precede il Gassion con parte della cavalleria: segue D'Espenau con tutta la fanteria e l 'artiglicria (12 pezzi) seguìto dal resto della cavalleria agli ordini del La Ferté, e dalla retroguardia (circa 3000 uomini) comandata dal Sirot. QJ. trepassata la stretta attraverso la foresta di Potécs, riconosciuta in precedenza dal Gassion, le truppe si schierano colla dr. a Sévigny e la sr. alle paludi esistenti nella zona. Detto sch ieramento, che ha uno svi luppo di circa. due Km. e mei;zo, è fatto secondo le regole dei tempi: la cavalleria alle ali, la fanteria al centro, l'artigl ieria sul fronte. 11 Mello si accorge dei movimenti dei Francesi, ma si guarda dal d isturbarli; per contro provvede a schie-


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rare il suo esercito tra il molino di Rouge-Fontaine e le paludi a S.-0. di R., su tre schiere, co!J'artiglieria al/e ali, assu mendo un fronte molto ristrello (circa Km. 2). La fanteria è comandata dal conte di Fontaine, la cavalleria da Albuquerque e lsemburg. Alle ore 16 comincia il duello delle artiglierie: quella spagnuola, più numerosa, è in prevalenza. Stante l 'ora tarda e anche a causa di una mossa errata fatta da l La Ferté, la bat1aglia è rinviata all 'indomani, ed è ripresa all'alba, dopo il noto profondo sonno del Condé. Egli, senza preoccuparsi di essere il comandante supremo dell'esercito, si mette alla testa della cavalleria dell'ab dr. schierata in due scaglioni; lancia i l pr imo scaglione al comando del Gassion contro il fianco della cavalleria avversaria; e quando questa cambia fronte per parare l'assalto, carica col 2° scaglione ml fianco del n uovo d ispositivo. L'attacco riesce e la cavalleria spagnuola ripiega lasciando scoperto il fianco sr. della 3• sch,era della fanteria del Mello che è caricata con successo dal Condé è ributtata da tergo su lla za schiera pur essa messa in scompiglio. Mentre il Condé è impegnato in quest'azione, st1 l resto della fronte la sitt1azione divertta critica per i Francesi. Alla loro ala sr. la cavalleria <lei Ferté ha eseguito manovra analoga a quella delJ 'ala dr., ma contrattaccata con fiero impeto da Isem burg ripiega a precipizio scoprendo il fianco sr. della propria fanteria, che inizia lmente a Stia volta· ripiega. R iorciinata successivamente dall'energico Sirot reagisce però molto bene e riesce anzi a spingersi fino alla linea ove sono schierat i i bgl. italiani, che si erano già impadroniti dell 'aniglieria francese e l' avevano rivolta contro j fa1\ti del Condé. Per quest 'ultimo Ì: necessario metter fuori causa i ba11aglioni della 1a linea del Mello, d isposti in solidissim i ·quadrati. Il grande ostacolo ricorda al Condé la necessità d i coo«linare l'azione delle tre armi, i)er questo attaccc, risol utivo anzichi: ricorrere all a cavalleria, ormai esausta. Dopo un sufficiente tiro di preparazione fatto a massa da tutti i suoi pezzi contro la fanteria spagnuola, egl i attacca colla fanteria e carica colla cavalleri3 dopo di avere invialo in osservazione il corpo del Gassion per opporsi a t ruppe eventua lmente provenienti da PhilippcviJle, da dove il Mello appumo attende rinforzi . Dopo una resistenza eroica le fanterie italo-spagnuole sono messe in scompiglio e vinte. Alle 10 del mattino la battaglia è terminata, proprio quando i r inforzi attesi dal Mello erano giunti a S Km. dal campo d i battaglia. Perdite : Imperiali 4500 fra morti e feriti; tutti gli altri prig ionieri, meno circa 8000 sfuggit i alla caltura; Francesi 4000 uomini fuori comban imen to. 11. Presa di Rocroi ( 1871). Dopo la caduta d i Mézières , il gen . tedesco Schu ler avanzò su R . con 5 bgl,. 2 sqdr. e 6 bt r. per tentare d i impadronirsi d i sorpresa della piccola piazzaforte, allo scopo di impedi re che divenisse la base de i franchi-tiratori sul confine belga, Per qua11ro ore i Tedeschi batterono la piazza con l'art . da campagna, e cessato il fuoco riuscirono a indurre la guarnigione (300 u.) alla resa, prendendo 53 cannoni sui bastioni, 19 mortai, approvvigionamenti.

Rodano. Uno dei grandi fiumi d 'Europa , il principale della regione francese. l i suo bacino presenta caratteri, di grande varietà morfologica; L'alto R. ha origine nell a Svizzera nel nodo oro-idrografico d el Gottardo, a 1754 m. di altitudine; corre verso S.-0. nel Vallcse, a Martigny volge a N .-0 . e attraverso la stretta di Saint-Maurice si avvia .al lago Lemano uscendone ~ Ginevra. S'apre indi

Roo

il corso attraverso le propaggini del Giura, poi volge " N. -0 ., entra in pjano e si unisce alla Saone a Lione_ Il suo principale affluente, la Saonc, originata dai Monti Faucilles, corre, invece, ·verso S., e, d opo un primo tratte> tortuoso, con placida corrente entra in un bacino largoe pianeggiante, collegato m crcè der iva·z ioni artificiali (Canale dell 'Est e Canale di Borgogna) coi bacini della Mosella e della Senna. 11 settore d'impluvio dei suoi afflu~nti fra cui primeggia il Doubs, dall'arco collinoso compreso fra la Costa d 'Oro e la Porta Burgundica, converge al piano bagnando una serie di città forti destinate a guardia di questa valle verso le provenienze sv izzcre e renane (Digione, Besançon, Belforr, Monrbéliard). A valle di Lione,. grande centro jndustriale e piazza forte, alla confluenza della Saone nel Rodano, il fiume, da questo punto, corre in largo alveo fra i p iano,·i e le Alpi del Delfinato e l 'orlo collinoso che lo separa dal bacino della Loira, entrn dopo Montélimar nel bassopiano provenzale e ad Arles si ramifica, comprendendo fra Grande e Piccolo Rodano la piatta regione del la Camargue. L'a11iva sedimentazione e la corrente litoranea che insabbia i Jid i favorisce lo stagnare del.le lagune a tutto danno della salubrità e della vita marinara della costa, tanto che Marsiglia, grande porto provenzale, sorge a d;stanza da la Crau e dallostagno di Bene, fuggendo la zona alluvionale per ripararsi ai p iedi delle Prealpi di Provenza, e si rannoda al traffico della vallata del R. mercè allacciamenti stradali e ferroviari. L'Isère e la Durance, bacini tributari sulla sr del R., aprono vie d'accesso dal cuore delle Alpi Occic!ct1tali alla grande arteria Auviale che, col sussidio di un:. fitta rete stradale e di rapide linee ferroviarie, assicura molteplici comunicaz.ioni fra la costa e il centro della Francia ed apre vie d 'accesso al traffico fra la vallata del R., l 'Italia , la Svizzera e il bacino renano. Per tal modo il sistema fluviale Rodano-Saone, bcncllè di non facile navigazione in qualche trailo, assolve una funzione importante, sia come via acquea, sia come linea di facilitazjone per l 'accesso del Mediterraneo Romanico all'Europa occidentale e centrale, assicurando gli scambi mercè comunicazioni agevoli, che le rnpide vie di navigazione, la relativa vicinanza delle colonie africane settentrionali, lo sviluppo agricolo e indust riale ciel basso R. e l'attiva organizzazione dei traffici, cercano ancora di d ifendere dalla· crescente concor renza del porto di Genova e delle grandt linee che dalla valle padana s' irradjano oltr' Alpe verso i maggiori cen tri dell'Europa settentrionale . (V. anche Me-

dilcnwrco).. [. Battaglia ml Rodano (218 a . C.). Appartiene alla, seconda guerra Punica e fu combattuta e vinta da Annibale contro i Celti che gli contrastavano il passo del fiu me . Il comandante cartaginese fece passare i n un guado superiore ,m reparto importante con a capo Annone, e co"' questo prese alle spalle i Celti. Questa m anovra mise j"' fuga i Barbari e facilitò il passo ad Annibale.

l i. Battaglia sul Rodano (105 a. C .). Appartiene alla guerra cim brica, e fu combattuta da Marco Au relio Scauro, legato del console Cnco Manlio Massimo, contro i Cimbri condotti dal loro re Bojorigc. Scauro, sorpreso dai Barbari , fu sconfitto com pletamente e condot to prigioniero nella tenda del re dei Cimbri; ma, avendo vantato i Romani invincibili, e anun onito orgogliosamente di non invadere l'Italia, il re acceso d 'ira lo uccise .

Rodda (Gondisa/vo Carlo). Generale dei CC. RR. , n. nel 1864, m. a Lucca ne l 1928. Sottot. d i fanteria nel


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1883, passò nei CC. R R. nel 1888. Più volte encomiato n ella lona contro la mafia in Sici lia, fu in Grecia per 1'organiz~azio ne dell a gendarmeria e llenica. Nel 1919 venne promosso colonnello, nel 1922 collocato nella riserva, nel 1928 p romosso generale · di brigata dei carabinieri reali. Riidelheim. Comu ne della Prussia Renana, J1cll 'Assia, sulla Nidda, a 0 .-NO. di Fra ncoforte sul Mc,10. /\ nt ico castclio. II 2 d icembre 1792 i T edeschi, dopo un v iolento cannancggiaIl1ento, vi batterono i Frant:esi, comandati dal gen . Custinc, coRodda Gondisalvo stringendoli ad a bbandoLrnrc le loro posiz io ni, a passare la Ni<ida ed a ripicg,1rc sul campo d i Hochst.

Roder (Guglielmo). Generale ungherese, n. nel 1881. Sottot. nel 1899, frequentò la scuola d i guerra, e nel 1914 partecipò alle operazioni su/ fronte orientale. Nel 19J 6 venne inviato sul! 'Isonzo, partecipando all a battaglia d i -Caporetto e divenendo capo d i S . M. ,kl corpo <l 'a rmata che o pere', sul Mo ntello nel giugno 1918. A Vittorio Veneto era ancora davanti al Montello con le truppe ungheresi e venne preso prigioniero sul T ag)ia,ncnto . T ornato in patria d iven ne capo dello Stato Maggiore dd l'esercit(l, col grado di generale di d ivisione.

Roderigo. Ul timo re <lei Visigoti io Spagna, m . ne! 7n . RibelRoder G uglielmo latosj contro Vitiza , persecutore di suo padre Teodofre<lo, Jo vinse e fu salutato re verso il 710 . 1 partigiani di \litiza chiamarono allora i n aiuto g li Arabi dell'Africa settentriona le che passarono nel.la Spagna e sconfissero R. i l quale rimase ucciso in battaglia. Rodgers (Raimondo). Ammiraglio degl i Stati Uniti (1849-1925). E ntrato nell a marina nel 1868, si d istinse al comando

della

corazzata

Jowa

nella

guerra

contro

la

Spagna (1898); poi contribuì alla I"Cj)ressione della rivolta nelle F ilippine e partecipò alla spedizione in Cin a nel 1900 . Divenne contrammir. nel 1908 e <liressc per qua lche anno il Collegio navale d i g uerra. Dne a mmiragli R. (Ciovamzi e C. R .) si d ist insero nel la g uerra <li Secessione.

ROD

Alla morte del re, r icuperò la propria l ibertà. Fu poscia alleat a d i Roma, seguì .il partito d i Cesare durf nlC la g uerra civile, fu i ncorporata nel l'i,npero da Vespasi~1no. Nella divisione dell 'impero rimase con quello d i Costant inopoli, e nel medio evo , dopo di essere stata sollo il protettorato di Genova, di Venezia , dei Savoia, o ind ipcn<lcntc, venne p resa da i cavalieri dell'ordine d i San Giovanni, i q uali la fortificarono nuovamente con cinta murata e tennero il nome di. ca.valieri dr Rodi fincbi: si trasferi rono a Malta (V .ì assume ndo il nome di ques(a isola. Ciò avvenne dopo la cacciata dei Crociati dalla Terra Santa. Nel secolo XV i cavalieri provv idero a irrobustire le fortificazioni, e in p rincipio del XVI, per opera d i ingegneri italiani, le ri1rnovarono per renderle atte alla difesa con(ro le artiglierie di grosso calibro. Lavorò anche alle fortificazio,i"i di R. Sigismondo Malatesta, al servizio di Venezia . I cavalieri si batterono fino al 1522 contro gli lnfe<leli, respingendo gli attacchi all'isola e riuscendo a rendersi per qualche tempo padroni d i Smi rne . Dal 1522 al 1912 l 'isola rimase i n potere dei Turchi. Occuri-,:a dagli Italiani nel 1912, r imase all 'Italia in virtù del trattalo d i Losanna, c<l ha ora un governatore e presidio d i truppe metropolitane.

I. Presti di Rodi (352 a. C .). La cittì,, che ap parteneva ad Artcmisa, regina di Cipro. si r ibellò, e i suoi abitanti anda rono ad assediare Alicarnasso, dove si trovava la regina. Essc11do i Rocliani sbarcati dalle navi , Artemisa r iuscì a<l assalir le improvvisamente, impad ronendosene. Quindi gli sbarcati vc1111t ro avvilup!)ati e ste rm inati, e la regjna veleggiò a

R., <love foc ilmente sbarcò e riprese !a città, mettendo a

n1on e gli autori del la rivolta.

Il. Assedio di Rodi (305-304 a . C.). Appartiene alla guerra di Antigono d i Siria contro Tolomeo d'Egitto. Il p rimo, avendo intimalo ai Rodiesi di cessare dal commerciare col suo ncmicu 1 ,t;d c:vcndone ottenuto u n rifi uto,

incaricò il figlio Demetrio d i prendere R. e gli d iede a tale scopo il comando d i 200 navi da guerra e 160 one· raric , con 40 .000 u. La città venne investita, e Dc1nctrio la circondò co ,t nna t riplice cinta, bat tendo le mura con m acchine da guerra. In pari tempo, tentò l'assalto dai la parte d el mare, creando torri galleggianti, e navi protette

da gallerie coperte', cariche di macch ine ,la g irto. Le navi dei Rod iesi ,barravano le entrate dei porli ed erano an• eh 'esse mun ite di catapu lte . L'attacco, ostinatamente r ipreso per otto.. gjoroi, venne infine respinto, mentre g iun -gcvano soccorsi egiziani (1~1 mare, tanto che Demetrio

Rodi. Isola del Dodccancso, appartcneme alle « !sole Italiane del l'Egeo» . Superficie 1404 Kmq., abitanti 42.000. È a 17 Km . dalla costa dell 'Anato lia. f:: di forma c!ittica, montu?sa, èon la massin1a altezza al rnontc Atabris

(m. 1249). La capitale, omonima, ha due porti di visi da un molo con · la torre detta d i S. Elmo . Le coste offronn qualche a lrro ·piccolo punto <l 'approdo . Già famosa ai temp i omerici, a ppa rtenne ai Fenici, poi fu colonia <lorica ·e fece parte della confede raz io ne ateniese . Ebbe sempr, marinai famosi per la loro abilità . La capitale, fondata nel 408 a, C., venne fortificata fin da antico tempo. I Rodiesi. conservarono la loro ind ipendenza lì.no al 336 a . C .. q uando !"isola cadde in potere di Alessand ro Magno .

Tbrr.i ~ ga.Ueric. s u navi nell 'assedio di Rodi del 304 a . C.


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a bbandonò da q uella parte l 'àttacco, e concentrò i suoi sforzi contro le mura, facendo costruire macchine poderose, e acquistando nell'assedio il nome d i Poliorcete, seb, bene l'impresa gli sia andata a vuoto. Contro una sua

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mento . I pri:1cipali cittadini fu ronc· messi a morte o ban d iti , e gl i altri costretti a consegnare l'oro " I ·a rgento pubbl ico o pri vato : d iccsi che Cassio estorcesse dai Rodiesi 8500 talenti.

Ved uta di R odi (seconda metà dèl secolo XV)

grossa elepoli a nove piani i Rod iani eressero un alto terrapieno, e fossati, ~'li opposero dov unque validissima di-

V . Battaglia presso Rodi (1099). Appartiene alla prima C rocia.ta, e •,i ~vobc fra navi ·v eneziane, devote ai Bizau~

operando sortite per <.l istruggere i preparativi d 'as--

tin i, e navi pisane al servizio dei Crociati. I VcnczianiJ con una flotta d i 200 vele agli ordini d i E nrico Conta-

fesa,

salto e le macchine, e respingendo gli attacchi nemici. Per un anno Demetr io riretè gl i sforzi,' ma infine dovette rinunciarvi e ,·enne a patti con gli assediati, ? quali man•

tennero la loro liknà, offrendosi ,;.,crò di aiutare Antigono nelle sue guerre, meno che in quelle contro T olomeo. Si vuole che Demet rio regalasse ai Rodiesi le sue macchine belliche, e che ,1ue;ti ~bbiano creato il « cok><so di Rod i » col denaro r icavato dalla vendila delle medesime. III. Assed;o di Rodi (88 a . C.). Fu operato da Mitrid ate, re del Ponto , con una grossa ,quadra. l i pr<ctorc dell'Asia, L ucio C.ssio, si chiuse nel la città d ifesa da buone mura, d istruggendo i sobborghi. La loua fu lunga e d aspra. Le navi rod iane, assai inferiori d i numero ma

montate d a equipaggi abili ed audaci, con freyuenri sorprese recarono grnvi danni alle navi mitridatiche . E il re. dopo di avere va namente tentato di superare la d ifesa clellt m ura, fu co,tretto ad abbandonare l 'a:;scd io cd a ritir,1rsi.

rini e M ichele V italis , accostando a R . v i trovar~mo una

flotta pisana ancorata . La rivalità f ra le due marine trovò il prc«·,to in una c1uestione di saluto, e ben µresto si attaccò battaglia. 1 Pisaa i ebbero la pcggioJ perdendo una

ventina <li galee c..: 4m)o pri gion ieri , i quali poco dopo furono lasciati liberi. VI. Presa di N.odi (1309). Appartiene a l lcrnpù delle Crociate e propriamente al la lotta in trapresa dai cavalieri di San G iovanni contro j Mu5ul111ani. l1 grnn maestro Fnlco di Villaret, mal vedendo la soggezione in cui i l re di Cipro lo teneva . concepì il d isegno d i conquistare l'isola cli R. per sede dell'Ord ine, e, con gli aiuti di papa ,Clemente V, la città fu presa il 15 agosto; c1uattro anni dopo tutta l 'isola era nelle mani dei cavalieri, che da

:illo ra s i no minaro no

cavalieri d i Rod i. Cogli aiuti

Saggio di ricostruzione idealo di Rodi nel scc. X VI (dal Gabricl)

IV. Assedio di Rodi (.p a. C .). Appa rtiene alla cosidetta guerra Fili{'pensc , e [ u impreso da C . C~ss io per mare e per terra. La c.iuà oppose una suenua 1csistenz.a . 111a Cass io affrettò la sua caduta per mezzo del tr;id i'1

del la repubblica d i Venezia poi conquista rono a poco o poco le altre isole dell 'arcipe lago, proteggendo con la loro n uova posizione e nella m isura delle loro forze la [)arte meridionale d el mare Egeo wntro i T urchi e i pirati.


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VII. Trattato di Rodi (1322). Concluso fra i Cavalieri, Venezia e l'Impero, allo scopo di costituire una flotta permanen te d i 20 galere per combattere i Turchi. L'ordine doveva fornirne quattro.

rono e operarono l'investimento della città anche dalla parte di terra. Ma la resistenza degli abitanti fu così fiera, che dopo qua ranta giorni di vani sforzi gli assalitori fu rono costretti a imbarcarsi e a tornare in Egitto.

VIII. Trattato di Rodi (1403). Concluso fra i Cavalieri e il sultano d 'Egitto. li gran maestro ottiene libero accesso ai porti della Siria e della Palestina per i pellegrini diretti a Gerusalemme, la facoltà di stabilire con-

Xl. Attacco di Rodj (,503). Fu operato il 16 agosto, da parte di una squadretta di 16 fuste turche, le quali sbarcarono truppe sulla spiaggia e si diedero al saccheggio, rimbarcandosi appena comparvero alcune galee comandate

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Assedio di Rodi (1522) a:, bastione tedesco; b, bastione francese; e, bastione d'Alvernia; d, bastione spagnuolo; e, J, bastione e palazzo inglese; g, bastione di Provenza; h, bastione italiano; i, porto marittimo affidato ai Portoghesi. A, B, C, D, E, accampamenti turchi; K, comando; F batteria (21 cannoni); C (22); H (42); I (51 cannooj)

solati in vari centri e di gestire l'Ospedale dei pellegrini a Gerusalemme. - Questo trattato venne r innovato nel 1446, dopo i dissidi degli_anni immediatamente precedenti.

da l p riore portoghese Almeida. Q uesti affrontò le nav, turche, ne affondò otto e oc catturò due, perdendo una ddle proprie galee, che prese fuoco nel combattimento.

IX. Batwglia di Rodi (1440). Gli Egiziani avevano inviato contro l'isola, n.el settembre, una flotta d i 19 galee, con I"intenzione di impadron irsene. li gran maestro Lastic preparò una flotta di 12 galee, le quali affrontarono il 26 le navi nemiche; queste batterono in ritirata verso le coste dell'Anatolia, inseguite dalle navi cristiane , , inullciando al tentativo.

XII . Asst·dio di Rodi (1480). Dopo i successi riportati contro Turcmnanni e Veneziani, Mamnctto II volle scac~

X. Assedio di Rodi (1444). Fu intrapreso ancora da una spedizione egiziana . Di fronte alla forza di questa, le navi rodiane si chiusero nel porro . Gli Egiziani sbarca-

ciare da Il ' isola di R . i cava.lieri di San Giovanni. C9storon.el 1461 avevano stip ulato una tregua con lui, ma nono-

stante ciò, nel r467, trenta galere turche sbarcarono delle milizie nell'isola e la devastarono. Verso il 1477, il gran maestro dell'Ordine, Pietro d' /\ubusson, previde una seconda e maggiOie invasione, e si preparò a respingerla, radunando a R. tutti i cavalieri dell 'Ordiiie e facendo pace col sultano egiziano e col sovrano <li Tunisi. Sopraggiunta


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la flotta turca agli ordini di Messih pascià tentò uno sbarco; ma, ributtata, se ne tornò ai Dardanell i. Durante il 14i9 Maometto II fece preparare a Costantinopoli e a . ...

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e sotto il fuoco del forte posto sul monte sbarcò l 'esercito e le artiglierie, con le qual i cominciò a battere incessantemente, specie con 16 cannoni lungfii, la torre di San Nicola, il maggiore baluardo di R. , difeso dall'italiano Del Carretto. L'assed.io adunque fu iniziato e spinto avanti per mezzo d i una po teme artiglieria: le case in città venivano colpite e rovinavano, ma il gran mae.stro provvide a creare ripari con grosse travi per gli abitanti. E, malgrado i terribili effetti prodotti dal bombar<lamento,

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Rodi nel secolo XVI

Rodi nel secolo XVIH

Gallipoli una nuova Rotta di 160 navi, sull a quale imbarcò un esercito d i 40.oco u. (secondo alcuni d i 100.000) con grosse artiglierie e l'affidò ancora a Mcssih pascià. Quasi per esercitarsi i Turchi intrapresero una spedi•z ione contro Chio e la compagnia dei Maoncsi. Questa si liberò col pag-amento di 10.000 monete d'oro. Di là gli Ottomani salparono per R., dove comparvero il 23 maggio 1480. Ma la forte capitale dcll 'isola era difesa da

la intrepidità dei difensori si mostrò invincibile. Intaccata la forte torre <li San Nicola., il primo assalto fallì, perchè i cavalieri avevano tosto scavata una fossa profon<la d ietro la breccia e jnnalzato un altro terrapieno. Allora Mcssih pascià pensò d'attaccaie la torre dal mare, mediante un ponte di barche, che con una gomena legata ad un 'ancora conficcata nella spiaggia riuscì a tirare sotto alla torre st.essa. Ma un marinaio inglese, per notnc Gervasio Roger, di notte si appressò a nuoto, tagliò la gomena e così il ponte andò alla dedl'a. G li Ottomaiii con barche lo rimorch iarono, e, avvicina tolo a terra Ja notte: del 19 giu~ gno, riassalirono furiosamente la torre. Durante la lotta

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Le difese di Rodi nell'assedio del 1 522

Rodi: Baluardo Del Carretto e Porta d'Italia

7000 guerrier i, capitanati dal d'Aubusson, ed aveva prov1•iste per tre anni. Quelli che non potevano combattere erano stati trasportati nell'interno del castello di San Pietro. La squadra turca accostò al monte di Santo Stefano,

il ponte si ruppe e gli Ottomani, perduti 2500 combattenti, si ritrassero. F allito anche il secondo assalto, Mcssih pascià per 35 g iorni battè le mura con tutti i suoi cannoni e il 27 luglio ordinò l'assalto generale, che pareva

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destinato a riuscire. Difatti i Turchi, nonostanrc il va lore dei cavalieri e dei loro solda ti, giunsero a salire sulla ci ma dei bastioni. Messih pascià fece su i bast ioni stessi gridare che fosse viernto il sacco, pcr.:hè i tesori di R.

la direzione della <lifesa era affidata all'ingegnere mii. italiano Gabr iele Tadini di Martinengo, il quale. oppose un continuo lavoro dì contro_m jna all'accanito lavoro di n1i11a dei Turchi. li 2S luglio giungeva con rinforzi Solimano

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( Pianta di Rodi

appartenevano tutti al sultano; ciò fece scemare l 'ardore dei suoi, e ii d'Aubusson spiegò la grande bandiera dell'Ordine coll'immagine del R~dcntore e infiammò i cavalier i a combattere per la re lis-ione e per la libertà . Dopo due ore d i lotta le milizie del sultano furono finalmente ' ributtate e respi nte da ogni parte, lasciando sul campo della lotta 3 0 00 morti. Messih pascià allora, perdutosi· d'animo, tolse l'assedio il ;,2 agosto. Mentre stava irnbarcan<lo le truppe, vide apparire due grand , navi, spedite dal re di Napoli Ferdinan<lo l d'Aragona in soccorso dei cavalieri. Contro di esse mossero molte galere e galeotte turche e le assal irono , ma, dopo breve lotta, in cui perì il comandante turco, ambo le nav i, spinte dal vento, enrra_rono vittoriòsamente nel porro, sebbene una <li esse fosse stata assai malconcia. A llontanatosi da R ., Messih pascià condusse l'esercito in Asia e la flotta a Costantinopoli. Poco (lùpo g iunsero a R . al tre due grosse navi mandate dal papa Sisto IV agli ordini d i Cencio Or sini, ma i Turchi ormai erano partiti. Le perdite dei Turchi nell'assedjo ammontarono a 9 0 00 morti e 15 ooo feriti.

attuale in persona. La città era strettamente assediata e 6ernmente battuta <lalle artiglierie turche. Jncominciò un 'alternativa di assalti e d i sortite, di rovine di d ifese e di riattamenti. Il -f settembre i Turchi riuscirono a far saltare il bastione inglese, ma quando salirono all'attacco vennero ributtat i con la perd ita di 200 0 uomini . Il 9, un secondo attacco sullo stesso punto fu pure sang uinosamente respinto. Il 13, i caval ieri d'Italia, sul loro posto, mantcnev,ino intatto lo spalto delle mura, accanitamente assa ltate. Il 24 settembre venne scatenato con ;r50.ooo u . un grande attacco generale, che costò ai Turchi 15 . 0 0 0 u., e venne respinto decisamente. Solima no destituì vari comandanti, ma neppure i nuovi riuscirono ·a fiaccare la resistenza dei diicn sor i. Ma 1•Europa cnsuana non s1 ...:0In rnoveva, e

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valieri rimanevano soli contro l 'enorme esercito musul-

Xlll . Assedio di Rodi (1522). Fu posto dai Turchi di Solimano l i , dopo che aveva invano intimato ai cavalieri di cedergli l 'isola . Il loro gran maestro, Villiers de l 'l sleAdam, si apprestò a una disperata difesa, con i 6oo cavalier i e i 4500 soldati di cui disponeva. Il 26 giugno una !lotta t urca di 300 vele, con 100.000 u., g iung~va davanti all ' isola ed iniziava lo sbarco. d ifensori avevano

Rodi: li forte San Nicola

abbandonato le campagne e i sobborghi, operando la d istruzione <lei raccolti e delle abitazioni, e avevano sbarrato j porti mediante catene. La difesa delle mura era affidat a per settori ai cavalieri <lelle varie « lingue " :

Rodi: l'ingresso al porto delle galere fra la L upa e il Cen·oi simboU di Roma e Rodi

111ano che li assaliva . Le munizioni erano esau rite. Ciò malgra<lo, essi respingevano ancora un assalto sferrato con-

tro il bastione spagnuolo . Infine i cavalieri si rassegnarono al_! 'inevitabile: essi entrarono in trattative con Sol imano,


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al quale consegnarono la città e l'isola, ottene ndo di allontanarsi liberamente (24 dicembre) .

da sp.ro a grossa grana . - Un altro R. (lmcco) fu pure gen. degli .Stati Uniti e morl comba ttendo ad Antiet am (1862).

XN. Ocrnp,,zio ne di Rodi (1912). Appart iene alla guerra Italo-Turca . In seguito a ordi ne del governo ital iano, fu allestita in Libia una spedizione per occupare R. e le isole ad iacenti. Il comando venne affi-dato a l gcn. Arncglio. il quale dispose del 57° e 34<> fanteria, 4° rcgg. bersaglieri, bgl. alpino Fenestrelle (6000 fucili e 5 sez. mitragliatrici), 4 btr. d'art., 1 pi. del regg. Ussari d i Piacenza, specia-

Rodney (Bridge,, baro11e Giorgio). Ammiraglio inglese (r7r8-1792). Raggiunse il gra<lo di contramrnir. nel 1759. Due anni dopo si batti: nelle Antille prendendo la Man inica; Santa Lucia e Granata; poi tenne i l comando della flotta alle Antille. Nel 1779 ottenne successi contro gli Spagnuoli, e nel 1782 sconfisse p resso la Martinica la flotta francese del Gr asse. Richiamato subito dopo pa cam biamento di governo, venne nominato pari d 'Ingh ilterra.

lità, servizi. La spedizione si imbarcò su sette piroscafi,

scortata da una d ivisione navale. Ali 'albo del 4 maggio le truppe sbarcarono nella rada d i Calitea, mentre il presidio turco si ritirava nell'interno dell'isola. Un piccolo reparto t urco tentò d i opporsi alla marcia sul capoluogo presso Aspero, rna dopo breve scaramuccia si arrese, e la 1nattina •eguen te il gen . Ameglio faceva il suo i ngresso nella cittit.

Pochi giorni <lopo egli marcìav~ su /JJit/1os e dopo breve combattimento catturava la guarnigione turca del l'isola.

Rodolfo I (d' Absbu rgo). Re d i Germania (1218-1291). Eletto e incoronato nel r273 combattè contro i Re d i Baviera e di .Boemia, conquist ando l 'Austria, la Stiria e la Carinzia. Prima di d iventare imperatore si era segnalato come abi le g uerriero, e aveva combattuto sotto Ottocaro I re <li Boemia, e per il cantone d i Zurigo contro una lega ad esso ostile . Rodolfo Il di Borgogna . Salì al trono nel 912 e morì nel 937 . Combat Lè contro gli Svevi; nel 921 venne i n Itali a contro Be rengario e lo batti: nel 923. Sconfisse gli Ungari costringendoli a ripassa re le Alpi . T o rnato nel la Borgogna, vi ampliò i suoi domini.

Rodoni (Francesco Amilcare). Generale, n. a Mantova, m . a Signa (1833- r898). Sottot. del genio nel 1859, partecipò alle cam]Jagne del 1859 e 1866. Colonnello nel 1882, comandò il 66° e poi il 39<> fanteria. Collocato nella riser va nel r 889, fu promosso magg. generale nel 1895. Rodini Edoardo

Rodncy Giorgio

Rodini (ba.-one Edoardo). Generale, n . a Domodossola, Napoli (1834-1887). Sottot. d'art. nel 1855, nella caml)agna d d 1_859 meritò la rned . <l'argento ed in quella de l t866 la croce <l'uff. dell 'O. M. S. Dopo la campagna fece parte della commissione per la consegna da parte del . l'Austria all '!talia delle fortezze de l Veneto e del Mantovano e venne per tale incarico encomiato. Colonnello CO· mandante il 1° art. nel r878 , fu promosso magg. generale nel 1884 ebbe i l comando territoriale del l'art. d i Napoli. 111 . a

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Rodino (Angelo). Generale, n. a Ca iro Montenotte nel 1863. Sottot. di fanteria nel 1882, fu in Eritrea nel 1896. Partecipò a lutta la guerra con tro !" Austria e nel 1915 sul Carso fu due volte ferito e meritò la med. <l'argento . Colonnello nel settem bre successivo, comandò il 159° fanteria . Magg. genera le comandante la brigata 'Pesaro nel r917, meritò sul Grappa (1 918) la croce d i cav. dcll 'O. M . S. Nel 1920 ebbe i l comando della <livis. mii. di Piacenza e poco dopo andò in P . A. S. Nel 1923 ebbe il grado d i genera le di divis. e nel 1932 fu collocato nella riser va .

Rodope. Montagna della T racia, oggi Despoto-Planina o Despoto-Dngh. Nel 269 a . C . vi fu combattuta dall' imperatore romano M . Aurelio Flavio Claud io una battaglia contro i Got i, i Gepidi e · gli Eruli . Costoro si dirigevano verso la costa della Macedon ia, ma durante la ma rcia furono raggiunti dalla cavalleria romana e ricacciati con ingenti perdite sul monte R. dove furono accerchiati d alla fanteria sopraggiunta. Ua attacco dei Romani fallì con la perdita di 2000 uomini. La fame però e le pestilenze costrin sero i Barbari ad arrendersi, e a consegnare le loro navi, ancorate sulla costa macedonjça. Do_po questa vittoria, I' impcn1tore riassunse così le sue o pe-

razioni m ilitari contro j Got i al comandante <lell '!lli,ico: « Abbiamo annientato 320.000 Goci, affondate 2000 navi; i fiumi e tutte le coste sono coperte di scudi, d i spade e di giavellotti; su i e.ampi non si vede il suolo a . cagione

dei cadaver i; 11essuna via è sgornbra cli 1norti; l'j1nn1ensa barricata d i carri è abbandonata » .

Rodio (Gio vànbattista) . Capo ba nda borbon ico al seguito <lei cardinale Ruffo, m. nel 1806. Nel 1799 venne nominato colon od lo dcli ·esercito napoletano, cd ebbe i l comando di una specliziooe nello Stato romano. Tenne viva per molto tempo negli Abruzzi l'i_nsurrezione contro i F rance.si, combattendo contro la di,•is. del gell. Lcchi. Incalzato dal le milizie di questi, vern1e fatto prigioniero, condotto a N~poli , condannato a morte e fucilato. Rodman (To1r.111a.u•) . Generale degli Stati Uniti d 'America ( 1820-1871). In ventò un apparecch io per misurare la fo,za di espansione dei gas nell 'interno dell 'anima dei c;rnnoni. Nel 1845 costrul cannoni in ghi sa, foci, pesanti , ad avancarica, adòttati dagli Stati Uniti <l 'Ame rica lino al 1875. li R. sperimentò anche per primo, nel 1862, la polve re

...

Rodolfo I d' Absburgo

Rodr:i guez Enrico

Rodriguez (Er,ri<"o) . ç;eneralc, n. nel ,$18 , m . ad lglesiils nel 1891. Volontario nei Cacciatori s;uardie nel 1834; divenne sotto,. nel 1840. Passato nel corpo <li S. M ., pat- ,


RoE

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tecipò alle guerre del Risorgimento. Nel 1866 fu capo di S. M. della d ivis. d i Napoli e pochi mesi dopo venne promosso colonnello comandante il 2° granatieri. Magg. generale nel 1875, comandò la 13• e la 33• brigata d i fanteria e nel 1880 passò nella riserva.

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Roero (conte Tommaso). Veedore generale del sec. XVII . Nativo d i Ast_i, fu al servizio di E man ~le Filiberto, si segnalò nelle guerre d i F iandra e nel 1600 fu colonnello e governatore di Cuneo, donde, nel 1602, passò al governo del castello e forti di Nizza. Nel 16o7 fu nominato veedore generale e rimase nella carica sino al 1614, quando cioè venne nominato sop raintendente generale delle Jnilizie. Rocro conte della Val d' A11do11a Re11ato . Veedore generale del seç. XVII. Luogoten. delle corazze per sette anni e per altr i sette colonnello d i fanteria, fu al governo della città d 'Alba ed all'assedio di Aglia no. Governatore d i Chivasso e poi di Asti, nel 1641 ebbe la nomina a vcedore generale, nella qual carica r imase anche q uando, dal 1657 al 1659, fu governatore della cittadella d i Torino. Nel 1666 venne insignito del collare dell 'A nnunziata e dieci anni dopo cessò dalla carica di veedore generale. Roero di Crevacuor,• Massitniliat10. Gencrak, m . a Cuneo nel 1737. Col regg. fanteria Croccbianca partecipò a lle guerre contro la Fr ancia, l'Austria e la Spagna della fine d el sec. XVII e del principio del scc. XVIII. Generale di battagl ia nel 17u, fu governatore d i Mondovl. Nel 1734 venne promosso luogotcn . generale e non1inato governatore di Cuneo. Roero di Costanze marchese E1·,·o/e Tommaso. Generale, n. e m. a Tori.no (1663-1747). Quale comandante il regg. di Costanze partecipò alla .difesa di Torino del 1706. Inviato straordinario a Vienna nel 1708, fu poi governatore d ei RR . Principi. Geoeralc di battaglia nel 17n e gove rnatore di Biella nel 171 7, fu inviato straordinario in Inghilterra nel 1719 nello stesso anno promosso tenente maresciallo. Governatore d i Alessandr ia nel 1722, d ivenne vicerè <li Sardegna nel 1724. Nel 1731 ebbe la nomina a generale d ' art.; nel 1733 divenne governatore della cittadella d i Torino e nel 1733 fu insig-nito del collare del1'Annunz iata. .

e

Roe,·o di Revello Renato Ignazio. Generale, n. e m. a Torino (1684-1765). Nel Piemome Reale cavalleria percorse tutti i gradi, divenendo colonnello nel 1742. Guidò il r egg. nella guerra per la Successione d'Austria, e ne l 1755, col grado di luogoten. generale, passò a comandare la 2& cp. delle guardie <lel corpo. Nel 1763 venne i nsignito del collare dell'Annunziata e nominato governatore di Saluzzo. Roero di Santo Stefano Ortt1uio. Gener ale, m. a Mond ovì nel 1775. Partecipò alle guerre per la Successione di Polonia e d'Austria e si segnalò alla Madonna dell 'O lmo e<l all'assed io <l'i Valenza. Colonnello nel 1768, fu governatore d i Serravalle. Nell'anno seguente comandò la città e provincia d i Alessandria e nel 177r_ divenne- governatore d i Villafranca. In detta carica promosso magg. generale ne l 1774, nel 1775 venne nominato governatore della città e provincia d i Mondovì. 0

Roero di Pica conte Fm11cesco. Generale d el sec. XVlU. Cornerta in Piemonte Reale cavalleria nel 1742, partecipò alla guerra per la Successione d 'Austria. Nel 1777 ebbe il comando della città e provincia di Saluzzo ed in tale qualità fu promosso colonnello nel 1781. Brigadiere d i cavalleria e governatore di Sassari nel 1783, ebbe il go-

Ror

verno in 2• di Asti nel 1788 e la p romozione a magg. generale nel 1789. Nel 1794 venne nominato governatore della città e provincia di Pinerolo.

Roero di S. Severino Emilio. Genera le del sec. XIX. Magg. generale nel 1820, comandò la d ivis. mii. di Cuneo e nel J821 passò a quella di Genova. Governatore della divis. d i Nizza nel 1822, venne collocato a riposo otto anni dopo col grado ,di ten. generale. Roero di Monticello co11te Gemwro . Generale: n. e m . a Torino (1758-1842). Partecipò alle campagne della fine del secolo XVIII come uflìciak d i cavalleria. Colonnello nel 1814, comandò il regg. Savoia cavalleria. Magg. generale ne l 18181 fu capitano generale del regno d i Sardegna. Collocato poco dopo in aspettativa, ven ne promosso lClf , generale nel r833. Roero di Mo11tice//o conte Onorato. Generale, figlio del precedente, 11. a Torino nel 1792. Sottot. nel regg. pro" vinciate d i T orino nel r8r4, partecipò alla campagna del 1815 e passò poco dopo nei granatieri. Nel 1832, dopo esser stato capo d i S. M. delle divis. d i N iì.za e di Savoia, fu p rimo uffiziale al ministero della guerra e, marina e venne promosso colonnello nel 1836. I ntendente gen . d 'art. e delle fortificazioni e fabbriche ~il. nel 1838, venne p(omosso magg. ge nerale nel 1844 e oel 1849 collocato a r iposo. Roero di Settime Eugenio. Generale, n. e 111. a Settime (1827-1896). Sottot. d i cavalleria nel 1848, partecipò alle campagne del 1848, 1849, 1859 e 1866, nella quale ult ima meritò la menzione onorevole. Comandante il regg . lancieri d'Aosta nel 1868 e co lonnello nel 1869, passò a comandare i l Piemonte Reale nel 1870 <.xl i cavalleggeri d i Caserta nel 1878. Magg. generale comandante la 9• brigata d i cavalleria nel 1881, andò in P. A. nel 1884 e nella riserva nel 1888. Nel 1895 venne promosso ten . generale. Roffi (Osca,-). Generale, n . a Tori no, m. a Milano (1856-r930). Sottot. dei bersaglier i nel 1878, frequentò poi la scuola d i guerra. Colonnello comandante il 43° fanteria nel 1902, fu promosso magg. generale nel 1909 e comandò le brigate Brescia e Lombardia. Tenente generale comandante la d ivis . mii. d i Brescia nel 1913, entrò con essa nel 1915 in g uerra contro l 'Austria. Promosso comàndante del lX C. d'A. per merito d i guerra, comandò poi il C. d'A. territoriale di Alessandria. Nel 1919 fu collocato in P. A. ; nel 1923 assunse il g rado di g~nerale d i C. d'A. e poi passò nella riserva. Roffi A1111ihale. Genera le, n . nel 1861. Sottot. di fanteria ne[ 1882, d ivenne colonne llo comandante I'88° fante ria nel 1915 e con

esso entrò in guerra contro !"A ustria. Colonn~llo br igadiere nello stesso t915 e ruagg. generale nel 1916, comandò successivamente le brigate Marche, Alessa ndria e Chieti. A quota 188 d i Roffi Annibale Oslavia (19r5) ed a Bocchetta Portule (1916) rimase gravemente ferito; meritò tre mcd. d'a rgento. Comandante la G• divis. nel 1917, per le azioni sul Carso, sull'ulripiano d 'Asiago, it1 Val

I


RoF

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Giud icarie e poi nella vittoria finale nella zona AsticoIsarco-l nnsbruck fu insign ito de lla croce <li cav. (r917) e di quella d i uff. ( 1918) dcll'O . M. S . In P. A . S . ne\ 1921, assunse nel 1923 il grado di generale d i divis. c nel 1930 passò nella riserva.

Roffia- 1ntelm inell i (Filippo Maria). Capitano cosca no del sec. XVIII . Al servizio d i Fil ippo V di Spagna nd Ij32 , si segnalò nella conquista del le Due Sicil ie e ne l Ij44 a Velletri. P rig ioniero a Guastalla, ebbe nel 1765 da Carlo Ili di Napoli il g rado d i colonnello . I nviato nella Spagna vi divenne brigadiere; poi fu comandante d i Porto Longone e maresciallo. Rofix . Monoplano da caccia, costruito dall"ing. Rohrbach in Daniiuarca, per la Turchia. f; in durallum inio, con quattro mitragliatrici fisse, di cui due sull'ala e d ue su lla fusol iera. Apert ura d'ala m. 14, peso totale Kg. 1850.

Roo

Dopo la guerra comandò il 2310 fanteria. Generale di brigata nel r925, comandò le brigate Como e Avellino. Nel 1928 passò a d isposiz ione del comando del le guard ie di finanza e nel r933 fu collocato in posizione ausiliaria.

Rogier (Francesco Luig,). Generale, n. a Cagliari , m_ , a Torino (1841-1916). Sottot. <li fanteria ne! 1859, passò poco dopo in art. e partecipò alle campagne <lei 1866 e del 1870; al la presa di Roma meritò la med . d'a rgento . Colonnello nel 1884, comandò il Collegio mii. d i M ilano

Roggcro Carlo

e poi il 23'·' art. da campagna. Magg. generale nel r893, comandò l'art . da campagna a Piacen.la, dal 1894 l 'accadcrnia mi i. e nel 1896 d iventò ispettore dell'art. da campagna. Ten . generale in <letta carica nel 1898, ebbe pochi mesi dopo il comando della divis. mii. di Cagliari. Ispettore gen. dell'art. nel 1902, passò nel 1906 a comandare I 'Xl C . <l 'A. e nel 1908 andò in P. A. Collocato nella riserva ne l 19121 venne ri.

Aeroplano Rofix

Rogers (Harry). Genera le nordamer icano (1867-1925). Partecipò alla spedizione del Messico del 1916. AIJ'cntrat.1 degli Stati Uniti nella guerra Mondiale (1917) fu nominato q uartiermastro generale dell 'escrcito inv iato in Francia e tenne questa carica sino alla fine della guerra.

d1 iamato in servizio nel rnaggio 1915 cd assunse il com ando dei C. d ·A . territoriale d i Torino . Pubblicù : " La R . Accademia m ilita re di Torino ».

r-

l

Ragliano (Soglia d,) . Passaggio che si apre fra il grande tavolato della Sila e la catena costiera. tirren ica . Vi pass~ J'antica via Popilia, nel tratto ove si ravvicinano

le due testate del Crati (Val-

Roggeri (Giambattista) Generale, m. nel 1846. Ufficiale di cavalleria, raggiunse il grado di colonnello nel 1821 . Fu capo d ivis . al ministero della guerra e d ieci anni dopo venne collocato a riposo col grado di magg. generale .

I

Rogge1-i Alfredo. Generale, n. a La Morra, m. ad Alba (1828-1914). Sottot. dei bersaglieri nel 1848, meritò una menzione onorevole a Custoza ed una a Novara. Passato nello S. M. nel 1859, partecipò .alla campagna d i q uell'anno e a quel la d el 1866. Colonnello nel t 873, comandò il 17° fanteria e d al 1879 la brigata Cagliari . In P. A . nel 1881 , fu promosso, nella riserva, rnagg. generale nel r886 e ten. generale nel 1906.

Rogger o (T:.:d(l(irdo) . Generale, n. a Cesana nel 1867. Sottot. del genio ne l 1885, raggiunse il g rado d i colonnello nel r916; partecipò alla guerra contro l'Austria e fu d irettore del genio per la marina a Venezia. In P . A. S . nel 1920, venne promosso g011e ralc di brigata nel 1924 e nel 1929 co llocato nella riserva.

Rogg~·o Carlo. Generale, 11 . a Torino nel 1871. Sonot. d i fanteria nel r888, frequentò poi la scuola d i. guerra e insegnò arte mii. all'Accademia d i Modena. In L ibia nel 1912 e nel 1913, per i combattimenti di l.lenina e d i Regima meritò la mcà . d i bronzo. In guerra contro l'Austria, r iiuasc ferito al Podgora ; promosso colonnello nel 1917, comandò il 43° fanteria e meritò la mcd . d 'argento.

lo Co senti oo) e del Cornee. Rogier Francesco La strada da Cosenza risale a Pian del Lago e raggiunge la displuviale presso Rogliano (650 m.); discende q ui ~d i nella valle del Savuto che attrnversa, rimontando sulla dorsale fra i torrenti Corace ed Amato per d irigersi a T irio lo (640 m.) . Di qui con u n ramo raggiunge Catanzaro . ment re l 'alt ro per la Sella di Marcellinara (250 m.) s 'avvia a Montelcone e Reggio . La soglia d i R. segnò fin dall'antichità il passaggio obbligato per accedere all'estrema punta della penisola, evitando le alte quote montane e le linee litoranee, espost<;> alle offese da mare .

Rognetta (Benedetto). Colonnello, n . nel 1839, m. a Roma nel 1912. Sotto,. d'art. , partcciµ<> al!e campagne de l 1859, 186o-61 e 1866. Lasciato l'esercito poco dopo il 1870, rappresentò in Italia gl i stabilimenti Krn pp e ded icò tutta la sua attività agli affari industriali attinenti l'a rtiglieria . Come ufficiale nella riserva, .raggiunse il grado di colonnello nel 1912. P ubblicò u n « Manuale d i campagna ad uso degli ufficiali d'artiglieria»; ,, Canr,oni cerchiati " ; « Imp iego dcll 'artiglieria » . Rogniat (visco11tc Giuseppe). Gene rale del genio fran cese e scrittore militare (1767-1 840). P rese parte alle guerre della Ri,·oluzione e dell'Impero francese e divenne generale di d ivis. ne l 181r. Alla restaurazione d ivenne ispet-

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Roa

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tore generale del genio . Scrisse: « Relazione degli asse<li di Saragozza e <li Tortosa fatti dai Francesi nell'ultima guerra <li Spagna (1814) »; « Considerazioni sull'arte della guerra >}. I l generale R. ebbe grande influenza sui caratteri della fortificazione nel passaggio dal primo al secondo p eriodo del! 'epoca ma<lerna. Si distinse spec ialmentl!> per la rapid ità con cui s'impadroniva delle piazze forti col mezza dell 'assed io regolare. Egli propose nei suoi scricri di completare le piazze fort i con opere staccate distanti da 3 a 4 K m . dalla cinta e da 5 a 6 Km . fra loro, e raccomandò la difesa esterna attiva,

Rognoni (Don,zto). Generale, n. a Sassuolo n el 1866. Sottot. di fanteria nel 1885, partecipò alla guerra Mondiale e sullo Sleme e ~ul Mr;;li meritò due med. d'argento e una di b•cnzo. Colo nnello nel 19i6, comandò il 205° fanteria, e nel 1917 la brigata Lambro. In P . .'\. nel 1918, fu p romosso generale d i brigata nel r9 23 e nel 1927 generale d i di vis. nella riserva . Rogoznica. Villaggio della Polonia nella regione della Podlacchia, sulla strada Siedlcc-Brcst Lirowsk. 11 29 agosto 183' vi ,,vvennc un combattimento che a ppart iene al terzo periodo della guerra di rivoluzione polacca, ed av venne fra il corpo del gcn . Ramori no, inria?o ad OCC'J· pare la Po<llacchia, e quello del gen . Rosen. Il gcncrnlc Ra• marino, in 1narc ia sullo. -detta strad a, trcvò i Russi schierati 8 poca ,Jistanza d a R. e pronti pel combattimcnta. Egli li attaccò subito d i fronte c::in l!na brigata, mclll,<! diresse i l rimanente delle forze alle spalle de! nemico. Esse urtarono contro ia djvis. 1ussa de! gen. Vcrpachuv::iki, ;nraccandola 3lla baionetta , 1nentre un regg. dì cacciatori respingeva la cavaller ia rnssa fino ai p111tani dove perì qua.,i tutta. i Russi furono completamente disfatti, perdendo 2000 prigionieri con lo stesso loro comandante. Roguel ie (o Rogelje). Passo della Jugoslav ia, fra Bagnaluca e Jaizc. Vi avvenne il 5 agosto 18i8 u~ combattimento che appartiene alla campagna nella Bosnia. Il duca d d Wiirttemberg, con la 2• brigata austriaca e un reggimento d i altra brig ata , avanzando da Bagnaluca, trovè> il passo occupato dag li insorti, i quali respinsero col fuoco

un reparto di c2valleria austriaca in avangu.1rdia. Man mano che le fanterie arrivavano, il duca le fece entrare in linea, pronunciando un movimento aggirante ve.rso la dr. d el colle. La posizione degli insani fu al momento opportuno attaccata alla baionetta e presa, con la perd ita, ;,er gli attaccanti, di 12 morti e 32 feriti.

Rohan (Pietro di, duca di Nemor,rs) . Matesci>1 ilo d i Francia (1451-r 5 r3). Combattè contro i Borgognoni e gli Imperiali e divenne maresc. a 26 anni. Partecipò anche alla sped izione di Carlo Vlll in ltal ia. Sotto Luigi XII procedette alla riorganizzazione delle milizie . Nel 1506, caduto in d isgrazia, venne mandato in esilio. Rohan Renato li ( Visconte d,). Capitano francese d el sec. XVI. Fu uno dei più valenti capitani della su;i epoca. Ebbe comando alla Rochelle ove morì a 36 a nni nel J 586. Roharz En,-ico (duca d1). Capi tano francese e scrittore militare (1579-1638). Dopo la morte di Enrico IV d ivenne il principale capitano d elle. tre guer re (1620-22, 1625-26, 1627-29), sostenute d agli Ugonotti con tro L uigi Xlil. Dopn la presa dc La Rochelle (1628) si ritirò a Venezia , dove otten ne il comando generale delle t ruppe della repubblica. Più tardi Luigi Xlll lo nominò a m basciatore in Svizzera e nel 1635 ebbe il com ando delle truppe incaricare <li

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prend ere la Valtellina agli Spagnuoli. Nel 1636 fu respinto da.i Grigioni, passò a servire Bernardo di Weimar e rimase ferito mort,almentc combattendo ; Rheinfelden. Scrisse, fra altro, le sue « Memorie »; « Il perfetto capitano » ; « Trattato sulla corruzione della milizia antica »; « Memorie sulle guerre della Valtellina ».

Rolum Carlo, principe di M ontauba11, Generale fra11cese (1693-1768) . Fece le campagne di Fiandn, e, col grado di colonnello, quella d i Spagna e quella per la Successione <li Polonia, partecipando alle battag lie d i Parma e di Guastalla e guadagnall<looi il grado di maresciallo d i campo. Nel 1743, luogoten. generale, combattè in Germania e lasciò il servizio I'ahno seguente. Roltan Luigi Armando (principe di M;,ubazon). Ammiraglio francese (1730-1794). Capitano di vascello nel 1758, fu governatore d elle Isole Sotto Vento nel 1766 e luogoten. gene rale delle an nate navali nel 1769. Dopo le guerre d'America fu promosso viceamnù,·. (1784). Du rante ;1 tt terrore » venne ghigliottinato. l<ohan Giulio Ercole (principe di Guémcné) . Generale francese (1726-1800). Capitano di caval leria nel 1744, partecipò alia campag na d i Germania. Culonnello di fanteria nel 1745, comandò il rcgg. avent<' il suo nome e p rese pane alla guerra in F iandra . Maresciallo d i campo nel li59, fu promosso luogoten. generale nel 1762. Contrario alla rivoluzione, c1n.igrò all'estero. Rol,an-Chabot Luigi Antorzio Augusto (duca d,). Generale francese ( 1733-1807). Colonnello nel 1749, si segnalò nel la guerra dei Sette Anni che gli valse i l soprannome <li n giovine eroe >►• Brigadiere nel r760 , maresciallo di ,am po nel 1762, d ivenne luogoten . ge nerale nel J 783 cd emigrò al p rincipio d ella Rivoluzione francese . Rolultl Cado Alano (principe di Guémené). Generale austriaco (1764-1836). Emigr;to in Austria durante la .Rivoluzione fraaccse, entrò nel scrvjzio militare e <livemh..· generale. Sconfitto nel Tirolo (1805), venne collocato a riposo; richiamato poi in servizio ebbe comando di truppe conuo la Turchia; poi partecipò :,Ila ban:,glia di Wagram dove rimase ferito. Aderì alla Restaurazione e fu nominato pari di Francia. - (V . anche Soubise) .

Rohr (von Denta, barone France;co). Generale ausrriaco (i854-1927). Sottot. nel 1876, frequentò la scuola di guerra o ,•i divenne nel r 8q1 insegnan te . Promosso magg. generale, ebbe s uccessivamente . coll,andi d i brigata e quindi fu nominato ispettore di cava lleria d ella Landwehr . Nel r906 venne promosso feldmaresciallo e poi nominato ispettore degli istitu ti milita ri di e-rlucaziune cd istru7..ione. Scoppiata la guerra Mondiale ebbe la direzione d el mi n istero della guer ra durai1tc il periodo della · mobi litazione cd organ izzò i reparti d'assalto alla Robr von Denrn frontiera italiana . Nella primavera del 1915 comandò c:n gru ppo di armate sulle Alpi Giulie-Ca rniche, e poscia passò sulla fronte romena. Rèihrssen (di Limina , Ottone). Generale, n . nel 1862. Sottot. d i fanteria nel 1882, passò nel personale dei di-

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Ro1

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stretti nel 1907. Colonnello nel' 1917, comandò il d istretto mii. di Catanzaro e nel 1920 andò in · p. A. S. Trasferito nella riserva nel 1925, ven ne pro1no~so generale <li bri ~ gata nel 1929.

Roia. Torrente della Liguria che scende dal Col d i Tenda (1873 m.), entra in te rritorio franèeso a Fontan , ne esce a Brcglio e ,i versa nel Mediterraneo a Ventimiglia, fra Mentana e Bordighera , dopo un corso d i 50 Km. Negli

Truppe ~lpine in Val Roia ( 1930)

anni 1792-93-94, avvennero nella Valle della Roia numerose azioni guerresche tra una pare~ dell'esercito piemontese, coadiuvato da alcuni bgl. austriaci, e l'arm ata repubblicana france,e in Italia . Le principali operazioni furono quelle che prendono il nome dall'A uthiott (V .) .

Roissard (de Bel/et, Leonardo). Generale dei CC. RR ., n. a )lizza _\,(ar inima, m .

a Roma (1816- 1901). Volontario nel 1833 e sotmr. di fanteria nel , 837, passò nel 1841 nei CC. RR. e parrecipò al le campagne del 1848 e , 859. Colonnello comandante la legione di Firenze nel 1861 ! fu promossa magg.

generale addetto al com irnto ddl 'Arma nel r868. Presicleme <lei com irato stesso nel 1878, fu promosso tcn. generale nel r879 e 1Jcl 1883 d ivenne comandante gen . dell'arma dei CC. RR. ln Roissal'd Leonardo P . A. ne l 1891, pas$Ò nella riserva nel 1894. Nel r 886 ebbe la nomina a senatore del regno.

Rojestvensky (Zinovi Petrovìc). Ammiraglio russo (1848-1 909). Si spec ializzò nell'artig lieria nava le e n el 1877-78 partecipò alla guerra russo-turca; poi fu addetto all 'ambasciata d i Lond ra e divenne contramm ir. nel 1898, al la d irezione dell 'art. o~vale. ·Nel r904, viceammi raglio, era capo d i S. M. della marina, quando fu posto al comand,o della squadra russa del Baltico, che condusse con lunga navigazione nell 'Estremo Oriente, per tentare di liberare Port Arthur dall'assedio . Aifrontato dalla flotta giapponese a Tsushima,' il R . venne coir!pletamente sconfitto

RoL

e rimase ferito e prigioniero. T ornato in Patria, fu per q uesto processato, ma venne assolto.

Rolandi (Gerolamo) . Generale, n . ad Albenga, 111. a Roma (1827-1899). Sottot. d'art. nel 1848, partecipò alle ca mpagne del 1849 e del 1859 cd a quella di Crimea. Dopo d i essere stato direttore d 'art. a Geoova, fu promosso nel 1870 colonnello comandante l 'u 0 1rt. Magg. generale nel 1877, fu comandante territoriale d 'ar t. a Torino e poi membro del Comitato d 'artiglieria. Ten. generale nel 1884, fu ispettore d'ar t. <la campagna e poi ispet tore gen. d 'artiglieria . In P . A . nel 1892, passò nel la ri,crva nel 1896. Fu deputato di Genova nelle legislature XVI e XVIl e nel 1892 venne mminato senatore del regno.

H.ojesn,ensky Zinovi

Rolandi Gero lamo

Rolandi Gìova1111i. Generale, o. nel 1845, m . a Mioglia nel 1930. Sottot. dei granatier i nel 1865, partecipò all~ campagna del 1866, e, frequentata la scuola di guerra, passò nel corpn d i 5 . M. Colonnello nel 1898, comandò i l 3➔" fanteria e poi il distretto m ii. cli Cuneo. 1n P. A . nc:I 1903, fu promosso magg. g~nerale nel la r iser va nel 1911 . Ro/andi-Rìcci conte Ottavio. Generale, n . ad Albenga nel 1870. Sottot. <l'art. nel 1889, frequentò la scuola di guerra e passò n~I corpo di S. M . Panecipò alla guerra 1915-1918, d ivènnc colonne llo nel 1916 e briga diere generale n el 1918, capo di S. M. del XXH C. d 'A. Per le azioni sul Mon tello e sul Medio Piave meritò la croce <li cav. deWO . M. S. In l'. A. S. nel r920, riprese servizio _nel 1925 quale comandante· della brigata Regina. Generale di d ivi,. nel 1926, comandò successivamente le d ivis. di Catanz ar o e Verona. Nel 1932 venne Rolandi Ottavio promosso ge nerale d i C . d' A. ed ebbe il comando di quello d i Bari; l' anno seguente passò a comandare il C. d'A. di Napoli.

Rolando (Federico). Generale, n. ad Albenga, m . a Casale (1845-r927). Sottot. di famcr ia ne l 18.65, partecipò alle campagne del r866 e 1870 ed insegnò arte mii. alla scuola di Modena nel 1877. Frequentata poi la scuola di guerra, passò ne] corpo d i S. M. ColonneJlo nel 1896, comandò I '810 fanteria. Magg. gene rale comandante la brigata Salerno nel 1901, andò i n .P. A . nel 1903. Nel


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r911 venne promosso tcn . generale nella r iserva e nel 1923 assunse il grado d i generale di divisione.

Rolando Francesco. Medaglia d 'oro, 11. a Susa, cadu to sul Piave (1889-1917). Ufficiale di comp lemento nei bersag lieri, passò quindi nel ruolo del servizio attivo e per cinque anni fu in Libia, d ivenendovi tenente e capitauo . RimpaLriato nel 1917, q ualche mese dopo, al comando <li un bgl. <lei 18° regg. bersaglieri, cadde da prode, nella pr ima, epica d ifesa del Piave <lopo il ripiegamento del novembre 1917. Ecco la motivazione d i medaglia d'oro : « Comandante d i un battaglione, seppe con l 'esempio e con la parola preparare le sue truppe all' azione. Avuto l 'ordine d i attacco, con intcl Rolando F rancesco ligente perizia dispose le sue truppe, guidandole d i persona. Avvertito che in un punto il nemico ostacolava violenten1cntc la nostra avanzata, vi accorreva e da solo, sotto fuoco intenso, sprezzante di ogni pericolo, si spingeva audacemente verso l'avversario per riconoscere l 'efficienza delle sue d ifese, finchè, rnvestito da raffiche di mitragliatrici, rimaneva ferito . Tra-

sportato al posto di medicazione, dopo ricevute le cure, volle ad ogni costo tomarc al suo battaglione, recandosi ove più viokmò era il combattimento. Per vincere l 'ult ima, djsperata resistenza del nemico, gridando p»role vibrant i d i entusiasmo, con ba lzo leonino si lanciò i n avanti, primo fra tutti, trasci nando i suoi bersaglieri all'urto violento e travolgendo I'àvvcrsario. Colpito i n fronte, cadeva da eroe, col grido di « Savoia! », sulle labbra, fulgido esempio di eroismo e <li alte vinù militari " (Molìno della Sega (Piave ] , 16 novembre 191;).

Rolica. Comun.e del Portogallo, nell 'Estremadura , sul Real.

Combattimento di Rolica (!7 agosto 1808). Appartic11e alla campagna dei Francesi nel Portogallo. Il gen. Laborde, con 4 bgl. <li fanteria, 150 caval ieri i taliani cÌel 2&o cacciatori e due cannoni (in tutto 2000 u .) era in posizione presso al villaggio, quando marciò ad assalirlo il gen . Wellesley, poi duca di Wellington, con circa 12. 000 u., d ivisi in sci colonne, quattro al centro e due pronuncianti un doppio movimento agg-irante su lle ali della posizione del Laborde. La rcsistCJ1za di quest' ultimo d urò dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio, perchè il Laborde cedette terreno a poco a poco, prendendo successive posizioni e obbligando gli :LssaEtori a preparare i successivi attacchi, data la zona montuosa . Jn fine, a tarda sera, i Francesi riuscirono a disimpegnarsi, protetti dai

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Combattimento dì Rolica (1808) A , B , D, E, F, G, Inglesi; C r brigata portoghese; A ' posizione degli Inglesi dopo il combattimento; l\lI, N, d, Francesi; (a) prima del combattimento; (e) ritirata

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cacciatori a cavallo, avendo perduro 600 u. cd avendo inAitto una perdita doppia della loro agli avversari .

Rolla (Carlo). Generale, n. e m. a Genova (1838-190j). Sottot. nel rcgg. Real ::-lavi nel 1859, partecipò alle campagne del 186o e del 1866 e meritò due menzioni onorevoli : una ad Ancona (186o) e l 'altra nella campagna dell'Adriatico (1866). Magg. di fanteria nel 1878, venne promosso colonnello nel 1888 e comandò il 21° fanteria; nel 1895 fu promosso magg. generale in P. A. e poi pMSÒ nella riserva. Roll e (Passo d,). Colle delle Alpi \'encto-Trcnrine, che mette in comunicazione la valle del Cismon (Brenta) con quella di F iemmc (medio Avisio). l) a Fonzaso - che la facile depressione d i Anen congiunge con la conca di Fehrc la rotabile risale la media ,·alle del Cismon l val Schenère) passa a Fiera di Primiero e raggiunge San Martino di Castroi.za , donde s'inerpica :il passo, che s'apre a 1984 m. fra le pendici della Vczzana e quelle del Colbricon. Di là scende a Paneveggio in Val Tra\'i• gnolo e sbocca in Val di riemme a Predazzo. Lungo l'Avisio la rotabile, per Cavalese e Cembra, raggiunge la val d'Adige a Lavis. Un:1 fe rrovia a sc:lrtamcnto ridono collega Predazzo con Ora, statione della linea T rentoBolzano. Giù valico importante della zona austriaca prossima all'a nt ica frontiera italiana, il Passo di Rolle ha oggi valore prevalentemente locale, e s'avvantaggia del! 'esistenza del bre,·e tronco ferroviario già ricordato, rappre<;entando pur sempre un accesso alla regione trentina che, in determinate ipotesi, potrebbe ave re utilità militare :l sussidio delle linee della Val Lagarina e della Val Sugana. Rolletto (E11rico). Generale, n. a Savigliano nel 1871. Sottot. d i fanteria nel r893, due anni dopo meritò la mcd. d i bronzo disarmando dei rissanti ad Ancona . ln guerra contro la Turchia nd la campagna libica del 191 1 e 1912, si distinse a Rodi, a Psirhos cd alle Due Palme. e meritò la med. d'argento cd una seconda med. di bronzo. Partecipò poi a tutta la guerra contro l' Austria: al Poclgora ebbe una seconda mccl. cl 'argento e nel 1918 fu promosso colonnello. Comandò in ~laccdonia il 62° fanteria e quando nel 1920 fu costituito a Costantinopoli il 3r3-0 fante ria, ne ebbe il comando e con esso per tre

RoM

anni fece parte del corpo di spedizione italiano nel Me• ditcrraneo orientale. Comandante il d istretto mil. d i Vercelli nel 1924, andò in P. A. nel 1929 e nel 1931 fu promosso generale di brigata.

Rollone. Primo duca di Normandia, m. nel 931. Fu uno dei più famosi capi normanni. Operò con le sue bande nella Frisia, poi risalì la Senna, prese Rouen, assediò Parigi ncll '886. Percorse gran pane della Francia saccheggiandola e devastandola; il re Carlo il Semplice venne a patti con lui e gli concesse la regione che fu detta poi Normandia. Domò ribellioni e si assicurò !a tranquillità nello Stato. Rol uti (Francesco) . Colonnello e sc ri ttore militare, n. a Cas1clnuovo Scrivia nel 1878. SollOl. d i fontcria nel 1900, partecipò alla guerra contro l'Austria, nella quale meritò h med. c1·argento e la croce di cav. dell'O. M. S. per essc:r,i distinto ncll:l regione del monte Nero, e ncll"offen,iva nemica dcli 'ouobre 19 17 sullo Stol. Colonnello nel 1926, comandò il 37" fanteria e nel 1932 passò al comando della scuola allie\'1 sottufficiali di Rieti. Pubblicò, fra al tro: « Il fuoco <klla fanteria "; « Intorno al combauimcnr.o colle ar mi nuove ,, ; « l ntorno al nostro problema milirnrc » ; « Arte militare». È collaboratore della « Enciclopcd1a Militare n. Roma. Città capitale del regno d 'Italia, costruita in an tico sui col i,, in numero dì sette, alb sr. del Tevere, a 25 Km. dalla foce del fiume; soltanto nell '848, per opera del papa Leone IV, ,enne costruita la parte della ci11à che fo detta Leonina e poi Trastevere, sulla dr. elci fiume. t sede cli tutti i Minisrcri Militari, dell'Vlll C. cl'A. e della 21•' <livis. mil. terrimriale . Nel 1898 al Comune fu concessa la speciale medaglia d'oro istituita per premiare le azioni altamente patriottiche compiute dalla popola>.ione nel periodo <lei Risorgimcnw Nazionale, con la seguente motivazione: « A perenne r icordo degli eroici fatti, e come auestato di gratitudine nnionalc nella ricorrenza del Natale: di Roma nel 500 anniversario della prima guerra d ' lndipcn<lenza Naziona le, cd a ricordare le a;doni eroiche compiute da lla cittad111ana e dalle truppe romane aclla campagna del 1848 e nella difesa di Roma nel 1849 » . Delb storia di Roma si è dcuo nelle voci Italia e Lazio (V.), poichè l'importanza d i quesrn ciuà, unica nel

-7

11 passo di R olle


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mondo per la sua gloria, fu sempre tale da immedesimarsi nella storia del mondo, e particolarmente nella storia d'Italia. Qui ricorderemo rapidamenle le vicende generiche no n ricordate alt rove, e poi i singoli fatti d'arme che vi si svolsero. Il periodo di grande prosperità e potenza, fu talvolta offuscato da momentanee decadenze, ma sempre i popoli su bi rono i l fascino della città che fu detta eterna, e che oggi vibra di una nuova potente giovinezza. U n primo pc• Ln lupa con i 11cmelli, r io<lo d i decadenza si vesimbolo di Rom:1 rificò per Roma con la scomparsa dell'impero d'occidente. Durante parecchi sa,. coli la città venne disputata fra i Bizantini cd i Barbari, e, ,ostituita d a Raven na come capitale ,Jell ' ltalia bizan t ina, rimase semplice capoluogo d i un ducato sot1oposto all'esarca di Ravenna. Abbandonata quasi completamente dall' imperatore, fu governata di fattn <lai papi, che spesso trattaro no ind ipendentemente la pace con i principi longobardi. Sotto l ' imperatore Leone 111, verso il 730, si formò una repubblica indipendente p resieduta <lai pap:i: così .comparve da Roma anche l'u!tima ombra della potestà imperiale. Sce;i 1 Franchi in Italia cootro i Longo• bardi , Pipino loro re si eres"" a difensore del papato e con le sue donaz ion i si cost ituirono gli Stati della Ch iesa ; Roma, se<lc del pontefice, ne fu la capitale cd il papa sovrano . Ma questa dominazione non risparmiò alla città il contraccolpo dei disorclini e dcli 'anarchia che devastarono l' Italia nel medio evo . Le fazioni aristocratiche tennero in iscacco 1'au1orità dei p:ipi, incorag~iatc dagli imperator i durante le concioue e lunJhe contese tra il papato e il potere imperiale. Nel periodo di tempo che la sede pontificia rimase in Avignone (1309-1377) Roma fu in preda all'anarch ia e le contese fra i baroui furono aspre e sang uinose. Cre,cc nzio, Arnaldo da Brescia e poi Co la d i Ricnzo tentarono in utilmente d i ricondurre l'ordine e la di;ciplina nella città che o rmai era diventata un campo di battaglia, tanto che i suoi pii, illustri monume nti erano stnti trasformati in fortilizi. Soltanto dal secolo XVTI in poi le fazioni furono annullate dal formarsi di un solido governo papale, dopo le lunghe lotte del secolo precedente. Tuie governo tcm.pornle cessò di esistere nel 18;0, e l'urto che ne derivò fra il papato Srerrimo di Roma e il regno d'Italia trovò il suo conipo11imenco l'1 r febbraio 1929, con un trattato col quale si ch iuse la « Quest ione Ro mana " e si creò lo Stato del Vaticano.

Roma (Forlificaziom). :--Jell'epoca antica la città fu successivamente cinta da mura di sviluppo sempre più grande, man mano che a udava ampl iandos i. L a prima cinta fu costrutta d a Ro molo nel secolo Vili a. C. sul colle o monte Palatino, attorno alla nascente cit1à da lui fondata, ed è perciò conosciuta sono il suo nome o sono quello di cc cinta quadrata "• dalla forma a cui si avvicinava il ~uo lracciato . Non è ben certo se fosse composta d i u n semplice r ialzo con fosso o palizzata, come le opere del-

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l'epoca primitivn, oppure •di muratura, I più suppongono che Romolo, nella freua di mettere al sicuro la nuova cirr!i dalle sorprese dei suoi nemici, si contentasse dap• pri ma d i fortificarla co n tma cinta d i ca rattere campale, e in segu ito, avendo più tempo e maggiori mezzi, so;ti• tuissc a quella una robusta cinta di muratura, dello sviluppo di 1500 m. ln essa erano praticate tre o quattro porte. I ruderi di q ueste mura sono tuttora visibili in parecchi pun ti del perimetro del colle Pal:11 ino. A rin• (orzo della cinta quadrata, all'esterno del lato nord-ovest, Romolo a,·eva costrutto sul colle Capitolino un'opera chiu,a. Assicurata l'esistenza della città romulea colle istituzioni civili e mili1ari e la sua fama colla d ivulgazione ,klb sun forLa sotto i prim i re , si vennero man mano popolando i colli adiacenti al Palatino e probabilmente "' ogni colle si formò un pago o villag_~io, con mura distinte, congiunti l'uno all'altro mediante tratti di mu-ra ge11ati attraverso le vallette intcrposre. Scrvio Tullio riunl tut1i i pagi e m unì la citt~ cosi a mpl iata d i una cinta in muratura, tra~ndo in grande parre profitto delle mura esistenti sui singoli colli. f. perciò che le mura di Servio si conoscono nncora souu la denominazione di mura dei re, essendo lii\ aggregato di costruzioni ,crvia ne e di costruz ioni prccc<knci. L a cinta d i Scrvio ,i svilupJJava in

,\ggcrc delle murA serviane di .Roma

g ran parte sulla sr. del Tevere, comprendendo i SEile colli : Pala11111J, Capitolino, Quirinale, \111ninale, Equilino, Cd,o e Aventino, e in piccola parte ,ulla dr., racchiudendo un,1 parte del monte (,ianicolo. La sua cost itu1.ionc era cli m uraglia grossa da 111. 2,30 a m . 4,50 secondo l'opportunità dei luog hi; in alcuni 1racti però ,tve\'a un profilo speciale a mura doppie, o meglio a mura tcrrapienate. Così il tratto ad est del colle· \liminale, da porta Colli11a a porta Equi li,1a, aveva tale profilo speciale; questo tratto si chiamava l'aggerc. li suo tracciato e ra stato poi condouo a sal ienti e rientranti, in modo da incrociare le difese sopra le strade di acce,so alla fortezza. Questa cinta, 11 cui sviluppo era di circa 14 Km .. di cui 3 sulla riva dr . del Te\' :re, formava come un ,•a sto campo rn ilitarc, attraversato da due grand i vie che ~i incrociavano sotto j ! Palatino, e percorso tutto attorno da pomeri, esterno ed imcrno. 11 pomerio interno dnia,·a son,, all'Aventino cd aveva come punù di rinforzo speciali: il Capitolino verso il Tevere e al di là verso g t; Etruschi; l'aggere verso l 'A nienc e al di là verso i Latini , i Sabini , g li Equi e gli Emici ; jl Celio e l'Aventino verso i Latini e verso il mare; il Gianicolo (sulla dr. del Tevere) verso i Veienti; finalmente, come ridotto, il P~ 1tino. il quale co11scrvava · le. robuste mu ra d i Romolo . cinta Scrviana .no n rimangono oggidl che alcuni ruder i, i q liali però bastano ad indicare quale ne fos~e il tracciato. Ad onta che la città imperiale prendesse grande sviluppo ed in breve uscisse dalla cerchia tracciata dalle mura di Scrvio, pure q ueste mura rimasero il limite ufficiale della città fino a q uasi tre secoli dopo l 'era volga re. F u nel 2 jt che I 'impernto,e Aureliano, per difendersi cl:i

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possibili scorrerie dei Barbari che rumoreggiavano minacciosi ai confini del vacillante impero, pensb di allargare la cerchia delle mura; egl i i•1iziò l'opera g randiosa, che fu portata a compimento dai suoi successori. Questa terza c inta, tuttora in massirna parte esistente, è perciò conosciuta sotto il nome -di Mura Aureliane (V.). Essa rimase i nalterata fino al secolo XVII, qt1ando il papa Urbano VIII decise di rafforzarla sull a diva dr., dove racchiudeva solo una parte d i Traste vere, con una specie -di triangolo di mura mrrite che dalla cima del torio scendevano ai due ponti Gianicolense e Capitolino. Poco prima il papa aveva fatto dal M"culano (V.) trasformare i fianchi dei baluard i alla terza cinta d el Castel Sant' Angelo,

M'.f

RoM

bcnsl da un colpo di mano, ma non da un blocco o dd bombardamento. Oggi le fortificazioni di Roma hanno perduto ogni valore e sono state perciò completamente disannatc.

Im pero Romano. In ogni tempo i Romani appariscono consapevoli della loro funzione di dominio e di unificazione del mondo. La frase virgilia na « tu rcgerc imperio populos Romane memento » non è u na esortaLione al dominio · sui popoli, ma la constatazione di un fatlo concreto e compiuto. Roma fÌn -dai tempo antichi, con senso squisitamente pol itico, seppe risolvere il problema della esuberanza della sua popolazione , utilizzando queste forze

con orccchioui ro•

tondi, e i fianch i stessi ritirati. Nel 1642 e nel r643 il Maculano

sostituì

alla decrepita cinta aureliana sulla

lurenzo

dr. dc.I Tevere, una

nuova

fonificnio-

ne,

parte

in

su

opere d i terra e pietrame fatte erigere in fretta da Camillo Orsini nel 1555 sotto la m inaccia di attacco da

parre del -duca d'Al ba . Le mura del Maculano da porta Cavalleggeri scavalcando il Gianicolo scendono alla porta Portuen se, e sono a tipo bastionato, con terrapieni e con ~ Tracciato delle antiche cinte fortincate di Roma trafforri, con dodici baluard i dai fianch i in soprannhmero col rivolgerle a scopi pratici d i espanritirati , nei punti tatticamente più importanti, sernprc con sione mediante il servizio armato e con la creazione di un pcrfeno adattamento al terreno . Nessuna opera esterna tipo or iginalissimo d i colonia tutto suo proprio. Così la addizionale, nessun fossato. Quanto al citato Castel giovanile energia che presso altri popoli andava perduta, Saut ' Angelo , dove oggi ha sede il Musco del Genio, esso restava sotto il controllo diretto dello Stato che di essa era in origine un mausoleo, fatto costruire dall'imperatore si valse per il <lorninio del mondo. T ra i concetti di coAdriano per sè e per i suoi successori sulla dr. del Tevere. lo nia presso gli altri popoli non ve ne i: uno solo che Trasformato i n fortezza nel V secolo !)er opera del noassomigli a quello romano, poichè Roma anzichè espe lbile romano Crescenzio, tale rimase, servendo spesso di lere dal proprio seno il supcrAuo delle forze g;ovanili con asilo ai papi, e -di carcere per i loro nemici . Venne come colonie in pura perdita, preferì utilizzarle conservandone fortezza rimodernato nel secolo XVI, con aggiunta d i bail controllo. La prodigiosa attività dei Romani in materia stioni, e restaurato nel! ·epoca nostra !)t'.r opera del genegiuridica, la forza e la chiarezza dello jus e della /ex, rale del genio Mariano tlorgatti. le loro qualità d i tenacia, d i ardimento e d i ordine ne Occu pata Roma nel 1870, la questione delle fortificafacevano il popolo orgau iuatore e dom inatore per eccelzioni della città fu molto d iscussa, t rattandosi della c;1pilenza; quindi associando le due esuberanze tradizionali, tale dello Stato e -della se-dc del capo d ella cristiàn irà. Chi ebbe in sè !e energie sufficienti !)Cr affermare pubblicanon voleva fortificazioni di sorta, chi vo-l eva un vasto mente la legittimità della sua espansione per il d iritto campo t rincerato o una regione fortificata e chi un campo e per la forza . Spesso un paese soggetto era ridotto a trincerato di estensione limitata, per sottrarre la città da « Provincia », ma il concetto di provi ncia era molto diffeun colpo di mano di truP,pe nemiche che fossero riuscite rente da q uello di co lonia. Per i Romani )a provincia a sbarcare su lle vicine coste. Prevalsero le jdec di questi era uoa regione che non poteva sotttarsi a] controllo del ultimi; in puchi anni la città eterna fu circonda ta d a una potere centrale assumen(lo indipendenza e vira propria, cerchia di forti, ed in seguito fu dato mano alla costruzione di una cinta continua. Tali opere la proteggevano

n1a anz.i vi restava unita da stretti vincoli politici , for-


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11 castello Sant'Angelo nel secolo XVII

n1ando con essa un tutto unico per quanto riguardava i costum i, le leggi e k i<lee. Di regola non si era cittadini romani fincbè si era provinciali , e per conseguenza ogni provinciale per ottenere la cittad inanza cercava di assimilarsi il più possibile le idee, i caratteri e le usanze dei Ro mani. Con tale sistema anche I'orclinarncnto delle provincie era un mezzo potente d i espansione. Nella cons iderazione poi che una espansione, sia civile c.he arn1ata, è tanto piè, rapida e sicu ra quan to più ra pidi e sicuri sono i n1ezzi di co1nuJ1icazione , si diede rnano al la costru«ionc d i quella fittissima rete di strade che da Roma conducc,·ano alla periferia. Per tal modo una regione conquistata, dopo non molte gcneraz.ion i, diveniva una re, gione assimilata, benchè sempre soggetta. Nella eslij'~.rfflle romana si riconoscono dei µeri.odi distinti , delimitati <la momenti carauerisrici decisivi, al qua~i periodi corrispon, spondono caralteri espansivi different i e singolar i per ciascuno di essi . .li primo periodo sorge con la stessa nascita della ci1tà. D ifendersi dai molti nemici esterni cd affermare la propria supremazia su d i essi con il saggio coordjnamento delle forze interne è il programma d i Roma ai suoi pri1nordi e resterà tale per lunghi secoli , sinchè non saranno debellat i L rivali piè, pros,imi dcli'U rbe. I principi dell 'espansione romana restarono quelli d i suprema-z ia e cli difesa, fìnchi:, vinte le g uerre puniche, Roma vedr.1 libero davanti a sè lo sconfinato campo dell'espansione mediterranea. La Spagna, la Grecia, la Pro.1

vcnza e l' Aìrka, nord e su<l, ori ente ed occidente vengono in polere dei Romani; e questi allora, liberi dai piè, g ravi nemici e sicuri nel propri domini, n1utano a poco

a poco i vecchi princip1 di e's pansione in due principi nuovi, ma corrispondenti agli antichi: il pr incipio del mi-

glioramento morale, c,oe dell'avanzare in glo ria cd in civiltà, e q uello dell'accrescimento materiale, cioè della più am pia clominazionc terrena e del benessere del cittad ino romano. Così la conql1ista con le armi assume. uno svilu ppo ed una sicurc«za r.ecnica meravigliosi, mentre la cu ltura c_ivile procede di pari passo con l'art" mjlitare. Con Com modo si inizia il terzo periodo dell'espansione romana, durante il quale al duplice principio d i accrescimento si .sostituisce quello <li sicurezza. Rorr1a non cer-

cherà più d i sopraffare gli altri popoli a proprio vantaggio e d i • esp,rndere le sue leggi ed i suoi ordinamenti a vantaggio <lei vinti , ma si contenterà di assicurarsi nei lirnìti ciel possibile i domini ed il benessere conseguiti. Se qualche guerra si combane e se qualche conqu ista ancora si realizza è solo per la ncccssit:, di mantenere i benefizi jcquisiLi nei secoli precedenti. h1a una espansione g iunta a<l accettare tali

cadenza .

La

fon<lamenti, <.llventa necess.ririamente <.1e~

romanizzazione

delle

prov incie aveva

pre~

corso lo sviluppo naturale dell'espansione romana. Già nel lll secolo una enorme quantità di cittaclini Romani erano mli solo di nome e di di ritto, senza Jvere nel cuore e nella mente i germi vit]),\i d i quella dignitù , Caracalla, per ragioni esclusivamf c" fiscali, per riscuotere cioè d a tu tti le tasse che pag{-ivano soltanto i cittad ini, estese la cittadin anza romana a tutti i sudditi dell ' impero . Quest 'atto inconsulto, oltre a no n giovare a nessuno, p rodusse l 'enorme danno d i abrogare con un tratto di penna la maggiore arma dcll 'espansione civile ron1ana, cancellandone il prestigio . Diocleziano ridusse l' impero ad una monarchia di t ipo orientale e ne annullò le ultime capacità espansive, credendo d i consolidarle. Costantino volle fondare una nuova metropoli per trasportar vi la capitale,


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persuaso che essa sarebbt: stat a in luogo pi,1 adatto, senza pensare che le idee si diffondono ma non si trasportano; ma ormai la parabola .discendente dell 'impcro si avanzava p recip itosamente e si compiva nel 476.

Ordinamenti militari di Roma . Le istituzion,i militari dei Romani si possono considerare in quattro epoche distinte: del tempo dei re, della repubblica, d i Mario e Cesare, e dell 'impero. Nei p rim i tempi d i Roma, ogm1na delle trib,, primitive . somministrava m ille fanti e cento cavalieri . Tutti insieme, fanti e cavalli, costituivano la legione, della quale aveva comando supremo il re, che nominava jJOÌ il maestro della cavalleria. A questa truppa era poi aggiunto un certo n umero di uon1i11i arn1ati di fionde o armi da getto , che combattevano fuori (iell'or~linanza. Era legge fondamentale che tutti i cinadini (patrizi) avessero il dovere ed il diritto d i portare le Hmi, costituendo popolo ed esercito una cosa sola. Quando Servio Tullio d ivise i cittadini, secondo il loro censo, in 6 classi , dando a quelli delle prime 5 classi il dirilto d i milizia e · la città e il territo rio vennero ripartiti in quattro tribù ur•

bane e 26 rnsticbc, sì moltiplicò anche il numero delle legioni . D'ordinario si levavano quauro legioni ; due usci-

vano in guerra e <..lue rimanevano a presid io deHa citdt. Le pri1ne erano costituite con le ct11turie dei << juniori )), dai 17 ai 45 anni; le seconde con le cenrurie dei « scniori », dai 45 ai 60 anni. Ciascuna legione era formata dai cont ingenti d elle t ribù urbane, ad ognuna delle quali, come a d istretto d i reclutamento, era annesso un cerco numero d i tr ibù rustiche . Per tal modo ogni legione comprendeva cittadin i d i tutti i d istrett i. L'ammissione dei plebei alla m ilizia fu causa di cambiament i, nell 'ordinarne nto n1i litare romauo, di una importanza ancora 1nag-

giore che non fosse l'aumenco materiale <:!elle forze, avendo determinato i] passaggio dall'o rd inanza falangit ica a quel la man ipolare. I soldati nel tempo d i pace erano continuamente addestrati sul campo di Marte, co n armi più pesanti d i quelle usate in guerra . La d isciplina cm mantenuta con leggi severissime. Le fortificazioni permanenti romane erano simili a quelle greche i n guanto alla cost ru-

zione, cioè, mura merlate e turrite, con fosso all 'ingiro, e una rocca co,ne ultimo r ifugio . Fu però importantissimo l'uso che i Romani tccero <lclla fortificazione mista e ca mpale nelle « colonie militari » . Il territorio tutto intorno ad esse era assegnato ai legiona ri in ricompensa di lunghi servizi e di azioni eroiche compiute sul campo di battaglia. Grandi cure si davano agli Accampa.meriti (V.). Sino alla guerre Puniche, i Romani in campo non usarono macchine d a guerra, e solo negli as.sedì adoperarono macchine balistiche e di approccio . L'ordinanza manipolare, fondandosi per massima parte sull 'azione incliviclualc, esigeva condizioni d ì esercizio, dì intelligenza e di disciplina,, a cui i Romani, della classe alla e media, dopo le conquiste <lella Grecia e dcli' Asia, per la corruzione che andava <lì):.gando, cercarono d i sourarsi, accollan<l;i il peso. della milizia alle classi cittadine p iù povere, ai · popoli soci ed ausiliari . Quind i , per poter reclutare !e legioni, Mario prima d i tutti fu costretto ad ammettere nell 'esercilb i p roletari, cbc fino allora ne ernno stati esclusi ; poi, dopo la legge Giulia che conccs; e la cittad.ina.nza a tutti i popoli della penisola, questi fornirono quasi tutto il contingente alle legio ni; inoltre, spesse volte, alle coorti d i libert i e di provinciali, arruolate come ausiliarie, fu concessa in premio dei loro servigi la citt adi nanza t rasfor mandole per questo scio fauo in leg10nì. La caval leria romana dapprima si limilÒ a non essere che una specie di guard ia del generale, poi scomparve affatto e la cavalle ria delle legioni, come quella delle t ruppe leggere, arcieri, fro1nb0Heri, ecc. venne somministrara dai diversi popoli delle provincie. Così a poco a poco andò scomparendo dalle legioni il vero èlemenco romano. M ancando d unque 1'ottimo elemento individuale che sopperiva con la bontà intrinseca alla d ebolezza n umerica del manipolo, si pensò d i rimed iare formando una unità tatt ica !JÌÙ potente d i numero : la coorte. 8opprcssc le insegne distinte per ogni linea, come pri ma si usava , fu d ata per insegna comune a tutta la legione l 'aquila d'argento . Inoltre fu istituita una g-uard ia_ alla tenda del generale, ossia al pretorio, nella quale gulrdia non si ammettev.ano che soldati scelti; e quesla fu l'origine delle

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Truppe dell'amica Roma1 con una balista, in combattimento

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coorti pretoriane. Con l'esercito cosl ordinato Cesare fece tunc le sue guerre. L'effetto principale portato dalla riforma d i Mario fu q uello di rer,derc professionale la milizia. I p rolet ari, che formavano la massa principale delle legioni, prderi,ano rimanervi inddi nitamcmc; patria del soldato fu il campo, sua unica speranza la guerra . Esso divenne i l soldato non più di Roma, ma del suo generale da cui riceveva lo stipendio e parcc del bottino durante il servizio, dono d i ter ra a l congedo . Termina te le grandi g uerre civili, q uando la pace romana si stabilì atto rno alle sponde del Mare Med iterr~nco, ~ltre i confini dell'enorme :mpero cominciarono ad aggirars: popolazion i barbare e guerriere che guardavano con cupidigia le ricche provi ncie romane. La forza militare dell'impero assunse allora una nuova forma. Le legioni permanenti furorw rune stallziate ai confini, in campi stabili, vere città, e:, . paci d i provvedere al!~ p, oprìa sicure~za e di fornire legioni mobili. Le g uarnigio ni e le legion i mobili, alle quali si aggiungevano au,iliar i forniti dalle popolazmn i \'iCillc, bastav:rno gcn~r:..I men te a fre nare le improvvise invasioni dei Barbari che tumultuavano oltre il confine imperiale. Quand o il pericolo era grave, ed in caso d i spediz io ni militari, le legioni mobili di una stessa frontiera si ri univano in esercito, e qualche volta anche le legioni erln<> trasferite da una frolHC tranquilla ad altra m inacciata . L ·o rdinamento militare dell 'epoca imperiale comprendeva : 25 legioni d; 6000 u. ognuna, distribuite 111 quelle fra le 13 provincie Ccsr.ree (l'impero era ~taco diviso in i5 provincie d i cui 12 senato rie e 13 cesaree) c bc più erano esposte a pericolo d'invasione; 32 colonie militari in ltalia,costit\1ite dai veterani delle legioni, promi al cenno del1'impcrarore per accorrere alla c.1pita le in suo appoggio; 1 0 coorii pretoriane di 1000 u. ognuna, accam1>ate al Castro Pretorio, clw costituivanc:, la guardia personale dcli 'imperatore; 3 coon i urbane di 6ooo u. ognuna , per la sicurezza d i Ro ma e del Senato; 3 flotte m il itari, una a Capo Miseno, una a Ra"cnna, un,: nel Mar ~ero e numerose Aouiglic d i presidio sul Reno, sul Danubio e nei port i p rincipali mediterranei dell'impero. La tras{onnazionc dell 'ese rcito da truppa cli cam!Jagna in trnppa d i g uarnigione portò ad un cambiamento nel sistema cli reclutamento. Roma e I 'ltaiia non pòtc\<ano fornire sol9ari a tante legion i e si suppll a tale deficienza con l 'armalamento volon tario presso le popolazioni loca li romanizzate, i .Britanni, i Galli, i Siriaci, gli lllirii, i Traci. Così., col tempo . si ingenerò un vero an tagonismo fra le truppe d' Italia e le legioni dei co nfini. Le prime, memori del passato, orgogliose del nome romano, spre~ "ano le truppe fornite dai popoli tante volte vinri e si arrogavano il d iritto di ta re e d isfare gli im peratori . Dal canto loro le altre legioni, conscie -della utilità della loro opera auualc, ag guerrite nella difesa del confine contro le incessanti incursioni barbariche, tenevano in infimo conto la mil iz ia aulica dei preto riani, no n ne ammettevano la prevalenza cd opponevano Cesari provinciali ai Cesari pretor iani . Per porre 1crmine ali 'antagonismo e frenare Ja strapotenza dei pretorian i, Settimio Severo reclutò questi dal! 'assieme delle legioni e gli Italiani furono completamente esclusi dal servizio. Ma un po ' alla volta le legioni, diventate regiona li, non conoscevann altri commilito ni che quelli della stessa fronte . Così fra gl i eserciti delle differcn,i provincie, gelosi gli uni degli altri, nacquero gare pericolose, quando ogn uno e bbe un proprio candid ato ali ' impero . Poi la vigorosa st rum1ra della legione si andò affievolendo . Le popolazioni pro\'inciali, :11fiacch i1e dalla lunga pace, non da,•ano più buoni solda1i

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e si dovette ricorrere ali 'ammissione dei Barbari nelle legioni, ì q uali giunsero ad occupare anche , primi posti d! comando, non più ambiti dai Romani. Così !'esercito, che prima di Mario si componeva dì soli Ro mani e poi d' ftaliani, si compose dopo A•Jgusto di provi nciali e dopo Settimio Severo di Barbari . Non tardarono però a manifestarsi gli inconvenienti ed i pericoli gravissimi di w, simile sistema d i reclutamento . Assoldat i dapprima individualmente o a frotte , ed anche ad intere tribù, per contribuire alla difesa dc!lo Stato contro altri Barbari rimasti fuori, al termine della campagna no n se ne volevano più andare, e per andar:scnc pretendevano ricompense esorbitanti . La cosa fini,·a con q ualche uai1cllo per , terminare , prepctcmi, o, più spesso, c<>I concedere lc,ro terre da occupare, d i ·guisa che la r iva sr. de l Reno risultò in breve j,opolata d a Germani e la dr. del Da\lubio da Slavi. L 'ammissione dei Barbari nelle legioni non recò grand i eambiamenri nel! 'organica militare, poichè gli assoldati individualmen te, entrando nelle legioni, si romanizzava no, ed anche .i corpi completaincntc barbari, presi al soldo dcli 'impero, avevano ordinamenti militari assai vici ni a q uell i romani. [n genere poi erano ba nditi o prìgior.icri <li g uerra che si ascrivevano nelle legioni , giovani principi o condottieri barbari, che seguìti d a giovani desiderosi <l i avvemure, si mettevano al soldo imperiale. Sotto l 'im pero il sold ato riceveva paga e viver1. Più 1ardi ebbe anche il vestiario e l'armamento. Nelle legioni funzionavano casse d i rispa rmio e casse di soccorso. Jl matrimonio era vietate::, e natural mente fioriva j l concu binaggio; ma il ,oldato, dive11tando veterano , poteva trasformare il concubinaggio in matrimonio legale. li soldato otteneva il passaggio ai ve terani dopo 20 e, più tardi, dopo 25 anni d i serv izio. Allora riccvev" una som111a in danaro e ce:ti privilegi onori fici; alle volte invece di una somma riceveva delle lerrc. Il \'cterano avev,t tc:ndenba a stabil irsi nei pressi della leg io ne <la cui si era conged ato; cosl egli e la sua fam iglia accrescevano la colonia miliiare e nei 'fig li dei veterani si trovavano reclute preziose. Nella r iform a d i Costantino la piè, impo rtante i nnovaz:onc ft1 q uella della separazione dei potcn civili dai militari, il che, oltre a rendere meno instabili i com"ndi, tendeva a costitui re una vera e prop ria carriera militare. Si e bbero allora r32 legioni d i [orza \<ariabile da 600 a 1590 u . ognuna, 8 comand i supremi, 35 grandi comandi territor ial i, alcune coorti di fan1cria e squad roni di cavalleria in più . li tutto, d ist ribuito i n 583 guarnigioni, formava una forza d i 650.000 soldati di milizie permanenti . Il red otan1cnlo avveniva in massi.ma per arruolamento merce~ nario, giacchi: anche la leva fatta sui figli dei veterani, fruenti d i rerre dello Stato, era un mercenarismo .

I. 1'ra1wto di . Roma (wrso i l 741 a . C .) . Fra Romo lo e i latini di Alba, in seguito al fatto che Tazio, re dei Sabini, aveva fatto uccidere degli ambasciatori lat ini ed era st~to a sua \<Olta assaisi nato . Si conven ne : i due Stati non si faranno mai guerra fra di loro; se uno , offeso dall'altro. no n ne ricevei) soddisfazione, potrà ro m pere il tranato e pren dere le ~l mi come se vi fosse costretto dalla nece ssità. li. Trattato di Ro,,w (653 a. C .). Fra Tullio Ostilio e i Sabini che, dopo la mo ne di Ro molo, ave\'ano cercato di staccarsi d ai Romani per rendersi indipendenti. I Sabini furo no cost ~.tti a chiedere la pace, in cui si convenne: i Sabini rendera nno tutti i prigionieri e i disertori romani e d m•raono pagare una somma che sarà fissata dal Senato romano.

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III. Trattato di Roma (598 a. C.). Pace fra Tarquinin Prisco e i Latini, con cui egli era in guerra da molto tempo, e che gli mandarono ambasciatori a dirgli che accettavano qualunque condizione volesse fissare e di consegnargli le città non ancora prese dal suo esercito. Tarquinio lasciò ai Laùni le loro terre e permise loro di vivere secondo le loro anciche leggi. Egli pretese soltanto che i Latini rendessero ai Romani, senza alcun riscatto, tutti i prigionieri e curri i disertori che avevano fatlo o ricevuto, che restituissero gli schia,•i presi ai loro rispettivi padroni; che riparassero tutti i danni fatti durante le loro scorreri . Avendo i Latini promesso di fare ciò, 1 Tarqainio li dichiarò amici e alleati del popolo romano. IV. Trattato di Roma (596 a. C.). Concluso fra Tarquinio Prisco e i Sabini cl,e, approfittaudo <lella rivolta dei Latini, si erano ribellati ma, alla ~confiua dei primi, m•e,•ano subito inviato ambasciat0ri a chiedere la pace. Non si conoscono le clausole di questo 1rat1ato, e si sa ·;oltanto che il re accordò ai Sabini una tregua di sei anni. V. Tmttato di Roma (588 a. C.). Fra Tar(JUinio Prisco e le dodici nnioni -della Confederazione Etrusca, cinque delle quali, alleale dei Latini e ritcnenddsi offese dal re, ave,,ano riunite le altre per dichiarare guerra ai Romani. Gli Etru<chi, sconfitti e messi in fuga . riunirono un 'ahra assemblea genera le ed ollennero la pace riconoscendo la s ignoria romana sulle loro città. VI. Trattato di Roma (;i8 a. C.). Concluso fra Servio Tullio e i Lacini, che il re aveva convocato per proporre loro di unirsi in una confederazione, a capo della quale doveva essere Roma, per difendersi meglio dai popoli « barbari • dell'Italia, a somiglian?.a di qumno :ive,•ano fatto i Greci con le amfizion ie . I popoli convocaii, compresa l'utilità di quanto proponeva 7'arquinio, accettarono e stabilirono insieme al re tulle le modalità per la costinrzionc della Confederazione latina. Col contributo di tulli si costruì sull'f\vcntino un tempio a Diana, ove, in determinate epoche, si dovevano riunire i rapprc<;entanti latini e romani, per fare sacrifici e decidere in comune degli affari inerenti alla Confederazione. Vll. Trattato di Roma (57i a. C.). Pace fra Scrvio Tullio e gli Etruschi, che, ribellatisi, dopo venti anni <li una guerra lunga t. spossante, m:incfarono a chiedere la pace al re. Quc,ti l'accordò a tutti a buone condizioni, fuorchè ai tre popoli, fra cui i Veicmi. che ave,·ano spinto alla ribellione gli altri ed erano stati l'anima della guerra: ad essi tolse molte terre. VII[. Trattato di Roma (509 a. C.). Primo trattato concluso [ra Cartaginesi e Romani, e nello ,ce,so tempo il più antico che si sia stato conservato per intero. Vi si convenne: vi sarà amicizia fra i Romani e i loro alleati da una parte e i Cartaginesi e i loro alleati dall'altra; i Romani non potranno navigare: al di là del capo a uord di Cartagine, a meno che non vi siano spinti da tempesta o da nemici; in questo caso ripartiranno cn1ro cinque giorni; i Cartaginesi no1;1 faranno nulla contro i popoli del Lazio cl1e dipendono da Roma; ·i Cartaginesi non cOSll'uiranno alcuna fo rtezza nel La.zio, e, se vi entreranno armaci, non vi passcrann~ più di una nollc. Questo trattato è importantissimo pcrchè concluso fra popoli che poi saranno accaniti rivali; inoltre alcune delle sue clausole dimostrano che i Romani conoscevano già qualche cosa della navigazione e avevano bisogno, per la loro nascente potenza, di appoggiarsi a Cartagine già forte e sicura.

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IX. Assedio di Roma (508 a. C.). Appartiene al periodo leggendario della repubblica romana e fu impreso da Porsenna, dietro istigazione di Tarquinio il Superbo. Giumo sul Gianicolo, quegli stava per entrare nella ci11à, incalzando i fuggenti Romani, qu:,nclo fu arrestato da Orazio Coclitc, il quale postosi alla testa del ponte con Spurio Larzio e T . Erminio, tenne indietro il nemico, finch/:, r imandaci prima i due suoi compagni, non gli fu tagliato il ponte ;ille spalle; dopo' d, che si salvò a nuoto era i suoi. Non riuscitogli l'assalto, Porsenna determinò di prendere la città per assedio. AUora un altro nobile rom;1110, Caio Muào, risolvette di liberare la patria col) 'uccidere lo stesso Porsenna. Fimosi disen ore . pervenne alla tenda del re etrusco. Ma, non conoscendo di persona il re, in luogo di lui uccise il suo scriba, che scavagli a lato. Minacciato d i torll1rc, egli stese la mano sul fuoco ardente in un tripode per un sacrifizio, quasi a castigo dell'avere sbagliato il colpo. e nello stesso tempo esclamò: « Vc<fi, o re, se io temo i tormenti che mi apparecchi; e sappi che ben trecento Roman i sono pronti a darti la morte che ti abbiamo giurato». Porsenna, intimidito, lo mise in Jjbcrtà e conchiuse una tregua coi Romani col patto che essi restituissero .sette villaggi tolti ai Veienti; tale tregua fu seguìta presto dalla !'ace. Questo avvc111men10 è ,·ariamence narrato dagli storici antichi. Tacito, contrariamente a Livio, c'informa che Roma cadde nelle man i d i Porsenna, e Plinio soggiunge che il re etrusco impose ai Romaoj la consegna delle armi e lasciò loro gli strumenti d'agricoltura. Dionisio narra che Porsenna nel togliere l'assedio ricevette i n dono dal Se nato romano u1rn sedia d ·avorio, uno scettro, una corona aurea e u11a t0ga ricamata in oro, quali segni di omaggio. X. Trauato di Roma (496 a . C.). Pace fra i Romani e i Latini che, ,o,tenendo il partito dei Tarquinii, furono sconfini al lago Regillo. Es,i restituirono i prigionieri e i disertori romani e cacciarono gli esiliati che si erano rifugiati presso <li loro. L'anno seguente i Latini, sollccilati a entrare nella lega dei Volsci, mandarono prigionieri a Roma coloro che ave,,an,> fatto cali proposte e ofTrirono anche truppe ausiliarie. li Senato. ,enza alcun riscauo, restitul più <.li 6000 prigionieri latini. Xl. Trattalo di Roma (474 a. C.). Fra i Romani e i Veicnti che avevano rotto un trattato concluso nel 478 e che, entrati in guerr~1, era no stati costretti dal console /\ulo Manlio a chiedere la pace al Senato. Fu stipulata una lregua di 40 anni. Manlio pretese poi che i Veicmi dessero ai suoi soldati la paga d i un anno e gr:rno per due mesi. Xli. Trattato di Roma (459 a. C.). Pace fra j Romani e g li Equi, che, dopo otto anni di guerra, furono costretti a chiedere la pace al Senato. Questi l'accordò purchè essi custodissero le cinà e le piazze di cui erano allor:1 in possesso, resca;,ero souomcssi ai Romani, senza lllttavia pagare alcun tributo, e fornissero truppe ausiliarie nella stessa quantil:I degli altri alleati. Xlii. lnce11dio di Roma (390 a. C.). Dopo la vittoria sull 'f\ll ia, i Galli si avviarono a Roma, rimasta deserta a causa della foga delle donne e dei fan~iulli . Solo 80 vegliardi patrizi non vollero entrare nella rocca coi difensori del Campidoglio, essendo incili a difenderla. E si raccolsero nel Foro, dove, assisi sulle loro sedie curuli, aspellarouo i Barbari. Questi arrivarono tre giorni dopo la battaglia dcli' f\llia, entrando per la porta Collina. Fermatisi alcun tempo a contemplare gli 80 vegliardi nel Foro,


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restarono incerti, se fossero uomini o statue . Ed essendosi uno di loro avvicinato a M . Papirio per toccargli la candida barba, fu da costui percosso con la bacchetta <l'avorio che teneva in mano. A -quell 'atto i Barbari lanciaronsi sui vegliardi e li uccisero spietatamente. Poscia invasero la città, la saccheggiarono e la incendiarono, andando esenti da tanta distruzione alcune case sul Palatino scelte pci comaodanti barbari e alcuni templi, che avevano grosse e forti muraglie. Dato infine l'assalto al Campidoglio e alla rocca, furono respinti dai va lorosi difensori; cosicchè dovettero rassegnarsi a cingerli d ·assedio per ridurli con la farne. Ma, essendo r imasti se nza case in segu ito all'incendio, furono esposti ai calori estivi , e colpit i quindi da morbi contagiosi che li decimarono. Si aggiunse a questo la mancanza di g rano, rimasto bruciato nella <lcvastazione generale, in modo che furono costretti a lasciare un presidio intorno alla rocca e cor rere le campagnè confina nti. La leggenda vuole che una notte i Galli decidessero d i sorprendere g li asse<l iati. E già uno di loro era giun to cautamente in cima alla rupe e stava per penetrare nella rocca senza essere scor to dalle sentinelle, quando le oche sacre a Giunone si misero a strepitare così forte che destarono Marco Manlio, soprannominato Capitolino, il quale accorse e si slanciò sul pr imo eh 'eraglisi presentato, getrnn<lolo sopra i compagni che cad<lero tutti a precip izio. Gli altri Galli poi, che stavano sa len<lo da altra parte, furono con <lar<li e pietre costretti a d iscendere. Sccori,do Cicerone i Galli sarebbero saliti per un condotto di m ine. Ben presto la fame cominciò a farsi sentire al punto che gli assediati, dopo aver consumato tutte le vettovaglie furono costretti a nutrirsi col cuoio degli scudi e delle scarpe macerate e cotte. Per altro i Galli, privi d i alloggi che li riparassero dai calori estivi, spossati dalle febbri scoppiate nell'estate e nell 'autunno, travagliati dalle difficoltà <li procurarsi il vitto, r idotti d i numero da molti vani combattimenti sostenut i con truppe romane e latine nelle incursioni fatte nel l'interno del paese, e impensieriti seriamente dell'occupazione del loro territorio presso il Po per opera dei Veneti, abbandonarono .l 'idea di prendere il Campidoglio pe r fame e scesero agli accordi coi Romani, stabilendo d i partire subito d ietro i l pagamento di mille libre d'oro . Mentre si pesava questa somma portata al campo nemico dal t ribuno consolare Quinto Sulpicio, Brenno, capo <lei Galli, si sentì rimproverare che le bilance fossero false. Adiratosi gettò la sua spada fra i pesi e gridò : ,, Vae vicùs! "· Così i Romani dovettero p agar<.: una som ma maggiore. Sfrondato da ogni leggenda, il ·fatto è che l 'av venire d i Roma fu salvato dalla fermezza e d al valore con cui le eroiche scllicre seppero d ifendere il Campi• doglio per ben sette mesi. (Secondo Varroue l'assedio durò sci mesi; secondo Pol ibio e Plutarco sette; secondo Scrvio otto). I Galli si allontanarono col bottino e si avviarono nel la Cisalpina. Una versione fa giungere il dittatore M. Furio Cami llo a capo dell'esercito raccolto a Veio nell'atto che si pesava l 'oro. Egli ord ina che si rimuova l'oro, d ichiarando nullo il contratto conchiuso da un magistrato inferiore dopo la sua nomina a d ittatore. Caccia via da Roma i Galli e il dì seguente li batte in campale giornata sulla via Cabina <!d ono miglia dall 'incend iata ciuà, con una disfatta così. cornplcta. , che nemmeno un guerriero sopravvisse per portare l'infausta nuova .in patria . Fra i caduri eravi Brerrno, il quale lagnatosi della violazione del trattato, sentì dal d ittatore ricacciarsi in gola le parole: « Vac victis! » . Secondo Diodoro i nve.c c Camilla fu addosso ai Galli l'anno seguen(e, mentre costoro

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assediavano una città etrusca alleata con Roma; egli avrebbe ritolto loro le prede romane e l 'oro capitolino, mettendolo in foga . Secondo Servio poi Camillo insegui i Galli nel loro r itorno in patria e tolse loro il denaro presso a Pesaro. Polibio invece non sa nulla dcli 'intervento <li Camillo, nè durante nè dopo la stipulazione del contratto, e afferma che i Galli tornarono liberamente io patria, pon.ando seco il prezzo del riscatto pattuito. Questa pare la narrazione più attendibile . XLV. Trattato di Roma (353 a. C.). Fra i Romani e i Sanniti che ne ricercarono l 'amicizia e l'alleanza, e l 'otteonero dal ·senato . XV. Trai/a/o di Roma Cl52 a. C .) . Pace fra i Romani e i Cr iti , popolo etrusco che, alleatosi imprudentemente ai nem ici di Roma, se ne staccò e mandò a chiedere la pace al Senato. Questi l 'accordò ma p retese la metà delle loro terre . - L'anno seguente i Ron1ani accordarono una tregua d i 40 aoni ai Falisci e ai Tarquini i. XVI. Ti-attato di Roma (347 a. C.). Fra i Romani e i Cartaginesi, che avevano inviato a chiedere al Senato un trattato di am ici,-ia e d'alleanza. Vi si convenne : Vi sarà amicizia e alleanza fra i Romani e i loro alleaci da una parte, e i Cartaginesi e i loro alleati dall"al tra; se i Cartaginesi prenderanno qualche città non sottomessa a Roma, nel paese latino, terranno per sè il denaro e i p rigionieri, ma consegneranno ai Romani la città; se i Romani p renderanno un paese sotto la dominazione di Cartagine, non se ne serviranno per fare offese a chi è :in pace coi Cartaginesi e lo stesso faranno questi ultim i; nessun romano potrà comn1erciare o costruire città nè jn

Sardegna nè in Africa, e potrà sbarcare in questi p aesi solo per fare provviste o ra<l<lobbare le navi; se poi vi sarà spinto da una tempesta e, dai nemici, non vi potrà stare p .iù d i cinque giorni; nella parte della Sicilia che dipende dai Cartaginesi e nella stessa Cartagine, sarà permesso ai Romani di fore o vendere ttllto ciò che vuole : lo stesso diritto avranoo i Cartaginesi a Roma. Questo trattato fu rinnovato il 307 a. C. , fra il Senato e gli ambascia tori inviati ali 'uopo da Cartagine. XVII . T,·atftlto dj Roma (340 a . C.). · Il console Lucio Emilio Mamerci no era entrato nel paese de i Sanniti che m andarono subito a chiedergli la p ace . Il console concluse con loro una ucgua, pretendendo la paga di un anno per J ~ e truppe e grano per tre mesi; poi lasciò passare i loro ambasciatori che si recarono a Roma e vi ottennero il r innovamento dcli 'alleanza precedente. XVII[. Trattato di Roma (328 a . C.). Fra i Romani e i Privernati, che ribellarjsi, erano sta ti sconfitti. Le ardite risposte date nel Senato al console Caio Muzio da un ambasciatore d i Priverno, valsero a lui !"ammirazione del popolo e ai suoi concittadini una pace onorevole, fra le cu i condizioni era quella del diritto della citta<li nanz,a romana concesso ai Privcrnati .

XIX. Trattato di R{'na (\25 a. C.). Fra i Romani, allora in lotta con gli l"itanti di Pa lcopol i, e i Lucani e gli Apul i che mandarono a chiedere la pace al Senato . Qocsti l'accordò a buone condizioni, ma nello stesso anno i Lucani si allearono ai Sanniti, imi tati due anni dopo. anche dagli Apuli. XX. Tratt:'{ di Roina (324 a. C.). Fra i Roman i e i Campan i che, assed iati dai Sanniti nella loro capitale Capua, avevano mandato a chieder_e aiuti al Senato. Quest i non aveva acconsentito essendo i Sann iti a lleati d i Roma,

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ma quando i Campani, in una seconda ambasciata, si sottomisero completamente a l popolo romano, il trattato fu subito concluso. Tale sottomissione portò poi a lla lunghissirn~ g uerra sannitica. - Nello stesso anno, battuti i Sann iti per ben tre volte, i Falisci, che era no uniti ai Romani solo da una tregua, pensarono bene di domandare una pace ddiniti,-a al Senato e l'ottennero.

XXI. Trattato di Roma (318 a. C.) . .Fra i Romani e 1 Sanniti che, perduta la città d i Lucera, mandarono a chiedere la pace, ottenendo però solo una tregua d ì due anni . XXI!. Ti-atta/o, di Roma (317 a. C.). Fr a ì Romani e gli Apu li, che stipularono la pace, a condizione d i essere sempre sottomessi soltanto a Roma. XXIII. Trattato di Roma (30•:j" a. C.). Fra i Romani e quattro popoli italici, i Marrucìn.i , i Marsi, ì Peligni e i Frentani, che spaventali dalle vittorie romane sugli Equi, mandarono a chiedere la l'ace al Senato. Questi l'accordò, insieme a Ùn trattato di amicizia e d i alleanza. XXIV . 1-..a1tt1to di Roma (303 a. C .) . Fra i Romani e gli Etruschi clic, sconfitti dal <liuatore Marco Valerio, •tipularono con lui una tregua, pagarono il soldo di un anno alle sue legioni e gli fornirono grano per due mesi. Con questo ottennero il permesso d i mandare ambasciatori al Senato, che accordò loro solo una tregua d i due anni. - Nello Stesso anno i Vestini mandarono a Roma a chiedere un trattato di amicizia e d i alleanza che fo loro concesso. XXV . Trattato di Roma (300 a. C.). Fra i Romani e i Lucani che, invase le loro terre dai Sanniti, mandarono ambasciatori a l Senato, per mettersi sotto la protezione del popolo romano, consegnando ostaggi e giu rando fedeltà. I Lucani ottennero ciò che volevano e, stipulato un trallato d i amicizia coi Romani, questi ing iunsero ai Sanniti d i uscire dalle terre dei nuovi alleati di Roma. [ Sanniti rifiutarono e si accese così Ltna nuova guerra fra essi e i Ron1ani. XXWI.• frattato di Roma (294 a. C.). Fra i Romani e tre popoli etruschi, i Perugini, g li Aretini e i Volsci, che sconfitti dal console Lucio Postumio, gli consegnarono abili e grano per i suoi soldati, e ne ottennero i l perme~so di mandare ambasciatori a Roma. Il Senato concesse loro una tregua d i 40 anni, purchè pagassero ciascuno una forte indennità in denaro . XXVII. Trattato di Roma (265 a. C.). Fra i Romani e i messi dei cittadini d i Volsinio che, tiranneggiati dai loro liberti, chiesero aiuti dal Senato. Questi , in una seduta segreta, li accordò e inviò un esercito consolare contro la cillà che fu presa e rasa al suolo. I liberti fu rono massacrati e i pochi cittadini . superstici stabi liti in altri luoghi. XXVlll. Trattato di Roma (200 a. C.). Fra i Romani e un figlio d i Siface, alleato dei Ccrtaginesi, che, morto i l padre, mandò ambasciatori al Senato a chiedere la pace e l'ottenne: i Romani gli d iedero inoltre rutti i prigionieri n um idi che possedevano. XXIX. Pace di: Roma (195 a. C.). Chiuse la guerra fra i Romani e Nabide tiranno d i Sparta che, non volendo restituire Argo di cui si <:ra impadron ito, fu assalito da Tito Quinzio F laminino e costretto a chiedere la pace: I patti, dettati dal console, furono approvati a

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Roma. V i si con venne : vi sarà tregua d i sei mesi fra i Romani e i loro alleati e Nabide; questi nello spazio di IO giorni dalla conferma del Senato ritirerà le sue twppc da Argo e consegnerà la città e il territorio ,ii Romani; restituirà tutte le navi prese alle città mariuime che aveva assalito; renderà alle città alleare del popolo romano tutti i disertori e i prigionierj faui e ricevuti; pern1etterà alle famiglie degli esiliati d a Sparta di raggiungere i loro co11giunti; restituirà tutte le loro cose ai soldati stranieri che avevano disertato dalle truppe spartane; non potrà avere alcuna città ncll 'isola di Creta; non costruirà nè ci ttà nè fortezze, oè sul le sue terre nè su quelle di altri. Pagherà subito 100 talenti d ' argento, e , per 8 anni, ne darà 50 all 'anno; consegnerà inoltre al console cinque ostaggi, fra cui un suo figlio. XXX. Pace di Roma (189 a . C.). Fra gli Etoli e i l console Marco Fulvio Nobiliore, che fissò le condizioni della pace, confermate a Roma. Si convenne: gli Etoli rispetteranno l'impero e la maestà del popolo romano; se qualche esercito, per assalire i Romani o i loro alleati, marcierà attraverso il paese degli Etoli, essi cercheranno <li arrestarlo e -com unque non lo aiuteranno per niente; gl i amici e i nemici del poj)olo romano, saranno anche loro an1ici e nemici; se i Rorn~HlÌ faranno guerra a un popolo, anche gli Etol i lo combatteranno con tutte le loro forze; renderanno i disertori e i prig ionieri propri e dei loro alleati ; pagheranno subito al console 200 talenti d 'argento e, per sei. anni, ne daranno 50 all 'anno; consegneranno 4 0 ostaggi fra i 12 e i 40 anni; inoltre non cercheranno in nessun modo di r ip rendere quelle città che ut1 tempo possedevano e che poi erano state prese dai Romani, o erano volontariamente entrate r:1ella loro a l• lcanza sotto il consolato di T ito Quinzio e di Cneo Do. rnizio, o dei loro successori. XXXI. Pace di Roma (188 a. C.). Conchiusa nel Campidoglio fra Anripatro, capo dell'ambasciata di Antioco il Grande· re di Sirfa e il Senato. Vi si convenne: v1 sarà amicizia perpetua fra i Romani e Antioco; questi non lascerà passare nel suo paese alcun esercito che mare, contro i Romani o i loro alleati, nè lo aiuterà in alcun modo; lo stesso fa ranno i Roma11i e i loro alleati verso il re; Antioco non farà guerra nè alle isole nè ai popoli europei; abbandonerà le città, i borghi e le fortezze al di qua <Id Tauro sino alle montagne della Licia; renderà ai Romani gli schiavi, i disertori e i prigionieri fatti o ricevuti; consegnerà inoltre , se potrà, il cartaginese An. nibalc e i suoi compagni; non terrà più elefanti e darà anzi ai Romani quelli che ha presentemente; terrà solo navi •mercantili e quelle che ha ora da guerra le consegnerà ai Romani, al completo con tutti i loro attrezzi e gli equipaggi; non potrà nè ricevere fuggitivi o disertori , nè ar ruolare soldati nei paesi dipendenti dai Romani; restituirà agli abitanti d i Rodi ciò che aveva loro preso nell a, guerra; pagherà in t2 anni 12. 000 talenti d 'a rgento; darà una grande quantità d i grano e venti ostaggi fra i ,8 Q i 40 anni. Questa alleanza fu rinnovata nel 173 a. C. per mezzo di un 'ambasciata inviata da Antioco Epifanio, nipote del Grande.

XXXII. Trattato di Roma (165 a. C.). Fra i Romani e l'isola di Rodi, che si era alleata al re di Macedonia ed era stata costretta a mandare ambasciatori al Senato per chiedere la pace. Questa fu concessa, specialmente per intercessione di Catone, i11sieme ad un trattato di amiciz ia e d i alleanza.


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XXXIII. Trattato di Roma (r6r a. C.). Fra i Romani e G iuda Maccabeo, capo degli Ebrei, che, assalito da Antioco di Siria, mandò a chie<lcrc soccorsi al Senato . Questi strinse con lui un t rattato in cu i s1 convenne: se i Romani saranno in guerra, gli Ebre i li aiuteranno con tutte le loro forze e non fornira nno ai nemici nè viveri nè arrni ; gli Ebrei dovra noo ubbid ire ai Roma ni , senza ricevere nulla da loro; quest i però li aiuteranno se saranno in perìcolo e non porgeranno alcun soccorso ai loro nemici. Questa alleanza fu rinnovata a Roma nel 144, nel 143, nd 128 e nel r27 a . C . XXXIV . Battaglia presso Rom a, detta anche Battaglia. di Porta Collina (1-2 novembre 82 a . C.). A ppartiene alle guerre civili del tempo d i Mario e Silla e fu combattuta da Sann iti e L ucan i, con democratici fautori d i Mario, agli ordin i del sannita Ponz io Te lesina, del ,lucano Marco Lamponio, e del campano G utta, contro L . Cornelio Silla. Jl duce sannita aveva ideato l 'impresa dell'occupazione di Roma . La metropoli era allora guard ala {la scarse m ilizie lasciatevi da Silla sotto il comando del pretore Appio Claudio. Con rapida marcia nottmna, Ponzio riuscì ad eludere la vigilanza del nemico, e giunse sotto Roma dalla parte d i porta Collina. Appio Claudio fece un 'audace sortita contro l'invasore , ma ebbe infelice s uccesso; tuttavia l'atto animo~o no n fu vano. Poichè

Ponzio, aven<lo vol uto da re ai suoi un poco di riposo dopo la lotta; Jas<iò a Silla il tempo di venire in soccorso d i Roma. E il ,~ novembre i due eserciti si trovarono di fronte . La battagl ia durò fino a notte avanzata. Silla comandava l 'ala sr. e il suo legato Marco Crasso l'ala dr. La lotta fu terribile e l'ala d i Silla venne respinta sino alle mura d ella città. Quando il sole tramontò, Silla credette la battagl i.a perduta, ma Crasso, col1'ala dr. , aveva scosso vittoriosamente le posizioni d d nemico. La lotta fu r ipresa il giorno seguente, ma quando 300 0 uom ini dell 'esercito nemico passarono a Silla, la vittoria r imase a lui. Caddero prigionier i 4000 u. che furono fatti scannare da Silla. Dicesi che in, ciascuno degli eserciti combattenti siano caduti 50.000 uom.ini. Ponzio perì nella mischia; j suoi luogotenent i Caninate Marcio e Damasippo caddero prigionieri e furono trucidati nel campo di Marte, XXXV. Trattato di Roma (23 a. C .). Fra gÌi ambasciatori di Fraate I V, re d ei Parti, il cui figlio era nelle mani d i Augusto, e l 'imperatore. Questi acconsentì a rendere al re il figlio , purcbè egli si impegnasse a resritmre i priglOotcn e le insegue che aveva preso ai Romani du ran.te la guerra con Crasso e con Marco Antonio. Fraate però, ricevuto il 6glio, rese i ' p rigionieri solo dopo tre anni, durante un v iaggio che Augusto aveva fatto in Sir ia. li\ quest'occasione domandò al l 'imperatorc un trattato di amicizia e di alleanza e, per ottenerlo, diede in ostaggio quattro suoi figli. XXXVI. Editfy) di Roma (9 a. C .). Emesso da Augusto a tivore d egli Ebrei dei paesi asiat ici, che , d isturbat i continuamente dai .Greci, g li avevano chiesto aiuto e protezione. L'i mperatore, fra l'altro, promise agli E brei d i conservare le loro leggi e di seguire le consuetudini dei loro anziani; proibl che si toccassero i loro oggetti sacri; permise loro d i essere giud icali in speciali giorni. XXXV JI. Editto di Roma (4 r d . C.) . Emesso d all'imperatore Claudio in favore degli Ebrei di Alessandria, che st erano ribellati alle leggi per loro sfavorevoli di Caligola. Claudio stabilì che essi 11011 perdessero i loro d iritti pre-

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~enti e riacquistassero quell i perduti sotto il regno di Caligola, e che potessero anche eleggersi il capo supremo della loro nazionalità. - Nello stesso anno, e sempre da l{oma, Claudio emise un aJtro editto, basato sui principi del precedente, e in favore degli E brei di tutto l'impero. XXXVIII. Trattato di Roma, (49). Fra l'imperatore Claudio e il re degli Aorsi Eunone, suo alleato, per decidere le sorti di Mitridate, il quale, essendo stato sconfitto dai Romani , · inviò a Roma E unone come mediatore a chiedere pace : Mitridate ebbe salva la vita e ottenne di non esser condotto in trion fo .

XXXIX. Trattato di Roma (r36) . Fra l'imperatore Adriano e Faramane, re d 'Ibcria, che aveva convinto g li Alani a invadere la Media soggetta a Vologese li , il q uale se

ne Lamentò · a Roma. L'imperatore accolse benevolmente Faramane a Roma, gli aumenrò gli Stati, gli permise <ji sacrificare nel Campidoglio, e gli fornl un elefante e 500

uoinini.

XL. Trattalo di koma (175). Fra l' imperatore Marco Aurelio Antonino e gli Iapigi, che ottennero la pace richiesta a condizioni relativamente buone, perchè l 'imperatore era impegnato nella rivolta di Avid10 Cassio . Gli làpigi si obbligarono a cenasi lontani dal Danubio per una d istanza doppia di quella fissata per i Quadi e i Marc0m ,1 nni; cùJlsegnaronc, 100 .000 p rigioni<:ri e fcr11uono ai Romani 8000 cavalieri, di cui 5500 da inviarsi nella Gran Bretagna. L 'im peratore non i11viò nemmeno, come era consuetudine, a chieder consiglio al Senato, tanto er a turbato dalle notizie dell;, ribellione d i Avid io; e gli fapigi oe approfittarono, ottene11do che alcune condizioni fossero annu llate o modificate a loro vantaggio . Si impeg narono così a non tenere navi sul Danubio e a non occupare alcuna isola del fiume, 1na ebbero però il pern1esso d i passare attraverso la Dacia per ragioni di com• mercio .

XLI. Trattato di Roma (181). Fra l' im peratore Commodo j Quad i e vari popoli della Germania , che erano stati ridotti all 'estrem0 nella guerra contro i Romani. I Germani re nderanno i d isertori e i prigionieri, ,icevuti o fatti dopo la pace precede nte ; daranno tutti g li anni all 'itnpcratore una certa quantità di g rano , d i arm i e d i truppe (i Quadi 1 3 . 000 uomini e i Marcomanni poco meoo); nou attaccheranno nè gli Iapigi, nè i Burii, nè i Vanda!~ imperatore abbandonerà tutti i forti che occupa presentemeLHe 11elle loro terre, al di là di due leghe dal Danubio . Tutte qtlcste condizion i furouo successivamente m itigate. - Nello stesso anno Commodo stipulò un trattato di pace coi Bu'rii, da i quali esigette ostaggi , e tu tti l prigionieri che avevano fatto. - Jnolrre , anche per mc~zo dei suoi generali , obbligò altri popoli de ll a Germania a venire a chiedergli la pace, che conce-• dette alle stesse condizioni delle pl'ece<lenti. e

i Marcom ann i,

XLII. Battaglia presso Roma (312). V. Ponte Mllvio . XLIII. Blocco di Ro¼ (fatate 408) . Appartiene all a tcr;oa invasione in lt~lia dì Alarico , capo dei Visigoti, il quale, non avendo ottenuto il -pagamento delle somme pattuite nella seconda invasione, gli ostaggi e il permesso di colonizzare la Panno ~ auraycrsò l'intera penisola senza

incontra re res iste nza

.!

giunse sino aJle porte di

Roma, ~ccogliendo sollo le sue bandiere avventurieri e mercenari licenziati dal partito avvcrw al già ucciso Stilicone. Egli non osò d i assaltare le sak!e mura di Roma, ma, essendosi impossessato di Ostia, r·ag liò il vettovaglia-


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mento dalla parte di mare con la speranza di prendere la città per fame. Com inciatasi a senti.r la fame in Roma, gli si presentò una commissione d i senawrì in ar ia spavalda . Essi credevano d ' intimorirlo, parlandogli delle forze della città e della gra11de moltitudine 9ro11ta a d ife nderla , ma Alarico chiese tu tto l'oro, l'argento, gl i oggetti preziosi ch 'erano in Roma , nonchè la liberazione di tutti gli schiavi d i origine barbarica . Ciò determinò la rottu ra dei negoziali per qu alche tempo. :ÌV1a q uando !a città fu completamente stremata, si ripresero le trattative, e Roma dovette accettare le seguenti cond izioni : pagamen to d i 5000 libbre d'oro, 30.000 libbre d'argemo, consegna d i 4000 vestiti di seta, 3000 d i porpora, e 3000 libbre di pepe, che allora aveva un grandissimo valore. lo compenso d i ciò Ali""ico tolse il blocco da .Roma, e prese q uartie re nella

ROM Ricimero in seguito inviò a Roma il vescovo Epifanio di Pavia per trattare . Antemio si impegnò ad osservare il trattato d i pace che venne concluso; non se ne conoscono però le condizioni. XL VI. Assedio di Roma (472). Essendo avvenut i degli screzi fra l'imperatore romano d 'occidente Antemio, e il suo generaJe Ricimero, capo suµremo del le milizie roma11e, il secondo da Milano, dove si trovava, corse a Roma e vi pose !'assedio. Impossessatosi senza combattere della riva dr. del Tevere, ottenne la vittoria in un comi battimento avvenuto 9 resso il Ponte d 'Adriano. Finalmente, dopo cinq ue mesi d 'assedio, che aveva cagionato alla città angust ie e patimenti ind icibili , Roma fu presa l' r1 luglio, saccheg giata. e in parte ;mche incendiata . Antemio, tra• volto nella fuga d~i suoi, fu preso e trucidato .

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Roma all'epoca dell'assedio dei Goti (537-38)

Tuscia, dove circa 40.000 schiavi fuggiaschi lo raggiunse ro. L'irnper'1wre Onorio i che stava a Ravenna, non intcr· venne, limitandosi a ratificare il trattato . Non avcndq però Onorio adempiuto alle clausole stabilite, due anni dopo Alarico tornò davanti a Roma, r iuscl a penetrarvi con le sue m ilizie e la pose al sacco, abbandonandola dopo pochi giorni . Un nuovo saccheggio la città subì nel 41 5, per opera d i Genserico, re dei Vandali , e <'.lurò r4 giorni.

XLIV . Trattato di Roma (432) . Concluso fra l ' imperatore Valentiniano lJJ e C lodione, re dei Fr~nc.hi , che, ,confitto dal generale roma no Ezio, chiese la pace e inviò a , Roma un suo figlio a trattarla. Non se ne conoscono le condizioni ; solo si sa che in tale occasione fu stipulato un trattato d i amicizi:~ e d i alleanza. XLV. Tmuato di Roma (468 o 469). Concluso fra R icirnero e il patrizio Flavio Antemio, che il pr imo aveva chiesto all'im perato re Leo ne, per porlo sul trono d'occidente.

XLVII. Assedio di Roma (febbraio 537-marzo 538). Appartiene alla guerra .i ntrnpresa ,fall'irnperatore d'Oriente Giustiniano per op~ra del suu. generale Belisario contro gli Ostrogoti d·Jrnl ia al tempo <lei loro re Vitige . Questi, dopo la caduta di Napoli in mano dei BiLantini, presi<Liò Ro ma con soli 1000 uomini dopo d i essersi assicurato l 'appoggio del papa e di avere costretto la cittadinanza a giurargli fedeltà e preso fra i senatori un certe, numero di ostaggi. Belisario era ancora a Napoli, quando fo informato che Vit ige, allontan andosi d a Roma, vi aveva lasciato una così scarsa guarnig ione. Entrato subito in trattative Segre te coi Romani e col papa, ent rò a Roma nella notte da l 9 al 10 d icem bre del 536, mentre la guarnig ione gotir:.a se ne aHon tan~va . :Belisario atte:;c tuno l'inverno dd 536-537 a mettere la città in istato di d ifesa, riparandone le fort ific2zioni . e p rovvedendola di vettovaglie . li re ostrogc.to si mise alla testa. d i un fonc esercito (150 .oo~ u .) e marciò d rit to alla volta di Rom a, sperand o <li sorprendere la città e impadronirsene al primo


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assalto. Ma la sorpresa 110n riuscì e i Goti, che durante: il servizio nelic armi prestato per i Roroani avevano appreso qualche cosa della · fortificazione campale, circondarono i lorn accampamenti cli fossi, eressero trincee rinforzandole con pa lizzate, e iufìnc tagliarono gli acquedotti convergenti verso Roma. Andate in fumo le t rat1ative tra Vitige e Belisario, il re dei Goti diede t utte le disposizioni per l'assalto generale, facendo costruire aneti e torr.i di legno, alte quanto le mura, tirate da buoi. Belisario fece trasportare sulle mura baliste e onagri e fece prendere <.li rnira e uccidere i buoi che trascinavano 1c torri. le quali, coi soldati che le guarnivano, si rovesciarono, mentre con energiche sortite riusciva a danneggiare o ;id inceudiare le macchine. Dal far del giorno sino alla sera i Goti fecero invano miracoli d 'ardire: i loro capi ne fecero ascendere le perdite a 30.000 morti e a più di 60.000 feriti. Il tentativo mise in chiara luce l'enorme superior ità dell'armamento greco su ll' imperfetta organizzazione delle milizie barbariche , le quali, sebbene molto più numerose <lclle greche, poco valevaJ10 cor.tro una città grao<lc e va lidamente fo<tificata, diicsa da un uomo come Belisario . Vitige quindi mutò l'oppugnazione in blocco, sperando di costringere la città ad arre11dersi per fame. Belisario allora , allo scopo di pn:,lungarc la difesa .fino all'arrivo degli aiuti bizantini, già rn viaggio per l'Italia, fece sgombrare tutti gli abitanti inetti alle armi . Continuarono gli assalti e le scaramucce. L'occupazione fatta da Vitigc <lclla città di Ostia rese difficili ai Bizantini le comunicazioni col :nare. Al principio d'aprile del 53ì giunsero a Belisario 1 600 cavalli; un assalto generale, tentato da lui contro le lm.ec nemich-~ e riuscito in&utt uoso, lo an1monì a non e<porre le sue esigue milizie. L'assedio quind i si r idusse ,o una serie di piccoli :ornbattimenti e sortite. Procopio, che fu testin1onio oculare 1 ne conta se~~antanove .

Nella misera città al flagello della guerra si :iggiunsero, durante l'estate, la carestia dei viveri e la peste; Belisario assottigliò !e file dei dif.enson con l'occupazione d1 Terracina e di T .i vo!i; ma in tal ~nodo egli poteva minacciare

le spalle dei Goti con una linea d i posti fortificati . Frattanto la situazione degli assedianti non era migliore. Ridotti di molto per i morti e i feriti, essi inoltre erano rn grande penuria pei viven e per la sete. Le campagne romana e toscana, devastate e saccheggiate da!la guerra, no11 avevano piò risorse per vetrovagliare il loro grande esercito. Alla fine la costanza <l1 Belisario ebbe il premio e il sopravvento sui Goti. Procopio, lo storico di queste guerra, e Antonina, mogl ie d1 Belisar io, da lui mandati nella Campania, riuscirono a procurargli a lcune navi cariche di viveri e un corpo di 500 uomini. Poco dopo in aiuto dei Greci e?mparvero nel golfo d i Napoli 4800 uomini comandati da Giovanni . Queste milizie si misero in marcia verso la città per la via d i Ostia: n el frattempo Bel isario con un assalto diretto a nord tenne a bada i Goti e permise alle genti imperiali, abbastanza ragguardevoli per numero, di penetrare nella città senza ostacoli. Allora Vitige cercò di venire a patti. Egli era disposto a cc<lcrc la Sicilia e la Campania oltre al pagamento di un tributo, ma Belisario rifiutò qu::.llc proposte e stipulò un armistizio d i ire mesi. I Goti tentarono d i ottenere da Costantinopoli, mediante un a,nbasceria, una pace vantaggiosa. Nel frattempo Belisario sfruttò la tregua conclusa e fece occupare Albano, Centocelle ed Ostia. Vitige protestò comro q uella violazione dell'armistizio, ma Belisario si curò poco di quelle rimostranze cd inviò il suo luogotenente Giovanni nel Piceno con 2000 cavalieri. Durante la marcia gli si fece incontro Uliteo, zio de.I re, con una

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schiera di Goti, ma fu sconfino ed ucciso. Padrone del Piceno, Giovanni si spinse avanti, 1ninacciaodo Jc co1nunicazioni fra gli assedianti. e Ravenna; lasciò dietro a sè Osimo e Urbino, difese da prcsi<lì goti , e, occupata Rimini , la fortificò. Di qui egli entrò in trattative segrete con Matasunta, moglie d i Vitige, forzata d a costui a sposarlo. Vitige allora, angustiato completamente per man • canza d i viveri e impensierito della sorte di Ravenna, abbandonò l' investimento, che era durato un anno e nove giorni, per correre a d ifendere l'Italia al nord dell'Appennino, ancora in potere dei Goti. Nella ritirata però tu assal ito da Belisario e su bì ingenti perdite . Così Belisario era riuscito a realizzare il suo piano di mantenere Roma ad ogni costo, e, con l'aiuto dell'annata che lo rendeva padrone del mare, a ricacciare i Goti a nord dcli' Appennino.

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XLVIII. 13/occo di Roma (Estate 545-r7 dicembre 546). Appartiene alla guerra tra l' imperatore bizantino Giustiniano e Totila , re degli Ostrogoti i11 Italia . Impensierito dalla piega che pigliava la guerra , Giustiniano stabilì <li rimandare .iella penisola Belisario. Frattanto Totila si rivolse verso Roma e la bloccò n~ll'estate del 545. Il presidio bizantino ~ra appena d i 3000 uomini sono il comando d i Bcssa, i l qLiale, avendo avuto in una sortita <lcllc sanguinosissime perdite da una imboscata di Totila, smise di fare nuovi tentativi. l ntantu Totila cagliò il vettovagliamento della città per via di mare con piccole navi , che incrociavano sulla costa, per cui incominciò in

Roma a farsi sentire la carestia. Belisario, che ben sapeva quan to fosse prezioso, pei Bizantini, il possesso di questa città, inviò parecchie centinaia d i. uom ini, che non e s-

sendo stati appoggiati da Bessa, trovarono la morte quasi lutti o caddero prigioni. Le vettovoglic inviate .a più riprese caddero spesso in possesso dei Goti; per il che la miseria degli abitami in Roma crebbe in modo spaven tevole. Frattanto Belisario arrivò ad Ostia per congiungersi alle m ilizie fresche da lui richieste a Costantinopoli, e già in canun ino attraverso l'Italia meridionale; ma, prima che gli aiuti arrivassero, la città cadeva pel tradimento di quattro seotinellc isauriche. Racconta Procopio che esse si calarono dalle mura con funi per trattare cui Goti, e jl tradimento fu conchiuso. Saliti quattro dei più animosi Goti ruppero cogl 'lsauri suddet ti la porta Asioara e fecero entrare i loro camerati. Bessa e le sue milizie fuggirono senz'alcuna resistenza; soli 26 soldati e 50 cittadini erano stati ucc isi alla prima irruzione. Totila fece atterrare la terza parte della cinta delle m ura pel timore che il nemico, tornan<lo, vi si st,,tbilisse. E mandò alla corte bizantina messi per tra~l!t"e :1a pace, ina .iltra risposta non ebbe d a Giustiniano che, essendo in Italia Belisario, toccava a lui occuparsi d i negoziati. Per proteggere poi l'Italia meridionale invasa dai Greci Totila uscì q uindi da Roma e condusse scco i senatori ne lla Campan ia, ma nel frattempo Belisario r iusciva a rientrare in Roma, nel 547, ed a rafforzarvisi, restaurando in soli 25 giorni le mura ;ibbattute da Totila. XLIX. ;1ssedio di Roma (549). Appena Totila ebbe notizia della occupazione <lclla città, marciò a quella volta per impadronirsene. Belisario, ripartito ~ l'Oriente, aveva lasciato a Roma poche migliaia d i Grec, ~omandati da Diogene, il quale sostenne gli assalti nemici con sommo vigore. Ma, avendo i Goti conqui.§;t,a~v Ostia senza molti contrasti, Roma, bloccara efficacemente, cominciò a difetta re d i viveri. Attirando con un simulato attacco la guarnig ione verso il Tevere, Totila penetrò mediante il

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tradimento d i alcuni Isauri al serv,z,o dei Dizantini, per la porta <li S. Paolo. Costoro, male pagati e memori del p remio dato ai loro cornpagni che avevano tradito egual .. mente Roma, trattarono segretamente con Totila . Venuta la notte la porta suddetta fu spalancata ai Goti, che tagliarono a pezzi quanti Greci vennero loro incontro. La maggior parte del presidio fuggì da Roma, ma lungo la via di Civitavecchia cadde in un agguato teso da T ot ila: pochi scamparono, fra i quoli Diogene ferito . Paolo

pino, e Carlo vi acconsentì, aggiungenrlo anche altre città a quelle possedute allora dal papa _ LIII. Trattato di Roma (781). Fra il papa Adriano I e Carlo Mag no. li pontefice, che aveva possessi nel ter-

ritorio dei Sabini, l'ottenne tutto <la Carlo, che anzi l'anno seguente gli inviò due ambasciatori per definirci confini del nuovo possesso della Chiesa. LIV_ Assedi di Roma (1081 -1084). 1\ ppartengono alla lotta per le investiture fra i l papa Gregorio VII ed En-

di Cilicia, rin1asto con seicento cavalieri nella città, s1 ri[ugiù nel Castel Sant'Angclo, ed occupù anche il ponte. li giorno iegucntc i Goti tcnt~aouo invano d i slogg iare questo corpo; ma i cava-

lieri greci, trovandosi in grande pe-

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nuria cli viveri per sè e per i cavalli~ dctcr111inarono di uscire contro i loro nemici e dj vendere cara la vita _ Infor mato Totila d ella disperata loro risoluzione , propose o di deporre le armi, lasciare i ca•' aili, giurare d i non militare più con tro i Goti e acquistar~ la libertà, ovvero d i ritenere quanto loro si apparteneva ed arrnolarsi fra i Goti. Tutti, ad eccez ione d i due che avevano mogl ie e figli in Costantinopoli, si arresero e preferirono di rimanere al servizio di Totila: lo stesso fecero altri quattrocento soldat i rifugiatisi nelle chiese. I soli capi furono p rovvisti di de11aro e di salvacondotto e rimandati alle loro case. Totila r iedificò quan to egl i stesso aveva demolito, trasportò viveri, richiamò i sena• tori ed altri cittadini custoditi nella Campania, c stabilì d i non sgom brare la città, ma d i elev ar!a a sua reside'nza . Inv,rno però fece il tentativo di ottenere la pace da Giustiniano. 0

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La città trasteverina in principio <lcl secolo XIX

L. l'att' di R o111a (599). Appartiene a lle lotte fra il papa, 1·esarca <li Ravenna .e i Longobardi _ li re d i questi ultimi, Agilulfo, volle vendicarsi del duca di Perugia che l'aveva tradito e dell'esarca d i Ruvenna, che aveva rotto ogni trattato precedente e gli aveva tolto qualche città. Con un potente esercito marciò su Perugia, la prese e andò ad assediare Roma. Spaventato, il papa cercò d i ottenere la pace e l 'ottenne, pagando fra l 'altro ad Agilulfo i ngenti somme. Nì: l'imperatore nè !_'esarca vollero riconoscere la pace, ma i l papa, che si trovava quasi solo a sostene«, la lotta, la confermò e poco dopo riuscì a far concludere fra i combattervi, per mezzo <li un nuovo esarca pi,, pacifico, una t regua che doveva durare fino al 10 marzo 601 .

rico IV d i Germania. Questi investì la città una pri ma volta il 20 maggio 1081, ma la cittadinanz.a appoggiò compatta il pontefice, e l'imperatore, dopo due mesi di van i s(orzi , dovette abbandonare l 'assedio, ritirandosi m Lombardia. Tornò ad assediarla nel marzo 1082, cd ebbe lo stesso risultato , per la resistenza <lei cittadini. Comparve per la terza volta con forte esercito davanti alla città nella pr imavera d el 1083; questa volta il papa ebbe l';ippoggio dei Nor manni. I Romani si difesero con sortite e respinsero gli attacch i delle m ilizie imperial i per alcun tempo. Il 2 giug no, riuscì a un corpo di quelle di super are all 'improvviso le mura della città leonina, che cadde in loro potere_ I l papa si chiuse nel Castel Sant'An-

LI. Trattato di Roma (773). Concluso fra papa Adriano l e gli abitanti del ducato d i Spoleto e di a ltre città già soggette ai Longobardi, che, alla sconfitta di Desiderio, vollero sottomettersi ai Romani, giurando loro solen nemente fedeltà.

che il 1<> luglio, lasciato un presid io nella parte occupata, se ne tornò in Lombard ia . Nel marzo 1084 compariva per la quarta volta davanti a Rom a, e finalmente la popola-zionc, stanca dell 'ostinazionc del papa, aperse le porte all'imperatore, il quale fece eleggere un antipapa (Clemente III) e pose l' assedio a Castel Sant'Angelo. Ma all'annuncio che il normanno Roberto Guiscardo si avvicinava a Roma con un forte esercito, E nrico IV abbandonò ancora la cittii e si r itirò verso l 'Italia settentrionale.

LII. Trattato di Roma (774). Concluso durante le feste di Pasqua fra jl papa Adriano I e Carlo Magno, che ebbero numerosi convegni in S. Pietro. Adriano chiese ali 'imperatore d i confermargli la donazione fattagli da Pi-

gclo, c<l Enrico non riuscì a fiaccarne la resistenza, tanlo

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LV. CombaltÌ-mento in Roma ( r r 55). Appartiene alla discesa di Fed erico Barbarossa in Italia . Ricevuto dal papa, fu da lu i incoronato in San Pietro. Ma subito dopo la popolazione, irritata per il supplizio d i Arnaldo da Brescia avvenuto poco pr ima dell'arrivo dcll'impcrawre , corse alle armi, e assalì e trucidò i suoi partigiani. Federico, cbe era accampato col suo esercito fuori delle mura, accorse a punire i- cittadini . Ne derivò nella città leonina e presso il Castel Sant' Angelo una fiera battaglia, che durò un'intera giornata e finì col p revalere delle armi imperiali. Mille cittadini rimasero uccisi, ma Federico col papa si cirirò a T ivoli. LVI. ,tssedio di Roma (24-30 luglio TI67). Appartiene alla spedizione in Ital ia d i Federico Barbarossa e fu posto dall'imperatore il 24 luglio, d ietro pressione dell'antipapa Pasquale III, residente a Viterbo. l Romani, sostenitori del pontefice Alessa ndro Ili, difesero la basilica di S. J'ic-

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Roma verso la metà del secolo XIX

tro , che però Je m ilizie imperiali presero <l'assalto. Allora i! papa fuggì a Gaeta, e i Romani giurarono fedeltà alI 'imperatore e all 'antipapa. Ma una fiera epidemia inco• n1inciò a fare strage in cjttà, e l'imperatore l'abbandonò per rit irarsi a Pavia. - I Normanni entrarono alla loro volta in· Roma, e, per punire i Romani <li non avere resistito all'imperatore, posero a sacco la città, devastandola e commettendovi atrocità che alienarono del tutto l 'animo dei Romani dal pontefice. Il qual.e dovette rifugiarsi a Benevento, quando i Normanni, in fine del mese d i giugno, abbandonarono la città, e vi rient rava poco dopo Enrico IV da trionfatore. LVII. Assedio di Roma (1409). Fu posto dalle milizie di re Luigi !I d 'Angiò, alleato con Senesi, F iorentini e col papa Alessandro V , contro le truppe d i Ladislao re d i ::,;Japoli, che avevano occupato la città. Il 1<> ottobre. gli Alleati occuparono il quartiere di San Pietro. Dii endeva Roma il conte di Troia, appoggiato dalla famiglia Colonna, nemica del papa. Per t re mesi gli assalti delle m ilizie d i Luigi vennero resp inti, e il re lasciò al comando dell'investimento Malatesta dei Malatesti, signore d i Pesaro, recandosi in Provenza a r accogliere altre truppe . Ladislao non approfittò dcli 'occasione, e il 30 d icem bre il popolo romano si levò a rumore, apre!l do una porta a Paolo Orsini, partigiano del re Luigi . La lotta si accese per le vie, e infine i Napoletani ve!lnero cacciati dalla città, ,1ella quale rimase padrone il papa Alessand ro V.

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L VIIJ. Trauato di Roma (u agosto 1486). Concluso fra il papa Eugenio IV e i r appresentanti d i fe,·dinando e Isabella, d'Aragona e Castiglia. I sovrani riconoscevano diritti feudali del papa su Aquila e su varie baronie.

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LJX. Trattato di Roma (gennaio r 495). Concluso fra il papa Alessand ro VI e il re Carlo VIII d i Francia. Amiciz ia perpetua e c~nfederazione per la difesa dei comuni interessi. Provvisor iamente concesse al re le fortezze di Terracina e d i Civitavecchia. Invest itura al re del reame di Napoli. LX. Trattato di Roma (5 ottobre 151 1). Concluso fra il papa Giulio Il, il re Ferdinando d'Aragona e Venezi"!. I collegati m irava.io a escludere la F rancia dalla Penisola, poi che essa crasi rifiutata di abbandonare l'appoggio che aveva dato ai bolognesi Bcn tivoglio contro il papa. Venezia si impegnava a n1cltcrc in campo 800 u. d 'annc, 1000 cavalleggeri e 8000 fanti ; il re d ' Aragona rispetti vamente noo, 1000, 10.000; il papa rispettivamente 400, 500, 6000 .

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LXI. Trattflto di Roma (r8 agosto 1516). Concl uso fra. il papa Leone X e il re Francesco I d i Francia . Venivano abolite in .Francia la prammatica sanzione e le formule particolari della religione gallicana. LXII. Trattato di Roma (3 agosto 1523). Concluso fra: il papa Adriano VI, i l vicerè d i Napoli, l'Impero, il re d'Inghilterra, l'arciduca d'Austria, il duca di Milano , e inoltre i Fiorentini, i Genovesi, i Senesi e i Lucchesi, allo scopo cli provvedere in comune alla d if~sa dell 'ltalia· contro Francesco I di Francia. Il traltato stabiliva il contributo di ciascuno dei conu·aenti in uon1i11i, d enaro, a1tiglierie, munizioni. li comando delle forze fu dato a Prospero Colonna. LXIII. Tra/lato di Roma (1-0 aprile 1525). Concluso fra il papa Clemente Vll e Firenze da una parte; e l'Impero e j ] d uca di Milan ,> dall'altra. Il papa e Firenze dovevano pagare 100.00 0 ducat i ai capitani imperiali; il primo avrebbe dovuto avere in rest ituzione Reggio e Rubiera . Ma i capitani, cui premeva i l denaro per pagare le truppe, avutolo, non vollero scontentare il duca d i Ferrara col togliergli, Reggio> e il trattato ri111ase senza effetto . LXI V. Trattato di Roma (22 agosto 1526). Concluso fra Clemente VII e i Colonna. Q uesti ultim i si impegnavano a cessare le ostilità contro i l papa ed a ritirare· le loro truppe nel regno di Napol i. Subito dopo Clemente VJI licenziava gli uomini d'anne , e· i Colonna ne approfittavano per entrare con un colpo d i mano in Roma, mehtre il papa faceva appena in tempo a chiudersi in Castel Sant' Angelo . Si venne ancora a patt i e fu stabilita con l 'i ntervento d i rappresentan ti dell'impero una tregua di quattro mesi fra l 'im pero medesimo e la sa nta sede. 11 p apa si impegnava d i r ichiamare da Genova la flotta e dalla valle del Po le truppe pontificie. Con ciò il papa: usciva da lla lega d i Cognac. LXV. Presa e sacco di Roma (1527). Appartiene alla, guerra della Lega contro l'Imperatore. I] duca d i Borbone , connestabile dcli 'esercito imperiale, profittando del! 'i mbarazzo in cui si erano venuti a trovare i l duca d'Urbino, generale d ella Lega, cd i Veneziani, per la sollevazione d i Firenze contro i Medici, il 20 aprile 1527 partt dai dintorni di Arezzo, e con marcie accelerate, senza art iglierie, senza carri e senza mu11izioni, si diresse all a volta di Roma , arri.vando sotto le sue mura il 5 maggio, prima che il papa sapesse che ,:gli era partito dalla To-

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scana. Renzo di Ceri, della casa Orsini, incaricato da Clemente VII del la ,lifesa dell a città , radunò un piccolo esercito con i famigli dei prelati e con i cittadini per sopperire alle truppe che i] papa aveva poco prima fatro licenziare, ed aggiunse alcune fortificazioni dalla pane di Borgo, sperando con questi ripieghi d i poter tener frnrite all 'esercito d i 40.000 u. condotto dal Borbone. Questi la mat tina del 6 condusse le sue truppe all'assalto contro le mura di Borgo, ma vide che i suoi fanti tedeschi lo seguivano con poco ardore; allora, prese una scala, l 'appoggiò egli stesso contro il muro per animarli con la propria audacia; ma, appena aveva incominciato a salire, venne colpito a morte da una palla di moschetto. · La , morte del. Borbone ai,czò alla ve;1detta i suoi soldati, i quali superarono le mura ed entrarono in città spingendosi fino in piazza S. Pietro dove urtarono contro le barricate degli Svizzeri. Questi si <lifesero <lisperatamei'te per sei ore contro un numero molto maggiore d i nemici e morirono quasi tutti col loro capo Gaspard Roust, dopo avere ucciso circa .800 nemici. Grazie al sacrificio della sua guardia Clemente' VII potè riparare in Castel Sant' An-_ gelo assieme ai cardinali, mentre gli invasori tn1cidavano quanti capitavano loro nelle mani, forse sette od ottomila uomini, ini,cian<lo un saccheggio spaventevole, che durò a lungo fra i pii, crudeli obbrobri dei quali si possa macchiare una sold atesca .

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sapere al governo francese che per troncare lo stato anormale che da due anni tormentava l'Italia, era disposta ad offrire le sue truppe per abbattere quella Repubblica e rimettere sul trono il Po11tefice. La Francia, che li no dal settembre del 1848 aveva progettato un intervento ocgli Stati Pontifici per assecondare i desideri del pre<lom inamc partito clericale, misurò subito il pericolo <li essere precc<luta dall'Austria e incaricò senz'altro il generale Ou<linot di preparare a Tolone e a Marsiglia un corpo di truppe per « favorire le aspirazioni delle popolazioni ro,nane col rimettere l'ordine in posto della regnante anarchia». L'assemblea nazionale francese il 16 aprile 1849 votava un credito di uu m ilione e duecentomila lire, e 17 navi da trasporto si concentrarono subito a Tolone per imbarcare, nella notte dal 21 a l 22 aprile, le forze dell'Oudinot. I Romani, illudendosi che un governo liberale e repubblicano si sarebbe astenuto da qualunque atto ostile verso la Repubblica Romana, non vi diedero soverchia importanza, e soltanto i l giorno 24, quando seppero che un grosso naviglio era entrato nel porto d i Civitavecchia, ne compresero tutta la gravità cd

LXVI. Trattalo di Roma (31 ottobre 1527). Conci.uso fra l'imperatore Carlo V e il papa Clemente VII. Questi, che era trattenuto prigionierq, si r iscattava mediante grossa somma di denaro e dando in pegno un certo numero di fortez:ze, obbligandosi a r imanere neutrale nel conflitto che si stava preparando . LXVII. Occupazione di Roma (1798). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Per vendicare la morte del gen. Duphor, ucciso i n Roma <lai soldati pont ifici menrre incitava i « patrioti » contro il governo del papa, il gen. Berthier ebbe l"ord ine dal Direttorio di marciare contro la città e il ro febbraio pose il suo quartier generale a Villa Mellini. Il giorno seguente l'esercito francese , composto di 3 regg. di cavalleria, di 4 mezze brigate di linéa e d i 4 mezze brigate leggere, entrò in Roma su due colonne, una da porta Pia e l 'altra da porta <lei Popolo, ricevuto da qua lche centinaio di " patrioti " a cui s'erano aggiunte alcune centinaia di reclusi, liberati <la i generale francese da ·Castel S. Angelo; due giorni dopo venne proclamata la Repubblica Romana e il 20 Pio VI era condotto in Francia. Le ruberie dei Francesi determinarono una rivolta, il 25 febbraio, in Trastevere. Una pattuglia di dragoni francesi venoe disarmata, fatta a pezzi, gettata poi nel Tcve.<e. Ma le truppe francesi attaccarono i so!levati, che si difesero con estremo ardire, combattendo tutta la notte dal 25 al 26 febbraio. Finalmente non poterono più resistere alle artiglierie, e all'alba del 26 le cariche dei Dragoni e degli Ussari sgominarono le ttltimc resistenze per mettendo al generale Via! di penetrare in Trastevere. I morti furono olt re 300, in grande parte francesi. Gli insorti presi cofl le armi furono t utti fucilati sulla piazza del Popolo, e gli abi tanti dovettero consegnare le armi. LXVIII. La repubblica romana del 1849. In seguito agli avvenimenti svoltisi nella Penisola (V. llalia) e al fermento costituzionale in Roma, il papa Pio IX si rifugiò nel Napoletano oel novembre del 1848, e il 5 febbraio dell 'anno -;eguen te si costituiva la Rep ubblica romana. Dopo la battaglia d i Novara, l 'Austria si affrettò a far

Medaglia della repubblica romana (t849)

applaudirono l'assemblea che, ordinando di apprestare le necessarie difese, protestava contro questa ingerenza stranicr,1. A Civitavecchia lo sbarco veuiva autorizzato soltan to in seguito alla dichiarazione formale del generale Oudinot, che si trattava unicamente di tutelare lo Stato Romano dalle eventuali ostilità <la pan e dell'Austria e del regno di Napoli. I cittadini di Civitavecchia però non abboccarono all 'amo e al manifesto di Oudinot sostitu irono e affissero una specie di avviso io wi si I iproducevano restualmente le assicurazioni che il generale fraucesc aveva dato sulla sua parola d'onore. L'assemblea romana, presieduta dal Saliceti, nella notte stessa dal 25 al 26 spediva il Montecch i a Civitavecchia e formulava una protesta nella qualç d ich ia rava i! suo fermo proposito di resistere, rendendo mallevadrice la Francia di tutte le conseguenze che sarebbero derivate da questa aggressione. Nonostante queste decise e vibrate parole, l 'Ou<linot accolse benevolmente i delegati romani e li riassicurò che nessun atto ostile sarebbe st ato compiuto contro R oma, ma soltanto contro gli eserciti che l 'Aust ria, la Spagna e il regno di Napoli si apprestavano a spedire con tro la Repubblica. Egli mandò il colonnello Leblaoc per parlare coi T riumviri, ma questo delegato, non volendo o non sapendo continuare la commedia, dichiarò senz'altro che le intenzioni del governo francese erano <li ripristinare il gov~rno pontificio. Cercò l'Oudinot di temperare gli effetti di questa mal riuscita ambasciata, coll'inviare il capitano Fabur a proporre d i lasciare entrare in Roma i Francesi per una


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alleanza difensiva contro le altre potenze predette; ma ·[ 'assemblea, dichiarando di comprendere troppo bene questo inutile zelo, ri petè la sua decisione <li difendersi con le armi fino agli estremi. Ne derivarono l'attacco e l'assedio di Roma, LXIX. Attacco di Roma (30 aprile 1ò49). Appart iene ai fatti d'arme svoltisi per la difesa della repubblica romana. Il generale Ou<li.iiot, il 28 aprile, lasciato un distaccamento a Civitavecchia, muoveva con 6000 u. per Palo c Castel di G uido su Roma. Difendevano la città circa 10.000 u, suddivisi in quattro brigate, comandate rispettivamente da Garibaldi (legione italiana, studenti, cmi-

due concomitanti dovevano attaccare, rispettivamente, porca Angelica e porta Cavalleggeri, L'attacco fu iniziato il mattino <lcl 30 : la colonna principale, giunta a porta Pertusa e trovata la porta murata, dovette spostare il suo attacco e portarsi anch'essa in d irezione di porta Cavalleggeri. Le coloone francesi' lurono ben presto prese sotto il fuoco incrociato della difesa e subirono gravi perdite, tanto che l 'Oudinot, verso mezzogiorno, sconcertato per una tale vigorosa cd inattesa resistenza, ordinò la r itirata. Garibaldi, che ~fall'alto della Villa Corsini aveva seguìto le sorti del combattimento, decise allora d i contrattaccare sul . fianco i Francesi in ritirata. Il contrattacco si sviluppò in direzione di Villa Pamphili e via Aurelia. L 'avanguardia g.Ìribaldina, composta da <lue o trecento studenti, si avventò contro il grosso

francese. Ne seguì una. mischia furibonda. Gli stu demi, nonostante fossero stati rincalzati dai legio nari gariba ldini, vennero r idotti a mal partito e sarebbero stati sopra((atti, se non fosse intervenuta la legione romana, al comando del colonnello Galletti. L'esito del contrattacco tuttavia, era incerto .

Assedio di Roma 1849

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Trincee aperle dalle orli= glierie Francesi grati, reduci e finanzieri), dal Masi (truppe pontificie e guard ia nazionale), dal Savini ( 1 ° e 2° di linea e legione romana). Come truppe suppletive v'erano i bcrsàglieri lombardi, i carabinieri, l 'artiglieria cd il genio. li comando della difesa era tenuto dal gcn . Rosell i. La linea dei bastioni fu divisa in settori; a Garibaldi fu affidato il settore più importante, quello de! Gianicolo, da porta Portese a porta Cavalleggeri. L'Oudinot, illudendosi di non incontrare resistenza, giunse nei pressi d i Roma senza mezzi <l'assedio, il mattino del 30 aprile, convinto che la città avrebbe senz'alt ro aperte le porte al primo apparire dei suoi soldati. Tali previsioni furono deluse allorchè la sua avanguardia, nella notte sul 30 aprile, venne attaccata, nei pressi del Castel di Guido, da uno sqdr, di dragoni romani. Egli allora dispose per I 'attacèo regolare della città. In base alle d isposizioni date, una colonna principale doveva irrompere per porta Pertusa e

I Francesi tenevano ancora

parte dclk Ville Pamphili e Corsini. Ma Garibaldi, a cavallo, percorrendo intrepidamente la fronte d i battaglia, riuscì ad infondere nuovo impeto nei legionari, tanto da trascinarli, con ripetuti assalti alla baio; netta, alla vittoria. li calar della sera trovò i Francesi in piena ritirata su Civitavecch ia, inseguiti dai lancieri del Masina. Perdite : Francesi, morti 300, feriti 150, prig ionieri 365i Legionari, 1norti e feriti 200 uomini. - Dopo l'attacco, il gen. Oudinot inviò a Roma Ferdinando cli Lesseps, e fu q_,mbinato sempltcemente un breve armistizio, poichi: la missione di costui ebbe la stessa sorte dei due ,cmativi precedenti. LXX. Atsedio di Roma (1° giugno-3 luglio 1849). Appartiene ai fatti d 'arme svolt isi pèr la d if esa della Repubblica romana . Fallita la missione del Lesseps, il generale Oudinot riprese, il J " giugno, le operazion i contro Roma. Durante l'armistizio i Francesi, per rinforzi loro sopraggiu nti1 erano saliti a circa 28-30 . 000 uomini e 3200 cavalli , con 76 pezzi d'artiglieria , dei quali una trentina cràno d'assedio. Tre divis. costitllivano il corpo, al comando rispettivamente dei generai, Regnault, Rostolan e Guesviller. La prima era schierata al centro, da Villa Santucci a Vil la Pamphi li; la seconda a lla d r. ; la terza ed il parco d ' assedio a sr. , sulla zona di monte Mario; la cavalleria all'ala dr., presso S. Paolo; la riserva ed il quartier generale a Villa Santucci, sulla via Portuense. L'Oudtnot decise di cpncentrarc gli sforzi contro i l Gianicolo. Una volta padrone delle alture, la città sarebbe stata alla mercè delle sue batterie e costretta alla resa, I difensori della Repubblica, al comando del generale Roselli, ammomavano a circa 20 .000 u., 180 canili e 108 pezzi così suddivisi: truppe regolari di fanteria, 1<> regg. d i linea (col. Dc Pasqualis), 2° rcgg. (col. Caucci), 3° regg. (col. Marchetti), 5° regg. leggero (col. Masi), zo rcgg. leggero (col. Pasi), regg. Unione (ten. col. Rossi), bersaglieri romani

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Assed io di Roma (18 49) . Difesa del Vascello (Quadro di I nduno)

(col. Sacch i), leg ione romana (tcn. col. Morelli), legione bolognese (ten. col. Ilerti Pichat), legione universitaria (m,1gg. Rosell i), legione emigrati (magg. Arcioni) , legione toscana (niagg . Medie:), k gione polacca (col. Molbitz), legione straniera (cap . Gérar<l), finanzieri mobili (magg. Zambianchi), reduci (magg. Pinna), civica mobile d i Roma (col. franchi), squad ra dei sette colli (popol;mi romani), complessivamente 7950 u.; cavalleri a ed a rtiglieria : 1• regg. d ragoni (col. Savini), 2 0 rcgg . d ragrmi (col. Ruvinetti), carabinier i a cavallo (n,agg . Tromba) , lancre n di Garibald i (col. Masina), zapp~tor i del genio (col. Amadei), regg. d ' art. (CalandreJli e Lopez), bar teria sviz zera (col. De Seré), batteri a bolognese, art. civica) sezione art. prov inciale , deposito artificieri, in totale 2760 u . Assai debol i erano le d ifese <lclla città: su lla <lr . del Te vere la cinta bastionata d el Maculano, senza opere s!accare e senza fosso , spalleggiata in alcuni tratti dagli avanzi delle mura aureliane ; sulla sç., un sempl ice antico rnuro, in alcunic luoghi terrap ie nato e 1nunito di torri, in altri debolissimo e quasi eroiBattaglione lvlclara U niformi dell 'esercito della Repubblica Romana _( 1 s49)

lantc . I d irigenti della difesa. nonosrnnte il iargo spiegamento a . semicerchio degli avve rsari, previdero çhc i ·attacco principale si sarebbe sviluppato tra porta Cavallegge ri e porta S. Pancrazio, e concentrarono, giustamente, le loro forze nel tratto minacciare ; d islocarono

altrcsì appena alcune cp. sulle colline <lei Parioli, per garantirsi da possibili sorprcs<: con:ro il ponte Molle (oggi ponte Milvio) . Ma essi non attribuirono la dovuta importanza alle Ville Corsini e Pamphili, le quali, per la loro posizione dorniname , rappresentavano la naturale difesa ava nzata del tratto di m ura cui 1niravano i Francesi, e di ~ slocarono in tali localit/i un insufficiente presidio (3400 u. appena, tra studenti e volontari) senza l 'ausilio d i lavori difensivi. L "Oud inot, la mattina del 3 giugno, poco prima dell 'alba attaccò d i sorpresa Villa Pamphili e Villa Corsini, e dopo sanguinosa lotta se ne impossessò. Garibaldi, visto q uale pericolo rappresentava per la d ifesa tale perd ita, decise di riprenderle ad ogni costo. Appoggiate da una batteria col locata sul bastioue dcll:1 casa Mel'luzzo e da fucilieri che occupavano I ·ccli.fìcio della Villa Gira ud, chiamato il <e Vascello » 1 ri spettivamente a sr . cd a <lr.

della porta S. Pancrazio, le m igliori truppe che di fendevano Roma, guidate da Garibaldi , furono successivamente lanciate alla riconquista delle località . Cannoniere di linea (a sin ,) Regg. Unione (a destra) perdu te . Volontari della legione Uniformi dell'escrcico della ital iane , bersaglieri del Mana- Repu b blica R omana ( 1849) ra, laocieri del Masina, unità del regg. « Un ione », gareggiarono in valore nell 'epica lotta. Più volte la Villa Corsini fu presa i.n quel giorno al nemico e piè, volte fu perduta. Durante quell'infausta


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giornata, che segnò il fato della Rcpubbl ica, le perdite ro-mane raggiunsero circa i 600 u. tra morti e feriti. Morifono tra gli altri Enrico Dandolo, il Daverio, il Masina, ~ il Paolini, e furono g raycmcntc

\feriti il Bixio, Emilio Dandolo fratello di Enrico e il Mameli che morl a lcuni giorni dopo. Anche il ponte Molle fu occupato quel giorno d i sorpresa dai Francesi, e Ron1a, rTlinacciara così anche dalla via Flaminia, non poteva d ifendersi ormai che . sulle mura, e dalle posizioni : avanzate, fuori porta S. Pancrazio, d i Vi lla Giacometti e del Vascello. Il gen. Oudinot, i l mattino del 4 giugno, fece pervenire al gen. Roselli un nuovo invito alla resa, cd avu-

tane risposta negativa 1 inten~·ficò i lavori d'approccio e<l il fuoco d'artiglieria, specialm me d iretto contro le posizioni romane <li casa Giacomctti e del Lancieri Garibaldi Vascello. E roica fu la d ifesa che Uniformi dell'esercito della Repubblica Romana ( 1 s49) tentò anche vigorose ma d isordinate sortite; tuttavia i Francesi, costruite, il 21, ben cinque parallele ed aperte tre breccie nei bastioni centrali e<l in quelli detti Barber ini, irrup• pero nella clttà. Le mura ameliane, aprogg iatc ai capi~

saldi di Villa Savorelli, ove stava il Manara, di Villa Spada, ten uta d al Sacchi, e protette dal bastione Merluzzo, a sr., e dal Vascello, ove G iacomo Medici gloriosamente resisteva, a dr., costituirono gli ultimi spalti della morente Repubblica. li 26 i Francesi decisero -di occupare il Vasce llo, che resisteva ,ancora come per un m iracolo . Dopo intenso fuoco d'artiglier ia, gli zuavi attaccarono, con slancio, alla baionetta, ma vennero respinti; il Medici rima .. neva ancora padrone del palazzo. Seguitava, intanto, il bombardamento; i parapetti lungo la linea delle mura Aureliane non erano più che cumuli informi d i terra e le

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posizioni fuor i porta S. Pancrazio, un mucchio di rovine. La none su l 30 giugno, l 'Oud inot ordinò l'assalto alla città. Tre grosse colonne, agli ordini del col. Espinassc, mossero all'attacco: la prima doveva puntare al recinto Aureliano, seguita a brcvè d istanza dalla seconda; la terza, con movi111en to aggirante per l'alto, doveva penetra re nel recinto cd attaccarvi alle spalle i difensori . Ben presto il bastione Merluzzo cadde, e con esso, ferito a morte, l'eroico suo difensore, il tenente Emil io Mor6sini; il :Vascello fu sgombrato ; le mura Aureliane superate. A Villa Spada, ove cadde ferito a morte il Manara, e a porta S. Pancr~zio, però, si resisteva aJ1cora. Garibaldi tentò un ultimo contrat!acco, n1a inutilmentc .-La difesa della città era ormai divenuta impossibile. Alle 12 del 30 fu stipulata una tregua, e<l il 3 luglio i Francesi entrarono in Roma.

LXXL. Presa di Roma ( 20 settemGenio - Lcg. straniera bre I8io). 1\ ppartienc al la « MarUniformi dell'esercito cia su Roma ,, (V.) d i quell'anno. della Repubblica RoAi primi di settembre, in consemano (1849) guenza della caduta dell'impero napoleonico, il Governo i taliano decise d i effettuare una spedizione militare su Roma co11 il « Corpo d 'osservazione <lell 'ltalia centrale » che fu, poi, denominato « IV corpo d'esercito», al comando del generale Raffaele Cadorn~ . Questi doveva, il 10 settembre, oltrepassare il confine, ava nzare lungo la dr. del Tevere fino poco a monte di Roma, rassare sull a sr. del fiume ed attaccare la cinta della città fra porta Pia e porta Sabria. li IV corpo era composto delle divis. n• (Coscnz), 12• (Mazè de la Roche). 133 (Ferrero), 93 (Angìoktti), 2• (Bixio). Riserva (Corte); in tutto circa 50.000 u. Esso raggiunse il 19 settembre l' An iene (r r• c ivis. presso ponte Salario, 12a e Riserva 11resso pont~ Nomen1ano, 13• a cavallo delln via Tibur-

Attacco e presa di Porta Pia (1870)

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t ina, reparti avanzati su' la _li1\ea Villa Doria-V illa Bor·ghcse-Villa Alban i-Villa Torlooia-Portonaccio), Castel Guido {2a d ivis.), porta Furba sulla via Tuscolana (9•). Sebbene la djstanza fra I' Anienc e la cinta di Roma permettesse d i effettuare i'~ttacco il 19 stesso, il gcn . Cadorna giudi~ò <li doverlo r imandare d i un giorno , per dare modo alle .clivis. 1 ra e <Y\ che ~vevanc raggiunto solo nel pome riggio le località accennate, d i riconoscere il terreno d 'attacco. D ifendevano Roma 1 regg. di zuavi, la legione <l'Antibo, 1 regg. di linea di indigeni , I rtgg. carabinieri, 2 bgl. caccia\Qri, r rcgg . cli d ragoni, I regg. d'art., 2 cp. del genio, squadriglieri e volontari; complessivamente circa 15 . 000 u . e O 1 16o pezzi agli ordini del genera le pontificio Kanzler. La cinta della città sulla sr. del Tevere, costituita da vecch ie mura fiancheggiate da torri, racch iudeva l 'abitato a semicerchio, con salienti pil't o 1nen.o pronunciati al Pincio, a Castro Pretorio, a S. Croce in Gerusalemme e a porta S. Sebastiano, ed era att raversata da otto porte (<lei Popolo , Pia, S. Lorenzo, Maggiore, S. Giovann i, Latina, $. Sebastiano, S. Paolo) poichè tre (la Pinciana, la Mctronia, e la Salaria) erano state anteriormente murate. Il Cadorna stabi ll d i attaccare principa lmente il t ratto di m ura fra porta Pia e porta Salaria, pcrchi: più debole e pcrchè non si trovavano in corrispondenza di esso, nell'interno della città, alture o edifici dominanti il terreno esterno, il quale offriva da questa parte anche il vantaggio di una avanzata senza eccessivo frazionamento. L'attacco prin cipale doveva essere sussid iato da attacch i concom itanti verso porta Maggiore e porta $ . G iovanni, e<l anche contro la cinta , sulla dr. <lei Tevere, da parte della 2• divis . (Bixio), se fosse arrivata in tempo a<l intervenire. La città Leonina (Castel S. Angelo, monte Vaticano, monte Gianicolo fino alla cinta Aureliana) doveva assolutamente essere rispettata; predisposizioni speciali furono prese per la sudd ivisione della città in settori non appena fosse stata occupata e per salvaguardarne i monument: e g li oggetti d'arte . Secondo le disposizioni date, le divis. italiane, il mattino del 20 settembre, iniziarono alle ore 4, l 'attacco: l' u ~ divis. per via Salaria su lla po.rta omonima; la 12• e la Riserva per via Nomentana su porta Pia; la 13a per via Tibunina su porta S. Lorenzo e porta Maggiore; la 9• per via Appia su porta S. Giovanni; la 2~ per via Aurelia w porta S. Pancrazio. Le batterie italiane, ben presto collocate in posizione, iniziarono il fuoco contro le opere in terra cost ruite innanzi alle porre, alle ore 5,30. Alle ore 9,45 la <lifcsa era dappertutto soverchiata; t uttavia un nutrito fuoco di fucileria teneva ancora in iscacco gli a ttac,:anti, specialmente a porta Latina, porta S. Pancraz io e .a V illa Patrizi. Quest'ultima località fu occupata dal 35°

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l::gl. bersaglieri. Intanto la massa d'artiglieria, che aveva il compito di aprire una breccia tra po•ta Pia e porta Salaria, continuava con molto successo la sua opera. I tin sempre ben <1iretti delle batterie da posizione ruppero, in pocbe ore, i l muro d i cinta nel punto voluto, aprendovi una breccia della larghezza di circa 30 merri. E mentre sulla fronte delle altre di vis . le colonne d'attacco, mÌMCciando d 'inompere nella città, tenevano impegnate parce delle truppe pont ificie, tra porta Pia e porta Salaria alle ore ro,20 si decidevano le sorti d i Roma. Due colonne della 12• divis., quella di sr. composta dal 39° fanteria

Jl/àssimo

<1Torlonia

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ISIONE

Attacco di Roma (1870) e quella di dr. cc.mposta dal- 12° bgl. bersaglieri e dal1'no bgl. del 41° fanteria, avanzarono rispettivamente su porta Pia e sulla breccia. Contemporaneamente attaccava anche la breccia una colonna della na divis ., composta dal 34° bg l. bersaglieri e dal 19° fanteria . Sboccando da ,villa Patrizi, il 39° fan teria si gettò con ammirevole slancio all'assalto di porta Pia, protetto dal 35° bgl. bersaglieri, che, dalla vi lla stessa, faceva fuoco contro il nemico. In breve le difese furono superàte dagli attaccanti. Anche alla breccia le altre due colonne ebbero bell presto ragione dei d ifensori. Sboccate in città le truppe italiane <la port a Pia e dall a breccia, non essendovi la possibilità di una ulteriore resistenza, i Pontifici innalzarono la band iera bianca e si a rresero. L'indomani alle ore 7 il presidio pontificio usciva dalla città con l'onore delle anni; le


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truppe straniere venivano rimpatriate e le italiane congedate. Le perdite degl i Italiani ammontarono a 32 morti e 143 Icrit.i; q uelle dei Pontifici a 20 morti e 49 feriti. LXXI I. Convegno ime,·alleato 1917). Quinta conferenza interalleata. Si svolse con d ue sedute plenarie del gran consiglio di guerra i nteralleato, sotto la presidenza dell 'on . Boselli: presenti Sonnino, Scialoja e i gcn. Marrone e Corsi per l "ltalja; Briand , Barrèrc, Thomas e i gen. L yautey e Sarrail per la Francia; Lloyd George, lord Milner, Renne! Dodd e i gen . Robertson e Wilson per l'Inghilterra ; Galitzin e De Giers per la Russia . Fu constatato il perfetto accordo di tutti su ogni questione politica e militare e fu affermato di effettua re 11n sempre maggiore coord inamento di sforzi, avviamento a quella unicità d i comando, che fu, poi, attuata nel 1918 a Doullens. Fu in quqto Convegno che il gen. Cadorna, in contrasto con le çlecisioni di Chantilly, sostenne la necessità di concentrare le forze comro un solo obbiettivo, Colonna di Porta Pia in base al principio <lclla massa e dell 'economia delle forze , mantenendo alrrove quanto fosse sufficiente ad assicurare l'inviolabilità delle fronti. Conseguentemente proponeva di attaccare cd abbattere ndla prima,·era l'A ustria-Ungheria. Solo sostenitore della tesi Cadoma , oltre ai delegati italiani, fu Llo)'<l Gcorge, e perciò essa non venne accolta. di Roma (6-8 gennaio

LXXJII. Co,ivegno di Roma (8-10 apri le 1918). Convegno delle Nazioni oppresse. Col benestare dcli "Italia, si riuniscono i n Roma i rappresentanti della Cecoslovacchia, della Romania, della Polonia, dei popoli slavi del sud Gugoslavi) e del Montenegro; i quali, sotto la presidenza dell'Italia, alfcrmano la necessità che alla fine della guerra si debbano costituire a Stati nazionali indipendenti le genti slave oppresse dall'Austria ; si afferma inoltre che la costituzione d 'uno Stato jugoslavo nei Balcani risponde anche ad interessi vitali dell 'Italia, e pertanto l'opportunità di modjficare in tal senso la clausola del patto di Lond;a circa l'ind ipendenza d ella Croazia e della Serbia; si stabilisce che le eventuali controversie terri toriali debbano essere risolte sulla base d el principio d t n azionalità e del d iritto dei popoli a decidere della propria sorte; infi ne, che alle minoranze eventualmente rimaste oltre confine sia riconosciuto e garantito il diritto della loro lingua, coltur a, interessi economici. LXXIV. Trattalo di Roma (27 gennaio 1924). È la mo. dificazione logica e realistica del precedente trattato di Rapallo de.I 1920, nei riguardi della questione fiumana, riwlta d i p ieno accordo fra Italia e Jugoslavia , al <li fuori delle clausole previste d al Patto d i Londra del 1915. Fiume cessava di essere Stato autonomo e ven iva annessa al Regno d'Italia ; stabilivasi inoltre un patto d'amicizia fra Italia e Jugoslavia. (V. Fitttne).

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LXXV. Conferenza di Roma (1924). Tenuta dal 14 al 25 febbraio, fra delegati navali degli Stati europei cd ~inericani, per invito della Società celle Nazioni, allo icopo di studiare le modalità per estendere i principi sta· biliti dal trattato di Washington - sulla limitazione degli ~rmamenti marittimi ai Paesi che non li firmarono. La Conferenza si sciolse senza essere riuscita a trovare una base di accordo. LXXVI. Trattati di Roma (dopo la guerra Mondiale). Prendono il nome di « Trattati di Roma » tutti quelli firmati in tale città, fra l'Italia e molte Nazion i; trattali di conciliazione, neutralità, arbitrato, amicizia, assai simili fra loro per la forma e per la sostanza. Come tipo di essi, ricorderemo quello del 29 dicembre 1926 con Ja Germania. Esso stabilisce che le Pare, Contraenti s, obbligano a sottoporre a<l una procedura di conciliazione le eventuali controvers,c che non avessero potuto essere risolte in via ordinaria amichevole : a tal uopo è nominata una Commissione permanente di cinque membri, dei quali uno per ciascuna parte, e tre appartenenti ad altr i Stati. La dura ta del trattato era fissata in d ieci armi. Ricorderemo le date di alcuni di questi trattati : con la Romania. t6 settembre 1926; col Cile, 24 febbraio 1927; con l' Ungheria, 5 aprile r927; con la Lituania, 19 settembre 1927; con la Turchia, 30 maggio 1928; con la G recia , 23 settembre 1928; con la Cina, 27 novembre ,928; con la Russia , 2 settembre 1933. LXXVII. Patto di Romtl (10 marzo 1931) . Patto navale, fra Italia, Francia, Gran Bretagna, dopo conversazioni preliminari durate quasi un anno. Si trattava di venire ad accordi sulle forze navali, in base agli accordi precedenti d i Washington e <li Londra. E fu redatto un testodi tale accor<lo navale, basato in sostanza sulla parità na. vale fr.a Italia e Francia, per le n uove na~i di linea, per le navi porta aerei, per gli incrociatori da 10. 000 tonnellate, per le costruzioni navali in genere fino al 1936. Si voleva r imediare alla mancata adesione della Francia e dell 'Italia al patto d i Londra dell'anno precedente, ciò che aveva provocato d a parte dell'Inghilterra la inclusione i;. tale patto <li una « clausola di salvaguardia », con la quale essa si era r iservata il diritto d i aumentare il tonndlaggio proprio, concordato con Stati Uniti e Giappone, in caso d, aumenti sensibili del tonnellaggio delle d ue Nazioni non aderenti. Questo patto di Roma, insomma, avrebbe dovuto integrare quello di Londra, ma non venne perfezionato per mancata conferma della Francia, ca lchè rimase senza effetto pratico. LXXVJII. Patto di Roma (o « Patto a Quattro », o. « Patto Mussolini », detto anche « Patto d'imcsa e di col laborazione»). Coo:Juso a Roma il 7 giugt10 1933 a . XI, fra Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, per iniziati va d i Benito Mussolini. Le Parti Contraenti si impegnano a concertarsi su tutte le q uestioni che le r iguardano; a fare tutti i loro sforzi per praticare nell'am bito della Società delle Nazioni una politica d i collaborazione effettiva fra tutte le Potenze, diretta al mantenimento della pace; ad assicurare il successo della Conferenza per i l d isarmo, e a riprendere fra loro l'esame d i quelle questioni che essa lasciasse i..n sospeso, al fine d i assicurarne la soluzione nei modi appropriati ; a concertarsi su ogni questione di ordine economico che presenti un interesse coÒm ne per I 'Eu. ropa e particolarmen te p er la sua restaurazione economica avendo di mira un regolamento da ricercarsi nell'ambito della Società delle Nazioni. La durata del Pat to venne fissata in dieci annL


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Roma. Corazzata a batteria, varata dal camiere del Bisagno a Genova nel r865 , lunga m . 79,67, larga m . 17,~3 ; dislocarncnto tonn . 5790; apparato motore 28r9 cavalli. Personale d'armamento 550 uo mini. Rad iata nel 1895.

La corazzata a batteria Roma

Roma. Corazzata varata dal R . Arsenale de La Spezia ne) 1907, lunga m . 132,60, larga n1. 22,40; dislocamento tonn. 12.830; apparato motore 21 .968 cavalli, velocità mi-

glia

21 ,39 .

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guerresco :

2

e.annoni da 305 e

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( 1915-1918), per la quale il 79° costituì i rcgg. 113° e 254° e I '80° il comando della brigata Rovigo ed il 227", la Roma operò inizialmente iu Vallarsa, occupando i forti in costruzione di Matassone e di l'ozzacchio. Dura nte l'of. fensiva austriaca del giugno 1917 nel Trentino la brigata, schierata fra Val Motbia e Zocchio, a cavaliere del torrente Leno di Terragn,)lo, tentò di arrestarn l'avanzata avversaria sulla fronte P armcsàn-Gasta. Per la nostra conu·offensiva operò per la conquista d i M . Majo e pcrmase in quella &onte fino alla battagl ia della Bainsizza, alla quale partecipò attivamen te . L'offensiva austro-tedesca dell'autunno 1917 la trovò schierata sulla linea Na GraduVelik i Vrh, ove tentò con ogni sacrifizio di arrestare I 'invasore. ma dovette poi r ipiegare combattendo per Codroipo e Sacilc verso il Piave . Nel marzo 1918 fu destinata nel settore del M. Lavancch e nell'aprile i n Val Camonica. Dopo una breve pennancnza sul Piave, ove pa rtecipò alla battaglia del giugno, ritornò sul M. Lavancch. Inviata su l Grnppa, vi operò durante la battaglia di Vi ttorio Veneto; vinta la resistenza avversaria al Col della Martina , raggiunse f.onzaso . Nei cornbattimcnti sul Grappa, i suoi regg . meritarono la med . d i bronzo al valore.

12 da 203. Personale d 'armamento: 764 uomini. Radiata nel 1927. Prese parte alla guerra Italo-turca e a quella Mond ia le . Poi fece servizio d i nave scuola can nonieri e timonieri . Ebbe per motto : « Roma i.ntangibile ».

Corazzata Roma

,Jrmata di Roma. Ar mata della Repu bblica francese, costiwita il. 20 febbraio r798 e d urata sino al .24 gennaio 1799. Ebbe un effettivo di 25.000 u. e fu comandata successivamente d~i generali Massena, D alle magnc, Saint-Cyr, Macdonald . Il 24 gennaio prese il nome d i Annata d i Napol i » (Cha111pìonnet) e il 4 agosto venne , sotto il comando di .Macdonald , aggregata all 'armata d 'ltalia . Rom a. Brigat a <li fanteria di linea (regg. 79" ed 80°) costituita in Rom a nel 1884 con elementi tr:m i da preesistenti reggimenti. P artecipò alle can1pague d el 1887-88, 1895-96, 1911-n; in q uest'ultim a il 79° regg. meritò la medaglia d argento al valore . Pe r la g ue rra lralo~~aistriaca 1

Medaglia della brigata Ro m a

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Bandiera del 79° fanteria in L ibia (1912)

l'.'e) 1916 la ,, Roma ,, assunse il n umero di 9• brigata dì fanteria, su t re rcgg. (~9°, 57" e 79°). L'8o 0 fu d isciolto cedendo un bgl. al 231° e l'altro al 232° fanteria. Festa dei reggimenti: pe r il 79° il 1 2 marzo, anniversario del w rnbattimento delle D ue Palme (r2 marzo r912) ; per 1'8o0 il 19 giugno, anniversar io della battaglia del Piave (19 giugno 19r 8) Colore delle mostrine: fondo rosso con due righe laterali gialle nel senso orizzontale. Motto del 79° reggimento : « J\<laequo virtutem cum fortuna » . La briga ta e bbe' nella g uerra Mondiale i seguenti comandanti : magg. gen . Moccagatta (1915) ; magg. gen . Ricciard i (1915-16); magg. gen. Rossi (1916-1 7) ; brigadiere ~en. Ago (1917 - 18); brigad iere gen . Spalvie ri (19 18). Le sue perdite 'rn guerra a1nn1ontarono a ufficiali morti 69, feriti 220, d ispersi 129; u. d i truppa rn . r300 , f . 7678, d. 4390.

Roma. Reggimento c'avalleggeri, costiluiro nel 1871 col nome d i 20° rcgg. Nel 1876 assunse la dcnom inaz,ione d i rcgg. cava lleria Roma (20") e nel 1897 quella d i Cavalleggeri d i Roma . P arlt:cipò alle seguenti campagne : 18871888, 1895-96, 191 1-12. D urante IH ; uerra Italo-austriaca ( 191s- 18) compì

Stemma

dei Cavalleggeri d i Roma


ROM

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dapprima servizi di esplorazione nella zona di Gra-<:lisca , e poi lavori d i rafforzamento sul basso Torre. Nel 1916, appiedato, operò nella zona di P lava ed 111 quel la di Monfalcone, ove JJartecipò alle azioni contro le <jllote 77 e 144. Nel ripiegamento al Piave protesse la

Squillo dei Cavalleggeri Roma

marcia di alcune colonne dal Torre al Piave, sostene ndo -uo sanguinoso scontro col nemico a Pasian Schiavonesco. Per la nostra offensiva finale fu lanciato all'inseguimento <lei nemico, g iungendo sino in Val Fella. Festa dd regg imento: 15 settembre, anniversario del combattimento di Monfalcone del 15 settembre 1916. Motto d el reggimento: « Non1cn urget ».

618Guerra di Romagna (1467). Bartolomeo Colleoni, amb iz ioso d i acquista rsi una signoria sua propria, dopo lunghe trattati ve aveva aderito alle proposte fattegli <la Borso d'Este, a nome dei fuorusciti fiorentini, di mettersi a capo di una grande impresa per cacciare la Casa Medici da Firenze. Ottenuto l'appogg io d ella Repubblica d i Venezia, e largamente provvisto d i danaro dai fuorusciti , nella primavera del T467 radunò un esercito di 8000 cavalli e di 6000 fanti e mosse sopra la Toscana. Per via gli si congiunsero i signo1'.i di forll, di Faenza, ddla Mirandola, di Carpi, Ercole d'Este e Alessandro Sforza. Passato il Po, invase il Bolognese; il ro maggio si trovò d i frome il duca Federico d'Urbino, capitano generale delle schiere alleate d i Firenze, del Pontefice, del re d i Napoli e del duca di Milano. Cominciò allora da una parte e dall'altra una serie di marcie ' e di scaramucce che n"on riusc ivano a nulla di decisivo, Federico d 'Urbino teneva testa al Colleoni, il quale temporeggiava sol lecitando nuovi aiuti da \le nez.ia, che infatti aveva ordinato a diversi suoi condottie ri di raggiungerlo. Voleva, i l Collco11i, attuare il suo piano segreto, d i muovere verso la Lombardia; ma la battaglia della Molinella (25 luglio) impedì d, metterlo in esecuzione, essendo scguìta una tregua fra le parti belligeranti. P r ima che questa scadesse vennero intavolate trauativc di pace. Il 2 febbrai'.J 1468 il papa di sua iniz iativa fece p ubbl icare i capitoli della pace, lasciand o agli interessati il termine di 30 g iorni per accettarli. E questa fu la pace Paotint1 (V .) che pose fine alle ostilità. Romag11t1. Reggimento cii mil izia toscana, che ebbe la stessa vita d el regg. Lunigùma (V.). Battaglione delle Romagne (o Volomari delle Romagne). Costituito nel Veneto durante la ca•11pagna del 1848, che fece agli ord ini del ten. colonnello Alessandro Gariboldi. Ebbe la forza di 8 compagnie, e venne nell'anno seguente 1incorporato nel regg . Unione . Romagt1a. Fu dato questo nome alla (i~ brigata garibald in a d ell'esercito Merid ionale (1860) comandata da l Caucci.

Cavalleggeri Roma

Romagna. Regione dell 'Italia tra il Po e le Ma rche , comprendentc le prov incie d i Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì__ È la parte orientale dell'Emilia (V.), costituita -dalle quattro legazioni pontificie, d ivenute poi provincie del Regno d 'Italia. Il nome cominciò a darsi all'esarcato di ;Ravenna nel la seconda met/i del scc. V], per d istinguere le provincie che ancora rjmancvano :1gli imperatori d 'Oriente, eredi del d iritto e del nome romano, da quelle con le quali j Longobardi conquistatori andavano formando lln nuovo regno. Nel 1859 le popolazion i insorgendo contro il d om inio dei pap i, ord inarono il « Governo delle llom agnc », il q uale comprendeva appunto le quattro Legazioni enurnerate . La R. può consirlerarsi una continuazione a sud della zona litoranea d el Veneto. La lagun a cii Ravenna, al rcmpo di Cesare, giungeva al Rubjconc, ed il suo cordone liw•aneo era formato dal litora le d i Cervia e del la Pi11cta cli Rave nna tuttora esistente. I l .Po di Primaro divideva questa laguna merid ionale da un 'al tra laguna piiì a nord, la quale si è conservata pcrchè i bracci d el Po non vi sboccano ma la ci rcondano. A q uattro o Cinque Km. da Ravenna, Augusto costruì nella laguna met·idiona lc un ;>orto militare, inrorno al quale si formi> la <:ittà d i Classo's.

Romagnano Sesia. Comune in prov. di Novara, su lla sr. d el fiume Scsia. Fino da tempo remotissimo fu mun ito di una rocca e cinto .d i mura con torri e po nti levatoi, d istrutti completamente al principio del sec. XIX. Nel 1183, fu assalit0 da un grosso r1erbo di milizie vercellesi, le quali espugnarono il ponte costru itovi dai Romani per passa re la Sesia. Durante la guerra t ra Giovanni II <li Mon ferrato '1 i Visconti, fu dato alle fiamme d,tlle masnade di questi ,u ltimi, t:nitamente a Prato Sesia, Ghemme e Sizzano. Nel 1447, dopo la mone di F ilippo Maria Visconti, venne assal ito d a Francesco Sforza, che lo espugnò e lo saccheggiò. Durante la guerra fra Carlo V e Francesco l le truppe francesi, comandate dall 'ammiraglio Bo nnivet, n el 1524, vi furono pienamen te sconfitte dopo aspra e sanguinosa battaglia, nella quale cadde il cavaliere Baiardo, e non g ià a Robecco, come è detto nella iscrizione del monumento innalzato al! 'eroe a Grcnoblc. Romagnoli (Pietro). Genera le, n. a Forlì nel 1856. Sottot. d ·art . nel r875, raggiunse il grado di colonnello nel 19<>7. Comandò il 21° art. da campagna e poi l'art. a cavallo. In Eritrea e poi in Libia, fu promosso magg. generale comandante l 'art. a Cremona nel 1912 . In P . A. nel 1915, assunse il grado di generale di d iv is. nella riserva 11el 1923. I

Romane (l.egìo11i). Costituite in numero d i tre (1•, 2•, 3•) a Roma nell'aprile 1848, con

volontJr i delle nrie

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provincie dello Stato P ontific,o. La r• fu agli ord ,ni del <:ol. Natale Del Grande, poi del col. Bartolomeo Galletti e infine, cioè d urante gli avvenimenti del 1849, del col. Ercole Morelli, sciogliendosi dopo la caduta del la repubb liça e passando a fare parte del ro<> d i linea romano. La 2• fu agli ordèni d el col. F ilippo Patrizi. La 3•, scioltasi nel febbraio del 1849, era comandata dal col. Giovanni Gallieno. T utte e t re e rano 01\sanizzate su d ue bgl. ,cd avevano una forza variabile da 4\0 a 800 uomini.

Romanelli (Francesco). Generale, n. nel 1840, m . a -Sella d i -Rivignano nel 1925. Sottot. dei g ran atieri nel r860 1 partecipò alle campagne del 1859, 1860-6r, 1866 e 1870 .e meritò la mcd . cl 'argento e la menzione onorevole. Colonnello nel 1896, comandò il 6g0 regg. e nel 1898 andò .in P. A . Richiamato in serv izio, comandò per due a nni il distretto mii. di Udine. Trasferito nel la riserva nel 1902, fu promosso magg. ge nerale nel r908 e ten. generale 11el 19r4. Romanelli A11gusto . Generale, n . a Orbetello, m. a Vero na (1858-1929) . Sottot. d i fanteria nel 1878, insegnò d al 1883 al 1887 topografia alla scuola mil. d i Modena. In P . A. nel 1909, venne promosso colonnello nel 1910. Richiamato per la guerra contro l'Austria, fu collocalo nella riserva nel 1918 e nel 1924 pr_o mosso generale d i 'brigata.

Romanelli Mm·io . Generale , n. a Rivignano nel 1872. Sottot. d ' art. nel 1872, partecipò alla guerra contro l'Austria e d ivenne colonnello nd 1918. Comandò il 28<> art. d a campagna e dal 1921 il 2r~ . Nel 1924 ebbe il comando del d istretto mii. d i Panna e nel 1930 fu collo-cato in P. A. Nel 1932 fu promosso generale d i brigata .

Romani. Nome dato a un campo t rincerato costruito rl agli Inglesi a circa 30 Km . ad oriente del canale d i Suez, a difesa del canale medesi ,nrJ durante la g uerra Mondiale. Vi avvenne un combattimento il 4 agosto 1916, avendo i Turchi teotaro d i conquistarlo . A tal uopo mossero con la loro 3" d ivis. (colonnello Refet bey) rinforzata da 6 cp. -d i m itragliatrici e 4 btr. tedesche e da 3 btr. austriache : rn tutto 18 .000 u. Le truppe avanzarono su tre colonne, ma trovarono g li Inglesi ben preparati a riceverle . La lotta fu assai asprn, e si chiuse con la ritirata degli assalitori, quali vi perdettero la metà <lelle loro forze (5000 m. e Ceriti e 4000 prigionieri). Roma nia. Dalle più recenti indagini pare accertato cl,c una razza t race sia stata la ·prima e più antica abitatrice ,della regione carpato-danubiana. Succcssivarncnte, i mmi~ grazioni barbariche d i Sciti, Sarmati, Galli e, più civilizzatrici di queste, quelle commerciali d i Greci dorici e Ioni e poi d i lll iro-m:icedo ni , !~sciarono la propria im-. .pronta nel paese e intluirono sul carattere e sulla civ iltà del suo popolo. Ma i primi a dar forma politica al territo rio furono j Daci, che a poco a poco, sopraffacendo i ,Get i che occupava no le d ue rive del corso inferiore del Danu bio fino al delta, estesero su queste la loro signoria e d iedero i l loro nome alla regio ne conq uistat a. Sotto Augusto, essi furono primamente minaccia;; dalle armi ,d i Roma; ma per molti ann i ancora potero110 serbarsi indipendenti. Fu Domiziano che, per pt:nirli di aver invaso le prov incie romane della Mesia (86 d . C.) inviè, cont ro ,essi le legioni -d i Oppio Sabino, dt Cornelio Fusco e d i •G iuliano. Ma Decebalo , valoroso capo dei Daci, oppose strenua resistenza alle a rmi imµeriali e più volte le sconfisse; solo nel 90 dovette piegarsi a ch,edcr pace; v'è perii

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chi ritiene che quest a fosse com prata dall ' imperatore a prezzo d 'oro e sottoponendosi a tributo. Più tardi Traiano, preoccupato del movimento barbarico accennante al Danubio, cosl facile ad essere varcato nella stagione invernale, volle portare 1 confin i dell'impero ai Carpazi, coprendo cosl la Pannonia e la Mesia con una n uova provincia romana. Egli preparò la campagna nell a Mesia superio re (101), e, valicata la Porta di Ferro ove il Danubio offre facile passaggio, penetrò nel Banato e in due anni d i guerra sconfisse i Daci, cost ringendo Deccbalo a deporre le armi (103). Questi, I'anno dopo, tentò rompere il giogo chian1a.11 .. Stemma del principato Valacco (secolo XV I II) do in aiuto S:.1nnati e Gcnnani, ma T r?iano lo sconfisse e lo inseguì: Deccba lo, i suoi figli e tutti i capi si diedero la morte (ro6). La Dacia d ivenne allora provincia romana, comprendendo il Banato di Temesvar, l'Ungheria orientale, la Transilvania, la l.lucovina, l'estremità meridionale della Galizia, la Valacch ia e la Moldavia . La popolazione, g ià precedentemente, ne lla parte meridionale, romanizzata, si accrebbe di nuov i elementi affluenti da rutto il mondo romano, spccialmclllc coi funzionari i mperiali e coi legio nari rim asti dopo la conquista e tramutat isi in coloni; e ben presto su l paese prese radice la romana civiltà. Ma già durante il regno d i Marco Aurelio i Barbari germani iniziavano sul Danpbio le loro aggressioni contro l'impero ; costretti nel 167 a ritirar si, la reiterarono incessanteme nte sotto i $Uccessìvi imperatori, volta a volta vincitori o vinti; finchè Aureliano. non potendo più d ifendere la D acia dalla cont inua minaccia delle jnvasioni visigotiche, stimò prudente d i abbandonarla (274) portando il confine dell'impero sul corso inferiore del Danubio e dando il nome di Dacia Aureliana alla parte della Mesia a mezzogiorno del fiume. l Visigo ti, premuti dagli Unni, ottennero nel 376 dall ' imperatore Valerne di sta bilirsi sulla d r. del Danubio; ma, poco appresso, invasero la Tracia, e giunsero fino a Bisanzio. E ssi però, benchè meno rozzi degli altri barbari e convertiti al Cristianesimo dal vescovo Ulfila verso la fi ne del IV secolo, non lasciarono traccia di sè nella Dacia sgombrata dai Romani, e l'impronta latina permase in quelle popolnioni anche dopo che ai Visigoti succedettero gli Unni (verso il 450) e gli Avari (verso il 560). Sopravven nero poi correnti slave tenden ti ai Balca ni e all 'Adriatico , e Bul gari e Nfagiari e Peceneghi e T'urchi Cuma ni e Mongoli, che dal IX a l Xlll secolo tennero in loro d ominio Moldavia e Valacchia. Ma queste due provincie finirono per costitu ire due principati a

sè con propri sov rani.

Molti secoli d ovevano trascorrere pri-

Bandiera moldovalacca del secolo XIX

ma e h 'essi potessero uni rsi in u □ solo

e nte politico . La Valacchia, soggetta alla Casa dei Bessaraba (che d iede il nome alla Bcssarabia), ebbe a soffrire gl i assalti degli Ungheresi e il loro giogo; ma se ne sonrasse nel r330 e

nel

1369.

Altrettanto avvenne per la

Mo ldavia, ove il

voivoda J3og<lan .riusciva verso il 1352 , contro i reiteraci e vani tentat ivi di conqu ista degli U ngheresi, a consen·are


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aJ suo Stato (Bogdania) una p iena indipendenza e i suoi confini naturali del Dn iesrer e del Danubio e a ,·iunirvi la 6essarabia. Ma alla fine, premuta e disp utata da lJn. gheresi, da Polacchi e da Turchi, la Valacchia d ovette darsi in vassallaggio a Bajazet l (1392) e la Mold avia alla Polonia (1432). Nel 1457 iniziava in Moldavia il suo regno un principe vcn re1llle, Stefano i l Gr ande, che per quasi cinquant'anni

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~: ,J iÌ~ 1'1~ I-~ çi · .JIIA Uk+E e· : · ·-~ Inno nazionale romeno

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nel r504 (2 luglio), lasciava la Moldavia in pace e sicura da ogni parte. Bogdan, figlio di Stefano, dovette contendere coi Polacchi e dopo d i essersi sottomesso al sul tano Sclim f (1513), morì nel 1517 lottando contro i Tanari. Dopo d i lui, si ebbero nella Moldavia lot te intestine, men• tre nella Valacchia, morto Radu , in (uriavano tra i Bessa• raba quelle di successione. li sultano Solimano il Mag nifico, a far cessare i disordini provocati sul Danubio dalI':1111bizione e dalle discordie d i quei principi cristiani, deponendo nel 1538 Pietro V Rarcsc figlio <li Stefano il gra nde e u_lrimo dei Bogdani di Moldavia, d istruggeva l'ind ipendenza di qud principato; e, tanto qu(vi quanto iu Valacchia, i.mponeva voivodi da lui scelti che ten,iero le due terre romene in sempre più stretto ,ed abbietto vas• sallaggio. I Romeni incanto si erano scissi fra ortodossi e greco-scismatici , coo prevalenza di questi, e avevano adot tato l'idioma slavo nella liturgia e i caratteri cirillici, allontanandosi da Roma; e ciò li rese tanto pili soggetti e indifesi d i fronte agli Osmani che straziavano e immiserivano il loro suolo. Più d' un principe guerriero tentò scuotere il giogo. La Moldavia si ribellò sotto i l suo voivod,a Giovanni il Terribile (1572-74) , ma questi, malgrado il soccorso avuto dai Cosacch i del Dniepcr, venne sconfitto, wndànnato ad un atroce supplizio e ,ost1tuito con un principe ligio alla Porta. Più fu ribo nda (u. la rivolta nella Valacchia, dove il voivoda Michele il Bravo (1592-16or) disfece sul Danubio (1594) Turcbi e T artari d i Crimea e più gravemente i priini (23 agosto 1595) nelle paludi d i Ncajlov. Questa vittoria però non impedì l'avanzata degli Ottomani e dei Ta rtari . Bucarest e Tergoviste, l'antica capitale, furono da essi occupat.e e tulta la p ianura devastata. Michele, ritiratosi ne lle montagne, trovò aiuto in •Si• gismondo Batori principe d i T ransilvania, nei Moldavi , 4

diede con saggezza politica e valore guerriero un 'era di splendore al suo paese . Egli dovette dapprima rintuzzare gl i assalti dell'ungherese Mattia Corvino (1467); poi, volendo assicurarsi la frontiera verso la Valacchia che nel 1462 Maometto TI aveva annessa al suo impero lasciando le lUltavia le sue leggi e riservandosi solo i l diritto di so vranità e d i elezione, si mosse contro il principe Radu i l Bello, favorito del Su ltano e d a q uesti posto a reggerlo, lo sconfisse ripctutamencc, e, sulla fine d el q 74, essendo Maometto li venuto alla riscossa, lo battè nel 1475, ma ne fu sconfitto l 'anno seguente. Tuttavia i Turd1i furonu costretti a r itirarsi decimati. dalle mala nie e non trovand0 alimenti nel paese devastato dai suoi stessi difensori . Della morte d o Maometto II e delle lotte scoppiate tra i suoi figli per la corona approfittò Stefano per invadere n uovamente la Valacchia e portare sul Danubi,, il suo dominio . Ritornarono però i Turchi (1484) e occuparono alcune città moldave; e Stefano, bend1è ricevesse aiuto dai Polacchi, essendo stato abbandonato poi da l suo alleato ungherese, dovette, alla pace conclusa l1el r489 fra il re d i Polonia e il sultano, rassegnarsi a pagare a q uesti un tributo e ad i nviare il proprio figlio Alessandro in ostaggio a Costantinopoli. Malgrado ciò, Stefano i l Grande, morendo

nei fanti sassoni, nd Ja cavalleria magiara e nei crociati toscani inviati d al granduca Ferdinando I. 1 Turchi, scon• fitti a Giurgiu , dovettero ripassare j] Danubio. Poco tempo dopo, la Mold avia cadeva sotto la signoria polacca e l:i Transilvania veniva ceduta all' imperatore Rodolfo Il. Per incitamento della cancel leria imperiale di Praga che, in-

Uniformi deJJ>escrcito romeno uel 1877.78

')


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contrasto con le mire della Polonia, tendeva al riacquisto della T ra1Jsi lvania d i nuovo sfuggitale e al dominio danubiano che le assicurava l' influenza nei Balcani, Michele si avanzò in quel principato e se ne impad ronì. Dopo di che, presentendo un attacco da parte del voivoda d i Moldavia Geremia , creatura della Polonia, Miche / g li s1

Ufficiali romeni nel 1913

mosse contro e, spossessatolo (1600), r itornò in Transilvania per soffocarvi una r ivolta <li nobili capegg iata da l Batori ora accordatosi con Geremi1; ma, tradito dalla doppiezza della canceller ia imperiale, egli veniva sconfitto a Miroslau (18 settembre 1600), mentre i Polacchi i nvadevano la Moldavia e la Valacchia. Tuttavia Michele riuscì con la vittoria d i Goraslau (luglio r601) a r iconquistare la Transilvan ia in nome dell'imperatore; ma poco dopo ven iva assassinato (18 agosto). Al glorioso periodo segnato d alle imprese di Michele il Bravo ne seguì uno d i lotte aspre dei Valacchi contro i Tartari, contro la Porta che voleva imporre ai Romeni• dei voivoda a sè ligi, contro la Transilvan ia sollevata che da ultimo ritornò sotto i Mag iar i per passare poi col t rattato d i Carlowitz ( 1699) in potere dell'Austria; e lotte, infine, tra i principi valacclù .e moldav i per ragioni di predominio . Ma alla fine riuscì al Turco di riporre sotto il giogo le terre romane, ch'esso vendette ai migliori offere nti, purchè fossero soggetti al suo volere. Furono questi i famosi Fanarioti (i Cantacuzeno, i .Maurocordato, gli Ypsi)anti, d iscendenti da quei Greci che erano rimasti a Costan1inopoli dopo il 1453). Nelle g uerre sostenu te, verso )a fi ne <lel XVII secolo, dai T urchi conrro Polonia, Moscovia e im pero, il territorio carpatodanubiano soffrì tutti i dolnri e i danni che accompagnano il passaggio di eserciti estranier i; più gravemente la Moldavia che, ti-a la fine dei 1600 e il principio del 1700, fu in parte anche occupata dai Polacchi di re G iovanni III Sobieski, e, dopo la guerra turco-russa del 17n, venne de'~ tata da T urchi e Tartari in pun izione del favore accmdato dal) 'ospodaro Demetrio Contimir alle arm i moscovite. La Valacchia ebbe m.inori traversie, vuoi per la sua posizione, vuoi per l'accortezza dei suoi ospodari. La nuova gue rra scoppiata nel t7 r6 tra l'Austria e l'impero ottomano portò i Tedesch i n~i due principali. Ma i Moldavi, a d ifferenza dei Valacchi che inclinavauo vesso la prima, chiamali a soccorso i Tartari, scacciaroi10 gli invasori e penetrarono in Transilvania. Così la pace di Passarowitz (1718) d iede all'Austria parte della Valacchia che ;1e fu oppressa; ma il trattato d i Belgrado (1739), terminante la successiva guerra mossa dall 'Amtria e dalla Russia al T urco, la restitui a questo e d iede alla Valacchia e alla Moldavia, che pure aveva sofferto un'irruzione dei Russi, un periodo di relativa tranquillità che durò cir ca 30 anni; poichè solo nel 1768 un nuovo conflitto russo-turco condusse nei due principati Jè armi moscovite che vi rimasero cinque ann i.

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I Romeni, dopo il trattato di Cainargi (1774) pc! quale la Russia, pur abbandonando le loro terre alla Turchia, otteneva per essi larghe facoltà, d iritti e garanzie estendendo così sui medesimi la sua influenza, sperarono cl i potere, con l'appoggio della Russia protettrice, costituire un regno indipendente; ma l'alleanza formata t ra Gi111cppc li e Caterina II ( r787) e i lo ro pattegg iamenti per la spartizione dell'impero ottomano frustrarono tali speranze. Nel 1791., l'Austria , uscita dalla lega , ebbe dalla Turchia, col t rattato d i Sistovo, parte del la Moldavia cui diede i l nome d i Bucovina. La Russia, vittoriosa sul T urco. con la successiva pace di iassy (1792) ottenne gli stessi vantaggi conseguiti col trattato <l t Cainargi e i noltre il d iritto di intervento nelle cose dei principati. Nel 1807, essendo. il sultano propenso alla Francia cd avendo esso rotti i patti del trattato d i Jassy ri nettenti gli ospodari di Moldavia e di Valacchia, lo czar Alessandro I ror.1 peva nuovamente guerra alla Tmchia ed entrava nei due prù1cipati, tenendoli, malgrado la resistenza delle truppe . turche , fino al 1812, nel quale anno otteneva col trattato di Bucarest (28 maggio) la Bessarabia e i l p rotettorato sulla Valacchia. Già da lunghi anni gli ospodari Fanarioti avevano tentato di grecizzare i due principati, ma ora uoo spi.rito nuovo bramoso d i liberti\ e cl 'indipendenza si agitava i n. essi. A dare impulso -al mov imento della loro liberazione concorse potentemente la « Società degli Amici " (Ereria) fondata a Odessa nel 1815, con lo scopo dell 'emancipazione dalla tirannide turca. La capeggiava Alessandro Ypsilanti, un generale greco al servizio della Russia, i l quale, col consenso dello czar che parteggiava per gli insorti contro la mezzaluna, comparve nella Moldavia e nel la Valacchi;, alla testa di bande armate, mentre alt re accolte di 1ivoltosi in quest'ultimo p rincipato operavano sotto Teodoro, animoso

giovine valacco. Ma lo ,zar, cui legavano gli accordi d i Lubiana, fo costretto .a sconfessare il suo generale, cd essendo i capi dell'i mpresa venuti in d iscordia, la Turchia ebbe facile gioco per schiaccia re gli insorti a Dragasciani presso l'Olt e a Sculteni sul Pruth (r82r) ristabilendo l'antico ordine <Ji cose nei due principati, ove pose a governare Giova nni Sturdza, 111 Moldavia, e Gregorio Ghica in

Guardia del corpo romena

Valacch ia. Già lo czar N icola [, succeduto ad Alessaodro I (r825) aveva indotto il sul ta1io Mahmud nel congresso di Akkerman (1826) a rispettare il trattato d i Bucarest; ma quando le stragi operate dai Turchi contro i Greci sollevatisi causarono l'intervento (1827) della Fra ncia, dell 'lnglùltc[r.;i e della Russia, questa occupò i due pr incipati e


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costrinse la Turchia, col u·attato d i Adrianopoli (2 settembre 1829), ad accorciare loro nuovi p rivilegi e d iritti che li ponevano in condizioni politicamente assai più vantaggiose, ma assodò con tale atto su ,di essi quel protettor ato che oltre 50 ann i prima era stato affermato; e, per esercitarlo, li tenne occupat i _per altri cinque anni fino a quando un nuovo ordine -lega le non ,•enne consolid ato. I Russi affidarono ai pcincipali boiari il compito di redigere una legge fondamentale che, per evitare il nome d i costiwzione sgradito ai diplomatici della Santa Alleanza, fu chiamata << Regolamento organ ico n. Con esso fnrono Sttl· biliti nei due p rincipati la separazione dei poteri, un esercito uazionale, un'Assemblea costituita <la 150 grandi boiari ai quali era delegata l 'elezione degli ospodari, e infiue i l regno a v ita d i q uesti. Ma tale costituzione dalla qua le la borghesia, e molto m eno il basso popolo , non trassero vantaggio alcuno, benchè promovesse un r isveglio d i a ttività fecoude, fu causa di continue lotte fra gli ambiziosi boiari e gli ospodari , nessuno dei quali, durante il periodo in cui il Regolamento organico ebbe vigore, potè

Fanteria romena nella guerra Ì\'1ondiale

finire i suoi giorni sul trono. Ne conseguirono moti in terni miranti a u na riunione di tutti i popoli romeni, ad una maggiore autonomia e acl una pi1, ampia libertà anche per le classi meno fonunate . Tali aspi.razioni cercarono un primo sfogo d urante i torbidi e uropei dei 184/J., i qua li ebbero un'eco anche nella Va lacchia, nella Transilvania e nell.1 Bucovina; ma allora, tanto la R ussia, potenza protettrice, q uanto la Turch ia, potenza sovrana, si accordarono per intervenire, e, con la convenzione d i Balta-Liman (30 aprile 1849), la pr ima fu autofrizata a lascia re provvisoriamente nei' d ue principati un corpo di ro.ooo u. e la durata del potere degli ospodari fu ridotta a u n settennato . Allo scoppiare deita guerra cli Cr im ea, i Russi, che poco tempo prin1a avev ano ritirato il corpo d'occupazione, rientrarono □ci p rincipati (giugno 1853); ma l 'Austria, che da c1uasi due secol i agognava al loro possesso, ottenne dal sultano facoltà di occuparli fino a pace conclusa. li congresso di Parigi che pose termine alla guerra (1856) tolse alla Russia vinta la protezione dei principati e una parte della Bessarabia che fu data alla Moldavia. l i trionfo del concetto unitario, che non trovava ancora pieno consenso nei Valacchi e nei Moldavi e soprattutto nei loro princip1, fu agevolato dalle mire dell 'i mperatore Napoleoni, III , ~lesidcroso d i costituire sul Danubio una forte 1Jazionalità necessaria come forma politica della lati-

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nità orientale e come barriera all 'espansione russa verso Costant inopoli; per il d1e egli aveva faw, decidere al congresso di Parigi la riunione d i assemblee nei due principati le quali esponessero i loro desiderata. Tali assemblee finirono per accordarsi (1857) jn un programma comune : uniouc della Moklavia con la Valacchia , autonomia , un principe straniero, neutralità garantita dalle grand ; potenze e governo parlamentare. Sulla base di tali voti la Conferenza di Parigi compilò una « Convenzione » (19 agosto r858) che, sostituendo i l « Regolamento organico », doveva essere la costituzione concessa dalle potenze garanti ai due principati un iti. Tratt!vasi però d' una unione li mitata, . poichè la Moldavia e la Valacchia conservavano i loro pr incipi, le loro capitali , i loro miJ1 istcri e le loro assemblee; solo era creata un'assemblea legislativa comune risiedente a Focsani e comuni dovevano essere l'alt.a an1ministrazione ddla giustizia e l 'esercito. Ma, nel gennaio 1859, le assemblee elettorali dei due principati davano i loro suffragi unanimi al l 'ek zione d'un unico principe, il colonnello Alessandro Cuza. La Fraucia, che l'aveva caldeggiàta, l'accettò di buon g rado ; r Austria , bcnchè ostile> vi si acconciò, e la Turchia, potenza sovrana, si rassegnò al fatto compiuto e con.fermò l 'elezione ciel Cuza. Nel gen11aio 1862 non c'era cbe un 'unica Romania; le amministraz ioni, le capitali, le assemblee si erano fuse . li Cuza però non seppe dominare i partiti, e , dopo molte crisi m inisteriali, fu rovesciato ; il 20 febbra iù T866, col favore d i Napoleone Ili venne, in sua vece, eletto il principe Carlo di Hohenzollern, un nipote di Ortensi a d i Beauharnais e discendente da una sorella d i re Murat. Anche il nuovo sovrano ebbe a lottare con la difficoltà della politica interna ed estera, che lo fecero ondeggiare tra la Turclùa, l'Austria e la Russia; ma l'oltracotanza della . Poeta, che in ogni occas10ne intendeva d i affermare la propria sovranicà e di limitare la libertà ciel principe nè gli risparm iava umiliazioni, spinse Carlo I nelle braccia della R ussia, alla quale Jlel 1877, allo scoppio della guerra fra essa e la Turchia , offerse la propria allea nza. Nel maggio, le Camere romene [)roclamavpno l'indipendenza del p aese; ma questa decisione non fu vista di buon occluo dalla Russia che aveva il segreto disegno <li giungere al dominio d elle boccbe del Danubio; onde lo czar, pur accettando l'offerta romena e approfittandone per far transitare le proprie truppe pel territorio dei principati, q uando finalmente nel m arzo 1878 potè imporre alla Turchia la pace di Santo Stefano, se accondiscese a riconoscere I 'ind ipen<lenz.a· della Romania che tanto aveva cooperato alla presa di Plevna e alla conquista della Bulgar ia, non volle che le fosse concesso alcun vantaggio territoriale, anzi , pretese da essa la restituzione dei tre d istretti della Bessarabia perduti nd 1856, facendole cedere in compenso dalla T urchia le is~le del Dan,ibio e la povera terra della Dobruggia. l i trattato d i Berlino (1878) con fer mava tali decisioni. Da allora, la politica romena si staccò dalla Russia e si orientò verso l ' Austria e poi verso la triplice a lleanza. Nel 1881 le Camere romene offersero la corona a Carlo I e la Romenia salì a dignità di regno. ·Quando, nel 1912, la quadruplice balcanica (Serbia, Bulgaria, Grecia e Montenegro) ruppe guerra alla Turchia, la Romania rimase dapprima incer'.a sulla via di seguire; ma, a!lorchè i coalizzati vittoriosi vennero &a loro a lite per la d ivisione delle spoglie, essa si schierò contro la Bulgaria, e, fatte avanzare le sue truppe, onenne da q uesta alla pace d i Bucarest (rn agosto r913) la cessione della Dobruggia meridionale. A nche allo scoppio della conflagrazione mondiale (1914) la Roman ia stette esitante sul partito a cui appigliarsi e si


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d ichia rò in un primo tempo neutrale. 11 re Carlo I, che volentieri av rebbe paneggiato per gli imperi centrali, ne soffrì tanto da esser tratto alla tomba (3 settembre 191 5). Gli succedette il nipote Fe rd inand o I che, trascinato dallo spirito pubblico sognante sempre il riacquisto della Transi lvania, si decise nel 1916 a porsi a fianco d ell'Intesa (V. Meridiana.le front,·). Nell a gue rra Mondiale la Romania usciva notevolmente ingrandita per territorio e per importanza politica ; e, ad assicurarsi i conseguiti guadagni contro possibili rivendicazioni d ella Russia, del! 'Ungheria e del la Bulgaria , alle cui spese quell i erano stati o tten uti, costit uiva con la Jugoslavia e con la Cccoslqvacchia quel blocco che ebbe nome di Piccola Jntcsa, mentre concludeva con la Polonia un trattato di mutua garanzia, inteso specialmente alla com une d ifesa sociale e m ilitare contro il pericolo e le m inacce del bolscevismo russo. Il regno d i Ro mania ha u na superficie <li Kmq. 294.967 (prima d el la' guerra Mondiale r37.902) e una popolazione d i 18.000.000 di abitanti (prima della guer ra 7.500.000) . Cap itale B>icarest. Confina col M ar Nero, con la Russia, con la Polonia , con la Cecoslovacchia, con l'Ungheria, con la Jugoslav ia, con la Bulgaria.

Esercito della J<omania . La p rima legge militare d el nuovo Stato è d el 1868 : l'esercito era diviso in pcnnanente e territoriale, oltre la guardia civica e la milizia. I prim i n uclei si radunarono intorno alla milizia paesana, formata nel 183 r e a mmoatan te a 7000 u. e d al Cuza riorgani.lzata nel 186a. Dopo la guerra d el 1877 fu <lato un nuovo ordinamento, sulle lince d el precedente : si ebbe un esercito permanente , una rÌ• serva, una n1ilizia, una leva in ,nassa.

Modificazion i vennero apportate nel 1891, nel 1908, nel 1913, nel 1933. Attualmente vi sono 87 regg. d i fanteria e cacciatori, 6 regg. di cacciatori da n1ontag na, 4 bgl. di fanteria k g~ gera, 24 cp. di n1itragl iatrici divi.sio-

Fante romeno in bassa tenuta

naLi, 8 bgl. di mitragliatrici contrae,·ci. La cava i lcria comprende 24 regg. <l 'armata, 7 di corpo d 'armata , r regg. della Guard ia, I g ruppo di ca.:ciatori a cavallo. L'artiglieria, 7 regg. pe-

« Spa rviero ») completati nel J~8, di 1556 tonn. , velocità 36,5 miglia, armamento Ili 152 e artiglierie minori; due mon itori fluviali di 540 wnn., 12 m iglia <li velocità, armamento II 120, II 76 -: ;; m itragliere; altri due di 450 tonn. , 10 migLia d i vel,)cità, armamento II 120 IV 76 e

Varo di cacciatorpediniere romeno

6 mitragliete; altri qualtro d i 680 tonn., r3 mig lia d i velocità, III 120, Il 47 antiaerei e 2 mitragliere. Inoltre alcune vedette, ca nnoniere, piccole torpediniere da costa e fluvia li. E infine le costruzioni più recenti, ossia due cacciamrpediniere di 1968 tonn . e 38 miglia di velocità costruiti a Napoli; un socnmergibile di 640 tonn. in superficie costruito a Fiume; una nave appoggio e officina sommergibili di 2264 tonn. di d islocamento. E ffe ttivi, circa 300 ufficiali e 3600 marinai.

Romano. (d'Ezzclmo). Comune in prov. di Vicenza, presso il confine della prov. d i Treviso. È famoso per il castel lo, cretto dal t irann( Ezzelino da Romano. Nel J446 e nel 1448 fu preso dai Milanesi e poi dai Padovan i.

santi, 2 di 1n◊rtai da montagna, 4 a cavallo, 22 gruppi au lono1ni da fortezza, 6

gruppi da montagna, 8 regg. di difesa antiaerea. Vi sono i nolt re 4 regg. d i carri arn!ati; 8 regg. del genio di cui uno da montagna, 3 regg. telegrafisti , 1 zappatori-pontieri, 3 ferrovieri, 2 <la fortezza ; 4 regg. di truppe « ch im iche»; I rcgg. automobilisti. L'aviazione comprende 4 squadriglie miste, 1 da caccia, 1 d a bo mbardamento, 1 d i i<lro volami, 4 rcgg. <li antiaerei. Capo dell'esercito è il re . Vi /; un Consiglio superiore d ella d ifesa nazionale. Il territorio è d iviso in sette ci rcoscrizioni m ilitari corrispondenti ad altrettanti corpi d'armata su 2 a 4 divis. di fanteria, ciascuna con 1 a 2 brig ate di fanteria e J d'artig lieria. Gli effettivi sono di 14.729 ufficiali, 11.332 sottuffici,tli e 146.292 u. di truppa. A q uesti debbono aggiungersi 1228 u . d ella guardia d i frontiera e 30.000 della polizia . 11 servizio militare è obbligatorio. li soldato passa 2 a nn i nell 'ese rcito permanente, 18 nella riserva, 9 nella milizia. Marina della Romania. Consta degli esploratori « Murast i " e ,, 1\-fa tasest i » (ex esploratori itJ !iani « N ibbio » e

Il castello di Romano

Romano. Id rovolante francese d ella ditta R. di Can.nes. Ne sono stati costruiti due tipi : uno monoplano da ricognizione, in durallumin io, con apertura alare di m. 22,6a, peso totale Kg. 4300, velocità oraria ;217 Kmh. Il posto del navigatore ha j comandi del lanciabombe. Un secondo tipo (R 4) è ad ali ripiegabili, e adatto per il lancio da catapulta .


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piano Carsico ( r917) meritò una seco,1da mcd. d'argento. [n P. A . S. nel 1920, fu promosso colonnello nel 1924Ebbe la promozione a magg. generale medico nella 1;iserva nel r930 e venne collocato nella riserva due anni dopo.

Romano Edom-do. Ammiraglio, 11. a Torino nel 1873. Entrato in serv,z,o nel 1893, passò in P. A . nel r928 e fu promosso contrarnmir. nel r931. Prese parte alla campagna dcli '.Estremo oriente, alla guerra Italo-turca cd alla guerra Mond iale.

Idrovolante Romano R 4

Romano. Sono ricordali due scriuori militari napoletani del secolo XVI: Vespasiano, autore di un « Trattato per difendere la fanteria dalla cavalleria " (1537); e /Jartolomeo, autore del " Proteo militare ;, (1595). Romano Tommaso . Generale napoletano, m. a Lecce { r793-185i)- Partecipò all'espugnazione , dell'isola di Capri, aJlo sbarco in Sicilia, alla campagna d i Calabria · contro gli lilglcsi ed alle campagne d' ltalia del 1814 e del 1815. Prese poi parte alla repressione della ribellione di Palermo nel I820 cd a quella del 1848-49. ln tutte queste campagne fu dieci volte k rito. Romano Scotti Eugenio. Generale dei CC. RR., n. a Torino, m. a Beinasco (1836-r919). Sottot. nel Real Navi nel 1859, partecipò alle campagne del 1859 e 1860-6r nella quale ultima meritò la mernione onorevole al blocco di Gaeta . Passato poi nei CC, RR., meritò la mcd. d'argento dei benemeriti della salute p ubblica in occasione del!' invasione colerica d i Corato nel 1867. Colouncllo nel 1887, comandò la legione di Fire07,e e poi quella degli Allievi . ln P . A . nel 1895, fu promosso magg. generale dei CC. RR . nel 1896 e poco dopo passò nella riserva. Noma110 Scotti Augusto. Generale, n . e m. a Torino (1839-1903). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò alle -campagne del 1860-61 e 1866. A Casrelfidardo meritò la med. d ' argento ed altra ebbe per la repressione del briga ntaggio. Fu p ure jnsignito di due menzioni onorevoli: una per i combattimenti del Macerone e di Gaeta e l 'altra in occasione dei moti d i Filadelfìa (Calabria) del 1870. Colonnello nel 1890, comandò il 4° bersaglieri e nel 1895 .andò in P. A. Trasferito nella riserva nel 1899, fu pro,rnosso 1nagg. genera le neJ 1900, Romano Leopoldo Silvio. Generale, n. nel 1844, m . a Napoli nel 1912. Sottot. di fanteria nel r862, partecipò .alla campagna del 1866 e meritò la menzione onorevole. -Colonnello nel 1899, comandò· il 48° fonteria e nel 19 02 fu collocato in P . A . Nel 1~12 fu promosso magg. gene.raie nella r iserva. Romano Paolo. Generale dei CC. RR. , n. nel 1853, 'Al. a Bologna nel 1917. Sott. di fanteria nel 1872, passò

nei CC. RR. nel r881 . Colonnello nel 1905, comandò la legione di Anco;,a e nel 1913 fu collocato in P. i\. Nel 1915 venne promosso magg. generale dei carabinieri reali.

Romano Enrico. Generale medico, n. ad ·Accettura nel ,1870. Come sottot. medico di complemento partecipò alla guerra eritrea <lel 1895-96: prese parte alla battaglia di Adua e poi fu tra gli assediati di Adigrat. In S _- A. P. nel 1897, fu in L ibia nel 1911, 1912, 9r3 e 1914 e meritò la med. d'argento. Partecipò a tutta la guerra contro l'Auitria come capo ufficio di sanità divisionale e sull'alto-

Romans. Città della Francia, nel d i,>. della Drome, sull ' lsère. Il 2 aprile 1814 il principe d'Assia vi battè , F rancesi comandati dal generale Estène, che dovette ritirarsi al di là dell'Isère. Con questo combattimento l 'esercito di Lione era stato definitivamente tagliato in due, senza più alcuna cornunicazionc fra le due parti. Romanzi militari. La loro origine, nel senso d i ampia descriziont di avvenimen ti guerreschj in parte veri , in parte immaginari, <.:On la glorifica1.ion.c <..lcllc gesta meravigliose: d i eroi leggendari, risale alla piì, remota a uticbitiì. Così considerati l ' « Iliade,, e l'« Odissea" di Omero, l' « Eneide " di V irgilio e<l altri poemi antichissimi , non sono che R. M. a, quali ,iel corso dei secoli seguirono moltissimi altri . Nel medio evo sorse il R. di cavalleria, che era genera lmente un componimen to di piu canti, 111 ottava nrna, basato sulle gesta d i Ca rlo Magno e. dei suoi paladini , e

destinato specialmente a celebrare k imprese dei cava lieri erranti. Il principio fondamentale del R. e ra soprallulto la lotta del Cristianesimo contro l' Islamismo. Oltre a ciò inspirarono R. le gesta di re Arruro d 'Inghilterra , di Amad igi, ecc. Dal francese furono tradoui in italiano i « Reali di Francia ))' i! e( nuovo d'Antonl )), la << Regina d'An~ croia », e la « Storia di Lanccllotto e di Ginevra ». La vena degli Italiani per un genere d i compon imenti che si confaceva alla loro indole ed alla loro imn1aginazione si sciolse ampiamente ed apparve un gran nume ro -d i R. in versi e prosa come il <( M,rabello ", il « Rinaldo », il « Grifonetto " · la « Tavola Rotonda ", il « Carlo Fe roce », ccc., e si crearono tipi di personaggi che si perpetuarono e successivamente ven~

nero riprodotti dagli scrittori. 11 Pulci col suo « Morgante Maggiore " diede per primo forma elegante e regolare ai romanzi cavallereschi , sebbene non raggiungesse quell'in treccio drammatico di racconto che fece il pregio dei romanzieri che vennero dopo di lui . Un gran passo si fece dal Boiardo con l' « Orlando innamorato»; ma la perfezione dell 'epopea novella fu raggiunta dall'Ariosto nel! '« Orlando fu. rioso " · [.'Ariosto ebbe molti im itatori e d opo di lu i pullularono romanz.ieri da ogni parte; ma qua ndo la cavalleria decadde, non piacque più scr ivere poemi su tale argomento, e quella istituzione che per secoli era stata tema d i canti subli1ni, d ivenne oggetto d i satira : così il Cervantes nel suo « Don Chisciotte », il Forteguerri nel « Ricciardetto » rereso ridicoli i propri eroi, facendo una caricatura delle loro gesta cavalleresche. Oggi al R. M. si attribuisce un significato molto più ristretto. Esso è la descrizione di un episodio o di d iversi episodi che si sono svolti sotto gl i occhi e forse anche con la p artecipazione dello scrittore medesimo, e quind i sono la esposizione di un avvenimento secondo il punto di vista o l'impressione dell'autore; in conseguenza i R. M . moderni appartengono a l genere autobiografico. Dopo le guerre del Risorgimento furono parecchi gli scrittori in Italia che sotto fonna <ii romanzi storici descrissero g li avvc.-

nimenti più sa lienti delle guerre per l' Indipendenza d'Italia, a cui essi stessi nella maggior parte dei casi, avevano preso parte. Le « Memorie cl i U ll d isertore » ciel Guerzoni; le


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Impressioni dt un ,olontario nell"esercito dei Vosgi • do Achille Bizzoni; le « Memorie di un garibaldino » di Eugenio Checchi; « Uomini c soldati » d i G iusep pe Cesare Abba: « BoZ7.cLLÌ di mare » e « Leggende d i mare » d i Au_gusto Vittorio Vecchi. ecc., sono la narraz.ionc. sotto form.1 di romanzo, d, episodi di guerra vissuti. Nei tempi più recenti il capitano Olivieri d i San Giacomo cni suoi romanzi mi litari" Il 10,<• fa nteria »; « li Colo nnel lo,,; « Le M ilitn

rc~se )1; ~e I Hichiamati )); (< R:1cconti d i ca~crma » . ccc. ci diede una descri,done ,•ivissima dei militari e della vita d1 reggimento negli anni immediatamente antecedenti ali., Grande G uerra. Contemporanc.11nente usct\'a :n Germania d rc,111anzo: (< tvliscrin dorata. La vira in una piccola g uan11• gionc », che, ~c ritto da un ufficiale, suscitò grave scan dalo nelrambicntc mi litare germanico, e, giydicalo offensivo per l'e>ercito tedesco, scompan·e ben presto dalkt circolazione. mentre l'autore era p unito con la pcrdirn del grado. T erm inata la g uerra Mo ndiale, in ogni pa,•,e e in tutte k ling ue vennero pubblicati i11 g rande numero R. M ., , l~<cri\'enti per b ma;sima parte t·pi,odi di guerra. di cu i l"antorc del R. era stato protagonista. o che si erano svolti sono i suoi occhi. In generale i romanzieri tedeschi sono pessimisti, e il motivo dominante nella loro o pera è la coscicnzn dell"i11u1iliti1 elci sacri fici sofferti , il dubbio nel do mani, l 'od io contro i responsabili. Ben differen te è l'ambiente spirituale che si rispecchia nei R. ungheresi e p:1r1icolarmcn1e lll " Fronte » di lmrc Bolazza e " Guarnigione siberiana • di Roclion M arkov its. Per essi fu certamente e rrata la politica che condusse alla g uerra, ma 110 11 in utili i g ravi sacrilìci compiuti. se d a essi è scat wi1:1 la libertà della patria e se l\Jnno dimostrnto che il magiaro ha saputo compiere il ;uo -dovere di soldato pur nella sfortuna. In ltahJ. alcuni autori 11dlo scri,·crc R. cl i guerra hanno preso Barhusse a capo,cuola. Lo Chcvn llicr nel suo R. « La Paura " · ci mo,t rn 1uw1 l'esistenza del fantaccino francese, pclla trincea e ne l combat1imcmo, dominata dal terrore; tutta la ,ua vita spirituale annullau dalla bruta animalità dcll'i,11nto di conservazione e dal più basso egoismo. La personalità de llo scrittore, insom ona, il suo modo d i pensare sul 1erreno po litico. determin a una visione <lcl la guerra che è [orzatamcn lr partigiana.

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Passo dl'I Rombo. Colle delle Alpi Tirole.i che mette in comunicazione l 'alto 1\d1ge col medio lnn . Da Merano diramasi <lalla rotabi le <li Val Venost:1 llll3 ca rrn reccia che risale la va lle del corrente Passirio ,ino a S. Leonardo: poi, per un vallone laterale, toccando Plata, diviene mulattiera. J>a~s;, a Moso e Con•ara, e. mercè un sentiero. raggiunge il valico a m. 2509. Di qui scende a Soldcn. ri torna ca rreggiabile e con moderata pende nza raggiunge la rorabilc del! 'Jnn pocCJ a monte d i Silz. P assaggio singolare apeno fra I 'Oetz e lo Stubay, è il più agevole fra i pochi che solcano il crinale, talora attraverso ghiacciai e sempre a quo1e altissime, fra le rotabili <11 Resia e del Brennero ed è praticabile da co lonne leggere debitamente equ ipaggiate. l)a S . Leonardo una buo n;, cancggiabile, auravcrsa ndo un varco fra le d iram azioni dello Srubay e il gruppo della Sarn. conduce a Vii,itcno sulla strada del Brennero, offrendo un arrocamento facile, prossimo al confine e ben prote tto dalla chiostra mo11111ns,1 ant istan te . T aii circostanze valorizza no questo passo. che può aver flrnzione sussidiaria nelr ipotcsi <li operazioni che rendano allo sbocco nel medio lnn . Rombo Ugo . Ammiraglio. n . ., Genm·a nel 1865. Entrato in ~ rv izio nel 188 r, fu p romn;,,o contram u, ir. nel 1916, v iccam mir. nella ri serva n el 192 , , ammi r. d i sq uadra nel 1926, e collocato a riposo nel H)29. Prese pane alla guerra Italo-tu, ra ed :.Ila guerra MondiJlc. Fu dorcaor<' del R. Arsenale di Vcnrzia nel 1916-17. direuore di t1ucllo dc L a Spezia nel 1918, comandante dei serv izi della R . M ar ina i11 Sicilir, nel 1918-19.

Rombon (Monte). DaU-alto dei suo, 22o8 metri. domina a nord la conca di Plczzo. Falli1ane la nostra occupa7ione d i sorpresa nei prin1i g iorni de ll a guerra, esso doveva jn.. comberc su lle nostre posizion i nella ronca stcssj fino al novem bre 1917. Una pri ma az ione in forze per la con-

Romanzov (t ;Piro /lle.r11ndro11ic) . Generale ru»o (17251796). Si d istinse n, la g uerra dei Sette Ann i e fu gover nawrc della Piccola ~ilssia. Nei 176S 1·i11ic.;. • Tartari i n Crimea e poco dopo i Turchi presso Kagul. Nel r774 impose alla Turchia il trauaro di Cainargi cd ebbe il grado di feldmaresciallo. Diresse ancora la campagoa contro , Turchi del 1787-179r e nel 1794 quella cont ro i Polacchi Rombi (Ac/111/e) . Generale dei CC. RR .. n. a Carlofortt·, m . a Sassari (1835-1907). Sottoc. dei bersaglieri nel 1859. partecipò alle campagne del 1859 e 186o-61 , ncll.1 9l1alc ultima meri tò ad Ancona la med. d·argcnto . T rasfer ito nei CC. RR. nel 1861, t lu, ante I 'cpidcrn ia colcric.1 del 1885 ebbe la med . d 'argento dei be r,cmeriti della sa Iute pubblica. Colonnello comandante la lci::ione di Verona nel 1888, fu collocalo in P. A. n~I 1893 e nel 1897 venr.c promosso magg. generale elci Cç. RR . nella riserva.

Rombi Edoardo. Generale dei CC. RR ., n . nel , 846. Souot. d i fanteria nel 1866, passò nei CC. RR. nd , 876. Colonnello comandante la legione d i Cagliari nel H)02. fu collocato in P. A. nel 1904. Nel 1913 ,enne promos,o •magg. generale dei CC. RR. nella riserva.

Rombo. Deno minazione di una delle numerose Corone .cli evoluzione delle trup!'(" nel secolo X \/1.

Il monte Rombon

q uista della conca e della barriera ono ntnna che la roc111gc fu tentata dai IV corpo d 'armata nell'agosto t<J15; all'alba del giorno 23, il bgl. alpini Ce\'a, con un magnifico assalto, occupava cli sorpresa ji m . C ukla. &!adino me ridionale del R. (quota , 765) cattur:ondo ne il presid io . Nella HOttc su l l7, quindi, una colonna, comandata dal genera le Giardina. inizia,·a l'auacco del R. ma le d ifficohà del


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terreno e la fone <l ifesa avversaria impedirono la riuscita dell'azione. Questa fu nuovamente tentata, nei g iorni l l e 12 settem bre <Idio stesso anno, dai bgl. alpini Ccva e Pieve di Teco, i q uali, arditamente scalando roccic piit da a,1uile che da uomi n i, riuscirono ad affe rmarsi sulle q uote 2105 e 1826, <londe stringevano <la presso - d a coord-ovest e d a sud -est - la vetta del R. Se questa fu potuta mante ne re d agli Austriaci, lo si d ovette essenzial mente agli appostamenti scavati nella roccia) contro i quali

poco poteva la nostra artigl ieria. La situuione, in questo settore, ri 1n.1se pressochè immutata fino al novemb re 1917.

Con u n attacco d i sorpresa, il r;, febbraio 19iG, g li Austriaci riuscirono a rioccupare il 1110:itc Cukla , ma il 1° 1nag~gio succe ssivo essi ne venivano nuovamente: ricacc iati

dagli alp ini dei bgl. Sal uzzo e Bass&no . Le tru pfJC opera nti in q uesto settore, dipendenti dalla ,< Zona Carn ia », furono ufficialmente dette « Truppe d i .Monte Ro m bon » ed ebbe ro un proprio comando particolare. Romei

(Giovaum).

Patrio ta

siciliano,

n.

a

Pale rm o,

m_ a Messina (1773-t848). Ufliciale del genio dcl l'cscrcit6 napoletano, emigrò nel 1821 in Egitto. Ivi Me he met-Alì lo nominò jstruttorc degli ingegneri e m inatori col giado di colon nel lo e lo inca ricò .:!elle fortificazioni d i Alessandria e

delle trincee d 'assedio cont ro Navarino . Ritornato in Sid ia nel 1838, fece parre nel 1848 a Messina del comitato d i pubblica d ifesa e , avurn d al governo provvisorio la d irezione delle 0!>ere d'assedio con tro la cittad d la occupata dalk truppe borboniche, rimase ucciso da u n a scarica d ì mosche tteria 1nentre d irigeva una ricognizione.

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Romeo (Giuseppe) . Generale, n . nel 1852. Sotto!. d o fanteria nel 187 r , divenne colonnello nel 1905, comandò il Jj"' l'anteria e fu colloca to in P . A. ne) 1910. Mag g. generale nel 19r4, fu p romosso ten. ge nerale nella riserva nel 19r8.. Ifomco baro11e delle Torrazze Giovanni. Gene rale, n. a Belpasso nel r86 1. Sottot . d i cavalleria nel 1880, dal 1897 al r90r tu uff. d'ord inanza e poi aìutaotc d i campo del re. In P. A , col grado di capitano nel 1905, passò poi nella riserva. Quale ten . colonne llo fu rich iamato ìn servizio nel r9r5, seguì il Re in g uer ra come suo aiu ta n te <li campo e divenne colonnello nel 1916. Ricollocato ìn congedo nel 1919, nello s tesso anno venne nominato sen a t-0rc e nel r926 venne promosso generale d ì br igata.

Romero (G1ovan,u). Medaglia d'o ro, n . ne l 1841 a Mortara (Pavia) , ca<luro ad Adua nel 1896. Ufficia le di fanteria in S . E. P . era un valoroso SU!)Crstite delle cam pagne d el Risorgimento, decorato d i medaglia d 'argen to a S . Mart ino (1859) e dell 'O . M . S. a Cusroza (1866). Da tenente fu per qualche tem po nei bersaglieri ; da capitano negli Alpini. Raggiunto il grado di colonnello nel 1894, comandò dapprima ìl 29° fan teria, e poi il 40 regg . d elle R. truppe <i ' Africa , alla testa del quale cadde da prode nella giornata d i Adua . Alla memoria d i lui fu confer ita la n1ed . d'oro al valor militare,

con que:srn motivazione : ,, Combattè eia valoroso alla Romero Giovanni tesra dd suo reggimen to fino all' ultimo . Ferito gravemente e circondato, si d ifc:esrrenuamen tc ìn una lotta corJJo a corµo; sopraffatto, lottò ancora per non essere rratto prigioniero 1 finchè , nuovamente e gravemen te colpìro, n1oriva in seguito alle ripor~

tate ferite ,, (Adua, 1° marzo 1896).

Romei

Giovannj

Romeo Giovanni

Romei Lo11gl,ena conte Giovanni. Gene rnle, 11- nd 1865. So tto!. di cavalleria nel 1885, frequentò la scuola d i g uerra e passò nel corpo d i S. M. N el 1904 andò ìn Turchia quale aiutante di campo d el sultano Abdul Hamid del qu;ilc fu rcn. colonnello dei lanc ie ri della g uardia. Ritornato i n Italia, partecipò alla gue rra libica del r91r e 1912 e nel 1914 fu promosso colonnello comandante i ca valleggeri di Alessan<iòa, coi quali entrò in guerra contro l 'Austria. Trasf.erito nello S. M. verso la fine del 1915, fu add etto mii. in Russia ove rimase anche quando, nel marzo 1918, le varie rapp resentanze estere abbandonarono lo Stato per la sopravvenuta r ivoluzione , e s'adoprò a p roteggere i connazionali. Ebbe per ciò la croce di ca v. dell'O. M . S . Magg . gen . dal 1916, nell'ottobre 1918 fu nom\nato capo di S. M. d el corpo di cavalleria e per essersi d istinto al Piave ed al T agliamento fu insig nito della croce d 'uff. dell'O. M. S. Generale di <iivis. nel 1923, comandò la divis. mii. di Gorizia. Generale di C . d'A. nel 1926, conJandò il C. d'A. d i Alessandria e poi quello di Firenze. Nel 1931 fu collocato in posizione ausiliaria.

Rometta. Comune in prov . d i Messina. Anticame n teera cin to <i.i mura e muni to di castel li che lo rendevano p ressochè inespugnabile . È d ì origine anteriore all 'era volga re e pare sorga sul luogo del! 'antica P ìscus . Sotto le sue mura fu combattuta una bauaglìa, nel 963, fra i G reci e i Saraceni, i quali u ltimi r imasero vincitori. Ruggero il Normanno si diresse a R. qua ndo pose piede per la p ri ma volta in Sicilia, e se pc impadronì dopo la presa d i Messina. 11 borgo eb be poi parte nelle g uerre ang ioine. Pei servig i resi a.i sovrani aragonesi fu a rricchito d i p rivilegi e di favori, compreso quello d i godere di tutte le immun ità e p r iv ilegi d i Messina, con la quale visse sempre ìn stretta allean za ed ebbe comuni le armi nelle t re torri. Romington. Armaìuolo danese, costruttore d i un fucile~ attorno al 1868, che da lui !)rese nome. Era un'arma a• retrocarica ad ago , capaçe d i sparare r4 colpi per minuto. Romorantin. Città della F rancia, nel dìp _ del Loir-etCher, presso i l fiume Sauldre. ✓tuedio di Romorantin (1356). Appartiene alla g uerra dei Ccoto Anni. Durante la ritirata d el p rincipe Nero sopra Bordeaux, uno d ei suoi reparti cadde in un'imboscata tesagli da tru ppe francesi comandate dai signori <ii Craoa ,. di Chaumont e di Boucicault, subend o perdite considerevoli _ Avvertito di questo scon tro, il p rincipe ma rciò su--


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bilO in soccorso delle sue truppe e cosLrinsc tre comandanti francesi a ritirarsi cd a riemrare nella rocca di R. d'ondc erano soniti, inseguendoli fin sotto le mura . lmpadroniiosi dell'abitato, assaltò la rocca per tre giorni di seguito, risoluto a non allomanani scoz.a prima esserne vcnu10 in possesso. Finalmente alcuni ingegneri inglesi, falle avanzare artiglierie, aprirono il fuoco e riuscirono ad ap piccare l' incendio ad una part.; de l cast<.:llo coperta di stoppia, per cui i difensori furono costreui ad arrendersi. Secondo alcuni scrittori militari, questa sarebbe stata la prima volta che gli Inglesi avrebbero sperimen ta10 i cannoni.

Roncagli (G1lat1nt). Capitano <li vascello e scrittore, n. a Bologna, m. a Roma (1857-1929). Guardiamarina nel 1878, partecipò dal 1881 al 1884 alla spedizione aumak italo-ai·gcntina g uidata da Giacomo Bovc. Lasciato il servizio attivo cd inscritto nella riserva naralc nel 188g, venne poi richiamato al ministero della marina per dirigervi l'uflìcio storico. Per trentadue anni coprì la carica di scgrernrio generale della società geografica italiana. Nel 1916 venne promosso capitano di vascello. Pubblicò, fra altro: « Atlante mondiale di geografia moderna, tisica e politica»; « L'lrn lia in casa e fuori : atlante».

Rompete le righe. Comando che serve a far rompere i ranghi ad un reparto. Al comando: • Rompete le righemarch ! » , i soldati salutano e si :illontanano in si lenzio e di corsa . Il segnale musicale per far rompere le rig he ad un reparto è quello di «Disunione>. L'ordine « R. le righe! ~ ven.iva dato a bordo dopo ogni 1nanovra nautica nella niarina vcEca: i marin ai torn~tvano allora al quartiere di prua.

Roncagl ia. Località in pianura, sulla dr. del Po, presso Piacenza e verso ,! Nurc, sulla sirada roman:i. La località non è ben prccis:ita, tanto che e ' è chi so.1ticne fosse sulla sr. del Po. R. è celebre nella ,toria d"Italia per !e diete che vi si tenevano nel medio evo dagli imperatori quando scendeva no in llalia. In tali diete, a cui prendevano parie tutti i loro vassall i, ecclesiastici e laici, si deliberav;1 sui problemi più urgenti da risolvere e sui provvedimenti da ado11arsi quando l'imperatore ed il suo <.:Scrcito si fossero allonta1Jati dall'Italia. Una de lle più antiche d i tali assemblee che si ,ennero nei « prati di R. » è quella del 996: fu renuta da Ottone III al suo arrivo in Italia. Seguirono le altre tenute da ,\rnolfo, arcivescovo d1 Mibno, nel 1002; da Ariberto, pure arcivescovo di Milano, nel 1022; da Enrico III, nel 1047; da Enrico IV, nel 1076; da Lo1:irio 11, nel n32 e 1136; da Federico Barbarossa nel ,r54 e 1r58. Quest ' ult ime ne chiusero la scrie, e per le deliberazioni che vi furono prese ebbero carau-:re di particolare importanza. ~el 1154 l'imperatore rivendicò energicamente all'impero tutte le regalie usurpate, diede ascolto ai nemici di Milano, favorì il marchese del Monferrato ed impose alle città rivali di sospendere le ostilità e di giurare fedeltà all'impero. ~ell'estate del 1158, il Barbarossa era di nuovo in Iralia, questa volta con un g rosso esercito. Convoc:ita una seconda dieta a R. fece venire da llologna quattro giuris1i dello • Studio • • discepoli di Imerio, e cioè Bulgaro, Martino, Iacopo e Ugo, i tJual i, sulla scorta del diritto romano, esaminarono tutta la questione delle • regalie • e diedero pienamente ragione al sovrano. Si dichiarò infaui che l'imperatore erd la fonte di ogni diri110 e di ogni legge : perciò a lui ;olo spettava il diritto d i dare l'investitura dei poteri ai consoli e ai podestà cittadini, <li amministrare la suprema giustizia, di esigere tasse, di coni:ire monete. Però il sovrano poteva concedere la u immunità >), cioè l 'esenzione da queste regalie, ad altri ; coloro che coi documenti alla mano potevano dimostrare di aver goduto in passato di cali privilegi per concessione imperiale, avrebbero scguitato a goderne; chi però li aveva usurpati, adducendo come motivo il disinteresse degli imperatori precedenti, do,·cva restituire queste regalie, non essendo ammessa la desuetudine nei rapporti con l 'impero. Purono rinnovate le disposizioni imperiali sulla illegalità della vendita e del frazionamento dei feudi, e perciò fu. rono annullate tutte le cessioni fatte ai Comuni e le conquiste loro a danno dei fe udatari . A queste d isposizioni , miranti a restaurare l'autorità dell'impero, Federico aggiunse una esortazione alla pace pubblica, imponendo alle città di giurare fede all'imper3tore, intimando lo scioglimento delle leghe e imponendo a tutti, nei casi controversi, . di ricorrere non alle armi, ma al tribunale imperiale. Le deliberazioni prese a R., facendo risorgere il feudalismo, non furono acccuate dai Comuni, e quando ['e,c!erico volle mettere in pratica i suoi decreti la rivolta fu generale.

Rompitesta. Lo stesso che ,\lazza ferrata (V.).

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Ronarc'h (Pietro). Ammiraglio francese, n. nel J865 . Partecipò a varie spedizioni coloniali e a quella nella Cina, contro j Boxcrs, <lei 19"". P:tssato nella riserva col grado d i conu·ammiraglio poco prima dello scoppio della guerrn Mondiale, venne richiamato in servizio cd :issunse il comando della brigata Cucilieri di marina con la quale si bauè durante la cc Corsa al Mare » divenendo viccammi r. nel 1915. Fu incaricato allora dell'organiaazionc delle pattuglie di piccole navi nella Manica e divenne capo dello S. ~[. della marina nel maggio 1919 tenendo questa carica per un anno. Dopo l'armistizio tornò nella riserva. Scri,1<; un volume di cc Ricordi <li guerra "·

Ronarc-'h Pietro

R oncagli G iovanni

Ronca (o Roncola). Era cosl chiamata anticamente llll 'arma

in asta con ferro adunco e ricurvo quasi come una roncola campestre e molto tagliente. Più usualmente era chiamata Ro11co11i: (V.).

Ronca G,-egorio. Capitano d i vascel lo e scr ittore militare, n. a Solofra, m. a Napvli (1859-1911). Guardiamarina nel 1880, raggiunse il grado di capitano dì vascello nel 1905. Ufficiale studioso, meritò una mcd . d'oro per lavori tecnici e scientifici. Fra le sue pubblicazioni: cc Manuale di balistica esterna »; « Manuale di tiro•; • Dalle Antille alle Gujane e all'AmaZJ.onia ». Ronca Alessandro. Generale, 11. nel 1869. Sottot. dei bersaglieri nel 1889, raggiunse il grado di colonnello nel 1917. Partecipò alla guerra 1915-1918 e comandò il 16° regg. bersaglieri. In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale dj brigata nella riserva nel 193r.

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J.<.01,caglia A11ge/o. Generale, 11. a San Felice sul Pa11arn nel 1867. Souot. dei bersaglieri nel 1886, partecipò alla cnm pagna eritrea <lei 1887. Insegnò due vnltc nlla scuola mii. di Modena: prima geogralia e poi scienze sociali. Partecipò alla guerra contro l'Austria, meritò la med. d'argento e venne promosso colonnel lo comandante il 125° fanteria nel 19r6. In P. A. nel 1918, fu richiamato in servizio presso il tribunale mii. di Verona. Brigadiere gcnernle ne l 1918, ebbe nel 1923 il g-rado d i generale d i brigata e passò nella risen·a.

Ronçailles. Local ità della Valle <!'Angrogna, sulle pendici di Monte Ca,tello. Combtittimento di J.<.onrailles (1686). Appartiene alla guerra contro i Valdesi. Costretto dalle insistenze e dalle minacce di Lu,gi XIV. il duca Vittorio Amedeo Il cli Savoia, il 31 gennaio 168G, decretava scaduti i privilegi concessi ai Valdesi. e quindi ingiungeva loro di deporre le armi e di rinunciare :il loro cu lto, lasciando libenà cli emigrare a coioro che avc,sero p referito I 'e,ilio. li q aprile i Va!cle;i decidevano cli non accettare le propo>tc del duca e di difendersi ad oltranza, e in numero di 3000 si asserragliavano nelle loro Ioni posizio ni naturali . Vittorio Amedeo acceua,·a, allora, l'aiuto francese, dapprima rifiutato. e conccnato con essi il piano <li campagna, fu stabil ito che i 4000 Francc<i agli ordini del Catinat si co,.,centras;ero a San Secondo presso Pinerolo, mentre le truppe ducali, con o rto spingarde e quattro cannnni. si riu11irebbcro fra Torre Pellice e Garzigliano. All'alba del 23 aprile 1686 i Ducali mossero da Bricherasio, da Cafforo e da San Gio,·anni ,u tre colonne. l Valdesi opposero la prima tenace rcsi, tcnza sulla sella d'Angrogna. ma, costretti dal numero degli assal itori a cedere, ripiegarono sulle pendice di Monte Castello, nei trinceramenti precedentemente preparati nella località deua R. In quel luogo era facile pei Valdesi la di fesa, mentre rendevasi assai difficile ai Ducali proseguire per quella streua e congiungcr;i ai Francesi a Pra {id Torno, verso Castelletto, come si era stabilitn. ·onostantc le difficoltà del terreno. avanzarono fin presso a R. e postisi fuori del tiro degli schioppi nemici si arrestarono attendendo le loro artiglierie. che giunte e presa posizione, incom inciarono a battere le trincee <lei Valdesi, rovi nandole, senza però smuovere la re5istenza dei difensori, che resero pure Yano un furioso assalto dei granatieri. Accorse le altre truppe, la zuffa divenne generale cd i rcgg. Marina. Saluzzo e Savoia si trovarono più impegnati degli altri nel duro combattimento. Il regg. Sarnia subì le perdite maggiori. Verso sera don Gabriele di Savoia, comandante dei Ducali, ordina,•a di desistere clall'atcacco, e prescri\'e,·a contemporaneamellle alle artiglierie d i non ces,are il fuoco ma di continuare a battere le posizioni nemiche. per dare lCmpo ai Francesi cli congiungersi alle truppe ducali. La mattina seguente ordina va nuovamente l'assalto . ma con sua grande sorpresa trovava le trincee abbandonate dai Valdesi, che, durante la notte. si erano ritirati. Il 25 aprile avveniva la congiunzione delle truppe francesi con quelle ducali a Pra del Torno. e. vinte le ultime resisten1.c di quegli alpigiani a Villar e a Bobbio, il 28 la breve campagna aveva fine.

Ronchei (llluminato). Generale, n. nel 18>9, m. a Roma nel r918 . Sottot. di fallleria nel 1859, panecip<Ì a lla guerra cli quell'anno cd a quella del 1866. In occasione del l'epidemia colerica meritò la 1ned. di bronzo dei benemeriti della salute pubblica. Co lonnello nel 1894. comand,\

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il 60° fo 1Her ia e nel 1897 fu collocato in P. A. Magg. generale nella risen·a nel 1905, fu promosso 1cn. generale nel 1913.

Ronchetti (Pietro). Generale. n. nd 1833. m. a Como nel 1909. Volontario in cavalleria, divenne soltOl. del genio nel J859; partecipò alla gue rra di quell'anno, a quella del 1866 e pa'5Ò poi nel corpo di S. M. Colonnello nel 1881. comandò il 58° fanteria; nel 1884 tornì, nel corpo cli S. M. quale capo di S. M. del Vll e poi del IX C . d'A. Map;g. generale nel 1890, comandò suceessi,·amcnte le brigate Pisa e Livorno. Ten. generale comandante la divis. mii. di Messina nel 1895, fu collocato in P . A. nel 1898. Nel 1901 fu promosso ten. generale nella riserva. Ronclte11i Rirt:nrdo. Generale, n. a Firenze nel 1~73. Sottot. di fanteria nel 1B93, frequentò Poi la \Conia di !(Uerra. Pu in Eritrea, partecipò alla guerra libica, meritando a Sìdi Saicl i~ 111ed. d'argento, e alla guerra Monclialc, divenendo colonnello nel 1917. Ritornato in Libia nel 1920, vi rimase per oltre sci anni prendendo pane a tutte le azioni woltesì in e,. renaica in tale periodo. Si distinse spccialmcnlc ne l tcrrìlOrio di Braasa (1924) e meritò altre due mcd. d 'argento. Nel 1926 ebbe il comando del di,lrctro mii. di Lodi. Generale di brigata nel 1928, comandò la 28• brigat a di fon Roncherti Riccardo lcria, ma nel 1929 ritornò in Ci rena ica ove rimase per altri due anni. A l principio del J932 rias,unse il comando de lla 28a brigata di fanteria, che tenne per alcuni mesi.

Ronchi d ·e i Legionari. Comune in prov. di Tric,lc: lino al l925 ebbe la denominnione di R. di Mo,1/alcone. 11cl quale anno ricevette il nome attuale. La Marcia di Ront:hi (1919). In seguito alla deliberazione della Conferenza di Versailles di fare ritirare la brigata

granadcri eia Fiume, la situazione si er:1 fatta molto tesa, specialmente quando si , enne a conoscenza di un colpo di mano sulla città prepa rato dagli Jugoslavi appena si fossero rilir~te le truppe italiane. Allora Gabriele d'Annu111.ir,, interessalo dai Fiumani alla propria causa, decise di agire prontamente e con risolutezza . N ella noltc dall'n al 12 settembre. riuscito a trarre dalla sua parte il 20 bgl. del 2° regg. granatieri, oltre ad un forte gruppo di arditi ed n buon numero di autocarri , iniziava da R. lr, marcia ,u Fiume. raccogliendo per via la brigata Sesia, reparti d'a,. sa lto, autoblindate. Prima di entrare in città, il gen. Pittaluga, comandante d el presid io in ternazionale d i Fiume. si fece incontro al comandante D'Annunzio per indurlo a desistere dall' impresa . Ne ebbe un reciso rifiuto, e, vedendo l '.inuri!irà dei suoi tentativi, il generale non oppose più resisten;:a ali 'avanzata ddla colonna. che alle IJ del r2 sertembre J9 19 e ntrava in Fiume (V.) fra l'entusiasmo della popolazione, assicurand o, con questo gesto, l'unione della ciul all'halia. Ro11chi Pietro. Generale, n . a Breno nel 1864. Sottot. degli alpini nel r884, partecipò alle campagne d'Eritrea ciel 189;, '96, ·97. Dopo un mese dall'inizio della guerra con tro I· Austria, ri mase gravemente ferito combaltcndù a

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Pcurna e meritò la me<l . d i bronzo. Colonnello nell'autu1mo 1915, comandò il 28<> fanteria che gu idò nel la conquista d i Gorizia; fu decoralO di una med . <l'a rgento e promosso magg. generale per merito d i guerra. Tenne ~uccessivan1<:ntc comand i delle br igate Calabria e Pa-

via e nel maggio 1918 ebbe il co mando della 52• <livis. I n P. A. S. nel r920, assunse nel 1923 i I g rado di generale d i d ivis ione.

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N.ond,i Quintino. Generale, n. a S. Daniele del F riul i nel r869. Sottot. di fanteria nel 1888, passò poco dopo negli alpini . Colonnello nel Roncbi Pietro 1916, partecipò a tuna la guerra contro l'Austria al comando del 1° e poi <lei 4° regg. alpini , ,Estinguendosi in speciale modo a Corno Ca vento (Adamello) per cu i e bbe la croce di cav . dcli 'O. M . $. Assunto il CO· mando del IV raggruppamento alpini e di vcnllto brigatiierc generale nel r918, si d istinse a P resa Monticelli e fu insig nito della croce d 'u(L <lell'O . .\1. S. In P . A . S. nel i921t,.. - ~

nel 1923 il grado dì gene~ raie di brigata. Scrisse : et La g uerra sull 'Adamello )> .

Ronchini (Claudio). Generak, 11. nel 1849 , m . a Busseto nel r921 . Sottot. <li fan teria nel 1868, d ive nne colonnello nd

1904 , ~oman~

Ronchi Quintino

di, il 56° fanteria e nel r907 andò in P. A. Passato poi nel la riserva, fu promosso generale nel 1914 e ten . gencnllc nel 1918.

Roncisvalle. Villaggio della Spagna, in prov . di Nava rra , nella valle dei Pirenei <lena Val Carlos.

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Bn,tag/ia di Roncisi'a/!,· (r5 agosto 778). Carlomagno, clllrato nella Spagna per combauèrvi i Mori, arrivò sino a Pamplona e L:t prese; ma poco dopo <levette battere in ritirnrn, d irigendo il suo esercito per la stretta valle, nella q uale fu assalito dai Baschi che vi abitavano, al comando di Bernardo Del Carpio . La retroguard ia caTolingia venne sterminata, e i bagagli saccheggiati. Gran di perdite sofferse pure il centro dell 'esercito, e Carlo, che si trovava con l'avanguardia, riuscì a sfuggire alla catastrofe coo scarsi avan7\ delle proprie t ruppe . Grande parte dei suoi gen tiluomini perì massacrata dopo eroica d i fesa, nella q uale si immortalò Orlando (Rcland), esaltato per la sua fedeltà al re ed il suo va lore dai poeti dell'epoca.

Ronco. Fiume della Romagna , che nasce sul! ' Appen• nino , passa in prov . d i Forlì e . si getta nel Montone d opo un corso di 80 chilomet ri. l. Combattimento sul Ronco ( 1423) . Appartiene alle Ione fra i Visconti e la repubblica d i Fi renze per la d ominazione in Romagna. I F iorcmini, non trovando soddisfacen ti le spiegazion i d i F il ippo Maria Visconti per il suo

intervento jn Romagna , assicu ratisi l'appoggio dei t..1alatcsta di Rim ini, concentrarono a Forlimpopoli grandi forze preparandosi alla lolla. P rime ad entrare in campo furono le trup pe del Visconti, cui si erano aggiunte le milizie forlivesi. 11 cont ado di Forlimpopoli iu invaso nell 'alltunno

del r423., e i raccolti <lcvnstat i o carpiti. Uscirono i Fiorentini cd i loro ,, lleati il 6 settembre e respinsero gli avversari sino aJ R. ~ - ma qu ivi, venuti a battaglia, (urono SO·

praffani, respinti e costretti a riparare in Forlimpopoli . TI. Combattim,·nto ;ul Ronco (1815). Appartiene alla campagna degli Aust riaci contr0 Murar. Il 1~ aprile la retroguardia dell'esercito ru1 pnlctano . all 'avvicinarsi deg li A u ~ striaci, aveia a bbao<lonato Forlì dopo breve resistenza e si era ritirata d ietro il R . d istruggcn<lone quasi corn pktarnence il ponte. La d ivis. Lech-i si schierò in battaglia sulla r iva d r . e le d i vis . Ambrosie e Carrascosa si collocarono d ietro il Savio. Il gcn. austriaco 1'eippcrg il 21 aprile fece aprire il fooco delle artiglierie . Appena la cavalleria napoletana ebbe avvii o che i cacciatori austriaci avevano oltrepassato i l fiume, si mise in movimento su lla st rada d i Forlimpopol i per allaccarli e rigettarli nel R. Allora il gcn . Gepperg, visto il pericolo che li minacciava, senza altro attraversò il fillme con la maggior parte dell 'avaog uard ia e con le sue truppe formò una specie <li rest a d i ponte sull 'altra riva . Malgrado i ripetuti attacchi <lei Napoletani, gli A ustriaci tennero fermo nella loro posizione, cd il po nte potè essere compito verso le otlo cli sera . li tenente generale Neipperg kce allora passare il fiume al r imanente delle tru ppe d'avanguardia e d iede ord ine al Gep· perg ,E avanzare su Forlimpopoli. I pgl. del gen . Gepperg si avan ,:arono contro le tru ppe del Lech i a passo d i carica, protelti sui fianch i dalla cavalleria del principe d i Liechtenstein. La fameria napolern na d apprima resistette validamente, ma <]Uando vide che il nem ico , malgrado il fuoco

vivissimo <ldlc artiglierie e dei fucili, continuava ad avan~ zare cominciò a scuotersi. Murar, avvertito dd combatti~

La stretta di Ronc.isvalk

mento, o r<li n,) a due rcgg. di lancieri d i an elare incontro alla cavalleria austriaca e di rigettarla, ma gli ussari del L iechtenstein caricaro no con tale impelO i Napoletani che in breve li d ispersero . La fa nteria napoletana comi:nciò ·a riti rarsi d isord inatamente i u Forl impopoli , che fu presa <l'assalto d al gen. Gcppe rg. Qui, sopraggiun ta la non e , term inò il combanimemo. li Lechi si ritirò a Cesena non lasciando che un debole presidio sull a sr. del Sav io.


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Ronçone. È accresci1ivo di Rollca. Veniva così chiamato anticamente uno strumento agricolo di fer ro senz 'asta sim ile d i forma alla ronca, ma d i maggior i dimensioni. Tanto la rane.a quanto il roncone furono usati, nei tcrnp.i antichi, anche in guerra dai militi a pied i, come arma da offesa. Nel med ioevo il R. d iventò un 'arm3 in asta p ren dendo va rie forme, ma sempre mantenendo la parte del ferro ripiegata, actlta e tagliente. Sembra che quest;arn1a in asta s ia sorta nel secolo Xlii. In origine non era altro che la ronca adoperata con asta : più tardi, per renderla arma da punta e da taglio, venne fornita d i uno spuntone o q uadrangolare o a lama di spada, e, nel prolungamento della costola, di una punta o rizzontale a metà d i essa, e Tipi di roncone cli due denti presso la gorbia. Ronconi (Italo). Generale," n. a Cremona nd 1872. Sottoten. d 'art. nel 1892, partecipò alla guerra contro l 'Austria del 1915-r918 e fu promoS&o colonnello nd 1918. Comandò il l5"' art. da campagna e si segnalò specialmente in Val Morbia (r928) meritando la mcd. di bronzo. Nel r92r assunse i l comando del 4• e nel 1926 del 'f' art. P. C . Collocato in P. A. nel 1930, fu promosso generale di brigata nel r932.

Ronda (ant. Arrmda). Città della Spagna, nell 'Andalusia, in prov . d i Malaga, presso la s;erra omonima. Fu • bloccata nel 1845 da un esercito cristiano, agli ordini del re Ferdinando di Castiglia e Aragona . La città, essendo partiti per una spedizione armaia i suoi migliori d ifensori, resistette alcun tempo, data la sua posiz ione su alcurn scoscesa, ma infine dovette Arrendersi, nè i Mori .riuscirono 11iù a riprenderla. Ronda. Servizio armato al quale possono essere destinati due o più m ilitari, di cui uno grnduato. Vi sono infinite specie di R . in relazione ai molti scopi che con esse si vogliono raggiungere. In g uerra possono essere · utili per sorvegliare il proprio terri torio, specialmente di nolte, dalle incursioni e dai colpi d i mano del nemico, per rastrellare nel le retrovie elementi sospetti e d isertori, per spingere nel territorio nemico, di notte e audacemente, la propria attenzione allo scopo d i preven ire azioni d i sorpresa, ecc. In pace si possono avere essenzialmente due d ifferenti motivi per l' impiego delle R.; e cioè: d'ord ine pubblico e d'ordine militare. Nel primo caso si hanno le R . delle milizie d i pol izia o del! 'esercito in servizio d i pubblica sicurezza, le quali operano nell'intento d i sedare sommosse, evitare danni alla proprietà p rivata , eliminare d alla circolazione element i facinorosi, ecc. Nel secondo caso si hanno le R. quotidianamente comandate, nei p residi, per sorvegliare, durante le ore d i libera uscita, la tenuta dell 'uniforme ed il contegno dei soldati nei locali pubbl ici, nelle vie di passaggio, nei postriboli, ecc. Nella stagione calda i p rcsi-01 in riv:1 al n1are o prossimi ai corsi d'acqua, co• mandano R. alle 9 uali vengono date precise consegne di non permettere ai soldati di bagnarii isolatamen te. onde evitare disgrazie agli incauti. Rondella. V. Torre. Rondi (Giovanni) . Generale, n . ad Alessandria, m . a Rivergaro (1852-1932). Sottot. dei bersaglieri nel 1874, ragg iunse il grado d i colonnello nel 1906, comandò :i l 49° regg. fanteria e nel 1906 fu collocato in P. A. Magg. generale nella riserva nel 1915, fu richiamato in servizio per quattro an111 m occasione della g uerra contro l 'Austria. Nel 1923 assunse i l grado d i generale di d ivisione. Rondine. Rimorchiatore a ruote , di 154 tonn . e macch ine di 75 cavalli, costruito nel 1843 in Inghilterra per il regno <lelle Due Sicilie. Passato nella marina italiana ne l 186o, venne radiato nel 1868. Rondine. Pi, oscafo ri..lnorchiatore, varato a Venezia nel 187!, e munito delle macchine del precedente. Dislocamento u7 tono. Entrò in servizio nel r873 e dest inato al dip. de La Spezia venne qu ivi radiato nel r903.

Rondine. Nave sussidiaria (dragam ine) di 400 tonn., entrata in servizio nel 1917, r ad iata nel 1923.

Jl borgo spagnuolo di Rondo

Rondizzoni (Giuseppe) . Generale cileno, n . a Mczz;ino Superiore, in p rov. d i Parma, m . a Valparaiso ('788-1866). Arruolatosi volontario appena diciassettenne nell 'escrcito 11apoleon ico, rimase ferito nel 1808 a M urvicdro e nel 1809 ad Essl ing . Nel 1812 fece la campagna d i Russia, l'anno seguente quella di Ger man ia , e nel 1814 quella d i Francia. Dopo l'abdicazione d i Napoleone si' ri tirò io Alsazia e quindi fece anche la campagna dei Cento giorn i. Caduto l 'impero napoleonico si portò nell'America del Sud per combattere contro gl i Spagnuoli, ponendosi agli ordini del cileno generale Carrera che aveva jn nalzato la prima bandiera naziona le . Coinvolto in seguito nelle lotte. civili , dopo

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la battaglia d i Lirc:,y si ritirò prima nel Perù poi a San Salvador di dove, dieci anni dopo, ritornò nel Cile. Nel 1842 fu nominato governatore del porco di Costitucion; nel 1843 generale di brigata e nel 1849 governatore di Talcahuano; p.:>i fu prcfeuo. capo di Hato maggiore. intendente in varie provincie, ministro, e nel 1861 venne collocato a riposo. Per ricc;rdarc l'opera del lt il Cile ha imposto il nome del generale R. ad un 'opera fortificata nel porto militare di T alcahuano, e la Società, Scientifica del Cile ha inviato al Comune di Parma un busto in bronzo dell'eroe dcll"indipendcnza cilena.

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l'estendo çon grande impeto il castello di R. che espugnarono malgrado la disperata difesa della guarnigione. cc,. mand:tta <la Fasolino Fassi, il quale fu fatto pri!(ionicm con molti dei suoi.

Rooke (Giorgio). Ammiraglio inglese (1650-1ì0<)). Cont rammir. nel J 690 e viceammir. nel 1692, si segnalò nel la battaglia navale della lloguc (1693). Com2ndò nel 1;02 la spedizione contro Cadicc e nella baia cli Vigo distrusse la flotta franco-spagnuola. Nel 1704 cooperò alla presa d i Gibilterra. Roon (come Alberto von). Feldmaresciallo e scrittore militare prussiano (1803-18ì9). Insegnante alla scuola di guerra di Berlino nel 1835, d ivenne nel 1859 min istro della guerra e d ue anni dopo ministro della marina. Generale di fanteria nel 1866, si distinse nella guerra contro I" Austria e sia della guerra del 1866 che d i quella del 18ì o preparò la mobilitazione. Nel 1873 fu nominato fcldmarcscia Ilo e pre;idente, del gabinetto prussiano, restando, i per circa un anno. Pubblicò varie opere m ilitar i, fra cui " Notizie sui paesi. popoli e Stati »; « Lettere e memorie >= « Principi di geografia »; « Geografia militare dell'Europa ,, : " La penisola iberica ,, : ecc.

Rn1"1djzzoni Giuseppe

Roon Alberto

Ronfea. Arma antica usata in Tracia ed in Asia. A1·e,·a la lama lunga, tagliente da ambe le parti. Ronga (Vincenzo). Generale medico, n. ;, !\ola nel 1869. Souor. medico nel 1895, partecipò alla guerra eritrea del 1895-!)6. Quale ufficiale superiore medico della 6• divis. prese parte alla guerra contro l'Aust ria nella quale meritò la med. di bronzo nella p resa d i Gorizia e la med. d 'argento <lei benemeriti della salute pubblica in occasione del! 'epide mia colerica <lei 1915-1916. In P. A. S. ne l 1920, fu promosso colonnello nel 1924 e magg. generale medico in A. R. Q. nel 1930. Nel 1931 l'enne trasferito nella riserva. Ronge (Mt1.r). Generale austriaco. Fu l 'ultimo capo <lei Servizio Informazioni del Comando Supremo austro-ungarico. Dopo la guerra Mondiale pubblicò un ,,olume di ricordi col titolo : u Spionaggio di guerra e industriale • · Ronna (Fcrdùi-llndo). Generale, 11. a Parigi, m. a Parma (1833-1899). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partc-cipò alle campagne del 1859, 1860-61 e 1866. A S. Martino meritò la med. d'argento. e per la repressione: del brigantaggio ebbe una ieconda med. d 'argento e la croce mauriziana. Colonnel lo nel 1882. comandò il 68° fanteria ~ nel 1886 andò in P. A. Trasferito nella riscn•a nel 1892, fu promosso magg. generale nel 1895. Ronsin (Carlo Filippo). Generale francese (Ii52·179-f). Nel 1793, in quattro giorn i fu nominato capitano, generale di brigata e aggiunto al minist~ro della guerra con pieni poteri per continuare la guerra nell'Ovest. Sconfiho a Coron , venne :1rrestato. Rilasciato libero. venne processato e condannaw a morte. Fu autore di vari drammi e tragedie. Ronta. Fra✓.ione del comune di Cesena, in pro,·. di Forlì. Antico castello. :-!cl 1316, i Ghibellini, capitanati , !ag li Ordclaffi . mossero guerra a Cesena. assalendo e in-

Roosebeke. (v Roosebecquc). Villaggio del Belgio, nella Fiandra occidentale, a N .-E. <li Courtrai, su un affluente di dr. della Schelda. Combattimc1110 di Roosebcl(C (1382). Appartiene alla guerra dei C..cnto Anni . Filippo l'Ardito. duca di Borgogna. al quale era :,ffidata l'istruzione ciel re Carlo VI di Francia. avcl'a condotto seco il giovane re in Fiandra per reprimere l'insurrezione dei Gandesi, comandati da Filippo Artevcld. Il duca d i Borgogna aveva radunnto Ì<1 Arras un esercito di 100.000 u. composto delle cp. d 'ordinanza d i Carlo V, dei balestrieri genovesi, cli numerosi contingenti feuda li e d·avvcnruricri breton i, accorsi con la speranza <li largo bottino. L'esercito. comandato dal connestabile Oliviero d c Clisson, si d iresse su Comincs, riportandovi un primo successo. Intanto I "Artcveld, ri1iratosi nella direzione di Courtrai, al'cva presa una buona posizione a R. (na). protetta da un fossato, da boscaglie, da siepi e dalla sua artig lieria (bb). Ma ai Fiamminghi non piacque la posizione, e costrinsero il loro capitano a stabilirsi sopra un ·altura di fronte a Monte d'Oro. Artevcld vi di spose il suo escrci10 in una sola massa compaua senza alcuna riserva (cc). I Fiamminghi disponevano <li un ·ottima fanteria ~rmata d i picche, la quale per l'addietro aveva riportato parecchi successi. Durante i loro spostamenti, Clisson disponeva il suo esercito in maniera da potersi efficacemente opporre al nemico (dd) dando incarico alle due ali di attaccare sui foÌnchi. Anche gli uomini d'arme furono appiedat i per combattere, e la battaglia di R. risu ltò una bauaglia di fanteria e d ·aniglicria. I Fiamminghi presero l"offens1va, e si gettarono sui Francesi con grande furo,e. con le p icche abbassate, mettendo intan to in ai.ione i cannoni. L 'urto fu così rude che il centro francese dol"cttc ripiegnrc; allora le due ali, dispostesi a semicerchio contro 1 fìauchi dell'esercito nemico, ne a~restarono l'avanzata cd i1westirono tuua la m~ssa fiamminga. li centro francese. riord inato, contrattaccò. Da quel momento non si udì tUWl mrorno che il rumore assordante der colpi di spad:t. d i ascia, di mazza ferrata sugli elmi e sulle armature dei combattent i. A lungo durò la miscbia : infine i Fiamminghi,


Roo

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ROR·

· M &ri ( Il ' or

Datt-'glia di Rooscbekc (1382): a, a, e, e, F iamnJ~nghif d. d i e, e, Fnrnccsi

soprafiani 1 non poterono più resistere e cominciarono a çedere e poi a fuggire . Second o i Francesi, i morti dei Fiamminghi raggiunsero la cifra d i 25 . 000, fra cui I'Arteveld, di cui Carlo V i fece i mpiccare il cadavere.

Roosevelt (Teodoi-o) . Presidente degli Sta ti Uniti d'America (1858-1919). Comb~ttè nella g uerra d i Cuba, organizzando la cavalleria volontaria . . el 1900 venne nominato vice-presidente, e nel 1901 presidente della Confederazione, essendo riconkrmatç, nel 1904. Scrisse varie opere, delle q uali ne r icorderemo una: « Guerra navale del 1812 ».

Roquencourt. Villaggio della Francia, nei pressi di Versailles.

Comba1tim,·11to di Ròq,.e11court (1815). È un episod io dell a difesa d i Parigi d opo la disfatta d i W aterloo. Gli ava nzi dell'eserc ito francese, ritiratisi sotto le mura d i Parigi a l comando del marcsc. Davout, si appre'srarono alla difesa . 11 generale Excelmans, cbe occupava Mont-Rouge su lla sr. della Senna, aveva ordinato il 1° luglio al generale Pi ré di port arsi col J~ e 6◊ cacciatori a cavallo su R., mentre egli si d irigeva col resto del suo corpo <li cavalleria su Versailles . Urtand o in un reparto di 1 500 caval ier i prussiani, li respinse d opo breve m ischia, cacciando li su R. dove si trovavano già le truppe del Piré . La cavalleria 11c111ica, già seriamente proyata, vènne sterminata: solo 300 u. poterono mettersi in salvo. Ma il gen . E xcelmans urtò poi con tro.., il g rosso del la fa1~kria prussiana e no n potè soste• ner,i, lasciando ai Tedeschi d i stabilirsi sulla riva <r . delh1 Senna.

Roquefeuil (Giacom o, coni<' di). Ammiraglio francese (1665-r744) . Guardiamarina nel 1682, d ivenne luogoten. generale delle armi navali nel l 741 e fu governatore della città e castel lo d i Brest. - Suo figlio A imaro (1714-1782) (u dapprima in cavalleria e poi passò nella mMi na, divenendo viceammir. nel J 782.

Roquelaure (.4 ntonio d,). Maresciallo d i F rancia (154 41625). Partecipò a tulle k- guerre dei suoi tempi e in pre-

mio

Cnrico

IV

lo no1ninò luogoten. ~enerale. Contribui

assai alla conversione del re al cattolicismo e nel 1615 ebbe il bastone di maresciallo d i Francia.

k oquelaure Gastone (durn dì) . Generale francese, figlio del prcceciente (rGq-1683). Prestò scrvi;oio in cavalkria . Alla bat1aglia dell a Marf~e (1641) rimase ferito e prigio• nicro . Come maresc . d i campo partecipò agl i assedi d i Gravelines e Courtrai . Luogorcn. generale partecipò alb guerra ci 'Olancia e si d istinse all'assedio d i Macstricbt (l675). Nel 1676 fu nominato governatore della Guiana. Roquelaure Antonio Gastone (duca di). M aresciallo di Francia , figlio del precedente ( r656-1 738). Maresciallo d i campo nel 1691 e luogotcn. generale nel 1696, nel IjoG ebbe il comando in capo ed i l governo della Lingua<loca, che poi difese contro l 'invasione straniera . Nel 1724 ebbe il bastone d i m arescial lo di Francia.

Roques (de Ùursdllan). Generale francese, 11. n~I 1856. Sotto t. del genio nel 1878, p rese pa n e· alla sped izione del Dahomey e del Mad agascar, e d ivenne generale

d i brjgata nel

1906 e d i d ivis. nd

1909. Fu ispettore d 'aeronautica nel 1910 <.: com and ante di C . d 'A. nel 1913 . Dura nte la g uer ra M ondiale assunse il M inistero . della ~uerra, svolgendo opera apprez-

Roques de l\itarseillan

zata come organ ìzz.atoJe e amminisl raLUre <icl l 'escrcito fran -

cese durante il confli tto.

Rorai (Giuseppe di). Medaglia d 'oro, n . a Loreo (Rovigo) nel 1895, cad uto in Libia nel 1(/23 · Slll<lente cli h tillrlO tecnico, era stato chiam ato alle armi poco dopo l'i ni zio della guerra Mondiale. Divenuto sottot. d i com plemento ne i granatieri, prese parte brillan temente alla g uerra h alo-


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austriaca, tanto che fu decorato d i tre med . d 'argento al valore ed una d i bronzo . cd alla fine delle ostilità, col grado di capitano, ottenne il passaggio nel ruolo d egli ufficial i effett ivi. Fu qu indi ìn Erit rea e<l in L ibia, compor-

lare e simmetrica rispcu o a d ue assi, che sono prossimarnence l'uno p arallelo (asse longitudinale y y), l'altro perpendicolare al piano <li direzione (asse trasversale .i: x), e

tandosi sen1p re con invitto ardimento; egli cadde in una imboscata tesa dai rihdli se-

nussitl, dopo dì avere fino a l1',iltimo impavidamente fronteggialo il nc1r1ico soverchian-

rau µe;-h(11J, rou 111,rm,;1/, /"OJ,t orr/zt1n/41~

o

te . La suprema d istinzione dei

valorosi fu concessa a lla sua H.osa di t.fro

memoria con questa motiva• z.jone: « Person ificazione vera de l-

le Rorai G iuseppe

più dette

v irtù

mil itari,

eroica figu ra d i ufhciak, sep-

pe anche comhattendo contro i ribelli della Cirenaica far rifu lgere il suo indom ito valore e mostrarsi degno d elle amb ite ,·icompensc di cui era già insign ito . In testa alla sua compagnia a Uad i Mft.am seppt: l'.:Oll

somma perizia, con slancio ammirevo le, con prontezza

ed energia, condu rre vittoriosamente il primo attacco d elle nostre truppe contro un forte ca m po ribelle, che sconfisse mett<:ndolo in p recipitosa fuga . A Marsa Brcga il s uo con tegno calmo e sereno d i fronte al soverchiante nemico su-

scitò l'am mirazione dei suoi ascar i. Colpito a n1ortc 1neocre col grido fatidico di (( Savoia! trascinava i suoi :ili 'assalto )t

rivolse il suo ultimo pensiero a lla Patria lontana, innegg iand o alla vittoria del le nostre armi » (Uadi Mham, 29 marzo 1923; Marsa Brcga JJ g iugno 1923).

Rorarii. Classe di soldati negli eserciti romani, apparte nenti alla « levis armatura » o fanteria leggera . Erano schienHi nella terza linea, di,:. tro i triari, ed in una situazione intermedia t ra questi e gl i acccnsi . [l loro ufficio era quello di caccjarsì innanzi, se-

condo ne veniva l'occasione, e

Rornrio

d i fare attacchi a ripre se contro le colon ne del nemico , scaricando con tro <l i esS<.; un nugolo di proiettil i di m ezzo alle /ile formate dalla prima e dalla seconda linea della fanteria pe,;;ao le

ddla legione.

Ros (de Ola110 , conte d',1/mi11t1, Antouio). Generale e scrittore mii. spagn uolo (1808- 1886). Partigiano d i Espanero nel 1840, fu poi contro d i lui ne l 1843. Ambasciatore i n Portogallo, capitano genera le <lei prcsid"i d'Africa, sena tore nel 1849, si segnalò ndla camp agna ciel Marocco q uale comandante del 3° corpo . Aderì a l governo d i Amedeo d i Savoia e presiedette il consig lio superiore d i g uerra . Pubbl icò, o ltre a lavori d'ind ole lettera ria: « E pisodi militari"; ,, Osservazio n i sul ca rattere m ilita re e p olit ico della g uerra del Nord ». Rosa (di tiro). l". formata dai punti d'arrivo delle varie trnicnoric SL!l terreno : qucsli sono sem pre i.rr-cgolar ment{: situa ti, ma se la su1x:rfìcic del terreno è piana, e prossi~ ma men te normale al piano d i · direzione, tendo1Jo a d ispors i in Llll certo ord ine a m isura che c rescono i colp i. Molti plicando questi oltre ogn i limite, la R. d iverrebbe rego-

che si intersecano nel punto d'arrivo della traie1rori,i media . È questo speciale p unto, centro della R. d i tiro, che si assume come rappresentativo della i ntera rosa . La distribuzione dei punti della R. intorno al centro fornisce indicazioni sulla d is tribuàone della traiettoria del cono intornD alla traiettoria media. Se, per l'asse minore della R. sul

terreno, si considera un piano qualsiasi

che

tag li

tutte

le

traiettorie del cono d i d ispersione, 1c intersezioni di queste con tal pjano forma no una

rosa la quale ha il centro ccl un asse <li s in1n1etria comune

a lla N. sul terreno . L"a ltro asse è paralldo all'asse di direzione. Nelle applicazioni

..

pratiche, g iova considerare la

R. orizzont~k, quella verticale e quella

normale, ossia

su un piano norrnalc al la tra-

..........

ìcttorìa medi?, nel suo punto

d'arrivo. (V. anche Salve e

Tiro).

,

Rosa (Compagnia della).

X Compagnia <li ventura, costi-

.•.-•.:.\,:_•:•.:.•.;:_:•.·

tuita da Bartolomeo da Gon -

----_-:-':-'.;+-c-:-.--_.---x -

zaga, l 'u ltin1a,

secondo il Ri-

cotti , che ebbe nome proprio. Aveva la forza d i 300 lancie. Fu battuta nel 1398 presso Forlì da Pino degli Ordelaffi; poi passò al servizio d i F irenze, di Siena, <li Pisa, d i Ludovico ~l'Angiò (q10) dove cessò d i esistere. Era cost itu ita d i elementi i ta liani in grande parte.

•• •..

... . • •

Rosa (Monte). Battaglione alp ini, costituito a Intra nel dicembre r915 per la durata della guer ra ltalo -au st riaca (1915- 1918) col le c p. n2a, 134a- e 135a C<I assegna to a l 4'<1 regg. alpini. Giunto in zona d i operazione nell 'aprik Rosa di ·t iro 1916, fu sch iera to a S. Osvaldo e poi a lvi. Ci ma ove resi• ste tte tenacemen te all'offen siva au striaca del maggio. Conq u istò i l 3 luglio r 916 il M. Prim a Lunett a ed il z8 agosto, assieme al bgl, Feltre, il M . Cauriol e la Cima Car-

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..:lil1al. Schierato poi sul M. Cupola, ,·i rimase fitto all'offensiva austro-tedesca del l'aut unno 1917, allorchè, per la .Conca Tesino e la Val Brenta, si portò al M. Pertica. Trasferito nel gen naio 1918 in Val Camonica, nel maggio concorse all'occupazione del Passo Pa,radiso e presidiò la sella del Tonale. Per la nostra offensiva il hg!. M. R., il 3 novembre, sceso in Va l Vermiglio, occupò il forte nemico Saccarana e ragMedaglia del battagl ione alpino iVfonte Rosa g i unse Pclizzano, Malè e Clès . Per la sua condotra in guerra il bgl. meritò la citazione sui bollettini • di g uerra del Comando •Supremo on . 480, 9 r6 e n20 rispettiviunente del .,6 ouobre 1916, 26 novembre r917 e 18 giugno 1918. Le sue perd ite in guerra ammontarono a ufficiali morti 19, ferit i 27, d ispe rsi 9; u. d i truppa m. 225, f . 61 9, dispersi 5 r3.

Rosa (Ordine della). Ord ine cavalleresco

civile e m ilitare, c reato

nel 1829 da don Pedro de l Bra~lle : comprendeva sec classi e scomparve alla caduta dell' impero brasiliano (1889) .

Rosa Bia11co. O rdine cava lleresco della Finland ia, .istituito nel 1919 ; comprende i grad i d i Gran Croce, d i Commendawre d i prima e seOrdine della Rosa conda classe e d i Cavaliere di pri(Brasile) ma e seconda classe. La decorazione· consiste in una croce bianca bordata d 'oro che porta in centro una rosa. Fra i quattro raggi della croce sono .alternati quattro leoni d'oro che brandisccno la spada, come nello stemma nazionale. Il nastro è azzurro. Oltre quest'ordine, nel J9 19, furono istituiti ii 1, D is tintivo d ella Rosa Bianca d i Fin land ia » e la « Medaglia dd la Rosa Bianca di Finland ia », la quale consta d i 2 classi. La Medaglia della R. B. d i J 3 ,classe viene data ai sottufficiali -con d icci an ni d i servizio cf. fettivo consecutivo; quella di 2a classe ai sottufficiali con 5 ·a nn i di anzianità ci i grado. Pe r atti di valore ·in g uerra . ai sottulìlciali e soldati è concessa Ordine della Rosa Bianca la medaglia della R. B. con (Finlandia) nastro bianco. Rosa Cesare. P atriotta dei sec. XIX, n . a Modena , m . a 1.ucca (1785-1838). Ufficiale d 'artiglieria del Regno italico, fo istruttore degli ufficiali d'art. a Za ra . Partecipò a lla ,pe<lizione di Russia e raggiunse i l g ra(lo d i capitano, par· tecipando nel 1814 alla difesa d i Palmanova . Dopo il 1815 fu ingegnere civile, ma, sospettato di carboneria, fu og_getto di persecuzion i da parte del governo d i F rancesco lV . Comandante e d irettore del personale e del materiale d 'art. del governo provvisorio delle insorte provincie dell 'Italia .ceHtrnle. nel 183r , improvvisò in breve tempo u11 arse nale,

Ros

una batteria d i cannoni cd una compagnia d'artig lieri. Si segnalò nei com battimento d i Rimini. I mbarcato ad Ancona e catturato dagli incrociatori austriacì, esulò poi in

Francia, d onde tornò nel 1837 a Lucca.

Rosa Gab,-iele . Patrio tta e storico, n. e m. a fseo (18121897). Cospirò contro l'Austria e fu condannato a morte; la p ena fu commutata ;n 20 anni d i carcere duro allo Spielberg, ma fu g raziato dopo quattro ann i. Scrisse una « Storia generale delle Storie ", varie o pere sulle antiche civiltà e colla borò ali'« Archivio Storico Italiano ». Rosacher (Luigi). Generale, n. a Parma nel 1864. Sottot. di fan teria nel 1882, frequentò poi la swola di guerra e fu insegna nte al Collegio m ii. di Napoli. Colonnello nel 1915, ebbe il comando de l 17° fanteria e con esso en trò in g-uerra contro I 'Austria rirnanendo feritr, sul Carso e meritando la med . d 'arge nto. Magg. generale nel 1916. comandò per un an no la brigata Torino; ne) 1918 ebbe il comando della 75• d ivis. dalla quale passò alla 18• sul Grappa sino ali 'armi stizio . Co1\)andante della divis. mii. territoriale di Catanzaro nel 191 9, andò in P. A. S. Rosachcr Luigi nel 1920 e tre anni dopo assunse il grado di generale di divisione. Venne collocato a riposo nel 1933. Rosacher Alfredo. Generale, n. a Firenze n el 1873. Sottot. di .fanteria nel 1894, partecipò alle campagnc libiche del 1912-1913. Entrato in g uerra contro l'A ustria nel 1915 al comando d i un bgl. , se distinse nel novembre conqu istand o le posizioni di Roccie Rosse e meritò la mcd . d'argento . Assunto, da ten . colonnello, nel 1917 i l comando del 207° fanteria , cadde prigioC1icro durante l'avanzata nemica dell'ottobre . Colonnello nel 1918, comandò dal r921 il 16° fanteria e dal r922 il 12° e nel 1926 fu nominato presidente del t ribunale mii. di Trieste. In P. A . J1cl 1931. fu promosso generale d i brigata nel 1932. Rosaguti (Pietro) . Generale, n . a Genova , m . a Nervi (1826-1903). Seguì Garibak li nd la d ifesa d i Roma e nel 1859 come capitano -dei :Cacciatori delle Alpi. Nel combattimento dei Tre Ponti meritò la mcd. d'argento. Partecipò pqi alla campagna del 1860-61 e fu msignito della croce d i cav. dell'O . M . S. Passato maggiore d i fanteria ndl 'esercito regolare, fu promosso colonnello nel 1877, comandò il 580 regg. fanteria e ne: 1882 venne nominato comandante superiore dei distretti della d ivis. mii. d i Alessand ria. Magg. genera le comandante superiore dei d istretti del Il C . d'/\ . nel 188~, fu collocato nella i'iserva nel 1887 e promosso ten. generale nel 1895. Rosamel (Claudio Carlo, Du Campe de). Ammiraglio francese (1 7i4•1848). Divenne capitano di vascel lo nel 1814 e contrammir . nel 1823; nel 1830 partecipò alh1 ca.mpag na in Algeria col g rado d i magg. generale della Aotta e nel 1836 fu m inistro della marina. Rosanìgo (Alberto) . Generale medico, n . nd 1849, m . a Piacenza nel 1917. Sotto t. med ico nel 1874, d ivenne, da ten . colonndlo, d irettore dell 'ospcda le mii. d i Piacenza .

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Colonnello direttore di sanità del V C. d 'A. nel 1907, fu collocato in P . A. nel 19n. Nel 1915 fu promosso magg. generale nella riserva e, richiamato in servizio, nominato direttore di sanità del C. d 'A. territoriale di Verona.

gionc si difendeva col fuoco ed operando sòrtite. Dopo 1rcnta giorni di resistenza, il governatore capitolò, ottenendo gli onori d,· guerra. li Ot1 Plessis guadagnò nell 'impresa il bastone di maresciallo.

Rosano (Giovtlnm) . Generale, n. a Palermo nel 1879. Sottot. d 'art. nel 1900, partecipò alla guerra contro l'Austria del 1915-1918. In essa, combattendo nel 19,7 sul Basso Isonzo, meritò la mcd . d 'argento e la promozione a ten. colonnello per merito di guerra. Decorato pure della rned . d i bronzo, fu promosso colonnello nel 1924. Comandò il 24° rcgg. da campagna e nel 1930 passò capo ufficio al comando d 'art. di Torino. Generale di brigata nel 1932, fu no1ninato ispettore di mobi.litazione della divis. _mii. di P iacenza; nel 1933 _passò a comandare ["art. del la Sardegna . Rosa s (ant. Rlwda). Città marittima della Spagna, nella Catalogna, prov. d i · Gerona, in fondo a un piccolo golfo. Venne fortificata verso la metà del secolo XVI per opera dell'ingegnere mii. italiano G. B. Calvi. La p iazzaforte fu costituita con cinque bastioni, Clii furono aggiLtntc opere addizionali. A oriente di essa, sopra un'alta roccia sul mare, fu costruito il castello della Trinità, dello anche Bottone d i Rosas. La città venne fondata dai Rod1 nel sc~olo X a. C. Fu presa dagli t\rabi nel 713 e loro ritolta dagli Spagnuoli La fortezza di Rosas (secolo XVIJ )

nel 797·

[. Sorp,·esa di Rosas (1285). Dopo la battaglia navale delle Formiche (V.), Ruggiero di Lauria mosse con la flotta 1•itwriòsa verso R., entrò nel golfo e si avvicinò verso terra, dove erano all 'ancora 25 galee francesi, presso un .:am po fortificato, pLtre francese. Tali galee salparono e andarono i ncontro alle galee del La uria , credendole ami.che; n1a, giunte a breve <liscanza , videro salire al calcese degli alberi la 'bandiera ;iragoncsc, e, ormai avviluppate, si arresero senz'altro. Quind i Ruggiero sbarcò le truppe e le asserrag liò fortemente con ripari im provv isati. li conte di Foix, comandante francese, finì per abbandonare il proprio -campo e gli approvvigionamenti quivi raccolti, e hattè in ritirata . Il. Assedio di Rosas (1645). Fu posto da un corpo fran ,cese comandato dal conte Du Plessis Praslin, mentre i l ,:on,and antc dell'esercito, conte d'Ha rcourt, proteggeva l' investimento dalla pianura <li Urge\. Il 22 aprile il Dù Plessis schierò le sue forze bloccando da terra, mentre dalla parte del mare una squadra francese bloccava pure la for.tezza. Questa era ~ifcsa d a 3000 fanti e 300 cavalli. In fine aprile la trincea era aperta, mentre la guarn ì-

R:

lii. Asscdi:o di Roms (1654). Fu posto dagli Spagnuoli con 1200. fant i e 800 ca'>'all i nella seconda qu indicina d i luglio. Nella piazza era una guarnigione francese d ì un migl iaio di u ., i quali resistettero fino all'arrivo di un esercito francese comandato dal principe Conti. L'avanguard ,a di questi, comandata dal gen. Baltazar, bastò, arrivando nei pressi di R., a dete rm inare gli Spagnuoli ad abbandonare l 'assedio e a battere in ritirata.

JV. Assedi:o di Rosa.s (,693). Fu posto da un esercito francese agl i ord ini del marcsc. cli Noailles, coadiuvato da flotta sotto il comando dell 'ammir. d 'Estrées. Il 29 maggio l'investimento era compiuto da terra e da mare. La città era d ifesa da guarnigione spagnuola (2000 fanti e 400 cavalli) al comando di don P<·d ro de Robi. li 3 giugno veniva eretta la prima batteria d ·assedio ed aperta la prim~ trincea, sotto il fuoco degli assediati. La guarn igione resistette fino al 9, quando, rimasto ferito i l suo comandante e disperando d i essere soccorsa, cedcllc le armi ottencn<:!o gli onori· d i guerra. · Subito dopo i Francesi proccdeucro a ll'attacco del Ca-

Assedio di Rosas nel 1693

t.


Ros

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stello del la Trinità, non compreso nella capitola,,10ne: due. o tre giorni di fuoco d i una b~tteria di cannoni bastarono per indurre i l comandante a cedere alla sua volta. V . /Jttacco di Rosa; (1712). Appa rtiene alla guerra per la Successione di Spagmt. La città e Ja guarnigione erano rimaste fedeli a Filippo V, e avevano d isturbato l'cscrci lo imperiale dello Stahremberg, bruciandogli d ue grandi magazzini. Lo Sta hrembcrg dccis.e d i vendicarsi tentando un attacco per sorpresa,· tanto più che vi erano stati concen-

trati magazzin i consi<Jcn:voli, con llinvio di matcrjalc da parte della F rancia. A tal uopo, nella notte dal 10 all 'rr settembre fece giungere 2000 granatieri scelti, appoggiati da forte corpo d i cavalli e di fanti, sotto le m ura della piazzaf~rtc. Ma un piccolo posto spagnuolo die,le i n tempo

Ros

reva battere efficacemente il forte della Trinità, ciò che potè e/kttuarsi, dopo seri sforzi, portando tre batterie sul Puy-llois, mou tc che dominava quel forte. l i 25 dicem bre <1uelle batterie cominciarono il ti ro a protezione dei lavori d'assed io : il 1° gennaio 1795 il forte era ridotto al silenzio e nella notte sul 7 il presidio lo abbandonava per vil di n1arc : i Francesi lo occupavano senha indugio volgendone i pezzi contro la città e la flotta . li freddo intenso ostacolava i lavori e consigliava d i affrontare -il ri.schio d i un assa lto, p iuttosto che iubìrc le perd ite dovute ai congelamenti notturni . 11 1° febbraio, infatti, furono conquistate le linee avanzate e si apprestarono i mcl.Zi di scalata per meglio assicurare l'irruzione nella citt~. I] governatore spagnuolo, informa to di ciò, r itenne conveniente

·&IÈGE DE. KOS.ES

Assedio di Rosas ( 1808)

1·allarme, e i difensori guarnirono le mura di soldati, respingendo l 'attacco. l granatieri batterono precipitosamente in ritirata, lasciando su! terreno circa 200 u01nini fra n1orti e feriti.

V[. Assedio di Rosas (1794-95). Appartiene alle guerre della Repubbl ica francese e fu posto d alla d ivis. Pérignon . Il 28 novembre la piccola piazza era già i nvestita, ma la forza del presi<lio (quasi 5000 uomini al comando ctel gen. Izquierdo), i l dominio <lclle ope re esrerne - e la presenza nella rada .della flotta spagnuola (r3 vascelli e 45 navi 1n inod, che assicuravano rinforzi, 1ì fornimcnti e concorso d i fuoco) rendevano arduo il compito degli assedianti . Iniziato il fuoco il 2'f da d ue batterie d'attacco, il Pérignon smascherava il 7 d icembre altre sei batterie dominami. Gli Spagnuoli tentarono qualche sortita, che fu prontamente re pressa . Ma, per aver ragione della difesa, occor-

sgombrare la p iazza e s'imbarcò colla g uarnigione nella notte sul 3 f ebbraio, lasciandovi un presidio d , 300 uomini, che dovevano co ntinuare il fuoco per mascherare la evasione e imbarcarsi a loro volta all'alba. Ma , per un falso allarme, i battelli a ciò destinati presero il largo innan~i tem po, onde quella truppa rimase prigioniera dei Francesi

sopraggiunti. VII . Assedio di Rosas (1808). Appartiene alle campagne napoleoniche nella Spagna, e fu posto il 6 novembre dalla divis. francese Reille e dalla d i vis. italiana del gen. Pino:

in tutto 12.000 u. La guarnigione (300 0 u. , :il comando di Pietro O' Daly) era sostenuta da due vascelli e alcune navi minori inglesi, · con1andate dall'ammir. Cochrane. Il giorno 8 novembre le truppe ital iane presero le alture di sa'n Pedro e cacciarono il nemico nella piazza; ugualmente avvenne per il posto den o della Sclva, che fu prem


Ros

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da un reparto italiano agli ur<lini dd gen . Fontana: questi cacciò fino al mare Spagnuoli e [nglesi e prese dieci cannon1. J sobborghi dell a città vennero conquiscati dalla b rigata italiana del Mazzuchelli. Un assalto tentalo dalle truppe del P ino i l 15 novembre contro il forte d ella Trinità andò fallito, ma esse si rifecero i l 26 e 27, attaccando e prendendo un trinceramen to e una r idotta a oric111c della piazza. L 'avvicinarsi di folte s~hicre di g ue rrilleros spagnuoli costrins~ i l Reille a portarsi con la sua d ivis. e con reparti italiani sul Fluvia; e alla direzione dell ·asscdio rimase _il gcn. P ino, i l quale procedette ai lavori d'approccio regolari: la trincea e ra stata aperta il 18 novembre, le parallele furono spinte a 500 m . dai bastion i. parecchie batterie di cannoni e di rnortal fL!rono messe in posizjou.e. U rH,l sortita cli 800 Spagnuoli g iunse sino a una battcria, ma venne sanguinosamente respinta. Ugualmente fu rono s pint i avma i i lavori d'auacco verso il forte della Trinità. La guar~ nigionc si a rrese il 5 dicembre senza condi1. ioni, d opo che era stata aperta la breccia nelle op<:·re. Solo il nucleo che d ife ndeva il forte ddla Trinità potè sfuggire imba rcandosi su scialuppe ing lesi dopo di aver dato fuoco alla polveriera> rovina ndo così le 1nura . Oltre all a <livis . Pino, ave• vao6 partecipato con onore alJ>assc<lio anche il 1r3-0 regg. d i linea e il 280 cacciatori a cavallo, p u re compost i di Italiani . L'assedio era costato agli Italiani 30 ufficiali e 400 sold ati morti e feriti : ag lt Spagnuoli 600 ferit i e malati . Caddero in potere del gen . Pino 65 pezzi d 'artiglieria e abbon dan ti munizioni.

Rosas (Ciova1111i Emanuele Orte:, de). Generale a rgentino (1795- r877). Fu a capo d i miliàc nel le Pampas argentine e partecipè, a tutte le g uerre ci\'ili dal 1818 in poi, dive$ nendo nel 1826 comand anrc in capo delle truppe buncarensi sotto la <littatura del Lopcz; nel 1826, con l 'appoggio dei gaucbos. diven.ne generale e governarore <li Hue~ nos Aires, assume11do dopo

g uerra contro l'Austria, ri• manendo feri to ,1: Bosco

" 1p1.rnccio e a1critarido una med . d i bronzo . Colonnello nel 19r5, comandò il 66' fanteri a ed a S. Ma ria di T o lm ino ebbe una seconda med. d i bronzn . :--lei maggio r9 17 assunse il comando

della brigata Valtellina e nel g iugno 1918 venne promosso

brig;-1dic re

generale.

In

P. A . S. nd 1920, assunse nel 1923 il g rado di generale d i briga la e nel 193,, passò nella riserva .

Rosati 'l"ebaldo

Rosati (Giova1111,). Generale, n. a R oment in o, m. a T orino (1844-r9r8). Sottot. d el genio nel 1865, raggiunse il grado di colonnello nel 1897 e fu d irettore territoriale d el genio ad Alessandria. Magg. generale comandante del genio a Napoli nel 1901, a11Clò in P. A . nel 1903. Trasferito nella r i-

serva ud 1906 1 venne pro1nosso ten . generale

11d

l""f~-• 7

1911.

Rosc io (Ciulio). Scrittore mili tare d el sec. XVI-XV!l . Scrisse : ( < Elogia militaria l> e <r Ritratti et elogi di capitani illustri ».

Nog barone Ugo. Fclclmaresciallo Rosati Giovanni inglese ( 1801- 1885). Entrato in servizio ucl , 820, [u in Irlanda , a G ihilterra e ù in Siria. Durante la

guerra d i Crimea

fu

comm issario d ella re•

gina presso il comando delle twppc francesi _ Luogotcn. generale nel 1856, and ò poco dopo in ! n,lia, ove conrribul a re!)rimcrvi la rivolta e <love e bbe ucl 186o i l comàndo ;n capo delle trup!)C, Comand ante gc u. delle forze m ilitari in lrlanda nel 1865, fu promosso generale ne l 1867 d opo aver sedato i moti dei Fenian i. Nel 18;0 lasciò il servizio n,tivo e nd 187i venne nomina to fcldrnaresciallo .

breve tempo la d ittatura cd numerosi

Rosati (Tebaldo). Generale , n. a Pavia , 111. a Reggio Calabria (18G4-r931) . Sottot. d i fanteria nel 1884, pa rtecipi, alla campagna libica e alla

Rose (Guerra ). V. Due Rose.

esercitand ola con dure,,zn. sì da crearsi

Ros

637 -

nemici.

Nel 1838 sconfisse questi, c he si erano raccolti sotto Las::1lle. T e nne il potere fi no al 1852,

Rosas G iovnnni

<.Juando, ~confitto a Caseros,

rmscì a riparare in Ingh i I-

Rosecrans (Gu glielmo). Ge-

terra. dove morL

nerale atnerican.o, n . nel · 1819.

Rosate. Comune in prnv . di Milano, poco distanlc dal Tidnello . Ebbe un castel lo che si trova S!>esso nom inato nelle sto rie de l med io evo . Federico Barbarossa nel r 154 lo assediò, n1entre ern guardalo da 500 cava!i(;rj, che

si

arresero a patti; l'imperatore però saccheggiò c<l i ncend iò il castello . mc11cn do a morte molti fra g li ab,rnn t i ed i d ifensori .

Rosatelli (Nicola). Generale commissario, n. ne l i8G1. Sottol. del commissariato od 1887, fu in Eritrea nel 1887 e _1888 e poi in Libia. P artecipò alla gue rra con tro l'Austria e nel 1917 venne promosso colonnello. [n posizione ausi liar ia speciale poco dopo la g uerra, vi fu promosso magg io r generale,

c trasferito nella riserva nel 1928, tcn. gc•

nera le nel 193 1.

1

Nel 1842 tlltrÒ nel corpo d egli jugcgneri da cui si cougcdò poco dopo . Nel 1861 d ivenne comandante d i 11n rl..'.gg . volo n tari e col g rado d i comandante d i brigata, dopo Mac Clclla n. ebbe il comando wprcmo delle t ruppe d ella Virginia occidentale. Nel 1862 comandò le trupRosccrans G uglielmo pc che l-lallcck aveva lasciale a Corinto. Nell'inverno prese i l comando d ell'esercito del Camberland, col quale cornbatrè la batt~glia d i Murfrcesborough, rimasta . indecisa . Sollecitato da Washington a rip rendere l'offohsi,·a, m·a nzò i mprudentemente su Chatta1 nooga e nel settembre 1863 venne hat turo da Brag,: a


Ros

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Ros

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Chikomauga, dopo di che il comando supre mo fu assun to da Grant. Nel 1866 lasciò l'esercito.

Roselli (Pietra). Generaie, n . a Roma, m . ad Ancona (1808-1865). Anuolaro nella milizia ponlificia nel 1848, raggiunse il grado di capitano nel la legione Romana. Nel 1848 venne promosso maggiore e capo d i S. M . Nominato dal gcn . Pepe com andan te <;l i un bgl. volontari, par tecipò eon esso nel .r848 alla campagna nell'alta Italia. Andato poco dopo a l servizio della Repubblica romana , come colonnello comandante il 2° regg. d i fanteria leggera , poco dopo ebbe il grado d i gen er ale d i div is. e il comando in capo delle truppe. En trati i F ranccs: · a Roma, si rit irò a vita privata . Nel 1859 assunse il comando di una d ivis. di volontari e nel .1860 entrò nell 'esercito italiaJ10 col grado di ten. generale a l comando della piazza di Ancona . Rosei/i Francesco. Generale medico della R . Mari11a, n. a Terlizzi nel 1870. E ntrato in servizio nel 1894, fu promosso magg . geo. medico in P. A . nel 1931. Prese parte alla guerra Mondiale; fu d irettòrc di sanità dell 'ospcdale m ii. di Pola dal 1923 al 1926, e di rettore di sanità dell'ospedale m ii_. d i Taranto dal 1926 al T929.

Rosemberg. Cannone per la fanteria, adottato in Russia. Ha I.a bocca da fuoco l unga cm. 62, montata su un · affusto munito d i due scudi. Durante le marcic i cannon i vengono caricati d ue a due , su carrette trainate da <iue ca-

valli; in combattimento vengono trasportati a braccia. Per iJ servizio al pezzo occorrono cinque uomi ni. Questo pc.ozo lancia proietti d i d ue tipi : una granata del peso d i gr. 512 ad una distanza <li ci.rea 3 Km. e una scatola-1nitragJia

di 75 pallottole, che hanno effetto utile fino a 300 metri. Celerità <li tiro : fino ad 8 colpi al minuto. Peso del pezzo : K g. 180.

Rosenau. Comune ~lcll'Uugheria , in Tr ansilvania, nel Comitato d i Kronstad t, su un affluente dell 'Aiuta. D urante la guerr.a d 'Ungheria del 1848-49 fu preso di viva forza dai Russi comandati dal gcn. Liiders, dopo aspro combattimento e gravi perdite. Tra i prigionieri ungheresi vi ern anche il loro capo, K iss , che 11011 si era potuto r itirare perchè ferito gravemente a una gamba. Rosenberg. Piccola città del!' Alta Slesia, nella reggenza ùi• Oppeln, alle sorgenti dello Stober. Nel 1745, duran te . la seconda guerra <li Slesia, il generale Caroli, comandante d i un corpo di truppe ausu-iacbe , volle p rendere il posto di R. difeso da 300 Prussiani. Respinto per quattro volte, attaccò il fuoco all'abitato costringendo i Prussi ani ad uscirne, senza però ottenere d a essi la resa finchè non scese a patti assai 1niti.

Rosenbe,·g-Orsini, p rincipe Francesco . Generale ausa-iaco e scr ittore m ilitare (1761-1832). Prese parte alle campagne contro la Fr ancia, d istinguendosi i n molte occasioni. Quando l 'arciduca Carlo lasciò il comando, anche R. si r itirò. Però fino dal 1801 era già stato nominato gene.raie d i C. d'A., ave va combattuto a Cald iero nel r805, nel 1809 aveva comandato il IV C. d'A. e d opo la battaglia di W agram era d iven uto governatore d i Olmi.itz. Nel 1830 andò a r iposo. Scrisse una « Storia del IV C. d'A. durante la campagna del 1809 ,, .

Rosi (Ezio). Generale, n . a Vicenza ael 1881. Sottot. d 'art . nel 1900, frequentò poi la scuola d i gue rra e passò .nel corpo d i S. M. Partecipò alla guerra contro l 'Austria, e v, guadagnò una mcd . di bronzo e la croce d i cav. del1'0 . M. 'S. ColoJinello capo di S. M . della divis. d'Aks-

sandria nel 15124, passò nel 1926 a comandare l' II" rcgg. art. da campagna; nel 1928 fu capo d i S. M. del comando mii. della Sicilia e nel 1930 passò al comando del corpo di S. M. Generale di brigata nel r933, ebbe il comando dell'art. del C. d'A. di Bologna.

Rosignano Marittimo. Comune in prov . di Livorno, all 'estrem ità sud dei monti livornesi. Risale al tempo degli Etruschi. F u occupato nel 1431 dalle armi di Niccolò Piccin ina, al sold o del d uca d i Mi lano, togliendolo ai F iorentini, i quali lo rioccuparono nel 1436 e ne smantellarono il castello. Con n;ttociò, nel 1484, quando truppe genovesi, sbarcate nella vicina spiaggia, si d iressero su R. per impadronirsene, gli abitanti del borgo teo.nero loro testa, le .respinsero e Je costrinsero a tornare a bordo . Rasignana Monferrato . Comune in prov. di Alessa11dria.. Anticamente era difeso <la u11a. rocca detta il Presidio, tenuta in conto d i una delle più forti del Monferrato; esiste ancora il castello che sta in capo e sopra il paese, e vi si vedono tuttavia gli avanzi delle antiche fortifica1,ioui. Sui primi del sec. XIV reggevasi con p ropri statuti. Il maresc. De Hrissac lo fece saccheggiare nel 1555. Nel secolo seguente tentò <ii impadronirsene il duca Carlo Emanuele, ma la resistenza degli abitanti lo fc.ce <lesistae. Nel 1628, don Gonza les di Cordova, governatore di Milano, ebbe la stessa sorte. Nello stesso anno R. fu str etto d 'assedio dagli Spagnuoli e finalmente dovette cedere . Fu quindi alternativamente 111 possesso di Francesi e Spagnuoli; poi passò al Piemonte.

Rosily (Mesros, Francesco Stefano, conte di). Ammiraglio francese (1748-1832). Ufficiale di rna..ri.n a nel 1778, partecipò nell'anno seguente alla guerra nelle Indie. Cont rammiraglio od 1793, comandò nel 1805 l'armata navale di Cadice. Presidente- del consiglio delle costruzioni navali nel 1811, organ izzò il corpo degli ingegneri idrografici della

marina. Rosina (Etto,.e). Generale, n . a Pomponesco, m. a Torino (1846-1926). Sottot. di cavalleria nel 1866, partecipò all a campagna del 1870. Da capitano insegnò ;:;uitazionc alla scuola di Modena e nel 1899 and ò in P . A. col grado di ten. colonnello . Colonnello nel 1903, venne promosso d icci ann.i dopo magg. generale nella riserva. Rosiori. Nome degli « Ussar i rossi» in Romania . Ve ne soo.o 12 reggimenti, d i cavaller ia regolare, ciascuno su 4 sqdr. e r sqdr. mi traglicri (25 uff. e 500 u . d i truppa). Roskilde. Borgo della D animarca, nell 'isola Seeland . Pace di Roskilde (8 marzo 1658). Fra Svezia e Danimarca, mediatrici Francia e Inghilterra. Segue i preliminari di Tostrup, del 18 febbraio, base della pace fra le due nazioni. La D animarca cede all a S vezia t ulte le provincie al d i là del Sund, ossia il territorio di Carlscrona., e l'isola di Bornholm , nonchè i l d iritto ad a lcuni beni sul principato <li Rugen ; le confer ma inoltre l 'esenzione dei diritti del Sund . La Svezia rest ituisce alla Danimarca t ut te le altre città e terre occupate d urante la guerra e le cede ogni d iritto sulle contee di D elmenhorst e Ditmarsen. Si confermano i trat tati precedenti. La Danimarca accorderà una giusta soddisfazione al d uca d i Holstein-Gottorp.

Roslin. Comune deUa Scozia, in prov . cli Edimburgo . Durante la guerra di Edoard o I d 'Inghilterra per la conquista della Scozia, verso i l 1304, l 'esercito inglese con-


,

I

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dotto <la Giovanni di Scgrave si scontrò p resso R. con gli Scozz.csi comandati çla G io\'an ni Com yn e da Simone Fraser e ù masc com pletamen te sconfitto .

Rosnay. Villaggio della Francia, nella Champagne , sulla dr. della Voire. Vi avvenne nel 1814 un ~ombauimcnt<: (2 febbraio) fra il corpo fra ncese del Marmon t e quello bavarese del pe Vrède che lo inseguiva. Passata la Voire, il Marmont intcrru1Jpe uno dei due pomi d i R. e prese posizione sulle alture <l i riva dr . : De W ri:de, iniziato il

Ros

di quello del fuci le austriaco Mann licher Mod. 1895. I! serbatoio è fisso, centrale, con una foggia speciale e nu:atterisl ìca; con tiene 5 cartucce con caricatore a lam lna. Come

funzionamento questo serbatoio pot rebbe paragonarsi al sistema tedesco Mauser .\fod. 1898. Poichè' \'arma si din1osl rÒ medi ocre, tanto nelle sue parti, che hanno troppe

molle e piccoli pezzi, quanto nelle sue qualità balistiche scarse, così il Canadà ne limitò la d istribuzione a pochi reparti, mantenendo ancora in servizio il fucile Lee-Enfield tipo inglese.

cannoneggi;une nto , lanciò innanzi 500 Bavaresi profiuando

del fatto che l 'jnterruzioue sommar ia permetteva ancora il transito sul ponte; ma la piccola avanguardia fu tosto cir-

cu ita e schiacciata dall a cavalleria francese. Allora una forte colonna fu lanciata jnnaozi 'per l'altro ponte, ma non potè sboccarne, perchè vivamente battuta da i fucilieri appostati nel\ 'abitato . L'azione vivacissima a fuoco si protrasse per due ore, e già g li sforzi dei Bavaresi sembravano fall ire, quando uno stormo di u lani, guadata la Voirc più a monte, arrivò su l fianco sr. dei Francesi. Temendo un aggiramento che potesse compromettere le proprie comuni cazioni, il Marmont giudicò prudente ritirarsi, e vi riuscì col favore deUa nebbia. L'episodio fu uno degli ultimi iucrenti alla cooperazione del Marmont, cui doveva seguire la sua d iserzione dalla causa dell'imperatore.

Rossana. Comune in prov. d i Cuneo, sulla d r. dcli~ Vraira, Anticamente sorgèva sopra il borgo, in sito elevato, un castello di qualche importanza che fu demolito sul princip io del sec. XVil. Nel sec. XV il castello cadde i o potere d i una banda di furfanti capitanati dal g uascone Arcimbalclo ,·li Arbach, i quali con, frequenti scorrerie, devastarono tutti i paesi circostami. Verso la metà del secolo XV il duca Luigi d i Savoia, con buon nerbo d i truppe, s'impadronì del castello e fece impiccare Arcimbaldo ed i principali suoi seguaci. Rossani (Mario). Medaglia d ·oro, n. a Cassano Murge, caduto in Val larsa (1890-1918). Ufficiale valorosissimo dell'arma del Genio ·in S . E. P,, i u tutti i settori della fronte nei quali aveva dato l 'opcni sua inte lligente ed animosa

Rosolìno Pilo. Trasporto a ruote , acquistato in Inghil-

aveva s uscitato l 'ammira7.ione più viva per il suo coraggio

terra da Garibaldi nel l86o per costituire la mari na siciliana e passato poi a quella italiana: lungo m . 56,84,

sereno e la calma impassibile, pur davanti aj pericoli più i11combcn1j, Decorato d i tre med . al valore, due d',ugeoto t:d una di bronzo, a soli venti sette anni era stato promosso maggiore per me rit0 di gm! rrd . Destinato a prestar servizio

presso un comando di divis.

r

ch iese cd o ttenne d i to rnare i n trincea, al co mando d i un bg l.

d i zapp;1tori . Dirigendo lavor i cli rafforzamento su l 111 . Corno d i Vallarsa, pochi giorni prim.a 1·iconquìst:i.to 1 ~acrificò :,Crcoamentc la sua giovane e

già gloriosa es istenza. L<1 rned . onorò I.a memori}l <l1 questo prode fra i prod i, cun

d'oro

Trasporto Rosolino Pilo (

largo m. 8,70, dislocamenw tono. 952 , apparato motore 350 cavall i. Personale d'armamento : 118 uomini. Radiato nel 1868.

Rosolino Pilo. Cacciatorpediniere, varato dal Cantiere Odero d i Sestri Ponente nel 1913, lungo m. 73, largo m. 7,34 ; d islocamento tonn . 795; apparato motore 15.500 cava lli; velocità miglia 32,9. Armamento cannoni 5 d a rn2, 2 da 47, 2 mitragliere. Personale d 'armamento : 5 ufficiali e 54 uomini d 'equipaggio.

Rospìgliosi (Giovanm). Condottiero toscano del sec. XV . Capitano delle truppe fiorentine e !)istoiesi, conquistò nel 1420, e diede a Papa Martino V, Orvieto e Narn i. Rospigliosi Giovanni Battisl<l. Condottiero toscano, m . nel 1567. Al servizio della Francia, si segnalò alla Mirandola e a Parma, e Paolo III lo nominò generale di Santa Chiesa ed ammiraglio.

Ross. Costruttore, canadese, di un fucile Mo<l. 1905, calibro 7,62. Quest'arma ha il congegno di chiusura del tipo

la n1otivazione seguente : « Costante ,. fulgido esclll-

Rossani Mario pio <li fer mezza , di a1tivi t~t e di coraggio, d irigeva imperterrito lavori d i rafforzamento sulla cima di un monte di recente conqu istato, in un a località

tuttora vivam ente contrastata dal l'avversario.

Fe.-

rito a lla testa da una· pallotrola d i mitragliatrice nemica,. rimanna sul posto, nascondendo i l suo stato mortale, pcrch è non venisse attenuata l 'operosità degli ardui lavoratori. Nuovan,entc colpito, Stramazzava ln un sottostante burrone » (Monte Corno di Vallarsa, 26-27 giugno 1918).

Rossano (ant. Roscimwm). Comune in prov. d i Cosenza, su colle a pochi Km . dal mare . Venne in antico· munito di robuste mura , ed appartenne lungamente ai Bizantini. Verso il secolo XIV R. e il suo territorio d ivennero principato feudale, che passò sotto vari signori fino al secolo XVI, quando fu unito alla corona d i Napoli. Assedio di Rossano (547-48). Appartiene alle lotte fra, Goti -e Bizantini e fu posto d al re Totil~. Vani essendo riusciti i tentativ i d ' assalto, il re bloccò strettamente la piazza, la quale resistette fino al! 'estate del 548, linchè cioè ebbe viveri. Allora entrò in ,rattative col re, e si con• venne che si sarebbe arresa se entro un <laro termipe non


Ros

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-f osse stata ,occorsa da Belisario . Questi compar ve alla mar ina <li R. con una flotta, ma una tempesta la disperse. Raccouate le nav i, q ualche g iorno dopo Belisario tentò lo sbarco, ma ven ne fronteggiato e resp into dai Goti. Allora la città si arrese; Totila lasciò sa lva la vita a tutti, 111cno a l cornandantc> Calazarc, i l qua le~ ::iverldo visto c01nparirc la flotta di Belisario, rion si era arreso nel term ine stabilito .

Rossarol (Giuseppe). Gene rale napoletano (r775-r825). A l servizio d i Mmat r aggiu nse il grado d i colonnello; condannato a rno n c dai J3o rQOni si rifugiò a Barcellona e combattè per là costituzione spagn uola divenendo generale {1822) , e poi in Grecia; morì a Nauplia. Scrisse : « L a ;;cicnza della scher ma »; " La scienza della tallita " ; « La ~cherma della baionetta n.

Rossarol G iuseppe

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Rossarol .Cesare

Rorn1rol Cesare- Pat riota napolct:mo, figlio del p recedente, rn . nel l849. Da giovane combatti: i n Grecia. Tornato a Napoli entrò ne i cavalleggen. Nel 1833 per una congiura politica fu arrestato. LibcraLO ne l J848, partecipò a lla guerra in Lomba rd ia e a Curtatonc r imase fcrilO . Andato a Venezia, prese parte alla d ifesa d i Marg hcra . P ro-mosso colonnello d 'art _ ebbe il comando della batteria d i S. Antonio e rimase ucciso combattendo cont ro gli Austriaci . Fu ch iamato l' Argante d i Venezia.

Rossbach. J3orgo della Germania, presso Mcr>cburg.

B"ttagiùt di Rossbacl, (5 novemure ' i57) - Appartiene alla guerra dei Sette An ni; • precisamente alla seconda fase dell'epica campag na del 1757, quando Federico Il ,. ba truto a Kolin , 'trattenendo gli eserciti del la Coalizione nella loro marcia convergente a mezzo di corpi d i osservaz ione, 1nanovrando per lince ,ntérne, colla massa principale delle forze cerca <li batte_re separatamente gli avversari, Per quanto l'esercito russo rappresenti il pericolo 1naggiorc C!>SO è tut• tavia !omano; Feder ico ,:lec ide pcrcib d i metter fuori ca usa l'eserci to frai1ccse coma ndato d al Soubisc , a cui si erano aggiunti 3 0 .000 i mperiali comandati dall 'Hi ldburghausen . Forze co ntrapposte : Prussiani 27 bgl. e 43 sq,l r., 22. 000 u _; Alleat i go bgl. e 84 sqdr. , in tutto 63.000 u. G li Alleati il 3 novembre sono nei pressi di Miicheln aspettando l 'attacco del nemico . Federico IL !,assata la Saale il 3 novembre, prende posizione fra Braunsdorf e Wern,dorf colla .cava lleria a Beclra sul fianco degli Alleati. Questi, nel la notte ;ul 4, si spostano schiernndosi d i fronte a i Prussiani sulle altu re d i Grestcr H,igel e dello Scho(tauer Hugcl, posiz ione assai forte d i cu i il re giudicò impossibile l' attacco colle proprie esigue forze . Egli perciò decide d i spostarsi sulla dr. <lei Lehia, colla sr. al villaggio d i R. e la d r. a 13edra, sperando che gli Alleati lo attacchino, ripromettendosi poi d i contromanovrare. La speranza d i Federico si realiua: il Soubisc e l' Hildburghausen decidono d i attaccare il 5 i Prussiant. 11 terreno ~!ella battaglia si presenta come un:l pia nura leggermente ondulata, cosparsa d i

cam pi e prati, praticabile ovunq ue a tutte k arm i. La piccola coll in a d i janu, Hiigd domi na tutto il terre no del1'azione. li d isegno operativo degli Alleat i è di stile feder iciano: una applicazione dell'<, ordine obliquo » ormai noto· anche a loro, a cui si attr ibuiva i l seg reto delle vicrorie del re . Precisamente questo : sfi lare per la propria dr . allo scopo di aggirare la sr. dei P russiani per tagliare loro la strada su Lipsia, mediante una marcia di fianco per Ze nchfeld, Pettstiidt e ,Posendorf, protetta da due d istaccamenti uno agli ordini del Saint Germain in posizione ,u lle pend ici orientali dello Schortaucr Hohcn (8 bgl. , r2 sqdr . e 2 pezzi), e uno d i cavaller ia leggera agli ordin i del Laudon, d islocaLO sul Galgen Bcrg . La marcia degli Alleati s'inizia alle o re 9 : il g rosso muove su tre colo nne (fo bgl. , 82 sqdr ., 45 pez.zi , in tutto 41.000 u .). Quasi tut ta la caval leria (46 sqdr. ) costini iscc unica avanguard ia delle colonne , comandata dal d uca di llroglic. li re osserva il movimento e crede dapprima che si tra tti cli una ritirata , k gli Allea ti in d irezione d i Freibu rg ; gii, pensa d i an accarli in coda. Senonchè si accorge che la cavalleria punta su "Pensta<..l L. Sono le 1 4: Federico no n crede ,i , suoi occhi , tanto è felice per la situaz ione favorevole che gli si offre. Tosto fa togliere il campo: il che è os~ervato <fagli A lleati , i quall , ritenendolo un segno d i ritirata d ei Pru»:ani su Mcrseburg . accelerano il movimento del la cava lleria per impedi rla. Fc~lerico prontamente formula il suo concetto op_cralivo, che co nsiste in un poderoso attacco per la propria sr. conLro i l fianco sr . dell 'avversario in n1ovimcnto. A tal fine en1ana gli ord ini per lo schieramento e l'attacco: Seid litz con 38 sqdr. e 18 pezzi gir i al cope rto del Janus f-Higel e attacch i la testa de lle colonne nemiche ; tutta la fan teria e l;i r imanente artiglieria si schieri suHe pendici merid ionali del ]an us Hiigel, per attaccare il nemico sul fianco sr. mentre un l,g l. e 7 sqdr. fro nteggieranno il Saint Germain . La battaglia ha uno svolgi mento rapìdissimo : quando la cavalieri" alleata g iunge ai p ied i delle al tu re è presa sotto llll in(crnalc fuoco della batter ia prussiana cd è arrestata; prima che si rip re nda per la subìra sqrp resa è caricata a massa dai 38 sqd r _ del Seidlitz . La cavalleria Eranco- impc, rialc è letteral mente d ispersa ed il panico si propaga nel

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Dattaglia d i Rossbach

grosso che intanto proseguiva la marcia. Mano mano che i reparti giungo.no verso la testa sono fulininati s ul fianco dall 'artiglieria postata sul poggio d i Janus l-Ji.igel e d ispersi dalla c:wallcria di Seidli!',:-. Federico Il vede giunto il momento dell 'attacco r isol utivo e lancia tutta la fanteria dalle a lture co ntro il fianco sr. ciel grosso nem ico,

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ancora per buona parte in ord ine d i m arcia, mentre i l Seidlitz , con rapida mossa, attacca il fianco dr. da Storkan. Alle ore 16 il principe En rico coi primi 7 bgl. attacca con impeto gli A lleali che, non potendo assumere ordine di combattimento, st retti da ogni p.a rte, si sband ano totalmente. L a scena è fra le più tragiche della storia . Alle 16,30 la battaglia è fin ita collo sfacelo completo degli A lleati, solo dopo un'ora dal suo inizio. Perdite : Prussian i 550 uomini, Alleati 1r. 150 uomini e 72 pezzi . Sopravviene la notte per cui Federico II non può in seguire gli sbandat i : i Francesi si ritirano verso Freiburg e gli lmpe• riali verso Lichtenfels e la va lle del Meno. La battag lia di R. ha carattere singolare in tutta la ~toria oltrechè per la sua brevità anche per le cause della sconfitta degli A lleati. L a genialità del re di Prussia e la capacna manovriera dei suoi generali e delle sue t ruppe non sono sufficienti a spiegare tanto d isastro. In buona parte esso è dovuto al d isaccordo esistente fra i due comandanti, ma p iù ancora alle cond izioni mo rali dell'esercito francese, in cui l 'ind isciplina era sistema e dove la depravazione àegli ufficia li e delle truppe era al colmo: ne fa nJ10 k<le i prig ionieri e il bottino della battaglia: Era i primi figurano ségretari, <lornestici, cuochi, camme-dianti, parrucchieri, mercanti <li mode e donnine a llegre; nel secondo intere casse d i acqua d i lavanda, profumi , ciprie, ombrelli e ventagli. Conseguenza di enorme i mpor• ranza fu quella dello sgombro delle truppe francesi dal teatro d elle operazion i, ciò che lasciò libero Federico à i volgersi contro gli Austriaci.

Rossbrunn. Villaggio d ella Baviera, aà ovest d i W ,irz. burg.

Combattinumt.o di R.ossbn mn (1866). A ppartiene alla guerra austro-prussiana e si svolse fra le truppe bavaresi al comand o del principe Carlo e truppe prussiane agli ordini del gen . F lies. Queste ultime il mattino del 25 luglio si accinsero ad occupare Kirchberg, attaccando l 'ala dr. bavarese con 3 bgl. e 6 cannoni e r iuscendo a cacciare dalle sue posizioni la brigata .bavarese Bijot, che si r itirò su Hettstadt. Dopo che il rimanente della d ivis . F lies ebbe raggiunto Uetti ngen, fu attaccata anche l'ala sr. bavarese, e costretta a ripiegare . Intorno a R . si svolsero piccoli scomri a cui p resero parte le truppe della divis. prussiana Beyer. Infine tutta la linea bavarese fu in rit irata. Le perdite ammontarono a circa 800 u. per parte.

Rosselli (Agostino) . Generale, n . a Domaso, m. a Laglio (1834-1901) . Latireato ingegnere ed architetto, fu nom inato sottot. del Genio nel r859. Pa rtecipò alle campagne del 1859, J 86o-61 e 1866 e meritò due menzioni onorevoli per gli assedi d i Ancona e d i Capua e la mcd. d 'argento per l'assedio di Gaeta. Passato nel corpo d i S. M ., e i n fanteria da uff . superiore, fu promosso colonnello nel 1882. Comandò il 21° fan teria; poi fu capo di S. M. del V C. d 'A. cd infine fu d irettore in 2" dell'Istituto geografico. Magg. generale comand ante la br igata Bologna nel 1890, passò nel 1893 a dirigere l 'istituto geografico mii. e nel 1894 fu trasferito nella ri serva, nel la quale ebbe i l grado di ten. generale nd 1898. D urante la XII legislatura (apprcsentò alla camera il collegio di Menaggio . Rossellino (/Jcntardo). Scultore ed arch itetto militare del sec. XV . Dal 1447 al 1455 fu impiegato in Roma <la papa Nicolò V a rinfor zare Castel S. Angelo, dove costmì i torrioni roto ndi agli angoli del recinto quadrato e le

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torri a capo d el ponte Elio prima dcli 'ingresso io Castello. Queste opere furono in parte modificate al tempo d i Ales•andro VI.

Rosset (barone Gi,,seppe). Generale , n. a S. Giovanni di Mariana, m. a S. Albano (1827-,906). Soctot. d 'art. nel 1847, meritò d ue anni dopo a Novara la med . d'argento. N e) 1860 fu nom inato direttore della fonderia <li Torino, <livcnne colonnello nel 1866 e per le sue benemerenze fu decorato della croce di cav. dcll 'O. M. S. Magg. generale nel 1875 fu direttore gen. d'art. al Ministero e nel 1883 passò nella riserva. Nel r895 fu promosso tcn. generale. P ubblicò llll 'opera intitolata : Rosset G iuseppe « Della potenza delle navi corazzate e d elle bocche <la fuoco 111 relazione all"anacco e d i(esa delle coste ». Rossetti (Donato). Dottore in teologia, filosofia e mate• matiche; ingegnere militare del scc. XVII; n. di Livorno. Servì Carlo Emanuele I e fu maestro d i Antonio Bcrtola. Con la sua « Fortificazione a rovescio » fu un precursore delle opere di Montalambert e Carnot. T'u anche i nsegnante all' Accadem ia mii. dei nobili di T orino. Rossetti Giovarmi Tomaso i'vlm-ia. Generale piemontese, n . nel 1776. Passato al servizio d i Napoleone nel 1798, divenne nel 1807 aiutante di campo di Gioachino Murnt. Riportò tre ferite ad ,\usterlitz. Nel 18u passò al servizio di Napoli. Generale d i brigata nel 1812, governatore m ii. di Napoli nel r 8r3, fece la campagna del 18r 5 come generale di <livis. e nel 1816 r itornò a l serviào della Francia passando nella r iserva nel 1837. Rossetti Luigi. Generale, n. e m. a Torino (1846-r928). Sottot. del genio nel 1866, per il coraggio e gli atti d i filantropia compit>ti nell'inondazione del Veneto del 1883 ebbe .la croce di cavaliere. Colonnello nel 1898, fu d irettore del genio a Milano e poi passò a Venezia. Magg. generale comandan te del genio a Torino nel 1904, fu nom i• nato ispettore delle t ruppe del genio nel 1908 e <lieci mesi dopo fu collocato in P. A. T rasferito nella riserva nel 1912, venne promosso ten . generale nel 19r 3. Rossetti Gaetano. Generale, n. ad Orvieto nel 1858. Sottot. d 'art. nel 1879, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. Colonnello direttore d'art. a Taranto nel 1913, partecipò alla guerra contro l'Austria. F u promosso rnagg. generale nel 1916 e comandò ] 'art. dell 'occupaz,011e avanzata de lla fro:itiera nord. In P. A. S. nel 1920, assunse il grado di generale di d ivis. nel r923 e nel 1928 f u t rasferito nella : iserva. Rossetti Raffaele. Medaglia d 'oro , n . a Genova nd 1881. Ingegnere ed ufficia le del genio navale, assolse d urante la guerra molti delicati e brillanti incarichi. Raggiunto il grado di maggiore, nel 1918 ideò e costrus.se un ap parecchio ca-pace di superare le formidabili ostruz ioni con le quali il nem ico aveva sbarrato l'accesso ai suoi porti. Insieme col te n. medico di complemento Raffaele Paolucci , la notte su l 1° novembre 1918 r iuscì a penetrare nel porto di Pola affondandovi la corazzata austriaca « Viribus Uni• 41


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tis »; pubblicò dopo la guerra un libro : « Contro la Viribus Unitis : le vicende d i un'invenzione d i guerra ». L 'ard imentosa impresa gli valse la promozione a tcn. colonnelJo per merito d i guerra e la concessione della med . d oro, così motivar.a: « Genialmente ideava un mirabile ordigno d i guerra marittiin a e con amorosa te. nacia ne curava personalmente la costruzione. Volle a sè riserbato J 'altissimo onore di .impiegarlo, e con l'audacia dei forti, con \m solo compagno penetrò di notte nel munito porto di Pola. Rossetti Raffaele Con mirabile freddezza attese il momento propizio e verso l'alba affondò la nave ammiraglia de!la flotta austroungarica » (Pola, r 0 novembre r918). 1

Rossetto (Vittorio). Ufficiale e scrittore militare, n . e m. a Padova (1860-1932). Volontario a Ii anni, fece poi la Scuola di guerra e passò nello Stato maggiore. Diede le dimissioni nel 1893 dedicandosi alla sua professione d i ragioniere e scrivendo numerose opere su argomenti industriali e m ihtari. Fra queste ultime ricorderemo: « Manuale dell'ufficiale italiano in guerra »; " L 'arte bellica fino ai nostri giorni "; « Note biografiche sui grandi capitani di ogni tempo e d 'ogni luogo»; « Massime apodittiche di erica beli ica » : e altre minori. Rossi (Marsilio De). Con<lottiero del sec. XIV. ~apitanò i Parmigiani contro le milizie pontificie e le vinse a Borgo Pan igale. S' impadronì di Borgo S. Donnino e nel 1333 partecipò alla vittoria d i S. Felice; poi d ifese Parma dagli attacchi degli Scaliger i. Nel 1336, dopo aver difeso Borgo S. Donnino, passò al servizio de i Veneziani.

Rossi Pietro (de'). Capitano del sec. XIV, fratello del precedente. Nel r332 , con i Lucchesi, prese Barga e poco dopo si distinse alla battaglia di S. Felice. Nel 1333 ebbe il vicariato della città di Lucca che nell'anno seguente dovette cedere agli Scaligeri. In difesa di P0ntrcmoli nel 1336, lasciò l 'impresa perchè chiamato dai Veneziani nella lega coi Fioren tini contro gli Scaligeri ; venne allora posto a capo dcli 'c,ercito confederato. Nel 1337 occupò Padova e poco dopo assediò Monselice rimanendo ucciso in uno scontro con i ncn1ici. Rossi Pier Mana . Capitano, n . a Berceto, m . a Torrcchiara (1413-1482). Entrato g iovanissimo al servi-zio del duca di Milano Filippo Maria Visconti lottò contro i Veneziani riuscendo vittorioso. Nel 1447, entrato in Milano. Francesco Sforza, il R. ebbe il comando della milizia d i Parma, p rese parte all'assedio d i Piacen2,a e sottom ise la città <li Parma allo .Sfori.a, col quale poi partecipò alle guerre contro Venezia. Rossi Antonio. Generale, rn . a None nel Ii99· Percorse la carriera in fanteria nel regg. Lombardia, d ivenne colonnello nel 1788 ed ebbe i l comando dei forti di Fenestrelle e della valle d i Pragelato. Nel 1790 fu promosso brigadiere comandante la città e provincia d i Tortona . Passato a l comando della città d i Pinerolo nel 1793, divenne magg. generale nel 1796.

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Rossi Gi.,seppe Fra1Jcesco. Generale, n. a .Buttigliera d 'Asti, m. a Tor ino (1797-1880). Sottot. d 'art. nel 1814, partecipò alla campagna del 1815. Di rettore dell 'officina d i costruzioni d'art . nel 1834, in tale incarico rimase anche colla promozione a colonnello avvenuta nel 1839. Viced irettore del materiale d'art. nel 1841, fu promosso magg. generale nel 1847. Nella campagna del r848 all'assedio d i Peschiera meritò la m cd . d'argento. Aiutante d i campo del re e poi com andante del personale del corpo d'art. sempre nel 1848, fu membro del congresso consult ivo dell'esercito nel 1849, nel quale anno m eritò a Novara una seconda mcd . d'argento. Comandante del corpo d i S. M . nel .1850, comandante della sottodivis . mii. d i Novara nel r851, fu promosso ten. generale comandante la divis. m_il. di Alessandria nel 1852. Dalla fine del 1852 al 1863 fu governatore dei principi Umberto cd Amedeo e nel 1863 venne nominato Primo aiutante di campo d el re. Collocato a riposo col grado di generale d 'armata nel 1866, fu insignito della commenda dell 'O. M . S. e del collare dell 'Annunziata. Senatore dal 1861. Rossi Federico. Generale, n . ad Iseo, m. a Milano (r8241895). Tenente di fanteria nel 1848, partecipò alle campagne del 1848, 1859, 186o-6r, 1866, 1870 ed a quella d i Crimea. Fu decorato della med. d'argento a S. Martino e della menzione. ònorevole alla presa di Roma. Colonnello nel 1868, comandò j) 46° e poi il 3<1° fanteria . Magg . generale ne) l879, tenne i comandi dell' u• brigata di fanteria e poi della brigar.a Marche. Rossi Ferdinando. Generale, n . a Savona, m. a Roma (1827-1907). Sottot. d i fanteria nel 1848 e poco dopo nei bersaglieri, partecipò a tutte indistintamente le campagne del Risorgimento, alla guerra in Crimea ed alla lotta contro il br igantaggio. Per i combat timenti di Borgo Vercelli (1859), d i Monte Suello (1859) e del Macerane (1860), meritò tre menzioni onorevoli; a Palestro (1859) ebbe la croce d i cav. dcll 'O. M. S. ; ad Ancona (1860) la mcd. d 'argento e per la repressione del brigantaggio in Calabria fu insignito della croce d 'ulf. del l'O. M . S. Colonnello od 1872, comandò il distretto mii. di Pavia e nel 18ì7 fu collocato nella riserva. Nel 1893 venne promosso magg. generale. Rossi Giovanni Battista. Generale, n . e m. a Genova (1828-1904). Sottot. di fanteria nel 1849, combattè in quell 'anno contro l 'Austria e poi partecipò all a guerra di Crimea. Durante l'epidemi a colerica in Sicilia meritò la mcd. di bronzo dei benemeriti della salute pubblica. Colonnello nel 1879, comandò il 15° fanteria e nel 1886 fu collocato in P. A. Fu promosso, nella riserva , magg. generale nel 1892 o tcn. gener;,le nel 1903. Rossi Cesare. Generale , n . a Sciolze, m . a Reggio Emi lia (1829- 1921). Sottot. di fanteria nel 1848, passò poco dopo nei bersaglieri. Prese parte alle campagne del 18481849, 1859, 186o•6i , 1866 ed a quell a d i Crimea. Meritò una mcd . d'argento combattendo nel 1859 presso Pozzo. lengo ed una seconda , pure d 'argento, ebbe nel 1860 all'assedio d i Ancona. Per l 'assedio di Capua (186o) fu decorato della croce d i cav. dell 'O. M. S. Colonnello nel 1878, comandò il 21~ fanteria e nel r88o fu collocato nella riserva nella quale venne promosso maggior generale nel 1895. Rossi Agosti1Jo Giulio. Generale, n. e m . a Torino (1831 1886). Tenente d'art. nel 1852, meritò a S. Marù no la med. d'argento ed una second a ebbe nella campagna della


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Bassa Ital ia. Nella campagua <lei 1866 per le azioni a Primolano e di Borgo Val Sugana fu decorato della croce di cav. dcll'O. M. S. Colonnello nel 1877, fu addetto al m inistero della guerra e poi comandò il Collegio m ii. di Milano. Magg. generale nel 1884, ebbe il comando territoriale d'art. a Piacenza.

Rossi Celestino Francesco . Generale, n. a Bourges, rn . a Ravenna (1832-1888). Tenente d'art. nel 1852, st segnai~ nella guerra di Crimea ed ebbe la croce d i cav. del! 'O. M. S. in quella del 1859. D iresse il laboratorio di precisione dal 1862 ;il 1866 ed in detto anno nella ricognizione di Borgoforte fu decorato della croce d'uff . dell 'O. M. $. Passato poi nel corpo di S. M., fu promosso colonnet"lo capo di S. M. del I C. d'A. nel 1875. Dal 1876 al 1877 comandò in 2• I ·1\cca<lemia mii. di Torino, nel 1877 ebbe il comando del 43° fanter ia e· poi fu addetto mii. Rossi Celestin) a Parigi. .Magg . generale com an<l;rn ce la brigata Ferrara nel 1882, passò poi al comitato cli fanter ia e cavalleria e qu indi al comando del presidio mii. dc La Spezia. Ten. generale nel 1887, comandò successivamente le (livisioni n1ilitari di Genov~ e d i Ravenna. Rossi Giuseppe A11to11io. Generale dei CC. RR., n . e m. a Torino (1833-1905). Sotto!. dei granatieri nel 1854, passe'> nel 1859 nei CC. RR. Meritò nella campagna del 1859 la menzione onorevole. Colonnello nel 1879, comandò la legione di Piacenza e dal 1882 quella Allievi. Magg. generale addetro al comando dell'arma dei CC. RR. nel 1887, fu collocato in P. A. nel 1895. Promosso tenente generale nel 1896, passò 11clla riserva nel 1898. Rossi Vittol'Ìo. Generale, n. a Saluzzo 1 n1. a Torino (1837-1906). Teo. di cavalle· Rossi Giuseppe Antonio ria nel 186o, <la ten. colonnello passò nel personale dei distretti e comandò il distretto rniJ. d i Foggia. Colonnello comandante i l distretto mii. d i Pavia. nel 1891, fu collocato in P. A . nel 1895. Nel 1901 fu promosso magg. generale nella r iserva.

Rossi Demetrio. Generale dei CC. RR. , n. a Maserada, m. a Bologna (1839-1925). Sottot. nel 1859, passò nel 1860 nei CC. RR . Partecipò alla campagoa del 1859, a quella contro i l brigantaggio e a quella del 1866, e meritò due mcozioni onorevoli. Colonnello nel 1896, comandò la legione di Bologna e due anni dopo fu collocato in P. A. Nell a riserva fu promosso magg. generale nel 1907 e ten . generale nel 1914. Rossi Pietro. Generale, n. a Saluzzo, m . a Roma (1840-

1915). Sottot. d i fa nter ia nel 1859, pa rtecipò alle campagne di guerra del 1859, del 1860-61, nella quale meritò la

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menzione onorevole, e del 1870. Colonnello nel 1896, comandò il 62° fanteria e poi il distretto mii. di Ancona. In P. A. nel 1898, fu promosso, nella riserva, magg. generale nel 1908 e ten . generale nel r914.

Rossi Marco. Generale, n. nel 1846, m . a Roma ne 1 1919. Sottot. di cavalleria nel 1865, partecipò alla guerra del 1866. Passato nel personale dei disuetti da ufJ. superiore, fu promosso colonnello comandante il distretto militare di Benevento nel 1901 . Passato in posizione ausiliaria nel 1904, venne promosso maggior generale nella riserva nel 1913. Rossi Gustavo. Generale, n. nel 1847. Sottot. d i fanteria nel 1866, partecipò alla campagna di quell'anno . Collocato nella riserva nel 1903, fu promosso colonnello tre anni dopo e magg . generale nel 1915. Rossi Aldo. Generale, n . a Crevalcuore, m.

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Torino

(1848-1915). Sottot. d"art. nel 1867, raggiunse i l grado di colonnello nel 1898. Comandò il 9° art. e , iel 1903 fu promosso magg. generale comandan te l 'arr. da campagna a Verona. Ispettore delle costruzioni d'art. da costa e da fortezza nel 1906, d iventò nel 1908 ispettore d ' art. da costa e da fol'tezza e nel 1910 fu prrnnosso tenente generale e poco dopo nominato comandante- della divisiont mil itai·~ di Cuneo. In posizione au.>iliaria nel J9I2, fu richian,ato nel 191 5 e di nuovo messo al comando della divisione di Cuneo.

Rossi Scotti conte Lcmmo . Pittore mii., n. a Perugia nel 1848. Si ded icò principalmente a soggetti militari. Fra essi: cc Carica deJle Guide a Monzambano ,. ; ,, Ricordi mi• litari » ; « Ultima ora )) ; (< Savoia! »; (I Il cobnn. Bakgno ferito nella giornata di S. Martino "· Rossi Giustiniano. Generale, n. a Saluizo, m. a Torino (1852-r931). Sottot. di fan teria nel 1875, fu in Erit rea nel r887 e frequentò poi la scuola di guerra . Colonnello nel T904, comandò !'85° fanteria e poi, in 2•, la scuola di fanteria di Parma. In P. A. nel 1910 e magg . generale nel 1914, venne richiamato nel 1915 e per d ue anni comandò la scuola m ii. d i Modena. Ten . generale nel 1917, comandò la di vis. mii. territoriale d i Perugia e dopo la guerra fu ricollocato in congedo e traRossi Giustiniano sferito nella riserva. Rossi Luigi di Giovanni Battista. Generale, n. nel 1853, m . a Milano nel 1925. Sottot. dei bersagl ieri nel 1878, andò in P. A . nel 1908 col grado d i tcn. colonnello. Nella riserva fu promosso colonnello nel 1912. Richiamato in servizio nel 1915, fu ricollocato rn congedo nel 1917 e promosso magg. generale . Rossi Luigi di Ludovico . Generale, n. nel 1856. Sottot. di fanteria nel 1876, freq uentò poi la scuola di guerra. Colooncllo nel 1906, comandò il 36° fanteria e nel 1910 fu collocato in P . A . Magg. generale nella riserva nel 1915, venne r ichiamato in servizio d urante il periodo della guerra contro l'Austria, al comando delle truppe a La Spe-


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zia, poi <lcll'8• brigata di M. T., e nel 1917 della r• brigata fanteria di marcia nel Trentino. RicollocalO ili congedo nel r9r9, ebbe nel T 924 i l grado di generale di divis. nella riserva .

Rossì come Giuseppe. Gener ale, n. e n1. a Venezia

(1857-1917). S.ottot. d'art . nel 1876, raggiunse il grado cli colonnel lo nel 1910. Comandò il 9° art. da fortezza e poi fu direttore d'art. a Venezia. Jvfagg. generale nel r915, fu coman-

« Piemonte Reale Cavalleria », con esso fu chiamato a proteggere la nostra ritirata <lall'lsonz.o al Piave, nell'autunno di quell'anno stesso. Incaricato cli comandare la retroguardia del Xlii Corpo d'annata, assolse per d ieci giorni il suo compito con abnegazione e fermezza; i l 9 novembre, proprio quando l'opera sua poteva dirsi compiuta, assa1ito presso il viìlaggio di Cam-

pagna , tra Piavon e il Pi ave,

da soverch ianti forze nemiche, accettava l'impari lotta, prefe-rendo la morte. alla resa . Alla memoria ciel prode colonnello fu decretata la med. d'oro con questa motivazione:

dante d'art. a Crc1n ona e

comandante de lla difesa di Venezia. Ten. generale nel 1916, andò in P . A . nel 1917.

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« Costante, fulgido esempio ai dipendenti <li coraggio e fermezza , seppe ottenere dalle truppe ai suoi ordini, costituenti la retroguardia di un

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poi

Rossi Lu igi di Ludovico

Rossi Vittorio . Generale, n. a Correggio nel 1859. Sottot. di fa nteria nel 1880, partecipò alla guerra libica. Colonnello nel 1914, comandò il 10° fanteri~ e con esso entrò in guerra contro l'Austria. Nel luglio ·, 915 r imase gravemente ferito sul S. Michele e meritò la med. d 'argento. Magg. generale nel 1915, comat1dò la divisione mii. territoriale di Padova. Trasferito nella riserva nel 1919, ebbe nel 1923 i l grado di generale cli divis. e nel 1926 passò nel ruolo speciale . Rossi Toesca. Alessandro. Generale, n. nel 1859. Sottot. di cavalleria nel 1884, partecipò alla guerra libica. Colonnello nel 1914, comandò i cavalleggeri di Aquila. In P. A. nel 1916, fu tr attenuto in servizio c<l addetto al C . d 'A. territoriale di Milano. Magg . generale nel 1917, fu trasferito nella r iser va nel 1920 e nel 1923 ebbe il grado di generale di divisione. Rossi Italo . Generale , n. a Parma, m. a Scandicci (18601933). Sottot. di cavalleria nel 1878, frequentò poi la scuola cli guerra. Colonnello nel 1910, comandò i cavalleggeri Saluzzo . Magg . generale comandante la 5" brigata d i cava lleria nel 19q , andò in P. A. nel 1915. Richiamato durante la guerra contro l 'Austria, fu promosso generale d i divis. nel 1923. Rossi Alfredo. Genera I e medico , n . nel 1860. Sottot. medico nel 1887, partecipò alla guerra contro l'Austria e fu promosso colonnello nel i917. Direttore dell 'inRossi Italo fcrmcria di Terni e poi dell'ospedale mii. d i Brescia, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1927 fu promosso magg. generale medico nella risen•a . Rossi F,·ancesco. 11edaglia <l'oro, n. a Paganica, caduto nel la rit irata d i Caporctto (1865-i9.17). Ufficiale di cavalleria in ser viào attivo, era eo.trato nella grande guerra <p.1ale maggiore nei cavalleggeri di Udine. Nella battaglia di Gorizia ebbe l 'onore di poter caricare il nemico in fuga oltre Ison·.zo, guadagnandosi. ut1a med. , <l'.argento . Promp~o colonn.e llo ndl'agosto 1917 .e posto al: comando del

Rossi Francesco

corpo

d'arm ata, prolungata, tenace e brillante resistenza, rallentando dal Tagliamento

al Piave l'avanzata del! 'avversario imbaldanzito da insperati successi . All'ultimo, circondato, con pochi altri militari, da forti nuclei nemici, alla resa offerta preferiva la morte , che, con stoica fermezza, affrontava dopo epica lotta corpo a corpo » (Tagliamento-Piave, 29 ottobre-9 novembre 19J7),

Rossi Celso. Generale, n. nel 1865. Sottot. di fanteria nel 1889, frequentò poi la scuola di guerra e fu in Libia. Entrato in guerra contro l 'Austria al comando d i un bgl. , rimase ferito nel 1916 a Cima Palone e meritò la mcd. d i bronzo. Colonnello nell 'autunno 1916, coman<lò i11 Macedonia il 61° fanteria. In P. A. nel 1918, fu promosso generale di brigata nella riserva nel 1928. Rossi Vincenzo . Generale, 11. a Sasso di Bordighera nel 1866. Sottot. cli fanteria nel 1884, passò poco dopo negli alp in i. frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Fu in Eritrea, in Somalia, dove ebbe i l comando delle truppe <lal 1908 al 1909, e in Libia. Colonnello nel 1915, entrò in guerra contro l'Austria quale capo <li S. M. della 15a divis. e passò quasi subito capo di S. M . del XIV C. d'A. Nella controffensiva sull'altip iano d'Asiago (1916) meritò la croce di cav. del! 'O. M . S. per aver conquistato posizioni sulla sin istra del Posina e sul M. Majo. Nominato comandante della brigata Roma e magg. generale nel 1917, rimase ferito al ponte della Delizia (Tagliamento) ed ebbe la mcd. d'argento. Nel 1918 ebbe il comando delle truppe 1,ell'Albania meridionale. I n P. A. nel 1919, assu nse nel 1923 il grado di generale <li d ivisid'ae. Pubblicò, fra altro : « Le questioni del medio oriente " e « G uerra in n1ontagna )) ; coJlaborò a varie riviste militari ,

specialmente su problemi coloniali.

Rossi Emilio. Generale macchinista della R. mar i11a, n. nel 1866, m. a Verona nel 1930. Sottot. macch inista nel r901, fu in Eritrea, in Cina ed in Libia. Passato nella r is~rva navale nel 1921, vi fu promosso generale viceispettore direzione macchine nel 1923. Rossi Gastone. Generale, n. a Grosso nel 1867. Sottot. degli alpini nel r886, meritò nel 1892 la me<!. di bronzo al valor civile a Susa. [n Eritrea nel 1896, vi rimase per dodici anni, quindi passò nei granatieri. Combattellte in Libia nel 1912, per l'azione <li Sidi Alì fu promosso maggiore· per merito <li guerra. Entrato nel r915 in guerra


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Ros

contro l ' Austria al comando di un bgl. granatieri, meritò la med. di bronzo a Monfalcone. Colonnello nel 1916, comandò in Albania il 204~ fonteria. Magg. generale per merito di guerra nel 191 7, tenne il comando della brigata granatieri d i Sardegna e meritò tre med . d'argento: per l'occupazione <li Selo ( r917), per l'azione d i Capo Silc (1918) e sul basso Pia ve (1918). Comandante la 50• divis. nell' atunno 1918 e comandante la divis. cecoslovacca (1919), ebbe nel 1921 il comando mii. della Sardegna

e lo tenne per dieci anni,

Rossi Gastone

assumendo nel 1933 il grado di generale d i d ivisione, essendo stato col 1ocato in p _ A. nel

Ros

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193 1.

Rossi E11rico. Gwcrnle, n_ a Catania nel 1867 . Sottot. di fariteria nel 1888, p..r;ecipò a ll a campagna eritrea d el 1895r896-97 e fece parte d el corpo ,:li spedizione in Cina del 1900 e 1901. Fu poi i n "Libia nel r914 e 1915 e combattè nella guerra contro l'Austsìa. Colonnello nel 1916, comandò il 138° fanteria e fu ferito sul Monte Zcbio . Promosso b,igadìcre genaale per merito d i g uerra nel 1918, ebbe il comando della brigata Puglie e nel 1923 andò in P. A . S . col g rado d i generale di brigata . Divenuto presidente della Casa <li Lavoro <le i ciechi di guemi, iu pro-

tu tta la guerra contro l'Austria e, colon nello nel 1917, comandò il 3° da campagna. Combattè, d istinguendosi, sull'altipiano d'Asiago, su l M. Valbella, sul Momello, al pjave e meritò due med. d'argento ed una di bronzo. Nel 1924 ebbe il comando del distretto mii. d i Cremona t nel 19i6 andò in A. R. Q. Nel r930 fu p romosso generale di brigata.

Rossi Alberto. Generale, n. :1 Torino, 111 . a Fiume (1lf73-1926). Sottot. <lei granatieri nel 1893, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. · In guerra co ntro l'Austria

da l 1915 al 1918, assaltando la quota 121 d i Monfalcone, rim.:i:~e ferito e meritò la med . d'arge nto. Promosso te n. colonnello per merito di guerra nel 19 16 e colonnello nel 1917, coma ndò il 209° fanteria e durant.c il ripiegamento d i Caporetto fu d i nuovo fcri to ed ebbe una secondn med. d 'argc11to. P;,;1ssato., appena guarito, al comando del r8° fanteria, e bbe nel t923 il comando della scuola allievi ufficiali Rossi Alberto ed allievi sotrufÌiciali d i Roma, quindi (1925) passò a comandare il 2° granatieri. Nel 1926 fu p romosso generale di brigata comandante la brigata Bergamo.

cessato per irregolarit.:l amministrative riportando· grave con-

clanna e imcrdiZ-ionc perpetua dai pubblici uffici.

Rossi Paolo Francesr·o _ Generale , 11. a Vene?.ia nel 1868. Sottot. d 'art . nel r8R6, partecipò ali, guerra libica del 1911-1912 e poi a qu,ella contro l'Austria. Colonnello nel r916, comandò il 54° regg . d a campagna e poi fu comandante d 'art. d ivisionale. Nel 1918 meritò la rned . d i b ron zo sul M. Valbdla e la croce d ì cav. d cll 'O. M. S. sull 'altipiano d'Asiago. Direttore d'art. a Torino nel 1919, andò in P . A. S. nell'anno dopo. Promosso generale d i brigata nel 1924, fu collocato nella riserva nel 1930.

Rossi Luigi di Virginio . Generale, n. a C uneo nel 1868. Sottot. d i fanteria nel 1888, passò nel 1894 ntì Cacciatori dell "E ritrea, <love rimase fino al J 903 partecipando alle campagne del 1895, '96, '97. E11trato in guerra nel 1915 come mag• g iare di fan teria, ebbe nel grado superio re ii comando del 224° rcgg. nel 1916 e fu promosso colonne llo l'anno seguente. In P . A . nel 19 20, f u promosso generale

Rossi Vincenzo. Medaglia d'orot n. a Carpi ~ caduto in

Cina (1877-1900) . Sottocapotorpediniere de lla R. nave (<

Calabria »

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inviata

nei

mari d 'Or iente, nel 1900, allo scoppio d ell a rivolta dei ,, Boxers », sba rcato dalla durante uno .scontro

di briga ta n el 1924 , collo -

nave,

cato a riposo nel 1930, pro•

della colon na guidata dal l'a mmiraglio inglese SeyRossi Vinccnio mour con bande soverchianli di ribelli, sì batti: da valoroso, cadendo ucciso. Alla memoria del prode marinaio furono con(erite la medaglia militare francese e la medaglia

mosso generale <li divis. nel 1930. Riportò in guerra due

Rossi Luigi di Virginio fer ite e guadagoò ,lue med. d i bronzo, una d'arge nto e la c roce di cav . dell 'ORlinc militare di Savoia.

Rossi Achille. Generale . n. a Napoli nel 1870. SottoL d'art . nel 1890, partecipò alla campagna eritrea del 18951896 e poi a q uella libica del 191r-19 ,2. Prese parte a

..

Rossi Camil/o_ Generale , n. a Cuneo nel 18j6. Sottot. d'art. nel 1898, frequentò poi la scuola dì g11errn e passò nel corpo d ì S. M. Partecipò alla guerra contro l'Austria e successivamen te fu capo d i S. M. d ella 9•, d el la 66• e della foa divis. e per le azioni .sul Cacso e sul Piave meritò la mcd. d'argento . Colonnello nel t9r8, fu capo d ì S . M. del Xlll C. d'A_ e sugli Altipiani (1918) fu insignito della croce di cav . dell' O _ M. S. Capo d i S. M. d el lll C . d'A. nel 1918, ebbe nel 1923 il comando ciel 21° arr. da campagna. N el 1926 fu capo dell'ufficio coorclinamento del ministero della guerra e nel 1928 addetto m ii. a Berlino. Generale di brigata ispettore d ì mobilitazione a Napoli nel 1930, passò l 'anno d opo addetto al comando designato d 'armata pure di Napoli.

d'oro nostra con questa motivazione : « Trovandosi al comando di un piccolo drappello d i marinai agli avamposti d el la colonna Seymour, sostenne l'urto,


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improvviso di due colonne d i " Boxers ,, cinesi, incontrando sul campo la mor,e, combattendo con grande coraggio e dimostrando ottime qualità militari che valsero a dar tempo al corpo principale delle truppe internazionali di ordinarsi per respingere l'attacco nemico » (Lang-Fang [Cina], 14 giugno 1900).

Rossi Angelo. Generale, n. a Roma nel 188r. Sottot. d'art. nel 1899, .frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Par tecipò alla g uerra contro l'Austria : capo d i S. M. della 5• divis., colonnello nel 1918, meritò su i Monticelli la croce d i cav. deil'O. M. S. Dopo la guerra fu addetto alla segreteria del Cons.igiio del l 'escrcito; nel 1923 fu capo d i S. M. del C. d 'A. di Roma; nel 1926 ebbe il comando del 1° art. P. C. e nel 1929, tornato nello S. M. , fu addetto al comando designato di an nata di Torino. Pròmosso generale di brigata nel 1932, ebbe i l comando dell'art. del C. d'i\. ~li Napoli, e nel 1933 fu addetto al comando designato d'armata di Torino. l~ossi Giovanni. Medaglia d 'oro, n. a Teramo, caduto sul Carso (1887-1915): G ià serge nte nd 5° regg. genio minatori, si era c,rngeda to per entrare a far parte del Genio Civile. Richiamato per la grande guerra, fu incorporato, col suo g rado, nel 1° regg. zappatori, e fu uno dei martiri eroici immolatisi gloriosamente, nella prima fase della guerra, per aprire un varco alle fanterie attraverso J'inesorabile

siepe di reticolati, distesa dall'avversario lungo la fronte. Alla memoria dell'ard imentoso sottufficiale fu conferita la mcd . cl 'oro con questa motiva,;ionc: « Per ben tre volte, con slancio ed ardimento, guidava tre squadre di volontari d i un battaglione sotto un reticolato nemico, per collocare e farv i brillare tubi esplosivi. La terza volta cadeva ferito a morte, dopo aver assolto il compito affidatogli » (Alture di Palazzo, i lugl io 1915).

Ros

l'esempio e con la parola i pochi compagni superstiti, vicino al comandante, per salvare il quale faceva supremo olocausto della vita. Si spegneva serenamente col nome d'Italia sulle labbra» (Monte Tondarecar, 4 dicembre 1917).

Rossi Amilcare

Rossi Pas.savanti E.

Rossi Amilcare. Medaglia d'oro, n. a Lanuvio nel 1895. Studente universitar io di belle. lettere, fervente nazionalista, si arruolò volontario allo scoppiare della grande guerra. Prequcntato, quindi, un corso ufficiali di complemento, fu nominato sottoc. di fanteria nel 28° regg. che raggiu nse alla fronte sul finire del 1915. Promosso tenente nell'agosto 1916, poche settimane dopo, combattendo valorosamente e rimanendo gravemente ferito nella grande offensiva sul! 'Isonzo, meritava di essere insignito della medaglia d'oro. Terminata la guerra, conseguiva la laurea in lettere e quella in giurisprudenza, e si <lava alla vita pubblica, d ivenendo deputato al Parlamento ed occupando elevate cariche nelle organizzazioni combatte ntistiche. La motivazione della me. daglia d'oro si esprime così : cc VoJontariamente, si recò per ben tre volte, di pieno giorno, a collocare cubi esplosivi sotto il reticolato nemico e nonostante il fuoco avversario si spinse con pochi valorosi a r iconoscere i danni prodotti dal nostro bombardamento sulle difese nemiche, completandovi il varco con le pinze . Concessogii , poi, in seguito a sua insistente r ichiesta, di

partecipare all'attacco della posizione, alla testa del suo plotone si slanciò risolutamente all'assalto, trascinandovi con entusiastico ard imento .i suoi soldati. Ferito una prima volta, seguìtò a cornbatterc . 1'\1uovamente e gr;ivc1nentt col~

Rossi Giovanni

Rossi Francesco

Rossi Fnmccsco . Medaglia d'oro, n . a Bertinoro, cadu to

su l monte Tondarecar (1888-1917). Sergente nel fJo rcgg. bersaglieri, da soldato di leva aveva preso parte onorevolmente alla campagna d i Libia, meritandovi un e,1eomio solen ne. Richiamato alle armi ne l i915, guadagnò successivamente i galloni d i caporale e sergente e due medaglie di bronzo al valore, per le costanti prove d i ardimento e bravura. Nell 'attacco austriaco alle Mclette d i Gall io, il 4 dicembre r917, ca<lde gloriosamente, facendo scudo del suo petto al suo comandante d i compagnia. Ecco la motivazione della medaglia d 'oro : " Distintosi in precedenti azioni e soprattutto durante il ripiegamento al Piave, combatteva meravigliosamente, contribuendo a riconquistare una posizione perdura. Costretto poscia a r ipiegare, ed avendo per~lu to il proprio capitano, si raccoglieva a disperata resistenza , incitando con

pita, con la frattura dei femore sinist ro, nou volle essere allontanato dalla li nea che a notte, per non d istogliere uomini dai combattimento. Non guarito completamente dalla grave ferita r iportata, chie<.leva con insistenza, e<I otteneva, d i r itornare alla fronte . Fulgido esen,pio di valore, di abnegazione e di elevatissimo sentimento del dovere , spinto lino al sacrifizio n· (Vcrtoiba, 10 ottobre 1916),

Roui-Passavami Elia. Medaglia cl 'oro, n . ud 1896 a Terni. Volontario di guerra nel regg. " Genova Cavalleria », quando il suo reggimento, per le esigenze della guerra, fu appiedato, combattè valorosamente nclk trincee dell'altipiano carsico, guadagnandovi una mcd . d'a rgento , Guarito appena d i una grave ferita al viso, r iportata sulla quota 144, tornò alla fronte, e con i fanti della brigata Catanzaro si battè nella 10" battaglia dell'Isonzo, meritando una seconda mcd. d'argento e la promozione per merito di guerra a se rgente. Rimontalo quindi a cavallo, si trovò con gli squadroni d el " Genova » al combattimento di Pozzuolo d el Friuli, dove fu nuovamente ferito ed ottenne la promozione ad aiutante di battaglia, pure per merito di guerra. Nell'aprile del 19 18, passato negli arditi,


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sul Grappa, comandando appunto gli arditi del 252• regg. fanteria, compì ndla battaglia d i Vittorio Veneto, altre gesta eroiche che gli valsero la promozione a sottot. per merito d i guerra e la mcd. d'oro. Dopo la guerra fu legionario fiumano e deputato al Parlamento . La motivazione d i med. d'oro così r iassume la sua valorosa condotta : « Da soldato, da sergente, da aiutante di battaglia, fulgido, costante esempio, trascinatore di uomini; cinque volte ferito, due volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla lotta; sempre, appena possibile, seppe tornare, ed in essa fu sempre p rimo fra i primi , incurante d i sè e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio fece scudo del suo petto al proprio comandante, e due volte, benchè gravemente ferito, si sottrasse, attaccando, alla stret ta nemica. Con singolare ardimento u-ascinava il suo p lotone di -arditi :tl1'attacco d i forte munitissima posizione nemica; impossibilitalo ad avanzare perchè intatti i reticolati, fieramente rispondeva, con bombe a mano, alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare, sebbene ferito, sostava ripe• cutamente, per impedire eventuali contrattacchi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l 'ospe-

dennc, è stato oggetto di studi particolari in Francia, come combattimento d'incontro e di sorpresa.

Rossigno/ Grovamii Antonio. Gcncr~lc francese (17591802). Operaio orefice, allo scoppiare de lla rivoluzione francese ( ,789) fu uno dei promotori ·dell 'insurrezione dei sobborghi. Nel 1793 fu mandato come colonnello in Vandea e vi si fece notare per la sua crudeltà. Nominato generale in capo dell 'esercito de La Rochelle, non ebbe foctuna e dopo la caduta· di Robespierre perdette il comando. Arrestato quale complice nella co, pirazionc di Babcuf, potè evadere. Compreso nella lista dei proscritti nel 1799, fu deportato in Africa, dove morl. Rossignolo, Nome dato a · un pezzo d'artiglieria in uso nel sec . XV I, quando, per distinguer~ i diversi calibri

delle artiglierie si adottarono nomi di m imali. Tali nomi

dale in cui l 'avcvano ricoverato e

raggiungeva il suo reparto; trasportaro dai suoi, riusciva a prendere parte anche a lla g loriosa offensiva finale. Soldato veramente , piè, che di carne e nervi, dall'anima e dal corpo forgiati d i acciaio e <li ottima tempra » (Hermada, settembre 1916; Grappa, 24 ottobre 1918). Rossiglione. Reggimento di cavalleria dell'esercito delle Due Sicilie, creato nel 1738. Componevasi di gente quas, t utta spagnuola; ne ebbe il comando il colonnello Gabriele Carrascosa. Dopo il riordinamento del 1780, prese i l nome di reggimento R. uno dei regg. di cavalleria nazionali. Fece la guer ra de) 1798 e poi fu d isciolto .

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Tìntigry Cro'ì u; ~ N'2 la sit<.<;l,i:m 9i,,ér.,Je ; mid,·

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Rossigno!. Villaggio della Fran·cia nella foresta di NcufcMteau (clip: dei Vosgi). Il 22 agosto 19r4 la 3• divis. coloniale francese, in marcia attraverso alla foresta, con una colonna (unga 15 Km., appena passato il fiumicello Scmois, unò improvvisamente contro la 12" divis. tedesca e [u poco dopo presa1 al fianco e alle spalle dalle truppe tedesche dell'na divis. Queste ultime truppe d istrusseio con intenso fuoco d'artigiieria il ponte di Ilreuvanne, il solo esistente alle spalle della d ivis. francese; quindi mossero all'attacco ·sul fianco, e piè, a sud verso T intigny e Saint-Vìncenc. Qui era il 'f' regg. coloniale francese, che dopo un 'accanita resistenza ripiegò decimato. Il resto della divis. francese, rimasto tagliato fuori per la distruzione del ponte ~l i Ilreuvanne, rimase completamente disfatto. Questo combattimento, che fa parte della battaglia delle Ar-

Comuattimento di Rossigno! (19 14)

ccssarooo di esistere dopo che vennero ridotti i numerosissimi calibri allora in uso, conservandosene solo un piccolo nurnero.

Rossini (Antonio). Medaglia d'oro, n. a Perugia, caduto ad Adua (1857-1896). Ufficiale dei granatieri d i Sardegna in S. E. P., da capitano, nel 1895, partì per l' Eritrea, ove assunse i l comando della 3~ cp. <lei Vl bgl. indigeni. Nella giornata di Adua, combattendo da p rode contro forze soverchianti, cadde sul campo, dando ai suoi nscari ed al nemico un esempio insigne del valore degli ufficiali italiaoi. L'episodio è così riassu11to nella motivazione di medaglia d 'oro:


Ros

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,, Combattè con fermeua e valore alla testa della sua cnmpagnia. Allorchè g li ascari volsero in ritirata, tentò di arrestarl i, e poichè questi a forza volevano sottrarlo all'imminente pericolo, egli svincola ndosi da essi, con la pistola in pugno fece fronte al nemico irrompente, gridando: 1c Facciamo veclcrc come un uflicia lc i taliano sa resistere e morire! 11, e n1oriva infatti sul campo • (Adua, 1° marzo 18<f,).

flossi11i To111mmo. Gcncra fc medico, n. nel 1861. Sottor. medico nel 1887, (u in EriRossini Antonio trca nel 188\), l'anccipò :ili& guerra contro l 'Aust ria, si d istin,e i11 occasione dcll 'epidem ia colerica nella zona di guerra , meritò due mcd. d'argento dei benemeriti della salute pubblica e fu promosso colonnello nel 1917. In P. A, S. nel 1920, venne promosso brigad iere gcn. med ico nel 1922 e magg. generale nel 1923. 'sella ri,crva ebbe 1a promozione a ten. generale medico nel 1928. Rosso (Mo111c). Si suole co;ì denominare la quota 2163, fiancheggiante il monte Nero, dal quale lo d ivklc una sellena (q . 2052) che fu 1eatro, nella prima fase della nostra guerra, di aspri comb~nimem i. Dopo 1111 primo tentativo, effettuato il 27 giugno e fallito. un altro deciso auacco sferrato Ro,sini Tommaso dalle nost re t ruppe (appartenenti al IV corpo d 'armata) al monte Rosso ebbe luogo la notte dal 18 al 19 luglio. Il bgl. alpini Irma, impegnando una loua accanita e sanguinosa. riuscì ad aggrapparsi all'orlo settentrionale della posizione avversaria; e il g iorno 2 J , col concorso dei bgl. Val d 'Orco e Val Tocc, poteva piantare una bandiera sulla sommità del conteso monte. Successivi contrattac:hi nemici imnc<lirono di allargare la nostra occupnione . Il 14 agosto· {u ripresa l'azione, con l' i11tento di scacciare i <lifensori dal lem bo orientale <!ella POsizione e. per la cosw di Luznica aprirsi il passo verso ia ,·al Tominski, lungo la quale si' svolge• vano le comunicazioni austriache verso Tolmino. Incaricato ddl'anacco fu il 113° fanteria, ma, t11lli i suoi sfor1.i, due volte tentati, i l giorno 14 ai;o.sto ed il giorno 20, s 'infransero contro le fine e profonde fascie di reticolati a,•,·ersari. Durante l'offensiva autunnale del 1915 sull'altipiano Carsico, sulla fronte Plezzo-Tolmino non ebbe ro luogo che :izioni diversive cd impegnative, e <lupo di allora sul monte Rosso la situazione rimase pressochè stazionaria, fiuo al mauino del 24 ottobre 1917, in cui il nemico, facendo esplodere poderose mine su l detto monte e sul Mrz li, traboccava di lassi, nella valle dcli 'Isonzo. - (Per jJ Col de l Rosso, sull'altipi:1110 <l'Asiago. V. Ecl,cle).

Rosso (Agosrmo di Maestro). Ingegnere mii. senese (12/xJ1344). Costrul la Torr e del Mangia al palazzo comun,ue di Siena e varie torri a S. Gemignano. Eresse in Bologna

Ros

il primo fortino di Porta Galliera e fabbricò la fortezza d i Massa.

Rosso lgt1azio. Generale, m. a Chivasso nel 1i82. Col regg. fucilieri partecipò alle guerre per la Successione di Polonia e d'Austria. Colonnello comandante la cinà e provincia d 'I vrea nel 1774, nel 178r venne promosso brigadiere di fanteria e nominato governatore <li Chivasso. Rosso Renato. Generale, n. nel 1862, m. a Bologna nel 1925. Souot. dei bersaglieri nel 1881, partecipò alla cam• pagna 11dl 'Eritrea del 1895-9'.i e poi alle campagne libiche del 1913 e 1914. Colonnello nel 1915, comandò 1'8o0 fanteria, ma poco dopo ritornò in Libia o,•c assunse il CO• mando della zona orientale d i Misurata, e per il combat• tirncntu cli Zarrugh (maggio 1915) ebbe la croce d i cav. clel1'0. M. S. Magg. generale nel 1916, andò a combattere contro l'Austria; comandò la brigata Genova, distinguendosi a S. Marco d i Gorizia e nel 1917 la brig~ ta Arno. Lasciato il servizio attivo nel 1917, assunse nel 1923 il grado di generale di div is. nella riserva, divenendo anche console genera le della Milizia Volontaria per la Sicuren.a Nazionale. Rossottì (Alberto). Generale. n. a T orino nel 1863. Sottot. dei bersaglier i nel 1882, partecipò alla guerra Iraloturca . Ritornato poi in Libia. ebbe nel 1915 il comando di Azizia e partecipò all'azione d i Tarhuna rimanendo per 18 mesi prigiouicro degli arabi. Rimpatr iaw, coma11dò i l 12° bcrsai;lieri nel 19r7; pa,sato nella riscn·a col grado di colonnello. fu promosso generale di brigata nel 1930. Scrisse : ,, Vita "issuta ,, ; (e Fra i bcduinj : vita e riAes~ioni d i prigionia araba ». Rostagno (A111011io l'rat1cesco). Generale del scc. XVIII. Alfiere nel rq~g. d'Asti nel 1734, parte.:ipò alle guerre per la Successione di Polonia e d'Austria . Colonnello nel 1771, comandò il rcgg. provinciale d i Tori no. Brigadiere d i fanteria nel 1774 e magg . generale nel 178o. governatore in seconda della città d'Ivrea nel 1;83, fu promosso luogotcn. generale nel 1787.

Monte Rosso (3). li ~ è il Monte :\/ero, il 4 la quota 2077, il s la quota 20 12


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Rostagno Giaci1110. Generale, n . a Torino nel 1858. Sottot. d'art. nel 18i6, passò poco <lopo in fanteri~. F requentò la scuola d i guerra e passò nel corpo d .i S. M. Colonnello nel 1904, comandò il i3° fanteria e poi il 1° · grana tieri col quale si segnalò nel por.tare soccorso ai colpiti d al terremoto del 1908 e meritò la med. d'argento d i benemerenza . Magg. generale comandante la b rigata Reggio od 1910, passò poi a comand are la brigata Pistoia. Tcn . generale coman dante la d ivis. mii. d i Chieti nel 1915, fu collocato poco d o po i n congedo provvisorio. Ne l 1923 assunse, nella riserva, il grndo <li generale d i divisione e nel 1927 venne collocato a riposo. Ros1ag110 Gustttvo. Gen erale, n. a Torino nel 1862. Sottotcn. d i fanteria nel 1882, passò per q ualche tempo negli alpin i. Frequentò la scuola d i guerra. indi fu trasferito nel cor po d i S. M. e raggiunse il grado d i colonnello, al comando del 25° fanteria, nel 1910. Tornato nello S. M ., fu capo di S. M. d el VI C . d 'A. Magg. generale comandante la brigata Valtell ina nel 1915, passò poco d opo a comandare la brigata Firenze, distinguendosi in special modo a Zagora (1915). Nel 1916 ebbe per qualche mese il coman do d ella 32• d ivis. indi Rostagno Gustavo andò in P. /\ . Trattenuto

tecipò alle campagne d'Africa del 1839 e 1840. Nel 1841 ebbe i l comando della scuola di tiro d i Vinccnnes e nel 1844 della scuola politecn ica . I uogoten. generale nel 1847 fu ispettore gcn . <lella fanteria . Nel 1849 comandò la 2' divis. -· ~· del corpo d i sped izione d i Roma , della qua l città [u govnnatore dal 7 .agosto al r9 novembre. Comandò poi 1·3, divis. e neJ 1852 venne nominato senatore .

-·.-1

Rostopchin (conte Teodoro). Generale russo (1763-1826). Nel 1812 fu governatore di Mosca ·col grad o di luogoten . generale d i fanteria ed organizzò la d iRostopchin Teodoro fesa della città contro i Francesi. Nel 1814 lasciò il servizio e si stabilì a Parig i, d ove, dopo d i avere partecipato al congresso degli Alleati, rimase e si d edicò alla letteratura. Fu ind icato come il principale autore d ell'incendio della città nel 1812, ma egli negò ciò sem p re, anche con un apposito volume .

Rostro. Fin dalle più antiche marine da gueJ'I'a fu adoperato il R., in forma di trave sporgente a prora, armato

in serv izio sino al 1919, co~ mandò il presidio speciale d i Torino e poi la d ivisione mii. territoriale d i Pad ova ; nel 1918 venne p romosso ten . generale, e nel 1926 generale di C. d'A. passando nella riserva nel 192r.

Rostaing (Conte dr) . Generale francese ( 1716-1 793). Mare:c iallo d i campo nel 1780 e luogocen . generale nel li91, fu arrestato e condannato a morte dal tribunale rivoluzionario d i Parig i nel 1793. l nventò un sistema d 'art. da montagna e pubblicò delle tavole di caicolo per gli ufficiali d'artiglieria . Rostock. Città de lla Germania, nell 'ex granducato d i Meckkmburgo-Schwerin . Fu importante città della Hansa. Durante la g uerra tra Svezia e Danimarca. nel 1677, una squadra svedese di 18 vascell i, partitasi d a Gotten burg per raggiungere 1~ flotta, fu assalita p resso R . da una squadra danese d i I J vascdli . Gli Sve<lesi, credendo cli essere assaliti d a tutta la Aoua riunita danese e olandesc si d iedero alla fuga, ma . costr~tti a fer1

Antic~, bandiera marittima

di Rostock

marsi pcrchè sopraggjunta la bonaccia, sosrennero un viva-

Rostro a una sola punta

di punta d i rame o di ferro o di bronzo, per lo p iù a foggia di testa d i anima le. Dapprima fu posto jn alto, a livello <!ella coperta; poi fu abbassato a fiOJ' d'acqua, per

o

o o

.::e .;;an~wncggiamentc> con gli assa litori fino ~ notle molto inoltrata. ll mattino seguente i Danesi, avendo favorevole il vento, pion16arono sulle navi svedesi che nonostan te l'accanita resistenza dol'enero arrendersi.

Rostolan (Luigi de). Generale francese (1791-1862). Sot. toten . nel 1810, partecipò alle ca m pagne di Spagn~ e poi alla spedizione in A lger ia. Promosso maresc . d i campo par-

Rostro a due puntè (bidente)


Ros

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colpire nel vivo la nave oemica; dapprima molto sporgente, venne in .seguito accorr.iato. Fu ad una sola punta, o semplice, ad es. nelle navi ,etrusche; a due, o bidente; a tre, o triden te , e pare che questa fosse la forma pit, co-

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Rota Alfredo di Alessandro. Generale, n, a Napoli nel r876. Sottot. d ·art. nel 1894, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M . Partecipò alla guerra Italo-turca e nel 19r2 a Sidi Abdallah meritò la med, d i bronzo. Ebbe l'incarico di studiare e organizzare la preparazione e la mobilitazione del! 'esercito, pe! qual compito meritò la croce di cav. <lcll'O. M. S. ; nel 19r7, colonnello, fu capo di S. M. del XXVI C. <l'A. Sul basso Piave me• ritò la med, d'argento e nel 1918 venne promoss~ brigadiere generale per merito di guerra; passaro in P. A. S. nel 1921, fu promosso generale di di vis. in A. R. Q . nel r928.

Rostro a tre punte (tridente)

Rotabi le. La strada idonea al transito di carri ad uno o due assi, e di automezzi. Per lo pite con questa indicazione si vuol intendere una strada di secoo<la o terza categoria : cioè a fondo artificia le, ben mantenuta, con

mune, specialmente nella marina romana; infi ne ta lvolta con un numero di punte maggiore di tre , Molto varia fu la forma delle punte. Prese i l · nome d i Spetone (V.) dalle marine medioevali io poi. RJstmta i , Jetta la nave

compresa fra i 4 e gli 8 metri, e dove, insomma, i tr.affici animali e meccanici siano agevolmente possibili in 'un senso e nel senso contrario. La R. ha grande imponanza logistica in d ipendenza della sua capacità, àcl suo sviluppo e

n1unita di rostro.

dd suo orieDtarnento generale.

Rota (Giuseppe). Generale del genio navale, n. a Napoli nel 1860. Entrato in servizio nel 1883, raggiunse i l grado di magg. generale del genio navale nel r917, di generale viceispettorc nel 1923, di ten, gen~rale ispettore nel 1924, e passò in P. A. nel 1926. Fu d ;rettore del cantiere di Castellammare, J irettore delle costruzioni a La Spezia , membro della commissione internaziona le dei congressi d i navigazione, direttore generale delle costruzioni navali e meccaniche dal 1920 a l 1922, giudice effettivo presso il tribunale supremo d i guerra e marina d al 1923 al 1924, presidente de) comitato dei progetti del le navi dai 1924 a l 1925. Prese parte alla guerra Mondiale. Venne nominato senatore del regno.

Rotari. Capo longobardo del X secolo, m. nel 652. Divenuto duca Ji Brescia, 3ssunsc il trono longobardo nel 636 per matrimonio con la vedova ài Ariobaldo. Combattè contro i Greci e fece la conquista della Liguria,

Rota A!f,·edo di Giuseppe. Generale, n. a Mi lano, m , (, Mantova (1864- 1926). Sottot. dj fanteria nel 1885, fu in Eritrea nel 1887-1888, Al comando di un bgl. combattè nel 1915 contro l'Austria e nel novembre r imase gravemente ferito ad Oslav.ia: meritò la me<l, d'argento. l n P. R. nel 1916, venne promosso brigadiere gen. nel 1918.

Rotella. Arma d ifensiva (scudo) corr.ispòndente àll'an, tico clipeo. Era in legno, coperta <li pelle o cuoio cotto, o ferro, o bronzo, o acciaio, ecc. Era di forma circolare e

pendenze non superiori al

Rota Enore

Rotari

Rora Ettore, Ammiraglio, n. a Casale Monferrato, m . a Taranto (1872-1932). Nel 1925 fu aiucante di campo di S. M. il Re. Nel 1928, ammir. di divis ., ebbe il comando del!'Accademia navale; nel 1930 quello de.I d ip. mar. di Taranto. Quando morì, aveva da poco assunto il comando di una squadra navale, col grado d i amm ir. d i squadra.

12 •15

per cento, con carreggiata

Rotazione. L 'avvicendarsi dei reparti e del le unità nei compiti più gravosi. Buona norma disciplinare impone che quest'avvicendarsi sia tale da dist,ibu irc con giusta economia su ciascuno le maggiori fatiche ed i r iposi. In tempo di pace la R. riguarda più che altro l 'imp iego degli ufficiali e sottufficiali permanenti, e serve a dare qualche periodo di riposo a quelli che non sono neccss.Hi e che rimangono in soprannumero.

convcss~ verso l'esterno. Talvolta aveva una parte rilevata

nel centro, detta umbone, ordinariamente rappresentata da un mascherone scolpito, con fogliami o con altri ornament, cesellati. Nella parte interna concava vi erano l'imbracciatura e la maniglia, ambedue d i cuoio: oppure la prima formata dj due o lrc corregge cucite i nsieme, e la seconda di

Rotella tedesca del secolo XV

un tondino di ferro im bottito con stoppa e ricoperto <li pelle . Le R. furono chiamate «italiane " e " modenesi»; non si è potuto però stabil ire se le italiane avessero forma diversa dalle modenesi, oppure se con questa distinzione si volesse indicare semplicemente la provenienza di fabbricazione delle anni stesse, Fu anche detta « bracciaiuola ,,.


Ror

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Varl tipi di rotelle del secolo XVI

Rotei/Cl, Comuoe in prov. di Ascol i Piceno, sulla dr. del Tesino . Nel medio evo ebbe una cinta di solide mura, guarnite di torri e baluardi, d i cui ancora ogg, si scor-gono gli avanzi. Nel 1 382, il conte Corrado di Sante acquartierò i l suo esercito a R. di <love cominciò a fare scorrerie nei vicini territori e specialmente in quello di Fermo a cui impose gravose conn ibuzioni. Gli abitanti di R. interpostisi per la pace, ottennero dal conte una climi• nuzione delle contribuzioni. Da ciò derivò un trattato di allqnza tra Fermo e R., allora governata direttamente dagli abati di Farfa. In seguito R . si pose sotto la protez ione d i Ascoli Piceno fiochè passò in dominio del governo pontificio. Presso il paese e ra una forte rocca, detta la « Rocca d i Rovetino ,1, posseduta dall 'am ica famiglia Varano <li Camerino , che la in grandì e rafforzò nel sec. Xflf. Nel 1 2 4 2 la rocca fu presa dagli Ascolani. Rotellina da bracciale. Quella parte dell'armatura che serviva a d ifendere il braccio <lcstrn presso la spalla e l'ascella, che rima nevano sco--

Roth. Casa costruttrice di armi da fuoco. Costruì una pistola automatica (calibro mm. 8) applicando ad essa il sistema a canna fissa con sottrazione dì g as : la presa dei

quali non avviene però nella canna presso la bocca,· ma bensi nel fondello della cartuccia, utilizzando cosl la pressione dei gas fin dall'inizio della combustione. La pistola automatica R . ha la forma esterna pressochè uguale alle ordinarie pistole automatiche col serbatoio nell '.impugnatura . Il cilindro otturatore è girevole e scorrevole automaticamente, con appoggio ameriore. La parte essenziale che ne costituisce l'automaticità, è la cartuccia . Essa h a il fondello ,i i forma speciale : la capsula, molto r obusta, è situata in fondo ad un canale cilindrico piuttosto lungo, destinato a funzionare da corpo di tromba. e t ro_vasi a diretto contatto con l ' incud inetta, la quale è forata per il passaggio, sia della fiamma della sostanza deflagrante della capsula, sia per scrv.ire quale sfogatoio dei gas della ca• rica d i propulsione . La sicurezza ord inaria è applicata al castello, col sistema ad albero trasversa le cipo Browning-. Il meccanismo di ripetizione è del sistema Mauscr prontamente ricaricabilc

Rotellina da bracciale

pertc per difetto dello spallaccio destro, sp rovvisto di ala (mentre ne era provv isto il sinistro) affinchè il cavaliere potesse più facilmente m aneg• giare la spada. Talvolta mancava l 'ala a tutti e due gli spallacci, ed allora si r imed iava sostituendovi in ciascu no la rotellina.

1

capace d i

10

cartucce, con avviso d i

serbatoio vuoto . Il caricatore è a lastrina. Quando I ·arma è pronta per lo sparo, p.~emendo sul grilletto, parte il pr imo colpo : nel frattempo una parte dei gas della carica, sfuggend o dallo sfogatoio dell 'incudinetta, spinge violentemente la capsula i ndietro, facendola scorrere nel canale del fondello, sicchè la capsula trascina ind ietro anche il percussore: in tal modo tutto il sistema di scatto e chiusura è spinto indietro e il bossolo sparato viene estratto cd espulso. Alla sua volta la molla cl 'armamento, che (unziona anche da molla di ricupero, r imanda in avanti tutto i l

Rotei lino da pugno. Er~ così chiamata una rotella di piccole d imensioni che non si jmbracciava, ma veniva sola-

mente impugnata colla mano sin istra . Essa serv iva per le

Rotellino da pugno d el secolo XVI: a s inistra francese.: a destra tedesco con lanternino per il combattimento notturno

giostre e per i d uelli; ed a questo scopo era fornita d i gancio o di cerchi rilevati dal piano dcll 'arma, per potere afferrare la punta della spada avversaria e romperla.

sistema, che spinge un 'altra cartuccia nella camera e l'arma è d i nuovo pronta per lo sparo. Può eseguirsi il tiro intermittente ed il t iro continllo.

Rotli Filippo. Ge nerale dell 'esercito d elle d ue Sicilie nel secolo XIX. Comandò una <livis. dell'esercito del gcn. Ben-


J Ror

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tinck in Toscana e Liguria nel 1814; nel 1816 ebbe il comando di una delle sei divis. mii. territoriali d el r egno.

Rotf, von Limanowa-Lapa11.ow, Giuseppe. Generale austriaco (1859-1927). F requentò la scuola d i guerra e passò nello S. M. FÙ insegn ante alla Scuo la d egl i ufficiali d i Pozson y e q uindi capo de ll'ufficio Istruzione dello S . M. Pr omosso magg. generale nel 1910, venne nominato comandante della Scuola militare d i W iener-Neustadt; nel 191 2 fu promosso luogoten . feld ma rescia llo e poco prima dello scoppio della guerra Mondiale e bbe il comand o della 3a divis. d i fanteria. Si distinse in modo particolare alla battaglia d i L imanowa-Lapanow nella quale con la vittor ia r iportata arginò l'avanzata russa. P artecipò a lla battagl ia d i Gorlicc, e prese le formidabili posizioni russe di Tarnow ; quindi ebbe l 'i11carico d i copri re il fianco sr. dell 'arRoth G iuseppe mata ne ll'attacco d i Przemysl e d i Leopoli. Nel 19,6 gli fu affidata la d ifesa del Tre ntino, e particobrmenre del la zona delle Dolomiti. Così furono a i suoi ord ini le truppe che stavano contro gli Italiani a Monte Piano, a l Col d i Lana e sulla Marmolada. In ul timo aveva assunto il comando del XX C . d'A. nel le Giudicarie.

Rothe (Carlo Adolfo). Ammiraglio danese (1761-1tl34) . Si d istinse nella g uer ra contro gli Inglesi, specialmente in occasione del bombardamen to di Copenaghen (18ot). Nom inato ministro della marina, organizzò la flotta ed introdusse un nuovo sistema di segnali e d i fari. Rothenburg (Federico Rodolfo, conte di).

Generale prussiano (1710-1751 ) . Iniziò il servizio militare in Francia e vi d ivenoe colonnello nel 1734; con tale grado entrò nell'esercito prussiano . Magg. generale do po la campagna d 'Austria (1741), partecipò qualche anno dopo alla cam pagna in Boemia e nel 1745 fu promosso luogoten. genera le .

Rother-thurm (Torre rossa). Passo delle Alpi transilvane (352 m . d'altei.za), attraversato dal fiume A iuta. Gli Ungheresi v i respinsero due volte (1442 e 1493) i Turchi che ten tavano cli attraversarlo per penetrare ncll 'Ung heria. Rothkirsch (marche ·e Leonardo). Generale austr iaco e scrittore militare ( 1773- , 842). Sot tot. nel 1 793, si battè contro i Francesi sul Reno, nella Svizzera, nel Tirolo . Ferito ad J\spern, passò poi alla sez ione storica dello Statn Maggiore; fondò il giornale m ilitare austriaco tenendone lungamente la d irezione. Partecipò a11che alla campagna del 1815; raggiunse il grado d i feldmaresciallo e capo del lo S. M. nel 1831; ,nel 1840 ebbe il comsndo della piazza d i Gratz. Sue opel'e: ,, Int roduzione all'arte m ilitare superiore » ; << Aggiunte a! corso pratico. }) .

Rotondi (Giova11111). Generale, n. ad Ave llino nel r86_{ . Sottot. di fanteria nel r881, frequentò poi la scuola di g uerra. Colonnello nel 19r 1, ebbe il comando de l 40° fanteria e fu in Libia. Primo comandante del 129° fanteria, e nlrÒ con esso in guerra cootro l'Austria e com battendo sul Podgorn cd a Lucinico meritò la me~I. d'a,-gento . Magg. generale comandante Ja brigata llenevcoto nell'ottobre 1915, and ò in P . A . nel 1916. Nel 1923 assunse il grad e, d i generale d i d ivis. e nel 1932 venne trasferito nella riser va.

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Rotondo (Eugenio). Generale, n . e m. a Casale Monferrato (1840-1908). Sottot. di fanteria nel 1859, meritò ad Aspromonte (1862) la med. d'argento ed a Custoza (1866) la menzione onorevole. P assato nel corpo d i S . M . prese pane alla campag na del 1870. Colonnello nel 1884, comandò il 10 granat ieri ; magg. generale comandante la brigata Roma nel 1892, fu colloca to nella riserva nel 1895 e promosso ten . generale nel 1900. Rotta. Sinonimo di sconfitta, ma col significato d i dispersione dei vinti , non più in grado <li raccozzarsi e di

far fronte al nemico. In mare significa « quella via che fa il naviglio, rompe ndo nel suo corso l 'acqua del mare » (Gugliclmotti). Lo stesso significato ha per le aeromobili nell'aria.

Ufficiale di rotta, i n aeronautica, è colui che ha ottenuto apposito breverto che gli r iconosce attitudine a seguire, rintracciare, d irigere ]a rotta che tiene e deve te~ nere un aeromobile, servendosi a tale scopo dei mezzi delle cognizior1i scientifiche e. pratiche <lt navigazione . [..a sua presenza a bordo è obbligatoria per ogni aeromobile adibito a uasporti pubblici, il quale sia capace d i portare più d i dieci passeggeri e debba compiere voli senza scalo, sopra tena, fra due punti distanti cinquecento chilometri l 'uno dal1'altro, o voli nonurni, o voli sul mare fra due punti d istanti più d i <luecento chilometri l'uno d all'a ltro.

Rotterdam. Città del l'Olanda , sopra un ramo del delta del Reno-Mosa . E posta tutta sul mare cd è divisa i11 isole J a numerosi c:mali. .3i ignora l 'orig ine d i R . c he 1.iccvette i 1 nome di città nel 1270; 27 ann i <lopo fu presa dai Fiamminghi e nel 141 8 da Walrave, signore d i Brcdcrode. I Fra ncesi (divis. Bonnaud) se ne impadronirono il 22 genna io 1795, passando sul Biesbosch solidificato <lai gluaccio. Rottofreno, Com une in prov . d i Piacenza, sulla via Emilia, sul la dr. ciel torren te Loggia. Nel 1636 fu espugnato d agli Spagnuoli. 11 IO agosto 1746, durante la guerra di Successione d'Austria, fra Ponte Tidone e R. avvenne un combattimento tra ,i Ga llo-ispani condotti dal maresc. Maillebois e gli Austriaci agli ordini del gen . L iechtenstein. Questi risultarono vittoriosi; essi lasciarono sul terreno oltre 3000 morti tra i quali il gen . Biirnklau . Le perdite dei Gallo-ispani furono d i circa 4000 u om ini. Rottweil. Città della Germania, nel Wiirttenbcrg, sulla sr. del Neckar. Nel 1643, d uran te la guerra dei Trenta Anni, fu assediata d alle rruppe francesi condotte dal 111arcsc. d i Guébriant, il quale vi r imase mortalmente feri to . L'~ssed io fu con tinuato dal conte d i l<antzau , che, malg rado la resistenza degli assed iati, riuscì a prendere la fo rtezza il 20 novem bre del 1643, ma pochi g iorn i d opu essa venne ripresa dal duca Carlo di Lorena. Roubault (dc Gamacl,es, Gioacchino) . Maresciallo ,li Francia sotto Carlo VH e Luigi XJ, m . nel 1478. Partecipò con onore a var.ie guerre, distinguendosi specialrncnLe

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Fonnigny (1450). Fu i11viato nel 1456 in lng hillcrra a sostenervi la causa d i Margherita d'Angiò. Comandò l'eser-

cito inviato 11el Rossiglione e in Catalogna nel , 453; difese Parigi contro la Lega del Bene pubbl ico. Nel 1476, caduto in disgrazja, si rjtirò a vila privata.

Rouen (ant. Rotoma.gus). Città della Francia. capo!. del cl ip . della Senna I nferiore, ant ica capitale della Normandia . Distrutta nell'841 dai Normann i, nel 910 d ivenne la sede del loro -d uca Rollone, e da allora seguì le vicende della Normandia . Ca rlo VII ne espu lse gli Inglesi nel 1449.


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Occupata dai Calvinisti, la città venne poco dopo (!562) ripresa dal d uca di Guisa, che la lasciò saccheggiare ti.ii suoi soldati. En rico IV l'assediò nel r591, ma fu costretto a partirsene per l'arrivo del duca di Par ma. Nel 1593 la città riconobbe l'autorità del monarca francese .

.I . Assedio di Roaen (r418-r9). Appartkn( alla guerra dei C'..ento An ni. Enrico V d'Inghilter ra, dopo essersi reso padrone d i quasi tutta la Normandia, verso la fine d 'agosto del r 418 si diresse verso R. e pose l 'assedio alla città. Gli abitanti opposero una vigorosa difesa, e il re conver6 l'assedio in blocco. D opo quattro mesi d ' inucil i sforzi gli ;issedianti non avevano fatto alcun progresso. Allora il re fece piantare numerose forche e fece sapere agl i abitanti 'che avrebbe fatto impiccare lutti quelli che fossero caduti nelle sue mani . Frattanto si rese padrone d i tutti i passi del la Senna e chiuse R . da tutte le parti, togliendole ogn i comunicazione con l'esterno . l o breve vennero a mancare i viveri; dodicimila persone usci rono <lalla città cun1c bocche inutili, illudendosi ( li poter passare attraverso le linee in glesi, ma furono spietatamente respinte . La ca restia diveniva scn1prc più grave senza che g li abitanti accennassero m inimamente ad arrendersi, ancora pieni d i fiducia nelle reiterate promesse di soccorsi del d uca d i Borgogna. La fame uccise 30 .000 persone; nella d isperazione generale 10 .000 u. risolvettero d i fare una sortita, sotto la condotta d i Alano Blanchard , per forzare il nem ico nelle sue lince. Ma Guid o Lebouteiller, governatore della piazza,

Rou

tradendo gli interessi della sua patria, kce conoscere il pi ano degli abitanti ad Enrico , il quale, durante la notte, due ore ptima che costoro uscissero dalla città, mandò a segare le traverse che sostenevano il ponte •p er il quale doveva effettuarsi la sortita. Il ponte era assai lungo, e, quando fu carico di persone, si sfasciò con la morte d i moltissim i. Quelli che erano già· r iusciti à passare furono tagliati a pezzi, vendendo a caro prcao la loro vita. Dopo di ciò gli abitanti, il 13 gennaio 1419, si rassegnarono alla loro sorte, e ap rirono le pone agli Inglesi.

II. Assedio di Roue11 (1562). Appartiene alle guerre di religione. Gli Ugonotti essendosi impadroniti di R ., nel 1562, Antonio d i Borbone, re di Navarra, luogotenente generale del regno d i Francia, vi pose l'assedio spingendone le operazioni con g rande energ ia. [ lavori erano d i-

retti d al l' ingegnere militare Ba rtolomeo Campi di Pesaro,

il quale fece affondare nella Senna molti barconi carich i di sassi e di arena, assicurandoli con caten e in n1odo <la precludere il passaggio alle galee inglesi, che dovevano soccorrere la piazza. t\ lla vivacità degli attacchi gli assed iati opposero la più tenace resistenza. Il 20 ottobre, mentre visitava le trincee, il re d i Navarra venne colpito gravemente da un 'archibugiata alla spalla sin.istra, che fu causa de lla sua morte , avvenuta qualche tem po dopo. Finalmente gli assedianti riuscirono ad aprire una grossa bre_ccia nelle mura e la citt:Ì fu presa cl 'assalto e abbandonata al saccheggio.

L a fortezza d i Roucn nel secolo XVIII


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lll. Pace di Roue11 (21 luglio 1588). Fu conclusa fra Enrico III re d i Francia e i P arigini. Dopo la giornata delle barricate (12 maggio), organizzata dai Leghisti contro il re, per le sue simpatie verso gli Ugonotti, Enrico III si era ritirato a R. con la corte, dove ricevette le depu tazioni del parlamento e della municipalità di Parigi. Dopo lunghe trattative fu conclusa la pace e pubblicato I'k Editto di unione » che fissava le basi dell'accordo e dichiarava la guerra ad oltranza contro gli Ugonotti. IV. Assedio di Roucn (r591-92). Appartiene al le guerre di religione. Nel novembre del 1591 Enrico IV pose l'assecho a R., d ove il marchese di Villars aveva raccolto provvigioni e mezzi per la difesa. Nel febbraio del 1592 il duca d j Parma, A lessandro Farnese, raggiunse in Piccardia col suo esercito il duca di Mayenne per liberare R. con le loro forze riunite. Il re, lasciata la cura di continuare l'assedio al rnaresc. Biron, corse incontro al nem ico con 7000 cavalieri, ma, battuto ad /\umale e rimasto ierito, non potè impedire al duca di Parma di far levare l'assedio (2 r aprile) e d i prendere Candcbec.

Rouget de Lisle (Giuseppe). Uflìcialc del genio francc,c ( 176o-1836). In ;ma notte impro\'visò a Scra,burgo parole e musica dcll"inno per l'esercito

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del Rc110, inno che fu poi chiamato « la Marsigliese » e diRouget de Liste venne per iniziativa del mJoi,tro della guerra Scrvan (1792) l'inno nazionale della Francia.

Rough R lders (lettera Imenee: cauallerizzi, scozzoni). Nome dato ai soldati ,·olontari ru un regg. di cavalleria formato di ricchi signori americani, facenti parte dell'esercito degli Stati Uniti jnviato a Cuba nel 1898 contro gl i Spagnuoli. Roulière. Villaggio ,!ella Francia, nella Bretagna, presso Nantes. Duran te la guerra nella Vandea, le truppe repubblicane vi avev:1110 coscituito un campo trincerato che jl gen. vandeano Chareue andò ad assalire il 5 scnembrc 179+ L'attacco riuscì cosl impetuoso e jmprovviso che i soldati repubblicani no n fecero in tempo a prendere le arm i riu,ùte in fasci davanti alle loro tende, ed il campo fu in breve in preda al saccheggio. Una colonna di Repubblicani, giunca da Montaigne, stava per far perdere ai Vandean i i vantaggi riportati, quando Charette, a rrivando col grosso del le sue truppe, prese fra due fuochj i Repubblicani, i quali, per non essere avviluppati dalla cav.alleria realista, ruppero le loro righe e ,i diedero alla fuga, inseguiti con le armi alle reni fino alJe porte di Nantcs. Charcttc, dopo aver dato a lle fiamme il campo, ritornò a Bellcvi lle, dove congedò i suoi soldati carichi di bottino. Roussel (de Courcy, Filippo) . Generale francese, n. nel 1827. Prese porte alla g uerra di C rimea, a quella del 1859 in Italia, a quella del Messico, divenendo çolonncllo nel 1866. Nel 1870 comandò 11 90° fanteria e durante la guerra Franco-germanica divenne gcn . di brigata, rimanendo prigion iero a Metz. Geo. d i d ivis. nel 1878, d ivenne infine comandante del 100 corpa d'armata.

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Rousset. J\rmaiuolo piemontese del secolo XVIH. Lavorò a Torino fabbricando armi portatili da fuoco e fu fornitore del principe Carlo Emanuele. Rousset Leonzio. Ufficiale francese e scrittore militare, n. nel 1850. Partecipò alla guerra del 1870-,n e rimase prigioniero a Metz. Insegnò, da maggiore, tattica alla Scuola d i guerra. Essendo stato punito per manifestazioni nazionaliste, si ritirò nel 1900 dal servizio e fu eletto depurnto due anni dopo. Pubblicò una « Storia della guerra Franco-germanica » premiata dall'Accademia di Francia.

Roussin (Albino). Ammiraglio francese (1781-1854). Mozzo a 12 anni, !li battè in tutte le guerre dcli 'epoca napoleonica. Poi compl navigazioni. scientifiche che lo fe.:cro ammettere al!' Accademia di Parigi. Nel 1831 comandò la squadra che forzò il Tago per ottenere riparnione a<l Roussin Albino insulti fo11i al residente francese a Lisbona. Dal 1832 al 1839 fu ambasciatore a Costantinopoli ministro della marina. Routiers (in qualche testo itafono dell'epoca Rottien). :--lome dato ai soldati delle Compagnie di vcnrura o a quelli dei signori feudali in Francia. Rouvray-Saint-Denis. Comune <lell.1 Francia, nel dip. d i Eure-et-Loir.

Comba11ime11to di Ro11vray (14l!)), Appartiene alla guerra dei Cento Anni. Il <luca di .lk:dford aveva spedito agl i Inglesi che assediavano Orléans, e difettavano d i viver•i, un convoglio di 500 carri carichi di vi,·eri, con la scorta di Iìoo arcieri a piedi sono il comando di sir Giovanni Faistaff. 11 conte di Clermont e il conte Dunois mossero a<I intercenare il convoglio con 3500 li., e il Falstaff prese posizione presso R. dove, disposti in semicerchio i suoi carri beo serrati gli uni agli altri, guarniti di arcieri e di palizzate, asperrò l 'urto del nemico . L ' avanguardia francese, eone.fotta dal Dunois, aveva condotto scco n1olte colubrine, con le quali fu aperto il fuoco efficacemente. Gli Inglesi stavano per essere sopraffatti, quando gli Scozzesi al servizio di Francia, impazienti di dare l'assalto, si lanciarono ardirnmentc avanti ostacolando · 1•azio11c delle artiglierie. Gli arc ieri inglesi mossero al contrat1acco, respinsero gli Scozzesi e li costrin<ero a ritirarsi fino ai pezzi che misero in disordine. Allora Fal,taff comandò ai suoi di fare una sortita fuori della palizzata; gli Scozzc~i furono sterminati insieme alla cavalleria francese che tentò d i soste• nerli; furono presi alcuni pezzi e gli altri rovesciati a terra. Il conte Dunois rimase gravemente ferito nel combattimento. Quando il conte di Clermont giunse col grosso, ormai la disfatta francese era irreparabile, cd egli, senza colpo ferire, si ritirò su Orléans. - La battaglia di R. è conosciuta sono il nome di • Giornata delle Aringhe » perchè il convoglio condotto dal Falstaff consisteva principalmente jn barili di questo pesce di cui rimase coperto il campo, essendo state le botti fracassate dalle artiglierie francesi.

Rovato. Comune in prov . <li Brescia, a sud del lago d'Iseo. È luogo antico, e durante il periodo dei Comuni fu castello ben munito dei llresciani, i quali più d'una volta


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vi sostennero l'uno dei r iva li Bergamaschi e Cremonesi. Nel 1265, contro le truppe d i Carlo d 'Angiò, scendenti alla conquista del regno di Nar,oli , scoppiò in R . una rivolta popolare . Taglieggiate in ogni modo <!alle masnade di Carlo d 'Angiò, composte in g ran pal"le di avventurieri, le popolazioni di R. e <lei paesi circon vicini ; nsorsero improvvisamente, e quanti Angioini ebbero nelle mani, tanti ne uccisero, costringendo poi j capi dell'esercito a sgombrare al più presto dal terri torio. Questa rivolta fu detra da alcuni storici « Vespro d i Rovato » . N::I 1336 R. fu preso e incendiato dalle gen ti d i Azzo Visconti, e nel 1404 dai Ghibellinj. Nel 1426, essendo passar~ sotto i l dominio della repubblica di Venezia, resistet te un mese alle armi d i F ilip po Maria Visconti , condotte da Niccolò P iccinina. Nel 1453 esso cadde in potere di Francesco Sforza dopo una energica resistenza. Nel 1509 Lorenzo Gigli sollevò gli abitanti d i R contro i Francesi che vi tenevano presidio in forza della Lega di' Cambrai, ma, non essendo stato secondato, il Gigli fu preso e decapitato. Il castello <li R. venne fatto smantellare dai Francesi od 1796.

Rovelli (/liberto) . Ge11eralc, n. e m. a Torino (18691927).. Sottot. di fanteria nel 1887, frequentò poi la scuola di guerra. In guerra contro l'Austria <: colonnel lo nel 1916, comandò i l r27° fallter ia : a Zagorn meritò la medagl ia d i bronzo e sul Cucco quella d'argento. Assu nto nel 1917 il comando della brigata Firenze, ebbe due altre medaglie

Rovelli Alberto

d'argento :

una

::.ul

monte Kobik k e l'altra sul Piave. Brigadiere generale nel 1918, dopo la g uerra comandò la brigata Ravenna e nel r926 passò 111 aspettativa per ri,luz ione quadri.

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nel corpo d i S. M. Partecipò alla guerra contro l'Austria : colonnello nel 1917, fu capo d i S. M. d i d ivis. e d i C. <l'A. e nel 19 r8 comandò il 23° artiglieria. Nel 1919 fu capo di S. M. della' d ivis . d i Alessandria e poi d i Torino. Generale di brigata nel 1926, comandò l'art. del C. d 'A. d i Milano . Nel 1930 fu p romosso generale di d ivis. comandan te della d ivis. mii. di Bolzano e nel 1933 presidente del Comitato di protezione antiaerea. Rovere Giulio. Generale, n . a Torino nel 1878. Sottot, di fanteria nel 1900, frequentò poi la scuola d i guerra e passò nel corpo d i S. M. Partecipò alla guerra 1915-i918 e in Val bella e al Col del Rosso meritò la croce d i cav . dell'O. M. S. Colonnello nel 1926, comandò il 620 fanteria . Tornato •poi nel corpo di S. M. , fu capo di S. M. della divis . m ii. di Bari. Nel 1933 fu promosso generale di brigata e nom inato ispettore d i mobilitazione della <livis. di .Padova.

Roverella, Famiglia ferrarese, della quale si distinsero nelle armi : Ippolito, che servì nel sec. XVI il papa Paolo IV; Vale,·io, che fu capituno dei corazzieri pontifici nel 1646; Aurelio , che partecipò nel 18r6 alla difesa d i Gra, d isca servendo i Veneziani, pei quali fu poi governatore a Peschiera , a Crema, a Ilergamo, a Zara (1643), e morl a Candi,1 nel 1648; Romolo, che fo pure al servizio dei Veneziani e vi divenne colon nello; Giovanni (!i55•1826) che fu colonnello e comandante della città e presidio pontificio d i Ferrara 11el 1815. Rovereto. Città della valle l:agarina, in prov. d i Trento, sull'Adige. Sorse nel XIÌ secolo ud luogo di antico villaggio preromano. Fu presa dalle truppe della repubblica di Venezia nel 1416 e tenuto fi no al 1509, quando passò all'Austria. Vi fu costruito nel secolo XIII un ottimo castello, ancora ben c0nservato, nel quale ha sede il Museo (V.)

Rove,:bella. Comune in prov . <li Mantova. È luogo antico cd è spesso ricordato oellc cronache mantovane del periodo comunale per varie vicentle guerresche. Nel 1796, durante l'assed io di Mantova, av venne in R. ·u n combattimento tra gli Austriaci d i Wurmscr ed i F rancesi d i Saussier. Nel 1814 presso R. si combattè la battaglia detta pii, comunemen te del Mincio (V.). Nella campagna del 1848, vi tenne quartier generale i l re Car lo Alberto, ed il 4 luglio quivi a lui si presentò G iuseppe Ga ribaldi, reduce dall'America, per offrirgli l'aiuto dei Volontari che in suo nome si stavano raccogl iendo . Am1istizio di Roverbella (5 g iugno 1796). Fu stipulato tra il gen. Buonaparte ed il princi,pe d i J3elmonte, ministro del re d i Napoli. In forza di esso venne stabilito che la d ivis. n apoletana d i 2000 cavall i si r itirasse verso Brescia in mezzo all'esercito francese, sino alla definitiva stipulazione della pace, che venne poi firmata a Parigi il giorno 8 ottobre d ello stesso anno .

Rovere (Carlo). Generale, n. a Vicoforte, m. a Torina (1832-1900). Sottot. d i fanteria 11el 1848, passò poco d opo nei bersaglieri e combattè nel 1849 e nel 1859. Colonnello nel 1883, comandò il 14° fanteria e poi i distretti mii. d i Pistoia e d i Torino. Nel 1892 venne promosso magg. generale nella r iserva. · Rovere Edoa,·do. Generale, IL a Tori no nel 18i4· Sottot. d 'art. nel · 1893, frequentò poi la scuola di guerra e passò

Il castello di Rovereto

storico jtaliano di guerra. I Veneziani lo rafforzarono e ingrandirono quando lo possedette ro. Furono da taluno chiamati di R . i combattimenti del 1487 e del 1796 che si chiamano più propriamente di Callia110 (V.). La città è fregi'ata della croce al merito di guerra (R. Decreto 28 marzo 1920) per la guerra 1915-18.


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Rovereto nel secolo XVI Il

I. Assedio di Rovereto (1487). Fu posto nel maggio dalle truppe dell'arciduca Sigismondo d 'Austria (3000 u.) in lotta contro i Veneziani. Questi ultimi vi avevano una p iccola guarnigione comandata dal podestà Niccolò Friuli, che dopo 37 giorni di resistenza fu costretto alla resa. - Nel luglio i Veneziani avanzarono sotto Roberto Sanseverino e Giulio Varano per riprendere R. li comandante deJle truppe arciducali, Guglielmo d'Ama sia, , diede fuoco al castello pri ma di abbandonarlo. II. Combattimento di Rovereto. Appartiene alla campagna francese del 1796 in Italia, condotta dal Buonaparte contro gl i Austriaci comandati dal Wurmser. li generale \Vukassowic, ripiegatosi a R ., vi fu attaccato il 4 settembre dalla brigata Vietar che irrompeva d irettamente nel] 'abitato. Mentre egli riprendeva il movimento di ritirata, il gen. Rampon avanzava sulla sua dr. fra l 'Adige e la grande strada, minacciandone il fianco; ma \ Vukassowic seppe tener testa all 'avversario, profittando d i ogni appiglio, e<l effettuare i l congiungimento col corpo principale del Davidovic, riunito attorno a Calliano, dopo tre giorni di combattimemi continui durante i quali aveva perduto non più di 1000 uomini e soltanto 3 cannoni. L'episodio fu seguìto subito dal combattimento di Calliano e poi <lalla presa di Trento, avvenuta i l 5 settembre.

Roverizio (Stefano). Genera le del scc. XVIII . Coma ndante della città e provincia di Tortona nel 1769, ven ne in tale car ica promosso colonnello due anni d opo e poi nominato governatore di Alghero . Brigadiere di {anteria nel 1774, divenne governatore del forte di Dcmontc ne] 1777 e nel 1779 fu giubilato. Rovero (Isidoro) . Generale, n. a Mongardino nel 1874. Sottot. d i fanteria nel 1894, passò poi negli alpini e partecipò alla guerra contro l'Austria. In essa fu due volte ferito; comandò i bgl. alpini Val Dora e V~I Baltea ed il

Rovero Isidoro

7" gruppo alpini. All'attacco e presa di Cima Presena e Zigolon (1918) meritò la croce d i cav. dell'O. M. S. Dopo la guerra comandò la scuola aìlievi ufficiali e sottufficia li di Torino e nel 1927 passò a comandare il distretto miL di Como. Promosso generale d i brigata nel 1932, ebbe il comando della 18a brigata fanteria. Roversano. Frazione del comune di Ceseoa, in prov. di Forlì. Nel medio evo aveva un castello assai forte. Nel settembre del 1275 fu am.xliato d a Guido di Mo,ntefeltro, dopo la vittoria da lui riportata nel Faentino sui Bolognesi. Nell'agosto del 1324, Cecco Ordclaffi di Forlì, in seguito alle gravi cootesc sorte tra la sua famiglia ed i Malatesta di Cesena, assalì questa città, e, respin'to, rivolse le sue ostilità contro la rocca di R. che riuscì a prendere, abbandonandola dopo d i aveda quasi dìstrutta. Il castello fu poi restaurato dai Mala testa d i Cesena e nel 1392 fu ceduto col consenso della popolazione agli Ordelaffi. Roversi (Masaniello). Generale, n. a Mirandola nel 1862. Sottot. dei bersagl ieri nel 1882, frequentò la scuola <li guerra e da maggiore insegnò alla scuola centrale d i tiro della fanteria. In Libia dal 1913, d ivenne colonnello del 7° bersaglieri; tenne nel r915 il comando della zona meridionale del Gebel e del presidio del Garian. Magg. generale nell'ottobre 19r5 ebbe ne Ila guerra contro l 'Austria il comando della brigata Verona, e dopo essersi d istinto sul S. Michele ( 1915) si segnalò alla difesa del Pasubio (1916) e fu dcRovcrsi Masaniello carato della ero.cc d'uff. <lcl1'O. M. S. I n P. A. nel 1917, assunse nel 1923 il grado <li generale d i d ivis. e oel 1931 passò nella nserva. Rove1·s i Ricàotti. Generale, n. nel 1862. Sottot. di cavalleria riel 1885, fu in Eritrea dal 1890 al 1896 e ad


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La citt.'1 di Rovigno dJJstria vista da un idro volante

Agorda t (1893) meritò !a mc<!. d i bro n7.o. In P . A . nel 19 r2 col grado di maggiore, fu richiarnato i n servizio dal 19 q al r919. Fu delegato al consig lio di leva a Pallanza e Varallo ( 1914); presidente della commissione r c9uisizio ne quadruped i di Novara (1915) e poi, per q uattro ann i, alla Scuola di cavaller ia di Pinerolo . N el 1917 ve:111e promosso colonne llo e nel 1928 generale d i brigata nella r iserva.

Rovescio. In fonificazio11e intendesi con tale voce la part:e interna di un'opera, d i u□a trincea, op posta a 9uelb .che è rivolta verso l'esterno o che è c~posta al nemico .

Ne der ivano i rnodi di dire « battere di rovescio >>, care colla zappa al rovescio <li u n'opera », vescio n, ecc.

«

(( sboc~

t iro d i ro-

Rovida (Francesco E,irico) . Generale. n. a Milano, m . a Viterbo ( 1846-1929). Sottot. d~i bersagl i.c ri nel 1867, frequcmò poi la scuola di guerr,,. fu in Eritrea nel 1885 e ne l r 889 insegnò geografia apa Scuola m ii. di Modena. Colouncllo nel 1901, comandò l 'l,o bersaglieri e nel 1904 fo collocato in P . A. Trasferito nella r iserva, fu promosso

rnagg. generak nel 19r3. Richiamato in servizio nell'auWllllo 19 14 fu nominato vice presidente del comitato centrale del corpo dei volontari ciclisti ed automobi listi. R icollocato in congedo nel 19r7, venne promosso ten. generale.

Rovighi (Cesare). Ufficiale e scrittore militare. n. e m . a lvlodena (1 820-1889). Fu uno dei sollecitatori Jj riforme presso F rancesco V. Nel r848 fu segretario del governo provvisorio modenese e nel 1849 entrò nell'esercito piemon -

ii

Lezioni d 'arte e sLori a n1i litare >>; (( Studio sull 'ordina-

mento del la n1iiizia nazionale >} . Rovigno d ' Istr ia (ant. Arnpium11) . Comune ù, prov. di Po la, sulla costa occidentale della penisola jsrriana. Anticamente sorgeva sopra uu'isola nella quale si erano ritirati g li Ist riani dell 'in terno al tempo delle scorrerie barbar iche. A prem un irsi da lle pirater ie dei Saraceni e <lei Narentani, gli abi tami cinsero i l loro paese d i m ura merlate, e nella parte avanzata verso il mare costruirono un castello)

di cu i oggi non rimangono più traccie. Fino a l sec. XVll gli abitanti stettero agglomerati su ll'isolotto; poi inizia;ono l'espansione sulla p unta di terraferma che, d ivisa da uno stretto e profondo braccio d i mare, le stava d i fronte. Un ponte levatoio prima, poi stabile, unì. per molto tempo le due p ani della città , finchè nel r763 i l canale fu interrato e le due parti di R. si unirono in un solo corpo . La città ha due porti, e q uello d i Valdibora è raccordato con tu1 tronco al la ferrovia istriana . Il 4 novembre r918 N... fu occupaca dal cacciatorpedini<.;rc « Ardito >,, comandato d al capitano di corvetta Guido Del Greco, che vi s barcò una compag nia de l 225° fanteria. V i { u costituito

un comando m ilitare ma rittimo alla d ipendenz.a d iretta del comando d i Parcnzo, dì cui assunse le {un7.ion i il comandante medesimo del! '" Ardito ,,.

Rovigno. Nave posamine (cx austro-ungarica), varata dal Cantiere Danubius .nel 1917, lunga m. 29,45 , larga 111 . 6,53; d islocamento tonn . 128; apparato m otore 28~ HP. ; velocità miglia 11. I,ersonale <.l'~lnname nro : 27 uo mini <li equ ipagg io .

tese come sottot . di fanteria.

Combattendo nel 1859, meritò la 1ncd. d'arge nto. Segretario pa rticolare del gen . Ciald ini d urante la d ittatura d i N apoli e nella campagna dd 1866!

Insegnò

arte

e

storia

mii. al la Scuola m ii. d i Modena. Passato poi nel personale dei distretti m ii. , andò nel la risen•a col grado d i tcn. colo nnello nel 1880. Fra le molte sue pubblicazioni: « Storia del la 3" divisione dell'cRovighi°Cesare sercico sardo nella campagna del 1859 »; « Biografia del <luca di Genova»; « Biografia del gen. Ciald ini •>; « Biografia dc Alfonso Lamarmora »; « Storia dell'ar te militare >J ;

Rovigo. Capoluogo d i p rovincia , fra la dr. dcll'A<lrgc e la sr. dd Po, a cavaliere d cll 'Adigetto, sulla strada Ferrara-Padova. P. sede clel 63° Dist retto m ii. Del suo antico castello 1 che esisteva già n el sec , X, rimango no due sole- wni, pendenti , una delle qua li mozza . Dopo la signoria degli Estensi, il 9 ottobre 1482 la cittil passò al dominio veneziano, al la condizio ne d i restaurare o d l cri-

~cre le mur a a sue spese. Da allora seguì le sorti eh Venezia. Ancora nel sec. XVIII esisteva la cinta delle mu ra con cinque porte. L a demolizione avvenne nella prima meStemma di Rovigo tà del sec. XIX; ne restano tuttavia a lct111i avanz i. I vescovi d i Adria (urono i primi signori del castel lo d i R., ben adatto a d ifesa , essendo circondato


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da tutte le pani <la palu<li, con unico accesso da una diga. A poco a poco attorno al castello, rafforzato successivamente con torri, mura e fossati, venne formapdosi la ci ttà. Durante la guerra del 1809, 2000 contadini invasero R.; il prete Benedetto Comacina li affrootò inerme e li trattenne, mentre i cittadini si preparavano a difesa. Avven nero n1assacri e incendi, ma la vit•

nìarzo del 1848, le due compagnie cacciatori, reclutate neJ L ombardo-Veneto, che presidiavano R. , non obbedirono agli ordini del feldmaresciallo c1·• Aspre, che voleva concentrare le sue truppe a Vicenza, e si d ispersero, men tre la cittil aderiva a Venezia e po i a l Piemonte; ma nel giugno <lelio stesso ~nno gli rientravano

in

Royal Corse. Reggimento <li fanteria francese, creato nel 1739. Il rango dei "ù10i ufficiali era sotto la denominazione d i " fanteria italiano-corsa » . Prese parte alle campagne della f rancia fino al r 762, quando venoc incorporato nel Roya l Ita lìen . Royal !tahc11 . Reggimento di fa nteria francese, reclutato in gran parre in Piemonte nel 1671 dal colo nnello Magalotti. Era della forza <li 4-000 u . Ebbe per successivi co• mandanti fino al 1740 il conte Albergotti, il nrnrchesc Albergotti, il principe d i Carignano (Vittorio Amedeo di Savoia), il marchese Monti. Si battè i n Italia nel 1748, a Minorca nel 1756, in Corsica dal 1764 al 1770. Venne scio lto nel 1788, e i suoi componenti an<larono a for mare 1 Cacciatori reali di Provenza e i Cacciatori del Delfinato_

R.

Dopo il 1859, l'Austria fortificava R. con quattro forti a

torri

massirniliane

e

con

q uattro lunette attorno alla città, che (u anche cinta d i opere i n terra. Nel 1866 gli Austriaci abbandonavano per sempre R., dopo di averne

Festa <lei reggimenti: per entrambi il 14 agosto (anniversario del com battimento alla Vertoibizza, 14 agosto r916) ; colore delle mostrine : metà verde e metà gialle nel senso orizzontale. La brigata ebbe i seguenti comandanti: colonnello F isauli (1916); col. brigadiere Pagliarini (r916); magg. generale Paquale (1916-17); col. brigadiere. Bcssone (1917) ; col. brigadiere Franclii (19r7). Le sue perdite ammontarono a ufficiali morti 4 r, feriti 148, d ispersi 109; u. di truppa m. 839, f. 4689, dispersi 4212.

Rovinata. Sinonimo di Abbattuta (V.) .

toria rimase ai cittadini. Nel

Austriaci

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T orre del Castello d i Rovigo

desolale le campag ne cd i l gen . Cialdini I" n luglio vi entrava stabilend ovi il suo quartier generale.

Rovigo. Brigata d i fanteria d i linea costituita nel maggiò 1916 per la durata della g uerra Italo-austriaca (1915• 1918) dal deposito del 57° e de ll 'So<> fanteria, coi rcgg. 227" e 228°. Operò inizialmente sull'altopiano dei Sette Comuni per la nostra controffensiva del giugno 1916, puntand o contro M . Zingarella e M. Colombara, ma la reazione nemica 110n Ie co nsen tì tangibili risu ltati. D estinata sul la fronte carsica, fo schierata nel! 'agosto fra la Vertojba, S . Pietro e !e pendici occidentali del M. San Marco, <love riuscì ad occupare la quota 95. Combattè poi sulle alture sud-est de l Sober, occupando f.e quo te 98 est e 123 nord e fu nel settore d i Raccogliano. Nell 'agosto del 1917 par• teci pò alle azioni contro il Dentino del Fait i ed i l « Tamburo». Durante l'offensiva aust ro-tedesca dell 'autunno 1917

Medaglia del 227° reggimento fanter ia

la br igata resistette sulla fronte M. Joànaz-M. K raguenza e poi ripiegò combattendo fino al Piave. Fu disciolta il 15 uoven1bre successivo .

Royal Piémout. Reggimento d i cavalleria leggera francese, reclutato in Piemoote nel 1670. Ebbe comandanti francesi. Combattè con valore dal 1672 in poi in Olanclct e in Germania; dopo il 1690 rimase composto d i elementi francesi, pur conservanrJo i l suo nome .

Royan. Comune della Francia, nel d ip . della Charente Inferiore , sull'Atlantico, alla foce della Gironda. A ssedio dì Royan (1622) . Appartiene alle guerre d i religione sotto Luigi X III. Prima d i porre il blocco a La Rochelle, il 4 maggio 1622 Luigi XIIJ fece in vestire R. dove, per consiglio dell'ingcguere ital i3no Pompeo Targone, vennero formate due colonne d i attacco: quella d i d r. appoggiata al mare e composta delle guardie, al comando del maresc. Du Plessis, e quella d i sr . affidata al regg. d i Piccardia. Sedici vascelli dc La Rochelle aprirono subito il fuoco contro le tr incee, senza però impedire i lavor i di a pproccio. Una mina scoppiata in mezzo al regg. di Piccardia vi produsse perdite gravi . Un 'altra g ià pronta, ven ne sventata per averne un pioniere tagliata occasionalmemc la miccia con un colpo d i zappa e dall'ord igno furono est ratte 600 libbre <li polvere. S11 perato il fossato, la città si arrese I' J I n1aggio.

Roye. Comune della F rancia, nel ~lip . della Som me . Fu atracc:Ho d a: principe di Condé, con truppe spagnuole, preso dopo tre giorni d i stren ua difesa, dato al sacco e al fuoco per pu11irlo di avere opposto resistenza. - Combat-timenti di Roye sono detti alcune particolari azioni della prima battaglia d i Piccardia della guerra Mondiale. Nell'eseguire il loro tentativo d'aggi rare l 'ala dr. tede~ca (motivo d i base ()ella <letta battaglia) i F raocesì avviarono 1[ loro corpo d 'armata d'estrema sr. (il IV, a pparte nente alla 2 a armata, del gen. d i Castelnau) su R., appunto col cm~pito di effettuare lo sperato aggiramento. Detto corpo andò ad urtare contro la 6a annata germanica d'ala in territorio d i R ., dove, d al 20 al 30 settembre r914, si svolse un 'aspra lotta, terminata coli 'impossibilità pei Francesi d'aggirare la d r. tedesca e coll 'analoga impossi bilit à per questi ultimi


Il

r

Roz

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Rus

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nei riguard i della sr. francese. La zona <l i R. fu riconquistata alla Francia colla 3a bauaglia <li P iccardia.

ge nerale intendente gen. di guerra nel 183i, andò in pensione nel 1832 e nel 1838 venne promosso ten. generale.

Rozat (Bartolomeo). Capitano, n. a Ginevra, m. a Roma. Nel r848 si arruolò nel Trentino con Luciano Manara, e divenne capitano nel bgl. dei bersaglieri lombardi; cadde combattendo nella difesa d i Roma del r849 .

Rubeo (Teofilo Luigi). Generale, n . e 111. a Torino (1837-1913). Sottot. di cavalleria nel 1856, partecipò aJlc campagne del r859 , 1860-6! e 1866. Alla presa di Perugia meritò la med . d'argento ed altra d'argento ebbe a Mola di Gaeta . Nel 1861, per i combattimenti di Banco, ebbe la menzione onorevole. Colonnello nel 1881, comandò i la ocieri Viuorio Emanuele II. Nel 1889 ebbe la promozione a magg. generale comandante la 3a brigata di cavalleria. Collocato nella riserva nel 1893, venne promosso tcn . generale nel 1898.

Rozée (D' lnf,·éville). Generale francese dell'epoca nostra. Partecipò alla guerra Mondiale sul fronte italiano, dal dicembre 1917 al febbraio r9r8, e si battè sulla dr. del Piave nel settore <le! monte Tomba, monte che fu conquistato dalle sue truppe il 30 dicembre 1')17. Rozicki (Sarr1uele). Genera le polacco, n. nel 1784. Entrato con le legioni polacche a far parte dell'esercito francese, comb,nrè ndle campagne dal 1808 in poi, distinguendosi nella campagna di Russia e a Lipsia.

Rubiano (Gioacchino). Generale, n. nel 1845. Sottot. di fanteria nel 1864, partecipò alla campagna del 1866 e venne decorato della meazione onorevole. Frequentò poi la scuo la di guerra e i,assò negli alpini. Nel 1898 fu promosso colonnello e collocato nella riserva. Ebbe la promozione a lllagg. generale nel r9ro cJ a ten. generale nel 1915.

A lla restaurazione si ritirò a

Rubicone. Piccolo fiume in prov. di Forlì, da pochi anni identificato nel F iumicino di Savignano. Nel l'amichità ebbe importanza solo in quanto segnava il confine settentrionale tra l'Italia e la Gallia cisalpina. Allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo, nel 50 a. C., la Gallia Cisalpina era inclusa nel governo di Cesare, per cui il passaggio del fiume da parte ,li qtJesti equi.valse ad una

vita pr ivata, ri prendendo le armi, come colonnello, allo scopp io della rivoluzione polacca <lei 1830. Promosso gen. di brigata, contrastò

a.

luogo

1'invasione

tielle .truppe russe del Riidiger, Rozicki Samuele e lasciò fra gli ultimi il suolo patrio con g li avanzi delle sue truppe, rifugiandosi in Austria.

Rozière (Lttigi Ca,·let, marchese della). Generale francese (1735-iSoo). Partecipò alla guerra dei Sette Anni e poi emigrò nel Portogallo. Scrisse varie opere, fra le quali: " Stratagemmi <li guerra »; " Campagne del maresc. di Créqui »; « Campagne del Condé » ; « Trattato delle armate)>.

R, S. V. Aeroplano biposto <l'addestramento, belga, misto in legno, acc iaio e durallmn inio. Ha una torretta per

mitragliatrice; apertura alare m. 9,80; peso totale Kg. rn89; velocità oraria Kmh . 180.

aperta d ich iarazione <li guerra. Cesare non fa cenno nei suoi scritti <li tale passaggio, ma Svetonio, Plutarco e Lu•

cano narrano minutamen lc della sua sosta sulle sponde del fìumicello, della sua titubanza e della sua ultima risoluz.ione, che diede principio alla guerra civile. R.ubicoiie. 82• legione della M. V . S. N., costituita nel

19,3 a Forlì, su quattro cooni (Forll, Cesena, Rimini, Rocca San Casciano).

Rubiera. Comune in prov. di Reggio nell'Emilia, sulla sr. della Secchia . A nord-ovest della borgata fu eretto un castello che risale al sec. XI e di cui restano gli avanzi. Esso, nel periodo comunale, e d urante la guerra tra Modena e Reggio, fu più volte assalito e assediato dai Modenesi. Sotto il dominio degli Estensi, per la sua posizione iniennedia tra Modena e Reggio e per la sua vicinwza a lla Secchia, era tenuto .in gran conto.

Il marchese Lio-

nello d'Este ne fece riattare il castello e cominciare il nuovo g iro delle mura, opera che fu condotta a termine ,otto il duca florso. Alfonso I d'Este, r ioccupando a mano armata i suoi Stati, assed iò anche R . e [u ']Uesto l' ultimo assalto che la vecchia rocca ebbe a sopporrare.

Aeroplano R. S. V.

Rubalda. Così era chiamata nel medio evo uoa specie d'armatura della testa. Rùbatti (di S. Somano conte Vittorio). Generale, 11. ad Ivrea nel 1776. Sottot. d i fante.ria nel 1790, partecipò alle campagne del 1792-96, 1900, 1815. Per essersi distinto in d iversi fatti d'armi ebbe nel 1816 la croce d i cav. di 3• classe dell 'O. M . S. mutata nel 1856 in croce d'ufficiale. Colonnello nel 1821, comandò la brigata Savona. Magg.

Rubin-Schm idt. Costruttori svizzeri <li un fucile a ripctiz.ione che prese nome Rubin -Schmidt rnod. 1889 . Ha il tubo di culatta che, avvitato alla canna, serve di a!loggiamemo all'otturatore, cd ha due spaccature longitudinali: una superiore per l'introduzione delle cartucce, l'altra inferiore cli comunicazione col serbatoio. L'otturatore cilindrico ha nell 'interno il percussore colla molla spirale : esso è solamenre scorrevole longitudinalmente a mezzo d i un manubrio disposto a destra. Le pani del meccanismo <li icatto sono collocate al d isotto del tubo di culatta. Tirando indiet ro l'ottmatore, si apre la culatta e si presenta una cartuccia, che viène afferrata dalla testa dell'otturatore stesso e portata nella camera col movimento in avanti : intanto con tale movimen to rimane anche armato il percussore.

li congegno d i ripetizione è formato da un serbatoio d i la-


Rus

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Ruo

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miera che può essere faci lmente applicato o tolto dal1'anna: esso può contenere 12 cartucce disposte 3 scacchiera spinte i n alto da un elevatore convenientemente sagomato e con molla a zig-zag. Può eseguirsi a volontà il tiro a 1

Fucile Rubin-Schrnidt modello 1889

caricamento successivo, oppure qudlo _a r ipetizione. l i serbatoio può essere cadca to con cartucce sciolte o per n1ezzo di caricatori contenenti 6 ca rtucce c ìa.scuno: quesli t:aricatori sono d i canone impermeabile r ipiegato e rinforzato, verso ['apertura, da una sottile lamiera frastagliata che r ipiegandosi imped isce l ' uscita acciden tale delle cartucce.

a

Rubin dc Cervin barone Ernesto. Ammi raglio, n. Torino, m. a Br ind isi ( 1860-1915). Guar<liamar ina nel 1879, f:ece le campagne d 'Africa e d i Libia, raggi.unse il grado d i contramm ir. nel 1913 e perì nell 'esplosione della « Benedetto J3ri n » .

Varo del sommei:gibilc Rubino

Rtibi110 Nicola. Generale , n. a Napoli nd 1870. Sottot. dei bersaglieri nel 1889, partecip?> alla guerra Italo-turca del r911-r 912 e vi mer itò due mccl . d 'argento, una ad Henni e l'a ltra ad Aìn Zara e Bir Tobras. Entrato in guerra contro l 'Austria' al comando del 6• bgl. ciclisti , riportò due ferite e meritò due med . d i bronzo, al Sabot ino (1915) e sul M. Meatta (1916). Nel 19J7 fu p romosso colonnello; nel 1920 andò in P. A. S. ; nel 1926 venne promosso gcueralc d i brigata in A. R. Q. e nel 1932 collocato a r iposo.

Rubin de Cervin Ernesto

Rubi n de Cervin G ustavo

Rubin de Cei-vin Gustavo. Generale. fratello del p recedente, n. a Ferrara, caduto in guerrn (1865-1917). Sottot. di cavalleria nel 1882, frequentò poi b scuola di g uerra e fu addetto mii. nel Montenegro cd in Bulgaria. Colonnel lo nel 191 r, comandò i cavalleggeri di Padova . l n guerra cont ro l 'Austria, Iu promosso magg. generale nel 1915 cd ebbe il comando della 4" brigata d i cavalle ria . Nell"ottobrc r 917 otten ne il comando della 13• d i vis. e poch i giorni dopo, quando i nemici iJ1 iziarono I"invasione, tentò cli opporvisi ad oriente d i Cividale : lottò per quattro giorni e tentò personal men te cli far br illare una mina al ponte cli Casarsa, presso il quale morì co lpilo da una granata la sera del 30 dello stesso ottobre .

Rubino. Sommergibile , varato nel 1933 nei cantieri « Carnaro » d i Fiume : lunghezza m . 60, larghezza m. 6,45, dislocamen to in emernone 640 tonnellate. Rubino Agostino. Generale, n . e m. a Genova (1842-1912). Sotrot. d"art . nel 186r, partecipò ;illa campagna del 1866. Colonnello nel 1892, fu d irettore d 'art. a La SpcRubino Agostino z ia e poi comandò il 23° art. da campagna . Fu collocato nella r iserva nel 1895, promosso magg. generale nel 1902, ten. generale nel 1911.

Rubiolo (Mid,de). Generale, n . a Torino, m. a Roma ( 1858-1917). Sottot. di fanteria nel 1879, fu in Eritrea dal 1888 al 1890 : comandò il forte d i Kcren e fu segretario per gli ;1ffari esteri della Colonia . Passato negli alpini, fu imegnantc cl 'arte mii. alla Scuola d i Modena. Nel 1896 ritornò in Er itrea e

v1

nmasc

d ue anni come R. commis# sario pe,· la zona dell'Asma-

ra. Nei 1911, promosso colon·n ello, ritornò per la terza vol ta in Eritrea, in qualirà d i comandante delle truppe colo nial i. Nel 1914 assunse il CO· mando del 70" fanteria . Promosso magg. generale nel l9l5, Rubiolo Michele coma ndò la brigata Cag liari per pochi mesi i;erchè per motivi di salute dovette andare 111 aspettativa . Nel 1917 fu collocato nella riserva . Pubblicò, per la Scuola m ilitare, delle « Nozioni di a rte militare ».

Rudau. Villaggio della Prussia Orientale, presso· Ki:inigsberg. Ba11aglia di Rudau (17 febbraio 1370). Appartiene alla guerra tra i granduchi O lger e Kynst ut d i Lituania e l'Ordine teuton ico. Annunziato l'attacco dei grand uchi, il maresciallo dell'Ordine von Kniprode invase la .Lituania, mentre i granduchi, passata la baia_ gelata, marciavano verso il Samland. A R . però l'esercito dell'Ordine sbarrò

I

'


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loro la via e prese l'offensiva, men tre i principi lituani ignoravano di trovarsi a fronre di un esercito intero . Il combattimcmo fu accanito da ambo le parti. Ma quando Kynstut ebbe compreso d i aver da fare con tutte le forze dell'Ordine, si d iede a precipitosa fuga. O lge rd invece si d ifese in una trincea e resistette fi no a quando non temette di vedersi completamente accerchi ato. Alla fine cedette e si ritirò con gravi perdite. L 'Ordine ammise 300 morti <li perdita e ne attribuì 5 000 ai L ituani. Comunque, la viuori a ri mase senza sensibili risultati .

Rudeci Rob (Monte). A sud-est del Monte Nero (q . 19,6). Il possesso <li esso sarebbe stato importantissimo per la nostra 2" armata, perchè così si sarebbe potuto distu rbare la linea di ar roccamento fra Plezzo e Tolmino , svolgentesi lungo le vall i Tom inski e Lepensa. Una pri,na r icognizione verso il R. (u tentata dal bgl. alpini Cividale nei primi g io rni del la nostra g uerra , ma era destinata all 'iosucccsso, per manci\nZa <li coord inamento alle ali. L'azione fu ritentata, con migl iore preparazione, nei primi giorn i <l i luglio dal gruppo alpino A, con l'inten to di rompere la fronte nemica tra lo Slcme ed il R . e fa r cadere, quindi, rutta la linea Sleme-Mrzli : ma ben presto i mez~i d 'au acco (artiglierie ed apprestamenti vari per la d istribuzione dei reticolati, si d imostrarono insufficienti per il com pito arditissmo. L"attacco [u perciò sospeso, cd essendo successivamente (nell'agosto) fall iti gl i attacchi diretti al la barriera Sleme-MrzLi, non venne più ritentato. Rudi ano, Comune in prov . di Brescia 1'Oglio.

sull a sr. del-

B<1t1ag/ia di Rudiano (1191). Appartiene alle lotte comunali

tra

Brescia e Bergamo .

Essendosi

la

comunità d i

Brescia annessi i caste lli d i Merlo, Calepio e Sarnico app,utc nenti a fuorusciti bergam a,;chi , sui quali la comunità di Bergamo riteneva di avere diritto, guest'ul tin,a ebbe appoggio <..la Pavia, Cremona , Lodi , Curno , Parma, Ferrara, Reggio, Bologn;.:c, Mantov~, Ve rona, Piacenza e Modena . f Cremon<::$Ì avanzarono co n tuni gJi alleati, e il 7 luglio, dopo ave r gettato un ponte sull'Oglio, entrarono c.ol carroccio nel territorio bresciano. I ?vfilancs1, soli alleat i J el Bresc ian i, avevano fatto avanzare le loro m ilizie fino alle rive del Serio. Per impedire la devastazione del loro terrl1orio , i Bresciani, prirna che g iungcs~ero i loro alleati, uscirono d alla ci ttà e assalirono con grande impeto l'esercito nemico , ma questo oppose lc.:nat:c resisten za, e, molto superiore di numero, stava per sopraffare 1·a\rversario, quando il cap itano bresciano Biatta d i Palazw, che comanda va il cas1el lo d i R., posto a breve d istanza dal sito del combattimento, fece usc ire dalla fortezza la sua scarsa truppa e con g rid a altissin1c si gettò f uriosamente contro

i Crc -

n,oncsi e ;' confederati . [ Bresciani a questo inaspeuato soccorso si rianimarono ed i C re monesi cre<leucro di essere

s,~:ui Lraditi; in quel prin10 momento .di conf us ione, assaliti d i front<:: e da tergo, f urono agcvoltncntc sgom inati e volti

in piena rotta. I fuggitivi, affoll,wdosi sul ponte ,no bile cost ruito il giorno precedente su ll 'Oglio, lo fecero crollare col loro peso e rovinare ne l fiu me, ove annegarono tuui q uelli che vi erano sopra. Questo accid ente accrebbe il terrore del] 'esercito, tanto che rnolri sold ati si gettaro no con l 111ta 1'anwatura nelle acque dove trovarono morte sicurn,

mentre {urono passati a fil di spada gli altr i rimasti sulla riva. I mo ni in questa b;Ht·aglla si Ca11 no ascendere a o ltre 10 . 000, c-<l il luogo dove avvenne fu ch iamato negli anna li

lomba rd i la

ic 111ala

morte \) .

RuE

Rudiger (Fedoro Vassilievic) . Generale russo (1784-1 856). Nel 1828 partec ipò alla guerra fra i Russi ed i Turchi nei pr incipati <la nubiani . Generale ne l 1829, di nuovo cotn bitttè .:ent ro la Turchia. Nel 1831 si distinse nella guerra contro la Polon ia ed ancor pi ò in q uella contro l 'Ungheria. Nel 1854 partecipò alla guerra d i C rimea al comando della G ua«fia, col grado di generale <li cavalleria.

Riidiger Fcdoro

Ruelle Carlo

Rudki. Villaggio della Polonia a sud del · Narew, sulla strada Lomza-Tykociu . Il 20 maggio r831 vi avvenne un combattimento che appartiene alla gue rra d i rivoluzione polacca (1° per iodo) . Duran te l' inseguimento del corpo della Guard ia russo <l,r parte del gen . polac.;o Skrzynecki, verso Tykocin, la retroguard ia russa, giunta ;1Jla foresta che s, stende per alcune miglia nei . pressi di R., 1·aveva occupata con 6 bgl. per trattenere gli inseguitori. La 1• divis. polacca ebbt l'ordine d i impadronirsi della foresta, mentre la 3• d ivis, e q uella d el gen . Kicki doveva no aggir arla rispe1rivame,1te da sr. e da dr. _'\ tergo dei Russi doveva giungere, per Zan1browo, la <livis . Sk~rzy nsk i su J..icnze.im . La 1 11 {iivis. impiegò i suoi b~I. a spizzjco antichè a massa e dovette protrarre il comba1t,me11<0 fino a notte inoltrata; solo allora la foresta rimase in potere dei Polacchi, la cui avanguardia pernottò a R. mc <Urc g li altri . corpj, e.be avevano eseguito

j

movimenti prescrjui

senza

coord inan1cnto, si raccolsero ai 1nargini del la f oresta .

Rueil (o Ruel). Comune della Francia, nt l d ip. d i Seine,et-Oise, ai pied i del monte Valérien. Co1111e11zione di Ruei/ ( r 0 aprile 1649). Pauo, composto di 2 r articoli, che chiuse la rivolta della Fronda. Fu firmato dai delegati della Reggente, dal Parl a,ncnto e dal Mazzarino. Vi si stahilì l'amn istia per u,ni coloro che avevano preso le armi contro la Reggente , e fra l'altro per il maresc. di Turenne che si era rifugiato in Olanda e che fu richi~mato alla Corte ; la diminuzione delle imposte, cosa che fu fatta solo in alcuni posti e in piccola misura; la promessa che la Corte sarebbe rito rnata a Parigi, facendo ogni sforzo per raggiungere la pace generale. Ruelle (Carlo). Generale, n . a L ivorno, 111 . a Bologna (1857- ,916). Sottot. dei bersaglieri nel 1877, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Insegnò logi, stica alla scuola <li guerra e storia antica, arte mii. e fortificaz ione al corso superiore dell'Accademia navale . Colonne llo nel r 901 , comandò il 31° fanteri a e due anni dopo tornò nel corJ90 d i S. M. quale capo d 1 S. M. del III C . d'A. Segretario al comando del corpo cli S. M . dal 1905 al 1908, d isimpegnò importanti incarichi. Magg. generale comanda nte la brigata Lon1bardia nel 1908, assunse nd 19rr il coman,lo della divis. mii. di Cagl iari e nel l 'anno


RuF

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dopo fu promosso ten. generale comandante la d ivis. di Bologna. Nell'aprile 1915 ebbe il comando del V C. d'A , e con esso entrò jn guerra contro l'Austria ; poco dopo fu collocato nella riserva. Pubblicò una « G uid a allo studio della logistica ». Ruff ey. Gener ale francese, n . nel 1851. Son ot. d'art. nel 1871, frequentò i corsi della Scuola superiore d i guerra e si dedicò allo stud io delle questioni tecniche d'artiglieria. Colonnello, fu nel Madagascar nel 1888. Generale d i brigata nel 1905, di divis. nel 1910, fu comandante d i corpo d 'armata nel 1912 e me mbro del Consiglio superiore di guerra nel 1913. Ali 'inizio della guerra Mond iale ebbe il comando della 3• armata francese, colla quale partecipò alla campagna nei primi mesi del. 19q, passa ndo poi a mansioni territoriali. Ruffini (Bemardo). Generale, n . ad Ovada nel 1768. ln serviz io della Toscana, fece le campag ne d 'Italia del 1803 a l 1807. Passato nella Spagna, combattè nella Catalogna e rimase mutilato d i un braccio merita ndo la legion d 'onore com mutata nel 1815 in croce di cav. ddl'O. M. S. Partecipò anche alle campagne del 1813 e del 1814 e si d istinse a Li.itzcn e Bautzen. Prigioniero dopo la capitolaz ione d i D resd a, alla restaurazione p rese servizio nell'esercito sardo e comandò la piazza di F inale. Colonnello nel 1831 ebbe il comando della ci ttà e provincia <li Savona ed in tale carica fu promosso magg. generale nel 1840. Ruffini Giuseppe. Generale, nato a Mursecco nel 1791. Sottot. d i fante ria nel 18r4, partecipò alla campagna del 1815. Colon nello nel 1848, comandò il 60 fa11teria e con esso parteci pò alle campagne del 1848 e 1849 merita ndo nella pr ima d ue menzioni onorevoli a P astrengo e Coito, nella seconda a lla Sforzesca e a Novarn una terza menzione onorevole. Nel 1863 venne collocato a riposo col grado d i colonnello. Ruffini Giova1111i 1/attista. Colonnello di fanteri a,

11.

e

m. a Modena (1807-1891). Laureato in legge nel r829, partecipò ai moti del 1831: fu ferito e impr igionato. l'oco dopo, come capitano dei cacciatori a cavallo, fu aiutante d i campo del gen. Zucchi nella cam pagna di Romagna e fu cin9 ue voi te· feriIO : catturar.o d agli A ustriaci, esulò in Francia e poi in Ingh ilterra ove fu in timo del Mazzini. Tornò in Italia nel 1848 per arruolarsi al servizio del governo prov.

visorio d i Modena. Passato capitano d i fa nte ria nell'esercito sardo, si segnalò alla Sforzesca ed a Novara ed ebbe la menzione onorevole. Nel 1859 combattè coi Cacciatori delle Alpi e poi. coad iuvò i l gen. Fanti nel proRuffini Giov. Battista getto d ' istituire la Scuo.la m ii. d i Modena d i cui divenne il 1° comandante . Ten. colonnello nel 1861, cessò di comandare la scuola nel 1862 e passò presidente del Tribunale mii . d i Forlì. Nel 1870 ebbe il comando della fortezza d i Venezia e nel 1872 fu collocato a riposo col grado d i co lonnello. Ruffo (Fabrizio). Card inale napoletano (174~- 18i7). Dedica tosi alla carriera ecclesiastica, d ivenne cardinale e i l

RuF

re Ferdinando d i Napoli lo nominò intendente del palazzo d i Caserta. Assu ntosi l'incarico di sollevare la Calabria per cacciare i Francesi dal reame d i Napol i, si pose alla testa d ì 25 .000 uomini e con essi s'impadronl d i Cotrone, quindi, riportando altre vittorie, giuusc nel giugno 1797 a Napoli. Scrisse: « Manovre delle milizie e sugli ar mamenti della cavalleria » e fu sopra nnominato il « Cardinale generale ». Ruffo principe di Caste/cicala. duca di Calvelto marcl,ese Paolo. Generale ' napoletano, n. a Rich mond Ruffo Fabrizio (Inghilterra), m . a Parigi (17911866). Tenente dei dragoni inglesi a vent'anni, si segnalò nel 1815 a \Varerloo ove .rimase gra. veme nte ferito ed al servizio ddl 'Inghilter ra rimase sino al 1821. Nel 1824- ebbe la nomina a colonoello nel! 'esercito napoletano e poco dopo ebbe m issioni nella Svizzera. Nel 1831 fu am basciatore d elle Due Sicilie a Vienna e nel 1832 ft Pietroburgo; poco dopo fu promosso generale d i brigata cd aiutante d i campo gcn. del re. Dopo aver compiuto altre missioni d iplomatiche all 'estero, fu nominato nel 1855 vicerè d ell'isola di Sicilia e comandante in capo delle armi borboniche, che tenne sino al 1860, quando, dopo la vittoria d ei Garibaldini a Calatafimi, fu sostituito dal generaie Lanza.

NuOo Luigi. Generale medico, 11. a Rocchetta Tanaro. m. a M ilano (1833-1915). Medie<' d i bgl. nel 1859, partecipò alle campagne del 1859, 1860-61 ed a Gaeta meritò la menzione onorevole. D uran te l'epidemia colerica fu d ecorato della mcd . d'argento dei benemeriti della salme pubblica. Colonnello nel 1884, fu direttore d i sanità del XII e poi del llI C. d'A. e. nel 1893 passò capo ufficio all'ispettorato di sanicà . Magg. generale medico ispettore di ~anità mi i. nel 1895, anòò in P. A. nell'anno seguente. Rt1ffo Emanuele. Generale macchinista , n . a Napoli nel

1868. Entrato in servizio nel 1883, fu promosso magg . generale nell a r iserva nel 1926, ten. generale nel l93f e collocato a riposo nel 1930. Prese parte delle campagne d'Africa , alla guerra Italo-turca e a lla guerra Mondiale. Ruffo di Calab1'ia 110b. Fulco. Medaglia d 'oro, n. nel 1884 a N apoli. Ufficiale d i complemento nell 'arma d i caval leria, richiamato nel 1915 col grado di tenente, chiese <li frequentare un corso d i pilotaggio aereo cd ottenne il brevetto per la specialità <la caccia.

Per tutta

qu indi,

prestò

la guerra,

servizio

rn

av iazione~ divenendo uno dei nostri ,, assi » più popolar i ed ardimentosi . Cin9uantatri:

scontri aerei in d ue anni , oltre ve nti viuorìe: sette me• ,:faglie al valore , una promoz ione per merito d i guerra, la croce dcll'O. M. S. : questo il magnjfico stato di servizio

Ruffo di Calabria Fulco del prode volatore. Dopo la Fine della guerra tornò, col grado d i capitano, ncll 'arma d i cavalleria, ma successivarne nte ch iese d i essere d ispensato dal servizio permanente, nel quale era stato trasferito per merito di guerra. La mo• \

(


RUF

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tivazione della medaglia d'oro, decretatagli nd luglio 1917, è così formulata: « Dotato di elette virtù militari, pilota da caccia di inesauribile ard ire, provato i n ben 53 scontr i aerei, con spirito di sacrificio pari al suo valore, continuò a cercare la vittoria ovunque la poteva trovare . In due mesi fece precip itare quattro apparecchi avversari sotto i suoi colpi sicuri. Il 20 luglio 1917, con incredibile audacia, assaliva <la solo una squadrig lia compatta d i cinque velivoli nemici, ne abbatteva <lue e fugava i superstiti. Mirabile esempio ai valorosi » (Cielo d i Castagnevizza, 14 lugl io; cielo d i Tolmino, 17 luglio; ciclo di Nova Vas, 2 0 luglio 1917). Ruf igì, Fiume dell'Africa, nel terri torio del Tanganica; sbocca con vari rami nell'Oceano Indiano, d i fronte all 'isola <li Mafia . Alla sua foce si svolse un singolare episodio della guerra Mondiale. · L'incrociatore tedesco « Konigsberg » (comandante Loof) vi si rifugiò e nascose il 3 settembre 1914. G li foglesi, con 4 incrociatori leggeri e 11avi a usiliarie, lo bloccarono il 30 ottobre, e dovettero incom inciare ad eseguire p iccole operazioni d irette a d istruggere le iostallazion i costiere fatte apprestare dal Loof. Ma nel vasto delta del fiume non riuscirono a individuare la posizione del « Konigsberg » che quando, in fine novembre, poterono installare una stazione di aeroplani nell'isola d i Mafia. Solamente nel luglio 191.5 però gli Inglesi poterono risolvere la situazione a loro favore, per l'intervento d i due loro monitors, i quali si collocarono i n uno dei bracci d el fiume, determ inando, col loro fuoco onn ai preciso sul posto dove era ancorato il « Konigsberg », l'equipaggio tedesco a farlo saltare e ad abbandonarlo . L'equipaggio andò a rinfor1.are le truppe dell 'Africa Sud-Or;entale tedesca. R ufino (P. Conielio). Dittatore romano. Console nel 290 a . C., unitamente a Curio Dentato pose gloriosa fine alla guerra sannitica. Di nuovo console nel 277 a. C., combatt<: contro i Sanniti ed i Greci nell 'ltali:, meridionale e conquistò \a città di Crotone. Rufo (Mùrncio) . Genera le romano. Console nel 221 a. C., sottomise in guerra g li Istriani. Generale d i cavaUeria nel 2r7 a . C. sotto Q . Fabio Massimo, lo avversò per il suo lento sistema difensivo e approfiltÒ d 'una sua assenza per

attaccare e vincere le t ruppe di Annibale dal quale però poco dopo venne vinto. Morì Iid 216 alla battaglia di Canne. Rilgen. Isola del Baltico, appartenente alla prov . . prussiaoa di Pomerania, nella reggenza d i Stra lsunda . f: l'isola massima ,!ella Germania , con una superficie d i 930 Kmq. e 46.000 abitanti. Il capoluogo dell'isola è Bergen. Anticame nte era abitata dai popol i Rugi, poi fu occupata dagli Slavi e tanto nei tempi mcd i quanto nei moderni il suo possesso fu contrastato fra Tedeschi, Polacchi, Danesi e Svedesi. Valdcrnaro I , r e d i Danimarca, nel I168, si impad ronl dell'iso la, che nel sec. XIV cadde in potere dei duchi di Pomeran ia . Nel 1428, durante la guerra tra la Lega Anseatica e la Danimarca, gli Anseatici attaccarono nelle acque di R . la squadra danese e la distrussero quasi comp letamente. Nel 1648, col trattato d i Westfalia, passò alla Svezia: nel 1807 ven ne occupata dai F rancesi. Nel 1808 tornò alla Svezia, ma il Congresso <li Vienna del 18 c5, togliendo a questa nazione tutti i possedimenti germanici, assegnò R. alla Prussia. Durante Ja guerra franco-prussiana del 1870-7c R. subì un breve bombardamento d a parte di n,av i francesi.

Ruo

Combattimento navale nelle acque di Riigen (1864). Appartiene al!a guerra dei Ducati. Verso la metà di marzo una squadra danese d i sei bastimenti, al comando <lell' arnmir. Dokum, incrociava nelle acque d i R. per vegliare al blocco delle bocche dell 'Oder. La squadra prussiana, agli ord jni del capitano (ii vascello Jachmann, stazionava a Swi nem i.inde . Il 17 marzo, il cap. Jachmann scorse t re vascelli danesi alla punta nord dell'isola d i R . e con 9 bastime1lti mosse ad assalirli. Sul mezzogiorno le due squadre erano in vista, ed il cap. Jachmann, accortosi che la squad ra danese era stata rafforzata di q ualche unità, continuò ad avanzare; le sue cannoniere non avendolo potuto seguire, le lasciò in seconda linea lungo la costa occidentale d i R., e col rimanente delle navi, cioè con sole <iuc corvette e un avviso, avanzò contro j l na\·iglio danese, fi.

dando 11ella bontà delle sue macchine e nella superiorità dei suoi calibri per compensare l' inferiorità del numero. L 'a1n · rn ir. Dokum spiegò le sue navi i n due lince fonnanti fra loro un angolo di circa 140 grad i. Aperto il fuoco dalle due parti, la nave « Loreley », che portava l'insegna del comando prussiano, fu messa fuori combattimento in pochi minuti. Le altre due navi lottarono ancora per circa un quarto d'ora, poi si allontanarono rapid amente assai malconce. [ Prussiani ebbero 14 u . morti; i Danesi sci. R uggeri (Laderc/1.i, conte Paolo). Generale, n. a Codogno nel 1862. Sottot. d'art. nel 1880, frequentò poi la scuola di g uerra e passò nel corpo di S. M. A,ldctto mii. a Costantinopoli nel 1896, per avere sedato un tumu lto di ge ndarmi turchi alla Canea meritò la medaglia d 'argento. Dal lllOJ al 1909, fu addetto rnil. in Russia e divenne colonndlo nel 1907. Comandante il 5° fanteria nel 1909 e capo di S. M. dell'VHl C. <l'A. nel 1910, durante la guerra Italo-turca fu addetto agli ufficiali esteri. Magg. geRuggeri Ladcrchi Paolo nerale comandante la brigata Basilicata nel 1912. iniziù nel 1915 la guerra contro l'Austria quale capo di S. M. Jella 1• armata. Tcn. genera le comandante la 12a divis. nel 1915, passò nel giugno 1916 a comand are l'Vlll C. d'A . e per le azioni su Goriz ia ebbe la croce d'uff. dell 'O. M. S. Passato nel 1917 al IX C. d 'A., fronteggiò l'invasione nemica sull.'alto Cordcvok, al ponte d i Vidor, alla stretta di Qucro, su lle alture <iel Monknera. e del Tomba e fu decorato della commenda dell' O. M. S. In P . A. nel 1918, assunse nel 1923 il gradr, d i generale d i corpo d'annata . Ri,ggeri Carlo. Generale. n. a Ferrara, rn. ad Aquila ( 1865-1928). Sottot. d i fanteria nel 1883, partecipò al la campagna eritrea del 1895;96. Ruggcri Carlo Al comando di un bgl. del 30° fanter ia iniziò la guerra contro l'Austria e nel luglio 1915 meritò la med. di bronzo su l S. Michele ove rimase


Ruo

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ferito . Colonnello nell'agosto r915, ebbe il comando del 135° e poi del 24° fanteria . Nel 1917 assunse il comando della brigata Udine e poi della brigata Forlì e nello stesso anno fu p ro mosso magg. generale. Nel 1918 comandò i l 5° g ruppo centri d i mobilitazione d i fanteria in Alessandria e nel 1920 andò in P. A. S. Nel 1923 assunse il grado d i generale <li di vis. Fu anche luogoten. gcn . della Milizia Volontaria per la Sicurezza Naziona le.

Rugge,·i Antonio. Ammiraglio, n. a Messina nel 1871. Entrato in servizio ne l 1889, fu promosso contrammir. nella riserva navale nel 1925 e am mir. di divis. nel 1829. Venne collocato a r iposo nel 1933. Prese parte alla guer ra Mondiale. Ruggeri Pietro. Generale, n. a Messina nel r873. Sottot. d i fanteria nel 1893, fo in Libia dal 1911 al 1914 e alle D ue Palme (19r2) meritò la mc<I. d 'argento . Combattè contro l 'Austria, e al comando d'un bgl. meritò la mcd . di bronzo a Selz (1915) ed una seconda d 'argemo a S. Martino del Carso (1916); in entrambi i com battirncnti rimase ferito. Colonnello nel 1917, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1930 veunc promosso get,erale <li br igata in aspettativa per riduzione quadri. Ruggero. Corvetta a ruote d, 140<> tonn., della marina delle D ue Sicil ie, costruita nel 1842 in Inghilterra. P assata nel 1860 a far parte della m arina italiana , venne radiata nel 1867.

Ruggero Settimo. Sommergibile d i media croc ier a, varato dal Cantiere navale Tosi di Taranto nel 1928, lungo m. 67,50, largo m. 6,60; <..lislocamenro tonn. 850 in erner .. <ione e r o65 in immersione; apparato motore 3000 cavalli ; velocità m iglia 17,5 in emersione e 9 immerso. Armamento guerresco 1 cannone da 102 ; 2 m itragliere; 8 tubi lancias.i luri. Personale d 'armamento : 5 ufficia li e 29 uom i,u di equipaggio. R11ggem Cìwcppe. Generale, n. a Sestri Ponente, m . a Roma (184r -19rr). Sottot . dei bersaglieri nel 1859, nella campagna del 1860-61 meritò la mcd . d'argento a Castclfidar<lo e la menzione onorevole a Gaeta . Co111baui: pure nel ,866. Colonnello nel 1893, comandò il 9° bersaglieri. In P . A . nel 1899, passò nella riserva nel 1902 e nel 1904 fu pro mosso magg. generale. Versato in. geologia, p aleontologia, arch.cologia e 1iu,n ismatica, pubbl icò vari stud i e (u membro d i varie società italiane e st raniere. Collaborò al " Corpus nummorum italicorum » d i S. M . Vit torio Emanuele 111. Ruggero f e li. V. Altavilla. Ruggia (Giovanni). Medaglia d'ol'o, 11 . e m. a Rotnano Canavese ( 1830-1916). Sergente

questa mo tivazione : " Pel coraggjo e slanc io dimostrati, esuno stretto

RuG

nella caserma di San Domenico, intimando la resa agl i artiglieri pontifici q uivi raccolti ,, (Perugia, 14 settembre 1860).

Ruggieri (Alb~rto). Generale, n. a Bari ne l 1863. Sottol. di fanteria nel 1882, al comando di un bgl. combattè nella g uerra Italo-turca e a Beniua e Regima (1913) meritò !a mcd. d i bronzo. Colonnello nel 1915, fu il pri mo comandante del 136o fanteria col quale entrò 111 g uerra contro l'A ustria. Nel 1916 comandò la brigata Ivrea. Nel r918 ' eb be il comando del 208° fanteria e poco dopo del presidio d i Vittorio Venero. Magg. generale in P . A. nel 1920, ebbe nel 1923 i l grado d i generale di divisione e nel 192j fu collocato a riposo.

Ruggie,·i Benedeuo. Generale, n. a Castel di Sangrn, a Ro111a (1867-1933). Sottot. di fanteria nel 1886, frequentò poi la scuola di guerra . Partecipò alla guerra 1915-1918 e appena i11iziata rnerilò b .111ed . -d 'argento 1 Selz. Verso la fine del 1915 assunse il comando del 18° fan te ria : colonnello nel febbraio r916, nel successivo 111.

giugno, comandando interi.-

nalmentc la brigata Acqui, guadagnò a Gallio la croce <:li cav. del! 'O. :'.vi. S Colonnello brigadiere com andante Ja brigata Bari nel r9r7 a /amiano e bbe una seconda mcd . d 'argento e Ruggieri Benedetto sull 'Asolonc la croce d'uff. dell"O. M. S . Trasfer.ito nella riserva per motivi di salute nel .1 926, assu11sc nello stesso anno il grado d i generale cli divisione .

Ruggie,-; Oonato. Generale, n . nel 1869. Sottot. di fanteria nel 1893, frequentò poi la scuola d i guerra e passò nclio S. M. Iniziò la guerra contro l'Austria come capo d i S . M. della 5• d ivis . Colonnello nel 1917, fu successivamente capo <l i. S. M . del VI C. d '.A., del comando del le truppe degli Altipiani e <lei XVIII C . d'A. Per l"a,;ione da lu i svolta dal 1915 al 1918 in Va l Camonica, sug li /\!ripian i, sul Grappa ed a-I Piave, meritò la croce di cav . dcll'O . M. S . Dopo la g uerra, nel 1923 ebbe il co m ando del Tt' fan teria . Generale d .i brigata nel 1925, fu ispettore di mobilitazione della divis . d i Roma . Promosso generale di d ivis. nel 1930, comandò la <livis. mil. di Udine e <lai 1931 al 1933 fu giudice al Tribunale supremo m ilitare . Ruggiero di Lauria. Corazzata varata dal R. Ca ntiere d i Castellammare di Stabia ud 1884, lunga m . 100, larga m. r9,84; d islocarr.cnto tonn. IT .17,1; apparato motore cava lli 10.591, velocità miglia 17,5. Arman1ento guerresco : 2 canno ni d a 152, 4 da 120 e 4 mitragliere <la 431. Personale d'arm amento: 507 uomini . Radiata nel 1909. E bhe rcr motto : « Noli me tangere ".

del 2° genio zappato ri, aveva µreso parte onorevo lmcme alla èampagna d i Crimea. In q uella del 1S60 si disrinsc ad Ancona cd a Perugia, sotto le cuj 1nlHa guadagnò) per la sua tenacia ed ard imento, la medaglia <l ·oro al va lo r m il itare con

sendo entrato per

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R uggia G iovanni

foro nell a porta Santa Marg her ita a Pe rugia , d urante il fuoco, e deciso così l 'apertu ra della porta; e per essere stato quindi il primo ad in trodu rsi

Rt1gg;ero Pietro . Capitano e scrittore• militare del secolo XVII. P ubblicò una voh1mi nosa opera intitolata: ,, La militare arch ite ttura, ovvero 1nodern a fortificazione .. . e t un trattato delram· militare JJ . Ruggiero barone Francesco. Atllmiraglio, n . a N apoli, m . a Genova (1832-rgo4). Ufficiale <lella m arina napoletana, passò nel 1860 in quella iul ia na ; ebbe la d irezione


RuG

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dd porro d i Genova dal 18i7 al 1893 e d ivenne contram-

miraglio nella riserva.

Ruggiero Giuseppe. Ammiraglio, n. e m. a N,~poli (18351908). Proveniente dalla mari na delle Due Sicilie, passò nel 1860 in quella italiana, dove divenne contrammiraglio. Ruggiero Giuseppe. Ammiraglio, n . nel 1862 a Napoli . Entrato in serv izio nel 1877, fu promosso contran1mir. nel 1918, e ammir. di divis . nella riserva nel 1926. Prese parte :t!la campagna d'Africa. .Ruggicro Adolfo. Amm iraglio, n. a Meta nel 1870. Entrato in servizio nel 1884 , (u promosso contrammir. nella riserva nel 1927. Prese parte alla guerra Italo-turca e alla guerra Mondiale.

RuH

come capo del reparto storico dello stato maggiore generale, dove divenne il redattore capo del « Milìtiir-Wochenblatt » e fu il fondatore dell 'Ist ituto litografico del Comando del corpo d i stato maggiore. Più tardi r ivolse la sua attività all'istruzi.one m ilitare. Nel 1837 era dirett.:>re di tutte le Scuole milirnri e nel 1844 ispettore generale degli Istituti militari di educazione e d i istruzione, nella quale carie" morl . Tra gli scritti del R. meritano speciale menzione: ,, Relazione d i un testimone oculare della campagna del 1806, sotto il princip<: H ohcnlohe ,, ; « Viaggio con l'eser cito nel 1809 »; « Caiec.hismo di guerra per la Land wehr »; < Manuale per l'ufficiale»; ecc. I no ltre pubblicò un grande numero di articoli storici, geografic i e politici su vari periociici.

Ruhr, Fiume del nord.ovest della Germania che nasce ai p ied i dell ',\ stenberg, traversa una ricca regione carbonifera, e dopo un percorso <li 232 Km . si getta nel Reno, riva d r. , presso a Ruhrort. Dal fiume prende il nome il più importante bacino carbon ifero della Germania, comprendente un lerritorio dj 3200 Kmq . con 15 città, dl cui ',ci superano i 200 . 0 00 abitanti.

Co.razzata Ruggiero di Lauria

Rugi. Antico popolo germanico che viveva nel bacino del basso Oder e nell 'isola di Riigen . Nel sec V emigrò verso il Danubio, vi fon,-lò un regno , poi. si confuse con gli altri popol i germanjcì che invasero l'impero rornano.

Rugi pascià.. V. Mehemet. Rugiero (Giacinto). Generate, n . nel 1864 . m. a Milano nel r930. Sottot. di fanteria nel 1885, ~livcnnc ten. colonnello nel J915 e partecipò alla guerra Mondiale d iv<:ncndo colonne llo nel r917. Nd 1928 venne promosso generaJe d i br igatJ _

Rugiu (Vittorio Antonio). Generale, n . a Sassa ri nel 1836. Sottot. d i fanteria nel 185ì, passò poi nel corpo di S. M. Partecipò alla g uerra de l 1859; ad Aspromonte (1862) meritò la croce di cav. dell' O . M. S. , e combattendo i briganti nell 'isola d i Pantelleria (1864) ebbe lr1 m<XI. d'argento. Ferito gravemente ne lla campagna d el 1866, fo decorato della croce d ' uff. dcl t 'O. M . S . Colonne llo nel 1879, comandò il foo fan leria, poi fu succcssivamcmc capo d i S. M. della -divis. d i Torino e del C . cl' A. di Milano. ?vfagg. generale nel x887, coman~lò la brigata Ferrara. Ten. generale comandante la ~l ivis . mii. d i 'Livorno nel 1892, passò poi a quel la d i Napol i e nel 1896 ebbe il comando dell 'X l C. d'l\, Nel 1899 comandò il li C. d 'A . e nel 1902 fu col locato in P. A. Nel 1905 venne trasferito nella riserva. Riihle (uon Lilienstem Gio11a11.11i) . Generale prussiano e scrittore m ilitare (r 780-r847). Fece la campagna del 1806 e poi quella del 1809 in Austria; nel r8r3 tornò al servizio prussiano e partecipò alla guerra di quell 'anno . Fu successivamente

comrnissarm genera le

<lell 'annamenro

re~

Occupazione della 811/11· (1923). Appartiene alle conseguenze della guerra Mondiale. Quando, sul finire del 1922, la Germania chiese la moratoria per i pagamenti dovuti, la Francia sostenne che la concessione doveva essere conrliziooata alla presa di pegni produttivi, e propose d i procedere alla occupazione mii. della R. malgrado l'opposizio11 c dell'Inghilterra . Nel gennaio 1923, constatata dalla Commissione delle Ripara zioni l'inadempienza dell a Germania nelle consegne d i carbone, Francia e Belgio deliberarono l'invio nella R. di u11a commissione di controllo per assicu rare l 'adempimento del le obbligazio1ii dd trattato d i Versai lles . Per proteggere tale missione, l 'u gennaio 1923 si iniziò l 'occupazione m il itare. Nello spazio d i sei g iornl vennero occupate Essen, Gelsenkirchen, Bochun1,. Dortmuncl ed altri centri mi nori . Alle misure milirnri franco. belghe i Tedeschi opposero la tattica delta resistenz,1 passiva: trasferimento del sindacato carboui, d ivieto del Governo agli in~lustriali d i consegnare carbone ai Francesi ed ai Belgi, e ai funzionari di obbedire loro . chiusura delle banche, ecc . ; a cui. i Franco-belgi rìsposero con una scrje di concromislJrc :

arresti e

condanne cl i indusrriali; requi•

, izione del carbone pagato in buoni; occupazio ne delle miniere; espu lsione d i [ unz ìonari ; d iv ieto Ji ogui invio d i carbone, e poi anche di prodotti merall,1rgici, in Gcrrnania; sostituzione di una compagnia ferroviaria fraoco.bclga alI'arnn1inistrazio11c ferroviaria tedesca nei l<:rritori occupati; occupazione d i allrc località oltre Reno, anche ìuori della R. Nell'eccitazione degli anim i, i nazionalisti tedeschi ricorsero agli attentati, raggiungendo la cifra di 200 in poch i giorni, dei quali alcuni sanguinosissimi; da parte degli occupan ti si procc<lctte a misu re repressive r igorose, condanne a mone e taglie numerose. Il conflitto determi nato dalla occupazione della R . fu il più g rave che siasi man ifesta to nel dopo-guerra tra vi ncitori e vinti, ed chbe ripercussioni su tutta la po litica e la economia europea . La Gerrnan ia dovette sacrificare somn1e inge nti per ;ppoggiai-c la resistenza . Il cancellie re Strcsc111ann, ripresi i contatti con gli Alleati, il 26 settem bre r923 p rodama,·a la cessazione della resiste nrn passiva e finalmente il 23 novembre un accordo e ra firmato tra industriali ed occupanti. Tuttavia occorsero ancora parecchi mesi prima che si potesse giu11-

dcs,o cd in tal qualità prdse parte al Congresso di Vienna ;

gcre

nd 1815 f u capo di stato maggiore nelle provi ncie renane,

com itati di esperti, presiedut i rispettivamente <lall 'i nglese Mac Kenna e dall'americano Dawes, fHrono incaricati di

e dopo la conclusione della pace fu chiamato a flerlino

a<I

una !-ÌStcn1azione

definitiva della

vertenza .

Due


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RUI

indagare in Germania, ed in base ai loro rapporti fu possibile , il 16 luglio 1924, convocare a Londra una conferenza interalleata che , raggiunto l 'accordo, iov itava la delegazione tedesca a partecipare alla d iscussione. Il r6 agosto l 'intesa era realizzata: la Germania accettava la sistemazione delle riparuioni- designata col nome~;_ piano Dawcs, mentre g li Alleati si obbligavano a sgom brare i territori occupqt1. Il 3 _agosto 1925 l 'evacuazione del bacino, iniziatasi 10 mesi prima, e ra compiuta; l'occupaz ione era d urata circa pue ,inni e .mezzo.

Ruinat' (Giuseppe Antonio). Generale dd sec . XVIU. Come ufficiale d i fanteria si d istinse alla battagiia dell'Olmo ed all'assedio d i Savona. Colonnello nel 1774, comandò il regg . d ella Regina e nel 1776, brigadiere, ebbe i l comando della città e provincia d i Cuneo . N el 1783 fu promosso magg. g enerale governatore d el forte d ella Brunetta . · Ruiz (Michele). Capitano sardo d el sec. XVIII. Iniziò il servizio mi!. nel 1693 nella Spagna, e si distinse a ll 'as~edio d i Ge ro na. Ritornato qt1alche anno d opo in Sard egna, fu nominato nel 1706 governatore di Alghero. Fedele sempre al re d i Spagna, sedò 'i turnult i d i Gallura. Quando, nel 1708, g li Austriaci occuparono la Sardegna, fu a rrestato. Liberato due anni dopo, fu creato colonnello e andò a Genova per concerta re cogli altri em igrat i sardi la sped izione spagnuo la nella Sardegna, che però ebbe esito infelice . Cap itano d i guerra e sovrintende nte generale della p rov incia di T oro nel 1712, r itornò in patria nel J71 7. Ruiz Ignazio. Generale, n. nel 1837, m. a Roma nel 1903. Sottol. d'art. nel 186o, partecipò all a campagna d el 1866. Colonnello nel 1889, passò nel 189 , in P. A . e nel 1908 fu promosso magg. generale nella riserva .

Rulc Brirnnnia !

Rule, Britannia ! Inno nazionale inglese, musica d i A.rne : « Impera, Britannia! Britanni.a signora dei mari )} è il primo verso d ell'inno, che appart iene alla metà del ,ecolo XVlll.

Rulent (Giuseppe). Medaglia d'oro, n . a G ivo letto nel 1893. Soldato di leva nel 70• fanteria, partecipò 2lla campagna libica, e , richiamato nel 19r5 col grado di caporale , c01nbattè prirna col 139° regg. fanteria e ~poi col 232°,- -ri·n.1~ ncndo due volte ferito, Con quest'u ltimo reggimento, 3ssali to sul San Marco ,la sove,·chia.nti forze ncni.iche! venne trauo prigioniero in ci rcosranz c dra rrnnatichc. che g li va). sera la co uressionc d ella med. d 'oro, così motivata : « Dopo circa d ue o re dì eroica resistenza! veniva fatto prigion ie ro coi pochi superstiti della su a squatlra . VigilatP Rulent Giuseppe da sen tinelle nemiche, ne uccidèva urn,l , 1nclletH.lo lo scornpigli.o tra g li a vversari e dand o modo ai com pagni d i giovarsene per aprirsi un va.reo verso k nostre linee . Atter... rato da un ufficialt nemico, il q uale, p u ntandogli rontro la pistola, gl 'intirn,iva d i grida re: « Viva l 'Aust ria ! ,, con 4

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magnifico d ispre?.zo d ella vita, rispo ndeva con forte g rido : ,, Viva l 'lrn lia ! », r imanendo g ravemcme ferito dall'ufficiale stesso, che con la morte g li avrebbe vol uto far scontare la sublime audacia ». (San Ma rco d i Gorizia, 14 novembre r916).

Rullière (Giuseppe). Generale francese (1787-1863). P artec ipò alle campagne napoleon iche dal 1807 in po,, a quella di Spagna d el 1!\23, a quella d i Marea del 1829, a quella d'Algeri del 1830. N el 1932 d ivenne ma rcse. di campo e p rese parte all 'assedio d i Anve rsa . Tornato in Algeria, g uadagnò il grado <li luogotcn. generale a Constantina. Nel 1848-49 per pochi mesi fu min istro d ella guerra. Rullo. Gigantesco gabbione fascinato, costruito dag li ingegneri al serv izio d i Spagna e ag li ordini d ello Spinola neU·assed io di Oste nda (guerra d i F iandra, 1603) e ideato da Cristoforo Properginus, o dal I 'ing . mii. Prevost . Tre g randi cerchi del d iametro d i circa 5 metr i, d ista nti 2 m . circa l'uno dall'altro, pieni di fascinoni lunghi 8 me tri, costiuiivano il .R., che d oveva proteggere gli uomin i dai colpi' d egli assediati . Esso veniva spinto da u na cinquantina d i u. , o da cavalli esercitan ti sforzo sopra corde passa te su p u lq~gie a ttaccate ad ancore fissate solidamemc sul terreno.

Rumelia Orientale. Il trattato <;li Be rlino del 1878 creò" q uesta provincia, con governatore crist iano, al sud della Bulgaria, fra q uest a, il Mar Nero e la Turchia. Tale provincia restava son o l'autorità p ol itica e mi lita re della Turchia, ma con autonom ia amministrativa. Per l'ordine interno erano 'costituite una gendarmeria ind igena e una n1 ilizia locale. La R . O . r imase in t ali condizioni fino al 1885. quando, costituitosi il regno ind ipendenre dell a Bulga ria, entrò a Carne parte in seguito a rapida e riuscita rivoluzione per il d istacco completo d all a T urchia. Rumersheim. V ill ~ggio <lell ' Alt,> Re no , presso Breisac h. Combattimento di Rwnersheim (1709). Ap partiene alla g uerra per la Successione d i Spagna, e si svolse t ra fra ncesi e Imperiali . I primi, a! comando del conte Dubourg. a mmontanti a 7 bg l. e 18 sgd r. con 8 cannoni, erano in posizione p resso il villaggio <li R., con la sr . a p poggiata al Re no : al cent ro i fanti, alle a li i cavalli. Con tro d i loro avanzarono gli Imperiali gu idati dal con te di Mercy : 9 bgl. e 20 sqdr. con 4 cannoni. Essi appoggiarono la dr. al Reno, con la cavalleria alle ali. L'attacco avvenne alle ali: sulla sr. imperiale con d anno dei F rancesi; sulla d r. con loro vantaggio . La fanteria del Dubourg avanzò a sua voha, at• taccò alla baionetta il centro nemico, e lo sba ragl iò. Tornata alla riscossa nel frattem ,io la d r. francese, rovesciò l 'opposta caval.lcria e la volse in fuga . La fan teria irnperiale, a.vvilup• pala, fu massacrata u fana prigioniera . 240 0 u. rimasero uccisi, 1700 pr:gionicri; caddero nelle ina ni dei vincitori i 4 canno n i e tutti i bagagli. 1 Fra ncesi perdettero poco più di 300 uomin i. Rumigny (conte !vfarù, Teodoro di). Generale francese (1789-186o). Ufficiale , li cavalleria nel 1806 passò poi nella fan teria facendo tutte le campag ne dell'Impero e d ive ne ndo generale durante la Restaurazione. Aderì al regno di L uigi Filippo e alla caduta del re si r itirò a vita p rivata . Lasciò · un volu me d i « Memorie ». Runget-Sing. Principe .ind ia rio (1762-1839). Comandava una piccola tribù di montanari, e, grazit:: al suo v,ilore e al suo ingegno, conquislÒ i regni e/i Lahorc e del Cashcrnir,


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estendendo i suoi possessi a curto il paese fra I'Himalaia, I'lndo e il Sutlcg. finchè gli Inglesi non lo arrestarono nei suoi d isegni di spingere più o ltre le sue conq uiste. Morl nel 1839, do po aver concluso con l'Inghilterra un trattato di alleanza, e il suo Stato andò in d issoluz io ne . T ra gli u fficiali che lo avevano a iutato a creare il suo esercito, cbe ammontò a 100 . 000 u . bene organizzati, (u anche l'italiano Ve ntura, già uffic iale napoleonico.

Runnymead (o Ru1111cymead , o R1m11i111ede). Prateria inglese, nella contea di Surrey, sulla d r. del Tamigi. Il r9 giugno 1215 vi si tenne una Ruogct Sing conferenza che pose fine a lla lotta fra il re Giovanni Senza T erra e i baroni inglesi che gli si erano ribellat i. Il re (u obbligato a firmare la Magna Charrn (opera di Stefano L angton , arcivescovo <li Canterbury, e del conte d i P embrocke) che è il più ant ico patto costituzionale fra popolo e sovrano. Il re, dopo d i essere stato cost retto a d ichiararsi suddito e vassallo d el papa, s1 era trovati contro, specie dopo la sua infel ice spedizione in Francia, i baroni inglesi che volevano togliergli molte delle sue p rerogative e acquistare maggior libertà . Il 6 gennaio, a Londra i ribelli gl i diedero tem po fi no alla P asqua per decidere sulla risposta che doveva dare alle loro nchiestc. Poi unirono a Stamford un esercito e marciarono contro di lui. Northampton resistette loro, ma Bedford e Londra a prirono le porte. In t,revc l'esercito rea le si shandb passando al nemico e Giovanni fu costretto a cedere.

Ruocco (Vi11cc11zo). Gcncrnlc, n. a Napoli nel 1878. So ttot. d i fanteria nel 1898, freq uentò poi la scuola d i guerra. Partecipò alld guerra libica del 1913-1914 cd a quella contro l'Austria del 19 15- 1918. In essa venne nel 1916 promosso ten. colo nnello per merito di g uerra . Colonnello ne l 1917, comandò i l "'" fanteria: sull ' Altipiano Carsico (191i) meritò la mcd. di bronzo; a Nervesa (1918) la mcd. d'argento. D opo di esser stato presidente del tribunale m ii. d i N apoli, ebbe nel 1924 il comando del d istretto mii. cl i Avellino . Generale d i brignta nel 1926. comandò l'Sa brigata di fanteria. Nel 1932 fu ispettore di mobilitazione della divis . d i Piacenza e poco dopo venne collocato in sopra nnumero .

Ruolino. Documento di reparto, la cui importanza chsciplinarc su pera d i gran lunga q uella amm, n,strativa . In esso tutto il pe rsonale ed i quadruped i delll compagnia. squadrone o hatteria vengono 1enu1i a ruolo con tulle le loro indicazioni matricolari e con segnato a fianco di ciascuno le p iù important i varia1.,io11i d i carattere ammin ist rativo e d isciplinarc. Si divide in sci parti : nella prima trovano posto le indicazioni generali del reparto, ossia: il riepilogo della situazione n umerica d'ogni giornata, la posiz ione e l ' ubicazione tiel reparto. chi tiene il ruo lino, ccc.: nella parte successiva sono elencali gli ufficiali distinti per g,ado e anzianità; nella terza sono elencati gli uomi11i di truppa, dai marescialli ai soldati, ord inati per g rado . anzianità e ordine alfabet ico; nella qunrrn sono pagine destinate ad elencare i richiamati dal congedo in caso di mobilitazione; nella quinta vi è l'elenco dei q uadruped i d istinti per specie : ca vall i e muli , eventualmente anche asini ; l'ult ima parte è dèitinata a r~ccogliere sintetiche memorie <to-

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richc. Il R. è tcnuco su duplice copia: una dcv ·essere personalmente tenuta aggiornata dal comandante del reparto, l 'altra dall'ufficiale o sottufficiale più elevato i n g ra<io immediatamente dopo di lui. Ogni parte d i q uesto documento deve corrispondere ai documenti cont:ibili della compagnia. Alla fine d 'ogni anno, non appena impiantati i nuovi per l 'anno successivo, la copia non del comandante viene versata nell'archivio de ll 'ufficio m atricola del corpo; quella del comandante viene conservata per un anno ancora e poi segue l' altra. Dal R., tenuto 3I corrente in ogni sua parte, è possibile d edurre la storia e la posizione del repano e d'ogni suo componente in ciascun giorno o periodo dell'anno. Per il formato, questo R. prende l'appellativo di tascabile. In comunissil\'lo uso presso l 'esercito nostro vi è anche il cosiddetto R . da caposquadra : cioè quel quadernetto di minime proporzioni nel quale ogni graduato annota il nome, i d ati matricolari, il mest iere, l 'incarico, l'arma in conseg na , ccc. d i ogni uo mo da lui d ipendente. Questo taccuino segue dovunque il graduato e lo aiuta per tener dietro ai movimenti del proprio nucleo. f:; quasi sempre posseduto anche dagli ufficiali , che, naturalmente, non si limitano ad annotarvi la focza di qualche squadra, bensì quella di tutta la compagnia. In occasione di viaggi collettivi militari si compilano degli elenchi, in ordi ne di grado e d j reparto organico, d ai quali risultano nom inativamente le persone partecipanti al viaggio stesso. Tale documento chiamasi R. di Marcia,

Ruolo. Questo francesismo ci viene dall 'esercito picmon• tese. Genericamente R. significa elenco, lista. nota e simili. In relazione all'uso fattone negli ambienti militari, q uesto vocabolo ha però oggi aSSllllto significat i tutt'affatto particolari. D i talune armi e di ta luni corpi vediamo infaui che ci sono R. speciali ossia una certa parte del personale di quelli, essendo impiegata in un modo p:micob re ed avendo Oltcnuto i11 conseguenza d i percorrere una carriera sensibilmente differente. costituisce un nucleo a sè. Ad esempio i R. tecnici dell'artiglieria, del genio, dell'automobil ismo, dei farmacisti, della san ità, della sussistenza, del commissariato, ccc. Recentemente, allo scopo di alleviare la crisi dei gradi succeduta nella carriera degli ufficiali dopo la guerra M,mdialc, ,ono stati ist ituiti i ruoli M. e C . N el pr imo (Mobilitazione, 1930) vengono ammessi a domanda quegli ufficiali i quali non hanno pi1, possibilità di avanzamento, a causa dell'età o di altre ragioni, ma non sono ritenuti però m eri Levoli d i essere colpiti eia diminuzione per loro benemerenze cli guerra. E.>si vengono impiegati negli uffici di mobilitazione dei Comandi e dei rcgg. e vi perm:.ni:ono con una certa ,tabilità . D anno così '.l quest i d elica tissimi o rgan i un carattere d i continuità che aon avc1•ano per l' innanzi. Ancora più recente (1933) è l'jstituzione del ruolo C (Consegnatari). Lo scopo che si è prefisso il legislatore offren<lo questa nuova sistcnrnzione àgli uffici ali più anzia ni di ciascun grado è stato quello di dare un altro sfogo alla risoluzione della crisi dei gradi del dopoguerra. Tale ruolo non ,crrà reintegrato più. app unto perchè esso è dest in:ito a fronteggiare ed allev iare i danni d i una situazione particolare e transitoria. Per estensione si suol dire R. dei comb.11tcnti. quando si 1•ogliono distinguere i reparti di linea dai scrvi?.i, N ella mnrina e nell 'aviazione si d isting uono i /? . naviganti d a quelh adibiti a incarichi accc,sori (es. Corpo Reale Equipaggi, Commissariato aeronautico, ecc.). Ruota (V. Arcl,ibugio a ruota e Cartella). Fu inventata da un arma iuolo d i Norimberga nel 1515 e fu co,ì chia•


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mala, pcrcbè il meccanismo aveva la forma di una ruota

che veniva girata per mezzo della chiave da ruota, destioata ad ar marla.

R uota d'archibugio

Ruotolo (C:armine). Generale, n . a Sarno nel 1868. Sottot. d i fanteria oel 1889, d ivenne colonnello nel 1917, comandò nella g uerra contro l 'Austria il 214° fanteria e merirò la med. <l 'argen to sul M. Forno e quella di bronzo su l S. Gab riele ovè rimase ferito . Dopo la guerra comandò , uccessivamente il d istretto mii. di Calrnn issena, il q 0 cd il 3~ fanteria. Nel 1926 fu collocato in P. 1\ . e nel r929 venne promosso generale di brigata. Ruotu. V . RMsutila. Ruph y (Enrico Francesco de). Generale, m. nel 1823. Dopo aver prestato se rvjzio in fanteria, fu promosso colo nnello nel 1814 e nominato comanda nte d ella città di Chi vasso d alla quale passò a quella d i C hambéry due anni dopo. Nel r820 venne collocato " riposo col grado d i maggior generale. Ruquoy (barone Luigi Uberto). Generale belga, n . J1el r86 1. E ra colonnello allo scoppio della guerra Mondiale al coman do d i un regg. cacciatori, col quale patrccipù alla di fesa <li An versa e a lla battaglia dell 'Yser , rimanendov i fe rito. Nel 1915 (u successiv~memc comandante d i brigata e d i d iv is. (5a) e divenne l'anno seguente luogotcn. gene-

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raie. Nel gennaio 1917 fu nominato capo d i S. M. d ell'esercito e nell'aprile 1918 riprese il comando d ella 5a d ivis. combattendo nella banaglia delle Fia ndre. Subito ,lopo l'armistizio fu a capo del1'esercito di occupazione della IV zona renana, fino al 1923.

Ruremonde (o Rocrmoude). Città olandese del Limburgo, posta sulla confluenza d ella Rocr nella Mosa . Ha due cime fortjfi. cate, di cui la prima è una nn1raglia interrott::1 tratto a

tratto d a torri; la seconda è invr.:cc un a cinta robusta, difesa da 12 bastioni circon dati d a un fossato pieno di acqua, e munita di Ruquoy Luigi spalt i e di un cammino coperto. Nel 1567 g li O landesi la conquistarono, nei p r imi tempi della loro r ivolta, ma l 'abband onarono poco dopo agli Spagnuoli, cbe vi 1niscro una guarnigione. Dieci anni dopo gl i Olandesi vennero ad assed iarla , ma iI con te di. Hoheo lo he, che coman<1ava g li attaccanti, fu costretto a ritirarsi per l'arrivo di un esercito spagnuolo . Gl i Olandesi tornarono ancora una volta nel r632 e la conqu istarono , ma non poterono conservarl a : g li Spa~nuoli che In presero poco dopo la tennero sino alla fine del secolo XVII. Passata all ' Austria, le rimase lino all'epoca napoleonica , passando allora a far pane dell' impero francese. I. Attacco e presa di R11remo11de (1572). Appaniene alla g uerra dì Fiandra e fu d ato da G uglielmo d i Nass:i u, p ri n-

Assalto di Rurcmonde ( 1572)


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cipc di Orangc. Questi, occupato nell'impresa di Mom, non , olcva perdere nè tempo nè forze nell'assa lire una fortezza che gli av rebbe certo resistito accan itamente. Perciò si accon1entò d i chiedere dei viveri per le sue 1ruppc, ma gli abitanti glieli rifiutarono insultandolo. Allora l"Orangc dc cise di assalire I.i città e fece attaccare una porta, che i Cattolici d ifesero coraggiosamente: lo stesso accadcle per altri d L1c punti a cui fece d are i ·assalto. M:1 in R. si trovavano anche numerosi Ugonotti, coi quali gii, da tempo comunica,·a. e che a,•rcblxro desiderato ,•cderlo padrone della cillà. Perciò. mentre i Cattolici difcnde,ano con succcs.)O una porta, essi, per un ':tltra apenur~ , fecero cntr:.rc g li attaccanti. li principe o non poti: o no n volle impcdi rr il saccheggio e i Protesta nt i si abba ndonarono ai più orribili ecccss1.

Il. Assedio di R11remo11de (2-7 ottobre 1702). Apparucne alla g uerra per la Successione di Spagna. Dopo la presa cl i Vcnloo . il gen . inglese Madborough distaccò il conte <li Tilly, luogo1encnte gcn . della cavaller ia ol:indcse, con 1200 ca\'alli per im•cstire R. Il 2 ottobre il Tilly attaccò la citt:\ che era di!c,a dal conte di I lorn, governatore è capitano generale della provi ncia d i Gheldria per il re di Spagna. I b vori furono subito iniziati e si aprì una trincea. In brC\'C gli assediati si accorsero di non poter resistere e domandarono la resa, per la quale ottennero gli onori dcl i,· armi.

Rurik. Capo d i una t ribì1 di Kara ngh i (No rmanni) del Bal tico, e fondatore nel secolo IX dell'impero russo. Fu chiamato, con due ,uoi fratelli, a difendere la città d i Novgorod, che si mise sollo la sua protezione. R. allora. dalla città che si era costruita su l La<loga, alle frontiere della repubblica d i Novgorod , m arciò cont1·0 questa per assoggettarla . Vinta la resistenza di alcuni cinadini, e fatti mas,acrare tutti quelli che sospettava a\'versi ai suoi di segni. fissò in Novgorod la sede del suo impero che estese poi sempre pii, finchè. nell"879, morì dopo J7 anni di regno, lasciando a successore il figlio Igor,

Rusca C. B.

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Ruscu G iuseppe

Rusca (baro11e Ciova1111i Tla11ista) . Genernlc, n . a Dolceacqua, m. a Soissons (1759-1814). Era medico chirurgo in un ospedale mii. di N izza q uando scoppiò la Rirnluzionc francese. Entrato nel 1794 nello S. M. dcli 'armala d ' Ita lia . meritò in breve il grado d i aiutante generale, passando ne ll'armata dei Pi renei o riental i (1795) . Nel 1790 passò a!(li ordini <lei Duonaparte col grado di generale di brigata; fu ;n Italia e meritò la promozione a generale di divis. Combat1è valorosamente nella spediz io ne di Napoli e cadde prigioniero, nella battaglia della Trebbia nella qua le Tima~c ferito . Nel 1802 ebbe il comando mii. dell'isola d 'Elba. 'cl 1809, al comando d i una divis. . si segnalò nel Tren-

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tino e nella Carniola. Dopo la pace di Vienna ccs,ù dal servizio, ma verso la fine del 18r3, quando gli Alleati si rivolsero contro la F rancia, ebbe il comando delle ri,erve e delle guard ie nazionali d i Soissom e nel la difesa d i questa città cadde ucciso. Rusca Giuseppe. .\4edagha d·oro. n. a Genova, caduto al fronte ( 1892- 1916). Semplice fan re ncll'89° regg. fanteria, divenne succc:ssivame nlc so llot. e tenente di cnrnplcmcnto: nella campagna di L ibia guadagnò una mcd. di bronw a Reg<laline nel 1912 e nella guerra Mondiale, dopo a,·cr dato ripetute prove di valore. cadde cro,camente mentre tra le file del 157° rcgg. d ife ndeva il monte Zovctto, sull'altipiano d' Asiago , contro l 'irruz ione austr iaca del giugno 1916. Ecco la motiva;,,ione cli mcd. d'oro: " Comandante di un grurpo cli quattro mitragliatrici su una posi1.ione che per ben quattro giorni consec111ivi [u soggetta ad un violento bombardamento dell 'artiglia 11et11ica. vi si rnantennc sa ldamen te con ca lm a am mirevole, fa lcia ndo con il fuoco delle sue armi le fanicrie a\'vcrsaric che cercavano di spingersi sulla linea delle nostre trincee. Due .-ohe ferito, si medicò da sè stesso senza lasciare il proprio posto, continuando a dirigere il fuoco delle sue armi. finchè, ferito una terza volta mortalmente, cadde eroicamente vicino all'unica mit ragliatrice rimasta ancora servibile: fulgido esempio di alte ,·irtù mi- -t litari " (Monte Z ovctto. 15-16 giug no 1916).

Ruschi (Lore1J:,,o). Generale. n. nel 1843. m . a Pontremoli nd 19 19. Sottot. dt cavalleria nel 1865, partecipò alla cam pagna del i866. Nel 189i ebbe. da ten . colonnello, il comando del regg. ca,·alleggeri Guide c. colonnello nel Huschi Lorcn7,.c, 1898, pass,ì a comand are la scuola d i cavaller ia . In P. A . nel 1901, passò nella risen·a nel 1905 ouenendo le pr'.)1110· zioni a magg. generale nel 1910 ed a 1cn. generale nel 1915. Rusciuk (o Rwsé) . Città della Bulgaria, sul Da nubio, a valle del la con/lucn,a con il Lom Nero . La citt/i, che conserva gli avanzi delle antiche fortificazioni che furono smamcllatc dopo la guerra del 18i7-78. fu co<truita sul luogo dO\'C si trovava la stazione romana di Prisca. li l5 maggio 1812 vi furono conclusi i prel iminari della pace di Bucarest. Nel 18n R. {11 uno d ei p rincipali punti d 'appoggio dell'esercito rnrco ndla Bulgaria o rientale e nel febbraio del 1878 {u sgombrato dal mede,imo in seguito ad un prolungato bombardamento da parte russa . l i 3 marzo 1887 le truppe del governo vi repressero una iusurrezione militare.

I. Assedio di Rusci11k (1810). Appartiene alla guerra Russo-turca. Il generale russo Sass, passato il Danubio, il r0 giug no, immediatamente sotto T urtukai~ av<:v:l marciato su R. con l 'incarico di attaccare questa p ia1.zafon e, e d i isolare G iurgiu, sulla riva opposta. li suo corpo d ·operazione era appoggiato dalla flottiglia danubiana. Con tutto ciò le sue forze erano insufficienti per l'investimento completo di R., cbe aveva un m iglio di circuito . Inolt re, avendo i nnal1,ato le prime parallele troppo ]ornane da lla fortezza , le operazion i d' assedio procedevano assai le ntarnente. Pc! timore che questa sua lentezza incontrasse la


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disapprovazione del generalissimo, il 2l luglio, il gen. Sass volle tentare un assalto su quattro colonne , ma il tentativo fa llì completamente, e vi perdette 900 u. Media nte .rinforzi, condotti <lai generale Kaminski, gl i assedianti raggiunsero i 20.000 u . e fu allora possibile d i i nvestire completamente la piazza . F urono occupate le isole situate a monte, per intercettare, anche mediante u1ia flottiglia, le comunicazioni <legli assediati con le fortezze del Danubio superiore, e fu d isposto che l'assa lto dovesse aver luogo, dopo un fuoco violento d i tutte le batterie, contemporaneamente su cinque colonne, d alla fronte principale della fortezza. Il 3 agosto alle 4 del mattino fu dato i l segnale d'attacco. I Turchi risposero con un fuoco vivissimo d '~rtiglieria, tanto più inatteso in q uanto i Russi credevano di avere smontato tutti i pezzi <lei nem ico, mentre il comandante t urco, Bos11iak-Aga, no n potendo lottare con le

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fare una rkogo iz.ione; ne seguì uu vivo combattj1nento di

cavalleria, nel quale quella russa tu obbligata a ced ere d i fronte al numero ; ma poi Voinov, essendo stato sostenuto a tempo d alla fanteria, riusd a respingere il nemico 'ed a r iprcll<lcre le sue posizioni. Il giorno 4 alle 7 del mattino, il gran visir attaccò l'esercito russo cerca ndo d i circondarlo per aver modo, d urante la battaglia, di far prendere R. <li viva forza da un corpo distaccato. Il gran visir, che mi rava all'ala sr. <lei Russi, r iuscl a mascherare i l suo piano attaccando prima vivamente la dr. ed i l centro, intanto che gli Spahis si gettava no impet uosamente contro l'ala sr. dei Russi appoggiata ai burroni scoscesi del fiume Lòm; fnrono però sempre respinti. Allora il gran visir, approfittando d i un profondo vallone , vi lanciò un corpo scelto d i cavalleria per prendere di fianco l'ala sr. nemica, menrre egli teneva occupata la dr . e con un gruppo <ii 40 ca nno ni fuln1i11ava il ccn lrO . La cavalle ria russa, attac-

cata improvv isamente di fianco, fo rigettata con perdite gravi. Visto il momento critico, K.utusov fece occupare le alture che d a quella parte circondavano R. Quest'ord ine, eseguito con cckri1à e<I esattezza , arrestò i progressi del nemico . Contemporaneamente il gen . Voinov, riord inata .la cavalleria, rtitaccò vivame□te J Turchi, rigcuandoli con ..

t ro il fuoco della fanteria, che li mise in fuga una seconda volta. Allora i fuggitivi portarono la confusione in tutto l'esercito otto111ano, iJ q uale si affrettò a raggiu ngel'e i l suo cam po trincerato, lasciando sul posto 600 m()rti e 900 fe. riti. L 'esercito i:usso inseguì il nemico fino al campo trincerato e quindi si ritirò. Le perdite dei Russi furono in totale d i 800 uomini. Dopo questa ba ttaglia il gen. Kutusov , nella considerazione che il mantenimento di R. r ichiedeva u na quantità di truppe troppo grande, l'abbandonò dopo d i averla data alle fiarnme e averne fatto sgombrare gli abitanti. La fortezza d.i Rusciuk

bat terie degli assed ianti, aveva conservalo prudcmcmcotc tutti i suo i 1nezzi per il rnomen ro decisivo. J soldati russi, scesi oel fosso, si erano dovuti fermare, non potendo rizzare le scale per g iungere sul ramparo energicamente di ..

feso. A giorno fatto il generalissimo russo fece avanzare la riserva, ma il gen. Essen che la comandava non ottenne m ig liore s uccesso. Furono portate una grande quantità di

fascine per formarne dei gradini lungo la sca rpata, ma, invece d i adopera re le fascine a questo scopo, i solda ti se ne fece ro un riparo di dove continuarono la loro jnutile

fucileria. Alle 7, dopo tre ore d i combattimento, i Russi cominciarono a ritirarsi su rutti i punti, avendo .subìto una perdita d i oltre 8000 u. Nel settembre successivo il gcn. Kaminsk i, dopo la vittoria di Batin, ri prese l'assedio di R. che il 26 si arrese a buone condizioni . l i. Battaglia di Rusciuk (18u) . Appartiene alla guerra Russo-turca. La guarnigione russa di R. non era in forze tali da poter d ifendere la vasta ci ntura di questa piazza forte contro un esercito turco di 60.000 u. comandato d a Bosuiak-Aga, che ardeva dal desiderio di riprendere la. sua fortezza. li gen. i11 capo russo K utusov, per im pedire ai Turchi di arri varvi, passò i l Danubio il 1° luglio, e d ispose il suo esercito (11.000 u .) in battaglia sulla st rad a d i Rasgrad , lasciando a R. i.I gcn. Resvoi con u na guarnigione d i ' 400 0 u . Essen comandava l'ala dr. dell 'esercito, Langeron la sr., Voinov la cavalleria ed il gen . Novak l'artiglieria . Il gcn. in cape, .si trovava al centro. l i 2 mattina 1 T urc hi, protetti d a una fitta nebbia, ~rva nz arono per

Rusconi (Felice). Generale, n . e m . a Bagnacavallo ( 1835-1904). Sottor. del genio nel 1859, partecipò alle campagna del J 859, 1860-61 , 1866 e 1870. All'assedio di i\ocona meritò la mcn,ione onorevole e due medaglie d'argento ebbe per gli assedi d i Capua e di Gaeta. Direttore del gen io a Massaua nel r889 e colonnello nello stesso anno, passò poi a d irigere il genio a Bologna. In P. A. nel 1893, fu promosso magg. generale nella riserva nel 1898 .

Ruspina. Antica città dell 'Africa cartaginese, presso la piccola Lepti. I m presa di Ruspinr, e di Uzita, o Use-ila (47-46 a. C.). Appartiene alla guerra africana, ed è lo strascico della guerra civi le fra Cesare e Pompeo. I seguaci d i q uest'ultimo si erano ritirati jn Africa e, approfittando del fattp che Cesare era ancora impegnato nell'Egitto , aveva no raécolto ben 14 legioni, oltre alle n umerose forze del re d i Mau ritania, Giuba. Rinforzatisi saldamente in Utica, posero truppe anche in Uzita , che serviva loro d a luogo di sbarco . Di fronte a questa città sorgeva R., e qui venne Cesare ad accamparsi (A) dopo essere sbarcato presso Susa con 6 legioni e 2 000 cavalli. In q uesto luogo egli decise di attendere il resto delle sue forze, che sarebbero venute a d istaccamenti dalla Sicilia . A tale scopo fece tracciare d i fronte al nemico ona linea fortificata (CC), per assicurarsi le comunicazioni col mare e procurarsi un luogo d i sbarco per le sue truppe. Scipione e Labieno vennero subito ad attaccare il campo di R ., ma Cesare vi resistette saldamente con le poche forze che aveva, e , oltre a rcsp;'ngere ogni attacco, ·fra éui particolarmente violento quello dato d allo stesso Scipione, che causò gravissime perd ite

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.Le operazioni di Giulio Cesare a Ruspina e Uzita

ad ambedue le parti , continuò anche a rendere ,cmpre più sicure cd a allargare le sue fortificazioni. Avuta poi notizia che alcune sue navi cariche di grano di cui aveva gran bisogno, vagavano alla ventura <lavélnti alle coste africane non sapendo dove approdare e che da un momento alI'altro potevano cadere nelle mani del nemico, lasciò in R.

un piccolo presidio, che fortunatamente non lu attaccato dai Pompeiani , si imbarcò col resto delle sue forze e uscì d i notte a cercare le navi disperse chr.. trovò e ricondusse

a R. Non egualmente fortunata fu l'uscita che com_pì il 4 gennaio del 46 con poche coorti per reca rsi a foraggiace. Avvistato in lontan;rnza il ne111ico, cercò <.li ritirarsi, rna (u ben presto raggiunto e circondato nei pressi d i _R. Labic no aveva LOl1 sè, al dire dj alcuni storici, circa 4 0 . 000

uomin i regolari oltre a un forte stuolo di cavalleria leggera e un g rande numero <li ausilforì . I soldati di Cesare furono

in breve ridot.ti a stringersi in cerchio per meglio d ifendersi, e sarebbero certamente stati massacrati se Cesare non avesse tentato un 'abilissima manovra che riuscì perfettamente. Fece spezzare il cerchio formato dalle sue truppe e, con uno sforzo disperato, r iusd ad allentare la pressione nemica e a schierare i suoi in linea. Convergendo po_i tutte le sue forze contro il centro dei Pompeiani, lo ruppe, sgom in ando completamente le schiere nemiche e obblig;rndo Labieno alla fuga. L iberatosi da queste forze così superiori , tentò di ,·ientrare in R. pr~so la quale si era svolta questa fazione, quando fu assalito da un altro corpo nemico. Sconfitto anche questo con un ulti mo sfar ~o , Cesare potè riparare negli accampamenti. Pochi giorni dopo fece tracciare due lince fortificate, in direzione di Uzita, trasportando in I/ il suo campo. Questo aveva la fronte volra verso il nem ico sopraelevata, e da questa altura, mentre le truppe che ogni giorno arr;vavano dall'Italia e,ano poste al sicu ro tra le d ue n uove linee, fece battere Uzita , che era tenuta da truppe pompeiane. Frattanto il re Giuba , che stava per tornare contro R .. couducendo scco nume-

rose forze, fra cui parecchi elefanti, e ra trattenuto da l trad imento di Bocco, altro re di Mauritania, passato ai Romani . Cesa re così fu più libero nei movimenti e concen1rò lulte k

sue forze con tro la città che fi.nalmentc si arrese. Allora, abbandonando gli accampamenti di R. e di Uzita, si d iresse su Tapso.

Ruspoli (Galeazzo). Generale, n . nel 1847, m. a Roma nel r927. Sottotenente d i cavalleria nel 1869, andò in P. A. nel 1901 col grado di ten . colonnello. Colonnello nella riserva nel 1906, fu promosso 111agg. generale nel .r915. Russeff' (Ivan). Generale bulgaro, n. nel 1872. Sottot. nel 1892, fu all ievo della scuola di guer!'a di Pietroburgo e divenne generale nel 1916. Partecipò alle guerre Balcaniche e alla Mondiale; in quest' ultima fu capo di S. M. del la 2• armata e poi comandante de lla 7• div is. di fanteria . Dopo la pace andò in congedo gettandosi nelle lotte politiche, e divenne ministro degli Interni, lottando prima contro Stambolischi e poi contro il co1nunismo.

Russell (Edoardo mnte di O.rford). Ammiraglio inglese (1653-1727). Partecipò alla r ivol uzione del 1688. Si distinse nella battaglia de La Hogue e com battè contro i Francesi dal cui assedio liberò Barcellona. Russell Guglielmo Howard. Corrispondente inglese di guerra del « T imes ». Partecip<'Ì alla guerra di Crimea, alle campagne nell' Ind ia (1857-59), alla guerra del 1866 dal' q uartier generale austriaco e a quella del 1870-71 d al quartier generale prussiano. Scrisse la « Storia della guerra di• · Crimea ».

Russia. Discordano gli storici su lle origini dei Russi, che appaiono confuse ed oscure. Sembra che questi facessero parte della grande famiglia slava d i ceppo indo-germanico che, da molti secoli prima dell'era volgare, ~; sparse sulla terra ad ovest del Volga e che di là si avanzò poi coi ;uoi rami verso occidente e

mezzogiorno, d ila-

gando tra il Baltico e il mar Nero. Gli slavi più nordici, nel IV secolo d. C ., fondarono parecchie città, fra cui Wladimir e Novgorod, portando specialmente quest'ultima a grande prosperità. Disseminati nel vastissimo territorio eprivi d i organica costituzione, essi soffrirono le oppressioni dei Normanni, cd invocarono aiuto e protezione dai bellicosi Vara1:hi dell'lnger manland , i quali accolsero l'invito,


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(863) e, guidati da tre fratelli, Rurik, Ciuaf e Truvor, s'irnposscssarono di molte terre d el Nord d ella Russia .sottomettendo le popola:,;ioni unne e fin n iche che le abitavano. Rurik pose s ua stan za a L adoga e moni i suoi frareJI i s'insignorì della repubblica di Novgorod , vi stabili la sua residenzaJ vinse ribellioni interne c. aggressioni esterne e fu il fondatore dell' impero russo, che da lu i se,nbra prendesse an che il nome, e il capostipi1e d' una <iinas1ia che d u rò fino a tutto il secolo XVL Dapprima il n uovo Sta!O . ebbe t itolo d i Granducato d i Russia, con limitata esten sione di territorio; ma Oleg ncl l'879 prese le redini d ello Sta to e a capo <.li un esercito sottom ise Smoknsko e il principato di K iev, e, spin tosi fin presso Costantinopoli, cos trinse il d e bole imperatore Leone a um ilianti patti (907). Successogh nel 914 Igor; volle imprendcre una nuova guerra contro l'imp ero greco (941), ma ne ebbe la peggio; Jinnova1ala nel 944. potè o tte nere ch e l' impero g lc pagasse tributo e g li accordasse un vantaggioso trattato con1n1cr • c ia le. Si volse poscia a soffocare le ribellioni che la sua crudeltà gli suscitava nei popoli soggeni, e più aspramente dovene com battere contro g li Ugl itzi d e lle rive meridionali del Dn iepc r e contro i Drev lcni che abitavano l 'od ierna Volinia e che, 1ra110l0 in u n agguato, lo trucid arono (945) . Sviatoslao I {955·9i3), anima rude di soldato e avid o <li gloria, g ue rreggiò co111ro i Cazari del Don souorncuendo tu tto i l paese tra le bocche d i q uesto fiume e q uelle del Danubio e a iutò l'imperaiore Nicdorn Foca cont ro i Bulgari toglie ndo a quest i molte c iui, (967-68) ; m;, il su cccssore d i Nicdoro, G iovanni Zimisca, gli impose di sgombra re la Bu lgaria; onde fra i <luc fu guerra che, dopo a lcuni buoni successi d ei Russi, terinin ò con una gravissin1a d isfalla loro inflitta da l greco impera tore (971). Costretto a ritirarsi, Svia toslao I fu su l Dnie per assa lito dai Peceneghi che lo uccisero e fecero strage cldl~. s ua gente. Già prima, Sviatoslao aveva diviso i suoi domini tra i figli, dando Kiev a l p rimogenito laropolk, la regione dei Drev leni al secondogenito Oleg e N ovgorod a l m inore Vladimiro. A ll a sua morte sorse la d iscor<lia fra j tre princip i, e un triste

periodo cli uccision i, di tradirnenti e di jnsid ie macch i<> la sto ria d ella R ussia . Oleg fu assal ito, vinto ad Ovroutch {977) e fatto s pegnere d a laropolk e q uesti a sua volta fu spossessa to da Vladimiro, che rim asto solo signore del paterno re taggio (980) [ece convertire il s uo popolo al cristianesimo . Egli stabi lì relazion i coi poten tati orientali cd occidentali e trattati d i commercio coi popol è v icini, e, guerreggiando [clicemente, tolse la Gal izia a , Polacch i, estese il suo dominio verso nord fino al 13«1 tico e a l golfo di F inl.aod ia, ve rso est sulle terre <le i Bulgari d e l Vo'lga, e verso sud sulla Crimea (988). Q uesto grande sov rano, sotto il q uale il prin cipato russo salì a notevole grado di civiltà t Stemma della Russia (scc. XIX)

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cadde nello stesso c rrare d el pad re d a ndo

in ap p a n naggio ai propri n u merosi figli va rie parti d ello Stato , c iò che Iin novò un per iod o d i lotte fra terne . U no dei--figh--ò i-VIad imi,ae, 1-aroslao, c-ur cra~ 1oc-cata-Novgf.>ra.l,malcontento della parte av uta, si ribellò a l p adre clic ne m orì d i dolo re (1015); e , sconfitto sulle rive dell' Alta il

fratello Sviatopolk che si era impossessato di Kiev, lo detronizzò, raccolse infine nelle sue ,_nani a 11che I·e rediti, degli a ltri fra te lli morti combattendosi fra loro (10,7) e trasportò la capitale a Kiev _ Egli a tterrò l' impero dei Ca. zari ~ ma, guerreggiando coi Greci , toccò sul Bosforo urut

Stemma della Russia nel 1700

sanguinosa disfatta onde dovette cond uderc neJ 1047 con essi la p ace. Gli succede tte il figlio Isiaslao I (, 054) che f u detron izzato dal principe d i P olotzk, ma, col soccorso del re polacco Bolcslav Il. riuscl a riafferrare il potere. Nel 1067 f.u battulO sull 'A iuta dai Polovitsi, popolo asia tico stanziatosi pochi anni prim a t ra i l Don e il Jaik . Nel 1069, Sviatoslao debel lava pccsso la Snove i l'o lovirsi e, con l' a iuto de l fratello Vescvolod , strappava n uovamente la corona a Isiaslao (1073). Q uesti potè ricuperarla solo tre anni dopo, alla morte dell' usurpatore, e m osse contro il .nipote O leg alleatosi coi Po lovitsi e lo d isfece, ma la vittoria g li costò la vita (10j8). Dei success ivi sov rani, Vlad im iro li Monomaco (113-25) fece guerra fe licemen te a i

IJulgari, ai Livoni an i, ai Cumani, ai Polovitsi, ai Pecenegh i, a ll ' im peratore Alessio Comncno .

li pe riod ò che segue 11ella storia della R ussia fi no alla invasione tartara (1224) è fra i p iù intrica ti ed oscu ri.

L'uso jnvalsn tra i principi, di assegnare ad ogni figl io 1

u n pa rticola re a ppannaggio, ebbe per effetto d i moltipl ica re i p rincipa t i. Di q uesti , in q u asi d ue secoli se ne contarono fino a 64 ; e 293 principi d el sangue d i R urik si d ispu tarono il possesso d i Kiev e degli altri d omin'ì russi i n guerre civili innumerevoli. Vesevolod Il ( 1138-n 46) tentò d i un ificare le varie provincie russe d istruggendo il potere fe ud ale, o rlgine d i tante d iscord ie e sve_nture ; ma 1 bcnchè con<.1uistassc i ducati d i M insk e d i Polotsk e rid ucesse a obbed ien za i Livoni e g li Eston i, da u ltimo la fortu na delle armi g li d ivenne avvcrs:l e, g ravemente sconfitro d ai Por lacchi,- <love tte riti-sarsi a K ie-1!-. Segu irono n uove lotte i11 tcsti11c fino a Juri li (12J3-38), ch e mosse g uerra a i Tartari -m ongoli, dai q u ali fu srnnfit10 nel 1023 . [ T a rtari

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fondarono nella Russia meridio nale, tra l'Ural e le bocche del Danubio, il grande impero dell 'Orda d 'oro e nel 1236 sferraro no un assalto contro il g randucato d i Vlad im ir, d ivenuto su tutti )li i altri prem inente, scoufissc ro i Russi nel 1237, incendiarono Mosca e assediarono Vladimir. In

Guerrieri moscoviti del secolo XV

una sanguinosa battaglia lu, i, il quale aveva tentato la sorte delle armi, (u disfano ed ucciso. I Tartari, non osando l'impresa di :::slovgorod, n1>1egarono verso la Russia merid io nale; Kiev fu sacchegg iata con i11:1udita ferocia e sottomessa al pari della Podolia, della Volinia e della Galizia; o nde, ad eccezione di Novgorod e delle regioni del nordovest , tulla la Russia cadde so u o il giogo ia n aro,, Nel principato d i Novgorod, Alessandr o, già salito in fama per avere respinto con una segnalata vittoria sulla Neva un'invasione d i Caval:eri teutonici, di Danesi e di Svedesi (1240), battè i cavalieri Ponaspad a sul Peipus. Successivamente, il g rau Khan dei Tartari riconosceva ad Alessandro il principato <li Kiev e della Russia meridionale, e al fra. tcllo Andrea quello d i Vladim ir. Contro i Tartari si sollevarono i Russi e grand i massacri furono compiuti, ai quali tennero dietro nuove discordie fra i principi russi. luri principe di Mosca, (u dal Khan tanaro prescelto a regnare, con sig noria su M osca e Novgorod. I n principio del secolo x rv la Russia occidentale si trova raggruppata intorno allo Stato limano che, sorto a mez7.o il secolo Xli, s'era ingrandito nei successivi verso levante, ponente e mezzogio rno fino a comprendere tutta la Russia bia nca. La Russia oriemalc, invece, è concentrata intorno a Mosca; e la lotta fra le due Rmsic, la prima cost ituita d i Russi, Lituani e Polacchi, la secon<la comp atta nel suo spirito d i nazionalità, occuperà alcuni secol i della storia russa, terminando con la vittoria di quella occidentale da cui trassero origini i fondatori del l'impero moscovita. Ad Alessand ro Il , vinto ed ltcciso dai T artari (1328), succedette nei principati di Mosca, Vla<limir e Novgorod il bellicoso Ivan I (1328-40), che di Mosca volle fare la capitale e vi edificò il Kremlino. Egli disegnò d i r iun ire lutti i piccoli S tati in cui era d ivisa la Russia e d i formarne una sola monarchia, ma non riuscì a condurre a fine tale impresa. Demetrio IV guerreggiò coi principi d i Tver e d i Riazan suo i competitori, fortificò Mosca, ricostrusse in p ietra il K rcm lino e fu il primo a tentar la riscossa contro i

T ar tari che battè nel 1380; ma, due anni dO!)O. "idc Mosca invasa e saccheggiata da un generale <h T amerlano e fu costretto a t ri buto. Ivan Hl , ,alito al trono nel t 462, si d iede con i mplacabile e nergia :1 riunire in sua mano , molti principati sorti dall'uso d i insegnare ai principi del sangue appan naggi che debilitavano la compagine dello Sta to cd erano contin ua causa d i g uerre civili. Sottom ise con le armi la ricca repubblica di Novgorod che gli si era ribellata e rifiutò il tributo al khanato dell'Orda d ·oro. Alle m inacce di questa, le ma rciò contro co11 numerose forze, la sconfisse più volte e. (:,vo l'ito da l contemporaneo assalto che j Nogai, ramo tartaro resosi indipendente nel 1261. a,·cvano mosso a q uesta, la distrusse (1481). Guerreggiò inoltre felicemente coi L ituani ed estese il suo dominio anche verso la S ibcri!'; promulgò leggi provvide, d iede or• dine all'amministrazione dello Stato. lvw lii morì nel 1505 ed ebbe titolo d i gra nde . Gli succedcu e il figlio Va,sil i IV che, pur desideroso d i pace per poter assoda re i progressi raggiunti d urante il regno del padre, dovette invece lottare a lungo con la L ituania e con Makmct Khan d i Ka.:an . All:1 prim a colse Smolcnsko (1514); al secondo, a lleatosi con essa , fece g uerra ostinata ma infelice; o nd 'cgli ebbe b propria capitale, Mosca, inva,a e stra7.iata dai Tartari (15zr) a cui dovette pagar tributo; solo più t ardi potè avere la sua rivincita e im porre a Kazan un nuovo Kh an . Anch 'egli, perseguendo l'opera paterna d i unificazione, solroposc al suo dominio parecchi principati e impresse al suo governo un carattere autocratico. Morendo nel 1533, lasciava il trono al figlio q uattrenne Ivan IV sotto la reggenza della madre Elena, donna ferma e risoluta che spez:ro I·opposizione dei principott i spodestati, domò i Litu ani che ne era no gli istigatori e g ue rreggiò con for111na contro i T artari; ma nel ,538, presa in odio dai grandi, morì 3\'velcnata. La Russia precipitò nell'anarchia e nella guerra civile e il 9iccolo Ivan cadde nel dominio dei Boiardi che, dispurn nd osi il po tere, se ne fecero trastullo. Ma Jvao, giunto alla età d i 14 anni ( 1543), afferrò con in•ospettata energia lo scct:ro e dannando a morte atroce i p iù riottosi e relegando gli altr i in lontane provincie, rutti r idusse alla sua obbedienza . Certo, le sofferenze d a lui patite, l'impeto giovan ile, lo spettacolo della altrui malvagità !o fecero eccedere nei castighi e crearono intorno al suo nome

Cosacco

Colonnello

U fficiale

Truppe rus;e dell' epoca di Pietro il Crnnde

una leggenda paurosa di delitti e d i stragi che gli procurò l'epiteto di T erribile. Assodato il suo potere, assuolo per primo il tito lo d i czar, apparecchiato e ben o rd i11ato un forte esercito, istituendo i n esso il famoso corpo degli Strelizzi, sua guardia personale, egl i rito lse ai Tartari 43


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Kazan , con9u istò loro il regn o d 'Astrak a n e poscia portò guerra a, Cavalieri Portaspad a <l i Livon ia, alla Polonia , alla 5vezia, ccrcan<lo in va no <li apri rsi uno sbocco verso il Ba ltico. Malgrad o o ttenesse q ualche buon successo con le

Fanteria russa de ll'e po ca napoleoni~a

armi, a lla p ace concl usas i ne l 1583 egli dovette tuttavia r in u nciare al la Livon ia, restitu ire Polotsk e altre città alla Polonia e segnare con la Svezia una tregua <li tre anni. Qucslc av versità e le insid ie dei nemici interni gli sconvolsero la men te e ridestarono in lui istinti di ferocia che lo fecero incrudelire su q uan t i credeva a sè ostili, fi no ad uccidere d i prop ria m anu il fig lio De me u io . Novgurod e Mosca , sospettate d i infedel tà, furono da lui d a te a l saccheggio e al massacro; e ogni libertà fu annientata e la pili obbrobriosa. e pazza tirannide terrorizzò città e campagne che int ristirono nel d isord ine e n ell'abbandono . Tuttavia, malgrad o tante colpe e tante aberrazioni, il regno d i Ivan l V non mancò d i sp!cn dore . Egli avviò rela-

zioni cornmercia li con Inghilterra e Francia, fondò Jtrcangclu, promulgò buoni cod ici, inLrodusse la stampa' e le a rm i da .fuoco, liberò la R ussia dallo straniero e, sotto di lui, un avvtnturiero cosacco, lrrnak, superò gli Urali e

Dragoni

U fficiale

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in iziò la vera conq uista della Siberia (1580). Nel 1584, g ià vecc hio e ròso dai rimorsi, Ivan IV si ch iuse in u n ch iostro e p oco d opo m o rì. Suo fig lio Fc<lor I ponò sul trono u n corpo in fermo e un debole intelletto. Egli lasciò il governo ~Il 'astu to cd ambizioso Bori s God unov, suo cogna to, il q uale g li .fece decretare ch e i contad ini mssi fossero servi della gleba e poi gli tolse la corona (1598) regnando d ispo· tica mcntc . Sospettoso di t utti, l" usur_pato re incrudelì su quanti potevano attraversar gli il cammino; sterm inò g li u ltimi d iscendenti d ella din astia d i Rurik e portò i suoi colp i sulla famiglia dei Romanov, oriund a della Prussia e ven uta in Russia alla m e tà ciel XIV secolo. Contro Boris, che aveva fatto uccidere F c<lor e i l frate llo Demetrio, sorse un avventuriero che, spacciandosi per Demetrio, trovò fau~ tori nel p opolo c redulo e ig norante, e, sosten uto dal re d i Polonia, avan zò su Mosca . Boris n e mori d i cruccio (1605) e il figl io d i lui, Fedor li, fu , mmola to a lla vendetta dell' impostore, ch e, poco dopo , resosi i nv iso ai sudd iti, venne sp;:nto eia una congiura capeggia ta <fai p rincipe BasiEo Scbu iski suo mortale nemico . La comp arsa d 'u n a ltro falso Demetrio fece scopp iare una sanguinosa gue rra civile della quale app rofittarono g li Sved esi p er òccupare Novgorod e i Polaccbi, che, presa Mosca , vi menarono st rage (1610), traendo p rig ione lo czar Basilio Sc.huiski succeduto nel 1606 a Fedor 11 . Fin almente, quando la Russia stava per soccombere sotto il tallo ne polacco, i boiard i furono concord i nel clare lo scettro al quindicenne M ichele Roman ov (1613). Il nuovo sovra no concluse (1616) col re Gustavo Adolfo di Svezia la pace, per la q uale conservò Novgorod, m a dovette ced ere l ' lngria, la Carelia , l'Estonia e la J,ivonia. Nel 1618 segnò con la Polon ia una tregua d i quanordici ann i abband onandole i ducati ,li Smolensko, cl i Sevcria e d i Cern igov; cessione confermata ne l 1634 con la p ace d i Vias m a. Lui regnan te, furono raggiun te in S iberia le coste del Pac ifico . Suo figlio e successore, Alessio 1, si fece difensore dei Cosacchi del Dnieper e del Don che g li si erano d a ti per sottr arsi alle vessazioni de lla Polonia (1654), e in una guerra fortunata contro questa le ritolse i clucaLi cedutile dal padre; poi tentò di (a re lo stesso contro la Svezia, ma, sconfitto dagli Svedesi presso Riga, alla con clusione della pace d'Oliva (1660), nulla potè ottenere. Una form idabile sollevazione dei Cosacch i (1669) fu da Alessio spictarnincnte domata in due anni d i lott a; dopo di che

( Fanter ia)

Sergen te

'"fruppc russe deJFepoca di Pietro il Grande

Granatiere


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egli ebbe varie guerre con la Turchia nelle quali d i grande aiuto gli furono i Cosacchi che, inoltre , gli restituirono la città santa di Kiev da lungo tempo rimasta staccata dal dominio di Mosca. Dopo di lui salirono successivamente al tcono di Russia gli altri suoi d ue figli Ivan V e Pietro I i l Grande. 11 primo, debole d i carattere e cagionevole d i salute, venne posto in disparte dalla sorella Sofia, donna di masdiia energia e cupida di regno, la q uale, ordendo congiure e sollevando in suo favore gli Strelizzi, trasse il potere in sua mano, e, abilmente consigliata dal principe d i Galitzin suo amante, resse lo Stato con vigore, fece guerra non fortunata ai Turchi, ma costrinse i Polacchi a segnare i l trattato d i Mosca (1686). Senonchè, frattanto, il fratello Pietro, ambizioso al pari di lei e conscio dei suoi diritti al trono, le si soJlevava Cùnt ro, e, g uadagnatosi l'animo del popolo, soffocava una rivolta degli Strelizzi fautori di Sofia, confinava questa in un monastero, e, strappato all'imbelle I van lo scettro (r689), iniziava uno dci pi,, gloriosi period i che la storia della Russia ricordi . Anima ardente, avido di glori a, vjoltnto ma generoso, conoscitore d\1ominj , severo educatore d i sè stesso, acca~ glitore di quanti potessero portare il suo impero ad alto grado d i civiltà, Pietro concepì per la R uss ia un vasto prograrnm.a di riforme e di conquiste. Volle anzitutto aprirsi uno sbocco verso il m are caldo, non bastando alla Russia il porto d'A rcangelo spesso ghiacciato; e per ciò, armata una Aorta -sul Don, mosse guerra ai Turchi togliendo loro Azov, chiave del mare di questo nome ( •696). Domò nel 1698 con atroci suppl izi una rivolta degl i Strelizzi e sciolse q uesta turbolenta e infida milizia, riordinando l'esercito e la marina. Come la conquista d'Azov aveva schiuso alla Russia il Mar Nero, cosl quella dcll'Ingria e della Carclia doveva, nel disegno d i Pietro i l Grande, non solo ridarle due provincie già st rappatele dalla Svezia, ma offrirle anche uno ~bacco verso il Baltico. Egli pèrciò si unì con Augusto II re di Polonia e con l a Danimarca contro re

Goardia

Granatieri

Rus

Carlo XII d i Svezia (V . Guerra Nordica). Questi, sconficrolo una prima volta p resso Narva (1700), dopo aver debellati gli altri due alleati riattraversò la Polonia e la Lituania e giunse sul Dnicper inseguendo i Russi che r iti-

Russia: Artiglieria della Guardia (epoca napoleonica)

ravansi innan7j a lui devastando il paese (1708); ma, anzichè piombare su Mosca a cui era già vicino, si volse a mezzodl verso l 'Ucraina attrattovi dalle promesse d'aiuto fattegli dall 'etmano dei Cosacchi, Mazeppa, che sperava di averne in compenso la propria indipendenza. Ma Pietro il Grande lasciò che Carlo X U si addentrasse nelle steppe del l 'Ucraina e vi si logorasse trn i rigori dell'inverno e la penuria d'ogni cosa; e, giunta la primavera, mentre lo svedese s'era posto ad assediare Poltava, lo assalì con forte esercito e gli inflisse uoa sanguinosa sconfitta. (1709) che lo obbligò a cercare rifugio in Turchi a. Dopo tale vittorìa, lo czar terminò la conquista del la Livonia, dell'Estonia, dell 'lngria e ddla Carelia e cominciò quella della Finlandia;

Dragoni

Truppe russe in ltalia (1799) sotto jl gen. S uvarov

F ucilieri


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ma, nel, 1711, dovette fronteggiare sul P ruth un attacco dei Turchi ist igati da Carlo XII; e già gli evemi volgevano a , lui sfavorevoli, q uando per sugger imento della con sortè Caterina, trattò col -nemico, jl qua le si accontentò d i Azov ( 171 r) e del lo smantellamento delle fortezze da Piet ro cost ruite su l Mar Nero. Nel J712 e '13 i R ussi, UJl Ìtisi con

Soldati e ufficiali dei Cosacchi (1 914)

l 'Inghilterra e con la Prussia, scacciavano gli Svedesi dalla Pomerania, e nel 171,1 u na flotta condotta dallo stesso czar sconfiggeva q uella sve<lese, prendeva H clsingfors ed Abo e occupava le isole di Aland _ La guerra con la Svezia si concluse con la pace d i Nystdt (1721): Pietro ottenne il , possesso <lcl l 'Eston ia, Livonia, Ingria e Carelia: ciò che gl i valse il titolo di nnperatore di tutte le R ussie . Un ' ultill)a . spedizione fece lo czar contro la Persia cui tolse le provincie <la questa possedute sulle rive del Caspio (1723); dopo la q uale egli si diede tutto a.Jl'attuazione delle progettate riforme e trasferì la cap itale a Pietroburgo la cu i costruzione aveva iniziato nel 1703 _ Egli moriva (1725) lasciando la Russia ali 'apogeo della sua potenza. Gli succe dette, non senza contrasti, la mo.g lie Caterina, che nel breve suo regno seguì con fern1ezza e sagacia le tracce segnate dal suo grande conso rte ; e dopo di lei (1727) Pietro li che moriva nel 1730, cessand o con lui la linea maschile dei ·Romanov. Allora veniva ch iamata al t rono d i Russia Anna duchessa di Curland ia, figlia <li Ivan fratèllo di Pietro il Grande, che finse d i accettare uno statuto impostole· dai grandi e che restringeva d ' assai i poteri sovrani; ma, assunta al trono è avveduta.si che cale riforrna era invisa ai piè,, djsdisse la promessa fatta, e, circondatasi d i buon i consiglieri, mandò ad effetto molti dei disegni concepiti da P ietro il Grande, organizzando e sviluppando esercito e marina e dando compimento a importanti opere di pubblica utilità. Durante il suo regno avvenne la guerra per la Successione d i Polonia dalla quale la Russia trasse il solo vantaggio d'una maggiore e più assodata i oflue1ua sulla Polonia . Anche nella successiva guerra, scoppiata nel 1736 tra Turchia e Persia , la R ussia, che vi aveva scorto una buona occasione per ricuperare Azov, intcrveo nc fiancheggiata dall 'Austria; ma questa, intimori ta d ai felici successi co nseguiti <lalle armi dell 'alleata, si r itrasse presto datla lotta e concluse co n la T urchia la pace d i Belgrado (1739), onde la Russia dovette acconte ntarsi d'un lembo <li territor io Lra il Bug e il D nieper e dello smantellamento d i Azov . Nel r741 sall al t rono Elisabetta , figlia d i Pietro il Grande, sotto la q uale gli Svedesi furono sconfitti" a Hclsingfors e costretti alla pace ' d i Abo (r743) e alla cessione de lla Finlandia. La guerra per la Successione d 'Au-

stria e quella dei Sette Anni videro la Russia intervenire nelle contese dégli Stati occidental i_ Caterina li, assunto il potere nel 1762, si propose d i seguire r isolutamente le orme di Pietro il Grande dando vigoroso i mpulso all 'inciYilimcnto del suo popolo ed ampliando i domini -dcli 'impero . La T urchia, insospettitasi dei d isegni di lei, che m iravano a Costan tinopoli, e dei suoi m aneggi con I ' Austria, decise <li prevenire i loro apparecchi e dichiarò guerra 2lla Russia (1768). Gli eserciti moscoviti sconfiggevano i Turch i, occupavano la Moldavia, la Valacchia e la Crimea, mentre una flotta russa falliva nell 'impresa di Costantinopoli . Tali successi ingdosirono e intimorirono Inghilterra, Austria e Prussia_ Le d ue prime aizzarono la Svezia contro la Russia costringendo questa a sospendere la guerra contro la Turchia (17i2); i n pa ri tempo Austria e Prussia si accor<laroHO con Caterina li per spartirsi la Polonia; la Russia occupò ]a par te oriernale della Lituania sino alla Duna e al Dniepcr. Nel 1773, un avventuriero cosacco, Pugaccv, capitanò una terribile sollevazione di servi che mise a ferro e fuoco · Je provincie orientali della Russia; i'impadronì di Kazan e minacciò Mosca. Un esercito inviato contro quelle turbe fanat iche ne fece st rage e il Pugacev, abbandonato dai suoi , pagò il fio col supplizio. Ll gue rra contro la T urchia fu rip resa in quello stesso ann o 1773, ma l'iusd nu~no fortunata per le armi russe; tuttavia il trattato di Cainargi (1774), dava alla Russia Azov. Nuovamente arse la guerra fra Russi e Turchi per il possesso della Crimea ( 1787). Il re di Svezia coglieva i l destro per assalire In Russia (1788), ma una cospirazione tramata nel suo regno lo costr ingeva a rinunciare ai buoni successi già conseguit i e a far pace (1 790). Aiutata dall 'Austria , la Russia battè la T urchia, costringendola a firma re la pace di Jassy (1792) che fissava il Dnicpcr come confine fra j due imperi . Appena eonchiusa questa guerra, Caterina Jl, accor<latasi con la Prussia e l 'Austria, procedette con esse, domata la resistenza d ei Polacchi, alla com pleta sparti~ionc con le alleate del loro territorio . La Russia ebbe il ' resto della Li tuania sino al N iemen e della Volinia sino al Bug, olt re che parte della Samogizia. della Curlandia e della Semigall ia . A Caterina II (1796) succedette il figlio Paolo , che, nel 1792, partecipò alla seconda Coalizione contro la F rancia, ma poi entrò in trattative per un'alleanza franco-russa .

Generale Ufficiale Fanteria

Soldato

Sottuffic. Soldato

(1914)

Ufficiale

Cavalleria

Ciò gli valse l 'odio dell'Inghilterra , che fomentò le trame per costringerlo a lasciare il trono ; avendo egli r ifiutato di abdicare, i congiurat i gli tolsero la vita (1801). Gl i succedette A lessand ro I che riallacciò relazioni con l 'Jnghilterra senza per ciò i nim icarsi la Francia con la quale anzi stiRulò un t rattato. ,segreto che poneva l 'Eurnpa in balla delle


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due grandi potenze. Ma nel 1805 partecipava alla terza Coalizione formatasi contro la Francia (V. Gue,n dell'Impero). La sorte delle armi fu avversa agli 1\lkati, e la Russia si assoggettò agl i accordi <li Ttlsit (1807) . Non tar<lò lo czar a por mano sulla Finlandia (1809) e a lanciarsi contro la Turchia . l suoi eserciti sconfiggevano a

Artiglieria rus~a (1914)

Giurgiu i Turchi (1810) e invadevano la Serbia; e, bcnchè toccassero una rolla a Sciumla, prendevano Silistria, Sistovo e Rusciuk e minacciavano Costantinopoli . La breve amicizia tra Alessandro I e Napoleone, i cui Stati già si toccavano, presto s•i ntorbidò, specialmente per il rifiuto del primo a partecipare al blocco continentale contro l 'Inghilterra . La lolla fra i due coloss, divenne inevitabile e Alessandro, per meglio apparecch iarvisi, strinse lega col re di Svezia Bernadotte, promcuendo_gli la Norvegia che Napo: leone gli negava, e concluse la pace di Bucarest con la Turchia che dovette ce<lerg)j la flessarabia e la Moldavi>! fino al Pruth (,812) oltre al protettorato sulla Valacchia. La campagna d i Russia (1812), segnò il principio dc ll3 rovina napoleon ica: La Russia partecipò alle successive guer re contro l 'Impero, sino all'ahbattimento della potenza napoleonica. Il congresso di Vienna (1815) da cui uscì la Santa Allcam:a, d iede alla Russia la maggior parte della Po lonia, con Varsav ia . t\d Alessandro succedette (1825) il fratell~ N icola I, che iniziò il suo regno soffoca ndo sanguinosamente una congiura di popolo lfarnata per ottenere ri-for me costituzionali. Difensore accanito e spietato del principio autocratico . egli volle tuttavia seguire _la tradizione poli tica dei suoi grandi predecessori, mirante arl estendere la dominazione russa ndla penisola balcanica a danno dd. l"impero ottomano, cd a signoreggiare su l Bosforo. Perciò, OJCt) tre la Grecia si d ibatteva in disperati sforzi per sot-

l'uso della sua lingua negli atti ufficiali. Nicola I ajutò poi, nel 1846, l 'Austria · a domare i torbidi scoppiati in Galizia e ad incorporarsi la repubblica di Cracovia, u ltimo rimasuglio della libera Polonia; ed altro e più efficace soccorso le prestò nel 1849 inviandole un corpo <li 30.000 u . a soffocare la rivol uzione ungherese. Un conflitto sorto a proposito della protezione dei Luoghi Santi, che Nicola I reclamava di sua appartenenza, gli, porse il p retesto per teotarc di metter mano su Costantinopoli e di risolvere la cosidetta questione d'Oriente . Un, esercito russo invase i principati danubiani (luglio 1853) e s'avanzò verso i l Danubio, mc,1tre la flotta russa distruggeva a Sinope quella turca (30 novembre). Francia e Inghilterra, alle quali si unì poi (1855) anche il Piemonte" si schierarono a fianco del la Turchia. La guerra di Crime,,, (V.) terminò con la sconfitta della Russia, sanzionata nel congresso d i Parigi (1856). Il nuovo czar, Alessandro Il, soifocò nel 1863 un' iosurrczione polacca ed im" pcgoò una lotta ad oltranza con gli element i liberali e rivoluzionari . Domate le tribù circasse che dalla guerra di CrinJea avevano tratto animo ad insorgere, la Russia estendeva con le armi la sua dominazione Ilei Turkestan , cd iniziava la sua lenta · avanzata verso l'India e verso la Cina, dalla q uale nel 1858, col trattato <li Aigun, otteneva !a cessione <lei.le contrade dell'Amur, coronate due anni dopo dal! 'occupazione di Vladivostok. Ò~rantc la guerra austroprussiana del 1866 e quella franco-germanica del 1870-71, la Russia stette neutrale, ma si giovò d i quest'ultima per ottenere alla conferenza <li Londra (1871) l'abolizione della neutralità del mar Nero, stabilita nel trattato del 1856, e <lei conseguente divieto alle navi <la guerra russe di cOr• rere quel mare . Quindi Alessandro 1I strinse coi sovrani d'Austria e di Germania quella lega eh<, fu detta dei tac i mperatori e che mirava a farsi arbitra assoluta della po• litica europea. L'oppressione che la Turchia esercitava su i Cristiani ad' essa soggetti e la malafede <lai sultano d imostrata di fronte alle sollecitazioni che gli venivano fatte dalle potenze perchè adottasse le necessarie r iforme, provocarono nel 187s un moto insurrezionale che, iniziatosi nell'Erzegovina , si propagò in breve nella Bosnia e nella Bulgaria. L'orrore suscitato per le atroci repressioni dei Turchi e la brama di romperne il giogo fecero sorgere in armi Serbia e Montenegro; e lo czar, sninto dal partito panslavista, dalle na-

trarsi al giogo nirco, egli si unì alla Francia e all'Inghilterra per da rle soccorso; e poichè la Porta non accettò 1·of. fena di mediazione clelle tre Potenze alleate, le navi d i queste distrussero la flotta turca a Navarino (1827). Intanto la Persia, da lungo tempo timorosa delle mire russe verso l'Asia, volle giovarsi dei disordini a cui aveva dato luogo la successione di Alessandro I, e nel 1826 s'impadronl d'Elisabetpol cercando <li sollevare la Georgia; ma un esercito russo avanzò su Teheran e costrinse lo scià a segnare la pace di Turchmanschai (10 febbraio 1828) e a cedere alla Russia prcssochè tutta l 'A rmenia persiana. Il sultano Mahmu<l, esasperato per l'aiuto recato alla Grecia da lla Fraoci:, e dalla Russia, dichiarava a queste la guerra (1828), ma presto si vide a mal partito e fu salvo mercè I' intervento <lei l'Austria e dell 'Inghilterra che indussero lo czar e il wltano a concludere la pace di Ad rianopo li (18:19). Nel seguente anno, la Russia fu turbata dalla rivolu1.ione nella Polonia, ma riuscì a domarla , ann ullando ogni for ma di libertà, cancellando con gl i statut i del 1832 e del 1835 le ultime traccie della sua n azionalità, togliendole perfino

Cavalleria russa ( 1914)

d izioni della polit ica russa e dalla missione eh 'egli s, ern assunto dÌ tutore dei popoli slavi, fallito ogni tentativo di accordo con la P orta per o ttenere da questa concessioni che restituissero la q uiete nei Balcani, le dichiarò la guerra (V. Russo-turca) nel 1877. La Turchia fu cost retta a firmare la pace il 3 marzo ,878 nel villaggio di S. Stefano,.


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ma a condizioni così onerose per il vinto che le a ltre potenze, ed in ispecie l 'Ing hilterra, s'intromisero per mitigarla. Ne derivò il congresso cli Berlino: la Russia n ac-

Rivista di fanti della Russia bolscevica ( 1928) 9uistaya la parte di Bessarabia già perduta nel 1856, e, in As ia, Kars, Batum ed Erzcrum. Tale risultato suscitò un pi ofondo scontento nella nazione russa ormai permeata d i spirito rivoluzionario. Le manifestazioni ch e ne seguirono provocarono da pane

del governo i ncarcerazioni e relegazioni in Siberia d i ni"chil is ri e d i altri e lementi sospetti, e sospensione d i riforme e d i garanzie g iuridiche. Resa impossibile l 'azione aperta , i sovversivi ri.., corsero alle congiure e agli allentati e il r3 marzo 188,

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Port-Arthur e metà dell' isola cl i Sa khalin. La Russia cercò a llora di raggiungere i l m ar G ia llo per la via d ella Mongolia. In questa regione fin dal 1600, quando cioè si sfasciò il vecchio impero mongolico, i Cosacch i avevarw iniziato un 'opera d i penetraz ione che, p roseguita nei decenni s uccessivi attraverso continue- lotte, aveva portato a un conflitto coo la Cina terminaw col trattato di Ncrtchinsk (r 768) delimitante i con fini tra Russia e celeste impero. Successivamen te, · essendo nel 1864 scoppiata una ter ribile insurrezione musulmana nel Turkestan e nella Mongolia, la Russia se n'era valsa per inoltrarsi nell'Asia e per acquistare innuenza nel la seconda di quelle regioni. Quest'opera perseverante di pen~rrazione du rò lunghi anni, facilitata dal con senso d elle popolaz,ioni mongoliche, desiderose di sottrarsi al domin io c inese, tanto d1e, nel 19n, il governo dello cz.:i r si a rbitrò di conceder loro una specie di autonomia in ispregio alla legittima sov ranit,, cinese. Ma · la g ue rra Mondiale segnava per Ja Russia vinta il tracollo d el regime autocratico . li 15 marzo r9 r j lo czar Nicolò II era costretto ad abdicare: e pochi giorn , dopo ven iva dai Bolscev ichi tratto prig ione con la sua .fruniglia e alcuni mesi più ta rd i con essa assassinato. 11 governo r ivoluzionario, dalle mani dei menscevichi (Kerensk i) desiderosi di attenersi agli im~gni contratti con gli alleati, passava (8 novembre 1917) in quelle dei massima listi (Lenin, Trotzki e Zinoviev) che si accordavano con la Gern1ania ( 15 dicembre) per un arm is tizio e il 2 marzo r9r8 conc lu<lcvano con essa la pace d i Brest Lilowsk a condizioni un1ilianti . Conseguentemente si costituiva110 i nuovi Stari del la Finlandia, dell 'Eston ia , della Lituania e risorgeva la -Po lonia . L'Ucrai-

una bomba scoppiata nelle vie d i Pietrobu rgo recideva na, che per prima aveva in. la vila dello czar. Alessanvocato pace al la Germania otdro flf, figl io e successon, tenendo il riconoscimento delnd st la sua auto nomia, dovette di Alessa ro li, rinse con Rcoarti femminili dell'esercito russo, m uniti di maschera la Francia quel la duplice al - ._ con tro i l'?"' asfissianti difendersi dal tentativo bo!lcanza ( r891) che doveva conscevico di riassoggettarla, e trobilanciare la Tripl ice, co nclusasi tra imperi centrali e solo d opo una lunga e sang u inosa lotta entrò nel novero Ita lia . Il figlio N icolò J[ in iziò ( 1891) attiva azio ne neldelle repubbl iche sovietiche; anche la Polonia, prima di l 'estremo orien te verso il quale fu lanciata quella ferrovia raggi.ungere la sua piena indipende11za e i1 suo assetto stairansibcriana che, shoccando ner Harbin e Vladivostok, dorale, dovette sostenere nel 1920-2r un'aspra g uerra con la }'eva perme ttere alla Russia ~d i r aggiungere il Pacifico su wiagge lihere <lai g h iacci e d i espandere la sua influenza ~u quelle lontane regioni. Seguendo tali d isegni , il governo dello czar si oppose co n la Francia e la German ia a che il Giappone traesse soverchi vantaggi dalla vittoria conseguita nel r895 sulla Cina e si adoperò (1898) ad ottenere d a questa successive concessioni d i ferrovie e d i privi legi in Manciuria e l'alTitto del Liao-tung coi suoi porti. Durante la rivolta d ei Boxe·s (1900) la Russia unì le s ue forze con quelle d elle altre potenze , m a, nelle tranarive, 11011 esitò a schiera rsi contro gl i allca:i della v ig ilia e a favore della Cina, la quale la compensò pcrmctten<:iole d i prolungare per due anni l'occupaz ione d e lla Manc iuria; trascorsi i q na li, la Russia , sorda a lle p roteste del celeste im pero, si r ifiutò di lasciare quella regione ; o nde , innanzi al d eliberato e ormai chiaro suo p roposiro d i porvi stabi le piede Cosacchi della Russia bolscevica ( r928) e forse d i _inoltrarsi nella Core a, i l G ia ppone sentl il perico lo cbe lo minacciava, e , m emore d el wrto fattogli ne l Russia, finita con la sconfitta d i questa, che fu cost retta 1895, mosse guerra (V . Rttsso-giapponesc) a lla Russia, la (18 marzo 1921) a sottoscr ivere la µ ace di Minsk segn ante .quale con la p ace di Por tsmou lh d ovette cedere a l Giappone le definitive frontiere fra i due Stati. Intanto la Russia


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bolscevica aveva a ltresì dovuto lottare (1918-20) contro i conati di parecchi eserciti della reazione czarista: quelli cioè dei generali Kaledin e Alexeiev sul Don e in Ucraina,

1920. Comprende l'antico governatorato d i Minsk. Super• ficic 126.792 Kmq., ab. 5 . 000 . 000.

Esercito della Russia. La prima organizznione di un esercito russo risale a Pietro il Grande, il quale abolì gli Strelizzi e introdusse un serviz.io obbligatorio .basato •,d contributo di un ceno numero di soldati per ogni governo, arruolati a vita. Soltanto dopo le guerre napoleoniche vennero, sono N icola f dati nuo\'i or<linamenti, fissandosi in 25 anni, d i cui 15 i n servizio attivo, l 'obbligo del servizio mi litare . Dopo la guerra <i i Crimea la maggiore riforma fu quella operat a dal ministro Miliutine fra il 1861 (epoca della liberazione dei servi d ella gleba) e il 1870. La ferma fu ridotta da 15 a 6 ann i. Si rinforzò l'esercito di pri ma li nea e a quello <li riserva appartennero i congedati, che vi rimanevano inscritt i per 9 anni dopo la ferma. L ' esercito di prjma linea fu successivamente aumentato, sacri fica ndosi nel 1909 la 2a li nea a vantaggio dell'altra . La ferma fu ridotta a 3 anni, e il servizio portato in Lutto a 18 ann i. l va lidi non assegnati all )csercito facevano parte della milizia (opocclnié). Numerosa era la milizia più o meno i rregolare dei Cosacchi. L a rivoluzione bolscevica ha rivolto grandi cure all 'escrcito, l'ordinamento del q uale è stato fissato con le leggi del 1925 e ha subìto da allora lievissime modificazioni. 1

Premilitari comunisti russi

del genera le Dutov ncll 'Ural, del generale Sem ionov e dell'ammiraglio Kolciak in Siberia e dei generali Dcnikin e v\1rangel ln Crimea; n1a di tutti aveva potuto aver ragione; dopo d i che le forze sovietiche, avanzatesi oltre il Caucaso1 riconquistavano Ja Georgia e riassoggettavano pure

!e

regioni d i Bokhara, di K hiva e del l"urkcstan russo che si er ano sollevate. Dello sfacelo russo aveva frattanw approfittato il Giappone per addentrarsi quanto più possibiie nella ~fanciuria e nella Siberia orientale; e, con un eserc ito di u., coadiuv~no dai con trorivoluzionari russi (Kol~

70.000

ciak), aveva raggiunto il lago Baikal ( 1920), men tre la Cina aveva ripreso il dominio della Mongolia . Ma il governo sov ietico, appena uscito vi tto rioso dalle guerre civili e affermato il suo potere, riprese la polit ica degl i czar e tese ogni suo sforz.o verso l'estremo oriente. t\ Ha fine del 1920 un esercito bolscevico aveva cacciato dalla Siberia orient ale i rest i di quel lo controrivoluzionario : al Giappone ri manevano solo V ladivostok e d intorni, le foci dell 'Amur e l' isola di Sakhalin , ln pari tempo, altre truppe bolsceviche invadevano la Mongol ia e ne occupavano la capitale lJrga. Dopo ciò, il governo sovietico, per ottenere da Ila Cina il riconoscimento, le offerse, ollre ad altri vantaggi, fra i quali la cessione della ferrovia orientale cinese, anche la restituzione d i tutti i territori occupati dai Russi prima della rivo luzione bolscevica. Lunghe furono in proposito le trattative fr~ i due g~vcrni, i quali solo ne l rnaggio 1924 venivano ad accordi sulla base delle proposte russe. Intanto, la rival ità fra Giappone e Stati Uniti faceva sì che dopo la conferenza d i Washington (192r-22) i Russi riottenessero Vlad ivostok, i territori della foce dell'Amor e i confini del 1916, lasciando ai GiappOJ1esi solo la parte g ià russa di Sakbalin. In Manciuria i G iapponesi riusci-' rono a cost ituire uno Stato ligio ai loro interessi e sfogo della loro esuberanza demografica. (V . anche Bolscevichi,

L'esercito è diviso in oern1an<:'nte e territoriale . Dal <( Con-

siglio dei commissari ·del popolo » dipende il « Commiss~u-iato

del popolo per g li affari militari e navali >), inca-

ricato dell 'amministrazione m ii. del paese dal punto di vista della sua difesa . Il commissario è: anche il capo di tutte le forze armate dello Stato. Egli presiede il « Consiglio rivoluzionario militare " dal quale dipendono lo Stato maggiore e tutte le amm inistraz.ioni militari, compresa quella politica, la quale si occupa di d' ffondere nelle trnppe la propaganda comunista. L'esercito è diviso in truppe di campagna, d istaccamenti d'istruzione, truppe ausil iarie, truppe speciali (guard ie d i frontiera e guardie ferroviarie). Esistono pure le compagnie di disciplina: i tribunali militari pnssono infliggere anche la condanna a morte. Le circoscrizioni mii. sono 10, due delle quali i n Siberia, più un Commissariato mii. dei Cosacchi . Ogni circoscri zione è diretta da un Consiglio rivoluzionario mil.

che dipende da qc:cl lo centrale. Vi sono 70 d ivis . di fan-

Crimea, Moscovia, Mum umsk, Nordiche guerre, Siberia, ,;,, più avanti, le guerre particol-ari). La Russia costituisce un grande Stato federale (U .R.S.S.: Unione delle repubbliche socialiste sovietiche) con 21 .J76.ooo Kmq. di superficie e una popolazione d i 1 61.000.000 d i abitanti . La Russia propriamente detta, o interna, ha 11na superficie d i 19.758.000 Kmq . e una popolazione di TOI .000.000 di abitanti. Capitale Mosca.

Russia Bianca. Rep ubblica appartenente all 'lJnione delle repubbliche socialiste sovietiche <lai 1922, costituita nel

La firma dell'armist izio tl Drcst Litowsk

teria (21 C . d 'A.) e 12 di cavalleria (3 C, d'A .) d i cui metà appanengono al\ 'esercito di 2• linea. La forza bi, lanciata complessiva è di 1.120.000 u. , di cui circa metà


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sono <li 1• linea. In tempo d i g uerra. la Russia può met• tere i n l inea circa 10.000.000 di u. più o meno istruiti, fra i 19 e i 3r anni d'età. Le g randi unità sono il corpo d'armata e la divis., così di fanteria come di cavalleria. :\'ella prima, il C. d'A. è composto di 2 a 4 divis. di

Bandiera oazionnle da gucrrn dell'U .R.$.S.

fanteria, 1 rcgg. d'art. pcs. camp«lc e 1 bg l. del genio: nella seconda, è composto di 2-3 divis. di cavalleria e un gruppo d'art. montata. La d ivis. di fanteria è composta di 3 regg. di fanteria, 1 d'art. da campagna, t sqdr. di c,ivalleria, , cp. del genio . L a di vis. di cavalleria è composta di 4 a 6 rcgg. d i cavalleria, raggruppati in brigate di 2 r<:gg. , di , gruppo d'art. a cavallo, di un distaccamento del genio . Il regg. d 'art. comprende tre gruppi <li tre btr. I ca libri vanno <la 76 111111 . a 260. Tre ni blindati , automobili blindate, carri d 'assalro, for mano unità tecniche a sè. I carri hanno cannoni llotcbkiss da 37 mm. e mitragliatrici pesanti. Il reclutamento è obbligatorio, ma combattenti sono solrnnto i lavoratori. Il serv izio comincia a 19 e termina a 40 ann i, passando per l'istruzione pre militare, il servizio attivo, quello nella riser\'a. Il primo va <lai J9 ai 20 anni; quello attivo dura cinque anni, dei quali da 2 n 4, a seconda delle an n i e special it:ì, effetti• varnente passati sotto le armi. L a riserva è d ivisa in prima (fino ai 34 anni) e seconda (dai 34 ai 40). Inoltre, in base a.! apposita legge, anche le donne sono accolte nell'esercito, d i cu i portano l 'uniforme, ma non fonno serv izio di guard ia, nè po~sono cscrcit:1re comand i. Esse sono istruite nelle· scuole di collegamento, nella ;cuoia tecnic,l d'armi di Eula, nelle scuole tecniche d 'amglieria, di topografia m ilitare , del traflico, <iel servizio aereo, · o ltrcch è ne lla sanità. Per l 'ist ruzione m il. , vi sono 15 scuole per la fanteria, 4 per la cavalleria, 4 per l 'artiglieria, 2 per i! genio, 2 per i collegamenti: tutte destinate a fornire gli ufficiali inferiori. E poi le scuole tecniche d'arma men to e d'artiglieria, delle comunicazioni , d i topog rafia, delle unirà blindate. I noltre 13 corsi di perfezionamento, e 3 per gl i ufficiali destinati ai comandi su periori. lnfinc l'Accademia mil. di Mosca, l'Accademia d'aviazione mil. (pure a Mosca), ]'Accademia d i tecnica mii . :1 Leningrado, e l'Accademia nava le (pure a Lening rado) . F ra le pubblicazioni mil. la più importante è il giornale quotidian,, « La Stella Rossa », edito dal Commissariato; vi sono poi nila rivista illustrata militare di tipo popolare, alcune riviste d i in<lole tecnica, e una decina di perio<lici in varie lingue. L 'ordine della « Bandiera Rossa » è conferito, oltrcchè ai civili, per benemerenze ,,erso lo Stato sovietico,

anche ai militari. Da to l 'ordinamen to a tipo comunista, la mobilitazione

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civile per la guerra è assai agevole . Il piano qu inquen nale per la riorganizzazione ind ustriale del Paese si è occu pato anche della parte militate, con questi criteri : 1°) 5\·iluppo delle officine e fabbriche militari; 2°) ra1Torzamen10 dcll 'armarn rossa; 3°) coordinamento del piano quingucnnale genera le col p iano militare. In conseg uenza d i quest ' ultima parte, il territorio della Russia è d iviso in tre zone in base alla loro vulnerabilità agli attacchi aerei: la prima, la piò vulnerabile, comprende Pietroburgo e i suoi dintorni, la Russia bianca, ecc.; la secoJ1da comprende l ' Ucraina; la tena, il !erritor io del Volga e la regione dell 'Ural. Tutte le officine e gli stabilimenti 1uilitari più importanù , nonchè k nuove costruziom per l'industria pesante, sono ripartite nella tena zona, la meno pericolosa, non c,scndosi l:1sci:iti nella seconda che le fabbriche e gli stabilime nti di im portanza minore . Av,azÌOfle della Russia. L 'aviuionc disponeva di 5 12 apparecchi subito <lopo l'ordinamento d el 1 925; tale numero è quadrupl icato attualmcmc (1933) cd è ripartito in squadriglie da ricognizione (circa 1000 apparecchi), <la combattimento (soo), <la bombar<lamemo (500). Essi sono ord inati in brigate d i 2-3 stormi su 3 gruppi ciascuno. Inolt re esistono 24 g ruppi cli idrovolan ti, nel Baltico e nel Mar Nero. Infine esistono dirig ibili di tipo rigido e scmirigido. Degfj appar~cch i sopra indicaù, c,rca 1500 sono in efficienza, gli altri sono nei campi d i istruzione. Per parecchio 1cmpo la . Russia ha importato ve livoli ; orn si i: attrezzata per una produzione d i circa 400 apparecchi mensili.

Marina da guerra della Russia. Compi cndc 4 corazzate d i 23.000 tonn . , una nave porta aerei, 5 jncrociatori, 24 coatrotorpedinicre, 16 sommergibili, 48 11n1tà minori e varie. Queste forze sono divise fra il Mar Baltico e il Mar Nero q uasi in pani uguali. Piccole navi da guerra sono anche nel Mar Caspio e nel fiume Volga. Guerra Russo-turca (1jJ0-1713) Durante la guerra del Nord, la Turchia 1I 21 novembre 1710 decise di dichiarar guerra alla Russia e<l avanzò on un esercito d i circa 16o.ooo u. , al coma ndo del gra n visir Haltasch i M ohammed, nella Moldavia. Pietro il Gr1nde alla fine d i giugno del 1711 attraversò il Dnieper e raggiun,e il Pm1I, (V.)

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Bandiera. ammiragli2 della Russiai S0\!1cttca (Angolo e stelle rosse in campo bianco)

dove riuscì a salvare il suo esercito a stento. Non avendo però adempiuta nessuna delle condizio ni del trattato, allora concluso, nel dicembre del 171, la guerra fu nuovamente d ichi arata. Tuttavia, per la mediazio ne degl i Inglesi e degli Ol andesi, nel 1712 si riuscì a rimbilire la pace


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prima dell'aperrura delle ostilità; e quando, nel novembre del 1712, ad istigazione della Svezia, avvenne una terza dichiarazione di guerra, nel 1713 fu appianata la contesa med iante l 'iutromissiooe delle medesime potcn,:e e con l'oro della Russia,

Lotte Russo-persiane ,1722-17!)6). Pietro il Grande, che nella guerra del Nord aveva fondato la posizione d i grande potenza della Russia , fu mosso dai tor<l ibi intemj ,, I della Persia e dalle ,·essa\ zioni contro i mercanti rus'' si, ad impadronirsi nel 1722 I I del le coste occidentali del } Mar Caspio. Con una Aotta condoua dall',unmir. conte

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Ociacov. Gli Austriaci a,•anzarono fino a Nish, ma tornarono indietro senza avere incontrato il nemico. Nel 1738, Mi.innich perdette ;1 suo tempo in inutili marcie e il gruppo Lacy nel luglio riprese Perekop. Il 15 luglio gli Aumiaci furono battuti ad Orsova, ::slel maggio del 1739 i Russi, sorto Mi.innich, presero Choczim e l'u settembre raggiunsero Jassy, mentre Lacy si affermava in Crimea. Gli Au-

''

r

Apra:xinc, <.:onclus!rrPC un eser-

cito di 33.000 u . e si impadronl della costa fino a Derbcnt, impossessandosi anche della regione di Gilan, l3aku si arrese dopo un breve bombardamento. Nel 1725 la Persia cedette .illa Russia la sponda meridionale del Mar Caspio nei pressi di Derbc:nt e di Baku; il Terek segnò i confini fra i ,lue Stari. Ne l 1783 sorsero con tese per i I fatto che la Georgia aveva riconosciuto l'alta signoria della Russia mvcce che quella della Per• >ia. Nd 1795 /\ga Moham111cd invase la Georgia il 9 scucmbre, prima che giungc\scro gli aiuti russi, bauè il principe David di Georgi3 a sud <li Tiflis e d ue giorni d opo prese la capitale. Il gèn. russo Gudovic, ncll'esmc del 179<>, giunse nel la Georgia con 8000 u., e il conte Valeriano Subov oc~upò da Kis ljar tutta fa (Tashkenc) costa occidentaic del Mar Caspio; Aga Mohammed raccolse tutte le forze a Teheran, ma , in seguito alla 1000 o 150 ~00 soo morte <lc:i due comandanti chiiom et-rì russi, lo czar richiamò in patria le sue truppe, cd il Circoscrizioni militari dello. Russia nuovo scià, Fath Alì, avendo bisogno di ralTorzar,i nella signoria contrastata, scese ad accordi e vennero sospeçc striaci ùwece furono battuti presso Belgrado, alla quale i Turchi posero l'assedio, ciò che determinò l'imperatore a le ostilità. scendere a patti e a firmare la pace in deua ciuà, nel Guerra Russo-austro-turca (1736-1739). Spinta dalle promese di settembre. La Russia a sua volta entrò in trattavocazioni della Russia, la Turchia il 28 maggio 1736 le tive con la Turch ia e la pace vcllne firmata anche fra dichiarò la guerra. I Ru ssi il 24 marzo si erano stabiliti daq ueste due potenze nel dicembre . vanti ad Azov c<l il 10 luglio presero la fortezza. Nel frauempo Miinnich aveva occupato Pcrekop, ma l'abbanGuerra R11sso-svedese (1741 -n43). Fino dal 1739 dominava in Svezia il « partito del cappello » il quale aspidonò subito dopo. Nella primavera del 1737 intervenne anrava alla riconquista della posizione di grande potenza, che un esercito austriaco di 30.000 u. Sotto il comando del geo . Mi.i nnich, i Russi il 13 luglio p resero Ociacov, perduta dalla Svezia nella g uerra ciel Nord. Dopo trattama in agosto tornarono ai quartieri d'i nverno. Dal 17 ottive segrete con la Francia, il governo di Stoccolma indusse gli Stati Generali a dichiarare, 1'8 agosto 1741, la guerra tobre al ro no,·embre i Turchi assediarono inutilmente

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ai Russi. Ebbero luogo prima d ell'inverno operazioni di sc::irsa importanza, che condussero a un annistizio . Nella p rimavera del 1742 esso venne denunciato da Ca terina di Russia, e il suo esercito, al comando del Lacy, i! 24 giug no passò il confine finlandese, 1·icacciando gli Svedesi, dei

La Casa Centrale dell'ese1·cito e de.lla flotta della Russia a Mosca

qual i la flotta seguì i! movimento d i ,·it irata. Il 22 agosto, il grosso d ell 'esercito svedese (r6.ooo li.) raggiu nse He!singfors dove venne assediato dai Russi e costretto a capitolare. Così i Russi senza contrasto d ivennero padroni d i tutta la Finland ia. Nella prii11avera del r743, gli Svedesi fecero un tentativo per riconqui stare il perduto; essi presero le isole A land e contempor::ineameote avanzarono su Tornea. Ma la sperata sollevazione dei Finlandesi non ebbe luogo, c<l i Russi avendo ricev LltO pronti rinforzi, ogni ulteriore .ivanzata svedese nella regione divenne impossibile. In tal modo la sorte d ella guerra dipese dalla lotta sul mare, che per g li Svedesi fu sfa1,orevo!e. Una flottig lia svedese comandata da Falkengrcn, il 31 maggio fu battuta da quella russa agli ordini d i Keith nelle vicinanze d i Abo, e la notta maggiore svedese, al comando di Utfal, in seguito ad una fortunata manovra della Aotta maggiore russa, coma ndata da Golovin, non JJOtè im ped ire, il 18 giugno, la riunione delle squadre nemiche, alle quali era assai inferiore. E ciò determinò la Svezia a scendere a patti, firmand o la pace di Abo.

Guerra Russo-turca ( 1768-1 774). l)a tempo la Turchia agognava a metter fine ai continui ingrand ime nti della Rus, sia . Gli scon finamenti in territorio o ttomano delle truppe moscovite impiegate per sedare la ribell ione della Polonia fornirono alla Porta il p retesto per d ichiarare guerra alla Russia . Nonostante le enormi distanze, l 'esercito russo si mobilitò assai celermente, costituendo tre armate ind ipen,ienti: 1•, 60 .000 uomin i (principe Galitzin) per passare il Dniester e penetrare in Moldavia; 2a, 40 .000 u. (conte R.o rnanzov) per coprire il confine meridionale contro i Tartari d i C rimea ; 3a, 10. 0 00 u. (gen. Weimar) in Polonia,

per impedire l ' un.ione dei Polacchi con l 'esercito turco. La Turchia m ise i.ii campo 200.000 uomini, divisi in t re gruppi, che dovevano operare rispettivamente i n Polonia, in Ucraina e in Astrakan. Non essendo possibili, itl pieno inverno, g rand i operazioni regolari, i Turch i ind ussero il Khan dei T artari di Crimea, Kerim Gi.rai , ad i_nvadere, l'inverno 1768-69, la Rus~ia merid ionale, ciò che egl i fece bruciando, devastando, trucidando. Fu solo verso la fine del maggio 1769 che il gran v isir passò jl Danubio con l 'esercito regolare e si d iresse su l Pruth . Frattanto l'armata principale russa erasi avanzata ::,ul Dnicstcr, e, get~ tat i due ponti' a valle d i Choczim, aveva passato il fiume sin da! 25-26 aprile, dirigendosi sulla città senz·essere minimamente d isturbata . MJ dopo u n vano atracco di Choczim, per deficienza di viveri e d i a rtiglieria d 'assediCJ il 5 magg io si riti.rò d i nuovo d i là d al Dniester. Nella seconda rr1ctà di giugno, in seguito ad ordine esplicito d i Caterina II, l'annata del Galitzin riprese l'offensiva e il 5-6 luglio ripassò i l Dniestcr a mome di Choczim, facendo un lungo giro per attaccare la piazza da S.-0. Dopo un sanguinoso combatt imento a Paszkowcy (13 luglio), che obbligò i Turch i a r itirarsi nelle trincee esterne d i Choczim, l 'armata russa mise l'assed io alla piazza. (1 2 agosto avvc.::nnc un ~anguinoso scontro a mezzodì d i Choczim con un corpo turco proveniente d a sud , il che i:iastò per indurre Galitzin, assai perplesso nelle sue d ecisioni , ad ordinare la ritirata d i tutta l'armata sulla sr. del Dniestcr, essendo le truppe oratnai <;cosse e decimate per la deficienza d i viveri e d i foraggi. per I 'ac,1ua pessima, le continue piogge e le malattie (12-13 agosto). I Turchi, dopo qualche g iorno . p resero la controffensiva e il 1° d i settembre, gettato un pontet cominciarono a passare il Dnicstcr. Gal itzin tentò d i sorprenderli nel momento critico d el passaggio ed il g iorno 3 li ìecc assahre da quattro colonne di truppe scelte : l ·ardita operazione riusc\ a mezzo con gravi perdite da entrambe le parti. li 9 tutta !'ar mata turca passò il fiu me e a ttaccò i Russi: ne venne una sang uinosa battaglia che fini con la ritirata dei T u rch i, i q uali soffersero forti perdi te di uomini e di materiali. Le. sera del lì, avendo un'improvvisa piena asportato il pon te al le spalle d ei T urchi, i Russi si gettarono d i nuovo

Le rep,lbbliche sovietiche (dal Larousse)

con q uattro colonne di truppe scelte sulla testa d i ponte nemica, rimasta isola~a, e ne annientarono i difensori, facendo g rande bottino; l'indomani, tratti innanzi 40 pezzi, batterono così efficacemente le rimanenti forze su ll 'opposta riva che il gran vis ir rinunziò ad ogni i<lea <li nuove


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offensive e d iede o rdin i per la m irata, cu i seguì lo sgombro completo d i Choczim, che il 21 sette m bre cadde nelle mani <lei vincitori. Le ope razioni belliche si svolsero anche sul mare: due sguadre russe da l l.laltico vennero nd Med iterraneo col proposito non effettuato d i congiun gersi atlra- -...··.- .- ~ - - -~-1<.·•··••,,...··-

Reparto russo passato in rivista d a S. E . Dalbo a Od.essa (1929) verso ai Da rdanelli alla t1ottigl ia del Don, che dal mare d i Azov doveva sbocca re nel Mar Nero . Le ope razioni

terrestri

co ntinuarono

pure

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neH ' inverno

J769-ìo , ma non ripresero vigorosamen te che nell 'estate 1770. L'arrnaLa principale. russa) coma ndata da l conte Romanzov, che aveva sostitujlo sin dal precedente autunno il Galitzin , doveva passare il Da nubio e spingersi verso sud, la za ar~ mala impadronirsi di Bender e di tutta la Bessarabia e più ad est occupare la C rimea d'accordo con la flottig lia dd Dot1. I Turchi (urOllO battu ti presso il Pruth (8 l uglio) e poi sul K agul (10 ag;:,sto) cd i Russi entrarono ad lsmail e poi a K ilia, facend o grande bo ttino d i cannoni e d i derrate . Il 26 settembre Beud er cadde in mano' dei Russi, che vi cattu rarono ben 450 ca nnoni e u n ingente materiale. Intanto una flotta operava sulle coste della pen isola d i Morca, allo scopo d'indurre i Greci ad insorge re: un reparto sbar-

valle : la notte sul 4 marzo fu presa la fortezza di Giurgiu; il 10 marzo venne riattaccata e p resa la piazza di T u lca, che e ra st ata abbandonata; il ·~6 apri le fu conquistata alla baionetta quella - d i lsaccea : d opo d istrutte opere cd artiglierie, queste d ue ulti me fortezze furono di nuovo abbandonate. Il 27 g iugno fu presa Perekop in Crimea, e poi f\rnbat, Kaffa, Sudak e Balaclava, facendo dappertutto bottino di cannoni, d i bandiere e· d i material i. d'ogni genere. Con ciò la Russia effettuava l'an tica aspirazione di mettere saldo piede sul Mar Nero, dove penetrò la noctig lia d el Don, mentre le popolazioni della Crimea giuravano. fedeltà alle autorità russe. Le co_se volsero invece a male per i Russi su l Danu bio, d ov'essi riperdettero la for. tez:ca di G iurg iu, che invano cercarono <li riprendere . Verso b metà d i ottobre i T urchi mossero all 'offensiva su Bucarest per battere i Russi prima d i prend ere i quartieri invernali, n1a subirono invece una d isastrosa disfatta, che in/lul cosl dannosamente sul morale d ei difensori di Giurgiu da in durli ad abbandonare la fortezza, nella quale ,I 24 o ttobre rientrarono i Russi _ Nel fra ttem po il grosso dell'anna ta principale aveva preso una ri soluta offensiva oltre Danubio : mcrcè il valore del corpo del gen. Weissmann, i<1 nove giorni d i marc ie e d i combattimenti (r9-28 otcobrc) cad<k ro in m:rno dei Russi una dopo l'a ltra le forrezz.e e le città d i Tulca, <li ~abad agl i, d i lsaccea. Nel contt·mpo altre truppe espugnavano \facin e O rsova , sicch /: all'inizio d ell'inverno rutto il Danubio da Orsova al mare, meno le piazze d i Vid dino, Rusciuk e Silistria, era in mano dei Russi . L'anno seguente (1772) trascorse in d iscussioni d iplomatiche che fecero capo ad un a rmistizio cd a vane trattative d i pace, le q ual i si protrassero sino al 2r marzo 1773. Con avvisagl ie e piccoli combanirnenri, in genere favorevoli ai Russi, s' iniziò nella primavera del 1773 una nuova can1pagna, cui i l feldmare.sc. Romanzov si accinse, r iluttante, per ob bed ire agli ordi ni della Corte di Pie troburgo, la quale, preoccupata dai d isordini, d alla pesce e dalla carestia che in quell'anno a(Aissero la Russia, pareva volesse trovare un compenso a tanti n1ali in una vittoriosa o ffensiva con tro i Turchi, senza tener con to che l' armata princ ipale sul Danubio e ra ridotta a 23.000 uo-

ct-tto a Passava occupò Sparta e una squadra prese Navarino.

Le opcrazroni durarono d al febbraio al pirncipio di giugno, qu ando la flotta turca sfidò a battaglia quella russa nel cana le d i Chio : nell a lotta che ne seguì ambe le navi ammirag lie cola rono a p ico, ma la /lotta turca e bbe la peggio e riparò nella rada d i Ccsmè, dove la notte sull '8 lug lio venne quasi tutta incendiata ed affondata dal contran1niir.- Gre igh . Nei mesi seguenti cadevano in mano ~ei Russi, dopo cruen ti sacrifici, le piazze forti e le città d i Akkerrn an (4 ottobre ), d i Braila (21 novembre), d i Tulca (22) e di Bucarest (24 novembre). Dopo <li che i Russi p resero i quartieri d'inverno , col Q. G . a Jassy_ I l 1771 s' in iziò con il vano inte rvento delle dipl.ornazic europee ., specialmente dell'austriaca , per mettere fine alb gùc, ra cd imped ire la totale rovina dell'Impero o ttomano. La Russia non ritrscì a mettere in arm i che 150 .000 rego-

lari, con i quali si propose di riprend ere l'offensiva, passando il Danubio con l'armata principale (Romanzov) e attaccando i n Bulga ria l 'esc..:rcito turco,

mentre la

21:L

. La cornzzata russa Borodino

ar-

mata (principe Dolgoruki) doveva impadron irsi d el la Crimea, per mettere fi ne per sempre al le scorre rie d ei Tartari nel te rritorio del l'Impero moscovita. Come avv iamento ,11l 'offensiva , duran te l' inverno i Russi si erano impadroniti d i tutta la riva settentrionale del Danubio da Orsova a

mini e mancava dj tu 1to, specialmente <li n1atcriale <la ponte e cli trnp pc tecniche, necessari per il passaggio d i quel grande fiume. La Turchia era iovecc p reparata ad opporsi all 'offensiva d ei Russi e, men tre g uard ava il D anubio , te neva concen trate le forze a Sciurnla nei Balcani,


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in posizione centrale. Romanzov decise quii1di di fare d imostrazio11i di passaggio su vari punti e poi di passare i l Danubio a valle di Sil ist ria, impadronirsi di quest'importante fortezza e muovere qu indi su Sci!1mla. Mentre ai primi d i giugno il gen. Weissman1,1 baneva i T urchi a

La cornzzato russa Pctropavlosk

Karassu e muoveva su Silist ria , la colonna principale, col maresc. Romanzov stesso, passato il fiume, si dirigeva pur essa su q uesta fortezza . Silistria venne attaccata il mattino d el 30 giugno, ma l'attacco fallì . Mancando i mezzi per un regolare assedio, Romanzov stimò prudente di ripassare il Danubio e fece proteggere i l d ifficile movimento retrogrado dal gen . Weissmann: q uesti il 4 luglio attaccò e sbaragliò i T urchi a Cainargi, c3dendo eroicamente alla resta ~lei suoi. In autunno, cedendo alle pressioni della Corte, Romanzov riprese le operazioni, limitandosi a d imostrazioni su S ilist ria e passando il Danubio ad Orsova per poi muovere su l grosso delle for ze nemiche a Karassu e a Scium la . Dopo vMi scontci vittoriosi ddlc avanguardie in agosto~sette mbre a Orsova e Costanza, due coloone agli ordini dei generali U ngern e Dolgoruki si diressero su Bazargik e il 2 novembre batterono· i Turchi, ma poi, essendosi d ivisi per attaccare rispettivamente Varna e Sciumla, furono alla lor volta battute separatamente e costrette a ritirarsi oltre Danubio. Anche il resto delle truppe russe, dopo alterne vicende nei mesi di ottobre-novembre a Silistria, Tunuka i e Rusciuk , r ipassò i l Danubio e riprese 1

quart.ieri invern;ili. Nonostante i torbidi ·rivoluzionari del 1773 in Russia, Caterina decise d i cootinuàre la guerra l'anno seguente, tanto più che, morto il z r gennaio 1774 Mustafà Ili, il nuovo sultano, Abdu l Hamid, rigettando le proposte d i pace di Vien na, preparavasi a p rendere l'offensiva in pr,: maver;i, con nuove truppe levate in Asia 1'.1inore e concen-

trate a llabadag e. a Sciumla (200.000 u.) . Ma per l 'indolenza dei comandanti turchi l'iniziativa delle opera;:ioni fu presa anche questa volta dal conte Romanzov, il quale 11011 disponeva che di 46 . 000 uomini. Fatto e.sperto dagli eventi degli anni precedenti, si limitò a guardare $ilistria e passò il Danubio su più p unti, procedend o poi concentricamente sulle forze nem iche di Sciumla. li 20 giugno ( Turchi, usciti d a Rusciuk, furono battuti da una colonna russa (Soltikow) passata a Turtukai, la quale il 27 accerchiò Rusciuk, d alla q uale invano i Turchi tentarono varie sortite . Intanto i l resto dell'armata russa passava il Oan ubio, e , dopo d i aver battuto i Turchi, nel giugno, in vari scont ri, tenuto a bada ii presidio di Silistria, si d iresse su Sciumla accerchiandola. L'indisciplina e la diserzione delle truppe là concentrate ind ussero il comandante turco a chiedere un armist izio : si venne invece alla conclusione delh pace, la quale fu firmata a Ca inargi il 21 luglio 1774. Guerra Russo-aastro-tttrca (1787-1792). La d ichiaraz.ione dcli 'indipendenza dei Tartari di Crimea nella pace d i Cai-

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nargi del 1774 era stata seguita, nel 1783, d al! 'a nnessione della Crimea all'impero russo . Nello stesso a nno il re della Georgia orientale , Eracl io 11, aveva prestato giuramento d i fedeltà a Caterina Il. La Porta, che aveva tentato invano di far rinunciare la Russia alla sovranità del la Georgia e si era opposta all'indipendenza della Crimea, la ruppe il 24 agosto 1787 con la Russia, ma il primo anno di guerra fo sfavorevole ai Turchi, i q uali perdettero Kinburn. Nel r788 entrò anche l'Austria nel conflitto, a fianco della Russia, ma disseminò i 250. 000 u. mobilitati dalla Dalmazia alla Bucovina, e ciò permise a Jussuf pascià d i gettarsi con 70.000 u. da Orsova nel Banato; il 7 agosto battè gli Austriaci prendendo loro 13 cannoni, e il 29 CO· strinse il feldmaresc . di War tcnsleben a ritirarsi; anche l'im peratore, accorso in suo aiuto con 21 bgl. e 32 sqd r., non riuscì a fronteggiare i Turchi molto superiori di for.cc. Essi nell 'ottob,e si d iressero a Belgrado ; nel dicembre J 'jm. peratore tornò a Vienna. Durante l 'inverno_ fu concluso un armistizio fra l'armata aust riaca ed i Turchi. In Transilvania gli Imperiali d ifesero felicemente i passi montani . Anche in Croazia e SJavonia gli Austriaci si mantennero

sulla d ifensiva , fino a che, giuntig li rinforzi, nel l 'ngosto r788, il feldmaresc. Laudon attaccò e prese Du bica e Novi Bazar. L 'esercito comandato d al principe Federico Giosia di Coburgo, dopo d i essere stato rafforzato dalle truppe russe operanti sul Dnicster, operò contro Cboczim che, invest ita, si arrese il 19 settembre. Ociacov fo pure presa, e la flotta ture-a r imase soccombente di fromc a quella I ussa> inferiore, ma assai meg1io a<ldestrata . Verso la metà del 1798 la Russia ebbe un nuovo nemico nel re Gustavo Ili di Svezia, il q uale per r icuperare le perdute provincie del mare del Nord, si era unito ai T urchi dietro promessa di aiuti finanziari. Nuove sconfitte le truppe ottomane subirono a Focsani e a Rymn ick , mentre f-J assan pascià, che aveva invaso la Bcssarabia con 30 . 000 u., ne veniva cacciato dal gen . ru sso Repnin . Akkermann nel settembre e Be,{der nel novembre fu rono prese dal principe Potcmkin; poi .l 'esercito russo prese i quarrieri in verna li. ' L'esercito austriaco , comau<lato dal Laudon , pose l'assedio a Belgrado 1' 11 settembre, e la città capitolò 1'8 ottobre. Nel Banato, il gcn . Ck rfait battè Meherned pascià e in Transilvania il cor po austriaco del principe di Hohenl"òhe cacciava i Turchi e scendeva i n Va lacchia. Nel 1790 gli Aust riaci proseguirono vigorosamente le operazioni ; i l principe d i Coburgo non riusd a prendere Gmrgiu, ma Clerfait battè a Calafat un grosso corpo

L'incrociatore russo Rm·ik

turco. li gcn . russo Suvarov uni la sue forze con quelle austriache del principe d i Coburgo presso Bucarest, ma giunse lai. notizia d i un arrniscizio (27 luglio) fra i bel.l igeranti, seguito (4 agosto) dalla pace d i Sistovo, fra l 'Aust ria e la T u rchia . La Russia non depose le arm i, e una


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flotta turca, composta di 18 bastiment i di linea e 12 fregate, nel maggio del 1790 fece vela da Costantinopoli verso la Crimea ; ma in · due sangui11osi combattimenti, 1'8 lug lio e I '8 settembre, venne battu ta e d ispersa dalla piccola flotta russa del comrammi r. Usciakovo, il quale aveva già d istrutto le navi t urche ancorate a Sinopc ,e ad Anapa . (n · fine settembre, il principe Potemkin avanzò sul Danubio, appoggiato <la una flottiglia che ne (or;,ò le bocche invano difese da bauerie tu rche . Le navi turche •furono battute a Tuka, e in fine d i novembre si iniziavano le operazioni che con<lussero alla caduta d i lsmail, i l 22 dicembre . Nel 1791 la lo tta si svolse nella Dobruggia, dove · l'esercito russo fu al c0mando del gen·, Repnin . Corpi comandati da Galitzin e Kutusov il 6 aprile passarono il Danubio a Galatz e <lis1russero fortificazioni costruite tra Babadag e Mascin a d ifesa di Hraila, ma si ritira rono oltre il fiume davanti all 'escrcito turco avanzante. Al principio di luglio Repnin passò i l Danubio e bauè il 9 il serrasch iere Ahmed pascià; però d i fronte alla stragrande superior ità dell'esercito del gran visir che si avanzava con 120.000 u . ripassò nuovamente sulla sr. del Danubio, insegu ito dai Turchi, che erano ormai in procinto di assalirlo, quando giunse da Constantinopoli l'ordine d i concludere la pace : essa venne firmata a Jassy (1° gennaio 1792).

Guerra Russo-persiana (1804-1813). Avendo la Russia avanzato pretese sulla fortezza d i Gand scia, l 'attuale Elisabetpol, il pr incipe russo Zizianov si impadronì della cit tà; per salvare Erivan , baluardo principale dell"lran, il principe ereditario persiano, Abbas Mirza , si diresse a quella volta , ma il 15 luglio 1804 venne battuto ne, pressi della città. l Russi la occuparono, ma per mancanza di viveri dovettero rit irarsi nella Georgia. Nell'an no seguente Abbas Mirza con assalto improvviso si i mpadrorù di Gandscia. li ttmarivo dei Russi, nel 1806, d i impadronirsi delle città di Rcscht e d i Baku fallì , ed il principe Zizianov rimase ucciso. Rinforzi giunti da T iflis assicurarono ai Russi il possesso della regiane e il principe Abbas dovette ritirarsi su l! ' Aras. Al principio del 1807 i Russi er ano già pad roni di l)erbent, di Bak u e di Saljanì. In maggio lo scià Fath All ottenne l'intervento di Napoleone, i l quale si impegnò d i costri ngere la Russia ad abbandonare la Transcaucasia , ma, <iopo la pace d i T ilsit, non si interessò più della Persia. Allora questa co1iclusc a Teheran, il 12 marzo 1809, un ';illean.la con l' Inghilterra; al posto degli istruttoti francesi furono d,iamati quelli britann ici; ma la guerra fu condoua senza ene rgia . Un assalto tentato dal geu . Gud ovic il 29 novembre r8o8 contro Erivan, non riusd . Dopo la pace conclusa nel maggio del 1812 fra la Russia e la Turch ia, la disfatta toccata il 31 o ttobre dal principe ered itario sull'Aras, e la occupazione d i Len koran fatta il 13 gennaio 1813 dal gcn. Kotlarevski, i Persiani, il 24 o ttobre 1813, rinunziaro no a favore dei J{ ussi ai territori caucasici della Jvli ngrelia, della Georgia, <lel Daghcst an, dell 'lmeretian, dell' Abchasien , dello Scirvan, d i Karabagh con Gand scia, Derbent , K uba e Baku. I no ltre venne lim itato il suo d iritto di tenere navi da g uerra nel Mar Caspio. Guerra Russo-danese-svedese (1808-1809). Avendo il re Gustavo Adolfo TV di Svezia rifiutato d i aderire alle pretese dell'imperatore Alessandro di allearsi alla politica russo-francese contro la Gran Bretagna, la guerra d ivenne inevitabile, e la Danimarca si mise da ll a parte della Russia. Le forze dell'esercito svedese al princip io del 1808 sommavano a circa 53.000 u . d i cui 19.500 si trovavano in

Finland ia i Le forz,e navali consistevano in , 1 navi da battaglia e 8 freg:ite, oltre a piccole navi da trasporto e una numerosa flottiglia. Il 21 febbraio 1808 due divis . russe (24.000 u.) comandate dal gen . Buxhovden, passarono la fron tiera su cinque colonne, senza preventiva dichiarazione

La corazzata russa Potcmkin

di guerra, ed il gen . svedese Klercker si ritirò verso Tammcrfors. Buxhovden giunse 1'8 marzo con II .ooo u. ~lavanti _a Tammerfors, dove aveva assunto il comando degli Svedesi il. gen. Klingspor, che abbandonò la città ritirandosi a Ulcaborg, inseguito dal gen. Rajevski con pa rte della 2r• divisione. Il comandante di Sveaborg capitolò ai Russi. Qualche successo gli Svedesi ottennero nel nord della F io land.ia durante il mese di apr ile. Ma i Russi ricevettero rinforLi, e a ll a fine di agosw Buxhovdcn poteva d isporre di oltre 49.000 u . cosicchè i successi degli Svedesi non ebbero effetto pratico. Essendo essi stati battuti il 14 settembre, non osarono più di opporsi all 'avanzata russa, e il 19 novembre abbandonavano tutta la Fin landia . I Danesi avevano raccolto 25.000 u. sul Sec!and, e Bernadette condusse in Danimarca un corpo franco-ispanoolandesc. Ma gli alleali, molto superiori in forze all 'csercito svedese del sud, non furono pronti abbastanza presto per traversare il Sund, e l'ammutinamento degli Spagnuoli ncll 'cstate del 1808 aggravò la loro situazione. Anche le operazioni al confine norvegese cessarono dopo alcuni mesi. Al principio del 1809, i Russi diressero i loro attacchi comro la Svezia propriamente detta ed i Danesi si decisero corncmporancamcn.tc a gettarsi su Schoncn; di maniera che la situaàonc svedese d iveniva giorno per giorno più pericolosa. Negando il re tenacemente di com inciare le trattative di pace, il 17 marzo venne dal gen . t\d lcrcrenti. imprigionato e dichiarato decaduto da l crono. li governo fu assunto da suo zio , il duca di Sixlerruanland e il 17 settembre a Fredrikshamn fu conclusa la pace fra la Svezia e la Russia; con la Danimarca fu conclusa la pace d i Jonkoping.

Guerra Russo-peniana (1826-r828) . La Persia, nel 1826, cercò di riacquistare le p rovincie caucasiche attribuite alla Russia nel 1813. I! principe ereditario Abbas Mirza invase con numerose schiere di cavalleria, male arm ate e poc0 ordinate, la regione d el Caucaso, ma venne rigettato da l gcn. Jermolov , al q uale succcdcltc il gcn . P askcvic. Il principe ereditario fu battuto in vari scontri: i R ussi presero Tabris, · e il 22 febbraio 1828 si concluse la pace di Turkmentschai . G11erm Russo-wrca (1828-1829). Riusciti van i · j passi di plomatici d elle Potenze per i ndurre - la T urchia ad osservare le condizio ni stabilite nel trattato d i pace d i · Bucarest, scoppiò una so lle~azione in Valacchia,: in' Mo!d'ir,>ia e iu


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Serbia. La Russia, protettrice dei greco-ortodossi, il 28 aprile 1828 dichiarò la guerra alla T urchia. Secondo il piano delle loro operazioni, i Russi volevano marciare su Costantinopoli per le due sponde del Mar Nero, con !"esercito affidato al generale Wittgenstein attraverso alb pianura d anubiana e i Balcani, e con quello coma!)dato dal gen. Paskevic per !"Asia Minore. L 'esercito <l'Europa comprendeva circa 100.000 u. divi:;i in 3 C. d 'A. (lll, VI, VII) con 228 pezzi d 'artiglieria da campagna; quello d'Asia circa 30.000 u. con 120 pezzi d'artiglieria da campagna e d 'assedio. L 'esercito della Porta somma,•a a circa 180.000 u. dei quali 10.000 dovevano restare in Tessaglia contro , G reci, che erano pure in rivolta; 35.000 erano a copertura d i Costantinopoli e dei Dardauellj; 25.000 dovevano presid iare le fortezze situate nel teatro d i guerra, 80.000 r imanevano disponibili per la guerra in Europa e 30.000 per l'Asia Minore. li grosso dell 'eserci10 europeo, 55.000 u., era d islocato tra Sciumla e Adrianopoli. Il 7 maggio r828 l'esercito russo passò il Pruth in tre colonne : nei pressi di Jassy il VI C . d'A ., comandato dal gen . Hoth , il q uale, dopo aver pccso ai Turchi ·1e .teste d i ponte di Giurgiu e d i K alafat, il 21 maggio era pad rone di tutta la Valacch ia; il VII C. d' A. passato il P ruth a Wadilui-lsaki, J' u maggio si trovava davanti a Hr'aita e vi pooeva l'assed io ; il III C. cl'A. effettuò il passaggio ciel Danubio t.ra 1'8 e l'n g iugno. Al vallo di Traiano, dove giu nse il 25 giugno, s1 riunì al VII C . divenuto d isponibile dopo la caduta di Braila (14 giugno). li 5 !uglio si era no arrese al IJl C. le fortcz.ie danubiane d i Macin, Orsova e Tulscia. Quind i il generale Roth assediò Silistria, per coprire i l fianco dr. dell'esercito destinato contro Varna. Intanto erano stati mobilitati anche il li C . d ' A. (geo. Scerbatov) e la maggior parte del C. d ' A . della Guardia (granduca Michele), ma queste truppe non comparvero sul teatro cli guerra prima del settem bre. Il 12 luglio il gen . Ru<ligcr fu spinto con 9 bgl. e r6 sqdr. verso Costanza per coprire le operazioni contro i.I gcn. t urco Hussein pascià, che si trovava con 40.000 u. presso Sciumla . Dopo breve combattimento Riidiger si impadronì d i Costanza. Con tutto ciò il r6 luglio le operazioni contro Varna furono sospese ed il grosso delle truppe si ritirò .su Sciumla . Nel frattempo l 'amm iraglio Grcigh era comparso davanti a Varna con !a squadra, ~ la città, investita anche dalla parte d i terra, cap itolò il giorno rr ottobre . Frattanto, il 30 settembre, il principe Eugenio d el Wiirttenberg aveva inutilmente assalito Omcr Vrione con 7000 li. nella sua posizione trincerata d i Kurt-Elp/:. Dopo la caduto <li Varna, i Russi raggiunsero i loro quartieri d'inverno, cd il IO novembre, a causa del tempo cattivo, fu tolto anche ! 'assed io di Silistria. Nella Valacchia si erano avuti soltanto due p iccoli combatti,ncnti intorno a Giurgiu (2 e 3 luglio). Jl ge n. r usso Geismar aveva radunato il grosso delle sue truppe, circa 11.000 u. con 24 c::innoni , nella p iccola Valacchia, ma i l 18 agosto fu costretto a ritirarsi a Krajova. li 27 settembre però Geismar battè il ne111ico tre volte superiore d i forze e lo costrinse a rj ti rarsi su Kalafat , che il 25 ottobre i Turchi dovettero sgombrar~. In Asia il gen . Paskevic aveva radunato il grosso del suù esercito, circa 12.000 11. con 70 cannoni, ad Alessandropoli, per marcia re contro K ars. Il grosso dell'esercito turco, che ormal contava 60.000 u ., era concentrato ad Erzcrum sotto i l comando di Kiossa Mchemed p ascià, con un corpo di 10.000 u . ,,cl J\kalzik. Il 5 luglio i Russi presero Kars, e quin di Akalka laki. Frattanto anche Poti si era arresa, il 27 lug lio, al gen. Hcsse. Paskevic si rivolse allora contr9 Akalzik, battè i Turchi e la prese il 28 agosto. Seguirono

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piccole operazioni fino al novembre, quando il generale Paskcvic inviò in riposo le sue truppe in Transcaucasia , mettendo guarnigioni nei territori occupati. In Europa l'inverno non arrestò le operazioni: il 20 gennaio 1829 i l gen. Rakovski respinse attacch i dei Turchi contro Varna; il generale Langeron assalì e prese il 25 la testa cli ponte d1 N icopoli e Turnu -11-fagurele, e il 18 febbraio d istrusse la flottiglia tmca danubiana di fronte a Nicopoli. Ma le grand.i operazioni d i guerra furono cominciate dal nuovo comandante in capo, gen . Diebilsch, i l 12 maggio, con l' assedio d i Sili,tria . l i nuovo gran visir Mehemet Rescid, che d isponeva a Sciumla di oltre 30.000 u. , decise a l p,rincipio d, maggio di prendere l'offensiva contro le truppe russe, circa 25.000 u . con u2 cannoni, che s i trovavano nella regione d i Varna . Questa impresa fal lì , e Mehemct Rescid rinnovò i l 28 l'offensiva contro i l gen . Roch con 40.000 u. mentre. il comandante di Rusciuk, Hussein pascià, marciando su Rasgrad con 10.000 u. doveva coprire l 'operaz.ionc contro Silistria, ma fu battuto dal gen . Kreucz il 29 maggio e costretto a riparare a Rusciuk. Per questo fatto il fianco nord del gran visir contro Siliscria rimase scoperto e Dicb(tsch decise d i approfittare delle circostanze per cagliargli la ritirata. Ne d erivò !a battaglia cli Kulewtcha, odia quale Rescid fu completamente sconfitto. Dopo la cad uta cli Silistria, avvenuta il 29 giugno, Diebitsch decjse di traversare i Balcani, e, lasciato in osservazione ad ·e st d i Sciu mla il l!I C . d'A. , il 14 luglio cominciò la marcia con l'esercito d iviso in d.uc colonne, della forza comp lessiva di circa 28.000. Dopo brevi com, battimenti i Russi (24 lug lio) già si trovavano sul versa nte sud dei Balcani. Contemporaneamente la loro Aotta bloccava q uella turca nel Bosforo. Diebitsch formò l'avanzata dopo aver preso Adrianopoli, tanto più <:he scoppiò nelle sue truppe la peste. Frattanto il gen . Geismar, occupata la piccola fortezza- d i Rahova con un co lpo d i mano, si r ivolse contro Sofia per far fronte a Mustafà, pascià d 'Albania , che si avanzava in quella d irezione con 40.000 u . d i truppe irregolari, ma a Vràtca lo raggiunse la notizia che nel frattempo era stata conclusa la pace d i Adrianopoli. In Asia, le forze turche erano ridotte a circa ro.ooo u. più 20.0 0 0 ii-regolari. Queste forze tentarono invano di riprendere Akalzik . Nel maggio i Turchi riuscirono a raccogliere nuovamente 60.000 u. D i questi, 50.000, al comando del nuovo serraschiere Salegh pascià, dùvevano avanzare contro Kars, e 10 .000 agli ordini d i Kiaja-bey, contro Akalzik, dove il gen. russo Paskevic aveva raccolto il grosso delle sue truppe . Burzev era ad Arclahan , Mu raviev a Kars. Hcsse, come l 'anno prcce<lcntc dovette coprire sulle coste del Mar Nero l 'ala dr ., mentre il gen . Popov con u11 piccolo distaccamento copriva q uella s:·. Quando Kiaia-bcy, il 14 giugno avanzò contro Akalz ik, si trovò d i f:ronte Burzcv a nord, Muravicv a sud . I due repa rti russi somn1avano a 5 500 u . d i fanteria. , 1:200 co~ sacch i e irregolari, con n ca nnoni. L a m assa degli Ottomani fu quasi disu·utta . Il 1• luglio il serraschiere, con 35.000 u. e 53 cannoni, venne attaccato a 60 Km . a sud-ovest d i Kars da .Paskevic e battuto completamente. li 2 lugli o j Russi assal irooo Hak i pascià in r itirata, lo catturarono cd espugnarono il suo campo. L '8 lugl io Paskevic comparve davanti ad Erzerum e il 9 cost rinse Salegh pascià alla capitolaL.ione. li 17 luglio il gen . .Hurzev occupò con 2000 u . la fortezza d i BaibU!'t, trov~ndo la monc nel tentativo di prendere la fortezza di Khan, che fu presa da Paskevic I '8 agosto; il giorno successivo lo stesso generale conquistò il campo de] nuovo serraschie re Osman pascià, difeso da 12.000 u. Le tribù delle mon-


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t~gne del Caucaso avendo cominciato a mostrarsi inquiete, dovette mandare una parte dei Russi in Caucasia. Di questo approfittò Osman pascià per tentare, sulla fine di settcn1brc, una nuova offensiva, ma essa non riuscì, c<l cgl i fu costretto a ritirarsi verso Trebisonda. Le operazioni cessarono anche qui od settembre, in seguito alla pace di Adrianopoli .

Guerra Russo-wrca (1877-l878). Le riforme richieste dalla Russia e da alt re Potenze non essendo state accordate dalla Turchia, la Russia il 24 aprile 1877, dichiarò la guerra alla Porta, dopo di essersi assicurata la neutralità dell' Austria. Le opernioni si iniziarono attraverso il territorio della Romania, sul la sr . dei Danubio fino al Mar Nero. La Romania permise alle truppe russe il transito nel pro-

C . d 'A., mentre un 'avanguardia, comandata dal geo . Gurko, doveva superare i Balcani e portarsi nella Bulgaria per sollevarla contro i Turchi . li 22 giugno il XIV corpo russo (Zimmermann) passò il Danubio a Macin. Il r2 luglio, i corpi Xl! e XIII al comando del granduca sì d iressero su ll a Jantra e il ]X contro Nicopoli. L'avanguardia di Gurko girò il passo d i Scipca e lo assalì da sud, forzando i T urchi ad abbandonarlo . Nel frattempo il XIV C. <l'A. si era affermato al vallo d i Traiano in Dobrugia, il XII cd il XIII ad oriente <ldla Jantra, cd il IX aveva costretto N icopoli a capitolare. li .:amando ,uprerno turco riti.r ò da Vi<l<l ino le truppe d i ()sman pascià e dal Montenegro quelle d i Suleiman pascià e le inviò sul tear.ro di guerra bulgaro . Duran te la 1narcia Osn1an pascià g iunse

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b--J km.

Guerra Russo-Turca; le operazioni sul Danubio ( t 877)

prio territorio. li passaggio del Danubio fo deciso fra Nicopoli e Sistovo. Le tru ppe turche ( 160.000 u.) coma ndare da Abdul Kerim, dipcn<levano direttamente dal Consiglio di guerra di Costantinopoli cd erano sparse su tutta Ja penisola balcanica. Nell'aprile-maggio i R ussi avevano pronti 4 C . d'A. in Bessarabia, più altre 8 divis. di fanteria cd una d i cavalleria, al comando del granduca N icola Nicolaievic : circa 200.000 u. Il 24 aprile i Russi attraversarono il confine romeno e subito dopo, per impedire alla numerosa flottiglia turca danubiana d i ostacolare il passaggio del fiume, furono erette batterie e creati sbarramenti di mine. La flottiglia turca danubiana non poti: i mpedire il passaggio del Danubio, nè i successivi r ifornimenti del1'esercito nernico. -La Romania intanto radunò il suo eser• cito ad occidente dell"Aluta . A metà g iug no l'armata russa (6 C . d'A . e 3 d ivis. di cavalleria) era pronta ad agi •·e lungo il corso dell'Aiut a. I · Turchi tenevano pronto il grosso delle loro truppe a Sciumla, avevano occupato Turtukai , Rusciuk, Sistovo., Nicopoli ed av<.:vano sointo un piccolo corpo nella Dobrugia. li comandante russo fece approntare un ponte sull'Aiuta per il passaggio d i 4

tra i l 17 e· il r9 luglio a Plewna <love si stabill fortemente. Il comando russo d ispose per l 'investimento d i quel campo t rincerato. Entrava frattanto in campo la Romania a fianco dell a Rt1ssia . ll Montenegro si batteva accanita1ncnte . Suleìman pascià aveva rad unato 20 ..Joo u. nell'Erzegovina, Meheme, Alì ro .ooo alla frontiera di Novi B.azar, ed Alì Saih pascià 30.000 in Albania. Al principio d i giugno entrarono nel Mm1tenegro da t re parti. AB Saib tentò d i rimonta.re la Zeta ma fu respinto, e così respinto fu Mehernct Alì. Invece a Suleiman riuscì di raggiungere Niksic, di traversare la valle della Zeta con g ravi perdite, ed il 24 giugno di riunirsi con Alì Saib; poi marciò su Scutari. G li avvenimenti che si svolgevano sul teatro del la guerra danubiano, indussero il comando supremo dei Turcbi a richiamare anche i 50 bgl. di Suleiman pascià. Essi fu . rono trasportati per mare ~la >\.ntivari a -Dcdcagac e Sulciman venne incaricato d i r.iprcndere i l passo di Scipca; egli d al 21 al .23 agosto attaccò le posizioni russe, ma fu respinto. Contemporaneamente Mehemet Alì, il quale aveva sostituito Abdul nel comando supremo turco, intraprese,


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22,

688 un'avanzata contro l 'esercito russo principale 1 t;ia' 1

essa venne contenuta abbastanza facilmente. Falliti i ' tentativi di liberare Plevna, l'esercito turco si mantenne nelle posizioni del quadrilatero Rusciuk -Silistr ia-Varnà-Scium la, lO

,oo km.

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tem po, 1'8-9 gennaio, .il gen. Radetzky, essendosi avanzato dalla posizfonc d i 'Scipca su due colonne, aveva attaccato di fronte ed alle spalle, presso Schcinovo, Wessel pascià e l'aveva costretto a capitolare. Con ciò rimase deciso anche l'esito della gl1erra, giacchè rion si poteva contare per il momento su l! 'esercito d i Suleiman, ancora in d tscrete con• d izion i, pcrchè era stato costretto, abbandonando la propr ia artiglieria, ad oltrepassare i monti di Rodope ed a riti1arsi a Dedeagac. Il 19 gennaio Radetzk y raggiunse senza resistenza Adrianopoli e il 30 ·1c truppe russe si trovavano davanti a.I le lince <li Ciatalgia debolmente guernite. La caduta di .Plevna , ave.va cincornggiato i Serbi a rinnovare la guerra contro la Turchia. Alle truppe combattenti serbe, che sommavano a circa 70.()00 u., i Turchi decisero di opporre soltanto deboli forze, anche in considerazione degli insuccessi sul teatro principale della guerra. li corpo serbo del Timok si portò in parte a Viddino mettendosi d 'accordo co n i Romen i. Un 'altra parte, al comando d i Horva-

di Mehemet • Ali __ G uerra Russo-Turca; le offcnsiv~ d i Me.hemet All (1 877)

mentre Plevna, che aveva arrestato l'esercito nemico per sei mese, ca<leva i l ro dicembre. Malgrado la stag ione, Gurko fu incaricato <li muovere attraverso i Balcani e Radetzky, che nella posizione di Scipca disponeva di 40.00 0 u. , doveva facilitare l'irrompere dai Balcani. La seconda travNsata dei Balca ni coperti <li neve r iuscl moltn faticosa a Gurko; cominciò il 25 d icembre e durò sei giorni. I iurchi si ritirarono in parte verso Sofia e in parte verso F'ilippopoli. Suleiman pascià, che aveva ricevuto rinforzi da Sciumla, si diresse su Adrianopoli, ma dovette voltare verso i monti di Rodope, perchè nel fra~-

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tovich, si unì ai Russi e prese la strada per Sofia attraverso Pirnt. l l corpo del la Morava il r5 d icembre si mise in marcia contro Nish, bombardò la piaz.zaforte e I' 11 gennaio la costsinse alla resa. Quindi le forze serbe si diressero combattendo al di là ·del Pr istina verso Uskub e giunsero fi no a Vran ia nell'alta valle della Morava . Anche i Montenegrini , nel gennaio del 1878, avevano ripreso l'offensiva impadronendosi d i Antivari, di Dulcigno e della foce della Boiana . lo Asia, la Turchia radunò tru ppe (60.000 u.) ai confini, ponendole sotto il comando di Muktar pascià. Erzcrum e Kars erano fortificate ed avevano guarnigione. Il ma.rese. turco fece cost ruire u incee anche intorno ad Ardahan, ponendovi 8000 u. d i guarn igione. Alla fine di aprile del 1877, l'offensiva russa aprì la campagna . Il con te Loris Mclikov con la colonna principale (55.000 u .) avanzò da Alcssandropoli contro Kars, assed iò la fortezza e prese Ar- ' dahan il 17 maggio, mentre una colonna, comandata dal gcn. Oklobscio, marciava verso Batum, ed un 'a ltra d i circa 10. 000 u. agli ordini d i Tergukassov si portava ,su Baj<1zid. L'impreparazione d elle sue truppe costr inse Mu-

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km. G u~rra Russ~~Turca; la discesa dei

Russi nella Rumelia (1877)


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ktar ad occupare tcmporancameotc, col grosso (30.000 u .) un campo trincerato presso Zcwin, situato a mezza strada tra Kars ed Erzerum. li 3 0 aprile, Tergukasspv prese Bajazid , ma il 21 giugno gÌi andò contro Muktar con una

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;G uerra Russo-Turca: settore caucasico (1877)

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parte del grosso e lo costrinse a battere in ritirata. Nel frat tempo Loris Melikov aveva attaccaw il campo d i Zewin; essendo stato respinto con perdite rilevanti, decise di togliere l'assedio di Kars, riportando le sue u·uppc oltre confine. Una lunga pausa seguì a queste prime operazioni . Muktar pascià d isponeva ormai, in campo, di soli 37.000 u . che stabilì nel campo t rinceraw di Alagia Dag, ad oriente di Kars, difeso da 20 .000 u. I suoi tentativi d i raccogliere vicino i 25 .000 u . di Dervisc pascià che erano a Batum ed i 15.000 d i _Ismail pascià che stavano inoperosi contro Tergukassov, fallirono per gli intrigh i di Costantjnopoli. L'esercito russo j'nvece, alla cui testa era s_tato posto H granduca Michele Nicolaievic, rinforzato nel settembre fino a 60.000 u . , riprese l'offensiva , battendo i Turch i e pren.dendo loro Alagia Dag. Muktar si r itirò con i resti delle sue forze verso Erzerum; battuto ancora il 4 novembre r iparò nella città. Il 18 noven~bre cadde anche Kars, e p oi venne assediata Erzerum. Il gcn . Oklobsci attaccò invano Batum . Il 3 marzo 1878 ven ne conclusa la pace preliminare ,li S. Stefano, ma la guerra ebbe la sua conclusione definitiva nel t rattato d i Berlino. Guerra Russo-giapponese (1904-1905) . L 'intervento delle grandi potenze, suscitato dalla Russia d opo la guerra Cinogiapponese, per strappare al vincitore i frutti della vittor ia col p retesto di garantire l' integrità della Cina, e più tardi l'occupazione di importan ti territori cinesi da parte della Russia, che nel 1898 ebbe la baia d i Port-l\rthur , suscitarono un vivo risen timento nella nazione giapponese, che, d a quel giorno, iniziò una sistematica preparazione m ilitare, allo scopo d i riaffermare senza ostacoli le proprie influe n·ze e i propri diritti non solo in Corea, ma anche in Manciuria e sul resto del territorio cinese. G li obbiettivi che il Giappone si propose furono: cacciare i Russi da Port-Arth ur e impadronirsene, 'occupare la Corea, assicu-

rnre i propri diritti in Manciuria allontanandone i Russi. A tale scopo stipulò un 'alleanza coll'Inghilterra, interessata ad indebolire Ja Russia, sua vecchia rivale nell'Asia centrale, e con gli Stati Uniti, interessati a favorire l'espansione giapponese in Asia per deviarla dalle co;te occidencali del territorio americano. Infine una intesa colla Cina lo m ise al sicuro da ogni minaccia da quella parte. Di fronte al consenso popolare per la guerra che esisteva nel Giappone, l'opinione pubblica russa se ne disinteressava, mentre nè governo, nè comando militare, valutavano sufficientemente ] 'importanza della lotta che stava per iniziarsi, e si aveva la maggiore fiducia nella flotta dell'Estremo O riente, per impedire il passaggio di truppe giapponesi in A sfa . fra i l 1894 e i l 1904 i l Giappone si era .costituito una imponente forza navale, sia con costruzioni nei cantieri interni, sia ricorrendo alle industrie straniere. Fra le navi fornite da queste ultime erano i d ue incrociatori Kasuga e Nissin, del tipo Ferruccio, forniti dai cantieri italiani Ansaldo ali 'inizio del la guerra. ln complesso si avevano 8 .corazzate, 10 guardacoste, 25 incrociatori, 16 cannoniere, 4 avvisi e 94 siluranti. L'esercito entrò in campagna con 400.000 fanti, 70 .000 cavalli, 1368 cannoni, oltre le forze ai depositi e i bgl. di r iserva. Comandante in capo dell'esercito fu i l marcsc. Oyama, della flotta l'ammiraglio Togo. La direzione suprema , !elle operazioni d i guerra d ipendeva <lai maresciallo Yamagata. Da parte russa le forze navali che parteciporono alla guerra furono la flona dell'Estremo Oriente (7 corazzate, 16 incrociacori, 7 cannon iere, 44 siluranti) e quel la del Baltico (u corazzate, 26 incrociatori, 2 cannoniere, 143 siluranti). Quella parte dell'esercito russo che iniziò le opera·z;ion i rnilitari era costituita dalle truppe dell'Asia Orientale, formanti la XIII ci rcoscrizione militare (I e Il corpo siberiano, alcune brigate autonome e truppe da fortezza); in tutto, allo scoppio delle ostilità, circa 150.000 u. dei quali 80.000 ripartiti fra i vari presidi; quelle mobilitate furono ci.rea 230.000 u. All'inizio delle ostilitii le forze dell'Estremo Oriente dipendevano dall'ammir. Alcxeiev che col titolo di vicerè aveva la propria sede a Port-Arthur; la marina era agli ord ini diretti dell 'ammir. Stark . Appena indetta la mobilitazione alle forze citate si aggiunsero il liI e il IV corpo siberiano e il comando supremo fu assunto ·dal gcn. Kuropatkinc che però solo con grande lentezza riuscì a raccogliere i propri effettivi di campagna, che <la 97 .000 u . al principio

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Soldat i russi sulla ferrovja manciuriana ( 1904)

del ma rzo 1904, solo alla fine dell 'anno, su 412.000 u . mobilitati, comprendevano, a causa del le ingenti perd ite subite, circa 200.000 co1nbatten ti, numero presso a_ poco uguale a quel lo di cui ;1ella stessa epoca d,sponcvano i 44


Rus

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Giapponesi in campo. Da parte giapponese fu strettissima

la cooperazione fra l'esercito e la marina, la quale conquistò e malltenne il potere marittimo conrro ognj tentativo; la .Russia invece condusse attivamente la guerra al conunercio nernico, sia con piroscafi armati., sia con gli incrociatori d islocati a Vladivostock all'inizio delle ostilità, i quali, fra l'altro, compirono nel luglio 1904 una scorreria su lle cosre nemiche, per cui per quindici giorni il

Rus

mezzi •Ji collegamento; la rete telefonica si spingeva, da parte del Giappone, sino ai comandi minori, sì che anche sulle uuppe in combattimento l'azione di comando si svolgeva sicura e completa. Da parte russa si fece grande uso di telegrafo ottico. La telegrafia senza fili ebbe impiego modesto da parte della marina giapponese. Fra i mezzi di guerra furono la granata a mano, le mine, le torpedini terrestri e, canto nella difensiva che nell'attacco, gli scudi metallici,

Mukden

e,

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Bianchi i Giapponesi

Neri i Russi Scala 1 • 875 .ooo

Schieramento delle armate giapponesi prùna della batta.glia di L iao Yang

commercio fu interrotto e i l terrore si sparse fra le popolazioni civili dcli 'impeto. Durante la guerra i Giapponesi perfezionarono i sistemi di fortificazione campale adottati dai Boeri durante la guerra del Sud-Africa e usarono largamente sul campo di battaglia degli attreu.i leggeri, memori degli cffctù terribili che i l fuoco dei Boeri aveva avuto sulle truppe britann iche che, essendone sprovviste, nell'avanzata non avevano potuto coprirsi. In questa guerra si r ilev/i per la prima volta anche l'enorme consumo di munizioni che poi si verificli nelle guerre svoltesi successivamente in Europa. Largo impiego si fece anche dei

speciai:neute da parte degli zappatori destinati alla distru, zinne dei reticolati. II servizio sanitario fu buono da entra mbe le parti e si riuscì ad evitar~ il diffondersi d i que'lemalattie che nei tempi passati erano caratteristiche ira gli eserciti mobilitati. Col preicsto d i garantire la sicurezza della ferrovia e di proteggere gli interessi russi nell a Manciuria, notevoli forze russe avevano occupato tale provincia cinese fino dal tempo della tibcllione dei Boxers, nè accem1avano a r itirarsi. Il Giappone nell'autunno del 19or fece un prinm passo per ottenere il richiamo dalle truppe di occupazione,


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inr::n;cio a f'ictroburgo il marchese lto per trattare ; questi ritornò in patria convinto che i Russi fossero decisi a conservare la Manciuria anche a costo di una guerra. Un ulti.roo tentativo d i accordo fu compiuto dai Giapponesi per ottenere l 'abbandono della Manciuria; la Russia r ispose il 6 gennaio 1904 negando al Giappone i l diritto di occuparsi della Mancimia e proponendo d i trattare per la Corea. Fallita ogni possibilit2 _d i conciliazione, i Giapponesi il 6 febbraio rompevano le rda1.ioni d iplomatiche e mobilitavano le forze armate. Primo loro obbiettivo era la distruzione della flotta russa e la eonquista del potere marittimo . Esso fu raggiunto coll'improvviso attacco del 9 febbraio 1904 ad opera dell<> torpediniere, che, davanti a PonArthur, silurarono parecchie fra le navi russe alla fond a, mentre a Chemulpo ven ivano distrutte altre due navi. In seguito, mentre i.marno alla piazza si manteneva il blocco navale, i Giapponesi sbarcavano in Corea e colla 1• armata (Kuroki) infliggevano sul fiume Yalu la prima sconfitta alle forze del gcn. Kuropatkine, che ripiegarono su Liao Yang, dove si stava effettuando la radunata rus<a, col duppio scopo di operare contro le forze ncrnichc delh. Corea e d i liberare dall'assedio la piazza d i Port-Arthur rendendo eosl libertà d i movimenti alla flotta. Cont ro le forze russe i Giapponesi costituirono altre due a rmate che, agendo concentric.:rn1ente, avanzarono su Liao- yang. Quivi intanto il gen . K uropatkine, pressato da Pietroburgo, mandava in soccorso d i Porc-Arthur un forte d istaccamento agli ordini del geo. Stackelberg, il quale a Wafangu venne affrontato e respinto da lle forze del geo. Oku, e quindi, nella ritirata, da quelle del Kuroki, che, sulla fine di luglio 1905, erano giunte a 30 Km . da L iao-yang, i nsieme alle altre due armate . Sul finire d'agosto ne seguì la battaglia di Liao-yang: dopo quattro giorni di lotta, il {!enernlissimo russo ordinò la ritirata sul!o Sha-ho. Orga~iz,7.atosi a difesa su queste nuove posizioni, il Kuropatk.ine si propose d i tentare uno sforzo decisivo sulla dr. nemica. Costituiti a questo scopo due gruppi , l'uno ad ovest jncaricato dell 'azione principale, l'altro ad est, col man<latu di impegnare i! centro e la dr. avversarie, collegati da un forte d istaccamento intc.r medio e rincalzati da tre C. d'A. d , riserva, attaccò nella prima metà <li ottobre; ne segul

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di 3 C . <l'A. ciascuna, e un'annata di r iserva: di fronte a loro erano le qllattro armate giapponesi (Kuroki, Nozu, Oku, Kavamura). Nel gennaio r905 cadde Port-Arthur e con essa rimasero in potere dei vincitori tutte le navi da guerra che vi si trovavano: si fece così disponibile l'armata Nogi, che alla fine di febbraio 1895 a sua volta entrò

Soldati russi sciatori in Ma nciuria trasportanti feriti ( 1904)

in linea . Contemporaneamente, coi nuovi r inforzi, da parte giapponese si costituiva anche una forte riserva generale. Fu allora che l'Oyama, deciso a rompere il fronte nemico, si propose d i attaccarne le posizioni in modo da impegnarlo decisamente, esaurirne k riserve e quindi, fa. cendo massa sulla sua dr., di avvolgerlo. Ne seguì la bat• taglia d i Mukden; l'att<\cco, iniziato a fine febbraio dalla 5• armata, si svolse secondo le previsioni; il Kuropatkine ,I 9 marzo, investito da vicino, era costretto ad abbandonare le sue posizioni in una ritirata disastrosa di oltre 150 Km., e poco dopo era sostituito dal gen . Linievic, accettando, con atto di notevole d isciplina, di assumere in sottordine il comando di un ' ar mata. Il 26 maggio la distruzione della Botta del Baltico, a Tsushima, faceva svanire da parte russa le ultime speranze di riscossa e portava all'armistizio, e quindi alla pace , che fu firrnata a Portsmouth (V.) negli Stati Uniti, il 5 sett~mbrc.

Russo (Giovcmm). Generalé delle Due Sicilie, n. a Napoli (1776-1830). Col regg. Dragoni della Regina prese parte alla campagna di Lombai·dia contro i Francèsi. Dopo i l 1799, esu le in Francia, fece parte della legione Italica formatasi a D ig ione e con essa, tornato in llalia , con1battè contro gli Austriaci a Marengo. Si recò poi nelle Ant ille e combattè a San Domingo. Ritornato in I talia nel 1808, partecipò coll'esercito napoletano alle guerre di Spagna. Fct c poscia la campagna di Russia e quella del 1~15 iJ't Italia ove riportò u na ferita combattendo a Tolentino. Generale di brigata nel 1821, combattè gli Austriaci a Cittaduca le, ma poi per gli eventi della causa costituzionale fu arrestato e rinchiuso nel castello dell'Ovo in Napoli, da dove riuscì ad evadere e ad imbarcarsi per l'estero. Ufficiali giapponesi d i Stato !vlaggiore nella guerra conuo In Russia _(1904)

la battaglia dello Sha-ho, sul quale i fronti avversari si stabili~zarono per quattro mesi a causa delle avverse condizioni del clima, rigidissimo in quel difficile inverno. Duranre questo periodo i Russi ripartirono le proprie forze, rinsanguate di truppe' giunte dall',Europa, in tre annate, una delle quali d i riserva (Linievic, Gripcuberg, Kaulbars)

Rnsso Giovanni Battista. Generale, n . a Palermo, m. a Napoli (1846- 1908). Sottot. d'art. nel 1865, par tecipò alle campagne del 1866 e del 18io ed a Bezzecca meritò la n-ie<l . d'argento . Colonnello nel 1897, fu d irettore d'art. a Piacenza. Magg. generale nel 1902, (u comandante d'art. a Messina e poi comandò l'art. da costa e da fortezza a Piacenza. Nel 1906 fu nominato i spettore dell'art. da costa e da fortezza e nel 19oi andò in posizione ausiliaria .


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Russo Carlo. Generale, n . a Castcllamarc dì Stabia,

m . a Roma (1853-1930). Sottot. dei bersaglieri nel 1874, divenne colonnello nel 1906; comandò il 41° fanteria e il distretto mii. di Bari e nel I9ll andò in P. A. Rjcl1ia1nato in servizio dal 1915 .al 1919, comandò il distretto mii. di Roma. Nel 1919 venne promosso brigadiere generale ucll,i rì.serva.

Russo Alberto. Generale, n . a Napoli nel 1861. Sot-

totcn. d'art. nel 1880, r aggiunse il grado <li colonnello nel 1913 e comandò il 3° rcgg. <la campagna anche nella guerra Mondiale. --Magg. generale nel 1916, comandò l'art. <lei IV C. Russo Alberto d 'A. In P. A. nel 1919, venne promosso generale <li divis. nella riserva nel 1923 e collocato a riposo nel 1930.

Russo Rodolfo . Generale, n. a Taranto, m. a Napoli (1862-1930). Sottot. di fanteria nel 1884, meritò nel r 906 la mcd. d i bron1,o al valor civile. Appena iniz iata la guerra contro l'Austria, rl1nasc g ravc1nente feri to a Castclvecchio

e meritò la med . <li bronzo. Colonnel lo nel 19 15 e brigadiere genera le nel 1918, andò in P. t\. S. nel 1921. Nel 1923 :issunse il grado <l i generale di brigata e nel 1928 venne collocato a riposo.

Russo Gioacchino. Generale del genio navale, n. a Catania nel 1865. Entrato in serviziò - nel r887, fu promosso brigadiere gen . del genio navale nel 1918, magg. genaale nei 1919, generale v iccjspcttore nella riscr\'a nel 1923, ten .

generale nel 1926, generale ispettore nel 1927; venne collocato a riposo nel 1927. Prese parte alla guerra Mondiale. Fu i nviato i n missione a Parigi nel 1902 e a Londra nel 1902 e 1903 per i congressi dell'Associazione cecoica marittima, e degli architetti navali. Fu deputato al parlamento nel!e legislature XXV e XXVII, po i senatore del regno e sottosegretario di Stato per la marina nel 1929. È autore <li pregevoli studi di in gegneria navale. Rustow (Guglielmo). Ufficiale tedesco e scrittore militare (1821-1:878). Nel 1850 era ufficiale del genio in Pruss ia e pubblicò u11 volume: ·« Lo Stato m ilitare tedesco prima e durante la Rivoluzione », per il quale fu costretto ad emigrare; rifugiatosi nella Svìzze. ra , entrò in quell'esercito, e passò nel 1860 a coro battere nella sped izione dei Mille, come colonnello di S. M. con Garibaldi, segnalandosi al Il colonnello Rustow in uniforme garibaldina (1860) Volturno. Nel 1870 tornò al servizio delia Svizzera, dove raggiunse il grado di colonnello. Scrisse molte opere, fra ie quali: << L'arte della guerra presso i Greci»; « La guer-

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ra del r805 in Germania e in Italia "; « La guerra e i suoi mezzi»; « L'arte d el condottiero d'eserciti »; « Storia della fanteria » ; « Tattica generale »; « Biografie militari »; « Dizionario rnilitarc »; « Istruzioni sulla nuova guerra di fortezza »; « Istruzioni di combattimento »; « Istruzioni sulla piccola guerra »; « Le prime campagne di Buonaparte »; « I confini statali »; « Strategia e tattica dei tempi moderni»; « La politica della _guerra»; « L'esercito e la condotta della guerra di Giulio Cesare»; « L'arte militare nel secolo XIX »; « La guerra del 1866 in Germania e in Italia ». - I suoi fratelli, Alessand1'0 (n. nel 1824) e Cesare (n. nel 1826), furono pure scrittori mii., e caddero entÌambi col grado di maggiore nella guerra del 1866. Il primo scrisse una (t Guerra costiera >,; il secondo : « Norme per l'istruzione sulle armi»; « Il fucile Minié » ; « I fu. ciii di fanteria »; « Le armi da fuoco portat ili » .

Ruszky, Generale russo . Allo scoppio della guerra Mond iale comandava la divis. mii. di Kiev, e subito gli venne affidata la 3~ arruata; poco dopo· il .fronte Nord-Ovest. Durante il febbraio 1917 si a<lopecò per i ndurre lo czar Nicola 11 ad abdicare. Durante il governo di Kcrcnsk i ebbe il titolo di generalissimo dell'esercito russo, dall'apr ile ai settembre 1917; poi fu posto a capo dell'esercito settentr ionale . Fu ucciso nel Caucaso durante gli avvenimenti rivoluzionari dell'ottobre 1917_ 11 generale Ruszky Ruta (Giuseppe). Ingegnere m ilitare del secolo XVII. Insegnò fortificazione nel Collegio dei nobili e pubblicò le « Tavole dì fortifìca7,ionc " che ebbero numerose ristampe. Ruta Enrico. Generale, n . nel r865, Sottot. <li cavalleria nel 1883, andò i n P. A. col grado di ceo. colonnello nel r914 . Richiamato durante la guerra Moncliale, fu promosso colonnello nel r9r7, brigadiere generale nel 1919, ed assunse nel 1923 il grado di generale di brigata nella riserva. Rttta Odoardo . Ammiraglio, n. a Napoli nel 1876. Entrato in servizio nel 1888, fu promosso contrammir. nel r925, amm ir. di divis. nel 1926, e collocato in P. A. nel r930. Prese parte alla campagna della Cina, alla guerra Italo-turca ed alla guerra Mondiale . Fu com andante del R. arsenale dc La Spezia nel 1925 e comand ante m ii. marittimo in Sicilia dal 1926 al 1930. Rutowski (conte Federico Augusto). Generale della Sassonia (1702-r764)·. Fece le sue prime armi nella guerra per la Successione di Polonia d ivenendovi nel r735 comandante d i brigata. Nel 1737 prese parce alla guerra contro la Turch ia . Nel 1741 comandò le truppe sassoni all'espugnazione di Praga; nel 1745 venne sconfitto a Kesselsdorf e nel 1756 capitolò a P/rna.

Ruyter (Michele) . Ammiraglio olandese (1607-1676). Combattè contro gli Spagnuoli, contro i Barbareschi , contro, gli Inglesi nelle Jnd ic e in Africa, cont ro gl i Svedesi, e raggiunse il g rado di vicearnmiraglio. Riu-

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scì nel 1665 a risalire il Tamigi m inacciando Londra e trattò la pace di Breda. Nel 1671 divenne ammiraglio e battè ancora gli anglo-francesi. Inviato a combattere una Aotta francese nel Mèditerraneo, ne fu sconfino ad A ugusta, rimanendo mortalmente ferito.

Ruzzenenti (Alfonso). Generale, n. a D olcè nel 1862. Sottot. di fanter ia nel 1883, passò poco dopo negli alpi ni e partecipò alla campagna Eritrea del 1895-96 ed alla guerra Italo-turca, rimanendo ferito a Derna (1912) e meritando la mcd. d' argento. Iniziò la guerra contro l "i\ustria al comando del bgl. Val d'Adige, c, colonnello nell 'agosto 1915, cc mandò il 1° gruppo alpini. In P . A. ne!Jo stesso 1915, fu trattenuto in servizio sino al 1919 e nel 1917 promosso rnagg. generale. Trasferito nella riserva nel 1920, assunse nel 1923 i l grado d i generale di d ivisione.

del principe d i Coburgo, le quali sostennero con fermezz:r sei attacchi consecutivi, n,entre il Suvarov riusciva ad accerchiare di sorpresa le batterie del nemico, che prese subito la fuga affretrnn,losi a trascinare dietro i trinceramenti i cannoni che potè salvare . Cavalleria turca accorsa per arrestare l 'avanzata russa non ottenne alcun successo e si ritirò con perdite. Allora il Suvarov t rovò spazio di terreno sufficiente per spiegarsi e attaccare le tru ppe di Osman pascià , contro le quali contemporaneame'nte si svolgeva ut> contrattacco a massa -da parte austriaca . La lotta durò furibonda fino alle q uattro del pomeriggio, quando i T urchi cedettero, e vennero travolti. La loro scon fitta fu completa. Gli Austro-russi inseguirono fino a sera, non dando quartiere e sterminando i [uggiaschi . D iecimila uomini vennero uccisi in combattimento, o massacraci dopo, o annegati mentre cercavano salvezza attraverso il fiume. 68 cannoni, 12 mortai, r oo band iere, tutto il bagaglio, furono preda dei vincitori.

Ryswick. Co,n une dell'Olanda, non lungi dall'Aja.

Trattati di Ryswick (1697) . Pongono fine a lla guerra germanica, o della Lega d'Augsburg, cominciata nel 1689. l rrattati furono quattro, ed ebbero come mediatrice la Svezia. Vi presero parte anche delegati del duca di Savoia.

Ruzzcnenti Alfonso

Rybinsky Matteo

Rybinsky (Matteo). Generale polacco (1784-1874). Entrò nelle file dell'esercito francese nel 1806 e prese p~rte alle campagne napoleoniche, distinguendosi specialmente nella ri tirata di Russia. Caduto Napoleone, prese servizio nel1'esercito russo come colonnello, rna aderì alla rivoluzione polacca del 1830, col grado di generale di divis. Il 9 set• te mbre 1931 fu nominato general issimo, m a ormai Varsavia era caduta nelle mani dei Russi, e R ., con gli avanzi delle sue truppe , si rifugiò in Prussia .

I. Trattato di Ryswicfc (20 settembre 1697). Pace tra Francia e Olanda. La Francia restituirà al conte d'Auvcrgne il marchesato di 13erg op Zoom, già confiscato duran te la guerra, e sue dipendenze. T utti gli alt ri luoghi toltisi dalle Potenze paciscenti in Europa e fuori, saranno reciprocamente restituiti. Nello stesso giorno fu concluso fra le due Poteni:c un trattato di commercio nel quale, contrariamente al sistema d i Colbert, si accordavano agli Olandesi grand i vaotaggi . Il. Trattato di Ryswick (20 settembre 1697). Pace tra Francia e Inghilterra. La Francia riconosce Guglielmo d'Orange re <l'Inghilterra e promette d i non favorire in alcun modo chiunque tentasse di sovvertire o rnrbare il governo 1v1 esistente . Si r istabilisce fra le due Potenze la libertà di

Rycroft (sir Guglielmo). Generale inglese (1681-1925) . Partecipò alla spedizione contro i Den•isci nel 1887, poi fu in servizio_ sulla frontiera dcll 'India, indi prese parte alla guerra contro i Boeri (1899-1901) e alla spedi1.ionc nella Somalia inglese (1902-1903). Nel 1914 entrò in guerra come colonnello e fu promosso magg. generale, com andando la 32~ d ivis. fino al 1916: allora venne nomi nato capo di S. M. dc.Ile forze britanniche a Salonicco , dove rimase fino all'armistizio. Rymnik (o Rimnik, o Ranwicul). Città della Romania, sul fiume omonimo, affluente di dr. del Ser ed1. Il 26 dicembre 1916 fu presa dai Tedeschi.

Battaglia di Rymnicl, (22 settembre ì 789). A ppartiene alla guerra Russo-austro-turca, e fu combattuta fra un corpo austriaco d i 1 8 .000 u. (principe di Coburgo) insieme con uno russo d i 7000 (gen. Suvarov) contro i Turchi (100.000 11. comandati da Osman pascià) tr incerati presso la città. Dopo aspra lotta essi furono cacciat i dalle loro posizioni avanzate per opera dei granatieri russi; Osman pascià si pose alla testa di 15.000 cavalieri e contrastò per due ore [" avanzata degli alleati; quindi si r itirò sul grosso delle sue forze, sulle rive <lel fiume R. A mezzogiorno questo combattimenw era terminato, ma alle 13 si r iprendeva la lotta, con un assalto d1 40.000 Turchi contro le truppe

li castello cli R yswick

commercio e nav igazione e si conviene che tutti i luoghi occupati durante la guerra siano reciprocamente restituiti. Quanto al principato d 'Orangc, terre e signorie appartenenti in Francia a G uglielmo Ill, avrà pieno effetto l'articolo separato della pace di Nimcga fra Inghilterra e Olanda. li!. Trattato di Ryswick (20 settembre 169j). Pace tra Francia e Spagna . La Francia rest ituisce le piazze d i Ge-


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rona e Rosas, nonchè tutti i luoghi occupati nell'ultima guerra e dopo i l traltato di Nimega nella Catalogna; così pure la città di Barcellona, la città d i Lussemburgo e la provincia omonima, la fortezza di Charleroi, le città di Mons, d i Ath e loro <lipe?dcnze, come sono state cedute nel trattato di Nimcga, ad eccezione d'alcuni luogh i e feudi; la città di Courtrai e tutto ciò che la Francia ha occupato e r iunito dopo il detto trattato nelle provincie d i Lussemburgo, Namur, Brabante, Fiandre, 1-Iainaut e nel resto dei Paese Bassi, meno 82 città, borghi e villaggi, sul possesso dei quali dovranno decidere dei commissari scelti dalle Parti contarcuti. Nel caso che i commissari non si potessero accordare , si accetterà l'arbitrato del) 'Olanda. La città e il castel lo di Dinant saranno restituiti al vescovo e principe di Liegi. La Spagna restitu irà l' isola di Ponza al duca di Parma.

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I V. Trattato di Ryswicf( (30 ottobre r697). Pace fra Impero da una parte e Francia dall'altra. La Francia restituirà all'Impero i luoghi occupati durante la guerra. La religione cattolica nei luoghi restituiti resterà nello stato presente. La questione relativa alle pretensioni della duchessa d'Orléans sarà rinviata dinanzi ad arbitri nominati dal l'Inghilterra e dal re di Francia.· Jn caso d i disaccordo, si rimetterà la decisione al papa, L'Impero cede alla Francia Strasburgo con quanto appartiene a questa città sulla sr. del Reno, e ne riceve in cambio le fortezze d i Kehl e Philippsburg, La Fra ncia cede inoltre ali 'Impero le città di Friburgo e 13reisacb. Il duca di Lorena tornerà nei suoi Stati quali erano nel 1670 e la Francia gli restituirà Nancy, non serbando per sè che il forte di Saarlouis e la città di Longwy.


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Saad Abu Warkas. Generale arabo del VJT -,e. colo, m. nel 675. ~guì Maometto nelle sue campagne, ed ebbe nel 636 il comando dell'esercito arabo col quale sconfisse i Persiani a Cadcsia. L 'a nno seguente assediò e prese Ctcsifomc.

e da 4 can noni mandati in sostegno dal gcn. Gneisenau . Questi, verso le 14, dispose per un u lteriore ripiegamento di tutte le sue truppe su Rascl1pfuhl. I Prussiani perdettero circa 100 u . e altrettanti i Francesi. Il combattimento

Saalfeld , Città d ella German ia, sulla sr. della Saale, atnucntc dell'Elba. Ebhe un buon castello nel medio evo.

Combattimemo di Saa//e/d ( 18o6). Appartiene alla campagna napoleonica contro la Prussia e si svolse il 10 ottobre , tra l'avanguard ia prussiana del corpo Hohenlohc, comandata dal principe Luigi, e la divis. Suchet, che formava avanguardia della colonna agli ordini del marcsc. Lanncs. Lanciatisi all'attacco dell'avversario, che occupava le alture di S. , gli ussari francesi respinsero la cavalleria prussiana : la fanteria, avanzatasi per sostenerla, fu a sua volta messa in rotta e dispersa attraverso i boschi e gli acquitrini della 1.ona circostante, lasciando ai Francesi 1 000 prigionieri e 30 cannoni, oltre a 500 u . caduti. In questo scontro trovò la morte lo stesso principe Luigi. T ale episodio preludeva alle battaglie d i Jena e Auerst:idt. Saarbriicken (in francese, Sarrebm d{). Città <lella Germania, sulla Saar (o Sorre, V.). Combattimento di Saarbriicke11 ( 1870). Appar tiene alla guerra Fra nco-germanica . Il mactino del 2 agosto, il gcn. Frossard, comandante il II corpo fra ncese, da St. Avold mosse verso la Saar per occupare le alture di sr. do,•e erano stati segnalati avamposti prussiani . T ru ppe del III corpo avann1rono verso Volkl ingen e altre del V corpo sulla dr. del fiume, presso Saargemund. Contro la a,,anguardia francese, costituita d alla Fortezzn di SaarbrOcken (sec. :XV T) d ivis. Bataille, e appoggiata da due brigate di altre divis., si schierarono 4 cp. prussiane che erano presso S. e appoggiate da 2 pezzi apri rono il fuoco. Poco dopo, soverchiate dalle forze avversarie, ripiegarono al d i lii del fiu me, prntcllc d a 2 bgl.

Combattim ento di Saarbr(icken (18 70)

fu voluco per soddisfare l'opinione pubblica francese; ad esso assistettero Napoleone J[J e il principe Imperiale; i Francesi ne fecero ch iasso come di un fatto d "armi imporrante. Saarburg. Comune della German ia, su lla Sarrc .

Battaglia di Saarburg (19-23 agosto r9r4). Si è detto alla voce « Lorena » che l'ini;:iale offensiva francese in questa regione tendeva a far convergere l'ala dr. dello schieramento iniziale francese dalla fronte all'incirca nord-sud, lungo il confine, a quella est-ovest, con l"ala dr. francese poggiata al Reno, secondo il « Piano XVU » per rompere il centro dello schie ramento n emico e marciare verso il cuore della Germania. In altre parole, in Lorena si trattava di oltrepassare non solo il confine politico del momento, ma oltrepassare altresì anche il vecchio confi ne del 1870, rappresentato dalla Saar e dalla Lautcr, per poi con,•ergere a nord. Si è anche detto come, dal 14 al 18 agosto 1914, la , a e 2~ armata francese avessero in Lorena marciato verso la Saar senza incontrare resistenze serie, sino a raggiungere il 18 la linea Nomeny-Ch:ìteau Salins-Oieuze-pendici est dei Vosgi, e come dal 18 in poi la battaglia d i Lorena $i dovesse scindere in d ue ben d istinte battaglie : d i Morhange, fra la 2 • armata francese e la 6a tedesca, sulla fronte Chareau Salins-Dieuze; e d i Saarburg , fra la ,a armata francese e la 7• tedesca . I Tedeschi dal 14 al 18 avevano lasciato avanzare i Francesi,


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SAA

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per contrattaccarli al momento opportuno, partendo da buone posizioni contro le quali inizialmente si sarebbero logorati i Francesi: contrattacco reso più efficace dalla larga disponibilità di mitragliatrici e artiglierie pesami campali, di cui, invece, non disponevano i Francesi, infatuati ancora dalla teoria dell 'allacco a fondo. La controffensiva tedesca determinò le due battaglie sopra citate. li 19 agosto la 1• armata francese non era riuscita a passare la Saar nè ad occupare S. Contro di essa il 20 agosto si sferrò la controffensiva della 7• armata tedesca, che in quel giorno conseguì già notevoli vantaggi, obbligando l'VIJI C. d' A. francese a ripiegare battuto, a sera, a sud del canale Marna-Reno: i corpi XIII e XXI sui Vosgi ripiegarono anch'essi lentamente verso la cresta dei Vosgi stessi. L'insuccesso era notevole: pur tuttavia il gen. Dubail, comandante della 1• armata francese, sperava di riprendere I'indomani ;21 l'offensiva, per riguadagnare il terreno perduto agendo per le sue ali onde avvolgere la 7• armata

SAA

Saarlouls, Città della Germania, ,opra una penisoletta formata dalla Saar. Fu costrnira intorno a una fortezza fatta erigere (1680) da Luigi XIV, con testa di ponte, ncl"epoca in cui ne ebbe, per il trattato di R)'svick, il possesso. Venne munita di sei bastioni , con tenaglie e rivellini e fossato. Nella testa di ponte l'opera fu fabbricata a corno, con rivellino. Rappresenta un esempio classico ddl'epoca del Vauban.

Fortezza di Saarlouis (scc. )..'VII)

18.Au!J.

"s~?lf I oBùh/ , } Deulsche - Truppen ~ f'NmZ.

..... Eisenbal, --- Chaussèe

Battaglio di Saarburg (agosto 1914)

nemica. Ma, nella notte sul 21, saputo dell'insuccesso della armata (dc Castclnau) a Morhangc, decise <l'assumere contegno difensivo, appunto per tenersi collegato colla dr. della detta annata, che aveva dovuto ripiegare. Il 21 i T edesçhj continuarono l'attacco a fondo e s'impadroniron" dei colli dei Vosgi, mettcD<lo in ben critiche condizioni le uuppe nemiche. Tanto più che la cavalleria francese, esauritasi in lunghe giornate di combattimento, non era pii) in grado di mantenere il contatto e le occorrevano alcuni giorni di riposo. In tali difficili condizioni il contegno difensivo s'imponeva sempre più al Dubail, comegno difensivo che a sera del 22 veniva ord inato dal Comando supremo francese su tutta la fronte; per quanto rigua.rda questa .regione, la difensiva doveva mirare alla conservazione della l inea d ei Vosgi. Come, poi, da q uesta situazione si sia passati alla guerra stabilizzata è detto alle voci: • Charmes », ,, Corsa al mare•, cc Grand Couronnée de Nancy », « Marna », « Mortagne ». 2•

SaatL Oorgo dell'Eritrea, a 31 Km. <la Massaua, sulla ferrovia per l 'Asmara (V . Abissinia e Dogali). Fu occupato da due compagnie <li fanteria, con un reparto <li indigeni e due cannoni da montagna, il q gennaio 1687, al comando <lei magg. Boreni. Il distaccamento eresse un fortino con muro a secc:), zcriba, fosso. li 23 ras Alula, con grandi for.l<:. pose il campo fra S. e Ma$saua, intercettando le comunicazioni, e impedendo l'arrivo dì rinforzi e d i viveri al f~rte. Alcune ricognizioni spinte <lai Boretti ,•crso il campo abissino <1iedero luogo a piccoli 1contri; un a11acco tentato dal nemico venne sanguinosamcncc respinto. Il 26, .ras Alula -distruggeva a Dogali :a colonna Dc Cristo(oris, e il Baretti ricevette subito dopo l'ordine dt ritirarsi a Monkullo, ciò che riuscl a fare con marcia nocturna, e con largo giro per evitare il campa abissino. S . fu rioccupato il 1• gennaio 1888. Saati. Nome assunto dalla fregata « Garibaldi » nel 1894, quando venne radiata dalle navi da guerra e mandata nella Colonia Eritrea, dove affondò per urto sopra roccie. Saavedra (Come/io) . Generale argentino (1700-1829). Inviato a Montevideo col grado di colonnello cooperò alla difesa della città contro gli Inglesi; tornato alla ripresa di Buenos Aires nel 1808, si distinse nella cacciata degli JnSa~vcdra Cornelio glcsi. ~e! 1809 ,·enne nominato generale e l'anno seguente fu presidente della Giunta esecutiva rivoluzionaria. N el 1814, per lotte intestine, do-


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vette em igrare nel Cile, ma nel 1816 venne reintegrato nel suo grado e nominato capo di S. M. dell 'escrcito argentino. Nel 182r si ritirò dal servizio e scrisse un volume di « Memorie » .

Sabatina, Piccola strada m ilitare romana che staccavasi dalla Via Cassia subito dopo passato i l Ponte Milvio e si ricongiungeva alla medesima presso il lago $abatino (Bracciano).

dicazione_. Nella lot;a corpo a corpo, esempio m irabile di alte virtù militari e di affetto ~l p roprio ufficiale, visto questo in oericolo, gli fece scudo del proprio petto, trovando morte gloriosa "· (Monte Xomo di Gall io, 2 giugno 1916).

Sabauda. ,~ legione della M. V. S. N ., costituita a Torino nel 1923. Contribuì alla formazione delle legioni libiche.

Sabatini (Carlo). Medaglia d'oro, n. ad Alessandria ne! 1891; Soldato e poi caporale nel 34° regg. fanteria, poco dopo l' iniz io della grande guerra divenne u fficiale d i complemento. Con la brigata Casale combattè da valoroso sul Podgora, rimanendovi ferito nella prima giornata d ella battaglia d i Gorizia, e guadagnandosi una med. d 'argento. Guarito, e promosso tenente, chiese ed ottenne di passare nei repani d'assalto, e col V reparto partecipò, nel maggio 1918, alla riconquista del monte Corno d i Vallarsa, il ff'lonte santificato dal martirio

d i Cesare Battisti, spiegando tanto ard ime nto e tanto co-

raggio, da mcTitarc di essere insignito della mcd . d ' oro. Dopo la guerra , avendo ottenuto il passaggio ne I ruolo degli ufficiali effettivi per merito

di

guerra ,

rimase

nel-

l'esercito quale ufficiale di fanter ia . La motivazione così Sabatini Carlo si esprime : « Primo sempre ai cimenti, personificazione vera delle più elette virtù militari, con alto spi rito d i abnegazione e magnifico ardire, con una scalata che ebbe del prodigioso, potè primo, esempio ai quattro ardit i che lo seguivano 5otto i vigili occhi delle vedette nemiche, audaceme)lle piombare su numeroso presidio avversario, col quale ingaggiò violento corpo a corpo. Nessuno dei nemici fu salvo, i più perirono uccisi o nella mischia d iruparono per la china. Sei ne, catturò, compreso l 'ufficiale comandante del presidio. Fattosi poscia raggiungere da forte nucleo dei suoi, si affermò saldamente sulla posi.iionc " · (Monte Corno, r3 maggio 19r8).

Sabato (Luigi) . Generale, n. e m. a Putignano (18701927). Sottot. d'art. nel 1889, partecipò alla gue rra libica e meritò a Derna (1912) la med . d'argento. Prese parte alla guerra contro l'Austria e nel 1917 fu promosso colonnello comandante i l 47° art. da campagna che d iresse durante il ripiegamento dell 'autunno 1917, ottenendo una seconda med. d 'argento, fino al Piave. Comandante dell'art. divisionale nei giorni della vittoria finale, fu decorato dd la croce di cav. dcll'O. M. S. [n P. A. S. nel 1920, venne nel 1926 promosso generale di brigata rn aspettativa per riduzione quadri. Sabato Antonino. Medaglia d 'oro, n. a Novara di Sicilia nel 1894, caduto sull'altipiano d 'Asiago nel 19r.6. Umile contadino, fu un eroico fante, che nel folto d i una mischia, sacrificò la propria vita per salvare quella dell' ufficiale d i cui era attendente. li commovente e nobile episodio · è così ricord ato nella motiva.iione della med. d'oro concessa a lla sua memoria : cc D urante un asprissimo combattimento , restava costan-

temente presso l'ufficiale di cui era attendente, rifiutando, allorchè venne ferito, d i essere trasportato al posto di m e-

Sabato iìntonino

Sabbatini Vincenzo

Sabbatini (Honafede, Vincenzo) . Generale, n . a Civital'ecchia, m . ad Arezzo (1830-1896). Cadetto nei dragoni pontifici, fece la campagna del Veneto del 1848 cd a Cornuda meritò la menzione onorevole. Nel 1849 partecipò alla d ifesa di Roma; e migrato in Piemonte, si arruolò come alfiere nella legione Anglo-italiana (1856). Sottot. d i fanteria dcll 'cscrcito clell'ltalia centrale nel 1859, partecipò alla guerra d i quell'anno. Trasferito nell'esercito regolare, rimase nei bcrsagl.ieri per qualche tempo. Ten. colonnello comandante il d istretto m ii. d i Modena nel 1881, venne promosso colonnello def distretto di Novara nel 1884 e nel 1891 andò in P. A. Nel 1894 fu promosso magg . ge· nerale nella r iserva. Sabbatini Claudio . Maggiore ga ribaldino, n. a Sogliano, m. a Monterotondo {t839-1867). Combattè con Garibaldi nel 1859, nel 1860 e nel 1866; comandante 1'8° bgl. garibaldino cadde mentre incendiava l a porta di Monterotondo. Sabbia, Valle a occidente del lago di Garda, lunga · circa 40 Km . Comprende il lago d 'Idro e il suo emissario, il fiume Chiese. Operazioui ù, Val Sabbi" (1797). Le br illant i vittorie dell' armata d'Ital ia avevano favorito il diffondersi delle idee rivolu.zionarie sul principio dell'anno 1797, cosicch è anche a Brescia si costituì i l " Sovrano Governo del Popolo ", sotto la benevola protezione delle truppe francesi. Ma poichè le genti d elle vicine valli alpine Sabbia e Trompia erano rimaste fedel i alla Serenissima che aveva proclamata la neutralità disarmata , i fautori del nuovo stato d i cose, costituito con clementi raccogliùcci un corpo d i m ilizia, decisero un atto di forza per imporre ai valorosi alpigiani le nuove idee. Il 25 marzo una colouna d i :,oo uomini, bresciani e bergamaschi, agli ordini del conte Gambara, mosse alla volta d i Salò, ove innalzò i simboli della rivoluz ione. Ma i l popolo li abbattè e riportò alla luce i leoni d i S. Marco. Richiesti di aiuto dai salod iani, i ,,alligiani di Val Sabbia si orga11izzarono in compagnie annate, d islocando posti di osservazione e d i guard ia sulla via di Brescia e specialmente sulle alture <li Tormini. Il 27 marzo, in una adunata dei rappresentanti ciel popolo d i tutti i Comuni d i Val Sabbia , a Nozza, venne votata la resi-


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stenza ad ogni costo e deciso che tutti gli uom ini dai 16 ai 60 anni dovessero p rendere le armi. Furono designati come capi don Andrea Filippi di Barghe e Giambattista e Francesco Materzanini. A Brescia, risaputosi ciò, venne decisa una pronta azione contro le vallate; si decise di assalire Salò pr ima che potessero giungervi i soccorsi d i Val Sabbia. Il 30 marzo, 1200 uomini, con alcuni cannoni, agli ordini del generale Fantuzzi, mossero da Brescia per Gavardo contro le presid iate alture di Tormini . Un primo scontro fu sostenuto a Villanova alle quattro del pomeriggio; subito dopo venne iniziato l'assalto dei trinceramenti di Tormini, sui quali però i d ifensori tennero fermo sino a notte. Intanto alcune migliaia d i valligiani, richiamati dal suono delle loro carnoanc, avevano compiuto l'adunata, m uovendo da Barge su Vobarno. Con grande ardimento assalirono gli occupati tr inceramenti d i Tonnini e costrinsero i Bresciani, sorpresi da tanto slancio, a fuggire in disordine. Molti prigionie ri, armi e quadrupedi rimasero in mano dei vincitori. Salò fu da essi ripresa, con la cattura di 200 u. della legione polacca. Un ritornp offensivo dei Bresciani, il 2 aprile , costrinse nuovamente gli abitanti a prendere le armi . Furono occupate le posizioni d i Magno sopra Gavardo, Ozeto, la bicocca di Lumezzane, il giogo di Bertone e la hicocca <l i Lodrino. I l 4 aprile i Bresciani fecero una r icognizione verso le posizioni dei valligiani, ma non osarono di attaccarle, Frattanto il comando· francese aveva prov veduto ad inviare ricognizioni di pattuglioni nelle val late a lpine; i valligiani presidiarono Caino, onde impedire da quella parte una invasione su Barghe, mandandov i numerosi arxnati col Materzani.ni , mentre don Filippi si portava sul le posizion i di Lumezzane, per attaccare cventualmcllle sul fianco gli invasori. I Valligiani , vista sfilare una colonna m ista di Francesi e d i Bresciani verso la Val Trompia, decisero d i portarsi a Nave per assal irla , Il gen. Landrieux fece avanzare le sue truppe e sarebbe riuscito ad avvolgere i Sabbi.ni, se q uesti non fossero stati pronti a mettersi in sa lvo per i sentieri della mon tagna, di cui erano perfetti conoscitori. Ma i Francesi, malgrado il successo, non si spinsero oltre Caino e, contenti di largo bottino, ripiegarono su Brescia. I Sabbini provvidero a rinforzare le loro pos.izioni, mentre venivano costituite riserve a flarghe e<l a Vestone. Prattanto i Francesi era no r iusciti a sottomettere la Val Trompia (V,) e ad occupare Salò e tutta la r iviern de l Garda, per cui i Sabbini rimasero soli a difen<lere la propria libertà. Essendo state respinte le proposte <li pacifica sottomissione, il governo di Brescia decise allora di inviare in Va l Sabbia un nucleo d i 5000 armati, agli ordini del gen. Chevalier. Questi si portò a Gavardo, e di q ui mandò un distaccamento per attaccare la posizione d i Ozcto. I Sabbini opposero debole resistcnla e r ipiegarono da questa posiz ione. Col grosso, lo ChevaJia mosse su Vobarno. SuperMa una prima resistenza , le truppe franco.. bresciane avanzarono su

Sabbio, da cui i Valligiani furono scacciati dopo accanita lotta, ed i l 4 maggio ent rarono a Barghe. Il giorno 5 maggio, dopo di avere sfogata t utta la loro rabbia contro il paese, gli invasori ripresero l'offensiva, marciando su t re colonne. Una, comandata dal gen. Dcvaux, aveva per obbiettivo il lago di Idro, che doveva raggiungere attraverso Provaglio e Treviso; una seconda, con lo stesso Chevalier, marciò su Nozz.a per il fondo della valle; una terza ebbe l' incarico di effettuare l'avvolgimento delle posizioni di Nozza. I Valligiani tentarono di resistere alla colonna principak, 1na non poterono arrestare la 1narcia degli assalitori e si di spesero per le montagne. I più compromessi esula-

rono in Trentino. L'eroica resistenza era stroncata per sempre .

Sabbia Fmncesco Emilio. Generale, nato e morto a Pavia (1838-1914). Tenente del genio nel r86o, fu insegnante all'Accademia 1nil. dal 1867 al 1871. Colonnello nel 1889, iu successivarnente direttore del genio a Piacenza , Cuneo

e Napoli, In P. A. nel 1896, venne promosso magg. ge• ncrale due anni dopo. Trasferito nella riserva nel 1899, ebbe la promozione a ten . generale nel 1908. Sabbia Achille. Generale, n, a Pavia, m, a Verona (18411913). Sottot. d'art . nel 1861, partecipò alla campagna del

1866. Ten. colonnello nel 1887, fu d irettore del l'arsenale d i costruzione d i Napoli. Colonnello nel 1891, comandò il 25° art. e nel !892 f:u nominato direttore territoriale a Venezia e comandante locale d 'art. da costa nella stessa città. In P. A. nel 1897, passò nella riserva nel 1900 e nel 1901 fu promosso magg. generale. Sabbioneta. Comune in prov. di lviantova, a poca distanza dalla foce dell 'Oglio 11el Po. Un tempo era luogo ben fonific;ito e nel 1426 venne espugnato dal marchese di

Fortezza di Sabbioneta (sec. XV I)

Man,cova Gianfrancesco Gonzaga, generale dei Veneziani.

Nel secolo XVI Vespasiano Gonzaga, duca di S., rinnovò le fortificazioni, con sei bastioni e alcuni rivell ini, con un çircuito di circa 2500 m. e un castello.

Sabderat , Villaggio della Colonia Er itrea al confine col Sudan anglo-egiziano. Vi fu eretto dagli Italiani un forte. . Combat1ime11ti alla stretta di Sabderat (1896). Appartengono alla guerra contro i Dervisci. La mattina dell '8 marzo 1896, la stretta d i S., guardata da 50 u. della banda di Alì Nurin e da 30 ascari a cavallo, fu assalla.ta da 500 fanti e 100 cavalieri dervisci. L'attacco avvenne dalla parte di Tamarat, dove sono i poz;1,i. La band a, dopo avere opposta viva resistenza, si l"itirò sul monte_, inseguita

dai più audaci fanti dervisci; il resto degli assalitori si fermò a saccheggiare i tuculs.· Intanto i sol<lati Giuseppe Gallesio e Ificrate figna, adàetti al telegrafo ottico, radunati una trentina di ascari e scelta una _posizione adatta,

cominciarono un fuoco accelerato di moschetteria, ed il nemico, sorpreso èlall 'improvviso contrattacco, tentò di fronteggiarlo, ma poco dopo si diede alla fuga, lasciando sul campo 41 morti e molti feriti. Fra i nostri si ebbero t re


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morti e II feriti. Il giorno 18 ma rzo, 1500 der visci attaccaro no nuovamente S., rha furono respinti quattro volte, finchè si ritirarono con perdite gravi .

Sabedores de mar. Nella marina medioevale castigliana erano così chiamati i periti (piloti e nocchieri) che costituivano la giuorn per l 'esame dei comiti circa la loro idoneità al comando della nave.

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Comunque, si stabilì prima una tregua fra i dlle popoli, e poi la pace definitiva, per cui Romani e S. avrebbero formato un solo popolo retto da Romolo e da Tazio . Le ostiiità fra i du~ popoli furono r iprese nel 653; Tullo Osriiio combattè per cinq ue anni contro i S. sconfiggendoli a più riprese, penetrando nelle loro terre e tornando carico

Sabina. u6a legione della M . V . S . N ., costituita a Rieti nel 1923, con cinque coorti. Sabine Cross Roads. Località degli Stati Uniti, nella Lu isiana. D urante la guerra d i Secessione, il 7 aprile 1864 un corpo federale, comandato dal gcn. Banks, preced uto da un 'avanguardia di cavalleria, incontrò un r eparto d i cavalleria sudista coma ndata dal gen. Greene. Questi, abilmente manovrando e fingendo d i ritirarsi, r iuscì ad attirare il nemico presso al bi vio di S. C. R , ad est d i Mansficld, verso posizioni da tempo p·eparate, in mezz.o ai boschi, dal gen. Kirby Sm ith . L'attacco dei Federali, cor1dotto per successivi scaglioni, non r iusci e i Confederati, visto il nemico orn1ai scosso, fatti assalitori, lo misero in rotta prendendo 20 cannoni, 200 ca rri e 200 0 prigionieri. Nella notte Banks r ipiegò fino a Plcasant-H i ll ove si tr incerò. Sabini. Antico popolo ar iano d ell 'Italia centrale, nelle va!Jatc de Il 'Appennino fra l' Anicnc e' la Nera, d iffuso anche verso il cuore dell 'Appennino e per l'Aniene sino alle r ive del Tevere e del Liri, dando origine ad altre tribù , raggmppate poi sotto l'unica denominazione d i Sabelli . Prima che sorgesse Roma, erano dopo gli Etruschi il popolo più potente d'Italia per forza d 'uomini e d'armi . E d i ciò d iedero spesso prova, combattendo coi popoli vicini, n om inando un capo che li guidasse solo in caso d i g uerra. Pra le città da loro costruite, Cure restò a lungo la loro c_apitale. Il primo contatto dei S. con Roma appart iene al periodo leggend ario di questa città, ed avvenne , quando Romolo, nel 749 a . C ., col noto stratagemma della festa, rapì un gran numero di donne. I S. allestirono tlll esercito , li ci rca 25. 000 u. , di cui d iedero i l comando al loro :,e Tito Tazio, e combatterono per tre anni con alterne

Guerriero sabino a cavai.lo

vicende; i Romani, benchl: avessero ricevuti aiuti dagli Etruschi e dagli Albani, non riuscirono ad avere il sopravvento. Anzi negli ultimi tempi Romolo subì qualche rovescio e fu costretto a chiudersi nella città, ove i S. penetrarono per tradimento . È noto l'episodio delle donne rapite che si gettano fra i combattenti e riescono a calmarli .

Alleanza di Romolo e 'Tazio (dal Vann ucci)

d i bottir10. Anco Marzio d ovette a sua volta combattere con loro e più volte li ricacciò infliggendo loro gravi perdite. Ma q uesto non bastò a sottometterli, giacchè nel 609, durante una guerra che Tarquinio Prisco ebbe coi Latini,' alcune città sabine mandarono aiuti a questi ultimi. Il re, r.confitti i Latini, s i rivolse alle città che avevano aiutato i suoi nemici e le prese con la forza: i S., dopo una ,confitta toccata sulle r ive dcll 'An io, chiesero la pace a Tarquinio, ma ottennero solo una tregua d i 6 anni. Lo stesso re ebbe poco dopo a soster1ere una nuova guerra e li volle sottomel!ere definitivamente. Preparato un esercito fortissimo, dovette lottare per cinque anni, e, ber1chè vin citore, non osò imporre loro cond izioni di pace t roppo gravose . Nella seconda metà del seco lo VI a. C . si ebbe l'ultima vera guerra fra i S . e i Romani . Il re Servio Tulli<J aveva i nvitato i popoli lat inj a fondare trna con federa• ?.ione sul tipo di quelie greche, e nella lega erano entrati anche gli Ernici e i Voisci. Cosicchè quando Tarquir1io il Superbo, nel 523, volle sottomettere i S. che un'altra volta avevano scosso un giogo per loro intollerabile e rotto ogni trattato precedente, ebbe a sua disposizione forze r,umerosissime. E in due sanguinose battaglie, presso Ercto l 'una e presso F idene l 'altra, i S. toccarono gravi d isfatte. Si sottomisero aHora di nuovo, n1entre si an<lava nettamente delineando la grande divisione polit ica e militare dell~ forze del] 'Italia cer1 trale . Dopo la battaglia del Lago Re• gillo, Romani e Latini svcvar10 formata una lega, che p iù non si sciolse, a cui si cont rappose quella altrettanto po· tente degli Equi e dei Volsci. I S . i:urono pronti ad approfittare di questo stato di cose, e verso la_ metà del V se• colo a, C ., quando Roma era tiranneggiata d a Claudio e dai Decemviri, radunarono forze ad Ereto, e, approfittando del d isordine che regnava nella città, predarono i ndisturbari le terre poste sulla sr . del Tevere . Fu solo ali 'inizio del IV secolo a. C. che, dopo aver saccheggiato dall'Anio al Tevere, vennero sco·nfitti g ravemente, tanto che per pitÌ di cento anr1i stettero quieti. Finita nel 290 a . C. la graode guerra contro i Sanniti che l'aveva messa in grave pericolo, Roma si rivolse contro quelli che nou avevano vol uto aiutarla e per prima cosa mosse contro i S. che prefer.irorlo la guerra a una pronta sottomissione. Ma Curio Dentato, con un forte esercito, piombò su di loro prima ar1.cora


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che potessero tentare qualche valida resisteoza, e mise a fer ro e fuoèo tutte le terre comprese fra la Nera, I 'Anio e il Velino, fi uo ali ' Adriatico, facendo un grande numero di prigionieri e ·dividendo fra il popolo romano la maggior parte dei r icchi terreni dei Sabini. Questi nelia paco ottennero d al Senato la cittad inanza romana, 1na Ro1ua oc~

cupò molte delle loro città, e alcune le rese sue prefetture , come Rieti e Norcia; altre, come Castro e Adria , munl d i proprie colonie, specialmente contro i Piceni e i Vestini. I S. furono cosi completamente sottomessi e restarono d a allora in poi sempre fedeli ai Romani. Quando, nel 225 a . C., i Galli Cenomaoi scesero in Italia e misero dapprima in grave pericolo lo stessa Roma, alla loro d isfatta finale concorsero anche i S. che cogli Etruschi costituirono un forte esercito ausiliario dei Romani nella Toscana. Anche dopo la battaglia di Canne i S. furono tra le poche nazioni rimaste fedeli à Roma, alla quale fornirono m ilizie. L'ultima volta in cui appare il nome dei S. è quando, nella d ivisione dell 'Impero fatta da Augusto, essi fanno parte di una delle regioni d'Italia, insieme ai '>anniti e ad altri pochi popoli minori. Sabini. Famiglia pat rizia romana, della quale si distinsero nelle armi : ,Angelo, che nel Xll secolo fo prefetto del! 'eserc ito d i Enrico VI, prese parte a lla conquista della Sicilia e fu nom inato conte Palatino; Bernardino, che nel XV secolo fu governatore di Altamura; Giovan Francesco e Onorato, fratell i, che nel XVII secolo furono capitani d i c.orazze e morirono combattendo nelle Fiandre.

Sabiniano. Generale romano. Nel 359 d. C. ebbe il comando dell'esercito contro i Persiani. Avendo lasciato che Amida, baluardo cieli 'Impero, cadesse ne lle mani del nemico, fu esiliato. Sablé. Città della F rancia, nel clip. della Sarthe. Ebbe nel medio evo un forte castello. Trattato di Sab/é (20 agosto 1488). Concluso fra Luigi Xl di Francia e il duca F rancesco Il, duca di Bretagna ; questi si impegnava a non maritare le sue due figlie senza i l consenso del re d i Francia, ed a bandire d al suo Stato gli stranieri invisi a l re. Quest' ultimo acquistava il diritto di tenere guarnigione in cinque fortezze bretoni .

Porta del castello di Sablé

Sables-d'Olonne. Comune della Francia, sulla costa della Vandea occidentale, a nord-ovest dell'Isola di Ré. Nell'aprile del 1809, il cap. di vascello francese Jurien de la Gravière, vi sostenne, con tre fregate, un felice combattimento durante due ore, contro tre vascell i, due fregate e un brigantino inglesi, comandati dal contrammiraglio Stopford. Sabotaggio, La parola si ad opera per indicare l'azione dell'operaio che commcnc guasti nel materiale, nelle macchine e negli arnesi di lavoro affidatigli. La legislazione penale d i guerra contempla le diverse specie di S . che possono essere commesse dal personale addetto agli stabilimenti militari o militarizzati e sta bilisce la pena corrispond ente, che può essere anche quella di morte, secondo la gravità del reato. In senso lato, per S. della guer ra , i intende qualunque azione che d irettamente o indirettamente tavorisca il nemico a danno del la patria . (V. anche Disfattismo). Sabotino, Altura sulla d r. dell 'Isonzo, alta m . 609, di fronte a Gorizia. Fu conquistata durante la bartaglia di Go,·iz ia (V.) e dichiarata nel 1922 monumento nazionale, essendovi stata creata una zona per conservare ai posteri

la v1s1one di una sistemazione bellica di guerra d i posi-

S. M . jl Re Vittorio Emanuele IIIi con Re Alfonso, passa in rivista il reggimento Saboya a Madrid (giugno 1924)


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zione, restando le trincee, e i camminamenti, e le caverne, tutte le opere di difesa, così come erano dopo il bombardamento e l'assalto delle truppe italiane. Sabotino. Cannoniera lagunare, d i 56o tonnellate, ent rata in servizio nel 1()18, radiata nel 1924.

Saboya (Savoia). Reggimento <li fanteria spagnuola (6<> di linea) costituito nel 1633. Partecipò alle guerre contro i Francesi in Piemonte, indi a quella per la Successione di Spagna, prima in Italia, poi nella penisola iberica. Fu alla conquista e alla d ifesa della Sicilia (t718-1720) e all'assedio di Gibi lterra (1779). Partecipò alla d ifesa dei possedimenti spagnuoli nel Sud America, e poi alle guerre contro Francesi di Napoleone, rimanendovi quasi distnlll o . Fu più volte inv iato in Africa, si battè nelle guerre civili, e infine fu alla difesa dell'isola dì Cuba nel 1898. Nel 19u ne venne nominato colonnello onorario S. M. il re d 'ltalia. Sabretache (Tasca.-., ciabola: così traduce il D 'A)'ala, ma i soldati piemontesi adoperarono i l termine francese, e quel li napoleta ni lo t radussero con sabretasçia). Era b tasca di cuoio o di pan,10 carnttcriSabrctoche stica della ca valleria leggera, specialmente degli ussari, scendente dal cinturino della sciabola lungo la gamba sinistra. Serviva per contenere dispacci, carte, ecc. e scomparve in fine de l secolo scorso. Sabron (Federico). Generale olandese (1849-1916). Sottot. di fanteria nel 1870, raggiunse il grado d i ten. generale e divenne capo di Stato Maggiore nel 1907, assumendo il ministero i - del la guerra nel 1908-909 per tornare al comando precedente nel 1910; nello stesso anno passò nella riscr\'a.

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Sabugal. Borgo del Portogallo, sulle rive della Coa, a bre,·c distanza dclb frontiera spagnuola.

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Combattimento di Sabugnl (aprile Sabron Fedfrico 1809). Appartiene alle campagne napoleoniche nella penisola iberica. Costretto a manov1arc in ritirata dopo l'insuccesso della terza invasione del Portogallo, il marcsc. Masscna ripiegava con le sue t ruppe oltre le Sierre che 1·accbiudono l 'alto bacino del Mondego e prendeva posizione sulla dr. della Coa. Il Il corpo, ch'era alla sr. <;!elio schieramento, trovavasi presso S. Fin dal 2 aprile i l gene rale Reynier, comandante di quell'unità, segnalava al Massena l'avanzata d i forze avversarie preponderanti che tcnde,·ano ad aggirarlo ed annunciavagl i i l p roposito d i ritirarsi. Il 'Massena gl 'ingiungcva d i tener fermo, promettendogli <li sostenerlo prontamente. Il 3 aprile, di fatto, gli Anglo-porcoghesi venivano all'attacco su due colonne: l'una dalle alture che fronteggiano S . si lanciava all'attacco del ponte sulla Coa. mencre un'altra guadava il fiume a monte minacciando di avvolgere l'ala meridionale dei Francesi. La situazione del Rcynier appariva rischiosa, soprattutto per l 'inferiorità delle sue foEe : tuttavia la colonna aggirante avversaria seguiva una direttrice di manovra troppo ravvicinata• e non regolava l'avanzata in opportuno accordo con I 'azio11e frontale, venendo

cosl ad esporsi prematuramente nel raggio della difesa. Il Reyn ier ne approfiuava subito per contromanonare lanciando la propria cavalleria a ripetute cariche, mentre le fanterie dell'ala estrema, eseguito un ordinato cambiamento di fronte , non soltanto fronteggiavano l'attaccante, ma sp ingevano innanL.i decisamente alcuni repa rti alla baionetta. La mischia divenne quindi accanita e sanguinosa, potracndosi per varie ore. Infine, non vedendo giungere i rinforzi annunciati dal Massena e temendo che l'avversario potesse tagliargli la linea d1 comunicazione, il Rcynier s'iudusse a ordinare la ritirata, che potè effettuarsi in buon ordine. La giornata costò ai Francesi 1400 uomini e circa 800 agli Anglo-portoghesi. Tale episodio decise il Massena a ritrarre rutt,1 l'armata verso nord-est, raccogliendola sotto la protezione delle piazze d i Almeida e d i Ciudad Rodrigo : atto che p reludeva al termine della terza infruttuosa spedizione in territorio portoghese.

Sabulite. V. Ammonal. Sacca, Frazione del Comune di Colorno, in prov. di Parma, sulla d r. del Po. Comba11imt·11ro di Sacca (18r4). Appartiene alla campagna del 1814 in Italia. Il generale austriaco Nugent decise cli geirnre un ponte sul Po a S. per il passagg io del fiume e inviò sul posto il tcn. col. Mesco con circa 1200 u . di fanteria e cavalleria, Austriaci e Napoletani, oltre ad una cp . di marinai napoletani, Questo distaccamento era coperto sulla dr. d a un reparto di 700 Austriaci e da 200 u . di ca,•alleria 11apolc1ana, dislocati a Guastalla. Il 2'I febbraio 1814, ii Mesco, fatto passare il Va a 400 u., prese di sorpresa Casalmaggiore facendovi prigioniero il r_apo sqdr. Frangipani con alcuni gendarmi; quindi gettato nn ponte a S. stabilì sulla dr. del Po alcune batterie per d ifenderlo e fece cominciare i lavori per la formazione di una testa di ponte. Il vicerè Eugenio, avvertito <li ciò, ordinò al gcn. Bonnernain di porta rsi sul posto con la sua br igata, un bgl. del 52JO di linea , ed una lmteria d'artiglieria. Queste trupoc il 26 giunsero a Marcaria ed il 27 attaccarono gli Austro-napoletani a S, .';la]grado la posiz io11e vantaggiosa delle loro batterie, gli Austriaci dovettero abbandonare la te.sta di ponte e ritirarsi, mentre il gcn. Oonncmain distruggeva il ponte, facendo 1rasponare tutte le barche che lo sostenevano a Casalmaggiore.

Saccarello. Monte delle Alpi marittime, alto m . 2200, nelle alte valli della Roia e del Taggia. Combattimento di Saccarello (27 aprile 1794) . Appartiene alle campagne della Repubblica francese. Le posizioni gravitant< sul detto monte erano tenute dal gen . Colti, con 10.000 Austro-Piemontes i. All'attacco <lei S. fu diretta una colonna francese di 1900 u. al comando del gen. Fiorella. Una cp. delle G uardie piemontesi sostiene il primo urto, e po i è appoggiata da un bgl. comandato dal conte di Santarosa e da tre cp. austriache. I Francesi arrivano alla lotta corpo a corpo, attaccano più volte e sempre sono respinti : infine i Piemontesi contrattaccano alla baionetta e ricacciano gli assalitori, i quali, minacciali anche da reparti provenienti dalla Colla Ardente, sono costretti a battere in rit irata. Il S. fu abbandonato dagli Austro-Piemontesi i l J O maggio, con la ritirata di tutte le forze su Dorgo San Dalmazzo. Snccarello (/\fonte). Battag lione alpin i, costituito nel febbraio 1916 per la durata della guerra Italo-austriaca (19r51918), colle cp. 107•, n5• e 120•, assegnato a! 1° regg. alpin i. Operò inizialme nte sugli Alt ipiani . Nel 1917 fu


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prima in Vallarsa sulle posizioni di M. Spil e di M. Trappola e poi concorse alla battaglia <lell 'Onigara occupando la cresta del Ponari e la q. 2105. Combattè poi nella zona del M. Cengio cd alle Melene di Gallio. Nel 1918 fu prima in val Lagarina, poi nell'ottobre, sul M . Solarolo; partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto. Meritò la medaglia d 'arg. colla seguente motivazione: « Il b2ttaglione Saccarello (Altipiani, giugno 1916; M. Ortigara, Ie,-19 gi~gno 1917) in epici assalti e in martoriate d ifese, conquistando e tenendo importa,icissimc posiàoni, profuse tesori di sangue e di valore, e diede mirabile esempio di granitica tenacia e d i eroico sacrificio ;, . - Le sue perdite nella guerra ammontarono a ufficiali morti 22, feriti 36, dispersi 32; u. di truppa m . 175, f. 640, d. 585.

Saccheggio (o Sacco, o Saccoma11110). Depredazione· d i una città o borgo fatta da truppa entratavi per r esa o per assalto. Saccoma11ni o Sacca,·di erano anche detti coloro che conducevano d ietro gli eserci ti vettovaglie, arnesi, bagagli; era gente che approfittava di ogni occasione per fare bottino . Nell'antica Roma, il S. era autorizzato dalk leggi militari. Se ne dava j ( cenno sollevando una lancia tinta d i sangue. Nel med io evo lo si riteneva come un diritto delle truppe dopo l 'assallo e pre~a di una città. Talvolta questa si arrendeva a patto di aver salve le vite e gli averi, sia pure pagando una taglia; ma non sempre i patti erano 1 ispettati. Si cominciò poi a cercare di mettere un certo

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fatto contro i colpevoli (art. 168 C. P. E .). Pena: la morte mediante fucilazione nel petto.

Sacchetto (Sacchetto da polvere). Era cosl chiamata la quantità d i polvere, per la bocca da fuoco (per artiglieria ad avancarica), che, prima della adozione della ca~ica unica, veniva usata q uale carica <lei pez:zA.:, .dosata e racch;coi;a ic1 un s3cchetto, il quale aveva ;)er io più la forma di un patto cil:n<lrko dc! calibro approssimativo della bocca da fuoco alla quale doveva servire. La parte dava nome al tutto. Generalmente il S. era di tessuto fitto e leggero di lana, oppure di seta grossa cruda in filo, detto filosella. Quest"ultima non era soggetta al tarlo ma era più cara. Erano esclusi il lino e la canapa, pe;chè, malgrado più forti, non attaccabili dal tarlo e meno costosi, tuttavia avevano il d ifetto grave d i ritenere il fuoco entro l'anima del pezzo con rischio di comunicarlo al sacchetto successivo al rnon1ento dei rjcaric::u11ento, con grave pericolo per i serventi. (V. anche : Cartoccio e Sfondatoio).

ordine , per <lir così, o almeno una certa n1isura nel S. Ed il re Enrico IV d i Francia, nel 1590, proibì che il saccheggio dei centri p resi d 'assalto potesse durare oltre le

24 ore. Soltanto nel 1791 la Repubblica francese emanò ,ma legge in base alla quale era inflitta !a pena d i morte al militare colpevole di S. Ta le legge passò poi in tutti gli altr i Stati. L a legge del 1791 non impedì il saccheggio di Pavia, co ncesso dal Buonaparte ai suoi soldati per poche ore nel 1797, nè quello d i Giaffa, pure concesso dallo <tesso Buonapane Dw·ante la guerra di Ferrara (1484) I ·esercito del duca di Calabria, accampato in quartieri invernali nel Cremonese, vide improvvisamente in rivolta i sacc0111anni che aveva al seguito. Essi, in numero di 2000, si elessero dei r.api, con u11 e< papa » e alcuni « cardinali >> e « vescov i n, iniziando il saccl1eggio dei v illaggi della regione. li duca non rimcì a ricondurli all'obocdicuza, ma vi riuscì il

Saccheggiatoti del secolo XVII

maestro di rnmpo Gian Giacomo Trivulzio, il quale entrò nel campo dei ribelli e fece prendere e appiccare il « papa " . G li altri deposero le armi e tornarono in quiete. Nelle nostre Forze Armate, i l S. è vietato in base agli art. 275 C. P . E. e .299 C. P . M . M ., e in base all'art. 47 del Regolamento dell'A ia dd 1907. Il superiore, per imped irlo o reprimerlo, è autorizzato anche ad usare -vie di

Sacch i Paolo Filippo

Sacchi Gaetano

Sacchi (Paolo ·Filippo). Medaglia d 'oro, n. a Voghera, m. a Torino (r807-1 884). volontariamente entrato nell'artiglieria piemontese, all 'età di vent'anni, nell'aprile del r852, col grado di furiere , salvò Torino da un grave disastro, per i l coraggio e risoluzione d imostrati nello scoppio di un polverificio. Per questo suo atto di valore ebbe la medaglia d'oro, la promozione a soltot. e la cittad inanza onoraria torinese, con una pensione annua. Ecco la motiva·,,ione della medaglia d'oro: " Trovandosi avvolto tra le macerie della scoppiata Regia Fabbrica di polvere, anzichè smarrirsi d"animo, con eroica risoluzione entrò nel magazzino principale e ne estrasse n1aterie accese, per cui cotanto contribuì a salvare la Capitale da maggiori sciagure ». (Torino, 26 aprile 1852). Sacc!,i Gaetano . Generale, 11. a Pavia, rn. a Roma (18241886). Soldato nella legione italiana d i Garibaldi in Montev ideo nel 1843, raggiunse in essa il grado di capitano (1846) e si trovò all' assedio d, Montevideo, rimanendo sei volte ferito. Colonnello comandante la legione italiana alla difesa di Roma del 1849, combattè poi nel 1859 coi Cacciatori delle Alp i cd a Varese meritò la croce d i cav. dell'O. M. S. Comandante i l rcgg. granatieri dell'esercito tosc;ino (agosto 1859); comandante i) 4° fameria dell'esercito dell'Emilia (settembre 1859) divenuto poi 46° regg., tornò con Garibaldi nel 1860, fu promosso colonnello brigadiere dell'esercito meridionale nell'agosto e, un mese dopo, rnagg. generale, venendo decorato della croce d'utf. dell'O. M. S. Comandante la brigata Sicilia dell 'cscrcito italiano nel 1862, ebbe nel 1866 successivamente i comandi della 17\ della 3• divis. e della divis'. d i Catanzaro. Si segnalò nella repressione del brigantaggio e nel 1870 fu promosso ten.


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generale comand ante della divis. di Perugia, dalla quale passò a q uella di Palermo nel 1872 e di Bari nel 1874. Nel 1877 ebbe j j comando del C. d 'A. di Napoli e nel 1881 fu nominato p residente del Comitato delle armi di linea.

Sacchi Emilio. Generale, n. ad Arezzo, m. a Siena (184819r5). Sottot. di fanr.er.ia nel 1866, partecipò alla guerra di quell'anno. Colonnello nel 1903, comandò il 31° fante• ria, nel 1906 fu collocato in P . A. e nel 1913 promosso magg. generale nella riserva . Sacchi Alfredo. Generale, n. a Cremona nel 1857. Sottot. d'art. nel 1878, raggiu nse il grado d i colonnello n el 19u, comandò il 5<> ar t. fortezza e poi fu direttore capo della 2• divis. ufficiali al m inistero. Magg . generale nel 1915, andò in Sacchi Alfredo P. A. nel 1919 e nel 1923 assunse il grado di generale <li divis. passando nella riserva nel 1 927.

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tessuta. Ciascuno contiene 4t• ra2,ion i circa, e pesa 29 chilogrammi, dei quali uno è rappresentato dalla tara; d) sacchetti per a rnesi fuori uso: ogni soldato ne ha uno e vi ripone gli ind umenti d a mandare al bucato e q uelli che non gli servono perchè abbisognevoli d i riparazione; e) sacchetti in dotazione regolare alle cucine per trasportare e conservare il sale , lo z ucchero e il caffè; /) sacchetti per galletta : ognuno può contenere due gallette, cioè una razione . Vengono d istribuiti piombati ai soldati, onde evitare che possa essere consumata innanzi tempo la r azione destinata a rin1ancre di rjserva; g) sacchetti per cartucce: i. soldati vi conservano due pacchetti d i cartucce. Anche

questi vengono piombati per ovvie ragioni d i prudenza, dato che per manentemente ogn i militare ne ha uno in consegna.

Sacco fl terra . Tasca di tela iuta, di medioc re capacità (circa 35 Kg. di peso) clic si riempie di terra o di sabbia e serve ad innalzare muretti spedit ivi nella fortificazione campale o passeggera, per trincee , per riparo di pezzi, ccc. '>crve anche ocr rivestimenti delle scarpe interne dei parapetti, o di scarpe deile traverse, o per concorrere alla copert ura di locah alla prova .nella fortificazione semiper manente. Furono adoperati neg li eserciti fin dal secolo XVI. N el la guerra campale si può munire <li un sacco a terra ogni singolo fan te, perchè nei momenti d i sosta po.c;sa costituirsj con esso , in ma ncanza di ostacoli natu-

Sacchini (Giuseppe). Generale, n . a Cremona, m. a

rali , un piccolo riparo per sottrarsi al fuoco avversario ed

Moncalvo (1778-r849). Si arruolò t ra le fi le dell 'armata d'Italia del Buona parte nel 1796 e combattè in quel la e nelle successive campagne, fino alle battaglie di Novi e di Marengo. Quindi prese parte a lle campagne dcll 'lmpero, d isti11gucndosi ad Austerlitz dove rimase ferito, e ugualmente a Fricdland. Nella Spagna si battè con eroismo rima-

essere in g rado di poter eseguire il p ro prio fuoco con mag-

giore sicurezza. Un tale impiego dei sacchi a terra venne fatto in larga m isura dai Giapponesi durante la guerr a Russo-giapponese. Si possono fare anche per lo stesso fine i rncchi a lana, che sono più grandi degli ailri e vengono riempiti di lana; furono usati specialmente in montagna.

ncn<lo altre due volte ferito, a Palamos e a 'l''arragona .

Partecipò alle battaglie di Ratisbona e d i Essling e alla campagna di Russia . N el 1813 ebbe il comando del d ip. del Tronto e del Musone e nel 1814 fu come colonnello nell'esercito napoletano. Cadulo Napoleone wrnò in patria e nel 1848 prese il comando delle Guardie Civiche di Cremona col grado di generale. Passat0 in Piemonte, Iu col suo grado nominato comandante del deposito ufficiali di Moncalvo, ma <lopo pochi mesi cessò d i vivere .

Sacco. In uso nell'esercito ve ne sono varie specie, le quali d ifferiscono l'una dall'altra per capacità, per forma, per tessuto imp iegato, ecc., in relazione alla particolare destinaz io ne (\j ciascuaa spc,ic . Co~ì si hanno: a) sacchi da meclica7.ione, conteneo ti il ne. ccssario per una quin-

dicina di med icazion i:

~0110 dati alle compagnie in ragione.: ùi tre o q uattro per ogni c p.; b) sacchi da vestiario

Sacco a tòml (secolo XVJJI)

e eia calzature : con tengono indumenti fra i p iù facilmente logorabili, oltre al necessar io per le ripa razio11 1.

T 1·incea pt·ovvisoria con s:1cc:h l a terra (T ripol itania , 191 J)

Le scarpe sono in

ragione d' un ter,:o della iorz3 cui sono destinare . Ogni reparto ne porta al seguiw un adeguato q uantitativo; e) sacchi d a pane : sono in cela di canapa resistentissima e fittamente

Sacco Luigi. Generale , n. a Castelfrn nco Bormida nel 1864. Sottot. d'art . nel 1887, passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Partecipò alla guerra contro l 'Austria nel 1915 e nel-


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l'anno seguente fu promosso colonnello. D opo essere stato addetto all'ispettorato del le costruzioni d 'an., andò in P. A. S. nel 1923. Nel 1925 fu p romosso magg. generale in A. R. Q. e nel 1930 trasferito nella riserva.

Sacco Umberto . Medaglia d'oro, n. ad Alba, caduto sul Montello (1898-1918). Ultimati appena gli studi secondari, si arruolò per la guerra, divenendo ufficiale d i cornplcmcnto, prima nel u2° regg. fanteria e poi nel 74°. Tra le file d i quest 'ultimo, quale aiutante maggiore in 2a, combattè da prode nella battaglia del Piave. Alla memoria d i lui fu conferita la massima distinzione al valore, con questa motivazione : (( Aiutanre n1aggiore in seco;1da , benchè _febbricitante, volonrnriarnenle sostituiv~1 j ] comandante di un reparto lanciatorpedin i, rin1asto ferito in cruent;i loua contro una 1nitragliartke avversaria, e con sereno sprezzo del pericolo, slanciarosi all'auacco, la catturava, con tr('dici prigionierj , tra cui un ufficiale. Il ' g iorno seguente, sempre febbricitante, con mirabile ardimento e sa ldo cuore, prodigò sè stesso con Sacco Umberto la parola e con l'esempio ovunque più aspra era la lotta e più gravi le perdite, in fiammando i soldati e trascinandoli all'assalto. Avuta spezza ta la rotu la del ginocchio- destro, ordinava ai soldati che lo trasportavano di lasciarlo cd accorrere in aiuto del cornand,,nte di battaglione , che vedeva in pericolo d i essere cattmato, ma r imasto solo , fu a sua volta assal ito da una pattuglia nemica. Fieramente impegn.ava con essa com~attimento, sostenendolo fino al[ 'estremo. Veniva di poi raccolto col moschetto in pugno e crivellato di proiettili . Fulgido e.5empio di eccelse virtù militari ». (Montello, 19-20 giugno 1918).

Saccomani (Giuseppe). Generale, n. a Carrù nel 1867. Sotto!. d i fanteria nel 1886, partecipò alla guerra libica ed a quella contro l'Austria. Nell'autunno 1915, comandante dell'82° fanteria, a Séttsass meritò la me<l. d'argento. Passato nel 1916 a l comando del p 0 fameria e colonnello nello stesso anho, nel maggio 1917 rimase gravemente ferito combattendo sul Carso ed' ebbe una seconda med. d'argento. Comandò poi l ' 11<> fameria e le br igate · Girgcm i e Taranto, e nel 1918 venne promosso brigad iere generale. Dopo la guerra fu giudice al tribunale di guerra e m arina e nel 1923 ebbe i l eoma 11do della brigata P isa. In A . R. Q. nel 1926, fu promosso generale di d iv is. del ruolo speciale nel 1929. Saccone (Giovami.,). Generale me<lico della R. marina, n . a S. Bartolomeo in Galdo nel 1868. Entrato in servizio nel 1888, fu promosso magg. geoeralc nel 1927 e ten. generale nel 1929; veone collocato in P. A. nel 1933. Prese parte alla guerra Mondiale. Fu inviato in missione a Var•avia per il congresso d i medicioa e farmacia m ilitare nel 1927; divenne nel 1928 ispettore presidente della commis~10ne di 2• istanza, giudice supplente del tribunale supremo m ilitare nel 1928-29, ispettore generale e direttore centrale di sanità mii. mar. dal 1929 al 1933.

Sacconi (Paolo Emilio). Generale, n. a Montal to Marche nel 1855. Sottot. di fanteria nel 1878, andò in P. A. nel 1910 col grado d i ten. colonnello. Colon nello nel 1912,

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passò poi nel la riserva e venne promosso brigadie1_·e gene•

raie nel 1919.

Sacconi Giacinto . Ge nerale, fratello del precedente, n. a Fermo nel 1863. Sottot. d i fanteria nel 1883, partecipò alla campagna eritrea del x'895-96 e si d istinse ad Adua venendovi encomiato. Fu poi in Libia, ed in guerra co1'1 rc, l'Austria, all 'inizio della q uale m eritò sull'altipiano carsicc, la mcd. d'argento . Colonnello nel 19.15, comandò il 147" e poi il 257° fanteria. Nel 1917 ebbe i l comando d ella bri. gata Sele e sulla Bainsizza ebbe una seconda med. d'argento. Brigadiere generale nel 1918, assunse nel 1920 il CO· mando della brigata Pavia e nel 1923 andò in P. A. Nel 1926 venne promosso generale di divisione nella riserva.

Sacerdoti. Nome dato ad appartenenti a compagnie di ribaldi e di scorticator i, che si• servivano d i coltellacci per fin ire j feriti. Sachero (Celestino Giovanni). Generale e scrittore m ii. , 11. a Canale d'Alba, m. a T orino (1821-1908). Sottor. del genio nel 1841, parrecipò alla campagna del 1849 ed a Novara meritò la med. d 'argento. Dal 1847 al 1859 insegnò meccanica applicata alla scuola d'applicazione d 'ar t. e genio; dal 1855 al 1859 fortificazione all'accademia mii. e dal 1854 al 1865 matc:matica e f9rri fica.iione ai principi Urnberto ed Amedeo. Colo,rnello nel 1861 e magg. generale nd 1866, comandò dal 1863 al 1881 la scuola d 'appli cazionc e dal 1883 al r885 l'accademia mii. Ten. generale nel 1876, andò in P. i\. nel 1885 e nel 189r passò nella riserva. Pubblicò fra l'altro : « Corso <li fortificazione permanente di attacco e difesa delle piazze forti »; « Stud i sulla stabilità dell'armatura dei tetti »; « La guerra degli assedi »; « Lezioni di meccanica applicata alle macch ine »; « Lezioni di fortificazione permanente »; <' Dati relativi ai

fucili dei vari eserciti ».

Sacconi Giacinto

Sachero Celestino

Sachero Giacinto . Generale, figlio de l p recedente, n . e m. a Tori no (1861 -1925). Sottot. d'a rt. nel 1879, fu inse. gnante d'art. alla scuola mìl. di Modena. Dal 1903 a l 1908 insegnò fortificazione e art. alla scuola d i guerra, e poi, addetto al campo d 'csperienze cli Ciriè, si. occupò dei 111ateria!i pesai1ti campali. Colonnello nel 1911 , fu addetto al1'ispettorato gen. d'art. e ne l 1912 d ivenne primo comandante del 1'' art. P. C. Magg. generale comandante d'M·t. a Torino nel 1915, comandò in guerra l '.art. del I e del II C. <l 'A. e alla conqu ista di Gorizia meritò la croce di cav. <lcll'O. M. S. Ten. generale nel 19r7, comandò l 'art. del XII C. d'A. e poi la scuola bombar<lieri di Sassuolo. Direttore gen. al Mi;1istero della guerra nel 1919, comandò poco dopo l'accademia mil. e la scuola d'applicaziooe d'art. e genio; nel 1920 ao<lò in P. A. S., e venne nomi-


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nato d irettore <lei museo d 'art . di Torino. Scrisse uno studio « Intorno al perforamento d elle p iastre corazzate ,, e pubblicò " La guerra d'assedio "·

Sacile. Comune in p rov . di Udine, sulla Livenza. Appart~1rnc verso la fine del ,·ecolo Xl al pairia rca d i Aquileia e passò nel 1419 alla repubblica d i Venezia . Fu mu • nito d i castello nel IX secolo e d i buo ne mura nel 1347, rinforzate e accresciute ad 1483. Subì d evastazioni per opera d elle invasioni barbariche: fu dispu tato fra i vari po-

scro il mattino del 16 iniziando il movimento a scaglioni dalla d estra (div is. italia ne Seras e Severoli). li centro era costitu ito dalle di vis. Barbou e Grcn ier , la sr. dalla d ivis. Broussier. Un attacco d eciso condusse all'occupazione <lei villaggio di Palse, donde fu sloggiata una avanguardia au-. striaca; ma sopragg iunse a rincalzo d i questa da Porcia una

colonna (gen . Frirnont) che pervenne a riconquistare il villaggio. La <lr. <lei vicerè, r inforzata a sua volta, ritornò all .. assal to occupando nuovamente Porc ia . Frattanto entrava in azione il cen tro, c he colse in fianco for ze austriache <l irette verso sud per concorrere

a un nuovo tentativo

<l i

riprendere Porcia, paralizzandone il mov imento . Jnfine le due dlvis . costituenti la sr. francese mal'c iavann su Fon -

tanafredda e olt re, impeg nando l 'avversa rio anche sul tra ttu settentrionale del la fronte e impe<lendogl i rn,ì d i manov rare a sostegno della propria sr., che sforzavasi ancora d i riconquistare il caposa ld o d i Porcia . La g iornata , favore. vole sino allora alle iniziative d ei Francesi, a ndò poi mutando col sopraggiungere d i nuove unità austriache, le <-1uali. costrinsero b divis. ilroussier a ind ietreggiare. Dopo sci ore di vivace com battin1ento 1 visto il continuo addensarsi dd l'avvcrsario, il vicerè giud icò opponuno disirnpegnarsi e ricondurre i suoi alle primilive posizion i sulla Li ~ vcnza; ciò che avvenne in buon ord ine, ad onta del la pressione vivace degli Austriaci .

Rovine d<!I castclk> di S ncile

ten tati, come g li Ezzcl ino e i da Carrara. Le .m ura e il castello venne ro de1nolìti in varie riprese, restandone solo

qualche scarso avanzo. Occupato sul fin ire d el 1917 d ag li Austr iaci , nel 19 18 fu µreso d 'assalto il 31 ottobre, da reparri d el regg . cavalleria Gu ide, cùl concorso d i fanti inglesi e dopo ln tra fra le case e nel la pinza . S . è sede del 30·• d istretto rnilirare ed è fregiato d i uoce di guerra per le campagne 1915- 1918 .

Battaglia di Sacifr ( 1809). Appartiene alle g uerre dell'lrnpero fraucese , campagna d'Italia, e fu detta anche battaglia tldla Livenza. li vicerè Eugen io aveva il suo quartier generale a 5. e quattro ,divis . (36 .000 u.) racco lte in b reve raggio; la cavalle ria leggera spinta innanzi n Pordenone, e un:i divis. a Fontanafredda, coprivano le· rimanenti forze. l i 15 aprile gli Austriaci dell'arciduca Giovan ni (45.000 u .) respinsero questi elementi avanzati verso la Livenza. Re ndendosi conto de lla progressiva affluenz.a delle unjtù avversarie 1 il viceri: ritenne opportuno prendere

l'offensiva per respingere •quelle c he lo frontegg iavano prima che fossero ri ncalzate dalle altre: perciò, raccolta la cavalleria in rjserva, dispose che le cinque divis. avanz.as-

Le perdite dei Franco-italiani ammontarono a 3000 morti e 3500 p rigion ieri e quelle degli Austriaci a circa la metà: essi presero 15 can noni . L'azione d i S. decise i l vicerè a ripiegare sulla linea d el!' Ad ige per essere in m ig lior collegame nto con le forze d islocate verso il Trentino; ciò che g li consentì di partecipare ,Jipoi con miglior fortuna alla marcia d' invasione nell 'Austria, che condusse alle g randi

operazioni finali della campagna. Nella battaglia si d ist insero p:,irtico laririente il 1° regg . italiano di linea, comandato da Carlo Zucchi, e la cavalleria d ella Guard ia ital iana, comand ara , lal colonnello Giffle nga.

Sacile (Girolamo da). Capitano veneziano del sec. XVI. Dedicatosi alla carriera delle armi, in breve tempo acquistò fama d i valente capitano d clfc mili,ic veneziane . Ne!le guerre co ntro i Turchi difese strcnuan1c ntc Farnagosca con Marcantonio J3rag adino, r i1na~

nen<lo

vittima

de lla

ferocia

nemica .

Sacken (Fabiano G11glielnio von dcr ()sten , p,-i11cipe di). Generale russo (1752-1837). Si d istinse neHc guerre contro i

Turchi e~\ i Polacchi e rimase ferito e prigioniero alla bat-

taglia d i Zurigo contro F rancesi comand ati dal Masscna ( 1799). Pa rtec ipò alla g u~rra d el 1812. e a quelle dei -due anni success ivi; dopo

Sackcn Fabiano

la cap itolazione di P a rig i ne fu nominato governatore. Nel 1818 d ive nne .comandante "' capo dell 'escrcito russo.

Sacile: le antiche mura in u·n a stampa del distrettO militare riproducente anche il s ig illo comunale e il capitano Girolamo da Sacile

Sacl(e" Demetrio, cor,te d'Ostcn. Generale russo, 11 . nel 1790. Fece la campagna del 1812-15 e da magg. generale partecipò alla guerra russo-turca del ,828-29. N el 1831 con un corpo speciale operò in L ituania e tra il Bug e la Narcv contro i) gen . polacco Giclgud; prese parte alla espugnaz ione di Varsavia e nel 1833 ebbe il comando di un C. d 'A. di cavalleria. Nel 1854 comandò un C. d 'A . di cava lleri a 45


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contro i Turchi sul Danubio, e nel 1855 venne nominato comandante sup remo in Crimea in sost ituzione del prin cipe Mcncikov.

Sacket's Harbour. V illaggio degli Stati Uniti, sul lago Ontario. Nel r813, duran te la guerra Anglo-americana, era una delle principali basi d i opcruionc degli Americani, che vi aveva no depositi di armi, munizioni e viveri. Mentre l'esercito americano e la flotta, agli ord ini del gen . Dearborn, operavano con tro il forte Giorgio, gli lnglesi, profittando dell'assenza delle forze avversarie, imbarcatÌ rooo u. a bordo della flotta, il 27 maggio compar vero ·davanti a S., difeso dal ten. col. Backus; nelle vic inanze si trovava il gen. Browo, che accorse subito con rinforzi, d isponendo in tutto di ci rca 1000 u. fra regolari e milizie . Il 28 le navi inglesi riuscirono a catturare alcune n avi arnerjcane

che portava no truppe d i soccorso. Il 29, al comando d i sir Giorgio Prevost, le navi inglesi avanzarono io battaglia. Dopo una pr ima scarica le mil izie americane si sband arono; venuta meno ogni resistenza il nem ico potè sbarcare avanzando contro le caserme dove li col. Backus bravamente si difendeva . Attaccando il fianco ing lese con una cp. di milizie che era riuscito a riunire, il gen . Brown indusse gli Inglesi a supporre che stessero avvicinandosi considerevoli rinforzi di truppe fresche, pronte a ragliar loro la ritirata. Preoccupati dalla minaccia, essi ruppero l'azione e in fretta ·tornarono a imbarcarsi. La sera stessa giunsero agli Americani altri 600 u ., mentre altre truppe accorrevano da ogni parte. L'indoma ni gli Inglesi, intimata invano la resa, concordarono una tregua per seppellire i mort i e raccogliere i feriti , e quindi fecero vda per

Kingst.~n .

Sacra (Prima guerra.) (448-447 a. C.). Accesa dagli Spartani, i quali si impadron irono <lei tempio d i Dclfi e lo diedero in custodia agl i abita11ti della città. I Foccsi, cui il tempio era stato prima affidato, mandarono a chiedere aiuti .agli Ateniesi, e questi vi mandarono un esercito comandato da Pericle, il quale riprese il te!)1pio e si ritir ò, dopo d i averlo riaffidato ai Focesi. Al lora scesero in campo gli esiliati beoti, i quali si impadronirono di Orcomeno e d i Cheronea. Contro di essi gli A ten iesi inviarono un altro esercito sotto i l comando di Tolmida , il quaie riportò dapprima qualche successo, prendendo fra l'altro Cheronea, ma poi i Beoti rinforzati dai Locresi e dagli abitanti dell 'isola di Eubea lo assalirono e lo sconfissero: egli rimase ucciso insieme alla maggior parte dei suoi. L'anno seguente Ateniesi e Beoti, stanchi di una guerra che ben pochi vamaggi avrebbe portato anche al vincitore, fi rmarono una pace, · a cui più tardi parteciparono tutti i contendenti, e in cui stabilirono che gli Ateniesi avrebbero abbandonato tutta la Beozia, rendendo i prigionieri fatti durante la guerra e permenendo che gli esiliati tornassero vivervi secondo le loro antiche leggi e costumanze . Seconda guerra sacra (355-338 a. C .). Avendo i Focesi coltivato terre sacre ad Apollo, gli Anfizioni li condannarono a una forte ammenda per il sacrilegio compiuto. Ma essi presero le armi, sperando nel] 'aiuto degli Spartani. Un re d i Sparta, Archidamo, pur non osando prendere apertamente le loro d ifese, lì aiutò con truppe e con denaro, sperando ch e una vittoria dei Focesi portasse all'anuullamcnto della sentenza contro di loro e conseguentemente anche d i altra si1n ile contro gli Spartani. Con questi .aiuti Fi lamela, capo dei Focesi, si impadronì del tempio di Dclfi, sostenendo. che la custodia toccasse ai Focesi per

anrico diritto. Allora l' Anfizion ia riunita decise la guerra contro il popolo sacrilego : tutta la Grecia vi partecipò divisa in due campi. Per i Focesi stettero gli Spartani, gli Ateniesi e alcuni popoli del Peloponneso, e contro d i essi si sch ierarono i Beoti, 1 Locresi, i Tessali , i Dori, gli Achei, i Magnesi e molti altri. Una delle prime battaglie combattute fu quella di Neon (354), ove i Focesi perdettero Filamela . A questi successe Onomarco, il quale condusse una guerriglia che durò qualche anno, fino al momemo in cui F ilippo di Macedonia intervenne come d ifensore della religione contro i Foccsi. Penetr ato jn T racia e unitosi ai Tessali battè un esercito del tiranno di Fere, a cui si era unito un forte n ucleo di Foccsi, gu.idato da O nornarco. Ben 6000 di questi ultimi restarono sul campo e 3000, fatti prigionieri, furono massacrati come sacrilegh i. Il re tentò poi una diversione contro le Termopili, per avere il passo libero contro gli Ateniesi, ma costoro avevano provveduto a d ifenderle, ed egl i dovette ritirarsi; si rivolse in seguito contro gli O linti, alleati d i Atene e riuscì a soggiogarli. Ma allora i popol i greci, spaven tati dei suoi progressi e stanchi <lella guerra, chiesero che si concludesse la pace. Filippo, stretto un trattato cogli Ateniesi, entrò nella Focide, soggiogandola, e solo allora fece radunare gli Anfizioni, per decidere sulla sorte dei Focesi. Quest i ebbero le loro città d istrutte, furono dispersi per le campagne, cedettero a Filippo i loro due voti nelle Anfizionic, e dovettero impegnarsi a riparare i danni apportali da Filamela al tempio di Delfi. Ma ciò non bastava a Filippo, il quale trovò subito dopo una nuova occasione per intromettersi negli affar i d ella Grecia, allorchè fu chiamato in aiuto d agli abitanti <lei Chersoneso, contro Atene . Il re si preparò alla guerra , strinse al leanze con Messene, con Argo e con Tebe, e mao<lò un corpo di truppe nell 'Eubea per conquistarla. Dalla sua parte si schierò immediatamente Plutarco di Eretria che era sempre stato amico di Atene. Questa allora mandò ne!l ' Eubea Focione, il quale, n onostante avesse forze molto infer iori a quelle <lei nemico, sconfisse Plunuco, lo cacciò da Eretria e liberò l'Eubca . Allora Filippo si volse verso la Tracia, da cui gli Ateniesi traevano il grano e chiuse loro i passi per quella regione, assediando Perinto e Bisanzio. In soccorso d i quest'ultima Atene m andò Focione che assalì il re e lo cacciò dall'Ellcsponto. Allora questi cercò nuove vie per arrivare a una guerra coi

Greci, e nel 338 a. C. accusò i Locresi di aver venduto delle terre sacre ad Apollo . L' Anfizionia lo chiamò per punire i sacrileghi, e gli d iede i l comando di tutte .le forze greche r iunite. Filippo , aggiunti a queste i suoi Macedoni, invece di volgersi contro i Locresi, attaccò e prese Platea , per poter meglio tenere a freno i Tebani. Allora i Greci capirono chiaramente j suoi d isegni e gli Ateniesi inviarono 200 navi a stazionare presso le Termo~ pi li e str insero alleanza coi Tebani. I due eserciti si riunirono a Eleusi e poi mossero contro Fi lippa che li atrese a Cheronea, d ove inflisse loro una tale rotta, da termi nare d i colpo la guerra. Filippo però oon incrudelì coi Greci , desiderando d i averli amici per la spedizione in Asia che aveva progettato, e accordò ai Tebani e agli Ateniesi una pace onorevole. Così, dopo quasi. 20 anni, finì questa seconda guerra sacra, che fu fatale ai Greci, giaccbè perm ise a Fil ippo di intromettersi nei loro affari e <li prender piede nel loro paese. Invano Dcmostene aveva tuonato in Atene contro d i lui : quando i Greci si accorsero del pericolo, le loro forze erano stremate e ben poco poterono fare contro il Macedone che con la sua abilità politica aveva saputo accendere od, e rancori fra loro e dividerli.


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Saoriporto. Località del Lazio, fra P reneste f Signa.

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Battaglia di Sacriporto (82 a . C .). Appartiene alle guerre civili del tempo d i Mario e Silla e fu combattuta da L. Cornelio Silla contro il console C . Mario il giovine, il quale disponeva d i 40.000 uomini . I veterani d i Si lla resero vano il d isperato ed impetuoso valore del giovine console, cui durante la battaglia, al primo vacillare delI "ala sinistra , erano d isertati alcuni reparti d i cavalli e di fanti. Mario, sconfitto, con gli avanzi del l 'esercito ~lerno-

posto m posizione dom inante 16 cannoni, che alle 5 del mattino aprirono il fuoco sulle colonne turche, mcmre le fanterie russe le fronteggiavano, tentando d i aggirarne la dr. L'artiglier ia turca fu presto ridotta al silenzio e dovette r itirarsi, lasciando le fanterie esposte al fuoco micidiale dei Russi. A mezzogiorno, q uesti riuscivano nel loro rnovimcnto aggirante; Mehemct restava ucciso; i l gen. Mustafà pascià, che lo sostitul, guidò come potè la ritirata, che fu assai disord inata, e cagionò gravi perd ite .

cratico si rjnc hiuse in Preneste, dove venne tosto assetliato da Q . Lucrezio Ofelia. Soli poch i però poterono entrare in citt,1, pcrchè i più, raggiunti nella fuga verso Prencstc, furono parte uccisi e parte fatti prigionieri.

B"ttaglia di Sadowa (o di Koniggriitz). Appartiene alla guerra per l'Unità germanica, fra Prussia e Austria, e fu

Sadowa. Villaggio della Cecoslovacchia, nella .Boemia.

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Battaglia di Sadowa: Prussiani, l'Cttangoli neri; Austriaci, rettangoli bianchj; Sassoni, rettangoli biauclù punteggiati

Saoroviro (Gmlio). Guerriero degli Eclui , suscitatore di ribellione nella . Gallia contro i Romani all'inizio del I secolo <lell 'èra volgare. Prese Autun, e radunati 4 0 . 000 u. affruntò due legioni romane condotte da Caio Silio; m a, sconfitto, riparò in città, dove si dette la morte per non ca-dere nelle mani del nemico (21 a . C .). Sadiscian. Borgo del!' Asia Minore, a sud-est di Chorasan, presso la frontiera armena. Combattimento di Sadisda11 (16 giugno 18ì7). Appartiene alla g uerra R usso-turca. Un corpo turco dell 'esercito di Muctar p ascià, comand ato d a Mehemet pascià , costituito d i una dozzina d i bgl. con alcuni cannoni e molta cavalleria irregolare, avanzò contro la posizione dei Russi a S. Questi ultim i, al comando del gen . T ergukassov, avevano

combattuta il 3 luglio 1866 fra l'esercito prussiano (221 .ooo u . con 780 cannoni) e quello austro-sassone (2J5 .ooo u. quasi tutti infecon 770 cannoni) . Dopo vari scontri lici per le armi austriache - il gen. Benedeck, comandante in capo, radunò t utte le sue forze sulla d r. dell 'Elba presso S. . diet ro alla Bistritz e alla Trolina, luogo una serie di alture <li cui le piil importanti sono quelle di Chlum e di L ipa, al centro della posizione scelta. La dr. austriaca, dalla Trotina a Chlum , comprendeva i corpi Il e I V e la 2 • d ivis . di cavalleria leggera ; il cemro, da Cblum a Strezctit:c, era costituiìo dai corpi III e X e dalle divis . r • e 3• d i cavalleria pesante, con avangua rdie fi no a Sad owa, sulla Bistritz; la sr., sulle alture di Problus e di Prim, era costituita dai Sasson i, con avanguardie su!Ja . Bistritz , e da!Ja 1 • divis . d i cavalleria leggera. ln riserva ,


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dietro il centro, stavano il I e il VI corpo, la 2'' d ivis . d i cavalleria pc.sante e 128 cannoni. I Prussiani giungevano da tre d irezioni sul campo di battaglia; l 'annata dell 'Elba (gen . Herwanh di Bittenfeld) fu avviat a contro la sr. nemica; la 1 • armata (principe Federico Carlo) contro il cent ro oltre Sadowa, la 2•, in ritardo sull e alue due, contro la dr. -nemica. L'azione fu in iziata poco prima delle 6 dalle prime d ue armate, con intenso fuoco d'ar tiglieria; verso le 9 il centro prussiano varcava la Bistritz fra Sadowa e Mokrovous avanzando a stento, <Ìata la forte resiste nza austriaca e le numerose artiglieri e nemiche bene appostate: 160 can non i erano stati schierat i su questo punto dal Bcncdcch.. l11 <lirezione d i Masloved aveva mosso la sr. della 1 • armata (gen . Fransecky), ma era stata oppressa dai due corpi d 'armata dell 'ala d r. , intervenuti contro di lui abbandonando le loro posizioni verso Ja T rotina, donde stavano per giu ngere le tru ppe prussiane della 2" armata. F rattanto i Sassoni, rinforzati da reparti dell 'Vllf corpo austriaco e dalla 3~ divis.

SAE

pressocnè un bracc io, ed armata, in cima, <li un ferro appuntato;· aveva una cocca di penne in fondo . (V. Sagit!m·i e anche freccia) . Saetta. Avviso-torped iniere, costruito a Castellammare di Stabia; dislocamento 4-00 tonn. , macch ine 2346 HP., entrato in servizio ne l ,1887, rad iato nel 1908.

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di cavalleria pesnrite, te nevano testa ~cnza ce<lcre te rreno agli attacchi dell 'armata dell'Elba , che aveva varcato la Bistri tz. A mezzogiorno, i Prussian i della 1" armata erano in condizioni critiche, non essendo riusciti a cacciare g li Austriaci dalle alture di Lipa e soffrendone il fuoco: il Ili corpo non era stato impegnato, e fu fatto intervenire, proprio mentre l'artig lieria della 2• armata incominciava a tuonare verso Horenoves e Racitz contro la dr. austriaca. li li e il IV corpo austriaci, che si erano impegnati, come vedemmo, contro reparti dell a 1a annata, furono in fretta di retti a fronreggiare la 2a armata prussiana; ma arri va~ rono su!le posizioni in disordine, e in breve tempo dalle fresche fanterie 11russiane furono sgominati. Cadura questa res i.sten7.a, la ,a cl iv is. della Guardia prussiana attaccava e prendeva l'altura d i Chlum, alle 14,30 . Gli avanzi del Il e J\/ corpo austriaci, varcavano l'E lba in d isordine fra Lochenitz e l'lotist. li gen. Bcnecleck [ecc avanzare su Chlum il VI corpo, e poi il I, ma queste truppe, attaccate sul fi anco sr. dai Prussiani del F'rincipr Ereditario, non riuscirono a riprendere le alture di Cl.J!um: la ritirata <ldl'escrcito austriaco, oramai imposta dalla n1anovra avvcr· saria, si effettuò i n disordine, sotto la protezione dei Sassoni, delle clivis. cli cavalleria pesante, dcll 'artiglieria che

Avviso - torpediniere Saetta

Saetta. Cacciatorpediniere, varato dal Cantiere del Tirreno di R iva Trigoso nel 1932, d islocamento tonn . 1450, lungo

tn .

94,30 , largo m. 9,:w; apparato motore cavalii

44.000, velocit,ì miglia 38. Armamento guerresco 4 can noni da 120, 3 mitragl iere da 4 0, tubi lanciasiluri due da 533. Personale d ' arm amcllto : 6 ufficial i e 144 uomini d'equipaggio .

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si ~acriMcò rirnanendo sul campo in grande parlc fino ,al..

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l 'ultimo. Le perd ite degli Austro-SaJsoni ammontarono a 5793 mo rti, 17.805 ferit i, 14.000 prigionieri , 7836 d ispersi, 187 cannoni . Le perdite dei Prussiani a 1935 morti, 6959 feriti, 278 dispersi .

Sa·ecularis (o Secu/aris). Una delle vie romane che conducevano ali ' Adriatico dalla Bosnia, <lall"Erzegovi na, da! Sirmio e dalla Serbia. Part iva da Salona, che sorgeva su l luogo ove era il paese d i Vid, attraversava la Da lmazia, proseguiva per la vallat a de' Trcbisat e, dopo aver toccato la località romana d i' Bigcste (ora H uma.1,:) e aver varcato la Narenta, gi,u1gcva a Narona . Traccie d i monumenti, di antiche (orcj fìcazioni e delle uurnerose (< mansiones >, , t ro• vate lungo questa via, che anche oggi ritiene l'a ntica deno- ' minaziooe nel nuovo nome di Secula11 , ne dimostrano I 'impprtanza . E questa si accrebbe quando si senti la necessità di prolungarla per Ragusa, Risano, Bud ua e Scutari, fino a Durazzo, da cui si poteva facilmente raggiungere Costantinopoli con 1a Via Egnazia . Saetta (dal latino « sagitta »). Arm a in asta che si lanciava coli 'arco : era formata <la una bacchetta sottile , lunga

Varo del cacciatorpcdin.icre Saetta

Saettia (la1. Sagittaria) . Nave leggera e veloce a remi , adoperata fin da l XU secolo per l'esplorazione. Il nome rimase fi no al l'epoca della mari na velica : allora fu nave coperta, attrezzata con tre vele latine. Saettiera (poi Balestriera, infine Ferùoia). E ra così chiamata I·apertura lasciata nel mu retto che Pelle mura antiche costituiva parapetto e si elevava sulla piattaforma . Tale apertura permetteva ai d ifensori di fare uso delle proprie armi: dalle. pr imitive S. nacquero le mura merlate .


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Saffo. Torp<:diniera d'alto mare, d i 210 tonn., macchine 3000 Hl'. varata ad Elbing nel 1905, entrata in servizio ne-! 1906, radiata nel 1920. Saf-Saf. Local ità della Cirenaica, non lungi da Circnc. Vi avvenne uno scontro (1Q luglio 1913) fra un reparto italiano agli ordini del rnagg . Bil lia (3 C!'· del gen io, 2 di fanteria e 'u na sezione d'artig lieria), e un grosso nucleo d i

ribelli, circa 800 u . con due cannoni, avvicinatosi sotto la protezio ne della boscaglia. Il magg . Bi ll ia operò il ripieg:e1mento, c;ornbattendo, su Cirene, rientrandovi con quaJ .. che perdita. Attratto intanto dal combattimento, un altro reparto italia no, condotto dal magg. Migliaccio (r bgl. delJ'870 fanteria e Utlj sezione d'artig lieria) ac'cé>rsc Sl) ) posro. l ribell i abbandonarono l'inseguimento delle altre truppé e si votserù contro i sopraggiunu, che dovcucro ri parare w 1nba1tendo verso la ridotta donde , i era no mossi. Le perdite de lle truppe italiane ammontarono a circa 200 u., di i;u i metà feri ti e metà morti o d ispersi.

Saga. Villaggio e strctt" omon ima, nell'alto Isonzo, poco a sud-ovest d i Plezzo. La, st retta fu occupata da truppe alpi ne del IV corpo d ' ar mata italiano il mattino del 24 mag!!io 1915; nel l'agosto dello stesso anno l"occupazione venne alquan to alla1·gata mediante una serie di operationi combinate de ll 'ala sinistra della 2• ~miata e <lelle truppe della Zona Carnia. Tale occupazione assolse un importan te compito d i apµoggio d'ala fi no all 'offe nsiva austro..

tedesca del l'ottobre 1917. Sotto la !'ressionc di tale azione nemica, le tru!)pe del la Conca di Plezzo, nel pon,erigg io

Nel 1888 vi aveva posto la sua residenza un capo arabo, Debeb, già stato al servizio dell' Italia. Il gen . Ilaldissera inviò contro di lui 4 00 a~cari, segui ti da 200 irregolari,

Com/Ja/limenlo cl/ .5as,!Me1ii J Ayo~• f48f

r 11.-

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st;~1..

. . · [ f''/'o"'zione [:SI j l fJ0>1'.r1one D

;/l1J.,n,

;1J comando del cap. Corna,chia .

pri mi, avanz.alisi l '8

agosto sino a S.J vi attaccarono il viltaggio, ma hen presto, vennero avviluppati da grand i forze nemic he , e, dopo

del .24 ottobrc 1 fu rono costrette a ripiegare s ulla Hretta,

Ol'e il comando della 50• clivis . imbastì uno schieramento

Passerella sull'Isonzo a Saga

pruvvisorio di dile;a tra le !,end ici elci Bacliski Skedc ni e del Polonnik. Verso le ore 18 dello stesso g iorno, pere\,

Jl forte di Saganeiti ( 189 5)

eroica resistenza, sopraffatti:

caddero il detto capitano,.

quattro tenenti, 350 ascari ; so lo una cinquantina di questi

avuto sentore che Caporetto era g ià in 111ano dcl i 'avver-

riusc irono a n parare a Massaua _ Le perdite inflitte al ne-

sario, ord inò che avvenisse lo sgombero della stre1ta ed il

m ico furono gravissime .

ripiegamento .

Saga Iè. Località <le i! ' Abissinia, a nord-es\ d i Add is Abeba, Vi avvenne, il 27 ottobre ,lei 1916, una battaglia nella quale r as Micacl, ribellatosi al negus Tafari, in cui non voleva riconos<t·rc il Slicce.>sorc di Menelik, ft.1 sconfitto e fatto prigioniero, mentre suo figlio L igg lassù riu ,;:civa a sa)varsi. Saganeiti. Borgo della Colonia Eritrea, ca poi. dcli ' i\cchelè Guzai. Vi fu costruito un forte dagli Ital iani. -

Saggi annua! i. Nelle milizie italiane, come del restonelle forze a nnate delle prin cipali nazioni, onde accertare il grado d'istruzione delle truppe, si rend~ necessario sot-• toporlc a speciali esperiment i ch iamaci S. A . Terminato , ogni periodo <l 'istruzione e di esercizio, nel tempo prefìssato dal coniando del corpo, i coma ndanti <l i bgL hanno , l'obbligo d i accertarsi con apposito esame che i graduati, riuniti per grado, posseggano le cogniz ioni tecniche e l'abi\i1à fisica per istruire i dipendenti . Sono sottoposti a S. A. w1ti i reparti, a cominciare dalle cp. e successivamente i.


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bgl. e i regg. 11 comandante del corpo può, quando :o creda opportuno, anche imprnvvisamente sottoporre a S. straord inari sia i reparti che gl i ufficiali per assicurarsi del grado di addestramento e d 'istruzion·e voluto. Terminato i l periodo dei S. d i regg. il comandante della brigata, sia in piazza d 'anni che jn ter reno vario, ha J'obbligo <l'accertarsi sul grado di .istru zione tauica raggiunto dai reparti d ipendent i. Durante la stagione invernale, da parte dei comandi d i C. d'A . , #

san ità del VI C. d'A. Nel r896 venne co llocato nella riserva e promosso magg . generale medico.

Sagliente (o Saliente; ma quest'ultima grafia è piuttosto propria della tattica). È, nella fortificazione, l'angolo for .. mato da due faccic d i un fronte fortificato, q uando l 'angolo stesso presenti il vertice verso il terreno esterno o di at.tacco. La bisettrice d i tale angolo d iccsi « capitale del sa-gliente " · Per determinarne l';unpiezza si seguiva di massima il seguente concetto: tenendo conto dei t iri più

vengono csarninati mediaute manovre sul. la carta coi tJua<lri, gli

e

ufficiali,

vagliati ,osì

nelle loro cognizioni professiona li e tecniche

Sagittari. Sonn ricordati fin da ll' « Iliade )> <r0111cro, come coloro cbc, armati alla legge r a, adopera vano Sagittario a piedi saette e freccie, p rbtetti dagli uomin i di grave armatura. I popoli Òricntali che combatterono contro i Greci e cont ro i Romani ebbero moira parte dell'esercito costituita da S., s.ia a piedi che a cavaUo : fra questi ultimi, famosi i Pa rti. Anche nei popoli scandinavi furono comun i cavalli e fanti armati ·d'a rco e d i frecc ie . l Romani adoperarono S. scegliendoli specia.l rncntc fra Numidi e Cretesi. Sagittario. Torpediniera da costa, di 39 tonn. , macchine 430 H P.; varata a Lond ra nel 1882 cd entrata in servizio nello stes. so anno; radiata nel 1904.

Sagitr.:1rio n cavallo

Sagittario . Torpediniera d'alto mare, di 210 ronn., macchine 3000 HP., varata ad E lbing ed entra.la in servizio nel 1905, radiata nel ,923.

Faccic e caµitale del sagliente

obliqui che possono eseguire i fuci lieri o le artiglierie appostati d ietro un . parapetto, il tracciato d i un'opera è stabilito in modo che davanti ad ognuno dei suoi S. non vi sia il più piccolo settore indileso, anzi che possibilmente il settore indifeso rispetto ai tiri normali sia battuto dai fuochi obliqui incrociati delle due faccie attiguè. Ora, un fuciliere posto d iet ro un parapetto può sparnre secondo d i-rezioni facenti al massimn un angolo di 30" a d r. e 30° a ,r. della normale alla linea di fuoco; per un pezzo posto su affusto a ruote o su affusto d a difesa raie lirnite ii estende rispctcivarnrntc fino a 350 o 6o0 • In base a ciò, i lim iti 111inin1i_ di apertura dei saglienci nei tre casi, perchè non esista settore indifeso, saranno rispettivamente : 180° - 2 x 30° = I20" nel caso d i fucileria; 180° - 2 x 35"= no<> nel caso di pezzi su affusto a ruote ; 180<> - 2 x 60"=6o" nd c,1s0 dei pezzi su affusto da d ifesa . I limiti minimi d i detta apertura perché i settori indifesi rispetto ai tiri normali siano battuti dai tiri incrociati obliqui saranno r_ispeetivamente di : 180° -3<f'= 150° nel caso <li fucileria; 180° - 35•=145° nel caso d i pezzi su affusto a ruote; 180° -60°= 120° ne l caso di pezzi su af. fusto da difesa . È bene però che i S. siano ampi il più possibile, percht, risultino meno facilmente avvolgibili dal . l'attaccante. Talvolta r agioni speciali possono indurre a sosti tuire ad un fronte poligonale rettilineo un fronte a' S. molto ottuso, nel qual caso la cosl ruz..ionc fianchegg iante si colloca al sagliente <lei fronte. Tale modificazione si adotta genera lmente quando si voglia sottrarre la suddeua costruzione fiancheggiante ai •tiri infilanti il fosso , partenti da posizioni poste su l pro lungamento della faccia rettilinea .

Torpediniera d'alto mare Sagittario

Saggini (Francesco) . Generale medico, n. nel 1832, m . a Milano nel 1920. Mc,;ico aggiunto nei bersaglieri nel 1859, partecipò alle campagne <lei 18s9 e del 1866 e merito la menzione onorevole . Colonnello nel 1887, fu direttore di

Sago (lat. Sag11m; V . anche Ma11 Sago te/fo e Pafodamento). Era il mantello di lana della truppa. Gettalo sulla spalla sinistra, i due capi superiori si affibbiavano su lla spalla opposta, restancl<'> libero il braccio destro .


1'11

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,

-711 -

SAO

Sagoma. Fu in antico chiamato così il « calibro ,, o « passapalle " che bombard ieri ed artiglieri delle armi d a fuoco ad avancarica usavano per segnare i d iametr i delle palle. Sagrado. Comune in prov. di Gonzi a, su lla sr. dell'Isonzo, a valle d i Gradisca. Vi è la presa d'acqua del canale Dottori. Nel giugno 1915 gli Austriaci ch iusero le dighe dell'Isonzo, facendo defluire l'acqua nel canale Dottori in tale quantità che ne vennero rotti gli argini e si ebbe una inondazione (V. a questa voce) a valle di S. Due cp. del genio (9a e 1oti-) r iusci rono a stabilire, il 23 gjugno, un passaggio per le truppe della 19" d ivis ., ma occorreva rom• pere le d ighe per rendere possibile a tali t ruppe d i mantt-

e novembre 1918 meri tando una seconda rned . d'argento e la croce <l'uff. dell 'O. M. S. Nel 1919 comandò il C . d'A. d i Milano e nel 1920 andò in P. A . S. Scrisse, t ra altro: « Guida ragionata di tattica delle tre armi » ; « L'impiego tattico delle gra ndi unità d i guerra »; « Svolgimento pratico <l i te-

rni tattici )>.

sagras (oggi t11aro). Fiu111iccllo sulla costa dei Bruz.i it 0011 lungi da Cotront:. Sulle sue rive sì combattè (510 a. C.) una battaglia che appart iene ;illa lotta dei Cotronc.si contro i Locrcsi. primi avevano raccolto circa 100 .000 u. , comandati

da

A ntolconc;

secondi

15.000. Ma essendosi la lotta Sagramoso Pier Luigi accesa u1 una stretta <lei fiume, il numero non ebbe possibilità di sopraffare il valore dei Locresi, i quali r iuscirono vincitori.

Sagro. Così era chiamato anticamente un pezzo d'artiglieria da campagna lanciante una palla <la 8 fino a 20 libbre d i peso . Se d i calibro minore, era detto « sagretto "·

Il canale Dottori a Sagrado (19, s)

nersi sulla sr. del fiume. L'artig lieria tempestò di colpi le d ighe dell' Isonzo, ma iuvano. l,a 4" cp. zappatori <lei genio eseguì a sua volta u11 vano tentativo che le costò gravi perd ite . La

10'1

intervenne; demoH le case prossirne

al_ canale, e, sott~ il fuoco del nemico, con

i material i così onen uti gettò una improvvisata diga attraver so al canale, pur soffrendo serie perdite per il fuoco del nemico .

Sagramoso (Giovanm). Generale. del secolo XV!Il, n . di Verona. Entrò al servizio del re Stanislao di Polonia , e per i servizi resi a quella na,.ione, nella quale raggiunse il grado d i gene rale nel 1749, venne creato nobile polacco. Sagramosu conte Ugo . Generale, 11. e m. a Vcron:~ (1857-1913) . Sottot. cli fanter ia nel 1883, frequentò poi la scuola di guerra. Colonnello nel 1902, comandò 1'87'' fanteria e dal 1903, in seconda, la scuola mii. d i Modena. Magg. gc11cra lc comandante la brigata Puglic nel 1910, andò in P . A. nel 1912.

Sagra.moso conte Pie, Luigi. Generale, n . a Verona, 111. a Roma (1861-1925). Sottot. <lei bersaglieri nel 1881, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S . M. Dal 1901 al 1906 insegnò tattica alla swola di guerra e nel 1907 fu promosso colonnello, comandando il 76• fanteria e poi il ro<> bersaglieri. Magg. generale nel 1913, ebbe il coma ndo della brigata Acqui e con essa iniziò la guerra cont ro l 'Austria. Nel lug lio i915 ebbe i l comando della r4• d ìvis . che diresse su l Carso meritando la med . d 'argento e la croce d i cav. dell'O . M. S. Ten. generale nel 191.6, comandò nel 1917 e 1918 il XIV e poi l 'Vlll C. <l'A. che condusse nelle operazioni difensive del la Baiosizza, nel ripiegamen to al Piave e nelle azion i vittoriose ciel giugno

Sagro

Sagunto. Antica città de lla Spagna Tarragonese. A breve d istanza dal luogo dove sorgeva, è oggi la città di Mm·· viedl'O. L'ant . città sorgeva con valide m ura turrite sopra una prominenza rocciosa . Devastata <la Anniba le dopo che l'ebbe in suo potere, venne poi 10vinata dai Vandali, rciraurata dai Got i, presa e demolita dagli Arabi. Nel 75 a . C. Sertorio vi battè le milizie pompeiane; nel 1238 Giacomo I d'Aragona vi sconfisse gli Arabi. All'epoca napoleonica le antiche mura erano state dagli Spagnuoli rafforza te, scompartite in tro forti ben mu niti di ca nnoni. I. Attedio di Sagumo (219 a . C.). Fu la causa che fece scoppiare la secorn::la guerra Punica. Annibale, comandante dei Cartaginesi nella Spagna, volendo romperla con Roma, colse il pretesto di certe ostilità sorte fra S ., alleata dei Ro mani, e una. vicina terra soggetta a Cartagine, per muo#

vere contro la prima, nel marzo, e investirla da tre lat i.

Fortificazioni di Sagunto (sec. XVIII)


SAG

I.a lolla s'in iz iò assai aspra, e ,\nnibale attaccò le mma con gallerie e<l arieti, rimanendo ferilo da un giavcilouo. Malgr;ido gl i sforzi dei d ifensor i, l'auacco ebbe ragio ne della resistenza delle mura e delle torri, che cominciarono ,1ua e là, seriamen te inlaccatc, a crollare . Per la breccia tentarono l'assa lto i Cartaginesi, ma vennero sanguinosamente respinti, e i difensori cercarono di riparare i danni, i\ nnihalc rinnovò l'attacco, adoperando anche utl'1 torre mobile, che, accostala alle mura, per mel'7..0 del tiro di catapulte e baliste ne allontanò i d ifensori. Allora fu faci le ai Cartaginesi di scalzare le mura alla base, facendo breccia, attraver,o alla q uale i soldati pe11ctra ro110 nell'interno dove o.:cuparono un sito eminente, munendolo di catapulte ,. ha liste, e cingendole, di muro per formarsi, nella città ..cessa, quas i u11a rocca dom ina nte . A11che i s~1guntini alza. rono un muro per proteggere la pane della città che non era ancora presa. Da ll 'una e dall 'altr:t parie si lavorò e , i combattè coi maggiori ,for-L'i, ma ai Saguntini frattanto venne a 111 :i ncarc ogni \.·osn, mentre svani va la lu., i11ga di :1iuto c,Lcrno. Allora, in un ultimo assalto generale, Anmhale prese l,1 città dopo ono mesi d'assedio. Uccisi tu tti gli adulti. " i comm ilitoni distril)llÌ le persone secondo il merito di ciascuno e il bottino spedì llltlO a Cartagine. La d11:ì fu ripresa dai Ro rna11i quatlro anni dopo. Il. Barwg!ta di Sag1mto (181 r), Appartiene alle campagne napoleoniche nella penisola iberic:i. li inarcsc. Suchct , sapcntlo che il generale Blake adunava forze nella provincia di Valerwa (circa 20. 000 u.) accorreva a quella volrn dalla Catalogna con 15.000 u . di cui 1400 di cavalleria, Disperso un distacca mento d i cava lleria nem ica presso Villa Real, il 28 sctte,nbrc in\'Csti\'a Sagunto, do\'e era una guarnigione cli 3000 u . (5 bgl. di fanteria e 2 cp. d i cannon ieri, al comando , lei genera le italiano i\ndreini). Qualche nionc preliminare fu sufficiente per sbarazzare il tarcno a no,d del Gu:,d alaviar ed a ga ramirc d a minacce le comun icazioni;

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vari d istacLame11ti furono inviati ad ossen are i luoghi forti e i nuclei a\!vcrsari ,cgnalati al largo. J.:1 posizione dom inante e g li accessi diru pati rcnde":lllo a"ai diffici le un assalto, ma Suchet si decisc a tentarlo nella spcran1.a d, ev ita re, merci: un fortunato c,ito, le .lung(rggini e le perdite di un .asse<lio ptc\"cdibj)mentc. Jaborio,so. Un• tcntaùvo di scalata notrurna fu sventato, pera ltro, dai d ifensori, con la perdita di 36o u., fra i quali 52 lrnlianr. Si do\'ellc perciò procedere ad operazioni regolari d"app roccio . L' II ottobre la piccola piazza spagnuola di Oropcsa cade\'a ed era possibile trarne artiglierie per concorrere all'azione a fuoco. li 18 ,111 tiro prolung(rto delle batterie d 'attacco aprl una piccola breccia nella culla ,. si tentò n, I pomcri;?gio un'i rru zione nell ' interno ; nw anche quc,to tenta tivo fallì di fronte alla tenace rcsis:cnza della di(c,a. con la perdita cli 300 ,r. d i cui 60 italiana. Fra11 an to rl ge11crale 131ackc , spinto dalle esortazioni degli abitanti. che anelavano alla liberazione cld1a p1ovincia di Valenza <:laglj invasori, s'ind uceva a rm ervcn irc per dare battaglia campale con l'aiuto di rinforzi giunti da altre armate. L'impresa appariva pro· mcuente, in q ua1110 i presidi di Vale nza e di S. poteva no concorrere ali' azione con opportune sortite, e, in caso di • rovescio, ofTriva no due ba~i di rifugio abbasta nza prossime alle, forze campali per assicurare loro un appoggio. Muovendo nella notte sul 25 ottobre, l'avanguardia <!ella colonna agli ord ini del generale Blackc giunse all'alha a contatto delle forze a,•anzate fra11ccsi: Sucher aveva disposto i suoi fronte a sud con b d r. alle alture e la sr. appoggiata al litorale presso il villaggio di Puzol, mentre una riserva-.. posta dietro l' abita lo di Murvicdro era pronta a intcn·cnire a sostegno della prima lrnca o a protezione ,kllc t ruppe che bloccavano Sagun to . Gli Spagnnol i vcn11<·ro all'attacco della sr. francese dal lato della costa, sostcm1t i dal tiro cli navi inglesi . Sorpresi dall'1mpeto avversa rio 1 tiratori fra ncesi r ipiegavano: Pu1.ol cadeva nelle mani

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Battaglia di Sagunto ( 18 1 r) : l'attacco dei Frnnco-I raliani

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<lcll'aner,.r10 che cercava di sbo.:care sul fianco della occupazione con grave m in,1cc1d per le eruppe <l 'invcslimento; ma la bflgn ta Mon t1narir riuscì 3 n ~tabilire la Mlu azionc .

Il ..:om batt1111c nto s 'impcgn a\·a oi a v1va c~ anche ~ul centro e sulla dr. dove le fanterie spagnuole, sostcnutl' da cavalleria, penetrarono nella fronte riu,ccnd o a circondare le batterie fra ncesi . Violen ti contJa tt acchi cond11 ssero a v ivaci altl'r□ativc, m a alla fine i Fran.:csi e bbero il ;opravven lo . li gcnerak lllacke vide l'opportunità di far avanzare le: riserve e sperò d i risoh•erc l'azione iorzanclo Id sr. del l'avversario nei •pressi di Pu..Gol, ov<.: avviò le fr111tcrie 1 ;.1p• poggiate da va rie ba tte rie e dag li squadron i d ispo nib ili . per operare II n aggiramento dcci,o dal lato ddla costa: e già le- truppe francc>1 di quell'ala, assai pro,•,1te, sta va no per cedere, qua ndo l' interve nto ,Ji due rcgg . e un a

Sahara. V. A/11 ·,, e Trans,t!1ur1a11a. Sahariani (Gmr,p,) . Costiw it i ne lla 'l'ripo lirnn ia ne l g iu • g no 1924, <lest iuati a lle regio ni merid ion a li d el la 'colonia . Ne furono costituiti tre (Ghibb centrale. Ghibla occidcn• tale, Sinica), c ia,cuno con u n plotone mehari,ti, uno cl , fan te ria m o ntata su cammelli, u110 d i fan[cria con sezione

rnitr~1gl iatrici, e un a sezione c:w11ncl1ara da 70 rnonrngna .

bri llante <.:::i rica dc:i dragoni opportu namente le .'>ostcn nero col concorso cl, q u attro bgl . italiani della di, i,ione Palombini. Anche al centro e alla <l1 . lrancese la situaz,onc '!sta h ihvasi co n l'entra ta in line~, ~i r incalzi th fanter ia; e l'jm p iego dei d ragon i, riun iti sotto il coma 11do <le i colo nHcl lo Schiazzetti. dctcrmi11a\':t la rotta degl i assalitori . che. nel ,·olgere in fuga, ahbandona,·ano 2000 prigionieri . Il ccmrn e la dr. potevano così prnnunciare u n 'a vanzat,1 che obbl ìg nva g li Spag nuo li a ripassa re il G u ad alavia r ; a s ua volt:, la sr . ven iva al contra ttacco con tro l 'a ltura di E l Pe uch ove 1rova\'3~i una batteria con vari bgl. eh ri~n·a e lo ~tesso posto di com ando d el generale Blackc: la <li""· l"Jahert atrnccava quelln posizione d i fro nte, m e ntre In d ivis. P alo ml>i n i dalla µ ia11•Jra e la b rigata M onu na rie lungo la costa pronu ncia,•ano in p ieno a-cardo due decisi m ovimenti a ggiranti. Tale azione de1erminava la precip itosa ritira ta d eg li Spag nuo li e d ecideva d ella g iorna1n : 4500 pr ig ionie ri e 20 can no ni c:1dcvano nelle man i d e i F rancesi , c he perde,·ano circa u n m igliaio d'uomi ni in confronto di perd ite doppie sofferte dall'avversano. Il forte di S ., orm ai nb ban donato alle sue sorti, to r11Z1V(l in c ri1ic:1 s itu a1,ln nc; onde il comand a n te si affre ttava ad accettare la capito laz ion e propostagli dal Suc hct: così al tri 2500 uomini e turti i mate riali di d ifesa veniva no in potere d e i Francesi. Questo e p isodio ebbe co nsegue nze importa nti, come p relud io all'a ssedio e alla caduta cli Va le n za, ch e seg u irono nel gennaio 1812.

Gruppo ~ahariano dd1a Trì poliumia

Sahuguet (d 'A11111rz11, Giol'111111i Bt111ist11, barone d ' E;pag11ac). Generale francese e scrittore mii. (1713- 1783). Si d istin,c n elle b au agl:e <li Parma e di G ua, talla cd alla presa cli Praga (1 741). Fece k campagne cl i Baviera e d e lle Fia ndre e q ue Jle d el 1746-1 747. Ebbe po, il comand o della Brcssc e del Bugcy e fu promosso marcsc. <li campo nel 1761, d ivene nd o governato re d egli Invalid i . Scrisse : « G iornale sto rico d e ll' ul t ima camp ag n a d cl l'cserc ilo d el re nel 1746 »; ,, Campag na d r ' 1747 »; ,, G io rna le delle campagne del re dal 1744 al 17~7 »; " Sto, ia d i Maurizio conte di Sasso nia »; t.. Studio ~ulJa. ~cie nl.a della g u crr~, '); t( Studio sulle g ra nd i operazio ni d i g uerrn » .

Saibante (di S,11u'Uberto, marc/1eu l'1etro). Generale, "· a Casale rei 1831 . Uffic iale d i cavalleria , nel 18 15 p rese se rvi;;io n el l'eserc ito , ardo col g rado di colo nnello e com andò il regg . Dragon i d el Re . Nel 1820, p romosso magg. gene ra le, com a ndò la d ivis . m ii. <li Alessandria. Nel 1823,


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714 -

SAI

Combattimeoto di Sidi S ald (Tripolit.<t nia, giugno 191 2)

istituitasi la scuola d 'equitazione e veterinaria, fu di essa comandante ed in tale carica veo.n e promosso tcn . generale nel 1830.

Saibante num:hese Egidio. Generale, n . ad Udine nel 1~73. Sottot. di fanteria 11d 1894, fu in Libia nel 1914 e partecipò alla guerra del 1915-1918. Tcn . colonnello co111andantc il 274° fanteria nel 1917, rncritò a Tcstcn la mcd. d'argento. A lla fine del 1917 passò a comandare il 68° fante ria; sul Montello mer itò una seconda med . d'argento e nel 1918 venne promosso colonnello. In l'. A. S. nel 1 920, fu promosso generale di brigata i n A . R. Q . nel 1932. Saica. Nave da guerra e da trasporlo dei popoli del ·\ 'Oriente mediterraneo. Si ebbe (Xl secolo) anche nella marina veneziana. Aveva scafo grosso e tondeggiante, vele quadre, due alber i e una stazza massima di circa 4 00 tonnell:itt; era arma ta con 1.0-20 cannon i, e n1oncata da un

equipaggio d i 100-200 uomini. - Fu deua S. anche una grossa barca a remi e a vela, adoperata dai T urchi su l Danubio nei secoli scorsi, e an11ata con un nun1cro di can. noni variabile da due a d ieci.

Said (Sidi). Altura a orien te d i Bu Chemmasc. Era <tata occupata da forze arabe, che il gen . Garion i dec ise d i attaccare nel giugno 1912 con due colonne italiane, mosse dalla penisola di Macahez e da Bu Chemmasc. li 26 i l gen . Lequio, con un bgl. del 1 ° granatieri, un bgl. di

bersaglieri, 1 cp. del genio e alcuni cannoni occupò l'istmo della penisola di Macabcz e vi si rafforzò, respingendo col fuoco un tentativo di attacco nemico. li giorno seguente il colonnel lo Cavaciocchi muoveva da Bu Chemmasc con due bgl. del 6o<> fanteria, un bgl. granatieri, tre bgl. bersaglieri e due bgl. eritrei, con tre batterie; queste forze, d ivise in due colonne e appoggiate dal fuoco di una btr. da 149 e da quel lo clelia nave « Iride ,,, attaccarono le trincee nemiche a occide11te di Sidi Alì e le conquistarono. All 'cstrema dr· > i due bgl. e ritrei esegu irono urt n1ovimento aggirante catturando armi, munizioni e bagagli. Le truppe si rafforzarono sul terreno conquistato, respingendo vani r itorni offensivi del nem ico. li 28, il gen. Lcquio avanzò verso Si<li Said; dal mare tre navi da guerra concorrevano all 'azione battendo le posizioni arabe intorno al marabutto . Le truppe del Cavaciocchi agirono verso la sr. nemica. L'azione, iniziata all'alba , durava fino a poco prima delle ore 9, quando le truppe del Lequio, dopo breve sosta ai p iedi dell 'altu,·a di Sidi Said, l 'assaltavano alla baionetta e la conquistavano, issando la bandiera italiana sul marabutto. Gli Arabi si diedero a lla tuga, lasciando 700 morti sul campo e abbondanti materiali . Le perdite ita liane ammon tarono a 13 moni e 85 feriti .

Said-pascià. Amm iraglio egiziano (1832- 1863). Entrato nella marina nel 1850, raggiunse i n essa il grado <!i grande ammiraglio. Vicerè d'Egitto, represse la r ibellione ret rograda di Kiaya-E lfy-bcy; nel 1854 aiutò il sultano cli Costantinopoli nell a guerra contro i Russi.

Saida. Città marittima della Siria, sorta presso l'ant. S ido ne, le rovine <lclla quale servirono ocr la costru.lione

Il marabutto di Sidi Saìd conq uistatodagli Italiani (28giugno 191 2

del la nuova città. Essa venne munita di cittadella e d.i castello a mare, con buone mura . Fu presa dai Filistei nel 1209 a . C . e d istrutta . Risorta, venne di nuovo assalita e presa nel 678 d agli Assiri, e di nuovo d istrutta , venendo poi ricostruita per la seconda volta . Fu assalita e presa dai Veneziani durante la prima Croc iata, 1na all 'annuncio delle Crociate il sovrano d i Damasco aveva fallo demol ire le fortificazioni. Queste furono rifatte per volontà di Luig i IX verso il 1253. 'M entre vi si lavorava , un'orda d i Saraceni p iombò in S. e vi fece strage dei Cristia ni, dei qual i pochi poterono recare la notizia al re, che provvide a mu ni re Ja città di sufficiente guarnigione, taoio che i


SA!

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lavori furono portati a termine . I T urchi rafforzarono poi

le antiche fortificazioni. Attacco di Saida (1840). App artiene ali 'intervento <lcl1'fnghilterra e dell 'Austria contro l 'Egitto d i Mehemet All e a favore della T urchia. li 26 settembre una d iv is. navale agli o,d ini d~ll'ammir. Napier, costituita d i .d ue navi

S AI

Combattim etllo di Saifnitz (7 o ttobre 1813). Appaniene alle g uerre dell ' lrnpero francese, campagna d 'Italia. Una colo nna aust riaca d i 9 bgl. con quattro cannoni, partita da Feistritz, appartenente al corpo del geo. Hd ler, avanzò su S. d ifeso <la un reparto della d ivis . franco-italiana del gen. Grenicr (tre bgl.) . Malgrado la sproporzione delle

Saido (ant. S idone) n el sec. XVIII. da g uerra a vela ing lesi, una austriaca, una turca , pila uc piroscafi per il trasporto d i truppe, compar ve davanti a S.

e verso il mezzogiorno aprì il fuoco , hanendo il fortino a mare, che d opo un 'ora fu attaccato e preso da un reparto d i fanteria ·turca . La guarnigione, di circa 3000 u ., al comand o di Soliman pascià, si concentrò sul fortino alto ; verso le 13,30, imbarcazion i recant i truppe alleate prendevano terra malgrado il fuoco deg li Egiziani ; nell 'attacco al fortino precedette gli altri il reparto austriaco, gu idato dall'alfiere Ch inea, il quale piantò sull 'opera coo,1uistilta la band iera austriaca e guadagnò la mc<!. d 'oro al valore. Frartanto le artiglier ie facevano breccia 1icllc mura, e Napier poteva penetrare in cin.ì, (love le truppe alleate d o-

fouè, la d ifesa durò fino a tarda sera, energica e fe lice; gli Austr iaci , dopo di avere perduto 600 u . e lasciato un centinaio di prigio nieri, d ovettero rivalicare la n1ontagna. Le perdite dei difensori ammontarono in tutto a 120 u . T uttavia il gen . Grenier, in seguito alla ritirata del vicerè dall'Isonzo, abbandonò, S. e Tarvisio il giorno dopo e scese per la valle del Taglia 1ncnto . Saigo (Y.on 111Ì/c/,i). Ma'resciallo giapponese (1843-1902). Comandante in capo delle forze d i Tok io nd 1868 , d urante la guerra della Corea ( 1873) fu vicc-lTl inistro della guerra. Nel 1874 diresse la spedizione nell'isola di Formosa d urante la guerra colla Ci na, e nel 1877 e poi nel 1879 fu miSaigo Yorimitchi nistro de lla guerra . Mi nistro delle colonie nel 1880, de lla marina nel 1885, dell 'interno nel 1890 e poi d i nuovo tiella marina. tlal 1892 al 1902, sotto d i lui la marina da g uerra giapponese ebbe un grande svi luppo. Saigon. Città capo!. della colon ia francese dell'Indocina. H a una cittadella, costruita nel 1791 d ai F rancesi, insieme con due fort i alla foce del fiume, a breve distanza dalla città .

Attacco d i Said a (Settem b re 1840)

venero sloggiare il nemico d i casa in casa. Ma ben presto g li Egiziani si a,resero in numero di 1500 : essi avevano perduto nella lotta 40 u. Una parte era ri uscita a salvarsi abbandonando la ciuà. Lievi le perd ite degl i Alleati.

Saifnitz (nei testi f:ra ncesi dell 'epoca Safjnùz, oggi Cam -

porosso). Villaggio del Trentino, sul Fe lla, a occidente di Tarvis io .

Presa di Saigon (1859) . Appartiene al la spedizione francospag nuo l;1 contro I' Annam. Una sq uadra agli ord ini dcl l' ammir. francese Rigaul t, composta d i una fregata , due corvette , tre cannonie re e alcu n] trasoorti, più un avviso spagnuolo, si presentò il 9 febbr;io aila foc~ del fi11111c e ne forzò la foce battendo con le artiglierie e occupando i due forti. Le truppe d a sbarco (3 cp. d i fan teria francese e due spagnuole, reparti d i 1n arinai, d istacca me nti d 'art. e genio) mossero q uind i su S. appoggiate dalla flotta, e il 15 l 'attaccarono. Le scarse e n1ale armate mi ljzic an namitc dovettero abbandonare dopo breve d ifesa anche la cittadella, e i Francesi, rimast i padroni d i S., vi costruirono un arsenale e ne fecero la capitale della loro nuova colonia.


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dato dal Condé. In pochi giorni furono scavate le t rincee e piazzate le batterie. Allora il Condé lanciò i suoi ali 'assalto : per cinque ore invano essi si accanirono per salire sulle mura: vennero respinti nettamente e, perduti 400 u ., rinunciarono all'impresa bactendo in r itirata,

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Saint- Albans. Città dell'Inghilterra, nel la contea di Hertford, sul Verlaio~.

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I. Battaglia di Saint-Albam (1455). Appartiene alla guerra delle Due Rose e fu co,ubattuta fra il duca Riccardo di York , capo del partito della Rosa bianca, e il re Enrico VI capo (ij q uello della Rosa r ossa. Il duca, che si era r iunito alle tru ppe dei conti di Warw ick e d i Salisbu ry, marciò su L-0ndra e a S. A. si scontrò con l'esercito realè. Fin da l primo urto l 'avanguardia _d i En rico fu respinta dal Warwick , e in breve il pan ico entrò nelle file dell 'esercito reale che fu rness, in rntta. Invano il duca di Sommerset fece prodigi· di valore per evitare un d isastro completo : tutto andò a roto li e il re si rifugiò in un castello vicino, appa rrenen te al Sommpset, che frattanto si era fatto uccidere sul campo per , permettergli di porsi in salvo . Il duca di York, dopo la battaglia, raccolse le sue schiere e venne a investire il castello che prese facilmente. Poi, reso

IL Sa igon e le sue fortificazioni (sec. XIX)

Sailer (Emiiio). Generale, n. a Milano ne l t865. Sottoten. dei bersagl ieri nel 1883, frequentò poi la ,cuol:i di guerra e passò nel co rpo d i S. M. Fu per parecchio tempo in Eritrea, dove nd 1915 comandò interinalmenrc le truppe colon iali; al lo SCO!)pio della guerra Italo-turca orga r1izzò la d ifesa della colonia Eritrea dalle forze nem iche ammassate in Arabia e mobilitò e cornan<lò un corpo di 1 1.000 uomini. Quale capo d i S. M.. del R. corpo de lle t ruppe CO· loniali o rganifZÒ ,·a ri bgl. indigeni da inv iarsi a combattere in Libia. Nel 1914, comandante del corpo del le truppe coloniali e incarkato <k-l governo dell'Eritrea, organizzò 2 1.000 uomin i con tro la m inaccìa <lì orde nemiche a.i con -

fini e fortificò hr frontiera. Per tutta la sua azione svol ta in Er itrea [u insignito della croce d i cav. dcll'O . .M. S. Alla fine del 1915 entrò in guerra contro 1'1\ustria al comaJ1do de lla brigata Regina che guidò, :rnche col grado di nrngg. generale, durante l 'attacco nemico coi gas \·clc110si a Bosco Cappuccio ed alla conquista di Oppach.,1.el la ( 1916) nicritan do due med. d'argento. Comandante della 9• divis. alla fine del 1916 e •cn. generale per merito d i guerra nel 1917, comandò poi successivamente il XIII, il X e il XX [II C . d'A . Dopo la guerra cornandò il C . d'A. d i Ilari t µoi andò in P. A. S. Scnalore del regno dal 1928.

omaggio al re 1 entrò con lui in Londra) apparenremenlt

conciliato col suo nemico Ma in realtà lo stato di Enrico V I era que llo di un prigioniero.

I.I. /Jal!aglia dì Suim-Albaus (1461). Nello stesso l uogo ove .sei anni prin1a Enrico VI e ra. stato sconfitto, soa. n10-

glie Margherita d 'Angiò vendicò il partito di Lancastrc, mettendo in piena rotta l'esercito nemico, comanda to dal conte di Warwick. La vittoria le fu possibile solo grazie al t radimento <Id Lovelace, capo d i un corpo nemico, che durante la battagl ia si ritirò dall 'azionc abbandonan<lo il \•V anvick . Questi d ovette IÌtin1rs i lasciando sul campo

2300

dei suoi, e abbandonando nelle mani del nemico un grnn numero di prigionieri, i µi ù dist inti dei quali Margherita fece crudelmenlc massacrare.

Saint-Amand. Comune della Francia, nel <lip. del Fu cin to d i murn nel medio evo. Venne preso d'assal to dai Francesi nel 1712, dopo, due g iorni <li bombardarncnto: la guarnigione irnpcrialc (800 u. con 6 cannoni) rimase prigionjera di guerra . :S-1ord, sulla Scarpe.

Saint-Amour (di Chanaz, nob. Vittorio). Generale, 11. a Torino, m. a S. Remo (1849- 1919). Sottot. dei bersaglieri nel 187.0, frequentò la scuola di guerra e d ivenne colonnello nel 1901. Comandò il 9° bersaglieri e nd 1907 andò in P. A . Promosso magg. generJle nella r iserva nel 1913 e richiama to nel 1915, comandò a Torino i centri d i mobilitazione. Nel r917 fu promosso ten . generale e ricollocato in congeclo. Saint-André. Villaggio della F rancia, nel Nizza rdo. Vi fu firma to il patto fra gli abitanti di Nizza e il conte Amedeo \ ' Il d i Savoia, in base al quale la città passava sotto il dom inio di Casa Savoia (1388). Sailer Ernilio

S aint Amour Vittorio

Saint•Affrique. Comune della Francia, nel di p. dell'Ave)'ron, sulla Sorgue. Vi (u rono erette fortificazioni nel XII secolo, rafforzate nel XVI. Assedio_ di Saint-Affriquc (1628) . Appartiene alle g uerre d i Rel ig io ne. li 28 maggio la piazza, occupata da 1300 Protestanti, fu investita dall 'esercito di L uigi XIII, coman-

Saint-A ndré Giacomo d'Alhon (signore di). Maresciallo francese, n. nel 1505. 111. combattendo nel 1562. Nel 1544 si distinse nella battaglia di Ceresolc; nel 1547 divenne maresciallo di Fra ncia e ne) 1550 fu fatto governatore di Lione. Prigioniero alla battaglia d i S. Quintino (r 557), [u uno dei negoziatori della pace di Chatcau-Cambrésis. N ella lotta tra c~nolici e protestanti, cadde combattendo a Drcu x. Saint-A11d1é (Marcl1<·se d,). Nome cui quale fu noto il capitano francese Alessand ro Dupuy <le Montbrun (1600-


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1673). P artecipò alle g uerre i.ii Piemonte so tto il Lcsdig uières, poi si battè nelle li lc dei Protesla nti in Francia. Catturato , riuscì a fuggire dal carcere e passò al servizio

cli Venez ia , e , nd 1631, al servizjo della Svezia . Rientr ato in F rancia nel 1636, d ivenne maresc. d i campo nel 1641 e luogoten. genera le nel 1650. T ornato al servizio d i Venezia nel 1668, p artecipò alla d ifesa d i Cand ia.

Saint Antoine. Sobborgo d i P arigi d al quale ha preso il nome un sangu inoso com battimento che appartiene a lle guerre della F ronda· (2 l uglio . r652). Il Condé, con I 'esercito fro ndista, si e ra s9lidamente barricato nel sobborgo. d ove ven ne ad assa J/rlo l'armata reale, agli o rd ini del Turen ne. Dal mattino fioo alle 15 q uest 'ultim a riuscì q ua e là a superare le barricare, ma il Condé ristabilì faci lmente

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bo rgo , facendo lo subito dopo assal ire d a varie parti. Il primo attacco, 17 g iugno, venne resp into, e così un altro

sferrato i l 19. Il 20 fu fatta brillare a na mina, e subito dopo le truppe reali si lanciarono per la terza volta ali'assalto . N eanche questo riuscì, e 4 00 u. v i furono uc cisi d ai d ifensori, fra i q ual i in prima li nea combattevano le do n ne. li 2 1 fu preparata una n uova m ina, e i cannoni avvicinari alle mura . I P rotesta nti scesero a patti ed ebbero salva la vita pagando un forte riscat10, e obbligand osi a demolire le fortificazioni.

Saint-Arnaud (Giacom o Leroy F rancia (1801-1854) . E ntrato in servi.,io nel 1818, andò ne l 1827 a combattere per l'indipendenza della Grecia. Ri-

de).

Maresciallo

di

preso serv izio in Francia, f u

inviato nel 1836 in A frica ove d ivenne colonnello nel 1844 e ma resciallo d i campo nel 1847. Generale d i d ivis. nel 185 r , si d istinse nella Cabilia; nello stesso anno divenne min is tro della guerra e poco dopo marescia llo di F ra ncia . Nel 1854 fu p osto a capo dell 'esercito d 'Oriente che con•

De Saint A rn aud C iacorno

d usse in Crimea ove r iportò la vittoria dell'Alma, morendo subito d opo per ma lattia .

Saint-Aubin-du- Cormier. Com une della Francia, nel d ip . d i lllc-ct-V ilaine . Aveva un imponente castello costruito nel XIII secolo da Pietro d i Dre ux; esso fu smantellato per ord ine cli Carlo VIII.

I. Tmtuuo di Saint-Aubi1! ( 1231). Fu concluso fra la regina Bianca d i Cait ig!ia, madre d i Luigi IX, e i nobili del r egno di F rancia _

Combattimento di Saint-Antoinc (1 652)

la situazione, anche perchè l '<.:scrcito avversario, in seguito

al!e insistenze d el giovineno L uigi XlV e del cardinale Mazarini . aveva attaccato senza preparazione d'art ig lieria . A!la delta ora , g iun..gevano al 'l'ure nnç <Jicci cannoni 1 con i qua li egli fulm inò le burica te. La lotta si r iaccesè su t utta la linea , e verso le 17 il Turenne ini ziò u n movimento aggirante sulla sr. del Co ndé, men tre raggruppava alt re fanterie per_ l 'assalto frontale . L a situazione appa rve d isperata al Condé, che si credette perduto, avendo alle spalle Par igi cbe g li aveva chiuse le porte. Ma , ne l momento i n cui i soldati d el Turenne attaccavano e superavano k barricate , i Parig ini, d ietro incitamento ddla Mo ntpensier, a privano le porte al Condé e lo mettevano con grande parte delle sue truppe a l sicuro dalle truppe del re .

Saint-Antonin. Comune de lla F rancia nel d ip . del T arn-et-Garo1lne, su l! ' Aveyron. Jo posizione d i difficile accesso per il terreno roccioso e m unito d i mura bast ionate, d ive nne cittadella dei Protestan ti nel XV!l secolo . Assedio di Sain.t-Anton/11 (1622) . Appartiene alle g uerre d i L uig i Xlll contro i Protestanti. Le t ruppe real i, g ui, date d al duca d i Vend8mc, trovarono tutti i sentieri d 'accesso d ist rutti d ai difensori. Il duca, dopo d i averli riattati, portò il 1'4 g i'ugno in alto alcuni cannoni e battè il

II. Bauaglict di Saint-A ubin (1488) . Appartiene alla guerra fra il re di Fr:m cia Carlo V lll e il duca d i Bretagna Fra ncesco IJ, c ut s·i erano collegati Luigi d'Orléans e vari altri signori francesi . L 'armata r ea le, condotta da Luigi de la T rén1ouillc, ave va preso Fougère1, in soccorso della q uale era giun to l'esercito brcl i.one, 1.:ht: però, vista cadere la pjazza, aveva suhit:u iniz iato la ritirata . I Francesi lo inseguìro nu e lo raggiunsero o n.:sso S. A . , jn località che fu poi dcua « Lande dc la Re,~contre ,, . Qui L uigi d 'Orléa.ns,

che comandava le tru ppe hrcttoui, si arrestò e fece fron te al r1cmico il 27 luglio. Nel più vivo dell'azione l 'OrléaAs si vide a bbandonato d alla sua cavalleria che fuggl da l campo senz.a alcun mot ivo apparen te. Tutrnvia, riord ina ndo le sue sch iere -dcn1oralizzate da q uesto fotto, riusd a resistere ancora a lungo . Allora il L a T.r érnouille o rdinò la ma novra che doveva portarlo alla vittoria. Fece indietregg iare la sua fanteria come se perdesse lentamente terreno e i I nemico incom inciò a incalzarlo con foga sempre piè, crescente . Allora egli ord inò a 100 lancie scelte d i eseguire un largo movim ento <l i aggiramento e d i piom bare a lle spalle dei Brettoni . Questi erano gi~ impegoati in un vero inseguimen to del nemico che credevano i n ri ti1:a ta, e non l:ecero a tempo a p reseo care la fronte ai n uo vi nem ici che li sgominarono completamente . L 'Orléans fu fatto prigioniero con j principi che lo avevano seguìto . N el combattimen to perì l'ital iano G iacomo Galeotto che si d ist inse a capo del la sua schiera, co11tribuendo alla vitto ria reale, tanto <la meritarsi j più vivi elog i d ai c ron isti francesi del-


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l'epoca. Con questa vittoria si preparò la riunione della Brettagna alla Francia.

Saint-Bertrand-de-Comminges. Comune della Fran cia, nd clip. dell 'Alta Garonna . Venne munito di cinta di mura fin da antichi tempi. Nel 585 il re dei Franchi, Gontrano, vi assediò il p retendente Gundovaldo, partigiano di Childebcrto, re d'Austrasia, e dopo d i averlo indotto ad arre ndersi col patto d i aver salva la vita , lo fece ~cciclere con parecchi ,lei suoi seguaci. Nell'assedio Gontrano adoperò un cospicuo numero d i m acchine da gitto.

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suoi quadri e ai comandi superiori il maggior numero dei suoi elementi . Considerala nel quadro generale della na zione, ha dato alla Francia servitori in tutti i campi: mi nistri, magistrati, industriali, professori, esploratori, colonizzalori. A.ll'esercito, in particolare, dal 1808 al 1914 ha dato 2000 genera lL

Saint Bon. V. A mmiraglio di S . B., e Ptll"OrCt di S . Bm, . Saint-Cast. Comune della Francia, nel d ip. delle Còtes-du-Norcl. Il 4 settembre r758 vi avvenne lo sbarco <li un corpo inglese al comando dd gen . Walton, protetto da una flotta agli ordini dcli 'amm ir. Howe. li governatore _ della provincia, d uca d 'Aiguillon, raccolse le milizie e la nobiltà della Bretagna e il 10 arrivò a S. C. con forze notevoli, attaccando gli sbarcati e fulminandoli con artiglierie piazzate sulle alture, malgrado il vivo fuoco della flotta inglese. Le scialuppe di questa invano si prodigarono per salvare le truppe ·sotto il fuoco dei cannoni e della moschetter ia francese : il corpo di sbarco rimase in g rande parte distrutto o catturato . Saint•Clair-sur-Epte. Comune della Francia, nel dip. di Seine-et-Oisc. Ebbe un castello feudale, costruito nel n75 da Enrico li, re d '[nghilterra, sulle rovine di un 'ani ica costruzione carolingia. J'muato di Samt-Clair (911). Concluso fra Carlo il Semplice, re di Francia, e il duca normanno Rollonc che con le sue truppe era spesso giunlo alle porte di Parigi, e col quale Carlo, non r iuscendo a vincerlo con le armi, aveva preferito venire a un accordo. li re .cedette a Rollonc la Neustria e la Bretagna, come dote del la figl ia Gisella che gli concedeva in sposa; gli pagava inoltre 200 libbre ~·oro . Rollone a sua volta si impegnava a farsi cristiano e a riconoscere jl re di Francia come suo signore, almeno per quanto riguardava la Normandia. Saint-Colombin, Comune della Francia, nel cl ip . della Loire-lnférieure. Il 10 febbraio 1794 vi avvenne un combattimento che appartiene alla guerra della Vaodea. li gen. Duqucsnoy, con una colonna di truppe r:pubblicanc, inseguendo un corpo vancleano comandato da Charrette, lo incontrò presso S. C. I Vandean i, che avevano appena oltrepassato trn ruscello, lo rivalicarono attaccando le truppe del Duquesnoy. Questi l i fronteggiò con una parce, e con l'altra cseg11ì un movimento aggirante, determinando lo scompiglio e poi lo , sbandamento nelle file dei Vandeani, i quali !asciarono circa 700 morti sul campo. Saint-Cyr-l'Ecole. Comune della Francia, nel clip . della Seine-ct-Oisc_ Luigi XIV nel 1687, 1Jel!'edificio cli S. C. a 5 Km. da Versailles, istituì una Scuola f)Cr fanciulle povere d i nobile casato. Nel 1790 la scuola venne mutata in Istituto educa1'ivo per figli d'ufficiali, chiuso nel , 793, riaperto nel 1800 per figli <li militari uccisi ;n guerra. Napoleone I Jlel 1808 trasferì questo istitu to alla Fléche e eia Fontainblcau passè a S. C. la Scuola imperiale militare, la quale nel 1817 ebbe il ti tolo, poi conservato, d i Scuola speciale militare. Si tratta d i una scuola d i formnione'. analoga alla nostra Accademia <li fanteria e cavalleria, doncle provengono a ll'esercito francese la maggior pane dei

Allievi della Scuola di S aint- Cyr

Saint-Cyr-Nugue; (barone rh). Generale francese (1774 r842). Entrato in servizio militare nel 1; 9r, combattè Ì !! .Italia sotto Moreau nel J 799 e quindi si segnalò nelle guerre di Germania, d i Polonia e d i Spag na . Nel 1823 fu di nuovo nella Spagna q L1alc capo d i S. M. cl i Lauriston e nel 1830 cl ivenne direttore del personale al ministero della guerra. (V. anche Gouvio:1-Saint-Cyr).

Sàint-Oavid. Forte costruito dagli Inglesi nel 1691 circa 24 Km. a sud di Pondichéry. Dopo la caduta di Madras nelle mani dei Francesi di Labourdonnais (1746), gli lugksi (200 europei e 100 indigeni) ripai~rono nel forte , dove un corpo francese agli ordin i del vecchio gen . dc Bury (900 europei, 700 indigeni, 12 cannon i e mortai) venne ad investirli i! 20 dicembre 1746. La sera stessa, mentre si era 3ccampa to senza le necessarie m isure di

p recauzione, un principe indiano al leato degli Inglesi, Mafuz Khan, comparve presso il campo francese e lo attaccò con grandi forze : il dc Bur)', dopo di avere perduto un centinaio di uomini, riuscì a rit irarsi a Pondichéry. - Nel 1749 un corpo francese comandato da d ' A utcuil attaccò e sconfisse presso S. D. le truppe del principe Mohammed All, pr-cndendo loro 30 cannoni.

Saint-Oenis. Città della Francia, nel clip. della Senna, alla c011Auenza del Rouillo,1 e del Crou ld . La sua origine risale al 626. Nella sua abbazia era custodito il rosso orifiamma, la balldiera di Francia, che i re capetiogi si recavano a prendere per le grandi guerre nazionali. Nel 1813 la sua piazzaforte venne smantellata, ma nel 1840 venne compresa tra le fortificazio1ù di Parigi e con i forti della Briche, della Doublc Couronnc e dell'Est, S. D. formò una posizione importan te della difesa avanzata di Parigi.

I. Trattato di Saint-Denis (1363). Fu concluso fra Carlo V di Francia e Carlo il Malvagio re di Navarra. Que-· st'ultimo ottenne Montpelticr e il suo territorio . II. Battaglia di Saint-Denis (10 novembre 1568). Appartiene al le g uerre di religione. Gli Ugonotti, guidati dal Condé, si er ano diretti su Pa rigi e avevano posto il campo


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a S. D . con 3500 fant i e 1500 caval li, senza artiglieria. In Parig i i Cattolici avevano 1 6 . 000 fanti e 4000 gendarmi, oltre a numerosa artig lieria, e, con tutte queste

forze~

era no bloccati da '.ln avversario molto inferiore d i numc~o. Si decise aJlora una sortita e la mattina del 10 novembre l'esercito reale uscì da Parigi con tutte le sue forze. I! maresc. di Francesco di Mont morency comandava I·avanguard ia composta d i un bgl. sviacro, d i una µarte della gendarmeria e degli archibugieri a cavallo. Il wnnestabilc Annà d i Montmorency era al centro, con l'artiglier ia e :I ,uo corpo scelto d i gendarm i : alla sr . un bgl. di arch ih11gieri con la fanteria parigina doveva prendere Saint-Ouen, e alla dr. i. rcgg. del Brissac e dello Strozzi erano diretti su Aubervilliers; o bbietrivo comune era S. D'. In questa formazione l 'esercito reale, fianchcggiaw da due sqdr. <Ji cavalleria., offers<' battaglia a! Condé. Gli ufficiali ugonotti erano del parere d i ritirarsi e non accettare lo scontro, ma il p rincipe si decise per l'attacco, d ividendo le sue forze in 3 bgl. di rooo u ., affiancati dalla cavalleria. L'ala dr. era appoggiata a Saint-Ouen col Coligny, c la sr. col Grenlis a Aubervillicrs : il Condé era al cent ro d ello schieramento, f:a i due villaggi . Verso le 3 del pomeriggio una batteria di grosso ca libro a!'rì il fuoco su Aubcrvillicrs, e poco dopo mosse all'attacco il connestabile; ma Gren lis fece avanza re j suoi archibugieri che d isordinarono le fi le nemiche. La cavalleria cattolica fu violentemente allaccata e d ispersa da quella ugonotta e il Coodé assalì d i •fro nte il Montmorcncy . Frattanto a Saint-Ouen, la fanteria parigi na si era dileguata ai p rimi colpi e il Colig ny attaccò la cavalleria reale e la respinse fino alla por ta di S. Giacomo . !I connestabile fu ci rcondato e, non volendo arrendersi , uno scozzese lo uccise. Frattanto F rancesco di Monunorcncy aveva radunato le forze d isperse per il campo e, riordinate!~ a battaglia, le spingeva a sera di nuovo contro i Protestanti, i quali si ritirarono su S. D . quasi indisturbati. l i giorno dopo il Condé riordinò l'esercito e si schierò a battaglia davanti a S. D ., ma non esse1ido i nemici uscit i di città, si rit irò verso la Lorena per incootrarvi i soccorsi tedeschi.

Saint-Denir. Villaggio d el Belgio, a est d i Mons. Vi si cornbattè ne l r678 una battaglia che appartiene alla guerra d'Olanda. rl 10 agosto era stata firmata la pace d i N imcga, ma il pr incipe d 'Ornnge, fingendo d'ignorarlo, decise di attaccare il marcsc. di Luxembourg che si teneva presso S. D. per coprire le truppe del gcn . Montai, inviate a bloccare Mons. Il 14 il maresc iallo, avvertito dell'improvviso assalto su S. D . credette dapprima che I 'Orange si dirigesse su Mons e cbc quella di S. D. non fosse altro che una sem plice finta; perciò si d iresse con un forte corpo d i truppe al ponte di Obourg (0), per arrivarvi prima del nemico. Cosl l'errore commesso dall'Orangc, lanciando 30.000 u. in una s:retta pericolosa , per poco non gli diede la v ittoria, giacchè i suo i attaccarono r isolutamente l 'abbazia e respinsero 5 bgl. del .Fuequières i quali dovettero abbandonare S. D. e ritirarsi sulla d r. del ruscello . Quivi si d isposero ad imped ire il passaggio al nemico e furono ,occorsi d al Villeroi che era giunto con 2000 moschettieri, 3 regg. d i fanteria e alcuni pezzi legger i. Per quattro ore l'Orangc si ostinò su quel punto, ma poi tentò di t rovare un altro passaggio e d iresse la fante ria dell'a la dr. Yerso l'alto corso del ruscello. Q,1este truppe, composte dei migliori regg. olandesi e degli Inglesi del Monmouth , attaccarono il mulino d i Castcau (M), ove 400 d ragoni del F imarcon si d ifesero a lungo, dando tem!'o al L uxernbourg di corre re in loro aiuto. l Francesi giunsero al mulino con

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1 regg. e r bgl. d i fanteria, seguiti poco dopo dai 4 bgl. della Guardia svizzera è da altre truppe d i riserva .. li [, uxembourg decise allora di riprendere il villaggin di Casteau, in cui si erano barricati gli Olandesi, ponendovi in batteria 30 cannoni. li combattimento s 1 accese subito acca-

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Battaglia di Saint Denis (1678)

nitissimo e i due generali nen1ici si batterono tra le prime

lìle, finchè gli Olandesi dovettero cedere e si ritirarono disputando il terreno palmo a palmo. Frattanto un corpo d i protestanti francesi, già rifugiati in Olanda, tagliat i fuori dal grosso olandese, si r ifugiarono nel castello, sotto i l comando de l Roqueservière, antico ufficiale francese, e si difesero disperarnmente, corte per corre, sala per sala, finchè la morte del loro capo segnò l 'inizio di un terribile n1assacro; gli ultirni superstiti, in numero di 400, _perirono nel] 'incendio dei castello tra le fiamme piuttosto che arrendersi. Gli Anglo-olandesi, che nella battaglia perdettero oltre 5000 u., batterono in ritirata favoriti dalla n otte sopraggiunta; le perdite dei Francesi ammontarono a circa qooo uomini.

Saint-O ié. Città della Francia, nel d ip. dei Vosgi, sulla Meurthe.

Combattimento di Saint-Oié (1814). Appartiene alla cam• pag na d'invasione della Francia da parte degli Alleati. li corpo comandato dal maresc. Vietar ripiegava dinanzi alle masse avversarie che ~lVevano varcato il Reno a Strasburgo. La d ivis. Duhesti1e, sostenuta da cavalleria, fu avviata su S. D., ma vi fu prevenuta dall 'avanguardia del corpo ba1•arese de \Vrèdc giuntovi il 9 gennaio al mattino. La cava lleria francese riusciva in primo tempo a scacciarne l'avversario, ma quando la fanteria volle sboccarne per meglio assicu rarne l'occupazione urtò cont ro serie resistenze e fu respinta oltre il pon te del la M eurthe ove cercò d i riord inarsi. I Bavaresi insistettero nell'azione controffensiva } s1)srenuti da vivo fuoco d 'artiglieria, tanro che il Duhesme fu costretto a sgombrare il borgo ripiegando verso la d ivis. Briche, che occupava RambcrviJliers. Vietar dovette ripiegare su Nancy.

Saint-Dìzier. Comùne della Francia, nel clip. della Haute-M arne, sulla d r. di questo fiume. Cinto di mura in


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antico, venne· fortificato !)Cr ord ine d i F rancesco I e per ·ope.ra dell'i n g . m ili tare jraliano Girolamo Ma rini in p rinc ip io de l 1544, con quattro bastion i casamattat i, protetti da un ridotto e due rivellin i.

separatamente gli clementi avanzati. Giunto il 26 gennaio a Ch alons-sur-Marne e sap uto che le colonne nem iche affrettavano la marcia per convergere <l alla linea della Marna su quella <lcll ' Aube, l'Im peratore marciò d ire tto su S. D., ove gli era segnalato· il centro d ell'armata d i Slesia, s perando di im porle un arresto ed aver così te mp o di volgersi verso Langn:s, per affrontare colà la resta <lella grande a rmata aust ro-russa . Il 27 egli incontrava d ifatti a S. D . la d ivisione russa Land osk oy e riusciva a scacciarla da quella località. Ma essa, anzichè retrocedere, risalendo la Marna

si spostò verso Joinvillc : ormai J'avan,.ata. generale era a ta l punto da frustrare gli effetti di un successo locale . [I combanimento perciò si era risolto in una pun tata quasi

nel vuoto e Napoleone fu costretto a ritirarsi col Q. G. a Moutier-en-Dcr per ten tar d i orien ta rsi di nuovo sulla situaz ione, alla vigilia della sanguinosa g iornata di Bricnae (29 gennaio) che - p ure risoltasj in vantaggio dei Francesi •1on potè · scong iurare l'esito infausto d ella campagna. III. Combattime1110 di Saint-Db;ier (1814). Appartiene a ila medesima campagna. La mattina del 26 marzo, la retro~ La fortezza di Saint-Dizicr (s-=:colo XVJ)

l. Assedio di Saim-Dizier ( i5~4). Fu !JOsto d~ ll 'esercito di Car lo V (circa

J.00. 000

u .), comandato da Ferdinando

Gonzaga . La guarnig ione conlava a!Jpcna 2000 soldaci

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i

quali furono e nerg icamente aiutati dalla popolazione . I lavori d i d ik sa furono a ffidati a l i'vbrin ,, il quale cost rul fra l'altro una batteria con cannon iere coperte e mascherate d i terra. );i,. quale si dimostrò òi grande t:ffic~cia. Avendo gl i as.sed ian tì erellO un cavaliere dom inante k

n1ura, egli ne

eresse uno cl.i fronte a quello, più a lto e piò forte . La d ifesa fu assai viva, e invano gli Imperiali mossero più volte

al! ·assalto; essi non riuscirono rnai a. superare le n1ura, venendo ricacciati ,ogni volta. I difensor i eseguirono varie sortite, e resistettero per ben 43 giorni al grosso eserc ito d i Carlo V, rappresentando la loro lunga resistenza u n fattore assai importante, se non decisivo, della difesa della Francia in quel la occasione. Fi nalmente, esauriti i vn•cn e le muniz ioni , il Ma ,·i ni tractò con Carlo V ed o ttenne buone condizioni per la resa (7 agosto) . IVfomunento ai difensori .di Saint Dizie.- nel T 54-l: GiroLuno Marini è in pritno piano~ impugnanw l'ascia con la mano destra e un disegno con la sinistra

guard ia fra ncese è attaccata a S. D. da un corpo staccato d a Bliicher e cacc iata dal borgo . Napoleone accorre, conlrattacca g li inseguitor i e li arresta. La cavalleria dei gen. ~cbastiani e M ilhau<l li carica, li sbaraglia, li cost ringe ad abbandonare i l paese.

Sainte-Menehould. Cit tà de lla Francia, nel clip. <'ielil Marna, a lla confluenza del)' Auve e d cli' Aisne .

La fortezza di _Saint Dizier (secolo À'VI)

II. Combattimento di Sairu-Dizier (,814). App a rtien e al la campagna d 'invasi(,ne della Francia. Napoleone, manovrando per opporsi a lla giunzione delle armate Schwartzenberg e Bliichcr, tentava sforzi sup remi intesi a batterne

I. Trattato di 1,ace di Sainte-Menelwuld (15 m aggio 1614). Ch iuse un periodo delle lotte civili della Francia, sotto Maria de' Med ici, e fu co ncluso fra la regina e i p rincipi ribelli . Questi ebbero dignità, onor i, gratificazioni e vaghe promesse che sarebbero stati con vocati gli Stati generali. Questa pace, che fu <letta anche « Mala Ulrue » , lasciò in realtà le cose come erano e t)erciò nessuno ne fu conteuto. Gl i Stari gJnerali si raduna;o no il 26 otto bre, ma poco o nulla conclusero . Il. Assedio di Sainte-Mc11ch.ould (1653). Appartiene alle guer re della Fronda e fu posto dall'esercito reale di Lui-


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gi XIV che aveva con sè i l cardinale Mazarini. La Cortezza era comandata dal duca di Montai, postovi dal Condé. L ·esercito reale {u diviso in un corpo condotto dal Tu renne, che doveva coprire le operazioni d'assedio, e iu uno comandato dal maresciallo Du Plessis-Praslin che ebbe l'incarico di investire la piazza : ciò avvenne il n ottobre. Nella notte dal 3r al 1° novembre gli assedianti aprirono la trincc.t e posero successivamente una mina nel corpo principale della piazza. Il re, che si era recato al campo, vedendo che la stagione era molto avanzata , propose ~1 Montai di lasciarlo uscire dalla fortezza con j[ presidio, i bagagli e gli onori delle armi. Ma egli rifiutò e allora si fece brillare la mina, che apri uoa larga breccia. Gli Svizzeri ~i slanciarono all'assalto e riusci.cono dopo una fiera lolla a impadronirsi del bastione attaccato . Questo successo e il fauo che il 27 novembre gli scoppiò jl magazzino delle polveri, decisero il Monca! ad arrendersi a djscrczione.

Saintes. Fu chiamata anche con questo nome la battaglia della Guadalupa (1782). V. anche S. Domingo, e

Tflillebourg.

, Saint-Etienne. Mitragli.itrice [rancese pesante, mod. 1907, conosciuta col semplice appellativo della località dove

è stata costruita. Venne adoperata dal la Francia e dall 'ltalia durante la guerra Mondiale. L'automaticit.'i è ottenuta usufruendo dei gas della carica. Premendo un botto ne,

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gi ungere jJ color rosso senza danno: sostituendola e lasciandola raffreddare, la canna ripiglia la prim itiva tempra, ed è <li nuovo utilizzabile. È lHl 'arma pesante e robusta e con buone qualità: ba però i difetti di tutte le armi automatiche usufruenti della pressione dei g:1s della carica : pressione variabile col variare della temperatura esterna . È be11sì vero che tm regolatore d i scappamento lascia passare nella camera solo i l quantitativo di gas puramelllC necessario per il buon funzionamento automatico, ma in pratica è possihilc impiegarlo bene se l'arma è in postazione difensiva, ed alcrcttanto difficile impiegarlo bene durante le avanzate e nelle sorprese in movimen to. I pezzi sono facilmeme sostituibjli senza uso di scrumcnti. Il caricamento è fatto con n astro caricatore. Peso dell'arma Kg. 24,8; del t reppiede Kg. 27,5; ve locità iniziale m. 6s)o al minuto sccond<>; gittata massima m. 3500.

Saint-F lorent. Comune della Francia, nella Vandea, sulla sr. della Loira. Nel marzo del 1793 vi scoppiò la rivolta contro h Repubblica francese, determinata dalla leva d i 300.000 u . ordinata dalla Convenzione; essa si propagò a guasi tutta la regione. - Il 2 maggio 1795 StofHct, generale vandeano, vi Cece atto di sottom issione alla Repubblica francese. Saint-Fulgent. Comune della Francia, nella Vandea. Combattimcmo di Saiut-Fulgèut (22 settembre 1793). Appartiene alle campagne della Rcpubbljca francese in Vandea. La colonna repubblicana del gen. Micskowsky (poco più di 3000 u .) mentre stava per abbandonare S. F. durante un movimenlo d i ritirata, es;endo stata attaccata a tarda sera dai Vandeani del Charette, fece fronte e per sci ore, fino a notte inoltrata, r iuscl a fronccggiarc g li assalitori ; ma iulìnc, sopraffocra dal numero, si diede alla fuga abbandonando 22 carinoni e i bagagli; inoltre i feriti, che vennero massacrati dai Vandeani.

Saint-Gal!. Reggimento svizzero, al servrz10 de l re d i Sardegna. Venne costituito ad Alessandria dal gen. Bachman nel marzo 1793, su 2 bgl. d i 5 cp. ciascuno e ridotto a un bgl. <li 6 cp . nel gennaio 1797. Fece le campagne cont ro la Fmicia fino al 1796. Nel dicembre 1798 passò al scrvi1.io del la Francia e {u incorporato nella prùna legione elvetica, battendosi contro g-li Austro-russi nel 17991800 .

1itraglfotrice Saint-Etiennc

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parte il primo colpo, e una parte dei gas sfugge per un foro praticato nella canna, verso la bocca d i questa : questi gas a grande pressione, passando attraverso 110 rcgo1'nore di scappamento, penetrano in un'apposita camera cilindrica , e mettono in azione uno stantuffo, il quale preme cosl una robusta molb, la quale ;i raccorcia; con questo movimento l'otturatore si apre e indietreggia, e viene espulso il bossolo. Cessata la pressione. dei gas, la molla si distende, e lo stantuffo riprende la sua primitiva posizione ; in questo secondo cempo, l'otturatore avanza, spinge un':11tra cartuccia, si chill<lc, ed il secondo colpo parte senz'alcro: ~ così via per i successiv i. In definitiva, il funzionamento è basato sullo stesso principio del fucile automat ico italiano Cei . Particolarità. clclla S . E . è la possibilitil, per mezzo di apposito dispositivo, di regolare la velocità del tiro; 1n inima come pe r un fucile automatico, e mas.sim::t fino a 600 colpi al minuto primo. li raffreddamento è ad aria; ma la canna è di uno speciale acciaio, che può rag-

Saint-Georges-de-Rene ins. Comune della nel dip. del Rodano, sullJ Vauxonnc.

Francia,

Combattimento di Saint-Ceorgcs (1814). Appartiene alle campagne dcli 'Impero francese. Il 17 marzo, il principe d 'Assia, che si trovava con 47.'ooo u. e 110 pezzi sulla dr. della Saona, cominciò il suo •\11ovimenro offensivo obbligando gli avamposti di Augercau a ripiegare; il maresciallo schierò le prop rie for·Lc (14 .000 u. e 24 cannoni) con la dr. a S. C. nella pianura vicino alla Saone e la 1r. appoggiata alle prime pendici delle montagne del Beaujolais. li corpo di Wimp/Ten, appoggiato in seconda linea eia! corpc di riserva, altaccò di fronte j Francesi; a d r. Bianchi o ltrepassò la sr . francese per tagliare al ma rese. la ritirata su Villefranche e Lione, ~ solo con ripet ute cariche d i cava ller ia i Francesi riuscirono a rompere il cerch io di fuoco e di ferro che !i circondava ed a sfuggire ad una capitolalione. Nel combattimento l 'esercito ,Jel princ ipe per, clcctc 23 ufficiali e 1386 soldati Ira morti e feriti; i Francesi ebbero un m igliaio d i u . fuori combattimento.


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Saint-Germain-en-Laye. Città della Francia, nel dip . della Seine-ct-Oise. Vi fu eretto nel Xli secolo un castello, ampliato nel XIV, rimodernato nel XVI. Vi ebbe sede a ll'epoca d i Napoleone I una scuola di cavaller ia, alla Restaurazione un penitenziario m ilitare, e infine, per opera di Napoleone III, un m usco d 'antichità gallo-romane. I. Trattato di Saint-Gcrnwm (8 agosto 1570). Pone fine alla terza guerra dì religione e stabilisce la libertà di culto per i Protestanti, salvo lievi restrizioni; la loro idoneità alle cariche pubbliche, quattro piazzeforti di sicurezza (La Rochelle, Cogaac, Montauban , La Charité). Come quella d i Lonjumeau, fu anche detta « pace zoppa ».

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abitanti con una capitale, quale Vienna, di t milione e meno di abitanti, si venne a trovare in d ifficili condizioni economiche, per risolvere le quali per qualche tempo fu in auge il progetto d cli'« Anschluss » , cioè i l ritorno dcli "Austria nel seno dei popoli tedeschi, come prima del 1866. Ma nel 1933 gli accordi internazionali (in corso mentre scriviamo) hanno escluso quella possibilità, mirando a dare consistenza vitale economica allo Stato austriaco ind ipendc11te.

Saint-Gerrnai11 Claudio Luigi (conte di), Generale francese (1707-1778). Si distinse nella guerra dei Sette /umi, dopo la quale pubblicò il libro: « Memorie sui vizi del sistema m ilitare francese » che gli valse numerosi nemici per cui nel 1760 passò nella Danimarca ove organizzò l'esercito ottenendo il grado , li feldmaresciallo generale. Ritiratosi poi a vita privata, pubblicò « Memorie sulla r iorganizzazione dell'esercito ». Luigi XVI nel 1775 lo nominò mini.stra della guerra ; egli rimase in carica per due anni cd avendo soppresso corpi privilegiati come i moschettier i e in trodotto una severa d isciplina, si attirò così v ivo ran..

core da venire revocato dalla ca rica.

11 cas tello di Saint-Germain nel secolo X IX

Il. T rattato di Saint-Germain ( 18 gennaio 1673). Chiude la guerra fra Carlo Emanuele Il di Savoia e la repubblica di Genova, e fu concluso con la mediazione della Francia, alle seguenti condizioni: Restituzione dei p rigionieri, e delle loca lità occupate; immutata la frontiera fra i due Stati; nessuna reciproca indennità. lll. Tratta/o di Saint-Germain (29 giugno 1679). Pace t ra Francia e Svezia da una parte e Brandeburgo dall 'altra. L'Elettore d i Brandeburgo promette <li restituire alla Svezia, alleata della Francia, i luoghi occupati nella Pomerania, e quanto da essa fu acquistato nella pace d i Westfalia, eccetto il territorio sulla dr. dcll'Oder. L'Elettore d i Brandeburgo tentò invano di conservare gli ac9uist i fatti comro la Svezia. Dalla Francia (con successivo accordo del 25 ottobre) ebbe solo un risarcimento in denaro .

IV. Convenzione di :iamt-Germam (1681) . V. tova VE.

Man-

V. Trattato di Saint-Gennain (10 settembre r 919). Stipulato fra l'Austria, considerata separatamente dall'Ungheria, e g li Alleati e lo Stato associato, è un codicillo che deriva dalle discussioni svoltesi a Versailles. L'Austria accettò d i riconoscere la piena ind ipendenza della Jugoslavia, a lla quale cedeva la Carinzia, la Carniola, la Slavonia, la Bosnia e l 'Erzegovina (Klagenfurt, sottoposta a plebiscito, si pronunziò per l'Austria); di riconoscere !'indipendenza della Cecoslovacch ia, r inunciando a favore di questa alla Boemia, alla Moravia e ai territori ruten i a sud dei Carpazi; d i cedere ali 'Italia i territori a sud della linea: Passo d i RcsiaBrennern-Pizzo dei tre Signori-Tarvisio; e ad ovest della linea: Tarvisio-Mare Adriatico, salvo ulteriori trattative dell'Italia con Ja Jugoslavia per la precisazione d i detta linea (V. Fiume, Nettuno, Rapallo, Roma); di l,mitare le sue forze militari soltanto a 30.000 uomin i, rinunciando alla Marina ed all'Aviazione militare ; di consegnare ai vincitori tutto il materiale bellico, flotta compresa. In conseguenza di 9uesto trattato di pace, l'Austria, ridotta ad una piccola repubblica d i poco più di cinque milioni di

Saim-Germain Adolfo. Generale francese ( 1833-1907). Tcnenre d 'art. nel 1856, partecipò alla guerra del 1859 rimanendo gravemente ferito a Mon rebello e a quella Francogermanica rimanendo prigioniero a .Metz. Colonnello nel 188r, fu qualche anno dopo promosso generale di brigata . Sottocapo d i S. M. dell'esercito, comandò nel 1892 la piazza d i Nizza e poi quella di Tolone, quindi la 39• divis. d i fanteria e poi la piazza di Parigi. Nel 1898 lasciò il servizio attivo e si gettò nella politica t ra le file nazionaliste , divenendo senatore.

Saint-Ghislain. Comune del Relgio, ne!l' l-[ainaut, sulla Haine , affluente della Schdda. D urante le guerre di Luigi XIV in Fiand ra, passò ripetutamente in possesso ora dei Francesi ora degli Spagnuol i, ai quali rimase col trattato di Nimega. Ne] 1746 fu preso dal principe d i Conti che vi fece prigioniera la guarnigione. Assedio di Samt-Ghislain ( 1657). Appartiene alle campagne di Luigi XIV nella Fiandra contro gli Spagnuoli. Dopo la vittoria di Valcncitlll)Cs, gli Spagnuoli radunarono un corpo d i 12.000 u. ed assediarono S. G. difesa dal conte d i Schonberg, il quale vi si mantenne per otto giorni cagionando agli assedianti una perdifa di 2 000 u. Il 22 maggio il conte uscì con gli onori di guerra dalla fortezza alla testa dei pochi uomini della sua guarnig ione.

Saint-Jacques. V . Pasq uale e Pratteln. Saint-Jean-d' Angely (aslt. A11geriacum). Comune della Francia, nel d ip. della Charente-lntérieure, sulla Boutonne. Fu c ircondato in antico d i mura. Occupato dagli Inglesi durante la guerra d ei Cento Anni, fu loro ritolto dal re Giovanni nel l350. I. Assedio di Saint-fcan (1569) . Dopo la battaglia di Montcontour, l 'esercito del re Carlo IX investì i l 16 ottobre la p.i nia, difesa da 2000 Ugonotti agli ordini del cap. Piles; 9uesti resistette fino al 2 d icembre, quando

cioè esaurì viveri e munizioni. Riuscì allora, scende ndo a patti, ad ottenere un 'onorevole ~apitolazione. Il. Assedio di Saint-Jcan (1621) . Gli Ugonotti avevano ripreso la piazza con un colpo d i mano, e le truppe reali d i Luigi XIII vi posero l'assedio il 31 maggio. A capo degli Ugonotti era il Soubise, che si difese a lungo, cedendo le


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armi il 25 giugno dopo aperta la tr incea, e al patto d i non riprendere le armi contro il re. Questi fece abbattere le fonificazioni e colmare il fosso delle medesime.

Saint-Julien-en-Genevols. Comu ne della Francia, sull'Aire, nel clip. clcll'Alta Sa"oia. Ebbe in antico un castello.

Saùu-Jea11-de-Lome (ant. Lato,111). Comune della Francia, nel dip. della Clìtc-d 'Or, sulla Salìne. Venne fortificato nel XIV secolo. Nel 1814 tentarono in\'ano di impa• <lronirsene gli Alleati.

I. Traltato di Sat11t-/ulie11 (21 luglio 1603). Dopo il fallim ento deJl'imprcsa del d icembre 1602 contro Ginevra, Carlo Emanuele I di Sa\'oia, dato l'incencmo di Enrico IV di Francia e dei Bernesi a fo\'ore della detta ciuil, firmò un 1raua10 in base al quale riconosceva l'indipendenza della repubblica ginev rina.

Assedio di Sai11t-/ca11 (t636). Fu posto il 28 ottobre dagli Im per iali comandati da Gallas. La g uarnigione era di nppcna 150 ~oldari del rcgg. francese Conti, e scarse milizie, comandate da Claudio di Rochefort, ma venne energicamente sostenuta dagli abitanti . Gli Imperiali misero sci canno ni in ba tteria e aprirono il fuoco il 2 110\'cmbrc e in due ore venne fatta la breccia. Il col. de Mercy condusse una colonna all'attacco: fulminata da otto piccoli cannoni r dalla fucileria <lei difensori, \'enne ricacciata. li giorno dopo, un soccorso cl i Francesi condotti dal conte di Rant1.a11 riuscì a penetra re nel la piazza, e allora il G11llas bauè in ritirata, abbandonando anche due cannoni. Sai111-f,·a11-de-Ma11rie11 11e

(Sa11

Giova1111i

di

Moria11a).

Comune del la Franci:1, nella Sa"oia presso la sr . dell'Arc. Fu assediato e preso da Umberto Biancamano, dopo la guerra contro i Borgognoni.

Conv('g110 di Sé11t-Jea11-de-M1J//rier111e ( 19 17). Fu tenuto nei g iorni r9-20 aprile fra g li Alleati; il convegno fu <lcterm inato dai tentativi di pace separata fatti dall'Austria pel tramite del principe Sisto cli Borbone alla fine di marzo 1917. Il 12 aprile s'incontra\'ano a Folkcstone, per discutere in merito, Lloyd George e I 'on . Ribot, quali capi del Go\'erno inglese e francese, e decisero di interpellare anche ;:li on. Sonnino e Boselli, dal che ebbe origine la conferenza. li 19 si discusse sul problema dell'Asia Minore, part icolarmente della Siria; il 20 <lclla pace separata, redigendo un verbale conchiusivo, per il quale: A) veniva riconosciuto all'Italia il diritto di libertà <l'azione sul vilayet d.Aiclin in Asia Minore, in luogo della Cilicia prevista nel patto d i Lond ra, sotto riser va ciel benestare russo (convenzione riconfermata il 22 agosto 1917); B) veni\'a rifiutata ali' Austria la pace separata, secondo le clausole sempre del patto <li Londra, che vietavano di far pace se l'Italia non avesse ancora r aggiuntn i suoi scopi di guerra: quest' ultima decisione fu descritta anche in apposito « Memorandum ». Le decisioni sull'Asia Minore, cui sopra si accenna. fu. rono rese nulle <la una deliberazione del Consiglio supremo del la Conferenza d ella pace (maggio r919) in base :,Ila quale i Greci furono autoriuati ad occupare Smirne e il suo territorio: dal che ebbe origine il conniuo con la T urchia e la guerra in A natolia. (V .) .

li. Combalfimc1110 di Sai11t-/11licn (1° marzo 1814). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. li borgo era stato occupato <ia una colo nna austriaca (circa 4000 u .) agli o rd ini <lcl gen. K lcbclsberg. Egl i aveva piazzato le SlJC art iglierie (14 cannoni) in modo da battere le ri\'e dcli' Aire e dell 'J\r\'c. Il gen. francese Dessaix venne quivi ad assalirlo con 4000 u. d irigendo una colonna (gen. Pouchclon) frontalmente, e una (gen. Scrraut) aggira r1te su lla sr. austriaca. Questa seconda colonna operò al largo, e (u contenuta per rutta la giornata da reparti austriaci senza poter concorrere all'attacco principale. li quale trO\'Ò fiera resistcn.a , aggravata verso sera dal cader della neve, e dalla scarsezza di munizioni. Il combattimento subì una sosta, della quale approfittarono gli Austriaci per ripassare I'Arve con le loro artiglierie. Le perd ite ammontarono a circa 300 u. per parte.

Saint-Lanibert. Comun(' della Francia, nel dip. di Maine-et-Loire. Il 20 settembre 1793 vi ,i svolse un com. battimento t ra le forze repubblicane del gcn. Duhoux, che si d irigeva su Chollet , e i Vandeani del conte d'Elbée che, battuto il Saoterrc a Coron, era ora minacciato da questa seconda colonna ncm,ca. Al primo urto, il centro elci Repubblicani piegò, si sbandò e si d iede alla foga insieme col generale . Solo due bgl. e q ualche wuinaio di cittadini armati di Angers restarono sul posto e "i si fecero massacrare. I Vandeani si impadronirono di tutti i bagagli e le artiglierie <lei nemico e, nd lnro bollettino, calcolarono le perd ite repubblicane a 4000 u., fra morti, feriti e prigio nier i. Il gcn. Duhoux, accusat<t <li viltà e cli intelligenza col nemico, \'enne ghigliottinato. Saint Laurent (De). Segretario <li guerra, m . nel 1687. Nomin:110 nel 1677 segretario d i q uel Consiglio cavalleresco e militare che Carlo Emanuele II aveva istituito nel 1667, ·divenne segretario cli Stato nel 1684 c consigliere e segr~t ario cli Stato e di guerra nel 1685.

Combattimento di Samt-/ea11 ( 1794), detto anche del Campo dei ,, Sans Culottes » . Appartiene al le g uerre della

Salnt-Louis. Cinà degl i Stati Un iti d'America, nello Stato del Missouri, fondata dai Francesi nel 1764. Al prinCÌjJio della guerra di Secessione, i Federali vi stabilirono un a base d'oper:1.iione e vi fabbricarono un arsenale, dando incarico all'ingegnere navale Tacls di costrui re la prima flotta corazzata americana. li 12 ottobre 1861, la prima corazzata degli Stati Uniti fu varata nel Missouri e I 'ammiraglio Foote, in onore della città, la battezzò « SaintLo uis >•.

Repubblica francese. I F rancesi si erano fortificaci da\'anti a S . /. in un campo elevato (<letto campo dei « Sans Culottes ») sulla Bidassoa, _ costruendovi numerosi trinceramenti e ridotte. Il 5 febbraio i l gen . spagnuolo Caro, raccolti 15.000 u. , in parte mili:i:ie poco addestrate, le divise in cinque colonne, piazzando una grossa batteria per battere il campo. Le prime linee francesi cedettero, e il gen. Lespinassc non le soccorse, ordinandone il ripiegamento sulla pos izione pr incipale . Q ui"i tenne testa agli assalitori, ricacciandoli con un contrattacco, e volgendoli in fuga.

Saint-Malo. Comune della Francia , nel clip. di llle-etVilainc, su di un'isola allungata, circondata interamente da bast ioni costruiti nei secoli XVI e XVII, ma che hanno ora uno scarso valore d ifensivo, come pure il castello che guarda a nord il porto e a sud-ovest la città, circondato da torrioni circolari. Le isole vicine erano protette da batterie, r idotte e forti che furono poi q uasi tutt i demoliti , ad eccezio ne ciel forte L avardc, del forte d i Harbourg po· sto in mezzo alla rada e del forte della città. Nel 1694

Saint-/ea11-de-L 11z. Comune della Francia, in fondo a lla baia omonima, nel clip. dei Bassi Pirenei.


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gli Inglesi tentarono di attacc.arc la città, ma dopo i primi colpi si riòarunu. L'anno seguente, alleati agli Olandesi, ripctcr-)no l' impresa con 6o navi e, bombàrdata la città nei g iorni 14 e 15 luglio, se ne andarono se nza aver fatto grnvi ,!.cnni e perdendo anzi due o trt <lei loro vascelli.

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Castello di Saint- Malo

I. Assedio di Saint-Malo (r378). fu posto dal duca di Lancaster, ,forante la guerra dei Cento Anni. La piazza, in cui si erano rinchiusi vari signori brettoni, era abbondan te1ncnte provv ista e la sua guarnigione e:a nmncrosa e agguerrita. Gli Inglesi prepararono una min:1 che doveva abbattere un largo tratto delle mura e preposero ai lavori il conte di Arondel; ma questi li custodì con tanta negligenza, che i .difensori eseguirono uoa vittoriosa sortita, to~ g liendo la mina e facendo parecchi prigionieri. Il duca di

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Lancastre allora, avvertito che Carlo V aveva spedito degli aiuti guidati dai duchi di Borgogna e di Berry, rinunciò all"impresa. Il. Bombardamento di Saint-/\4alo (1693). Gli Inglesi comparvero davanti alla città, che serviva ai Francesi da base e da arscoale, con una flotta d i 25 navi il 26 novembre. Gli abitanti corsero alle armi e le batterie costiere tiraronu sugli Inglesi, che il giorno dopo ini~iarono le ostilità, impadronendosi d i un fortino e facendolo saltare. Nei giorni 28 e 29 bombar<larono la città e nella none del 30 tentarono .il colpo decisivo, iuteso alla completa distruzione della piazza in pochissimo teo1po. Avevano infat ti cost ruita una macchina infernale con una galeotta d, 300 tonnellate, che aveva il primo ponte contenente 20.000 libbre d i polvere e il secpndo riempito con 600 bombe e rottami metallici : tutto ciò saldamente murato. Nel terzo ponte .posero una cinquantina d i baril i p ieni di razzi, e caricarono la tolda di granate a mitraglia, p roiettili, catene e rottami , con gli intervalli occupati da materie combustibili , il tutto coperto <li tela incatramata. La macchina, che era stata costru ita a imitazione di quella dell'ingegnere italiano Giambelli- ad Anversa, venne rimorchiata fino presso 1e mura e poi lasciata in balìa dd vento, che la spinse contro le mura. Ma improvvisamente un colpo di vento gettò a nche le altre navi con tro la riva. Cosi lo scoppio danneggiò anche alcune navi inglesi. Gli abitanti corsero alle armi e alla mattina poterono constatare come la macch ina infernale avesse <lanneggiato solo .i n parte le mura e avesse tre case. Il 3 r l'ammiraglio infatto crollare solo due glese, dopo d i aver perduto 150 u. senza nessun r isultato

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For tificazioni qi S?int-Malo (secolo XVII)

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e convinto di non poter fare altro, abbandonò le acque <l i Saint-Malo.

Sain t-Mathieu,Promontorio della Brcttagna, a ventina di Km. da Brest.

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Combattimento navale del capo d, Saint-Mathieu (10 agosto 1512). Si svolse fra una squadra inglese di 45 navi, comandata da Edoardo Howard, e una francese agli ordini dell'ammir. de Thénouénel. La nave ammiraglia del primo, il « Regene », abbordò quella del secondo, la « Cordelière » . Le due navi, nel combattimento, presero fuoco e saltarono i n aria con i d ue ammiragli. Le navi francesi riuscirono però a sottrarsi al combattimento, riparando a Brest.

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ch iuse inondando così t utto attorno la campagna. Ha un forte castello dèl XVI secolo con bastioni rivestiti di g rosse pietre , e lunette che non. permettono di avvicinarsi alla piazza, e fossato largo e pro(ondo. Ndla seco nda metà del XV secolo, Luigi XI fece investire la piazza, valorosamente d ifesa da ua bastardo del dlica d i Borgogna, il quale non si arrese neppure quando il re lo m inacciò di uccidergli il padre sotto le mura del castello, cosicchè i F ra11cesi dovettero togliere l'assedio. Nel 1711 fu assalita ma invano, dagli Imperiali , e colla pace di N imega passò definit ivamente alla Francia.

Saint-Maur-des-fossées. Comune della Francia, nei d ip. della Senna, poco pr.irna della confluenza della Senna con la Marna. Nel XVI secolo Filiberto Delorme vi innalzò un castello, che poi andò in rovina . Trattato di pace di Saint-Maur (ottobre 1465). Chiude la guerra della lega del bene pubblico; venne concluso dopo le conferenze d i Conflans fra Luigi XI e i rnppresentanti della lega. Il re consegnò al conte di Charolais, per lui e per i suoi successori, le città poste sulla Senna, mantenendo però il diritto di r iscattarle con 200.000 scudi d 'oro, e gl i cedette senza alcuna rcstriòone le contee di Gu ines, di Boulogne, di Péronne e di Montdidier. Dei var.i impeg ni presi con i signori della lega, il re non ne mantenne che pochissimi , cosicchè Carlo il Temerario for mò contro di lui una seconda coali,:ione.

Saint-M ihiel. Comune della Francia, nel clip. della Mosa, sulla d r. del fiume. Saliente di Saint-:Wihiel (guerra Mondiale) . Sconfitti i Tedeschi sulla Marna nel settembre 1914, la guerr~ di posizione e di trincea, che g ià s'era and ata affermando in precedenza tra VcrduJJ e il confine svizzero, acquistò maggiore importanza e consisten·za, estendendosi si.no all'Aisne, per finire poi, entro l'an no 1914, col sistemarsi su tutta la fronte occidentale europea. Mentre i Tedeschi operavano per cercare un sucçcsso in campo aperto colle battaglie della « Con'., a l mare », pensarono come fosse opportuno, a buon conto, tentdre d'includere oe!Je loro linee, stabilizzatesi ormai a sud-est de l}' Aisne, la piazzaforte d i Verdun , isolandola. Onde nel mese <li settembre effettuarono due attacchi, - a ovest cd a sud-ovest di Verdun rispet tivamente che avrebbero dovuto congiungersi al di là della Mosa in regione d i Sainte-Menehould , dopo d i avere appunto isolata Verdun dalle lir1ee francesi . L'attacco a nord di Vcrdun fallì; mentre quello a sud riuscì a raggiungere la Mosa a S. M ., dove s'arrestò per !'.insuccesso dell'attacco concomitante: si venne così a costituire, a sud di Vcrdun, un saliente tedesco, spinto molto addentro in territorio francese, in confronto dell'allineamento generale della linea d i t rincee, che dall 'alto Aisne per Varcnnes si dirigeva su Pont-à-Mousson. I fat ti d 'armi che originarono detto saliente, o che furono, poi, conseguenza d i esso, costitu iscono le tre battaglie della Woewre, eh 'ebbero tutte per obbiettivo (a seconda dei casi) l 'eliminazione o la conser vazione del saliente che m inacciava da sud la piazzaforte d i Verdun .

Saint-Omer (ant. Sithiu). Città della Francia, nel djp. det J'as-de-Calais, sull'Aa, i n forte posizione naturale. È coperta da un lato da una vasta palude le cu i acque scolano nell 'Aa, e può in caso di bisogno aprire numerose

Fortificazioni di Saint- Omer (secolo XVII)

I. As,edio di Saint-Omer (23 giugno 1340). Appartiene alla guerra dei Cento Anni, e fu posto da Roberto d 'Artois con 50.000 Fiamminghi, mentre il re d'lnghiltcna marciava con 100 .000 u . contro le iruppe francesi. Ma gli assediati fecero u11a sortita così vigorosa, che l'esercito fiammingo fu disperso . IT. Assedio di Sni11t-Omer (1638). Appartiene alla guerra dei Trenta Anni, e fu posto dai Francesi del La Force, che però il 25 luglio dovettero rinunciare all'impresa, per l 'in tervento dell'esercito imperiale del Piccolomini. III . Assedio e presa di Saint-Ome,· (1677). Appartiene alla guerra d 'Olanda e fu posto il 4 marzo da 12 .000 Francesi, comandati dal maresc. d i Humières. Per 16 giorni gli assedianti tennero trincea aperta e il 15 aprile misero in batteria i cannoni d'assedio. Quattro· giorni dopo si impadronirono del cammino coperto, incominciando a colmare il fossato. Allora i d ifensori si arresero e i l 20 aprile uscirono dalla for tezza. La p resa d i S. O. rese L uigi :XIV padrone d i tutto l' Artois.

Saint•Pierre-lS 'Albigny . Comu ne della Savoia, a 28 Km. da Cbambéry, nella valle dell 'Isère. Era guardato, il 15 giugno 1814, da un bgl. d i cacciatori piemon tesi, contro i quali mosse il 14° regg. francese (col. Bugeaud) attaccando d i fronte il paese , e inviando una colonna ad aggirarlo . I cacciatori, dopo breve resistenza, tentarono d i battere in rit irata, ma veonero avviluppati e costretti ad abbassare le armi.


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Saint-Poi. Comune della Francia, nel dip. del Pas-<lcCalais, sulla Terno,sc. Fu in antico cinto <li mura con due castell i. Ven ne preso da Carlo \, nel 1537 e devastato; passò piu volte dalle mani dei rrancesi a que lle degli Imperiali, e vicever>a.

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scnentrionalc e orientale delle mura, piazzandovi contro batterie <.xl iniziando trincee d'approccio . Intanto il conestabile d i Monnnorency, comandante dc Il 'esercito francese, con 18.000 fant i francesi e tedeschi, 5000 cavalli, artiglieria e 11n numeroso stuolo cli nobili volontari, si av,·iò verso

Saint-Po/ (Fra11ccsco Il di 8orbo11,:-Ve11d6111c, co11t,: d,). Capitano francese (1491-1545). Scgul Francesco I, liberò nel 152 1 Mézièr es dall'assed io del conte di Nassau, partecipò alla c:11npagna d 'Italia succedendo a Ilonnivet nel comando dopo lo scontro di Romagnano (1524) e rimanendo ferito a Pavia. Al coniando dell'eserci10 francese in Italia, fu preso p rigioniero dagli Spagnuoli a Landriano; nel 1533-36 g uerreggiò nella Savoia; finl governa1ore del Delfinato.

Saint-Preuìl (Fra11cesco {,wac d'Emblevil/c de). Maresciallo francese (16o1 -16.p). 'cl 1632 combattè in Linguadoca e fece prigioniero i l duca di Montmorency. Nel r 636 si segnalò coruballcndo contro gli Spagnuoli e nel\ 'an no seguente venne nominato governatore d'Ard rcs e maresciallo. di campo. Nel 1640 contribuì alla presa di Arras di cui ebbe il go••erno. Per rivalilli col maresciallo La Meilleray venne condannato a morie. Saint-Privat. V . Cravclottc. Saint-Quentin (S011 Quintino). Città della Francia, nel dip. dcli' Aisne, sulla dr. della Somme. Sotto l'impero romano era la cap itale dei Veromandui; sofferse per le invasion i barbar iche. Nel medio evo venne circondala da una estesa cinta di mura, r inforzala poi da ba,1ionctti terrapiena1i. Sulla sr. della Somme il sobbor,l(O dcll 'lsle anch'esso difeso da mura, formava come una testa di pon1c.

I. Battaglia di S11i11t-Q11e11ti11, detta anche di S. Lorc11zo (r557). Appartiene alle guerre tra !'rancia e Spagna . N el 1557 l'esercito frnnccse. condotto da l Colign)', si recò ad assalire Douai. li duca Emanuele Filiberto di Savoia, comandante dell"eserci10 spagnuolo delle Fiandre, formò allora l 'audace progcao d i prendere Parigi e riunl sul confine de lla C hampagne 3500 fanti spagnuoli, tedeschi e va lloni, 12.000 cavalli e molta artiglier ia; distese tali truppe dinanzi a Rocroi. facendo finta di voler prendere quella piazza; poi, vohosi improvvi~amcnte verso S. Q. vi pose l 'asscdio, attendendovi gìi ai uti inglesi che dovevano giungerg li da Calais . Quando i rrn nccsi si acco,·scro della mossa del duca di Savoia cercarono <li man<larc r inforzi al

Piantn della fort-ezz~, di $3int- Quentin

presidio, composto allora di due cp. di fanti con poche e vecchie art iglierie; l'ammir . <li Coligny si i,u rodusse Hclla pìaz7.a e ne assunse il comando. E1i1anuelc Fi libcno si impadronì del sobborgo d'lslc e vi pose un presidio spagnuolo: occupò il ponte di Rouvray e si dispose a bmerc i lati

Battaglia di Saint-Quenrin ( 1577) lnvestimento della piazza: O, ponte; D, c.1mpo di Egmontj P, campo di Eugenio; T, ln~lcsi; 1W1 passo guordaco sul fiume; A , artigl icrin francese; N, molino. Ilattagl in: S, Francesi in ritirata su La 17-C::re ; D1 loro posizione di resiste nza; F , urtig lic ria; f.\ 1mpcriali aWattacco S. Q. allò «:opo di fare cnlrare nella piazza il maggior numero di !ruppe e di viveri che poteva. Era suo imenio di evitare la l,a1taglia in ca mpo aperlO. Il 10 ago,10 la sui, avanguardia arrivò verso le 9 davanti a Gruchy. a portata di cannone dal campo spagnuolo. Nel vicino molino erano due insegne spagnuole che dcncro l'allarme e ritraccate d:1i Francesi si ritirarono. 11 coflc.:::stabile, fatte av::1111.are le art ig lierie, da ll':dtura ad oricmc del sobborgo ò' lsle fece sparare sul campo nemico. li duca di Savoia decise dì portarsi per il ponte di Rouvray alle sp.Lllc del nemico. mentre ,1 ~lon1morency fece a\'anzare sette barche che aveva recalo con sè e le lanciò nella palude <li Gosnar<l ca rican dolt, d i archibugie ri per avviarle nel la piazza: il Coligny contemporaneamente fece eseguire una sortita, ma senza risu liato. Le barche, troppo caricale, dapprima procedettero a s1cnto sui canali, poscia cnminciarono ad arenarsi e qualcuna a capovolger.i. Solo 200 archibugieri poterono entra re nella pinza. Le truppe del duca dì S(1voia, passato il ponte, si r icostituivano in ord inanza; le fanterie, precedute da otto grossi sqdr. di cavalleria wuo gli ordini del duca d"Eg111on1, si d iressero, attraverso i boschi, Yerso E.sSigll)' allo scopo d i ragliar la strada a i Fr.rnccsi. Qualche repano di cavalli francesi, inviati a sorvegliare b mossa dd dltca, venne sbaragliato. li conestabile alle ore 13 dette l'ordine di ritirata su la Fère, lormando la colonna con le fanrerie in testa, la cavalleria e le artiglierie III coda. I primi gruppi <li cavalieri nemici già attaccavano da ogn i banda la. colonna in marcia e b vecchia nobiltà francese, che al mattino era partita con la quasi cenezza della buona riuscita dell'azione, insiste,·a per battersi. Cominciò Giovanni


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d i Borbone, conte d 'Enghien, a far fronte agli Spagnuo li col suo sqdr. e fu imitato da altri ; suo fratello, il Condé, fermò i snoi fanti e si spiegò a mezwdì d i Essigny d iet ro la cavalle ria e l 'artiglieria che pnrc si erano arrestate. Jn quel momento nell a foresta, dov 'era il grosso spagn uolo, scop~i<\. un forte c bng~re di trombe e tutta l a marmagli_a (servi, d onne , vend1ton ambulanttj che seguiva la sped11.ione francese presa da panico si diede a fuga disperata attraverso le trl.1p pe , generando ovunque un grande d isord ine. Verso le 14, la cavalleria spagnuola, ragg iunta la colo nna, la circondava : il conte <l i Mansfeld sull a d r., il duca <li Savoia col conte di E g,nont ed Ernesto di Brunswick al centro , il conte di Scamborck .ed Enrico d i Brunswick sulla sr. Anche i Francesi presero la formazione di battaglia, rna non avevano ancora com pletat i i loro quad rat i allorchè il duca Emanuele Filiberto d iede l 'ord ine della carica generale. Erano circa u .ooo cavalli che si lanciarono con grand issimo impeto sulle truppe francesi, già in disord ine. Queste furono in gran parte t ravolte : la mischia d ivenne generale . Intanto sboccavano dalla foresta le fanterie e le artiglierie sp ag nuole, le quali, presa subito posizione, tirava no nelle masse e nei quadrati francesi, che

Bapaurnc (2-3 gennaio 1871) crasi ritirato presso Arras per rio rdinare le proprie forze . li 14 gennaio ritentava d i pre nder contatto con l 'avversario verso Amiens, q uando ad Albert gli g iunse notizia che l'armata d i P arigi s'accin geva a uno sforzo sup remo. Decise allora di concorrere, o perando sulle comunicazioni degli asse<lia nti a m inaccia della d irettr ice La Fére-Compiègne, ch'era una delle loro principali vie di r iforn imento, nel! 'intento d i richiamarvi parte delle forze d'assedio. Sparsa la falsa voce che avrebbe marciato su Amiens, si volse invece su S. Q. I Tedesch i cransi racco lti sulla sr. dell a Somme, d i cui d om inavano i passaggi; ma, alla not iz ia dell a mossa del Faidherbe, il gen . Goeben, comandante d el la 1• armata, richiamò tutte le forze d isponibili a<l est d i Am iens. E rano circa 32 .0 00 uomini (3 d ivis. d i fan teria, 1 di cavalleria, più varie bri-

gate ausiliarie e una riserva) che vennero a raccogliersi tra La Fèrc e Péronne e marciarono il 18 gennaio verso

te ntavano rio rdinarsi ; poi le fanterie

corsero all 'assalto. Ne nacque una carneficina cho si prolungò per LUtti i q uindici chi lometri che separava no Ess ign y da

La Fére

e

cessò con

l'oscurità del la sera. li d uca d i Nevers riuscì a raggiungere La Fére : il duca d'Enghicn e mo!tissimi nobili francesi caddero comba ttendo : il conestabile, ferito, restò prigioniero, come il maresc. d i Saint-André, il principe Ludov ico di Mantova, e altri

nobili, con 3000 soldati. Circa u. restarono uccisi. Nelle mani degli S pagnuoli caddero tutte le artig lierie e i bagagli. Il bou ino fu da F ilippo Il d i Svagna donato al duca, il quale mand ò le bandiere ad ornare la cattedrale d i N i7za, rinviò ai loro

300

10 .000

paesi _i solcf~1ti prigion i, lasciò ai no-

Battaglia di Saìnt-Quentin ( 187 1) . Neri i Tedeschi1 rigati i Francesi

bili facoltà d i r iscat to, raccogliendo così 300 .00 0 scud i, che in gr an parte d istribuì alle sue truppe ; q uanto alle armi, provvide a spedirle in P iemonte, dove poi le utilizzò per le milizie, quando le riorganizzò. Dopo la battag lia la Francia fu d ichiarata in pericolo; i F.rancesi apprestarono nuove armi e nuove truppe; il re Enrico richiamò gli eserciti che combattevano fuori della patria . l l duca di Savo ia strinse nuovamente d'assed io S. Q. ove erano r ientrati molti fuggiaschi della battaglia; per 17 g iorni ancora la piazza fu battuta con le artiglierie, e, fatta una larga breccia nelle mura, fu dato ] 'assalto, che riuscì; la guarnig ione rese() prig ion iera. A lla d ifesa della fortezza s, trovava anche l 'i ng. mii. italiano Jacopo Fusti. IT. Battaglia di Saint-Quentin (1871) . Appartiene al pe• riodu finale della guerra F ranco-german ica c rappresenta uno d ei tentativi d i diversione delle forze esterne a favore dell'armata francese assed iata i n P arigi. Il generale Faid herbe, comandante <lei gruppo cost itu ito dal XXII e XXIII corpo e d a due brigate autonome , dopo d i a.ver tentato vanamente di soccorrere Péronne, battuto dai T edeschi a

S. Q. formando un arco avvolgente dest inato a serrare i F rnncesi nel settore che recinge quella città d a N.-0. a S. -0 . Il F aidherbe aveva disposto i suoi (circa 40 .000 uo011ni) a O . e a S. d i S. Q. con le spalle all 'abitato, in una buona posiz ione , che, peraltro, prcstavasi all' aggiramento secvndo le inten7.io ni dell'avversario . Senonchi:, impegnat:/si l 'azione il 19, le azio ni avvolgenti dcll 'auaccante fal lirono · per d ifetto di coord inazione e si ridussero a due attacchi d 'al a cui i Francesi resistettero validamente mercè tempestivo impiego delle riserve. T uttavia , rincalzando il centro, i l Goeben pervenne a forzare la fronte avversaria; onde il XXII corpo francese, che copr iva il settore Sud, cominciò a flettere ripiegando verso i sobborghi, seguito dal XXIII che venne addossato al margine occidentale d i S . Q., ove si sostenne sino a quando non si pronunciò l'avvolgimento della sua ala merid ionale. A .s era i l frnrnrnisch iamemo organico <letc rrninato dalla convergenza delle un ità rese così critica la situazione dei F rancesi, che il Faidherbe dovè indursi a ord inare la ritirata su Dou ai e Valenciennes. I Tedeschi lanciarono la cavalleria all'insc-


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guimcnto e tentarono di spingersi su Cambrai il 20-2r gennaio; ma poi giudicarono preferibile ritir:1rsi sulla Somme. Queste giornate (che costarono ai Francesi circa 3000 caduti e oltre 9000 prigionieri; ai Tedeschi forse 2500 uomini) non valsero a modt.ficarc la situazione, già troppo com• promessa, della capitale, e le sorti della campagna. 111. Saint-Q11emin (guerra Mo11di.1/e). Nei d intorni della città si sono svolti molti avvenimenti bellici negli anni

compresi tra il 1914 ed il 1918: nessuno di essi, però, prende sicuramente nome da essa città. Battaglia di GuiscSait1t-Q11entin, dicono alcuni quella da noi descritta alla voce « Guisa •; intendendo più precisamente per bat tagli:1 di S . Q. gli avvenimenti d ell'ala sr. alleata; e per battaglia di Guisa, quelli dell'ala dr. OOemiva s11 S. Q. (del 12-17 aprile 1915) fu detta quella compiuta dalla 4• armata inglese (Rawlison), come operazione da inquadrar,i nel campo più vasto della battaglia dcli' ArtoÌJ (V.) del 1915 : consistette in un attacco diretto a nord dell a città, iniziatosi il 12 aprile e lentamente progredito sino al la sera del 17, in modo da oltrepassare a nord e ad ovest la città stessa, senza però poterla r ioccupare. L'opera:i;io11e si esaurl a questo punto, senza ulteriori progressi (V. anche Cambrai. Le Clitea11. Guisa, l'iccardia, Somme).

Saint Robert (Paolo Bal/ada d,). Ufficiale, scienziato, scrittore, n. e m. a Verzuolo (1815-1888). Luogoten. d'art iglieria nel r833, dal 1840 al 1848 insegnò balistica alla Scuola d 'applicazione d 'art. e genio; poi col grado di maggiore fu nominato segretario del • Congresso permanente d'artiglieri:1 ». Nel 1850 :issunse la direzione della Fabbrica delle pulveri in Torino e nel 1856 quella del Polverificio di Fossano, creato in base agli studi da lui fatti dopo lo scoppio ( r852) di quello di Torino. Lasciò da 1cn. colonnello (l 857) !"esercito, per dedicarsi agl i studi scientifici, particolarmente alla balistica e all"artiglieria . Per risolvere il problema della stabilità del proiettile sulla traie1Soint Robert P aolo toria, ne ideò uno a sezione elittica, cli forma lenticolare, con asse cur\'o, assumente nell'anima un movimento rotatorio. Su questo problema della traiettoria scrisse cinque pregevoli « Meruorie » . Fu decorato delb croce di cav. dcll'O. M. S. per i suoi studi. Pubblicò: « Studio sulla tra ie ttoria >l;

<< Nuovo

proietto e nuova arma d :1 fuoco ));

« Del moto dei proietti nei mezzi rcsi,tenti »; n Teorema

sulla similitudine delle traiettorie descriue dai proietti » ; < Della fabbricazione della polvere » .

Saint-Simon (Claudio, 111arc/1rse di). Generale francese ( , 743-1819). Partecipò alla guerra dei Sette Anni. Colon• nello nel 1771, marcsc. di campo nel 1780, comandò una c!ivis. nella guerra d'America . Nel t789 emigrò ndla Spag na ove divenne maresciallo di ca mpo nel r 793 e luogoten. generale e capitano generale della città di Castiglia nel 1796. Nel r8o8 difese Madrid contro i Francesi: preso prigioniero, fu condannate a morte <la un comiglio di g uerra. Napoleone però gli commutò la pena in quella del carcere. Alla restaura.Gioa c , i tornò nella Spagna. Saìnt- Symphorien. Villaggio della Vandea, dove, il 30 settembre 1793, avvenne un combanirnento fra un re--

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parto repubblicano agli ordini di Kléber e i Vandeani di Clonchamp e di d'Elbée, ammontanti a circa 40.000 u. con numerosa artiglieria. li generale repubblicano diede il segnale d'attacco e s'ingaggiò il combattimento. I rcpub• blicani si trovarono di fronte degli avversari ben decisi, e durarono grande fatica a non farsi schiacciare dagli enormi blocchi di piet re che i Vandeani rotolavano dalle alture sopra di loro, con la rabbia della disperazione. Dopo una lotta sanguinosa di due ore, Kléber venne avvertilo dcli 'avvicinarsi di r inforzi condotti dal gen . Canclaux, ed ordinò un assalto alla baionetta. I Vandeani scossi dall'impeto dcli 'attacco cominciarono a vacillare, e alcu11i colpi di cannone sparati dall'artiglieria di Canclaux, finirono per metterli in fuga .

Saint•Thomas. Borgata dell'impero indiano-britannico, nella presidenza di Madras, sulla costa di Coromandel. Nel 1672, i Francesi condotti da Caron, e assistiti d alla flotta dell 'ammir. Lahaye, tolsero la citt?i ai Portoghesi, i quali l'avevano fortificata dopo cl"averla tolta, 12 anni prima, agli Olandesi. Presa di Sai11t-Thoma1 (1674). Appartiene alle guerre coloniali per il possesso dell'India. li governo olandese riuscì a trarre dalla sua Abul Hassan, re di Golconda, ottenendo da lui l'invio di un corpo di truppe per assediare S. 1'. per terra, mentre gli Olandesi l'avrebbero attaccata per mare. Sul principio del 1674 Jc forze combinate comparvero davanti a S. T. dove era una guarnigione francese di 600 u ., comandati da Francesco Martin, il quale due anni prima aveva condotto la spediz ione. L 'energica difesa <ki Francesi fece conoscere agli Olandesi l'inutilità del loro bombardamento dal mar<:, e li decise a sbarcare un corpo di truppe per rafforzare l'esercito di Golconda. Così riuscirono a stringere da vicino la guarnigione, finchè i Francesi, per esaurimento dei viveri, furono costretti ad arrcn• clcrsi, ottenendo gli onori di guerra: Francesco Martin marciò con i suoi u. verso il nord e fondò Pondichéry.

Sa int-Venant. Comune della Francia, nel clip. del Pasde-Calais, sulla Lys. Venne fortificato nel secolo )(VI. Nel 1645 fu preso dai Fra ncesi comandati dal Gassion. I. Assedio di Sai11t-Ve11a11t (1657). Fu posto dai Francesi agli ord ini del Turenne, il 17 agosto. Gli assedianti sormontarono l 'ostacolo del fossato colmandolo in pane, e at• taccarono le opere. Preso il cammino coperto, vi furono piazzale artiglierie il 27, e lo stesso giorno la guarnigione spagnuola si arrese, senza che il Condé, militante con gli 5pagnuoli, riuscisse a soccorrerla. Il. Assedio di S11i11t-Vena11t (1710). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna e fu pasto dal principe di Nassou il 6 settembre. La piccoki città era m unita d i una cinta esagona bastionata pressochè regolare, non rivestita di muro, ma circondata da un largo e profondo fosso con acqua, e da una strada coperta tenagliata . Il terreno era inondato, eccetto un tralto verso sud-o,·cst; ma quivi la cinta era raffor-..:ata da una contro6>uardia e <la due mez7.cl unc dina,w i alle cortine attigue, per le quali passavano le strade di Robccq e di Busnes. Il presidio francese era di 7 bgl. con numerosi artiglieri: in tutto circa 3000 uom ini, sotto gli ord ini del brigadiere dc Selve, tiuivi lasciato dal Villars. Il principe di Nassau decise di dare principio subito ai lavori per lo scolo delle acque, sviandole per mezzo di dighe; per collegare le due parti del corpo d"asscdio, separate dalla Lys, il principe fece gettare due ponti. I lavori durarono fino al 16 settembre, nel qual


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giorno furono d ate le d isposi2.ioni per l 'apertura delle tri_ncee. Come fronte <l'attacco venne scelto il lato sud-occidentale della fortezza; <lovevansi attaccare simultaneamente, se possibile, i due saglienti della strada coperta e la cont roguar<lia ad est d i quelli. Nella notte d al 16 al 17, 2000

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Fortificazioni di Saint-Vcnant (secolo XV!I)

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lavoratori protetti da 4 bgl. costruirono un approccio a zappa volante a roo passi d al piede dd lo spalto; nelle due notti seguenti fu fatta la prima parallela, cui segul l 'erezione d i una batteria cli sei cannoni, la quale aperse il fuoco all'alba del 2 0 contro la mezzaluna e ne ridusse al silenzio i cinque cannoni . Nella notte dipoi l 'assedian te costruì un 'altra batteria di cinque cannoni col fuoco dei quali protesse il proseguime nto dell 'ala d1~. della parallela. I d ifensori tentarono una sortita nella not te d al 22 al 23 serrembre con jOO llOmini, ma furono ricacciati con gravi perdite . Il 23 settembre tutti e tre i saglienti d ella fronte d ';macco er ano cinti e la strada coperta battuta <l' infilata. E retta una terza batteria d i cinque cannoni, con un fuoco viviss imo venne soverchiate, quello della d ifesa, e nella notte 25•26 settembre gli assed ianti scesero al fosso dinanzi al saglicnte a sin istra, lo ponteggia rono e presero piede sul margi_nc opposto. Quest i progressi furono cruenti : più d i 500 uomin i furono uccisi o feriti negli otto giorni dopo terminata la p rima parallela . Insofferente d 'indugio, il principe decise l'assalto simultaneo del saglieotc centrale e della controguardia a d r. per il 28 settembre. Sull 'imbn1• nire, due stuoli di 150, granatieri e 300 fucilieri ciascuno, seguiti d a truppe di sostegno, si lanciarono contro le due opere e le conquistarono. Il 29, men tre il Nassau preparava un nuovo atto offensivo, r icevette <lai comandante della fortezza la proposta di resa, e la concesse a o norevoli cond izioni.

loro a battaglia iniziata, con 2 divis. nella regione d i lsmid t, tre C. <l'A. sulla riva oriemalc della S., una divis. di fronte ad Afiun. I Greci d ispongono d i 264 cannoni, i T urchi d i 160; i prim i sono comandati <lai gen . Papulas, i secondi da Mustafà Kemal. Quest'ultimo aveva fortificato le sue posizioni, con le quali sbarrava la via per Ankara. Il i4 agosto i Greci iniziano I·avanzata su tutta la fronte, d iretti ai S. che varcano oltre le posizioni della dr . turca fra il 16 e il 23, volgendo verso s~1d. Il 24 entrano a co ntatto col nemico, e per sette giorni si svolse una serie di accaniti combattimenti. L'eserc ito greco, dopo i' passaggio della S., ven 11e ad urtare contro una formi<labile linea difensiva, preparata dai T urch i d av anti al suo affluente Gueu k-Katrangi, e malgrado tutti gli sforzi non riuscirono a superarla. Kcmal pascià manovrò puntando sulla dr. dei Greci. Il 30 agosto le operazioni subirono una sosta. L 'esercito greco, la cui linea d'approvvigionamento misurava ormai 120 Km . ed era insufficiente, pativa la fam,: e la sete. li 10 settembre il comando turco sferrò con 1 5 .000 u . un attacco contro il Ili C . <l 'A. greco, che riuscì d ecisivo. Tutto l'esercito g reco r ipassò la S. ri tornando alle posizioni d i partenza, lasciando nelle mani dei Turchi il mater iale di sette ponti gettati sul fiume, e cannoni e materiali.

Sakharov (Vilto,·io). Generale russo (1848-1905). Sottot. dei granatieri nel 1866, partecipò all a guerra del 1877-78 contro la T urch ia . Colonnello nel 1880, generale nel 1890, fu nel 1897 capo d ello S. M. generale dell 'esercito e nel 1904 m inistro del .a guerra. Un anno dopo, . lasciato il m in istero ed inviato a Saratov per repnmere tum ulti agrari, vi rimase ucciso .

Sakharov Vladimiro . Generale russo, n. nel 1853. Sotto!. dei granatieri della gua rdia nel 1871, partecipò alla guerra Russo-turca ciel 1877•78. Colonnello nel 1884, fu direttore dell a scuola di cavalleri a ; magg. generale nel 1898, poi tcn. generale, ebbe il coman<lo del I C. d'A. della Siberia; nel 1904 venne scelto quale capo dello S. M . gen. dell'esercito combatten te con tro il Giappone .

Sala d'armi. t così chiamato qualunque locale ove siano deposte delle armi, sia temporaneamente, per ritirarle negli usi gionalieri o periodici; sia permanentemente, per usi eventuali ed eccezionali , Possono essere i n nn1sei

Sakaria (ant. Sangario) . Fiume dell'Asia Minore, tributar io del Mar Nero . I. Hattaglia sul Sangario (88 a. C.). Appartiene alla prima guerra mitridatica e iu combattuta e vinta dalle truppe <l i Mitridate VI Eupatorc, re del Ponto. contro il comandante romano Mario Aquilio, il quale dovette ritirarsi a Pergamo. D i Il Aquil io fuggì a Mitilene, i di cui abitanti lo consegnarono al g ran re . Mitridate, dopo avergli fatto subìre ogni maniera di obbrobrio, lo uccise facendogli versare in bocca dell'oro fuso. Il. Battaglia della Sa!(at·ia (1921). Appartiene alla guerra in Anatolia fra Greci e T urchi. I prim i decisero di m arciare su Ankara, e a tale scopo radunarono circa 100 .00 0 uomini schierandoli a Eski Cheh ir (I e 111 corpo), a Seidi Ghazi (II corpo) e ad Afiun Karahissar (una divis.). I Turchi disposero i loro 70.000 u., di cui una parte giunse

Sala d'armi


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pu bblici 0 privati, e in ca,c particolari. Nei tempi passati esisteva sempre nelle case d ei sig nori feudali, o dei fort i, o di navi da g ucua.

nello nel r9 r7, comandò nella g uerra comro l ' Austr ia il gen io del XXIV C. <l'A. [n P. A . S . nel 1920, fu p romosso generale di b rigata nella riserva nel 1908.

Sala convegno . t luogo dove i militari con vengono, durante le ore libere, per riu nirsi e ricrearsi . Ve ne sono pressochè in tutte le caser me, per gli ufficial i, per i sottufficiali e per la trnppa. Per le due prime ca tegorie pii, comunemente prendo no il nome d i circolo ufficiali e circolo sottufficia li. 1n queste S. o circoli le p redette categorie, separatamente, trovano biblioteche, giorna 1i, g iuochi, servizio d i mensa e d i buffet e quant'altro può esse u tile a confo1tare lo spirito ,xl il corpo d i chi vive la sua giornata Cra 1e mura d ella caserma. La S. C . d ei caporali e soldati è organizzata con m aggiore semplicità dove ndo cor- • r ispondere a bisogni p iù modesti: ma /: tale da accogliere ospitalmente la moltitudine dei m ilitar i che - specialmente nelle lungh e sera te invernali vi affl uiscono. Vi si trovano lib ri e giornali ·a datti alla mente d i quei kt1.ori, iconografie e qu adri d id attici, o ltre naturalmente a molti e vari g iuochi. fn certi reggimenti si è riusciti a po rtarvi cincn1atografi e teatro, tenendovisi conferenze j::,truttivc, preferibi ln1cnte s u argomenti di agricoltura, con evi<.lcnte diletto d ella truppa e conseguendo scopi altamente morali e benefici . Nelle S. degli ufficiali e dei sottufficiali, , i

S"la Olivo. Generale, n . a Borea, m. a Trieste (18701930). Sotto t. degli alpini nel 1892, raggiunse il grado d i colonnello nel 1917; nella g ue rra contro !"Austria comandò il 24° fanteria e poi il 4° gruppo alpini . Meritò lit med . d i bronzo per le azioni alla testa di ponte d i Vidor e quella d'argen to nell 'arg inare ! "avanzata nemica sull'Asolone. ln P. /1. S . nel 1920, venne pro1n osso generale d i brigata in A . R. Q. nel 1929.

Salà (Alessandro Antotiio). Generale, n. a T orino nel r834. Sottot. del genio nel 1855, p artecipò alla campagn~ del 1859 e meritò la menzione o norevole. Colonnello nel 1877, fu dire ttore del genio a F irenze e poi a Venezia. Magg. generale comandante territoriale d el genio a Piacen za nel 1885 e poi comandante d el presidio m ii. d e La Spezia, andò in ip. A . nel 1890. Trasferito nella riserva :id 1892, vi fu promosso ten. generale nel 1895. Salade (Celata). « Bataillons de la salade », sotto il regno d i Lu ig i Xl V, in Francia, furono chiamat i alcuni vecch i corpi d i truppe che avevano conservato l 'uso d ella celata.

tengono generalmente le riu nioni per le couforcnzc e per le istruzioni collettive d el le due categor ie. Per sopperi re alle spese d i arredo e d i manutenzione, ufficiali e sottufficia li versano un a p iccola q uota mensile, per ciascuno proporzionata all 'assegno goduto.

Sala di disciplina. P unizione per i sottu/Ticiali, in uso nell'esercito italiano: p uò essere inAitta da ufliciali e c!al maresciallo d i picc hetto nella caserma, per ma ncan ze com.uni e recidive leggere . Il sottufficiale pu nito con la S. d i disciplina semplice viene l'inchiuso in apposita stan1.a nelle ore non d i servizio; p uò fumare·, leggere e scrivere; per la n otte ha a sua disposizione il prnprio letto e fruisce d el v itto ord inario. In marcia sta al p roprio posto d i colo nna ; però, g iunto alla t appa, si presenta all ' ufficiale d i guard ia per entrare nel sito d est inato a S. d i disciplina. La durata. di q uesta pun izione viene fissata d al comandante dd corpo, o d al superiore a lt;i, c he !"abbia inAitta . All'ora di ent rata all a sala il sotrufficiale pun ito si d eve presentare all 'ufliciak d i picchetto per essere fatto entrare . L a S . di d isciplina di r igore va dai 5 a i 15 g iorni: in tal caso il sottufficiale non può fumare , nè leggere, n i: scrivere, nè conw nicare con altri : gli viene concessa n1ezz'ora d i uscita per p rendere aria . La punizione è inAitta per

n1ancanze gravi e rcci<live. Sala (A .) . Scrittore m ilita re -dd secolo XVII. Si hannn di )ui: (~ ll sergente maggiore>>; e << La prattica in teorica d el soldato instruito per te rra e 111 mare » .

S"I~ G'iova1111i Tonmw.so. Genera le, m . ocl 1796. Ufficiale di fanteria , fu nomioato governatore d i Casrel Sardo nel 1785 ed in tuie q ualità venne promosso colonnello nel 1792 e brigadiere <li fanteria nel 1796.

Sa!" Carlo . Generale, n. ad Incisa Bclbo nel 1862.. Sottot. d.i fanteria nel 1882, partecipò alla campagna Eritrea del 1887. Colonnello nel 1915, comandò i l 'y' fante ria col q uale entrò in guerra cont ro l'Austria. In P . A. nel 1915 , venne promosso generale d i br igata nella riserva nel 1926. Sala Ernesto . Generale, n . nel 1863. Sottot. d el ge;1io nel 1888, si segnalò durante il terre mo to siculo-calabro d el r908 e mer irò la med. d i b ronzo d i benemerenza . Colon-

Sala Carlo

Saladino Q jovanni

Saladino (Giovanni). Generale, n . e m . a Napoli (1848r925) . . Sottot. d'art. nel 1868, raggiunse i l g ra<lo d i colonn ello nel 1901. Fu -direttore d'art. a Napoli , nel 1902 ebbe il comando del 12° art. e nel . 1904 fu numiuato direttore d ella fabbrica d 'arm i d i Terni. Magg. generale comandante dell'art. da cost a e da forrezza a Torino nel 1905, passò nell"anno seguente a l comando d "art . da campagna di Napoli e in occasione del terremoto sirnlo-calabro del 1908 meritò la med . d 'argento di benemeren za . Nel 1910 fu collocato in l'. A. e nel 19r3 promosso ten . generale nella riserva. Saladino (Su/1a11.;,). V. Aiubiti.

Salahieh. Città ~ld l 'Egitto presso il ramo Pelusiaco d el Nilo .

Combattim ento di Salahie/1 (1728). A ppartiene alla $pedizione dd Buonapa rte in E g itto . !I 7 agosto 1798 t re div is. agli ordini dei gen . Bon, Reyn ier e Menou parti rono dal Cairo pc:- ragg iungere Ibrah im bey e cacciarlo dall"Egitto, riunend osi per via. all 'avang uardia d i Ledere. Ibrahim si cr3 d iretto verso S ., da <love, all 'arrivo dei Francesi, il g iorno r r , cercò dj fuggire. Il Buonapa rte, quantunque con foo.e molro inferiori , messosi alla testa della sua ava nguar<..lia, l'inseguì nd ckscrto, c. raggiunto1u fece caricare dai suoi pochi cavalieri .i Mammalucch i di Ibrahi m. l F rancesi fu-


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rono avviluppati e la lotta d ivenne gcner3 le , combattcndo,i da arnbo le parti accanitame nte. Jnfine, sopraggiunto il grosso francese, l'azione fu decisa rapidamente; le trup pe di Ibrahim furono costrette a r irirarsi abbandonando d ue pezzi d'artig lieria e i bagagli. Ibrahi m riuscì a salvar si riparando verso li"'Siria.

Salamanca. C ittà della Spagna, capol. d i provincia, nel la Vecchia Castigl ia, su[ Tormes . 1. Presa di Salamanca (giugno 1812). Appartiene alle guerre dell'Impe ro francese nella pc1tisola iber ica. li gen. Welling lon, con un esercito anglo-pc•t toghcse d i 30 . 000 u . ..van,iò in primavera contro le forze iraocesi del marcsc. Marmonr, il quale, d isponendo d i forze inferiori (22 .000 u.) giudicò prudente di sgom brare la città, lasciando niccoli presidi nei tre conventi d i S. Gaetano, S. Vince~zo e La .Mcrce<i - che, organizzati a difesa, si prestavano a battere efficacemente il ponte sul Tormcs - mentre raccoglieva il grosso delle forze d isponibili pe r un eventuale intervento manovrato nei pressi del fiume . Giunto il 17 g iugno a S ., che occupò, Wellington investì i tre ridotti e tentò di prenderli di. viva forza . Nel vano attacco a uno di essi cadde ucciso il gen. i11glese Bowes : gli a ttacchi furono tutti respinti. A corto di munizioni, dovette allora de~istere dall 'az ionc , che riprese con n1agg ior lena i g iorni 26 e 27 dopo giunto il rifornimento . Ape rte le breccie per mezzo delle artiglierie, e appiccato il fuoco con proietti incendiari al ridotto di S. Vincenzo, questo cap itolava i l 28 giugno . Gli altri d ue si arresero al momento dell 'assalto decisivo. Padrone d i q uelle opere, che furono subito smantellate e disarmate, \Ve llington ebbe libero passo sul Tor-

mes e p roseguì l'avanzata; i l Marnìont aveva ripiegato

,u Ila linea del Ducro.

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Il. Battaglia di Salamanw , detta anche delle Arapili (lu glio 1 8 12). Dopo gli avvenimenti sopra n arrati, il maresc. M;umont, avendo ricevuti rinforzi e d isponendo di 4 2.000 u ., annzò su S., con lo scopo d i raggiungere la strada ver so Ciudad Rodrigo, sulla propria sr. , e tagliar fuori Wellington dalle sue linee di comunicazione. Verso le 8 del mattino, la d ivis . francese Honnet occupa la cresta meri<l ionale delle alture delte Arapili , cacciandone una brigata portoghese, e vi piaaa alcuni cannoni. Gli Inglesi (46.000 u . agli ordini del We ll ington) a loro volta occupa no la cresta opposta delle medesime alture e fanno affluire forze contro lo schieramento francese . Verso le '4 Marmont, ap poggiando la prop ria sr. verso Mira nd a, è in

linea con tutte le .sue forze, c1uando Wellington decide di muovere all 'attacco. li gen. Pack muove contro la dr. francese, le d ìvis. 4a., 5a., 6a e 7a si incolonnano al centro; sulla dr. opera la 3~ divis. con d ue brigate di cava!lcrta, e inoltre una brigata porloghese e una spagnuola. Queste truppe d ebbono soverch iare e aggirare la sr. avversaria. l! movimento riesce pienamente . L 'ala a ttaccata viene dopo breve resistenza sbaragliata e volta in fuga: reparti <li cavalleria che tentano d i ristabilire la situazione sono assaliti e t ravohi dalla cavalle ria inglese. Con breve distacco di tempo, le altre d ivis. del \ Vellington m arciano all 'attacco della dr. e del cculro nemico. Questo cede, ma, fortunatamente per il 1\farmont, la sua dr. respinge l'attacco de! gen. P~ck. Può così il marcsc. francese appoggiare con le proprie truppe verso la propria dr. e schierarsi fra le abbandonate posizioni e la strada di Alba de T ormes. Rimasco ferito, verso sera, il 1n arcscia1lo, assume il co-

mando <lellc truppe il gen . Clausel, che, favorito dal I'oscurità e dalla stanchezza dell 'avvcrsario, può r itirarsi verso i l Douro.

Battaglia di Salamanca (r8t 2) Bianchi gli Inglesi; bianco-oeri i Francesi. A, 4 3 e 5~ divisione inglese; lJ, 3:i. divisione; C 1 truppe s pagnuole; D, brigata inglese; E, divisione Pack, respinta; G, 6a e 7°' divisione

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Le perdite dei Francesi ammontarono a 5000 u. fra mor t i e feriti; inolt re essi lasciarono 7000 u., fra i q uali i generali Fcrcy, Desgraviers e Thornièrcs, e II cannoni nelle mani dei vincitori. Questi ultimi ebbero 7w morti, fra i quali il generale Marcband, 4270 feriti, 256 d ispersi. N ella battaglia si d istinsero i rcgg . cacciatori 2 60 e 28°, il regg. 31° leggero e il 120° d i linea, composti di Italiani. I due ul timi tennero fino all ' ultimo la posizione delle Arapil i, respingendo reiterati attacchi del .nemico. Ili. Presa di Salamanca. Con la ripresa offensiva dell' autunno, che r iconduceva i Francesi a nuove occupazioni nella pen isola iberica, l'avvenuta g iunzione delle tre armate del Sud, del Centro e di Portogallo, obbl igava gli Anglo-Portoghesi a ripiegare dietro il Tormes: circa 80.000 uomini agli ordini del re Giuseppe s'apprestava no a dare battag lia per soverchiare gli avversari, che sommavano insieme a meno di 60 . 000 uomini; il 14 novembre S. era occupata dai Francesi e le tre annate si accingevano a una grand iosa 111anovra per costringere il nemico a battagl ia, cercan do cli . tagliarlo dal le comun icazioni con la frontiera portoghese e stringerlo contro il fiume . Ma la lentezza dei mov imenti iniziali e un violentissimo uragano scoppiato nel pomeriggio paralizzarono la manovra, onde fu possibile al w·ellington effettuate la r it irata con un movimento cli fianco che condusse le sue colonne a sfilare sotto S . a tiro cli .cannone. La notte favorì il rischioso movimento e g li Anglo-Portoghesi poterono sottrarsi senza, danno . Un distaccamento d i cavalleria con artiglieria e truppe leggere fu lanciato all'inseguimento e riuscì a catturare buon numero di prigionieri e vario carreggio; ma l'occasione favorevole per annientare la rcsisten.z.a avversaria era mancata ancora un.a volta.

Salamano (Alessandro) . Medaglia d 'oro, n . a T orino nel 1892. Ragioniere cd ascritto alla Sanità m ii. , d opo :Jcuni mesi di fronte, frcqueutato un corso allievi ulnciali , divenne uffic iale d i fanteria , prendendo parte onorevolmente a parecch ie azioni col l54° fanteria. Nel 1918; invi;ito al deposito del 68° fanteria come istruttore, ebbe modo di guadagnare la mecl. d'oro al valor militare, per ·; lo slancio cl i abnegazione col quale espose la propria vita , suoi soldati. per salvare G ravemente mutilato, dopo la g uerra d ivenne presidente <lei Comitaw Medaglie d 'Oro di T orino . La motivazione della medaglia cl 'oro ciel tenente Salam ano è la segue1He : « Duran te un 'istru.lione <.l i lancio cli bombe a mano, con

animo

ard imentoso

ed

SaJamano Alessandro

esemplare sprezzo d d per irnlo, blanciavasi a raccogliere una bomba accesa, caduta accidentalmente in mezzo ai suoi soldati. Ferito gravemente al petto dallo scoppio della bomba raccolta, malgrado il dolore che gl i straziava le carni, calmo e sereno, modestamente affermava cli non aver compiuto che il suo dovere. Av uta certezza che nessun soldato era rirnasto fedco, escla'Ilava : - Sono contento! ». (Cantù, 25 giugno 1918).

Salamina. Isoletta dell 'A ttica, davanti alla costa ateniese, detta ora anche d i Koluri. Il giorno u ottobre 1916 la flotta francese vi prese possesso della flotta greca, com-

732 posta di 25 un ità, in seguiw all' « ultimatum » dell"ammir. Danigc, a nome dell'Intesa, col quale si esigeva la consegna della flotta, nonchC:·. d ei forti dell' isola cli S. e ciel Pireo. Gli equipaggi greci abbandonarono le navi e si ritirarono ad Atene. liattaglia di Sala.miua (20 settembre 480 a . C.). Appartiene alla terza spedizione dei Persiani contro la Grecia. I Greci, subito dopo lo scontro d i Artemisia, hanno raccolto le loro navi nel golfo cl i S . sotto il oavarca 3teniese Temistocle e lo spar tano Euribiacle, soldato ignaro delle

Battaglia di Salamina (480 a. C .)

cose n autiche. Scorati e d iscordi i capi -clell 'armata greca volevano ritirarsi da S. , ma Temistocle si oppose con ogni sua possa. 378 t riremi greche (di cui ro clcll'Ambracia e Leucacle, una della città ital iota di Crotone, alcune delle Cidad i, 200 degli Ateniesi, d i cui 20 m ontate da Calciclesi, altre poi degli Eginesi, dei Megaresi e d ei Peleponncsi, con 70 .00 0 uomini, compresi gli opliti cli Aristide lasciat i in d ifesa della spiaggia, stavano di fronte a 800 navi d a guerra schierate dai Persiani, con 150.000 soldati, che ch iudevano completamente lo stretto . Dal corpo principa le dell'annata persiana furono staccare 2 00 navi, pcrchè girando a l sud d i S. chiudessero il lato occidentale dello stretto presso Mcgara e si stendessero fino ad Eleusi. Serse, d isceso sulla spiaggia, volle assistere al combattimento seduto in argenteo trono sul monte Eg~leo. L'ala sr. dei Persiani era formata dalla d ivis. fenicia; il centro dalle divis . d i Megabate e dello stesso grande ammiraglio Achemene, coi contingelfti di Cipro, della Cilicia, della Licia, della Panfilia e dell'Egitto; l'ala d r., formata dalla squadr a ionico-caria e comandata da Ariabignc, chiudeva lo _sbocco orientale dello stre tto, stendendosi fino al Pireo. Quanto alla flotta Greca, Temistocle era all'ala sr. con la squadra attica cd Euribiacle all 'ala dr . con le clivis . di Sparta, Megara, Corinto e,I Egina. I Persiani avanzarono con grande irhpeto cont ro i Greci, i quali poggiarono su S. vogando ali 'ind ietro cori le prue r ivolte al nemico c sempre in ordine : poi mossero lentamente, prima gli ALeniesì e gli Eginesi. S'_ingaggiarono alcun i isolati combattimenti sulle due ali : parecchi audaci capitani greci, tra i quali Euribiacle, aprirono l'azione, traendo gli altri dietro cli loro; e cosl la battag lia, impegnatasi su tutta la linea, d ive ntò generale. Presto apparve la superiorità dei Greci : poich/; i Persiani, fidando nel numero, non avevano un concetto tattico e si erano malamente ordinati su tre file, ordinanza cattiva sempre, pessima i n luogo ristretto; ed invece i Greci si tenevano raggruppa ti a piccole squadre, appoggiandosi a vicenda . Oltre a ciò molte navi persiane


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erano più grandi ed avevano molta più gente a bordo d, quelle g reche, le quali, agili e rapide, miravano specialmente ad investire coi rostr, le navi nemiche e colarle a picco, oppure a spczLare loro i remi. La battaglia durò molte ore. Ma in questo mentre Temistocle, ani ma d i qllclla p ugna, decideva la g iornata ajl'ala sr. Innanzi tutto

egli riuscì a fendere la linea ncn1ica, di cui i duci parte

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con navi di pi,, g rossa mole, che trovavansi in questa battaglia . ln seguito a questa vittoria Demet rio cinse Salamina d ' as.;cdio e la prese, mostrando quivi per ]a p rima volta la sua valentia nella guerra <! "assed io con l 'ènventare nuove ed efficaci macch ine espugnatrici, che gli valsero i l soprannome d i Poliorcete.

ripararono sulla\spiaggia attica, parte d ietro il centro per-. s iano. Quind i riunite le sue navi ateniesi, formò irnme-

d iatamence una nuova linea di fronte, e, collocandosi a traverso lo stretto, gettandosi sul fianco d el ccrltro persiano, lasciaro scoperto, lo p remette nello stretto, pericoloso a cagione d el grand e n umero delle navi. Ne derivò lo sbaraglio dd .centro persiano, di cui le navi, inseguite i11ccssanten1entc dagli Ateniesi, andarono a urtare c.:ontro

gli Egincsi. Ateniesi cd Eginesi aftora, uniti insieme, attaccarono la divis . ionico-ca ria , e dopo aspra lotta la posern in f uga, mentre aveva perduto in J\riabig ne il suo capo,

caduto estinto nell'arrembaggio di una d elle due t riremi ateniesi . Sul far della sera uoa splendida luna 'agevolò '1i Greci l'i nseguimentn e illuminò i l mare d , S. coperto di rottami, d i carcasse e di cadaveri . I Persiani in questa battaglia perdettero 50.000 uomini e :200 navi; ai Greci la vittoria costò 40 navi interamente pcr<lute e parecchie danneggiate . Aristide poi, con le sue truppe attiche, completò la v ittoria navale col! 'uccidere 400 nobili persiani rimasti di g uardia sull'isoletta Psitta!ia. La Grecia fu salva, e Serse , umil iato e scoraggiato, lasciò Mardonio in Grecia con 26o.ooo uomini e se ne tornò in Asia.

Salamina di Cipro. Ant. città sulla costa scttcinrionale dell'isola. Venne presa da Traiano e d evastata. Andò dt• strutta nel VII secolo per opera degli Arabi.

Presa di Salapia (2to). Appartiene alla seconda guerra Pun ica. Annibale vi aveva lasciato 500 Nurni<li cli guarnigione, ed essi vi furnno assediati dal console Marcello, il quale r iuscì a pe netrare nell'interno, facendosi aprire una porta da clue abitant i. I Numidi si difesero fino al l'estremo, ve nendo quasi · tutti 1na.ssacrati.

Salaria. Una delle più antiche strade maestre d'Italia , che , uscendo <la Roma a Porta Salaria, su per la valle del Tevere, conduceva a Rieti, di dove proseguiva per l'Appennino al Piceno e quindi alla spiaggia dell'Ad riatico. Le venne il nome dal trasporto del sale ebe per essa facevano i Sabini nell'interno del loro te rritorio. Salariati milìtari, Denominazione data ag li operai che prestano servi tio negli stabilimenti m ii. e a quelli addeui a lavori d el genio mii. Il loro numero varia a seconda delle opere che occorrono (lavoro negli stabilimenti mili• tari, fortificazioni, caserme, edifici, strade). Negli stabilimenti si assumono operai specializzati, ad es. nella p roduzione dei modelli d i vestiario ed equipaggiamento, nella

' 1. Battaglia navale di St1lami11a (499 a. C.). Appaniene a lla sollevazione dei Greci asiat ici contro il re d i Persia, Dario I d" lstaspe, e fu combattuta e vinta dalla flotta inn ica, unita a 20 navi di Atene e 5 d i Eretria, contro la flotta fenicia, che e ra a disposizione dei Persiani.

preparazione dei viveri a secco, ncll'isl'Ìluto ch im ico~farn1a~ ceutico mil itare; nei collegi, scuole, accademicl nell'istituto

II. Battaglia di Salamina (499 a. C.). ApparLiene a lla stessa sollevazione d ei Greci, e fu combllttuta e vinta dall 'esercito persiano, comanda:o dal generale Artibio, contro le eruppe di Cipro. Artibio- rimase ucciso sul campo.

r.arch ia assim ilata a quella militare, e fra di loro corrQno

Ill. I/attaglia di Salamina (449 a. C.). lb l'ultimo fatto d 'arme della guerra offensiva elci Greci contro i Persiani. La flo tta persiana, composta d i navi fenicie e cilicie venne interamente sconfitta dall a flotta a teniese, comandata da Anassicrate. Subito dopo una secOn da vittoria veniva ri.

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Salapia. Anr. città delle P uglie. Annibale vi pose il .suo quartiere generale nel 214, rafforzandone le n1ura. Nell'89 a. C. , durante la guerra Sociale, andò distrutta pc, opera del pretnre Cosconio.

portata dagli Ateniesi sull'esercito d i terra e fra le due potenze si concluse il trattato detto della pace di Cirnone. IV . ·/Jtlltagiia e assedio di Salamina (306 a. C.). Appartengono all'età dei Diadnchi . La prima fu combattuta da Demetrio, figlio di Antigono, cnn n8 navi contro Tolnrneo d' Egitto, che disponeva di 140 navi e pi,ù d i 200 grandi barche, su lle quali aveva imbarcato 12.000 soldati. Le due a rmate erano ancora d istanti mezzo miglio, quando Demet rio alzò sull 'albero il segnale dell'attacco . Le navi d i Tolomeo prevalsero da un lato; quelle di Demetrio dall'altro, ma la flotta egiziana infine si sbandò dandosi alla fuga e rifugiandosi a Ciz,o. Caddero in mano di Dernetr,o

quaranta nay i da guerra e un centinaio <li barche con 8000 uomini, So navi sfasciate furono calate a picco o incagliate a terra . Demetrio perdette 20 nav i. Quanto alla tattica, si ebbe al pri ncipio un nembo di f~eccic, poi i l cozzo di nave con nave, e infine l 'arrembaggio. Nè ·si poteva fare .altro con le quadriremi, con le quin.queremi e

geografico mii. <li Firenze, ecc., si ba personale salariato, co11 trattamento economico p rcssochè eguale a quello del! 'industria p rivata. I S. M . sono soggetti alla disciplina ed alla g iurisdizione mii. in tempo di pace, hanno una gcrelazioni discipl inari consimili a quelle delle forze armate. Appanengono alla categoria dei S. M. ne, r ig uardi delle condizioni di mercede e deHe relazion i d isciplinari, anche gli operai assunti dalle imprese dipendenti d al genio mii. per lavnri di fortificazioni confinarie e strade d i carattere srrategìco: Però in questi casi il personale deve essere indi.~

vidualmente conosciuto dagli impresari, nonchè daglt ufficiali designati a d irigere i lavori. In tempo di guerra i S. 1\r/_ nonchè tutte )e persone che ban no atlincnza con essi, o ·che sono tenuti a prestazinni d'opera od anche a somministrazioni a .van taggio delle forze annate d ello. Stato, od a vantaggio degli imprenditori di lavori, restano soggetti al la g iurisd izione m ii. ed alle pene e disposiLiooi d el Codice Penale Militare.

Salaris (Emilio) . Scrittore mii. , n . a N izza Marittima nel 1871. Fu ufficiale d i complemento; nel 1897 seguì le operazioni della guerra · Greco-turca . Conoscitore d i varie lingue, -p uhblicista, diresse la rassegna « Il bibliofilo militare » cnllaborò, tra l 'altro, ali '« lllusuazione militare" cd alla « R ivista della Cavalleria ». Fra le spe pubblica·iioni sono: « Brevi considerazio ni su alcune istruzioni <lel# l ' arma di cavalleria e sulle confcrçnz~ ,; ; « Sul combattimento della cavalleriac »;. « Sulla l'erma della cavalleria »; « Sul p ro!Jlema org'anico della cavalleria " ;· « Consi<lerazio'ni sull'educazione nnionalc »; « Il . servizio telegrafico .n ella cavalleria »; (< I pontieri » ; _« 11 tiro a segl)o nazion·alc >';

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,, Sul combattimento a p iedi della cavalleria »; « Sul passaggio a nuoto dei corsi d 'acq ua per parte della c.1vallcria »; « I lancieri d'Aosta»; « L'ingegnere militare Francesco Dc Marchi ». Sa/11ris Ignazio . Medaglia d'oro, 11. a Bortigali, ca<l ulo in Cadore ( 1892-1916). Di p rofessione insegnante, iniziò la guerra con l'Austria, quale sottot. di complcmenlo nel 45° fanteria . In un 'azione sul monte Lagazuoi rimase ferito e guadag nò una med. d'argento. Promosso tenente e passato nel ruolo degli ufficiali effettivi, cadde eroicamente venendo il suo valore premiato con la medaglia d'oro, cosl motivata: " Costante, fulgido esempio d i eccezionale coraggio, di ~alma e d i pruden1:a, in un combau imcnfo per la w nqui; ta di una forte posizione nemica, gli fu affidato il comando di un reparro .cdto, incaricaio di una difficile e pericolosa missione. Fe rno una prima voha , continuò a combanerc; ferito nuovamente, non appena medicato volle ritornare al comando del suo rcp:1rto, e, men tre arditamente incuorava i suoi all'esecuzione dell'arduo compito, colpito da scheggia di granata, perdette eroica mente la vita ». (Monte Sicf, 21 maggio 1916).

Salari• Ignazio

Sal~Michel_e _ _

Salasco (Armistizio Di). Prese il nome da l genera le Canera (V.) Di Salasco che lo trattò il 5 agosto 1848 nel borgo di San Donato, e lo firmò 11 !) a Milano, dopo la prima guerra per J'Indipcnden1,a e la battaglia <li Milano. li re Carlo Alberto era lasciato libc rn di ripassare il Ticino, liberi i Lombardi di seguirlo; obbligo da parte sua di ritiJ"arc le truppe dalle fortezze dì Peschiera , Rocca d'Anfo e Osoppo; doveva abbandonare Modena, Par ma e Piacenza; <loveva ordinare il r itiro di ogni commissario civile o militare dal Lombardo-Veneto. L'armistizio era previsto per la durata di sei settimane. prolungabili tacitamente; poteva essere denunciato con preavviso dì otto giorni. Ciò fu fatto d al re Carlo Alberto il 12 marzo, e ne derivò la bre ve infelice campagna del 1849.

Salassi. Antico popolo alpino abitante nella valle superiore della Dora Baltea, alle folde delle Alpi Pennine. Allo scopo d i tener lontani i Romani, i S. accordarono lihero passaggio all'esercitn di Annibale; nel 143 a . C. furono sottomessi da Appio Claudio Pulcro proconsole della Gall ia Cisalpina. Allorchè Giulio Cesare mosse alla con quista della Gallia Transalpina , d ovette anzitutto domare i S. che qualche tempo prima ~i erano r ibellati. Dieci anni dopo tentarono nuovamente d i scuotere il giogo romano, cd Ottaviano Augusto spedì contro di loro Te renz io Varrone, il quale non solamente li vinse, ma distribuì i loro cnmpì a, suoi pretoriani, che poi fabbricarono Aosta.

Salasso. Punizione che fu in uso fin <la antich issimi tempi nell'esercito romano. Sarebbe stata adottata, secondo il Gellio, per mancanze dimostranti lo scarso giudjzio <' comprendonio di coloro che le commettevano. Era considerata come umiliante, nel sen,o che i l soldato versava i l suo sangue senza comt>atrerc. Salazar (Vincenzo). Ammiraglio delle Due Sicilie, del secolo XIX. Partecipò alla spedizione navale del 184M nell'Adriatico. Nel 1860, commodm·o, era a capo della flotta napoletana d i 10 navi incaricata di sbarrare lo streuo di Messina, ma non riuscl ad jmpcdire il passaggio dei Garibaldini . ll 13 scucmbre Garibaldi non accettò la sua adesione al governo italiano, pcrchè il S. era considerato come ligio ai Borboni: fu qujndi collocato a riposo . Salazar 110b. Miclicle. Generale, n . a :--Japoli, m. a Viareggio (1859-1923). Sottot. d'art. nel 1878, passò poco dopo i n fanteria c<l andò in Eritrea nel 1887. Colonnello nel 1905, comandò il 36° fanteria e nel 1907 ritornò in Eritrea quale comandante cli quelle truppe coloniali, rimanendovi sino alla promozione a magg. generale avvenuta nel r9 n. Comandi, allora la brigata Venet,ia. Ten. generale nel ,9 15, comandò nella guerra contro l'Austr ia la 26•, la 52• e la 2• divis. e con quest'ultima meritò due mcd . d'argento (r91i), una a Jamiano-Selo e l'altra sull'Altipiano d 'Asiago. Passato a comandare la 48a <l iv is. , ebbe una te rza med. <l 'argento sul Piave e la croce d ' uff. dcll 'O. M. S. per e;scrsi distinto in Carnia, ; ul Montello ed a Ncrvcsa (19 r8). Nel 19 20 andò in posizione ausiliaria. Salazar Eduardo. Am miraglio, n. a Napol i nel 1868. Entrato in servizio nel 188r , fu promosso contrammir. nel 1916, ,•iccammir. nel 1922, ammir. di squadra in A. R. Q. nel 1926. Prese parte alla guerra d 'Africa 1887-88, alla guerra Ita lo-turca cd alla guerra Mondiale . Fu direttore del R. Arsenale di Napoli dal r9 r9 al 192 r e comandante in capo del clip. di Taranto dal 1921 al 1923. Guadagnò nel 1922 una med. d 'argento al valor mii. nel naufragio di un d irigibile sul quale era imbarcato, sorpreso da i111provviso fortunale.

Salbertrand. Comune in prov. di Torino, sulla sr. della Dora Ripari a. l. Combattimento di Salbcrrrrwd (1593). Dopo che gli Spagnuoli a,•cvano preso Exilles, un loro reparto di 2000 u. in marcia verso Oulx fu attaccato presso S . da truppe francesi comandate dal Lesdiguièrcs. Egli trattenne la testa delle colonne con truppe leggere, e lanciò la sua cava lleria verso la coda della colonna, occupando il ponte sulla Dora. Gli Spagnuoli, avviluppati, si sbandarono per la montagna , ma lasciarono 500 morti sul te rreno.

II. Co111banime11to di Salbcrtrand (1689). Avvenne fra i Valdesi e le truppe francesi che tentavano di ostacolare il loro rimpatrio. Varcato il Moncenisio ed il Clapie r, i Valdesi tentarono d i varcare la Dora nella gola t ra Ciglione e Chiomonte per poter quindi salire all'Assictta e di là scendere ~u Pragelato. Ma si trovarono di fronte le truppe del Corte di Exilles e dovettero ridiscendere verso S. dove i l ponte era occupato dal nemico. I Valdesi, capitanati da En rico Arnaud , si precipitarono sul ponte, fra le tenebre, gettando nella Dora quanti Francesi vi si trovarono sopra, mentre Davide Mondon con alcuni prodi ricacciava le t ruppe de l comandante del forte di Exilles. ll passo fu presto l ibero, e i Valdesi, che su circa 800 li . avevano avuto 15 morti e 1 2 feriti, indisturbati poterono

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giungere nelle loro valli, dalle quali erano stat i espulsi

alcuni anni prima. Saldanha (duca Giovanni dt). Generale portoghese (1781186,). Militò conrro i Fra ncesi di Napoleone . Divenuto maresc . di campo, passò in Brasile dove nel 1820 fu a capo <lei governo provvisorio accordando la costùuz:ione. Tornàto nel Porcogallo, parteggiò per Maria contro don :Vligue! e d ivenne m inistro della guerra, d irigendo la lotta che terminò,,;011 la sconfitta dei Migucl isti . Divenne maresciallo dcll"escrcito e marchese e due.a, e varie volte fu costretto dalle viccn<lc delle lotte 9olitiche ad emigrare. Un Saldtmlw d,e Gama fu ammiraglio brnsilianu, partecipò all'insurrezione del 1894: sconfitto dalle forze governat i"e e veduto impossibile il trionfo della propria faàone, si suicidò. Saldatura (Punti di). H anno tale denom inazione le local ità che nella sistemazio ne d ifensiva sono comuni ad un ità contigue. Essi hanno particolare importnnz:1 fra i corpi d'a rmala e le divisioni; e devono esse,-e bene i ndica ti negli ordinj d i operazione dei rispettivi comandanti. Per evita re cbe sjano ind ividua ti. <lai nemico e ottenere che non siano facilmentt an::iccati, la ripa!'tlzìone della froote d ifensiva va srnbilirn col criterio che su ciasrnna delle direzioni più probabi li <l 'acracco l'avversario incontri unità di comando e di azione . Tale ripartizione r isulte,-à perciò necessariamente disuguale e asimmetrica. I punti di saldatura tra unità conliguc non debbono neppure, per le stesse ragioni, cadere sopra salienti, poichè in corrispondenza di questi l'unità d'azione deve essere assoluta. Devono essere p residiati con gruppi misti ~dle unità contigue come si fece nella guerra Mondiale dopo dolorose csperien1..e, per evitare che l'avversario si incunei uci pu nti d r giunzione fra le unità, punti che rappresentano sempre tratti deboli d i una sistemazione difensiva. Saldern (Federico Cristoforo von). Gcuerale prussiano e scrittore militare (17,9-1785). Prese parte alla guerra di Slesia ed a quella dei Sette anni. Tattico distinto, per ef. fetto dei suoi ammaestramenti tutto i l sistema d i cornbat• tcrc della fan teria dell 'epoca post-federiciana fu chiamato « Tattica Salderniana » . Anonimamente pubblicò : ,, Tattica della fanteria »; « Regola fondamenta le della tattica » . Sale. Comune in prov. di Alessandria, sulla dr. de l Po. L'antico castello fu demolito verso il 1415 sotto il duca F ilippo Maria Visconti e le m ura furono atterrate nel secolo XIX. La sua milizia, unita a quella di Pav ia, respingeva e metteva in fuga , nel u55 , le forze riunite di Milano e di Tortona. Fece parte del ducato di Milano ed otte nne d a Filippo Maria Visconti di reggersi con propri statuti; nel 1748, alla pace di Aquisgrana, entrò a far parte dello Stato del Piemonte. Guerm del salt· (1540). Si ricollega alla storia delle libertà perugine e fu provocata dall 'aumcmo della tassa sul sale, stabilito da Paolo lii nel 1539 in tutto lo Stato ecclesiastico. La città di Perugia, che in virtù dell'art. 30 dei patti del 1424 doveva essere immune da ogni vincolo d i imposte, si ribellò all'ordinanza pontificia e si preparò a resistere . li papa inviò u n esercito contro la città r ibelle, dandone il comando al figlio Pier Luigi Farnesc, col quale marciavano Girolamo O rsini e N icolò da Tolentino. Capitano di Perugia era Ridolfo 8aglioni, che aveva reclutato un corpo d i 2000 mercenari, aumentalo di altrettanti popolani che si erano offerti d i servire gratuitamente. L 'esercito papale si concentrava in Spoleto, forte di circa 8000

Jtaliani e 800 Tedeschi, più 3000 Spagnuoli inviati d al vicerè di Napoli. li castello di Torgiano, alla confluenza tra Tevere e Chiascio, resistette alcuni giorni a lle avanguardie papaline, difeso da Ascanio della Carnia perugino, il quale ottenne di uscir con armi e bandiere ed a suon di tamburo dal castello: finalmente i Papalini giunsero sotto le mura d i Perugia . Allora il Baglioni dichiarò che non era pill il caso di opporre resis tenza; il 2 giugno vennero stabi liti i patti della resa ed il g iorno 5 Pis:r L uigi farnese con ,500 fant i e 300 cavalli entrò nella città.

Campagna del sale (r680- r682). Fu così chiamata la locta che il governo piemomese dovette sostenere dal 1680 al 1682 per imporre a Mondovì, che fino allora ne era stata esente, la gabella del sale; essa incominciò nel 1680. Una spedizione d i 30~0 u. il 26 maggio r86r accampò i n cospetto della città, e il dc,ca Gabriele d i Savoia, che 11e aveva il con1ando, cn1anò tre decreti, con i quali i mpose il disarmo dei cittadini e la rientrata .dei fuorus~iti. Il 16 giugno fu emanato il decreto per la gabella del sale, che fu accettato non senza proteste da tutti . meno dagli abilauti di Mo ntaldo . li duca li proclamò r ibelli e mosse contro d i loro con le sue truppe. La lotta fu sanguinosa ; k truppe regìç perdettero circa 200 u. n 1cnlrt assai minori furono le per,lite dei momanari, ma aila fine do n Gabriele ebbe ragione della d ifesa e anche Montaldo ven ne occupata, accettando la gabella. Ma quando incominciò In <listr ibllZione del $ale la lotta si riaccese. Gli abitanti cli Monastero furono i primi ad agitarsi, seguiti da qu~lli di Vico, di Monta ldo, di Bastia e d i Villanova. La fortezza di Vico, in costruzione, fu demolita. Don Gabriele dovette nuova1nente marciare con le truppe <la Torino, n1a giunto sul posto i. ribelli si dispersero ; si vcr111e ad un accordo per il quale j Vichesi si impegnarono d,i ricostruire a loro spese la fortezza distrutta ed i Comuni sollevati dovettero pagare una mu lta. Alla fine dell'anno don Gabriele fece ritorno a Torino, ma la pace fu di breve d urata . Nell'inverno ~lei 1682, ricofninciarono le proteste dei Comuni montani. Il Governo, non volendo .iniziare una campagna repressiva assai costosa, nè volendo spargere sangue, preferì di ritirare i l decreto .

Salé. Città del Marocco, sull'A tlantico, a ovest d i Fez. Deriv,, t i l suo nome dall' ant ica colonia fenicia di Sala. I Città famosa nella storia della pirateria, aveva in altri tempi un porto considerevole all'ìmboccalUra dell'Uud, Bu Rhcgrcb. Dopo la scomparsa della marina del Marocco, il porto si riempì di sabbia. Nel 1261 fu presa da Alfonso X di Castiglia, n1a venne quasi subito rioccupata dai Mori. Vi si vedono ancora dei bastioni prolungati, che muniti d i batterie d i grosso calibro dovevano dominare Antica bandiera marittima di Salè la rada. Nel 1629 fu assediata da una squadra· francese agli ordini dì Razill y, il q uale, dopo qualche tempo, fu costretto dalla cattiva stagione a ritirarsi; il 20 giugno dell'anno seguente lo stesso comandante pose il blocco alla città, dopo di avere affondato diverse nav i corsare incont rate lungo il viaggio, cd il 12 agosto concluse con la città stessa un trattato vantaggioso. L'importanza marittima di S. andil dimi. nucndo progressivamente dal 1766, quando lo sceriffo SidiMohammed concentrò a Mogador le relazioni commerciali con g li stranieri.


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Salemi. Comune in prov. d i Trapani. Fu munito di un forte castello, con una robusta torre rotonda , dagli Arabi che la fondarono sulle .rovine dell'antica A licia (Hal)·ciac). Nel 263 '\. C., durante la prima guerra Punica , fu con Scgeste la pr ima à scuotere il giogo dei Cartaginesi e a

sul princip io del secolo XIX . Queste erano le sue d ifese, ol tre a una batteria piazzata verso la metà dell"Soo per difendere il molo principale. S. ha un buon porto i cui lavori furono iniziati nel 126o, sotto re Manfredi, per i niziat iva dì Giovanni da Procida , ma vennero finiti solo da re Roberto. Nel 197 a C . era colonia romana destinata a tenere a freno i l'icentini. Seguì sempre le sorti d i Roma, a cui fu fedele, aiutandola nella guerra contro Pirro, e sostenendo, du rante la guerra Sociale ,

Il castello di S alemi

darsi ai Romani, i quali perciò la resero città libera. Vi scoppiò la seconda guerra Servile, che si estese in breve a tutta la Sicilia. Nella guerra del 1860-61, dopo lo sbarco cli Marsala, S. fu scelta il 14 maggio da Garibald i per riordinare i Mille e accrescerne le schiere con nuovi volontari., che vi accorsero n un,erosi. Fu a S., :in cui si prep.arò il piano della battaglia d i Calatafimi , che Garibaldi proclam ò la dittatura ,

Salentina. Nome di due legioni della M.V.S .N ., l 'una (153~) con sede a Lecce (I Salentina), l' altra (r54a) con \Cde a Brindisi (II Salentina).

un assed io posto dal sannita Papio Mutilo, che )a p rese cacciandone il pi·esidio romano. Verso il secolo VII d . C. se ne impadronirono i duchi longobardi Stemma d i Salerno cli Benevento. Uno di quest i, Arigiso 11, assalito da Carlo Magno, si rifugiò a S ., ottenendo poi una pace firmata a Cap ua, per cui riceveva in {cucio i l proprio ducato . La città nell '840 si r ibellò ai duchi d i Renevcnto e si d iede a un Siconolfo , loro parente, che essi avevano i mprigionato . Scoppiò allora u na guerra fra il nuovo signore di S. e il d uca Radalgiso clic nell'845 assoldò un buon nu mero di Saraceni contro Siconolfo. Questi, pur essendo riuscito vi ncitore, imitò il netnico, ma j suoi Ara bi furono sconfitti ed egli riparò i n S. , di cui ottenne però lo stesso l'investitura ~iall'impcratore Ludovico 11 . La pace definit iva fu conclusa solo nell' S4S, anno in cui i contendenti si d ivis,e ro i loro possessi i n due signorie ind ipendenti: d ucato di Benevento e principato d i Salerno. La città fu allora cinta di solide m ura e di torri, di modo che potè. facilmente respingere vari assalti sara ceni : solo nell '880 Guaimaro I si liberò a stento da un loro assedio. Nel X secolo il pr incipe Gisolfo mise i n arm i un forte esercito per aiutare i signori di I3cncvcnto e di

Capua contro papa Giovanni Xl[ e i nfine contro Ottone

Salentini. Antico popolo dell'Italia meridionale, le cui città pr incipali erano Brindisi e Otranto. Nel 268 a. C. avendo aiutato i Sanniti e Pirro, furono assaliti dai Romani e per due anni sostennero una guerra con que~ti, Ma poi, perdu te tutte le loro città e il porto di Brindisi, dovettero cedere e furono sottomessi . Salera. Ant. città ;i r5 miglia dai ,, Castr a Cornehi », ncll 'Africa settentrionale. Battaglia di Sale..-a (204 a. C.). Appartiene alla seconda guerra Pun ica e fu combattuta tra Annone, figlio d i Am ilcare, che , !ìsponeva d ì 4000 cavalli, e il proconsole l'. Cornelio Scipione coadiuvato da Massinissa. Il quale, precedendo il proconsole con un reparto di cavalleria, si portò a S., dove era alloggiato Annone e con finte manovre . provocò il nemico a combattere; poscia secondo il convenuto ora . n1 inacciava, .ora <lava a credere che egli temesse i! nemico , ora cedeva, lino a quando non allettò Annone ad inseguirlo . Massinissa sostenne il suo in1peto no11 f uggendo sbriglìatamente, rna cedendo a poéo a poco, . sino a tanto ·che non lo trasse ai monti, che cop rivano la cavalkria capitàna.ta da Scipione. Il quale, balzando foori con cavalli freschi , e coadiuvato da Massinissa, avvil uppò Annone e lo sbaragliò., uccidendolo . 1

s·arerno (ant . Castrnm Sa/er,,,). Capoluogo d i prov. nell a Campania, in fondo al. golfo omonin'w, dominato da un "alrura su cui sorgono le rovine di antico castello longobardo . Era ci nto di mura rurrite che furnno abbattute

Hovine del castello di Salerno

il Grande. Nel 994 S. fu attaccata da un forte esercito :uabo, e fu salvata solo per l 'arrivo di una mano di pellegrini normanni, che respinsero i nemici ed ebbero da Guaimaro llt onori e privilegi. I pri11cipi di S., aiutati dai Normanni che erano intanto cresciuti di numerò per es-

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seme giunti altri <falla Francia, allargarono i loro possessi fino a Capua, Sorrento, Amalfi e poi in Calabria e nelle Puglic. Roberto il Guiscardo nel 1076, dopo quattro mesi di assedio, entrò in lotta co1ltro i Normanni di S. e prese la città investendo il castello che resistette 32 giorni. Nel n96 fu presa dalle truppe <li Enrico Vl, disceso in Italia <:ontro il re Tancredi, e saccheggiata. Nel febbraio del 1527 fo presa da Andrea Doria con le Bande Nere di Orazio Baglioni. Nel 1593, nel golfo di S., il capitano Pucci assalì e prese due fregate mnisine. Ai primi <l 'agosco del 1648, durante le ribellioni d i Napoli contro gli Spagnuoli, il principe Tomaso di Savoia si recò con una flotta nun1c-

rnsa ad investire S ., ma ben poco potè fare, per la pa.:ificazione ormai quasi ultimata del regno, e dovette ritirarsi . La città è sede del 39° distretto militare e della :,a divis. del X C. d'A, (Napoli).

contro gli Spagnuoli. Uno dei ribe lli napoletani, Ippolito di Pi.astena, uscito in campagna con pochi armati , pensò di saccheggiare S. e raccolse a questo scopo numerose schiere d i armati nei villaggi più prossimi. Ai primi di dicembre gli uomini del Pi,mena, che ogni giorno crescevano di numero, sferrarono violenti attacchi: i difensori li respinsero facendo anche qualche sortita , ma, non soccorsi dal vicerè,

non

riuscirono a resistere che per pochi giorni,

e la presa città venne saccheggiata spictatameute. Salffno. Brigata di fanteria d i linea, costitu ita nel 1884 coi regg. 89° e 90°, alla cui formazione concorsero preesistenti reggimenti di fanteria. Partecipò alle seguenti campagne : 1887-88, 1895-96, T9n-12. Durante quest'ultima, il

I. dsscdio di Salemo (872-873). Fu posto dogli Arabi di :Sicilia e di Sardegna che, gu idati da Abdallà , sbarcarono presso s. con 30.000 u. e vi si accampa rono. t.a Clttà, difesa dal principe Guaiferio, era for te e ben vettovagliata. Clj Arabi d istaccarono alcune schiere per anelare a scorrere e saccheggiare i l territorio vicino, mentre col resto sferra• -vano violenti attacchi 1 • che però i difensori respingevano

~empre. Durante l'assedio morì Abdallà e a lui successe Abimclech·, che [ecc nuovi sforzi per prcn<lere la città. Ma i Salernitani si difesero disperatamente fino al principio dell'873, quando gli Arabi costrinsero il loro capo a levare l 'assedio, perchè era g ià arrivato a Capua l 'est.·r-

.:iro dell'imperatore Ludov ico, mossosi da Pavia per ve nire a soccorrere la città. II. Battaglia 11avah· di Salerno (28 maggio 1528). Appartiene alle guerre Era Carlo V e Francesco I, e fo combattuta, durante 1·assedio di Napoli posto dai Francesi, fra Ugo di Moncada, vicerè spagnuolo, e Filippino Doria, nipote d i Andrea, alleato alla Francia. Il Moncada, per sug_gcrimento del marchese del Guasto, volle aprire il porto <li Napoli ai convogli che attendeva dalla Spagna e a cui Andrea Doria aveva invano dato la caccia. A tale scopo pensò <li attacca re F ilippino Daria a S. , dove solitamente si teneva. Informato che i suoi marinai andavano spesso a terra per trovare i loro connazionali là accampati, partì con 6 galere, 4 fuste e 2 brigantini che aveva fatto segrc.tarnentc armare, e vi im barcò un 1nigljaio circa di archi-

bugieri scelti. Co11 la sua piccola flotta si recò dapprima a -Capri, ove radu nò un grande numero d i barche da pesca, per imporsi da lontano al nemico col numero delle sue vele. Ma questo indugio gli fu fatale, perchè il Lautrec, comandante dell'esercito francese all'assedio di Napoli., a,•_ vertito da And rea Doria, mandò ad avvisare il nipote d i cosrni, inviandogli 400 soldati scelti. Filippino imbarcò i ,inforz.i e si portò al largo, ordinando a tre delle sue galere di simulare una fuga, mentre con le altre affrontava 'il nemico. Turbato dapprima dal grande numero delle vele del Moncada, si accorse alle prime cannonate dell'inganno. Assalì allora decisamente la capitana nem ica su cui il Moncada ferito trovò la morte dopo di avere coraggiosamente combattuto, e or dinò alle sue navi di spingere a fondo 1'attacco. L'esito della lotta restò a lungo incerto, ma poi -sul le nav i spagnuole piombarono le tre galere che avevano finto di fuggire, decidendo così d el combattimento. Oltre a l vicerè morirono circa 700 Spagnuoli: due galere furono affondate e il resto delle navi preso, meno una che riuscì a rt[ugiarsi in Napoli. III. Assedio e f>l'esa di Salerno (dicembre 1648). Appartiene all a sollevazione di Napoli e dell'ltalia meridionale

Medaglia della brigata Salerno

1° bgl. dell'89° regg. meritò una mcd . d'argento nel combattimento del Mcrghcb. Durante la guerra italo-austriaca 1915-18, per la quale 1'89° regg. costituì il 156° fanteria ed il 90• il comando delle brigate Ligu ria e Bisagno ed i regg. 158°, r65° (diventato poi 208°) e 209°, la brigata operò inizialmente contro i l M.rzli e lo Sleme, ove conquistò im portanti trinceramenti nemici. Nel 19t6, trasferita sull'altopiano- di Asiago, nel settore di' Osteria d el Term ine, oppose strenua resisten7.a all'offensiva austriaca -del maggio. Nel] 'agosto ritornò sull'Isonzo, dove combattè ,per la conquista di Nova Vas e di q . 208 nord. Nel maggio 19t7 sostenne altre b rillanti a1,ioni contro le munitissime posizioni di Fornaza-Star i Lokva-q. 289, conquistando quel, le di H uc\i Log ed a sud di Boscomalo . Operò ncll 'agosto sull'Hcrmada merit:Uldo la med . d'argento. Schierata sul M. Matajur nell 'ottobrc 1917 fu investita in pieno dal! 'offensiva austro-tedesca e dopo tenace resistenza r ipiegò combattendo al Piave. Inviata nell'aprile 1918 in Francia col corpo di spedizione ital iano, entrò in linea nel mag-

Fanti della brigata Salerno 47


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gio nel settore di r iva d r . deU-Airc e poi in q uelle, d i riva dr. dell'Ard rc. Quest'ult ima località. im!'ortante ca pisaldo difensivo, fu d alla b rigata strcnuamemc co n tesa al nem ico nel luglio T918; essa attraversò, il 29 , li detto mese, l' Aisnc, ragg iungendo la cresta <lello Chcmin d es Dames. Nella battaglia finale partecipò all'inseg u ime n to d el nemico, arrivando sulla l\.fosa. [I suo contegno jn cerri• torio francese le valse la concessione di una seconda med . <l'argento. Le n1otivazioni per i due reggi111en ti d ico no : I : (e Con irresistibile slancio erl indomita energia, tr :lvol tc le acc anite Jesistcnzc nemic!ie, lottarono eroic~rn<.:utc per quattro giorni , conquistando e mantene ndo formidabili posizioni, a pre zzo d i largo e generoso olocausto di sangue » (Her mada, ago~co 1917). 2 : " Sui cam pi di Francia, diedero brillan ti. p rove d i valore e d i salda d isciplina, resistendo tCJJacernente sulle posizioni loro affid ate cd infrangeodo possenti attacchi avversari . lniziara, poi, la controffe ns iva alleata s uperando ostinate resistenze e conquistando, con beli ' impeto e gravi sacrifici cli sangue, importanti e ben <lifese posizioni , confermarono le alte vi rtù g uerrie re 1

dei loro inarrivabili fanti )). Nel 1926 il comand o d ella briga ta fu sciolto e d ei due regg. f'89° fu assegnato alla 53 briga ta d i fantnia cd il 90° alla 1•. Colore delle mostrine: fondo bianco con una fascia cencrç1le e due righe n1arg ina]i vermjglionc nel senso orizzontale. Mott i dei reggimenti: 89° : « In te r ilamin as vivo » ; 90,;:, : <( Assueti vincere >) . Festa dei reggirnenri : j!

Saletta (conte Tancredi) . Generale , n. a Torino, m. a Roma (1840- 1909). Sottot . d'art. nel 1859 , partecipò alle campag ne del 186o-61 e 1866 e per gli assedi di Ancona e di Gaeta merirò due menz.ioni

onorevoli . Trasferi10 nel cor?O d i S. M., fu capo di S. M. del la d iv is. d i F irnze ne l 187i. Colom,dlo nel 1880. comandò il J 7" fanteria e poi fu capo cl i S. M . d el XII C. <l'A. Nel 1885 ven ne.: incaric:110 d el comando della sped:zio ne in Eri trca. Al su.l ritorno ebl;c una missjonc nelle Jn<lie. Dr.-:.,111osso a scelta magg. generale nei 1887, comandò la b rigata BasiSaletta Tancr edi licata e poco dopo la ba ttaglia d i Dogali ritornò in Africa. Nèl 1888, rim patriato, e bbe il comand o della Scuola d i applicazione <l'art. e genio. Ten . generale nd 1892, comandò la d ivis . <li F irenze: e poi quella di Genova e nel 1895 ebbe il comando in 2• del corpo d i S. Yi. Nel 1896 d ivenne capo <l i S. M . d cll'eserci,o. Senatore d el regno dal 1900, andò in l'. A. nel T908. ,

Saletta Luigi. Generale, n , a Torino, m . a Tripoli (1868(932). So tto t. d'art. nel 1886. passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Colonnello nel 1916, andò in l'. A. S. poco dopo la guerra e nel 1925 venne p ro mosso maggior generale nella riserva.

Prime trincee a Salcttuol (1 917)

16 . lug lio, an niversario d el combattimen to allo Chémin dcs Damcs ( 1918). La brigata ebbe nella guerra Mondiale i seguen ti comand an ti: magg. gen . f'alletti d i Vil lafalle tto (1915); magg. gen . Sardagna ( 1915); colonnel lo briga<l iere Murane (1 915-16); colonnello Malatest a (1916); magg. gen. Basso {1916- 17) ; b rigadie re gen. Pagfo rini (!917); b rig . gen. Zop pi (1 917-18); b rig . gcn . G iri ( 1918); colonnello Antoniccelli (.1 918). Le ,ue perd ite a m mo nta rono a unicial i morti 169, fer iti 494, dispersi 300; u . d i truppa -m. 2808 , f . 12.075, d . 10.824.

Sa les. V . Di Sales.

Salettuol. !'razio ne del comune di Masernda, in prov. di Treviso, sul Piave , di fronte i!l!c Grave d i Papadopol i. Dopo la ritirata d elle truppe italiane al Piave, il J 6 novembre 1917 g li Au striaci riuscirono a porvi il piede sboccando <lalJe Grave, ma, violemcmente contrattaccati, vennero respinti. Il 15 giugno S. fu presa da ll'irruzione austriaca, che si spinse fino a Mascrada : i;n vi o I e n I o contrattacco <lclla brigata Venezia lo resp inse e lo ric..1cciò ne ll ' [sonzo .

Salgo Tarjan. Città <lell 'Ungheria sette ntrionale , sull 'alta Zagyva . Ebbe u n buon castello, che nel 1552 ve nne assediato <lai Turchi d i Arsla n . Quest'ultimo indusse alla resa la g uarnigione mediante u no strat agemma . Fece preparare un finto n1unaio d i legno d ì enonni dimensioni, e lo fece rrascinare d a molti buoi sopra u na em ine nza dom inante j ( castel lo, avvisando i d ifensori che si trattava di un ca nnon~ del d!,o tl i qudln che aveva agito contro Cosrnntl-nopoli. La g uarnigione cadde nel t ranello e depose le armi . Salìçe (Francesco). Generale, n. a Tortona nel r 867. Sortot. di fan Leria nel ·1886, frequentò poi la scuola d i


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guerra e partecipò alla guerra libica ccl a quella con1ro l'Austria. Colonnello od 1916, coma ndò il 40" fontcri.1 ed ti l )ucli Log meritò la mc~!. d 'argento. Nel 1917 ebbe il comando della brigata Massa Carrara; si d istinse sul Col Berretta e sul M. A.solone e divenne brigadiere generale nel 1918, nel quale anno comandò la brigata Pavia rima1:cndo ferito. In P . A. S. nel 1920, venne p romosso gcncr:ile di clivis. in A . R. Q. nd r926, e colloçato a riposo nel 1933. Saliceto. Comune in pro,·. di CmK-O. sulla dr. della Bormida. Ebhc un antico castello. e mura di cinta munite d i 1orl'i . Lo distrussero i Saraceni e gl i abll:tnti cost.ru irono allora più lxi,io il S. odierno, che nel 1639 fu asscdi:no, preso e saccheggiato dagli Spagnuoli. Sai iente (Stmtegia : per la foniJicazione V. Snglimre). Sporgenza in avanti dc! fronte d i schieramento di un eserci to. È vantaggioso se è sfruttato offensivamente per accumularvi uomini e mezzi e con essi procedere alla rottura dello schieramento nemico per penetrare più facilmente in profondità e aggirare poi i tronconi. Se non è così va lorizzato, dal punto ~li vista puramente d ifensivo è anzitutto pericolo,o, percbè per guernirlo sono necessarie fonc notevoli; in secondo luogo finisce per rnpprcsentare un punto debole e o/Tre la po;sibilità al nemico di effc::ttuarne la recisione da un lato o da entrambi, e cioè di agire con forze magg iori d i quello che, in primo 1empo, almeno, non sia consentito al d ifensore. Dalla guerra Mondiale (limitandoci a questa e per q uesta limitandoci a c.1-i per noi più interessami) possiamo trarne due esempi: li S. dell'altipiano dclb I3ainsizza, conquistato colla u" bauag!,a tlell 'lsonzo, mise in svantoggio lo schieramento dell'csercito i1al iano nella battaglia di Caporetto. li S. del Mon1ello dell'esercito austriaco nella battaglia del giugno 1918 mise in critica situazione quell 'escrcito rispeno alla contro/Tensi,·a del gcn . DiaL Dalle comidcrnzioni stratc::gid1e di cu i sopra si desumono le cause per cui in ge nere siano va ntaggiosi i S. dei confini politici per gli Stati che ne fruiscono. Ad es. quello del Trentino, più ancora che la porta aperta del fronte g1ulio, ha rc;o " iniquo » 1I nostro confine segnato ,1el 1866 : l'Auslria ne poteva fare, come ne ha fatco, una immensa pi:1zz3 cl 1 armi di manov ra, da cui con giusw criterio strategico il Conrad voleva far partire la pugrta• hua mortale contro il fianco sr. dello schieramento dd1'e,ercito italiano. La prescn7.a di quel S. ha mantenuto se mpre critica ed aleatoria la situuionc dell'esercito sulla f ronte giulia, costituendo un inunauente pericolo per tutta la guerra, vincolando la libera disponibilità delle for7..e per parte del comando supremo italiano. D'altro canto però, non essendo stato sfruttato strategicamente in pieno dal comando supremo austriaco, finì per essere un elemento d i debolcu.a , percbì: quasi sempre, e specie nel g iugno 1918, esso ha disperso le forze e gli sforzi fra lo scac• chiere trentino e quello giulio. Altri S . tipici nelle frontiere del 1914: quello polacco (Russia) e quelli <lei la Prussi:1 O rientale (Germania) e della Galizia (Austria); essi ci offrono un esempio classico ,li funzione strategica. Quello polacco pro1endevasi profondamente ,·erso la Germania; era fasciaco a nord ed a sud dai due corrispondenti S. della Prussia Orientale e clcll.1 Galizia. La Prussia Oriencalc formava una grande tcsca di ponte ad est della Vistola e offriva a lla Germani;< la posi ibilità di minacciare da nord il S. polacco: quello galii.iano a sua \'Olta offri"a all'Austria la possibilità di mi-

nacciarlo da sud tra la Vistola e ,1 Bug. Per mcllerc ìn valore il S. polacco lino alla linea della Vistola i Russi organi7..zarono le pia:u.e fo rti in tesla d i ponte sul fiume di fronte alla Germania (Varsavia, Novo Gcorgievsk e l \'angorod) e verso nord le fortcz7,e di Pultusk, Ostrolenka, Lomza, ()ss°'·iez, Grodno, Olitza, Kaunas. Verso la Gali?..ia la Russia costrul le tre fortezze della Vol in ia, Luck, Rovno, Dubno, e al centro arretrato Drest-Litovski. Le fortificazioni degli Imperi centrali erano intese a mcllerc i.n ,·alore le possibilità offensi,·e offerte dai due S. :w"iluppanti la Polonia, e cioè la Prussia Orientale e la Galizia.

oBresrUto'/'f',,$1(,,'

Saliente polacco, al ccntl'o; 1:ialiente galbdano, al sud; s ulicntc dello Prussia orientale, al nord (guerra Mondiale)

:",/ella Prussia Orientale i Tedeschi organizzarono la piazza forte di Kiinigsbcrg e la liuea dei laghi Masuri; più indietro, Da n~ica, Thorn e Posen. Da parte aust riaca vennero crclle le grandi [onezzc di sbarramento Przcmysl e Cracovia. li S. polacco non fu valorizzato dai Russi. Lo furono, ma non sempre con unità d'azione e di comando, gli alcri <lue per parte degli Imperi centrali.

Saliente (Tattica). f•: un ptmlo o zona avanzata nel l'occupnionc d i una linea. In d ifensiva occorre in genere evitare i S. molto pronunziati, in quanto non con>entono gradc spiegamento di forze, dato che dc\'ono 1>ro,•vcdere al la d ifesa di una fronte triplice (dannti e ai due lati). Vi si ricorre quando si g iudica non conven iente lasci.are sgombre certe .località, nì: peraltro si vuole occup,1rlc con posti avanzati, ma si preferisce includerli nella linea difensiva. In questo caso si provvede col guernjrJi di molte armi automatiche, possibilmente rinforzandoli con lavori dì fortificaz ione campale e con difese accessorie, come reticolati. I S . poco pronunziati sono invece ULil issirni e rappresentano il caso normale di ogni occupazione difensiva, la


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quale d ifatti non deve mai avere sviluppo rettilineo e lineare . T ale andamento a salienti e rientranti favorisce il fiancheggiamento e quindi la massima utiliuazione dei fuochi, specie d i fanteria, ottenendo che essi si incrocino. Nei S . tale incrocio <leve esse re studiato con maggior cura, da ti appunto i pericoli d i un loro pii, probabile attacco per parte d el nem ico . Pur , appresentan<lo un punto debole di una linea difensiva, se si riesce a tenerli durante un attacco nemico, sono ottima base d i partenza per i contrattacchi , potendo da essi puntarsi contro i fianchi del nemico incanalato lungo il contiguo rientrante. A tal fine nei S. è bene predisporre opportuni sbucchi controffensivi, a nche attraverso le difese accessorie. Quando non sono molto pronunziati, sono invece util i perchè consemono il fiancheggiamento e l'incrocio dei fuochi; naturalmente vanno guerniti prevalentemente con armi automatiche. Per l 'attaccante il S. del nem ico è vantagg ioso. Di regola esso si attacca da un lato o da entrambi per ottenerne la recisione, previa azione d imostrativa cnntro la linea più avanzata, o del sal iem e o dcll 'altro lato eventualmente non attaccato. Esempio ammaest rativo nella storia militare recente l'attacco del S. austriaco del Montello nella battaglia del Piave (giugno 19•8).

Sai imbeni (Giouanm). Generale veneto, n. a Corfù , m. a Modena (1719- 1808). Iniziò la ca rriera mii. nel 1742. Governatore delle armi del la città d.i Verona nel 1779, venne promosso sergente generale d i ba ttaglia nel 1782 e nominato governatore dd collegio m i!. di Verona . 'fen. genera le nel 1789, a!l'epoca del trattato d i Campoform ido (•797) era comandame generale delle t ruppe della repubblica veneta , caduta la quale ebbe dal Buonaparte il grado di generale d i d ivis . de lla milizia cisalpina cd i l comando della 3" divis. in Modena. N el r799, coll 'invasione a Modena degli Austro-russi, si trasferì a Milano e poi a Parigi. Salimbeni Lconardo. Generale e i ngegnere veneto, figlio di Giovanni, n. a Spalato, m. a Modena ( 1752-1823). Dal co llegio mi!. d i Verona uscì nel 1771 alfiere nel corpo degl i ingegneri della repubblica veneta e d al 1777 i nsegnò matematica e fortificaz-ione nell 'istituto predetto. Nel 1779 ideò una batteria d i cannoni e d i mortai per l'esercizio degli allievi. Ispettore d el collegio m ii. di Verona nel 1791, ne fu governatore dal 1796 e r imase in carica sino alla caduta delJa repubblica d i Venezia. Passato al ser vizio della repubblica cisalpina nel 1797, [u capo brigata del genio; venne incaricato di istituire una Scuola mii. d'art. e geo io a Modena, d i cui fu il primo direttore, e d i rivedere le fortificazioni di Mantova, d i Peschiera, di Rocca d'Anfo. Partecipò poi alla campagna dell a Liguria e col Massen a fu alla difesa di Genova. Direttore delle fortificazioni d i Bologna nel 1802, poco dopo tornò a lavorare alle fortifica.cioni d i Mantova. Segretario gcn. al m111 ,s1cro deila gue.-ra nel 1804 e generale di brigata n ello stesso anno , venne nel 1805 collocaro a riposo. Pubblicò, fra aìtm, " Tattica " ; « Opuscoli d i geometria e balist ica » ; « Degli archi e delle volte » .

Sai i nardi (Pasquale). Ammiraglio, n. a Ruot i nel 1868. Entrato in servizio nel 1887, fu promosso contrammir. nel 1917, viceammir. nella riserva navale nel 1923 , ammir. di sq uad ra nel 1926, collocato a riposo nel 1932. Prese parte a lla guerra Italo-turca ed alla Mondiale . Fu comandante m ii. mar. d i Tripoli nel 1912, capo d i S. M . d el d ip. de La Spezia nel 1917, direttore gener ale del R. Arsenale di

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Tara nto nel 1917-18 , cornaod,111te <lei ser vizi della R. Marina in Sicilia nel 1918. Sa/ina,·di Ernesto. Generale, n . a Ruoti nel 1870. Sottot. di cava ller ia nel 1890, passò JJOCO dopo_ nei bersaglieri . Partecipò alla guer ra contro l 'Austria e nel 1917 fu promosso colooncllo comandaiuc il 93° fanteria che guidò a S. Marco di Gorizia, a Panovizza, al Vdil,i Krih, meritando tre med. d'argento. Dopo la guerra comandò il deposito del 64° fanteria e poi andò in P. A . S. N el 1926 venne promosso generale d i brigata in A . R'. Q . e nel 1932 trasferito nella riserva.

Salinari (Sa/valore) . Generale med ico, n . ;i Monte Scaglioso ne l 1860. Sottor. medico nel 1885, partecipò alla campagna in Eritrea d el 1895-96 e alla g uerra Italo-turca . Ottenne la moo . d'argento d i benemerenza per i soccorsi prestati in occasio11c d el terremoto calabro-siculo del 1908; fu poi direttore <le! serviz io sanitario d ivisionale a Rodi. Partecipò alla guerra 1915-1918 : per essa fu promosso colonnello per merito di guerra (1915) e durante l'epidemia colerica meritò la 1ned. d. 2rgento dei benemeriti della salute pubblica. Dopo la guerra d ivenne d irettore dell'Ospedale militare di Caserta, e, dal r921, d :S alinari Salvatore rettore cl i sanità dd C . d'A. d i Napoli. In P. A. nel 1922, fu p romosso m agg. gen . med ico nella r iserva nel 1926 e collocato a r iposo nel 1930. Diresse lungamente, durante la carriera mii. , i reparti chirurgici degli ospedali m ii. d i Brescia e di Napoli. Pubblicò molti lavori scientifici, fra i quali ricorderemo : « Le ksioni traumatiche <lei centri nervosi "; « Le ferite dell'addome prodotte dalle moderne armi da fuoco " ; « Trattamento delle ferite osteo-articolari , d'arma da fuoco »; « L 'autolcsionisn10 nelle sue varie forn1e e ne i suoi esiti )>; « L'alimentazione del soldato in pace e in guerra ». Parecchie delle sue opere vennero premiat e, e fra esse una

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sull a « Traumatolog ia d i guerra >J. Richiamato in servizio

dopo il collocamento in P. A., fu per q ualche anno membro della Commissione delle Pensioni di guerra .

Sai inas (Gennaro) . Genera le, n . nel 1855, m. a Caggiano ne] 1925. Sottot. d 'art. nel 1874, raggiume i l grado di colonnello nel 1906, comandò il 1° art. da can1pagna e nel 1910 fu collocato a d isposizione del m in istero. Magg . generale comandan:e l'art. del C . d 'A. di Bologna nel 1911, venne <lue anni dopo nom inato ispettore dc! serviz io ippico; nd r9r5 [u collocato in P. A. e nel i920 trasferitn odia riserva . Salino (Pietro). Generale, n. a Cavaglià, tn . a Torino (1812-1905). Sottot. di fanteSal infls Gennaro ria nel 1838, passò in a rt. nel 1842 e partecipò alle guerre del 1848, 1849 e 1859, meritando a S. L ucia la menzione onorevole, nei fatti d i Ge-


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nova una seconda menzione onorevole, a Confienza la mcd. d 'argento ed a Pozzolengo la croce di cav. dell'O. M. S. Col.on nello nel 1861 , comandò il 6° art. e nel 1863 la brigata Siena. Collocato a riposo nello stesso anno, (u promosso, . ne1la riserva, 1nagg. generale nel 1874 e tenente generale nel r893.

governatori stabiliti da Carlo; saranno incorporat i alla nazione francese, avendo con ·essa in comu ne il re; Carlomagno misporterà ro.ooo Sassoni, con le loro mogli e i loro figli, nella German ia e nc\l;i Gallia.

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Sai ins. Comune del la Francia, nel dip. del Giura. Fu anticamente fortificato . Fu preso da Luigi XI nel 1477, erl assediato e preso sotto Luigi XIV dal duca dc la Feuilla-de, nel 1674. Fu attaccato dai Salino Pietro Tedesch i il 26 gennaio 1871, con un regg. granatieri di fronte, e con un regg. di fanteria e uno sqdr. di fianco : le for.le erano agli ordini del geo. Koblinski . Il paese fu facilmente occupato, con la perdita <li poco più di un centinaio di u . fra morti e feri ri.

Salins Luigi Deodato d' Amezan (conte di). Generale, m. a Vercelli nel 1770. Coi d ragoni Regina panecipò alla guerra d i Successione d'Austria. Colonnello nel 1755, ebbe il comando dd regg. Piemonte Reale cavalleria che tenne anche colla promozione a brigadiere d 'armata avvenuta nel 176r. Governatore d i Mortara e della Lomellina J1el 176z, p assò a governare la città e provincia di Vercelli nel 1766. Sa lis (Ulisse). Generale svizzero (1594-1674). Prima si segnalò al ser~izio de i Veneziani e poi combattè gli Austri;ic i e gli Spagnuoli in Valtellina, divenendo colcinncllo nel 1625. Nel 1629 comandò una cp. di guardie svizzere in Francia durante l'assedio della Rochelle; nel 1631 ritornò in Valtellina e nel 1638 fu d i nuovo in Francia . Maresc. d i campo ne l 1641, dive nne pocn dopo governatore di Cuneo. Nel 1643 si ritirò a vita privata e scrisse in italiano le sue me111orie.

Salisbm go in una stampa del sec. X\lll l

lii. Combauimento di Salisburgo (1800). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Dopo che l'armata del Reno, coma ndata dal Moreau, ebbe battuto a Hohenlinden quella austriaca agli ordini <lell 'arciduca Giovanni (3 dicembre), passù l ' Jnn e avanzò contro la linea della Salzach su larga fron te . Mentre una colonna forzava il passaggio <ld fiume a Lauffen (13 dicembre) quella agli ordini del Lecourbc va rcava nello stesso giorno la Saal e lanciava innanzi, al l' alba del 14, la propria cavalleria per d isperdere i fucilieri della linea di copertura avversaria e preparare l 'attacco d i S. Ma, col diradarsi della nebbia mattutina, apparve un denso schierarnen10 d i caval leria imperiale, che ""<nne alla carica, soste nuta da vivo fuoco d i artiglieria e respi nse i due regg . d i Usseri francesi di prima linea .

Salis Giovanni. Generale, n. a Cagliari nel 1847. Sottot. d ' art . nel 1866, fu in Eritrea nel 1896-97 e si segnalò nella campagna contro i Dervisci. Colonnello· d irettore d'art. a Napoli nel 1898 , ebbe poco dopo il conia ndo del 14° art. da campagna. In P. A . nd 1903, passò nella riserva nel 1908 e nel 19Il venne promosso magg. generale. Salisburgo (in tedesco Salzburg, ant . Salisburgum). Città e piazzaforte della prov. omonima, posta sulla sr. del Salzach e dominata dalla cittadella d i Hohen Salzburg. I-la anche un antico castello. lJn tempo era capitale d i un principato ecclesiastico dell'impero germa rlico. I. Trattato di Salisburgo (803) . Fu concluso fra Carlomagno e l'imperatore d'Oriente N iceforo, il quale, successo a Irene> inv iò a l primo un'ambasciata per concl udere

un trattato di pace e di amicizia. Questo venne d iscusso , regolato e firmato a S., ove si t rovava in quel tempo Carlomagno. Il . Pace di Salisburgo (804). Chiuse una guerra d i oltre trenta anni, combatt uta fra Carlomagno e i Sassoni. I principi <li questo popolo, vinti dall' imperatore, si recarono a S. e vi conclusero, con intervento del vescovo d i quella sede, la pace coi Franchi a queste condizioni : j Sassoni rinuncieranno completamente al paganesimo e si convertiranno alla religione cristiana; non pagheranno alcun tributo alla Francia, eccetto le decime dovute al clero; vivranno in libertà secondo le loro leggi, e sollo giudici e

li castello di Salisburgo

L'istante era propil-io all'intervento della fanteria austriaca, ma questo mancò ; {u cos~ possibile al .Lecourbe di sostenere i propri squadroni, mercè l'intervento di due regg . di rincalzo . Tuttavja, essendo mancata la cooperazione


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delle truppe contigue, che furono contrattaccate tcmpcsti1•amcnte dagl i Austriaci al punto d i convergenza delle provenienze da L:wffcn e da Jtcichenhall, l'az ione mancò d i adeguato sv iluppo e si ridusse n uno scambio d i canuonate senza ri,ultato apprezzabile; Lccourbe do\'erte aspet• tare che si manifestassero gli effcui del successo della \'igilia a Lauffcn, per varcare a wa volta la Salzach, mentre l'avversario ritiravasi a N eumarkt (15 d icembre). L:t g iornata costò ai Francesi qualche centinaio d i uomini . IV. Comba11ime1110 di Salùburgo (18og). App.1rùcnc alle guerre dell'impero francese. Il 26 aprile l'imperatore aveva ordinato al generale de Wrede d i dirigersi su S., per batte rvi il gen. Jcll:tchich, che voleva toglier di mezzo prima di iniziare la marcia su Vienna. Il 29. dopo lo scontro di Lauffen, il dc Wrede fece ristabilire il ponte sulla Salz bruciato dagli Austriaci nella ritirata e, non molto lontano da S . , la sua avanguard ia si scontrò col nemico che lo aveva atteso appostandosi i n luogo vantaggioso. JI dc W rede' ordinò l 'attacco, ma Jellachich rcsistè a luugo, tentando di difendere i magazzini di S., finchè un assalto decisivo lo costrinse ad abbandonare le sue posizioni e a ritirarsi. jn citt~, dove vinti e vincitori entrarono con .. fmamentc . I Frnnco-bavares i fece ro numerosi p rigionieri, disperdendo definitivamente il corpo d i Je ll achich, e , i impadronirono elci magauini e dei bagagli degli Austriaci.

Salisbury (a ,n. Nelll Samm). Città dell'Inghilterra m eridionale, capoluogo della contea d i Wihs, al la wnflucnza del Bourne col Nadder. Assedio di Salisb11ry (1349). Fu posto dagli Scozzesi ,ii Davide Bruce, i quali, approfittando dcl fotto d1e Edoardo lii, re d' Ingh ilterra, era in,pcgnato in Francia a far valere le sue J11'CIJ:sc, invasero i suoi Stati. Sol iti a trovare poca resistenza, appena presematisi davanti a lla città, l 'attaccarono, ma la guarnigione, animata dalla presenza e dalle esortazioni della contessa di S., si difesero eroicam c n Lc a lu ngo, resp ingendo ripctutaniente gli avversari . rrattanto Edoardo, tornato ÌJ> Inghilterra , aveva condott,, il suo esercito n Londra : di qui, inform:tto dell 'asscdio posto a S . , marciò a: soccorso della citt:i. Al suo an-icr narsi, gli Scozzc~i tolsero l'assedio.

Sall ier (dc In 'J'our, co11t,• l'ranccsco Ciwcppc) . Geneneralc, 11. e rn. a Chambéry (1705-1781). Percorse la car·riera mii. in fanteria e si distinse nelle guerre del 1733 e del 1742; comandò il regg . provinciale del Chiablese e divenne brigadiere, magg. generale e !uogotcn . generale. Ebbe missioni d iplomatiche a Berna, a Niz1,a cd a Madrid. GOl'Crnatore della città e prO\'incia d 'Asti nel 1762, ebbe nel 1 770 il comando gen . del ducato d i Savoia. Promosso generale di fanteria nel 1771, fn nominato nel l7i9 govern atore della ciuà e prov. di Saluzzo. St<llier dc la Tom· di Conion , mard,cse Vittorio Amedeo. Generale, figlio del precedente, n. a Chambéry, m . a Torino (1726-1800). Percorse la carriera in fameria e di\'enne colonnello nel 1774. Brigadiere di fanteria nel 1781 e magg. generale nel 1783, fu capo del regg. La Regina. Fu poi ministro i n Olanda, invia to straordinario a Londra, ambasciawre a Parig i fii10 all ' iniz io della rivoluzione . R impatriato nel 1789, di,•ennc gran maestro presso la Casa reale. S11llie11 de la Tour, marchese di Cordo11, barone Giuseppe Amedeo. Marescinllo, fratello del precedente, n. a Chambér)', m. a T orino (1737-1 820). Servì in cava lleria e d i,•ennc colonnello nel 1785. Magg. generale nel li90, si

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distinse nella guerra contro la Francia. Ten. generale nel 1794, nel 1796 firmò il trattato di Chcr:isco. GoverMlorc di Novara nel 1797, generale d i cavalle, ia nel 1799 e collare dell'Annunziata nello stesso anno, ne l 1800 fu capo della reggenza in Torino. Dopo la battaglia di Marengo d01·ette lasciare il Piemonte, entri, al scrl'izio dell'Austria, e nel 1810 si ritirò a vita privata a Torino. 1\ lla resraurazionc ebbe il gove rno di Alessa ndria e nel J814 fu nominato maresciallo.

Sallier Gius. Am~co

Sallicr conte Vitt. Amedeo

Sallier dc la TotJt, marchese di Col'don, conte Vi/Iorio

Amedeo. Maresciallo, figlio d i Giuseppe Amedeo, n.

a

Chambéry, m . a Torino (1774-i 858). Sottoc. dei cavalleggeri del Re nel 1789, partecipò alla guerra contro la Francia. ::-Jel r798 passò al servizio dell'Austria, combattè dal 1805 al 1809, si segnalò alle battaglie cli Caldicro e di Essling e <livenne colonnello nel 1810 . ~ello stesso anno passò al ~rvizio dell'Inghilterra: promosso brigadiere generale, ebbe l'incarico <l, formare la legione anglo-irnliana di cui assu nse il comando nelle guerre di Spagna (18121813), d ivenendo m;igg. generale nèl 18 q. Con tale grndo e nello ste,so anno r iprese servizio nel l'esercito sardo. Promosso ten. generale d i cavalleria nel 1815, ebbe il comando supremo delle truppe destinate a far parte dcll'eserci10 destinato a combattere in Savoia; a Grenoblc meritò la commenda dcll 'O. M. S. Governatore cli Novara nel 1816, fu nominato ne l 1821 da Cal'io Felice govcrn.1tore del Pie monte. ;Ministro degli esteri nel 1822, rima;e in tale carica sino al 1835, nel quale anno fu nominato matesciallo e go\'ernatore di Torino. Colbre dell'Annunziata dal 1821, decorato dell 'ord ine civile di Savoia nel 1831, fu dei pri1ni senatori del regno, scelti dal re nel 1848.

Sallustio (Caio Cmpo). Storico latino, n . ad Amitcrno, m . a Rom.i (86-3; A. C.). Qucslore nel 48 e pretore nel 46, ebhc comando nelle legioni di Cesare nella guerra d 'Africa. Dopo la g ion\ata d i Tapso andò proconsole nella Numidia, da <love ritornò a Roma. Scrisse : « La guerra di Catilina »; • La guerra di Giugurta •: « Storia romana •· Salluvii (o Salù). Tribù appartenente ai Liguri abitatori d el territorio tra il Rodano e le Alpi marittime . Il console Ca io Sestio Calv ino, ne l 123 a. C. li vinse in una grande battaglia, e ne 1·endè schia\'a la gente; poi sul posto della vittoria fondò la città di Aquae Sc,xtiae, la odierna Ai,. Salm-Sa lm (p,-i11cipc Felice di). Generale prus,iano (1828-1870). Iniz iò j! servizio nell'esercito prussiano e poi passò in quello austriaco. Nel 1866 ebbe dall 'imperatore Massimiliano <.!cl :\,lessico il grado di generale. Alla morte di Massimiliano ritornò in Prussia e cadde combattendo u Saint-Privai nel 1870. Salma (Carico a). li. quello disposto , u! dorso del quadrupede, per cui questo porta e non traina il materiale.


SA I.

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In mon1:1gna, e dove non c1 sono strade, q uasi sempre raie sistema di lnsporto i: l'unico possibile. Gli animali che megl io tollera no il peso su lla groppa e che più rendono sono i muli e gli asini . li carico dev'essere accurarnmentc ~istcmato sul basto, evitando che il materiale sia squili-

·1·r-.1S~ni ::,, salma

brato. Se il conducente non cffenua con cura il carico e .se com inuamc n te non tien d'occhio il suo quadrupede, questo può facilmente subire delle fiaccalll re, rendendosi inutile per un ceno numero di giorni. Le artiglierie da montagna si scompongono in un certo n u mero di pa rti, ciascuna delle quali è calcolata in maniera da poter essere portata da un rnu lo. Le m itragliatrici sono someggiabili , come mol tissimi al tri oggetti bellici od inerenti ai servizi bellici; ad es. gli apparati telefonici da campo, le stazioni radio, i cofani d i sanità, le casse pe r m unizioni, le casse di cottura tipo Neumann, ccc. La portarn d·un mulo a S. si aggira intorno agl i 80-roo chilogrammi, oltre al carico costituito dal ba;10 e relatisi accessori. i quali pesano cornplcssi"amcnte 38 chilogrammi. L·asino porta circa 6o chilogramm i o ltre ., 17 di basto e accessori.

Salmatoris (del V1/lar, conte Carlo). Generale, m . a Cherasco nel 1822. Dopo aver comanda to c<>I g rado d i b rigadiere d'armata le milizie di Torino, ,•enne nel 1814 n ominato magg-. gencrnle di fo n1eria e governatore di Chern<co: due ann i dopo fu dispensato dal servizio . Salmeri~. Un numero vario d i <] Llad rupcdi ten uti a disposizione od impiegati pei rrasporti a basto costituiscono le S . Ve ne sono di tante specie per quante destinazioni particola ri è pos\ihile che esse abbiano nel campo tattico

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ed in quello log istico. Gencralmen~ ;i fa una prima distinzione fra quelle di primo scaglione e quelle di .secondo . Quelle del primo portano le armi, le munizioni d' inrn1ed iato imp iego , i collcga111cn1i, u n 'aliquota <l i m a teriale sanitario e di materiale per la difesa contro gli aggrc~.>ivi ch in1 ici, ccc. Le ahre portano le cucine, j viveri, le munizioni, le armi di riserva, ccc. Quelle di primo scaglione seguono finchè è possibile i reparti e, appena questi ingaggiano il combattimen to , vengono sfruttate per concretare il scrvi,;io di rifornimenti . Le altre hanno invece un carattere piè, logistico che tauico: seguono sempre ad una certa distanza e raggiungono (li tappa in tappa i reparti, assicurando loro il necess3fio per ,·ivcre, per vestire e rime ttere in efficienza le dotaziolli d i a rm i e d i cartucce consumate. La forza e la composizione delle singole S.. è assa i variabile : per ogni arma e per ogni specie di reparto ve ne è una particolare, stud iata ed o rganizzata in relazione ai determinati bisogni di ciascuno. La loro riparLizio ne nel le sin gole uni tà è n,)rmalmcrne prestabilita dagli organici stessi. Il posto assegnato in marcia, in stazione o in combat timento e le modalità d'impiego sono jn dipenden za : 1°) dalle necessità che ne suggeriscono l'irnpicE:O stesso; 2°) dal luogo, dal tempo e dalle circostam,e rifa ite o M n a l nemico; 3°) dalle possibilità d i 1eod1mento dei quadrupedi riferite alb loro azione continua e non lirrurnta ad un ,olo servi:,io. Normalmente le S. marciano coi q11adrupcdi in fila (per uno) o in doppia fila (per due). La velocirà di marcia è analoga a quella degli uomini : a<l o g ni modo non s11pera mcii i 5 Km . orari. La lunghezza d'una S. è relativa al numero dei qua<lrupcdi che la compong,mo; può essere calcolata in ragione d, tne tri 3,20 pe r ogni si ngolo quadrupede quando marcia no in fila c<l in ragione <li m. 1 ,70 quando marciano per due . U na comune S . 1rnò ordinariamente coprire, ogni giorno (; per più giorni consecutivi, un percorso corrispon-

dente a ,ei ore di marcia: nelle marcie forzate e per una volta ta n to, si può spi ngere a camm inare si no a 1 2 ed anche più ore in un solo giorno . Quanto più è grossa la colun na rnmo pi11 i lim iti indicali tendono a scemare. L:1 tcudenLa a n10Lorizz.are, alrneno in parte, i servizi , vorrebbe poter giungere a sostituire i secondi scaglioni e forse anche taluno d ei primi (in artiglieria) con macchine. Ma dm·c può andare il mulo, o il quadrupede in genere. non è altrettanto facile condurre un mezzo meccanico di trasporto: perchè allo st,Ho attuale dd p rogresso automobilistico non si è ancora prodotto un carro da montagna ch e risponda pienamente ai necessari requ isit i. Quello a~rualmenre (1933) in esperimento nel nostro esercito (tipo O M) è certam ente u n sensibile passo innanzi, ma ancora non pare che abbia picnamcnce risolto il problcnu . L'impiego delle S. in una guerra a,·,•cnirc non potr:ì fare a n,eno d i esistere, e <li co stituire un peso ben maggiore

• Salmerie d i unn brig:u:1 di fanteda


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di quanto abbia potuto esserlo nelle guerre passate. E ciò è ovvio per le ingenti quantità <li m ateriali che sono .destinati a essere con sumati e d i conseguenza traspo rtali - in una futura guerra.

Salmoiraghi (Carlo). Ge nerale, n. a Milano nel 1864. Souot. d'art. nel 1884, passò poco d opo in cava lleria. Colonnello nel 1914, comandò i lancieri Victorio Emanuele coi quali entrò in guerra contro l 'Aust ria, e nel 1916 venne collocato in P. A. Trauenuto in serv iiio durante il periodo ddla guerra quale comandan1e il deposito dei lancieri di .Mantova, nel 1918 fu promosso magg. generale e nel 1919 trasferito nella riserva, dove nel 1923 assunse il grado di generale di divisione. Salnitro. V. Sodio Nitrato. Salò (ant. Salodi11111). Ciuà in prov. <li Brescia, in un piccolo golfo occidcmale <lei lago <ii Garda. N ella seconda mcd del sec. XIV Bern abò Visconti la fortificò con mura turrite e con una rocca, ora scomparsa. Dal 1426 la città fece parte della re pubblica di Venezia. Kel i706 venne in uti lmente assediata dalle ar mi imperiali. Nel li99 la guarnigione francese tentò invano di resistere alle forze del Suvarov; dopo tre giorni d'a»e<lio dovette cedere le armi. I. Co111ba11imet1ti di Salò ( 1796). Appartengono nlle guerre del la Repubblica francese .

A) Durante la campagna napoleonica del 1796 in lwlia, Salò fu teatro <li rinnovati combattimenti tra i Frnnccsi e gli Austriaci del Wiirmser. La colonna Quosdanowic, che tendeva allo sbocco in piano a occidente del Garda, vi assaliva nella notte del 29 lug lio la d ivis. Sauret, e, data la grande superiorità <li forze, a,·eva facilmente ragione delle resistenze oppostclc, rigettando i Francesi verso J)e. sc□zano . Durante il tumultun,o combatt imento, il brigadiere Guyeux, rimasto isolato, dovette asserragliarsi con circa 6oo uomini in un vasto ca~ggiato ove fi difese strc~ ouamc nte.

8) Con la ripresa dell'iniziati,·a <ldle operat.ioni da parte dei Francesi , dopo la levata del blocco di Mantova, la divis. Saurct ricevette l'ordi ne di liberare le t ruppe del Guyeux; avvicinatosi a S. nella notte del 30 luglio, Saurct riprese la città il 31, liberando Guyeux e volgendo in fuga gli Austriaci, che si r iti rarono in diso,·dinc verso nord, lasciando qualche cannone e 200 prigionieri nelle mani dei Francesi. C) Nei g ior.ni successivi Jc alternat ive dell a breve e fortunosa campagna condussero il Wiirmser a rioccupare Mantova e Castiglione. Sorpreso dal ritorno offensivo dd Quosdanowic con forze superiori e persuaso <li ave r adempiuto al proprio compito con la liberazione del G111·eux, il Saurct sgombrava il 2 agosto S. che tornava in possesso <legli Austriaci . D) Il 3 agosto un nuovo mo,·imcnto offensivo dei Francesi dava luogo a scontri notevoli nella regione <le! Garda; mentre Augercau impadronivasi d i Castiglione e Masscna attaccava L onato, Guycux, respingendo le truppe di Ott, conquistava S. per la terza volta . Così nel breve spazio di cinque giorni la piccola città rivierasca obbieuivo occasionale nella lunga lo tta per contendere il d ominio degli sbocch.i dal Trentino sul Quadrilatero - passava dall'uno all'altro avversario seguendo le vicende della lotta che doveva assicurare in (jne ai Francesi il dominio del Lombardo-Veneto. (Per gli avvenimenti del 1797, V. Val Sabbia).

II. Co111ba11i111et1/0 di Salò (16 iebbraio 1814). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Il gcn. austriaco Stanissa~lcvic, inviato in Val Trompia con la sua brigata per scendere su Brescia, distaccò 2000 u. per occupaic S. Giunta ia notizia al vicerè Eugenio, questi mandò sul posto il gcn . Teo<lo ro Lechi con la Guardia reale . li col. Pcraldi coi cacciatori a piedi si lanciò all 'auacco del paese. forzò la porta e penetrò nell'imerno cacciandone gli Austriaci. Frattanto la flottiglia del Gard a, comandata da T empiè, interveniva eflicacementc, fulminando gli Austriaci m ruirata sulla strada della riva : t ra Gardone e Maderno la lo ro retroguardia fu costretta a gettare le armi e a salvar,i per la montagna. Gli Austriaci pudcttero 100 morti e 357 prigionieri : i Francesi 22 morti e 62 feriti .

111. Combattim,·nto di Salò (6 agosto 1848). Appartiene alle operazioni svolte dalla colonna dei Volontari del Durando nella prima guerra per l'Indipendenza d 'Italia. Il genernle, per mantenere la promessa fatta al gcn. federici. che d ifendeva Peschiera dall' assedio dc.gli Austriaci, divisò di tentare di alleggerire la pressione intorno alla fortezza, minacciando gli Austriaci alle spalle. Formata a questo scopo una colonna con la lcgi , ne polncca, coi bcrs:iglieri del Manara e con la legione hmbarda del Borra (un migliaio di uomini circa), ne affidò il comando al col. polacco Kamicnsk i, che il 6 agosto si :1vviò vcr•o Lonato. Contemporaneamente ,I gcn. 1-Iaynau, comandante il corpo d 'assedio, aveva disposto cl.1e una colonna austriaca agli ordini del Vogel occupasse S. per togliere così ai vapori piemontesi ogni possibilità di rifornire Peschiera. Un bgl. cacciat0ri, mezzo sq<lr. cavalleggeri, una btr. di racchette e <lue cannoni, agli ordini del tcn. col. Favacoun, da Dc<enzano do,,c,·a proteggere la spedizione. Ma il Favacourt, venendo a conoscenza che S. era sgombra, senza aspettare la colonna V ngel volle accertarsene: vi spedì una cp. cd un ·altra la inviò per Car.lago verso Gavardo, lungo il Chiese. Quest'ultima cp. urtò H:rso le ore 10 nella colonna dei Volontari, e dopo vivo e breve combattimento ( u costretta a retrocedere su Lonaro e poi su Oesenzano. I Volontari, giunti a Lonato, si apprestavano a sostare qua n<lo udirono un vivo f.uoco di fucileria in direzione de lla strada di D cscnzano. Erano le avanguardie, :? cp. e una b1r. di racchette, della colonna Voge! che appari,•ano sulle alture tra Lonato e Desenzano. Lo scontro avvenne nel punto o ve dalla strada di Lo nato-Desenn no, si ,tacca qudla che, per le colline, porta a S. Il combattimento, sulle prime, volse in favore dei Vo lontari. J,a legione polacca si gcuò energicamente contro le lince austriache e costrinse il Vogcl a chiamare altre due cp. a rincalzo. I Vo.ontan, ailor:1, perduto nel c<nnbattimento il Kamiensk i, non osarono d i r itentare l'attacco cd il maggiore M an.1ra or<linò Ja ritirata, che fu molc:,tata dagli .\ustriaci.

Salomone. Arcipel ago dcli.i Melanesia, protettorato <lcll'lng hilterra. In parte, fino nlla guerra Mondiale, appartenne alla Germania. Superficie 38.000 Kmq., abitanti 151 .ooo . N o n vi esiste altra !orza mil itare che una gendarmeria di 150 uomi ni.

Sa/0111011c Federico. Maggiore garibaldino, n. a Chieti (1825- 1884). Dal 1844 al 1848 servì ne ll 'esercito borbonico; nel 1848 combattè nel Veneto come tenente dei volontari napoletani; nel 1859 era capitano col Mczzacapo e nel 186o maggiore di stato maggio re con Garibaldi. Passato ndl'csercito regolare fu ufficiale dei carabinieri; si dimise nel 1862 per raggiungere Garibaldi, che seguì anche nel 1866, comandando il 10 regg. dei Cacciatori ,!elle Alpi, e nel 1867,


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comandamlo la prima colonna . Fu d e putato al Parlamentù pa i collegi d i San I)emetrio dei Vestini e Citti, Ducale nelle legislature IX, X, Xlll.

Salomone Qre11e. Medaglia d'oro, n. a Capua, rn . a P adova (1879-1918). Il suo nome è legato ad uno dei più belli e drammatici episod i della nostra av iazione d i guerra. Arruolatosi volontario nell 'esercito, in g iovanissima età, era passato p iù tardi ne l ruolo d egli ufficiali di amministrazione. Ai pr imordi d ella nostra aviazione m ilitare, nel 1910, chiese ed o ttenne d i poter frequen tare prima il corso di osservatore aereo, poi quello di ·pilota. lrr qualità d i pilota, appun to, pa rtecipò alla guerra di L ibia, guadagnandovi una me<\. d'a rge nto a Tobruk, nel 1913 . Nella guerra contro l 'Austria non tardò a segnalarsi t ra i nostri m ig liori aviatori da bombardamento. Durante un'audace sped izione su Lubiana, il 18 fe bb raio 1916, eseguita assieme al col. Barbieri ed al cap. Bado, fu assalito da due apparecchi nemici e mitragliato. Benchè i suoi compagni <Ji volo fossero stati uccisi ed egli stesso g raverne nte ferito, il capitano S.~ rifiutata sdegnosamente ogni intimaziont: di resa> con sovrumana energ ia, riusd a ricondurre al campo di parte nza l 'apparccchio e le salme d e i compagni. Fu d ecorato della med . d'oro al valor mil itare . Dopo aver compiu to altre gesta ardimen tose, che g li valsero la concessio ne di numerose ricompe nse e la promozione a maggiore per merito eccezione , perì mi~eramente, il 2 febbraio 1918 , a Padova , per un inciden te di volo, al r itorno da u n 'azione bellica. Il mag nifico episodio che d iede al capitano S. tanta g loria, è così ricordato ndJa n1otivazione d i mcd . d'oro: « F erito al capo in una lotta aerea, benchè il sa ngue gli offuscasse la vista cd il corpo inerte di uno dei suoi compagni uccisi gli rendes.se difficile il govcr10 del velivolo, rifiutava sckg110,amen rc di arrendersi alle intimazion i degli aviatori nemici e p roseguiva la rotta, mcnu·e• le pallottole cli 111itrag liatricc degli avversari gli grandinavano attorno. Col motore irrcgolanneote funzionante, manovrando .a bassa quota in mezzo alle ra ffic he d i art ig lieria controaeree nemiche, riusciva a d iscendere jn uno del nostri cam pi, ove, con sentimento elevatissimo d i carnerarismo e con pro~ fonda coscienza d el d overe, s; occupava dei compagni uccisi e delle bombe inesplose ancora sosp,:se all'apparecchio » . (Aidussin;i, 18 febbraio 1916).

aiutante d i battagl ia su l Piave . Passa to n ei reparti d 'assalto, d urante la battaglia d el Pia ve, alla quale aveva vol uto partecipare, benchè ancora convalesce nte per recente feri ta, cadde da !>rode, d opo aver per primo scavalcaro i reticolati di una posizione nem ica. Alla memoria del prode aiutante <li battag lia de l XXI([ reparto d'assalto fu conferita la med . d 'oro, con la seguente motivazione: « Allo squillo d i battaglia, a ncora d olorante per una recente ferita, volon tariamen te usc iva d all 'os9cdale e rag giu ngeva la prima linea . Alla testa d ella compagnia, balzava all'attacco, e, primo fra tutti, superava i reticolati avversari. Ferito a<l un hraccia, si slanciava ancora avanti, finchè, colpito i n pieno da u na raffica, cadeva, consacra ndo col suo puro sangue di eroe la posizione conq ujsrata » . (Losson, J3asso Piave, 19 g iugno 1918).

S1!ornone Oreste

Saloni Soccorso

Salonicco (ant. Teua/onica) . Ci n à marittima della Grecia, principale pano <lella Macedonia . La sua posizione la rese fin da antico tempo fioreme centro di commercio. Non essendo stata fortificata, venne p resa facilmente e saccheggiata da una spedi✓,ione di pi rati t ripolini intorno al 900 , e da Gug lielmo li re d i Sicilia con una flotta normanna ve rso il 1180. Allora i Greci si decisero ad erigervi fortificazioni con buo ne mura. Più tard i i Veneziani comprarono il porto d agli imperatori bizantin i, e lo fon ificarono. La città (u invano a uaccata dai Greci all'inizio d d la loro guerra d' fn<lipe,)<lcnza (1821) . D u rante l 'occupazione d elle truppe allea te (guer'.a Mondiale) la città ve nne per n1ctà di:strun:-t da L1 n grande incendio , dovuto, si crede al -

Salona. Ant. città della Dalmazia, le cu i rovine si trovano p resso Spala to . A11edio di Sa/011a (48 a. C.) . Appartie ne alla g uerra civile scoppiata trJ Cneo Pornyeo e C . Giulio Cesare . A capo d ella flotta po mpeiana e ra M. Bibulo, il quale aveva l 'incombenza d i intercettare le comun icazio ni tra l'Italia e le sei legioni sbarcate con Ccsarl'. Comandava una <lil'is. navale M. Ottavio , il quale, dopo di avere d istolto Issa Jall 'an1icizia d i Cesa re > te ntò di muove re con promesse o con minacce la po polazio ne <l i S . Ma, essendo q uesta voluta r imanere fedele a Cesare, fu da Ottavio assediata . Egli innalzò cinque steccati intorno alla citt/1 e cominciò a batterla . Ma l'assedio, andando per le l unghe, nel campo degli assedianti divenne un po ' r,·ascur ata la d isciplin a. Un g iorno g li assed iati uscirono improvvisamente dalle porte assaltando g li alloggiamenti nemici con g rande strage e costringendo Ottavio a rifugiars_i sulle navi coi superstiti.

Saloni (Soccorso) . Medaglia d "oro, n. a Lecce, ca<lulo sul Piave (1895-1918). Valoroso bersagliere, d istintosi semp re per ard imento e slancio patriottico, aveva già meritato una med. d'argento sulla quo ta 144 e ]a promozione ad

Salonicco: la t mTe Bianca (Veneziana


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Lé antiche fort ificazioni di Salon icco

l'opéra dei Greci , poi che la Jlatle incend iata comprendeva tutto il quartiere tUJco.

(6 d ivi5'), proseg-uì la ma rcia su S. , che ragioni po litiche imponevano d i occupare al più presto . La sera del 7 no-

I. Trattato di Tcssalonica (,175). Due re ostrogoti, Teodom iro e Videmi.ro, avevano concluso nel 473 un'alk anza

vembre le ava nguard ie greche era no al torre nte Galiko . li m attino dell '8, mentre òa mare la flotta bombard ava il fortt.: Ka.raburn, i Greci st ringcv:-mo il cerchio intorno aJla città. I Bulg ari intanto si avvicinavano da nord e d,1 nord-es_t, e i Serbi :;ccndevano lu ngo il Varclar, facendo sent ire la loro nione da nord -c>Vest. La situaz ione dei T urchi era quindi d_isperaca ..:osicchè, do!)O brev i trattative, q uando giii le prime linee g reche erano a contatto con g li ~vamposti della d ifesa, il co mandaL1te della piazza, Hassan pascià, lo stesso gio rno 8 accettava la capitolazione. Quasi contemporaneamente alle truppe g reche entravano i n

per la quale, scambiatisi reciproci aiuti, il primo doveva assalire l'impero d'O riente e il secondo l'Ital ia. T eodo rn.iro, devastata l 'Ill iria, si d iresse ,., S ., ove risiedeva il patrizio Clariaoo che l'i mperatore Leone aveva manda to con un esercito a governare l a pr0\1 incia. Clariano · capì subito d i

non poter resistere a lungo a l re barbaro e gli inviò ambasciatori che con ricchi cloni lo· ind ussero a toglicré l'assedio . Ma il gcncnile bizantino, p rima che gli Ostro• goti partissero, riusd pure a concludere con Tcodomiro la pace dèfi nitiva a nche per tutto il rcsw dell'lrnpcro, e si obbligò a mie scopo a fargli avere alcune cìrrà che il re sresso scelse.

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Salonicco i Bu lgari, creando cos1 un dis,

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sidio per r ivend icare la priorità della conquista, irnpona nte agli effetti delle ambizioni che ambe<lue i popoli aveva no sul possesso della •Città . - Qualche g iorno prim a, nell a notte dal 1° al 2

Il. Assedio di Tes,<alonica ('424-1428). Fu posto d ai T mch i, i q uali però per alcuni anni si lim iLarono a tenerla hloc• novernbre, la torpediniera g reca n . 1 1, cata a distanza, mentre i Veneziani ~ pa~ :. & . •" . . ~ J.I', oè' en trata i nosserva r;,i nel porto, v i ~1veva tlroni <lei m.are ne a.s.sicuravann i riforsilur.no e affondato una corn zzara guar~ Salonicco: l\1onum. al fante italjano ni ment i. Ma in principio d i febbra io del dacostc tu rea . r428 il sultano Amurat li arrivò con g rand i forze, e fu jniziaro l'attacco . 1 Greci si d ifesero per tutto IV . Arn1istizio di Saionicco (settembre 1918). In seguito quel mese e il successivo, respi ngendo reiterati assa lti , ma alla rottura del fronte bu lgaro-tedesco in Macedonia , , il 29 m arzo d ovettero eecle re all ' impeto dei T urch i. I VeBu lgari inviaro no parlamentari , e il 29 settem bre accettanezian i, che stavano pronti, imbarcarono rutta la loro geme va no le condizioni imposte dai vinc itor i, ossia: r9 ) Sgomwlle proprie navi e si allon tanarono, ment re la città era be ro d i te rritori ancora occupati dai Bulgari in Serbia e esposta al furore delle soldatesche turche, che la sacchegGrecia ; Zo) Smobi litazione dell 'eserciw bulgaro, salvo ,,! . giarono cornmetten<lovi <1 trocità jnaudite. cuni repart i; 3°) immagazzinamento sotto custodia, da pane

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III . Resa di Salonicco (1912) . Appartiene alla prima guerra balcanica. Battuti i Turchi al Vardar, l'esercito greco

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del! 'Intesa, delle arm i 1dei reparti smobilitati; 4~) Resa come prigionieri d i g uerra dei reparti compresi nell a 1 r"

Salonicco: l'incendio del 19 17 ( 18-1Q agosto)


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armata germanica; :; 0) Impiego dei prigionieri bulgari da parte delle truppe alleate; 61 ) Ritiro en tro quattro settimane dalla Bulga::.l delle truppe dcll"Austria e della Germania, e dei loro rappresentanti cliploma1tci. I rt•parù bulgari indicati al n. 4°) frontegg iavano la 35" d ivi,. italiana e non ebbero notizia alcuna su ll 'armistizio, pcrchè i Tedeschi ddl" 11• ,1rmata ,j ritirarono celermente dopo di al'crc spiarnato tutte le li:icc radiotelegrafiche e telegrafiche . li gcn. Mombelli, comandante della 35a clivis., diede allora incarico al geo. Frcri, com:111tlante della brigata Cagliari, di 1•.rtuc la not1zia de l concluso armistizio al cornandantc d d le trl1ppc bul_garc, il quale, dopo di avere chiesta è ouenul3 l"au1orizzazionc dei suoi superiori, si arrese con le truppe , lella zona in,licata il 2 ottobre.

Salonna (Persico Ca.-111i11e). Generale, n. a Napoli ud 185i. Sotto t. d'art. nel 1876, raggiunse il gr,1do di colonnello nel 1910. Fu direttore della fabbrica d'a rmi d i Terni: comandò poi la Scuola magistrale di scberma e di c<luca:1:ione fisica e infine il 1° art. da campagna. Promos.<o mngg. generale a di,posi7.ione ne! 1C)15, fu collocato Jtdla riserva nel J9r7, promosso ten, generale ud 19 19, collu,ato a riposo nel 1927. Salpa. Sommergibile di z52 tonn. , i n servi·~io dal 19ro al 1918. Ebbe per motto: « Sub aquis la!ens prodigia au-n1n1m » .

Salpa. Sommergibile varato dal ca ntiere navale Tosi di Taranto nel 1932; dislocamento tonn. 616-721, lungo metri 61 , largo m . 5,70; apparato motore Fine, vcloc it:ì miglia 9. Arnwmento guerresco un cannone d a 100 e 6 tubi laociasiluri da 533. Person,l lc d'armamento: 3 ufficiali e 22 uomini d'e9uipaggio.

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Salsa (Tommaso). Generale, medaglia d 'oro, n. e m. a Treviso (1857-1913) . Arruolatosi ,·olomario 11ell'escrcito in giovanissima età, percorse tutti i gradi della carriera, d a soldato semplice a ten. generale, in virtù delle sue ma gnifiche qualità militari, dello studio assiduo, della tenacia inflessibile . Sottoc. nel 1880, da capitano passò nel corpo di Stato Maggiore. [11\ iato in Eritrea nel 1891, fu capo ap prczzatis.1imo dcli' uffic io politico-mi litare; ad Agordac guad,ignò la croce di cav. dcll'O. M . S. e la promozione a maggiore per merito di g uerra; a Coatit la med . d ·argento . Dopo Adua , (u padamcnwrc prc,><> il negus. Ritornato in Italia e promosso succes.siv;:101<:ntc ten . coloundlo, fu, con· qucst 'ultimo grado, chiamato a far parte, nel 1900, d d nostro corpo d i Salsa Tommaso spedizione in Cina. Rimpa• triJto nel .1 902 e promosso colonnello, coma ndò µ r ima il 6j0 rcggimcnlo fanttria e poi il 6° al!Jini. Raggiunto, quindi, il grado cli maggior generale, ebbe il comando della brigata Roma, e poi quello della 3" brigata Alpina. Partito per la Libia . diresse vìttorio~amcntc numerosi combattimenti, sì <la meritare la promozione a ten. generale per merito di guerra. e la mcd. d 'o ro con questa mot ivaz ione : « Per aver guidato con grande capacità e con ammi rabik valo re le sue

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truppe alla vittoria nei combattimenti di Kasr-ras-el-Lcbcn , il 17 settembre 1912; del Bu M safer 1'8, 9 e JO onobre 1912; di Euangi , il 18 giltgno r913; di Mduar, il 18 luglio 1913, dando prO\·a eh una forza d'animo e cli un 'abnegazione non comu ne ». Dopo la gue rra libica, il gen . S. comandò per qualche tempo la Jivis. d i Napoli, e fu poi nominato ispettore delle truppe alpine. Morì due mesi d opo aver assunta questa carica.

Salsiccia (o S11/siccio11e). Fastello di rami \'crdi d'unJ determinata lunghezza, che ;i adopera per r ivestire le pareti esterne di un 'opera ccrrapienata per sostenere la terra e dare sicurezza al lavoro. Può essere adoperato anche per cun-

c.;orrcre

a

costitu ire

la

Salsiccia

copertura <li locali alla prn\'a in opere campali o scmipermanenti. f:: molto simile alla fasci1u. Si chiamò 11gualmcnte una composizione di fuochi artificiali messa in una tasca lunga di tela o di cuoio, per da fuoco alle mine, e, in marina, ai brulotti.

Salso, 173a legione del la M. V. S. N., costituita su tre coorti nel 1923 a Calranissctta. S!l.lta. Città dcll'Argen1 ina, capol. d i prnv. al nord di quella di Tucuman.

Battaglùi di Sa/111, detta anche di Casù11ì<1rcs (20 febbraio 1813). Appartiene alla guerra per l'Indipendenza t lcl l'Argcntma, e si combattè fra l'esercito ri,·oluzionario comandato da 13clgrano e ammo ntante a 3000 u ., e I·cscreiw spagnuolo agli ordini del gcn. •Pio Tristàn, fone di 3500 u. wn w cannoni. Questo esercito, battuto j! 2.f dicembre a Tucuman, si era ritirato verso S. Inseguito da quello del llclgrano, fu costretto ad accettare bauaglia presso la città. Tn,1àn schierò le ,ue forze su due linee, <la un lato appoggiandosi al Cerro del San Bernardo, dall'altro collocando la ,ua cavalleria (500 u.): l'artiglieria sul fronte. llclgrano auaccb con tre colonne, fiancheggiate dalla ca,·alleria. Un attacco dei cavalli di Tristàn sbaragliò l'ala opposta d i cavaller ia, ma il fuoco della vicina colonna infranse l'imix:to degli assalitori. La cavalleria di Rclgrano poti: così riordinarsi, e contrattaccando cacciò fuori del campo quella nemica, clic lasci<> scoperto il fianco della propria fanteria. Attaccata a sua volta, quest'ultima si disordinò. La seconda linea spagnuola avanLÒ per ristabilire il combauimento 1 ma venne attaccata e sbaragliata prima di entrare in linea . Tutto il fronte spagnuolo cedette e disordinatamente i soldati si rifugiarono in città, inseguiti dalle truppe del Delg rano, che li co~trin,cro a deporre le .1rmi e l darsi prigionjeri. Saltamartino, Così era chiamata un"artiglieria leggera, (da una a 4 libbre <li palla, lunga 15 calibri), della specie dei falconi, fu adoperata nei secoli XVI e XVII. Saltara (Ernesto) . Generale, "· ad Ancona nel 1858. Sottot. di fanteria nel r8R2, insegnò poi topografia alla Scuola mii. di Modena. Nel 19r4 fu collocato in P. A. col g rado d i - tcn. colonnello. Ricl,iarnaro nd 1915 e pro-


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mosso colonnello, comandò il deposito dcll"89• fanteria; nel giugno 1918 fu presidente del Tribunale di guerra del la 6• armata. Ricollocato in congedo nel 1919, venne nello stesso anno promosso brigadiere generale e trasferito nella riserva: nel 1920 assunse il grado di generale di brigata.

Salterio (La::::a,-o). Colonnello, n. ad Annone, m. a Camerlata (1824-188o). Fu uno dei Mille: sbarcato a Marsala sottot , termi nò la campagna dd ,~6o col grado di maggiore; s, distinl-C a Palermo ed a Capua, meritando la croce d i cav . del] 'Ord ine M ilitare di Savoia. JJassato nell'esercito regolare, divenne colonnello nel 1877. comandò il "J" fanteria e nel ri poso .

SA L

pendenti dai ministeri mii. assimilari di rango e grado mii. quando indossano la di1•isa. Hanno pure d iritto al S. il personale dell'Ordine d i Malta, e quello direttivo de lla Croce Rossa Italiana, quando si trovino regolarmente mobilitati per servizio, e vestano l:t divisa. I !anno pure diritto al S. da pane degli inferiori i superiori delle milizie doganali, forestali, ferroviarie, confinarie, e della strada, quando vestano 13 div isa, e siano nc ll 'cs<;rcizio delle loro funzioni. Tra pari grado il S. reciproco è dovere di convenienza, e di cameratismo. li S. è dovuto in ogni momento e luogo, anche quando il superiore che si saluta abbia lo sguardo rivolto altrove. Tullavia nei sit i di ritrovo, nei pubbl ici passeggi e nei siti chiusi non si saluta che una volta, eccezione fatta per le persone c,ca1e nel comma a) che d.-vono essere salutmc ogni voh:1 s"incontrino. In tempo di guc-rra vi è obbligo di S. fra gli apparrenenti alle forze armate dello Stato, cd il personale assimilato al rango militare. Da parte di mi litari disa r-

Saltara f:rnesto

1881 venne collocato a

Salto (Battaglia). V. San Antonio. Saluggia (ant. Saligia e S11lgit1). Comune in prov. di Vercelli, sulla sr. della Dora Bahea. Ebbe un antico castello turrito: il 3 novembre del 1200 vi fu firmato un tratt:no d i pace fra il marchese d i Monfer rato, i Milanesi e i Piacentini da una parte, e i Vercdlcsi dall'altra. Saluto militari. Rappresenta un dO\·erc quando SI traua di eseguirlo verso un superiore, o verso reparti. li mi litare isolato lo deve: a) alle LL. MM. i l Re e la Regina regnanti; a1 Sommo Ponrdice; al capo del Govenv,, ai capi di Stati esteri; ai Principi della Famiglia Reale e delle Case regnanti estere; b) ai ca\'alieri della SS. Annunziata fregiati delle insegne dell"ordine; ai sen3tori e deputali in corpo ed alle loro dcpuraz.ioni; alle bandiere nazionali delle for7.C armate dello Stato, ed a quelle dei municipi fregiati della medaglia d'oro al valor militare: e) ai superiori di qualunque grado, corpo, od arma in scr1 izio alli\'o delle forze annate dello $Lato; d) ai superiori in congedo quando vestono l 'unifo rme. L'obbl igo del S. esiste reciprocamente fra le diverse forze armate dello Stato, compresa la M.V.S.N., nonchi: verso gli impiegati civili ,li-

11 saluto ne11'istruz.ione alle reclute

mati o armati d i sola sciabola, i l S. ,i rende, se a capo scoperto. col prendere la posizione <li attenti. Nel momento del S. ,I militare del'e togliersi il sigaro dalla bocca, cd alzarsi se seduto, nonchi: passare nella mano sr. tul• tociò che gli impedisse il S. colla d r. Il milita re di truppa a cavallo saluta rettificando la posizione , e volgendo lo ,guardo verso il su9eriorc. Così pure ci si comporta se

Bnnaglìa dì Salta (1813)


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S,IL

in bicicletta, o su carri. Gli armati di fucile, moschetto e lancia reuificano la posil ione e volgono lo sguardo verso il superiore. Quando incontrano però le persone indicate nel comma a), se sono in marcia si (ermano a dieci passi

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s'arresta e si regola poi come da fe rmo nei casi contemplati da] comma a), Negli altri casi , i reparti non si fermano, ma f anno il S. successivamen te per reparto con l'atten ti a dr. o sr. I m ilitari non fregiati del distintivo

S~luto romano

S aluto alla bandiera in Somalia

prendendo la posizione prescri tta, quando la persona o bandiera è a tre passi di d istanza e mantenendola fi no al momento nel quale è stato oltreJJassato. Chi è in bicicletta smonta , fa fronte, cd cscguiscc il S. li cavaliere a cavallo isolato, se ha posto , così d a non ingombrnre, fa pure fronte e saluta. Chi riceve il S. ha l'obbligo d i restituirlo, all'infuori dd comandame d i ,·eparto armato. Anche quando un superiore non vesta la divisa ha d iritto a l S . da parte dell ' inferiore che lo, abbia conosciuto. Cosl pure l 'inferiore che non vesta la divisa ha l'obbligo del S . verso il superiore che lo abbia conosciuto. A nessuno è concesso di dispensare t l ll inferiore dal S. H S. da parte d i un inferiore chiamato •a parlare con un superiore, è fatto arrestandosi a due passi dal superiore, e rimanendo sulla posizione dcll'attemi, finchè non ne sia d ispensato dal superiore stesso. Il S. è p ure dovuto dai reparti di truppa con le seguenti modalità : se ferm i, presentano !e anni a zo passi d i distanza nei casi co!llemplati ai com-

d i mutilato o di decorazioni al valore hanno l'obbligo del S . verso i mii. che rech ino sul petto i segni di tali distinzioni. Le sentinelle, oltre a costoro, debbono salutare anche le madri e ]e vedove portant i i segn i del valore dei loro congiunti. Nelle fortezze, in occasione d i visite d i personaggi o cl i cerimonie nazionali, o d i entrata nei porti di J1avi o flotte 111ilitari estere, il S. è reso con colpi di cannone a salve, a seconda ddk convenz ioni internazional i per la marina, ed ai regolamenti per le piazze forti <li terra . Per gli equipaggi >(_lella n1:Hjna è in usv anche negli altri Stati il salu w alla voce, che si fa con tutti i marinai schierati in. CO· perta. Al tro genere d i S. ne11e navi, è qudlu che si dà agli ufliciali che sa lgono a hordo, sia col fischietto, sia con le relative chiamate alla band a (V.

Ouon). Saluto romano . Soluto ado ttato dal Partito fascista, consisten. te nell'alzare il braccio destro con la mano Saluto romano aperta. Gli a ppar~ene nt i alla M . V. S . N . lo adoperano anche verso gli appartenenti alle altre forze armale dello Stato .

L'equipaggio di una corazzata:schicrato per il saluto alla voce

ma a), b) e e) e mantenendola finchè non siano oltrepassati d i rn ; p rendo no la posizione di attenti a 20 passi d i "distanza conservandola colle norme dette nei casi contemplati d al comma d) e seguente. Se in marcia, il reparto

Sai uzzo (ant. Salucia o Saluciae) . Comune in prov . d i Cuneo, sopra le ultime propaggini del contrafforte alpino che sepa ,·a la valle della Varaita da q uella del Po. Quando i Sa lluv ii, abitanti della regione , furono soggiogati dai Rom ani , verso il 120 a. C. S. fu p reso dal console Marco Fulvio F iacco. Nel 1142 S. d ivenne capitale d i marchesato e fu cimo di robuste mura . li castello innalzato sulla collina, ove probabilmente esisteva già qualche antichissima opera fortificata, venne fallo costruire nel


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1270. Nel 1522 il ma rchese Michele Antonio , fedele al la !;'rancia, fu assalito dagl i Spagnuoli, che gli imposero delle dure condizioni, e ad essi dovetre cedere i l suo Stato, henchè per poco. S. fu preso poi altre volte dai Francesi ; nel 1551 durante la guerra fra Enrico II C la Spagna, nel 1579 e nel 1630.

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I. Assedio e txice di Sa/uzzo ( 1363). Appartiene all' invasione nel marchesato da parte di Amedeo VI d i Savoia, il quale pose i l campo sollo la città il 24 luglio. Per pochi giorni, durante i quali sulla città ve nnero scagliati quotid ianamente oltre 300 colJJ i, il marchese Federico resistette :,gli assalti dei Savoiardi, ma poi dovette cc<lere, e, i l 5 agosto, si firmò la pace per cu i Barge, Busca e altri luoghi toccarono al duca di Savoia, mentre il resto restava al march~se, come feudo dipendente da Amedeo.

SAL

non poterono più resistere e ~i arresero : Carlo~ ent rato j_n

città, si volse alle terre che ancor resistevano e le occupò successivamente .

III. Gue,·ra di Sa/uzzo (1581-1601). Salito al trono d ucale d i Savoia nel 1850, Carlo Emanuele I si trovò ad a,·ere uno Stato forte e ordinato, ma aperto alla Francia a causa del m :trchesato di S. per il quale permaneva il timore che i Francesi se ne impadronisse ro, j nsediandosi

saldamente in Piemonte. a poche miglia dalla stessa T orino, c iò che av l'cbbc costituito una n1inacciil pennancnte per !"esistenza del ducato. I marchesi d i S., vinti spessq dai ~avnia, si e rano ogn i volta professati loro vassalli , ma ciò non im pedl loro d i essere ligi più che ad a ltri alla Francia. Questa nazione essendo al lora in preda alle guerre di religione, il momento parve il piè1 adatto a Carlo Emanuele, il quale, avendo anche intcl ligcnzc alla cotte di Francia , riuscì nel 1581 a impadron irsi <lei marchesato. Alle potenze italiane spiacq ue questo col,.>o del duca, ed esse sollecitarono l' intervento del re di Francia En rico Ill , il qua le intimò al duca la restituzione del marchesato. Carlo Emanuele dovette ubbid ire e per il momento si rivolse a Ginevra . Ma pochi anni dopo gli si presentò un'a ltra occasione per tentare la conquista di S. : in Francia i disordini avevano raggiunto il culmine nella lotta [ra Enrico III e il. duca d i G uisa, cosicchè, nel maggio dd 1588, il d uca potè pensare più liberamente al suo d isegno . Nel settembre i suoi generali Andrea Provana d i Leyny e Francesco lvfartinengo SC<..:Scro in campo improvvisamente e

in due mesi conq uistarono interamente il piccolo Stato. Ma i ntanto i n Francia E nrico Hl si era accord ato col Guisa e, rivoltosi di nuovo al Piemonte, aveva mi11accia~o fierame nte i l duca per aver trasg redito ai. suoi ordini. Un esercito francese si preparò nel 1589 a scendere i n Italia, e Carlo Emanuele, avuti rinforzi d all;i Spagna, si accinse alla guerra , quando in1provvisamentc Enrico morì.

II . Assed;o e presa di Sa/uzzo (1486-87). Fu posto nel l'agosto da Carlo il Guerriero, duca d i Savoia, che aveva [ra le sue scbierc truppe d i Gian Galeazzo Visconti. Con grandi rischi e spese, il marchese LuJovico potè per qualche tetnpo approvvigionare la p iazza attraverso l'unica via libera, q uella per i l Delfinato e la Provenza . Quando gli assed ianti presero Carmagnola_ e Scarnafigi, i l marches,, uscito dalla piazza, r aggiu nse Rcvello, ove erano assediate alcune sue trnppe, e poi si recò in Francia a chiedere soccorsi. Frattanto g li assed iat i aveva no con tma felice sorLjta s terminato un corpo ne1nico che te ntava di assalire all'improvviso da tc,rgo la piazza. N el febbraio del 1487 l'esercito savoiardo tentò un assal to generale. I difensori

!I duca d i Savoia pose subito la sua candidatura al trono di Fraucia, su cui aveva qualche d ir itto, ma fu eletto re Enrico IV . Questi non acconscmi a riconoscere il possesso d i S. a Carlo Emanuele , e la questione del marchesa to fu rimessa all'arbitrato di papa Clemente VIII. Il pontefice, temendo di scon tentare uno dei con tendenti, non osò decidersi , e allora , nel dicembre del 1599, il duca si recè, a Fontainebleau, ove nel n1arzo r6oo le trattative s1 con• cluscro con un accordo per cui Carlo Emanuele. restituiva il marchesato, a condizione che vi fosse posto un governatore a lui gradito e

un presidio d i Svizzeri cattolici .

Ma al d uca non piacquero questi patti , cd egli lasciò la Fra ncia ben deciso a non man tenerli .

Assedio di Saluzzo per opera del duca Cado di S avoia (1487)

Intan to

però era


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Saluzzo nel secolo XVJ I I

riuscito a concludere a lleanze s<:gn.:::le con alcuni potenti

Montgommery. Il Feuqu ières lanciò t re battaglioni contro la

signori francesi e col Fucntes, il governatore spagnuolo di M ilano, allo scopo d i dividere la Francia in tanti Stati e re-

coll ina c he dom in a la città, e col g rosso dei suoi penetrò

ditari sotto un capo elettivo, come l' impero germanico . Ma Enrico IV , scoperta la cong iur a, volle punire il suo

nem ico che n on aveva tenuto i pa tti ,: nell 'agosto ,lei 1600 aprl ioaspcltatamente con grandi for.u: ic ostilità, conquistando rapidame nte i d omini rransal!>in i d el d uca. Questi c h iamò alle a rm i il popolo e frattanto non ma ncò d i pro• testa re p resso il papa d cli' ing iuria fattag li col non rispettare il suo arbitra LO. Ricevuti rin(or1.i <la F ilippo Il! e rad unate numerose trU!lpe duca1i, ebbe in breve un forte

esercito, tanto che potè a rrischiarsi a varcare le Alpi e cercare d i affrontare il nem ico. Enrico IV prese col trad imento Mont mél ia11 ed evitò il combattimento che Carlo Emanuele cercava con risolutezza . !I dissenso veniva composto il' 17 gennaio 16o1, col t rattato d i Lione che , sia pu re. con sacrificio di altre terrel :1ssicurava S. al duca . IV . Com battim ento dì Sa/uzzo ( 1690). Appa rtiene alla spedizio ne in Italia del Catina t contro Vilto rio Amedeo Il d i Savoia . Il generale francese, avviato contrn la città , 1nan<lò ava nti il Fucquiéres con una avanguardia a cingere la p.iazza, che riteneva -di poter p'rcndt'rC il giorno dopo, e g li tenne d ietro lentamente, coperto dalle trup pe del

nei ,obborgh.i : il marchese Marignano, che d ife ndeva la po.sizioncJ fu costretto a ritirarsi in S. , di cui j Francesi minarono le rnura. Già stavano per aprire una breccia, q uando il Mon tgommery fece sapere ch e i suoi 400 ca,·all i erano impeg nati con l'avanguardia ~h1calc e che fra poco sarebbe staro attaccalo dal grosso nemico. Allora i l Catina t ordinò al Feuquièrcs d i ripassare il Po co n l 'avang uar,lia, !,'artig lieria e 1 bagag li , e poi t:On il resto delle sue truppe n1ossc a raggi ungere jl Mon tgomrntry per dar battaglia al d uca nel piano d i Staffarda. li 19 :ogosro, dopo la sua vittori a, il Callnat occupò S.> che il Nfarig nano non era in g rado di difende re . Sa/uzzo. Reggimento d i fa nteria d 'ord inanza naziona le, po i b rig ata Saluzzo. Partecipò ai moti d el 1 821 e perciò venne scic.!ta : i suoi clementi fedel i formarono il p rimo nucleo della b rigata Pinerolo (V .). Sa!u:::.z·o. Battaglione creato nel giugno 1800 dal generale

Berrh icr in Piemonte, incaricato con altri tre della pol i,.ia d el Paese. Fra l'agosto e l'ottobre formò la 2 " mezza brigata di linea picmonr-esc, insieme col bgL Aosta ; poi costituì coi tre bg l. sudde tti il " Corpo d ella Gendarmer ia Piemontese >l clic durò fino al la Restaurazione . Sa/11:::z o . Battag lio ne alpini, costituito nel 1885 col nome

d i Val

Maira. Assunse nell'ar.no successivo il no1nc di Dro ner o, sostituito nel 190,1 con quello cli Saluzzo. Appar-

T orre <lcl castello di Saluzzo

tiene al

pin i

ed

rcgg. al~

2 1 ~,

22a.

le cp. e 233 . Dal ha

1920 al 1923 a p pa rtenne al ro reggi.. men to . Partecipò alle cam pagne 1895-96 e 1911-12. Durante la guerra lta lo-,a ustriaca del 1915-1918 operò in iz ialmente nella zona Carnia. NcU'a prile r9r6, <lopo aver cedute le cp. 80~ e 100" al bgl. Monviso

(fine sec. XV ll l)

( 18 17)

Soldati del regg, fanteria Sal uzzo


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S ,1:.,

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d i nuova C.:05.tiwzione, ( u t rasferito nella zona del M. Rom ~ bon, setto re del Cukla, conquistando bri!lantememc la vetta d i quest' ultimo il 1 0 m aggio t916. N el giugno tentò invano con alni bgl. al pini l'occupazione del Rombon. Nell 'agosto 1917 fu inviato nel setto re Slcme-Mrz li, dal quale r ipiegò in seguito all"offensi va at1stro-tedesca dell 'ouobrenovembre successivi; fu d islocato poi nell'alta va l Camonica ed in Valr-:lliua fì no aJla battaglia d i V ittorio Veneto, alla quale partecipò occupando P un ta M antello e spingendosi in val Pcjo. Per la sua condotta in guerra m eritò la mcd . d'argen to al valore colla seguente m otivazione : « Instancabile nei lavori d i. ap proccio costr uiti, per più giorni, sorro intenso fuoco ; saldo ed i mperterrito nel resp ingere attacch i avversari, il battaglione Saluzzo si ,lanciava , i l 10 m aggio, aud«cemente alla conquista della vetta del monte C ukla, che rafforz;ò e d ifese so tto l 'incessante t iro dcli 'art iglier ia nem ica » ( 4 - 10 maggio 1 9 1 6) . l .e sue perdi te nella guerra ammontarono a ufficiali m on i 12, fe1·iti 24, d ispersi 22; u. d i truppa m. I.37, f. 6o3, d. 773. Sa/uzzo. Reggime nto cavalleggeri, che ritrae le sue origi ni d al 7° regg . , li cava lk r ia form ato a Vercell i nell 'agosto 1848 con la fusione di d ue regg. (uno d i Dragoni cd , 1110 d i Cavalleggeri, detto anche Cacciatori a cava.Ilo e poi Cavallegger i cli Pio IX), costituiti, con elementi volon tari, a Milano nel m arzo dello stesso anno . Nel gennaio 1850 i],, 7" regg . passò a far parte della cavalleria leggera col no me Cavalleggeri d i Saluzzo. li suo , 0 sqdr . partecipò alla sped izione d i Cr imea. Nel 1871 prese il nome di 12° rcgg . cavalleria (Sa luzzo); Stemma nel 1876 q uel lo d i reggimento cavaldei cavalleggeri dj Sa.Juzzo leria Saluzzo (12°); nel 1897 d i reggimento cavalleggeri di Saluzz.o. P artecipò alle seguenti campagne : 1848-49; 1855-56; 1859, 1866; 1887-88; r895-96; 19u-r2. Inoltre alla repressio ne del brigantaggio. Durante la g uer ra l talo-ausuiaca, 1915-1918, partecipò inizialmente alle operazion i per la co nqu ista del

cam po trincerato di Gorizia 1 raggiungendo le peil<lici <lel Sobcr e le valli del Vippacco e della Vcrtoiba . Nell'agostosettembre . 1917 concorse alla bat taglia della Bainsi1.7,a, lanciando audaci pattuglie verso Ch iapovano, T arnova e le pendici del S . Gabriele, D urante la r itirata dell'esercito al Piave sostenne combani menti di rct roguacd ia per r itard are l'avanzata nem ica , a cavallo a Bcivars cd a piedi a M uli no H ochc. Sfer ratasi la nostra offensiva fi nale dell 'ouobre

Squillo dei cavalleggeri dj Saluzzo

1918, il S . fu lanciato all 'insegu imento lungo la d irettrice T auriano-lst rago, ove car icò brillantemente il nem ico e meritò, oltre alla citazio,1e sul bo llettino di g uerra del Com ando Su premo 1'.' , 1266, la m cd. d'argento con la seg uente motivazione : « Già d istintosi nella battaglia d i Gorizia e in quella della Bainsizza , copertosi d i g lo ria nel contrastare i l sacro suolo della P atria al nemico invasore, nel giorno del la riscossa si sla nciava i n brillante irresisti-

bile carica contro forti retroguardie avversarie, annientandole (Gorizia, 11- 16 agosto 1916; Ga,garo, 2 4 -30 agosto 1917; Isonzo-P iave , 25 o uo bre-10 novembre 1917; lstrago-

Uniformi dei cavalleggeri di Saluzzo dal 1850 al 187 1

Spilim bcrgo, 2 novem bre 1918) ». Festa del reggimento : 2 novembre, anniversario dell'azione d i lstrago-Spilimbergo (1912). Motto del reggimento : ,, Quo fata vocant ». Sa/uzzo (Manfredo I d,). Guerriero d el sec. XII, m . nel 1 175. Fondatore della famiglia, e bbe il titolo d i marchese verso il 1142. Favorevole a Federicù Barbarossa , volle im• padronirsi d i Cuneo e tentò invano di assalire Caraglio. Sa/u zzo Manfredo Il (A,farc/,ese dt). Guerriero del secolo XlI, m . nel 12r~. Teu tò più vol te d i assoggettare Cuneo e<l occupò Borgo S . Dal mazw ; poi guerreggiò col comune d i Asti e nel 1200 con Tommaso come d i Savoia . Nel 1203 stipulò un trattato d i lega offensiva e d ifensiva con Guidone marchese <li Romagnano; nel 1 204 si collegò con vari marchesi e sig nori e poi s'impad ronì d i Cuneo da dove si r itirò nel 1211 sconfitto. Nel 1213 strinse per brevissimo tempo una lega offensiva e d iiensiva col conte Tom maso d i Savo ia. Sa/uzzo Man fredo Ili (.lv!archcsc d,). Guerriero del secolo XIII, m . nel 1224._ D urante la reggenza della madre ebbe g uerra col conte d i Savoia il. q uale s'impadro nì d i vari castelli del Saluzzese. Uscito <li m i.n orità nel 1220, fu in g uerra col comu ne d i Torino ; venne assalito d ue volte dai Guelfi lo mbard i che occu parono Cuneo e Borgo S. Dal. mazzo. Sa/uzzo T ommaso I (Marcln·se di). c; uerriero del secolo XIII, m . nel 1296. Alleato cogli Albesi gucrr~ggiò contro Mondovl e col conte di Savoia contro i Provenzali d i Carlo d'Angiò. N el r262 , vimo presso T o rino, venne fatto prigionier o. Nel 1265 sco nfisse g li Astigiani. Dopo aver diretto un 'impresa contro Genova, ebbe invasi nel 127 4 gli Stati dalle truppe d i Ottone Visconti e del m archese Guglielmo Vili d i Monferrato è perdette Revcllo e Fossano . U nitamente agli Astigiani, cancellò la d ominazione angioina nell 'alt a Italia . R icup erò poi le terre della Stura , Cuneo e Caraglio. Nel 1290 fu in guerra con Amedeo V d i Savoia. Sa/uzzo Manfredo l V (Mard,esc di) . Guerriero del secolo X IV, m. nel 1340 . F u in guerra contro i Visconti che tentavano usurpargli la signor ia del Mo,1ferrato e si impadronì d i Asti e d i Fossano; d istrusse Cavallermaggiore. Nel 1306 ebbe guerra con Teodoro, signore del Monferrato.


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U niform i ·dei cavalleggeri di Saluzzo dal 1876 al 1894

Sa/uzzo Tommaso Il (Marchese dt). Guerriero del secolo XIV, m . nel 1357. Dopo esser stato assalito <la Manfredo, figlio di Manfredo IV , che gli usurpò la signoria, ritornò" in possesso dei suoi Stati con l 'aimo di avventurieri tedeschi . Guerreggiò poi coi Visconti t coi Monferrini che gl i invasero lo Stato.

col grado di luogoten. generale e d i vicerè, sbarcò nel napoletano, liberò Gaeta dall'assedio degli Spagnuoli e ricuperò molte piazze. Scrisse : « Della defensione delle rocche assediate" e « Arte della cavalleria sotto Vegezio ».

Sa./uzzo Federico (Marchese d,). Guerriero del sec. XIV, m . nel 1396. G uerreggiò con Amedeo VI di Savoia e nel 136o si dichiarò vassallo di Ilernabò Visconti . Fu varie volte in lolta con i conti Sabaudi cd i principi d i Acaia , dai guaii fu sconfino nel 1394.

luuo fecero al duca di Savoia e nelle principali fazioni del suo tempo. Nel ,495 unì le truppe di Saluzzo a quelle di Francia com. o i Milanesi. Fu uno dei cento cavalieri creati dal re di Francia poco pr ima della bat• taglia d i Agnadello, nella q uale combattè valorosamente.

Sa/uzzo Tommaso III (Mardtese dt). Guerriero del secolo XV, m. nel r4 16. Col marchese di Monferrato guerreggiò contro Lodov_ ico d'Acaia per ricuperare Scarnafigi cd invece perse Pancalieri, Polonghera e Moretta. Per difendere Parigi dal duca di Borgogna mandò in Francia delle truppe che furono stermi nate. Nel 1413 rinnovò le ostilità contro il conte d i. Savoia ed il principe d 'Acaia.

s,./11zzo Michele ,tntomo. (Marchese d,). Generale del scc. XVI, rn. nel 1528. Nel 1509 seguì il re d i Francia contro i Veneziani, combattè ad Agnadello e poi ancora in Italia dopo la morte di papa Giulio II; 1na, dopo la sconfitta di Novara (15,3), fu obbligato ad aderire alla Santa Lega. Giunto d i nuovo in Italia il re di Francia nel 1515, si unì ad esso colle sue truppe e si segnalò in va-rie battaglie . Vinto dagli imperiali ad Alessandria nel 1522, partecipò nello stesso anno alla battaglia della Bicocca con esito sfortunato, tanto che la sua .m arca fu occupata dai nemici. Nominato poi luogoten. generale, si recò in LÌ·

Sa/uzzo Lodovico / (Marchese d,). Generale del sec. XV , m. nel 1475. Cooperò colle sue t ruppe alla guerra d i Lodovico cli Savoia contro Carlo VII di Francia. Nel 1446 fu nomina to d al marchese 111:onforrino luogolen. generale e nel 1463 il duca di Savoia lo nominò luogoten. generale dei suoi Stati posti al di qua dei monti. Sa.luzzo Lodovico Il (Marchese d,). Generale del sec. XV , m. a Genova nel 1504 . Fu in guerra cont ro il duca Carlo I dj Savoia e, persa Carmagnola, si rifu~iò in Francia lascianclo che .i l principe sabaudo gli occupasse j suoi feud i delle Langhe e investisse la città di Sa luzzo (1487). Rei ntegrato poi ne i suoi possessi, unì nel 1495 le proprie truppe a quelle francesi; entrò in Novara e vi fu assediato da Lodov ico il Moro. Mandò poi truppe a Luigi XIII di Francia per la conquista del Milanese e <la lui fu nominato governatore d'Asti . Alla testa di un esercito francese ,

Sa/uzzo Giova11•1Ji Andi-ea. Condottiero piemontese de l 1cc. XV . Si d istinse nella guerra che i marchesi di Sa•

guria alla testa d i un corpo di Francesi, 1na dopo ]a brlt-

taglia d i Pavia dovette ritirarsi in Francia ove ebbe il governo del Delfinato. Frattanto gli Imperiali gli invasero lo Staco. Cessate le ostilità, nel 1527 ritornò in Italia; combatti: in Lombardia, e a Firenze; nel 1528 fu incaricato del comando dell'esercito francese in guerra nel regno di Napoli. Giunto ad Aversa già ammalato volle ugualmente d ife ndere la piazza; colpito da una palla cadde prigioniero e, lr~sportato a Napoli , vi morì.

Saluzzo Francesco (Marchese d,). Guerriero del sec. XVI, m . nel 1537. Unì le proprie truppe a guellc francesi venute in Italia nel 1536, si impadronì <li Cuneo, Busc~,


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Cherasco, Caraglio e Fossano. Pur rimanendo nelle file dei Francesi, aderì agli Imperiali. Allora il re d i F rancia liberò il fratello Gian Lodovico, che teneva alla Bast iglia, e lo mandò in Ital ia; 111a, n1cntre questi assed iava Cuneo cadde prigioniero del fratello Francesco, il quale però presso Cannagnola rimase ucciso d a un colpo d 'archibugio .

nel 1795 riportò due ferite . Ripreso servizio nel 1814 come capitano del regg. guardie, prese parte alla g uerra contro la Francia del T8l5. Colonnello a pplicato all' ispezione gen . delle leve nel 1828, fu d i esse ispettore gene rale in 2• nel 1831, e nel 1832 venne promosso magg. generale. Nel 1834 fu collocato a r iposo.

Sa/uzzo di Valgrana conte Alessandro Antonio. Generale, n . a Saluzzo, m. a Torino (1671-1725). U fficiale d i cavaller ia, percocse quasi tutta la car riera nel rcgg . Dragoni del Genevese di cui fu colo nnello comandante nel 1706. Genera le di battaglia nel J7I9, ebbe nel 1721 la nomina a capitano comandante la J~ com pagnia g uardie dd corpo.

Sa/uzzo di Monesiglio conte ✓1/essa,utro. Generale, n. a Saluzzo, m . a Torino (1775-1851). Sottot. di fanteria nel 1788, partecipò alle campagne dal 179z al 1796, e p oi, con la divis . piemontese posta a d isposizione del gen . Buonaparte, a quelle del 1799 e 1800; si d istinse in T arantasia e a Dego ; nel 1796 rimase ferito e prigioniero. Dopo la battaglia d i Marengo rientrò a vita privata. All' ingresso degli Alleati in Italia fu nom inato membro e segretario generale del Consiglio d i Reggenza stabilito in Piernonce durante l'assenza d i Vittorio Emanuele 1, tornato i l q uale, d iven ne maggiore d i S. M. Colonnello nel 18 17 comandò la legione reale leggera e due anni dopo ebbe il comando in capo de i Cara binieri. Promosso magg . generale , resse la car ica d i 1° segretario d i guerra e di mar ina nel 1820-21. Dopo i moti del 1821 Cad o Felice lo inviò plenipotenziario in Russia (1822-1825) e Carlo Alberto nel r831 lo ammise nel suo Consiglio d i Staro colla presidenza della sezione interna. Presidente perpetuo d cli ' Accademia delle scienze dal 1839, collare dcli' Annunz iata dal 1840, fu senatore del reg no e ten. generale nel 1848. Autore d i una « Storia militare del Pie.monte » e d i una « Storia delle M ilizie piemontesi e delle g uerre del Piemonte dal 1536 al 1747 » .

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Sa/uzzo Mzolans Spinola di Ga,-essio, marchese Carlo Ema11uele. Genernlc, m . nel 1737. Percorse la carriera in cavalleria e verso la fine del sec. XVI[ fu promosso generale d i battaglia. Nel 1695 e 1698 ebbe missioni d iplomatiche in Inghilterra . L uogotcn. m arescial lo nel 1720, fu governatore d i Saluzzo e nel 1729 fu insignito del collare dell'Annunziata.

Sa/uzzo ·d ella Manta conte /Jeuedetto. Generale, n. e m . alla Manta (1675-1759). Volontario nei Dragoni del Genevcse nel 1691 e · poco dopo ufficiale, partecipò col regg. cavalleria Savoia alle campagne d i g-uerra del principio del 1700. Co'!'andante del regg. Dragoni d el Re nel 1735, d ivenne brigadiere nel 1738 e marcsc . d i campo nel 1742_; fu poco dopo promosso generale d i cavalleria e d i essa nominato ispettore. Nel 1750 d ivenne governatore d i Saluzzo. Sal11zz·o della Manta conte Giweppe. Generale, m. nel , 754. Percorse la carriera in cavalleria sino al grado cli colo nnello. Dopo aver comandato la città d i Moudovì, passò nel 1749 a comanclare quella di Pinerolo . N el 1754 fo promosso brigadiere e nominato governatore dcll 'accademi?. Rea le d i Torino .

Sa/uzzo di Monesiglio conte Giuseppe Angelo. Generale , n. a Saluzzo, m . a Torino (1734-1810). Tenen te d 'art. nel 1758, fu destinato al R. laboratorio d i chimica e si dedicò · in special modo alla polvere d a sparo; pubblicò n el 1759 uno studjo su lla « Natura del Auido elastico che si sviluppa d alla polvere da cannone ». Pubblicò ino ltre stud i matematici, d i fisica e di chimica ed a lui s'attribuisce I'in• ven.lionc del primo apparecchio pneumat ico . $"occupò pure co.n atti vità della R. accademia delle scienze di Torino d i cui fu poi p residen te. Colo nnello nel 1789 e generale nel 1790, ebbe il -c-ç.m and o dell'art . piemontese nelle guerre sostenute dal Piernonn: co nrro la F rancia . Sotto l 'impero napoleoo.ico fu creato comand ante e cancelliere della ,7~ coorte della legion d 'onore . Sa/uzzo della Manta conte Mar io. Generale del scc. XIX . Dopo aver combattuto ed essersi d istinto nella guerra delle Alpi, riprese servizio nell 'esercito sardo nel 1815. All'istituzione dcll'O. M. S. venne d ecorato della croce di milite . Colon nello nel 1821, ebbe il comando d el bgl. cacciatori reali piemontesi. Magg. generale ne l 1831 , comandò la brigata Acqui e po i la Cuneo . Nel 1833 ebbe il comando della d ivis. della Savoia , nell a q ual carica f u promosso ten . generale nel 1836. Nel 1838 passò a comandare la d ivis . dj T orino, ma alla fine del 1839 r itornò in Savoia . Nel 1848 venne collocato a riposo. Saluzzo di Paesana del Castellar come L11igi. Generale, n. a Torino nel 1775. Sotto t. di fanteria nel 1788, partecipò alle campagne del 1792-93-94-95 e '96 e combattendo

SaJuzzo Alessandro

Saluzz.o Cesare

Salazzo di Monesiglio Annibale. Generale, figlio d i Giuseppe Angelo, n. a Saluzzo nel 1776. Poco dopo la restaurazio ne fu p romosso colo nnello. Ten. generale nel 1830, nel 1831 fu nominato q uar:tiermastro gen . dell'esercito e capo dello S . M. e nel 1836 venne promosso generale d'armata . Collare dell'Annunziata dal 1840 e senatore dal 1848, andò a riposo nel 1851 . Iniziò la p ubbl icazione : « Le Al pi che cingono ! 'Italia militarmente considerate " · Sa/uzzo di Monesiglio Cesare. Generale, figlio di Giuseppe Angelo, n. a Saluzzo, m. a Monesiglio (r7i8-1853). Laureatosi i,\ legge, (u, sotto la pres idenza d i Buo napa rte primo co nsole, nomin ato segretario pergctuo per la cl asse delle lettere a ll 'Accade mia delle scien ,.e di T o ri no . Fu qu ind i ispen ore degli stud i nell"A cca demia [rnper iale univcrsjcar ia <1ella XXVII d ivis. m ii. Alla Restaura.iione venne chiamato a far parte della guardia d "onore d i Vi ttorio E manuele I il quale lo incaricò d i stendere un progetto d i riordinamento d cli' Accademia mii. della qua le nel 18.1 5 occupò il posto cli d irettore <legli studi e dal 1818 fu il comandante in 2a col grado di ten . colonnello. Pro;nosso


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colonnel lo nel 1828 e comand ante gcn . d ell'accademia nel 1828, poco d opo ebbe d a Carlo Alberto l 'incarico dcll 'cducazione d ei suoi figli . Magg. generale nel 1831 e ten. generale nel 1836, fu nominato nel 1838 g ran mastro d'artig lieria . Ebbe nel 1840 il collare d el! 'Annunziata . Scrisse : lt Ricordi m iiilari degli Stati sardi » ; e< Notizie sui più ce~ lebri g uerrieri antichi e moderni », o ltre a lavori d'ind ole filosofica.

Sa/uzzo di Monesiglio Roberto. Gener ale, figlio d i Giuseppe Angelo, n. a Torino nel 1781, m . nel 1856. Cadcw) in Savoia ca valleria nel 1796, passò poco dnpo a l servizio della Francia partecipando alle campagne d d 1806-1807 in Prussia e Polonia, a quella del 1812 in Russia ed a quella del .1813 in Ge rmania, ne lla quale rimase k riLO e prigioniero. Nel 181 4 rtiornò nell'esercito sordo qualè capiiano di cavalleria, e nel 182r si segna lò nella rep ressione dei moti costituziona li . Promosso colo nnellc) n el 1822, fu addetto alla legazione d i Russia . Nel 1827 venne nominato d ire ttore della r. scuola d i eq uitazione e veterina ria e dal 1830 comandò in 2 " I' A :cad cmia militare. Magg. generale nel 1831, fu aiutante d i campo del Re . Ten . generale comand,rnte la d ivis . mii. d i Alessand ria nel 1838, fu n om inato, nell'anno dopo, capitano comanda nte le g uardie del corpo . Nel 1848 venne collocato a riposo e qua lche a n no dopo nomin ato collare del]' Annunziata. Sa/uzzo Filippo. Generale d ell'esercito d elle D ue Sicilie, n . nel 1784, m . a Napoli nel 1852. F u promosso da 1naresc. d i cam po a ten. generale od 1826 e non1inato Pari del regno nel 1848, ma rinunciò all a carica e diven ne invece Consigliere d i Stato. Partecipò nel 1849 alla spedizione negli Stat i della Ch iesa . Sa/uzzo di Paesana mt11d1ese Marco. Generale, n. a Torino, m . a Saluzzo (1866-1928) . Sottot. d'art. nel 1885, frequentò poi la Sc uola d i guerra e passò nel corpo dj S. M. Lasciato il S. P . E. nel 1904, emrò alla Camera dei deputati ove rappresentò il colleg io d i Saluzzo nelle legislature XX!l, X.Xlll, XXIV. Allo scop pio della guer ra lihica accorse volon tario, e co~ì pure in quella conrro l'Austria nella qua le d isimpegnò delicati incarichi presso il Comando su premo d ivenendo colonnello nel 916 . E bbe la promozione a generale d i brigata Saluzw (Di) ìV!arco nella riser va nel 1926 . Senacore del regn o nel 1919, fu sottosegretario d i Stato agl i esteri ne l 1920-21.

Salva (V. Rosa di tiro) . Nel linguaggio milita re attuale pe r S. non s'i,ucnde t1110 spa ro d 'a rma da .fuoco per man ifestazioni <li gioia, o kslcggiamenti, ma s'intende in~ vece u no sparo con apposita cartuccia, d e tta app u nto da S ., che serve per esercitazioni , utili non soltanto per indicare la intensità del tiro, ma anche per abituare coll'ud ito i con1andanti e la truppa ad i ndividuare re pani avversari, tnascher3ti dal terreno e lontani e per dare maggiore parvenza d i verità alle esercitazioni d i campagna. Nello .stesso tempo tale cartuccia serve p ure a togliere l'impress ione dello spa ro alle reclute, e ad insegnare loro la graduale pressione del d ito nell'effetrnare il tiro . La ca rtuccia è simi le a q uella a pallottola, ha però mi nor carica d i poi1

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vere, cd è colorata in rosso-a rancione, con pacchetto di sei in carta big io-azzurrognola e çoperchio <li colore arancione; porta la scritta : da salve, m od. 1891 . U na cartuccia da S. per pistola è stata pure confezionata, ma per il 1110ùcllo 1890, non per le p istole a ripetizione. Le artiglierie hanno pure le loro cartuccie da S. le quali sono riconoscibili dal tappo d i legno che porta il bossolo, e naturalmente anche dal peso de lla munizione, assai più leggcrn di quella a granata o shrap nel. Le cartuccie d a S. per le artiglierie, sia dcli 'esercito che della ma rina, servono anche per ren<Jere onori a personalità, per festeggiare ricorrenze e feste nazionali, ed in segno d i saluto a navi .

Salvacondotto (0 1..asc,apassarc). Permesso scriuo, accordato a certe persone affinchè possano attraversare senza divieti un territorio occupato dal le truppe, evitando loro di venire perqu isite, od in alcun modo molest ate d al personale di g uardia o sen tinelle. È concesso dal comandante autori zzato a farlo, e per il ter ritorio che da lui d ipende. Può essere permanente o temporaneo. Quel lo permanente per lo più è rilasciato ad ufficiali d i potenze estere neu: tra!i, ch e seguono operazioni militari per istudio, ai corrisponden ti di giornali nazionali od esteri, od anche a persone che abbiano incarich i per riforniment i od aluo . È di carattere stret tamente personale, e qualora fosse rilasciato a persone in accompagnamento di :rnercanzìe od al tro, queste d ovranno essere fornite d i salvaguardia. li comrollo d ei S . ed il relativo servizio è affid ato in genere all ' arma dei CC . RR. Il modello del S . è fissato dal regolamento d i servizio in guer ra, d eve contenere ben chiaro il nome e cognome d el tito lare, e possibilmente deve portnre anche una focografìa dello stesso; vi devono ad ogni modo essere iscritti i dati segnaletici, i connota ti, le indicazion i che determ in ino esattamente l 'identità dell 'ind ivid uo. Deve esservi fatto cenclO della ragio:-ce per la q uale è stato r ilascia to e la zona di guerra nella quale p uò muoversi il titolare. Deve recare la. data d el rilascio, la durata per la quale esso è valido, la firma del titolare e quella d i eh i lo rilascia . tl S. è previsto per 1c navj merca ntili di nazione ne• rn ica. che s1 trovass<.:ro nei porti irnliani al momenlo di

una dich iaraz_ione di guerra. In tal caso il governo potrà p rescrivere un limite.. d i tempo per la loro partenza. Esse verranno 1nunite di S. per ricondursi in patria, e non sono soggette a pred a. l n caso di d ichiarazione di blocco di una costa, può essere concesso S . a navi mercantili. Ad esem pio , nel maggio r915 fu p roclamato dal governo italiano il blocco di tu tta la zona del mare Adriatico a nord d i O tranto : le navi che chiedevano d i entrare ne 1l'Ad riatico, per recarsi in !)Orti italiani , dovevano presentarsi a

Gall ipol i per r icevere il S. di entrata, e a Bari per ricevere ·q uello di uscira : esse dovevano inoltre p resentarsi alla linea di blocco soltan to d i giorno.

Salvador (p rima : San Salvador) . Repu bblica dell'America centrale; sulla costa d el P acifico, confinante col Guatemala e con l'Honduras . Superficie K mq . 34 .000, abitanti 1. 730. 000, capitale Sa n Sa lvador. Bandiera azzu rra con banda bianca longitudinale in mezzo, recante lo stemma del lo Stato. Il paese fu conquistato dagli Spagn uoli comandati dall 'Alvarado; costituitasi I~ capitaneria generale del G uatemala, ne f.ece par te i l S. fino all a lotta per l 'Ind ipendenza, p roclaman dosi au tonomo nel 182t . Si battè per questo motivo col Guatemala, ma rimase vittorioso (r 822) dovend o però l 'anno seguente subire la dominazione messicana di l turbide . Nel 1824 si cost ituì la Federazione del -


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l'America centrale, d i cui il S. fece parte. Due anni dopo, dissensi col Guatemala portavano a una g uerra, che terminava il 13 ap rile 1829, con l'occupazione del Guatemala da parte dell'esercito salvadoregno comandato dal gen . Morazàn. D ieci anni dopo , Honduras e N icaragua, alleati, entravano in lotta con la piccola bellicosa repubblica

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e ne venivano sconfi tti : n uova1n ente lo erano le

truppe d d solo }fondut?j, ~ ras nello stesso anno. Il Xl o r\ Morazàn mosse l 'anno suca. l:, cessivo su Guatemala , che v . era stata occupata dai part igiani d d separatismo : riuscito ad entrare in città, vi fu bloccato e dovette scendere a patti, i n Stemma dd Salvador base ai quali la F c<lcraz10ne fu sciolta e ogni Srnto dell'America centrale conservò da allora la p ropria autonomia. La repubblica del Salvador, fu, come le altre, t urbata da interne contese per la conquista del potere; ebbe nuovi conHitti armati di non grande importanza col Nicaragua e coll'Honduras (1845), col Guatemala (1851), ancora col Guatemala (1863). Nd 1885 la cosa fu più seria del solito, chè il presidente del Guatemala, generale Barrios, volle imporre con la forza la ricostituzione delta Federazione dcli ' America cent rale agli altri St ati. Allora fecero alleanza il Salvador , jl N icaragua e la Costarica e mobil itarono le loro forze, con le qual i batterono e uccisero il Barrios. N uovi. conflitti armati col Guatemala ebbe il S. nel r890 e nel 1906: i n quest'ultimi fu alleato con l'Honduras e battè l'esercito avversario ; ma la pace venne firmata subito dopo per l'in tervento del Messico e degli Stati Uniti .

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Esercito del Salvador. Organo wpremo è il Ministero della Guerra, Marina e Aviazione. Vi sono un'Ispezione generale dell'esercito e una per le Scuole reggimentali. Il territorio è d iviso in tre regioni militari, i n ciascuna delle quali è d islocata una d ivis. d i composizione varia .

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attiva d i 44 .750 uomini, ripartiti in 3 divisioni. La desig nazione degli uomini che devo no far parte dell'esercito è fatta per estrazione a sorte; è ammesso il volontariato. Gli uomini della milizia sono ripartiti in tre categor ie: attiva da 18 a 27 anni, riserva da 28 a 37 ano i, territoriale da 38 ,, 50 anni . Vi è in fine la Guard ia Nazionale che comprende r2 cp . <l i fameria e 3 sqt1r. di cavalleria . La polizia comprende poco più <l i un m igliaio d i uomini .

Salvaguardia. È una speciale protezione che, in guerra , può essere concessa a de terminate persone.,_ cose o lo-

ca lità : le quali , per motivo delle )oro funzion i e delle particolari attribuzioni o destinazioni, non debbono essere

coinvolte nelle operazioni belliche. S i tratta generalmente, per le persone, d i agenti <liplomarici e consolari d i po · tenze □eutre, e, per le località o cose, di quelle che, nell 'interesse dell'umanità, della coltura e dell"arte, debbono essere risparm iati dalle distruzioni e dalle rappresaglie. Ad eccezione d i casi eccezionali, e giustificati da comprovati mot iv i, re nde immuni gl i enti che ne godono dal 1'obbligo ,li fornire alloggio alle truppe e dalle visite domiciliari della polizia m ilitare. P uò essere rilasciata con una semplice lettera di no tificazione, od anche con drappelli d i carabinieri comandati a renderla nota e rispettata. Il

rilascio,

secondo le norn1e del nostro esercito .

v ien

fatto, in nome del Re, dal Comando supremo e dai Comandi delle grandi unità , sino alla divis. inclusa, ciascuno per la propria g iurisd izione :erritorialc. L'annullamento può essere ord ina to da qualunque autorità più elevata di quella che ne ha effettuato il rilascio, nonchè da qualsiasi comando mil itare, qualora venga constatato l 'abuso della concessa protezione in danno dell 'cscrcito. In caso <li ritirata delle t ruppe nazio nali i m ilitari comandati a S . d i persone o cose, salvo ord ine espresso in contrario, si riti•

rano con l'ultimo reparto che abbandona la località .

Violazione della Salvaguardia. Reato contemplato negli art. 101 •C. P. E. e IJ3 C. P. M. M. Consiste nel fatto del militare che, senza autorizL.azionc, si sia introdotto

pei luoghi ove siano state poste salvaguardie. La pena è da mesi due d i carcere militare ad anni tre d i reclusione militare.

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Clausola. di Stilvaguardia. V. Londra LXI.

Salvador: allievi della scuola militare

Nel complesso l'esercito permanente è composto da 6 brigate d i fanteria d i 2 rcgg. su 2 bgl. ciascuna; 1 regg. d i cavalleria, 3 regg . d'art. Le forze aeree comprendono 36 piloti e<l osser vatori con 6 apparecchi. L'effettivo dell 'esercito permanente è di 3000 uomini; quellCJ della milizia

Salvataggio, T utte le marine da guerra possiedono navi atte al S., specialmente al ricupero dei sommergibili sinistrati. li S. di uno scafo affondato può essere fatto i n due modi : A) mediante cassoni vuoti aventi u na fone spinta d i galleggiamento. 1 cassont sono portati sul luogo del sinistro, vengono parzialmen re riempiti d'acqua e poi assicurati per opera dei palombari con robuste catene e cavi d i acciaio allo scafo <la ricuperare . Pompando l 'acqua dct casson i questi ritornano a galla e trascinano con sè lo scafo da rjcuperarc. Il lttlto viene rin1orchiato verso più bassi fondali , e si ripete l'operazione fino ad avere lo scafo a li 'asciutto, nelle pani che corrispondono alle falle. IJ) ccrca1l<lo d i fare otrmare alla meglio le falle da palombari e poi immettendo poten ti ~etti d i aria compressa in modo da espellere l"acqua entrata nello scafo . I n questo modo esso, vuotala, ritorna a galla da sè e può essere rimorchiato in a rsenale. Molti tipi dì sommergibili, per facilitare le operàzioni <li salvataggio, hanno robusti m aniglioni nello scafo , 11ei quali possono essere cvcntualrnente assicurati i cavi di acciaio e le catene che servono per il ricupero. Hanno anche boette telefoniche che si staccano automaticamente e vengono a galla per indicare il punto d i affondamento ed assicurare


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le comunicazioni con l 'esterno . Hanno inoltre grossi fori nello scafo con tappo a vite e valvola, in cui possono essere avvitate manichette che servono a rigenerare I'aria

nel sommergibile. Qualche salvataggio di sommergibile è stato fa,to sollevandone soltanto la prora, fino a farla uscire fuori acqua, e poi estraendo il personale attraverso i ltlbi di lancio prodieri.

SAL

rone (1 532). I,{viato a Barcellona presso Carlo V, perorò inutil mente la causa della libertà della sua patria turbata dalle ri voluzioni. Si fece poi prete; passò in Francia e divenne card inale e vescovo di Clermont.

Salvini (Giuseppe). Generale del commis~ariato, n.

Salvaterra. 175• legione della M . V. S. N ., costituita nel r923 a Iglesias, su tre coorti. Sa/11aterra. Borgo fortificato del Portogallo, nella prov. di Beira, presso il confioe con la Spagna. Presa di Salvaterra (.r706). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. I Portoghesi, approfittando della resistenza <li Gibilterra, si n1isero in

can1pagna n1entre

1'esercito spagn nolo era ancora occupato nell'assed io d i q uella p iazza , è in numero di 8000, comandati dal marchese Das Minas, il 2 maggio Ijo6, si presentarono davanti a S . occupata da guarnigione spagnuola. Non era intenzione del marchese d i p'.lrre l'assedio alla piazza, mancando dei mezzi e dei materiali necessari, specialmente di artiglieria di grosso calibro, ma soltanto di rendersene padrone median te i l tradimento del governatore Dom Lopez de Gallardo, che si era accordato con l'ammiraglio di Castiglia per la cessione della piazza diet ro compenso di una somma di danaro e <!ella concessione del primo governatorato vacante. Per l'esecuzione d i questa convenzione Dom Lopez volle persuadere la g ,1arnigionc, composta d i 400 u . del regg. di Madrid e d i 300 cavalieri, ad entrare al servizio del nemico; ma non vi fu neppure un uomo che osasse seguire j l suo esempio, e , prin1a di rendersi prigionieri d i guerra, infransero tutte le loro armi e strapparono le loro bandiere. I Portoghesi, entrati in S. li denudarono e in tale stato li condussero prigionier i a Lisbona.

Sal vati (Luigr). Genera le, n. a Salerno, rn . a Napoli (1850-1930). Sottot. di fanteria nel 1872, passò poco dopo in cavalleria e vi ebbe i l comando del regg. lancieri Novara ne] 1898. Promosso colonnello nel r 900, passò a comandare i cavalleggeri Saluzzo. Magg. generale nel r 906, comandò la 4& e poi 1'8• brigata di cavalleria. Nd 1911 venne collocato a riposo per infermità dovute al servizio. n;TIJJl1·'"''! Sal vatore (Ordine del). Ordine cavalleresco foodaro nel 1833 d:i Ottone I di Grecia . Si d ivideva in

5 c lassi : gran

nel 1854 . Sottot. nel 1878, raggiunse il grado d i colonnello nel 19rn. Fu, successivamente, direttore di commissariato dell 'XI, III e X C. d 'A. Partecipò alla guerra libica cd a quella contro l'Austria, per la q uale venne nel 1917 promosso magg. generale di commissariato per merito di guerra. In P. A . nel 1917, fu tratteSalvini Giuseppe nuto in servizio sino al 19r9. Nel 1925 venne collocato nella riserva e due anni dopo promosso ten. generale.

Salvioni (Filippo). GeneraJe, n . a Milano, m . a Roma (1871-1932). Sottot. di cavalleria nel 1890, passò poco dopo negli alpini e poi frequentò la scuola di guerra. In Libia nel 19u . e 19,:,, r imase ferito combattendo a Bu Msafcr e meritò la med. di bronzo. Partecipò alla guerra contro l' Austria e nel r9r5 si distinse in Val Dogna e fu insignito della croce d i cav. dell 'O. M. S. Nel 19r6 meritò, al comando di un bgl. alpini, la med . d'argento a Mittagskofel. Nel luglio .r916 assunse il comando del 223° regg. fanteria; divenne colonnello nel febbraio 1917 e nell 'aprile successivo passò a comandare il rn° gruppo alpini; meritò due altre med. d 'argento e nell'ç ttobre 19ri cadde prigioniero. Nel 1919 comandò i l deposito del 6° alp ini e nel 1920-22 ebbe il comando del con tingente italiano in Alta Slesia, Rim patriato, comandò la Scuola allievi ufficiali d i complemento e all ievi sottufficiali del C. d'A. di Verona. Nel 19~3 fu addetto all'ispettorato delle t ruppe alpine e nel 1925 fu promosso generale <fi brigata, comandante il 2-0 rag~ gruppamento alpino. Generale d i d iv is. nel 1929, coman<lò la divis. mii. di Asti e nel 1931 venne nominato giudice del tribunale supremo.

,,,,J.,.,,,,

croce, gran com -

mendatore, commendatore, cav. della croce d'oro e cav. della croce <l 'a rgcnto . La decorazione consisteva in un~ croce biforcata, smaltata di bianco, cimata dalla corona reale,

accollata ad una co,·ona metà d 'alloro e n1ctà di quercia, caricata d i uno scudo in cui campeggiava una

Ordine del Salvntorc resta di Cristo bizantino , e, nel rovescio d i essa, la croce greca . L'ordine ·era dest inato a ricompensare i nazionali e gli

Salvati L uigi

Salvo Demetrio

stranieri.

Salviati (Bernardo). Guerriero e cardinale, n. a Firenze, m . a Roma (1492-1568). Quale caval iere gerosolimitano partecipò a varie spedizioni contro i corsari barba•

rcschi e divenne generale delle galee. Compì fel icemente (1531) l'impresa d i Modone e partecipò a quella d i Co-

Salvo (Demetrio). Generale, n. nel 1852, m. ad Udine nel 1932. Sottot. di cavalleria nel r 87r, raggiunse il grado di colonnello nel 1902 e comandò i lancieri di Aosta; nel 1907 fu collocato in -P. A. Trasferito nella riserva, venne promosso magg. generale nel 1913 e nel 1923 assunse il grado d i generale di divisione.


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$-A L

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Salvore. Rimorchiatore, entrato in servizio nel 191 r e radiato nel 1-919: stazi,ava. 370 tonnellate. Salvare. Rimorchiatore, vanno dai cantieri navali <li Au cona nel 1928 ; dislocamento to nn. 275, lungo m. 26,75, largo m. 6,75; apparato mocore cavalli 6.,3, velocità mi• gl ia w ,9. Armamento g uerresco un cannone da 76; p«::rsonale d 'arn1a1n e nto 24 uomini.

Combattimento di. Punta Salvore. V. Pirano.

Salzano (Gio11an111). Generale dell 'esercito delle Due Si• cilie. Ebbe nel r86Q per breve tem po il comando della piazza d i Capua contr,o ·;i Garibaldini ; i l 23 ottobre d ivenne comandante dell 'ese'rcito d 'operazione e si batlè a Mola d i Gaeta contro le tr uppe ita liane : ridotto a Gaeta, d ifese la piazza fino al 1 2 novembre, quando lasciò il comando per malattia.

Samaia (Davide Dino). Colonnello, n . a Finale Emilia, m. a Milano (1871-1'930). Sotrot. d i cavalleria 1,c! 1894, partecipò all a campagna con tro i Dervisci e vi meritò una ined . d'argento. Nel r898, d urante i moti d i Milano, rimase ferito ed ebbe la rned. d i bronzo. Frequentò poi la scuola di g uerra e nel 1913, col grado d i capitano, lasciò il ser,·ìzio attivo. Dedicatosi a studi scientifici, fu invento re di segnalaz ioni eleuromeccanichc app licate in Italia ed all 'esrero, di apparecchi amoma,ici, d i telefoni amplificatori, d i altoparlanti, e per un_ ventennio compì tentativi ed esperienze per la utiliz,7,azione della Bombarda Samaia a 4 boc,:he forza à r o d otca dal moto o ndoso del mare . Dall 'agosto 1914 all'aprile 1915 fu nel Belgio invaso ed organiaò Co mitati d ( soccorso per le popolazioni dei paesi occupat i dal le truppe nemiche, correndo grave pericolo e venendo anche arrestato dal comando m ilita re tedesco di Coblenza . Ripreso servizio militare in Italia, partecipò a torta la guerra contro l 'Austria ed ideò e costruì ordigni di guerra per artiglieria e per

scn·izi ae.rei e contraerei 1nettendoli dìsinteressatan1entc al servizio d egli eserciti nazionali cd alleati . l'er provare poi una bombarda di sua invenz.ione applicata ad una batteria da montagna, prese il comando d i un reparto di .arti-

glier i sul Col del Rosso e su Co l d 'Echd e dur;inte una cruenta azione (gennaio · 1918). .Fu decorato della croce di cav. dcll'O. M. S. e promosso colo nnello d i cavalleria nella riserva ( 19r8) per merito ecce2ionak.

Samahud (o Samannud). Città del Basso Egitto, sul ramo orientale d el Nilo . Combattimento di Samahud ( 21 gennaio t799) . .1\ppar• tiene alla spedizione di Buonaparte in Egitto . Murad bcy, che aveva concentrato le sue fone a S ., essendone uscito, si trovò di fronte alle truppe del gen . Desaix, il quale, con j r inforzi pervenut igli dal Cairo col gen . Davout , aveva ai suoi ordin i quasi 5000 u. e li aveva djsposti in tre quad rati, con la far.teria alle 'liii e Ja cavalleria al centro. Il bcy tentò dapprima d i scompigliarli, approfit tando di un canale a secco, pel q uale fece avanzare sparando, la propria fanteria; ma il gen . Desaix le lanciò contro uno sqdr. ed alcune compagnie scel te che in breve d ispersero la fanteria ne mica e si impad ronirono d i S. Allora il combattimento divenne genera!e; i l nemico tentò a più riprese di rompere i quad rat i e d i riprendere i l villaggio, ma fallì sempre. Final ,nen tc la cavalleria francese si lanciò pe r caricare i 'Mammalucchi, cbe però non aspetta rono l 'urto e si d ispersero. Murad , inseguito, fuggì oltre il confine egiziano, mentre Desaix s'i mpadroniva dell'isola d i Filae catturandovi 1 50 bastimenti, condotti fin là dai Mammalucchi con grande stento.

Samaria, Ant. capitale del regno d' Israele, sopra una eminenza . Ne sono state nel 927 esplorate e riportate alla luce le imponenti rovine. Fu munita d i robuste fortificazioni da Erode, che la chiamò Sebaste Augusta, ma aveva avuto da antic hi tempi una cinta di mura. V enne presa

dai T urchi, e po i dai Crociat i.

I. Ba.ttaglia e assedio di Samaria (i24 :i . C.). Fu combattuta da Salmanassar IV, re d'Assiria, con tro Osca, re d 'Israele, che fu battuto e condotto prigioniero a Ninive. Subito dopo gli Assiri assediarono la città , che si arrese per farne dopo tre .ann i, cioè nel 722, e forse al principio del 72r. L'assedio , iniziato da .Salmanassar fu a causa della sua morte portato a term ine d al suo successore Sargon.

Combattimento di Samahud (1799)


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SAM

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Il regno d 'Israele fu ridotto a provincia asma e la città distruua: essa venne più rnrdi a poco a poco riedificata. Il. Assedio di Sama,·ia (circa il

a . C .). Fu posto da Antigono e Aristoiulo, figl i d i Giovanni Jrcano, comand,n1e supremo dei Giudei. I Samaritani chiesero ed ottenne ··o aiuti <la Antioco IX, re d i Siria : ma costui non fu ci nessuna efficacia agli assediati si1 nella prima che nella second;a sua venuta. La cirrà, stretta all'intorno da un vallo e da una fossa, dopo una resistenza di an ann,> cad~lc in potere ·dei Giudei, che la d istrussero Jalle fonr20

damenta; tuttavi a risorse ancora una volta d alle

rDvrne,

per oper, di Erode.

Samarra (o Tummara). Località oltre l'Eufra te, dove avvenne una battaglia (26 giugno 363 cl. C.), che appari iene alla guerra impresa dall'imperatore Giuliano I" Apostata contro i Persiani condotti dall 'arsacide Mihrnn e da due figli d i Sapore Il , re dei Parti. La pugna cominciò con un attacco dei Persiani. Giuliano lo respinse felicemente e iniziò l'inscguimcuto, durante il qu ale venne feri to mortalrhente ne l fianco da una freccia. Nella battaglia i Persiani perdettero i loro generali Mikran e Naodare , 50 satrapi e molti soldati, e i Romani vincitori soffrirono la perd ita del loro cancelliere di Stato Anatolio. Ma ogni g ioia per la v ittoria svanì, quando si seppe che, c irca la mezzanotte, G iu liano aveva dovuto soccombere all a ferita. Sambre. Fiume della Francia e del Belgio, lungo 180 Km. di cui 85 in territorio francese; sbocca nella Mosa presso Namur. Ha spiccato valore militare, pel fatto che la sua alta va lle, sino alle sorgenti, è in perfetta opposizione coll 'alto corso dell'Oise; sì <la determinare un largo solco unico che dal Belgio mena a Parigi quasi ir1 linea retta. Le due opposte valli, della S . e dell'Oise, sono state appunto sempre scgu.ìte dagli eserciti che in ogni tempo, dalla Germania pcl Belgio, miravano ad invadere il cuore della Francia : zona quindi ricca d 'avvenimenti militari 111

ogni epoca, nota sotto il nome di

(C v ia

Sambre.-Oise

per !"invasione della Francia "· Come tale fu presa in considerazione dallo Schlieffcn J1cllo studiare il suo piano d i guerra, attuato nel r9'4 . Per la Trouée Sa.mbre-Oisc, V. Seré de Rivière . Per la battaglia della S. del 1913, akunj storici con questo nome indicano complessivan1entc le due separate battaglie, della frontiera, <l i Cliarlemi e d i Mons.

Battaglia ml/a Sambrc (luglio 57 a. C.). Appartiene alla terza guerra di Giulio Cesare in Gal lia. f Nervii, i Vero- · mandui, g li Atrebati e gli Aduatici si erano collegati per difendere la minacciata loro indipendenza. I Nervii abitavano un territorio tagl iato da alte siepi ,·ivc, le quali facevano intoppo alle masse ordinate. Ed avendo saputo che i Romani durante la marcia .solevano tenere le saln1crie divise fra le legioni, sperarono col concorso de i Veromand ui e degli Atrebati, già presenti, di poter schiacciare queste ad una ad una. Accertatisi del sito dove Cesare intendeva accampare, si posero in agguato nelle dense foreste dei colli d 'Haumont, d a.Ile quali, me ntre rimanevano celati ai Roinan i, essi po tevano osservare 111inut~mente tutti i loro movimenti.

Cesare giungeva in testa con sei legion i disimpacciatet e dietro a queste aveva collocato le salmerie di tullO I ·esercito g uardate da due legioni d i recente arruolate . I Col legati, appena scorsero, sulle alture di Neuf Mesnil,

le legioni occupate nei lavori per la costruzione delle t rincee, sbuca rono dai loro nascondigli e assalirono repentinan1cntc

la cavalleria romana . Rotta e fugata agevolmente questa,

e così la fameria leggera che le era vicina, traversarono il fiume con celerità e sorpresero il campo romano prima che le legioni avessero potuto ordinarsi a battaglia. I legionari non aspettarono il comando di Cesa re, ma avvalendosi della pralica acquisita nei combattimenti precedenti , ripararooo alla mancata d isposiz,ione col valore usato. Nessuno di loro ebbe tempo di mettere l'elmo e di togliere le coperture agli scudi, per cui, gettata via l'asta, si decisero a comba ttere con la spada corta. ln ca! modo l'esercito romano si dispose non secondo I'arre militare, ma secondo la natura del luogo, il pendìo del colle e la necessità del tempo. La vista inoltre era impedita dalle siepi densissime; le

riserve non potevano collocarsi , e

i l co-

mando non poteva tutto vedere e a t utto provvedere. I soldati della nona e decima legione come si furono stabiliti nell'ala sinistra, lanciati i giavellotti, respinsero prontamente da quelle alture gli Atrcbati verso i l fiume, e, inseguendoli con le spade alle ren i, mentre si sforzavano di varcar lo ne uccisero gran parte. Varcarono dopo di ciò il fiume, ma , inoltratisi in luogo sfavorevole, furono a loro volta contrattaccati dai nemic, riordinatisi. Al centro l'undecima e l'ottava legione, l'una distante dall 'altra, sbaragliati i Vcromandui, coi quali s·erano azzuffati, scesero dal l'alto del colle a combattere fin sulle stesse sponde del fiume. Ma cssen,lo gli accampamenti rimasti scoperti dalla fronte e dalla parte sin istra, per essere la duodecima legione schierata nell 'ala destra e la senima a non grande distanza da essa, i Nervii, condotti da Bodugnato, supremo comandante, si d iressero a quel luogo in ord inanza

serratissima; d i cui parte Ìl\comiuciò ad accerchiare le legioni dal fianco aperto, parte a guadagnare il luogo più alto del campo. Jn questo frattempo i cavalieri romani e la fanteria leggera, respinti al primo urto dei nem ici, ritirandosi neg li accarnpamenti, incontrarono i nemici di fronte e di bel nuovo presero la fuga in altra parte : e i « caloncs ,,, che erano usciti dalla porta decumana per far bottino, come v idero al ritorno che il nemico si aggirava

negli alloggiamenti romani si d iedero ad una fuga precipitosa. Contemporaneamente si alzava il grido e lo strepito d i coloro che arrivavano coi bagagli, e, spaventali, si sbandavano. Cesare, esortata la decima . legione, si portò all'a la destra , e « come vide i suoi i ncalzati, gli stendardi riuniti in un sol luogo, i soldati della dodicesima legione serrati i n modo da essere t ra loro impacciati nel combattere, tutti i centurion i della quarta coorte uccisi , ucciso l'alfiere, perduta l' insegna, feriti o spenti q uasi tutti i centurioni delle altre coorti, e t ra questi il primipilo Publio Sestio Baculo, gli altri essere di poco vigore, e gli ultimi ritirarsi dalla battaglia ed evitare i dardi; i nemici no n tralasciare d'inoltrarsi dal luogo inferiore contro la

nostra fronte, cd investire le due ali; ogni cosa ridotta a mal partito senza poter portare socco_.;o, tolto lo scudo da un soldato dell'ultima fi la, entrò nella prima ordinanza, chiamò per nome i centurioni superstiti, esortò gli :,Itri soldati, fece portare avanti le insegne ed allargò i man ipoli, pcrchè potessero più facilmente maneggiare le spade ». All'arrivo del supremo comandante romano tornò 1a speranza e i l coragglo nel cuore dei soldati 1 i quali frenarono alquanto l'impeto dei nemici. Ma Cesare, avendo veduto la settima legione, che si era spiegata dappresso, essere incalzata parl.111enti dal nemico, or<linò ai tribuni dei soldati che le legioni si riunissero lentamente, e; voltate le


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insegne, marciassero contro il nemico. Il che fano, aiutandosi l' un l'altro, nè temendo di essere circondati, presero a resistere più ard itamente, e a combattere più fortemente. Intanto i soldati delle due legioni, che nella retroguardia stavano a presidio dei bagagli, udito della pugna, a tutta lena correndo, furono veduti dai nemici sulla sommità del

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ogni parte coi legionari. Ma i nemici, anche nella spe-

ranza estrema di salute, mostrarono tanto valore, che, ca-

duti i primi fra essi, i più vicini sottentrarono sugli estinti, e p ugnarono sui loro corpi; atterrati questi cd ammucchiati i cadaveri, si fecero uccidere sul posto. La vittoria strappata dai Romani sterminò quasi total mente la razza

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Battaglia sulla $ambre (57 a. C.)

nemico, e visto quanto avveniva nel campo dei Romani,

e i l nome dei Nervii. A detta dei Barbari stessi solo 500 sopravvissero di. ut1 esercito d i 60. 000 uon)i.ni.

mandò a questi la decima legione in soccorso. Essa, avendo appreso dai fuggitivi lo stato d isperato degli alloggiamenti, delle legioni e del comandante supremo, nulla omise onde affrettarsi. Al suo arrivo l'aspetto delle cose mutò talmente che i Romani, tompresi i fer.iti , rirwovarono il corub3tti~ mento. Gli stessi ,, caloncs », veduti i nemici atterrici, sebbene inermi affrontarono gli armat i; 1 cavaJieri poi, pc;r cancellare l'onta della fuga, tornarono a combattere a gara

Armata di Sa.mbre-et-Meuse . Costituita nel giugno 1794, cou l'annata delle Ardeones e parte di quelle <lei Nord e della Mosel la. Ebbe per comandanti: )ourdan, 1-Iatry, Kléber, BcLirnonville, Championnet, Moreau, H oche, Lcfèvre . Nell'ottobre 1797 si fuse con quella <lei « Reno e Mosella » a costituire l'a rmata d'Allemagna. l suoi effettivi var iarono da 106 a 216 mila u. Si battè a Aldenhoven, ad Ambcrg, a Wiirtzburg, ad Altenkirchen.

colle. E Tito Labieno, impadronitosi dell'accampamento


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Sambuca, Macchioa <la guerra antica, a forma d i scala o ponte levatoio, costruita per l'assalto a mura di città assediata . V arie furono le sue forme, secondo le d escrizioni rimaste negli autori e le conseguenti ricostruzioni degli studiosi. Il nome pare le derivasse dalla S., strumento

Sambuca terrestre

Sambuca navale

musicale romano del tipo della cetra o dell'arpa , date le corde numerose con cui spesso veniva intessuta, special~ mente quella navale. La quale serviva altresì, collocata sopra una nave (S. semplice) e abbassata sopra la nave nemica, per darvi l'assalto . Marcello, ad esempio, se ne servì, collocando su navi accoppiate (S. doppia), per dare l'assalto alle mura d i Siracusa, i Crociati per quello alle mura d i Damiata (1218) e i Cristiani ugualmente nell'assedio <li Afrodisio (1550). In quest'ultimo caso furono adoperati bastimen ti muniti d i artiglierie. La cosa, che r iuscì felicemente ad Afrod isio, falll a Modone (1572) . La S. terrestre invece era collocata come lunga scala su piattaforma mobile, che si avv iciiiava al momento opportuno alle mura . A una certa altezza eravi una piattaforma fissa dove potevano collocarsi soldati con armi da gitto per bersagliare i difensori delle mura. Tanto la S . navale che

SAM

Sambuca. Pistoiese . Comune in prov. di Pistoia, nella valle superiore del Reno, lungo la strada della Porretta , dominante un valico anticamente molto importante degli Appennini, e perciò a lungo conteso fra Pistoiesi e Bolognesi . A questi ultimi, nel secolo Xli, gli uomini di S. si assoggettarono, ma nel 1117 i Pistoiesi, a cui apparteneva, lo presero dopo breve assedio e punirono severamente i ribelli. Sul principio <lei scc. XIV fu preso dalle gen ti d i Castruccio Castracani. Poi l 'ebbero i Bolognesi, ai quali fu tolto per sorpres~ dalle milizie di P istoia . Nel r643 fu assalito d alle truppe d el Papa, ma intervennero i Pistoiesi, e , nella battaglia che ne seguì, i Papalini vennero sconfitti e dovettero rifugiarsi a Bologna lasciando le loro artiglierie nelle mani dei vincitori.

Sambuco. Navicella speciale a vela, molto usata nel Mar Rosso. Le marine da guerra che hanno le colonie in que l mare e nell'Oceano Indiano ne hanno cost ituito piccole squad riglie, equipaggiandole con personale indigeno al comando di giovani ufficiali o di provetti sottufficiali ed armandole con cannoncini a t iro rapido o con m itragliere . Questi S. servono per la sorveglianza delle coste, e soprattutto per la repressione del traffico delle armi e degli schiavi. Sambuy (cor,te Giulio Cesare Bertone di). Generale, m. a Casale nel r754. Ufficiale del ,·egg. fante ria Monferrato, raggiunse il grado di colonnello nel 172; al comando del predetto regg. che mantenne per nove anni, d ivenendo brigadiere nel 1734 e maresc. di campo nel 1737. Governatore della città e provincia di Susa nel 1743, fu promosso ten. generale oc\ 1744 e nel l747 nominato governatore d i Casale, duca <lel Monferrato e generale di fanteria; nel 1750 venne insignito del collare dell'Annunziata.

Sambuca navale

Sambuco italiano sul 1\-'lar Rosso

quella terrestre si manovravano a forza di funi . Si chiamè,

Sambuy (conte Giuseppe Bertone dz). Generale del secolo XVlll, figlio del precedente. Ufficiale d i fanteria, raggiunse il grado <li colonnello nel 1789, fu promosso brigadiere nel 1793 e magg. generale nel 1794.

S. anche . quella che più propriamente deve essere chiamata torre; ossia una torre con ponte levatoio da abbassare su lle mura.


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Sambuy (come Cado Emanuele Bertone d,) . Generale, figlio <li Giulio Cesare, n. nel 1723, m . a Torino nel 1803. Alfiere nel regg. fauteria Monferrato nel Ii37, partecipo alla guerra per la Successione <l'Austria d istinguendosi a Castel Delfino, a Cuneo, a Valenza e ad Asti. Colonnello nel 1774, comandò il regg. provinciale d ' Ivrea che ten,;e anche quando d ivenne brigadiere (1776) e rnagg. generale (1783). Tcn. generale nel 1789, fu ispettore della fanteria provinciale e nel 1796 ,•enne giubilato. Sambuy (conte Carlo Gabriele Bertone di). Generale, fi glio del precedente, n. e m. a Torino (1765-1828). Partecipò alla guerra contro la Francia della fine del sec. XVIII come ufficia le <li cavalleria. Colonnello nel 1815, comandò il regg. Dragoni Regina e nel 1820 venne promosso magg . generale . Sambuy (conte Vittorio Amedeo Bertone d,). Generale, figlio del p recedente, n . a Torino, m . a Vienna (1792-1846). Ufficia le d i cavalleria, raggiunse i l grado di colonndlo nel 1831, comandò i l zo regg. della brigata Pinerolo e nel 1832 passò a disposizione del min istero degli esteri. Ministro plcnipotcnt.iario in Baviera e poi a Vienna , ebbe le l)romozioni a niagg. generale nel 1834 ed a tcn.. generale nel 1843. St1mbuy (marchese Emilio Berto11e di). Generale , lìglio d i Carro Gabriele, n. a Torino, m. a Lesegno (1800-1872). Sottot. d"art. nel 1814, partecipò alla campagna con tro la Francia d el 1815. Nel 1833, maggiore, fu d irettore delle officine d i costruzione. Colonnello comanda nte l'art. d i Genova nel 1839, passò nel 1846 a dirigere !'.istituto agrario, veterinario e forestale. Magg. generale nel 1847, ebbe nel 1848 la nomina ad iutantc di campo del Re : partecipò alla campagna d i quell 'a nno e nel 1849 fu collocato a riposo . Sambuy (conte Vittorio Balbo Be1"1one dt). Generale, n . a Chieri nel 1867. Sotto!. d i cavalleria nel 1887, raggiunse il grado d i colonnello nel 191/i, partecipando alla guerra contro l'Austria al comando di un regg. lancieri appiedato : a Monfalcone meritò una med . d'argento . Brigadiere generale nel 1918, comandò la brigata Ravenna e per la battaglia d i Vittorio Veneto ebbe la croce di cav. dd l'O. M . S. In P. A. S. poco dopo la guerra; assunse nel 1923 i l grado <li generale di brigata e nel 1933 fu collocato nella riserva . Smnbuy (come Luigi Balbo Bertone d,). Ammiraglio, fratello del precedente, n. a Torino nel 1873. Guard iamarina nel 1892, partecipò alla spedizione in Cina del 1900, alla guerra Italo-turca, e a quella Mondiale, divenendo capitano di vascello nel 1918. Lasciato il servizio attivo nel 1925, venne promosso contrammiraglio. Fu il primo podestà d i Torino. - (V. anche Benone di Sambuy).

nelle nostre 1nani in un con1battimento aereo durante la

guerra Mondiale. Tale apparecchio, cui fu dato il denominativo <li S.A.M.L. fu usato largamente nelle squadriglie da ricognizione durante il ,917 e i l 19r8 : i piloti lo tennero in grande apprezzamento per le sue buone doti <li volo e per la sua robustew.a . Era biplano, biposto, con apertura alare d i in . 13,80, velocità Kmh. 151, a rmamento due mitragliatrici e un lanciabombe per q uattro bombe da 25 Kg. Un tipo successivo ebbe un 'apertura alare d i metri 12,10 e una velocità. di Kmh. 165: armamento identico al precedente. Sammicheli (Michele) . Ingegnere militare, n. e m. a Verona (1484-1559). Fu amico dd Buonarroti, del .Bramante, del Sansovino e del Sangallo . Papa Clemente VII ne] 1526 lo inviò insieme al Sangallo a rivedere le fortificazioni d i Parma e di Piacenza, per coordinarle alle esigenze ddl 'artc n..uova, in previsione di una discesa jn Italia delle armi -in,periali col Borbone. Ritornato in pàtria , la repubblica di Venezia lo incaricò della r iparnzione delle difese nelle diverse piazze dello Stato, cd il S. tradusse in atto a Verona i nuovi concetti maturati n~i precedenti stud i, con tale perfezione da essere proclamato dal Vasari l'inventore dei baluardi; e modificando in q ualche tratto le vecchie mura pervenne a <lare alle fortificazioni di Verona i ca,·atteri dell'arte nuova. Prima di mettersi al servizio d i Venezia il S. aveva collaborato col F iorenzuoli cd altri alle fortificazioni di Urbino, di Pesaro e di Sen igallia per incarico dei duchi della Rovere. Negli Stati della Repu bblica d i San Marco jl S . fortificò Legnago, Peschiera, Brescia, Orzinuovi, Padova, Zara, Sebenico, Naup lia, Corfii e Candia. Fu anche grande architetto civ ile ed eresse sp lendidi edifizi a Ve rona, · a Venezia ed in molte altre città del Veneto . Sammicheli Gian Girolamo . Ingegnere militare del secolo XVI, m . a Famagosta n el 1559. Nipote di Michele, fu suo scolaro e continuatore delle sue opere d i fortificazione. Stette quasi sempre a serv izio della repubblica veneta e lavorò a Sebenico, a Corfù, a Cipro 1 a Candia, .a Padov,i, a VcrQna.

Sammicl,eli Matteo . Cugino d i Michele, fu architetto civile e militare. Lavorò alle fortificazioni di Casale; fu detto il « Milanese », perchi: abitò molti anni ne lla capitale lom barda e servì gli Sforza. Samo (o Smn,) . Antica capitale dell' isola d i Cefalonia, nella Grecia. "Assedio di Samo (189 a . C.). È un ultimo episodio della guerra Siriaca. l Same;i, temendo ·che i .Romani li obbligassero a lasciare la città , o per alt.ra causa, dopo d i aver consegnati degli ostaggi, ch iusero le porte. Allora il con sole M . F ulvio Nobiliore J"as~ed iò con tutto l'apparato degl 'istrumemi e delle macch ine trasportate dall'assedio di i\mbracia e dopo quattro mesi ridusse gli abitanti a scarso numero a causa dei morti e dei fer:ti. E una notte i Ro1n:mi, .superato il n1u ro per la roo: a detta Cineatidc, g iu n-

sero sulla piazza. I Samesi sul momento si rifugiarono nella rocca maggiore, 1na il <lì seguente .si arresero. La cÌLLÙ vc,;nnc 111cssa a sacco e i terrazzani. furono venduti all'asta .

Apparecch io $ .A.M .L. da ricognizione

S. A, M, L. La Società anonima meccanica lombarda d i Monza studiò un tipo d i ap parecchio da ricognizione, facendolo derivare da un Aviatik austriaco cad uto intatto

Samo. Isola dell"Egco, presso la costa dell'Asia Minore: lunga 44 Km ., larga da 6 a 19. Fu in possesso dell a Maona genovese d al 1347, e, conquistata dai Turchi, godette d i ampia autonomia, fino al 1912, quando, con rapido moto rivoluzionario ,

le trup!JC turche ve1:nero cac--

ciate, e l'isola proclamò la propria indipendenza, per unirsi alla Grecia subito dopo le guerre Balcaniche.


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Samoa. Le più importanti isole polinesiane (2800 Kmq .) dopo le Hawai. Le tre maggiori (Savai, Upolu e Tutuila)

I. Battaglia navale di Samo (440 a. C.). Avendo voluto l 'isola rendersi indipendente dalla Lega Delica , ed essendo aiutata segretamente dal satrapo persiano d i Sard i, Pissutne, si r ibellò ad Atene . Accorse Peride, sotto di cui coman-

disabitate, Già indipendenti sotto una monarchia indigena,

dava una d.ivis. Sofocle, con sessanta triremi, e, p resso l'isola, battè ] 'armata locale, che era sotto la condotta

in seguito alla penetrazione com merciale tedesca e a un successivo :inte rvento americano, fin irono sul subire nel 1899

del fi losofo Meli.sso. Poscia assediò e bloccò la città omonima dell'isola. Avvertito che giungeva una squadra persiana , le mosse incontro e tosto usc.iror10 le navi samiotte,

una suddivisione fra la Germania e gli Stati Uniti. In seguito alla guerr a Mondiale Savai e Upolu furono occupate eia for1.e neozelandesi nel 1914 e assegnate come Mandato alla Nuova Zelanda che vi guadagnò l 'ottimo scalo di Apia. Rimasero agli Stat i Uniti Tutuila e le minori sudorientali, con l'importante stazione carboniera di Pago-Pago.

che pre~ero e incendiarono varie navi ateniesi isolate. Ma, non avendo uovato i Persiani, Pericle toruò i ndietro e

batte:: una seconda volta la flotta di S., e con un rinforzo di novanta triremi conquistò dopo parecchi mesi l 'isola. I Sam iorti fo rooo (1bbligati a modificare la costituz ione in senso <len1ocratico, a demolire le fortificazioni e a consi.: gnare la flotta. II. Battaglia navale di Samo (407 a. C .) . Appartiene al terzo periodo della guerra del Peloponneso e .fu combattuta e vinta dalla Aotta spartana, comandata da Lisandro, con tro quella atcn icsc .

III. Assedio di Samo (loverno 405-estatc 404 a . C .) . !; uno strascico della guerra del Peloponneso. La città, omor{ima dcli 'isola, venne assediata e presa da Lisandro, il vincitore cli Egospotamos, perchè la sola rimasta fedele ad Atene. I democratici di S . ottennero d i poter liberamente emigrare, e nel] 'isola venne nuovamente r ipristinato il governo oligarchico. IV . Pace di Samo (21 a. C.). Chiuse una breve ma sanguinosa guerra fra Petronio, governatore romano dell'Egìttot

e Candace, una regina de ll 'Etiopia. Questa, ripetutamente sconfitta, mandò ambasciatori ad Augusto che era allora a S . L'imperatore accordò alla r egina la pace, e liberò il suo popolo ,li rutti i tributi che gli aveva in precedenza imposti. V. Tmtf(l/o di Samo (20 a. C.). Concluso fra Augusto Ottaviano e due re dell'Ind ia, Poro e Pandione, i qua li chiesero l'amicizia dei Romani. Gli ambasciatori trovarono Augusto a S., e conclusero con lui un trattato d i a lleanza. e <li an1icizia .

VI. Fazioni di Samo (1824). Appartengono alla guerra pe r ] 'Indipendenza della Grecia. I Turchi, accostatisi con una flotta all'isola e preparate grandi forze sulla costa dell 'Asia Minore, sbarcarono 7000 u . .\ccorsa una flotta greca condotta da Sakturis e Canaris, questa respinse (14 agosto) un secondo convoglio d i truppe, ciò che permise ai ?•miocri di attaccare e distruggere il primo grosso reparto sbarcato. Il 15 la Ro tta turca fece un nuovo te ntativo, tna

venne attaccata da brulotti greci e peRlutc alcune nav i battè in ritirata . Comparve ancora il 9 settembre, unito. alla flotta egiziana: in tutto,

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Miau lis accorse con 26 navi e

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navi . L'ammir. g reco

brulotti, attaccando bat-

tag lia, che durò, col cannone, fino a tarda ora: due nav i

turche vennero affondate, ma Miaulis dovette battel'C ritirara d i fronte alla imponenza delle forze avversarie.

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VII . Accordo di Smno (1832). Dopo la libel'azione della Grecia, i Samiotti non dcsjsrettcro <lai reclan1are l'unione all a madre patria. Intervennero la F rancia, l'Ingh ilter ra e la Russia, e si srabilì con la T urchia un accordo (sanzionato dal sultano il 10 dice mbre), in base al quale l'i sola fu ammin istrata in modo del tutto autonomo, però con un principe nominato dalla Turchia, con pagame1110 d i tributo d i 400.ooc piastre annue alla Porta, con guarnigione turca nell'isola .

sono vulcaniche, cinte da barriere coralligene; le minori

Samoggia (Alfonso). Medaglia d'oro, 11. a Bologna, caduto sull 'altipiano di Asiago (1893-1916). Contadino e semplice soldato, è uno degli eroi della strenua difesa del Ccngio, gloria dei Granatieri di Sardegna. li bell'episod io, che valse a quest'eroico soldato la morte e la gloria, è così riassunto nella motivazione della medaglia ,l 'oro: (( In una cruenta uionc, disi mpegnava instancabil1nente il proprio servizio ) s ia recan-

do ordini fra le linee p iù avanzate, sia rifornendo le muni ..

zioni sull a linea cl i luoco, ed attraversava all'uopo p i1, volte e da solo una zona di cresta scoperta e furiosamente battuta dal fuoco avversario. ln una successiva circostanza. in cui un attacco estrema~

rncnte violento di soverchiam i forze ncn1ichc ,semin a v ~-l la Samoggia Alfonso morte tra le nostre truppe ed inevitabilmente le serrava sempre pi,, da presso, intuendo l'imminente pericolo, d i propria in iziativa, sotto il grandinare dei proietrili, correva, con impareggiabile serenità, a chiedere rinforzi. Deluso nella propra speranza per la totale mancanza di truppe disponibili, nel t0rnare indietro, cadeva colpito a morte nel momento in cui giungeva presso il prop rio ufficiale. Dando al lora fulgido esempio dei pi,, eletti sentimenti, per infon dere a questo ancora fiducia, conrrari amentè al vero g li gridava fra gli spasim i: « Tenente, i rinforzi arriveranno; 1·csista fino aJ)a morte! " · (Quota 1152; Ccsuna, 31 maggio , 3 giugno 1918).

Samolaco (ant. Summus lacus). Cornune in prov. di Sr>ndrio, sulla d r. della Mera. Durante la breve guerra che seguì i,1 Valtelli na ai mori del 1620, le truppe austrospagnuole si scontrarono pii1 volte presso S. con i Francesi del maresc. Coeuvres. Questi in segu ito, il 25 settembre 1625, furono così gravemente battuti tra S. e Verceja dal Pappenheirn, che dovettero sgomberare la regione. Samosata. Ant. città sulla d r. dell 'alto corso dell"Eufr,ne. Era la capitale del p iccòlo regno di Commagenc, nella Siria, che du rò sino ai tem pi d i Vespasiano. Nel 53 d . C . .i Romani attaccarono e presero la città, cattu• rancio i l re Antioco II e mandandolo in catene a Roma. T. Assedio e pace di Samosata (38 a. C. ). Appartengono alla guerra fra Antonio e ·i Parti. Il re di Commagene, Antioco l"Asiatico, si era alleato a questi ultimi e per punire il Triumviro gli mandò cnntro il suo generale Publ io Ventidio. Il re gl i offrì la pace, ma Anton io la rifiutò e s1 recò di persona a d irigere l'assedio. I d ifensori decisero di resistere fino a ll 'ultimo e i soldati romani protestarono


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contro il loro capo, indignati anche del modo con cui egli aveva allontanato Ventidio. Antonio allora, per prevenire una sommossa che sarebbe inevitabi:mente scoppiata, iniziò trattative con Antioco i l quale infine ottenne la pace, a condizione di pagare 300 talenti e di consegnare due ostaggi di grande importanza: Antonio a sua volta si impegnava di consegnare al re i disertori assiri che si erano rifugiati nel campo romano. II. Rattaglia di Samosata (261 d . C.). Appartiene al periodo della seconda anarchia militare dell'impero romano e si ricollega alla guerra dei Romani contro i Persiani. Essa fu combattuta e vinta da Odenato, capo del Senato di Palmira, cont ro Sapore I, re dei Persiani, che doveuc ritirarsi a CtcsifonÌc. In ,·icompènsa di questa vittoria Odenato fu dall'imperatore Galliena nominato generale supremo del[ 'impero romano io Oriente, ed i Romani rioccuparono quasi tutta la Mesopotamia.

Sampàn. Piccola imbarcazione dell 'Estremo Oriente, a vela (un albero) e· a rem i. Nei secoli scorsi fu talvolta armata in guerra, con quakhe piccolo cannone e rinforzo di soldati. In tal caso venivano erette a p rua e a poppa due murate alte a protezione <lei fucilieri. Samper de Calanda. Comune della Spagna, in prov. di Tcrnél. Vi fu costruita una rocca, che il t6 ottobre 18II era occupata - durante le guerre dei Francesi nella Spagna - dal 3° bgl. del 2° regg. leggero italiano, cornan,<law dal cap. Rovcroni. Il gcn. spagnuolo Campillo, con 1000 fanti e 1 jO cavalli, si recò ad assalire la rocca, ma fu

meritò la croce di cav. dell'O. M . S. a Corleone e S. Angelo. Nel r862 passò nell'esercito regola.re; nella campagna del 1866 fu decorato della mcd. d'argento a Borgo e Levico, si segnalò nella repressione del brigantaggio e po;' partecipò al la campagna del 1870. Colonnello comandante il 20° fanteria nel r877, nel 1882 comandò i distretti del la divis. mii. di Messina. Magg. generale nel 1884, comandò i distretti del IV C. d' A. In P. A. nel 1886, nel 1892 passò nella riserva e nel 1895 venne promosso tcn . generale.

Sampiero (da 8astelica). Generale corso (1501-1567). Servì dapprima nelle mili1,ie papali e nelle milizie toscane. Comandante degli Italiani al servizio francese si segnalò nel 1536 alla difesa di Fossano, partecipò agli assed1 d i Cuneo e di Landrecies e nel 1544 alla battag_lia di Ceresole. Tentò di sottrarre la Corsica al dominio dei Genovesi unendosi prima colla Francia e poi colla T urchia. La pace di Cateau-Cambrésis lasciò l'isola ai Geoovesi cd egli allora vi approdò (1564) con soli 25 uomini ai quali si unirono poi numerosi compatrioti. Ma, mentre si preparava àlla lotta decisiva, venne assassinato da uno dei suoi, un d'Ornano, forse per vendetta privata, avendo il S. strangolata la moglie che era di tale famiglia.

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contenuto col fuoco , e cacciato lontano 1n ercè una vigorosa

cariéa alla baionetta, che valse gli elogi al piccolo presidio italiano da parte del generale francese Sain~-Cyr Nuncs. -Nel 1837 la rocca fu assalita dai CarJisti, i quali vennero respinti, ma riuscirono a prenderla nell'anno seguente.

Sampeyre. Comune in prov. di Cuneo, quasi al ccntro della Va l Varaita. Vi furono erette nella frazione Villar trincee é una rocca, nel secolo XV!l, per opera d i Carlo Emanue le I di Savoia, e, nel sec. XIX, un forte di sbar-

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' Sampiero da Bast.clica

Sampson Guglielmo

rarnento.

Combattimento di Sampeyre (7 agosto r6z8). Manda a vuoto un tentativo compiuto dai Francesi del marchese d'Uxelles (r4.ooo u.) sboccati in Val Varaita. Il duca Carlo Emanuele I di Savoia li affromò con forze inferiori, contenendoli d i fronte e facendoli aggirare e attaccare sul fianco dal principe Vittorio Amedeo. I Francesi furono sbaragliati e ripassarono le Alpi <lopo di avere perduto 3000 u, fra 1norti> feriti e prigionjcri.

Sampeyre. V, Porporato di Sampeyre.

Sampierdarena. Frazione del comune di Genova, già comune autonomo. Nel! 'alto medioevo aveva un piccolo porto, cbc crebbe d'importanza quando vi fu istituita una stazione di guardia contro i corsa ri. I suoi moli ebbern

Sampson (Gugl,dmo Tommaso). 1\mmiraglio americano (1840-r902). Ufficiale di marina nel 1861, partecipò con onore alla guérra di Secessione. Comandò la /lotta nordamericana nella guerra del 1898 contw la Spagna, c per avere clistrutta la squadra spagnuola di Cervera presso Santiago di Cuba venne promosso contrammiraglio. Samson (C. R.). Generale inglese (1884-1 931). Entrò nell'Aeronautica nel 19II e vi fece una brillante carriera, partecipando alla guerra Mondiale, dapprima sul frome francese, poi ne lla penisola d i Gallipoli, infine in Palestina e nel Mar Rosso, raggiungendo il grado di co1mnodoro dell'aria.

allora una guarnigione fissa . Divenne poi cantiere e arse-

nale militare importantissimo, a cui si ri vo lse spesso anche Luigi IX di Francia. Nel secolo XIV la repubblica di Genova vi istituì un cantiere che acquistò in breve grande rinomanza. Nel secolo scorso vi furono creati irnportaori

stabil imen ti marittimi. (V. Ansaldo).

Sampieri (Domenico) . Generale, n . ad Adria, nel 1828, nel 1897. Volontario nel governo provvisorio d i Venezia nel 1848, partecipò alla campagna del 1848-49. Nel 1860 [u coi « Mille », raggiunse il grado di maggiore e 111 .

Le mura turrite di Sana

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Sana. Città capitale dello Yemen, nella regione montuosa dell'Arabia, fortificata con mura rurrite. Il 2 settembre 1926, il governatore dcli 'Eritrea , in rappresentanza dell'Italia, vi firmava un trattato d i commercio e di amicizia tra l'Italia e lo Yemen. San Antonio Grande. Villaggio dell 'Uruguay nel d ip. di Sa lto, in p rossimità della frontiera del Brasile . Combattimento di San A11to1uo, o del Salto (t846). Appartiene alla guerra tra Argen tina e Uruguay. T'u il fa tto d'armi pi,, luminoso d i Garibald i in America, che rese popolare il nome del generale in tutto il mondo . Il gtncralc uruguaiano Medina, vivamente inquietato <lai nemico nella sua rit irata verso Salto, 1'8 febbraio 1846. dava a Garibaldi l'incarico di t rattenere il nemico col suo bgl. composto d i 184 u. di fanteria ai qual i poscia univansi circa una ventina

di

SAN

nemico, non reggendo a sua volta alla sete, volle approfittare delle tenebre per d issetarsi nel fiume; allora Gar iba ld i, giovandosi della rilassata vigilanza, si gettò verso un bosco vicino, Quando il nemico, riavutosi dalla sorpresa, si diede all 'inscguimel\tO, i Garibaldini .si erano già interfiati nel bosco, portandosi ciascun valido un ferito sulle spalle, sull'esempio di Garibaldi medesimo, e sulla mezzanotte raggiunsero Salto dove ~i unirono a l grosso. li combattimento ern durato 12 ore: i legionari avevano per,iuto 36 morti e 49 ferili, dei quali nessuno ri mase in mano

al nen1ico; gli avversari tra morti e feriti ebbero circa 500 u. fuori combattimemo.

Sanatori. A norma del Regolamento sul serv1z10 sanitario militare, pubblicato con R. D. del 17 novembre 1932 A. X!, funzionano speciali S . per la cura dei militari affetti

cavalieri.

Garibaldi prcudcva posizione a una ventina

di Km . da Salto, p resso il borgo di S. A., tri ncerandosi in una casupola rovinata, detta « Tapcrà d i San Venanzio » . Sul mezwgiorno sopravvennero i Monumento commemol'ativo nemici forti <l i 300 cadel combattimento di S an Antonio valli e 900 fanti, comandati da Fernando Gomez, il q uale ordinava a 300 fan ti d i attaccare la Taperà, mentre la cavalleria circondava gli I taliani. Gli assalitor i respinti tornarono all'assalto; poi i cavalieri, visto che poco loro giovava contro q uel riparo l'uso del cavallo, scesero di sella e combatterono appiedati, senza però riuscire a fare alcun progresso, inchiodati al terreno dal fuoco implacabile degli Italiani . Innanzi a così d isperato valore il nemico si ar restò, tentennò ; per evitare il macello dei suoi Gomcz decise <li prendere i Garibaldini col blocco. Circondati <la ogn i lato, i legionari erano ormai g iunti agli estremi limiti della resistenza, sfiniti ,lalla stanche;,.,.a e riarsi dal sole e dalla sete, ma la voce incitatrice di Gariba ldi riuscì ancora a rianimarli. Sopraggiunta la notte, il

Sanatorio di Anzio

da malattie tubercolari mediche e chirurgiche. ln ess i vengc>no normalmente ricoverati infermi affetti da lesioni tubercolari chirurgiche, delle grandi sierose ed anche polmonari incipienti, o comunque che possono avvantaggiarsi del la cura sanatori ale e non comportino l'ado1,ione o la necessità di un provvedimento medico-legale definitivo. Le ricb.icste di ricovero nei suddetti luoghi di cura devono essere rivolte al Ministero della G uerra (Direzione Generale d i Sanità Militare) per il tramite della competente D irezione di Sanità di C. d' A. accompagnate da una relazione medica che per le forme polmonari ·deve essere redatta sulla guida di appositò questionario . Nei S. possono essere accolti, a carico delle rispettive an1ministrazioni, in-

Combattimento di San Antonio (1846)


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fermi della R. Marina e delle altre forze armate dello Stato, nonchè invalidi di guerra a carico d cli 'Opera Nazionale per la protezione e l'assistenza d ei mutilati cd in validi di guerra. li funzionamento, dal lato discipli nare cd amministrativo, è identico a quello delle infermerie di presidio. Tecn icamente però dipendono direttamente dal Dircnore di Sanità. Ad Anz io fu nziona un Campo clima tico sanatoriale, la cui coscruzionc è perfetta; esso p uò con si<lcrarsi un modello ideale di sanatorio marino.

San Bar tolomeo (Noue ti,). Va sotto questo nome la ; trage degli U;;onotti eseguita in Parigi nella notte elci 24 ugosto 1572, per opera d el re Carlo IX. l"ra gli uccisi fu J·ammiraglio di Coligny. La strage, preparata con segretezza, colse impreparati gli Ugonotti e costò loro 30.000 persone d 'ogni età e condizione, comprese quelle uccise nei giorn i seguenti nelle provincie. Essa riaccese le lotte di rel ig ione in Francia. San Benedetto Po. Comune in prov. di Mantova, sulla dr. dd Po, a oriente della foce della Secchia. I. Sorpresa di San Bencdettv (1702). Appartiene alla guerra per la Successione d i Spagna : scacchie re i taliano. L' a rmata imperiale era r ima,ta nei propri qu:micri pronta a muove-re fino dal 19 novembre; il Q . G. era tuttora a Carbonara. Le due arma1e parevano impiombate nei loro alloggiamenti invernali dai sofferti strapazzi , ma qucll:1 calma fu _rotta il 26 novemb re dal fra ncese gen. Barbés ières, che, cc,n 6oo fanti e 150 cav3l li, da Guastalla e Reggiolo assall repentinamente S . l.lcncdctlo . li luogoL colonnello de Gucthem, eh ·era in quel luogo colla sua cp. franca (50 uomini appena), non potè resistere all'assalw jmpro\'viso, ma soccombette dopo di essersi battuto fi no all'ultimo: poch i dei suoi scamparono al!a morte o al l;i p rigio nia. li magaizino imperiale fu incendiato; il priore dei Hcncdcuim, per salvare <lai fuoco il suo convento, dm·ene obbl igarsi ,·erso il 0 arbésièrcs a somministrare a, p residi cii Mantova, Modena e Guastalla 5000 sacchi di frumento, dando in ostagg io un sacerdote.

11. Sorpresa di San Bc11edc110 ( 1703). Durante la guerra per la Successione di Spagna, il duca Viuorio Amedeo di Savoia, malcontento dei suoi allc3ti (Francia e Spagna) med itò di abbando11a d, per passare alla causa degli Imperiali. Ne e bbe sentore la corte d i Francia, che avvcrtl il maresc. di Vendomc, comandante in Italia. Questi, che crasi recato ad in\'estire Trento, abbandonò jJ tentativo e tornò al campo di San Hcncdc tto, dove si trovavano, fra le truppe al suo comand o, sci bgl. e 9 sqdr . piemontesi. 11 28 settembre, questi bgl. vc nnern separati g li uni dagli altri sollo il pretesto di esigenze del servizio. Il 29 il Vendomc fece schierare le sue truppe, chiamò a rapporto gli ufficiali superiori piemontesi e il loro generale Castellamonte, e improvvisame nte li dichiarò prig ionieri. Vana essendo ogni resisten za, i 3000 Piemontesi furono inviati ~otto buona scorta a P av ia. Mohc centinaia riuscirono man mano a fuggire, to rnando sotto le bandiere del loro sovrano. San Bernardino (Colle d,). Passo <lcllc Alpi T icinc.,i che mene in comunicazione la valle della Moesa (ficino) con quella d el Re no posteriore. La rotabile da Bcllinzona ris.ile la Val Mesocco e ascende al valico a 2o63 m . Di l:ì scende nella Val di Reno e, riunitasi a Spluga con la rotabi le p roveniente da] colle omonimo, prosegue per la « Vi.i M,ila » verso Coira. P uò considerarsi lo sbocco naturale d el bacino del lago di Como nella grande via acquea del Reno, e via sussidiaria per l'accesso dall'alta Lombardia verso l'Europa nord-occidentale e centrale.

San Bernardo (Colli: del Gra11). Valico delle Alpi Pennine che mette i n comunicazione b valle del Rodano con quella della Dora Baltea. La r otabile da M artigny (4g6 m.) risale la valle della Drancc d'Entremonl e per Scmbranche, Orsières, Bourg-Saiat-Picrrc raggiunge il colle a 2467 m. Di qui passa nel vallone dcll'Artanavo e per Sain t-Rhémy, Saint-Oven, Etroubles e G ignod scen de ad Aosta (580 m.) . Presso il valico sorge il famoso Ospiz.io, crerto nel 962 d. C. da S. Bernardo, che ha bella trad izione di largo soccorso e di ospitalità ai viandanti . li colle, e quello del Piccolo S. Hernardo, sono ricchi di vicende storiche, specie dcli 'evo medio, quando questa sezione alpina faceva parte dcl)'impero Romano-germanico. Essi fu. rono i ve ri "portinai d'Italia » al tempo in cui i con ti di Moriana, acquistata la Tarantasia, lo Stato savoino e il Vallcsc, di,·cnnero duchi di Savoia e, con mirabile attività di politica e di armi, consolidarono ed estc,cro il proprio domin io a cavaliere delle Alpi. Mutate d ipoi tali condi2.ioni, il traffico di questa zona subì grave diminuzione a beneficio dei passi del Cenisio e del ~longincvra . Della via del Gran S. Bernardo si valse Na!)Oleonc Buo-

Ospizio al passo del Gran San Bernardo (sec. XVII I)

naparre nel la campag na del 1800 in Italia, guidandQ l'arinata con tale abilità e segretezza che crearono completa ;orp resa. L'operazione fu condotta ard itamente , superando d,fficoltà notevoli per la ,tagione avversa: fra l 'altro, si do,•ettero abbandonare le ~litte già preparate per i cannoni e servirsi di tronchi d 'albero scavaci. Il passaggio fu oggetto di cronache che esagerarono e falsarono taluni episodi, contribuente ad alimentare una leggenda destinata a esaltare la lama cresce111c del fortunato condottiero. li fauo dcli~ neutralità S\'izzcra sta ad escludere l'utilità di con,iderazioni strategiche circa la fun,ionc di questo passo alpi110 nelle possibil i eventua lità belliche: in ogni caso I 'andamento ccce111rico della linea di o perazione e le regioni impervie da attraversare renderebbero tale funzione di carattere sussidiario rispetto alle vie d'accesso più brni e dirette.

S . Bernardo (Colle del Piccolo). Passo delle A lpi Graie, che mcllc in comunicazione le valli clell'lsère e della Dora Bahca. La rotabile <la Bourg-Saint-Maurice per Secz sale con stretti risvolti al valico (2153 m.) donde: per la valle della Thuile scende a Pré Saint- Diùicr e Morgcsc alla testata delln va l d'Aosta. Presso il ~olle sorge t111 ospizio, già dipendente <la quello del Gran Sall Be rnardo e passato dipai all'Ordine Ospedaliero dei SS. Maurizio e Lazzaro. Antica tradizione mole che di questo passo siasi valso An-


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nibalc per calare in Ital ia nel 218 a . C.; rna altri indizi starebbero ad attestare che transitò i nvece per il Cenisio o il Monginevra. li piccolo S. B. ha, ri;petto alla linea di penetrazione <lei I 'Isèrc, funzione analoga a quella che il Moncenisio ha verso l 'Are e il Monginevra verso la Durance; rna nel complesso porterebbe a incontrare difficoltà

La colonna <l1 Giove sul Piccolo San Bernardo

maggiori, sia per operazioni che tendano allo sbocco nella regione alpi na del Dclfi11ato, sia per q uelle che mirino allo sbocco nella pianura piemontese. Fra i passaggi d i eserciti per questo coJle ricorderemo quel lo del duca Carlo Ernanude I <l i Savoia, eseguito tra il 7 e l' n novernbre del 1600 con 18 .500 u. San Bernardo (Colle d,). Passo delle Alpi Liguri che mette in comunicnione la valle dell 'Auosia con quella del Tanaro. La rotabile si d irama dalla strada i\lbengaPicvc di Teco, oltre 2 Km. a monte di Albenga e risale la Neva (affluen te dcll 'Arr.osia) inerpicandosi sulla tiancata sr. della valletta con larghi r isvolti. Raggiunto il colle a 96j rn . scende nella valle del Tanaro, innestandosi a Garessio alla mada Pieve di Teco-Ceva (Col di Nava), di cu i può cons i<lerarsi una sussid iaria di più breve sviluppo. l ue valichi di Nava, S. Uartolorneo e S. Bernardo costituiscono

Colle di San Bernardo (,\!p i Marittime)

la serie coordinata delle lince di facilitai.ione tra la fronte costiera, Porto Maurizio, Albenga e l 'alto T~naro; assu.

mendo rispetto aHo sbocco su Ceva e Mondovì la stessa funzione che il Colle d i Tenda ha rispetto a Cuneo.

I. Co111battime11 to al colle di San Bemardo (1795). Apµar ticnc alle g uerrt· della Rep ubblica francese. 11 gen. Schérer , che aveva i l comando sulle Alpi marittime, mentre attaccava le posizioni austriache, fece contemporaneamente (23 novembre) assaltare la sr. piemontese , al colle di S. B. Per tutta la giornata del 23 invano il geo . Sérurier te ntò con 3000 u. di scardinare Ja d ifesa, basata su due ridotte occupate da un m igliaio di Piemontesi comand ati dal gen . Co.lii in persona. Cinque attacchi dei Francesi vennero sanguinosamente re.spinti : quindi i Piemontesi contrattaccarono mettendo in fuga gli assal itori, e catturando loro 60 u. d i cui 16 urTiciali: inol,re i Fr'aocesi lasciar'ono su l campo

Passaggio del Gran San Bernardo ( , 800)


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500 u . Ma le vicende generali dcll"operazione dello Schérer gli avevano aperto il passo a Loano, e il giorno dopo i Piemontesi dovevano abbandonare la posizione.

Sancassani (Dionisio). Chirurgo militare del sec. XVIU. Verso il principio del 1700, pubblicò " Il cl1irurgo in campo, ossia sicuro modo di medicare le ferite nell'esercito». Sancerre. Comune della Francia, nel dip. del Chcr, ant. Sacrum Caesaris e Gon/onium Castrnm . Fondata sopra ulla collina nel IX secolo, venne poi .fortificata. All 'epoca del le guerre d i religione fu piazzaforte dei Calvinisti; nel r572 vi si rifugiaron0 molti di essi scampati all'eccidio della notte di Sàn Bartolomeo. L'armata cattolica si portò ad assed iarla (febbraio 1573) contemporaneamente all'assedio de La Rochelle. Ma quando quest'ultima si arrese, nel trnttaro del 1° luglio non si fece menzione d i S., la quale si d ifese ancora per due mesi, soffrendo atrocemc11te la fame per lo stretto blocco che l'avviluppava. Costretta ad arrendersi , ebbe tutte le sue opere smantellate per ordine del re Carlo IX.

Lehe lle

-f. .-5'j,)c:),000

Il Grande e il Piccolo San Bernardo

Il. Combattimento al colle di San Bernardo (1800). Appartiene alle guerre del Consolaw francese. La divis. Gorrup, dell,'cserc,to del Mclas, della quale facevano parte i regg. provincial i pie montesi Cuneo e Susa, anaccò in fine aprile il colle custod ito da truppe francesi . Queste ne furono cacciate: il regg. Cuneo le inseguì fin presso Albenga_t facendo uua cinquantina di prigionieri.

San Biagio (e della Santa Vergine: Ordine cava/le,-es,·o d1). Fu creato in Armenia, nel XII secolo, verso l"epoca della fondazione di quello del Tempio. II suo scopo tra la difesa della religione cristiana esposta agli attacchi degli infedeli. I membri. dell'ordine erano soggetti alla regola di S. Basilio e si dividevano in cavalieri rel igiosi per il servizio divino e in cavalieri combattenti. Dopo la conquista dell'impero d'Oriente da parte dei Maomettani, l'ordine scomparve. San Carlo (Ordine cavalle,·esco d,). Fu istituito· nel 1858 dal principe di Monaco Carlo III. L'ordine si compone di cinque classi: grao croce, grande ufficiale, commendatore, ufficiale e cava 1iere. La decorazione ha la forma d i croce biforcata, sormontata da corona principesca e caricata nel centro di uno scudetto, che reca la sigla del fondatore e porta intorno la scritta : « Princeps et Patria "· Ai membri dell'or<line sono resi gli onori m ilitari. (V. anche Carlo).

Sanchez (luvan de Miruciia). Archibugiere spagnuolo d el XVI secolo. Lavorò a Salamanca ed a Madrid e fu il primo che fabbricò le canne da archibugio dette « a strozzo » (a pezzi). Sa11cliez de Luna, duca di S . Arpino, Antonio. Ufficiale scri trore militare napoletano del secolo XVIII. Scrisse: « 'Spirito della guena »; « Della milizia greca e romana »; " Teori-a pratica o arte della guerra » .

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Sancio (Pietro). Generale, n. a Balzola nel 1848. Sottot. di fanteria nel 1866, pa rtecipò alla guerra di quell'anno. Frequentò poi la scuola d i guerra e divenne colonnello nel 1899. Comandò il 150 fanteria ed andò in P. A . nel 1906. Nella riserva venne promoiso magg. generale nel 19 rI ~ ten. generale nel 1916. San Colombano al Lambro. Comune i n prov. di Milano, sulla dr. d el Lambro. Sin dall '800 aveva. un forte castello appartenente ai Lodigiani. Essendo andato in ,o. vina durante la lotte fra Milano, Pavia e Como, Federico Barbarossa comprese la necessit~ Ji fortificare la coll ina di S. C., da cui si poteva dominare la pianura fra l'Adda ,

San Cascia no in Val di Pesa. Comune in prov . d i Firenze, +·ra

Val di Pesa e Val di Greve. Nel :ordine di San Carlo febbraio del 1326 fu saccheggiato ed arso da Castruccio -C-,astl'.acan i. Nel 1343, sotto il governo del duca d'Atene, si cominciò a fortificarlo ed a cingerlo d i mura, ma dopo Ja cacciata ,id duca i lavori rimasero in tronco, e la signoria di Firenze non li ripigl iò se non dopo che vide S. C. cd i dintorni saccheggiati da una compagnia di ventu.ra sotto Monreale. .I lavori furono ultimati nel 1356 e convertirono i l borgo in una fortezza munita d i fossi, d i torri e d i mura, con due porte e due posterle, di cui vedansi ancora gli avan.ci .

Torre d'ingresso al castello di San Colombano


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il Po e jl Ticino. Nel n64 vennero iniziati i lavori, e il Barbarossa venne ~pesso a visitarli e a sorvegliarli. Il castello sorse a pianrn quadrata, con un grande corpo centrale, quattro torri agli angoli e una merlata sul portone d"ingresso. Appartenne in segu itn m Milanesi; nel 129'/ le eruppe dj Lodi, assalito il castello di none, lo presero e lo tennero fino al r302, quando Matteo Visconti lo riconquisu). Nel XIV secolo servì di prigione poli tica. Nel 1447 venne assalito e preso dai Veneziani di Michele Attcodolo. li borgo sofferse nella lunga guerra u a Frnncia e Spagna per la Successione del ducato di Milano. Convenzione di San Colombano (1447). li 15 settembre, dopo un breve assedio , Francesco Sforza prese il caste llo, e vi firmò la convenzione rigu:irdante le clausole della resa <li Pavia.

San Costanzo. Comune in prov . di Pesaro, fra il Cesano e il Metauro. Venne cinto <li robuste mura nel ,ecòlo XV, per opera <lei Malatcst~ ai quali apparteneva. S i ribellò a costoro nel 1410 e nel 1414 , ma fu ridotto .all'obbedienza da Pandolfo. Nel 1429 apparteneva a Fano, che vi fece erigere una rocca, demolita nel secolo XVIII. San Cristoforo. Isola delle Amille, nelle isole souovento . Fu scoperta da Cristoforo Colombo nel r493. Durante la guerra d"Indipen<lenza d'America il conte di Grasse, comandante la nona francese, forte di 32 navi di linea e recante 6000 u. comandati da) marchese di Bouillé, governatore della Martin ica, giunse l ' u gennaio J782, all' isola di S. C . dove ancorò nella cala di Basseterre, capol. dell'isola, sbarcandovi le truppe. Il presidio inglese, circa 1000 u. fra stanziali e milizie, comandato dal gen. Frazer, ripiegò sulla rocca di Bridgestone-hill, altura rocciosa e scoscesa posta in riva al mare. Ava nza tisi i Francesi contro la posizione, d ifesa p iù dalla natura che dal! 'arte, trovarono un primo ostacoio nella mancanza di grosse artiglierie da contrapporre a quelle nemiche perchè le loro erano rimaste a bordo di una nave incagliat asi presso la riva . La difficolt!i fu sppcrata perchè i n parte le artiglierie furono 'recuperate, mentre altre ne furono tro\"atc ai piedi dcli "altura, ivi bsciare DCr n~gligcnza con molte munizioni dagli Inglesi. Mentre virn ferveva la lotta, giunse nelle acque dell'isola, il 24 gennaio, con 22 navi, l"ammir. H ood che, saputo delb mossa fnincese e i mbarcati ad Antigua 2000 u. col gcn. Prescott, schieratosi <li fronte ai Francesi, li provocò a battaglia. li Grasse uscì colla flotta, mentre gli Inglesi, profittando del vento, vennero a prenderne il posto presso Bassctcrrc, dove sbarcarono le loro ttuppe, mentre i F rancesi, ripreso il ve nto, gi ungevano i1l furia. Però la posizione d egli Inglesi era superiore, nè valeva, nella ris1retta baia, la superiorità delle for.lc, sì che, dopo due vani tentativi, il Grasse dovcue ritirarsi. Intanto, a terra, il Douillé respingeva )"attacco del gcn. Prescott, costringendolo a ritornare a bordo, mentre, sotto la furia del bombardamento, Bridgestonc-Hi ll era statn costretto ad arrendersi (1 2 febbraio). Fallita la causa dell"operazionc 1"Hood decise di ritirarsi, e, durante la none che seguì la resa del forte, tagliati i cavi ddle ancore, el uso i l blocco della Rotta nemica, riuscl scn1.a ostacol i a r.1ggiungere la Il(trbada e a congiungersi con le forze del1'ammir. Rodney. Sanctio. Ant. città del Baden, l'odierna Sackingen. Bn//nglia di Sn11ctio (36 d. C .) . Fu cornbattura da un corpo d i truppe leggere capitanate da I.ibinone, ufficia k al servizio d i Giuliano l 'Apostata, proclamato già impera-

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tore dalle legioni della Gallia, contro gli Ale_m anni <lei pago di Vadomaro. Libinone assalì imprudentemente il nemico numericamente Sllpcr.iore e cadde sul principio ciel combattimento. l Romani esasperati continuarono a combaucrc per vendicare la morte del loro generale, ma dopo una resistenza ostinata furono sconfitti.

San Damiano. Reggimento d"ordinanza nazionale del Piemonte, creato nel 1703 dal duca Vittorio Amedeo li di Savoia, costituito col contingente della provincia di Ivrea. Kcl 1704 fu incorporato nel rcgg. Maffei; nell'anno seguente fu ricomposto e nuovameate sciolto. Prese parre alla guerra per la Successione <li Spagna nel 1704-705, , listinguenclosi a lla d ifesa d' Ivrea (settembre 1704). San Da111iano d'Am. Comune in prov. <li Alessandria, sulla sr. del Borbore. Venne fortificato ne! scc. XVI con due bastioni, in aggiunta alle mura e torri <lei secolo preceden te.

I. Assedio di San Da111iano (1552). l'u posto dagli Spagnuoli comandati da don Ferrante Gonzaga, governatore di Milano. li borgo era difeso dai Francesi comandati dal marese. di Drissac. Gli assedianti iniziarono un lavoro di mine, che venne sventato d(11le contromine; piantarono due batterie e iniziarono la breccia presso la porta <li Asti, ma i difensori eressero difese presso la breccia e invano gli Spagnuoli vi diedero l'assalto. Dopo tre settimane di vari sforzi, don Gonzaga abbandonò l'assedio. IL Auedio di San Da111in110 (1616). Fu posto dalle truppa del duca Carlo Emanuele l di Savoia, alle quali si erano uniti reparti francesi. li borgo aveva guarnigione spagnuola . 11 duca pose in batteria 12 cannoni e aperse con essi la breccia dopo sei giorni d i fuoco. Quindi radunò molti soldati con scale verso a ltra parte clcllc mura , e simulando quivi un attacco fece sì che i d ifensori sguarnis~cro alquanto la breccia. Allora una energica improvvisa irruzione per essa permise alle truppe ducali di irrompere nel borgo: la guarnigione depose le armi. San Daniele del Fri uli. Comune in prov. <li Ud ine, a breve distanza dalla sr. <lei Tagliamento c <lai suo sbocco in pianura. - Il 16 marzo 1797, duranre il passaggio del Tagliamento per opera del Buonaparte, il gcn. Masscna, con la sua divis., d i;etto ad Osoppo, baneva a S. D. una grossa colonna austriaca d i r etrogoardia. Nell 'ottobre 1917, durante il ripiegamento dell'esercito italiano verso il Piave, la posizione di S. D., limitata a oriente dal canale Ledra, fu come testa di ponte po,ta alle dipendenze dd gen . Sanna (29 ottobre) comandante della 33• divis., cou t ruppe di q uesta e d i altre <livis. Contro la test a cH ponte si diressero tre divis . nemiche del gruppo Krauss, e due del gruppo Stein : la testa rii ponte fu abbandonata il 30, per ordine del Comando supremo, e le truppe passarono sulla dr. del Tagliamento.

Sandepu. Villaggio mancese, sul fiume Hung-ho. Battaglia di Sandep11. Appartiene allà guerra Russo-giapponese e si svolse nell'ultima decade del gennaio 1905 fra la 2• armata russa, comandata dal gcn . Grippenberg (I e X corpo siberiano ed VII[ europeo, Cacciatori d'Europa , distaccamento Kosagovsky, corpo di cavalleria Mischtenko : in tutto 90.000 u. con 350 cannoni) e la 2" armata giapponese agli ordini del gcn. Oku (3a, 4•, 5& e sa divis. : circa 40 . 000 u .). Costretto a tentare un 'offensiva non rispondente :illa propria indole e alle p roprie convinzioni, il generalissimo russo aveva ideato un 'ava1uata intesa a respingere l'avversario dalla linea trincerata eh ·esso aveva 49

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stabilito sullo Sciaho, mcr cè un aggiramento <lclla sua ala sr. L'esremionc dell a fronte giapponese (circa 20 K m.) cagionava frazionamento di forze, ond<' ialuni punti fortificati erano scarsamente guerniti e le ali risultavano_ panicolarrnentc ddJ<)!i . Gl i o rdini dati dal G rippcnberg mir,1vano alla conquista successiva dei capisald i d i H okcurn i e di Sandepu, affidara ai corpi I siberiano e VIII europeo: il primo, muovendo in anticipo, doveva prendere Hokeutai per :oncorrere all'attacco di S., in aiuto all'VIII , mentre il X svolgere bbe azione frontale per tratte nere le forze contrapposte. Il corpo Kosagovsky aveva missione protcui,•a sul tergo delle forze operanti e la ca\"31leria del Mischtcnko

La posizione fortificat:n d l S andepu

quella di tenersi pronta per cogliere sul fianco e sul teri;,1 le colonne avversarie che accorressero a soccorso di S.

Il 25 il I sibed~no. -:cacciati gli avversari dai posti avaniati sulla dr. dell'Hun, metteva in azione a ll 'alba t ulle le batterie coniro l'abitato di Hokeurai, mentre la cavalleria del Mischcenko passato I'I-lun più a valle, mirava elle retrovie g iap ponesi. Sorpresi dall'altacco .inatteso, i G iapponesi si difesero ad oltrania, verso mcnogiorno le fanterie ru5se mossero contro Hokeutai, ma solo alla none, rincalzate dalle riserve, poterono impadronirsene. Nella stessa g iornata il X e l'VJI! cor po avevano svolto le azioni rispettive g uadagnaudo terre no sulla sr. dcl)'H un. li comando giapponese concentrò l'lì~ divis. a sud <li Sanckpu e facendo a,•anzare anche la 5•. li 26, il I corpo siberiano iniziava l 'attalco di S. Verso le 16 il Gripi>Cnbcrg era coi11·etto a lanciare quasi tutte le sue riserve e l a lolla du ri, fino a no11e. La relativa vicinan13 della 51• divis. giapponese, avanzatasi fino a Lantungku, costituiva un forte appoggio per la ripresa de ll 'azione. Nella notte, malgrado le sofferenze d o vute al freddo (250 sotto 7_ero) seguitarono gli scontri locali e il bombardamento: i Russi occuparono d'assalto una frazione di S., ma ne furono scacciati alle 2 del mattino . li 27 riuscirono vani tutti gli sforzi compiuti d;ii Russi per occupare S ., conve rgendovi d a O ., <la S. e da E .: mancava alle loro batterie una granata d irompen te atta a danneggiare seriamente i fabbricati, mentre il tiro preciso dei difensori aveva ottimi effe1ti sulle colonne d'attacco, visibili anche con scarsa luce sull 'orizzome candido & neve. I Rus.si furono sui due punti ricacciati VCl'SO l'Hun e a1taccati quindi con violenza da reparti della 5' e 8• divis ., che miravano a sfondare la linea russa verso l'ala sr. del I siberiano, soscenuta da due brigate Cacciatori d'Europa . li Grippen bcrg chiese r infol'zi a Kuropatkine, ma n'ebbe un deciso rifiuto. L a sera del 27 la •situa-

zionc appariva rischiosa anche per i Giappo nesi, che avevano la d r. fol'tememc impegnata d i fronte al X siberiano , mentre la sr. dimostravasi impotente a procedere verso 1-lokcutai ed era minacciata alle spalle dalla cavalleria del Mischrcnko . Ma la situuione si mutò in breve : nella notte sul 28 l'intervento d i una colo nna della 5~ d iv is. nipponica a sostegno della sr . dell'8• liberava questa dall'avvolgimento, ricacciando la cavalleria russa verso l"Hun; cosiccilè al mattino [u possibile riprendere I'ofTcnsi,•a ,ull"intera fronte. Il Grip pen berg spiegò le ultime r iserve e i nsislè presso il generalissimo per il pronto invio di rinforz i, senza riuscire ad oltencrli. Il 28 i Giapponesi guadagnarono t<-rreno sulla sr. dove Hokcutai resisteva ancora, ma varie localit/1 lateral i furono da essi occupate dopo rin novati ~ssalti. Al N ., invece, i R ussi ebbero qualche vantaggio, tanto che il X siberiano venne a minacciare il fianco dei Giapponesi che operavano dinanzi a S. Alla sera <lei 28 la fiducia del G rippcnberg - ad on ta <lei d inieghi subìti sembrava perciò ri nfrancata, tan to d a ritenere possibi le la ripresa offensiva per il 29; ma alle 22,30 giunse l'ordine tassativo del Kuropatkine <li ritirare la 2• armata sulla dr. dcll'.l lun. Le cinque giornate costaro no ai Russi perdite g ravissime : circa 13.000 uomini, fra cui 400 ufficiali e 6 generali, su circa 5!1.000 uomini cfferri,•amcnte impegnati; e cioè qua~i il 25 %- I Giapponesi perdettero circa 9.500 uomini, di cui o ltre 350 ufficiali. Il d issenso fra il Grippenberg c<l il Kuropalkine ebbe un seguito disciplinare clamoroso dop,) lagnanze, esposte personalmente dal primo allo czar, circa !"azione di comando del generalissimo e la re,ponsabilità dell 'i11successo. Bcnchè sul momento l 'opinione pubbl ica J'e fosse scossa, l 'ano del Grippc11 berg fu censurato e il K uropatkine conservò la fiducia del Gm•crno e l'alto mandato affidatogli.

Sandicchi (Fortmuuo) . Generale, n. a Reggio Cal:1bria nel 18jo. Sottoc. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra libica cd a quella contro l'Austria. ,\ Cima Bocche (1916) merirò la med. d ·argento. Colonnello nel 1917, comandò il 270 fante ria . Collocato i n congedo provvisorio nel 1919 , fu promosso generale d i br igata in P. A. nel 1930 e due anni dopo ,-enne trasferito ncl!a risef\·a. Sandigliano (Giovanni B11uista dt) . Gcnaale del secolo XVJII. Soldato uei d ragoni nel 1755, d ive nne alfiere in fameria due anni dopo. Comandante di Carloforte e delle isole <li S. Pietro e Sant'Antioco nel 1788, pasw ad :\lghcro, q uale governatore, nel 1791 e nell'anno seguente fu promosso colo nnello. Brigadiere coma n(!ante la città d i Chernsco nel 1795, passò al comando di Onnea circa un anno dopo, e di Alba nel 1797. San Domingo (o H aiti). Isola delle Antille , d ivisa in due Stati repubblicani : Haiti e San Domingo, o repubblica Dominicana. Quest'ult ima è dal 1916 sotto il controllo m ilitare e finanziario degl i Stati Uniti. La sua c2pitalc (S. D.) sorse inlorno a una fortezza costruita da Diego Colombo , fratello d el grnn<lc che fu lo scopritore dell'isola. Le forze mii. attive del la repubblica ammontano a IT70 u . d i truppa e 114 ufficiali. Vi è una Gua rd ia Nazionale. La mari na ha un avviso d i 322 to nn . e due baue ll i .trmati per il servizio della Dogana.


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I. Combattimento navale di San Domingo (1780). Appartiene alla lotta fra Inglesi e Francesi nelle ,\ntille, durar.te la guerra per l'Ind ipendenza d'America . L'amm ir. francese La Motte Picquct incrociava coll quattro vascelli a protezione delle navi di commercio franco-spagnuole nelle acque d i S. D ., quando, il 30 marzo, mentre scortava cn convoglio, si im ba ttè in una squadra inglese comandata dal l'ammir. Hvde Parker. Il combattimen to d urò due giorni (2.1 e 22 mar;o). Il La Motte rimase ferito m a continui, a dirigere l 'azione, e riuscì poi a rifugiarsi nel pol"lo d i San Domingo .

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La seconda era costituita da 36 n avi d'alto bordo; comandava l'avanguardia i l viceammir. Hood, la retroguardia il sottoammir. D rake. Mentre la flotta francese procedeva col1'aiuto del vento, quella inglese, immobile nella bonaccia sotto le coste, non poteva manovrare . Finalmente il vento si levò anche <la quella parte e alle 9 d el mattino de] 9 aprile 1782 le navi del Hood aprivano i l fuoco. L'avanguard i;i inglese si trovò presto ad<losso la massa del nem ico; non sbigottito l'Hood tenne fermo finchè anche il

IL Presa di San Domingo (1780). L'isola apparteneva all'l nghilterrn , e ne ,era governato re .il g~n . Stuart con

u . di guarnigione, quando, d urante la guerra d 'Indipende nza cl ' America, vi giunse il marchese d i Bou illé, governatore del la colonia francese della Martinica, il 7 settembre. Aveva egl i COll sè circa 2000 u. su 18 navi da ca rico, scortate da 3 fregate . Sbarcate le truppe, fu preso d i viva forza il forte Cachacrou; gl i Inglesi però resistev'ano vigorosamente dal forte Ròseau e dall a batteria <l i Lubièrc, cont robattendo il fuoco delle artiglierie francesi . Un reparto d i truppe comandate da Lachaìse mosse all'gtt acco d ella batteria cd e rHrato ndl 'opera aggrappandosi alle gole dei canno ni, r iuscì a(I impadronirsene. Inta11to altre truppe, comandate dal visconte d i Da rnas , avevano occupato le alrure do rn inallt i il forte Roseau e, insieme a 1111a fregata, avevano aperto il bo mbardamento, mentre il grosso, col Bouillé, era entrato nei sobborghi della città. Dopo vigorosa resistenza, lo Stuart capitolò ottenendo g li onori delle armi . Caddero nelle mani dei Francesi r6➔ pezzi di grossa artiglieria, 24 bombarde e vari bastimenti corsari che vi avevano Ja base per combattere il commercio americano. Sistemate le cose il 8ouillé abbandonò l 'isola la sciandovi governatore il ma rchese Duch illeau con 1500 50 0

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Battaglia navale di San Domingo1( .x782). Bianchclle navi francesi, nere le inglesi

grosso non giunse in suo a iuto . Stando per arrivare anche le nav i del Drakc, i Francesi , non volendo perdere i già · ottenuti vantaggi , posero fine al combattimento e si allontanarono senza essere inseguiti. Due giorni dopo, si svolgeva la battaglia detta della Guadalupa (V.)' o delle Saintcs.

San Donato. Comune in 11rov. <li Milano, sulla strada per Lodi. Venne devastato dalle genti del Barbarossa. Fu teatro di combattimento fra i Toniani e i Visconti, che, guidati d a Ottone, miravano a r ientrare in città, e fu. rono ricacciati dagli avversari (r276). Il 5 agosto 1848 vi si d iscusse l'armistizio che, detto Di Salasco, venne firmato i l 9 a Milano. Sandrà. Frazione d el Comune <l i Castelnuovo di Verona. Vi avvenne url combattimento (29 aprile 1848) che appartiene alla prima guerra p<:r l' Jnd ipen<.:cnza d'Italia. Le alture <li S. e Santa Giustina, occupate dalla brigata Savoia, da un bgl. di fanter ia del 1<> e uno del 2° regg . fanteria , da d ue bt r . d 'artiglieria, furono attaccate da forze nem iche provenienti da Pastrengo e appoggiate dal fuoco d i alcuni cannoni. I Piemontesi respinsern nettamente g li attacch i nemici; il combattimento, r isolto col fuoco perchè g li Austriaci 11011 si i mpegnarono a fondo, durò cinque ore. Sandrell i (Ale,sandro). Generale, n. ad Arezzo, m. a Firenze (1857-1931) . Sottot. del genio nel 1878, andò in P. A. col grado di maggiore nel 1910. Richiamato in servizio durante la guerra contro l 'Aust ria, partecipò alle campagne del 1915-16 : venne promosso colonnello nel 19r5. Nel 1919 ebbe la promozione a brigadiere gen. nella

Truppe negre~d i S an Domingo (epoca naJ>olconica)

Ili. Bat!Xlglia navale di San D0111i11go, o della Dominica (1782). Appartiene alla guerra per l 'Jndipendcaza d 'America. La Rotta francese, comandata dal conte di Grasse, scorta lldo un convoglio carico di truppe che dovevano operare contro la Giamaica, si scon trò nelle acq ue d i S. D. con q uella inglese, comandata dal! 'amm ir. Ro<lney. E ra la prima forte d i 33 nav i d'alto bordo e vi erano i mbarcati circa 6 0 0 0 u . scelti; con1andava l 'avanguardia il rnarchese d i Vaudreuil, la retroguard ia il siguor d i Bougainville.

riserva .

Sandri (Luca). Capitano romano dd sec. XVI. Militò i n Ungheria cd i n Francia agli ordini d i G . B. Savclli e per quattro anni fu governatore di Firenze. Nel 1522 p artccip<'> alla spediz ione contto i Turchi . Sandri Stefano. Capitanu romano del scc. XVI. Capitarlo d i Orazio Bagl ion i, fu uno dei capi che, sotto Cle1nente VII, strenuamente difesero nel 1527 Cascel S. Angelo a Roma dalle orde del Borbone. Ebbe per soprannome di guerra quello d i « Cornacchia·"·


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Sandri A111011io. Ammiraglio, 11. e m. a Venezia (18241886). Entrato in servizio nel 1847 sotto il governo auotriaco, nel 1848 passò a servire la repubblica di Venezia e la difese ncll';issedio, riparando poi in Piemonte. Nel 1860 entrò da capitano d'art. nell 'escrcito provvisorio dell'Em ilia, passando subito dopo nel la marina sarda. Fece la campagna di Sicilia, partecipò alla guerra del 1866 ncll' Adriatico guadagnandovi una med. d'a rgento, d ivenne con-

Sand ri Antonio

trammir. nel 1883, d iresse l'Arsenale di Venezia. Fu deputato di Spilimbergo per la X e Xl legislatura. Collaborò alla « Riv ista Militare » .

'Sandulli (Roberto). Generale, n . ad Avellino nel 1864. Sottot. d'art. nel 1883, frequentò poi la Scuola d i guerra, insegnò geografia all a Scuo la d 'Applicazione d'art. e genio, fu per alcun i anni all'Istituto geografico m ilitare e divenne colonodlo nel r916. Partecipò alla guerra contro l'Au stria e nel 1917, combattendo nell'alto l sonto , meritò la med . d'argento. Comandante l'art. del XII C. d' A. verso la fine del 1917 e brigadiere generale nel 1918, per le azioni sull'Altipiano d'Asiago del novembre d i quell 'a nno ebbe la croce d i cav. dell 'O, M. S. Dopo la guerra tenne il comando d ' art. del C. d'A. d i Firenze sino al 1926, anno in cui andò in P. A. Nel 1927 Sandulli Roberto fu promosso generale d i di vis. Pubblicò due opere: « Geografia politica e mil itare d'Italia » e « Noz ioni d i geodesia elementare )>.

Sandusky (Forte). Esistette negli Stati Uniti (nell'Ohio), alla foce del fiume omonimo nel lago Erié . Durante la guerra Anglo-americana, il forte era tenuto dal maggiore Croghan, con una piccola guarnigione di 160 u. e un cannone. Contro di esso marciò, con 500 lnglesi, 700 Indiani <: alcu ne barche cannoniere, il geo. Proctor che iniziò un bombardamento duratç, un giorno e una notte, contro un angolo della cinta per aprirvi una breccia. Contro il d isegno inglese, gli Americani rivestirono le palizzate da quella parte di sacchi di sabbia e di farina, appostandovi l'unico cannone carico a m itraglia. E quando gli Inglesi, dopo qualche finta, marciarono all'attacco da quella parte e furono giunti a breve distanza, tale fu il fuoco d i fucileria che li accolse, e così gravi gli effetti della m itraglia , che sbaragliati e decimati volsero in fuga . Il gcn . Proctor, imprcssiooato dalle gravi perd ite subìtc, che superarono i 200 u ., rinunciò senz'altro all 'impresa, abbandoi;a1:d0 una cannoniera, armi e arredi .

Sandwich. Nome dato d agli Inglesi nel secolo XIX a corazze da !oro id~ate, costilllite d i p arecchi strati di metal li diversi .

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San Faustino. (O,·dù1.e). V. Faustino . San Fedele (Colle d,). Valico che apre l'accesso dalla r iva orientale del lago di Luvno a quella occidentale del lago di Como. D a Osteno la su-ada sale al colle (i93 m.), indi per Castiglione d 'Intelvi scende ad Argegno. Questo p~sso.,_ e il vicino Colle della Croce (Porlezza-Menaggio), stabi liscono due linee di facilitazione per l'accesso dallo specchio d 'acqua italiano del Cercsio a quello del Lario, non lungi dalla frontiera svizzera : d ata la neutralità elvet ica, hanno piè, importanza locale e turistica che militare. San Felice a Cancello. Frazione del comu ne d i ArienzoSan Felice, in prov . di Napoli, presso le rovine dell ' ant. Suessula, città del Sannio, alle falde del Tifata. Nel 343 a. C. vi si combattè una battaglia che appartiene alla prima guerra Sannitica e tu combattuta da i Romani agli ordini del console M. Valerio Corvo contro i Sann iti, i quali, dopo le disfatte d i Gauro e d i Saticula, riunirono in fretta un terzo esercito con la speranza d i prendere la rivincita. li console, avendo visto gran parte dei nemici sparsi per la campagna intenti a raccogliere grano, con~

dusse i suoi ad assalire il campo d ei Sanniti, e , presolo d i pr imo impeto, uccise molti che stavano sotto le te,,de o dentro lo steccato _ Poscia vi lasciò d ue coorti, e si d iede a dar la caccia ai Sanniti sparsi, facendone grande strage. Dicesi che i Romani dopo quella battaglia raccogliessero 170 bandiere e 4 0.00 0 scudi. Se i dat i d i Livio (VII, 37) fossero stati esatti, la guerra non sarebbe stata rinnovata sì tosto. È cerco però che i Sanniti chiesero ed ottennero la pace col lasciare Capua ai Romani. San Felice ml P,waro. Comune in prov. d i Modena, fra il Panaro e la Secchia. Ebbe un ottimo castello, costruito dopo le invasioni barbariche; esso servì ai Modenesi <li baluardo nelle lotte cont ro Bologna. Venne in_ scguitq fatto restaurare e am pliare dagli Estensi dopo che l'ebbero assaliro e conquistato, mentre era difeso da Carlo di Boemia (anno 1332). Sanfelice Giovanni Vincenzo, co1lte di Bagnoli. Generale napolet3no ciel sec. XVII. Maestro d i campo generale, si distinse molto combattendo nelle Fiandre .e nel Brasile dove prese Bahia e ne fu governatore. Fu consigliere d i guerra nell'armata reale e, tornato a Napoli, d ivenne governatore della provincia della Calabria Citra. Nel 1648, ;n r icompensa dei suoi meriti, ebbe il ti~olo di principe d, Monteverde.

Sanfelicc Cesare, dei duchi di Bagnoli. Ammiraglio, n . a Napoli, m. a Roma (1839-1915), Guardiamarina nel 1855, djvenne contrammir. nel 1889. Fu membro del Consiglio superiore di marina e giudice del T ribun ale supremo d i guerra e marina.

San Fel iu de Guixcols. Comune della Spagna, nella Catalogna, prov. d i Gerona, con porto sul Mediterraneo. Nel 1652 resistette a don Giovanni d 'Austria; nel 1692 fu preso dai Francesi che ne d istrussero le fortificazioni . CombClttimento e presa di Feliu (21 giugno 1809). Appartiene alle guerre dei Francesi n ella Spagna (operazioni intorno a Gcrona. della d ivis. italiana Pino). Gli Spagnuoli, protetti d a navi inglesi, volevano opporre resistenza alla divis. Pino, che avanzava da Llagostera. Gli Spagnuoli si erano appostati sulle posiz.ioni in torno al piccolo fortino di S. Elmo, fra le rupi frastagliate che sa lgono fino ai colli di S. Grau, Era una posizione difettosa che }asciava scoperta la città, e per di più aveva alle spalle rupi inaccessibili. Tuttavia gli Spagnuoli non rinuociarono ali 'appoggio


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che colà dava no loro le navi inglesi, ancorate nel porro. Le truppe italiane, atlravcrso il piccolo torrente Aro, in colonna, saliro no sul colle che domina il mare, e schierarono in batteria i loro pezzi, per controbattere quelli del forte S. Elmo. Dopo lln primo attacco d imostrativo, per riconoscere forze e disposizioni <lel nemicn , in iziarono I' a• zione immediata sul forte e sulla citd . Mentre la popolazione fuggiva con ogni imbarcazione, i quattro bgl. spagnuoli cercavano d i o pporre resistenza alle irruenti truppe italiane. Ma appena il gen. Fontana, col rcgg. 2° lcggiero , in colonna serrata mosse dall'altura di S. Amans contro il grosso nemico, cd una seconda colonna con alcuni cannonieri si gettò sulle batterie a mare del porto, dopo alcuni colpi d i moschetto e cannone, la linea SJ'agn llola si sfasciò e si diede alla fuga, abbandonando, oltre a tutto il muniz ionamento da tiro e da bocca, quattro pezzi <ii gro«o calibro in S. Elmo, e tre batterie, delle quali i pezzi furono schjodati da:i capitani italiani Henry e Neri, e rivolti subito contro le navi inglesi e le scialuppe spagnuole. li geo. Fontana entrò allora con la sua brigata nella città ma lgrado il fuoco delle navi inglesi .

San Ferdinando (Ordine) . V . Ferdi11ando e Merito Militare. San Fermo. Comune in proY. d i Como, sulle alture sud -occide.n tali della città, a quattro Km. da questa . Combattimento di San Fermo (27 maggio 1859). Appartiene alle operazioni svolte dai Cacciatori del le A lpi, durante la guerra del 1859 per l'In<lipcndenza d 'Italia. I ' Cacciatori (una brig. su 3 regg., comandati rispenivamente da Cosenz, Medici ed Ardoino, cd uno sqdr. di cavalleria , in tutto 3200 u. e 50 cavalli), dopo lo scontro di Varese si mi5ero iry. marcia verso Como. Giunti ;l J\1alnate, il gen. Garibaldi fu informato che gli A ustriaci (7 bgl. , ~- ber., 2 sqdr. d i cavalleria, complessivamente 8000 u . e r6 pezzi di art.) si erano scbicrati con la dr . su lle alture d i S . F . e con la sr., contro lo stradale verso Civello; la r iserva austriaca era dislocata a Lucino . l i generale continuò la m arcia fino a Solbiate cd OÌgiate, e, manovrando fra le

colline, sfilò per Gironico e Parè. Giunto, poco dopo le ,5,

a Cavallasca, sulla strada che per S. F . scende a Corno, o rdinò al regg. Medici di attaccare la posizione di S. F. ed alle altre truppe d i restare in posizione d i attesa a Cavallasca. Il Medici ordinò alla cp. De Cristoforis, r in-

~1onumento di Snn Fermo

calzata dalla cp . Susini-Millelire, d i attaccare 11 paese d i fronte, non appena avesse udito le fucilare della colonna del cap. di S. M. Cenn, (cp. Pellegrino, carabinieri genovesi del cap. Paggi) che doveva da Cavall_asca girare a sr. per un sent iero attraverso' le colline ed :ittaccare di fianco la posizione; frattanto la cp . Vacchieri dov<:va fianchegg iare I 'attacco a dr. e minacciare !a ritirata a l nemico ~u Camcrlata; il resto <lei regg. doveva ri mane.re in riserv8. Ma lln vivace e prematuro fuoco di fucik ria tiella colonna di sr. incluss<: l'animoso cap. Dc Cristoforis a lanciare all'attacco dell'orator io di S. F. i suoi uomini, che fu rono respinti. Il Medici fece allora appoggiare l'attacco a sr.

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Combattimento di San Fermo ( 1859)

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da un'a ltra cp. e lanciò d i nuovo alla baionetta la cp. De Cristoforis, seguita da lla cp. Susini e fia ncheggiata dalla cp . M igliavacca . L'attacco fu così ir ruento e condotto con tanto sprezzo del pericolo, che l'orato rio, nonos tante la forte resistenza avversaria, fu preso, n1entre i reparti aggirant i alle .ali inducevano !'in-tera linea avversaria a ritirars i verso Ro ndineto . Gli A ustriac i f urono jnseguiti

fino a Como, ove le colonne dei Cacciatori, guidate dallo stesso Garibaldi, entrarono in città per porta Sala, mentre l 'avversario ne usciva dall 'altra parte r ifugiandosi a Monza_ Perdite : Volontari, 60 u . e Austriaci 120, tra morti e feriti.

San F ili (Passo di) . Colle dell'Appennino calabrese, che congiunge il litorale t irrenico co! Vallo d i Cosenza (Crati). La rotab i.lc dalla Marina d i Paola risale a P aola, donde con stretti r isvolti s'inerpica sino alla displuviale, che supera a 960 m . passando sul versante inr.erno, ove per S. F. raggiu nge la Via Popilia (Napoli, Reggio) .p resso la stazione ferroviaria d i Castiglione Cosentino. Il tratto ferroviario Paola-Castiglione Cosentino si d irama da ll a linea costiera 3 Km _ a sud d i P aola, scosta ndosi nettamente d al tracciato della rotabile e traversando in rettilineo mercè gallerie la catena costiera. La strada di S . F . segna una breve congiungente tra la med iocre v ia litoranea e la Po-

pil ia : p uò essere perciò militarmente utile via d i penetrazione dal litorale tirrenico al cuore della Calabria e accesso obbligato per lo sbocco nella zona jonica; ma, specialmente nel tratto che sale al valico, si presta a facili interruzioni cd è battura con efficacia dalle vicine posizioni n1ontane.

San F iorenzo. Comune della Corsica, nel fondo del golfo o monimo, sulla costa occidentale del capo Corso. Posizio ne militare importante, indispensabile a chi tenesse Bastia, fu più volte teatro di fazioni guerresche e i l suo golfo servì sovente <li luogo da sbarco ai vari conquistatori dell ' isola . Era guardata da va ri forti che proteggevano l'entrata del golfo . Le prime opere erano alcune batterie dette di S. F., poi veniva il forte Mortella, che traeva il nome dal romano Campo Myrteo, ove sb;lfcarono i prim i conquistatori guidati d a L icinio Varo e dal suo luogote- · ncnte Claudio G lierio. L'altro forte, detto Fornali, venne d istruuo col primo dagli Inglesi sul finire del secolo XVlll. Inoltre ' vi erano sulle coste del golfo o sulle montagne dei dinto rni altre opere <li minore importanza, batterie, tor..

ri , ecc. Nel 1745 S . F. Iu preso dai Genovesi . Al principio dell 'anno seguente i ribelli cors i, sostenuti dagli Inglesi , se ne impadronirono, n1a ne furono cacciati non molto tempo

dopo.· I. Assedio di San Z:iorenzo (1 553-1554). Appartiene alla spedizione dei Genovesi contro i Corsi ribel li. f pri mi avevano armato 36 galere e 15 navi, con le quali And rea Daria giunse nel golfo il 15 novembre del r553. Battuta la cinà con le artiglier ie, un primo assalto andò a v uoto e allora il Doria ordinò il blocco. T uttavia un capitano nemico, Giovanni da Turino, con 150 u . r iuscì ad attraversare g li stagni e le paludi che circondavano a ponente S. F., e ad entrarvi con soccorsi di viveri e . munizioni . Il Doria strinse

ancor di più il blocco e d istaccò r2 galere, con Don Santo de Leva, ad assalire Bastia, ma la spedizione fallì . In S . F . si cominciò frattanto a patire la fame, ma anche gli as, sedianti erano in cattive condizioni: male vettovagliati, decimati d alle malattie e d iminuendo d i giorno i n giorno per le n umerose d is':rz ioni, si erano r idotti da 100 a ~'i compagnie. li Doria corse in questo tempo un gravissimo pericolo, g iacchè le sue truppe sarebbero state completaniente massacrate, se il gen . francese Thcrrnes le avesse

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assalite. Fort unatamente giunsero da Genova alcune compagnie d i rinforzo, e gli Spagnuoli inviarono 4000 fanti: il Daria potè riordinare le sue sch iere e respingere con gravi perdite il T hermes che tardivamente si era deciso ad assal irlo. Il re d i Francia inviò una piccola flotta a l comando del cap. Paulin, ma questi d ovette ritirarsi di fronte alle forze del Doria. Allora Giordano Orsino, che comandava la piazza, offrì al Doria d i arrendersi, e l 'ammiraglio acconsentì che i d ifensori potessero partire liberamente, c-d egli entrò in S. F. nel febbraio del 1554, •d opo tre mesi <l 'asscd io. Le perd ite dei d ifensori non furono gravi, men, tre quelle del Doria si fanno ascendere a 10.000 u . In S. F. i Genovesi posero il loro qua11icr generale, e nel 1555 vi si rifugiarono dopo la grave scon fitta subìta per opera del Sampiero. Ivi venne a raggiungerli Gianandrea Doria che con 24 galere portò loro numerosi r inforzi. Fu in questa occasione che i Genovesi decisero la d istruzione e l'abbandono della fortezza. Il . Assedio di San Fio,wzo (1793-1794). Appartiene a lla campagna degli Inglesi in Corsica. Il 15 settembre 1793 gli Inglesi intimarono la resa a S. P. che, sola con Bastia e Calvi, era rimast a fedele alla Francia. Il presid io era composto da un d istaccamento di tiratori comanda to dal gen . Gentili . li forte Mortella era presid iat.o da pochi uom ini di fanteria, che ai primi colpi di cannone si dispersero nelle alture vicine . li 20 arrivaro no altre due fregate e un vascello d i linea i quali battero no il forte Fornali ove si trovava un d istaccamento d i fanteria. Leonetti, nipo te d i Pasquale Paoli, avanzò con numerose 1nilizie paesane e unitosi a un cent inaio d i Ing lesi appena sbarcati attaccò il forte dal lato .d i ter ra . Il gen. Saint-Martin, informato dell'attacco, jnviò da Bastia un d istaccamento d i r inforzo. li 22 gl i Inglesi bombardarono il forte, e il 30 lo attaccarono; essendo stati respinti, batterono in ritirata . Il 7 febbra io del 1794 ;:li Inglesi r icomparvero nel golfo con 6 vascell i, 8 fregate e 12 trasporti ; essi attaccarono il forte Mortella che, battuto dalle artiglierie, dovette cedere. Il 16 gli Inglesi r iuscirono .a porre due batterie sui monti Capello e Revi nco e d i lì potero no battere il borgo, che fo abbandonato da l Gentili, il q uale si ritirò a Jlastia _ Nel porto erano due fregate francesi : una fu presa, l'altra andò in fiamn1e .

San Fiorenzo (Calle d,). Passo del Subappennino umbrotoscano che mette i n comunicazione la piana di Arezzo con la Val Tiberin a. La rotabile da Arezzo s'avvia a S . F., risalendo con vari r isvolti al va lico - detto anche « dello Scopetone » - che raggiunge a 526 m. Indi scende nella valletta de l Cerfonc, affluen te del Tevere, e, t raversato uno sprone montuoso , per S. Leo si d irige su Sansepolcro . .È il più agevole collegamento fra il bacino dell ' Arno e quello del Tevere, sussidiato pit1 a nord d alla meno buona com unicazio ne che dallo sbocco del Cosentino (Borgo i Giovi) risalendo con p iù breve percorso il torrente Chiassa, valica il d ispluvio a 578 rn . e per Anghiari scende a S. Sepolcro. Entrambe le st rade, seguendo i due solchi che d ividono l 'Alpe d i. Catenaia da quella d i Poti e questa d al P reappennino Cortonese, collegano la viabilità che dal Mugello , dal Valdarno e dalla Chiana converge ad Arezzo, ali' alto Tevere, donde per il Passo di Bocca Trabaria (1044 m.) e per i vicini giogh i d i Via Maggio (988 m .) e di Rocca Serriola (730 m.) si aprono i maggiori sbocch i sul versante ad riatico sino alle g rand i direttrici nazionali (Vie Flaminia cd Em ilia). San F laviano (V. Ciuliauova) . llattaglia di San Flaviana (1460) . Appartiene alla guerra fra il re di Napo li


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e Francesco S!oria comro il duca d"Angiò e i baroni ribelli. Questi, sconfitti i collegati sul Sarno, a\'evano un a ltro esercito ricll'Abruuo, guidato da Jacopo Piccinino, contro il quale stavano le ultime trup~e del re, so11 0 il comando di Federico duca d ·urbinl> e di Alessandro e Bosio Sforza. li Piccinina avcv.i posto il campo un miglio <lis tante dal nemico su <li una collina presso S . F ., sul pendio della q uale aveva fatto scavare una larga fossa, presso cui aHcni,·auo ogni giorno delle scaramuccic di ca,•alleria o combattimenti singolari fra i .campioni dei due campi. La sera del 27 luglio una squadra del Piccin inn assalì l 'accain• pamcnto nemico ma, respinta, do,•ette ripassa re la fossa, sulle cui sponde si accese un vivo combattimento, che a poco :1 poco impegnò tut,:c le forze dei due c~rciti. Il Piccinino voleva passare ' I.i fossa per spiegare i suoi e lo Sforza riuscì a impedirglielo. La battaglia, che durò sette ore, si protrasse al lume delle torcie fino alle tre di notte. Verso l 'u ltimo i collegati furono salvati <la una gr:tvc rotla dall'inrervcnto del duca d'Urbino che, febbricitan te, si era alzato dal lcno ed era accorso con le ultime riser\'e sul luogo della battag lia. li P iccinino allora, disperando di poter passare la fossa, fece suonare a raccolta e si ritirò: ma il giorno dopo potè auribuirsi la vittoria, giacchè i collegati avc,•ano subìto le perdite maggiori, e, caricati i feriti sui muli delle salmerie , si erano allontanati velocemente, non fermandosi che dopo il passaggio del T ronto. Gli Sforzeschi perdettero quasi tutti i cavalli, molti uom ini, e le salmerie che dovettero abbandonare al nemico. Il Piccinino ebbe invece perdite . minori , anche d i uomi ni. Della batt.aglia, i n cui fu gravemente danneggiato anche S. F., parlarono a luogo gli storici e i cronisti dell'epoca . come dello scontro pi,, sangui noso che si fos~ combauuto in Italia da oltre un secolo.

San Francisco. V. Dolorcs. San Fratello. Comune in prov. d i Messina, a pochi chilomc.:tri dal Tirreno . Nelle sue vicinanze sorgeva la ciu.à greca di ,\gathyrna. Durante la ..:conda guerra Punica divenne il quartier generale di una banda di pirati e briganti, che commisero o rribili atrocità nelle regioni vicine. Nel 210 a. C. furono assaliti dal console Lev ino, il quale

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li sconfisse e ne portò 4000 a Reggio d i Calabria. Fu in questa occasione che venne privata dei diritti di municipal it,1. :-Sei medio evo venne occupato e rafforzato da una colo nia <li L ongobardi , venuta in Sicilia al seguito d i Adelaide, moglie di re Ru!?gcro.

Sanfront. Comune in prov. di Cuneo, sulla dr. del Po, a ovest di Saluzzo. Di amichi.,sima orig ine, fu cinta di mura e munita di rocca solo nel ~ecolo XIV. Nel 1393 il principe cl'Acaia la prese al marchese di Saluzzo, e di qui scrisse ai Torinesi ch iedendo aiuti per il proseguimento della campag na contro il marchese stesso; ma qucsli , tornato poco dopo con nuove forze, riprese il borgo. Nel 400 appartenne ai Biaodratc e sulla fine del secolo, nelle guerre fra i Savoia e i ma rchesi di Saluzzo, fu più volte preso e ripreso. :--lei 1487 Ca rlo il guerriero, duca d i Savoia, impadronitosenc, ne foce distruggere la forùssùna rocca . Da allora S. non ebbe p iù una grande importan1.a militare e, tornata per breve tempo a i Saluzzo, passò in seguito

defin itivamente ai Savoia. St111/ro11t. V. Negri di Sa11fro11t.

San Gabriele (Monte). Altura a nord di Gorizia (metri 646), divisa me<liante la sella di Dol dall'altura del Veliki Krib (m . 526), insieme con la quale, ed il monte San1n a nord e le colline d i San Daniele e Santa Caterina a ;ud, costituiva il baluardo difensivo della città. li S. C. fu attaccato dalle truppe: italiane durante la I t 3 bauaglia dell ' Isonzo, nell'agosto-se11embrc t917. Venne effettuato, per tale attacco, un poderoso concentramento d i artiglierie : circa 700 bocche da fuoco di medio e grosso calibro, oltre a grande numero di artiglierie leggere e di bombarde. J I 4 settembre, dopo un bombardamento d i .inaudita intensità, l' II3 divi,. mosse ali 'attacco, riuscendo a raggiungere la linea di cresta, eanurando circa 2000 prigionieri. Poco più tardi, però. un contrattacco obbliga,·a i nostri a ripiegare un ccnti11aio di metri sotto la vena. fllcominciò , quindi, un'alternativa sanguinosissima di auacchi e contra11acchi, con perdite molto g ravi da una parte e dall'altra, e senza una decisione. li Comando su premo pensò cli poter vincere la resistenza avversaria 1entando di isolare d i-

li rnonte San Gobrièlc (3) e la sella di Dol (>)


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fensori con u n bombardamen to nutrito e senza tregua di tutta la zona circostante, ma dovette r inuoziarvi per l 'enor me consumo d i munizioni, di dubbia utilità decisiva, avendo gli Austriaci fatto del monte un vero labirinto d i caverne e gallerie. La lotta quindi, dopo un u ltimo contrattacco austriaco, il giorno 12, col quale il nemico r iuscì a r icacciarci in basso, meno che sul t ratto fra la somm ità del Veliki e la sella , si spense, e il monte nmase cosl a sbarrare la nostra avanzata oltre Gorizia.

Sangal I esca (Scuola di fortificazione). ~i chiamò anche in contra pposto a quella cc Urbinate » o cc dei Soldati » e a quella « Mist a» . Coh1incia, secondo il Guglielmotti, da Giuliano di Sangallo, ed è caratterizzara dal baluardo, dal bastione, d a compiuto· sistema <li case1natte nel g rosso del Jecinto primario, come ad es . nella fortezza di Ostia. Continua col pentagono d i Antonio da Sangallo e col quadro bast ionato d i Nettu no. cc degli Architetti » ,

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smalt ata in bianco con l'effigie di S. G . Portava il mott9 « In sanguine foedus ». Ai cavalieri era proibito il duello . Tale ord ine fu soppresse) coli 'an nessione del reame delle Due Sicil ie all'Jtalia.

San Germano. V. Saint-Germain . San Germano Vercellese. Comune in prov. d i Vercelli, sulla strada provinciale d i Santhià. Nel 1616 fu assed iato dagli Spagnuoli e per la infedeltà d el comandnnte, capitolava dopo tre giorni d i investimento e veniva subito smantellato , mentre Carlo Emanuele era arrivato a Trino colle sue genti per soccof!'erlo.

San Giacomo (Passo d,). Passo delle Alpi Lepontine, che mette in com unicazione la vall~ del Tocc con q uella del T icino. La strada lascia la val f'ormazza ccl entra in

Sangallo (Antonio De' Cordiani da S ., detto i l Giovane). Ingegnere m ii. del sec, XVI. Nel r 515 iniziò i l recinto fortificato d i Civitavecchia; nel 1519 restau rò le difese d i Montefiascone, la Rocca d i Capo <li Monte e,1 iniziò la fortezza d i Caprarola. Nel 1526 forrificò Piacenza; progettò poi i baluard i dd la Rocca Malatestiana di Rimini. Nel 1527 Clemente VII gli affi<lò il re;tauro delle mura <li Firenze. Cinque anni <lopo fortificò Fano ed iniziò le nuove fortificazioni di Ancona. Progerrò le f0 rtificazioni dello chiesa d i Loreto; nel l533 cooperò al d isegno della cittadella di l~irenze e ne diresse la costruzione . E resse la fortezza di Castro, ingrandì quella d i Nepi (1540), costruì la rocca d 'Ascol i e guella Paolina , li Perugia e dal 1537 si occu pò con g rande attiv ità delle fortificazioni d i Roma . Sangallo (Bamauo da S. , detto Aristotile). ingegnere m ii. del sec. XVI. Fu impiegato da l cugino Antonio il giova ne nei lavori della fortezza di Nepi . - Per gli altri Sangallo, V . Giambeni da Sangallo.

Sangarìo. V. Saka1·ia . San Gedeone (Ordine cavaller~sco d,). Federico Barbarossa fondò quest 'Ordine nel n90, destinandolo a ricom pensare i gentiluom ini tedeschi che si distinguevano per bravura e coraggio i n Terra Santa. L'Ordine fu abolito dopo la conquista della Palestina da parte dei Musulmani. San Gemini (Colle d,). Passo del subappeni,ino umbro che dà accesso dalla valle del Tevere al bacino del suo affluente la Nera. La rotabile si d irama dalla strada Perugia-Orvido a Todi, girando per Massa Marrana e Acquasparta; varca la displuviale p.resso S . G. a 370 m ., indi si biforca d irigendosi con un ramo su Narni e uno su Terni. Rap1:>resenta una deviazione d ecisa dall a valle <lei Tevere per ev itale la diffic ile gola del Forello e il tratto a monte cli Orte e sboccare nel la valle del la N era, oltre la quale le comunicazioni si raccordano alle arterie setten' trionali che conducono a Roma . San Gennaro (Ordine cavalleresco) . Fondato da re Carlo Ili d i Spagna nel 1738. Constava d i Ordine di S. Gennaro due classi d i cavalieri: quelli d i giustizia e guc!li d i grazia. La decorazione consisteva in un largo nastro rosso ondeggiato, con una croce d 'oro

La carrozzabile (1930) al passo San Giacomo

val Taggia, donde sale al valico (n1 . 2318). t stata term inata nel 1930. Dal confine con la Svizzera con 8 K m . di n1u latticra si raggiunge Be<lrctto, nella valle 01n onin1a ~ dove comincia una carreggiabile che giunge ad Airolo . San Giacomo . V. Pasquale . San Giacomo sulla Birsc (Battaglia). Si ch iama più comunemen te d i Pralleln (V.). San Giacomo detla Spada (Ordine militare di) . Fu istituito, <lopo la battaglia vinta sui Mori, 11cll'849, dal .r e Ram iro, delle Asturic. 1.,'Ordinc si estinse a poco a poco. San Giacomo della Spada (Ordine cavalleresco). Creato nel t170 da Ferdinando li re d i Leon, per tutelare i pellegrin i che si recavano al santuario d i Compostella, da aggressioni e sevizie da parte dei Mori. In orig ine tredici gcntiluon1ini giurarono d i tener libera la strada maestra

che conduceva al santuario. I papi Alessandro III e Innocenzo III ne approvarono le regole (1t75-r200). L 'Ordine combattè contro i Mori, e talvoita i cavalieri, divisi, combatterono i n difes~ dei rispettivi sovrani di Leon e d i Cast iglia. L'Ordine si mantenne potente per cinque secol i. La decorazione era una croce d'oro con l'asta inferiore a punta di spada, e scudo sormontato <la trofeo m ilitare che pendeva d a un nastro rosso. San Giacomo del/a Spada (Ordine cavalte,·esco). F u introdotto in Portogallo d al re Dionigi I e riconosciuto da papa Giovanni XXII nel 1330. Nel 1789 venne sccolariz-

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zato dalla regina Maria I, e nel 1862 ebbe nuovi ordinamenti da re Luigi J, col titolo <li « Antico nobilissimo e ch iaro Ord ine d i S. Giacomo » . Comprendeva cinque classi: gran croce, grande ufficiale, commendatore, ufficiale e ca- · valicre. La decorazione era costituita da una spada corta, a forma di croce gigliata col piede appuntato, appesa a nastro color violetto. Tale ordine passò anche nel Brasile colla dominazione portoghese, d ivenendo politico-m ilitare per ricompensarvi i servigi resi allo Stato. I due ordini scom parvero con la proclamazione della repubblica nei n spcttivi due Stati.

mune d i Montignoso e 18 anni dopo d i quello d i Gambassi. Crebbe tanto di potenza, che Fi renze desiderò di averla nella lega delle città guelfe e le mandò ambasciatori, fra cui Dante Alighieri, che la spin sero anche ad allearsi alla repubbl ica. Nel r312, fedele ai patti, mandò le sue truppe in aiuto di Firenze minacciata da Enrico VII e ;id Altopascio, contro Castruccio Castracane, !"esercito fiorenùno ebbe nelle sue file le milizie di S . G. Questo cadde poi in potere d el duca d'Atene, e restò defin iti~amentc a Firenze, pure godendo di una certa autonomia. Verso la metà del XIV secolo .incominciarono quelle violenti e sanguinose lotte di partito fra le famiglie nobili, specie i Salvucci e gli Ard ighell i, che condussero la città a un lento decad imento. Nel 1479 soffrì assai per le scorrerie <lell 'esercito collegato del papa e del re di Napoli che era in guerra con Firenze. In seguito cadde sotto la dominazione dei Medici.

San G inesio. Comune in p rov . di Macerata . Sorto nel VI secolo d. C., nel 1200 ebbe mura e castello. Sul finire del XIV e il cominciare del XV secolo, la rocca venne restaurata e si innalzò una seconda ccrch"a d i mura più solide delle prime, merlate e inframmeu:ate da torrioni e baluardi . Nei suoi pressi sorgono le rovine della Rocca Avia, distrutta da Percivalle Daria, r i.Eabbricata dai cittad ini e poi occupata dal réttorc della ' Marca Giovanni Spoletano, al quale la tolse Niccolò Piccin ino . Nel XIII secolo si resse a cmnune e nel 1230 fu funestaro <la sangui(Spagna)

(Portogallo- Brasile)

Ordine di San G iacomo

Sangiak. Così fu ch iamato lo stend,irdo turco di ciascun sangiaccato o provincia lUrca, e lo stendardo clic inalberavano i Turchi per la « g uerra santa )) ' contro g l.i « infe-

deli » . Nelle prime formazioni di ind igeni della Colon ia Europea, ai comand anti dei due primi ha.lai fu dato i l grado d i Sangiak.

San Gimignano. Comuue in prov. di Siena, sulla sr. dcll 'Elsa. Nel Xll secolu ebbe una forte cerchia di mura, e 76 torri altissime, tutte nell' interno della città, appartenenti alle famiglie nobili; di esse ne restano 13. Passato S. G. sotto Firenze nel- XIV secolo, la Sig noria fece innalzare, nella parte più alta della città, la fortezza detta

nosissime lotte fra la plebe e i nobili. Ebbe inoltre a sostenere guerre con Ascoli, T olcncioo. Befforte,· Jsfocera, Matelica, Tolentino e Fermo, ma poi ve nne assalita da Percivalle Dor ia che a nome di re Manfredi la occupò. Gli abitanti tentarono di r ibellarsi, ma il vicario Arrigo li sottomise nuovamente. l o seguito si unì in lega con Trcja, Ancona, Ascoli, Camerino, Jesi e Macerata. Nel 1350 si alleò ai Visconti. Fu data poi dal!'Albornoz in feudo ai Varano, ma alle loro angherie i cittadi ni si ribellarono scacciandoli. Nel 1434 Francesco Sforza vi pos,, l 'asse<liu, e, per il tradimento del castellano Angelo Crescimbeni, il suo condottiero Ciar pellonc riuscl a prendere anche la rocca. Ma nel 1443 il Piccinina la rip rese e respinse i successivi assalti degli Sforzeschi. Due anni dopo gli abitaini , sta nchi delle guerre e dei com i nui assedi, si d iedero alla Chiesa.

Sangiorgi (Cesare). Generale , n. nel t8G8 , m. a Ravenna nel 1925. Sottot. d i fanteria nel 1888, frequentò la scuola di guerra e d ivenne colonnello nel 1916. Partecipò alla guerra contro 1·Austria e, andato in P. A. nel 1918, vi fu promosso brlgadicre generale. San Giorgio. Santo della Ch iesa cattolica, n. nel Ili secolo. Fu soldato sotto !"imperatore Dioclez.iano e d ivenne tribuno. Come cristiano, quando si

Le torri di San Gimignano

Monte Staffoli; nel r528 Francesco da Sangallo ebbe l'ordine di restaurarne le mura. - Nel 1099 gli abitanti si resero liberi dei vescovi di Volterra e si ressero a comune fiuo al 1354. Nel 1250 troviamo S. G. padrone del co-

:;catcnò la petsecuzione o r-

Sangiorgi

Cesare

d inata dall ' impcratore contro la nuova fede , subì il ma rtir io e fu decapitato. Viene raffigurato a cavallo .mentre trafigge il drago della idolatria. Fu scelto come ·patrono dai cavalieri, e dalla repubblica <li Genova (rn90). Lo stendardo di S. G. (croce rossa in


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campo bianco) fu il simbolo di quella repubblica marinara, e « San Giorgio I )) fu il grido di guerra deì Genovesi.

San Giorgio (Compagmt1 dei banco d,). Compagnia di mercanti genovesi che sono colore d i amministrare le ent rate dei creditori dello Stato di Genova, aveva un governo rappresentativo, un tesoro, leggi e regolamenti propri. Possedeva terre e castelli che presidiava con proprie truppe. San Giorgio (Com[Jttgnie di 11ellttll'a). Le compagnie di ve.ntura che nel scc. X IV si intitolarono in Italia a S. G. furono diverse. La prima fu quella costituita nel 1339 da Lodrisio Visconti, arruol ando a Vicenza, con l'appoggio di Mastino della Scala, gl i avventurieri colà acquartierati. Raccolse cosl 2500 cavalli, 800 fanti e 200 balest rieri, e marciò contro Az.zo Visconti, signore di Milano: la sconfitta che toccò a Parabiago m andò in d issoluzione la compagn ia. Qualche 'tempo dopo, un altro Visconti, Ambrogio, fi. glia naturale d i Bcrnabò, per procacciarsi fortuna, radunò nel 1365 una schiera d i avventurieri che chiamò « Compagnia di S. G. »; essa , i disperse dopo una sconfitta toccata sul Tronto; Ambrogio la ricostituì nel 1372, ma due anni dopo essa venne d.istrutta in una sommossa del Bergan1asco, nella quale Ambrogio rimase ucciso. Nel 1377, Alberico ,da Barbiano costituì una scelta compagn ia di Jtal iani , alla quale diede ancora il nome di S. G. A questa compagnia accorsero parenti ed aderenti suoi cd uomini devot i a lui, che inspirò in tutti i l sentimento della subordinazione, della disciplina e dell 'ord ine. Con t ale corpo aiutò il papa Urbano VI contro l 'antipapa Clemente VJI, sconfiggendo a Marino i Brettoni (1379), per cui veniva . c reato cavaliere ed era regalato <li un'insegna col motto: « [calia liberat1 dai barbari ». Successivamente,

facilitati! a Carlo cli Durazzo la conquist a del regno d i Napoli, insieme con l'Acuto lo sostenne contro Luigi d 'Angiò

sceso in Italia per scacciamelo, e si ebbe l'ufficio di gran Conestabile. L a com pagnia di Alberico fu un vivaio di guerrieri italiani.

Incrociatore San G iorgio

San Giorgio (Ordine ,·avalleresco eh). Risale alle Crociate e venne rinnovato nel 1729 da Carlo Alberto di Baviera, futuro imperatore Carlo V [!. Ebbe nuovi statuti nel 1778 e nel 1827. Era diviso in tre classi : gran commendatori, commendatori e cavalieri. Fu soppresso dopo la guerra Mondiale. San Giorgio (Ordine cavalleresco di) . Istituito nel 1273 da Rodolfo d •Absburgo, o, secondo altri, nel 1468 da Federico III, fu destinato a)la <lifesa dell 'lmp~ro ·cont.ro i Turchi. L'Ord ine venne confermato da vari papi e si estinse durante le guerre d i religione in Germania. San Giorgio (O,·dine caMllcresco dt). Creato nel 1390 da Filippo di Miolan, nella contea di Borgogna. Approvato da papa Innocenzo VIII, d ivenne un ord ine religioso e militare e fu abolito nel 1824. S"n Giorgio (Ordine cavalleresco di). Creato nel novembre 1769 dall' imperatrice di Russia Caterina Il, fu destinato a ricompensare i servizi• e le azioni brillanti degli ufficiali del suo esercito . Si componeva di 5 classi d i cavalieri, alle quali• se ne aggiunse una sesta nel 1807. Scomparve con. la caduta dell 'impero. San Giorgio (Ordine cavalleresco d,). Creato da Ernesto Augusto re di Annover nel 1839, si componeva di una sola classe. Aveva per divì~a « Nunquam i-ctrorsum )). Si estinse nel 1866, quando l'Annover fu annesso alla Prussia.

San Giorgio d' Alfcm,a (Ordù,e cavalleresco di). Creato _ nel 1201 <la re Pietro II d ·Aragona, aveva lo scopo di San Giorgio. 3,a legione della M. V. S. N ., creata nel combatte,.e i Mori; nel 1399 fu annesso all 'Ordine <li Man1923 a Genova su quattro coorti. tesa dall'antipapa B~nedctto XIII .

San Giorgio. Incrociatore, varato dal cantiere Ansaldo di Sampicrdarena nel r908; dislocamento tonn. 10.r67, luogo m . 140,89, largo m. 2l ,02; apparato motore cavalli 19.595, velocità m iglia 23,.2 . Arn1an1ento guerresco : cannon i 6 da

176, mitragliatrici 6, tubi lanciasilu ri da 450. Personale d'arma,uento : 25 ufficiali e 726 uomini d 'equipaggio. Ha per motto « Tutor et ul to.r » .

S an Giorgio (Annover)

San. Giorgio

(Due Sicilie)

San Giorgio della Riunione (Ordine cavalleresco di) .· Creato da Ferdinando IV , re delle Due Sicilie, nel 1819, in sostituzione di quello delle Due Sicilie, fu destinato a ricompensare le azion i erniche, il inerito cd i servizi resi allo Stato. I suoi membri erano divisi in quattro cl~ssi: gran croce, cornmendatçre, cavaliere di dil'itto e cavaliere

di grazia. Si chiamò della Riunione pcrchè allora la Si-

S an G iorgio (Daviera)

San Giorgio (Russia)

~-a,. Giorgio · (Lucca)

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cilia si r icongiunse nuovamente "I regno d i Napoli . Scomparve con l'annessione di Napoli al regno d'Italia .

San Giorgio e del Merito militare (Ordine d1). Creato dall'infante di Spagna, don Carlo Luigi d i Borbone, duca d i Lucca, nel 1833, era destinato a r icompensare i militari per azioni eroiche e per serv ig i e devozio ne alla persona d el sovrano . Com p rendeva tre classi . San Giorgio di Ravenna (Ordine cavalleresco di) . Creato da papa Paolo Ili nel 1534 in Raven11a, ebbe cara ttere relig ioso e militare, d iretto speci almente a combattere i pirati musulmani che desola vanò le coste del la Marca d'Ancona. Fu soppresso da Gregor io Xlii. San Giorgio di Mantova . V. t la11touC1 VI/I . San Giorgio di Nogaro . Cornu11e in p rov . d i Udine, sul la dr. d el Corno. Al principio della guerra Mo ndiale la Scuola d i Sanità Militare venne chiusa: subito si avvcrtl un vuoto nella prèpara&io ne dei medici milirnri, dimostrandosi i giova ni laureati impari alla missio ne da co[Tlpiere nei reparti di prima linea. Fu pertanto sentito urgente il bisogno di creare una Scuola d i sa nilà d i g ue rra ; a ta) uopo, con Decreto Luogop tenenzialc de l 9 gennaio 1916, veone j,cituita in Sa n G iorgio d i N ogaro l'~c Università Castrense)) e nel maggio successivo furono assunti in serv izio co·l grado di << aspirante ufficiale med ico ,, gli stud e nti dell 'ul timo biennio d i medicina, prev io un corso d'istrutione presso l' Università stcss3. Furono così raccolti in San Giorgio di Noga ro, dalle varie parti della ,;ona d i g ue rra, 366 stu<knti in med icina .. li corso, della d urata d i c1uattro mesi, fu svolto da docenti unive rsitari sotto la direzione del prof. T usini . Nell'insegnamento venne utilizzato l 'abbondante rnateriale che si trovava in 15 ospedali da campo impiantati nd le vicinanze, o ltre alle numerose form azioni p rofilattiche, nonchè un musco d i t raumatologia ed un gabinetto chimico-batteriologico. A ricoruo d i questa prima Scuola d i sanità d i guerra esiste nella sala consiliare del Munici!1io di San G io rg io di Noga ro, già au)a mag na della Università Castrense, una lapide colla seguente epigra fe : " Qui alle soglie delb g rande gucrrn tra il rombare clell 'armi red ent rici I 'U niversità Castrense accolse dai nostri Atenei a compiere stud i e supremi doveri - g li allievi - di Medicina e Chirurgia Delle fiorenti giova ni sch iere centocinquan ta eroicamente caddero in battaglia - e la morte confuse lauri di scienze e di gloria » .

Sa11, Giorgio th Piano . Cornu ne in prov. d i Bologna . Aveva un antico castello, ora in rovina; un tempo essn e bbe presidio fisso ,iei , Bolognesi. Nel µc6odo comun ale q uesti v i si scontra rono spesso con le miliz ie d elle città vicine. Al principio del secolo XV fu assa lito e sacchegg iato dalle trup pe collegate del Visconti e d i altri signori g hibellini in lotta con F irenze. Poi scgul le sorti d i Bologna. San Giorgio Piacentino. Comune in prov . dj PJacenza , sulla dr. del Nure, afAuente di dr. del P o. Combattimento di San Gio,-gio. ,Appartiene alla campagna del 1799 j n Ital ia e si svolse fra le truppe , francesi comandate dal Macdonald, che retrocedevano dopo d i avere tentato invano di congiunger.si con le forze <ld Morcau, e l'a vanguardia rnssa del Suvarov , che le inseguiva d o po \;i vittoria sulla Trebbia (18-19 g iugno) . Il gen. Victor occupava S. G . con la sua divis . a protezione <lei passaggi sulla Nure: attaccato il 2 0 glugno daH'avanguard ia russa,

resistè qualche tempo; ma, col sopraggiungere del grosso che si disponeva ad avvolgerlo g uadand o il fiume a monte e a valle di S . G., fu costretto a ripiegare. Il 17' regg. d i linea, rimasto a difesa del v illaggio, fu avviluppato e d o vette a rre ndersi. Le truppe d el Victor scamparono parte verso Cadèo, parte verso Castell 'Arquato . L 'episodio app~rt iene alla serie <lei rovesci che costrinsero il Macdonald a r ipassare 1' Appennino e ad attuare il d iv isato congiungi memo col Moreau per L a Spezia e Genova.

San Giorgio (;uido. Tngegncrc m il itare mantovanu del scc. XVI. Mil itò in Fiandra sotto il duca Alessandro Farncsc, e r imase ucciso all 'assedio di Maestricbt nel 1579. San Giorgio Guido. Ing eg ne re militare mantovano, figl io del p reced ente. Servì d ao prima i Gonzaga suoi sovrani; poi, d isgustatosi co n loro, passò alle d ipendenze dei duchi di Savoia , per i ,1uali d iresse nel 1G r3 gli asscd1 d i Alba, Moncalvo, cd altre te rre.

Corvetta San Giovanni

San Giovanni, Corvetta in legno, a vela e a vapore, var;Ha nel 1849 JJcl camic re della Foce a Genova. Dislo camen to tono . 7800 , macchine HP. 2 20. Partecipò alla g uerra di Crimea e a quella del 1866 e fu radiata nel 1875. San Giovanni (Ordine dei Cavalieri d1). V . Malta . San Giovanni (Ordine caua//eresrn di). Nel 1810 il re d i Prussia soppresse il baliaggio d i Urandeburgo dell'ord ine di Ma lta, incamera ndone allo Stato i beni, e ne) r8r2 fondò il detto Ordine, con una sola classe d i cavalieri. Il re Federico Guglielmo, nel 1852, ristabilì il baliaggio d i Brandeburgo e l'Ordine fu r icostituito con t re classi : commendatori, cava lieri_ di ~iustizia e cJvalieri <I 'onore. La decornzione e ra la croce d, Malta, angc) la ta dall'aquila nera. Fu sop11resso <fopo la guerra Mondiale .

S<;n Giovanni Battista e Scm Tom~ (Ordine di). Fu c reato in Ordine di S . G iovanni (Prussia) Terra Santa verso l'3 nno 1:2.05 da alcuni capi dei Crociat i, per la lotta contro i Musulmani e la protezione <lei pellegrini. Alfonso IX, re di Castiglia, chiamò questi cavalieri nei suo, Stati e concesse loro grandi privilegi. L'istituzione durò d iversi secol i ; poi , sorta discordia fra i suoi membri , q uesti si d ivisero e in parte passarono all'Ordine di S . G iovanni d i Gerusa lemme, in parte crea rono un Ord ine di S . Tommaso, che ebbe" breve durata . 11111.so


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San Giovanni dì Medua . Borgo marittimo dcll'Albaoia, nel golfo del D rin. Durante la guerra Mondiale vi si svolsero alcuni episodi: I. Nel 19i'r, il 5 ottobre, il cacciatorpediniere ital iano accostò alla riva per procedere alla visita di navi mercantili q uivi ancorate. li battello spedito dal « Artigliere "

caccia, 1nentrc tornava indietro, venne fatto segno al fuocp dei Turch i, ma riusciva a tornare a bordo senza perdite. Il cacciatorpediniere rispose energicamente al fuoco nemico, e poscia si allontanò : nel breve combattimento (40 m inuti) rimase ferito il suo comandante, Biscaretti.

II. Contienzione di San Giovanni di Medua (5 m aggio 1913). Si ricollega alle guerre Balcaniche, e precisamente all'intervento delle Grandi Potenze. l i Montenegro non ave·va voluto cedere al la loro intimazione, d i sospendel'e l' assedio d i Scutari. Allora uoa Aorta alleata bloccò le coste del Montenegro, e questo, dopo d i avere presa Scutari, cedette all ' intimazione, facendo, in base alla suddetta Convenzione, uscire le proprie t ruppe da Scutari e rimettend o le sorti del la città alle Gran.di Poteni:e.

III. Il borgo fu occupato in fine o n J bre del 19x5, allo scopo di porgere aiuto a ll 'esercito serbo in ritirata e di i111barçarlo. Ultimate le operazio ni (24-25 gennaio r9r6) parallelamente a quelle che allo stesso scopo si svolgevano a Durazzo, S. G. fu abbandonato e rioccupato dagli Au-

striaci . IV. li 2 r ottobre 1918 una ricognizione di quattro torpediniere italiane, che scambiò qualche cannonata con le difese austriache, servì a stabilire che il borgo era ancora occupato da forze nemiche . l_l 30 gli Austriaci, all 'avvicinarsi di truppe italiane da mare e da terra (u n bgl. di marinai e un bgl. <li fanteria) si d ieJero alla foga . Stn1 GiovtdJ.ni d1- 4\,foriana . V. Smnt-jea11, d,·~!vlaurie1111e.

San Giovanni di Nicaragua (Ordine cavallucsco d,) . Venne ist ituito nel 1857 per compensare i servigi resi allo Stato. Comprendeva tre classi. O ra l 'Ordine non è p iù in vigore.

San Giovan'lli di Sc11·a/à . Torre costiera nel territorio del comune di Tertenia, i.n prov. d i Nuoro. Alta r3 metri, molto robusta, munita d i numerose feritoie, fu costruita come torre di guardia nel secolo XVfII e munita d i quattrò cannoni dei quali auualmen te ne rimane uno·. - Il 27 luglio 1812 venne assalita da 9 navi d i corsari tun'sini, dalle quali sbarcarono 40 0 u . La torre era custodita <la Sebastiano Melis, da suo figlio e da altri due a rtiglieri. Fulm inarj dall'artig lieria delle navi e dalla fucileria degli sbarcati, i quattro valorosi si difesero energicamente per d ieci o re, finchè g li assalitori, perduti molti dei. loro , all'appar ire dei miliz.iani di Tertenia si affretta rono a tornare a bordo e ad allontanarsi. Sebastiano Melis, cui od combat timento era stato ucciso il figlia, fu dal re d i Sardegna fregiato della medaglia d 'oro al valor militare.

San Gio11a1111i d'U/10.1. V. Vera Cmz. Sa.n Giovanni in Fiore. Comunè: in prov . di Cosenza, sulla dr. del Nero . Cominciò a for marsi nel XVI secolo, attorno a un antich issimo e famoso monastero . Nel 1844 i fratelli Bandiera, sbarcat i nelle Calabrie con poch i compagni, traditi d al Bocchcciamp i, furono raggiunti a S. G. dalle tru!)pe borboniche e facilmente sopraffatti.

San Giovanni in Persiceto (an t. Forum MCJrce/11). Comune in prov. d i Bologna, circond ato da strane fortificazioni, dette tcrr.agli, cost ituite da un largo terrapieno e rboso. Il console Claudio Marcello, sottomessa la Gallia

Cisalpina, per tener meglio a freno la conquistata provincia, vi costruì solide n1ura ) e vi stabilì una colo nia d i veterani. Durante k lotte comunali, il borgo fu spesso in llrlo con Bologna che due· volte lo assalì e lo saccheggiò, sottomettendolo poi dc/ìnitivarnènre.

San Giovanni Rotondo. Comune i n prov. di Foggia. Quando gli abitanti di CaHcl Pirgiano, già fondato d al g reco Di,)mede, non poterono pi/1 resistere ag li assalti de i pirati , si rifugiarono in una nuova località, che venne forci(,cata e nella quale risiedette(o anche gli abitanti di S. Egidio e di aJrri borghi. Nel secolo XIV fu cinto di mura con numerose torri. 1\ ppartenne agli Angioini , e Alfonso I d'Aragona lo prese, lo saccheggiò e lo d iede alle fiamme . Dich iaratosi per quest'ultimo, gli Angioini l'assalirono e lo devastarono ancor più orribilmente d i prima. ln seguito lo Scanderbeg, vinti gli Angioini , ebbe in premio la signoria d i S. G., ma i suoi successori fu. rono cacciati. Nel 1503 fu saccheggiato da Luigi Xli e nèl 1528 fu assediato dal Lautrec. San Giovanni Valdamo (ant. San Giovanni in Altura). Comune in prov . d i Arezzo, sulla sr. dell 'Arno. La repubblica fìor~ntina lo fondò nd 1296, per tenere a fren~ gli Ubcrtini, signori nel contado aretino. Le mura, ultimate nel 1340, vennero restaurate nel 1356-1363 per ord ine di Firenze, e dopo 1'asscd,o <lei 1432 Jagli abi tanti , i quali lavorarono aoche a rinforzare il castello. Nel 1343 Pier Sacconi Tarlati tentò d i prenderlo d i sorpresa·, ma fu respinto dagli abitanti; pure un altro suo tentat ivo, due ann i dopo, andò a vuoto. l suoi figli nel r383 assalirono ancora il castello, ma ve nnero respinti. Più fortunato fu il tenrativo di Bernardino della Ca rda, favorevole ai Tarlati , il quale però, battuto in Val d'Elsa, dovette a bbandonare il paese. Nel T 478 I·esercito di Sisto IV e di Ferdinando re d i Napoli , in guerra con Fìrcnze , invasero tutta la valle supel'io rè dell'Arno e and,c S. G. d ovette aprire le porte ai Collegati, i quali trattandolo come paese di conquista lo saccheggiarono.

San Giulia no. F razione d el cornnne di Teano . Combattimento di San Giuliano (26 ottobre 1860). Appartiene alla campagna ciel 1860 nell' Italia Meridionale. Dopo i l combatti mento del Macerane, i Borbonici sgombrarono la linea del Volturno ed abbandonarono Teano, concentrando tra il 24 e 25 ottobre, l'esercito (1•, 2•, 3a, 4• d ivis. d i fanteria, 1°, 2• d ivis. d i cavalleria e r ise,va) tra Cascano e Sessa Aurunca, col Q. G . nei pressi Ji S . Agata . P roteggeva il ripiegamento la 2 • d ivis . di fan. teria (r• brigata, gen. Polizzy: 1', 8°, 9", 1t1° bgl. cac• c iatori ; 2a. brigata, col. de Mortjlle t: 1°, 2°, 3° regg. d i linea ; più 2 e 1 / 2 btr.) agl i ordini del maresc. de Michel. Questi aveva schierata in avarn.oosti la sua <livis. a difesa delle alture che contornano Cascano, raccordando il monte Massico con quello di Roccamonfina. La brig . Polizzy, meno il 9° bgl. cacciatori, iu collocata nella :zona d i S. Giuliano; l'altra col 90 1.,gl. cacciatori ed il comando della d ivis. , nella zona d i Cascano. Lavori d ifensiv i fu. rono anche eseguiti sull a linea Cascano-Fon tanellc-RocciSan Giul iano. In conseguerwa de l r .ipiegarnenro bo rbon ico, rimasta libera la via d i Teano-Cascano, Vittorio Emanuele II, mentre lasciava il gen . d el la Rocca con parte del le sue truppe aJ assediare Capua_ insieme ai Garibaldini, col grosso dell'esercito marciò, il 26 ottobre, per Teano su Cascano sulle orme del nem ico . L'avanguardia italiana, comandata dal gen. Griffini (VI e Vll bgl. bers. , reggimenti d i cavalleria Novara e Milano, due cp. zappatori del genio ed


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una sez. cli art.) avvistò verso le o re 1 2 dello stesso g iorno g li avamposti borbonici c he coronavano le alture dominanti la strada Teano-Cascano. li Griflit,i, che marciava colla cavalleria della testa dell'avanguardia, ne mandò subito avviso al gcn . Cialdini, il qual.e inviò in ricognizione il suo capo d i S . M., col. Piola Casell i. Questi, vista la difficoltà di far avanzare ancora la cava!leria essendo !a strada incassata ed il terreno fi ttamente coperto e scosceso, fece avanzare il VII bg!. bers ., rinforzato d a due cp. del 12Q fanteria. reparti italiani, g iunti a distanza utile, aprirono il fuoco contro l 'avversario. I Borbonici , benchè occupassero le c reste delle alture, si ritirarono, ' ai primi colpi, al <li là d i un profondo burrone, dove erano stat i piazzati <luc pezzi <l l r tiglicria. I bersaglieri inseguirono

Passato nelle guardie del corpo nel 1815, assunse poi 1 gradi di colonnello nel 1819, di magg. generale nel 1930 e di ten . generai~ nel 1835. Nel 1849 venne collocato a riposo.

ed attaccarono alla ba ioocua; il nemico si ritirò ancora e raggiunse la linea, g i.'t preparata a difesa, di S. G. Il

San Godenzo (Pas.<o di) . Colle del!' Appennino toscano che mette in com un icazione la valle d ella Sieve con quella del Montone. Da Dicomano - ove sboccano le provenienze dal Mugello , che s"inca nalano per Pontassieve verso Firenze si d irama la rotabile che risale per un vallone laterale a S. G., raggiunge il valico a ll 'AJpe <)i S. Benedetto (907 m .) e scende nella valle del Montone a Rocca San Casciano, proseguendo sino a Forlì sulla v ia Emilia . Da Rocca San Casciano una strada d 'arroccamento per i Passi delle Ce,uoforchc e del Carnaio allaccia la rotabile di S. C. a quella dei Mandrioli, traversando le valli inte rmedie d el Rabbi e del Bidente, per modo da pcnnett.e re collegament i agevoli prima dello sbocco in _piano sulla fronte Forlì-Cesena. li passò di S. G. costituisce cosl un'ottima via intermedia fra le due t ransappenn iniche di Marradi (Via Faentina) e dei Mand rioli.

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Cialdini , d ispose allora che la 7• d ivis. , protetta dall 'XJ e Xli bgl. bersaglieri e due b tr ., movesse all'attacco delle posizion i nemiche. Il gcn. Leotardi , comandante la 7• d ivis., ordinò che la brigata Bergamo attaccasse con due bgl. d el 2fl0 fanteria frontalmente, e col 25° régg. aggirasse i Borbonici sulla loro sr. al d i là di S. G. I P iemontesi attaccarono con slancio le posizioni bor boniche. Il Poliay oppose seria · resistenza, ma alla fine fu costretto, per l 'aggin.tn1cnto g ià pronunziatosi , a ritirarsi su GUsti, a<l ovest d i Cascano. Vittorio Emanuele Il dirigeva l 'azione delle truppe ita liane dalla cascina Ciocchi , mentre quella d elle truppe borboniche era diretta dal gen . $alza no, cornandante in capo cieli 'esercito borbonico, che col Bertolini ed alcuni ufficiali d i S . M. era sopraggiunto in Cascano. Il Polizzy, manovrando in ritirata oppose valid a resistenza sulle coll ine avanti al villaggio di Gusti e poi su quelle t ra il villaggio stesso e Cascano. li gcn . de Michd gli innò in soccorso la 2• bugata e il 9° bg l. cacciatori. Ma quest'ultimo, invece d i accorrere su l camro d i battaglia, r ipiegò su Sessa Auruoca, ment re i l de Mortillet, uscito d a Cascano, mosse verso Gusti, ove riuscì a trattenere il · 26° fanteria che incal7.ava su lle alture ad ovest d el v illaggio . Jl fuoco durò fino al t ramonto. I Borbonici, app rofittando del! 'oscurità, si sottrassero alla pressione avversaria e ripiegarono indisturbati sulla d r. del Garigliano. Le perdite ammontarono per i Borbon ici a 38 u. tra morti e f:eriti; per i Piemontesi a circa il doppio.

San Giuliano (Combauimemo). V . Marengo I.

San Giwt di San Lorenzo, Giuseppe. Generale, n . a Cagliari, m. a Torino (1785-1859). Sottot. di fanteria nel rcgg. Sardegna nel 1805, nel 1825 passò nelle g uardie del corpo. Colonnello nel 1832 e magg. generale 11el 1837, fu collocato a riposo nel 1849. Nel 1855 venne insignito del collare dell 'Annunziata.

San Giusto. 58a legione della M. V. S. N ., costituita nel 1923 a Trieste su tre coorti.

San Gottardo (Colle del). Passo delle Alpi Lepontine clic mette in comuuicazione la valle <lei Ticino con quella della Rcuss. La rotabile che, attraverso il bacino del lago Maggiore, raccoglie la viabilità della Lombardia centrale, risale il Ticino e da Airolo raggiunge il valico presso l 'Ospizio quivi esistente (21n m .) . Scende poi nella conca di Anclermatr costituente la testata d ella Reuss, dove trova molteplici sbocchi : a nord per il ponte del Diavolo, segucudo il co;so della Reuss, s'avvia a Goschenen, A ltdorf e Fliiclen, presso il lago d ei Quattro Cantoni; ad ovest per il Passo ciel Furka (2436 m.) verso la tcst~ta del Rodano e il Vallese; ad est per il passo di Oberalp (2052 m.) verso la testata del Reno anteriore. Costruita nel 1826, questa rotabile cost ituisce una delle buone comu nicaziom

San Gius,, ppe (Ordine cavalleresco d,). Venne istituito nel 1807 dal granduca <li Toscana Ferdinand o III, per ri compensare i l merito civile .e mi I i la re. Comprendeva tre classi: gran croce, commendatore e cavaliere. Fu sop·p resso con l'annessione della Toscana al regno d'Italia. San Giust (Dalmazio) . Guerriero cagliaritano del secolo XV . Nel r420 partecipò alla guer ra di Corsica colO rd(ne di San Giuseppe l 'esercito a ragonese di Alfonso V. Prese nziò all"espugnazio ne d i Calvi ed ·ali 'assed io d i ,Bonifacio e per essersi in particolar modo distinto, il re g li diede · nel 1421 dei feudi.

11.

San Giust di San Lorenzo, conte Francesco. Generale, a Cagliari nel 1779. Percorse la carriera nella cavalleria,

S·.1varov al San Cottatdo (quadro di \'Vieland)

col centro d ella Svizzera e con l 'Europa centr ale. Tuttavia ha perduto molto della sua importanza dopo l 'apertura della galleria del Gottardo, opera ferroviaria grand iosa che unisce Airolo a Giischcnen con un percorso rc ttilioco d i quasi r5 Km. e accelera le comunicazioni d ireue con Zu-


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rigo . Iniziata n,e l 1872, la ferrovia <le! Gottard o fu aperta al t raffico nel 1882.

Operazioni sul San Gottardo (Gue rre della Repubblica francese). I. Durante la campagna del Massena contro gli Austro-Russi comandati dal principe Carlo e dal maresc. Suvarov ud 1799, il ' S . G. costituì obbiet tivo importante, come quello che comanda g!t accessi fra i due versanti alpini. Nel maggin il passo era occupato dalle forze francesi agli ordini del generale Lecourbe, che col g rosso trovavasi ne i pressi di · Andcrmatt ed aveva ad Airolo, sul] 'alto Ticino, un forte distaccamento d i copertura coma nd~to dal generale Loison. li generale Haddick, comandante degl i Austriaci dislocati in quel settore, richiesto il concorso di forze che da Dissentis (alto Reno) doveva no convergere verso Andcrmatt per immobilizzarvi k forze del Lccourbe, attaccò il 27 le posizioni avversarie di Airolo; ma, <lopo q ualche successo iniziale, fu respinto. li Lecourbe ripiegava frattanto verso Aldtdorf per assicurare le proprie comunicazioni col corpo principale <lei Massena: quivi g li era segnalata l 'ava nzata d i un d istaccamento austriaco proveniente d alla Muttcnthal, che operava una · diversione per sccondare l'offensiva dell 'Haddick; d ovette perciò impegnarsi in quella diraione, alfromarlo al ponte della Mutten e ricacciarlo sulla Linth (2~ maggio). Ma nel fratt.e mpo l'Haddick rinnovava il suo auacco contro il Loison n1c;rcè l'azione concentrica dl tre colonne e riusciva non solo a (orzare il passo ad Airolo, ma a rendersi pad rone del G., ove l 'avversario non potè essere sostenuto tempestivamente dal Lecourbe e dovette ripiegare su Hospcntal dapprima e indi sul Ponte del Diavolo. L'intervento di una nuova colonn a d 'attacco austriaca obbligava il Loison a ritrarsi più indietro ancora , oltre Amsteg. Soltanto il 3 r maggio il Loison, d irettamente sostenuto dal Lecourbe, po ti: rioccupa re Amstcg e resistervi a nuovi attacclù. Had<lick riusciva così a stabilirsi saldamente al G.

dominando la conca di Andermart: occupato indi il vici no passo <li Ni.ìfenen , e distaccate forze di copertura verso il Sempione. potè considerarsi padrone delle conrnnicazioni tra la Svizzera e il bacino del lago Maggiore.

li. Nel corso delle operazioni successive, i ritorni offensivi delle colonne Thu rreau, Gudin e Loison, secondate dal Lecourbc, portarono alla riconquista del le testate del Rodano, del Reno e della Reuss : tali combinazioni di manovra resero j Francesi nuovamente pad roni dd1a regione attigua alla conca di Andermatt; e così il G . e il

G ri msel alla metà di agosto t ruppe repubblicane.

111. Nel settembre iJ Suvarov, chiamai:o a partecipare a lle

0perazioni sul teatro e lvetico, giungeva il g iorno 23 ad Airolo nell'intento d i forzare il passo del C . li generale Gudin résistcttc finchè, m inacciato d'aggiramento, dovè ri-

piega re verso il Furka, mentre Suvarov, lasciat a un'occupazione al valico , avanzava su Hospenral (24 settembre). Lccourbe, accorso per fronteggiarlo, dopo breve cannoneggiamcuto, saputo che colonne lateraE avversarie stavano

per sopravvanzarlo puntando su Ursercn cd Amsteg, dovene ririrarsi attraverso la cresta, raggiungendo \Vassen.

Ma anche la nuova occupazione <lei G . <la parte russa fu precaria, poichè,

attraverso enonn i d ifficoltà, la colonna

Suvarov dovette cercare scampo ,•erso Coira, sottraenfioc;.i alla battaglia che il Massena preparavasi a darle agli sbocchi dall'alta montagna.

San Gouardo (Szcnt 0otthardt). Villaggio unghccc,c p resso il confine con l'Aust ria, alla conAucnza della Feistritz con la Raab (Raba). /Jauaglia di San Gottardo (166~)- Appartiene alle guerre dell'Impero contro i Turch i. Quest i ultimi, in numero d i 90. 000 fanti e 40.000 cavalli con 15 cannoni, al comando del gran visir Kiupri li, erano schierati sulle col line lungo /

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Battaglia di San Gottardo (1664) Prima della battaglia: a) Turchi; b) G ran visir; e) Cristiani; d) e) [ mperiali; f) Francesi; g) Artiglierie. - Durante la battaglia: /J) batterie tw·ch€; l) F~anccsi; k) Cavalleria turca ala sr.; l) Jd. ala <lr.; m) Id. al centro; n) Id. -riserva non impegnata


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la dr. della Raab, con le artigl ierie davant i all':rnsa del

fiume, d i cui la convessità era rivolta verso il campo turco. li marcsc. Montccuccoli disponeva d i 20.000 fonti e 10. 000 cavalli, in maggio r parte te.deschi, in n1inor parte francesi, schierati lungo la sr. della Raab, col centro (Waldeck) a Moggersdorf, la d r. (gen. Spork) a W eixelbaurn e la sr. (Francesi <lel Coligny) a S. G . Le artiglierie al centro destro e al cen tro sinistro. In questa situazione, il gran visir decise d i at taccare gli Imperiali sfonda ndone il cent ro, mentre il Montecuccoli , imuito tale disegno, decise d i sopraf. farli all 'atto del loro passaggio nell 'ansa della Raab. Nella notte sul 1° agosto i Turchi passarono indisturoati il fiume al - fondo d ell 'ansa, e si stabilirono sulla riva; al mattino il gran visir inviò un forte distaccamento d i cavalleria a monte. Temendo u n aggiran1ento , l\1ontccuccoli inviò a stornarlo il gen. Spork. Questi con due regg . di fanteria passò la Raab ed attaccò con successo; il distaccamento curco ripiegò. Visto che lo scopo della diversione era raggiunto, il gran visir alle ore 9 fece aprire il fuoco dall'aniglicria cd i niziò l'attacco centrale. Passarono per primi il fiume a guado 3000 spah is e 3000 gi,rnnizzeri, agli ordini di Ismai l rascià, scguìti poco dopo da a ltre numerose truppe fresche. Al primo impeto furono presi il villaggio di Mog• gersdorf e i vicu,i accampamenti impe riali. Non essendo riuscito un contra ttacco al centro , di d ue 1·egg. di fanteria ed uno di cavalleria, lo stesso Montecuccoli, con t re regg. d i fanteria e due di cora7,zieri, contrattaccò la sr. degli spahis e dei giannizzeri, mentre il ma rgravio di Baden con poche t ruppe ne attaccò la dr. I Tu rchi furono ricacciati in d isordine sulle trup pe sopravvenienti. Mentre si svolgevano

al centro questi avvenimenti i l gran visir fece attaccare le due ali degli Imperiali. Le truppe che attaccarono l'ala sr. si incontrarono con i Francesi del Col igny e furono ributtate i n d isord ine; quelle che auaccarono la d r . riuscirono ad affer marsi sulla sponda opposta del fiume. Un cont rattacco ordinato dal Mo ntecuccoli e condotto d i nuovo ene rgicamente dal gcn . Spork rigettò gli assalitori sull 'altra sponda. Si aggrav'1va intanto l'attacco centrale alimentato da nuove t ruppe. Monrecuccoli contrattaccò di m10vo con due rcgg. d i fanteria ed uno d i cora:.czicri, mentre il Coligny vi concorreva con r300 fant i e 600 cavalli . I Turchi dovettero ripiegare verso il fondo dell'ansa della Raab. Erano le ore 12. Il gran visir riprese ostinatan1cntc l'at• tacco con tre fort i masse di cavalleria e fo.nteria, n1a orm.Ji i l morale degli Alleat i crasi sollevato: il centro fece buona resistenza, mentre a lle <luc a li si delineava il successo. ·Pocn dopo le 14, il Montccuccoli ordinò l'attacco generale nell'ansa della Raab, al quale le artiglierie dovevano concor rere col loro fuoco.

Alle ore 16 la battaglia era <lecisa : i T urchi volgevano in completa rotta ripiegan<lo in disordine verso i loro accan1pan1enti

con

g rav_issirnc

perdi re :

furono uccisi, 800 0 annegati nella Raab, le artiglierie pe rdute. Gli Imper iali ebbero 2000 moni e feriti.

6000

San Gregorio (Ordine cnva/leresco d,). Istit uito da papa Gregorio XV! nel 1831 per ricompensare le benemere nze civi li e 111ilitari. Comprende quatt ro classi: g ran croce, commendatore con placca, commendatore, cavaliere. Se è conferito per merit i civili. la

Ordine di S. Cregori.o

SAN

Sanguineti (Filippo). Generale, n. a Finalborgo nel 1864. Solto!. di fanteria nel 1885, partecipò alla guerra Italo-turca ed a Fcscblum (19rr) meritò la med. di bronzo. Nel 1915 entrò in guerra contro l'Austria e nel 19,16 fu promosso colonnello. In P. A. S. poco dopo la guerra, ebbe nel 1926 la promozione a generale di brigata nella riserva .

S anguinet i Giovanni

Sani Giacomo

Sanguineti Giovanni. Medaglia d'oro, n. a Carcare, caduto nell 'Eritrea (1865- 1895). Tenente di fanteria in servizio attivo, fu un i nte ll igente, en tusiasta , valoroso uffi-

ciale coloniale. Andato in Eritrea nel 1888, vi l'Ìmase più anni, d istinguendosi in ogni occasione per zelo cd ardimento , Fatto prig ioniero ad Halai, nel d icembre 1894, r iuscì a liberarsi, per cadere, poco dopo, da prode, nel combattimento di Coatit. Alla memoria del valoroso ufficiale fu conferita la m cd. d'oro con questa motivazione: « Catturato d al ribelle Bàtha-Agos, sostenne fieramente la prigionia; liberatosi, coadiuvò efficacemente all'occupazione d i Adua ed alla sottom issione dcll 'Acchelè-Guzai. So stenne con slancio e con bravura l 'attacco al fianco sinistro della posizione d i Coatit; ferito mort:tlmente , volle rimanere sul campo, e morì l'indomani, lasciando in tutti ammirazione per i l suo sereno eroismo » . (Halai, 18 <l icembre 1894; Coatit, 13 e r4 gennaio 1895).

Sanguinetti (Ippolito Severino). Generale, n . a Cairo Montenottc, m. a S. Remo ( 1840• 1921). Sollot. d i fanteria nel 1860, partecipò alla campagna del 1860-61 merit ando la menzione onorevole, cd a quella del 1866 nella guale ebbe la mcd . d'argento a Custoza. Frc<Juenrnra la scuola d i guerra, passò nel corpo di S. M. Colonnello nel 1887, comandò. il 13° e poi il 43° fanteria . Magg. generale nel 1895, comandò successivamente le brigate Re e Cuneo. Ten. generale comandante la d ivis. mii. d i Chieti nel 1899, passò nell'anno seguente a comandare quella d i Cuneo. Nel 1903 andò jn P. A. e nel 1907 passò nella r iserva . Sani (Giacomo) . Ge nera le commissario, n. a Massa Superiore, m . a Ro ma ( 1833-r912). Volonta rio a se<lici ann i nel bgl. universitario romano, partcci!)ò a lla d ifesa di Ancona. Ripresi gli stud i> si laureò jn giurisprudenza a Pavia . Partecipò quindi a lla campagna del l'Italia meridionale e Garibald, gli affidò mima la carica di capo servizio a lla segreteria della di ttatura e poi l 'intendenza generale dei volontari : meritò la menzione onorevole . T rasferito nel 1862 ali 'intendenza dell'esercito regolare venne, nel 1866, a soli 33 anni, promosso ;ntendente mii. di seconda classe: (colonnello), partecipando alla campagna d i quel l'anno. Nel 1870 òrganinò e d iresse i servizi d'i ntendenza del corpo

decorazione ha una corona d i quercia m oro; se per mc-

di spedizione a Roma e g uadagnò una seconda menzione

rit i m ilitari, da un trofeo in oro.

onorevole. Magg. generale nel 1 882, fu d irettore geo. <lei


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servizi amministrativi al ministero della guerra. In P. A. nel 1889, passò nella riserva nel 1895. Deputato d i Rov igo dalla XIII alla XIX legislatm a, fu sottosegretario di Stato ai lavori· pubblici nel 1892-93 e nel 1901 venne nominato senatore del regno. Pubblicò, fra altro, « Sui servizi amministrativi del IV corpo d'esercito nella spedizione dell'agro ron1ano )).

Sani conte Ugo . Generale, n. a Ferrara nel 1865. Sottot. d i cavalleria nel 1883, freq uentò la scuola <li g uerra e passò nel corpo di S. M . Colonnello nel 1914, fu capo u fficio all 'ispettorato di cavalleria. Nom in ato comandante l:i brigata Pinerolo nel 1916, in tale anno, per l'occupazione della quota 70 di Ronchi, ebbe: la croce <li cav. <lell'O. M. S. e la promozione a magg. generale per merito di

guerra . Nello stesso anuo meritò pure due mcd . d'argento : una al Veliki Kribach e l'altra per la· conquista del Volkovniak . Nel giugno 1917 ebbe il comando della 9a d ivis. e nel settembre seguente del XIII C . d 'A. fn tale comando fu insignito della croce d'uff. dell 'O. M . S. per Sani Ugo aver respinto i nemici oltre il Piave a Zenson e Fagarè (autunno 1917) e della commenda dello stesso ordine in occasione dcli 'attacco dei nemici sull'altipiano dei Sette Comuni (primavera 1918). Teo. generale nel 1918, ebbe nell 'anno seguente il comando del lU C. d'A. e poi quello del C . d'A . d i Bologna che tenne sino al 1926 . L'anno seguente passò all 'fspettorato della cavalleria e nel 1931 fu collocato in P. A. Nei' 1933 venne. nominato senatore.

Sanità militare. Ha funzioni eminenti nella compagine del R. Esercito non solo in guerra, ma anche in tempo d i pace, essendo' l'ufliciale medico non più soltanto il chirurgo militare, ma ancora epidemiologo, igienista e med ico-legale presso le truppe, ciò che rich iede studi e auitudini particolari facendo d el medico militare uuo specialista vero e proprio. L 'organizzazione del serv1z10 sanitario in guerra

ha

preceduto quello del serviziò sanitarjo in pace.

'F regio in metallo delle compagnie d i S anità

ùna vera. organizzazione di quest 'ultimo, traman dataci dalla storia, data solo dall 'epoca di A ugusto, perchè fino a quel tempo gli eserciti non erano permanenti 1 ma in caso di guerra soltanto tutti i cittad ini atti alle anni venivano arruolati , e, fatta la pace, essi ritornavano alle loro abituali occupazioni della vita civile. Cenni d i as-

s istenza sanitaria in guerra si rilevano dalle notizie che si

hanno intorno alle varie civiltà (V. Medicina e Cl,iru•·gia militare) e specialmente a quella r iguardante Roma. L 'attuale nostro Corpo San itario militare, le cui origini

si trovano i n quello dell'esercito sardo, ebbe una definitiva organizzazione per opera del re Carlo Alberto nel giugno del 1833. Esso è costituito di ufficiali medici e di chimicifarmacisti, i quali, benchè facciano parte del lo stesso Corpo Sanitario, hanno ruoli divisi; però, nei riguardi dello stato giurid ico, sono nel.le stesse condizioni degli altri ufficiali dell 'esercito. L'attuale organico d egli ufficiali med ici e ch im ici-farmacisti m S. P , E. (legge 23 aprile 193', n . 539) è il seguente: I. Ufficiali med ici: ten . gen. 1; magg. generali 3 (oltre l'organico ve ne è uno i n più); colonnelli 25; tcn. colonnelli 87; maggiori 145; capitani 373; tenenti 205. II. Ufli. ciali chimici-far macisti: colonnelli r; tcn. colonnelli 4; maggiori 22; capitani 36; uff. subalterni 38. Il ten. ge• nerale rucdico ha fon. Wi!Wll 51.\l!T~ l'iillTAPl zioni e attribuzioni <li direttore generale d i Sanità Militare presso U Ministero della Guerra in Roma ; dei quattrc L..a baro della Sanità Militare maggior generali uno è presidente <lei Collegio Medico Legale in Roma, uno è d .rettore de'la Scuola d'applicaz ione d i Sanità Militare i n Fire nze e gli altri due sono ispettori. Dei colonnelli medici alcuni sono preposti alle Direzioni di Sanità di corpo d 'armata e loro equivalenti i n Sicilia e Sardegna presso i rispettivi comandi militari, uno è capo d ella p rima d ivis. presso la Direzione Generale di San ità Militare, uno è presidente sostituto del Collegio Medico Legale, altri sono preposti alla direzione d i ospedali militari. Dei ten . colonnell i alcuni sono inse- . gnanti presso la Scuola d 'applicazione di Sanità Militare , altr i preposti alla direzione di ospedali militari, d i stabilimenti termali, d'in(ermerie presidiare, a ltri addetti come segretari o igienisti nlle D irezioni d i Sanità d i C . d 'A. , ccc. I maggiori medici sono addetti alle direzion i di Sanità ed agli ospc<fali mil itari, alle Scuole, ecc. Infine gli uffici ali medici inferiori ,ono assegnati alle infermerie reggimentali, agli ospedal i, alle sezioni di d isinfezione, ecc. Il colonne llo chi1nico-farmacista è adjet to alla Direzione Generale d i Sanità M ilitare, quale ispettnre del serv iz io farmaceutico; d ei ten . colonnelli uno è preposto Soldati di san i[à (anteguerra) alla d irezione del! 'lsrituto chimico-farmaceutico militare in Firenze. Tu tti gli altri ufficiali chin1icifarmacisti sono addetti agli ospedali militari, alle infermerie presidiarie, alla Scuola d'applicazione di Sanità Militare, ecc. li personale di truppa è rappresentato dalle

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" Compagnie di Sanità », le quali sono assegnate in nu(ospedali da campo di C. d' A. e d'armata , magazz1n1 avanzati e depositi centrali per il ri(ornimen10 di matemero d i una per ciascun C. d' A., una per il Comando riali), vi sono gli stabi limenti san itari territoriali, rappremii. della Sicilia ed un'altra 1>er quello della Sardegna. sentati eia quelli stessi già esistenti in tempo di pace, La Comp•gnia di Sanità è agli ordini diretti del capitano modico aiutante maggiore dell'ospedale militare in sede d1 cioè dagli ospedali militari opportunamente ampliati, sfruttando le risorse locali edilizie (scuole, pensioni,. grandi alC. d'A. ed è comandata, in quanto corpo, per la distribuzione degli uomini, avanzamento, ccc., dal Direttore d i berghi) e d i altra natma. Sanità ; per l'amministrazione dipende d al d irenorc delIl centro cli mobilitazione dei serviz i sanitari militari è l'ospedale. Ciascuna d i esse dà distaccamenti di plotone la compagnia di sanità; il materiale vien fornito dagli per gli ospedali in sede dei Comandi di divis . e piccoli ospedali militari, che fin dal tempo di pace avranno preparato il materiale di un dato numero di unità sanitarie, d1;taccamcoti per gli altri stabilimenti sanitari (infermerie conservato nei magazzini degli o,pcdali stessi. Presso i presidiarie, stabili menti termal i, ccc.) d islocati nel territorio del C. d'A. Di inoltre la St•zione di di.linf,·zione (V.) corpi la dotazione d i materiale sanitario è sotto la diretta G li uomini della Compagnia di Sanità si d ividono io tre sorveglianza dcli 'ufficiale medico dirigente il servizio sanitario. Le Direzioni di ~anità provvedono alla mobilitazione gruppi: aiutanti di s:,rutà, infermieri e portaferiti. ~ell'attuale ordinamento del servizio sartitario vi sono, quali cle<T)i ufficiali medici e chimici-farmacisti, nonchè dei cappellani; esse per il tramite dei sindacatj professionali si organi diret11vi, b Direzione Generale di Sanità MjJitarc con sede a Roma (Ministero della Guerra) e le Direrendono conto delle varie specialità degli ufficiali medici z ioni di Sanità di C. d'A. Per la parte esecutiva i l serin congedo e com!')ilano i l « Bollettino delle d estinazioni » . vizio sanitario militare si compie negli stabilimemi sanitari Ad ogni comando di reggimento è destinato un capitano (V. Ospedale Militart:, StaI I bilimenti tem111/i militari) e ;Aislo ,onnci• ;o,peo'.tli da : Pos!o~wn.u,.: ; i'bJ!o M(to/~ : Ospf(i.:1l,d,ov:r presso i corpi di truppa. Truppe !Pdlt> d, medi~, Cdmpo per /odt r,aC(o/k/ 1Co,?Vd/escen~k!rr1 r.1mmdld.ll !n,p~r,i,f<lhv, ~ Ptfesc In ogni reggimemo e 1st1I :l'8,l'7t'tV71P .s.,,;j ,rtftrl/v,- I dm,1141::J/ì J I I tuita una infermeria. Per la provvista e preparazione di modicinalì e di materiale sanitario funziona l'Istituto eh imico-farmaceutico militare. Di grande importanza è l'ordinamento del servizio sanitario in guerrn, il quale ha lo scopo di provvedere alla d ifesa igienica delle truppe, alla raccolta, pronto soccorso 1 ricovero e cura dei

malati e feriti, allo sgombero cli essi nei luoghi di cura piò arretra ti ed al ricupero degl'individui ridi~.!lo rd«oild : , 0Jped4le ' :beposilo m,ld/1~ ' o,pea,11 ' venuti validi, al risanamen1 tltri/1 l~qfe ri : c/4 C6mpo ll!rtll le19t.n I d, 9uerrd 1 to dei campi di battaglia Schema del scrviiio di sanit~ in guerra e sistemazione elci caduti, al rifornimento del persomedico, due subalterni medici sooo addetti a ciascun batnale e dei materiali sanitari, nonchè al coordinamento taglione, un subalterno medico ad ogni compagnia alpina armonico dell'opera delle Associazioni di soccorso con e batteria da montagna. Il personale di truppa è preso dai quella della Sanità Militare. Gli organi direttivi del serrepa rti stessi nella misura di d ue aiutanti di san it~ e canti vizio sanitar io in guerra esistono presso i vari Comand i, portaferiti corrispondenti al doppio <lcllc barelle, cioè 32 da quello Suprem<, a quello di d ivis. Presso il primo, portaferiti per ciascun bgl. di fanteria. Durante il comtutto il servizio sanitario è diretto da un generale medico, battimento funzionano i Posti di mt:dicazio11t: (V.), i quali capo dell'Ufficio sanitario , coadiuvato da una Commissione devono essere uno per bartaglionc; ad essi spetta il comper l'igiene e la profilassi , e da consulenti medici speciapito della rnccolta e med icazione dei feriti. Il trasporto d i listi. Al Comando Supremo sono inoltre addcnc le delegaquesti dalla linea <li combattimento al posto di medicaz ion i della Croce Rossa italiana e del Sovrano Militare zione viene effettuato mediante i mezzi in dota1.ione al Ordine di Malta, nonchè la « Curia castrense » . Presso il battaglione, mentre lo sgombero successivo, cioè dai posti Comando d'armata vi è pure una Direzione <li Sanità. Pe1 di medicazione alla St:::io11t: di saniu). (V.) è effettuata coi la parte esecutiva, vi sono : 1°) Formazioni sanitarie per i l mezzi propri d i quest 'ultima. Per l'ulteriore sgombero dei primo soccorso, per la raccolta e per lo smist:1mcnto dei maferiti e malati e loro disseminazione nel territorio naziolati e feriti, cioè gl i organi san itari dei corpi e reparti di nale vi sono treni sanitari, treni-ospedali, ambulanze flutruppa, e le Se:,;ioni di Sanità; 2°) Formazioni sanitarie viali e lagunari, navi-ospedale ed infine l'aviazione. per il ricovero e la cura dei malati e feriti: infermerie In base alla convenzione, attualmente in vigore, stiputemporanee, ospedali da campo cd apprestamenti clinici lata a G inevra nel 1906 con opportune modificazioni d i specializzati; 3°) Formazioni sanitar ie e servizi per lo Sgom• quelle del 1864 e del 1866, io seguito alla esperienza delle b~ro dei malati ç fuiti (V.) e per il ricupe ro degl 'individui successive guerre, i feriti vengono considerati come prigioguariti: 4°) Formazioni sanitarie e servizi per l•igicne e nieri e devono essere convenienternerue assistiti e curati. la profilassi. Ohrc gli stabilimcnlt sanitari di r• e 2• linea 50


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Gli ospedali non possono essere considerati preda di guerra e, quando siano inst allati in fabbricati stabili, non possono cssne sgombe rati finchi: vi siano feriti. Il personale sanitario non p uò essere considerato come catturato . I materiali rotabili possono essere ritenuti preda dl guerra, J11cntre i n1atcriali sanitari, contenuti in cssi 1 dovrebbero essere: res tituiti. Viene infine dcsjgnato il bracciale distintivo} con

una croce rossa in campo bianco. Il Corpo sanitario m il ilRre è decorato <lelle seguenti r icom!'cnsc: medaglia d'oro di bcnc111crenza per l'opern data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e Sicilia (R. D. 27 maggio 19u); medaglia d 'argento al valor m ilitare « per gli importanti servizi resi nella campagna d i guerra in Libia (,91I-19r2), ove l'estremo pericolo non fu l imite nella grande, umana opera p ietosa» (R. D. 19 gennaio 1913);

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la mcd . <l'oro della Sanità Pubblica, « in premio all'opera preziosa svolta dura nte la guerra ncll 'imeresse della salute dei m ilitari di terra e di mare e della d ifesa sanitaria del paese dall'importazione di morbi epidemici ».

San Jorio (Colle r!,). Val ico delle Al pi Luganesi che mette in comunicazione il bacino del Lario (lago di Como) con la Val Mesocco, tributaria del Verbano (lago Magg iore). La strada , quasi totalmente campestre, da Gravedona con un ramo risale il corso del lùrrcole Livo (Valle d i S . Jorio) e r aggiunge la d ispluviale a m. 2012; un altro ramo segne la vicina Valle D~nga na (torrente Albano) e tocca il d ispluvio poco p iù a sud a Bocca Traversa. Questo duplice varco, cht s'apre nel plesso montano a l punto di transizione fra le Alpi Luganesi propriamente dette e la

,::::::== = ==--=- alla fron t,

N UMER O DEI P~TI · L eTTo 0

(orp 1 d'Arrna fa (roll• tende) f f 600 0 sp.lerle d i li nra(roll,t,nde) 1110 O 7700 05p ct i Ud.m e

Lazzan>ll i ( onva le5ce n ~iòri 0epo5·di d; conv.efappa

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Grafico schematico dei servizi sanitari della II armata nelJ>agosto 1917

medaglia d'argento al va lor militare per la campagna d i guerra 1915 -1918, con la seguente motivazione: « Instancabile; modesto, sereno, confortando <li cure e d i amore i sangujnanti fratelli negli stessi cimenti della battaglia o sotto le implacabili lontane offese nemiche, dette costante, mirabile esempio di ardore e d i valore, di sprezzo <le i pericolo e di devozione al dovere » (R. D . 5 giugno 1920); medaglia d'oro al merito della Sanità Pubblica « per l'opera ·sanitaria costante e illun1inala prestata durante la g uerra a d ifesa della Nazione » (R . D. 1 5 marzo 1922). Il 5 giu-

gno d i ogn i anno il Corpo san itario militare celebra la

propria fcsLa, che ha avuto maggiore solennità nella ricor~ re nza <lei ( I 8.33- 1933) ·

centenario della

sua definitiva creazione

Catena Mesolcina, corrispo.1de a un solco longitudinale caratterist ico che si prolunga ad est nella Valtellina e ad ovest nella Val Mckzza. l due rami stradali considerati si aprono a ventaglio sull 'opposto versante, dal Colle d i S. f. si scende con un ramo a Rovcredo e con un altro ad Orbedo, presso lo sbocco d i Val Mesocco, entrambi a monte di Bellinzona; dalla Bocca Traversa, a S. Antonio, in Val Morobbia , ove la strada m igliora e raggiunge Giubiasco, a valle di Belli nzon a, sulla strada luganese. Questo piccolo fascio d i vie montane ha importanza pcrchi: traversa la frontiera sul lato orientale del saliente ticinese, congiungendo i contigui bacini lacustri. Potrel>be aver funzione m ilitare importante per lo sbocco a Bellinzooa, nodo stradale di varie provenienze t ransalpine (S. Gottardo, Lucomagno, San Bernardino).

Sanità lvfilitMe Marittima (V. anche Medici e Ospedali milit".r1). Le Direzioni <li S. lv[. M . hanno sede presso i , San Juan. V. Cho,,.illos. dip. mii. marittim i, e sono rette dai direttori degli ospeSanjurio (y Sacauell, marchese del Riff, Giuseppe). Gedali e d al direttore della Scuola di sanità d i Napoli. nerale spagnuolo, n . nel 1872. Tenente di fanteria nel 1894, Con R. D. 1 1 g iugno 1922 alla S. M . M. è stata conferita


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partecipò a varie campagne nell 'isola di Cuba e nell'Africa seuemrionak, d ivenendo generale di brigata nel 19 20; si distinse nel riparare alle conseguenze della sconfiua di An nua!, così da essere nel 192 r promosso gcn . d, divis. Comandò la spedizione d i Alhuéemas e fu perciò p romosso ren . generale e comand ante in capo delle forze spagn uok in Africa. I n tale carica, combattè contrn Abd e! Krim n el Riff. fi no alla repressione della rivolta (1926) . Nel 1931, avve·nuta la r ivoluzione che condusse a lla repubbl ica nella Spagna, divenne capo (!dia Guardia Civica e poi Alto commisSanj-.i.rio Giuseppe sario al Marocco, ma l'anno dopo, postosi a capo di un cc pron uncian1e nto )> . non Denc definito, f u àrrestaco e con, dannato a l carcere.

San Lazzaro. Nome dato da qualche testo, specialmente francese, alla battaglia detta più propriamente di Piacenza ( 1746). San Lozz,,ro di Cer11.rnlemmc e Ospedaùcro di Nostra Signora del Monte Carmelo (Ordine reale e militare di). Fu crealo a Gerusalemme, dapprima come ordine monastico per il servizio dei lebbrosi; esso si sparse per l'Oriente, conservarido la sua organizzaz ione re ligiosa .fino all 'cpoca del le Crociate, quando per opera dei principi cristiani che vi presero parte 1 fu tra.sformato in una milizia d l (ava-

Jieri, sottomessa alla regola d i S. Agostino. Luigi VII, re di Fra ncia, al suo ritorno di Terra Santa, lo stabilì, nel u54, a Parigi. Du rò fino al 1608, nel quale anno Enrico I V lo riunì con l 'Ord ine , da lui fondato, d i Nostra Signora del Monte Carmelo. Venne abolito nel r789 . (V . Santi Mt111 nz10 e Lazzaro):

San Leo, C ittà m prov. d i Pesaro. Fu mu nicipio romano, e, per la sua pos1z10nc assai forte, venne fin da antico mun ita di robusta rocca, clic si chiamò poi

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Rocca

del Sasso di Montefeltro » (V .) dal nome che prima cl i S. L. ebbe il borgo. Fu occupala dai Goti , ai quali la tolsero i Grec.i; poi passò a] papato, con le dona1-ioni clei Franchi . Per breve tempo appar tenne alla contessa Matilde, che nel 1115 morendo la rimise alla Chiesa. Poi appartenne a_i Montefeltro, 1 quali la perdettero in fine del XIII secolo e r iuscirono a riprenderla nel . 1338. Verso il

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1478-80 la fecero fortificare nuovamente da Francesco Di Giorgio Martini. Passata ai Della Rovere, fu assediata in fine del scc. XV d a Lorenzn De' Meclici e presa per fame. Nel 1502 venne presa dal [forgia, ma i Montefdtro riuscirono a recuperarla per intell igenze con parte della guarnig ione borgiana . Invano tornò ad assediarla ]l Borgla,

chè i Monldchro ottennero aiuti cli uomini e artiglierie dai Veneziani, e

il Borgia dovette r inunciare all'impresa .

Al le varie signorie che se la contesero succedette infìne il dominio d ella Chiesa, fino al 1860. I . As.,edio di San Leo (963-64) . Appartiene alla lotta fra il re Berengario Il e l 'jmperatorc Ottone J. Questi, sceso

in .Ita lia, aveva occupate gli Stati d i Berengario, il quale

finì per chiudersi in San Leo, dove l'imperatore lo bloccù strettamente nella primavera del 963. L 'assedio andò per le lunghe, tanto che l'imperarore vi lasciò sue truppe e si recò a Roma . Ma in principio del 964 Berengario, esaurite le provvigioni, fu cos1re1to alla resa e venne inviato prigioniero in Germania .

11. Presa di San Leo (,516). Fu operata dalle milizie papal ine, al comando clell 'ing. militare Giovanni Matteo Stecchi da Settignano. Questi, nottetempo, eseguì un'ardita scalat;i con scale e rampon i fissati sulle roccic e sulle mura~ e riuscì a raggiungere la sornmit;l di queste. Prepa~ rata cosl Ja via, la notte seguen te rifece la via tracciata con r50 soldati, e piombò sul,la guarnigione, che abbassò le armi. Ili. Presa di San Leo (1797). Fu operata dai Cisalpini condotti dal Teulié. Il presidio papalino, esiguo, era agli ordini d i Filippo Silvani . Un reparto polacco, condotto dal Dabrowski, tentò per due volte invano l 'attacco di .v iva forza . Ma il 6 d icembre, dopo soli tre g iorni dall'investimento, il Silvani ricevcuc ordine di c('dcrc la fortezza , ciò che fece ritirandosi indislurbato con la guarnigione. IV. Pre,a di San Leo (1860). Appartiene alla campagna ·delle Marche e Umbria . Quando l 'esercito piemontese avanZQ verso i l Mezzogiorno, si costit uirono corri volontari, fra i qual i quello ,lei Cacciatori (V.) di Montefeltro e San Leo. Due cp. d i questo corpo, al comando <le! magg. Ca rlo Alberto Solari, ex bersagliere, investirono e bloccarono l'u settembre il forte di S. !.,_ La guarnigione era costituita di una cp. d i ex soldat i austriaci, al comando del cap. Burri, passati al servizio del gove~no pontificio, e , li alcuni cannonieri : governatore del forte era i l cap. Gallas. I Cacciatori si limitarono al blocco, non disponendo d i artiglierie: 9ueste furono inviate dal Cialdini e giunsero il 22 settembre, col magg. Morando, 75 cannonieri e

La fortezza di San Leo


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u. <lei genio . Erano due cannoni e due monai, che fu. rono p iazzati sui fianchi c!el colle di Santa Severina. li comando dell 'investimento venne assunto dal magg. Rossi. La mattina <lei 24, alle 5, i quattro pezzi aprivano i l fuoco, e alle 9 la guarnig io ne si arrendeva senza condizioni.

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San. Luigi (Ordine cavalleresco di). Costituito da Carlo III d i Bo rbone, d uca d i Parma nel r849, trasformando l'antico Ordine -cii S . L . <lei merito civile, rn Ordine civile e militare. Si com poneva di ..:inque

classi:

g ran crocet com-

mendatore, cavaliere di 1 B classc cavaliere d i 2• classe, decorato . J gracli d i g ran croce e di commendatore conferivauo la nubiltà ered itaria, quel li d i cavaliere di 1• e ,a classe la nobiltà personale. Si estinse con l 'annessio ne del duc:Ho d i Pa rma al r egnc, d ' Ita lia . (V . anche l. 11ig1) . 1

San Lorenzo. Borgo del Messico, in prov. di Pueb!a. Vi avvenne (8 magi.io 1863) un combattimento che appartiene alla spedii.ione francese nel Messico. L'ex presidente del Messico,. Comonfort, aveva preso posizione a S. L. per mL1overe al soccorso del 1;cn. Ortcga assedia to

Sanluri (a nt . Sellori o Selfodn). Comune i11 prov. <li _Cagliari , alle falde del monte Me las. Nel med ioevo fu piazzaforte imOrdine di S. L uigi portante, con castello a d icci lari, otto angoli, salienti e d ue rient ran ti. e un corpo principak d i forma quadrata, ai cui a'1goli erano quattro w rrioni: li ii piccolo castello a sr. della porta per Sardara, le mura e le r5 to rri sono ora in ro vina . Fu preso da Eleonora d 'Arburca che lo cedette dapprima al re d 'Arngo11a, ma nel r 390 lo riconquistò. Fu preso poi da Leonardo i\lagon, che sconfisse il vicerè Carroz .

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I. Pace di Sanlttri (1345). Fu conclusa fra il re d · Aragona, Pietro IV, e il giudice d i Arborea .

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Combattimento di San Lorenzo (r863) a tPucbla. L 'S n1aggio 1863 il gen. Bazaine ava nzò contrn il Comonfort e lo attaccò, cacciandolo dopo breve lo tta dalle sue posizio ni e costringendolo ad allontanarsi da Puebla . La sconfitta <lei Messicani fu g rave anche per le: perd ite subite: 800 m orti e feriti, rnoo prigionieri, 8 cannoni, e q uasi tutto il convoglio che ten tavano d i condurre a Puebla. I Francesi perdettero circa r50 u. fra morti e feriti.

II. Battaglia di San/uri (30 giug no 1409). fu combattuta fra gli Aragonesi, condotti dal re Martino I d i Sicilia, e 1e milizie di Guglielmo d i Narbona, nipote d i Eleonora d i Arborea , pretendente a) trono della Sardegna. Quest'ultimo, che si era alleato a Brancaleone D uria, venne com pletamente d isfatto. Dopo la vitto ria il re assall il castel lo e riuscito a prenderlo ne passò i d ifensori a filo di spad a .

San Marco. Fu scelto come patrono della n:pubblica d i Venezia nell'anno 828. L'emblema di S. M. Evangel ista, il " leone <li San Marco » fu collocat o, i n bronzo , sopra una delle colonne <le!la piazza omonima a Vene1.ia, e rappresentò sempre simbolicamente la repubblica marinara .

San Lucar de Barrameda (ant. Ebora). Città maritt ima della Spag na, sull'.Ocèano Atlantico, presso la foce del Guadalq u.ivir. Fu grande porto degli Ambi. 1. Battaglia di Ebora (181 a . C .). Fu combattuta dal pretore Q . Fulvio Fiacco contro 35.000 Celtiberi. La notte preceden te alla giornata campale F iacco o rd inò che Lucio Acilio con l 'ala sr. aggirasse le posizioni nemiche. Sul far del g iorno mandò Caio Scribonio con la cavalleria straordinar ia dell'ala sr. a pro vocare il nemico. I Celt iberi bal;1,arono fuori dell 'accampamento e Scribonio voltò le bri, gl ie ritornando presso dei suoi. F iacco, come v ide j fanti e .i cavalieri nemici i nfervorati diet ro a Scribonio e cosl allontanati d a non poter dife ndere il loro campo, balzò coi suoi fuor i dello steccato. Frattanto sopraggiungeva Acilio alle spalle d el nemico; egli ne assall l'accampamento, dove era un presidio d i 5000 soldati, lo prese e lo· incendiò. Poi si gettò nella lotta : i Celtiberi, avviluppat i, vennero cagliat i a pezzi; ne restaro,10 uccisi 23 .000 e presi 4000 con più d i 500 cavalli. Dei Romani perirnno w30, e degli alleati 2400 .

JI Leone di Snn Ma,·co

San Marco (Monte) . Piccola altura ad est di Gorizia (m . 227) . Dopo la perdita della città, gli Austriaci ne fecero un caposaldo della loro nuova linea difensiya . Approfittando della fitta vegetazione fu facile all 'avversario


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coprire il terreno di un fitto groviglio di fili che, dopo <li avere 05tacolato le prime irruzioni della nostra cavalleria, recarono intralcio e danno gravissimo agli attacchi delle fanter ie nei giorni dal 12 al 17 agosto 1916. Durante la noua battaglia dell'Isonzo (31 ottobre-4 novembre 1916) le rruppe del XX V I corpo d'armata rinnovarono strenuamente l 'a ttacco al S. M ., non riuscendo p~rò che ad espugnare, dopo viva e sanguinosa lotta, la quota 171 . Una parte ~lei trinceramenti conquistati in quest'offensiva ci fu ritoltà dall'avversario con un improvviso e violento contrattacco, ,I giorno 14 novembre. li monte durante le offensive del 1917 non fu oggetto che d i attacch i secondari, proponendosi i nostri comandi di scard inare il sistema col·linoso che a nord e ad est <li Gorizia impediva la nostra

velocità miglia 23,7. Armamento guerresco: cannoni 6 da

n6, mitragliere 6, rubi lanciasiluri 2 da 450. Personale d'armamento: 25 ufficiali e 726 uomini d'equipaggio. JI suo motto è : cc Custos ve} ultor )).

Tncrocfotore San Marco

ulteriore avanzata.

Sa,; Marco. 49a legione della M. V. S. N ,, costituita a Venezia nel r923 su cinque coorti.

San

Marco .

V.

Marina

(Brigata), Abruzzi (Brigata),

Doge (Ordine).

San Marein (o Saint lvlarei11 : così ne, test i; il nome esatto è Smarje) . Villaggio della Jugoslavia, sopra una insellatura <l i obbligato passaggio attraverso una linea d i alture a sud-est e a 1 1 Km. di d istanza in linea d 'aria da Lubiana.

Ohelisc◊

ai Caduti sul S an I'vlarco

San Mm-co (Colle d,). Passo delle Alpi Orobie che mette in comuni_cazione la Valtellina con la Val Brembana. Da Morbegno ]a carrareccia risale il vallone del Bitto di Al: baredo, tributario dell'Adda; presso Madonna delle Grazie diviene mulattiera e raggiunge il valico a 1832 m . sopra Cà di San Marco. Indi scende per la Val Mora ad Averara, ove torna carrareccia e, lungo jl Brembo, raggiunge

Piazza e prosegue verso Bergamo. A valle di San Giovanni Bianco è seguìta dal tronco di ferrovia secondaria che fa capo a Bergamo. Buona comu,1icazionc d'importanza locale, la strada di S. M . è la migliore fra quante traversano il crinale orobico, dato che gli altri valichi sorpassano j 2000 m . e l'alto bacino del Serio è meno praticabile di quello brembano. Nell'ipotesi di operazioni militari fra la Va ltellina e l 'alta Lombardia, tale passo può quindi assumere funzione sussidiaria importante rispetto agJi sbocch i

della Val Camonica e del bacino del Lario, prestandosi al facile transito di colonne leggere :on artiglieria someggiata, d i salmerie ed anche di traini ridotti. S an Marco. Cannoniera, costruita a Peschiera nel 1859 : scafo in legno, dislocamento tono. 434, macchine HP 100 . Venne radiat a nel 1867. · San. Ma,·co. Incrociatore, varato dal R. arsenale dc La Spezia nel 1908; d islocamento tonn . li .ooo, lungo m. 1 40,89, largo m . :21,02; apparato motore cavalli 23 .030,

Co111battime1JtO di San. Marcin (12 setrembrc 18r3). Appartiene al le guerre dcll"Impero francese . li principe Eugtnio trova vasi a Lubiana, dove era la ~a divis. , in una situazione alquanto difficile. Gli ,\ustriaci (gen. N ugent) t,vcvano già occupata l'Istria ed il n settembre domina-· vano , dalle altllrC, Trieste, pllntando da varir: parti su Lubiana. 11 principe, perseguendo il suo divisamento <ii ritardare la rnarci<l degli Austriaci nella zona m_ontana, divisò di auaccarc una colonna austriaca proveniente da Agr.am-Karlstadt, che gradua lmf nte aveva occupate le allllre' bosch ive sovr;1stanù S. M., dove era distaccato un bgl. del 3° leggero. A tal uopo lo rinforzò con un bgl. di veliti e quattro di cacc iatori della guard ia, e con una batteria a cavallo. Il r2 settembre, a mezzodì, un bgl. e rnez,.-0 d i cacciatori attaccarono le alture fortemente occupale dalle truppe austriache agli ordini del gcn, Milutinovich. L 'attacco non riuscì, e il generale austriaco sferrò un movi~ mento controffensivo sulla sr. dei Fràncesi, in modo da ragliare loro le comunicazioni con Lubiana. I quattro bgl. a li 'uopo d estinati vennero ad urtare presso S. M. contro d ue cp. d i, veliti , le quali opposero tenace resistenza. Stavano però per essere sopraffatte quando giunsero successivamente le altre due cp. del bgl. che ristabilirono la situazione. La lotta, assieme alle altre t ruppe, si protrasse per tutta la notte . Al mattino <lei 13 llltte lè truppe d'ordine àcl "iccrè ri!,iegarono verso Lubiana. Il vicerè segnalò ali 'ordine del giorno l 'eroica condotta del bgl. veliti, com· posto tutto di Italian i.

San Marino (Repubblica d,). Piccolo Stato indipendente situato attorno al mon te Titano, fra le provincie di Forlì e di Pesaro, a circa 17 Km. dall'Adriatico. La capitale, omonima, è posta quasi sulla sommità del monte, la c,1i vetta

è Coronata d i antico castello. Venne fondata <la u n

Marino, forse legionario di D iocleziano. Nel X secolo gli abitanti erano cresciuti e per potersi d ifendere meglio cinsero di mura la na-scente città. In questo tcn1po vi si rifugiò Berengario, durante le lotte che dove tre , sostenere con l'imperatore Ottone. Nei secoli Xl e X[!, durante le g uerre fra papato e Impero, si cress<.: a comune libero,


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con propri statuti e consoli. Nel Xlll secolo la sua libertà fu insidiata .dal papa che, vantando antichi d iritti, le impose di pJgare tributi al vescovo d i Romagna. Essa rifiutò e si r.tcccse una guerra che i Sa.n-

marinesi condussero bri llan1emcntc fino alla pace del 1320. La vittoria non impedì però al pontefice di accordare al vescovo d i Romagna il diritto. di vendere S. M. col casrello e le terre a i Guelfi della regrnne . Si impegnò una seconda lotta che terminò d i nuovo col Stemma d i San Marino successo del le armi della repubblica. Lo stesso r.ccaddc nel secolo XIV, e da allora la Chiesa abhan<lonò ogni pretesa. La signoria del Borgia sulla Romagna non risparmiò i Sanmari nesi che, nel 1503, videro un legato del Borgia a capo di numerose forze occupare la città e il castello. Per qualche anno queste truppe vi si mantennero, finchè una rivoluzione scoppiata in U rbi.no, incitò gli abitan ti a pre ndere le armi contro gli invasori che furono cacciati . Il Horgia aiutato dal pa pa sedò i tumulti d i Urbino e mosse contro la repubbl ica. La guerra fu lunga e condotta con valore e accanimento da parte <lei San111arinesi e dei loro alleati. Solo alla ·morte d i Alessandro VI si venne a una pace in cui l ' indipendenza della repubblica era definitivamente assicurata . Alla sua libertà insidiarono invano anche i 11:alat~sta. Le milizie sanmarinesi parteci• parono alla guerra di Romagn a come alleate del papa e alla pace i castelli di Serrava lle, Montcgiar<lino e Fiorentino vennero ad allargare i possessi della repubblica. Nel 1542, la notte del 4 giugno, Fabiano del Monte partì nascostamente da Rimini con 500 fanti e molti cavalieri per tentare di sorprendere la rocca d i S . ,H., ma gli abitanti corsero alle armi e ributtarono i nemici . La stessa impresa temò sette anni dopo Leonardo P io da Verrucchio,

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hertà . Nel febbraio dtl ' ì97 il l.luonaparte, inseguendo i Pontifici rotti sul Senio, mandò il Monge a salutare la repubbl ica a nome , lel la Francia e a offrirle quattro can-. noni> derrate- e aun1ento d i territorio. l reggenti acccuarono, e vollero pagare le derrate e i cannoni , che però non furono mai consegnati, - e pruden temente rifiutarono l'accrescimento territoriale. Nel 1849 Garibald i, fuggito da Roma e inseguito dagli Austriaci, si ritugiò in S. i'vf. o ve fu affettuosap1ente accolt0. Ma non volendo compromettere il piccolo Stato partì quasi subito: tuttavia 800 Austriaci e 200 Pontifici varcarono il confine cd entraro{lo nel paese ove ~u-rcstarono i Garibaldini che vi si trovavano ancora . Dal 28 giugno 1897 vige fra l'Italia e la repubblica una con\'Cnzionc che regola i rapporti di amicizia e d i buon vicinato fra i due Stat i. Durante la guerra Mondiale nume rosi volomari sanmaLinesi accorsero sotto la bandiera italiana.

Uniformi delle rnilizie dt San Marino {sec. XIX)

Forze armate di San Marino. Nel secolo X IX le forze m ilit ari della repubblica erano così composte:· uno Stato M aggio re di 15 ufficiali, U\13 g uardi:' del Consiglio Sovrano di 3 ufficiali. e 24 u. , una ·g uardia della fortezza costituita di una cp. d i artigl ieria di 97 u. e <la 8 cp. d i fucilieri comprendcmi 41 ufficiaii e 961 u. , con un totale di n89 u . Inoltre ogni citradino atto alle armi era tenuto all ;occorrcnza a rispondere a qualunque chiamata. Attualmente le forze armate si compongono di una Guardia Nobile, vecchia istituzione che risale al 174r, composta di 40 mi liti con due subalterni e un capitano, di una m ilizia (una cp. con 3 ufT-ic i2li e Go u.), <li un corpo di gendarmeria reclutato nel Regno d' l.talia e da cui d ipende una milizia a mansioni forestal i e infine d i una Gua r<lia della Rocca, composta d i veterani. Ino ll rc tutti i cittadini dai 15 ai 56

anni sono tenuti al servàio n1ilitate, con periodiche csercita.lioni. Un tempo il comando d i queste Forze spettava alla Reggenza che in caso di guerra si accordava col duca <l 'Urbino perchè desig nasse un ca pitano di sua fiducia; dal 160 0 in poi tale ufficio fu conferito ad un cittad ino con tirolo di coman<lante. L a rocca di San J\1a.rino

111a con l 'iden tico risultato. L ' l l ottobre del , 739 il card. A lberoni , con forti bande 1nerccnarie a piedi e a cavallo, varcò il confine della repubblica e il 24 l'occupò mil itarmente, violando così ogni trattato. l S~nrnari,;esi r ifiuta• rono <l i giurarg li obbedienz,a e allora il cardinale ordinò il saccheggio. Gli abitanti si r ivolsero allora al po ntefice, che i l 5 febbraio dell'anno successivo ridiede loro la li-

Sa11 Marino (V . Me,-ito) . Venne fondato nel 1859, per il merito civile e m ilitare. Comprende cinq ue clas.~i : cavaliere d i gran c roce, cava liere grande ufficiale, cavaliere Ordine di S , J\1arino ufficiale 1naggiore cavalie re ufficiale e cavaliere. La decorazione reca la leggenda : « San Marino Protettore » e l'arma della repu bblica, col motto : << l\,ferito civile e militare » . 1


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San Martin (Gil!seppe). Generale argentino (1778-1850). Dapprima fu al serv izio della Spagna e nella guerra contro la Francia si d istinse a Ilailcn cd 1\lbu fcra divcncn<lo colonnello. Ritornato in Ar~entina ( 1812), combatlè nella guerra dcll' lndipcn• dcnza del suo paese; nel 1816, col g.-ado di generale di brigar a. a ttraversò le Ande, discese nelle ,·alli <lei Cile ed entrò a Santiago. Dopo aver liberato il Cile, liberò il l'erì1 <li cui proclamò la sua indipendenza nel 1821. San Martino. Santo delSan 1\llartin Giuseppe la Chiesa canolica, vescovo di T ours, vissuto nel IV secolo. Figlio cli un tribuno militare. fu dapprima soldato. Per questo è considerato come santo pro1e11ore dei militari in genere, e particolarmente <lei fanti. In Ita lia la fanteria ne celebra la festa I' rr novembre. I n Fra ncia i; considcraLO come prolctl<lre della nazione: si vuole che il f,,. moso mantello nzurro che divi,e con un lebbroso divenisse sotto i re ~lernvingi stcnclardo di guerra. S,m Martino , Frazione elci comune d i Cascllina e Torri, in prov . d i Firenze, nel Mugello. - Nel secolo XVJ, per opera dei :\-fcdici di Firenze, vi Iu costruitd una fortezza

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tagono bastionato, di forme assai irregolare, coi baluardi di varia ampiezza. t opera dell'ingegnere militare Baldassare Lanci. Sa11 Mal"tÌ110. Cannoniera, di 200 tonnellate, costruit a a Dcscnzano nel 1859; "enne radiata nel 1868.

Corazzata San l'vlartino

Sa11 .\fortino. Corazzata, costruita in Francia nel 1863 : dislocamento touu. 423,1, macchine I IP. 2620. Partecipò alla battaglia di Lissa e fu radiata nel 1906. San ,'vltlrti110 . Cacciatorpediniere, varato dal Cantiere Orlando di Li,·omo nel 1921; dislocamento tonn. 1076, lungo m. 81 ,90, largo m. 8,02; apparato motore cavalli 18.000, velocità miglia 32,4. Armamento guerresco cannoni 4 da 102 e 2 da 76 antiaerei, mitragliere 2, tubi lancia,iluri 2 da 450. Personale d':i rmamento: 5 ufficiali e 112 uomini d'equipag-gio. Ha per motto: « Vinuti fortuna comcs ». San .\ftirti110 Canavese. Comune in pro,·. di Aosta. Fu in antico cinto d i mura e munito cli castello, che nel 1552 era presid iato da gu"migione francese, quanclo Ferrante Gonzaga, con g-rosso corpo <ii Spagnuoli, venne ad assalirlo. Dopo aspro combauimento, riuscl al Gonzaga di prendere il castello; egli fece impiccare il comandante francc,e. per vendicarsi (lei nomignolo « soldati della pagnotta ", con cui i Francesi avevano insultato gli Spagnuoli.

Fortezza di San Martino in Mugello

che offre un classico esempio di fortificazione bastionata, applicata con conceu i e vedute moderne a terreno di montagna. La cinta è costituita eia bre,·issime cortine e da g rnndi baluardi, di forme d ivene ed originali, suggerite da lle esigenze del terreno montuoso . Si t ratta di un pen-

,

Sa11 Martino d'Albaro. Frazione del comune di Genova. Il 13 aprile 18q vi si erano concentrale le truppe francesi battute a ::--ICf\'Ì . 11 gen. Fresia ne assunse il comando , con rinforzi condotti da Genova, e dispose i 6000 u. di cui venne a <l i,porre con l'ala dr. al mare, la sr. ai forti Richclicu e Sa nta Tecla, il centro a S. M. Per tre giorni la lotta si limitò allo scambio cli cannonate; il 17, lord Bcntinck, comandante degli Alleati (Inglesi, Austriaci, Napoletani) decise d i attacca re. Inviò pertanto una brigata austriaca verso i monti, per aggirare i due forti e piombare alle spalle dei d ifensor i di S .M. e attaccò di fronte con la divis. :-..rontresor, della quale faceva pane la brigata napoletana Roth. La di,·is. inglese Macfarlane doveva sostenere l'attacco frontale. Un reparto della divis. Montresor riuscì ad impadron irsi del forte Richclicu, d al quale cominciò a battere quello di Santa Tecla, cbe subito si ,a. rese. L'as~alco &omalc mise in difficoltà i Francesi; a determinare l'abbandono delle loro posizioni concorse un improvviso assalto di lancie armate della flotta ;nglesc, le quali accostarono al lido sbarcando {oru: di marina che si impadronirono delle bauerie costiere. Il geo. Fresia, ormai bloccato in Genova, d ovette arrendersi il giorno seguente. Sa11 Martino della Bauaglia. Frazione del comune di Rivoltella, in ptov . di Brescia.

Fortezza di San Martino in Mugello

Ba1taglia di S. Marti110 e Solferino (24 giugno 1859). Appartiene alla campagna ciel 1859 per l'Indipendenza d'Ila-


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lia . Dopo il combattimento di Melegnano, passato i l Chiese, Napoleone lll dispose che l'armata franco-piemontese continuasse i l movimento verso il Mincio, in modo che il mattino del 24 l 'esercito franco-piemontese si portasse sulla fronte Pozzolengo-Solfe.r ino-Guid izwlo e potesse procedere poi, per parte dell'ar mata piemontese, all'investimento d i Peschiera. E pertanto essa, comandata da Vittorio Emanuele Il, doveva dalla zona d i Rivoltella marciare su Pozzolengo; l'armata francese col I corpo (Baraguay d 'Hil liers) doveva portarsi d a Esenta su Solferino, col II (Mac Mahon) da Castiglione per S. Cassiano su Cavriana, col [V (Niel) e le due d ivis. di cava lleria (Dcsvaux e Par touneaux) da Carpenedolo per Medole su Guidizzolo, col III (Canrobcrt) da Mezzane per Visano (ove doveva passare il Chiese) ed Acquafredda su Medole. La Guardia imperi ale (Regnault) da Montecl1iaro a Castenedolo doveva portarsi a Castig lione. L 'imperatore Francesco Giuseppe, che, intan to, aveva, assunto il con1ando dell'esercjto austriaco, stabilì d i venire alla bat tagl ia decisiva, e , anzichè attendere oltre Mincio l'allacco degli A lleati, ordinò di ripassare nella g iornata del 23 il fiume e di marcia re risolutamen te verso il Ch iese. Egli intendeva d i attaccare frootalmente con la 2& armata (gen. Schlick: C. d 'A. I , V, VII, Vlll e divis. di cavalleria Mcnsdor ff) le alture di Lonato e Castiglione e d i avvolgere con la 1a (gen . Wimpf:len: C . d'A. II, III, IX, X , XI e divis. d i cavalleria Zedtwitz) la dr. degli Alleati dalla parte della p ianura per addossarli alle Alpi. Pensava, però che i l 24 giugno non vi sarebbe st ata battaglia, ma solo il 25. In base a tali concetti vennero emanati gli or<lini per il 24 giugno. Le truppe dovevano muovere, dopo i l rancio, verso le ore 8-9. Per effetto delle disposizioni date, l'esercito - austriaco, che si trovava la sera del 23 giugno sulla fronte PozzolengoSolfcrino-Guidizzolo, si disponeva a marciare, il 24 (ore 8-9) per occupare la linea Desenzano-Lonato-CastiglioncCarpcncdolo, mentre l'esercito franco-piemontese che si trovava , la stessa sera, sulla fronte Desenzauo-Lonato-Casti. glione-Carpcnedolo doveva mettersi in ma rcia , prima dell'alba del 24, per occupare la linea Pozzolengo-SolferinoGuidizzolo. N<c seguì una battaglia d'incontro che si frazionò in una serie di combattimenti indipendenti, raggruppabili i n due fasi: nella prima, che dura fino alle ore 1 2, si hanno t anti combattimenti slegati quante sono le d irezioni principali e gli obbiettivi di marcia delle colonne franco-piemon tesi; nella seconda, che costituisce la battaglia propriarnente detta, intervengono i comandi supremi contrapposti a CO(!rdinare i vari sforzi, trasformando cosl le azioni isolate e tatticamente indecise in ufl 'azione unica, coordi11ata e decisiva_ Prima fase (dalle ore 6 alle ore 12). - Le truppe fran-

cesi si mettono in marcia verso le ore 3 del 24. Il I corpo (Baraguay) proveniente da Esen ta, è arrestato verso le ore 6 sulle alture ad O . di Solferino dagli avamposti dd V corpo allstriaco, i quali, rinforzati e valendosi abilmente delle condizioni favorevoli del terreno, resistono per due ore e mezza e poi ripiegano verso Solferino sul proprio grosso. La lotta diviene ben presto accanita . Tutte le truppe del Baraguay sono portate i n linea; parcccllic batterie aprono un vivissimo fuoco contro il cim itero, il castello e la Rocca,

1na

gl i A ustriaci

resistono

con

grande

tenacia

(ore 12). Il II corpo francese (Mac Mahon), avanzatosi per la strad a Castiglione-Guidizzolo, ha incontrato presso Ca' Morino gli ava mposti nemici che attacca alle 8,30 impa d ronendosi di Ca' Morino, e poi avanza fino al margine del campo d i Medole ove schiera tre brigate di fanteria · e quattro btr. i n prima linea . Le divis. Desvaux e Par-

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touncaux con le loro dlle batterie a cavallo sono collocate all'ala dr. per tenere il collegamento col N iel (IV corpo). C~ntro la sr. di Mac Mahon si getta il colonnello austriaco E<leJsheim con quattro sqdr. di ussari, i quali, con grandissimo ardire rovesciando cavalleria e fanteria francese, giungono fino a le Graie; ma 1,oi, non sostenuti dalla divis_ di cavalleria Mensdorff, ripiegano. Il IV corpo (Nicl) s'i mpadronisce (alle ore 7) di Medole scacciandone reparti della divis. <li cavalleria Zedtwitz e due bgl. imperiali; poi prosegue verso Guidizzolo, ma a Robecco è arrestato dal IX corpo austriaco sostenuto dal lll. Il Niel, m inacciato all'ala dr. d i aggiramento, chiede aiuti al Canrobcrt (Ili corpo), che gli manda soltanto una brigata pcrchè ha ricevuto avviso da Napoleone che un grosso corpo nen1ico, uscito la sera precedente da Mantova , risal iva la sr. ·del Chiese verso Acquanegra per prendere l'esercito francese sul fianco dr . Il Niel sostiene bravamente l'azione. Gli Austriaci, frazionati a brigate, bgl. ed unità m inori, non riescono a sloggiarlo e sono arrestati. li III corpo, rimasto indietro per non intralciare il movimento del IV, .passa il Chiese a Visano avanzando per Acquafredda su Castel Goffredo. Alle ore 7, la sua avanguardia s'impa<lronisce di Castel Goffredo d ifeso da reparti della divis. di cavalleria Zedtwitz:. Anche all"ala sr. s'impegna .)a battaglia. Vittorio Ernanucle II, ricevu to (23 sera) l'avviso di avanzare su Pozzolengo, aveva stabilito che la 3• d ivis. (Mollard), seguita clalla 5• (Cucchiari) vi si portassero per Rivoltella e la strada Lugana e che la r• (Durando) seguita dalla 2• (Fanti) marciassero su Pozzolengo per Castel VenzagoMadonna della Scoperta allo scopo di tenere i'I collegamento con la sr. francese . Il Re credeva di trovare sulla dr. del Mincio soltanto delle ret roguardie nemiche. Per liberare da esse il terreno fra il lago di Garda ed il Redone e rendere più ccle1·e e facile l a marcia delle truppe ordinò alle divisioni 1•, 3•, 5• di farsi precedere da forti drappelli delle t re armi . Al mattino del 24, questi distaccamenti, incontrati gl, avamposti nem ici a Madonna della Scoperta e pn;sso San Martino, li attaccarono a fondo. Respinti, accorrono in loro aiuto successivamente le truppe delle divis. retrostanti dando luogo a due dist inti combat• timenti: quello della Madonna della Scoperta e quello di San Martino. Il Molla rd, giunto da Rivoltella con la brigata di testa (Cuneo) presso la fer rovia, oel la speranza di ricacciare facilmente le truppe avversarie dal margine collinoso di San Martino, attacca il nemico . Respinto, r itorna all'assalto e s'impadronisce dell 'altipiano (ore 9,30). Ma gl i Aust riaci (una brigata e mezza dell'VIII C . d 'A.), ricevuti rinforzi (una brigata), contrattaccano con vigore e ri~acciano il Mollard dietro .l a ferrovia (ore 10). La 5a divis . (Cucclùari) accorre al cannone . La sua brigat a di testa (Casale) attacca l'altipiano e sta per in1padronirscnc quando viene contrattaccata e respinta dal nemico. li Cucch iari ritenta l'attacco con le sue truppe, che , per i riJ1forzi sopraggiunti (17° fanteria e un bgl. bers.), r aggiungono i 15 bgl. , e riesce ad occupare il margine dell'altipiano, mentre la brigata Pinerolo (3• divis.), giunta sul campo di battaglia è mandata dal Mollard ad occupare la Controcania (grossa fattoria nei pressi di San Martino) per appoggiare a d r. la 5& divis . Ma le quattro brigate austriache, guidate dal Benedek ed assecondate da un po• tcntc fuoco d'artiglieria, ricacciano i Piemontesi (ore 13,30). [I Cucchiari ripiega fino a R ivoltella; i l Mollard, invece, si mantiene sulla ferrovia a contatto col nemico guardandosi, altresì, con un regg. dalle provenienze da Peschiera. Intanto anche a Madonna della Scoperta l'azione si svolge a favore degli Austriaci. Il Durando (1• d ivis.), gill nto


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Battaglia di Solferino ( r859)

con la brigata di testa (Granatieri) presso Madonna tiella Scoperta, e, trovatovi il d istaccamento inviato jn ricogni•

zionc, che era stato respinto dagli avamposti del C. <l 'A. austriaco, senza attendere l'arrivo dell'altra sua brigata (Savoia) muove all'attacco dell'avversario- (brigata Gàal). Ricacciato fino a Fenile Vecchio, ritorna all'attacco colla bri-

gata Savoia sopraggiunta. Ma gli Austriaci, ricevuti rinforzi (brigata Koller), respingono di nuovo il Durando. li gen. Fanti muove da S. Polo jn soccorso del Durando con la brigata Piemonte. L'altra brigata (Aosta) è inviata in sostégno della 3• d ivis . a Rivoltella per ordine del Re. La divis. d i cavalleria è tenuta inoperosa a Lonato.


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Seconda fase (dopo le ore 12). - Durante la prima fase e ra mancata la d irezione superiore della battaglia ,la ambo le parti, ma durante la seconda fase i due imperatori dirigono· l' azione. Francesco Giuseppe, giunto alle o re 9 a Volta, decide di accettare battaglia confermando quanto aveva stabil ito i l giorno precedente e, pertanto, affretta la marcia ·d el I C. <l 'A. verso Solferino per aiutare il V e fa avanzare il VII su San Cassiano per colmare il vuoto tra la 1a e la ;ia annata . A questa ordi na d i compiere l'avanzata srabilita il giorno ava nti e poi di marciare a cavallo della strada Guidizzolo-Castiglione per arrestare l'attacco dei Francesi contro il centro. Dispone che la divis.

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di cavaller ia Mensdorff cooperi con la armata. Anche Napoleone III si reca sul campo d i battaglia . Vista la situazione, decide d i sfondare il centro nemico puntando a m assa col I corpo e la Guard ia contro Solferino, trattcne11dolo con k altre truppe alle al.i. Fa perciò avanzare da Castiglione la fanteria e l'a rt. della Guardia a sostegno del I corpo; invita Vittorio Emanuele II a concorrere ali 'a tracco di Solferino cd ordina alla <livis. d i cavalleria della Guardia (Morris) di avanza re pe r Ja strada d i Castiglione per collegare il I col II corpo. Dopo ripet uti attacchi appoggiati da un'intensa preparazione d'artiglier ia, gli Austriaci sgombrano M. Carnale, la collina dei Cipressi, !a

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Battaglia di San Martino (1859)

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Rocca e il cimitero . Solfe rino cade (ore q) nelle mani clei Francesi;

il V C. d'A. austri3co, completamente rotto,

travolge nella ritirata parte del le truppe del I e costringe a ritirarsi anclic le due brigate che avevano resp into il Duraudo alla Madunna della Scoperta. Intanto giu nge a San Cassiano il VII C. d 'A. austriaco (Zobcl). Ma il Mac Mahon, portatosi per ord ine d i Napoleone con una conversione a ,r . verso le alture <li San Cassiano , attacca, rinforzato d all a Gu:u-dia, 1alc corpo e lo respinge su Cavriana, ove l 'imperatore Francesco Giuseppe ord ina la ritirma cli tutta l;;i 2a armata. La situazione è critica per gli Austçiaci; soltanto un successo nel piano può ristabilire le sorti della giornata . Ma la tenace _resistenza opposta a Robecco, a Baite, a Casa Nuova , dal IV corpo, r inforza10 <la due d ivis . del III, manda a vuoto tutti gli sforzi .d ei C. d' A . austriaci III e IX . Anche l'azione dell'Xl C . d 'A. mandato jn rin(orzo è inefficace. li Wir,1pffcn, coman da nte la ,a armata, d isperando orn1ai di superare la resistenza dei Francesi, dcci,de (ore 14) la r itirata rn · Ferr i e Coito sotto la protezione dcll'XI C. d ' A. i nformandone ) 'lrnpcratorc, che ordina (verso le ore 16) la ritirata generale d ietro i l Mincio, protetta dal VII C. d 'A. in posizione

a

Cavriana.

Jr\tanto

sulla sr. i Pi,~montesi hanno potuto riprendere l 'avanzata con la 1a divis., .so::.tenula cblla briga ta Piemonte, in segu ito alla ritirata dalle posi7.inni della Madonna della Scoperta dd V corpo d'armata au,tri,1eo. Il generale Durando attacca di rovescio la posiz ione <l i San Martino men tre il Molfard, r icev uto in rinforzo la brigata Aosta . I 'anacca <li fronte. Muovono all 'attacco d i San Martino le Tone di S. Martino

brig ate Aosta, Pinerolo e Ca-

sale, sostenute dal le br igate Acqui a sr. e Cuneo a d r. Gli Austriaci resistono; la Contracania è presa d 'assalto dai Pie1noutt.:si, c he 1n inac .. ciano già il tergo d i San Marti110. Bencdeck , minacçiato alle spalle dal Fanti, non può che ordinare la ritirata su Pozzolengo, lasciando una retroguardia a contrastare l'avan.-

zata avversaria sullo spianato , li San Martino ed a trattenere il Fant i su lle a lture tra Madonn a della Scoperta e Pozzolengo. Ur,a carica brillan te d i uno sqdr. dei cavalk ggni del regg. Monferrato ed un fuoco assai , vivo d 'art. piemomcse conlro le colonne austriache in ritirata, ch iudono verso le ore 20 la battaglia sulle alture di Sa n l\.fart ino . i l Fanti entra in Pozzolengo alle ore 2 2 . Gli Austriaci approfittano della notte per passare il M incio . Presero parte alla bau aglia : Franco-Piemontesi 118.600 u. , 10.500 cavalli, ~20 pez2.i; Austr iaci n8 .700 u. , 6500 cavalli, 41 1 pczz.i. Di questi circa la metà restarono inu tilizzati nelle riserve <li corpo d'armata e d 'armata. Per -

dite : Alleati: Piemontesi 69r morti e 4830 feriti e dispersi; Francesi r2 . 700 u. • tra morti e feriti. A ustriaci: 2351 u. morti e 19.993 feriti e d ispersi.

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;',an Martino di Lomnzì: dei conti di S . Martino e J1iAlessio . Vccdorc generale del sec. XVI. Entrato ~I snvizio del duca Carlo li! nel 1553, venne nel r560 nominato tesoriere gcn . della mi lizia e gente d i guerra. Dal 1577 al 1584 tenne la carica d i veedore generale e cocttemporaueamelltc c1uella d i consigliere d i Stato e sopraintcnucnte delle fortificazioni.

11ovo

Sa11 Martino di Parella rnarc!,ese Alessio. Gem.:rale, m. nel 1684. Fu capitano d ei corazzieri dr Carlo Emanuele J, maresc. di campo d i '\littorio Amedeo l, e luogoten. ge nerale d i cavalleria di Carlo Emanuele II.

S,m Martino d' Agliè marchese di Rivarolo Giuseppe Filippo. Generale, m . nel 1704. Entrato a l servizio d i Franc ia, si segna lò ndlc guerre di Catalogna e di German ia

al coma ndo d i un regg. d i cavalleria da lui reclutato nel 1672. A ll 'assedio di Puigcerdà rimase mulilato cl i una gamba. Brigad iere nel 1678, ebbe il coman,lo del regg. Piem(,nte Reale. Promosso marcsc. di can·lpo dicci · ,311ni

dqpo, lasciò il serv izio.

San Martino di Parella conu· Carlo Emilio. ·Generale, n . nel 1639, m. a Parella nel 17 ,0. Colonnello del rcgg . Guardie nel 1672, partecipò alla guerra contro la 1·ep ubblica d i Genova; ebbe nel 1678 il governo provvisorio di Ve rcell i, partecipò alla campagna del Sale a Mondovl. Nel 1683 passò a mi lit,1rc in Ungheria sotto Eugenio di Savo ia t:onrro i Turch i, e si d islinsc a Strigonia venendo promosso generale d i battaglia. Promosso luogoten. maresciallo, ritornò in Piemonte ne l 1686 e col grado d i maresc. d i campo riprese il comando del regg. Guardie. Poco dopo ebbe i l comando <lei le trnppe destin ate a combattere i Valdes i nella valle d i Luserna. Generale d'art. nel 1691 e collare del! 'Annunziata nel 1692 ebbe in detto anno il comando di uno dei tre corpi dell'esercito ducale nella spedizione del Delfinato del 1692 e s'impadronì del castello di Guillestre. Poco ~lopo comandò le t ruppe per l'investimento d i Pinerolo . Nd r696 r itornò a V ienna ed ebbe il grado di k ldmaresc. delle tr uppe cesaree. Dich iarata nel 1703 la guerra all a Francia ed alla Spagna, venne incari cato di predisporre b difesa nelle valli di Luserna e nel Biellese e nel 1705 fu incaricato della d ifesa dei coll i di Torino.

Nel 1706, accorso a Ceva che stava pct essere

investi ta (lai ncn1ici, riponò vari~ ferite e rimase per qualck giorno prigioniero. Dopo la l iberazione di Torino <lal l 'assc<l io, si ritirò a vita privata. San ,\J/arti11.o marchese d' A ndorno G/11ronc Silla. Generale, m. nel 17r9. Nel r694 levò e comandò un reggimento di Svizzer i. Dal 1709 al 17n coman<lò il regg. Salu,zo ind i sostituì il padre Carlo Emilio nel coma ndo del regg. Gua rd ie. Seguì un bgl. d i esse in Sicilia nella guerra contro la Spagna e nel Ii18 si d istinse nella d ifesa d i Messina. ~01ninato cornanda nte di Pa lerrno, ri mase ucciso nel 1719 111 un combau:in,ento contro gli Spagnuoli. San M.artino d',lgliè e Rivarolo mare/tese G. I]. A,medeo. ( ìeneralc, n. nel 1669, m . ad Alessandria _nel 1749. Fu dapprima coma ndante delle galee di Savoia; J1el 1733 governatore di Nizza e nel 1734 di Cremona. Promosso maresc. di campo fu vicerè d i Sardegna nel 1735 e· combanè· energicamente il banditismo sardo . Promosso luogotcn . generale di cavalleria nel 1737, fu govcrnator<, d i Novara e poi ,cli Alessandria. Venne nomin,Ho collare dell'Annunzi ata nel 1735. San Martino d' ,./g/iè marchese di Rivarolo Cado A ndi·ea.. Generale del sec. XVIII. Dal 1695 in avanti partecipò a


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tutte le guer re di Luigi XIV e di Luigi XV e divcn_nc maresciallo di campo nel ' ì38 -

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il g rado di colonnello nel 1915 e partecipò alla guerra contro l'Austria. In essa fu comandante di un settore di raggruppamenti d'art. d'assedio, poi d'an. d i C . d 'A. e <l'armata; meritò la med. d'argento sul · fronte PosinaAstico (1916); fu promosso magg. genera le per mer_ico di guerra nel 1917 e per le azioni a Campomolon , M. Ci mone, sugli Altipiani , in Val Lagarina, a Trento (19161918) venne insignito del la croce da cav. <lell 'O. M . S . In P. A. S. nel 1920, ebbe nel 1923 il g rado di generale di divis. e nel 1931 fu trasferito nella riserva.

San Mar1i110 d'Aglié e di S. Germano mard1cse Francesco Gaetano. Ccneralc, n. e m . a Torino ( r712-1764). Luogotcn. dei dragoni Piemonte, si distinse a Guasralla; colon nel lo nel 1743, comandò il regg. dragoni Regina che guidò nella guerra di Successione d'Austria , divenendo brigad iere di cavaller ia nel 1745. Nd 1759 fu nominato ispettore gen. della cavalleria e dei <lr:agon i. San Martino d'Agliè marchese Carlo Emanuele Giwepp,·. Generale, m . nel 1781 . Cornetta nei dragoni Regina n el 1749, passò nelle gua rd ie del corpo nel 1768. In esse ebbe il g rado di colonnello d i cavalleria nel 1771 e <li brigad iere nel 1774. Nel 1779 fu promosso capitano comandante la 2• compagnia delle guardie del corpo cd eb be i l g rado d i rnagg . generale. San M,wti-no di Rivarolo marchese Giovanni Cammro . Generale, m. a Torino nel ' i9'- Alliere nd regg. Guardie nel 1752, d ivenne colonnello di cavalleria nel 1779 e brigadiere nel 1783; nel 1785 fu nominato capitano comandan le la 2A compagnia de lle Guardie del corpo col grado d i magg. generale . San Martino di Col/oretta conte Amedeo. Generale, m . a Torino nel 1798. Cornetta nei dragoni Regina nel 1760, vi d ivenne colonnello nd 1790_ Comandante della città <" provincia d i Novar a nel m arzo 1793 e brigadiere d i cavalleria, divenne magg. gc11crale nel 1;-94. Nel 1797 venne

(Gioacchino)

San Manina d'Agliè c di Va/prato conte Carlo . Generale, 111 . nel 1848. Dal 1805 al 1811 prestò servizio in Austda e poi, sino al r816, in lnghiltcaa. En trato nell'esercito sardo nel 1816 come maggiore, divenne colonnello nel i823 e magg. generale nel 183r, tene ndo fino al 1832 il m inistero di guerra e marina. Nel 1838 fu promosso t;en. generale e nominato ministro plenipoten ziario del re presso la corte di Prussia, restando si no al 1843. San Martino di Castelnuovo, Sale t' C<1std!amonte. collte Maurizio. Generale, n. a Castellamonte nel 1779. So,tot. di cavalleria nel 1795, partecipò alle campagne del 17951796. Ne l 1815 riprese servizio nell'esercito sa rdo col g rad o di capitano <li cavalleria. Dal 1818 al 1823 fu prefetto all'Accadem ia m ii. Nel 1931 fu promosso magg . geoerale e nominato comandante <lcllc Guardie reali del Palazzo, nelht quale carica <liven ne ten . generale nel 1841. N el 1849 venne collocato a riposo.

Stm Martino di Strambino nob. Carlo . Generale dei CC. RR ., n . e m . a Strambino (1830-1916). Sottot . d i fanteria nel 1848, pat recipò alle campagne del 1848-49, 18551856, 185.9 e poi passò nei CC. RR. Colo nnello nel 1877, comand ò la legion.c d i Verona. In P. 1\. nel 1883, passò nella riserva n el 1891 e nel 1895 venne promosso · maggior generale . San Martino dj Strnmbino nob. Gioacc!,ino. Generale, n. a Strambino nel 1862. Sottot. d'art. nel 1-882, raggiu mc

(Carlo)

San Marzano. V . Asinari di San Marzano.

nominato Primo segreta rio di guerra .

San Martino di San Germano marchese di Garessio Carlo Emanuele. Generale, 111. a Torino nel 1819. Ufficiale dei d ragoni Regi na, passò 11cl 179a nelle guatdic del corpo . Lasciato il servizio nel 1798, lo rip rese nel 1814 col grado di colonncflo . Nel 1815 fu promosso magg. generale e nom inato comandante della Savoia.

San lVTartino: di Strombino

San Marziale. V. San Sebastiano. ,.

San Matteo (Puma). Monce delle Alpi, nel g ruppo dell'Ortler (V.) . È alto m . 3684, e ha di fronte il Mantello (m. 3537) d al quale lo d ivide una piccola sella. G li Austriaci, durante la guerra Mondiale, vi avevano costruito nel 1916 piccole ri<lottc, e avevano collegato da un camminamento scavato nel ghiaccio le due somm ità. Deciso l'attacco a tali posi?.ioni, esso venne preparato, all'alba del 13 agosto 1916, da artiglieric pia2.zate con grandi sforz i sono i l controllo d el gen. Baiscrocchi : due pezz.i erano stati issati sul Tresero, a 3500 melri. Alle 10,55 cinque CO· !o nne d i al pini muovevano all'attacco. Si svolgeva rapi<lo e <!ccisivo i l combattimento sulla quota più alta d i tutte le guerre. In La posizione di San M atteo meno di un tora, pri-ma il Mamcllo e su bito dopo S. M . erano in possesso delle nostre truppe. Ma il 3 settembre, verso le 8, gli Aust riaci , d opo preparazione di fuoco che <listrusse le trincee scavate nel ghiaccio, muovevano all'attacco alla loro volta. La cp. del battaglione Ortler che presidiava la posizione, malgr ado strenua resistenza, venne sopraffatta e il San Matteo tornò nelle mani del nemico. San Maurizio. Santo della chiesa cattolica , scelto dai principi di Savoia, ali 'epoca dr Carlo Emanuele I, a loro protettore. Fu capo d i una legione, detta « tebana », in-


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viato nel 268 in Gallia. Egli si rifiutò, con i militi cnstiani, <li partecipa re a un sacrificio agli dei, e venne pe r Jrdinc dell'imperatore fatto massacrare insic~ mc con i suoi seguaci.

(Y. S,mti Maurizio e Lazzaro). San M ichele (lvloll-te) . Modesta altura d el-l'altipiano Carsico, elevantesi a 275 metri sul livello del mare, fu il pr incipale caposa ld o della difesa austriaca nel settore del basso Isonzo, costituendo in pari tempo il pilastro San Maurizio sud d el ca mpo trincerato di Gorizia ed i l cardine d ifensivo del bastione Car-SlCO. Sulle sue falde, verso il fiume Isonzo, gli Austriaci occupavano i nizialmente una linea che d al margine nord d i due }·,schi a mezza costa (J3oscu Triangolare e Bosco Cappuccio) si sa ldava al poggio di q uota 170; seguitava con una serie d i t ri ncee fino al monte Sei Busi. Raggiunto il margine dei boschi T riangolare e Cappuccio, le truppe del nostro XI corpo d' annata, durante la prima battaglia dell'Isonzo, cs:iugnarono qua lche trinceramento. Nella seconda battaglia, dopo di avere tolto al nemico le ridotte di Castel nuovo e gran parte delle trincee lateral i,

Trincea austriaca s ul S . Michele

della formidabile organizzazione d ife nsiva dell'avversario, serrando sempre da p resso le quattro gobbe nelle quali appar iva quadripartita la sommità del m onte; particolarmente rilevanti furono i progressi compiuti <iallc trnppe del XIV corpo d'annata in corrispondenza della parte più meridiona le <lei monte (cima 3 e 4). Du rante l 'inverno 1915--16 , i approfittò, da parte nostra, della stasi delle operazioni, per eseguire tutta una serie di lavor i e d i approcci , destinati a favor ire la rip resa della nostra azione offensiva. Questa avvenne il 15 marzo 1916, ma si trattò essenzi al-mclltc d i una grande azione d imostrativa, per impegnare l'avversario ed impedirgli di spostare truppe verso il settore frç1ncese . ove era incom.inci~lto

il grande attacco te-

SEGNI C.0:<iivll'll llONAt., l'onct'< tft!(J,:(J/, 10

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P osizioni d,.J San I\llichele (Carso)

lo stesso Xl C . d 'A. tentò uno sforzo supremo per la conquista de l S. M. N el pomeriggio del 2 0 luglio una colonna composta di clementi del 29° e del 40° fanteria e dell'XI bgl. bersaglieri, al comando del colonnello Cartella, riusciva a porre piede per la prima vol ta sulla som-mit~ del monte, mentre la brigata Regina concorreva all'anacco dal San Martino, altura a sud del S. M. Ma i l m;,1ttino successivo, con un poderoso contrattacco gli l\u s traci r iuscivano a rioccupare l'importante posizione. Una seconda volta la cima del S. M . fu raggiunta, il giorno 26 agosto, durante la stessa battagl ia, da una colonna composta d,a clementi delle brigate Bari e Piacenza e d a bersag lieri del L VI bgl., al comando del gcn , Amadei , ma anche questa volta, con un co ntrattac.co sostenuto da v io -

lenta azione di artiglieria, il nemico riuscì a ristrapparci l 'ambita conqu ista . Durante la 3~ e 4• battaglia dell 'Isonzo continuò il lento e sangu inoso lavorio d i sgretolamento

l\ilonumento ai cadu ti sul S. lVlichele


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desco a Verdun. Tuttavia qualche importante trinceramento fu ancora strappalo agli Austriaci. Al la nostra progressiva avanzata il ne mico rcagl, all'alba d el 29 g iug no 1916, con una larga ernis,ionc di gas asfissianti, che ci produsse molte e gra,·i perdite (circa 1 r .ooo uomini fuori combattintento), ma quando akuoi bgl. d"assalto ungheresi ven• nero avanti, furono prontamente cootenut i e respimi dai nostr i, prontamente r iav ut isi ,bila dura sorp resa. Poco più cli un mese dopo, suonò alfine l'ora del l'agognata conquisia. Alla 22• divis. toccò in sorte la conqui<ta del tragico monte, mèta di tanti sfor1.i e tomba di tanti eroi. Nel pomeriggio del 6 agosto, la brigata Catanzaro, al primo segnale d i a van zata, raggiu11geva di uu sol bal1.0 le cime r e 2, rravolgendnne i d ifensori, mentre le brigate Brc,cia e Ferrara espugnavano le cime 3 e 4, e la 21 4 di,·is. si affermava sulla sella di San Martino. La perdita del vitale caposaldo obblig ava gli Austriaci a ripiegare tutta la linc(l d cll'alripia110 oltre il Vallone . JI monte S. M. , ,acro all'eroismo dei fa nt i italian i, è stato dichiarato n el 1922 Monumento Nazionale.

Sa11 Michele. Comune in prov. di Cuneo, sulla Corsagha. Combattime1110 di San Micl1dc (1796). Appart iene a lle guerre della Repubblica francese e si svobc fra i Piemon• tesi e la divis. francese <lei gen. Séruricr. Per coprire Mondovì Coll i aveva fatto c,ccuparc S . .\f. che fu anaccato tlai Francesi il 19 aprile, mentre il gen. Gurcux muoveva con tro la dr. delle posiz ioni piemon tc;i d el Coll i e Jo ur<lan, oltre Tanaro, contro la sr. Ma colà il guado presentava serie difficoltà e ogni sforzo fu vano; pi,:, fortunati furono invece gli attacchi delle altre <lue colonne: il Guyeux riusciva a respingere 13 d r. p icmonresc, ment re al ccnu·o il Sérn rie r forzava I'abirnto di S. M. d opo tre ore <li lotta accanita. Ma essendosi i Francesi sparsi a ,accheggiare l'abitaro mentre ancora nuclei di solclaù piemomesi si haucvano fra le case, questi ultimi, appoggia,i

,·enne uno scontro fra un ,orpo austri.1co agli ordini del gc n. Jellacic e truppe franco-italia ne in marcia su Vie nna . TI primo ccrrava d i r iunirsi al grosso d elle forze dell ":irc;duca Giovanni; il prrncipc Eugenio tentò di opporvisi, dirigendo su S. M. la divis. italiana del Seras. Jellacic prese posizione sull"altipiano appoggiando le ali alle alture e alla Mur; il gen. Scras spiegò i suoi d i fronte al nemico iniziando il llioco di artig lkria , in attesa della divis . Durullc, la quale non tardò a g iungere in,icmc a una brigata di cavalleria guidata dallo stesso principe Eugenio, che volle assumere di persona la <lirczione dd combattimento. Verso le 1 1 la <l ivis. Scras avanzò in massa ,li fronte all 'ahopiano men tre la d ivis. Duruttc manovrava contro la dr. e due regg . cacciatori contro la sr. dcli 'avversario. Impressionate dall'anacco, le giovani truppe dello Jdlaci~ si sbandarono propagando il panico : una parte, tagliata fuori, si a rrese ; !"altra afAuì in disordine ncl l 'abilalo d i S. M ., dove q uattro hg!. ca<l<lcro p r igio n ie ri : u n tentativo estremo per raccozzare i f uggc nti a difesa <lei ponte sulla Mur, al fine di assicurare lo sfilamento òellc artiglierie e del carreggio, riuscì ,·ano. Spintosi su Lcoben, ,I gen . Scras vi fece altri 600 prigionie,·i. La giornata costò agli Austr i:1ci forse 7000 uom in i, in grande parte p rig ion ieri, e assicurò l ibera via su Bruck, C)vC due giorni dopo si spingeva la divis. &ras, precorrendo i tempi dell'ulteriore avanzata verso Vienna.

dalla rì~erva ~rHervcnuta tcmpcstivamente 1 riusci rono a ria prendere il sopravvento, cacciando d a S. M. i Fr.anceii, che lasciarono circa 600 u . sul terreno, e forzando la divis.

Séruricr a ritirarsi a Ceva. I vincitori lamentarono un:. perdita di circa 400 u. fra morti e feriti. Il giorno d opo il 13uonapa rte dava d isposizioni pcrchè l 'attacco di S. M. si r innovasse su più larga fronte, spin gendo innanzi Auge• reau verso Alba. Allora il Coll i, temendo d'essere aggi• r.,to, si ritrasse verso Mo11do11i (V.) per coprire Torino e vi accettò battaglia il 22 aprile.

Fregota San Michele

San Micltch·. F regata a vela, in legno, d i 2400 tonnellate, varata nei can tieri della Foce a Genova nel 1840. Partecipò alle operazioni del 1848 nell'Adriatico e alla campagna del 186o-6r. Fu radiata nel 1875.

San Micl1clc Extra. Com u ne "In prov. di Verona, a 0ricnte e a breve disrnn1,a dalla ciul. l. Sorprc1a di S011 .\licl,e!c (2 ottobre 1735). Appartiene alla guerra per la Succcs;ione d i Polonia. Gli Alleali francosard i avevano costruito cinque ponti sull'Ad iirc, custoditi eia piccoli repar ti <li tnippa. All'alba del 2 o ttobre il gcn .

austriaco 13rowne con 200 ussari e 60 granatieri llt:u;cò il

Combattimento di San Michele (1796)

Sa11 1vficl,dc. P iccolo borgo a ustriaco ,della valle d e lla Mur, sulla strada che per Lcobcn conduce al Passo <lei Scmmcring e a Vienna . Nella primavera del 11k>9 vi av-

posto di S . .\/., lo travolse e giunse al vicino ponte insieme con i fuggenti: subito provvide a incendiarlo, e i rottam i d istrussero anche il ponte piii a valle. L "episodio costò poche vittime da una parte e dall'altra, e il llrownc riuscl a ritirarsi indisturbato. Ma l 'allarme nel campo degli Alleati [u tale, che lutto l'cserciro venne radunalo e a,•via10 all'Adige, ritenendosi imminente l'auacco di quello imper iale . IL Comba11imc1110 di S11n Mid 1e/c ( 12 gennaio 1797). Appartiene alle guerre della Repubblica francese. La posizione era occupata dalla divis. Massena, che vi fu assalita


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da un reparto austriaco (6 bg l. e alcuni squadroni) coman• dato d al gen . Bayalitsch . Questi venne respi nto e battè in riti rata lasciando tre can non i nelle n1ani <.lei Francesi.

IJL Comb"tti 111e11to di San Michele (1813). Appartiene alle g uerre dell'Impero francese. Il 18 novembre era schierata a S. M. la brigata Jani n, <lei! 'a rmata d i Heauharnais. li gen. H iller la fece attaccare dalla d iv is . Pflachcr. Il gcn . fat1 in, co l solo soccorso di due bg l. inv iatigli dal vicerè , tenne testa con 4000 u. ai ripetuti attacchi degli Austriaci, i quali, malgtado numerose riserve fatte affluire da Hillcr , non riusci rono a superare

la resistenza dell'avversario e

d ovettero batte re in ritir ata avendo subìto una perdita di 1200 u.. oltre a 200 p rig ionieri. jaJ1 in perdette circa 700 uomini.

San lvlichele (Ordi11e militare d1). Fondato nel r469 da Lu igi Xl per ricompe nsare i servig i m ilitari resi dalla no• bi Ità d el regno . N el 1578 Enrico III lo fuse con quello dello Spirito Santo. Nel 1661 venne · riord inato da L ui. g i XIV: Abolito nel 1789, ristabilito nel 1816 per ricom• pensare le- lettere, le scienze e le arti 1 cessò defi nitivan1ente

d'esistere nel 1830. L a decorazione consisteva in una croce {roro e recava la divisa: (, Immensi tremor oceani >> .

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nuovo ministro della guerra. Scrisse, fra aluo: « Relazione d ella spedizione <lt Riego in Andalusia » ; « Elementi del. l'arte della guerra »; « Storia <li Filippo II ,, _

Sanminiatelli (Zabarella , come Carlo Marco). Gene1 rale, n . a Ripa/ratta, m. a T orino (1849-1926). Sottot. dei g ranatieri nel J 867, passò poi in ca valleria, frequentò la Scuola di guerra e fu in Afric;1 nel 1888, e nel 18971898. Colonnello nel ,897, comandò i cavalleggeri di Ro• 111a; magg. g<.·ncmlc nel 1903 comandò successivamente la 6;\ brigata di cavalleria e le bri. gare Alpi e P istoia . Ten. ge• ncrale comandante la div is . m ii. d i Livorno nel 1909, fu collocato nella rise rva ne l 191 t e nel r921 assunse i l g rado d i generale <li C . d'A. PubSanmioiatelli Carlo blicò: " L'assed io di Malta ». 1

San Miniato (già San Miniato al Tedesco). Comune in prov . d i Pisa, su di una collioa ~lominata d all'alta torre di Federico II. Questa era circondata <la altre torrette ora d ist ru tte e formava una robusta rocca, innalzata verso il ,225 d a Corrado di Spira per vole re dell'imperatore . Il borgo sorse a ttorno sulle rovine del roma no « Loco Quarto » , fondato neU'8o a. C. d opo le v ittoriose guerre contro i Ligmi e g li Apua'i1i. Si governò a comune indipe11dente, stringendo nel Xll! secolo alleanza coi Guelfi toscani . Nel 1347 sì sottomise ai Fiorentini e la convenzione con questi stabilì cbc dopo cinque anni S. M. sarebbe tornato libem. Ma Firenze non man tenne i patti e allora, nel 1367, gli

abitanti si ribellarono, istjgati e aiutati da Giovanni <leJ~

Ordine mi.licare di San l'vlichele ( F rancia)

Ordine di S. M ichele e S. Giorgio (tnghilt.)

San Micl,e/e e di San Giorgio (01·di11e cavalleresco d,). Fu istitu ito in Inghilterra da Giorgio Ili, nel 18 ,8, in memoria del conseguil'O p ro te ttorato d elle isole Jonic e <lcll:t cessione d i Malta. Gli statuti subirono ritocchi da Gio rgio IV nel 1826 e da Guglielmo IV nel ,832. L'Ordir1c comprende i g rad i di gran croce, comm endatore e cava~ liere. La decorazione reca la div isa : « Auspicium melioris acvi ». La gran croce è concessa solo ai generali, Ja croce d , commendatore ai co lonnell i e quella d ì cavaliere agli altri u fficiali.

San il!/iclzcle o del Merito di San Mid11:le (O,·dine ca• valleresco d1) . Istituito a Monaco di Baviera nel 1693, il re Mass imiliano Giuseppe di 8 avie ra lo confermò nel r812; nel 1837 il re Luigi ne cambiò l 'organizzazio ne. Era costi• tuito d i tre classi: gran croce, commendatore e cavaliere. Fu soppresso <lopo la guerra M ond iale . Sanmicheli. V. Sam,nicl,eli. San M iguel (dnctt Evaristo). Generale spagnuolo (1785· J862). Comhattè conno i F rancesi d i Napoleone. P rese parte ai n1otì costituzionaJi e nel 1822 <livenne n1inistro degli esteri ; poi emigrò a Londra e poi a Parigi. Ritornato nella Spagna nel 1834, ebbe il g rado d i ma rese. di campo, nel 1839 d ivenne min istro della marina, e poco d opo della guerra. Cap itano generale d i Castiglia nel 1840, fu poi d i

l'Agnello signore d i Pisa. Ma i Fiorentini domarono la ,-i. volta . Nel 1396 un fuoruscito sanminiatcse si accordò con l 'A ppian i, sig nore di Pisa, per rtnderlo padrone anche di S

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A4. L A ppiani accettò e, attirata t:on uno stratagerrnna

fuori dalle mura la guarnigione fiorentina, vi corse con poch i cavalli e vi entrò j] 2j (d,braio. Il v icario d i Fi. re nze v enne massacrato con i pochi sole.lati che aveva,

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il popo lo assalì furiosame nte l'Appiani e lo costrinse alla fug a. Nel 1530, per le gravose imposizio ni subite, S. M. si ribel lò a F irenze, te ntando ,Ii riacquistare l 'antica li• berrà. Il r• febbraio intervennero gli Imperiali che, d opo una fiera e accanita resistenza durata nove giorni, cntr.arono nel borgo . li 1-0 novembre il F errucci l 'attaccò con artig lierie, a prì u na breccia nelle mura e lo p rese, r iperd end olo però poco dopo . Da allora seguì le sorti della Toscana.

I. Trattalo di San Mi111(1/o (r5 novembre 1343) . Segnò la pace fra P.isa , Lucca e firenze e fu concluso dai rappresen tanti di queste città >lella sagrestia della Chiesa maggiore d i S. M. Vi si stabilì ch e Montopoli in Valdarno sarebbe stata soggetta definitivamente al dotninio fiorentino. l i. Assedio di San Miniato (r369-1370). Appartiene alla breve g ue rra che seguì la ribell ione d i S. M. contro F irenze, istigata d al vicario d i Carlo IV, Guido di Manforte. L'impcfatore l 'aveva fatto occupare da u n distaccamento d ei suoi corazzieri. Questi però a un certo punto furono richia mati e S. M. , assediata dai Fiorenti n i di Giovanni Malatacca da Reg gio, si r ivolse a Bernabò Viscon t i, i l quale inviò al suo soccorso l'Acuto con la compag n ia inglese. li. M alatacca stava g ià per p rendere la città, quando ebbe


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ordine <lalla signoria <li assalire l 'Acuto : allora si d iresse con un forte corpo di truppe contro il nemico, ma il rn dicembre presso Pontedcra venne sconfitto e restò prigioniero con molti dei suoi. Questo non giovò a S. M., pcrchè a capo dei F iorentini era rimasto Roberto conte di Battifolle, il quale strinse ancor più l'assedio e riuscì ad accordarsi con un cittad ino desideroso di vedere la patria sicura sotto il dominio <li Firenze. Q uesti aveva la sua abitazione vicino alle niura e gli riuscì facile, con l'aiuto degli assedianti, di aprire una breccia e prepararsi a far entrare in città il nemico. Il 9 genn~io del 1370 i Fiorentini arracc-:1rono v iolenten1entc un

bastione e i ci tt;1dini vi_ accorp

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meriti della salute pu bblica. Andato in P. A. S. col grado <li ten. colonnello nel r920, fu promosso colonnello nel 1923; magg. generale in A. R. Q. nel 1928, passò nella riserva nel I 932, Sam1a Paolo . Generale dei CC. RR., 11. nel 1870 . Sottol. dei bersaglieri nel 1894, partecipò alla -guerra eritrea del 1895-96 e nel 19CO passò nei CC. RR. Nel 1901 guadagni, la mcd. di bronzo in un conflitto con malfattori. Partecipò alla guerra contro l'Austria, nel 1925 fu promosso colonnello, comandò la legione d i Bari e nel 1928 fu col\ocato in P. A. Nel 1932 venne promosso magg. generale.

sero in massa difendendosi valorosamente, ma il Battifolle entrò per la breccia con alcunj dei suoi, prese alle spalle i difensori e li sbaragl iò completamente. Molti furono fatti prigionieri e i più importanti, condotti a Firenze, vi furono g iustiziati. San Miniato al Monte. Antica abbazia nei sobborghi di Firen.lC, sulla sr. dcli' Amo. Baccio d 'Agnolo vi eresse una forte torre . Michelangelo Buonarroti costruì dei baluar<li e vi armò una batteria durante l'assedio d i Firenze <lei 1570; essa batteva con successo i l campo nemico e<l era guardata da truppe sotto Stefano Colonna e Mario Orsini. La torre restò celebre perchè il Micbclangclo vì m ise in pratica per la prima volta la sua teor ia del ri1nbalzo ; così protetta resistette a r50 colpi che gli Jmperiali le tirarono in tre giorni. Nel 1543 Cosimo I de' Medici chiamò l'architetto Giovanru Battista Bell4cci perchè erigesse in S. M. una fortezza con tracciato a fo1'bice, di cu i oggi restano le rovi oc.

Sanna (Giuseppe) . Generale, n. a Cagliari, m . a Fircn1..e (1840-1911). Sottot. <li fan teria nel 1860, partecipò alla campagna del 1860-61, frequentò la scuola d i guerra e di~enne colonnello nel 1896. Ebbe il comando del distretto m ii. di Cagl iari e nel 1898 fu collocato in P. A. Nel 1908 fu promosso magg. generale nella riserva. Sauna Cado. Generale, n. a Senorbì, m. a Roma (18591928). Sottot. di fanteria nel 1879, raggiunse il grado d i colonnello nel 1914 e comandò il 13° fanteria col quale entrò in guerra contro l'Austria; a Selz meritò la me<l. d'argento. Magg. generale comandante la brigata Catan zaro nello stesso 1915, ebbe sul Magnaboschi una sccçnd a med. d'argento e per le azion i sul San Michele e a Nova Vas la croce d i cav. dell '0. M . S. Comandante la 16"· d ivis. nel 1916, a Monfalcone e Fiondar (maggio 1917) guadagnò la croce d'uff. dell'O. M. S. Passato n el r 917 a comandare la 33a divis. , <livenDe ten. generale per merito d i guerra e<l ebbe l a commend a dell 'O. M. S. per essersi d istinto durante la ritirata fra i l Tagliamento cd il Piave, conquistando poi m. Val Bella , Col del Rosso e Col d 'Ecbcle. Nel 1919 comandò la d iv is. d i Torino e nel r920 q uella d i Ancona. Nominato nel _ 1923 presidente del tribun ale supremo di .g uerra e marina, fu collocato in P. A . 11el 1926, continuando, con1e ric hiamato in servizio, jn

detta caric;i fino al 1927, quan<lo passò alla presidenza del tribunale speciale per la d ifesa del lo Stato. Dal 1924 rappresentò alla Camera dei deputati la Sardegna. Sanna Attilio. Generale med ico, n. ad Ozieri nel 1870. Sotto!. medico nel 1894, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. In Libia nel 19I1-1912, sul Mergheb e sui Monticelli di Lebda meritò la me<l . d'argento . Prese parte alla guerra contro l 'Austria : in essa r imase ferito e mer itò due mcd. di bronzo, una al valore e l 'altra dei bene-

Sanna Carlo

Sanna Paolo

Samw Giuseppe. Generale, n. nd 1880. Sottot. d'art. nel I 899, frequentò poi la scuola di guerra e passò nel corpo di S. M. Partecipò alla guerra contro l'Austria e d ivenne colonnello nel 19 19; poi comandò il 16° art. da campagna e dal 1926 fu presidente del tribunale mii. d i Palerm·o . Generale di brigata nel r 932, ebbe la nomina ad ispettore dì mobilitazione della <livis. di L ivorno.

Sanna's Post. Località dcll'Orange, nell'Africa Meridionale, a 32 Km. a est di Bloemfontein, presso i l guado del Koorn Spruit e il ponte sul Modder River. Durante la guerra Anglo-boera, il comandante dei Boeri Crist iano De Wen tese un agguato agli Inglesi comandati <lai col. Broadwood. Questi con la 2" brigata (ro0 regg. ussari, 3° gruppo di bgl. fanteria, 2 btr. d 'art. a cavallo, complessivamente 1500 u.) si era accampato la notte d el 30 marzo 1900 p resso il Mo<lder River per proseguire l 'indomani mattina attraverso il guado del Koorn Spruit su Bloemfontein. Avutane notizia, il gen. boero De Wctt decise di sorprenderlo al momento del passaggio. Durante la notte inviò a ra ie scopo suo fratello Peter De Wett con 4 cannon i e 900 li . su un 'a ltura situata a due chilometri a sud del guado, mentre egli stesso con 500 u. si nascose nelle anfrattuosità del terreno ne i pressi ed attorno al guado . D i buon matt.ino, il 31 marzo, gli Inglesi avviarono avanti il carreggio, che man mano, passando il guado, veniva silenziosamente catturato, finchè giunse l'avanguardia inglese. A ll' ufficiale inglese ch'era in testa venne int imato d 'arrendersi, egli tentò fuggire ma un colpo di fucile lo stese morto. Il rumore del colpo rivelò agli Inglesi l'imboscata nella quale erano caduti. Si iniziò subito un furioso combattimento, disordinato <la parte inglese, e Pjctro Dc Wett lanciò il suo improvviso attacco verso l 'accampamento mentre tuonava la sua artiglieria , Gli Inglesi fu rono obbligati ad una ri tirata disor<fo1ata, perdendo 156 li . fra morti e feriti, e lasciando nelle mani <lei Boeri 426 pr.igionieri, 7 cannoni , 150 carri e 2000 capi d i bestiame, nonchè tutti gli ap provvigionamenti e bagagli. Nella brillante operazione i Boeri ebbero 3 morti e 9 ferit i.


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San Nazar. Reggimento d'ordinanza, costituito in Piemonte nel r704, con i bgl. delle m ilizie d i Pinerolo e di Saluzzo; prese il nome <li « Pastoris » nd 1711 e fu liccn1,iato nel 17r3, dopo di avere partecipato all a guerra per la Successione di Spagna. Sannazzaro (Giuseppe di) . Generale , m. a Casale nel 182-4- Dopo aver partecipato alle guerre contro la Francia della fine del sec. XVII, passò al servizio dell'Austria durante il dominio francese in P iemonte. Ripreso servizio sotto il re di Sardegna al la restauraz.ione ql,ale colouucllo comandante la città di Novara, venne in tale qualità promosso magg. generale nel 1 8 15., San Nicola (Sella d,). Passo del Preappennino romano che me tte in comunicazio ne, artraverso i ~1onti Auruoci 1

il litorale di Gaeta con la valle del Liri. La rotabile si stacca dalla Via Appia a Itri, risale la vallata ove scorre il Fosso Pontane e con larghi r isvolti raggiunge il valico presso la Cappella di S. N. a 597 m . Scende poi per Pico a Ceprano sulla Via L atina, costituendo un raccordo fra le due strade che dall 'antichità collegano il mezzogiorno alla· Capitale, convergendovi l 'una per una linea più prossima alla costa .tirrenica, l'altra lungo il grande corridoio aperto dalla valle del Sacco (Liri). Un breve tratto della via Appia e il tronco stradale che si spinge <la questa sino a Gaeta completano la comunicazione fino a questo picco!; porto tirrenico .

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bandonati a sè stessi, ma pur comprendendo che ormai ben poco restava loro da fare, non deposero le armi e iniziarono una lunga guerriglia che diede non poco da fare ai generali romani. Toccò ai consoli Spurio Carvi]io e l'apirio Cursore l a fortuna di poterli attirare in campo aperto e in fliggere loro una grave rotta. Nel 169 a. C. scoppiò nel San nio, non ancora domato, una nuova violenta insurrezione, a carattere d i brigancaggio, che richiese da parte d i Roma sacrifici non lievi di uom ini e di denaro. Pronti ad approfittare d i ogni occasione per l iberarsi dalla dominazione romana, i S., subi to dopo la battaglia di Canne, congiunsero le loro forze a quelle di Annibale. Ma quando il generale cartaginese li abbandonò, richiamato in Africa, essi restarono esposti alle vendette di Roma. Q uesta però si accontentò di una nuova sottomissiqne, che sembra essere stata più duratma delle precedenti , giacchè nel 168 a . C. a Pidna , contro il re di Macedonia, rroviamo con le forze romane anche due squadre di caval ieri sanniti. All'epoca della guerra Sociale, li

San Nicolas (Combattimento d,). Appartiene alla guerra d 'ind ipendenza dell'Argentina e fu combauuto il 2 luglio -r8u sul Paranà fra una flottiglia argemina comandata da Azopardo, e una flottiglia spagnuola, spedita da Montevideo, comandata dal cap. d i frcgi,ta Romarate. La flottigJ i:1 argentina , dopo eroica resistenza, fu catturata .

Sanniti. Tribù di razza sabellica, srabil ita nel Sannio fra i monti Matese e Taburno, confinante coi Volsci, i Marsi, i Pel igni, i Frenrani, la Campania e l'Apulia. Fu intorno al Jv!atese che si stabilirono da!)prima i S. alle -falde di questo monte innalzando quattro città : Boviano, Isernia, Alife e Telesia. Di là, distendendosi in cerca di nuove terre, fondarono città e villaggi i,elle valli vicine, occupando a poco a poco rutta la regione dei Sannio, corrispondente a u na parte dell'od ierno Abruzzo e all'antico Principato U lteriore. Giunti alle frontiere di questa regione , furono costretti ad arrestare, almeno per il momcllto, le loro conquiste, g:iacchè si trovarono circondati da popolazioni forti, contro le quali dovettero anzi combattere aspramente per conservare la loro libertà. Ma q uando, nel secolo V a. C ., gli Etruschi Campan i cominciarono a <lare segni certi di decadenza, i S . c.he ormai avevano ragg iu nto il massimo della loro potenza m il itare, riuscendo a mettere in campo oltre 80.000 fanti e 8000 cavall i, initiarono la conquista della Campania, occupando Capua, Nola, Nocera, Pompei ed Ercolano. Quando infine verso il 420 a . C. con uno stra tagemma si i mpadronirono di Cuma massacrandovi gli ult imi Etruschi, la dominazione di cos toro in Campania disparve defin itivamente, per essere sosti~

tuita d a quella sannita. F u in questi tentativi di espansione · che i S. ebbero i primi contarti coi Romani e i d ue popoli, interessat i ambedue a che l'altro non allargasse t roppo le sue conquiste, strinsero nel 354 a . C . un 'allea1na che (u causa non ultima delle tre guerre Sannitiche. Finite queste con la sconfitta dei S., questi non si rasseg narono, ma si decisero a schierarsi dalla parte d i Pirro nel 282 a. C ., dopo la sconfitta romana d i Eraclea. Qu;indo Pirro fu costretto a partire dall 'Jtalia, essi rimasero ab-

Guerrieri Sanniti

troviamo invece schierat i con le forze della lega italica. Ma il grave rovescio infl itto a un loro esercito sulle rive dell 'Aufido nell'89 a . C. dal pretore C. Cosconio e la morte dd loro migliore generale Mario Egnazio, li spinsero a u na pronta pace coi Romani . Scoppiata la guerra civile fra Mario e Silla, i S. si d ichi;irarono senz'altro per il partito del prin10 e inviarono a Cinna, che aveva rac--

colto i seguaci di Mario dopo l'esilio di costui dall 'Italia, un esercito di ci.rea 40. 000 combattenti, guidati da Pon·òo Telesina. I S. riuscirono persino ad avvicinarsi alle mura di Roma , ma , quando l'Urbe stava per cadere nelle loro mani, giunse a buon punto Silla che li sconfisse a Porta Collina, facendo poscia d istruggere le più forti città dei S. Da allora questi non si riebbero più e restarono d efiniti• varnente sottomessi a Roma. I S . erano un popolo rozzo e semplice, vivente di pastorizia e di agricoltura . I loro paesi erano collegati da una specie d i confederazione, senza esercitare sulla lega una qualsiasi forma di egemonia . La loro arma nazionale era la lancia (sannia); oltre a questa usavano spade dalle forme più variate : ora lunghe fino a 80 cm., ora corte come quelle dei legionari e o lvolta a guisa d i pugnali. Per difesa portavano dei d ischi d i metallo che assicuravano al petto mediante cinghie di cuoio, ed elmi d i varie foggie.

Sanniti (Reggimento delle Due Sic.i lie). V. Reali Sanniti. - Oltre a questo, si costiml un regg. « Sannio » nel 1867, che durò fino al 1799. E un regg. " Cacciatori Reali Sannit i ,, , nel 1800, al comando del ten. col. Power. 51


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Sanniti Casto. Generale, n. a Calvi Risorta nel 1869. Sottot. d i fanteria nel 1890, nel terremoto ìn Calabria nel 1894 meritò la me<l . di bronzo al valor civile. Dopo esser stato in Libia nel 1915, partecipò alla guerra contro l 'Austria. Colonnello nel 1917, comandò i l 210° e poi il 30° fanteria: si segnalò a Pieve di Soligo ove ebbe una med. d)argcnto. }kl 1920, al coniando <lell'86°, fu in Albania e vi meritò una mcd . d ì bronzo . In P. A . S. poco dopo, passò nella riserva nel 1931 e fu promosso generale <li brigata. P,-ima guerra Itmnitica (343-341 a. C.). La 111trom1Ss1one dei Romani nelle vicende pnl itiche che agitavano Capua, determinò lo scopp io d i una guerra con i Sarrniti. Questi ultin1i minacciavano i Capuani, che ricorsero per aiuti a Roma. Il Senato romano inviò in Campania dne eserciti. Uno d i questi , guidato dal console Valerio Corvo, si d iresse verso Capua per liberarla dalla minaccia dei Sanniti; l'altro mirò invece a raggiungere il Sannio per tagliare la via ai soccorsi che di là potevano venire agli assedianti di Capua. Valerio Corvo fu dappr ima incalzato fin cont ro il monte Corvara, ma qui tenne tesca al nemico e ne ebbe ragione. I Sanniti si ritirarono verso Ca ncello , dove furono ragg iunti e

nuovamente battut i. La strada d i Capua era

libera ed i l console vi entrò trionfante. Cornelio Cosso, che guidava l'altro esercito romano , scendendo con le sue legioni lungo il Voltu rno e girando le montagne che circondano Capua , presso Sant'Agata dei Goti cadde in un'imboscata, da cui lo trasse d'impaccio il tribuno Decio Mure. I due consoli si riun irono allora sotto Capua: mossero contro i Sanniti, che incont rarnno ancora presso Sant'Agarn, ove guadag narono una terza vittoria molto importante, che aprì loro le porte del Sannio. Ma ai Romani non i mportava penetrare in quel paese, come era ormai interesse dei ;,aunili .<li tenervisi asserragliati. Perciò il 342 a . C . trascorse senza importanti vicende militari . Nel 341 aYvennero scaram_uo.;ic lungo .i confini del Sannio, e, sicco me am-

bedue i. contendent i avevano interesse ad interrompere le ostilità, furono intavolate uattative di pace. I Romani, sorpresi dalla ribellione dei Latini, collegati dei Campani, già insoffere nti del dominio di Roma, non <lis<legnarono l'a llean,,a dei Sanniti. A questa prima avvisaglia di lotta fra S:innìti e Romani seguì un periodo di tregua durata qu in -

dici ann i.

Seconda. guerra sannitica (32i· 30~)- I Sanniti avevano posto un forte presidio nella città <l i Napoli, che era rimasto il solo domin io greco nella Ca mpania. I Romani vi avevano posto l'assedio! creando una situazione gr~vc per i wmmerci dei Greci , Roma riuscì a concludere con i Greci d i Napoli un trattato , per il quale, in cambio della cacciata del presidio sannita c . della sottomissione a Roma , erano accordati .agli ellenici tutti i di ritti civili romani. Roma ruscl anche a d istaccare clall 'alleanza dei Sanniti alcune città della Campania situate a sud del Volturno. Le legioni .romane co,ninciarono q·uindi la penetrazione nel territorio sannita, arrivando li no al medio Volturno . Combattendo e saccheggiando il paese , i Romani, negli anni dal 325 al 323, attraversarono tutto il Sann io e penetrarono nel paese dei Vcstìni ed in Puglia. f Sann iti , vistisi paurosa ri1en tc minacciati alle spalle, chiesero pace , ma Roma la rifiu tò loro . La disperazione incitò gli abitaJ1ti del Sannio all 'estrema difesa . Mentre i consoli romani avevano i l campo a Calatia, fra Caserta e l\fa<ldaloni, i Sanniti fecero circolare la voce di accingersi ad asscùiarc fortemente Lucera,

in Pug lia . l consol i Spurio Postum io e T ito Veturio accorsero precipitosamente in aiuto della cit tà, prendendo la via d i Benevento, ma capitarono nell ' imboscarn che passò

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alla storia col nom e d i « Forche Caud ine"· li felice esico del le operazioni sannit iche che condussero alla occupazio ne di L ucera, [ecc ribellare a Roma i Volsci d i Sat ricu rn . Roma allestl un forte esercito e ne aflidò il comando a Lucio Papirio Cursore . Le truouc romane si d ivisero in due coJoo-ne : una J-Jcr la Sabina· ~si diresse verso la costiera

ad riatica, l 'altra penetrò direttamente nel San nio'. Le due colonne avevano però per obbiettivo com une Lucera. La traversata dei Sannio

fu

particolar111cnte difficile ,

tanto

che i Romani d ovettero combattere a più ripre,sc, ma finalmente le due armate si riunirono sotto le mura di L ucera~ che fu assed iata. Dopo di avere baltuto un esercito

di soccorso sannita, la dttii iu presa, e il presidio fu cost retto a sua volta a passare souo il giogo (319 a . C.). Fra il 318 ed il 317 a. C . i Romani condussero le operaz ioni contro gli alleati <lei Sanniti, riuscendo a Jomarc e a sottomettere i Frentani, gli Apuli e i Volsci di Salricum. ~1a .i Sanniti r jusci rono a trovare nuove aderenze nelle città d i Nocera e d i Nola. Sora cacciò il presid io rornano; gli Ausonii insorsero e minacciarono la fol'tezza <l i Calvi. Anche Capua si agitava. Roma in iziò le operazioni nel 314 a. C . te ntando la riconquista di Sora; poi il grosso delle truppe marciò contro Capua. Poco lungi da 9uesta città

i Ro mani s i scontra rono con un esercito san-

nita, che era penetrato in Carnpanfa per soccorrere gli alleat i. I Sanniti furono ha rtuti cd inseguiti att raverso il Matese, fi no a Bolano, capitale del Sannio, ove i •co nsoli posero il campo (314 a . C.). Dopo aver rioccupata Nola e Fregelle, la guerra langul, ridotra a piccole operuioni d i assedio . Frattanto gli Etruschi , con t ro i quali Roma era in lotta, fu rono battuti, cosicchè i Romani poterono inviare nuove truppe nel Sannio. Il dittatore Papirio Cursore riuscl a battere l'eserc ito sannita (309 a . C.) e Nocera, l'ult ima · al leata dei Sanniti in Campania, fu assed iata cd occupata nel 308. lii aiuto dei Sa.,niti mossero Umbri, Marsi e Peligni, ma troppo ta rdivamente. fl console Rulliano mosse contro gli Ombri, e , superando la resistenza dei Sannit i che cercarono cli trattenerlo, li costrin,c a sottomettersi. Poi sì gettò contro i Peligni e con tro i Marsi, battendoli ambedue. Nel 306 i Sanniti dimostrarono la tenacia dei loro intenti rinnovando la guerra contro Roma ,

che si t rovava impegnata in una lotta mnlto pericolo,a con tro gl i Ern ici, e subito impadronendosi <li So,-a e di Ca latia. Ma Roma riuscì ad aver ragione della ribellione degli Ernici , cosicch/: i Sannit i furono costretti a chiedere ancora una volta la pace. Roma rifiutò, Nuove legioni penetrarono He l Sannio e riuscirono a batlcre presso Boiano

l'esercito sannita facend one prig ioniero lo stesso condottiero, Stazio Cellio, ed occupando la capitale nemica . I San nit i chiesero per la terza volta la pace: questa volta Roma la concedette, offrendo an7.i rniti patti: fu rinnovata l'alleanza conclusa nel 354 a. C . ed estesa a tutti i popoli sabellici (/11arsi, Peligni, Fren tani, Marrucini, Vestini, Piceni, ecc.). Così finì nel 304 a. C . b seconda guerra sannitica , du rata

23 anni.

Tt·rza guen·a sat1r1itica (298-290). La pace fu manten uta per pochi anni , perchè nd 298 a . C. i Sanniti penerrarono im provvlsan1en te jn Lucania per punire queglì abitanti di ave r dato aiuto a i Romani nella precedente guerra . I L ucani fu rono presto battut i e costretti a prestar aiuto nella guerra che i Sanniti si p reparavano a fare contro Roma. Ma Roma, dopo di avere provveduw a ridu rre nuovamente all'obbedienza i Lucani, concentrò tutti gli sforzi contro i Sanniti. Il console P . Dccio Mu re li vinse a Benevento, mentre il console Ru ll iano li vin$e a T iferno. I Sanniti senti·rono la necessità d i una più stre tta cooperazione con

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gJi ELruschi, che con temporanearncntc si trovavano in g uerra con .i Ro111ani> e perciò mandarono loro soccorsi. Furono costituiti tre eserciti sanniti : uno rimase a d ifesa del pacsc i un secondo marciò contro la Campan ia, i l tcrw, il più [orte, co ndotto dallo , tesso capo supremo dei Sanniti, Gdlio Egn~zio, arrivò sen1.:a molestia in Etruria, attraverso Ja Marsica e l'Umbria . La sorp resa <l i Roma fu grande, poichè si riteneva che le forze romane, ali 'uopo predisposte, sarebbero bastate ad impedire la riunione delle forze nemiche . I San niti penetrati in Campania riuscirono a conseguire iniziahnente qu.ikhc suc<.:esso, cag-lieg:giando il paese, 1na ben presto i Romani riuscirono a r iprendere il sopravvenco e li batterono a Sen t inun1, riuscendo a rioccupare tutta la Campania. Le kgionì che o peravano nel Sannio ebbe ro invece pdca fortuna, perchè Marco Acil io fu sconfitto presso Luccra nel 294. Subito d opo i Sanniti invasero ancora la Campania. Nel 193 a . C . i Romani, comandati da L. Papirio Cursore , figl io del vincitore d el la seconda guerra, e d a Spu rio Carvilio, vinsero i Sann iti ad Aquilonia (Lacedonia) . ?vi a i vinti non si arresero; animosamente si d ispersero s ui 1n onti, in iziando un~1 feroce guerriglia . La lo tta era così tormentosa, che il Senaro romano si decise a mandare nel Sannio il vecchio Rull:ano, ma le. bande sannite, malgrado l'abilità del condottiero romano, continuarono ad avere il sopravvento sulle legioni romane fi no ;i tutto il 292 a . C . Nel 29, il capo <lei Sanniti Gavio Ponzio fu fatto prigioniero e strangolato. La rcsistcnla dei Sanniti era all'estremo, cosicchè essi chiesero cc.I otten nero da Roma la pace, anche questa vo lta a m iti cond izioni (290 a. C:.). Roma non volle ocCO[Jar nulla del territorio sannitico, bastandole d i dom inare il Sannio con le fiorenti colonie costituite i n Campania e sulla cost iera adriatica.

Sannitiche o Sa1111ite legioni. Il Sannio, nel ,830, d iede g rande n umero <li volo ntari, che riuniti in legioni, cooperavan o efficacemente con_ l'aziu11c d ell'esercito regolare nel regno <li Napoli. Una d i queste legioni sì formò a Pescara il r 4 settembre al comando del col. C urci, e fu impiegata nelle operazioni crassed io <li Civitella dd Tronto. Inviata [JOScia a T era mo fu sciolta i l 4 ma r7.0 1861. Un'altra si costituì a Campobasso per ord ine del Comitato centrale <lei Molise il 2 setten1brc, e ne 3ssuns.e il coman<.:lo il n1agg iorc Dc :F co; essa combatttè i rcazion~ri ad Ariano e fu sciolta nel novembre 186o. Un tcr;,;o corpo non meno meritevole d i r icordo fu q uello organizzato d a Giacomo De Sanct is, col nome di « Battaglione del Sannio ", forn1atosi con due cp. che si era no d istaccate dal la legione D e Feo. Esso fu di valido aiuto al governo provv isorio di Napoli , particolarmen te per combattere la reazione che si era manifestata minacciosa ad lse rnia. 1

San Pantaleo (an t:. Motia) . Com une marittimo della Sicilia, in prov . <!i T rapan i, a sud del 1n on tc Erice, in un· isoletta unita alla terraferma e.la un arg ine. La sua storia è collegata con quella d, Trapani . Fu colon ia <lei Fen ici fino al scc. V a. C ., q uando passò a, Cartaginesi che la tenne ro fino aHa sua d istruz ione. Si ha notizja di guerre sostc11ute dall 'ant,ca Motia con tro Selinunte, con tro Agrigento, c cont ro Dionigi il Vecchio, che, dopo un lungo assed io la p rese nel 397 a . C . A lui la tolse il cartaginese Jmi lcone, il quale rase al suolo la ctttà e costrinse i poch i cittadini superstiti a cercare asilo in Trapani. La qua le aggiunse alle proprie antiche insegne l 'ancora, segno della città commerciale d tstrutta (391 a . C .) . San Paolo (!Jattaglia d,). Così è ch iamata nella Storia mihtare sviacra la battaglia di Arbedo (V.) del 1422,

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pcrchè combatt utasi il 30 giugno, giorno dedicato a quel santo.

San l'aolo . Rimorchiatore a ruote, varato ,n Inghilterra nel 1858. D islocamento tonn . 84, macchine 20 H l'. Apparteneva alla marina ;>ontificia e fu preso dalla flom, italiana nel 1860 in Ancona. Venne radiato nel , 882. San Paolo . Ri morchiatore a elica, en tra!o in servizio nel 1908, radiato nel r923 . San Patrizio (Ordine cavalleresco d,) . Giorgio lii d 'lngh ilterra lu creò, nel r783 , allo scopo d i compensare i merit i dei no bil i irlandesi. t composto d i una sola classe <li cavalieri . San Pellegrino (Colle d,). Passo delle Alpi Cadorine che mette in comunicazio ne la valle <lei Cor<levole (P iave) con q uel la dcli' Avisio (Adige) . L a rotabile da Ce11een ,g he r iOrdine di S. Patrizio sale la valle del Torrente Biois stno ;:i Falcade ove div iene carra reccia ; quindi passa il va lico a 1910 m et ri e scende nel la va!Je San Pellegrino, do nde , lungo il torrente rnnonirno, ragg iun ge a Moena la rotabile d i Val <l i Fassa. Assai miglior.ara con n 1ano <l'opera n1ihrnrc durante la g uerra Mo n~ d ialc, questa comunicazione che aveva magg iore :im# porta nza quando il confine italo-austriaco seguiva la d ispiuviale tra Cor dcvole e J\visio ebbe funzione notevole durante le opcrazio n, d i montagna svoltesi dal maggio 1915 all 'o ttobre 191 7 sulla fronte della 4• armata italiana . Oggi ha im portanz.a ,1uasi esclusivamente locale e con la str ada del Passo d i Vallès (Val T ravig nolo) segna una via inter media con funzione sussid iaria tra le d ue "ran<l i rotabili delle Dolom iti (Passi <li Falzàrego e Pordo i) <>e d i S . Martino di Castrozza (Passo <l i .Rollc) che congiungono l'alto e med io Piave col medio Adige.

San Pellegri110 (Passo d,) . Valico dell'Appennino ToscoEmi liano che m ette in comunicazione il bacino del Serchio con quello <lcl Panàro. L a rotabile <la Casteln11·o vo di Garfagnana ri sale con stretti risvolti la costa mo ntag nosa che , i salda alla d orsale di M. Prado (2054 rn.), rraverso il valico intermedio della Foce d i P crrarossa (n29 rn.) e raggiu nge la d ispluviale al passo d i San Pellegrino (1528 met ri) . Scende quin<l , nella valle della Scoltenna (Panàro) riunendosi con la strada provenien te dal passo dell'Abetone e prosegue per Pav ullo nel F r.ig nano su M odena, se, gucndo j dossi che separano il Paniiro d alla Secchia, La rotabile d i San Pellegrino (Strada d elle Radic,), che ha ne tto ca rattere <ii trasver, alc rispetto all 'allinea1nento tetton ico di f\1 . Casu~, \·lene perciò ad essere un d iretto. raccordo fra il cuore della Garfagnana (alto bacino det Serch io) e la via Em ilia (segmento modenese) e con qucll:t dell'Abetone (Strada de i Giardiòi) raccoglie la viabilità della: Garfagnana e delle piane d i Lucca e di Pescia .

San Pellegrino. Antico ponte presso Ostiglia. So,-presa di Sau Pellegrino (1703). Appartiene alla g uerra per la Successione d i Spag na: scacchiere italiano . li gen . Albcrgotti era il 9 giugno con 800 fanti cd 800 cavalli francesi a F ina le sul Panaro; .r espinto dagli avamposti irnpcr i,d i il 10, si accampò p resso il ponte <li San Pellegrino (sopra un canale) . Alle <llle del ma nino g li g iungeva l'ord ine d i tornare a Finale. F rattanto il gcn . Stahrembcrg aveva concentrato TI bgl. , 10 cp. di granaticr,, 1200 ca-


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valier i e r 2 cannoni per attaccare d i sorpresa i Francesi a S. P. Nel cuore della notte, ali ' improvviso scoppiarono fucilate . Erano i granatieri imperiali, che, taciti e non visti, avvicinatisi ai campo nc1nico, v'irrompevano a tutta

corsa cacciando dinanzi a loro le guard ie sorprese. lo sgomento e la confusione suscitat i da q ucll 'attacco repe[)tino crebbero a ncora allorchè, pochi minuti dopo, sopragg iuoscro a briglia sciolta i corazzieri imperiali colle spade in p ugno . La cavalleria francese resistette al pr imo urto degli squadroni imperiali, ma un secondo impetuoso attacco la sbaragl iò e mise in fuga . In q uel mome nto giungeva un soccorso ai F rancesi. Er a il gen . dc M urcey che, ud ite le fucilate, accorreva con 1000 fanti e 8oé> cavall i. Ma g ià le truppe dell'Albergotti erano rotte e fuggivano alla sbanda ta verso F inale. I sopraggiunti non poterono reggere ali 'urto della cavalleria imperiale ; furono sbaragliati anch ·e~si e si ritirarono disordinati, la m::1ggior 1.1arte verso San fe lice. GI 'imperiali ebbero soltamo una ci11quantina d i u. d i }Jerdita: le perdite dei Francesi ascesero a çirca 600 uom ini fra morti, fe riti e prig ion ieri .

San Pietro (!sola d1). Si t rova al sud-ovest della Sardegna, a pochi K,n . dalla costa: superfic ie 51,97 Kmq. , abitant i 6500. F u soggetta alle invasioni dei Barbareschi . Rim ase per lungo tempo d isabitata, fìnchè i l sno proprietar io, il d uca d i S. P., vi trasportò i Genovesi dell'isola di Tabarea; su ll a costa d'Africa, molestat i d al bey d i T uni si . Nel 1736 Agost ino Tagliafìco costruì sul! 'altura , in

essere primi a fare bottino . ·Furono fa lti sch iavi r6o m usulmani e vennero liberati r oo cristiani, con la perdita d i circa 60 marinai e sol-dati italiani . San l'ietro/ Grido d i guerra dei Sassoni nel med io evo.

San Pietro. Rimorchiatore del la marina da guerra pontificia, in legno, de l dislocamento di 700 tOll!l . Fu preso <falla flotta italiana nel 1860 in Ancona. Affoodò a Rod i nel 1862. Sa11 Pietro. Rimorchiatore della marina da guerra pomi/icia, costruito in Inghilterra e preso d alla flotta i taliana a Civ itavecchia nel 1870. D islocamento tonn . IJO; macch ine H l' . 40. Fu radiato nel 1875. San Pietro. R imorchiatore d i 92 tonnellate, entrato in servizio nel 1908, rad iato nel 19r4. San Pietro. Rimorch iatore, varato a Venezia nel r9r 7; dislocarnen.to tonnellate 108; lungo m. 25,30 largo 1n. 5, ro ; apparato motore cavalli 200, velocità miglia 9. Personale <l 1arma rnen lo 8 uomini. San Pietro e Sa11 Paolo (Ordini dt) . Creati nel sec. X VI: il primo nel 1520 d a papa Leone X, i l secondo nel 1537 da papa P ablo III, il q uale li fuse insieme nel 1538. Il loro scopo fu quello d i cost ituire u na milizia per la d ifesa delle . coste d ello Stato cont ro g li attacch i dei Turch i . D urarono solo per quel secolo. San Pietro (Battaglia) . V. Parma .

m eL.zo ali 'iso la , una fortezza, che in seguito p rese il no m e

d i Carloforte, da Carlo Eman uele ll l d i Savoia, il g uale vi stabilì una piccola g uarnigione. D a quell'epoca le vicende dell 'isola di S. P. si immedesimarono con quelle d i Carloforte (V.) unico suo centro abitato.

Combattime,,to navale presso San Pietro (1624). Appartiene alla g uerra contro i Barbareschi . Ottavio Bar bolani d a Mo ntauto, am mir . toscano, con q uattro galere , Pimentel comandalltc d i otto galere di Nap oli, e Alessand ro Filicaia con t re pontificie, il 12 settembre 1624 partirono da Portoferraio d ir igendosi verso l'isola d i S. l'. JJer dare la caccia al pira ta Assa n Agà, il quale con sei navi corseggiava le coste del Med iterraneo occid entale . Il r 0 ottobre, sul far del la sera, trovarono presso S. P . Assan fermo pc, bonaccia, con un vascello da 50 cannoni, due petacchi da JO e due ,•ascclli fiamminghi da lui catturati, All'alba d el g io rno segue11tc, a segnale del Pimcntel che aveva assunto il coinando supremo, le galere c ristiane si stri nsero contro la nave avversaria ancora immobile ; la capitana d i N apoli la in vestì con violenza e i d ue legni rimasero si-rettamente congiunti . Ne seguì una m ischia feroce. Il Pimentel cadde mortalmente ferito e prim a d i morire ing iunse ai suoi d i o bbed ire al Montauto. Q uesti allora , perdurando la cal rna del vento e la immobilità del vascello, s'a l16ntanò con le galere, inseguì i pctacchi fuggenti e li Jlrese; r ipose in potere dei Fiamminghi i lo rò navigli e qu indi ordinò a tutti d i sparare ca nnoni carichi d i catene contro l'alberatura del corsaro, per farla cadere. Quando tutta l 'attrezzatura fu abbattuta. Assa n fece segnale d i volersi ar·re nderc; ma il Montauto, temendo inganni, v ietb

a l utti d i avvicinarsi e continuò a spa rare . La sua prudenza fu la salute della squadra toscana, perchè il pi rata, prima d i salvarsi a n uoto, aveva fatto ap piccare il fuoco, con la miccia, alla_ " santa barbara », pei' cui p ochi istanti dopo il vascello saltava in aria, con morte non solo d i moltissim i pira ti, ma d i non pochi Napoletani , i quali, d isobbedendo, si era no arrampicati sulla nave nemica, per

San Polo. d' Enza in Caviano (an t. San Paul,: Cartmm, e poi Cavilltmo). Comune in prov . d i Reggio Emilia, sulla d r. dell'Enza . Aveva una rocca d istrutta dagli Imper iali d urante la g uerra per la Successioue d i Spagna e ricostrui ta dai G hcrardini cui era stato concesso in feudo. Notevole stazione preistorica , e bbe importanza anche durante il periodo romano. D urante la lotta fra E nrico IV e la Chiesa, l'imperatore, prima d i tornare in Germ ania, ,,olle vendicarsi della contessa M atilde e, radunato a Reggio un forte csacito , si d i resse verso S. P., vicino al q uale si scontrò con le milizie della conte-ssa Matilde , ma dopo una fu ribond a lotta le sue truppe vennero messe in fuga . Nel 1297 il borgo fu preso da i Parm igiani , e il 22 giugno del 1.335 N iccolò Fogliali: ne imp ad ronì in nome di Giovan ni di Boemia . Nel 1372 lo prese Bernabò Visconti ; in seguito, d urante la ribellione di Reggio, fu occupato dal marchese N icolò d'Este, signore d i Modena e d i Ferrara. Nel r 5 20 venne devastato dalle lruppc di Carlo V . Nel 1707 la sua rocca venne rovinata dagli Im per ial i d i E ugenio d i Savoia. San Procolo. Ponte della via Emilia, sul Sen io , presso Castel Bo lognese.

I. Com battimento di San Procolo ( 1275). I Ghibellini della famiglia L ambertaz:,:i, cacc iati d a Bologna, si erano rifugiati a Faenza, e di qu i eccitavano sempre nuove i ni, m icizie contro la !)atria. Indignati d i ciò i Bolognesi ese- ' g uirono una sped izione contro i Faentini . Questi annarono le loro milizit si un iro no ai L arnbertazzi e si scontwrono coi nemici al ponte di S . P . La battaglia durò a lungo con esito incerto, ma infine i Bolognesi fu ro no sconfitti e dovettero ritirarsi precipitosamente. II. Combattimento di San. Procolo ( 1275). Nello stesso anno , pochi mesi dopo , i Bolognesi scesero n uovamente in campo, aiutati dalle m ili:<ie d i P arma, Modena, Reggio e Ferrara . Il com ando dell'esercito collegato venne dato a Malatesta da Verucch io, il q uale ai primi d i giugno m arciò


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contro i Faent ini che frattanto si erano alleat i a Fo rlì e si erano posti sotto il comando d i Guido di Montefeltro. Il Malatesta si diresse al ponte d i S. P ., da cui comiuciò a dare il g uasto al territorio intorno . Al lora, il 13 giug,10, il Mon tefeltro venne ad incont rarlo cd il combattimeuto si accese subito accanitissimo. I Faentini si erano posti alle ali con i fuo rusciti bologne.<i e subito al p rimo assalto ributtarono la cavalleria nemica che avevano di fronte e la inseguirono. Frattanto il centro, composto d i fanteria, cedeva davanti al le mi lizie forlivesi e abbandonava il campo. Solo 4000 di essi si stringevano atto rno al Carroccio , ma infine vi veniv~no fatti prigionieri . l Bolognesi lasciava no oltre 3 0 0 0 u. su l campo e perdevano un gran numero d i prigionieri, i carriaggi e t<Htc le loro provviste.

San Quintino. V. Saint-Quentin . San Regolo. Frazione del comune d i Gaiole in Chianti , in prov. d i Siena. Ebbe un castello che fu oggetto di contese fra i Pisani e j Fiorentini, e q uindi venne spesso assalito e preso dalle due parti. Battaglia di San N.egolo (22 maggio 1498). F u combattuta nella valletta d el la Conella, sottostante al paese, fra i Pi sani con gli alleati vcnczìani e cornand ati da lacopo Savorgnaf}O e Tommaso Zc n J, e i Fiorentini. Questi ultirni che erano sotto il comando d i Rinuccio e Guglielmo de · Pazz.i, furono sconfitti e doveuero ritirarsi , lasciando sul terreno 250 morti. 1

San Remo (ant. Mt1tutia e Villa Matutiana). Comune in prov. di Imperia . Aveva un antico castello, detto di S. Costanzo, e un a robusta cerchia d i mura 'che i Gena• vesi atterrarono ne l I753 , dopo di a,•er presa la città. In questa occasione costruirono, all'ingresso del nuovo molo del porto, un forte per tenere a freno la città. Il porto era protetto da d ue moli, su ciascuno dei quali sorgevano d ue torrioni: ali "ingresso d i quello occ identale era stato costruito un fortino, mentre sulla riva e rano piazz ate al-

cune batterie. Queste opere nel 1746 e.-ano munite d i 21 cannoni, che i F rancesi e gli Spagn uoli tolsero nella loro ritirata dopo la battag lia di Piacenza . L'an tica Villa Matutiana fu distrutta nel I'851 o nell '891 dai Saraceni ; i suoi abitanti si r ifugiarono sul colle dom inante l 'od ierna città, e vi cost ruirono un castello, det to poi d i S. R ., che nel 1 1 10 entrò a far parte della Compagna d i Genova. Nel r,319 il borgo fu preso d alle t ruppe d i re R obeno d i Napoli, comandate tla Giovann i Manzella, ma esso si era g ià dato a Genova a cui tornò poco dopo. N el 1361 la repubblica genovese riconobbe l'autonomia dd comune d i S . R., i cui abitanti nel 1544 respinsero vittor iosamente il Barbarossa che Jssedia,;a N izza . Ma, w rnato all 'assalto, furono costretti a chiudersi nel castello, mentre il nemico saccheggiava la città bassa . Nel 1625,. assalita per mare e per terra dai galeoni francesi e d alle truppe del duca cli Savoia, fu costretta ad arrende rsi . li 30 settembre del 1745 comparve in vista d i S. R la squadra inglese inviata contro la repubblica di Genova per l ' impresa del Finale, e che aveva invano bombarda to Savona e altri luoghi. L a disg raz,iata c ittà, che era allora soltanto « convenz ionata >>

di Genova, fu bombar{latn d all 'ammir. inglese, che fece scagli are su d i essa 1200 palle d a cannone e 400 bombe.

I. Presa di San Remo (1753). Avvenne jn seguito a una contesa fra gli abitant i della città e quelli ciel sobborgo alto. Questi ultimi si d iedero a Genov a che vi mandò, sotto il comalldo del marcl1cse Agostino Pinelli, 3 galere e alcuni t rasporti carichi di truppe . L a città, ind ignata per il tradimento, rifiutò d i aprire le porte , e i l Pinelli la

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fece bombardare. All 'indomani, contando sull 'efficacia del suo bombardamento, fece sbarcare le sue t ruppe a Pietralunga: ad esse si unirono gli abitanti d el sobborgo alto e nume rosi arn1ati g iunti dalle terre viciue. Ord inato l 'as~

salto, i Sanremesi si (lifesero accanitamen te per ben 5 ore, finchè i l Pind!i, faua suonare la ritirata, ch iese e ottenne una sospensione d i anni, per seppellire i morti e raccogl iere i feriti. Poi, prima che finisse l'armist izio, fu con• eluso un accordo fra assedianti e d ifensori. Ma i primi, entrati nella città, non m antennero i patti e le imposero gravosi lri.buli. Il . Convegno di San Remo (19-26 aprile 1920). Tenuto fra Italia, Inghi lterra , Giappone, Grecia, Stati Uniti· e Francia , per decidere sulle sorti della Tu rchia, che ve nne in gran parte d ivisa fra le Potenze vittoriose. Alla Grecia . toccarono la T racia e Sm irne; all'Itrghilrerra la Palestina e la Mesopotamia; alla Fra ncia la Sir ia ; all'Ilalia una vasta zona d"iniluenza commerciale nell'/\n ato!ia con J\dana e il bacino carbonifero d i Eraclea. Nel Convegno si stabilirono inoltre l'indipendenza d cli ' Armenia e la libertà degli Stretti sotto il cont rollo m ilila re anglo-franco-italiano.

San Roque. Ci ttà della Spagna , in prov. di Cadice. l'resa del campo di San Roque (r8n). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Il m aresc. Soult , informato che il gcn . Ballestrcros occupava, con tutto i l suo corpo, il campo di S. R. allo scopo dì molestare la sr. degli ac• cantonamcnt i del I C. d 'A. francese d avanti a Cadice, risolvette <li sbarazzarsi d 'un avversario tanto incomodo. A tale scopo fece partire dal campo d i Cadice due colonne, d i cui d iede il comando ai generali Marrais e Semclé, cbe r icevettero l'ordine d i marciare d irettamente sulla posiz ione di S. R . mentre il gen . Godinot , alla testa <li una terza colon na si sarebbe avanzato da al tr a parte nella stessa direzione. li mov imento fu eseguito con precisione: le t re colonne, giunte davant i al campo d i Ballestreros, si dispo• · sera per un attacco simultaneo. l! generale spagnuolo riuscì però a sgombrare d ucanre la uorce , rit irandosi sotto la protezione del cannor_,e di Gibilterra.

San Salvatore di Montreal (Ordine cavalleresco di). Il re d i Castiglia e Leone, Alfonso VII, affidò nel xr21 la difesa della città di Montreal, d a lui edificata, ai cavalieri del Tempio; ma quando quest' Ord ine fu soppresso , Alfonso XI, nel 1312, creò l'ordine militare sopra detto, avente per iscopo quello della cacciata dei Mori dalla Spagna. La regola ad ottata da questi cavalieri era la medesi ma d i quella dei Templari; l'ord ine scompar"e dopo la cacciata dei Mori. San Salvi. Anlico monastero dei sobborghi di Fire nze . Nel rn62 venne assalito dal vescovo simoniaco di Firenze, il q uale lo prese d opo aspra resistenza e lo m ise a ferro e fuoco. Nel 13u fu danneggiato dalle trnppe di En• rico VII , e nel 1529 d agli l mperiali assedianti Firenze., Combattimento di San Salvi (11 febbraio 1530). Appartiene a ll'assedio d ì Firenze e fu combattuto fra J\nguillotto da l'isa', capitano delle milizie fiorentine, e il nnpoletano Ferrante Vitelli, condoniero imperiale. Il primo era uscito da Porta Croce per scortare degli app rovvigionatori, ma ud piccolo p iano clavanci a S . S ., si scontrò con gli lm • pe riali e venne sconfiuo, rimanendo sul terreno con la maggior parte dei suoi.

Sans Culottes (Senztt brache) . Nome dato dagli aristocratici, in segno di d isprezzo, alla plebe parigina, che


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issò, nelle diinostrazioni rivoluzionarie del 1793 , brache lacere soprn le picche. J soldati del la rivoluzione fecero proprio fieramente il nome che era stato loro dato in segno d, disprezzo. - Auacco del campo dei « Sa11s Culoues • (1794). V. Sai11t-fean-de-Luz.

San Sebastiano. Città marittima fortific:,ta della Spagna ,cttcmrionale, capoi. della prov. di Guipuzcoa, sopra un isolotto del golfo di Guascogna, congiunto con un ponte alla terra. Fu piazzaforte importante !)rc,so le frontiere. I Francesi la presero nel r7 r9, ne! 1794 e nel 1808.

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Il 13 luglio comparvero u na divis . inglese e due brigate portoghesi, agli ordini del Graharn. Durame la none dal 13 al 14 furono alzare due batterie contro il convento e la ridotta di San Bartolomeo; come pure altre batterie furono cominciate ~ullc du ne della riva tir. dell 'Urumc,1, armate poi con 32 bocche da fuoco . Il r5 gli Alleati vollero prendere di viva forza le posizioni esterne. Tre colonne si lanciarono contro la ridotta e il convento, ma vennero respinte con perd ite considerevoli ; tuttavia quelle opere , battute con grosse artiglierie, non furono pili tenibili e ven -

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Assedio di San Sebasliano (1813)

I. Assrdio di Su11 Sebastiano (1813). Appartiene alle guerre dcll"i ,npem francese. Negli ultim i gio ,·ni di giugno la città venne strcu:,menre bloccata dagli Anglo-ispauu-porroghesi in numero di 5.000, al comando del gen. Graham. La guarnigione, agli ordini del gcn. Rcy, s1 componeva d, 3200 u. con 76 bocche da fuoco. Una d ivis. spagm,oln, precedendo l'esercito inglese, apparve il 28 giugno davanti alla piazzaforte e ,ubito aprì con le sue artiglierie una brt·ccia nelle mura del convento di San Bartolomeo, situato all'esterno del sobborgo, a ll 'ingresso della penisola d 1c un isce la città al continente. I Francesi respinsero un assalto tentato poco dopo, e g li Spagnuoli non insistettero.

nero abbandonate. L ·occupuionc di San Bartolomeo mise si r Craham in condizione d i piantare ba tterie potent i che in breve aprirono una breccia giudicata praticabile. Il 25, al momento della bassa marca, gli assedianti diedero un attacco generale su tre punti differenti. La lotta fu assai aspra e sanguino,a, ma il generale inglese fu costretto alla ritirata dopo di avere perduto 2000 u., mentre lievi erano stare le perdite dei Francesi. 11 27 luglio gli assediati fecero una soruta che ,·enne respinta. Dopo questo giorno l'assedi,> fu convertito in blocco. li 2 1 agosto sir Graham ricevette , lall 'Jngliiltcrra un grosso parco d 'artiglieria, e ben presto formidabili batterie coronarono le alture che


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circondano S. S. li 26 agosto più di JOO bocche da fuoco cominciarono il bombardamento della città, che durò sei giorni consecUl ivi . L"cnorme superiorità d'artiglieria degli Inglesi ebbe prnntamcntc ragione <lc llc batterie <kgli assediati che il 30 cc,.arono il fuoco. li 31, 1200 u. di 1,·uppc scelte, che \Vcllington aveva distaccato dalla ,ua armata, si lanciarono risoh1tamcntc per la parte diroccata del le mura di levante, dove i Francesi fecero brillare una potente mina che fece saltare un buon numero di Inglesi. Tre colonne succcssi,·e vennero distrutte in questo punto assai SI retto che i Francesi battevano a mitraglia. ()ucsrn lotta ostinata durava da ol tre tre ore quando un formidabile scoppio. avvenuto nelle munizioni dei Francesi, mise fuori combanimcn to la maggior parte dei <lifonsori. 11 nemico approfittò del disorciinc causato dall'esplosione e rinnovò i suoi attacchi . Le perdi1c subite e la distru?.ione delle munizioni misero il gen . Rey in condizioni di 110n poter più continuare la resistenz:i, e fu ordinala lo ritirata dentro !.1 cittadella, che, percossa incessantemente, il giorno 8 seuembre era rido1ta un cumulo di ro,•ine. Allora il gcn. Rey si decise a capitolare. L'S settembre gli Inglesi presero possesso <le i forte : i Frn ncesi, da .3200 r idN ti a 1836. fra cui 5 12 feriti, uscirono con gli onori di guerra. • 8ooo Anglo-portoghesi erano stati messi fuori comba1ti mento nell'assedio, dura10 73 giorni. Il. Temarivo di soccorrere San Sebastiano (1813). Durante l'assedio sopra descrilto, il marcsc. Soult, nella nolte ,131 30 al 31 ,1gostG , inviè, verso la bassa Bidassoa una forte colonna composta delle divis. Foy. Lamaninièrc e :\{ancune, souo gli ordini Jel generale Reillc; un'altra CO· lonna, composta delle divis. Taupin, Vandermaesen, d' Armagnac e Marnnsin , si riunì d2v:1nti ad Ascain, ~Otl<J jl comando del generale Clauscl; questi due corpi erano sostenuti dalla risçrva, comandata dal _gcn. Villatc, collocata al centro, mentre la d ivis. Conrou.~ guardava gli sbocchi di Sarre, e quel la del gcn . Abbé era disloca ta a Urdach a monte della Nivellc. J.a mattina del ,, , sul far del giorno, le colonne della "· e del centro pa,sarono 13 Bidassoa cd attaccarono il nemico, facendo sforzi ostinat i per prendere la sua posizione di San Marziale (da cui ebbe nome questo combattimento). Da parte sua Wellington, il <1ua le era staro avvertito a tempo dell'attacco progettato. aveva mandato rinforzi alle linee che proteggevano gli assedianti, e conlcmporancamcme aveva fano prendere I 'offensiva al corpo inglese contrappoMo alle divis. Omroux e 1\hbé, per attirare su questo punto l 'attenzione del maresc. francese. Gli au acchi dei general i Rcille e Villate sul centro delb liaea anglo-portoghese, non essendo riusciti, il maresc. Soult si decise a ordinare la ritirata, rinunciando a soccorrere San Sebastiano.

San Secondo d i Pinerolo. Comune in prov. di Pinerolo. bagnato dal Chisonc. Fu abitato anche nei tempi romani. 11 17 aprile 1686 presso la sua frnione della Mirandola avvenne un cc,mbauimento tra i Francesi e i Piemontesi. Artacco di St111 St·co11do (18 maggio 165j). l"'u dato dai Valdc,i, i quali assalirono la terra, riunendo poi i loro sforzi contro la rocca, ove scoppiò ,I magazzino delle polveri, aprendo una larga breccia. Due cp. piemontesi che vi erano di presidio vennero massacrate e la stessa S(>rtc incontrò un forte gruppo di abitanti armati che erano inter\'Cnuti contro gli attaccanti. Ma subito dopo questi. soprag-giume altre tru!>pc e ,litri armati, furono respinti e si ritirarono dopo d i aver bruciato la chiesa e molte case.

San Sepolcro (ant. Borgo San Sepolcro). Comune in pro\', di Arezzo, sulla sr. del Tevere. A\'cva una buona rocc.1, a cui lavorarono fra altri Giuliano da Sangallo e G iova nni Francesco Cant;iga llina, per i Malatesta . La rocca venne rafforzata poi dai Medici. Fin da antico godctLc privilegi; si alleò in seguito agli Aretini, ma nel 1301 questi u ltimi, eletto podestà Uguccione della Faggiuola, ruppero la lega e assoggettarono l 'alleata. Nel 1328 Roberto Ta rlati di Pietramala pose l'assedio a S. S. e lo prese. ma c,nquc anni dopo i cittadini, stanchi della sua tirannia, si allea rono ai Perugini e lo cacciarono. Nel 1351 il Tarlati rient rò in città per tradimento, ma alla morie di Giovanni Visconti si ritirò. Poco dopo :,.;eri della Faggiuola prese S. S. e vi rimase 18 mesi: il figlio, successogli nel governo,

La fonczza di S•n Sepolcro

venne scacciato e, tentnndo di r itornare alla testa delle , ue milizie. fu respinto definitivamente. Duranlc queste Ione fra i Pictranrnla e i Faggiuola le mura di S. S. erano andate in rov ina e nel i 353, al la pace .fra Firenze e il Visco11ti, questi ordint\ al Tarlati di farle riedificare. In seguito appartenne al Fortebraccio. Nel 1359 per una violenta scossa di terre moto gli abitanti fuggirono di città, e i castellani dei dintorni ne approfinarono per impadl'O· nir;ene restandovi per ben nove anni . Yla il 5 giugno del 13;0 gli uomini di S. S. assecharono la rocca per otto giorni, la presero e ;cacciarono i nobili . Passò poi ai Malaresta che salvo una breve in terruzione la tennero fino al IHI, anni in cui, sconfitti da papa Eugenio IV, dovc1tero cederla a Firenze, della quale seguì le sorti. Socco Co,imo I fu ~luramentc trattata dal governatore Scrristori, e ,lilaniaia dalle discordie interne.

San Severino Marche (ant. Septemped,1). Comune in prov. di Macerata, sulla dr. del Potenza. Fu colooin rnmana, distrutta dai Goti <li Totila; i suoi abitami ripararono sopra un colle vicino do,c ,orse la borgata che ebbe un castello e fo cinta di mura con parecchie porte. Apparl(·nne quasi sempre :illa Chiesa. Nella p rima metà ciel XV secolo Francesco Sforza occupò la Marca e il ul <liccrnbre 1433 Mipulò una convenzione con S. S .. alla quale promise di mantenere t,mi i privilegi, statuti e concessioni. Egli ne fece una dcli,· sue piazze princip,1li, affidandola al fratello Alessandro. Gli Sforza la perdeuero, ma dopo la villoria di Mon1olmo ne ridivennero p3droni, tenendola fi no al J +l5· :urno in cui g li abitami si ribellarono e si diedero all a Chiesa con J,-. convenzione cli Tolentinn. Nel 1501 S. S. riuM:Ì a respingere un attacco di Giovanni Maria Varano, sig-nore di Camerino . Nel 1517 Francesco Maria della Rovere la assalì, ma poi strinse con gli abitanti una


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convenz ione per cui si ritirò ricevendo 1000 ducati, TO b:1ri li di polvere e stoffe preziose. Fu in seguito dilaniata da discordie imestine fra · le potenti famiglie <lei Gentili e elci Caccialupi, i quali fecero pace ,olo nel 1543, nella chiesa principale di S. S., per l'intervento del governatore dell a Marca Odcscalchi .

Quest' ultima cercò e trovò alleati, e r iusd ad evitare l'intervento della detta compagnia, mediante lo sborso di 1200 fiorini d'oro pagati all'Acuto, il quale r imase 1,clle Romagne dove crasi diretto per marciare contro Firenze.

Assedio di San Severino (r426). 11 pontefice :\fartino IV, irritato contro il signore d i S. S., Antonio Smeducci, gli mandò contro il suo capitaJ'lo Giacomo Caldora con T500 cavalli. Ad essi si riunirono 500 u. di Fermo guidati da Ludovico Migl iorati, e mil izie arruolare nelle Marche da Pietro della Colonna. I cittadini si difesero disperatamente, ma il 19 giugno, d opo 15 g iorni d'assed io, gli attaccanti entrarono in città al g rido di « Viva la Chiesa, morte al tiranno » e vi commisero orribili saccheggi e devastazioni. Lo Smcducci si rifug iò nella rocca coi suoi, ma fu preso e mandato in perpetuo esilio.

Santa Anna (At11011io Lopez de) . Generale messicano (1797-T876). Nel 18ir partecipò alla ribellione del Messico contro la Spagna; riportò varie vittorie ed ebbe il grado di brigad iere generale. Nel 18~8 intervenne nella lotta tra i cl uc presidenti Pcdra7.?.a e Guerrero quale partigiano di quest'ultimo il quale gli affidò il comando in capo dcll 'escrcito; nel 1833 fu nominato p re.~idente dell a repubbl ica Nel 1838, difendendo Vcra-Cruz contro i rranccsi, perdette una gamba; nel 1847 comandò le for ze messicane contro l 'cscrcito degli Stati Uniti che lo vinsero in varie bauaglie. Dittatore a \'ita nel 1852, si unì poi all 'i mperatore Massimi lia no che lo nominò maresc iallo (1866). Co• spirò contro l'imperatore e più tardi, al riwrno della repubblica, conlro il presidente Jamez: (u allora cos1 rctto ad esulare (1867).

Sanscvc1·i110 Roberto. Capitano del scc. XV. Dapprima fu al servizio di Francesco Sforza duca di Milano, e poi di Lodovico il Moro, al qu.1lc nel 1479 consegnò la città di T ortona. Passò poi negli Sta6 del papa e morì nel 1487 combattendo a Calliano sotto le insegne dei Veneziani. Sa11severino Durallle. Capitano del sec. XVI, n. a Napoli, m. ad Avignone (1507-1568). Cornbattè sono Carlo V in Gernrnnia , in Fiandra e nella guerra d'Africa. Ritornato in Europa, partecipò nel 1544 alla battaglia di Ceresolc e salvò Milano dall'occupazione francc,c. Andato in Francia durante le guerre religiose, scgul la parte degli Ugonotti.

Sa11sev,·ri120 Nicola. Genera le italiano , n. di Napoli, al servizio della Spagna. Tenne lungamente il comando del rcgg. d i cavalleria Brabante, a vendolo assunto nel 1718, e partecipò a lle guerre dell'epoca.

San Severo. Comune in prov. di Foggia, fra i torrenti Radicosa e Triolo. Fondato nel medioevo, venne cinto di robuste mura con sette porte mrrite . D istrutto da Pedcrico Il, (u ricostruito cd creuo in princ ipato : appartenne a vari signo:i e anche al papa, linchè seguì le sorti della regione . Presa e saccheggio di San Severo (25 febbraio T799). Appartiene alla lotta dei Francesi per l'occupazione del regno cli N apoli. I Realisti si erano stabiliti in S. S . e i rrancesi ciel gen . Duhesme marciarono contro di essi , insieme a un corpo di napoletani rivoluzionari, guidati dal conte Ettore Carafa di Ruvo. I cittadini si difesero valorosamente, ma i repubblica ni riusci rono a penetrare in città, dove furono costretti a impegnare un altro sanguinoso combattimento con gli abitanti. Dopo una furibonda lotta per le strade, le ultime resistenze furono vinte e i Prancesi diedero al sacco la città. Degli abitanti circa 3000 caddero combattendo; le pecditc francesi non si cono• scono, ma d ovettero certo essere gravi.

San Silvestro. V. Spe,.one d 'ol'o. Sansovino (Francesco). Scrittore militare veneziano del secolo XVI. Sue opere: « An nal i turcheschi »; « I nformazioni della milizia turchesca e degli abiti dei soldati turchi »; « Discorsi intorno alle cose della guerra »; « Origini e fatti delle fomiglie illustri dei pi11 famosi capitani »; ccc. Santa çcompagnia di ventura) . Fu chiamata cosl quella che Giovanni Acuto radunò nel Mantovano, per 1st1gazionc del cardinale di Nocllct, contro la repubblica fiorentina .

Santa Alleanza. V. Parigi LXXXVI e LXXXIX .

Santabarbara. Così è ch iamato il deposito mun1z10ni nelle navi da guerra. La S. è situata nelle par6 più basse e più centrali delle na\'i, per ragioni d i proteLionc, ed è spesso circondata da lam iere robuste e piccole corazze . Trovasi in corrispondenza delle torri che portano i cannoni principali e comunica con queste per mezzo di elevatori che scorrono entro tubi corazzati . .t munita di porte speciali e dispositivi che impcdiscono il propagarsi degli incendi da un locale all 'a ltro. Ha una rete speciale cl i tubature che permette di allagarla con acqua di mare nel più breve tempo possi bile. A nche l'illuminazione elettrica è sisten1ata con spcd:ili norme per evitare corti circuiti . Vi sono sistemati, ncll'inrerno, speciali refrigeratori ad aria fredda per cvitnre che la temperatura si elevi al d isopra dei 25° anche con i caldi cs6vi e nelle zone tropicali. Ve ne sono in generale due, una \'erso prora l'altra \'Crso poppa. Santa Barbara. /\luna presso Estella, nella Spagna. Comba1time11to di Santa Barbara (T873). Appartiene alla guer ra civile di Spagna. Estella, roccaforte dei Carlisti, era minacciata dalle truppe repubbl icane elci Moriones, che avanza,·ano su Puente la Rcyna. li gen . carlista Olio, cui era affidata 13 d ifesa d i Estella, co,, 8 bgl. , 2 sqdr. e una batteria, si apprestò a difendere la città. Egli appostò una parte delle sue truppe sull'altura di S. 8. che si eleva fra l'Arga ed il Salado, declinando verso il punto ove questi due corsi <l'acqua conOuiscono. L 'avanguardia della colonna repubblicana, com andata d:i l Moriones, procedendo alla cicca , si tro\'Ò improvvisamente impegnata il 16 ottobre. I Repubblicani si fermarono, tentennarono, ma non ripiegarono . Moriones, vedendo l 'impossibil ità d i ottenere un successo sicuro avanzando frontalmente, valendosi della superiorità numerica inviò una colonna di circa 4000 uomini a compiere un attacco avvi lup!)antc della posizione di S . n. I Carlisti si ritrassero su uaa posizione immediatamente retrostante, facendo accorrere da Estella nuove truppe. Dopo breve sosta il combauimento si riaccese verso le due del pomeriggio; Morioncs r iprese l'offensiva con 14 bgl., ma pe r l'incertezza e la scarsa disciplina delle sue truppe, e soprauuuo per la tenacia dei difensori, la giornata non gl i (u favorevole. I Carlisti alla baionetta contrattaccarono e co~trinsero i repubblicani a retrocedere, inseguendoli fino a Puentc la Reyna. I Repubblicani per-

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dettero circa 300 uomini. I Carlisti il doppio, ma salvarono Estella <la grave pericolo e d iedero nuova vita e<l ardimento alle bande rivoltose.

Santa Caterina: Villaggio ed altura (m. 300) omonima poco a nord d i Gorizia. Dopo la nostra occupazione della città, nell'agosto r916 le truppe del VI corpo d 'armata tentarono prontamenre d i impadronirsi di q uest'altura, che offriva all'avversario un buon appiglio difensivo; il giorno lI agosto, la 45& d ivis. riusciva, con gr avi sacrifici , ad occupare il paese, ma, bersagliate in p ieno dal1'artiglieria e contrattaccate, le nostre fanterie erano costrette ad a<ldossàrsi all 'orlo del pianoro. N~ migliore sorte ebbero nuovi attacchi della 4" divis . il successivo giorno r4. Q ualche altacco d i vcrsivo fu ancora i nvano tentato dnrante l'ua battaglia dcll 'Ison,;o, ma la collina rimase nelle mani del nemico. Santa Caterina del Monte Sinai (Ordine miiita.-e d,). Verso il ro67 parecchi principi cristian i crearono, sul modello dell'Ordine del Santo Sepolcro, un ordine militare che prese tale nome, per assistere e protegge re i pellegrini. L'Ordine scomparve dopo la conquista dell'impero d'Oriente da parte dei Maomettan i.

Santa Coloma de Gramanet. Borgo della Spagna, in prov . d i Barcellona. Nel 1808 il "cabecilla » Milàns dc

Bosch vi respinse (22 settembre) un attacco d i 2200 Fraacoita liani agli ordini del gen. Angelo Lecl,i .

Combattimento di Santa Coloma (1809) . Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Il gcn . Blakc spiava l'occasione per introdurre soccorsi nella città <li Gerooa, bloccata dai Francesi, e il 28 settembre si era stabilito sulle alture di S. C., occupando il villaggio omonimo. Q uattro sqdr ., spiegati in battaglia davanti al borgo, app0ggiavano la fanteria, che sommava a 6000 u . Il gen . francese Souham avanzò contro la posizione il 29 settembre, ne aggirò la dr. col 420 fanteria per le alture, e la sr. col 3° reggimento, mentre col 1" di fanteria leggera, sostenuto <la uno sqdr. del 24° dragoni, avanzò frontalmente. Un attacco di cavalleria spagnuola venne fel icemente fronteggiato dallo sqdr. del 24° dragoni; subito dopo il , 0 fanteria si impadroniva del villaggio. Poco dopo le altre colonne francesi attaccavano e p rendevano tutte le posizioni degli Spagnuoli , i cui campi furono incendiati, mentre essi si davano alla fuga, avendo perduto r200 u. fra morti e feriti e 300 prigio nieri.

Santacroce (Giorgio). Generale napoletano del sec. XVI. Militò nel regno d i Napoli nel 1507 e nel 1516 fu mast ro di campo della Chiesa. Nel r521 fu generale dcli 'art iglieria sotto Giuliano de' Medici. Santa C,·oce sull'Amo . Comune in prov. d i Pisa, sulla dr . dell'Arno. Nel Xlll secolo era cinta di forti m ura che nel r333 vennero distrutte da una piena del fiiun e: Si resse a comune e nel 1224 strinse alleanza con Firenze , dalla quale successivamente dipese. In seguito fu presa da Castruccio Castracani che la tenne a lungo : indi tornò ai Fiorentin i. Sama Croce Camerina. Comune della Sicilia, i n prov . di Ragusa, sulle rovine dell'ant. ciLtà d i Camarina, che, fondata dai Siracusani, si rese ben presto indipendente. Venne asse<l iata nel 258 a . C. , du rante la prima g uerra Pun ica, dai Romani condotti da l console Aulo Atilio Cala tino, col concorso d i Gerone, re d i Siracusa, il quale prestò ai Romani le macchine d a guerra. La città fu presa, i d ifensori passati a fil d i spada, e gl i abitanti venduti come schiavi .

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Sugli scogli de ll a spiaggia di Cama rina fu gettata da una tempesta una grande flotta romana, condotta dal console Giunio Pullo , nel 249 a . C . Egli si salvò con due sole navi, delle 105 da guerra e 800 da ca rico che conduceva scco, come rinforzo alle truppe romane eh<: assediavano Marsala .

Santa Cruz (Alvarez dc Bazan marchese di). Ammiraglio spagnuolo (1510-1588). Generale delle galere <li Carlo V, d ifese nel 1530 le coste della Spagna conlro i l Barbarossa. Cinque anni dopo fu all'assedio di Tunisi e nel 156, col grado d i am miraglio, soccorse Malta conrro i Turchi . Nel r 57r partecipò alla battaglia di Lepanto e nel 1582 alla guerra <:ontro il Portogallo. Santa Cmz .de Marzenado (Alvarez, marc!u:se di). Gener ale spag n,u olo, m . nel 1732. Combattè per Filippo V nella Spagna e in Sicilia e fu ambasciatore di Spagna a Torino e a Parig i. Rin1ase ucciso ad Orano, di cui e ra g ovcrna-

rorc, dagli Arabi che avevano attaccato la città . Lasciò va rie opere, fra cui le. R Rillessioni m ilitari >> .

Santa Cruz di Tenerifja . Città dell'is<.!a d i Teneri/fa, capo!. delle Can ar ie . Possiede un vecchio castello.

I. Attacco di Sani" Cruz di Teneriffa (1657). Appartiene alla guerra tra Spagna e lnghiltcrr:i. L'ammir. Blakc , infonnato che una squ.:-id rn spagnuola d i scclici navi, con

ricco carico, erasi rifogiaca nella baia d i S. C. d i Tcncriffa, andò ad assalirla il 20 aprile ,e Ja t rovò bene disposta a difesa, p rotetta da un forte e da altre batterie di costa. L'ammir . spagnuolo Diego D iaqucs aveva fatto ormeggiare a terra le navi più piccole e imbo,,zare le grandi in linea serrata verso la bocca della baia. Blake, favorito dal vento, si gettò sul nemico e lo tempestò di cannonate finchè gli Spagnuoli non furono costretti ad abbandonare le loro navi in preda alle fiamme. Anche gli l nglesi riporta rono grav i danni, ma poterono sourars i al fuoco delle fortificazioni terrestri approfittando del vento che si era cambia to .

Il. Atutcco di San.ta Cruz di Tenerifja ( 1797). Appartiene alle guerre della Repubblica francese. Vammir. N elson , il 15 luglio, corr quattro vascelli e tre fregate comparve presso l'isola, e tentò uno sbarco che fallì per la vigilanza degli Spagnuoli. Allora Nelson conce~ì il d isegno audace d i farne un altro nel porto stesso, sperando d i cogliere i nem ici alla sprovvista . La notte del 24 luglio , buia e piovosa, imbarcatosi con un m igliaio d i uomini sulle lancie e sul cuuer <t Fox » , era g ià pervenuto a mezzo Li ro di

cannone dal porto, quando, dato l 'allarme, le batterie comincia rono il fuoco. li « Fox », colpito alla linea d'immersione, colè, a picco e degli uom ini che nvcva a bordo

9ì affogarono; con tuttociò Nelson, animati i suoì rcn1atori, si avanz ò e stava per impugnare la spada e saltare a terra, allorchè una palla lo colpì al gomito, per cui dovette essere trasportato sul suo vascello. U capitano Tronbridgc contin uò 1·assalto e penetrò in città, tna, accerchiarn dai nemici, si arrese. Gli Spagnuoli lo rimand arono generosamente a bordo con nitti , suoi, stipulando però con gli Inglesi una convenzione con la quale questi si impegnavano a non assalire più alcuna delle isole Canarie.

Sant'Agata (Ordine equestre d,) . Fu iscituito nel 1923, dal Consiglio della Repubblica d i San Marino, quale segno d i riconoscenza. verso

i c ittadini stranieri c he si rendano

benemerit i della reoubbl ica. L'ordine è composto d i quattro g ra<li : grande -ufficiale, conunendato~e, cavaliere ufli cialc e cavaliere.


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Sani' Agata de' Goti (anr. Saticula). Comune in prov. d i Benevento, già città forte dei Sanniti. Presa dai Romani, la fecero municipio nel 314 a . C . e da allora restò loro fedele. Non si conosce l 'epoca della sua distruzione . Riedificata ne! secolo VI, Ieee parte del ducato di Benevento, e nell '866 fu assediata dall'imperatore Ludovico IT, rnencre era in possesso dei Greci. Nel 1066 fu presa <lai Normanni. Ebbe poi mura e rocca e passò sotto vane signorie, fìnchè venne

aggregata al regno d i Napoli . I. lJ"ttaglia di Saticula (343 a. C .). Appartiene alla prima guerra Sannit ica e fu combattuta d ai Romani agli ordini de! conso le A . Cornelio Cosso contro i Sanniti. Il console si cacciò imprudentemente in una stretta gola presso S. e ne approfittarono i Sani:iiti, i quali , occupando improv" visamente le altu rc 1 bloccarono l'esercito c.:.onsoJarc . 1 Ro-

1nani .si vi<fer o perduti, ma la sagacia e l'ardire del tribuno Publio Decio Mu re li t rasse a salvamento. Difat:i egli, chiesto ed ottenuto i l permesso del console, occupò tma pos izione. soprastante la via per cui er<Hlo venuti i nemici, lasciata sgombrata da essi. Di là tenne a bada il nemico e dette tutto il tempo all'eserc ito consolare d i libc" rarsi da quella penosa situazione, c di accamparsi in alto. Poscia, col favore delle tenebre e col .coraggio della dispe" razione, I ·esercito ruppe il cordone nemico, e lo mise in piena rotta. II . Bat1aglia di Saticr,/a (316 a. C.). Appartiene alla se" conda guel'l"a Sannitica e fu causata dall'assedio che il d ittatore Lucio Emilio aveva _posto a lla ci ttà . I Sanniti, volcnùo far togiie rc l'assedio, accorsero con un grosso esercito

e posero il campo non lungi da quello dei Romani assalendoli conternvorancamcnte agli 2s$edi:ni . Il dittatore, forre della sua posizione non facile ad essere circondata, divise la sua gente in due bande. Dappri ma si scagliò con gran vigore contro' i S'1ticulani e

li ricacciò dentro le n1ura , poscia con tutte le sue forze contro i Sa nniti, che furono

vinti e costretti a battere in ritirata . Poco tempo dopo la città si arrese a patti, a] di1ta1ore Fabio Massimo che aveva sostituico l'altro.

Santa Giulia. Reggimento d i fanteria d 'ordinanza pic1nontese, coslituito nd 1706 con uomini <.lcllc milizie d i

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Mondovì. Nel 1710 fu incorporato come Il bgl. nel rcgg. fucilieri. Partecipò alla guerra per la Successione di Spagna, ed ebbe il nome dal suo comandante, Del Carretto conte di Santa Giu lia.

Santa Lega. Ebbero questo nome varie coalizioni , come ad es. quelle <li Cambmi e di Cognac (V.) , quella conclusa a Venezia il 5 marzo 1684 contro i Turch i, quella costituita da Enrico duca di Guisa nel r576 contro gli Ugonotti, a Péroooc, il r2 febbraio 1577. Sant' Alessandro (Ordine) . V. Alessandro. Sant'Aloja (Passo d,). Sella dell'Appcanino Lucano che apre il passaggio fra la valle del llasento e quella del Mar mo, subafAuente d el Sele. La rotabile da Potenza ri" sale al Piano d i S. A. (820 m .) e scende nella valletta del Marmo presso Picerno, donde per il successivo varco di Pietrastrena (848 m .) si avvia a Viec,·i di Potcn.<a e raggiunge ad Auletta la Via Popilia. È la strada più facile fra l' Altopiano Lucano e la Campania: la ferrovia Potenza" Napoli la segue eia presso in alcuni tratti; ma, traversando h d ispluvialc in due brevi gallerie, dev ia poi verso nord e raggiunge Ebol i con diverso giro lungo !a valle del Ta" nagro (Scie). Santa Lucia. Sobborgo d i Verona, già fruione, fuori dell'an tica cerchia fortificata, a occidenrc della città. Battaglia di Santa L111Cia (1848). Appartiene a lla prima guerra per l 'ln,lipendenza d ' Italia e f11 Jctertninata da una

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ricognizione offensiva » s u Verona, decisa da Carlo

Cro,

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.____►-----~5 Sommacampagna /

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STOZA CJ, PIEMONTESI Y\LLAf

SCALA

1· 187,500 Battagl ia di Santa Lu cia (1848)


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Alberto, nella speranza di una sollevazione ciuadina al-

1'appressarsi delle truppe piemontesi . La 4" divis. (Fcderici) <lovcva rimanere a g uardia d i Peschiera e delle posizioni di sr. ira l 'Adige ed il Garda. Le divis. ,, (d'Arvillars), 2• (di Ferrere), 3" (Broglia), <li\'is. di riserva (S. A. R. il <luca di $3\·oia), complessi,amente 20.000 u. e jO cannoni, agl! ordini dd gcn . Bav:a, doveva.no fflU'>· vere, il mauino ,kl 6 maggio, su Verona. Erano in posi1.ione, ad ovest della ciuà, 15.600 u . e 63 cannoni dell'esercito au>triaco agli ordini del Radetzky, così dislocati: ! C. d'A. (divis. Schwarzenbcrg, brigate Clam e Stra<;ol<lo, 5600 11. circa) fra 'fomba e S. L.; Il C . d'A: (brig:ttc Liech tenstein , Gyulai, Tax is e brigata d i cavalleria arciduca Ernesto, 10.000 u. circa) fra San Massimo, Croce

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luogo a combattimenti isolati e slegati, in,·ecc che ad un'azione organica come era stata concepita. La brigata Regina, tratta in inganno dall'ostinata resistenza dcgJi avam~ posti aumiaci, si spiegò an1.i tempo e fi nì coli 'essere sopravanzata dalla Cuneo. Così l'attacco principale, che doveva pronunziarsi su San Massimo, fallì completamente. La brig:1ta Aost a attaccò S. L., ma si trovò isolata e fu respinta d ,1gli Austriaci, che tennero la località fino a che, attaccati dalla brigata Casale a sr. e dalla Cuneo a dr., non furono còstretti dopo viva loua a ritirarsi. La 3~ divi,. auaecò con "igore Croce Bianca, ma, non appoggiata dall'azione contemporanea delle altre colonne, venne respinti. All 'ala dr. pi,,;111o ntesc mancò del tulto la divisara az ione avvolgente della brigata di cavalleria. Padrone di S. L , ove si erano ammassace 1,, maggior parte delle brigate piemontesi, cacciati i nemici anche dai ,•icini casolari, respinti i contrnttacchi energici dell'avversario, bat-

tuta in somma

J'ala

sr. ausrriaca e costrettala

tt

ripicg:lre

fin sotto Verona . i! g-cu . Dava non osò volgersi a sr. e.cl attaccare sul fianco San Massimo. L'ala <lr. austriaca e,a intana, le tru!)pe picn,ontesi erano stanche, di~rdinatc,

scnz·acqu.1; erano gi~ le ore 16, Verona non da,·a segno di vita . li Re ordinò la r itirata , li cluca d i Savoia la coprì colla brigata Cuneo a S. L. respingendo le riprese offensive del nemico e spesso contrauaccandolo. Perdite: Piemontesi 750 u. tra morri e feriti: Austriaci 500 u . tra moni, feriti e <lispcrsi.

San/Il luàa. Isola delle p iccole Antille inglesi, nelle Isole Sopravven to (supcr/icie 614 Kmq., popolazione 50.000 abit1111i). Fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1502 e coloniuata dalla Francia; dal 18o3 è possedimento inglese. I. Prcsn di San/a Lucia (1780). Appa rtiene alla guerra d'Indipendenza d 'America. S,dia linc del 1780 era nel! 'i_,ola una guarnigione francese comandata dal cav. De Micou e co~tilllita di scarse forze rege,lari e di milizie locali . c:'..ontro questa mosse d:illa Barbada la flotta inglese, comandat:1 d all'ammir. Dar,ington, con 4000 u. con,lotti dai gcn. Mcadews e Prescott. Il 13 d icembre il convoglio g-iunsc e cominciò lo sbarco poco dii.turbato dai Francesi,

Monumento commemorativo della battaglia di Santa Lucia

Bianca e Chievo. J\ltri ro.900 u . (due brigate <li fanteri,l ed una di cavalleria con 12 pezzi di art.) erano rimasti a guard ia d i Verona. I due eserciti erano distanti fra !oro

di circa

10~12

Km. e divisi <la una zona di terreno kg~·

germentc ondu lata ed alquanto difficile al movimcnw. Alle 7,30 l'esercito piemontese iniziò J'avauzarn: al centro, in prima linc:1, la J" div1s. (brig. Re1;ina cd Aosta) aveva per obbiettivo San Massimo e S. L.; in seconda linea, ?a divis. d i riserva (brig. Cuneo e Guardie) e la brig:ua di cavalleria del ge n. Sola (rcp,~. GcJ10,·a e Savoia); a d,·. la 2• divis. con obbietti,•o Tomba, avenre la brigata Casale in prima linea e la brigata Acqui in seconda linea; a sr. la 3" djvis., con obbiettivo Croce Bianca, avente !a brigata ~avoia in prima linea, cd uua brigata provvisoria in se• conda !inca. /\!l'ala dr. la briga ta di cavalleria del gtn. Olivieri (rcgg. Nizza cd Aosta) doveva agire su Tombcua; all'ala sr. la brigata <li cavalleria del ,i:cn. di Robilant (regg. l\'ovara e Piemonte Reale) dovcrn attaccare Chie,·o. Ritardi nel la sped izione di ordini, murnmenti inopportuni, equivoci, errori nei particolari dell'esecuzione, irregolarità nella distribuzione dd vitto, difficoltà di terreno, ruppero fin dall'inizio, il collegamento fra le varie colonne, dando

che si chiusero nella città capoluogo, deua allora « Morne Fortune », Contro di essa marciarono l'indomani gli Inglesi che, superatane la resistenza, l'occuparono. Il Micou dal ca ,110 suo ripiegò in u n forte ben munito nelle montagne dell'interno. ]manto l'ammir. D'Eslaing, coman dante della /lolla francese, saJ)UlO <lell'attacco di S. L. era accorso con tutte le sue na,•i e molti ba~timenli da carico su cui erano imbarcati 9000 u. Visto il nemico gli Jngksi ch iusero in un piccolo golfo tutte le navi da carico, mentre l 'ammir. Barrington , i disponeva colle sue all'ingrcs;o, appoggiato a, lati da bmterie che ne guarnivano le rive. Il 15 dicembre il D'Estaing, dopo d, avere in\'ano ten tato di sbarc:1rc, si spinse contro la llo ltJ inglese ~tltaccando battaglia; la resistenza ing)ese e i! v:rntaggio della po)j:,,ione, resero vano ogni tc11t:1tlvo. L ·~unm iraglio francese tentò allora uno sbarco, e nella none del 16 e

al maninr, <lei 17 mise a terra le proprie truppe per assalire il gen. Mcadews che g li fece rrontc con 1300 u. La fan leria andò vigorosamen te all 'alt~H:co in Lre colorrnc., ma, banu1a di fianco dalle artiglierie inglesi, dopo v:tni, ripetuti anacchi, do,·euc sostare. Una tregua <l'ar-ni fu stabilita per seppellire i morti e raccogliere i feriti che, da parte frnnce>c, furono in tutto o ltre , 400. La,ciate qualche Dlt ro giorno le t ru ppe a terra , la sera del 29 il D'E,taing, disperandu del successo, le imbarcò e salpò per Fort-Roya!, nella Martinica. Poco dopo anche il :-..!icou capitola\'a col-


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l'onore del le arm i, col patto che le proprietà fossero protette e che gli isolani non potessero essere costretti a combattere contro la Francia. Rimasero in potere degli Inglesi 59 canaoni e grande quantità di munizioni . L 'isola tornò alla Franc ia alla fine della guerra d'Indipendenza degli Stat i Uniti (1783). .Il. Presa di Sttnta Lucia (1795). L'isola era stata occupata senza colpo ferire d agli Inglesi nel 1794, ma i Francesi vi avevano tcnut0 in atto una guerriglia sui monti fino all'aprile del 1795, quando potè sbarcare, eluden do . la vigila nza della /lotta inglese, un corpo di trup1ie comandate da Goyrand. Le t ruppe inglesi, battute il aprile, perdettero 700 u. e si chiusero nel forte d i Marne-Fortu ne, che, dopo due mesi d i blocco, abbandonarono imbarcandosi su lle loro navi .

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Ili. Ripresa di Santa Lucia (r796) . G li Inglesi decisero di r iprendere l ' isola, e vi inviarono una flotta con u n

g rosso corpo agli ordini del gen . /\bercrombie. D ifendeva S . L. Goyrand , con appena 1500 u . Tentò egli una guerriglia sui monti, ma essa durò solo un mese, e poi i Francesi dovettero abbassare. le armi .

Santa Lucia. Nave ospedale, di 670 tonnel late, en trata in servizio nel 1915, radiata nel 1919. Santa Lucia di Tolrnino. Borgata e collina omon ima, sulla dr. dell 'Isonzo , a ovest di Tolmino (V.). L'al tura, che si erge presso lo sbocco della valle dell 'Id ria, insieme con la collina d i San ta Maria, a nord <li essa, con la q uale è unita per le falde, faceva <la scntinelb avanzata alla testa di ponte di Tolm ino. Fin dalle nostre prime offemivc sulI' Isonzo, le dette alture fu rono oggetto - d i ripetuti e cruenti attacchi, cui il nem ico pot<· opporre focil rncnte resistenza, favorito com'era dalla {orza natu rale delle po,;1.io1ti e dag li appresta menti difensivi , contro i qua li le nostre t ruppe non disponevano d i adeguati mezzi d i offesa. Vani riuscirono gli sforzi dell a 7• divis . durante la prima battaglia del1'Isonzo per risalire le prime pend ici di S. L. , nè m iglior fortuna ebbero, 11eil'agosto del 1915, gli attacchi r ipetuti dalla stessa d ivis. rinforzata da sei bgl. di alpini . La lotta continuò, accanita e d isperata, lino ai primi d i settembre , e ci costò pe rd ile: r ilevantissime: il nemico aveva prodigato, in alto ed in basso delle due alture , d ifese d i ogn i genere, e per dippiù la singolare conforma:tio ne del tcrp reno e l'andamento delle oppost~ linee consentiva al com ando avversario d i concentrare da ogni la to il fuoco de lle sue artiglierie sui fianchi delle due alture. Dopo un u !timo, sanguinoso tentativo dei bgl. In tra e Va l d'Orco e della brigata Liguria, tra 1'8 ed il 10 settembre, l'attacco di S. L . fu sospeso . .Ancora una volta si ritentò di espugna re le due alture durante la ,J3 battaglia dell'Isonzo nel novembre dello stesso anno, ma, benchè la fotta salisse ad altezze yeramen tc epiche cd j sacrifizi <li vite d ivenissero sempre p iù gravi, i nostri eroici (auti non riuscirono ad addentrarsi oltre le prime fascie di reticolat i. Negli ultimi giorni d i gennaio 1916, i l Comando Supremo', per sottrarre le nostre truppe ad un inutile stillic idio di perd ite, ordinava i l ripiegamento d aJJc· posizioni occu pate sulle fa lde d i S. L.. su Jinee

pili arretrate.

Santa Margherita a Montici. Località presso r i . renze, che ha dato il nome alla pace, firmata quivi il r 2 agosto 1530, che chiude la g uerra dell'!mpero e del papa contro la repubblica fiorentina. Le condizioni pattuite furono : sarà mantenut a la lil,crtà della repubbl ica; questa pag herà 80.000 scudi alle truppe im periali , che si allontaneranno senza indugi da Fjrcnze; si consegneranno al

commissario pontificio le fortezze d i Pisa, Volter ra e Livorno per garanzia del pagamento; saranno <lati a Ferdinando Gonzaga 50 ostaggi; a nome del papa e del l'imperatore si assolveranno tutti i cittadini da ciò che possono aver fatto contro i Medici, e tutti i sudditi d el l'impero o della chiesa che abbiano combattuto contro i loro signori. I patti della résa non furono così gravosi come la Signoria aveva tem uto~ n1a il para e l'imperatore, stanch i della guerra e non potendo più pagare l'esercito che costava loro oltre 70.000 fiorini al mese, avevano acconscntiio a molte richieste de i Fiorentini , riservandosi d i interpretarle a lord 1nodo . In conseguenza del trattato, si costituì una magist ratura detta <lei Dodici , la quale sciolse tutte le altre, d isa rmò il popolo e privò Firenze d i ogni libertà.

Santa Maria (Capo di). Promontorio su lla costa meridionale della Spagna. Il 16 gennaio 1780, durante la guerra d ' Indipendenza d'America, l 'ammir. Rodncy, mentre con

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navi <la guerra e un grosso convoglio ::in-dava

a soccorrere gli assediati d i Gibilterra, incontro presso il Capo S. lv!. un 'armata spagnuola d i 9 vascelli comandati dall'ammir. Longara. Questi , che ignorava '1a preponderanza inglese, si era schierato in battaglia per tagliare la via al nem ico. Vistolo poi tanto più forte, non fu piò i11 tempo per evitare la battaglia . La lotta ebbe inizio i,el ta rdo meriggio, con mare grosso e tempestoso, mentre gli scogli vicini d i S. Lucar aumentavano i pericoli della navigazione. Fra il fuoco violento delle 11avi, il vascello spagnuolo (( San D01ncnico )), andò ìn fiamme e salrò in aria con 600 persone a burdo; il d isastro segnò lo sbandamento del le forze spag11uole. Caddero in potere degli Inglesi quat tro navi e l 'ammiraglio. Due navi spagnuole, catturate, poterono invece rientrare in Cadicc poìchè, per il 1nare

tempestoso e in mancanza di piloti, gli ct1uipaggi di preda inglesi dovettero cederne il governo agli Spagnuoli prigionieri. L'arrivo del Rodney a Gibilterra fu prezioso per la guarnig ione.

Santa Maria a Monte. Comune in prov . d i Pisa, su di una col lina a lla dr. d ell'Arno. Ebbe una forte rocc~ e buone

mu ra che, d is trutte,

vennero

fatte riedifica re nel

r 335 dalla Signoria di Firenze. Nel X secolo faceva parte del dominio temporale dei vescovi d i Lucca. Nel sec. XIII appartenne ai Guelfi lucchesi, ai quali fu tolto dai Gh ibellini dopo la battaglia di Monteaperti: in q uesta occasione venne data a Pisa. Nel r317 ve11ne assediata e presa da Castruccio Castracani, che lo tenne per 10 anni . Il 2 agosto 1327 un forte esercito fiorentino lo attaccò e lo prese . In seguito il trattato di Venezia del 1339 ne co11fcrmò il possesso a F irenze! d i cui seguì le sorti.

St1nta Marit, Capua Vetert·. V . Capua . Santa Maria di Tolmino . Altura sulla d r. <lei fiume Isonzo , a ovest di Tolmino (V .) d i cu i, insieme con la collim d i Santa L ucia, costitu iva una d ifesa avan zata . Anche la collina <li S. M . fu oggetto d i ripetuti, sanguinosi e sterili attacchi da pa rte delle truppe della 7• divi,. durante la , ~ e 2~ battaglia del l 'Isonzo e l 'offensiva autun nale del r915 . Qualche trinceramento, espugnato nell 'agosto, a meL.~

za costa <lcll 'altura, dal bgl. alpino Exilles, non fu poi poruto mantenere . l i r 0 d icembre 191 5, le truppe dell'Vfll corpo d'a rm ata riuscir..:..mo ad espugnare un fortino nemico

sui fianchi di S. ,'vf., >facendovi buon bottino di arm i e munizioni. ed appogg iandovi così i p ropri trinceramenti . Ma la sera de l 17 marzo 1916, dopo un nutr ito bombardan1ento, gli Austriaci contrattaccarono vjolcntemcnte la nostra linea su S. M. Al centro , dopo un p rimo cedi-


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mento, la nostra linea >i mantenc1•a salda, ma la sr. veniva. in,·ecc, sopraffatta, così da rendere ncce~sarlo l"abbandono delle conqu istate posizioni e l'arrctr;1mento. Santa Maria Maggiore (Sella d1). Passo <lclle Alpi Ticinesi, che apre la comunicazione fra l'alto bacino del \ "erbano (Lago Maggiore) e la valle tributaria del Tocc. La rot:,bilc da Locarno risa le il corso della Mclczza, affluente della Maggia, e per le Centovalli, traversando la frontiera, raggiunge con lieve ~ndcnza la sella di S. M. M. (815 metri), donde sccm lc a Masera e, traversa10 il Tocc, ragg iunge Domodossola. Questo solco ha importanza come linea di facilitazione aperta tra i due grandi plessi montani di M. Basodino (3276 m.) e di Cima Laura,ca (2135 m.), che collega le due ancric del Sempione e del Sao Gottardo auravcrso la fron tiera italo-svizzcrJ. La strada è scgt/Ìta dalla ferrovia a scartamento ridotto Domodo,sola-Locarno.

Santa Maura (an t. Le1-1cath). ;\ntica ciltit nell'isola omonima, una delle Jonie, a S.-O. del golfo di Arta. Nel 375 a . C., una flotta ateniese comandata da Conone e con,posta d i 50 galere ,conlìssc nelle acque di S. /1-f. una flotta degli Spartan i. - L ' isola fu sempre più o meno fortificata, ma particolarmente lo fu ncll 'epoca del dominio dei Veneziani, ai quali appartenne lungamente, sino alla seconda metà del secolo XV . Allora ebbe g rosse m_ura e massicci torrioni, nonchè castello protcllo da cinque torri tonde e quattro quadrate, con grande fosso. I. Assedio di Lcucttdc (197 a. C .) . Fu posto dai Romani gu idati da Lucio Quinzio Flam inio, comand ame della flotta, per non essersi voluta staccare dall'amicizia dei Macedoni durante la seconda guerra Macedonica. Bloccata per

La fortezza di Santa Maura {scc. XV I)

terra e per mare e =ittaccata con macch ine, cominciarono le mura ad essere ancrratc o dalle mine o dall'ariete. I terrazLani, in1enti dì e noue a riparare le rovine, combattcnno con va lore, e avrebbero p rotratto l'assedio oltre la speranza dei Romani , se alcuni fuorusciti ita lici, che abita,,ano in Leueadc, non avessero introdotto i nemici dalla parte della rocca . Gli assediati )Ì schierarono sulla piazza

e sostennero l 'imµcto dei Romani con gr:lnde valore, ma , circondati da ogni lato, furono in parte 1agliati a pezzi, e in parte, gettate le armi, si arresero ai vincitori. Pochi

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La fortezza di S:inta Maurn nel secolo XVII

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g iorni dopo, ud ita la d isfalla -di Cinocdale, tutti j popoli clell'.A.carnania vennero in potere di F laminio.

II. Auedio di Sa111a Maura ( 1502). Fu opera to da una Ao tta veneziana , d i 50 galere, condotta d a Be nedetto da Pesaro, con l"ap1)oggio di una squadra pontificia d i , z galere, ag li ord in i del vescovo J,lcopo da Pesa ro , frmcllo d ell"amm iraglio veneziano. E n t rambe le flotte recavano trup pe da sbJrco. La g uarnig ione comi)osta <li 5 0 0 regolar i e

2000

cm sa ri era comandata dal temuto pirata Kcmal rais . Il 23 agosto la squadra J)Ontificia penetra fra la terra ferma e l'isola, t rova r2 galeotte turche, le fu lmina cor1 le artiglierie e le prende, m entre gl i equipaggi si salvano a terra . Indi sbarca trupp e nell'isola da quel lato, e con i cannoni delle navi tiene in r is petto g li sba rc_a ti e rinforzi t urch i loro giunti da P revcsa . DalL , ltra parte dell 'isola intanto s barcano i Veneziani ed armano batter;e con le quali a prono il fuoco contro la fortezza . li 29 agosto la breccia è a perta e ttJtto è p ronto per l'assalto decisivo. ,'\ llora Kcmal si arrende a d iscrez ione, e viene messo a n1orte con alcuni de i suoi ufficiali, com e punizione per arti feroci <li

pi rareria da lui commessi a <lanno <li .()avi veneziane. [ Cristian i però non conservarono la fortezza , che to rnò nelle mani dei Tmchi.

!Il. 'J'e11tt1tivi coutro Santa Maura. Nel g iugno de] 1625 una sq uadra d i 9 n avi dell'Ordine di Malta, condotta da Fra' M ichele di l'ontarlier, sbarcò a ll 'improvviso t ruppe nell'isola, m a la forteaa faceva buona guard ia e l'operaz ione fruttò solo 178 prigionieri, condotti via in sch iavitù. Nell 'agosto d el 1658, una squadra d i 7 navi maltesi (comandante Demandolx), 5 pontificie (Bichi), 4 veneziane (Morosin i), ruppe il ponte c~n la terraferma e sbarcò 800 u. c he devastarono !"isola: nulla pote: tentarsi con tro la fortezza per mancanza di g rosse artigl ierie. IV. Assedio di St111ta Ma"ra (r 684). A p pa rtiene a lla campagna di Morea (V.) di cui rapp resenta la prima impresa.

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trnppe, dc tagliare la riti rata verso G ia veno a lla rctroguardi:t france!)c . 1--fa i Francesi renncro testa {diccn1cnte al] 'attacco, seconda ti da re parti tornati indietro d al grosso, e fin irono per respingere i Picmornesi nei loro trinccra-

menri, assicurandosi così la via libera J)cr seguire il resto del loro e sercito. Essi avevano perduto 200 u. in Aiggendo perdite superiori ag li altaccant i. Snnt'Ambrogio {Pace di). Fu così ch i"mata la pace conc lusa il 4 ap rile 1258 fra la n o biltà e il popo lo d i Mila no, in base alla cp.1ale tutre le cariche p ubbliche dovevano essere d iv ise fra nobili e popo.l ani . L'accordo fu raggiunto med iante i buoni uffici d i un legato papale, ma d u rò poco, chè 11d giugno si_ riacutizzavano i dissen!ii e le lotte fra le due p arti.

Sant ' Andrea. Rimorchiatme di 146 tonnellate, entrato in servizio nel 19JJ, rad iato nel 1924 . Sa1tt' Andrea (Ordine) . V . Andrea. Sa.nt'A ,uln.'tt Pietro. Generale bcrgJmasco, n1. nel J8:2.1 . [ n iziò la vita mii. nel l i97 a l serv i7.io della repubbl ica C isalpina: quindi parte cipò alla spedizione d i Romagna. Combattè ne l 1807 in Da lm azia e poi nella Spagna, dive n en do colonnello nel 1 8 1T . Col grado d i generale partecipò a lla campag na d i Germania del 1813 e rim ase ferito e prigioniero a Konigswartba . Caduto il regno napoleonico, passò nell'esercito austriaco.

Santanera (Giova,,ni). Generale med ico, n . a Villafranca d 'Asti, m . a L ivorno ( 1831- ,914). Partecipò alla campagn a d ella Crimea e a lle ·guerre del 1859, 1860-6, e 1866, meritando all 'assedio ~li Ancona la me ,w.ione onorevole. Colonne llo nel 1880, fu direttore di sanità a Palermo e poi dd III C . d'.A.. Nom inato ispet tore d i sanità mil. 1 in tale incarjco f u p romosso m agg. generale medico

La squadra crisdana, agli ordinj del Morosini, inveslÌ Ja

nel 1893. N el 1895 venne co llocato in P . A. e n e l r899 nella r iserva .

piazza il 19 luglio , sbarcando 8000 u. con b uone artiglierie, agli o rd ini dd gcn. Stras.soldo. Veneziani e Toscan i da un la to; Rotnani e Maltesi dall'altro, alzarono batterie e inco-

prov. d i ;\ncona .

n1inciarono il f uoco, mentre la Aolla vigilava nello stretto .

Un tentat ivo d i soccorrere S. M., fatto dai Turchi di Prevesa , fu ·sven lato d a truppe crist iane che sbarcarono in terraferma , e, .ap poggiate dai cannoni

della flo tta,

costrin~

sero i T urchi a totnare a lla Prevesa . 11 30 luglio la breccia era aperta n e lle mura della fortez'?.a, memre alcuni m ortai avevano prodotto guasti e incendi nell'interno . Nell'imm inenza d ell 'assalto, i Turch i alz arono bandiera bianca e si arresero a buone condizioni, ottenend o d i sbarcare libe ramente in terraferma. Nella pia7.z; furono p resi 70 cannoni e liberati 200 schiavi. Le perdite degli assalito ri ammontarono a roo morti e

200

feriti.

Sant' Ambrog io. Comune in prov . d i Torino, sulla d r . d ella Dora R iparia. In antico era (ortificato . Combattimento di Sa-nt' Ambrogio, o d i Avigliana (1630). Appartiene alla guerra dei Francesi contro il duca Carlo Emanuele I d i Savoia. Questi aveva concent ra to davanti ad Avigliana circa 18 .000 u. , di cui !>aree costituita d i alleati spagnuoli . Il ma rese . francese d i Montmorency, che aveva radunato le proprie forl'.e a S. A., le schierò davanti alle linee d el duca il ro lug lio; quindi inviò i p ropri bagagli verso Giaveno, segu iti dall'avang uardia e dal grosso, men-

tre ,1t1a retroguardia d i circa ,1000 fon ti e )oo ca valli restava in posi2.ione . Contro questa retrog u a rdia il d uca lanciò 9000 faJ11i e 1200 cavali i, tentando, con parte <lì queste

Sant' Angelo. Frazione del comune di Srnigall ia, in Combattimento di Sa11t' Angelo (13 settembre 1860) . .A.ppa rticnc alla ca mpagna di g ue rra delk Marc he e dell'U mbria . Dopo )'occupazione d i Senigallia, il g e n . pomificio Kanzle r, la sera d el 12 settembre, r iceveva l'ord ine dal ge n. dc Courten di r ipiegare su .A.ncoaa. La sua colon 11a era formata da 9 cp. d i bersag lieri , un plotone di gen darrni, un bgl. di lìnea, una ~ez. d'art. Arrivato a cin<-JUC migl ia di distanza da Sen igallia, il gen . Kanzlcr, venu to a conoscenza che la citt,ì era s tata occupata da truppe i taliane, ripiegò verso S . A. a llo scopo di giu ngere ad Ancona per Mo ntcmarci~rno e Flumesino . La co lonna e ra stata

scorta dagli avamposti ital ia n i <lclla ì• d iv is . ch e occu pava Sen igal lia. l'v!encre la 46• e 48a cp . bersa;:lier i furono inviate ad a ttaccare i Pont ifici , i l comandante d ella divis . (Lcotard i) d ispone va che la b cigara Como cd uno sqd r. d i lancieri d i Milano restassero in riserva; che una colonna concomitante, a gli ordini del comandante della br ig;ita Bergamo, formata col 25° fanteria, 1 sqdr. lancieri d i Milano ed una sez . d i pezzi rigati, marciasse verso S. Antonio; e che

la colonna princip ale,

ai suoi o rd ini,

composta da l 26° regg. fanteria, due sqdr. lancieri Milano (2° e 3°) e dei rimane nti p ezzi d'art ., ri mon tasse la v a lle M isa: le d ue cp . bersaglie ri (46~ e 48•) cd i l I e li bgl. del 25<> fanteria raggiungessero la retroguard ia della colmrna Kanzler a N . d i S. A. Il ca p. Rooner, che la comandava, dopo breve reSistcnza rip iegò su S. Silvestro,


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dove, r inforzalo da <lue cp. del 1° regg. indigeno e due pezzi <l'art. , tenne testa all 'avversario fino a c he il grosso non raggiunse Montemarc:ano. 11 gen . Leotardi , disperando di raggiu ngere il grosso colla sola fanter ia, sp inse innanz i la prop ria swrta di lancieri che fu respin ta. Inviò, allora, il 20 e 30 sqdr. lancieri agli ord ini d el col. dc Barrai, a ppoggiati da una scz. d ·a re. e dal la 46• e 48" cp. bersaglieri. Gli sqdr. caricarono ripetutamente attraverso un te rreno difficilissimo; in u na di queste cariche essi poterono rompere le due cp . dei bersaglieri nemici, che vennero faLti in parte p rigionieri cd in parlé d ispersi; le due cp. ind igene, invece, bravamente resiste ttero . li n emico perdette parte del bagaglio d ella colonna, compresa la cassa di guerra . Ma col cader della noLle l'inseguimento cessò e il Kanzler p o tè e ntrare in A ncona a lle o re una del 14 set• tembre . P e rd ite : ltaliani, 4 11. tra morti e feriti ; Ponti• fici 153 u. tra feriti e prigionieri .

Sant' A.rigelo Lodigiano. Comu ne in prov . d i Mila no. Avev a un'antichissimf1 rocca che fu varie vo lte. presa e ripresa all 'epoca delle lotte comunali fra Milano e Lodi. ':>offrì anche durante le guerre fra i Comuni e i re sv<:vi . Andò poi in rovi na finchè nel 1370 Be rnabò Visconti donò S. A . a sua moglie Regina della Sca la : questa allora, alla confluenza dei due Lambri, fece erigere un castello a forma d i guadrato irregolare , con torrette agli angoli e un grosso torrione cenlrale, dorr1inante la strada d a Lodl a Pavia. Nel 1449 fu p reso da Francesco Sforza che t re anni dopo lo diede in feudo ai 13ologniiii, uno .dei q uali, Attcndolo, lo rese il covo dei suoi a vven turieri . Nel 1524, <hirante la guerra per la Success io ne d el d11cato d i M ilano, la rocca venne espugnata dal marchese d i Pesca ra, condottiero im per iale. Verso !a fine d el secolo XIX Morando 13olognini fece restaurare il castel lo . Santangdo Felice. Generale e scritto re m ii. , n . a N a poli, m. a Firenze (1862-1930) . Sottot. d i fanteria nel 1882, frequen tò la Scuola d i guerra nella quale dal 1906 al 1911 insegnò tattica e organica . Colonnello nel 19,3, comandò il 6~0 fanteria; comand ò nel 1915 la zona d el Garian e poi le truppe a Tripoli e nello stesso anno ven ne prornosso magg. generale. Nel 1916 en trò in guerra cont ro I Austria quale comandante la brigata Brescia. Comandò poi succes.;;ivamentc la 4::t, la 54• e la 53' divis . e nel 1917 fu p romosso lcu. generale. A ndato i n P . A . S . nel 1921 cd assunto nel 1923 il grado

di generale d, <li\ Ìs. , Iu trar 1

Santangelo Felice

sferito nel la riserva nel 1930. P ubblicò, fra ~lt,o: « La ferma biennale in Germania. e in .I1rancia )) ; ~( ll ruolo degli ufficiali in servizio scclcmario ,, ; « Reclutamento ed avanzamento degli ufficial i negli eserciti ital iano, francese, tedesco ed austriaco>); t< Notizie « Notizie su ll'esercito austr"iaco ,, .

sull'esercito

SAN

generale di brigata ispettore di mobilitazione della divis. di Verona, e nel 1933 passò a comandare l ' art. del C . d' t\. d i Verona .

Sa11ta11gelo Gi11seppe. Genera le, n. ad Adernò nel 1877. Sottot. d i fan teria nel 1898, partecipò alla g-uerra italoturca del 19Ir· r9 r2 e vi meritò la mcd. d i bronzo per il combattimento d i Ain Za ra e quella d'a rgento per Sciara Zauia e Zanzur. Si d istinse durante la guerra Mond iale a Venojba, Podgora e Gorizia, cd ebbe altre due med. di bronzo ed una seconda mcd. d'argento . Colonnello nel 1917, comandò il 41·0 e poi il :25° fanteria e p er la conquisLa d el monte Lcisser [u insignito del la c roce di cav . dell' O . M. S . Dopo I,< guerra comandò s uccessiva mente i d imen i di Catania e d i Reggio Calabria, il 4° cd i l 19" fanteria. In P . A. nel 1932, fu nello stesso anno promosso generale di brigata.

Sant' Anna (Ordine). V. Anna. Sant' Antioco. Iso la p rossima all'cstrcmit/1 sud-occidentale del la Sardegna; superficie Kmq. 109. t collegata alla te rraferma con una rotabile che passa su una serie di isolotti. i\bitata sin d ai tempi antich i, (u spesso contesa fra le popolazioni mediterra nee; venne munita d i opere di d ifesa, come n uraghi, torri, castel li. li capoluogo, Sam'An· tioco (ant. S11/ci.<) fu municipio romano; nel medio evo l 'isola fu spesso saccheggiata dai Saraceni, talch è rimase per qualche secolo quasi assolutamente spopolata. Venne ripopolata nel secolo XVIII. Ha un antico castello ricostruito nel sec . XVIII d a i duch i di Savoia . Nel 1793 fu occupata dai Francesi durnnte il loro tentativo contro Cagliari. Nel luglio 1912 gli equipaggi barb a reschi di n ove l:,astimenti del bcy d i Tu nisi sbarcarono a S . A. e si impossessarono d el castello: ma gli abitan ti, ch e i11 un p rimo momento si e rano ritirati <)i fronte all'improvviso attacco, piombarono loro addosso costringendoli a riprendere il mare dopo aver subìto perdite notevoli. Nel 1813 nuove incursioni delle flotte barba riche d i Tripoli, Tunisi cd Alger i zlevastarono le coste d ella Sardegna facendo saccheggi e portand:, gli abitami in schiavitù, e S . A. m quell' occa-

sione rimase assai d anneggiato.

Pre,a di Sant'A,itioco. La sera del 15 ottobre 1815 u n a Houa b a rbaresca dc.I bcy di Tunisi, composta di i 5 navi, si presentò davanLi a S. A. inalbcranclc la bandiera i nglese. La popolazio ne cadde nell"ing.,nno e non si predispose a d ifesa . Nella notte circa 1000 corsar i d ella flotta sbarcarono e sorpresero il paese ind ifeso . Pur presi all 'i mprov ,·iso gl i abitanti, eaiJitanati da Efisio Melis ufficiale d'a rtiglieria, fecero per .. .sette ore valida resistenza, ma alfi.ne dovettero cedere e ripiegare. r Barbareschi saccheggiarono il paese facendo scempio degli abitan ti che caddero nelle loro mani e portandone 125 in prigionia. Dopo tre gion1i essi, imbarcatisi , . rien travano in Tunisi carichi d i bottino e cl i schiavi. Fu questa l 'ultima impresa corsara che infestò le coste della Sardegna.

Sant'Antonino. 83~ legione d el la M.. V . S . N., costituita a Piacenza ne l 1923, su tre coort i.

tedesco n;

Santangelo Carlo . Generale, n . a Siracusa nel 1875. Sou o t. d 'art. nel 1895, partecipò alla g uerra con tro l 'Austria. In essa venne nel 1917 promosso tcn. colonnello per m e rito di guerra. Colonnello 11d r924, comandò il 10° art. P. ,C . e poi il 16<> <la cam pagn a. Nel 1932 fu p romosso

Sant' Antonio (Battaglia.). V. San Antonio. Saut'Amonio (Ordine d,). Creato in Etiopia nel 1370, allo scopo d i opporre una milizia agguerr ita agli attacch i degli Infedeli . Fu approvato d ai papi Leone X e P io V, che gli accordarono g randi p ri vilegi, ma durò per b reve tempo. (V. anche Antonio).


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Santalltonio. Patriotta siciliano, n. a Messina nel 1823. Ap pena laureato in med icina e ch irurgia, partecipò alla rivolta d el 1847 contro i Borboni e · dovenc andare in esilio. L'anDo seg uente , tornato in p:ttl ia, fu nominato m aggiore e colonnello; si battè nel 1848 49 cont ro i Borboni; poi tornò in esilio . Nel 1860 accorse a Palermo ed c ntrc, come colonnello nelle fì lc garibaldine.: r imase ferito a M ilazzo . Po i si ritirò a vita privarn.

Sa nt' Arcangelo d i Romagna. Comune in p rov . di Forlì, bagnato dalla Marccchia e dall'Uso. Sorto forse sul luogo de) romano Pagus Ace, bolanus, appartenne ai Riminesi i quali nel 1216 lo fortificarono per opporsi alle truppe collegate d i Bertino ro, Bologna, Faenza, Ferrara c For!L Nel 1247 passò a i Malatesta che resero più forti le mura e la rocca . Nel 1254, nel 1255 e nel 1279 soffrì g.-avi d an n i durante le contese sorte fra i vescovi e il comune di Rimini. Nel 1288 quest' ultimo si 1·ibellò a Malatesta da Vcrrucchio il cui figlio Giovanni, detto Gia nciottn, si impadronì <li S. A. Sigismondo Ma latesta rimodernò la rocca, qu~drata, con q uattro torrioni ai lati . Nel 1462 Roberto Malatesta per opera dei Pontifici perdette il borgo riavendolo solo nel r46g": ma poi fu costretto a cederlo definit ivamente alla Chiesa. Sulla fine del XV secolo Cesare Borgia e Pandolfo IV Ma latesta si impadronirono <le"lla rocca per una capitolazicne, di cu i ruppero i patti, 111ettendo a ferro e fuoco la terra e massacrando molti cittadini . Assedio di Sani' Anangelo (1216). Appartiene a lle lotte tra Forll e Rimin i, a cui parteciparono anche Bologna, Faenza, Ferrara e alt re città . Il 6 agosto il podestà dei Bolognesi , Visconte V isconti, condusse le sue truppe fm sotto le mura d i S. A., che fece battere con macch ine. Gli assedianti riuscirono ad aprire la breccia, ma i cittadini si d ifesero cosl valorosamente che a metà settembre Bolognesi dovettero ritirarsi; abbandonando l 'impresa.

Santar ell ì (Giovarmi). Generale, n . e m. a Firenze (1838-r918). Proveniente dall'esercito toscano, d ivenne nel 1860 capitano d i fanteria . Partecipò alle campagne del 1859, 1860-Gr, 1866 e 1870 ed a quelle contro il brigantaggio, nella quale ebbe la menzione onorevole. F requentò poi la scuola d i guerra , d ivenne colonnello nel 1880, comandò il 30° fan teria e nel 1887 fu promosso magg. generale comandante la brigata Piemonte . Ten. generale nel 1893, cO• mandò successivamente le div is. di Chieti e di Brescia. N'ei 1897 venne ~ollocato nella r iserva.

Santarnecchì (Ovidio). Generale, n. nel 186r. Sottot. di fanteria nel 1882, divenile colonnello nel 1915. Partecipò alla guerra con tro l ' Austria che iniàò al comando d el 1390 fanteria . Magg. generale nel 1916, comandò la brigata Taranto. In P. A . nel 1917, assume nel 1923 il g rado di generale di divis. e nel 1930 passò 1Jella r iserva.

Sa.ntarnecchi Oviclio

Sanca Rosa Santorre

Santa Rosa (Annibale Derossi, conte Santol'l'e d1). Mi~istro della guerra, o. a Savig liano, caduto a Sfacteria (1783-r825). Soldato a 14 anni, lasciò il servizio mii. per occupars i di pubblica amministrazione. Nel 1821 fu uno dei p rincipa li fautori della Costituz,ione, e fu chiamato da Carlo Albetto a reg gere il min istero di guerr a e marina. Fallito il tentativo rivoluzionario, riuscì a fuggire e morì combattendo per l'indipendenza della Grecia nel! 'isola di Sfacteria. Scrisse la « Storia della rivoluzione piemontese del 1821 ». Santa Rosa Filippo (Derossi di). Generale, m. nel 1832. Dopo ave r combattuto nelle guerre d ella fine del sec. XVIII, riprese servizio nel 1815 nell 'e,e"rcito sardo q uale magg. generale comandante le reclute di Torino . Ispettore gen. delle leve provinciali nel 1816, venne nominato nel 1828 governatore · degli Invalidi. In tale carica fu promosso te n . generale due anni dopo. Santa Rosa di Honduras (Ordine cavalleresco dt). Venne fon<lato nel 1868 , ed era destinalo a r icompensare il merito civile e militare . Attualmente non esiste più .

Santa Severa (aut. Pirg,). FraSant; Rosa d i Hondw-as zione del comune di Civitavecchia, in p rov di Roma. N el medioevo i conti della Tuscia vi fabbricarono un castello a tre recinti: il primo dei quali costituito da mura con sette torri quadrate, il secondo con due torri rotonde ai puriti ove si congiungeva col mare; il terzo da una rocca quadrata , con quattro torri rotonde agli ·angoli. Un alto torrione rotondo dominava tutto il castello che e ra unito al borgo da un ponte di legno altissimo . Dove ora è S . S. sorgeva Llll tempo il po rto di Pirgi, antich issima città pelasgica che gli Etruschi occuparono e fortificarono. Il t iranno di Sisacusa,

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11 Castello d i Santa Severa


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Uion1g1, in guerra con gli Etruschi, venne ad assalirla fa. cendovi un r icco bottino e numerosi prigionieri. Dopo le guerre coi Sannili, i Romani vi mandarono una colonia militare per tenere a fren<,> gli Etruschi. S. S. appartenne in seguito ai Frangipane, ai quali la prese Nicolò Orsi.,i nel 1261, e da questi passò sono la definitiva dominazione di Rom;t.

Santa Teresa Gallura (anl. ' />ortus Ti/,1,li1). Comune in prov. di Sassari, sulla dr. del porto Longone. Fu a11ti. camente abitalo dai Tibulazi, il popolo pili settentrionale dell'isola . Verso la fine del secolo XIV vi sorse, forse per opera d i Eleonora <l'Arborea', il castello detto di Longone o di Longosardo, a forma di quadrato irrcgo!are, con un 'opera avanzai., dal lato di terra: verso il porto la rocca, che poteva contenere una numerosissima guarnigione, cm munita di [o.;sato. Nel 1422 Francesco Spinola lo assalì con sette "galere, lo saccheggiò e 1nrnò a Genova con 11n ricco bottino. L'anno scgue111e il re Alfonso d'Aragona ·fece demolire il cas1ello. Santa Vittoria, A111ico pon te sul Crostolo. Sorpresa di Santa Vittoria (26 luglio 1702). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna: scacchiere ita• liano. Nell'angolo molro acuto tra il Tasson cd il Crosrolo accampava sino dal 21 luglio, colle spalle ai due ponti del Tassone e col ponte settentrionale del Cros1olo e di S. V. dinanz.i alla fronte, il marcsc. Visconti con tre regg. cli coraz.zieri. Il principe Euge11io aveva ordinato che, essendo quel posto molto pericoloso cd 'esposto alle sorprese, il Vi, sco111i dovesse ritirarsi per tempo anche oltre H Tassonc; .:cl il regg. di fon1eria Stahrembcrg dovesse costruire un.1 testa di ponte presso S. V. l i maresc. francese Vendomc aveva fallo avanzare il 25 luglio la sua armata fino a Sor• bolo sull'Enza, e il 26 con un'avanguardia di 17 sqdr. e 14 cp. di granatieri mosse da Sorbolo giungendo alle IO al Cro,tolo. Le 1ruppe marciavano in due colonne, una ~ccndendo lungo 13 dr. del Crostolo, l 'altra sulla st rad a Reggio-Guastalla. La prima era composta di 6 sqdr. di dragoni appiedati è 2 cp. di grana1ieri sollo il comando del gen. Albergotti, con 4 sqdr. di carabinieri. La seconda com pnnevasi di 11 sqdr. e 12 cp. di granatieri. I cavalli dcgl 'l111periali pascolavano lungo il Tassonc, e quando si udirono • segnali di allarme i corauieri dovettero correr qua e là per riprenderli, e non avendo più tempo d'indos • ,are la corazza saltarono a cavallo così cor.,'crano. n Vi. ,.wnti riuscì a mettere in bauaglia alla meglio alcuni sqdr. nel momento in cui Vcndome ne schierava ouo ad <:si <!ella ,trada. Alcuni corazzieri imperiali appiedati tentarono di difendere un gruppo di case cl1e sbarrava il cammino; ma un fiero assalto dei granatieri francesi ne li scacciò. I drappelli si lanciavano con bravura contro la cavalleria francese, e jl Visconti era dapperttJtto, cercando d i com• pensare col valore la mancala prudcn:ta; ma i grana1ieri francesi si erano intaoto schierati; sotto le loro scariche cadevano i corazzieri; una nuova carica della cavalleria ne ,ompl la ro\ta; piegarono dappertutto, e la ritirata verso i ponti dei' Tasso ne diventò unn fuga disordinata. Sin d,il principio del combattitncnt:o Visconti aveva mand.Ho il bagaglio di là del T;ssòne, ma nel trambusto i carri si ammucchiarono dinanzi ai due pomi e ne chiusero il passo. Mentre la massa d;i cavalieri fuggenti si accalcava, i granatieri francesi si cacciarono innanzi. I d ragoni Herbcvillc , e Savoia, seguili dai fanti Daun-juniore e Stahrcmbcrg, ac• corsero sul luogo della lotta e con azione eroica riuscirono

a riprendere il poote e a fermare il nemico. Un secondo attacco del Vendòme fu anzi respinto dai dragoni rimontati in sella. l corazzieri ebbero fina lmente respiro, e ben• chè tutto il bagaglio restasse in potere del nemico, pure i resti dei tre rcgg. furonc salvi, ritirandosi verso Guastalla. Le perdite degl'Imperiali furono gravissime: prigionieri la più parte; ieriti, 9 ufficiali e 282 gregari; morti, secondo le relazioni francesi, più di 600.

santcoikmills. Forte sulla frontiera canadese, sulle rive del Wallon•Creck. Durante la guerra d'Indipendenza d'America, il gcn. inglese Burgoync, ncll'agos10 1777, or• d inò al luogoten. colonnello Baum <.ii anda re con un mi• gliaio di uomin i, fra Inglesi, Tedeschi , Canadesi e I nd iani, a sorprendere Bconington, d"ve i Repubblicani avevano un grosso• deposito di munizioni da guerra e da bocca. li col. Starke, che comandava quel presidio, riunì circa 2000 u. e il 16 mattina mosse contro gli Inglesi che avcvaro occupato saldamente il forte di S. , dividendo le proprie forre in parecchie colonne e attaccando da ogni lato la posizione. La lotta durò a lungo; volgendo al peggio, Ca. nadesi e Indiani si dispersero per le selve, mentre Inglesi e Tedesch i cnergicamenLe si difendevano all'arma bianca. Fi• nalmente, entrali gli Americani nel forte, l superstiti, fra cui il Baum gravemente ferito, doveuero arrendersi. Intanto si erano mossi condoni dal col. Breyman i rinforzi richiesti; giunti dopo che tutto era terminato, furono anch'essi at• taccati dai Repubblicani; la lotta questa volta stava volgendosi a favore <iegli Ing lesi. Giunro pc1ò intanto un regg. americano, anche la colonna del Breymao fu sbaragliata. Nella giornata gli Inglesi. pe«lt:ttcro più di 700 u. fra morti, feriti e prigionieri. · Sant'Eflsio. 176• legione della M. V. S. N., costituita a Cagliari nel 1923 su quattro coorti. Sant' Elena. Isola dell'Atlantico meridionale, a ohre Krn. dall'Africa. Appartiene all 'Inghilterra ed è fa. mosa per la prigionia che vi subì Napoleone I. 1800

Medaglia di Sant'Ele11a. Fu istituita nel 1857 da Napoleone lii, per fregiarne tutti i militari, francesi e stranieri, ancora viventi, che avevano servito sotto la bandiera francese <lai 1792 a l 1815.

Sant' Elpid io al M ar e. Comune in prov. di Ascoli Pi• ceno, forse sulle ro\'inc dell'antica Cluana. Nel medioevo \'enne piit volte assalito dai Ghibellini di Fermo, e sofferse g ravi d anni in seguito ad un assalto di Mercenario e Rinaldo da Montcverde. Quest'ultimo nel 1377 pose la térra a ferro e fuoco. Comba1time11/o di Sam'Elpidio ( 1797). Appartiene alla spedizione dei Franco.Cisalpini per occupare le coste del. l'Ad riatico. Un distaccamento guidato dai capi•lcgione Scarabelli e Fontanclli si diresse su S. E. i cui abi1anti usci• rono ad inconLrare i repubblicani. Il primo scontro avvenne sulla sr. del torrente Lcta Morto, presso alla sua cònAuenza col Chienti; poi l'attacco dei f'rnoco-Cisalpini portò gli assali lori fi n sollo S. E. che, nonostante un 'ultima <lisperala difesa dei ciuadini, venne espugnato.

Sant' Enrico (Ordi11e). V. E11n·co Sant' Ermenegildo (Ordi11e) . V. Ermenegildo. Santerre (A11to11io). Generale francese (1752-1809). Comandante la guardia nazionale del suo quaniere nel 1 782,


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fu nel r799 alla testa della sommossa che· invase l'assemblea nazionale. Nomi'n ato comandante in capo della guardia nazionale, condusse alla prigione Luigi XVI. Creato generale cli di vis. , fece cattiv,1 prova nel la guerra della Vandea e fu incarcerato sino alla morte di Robesp ierre. Dimessosi poi dal g rado, ritornò alla vi1,;1 prjvata.

Sant'Eufemia. V . Maìda . Sant'Eusebio

(Colle

di).

Passo nelle propaggini delle Alpi Carnonie che mette in comunicazione le valli del Chiese e del Mella. La rotabile eia Barghe per Preseglie risale con stretti risvolti le alture, Santcrre Antonio raggiunge il valico a 574 m. presso Sant'Eusebio e scende nella valletta del torrente Garza , don<lc per Nave si dirige a Brescia. Il passo ha funzione di raccordo tra i due sbocchi della Val Sabbia e della Val Trompia, raccordo necessario ad abbreviare il percorso per ·sboccare in pianura evitando il lungo cam• mino imposto dalla tortuosità del Chiese, che a valle d i Vestone devia verso il Garda. Tale raccordo supplisce alla scarsa attività funzionale dell'a lto Mella, che non trova adeguato sfogo a monte. li passo, con quelli di Lodrino e di Maniva , assicura, mercè un triplice allacciamento, la miglior utilizzazione stradale dei due solchi tettonici lici sistema delle Alpi Camonie e la più diretta giunzione fra le p rovenienze dalle Giudicarie e Brescia. Di qui la sua importanza per il traffico; e la funzione m il itarmente u tile per la coordinazione d i operazioni 111 questa zona, specie se volte allo sbocco in pianura t ra i bacini del Garda e d 'Iseo.

Sant' Eustacchio. Isola d elle Antille, appartenente all'Olanda. Durante la guerra d 'Indipendenza d'America ;1 marchese d i Bouillé, governato,·e francese della Martinica, sul finire di novembre del 178r, imbarcati sopra 3 fregate, una cer·vetta e 4 legni minori r200 u. e alcune milizie, il 25 giunse nelle acque di S. E. Mentre si operava lo sbarco, una improvvisa tempesta obbligò le navi a prendere il largo, lasciando a terr?' 400 u, della legione irlandese e alcuni reparti <li due regg. francesi. Quantunque assai inferiore <li numero alla guarnigio()C inglese, che era di 700 u., i l Bouillé avanzò verso la fortezza. G iuntovi d i s9-rpresa sul mattino mentre parte del presidio stava facéndo gli esercizi sulla spianata, sferrò l'attacco ed entrò nella p iazza coi fuggenti, mentre i l governatore Co.kburn, ~he tornava da una p asseggiata a cavallo, veniva fatto prigioniero. Scoraggiati, gli Inglesi si arresero. Caddero nelle mani del vincitore 70 cannoni oltre a somme ingenti, frutto delle prede fatte e vendute dagli Inglesi. Il giorno dopo furono occu pate anche le vicine isole di Saba e San Martino. Santtlià (ant. Vic11s viae l011gae). Comune in prov. d i Vercelli. Di antichissima fondazione, fu una mansione romana sulla via mii. fra Vercelli e Ivrea. Fino al sec. XII ,i res;e a repubblica; nel 1241 passò a Vercelli e nel 1373 ai Savoia. Nel 1553 fu occuRata dalle truppe francesi d el maresc. di Brissac. · Nel 1554 i Francesi, prima di attaccare Casale, e per assicurarsi i.I possesso dc'. Canavese appena con\JlJistaço, eressero in S. una forteua a forma cli ottagonq: Nel 1559 il trattato di Catcàu-Cambrésis stabilì

.:he g li Spagnuoli abbandonassero S., ma solo nel I5i5 Filippo II si decise a ordinarne lo sgombro della fortezza. che venne effettuato nel settembre. Durante le guerre civili del Piemo,uc fra il principe Tomaso <li Savoia e la reggente Cristina, S. fu assediata tre volte: nel 1612, nel 1616 e nel 1639. Quest'ultimo fu posto dal principe Tomaso che <lopo una lunga lotta ebbe la piazza per fame, nonostante vari tentativi fatti per approvvii;-ionarla. Nel 1644-45 Eu assediata dal maresc. du Plessis-Praslin e dal principe Tomaso : in questa occasione i lavo~i d;asS<.'<lio furono diretti dall ' ingegnere militare Carlo Morello. Assedio di Sa11thià (1555). Appartiene alla guerra tra Francia e Spagna per il prc<lominio iu Italia, e fu posto dagli Spagnuoli al coman<lo d el duca d'Alba. 11 maresc. di Brissac vi si portò immc<liatameote e fece r iuforzare jn fretta la piazza. Ma poi, capita l' inutilità e il pericolo di subire uo assedio, decise di liberare la città con una battaglia. Il 6 settembre schierò le sue truppe nel letto asciutto di un ruscello, fiancheggiandole coi carriaggi e con schiere di archibugieri. In testa alla colonna pose 100 picchieri su due file: ogni bgl. fu fiancheggiato da 200 cavalieri con altrettanti archibugieri. Dierle poi ordine al gcn. Boanhet, governatore di S., d i eseguire un'improvvisa sortita con 600 u., e ordinò a 20 0 cavalieri di iniziare lavori per un ponte suÙa Dora llaltea. Il ,duca d'Alba, temendo di essere assalito da forze superiori. abbandonò l'assedio, e, ai primi assalti dei Francesi, si ritirò precipitosamente. Lo salvò da maggior disastro il fatto che solo alcuni stormi d i cavalieri lo inseguiro1to: tuttavia ebbe perdite abbastanza gravi.

Santiago. Capoluogo del dip. orientale e già capitak clcll 'isola di Cuba, sulla costa meridionale , dominata dalla Sierra Maestra. Posta su un'ampia baia, in comunicazione col mare mediante uno stretto canale, al tempo della g~erra Ispano-Americana era piazzaforte marittima, d ifesa dalle batterie di Punta Gorda, della Estrella , del Morro e della Socapa. Due linee d i torpedini erano a sbarramento del I 'entrat:L I. Assedio di Santia;:o (1898). Appartiene alla gucrrn (V.). Entrata nella baia (19 màggio) l;i Rotta ddl'ammir. Cervera, giunse nelle acgue <lel)a piazz,1 la squadra americana al comando del viceammir. Sam pson lspa110-✓lmcricana


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che il 31 sparò qualche cannonata contro le opere e 11 3 giugno tentò d i imbottigl iare, con scarso successo, il caoale d'uscita lanciandovi la nave carboniera « Merrimac ». li 6 l'intera forza navale bombardò le opere; il tiro fu ripetuto .il .,14, 16 e 18; i forti e le caserme furono danneggiati, . una polveriera saltò in aria. Gli scarsi •risultati com plesS~~·a:mcnte ottenuti convissero il San1pson che era ne1•.1

.~iunl<l sul posto, ordin,\ rhe fosse attaccata ""la sccooda po, sizione nemica . L'indomani, malgrado intensa prepara• zione d'art ig lieria, gli Americani tentarono inutilmente di impadronirsi dei trinceram~nti spagnuoli. li 3 mattino fu respinta <lai gen. Terrai un~ inti1nazione di 1esa , 1na nel ;.:iorno stesso, dopo la battaglia navale, la situazione della difesa apparve insostenibile e il gcn. Terrai ch iese di trattare. "Impo:aa la resa a discrezione. per cui occorreva l'au. torizzazione· di Madrid , i] 10 riprese fiaccamente il bombardamento, essendo spirato l'armist izio che all'uopo ern sta.to concluso. Il 16, dopo nuove discussioni, la capitolaliooe era firmata e gli Amer icani occupavano la piazza. 11. Battaglia ,zavalc di Santiago. Dopo lo sbarco dtl corpo di spedizione americano la situazione dcll'ammir . Cervcra, che coi suoi 4 incrociatori corazzati !viaria Teresa, 0,1uendo, Vizcaya e Colon, e i destroycrs Terror e Pluton, era rimasto bloccato nella baia, si fece disperata. Però la mancanza di carbone, l'insufficienza di munizioni, ht scarsa

AI.IERICANI

Q

e INSORTI 1\t-racco terrestre a S ant!ago ( 1 898)

cessar io l 'intervento di truppe da sbarco. Nel pomeriggio del 20 giugno la spedizione, costituita dal V C. <l'A. comandato dal gen. Shafter, forte di 17. 000 u., giunse " 15 miglia da S., e si stabilì che lo sbarco si efienuassc a Daiquiri. Intanto il geo. Linarcs, comandante la piaz:>.a, aveva sistemato a difesa anche i.I fronte di terra !unge, una linea di opere chiuse che da El Cobre, girando intorno ~Il a città, giungeva nei p ressi della località scelta dal nemico per lo sbarco. Erano, sulla carta, circa 6000 u., in realtà non oltre 1500 combattenti, sforniti di ogni risorsa. a corto di munizioni, che solo per salvare l'onore delle armi sì disponevano a una impossibile resistenza. Il 22 il gen. Shafter ordinò lo sbarco preceduto da un vivo bombardamento della flotta, su tu tte le località che gli Spagnuoli avevano sistemato a d'fesa . Verso le 9 il fuoco si concentrò sulla spiaggia d i Daiaquiri e alle 9,50, scortate <la quattro. cannoniere, le prime truppe prendevano terra. A sera 6000 u. della divis. Lawton erano sbarcati e si spingevano l 'indomani mattina a Juragua. Nel pomeriggio, dopo breve resistenza, gli ·spagnuoli ripiegarono su .Sevilla, dove i l gcn: Rùbin con 6 cp. e <luc pezzi rimase peG ostacolare l 'avanzata nemica. i ntanto, iJ 24, anche la divis. Kent sbarcò a Siboney. La mattina del 24 il gen . Whccler attaccò le truppe del gcn. Rubin, e le costrinse a ripiegare. ll 24 a sera ànchc la divis. Keot era a terra. li 30 giugno il gen . Sampson dispose ,che la divis. Lawton agisse conrrn El Cancy, avanz"ando quindi su S. per la dr. e che le divis. Kent e Whceler sì ammassassero a est di El Pozo per attaccare le trincee <li San Juan. La divis. di cavalleria doveva unirsi presso El Pozo agli insort; cubani, comandati da Garcia; tre brigate ri.manevano i n riserva. Sferrato l'attacco, il gen. Vara del Rcy, trincerato a El Caney con 125 u. , tenne testa per otto ore ai 6000 u. della divis. Lawson ;· quapdo cadde, g li Spagnùoli ripiegarono in 5 , lasciando sulla posizione 45 cadaveri: gli Americani ebbero 900 u-. fuori combanimento. Per oltre quattro ore il col. /osé Baqucro tenne con 300 u. le trincee di San Juan, cont ro 6000 ,1. del gen. Wheeler e Kent, infliggendo loro la perd_ita . di circa 500 u. l)ur3nte la lotta da parte spa• gnuola riinase ferìto il- gen . Linares. A sera il gen. Shafter,-

istruzione degli artiglier i, gli vietavano di affrontare la squadrn americana la quale strettamente lo bloccava con sci navi, tutte più potenti degli incrociatori spagnuoli. Nonostante queste circostanze il gcn . Bianco, capitano generale a Cuba, il 25 l uglio ordinò al Cervcra di rompere il blocco e d i raggiungere l'Avana. li Cervera rifiutò, ma, di fron te a!la conferma deJ ·governo di. Madrid, dovette obbedire. Le difficoltà rlella n;vigazionc, attraverso l'uscita de lla baia, gli impedirono di tentare una fuga nottetempo e il 3 luglio, alk 9,35, la flotta spagnuola comparve ail'uscita della baia. Le navi americane accorsem, e la battaglia cominciò. Prima uscì la Maria Teresa, nave ammi1aglia, che subi i primi colpi; ];, macchina fu gravemente colpita da una granata da 300 mm. e il fuoco scoppiò a bordo. Ferito gravemente il comandante Concas, l'ammir. Cervera lo sostituì. Iii quel momento la sua cabina era io fiamme, il ponte bruciava, il cannone da 27 cm. poppiero era fuori servizio, la popp1 e il centro erano una fornace, sotto la grandine dei colpi l 'eq uipaggio era decimato, le

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SPAGNUOLI = NORD-AMERICANI Battaglia navale di Santiago (1898)

:iolveriere stavano per saltare poichè il fumo e le fiamme impedivano di allagarle. Il Cervera lanciò la nave a incagliarsi contro la riva, :love poco dopo saltò in aria, mentre i superstiti furono con grandi difficoltà portati a terra. ll Vizcaya, secondo della linea spagnuola, sul principio n,,n ,offrì gravi danni d:1,l_ fuoco degli Americani, . impegnati contro l'ammiraglia. Ma qu:Ìndo anche su di esso si con-•


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centrò il fuo'i' nemico, mentre le sue artiglierie in disor d ine e le munizioni avariate gli impedivano di rispondere efficacemente, anche le sue condizioni divennero disperate; ben presto gravi incendi si manifestarono a bordo. Alle 10, 50 tutte le artigl ierie cra□o state ridotte al silcn.lio, e anch'esso andò a incagliare sulla costa, dove saltava in aria a sua volta. Il Colon, uscito terzo , m ise tosto alla massima velocità <lirig:ndosi ·ad ovest; era l'unica nave spagnuola veloce, protetta d a una med ia corazzatura. Ma alle 13 il carbone d i buona qualità era esaurito, e la velocità cominciò a r idursi. Allora le nav i americane si avv icinarono, e il comandan te Moreu, non volendo che la sua □ave cadesse nelle navi del nemico, la spinse sull a cost a, presso la foce del Rio Tarquino, a 70 miglia da Santiago. L'Oquendo, quarto uscir,,, subì la sorte delle prime navi: sman tella te le artigl ierie e in preda al fuoco fu d al suo comandante p ortato a incagliare presso la Maria Teresa. Il d estroycr T error, d o po essere rimasto oltre mezz'ora sotto il fuoco nemico, s'incendiò e saltò in aria . li Pluton. uscito ultimo, fatte segno a fuoco efficacissimo, fu anch 'esso mandato ad incagliare sulla costa. Le pcrdit" americane, oltre a danni quasi insignificanti alle navi, [urano di un morto e IO feriti; quelle degli Spagnuoli d i 323 m. , 201 f., 1500 prigionieri. San1iago de Clii/e. Città ma rittima del Chilc, capitale della repubblica . Vi fu firmato, il 3 marzo 1923, un « Patto d'arbitrato ,. per prevenire i conflitti fra gli Sta ti a1ncricani.

Sant' Ildefonso. Città della Spagna, in prov. di Segovia, con castello reale. I. T rauato di Sa111' !ldefe,nso ( 1° ott~br~ 1777). Pace fra Spagna e Portogallo, per d cfinice i confini dei r ispettivi domini in America e i n Asia . li Portogallo rinunzia alla Spagna la navigazione della P lata e dell' Uruguay, la .colonia del San Sacram ento col suo territorio e l 'isola d i S,in Gabriele, come pure .ad ogni diritto sulle •isolè Filippine e Marianne. La Spagna restituisce al Portogallo l'isola di Santa Caterina e la parte vicina del continente. Il. Trattato di Sant'lldejonso (19 agosto 1796). Alleanza offensiva e d ifensiva tra Francia e Spagna, e garanzia reci" proca d i tutti i rispettivi possedimenti europei e coloniali. Nel c.iso d i una g uerra in comune opere,anno di conserva con tutte le forze di terra e di mare. Essendo l'Inghilterra la sola potenza con la quale la Spagna abbia delle contestazio ni, la presente alleanza, per la durata della guerra, non avrà esecuzione che contro d i essa , e la Spagna rimarrà neutra le d i fronte alle altre potenze artnate contro ·1a Francia. Articoli segreti : L a Francia s'impegna - dii far partecipare l'Olanda alla presente alleanza. Nessun emig rato francese sarà ammesso nei corpi spagnuoli destinati ad operare coi Fr:incesi. La Spagna adoprcrà la sua in.Aucn,:a e, ali 'uopo, la forza per o bbligare il Po rtogallo a ch iudere i suoi port i all 'Inghilterra. ~ La r epubblica Ba" rava aderì con trattato sottoscri tto ad Aranjuez il 28 giugno .1797, col quale si obbligava a combattere l 'Inghi!terra per tutta la d urata della guerra presente.

Santi Maurizio e Lazzaro (O,-dine dei) . ,Nel 1434 Amedeo VIII, primo duca d i Savoia, ritiratosi a · vita eremitica nel cast~llo di Ripaglia, costituì l'ordine di San M aurizio . Il duca Ema nuele F iliberto, od 1572, restaurò !"o rd ine, trascurato dai suoi predecessori, mod ificandone l'ordinamento e lo scopo e ne p ropose al pontefice la fusione coll'a ltro Gerosol imitano d i S. Lazzaro, fondato per l'assistenza d ei le bbro;i. Gregorio Xlii il 13 novembre 1572 co nsacrava l ' unio ne dei due Ordini. L'Ordine religioso e mi litare dei SS . M. ,: L -. si ripromeueva il duplice intenw d i liberare i mari in festati dai corsari e di cscrci~:1rn p ieto~a o~pi talir.à. Ces-

sata la lotta con tro g li in fedeli e quando la lebbra sembrò vinta, l'Ordine ded icò le sue rendite alle opere d i beneficenza fonda ndo ospedali e altri luogl, i pii. In principio d el I793 il re d i Sardegna Vittorio Amedeo lii, istituendo una medaglia d'oro e d 'argento al valor m ilitare per gli u. di truppa, stabilì che g li ufficial i fossero decor~ti al valore mediante la croce di S. M. Ordine dei Santi e Lazzaro . Al la creazione del] 'Ord ine Maurizio e Lazzaro Mil itare di Sa\•oia (1815), l'Ordine dei SS . M. e L. rimase dest inato a premiare le benemerenze civili e m ilitari, i distinti e segnalati servigi resi allo Stato, il merito scientifico, letterario e artistico. Vittorio E manuele I, nel 1816 ne r iordinò gli st atuti, che vennero riformati ancoca in parte da Car!o A lberto nel 1831, e d a Vittorio Emanuele II nel 1851. L'Ordine comprende cinque cl~si : cavaliere di gran cordone, grande ufficiale, commend atore , ufficia le , cavaliere. La decorazione consiste in una croce tr ifogliata d'oro smaltata di bianco accolla,a ad altra croce biforcata smal tàta d i verde. Il nastro è verde n1arezzato.

Santini (Felice). Generale medico della R. M ., n. e m . a Rnma ( 1850-1922). En.trò come medico nella R . M. nel 1873 e vi raggiume il grado d i ten. colonnello. Collocato a riposo, si gettò nella vita politica e fu deputato nelle legislature dalla XIX alla XXII, e senatore nel Ì 912, hggiuogen<lo il grado di generale nella riserva . D iresse durai\tc la sua carriera gli ospedali rnil. mar, di Napbli e di Venezia . .Lasciò un volume sul viaggio della pirocorvetta « Gariba ldi " intorno al 1uondo. Santini Pirro" Generale di porto, n. a Torino nel 1859, entrato in servizio nel 1$80, collocato in P. A. nel 1918, promoSS(! .brigadier~ generale nel ,.J 919, rnagg. generale nel qp3, _·t~n. generale nc,I 1926; c,;"t)o~·a to . .a riposo nel 1927.

'· Santini Ruggero . Generale ,. n . a Ventimiglia di Sicilia nel , 1870 .. ,, sottot . di fonteria nel 1892, partecipò alla cam· pagna· eritrea' del 1895-96; fre- , queotò. poi .la scuob di guerra e passò! .nello S. M. Fu in ur. T,-~ttato di_Sant'Ildefpnso (t 0 -?f-'.o~r,~_ !Soo). _Tr~~tafo Libia nel 19.13 e 1914 , e vi fra Spagna e :F ra~ci~, per la retroces~,Ì.0\1~ de\la :.:i,u,ifi,apa g~a,dagnò una med. di bronalla F rancia e l ' iograJJdimento .<j~;;li _ .~ t~ti,_ d ì ,_"f:'.a~m~,,;,~a , zo; poi. prese parte a tutta la guerra contro l 'Aust ria. ColonSantini Ruggero Francia procurerà in. Ìtalia ,all_'jnf~q~e ,d i P:irma un an1• nello nel 1917, fu intendente , ,,.,, .,,. pliamento terriiorialc ,(-';h~, :PO~\c;"rà i_ ~uo,i Sta~i a !:2!>,0;oc;>o d'armata: Brigadiere generale nel r918, comandò• .Ja briabitanti, col titolo di r~) ~•,spe~e_ dclja ,To~can;i opp,;1re :d el)e ga'ta Lecce e si d istin se sull'Altipiano d'Asiago; g uadagnò Legazioni, o q ualche, ?lti·a provincia. ·


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11ell a .guc, ra la croce di cav. <lell'O. M. S. Uopo l'arm,. ;u.,,o ,fu ~1po <li S. M. del XXIII C . d'A. e poi intendente presso il comando delle forze italiane nei Balcani. Nel 1921 assunse il comando della brigata Friuli, e nel 1924 passò come d ircu ure gen. allo S, M. del R. E. Nel 1927 coman dò la VI brigata di fanteria; divenne gen. <li divis. nel 1928 e comandò la di,•is. di Milano; nel 1932 venne promosso generale di C. d'A, comandante del corpo d 'armata di Milano.

Santini Or~ste. Generale, n. a Napoli nel 1871. Soccot. del genio nel 18go, divenne colonnello nel 1917. Partecipò alla guerra contro l'Austria e comandò il genio <lei XXVI C. <l ' A. Nel 1926 fu promosso generale di brig:ita in A. R. Q, e nel 1933 venne trasferito nella riserva.

Sant' lsidoro. 1Soa legione della M. V . S. N., costituir~ .'!' Senorbì nel 1923 su quattro coorti; i l comando passò poi à} Lanusei e fu chiamata Barbagia. Santo (Mo11te). Costituisce uno sperone (alto m. 882) dell'Altipiano della Baimizza, col quale questo si protende, a snd -ovest, nella vallata dell'Isonzo. Insieme con le sue-

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che si dovette trasportare la capitale a S. Antonio nell 'isola di Principe, tornando a San Tomaso solo nel secolo XIX.

Presa di Sa11 Tomaso (1709). Fu eseguita dal francese Parent, il quale sbarcò nell'isola con 400 u. e, sbaragliati 800 Portoghesi, marciò sulla città, La strada era battuta da un fortino con tre cannoni, e il Pareni lanciò all'attacco 6o granatieri e riusd a farlo prendere. Poi marciò sul borgo di S. T. con i suoi divisi in due colonne e li lanciò al! 'attacco sotto il (uoco d el forte, I Portoghesi si rifugiarono in un convento, che fu pre~o d'assalto e incendiato. Allora il Parent si dires..<e con tutte le sue forze sul forte che era difeso da quattro bastioni, muniti di 50 cannoni e d i u11 mortaio. I difensori ai primi colpi si arresero: m a no11 molto tempo dopo il Parent sì imbarcò con le prede faue e tornò in Francia.

Santona. Città marittima della Spagna, in prov. di Santandcr, ai piedi del monte omoni mo. Presa di Samo,ia ( 1639). Appartiene alla guerra dei Trema Anni. L 'arcivescovo di Bordeaux, de Sourdis, nel 1639, con una flotta forte di 40 vascelli da guerra, 2 1 bru-

Il Monte Santo dalla pianurn 1roriziano

..e.sive alture del San Gabriele, del San Daniele e di 'anta · Caterina, costituiva un baluardo difensivo della città di Gorizia. Fu attaccato, la prima volta, dalle truppe ita• liane, d urante Ja 10• battaglia dell'Isonzo; !u la br igata Campobasso (clella 10a d ivis,), che i l 14 maggio 1916, scalate rjsolutamente le pendici del monte, giun,e fin tra le roviae di un convento che vi sorgeva, cauurando quasi cutw il presidio au;triaco; ma, cnntrattaccata a sua volrn nella none e non sosten uta tempestivamente da rinforzi , (u costreua a<l abbandonare la preziosa conquista. Nella successiva battaglia dell'agosto il li corpo d'armata, in ~eguito. a l felice sviluppo della nostra manovra sull 'Altipiano della Bainsizza, r iusciva , il giorno 22, ad ìm posscs$3rsi definitivamente del monte S., che rima'ncva in no•tra mano fino al ripiegamento dall'Isonzo.

Sant.'Olaf (Ordi,u·). V. Ola/. San Toma so e Princip,3, hole ponoghe;, del golfo di Guinea, scoperte ne l , 170 e 1 ➔71; abitanti 67.000, supe rficie 971 Kmq . Per la disparità delle razze vi scoppiarono frequen ti moti ; la situazione si aggravò nel sec. XVll , durante la ,!(uerra fra l'nrtogallo, Francia e Obn<ia. tanto

lotti e 12 fuste con truppe da sbarco, si portò sulle coste della Galizia; informato che a S. si trovavano nove galeoni spagnuoli, vi si direise. Dei galeoni, al ~uo arrivo, 7 avevano gìh preso il largo e gli alu i due, cli J 800 tonnellate ciascuno, si erano ritirati souo S., d ifesa da parecch ie. bat• tcrie e da 2000 u. ben trincera11. L'arcivescovo, ordinato lo sbarco, attaccò successivamente !e piaaeforti di Loredo e di S. che vennero prese d'assalto con l'appoggio del fuoco delle navi. Qui nd i attaccò i d ue galeoni, di cui uno andò dìstrullo dal fuoco, l 'altro fu preso.

Sant'Onofrio (Colfe d1). Passo ddl'i\ppennino napoletano che mette in comunicazione il bacino del Volturno con quello del Trigno. La rotabile risale da lsernia la ,·alle <lei Caval:cre, affiuente del Volturno, e per C~rpinonc e Pescolanciano raggiunge il valico di S. O. a 895 m. Passa indi nell a valle del 'frigno a Ca rovilli, e, superata la Sell a <l i Staffoli (1031 m.) , tenendosi su lle alture fra 'frigno e SJngro, raggiunge a Vasto la litoranea adrialica. Buona comunicazione, che raccoglie a Isernia le provenicnu: del Tnvolicre Campano, essa è seguha <b presso in vari traui dal la ferrovia Isernia-Carovilli, che ind i volge verso Castel cli Sangro, distaccando da Pescobnciano un tronco


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sino ad Agnone. li Passo ùi S. O. è uno degli sbocchi del la viabiliti, che s'irradia dalraho bacino <lei Volturno.

Santoro (Fr11ncesco). Generale, n. a Foggia, m . a F irenze (184':}-1928). Sottot. di fanteria nel 1870, divenne colonnello nel 1905 e comandò il 39a fanteria e il distretto mii. di Savona. In P. A. nel 1907, fu promosso magg. generale nella risccva nel 1914. Nel 1923 assunse il grado di generale di d ivisione. San/oro Alfonso. Generale, n. a Foggia nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1884, partecipò alla guerra Italo-turca nella quale meritò una med . d i bronzo. Colonnello nel 1916, comandò nella guerra contro i' Austria il J 15° e poi il 121•> fanteria e sul Carso meritò la meù. di bronzo {r916). Nel 1917 comandò il 150° fanteria e nel 1918 fu promosso brigadiere generale comandante la brigata Forlì. Nel 1920 andò in P. A. S., nel 1923 assunse il grado di generale di brigata e nel 1930 passò nella riserva. Sa11toro Carlo. Medaglia d'oro, n. a Cava dei Tirreni. m. in Libia (1900-1928). Dal corso allievi ufficiali uscl sottot. d i complemento del 7° bersaglieri nel 1924. Ottenuto in seguito a <lomanda di essere im•iato in Libia, partì per la Tripolitania e fu assegnato al 6° bgl. libico. Dopo il combattimento di Tagrift ottenne la nomina a sottot. in S. P. E. per merito d i guerra e poco dopo la promozione a tenente. La suprema ricompensa al valore fu data al valoroso tcn. dei bersaglieri con la seguente motivazione: « In aspro e violento com battimento, comandante di mezza compagnia del reparto che sostenne l'un o deciso e violento delle forze nemiche, resistette a li 'impeto travolgente d i esse con tenacia ed energia, danùo superbo esempio di elevatissime virtù militari. Colpito dapprima alla gamba destra, sotto al ginocchio, cadde, ma rialzatosi incitava i suoi ascari alla d ifesa ricordando loro le glorie del battaglione. Colpito di nuovo alla coscia sinistra, sollevandosi quanto più possibile da terra, ancora una volta richiam~va i suoi ascari al dovere supremo. Seguiva intorno a lui una furiosa mischia fino a che, colpito nuovamente al petto, alla fronte, all'addome, egli soccombeva sul campo, ed intorno a lui circa venti gregari .che ne avevano segulto lo strenuo valore. Già d istintosi a Bir Tagrift (Tripolitania, 25 febbraio 19.28) ove aveva meritato il passaggio ad effettivo per merito di guerra ». (Guerat d Afìe fTripolitan ia], 3 r ottobre 1928).

Santo Sepolcro (Sacro Militare Ordine del). La fondazione· <li quest'Ordine da taluni è attribuita a S. Giacomo, nell'anno 69, da al tri a Goffredo di Buglione nel 1090. I membri dell 'Ordine p resero il titolo di « Cavalieri ospita lieri militari del S. S. d i Gerusalemme »; essi vengo;,o nom inati <fai patriarca di Gerusalemme . Stwio Sepolcro (Ordine caml/eresco di). Enrico II, a,•endo fatto un pel legrinaggio in Terra Santa, fondò nel 1174 un ordine cavalleresco simile a quello del S . S. d i Gerusa lemme. Papa Innocenzo li[ l 'approvò nel n99; l 'Ordine venne abolito in segui to af cambiamento di religione so-pravvcnuto nel sec. XVI -in I nghilterra, e la maggior parte dei cavalieri che lo compo11evano si unirono a quello di Malto.

Santo Spirito di Montpell ier (Ordine di). Nel , r95 , un gentiluo1110 francese fece costruire in Montpellier t.n ospeda le che in brc1•e prese grande sviluppo. Innocenzo 111

io eresse in ordine ospedaliero religioso e militare, nel II98. L'ordine declinò sulla fine del regno di Enrico IV, finchè verso la metà del sec. XVfll sì fuse con q uello di San Lazzaro d i Gerusalemme.

Santo Stanislao (Ordine imperiale e reale dt). Fu fondato dal re Stanislao Augusto Poniatowski nel ,765. Divi$a la Polonia nel 1794, l'Ordine decadde per r isorgere alla formazione del ducato di Varsavia. Lo czar Alessandro I lo ripristinò nel 1815 coo nuovi ord inamenti e quattro classi. La decorazione aveva per 11101to : « 1>rae111iando inci1.at » . Fu soppresso dalla rivoluzione bolscevic~. Santo Stefano. Borgo della Turchia , sul Mar di Marmara , presso Costantinopoli. Tra//.ato di Santo Stefano (3 mar• zo 1878. Pace fra Russia e Turchia, seguente la convenzione di Ad rianopoli del 30 gennaio r878. Ordine di S. Stanfalao Pone fine aHa guerra Russo-Turca . La Porta riconosce l 'indipeodcnza del Montenegro, della Serbia e della Romania. La Dulgaria è costi tuita i n principato autonomo; nessun membro delle dinast ie regnanti delle grandi potenze europee potrà esserne eletto pr incipe . Tutte . le fortezze sul Danubio saranno d ist rutte. Salvo le navi stazionarie d'uso, le navi da guerra saranno escluse dalle acque d i Romania, Serbia e Bulgaria . S'introd urranno ri forme nella Bosnia, ne!L'Erzcgovina, nell 'isola d i Caodia. nell'Epiro, nella Tessaglia, nelle altre parti della Turchia europea, nel!' Armenia. La Porta accorderà amnistia a tutti i sudditi compromessi nell'ultima guerra, pagherà alla Russia una indennità di g uerra di 300 milioni d i rubli e le cederà i seguenti territori: a) il sangiaccato di Tulcia, la Dobruggia, le isole del delta del Danubio; b) Ardahan , Kars, Batum, Baiazid . I trattari e le convenzioni anteriori alla guerra , relativamente al commercio, alla giurisdizione, alla condizione dei sudditi russi in Turchia, sono r imessi ip. vigore. lJ Bosforo e i Dardanell i resteranno aperti in tempo di pace e d i guerra alle navi mercantili degli Stati neutri provenienti dai porti russi o diretti verso questi . Questo t rattato, spietata consacrazione della vittoria della Russia, abbatteva grandemente la Turchia, ciò che non era conciliabile cogl ' intcressi dell'Inghilterra e dell'Austria. Ne derivarono le trattative che condussero alla Conferenza e aJ tr:,ttato di Be,-/ino (V.) <lello .,tesso anno 1878.

Santo Stefano (Ordine nobile e milita,·e di). Fu creato da Cosimo I de' Meùici, granduca di T oscana, nel 1562, in memoria della vittoria d i Marciano, con la m issione di liberare il Mc<litcrraneo dai pi rati e i Cristiani dalla schiavitù. Confermato da papa Pio IV, conip rese tre classi: Mi lit i, Cavalieri cappellani, Cavalieri serventi. Recò aiuto ai. Cavalieri di Mal ta, compì l'impresa d i Bona, partecipò coll i Veneziani e i Pou tilìci ad imprese contro i Turchi, e · al la battaglia di Lepanto con 12 galee, dando ottime prove anche in altre circostanze. L e classi furooo poi portate ·a cinque: Nobili, Militari , Cavalieri <li giustizia, Serventi e Fratelli d 'anni. Venne r iformato dal granduca Pietro- Leopoldo nel 1775 e rivolto a opere di pace e di studio. Venne soppresso da Napoleone I nel 1809 e r iprist inato dal granduca Ferdinando nel 1817 per ricom pensare i servizi civili


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e milirnn resi allo Slatu. Fu allora diviso !Il quattro classi: Gran croce, Priore, Bali, Cavaliere di giustizia e grazia. !.'ordine cessò di esistere nel 1859.

""anto Stefano (Toscana)

OrJioi ca,·aUereschi

Santo Stefnno

(Cngheri•)

Santo Stefano d'U11gheria (Ordi11,: dt). Fu istituito nel 1764 da Maria Teresa per ricompensare i servigi resi alla ?atria. Si componeva di quattro classi: gran croce, commendatore, ca,·aliere e piccola croce. Scomparve dopo la .~uerra Mondiale.

Sant'Osva ldo. Altura ,ulle propaggmi orientali della Panarotta, dominante la valle del Brenta. Durame la guerra .Mondiale venne fortificata dagli 1\ustriaci che vi appostarono numerose artiglierie. La posi1.ione costituil'a un capo• ,aldo della linea nemica e il conquistarlo era di somma ncccssit:1. Perciò il comando della 15~ divi,. ne studiò il ,>iano d'attacco, che affidò al capitano Baseggio con la sua Compagnia della morte. Questi, il 4 e 5 aprile, riuscl a impadronirsi del trincerone di Volto e decise l'assalto a S. O. per il G. Chiesto che due bgl. di rincalzo si portassero sotto Volto per sostenere l'azione e fatto eseguire un intenso fuoco di preparazione, ordinò l'attacco alla Sl' " cp. e alle cinque dcli '84<> fanteria che aveva a sua disposizione. Due cp . attaccarono la posizione lateralmente, mentre gli arditi, presa la di fronte e sos1cnu1 i da due cp. di rincalzo, riuscirono a penetrare nella prima trincea nemica, ove però subirono gravi perdite. Giunta una cp. di rinforzo la rrincea, che frattanto era stata persa, fu ripresa: ben sette volte gli arditi dO\•ettero riconquistarla, ma inrine non poterono più restarvi. li Baseggio ordinò allora a ritirata e, alla vista del nemico, la iniziò allo scoperto come se sfi lasse in parala, senza che gli Austriaci stupefatti, sparassero un sol colpo. Gli ufficiali degli arditi erano morti o feriti, e degli arditi non ne restavano che una .:inquantina; le allre truppe subirono perdite minori. Sam'Osvaldo (Passo dt). Colle delle prealpi Carniche che ·nette in comunicazione la valle del Piave con quella del Torrente Cellina (Livenza). Vi passava un'antica mulattiera che durame la guerra del 1915-18 fu riattata e resa carreg,;iabile. Da Longarone essa risale il Rio Vajont, con alcuni tratti protetti da galleria contro i lavinamenli, e per Erto raggiunge il colle a 826 m. Scende <li qui a Cimolais, lungo l'affluente Cimoliana, sbocca nd Cellina e per Barcis e Montereale sbocca nella piana dell'alto Friuli. !. buona .:omunicazione sussidiaria fra la bassa Carnia e il Bellunese, e rappresenta un accesso al Cadore indipendente dalla ?iù diretta via del Passo <li Fadalto (Vittorio-Ponte nelle .\)pi) e della stret ta di Quero (8assano-Fcltre-Bclluno).

SAN

Sant' Uberto (Ortl111c ca1111//i:rcS<·o d,). Fu creato da Ge1ardo V, duca di Bavi~ra, nel 1444, per ricordare la vittoria su Arnoldo di Egmont che gli si era ribellato. Nel 1709, l'elettore palatino Giovanni Guglielmo ristabilì l'ordine, che era :indato in disuso, e gli diede nuovi <tatuti. Fu soppresso dopo la guerra Mondiale. Santucci (Stefano). Generale medico, n. a Navelli nel 1863. Sottotcn. medico nel 1888, fu insc!l""ance di Medicina legale mil. alla Scuola di Sanità di Firenze. Si segnalò nel terremoto siculo-calabro del 1\)08 e meritò la 111ed. d'argento di benemerenza. Fu in Libia nel 1911-12-13, e partecipò alla guerra del 19J5-18. In essa fu direttore Onhne di S. Uberto cl, sanità del VI C. d'A. e poi direttore di sanità di armata; meritò due mcd. d'argento al Yalore a Gorizia (r917) e sul Carso-Piave (1.917-1918); due mcd. d":trgento della salute pubblica e due promozioni per merito <li guerra: una a colonnello (191 5) ccl una a brigadiere generale (J9J8). Dopo la guerra fu prc'siclcnte del collegio medico , uperiorc al ministero della ~uerra e nel r923 assunse il grado di maggior generale medico. Nominato ispettore cli sanit:\ mii. a Milano nel 1925, andò in A. R. Q.nel 1926. Promosso cen. generale medico nel 1927, fu trasferito nèlla riserva ncll"anno seguente, Pubblicò molte monografie fra le quali alcune sull'organizzazione del servi-,,io san i tari o in guerra.

Sanudo (Marco). GuerrieSantucei s,efano ro veneto (1153- 1220). Combattè coi Franchi contro Marzulfo u~u, patorc del trono bizan tino e cooperò a fondare il nuovo impero greco, di cu: Baldovino di Fiandra fu primo monarca. Tolse poi Can<.lia ai propri concittadini facendosi nominare re dell'isola, ma ne fu scacciato dal Tiepolo. Nel 1207, dopo occupare I. isole dell'Arcipelago. ,enne nominato duca del medesimo. Sanuto (Matino dello Torse/lo, o il Vecchio). Scrittore mii. veneto del sec. X IV. Ben cinque volte passò in Palc~tina a combattere contro j Turchi cd a studiare i luoghi che ·uancggiò poi nel Libro della ricupcrazionc di 1 erra Santa " ricèo di varie mappe e carte. In questa sua opera si mostrò esperto <li cose marinaresche, di ordigni bellici, di accampamemj e di fortificazioni. San V icente (de JJa,-quem). C::o,m:ne della Spagna nelle Asturic, sulla costa dell'Atlantico. Combattimento di San Vzcente (20 novembre 1808). 1\ppartiene alle guerre dcll 'Impcro francese e si svolse fra una colonna francese (gcn. Sarrut) che costeggiava il mare, e un corpo spagnuolo di 5000 u., il quale aveva preso posuione sulle alture davanti a S. V. Quantunque non avesse seco che 1000 u., Sarrut decise di attaccare e avanz~ con 700 fanti di fronte, mentre 150 cacciatori e 2 cp. di


-

SAN

824 ·-

famcria si dirigevano sulla dr. delle alture per aggirarle e • mio.cciare il fianco degli Spagnuoli. Queste disposizioni ebbero completo successo; gli Spag1woli furono messi in rotta, e oltre un tnigliaio d i essi rimasero ne lle mani dei Francesi.

• &ritannici <> Spagnuoli

San Vincenzo (Capo). Promontorio del Portogallo, ant. Sacrum Promontormm, all'estremilà su<l-occi<kntale della penisola iberica.

I. Ba//aglia dei Capo Sa11 Vincenzo (1337). Appartiene . alla guerra fra i re di Castiglia e di Portogallo. Quest'ultimo aveva armato una flotta di venti galere affidandone il comando aJl'ammir. genovese Emanuele Pe,sagno. Le navi del re di Castigl'a, la m ar'na del quale era stata creata da Benedetto Zaccaria, affrontarono in numero superiore, sono il comando di Goffredo Tenorio, le galere por·toghcsi al Capo S. V. e le sconfissero, catturando lo stesso "P=agno con otto galere e affondandone 5ei. II. Battaglia del Capo San Vincmzo ( 1797). Appartiene alla guerra tra l'Inghilterra e la Spagna alleata della Fran-

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an ,

Britannici ..,. Spagnuoli o

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a Captain (Nelson)

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bf-iJ

b Vic t ory Qervi,) e Culloden (Trvuhrid,;<

lo Oo o

-Vento

Rattaglio di S. Vincenzo ( I • fase)

eia repubblicana, e si com battò fra una squadra spagnuola agli ordini dell 'ammìr. Cordova (27 vascelli e 11 fregate) e una inglese di 15 vascelli , oltre a 6 fregate e a corvette, comandante dall'ammir. Jervis. L a prima aveva una forza di 2222 cannoni e 21.000 marinai; la seconda di 1258 cannon i e 11.700 marinai. La flotta spagn uola arrivò la mattina de l 14 febbraio nelle acque del Capo S. V. , avendo l'avanguardia (6 vascelli al comando dell'amm'r. Morales) staccata dal grosso. Le fregate annunciarono l'avvicinarsi della squadra inglese, la quale, incrociando dal giorno precedente in quel mare, era stata a sua vofta avvisata dell'arrivo delle navi spagnuole dalle proprie fregate. L 'ammir. Jervis dispose in linea di fila i propri vascelli e avanzò fra i due gruppi spagnuoli, arrivando nell'intervallo alle ore 11, mentre tre vascelli del gruppo del Cordova erano riusciti a dirigersi ve rso i sei dell 'avanguardia. L'ammir. Cordova, vista la manovra di Jcrvis, credette che gli si sarebbe gettato sulle navi dell'avanguardia, e si apprestò, data la d :rczione del vento, a manovrare per prendere alle spalle l'avvcrsar:o. Ma Jervis non esegui la m anovra prevista dall"avversario, e, come vi<lc che Cordova manovrava in m odo da oltrepassare la coda della formazione inglese, pcr riunirsi ai nove va5ee]l i dell'avanguardia , ordinò !'in•

a. b

Sant. Trinidad

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éxcellc1Jt f C>llhu~'WOO<.I ) Ca p tarn ( Nt>l,,'1,)

C .... S11n Nl,:ota,

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Oottaglia di S. Vincenzo (IP fase)

versione della rotta per disporsi di fianco al grosso dell a nolta spagnuola. Nel momento in cui t: le manovra era in atto, i nove vascelli del Morales tentarono un attacco contro gli Inglesi, ma vennero rcsp:nti col fuoco, e non ebbero più parte nella lotta, scadendo sotto vento . Il commodoro Nelson , che comandava le ultime tre navi inglesi, appena vide gli ordini della nave ammiraglia per l'inversione della rotta comprese il disegno dello Jervis, ma si accorse c.hc se l'avesse eseguito alla lettera avrebbe lasciato libero il Cordova di piegare a dritta e congiungersi con la sua avanguardia. Allora uscl dalla form · z "one e con le iole sue tre navi si gettò risolutamente conrro la testa dell a formazione nemica, impegnando un combattimento accanito, e dando tempo alle navi dello Jet\ is di compiere la manovra e giungere man mano a sostenerlo. La disobbedienza di Nelson fu uno dei maggiori fattori della vittoria inglese, poi che la sua nave impegnò alcune delle navi nemiche, pure subendo gravi perdite e infine, quasi incapace di manovrare per 1 danni prodotti dalle artiglierie nemiche. abbordò il vascello spagnuolo « San N"colas » e lo prese di viva forza: poi fece subire la stessa sorte al u San José ».

n. E. xc(~tle11 t

b 81,:nl,,.,m C Captn,,, <Nf"l10t1t

d Pr,nc~ c~oro• Q Ccdlo<frn

f San t , Trrtt1<lad g San JostJ/ h Son N1 c-ol11,

Banaglia di S. Vincenzo (IIJ • fase)


- - 825 Ouramc la banagha altri due vascelli spagnuoli avevano d111maina10 bandiera. L'ammir. Cordova ri;,arò a Cadicc, avendo parecchie d el le navi inwuc: posto sotto p rocesso. venne r<!vocato da l grado. L'amrnir. Jervi, venne fatto come di San Vincenzo. Le perd le furono di 483 morti. 700 feriti, 2727 prigionieri da parte degli Spagnuoli; di ì.; morti e 277 feriti da parte degli Inglesi. li solo vascello " Caprn in », montalo da Nelson, perdette 70 uomini. l ii. Battaglia del Capo di San Vimerizo ( 1833). Appar-

tiene alla guerra civile fra don Miguel e donna Maria a ppoggiata da suo padre don Pedro del Brasile. Questi affidò le forze navali destinate all'impresa comro don Migucl (che da reggente si era fatto proclamare re del Portogallo) all'amm:r. inglese Napier. Erano tre fregate, una corvetta e una goletta, equipaggiate in parte con ufficiali e marinai inglesi . Il 2 luglio, al capo S. V. sir Napicr incontrò le navi migucliste (due vascelli, due fregate, tre corvette, tre piccole navi) e le attaccò risolutamente, riportando piena vittoria. Un vascello e una fregata vennero presi a viva foFta; l'altro vasçello si arrese: le piccole navi riusc'rono a fuggire. I vincitori ebbero 25 morti e 92 feriti; i ~iguclisti 78 m. e ro8 feriti. La vittoria ebbe grande peso nella risoluzione della guerricciuola a favore di donna Maria, chl· l' anno seguente ricuperò il regno.

San Vito. Rimorchiatore, varato a Venezia nd 1917: dislocamento tonn. 108 ; lungo m. 2 1 ,30, largo m. 5,10; appa• rato motore cavalli 200, velocit/i miglia 9. Persoaalc d'armamento 8 uomini. San V l adimiro (Ordine d,). Fu creato in Ru s,ia nel 1782 clall'impcratrice Caterina II; decaduto sotio Paolo I , fu ripristinato dall'imperatore Alessandro I nel , So,, e dest inato a ricom pensare il merito civile e militare, qualunque fosse il rango di nascita <lei candidato, Con l'avvento del Bolscevismo, l'Ordine \'enne ,oppresso.

SAO

far giurare quest'alleanza a tutti i loro concittadini, e si promisero i vicendevoli soccorsi in caso che l'una o l'altra delle città fosse attaccata da un qualsiasi nemico. Nel trattato si dichiarava il rifiuto di intervenire alla d ieta convocata a Cremona da Federico II, contro la quale se ne formava una tenuta dalle ciuà collegate. Con atto dcll'u aprile anche Verona accedeva alla lega.

Sanzioni. li traLlalo d i Versailles del 1919, nello ,ra. i,ilirc a carico della vinta Germania gli obblighi che le venivano imposti, determinò, ndla pane Vìl, le " San• ,:ioni », le qu::li comprendevano (a1t. 227) la messa in istato d 'accusa di Guglielmo li, « p~r orre~a suprema conLro la morale internazionale e l'autorid ,aera dei Trattati ». Si sarebbe dovuto costituire un Tribunale speciale, cr,rnposto cli cinque giudici, nominati da Stati Uniti, Gran Brc cagna, Francia, Italia e Giappone, competendo al T ribu nalc la pena da ~pplicarsi. Con l 'art. 228 del irat·ato d, Versailles i l governo tedesco riconosceva al le' Potcrw.c vitto riose l'autorità di trad urre dinanzi ai loro tribuna li mii. le persone accusate d'ave r commesso atti contrari alle leggi e ai costumi di guerra. - Un problema di Sanzioni, sempre dal punto di vista internazional e, è stato oggcuo di esame presso la Società delle Naz:uni, e riguarda quelle da adottar,i contro lo Stato che pot rà essere qualificato come « aggressore » . Saorgio (S11orge) . Comune della Francia, nel dip, delle Alpi Marittime, sulla Roia, in una gola che costituisce punto d'accesso dalla riviera di Nizza alla pianura piemontese attraverso il colle di Tenda. Vi furono costruiti tre castelli nel medio evo, uno dei quali, detto di San Giorgio, venne successivamente rafforzato più volte. li borgo si diede alla casa Savoia nel 1388. Durante la guerra per la Successio ne di Spagna venne preso dai Francesi e tenuto fino al 1713. Allora essi costruirono fortificazioni per rafforzare il passaggio. ed essi medesimi le smantellaroM nel 17~.

Ordme di S. Vladimiro

San Zenone degli Ezzellni. Comune iu prol'. di Tre1·1so. Aveva un ant ico castello costruito su d i un colle dagli Ezzclini, con mura. torri e fossato : al centro sorgeva il mastio dei castell,1111, dominato da un'altissima torre. Auedio di S011 Zenone (24 agosto 1261). Fu posto, alla mo rte di EzzcLno da Romano, da ll 'esercito collegato d i Treviso, Vice.tza , V,·1K-zia, Padova e Friuli. Il castello cr,1 difeso dal fratello di Ezzelino, Alterico, il quale vi si era riparato dopo di esser fuggito da Treviso, che aveva orrib]rnentc d evasta ta. Gli assed ianti, comandati da Marco Badocro, podcst/1 di Trcvi~o, stettero attorno al castello ben tre mesi, ma poi la guarnigione si arrese, ottenendo salva la vita per tutti coloro che si trovavano nel forre, eccetto che per Alberico e la famiglia. Questi si rifugiarono nella torre principale, rna furono traditi e consegnati agli assa li tori , che li massacrarono barbaramente. Il castello venne raso al suolo. San Zenon~ i11 Mozio. Chiesa della dioccM di Manto,a, che diede il nome a un trattato concluso il 2 marzo 1226 dai rappresentanti di Milano, Bologna, Piacenza, Verona, Brescia, Faenza, Mantova, Vercelli, Lodi, Bergamo, Torino, Alc5sandria, Vicenza, Padova e Treviso. Questi rinnova• rono la lega lombarda per altri 25 anni, si obbligarono a

La gola e il forte di Saorgio (sec, XVIII)

Fazione di Saorgio (1794). Appartiene a lle guerre della Rivoluzione francese. L'armata d'Italia, agli ordini del gcn. Dumerbion, operava dalla costa ,•erso l'interno, mirando


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826 -

..

SAP

allo sbocco in pianura. ~kntre colonrn: laterali concorrel'ano all'invasione tendendo a risalire la valle dell' Arroscia e spingendos.i lungo mare su Oneglia, una colonna centrale (divis. Macquart) con la q uale marciava lo stesso Dumerbion, procedeva verso S. Il successo d d Massena, che conquistava le ri<lotte avversarie dì Colle .'\rde11te il 24 aprile, veniva a facilita re il compito dell'attacco di S. in quanto gl i elementi avanzati di quel la colonna calavano verso il tergo della posizione al momemo stesso in cui Dumerbion si accingeva ad attaccarla d i fronte. Lo sbarramento di S., indifeso ai lati e sulla gola, non potè opporre resiste nza alJa d uplice offesa e il piccolo presiclio piemontese, comandato dal cav. d i Saint Amour, lo abbandooò, aprendo così la via all'attacco del Colle di Tenda e allo sbocco verso Cuneo. li Saint Amour, che aveva avuto l'ord ine ~li d ifenderlo nd· ogni costo, venne per q uesto proces~ato e fucilato. Frattan to giungeva ai Francesi un decreto della Convenzione, Cùmunicato ai Commissari che seguivano l'armata, per ordinare la sospensiva delle operazioni, forse per sospetti elevati a carico del gic,vaoe generale J3uonapartc, che ne seguiva lo svolgimento e che fu richiamato a Parigi. Doveva spettare precisamente a lui il compito di riprende re, due anni dopo, il comando del1' An nata d'Italia. guidand ola a successi decisivi.

1. Battaglia na.ualc di Sapienza (3 novembre 1354). Appartiene alla guerra fra Genova e Venezia. Una flotta vene-.i:iana, agli ordjni di N icolò Pisani, aveva preso posi;cione nel seno dell'isola detto di Porto Lungo (che ha dato

Sapelli (di Capng/lo, conte Enrico). Generale, n. a Torino, m. a San Maurizio Ca,iavesc (1848-1929). Sottot. cl i cavalleria nel 1866, partecipò alla guerra di quell'anno ed a quella del 1870 . Frequentò I.a scuola d i guerra, divenne colonnello nel 1892 e

Battaglia della Sapienza (l354)

comandò i

lancieri Firenze.

M agg. generale nel 1898, comandò la 6a brigata di cavai. leria e dal 1902 la 1a. Ten. generale nel 1905, comandò successivamente le divis. di Ch icti e d i Piacenza. fn P. A. nel 1910, passò nella riserva nel 1915 . Richiamato durante Sapelli Enrico

la guerra contro l'A ustrj a, co-

mandò la divis. d i Torino e poi i C. d 'A. territoriali di Milano e di Torino. Nel 1923 assunse il grado di generale d i corpo d'armata.

Sapera militare. f. un sapere professionale, perciò riSidamente J?ragm.atico, con una sua unità organica ben

fondata. Si è svolto nei secoli parallelamente allo svolgersi della società politica e pel fine d i conservazione e sviluppo della medesima. Nella sua unità organica attuale se ne d istinguono quattro gradi principali : li 1° comprende la gamma del lavoro militare, dal più elementare ciel soldato, al più complesso del comandante ·supremo delle forze militari. Il 2° comprende tutta la dottrina, in senso stretto per nini i gradi della gerarchia. Il 3° comprende ciò che dell 'arte è scienza generale (per es., la scienza storica m ilitare) e ciò che è scienza pàrtic~lare (per- es., la scienza d elle armi e la scienza dell'azione bellica). li 4° com prende la coordinazione intima e attiva delle parti, pnde l'armonia e la cooperazione attingono i massimi fastigi della vittoria, nonchè la conser vazione e il progressivo svolgimento del complesso e dei ,•ari gradi del sapere militare.

Sap:enza. Isola della Grecia, sulla costa meridionale del Peloponneso, d i fronte a Modonc . (Per la battaglia del 1499, V. Modone).

pure il nome a questa battaglia). Il Pisani si era schierato con io galere e 6 cocche a ll'entrata principale del porto, collegando con catene le sue navi, cd aveva lasciato in fondo allo stesso porto una divis. navale, agli ordini di Morosini, costitu ita da 15 galere e 20 navi minori. L'ammir. genovese Paganino Doria avanzò frontalmente con parte della sua _flotta contro il Pisani, mentre suo n ipote , Giovanni Doria, con 13 galere passò per uo'entrata secondaria, e si diresse contro la divisione del .Morosini. Gli equipaggi di quest'ultimo si sgomentarono credc(!dO già sconfitto .il Pisani ed opposero debole resistenza. Giovanni sgominò completamente le r.avj del Morosini, e poi avanzò alle spalle dello schieram~nto del Pisani , mentre Paganioo muoveva a sua volta all'attacco. Le navi venez iane, immobili per le catene che k legavano, come videro lanciate contro di loro due navi in fiamme, già . catturate dal Giovanni, si arresero. Trenta galere veneziane furono prese, le altre incendiate. Perirono 4000 marinai veneLiani, e n e furono condotti a Genova , col Pisani, 5870. Si salvarono soltanto, gettandosi nell'isola, pochi marinai della di,•is. del Morosini. ll. Battaglia navale di Sapienza (16 maggiq ,825). Appartiene alla guerra d 'Indipendenza della Grecia. Una flotta egiziana, che: si era ancorata presso l'isola, venne assalita dalle navi greche del Canaris e del Mia~lis. Il primo abbordò la fregata « Asia »· e la fece saltare > in aria ; nel combattimento vennero incendiati ptirc quattro trasporti e due corvette della flotta egiziana.

Sapienza Luigi. Generale, n. a Ca tania nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1886, partecipò alla campagna eritrea del 1887 e poco dopo passò negli alpini. In Libia nel 1911-12, vi meritò una med. d i bronzo~ rtecipò alla guerra contro l'Austria al comando del bgl. ~ pini Tolmezzo. Ten. colonnello per merito di guerra e subito dopo co)onnello nel 1915, ebbe il comando del 38° fanteria dal quale passò nel 1916 a comandare il 4<> gruppo alpini e meritò due med. d'argento . Nel 1917 come colonnello brigadiere co-


SAP

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mandò la -brigata Murge e poi il 2° raggruppamento alpini . la 2 • brigata cecoslovacca, e infine nel J9r8, il 6<> raggruppamento alpini. 1)1 P. A. S. nel 1920, assunse ocl 1923 il grado di generale di d ivis. e nel 1932 passò nella riserva.

Sapien1. ..1 L uigi

S aporiti Aless~tndro

Saporiti (lllessa11drc). Generale, n. a Como i1el 1863. Sotwt. di fanteria nel 1883, frequentò la scuola di guerr:i e insegnò storia mii. alla scuola di Modena. Colonnello nel 1915, comandò il 60<> fanteria col quale entrò in guerra contro l 'Austria . Magg. generale nel 1916, ebbe iJ CC>· mando della brigata Alpi, poi della 8a6, poi della 17' divis., del XXVIII C. d'A., d ella 2 • e dell, 69" divis. che guidò in Val Posina meritando la croce di cav. dell'O. M. S. Dopo l'armistizio ebbe il comando della divis . mii. d i Novara , In P. A . S. nel 1920, partecipò alla Marcia su Roma e d ivenne prefetto di Mantova. Assunse nel 1923 il grado d i generale d i di vis. , fu vicepresidente nel 1928 del Tribuna le speciale per la difesa dello Stato e nel 1932 venne trasferito nella r iserva. Pubblicò: « Nozioni di storja militare modern<1 )> e <1 Som1nario storico ,1 . Sappada (Colle di). Valico ddle Alpi Carniche che mette in comunicazione la valle ,del Tagliamento con quella del Piave. La rotabile ·da Tolmezzo per Villa Santina risale la valle del ùegano, wcca Comeglians e Forni ~ ,·oltri e raggiunge il colle a 1292 m. Di qui scende a Sapp;1da e San10 Stefano di Cadore, ove si riunisce alla strada proveniente da San Candido (Val Drava) per il passo di Monte Croce di Comelico. A Cima Gogna la comunicazione s' innesca alla Via d '/\lémagna (Dobbiaco-Belluno). Ridotta ora carreggiabile anche nel tratto Forni Avoltri-Sappada, questa via è una d iscreta sussidiaria di quella <ldla Mau ria per le relazioni fra la Carnia ~ l 'altu Ca<lorc. Saprì. Comune in prov. di Salerno, nel golfo d i Pol i.castro. Sorge sul l uogo dell 'antichissima Scidro, ricordata da Erodoto come colonia di Sibari, e in cu i ripararono gl i abitanti di Lao, allorchè questa fu distrutta da Cotrone : allora Scidro fu cinta di mura . Spedizione di Sapri (1857). Fu ideata da Carlo Pisa cane, <l'accordo col Muz.iini, per tentare di sollevare l'llalia meridionale contro i Borboni. Il 22 giugno il Pisacane, Giovanni Nicotera e altri 23 coraggiosi _salirono a bordo del « Cagliari » come mil iti d ella Legione Stra11iera diretti a Tunisi, e, appena fuori <lei porto, in timarono al capitano di arrestarsi, raccolsero una sessantina di compagni accostatisi al piroscafo coi1 barche e lancie, e 1-uutarono rotta. ll 27 giu11sero a Poaza, ove disarmarono le guardie nazionali e un p iccolo presidio di veteran i, liberarono i

SAR

prigion ieri politici, e ~i di1t:SSt:ro verso S., o\.'t: sbarcarono il 29. Occupata la terra, respinsero un assal to <ii gendarmi <' d i guardie urbane, aiutaii solo da pochissimi abitanti , ,nentre essi a,·cvano spcratn di far insorgere tutto il paese. Allora il Pisacane div ise i suoi in tre cp. di cui ,diede i l comando a Nicola Valletta, Nicola Giuliano e Federico Prioli , dirigendosi YCrso il Cilento. Jo<lislurbati essi marciarono per Torraca, Tortorella, Casaletto, Buonabitacolo e Cervar,. dove sostarono, accolti con ind iffe renza, se non con di ffidenza, dalle popolazioni. Il 30 giunsero a Papula, presso Sala, ove, accampatisi, furono assal iti da un migliaio <ii urban i con alcuni gendarmi, contro i quali resistet rero valorosamente, prendendo posizione sulla collina <li San Canione. Ma poi, presi alle spalle <lai 1' cacciatori <lei colonnello Ghio, furono compktamente sbaragliat.i, con la perd ita di 35 morti, 56 feriti e oltre 200 prigionieri. Il Pisacane e il Nicotera, con una cinqu,rn1ina d i superstiti , sperando di raggiungere il Cilento, marciarono su Sanza. Ma qui i l 2 luglio furono arrestati dalle guardie urbane, sostenute da numerosi conta<lini armati, raggiunti tosto a1:che ·d a un distaccamento dell'n• cacciatori. Una ventina dei comp agni del Pisacane si arresero ai p rimi colpi, ed egli, che aveva mandato il Nicotera a farli desistere dal loro p roposito, venne nel frattempo ferito, e, non volendo restare prigioniero, si uccise. Lo stesso fece .il Falconi, mentre il Nicotera e altri , assaliti ferocemente dai contadini a izzat i dai loro preti, vennero sa lvat i a stento e fatti prigionieri : parecchi però furono massacrati . Contro i superstiti f u istru ito un processo che finì con gravissime pene. La spediLione d i S. ebbe anche uno strascico diplomatico, giacchè i l re di Napoli non volle rilasciare il « Cagliari » , trattenendone pure l 'equipaggio, di cui facera no parte anche due i9glesi. Ma poi, per le insistenze del Piemonte e della Gran Bretagna, tu costretto a cedere.

Sapunaroff (M.). Generale bulgaro, n . nel r868. Souot. nel r887, partecipò alle guerre llalcanichè e a quella Mondiale, durante la quale fu d apprima a cape) del reparto personale al Comando ,upremo. e poi comandan te della divisione <l a 1t,wnragoa. Saracchi (Al/n·do). Geucralc. n. nel 1868. Sottot. d'art. nel 1888. raggiunse il grado di colonnello nel 1917. Partecipò alla guerra ..::on tro l'Austria e co,narHlò j\ ro'1

S.1punaroff (i\i1.)

art . pesante ca rnpak. In P . A. S. nel 1920,

venne promosso nel

1930 generale di brigc:itn

nella riserva.

Saraceni. Nome dato <lai popoli mediterranei agli Araç,i che ne l medio evo in festavano il bacino Med iterraneo compiendo

scorrerie, <levasta ndonc le coste:

i nva•

dendo cd occupando regioni costiere, di talune delle <]Ual i rimasero padroni per 1nol tissimi anni traendone riccl1c:7,zc e menandone schiav i gli abita nti. Nell 'anno 840 Sicono)fo. ~ignorc "tli Salerno. in lott a c<m Radal~iso e L andolffJ ~ig,wri di Beru.:vento e Capua, ch i~utò in suo aiu to i Saracèn i Oìirniadi di Spagna e Radelg iso i Sarace ni Abassidi <i, Si. cilia: dopo lotte sangu inose tutta l 'ltal ia meridionale nmasc in potere dei Saraceni , eia (love e~:;i ~pinsero le loro

incursioni sino a Roma, d ist ruggendo Fond i e Montecassino e saccheggiando il tempio d i San Pietro e Paolo. Un prirrn, tentativo <l i cacciare i S. dall'Jtal ia meridionale fu fatto ne!l '866-871 dall 'imperatore <: re Lodovico Il, che riprcn-


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deva Benevento, Capua, Salerno, Ilari, distruggendCJ MH tera e Venosa e facendo 'prigioniero lo stesso re dei ·saraceni Saugdane. Ma ~ssendo Lodovico II caduto prigioniero, i S . rimasero, dopo lo scambio dei due re, ancora padroni dell'Jcalia meridionale. Nel 915 l'ihiper;,tore d'O. ricntc, riuscilo a mettere d 'accordo le signorie italiane sulla necessità <li cacciare i S. dalla penisola, imprendeva contro di loro una campagna che riusciva in tale in ten to. Dall" Sicilia furono scacc iati nel rn71, dopo dieci anni d i guérta. dai Normanni. In questo stesso periodo (890) i S. erano sbarcati in Provenza, ove ,i allearono ai signori del luogr, per invadere il Piemonte, prendendo stabile dimora a Frassineto Po. In raie località accorsero presto tutti i banditi che

uccidevano , come accadde ai d isenon roman , in Sa lapia. La porta della città di Pompei, scoperta durant: gJi scavi, posta sulla gran via militare da Roma a Brindisi, era guarnita di una S. d i cui si vedono ancora gli inLastri nelle spallette e al di sopra della porta stessa. Quando la S. era abbassata, si fissava con legature, o con piuoli orizzontali, per evitare che potesse essere sollevata di forza <lai basso. In seguito alla S. della forma descritta ne fu .sostituita un 'altra specie, chiamata « Organo », costituita <la tante travi ferrate o barre di Jerro indipendenti l'una dall'altra e sospese venicalm<,ote, · 1e quali si !asciavano oadere sulla porta t3gliando 1c coréle o s1•olg-cnrlo il verricello; quéste travi all'estremità inferiore erano armate d i una punta di no n avevano altrove sicurc::zza alcuna e per circa un seferro perchè. potessero meglio ficçarsi nel terreno. Quésto colo i S. effettuarono saccheggi e devastnioni. Ne l 97: ordegno era preferi bile alla vecchia saracinesca perchè eviun forte esercito riunito da Guglie lmo conte cli Provenza tava che l'attaccante, coll'introdurre a tempo un ceppo_ ne ebbe ragione ed i S . furono cacciati dal Piemonte e un sasso ò un cavalletto sotto la S. , potc.sse impedirne la dalla Provenza. La Sardegna non sfuggì alle invasioni completa d iscesa. Con gli stessi nomi , o con quello di ·saracene. Nel 10 16 essa, ' g ià oggetto d i incursioni d i• cor - · ,, Caditoie », si chiamarono quelle opère in· '.egname o di sari, cadde in potere dell'emiro delle Baleari Mugahid. altra materia per mezzo delle quali si introduceva o ,i Nèl 102.2 altri S. se ne impadron irono alla loro vo:ta, levava l'acq ua dal fosso delle fortezze finchè nel 1c52 i Pisani, doµn lunghi e sanguinosi combatSaracino. Cosl chiamata una statua di legno raffigutimenti nei quali ebbero l'aiuto dei Sardi, riuscirono a rante un Saracino. Nel medio evo serviva ai cavalieri per cacciare definitivamente i S. dall'isola. rompere I.e lancie coaeò.do in .giostra. Saracinesca. Robusta i mposta ferrata, o cancello pen Sarafoff (!van). Generale bulsile di legno o di ferro, collocato all'entrata di città o garo, n, nel 1856. Partecipò, vofortezza dell'epoca antica per chiudere le porte praticate lontario, alla guerra Russo-turca nelle mura. Er a sostenuta da corde o da catene avvolte ad del 1877-ìS, poi passò alla Scuola un verricello e manovrata da un ponticello si ua:o sopra mii. russa di Odessa cd entrò nclla porta, in modo che svolgendo il verricello stesso, o an 1'esetcito bulgaro come ufficiale. Comandò !'So regg. fan teria nella guerra ·del 1885 contro la Serbia e prese parte alle guerre Balcaniche ,d del 1912-13 come comandante d i [1 Sarafoff Ivan div.isionc.

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Saragozza (spagnuolo : Zaragoza, ant. Saldubae). Città della Spagna, capo!. di prov. sul fiume Ebro. Fu colonia di veterani all'epoca di Augusto. Fu presa dai Goti nel 47" e -dagli Arabi., comandati <la Taric, nel 712, dopo breve assedio. Nel u18 divenne capitale del regno d'Aragona: venne allora cinta di robuste mura . Alle sue fortificazioni lavorò l'ing. mii. T ibu rzio Spannocchi, nella seconda metà del sec. XVI. Nel 1809 si combatterono presso S . le due bauaglie di Belcl,itc e di Maria (V.).

che tagliando k corde, essa cadeva con impeto scorrendo Era d ue guide laterali, dette incastr i, incavare nelle spallette della porta. Questo ordegn.o sì chiamava al tresì «· Rastrello " o « Cateratta " · f:: molto antica; la I icordano Tito Livio e Vcge2io, il quale, parlando dell'antiporta e della ~., dice che queste difese furono trovate anticamente: « ma fa più sicurezza quel lo che dagli antichi è provato, che iananzi la porta s'aggiunge un'opera là dove si comuan:a, nell a cui en trata si po11ga una cateratta con f uni ed anelli di ferro , che se i nemici v'entrano, lasciatala cadere, vi rimangono rinchiusi ,;. Le riferite parole d i Vege1.io d imost rano che l'uso della S. non era solo quello d i impedire al nemico l'entrata delle porte, ma altresì di fornire uno stratagemma per uc~idere un certo numero di nemici, imperocchè facendoli entrare fra le due por e e quindi calando la S., i medesimi si venivano a t rovare chiusi d~ ogni l~to ed al lorn j difensori cieli~ fortezz" li

I. .1.ssedio e trattato di Saragozza (778). Appartiene alla ,pedizione di Carlo Magno nella Spagna. L'anno precedente si era recato alla sua corte l'emiro arabo di S. il quale lo aveva richiesto di aiuti contro Abderamo che gli aveva usurpato ;J trono. L'imperatore, ben contento di potersi ingerire negli affari di Spagna, mosse c<;>n un' esercito in aiuto dell'Emiro. l i pri1no corpo francese, presa Pamplona, si diresse su S. davanti alla quale si congiunse col secondo corpo, comandato in persona da Carlo Magno. Ab<leramo resistett(: a lungo, rna poi dovette cedere e~I ottenne patti onorevoli. Allora fra l'emiro di S. e Carlo Magno fu sottoscritto un trattato, per cui l'imperatore rimise sul trono il primo, ma ·, ·etese degli ostaggi per assicurarsi della sua fedeltà. li. Assedio di Saragozza (TI 18). Fu posto alla città d a Alfonso d'Aragona. Gli Arabi opposero una strenua difesa, e raccolsero un esercito per liberarla dall'assedio. Ma Alfonso lo sconfisse presso la città, e questa, disperando ormai di essere soccorsa, si arrese dopo otto mesi di 1esistent-a.

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\fl. Batt,zg/i" di Sflmgozza (20 agosto, 1710). ,\pparticnc al la guecrra, per la Su.ccessjone. di Spagna. Il 1narchesc de Bay, comandante dell 'esercito spagnuolo, lo schierò nella giornata d el 19 agosto su)le falde del monte Torrero, appoggiando alla città e all'Ebro l'ala sr. composta d1 caval leria formata in due sch iere, con la prima rinfo,t_ata d a tre bgl. di fanreria . e appoggiando la dr. , tutta di ravalleria, ai clivi ma) pra~c~bi)i superiormente a Fuentes; aveva infine schierato il centro lungo la sommità del Torrero. Dinanzi ~ll'ala d r. cd al centro avc,a collocato le a rtiglierie . La prima schiera era di 18 bgl. e .31 sqdr., la seconda di 26 bgl. e 39 sqdr. con una forza rotale di 14.000 fami <.: 6000 cavalli. L'esercito alleato, al comando <lei :naresc. di Starhemberg, fu schierate per tlJHI estensione ug1.1ale a!l'incirca a quella nemica, Slt due schiere. La prima, appoggiata a d r. dell'Ebro, era composta di truppe imperiali, inglesi e portoghesi al comando <lei gen. Stanlrope, Lo Starhemberg si riservò più particolannentc ,1 e.ornando <lei centro, e <lette quel.lo de!Ja r iserva di cavalleria ,1I gen. Almcyda . Jn complcs5o 20 bgl. e 25 s<1dr. erano in prima schiera , 15 bgl. e 22 sqdr. in seconda, 6 sqdr. jn risc1va d iclro al cenrro: in tutto 22.000 u. AJl'ala dr. la cava lleria si mise dietro a lla fanteria; alla sr . furono ripartiti tra i regg. di cavalleria 4 bgl. d i fanti . r7 pezzi furono posti su quattro punti dinanzi alla prima schiera. La bcittaglia si iniziò con un duello delle o pposte art iglierie : quella degli Alleati si dimostrò superiore. Verso le 11,30 s'inizi<'> l 'utto fra l'ala dr. spagnuola e la sr. dalle trnppe -<!elio Sta nhope, le qual i furono caricate con tale impero, che non ressero al primo urto. Ma lo Star.hembcrg aveva già spedito l'ord ine alla sua ala dr. di mandare alia sr. una parte dei suoi sqdr. che pcrù furono subito respinti dalla ·c avalleria spagnuola. Questa si lasciò andare ad un inseguimento scompigl iato, di cui profittò lo Stanbopc per gittarsi sul suo fianco sinistro coi suoi sqdr. rimessi in fronte e sostenuti dai 4 bg l. assegnati alla sua ala . Da quest0 inaspettato con trattacco la cavalleria borbonica fu sba ragliata e ributtata a massa sulla fanteria. J\,lentre Sta11hope inseguiva, l'Hamilton aveva raccolto i suoi sqc1adroni e tornava ali 'attacco. Giunto che fu a pari della fon•eria nemica, e vistala scoiuH>:ssa, benchè tuttavia avanz~ssc, fece

fare :,i suoi dragoni una conversione a destra, ne fece ap· piedare una parte e la lanciò sul fianco destro di quella fanteria. Questa, attraversata poco prima e messa in disordine dalla propria èavalleria fuggente, non potè resistere cbe per b reve tempo all'attacco dell'Hamil ton, cui si uni rono tosto i 4 bgl. sopraddetti, condotti dal gen. Wade. l n quella parte del campo la battaglia era pe,duta per gli Spagnuoli. Nè meg lio erano andate le cose al loro• centro ed all'altra ala. La dr. degli Alleati (fameria) aveva respinto sin dal principio l 'attacco della cavalleria nemicacon un vivissimo fuoco. Dopo di che gli Alleati si erano fatti innanzi. e<l il gen . Atalaya con alcuni rcgg . d i ·cavalleria aveva assalito la seconda schiera. ln breve ora gl i Spagnuoli erano addossati alle mura di S., senza che da parte loro, eccettuati i bgl. della Guardia vallona, fosse o pposta resistenza di qualche conto. Al centro le difficoltà per gli Alleati erano state maggiori. Ma infine due loro corpi, condotti dai gcn. Wctzel e Belcastc, saliti suJ monte Torrcro, si impadronirono d i primo impeto dei cannoni posti davan ti alla fronte del nemico e cacciarono subito dopo la fanteria dal dorso del monre. Con questo atto, <1opo tre ore di lo tta, la sorte della giornata e quella d ell'a rmata' borhonica furono decise. Il governatnre di S. tentò una disperata difesa nel Palauo fortificato dell 'lnqu isi:zione. a sud -ovest della città , con fuoco cli cannoni e mo-

scbetti, .tirandt) contro an1ici e nemici; ma alla pri1na inti•

n1azione di resa anche quel! 'intoppo svanl. 500 uomini che ,;i erano dentro vennero ad accrescere il numero dei prigionieri. Grandj furono le perdite degli Spagnuoli, ma più grande la disfatta che fu una fuga precipitosa: a stuoli cs,i gettavano le armi e si arrcndevanQ a discrezione. Sul campo di battaglia furono sepolti 3600 cadaveri; i prigionieri a,.cesero a 712 ufficiali e 4310 gregari; 1500 di questi pass•rono subito al servizio di Carlo IIL Dei 27 pazi dell 'artiglieria borbonica portati al fuoco ne furono presi 22, con 72 ban.. dierc, 15 stendardi e grande quantità di' armi. Le perdite degli Alleati furono : morti 29 ufficiali e 505 gregari; feriti 52 ufficiali e 87g gregari. lV. Assedio di Saragozza (1808). Appartiene alle g uerre d ell'Impero francese. La piazza era comanclata dal brigad iere Palafox. La divis. francese Lefèvre-Desnouettes, verso la fine del giugno J 808 si andò avv,c:nando alla c:ìtà e il 28 occupava il pianoro d el monte Torrcro, raggiunta il 29 dalla divis. cld gen. Vadier, che assun,eva subito i l comando delle truppe d 'investimento. U 30 lo snppio accidentale di un mag azzioo a polvere danneggiava gravemente il centro d ella città: il g iorno stesso iniziavasi il fuoco d egli assedianti contro il « Port:llo ", sul lato occidentaie della cinta e l'attacco estendevasi a tutto il tratto sud-occ·dentale della cinta per Porta del__ Carmen s:no a Porta Santa Engracia, riuscendo a penetrare in città e ad occupare la Ca.erma di cavalleria; ma il fuoco nurritu della difesa e !'éroico intervento della popolaz 'o ne costringeva gl'invasori alla ritirata con perdite ingent i. C-0mprcsa la necessità di p rocedere con metodo, l'attaccante nei giorni successivi si dedicò alla repressione dcli 'attiv ità d elle bande insurrezionali esterne e alla distnu.ione dei mulini che servivano ad a pprovvigionare la piazza. Costruito un ponte di c'rcostanza, i Francesi passarono il 12 luglio sulla sr. dell'Ebro, completando l'investimento su ambe le rive del fiume e mettendo in azione sette batterie. Un fuoco vivissimo fu diretto il 3 e il 4 agosto sull 'ab taro, danneggiando soprattutto il grande fabbricato dell'Ospedale: verso il mezzodì del 4 i Francesi irruppero nella ciuà, dove si iniziò una Jotta 2ccanita, che continuò per parecchi giorni senza che g li as;alitori potessero progredire ol tre la zona occupata di primo impeto. Ma gli avvenimenti esterni sopravvennero a richiamare altrove le preoccupazioni del comando: la resa di Bailen costrinse Vc rdicr a disimpegrarc le sue forze e a raccoglierle verso Mallcn, a monte di' S., abbandonando l'im presa ch'era costata tanti sforzi. Così chiudevasi il primo tentativo di espugnaz'one di S., che cagionò alla città gravi danni e forti pcrdire ai difensofi, m3 riuscì certo assai o neroso agli invasori.

V. Assedio di Samgozza (1808-809). Quattro mesi dopo, quando Napoleone prese personalmente il comando delle forze destinate in Spagna per dare nuovo impulso alle operazioni, furono destinati all 'investimento di S . i corpi lit e V (30.000 u. con 6o cannoni) agli ordini rispettivamente dei rnaresc. Moncey e Mortier. Il gen . Pa lato,, aveva profittato d i questo tempo per migliorare le difese esterne mercè nnove battcrjc, trincee e lavori <li fiand1eggiamcnto, e le inte rne con tra\1trsc e blin<lamcnti La gu~unigirntt:. rafforzata eia reparti di cittadin i, contava c:rca 30.000 u. e 200 lwcche da fuoco. Le operazioni d'attacco cominciarono nella notte sul 22 dicembre e dovevano svilupparsi :d i 'alba con ,) 'attacco simultaneo della postzionc <lei monte Torrero e del sobborgo di riva sr. d ell'Ebro, dopo viva p reparazione di fuoco: il monte fu p reso, ma l 'attacco di


nva sr. fu con<louo <la una ,ola brigala e si risolse m uno scacco che cos1ò gravi perdite. Nondimeno i due corpi andarono estendendo le occupazioni .rispettive. congiungendo gli estremi a monte e a valle della città: così la cerchia d'investimento si stabilì continua. Il marcsc. M oncey, che aveva il comando in capo dcli ·assedio, fece costru ire un ponte di zattere .1 moa1e della cinà per assicurare le comunicazioni fra le due sponde dell"Ebro, e adottò rre direzio ni principali <l',ittacco: da ovest -:onlro il convento dell 'Iaquisizione, da sud contro la testa di po111e dcll'Hucrva, da sud-est contro il convento di S. Giuseppe. li 29 dicembre s'iniziò l 'apertura delle trincee e il tracciamento d i tre parallele. Una sortita tentala dal nemico su tre colonne il 3r dicembre fallì ovunque; oè miglior esito ebbero due tentativi del ,o e 2 gennaio 1809. In quel giorno lo Junol ~enne a ri levare nella direzione delle operazioni il Monccy, che, con la di,•is. Suchct, ebbe online di recarsi a Calatayud per assicurare le comunicai,oni con Madrid. Vennero cosl sottratti ·all'assedio circa 9000 u. ; ciò che rese <lifficile distaccare for;;e per contenere quelle che si andavano organiuando d3gli Spagnuoli a soccorso della pi~zza e obbligò a stendere le truppe in ord ine più rado, sopperendo con rafforzamenti alla menomata densità. Il 10 gennaio furono smascherate le ba1teric d'auacco, eh~ dopo una ginrnara di fuoco ridussero al sil,:nzio quelle del convento di S. Giuseppe e della testa di ponte. Nel pomeriggio dell'11 mercè assalto diretto e scalata, combinati con aggiramento sulla fronte di gola, il convento. veniva occupato ed operavasi subito il collegamento con le parallele vicine. Il 15 era conquistata anche la testa di ponte e le o pere occupale venivano organi1.zatc sulb fronte interna in modo da valersene contro la città, costruen<lovi nuove batterie. Il 21 erano in azione 50 bocche da fuoco; unJ nuova sortita degli Spagnuoli fu ancora respinta. Fratlanto

830numcro,e bande di imoru si Jdunavano nella wn~ a nord dell'Ebro cd osi-acolavano i rifornimenti; onde la situazione degli assedianti si faceva assai critica. Per loro fortuna fa ceva ritorno la divisione Suchct e giungeva il 22 il maresc. Lannes, desti,rnto ad assumere il comando. li Mortier, invialo a disperdere le bande insurrezionali a sud del! 'Ebro vi riusciva dopo aspra lotta. Nella notte sul 23 nuove sortite d egli assediati furono ancora respinte. Organizzate piazzuolc di radunata e stabilit i nuovi passaggi di collegamento attraverso l'Hucrva, il 26 s'iniziava il bombard a mento generale della piuza. Tre breccic furono aperte ncll.1 cinta e poco dopo gli attaccanti riuscirono ad impadronirsi di tutta la cinta sino alla Porta del Carmen e al convento dei Cappuccini e a sostenervisi malgrado gli audaci ritorni offensivi della guarnigione. li combattimento nell'interno dell'abitato seguitò accanito per vari giorni: mercè con 1inui assalti e lavori di mina il 31 fu occupato il convento di S. Monica. La tenace resistenza dei difensori, l'epidemia che i11heriva in città a cagione del soverchio addensamento degli abitanti, gl'incendi che divamoavano frequenti rendevano lento il pr<>gredirc della conyuista da pane dellt sole d"uc divis. operanti nell'abitato. Frattanto però il gen. Gazal' penetrava nel sobborgo di riva H. A metà Ccbbraio 1 Francesi avevano progr~dito verso il cuore della città, e la sera del 19 il gen. Palafox si induceva ad · offrire condi zioni di re~:.. Esse però furono respinte. Ma i nuovi preparativi di bombardamen10 e gli apprestamenti di gallerie di mina indussero la g iunta ciuadina a intervenire per evi tare danni maggiori: il 20 fu concluso un accord'> d1e implicava la prigionia della guarnigione dopo ~o• scgn • delle anni e i funzio nari al g iuramcuto di frdehà a l re Giuseppe. La città venne occupata il 2r: ma la eroir.,1 difesa commosse tutta la Spagna e rinfocolò i µrnpositi d i resistenza alla dominazione francese.

SI fc..E ✓,

&ARAGOSSE.

Assedio di ~nrn~ozi• (1808-09)


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Sarajevo. Ciuà della Jugo;lavia , nella Uosnia-Erz.cgo• ,•ina. Vi (u costruita una discreta cittadella bastionata. li 23 giugno 1914 vi avvenne l'assassinio dell'arciduca credi1ario d'Austria Francesco Ferdinando e di sua moglie, b d11~hcssa di Hohenberg. Questo attentato fu la causa pro$sima della guerra Mondiale.

travcn,o i monti. Ma k truppe aus1ria,he do\'Cllt.'.ro ((H11 baucre per circa due ore in città, dove, in due moschee e in molte case, si erano asserragliati uomini decisi a non cedere. Alle 14 essi erano sterminati e S. occupata dagli Austriaci . Questi pcrdenero 58 morti e 314 feriti : impreci satc le perdite degli insorti.

A11ncco di Sarajevo (1878). Appartiene alla campagna dc.: gli Austriaci nella Bosnia e fu operato dal corpo del gen. Philippovic, costituito di r6 bgl., 4 sqdr. e 1/2 e 9 btr., in tullo 13.000 u. e 52 pezzi. Egli divise le foru: io tre colonne; la prima (gen. Kaiffcl) co,nposta di 5 bgl. e 2 btr. direua fra i momi Trebevitch e Debelo; la seconda (col.

Sara le (Cio11a1111i BattisU1). Medaglia d'oro del ;ecolc, XVIII, n. a B,1sca. m . a Cuneo (1700-1832). Arruolltosi nel reggimento provinciale Mondovì ucl 1785, raggiunse il grado di sergente nel 1794. Pa rtecipò alla campagna con1ro la Francia del 1793-94-95-96 ed i l 17 sctlembre 1795. « per il valore e coraggio spiegato ncll 'affare del Rocco Bianco di Frabosa », meritò la mccl. d'oro la quale, nel 1816. venne mutata in croce di cav. di 3• classe dcll'O. M. S. Nello stesso anno 1816 fu ammesso alla compagnia invalidi di Saluzzo, cd alla soppressione d i questa passò al z<> bgl. d i i:uarnigione.

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USTRJACI

INSOQTI

Sarandaporon. 11,tsso montano <klla Grecia, ndla zon., dell'Olim.p o. :, nord di Elbas»rn.

, ) Colonna Kaiffel; ~} Colonna Villecz; 3) Colonna Muller;..:l) ~) Colonna LemAic; 5) Bntraglionc di colle~nmcnto

Villecz) composta di 3 bgl. e 2 btr. diretta su l Oebclo; la terza (feldmarcsc, Tegcuhoff) destinata ali 'attacco della città. Quest'ultima venne a sua voha divisa in due colonne: la prima (col. Lcmaic) costitui1a di 4 bgl. e 4 cannoni, d iretta contro la citcadel la; la seconda (gen. Mliller) costituita di 2. bgl. e 1/2 e 3 btr., diretta sul Kosarsko. Un bgl. era destinato al collegamento fra Mu llcr e Villccz. Due bgl. e 1111a btr, costituivano la riserva. L'operazione s i svolse il 19 agosto. Gli insorti opposero per oltre due ore viva resistenza alla colonna Lemaic, poi si chiusero nella cittadella . La colonna Miiller si stabill sul Kosarsko d opo di averne cacciato i difensori, e, messi in posizione i propri pezzi, cominciò il fuoco contro la cittadella. La colo nna Villecz, a sua vo lta, 111pcrò le resistenze degli insorti che la fronteggia vano e riusd a occupare il Dcbelo. men1re la colonna Kaiffcl eseguiva un movimento analogo sl:..-,~ando fra il Ocbe)o e il Trehevitch. L 'azione, in iziata all . 1ba, era compiuta alle 10,30. Philippovic fece Culminare dalle artiglierie la cittadella col fuoco di 32 cannoni, e poco dopo gli Austriaci attaccavano la città. Gl i in sorti non resistettero, e riuscirono in parte a t;a(varsi at•

/Jattaglia di Sarandaporon (1912). Appartiene ;dia 1a guerra balcanica. La stretta dalla qu3}e prende il nome la baitaglia è preceduta da un terrazzo, limitato lateralmente da profondi burroni impraticabili. 1 Turchi si erano rafforzati su questo pianoro ed avevano curato una efficace postazione delle artiglierie. Le colonne greche ini,:iarono il movimento all'alba del 22 ouobre e vennero subito a contano con deboli nuclei avan7~1ti turchi, che si ritrassero combattendo sulle linee principali. Verso le d ieci le divii. greche r& e 2•, che puntavano rispettivamente sulla sr. e sul centro dello schieramento turco, furono accolte da vivo fuoco <li artiglieria, cui risposero b1r. g reche. N~I pomeriggio, le fanterie greche avanzarono verso le posizioni turche: la 3• divis. aveva il compito di auaccare la dr. lUrca e potè spingersi fino a 400 metri del nemico. Il sopraggiungere della nolte costrinse i Greci a sospendere l 'attacco. La loro situazione non era affatto fa,•ore,•ole poichè. mentre tre divis. erano seriamente impegnate, la 6& di riserva era ancora molto arretrata. Tuuavia i Turchi nella none decisero di ritirarsi, preoccupati della no1izia che una forte colonna nemic.i era giunta a Metaksa e minacciava le loro comunicazioni. Era la 4a. divis. greca, che, nella sua avanzata verso Servia, aveva sentito tuonare il cannone e si apprestava a dirigersi su Rahovo, anzichè con correre all 'azione ,postandosi verso est. Il Comando greco, appena seppe che i Turchi si ritiravano, lanciò all'inseguimento le due divis. che aveva alla mano. La 1• e la 3•, maggiormente provate dalla lotta del giorno precedente, sostarono su lle posizioni raggiunte. La 2• e la 6" divis. cntranno in Servia, quasi contemporaneamente alla 4•. che, superate le resistenze di due bgl. turchi , aveva raggiunto ed occupato il ponte sulla Vistrizza . I Turchi si ritrassero in parre ,•crso Dzidzilar, in parte verso Veh·cndo,. I Greci ebbero a lamenlarc 18 ufficiali e 16g soldati morti: oltre ad un migliaio di feriti. Vennero fatti dai Greci 7or, prigionieri fra cui 8 ufficiali.

Saratoga Spr ings. Ci11:ì degli S1:1ti Uniri, nello Stato di New York.

I. Comba1time1110 di Saratoga (1777). Appartiene alla g uerra d 'Ind ipendenza degli Stari Uniti d 'America. Verso la metà di settembre, il gen. Bourgoync, comandante le truppe inglesi del Canadà, si mise in marcia per la dr. dcll'lludson su Albany e prese posi..:ionè presso S. nelle cui vicinan'lC era un corpo americano, comandato dal gcn .


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Gates. Il 19 settembre Bourgoyne dispose le sue truppe colla dr. appoggiata a una linea di a)ture che aveva fatto occupare dai granatieri e dalla fanter ia leggera, il centro e la sr. co lle artigl:erie sulla strada e sui prati lungo il fiume, col fronte e i fianchi protetti da Indiani, Canadesi e Realisti americani . Di fronte -a lui, Ga tes comandava la dr. dei Rcpubb lica.n i e Arnold la sr. Accesasi la m ischia , il Bourgoync inviò un distatcafnentn sulJa sr. nemica per prendere le truppe dell'Arnold ai fianchi e .alle spalle; ma. avendo quest'ultimo fatto lo stesso -disegno, gli Inglesi non riuscirono a comp:ere il piano prvgenato. Anzi l'Arnold attaccò furiosamente, rna la lotta rimase incerta fino a sera . ! Repubblic.ni ripiegaiono in forti posizioni vicine ; rimasero gli Ingksi sul campo di battaglia. Caddero de i pril1")i circa 300, ci rca 500 dei secondi.

dante la brigata Napoli nel 1914, andò in P. A. ·nel 19r5. ma venne richiamato in servizio in occasione della guerra contro l'Aùstria. Ne! 1923 assunse nella riserva, il grado d i generale di divis. Pubblicò fra altro: « Le truppe to• scane nel 1859 »; « .Nocizi!" storiche dell'esercito del granducato c1,.!)a toscana d al 1848 al 1859· »; « Ricordi-,,milita-ri del Trentino »; « Operazioni militari nel Trentino, 17961797 » ; « La bauaglia .d i Milano del 4-vm-.1848 »: « Garibaldi io Lo mbardia ».

li. Combattime1110 di Samtoga (1777). Bourgoync s'era ac, campato e fortificato a tiro di cannone dal campo americano, fortemente rafforzato sui fianchi , in attesa di rinforzi da Nuova York dove si trovava il gen. Clin ton. Il 7 ottobre decise d i attaccare le for7..e avversar e, e, riuniti J50 0 u . scel ti, comandati dai gcn. Philips, Frazcr e Rei, descl, con 8 ca nnon i e 2 ob;ci marciò verso la sr. nemica. li Gates, vista la mossa· del dist;,ccamento inglese, lo att accò da og·ni porte per chiudergli la via del ritorno; g li Inglesi, sopraffatti dal numero, volscrn 'o fuga. Giunti

Sardara. Conu;ne in prov . di Cagliari. Sul vicino co;llc d i Mon reale sorse nel medio evo una rocca.' Nel r470 Leonardo Alago11, marchese di Oristano, r ibellatosi al re. sconfisse il vicerè Carroz presso S., di cui si impadronì . Alla pace fu costretto a restituirlo, ma dopo cinque anni se ne impadronì nuovamente. Nel 1478 l' Al: gon venne sconfitto a Macomer, e gli Aragonesi occuparono S. col ca stello d i Monreale, abbandonandoli però alla fine della

presso al campo i superstiti riusc:rooo a rip~rarvisi, per-

Sardegna (ant. Jclmun, poi Sardù1ia). Isola del Mediterraneo, la seconda delle grandi isole italiane, a mezzogiorno della Corsica, limitante con questa a occidente il mare Tirreno. :È lunga Km. 271 e larga al massimo 143 . con 24.000 Kmq . di superficie e 147o· Km. di sviluppo cosi ie ro. Popolazfonc quasi 900.000 ab. La sua ubicazione ha determinato la sua funzione geografica co'ine regione méd iterranea intermedia fra Italia, Francia, Spagna cd Africa. Sì deve all'imporruosità della costa orientale se la S rdegna fu dominata in prevalenzJ da Cartaginesi e Spagnuoli anzichè d agli Stati della penisola italiana . Dal punto di vista

d endo prigionieri e 6 pezzi. l reputblicani artaccarono il campo inglese e riuscirono ad entrarvi, fa~endo macello dei difensori. Caddero nelle mani dei vincitori molte arti ~lieric, .i bagagli e -munizioni da guerra . nI. Resa di Saratogà ( 1777). Bourgoync decise di ripiegare su S., -a sci miglia di distanza, e la sera dell '8 otto bre 1777 le truppe raggiuns<;ro la città, abbandonàndo per via munizioni, bagagli e 300 ammalati . Ma, privi di risorse e circondati da ogni parte da un neinico che sempre più si r~Jfo rzava, convo, a ra un'assemblea di tutti gli ufficiali, fu deciso d1 trattare la resa. Gli Inglesi o .tennero l'0nore de lle arrni e la libertà di imba_rcarsi a Boston per l'Europa a cond izione che n on combattessero più, du rante la guerra . coniro gli Americani.

Sardanapalo (Assurba11ipul;. Re del l'Assiria (667-626 a. C.) . Ricondusse l'Eg ino e l 'Etiopia sotto la dorilinazionc assira. Pre,;e e · distrusse Tebe, fece la guerra a Tiro e intraprese una é:ampagoa contro gl i Arabi; assediò e prese Babilonia.

guerra.

Sarca. Rimorchiatore, varato in Olanda nel 1907, entrato in servizio nel 1916; dislocamento tonn. 62, lungo m . 15,75. largo m. 3,75; apparato motore cavalli 150, vcloc:ità miglia 7. Armamento guerresco un cannone da 76. Personale d "armamen to 7 uom ini, d'equipaggio. Sarcinell i (Francesco). Generale, n. a Napoli, m. a Casori~ . (1842- 1911). Sonot. d'art. nel 1864, ragg i,•nsc i l g rado d i colonnello nel 1896. Fu d . retrore della fabbrica d 'armi di Terni e nel 1900 · verme collocato in P . A. Tra;~fçrito nella ri ser va nel 1904, v i fu pron105so rnagg. gt'ne.

ral-, _'r>el 1908 .

Sarcone (Michele). Med :co mi litare, n, di Terlizzi (,732-1797). Fu uno d ei precu rsori dei moderni sistemi d i studio metod ,co d elle malattie epidcmkhe e contagiose. Fece ricerche sulla febbre tifoid ea e sul vaiuolo e nel 1760 p ubblicò i! libro : ,, Dd contagio 9el vaiuolo e della uecess:tà d i tentarne l 'e,tirpa2,ione e d i iute larc l'esercito,,. F-u mc-dico dell'ospedale militai-e d i Napoli e membro d i quella Accademia <)elle _scienze. Sar<!a;:na (Filiberto) . Ge ncrnle e scrittore miL~ n . a Vene,:ia nel 1861. Sottot . dei granatieri nel 1881, frequentò . p51i la,_siu~la. eh _guerra. Co lonnello nel . 1910, comandò il fanteria· e' poi il 20· granatieri. Magg . gen~rale comanA

~•q?

Fante

(Antichi guerdet:"i sardi)

militare J'.isola non p resenta condizioni favorevoli , all'impiego di grandi masse, soprattutto per difficolti\,, logis.t jçhc: le coste hanno pochi e de_rermina,ti punti -<l'~~!;t,$-'ìP, tacjl. mente sorvegliabili; la ' vrattlità è -relativamente pqvera; le ./lrmi a cavallq e i traini meccanici non trov.a np ~~-çilc , percorribilità. In complesso è regione più adatta ..<11)~ gu:T~iglia ed · çpporrebbc all'invasore, oltre le forze mili.àJi ;,.d:dettc


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G.. U\ CAG.\.,\AN-\:,· ar'oonara-

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alla d ifesa, le resistenze di una popolazione ricri,sima e _valorosa, pronta a valersi di tutti gli appigli locali e ottima conoscitrice dei luoghi. Grande importanza marittima nei riflessi strategici, fra tutte le isole contermini, ha quella della Maddalena , specie per le relazioni coi porti d i Tolone, Genova e La Spezia. L'isola e ri ben cono,ciuta dai Greci, ed ai tempi dei Romani si fa menzione d i Nora come di nna città principale dell 'isola, la quale pare sia stata d ist rutta dai Vandali. Venne conquistata <lai Cartaginesi. Un primo loro tentativo, fatto da Malco, non riuscl. Qualche tempo dopo, circa cinque secoli !-'rima dell'éra cristiana, A,drub, le e Amilcare, figl i di Magone, fecero una spedizione e riuscirono a conquistare una parte meridionale dell'isola dove fabbricarono e colonizzarono Carati e Sulci. Più tardi vi posero piede i Romani. Scoppiata la seconda guerra Punica, i Sardi chiesero aiuto ai Cartaginesi. Il Senato romano mandò Torquato con un rinforzo in S. dove trovò gli abitanti della parte centrale in piena insurrezione , capitanati

·Stemmfl del regno di Sardegna ( 1815)

da Amilcare. Questi, ricevmi i rinforzi cartaginesi, marcw contro Cagliari, ma sotto le mura della città Torquato lo sconfisse. Dopo di ciò le altre città dell'isola si sotcomisero una dopo l'altra al vincitore (215 a. C .). La massima parte della regione rimase in pacifico possesso di Roma che ne traeva copiose provviste di grano. N el 181 a . C . scoppiò una i nsurrezione contro i Romani; intervenne il console T iberio Sempronio con buon nerbo di truppe per debellarla. Egli condusse l' impresa con energia, e, sconfitti gli insorti, passò a lii d i spada o fece prigionieri pit1 di 80 .000 individui. Nel II4 a. C. i Sardi si ribellarono nuovamente ed il proconsole Cecilio MetellJ fu inviate, a sedare la rivolta , riuscendovi dopo due anni di gue rra sanguinosa. Pacificata completamente, l'isola fiorì sotto la rigida amministrazione dei pretori romani e con la Sicilia e l'Africa divenne ben presto il granaio di Roma. Tiberio vi fece trasportare 4 000 Ebrei ed Egiziani condannati alla deportazione. Poi nel governo de li 'isola si succedettero i Vandali , i Goti, i Greci, e quindi la S. divenne indipendente sotto Gialeto di Cagliari, che, proclamato re, d ivise l'amministrazione del regno fra i suoi tre fratelli. Nel 709, i Saraceni apparvero per la prima volta nel! 'isola, si impaclro_mrono di parecchi punti della costa e vi fondarono stabili-

menti. Nel sec. X, che segnò la definiit,a cacciata dei Musulmani , la S., tinalmenlc libera da oppressori, si costituì in quattro giudicati ind ipendenti "venti per capitale: Arborea (Oristano) a ponente; Oleastro (Cagliari) a levante: Gallura a N.-E . e Torres a N. -O. Questa divisione per<'► portò ad un indebolimento generale dell'isola , che soggiacque per qualche tempo ai Pisani in continuo conflitto con i Genovesi, i quali pretendevano parimenti al suo dominio. Anche .i papi tentarono inutilmente di intervenire a loro vantaggio in questo conflitto. L'amministrazione dei Giudici durò a lungo , ed anzi alcuni di loro assunsero il titolo di re; fra questi fu anche Enzo, figlio di Federico Il. Più potenti furono i sovrani di Arborea; celebre fra tutti Eleonora, che promulgò la « Carta dc Logu •, specie di statuto che d ivenne la base del diritto sardo. Non avendo i Pisani mai voluto riconoscere i diritti d ella Santa Sede , il papa d iede l'invesriturn della S. al re <l'Aragona. e nel r313 gli Aragonesi, alleati ai giudici (li Arborea, s'im padronirono dell'isola . I re d 'J\ ragona d iedero alla S. una specie di costituzione , poi vi mandarono un viccrè. Col. trattato di Utrecht (1713), l 'isola passò dalla Spagna ali' Austria ; col trattato di Londra (1718) a Casa Savoia in cambio della Sicilia, che fu data alla Spagna. · Fu allora che il duca d i Savoia assunse il titolo di re di S., titolo che i suoi successori conservarono fino al 1861. Dal 1798 fino alla rnduta di Napoleone I , la S. servl d'asilo ai re Carlo Emanuele IV e Vittorio Emanuele I. Marina Sarda . Dopo l 'acquisto ciel Genovcsato (J815), il governo sardo provvide alla organizzazione della marina, istitnendo tre Compartimen.ti militari marittimi con s<--<lc a Genova, a Villa{n,nca ed a Cagliari, un Consiglio d'ammiragliato , una Scuola d i marina, due regg. d 'art. di marina, costruendo inoltre ed acquistando molte navi . Nel t8r7 furono istituite 4 cp. cannonieri di mare, eJ il corpo degli ufficiali di v,ascedo, detto S:aro Maggiore della marina. Nel 1840, dopo la morte dell 'am miraglio Des Gcneys che aveva creato da! nulla la M. S. , seguirono altri riord inamenti con la costnuzione del Corpo Reale Equipaggi . del Genio marittimo , del bgl. Rtal Navi, del Corpo reale di artiglieria da costa e del Ce,rpo ' sanitario. Sulla fine del 1847, la M . S. possedeva 28 navi di d iversi tipi a vela cd a vapore, co11 350 can noni . Dopo il 1860, la M . S., rafforzata di altre unità passò nelle mani del ministro Cavour, i) quale, con quella napoletana, ne formò la Marina del nuovo regno d 'Italia. Guerra per la conquisti/ della Sar!eg11a da parte degii Spag11ttoli (1717). f.; la famosa spedii.ione voluta dal car-Jinale Alberoni. U na flotta spagnuola, sotto i l coma ndo del marchese de Mari, composta <.li 14 vascelli, 2 brulotti ed una nave ospedale con 824 cannoni e 6569 marinari , e di un centinaio di legni da trasporto recanti 3 bgl. e I rcgg. di d ragoni con 6oo cavalli , in tutto circa 8000 uomini co11 62 cannoni, agli ord ini d el marchese d i Lode, si diresse ncll 'agosto verso l'isola, dove le forze imperiali consistevano so.lra nto nei due regg. Barbon (fanteria) e Carreras (cavalleria), reclutati proprio nella Spagna e comandati dallo spagnuolo m archese d i Rubi. G li spagnuoli sbarcarono il 22 agosto presso Sant'Aodrea, 15 ch ilometri ad est di Ca gliaci , so(to la protezione delle loro navi, il cui fuoco fec,' allontanare d alla riva 350 uomini <ii cavalleria imperiale e in breve tempo cost ringevano l:l piazzaforte ,1; Cagliari alla resa . Da Napoli il gen. Daun spedì un esiguo rinforzo (400 u.) ai difensori dell' isola, ma, sbarcato a Terranova , fu cost retto a capitolare . Frattanto St arrendeva agli Spagnuoli Alghero, e così 11111a l'i sola era da C-"'Ì conquistata.

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SA R

La marina sarda sono il re Carlo Felice

~·ardegna (Reggimento). Formaw ud 1744 con volontari ,arrli, coniint,ò sempre ad essere compo.sro da isolani finchè. la Sard egna fu cs,;ntc dalla coscrizione . Fu 1' n n ico corpo di fanteria che rimase ai Reali di Savoia, d urante il pe(Ìo<lo del domin io n apoleonico sui loro Stati cominental1. Nell 'aprile 18 16 ebbe nome <li " Regg. cacciatori guardie » e dal 1831 formò col regg. Grana tieri guardie, la brigata Gliar{)ie . . Ebbe in q uesta, nel 1848, nome <li ,, Regg. cacc:iarori n; n-i:t fu separato nel 1850, (on nome di ~~ Regg. di Cacciarori di Sar<legna •>; fu infine fuso in csso 1 nel 1852, dandole nome di brigata granatieri di Sardegna. Frnchè ebbe vita autonoma, il regg. prese parte alle campagne co11tro ia Francid de] 1745-47, e d el 1792-93, cd alle campagne con uo I' i\ustna del 1848-49. (V. C"cciato,·i, Cavalleggeri .. Granatie!·i , Dragoni. E V. Parigi XXV). Sa,·d egna. Coraz,;arn, costruita a La Spezia, varata 11el 1890, entrata in servizio nel 1893; radiala nel 1923. Scafo <l'acciaio: dislocamento tonn. 13.869, macchine HP. 17.490.

Corazzata S ardegna

Pa rtecipò alla sped iz ione d i Candia d el 1896 e d el 1905. alla cam pag n a nell a L ibia, alla g ue rra Mo nd iale . Ebbe per ine tto : ,, Pro a ris et focis " ·

Sardegna Carlo. Generale, n . Genova nel 185r. Sottot. d 'art. nel 1873, diven ne colonnello nel 1904: fu <lirettor,~ d'a rt. a M antova e nel J.905 ebbe il comando d el 12° art. da campag na . Tn P. A , nel 1909 , fu tra;ferito nella riser va

[}eJ 1913 e pron1o~so magg.

generale ncll ·a e ne.i seguente. Nel 1915 venne richiamato in servizio e fu presidente del Comitato per la mobilita zione ind ustriale della Lombardia. Venne ricollocato in congedo nel 19J</.

Sardi (o Sardis). Ant. capitale della Lidia sul Pattolo. Presso la città n el 262 a . C . Eu mcne di Pergamo sconfisse Antioco re d i Siria. La città venne distrutta da Tamerlano nel i4b2 . I. Ass~dio e 1rattati di Sardi (548 a . C .). Appartengono alla guerra fra Ciro e la lega for mata cont ro di lu i dal• l'Egitto, la L idia, l'Arabia e la Fenicia, e fu posto dai Persiani condotti d allo stesso re. La piazza era d ifesa dal re Creso d i Lidia . Per 14 giorni i Persian i batterono le mura con macchine, poi, aperta una breccia , entrarono io città . Creso si ch iuse nel suo palazzo, m:< vi (u fatto pri• g ionict o, e, ,dovette fi rmare una conve1n ione per cui si stabi;liv~ : Gli abitanti d i Sardi cederanno gran parte dei loro 1te:sorj ai soldati di Ciro, che si (1stcrranno da ogni atto di saccheggio o comunque d i ostilità; Creso si staccherà dall'alleanza coi nemici d i Ciro, che in com penso g li lascer1 nome e potere di re. Nello stesso a n no, mentre Ciro e ra ancora a S. , g li g iu nsero ambasciatori d ai M ilesii, q uali si sottomisero al le stesse cond izioni dei Lidii . Il. Assedio di S;,rdi (primave ra 499 a . C .). Le colo11ic ioniche dell'Asia Minore si ribellarono al re d i Persia, Da rio f. G li Ateniesi , cui si e rano rivolti per aiuto, man. d arono loro 20 navi, e gli Eretriesi 5. I con C: ngenti asiatico-greci e q uelli ateniesi ed e retriesi si riuni rono presso Eieso ; la flotta venne lasciata riel porto . L 'esercito di terra marciò su S. Da principio la fortuna a rrise ai Greci, talchè Artaferne non potè sosten ersi nella parte bassa del la città c r ipiegò sull 'A:ropoli, chiama ndo in soccorso !e guarnì• gioni persiane dai vicin i distretti. In q uel mentre un rozzo sold ato g reco , nel momento ch e le trup pe e ntravano in S., po<e fuoco ad u na casa coperta di canne . L 'ince ndio si estese, in tutta la città, e gli a bitanti lidi, sulla cui ribellio ne i Greci face vano asseg namento , s1 rivolsero furibondi con tro g li occupatori, che r iuscirono a scacciare coll'aiuto della g uarnigione persiana. III. Assedio di Sardi (217-215 a . C .). Fu posto <la Antioco lii per punire Acheo, governa tore a lui r ibelle. In


- · 836 due anni di assedio nulla fu concluso. Alla li.oc Lagora di Creta, uomo esperto nelle cose d i guerra, avendo osservato che il muro in un punto non era custod ito a causa d' un burrone, riuscl da quella parte a introdursi con una mano d 'uomini risoluti e conquistò facilmente una porta della città, per la quale entrarono i Regi, mentre gli assecliati dopo breve resistenza in città si chiusero nella rocca. Dei Regi allora alcuni si d iedero ad uccidere chi ancora resisteva, altri ad ardere le case, ed altri i nfine a predare . Così Antioco (live nne signore di S. ed Acheo si sostenne un altro anno nella rocca, 1na, nrlcscato d~ alcuni arnici, i

" Volontario di guerra, appena diciassctlet111e, rientl ato dalla licenza ed avendo saputo che il suo battaglione si trovava impegnato in

tioco, venne fuori di notte .

Preso cd incatenato da alcuni soldati regi fu condotto dinanzi ad Antioco e poscia impiccato. Allora I.a guarnigione cedette le armi.

cb bile posizione nemica, si affrettava a raggiungere la linea. Lanciatosi all'auacco d i un camn1ina1nento nemico, vi cat·

turava da solo trenta prigionieri ed una mitragliatrice. Ritornato nuovamente all'attacco d i una galleria fortcmemc mun ita. cadeva mortalmente ferito ». (Case Ruggì [Val Sasso J, 28 gennaio 1918).

Ingegnere ~ scrittore militare romano del secolo XVII . Scrisse : « 11 capo dei bombardieri "; « Discorso delle m acch ine belliche» ;

Sarissa. Così era chiamata un antica arme u1 asta . 1

due trat-

Sardi Pietro tati d i fortificazione intitolati: « Corona imperiale <l 'arch itettura militare » e « Corno dogale d 'architettura

Sarfatt; Roberto

una importante azione conlro formi-

Pietro.

e< L 'artig iieria )) ; e

lungo viaggio transoceanico. Tornato in Patria C<I avend" raggiunto l'età di 17 ann i, potè alfinc arruolarsi nel 6'' regg. alpini, e volle rimanere soldato, per poter raggiungere subito la fronte. In uno dei primi combattimenti, col bgl. Monte Baldo, si guadagnò i gallon i di caporale, e qualche settimana dopo cadeva in un accanito assalto. Alla memoria dell 'eroico giovinetto, « il d ivino fanciul lo " · cocne lo ch iamò Ada Negri, fu confe rita la sup rema distinzione al valo re, con questa 1notÌ\'azione:

q uali si erano venduti ad An-

Sardi

SAR

1111·

molto lunga, della fo,·ma <lclla picca, particolarmente usata dai Macedoni, lunga oltre 6 metri. Sarissofori furono chiamati i « Tarentini » (V.).

li tarc )) . Sardi Ignazio . Genera le, n . a Candii nel 1864. Sottot. d i fanter ia ·nd 1884, partecip,'> a lla guerra libica e vi meritò la croce <li cav . dell'O. M. S. e la mcd. d 'argc~to. Colonne llo nel 1915, partecipò alla guerra contro l'Austria al comando del 53° fante ria. Nel 1917 ebbe il comando della brigata Avell ino e nel 19,8 andò in P. A. Trasferito nella riserva nel 1919, venne promosso generale d i brigata nell'anno 1924.

Sardo (Seb"s1ia 110) . Generale, n . oel 1789, m. a Sassar i nel 1848. Sottot. di fanteria nel 1807, divenne colonnello nel 1835. Comandò I 'Sa fanteria e il regg. Cacciatori Guard ie . Magg. generale nel 1841, {u ispettore gen. delle mi• lizie di Sardegna. Saresone (A111011io). Ingegnere militare del · sec. XVI, n. di Roma. Servì in Francia sotto il duca d i Guisa e morl nel 1569, nella d ifesa di Poitiers contro i Protestanti. Sarezzo. Comune in prov. di Brescia. Fu località forte nel medio evo. - Nel 1797 vi si concentrò buon numero di abitanti della regione, per opporsi alle ann i francesi del Buonaparte. Sul ·paese marciarono i Repubblicani, capita-

La sarissa dei soldati macedoni

Sarkot ìc (vo11 Lovcen, barone Stefano). Maresciallo austriaco, n. nel 1858. Sottot. d i fonteria nel 1879. fu addetto a li 'ufficio topografico dello Stato Maggiore, e raggiunse nel 1901 il grado di magg. generale e nel r9r 1 quello di fcldmaresc. Nel 19r4 entrò in guerra al comando della 42• divis . ungherese combattendo contro le truppe serbe. Quindi fu nominato generale di fanteria e governatore generale della Bosnia ed Erzegovina, prendendo parte all 'azione del Lovce;i. Nell'ultimo anno della guerra Mondiale fu promosso colonnello generale.

fra i quali un ufficiale ·veneto d 'artiglieria, Monti, che li comanda,va, e dopo di averne lasciati altrettanti prigionieri. ,-enne ro d ispersi.

Sarlo (Enrico). Generale, n. a Bari nel 1872. Sottot. di cavalleria nel 1892, partecipò alla guerra libica del 1912• r913 e poi a q uella contro l'Austria. Colonnello nel 1918. comandò i cavalleggeri Saluzzo e a Tauriano meritò la med. d i bronzo. In P. A. S. nel 1920, venne promosso generale d i brigata in A. R. Q . nel 1928.

Sarfatti (Roberto). Medaglia d'oro, n. a Milano, caduto sugii altipiani (1900-1918). Educato a sentimenti altissimi di amor patrio, dotato d i intelligenza vivissima e d i un animo entusiasta, ancor quasi fanciullo manifestò la ferma intenzione di partecipare alla guerra, riuscendo alfine ad arruolarsi, quindicenne appena, con documenti apocrifi , procuratigli da Filippo Corridoni. Riconosciuto, fu restituito alla famiglia, la quale lo fece imbarcare per un

Sarmazia (lat. Sarmatia o Sauromata) . ,Vasta regione dell 'Europa orientale, comprendente parte della ,,Russi.a7' c prcss'a pocò la Polonia, la Galizia, la Lituania, l'E,stonia e la Prussia orientale. Nel 174 a. C. Marco Aurelio tentù di renderla colonia romana, ma non r iuscì a colonizzarla. Era abitata dai Sarmati, o Sauromati, divisi jn numerose tribù, nomadi, ottimi cavàlieri ·e hn::icri, dediti al br igantaggio. Vennero in seguito ad occupare il vasto paese fra

nati da Balabio, Lahoz.l Teulié e si acce se un vivo con1battirncnto, nel quale i ribelli, dopo di aver perduto 200 u. ,

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il Danubio e il Tibi.co, <la cui cacciarono j Daci. Verso il .90 _a. C. 1 S . si allearono a Mitridate, e circa 70 .1nn i dopo, uniti ai Daci, entrarono nella Mesia <levasrnndola.· In seguilo, le felici imprese di Augusto e il timore di dover com battere con lui, li sp insero a chiedere l' amiciz.ia del popolo romano. La pace però non durò a lungo pcrchè i Romani dovettero lottare molte volte contro di loro, con una serie di guerre che furo1)0 dette « Satematiche » . Nel 63 d. C . j) propretore Tiberio Plauzia Silvano, governatore della Mesi,>. li ass;11ì, li sconfisse e obbtigò i , loro re a recarsi sulle rive del Danubio, !Jer giurare fedeltà e obbedienza ai Rom,1ni. Pochi anni dooo i S. oassarono il Oanu bio1 entrarono nella Mesia , m~assacraro~o j presidi romani e misero il paese a ferro e fuoco. L'imperatore Vespasiano si atfrenò a<l accorrere con un esercito, li sconfisse e li costrinse a ripassare il fiume . Nell ' 86 Domiziano, impegnato a <!ornare una rivolta <lei Daci, chiese aiuti ai Sarmati. Questi si rifiutarono e l'imperatore mandò una legione nelle loro terre per punir li: ma essi la assalirono con forze superiori e la massacrarono completamente . Nel 115 i S . chjesero a . Traiano l'amicizia del popolo romano . L'ottC(l.lJGro, ma pochi anni dopo invasero le terre del1'impero. Adriano marciò contro <.li loro, li sconfisse e li costrinse a chiedere la pace. Nel 165 scoppiò la guerra fra Antonino e j Marcomanni, ai quali si unirono i S . Contro i Marcomanni la guerra durò tre anni e finì con la vittoria <.li .Antonino, cosicchè q uesti nel 168 potè volgersi contro i S. m andando contro d i loro Avidio Cassio, al q uak j S. ch iesero e o ttennero la _ pace. Vent'anni d opo, sotto l'impero di Com modo, si ribellarono d i nuovo, ma C . Pesceonio Nigra , inviato contro d i loro, li domò facilmente. Nel 358 si unirono ai Quadi e invasero la Pannonia e la Mesia. Costanzo marciò contro di loro, costruì un ponte sul Danubio, lo att raversò e devastò il loro paese. ( S. raccolsero g rande numero d i armati, ma l'imperatore li assalì e li sconfisse, obbliga ndoli a recarsi al suo campo, ove conclu~e .con ~ssi un lrattato per cui rendevano i pri• _gionieri romani e 'davano ostaggi in garanzia dell 'obbedienza a- cui si impegnava no verso l'imperatore : in cambio questi prometteva di aiutarli cont ro i 1010 schiavi; che si erano ribellati. Questi ultim i vennero costre't ti a rendere ai padro·n i tutto ciò che avevano preso . D a allora i S. cominciarono a decadere lentame ntc in parte civilizL.ati dai !fom'ani. in p,irte assorbiti dalle popolaz ioni indigene. 1

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Sarm.izegethusa. .Ant . ciu~ ,,lelb Dacia romana, sulla s,. dçl Maros. affl. del Tibisco.,

'/Jal taglia di Sarm,zegethusr,· (102 d. C.). Appartiene alle gudre dèi Romam contro j Daci e fu combattuta e vinta d"II 'im1ieratoro Traiano contro l'esercito d i Decebalo , re I

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della Dacia. Caduta la città, che era la capitale, Decebalo si t rovò costretto a subire una pace svantaggiosa . Perdette il territorio conquistato dai Ro mani nel corso della guerra; clovè inoltre consegnar loro tutto il suo materiale da guerra . smantel lare le foJtezze, rimandare tutti i prigionie ri I e tuni i Romani che si trovavano al suo servizio, e non dCcogliere mai p i/1 nelle file del suo esercito .nessun guerriero romano. Giuridicamente il regno dacico fu ridotto a uno Stato sottoposto al protettorato romano .

Sarnen. Comune della Svizzera , capo!. del cantone di Un terwaldcn, su l lago omonimo . Lega ·di Samen (r4 novembre 1839). F u conclusa fra vari cantoni svi,.zeri, con a capo il Va llese e Neuchatcl , per opporsi alla crescente potenza della lega fo rmata a Baden nel marzo dai cantoni d i Berna, Sangallo, Soletta, Zurigo, Lucerna , Turgovia e A rgovia. (V. Sonderb111ul).

Sarnico. Comune in prov. di Bergamo, sul lago d' Iseo, ove ne esce l 'Oglio. Nel medio evo eb be una rocca e fu cilllo di mura; nel 1221 si diede al comune d i Bergamo, di cui seguì le sorti. Nel secolo Xl si chiamò « Lega di Sarnico » q uella conclusa fra i vassalli minori, bresciani e bergamasch i, contro i vescovi e j grandi feudatari della regione , che li tirannegg iavaoo: tale lega ebbe a capo per mo lto tempo Nuvolo di Martinengo. Sarno. Comune in prov. d i Salerno, sul finmc omonimo. In antico fu cinta di mura. Nel TI32 il re Ruggero vi fu sconfitto dai Norman ni r ibelli. Durante la rivolta d ei Baroni, ,Francesco Coppola vi eresse una rocca e vi si mantenne a lungo. Battaglia di Sarno (7 luglio r460). Appartiene alle guerre fra Angioini e Aragonesi per il possesso dell 'ltalia meridionale. Jl principe d i TaraDlo , comandante dell'esercito angioino, all'avvicinarsi degli Aragonesi di Ferd inando I, si collocò in una posizione fiaocheggiata d al castello di S . Ferdinando avrebbe potuto assediarvelo, ma temendo che il suo esercito si sciogliesse , decise l'a ttacco malgrado che i ,uoi capitani lo sconsigliassero. Guidati da un disertore, gli Aragonesi presero alle spalle g li Angioini, piombarono nel loro campo e vi misero tutto in d isor<.line . Ma i numerosi saccomanni che li seguivano avendo dato l'esempio d el saccheggio , anche i soldati li imitarono. Allora gli Angioini poternno riord inarsi e alla loro vo lta assalirnno la cavalleria nemica: questa non potè schierarsi per le strettezze del luogo e venne fatta a pezzi. La fanteria, d ispersa per il campo, oppose una resistenza anche minore e gli Aragonesi .furono completamente sbaragliati . Molti furono i morti, e il numero dei pr igionieri fu grandissimo: Ferdinando ,-iuscì a salvarsi e a r iparare in Napoli con una ven tina di cavalieri .

Sçmo. Cisterna per acqua, varata a Sestri Ponente nel r889: <.lislocamento tonn. 78, lunga m. 18,74, larga 4,60. Apparato motore , cavalli 35, velocità miglia 6 . Personale d'armamento 7 ,uomini.

Sarò. AnL nome di un piccolo .fiume della Cilicia, oggi Si/mn. Sulle sue rive si combattè una battaglia, nel 625 . fra le truppe dell 'imperatòre Eraclio e 9uelle persiane comandare dal gcn. Sarbar. Quest'ultimo aveva teso · un'imho scata a un reparto avversario, rri:) F.raclio in tervenne in tempo e r iportò ·completa vittoria.

Sarobetì. Località dell 'Eritrea a circa 70 Km. ad ovest di Ago«,lat, sulla strada Agordat-Cassa)a. Vi avvenne un ,omhattimento che ap·partienc -alla lotta delle truppe italiane


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contro i Dervisci. Un corpo di questi, di circa un migliaio di uomini, uscì da Cassala .a metà giugno 1892 spingendosi verso Agorda.t , devastando il paese e razziando. Il capitano H idalgo, che trovavasi di presidio ad Agordat, avutane notizia, mosse loro incontro, al comando di 120 ascari eritrei e di una banda della popolazione Barca di circa 2 00 uomini. Sorpresi i Dervisci a S. li attaccava e li volgeva in tuga uccidendone 150 e ritogliendo loro le cose razziate.

Sarrail (Paolo). Generale francese (1856-1929). Sottol. di fanteria nel 1877, fece brillante carriera anche nella vita politica, militando nei partiti di sinistra. Nel 1911 ·era ge 11erale di divis. $,·oppiato il conflitto mondiale, nel settembre 1914 succedette al Rulfey nd comando della 3a armata francese e manteilne il possesso Ji Verdun durante i precedenu r!ella battaglia della Marna, nonostante le diverse d irettive dello folfrc. Per divergenze con lui, nel giugno 1915 lasciava il rnmando della 3" a'rmata e assumeva quel lo della costiwenda armata d 'Oriéntè, ,nantenendulo sino al dice(nbl'e 1917, quando Sarrail Paolo fu sostituito dal Franchet d 'Espercy. La sua opera in Macedonia non andò esente da 2spre critiche, sia sotto il punto di vista tecnico-militare, che sotto il punto di vista politico. Nell 'aprile J918 venne collocato a riposo; nel 1924 fu alto com1nissario in Siria.

Sarre (in tedesco Saar). È il bacino del fiµmc omonimo. aEHuente di d r_ della Mosella. La regione è riccliissima d i minerali, e quando l'immenso valore •d i questa ricchezz.a fu completamente apprezzato, la Germania volle impadronirsene portando, nel 1815, le sue frontiere fino al limite del bacino minerario conosciuto: -In segL1ito, con lo sviluppo del! 'industria estrattiva, trovatosi abbondantemente il ferro, oltre al carbone, la Prussia, nel 1870, si impadronì della parte della Lorena il cui territorio poteva essere util mente sfruttato. Prima della· guerra Mondiale, la S. costi tuiva, per importanza, il terzo dei distretti carboniferi della Germania. La Francia, ricca di ferro ma non egualmente ricca di carbone, comprese questo bacino nelle sue rivendicazioni alla Conferenza della pace, appoggiandosi al fatto che esso le era appartenuto, con la Lorena, fino al 1815; che conteneva una percentuale di popolazione francese, e che · la sua produzione le era necessaria per compensare la mancata produzione delle miniere carbonifere del nord della Francia, devastate dai Tedeschi. Col .trattato di Versailles si addivenne ad una soluzione intermedia: il bacino per una superficie di 1881 Kmq. con una popolazione di circa 775.000 abitanti, fu costituito in territorio a sè per 15 anni, sotto la sovranità della Società delle Nazioni. Le miniere furono attribuite in proprietà intera ed assoluta alla Francia, dalla quale la Germania dovrà riscatta1·le in oro, qualora il plebiscito dopo i 15- anni riesca ad essa favorevole. La Francia cercò, anche attraverso la Commissione di governo, di estendere il più largamente possibile la sua influenza nel territorio (con lo stabilimento della gendarmeria francese, l'introduzione della moneta francese, l'insegnamento della lingua francese nelle scuole, l'assunzione da parte della Francia della rappresentanza al-

l'estero della S.); ma !a compattezza della popola~.ione germanica del bacino è tale da non lasciare alcun dubbio su quello che sarà l'esito del plebiscito. Per assicurare in caso di disordini il servizio ferroviario, a protez one del corpo di occupazione della Renania, fu stabilito, nella regione', anche un reparto di truppe franco-belghe, che fu ri1irato nel dicembre del 1930. L'ottenuto sgombero della Renania prima del termine fissato dal trattato', fece sperare a Berlino di poter risolvere in anticipo anche la questione della S. e trattative su questo argomento furono avviate dal governo francese, nel novembre dei 1929, il quale però volle lasciare impregiudicata la questione territoriale. ciò che determinò, con qualche altro elemento, la ;ottura dei negoziati (luglio x930) . Oggi quindi la soluzione è ri messa al plebiscito, ; meno che non intervenga un acc0rd,, fra· le due parti orima del 1935. Sarrebourg. V. Saarhourg. Sars (/. C.). Armaiuolo di Berlino, ideatore e costruttore di fucili ad ari, od a vento, in rame, tanto canna quanto il recipiente che do~cva contenere l'aria compressa: il rccipieute era posto sotto _la canna. e pre<sochè a\l'alte7.za della culatta.

la

Sar sina . Comune in pro~ . cli Forlì, nell'alta valle del Savio. Antica città degli tlm'liri. diede il .nome ai Sarsinati. una delle loro tribù · ilripd~tanti. Nel III secolo a. e: resi stette felldé,~ente ai Galli prima e ai Romani poi_ 'M2 in seguitò . i ~arsinatì · furòti'b sconfitti da Cornelio Scipiòne·, il quale nel 266 a.' C. espugnò anche la città. 'Dtrrante le cruerre Puriicf{e i Romanì vi collocarono una colon·ia '1nili~ re. Nél le invasioni ba; barichc sofferse gravi daq.ri{ special nient~ da parte del goto Alarico. Appanc_irne alla Chiesa, dal cui domù1io si sottrasse nel secolo IX; fu allora cinta di mura. GÌt Orddaffi presero S. che tenncr" fino al ~402 . Appartenne poi ai fiorentini e nel 14o6, as salita dai Malatesta di Cesel"!a, si arrese loro, per passare poi a quelli .<li Rimini. Nel 150, Cesare Borgia si impadronì di S. ·clic due anni dopo passò ai Veneziani, i quali !a perdettero , nel 1509. Da allora restò alla Chiesa. Sar teano. Comune in prov. di Siena, sulla sr. di un affluente del!' Astrone. Fu anticamente abitata dagli Etru,chi. Nel 1401 gli abitanti si diedero a Siena, e nel 1455 Giacomo Piccinino, p resa Cetona con un corpo di truppe napoletane, venne ad accamparsi tolto le mura di S ., ma gli abitanti si difesero così coraggiosamente, che il Pìcci~ nino dovette ritirarsi. Due anni dopo la caduta di Siena , S. si diede a Cosimo I de' Medici, che vi fece etigcre fortificazioni, alle quali lavorò l'ingegriere, militare Puccini. Sartìrana (Francesco). Generale, n. e m . a Pavia (18241892). Sotto!. di cavalleria nel 1848, partecipò a tutte le campagne del Risorgimento e meritò la menzione onorevole a Novara, )a med, <l'argento nel 1859 e la croce di cav dell'O. M. S. nella campagna della bassa Italia. Colonnello nel 1872, ebbe il comando dei cavalleggeri Alessandria; nel 1873 fece parte della casa mii. del principe Eugenio di Ca.rignano. Nel 1888 fu collocato 111 riserva col grado d i magg. generale.

Sartirana G,tleazzo. Generale, figlio del precedente, n. a Pavia, m. a Milano (1848-1930). Sottot. di. fanteria nel 1866, passò poco dopo in cavalleria e frequentò la scuola di guerra . Colonnello nel 1897, comandò i lancieri. Vittorio


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Emanuele < poi la Scuola di guerra. Magg. generale ,1el 1902, comandò succcssivamenre la 7" e poi la 3a brigata di cavalkria. Ten. generale nel 1909, comandò h divis. mii. di Palermo. In P. A. nel 1915 fu richiamato durante la guerra e comandò il C. d 'A. territoriale di Torino. Nel 1923 asS1.1nse, nella riserva, il grado di generale di corpo d'armata.

Sartirana Egisto. Generale, ad Alessandria, m. a Trie1te (1866-1933). Sottoten. di fanteria nel 1885, fu in Eritrea nel 1887 e poi in Libia

11.

Sanimna Galeazzo

<lo ve rimase a lÙngo e co ..

mandò il presidio del Garian: durante la ritirata delle t rt!J>pe alla rnsta (aprile 1915), diresse una colonna e meritò la mcd. d'argento. In guerra conuo l'Austria, divenne colonnello nel 1916; comandò il 159° fanteria, poi il 77" fanteria e infine il 226°. In P. A. nel 1920, venne pro mosso generale di brigata nella riserva nel 1926.

Sarto militare. Per provvedere ai bisogni di vestiario delle truppe. ad ogni reggimento è assegnato un sarto (detto capo sarto) che viene scelto per concorso e dirige i l laboratorio d i ,artoria. Egli ha con l'amm inistrazione

.Estera. Nel 1919 tornò in P. A. col grado di brigadiere generale e nel 1923. assunse il grado di generale di brigata. Pubblicò: « L'Isola di Caprera e l'Eroe dei Due Mondi » e collaborò ;.i riviste.

Sm·tori Pietro. Generale, n . a Bagnonc nel 1861. Sottot. del genio nel 1884, divenne colonnello nel 1916. Partecipò alla guerra contro l'Austria e comandò in essa il genio <le! VII C. d'A . meritando la croce di cav. <lcll'O. M. S. Nel 1918 comandò il genio del IX corpo e dopo Vittorio Veneto il genio a Tremo. Brigadiere gen. alla firie del 1918, andò in P. A. S. nel· 1920. Nel ,923 assunse il grado di gen . di di vis. nella riserva .

Sa rtori Pietro

Sartoris (Marco). Generale, n. a Racconigi , m. a La Spezia (1827-1904). Sottot. del genio nel 1848, partecipò alle guerre del 1-848-49, 1859, 1866 cd a quella di Crimea. èoloonello nel 1879, comandò il distretto mii. di Palermo e poi quello di Milano. Magg. ge11crale nel 1888, fu direttore <lcll'ufficio revisione contabilità militare e nel 1893 andò in P . A. Fu promosso tcn. generale nella. riserva nel r896. sarzana. Città .in provincia de La Spezia, a breve di, stanza <laJla MagrtL Fu cinta d i robuste mura con quattro

,,

Sttrro m il itare .11 «.:.a.mpo

Ci~delfa {h Snri.nn~

mil. un contratto ,.l'appalto, e d ipende dall ' ufficiale addette al materiale. Deve servirsi di sarti civili per i l suo laboratorio. Le stoffe occorrenti gli sono fornite d ai magazzini m ilttari ... Non segue il regg. al campo o alle manovre: " llora istruisce quJ!che soldato, specialmente se avviato a c1uel me~fi~rc, in modo che al campo possa provvedere alle ' riparazioni cvent.uali. Nell'esercito 11apoletano il S. mii. aveva un propriò dipendente lisso in ciascuna compagnia.

b,mioni ~ munita di una fortissima cittadella, eretta nel 1487 dalla repubblica fiorentina, sul luogo ove esisteva una fortezza costruita d ue secoli prima dai Pisani e rasa al suolo dai Fiorentini. La costruzione è rettangolare. con mura scarpate, con quattro torrioni circolari ai vrrtici e due a! centro delle cortine maggiori, tutte li_vellate al piano della cor tina . Vi lavorarono Francesco di Giovanni dètto il Francione, il La Cecca, e Domenico di Francesco detto il Capitano. Dopo che erano stati iniziati i lavori, Giuliano e Amonio da Sangallo convinsero la Signoria di avere un progetto, che noi -non còn Jsciamo, e che avrebbe presentato maggior sicurezza e risparmio. Giuliano fu anzi inviato a S ., ma poi prevalse il parere di continuare i lavori secondo il piano primitivo. - Quantlo Normanni prima e Arabi poi d istrussero Luni, gli abitanti d i q uest'u ltima si rifu, giarono in S. Nell' alto m edio evo fu più volte contesa fra i Lucchesi e i m archesi Malaspina. La città si d iede a Castruccio Castracani ,nel r318 e 10 anm <lopo, alla sua morte, passò sotto i Pisani e poi sotto i Visconti . Fu a •' lungo contesa fra Genovesi e Fiorent;ni. Nel 1494 Piero 1i de' Medici, incontratosi con Carlo Vlll a S. Stefano di ·

Sartori Florio (Flo.-indo). Generale, n. nel 1856. Sottot. di fanteria .nel 1882, frequentò la scuola di guerra e fu insegnante alla Scuola di Panna dal 1894 al 1899. Nel 19n andò in P. A. col grado Sartori Florio di ten. colonnello. Nella riserva venne promosso colonnello nel 1915; richiamato per la guerra, comandò il deposito del 7° fan. teria a Milano, poi fo a capo dell'ufficio C'..ensura Posta I


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Magrn, concluse con lui una convenzione per cui gli cedeva S. e altre fortezz~ della regione. Nel 1510 il ponte /ice Giulio Il tentò <li impadronirsi della città, ma le s•,c truppe furono respinte. Nel , 746 S . fu occupata dagli Austriaci che però I' abbantlonarono subito. È sede del 99° distretto militare. ·

I. Pace di Sarza,w (6 ottobre 1306). Chiude una breve guerra fra il bellicoso Enrico di Fucecchio, vescovo d i S e i marchesi Malaspina della Lunigiana. Questi, più forti, sconfissero il vescovo ~ corsero sino alle porte della città. Il ves<:ovo successore d i En rico, stanco della guerra, riuscì a (oncludere la pace coi 1\1forchesi, stabilendo con loro 1< pace vera e perpetua, e remissione di tutti i pecc~Hi cd offese ».

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dai Malasprna. Fu invece innalzata dai vescovi lunensi nel X secolo, e i suoi successivi signori non le apportarono grand, m utamenti. Fu solo doµo la vittoriosa guerra dei Fiorentini cont ro i Genovesi che la Signoria aÌ princ ipio del 1448 deliberò d i rendere pili forti le terre conquistate: inviò a S., a tale scopo, Luca del Caprino e 9uel Francionc cbe aveva già lavorato anche a Sarzana. Per d ispute sorte fra gli ingegneri, i lavori furono iniziati solo nel 1493. Nel 1496 j F iorentini avevano qua,i finito i lavori del g rande triangolo, ma erano appena iniz iate i<:: opere di difesa verso il mare e la costruzione del maschio. Caduto f>Oi S. nelle mani dei Genovesi, questi, sempre sui disegni_

Il. Guerra di Sarzana (1479-1489). Nel dicembre del 1,179 un nobile d i Genova, Andrea Fregoso , occupò S . che oppa~teneva a Firenze, e nor, volie più restit uirla. l F iorentini vi inviarono truppe nel 1484, che però ben poco poterono fare, g iacchè il Fregoso vendette la città alla repubblica di Genova, e q uesta mandò proprie milizi,, a occuparla. Allora F irenze allestì un esercito e 11e diede il comando al Pitigliano, capitano generale della repubblica. Questi attaccò Pietrasanta ove si erano rinforzati I Geno~esi e li scacciò dalle loro posizioni. Indi si volse S., e ne occupò la fortezza, facendovi prigioniero Gian Luigi F ieschi e preparandosi successivamente ad attaccare l:t ciuà. Poco prima dell'assalto giunse al campo fiorentino Lorenzo de' Medici , che si pose alla testa dell.e truppe comandando personalmente l'attacco. Dopo una breve !otta i difensori cedettero e i Fiorentini, il 22 giugno 1487, penet rarono in città.

lii. Attacco e presa di Sarzana (1799). Appart iene alle a.u errc del Consofato francese . Il gcn . Klcnau, ricevuti rinforzi austriaci di fanteria e russ.i d i cavalleria, ordinò al barone di Zeugmeister, che comandava i posti avanzati austriaci, di attaccare S . La mattina del " 31 luglio com• parve in vista della città un distaccamento di cavalleria austriaca che attaccò un corpo di Franco-liguri i quali si ritirarono verso La Spezia, mentre i vincitori si impadronivano della città. Il 1° agosto il Zeugmeister intimò la resa alla forte.cza e la ottenne .

Pianta del forte di Sarzaoello (in basso. il r·ivellino)

Sarzana. Nome dato nel 1815 a un regg. costituito, all'epoca deU-annessione del genovesato al P iemonte, con d ue bgl. d i linea genovesi : fu chiamato subito dopo Genova e dichiarato reggimento d'ordinanza il 10 ap1 ilc 1815. Nel 1816 assorbi le truppe d el reggimento Tortona e divenne brigata Genova, che fu sciolta nel 1821: i suoi elementi pas.sarono in parte a costituire la brigata Savona.

del Caprino e del Francionc, continuarono i lavori e nel 1502 finirono completamente anche il rivellino che era stato ideato dal Campofregoso. Gli unici lavori che vi furono in seguito compiutj furono quelli di Carlo Alberto che ordinò un restauro completo della fortena. S. subì spesso attacchi e assedì: nel t436 resistette ai ripetuti assalti del Piccinina; nel 1494 fu l1Ssalito con forw imponenti da Carlo VIII e cedette solo per i l tradimento d i Piero de' Medici; nel 1799 gli Austro-russi, dopo di aver presa Sarzana, assalirono il forte di S. ma furono re• spinti. Con l'ordinamento del 7 gennaio 1815, la fortezza di S. divenne sede cli un comando locale fisso di artiglieria.

Sarzanello, Fortezza a est di Sarzana, a poca distanza dalla città. Ha la pianta di un triangolo equilatero, adat• rata al piccolo altipiano sul quale è stata innalzata. Ai vertici sorgono tre ampi torrioni, quasi livellati ai piani della cortina. Le mura, scarpate sotto il cordone, hanno le fondamenta piantate profond amente net fosso; nella loro strut• tura e disposizione sono in armonia con le leggi della fortificazione del J;>Criodo d i transito, dettate da Francesco d i Giorgio. La loro sommità è coronata di .archetti, fra i quali si aprono le caditoie, ~u i sovrasta la merlatura. Sul lato che guarda il mare sorge il torrione del castellano, che supera gli oltri i n altezza e serve a lla d ifesa della porta. Davanti è un rivellino d i struttura simile a quella della fortezza, che difende ]"ingresso. A lungo si credette che Havessc costruita Castruccio Castracani p~r d ifendersi

Sas de Gand. PialZa forte del Belgio, a circa 20 Km. a nord di Gand; proteggeva da !ungi questa città e ga• rantiva il traffico sul canale che da Gand conduce al mare del Nord. Cintura bastionata con sette bastioni e nove rivellini, fosso largo e profondo ed una ben studiata con. troscarpa. Possibilità di allagare il terreno circostante. Nella gllerra per la Successione d'Austria era d ifesa da truppe olandesi facenti parte del! 'esercito del duca Carlo d i Lorena . Ne! .1747 i Francesi, agli ordini del maresc. d i Sassonia, divisarono di impadronirsene e ne affidarono l'incarico al generale Dc Contade con venti bgl. e matcriak d'assedio. Il 17 aprile il De Contade, che già aveva blo~cat:a la fortezza e preparat i i mezzi per l'attacco, iniziò i lavori di approccio. Il 30 aprile sferrò l'assalto, si i,upadronl della cinta e fece prigioniera la guarnigione.


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~uno la prolt::Gione c..li Genova; essa Jurò dal 1294 al 13.?3:. la ciuil ebbe in q uesta occJsionc il nome d i " Civitas Turritana ,> . In seguito passC> sollo la <lorninazione dei re di Aragona:

furono rali e

tante le angherie commesse dai

loro nuovi padroni, che nel 1325 i Sassaresi si ribellarono massacrando molti Spagnuoli &a cui

lo stcs~o goverrlarore; il re rr,osse allora contro la città e la riprese. C'/el 1347, sotto re Pietro IV, i Genovesi sbarcarono nel! 'isola con 6000 fanti e 6 0 0 cavai!, per 1cnrn rc cl i prendere S., e sconfissero dapprima un forte corpo <li truppe regie,

ma

non riuscirono

padronirsi della L:i fortc:1.:,;:a di S:u., dc Gand (~ec. XV I I l)

Saseno (ant. Sason). Isolotto dell'Ad riatico, nella parte orien tale <lei canale d'Otranto, al l'imboccatura della baia (ii Valona. Misura quasi sei Kmq ., con un ce ntinaio di abitanti. Faro a San Nicolò, l 'unico approdo dell'isola. Semaforo. Il '25 d icembre 191,1 venne occupato da un reparto di marinai irn lian_i.. ri protocollo di Tirana del 3 ~gosto 1920 ne confermò il possesso all'Italia. Sassanidi. Dinastia reale persiana dal 226 al 251. Il fondatore, Ardisci>· I, si impadronl del trono sconfiggendo e facendo uccide re Artabano, re dei Parti. Entrò poi j ,, conflitto con Alessandro Severo, dal quale venne sconfitto e costretto a chiedere la pace, rinunciando alle pretese che aveva avanzato sui territori occupati dai Romani. Di questa dinastia molti furono i gcerricri, dei quali ricorcleremo i principali: Sapore I (re <lai 240 al 273): guerreggiò contro i Romani ai quali tolse la Mesopotamia e l 'Armenia, scontiggendo le legion i <li Gordiano e di Valeriano; fu a sua volta sconfitto da Zenobia, regina d i Palmira. Behram I (2i4-277): combattè contro J"imperatore Aureliano e contro Zenobia; perì ucciso <la un Cristiano, avendo eseguito

persecuzioni contro i seguaci della nuova religione . Beli ram II (277-:29A): vide il suo regno invaso dai Romani e perdette di nuovo la Mesopotamia. Sapore II (310-381) dello Il Grande: combattè cont ro i Romani di Costanzo Il e di Giuliano e ritolse loro la Mesopotamia, ampliando i ,uoi Stati. Belzram V (420-440): combartè contro i B.izantini di Teodosio e alla pace divise con essi l't\cmenia;

essi

tornarono

città.

Nel

:ill'assa!to.

a

1m ~

1353 aiutatt

Stemma di Sassad

da Mariano cl' Arborea e da Giovanni Visconti duca cli Milano. Ma i Sassaresi, sotto il comando di due loro çoncitta<lini, Uarisone Rugio e Bernardo di Zoalle, organizzarono una tale resistenza, che i Genovesi dovettero ritirMsi al più presw. L'anno seguente il re di Arborea fece un tentativo per prendere S., e mandò. contro la ciuà j] suo condottiero Azzone llusquis con 8000 uomi1Ji . Questi però si scontrò presso S . con le forze aragonesi del Cabrera, e fu costretto a ritirani, lasciando sul campo 1500 clei suoi. Nel 1527 la lega formatasi contro Carlo V tentò di impadronirsi della Sardegna e Andrea Doria fu incaricato della spedizione. I Francesi, che erano in maggior numero nell 'esercito della lega. presero S. per assalto e la saccheggiarono per 27 giorni. Leonarclo Alagon, condottiero degli Aragonesi, mandato in soccorso della città, giunse quando i Francesi si erano già. allontanati. Al principio del secolo XVIII, S. fu trangliata da frequenti scorrerie di pirati turchi. Sassati. Brigata di fanteria costituita nel febbraio 1915dai depositi del 45° e 46°. coi Iegg. 151° e 152°. Schierata, all'inizio della guerra, a Sdraussina, operò contro le posiàoni di Bosco Cappuccio, e poi, nella zo na del S. Michele espugnò, nel novembre 1915, i trinceramenti detti « delle ['rasche » e dei « Razzi ». Inviata nel maggio 1916 nçl

guerreggiò altrcsì, con fortuna, contro Unni, Turc~j, In•

diani . Cabade (488-531): combattè contro i Bizantini cd ottenne successi; dovette comprare co11 l 'oro la pace degli Unni. Cosroe I (531 -579): combattè contro l'imperatore Giustiniano e contro i Turchi . Co.;roe Il (591 -628): co111battè contro i Bizantini d i Narsetc, conquistò l'Anatolia, ia ~iria, !',E gitto, rna fu sconfitto infine- dall'imperatore Eraclio.

Sassari (ant, Castmm Sax,). Capoluogo di prov. della Sardegna, nella valle d i Rosello, Ebbe un castello, innalzato nel 1330 dal governatore generale del Logudoro, Raimondo di Montepa rone, sulle rovine d i un 'antica rocc:,, e robuste mura . Sorse verso il 440 per opera di abitanti di Torres sfuggiti alle invasioni barbariche. Tentarono d i impadronirsene i Genovesi, che nel 1 166 la p resero saccheggiandola, ma non potettero restarvi. Nel 1267 i Pisani. guidati dal conte Ugolino della Ghcrardcsca, ,,craccarono la città e se ne impadronirono: tuttavia lasciaronn che si reggesse a Comune !ìbero, accontentandùsi di mandarvi ogni

anno un podestà. !n una conven7.ione conclusa nel 1288, i .Pisani cedettero ai Genovesi va rie terre del Logudoro fra cui S. 'che si costiwl allora in repubblica indipendente,

Sr0::rnrnn della brigant S:i~sar i


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·ri-en.tino, fu schierata :i sbarramellto delle valli Frcnzela e Gardena ; durante la nostra controffensiva strappò al nemico importanti posizioni sul M. Castelgomberto e sul Bosco Matta. Nd giugno 1917 operò sul M. Zebio; nell'agosto fu trasferita su llo Zgorewnice; nell'ottobre, fra Buttrio e Manzano, sostenne, d urante l 'offensiva austrotedesca , violenti combattimenti col nemico; fu po: rnviata sugli Altipiani. A ll 'inizio <lel 1918 combattè a Col del Rosso e Col d 'f::chele, che riuscl a strappare a l nemico. Trasferita nel giugno sul Piave, vi si battè brillantemente, c anche poi nell'offensiva finale, per la quale, superata b resistenza nemica all'altezza di Sarano-Ca,npolongo , occupò Conegliano e si spinse ad Avio cd a l Tagliamento. Il suo valoroso contegno in guerra k meritò, oltre alla citazione su q uattro bollettini di guerra dei Comando Supremo, la concessione di <lue mcd. <l'oro al valore . Terminata la guerra, in premio delle glorie acquistate, fil mantenuta 'fra le brigate permanenti. Nel 1926 assunse i l numero di 12• brigata <li fan ter ia e fu costituita su t re regg. (12•, 151° e 152°). Le medaglie d 'oro ai d ue regg. della brigati, hanno le seguenti motivazioni: 1. « Conquistando sul Carso salde posizioni nemid;e. e fortissi1ni trinceramenti ,letti delle Frasche e dei Razzi. che sotto nu trito .fuoco

Medagl ia della bri~ar:, Sa:ssari

ra fforzaronò: riconquistandu sull'Altopiano dei Sette Com uni posizioni d alle nostre armi perdute, a M. Castclgombcrt0, a M . Fior · cd a Casera Zebio, sempre noncuranti delle ingent i perdite, d iedero prove di audacia e <li eroica fermezza ,, (25 luglio 1915-giugno 1916). 2. « Espressione purissima delle forti virtù dell'intrepida g_e nte di Sardegna, d iedero il più largo tributo di eroismo alla gloria del" l'Esercito e alla causa della Patria, dovunque vi furono sacrifici da compiere e sangue da versare . Nei giorni d ella sventura , infiammati d i fede e d i amore, riconquistarono con meraviglioso slancio le munitissime posizion i nemiche di Col del Rosso e di Col d'Echele (21-28 gennaio 1918). All 'imbaldanzito invasore opposero sul Piave l'audacia della loro indomabile volontà di vittoria, la fierezza sublime e _ la granitica tenacia della loro antica stirpe (16-24 giug no 1918). Nella battaglia della riscoss:. non conobbero limiti di ardimento nell ' inseguire il nemico». (26 ottobrc4 nove mbre 1918). 1 Motto della hriga ta : " Dcus et su rei ». Colore delle most rine: metà inferiore rosso e metà superiore bianco ne l senso orizzontale. Festa dei reggimenti: il 28 gennaio, an" niversario del combattirncmo a Col del Rosso, Col d 'E. chele (1918). La brigata ebbe in gt>erra i seguenti comandanti: magg. gen. Calderari (1915); magg. geo. Bcrard i (1915); magg. gen . Caputo (19,5-16); colonnello Raho (1916); colon nclln brigadiere Di Maria (1916); col. brig . Mattei (1916); col. brig . Gialdrani (1916); col. brig. Cor"

ra<li (1916-17J; colo1\nello Tallariw (1917); col. bbg. FcJ-igo (1917-18); col. Corso (1918). Le sue perdite ammontarono a ufficiali morti 138, ferit i 359, d ispersi 50; Lt. d, t ruppa m. 1596, f. 8745, d. 2035.

Sassbach. Vil laggio del Granducato di Baden. Co111ba11ime1110 di Sassbacl1 (1675). Appartiene alle guerre di Luigi XIV. Il \'isconte d i 'furen!'e marciò il 26 luglio verso Achern, dove venne informato che il Montecuccoli cd il due.a di Lorena si trovavano a S. Il 27, vedendo eh<: la rnarcia e ra ostaC.olata <la due pezzi nen1lci, !ccc a van.

zare una batteria. Mcmrc indicava ai cannonieri la d irez ione del t iro, il gcn. St. Hilairc che si trovava al suo fianco veniva graveme nte feri to, e, al ten1po stes.so che si

,•olgcva verso d i esso, rimaneva ucciso egli medesimo da un colpo d i cannone. L'esercito francese allora si ritiri', sul Reno, inseguito <lai Montccuccoli.

Sassello. Comune in pro,·. di Savona, sulla strada fra Sa,•ona e Acqui . Aveva un an{ico fortilizio, <:letto la Bast ia Soprana , dl c ui non resta che una torre: un castello in•

nalzaw,·i dai Doria dopo il 1400 fu atterrato nel 1812. Nel 1363 molti nobili genovesi si allearono ai Visconti conxro il doge Gabriélc Adorno, il quale però li assali in S . dove essi avevano radunate le loro truppe e li sconfisse.

I. Combattimento di Sassello (1672). Appartiene alb guerra fra i l duca Carlo Emanuele di Savoia e la repubblica di Genova. Dopo il combattimc1ito d i Ovada, Don Gabriele di Sa,·oia, comanclantc le truppe ,.!ucal i, ord inò al marchese di Livorno di esegu ire una finta d lvtrsionc su Acqui con una colonna m ista d i fanti e cavalieri. Il Livorno, come gli cni stato comand::1to, 3 un certo punto ritornò sui suoi passi e piombò su S., ove entrò s.ttn7~_colpo ferire. Parte della guarnigione si rinchiuse n~I vecchio ca, stello, d ifeso da quattro cannoni, ma dovette arrendersi. Frattanto lo Spinola era accorso da Rossiglione con parte delle sue truppe genovesi. ma davanti a S. fu assalito e sconfitto dal Livorno.

11. Combattimento di Sassello (1799). Ai prim i d 'aprik i! gen. Massena volle riunirsi al Suchet, che gli Austriaci ?.vevano staccato dalla sua ala sinistra. A tale scopo distaccò i l .gcn. Soult verso S. con la divis. Gazan . Il Soul1 assalì i/ colle dominante la città, ne cacciò i l nemico e vi si accampè>. Gli Austriaci tornarono all'attacco, ripresero .la posizi,,ne, ma poi furono d efinitivamente respinti, S. fu preso e il collegamento eseguito.

Sa~si (Carlo). Generale, n. a S. Martino in Pensili. nel 18ì2, Sottot. d'art. nel 1892, passò negli Alpin i nd 1895. In Lipia nel 1911-12 , vi meritò una mcd. d i bronzo e una, d'argento. Partecipò alla guerra contro l'A~str ia e vi guadagnò una seconda med. d'argento. Colonnello nel 1918, comandò il 99° fanteria e poi i! 2° gruppo alpini col q uale rimase in Albania sino al 1920 nel quale anno per la d ifesa d i Valona fu insignito d ella croce <li cav. del1'0. M. S. Dopo la g uer ra comandò il 7" alpini e poi il distretto mi!. <li Bassano. Generale di brigata nel 1930, d ivenne ispettore di mobilitazione d ella d ivis. di Bologna e nel 1932 presidcnt·c del Tribun ale mi!. di Bologna. Sasso (Ferdinando). Generale, n. a Napoli, m. a Torino (1866-1930). Sottot. d'art. nel 1885, divenne colon" nello nel 1916. Partecipò a lla g uerra 1915-1918, e vi mento una mcd. d i bronzo e una d'argento; per l'attività nei servizi d'art. di armata venne i nsignito della croce di cav. dell 'O. M. S. Nel 1919 fu d irettore d'art. a Napoli: poi

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eblx il comando dell '8° art. P. C. Promm,o generale cli brigata nel 1924, comandò l'Accademia mii. e !a Scuofo d'applicazione d'art. e genio, nella qual carica ebbe la promozione a generale di divis. nel 1928.

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Sasso Ferdin~ndo

Sasso l\llaroo

Smso Marco. Medaglia d 'oro. n. a Valstagna (T!½)6-1917). Ufficiale di complemento degli alpini, da sottot. e ten . si era sempre d istinto fra i migliori del bgl. « Monte Pa1·ionè ». Durante l'epica resistenza sul Grappa, dopo i l ripiegamento dall'Isonzo, compì mirabili gesta, cadendo alfine da prode in Val Calcino e meritando il conferimento della med. <l'oro \~ ad memol'iam >, . co11 questa motivazione: ,, Ufficiale di indomito coraggio, muoveva col propr io reparto all'assalto di una forte posizione, dopo aver giurato di conquistarla o morire. Gravemente ferito in varie parti da una violenta raffica di mitragliatrici avversarie. giungeva egualmente per primo sulla posizione, e gettatosi sulle armi nemiche, ne uccideva i serventi. Nuovamente e mortalmente colpito da una fucilata, rinunciava dt essere trasp(lrtato al posto di medicnione, e disposto a morire sulla posizione conquistata, incitava ancora i suoi alla lotta, col grido: " Avanti 1 avanti , alpini. per l'o nore del Re c.

della Patria! " · Fulgido esempio di eroismo e di eccelse virtù militari ». (Monte .For,tanel, Val Calcino, 1 t d i,·embre 1917).

co llegati cogli Umbri e coi Galli sorto i l co1rntt1<.lo del sannita Gellio Egnazio . .Fabio con l'ala dr. si pose di fronte agli Umbri e ai Sano:iti; Dccio si collocò c011tro i Galli con l'ala sr. Il primo rimase sulla difensiva. Decio impegnò a fondo le sue legioni fin dal primo scontro. E poichè gli pareva lenta la battaglia, spinse avanti la sua cavalleria che nei primi momenti ebbe qualche sopravvento ,u quella galla. Ma .i carri da guerra 11ernici, veduti per la prima volta dai Romani, spaventarono talmente i ca••alli che ne furono scosse la cavalleria e legioni di Dccio. Questi allora si lanciò eroicamente nel mezzo delle schiere nemiche trovandovi la morte. Frattanto Fabio in\'iava da quella parte aiuti tratti dalle ultime sue schis:rc e cosl potè essere contenuto 1'urto dei Galli, mentre la cavallena campana, <l 'ordine <li Fabio, li assaH di fianco e li sbaragliò. In questo frattempo, anche l'ala sr. coadiuvata da un assalto di fianco della cavalleria, assalì i Sanniti già stanchi e ne fece grande strage, ucci<!endo il loro comandante Gellio Egnazio e respingendoli nel loro campo, preso subito dopo con poco sforzo, Dei nemici :25.000 U'ltnini caddero morti, 8000 furono fatti prigionieri. Dell'ala <li Dccio cad dero 7000, di quella di Fabio 1700. Sassoni. Antico popolo che, proveniente dalla Russia. ,, stabill nel territorio fra il mare Baltico cd il mare del Nord a sud del Chcrsonc;o Cimbrico (Jutland). Popolo guerriero e dedito alla pirateria, costituì una minaccia per i popol i con i quali confinava. Più v(lltc spinse le sue pira tetic sulle coste della Gallia, della Gran Bretagna, del Bai• tico. Nel V secolo invase l'Inghilterra. I. S . ebbero a sostepere lunghe lolle con i Franchi, contro i quali urtarono nel loro sp(lstamento verso ovest; guerreggiarono con Carlo Martello e con Pipino e furono sottomessi da Carlomagno dopo lunglte cd aspre lotte (785-803). Avvenuta, alla morte d i Carlomagno, la spart izione <lell'Jmpero, toccarono a Lo<lo"ico i terri tMi ad est del Reno. In qudl'cpoca i S. si ste ndeva no , !all'Elba al Reno, confinaado a sud con i Franchi e con i Turingi. Nel periodo storico successivo la loro potenza politica s'accrebbc ed i loro <luchi d ivennero i:nperatori; Enrico Il ne fu l'ul tinw (1024) . Paese dei Sassoni. Nel Xli secolo un re d'Ungheria chiamò a guardia delle frontiere ciel sud-est nun1crosi Sas-

Sasso di Stria (q. 2747). Vetta ritenuta inaccessibile alla testata di Valle Cordevole. Gli Austriaci, durante la guerra .vlondiale, l'occupavano saltuariamente mmc osservatorio di artiglieria, Nella 2• decade d i ottobre 1915 il colonnello Papa ebbe l'ordine di attaccare la posizione con 1'81° rcgg. L'operazione venne affidata ad una ardita pattuglia di 15 uom ini coma nd"ta dal sottot. Fusetti. La pattuglia alk ore 4 del 18 ottobre raggicmgeva la strettissima vetta ch,non trmò occu!)ata. Appena accortisi dcli 'occupazione, gli Austriaci" iniziarono un violentissirno fuoco, n1cntrc un grosso reparto <li Kaiserjeger fu incaricato d i rioccuparla. Dopo aver re,istito valorosamente, il sottot. FLtse:ti con al, rnni Ltomini della pattuglia fu ucciso; gli altri, quasi ttttu feriti, 1imasti senza munizi0ni, caddero nelle mani del nc111ico.

Sassoferrato (ant. Senti11u111) . Città in prov. di An..::on~l, in antico fortificata. Venne invano assc<li::ita <.la ()t ..

taviano e fu invece presa e devastata da Sclvidiano Rufo: più tardi, dai Goti (409) e dai Longobardi (774). Fu presa e saccheggiata da Francesco Sforza nel. J438. Battaglia di Senti110 (295 a. C.). Appartiene alla terza guerra Sannitica e fu combattuta dai Romani capitanati da i consoli Q. Fabio Rulliano e Decio Mure contro i Sann iti

soni della regione <lei Paesi Bassi, affidand o low un temtorio della Tran'silvania di circa r2.ooo Kmq, con capitale f-!ermanstadt. Quel territorio venne nell'us(l specificato col nome di « Paese <lei Sassoni ». Sassonia. G ii1 Ducato, pni Regn"; sup . 14.993 Kmq. La sua popolazione raggiunge i 5:000.000 d'ab. Il ducato venne fondato nell'850 da Luigi il Germanico , Nel n6o fo diviso Ìll due provincie: Bas~a ed Alta Sassonia (circa I '<1ltuak provi ncia) che nel 1376 divenne Elettorato. Nel 1464 la S . fu divisa fra i due figli di Federico il Buono, nipoti del Belligcro, Ernesto ed Alberto che furono i capistipite <lclle due case Ernestina (ramo principale) ed Albertina (ramo cadetto). Nel 1547 i due rami si trovarono a combattere in campi avvnsi; Maurizio di Sassonia (ramo cadetto). alleato d i Ctrlo V, ebbe il sopravvento e spogliò l'altro ramo dell'elettorato . Da Maurizio di S. discesero i duchi etl i re che governarono la S. sino al r918. Il ducato fu elevato a regno nel 1806 da Napoleone I. Per ragioni pol itiche e religiose la Sassonia nel XlX secolo seguì le sorti dell 'Austria, Nel 1866 le vittorie Prussiane costrin sero la S. ad entra re nella Confederazione della Germania del Nord, e dopo la guerra del 1870 a far parte dell'Impero Germanico. Prima del la f!Ucrra Mondiale il regnn d i


- 844 S. doveva fornire all'Impe ro gètmanico un contiugc:He di

25 mil« uomini circa , suddivisi in 16 bgl. di fanteria, 4 bgl. cacciatori, 2 brigate <li Glvalleria, una divis . d'artig lie ria con aliquo te di reparti g enio zappatori e pontieri . ll ramo Ernestino, ridottosi alla sola. Turingia, si divise prima nelle ,iuc caie S. vVeimar e S. Cobur~o e, sucoes-

ce n 'ento di tru ppe vicine, coman<lme da l gc.::11 . L.:1cro1x l a~sic urò la riconquista d i S. e, con essa, la garanzia dell' ulteriore marcia verso j passi dell'Appennino per shoccare jn Liguria.

Saticula. V. Sa,J1 ',ls"'" dei Goti. Satrapo. Capo di pro vincia nell 'ordinamento a mmm, !-Lrati,·o-m ilitarc dcll':1ntica Pcrs.ia . Prcsierkvnno alla pre par:l • 'l.ionc e raccolta delle forze armate e ai n1agazzini di vi,·eri e vcsciario <..: a rm i. A poco a poco divennero po tcnrt e ribelli all'aurnri1à d el re. Dario 11<: limitò i poteri, ma ::.11tto .--\ rtascr se riprese ro la loro ~1utorità . Satrico. Ant. città latina, di cui g li avanzi si trovant> p resso Conca. Fu una ddlc prime colonie mii. d ei Romani.

Truppè dc-lla ~ ,1s;;oni.1 fopoc,1 napoleonica)

sivarnentc , nelle quattro ~asc ducali di: S. Weinwr, dd!'estensionc d i Kmq. 3595 : doveva fornire all'Impero un (ou tingcn tc di 3700 u. formati in un r{;gg . <li t re bgl. S. Coburgo-Gotha, <lcll'cstcnsionc di Kmq. ' 97i: doveva forn ire ali 'Impero un conringente d i 2050 u. d i fanteria . :>u un regg. dj 2 bgl., pjù tltia cp. di riserva. S. Meinittgen. dell'estensione d i Kmq. 2468: doveva fornire all'Impero un contingente di r725 u . di fante ria su un rcgg. a due bgl. S . Alte11b11rg, dell 'estensione d i Kmq. 1324: doveva fornire al l'Impero un contingente di 1475 u. d i (;Ornp lcmcntj . Sasso11ia . V. i\1/lluriz,:o di Sassonia .

Sassu (C,·i swforo). Generale, n . e n1. a Sassari (18401922). Sottot. di fanteria ne l r861, partecipò alla campagna riel 1866 c<l alla lotta contro il brigan taggio e meritò la me<I. d'argento e la mc1nione onorevole. Frequentò poi la scuola d i g uerra ed insegnò geografia alla scuola m ii. di Modena. Colonnello nel 1895, comandò il 19° fanteria e poi il <listrctto mii. di' Sassari. In P. A . nel 1898, venne promosso, nella riserva. magg. generale nd 1906 e ten. genera le nel 1913. Pubblicò: ,, N o te sinottiche di geografia militare ,~. SassÙolo. Comune in prov . di Mantova. sulla dr. della Secchia. Nel medioevo vi fu costruita una rocca. Si resse a comune libero, fu alleato a 13ologna e a Modena, e combattè spesso con Reggio. Po i segul le sorti del Modenese. Su lla fine <l'onobrc del 1510, d urante la g uerra della lega di Cambrai, fu assediato dall 'esercito pontificio di Giulio II. l)opo due giorni, in cui g li attaccanti batterono le mura LOl"I l 'artiglieria, i difensori dovè~tero arrendersi . Combattimeuto di Sassuolo (1799). Apputicne alle guerre Jel Consoh,w francese. Il corpo d i Macdonald, in r itirata verso l'Appenn ino, sostava sulla Secchia col grosso a Modena ,e la ~rigata Calvin a S. Essa si lasciò sorprendere il ~·3 g iugno dap:li Austr i:,ci perdendo il paese . 11 p ronto in-

Battaglie di Satriw . Nel 386 a. C. il console Mam, Furio C,m1illo vi sconfisse le truppe di Anzio , ribellatasi a Roma, e coadiuvatr: (bl Volsc i, L:.it i11i. Er11 ù:i. Do po (;t vittoria fu dato l'assalto alla città, che ve nne p resa. Avend o cin<]UC anni dopo i Volsci ripresa S . co n le arn1 1. Carn iIlo tornù a S. e li battè ,li nuovo riprendendo la città. - Nel 377, Latini e Volsci furono sconfini dai tri buni mii. romani Publio Valerio e Lucio Em ilio presso S . e nel 344 ancora i Volsci dal console M. Valerio Corvo. Infine, nel 31 1 a. C. il console Caio Plauzio battè pressu la città un esercito di Volsci. Più volte devasi ata e incen dia ta in queste occasioni, la città non risorse più .

Satta (Semidei, Fra11asco). Generale , 11. a Sassari nel 1856. Sottot. d i fanteria nel 187(,, passò ,.egli alp i11i nd ,~X2. Nel 1895 insegnò arte mii. alla scl1ola di Modena . Colonnello nel 1910, comandò il_ 4'' fanteria e ,1uasi subito dopo il :,<, alpini. Nel 191i ebbe in Circnaira il romando di u 11 rcgg. mislO d'alpini. In ri se rva alla fine del 19n. vcnn~ p romosso magg. ge11 eral'c nel 1916 e nel 1923 ebbe il gr;id,, di generale di divisione.

Sauer (Carlo T eodoro). Generale bava rese e scrittore n,i . S:.itta Fr:r ncesc o lirnre, 11. nel 1834. Fu jn.scgnantc alla Scuola milit.a re d i \>lonaco. Prese parte alla gue rra del 1870-7r, nel 1880 venne pro1nosso n1agg. generale, nel 1887 divenne gon~rnatore a [ngobtadt. In arte fonificatoria, il S. sostenne il sistema l ineare continuo, detto siste ma bavarese, in opposizione a lla teoria del gen. belga Brialmont, ideatore rld le piazze a forti staccati . Scrisse: « Basi fondamentali pe r l'istruzione sulle anni >} ; << Nuove .arnli da guerra )) ; (( Sulla scuola d i manovra d ella batteria da campagna »; « Sull 'at tacco ~ sulla difesa delle piaz,lc forti " " Es,11ne tattico sull<: nuove forme de li 'arte fortifica toria n ; Sull'attacco a breve distanza di una piazza forte e su lla sua dik,J )) . ,r Tattica e puntamento jndirctto ·, . Sauerbrey ( V.). Armaiuolo e custo<le dell 'a rsena le a Basilea, in Svizzera, che costruì nel 1846 un fucile ad ago. con carica di fulrnicotonc . AJ!a canna li!l-cia (c~ iihro mm. 18,2) è avvitata una c~1mcra che riceve un ago in lilato in una molla spirale. Arrnan<lo il cane, si ar ma anc he I'al\" e , i a p re la carne ra : introdotta la cartuccia e


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;>resJ la po>1z1one di pumamcnto, premendo sul grilletto 11 cane si abbassa e fa chiudere la camcr:o 11111nccliata111<'1He dopo ,uccede lo scatto ccl il colpo parte. Per to~liere la cartuccia, si arma di nuovo il ca ne, ~d al7~1nclo b bocca dell'arma in alto, la cartuccia cade per ,uo peso: \':orma i: di nuovo pronta per il caricamento.

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- qtr?f Fucili.::: Sau1.::rbrey

Saulì (Giov,111111 .1lnto11io). Generale genovese del secolo XVII. Nel 1624 comhattè contro il P iemonte; cluc a nn i ,lopo divenne generale delle artiglierie a Genova . S,111/i nob. Francesco Alessandro. Generale, m. nel 1884Ullìcialc dei bersaglieri , partecipò alle campagne <lei 18481849 e 1859; meritò due mcd. d 'argento a Novara ed a Vinzaglio e I;, croce dcll"O. M . S. a S. Martino O\'e rimase ferito. Colonnello nel 1866. comandò i) 4• rcgg. bersaglieri; nel 1875 fu promosso magg. genera le nella riserva .

Saumur, C111à dcli., 1-r.mcia, nel dip. ,h Maine-et Loir~. su lb Loira. J\nticam,·11tc: fortilicata: castello <lei XV secolo. Prese parte nel 1562 alle guerre di rcligio11c; la r e, oca dell 'editto di Nantcs fece perdere alla ciuà metà d ei suoi 3bitanti. Durante la Ri\'oluzione francese fu subi10 rep ubblican a e costitul la g uard ia nazionale "gli ord ini d i Co1cl. Nel Jì93 (guerra di Vandea) fu centro e <leposi11 . Jcllc truppe repubblicane. Vi si costituì l'Armata di Sa1111111r (4000 fanti. 89 cavalli, 5 cannoni) al comando dello stesso Cote!. I Vandeani ag li ord ini fii Larnchejacquclin assalirono S. il 9 giugno, mentre e ra ò ifcsa da 11.000 uomi ni e 5'J ca1111oni, agli onlin i del gen . -"lcnou . il quale (u cacciato dalla città e messo in fuga con la perdita d i 3000 u. fra morti e feriti, 5000 fucili, tutte le artiglierie e gli ingenti depositi di munizioni e viveri . I Vandean i lasciarono S. i! 26 giugno per dirigcr,i a Nantes. e i Repubblicani. rientrativi, tennero quivi nel luglio , il famoso « Gran Consiglio di Sa11 mur », che determinò le lince d ella lolla contro i Vandeani e decise la leva in massa in tutti i dopar ti menti attorno alla Vandea: ciò procurò una mas;a di 400 mila repubbl icani. Nel febbraio 1822 vi fu la cc Cospirazione di Saumur • , contro i Borboni, capitanata dal gen. Bcrton. Essendo abortita. egli fu arrestato e venne (11cilato assieme a tre altri congiurati. Scuola di c1J11,,//eri11 di Sa1111111r. N el XVI secolo, con Enrico IV, s'aprì a S. la p rima ,·era accademia di equic;1zione francese. Nel , 765 il marchese <li Poyannc poncv,i l:i prima pietra della Scuola d i C:Jvallcria, della quale fu •I primo comandante . .\Ila Rivoluzione b Scuola ,i ehiu ,lcva, per riaprirsi nel 1825 col titolo cli « Scuola reale cl, ca\lalleria », a.l comando del g cn. Oudinot, che la o rga~ n izzò d andole cara11e r<· non sola ,nente di :,ccadem ia ma ahrc,ì di scuola d"applicazion,. scuola di formazione

Saunno, Loca lit,, <l'acqua <lei , ud Bcnga,ino, a Km. 175 linea <l'aria da Jkni:asi in <li rczione sud-sud-est. Neik ,,pcrazioni militari contro i Se1111ssiti. nell'anno 1914, una colonna delle varie nrmi agli ordi11i dd gen . Cantore. .:l,c aveva il mandato di sgomb rare la ?.ona dai ribelli. parù da Bengasi a metà g iugno e d opo una serie di pic;oli scontri e un'ultima lunghissima marcia . pioml>è, all'improvviso mi Senussiti accarnpJti ai pozzi <li S . il r6 lug lio . Ne derivò un accanito combauimento. nel quale per ,l()("O non rim:t'-C prij?ioniero lo !itlcsso 5cnusso; i Scnus~ lll

SAU

,i11 ,cnncro ,oh, 1n {uga dopo d, a,·er ,ubìto gr.ivi perdite, lasciando in nostre mani l'intero loro accampamento .:on una g rande <JU"ntiti, cli hc, tiarne . cammellr, o rzo . m a tc-riali e tende .

Sauro (/\'a::ar,c,). Medaglia d"oro, 11. a Capodistria , m. n Pola (1880-1916) . :È uno <lei martir i del nostro irrr. d cnt ismo. serename nte immolatosi per la sua fede italiana. Capilano di lungo corro nel!, marina mercantile austriaca, .1vc,·a sempr•.; nmrito nel cuore sentimenti :1rdentissin1i d1 italian ità, o nde, non appena l'Itali a ebbe dichiarata la ,1:ucrra all'Au, t ria, egli abban<lonò il suo posto e si arruolò, •1uale ufficiale di comple.nento, nella nostra R . Marina. Marinaio abil issimo cd esperto conoscitore dei recessi della .;osta Dalmata. rese preziosi e<I important i servig i e parte• ,·1pò a "arie. audaci imprese con squadriglie di siluranti. Per un 'inc11rsionc a.u<lacissim:1 sulle coste Dalmate, meritò . nel maggio r91G , d i cs~crc insignito di una mcd. d 'argento. li 10 agosto, in seguito all' incagliamento del sommerg ibile « Pu llino • sullo ,coglio di Pelagos.1, il ten . di vascello Sauro fu ca1111rato dagli Austriaci. Sottopo• '-LO ad un \ it11ubcro <.l i procc,so.

durante il <1uale egli tenne cnnrcgno 11ohilissimo e fiero, fu condannatn a ino rtc per alto t rad imento cd impiccato. Alla mcrnoria ciel martire glorioso, ru concc,çs:1. la n1as~ima. ricorn Souro Nn1.nrio pensa al valore . con la scgurn lc motivazione! , Dich iarata la guerra all'AustriJ, ,·cnn<: ,ubito :id arruolarsi souo le nostre bandiere , per dare il contributo d el suo e ntusiasmo, della sua a udacia cd abilità alla conquista della terra sulla quale era nato e che a nelava a ricongiungersi all'Italia. lncuramc dd rischio al quale si esponeva, prese parte a nume rose, ardite e difficili m ission i navali di guerra . alla cui riuscita contribuì efficacemente con la conoscenza p ratica dei luoghi, e dimostrando sempre coraggio, .,n imo intrepido e disprezzo d ei pericoli. Fatto prigioniero. ,onscio d ella sorte che o rmai lo a ttendeva, serbò fino all'ultimo conteg no meravigliosamente sereno . e col grido forte e ripetuto più volte d inanzi al carnefice di • Viva l'Italia ! » esalò l'anima nobilissi ma, dando impareggiabile esempio d el più puro amor cl i P atria "· (Alto Adriatico. maggio-agosto 1916).

Sauterelle (Bal<·stm " La S. » , ripa //. d'lmphy) . Bak>lra per lancio d i g ranate, :1dopcrata durante la g uerra ~loodialc dagli Alleati. Si manovrava mediante un \'erricdlo ed aveva sufficiellle precisione di tiro.

Sauze d'Oulx. Comune in p rov. di Torino, nell 'alta , alle dclb Dora Riparia. Comballlmento tli S,wze d'Ou/x (1745). Appartiene all a guerra di Successione d'Austria. l i marcsc. L a utrec si trovava con 13 bgl. accampato al colle Scstrièrcs, mentre g li ,\ustro-Sardi agli ordini del gen . Dc Rossi occupavano S. d'O . con 2 000 u. , avendo sulla sr. un posto avamiaro (ridotta <li Còteplanc) ed avamposti specialmente rinforzati ,crso la dr. li gen. De Rossi aveva intenzione di ripiegare di fronte allo spiegamento di forze nemiche, ma l'avvcr,nrio non g lie ne d iede il tempo. Nella notte dal 10 all'1 , ,l marcsc. Lautrec marciò sul paese con tre colonne "'


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Savari della Libi:t nel , 91l

larga fromc, ma dlcune tucilatc de;li avJ111posti ,msero 11 gcn . Dc Rossi sull'avviso. Dalle alture potè scorgere, ai primi chiarori d el g iorno, le colonne nemiche cd i l pericolo incombente. Dato l'ordine alle artiglierie, ai granatieri ed al carreggio <li ripiegare, ed a due bgl. d i portarsi sul! '.alto verso il colle del Pis per proteggere la ritirata, egli rimase in S. d'O. con l'ul timo bgl. (Nizza). li progresso delle colonne nemiche (u, col chiarore del giorno, così sollecito che il generale fu accerchiato e, dopo breve resistenza, fatto prigioniero assieme a 200 uomin i. Le altre truppe già avviate verso Colle Pis, potevano però ripiegare jndi~tu rba te. Questo combattimen to ,·a anche sotto il nomt: d i jous,eaux .

Sava. Fiume de lla Jugti\l:ovia. affl. di dr. del Dam1bio, lungo w62 c hilometri. I. Bauagfitt rnlla Sava, o di Sùcia (351 d. C.). .\ ppar tiene alla g uerra dcll'impc ntorc d'Oriente Costanz.o II, comro Flavio Magno Magnenzio, proclamatosi imperatore d'Occidente. Con ardito ,lllJcco le milizie di Costanzo impedirono agli occidentali il passaggio della Sava , che essi ave\'ano tentato presso Siscia, e assicurarono al grosso ,!cli 'esercito la ritirata sulla forte posizione cii Cibale. li. /lattaglìa presso la foce della Sava (388 d. C.). Venne combattuta e vinta dall'imperatore d'Oriente Teodosio ! contro .\farccllino, fratello dell'usurpatore l\Ll)(nO Ckmcntc Ma.simo impcramrc cl 'Occ iden te. .\fossimo. raggiunto ad Aqui leia, fu condotto prigioniero a Tcodo,io. il quale lo fece mettere a morte.

tJi:calc. ~ ')bar Jghatt. n1ed1ancc un nu~lo 1110, in1ento ::.u.

loro fianco dr. La loro fuga disordinata impedì la difesa de lla ciui\, che cadde cosl nelle mani del Campbell .. !1 . •-lssed,o di St1l'll1111a/1. !I 15 ..cttcmbrc 1779 le trupp<= tr,1ncesi, ,barcate :i Beaulieu :l tre miglia <l:ill;i ciuà, com-

parvero sono le sue mura :1cco111pagnate dalla legione Pula,ki . Gli Inglesi. wmandJll dal PrcH»t. dop,, bT<",c re,i ~tcni;a s: chiusero in citt.ì. dove {l!rono r,1ggiunti <J:l rinforzi condotti dal Maitland. Gli assc<lianti erano ,tali raggiunti circa 3000 Repubblicani condotti dal gen. Lir.roln, ciò che ne portò la forza a oltre ;-ooo u. di fronte , 11 3000 d ella difc,a. Dopr, un va no tentat ivo di occupare l.1 piazza di ,·iva for.ta. ebbero principio regolari opere d t ,t,!tcdio: 11 24 già la trirn:c.l <'.'ra arriv,na tino a 300 ns,etn dalla cin ta e il 3 Ottobre ebbe principio il bombardamento ,on 36 bo,che da fuoco e 9 bombar<-!c. Dopo cinque giorni 11 gen. Prc,·ost chiese che fosse consentita l'uscira alle donne o· ai bambini, specialmente danneggiati dalle art iglierie, m a il D 'Esrn ing poco generosamente r ifiutò. lntanto la stagione si ~tava gua,tando. sì che fu deci,o di tentare l'a~,a lto. li 9 ottobre esso venne sferrato, ma gli alleati fu. rono ne<pinti dopo <li avere, perclcito o ltre 1300 u. Fra 1 feriti fu lo stesso <l'Estaing, e il col. conte Pulaski che pochi giorni dopo morl. L'assedio fu tolto il 18 otLObre: il Lincoln ripiegò sulla destra della S. , la llotta francese fece vela per l'Eu,·opa.

,!.,

Savari. Truppa d i cav,,llcria indigena , reclutata nella nostra colon ia libica e ordinata in ,q~iadron, e gruppi. montata su cavalli del luogo, piccoli, robusti, velocissimi, sobri. .,rl.,tti a,I essere impiegati nelle zone desertiche, addestrati

Savannah. Cittit degli Stati Un iti, nella Georgia, mlh dr. del fiume omonimo. I. Battaglia di Sa11a111111h. Appa rtie ne alla guerra d' Indipendenza degli Stati Uniti. Una colonna inglese di 2500 u .. imbarcata su convoglio scortato da navi da guerra, fo invia ta ac1 occupare S. agli ordini del colonnello Campbcll: il gcn . Prcvost, ~hc aveva i l comando nella Florida, doveva concorrere operando per terra. Nella seconda quindici,rn del d icembre 1778 gl i Inglesi g iunsero presso l'isola d i T ybec alla foce del Savannah, e risalito il fiume sbarcarono presso uno stretto argine che conduce :;Ila città. Appena a terra, un reparto di Scozzesi si i.mpa<lronl, dopo breve ma sanguinosa lotta, di un caseggiato posto a dominio dell 'argine stesso, dietro al quale si trovavano schierate in bauaglia, a cavallo della strada, le truppe amcri.:an c mm.1ndate d al gen. I fr,wc. Queste furono subito at-

Squadrone Sn\'ari a ~1ìsurat.a ( 1912)

a sdraiarsi a terra quando il Savaro combauc ap1i icdato. Questa truppa è inquadrata da ufficiali italiani di cavai !aia; sottufficiali e graduati sono, invece, indigeni, arman di sciabola, rnòschcu o e pistola. Vcogono addestrati sia al 1'0111battimc nto a ca\'allo. c he a quello J uicdi. Truppe


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SA\I

ottimt: ~otto ogni riguardo, valorosissin1e, fcddi i S. hanno preso parte, d istinguendosi, a tutte le operazioni da noi wolte nella nostra colonia libica. 1

savary (Giovanm). Generale francese (1774-1833). Combattè con Pichegru, Moreau , Desaix, poi con Napoleone, di cu i fu aiutante d i campo a Marengo. Nel 1807 venne nominàto d uca di Rovigo; nel 1808 comandò l 'armata di Spagna, nel 1810 fu ministro di polizia. Dal 183, al 1833 comandò l'esercito in Algeria . Lasciò un volume di << Me1noric » .

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Savary Giovanni Save. Bomba da trincea, adoperata in F rancia fino a tutto il 1915, lanciata da piccolo mortaio di 1-5 ,m . Prese il nome dall 'uffìcialc d'art. che la ideò. Era alta 50 cm . ed aveva tre m iccie diverse: di 5" per portata da 40 a 70 metri; <li 8" per portata <la ;o a 120 metri; <li 11 " per portata da 100 a 220 111. Era costituita da un corpo d i ghisa (E) caricato con Kg. 6.600 d i cheddite (B); fra questa e quello era disposta mitraglia (A) . L,i miccia (L , D) conduceva al detonante (C)- Un rnndello di legno (l') la ch iudeva in basso, protetto da un d isco (K) da toglier<; al momento dell' impiego .

Savel I i. Famiglia romana P" t<:11te nel medio evo. Dei suoi mem· brì, si distinsero nelle armi: Scii ;,_; D pione e Giovarmi, combattenti nella ... •, prima Crociata, per la quale armarono del proprio alcune galere - Paolo, 111. " Padova nel 1405: condottiero sotto Alberico da Bar 0 biano, comandò poi le truppe viscontee contro F irenze; dal 140➔ servì la repubblica di Venezia . F Silvio: condottiero nel sec. XVXVl; fu servizio dello Sforza e guerr('ggiò in Lombardia . - Rollo , Uornba ~::ixc m. nel 151 7; capitano di ventura. militò per la repub_blica di Lucca, per vane signorie. per l'impero. Giambattista (1505-1551) : f.u generale al ser,·ià() della chiesa e partecipò alla d ifesa di Roma; poi passò servizio di Cado V fu all'assedio di F irenze (1530). Si battè in U11gheria contro i Turchi e finì generale del g randuca d i Toscana. - Federico, m. nel 1649; fu generale al servizio dell'impero e combattè part icolarmente cont ro Gustavo Adolfo d i Svezia.

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Savena. V. Bologna VI.

con rapido muv,n1ento si impad ronì del campo abbandonato. Essi tentarono di riprenderlo, e si ostinarono invano nell'impresa; dopo gravi perdite, a sera si rifugiarono nella città . La mattina seguente Kléber fece convergere le sue colonne da ogni parte e attaccò i Vandeani, i quali, circonèlati e senza speranza di salvezza, si batterono eroicamente fino all'ultimo uomo, sia in città, sia nei boschi vicini. Le truppe repubblicane non diedero quartiere, e ben pochi furono quelli che riuscirono a ripassare la Loira. Il gen. Lyrot rimase ucciso. Questa battaglia segnò un grave colpo arrecato all'insurrezione vandeana.

Saveri (Diomede). Generale, n. e m. a Viterbo (1857t920). Sottot. <li fanteria nel 1877, frequentò la scuola di guerra e passò nel corpo <li S . M. Colonnello nel 1902, comandò il 2-;o fanteria. Magg. generale comandante la brigata Messi11a nel r909, ebbe d ue anni d opo il comando della Scuola mii. di Modena, 11cl .1913 fu promosso ten. generale e partecipò come comandante di divis. alla guerra Mondiale fino a quan<lo fu collocato i n P. A . , nel 1916. Saverne (ant. Tabemae). Comune della Fr~ncia, nella Bassa Alsazia. Ebbe un buon castello, detto ..<li . Oberhof. Il colle di S., a 200 m. d 'altezza, è considerato· come una delle porte della Francia all'estremità settentrionale dei Vosgi . I. Battaglia di Saverne (35~- Appartiene alla spedizione. degli Alemanni (35.000 guerrieri) contro l'imperatore Giuliano, che si era fortificato a S. All 'avvicinarsi degli invasori , l'imperaro•·e li affrontò e li sconfisse costringendoli a ripassare il Reno, d opo di avere perd uto 6ooo uomini . . Il. Assedio di Saverne (1636). Fu posto alla città dai Francesi <li La Vallette e del duca di Weimar. La piazza era difesa dagli Spagnuoli del -Grana, il qLlale l'aveva presa nel 1635. Le artiglierie francesi apersero la breccia il 19 giugno. Le truppe mossero all 'attacco e pe,· rrc volte vennero respinte; al quarto assa lto presero la città. Il castello fu allora investito e dovette cedere in seguito a violento attacco guidato dal Turenne.

Ili. Assedio di Saverne (1675). Fu posto dal marchese di Baden con 4000 cavalli e 6000 fanti del!'esercito del Montecuccoli, il quale si schierò a protezione della p:azza. Invano il marchese tentò assalti; non fece in tempo a impadronirsi della piazza, perchè, avvicinatosi l'esercito francese del Condé, 11 Montecuccoli fece togliere l'assedio e ripassò il Reno. IV. Attacco Ji Saverne (1744). Gli Austriaci, con!andati dal geo. Nadasti, si erano impadroniti di S. e i Francesi, guidati dal d uca d'Hsrcourr, li attaccarono davanti alla città il 13 agosto. I trinceramenti vennero dai Francesi conquistati alla baionetta e in città entrarono frammisti vint i e vincitori. 1200 Austriaci furono presi; gli altri, ·usciti da S., vi tornarono il giorno dopo e ne cacciarono facilmente i Francesi; ma questi, ricevuti rinforzi, il 15 ripresero la pia.zza rnettendo definitivamente in fuga gli Au.i.triaci.

Savigliano. Comune in prov . di Cuneo, fra i torrenti Maira e Melica. Di an tich issima fondazione, ebbe 11cll'alto medio evo un forte castello. Durante le guerre di Federico Battaglia di Save11ay (1793). Appartiene alla g uerra della Barbarossa in Italia si unì alla lega lombarda e, dopo la Vandea . L'esercito vandeano, comandato da Lyrot, premuto pace di Costanza, si resse a libero Comune per lungo dalle colonne repubblicane, si rifugiò presso S. trinccran- • tempo. d osi nei bosch i. 11 22 dicembre Kléber avanzò verso S . Presa di Sat11g/zano (1691) . Apparticue alla campagna di muovendo verso le colline prossime alla città. I V andean i Piemonte della guerra Germanica. Verso la metà di gen uscirono dalle trincee per impedirne ! 'occupazione e Klélx:r Savenay, Comune della Francia, nel clip. della Loira

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Inferiore.


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La fortezza J1 ~~wi,.rli:mo nel !-t.ecolo XVI I

naio, il gcn . fmnccsc Fcuquières, mandato dal Catin:tt a Pinero lo, seppe che i l duca Vittorio Amedeo Il avcv.1 la sciato a S. un piccolo presidio, e vi si portò con 6oo fanti e ahrctlanti ca,·alli. Sferrato l'attacco. la fanteria pcnetr,, nella piazza, e il presidio venne fatto prig ioniero.

Savignano a l Rubicone (già S. di Romag11a). Comune in prov. di Forlì, sul Rubicone, nel luogo ove &0rgcva l'antico Compllr,m. Venne fortificato nel medio evo. sul colle dove si ri[11giarono gl i. abitant i di « Compitum » . distrutta <lurante le guerre longobarde. Nel 1288 i Riminesi . dopo aver assoggettato 5., lo fortificarono ancora per difendersi da Malatesta da Verucchio. Nel 1289 il conte Ermanno dei Monaldesch i non r iuscl a prendere i l castello. Questo ven ne ancora rafforzato nel Xlll secolo. 11 c:irdinalc Albornoz nel 1302 fece scavare ampi fossati cd erigere nuo,·e robuste mura. La rocca nel 1580 fu munita <la aniglicr ie e sostenne vari assccJi, resistendo con fortuna ai Polentan i, agli Ordclaffi, ai Manfredi , a Bernabò Vi.conti . alla compagnia Jel conte Lando, alle milizie viscontee da Angelo della Pergola, alle milizie di Francesco Maria della Rovere.

·"sedio. Nel 1643 fu assalito dai Po,rnlicì, ~i q uali si do, etlcro ritirare per !a forte resistenza del presidio e per 11 pronto arrivo dei rinforzi estensi.

Sav ignone. Comune in prov . di Genova, sulla dr. della Scrivia. Appartenne ai F ie$chi di Lavagna, che su un 'altura dcina eressero una rocca , di cui ora restano le rovine, circondata di mura, fossati e munita di feritoie. Durame la g uerra fra Carlo Emanuele l. d uca <li Savoia, e la repubbl ica <li Genova, S. fu assalita e presa da Don Carlo Felice, figlio del duca. Egli però subito dopo ,·enne attaccato da un corpo nemico e le sue t ruppe fu~ono messe in fuga. Savio (Gio,,nuni Edom·doJ.

Combattimento di Savignauo (1742). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Il gen . spagnuolo Montcmar, comandante delle truppe spagnuole in Italia, ,i era chiuso in Rimini donde mandò una forte mano dei woi per ostacolare la marcia degli Imperiali comandati d a Carlo Emanuele di Savoia. Questi il 9 agosto piombò sugli Spagnuoli che, respinti al primo urlo, si ritirarono su S. e vi si asserragliarono. Dopo un lungo e violento combattimento, in cui il duca guidò personalmente l 'attacco, gli Spagnuoli furono costretti ad arrendersi, e Carlo Emanuele. presa la piazza, potè liberamente marciare su Rimini.

Medaglia d'oro, n. a To rino, rn. a Gaeta -(183i·J86r). Capitano d'art. nell'esercito piemontese, prese parte alb campagna <lei l859 e poi agli a,sccl, d i Capua e Gaeta. Sotto Capua meritò la croce di cav . dell'O. M. S. La medaSavio G1ovonni gl ia <.I 'oro al valor m il itare gl i fu conferita « per l 'intell igenza ed atrività dimostrate nei lavori d'assedio e per il suo gran coraggio e sangue freddo. superiori ad ogni elogio, nei giorni di fuoco, infondendo col suo valoroso contegno animo ai suoi subordinati: morto il 24 gennaio 1861 all'asv;<lio di Gaeta in seguito a ferita riportata » .

Sa11ig11a110 ml l'a11aro (am. Sabin,a11um). Comu11e in prov , d i Mo dena. Antica mansione roman,1 della via Claudia. nel medio evo ebbe un forte castello, di cui nel 124; i Bolognesi si imp:1dronirono, ma lo restituirono a :Vlodena poco dopo. I Modenesi tentarono a più riprese di fortificarlo, ma nel 1271 Bologna inviò un corpo d i truppe che clistrusse ogni cos:i. Caduta Modena in potere degli Estensi. uno <li questi, Azzo, riedificò il castello. I Bolqgncsi lo assalirono e lo presero, ma nel 1334 le truppe estensi lo ritolsero loro per assalto. La custodia del c;1stello passò poi 1 alla fomiglia Savignani, che nel l403 rcntò di tenerlo in pieno possesso: ma Niccolò llJ <l'Este lo riprese dopo lungo

Savoff (Michele). Gencrnlc buli;aro (1857-1931). Completò gli studi militari in Russia, partecipò alla guerra Serbo-bulgara del 1885 e alle g uerre Balcaniche; fu t~po della delegazione bulgara che firmò IJ pace con la Turchia. :--!ella guerra Mondiale comandb prima Savoff Michele una divis . e poi la 4"· anna1:1 bulgara. Nel 1918 fu ministro della guerra nel /!ahi11cno che firmb l'armistizio di Salo nicco con gli Alleaai.


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Savoia. Reg ione della Francia: ai confini d cll' lt:ifo e ·,d ella Svizzera, tra le A lpi, il lago Lemano, i l Rodano nl il Guiers . Ha u n a superfìcic d i r 1.054 Kmq. e una popolaz ione cl i oltre 500 .000 ab . Dopo la sua annc,sionc alla !;'rancia (1860), venne <liv isa in due ,iipartime nti (Savoia e Alta Savoia). Com p re ,~de un3 sezione irnp ,. rtantc d e lle Alpi occidenta li, in ..:ui ~i deva il Mon te Bi:inco. l

tJto di Vienna . e<I i11 tine ne\ 1860 venne ceduta a lla !'rancia com" compenso dell'aiuto portato dalle su~ arm i alla campagna <lell ' lnd ipendcnzq italiana elci 1859.

Savoia (Casa d,). Casa regnante dcll'llalia, che, sotto la denomi nazione di contj, marchesi d'Italia, conti di Morianc, , conti e duchi d i S., principi d i Piemonte, re di

SAVOIE

popoli d ella S.

e del Delfinato, noti sotto jJ nome d i Al-

lobrogi, ma d ivisi in

"

)_

pili genti , l i ~cmpo dei Ro mani facevano pa rte della seconda provi ncia n~rbonese. Essi conservarono per lungo tempo l'indinell.dcnza, malgrado gli sforzi dc.:lJe ar1n i romane. Nel 2J 2 a. C., quando Ann ibale intraprese il passag g io delle Alpi, re d eg li A 11 o b ro g i e ra Branco, che si n10 ~ strò favorevole al generale ca rtaginese e ne ottenne aiuli per reprimere le ambizioni frattrne. Ma B.; anni dopo , avendo gli Allobrogi provocato con nuoV<.' ostilità lo sd egno d , Roma, questa mandò contro d i lorn due eserciti successivamente, uno comandato da Marco Ful v io Fiacco, e l'altro d a Gneo Dornizio E nobarbo . La lotta contro i Romani durò fino al , 2 , a. C . epoca in cui gli A llobrogi furon o defin itivame nte sottomessi . Da allora la S. fece parte d el! 'impero romano fi no al 40i <l. C. , quando fu in -

Sardcgn:o c infi n~ re t1·1falia , h:1 da to, da U m berto Hiancamano, 43 p rincipi regnanti. L 'origine della Casa si perde nell'oscur ità d el scc. X . A l p rincipio del sec . Xl, la vediamo già parente e illustre d ominare in S. e contrarre alleanze di nozze con re e imperatori, deducendone che pote nti fossero g li ante nati del conte Umberto Biancamano. forse <lisccnd cnte dai !)rimi re d ' lt:il ia ,\dalberto e 8ere11 gario. Secon<lo questa opinione, nel Bcrolclo delle ero-

vasa dai Ilu rgun.di ai quali 78 ann i <lopo successero i Franchi . Col tempo il tenitorio andò spezzettato in :nolti piccoli d omini fcw:lali, i pi1'1 poten ti <lei quali erano Ginevl'a . Ma riana, Faucigny. F u Umberto Bianca mano d i Savoia che com in ciò la riunione di questo te rritorio, Antica ~andiert' di rruppe sabaude p roseguita per quattro secol i dalla sua Casa. Dopo aver molto sotrerro per le guerre d ' Italia, la S. fece pa rte degli Stati del duca Emanuele Filiberto. Invasa da Enrico JV, d a 'Luigi Xlll , da Luigi X [\/ , occupata nel 1742 dagli Spag nuol i, god è un periodo d i pace fino alla Rivoluz.ione francese, q uando fu un ita alla Francia d alla Convenzione. Cadu to N a poleone, fu restituita ai re d i Sard eg na dal tnH-

,.,

B::indiera sab;rn<l.1 di I.::. Filiberto

.<\nr.ic:1 b9.n<liern della S,woi:i.

J\rm;1 del Ducato di Savoia (scc. XVI -X\'! I)


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nache s1 deve ravvisare un Ottone Guglielmo, figlio di Adalberto, re d 'Italia, e cli Gerberga . M or to Adalberto senza aver potuto riconquistare il rc_gno, rapito al padre suo. Berengario Il, <la Ottone di Germania, la vedova di lui, Gerbcrga , si rimaritò con A rrigo i l Grande, d uca di Borgogna, della stirpe reale di Francia. Questi, non avendo avuto figli propri, adottò Ottone il quale, dopo la morte del patr ig no, contese al re cli F rancia il pos~esso <Id ducato di Borgogna, lasciando ai suoi discendenti la signoria ereditaria dell'Alta Borgogna e di qualche altro con1ado. L'albero genealogico .d i Umberto Biancamano, sarebbe q uin di il seguente: Berengario Il, re d 'Italia; Adalberto, re d 'Italia; Ottone Guglielmo (adottato da Arrigo), conte e duca d i Borgogna; Umberto Bianca mano, conte d 'Aosta , <li Mariana , ecc. Per gli altri principi della Casa di S. vedere ai singoli nomi.

Sa,·oia! (Quadro di i\larnni,l

Savo111 . NaYe ,cale, ,·.,raia a La Spezia nel 1923; <lislo,a mento 101111. 58(15, lunga m . 129, larga m. 14,99; appa1a10 motore ca\"alli 15.750, velocit:ì miglia 2:>,➔• Armamento gucrresc<, 4 cannoni da 76. J>erso11alc d'arm,1mcnt<> ullìciali e 190 u. d' ec)l1ipaggio. Suvoia Ct111alleru1. Reggimento che lia le ,m· on gin, fin dal , 692 allorchè il contingente dello sqdr. di Piemonte formò ~luc regg. uno dei quali ebbe prima il nome di Montbri,on poi di None. elio sie>~ anno assunse la denominazione cli Savoia cavalleria. Fu sciolto nel 1699 e rico,1 iruito 11c! 1701. Nel 1798, sciolto <lai g iuramento <li fc<ldcà al re cli :,arclcgna, passò al sen·izio eh Fraucij come 6° regg. di cavalleria . Nel 1799 fu cli nuovo sciol to. per essere rico,1illlit11 nel 1815. Nd 1819 passò dalla ca,·;1 llcria pesan1c alla leggera col nome d1 ca,.alleggcri cli Sa voia . Ce,sò da mie spccialitiì nel ,832 e riprese il nome di Savoia Ca,·allcria. :-Jcl 1849 pa~sò a far pa rk clcll,1 2• brigata d i cavalleri a cli linea. :-Jel 1859 si chiamò corazzi,eri <li Savoia, nel 186o riebbe !"antico nome di Savoia cavalleria: ~temm~ fu poi 3" rcgg. cavalleria (Savoia) del S..1\'oia C:w:alleria nel 18; 1. regg. Sa\"oia ca\'alleria (3°) nel 1897 cd infine reggimento Savoia Cavalleria nel 1920. Partecipò alle seguenti campagne: 1692-93: 1701-02; 1703-12; 1733-35: 1742-48; 1793-<fi; 18481849; 1859; 1866; 1870; 1887-88; 1895-<)6; 1911-12. Durame la guerra l1alo-austriaca, 1915-1918, il rqrg. impiegò inizialmente solo la propria sezione mitragliatrici appi-Odata e ncll'ago~to 1916 colla 3• divis . di cavalleria ebbe ordine cli puntare verso la conca cli Aid ussi na; poi rientrò in sede. Nel novembre 1()17 pro1essc il ripicgamen10 cli reparti d i fan1cria al Ta!(liamcnro ,. lrntò di riwrdan: \"3,·an'lal,1 al

Savoia/ Gr ido cli g uerra, corrispondente all 'Urra/,/ delle altre nazioni, al Banzai! giapponese, al Sa11 Giorgio! genovese, ccc. emesso dalle truppe nel momento dell'assalto . Ne veniva dato per mezzo delle trombe un apposito segnale.

♦· M(1f [jf I LJJ UJ I r et tj r Squillo Sarnial

Savoia. Incrociatore d i 2850 tonn., varato nel 1883, adibito a nave reale. Ebbe per motto : « Sempre avanti Savoia! ». Nel 1902 divenne col nome d i « Vulcano » nave officina .

"

~ ave reale e Savoia •

~quillo del Savoia Cavalleria

nemico. Il 1° no,•cmbrc 1918, lanciato, colla 3• d1vis. di cavalleria, all'inseguimento del nemico in rotta, passò la Livenza a Polcenigo e si spinse verso S. Martino e Sedrano, ove catturò molti prigionieri. li 3 novembre una sua pattuglia, sfuggendo abilmente al nemico, entrò per prima cli Udine. Ebbe due citazioni sui bollettini del Comando Supremo ( nn. 1264 e 1266) e una mcd. d i bronzo. ~follo del reggimento: « Savoye bonnes nouvelle, • · H a il fregio dell 'elmcu o simile a quello del Nizza ,·.,vallcria (V.). Festa : il 3 novembre, anniversario dell'entrata in Udine (1918).

~1edaglia del Sa,·oia Ca,·alleria


• SAV

851 -

,

I

f

., 1792

Uniformi del

re,;>t1mt.'nto

Su,.oia (,·eggime111, spag1111olo). V. Sabo}'" (Rq;g . e lm g.ua V. Re).

Savoia (S. 55). Id rovolante bimotore in ,ervizio nell'av1azio□c

marittima: carico massimn Kg. 2500; raggio d'azione fino a 1200 Km. Può cs,ere 0rganizzato come lan. ciasiluri. o di grande bomb:11damento. I la q.iauro torrette per mitragliatrici. -- Un tipo S. 63. simile al precedente, reca qualche miglioraJT,enw, ed ha carico uule fipo a Kg. 3000. - Un tipo S. 55 migliorato (S. 55 bis) fu l 'idrovolan te che servl per la crociera transoceanica del Decennale.

Stlvoia-Pomilio. Al!a fine del 1916 <'<l ai principi del 1917, con l'intento di assicurare alle squadriglie aeree della fronte appàrecchi più l'eloci e mc;ilio armati con cui assolvere ai sen·izi di esplorazi·rnc nel campo wttico, collegamenti truppe e Comandi, direzione e co111rollo tin di artiglieria, <lai cantieri aeronautici Fiat di Torino furono costru iti vari tipi di apparecchi che sostituirono gli appa• r<'cchi prima in uso. Si ebbe cosl un S. l'. r che però non venne dato in <listribu1,ione ai reparti e scrvl solamente per poco tempo come apparecchio-scuola. Seguì l'S. l'. 2 che aveva le seguenti caraucristiche: biplano, biposto, mo• nomotore; apcrturn alare m. 16,74; velocità Km. 115 all'ora; autonomia q 01·c; armamen to r mitragliat rice mobile Fiat su w rret:ta girevole al po1to dell 'osservatore, un lanciabombe per ~ bombe Ja 25 chilogrammi. Tale apparecchio risuh,, ingombrante. non mollo manq:gc,·olc t· poco

Savoia (;avalleri:i

,·elocc. Venne perciò m1-d1hcato, ottenendosi il S. l'. J, con le seguenti caratteristiche : biplano, biposto, monomotore; apertura ala_rc m. 14,40; velocit:i 125 Km. all'nra; armamento come il prcccde111c. L' S. P. 4, uscito dopo, <:ra biplano, t riposto, bimotore; apertura alare m. 18,90; velocità Km. 130; armamento 2 mit ragliatrici mobili po,tc su torrette girevoli nella carlinga cenualc, una al punto de(. l'osservatore cd una del mitragliere, due lanciabombe per 6 bombe da 25 J(g. Tale apparecchio a, rcbhe dovlllo so,tituirc il ,, Caudro~ G 4 » bimotore, ma pochi esemplari

.\ croplano Savoia Pomilio

rnrono inv,au alla fronte perchè si rivelò difettoso e wn carattcr i, tichc non m igl iori del velivolo che doveva sostituire. In tutto, durante la guerra, la C3 Sa Fiat costruì dei ,1uaum I ipi. rispettivamente. n. 50. 402. 300, 142 apparecchi.


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Savu1u-.k<1"ow,:1 l.odùL'l<O (di). M,unciallo di Sa\Ui,1, m. nel 1459. Figlio na1urale di Luil(i di Savoi.1. ultimo pri ncipe d1 Acaia e con1e di Piemonte:, fu il c,tpoSllpite del rn mo Savoia-R«ccunigi . P,trtccipò alle guerre di i\rnedeo VIII e nel 14n fece prigioniero Bonifacio marchese di Ceva. Nel q33 fu nomrnato 111arescjalJo di Savoia. Ebbe ,·arie missioni d1plom;itiche cd ottenne il collare dell'Annun2ia1.1.

SAI

ind1pc11clcn1c :s;d 1~38 i Sa, u11t·si si ribcll.11ono a G<.:110,a e il 5 aprile presero e abbatterono il forte detto della Hriglia. Gcno\'a armi> 1llora '-I gal<.:rc <: ridusse ali 'ohi'<: dienza la città ribelle . Quesia però approlittò della guerra ira Genova e Federico li , per r<·nders: un '·il tra volrn 111dipcndcn1c e il suo porto diH·nn,· così la ba,c principak d':uionc delle squadre impenali e pi,anc. \Ila morte di

Savoia-Raccomg1 C/a11d10 (di). Mare.eia Ilo di Savoi:i. m. nel 1522. Nel 1476 ,i scgualò nella slrenua lotta so,rc nu1a contro le pretese d1 Carlo il Temerario. Dopo di .1,·cr pre,o pane :ille vicende dello Stato Jurante il regno del duca Lodovico, ud 1497 fu governatore di Vercelli e nel 1519 ebbe <la Carlo lii il collare dcll'J\nnunzima.

Stt-!1H)ll

Savoia-Racco111g1 Hcmardmo Il (di). Capitano ,a,o,a,dn. m. nel 16 12. Capitano negli arcieri delle Guardie di C,1r!.. Emanuele l, guidò la sfortunata scabta di Ginevr,, del 1582. Con !ui ,i ,pensc il ramo dei Savoia- Racconigi.

Savoino (Pietro). Generale, n. :a<l Asti nel 15½. Sottot. del genio ne l .1890, frequentò poi la scuola di g uerra e divenne colonndlo nel 1917. Partecipò alla guerra HJJ~• •91~ e comandò il genio del XVIII C. cl'A. In l'. A. S. dopo la guerra, venne promosso g<:ncn!c di hngat.1 ndb riserva nel 193c.

Savoiroux.

V

fJmcorrn; di Sauoiroux.

Savona (aut. Savo). Città marittima, capo!. di pro\'. della Liguria occidenta le. Le sue prime fortificaz ioni sorsero sul pron ,onto rio ,lei Priamar, ove nel med io evo ,or,, un castello che i Genovc;i ricostru irono nel 1227. Nel 144,, contava 40 torri e nel XVI secolo i Geno,·csi , i costruirono un forte cui aggiunsero altre opere nel 1683, I ,uoi primi abitatori furono i Liguri Sabazi . Durautc: le gue rre P uniche Magone fortificò la posizione tenc,vlo nel porto ui,a Ao1 1iglia. Nel •~ a. C. fu conquistata dai Romani. ~el 63,, ,I longobardo Rotari la <lis1russe, ma non mùlto dopo l'imperatore J .11dovico il Più la fece riedificare, crigen,lola in contea. SucceosiYamenk venne assalill e saccheggiaw dai Saraceni. Nel <)81 i Del Carrello <e ne impadronirono, ma nel 1153 S. si rivolse per aiu10 a GcnO\·a che si insignorì della citrà, riconoscendola però nel 119 1 Co11111ne libero e

\nt1co

\uualc

Feckri.,;o ll , nel 1:?5u. tentò di rc!)1~tt: re ~L1h.:rn .1. ma nel Jcb .. braio 125, dovette firmare la con\'cnzionc di Varnze. Durante la guerra fra la repubblica di GenO\ a e Carlo d 'Angiò, S. fu attaccata nel 12;3 da un esercito di Lanfr~,nco Maloccllu, a] quale resistette "a lorosamentc e felicc111cn1c. Nel 1281 scoppiò in S. violc111:\ guer ra civile : i popolani attaccarono i palazzi dei nobili, combaucrono per le vie e bruciarono na\'i e case. Si concluse a ,cento una pace fra le due parti e ;i modificarono gli St:ttuti del comune i ulla base dell 'eguaglianza. Mn ciò evidentemente 11011 accontentò nessuno, giacchi: le. lolle continuarono e scoppiarono nel 1303 in un'ahra guerra linita ndl'o11obre con 1111.1 sanguino,a battaglia nelle ,·ie di S. e con l'in\'asionc e saccheggio d i questa da parte {!ci contadini delle vicinanze. Il Ycsco,·o riuscì a far concludere la pace. Nel XVI secolo S. si di~xlc al re cli Francia. m,1 nel 1528. dopo la bat· taglia di Pa,·ia. Genova l'assall e ne osrrul il porto affondandovi vecchie navi piene dl sassi . Dopo un vio1ento al 1acco per mare e per terra, sfcrr:,10 da truppe genovesi dei Doria e degli 5pinol.i. fu demolito anche lo storico forte del Priamar. sulle cu, rovine I Genovesi iniziarono I la ,·ori per la costruzio11e di una nuova fonezza. Dopo di

S,1'\on;.1 nella prnn,t mer.1 dd -.ec. XVI


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Sw

aHora S. -rirnas(,, !cgalj J. Gc11tJ\ a; pa.s.:,Ò per bre\C tcn1po :11 1

duchi d i Savoia. ma fu restituita ai Genovesi con la pa~c

di · At.1uisgrana . Appartenne in· seguito ai Francc~i, finchè il d1 Vienna la aggregò definiti, amcnt<.: :1,Ql i Stati ,~irdi. S. è sede del jrQ dislrctto mililare .

(Ongrc!)SO

I. .•lssedìo di Savona (r243). Appartiene alla guerra fra Genova e Federico 11 e fu po,to daj Genovesi che volevano im1xc<lirc alle navi pisane e imperiali di giovarsi di S. come hasc. li podestà ,li Genova, giunto con poderose forze. ( lnsc la citt~ con rigoroso assedio. m:1 gli abitanti diedero il coin~ndo ddla piazza a Jacopo del Carrello e resistcttcr,1 ;,,trt:n u:1mente finchè non arrlv3.rono gli_ aiuti <1i terra e d i mare di Federico II. Il podestà genovese tentò allora tln ultimo dispcr.no a ttacco e, respinto a nche quello dagli a,$C<lianli, rinunciò all'impresa.

li. A1111cco e presa di Savoiw (1440). Appartiene alla ribc!Lionc d ei Savonesi co ntro Geuo,,a; nel! 'estate essi erano insorti comro là dom inazione delb repubblica e avevano ;ibbatruto il Castello Nuovo, cacciandone presidio e po· descà . I Genovesi allora armarono una squadra che posero agli ordini di Battista Cicala, e nella notte dal 4 al 5 agosto la spedirnno contro Savona. Questa, p resa alla sprovvista, dopo un breve assalto fu costretta a cedere e k cr~ppe genovesi ent rarono in città commettend ovi saccheggi e vandalismi. Alcune centinaia dei cittad ini più d istint i tu rano t1·asportati nelle carceri di Genon, le torri del molo d istrutte. il porto interrato, le anni e le artig lie rie asportate. lii. 8omba1·dame11to di Savona (1745) . Ap partiene alla gue rr.1 per la Successione d'Austria . Verso le 18 d el 25 luglio, apparve in vista d i S. una squadra inglese che cominciò a tirare su lla città e sul porto , tCJltando di affonda re due nav1 ~pagnuolc. cariche di polvere, che v i e rano a n corate. Il governa tore d i S. fece sbarcare q1Jasi rutte quelle mu nizioni, gettando il resto a mare. Coi cannoni delle due navi srnbilì poi una batteria che dalla ri va tirò sul.la Aorta inglese, con tale efficacia tla costrinµ,crla a rit ir::i fsi .

IV. Assedio di Savo11a ( 1746). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria. Dopo b resa di Serravalle e il piccolo scontro di Ca<libona. i .Gallo-ispani si chiusero in

SAI'

S. . e il re Carlo Emauudc di Sar<lc~n.1 dt.:t.:i ~c d 1 ~1ttac carli. Il 7 settembre il come della Trinit:t ebbe l 'ordine d i marciare sulla citti1 colla bri~ara s~1luzzo, 1rv! n lrc i) re se• guiva b strada di Cadibona, e il barone di Falke mbcrg. con ,5 cp. di g ranatieri e 2 di Gl rabinieri, doveva diri• gcrsi su Vado. L'S t..]UCst'ultimo giunse in vì,;;ta di S. e la tr0 ,·ò sgombr:ita ,k,i Gal lo-ispani, c he però avevano la-

Ca~tcllo di ::iavon.\ (princip10 sec . XIX)

,ciato ne l caste llo un corpo di truppe scelte wmandate da Agostino Adorno. Il 9 entrò in S . Carlo Emanuele che ordinò subito il blocco del castello e fece mettere in batte ria 40 cannoni. Verso la metà d i novembre i Gallo -ispani da Gcnoi.•a riuscirono a far entrare nel f•Jrte truppe e nn1-nizioni. Il 2 d icembre fu aperta la trincea ; pochi giorni dopo Genova tentò di soccorrere la piazza. mediante bande di conrndini armati che riuscirono a<l entrare in città di ~orpresa e ad attaccare un ,q11artÌ<!rè piemontese : esse furono facilmente respinte. Si mos,ero allora due corpi d i c\uppe regolari genovesi. ma il gen. Della Rocca uscl da S . con 8 bgl. e ad Albissola d isperse facilmente il nemico. Fin almente si riuscì a porre una m i n :1 sotto 11 bastione principale del castello e ad aprirvi una breccia, cosicchi: I· Adorno, vista impossibile ogni ulteriore resistenza, il iS d icemb re cay,itolò. dopo oltre 90 giorni d'assedio. V. Spedizione contro Savona (1748). Appartiene alla ,iucrra per la Succèsslonc d'Austria . La piazza era renuta

S,wona nel secolo XV Il


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854 --

dal duca Carlo Emanuele di Savoia, che di qui poceva impedire ogni movimento ai Gallo-ispani del presidio di Genova. Il Richelieu decise di sloggiare il duca <la S., c la sera del 26 m,uzo fece uscire dal porto di Genova 160 navi, scortate da alcune galere, menu·e 4000 u. preudevano la via di terra, per Voltri. Le due spedizioni dovevano riunii-si a S. che rappresentava l'obbiettivo comune. Il duca di Richelieu giunse facilmente presso la piaua, cacciando avanti a sè gli avamposti nemici, e, divisi i suoi in due colonne, sfer rò l'attacco. li gen. Desroches , governatore di S., eseguì una sortita e impegnò il combattimento coi Francesi. Il Richelieu fu respinto dai sobborghi, restando parecchie ore nei d intorni della città , col p roposito di r innovare l 'attacco. Ma guan<lo un forte corpo d i truppe fresche lo assalì ancora, le sue truppe volsero le spalle e si ritirarono a Genon. Anche la flottiglia francese non ebbe successo. Giunta dinanzi al porto, venne attaccata da vascelli inglesi e da galere piemontesi e messa in fuga.

S,1v

gata si batti: in Albania. Il 15° regg. guadagnò quivi una med . di bronzo; il 16° ottenne una med. d'argento sul Sei Busi nel I<H5. Nel r926 il comando della brigata fu sciolto cd i reggimenti furono assegnati: il 15• alla 25• cd il r6° alla 27• brigata di fanteria.

VI. Presa di Savona (1800). Appartiene alle guerre deJ Consolato francese, ed è in relazione alla di (csa d i Genova da parte dei Francesi. Ai primi d i aprile il generale Mclas ordinava un 'offensiva generale contro le linee francesi: i l gen. Soulc, accorso da Cornigliano il 6 aprile con forze di riserva per sostenere .il ,Gardanne che ripiegava da M. Ncgino, nel r itornare · verso Genova lasciava nel forte di S. un p iccolo prcs.idio di 600 uomini. Gli Austriaci si affret• tarono a investirlo . Il geo. Bugct, comandante della difesa, vi resistè alcuni giorni; ,ma, a corto di viveri, e n ell'impossibilità ~i ricevere provvigioni, d ovè capitolare il 16 maggio, restando prigioniero con la guarnigione. VII. Resa di Savona (1814). Ln piazza era d ifesa dal colonnello francese Ehoc, che aveva imprudentemente abbandonato la posizioì1e del mon te S. Giovanni . Il maggior~ della Rocca, comandante la spedizione anglo-siciliana, capì l 'utilità di una batteria che dal monte tirasse sulla città. e vi fece porre quatt ro cannoni . Poi mentre la sua flottiglia, composta di un vascello , una fregata e due cannc,niere, bancva la città dal lato di mare, egli" ordinò alle sue truppe (un regg. e un d istaccamento d i cavalleria inglese e 2 bgl. siciliani) di sferrare l 'attacco. La cavalleria e un piccolo corpo di truppe leggere entrarono subito in città e cost rinsero il presi<lio a rit irarsi nel castello. Subito dopo entrò il grosso cori della Rocca, che fece iniziare il blocco, stabilendo un 'altra batteria. I! 25 marzo l'Ehoc si :irresc e uscì coi snoi 800 u. , per recarsi io Francia. Nel forte vennero trovati 74 cannoni, 15 mortai, 9 obici e una considerevole quantità di munizioni e di viveri.

Savona. Br-igata di fanteria d i linea che ritrae le sue o rigini dal rcgg. Sarzana (V.) e fu costituita nel 1821 , con un I~ e 2" regg. che nel 1839 assunsero i numeri di 15" e 16•. L a brigata fu sciolta ne! 1871 ed i d ue regg. si ch iamarono 15" e 16° fanteria; nel 1881 furono di nuovo riuniti in brigata. Nel 1909 fu resa depositaria delle tradizioni dell'antica brigata Genova . L a Savona ha le seguenti campagne d i guerra: 1848-49; 1855-56; 1859; 1860-61; 1866; 1870; 1887; 1895-96; r9II-r2, d urante le quali meri tò una mcd. di bronzo al valor m ilitare. Durante la gt>erra Italoaustriaca 19 r5-1918, per la quale i l 15° costituì i regg. 218° e 264° ed il 16° il comando della brigata Gaeta cd i rcgg. 132° e 263°, la brigata operò inizialmente sul basso Carso; poi sul m. Sci Busi. Inviata in Albania nel dicembre 1915, nel gennaio successivo fu schierata a sud-est di Durazzo, e nel febbraio inviata a Valona, combattendo poi sulla Voiussa. Per tutto il 19r7 e fino a met~ del 1918 la bri-

U niformi della br igata Savona ( 1831)

Colore delle mostrine: fondo bianco con una fascia cen trale nera nel senso orizzontale. Motti dei reggimen ti : 15° « Fortior in adversis resurgo »; 16° « Con l'animo che vince ogni battaglia ». Festa del reggimento: per entrambi il 30 maggio, anniversario della battaglia d i Palestro (1859). Perdi te della brigata nella guerra Mondiale, ufficiali mor ti 51, feriti u6, dispersi 22; u. di truppa m. 679, f. 3907. dispersi 1484.

Ba ndicra. del r 6° :re ggirnento fanteria

...


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Savorani (Umberto). Generale, n. a Navaccbio nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1883, J?asso poco dopo negli alpini. Colonnello n<:l 1915, comandò nella guerra contro l'Austria 1'8" g ruppo alpini. In P. A. nel JC)1 6, fu promosso generale j i brigata nella riserva nel 1926. Savorgnano (Giro/amo). Ingegnere militare friulano (1466-1529) . Fortificò il Cado re e difese Osoppo nel r 5 1~. Savorg-nano Mario. Ingegnere militare friulano del se;:olo X V I. Lavorò in Francia . a Roma. ,cl Veneto; lasciò un « Trattato <l ' arte militare terrestre e mari u jmn \) ,

Savorgnano A1ario' il Gio-

Savorgnano Girolamo

uane. Ingegnere militare friu•

!ano del scc. XVI. Combattè a Lepanto e fu soprainren ,lcnt.c a 1u11c k fortezze dello Stato Veneto. Savorg11ano G111lio. Ingegnere mi litare, figl io <lei prccc<iente (1516-1595). Inventò il sistema del « me7.zo rivestimento » consistente nd rivestire le cortjnc ed i bastioni con muro non pi,1 alto del livello del ciglio dello spalto. Nd 1567 divenne sopraintendente dell'artiglieria e delle forte,.ze della repubblica veneta e si distin1e nelle fortificazion i d i Cipro , dove, passando dagli srudi limitati all'affo!'7.amcnto ., q uelli estesi al i 'ordinamento d ifensivo d i una regione, rivela. come precursore e caposcuola. Si occupò anche <l'artiglieria , ricoriosccndo per primo la conven i,•nza bal istica di aumentare la lunghezza d ei pezzi.

s,

Savorguano Germanico. Ingegnere militare friulano (155,1r6oo). Lavo rò a Cipro e a C andia; tornato in Italia. alla cittadella di Casale. Fu poi in Francia e lavorò alle fortificazioni di Lione, d\we morì.

Sbalzo. Movimento in avant i di un reparto durante i 'azione

tàttica (avvicinamento, attacco, penetrazione). f: procedimento peculiare della fanteria. È caratterizzato dalb celerità del movimento, dalla sincronicità dell'azione di fuoco con l'azione di movimento, dalle forn1~tzioni impiegate in rapporto alla visibilità e in rapporto alle offese del nem ico, dall'alternativa con soste più o meno prolungate, dall'alternarsi del movimento fra i mezzi d i fuoco (d i accompagnamento o d i appoggio) e q uelli di urto (foci• li,,ri). Durante ì'a,·vicinamento le colonne avanzano contemporaneamente da una linea di sbalzo all'altra appoggiate dall'artiglieria. Durante la fase d'attacco le fanterie fanno uso delle proprie armi per cui, oltre che appoggiate dalle artiglierie, esse sono accompagnate dal fuoco delle proprie armi automatiche. Mano mano che si procede verso il nemico gli sbalzi si fanno sempre più celeri e più brevi e mano mano <liminuisce la forza dell'elemen to che esegue !o sbalzo. Durante questo j reparti utilizzano a l massimo il terreno per coprirsi alla vista ed al tir o. L'avanzata :l sbalzi è fortemente logorante delle e nergie fisiche e morali dei reparti; essa mette a dura prova la loro preparazione addestrativa e la loro solidità morale. A nche l 'ar riglicria effettua l 'avanzata a sbalzi ma con caratteristiche particolari. In avvicinamento essa deve fare ogni sforzo per assicurare la cont inuità della sua azione a favore della fanteria, in modo d:1 risparmiarle soste non altrimenti indispensabili: in atrncro . .1 rnano a ll\-1.llO che 1'azionc si ~viluppa, il CO·

SBA

mandante d ' art. della divis. studia e predispone ove sia necessario lo .spostamento in avanti delle btr. in relazione alle prevedibili necessità della lotta. Lo S. delle artiglierie deve iniziarsi e chiudersi in modo da non coincidere con uno S. importame della fanteria; ciò per non indebolire l'azione d'appoggio. Occorre però anche evitare che si compia troppo tardi,· che cioè lo scaglione rimasto in posto risulti troppo d istante per poter continuare l'azione di fuoco colla indispensabile efficacia'. (V. anche Sosta).

Sbandamento (art. 92-93 c. P . E. - 94 c. P. M. M.). Reato consistente nel fatto del militare che, in faccia o in presenza del nemico, si sbandi, abbandoni i l posto o non faccia la possibile d ifesa oppure che, sempre in presenza del nemico, rifiuti obbedienza. Pena : la morte mediante fucilazione nel petto. Special i norme sono dettate circa la partecipazione criminosa. Se trattasi d i sold:!tI semplici, sono puniti i soli agenti p ri ncipali .. Se vi concorrono ufficiali o graduati, ove siano agenti principali viene inflitta la pena d i morte mediante fucilazione nel petto; ove siano complici, la destituzione o le dimissioni, se ufficiali, la ri• mozione dal graclo, se graduat i. Sbaragliare, Si d ice di una azione militare che mette in rotta jJ nemico con tale vjo]enza che esso risulta totalmente d isorganizzato e d isperso. Condurre delle truppe allo sbaraglio , specifica invece quell'nione militare temeraria che, 110n essendo guidata da concetti chiari e precisi, mette le truppe in condizione <li subire gravi perdite senza un corrispondente utile militare . Sbarco (Logistica). Le operazioni di S. d i grandi unità comportano un complesso di speciali servizi logist ici, i quali possono giungere tal volta sino all' impianto totale ex novo di tutte le organizzazioni destinate sia ai militari e sia alle popolazioni della zona litoranea dove lo sbarco è avvenuto. Ciò d ipende dai caratteri che essa zona preSènta e dalle preesistenti risorse che offre. Queste organizzazio11i subiscono inoltre le conseguenze delle difficoltà di vario genere imposte dal nemico con attività bellica o con l'ostruzionismo od altri mezzi passivi. Occorre che la base <li S. sia ben collegata con quella d'jmbarco, onde ottenere da questo tutto quanto occorre per i rifornimenti. Occorre che la linea di rifornimento sia tanto meglio difesa quanto pio è lunga e scoperta. Speciali materiali debbono essere p redisposti per rendere agevole il primo S., e per i successivi occorre met• rcrc subito in opera quegli impianti che si ritengono adeguaci al traffico e che debbono essere procacciati o costruiti sul posto . Essi sono le grue, gli scalandroni, le rampe, gli scali volanti, gli zatteroni, j pontoni, i pontili , ecc. Forz~ da sbarco. Nelle marine da guerra si tiene conto della necessità che può presentarsi, in tempo di guerra, di sbarcare marinai della flotta per operazioni belliche su coste nemiche. Per questo si è ritenuto necessario uno speciale addestramento a reparti d i marinai, con scuola di plotone, cp. e bgl. in ordine chiuso, con insegnamento del m eccanismo d'impiego dei reparti a terra, con insegnamento dei lavori di fortificazione provvisoria, e anche di erezione <li rende o baracche, ccc. Alcune nazi,mi hanno sulle navi da guerra, a tale scopo, la fanteria d i marina. (V. Fcmtcria).

Testa di sbarco. Qualche aurore dà questo nome al primo ra fiorzarnento sul posto da parte dei reparti che scendono a rcrra per i primi e provvedono a fortificarsi sul posto co,, opere campali simili a quelle della testa d i µonte .


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Sbsrco rii truppe ital iane a Tolrnt:tta (T .ibia)

Sbarra. Punizione disciplinare 111 uso nel secolo scorso nell'Algeria. Consisteva nel tenere il .;ond annato sdraiato a terra, con una o con le d ue gambe attaccate a u na sbarra disposta or izzontalmente su _piuoli a 30 cm. da l suolo. Il condannato era esposto così al sole cocente del giorno e al freddo della notte. Talvolta gli si legavano a nche le due mani dietro il dorso, e anch 'esse si collegavano alla sbarra. Sbarramento. È l'insieme di tutti g li omwli e di tutte le opere che servono ad arrestare o per lo meno ad ostacolare l'avanzata del nemico. Possono essere naturali o artificiali, attivi o passivi. In fortificazione è l'insieme delle opere che hanno lo scopo di contrastare al nemico )a marcia lungo una linea di com unicazione attraversante ad es. una catena di montagne. T ali opere hanno nel loro insieme forina diversa secondo l'importanza delle comunicazioni che devono sbarrare e secondo le condizion i <lel tencoo d'impianto e d i quello di attacco. Esse devono battere bene la linea di comunicazione da sbarrare e tutte le strade secondarie, ché, facendo capo ad essa, permettono di aggirare la posizione. Si ha, più particolarmente, il « forte di sbarramen to », costruito nella stretta costituente passaggio obbligato. (V. anche Difese t1ccessorie). fn marina, si chiama S. il complesso degli ostacoli che servono ad ·impedire, o quanto meno a rendere difficile alle navi l'entrata in un porto, in un canale, in un fiume:

per togliere ma terialmente alle navi la possibiliti, di a vvi cinarsi, a distanza utile, alla località d ifesa, ed anchequando . si debba impedire uno sbarco o la presa d i possesso di una località , Essi si considerano come opere com plementari, Vengono classific2ti nelle seguent i categorie : 1°) sbarramenti fissi o subacquei, comprendenti le dighe Il ge11ace, le navi affondate, le travate ; 2~) sbarramenti galleggianti, formati con. barche, con zattere, con catene o con <.;orde; 3'0) sbarramenti m isti, costjtuiti colla combinazi<.lne-<ici precedenti; 4°) sbarramenti d i torped ini . Grandi sbarramenti, dura rne la guerra Mondiale, iurono q uelli del mare del Nor<!, uno settentrionale e uno merid ionale investente il golfo di !Idgoland, posti d agl i Inglesi: e altri posti dai Tedeschi a protezione ddle loro coste: tutci costituiti da banch i di mine. Attraverso lo stretto d i Gibi lterra venne creato u no S. mobile, costituito da cinque line<· d i vigil anza, con tro i sommergibil i tedeschi, appoggiate da tre navi con palloni frenati e da sommergibili, oltrech è da dr ifters. (V . aochc Manica, Otranto, Ostruzio111). Sbai,-amento (Ti'ro d,). Termine usato nella rcgolamentaz':'one prebellica e bellica; ora (1933) non pii, usato e sostituito da « Tiro d i protezione » (V.) . Era atto della d itensiva seguente alla contropreparazione. Nel quadro tattico era fonòamentale procedimento di d ifesa , sia perchè l'esiguità dei mezzi poteva 1nenon1are considc rcvoh11cnte g li effetti della contropreparazione, sia pcrd,è qucsla poteva del tutto rnancarc nei casi <H azione nemica d i sorpresa. L ·or-

gan izzazione dello sba rramento esigeva pertanto da un lato utilizzazione a pieno rend imento delle artiglierie particolarmente idonee allo scopo (leggere e campali pcsa111i) as,ociate alle m itragliatrici e alle bombarde, <lall 'altro una fun7,ionalità sicura, impeccabile e quasi auromatica. Per t>Ltenerc questi requisiti si ricorreva nell a maggior misura possibile all'azione fiancheggiante che, a pari tà di armi impiegate , fruttava un pit, ampio tratto sbarrato, assegnan(lo alle ba ucric e alle mitragliat rici com piti norma li d i sbarramClllO e compiti eventuali di concorso ; infine impiantando mcz1,i di colicgamcnto molteplici pronti e sicur i fra fo nteria e artig Jicria. Lo S. si organizzava tanto davanti aB~t Fone di sb;:1.i-ramento dì Gomagoi (Val Vcnosrn)

fascia d i osservazione, quanto davanti alla fascia di resistcn1.a; ma i l primo era, in ordine d i importrlnza . s ubor-

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FuoCo di sbarramento ~ Fiondar ( 1917)

<linato al secondo, che néll 'ccouomia generale del la difesa tra essenziale. E-ntramb.i costituivano una cortina fissa, la µiù prossima possibile ai propri reticolati . Jn taluni casi si neutra fra le linee nemic he e le proprie, sia ndl 'interno della fascia di osservazione, quando vi si voleva ostacolare

Sbt1rr,111ie11.10 aereo . Fu ideato per la d itc,a d i Venezia 11d 1.916. C-Onsistcva in palloni frc riati da cavo metallico, µost i su galleggianti rimorchia ti, piazzati a l tramonto <le.I sole . Raggiunsero altezza fino a 3000 metri . Nd settembre ' 9l7 ne erano i n funzione 70, lungo le lince esterne della città, a inte rvalh <!i c irca ljO m. uno d all 'altro. Dopo la

l'avan7.ata nemica con una prolungata azione di logora-

loro comparsa, e per c.1uasi dieci inesì, i velivoli austriaci

mento. Il primo at to della reazione era quindi affidato allo S. delle artiglierie, <lellc bombarde e delle mitragliatrici, il qua le poteva essere « fisso », sopra una determinata striscia di terreno, o " mobile », subordinalo ad una certa prc1fond it:, della fascia di osservazione e alla possibilità, riservata alla d ifesa , di ;mpegnare il nemico in una lotta d i logoramento attraverso le organizznio,:ii e sistenti nella fascia stessa . La cortina davanti alla fascia di resistenza non do-

non eseguirono bombard,uncn ti s ulla città . Successivamente qua lchc aeroplano riusci a volare ohre lo S ., ma sem p re ad altissima quma, c iò che rese il loro lancio d i bombe incerw. Lo S. aereo fu poi messo in azio ne anche a Fe rrara , A ncona, Grado, Brind isi, Taranto. La notte del 23 luglio 1918 quamo aeroplan i austriaci si imp ig liàrono nello S. intorno a Brind isi e precipitarono . Inglesi e Francesi studiarono il sistema adottato da li 'Italia : i primi lo posero in opera a Londra in fine del 1917; i Francesi p ure . a Parigi e; :r N.u1ey. Anche gli A ustriaci se ne ;ervi ron<J ( r918) per la piazzaforte d i Pola .

poteva anche avere uno sbarramento ir1obik, sia nel la zona

veva ulteriormente arretrare, anche se reparti nemici fossero riusc iti a sorpassarla, e a metter piede su o rganizzazioni della s triscia d i combattimento, necessitando che il fuoco d i S. conservasse per densità e freq uenza, tutto il suo valore d i ostacolo disgregatore della sopraggiun gente massa t!'urto. io S. n1obile era del tutto dive rso dal 11 barrage roulan t ))' praticato dall'esercito francese, che a\'cva ca[atterc del tutto ofTensivo e che consisteva in una fiumana d i proiettili di artiglieria che p recedeva le colonne d i attacco della 'fanteria spianandole la via co l distruggere gli ostacoli passiv i e soprattutto quel li "tlivi (fanteria . m itragliatrici). Corrisponde all' incirca al nostro attuale « tiro d i a ppoggio » (già <li accompagnamento) , ma effettuato con grande lar-

ghezza e riccheZza di mezzi.

Sboccare. Signilica m cir iuori da una p iazza o da una linea fortificata; sign ifica anche a rrivare, r iuscire coi lavori della zappa ad un' opera del nemico; si dice: S. nella controscarpa, nella strad a coperta. ecc. S. la trincea valeva invece : principiare i lavor i della trincea, delle parnllclc. della zappa. Scabino, Nell'ordinamen to mii. dti Barbari verso la fine dell'impero romano d'Occid ente, era l'ufficiale incan cato della g iustizia e d ell'ordine nelle città . Scacchiere, Parte del teat ro <li guerra in cui per ragioni varie. soprattutto d i indole geogra6ca , la guerra assu me fìsonomìà propria, indipenden1er17cnre dag li avvenimenti in aJtre regioni <id tt atro di guerra s tesso . Durante la guerra Mondiale i I termine è andato tm po' in desuctudin<: e in conseguenza del carattere della guerra (stabiliz,7..at~ e lineare) si è usa le.. prevalen temente i l lerm iHc [<

Palloni di .sbarramento ,aer eo a Vcne~ia (19r7)

fro11tc ».

sc'a cciad ia vol i. Nom e dH to ad un c,>n1Jone di grossissima _portata, la · palla del quai<.'., gn1:-.~a e vuota, portava scco la ca rica esplosiva e dove scoppiava faceva molto danno. L'inventore di questo cannone fu Bernardo Buontalenti (secolo XVI) di Fircnz~, al quale si attr ibuisce l'invenzione della pall a che portava seco una carica d i scoppio dett a fuoco)) e che prc!)c no111c di g ra11ala rc,lk: )> . (I

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Scacco. Term ine usato per indicare un insuccesso sia nel campo strategico che in quello tattico; consiste o nel mancato raggiungimento di uno scopo offensivo, o nell'es• sere stat i parzialmente sopraffatti in difensiva da un nemico .attaccante, seni.a però che ne risulti compr9messa, se non in esigua parte, la capacità operativa di lilla unità od anche <lclJ'jntcro esercito. Allo S . in difensiva segue in genere un ripiegamen to con conseguente perdita di terreno e ab. bandono di posizioni, riuscendosi però a ristabilire la situazione in posizioni arretrate, sia predisposte, sia prescelte sono la pressione degli avven imenti. È perciò di portata ben diversa dalla sconfitta o della rotta. Scafati. Comune in prov. di Salerno , a breve distanza <lal mare. Nel 1460 presso S. si combattè la battaglia detta <li Sarno (V.). I. Batt11glia di Scafati (1132). Fu combattuta fra i conti di Capua e <li Alife e il cardinale Crescenzio, governatore d i Benevento, da una parte, e il re normanno Ruggero dal• l'altra. Quest'ultimo .fu sconfi tto e dovette ritirarsi in Si• c ilia per qualche tempo . Il. Resa di Scafati (II35). Il re Ruggero Il, tornato dalla

Sicilia alla partenza <lcll'imperatore Lotario, volle ricon. quistare ciò che aveva perso e tentò anche di prendere Na• poli e Capua. Ma a .S. venne arrestato nella sua marcia e dovette dapprima espugnare una grossa torre, prcsid,ata da buona parte della guarnigione che si r itirò poi nel paese. A llora il re ruppe il ponte di S., assediò i nemici e li costrinse ad arrendersi. III. A/lacco di SC11/ati (1360). 11 re Luigi d'Ungheria, tornato in pauia, passò da San Severino a S.: l 'abate di q uest'ultimo paese, forse temendo i danni che avrebbe arre· cato l'esercito ungherese, gli negò i l passaggio e fece alzare il ponte interrompendo cosl la st rada. li re allora Or· dinò )'attacco, che venne respinto più volte, cosicchè alla .fine fu costretto a venire a patti ed ottenne il passaggio.

Scaffetta. Strumento usato colle prime artiglierie ad avancarica, per facilitare l'introduzione del cartoccio o scartoccio. Era un semicilindro cavo dl legno, colle parei. grosse. Sl introòuceva dopo il cartoccio, e veniva a combaciare col r isalto della camera, di modo che il cartoccio veniva a trovarsi sull 'orlo di q uesta, e cosl collo stivatore facilmente era messo a posto. Scafo. È quella parte dell'idrovolante che ne consente i! •galleggiamento e che pertanto è a perfetta tenura d'acqua. In genere è foggiato ad imbarcazione allo scopo di dare <loti nautiche all 'apparccchio. Vi sono sistemati_i posti per i p iloti, quello per l'osservatore, per il motorista, i serbatoi per le essenze ed i lubr ificanti ed anche i d ispositivi per il lancio delle bombe. Quasi sempre gli S. sono due, distan.i.iati fra di loro: l'« S. 59 bis", apparecchio da ricognizione tattica e strategica, ha uno S. centrale con l'equipaggio sistemato a prua ed il motore posto nell'interno della cellula biplana; l '« S. 55 » atlantico invece ha due S. laterali. Scaglia (Giuseppe Ignazio). Generale, n. a Torino nel 1774. Percorse la carriera in fanteria e da colonnello cO• mandò jo 2• i l regg. Guardie. Magg. generale nel 176"1, -comandò la città ed il contado d'Alessandria. Nel 1763 passò a comandare la cittadella di Torino e nel 1771 fu 1,romosso luogotcn. generale. Governatore della città e pro• vincia di Saluzzo nel 1772, venne promosso generale di fant:eria due ann i dopo . Fu insignito del collare dell' Annunziata.

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Scaglionamento (Tattica). Termine generico usato per indicare il dispositivo delle forze di una unità, grande o piccola, nel senso della profondità. Più propriamente è usato per la ripartiz.ione in scaglioni delle divis. <li r• schiera. È in conseguenza diretta del disegno operativo del comandante ed è in ragione inversa dello sforzo penetrativo che bisogna compiere. Sarà quindi maggiore in offensiva che in difensiva, cd in ragione in-versa dell'.cstensione della fronte. Sarà maggiore nei reparti d'ala per il compito protctti,•o, che ad essi compete. Deve risultare chiaro ed esplicito negli ordini <li operazione. È presupposto necessario della manovra, poichè consente sia di alimentare il com· battimento, sia di pr-,vvedere alla mutevolezza delle situa• zioni, sviluppando il successo ove esso si delinea. Il note vole S. in profondità è caratterist ica della tattica attuale, che esige la manovra . .È in ragione d iretta anche della di• stanza dal nemico: diminuisce proporzional mente con tale distanza per ridursi al minimo durante l'inseguimento. Di. minuisce anche nelle ore notturne, in tempo di nebbia ed in terreno boscoso. Scaglione. È il disposit ivo delle forze nel senso della profondità, tanto in offensiva che in d ifensiva. In offensiva ' quando dall'ordine dl marcia si passa a quello di avvicinamento la di vis. comprenderà i n profondità: un pri mo S. , od avanguardia divisionale, cost ituito dall'insieme delle avanguardie parzial i; un secondo S. rappresentato <lai grossi delle colonne singole; un terzo S . o riserva divisionale. I reparti del secondo e quelli della riserva ava,1 zano a sb~lzi secondo gli ordini rispettivamente impartiti da) comandante della colonna o da quello della divis. I reparti del secondo hanno compito di completamento ed ampliamento dei risultati ottenuti dai reparti del primo. Rag• giunto l'obbiettivo d'attacco, e aperta nella linea di resi• stenza nemica una breccia di sufficiente ampiezza, le truppe del primo S. si sistemano rapida.mente al di là di esso in posi1.ione favorevole alla rrsistenza; le t ruppe degli S. suc• cessivi le scavalcano per lniziare lo sfruttamento del successo nella stessa direzione secondo cui l'attacco si è svi. luppato. In difensiva le forze d islocate sulJa posizione di resi . stcnza sono suddivise normalmente in due S. La forza del primo è determinata dalla necessità di sviluppare lungo la line~ di resistenza un sistema continuo di tiri radenti in. crociati, capaci di arrestare l'attaccante nella zona ravvicinata, dove il tiro delle armi automatiche della fanteria raggiunge la massima efficacia. La forza rimanente è: destinata al secondo S. che ha per compito di parare alla cven. tualità che una inattesa preponderanza di fuoco in dire• zioni impreviste o l'impiego <li · procedimenti o dl mezzi non ancora noti al d ifensore conèlucano il ncmko ad in • raccare profondamente la posizione di resistenza o dl sErut. tare l'opportunità, che si presentasse nel corso dell'azion~ . cli disorganizzare e ricacciare l'avversario. Gli S. saranno tre nel caso di fronte eccezionalmente ristretta, di unità d'ala, oppure quando sia necessità affidare ai due primi la resistenza in posto ed il contrattacco locale, per compiere invece col terzo una particolare azione in direzione eccentrica rispetto al terreno di lotta dei primi due. Normalmente il regg. dispone per la resistenza due bgl. .in primo, ed uno in secondo scaglione. Scaglion/di marcia e di salmerie. V. Marcia e Salmerie.

Scala. t. uno dei mezzi di comunicazione usato in fon,. ficazione per passare dal terrapieno alto al terrapieno basso. o per accedere alle opere basse, o per vincere qualsiasi


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dislivello es istente nelle opere. Può essere di inattoni, o di pietra, a gradini o a cordoni; quando vi è spazio deficiente può essere a . chiocciola, e in t al caso molto spesso è in metallo. Nelle opere campali ha i gradini scavati i1el terreno : ed allora questi sono rivestiti nell'alzata da tavole o graticci sostenuti da paletti.

Vari tipi di scale d.Jassalto

Scilla. Strumento adoperato in guerra fin dai più ant ichi tempi per raggiungere la sommità delle mura assediate. Per mezzo di essa sal ivano g li assalitori tenendo lo scudo sul capo per ri pararsi dai p roiettili lanciati dagli assediati 1ulle mura . Quesw genere d i assalto d icevasi « scalata ».

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nel corredo della tavolcll:t pretoriana. ,\! tre scale adoperate J1ella topogralia militare sono le scale di riduzione , che servono a ridurre jn distanze c rizzontali le distanze reali misurale sotto un certo angolo di inclinazione, e le scale

clivometrichc, k q uali misurano, i11 gradi, la inclinazione di una <lata retta, pendio, ecc. Ve Ile sono di rettilinee, a coordinate settilinee ortogonali, a coor..!inatc polari . Vole ndo la pendenza (%) anzichè i gradi, occoérc ricavare la rnngentc trigonometrica della i nclinazione. Speciali regoli (V. Clivomctro Cottlt'rÌ) sono costruiti in modo da m isurare <lircttarnente, _sulla caita. la pendenza tra due o piì, curve d i livel lo.

Scala (Colfr della). Passo delle Alpi Cozie , hc mette in comunicazione la valle d ella Durance con 9uell" della Dor" Riparia. La strada si d irama <la <JUella del Monginevro a monte d i Briançon presso la Vachene e risa le il vallone r!ella Clairée sin verso Névache. Quivi dil'icn ca rrareccia e per Notrc Dame dc Bonne Rencontre, traversata la frontiern, arriva al valico (1742 rn.). Di Lì scende per Arnau<ls a J3a rdonccchia, e, seguendo il torrente omon,mo, raggiunge ad O ulx la strada del Monginevro . Mediocre comunicazione. esclusivamente utile al traffico locale, p uò peraltro assumere funzione mil itarmente notevole, prestandosi alla marcia di truppe leggere per lo sbocco nella conca di Oulx a sussidio d i operazioni. che proc()(lano per il Monginevro . li Colle della Scala è q uello più agevole fra i molti che s'aprono fra il Monginevrn e il Moncenisio auravcrso i l contì ne franco-

italiano, quasi tutti mulauieri e superior i ai 2000 m. Da taluno si sostiene che esso sia il passo scelto da Annibale per attraversar<; le Alpi.

, Mastino della Scala. Capitano veronese <le( scc. XIIJ. Dopo d i essere stato al servizio di Ezzeli no, venne nel 1260 eletto podestà di Verona e d ue an ni dopo capitano generale. La sovranità della famiglia degli Scaligeri, s'iniziò con lui, che dom inò a Verona quindici anni seguendo il partito Ghibellino e fu proditoriamente ucciso 11el 1277.

Cang,·andc della S,·a/a. Capitano veronese (1278-1330). Quinto signore di Verona . coma ndò l'esercito scaligero nel

Sct,lata alle mura (epoca romana)

Scala (Topografia). Le carte sono costruite in una determinata scala, o rapporto costa nte, fra la d istanza grafica misurata sulla carta, e la distanza naturale, proiezione orizzontale della distanza reale, misurata sul terreno. Tale rapporto viene indicato, d i solito, con una frazione ordinaria, nella quale il numeratore rappresenta la d istanza grafica e , i l denominatore, la distanza naturale. Il numeratore, normalmente, è la stessa unità; il denominatore, un multiplo di 10. Ciò per facilità nei calcoli. Es ., r : 25 . 000, r : roo.ooo. l.e carte topografiche, generalmente, portano iu margine, oltre alla scala numerica di cui sopra, anche una ,cala grafica, detta anche scala grafica semplice, per d istin. guerla da altra, <letta ticonica, la quale consente approssi mazioni maggiori. Quelle grafiche servono a far risparmiare i piccoli calcoli, poichè danno d irettamente la distanza richiesta. Qudle !iconiche non vengono, in genere. disegnate sulle carte; esse sono riportate su lastre di metallo e servono nei rilevamenti a scal.i' grande. Un tipo trovasi

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Cang·randc <lclb. Scala


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860 Scalanova (ant. Mam1/,e·;i11m , ia turco Ku;h -1ldaui). Citl,ì dcli'Asia Minore, nel golfo d i Efeso, di fronte alI"isola d i Samo. Nel r657 nel suo porto si rifugiamno sci

qo4 e si ~<.:gna!() in Lombardi-. -1. contro i (;uelh; da l 13J 1 sottomise ai suo <Jominio Vicenza, Padova, Bassano, Feltre

lklluno . Fu vicario imperiale di lònrico VII.

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FcdeYÙ'O

navi algerine, che l'ammiraglio veneziano Lazzaro ~(occ•

della Scala . C.:,p ita nn veronese, m. a T rento

nigo venne ad assalire, ri!)Ortando piena vittoria.

nd 1349. Podestà di Verona dal 1311 al 13,3, difese b città contm i Padovani. Podestà di Moùc11a nel r3l7 e di

Scaldarancio. Per fare in modo eh<: anche le vedette

Bergamo nel 1321. congiurò nel 1325 per impad ronirsi di Vcron3 tenuta dal cugino Cangr3nde, n1a essendo srnto sco-

< i piccoli reparti in Lrincea, avessero i viveri caldi anche dove

non potessero g iungere, neppure con le casse di cottura, fu ideato durnntc la guerra , special mente per le truppe di montagna, lo S. Esso consisteva in un rotolino d i 2-3 cm. di diamet ro e altrettanti d'altezza , di carta imbevuta di paraffina o d i cera. Poteva portaJ"e a 4oò in poch i minuti mezzo litro

perto passò al le dipendenze d i Lodovico il Bavaro, ven,w, 111 lta lia. Scala Cia11 Tomaso. Ingegnere mii. venclo dd sec. XVI. Soldato d i vent ura, fu al serv izio della F rancia, dell 'lnghiltcrra, della Spagna e di Venezia. Scrisse uu « T rattato d'archi tettura militare ».. Lavorò alla difesa della Borgogna, alle fortificazioni di Va lenciennes, Gand, Foorainebleau. Am:ens, la Fère e Montdidier , nonchè d i fortezze in In ghilterra. Tornato in Ital ia, attese alle fortificazioni di Peschiera. Lavorò ancbc (1523) ad Ancona , a Novi (1536) e a Monaco (1550).

di liquido nella comune gaveita. Per ta le servizi{), sl co-

stit uì I '« Opera nazionale per lo scalda rancio ,, e la riunione delle associazioni che si propoaev,1110 lo stesso ' scopo 'ii chiarnù <( Federazione dello scal<larancio » : decine d\ milioni di rotol ini S . furono distribuiti alle truppe cotn battcnti .

S,·ala Gaspare. Genera le, n. ad Alessandria, m . a F irenze (r834-19n). Sottot. <lei genio nel 1856, partecipò ;illa campagna del r859 cd a S . Martino meritò la med. d 'argento . Nella campagna <lei 1870 meritò ] a menzione o norevole . Colonnello nel 1877, comandò il 2° rcgg. genio. Magg. generale comandante la brigata Alpi nel 1884, fu promosso tcn. generale nel 1890 e comandò le d ivis . d i Genova e d i Piacenza. 1n P. A . nel 1894, passò nella ri~cab Gaspare serva ilei 1898. '.'>cala Fabio. Generale. 11 . a Torino nel 1876. Sottot. d i fanteria nel 1895, fu i n Libia nel 1911-1912 dove mer itò due med . d 'argcnLO. Partecipò alla g uerra contro l'Austria e fu p romosso colonnello nel 1917. Dopo la guerra comandò il '14° fanteria e nel 1924 venne nominato capo d i S . M. del C. d 'A. d i Bologna. Generale d i brigata Jiel ·1927 .;omandò la 30" brigarn d i fan1eri.a. Generale di d ivis. nel 1932, ebbe il comand o dell a divis. m ii. d i Vero na e nel ·1933 passò a comandare la Scuola, d i guerra. Scala Edoardo. Colonnello e scrittore m ii., n . a Ragusa nel 1884. Sotto t. d i fanteria nel 1905, i nseg;, ò storia mii. alle Scuole di Modena e Parma e alla Scuola d i g uerrn . :-,,cl terremoto ciel , 908 in Sicilia meritò la med . d 'argento d i beneme renza. P artecipò alla guerra contro l'A ustr ia e nel 191j meritò la med. d 'argento a Glohokc . Frequentò la Scuola ~li g uerra e, colonnello nel 1929, eb be il comando dell'8° fanteria. Fra le sue pu bblicazioni: " La guerra del 1866 >); u Napoleone I))~ ~< l.'escrciw moderno Lezioni dì stori:i politit:a militare moderna n: (e La guerra Rt1sso-Giappo nesc ,, ; « Le istituzioni rnilit:ui sabaude ne1 ,cc. XV e XVI ; ,, li paese, la scuola e gli stu d i militari in Italia >>: « La guerra per la Successione d i Spagna ,, ; « Federico di P russia e la guerra di movimen to nel s<·c. XVTII "; , Lezioni su alcune campagne di Napoleone I ». È StaW cr,l laboratore della « Encicloped ia Militare » . 11

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Scalandroni. Impalcature a ponte, d i legno, che si collocano tra la nave e fa banchina per permeuerc I 'i mbarco e lo sbarco degli uom ini . Spesso sono munite di rnolc k ci11~1\i agevolano la n'lanovra di applicazione .

Scalella. Gola dell 'Appenni no ai contini tra Emilia e Toscana. li 24 lug lio 1358 vi venoe completamente dispersa la grande compagnia del conte Lanrlo. Questi aveva saccheggiati i borgh i d i Castiglio ne e Biforco i cui abitanti, armatisi, si erano appostati presso la gola. Il Lando aveva con s~ alcuni ambasciatori fiorentini che dovevano aprirgli la strada e imped irgli nello stesso tempo il passaggio nel territorio di Firenze . Divise i suoi in tre corpi, e col primo, comandato d a Ame rigo d i Cavalletto, mandò gli amba·sciatori . I n10ntanari lascia rono passare questa a\·anguardia, ma quando i l grosso, g uidato dal conte, si impegnò nella stretta, un 'ottantina d i essi cominciò a scagliare massi dalla cima pit1 ~!ta. ln breve k dorsali vicine al passo si gremirono d i paesan i, e le schiere tedesche, speciab1c111c la cavalleria , furono messe in d isord ine. Il Lando ordinò a un ~cntinaio di Unga ri di metter piede a terra e di scacciare clalle loro posizioni i montanari. Questi respinsero l"attacco, e si accinsero ad attaccare anche il terzo corpo, quello del conte Broccardo, che si .era pure imprudentemente addentrato nella gola . L'intera compagnia venne sbaragliata. n conte La ndo, ferito e fatto prigioniero, riuscì a fuggire e a salvarsi in Bologna. Circa 300 cavabcri peri rnno con un migliaio di cavall i . N umerosi furono i pr igionieri. li resto della compagnia, \'olto in fuga . raggiunse nd territono dì Imola il pri1ho corpo die era' passa to sano e salvo. Scalfaro (Ercolino) . Jvk,h1glia ù 'nro . n . a CatanzJ ro ocl 1881.. caduto sul Carso nel 1915. Ufficiale d i fonteria in S . E . P . fu insegnante per qualcht tempo alla Scuola Centrale d i Fanteria; promo~sn ca pitano, (u dest inato al 11)°

fanteria , tra le cui file. combattendo valorosamente, cadde sul Carso, u\ uno dei primi combattimenti per la conquista del San Michele. Fu con.cessa alla memoria di lui la 1nt<l.

d 'oro con la seguente

1nutiva-zione: <<

Progettava

ed

effclll.1a,·~1

con quattro soldati, sotto in tenso fuoco, la posa di tubi Scalforo Ercolm<, ~splosivi nei reticolari nemici) facendoli brillare ed aprendo una larga breccia . Succcssiva1ncnte si slauciava con m irabile ardimenlo ali 'attacco del trinreramcntO nem ico t.·

tadeva morrnlmcntc

ferito. N d


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SCA

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i' attc~a ciel !'IUO HICccs~ore. s<tllev;1ndosi alquanto, continuò a lCnere il co,naudo della compagnia. interessandosi del, l' azione che si svolgeva più che della ·ferita riportala, finché una violent:1 em orragia lo uccise. Dedicò ~on Ìn \'itro va lnrt: alla Patria gli ullimi istanti della su» nobile esistenz" ,, . (Sella S. J\fart ino. , 6 lug lio e Sdrnussina. , S luglio 19, 5·1.

Scalja (Alfonso). Generale. n . ,1 P,Jcrmo nel 1823. 111 . nel 1894. Capitano della mari na mercantile siciliana, fu ,·olontario nell 'armata nazionale di Sicilia nel 1848, e membro del comitat(> di d ifesa d i Messina col grado d i magg iore d'art. Alla restaurazione del governo borbonico (1849) emigrò J Londra . C<1lo nnel lo nell'esercito merid ionale nel 1860, guadagni', la croce d i cav . dell 'O. M . S. Passato ncl!'esercito regol ar~ italiano nel 1862. ebbe il comando del 0 1o fonteria. Fu poi presidente del tribunale mil. di Mode 11a " nel ,R66 ebbe il comando de lla 3° brigata di fantcri:i . Magg. generale 11el r 868. comandò la 28• e poi L, 23" brigata d i fanteria . Nel 1880 andò a ripo~o e fu pro-

Se,, pcn,1 i11 .:equa l' invasatu ra viene abban donata e \·a :t fondo. La nave sul lo scalo i: mantenuta in posizio11e vcr1 icale d aHe rnccate e· <bi puntelli : ma, quando sono colti que~ti ulrimi , la nave non si abbauc e può !'imancre in quella posizione per tutto il lcmpo i11 cui d ura il van,. L 'inclinaz ione dello scalo è oggetto di attent i stu,li ed i: ca lcolata in rcl,wio nc ,i l peso che an à la nave al mç,,nentn del ,·Ho.

mo.c;so ten . genernJe.

Sca ligera. ,10" legione della M. V. S . ì\'.. cùstilu it;i 1 1cl

1923 a V,;rona su quattro coorti .

Scalo. Localit:ì au rczzarn per cnnsentir<' le manovre di partenza e d i atterraggio d i un velivolo . Per gli aeroplani il campo di parten za e d i app rodo prende il nome d i aero, porto., che può essere arma to . o presidialo. o c ustod ito. Armato se è sede di reparti e d i em i della R . Aeronautica: a seconda della importanza p uò essere di prima. seconda . terza e quarta d,lSse . Presidiato ;e la custodia ~ affidata a n1ilitari dclJ"arma acronautic;i. Custodito se con iunzion~ d i guardiano vi è una gua rdia g iurata de1J ·amn1inistrazionl' aeronautica. Per le aeronav i il campo d i parte nza e d i auerraggio prende il prt:ciso norne di

e<

aeroscalo )) , che

pu() C%ere d j var ie classi. Per gl i jflrovolanti lo specchio

<l'acqua e il complesso delle opere murarie attrezzar.i e ! istenrnti per la loro pm·lc!l?.a e il loro ammaraggio p rende il nome di " idroscalo ». P resso " gnu na delle localit,, ind i<'.: atc: fun:1..ion:inn i .scr\•iz.i che devono asi;icu rare 1·:uti,·it:Ì. di \'Olo dei repa rti in essa d islocati.

Scalone. Sorta d i sottoaffusto delle marine del sec. XVI, di un tipo che fu mantenuto ad es. nel l 'affusto Moncrieff . Lo S . era un sottoaffusto a sdrucciolo, formato <li due liscie con mol ti ca.bstrelli , così da farlo son"Jigliare a una scala sdraiata e snodata; ciò pcrmctteq\ di condurre facilmcmc la bombarda in batteria o nella st iva. Scalone (Passo dello) . Colle dcli ' Appennino calabrese che mette in comunicazi.one i l litorale t irrenico col bacino del C:osci lc (Grati) . La rotabile da Marina d i Hclvederc risak con vari risvolti al valico (744 111.) e per Sant'Agata d i Esaro e Lun gro ragg iunge a Casuovillari la Via Popi!ia. (·~ comunicazione <l 'importanza loc~le, ed ha scan;o valore dal punto di vista m ilitare.

Scalpell ini. F igurano nell'organico delle navi da guerra nei secoli dal Xlll a l XV , quando sulle na,·i erano !e macchine da }andare pietre (mangani, e simili). Essi avevano l'incombenza d i arrolondare le pietre, e d i da r loro la grossezza voluta.

Scamozzi (Vincenzo). Architetto, n . e m. a Vicenza (1552-1616). Costruì parte delle fortificazioni d i Palmanova e scrisse fra l 'a ltro : « Idea dell'architettura universale ».

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J. L,, • Cristoforo Colomho 1 ~t.t!lo se.aio

5"1/c; ,!, ,,/aggio. f:: l'inca,tel!arnra sulla quale , iene rnstruira la nave. Lo scalo è d i legno d uro e viene posto ~opta Ji una costrn7.'one robusta , in generale di muratura . L:1 nave viene cos•; . ira entro 11.invasatura e rimane colle:gata ilio , .;alo . Al momento del varo l'invasarnr a striscia : ullo ,calo e permette alla nave d i scendere in m are . Ap-

Scandaliato (Angelo). Medaglia d 'oro, n. a Sciacca, caduto sul Carso (1869-1917). Arruolatosi volontario ne Il'esercito a 17 a1mi, d ivenne sottot. dei bersa&lieri e partecipò alla campagna d'Africa del 1895-96; nel 1903 fu i nviato in Cina . Da capitano partecipè, alla guerra Libica; fu anche, per qualch,:, tempo, governatore dell 'isola d i Kos. Comandante di un bgl. indigeni eritrei, si segnalò Jncora jn L ibia nella reprcssiont della r ivolta araba del 1915. Rimpatriato l 'arino sucet·.ssivo, assunse, col grado <li tea . colonnello, il comando di un bgl. e q uind i del 248<> regg. d i nuova form azione. Ali.a testa appunto di que;l'ultima p nità , cadde d a eroe, sul Veliki I-Trib, meritando che alla 1ucm~rìa d i lu i fosse decretata la su9rema ricornpcns:-1 al valore, con questa mo tivazione:


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In un ..::onlr~1tta1..c.:.o, t::ht.: ..nc\'~t \t<:rralO con:ro nkvaoti foo,,c avversarie attaccanti di sorpresa, accortosi che un suo battaglione, sopraffallù (I:, violento fuoco di artiglieria e di

Scandnliato Angelo

mitragliatrici. stava per retrocedere, ,ebbene già gravemente ferito .,Ila mano sinistra, sj !lanciJva con aucfocia e prontezza in mezzo ai su<>i soldati, e con l'esempio del suo superbo sprezzo del pericolo e con la sua parola li induceva a tener fermo, finchè riuscivano a porre in (uga l'avversario. Colpito alla gola da due proiettili di mitragliatrice, caclc,•a mormorando: Ragazzi, sono contento di voi! ,, . (Veliki Hrib-Sa n Gabriele, 5 settembre J 9 17).

Scanderbeg (Gu;rgio, detto Cas1r1ota). Capitano albanc:.e ( 1414-1467). Servì sono i Turchi in Asia acquistando fama di prode gunricro. Quando l 'Albania cacklc sotto la sovranilà lllrca, ne guidò Ja rivoluzione e le g uc.:rrc d'In .. dipendenza. vincendo ripetutamente i Turchi, sinchè nel ulio nt1t·nne da Maometto Il il governo dell'Albania. Nel

Scannafosso. Condono murato. nell'anuca fortificaz1un< pel quale si poteva dar adito ai soldati nel fosso della piaz7.a. Poi fu chiamato così il raglio o condotto per m ezzo del qua!e si cercava di dar scolo alle acque del fosso. Scano (Francesco). Medaglia d·oro di Vittorio Amc• dco III, 11. a Cagliari. Arruolato nel rcgg. Sardegna nel 178~ col 11omc d i guerra « La granata », combat1end1, nel 1793 meritò la mccl. d'oro istituita da Vittorio Amc• dco III " per lo straordinario valore dimostrato nel fono , l'armi di Tolone tra le truppe alleate cd i patrioti francesi la notte del 1•1 ottobre , i93, con essere entrato insiem, col soldato March iandi primi nella ridotta in cui vi restava ancorn qualche francese, e con avervi penetrato in 1nezz11 al gran fuoco che si faceva dall'inimico • · Nel 17<)6 vcnn~ promosso sergente e nel 1816 la mcd. d'oro venne muiat. in croce cli cav. dcll'O. M. cli Savoia. Scapaccino (G. B.). Medaglia d'oro, n. a Incisa B11lbo. 111 . •1 Pont-dcs-Echelles (18o2-1834). È la prima medaglia d'oro dell'esercito italiano. Carabiniere a cavallo della stazione di Echclles, in Savoia, in un tJffcruglio politico. provocato da fuorusciti repubblicani, prefcr1 farsi ucci.den :inzichè inneggiare ali~ repubbl ica, come c$si avrebbero voluto. Il ministro dèlla guerra, gen. Pes di Villamarina, vollt ,·hc ~Il 'eroico rarabiniere fo\se conferita la med . ,l'oro.

I Lapide al carabiniere Scapaccino

I \tnno prin1a isLi tuita, COll la inoLivazion.e : <e Per aver pre-ferito di farsi uccidere dai fuorusciti nelle mani dei quah era caduto, piuttosto che gridare ~ Vh·a la repubblica •· .1 cui volevano costringerlo, gridando invece: « Viva il Rei ,,. (Pont des Echclles, 3 febbraio 1834). Scnnderbeg Giorgio

146::z venne 111 Italia, ,·mse Gio,·anm di Calabria cd ebbe dal re Ferdinando il possesso di Tr.mi, di Monte Gargano e di S. Giovanni Roto ndo.

Scandolara (Guido). Generale, n. a Cremona nel 1873_ Sottot. di fantcria nel 1894, pas,ò poco dopo negli alpini. Partccipò all'impresa di Libia nel 191J-1912 e poi alla guerra contro l'Austria , meritandovi una mcd. di bronzo nel 1915 e una nd 1916, oltre alla promozione a ten. C<:>• lonncllo per merito di guerra. Colonnello nel 1917, w.mandò il 163° fanteria e poi il 9° gruppo . alpini onenendo una 111cd. d'argento. Dopo la guerra comandò il deposito dd 6° alpini e poi andò in P. A, $. Nel 1926 fu promosso gen. d i brigata in A. R. Q. e d ivenne console generale della Mi lizia Volomaria per la Sicurezza Nazionale, al comando della XV 7on:1 (Cagliari).

Scapa-Flow. Grande b:1ia costituita ,!alle maggiori i,ok de( gruppo delle Oreadi. Durante la guerra Mondiale vi fu posta la base principale della Rotta inglese. . IOondamcnto della flotta tedesca a Scapa-Flow (19 19), ,\pparticne all:1 g uerra Mondiale. Tra le condizioni dell'armistizio, st ipulato con la Germarna nel 1918, era com prese, l'internamento nella baia di S. F. della maggior park della flotta di superficie germanica, e cioè: di 6 incrociatori da battagl ia, 1c corazzMc, J, incrociatori leggeri e 50 cacciatorpedinicr«::. Queste nav i erano al comando t lcll'ammir. von Rcucer. Nel maggio 1919 l 'ammir. tedesco propose il rimpatrio della maggior parte dei suoi equipaggi e l'Amniiragliato hritannico acconsentì. Furono così rimpatriati circa 300 11. e l'ultimo trasporto partl da S. F. il 17 giugno. l n quello stesso giorno fu d iramato l 'ordine segreto per l'affondamento delle navi e il giorno dopo esse affondavano dopo a,•erc innal1a10 la bandiera germanica.


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Gh Inglesi nusc1rono ad impedire l'affondamento di d ue soli cacciatorped iniere e d i d ue incrociator i leggeri. Dopo la guerra parecchie delle navi affondate vennero ricuperate <.!agli Inglesi.

,, T rattato sul <lefilamcnto ». Scrisse un « Ragguaglio sul simulacro d 'assedio e difesa della piazza d i Capua » con un ce nno ag li assedi prccedentii e inoltre uno stud io sui ponti levatoi delle piazze di guem..

Scapin (G. li.). Ammiraglio, n . nel 1876 a Padova . Fntrato in servizio nel 189,; fu promosso contramm ir. nel 193I e amm ir. d i d ivis . nel 1932. Prese parte alla c;impagna d i Cina, alla g uerra Italo-turca e alla g uerra Mo nd iale . Guadagnò tre med. d 'a rgento, in alto Adriaùco (1917), a Pola (1918) e per sbarchi sulla costa nemica (1918). Nel 1930 diven ne capo di gabinetto. del Mi nistero della !\•farina.

Scarampi (di Prunetto, marchese Laigi Giuseppe). Generale del sec. XIX . Ufficiale d i cavalleria, passò nel 1814 nelle guardie del corpo. Prestando servizio in esse, ebbe i g radi d i colon nello nel 1821 e d i magg. generale nel 183 r. Nel , 833 venne colloca to a riposo e promo:lso magg. generale. Un G. lJ. Sct1rampi, 111 . a Torino nel 1815, fu generale d 'art . e finì govern atore di Exilles.

Scappucci (Mario). Generale,

a Fircn1..e nel 1841. Sottot. nell'esercito toscano nel 1859, partecipò alla g uerra di quel l'anno, passò nell 'esercito italiano, partecipò alla lotta contro il brigantagg io e alla campag na del r8G6, guadag nand o rre menzio ni onorevoli. Colonnello nel r887, CO· man<.lò il 34° fameria. Magg. generale nel 1895, comandò la brigata Parma e poi la P inerolo. 1n P . A . nel 1899, ve nne promosso ten . generale nella riserva nel 1904. 11.

Scap pucci Cesare. ·Generale, n . ~ Sesto Fiorentino nel 1871. Sollot. d i fanteria nel 1S91, fu in L ibia nel 1911 -12. e poi in guerra contro l'A'i.istria e meritò una mcd . d 'argento sull 'A ltipiano d',\ siago. Colonnello nel 1917, com andò il 31-0 fanteria. e dopo la g uerra il d istretto m ii. d i Caserta . N el 1923 andò in P. A. S ., nel I9li vi fu promosso generale di brigata. nel 1933 ven ne collocato 11 riposo.

~ cara. Oltre alle milizie dei vassa lli , che convocava so lo temporaneamente , il signore feudale aveva anche forze sue proprie e perenni. F.rano q ueste la S. e la masnada. La prima f'ra composra dai servi e dai famigli armati, che scortavano il $ignore e cbe <love.vano mantenere il buon ord ine nel territor io del feudo, una specie d i polizia interna. Scarioni erano detti i $Uoi capi, Scaramanni gli uo~ mini che la componevano. La S . era com presa nelle immunità concesse dai re Carolingi . N ei secoli XIV e XV, ingrossata, istruùa , posta a cavallo, si mutò nella squadra delle ,om pagnie di ventura; poi, alla caduta di queste, scomparve definitivamente pe r dar luogo agli sgherri e ai bravi de; signori. Scarabelli •(Pedocca, A n gelo). Generale, n . a Mirandola nel 1742, m. nel 18n . Cap itano del corpo degli ingegneri di Francesco III, insegnò architettura civile e m ilitare nel· l'università di Modena . Nel 1782 fu govern atore della M i• randola e poi d i Carpi , divenendo nel 1786 generale maggiore. Servì poi sÒtto le repubbliche Cispad ana c Cisalpina come generale d i brigata d' aTtiglicria. Nel 1797 fu aggiunto a l min istero della gue rra e nel 1798 fu presidente del consiglio di revisio ne m ii. di Milano e poi ,;1cmbro del comitato m ii. e del corpo legislati vo per il dipartimen to del P anaro. P u bblicò le sue « Lezioni d 'architettura civile e mi litare~.

Scaraguaite (e ScMagua,·die). Nei tecoli XIV e XV furono · chiamate così le pattuglie notturne d i ronda, per la sorveglianza d ella città, e, in tempo di guerra , degl i .accam pamenti. Erano comandate da un « guard iano >> e invigilavano che le sentinelle e guard ie notturne fossero al loro posto. ~carambone (Luigi). S,rittore mii. d el sec XIX. Uffi• cial'l: del genio dell'esercito delle Due Sicilie , tradusse il « Corso di fortificazione » del Savart, e vi aggiunse un

Scarampo (Lwgi) . Amm ir aglio po ntificio del scc. XV , n . d i Padova . F u prima medico, poi pat riarca <li Aquileia. P assato a Roma, d iven ne ·comanda nte dcUe m ilizie che condusse contro i l Piccinino ad Ang hiari ( r440) . Divenuto card j,rnJe e poi govcroatore di Ro ma, sotto il pontificato di Callisto lii ebbe il comando di una Rotta d i sedici navi e il tito.lo d i ammiraglio ; navi?ò nei ma ri del Levante e combattè cont ro i Tu rch i. Scaramuccia. Co mbattimento ira ele menti di forza e,ig ua isolati e <li staccaci dai reparti per compiti d i vigilan ,a, esplorazione o sicurezza. L 'azio ne no n i: spinta a fondo: in ciò essenzialmente d ifferisce dallo scontro. Scarborough, Città maritt ima dcli 'Inghilterra, ndla contea d i York . Nel XII secolo vi fu costruito un castello sopra il pro montorio che separa d ue baie . Durante la guerra Mo ndiale, i l 16 d icembre 1916, _l 'nmmir. von H ip per , co11 una d ivis . navale tedesca, comparve improvvisamente <lavanti a S . e la fece oggettc, d i rapido bo mbardamento (20 minu ti) che cagionò gravi d anni e 300 morti , riuscendo po i a sfuggire abilmente alla squad ra degli incrociator i i nglesi dell 'ammir. Beatty, in crociera verso il Dogger Bank . Scardino (Carmelo). Generale, 11. a Messina, m . a Cosenza (1864-1 918). Sotto!. d i fanteria nel 1883, combatti: in C ina nel 1900-1 901 e me ritò la med . d i bro nzo . Qualche anno dopo fu al Congo e poi jn Libia. Colonnello nel r915, comand9 nella g uerra contro l 'Aust ria il 38° fa nteria e rimase ferito a Vcrtojba (1916) . Nel r918 fu promosso brigadiere generale . Scarelli (Cesare). Generale, n . nel r871. Sortot . del genio nel 1898, ideò un sistema d i ponti militari che ebbero il suo nome . F requentata la Scuola <li guerra, passò nel corpo di S. M. Partecipò alla g uerra contro l 'Austria c d ivenne colon nello nel 1917. Generale di brigata nel 1929, comandò il genio d i A lessandria; generale d i d ivis. nel 1932, fu membro del Consiglio superio re dei '"''ori pu bblici . Scarfea . Ant. cirrà della G recia, nella Locr ide. Battaglia di Scarfea ( 147 a . C .). La sollevazione rnace<lonica per opera d i And risco aveva fatto prendere le armi anche ag li Achei contro i Rom ani . Ma come il pretore romano Q. Cecilio Metello ebbe d omata la Macedonia, marciò contro gli Achei, sotto la ·condotta di Critolao , stratega della Lega Achea . Pare che Critolao perisse nelle paludi del vicino litorale; la vittoria rimase ai Romani.

Scarica. Sparo d i più arm i d a fuoco simultaneamente. Scartata (Giuseppe). Generale, n. a Siracusa, m . a Marsiglia (1772-1835). Soldato della cavalleria napoletana. partecipò alla campagna del 1796 in Piemo nte . Poi si a r-


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ruol6 nelb

cava lleria iraucc~e col

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nonie di Gin~·(!ppe Le-

nardy e partecipò al le cam pagne dal 1797 al 1800 e poi a C]IJd la del 18()5 e i8o6 . Ritorpato a Napoli, fu promosso colon nello cd ebbe il comando d i un rcgg. d i cavallegge,·i .:ol 'lualc due an ni dopo andò a combattere in Spagna meritando nel 1809 il gra,ki d i generale, Tornato a N~poli ebbe il comando d'un corpo d i spedizione per la conq uista di Mes;ina. Fa llita la spediz ione. si ritirò i n Calabria ove per due anni respinse i tentativi di sbarco <klle bande irregolari arruolaté dai Borbonici e dagli Inglesi, ed in una ~caran1uccia ri mase ferico ad un::'! gamba che g li ·1en ne am-

putata. Ebbe poi successivamente il comando dei p resid"ì ' <li Salerno e <li Avellino . Restaurato sul trono Ferdinando I di Borbone, andò in esilio ed a Parigi scrisse la ,, Storia m ilitHe dei tempi di Napoleone » e cìcgh studi sulle Ùl'l Jirese di Feder ico If d i Prussia.

Scarnafigi Ruff ia (,u1t. Scam afixio) . Comune in proY. ~li Cuneo, nella valle della Va raita . E bbe un castello rn<·cl ioeva le . Nel J 173 , nelb guerra fra Umberto III <li Sa,·oia e il marchese Manfredo I , venne occupato d all 'escrcito savoiardo. Nel 1363 ;1 matcheS< Federico lo cedette ai Savoia, ma il figlio Tommaso non approvò b cessione c. alleatosi al marchese T eodoro di Monferrato, vi pose I'assedio. li castello, d ifeso dal principe Amedeo d'Acaia, dovette arrendersi. Alla pace, il borgo to rnò ai Savoia. Scaroina (Edoardo) . Generale, n . ad Avellino nel 1870. Sottot. d i fanteria nel 1890, iu in Eritrea nel 1895-9;. In Libia dal 1911 al 1914, vi meritò ulla mcd . di bronzo. Partecipò alla g uer ra contro l'Austria : colonnello rn:l 1917. comandò il 59° e poi il 217" fan teria e combattendo sul Piave (1918) rimase ferito ed ebbe la med . d 'argento. Nel 1919-1920 fu d i nuovo in Libia quale capo dell 'ufficio politico d i T ripoli. Nel 1924 ebbe il coman<lo del d istretto mii. di Campob5sso. Generale d i brigarn nel 1928, comand,' , la 23" brigata dì fanteria e nd r932 fu collocato in posi~ionc ausiliaria.

Scaroni (Silvio). Medag lia d'oro, n. nel 1893 a l:lrtscia.

f: uno degli assi della no.stra aviazione di guerra. Sottor. <l i complemento neU-aviazione da caccia, abbattè 30 apparecchi nemici. Nel luglio 1918 in combattimento aereo fu gravemente (erito : aveva g ià g'u adagtlato una ,ned. di

bronzo e due: d' argcn LO; infine ebbe quella d'oro, con questa

motiv3z.ionc.: (( Pjlo ta da caccia~ maestro

cli valore ai valorosi, per trenta volte vinciwrc in splendidi duelli aerei , al la io1pareggiabile periz ia accoppiò altrettanta audacia, poncn·d o al proprio eroismo un ~olo limite : la vittoria . Costante esempio a chi più_ opera e più sacrifica, di ancor p1 t1 operare e ancor più sacrificare, tutte le e nergie

Scaroni Silvio

iklla propriil balda giovinezza consacrò alla Patria e più ful_gida rese l 'ultima vittoria, carpita agli avversari, bagnandola

dèl suo S~lnguc gcflcroso per grn\·e ferita )) . (Ciclo de} Piave e del Brenra. 5 dicembre 1917-12 lugli9 1918). :\I costituirsi d ell 'arma ae ronautica, lo Scaroni vi (u ammesso col grndo d i capitano: fu poi addetto aeronautico presso la R. Amba.sciata -di Londra.

ScA

Scarpa. Chiamasi così la parett· inolinata1 di·• un ramparo. ·di un parapetto; di una traversa e di quafaiasi ri lievo di ltrra. L'incliria'l,Ìùne varia a seconda <.kJh1 nalura

delle terre, e a secon,la che l,1 S. è rivestita o '. no, e a seconda anche del m ateriale di rivcstimemo. Pub essere _vérticak quando il rivestimento è in muratura. S . del fosso è il fianco del fosso d i Llll 'ope ra che trovasi dalla parte dell 'opern stessa: il fianco opposto ver io l 'esrerno chiamasi controscarpa. Anch.e i rnu.ri delle fortifica_zioni del medio evo sono talvolta scarpati. Appunto nd 11,~xlio evo apparvero i primi esempi di muri scarpati, quando le aniglieric cominclarono a far sen ti.re la loio azione. Adottan• dosi in <JUcll'cpoca come direzione normale del tiro quella or izzontale (o che cl i poco oc differiva) e considerandosi pcrjcoJoso al massimo g rnrlo il tiro 9u:.rndo !a traiettoria

risulrn,·a perpendicolare alla superficie del muro, si riten<:vano perciò tanto meno dannosi gli effetti del tiro stesso, quan to più la predetta superficie si allontanava <!alla vertica le ; e questa maggior resistenza. dì cui è effettivamente capace un 1nuro a scarpa, venne nei secoli X IV e XV esa~ gerarn dalla crerlenza (comune in quell 'epoca) che proietti

Scarpa: At\ , spalto; /\ B, controscal'pa: BC. fossato;

CD, :?.car p a; EF. ter rnpieno

dc:--crive.sscro una l inea rctrn . S1 com i nciarono perciò ad ~1.ssegnarc alle mura fc;x ti pendenze. I fossi fatti a Vicenza nd 1381 :,vevano le murn forni te di S . i nclinata di circa 50" al! 'ori zzonte . Nel secolo XV si hanno ,rnmerosi esempi <l i mu ri verticali di vecchi rcc.in tl che venivano raffor tali nella parte esteriore con costru2.ioni d i rnuratura cli forma triangolare o lrape2.ìa . Queste costruzioni talvolta erano continue lungo tutto il muro ; talvolta erano a t ratti ed allora costiwivano semplici speroni di sostegno. La denominazione di S . ebbe origine dall'epoca in cui vconcro eseguite le accennate costruzioni d i rin forzo. delle qua1i si hanno nu merosi esempi nel sec. XV, ed i cronisti dell 'epoca chiamava no a scarpa o. scarpato quel triangolo o prisma , che, per consegui re lo scopo d i cui sopra, si adattava ,alle vecchie mura perpendicolari. Di tali rafforzamenti del mu ro sì

occ upò

anc.he Leonardo da Vinci.

(V .

(.;0111roicarpu ,

Fosso, Ramparo, Spalto) . Sca,y,a (Amwtura). Fino al X secolo, le figure e i manoscrju i in tutti i paesj , rapprese1uavàno l'uomo di g uerra senza schiniere e senza gambiera; quasi sempre colle gan1be sprovviste cli d ifesa·, tutt'al pi,, avviluppate in corregge d i cuoio. La prima annatu ra detta S. era di maglia o di l ac11ioe , li ferro : copr iva i l piede ed era attaccata allo sch iniere: se fott;1 di lamine di me tallo, si componcv:t d i lamine art icolate fino all 'allaccatura delle dita, di una pane intera che copriva le dita, e di un'altra parte maschiettata che cingeva il rnllone; i niìne, di una suola di cuoio o di bone articolate, detta soleretta. La forma delle S . variò secondo i tempi. Dopo quelle di maglia, vennero quelle d i lamina con pl1<Ha variata, a croc.-o; poi fino alta metà d el secolo XIV, con punta esageratamente lunga. Dal 1350 al 1470 circa, presero la foggia di_ pun ta di l~ncìa e contempornneamcn1e n-d arco aculO: ritornò pure a~1cor.:~ la ino<la.


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della punta assai lunga, ma questa volta la punt a era mobile, fissata ~olo ✓J cavallo, e tolta st ando a piedi, perchè, per la sua lunghezza esagerata , non avrebbe permesso d j

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tobre, bruciate con una sortita . Infine gl , assedianti (16 ottobre) privi di foraggio e d i viveri, con molti malati e ç ro ad abbandonare l'assedio. feri ti, si decis_

ca1nrninare regolarn1ente . Verso il 1485 si fecero le scarpe

Scarponi. Term ine scherzosn col quale sono indicate le truppe alpine. Pare che sia derivato dall'avere u11 generale italiano indicato un reparto d i tali truppe con quell'appellativo . Comunque, esse ne sono fiere, e, _nelle adunate dei

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I

militari <li montagna in congedo, 1noho spcs,so un 1enorn1c

scarpa chiodata è da lnro portaca cnme un simbolo.

~

S carpe (armature): 1) a piè d'orso; 2) secolo Xl; 3) a becco d 'anitra; .- 4) a punta articolata (sec. XIV)i 5) a mc:i:za punta (sec. XIV); 6) appuntita (sec. XV)

Scarselletta. Così na chiamata la tasca per le pallottole, che gli archibugieri avevano in dotazione per riporvi le pallottole per I' archibug io , E la borsa che serviva per deporvi

la dotuione <li carcucce per le anni ad avancarica. Scar1el/one, negli antichi eserciti, e ra il

a p unta quadra , a piede d'orso. Per ultimo, e cioè sino al pr incipio del secolo XVII, si foggiarono a becco d'anitra. Al principio del secolo XVII le scarpe d i ferro, jnsierne cogli schinieri, scomparvero dall 'armatura d ifensiva del cavaliere .

Scarpanto. Una delle « Isole ltaliane dell'Egeo », lunga Km . 45 , ampia Kmq. 277, con 7500 ab., capo!. Pigadia. Vi sono ruderi d i varie torri medievali . Seguì le snrt i del!'arcipelago. Venne occupata il 12 maggio 1912 dai marinai delle navi « Vittorio Emanuele » e « Alpino ». Combauimerllo navale di Sc<1rpa11to (maggio 1557). Fp combattuto nelle acque dell'isola fra cinque galere dell'Ord ine <li Malta, comandate da Francesco d i Lorena, e quattro turche agli ordi ni di Giafer pascià. La lotta fu assai accanita e tern1iriò con la vittoria dei Cristiani. Questi perdettero una nave, che fu pre~a dai T urchi, e oltre 300 u . memrc i Turchi si d iedero al la fuga dopo avere perduta una nave ed avere avuto ucciso il loro comandante.

Scarpe. fiume dell a Francia, affl . di sr. della Schclda. Nell'aprile del 1917 vi si svolsero combattimenti che fanno p arte della 4a battaglia d 'A,-tois (V.) detta anche d i Arras; J>iù precisamente con tale drnominnione intcndonsi le _azioni svolte, durante la suddetta battaglia, dai corpi ing lesi VI e Yl!I a nord del fiume S ., e del corpo canadese XVH a sud <li esso fiume. Speciale importanza acquistano questi combanimenti, pcl fano che il XVII canadese fu que llo che, il 10 aprile, aprendo una larga breccia nelle linee tedesche a cavallo del fiume, determinò il successo maggiore d i tutti quell i costit uenti i vantaggi conseguiti dagl i Alleati colla battaglia sopra ind icata. Scarperia (ant. Castel Sa11 Barnaba) . Comune in p rov. <ii Firenze, in val di Sieve. Ebbe buone mura, oggi conservate so lo in parte, e un castello progettato da Andrea Pisano. La fondazione di S . fu decisa nel 1307 dal l,1 Sig noria di Firenze e nel r331 i lavori erano terminati." Assedio di Sca,peria (1351). Fu posto durante la g uerra fra i Visco111i e la repubblica d i Firenze, dall'esercito milanese d i G iovanni d "Olegg io. La guarnigione, composta di 20 0 corazzieri e 300 fanti , ri nforzata durante '!!:assedio da 80 cora7.7.ieri e 30 fanti, resistette <lall"agosto all 'ottobre, malg rado che i Milanesi battessero le mura con macchine e con torri. Le m i.n e furono sventate, le macchine, il 5 or-

fianc,de d i g randi ~i1ncns!onj, fonnato sec. XVI - Scarsellonc - sec. X V di tre o quattro lame, che serviva, o ltre alla difesa a cavallo, anche per riparare il fianco da l travaglio della lancia.

Scatola a mitraglia. Proietto di artiglieria, generalmente foggiato come un tubo, ordinariamente di lamiera d i z inco, chiuso da una parte con un fondello resistente, e dall 'altra da un coperch io. Nell' interno questo tubo è pieno d i l_)alktte sferiche d i ferro, d i ghisa o di piombo, con g li interstizi rip ie.n i di zolfo fuso o di colofonia. Attaccato al fondello o d al coperchio vi è una manigl ia per facilitarne il t rasporto ed il maneggio . Le unioni dei lembi del la lam iera, e d i questa col fondello e col coprechio, sono poco solide, perchè la I scatola possa sfasciarsi facilmente e completamente all 'uscita dalla bocca del pez7.o. La S . a M. porta anche u na o due fascie spo,genti sulla superficie, Scatola a m itraglia per impedire che nel caricamento (a rc troca#

rica) la scatola possa venire spinca troppo innanzi. Serve solo con cri, truppe vicine alla bocca da fuoco, perchè il cono d i d ispersione delle pallette .si forma subito alla bocca de li 'arma : la velocità di lancio è sempre superiore a quella delle pallette degli shrapnel, tanto più che vengono adoperate forti cariche. Scalo/a da fuoco , Id eata dal francese cap. 13oule, per la guerra d i m ine, verso la metl del sec. XVJU. Consi"eva in una scatola che aveva un coperchio scorrevole, sopra il

9uale si poneva 1rn carbone acceso. Per mezzo di una funicella legata al coperchio, e tir,ndo questo, il carbone cadev:i nel fondo della scatola, dove infiammava un !)OCO d i pnlvere nella quale pescava il capo di una miccia, la quale andava alla carica della mjoa. Per mezzo d i varie scatole,

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tinindo tutte le fonicdle contemporaneamente, si poteva dar fuoco nello stesso tempo a parecchie mine. Scatola di culatui . È cosl chiam ata la scatola metal lica, d i varia forma, c~e nei fucili e nelle mitragliatrici serve a racchiudere tutti j meccanismi d i otturazione, cli carica, scar ica, sparo e scatto. Generalmente essa fa corpo colla culatta mobile, e ne è una parte integrante.

Scatolone (Angelo) . l'vkdaglia d"oro, n . a CampobJ<>o, cad uto sul Carso (1887-r9r6) . Modesto soldato di fanteria, era accorso alle arm i dall'America. Alla fronle si segnalò subito per ripetuti atti di valore, tanto d a esser proposto per la pro11102.ione a sergen te

per me rito di guerra. Qualche giorno pri1tw _ di ottenere la promozione, cadeva da valo-

roso· in un combani mento so-

slenulO dal suo regg. (75° fanteria) sulla quota 12r. Alla memoria dcll\1mile cd eroico fante fu conferita la med . d'oro con questa motivazione : « Fulgido esempio di costante eroismo, si <Jjstingucva in ogni combattimento per ar..

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Nell a lotta in terreno organizzato con esso comincia 1' attacco. Generalmente viene conven uto un segnale ben visibile a rutti, sempre però che questo non frustri la sorpresa. l n genere l 'unità che procede al lo scatto contemporaneamente è il bgl. : tutte le cp . fucilieri avanza te di esso bal·z ano dalla posizione di attesa puntando ciascuna nella direz ione lorn assegnata . Nel contempo l'a rtigl ieria senz. 'altro avviso sposta il suo tiro al d i là dei centri nern ici p iù avan. zati: il suo tiro r,erciò da spianam~nto si C\'Olve in appoggio. Nell'azione in terreno libero non si può parlare <li S., ma solo , li inizio dell 'attacco.

Scattolini (A.mo11io) . Generale, n. ad Ascoli Piceno nel 1868. Soùor. d i fanteria nel J.89r , partecipò poi alle guerre Libica e contro l 'Aust ria. In quest'ultimo m eritò la mcd. <l'argento ad Oslavia (r916) ; colonnello nel 1917, comandò il 34° fanter ia e sull 'altipiano della Bainsizza rimase ferito cd ebbe una seconda med . d'argento . In P . A. S. nel 1920, venne promosso generale d i br igata nel 192i e collocato a riposo nel .r 930. Scauro (Mm·co Aurelio). Gcncr,,lc romano (r63-88 a. C.). Militò nella Spagna ed in Sardegna e fu il primo ad en trare con un esercito nel paese abitato dai Ga lli Ca rnici soggiogando quel popolo ed ottenendo il trio11fo.

dare e sprezzo del pericolo. Il q giugno 1916, a Monfalcone, penetrava per primo in una trincea nemica, e, atterrandone j d ifensori, strappava una mitragli,mice. Il 3 luglio 1916, nella stessa località, fu strenuo difensore della trincea conquistata e, colpito a morte, esalava la sua bell 'anima dicendosi contento d i morire per la Patria» . (Monfalcone, 14 giugno·, 3 luglio r 916).

Scavalcamento. Si ha q uando reparti retrostanti ol trepassano quelli antistanti per d isimpegnarne i compiti offensivi, lasciando a quell i oltrepassat i le funzioni di rincalzo o di riser va . Tale atto è caraneristico della tattica attuale, clte esige un costante scagl ionamento i n profondità, e vuole che non si lascino le unità in p rimo scaglione e avanzate fino a totale esaur imento, ma siano alternare nello sforzo penetrativo. Quella dello S. è operazione molto deli-

Scatto, È cosl chiamato, nelle arm i d a fuoco portat ili ,

vazione nemica. Sue operazioni essenziali sono queste : scclt.a <!ella linea di S. e cioè della linea d i sosta dei reparti da scavalcare; scel ta della linea ove d islocare i l reparto scavalca nte; scelta dei luogh i d i S. e cioè dei punti ove i reparti scavalcanti oltrepassano quelli in posto; r icogn izione per parte degl i ufficiali delle linee e dei luoghi d i cui sopra e accordi fra i comandan ti d i reparto; scelta del momento ~!elio S . ; sru<lio preventivo delle operazion i che facilitano lo S. e il loro sv il uppo (auacchi in d irezioni (li-

Scatolone Angelo

il dente che serve a tenere il cane od il percussore nella posizione d i sparo: dalla quale posizione viene tolto a mezzo del grilletto colla pressione del <lito sulla co<la d r questo : così pa rte il colpo. - Scatto tl vuoto, o cdecca, si dice quan<lo, scattando il grilletto di un ' arma_ da fuoco canea , il colpo non parte per mancata accensione della carica. Scatto ordùzari.o, nel fucile, è 111cccanican1cnte il più semplice : med iante pressione sul grilletto si libera

cata, per cui deve avvenire in mo<lu che s(ugga aJla osser-

verse per deviare l'attenzione dd nemlco; organizzazione

del tiro d i protezione durante la sosta e lo S ., ecc.); concorso della ricog11.lz.ionc aerea e terrestre e dell 'osservazione

Leva

Se.atto ordinario

Scatto spcciate

i l percussore e si fa partire i l colpo. Scatto <peciale è meccanicamente il più complesso : si preme sul grilletto e si avverte un p iccolo osrncolo, che indica l'jn,rninente par•

tenza del colpo: i l tiratore ha in tal modo richiamata I 'attenzione su l suo puntamento . Nelle m itragliatrici e nelle artiglierie lo S . i: da considerare speciale , perchi: generalmente si scosta da quello ordinario, eseguito con pcessione del dito a sforzo crescente. Scatto della fa111e1·ia. Termine adoperato per indicare lo slancio fu lm ineo degli uom ini sul nemico cbc si <li.fende appostato in terreno... sistemato med iante lavori <li fortifica .. zione campale. C iò presuppone che la fante ria abbia giit serrato sotto alle distanze minime e sia giunta a distanza d'assal to : in questo caso d ifatti scauo (iniziale) e assalto coincidono. Esso deve essere comemporaneo in tutto il t ratto p restabiliro, non appena cessalo il t iro d i artiglieria.

·'i.,

terrestre ; successione dei re.parti scavalcant i; assegnazione d i obbiettivi e compiti ai reparti scavalcanti; ,iordinamcnto dei reparti scavalcant i e loro compiti. Copert ura e segretezza giovano molto al buon esito dell'operazione di S. ; or<line e d isciplin a sono i nd ispensabili; la rapi.dirà è preziosa. Il reparto scavalcato r imane in posto t' passa a d isposizione del comandante da cui d ipendeva quello che lo ha rile\·ato. L'operazione si effettua specialmente nel! 'offensiva; in d iCensiva si cf'fettua solo per i contrattacchi . Lo S. può e»er fatto da lle un ità di fanteria d i I" e 2-' schiera e d ai carri armaci. Con modalità particolari. è fatto anche dall'artiglieria. Sca11alcame1110 . 1n artiglieria, d icesi q uando si leva l a bocca da fuoco dalla cassa o affusco dove sta normalmente incavalcata, sia che tale operazione sfa fatta per rag ioni di istru zione, di riparazioni, in pace, oppure, in guerra, per

effetto e conseguenza del t iro nemico.

Scavezzo. Voce sincopata da scavezzato . Si d iceva di fucile, pistone, t rombone, pistola, cxl alt ra arm'a da fuoco

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portatile, usando la voce anche come sostan tivo . Era quell'arma che aveva h cassa i,. due pezzi, mMchiettata al -

Sceriat (d Mrnadire). F iume ddla Palestina, tributario d el G io rdano, chiamato anche con altri nomi.

l'impugnatura, in modo che, volendo, il calcio p otesse I ipiegarsi su l fuste, per essere porcata più con1odarnentc 1 e n ascosta più facilmente. Queste a rmi erano p ro ib ite, e wnsideratc arm i insidiose} tanto più pcrchè general n1ente ave~

Battaglia sullo Sccriat (detta anche di f al(USSa o d i Hieromax ). Fu com battuta il 20 agosto del 636 (o nel settembre d e l 634) fra gli Arabi condotti d a_.l.:::halid e i Bizantini a l comando Jcl l "imperatore E racli/. I G reci, m olestati dal vento che !)pingeva con rro di loro g r~ndi nubi d i polvcre combatterono per rr.o!to re111po strenu amen te~ ma , caduto ucciso Teodor<, , fratel lo ,d : Eraclio, com inci::i: rono a vaciJ~ lare e an&.iro no in rotta: le fanterie vennero •massacrate e la cavalleria con Eraclio si salvò con rapida ritirata .

vano anche la canJla pi li corta dell 'ord inario .

1

Sceb (fac). Località della Tri!>olitani a a c irca 250 Km. a sud di Socna . N el I!Jl 3 vi avvenne un com batti1ncnto clic appartiene al la spccl izione nel Fenan . li 1 o dicembre a non molla distanza <la S., la colonna J\.fiani vcn ne an 2ccata da un forte nuc leo di ribel li , i quali però, d opo b reve co m banimento , erano sbaragl iati completamente , e

la co~

l011na si apriva la via d i Brach .

Scelsi (Guido Erma11110 Enrico) . Ammiragl io, n. a Fe,·rara nel J 874. Entrato in servizio nel 1 887, fu promosso contrammir. nella riserva nel 1923 . Prese parte al la guerra Italo-turca e alla guerra Mondiale . Scelte (Truppe). Tutti gli e serciti, d 'og n i te mpo e d i ogni Stato, prog red iri o meno, hanno sempre avuto reparti d i trup pe, in possesso, nei confronti <!~Ila rima nen te massa , d i s uperiori qual ità fisich e e talvolta mora li. La c reazione di tali truppe ha risposto e risponde ad esigen1.e particola ri operative, che possono essere di carattere permane nte o con tingente. Possono anche avere, rispe tto alla massa delle altre,, una preparazio ne spec iale a d e tcrm inati a tti d el! 'azione tattica, con particolare riguard o all' offensiva . Il p roblenrn di tali truppe è assa i delicato e dev'essere dall 'organiaatore nJilitare atte nta1nente studiato al fine di. evit:1re dan ... nosc conseguenze alla compagine rnqra!e e a ll 'efficienza materiale dcll 'escrçito . Devesi, infatti, considerare d.1c la creazione , li qualsiasi reparto di element.i sceh.. rappresenta una sottraz.ionc di efficienza alla restante massa, che v ie ne ad essere privata <li coloro che specie nei casi pit1 gravi possono se rvire d 'cscrnpio agl i altri e trascinarli ed infiammarli alla lotta ed alla resiste nza. I buoni elementi in un repa rto sono cli g rande vantaggio all'efficienza <lel reparto medesim o, rappresentando i nucle i vivificatori di ogni energia materi~le e morale . Se necess itano tru ppe S. queste devono essere ( ostituitc, ma tenendo presen te costantemente il criterio d i dcpaupcrareJ il 1n eno possibilt:, la massa dei rcp,i n i d egli elem en ti nùgl iori . In allr i termini , le tru ppe S. devono essere costituite nella m isu ra strettamente ind ispensabile ove non si voglia incorrere in gravi conscgucJ't'l e. Fu rono trnppc S., presso i Romani. i tr iari; p resso i Greci, i ptltasti; e successivamente, presso j vari eserciti, i granatieri e i car~binieri. NeB'csercito il~l iano sono con,;;idcrati fanteria scelta i granalicri cd i bersaglieri; questi ultimi costituiscono oggi anche una ve ra e. propria speckilità (trupJie celeri) . Durante l 'uldma guerra presso quasi tutti gli eserciti belligeranti furnno creat i reparti scel ti d 'assalto. Non sono da considerarsi t ruppe scelte, i reparti da n1ontagna; essi sono, invece, una spedal irà. Scelti (Soldati van). Sono i militar i che ap p artengono ai reparti di t ruppe scel te; banno inoltre tale qualifica alcuni m ilitari d elle varie armi e dei vari corpi i quali li d istinguono in qualche particolare ca rica e coi~ ito, o comunque in una speciale attività. Aci esempio : ti rato re , esploratore, ciclista 1 pun Latore scelto, ccc. Questi elementi, per ottenere la qualifica di « scelto », devono raggiungere determinati risultati n1in.imi, e di massima sono premiati anche con l 'ottenere l 'uso cl i apposito dist intivo a seconda ciel compito o d c ll"attivit/i che esplicano .

Scevola (Caio Muz io) . Guerr iero romano del per iodo leggend ario . Nel 507 a. C. si offerse d i liberare la pai ria da Porsenna, re degli Etruschi jl qua le stringeva <.r.assedio Roma, ed entrato nel cam po ncn1ico I_JtT ucc ide d o, uccise invece il suo segre tario . ;\n estato cd interroga lo affermò a Porsenna clic se gli era fall ito il col!JO , altri 300 giovani eran p ro nti per uccid erlo, e , stesa la man o destra su u n bractere arden te , la l3sciò bruéiare senza un lamento, <.J uas i volesse pun irsi per aver sbagl iato il colpo . Ques to a tto impressio n ò t almente Porsenn a che n o n solo lasci/, lil.,ero i l giovane, ma tolse il rampo e conchiuse la pace i.:oi R<Jrnani . Schaertlin (Scba.<1iul!O Burrenbac/, di). Capitano im pe ria le ( i 496-,577). Servì so tto Carlo V e com battè a Pavia (, 525) e a Ro ma ( 1530) p assa nd o !)iÙ ta rdi a guerreggia re in Ungher ia, ma abbandonò l ' imperato re per difendere 1a causa protestante. Messo fuori legge, combatte audacemente da venturiero in Germania c<I in Ung heria, finchè Carlo V, ten1cndo la su:i energia c.'; la sua abilità, glì restituì onCJri e possessi firmando con lui un vero e proprio trattato di pace. M c,rì temuto e potente nel s uo im pre n-clibilc cast.dio di Du rtenbach presso Ulma. Lasciò le s ue « Mem orie» . Schamil (o Sciami/ , t\Johammed) . Capo dei C ircassi_ (1797- 1871) . Combattè cont ro i Russi n el ,831, ed e bbe cora contro di loro il comando dei popoli d el Caucaso ndle guerre dal 1839 al 1859.

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Scharding. Citù dell' Alt a Baviera sul l' Jnn. Battaglia di Schii,·ding (17 genn a io 1744) . Appnrtiene alla guerra per la Successione d 'Austria. Gli Ausrrìac i, agli ordini .del gcn. llerink laws, occu pavano S. e il 1narcsciallo De Tcrrings , con truppe bavaresi, incaricaw dal! 'im perato re d i difendere l'elettorato, li a ttaccò , ma essi lo respinsero, lo misero in f uga e l 'in~eguirono cagionandogli gravi perdite . La sconfitta dei Bavaresi permise ng li Austriaci <il 1n1padronirsi anche di I\rau nau e di srnbilirsi in Baviera. 1

Scharnhorst (Cerai-do von). Generale p russiano (1755-rSq). Ufficiale dd l'.A.nnover ne l 1778, fu i11 scgnante a lla Scuo la d'artiglieria . Coml>allè contro la. Francia <bi , 792 in poi, passa ndo nel 1794 come colo nnel lo nell 'ese rcito prussiano. Dopo ' d i esser s tato p recerto ,·c d el p rincipe eredi tario, combattè nel E ylau cd a T ilsit e diven ne generale e <lire tto re d el d ipartinwn to della guerra. Alla battaglia d i LiitScharnhorst Gernrdo zen rimase ferito morrnlrnente . Scr isse , fra altro , « Manuale degli ufficiali »; <( Trattato dell'a rtiglieria >> ; <t Memorie mi• litari ».


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Schaumburg Lippe. Piccolo Staio (principato) della Confederazione germanica fino al 1919 . Nel secolo XIX doveva fornire all a Confederazione medesima un contingente di 516 uomin i. Sche1ir (Rei11ard, Carlo Federico) . Ammiraglio germanico ( 1863-1928). Fu per molto tempo ud le co lo n ie 1edeschc dell ' Africa . Nel 1916 ebbe il comando in capo della /lo tta d'alto mare, che diresse nella battaglia dello Jutland; nel ge nnaio 1918 d ivenne capo d i S. M. ddla marina, e nel novembre dello stesso anno si ritirò a vjra privata. Lasciò un 'opera su: « La flotta tedesca d'alto mare durante la guerra Mondiale » . Scheggia (Co/le d,). Passo Scheer Reinard dell'Appennino Umbro-March ig iano che mette in comun icazione il bacino del Tevere .con 9uello del Metauro . La Via Flam in ia, abbandonando b valle del Tevere a sud d i Orte, percorre per vari tratti quelle d ei suoi tributari d i SI'. Giunta all a conca di Foligno r isale la va lle del Topino e per Nocera Umbra entra in quella del Chiascio suo aHluen rc; per Gualdo Tad ina sale all'a lropi,,no d i Gubbio e Sigillo, raggiunge il valico d i Scheggia a 590 m. e scende 'su l versante adriatico per la valletta d el Burano. Traversata la metta gola di Cagli, ad Ac9ualagna entra nella valle del Candig liano, imbocca il Passo del Furio e giunge a Fossombrone sul Mctauro, d onde si ;:i vvia a Fano, suHa litoranea '1d riatica . In com • pksso ques1'ultimo tratto d ell'antica \'.ia F laminia tratcrsa p unti singo lari, quali l 'altopiano, il passo e le gole suddette, che rendono il cransjto meno agevole; perciò in tempi più recenti il traffico deviò verso altro sbocco per valersi ~1 ; m iglior faci litazione stradale . Da Fossato, anzichè salire a Sigillo, la diramazione volge ad est per il colle d i Fossato (585 m .) e scende per la valleaa d el Giano a Fabriano,,~iondc per la Serra di S . Quirico e lungo 1'Esino pc,viene a Jesi e Falconara. Tale tracciato è all'incirca scguìto - salvo vari tratti in galleria - dalla l inea ferroviaria Foligno-Falconara. Meno battuto, perciò, di quanto non lo fosse in passato, il passo d i S. conserva peraltro valore notevo le come uno degli sbocchi natura li dall'Umbria .alla costa marchigiana. Scheìbert (Giovanni). Ufficiale e scrittore mii. tedesco (r83J-1903) . Ufficia le d el genio nel 1851, insegnò fortificazione alla Scuola d i guerra. Partecipò alla guerra d el 1866 e a quella del r870-7r. Lasciò il servizio col grado di maggiore nel 1877. Fra le sue principali p ubbl icazioni: « .L a guerra franco-prussiana dei 1870-71 » ; « L'arte d ella fomficazione e la <lort1ina del combattimento »; « Breviario d el1'uffi.ciale »; « Dizionario militare illustrato » ; <( La guerra in Cina» . Diresse pure per parecchi anni la r ,vista « Esercito e marina )>.

Schelda. Fiume costiero ,Jell'Olanda; nasce in F rancia e attraversa anche il Belg io . Ad Anversa è profondo ro m., quindi navigabile aochc P,er i grandi tonnellaggi. Fu consì<lcrato q uasi sempre come un fiume internaziona le, i n virtù di trana ti che, come quello di Vienna, si occuparono ciel problema dei grandi fiumi . L'Olanda tentò d i chiuderlo alla navigazione libera nel 18_ir, ma per le proteste delle

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altre nazioni vi rinunciò. In seguito però sorsero questioni relative alla navigabilità della S. in tempo di guerra, non essendosi in proposito pronunciato espressamente il t rau ato di Londra del 18w. l i Belgio pretendeva d,e essa fosse ammessa, contrariamente ali 'op inione dell 'Olanda. Con un a rticolo addiziona:e del 30 novem bre 1891, ali ' Accordo del 25 marzo dello stesso ann0, si r iconobbe al Governo olandese la facoltà di togliere o d i spostare, a suo piacime n to e senza il consenso d~I Belg io, i fari, i segnali e le scale di ma rea della S, « in caso d i guerra o in pericolo eventuale d i guerra " · La 9uest ione fu nuo,·amcnte posta dalla g uerra Mondiale . Il Governo olanclese, dopo aver d ichiarato i l 4 agosto 1914 al Belgio che avrebbe chiuso la S. ~I le navi germaniche destinate ad a tl accarlo e l 'avrebbe lasciata apcna a 9uelle britànniche d estintc ai suoi soccorsi, dich iarò successivamente che non avrebbe lasciato passare le navi di alcun be lligerante e neppure quelle de lle Potenze garanti. In seguiLO ai numero::;i incidenti surti dopo lo guerra, Ira Belgio e OJanda, si finì per addivenire alla stipulazione di un nuovo t rattato fra Belg io e O landa , che lissa i seguenti princip'ì: 1°) Riconoscimento dell 'abrogazione della neutralità perpetua d el Belgio. 2°) La S . occi denta le cd i suoi accessi, dopo l'alto mare, nonchè la S . a valle di Anversa, saranoo perpetuamente liberi ed a[>crti al la navigazione di ogni Stato, escluse le navi da guerra. r0) Le navi d i ogni nazione non saranno sortoposte ad a Icuna tassa d i pedaggio, nè a d iritti d i pilo taggio, nè a visite, r itard i od impedimenti. 4°) La S. occidentale ed i suoi access i sino alle installazioni marittime a valle di Anversa, dovranno rispondere in ogni tem po, dal punlo di vi<1a della navigabilità , ai bisogni c rescenti dei progressi della navigazione. 1

Schellinì (Tommaso Federico). Generale, n . a Cuneo, m . a F inale Ligure (184r -1 929) . Sottot. d 'art . nel i 86, , d ivenne colonnello nel .1892. Comandò i l 10° e poi i l 19" art. e nel 1899 fu promosso magg. generate e nominato comandante d'art. a Napoli. In P. r\. nel 1901, passò nella rise1va nel r904 e nel 1908 fu p romosso ren. generale. Schellino (Gioacc/Ji110). Generale, n . • ad Iso la d 'Asti nd 187r. Souot . d 'art. nel r892, partecipò alla guerra contro l ' Austria e vi guadagnò nel r917 ,n,a mcd. d i bronzo. Colonnello nel 1918, comandò il 10" a rt. , nd 1924 passò a comandare i l d istretto mii. di Grosseto e nel 1925 i l 28<> art . In P. A. nel r929, ebbe nel 1932 la promozione a generale d i brigata . Schemnitz. Città dell ' Ungheria settentrionale presso il fiume Gran. li 21 febbraio 1849 vi a\'Vennc un combattimento che appartiene alla guerra d'Ungheria del 1849 , ,•o periodo. I l gen . Gorgey, battendo in ritirata verso il T ibisco do90 la caduca d i Budapest , lasciò sull'altipiano d i S. un corpo d i circa 10 mila u. al comando del gen. Gu}'on, come protez ione alla ritirata. 1 gcn . auslriaci Czo~ rich e Simunich attaccarono gli Ungheresi nelle loro posi • zioni protette da abbattute. Alle 3 del pomeriggio l'avanguardia del lo Czoric h si lanciò al i 'attacco dei primi trinccran1enti ungheresi. sv iluppando un'azione:: avvo lgente su) fianco sr. contemporanea ad una d imostrativa frontale . Dopo lunga lotta gli Ungheresi, rotti sul fianco, furono respinti e dovettero abbandonare S. lasciando in potere del nemico 500 u. e qualche materiale d'art ig lieria. Schemscìr. Specie di sciabola persiana lunga poco più d i 70 cm . colla lama larga 3 centimetri .


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Schenardi (R.afjaele) . Generale , n. a Roma nel 1859. Sotto t. dì fanteria nel 1880, d ivenne colonnello nel 1~13 e cornandò il 14° fanlcria. Magg. generale nel 1915, comandò ne lla guerra contro J'Austria la brigata Lazio e pui 1a 49a <iivis ., quin d i la divis. m ii. territoriale di Perugil . ln P. A. n el 1919, assunse nel 1923 i l grado d i generale di ,livis. ne lla riserva e fu. collocato a r iposo nel r928. Schenk (Alfredo vo11). Generale austriaco n . nel 1863. Partecipò nel 1881-82 alla repressione della insurrezione in Dalmazi,i; fece la Scuoi.i di guerra e nd 1gS9 pssò nd lo Stato Maggiore. Promosso maggior generale nel 1912, a l princ ip io della g uerra Mondjale comandò la 15• e poi l,i 9~ divis. e si banè sul fronte Orientale. Nel novembre 1\/15 fu destinato al fron te italia no e combatti: sul C_arso. Nom inato generale d i fa nteria, ebbe nuovamente il comando d i un corpo d'eserc ito sul teatro dì guerra or ientale .

Schenoni (//,;gelo). Generale e scrittore mii., 11. n el 1858._Sottot. di fanter ia nel 1879, frequentò poi la Scuola di guerra ed insegnò al la Scuola d'app licazione cli Parma. Colo11ncllo 11cl 1906, comandò il l 5° fa nteria e due ann i dopo, in seco n<la, la Scuola m ii. d i Mo dena. Mag g. g enerale comandan Lc la brigata

Sicilia ne l 1912 , andò in P . A. nel 1915. Richiamala per l a guerra e tcn , gene-

rale nel 19 16, co,nandè, b divis, <li Catan zaro, e dal 19 18 a l 1919 <Juella di Firenze. Nel 19 23 ebbe, nella r iserva , il grado di genera le d i divis. F ra le sue pubbl icazion i:

(( La polvere sen?.a

fumo,,;

« Su ll 'avan za1nento

degli uffìciali 1, i (( Disciplina Schcnoni Angelo

civile e d isciplina militare »;

n La cclcritù <lcl tiro in gucr ~ ra » ; « Agli u01c ìali del 1yl fanteria >); u Escrcicazjoni di

combattime nto per la prep arazione ta ttica degli ufficiali »; " li battaglione inquadrato nclJ 'attacco >1; \( La nostra guerra ,, .

Scherani (o Brav,). Uomin i che facevano parte nel per iodo feu dale delle schiere (scare) assoldate clàgl i an tich i signorotti. a loro difesa, e dei quali essi si sc:;rvivano per guerreggi;ire e per commettere vess~z.joni, soprusi, .aggres~ sioni. La parola passò poi nell' uso comune per design are sicari , masna{licri , ban<l iti, brig;inti ed in genere g li uo mini senza scrupoli , pagati per comrneuerc azion i riprovevoli .

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Schérer (Bartolomeo L11igi). Ge nerale francese (17471804). Dopo aver prestato servizio nell'esercito aust riaco, · passò nel 1780 in quello francese, si distinse a Valmy e~I a Landau e venne ne l 1793 promosso generale d i divisione. Nel 1794 ebbe il comando in capo d dl'cscrcito dei Pirenei orienta li e nel 1795 di quel lo d'Ita lia: riportò la vittoria di Loano. Nel 1797 fu ministro della guerra. Ritornato al coman<lo delic lruppc in Italia nel 1799, non ebbe fortuna. Richiamato, fu nominato ispe ttore genera le delle truppe francesi in O landa. Scrisse : « Sunto d elle operazioni m ilitari dcll 'ese, cito d'Italia » .

Scherma. La S. , a rte di aggredire e d i d ifendersi con I'anna bianca, .sciabolai spada, lancia , baionetta inasrat::-i, e sia pure col bastone, ha !)er l 'adozione delie armi da fuoco perduto im portan za nel combatti mento, ma non del tutto, perchè il possesso del terreno esige la materiale occupazione e perciò bene spesso la lott,i individuale. Da ciò 1a necessic ~, 1unora esisten te , cli istru ire ind ivicl11almcn tc ufficiali e gregari ni;:1 maneggio de lle d iverse arnii bianche , onde servirsene nel miglior modo a l m1,rne11 to del bisogno. La S. inollre serve a bat,c.:rsi abilmente in una panita d 'o11ore, malgrado che il duel lo, istituzione medioev:tlc, sia oggidì vivamence combattuto,· ed

in talune 1rnzion1 add iDistintivo dei sottotenenti maestri di scherma rittura p roibito per legge. Infìne, la S. deve altrcsì essere considera ta come un ottin10 mezzo d i educazione fosica. In lta lia la S. fu sempre circondata da cure del t utto special i. L'apogeo della S. in Italia \ i ebbe nel medio evo q ua ndo . col p redominio del feudalismo e della cavalleria la guerra era rido tta a singole tenzoni fra cava lieri coperti di ferro, che, <lopo uno scontro <.li squadroni , si risolvevano 1n duell i d ove trionfava il v,ilorc personale e la bon t~ d elle armi e dei cavalli , ad<lcstrati appunto in gucsto eserci1.io. F in <la quei ternpi vennero istituite nu,ncrosc scuole, ga-rcgg iando con l' ital ia na la scuola francese. Nell 'organico del le forze armate italiane è fissato un maestro di S. per ogn i regg. come nei collegi e scuole mi litari. Il sottufficiale maestro cl! S . !"esso ciascun rcgg. impartisce lezioni agli ufficiali, sottuffic iali e u. <li trut)t)a che sono scel ti dal com . d el corpo. l i sottufficiale maestro <l i S. dev'essere d ip lomato da ll 'appo,ito Istituto su periore di Educazione F i-

Esercitazioni collettive di scherma militare


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sica, donde esce dopo avere freq uentato un comp leto corso, oltrech è d i S. e d i educazione fisica , anche di cultura generale.

su rrezione ca labrese nel 1806-07 »; ,, Il generale Miche le Casanova )) ; (e La guerra Italo -turca n ; i ( Il soldato .iraliaP.o in Libia »; " L'armata d el Trentino» .

Sch,auchenstuel (conte Vittorio) . Ge ne rale austriaco, n . nel 1857. Sottot. dei Pionieri nel 1878, nel 1884 entrò alla Scuola di guerra e fece passaggio nello Stato Maggiore . Scoppiata la guerra Mo ndiale partecipò alla g uerra contro la Serbia, e poi comandò sul fronte Orientale il V C. d' A. Ne l settembre del 1915, la p reparazione della seconda in vasione della Se rbia, lo richiamò sul teatro merid iona le della gue rra, dove si impad ronì d i Belgrado. Jnfine com battè contro l'ltalia al comando ddl' n • arma\a sugl i Altipiani.

Schiarino-Rizzino. Castello p resso Mantova, nel territorio d i Porto Mantovano. Il 16 a prile 1814 vi si firmò una ({ Convenzione m ilitare )) fra il viccrè Eugenio, jl gen. aust riaco Bcllegarde, Gioacchino Murat. l n base a tale convenzione, ven ivano sospese le ostil i1à : le t ruppe francesi che facevano pa rte dell'esercito del vicerè rientravano in Francia e le trupp e ital iane d ello stesso esercito restavano nel territorio fino a que l momento occupalO, ma e rano cedute agli Aust riaci Osoppo, Palmanova , Legnago e Ve nezia. Ciò in attesa delle d eli berazioni che una depu tazione del re gno d 'Italia doveva reca rsi a ch iedere al quartiere generale degli A lleati in Fra ncia .

Scheveningen. C ilrà marittim a dcll 'O lan<la a 4 Km . a nord d ell 'Aj a, d i cui oggi costituisce un sobborgo . 1-Jattaglia navale di Sd1eve11i'l?ger1 ( 1654). Appartiene alle g uerre Anglo-olan<lefoi durante la d ittat'ura di Oliviero Cromwell. Fu anche d etta d i Kattuij/1. La flotta inglese (Mo n k) con 115 vele b locca va l'ammiraglio o lan<l,sc Dc With a Texcl, e l 'ammiraglio Tromn p rese il mar~ per sb loccarlo . Il 7 agos10 i l Tromr era al largo in vista della flotta in glese con vento favorevole, e l'ammi r, Monk abbandonò il b locco. fl 10 agosto De With polè unirsi a l Trom p forman<lo una flotta di 1 10 un ità .. Le due flotte avversarie alle 7 d el m a tti.no si fronteggiavano al largo <!i S. L'ammir. Trcim_? , d ivisa la Aotta in quattro sqHadre, a!Trontò gli Inglesi a uraversandone l 'ordine <li bat1aglia. :i\fa un proie ttile d i mosche tto l' uccise; la Botta dopo un accan ito con-tbauirnento si d isorganizzò, e. de mo ralizzata per la morte ciel proprio condoltic ro; prese caccia alle ore , 4 andandosi ad aren are sulle rive sabbiose . Le navi in glesi, di a ssai maggior p escaggio, rimasero al largo li no a n o n e, limitandost al canno neggiamento delle navi o landesi arenate . Gli Olan<.lesi p erd ettero 1•ea ti nav i e 6000 u. morti e fe rit i e 1000 p rig ionieri .

Schiaffino (Simone) . Ufficiale garib:dd ino, n. a Camog li, m . a Calatafimi ( 1835-1800). Ca pitano di. lungo corso, combattè nelle G uide valorosamente n el 1859; partì coi Mille, uflieiale addetto al Qua rtier Gcnerak, fu tim oniere del cc Lom ba rdo » e cadde s ul campo, sostcnc11do la bandiera dei Mille.

Sohiaparelli ( Cesare). Generale, n. e m . ad O cchieppo I nfer iore (1821-1916). Ufficiale d i fan1e ria, partecipò alle c ampagne del 1848-49, 1855, r 859 e 1866 e mer itò la m e nz ione onorevole a Confien za e la med . d'argento a S. M a rti'no. Colo nnello nel 1873, comandò il distrcuo - mi i. di Perugia . In riserva nel 1878, fu promosso magg. ge nerale nel r 893 .

Schiarini (Pompilio). Genera le .e scrittore militare> n. ~ Conona nel 1855. So ttot. d ei bersaglieri n el l 882, partecipò alle campa gne ,l 'Africa de l , 887 e 1895-96; fu po i addetto all'u A-ìcio storico dello S . M. e nel 1905 andò in P. A . col grado di capitano. Nd 1917 fu promosso colo n nel lo nella rise rva e od 1920 brigad iere.

o 'I mp,,.1gnature di schiavone armare -la cava lleria; si d istingueva d alle altre per la forma rutta speciale de lla guardia dd l'impug:natur3, fotta di tanle else sottili c..:hc si inc rociava no in modo da riparare comr plet amcntc il d orso d el la ma no e le parti late rali lino al p olso.

Schiavoni. Truppe assoldate al serviz io de lla Repubblica d i Venezia . A ll a fine de l sec. XVI I, nel corpo degli S. vennero fuse tutte le milizie speciali note col

norne di

<{

Oltramarini >1,

i< Dal~

ma ti ,} , \(_ Cimeriotti >> e << N1onte# neg rìni ,> . La rcggi rnen tazionc loro però risa le all 'an no 1688, quando il Mo rosini t racciò Ja grande suddi visione della fa nteria veneta in Oltramon ttU1i ed O ltramari ni, :.H~ trib uendo a quest i u ltim i il carattere {lei <{ soci >) roma ni. A J,. l 'ep oca della canuta d ella Repubblica) sopravviveva ancora, dclp l'antica , iifferenzia2.ionc di q ueste mili.zie, il (( reggimento CoJ"ft1 d i San :tv(:1rc:o >) o dei <e Corfiotti ))l

Schiarini Pompilio

gent:rale per meriti eccezionali. Pubblicò, fra a ltro : cc A proposito della nuova coscie nza (~ 't ~-iille nell 'esercito l) j u L'in~

dell'esercito )); t( Cassaln i) ;

Schiavona. Sp,Kla vene ziana lunga 84 cm., usata in p nnc,pw de l XVII. ,,ecolo e p ortata d agli schiavon i, g u a rd ie d e i Dogi a cava llo . Pare che q uesta spa d a serv isse solo p er

im piegato nel p resid io dell'isola . G li S. erano ordinati in 1 1 regg. contras.~cg11ati dal nome d el n •

Schfavor.c. (Venezia)

spetlivo comandan te , oppure ~la qudlo del circolo d i reclu tamento p iù cospicuo. Ciascun regg. contava, <li. regoJa, 9 cp. con una med ia di 54 u.


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maggiormente in profondità e d ispongono, in proporzione, d i una maggiore quamitiì d i artiglierie (le quali vengono spesso anche rinforzate), così da poter esercitare uno sforzo più intenso e più prolungato . Per regola in una grande un ità complessa la d isposizione delle forze in profondi tà Schiazzetti (Fortunato). Generale, n. a Roma 11el 1776, comprende tre schiere: a) nella prima le grand i unità destinate ad iniziare ed a condurre sino ad un dato punto m. nel 1813. Nel 1798 era capitano sorto il governo della repubblica romana. Pa rtecipò alla di fesa d i Ancona d el l'azione; b) nella seconda le gra ndi uni' à destinate a con1799 e si segnalò cilla battaglia del Mincio ( 1801). Fu poi tinuare l'az ione dopo avere sostituito o scavalcato le precedenti, od anche inserendosi fra esse; e) nella terza I< in Toscana per combattere i Napoletani , e all'assedio di grandi unità d i cui il comandante d ispone per interven ire Stralsunda del 1806; comandò un regg . nella Spagna d inel! 'azio11c (riserva). Le grandi uniti non destinate ad im, sting uendosi in varie occasioni e raggiungendo nel 1812 il pcg narsi subito ricevono tutte le disposizioni atte ad a,,,. grado di generale d i bricurare la coordinazione del loro movimento con quello gata . delle grandi unità d i prima schiera ed a faci litare il loro impiego u lteriore. Per le grandi unità di seconda e terza Sch ìe na. La parte delschiera prevalgono il più a lungo possibile i criteri d i CO· la corazza che çopre il morl ità, e si accenrna no le cure per la conservazione della dorso. efficienza materiale e morale d elle truppe; ma ad ogni Schiera. Parre di un giornata la situazione J insieme deve segnare un passo jn. eserci to o di una unità del nanzi verso la situazione di base per l 'esecuzione della ma, medeslirw, ordinala, sopra novra e rispondere, a l tempo stesso, alle più sfavorevoli una determinarn linea . Si possibilità per la giornata seguente . Perciò il comandante, dice prima , seconda, terza nel disporre lo S. delle grnndi unità sottoposre, d eve eviSchiena d 'armatura di Carlo Emanuele I tare : a) di limitare la propria libertà d'azione e d i reaschiera, incorninciando <.hi. zione alle possibili iniziat ive nemiche, e perciò anche di quella piì, vicina al neim pegnare riserve lungo d irettrici dalle quali sia poi diffi, n1ico.: neHo schieramento iu guerra, offensivo oppure di.. e.ile e lento spostarle , occorrendo, verso direttrici diverse; fcnsivo. b) d i svelare le prop rie intenzioni. con un prematuro addenSchieramento (e Schiem) . .È il disposiiivo delle fo .-ze samento rilevabile dall'osservazione nemica; e) d , intasare ~,c l campo st rategico ed in quello tattico nel senso della comunicazioni poco più che sufficienti ad _alimentare le fronte e della profondità. Esso è sempre conseguenza del grandi unità di prima schiera e le an{istanti aliquote d i concetto operativo del comandante : il dosame nto dclk truppe celeri, propr io qua ndo tutto il sistema, ancora in forze, che dà fiso nomia allo sch ieramento e lo carattcrizza movimento , rende più arduo il problema logistico gei1erale; rappresenta la modalit à con cui il comandante intende ragd) d i intralciare la rapida avanzata degli elem~nti d i corpo giungere lo scopo. L o S. i: basato inoltre su lle informad 'armata (specie artig lierie pesanti campali ed eventualz ioni che si hanno sul nem ico e comeguentememe sulle mente pesanti) che debbono in questo momcntc, serrare ipotesi che si sono definite 11el pensiero del capo in base sotto alle d iv is . di prima schiera per cooperare con esse in alle quali eglè agisce. Deve avere carattere d i elasticità, fase di avvicinamento; e) d i far sentire t roppo intensamente essere adattabile alle situazioni nuove ed impreviste; può_ alle grandi unità di seconda e terza schiera la rirercussionc essere preva lentemente lineare o prevalen temente p rofondo; degli avven imenii che interessano la p rima. Elemento di qust\1ltirno consente in linea <ii 111assi111a di avere la hbera r,randc aiuto nel risolvere questi.> problema, vincolato da dispo nil:ii!ità delle forze in tutte le contingenze. Nello S. esigenze in parte contrastam i, è b d isponibj!ità di mezzi si rivela la capacità di un comandan te : gli scherni, caratceleri di trasporto. per una parte delle truppe arretrate , teristica degli schieramenti dei tempi passati, sono pe ricolosi. Per lo schieramento di una divisione d i prima schiera, se È necessa rio che esso risponda alle esigenze in atto del proquello prescelto è per ala, come è prefe ribile in via norblema, sia s_trategico che tattico, poichè esso non è fine a male, la divis. viene suddivisa in d ue colonne d i forza per :sè stesso ma si propone dl tradurre in atto un concetto solito disuguale . Eccezionalmente , nel caso d i larga fronte o perativo. J;)eve sempre essere inq uadrato nel concetto di e di terreno coperto ed insid ioso o contro avversario debole sicurezza , la qu,ile è ,lnrn, oltrechi: dalla possibilità d i far ·> d!ssem inato le colonne possono essere tre. convergere le forze nei punti più deJ icatì soggetti a pro• Lo sch ieramento nel campo stra1egico (unità complesse : babili m inacce, i fianchi (ed è qu indi imito nello S. stesso), corpo <l'armata, armata, gruppo d'arma te) si attua. g ià nella anche d a quei particolari provvedimenti che sono idonei rnarci3 al ne111ico, poichè le grandi unità marciano rag• allo scopo : corpi d i osscrvaz..io ne ed esplorazione avanzata gruppatc secondo la /Ìsonomia che i l comandante ha voluto e vicin a, osservazione e protezione aerea , n1isure d i sicu<la re allo S , strategico stesso. Per le unità dalla divis. in rc.:zz~ in marcia e in stazione, elementi fiancheggianti, ecc. giù lo S. ha solo inizio coll'avvicinamento (e cioè nel Da l disegno di ·manovra conseguono k <l isposizioni per lo campo ' tattico), e grndatamell tC si perfeziona duran te l 'orS. della grande unità. Questa ha per regola un a zona gan iz.z3zione dc11 •au~lCC6 e durante l'attacco. A nche in ciò d ' azione compresa tra linee dei terreno bene evident i, alla abbiamo una notevole d ifferenza dal passato. Nella dottrina qua le corrisponde un detenninato Iro m e d'attacco . li CO· prebellica infaa i lo S . era la prima fase dell 'azione offenmandante -dovrà dosare diversamente i l prop rio sforzo in siva cd era seguìro dalla marcia d i avvici namento e dalcor rispondenza dei vari tratti della fronte; r,e deriverà una 1'attacco. Sue caratter istiche erano: che si svolgesse sotto la rjpartiz.ione di compiti per le g randi un ità dipendenti, nel protezione dell'avanguard ia e pri ma che s? penetrasse nclfa senso della fronte, e in quello de lla p rofondità. La prima zona che poteva essere oattuta con una certa efficacia dalle viene fissata in base alla distinzione tra azion i pr incipali e più potenti artiglierie nemiche; che avvenisse per ab per azioni concmn itanti; avran.110 fro!l te rr1inore 1e gra ndi unità evitare franuriìschiament i; che si effettuasse su una fro nte destinate a compiere maggiore sforzo. Queste si scaglionano

ciascuna. Il rcgg. non doveva oltrepassare la forza totale di 432 presenti. Gli S. fu rono, nel 1797, prima allontanati da Ve rona, dove e rano in buon nun1cro, poi sc.iolt.i, <l 'or.. dine del Direttori(), da l gen. Buonap~rte.

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maggiore di guella ritenuta opportuna all 'inizio de l combattimento d i fucileria, per coosemirc libertà d i movimento ai reparti o facilità d 'occultamento. Ora invece S. ed avvicinamento sono operazioni contemporanee , in quanto nell'iniziare l 'avvicinamento la divis. si schiera, salvo a per~ fezionare il dispos itivo durante l'avvicina1nento stesso e l'attacco.

Sc!,ieramento de/l'art1gt1ena. Si inquadra in quello delle grandi unità ma assun1e una propria caratteristica in rapporto alle esigenze del paTticolare impiego. S11lla base di quest i compit i, e tenendo presenti le caratteristiche tecniche delle• artiglierie, si predispone lo S. determinandosi le dipenden7.e ed organ izzando l'osservaz',one ed i collegamenti . L0 S. deve consentire l'esecuzione pronta, intensa, precisa della manovra di fuoco e l a continuità del la cooperazio1vo dell'art. con la fanteria . Ciò si ottiene assicurando ad ogni unità d'art. la maggior possibile ampiezza e profondità d i wna battuta, agevolando la sovrapposizione delle zone battute nel le diverse unità e predisponendo il facile , graduale , e rapiào spostamento delle artiglierie per evirare che ent rino in crisi di gittata efficace. Le .dipendenze debbono essere regolate col criterio: a) di conservare quanto più possibile le dipendenze organiche; b) d i far corrispondere la comunanza di dipendenza alla comunanza dei compiti; e) di mettere a d isposizione di ogni comandante j mezzi indispensabili per attuare la manovra d i fuoco sul tratto d i fron_re di s ua con1pctenza; quando i n1czzi siano scarsi ln relazione ai con1piti, si p referirà tencdi accentrati , ammet• tendo tu ttavia i comandi dipendenti a chiedere diret tamente l'intervento {ii talune unità cl 'artigl ieria, in casi ed entro limiti prestabiliti. In d ifensiva lo S. dell'artigl ieria deve r ispondere ad esigenze e requisiti generali analogh i a quelli del lo S . offensivo in terreno libero. Presenta tuttavia, rispetto a q uesto, alcune d ifferen.zc che nella pluralità dei casi si riducono alle seguenti : a) maggiore densità d i pezzi rispet to alla estensione della fronte; b) minore profondità di scaglionamento e postazioni gene ralmente pili avanzate. (a pari cond izioni d i terreno) ; e) meglio definita specializzazione cìelle artiglierie nelle varie azioni tattiche del1'arma; d) più particolareggiata previsione dei compiti, specie di quelli di spia namento e di controbatteria; e) più largo sviruppo <lei servizio d i osservazione e della rete d i collegament i; f) più fondat i i calcoli prevent ivi circa i consum i nelle varie fasi e quindi più precise dotazioni di muniz.jo1'li ; g) maggiore necessità, e possibilità, di segretezz~ nei preparativi , e segnatamente nella occupazione delle pos1az.ioni da parte delle batterie di rinforzo; lt) più ampio sviluppo di lavori protettivi , di mascheramenti , di piste o strade per rapidi rifornimenti o cam biame 11ti d i posizione: ,) possibilità di preventivi stud i circa ulterior i posizioni e itine rari per accedervi.

' Schieramento inì;,iale dell'esercito . È conseguente al piano d i guerra, alla radunata ed ·alle modificazioni a pportate durante la rndunata stessa. Nel d isegno operativo generale si inquadra iJ disegno operativo delle forze terrestr i. Dal concetto d'azione che sta a base d i questo disegno clerivano appu,uo la prima r ipartizione delle forze nel senso della fronte ed in guel lo d i profonditi,. Esso può avere caratte re offensivo, d ife nsivo e ten1poreggiantc. In genere oggi tende a cop rire tutta la frontiera nazionale nd tratto con finante colla nazione bdligcrante avversa; talvolta anche, precauzionalmente, p uò avere i corpi di osservazione e copertura verso le frontiere confinanti coi neutri ,d i cui si nutra t imore . Le forze potranno g ravitare su tal i frontiere

nel caso che nel p iano d i guerra sia previsra la violazione della neutralità, come nel caso del Belgio nel 1914. Le forze

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nel lo S. non sono uniformemente distribuite, ma g ravita110 verso quel tratto di frontiera ove si vuole fare lo sforzo n~aggiore o si teme · che il nerriico attacchi con forze ingenti . ti. necessario reagire alla tendenza, inspirat1 da r agioni politiche e morali, d i voler coprire tutta la frontiera per evitare una invasione del ter ritorio n azionale, perchi: la vittoria è decisa dalla battaglia, e solo con essa e per e~sa si r isolvono k q uestioni territorial i. In caso di coalizione lo S . strategico dell'esercito nazionale ouò contemplare la presenza d i grandi unità in territorio d i nazione alleata per approfittare d i cond izioni più favorevoli per un 'offensiva in bas<C ad accordi politico-m ilitari sanzionati nel piano di guerra .

Schierani (Riccardo) . Generale , n. a Pavia nel 1870. Sottot. di fanteria nel 1892, fu in Eritrea nel 1895-96 e insegnò geografia aJla Scuola m ii. di Modena. Nella guerra con tro l'Austria, comandando il bgl. alpini Vicenza nel 1916 meritò la promozione a tcn. colonnello per merito d i guerra e la med'. d 'argento . Colonnello nel 1917, comandò in Libia nel 1918 e 1919 la zon a mii. di Derna _ In P . A. S. nel 1920, fu promosso generale di brigata rn -" · R . Q. nel 1926 e nel 1932 passò nella riserva. Sch ifferstadt. Villaggio del Palatinato Renato (Germania) sulla sr. del Reno a· 15 Km . circa a S .-O. d i Mannhein . Combattimento di Scl1ifjerstt1dt (23 maggio 1794). Appart iene alle guerre della Repubblica francese, e si svolse fra un corpo austr"iaco (Mollcndorf) di 40.000 u. e un corpo francese (Dcsaix) d i 16.000 che occupava S . li gen . Desaix aveva in iziato il ripiegamento, quando venne attaccato. Dopo una lona tenace d i tre ore, gli giunse la riserva : allora gli Austriaci furono con trattaccati , respinti e cost retti alla rit irata perdendo 2000 u . fra morti e feriti. Le perdite francesi salirono ad 800 u . fra m . e feriti_ Schiffi (Giova1111i). Generale, n . di A lessandria ( 181919cJ2). Soldato di fanteria nel 1836, nel 1848 d ivenne ufficiaic. Partecipò alle campagne del 1848-49, 1859, r86o-61 , 1866. Colonnello comandan te i cava.lleggeri Saluzzo nel 1873, passò neJla r iserva nel 18j7 e nel 1893 fu promosso magg. generale.

Scl,ijfi Mario . Generale_, n. a Vigevano nel 1860. Sottot. d i cavalleria nel 1881, d ivenne colonnello nel 1911. Ebbe il comando dei cavalleggeri d i Lodi e fu in L ibia . Magg. generale comandante la ~a brigata cavalleria nel 1915, andò in P. A . nel 1919. N el 1923 assunse il grado d i generale di divis . e passò nella r iserva nel 1929. Sch illing (von Ch r.). Costrut tore tedesco d i un fucile con chiusura sistema D rcysc, ap!)licata ad una canna d i calibro mm . 10,5, rigata col sis tcn1a \1/hithworth , con otto righe e passo p iù breve. Schilt (Gian Giacomo) . Generale frnnccsc (1761-1842)\'oloniario nel 1779, prese parte alla g uerra d 'America e nei 1792 ~i balli: nei Pirenei. Orientali d ivenendo generale di brigata nel 1795. Nel 1800 fece parte della 1•' d ivis. del l'annata {l "Italia e si segnalò a Mareng o; in ftal ìa ri tornò nel 1806. Fu governatore di Mi lano e comandante del <lip . ddlc Alpi marittime; fece la campagna del 1809. Comandante de ll'Istria nel .1 8 ro , s'occupò per qualcl1c anno dell ,organizzazione <lei regg. italiani e croati ; nel 1814 fu promosso generale d i ·divis . e <1ualchc mese dopo lasciò il servizio,

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Schiniera. V. Gt1mbiem .

Schinner (lvlm·tl110). Prelato guerriero svizz<.:ro, vescovo d i Sion, poi cardinale (1479-1552). Trasse i suoi compatrioti contro la Frnnna, poi in Lombard ia, ove appoggiò a Milano Massimiliano Sforza. Guidò 20 . 000 Svizzeri contro f'rancesco I e li comandò nel la barraglia d i Marignano .

Schio. Città in prov. di Vicenza, sulla sr. del Lcogra. Nel 975 esisteva g ,à un castello sul culle sovr astante . Fu pres;, da Ezzelino da Romano, e poi d agli Scaligeri. Nel 1406, i Veneziani, già padroni <li V icenza , occuparono anche S., che, durante la guerra della Lega d i Cambra i contro Venezia, vide d istrutto <lalle truppe imperiali il proprio casrello. Nel 1514, ritornava sotto i l dominio di Venezia del la quale seguì le sorti. La città- è fregiata della croce al merito d i guerra per h c~mpagna 19,5-18, con decreto 28

marzo 1920.

Schio (Battaglione alpim) . V. Vicenza .

Schioppo (ant. anche Stioppo) . È il nome che tu daro alle p rime arm i d a fuoco, arcf,ibugi (V.) portat ili, che a poco a poco d ivennero più facilmente maneggevoli e meno f"'Sant i. Questa voce si cambiò in fucile coll'adozione della

~ Schioppi del secolo XV

pie<ra focaia e si usò il nome d i S. w)o pi,', per ì fucil i da caccia. Lo S. era d ì ferro o bronzo, sostenuto da una p iccola cassa d i legno. La <lotazione delle mun izioni per g li S., archibugi, spingarde, ecc., e ra gcnerahncntc di cento pallottole per ciascuna arma.

Schioppettiere (e ::icoppettiere). Soldato armato <li schioppo : poi fuci liere, da fucile . Schioppett'tl, o Scopetta, era una specie d i carabina a pietra focaia, con canna leggermente incam panata, allargata verso la bocca, pur dif-

ferendo alquanto dal trombone. - Schioppetto, o Scçpctto, era il piccolo schioppo che lanciava pallottolìne d i 10 gr . ci~scuua .

Sch i pani (Giweppe) . Generale della repubblica Partenopea, n . d i Catanzaro, m . nel 1799. Già ufficiale dell'esercito napoletano, fu d imesso dal grado per le sue idee libera li. Sorca- la repubblica fu nominato generale e comandò una legione d i 1500 u. Inviato contro le sch iere del cardina le Ruffo in Calabria, fu battuto e dovctre ritirarsi . li r3 giugno 1799, mentre tentava di aprirsi la st rada fra le schiere nemiche, presso Resina, fu sbaragliato pel tradimento dei Dalmati; riffiasto quasi solo, cercò di mettersi in salvo travestito eia contad ino, 1na, scoperto, (u preso

e dal tribunale speciale dì Procida condannato a l patibolo.

Schirò (Giacomo). Medagl ia <l 'oro, n . e m. a Piana dei Greci ( r901 -192'J). Giovane, gloriosa vittim a dell'ondata d , aberrazione antipatriottica e sovversiva che si abbattè sul nostro Paese nell 'immediato ~lopoguerra. Il giovane. appartenente a d istinla famiglia italo-albanese, era studente liceale a Napoli e volontario ne] 12" bgl. p remilitare « Napoli », del quale vestiva con orgoglio la bersaglieresca uniforme. Recatosi a trascorrere le vacanze estive nel paese na tale , appunlo per questa sna abitudine di vestire I 'uniforme, fu falto segno ;:, dileggi ed apostrofi ingiuriose da parte di demen ti sovversivi, fìnchè un giorno fu add irittu ra agg red ito da una turba d i facinorosi. sacrifìc-a.ndo eroicamente la vita. Alla memor ia dell 'eroe giovinetto fu confeSchirò Giacomo rita da l Governo fascista, come una riparazione cd, insicn1c, un 'esaltazione, medaglia d'oro al valor m ilitare con la seguen te motivazione : « Inspirato ad alti sentimenti <li patriottismo e di civismo tenne cesta risolutamente ad una turba di sovversivi che vilmente lo avevano aggredito, profferendo parole di vilipendio al Re ed all a Patria. Dopo essersi difeso accanitamente con la baionetta, colpendo anche uno degli avversari, sopraffatto dal n umero e respinto dentro la sala di un C ircolo , cadde crivellato da ben cinquantatri: ftrite. Abbandonato a terra morente, ebbe la forza suprema d i trascinarsi per la ·sala, di raccog!iere una bandiera nazionale, strappata e buttata a terra da quei forsennat i e d i avvolgersi a<l essa. Fulgido esempio del piò puro eroismo, em ise l'ultimo respirQ stretco a ncora tra le pieghe del glorioso sim bolo , r iconsacrato dal suo sangue generoso » . (Piana dei Greci~ 23 luglio 1920).

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Schizzetto. Archibugio <li piccole d imensioni , con can na lu nga, cal ibro piccolissimo : era in uso nel secolo XVII. Schizzi (Topogrnfia). Rappresentazioni graJìche , risultato di un rileva.mento a vista. Si classificano in planirne~ triCl e panoramici. I pri mi si <listiuguono in l< rapprescn!ativi » , se rispondono a uno scopo generico e danno quindi tutti i particolari del terreno; cc <li1noslra1:ivi \\ se rispon<lo no

a uno scopo speciale : occorre in ral caso mettere in ev idenza

alcuni partico lari che 1ncglio in teressano ; tali particolari

Schioppettiere a cavallo (secolo À.'"V}

vengono o csag<:rati n.el le proporzioni pcrchè meglio ri sal ~ lino, o disegnati cun maggior cura o rapprc!\entati con segni ~pccialj; t( schematici )> , se eseguiti con poche linee trac-


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ciate su di un foglio, sufficienti a riassumere l'espressione d 'insieme del terreno che si vuole rappresentare. Negli S. schematici e in quel li d imostrativi, i più usati dai m ilitari , ,i deroga, nd graficismo, dalle comuni norme di rappresentazio ne. Così: le strade possono essere rappresentate con una sola linea continua, traueggiata, punteggiata o mista, a seconda <lella loro categoria ; i villaggi , discgn:iti col solo contorno, rratteggi3tO 11clla parte inte rna; la vegetazione, indicata anche con sole lettere: C. campi, P. prati, V. vigneti, ecc.; quando però la vegetazio ne costituisce elemento importante dello S., dovranno riportarsi : dirc?.io ne dei filari d 'alberi, d i viti, d i sostegni , specie d i piante predom inanti nej bosch i, ccc.:. Per i cors i cl'3cqua, si irH lichcranno, con una freccia, la d irezione <lclla corrente, e, con numeri , la velocità, b portata, ecc. Le scrinure potranno essere fatte con tipi e calligrafia in armonia colla precisazione del d isegnn. Con una freccia, in margine al foglio del discgnu, si sci;11crà la d irezione della linea nord-sud , per 1'oricntamrnto. Colori vari faranno risaltare i particolari più importanti in relazione allo scopo cui risponde lo schizzo. Si aggiungeranno . infine, lullc quelle indicaLioni atte a giustificare e a completare lo scl, izzo: titolo , <1ualità (se rap presentat ivo, d imostra tivo o sche matico), grado e nome del compi latore, data. In genere , gl i .S. so110 sempre a scala g rande; ciò per dar modo di inserire segni speciali d1 carattere militare (truppe. alloggiamenti). :,,./on portano rncor 111ci:llu ra, ma conservano i contorni irrègolari. Un:i leggenda riporterà gl i speciali :,cgni c.onven~.ion,1li adope1ati, e una nota conterrà tutti quei dati che non è possibile desumere dal disegno e che possono riu<circ utili a chi deve servirsi dello sch izzo. L ' :ihimeiri:i è rappresentata, nitre che con qualche quuta, con curve dimostr;ttive e, a l!'occorrcnza, con tratteggio . Con gl i S. panoran1ici si rappresentano le forme del terreno e ogni sua acl'idencalità, in proiezione sul piano verticale; essi hanno, quindi, il ,·antaggio di riuscire evidenti e facilmente comprensibili a tutti. Si rappresentano , in genere, vari profili del terreno proiettati su pian i verticali e paralleli tra loro; in ge nere t re, corrispondenti alle piccole distanze (da o a 500 metri),

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alle medie (da 500 a 1000) cd alle grandi (<la 1000 a 1500 e o ltre) . Si hanno, così, t re zone <listanti nel senso della profondità: la più vicina si d isegna con tra tti forti, la seconda con rraui di media grossezZ3, la terza con tratti w ttili . Lo S. viene eseguito con prog ressione: da un abbozzo di punti e linee principali, rracciando linee caratteristiche e pa rticolari che più inte ressano, e qu indi alla fi nitura, con la quale si ri tocca il disegno e si rin forzano i t ratti ove necessita. No n occorre che il d isegno riesca pcrfeuo; è sufficiente che possa dare un ' idea chiara del come si presenta alla nostra vista un panorama. J.,a sua co~tru,dunt non richicclc, ciuindi, artisti provetti, ma esercizio ,ontinuo, il che si può pretendere da ogni ufficiale. Schizzi l'ictro, Generale medico, n. a Venezia nel 186o. Sottot. medico nel 1885, fu in Eritrea nd 1887-88 e 18951896-97. Colonnello nel 1916, fu direttore di Sanità a Milano, d irettore del l'ospedale mil. d i Padova, e, dal 1921, direttore di Sa ni tà del C, d 'A. di Bologna . I n P. A . nel 1922, venne nel 1926 promos,o magg . generale medico e nel 1930 passò nella riserva,

Schleiz. C iuà della German ia, a sud di Jena. Comba11imc111u di Schleiz (9 ottobre 1806). Appart iene alle g uerre dell 'Impero francese. \ien trc si com!,iva i l grande aggiramento che condusse ad Jena cd Aueistaclt. il gen . Bernadoue, con due divis. e la brigata di cav. Las;d le, attaccò il 9 o tto bre il gen . p russia110 Tauenzicn che cu11 6000 Prussiani e 3000 Sas.1oni si trovava :, S. a lo11ta11:,1 prutezionc del fianco de ll 'armata prussian a. li gcn . Taucn;(ien doveue ripiegare su alture, dove tentò una nuova rc;istenza . Auaccato nuo,·amentc. fu ,confiuo cd inseguito clalla cavalleria di \iurat. La nolle sopravveniente sa lvò il Taucnzic11 da un completo d isastro; eg li perdette 400 u. morti e altrctranti feriti , 300 prigion ieri e lasciò- nelle mani dei Francesi tre cannoni,

Schlestadt (o Sc/Jlerw adt). Città del!' Alsazia (Francia), su l fiume lii affluente di sr. del Reno, Nel 1632 fu occupata dagli Svedesi e nel 1634 rioccupata d ai Francesi . L a

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Assedio di Schlestadt ( 1870)


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Schlieffen (conte Alfredo von). Generale tedesco (18331906). T e ne nte ne l 1854 , (ece i corsi d e ll a Kriegs Akademie e passò nello S. M. Fec<: le campagne del 1866 e del 1870-71; nel 1876 era colonnello, nel 1866 m,.gg. generale , nel 1889 tcn . gcncrnlc . Nd 1891 assunse l a carica di capo di S. M. d cli 'c,crcìto e la man1cnne sino alla morte. Dc,e appt!nlo la , ua

pace di Westfalia !"assegnò alla Francia e Luigi XIV la fece fortificare d:11 Vauban. Nel 1814-1815 (guerre dell'impero) fu in vano assed iata dai Coalizzati.

Assedio di Scldcstadt (1870). 1\pparticne alla guerra Franco-prussiana e fu operatn dalla 3• brigata mista di riser\'a prussiana (gcn. Schmelin!(). l. ' 11 ottobre incoininrìarono le l'cgolari operaz io ni d'assedio con l'affluenza di n ume rose a rtig lierie (56 bocche da fuoco di vario calibro), li 20 s'iniziò il bombardamento contro le opc1c staccate e conrrn la fortezza. La pian.a resistette fino a! 24 011nbrc, e poi si ar. rese. Caddero nelle mani dei Tedeschi 2000 u., 7000 fucili, 20 c~111noni , gran copja di munizioni e vettovagl ie. I T e• desch i inconrracono in t uuo la perdita d i una ventina di uomini.

notorietà nel campo mi lita re

m oderno :ili 'opera sua ,volia 1n tali man$ioni come 01ganizzatore, e so;nauuno come autore del piano di ÌJI\ asione in Fr:111ci:1 .

Schleswig, Ducato della Germania, alla base del!a pè· n isob dello Jutlancl , continantc con la Da11imarca, che, unito al O ucalO dell 'L--!olstcin , forma oggi la provincia gcr• manica di Sehlcswig-Holstein. Fece parte dei dominì della Corona danc.<e, ma i suoi abitanti, di origine gcrmanic3, !ouarono a lungo per sottrarsi a quel dominin. Kcl XIX secolo le rivolte contro i D,,nesi d iedero motivo a ll 'inter'<"IHo dd la Co11[t d ernio ne )ltl'manica cd a lle guerre dei Ducati che as~icurarono lo S. Il . alla Prue.sia . Un a porzione (nord) dello S. tornò ad essere annesso alla Danimarca dnpo la guerra Mo11d1alc lTr:1t1a10 di Versailles, art. 109)-

Piano Sdilieffe11. Prende Schlicffcn Alfredo tale nome il piano sopra accennato, che partiva ,lai conceno basilare di distruggere ra• pidamcnte l'esercito di campagna francese. Lo S. c hiamò « Annibal ico ,, il suo piano, pcrc laè m irava ad avvolgere tutto J'c~crcito france :e ,nobilitato con una gra nde m:movra ,trntegica avvolgente, simile all"avvolgimcnto dei Romani a Canne, cffcttuaco, allora, nel campo ta11ico. Tale sua dot-

S eh /,·s,vi g. Ci11à <id i a Gcr111,1nia nella provincia

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omonima, poco a nord del Canale di Kicl .

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lfallaglia di ScMcswig (23 aprile 18.18). Appart ie ne alla guerra dei Ducati. Un cstrcìto della Confederazione gcr-

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gli abitanti d ello S . ribellatisi ai Danc,i. 11 ge n. W ra 11, gel, che ne aveva il comando, allaccò l'esercito danese, comandato dal princ ipe Federico, presso S. c g li inHisse una dura sconliua: W rangcl non potè in seguire i Danesi poichè questi si ripararono nelle isole /\lscn e Funen, dalle quali

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l'iror11arono ·poi i n terra fcr.

ma per ri prendere la campagna.

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Schley (-Win/icld) . Amna iragl io a1ncrica 110 (1839,'l'\.o~Ù~t~u.~<.)ttr < 1911). Panccipcì a lla guer ra ··.... di Scccs,ionc. Nel 18()8 prese uu11111n11111 parte ali;, guerra contro la Spagna col :;rado di capiIl piano d i guerra del generale Schlieffen ( 1ço5) tano cl i vascello e cooperò :11!,1 distruzione della squ3• dr:i di Ccn•era a $;.1111 iago. Contrammir. nel 1899, com,rndb trina fondamenta le lo S. illustrava ndla sua nota opcrd clourìnaria u Cannae • · Il piano pn:\cdc\'a. in conseguenza, una squadra americana e nel 1<)06 lasciò il "'""1z10. la radunata dell'esercito tedesco alla frontiera, ben d1SLinto Schl ick (conte France,co) . Generale au., trinco ( 1789- 1862). in due nuclei : q uello pe r la copenur:t dell'Alsa1.in e LoCombatti: cont rv Napoleone ad A,pern ed in U,rgher;, conrena e quello per la manovra . li primo consrava cli 4 llù gli ìn;orri. Nella campagna d'Italia elci 1859 combanè C. d';\. e mezzo, di 3 d ivis. di cavalleria e di due di landwchr, oltre ai presidi di ~-letz e d1 Strasburgo; s.chica Solferino quale comandante della 2• arm.1ta austriaca.


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ra to (lal confine svizzero a Thionv ille sulla Mosella, doveva temporeggiare, gua rdare le due provincie contese ed eventualmente conco,-rerc all'offensiva generale. l i secondo nucleo doveva, perno a Thionville, eseguire una _g'rande conversio ne a ~r. attraversando il territorio belga , passare

coll'ala marciante all'ovest di Parigi; avvolgere l 'esercito nem ico e schiacciarlo tra Parigi stessa ed il confine tedesco , verso sud, cioè verso la Svizzera. All'uopo era previ~ta la costituzione di q uesto nucleo su tre gruppi d 'annate : 1° gruppo (9 C. d'A . attivi, 7 di riserva, 6 di « crsatz n e 5 di vis. d i cavalleria): doveva Iun·~ionare da ala marciante e travolgere Parigi; 2<> grnppo (6 C . <l'A . aHivi e una di vis. d i cava lleria) : <l i collegamento nel mQv imènt() di conversione fra i l precedente gruppo ed i l seguente; 3-0 gruppo (8 C. <l'A. attivi e 2 div is. d i cavalleria): destinatb al! 'attaccc, frontale, per attanagliare il nemico tra Metz e Thionville, onde facilitarne l 'avvolgimento da parte dell'ala marciante. Completavano k linee essen.<iali del pianç, numerosissime d isposizioni dettagliate circa la parte esecutiva, per l'armonico muovers i di sì ingenti 1nassc <-l'uo1nin i; <la notare sopraltutto quella che obbl igava a soste su d iverse linee predisposte dura nte il grande movi mento di conversione, per evitare che il movimento d ivenisse troppo celere e pennettere invece di organizzare adeguatamente i .servizi necessari in stretto collegamento col progredire della ma•• novra . L'aver d imenticato tali s0s1e (u, forse, la vera causa profonda per cui questo piano, attuato nel 1914, fallì: il Moltke junior lasciò troppa libertà d'azione ai suoi comandanti d 'armata e quest i precipitarono le cose, giu ngendo sulla Marna separati e coi servizi in d isordine . Il Moltkc junior , inoltre, modificò tale piano indebolendo l 'ala marciante a favore del nucleo posto, a difesa dell'Alsazia, troppo preoccupato d i un eventuale offensiva francese i n Alsazia; indebolimento aggravatosi quando, per fronteggiare gli avvenimenti della Prussia Orientale, il Moltke tolse ancora 2 C . d 'A. all 'ala ma rciante; corpi che poi giunsero troppo tardi sulla nuova fronte.

Schliengen. Borgo della Germania, nel Baden, sulla d r. del Reno, alle falde della Selva Nera. Combattimento di Sc!1lie11ge11 ( 1796). Appartiene alle guerre della Repubblica francese e si combattè fra le truppe del Moreau e q uelle dell'arciduca Carlo. Il primo, che batteva in ritirata per ripassare il Reno, schierò i suoi lungo una seri~ d i alture che cor re trasversalmente dalla Foresta Nera, coperto sulla fronte nord dal ruscello d i S. L'a rci<luca, riuniti i suoi il 23 ottobre fra Neuenburg e Mulheim, veniva il giorno seguente all 'auacco della fronte avversaria, cii cui la d r. rappresentava il tratto più importante, come quello che copriva la testata della valletta della Kan<lcrn, d a cui era facile girare la posizione e scendere verso i l Reno prevenendo il d ifensore a Huningue. Ma gli Imperiali trovarono salda resistenza ovunque; nè seppero far p,rcponderare lo sfor:«> decisivo sulla dr. avversaria per · d ifetto d i forza e di coordinnzione; re$pinti dappr:ma, riusci~ rono bensì ad occupare Kandern , <..lopo varie vicende, n1a i Francesi

sj ~ostennero sulle alture di

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sgrazia, passò al servizio dell'elettore di Sassonia e dell 'imperatore Carlo VI. Feld maresciallo nel 1741, andò al servizio di Federico II di P russia dal quale ebbe l'incarico di varie ambasciate e la nom ina a feldmaresciallo.

Schmidt. Costruttore d'armi da fuoco, svizzero. ~d 1873 costruì un fucile a retrocarica, solido e sempl ice nel suo meccanismo. Nella scatola d i culatta, avvitata alla canna, sono fissati il blocco di chiusura, l'~strattore, la molla di arresto cd il fermo anteriore. li blocco otturatore contiene il congegno d i percussione. Una specie d i cate-

Sopra: fucile S chmidt.

Sotto: fucile Schm idt-Jung

naccio posto sul fianco destro della culatta viene manovrato per mezzo d i un manubrio. T irando i ndietro il catenaccio, il blocco ouuratorc si abbassa , l'estrattore estrae ed espelle il bossolo, il pci·cussore si arma . Introdotta una cartuccia, e spinto d i nuovo innanzi i l catenaccio, il blocco otturatore si rialza, chiude la cam<::ra ed il percussore rimanen<lo arma to, l 'arma è così p ront a per lo sparo. L'alzo, pure dello Schm idt, è del sistema a quadrante. :È <lei lo stesso costrnttore una pistola a r otazione, mori . 1874. Quest 'arma aveva fa particolarità che, dopo sparati i sei colpi, la canna ed i l cil indro poteva no essere girati, per mez.zo d i un asse, sulla dr. e un bottone posto sotto la canna, premuto vivacemente, spingeva l'estrattore a stella , sì che i bossoli venivano contemporaneamente tutti estratti. 1

Pistola Schmidt mod . 1874

Ricaricata I'arma, si g irava a sr. ca nna e cilindro, e si fissavano nell a g ius\a pc)sizione per lo sparo per mezzo d i un gancio posto superiormente al castello ed i n-1111.ed ìaramcnte avanti· a1 cane: lo scaricare ed il r·icaricare l'arma era quind i fatto con un movimento sempl ice ed abbastanza celere. D i essa ne fu costruito un mo<lello d i piccole dimensioni, con cal ibro <li mm . 9, che venne proposro per la dotazione agli ufficiali appiedati. Lo S. ideò anche un

Munzenberg-, che

proietto per fucili rigati, cilindrico con punta ogi,·ale (1860)

domi nano da sud ouclla località . Il combatdmcnto si protrasse sino a quand~ la fi,ta nebbia e un violento uragano vennero a dargli termine. Nella notte il Moreau potè disimpegnarsi e ripiegare su 1-Jaltingcn, passando <li poi, indisturbato, il Reno.

e portò utili m'>d ificaz.ioni al congegno d i chiusura del fu. cik Amskr .

Schmettau (conte Samuele). Generale austriaco (16R41751). Partecipò alle gu{'l re contro i Turchi; cadu to in d1-

Schmidt-fung . Armaiuoli svi zzc r,, che nd 1865, costru irono un fucile a retroca rica il cui ouu ratore era fissato all a scatola d i c.:ulatta per mezz.o di una cerniera. e si apriva da d r. a sr . Con questo mov ime nto s i poteva caricare l'arma ; abbassando l'otturatore il fucile e ra ca rico e la


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stessa leva che serviva per q_ueslo movimento arn1ava il percussore con tenuto entro l'otturatore stesso. Questo sistema era stato proposto per la trasformazione dei fuci li ad avancarica in fucili a renocarica.

cia lrnente adatto contro bersagli mobili, ad es. · nella d ifesa costiera . Lancia un proietto d i 50 Kg. a 26 Km ., con veloc ità in iziale d i 9 00 metri al secondo.

Schneider. Società francese costruttrice d i artiglierie, carri arn1ali, ccc. di vari calibri e tipi.

Artiglieria Sdmàder da mo11tag11a. Costr uita dopo la guerra (mocl . 19,9), comprende un cannone da 75 e Uil obice d a 105 m m . 11 primo h a una port ata di oltre 9 K m . e il secondo d i circa 8 Km . Mobilità, robustezza, semplicità cli meccanis1ni, sta bilità nel tiro caratterizzano qucstj pezzi, i qual i raggiungono la celerità di 20 colpi al mi nuto. Tanto il can none che l'obice sono d ivisi in due parti: tubo anteriore e man icotto posteriore; g uest'ultimo porta

è.

Cannone Schneidcr ~ long puissant •

Obice Sd111eider (pes,111/e campale). Calibro 155 mm . Proietto d a Kg. 43 ,2, gittata circa 15 Km . , velocità in izia le 600 111 . al secondo, elevazione 65", settore orizzontale 55°. Adon:i to dagli Stati U niti nel 1930.

Obice Schne.ider (modello 191 9)

gli organ i del! 'otturatore e si avvita alla pa rte posteriore {lei tubn. Sette muli occor rono per il traspnrto a salma del .:annone scomposto; otto per quello dell 'obice. A11tobli11tlomitmglia1ricc Sdweider (tipo 1928-29). Pl acche <li blindamento d a 3 a JJ ,4 mm. , lunghezza m. 4,20, larghezza r ,7 0, altezza 2,45 1 peso 6 tonnellate, armatnento

Obice Schocidei· da 155 /Stati U niti)

Obice Sclm àder-Creusot (su imtal/azione fenoviarta). Modello 1930 : calibro 520, lu nghezza 16 calibri; peso del proietto 1400 chilogramm i, velocità iniziale m. 500 al seco ndo, gittata 18· chilometri, peso totale dell 'installai.ione 265 tonnellate . pla.ttafor-11U1 deÙ'affwt

to.lalo

j

Autoblindo Schn'.!i<lcr 1928

due cannonc in i d a 37 mm . e 2 mitragliat rici accoppiaci due a d ue in torretta, equipaggio 3 u ., velocità massima 45 Kmh ., raggio d'azione 200 K m .

Cannone Sd111eider. Calibro 105 mm. Peso del proietto Kg . 15,6, ve loci tà iniz iale 111. 660 at secondo, elevazione

6o'', settore di riro orizzontale 80°, aflusto a coscie mobili. Adottato dalla Jugoslavia (1932).

Cannone Sclrneider (« 'long puissant »). Calibro ,55 mm .

f:: su affusto a piattaforma, a in tero giro d'orizzonte, spe-

carrello s irnvo11!'

t raverse dl legno .

Obice da 5 2.0 Schneidcr-Crcusot (DZ, pen10 di rntazio ne con rulli di sconimcntò)

Sclmeider A11tot1io Jlirgilio. Generale francese (1780-1 847). Fece le campagne napoleoniche e si segnalò in Russia. Combattè nella Spagna nd 1823 e partecipò alla spedjz.ione della Morea nel 1828. L uogotcn . generale e deputato nel 1834, fu minist ro della guerra nel 1839-1840.

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Schneiderite. Miscela esplosiva della seguente composizione cen tesimale : nitralo <l'an1monio p . 87,4 ; d initro• naft alina p . 12,6. È uri csolosivo d i sicurezza e du ra nte

l' ulti111a guerra fu ,anche it~picgato per il c:uicamen co dei proiett i.

Schoenhals (Carlo) . Maresciallo austriaco (1788-l856) . Combattè nelle g uerre napoleoniche ç nella- cam pagna del 1814 contro M urat. Nel 1830 fo a Milano, e vi rimase fino al 1848, partecipando alla campagna d i guell 'anno e a quella del 1849 sotto Radetzky, d ivenendo ten . maresc iallo. Poi si ri tirò a vita p riva ta e scrisse una biogr afia d i llaynau e le ,( ~kn1orie <li un veterano austriaco }>·. Schomberg (Gaspare di ). Generale tedesco al scrviiio della Francia (1540-1599). Nel 1562, a capo di Ugonotti, d ifese la città d i Angcrs attaccara dai Cattolici. D ivenuto poi cattolico e naturalizzato francese, louò comro i P rotestanti e d ivenne colonnello generale della cavalleria . (Il

Schoonhoven. Città dell'Olan da merid ionale, sulla Lek . Antica piazzaforte. Assedio dì Schoonhoveu (1575). App;1 rtiene alla guerra d i Fiand ra e fu posto da Hierges, comandante delle t ruppe spagnuole nei Paesi Bassi . Il principe <l'Orange inviò i n soccorso degl i assed iati tr<:: navi cariche <li tru ppe, con ~nti-

glicrie e muni7.ioni, al comando del signor dc La Gardc . Questi riuscì a rompere il ponte che il J-1 ierges av,eva fatto gettare sull a Lck, ed a passare col bastimento su l q uale egli era i1nbarcato, m alg rado il vivo f uoco del nem ic:0 ma gli altri due legni si perderono. Gli Spagnuoli riattarono 1

imn1cdiatamente

il ponte e la piazzaforte rin1asc asscrra-

1sEarn come prim a. L'a rtiglieria degli assedianti riprese a hombardare la città e ad apri re la breccia. Allora la guarnigione, il 15 agosto, chiese di capitolare ottene.ndo dal comanda nte spagnuoJo condizioni vantaggiose .

Porne o riginario tcdeS<.;O era SchOnbcrg).

Schomberg (Enrico come di) . Maresciallo d i Francia (15i5-r6p) . Successe al padre Gaspare nel cornando delle truppe tedesche al serv izio dell a Francia. Ambasciatore in I nghilterra nel 1615 c<l in Germa nia nel 1616, passò nel 1617 in Piemonte. Divenne poi g ran mastro d'art. e lottò ne! 162 1 ·22 contro i Protestan ti. Marcsc. fii Francia ud 1625, partecipò all'asseclio d i L a Rochelle (rfo8) e nel 163r combatti: in Lorena . Nel 1632 ripor tò la vittor ia d i Castclnaudar y e<l ebbe il governo della Linguacloca. Schomherg (Armando, duca dt). Maresciallo d i Fraoda del sec. XVII. Nom inalo nel 1650 luogoten . generale, si battè nelle g uerre del suo tempo e consolidò l'indipe ndenza del tortogallo battrndo gli Spagnuoli a Villa Viciosa.. Comandò poi l'ar n1ata d i Catalogna, fu nominato maresc. nel r 675 e si segna lò nei Paes i. Bassi . Per la _revoca dell'editto di Nantes esulò dalla Francia: postos i al ser vizio d i Guglielmo IlI, lo seguì nel 1688 i n Inghilterra e due anni dopo cadde alla _battaglia di Boync. Schi:inbrunn. Castello imperiale austriaco p resso Vienna . Napoleone I vi pose il suo q uartier generale nel 1805 e nel 1809, e vi dettò le condizioni della pace di Presburgo prima, e cli Vie nna poi . Schi:inburg (f-lartenstcin , principe L uìgz). Generale auSLriaco, n. nel 1858. Allo stoppio della guerra Mondiale era rnaggior generale nella riserva : comandò una brigata di cacciatori e cornbattè sul fronte O rientale d ivenendo feldm aresciallo al comando d i una d ivis . di fanteria e quindi del IIl C. d'A . col quale fu poi sull'fsonzo . Nel l uglio del 1916 partec)pò ali 'offensiva sugL Altipian i al comando del XX C, d 'A. Promosso gen . d i cavalleria , comandò nel r917 il XJV corpo d 'armata e in fine il IV corpo. Schi:iner (di Sciindom , Odi/o) . Generale u ngherese, n . nel 18ì7. Sottot. nel 1897, seguì i corsi della Scuola di guerra e passò nello S. M . partec ipando alla guerra Mond iale . Nel 1917 divenne comand ante d ei corsi per ufficiali e sottufficiali a Merano. T ornato

in

U ngher ia, raggiu ns~· il grado d i Schoncr Odilo generale nel 1925 e comandò il campo <li . esercitazion i, passando nef 1927 a comando brigata.

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Schooner da guerra austriaco (scc. XIX)

Schooner. N ;1 ve a vela sul t ipo della gokua o del brick, a due alberi. Il n ,mc viene dai mari dd Nord , e fu italianizzato in ,~ $cuna )) . Fu adoperar.o in marine da guerra, specialmente come n ave scuola . Schorndorf. Borgo della Germania nel Wi.i rttenberg, in prov. d i Stocc~rda, sulla Rems, gi~ fortificato. Presa di Sclwrndorf (1707). Appartiene alle guerre di Luigi X IV . Il marcsc. di Villars il rs giuguo investì la piazza, difesa da lilla gllarnigio1fc di 500 u . 1 lavori d 'attacco furono spinti con .alacrità . Il governatore si d ifese per g ualche giorno, col fuoco, ma, vedendo i lavori ormai molto avanzati, chiese di capitolare ed ottenne di uscire libera111eote con gli onori di guerra.

Schoulembourg (Cristoforo Birl(oltz d,). Generale del scc. XVIII. Ufficiale nel regg, alemanno in servizio del Pie.monte, pa rtec ipò alla guerra per la Successione d i Spagna. Colonnello nel 1726, assunse il comando del regg. Reale Alem anno nel 1729, In t ale gualità ebbe i g rad i di maresc.. d i campo nel 1734 e d i luogotcn. generale di fanter ia nel l i35 e !)artecipò alla g uerra per la Successione d i Polonia. Si distinse a Parma e comandò la fortczw di Pizzighettone. Schramm (conte Gian Paolo d,). Generale francese ( 1789-1884). Partecipò alle ultime uuer re napoleon iche e divenne generale d i brigata. L asciàto il servizio attivo durante la Restaurazione, lo r iprese nel 1830. Nominato ten .


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generale d urante la campagna del Belgio (1832), poco dopo represse j moti di Lione. Nel 1839 andò in Algeria, dove fu per breve tempo governatore. Nel 1850-5, fu m inistro d el I a g uerra.

fortificazione; inventò il reticolato di fil di ferro come difesa accessoria e costruì pia.zzuole per cannoni corazzati ed ,,ffusti corazzati. Infine fu incar icato delle fortificazioni ron1cnc. Scrisse : (e Del l'importanza dell'a ffusto coraz.zalo )); « Di una rad icale riforma della fortificazione perrnaue1Jlc »;

Schroder (Ludovico von) . Ammiraglio tedesco (185,1r933) . f'L1 insegnane,;, ali ' Accademia <ii Marina, e, da ammiraglio, ispettore d elle artiglierie navali . Collocato a riposo prima della guerra Mondiale, fu richiamato in servi zio e destinato al comando d el corpo d i Marina ndle F iandre, che tenne fino alla r itirata dell'ottobre del 1918, guadagnandosi, pcl suo contegno energico, il soprannome di " leone de lle F iandre» . Durante );i rivolta della Marina nei primi g io rni di novembre 1918, . lo S. fu nominato dal Kaiser, governatore d i K iel , con l 'incarico di domare ogni indisciplina, ma il cancelliere principe Max del Baden re-

,, Gli affusti corazzati nf il loro ulteriore sviluppo di fronte alla critica ed all'esperimento dj Bucarest>),

vocò la nomina .

Schi.issenried. Vi llaggio del la Germania, nel Wi.irttemberg , a dr. <lei lago di Costan7.a.

Schuboe. l!>gegnere d anese che ideò un fucile-m itragliatrice, mod:ficato p oi dal gen. Ma,lsen e costruito dalla fabbrica rl'arrn i jnglesc Reser . Pi·ese nmnc di ,t mitragliatrice portatile Madscn-Reser mod . 1908 " ·

Schulemburg (Giacomo di). Feldmaresciallo tedesco (15r5-15ì6). t\l serv izio d i Carlo V, fu fatto prig ioniero dai Turchi. Liberato, prese servizio nel Brandeburgo e nel r542 ebbe il comando d'un esercito imperiale contro i T u rchi. l~assò quindi al serv izio della Sassonia e poi dell 'Impero. Nel 1557 si segna lò ancora contro i Turchi ed e bbe il grado d i feldmaresciallo . Scl,u/cmb11rg (con/e di M_o111dejrn Giovanni d,). Ma recial!o di Francia ( 1589-1671) . Capitano dei cavalleggeri a 17 anni, , lopo aver combattu to in Boemia, partecipò agli assedi di Saim-Jean-d't\ngély e d i Mon talbano (1fo1) ed alla guerra d ei Trenta t\nni, divenendo maresc . nel 1658. Nel 1661 venne nominato governatore d ell'Artois e nel 1665 del Berry. Sdmlemburg (conre Giovanni Mattia di). Generale tedesco ( 1661-1747) . P restò scrvi-'io in Danimarca e in Polonia : sa lvò g li avanzi dell'esercito sassone sconfitto nel 1700 da Carlo XII. Combattè n el 1708 contro Luigi XIV, e ne l 1715 comandò le fante rie di Venezia contro i Turchi e si distinse specia lmente a CorfL1 (17)6) . Nel 1718 iniziò una spedizione i11 1\lbania. Scrisse le sue « Memorie " p ubblicate poi dal /iolio e pubblicò un « Esercizio militare e regola universale <lclÌ'infan1eria della serenissima repubblica

di Venezia >>. Sc/wlemburg Guernardo (di). Generale tedesco ( 16791755). Colle truppe danesi al serviào d ell ' Inghilterra partecipò alla guerra per la •Successione d i Spagna. Colonnello nel 1713 e generale maggiore nel 1719, fu ministro plenip otenziario a Parigi nel 1730. Fu poi luogqten. generale, feldmaresciallo e ministro della guerra .

Schumucker (Giova1111i). Medico mi litare tedesco (1712-

1786). Direttore degli ospedali m ii. di l:lerli□o e medico capo dell 'armata di Federico il Grande, prese parte alla guerra dei Sette Ann i ri1ttanendo gravemente fer ito nelle battaglie di Soor ( 1745) e di Praga ( 1761) . Nei periodi d i gccrra acquistò una vasra cs!Jcricnza chirurgica che dimostrò in un 'in ,portante casistica da lui pubbl icata .

Combatrime1110 dì Schiissrnried ( 179(,) . App,,rticnc alle guerre della repubblica francese. Il geo . austriaco Latouc il 29 settem bre era jn posizio11e a sud di Biberach. con 23 bgl. e 43 sqdr. ( 13.200 u.). l i gen . francese Sai r\l-C yr (2" bgl. 28 s9dr.) era sulle posizioni, fronte a Bibcrach, fra S. e 8uchau . La tour ritcncn<lo, da alcuni movimenti, che i Francesi continuasse:·o la ritirata g i~l iniziata, lanciò la sua avanguardia, rinforzata da altri reparti, da Gro<lt all'attacco d i S. Respin ti g li avamposli francesi, l 'avanguard ia ~n<lò a cozzare con tro forze supe:iori in posizione e dopo accanito combattimento fu costretta a rip iegare con gravi perd ite. Effet tivamente Sain1-Cy, era rimasto su lle posiz ioni pcrchè Moreau intendeva d i con trattaccare g li ALlstriaci a Bibe-

rac/1 (V.).

Schutterey. Guar<lia civ_ica in O landa . L'ord inamento di essa è del secolo X IX. I cittadini idonei al servizio militare dal 25° al 35~ a nno di età appartengono alla S., che si divide in due parti : at1 iva, che comprend e i cittadini dai 25 ai 30 anni residenti ne i centri con una popolazione superiore ai 2500 ab ., e sedentaria, d i cui fanno parte i cit~ t~d in i dai 30 ai 35 anni dei suddetti cent ri, e quel li dai 25 ai 35 anni appartenen ti a comu ni d i p opolazione minore. Schutzpolìzei (per ,ibbrcvi:tzione: Scll/{/10) . Ramo della polizia germanica, a tipo n,ilitarc, istituito nd 1920, che

costituisce un esercito superiore in effettivi all'esercito dell'impero. Dipen<le dal m inistro dell 'I nterno . Ha un effettivo d i 150 .000 u. reclutati per a rruolamento co11 ferma d i 12 anni oppure sen1,a vincolo di ferma. I candidali funzionari e all icvl ufficial i, devono segu ire per un anno i corsi

Sc/111/emburg (Adolfo Federico dt). Ge nerale tedesco (1685. 1741) . Colle truppe dell'Aunover combattè a Malp laque1 (1709). Entrato poi nell'esercito prussia no, fu p romosso CO· lonnello nel 1718, gene rale maggiore nel 1728 e luogotcn . generale di cavaller ia nel 1739. Due anni d opo ri mase ucciso combattendo a Mollwitz.

Schumann (Massimilìa110) . Ufficiale del genio p russiano e scrittore m ilitare (1827-1889). Dal 1863 al 1865 studiò in Inghilterra il p roble m a delle corazze; nel 1868 ent rò nel Comitato degli ingegneri e nel 1871 fu all 'auacco di Par ig i ; nel 1872 andò in congedo e si occupò <ldla difesa d elle piazze, specialmente dell'impiego del ferro nell 'arte d ella

L a schutzpolizei (Schupo) tedesca (1 932)


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cl, un a scuola regionale, d i cui in tutto il Reich se ne contano 20, e nelle quali gli allievi sono raggruppati in compagnie d'ist ruzione . Le un ità d i S. sono costituite in centurie (compagnie), distaccamemi (bgl.) e comand i (reggimenti). li territorio del Reich è diviso in ispezioni di po1iz ia, comandati <la u flìciali ge nerali. La S . occupa le casenne dell'antico esercito.

Schutzstaffe l (Reparri di protezio11e) . Formazioni militari hitleriane in Germania, incaricate di funzioni di polizia e di protc?.ione delle riunioni del partito. Gli effettivi -somn1avano a 40.000 u. L 'armamento era costiluito <.l a pinoie .Mauser e bombe a mano. Per le escrci1azioni e le manovre, la Rcichswehr mjsc a loro disposizione fucili e mitragliatrici. Vennero , oppressi nel 1933, dopo la salita al potere ili Hitler. Schuvalov (co111e Pie1ro l vn11ovic). Feld maresciallo russo del secolo XVIII, m. nel 1672. Si occupò dell'artiglieria e inventò u n tipo d i obice. Schwanstadt. Borgo della Baviera, presso l'Ager. Durante In cam pagna del 1800 in Germa nia, l'armata (rn ncese del Reno, comandala dal Moreau, dopo la virtoria di Hohenlinden, procedeva all'inseguimento delle forze austriac he. l1 gcn. Richepansc, marciando il 18 d icem bre con la propria divis. in avanguardia , avvistò una rc1roguardia nemica nel piano p1csso S. e lanciò contro il centro della linea un regg. sostcnu10 d a una brigata di cava lleria , mentre due bgl. e un regg. cacciatori p untavano lungo lo stradale sull'abitato . I due bgl. s'impadronirono di S. e sboccando dall'abitato, a1tacc,irono alla baionella le fa nterie austriache, già caricate e disordinate dalla cavalleria francc!.C, e addossate verso una si retta incassacu ra presso il fiu me. La retrog uardia austriaca perdcue oltre un migliaio d'uomini e buona parte del carreggio. Schwarz (Bertoldo). Monaco francescano rcdesco, n. ver~o il 1310, m. a Veoet.ia nel 1384. I tedeschi gli attribuirono l 'invenzione della polvere da sparo, ma essa era già inventata; forse lo S. , che era buon chimico, ne perfc<1:ionò la m iscela ottenendone maggior potenza e quindi una meglio sfru11abilc forza di proiezione. La vera fama dello S. risale invece ai perfezionamenti introdotti nella fusione dei cannoni e nçll 'adozionc dei ca nnoni di rame e bron2.o . La repubblica di Vcnet.ia lo chi:,mò per l'impianto cli fonderie di cannoni che nel 1377 ,i;:ià funzionavano: i primi pezzi d i t'1 1i fonderie furono impiegati nel 13j9 all 'as,edio <li Chioggia.

Wagram ( 1809) . Ambasciatore a Parig i nel 18 10, trattò del matrimonio di Napoleone con Maria Luisa. Partecipò nel l 812 alla campagna di Russia al comando delle truppe austriache. N el 1813 sconfisse Napoleone a Lipsia e nel 1814 comandò i Coalizzat i in Francia. Nel 1815 fu nominato presidc111c del consiglio aulico della guerra a Vienna. Sc/11mrzembcrg Felice Luigi (principe ti,) . Feldmaresciallo austriaco, nipote del p recedente (1800-1852). Ufficiale di cavalleria, fu addcu o ,mi i. jn 'Russia cd in Ingh ilterra. N el J8➔6 fu nominato mini5tro pleSchwnrzembcrg C. F ilippo nipotenziario a N apoli . · Nel 1848, col grad,, di magg. generale, combauè contro i Piemontesi. Dopo l'insurrc?.1one d i Vienna dell'autunno 1848, fu ch iamato al m inis1ero. S,h,,,arzcmberg (Federico Carlo, pri11cipc dr). Generale austr iaco, tiglio d i Carlo Filippo . Scrvl nella cavalleria; fece la campagna di N ovara contro i Costituzionali piemontesi (1821); con l'esercito francese la campagna d'Algeria ( 1830); con l'esercito carlista b guerra civile del 1838; con l'esercito austriaco la campagna contro i Polacchi in ri1·olca ( 1846); con l'esercito svizzero la campagna del Sonderbund ( 1847); la campagna del 1848 sotto Radetzk y e quella del 1849 contro gli insotti ung heresi ,olto Haynau, d ivenendm·i generale. Poi si ritirò a vita privata e scrisse parecchi libri, f rn i q uali : « L a presa , l'Algeri nel 1830 »; • Gli avvenimenti di Galizia nel 1846 11; ecc.

Schwarzlose. N ome del costruttore tedesco d i un a m itragliatrice mod. 1907, calibro mm . 8. I due tipi, pesante e leggero, differiscono poco fra di loro. La canna è la stessa del fucile Mannlicher , ri11forzata e raccorciata. ti castello, a forma di scatola. racchiude il congegno di caricamento e sparo. Il congegno di raffredclamenco è ad acqua; q uello cl i caricamcmo e sparo è costituito d a un meccanismo di otwrazione a blocco scorrevole con appoggio po, 1eriore; quello di percussione è a molla spirale; quello di scatto è a leva; quello d i sicurezza è automat ico, collocato nell'impugnatura: quello di ricupero i: costituito da una rnbust a mo!la spirale. L 'ali111cnta1.ionc delle cartucce è co-

Schwarzburg (Ordine di) . Fu istituito ne l 1868 e comprese tre classi; ebbe per insegna una croce ovale bianca, con Icone rampante d'oro. C,oce d'011ore di S., V. Croce. Scl111111rzlmrg-J<11do/s1ntlt (e :Scllzuarzlmrg-So11dershawe11). Piccoli . Stati (principati) della Confederazione ger ma nica , ~omparsi nel 1919 Nel secolo XIX dovevano fornire alla Confederazione stessa un contingente che era, rispcui,-amcntc, d i 989 e di 826 u. comprese le riscl've.

Schwarzemberg (Carlo Filippo, pri11cipe di). Feldmaresciallo anstriaco {1771- 1820). Combatti: nel 1i88 contro i Turchi, e poi contro la Francia sino alla caduta di 1':apoleone. Magg . generale nel 1795 e luogoten . ma resciall o nel 1799, protesse la r iura1a dopo Hohen lindcn ( 1800) e dopo

M it ragliatrice Schwarzlose ( 1 916) (preda bellica, adoperata contro gli Austrit1ci stessi)


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stituita da un caricatore a nastr0 di cela, analogo al tipo lvfaxiln e porta 250 cartucce. L 'estrattore è a gancio. La lu brificazio ne delle parti p rincipali dcli 'arma è ottenu ta automaticamente. L'arma è sostenuta da un treppiede. Cderità <li t iro, circa 400 colpi al m inuto. li mod. 1907 è stato adottato in A ustria ; durante la guerra Mondia le anche in Italia .

Schwechat. Villaggio sul ruscello o monimo alla sr. del Danubio, a circa 20 Km. ad est d i Vicruia.

Sctt

svedese. La 'Prussia imped irà che le t ruppe svedesi della Pomerania soggetta alla Svezia facciano atti d 'ostilità contro qualcuno deglj Alleaci, e per parte sua cnaJ1tcrrà nella gue rra Nord ica una stretta neutralità . Se il re d i Svezia d isapproverà questo accordo e farà la guerra alla Prussia, gl i Alleat i le preste ranno aiuto. Questo trattato sconten tò mol ti, e il re Carlo Xli, tornato nel la Svezia, chiese la restituzione di Stettino. Il re d i Prussia ricusò e la Svezia g li mosse guerra. La Prussia allora, abbandonata dal duca d 'Holstcin che non voleva romperla colla Svezia,

Battaglia di Sd11uec/1at (1848). A pp a rtiene alla guerra d i rivoluzione di Ungheria del 1848-1849. li gen . ung herese Moga aveva ricevuto ocdine. dal suo governo d i portarsi a Vienna per soslcne re la rivolta ivi scoppiara c.ontro il governo imperiale a ustriaco .

Contro d i lui fu mandato il principe W indischgr:itz con circa 40 m ila u. ll Moga d isponeva <li 25 mila u. poco istruiti e male armati. li 30 ottobre gli Ungheresi atta.ccarono col centro il nem ico con grande

violenza, prendendo alla baionetta il villaggio di Manswonh , chiave della posizio ne austriaca . Anche l 'ala dr . fece rapid i pcog rcssi, mentre la sr. rima-

neva ind ietro. P reoccupato di ciò, il Maga fece arrestare Pattacco, in attesa che l'ala sr. giungesse in linea, e , per abbreviare i tempi, fece jndietreggiare la dr. e il centro. Tale movimento retrog rado, imprevisto dalle truppe, fu da esse in.terpretato come una ritirata, tanto più che casua lmente_ coincideva con

una ripresa offensiva dell'avversario . Alcuni bg l. Assedìo di Schweidnitz (1762) armati solamente <li falci furono presi da panie~ e accedette alla lega del Nord col trattato del giugno 1714 con• si sbandaron.o mettendo il disord ine nel resto dcli 'esercito, chiuso colla Russia. In virtù d i questo trattato alla Prussia che non potè sostenere l' urto nemico e fu costretto a batrimase garantita la Pomerania con Stettino e alla Russia tere in rititata, essendo anche vel!uto a ma ncare l'jntervento la Card ia, l'Ingria, l 'Eston ia e la Livonia. dei rivoluzio nari <li · Vienna, che, secondo precedenti accorci i, avrebbero dovuto partecipare alla battaglia non apSchweidnitz, Città d ella Russia , sulla Weistritz . Fu pena questa fosse stata iniz iata. La battaglia era durata presa dagli Svedesi nel 1642, dagli Austriaci nel 1757 e dalle 7 del mat tino alle 4 del pomer iggio. Materialmente le nd 1761, dai Prussiani nel 1758 e nel 1762, dai Francesi perdite ungheresi furono insignificanti, ma gravi invece funel 1807 : q uesti ultimi oc de,~olirono allora le f~rtifirono le conscgue11ze 1norali, essendo stata scossa negli On.. caziOJ_1i. ghercsi la fiducia in sè stessi e nel capo. Assedio di Schweidniiz (1762). Appartiene alla guerra dei Schwedt. Città della Prussia, sull 'Oder . Sette Anni. Dopo che le forze della Coa lizio ne contro Federico Il erano diminuite, per il fatto che Pietro III d i Tra/lato di Schwedt (6 ottob re, o 19 d icembre, 1713). Russia era d iventato alleato della Prussia, gli Austriaci deTrattato fra la Prussia e gli Alleati del Nord : Polonia , cisero di attenersi alla più stretta <l ifensiva e ri nchiudersi Danimarca e Russia . Essi cedono in sequestro al re di nelle fortezze, cercando d i mantenere i terrimri acqu istati. Prussia la città · d i $ tettino con una parte della Pomerania


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La piazza d i S. venne rafforza ta, e nei dintorni furono costruite numerose opere di terra e muratura. 12.000 uo• mi ni di truppe scelte furono destinate a presid ia rla,_ sotto il comando del gen. Guasco, ita liano . Verso la fine d i giu g no Fed e rico Il unitamente a un corpo russo si a vvicinò alla piazza, ma solo d opo il com battime n to di Burkeridorf potè in vest irla (8 agosto) . li re d ivise l'esercito in tre corpi. Due d i essi (uno ai suoi N<lini diretti e l 'altro agli ordini d el Bevern) dovevano proteggere le spalle . degli assedianti cd eventualmente essere in condiz ione di sostenerli. T e rzo fu il corpo d'assedio vero e p roprio composto di 20 bgl. di fanteria e qualche regg. <li cavalleria, con 58 cannoni, 20 mo rtai, 10 obici. Comandava il genio d i Federico l'ing . mii. francese Lefebvre, e q uello austriaco l 'ing . mii. p u re franu:se, De . Gribeauval. L'attività dei minatori fu notevole da entrambe le parti ; vennero costruite molte gallerie di mina e contromina, nelle qua li talvolta i minatori d elle due parti si incontrarono: b prevalenza tecnica fu d egli Austriaci , che aveva no n1aggior numero d i minatori e 1naggiori mezzi. Federico Il, andando per le lunghe questo me zzo d i lotta, vol le rompere gl i indugi e decise di attac · care di viva forza la piazza, dopo un g rande· bombardamento colla massa delle ar.tig licric . P rima di effettuare questo pr ogetto avvenne che il Daun volle fare un tentativo cli sbloccare la pia,rza. A tal fine <lecisc <li attaccare il corpo d el Bevc rn per_ annie ntarlo prima che i! Je potesse v~njre in suo socco1 so . Il colpo, tentato il 16 agosto . diede luogo a combattimento nel qus lc la resiste nza <ld Bevern d ieclc tempo al ce <li soccorrerlo e gli Austriaci d o-

vetl'ero rinunciare a sbiocc<lre la piaz.z.a, ri~ir:indosi verso Glatz. A llora il Guasco, ritenendo impossibile un ' ulteriore resistenza, offerse cli arrendersi , pu tchè coll'onore delle armi . Avendo F~dc.rico negato q uest'onore, il fiero generale italiano decise la lotta ad oltranza., Federico r icorse all'attacco d i viva forza, d opo il progettato bomba rd ame nto che ebbe il fortunato effe tto d i (a r saltare un deposito d i esplosivi e far crollare un inte ro bastione. Federico con rapid ità fulminea penetrò colla fanlcria nclb b reccia; Guasco si arrese (8 o ttobre) e Federico 1·ese onore al suo valore, inv,tandolo alla sua tavola . Il bottino fu grande : caddero i1elle man i <lei vincitori 353 pezzi d i arrigl ieria , e inoltre una <Yrandc quantità <li rnunizion ì e <li approvvigionatneuti . L'as;edio era costato ai Prussiani 3000 u. fra morti e feriti e agli t\ustriaci ci.rea 4000.

Schweìnschadel. Villaggio d ella Boem ia, sull'alto bacino d ell'Elba, a nord di Josephstadr. Combattimento di Scl1weinsd1iidel (29 giug no 1866). Appartiene alla prima g ue rra pe r l'Unità German ica . li corpo del gen . Stein mctz (V) della 2 a armata p russiana, .ricevuto ordine di pon:,rsi a dr. vcrs~ G_rad litz, per copr ire la prop ria mossa sul fianco, fece assalire 11 IV corpo <l'annata austriaco (gen . Festetics) schierato sulle alture di S. Questo corpo a veva i11 linea tre delle sue brigare (21 bgl., 4 sqd r . e 72 pe zzi). L';ittacco fu eseguito d alla 19" b rigata p russiana, che occupò Miskoks, donde, dopo breve duello d'artiglieria , mosse all!atlacco d i S. verso le 15 ,30 e dopo breve combatt imento se ne impadronì, respingendo un contrattacco austriaco. Gli Aust riaci ripiegarono sulle collide retrostanti, ma Stei nmctz interruppe il combattimento , aven do raggiunto il suo scopo, e h sera raccolse le sue truppe a Miskolcs, · Le perdite dei Prussiani ammontarono a 88 morti e 303 feriti; quelle d egli Aus(r iaci a 139 rnorti, 433 fe riti, 760 d ispersi e p r igionieri.

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Combattimento di S chweinschadel (1866) (a sinistra gl i Austriaci, a destra i Prussiani)

Schwer ìn (conte Cristoforo d,). Generale prussiano (1684•757). Combattè sotto il principe E ugenio nel 1704; poi fu al servizio ciel duca d i Mek le mburg-Sch werin; p.assò nel 1720 al ser vizio d el re d i Prussia che nel 1731 lo 11ominò luogoten . generale. Promosso feld maresciallu generale, cor,tribuì g-randcrnencc aJla vjuor ia di Mollw itz (1741). Infine, panecipando alla g uerra dei Sette Anni, cadde ,:ombalten~lo a P raga nel 1757.

Schwyz. C ittà Sv izzera, capo!. d el Can c.one omo ni mo. Combattim'ctzto di Scfu11yz (1799) . Appartiene alle guerre della Repubblica francese,. l i 14 agosto la b riga ta Mol itor S chwerin. Cristoforo della d ivis. Lecourbe fu inviaw all'attacco cli S. d ifesa d al regg. a ustriaco Stcin e da 800 insorti, i q uali si aproggia-· vano ad estesi t rinceramenti, rinforzati da à uc ridotte co llocate sulle alture a r idosso d ella città, e da una terza con 5 pezzi al la foce d e lla Muthen. Due attacchi della b r ìgata Molitor e rano g ià stati respinti , quando sopraggiunse l 'artiglieria d el Lecou rbe, com post:, tulta di Piemontesi, g uida ta dal magg. Cappello. Costui, sfilando arditamente davanti la fronte nemica, and ò a 1iorsi in batteria e col suo fuoco attrasse su <li sè l'attenzione <legli Austrbcì, dis1raen<loli dalle manovre del Mo li tor, che potè ino~scrvatamcnte av viare un bg l. ad aggirare le alture di Muthc11, cd acracc,tre dalla g ola le ridotte che vi sorgevano. Contcmporancamcnre il Lecourbe con una flottiglia sbarcava a Ge rsau tre cp. per attaccare dalla riva dr. della Muthen il ponte e la ridotta che lo d ifendeva, mentre ahrc 5 cp . di granatieri dovevano sbarcare a Brunnen. L'attacco del ponte fallì


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e lo sbarco a Brunncn, contrast ato dalle mi lizie nemiche, costò gravi perdite e forse n on sarebbe neppure riuscito, se il comandante l'art ig lieria, fidando sulla abilità manovriera dei cannonieri, non avesse esegu ito un rapjdo caffibiamcnlo di posizione , recandosi in località di dove poteva battere efficacissimamente le truppe e la ridotta nemica. In breve tempo riuscì a spazzare la spiaggia dalle milizie cd a fa ,· tacere i 5 pezzi aust riaci, permettendo la co11giun2.ione delle fanterie francesi e la successiva presa del ponte e della r idotta che lo d ifendeva. li magg. Cappello allora, cambiando nuovamemc posizione, si recò a t iro di fucile d alla cinta della città, che cominciò a battere in breccia. fra già caduto un lungo tralto di muro e. le colonne fra;1cesi si

formavano per 1·assalto 1 quando gli Austriaci, sgomentati d al! 'a ttacco che il bgl. aggirante aveva fìoa lmen te eseguito sul loro tergo, inalbe ra rono :.,andicr a bi,rnca. 600 prigio nicrj,

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bandiera e 10 pezzi caddero in mano ai vincitore.

Massena, riconoscendo che l'esito della g io rnata si doveva soprattutto all'artigl ie: ia, promosse colonnello il rnagg . Cappello, e fece consegnare ai cannonieri, come croCco di vittoria, i 5 pezzi austrjaci trovnti nella ri<.loi.ta del ponte.

Sci (o Sky). Pattin i d i legno lunghi, a p unta alquanto rialzala, che si adattano alle scarpe e servono per rnarciare velocemente sulla neve, mediante l'aiuto di due bastoni muniti di rotelle. Sono stati adottati dalle truppe d i montagna in rutti gli eserciti , e adoperati su larga scala dai repart i Sciatori (V.) durante la guerra Mon,lia le , Lo stru1nc1no è d i origine scandinava; quivj esso è d''antica orig ine, come risulta ad es. dalla incisione (del 1555) che rip roduciamo più avanti, nella quale si vedono arcieri scan-

Sciabccco: da guerra genovese (sec. XVII)

Sciabola. Si chiamò e si chi:,ma tunora cosl un 'arma bianca 1nanesca con lama lunga e cuFva, o anche, cccezio• nalmcnte, dirilta, ord inariamente a filo e costola . Scmbr~ che questo nome non sia anteriore al 1676 : si trova òtato in Italia per la prima volta , in quello stesso anno, dal Mon!ccuccoli. Si diceva allora « Sciabla » . Pare che la forma di quest·arma sia slata messa in · uso dai Turchi con la scimitarra, che sorse fin dal principio del secolo XV e qu indi Ja S. non è altro che d erivazione di quella. La

dinavi n1unìti di curiosi sci di legno incavato e curvato, calzali al la base. - Esistono anche velivoli muniti di S . ,

·Pattuglja militare italiana in gare di sci

destinat i alle operazion i di montagna. In Romania, nel 1932, sono stati crea ci speciali S. per acqua , d el peso di 20 Kg ., i guai i si sono dimostrali praticissimi nelle esperienze fatte dal rcgg. del genio da montagna.

Sciabecco. Specie di bast imento latino a tre alberi, con opera morta a prna e a poppa, grosso di scafo, della por tata d i 1 50 a 300 connc!late. Il suo nome è derivato dallo stambecco per le forme dd suo scafo a punta e a coda. Lo S. era usato per la pi rateria dai Barbareschi, che lo a rmavano con 16-24 cannoni , Lo adoperavano particolarmente d'inverno, qua ndo i bast imenti sottili e da remo male avrebbero potuto reggere al m are.

Sciabole: l'L1ltirna a destra è una sciabola- pistola

storta ital iana del secolo XVI aveva però la stessa forma della S . , la quale era l 'arma , e lo /: ancora, prop ria della cava lleria leggera : però in Italia è propria a tutta la cavai leria, e d i tutli gli ufliciali; differisce solo nel fornimen to, che varia alquanto a seconda delle d iverse armi . Le sciabole orientali (turche), sono molto curve;- e perciò, per ll)etterle nel fodero, questo ha, posteriormente, un·apertura di un terzo €irca della lunghezza · totale dei _fodero stesso. Questa specie di arn1a bianca a lama curva, non e ra conosciuta da i Greci, e per inolto te01po a nche dai Romani; invece i Persiani e gli Spag11uoli la conosceva'no, e probabilmente prima che questi paesi fossero in vasi dai Vis.i got i e dagli Arabi. La S. (11011 però con tale nome) era la principale arma dei Daci al tempo di Traiano (101,-rn6 a, C.) e con-


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tinuò a essere adoperata, ad es. in Germanla; d iventò d i uso generale in Europa a panire dalla prim a Crociata, pure non assumendo la depom:nazione , co me si è detto, che nella seconda me tà d el secolo XVII. Nella S. si dice « forte " il primo terzo a cominciare dal codolo ; med io il secondo te rzo; dcboic il terzo, che finisce alla punta.

SCI

Ruggero, il q uale riuscì a costringe rli alla resa . .Durante j V cspri siciliani si ribellò e si resse a comune . Nel 1267 un migliaio cli avventur ieri spagnuo li, proven ienti da Tunisi, sbarcarono a S. per aiutare la sollevazione d ell'isola contro g li Svevi; l' impresa però fallì. Nel 1302, mentre era quasi sguarnita di tr uppe, fu assalita da una !fotta proven zale : gli abitanti però !>i d ifesero vaJorosarnc nte e respinsero i replicati attacch i d ei nemici . Più tard i il suo territor io fu invaso e devastato dalle truppe della squad ra d i re Roberto. Nel XV secolo, durante le lotte fra i Luna e i Perollo, S . fu assalita e dev,istata d ai p rimi. Giacomo Perollo 1·iysd a Salvarsi e , r~du.nate delle truppe, attaccò la città la ripre.se e n iassacrò i partigiani dei Luna. 1

Sciacca Um&t:rto . Ammiraglio, n. a Patti nel 1872. Entrato in servizio nel 1887, prese parte alle g uerre Italo turca e Mondiale, passò in P. A. nel 1926 e d ivenne con tramm ir. nella r iserva tre anni dopo.

Scialpi (Gio11a1111t). Generale d el genio navale, n. a Martina Fra nca nel 1862. Entrato in servizio nel 1883, fu promosso magg. generale nel 1919, generale vice-ispettore nella riserva nel 1923, tcn . generale nel 1926, collocato a riposo nel 1931. Fu " capo de l! ' ufficio tecnico d el comitato per l 'esame dei p roge tti e disegni d elle navi nd 1919- 1920, g iud ice effettivo d el tribunale supremo d i guerra e marina dal 1920 al r923. Scialuppa. La barca maggiore cli un nav ig lio militare, b p rima lancia, capace di 1!1-:)lta genrc armata, ed anc he d i q ua lche o bice o ca nnoncino. (Gugliefmotti).

S ciabole. italiancJ modelli anteguerra da sinistra a destra: ufficiale di cavalleria; a sega (zappatori); ufficiale di fanteria, rtrtiglieria1 genio, ecc.; ufficiale dei bersaglieri; da cavalleria; d'artiglieria; da fantcrit1; da sottufficiale d i fanteria e genio; da carabiniere a piedi (in alto); da bersagliere (in basso)

Sciarma (Ciro) . Medagiia d 'oro, n . a Bagheria, caduto sul Grappa (1887- 1918) . Semplice bersaglie re , compì gesta magnifiche sul Grappa, guadagnando successivamente una mcd . <li bronzo, una d 'argen to cd infine quella d'oro, 1 □ un combau imento nel ']Ua le trovò morte glo riosa . li ma-

gnifico episodio è così rievoSciabola d'arre mbaggio, o di marina . Era piuttosto corta e di larga lama, con coccia metallica compatta per riparo della ma,10. - Scia.boia baio11etta, V. 8aio11etta .

Sciacca (ant. Sacrn) . Comune in p rov. di Agrigento, con piccolo porto . È cinto di mura irregolari, in parte rovinate, e ha due castell i. Il più importante, cretto nel secolo XIV per opera d i Guglielmo Peralta, sorge lungo i l tratto orienta le delle mura, sopra una roccia isolata: è accessibile da una sola parte, verso la quale t u scavato un profondo fossato. Nel secolo XVI, per difendersi da i frequenti assalti turchi, ebbe torri litoranee, che vennero munite di canno ni. Ant. città sicaoa, fu poi ampliata dai Cartaginesi, e i Romani vi stabilirono una colonia. Nell'827 i Saraceni si stabiliro.n o in S., ove nel 1072 furono assediati dal normanno

cato nel la r\i_Qtivazion e : « Soldato <l i altissimo a rd ime,i'to, in asp ra battag lia, sollo un micid ialissimo tiro ~i i fucileria e m irrag liatrici ne miche

e

fra tragiche lotte corpo

a

corpo , portava con irresistibile sla ncio lo stendardo del ba ttaglio ne d 'assalto alla testa d elle Scianna Ciro ondate, infiammando j c01npagnl, entusiasti del suo co~ raggio. Sulla vetta raggiunta, colpito in pieno petto, cadeva nell'impeto della sua superba audacia, dando al tr icolore l 'ultimo bacio ed alla Patria l 'ultimo pe nsiero, col grido di: Viva l' Italia! ». (M. Aso!one, 24 giug no 1y18).

Sciantung. Provincia della Cina, sulla dr. dd fiume Giallo, che comp rendeva la concessione ge rmanica di K i;10. Ceu. Il trattato d i Versailles del 1919 (arr. 156) obbligò la Germania a ce<lere al Giappo ne tutti i d iritti concernenti la co ncessione di K iao-C',eu riguardanti il· possesso stesso, le concessioni ferroviarie verso Pech.ino, i cavi sottomarini e i diritti m·o biliari ed immobi liari. Sciara-Sciat. V . Tripoli. Sciarpa (Ordine). V. Banda .

n ·castello dei Luna a Sciacca

Sciatori (o Skiatori). Reparti di truppe d i montagna, munite d i sci . ll lo ro impiego in servizio mili tare è più


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remoto di quanto non si creda . Da una vecchia edizione d'una storia delle genti scand i'1.ave si apprende come i guemcn d i quel popolo avessero repan i di arcieri muniti cli sci. Nella guerra Mondiale, durante la st~gione invernale· e nelle • zone più battute della neve, lo sci è tornato a far pane dcll"equipag•· giamento d i alcune truppe specializzate e soprattutto di elementi particolarmente addestrati. Dove i mezzi ottici non rendevano bene per l'accccamentp J)rodotto dal bagliore della neve e la F regio sciatori

vjribilidl era assai

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problematica ai fanti

ord inari, lo sciatore diventò un prezioso ausilio dei comand i e dei reparti . I qual i se ne servirono vantaggiosamente per tenersi rapid amente cd efficacemente collegati sia coi comand i e reparti d ipendemì e sia con quelli laterali. L'impiego degli S. dev'essere fatto a piccoli nuclei, ma possibi lmente non a uomini isolati

ncralc obbiettivo, l 'oggetto della S. M. si d istingue in tre oggetti parziali : a) il fine, donde il ramo particolare che allaccia la scienza bellica alla scienza politica; b) l'uomo, d onde il ramo pa rticolare con tutti i suoi cara tteri c riflessi sociali erlucativi e gli addentellati con l'antropologia e le scienze sociali; e) le anni, donde il r amo particolare che 1nctte a contributo arti,

industria e scienze s in dove si

prestano a fornire armi pe r la forza armata. Il) Quale concreta attività pubblica complessa, si scinde jn tre forme di attività parziali : a) d i coslituzione della forza a rmata in ogni sua parre e specializzazione (organica); b) di vita e svi luppo del la forza armata (logistica e pedagogia); e) d i azione produttiva, di pace ed è d i guerra : in pace vedesi in atto la particolare funzione di sicurezza pubblica (pòlitica interna) e l 'altra, particola re anch'essa, che d icesi funzione d imostrativa imcrnazionale, o assicurativa (pol itica estera); in guerra svolges i la funzione prod uttiva pi,, evide11tc e materiale del la forza armata , cioè la funzione bellica, strategica o tattica . lii) Qua le attività profcs~ionak per sè stante, ossia quale processo lavorativo armonico tra

il pensiero e l'azione, la S. M . d istingue quattro caratteristiche attività parziali: a) la pratica o lavoro; b) la dottrina; e) la scienza o ragione della dot:trina; rf) la filosofia, con gli addcmcllati fra l 'attività m ilitare e ognj altra attività dello Stat(). IV) Quale attività volta alla conservazione dei valori mentali cost itu isce quel ramo che d icesi « Storia mil itare». V) Quale rappresentazione dello stato successivo delle cose, donde compongonsi i farti, si ha quella branca della S. M . che d icesi « Statist ica» . Ne ll a « Società italiana per il progresso delk scienze » esiste una scz10nc

(i

Scienze mjlirnri )>, la quale interviene

ai cong ressi del la società, allo scopo di diffondere la scienza dei problemi milita ri e provocare per essi I'intcressa1ncn ro rlegli scienziati e degli stud iosi .

Sciesa (Antonio) . Patrio ta italiano, n . a Milano e quivi fucila to (1814-1851). D i modesta origine cd operaio, nurrl altissimi sentimenti patriottici che. non nascose. Sospettato e vigilato dalla polizia austriaca.. fu arrestatl), processato e

condannato a morte.: egli affrontò il supplizio con esemplare

Sciatori scanf:}jnavi del secolo XVI

grapdezza d'animo.

per ovvie rag ioni d i prudenza . La notte e la copertura del terreno sono difficoltà che non impcdiscoJ10, ma rendono molto laborioso il lavoro degli S. Nella nebbia e .nella tormenta solo uom ini d i eccezionale capacità fisica e c.hc siano ottimi conoscitori del terreno possono essere

Scilla (anl . Oppidum Scyllacwn). Comune in prov. d i Reggio Calabria, su rupe alta circa 80 m . e dominante l 'ing resso settentrionale del Faro. Il tiranno di Reggio, Agatocle, ne fortificò il pro_montorio e vi stabilì una stazion~ navale . Sulla rupe fu poi eretto un castello.

inviati in missione di collegarnento: ma an-

che per costoro l 'inclcmenza delle con-

dizioni

n1etcoro logi•

che cOSlitu iscc un se•

Sciatore norvegese (scc. XIX)

rio pericolo. La velocità con la quale muovono gli S . ISO· lat i o in piccol i drappell i è variabilissirna e dipende dalla natura del terreno, dallo stato del la neve e dallé condiz ioni clinrntichc .

Scienza militare. Scienza prat.ica, che ha per oggetto 1'attività mil itare dello Stato moderno. La sua classificaz io ne si presenta in questo modo: I) Quale complesso gc-

L~l fortezza di scma

I. Battaglia navale presso Scil/(t (42 a . C .). Appartiene alla guerra Civi le del triumvirato di Ottaviano, Marcantonio e Lepido, contro Sesto Pompeo. Una squadra inviata da


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Ottaviano, e comandata da Rufo, vi fu sconfitta da Se,10, il quale potè impadronirsi, dopo la vittoria, della Sicilia . Il . Ratt"glia 11avalc presso Sdlla (38 a . C .). Appartie ne alla stessa guerra. Ottaviano volle prendersi la rivincita, e con una nona entrò nello streuo di Messina, in cerca della flotta di Sesto Pompeo, che voleva assalire quan<lo però fosse stato raggiunto d alle d ivis. navali dei suoi 1110gotcncnti Sabino e Menodoro. Pompe~ non gliene lasciò il tempo, e, avvistata la AoHa nemica nelle acque d1 Scilla, l'attaccò spingendola a terra; Ottaviano riuscì a tener testa al nemico fino all'apparire delle navi dei suoi luogotenenti; Pompeo si allargò verso l'alto rnarc, mentre si lc,ava un fortunale che cagionò un d isastro nella flotta di Ottaviano, tanto che (!UCsti fu costretto a salvarsi con la foga dal pericolo di un nuovo attacco di Pompeo. Ili. Assedio di Scilla (1712). Appartiene alla guerra d i Successione di Spagna e fu !)osto dagli :nglesi. La pi.izza era difesa dal gen. Patcrnò che eseguì una sortita, sconfose i nemici, li costrinse a imbarcarsi e si impadronì del materiale preparato per l 'assedio. I V. A!!etlio di Scii/" {1806). Appartiene ,,Ila guerra in Calahria tra Francesi e t\nglo-oorbonici. I primi avevano preso S., ove il gcn. Rcynier aveva lasciato 281 u. del 23° rcgg., comandati dall'ing. Miche!. I ribelli calabresi lo avevano subito assali10 ed egli si era chiuso nel castello. l i 7 luglio, il gcn . inglese Stuart mandò a S. la brigata Oswald, composta di due hg!. e alcuni cannoni, mentre sir Smith, sbarcati 200 fra marinai e soldati di marina con tre pezzi, batteva il castello dal mare. li 16 fu posta una 111ina c il 22 aperta la breccia : allora il presid io capi1olò a condiz io ni onorevoli. V. AHedio tli Scilla (18-08). Fu posto dal gcn. Reynier, dopo la presa di Reggio. Gli Inglesi avevano fortificato la piazza, che il gen. Abbé attaccò con la sua brigata prendendola al primo assalto. La guarnigione si a prì la strada fra le file nemiche e (u raccolta da alcune navi sicil iane. Una parte si rifugiò nel castello, cbe l'ri febbraio le artiglierie francesi cominciarono a battere. li 17 i difensori , dopo di aver danneggiato il castello, scesero per una scala che avevano int:1g lia10 n~lla roccia e si imbarcarono sulle nav i inglesi.

VI. Assedio dì Scilla (18o\)). Fu posto dagli Anglo-borbonici cnn 3000 u. Essi costruirono un campo fortificato iullc alture vicine, ma il gen. Panounncaux mosse cont ro loro da Montclcone e gli Anglo-siculi si ritirarono abbandonando il campo e l'assedio. VII. Comba1timc111i navali di Scilla ( 18og). Avvennero nelle acque di S. fra il giugno e il seucmbrc. li rp giugno sette barche ca nnoniere francesi che scortavano un convoglio, furono anaccate da 50 barche armate siciliane che però, dopo <]U3ttro ore di lotta, si ritirarono. Il 21 dello stesso mese il comandante francese Saint-Capras attaccò una flottiglia anglo-sicula: questa perdette quattro. navi a/Tondate, t re danneggiate e condotte a Messina e quella <le i comandante pre•a all 'arrembaggio . A ltri piccoli scontri av .. vennero ndlc acque di S. il 25 e il 29 giugno, il 25 agosto, il 2 e il 3 seuembre, sempre fra Mvi franco-napoletane e anglo-sicule.

Sàlla . Cannon iera a vela e a vapore, varata nel 1874 e radiata nel J904. Dislocamento tonn, Jo76; macchine 804 I IP. Kcl 1914 fu adattata come Nave-Asilo a Venezia.

Cannoniera Scilla

Scilla. Nave irlrogralica, varata ad Aberdeen 11cl 1904 ed entrata in servizio nel 1916; dislocamento tonn. 355, lunga m. 42,15, larga m. 6,70; apparato motore cavalli 450, velocità miglia 9. Personale d'armamento: 4 ufficia li e 44 uomin i d 'eq uipagg io. F u chiamata da l 19 16 al ,923, come tipo di nave-vedetta, « Panaria » .

Scimeca (Vito). Generale, n. a Ciminna nel 1875. Sottoten. di fa11 tcria nel 1895, fu jo Libia nel 1912, frequentò la Scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Nella guerra contro l'Austria guadagnò una med . d'argei.to. Colon11cllo nel 1917, fu addetto al comando supremo quale delegato presso le tTUpp<: francesi. Dopo la guerra comandò il 35° fanteria cd il <listreno mii. di Bologna. Promosso generale d i brigata nel 1927, co111alldò la 6" brigata d i fanteria e poi fu ispettore d i mobilitazione della divis. di Milano. Nel 1933, promosso generale di d ivis., as,.~unse il comando della divis. di Trieste. Scimia. Strumento di controllo, inventato dal :Vlattei ncll'a11no 1759, che permetteva di rilevare le imperfcz.ion i esistenti nella calibrntur:1 dell 'anima delle artig!icrie, sia dopo la fusione che dopo lungo uso. Lo strumento veniva introdotto nell'anima della bocca da fuoco orizzontalmente; e siccome era munito di d ue punte clastiche che si mantenevano a contatto con la superficie interna dell'a lli ma, le due punte ne riscontrnvann esattamente tutte le irregolarità, che venivano riportate, su una lista di cartone che accompagnava lo strumento, da due matite collegate alle due punte; talchè risuhava sul cartone il di,eg110 esatto delle imperfezioni. Scimitarra. Così si chiamò la sciabola curva usata dai popoli orientali, e parti:olarmente dai Turchi. Da essa,

Scimitarre

trasportarnsi coll ·! invasioni in Europa, sorse l'arm3 bian.::-a a lama curva. che in E uropa prese nome d i « ,ciabola ».

Scimmia. Specie ,Ji :irtiglieria ciel sec. XVI, del tipo che prese il nome di animali, come bJsifoco, ,carpione, ecc.


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Scintu (Raimondo). Medaglia <l'oro, 11 . nel 1889 a G uasila (Cagl iari). Caporale ciclista di un bgl. del 151° fan. tcria, meritò una mcd. d'argento sul m. Zcbio, e poi la mcd. d'oro e la promozione ad aiutante di battaglia per merito di guerra. Il bell 'cpisodio, che g li valse la massima ricompensa al valore, è cosl rievocato nella motivazione: « C~porale ciclista di un batrnglionc, in un momento cri• tico del combattimen to si offriva spon1ancamco1c per recarsi da solo nella trincea nemica, allo scopo di prender prigionieri, per illum inare sulla situazione il proprio comandante. Con mirabile ard imento, ne catturava cinque successivamente. Ritornava poi, in compagnia di pochi coraggiosi, nel trincer:1mcnlo avvcr~:.trio, e vi catlurava ahri q uaranta nemici. Spingendosi quind i in una caverna, dove erano rico,·erati degli ufficiali, intimava loro la resa, e fc. rito gravemente al petto da due pallottole, tirategli a bruciapelo da un ufficiale superiore, aveva la indom ita forza di ucciderlo e di catturare un altro ufficiale. Sempre e dovunque luminosissimo esempio a tutti ,lei più fulgido eroismo di soldato e <leUc più belle q ualità della geote <li Sardegna ,,. (Altipia no della Bain,izza, 16 settembre 1917).

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Scipione L ucio Cornelio . Capitano romano, durante la prima guerra Punica. Fu console nel 259 a. C. e wlsc ai Cariagincsi le isole di Corsica e Sardegna . Scipione Publio Cornelio, detto l'Afm·a110. Capitano romano (235-184 a. C .) . A 17 anni salvò la vita de l pad re nella battaglia d<;I T icino. Pretore nella Spagna a soli 24 :mni, ne iniziò la riconquista : espugn<> Cartagena e nel 209 riportò la vittoria campale di Bccul:t contro A,drubale e nel 206 la viuoria di Ilipa. Vinse poi Annibale a ?-a ma e nel 202 a. C. cost rinse i Cartaginesi a chiedere pace. Luogotenente del fratello Lucio nel 190 a . C. in Asia, fece guerra contro Antioco e contribuì alla vittoria di Magnesia. Sripio11e Publio Cornelio. Console romano, m . nel 2r2 a. C. Nel 268 a. C . fu console di Roma. Avuto il governo della Spagna, appreso a Marsiglia che Annibale aveva passato i Pirenei, s'apprestò ad ostacolargli la ma rcia: vinto e ferito condu,sc le truppe in buon ord ine oltre il Po. Proconsole io Spagna, riporrò vittorie sui Cartaginesi e morì combattendo concro lo spagnuolo Jndibilc. Scipione Lucio Come/io, detto l'Asia1ico . Capitano m· mano, fratello ,ii Scipione l'Africano, col quale fu nella Spagna. Combanè poi in Africa e di,•ennc pr~torc nel 194 a . C . e console nel 190. Avuto il comando nella guerra comro Antioco, lo vinse a Magnesia. Scipione Nasica. Console romaao nel 191 a. C., sottomise molte città ribellate <li Spagna, e vinse i Galli Boi. Suo figlio, S. N. Publio Come/io, cornbattè a Pidna e fu console nel I 55.

Scintu Raimondo

Scipione l'Africano

Scio. V. CMo . Scio Alberto. Generale, n . a Trapani, m . a Roma ( 1854-

1914). Sottot. del genio oel 1874, divenne colonnello nel 1904, fu direttore del genio a Perugia e poi direttore .:apo della d ivis. genio al ministero della guerra. Magg. generale comandante del ge nio à Napoli nel 19 10, fu poi direttore dei servizi logistici ed amministrativi al Mini!itcro della guerra.

Sciocchetti (Alberho). Generale, n. ad Ancona nel 1875. Sottot. di fantcrja nel 1896, frcqu:n tò la ScuolJ J i guerra e partecipò :dk campag,:c: 1915-1918 mcrirnnc!O\·i una mcd. d·argento. Colonnello nel 1918, comandò successivamente I '83•0, l '880 ed i l 9° fanteria. Dal 1928 al 193 , fu in Cirenaica e poi comanc!l, il collegio mii. d i Roma. Nel 1932 fu promos,o generale di brigata ccmamlantc la •➔a briga:a di fanteria. Scipione (Publio Cornelio). Generale romano, maestro generale delle milizie a cavallo sotto la dittatura ,li Camilio nel 394 a . C. Nei due anni se&,uenri !u tril:uno <l~i soldati ron :tutorità consol.are. Scipione Comd,o /1,ina. Console romano dal 260 :,1 254 a. C. C,on Duilio soprintese all'armamento del na• Yiglio romane per la prima guerra Punica. Sconfitto Ja1 Cartaginesi e fatto prigioniero presso le isole Lip:,ri (260 a. C .), venne poi li berato e nel 254 conq uistò quasi tutta la Sicilia.

Scipione Emilia110 Publio Come/ir,. Capit:,no romano, fi. glio dcli' Africano. Si d istinse in gioventù nella Spagna ed in Afr ica. Cousolc nel r58 a. C . partecipò alla terza guerra Punica e prese e distrusse Cartagi ne nel 146 a. C. Assediò poi Numanzia che conquistò nel r33 a. C .

Scipioni (Scipione). Generale, n. a Citcrna nel r867. Sottor. d'art. nel 1891, partecipò alla guerra eritrea del i895-96, frequentò la Sctlola di guerra e passò nello S. M. In guerra contro l'Austria, d ivenne colonnello per meri to di guerra nel 1916. Colonnello brigadiere comandante la brigata Veneto, g uadagnò una mccl. d 'argento sul Piave . Magg. generale nel 19 18, fu addcuo al Comando Supremo cd ot• tenne la commenda cldl'O, M. S. Generale cli divis. comandante la divis. m ii. d i Bologna nel 1923, assun\C od 1924 il comando delle Scuole cent rali militari. Genera le di C. d 'A. nel 1928, (u comandante mii . della SiSci pioni Scipione cilia. In P. A. nel 1933. venne nominato d irettore del museo di Castel S. i\ngclo. Pubblicò uno stud io sull'ordinamento del l'artiglieri a nelle varie nazioni, e altri sull'impiego e su problemi tecnici dell'arma, su argomenti di tattica, ecc. Scipka (Passo r/1) . Va lico d ei Balcan i, alto 13 18 m ., fra la pian ura bulgara e la Rumelia o rien tale. Fu teatro di episodi bellici durante la campagna russo-turca del 18n-78.


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I. Atta,co del passo di Scipka ( r7-r9 luglio 1877). Mentre riordmato dopo il passaggio

jj grosso <ldl 'esercito russo,

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viveri e senza munizion i, abbandrJr.arono Ja posizione, che potè esse re occupata dai Russi e sistemata a difesa .

del Dnnubio, si acc ingeva all 'avanzata ve rso S. , un corpo

misto d i· avanguardia agli ord ini del gen . G urko ( ro bgl. , 31 sqdr., 5 btr., in tutto 15. 000 u.) era incaricato d i occupare qualche colle principale dei Ba lcani e di spingere forze in Rume]ia. Informato che il solo passo d i S. è occupato dagli O ttomani, Gmko concepisce allora l 'ardito d isegno di sboccare con la sua avang!.lardia sul versante meridionale dei .Balcani per il passo d i Hainkoi per attaccare il valico di S. da sud , mentre l' VIJI corpo , avanzando per Gabrova, concorre rà all 'azione attacca ndolo da nor<l . L 'offensiva è concordata per il 17 luglio; ma la marcia del Gurko è ritardata ~la <lifficoltà .:lei transito montano e d a resistenze

Il. Attacco del pa,so di Scipka (agosto r 877). Gl i Otton1ani ten tano una riscossa n1ercè un 'avanzata verso nor<l:

le forze comandate da Suleiman pascià

(50 .000

u .) attac-

cano i l passo, eseguenrJo azioni d imostrative concon1itanti

laterali. Il 20 agosto i Russi sono cacciati dalle alture che coprono il passo da ovest e il 2 1 il colle è att:,ccaLO dai due lati. li gcn. russo St alictov d ispone soltanto d i 8 bgl. e 3 btr . per la difesa !ocale; tuttav ia resiste tenacemente per parecchi giorni, ricevendo " pow a poco rinforz i. Il 25 agosto è al passo il gcn . Radetzky, il q uale dispone ormai d i 20.000 u . e con ,rattacca gl i assalitori. D0f>O varie vicende e altri tre giorni d i c<!mbattimcn to, Su lciman pascià riouncia ali 'offensiva e raccoglie i suoi a Senova, i n un campo trincerato. I sette giorni d i lotta erano costati 10. 000 nom ini ai T urchi e 4000 ai Russi. III. Attacco del f'MSO di Scipka (settembre 1877). Fu operato ancora da Suleiman pa;cià, il quale costitul un corpo scelto e lo avviò diviso in tre colonne verso l 'obbiettivo ne lla notte sul 17 settembre; due gruppi di 6 bgl. ciascuno erano destinati a concor rere all'azione; 4 bg:I. tenuti p ront i nel campo d i Senova. Alle 3 del mattino una delle colonne riesce a metter piede sul ciglio del Monte S. N icolò. I Russi

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resistono validamente e contra ttaccarlo stringendo l'.avver-

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Villaggio di S cipka e 1\1onte San Nicola

dei distaccament i ottomani r imasti nel la valle del la T ungia; e il èifetto di col'lega1ì1enro non consente d i tenerne informato il comando superiore. I vari presidi turchi ripiegano su Kazanlik, ove i l Gurko giunge i l 17 e s'impegna in combattimento: - in quel g iorno, secondo l 'intesa, i l gen . Deroscinski attacca il passo d i S. con t ruppe dcli 'VIII corpo, ma la difesa, coniànd"ata da Kulu ssi pascià, resiste tenacemente. Vista Ja d ifficoltà dell 'impresa e la mancanza dcll'nrteso concorso, Derosd nski ripiega su Grabova ; mentre il Gurko, occupata Kazanlik, spinge la cavalleria sino al villaggio di S. , situato sul rovescio del colle; questa sorprende il presidio turco e s'impadronisce del d epr,sito viveri, me1 non p uò spingersi oltre p.:r concorrere all 'azione contro il valico. Il gen . Gurko attaccò l 'indomani , sperando che il Deroscinski persistesse quel giorno nell"offensiva da nord; ma q uesti, non prevenuto, non rinnovò l'a.ttacco; cosicchè il G urko, a malgrado di un momenta neo successv dovuto alla sorpresa, non porè sostenasi e d ovette ripiegare. Frattanto però i d.ifcnsori del valico , rimasti senza

sario in un cerch io d i fuoco. Intervengono le allre due colonne , e alle 6 del r 8 la vetta del monre è in mano agli Ottoman i. Radcl'~ky non può soccorrere i _suoi, perchè mi nacciato dagli altri gruppi che vengo no all'_assalto sui due lati del valico, sostenuti da fuoco vivissimo; ma i difen sori tengono ·fermo di fronte a reiterati assalt i, cosicchè la situazione volge :i lot o favore. I ,·olontari Turchi , non sostenuti da lle riserve, rimangono isolati sul S. N icola , mentre tanta truppa è- inoperosa nel campo d i Scnova ; Radetzky, liberatosi orma, dalle minacce, ~ i n grado di socconerli. Alle 9 tlll vigoroso con trattacco investe i volontari , che, ad onta d i coraggiosi sforzi, sono respinti alle falde del monte . Alle I 2 la posizione <lcl S. Nicola è per intero in mano ai Russi; seguit?. l'azione a fooco, che va spegnendosi verso le 16. Q uesto fu l'ult imo episodio della controffensiva turca nei Balcani. IV . Battaglia di Scipf(a-Seno11a (gennaio 1878). N ell'ultima fase della campagna, che preluse all'avant.ata finale su Filippopol i, i Russi intrapresero la t1aversata dei Balcani : il gen. Karzov sulla dr., valicando il Balkan di Trojan il 4 gennaio; il gen . Radetzk y varcando quello ,Ji S. il 5; Gli Ottomani avevano fortificato la stretta a sud d el passu di S. e ii 1010 campo di. Senova, collegandoli con piccole opere staccate . Radetzk y adottò un d ispositivo d i manovra avvolgente : da est una forte colonna comandata d al gen . Skobelcv, da ovest un'altra agli ordi1ù del gen . Sv iatopolsk-Mirsky dovevano puntate verso sud e darsi la mano sul tergo dei T urchi nella giornata dcli '8 per cagl iar loro I?. ritirata; fratianto il Rader,,ky li avrebbe att~ccati da nord per t rattenerli e impedire loro di [ar massa contro le colonne laterali, cogliendo l 'una o l'altra nella crisi della d ifficile traversata montana, pur 11011 im pegnandosi a fon d,, sino a ql.!ando !a giunzione d ì esse non ris ultasse avvenuta .

La marcia delle d ue colonne fu ardua e penosa ; Sviatopolsk giun ic la sera del 7 sul fianco d r. dei Turchi senza incontrare serie resistenze , mentr e Skobelev potè giungere a stento con l'avanguardia al luogo assegnatogl i sulla sr. degli avversari . Al matl'Ìno <lell'8, benchè privo di notiz ie sull'altra colonna, il gen. Sviatopolsk mosse ali 'attacco e, a prezzo di sanguinosi sforzi, riuscì ~ scacciare i Turchi dalle


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lince orientali, 1nentr<: una sua brigata fiancheggiance peJJetrava in Kazanlik senza d ifficoltà. Quel giorno lo Skobe lcv non po1è concorrere all'azione doveJJdo aspettare l'arrivo del grosso, ancora in marcia . Mosse il giorno seguente; n1a, anzichè convergere verso il vi11aggio di S., diresse l 'attacco più a sud puntando su Senova, con 111anovra più larga e avvolgente, facilitato nel compito <la una divis. d i cavalleria i)wiatagli a marcie forzate. Lo stesso giorno 9 il Radetz ky concorse ali 'azione da nord impedendo ai Turchi di fa r massa contro la colonna Sviaropolsk, che potè riprendere l'avanzata venendo a sald arsi da sud con la dr. dello Skobelev. Vessel pascià, comandante degh Ottoman i, vedeva così le sue forze retrocedere disordinate, " ormai senza scampo, verso Senova. Ciò lo indusse alla resa senza condizioni, richiamando le t rnppe che ancora va lidamente resisteva no presso il villaggio d i S. 32 .000 u ., 1010

oltre roo cannoni, molti n1ateriali 1nunizioni e vettovaglie

caddero in mano ai Russi. I r isultati furono grandissim i nei riAessi morali ; e nel cam!J0 strategico valsero ad ap rire la via verso Adrianopol i.

Scirè (Sebastiano). M edagiia d "oro, n. nel 1890 a Francvforte. Soldato semplice, partecipò alla guerra Libica <lei r9n-12 . Rich iamato alle arm i JJcl 1915 nel 160 bersaglieri, vi raggiunse il grado di sergente. In un cotnbattimento in Carnia, duran te la r itirata del novembre 1918, rimase gravemente ferito; guarito, tornò alla fronte e guadagnb an~ com una 111ed. d'argento nella

battaglia di Vittorio Veneto. L'episodio, che gl i valse la · concessione della suprema ri-

,

co mpensa al valore) è così n~ cordato r.ella motivazione: « Meraviglioso

soldato riful-

se per altissin1e virtl1 mi litari duran te le tragiche vicende

del r ipiegamento. Impegna to .in aspro combattimento corpo a corpo com ro forze soverchianti, si prod igò con slancio esempl are, infondendo fede Sci cé Sebastiano e valore ai propri d ipendenti co n l 'cl)ergia dei suoi atti e l'ascendente morale del suo impareggiabile coraggio, primo ovunque occorressero reazioni vio.lente per rimuzzare gli attacch i nemici . Caduto per gravissima fer ita alla carotide, faceva sforzi supremi per continuare nella lotta cd incitare i d ipendenti gridando : « Bersaglieri avanti, viva l 'Italia ! », E nella impressione d i una fine vicina gridava : signor capitano muoio, ma sono contento». (Monte Yof [Carnia ] , 4 novembre 1917).

Sciriti, Corpo scelto a cavallo presso gli antichi Spar tani: costituivano la

guard ia personale

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del comandante

i n capo .

Scironia (Via.). Antica strada della Grecia , lungo l' istmo ' d i Corinto. L'imperatore Adriano la fece allargare e la liberò dai ladroni che infestavano k balze tra le quali correva Ja strada. Scirtea. An t. città della Sicilia, tra Sambuca e Palazzo Adriano.

Battaglia. di Scirtea (103 a. C .). Appartiene all a seconda guerra Servile e fu combattuta dal propretore L ucio Licinio Lucul.lo, che disponeva d i r7.ooo soldati, contro 40 .00 0 schiavi , comandati da Atenionc d i Cilicia, schiavo e già

capo di banditi. La lotta fu assai sanguinosa . Atenione, che comandava -personalmente 200 cavalieri scelti, uccise molti Ron,ani, ma infine v<:nnc colpito e ucciso, e gli schiavi andarono in rotta: 20 .000 di loro vennero uccisi dai vincito ri . I rest anti r ipararono a Triocala.

Scitopoli. Ant. città della Siria, chiamata pr ima N isa, e .infine Beisan . Durò fino alle Crociate. Nel 32 a . C . vi si cornbanè una battaglia che fu vinta da Erode, re di Gerusalemme, al lea to dei Romani, contro il re degli Arabi, che s'era rifiutato

t.li pagare il tri-

buto ai Romani.

Scium-basci, f:: il g rado più elevato fra i g raduati delle truppe jndigcnc in El'itrea e in L ibia : è assegnato a una delle mezze com pagnie e deve saperla comandare in caso dl

bisog no. Pr es ie de ai

servizi, ai prelevamenti e distribuzioni , ai turw ni, al l'istruzione delle Scium-basci di cavalleria de.Ile t ruppe coloniali eritree reclu1e, alla pulizia e all 'or<line . È I 'interprete principale del la compagnia e il pl'imo cooperatore degli ufficiali.

n.

Sciumbata (Giuseppe). Generale m~xl ico, nel l 851, n1. a Roma nel 1925. Sottut. mc.dico nel 1874, divenne colooncllo nel 1903, fu successivamente direttore d i sanità del VII , dcll'VlII e d el IX C. d'A. Magg. generale nel 1908 fu ispet tore d i sanità mil.; ten . generalè medico nel 1916, fu ispettore capo di sanità m ilitare. N el :919 andò in posizioni: ausiliaria. ''• Sciumla. Città della Bulgaria, nella zona montuosa mterna orientale dei Piccoli Balcani , La sua ubicnio ne, cd il concorso a S. di molte comunicazioni, la resero posizione milit;tre assai importante. Venne fortificata e fece parte del q uadrilatero bulgaro. Le fortificazioni erano costituite da ridotte e da trincee. Ques1i lavori, che non avevano un preciso ,. .carattere permanente~ venivano rinforzati appena un:i.

guerra lo rendeva necessario . Nel 1873 le fortificazioni vennero rin1odcrnate d al tcd<.:sco Strecker, che aveva servito come caporale d'artiglieria nell'~sercito prussiano. f. Assedio di Sciumla (1774). Appa rtiene alla guerra Russoturca del 1768-74 e fu posto dal maresc. Romanzov il 28 g iugno. La piazza era d ifesa d a forte gua'rn.igione, comandata dal visir Muz.um Zadé. Dopo scaramuccie avveJJute 'il 2 luglio con caval leria turca, 11 r4 l'accerchiamento era compiuto. Il gran visi r tentò d i rompere il cerchio con una sortita di 30.000 u ., i quali furono sconfitti e abbandonarono la citt~, dove non rimasero che 40 . 000 u . In tali condizioni parve al gran visir impossibile ogni resistenza, sicchè, inv iate al sicuro ad Adrianopoli le bandiere d i Mao-

metto, la cassa e il carteggio d i guerra , entrò in tratta-

tive, che portarono (21 1.uglio) alla pace d i Cainargia. Il . Assedio di Sciumla (18m). Appartiene alla guerra Russo-turca. Coma11<lava l 'esercito russo il gen. Raminski (6 <livis. , 60. 000 u). Era alla difesa il gran visir Ra ra Jus-


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suf pascià, il quale tentò (22 giugno) una sortit a verso Jenibazar per distruggere il materia le d'assedio che i Russi stavano riunendo, ma venn.:: respinto . Il 23 i llussi avanzarono per stringere più slrCtt3mentc la piazza e con sanguinosi combattimenti si impadronirono d i alcune posizioni, re,pingendo contrattacchi nei giorni successivi. li 27 e il 28 i Russi , compiendo un largo gi ro, attaccarono da sud la piau.a, ma urtarono contro le accanite resistenze dei Turchi sul T ischcngell. Il 7 luglio il generale KaJ11i1lSki, dopo una accurata ricognizione delle posizion i turche, si convinse dell'impossibilità d'aver ragione della piazza ed abb,rndonò l 'assedio.

La fortezza di Sciumfa

lii . Assedio di Sciumla (1829). Appartiene alla guerra Ru ,so-tu rca, e fu posto d al lll. C . d' A. russo dopo la battaglia di Kulewtscha. La piazza venne investita il 15 giugno, n1cntre i Russi già assed:av:1110 Varna e Silistria. S1 svolsero fra assed iant i e assediati corr:hattiment i numerosi fino al 20 luglio. Verso la fine di questo mese al lii corpo <l'armata fu aggiunto il VI , senza risultati tangibili . I Russ i decisero allora di raggiungere il versante meridionale dei Piccoli 13alcani, passando al largo ad est d i S., ma il 10 settembre, dopo nuovi inutili tentativi, dovettero t0gliere l 'assedio, limitandosi a cenere osservata S. per mezzo del corpo di Jcnibazar.

Sci zia. Antica regione ,dcli' Asia , corrispondente presso a poco al Tibet, alla Tartaria e a yarte dcll<t Siberia. Era a bitata dagli Scit i, nomadi, eccellenti cavalieri ed arcieri,

Corazza, scudo, cimo, mazze degli Sciti

divi.si in varie tribù. Furono alicati a~li abitanti di Delo, ove nel 768 a. C. strinsero un trattato di arnici«.ia con essi. Nel 631 a. C., sotto il regno di Ciassare l di Media, gli

S. si spinsero verso la llussia e si imµad ronirono dell 'Asia Minore e resero quei popoli loro tributari. Poi, entrati in Palestina, si rivolsero verso 1'Egitto; il re Psam met ico mediante ricchi <ioni riuscl ad allontanarli. Per 28 anni durò il regno degli S. nell'Asia Minore, finchè nel 6o6 a. C . Ciassare si stancò d i essere loro tributario, e, invitato ua grande numero di capi nemici a un banchetto, li fece mass>cra rc : gli riuscl poi facile scacciare quel popolo da lle sue terre. :-Id 514 a. C. Dario mosse contro gli S., giungendo sino al IJnieper, ma poi fu co,treno a ritirarsi, perchè essi cvita,·ano bauaglic, devastavano il paese e guastavano le ac9 ue, impedendogli così di avanzare. Alla battaglia <li Cheronea, contro Si ll a si trovavano anche degli ausiliari sciti con loro capi. Quando nel 64 a. C. Mitridate, sconfi tto, tentò un ' ultima ribell ione, fra i popoli che lo aiutarono e si allearono con lui furono anche gli Sciti. Più lard i però essi chiesero l'am icizia d i Augusto e l'oucn nero. Nel 16o d. C. gli S. furono ia guerra coi Greci, ma l'imperatore Antonino riuscì a far concludere con loro la pace.

Sciavo (Francesco). r::olonncllo, n . a Lesegno, m. a Roma (183i•t913). Volontario nei Cacciatori delle Alpi nel 1859, par tecipò alla campagna del 1860 e vi meritò la menzione onorevole e la promo1.:ione a capitano per merito di guerra; trasferito nell'esercito rcgoiare, venne promosso colonnello nella riserva nel 1898. Fra altro pubbl icò : « Ai nomi illustri di Nino cd Alessandro Bixio »; « Giuseppe Avcz.zana n; << Giovanni Mari:i. D:imi:1ni »; l< L'origioc dei C3rabinicri ;;caovcsi »; ,, Saggio hicgrafico di Giovanni Ma, ia Archetti dei Mille d i Marsala "· Scleid ima (Esc). Località della Cirenaica nel sud lkng3.si110. Co111ba11i111e,u,; di Esc-Sclc,dima (19q). Appartiene alle operazioni contro i r ibelli in C irenaica . D ue colonne agli ordini del gen. Ferri, una di reparti di colore (Latini) ed una d i truppe bianche (Meomanini) il 28 febbraio, con movimento convergemc su S., vi auaccarono un corpo d i Ribelli (circa 1500) i quali, sorpresi dall'avanzata c!clla colonna Latini per le a lture , d opo qualche resistenza si ritirarono velocemente sfuggendo all'aggiramento e lasciando sul te rreno ci rca 2 00 morti. Da parte italiana si ebbero 14 morti e I I feriti.

Sclemo. Fraz i o n e del comune di Stenico (Trento) . li 2 0 a prile 1848 vi :l\' \Tllll<: uno scontro che a ppartiene alla prima guerra per l' Indipendenza d'Italia, e fa parie dei fatti d'arme svolti nel Trentino dai Volo ntari lombard i. Questi ave"ano preso posii.io ne n S . il 19 aprile 1848, sopra una linea che passava per i villaggi di Tavo, Vil1\ lonumento ai caduti di Sclcmo la, Sclemo. A sr. intorno a Tavo , si disposero i Volontari ticinesi dcll'Arcioni. a dr . a difesa di Villa e d i S . quelli m ilanesi del Manara, al centro quelli cremonesi del Tibaldi. All'alba del 20 aprile gli Austriaci,


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agli ordini del gen. Welden, mossero dalle Sarchc a li 'attacco su tre colon ne. Quella di ,Jr. (4 cp.) per le pend ici d el M. Ranzo mirava a S. Lorenzo; quella del centro (5 cp.) risalendo la valle per Villa doveva puntare su Stenico; quella di sr. (2 cp.) marciando da Riva per Dro e per M. Casale doveva p roteggere il movimento delle altre due colonne. La colo nna cen t rale, risalendo l:t valle, andò ad urtare contro i Volontari del M anara che resistettero all'auacco nemico. Gli Auscriaci, però, portati in linea nuo,•i rinforzi, riuscirono dopo tre ore ad obbligare i Volontari a ricirarsi su Stenico. Perdite: Austriaci, 8 u . era morti e feriti; Volontari, 8J u . tra m orci e fer iti e 2 1 prigionieri. Quind ici Volonlari, in g raode parte feriti, rimasti nelle case di S., vennero scoperti e massacrati ,Jagli Austriaci. I loro resti furono ritrovaci nel 1923, e nello stesso anno fu ercuo un monumento in memoria del fatto ti 'arme e d ell'eccidio.

Scodellino. Nelle arm i da fuoco a miccia, a serpentino,

avesse rappresentato anche i baluardi, nè che avesse applicato le nuove forme tlcll 'architettura mii. anteriormente all 'anno 1520, quando dal g ran maest ro Del Carietlo fu ch iamato in Rodi per ordinare le difese di quella pia:aa. I lavori ivi iniziati da Basiho per trasformare le vecchie fortificazioni, :,dattandole alle nuove esigenze, valgono a salvare il suo no me d all'oblio; ma i baluardi da lui :u.lattati alle mur:1 di Rodi nel 1520, oon possono a nnoverarsi tra le opere primitive della architettura militare moderna. Lo S. fu anche ,•alenre artiglie, ie, e sen ì in tale qualità sono Carlo Vili di Francia, e fonditore d'aniglierie.

Scolari (l'ilippo) . Capitano fiorcn ti11u, al servizio d el re Sigismondo d'Uogheria (1369- 1426). Com battè i n Bosnia. e poi contro Ladi,lao e fu fatto conte. LJivcnnc potente come bjnQ di provinci:a, sotto il nome d i Pippo Spano di Ozora. Fortificò i confini del-

a ruota, era cosl chiamato quel pezzo di ferro incavato

l'Ungheria verso la Turchia,

per contenere la poh-ere eia innescatura; generalmente c~~o portava un copcrchictto g irevole di lamina di ferro. Negli archibu g i a m iccia veniva fissato alla canna.

specialmente le pinze di Tcmesvar e dl Or~r,va e ricon quistò a S igismo n<lo l_a Bosnia e la Serbia . Quando il re divenne imperatore, lo S. fu nominato ambasciatore ;i Roma . Tornnto in patria, combattè contro Ve nezia e prese Aqu ileia e J.,ldine. I biografi Scolari Filippo dd tempo dicono che riportasse 23 vittorie .sopra i Turchi. Letterato, mecenate, godette di una immensa considerazione e fu lungamente governatore t lell ' Ungheria . .

Scodès (Dame). Generale macchinista, n . a Sant'Elia Fiumerapido nel 1865, enrrah> in servizio nel 1881, promosso magg. generale nella riserva nel 1923, generale Yiceispettore nel , 923 e te n. gene rale nel 1926. Prese parte alle campagne d ',\ (l'ica, a lla gu('rra Italo-turca e alla guerra Mondiale. Dopo la guerra divenne ispellorc macchine nel 1923 e tenne cleua carica fino al 192ì.

Sco

Scoffera (Colle della) . Valico dell'Appennino Ligure, c he mette in comunicazione la va lle del Bisagno con q uella della Scrivia. La rotabile da Genova risale il Disagno, e, inerpicandosi con larghi risvolti alla fiancata meridionale della valle, raggiunge il valico a 678 m. Anzichè seguire la valle della Scrivia, utilizzata dalla gran de strada elci G iovi, la strada rimon la poi una valleua l:i teralc , t raversa la barra d'unione dell 'arco appenninico col contrafforte del Monte Antola al Colle di Torriglia (764 m.) e scende in Val di Trebbia, donde per Ouane e Bobbio si dirige a Piacenza. Essa disegna u na lunga con giungente obliqua fra il centro dell'a rcc> rivierasco ligu re e l 'estremo d ella via Emilia, per il quale si ra nnoda alla rete stradale lombardocmilia.na. f;. la prima fra le comunicazioni della Riviera che segna il progressivo mutare dell'orienramcnto stradale: questo, infatti , nell'arco alpino-appenninico è regolato dalla con vergenza radiale verso la pia n;i piemontcie; men tre d ipoi si uniforma a un certo pa rallelismo c he guida gl i assi stradali all'incontro delle grandi direttrici pedemontane destinate a raccogliere la viabilità sulle due opposte bande della penisola. Il valico d ella S. apre, con quello di Torriglia, il primo d eg li accessi diretti dall a R iv ie ra alla via E m il ia a est del cont rnffortc d i M. An tola, e vitando la stretta di Stradella. Esso può avere funzione militarmente importante in tutte le operazioni che dalla costa tendano alle pianure emiliana e lombarda. Scola (Basilio della). Archi te tto m ilirn rc, n . a Vicen:i:1 verso il q6o. Fu insigne maestro d ell 'architettura mii. cd uno degli ignorati e primi fondatori di questa scien:Ga. Nel 1496, dopo di essere stato rilasciato ad ist~nza della repubblica vcncrn dalla prigionia di guerra in cui era tc(luto in Napoli d agli Arago nes i, faceva in Ve nezia un m odello di fortez?.a « co11 torri in triangolo, quadre, tonde e d'ogni sorta " che destò ammirazione nei soldati, .ingegneri e ambasciatori. Non si sa se in quel suo modello Basilio

Scolta. Sinonimo di sent inella e vedetta. È termine oggi non più usato nel corrente linguaggio militare. Distinzione alquanto sottile, fatta da qualche auto~e, è quella che indicherebbe la S . come sentinella notturna, particolarmente destina ta ad « ascoh a re »; e la vedetta come sen.t inella d iurna, particolarmen te destinala a « vedere "· Scolta. Nave per servizio di dragaggio ed ostruzioni retali, di 354 tonnellate, varata nel 1913, entrata in servizio nel 1917.

Scoltenna. V . Pa,,aro. Sconfitta. Termine usato per indicare un insucce~so di ampia portala nel campo tanico e strategico, in seguito a battagl ia cui a bbiano p(1 r1ecipato ingenti forze. Se essa ha avuto carattere d i annientamento di u11 esercito, di solito pone fine alla guerra con l'armistizio prima e la pace dopo; spesso è foriera di muramcn,i politici negli Stati vinti . Quando ciò non si è verificaro, la S. ha spesso avuto notevo le inAuenza sull 'anda me nto della campagna; quanto meno, nelle guerre lunghe, come quel la Mo nd iale, impone all 'eser,:ito sconfitto una ]u nga sosta u una attitudine temporeggiante cli note,•ole durata per riprendere lena: per i rifornimenti di uomini e <li mezzi, per il riesame delle alleanze, per nuov i accordi nelle co:dizioni, per riform are la doli rin a tattica, ccl in ge nere adq uare i provved imenti che sono o ritcngonsi essere logiche deduzioni in rapporco alle cause ,•ere o presunte della sconfitta subita. Scontro. Combattimento fra nuclei di torza non rilevante, che sono costretti recipcoca mcnte ad im pegnare combauimento se1Ìza volcdo, in quan to ciascuno Jcsla sorpreso di imbattersi nell'avversario. f;. caratteristico dei terreni bo.cosi o montani, e nella nebbia . Difficilmente ha il procc-


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di mento normale del combattimento: s1 impegna e si risolve rapid amen te, di solito all'arma bianca, cd è limitato ugli elc,nenti p iù avanzati. Non è da confondere con il combauimenro d"incontro, in cui i due avversari, agendo in te rreno libero, avanY.ano offensivamente, anche se con scarse notizie, o nessuna, del nemico, ma co l propasito d i cercarlo, trovarlo ed impegnarlo. È il caso classico della lotta d i mov imento in terreno libero . La voce S . però è spessissimo ad oJ><;rata anche in senso d i combattimento .

Scopo. È uno dei fattori del p roblema tattico e si identifica in certo qual modo col compito; questo però è necessariamente generico e già fissato dalla regolamentazione (compiti delle varie armi , delle a vang uard ie, delle colon ne, delle unità grandi o piccole, ccc.). Lo S. invece è il caso co~creto e definito in precisi termini di tempo e di luogo e r iferito alle singole un ità . In esso e per esso devono essere coordinati gli altri fattori: forze e mezzi, situazione, terreno, tempo. E,so deve essere sempre tenuto presente, sia nella concezio ne cd emanazio ne degli o rdini , che 11cl1·csccuzione delle operazioni. Oisccnde in ordine gerarchico : ogni unilà lo deve ricevere chiaro e preciso dal gerarca immediatamente superiore. La d ifficoltà e la capacità tanica stanno nelle modalità per raggiungerlo e nel ripartire i compit i per il raggiungimento del lo S . fra le varie unità dipendenti. In ciò sta la parte a rtistica, d d l "arte del comando, che si perfeziona e affina collo studio e coli 'esercizio : lo S . unico va ripart ito in compiti [ra i sottordini, il cui raggiungimento globale costituisce il raggiungimento dello S . assegnato all'unità urtica. Ciò deve r:iggiungcrsi col m inimo mezz,o, e cioè col m inor nC1n1cro di perdite, col minor consumo di materiali , nel minor tempo. Scorbuto (Medicina Legale Militare). Appartiene alle malattie da carenza (a,•itami11os1), dovute cioè ad alimentazione priva di vitam ine. Es;a un tempo si sviluppava sotto forma epidemica nelle città assediate e negli accampamenti. L a malatti a si osserva sporadicamente fra gl'inc.ligcni dell'Eritrea e d cl i, L ibia; essa è stata osservata anche nei nostri soldati costretti a nutrirsi a lungo di carne in conserva e ga lletta , q uando per ragioni belliche vennero a mancare i rifornimenti d i cibi freschi. Cause coadiuvanti sono le abita>.ioni ristrette e malsane, come spesso av viene nelle ridotte , nei campi d i concentramento, ecc. Sintomi caratteristici sono uoa forma di llogosi della mucosa boccale (emorragie, ecc.) congiunta a un grado cospicuo ( ii ancm i., generale . Ai sensi del! 'art. 10 dell'Elenco A, il quale contempla « le forme gravi e manifeste di carenza (avitami nosi) " • lo S. è causa di inabilità assoluta al servizio m ilit:tre, previo accertamento in osped ale e tra scorso il periodo della rivedibilitiì; e , nel militare, dopo infruttuo,a cura e co ngrui periodi d i licenza d i con,alcscenza. In marina lo S. fu causa addirittura di epiclemie disastrose ne i secoli passati e lino a quasi tutto il secolo XL'< se ne verificarono casi in tutte le /fotte costreuc a n avigazioni un po' lunghe. Nell'armata italiana l"ultima epidem ia si ebbe durante la sped izione d i Massaua ; d a allora si può considerare scomparso in seguito al miglioramento della razione alimentare degli equipaggi . Scord isci. Popoli di origine celtica, che in una loro antich issima mig razione entrarono nelle valli della Sava, del Dan ubio , della Mo rava, con ramificazioni nei paesi ci rcostanti.

Gue,·ra co111ro gli Scordisci. Quando Roma si fu impadronita della cost iera occidentale e meridionale della penisola balcanica, volendo iniziare la penetrazione nell'interno ciel Paese, venne a trovarsi a contrasto anche con gli S. che i Romani conoscevano già dall"epoca delle operazioni contro i Dalma ti. Nel 1 t9 a. C . gli S. alleati d i altre popolazioni dalmate. assalirono alcuni presidi romani, tanto che Roma fu costretta a mand:ire nella regione ambedue i consol i. Le operazio ni fu rono condo tte fel icemente, ma q uel popolo fu soltanto battuto, non domato. ~cl 114 a. C. il console C . Porcio Catone mosse n uovamente dalla Macedonia contro d i loro, ma le legioni romane furo no quasi interamente distrutte: a stento il console riuscì a riparare in Macedon ia. L'anno seguente Roma i nviò in Macedonia un altro esercito. li console Cecilio Metello Caprar io invase il paese degli S ., battendoli a più riprese. Le operaiioni procedettero ancora fel icemente 11cl 112 a. C. canto che quelle popolazioni , incalz:He, furono ridotte alla valle del Danubio. Le truppe romane inseguitrici, comandate dal conso le M . Livio Druso, giunsero per la prima volta sul grande fiume e imposero ai vinti e.li sgombrarne la riva d r. , ma essi rifiutarono. Soltanto nel no a. C. Marco Minucio potè cond urre felicemente a termine la g uerra, vinccrjcloli in battaglia decisiva sulla Morava: i vinti passarono il Danubio, confondend'>si fra le popolazioni della Dacia. da lle qua li f lll'o na d istrut ti o 3S$imilnti.

Scorpione. Antica macchina da guerra sul tipo delle catapulte e baliste, ma cli mino,i dimensioni, tan to che veniva port;1to e

servito da un

solo soldato. li nome g li venne dal!:, forma e dalle piccole e sottili saette che lanciava. Qualche autore lo ritiene simile a ll "onagro. Fu adoperato anche sulle navi eia guerra.

Scorpione romano

Scorpio11,:_ Fu così chiamato dai Tedeschi e dagli Inglesi nel secolo XV il mazzafrusto formato dal manico con :ntaccate ad una estremità q uattro catene ad anelli oblunghi, terminanti ciascuna con un anello grosso e tondo . Arma usata da essi nel XV secolo . Scorpione. Era chiamata cosl nel scc. XVI una delle taote forme bizzarre di ordinamento di schiere in ba11aglia, o d i evoluzione, nella tattica d i q uel tempo. Scorpione. Torpediniera d'alto mare, varata nel 1905 ad Elbing; d islocamento 2 1 0 tonnellate, m acchina 3000 MP. Fu radiata nel 19 17 .

Scorrerìa (o Raid, con voce ingbc adoperata in tutte le lingue) . t una forma particolare d i azione offensiva, eseguita <la reparti di cavalieri, per danneggiare con sorprese e colpi d i m ano il nem ico , operand o contro le sue linee di comunic~zione od i suoi approvvig ion::l menti; oppure ,·erso le località per lui importanti, allo scopa di ritardarne le operazio ni d i g uerra. Sono lung he cavalcate che richiedono sforzi e re.sistenze grandi, sia dagli uom ini che dai cavalli. Possono essere utili tanto durante il periodo del la mobilitaz io ne, che durante il successivo svolgimento delle operazioni. Durante la mobilitazione tali scorrerie possono aver di mira le linee ferroviarie nelle quali si svolgono i movimenti delle truppe nemiche, i centri d i rifornimento, i punti più importanti anche nell'interno del ter-

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ritorio avversario. Per poter compiere tait operazioni è 11e~

cessar io che la cavalleria sia numerosa, che possa celermente passare la frontiera> vincere le resistenL.c e gil'are g li ·OSlacol i che le si possono parare innanzi . Numerosissimi sono gli esempi storici al r igua rdo . C iteremo i più importanti. Durante la guerra di Castro, il duca Odoardo Farnese, in guerra col papa Urbano VJU, compl un R. assa.i faticoso. Egli partì da Vanna con 4000 soldati di , cavalleria, coo 400 fanti in groppa: Italian i, Svizzeri, Tcdcschi1 Francesi, assoldati , e un certo numero d i gentiluo-

mini. Le truppe erano divise in regg . e questi in cp. d i circa 70 u. l'una. Ogni soklato portava con sè fave infrante e focaccie di pane. :;oo m uli e cava1li costituivano la colonna delle salmerie. Il duca entrò nel Bolognese sui p rimi di settembre dd 1642, saccheggiò varie terre, da altre ottenne viveri, con1e da Castel San Pietro , da Imola, da

Castel Bolognese, d a Faenza, d a For lì. D i qui entrò in Toscana e passò nell 'Umbria, giungendo fino ad Acquapendente. Quivi i l Farnese seppe che il papa aveva radunato 12 .000 u. per la difesa della città, ed essendo i suoi uomini esausti r iprese la via del ri lorno. Le fatiche ridus-

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di Synchburg e cercare di unirsi alle truppe del generale Sherman . Lo scopo fu raggiumo malgrado la pioggia, il fango, i fi umi in piena, facendo in media 18 miglia di marcia al giorno. Egli impegnò molti combattimenti e fece 1 500 prigionieri. Altri esempi di R. si ebbero nelle guerre .svoltesi in Europa nella seconda metà del secolo XIX. Cosl, in quella Tu rco-russa del 1877-78, il gen . russo Gurko, alla fine del dicembre 1877, con un corpo composto d i 43 sqdr. , 10 bgl. e 38 pezzi, aggirò da est il passo di Shipka occupato dai Turchi; tagliò le comu1'.icazioni al l 'avversario sulla stra-da d i Sofia e sostenne d iversi corn hattimenri. Nel secolo XX, all 'inizio della guerra Russo-giap ponese, u na brigata cli Cosacch i al comando del gen. Mitchtenko si spinse per 150 Km. oltre il Yalu in Corea, per sorvegliare la marcia dcli 'armata giapponese del generale Kuroki. Ncl1'agosto 1904, anche il tcn. colonnello Mehcritov, con 500 cavalieri, 200 esploratori di fanleria montati e 50 guide cinesi, da Mukden si spinse fino in Corea, ne percorse con largo giro la parre setten trionale, marciando pe r ben 1200 Km., distruggendo Jlnportanti approvvigionamenti g iappones i e<l assumendo no tizie sulla -situazione.

u . arn varon.o

Data la mole degli eserciti, 1100 sembrano ormai possibili

insieme a Parma. Memorabile è il H . eseguito dalla cava lleria imperiale in Francia duran te la campagna d el 1712 della guerra per la Successione d i Spagna. Ad esso paneciparono, per ordine del principe Eugenio di Savoia, oltre 2000 cavalieri al comando <lel gen . Grovcnstcin, con I 'incarico d i percorrere grande parte. <lel tcrrirorio francese « prendendo dovunque ostaggi e spargendo dappertutto lo scompiglio e l'incendio » . Essa iniziò le marcie il 1 0 giugno, passò I 'Oise a l'roisy e raggiunse Reims, da dove 500 ussari vennero spinti fino a poche miglia da Parigi . Dopo di avere percorso tutta la Champagne, incendiando i

operazioni di questo genere, sah•o forse alJ'inìzio d i una

sero le sue schiere, tanto che appena

1200

paesi ove trovò n,.;:Sislcnza, s i portò a n1arcie forzate nei

Vescovadi d i VeRlun, Toul e Mctz, passi, la Mosa a Saint Mihicl e la Mosella a Pont-à-Mousson . Sol moto sulla Saar, che passò a val le di Snarlo uis, trovò qualche resistenza e g iunse a Trasbac~ con circ:3

300

ostaggi ed una grande

quantità di bestiame. Il Grovenstei n aveva così percorso ben 350 Km. in appena 7 giorni. Molt issimi R. furono cornpiuti durante la guerra dì Sccessiùne ;1mericana: ricorderemo il principale di essi, .il gen . confederato Lee, comandante in capo nella Virginia del Nord, t rovavasi con 70.000 u. a Richmond sui primi di giugno del 1862, di fronte a forze superiori fede,ali, raccolte dietro il fiume Chickahomioy. Per accertare la situazione dell'avversarjo e per tagl iargli le comunicazioni con la ferrovia d i Wh ite House e danneggiarlo in tutti i modi, egli ordinò al gen. Stuart di girare con la cavalleria il nemico e d i cadergli segretamente alle spa lle . L'operazione venne eseguita il 12, J3 e 14 giugno, con 150c, canlli e qualche cannone : essa

campagna, per mezzo d i cavalleria o rruppe celeri ; la g uerra di posizione, in ogni modo, le rende assolutamente

impossibili. E il compito che per i R. spettò alla cavalleria è oggi affidato, in cas.o di bisogno, all'aviazione.

Scorridore. Nell'anticà term inologia mil itare era detto così il soldaLo in av:1nscopetta . ln marina 1 \ ~ nave scorri~ dora " era quella pictola nave, buona veliera, lancionc o feluchetta guardacoste, che ad es. nella marina pontificia era armata, verso la metà d el XVIII secolo, con quattro tromboncini e montata da 11 u. d'equipaggio . Scorta. Ai convogli, alle autocolonne, ai treni, e a quant i altri mezzi d i trasporto possono essere utilizzati allù scopo d i effettuare spostari1cnti d'uomini e di materiali, sia nel campo strategico e tattico, sia in quello log istico, vengono assegnate le S. in relazione alla specie d el trasporto, in mare con unità adeguate alla bisogna, in terra con forze il pièt delle volte fornite dalla mil izia territoriale. Oggi l'aviazione è intervenuta in pro dei trasferin1enti per n1are

da IO a r5.ooo uomini pe r d ifc11dere le sue linee d i com unicazione. Lo Stuart riuscl a d isrruggere in vari punti la ferrovia, scompaginò i convogli nemjci, bruciò baltclli sul fiume Pamunkey, combattè in d iversi luoghi contro reparti federali, fece 162 prigionieri e potè dar notizie precise sulla situ azione dell'avversario. La sua cavalleria percorse 160 Km.

e per terra: essa per la sua particolare attitudine a recarsi dovunque si è d imostrata otti1na1nente adatta a coa,d iuvare le normali scorte navali e terrestri. Cosicchè presentemente possiamo considerare eh,: qualunque trasporto può essere guardato da vicino e dall'allo. Durante le esercitazioni con1binate dell 'esercito francese a Chalons (r932) e nella campagna Cino-g iapponese nello Jchol (1933), d:, parte, francese e giapponese sono stati esperimentati in proporzioni più o meno vaste i reparti meccanizzati . I movimenti di truppa effettuat i su autocolonne furono eseguiti con S. d i carri are mari leggeri fiancheggianti spinti fuori strada ; sulla strada da autoblindp intercalate fra gli autocarri; nel cielo dagli aerei volanti a bassa quota . Nella marina da guerra, i l servizio di S. comparve alla fine del secolo XVI, quando si , esc necessario proteg-

in tre giorni, e attraversò, al ritorno , i l fiume Ch.ickaho-

gere le navi mercantili, sia in caso di conAitti con altre

miny, facendo passare i cavalli a nuoto e gli uom ini su due passerelle costruite appos.itamente dalla truppa. Non meno importanti furono nella stessa guerra alcuni R . <lei Federali. Il gen . Sheridan ne eseguì infatti uno durato ben 36 giorni (febbraio-marzo 1865) con 10 . 000 cavalli, per aggirare l 'armata confederata del gen. Lcc, che trovavasi a Richmond e Petcrsburg, dist ruggere la ferrov ia centrale della Vir ginia, jl canale d i James-Rivcr, occupare la città

nazioni, sia, normalmente, contro i corsari e i pirati che i nfeslavano i mari . Allnra gli Stati provvidero a d isciplinare il movimento mercantile per meg lio proteggerlo : le navi dei mercanri salpavano dalle colonie a dat~ fissa , e

riuscì assai efficace, poichè costrinse j} nemico a distaccare

con rotta determinata e COJ1vog1ì nu111erosi, fino a l centinaio di navi e più, si di rigeva n0 in patria convenientcn1<:.:nlc

scortati. E molte battaglie naval i avvennero intorno a quesli ricchi convogli.


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Ncll'av iaz,io nc, durante la gue rra Mondiale, g li apparecchi d a bombardamento e ,la ricogniz.ione ebbero spessissimo u~a scorta d i apparecchi da caccia.

a cavallo. Solo in mancanza di questi è fatto d,,lla ca\'alleria o da ciclisti . l o ra luue circostanze, ]r-1 scon a può consistere in una piccola rapprescn1an1.a di ufficiali del pre-

Scorta a convoglio. L'ufficiale che, incaricato della scorta <li u n convoglio, volontaria mente lo abbandoni , o per negligenza o imperizia ne rimanga separato, cade sotto le sanzioni degl i art. J04-105 C . P. E. e 100-101 C. P. M . .M. L a pen alità, ncll ' ipotc,i dolosa e in te m po di g uerra , è della morie mediante fucilazione nel peno, se per tale abbn1Hlo no il convoglio o parte d i esso cada in mano al nemico; o della reclusione militare da sette a venti anni, in ogn i altro caso . In tempo di pace è della reclu,ione milirnrc da uno a scue ann i. N cll ' ipotc,i co lposa . è d a sci mesi di carcere militare a due anni di reclusione ordinaria se la separazione avveng a per negligenza, d ella sospensio ne d all'impiego, se per imperizia.

sid io montati su ~1utovcllure.

Scorta ai bagagli. N ell'esercito ro mano, i bagag li e rano d ivisi per legione, marciando alla coda di qucsu, sempre conve..il.lcntementc mun iti d i S. Ne l cc Quu lratu m agmen », metà dell'esercito e;a spiegato in :csta; l'altra metà, su due

Scorta esplos-ivi. Ogni trasportn militare di esplo,ivi deve avere u na S. armata , che varia a seconda d ell'i mpon a n za del trasporto. La S. prende i11 consegna alla stazione di parten za gli esp losiv i e fino a d esti nazione cl i essi deve vietare che i vagoni vengano aperti o che c aranci si a\'vidnino al con voglio. Il comandante della S . all'atto della partenza deve ricevere dall'ente miuente una consegna scritta con le norme da osse rvarsi durante il percorso. 1

Scorticatori. Bande di avventurieri costituite in Francia nel XV secolo, sotto la g uida d i capi quali il Chabanncs, il Pailly, il Blanchefon, il La I-lire e altri. Senza obbiwivi determiuati, !:correvano )a Francia recando dov unque la distruzione, e talvolta varcarono anche le Alpi. Nel 1436 il La .I lire prese Soissons, la saccheggiò e .la fece quartier generale degli S. L'an no segucme, d uran te la ri,,olt:-1 elci Paesi Bassi cont ro il duca di Rorgogna . invasero lainaut, il Poi tou e l'Artois. Soven te i lo r<> capi furono in lotta fra loro, e si unirono solo qua11do il re Carlo VII tentò di ,.;ordinare i l suo esercito : allo ra si allearo no al d elfi no Luigi, al La Trcmouillc e ad altri signori che, unitisi in Loch cs , diedero luogc, alla r ivolta d e tta Pr11grreric (V.).

n

Scortinare. Voce antiquata che significa disfare la cortina e per similitudi ne vale va a n~hc rad e re coi tiri la som mità della cortina o dei parapetti per cacciarne i difensori. Scoto. Così chiamavasi la sopravveste d i stoffa (soprarberga, d a sopra11sbcrgo) e In fascia portata ad armacollo; ind umenti che nel medio evo i guerrie ri vestivano sopm rannarura.

Scorta romana ai bagagli

. o tre colonne, circondava i bagagli collocati al centro. Una S. ai bagagl i fu semp re in uso in tuni gli e~erciti , anche in q uel li barbarici, ad es . du1antc le guerre di Cesare in Gallia. Attualmcnt" può darsi il caso che con"cnga destinare piccole S. ai bag agli d i picco li reparti.

S,·orta 11/fartiglieria. Un tempo \'Cniva costituita con repart i <li fante r ia per b difesa vici 11a; ora non più . A ta l fine l'artiglieria, oltrechè del moschetto, è dotata di mitrag liatrici ìl c ui im piegl') e manegg io d e ve perciò co noscere . Solo in caso d i assoluta necessità, dovu ta a situazioni particolari, specie n elle colonne d'ala, p uò essere as,egnata una scorta di fanteria all 'artig lier ia; ciò avverrà per o rd ine del coma:1dante della d ivi1 . o d i quello della colonna alla cui dipendenza tattica si trovano le uni tà d a sco rtare. Scorta d 'onore . "t dovuta a tutte le persone o r appresenta nze cui spettano le g uard ie d'o no re cd inoltre : ai ministri e sottosegretari di Stato, ai mare.se. d' Italia, al Capo d i S . M. g enerale, al Capo d i S . M. d ell' l~sercito, ai generali d'armata o designati d'armata, in occasione di vi.ire fatte in forma ufficiale in località sedi d i presid io ; :,i comanda nti cli C . d ' A. e ai comandanti di divis,nne quand o, in forma ufficiale, v isitano uno dei presidi d ipendenti, ed ai prefetti del Regno qua nd o, p ure in forma uflìcialc , v isitano una località sede di presidio nel territorio della provi ncia . Il servizio d i S. d 'onore è riservato ai carabinieri

Scott (Wi11field). Ge nerale degli Stati Uni ti (1786-1866). Capitano d'art. nel 1808, rimosso nel J811 per ind,sciplina, reintegrato al principio della guerra coll 'Ingh ilterra, prigioniero a Quccnstown, nel 1814 fu promosso a 28 anni genera le di brigata. Recatosi in Europa per perfezionarsi nelle. ,cienzc militari, riprese sc,-•izio nel 1832 e fu promosso genera le cl i d ivis. d opo cli a ver b rilln nte mc nre condotto parecchie campagne contro gli Indiani. Iniziatasi la guerra col Messico, ehbc incnrico d i condurla a compi men to marciando sulla capitale nemica con 12.000 u . Conquistatala il 15 sette m bre 1847, firmò, quale p le n ipoten ziario del proprio paese, la pace d i G uadalupa-1 lidalgo il 22 fe bb raio 18.18. Nominato comandante <lellc forze federali all'inizio della g uerr;, d i Secessione, died e ne l 1861 le proprie dimission i. Scotti (110b. Fili/1po) . Generale, n. ad Ivrea nel 1795. Volontario in Francia nel 1813, passò nell'anno seguente nell 'esercito ,ardo col grado d i sotto t. di fanteria . Colonnello nel 184S, comandò nella g ue rra d i quell 'an no il 12° fante ria. Nel d icembre 1848 ebbe il comando della città e prol'incia cl i Aosta e d ue mesi d opo fu p romosso magg. gcnrrale. Nel 1850 venne -collocato a riposo. Scotti Angelo . Generale, n . a Castelnuovo d'Adda , m . a. Milano (185 1-1931) . Sottot. <l'art. nel 1871, fu trasferito poco d o po nei bersag lie ri. Colo nnello nel 1903, comand ò il 'f' bersaglieri. Nel 1909 fu collocato in P . A. e nel 1913 trasferito n ella r iserva . Promosso magg. generale nel 1914, ritornò in servizio d al 1915 al 1919 e ocl 1917 venne promosso ten . generale.


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Scotti Carlo. Ammiraglio, n. a Levanto nel 1857. Entrato in servizio nel 1874, fu collocato in P . A. nel 19n, promosso contrammir. nel 191.1, amm ir. di divis . nel 1923. Scotti Ana11gelo. Generale, n. a Baia Latina . m. a Roma

(1860- 1933). Sottot. d'art. nel 1878, divenne colonnello nel 1904 e comandò il 93° faareria. lviagg. generale comandante la

brigata Calabria nel 191,, fu promosso tcn. generale nel 1915 nel quale anno entrò in guerra contro l'Austr ia al comando della 30~ div ìs. e meritò la croce d 'uff. del] 'O. M. S. e la 1ned. <I '_a rgento. Comandante la 57• divis . nel Scotti Arcangelo 1917 cd il XXII C. d 'A. nel 1918, andò in P . i\. nel 1919. Nel 1924 fu promosso generale <li C . d'A. e nel 1932 passò nella r iserva.

Jncora a lquanto a setten trione da A<lriano e da Antonino .

La Caledonia f:u in seguito invasa dai Pict i, che for01arono un regno con{rapposto a quel lo degli. Scoti. Nel 109 r gli Scozzesi fu. rono in guerra con In Gran

Rret;igna. Nel 1284, col re Alessandro 111, si spense là d iscendenza maschile degli antichi 1e scozzesi, e ciò spinse &-loardo I d'Inghilterra a ten tare la conquista

della Scozia. Uli Scozzesi pre$ero le armi, gu i<.lati da Ant. bandiera scozze~e abili capi: Wallace h, preso e poi git,stiziato, ma Roberto 13.-uce sconfisse ripetutamente gli . Inglesi e salvò l 'indipe ndenza della sua patria. Ai Bruce successero in segu ito gli Stuart, uno dei quali , Giacomo VJ, salito al trono d'Ingh ilterra• nel 16o3, riunì

Scotti Cado. Feldmarescia llo austriaco, n. nel 1862. Sottoren. • nel 1883, da magg. generale comandò la 56• bri- . gara e poi la 28• divis. di. fanrer ia. Allo scoppio della guerra ebbe il comando della 53 divis . di fanter ia. Nominato feldmarcsc. cornbattè contro gli Ital iani, al comando di u n gruppo di d ivis. nei medio Isonzo. Scotti Ugo. Generale, n. nel 1871. Sottor. di fonteria nel 1891, frequentò la Scuola di guerra, partecipò alla guerra contro l · .'\ustria e nel 1917 fu promosso colonnello; comandò il 138° e poi il 44" fan teria . Generale d i brigaia nel 1924, comandò le br igak Torino e Valtellina e poi fu ispettore di mobilitazione della divis. di Salerno. Nel 1933 andò in posiz.ione ausiliaria.

Scottivoll (Filippo). Architetto mil. anconetano del secolo XV. Nel 1452 il d uca di Milano Francesco Sforza lo incaricò della ricostruzione del castello, stato alcuni anni prima diroccato da i Milanesi. Un altro S. (Astorgio) pure anconetano, dello stesso secolo, fu generale della Chiesa cont ro il du~a di Calabria, e poi guerreggiò contro Turchi. Scovolo (V. Lana1a) , Nel 1925 sono stati adottati tre tipi di S. per la lavatura e un tura delle armi portatili, comprese le mitragliatrici. Essi sono grandi , medi e p iccoli,

T ruppe sco-zzcsi dell'epoca napoleonica

le due corone in una sola. Gl i Scozzesi ebbero sempre, dopo tale unione, reclutamento regionale. Primo a rcdu1arii su

vasta scala fu lord C liatam, il quale creò prima 11n regg . con elcrnenLi banditi dai loro clans (Sec. XVIII), e poi istituì il recìutamento rer clan. Ottimi soldati, g li Scozzesi mantennero pro• fF. n .. pric unifo,·mi, col caratteristico gon~

ncl li no e grembiu lino e con gambe nude (V . HigManders).

con progressiva diminuzione della larghezza della spazzola di cri ne, la quale è montata su ar,11atur:, di filo d i ferro. Precedentemente !o S. per il fucile era chiamato scovolino, o scovolcuo.

Scozia (ant. Caledonia). È la parte senentrionale della Gran Bretagna, con capitale · Glasgow (a nt. Ed imburgo). Ncl l 'cpoca preromana era abitata dai Caledoni, che furono sconfitti dagli Scoti, razza celta d 'Irland a, con i quali dovettero dividere la loro regione. Nel primo secolo d. C . i Romani, che avevano g ià conquista to la Gran Bretagna , iniziarono la loro opera di espansione anche nella S ., ma non si sp insero mai troppo a nord, r i1i1anendo a su<l dei golfi di Forth e della Clyde. I Caledoni furono ricacciati

le

Guardie Scozzesi. 11 primo re francese che ebbe guard ie del corpo scozzesi fu Luigi IX, che da 25 cli esse fu seguìto in Oriente. Un orditiamcnto dcfìniLivo fu dato loro da Carlo VJI nel 1422, il quale ne formò una cp. , dandole per d ivisa « In omni modo fidelis » . Esse si segnalarono per coraggio e fc. ' deità . Carlo VII istituì anche una compagnia di 52 arcieri scozzesi, che furono ,d etti « are.ieri del corpo » : il loro capo ebbe il nome onorifico di primo uomo d ' arme di Francia.

Capo scoz zesc del secolo Xl II


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Sco

Scozia di Calliano Luigi. Generale, n. a Casale Monferrato nel 1802. Solcbto e poi (182r) sottot. dei granatieri, divenne colon ne llo nel 184$, e comandò il 1" regg. nelle campagne d d 1848-1849. Nd 1853 ebbe il comando d ella brigata Regina. Magg. generale n el 1855 comandò j granatieri di Sardeg na nel 1859. Ten . generale ispettore d ell'esercito nel 1860, dal g iugno all'ottobre 1866 comandò la Scuola ,,,il. di Mòdena. Di nuo--o ispettore d el l'esercito, andò a riposo nel 1867.

Scribani Alfredo

Sc·o zia Luigi

Scu

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Scramasax. Anna bianca manesca, lmlga circa 70 cm., d i origine germanica, somigliante alla storta ital iana. F.ra un,i specie di daga o coltellaccio ad un solo filo, molto lungo di codolo, con lama larga . Era in uso già nel IV e V secolo.

l 'immii,rnte congcdc d elle classi di leva si debba prog,e,. ~ivamen te sostituire i congedand i. Lo Sc,iba (o Scriv11110) era 1:ell'esercito romano l'addetto all'amministrazione dell 'esercitr e della marina . Nella coorte, apparteneva al perso nale inferiore, della categcria degli « apparitores " · Apparteneva pure , nell'armata navale romana, aÌ gradi inferiori, ed era anuar.io, nornro, librario, commentatore. Nelle armate navali del medio evo e mod erne era coJ1Siderato come « ufficiale di poppa »: teneva registro d'ogni wsa e soprintendeva anche alla distribuzione delle vettovaglie insieme col pennc~c . Nella marina pon tificia d el sec. XVIII, aveva lo stesso rango e la stessa paga dèl chirusgo, del nocchiere, d el pi lota, del capo cannoniere.

Scrivante (Giovar11u). Generale, 11. a S. Damiano <l 'A· .sti, m . a Roma (1857-1927). Sottot . de i bersagl ieri nel 1877, dal 1889 al 1892 insegnò arte mii. alla Scuola d i Modena . Trasferito neg li alpini da maggiore, comandò i bgl. Su,a ccj Aosi:a . Colonnello comandante il 94° fantel'ia nel 1903, passò nell 'anno dopo a comandare il 1° alpini . Magg. ge• nerale nel 1909, comandò la brigata To.rino e poi la 1° brigata alpini. Ten. generale nel 1913 , t.enne successivamente i comandi delle divis. d i Catanza ro, Padova e Cuneo. In P . A . nel 1919, fu promosso nel 1924 generale d i C. cl' A. e collocato a ri poso nel 1927 . Scrive (Gasp,ire) . Medico militare francese (1815-1861). Insegnante <li med icina operatoria alla scuola di Lilla e direttore dell 'ospedale mi i. di Alger i, pubbl icò nel 1817 una ,, Relazione med ico -chirurgica della campagna d'Oriente» . Fu poi capo del servizio sanitario dell 'esercito fran cese e scrisse anche un « Trattato delle ferite d'arma bianca » . Scrosato (Ottavio). Ingegnere militare italiano del secolo XVI. Morì all'assed io d i Alba Reale difendendo la piazza contro i Turchi .

Scramasax

Scribani Rossi (di Ceretta, conte Alfredo). Generale, n . a Piace_nza, m . a Milano (1844- 1920) . So tto t. d 'a rt. nel 1865, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello comandante il 12" art. nel 1897, fu promosso magg. generale nel 1902. CornaDdò l 'art. di Genova e d i Mi!ann. Col locato i n P. A . nel 1906, passò nella riserva nel 19ro e nel 19 n venne promosso ten . g ene raie . Scribani-Rossi con/e di Cerreto Sie/ano. Generale, o. a P iacenza nel 1850. Sottot. ·d ei gran;tic ri nel 1870, divenne colonnello nel 1900. Comandò il 45° fanteria e due anni dopo il 1·0 granatieri. Magg. generale comandante la bri. gata Bc:rgamo nel 1907, fu collocato nella riserva nel 1912 e due anni dopo venne promosso ten . generale.

Scritturali. Negli uffici delle forze annate italiane è concesso <li impiegare u n limitato numero d i caporali e soldati per il <·!ishrìgo delle pratiche amministrative e disclplinari. T ali ind ividui di truppa si éhiamano S . e sono scelti dai com;m<lanti d i CJ_J. fra il personale che abbia la cultura necessaria per disimpegnare con correttezza e se• rictà le proprie attribuz ion i. Quanto ha carattere rise,vato deve però essere affidato ad ufficiali addetti ai comandi. Gli _S. d ebbono aver compiuta la loro istruzione di re. cluta , · e non sono d ispensati dal servizio armato e dalle i>truzioni pratiche, se non d ietro espresso ordine del e(>· mando d el corpo. Possono in caso eccezionale essere concessi altri S. in q ualità d i allievi, specialmente quando per

Scrugli (Nt1poleo11e) . Ammiraglio, n.' d i Tropea (18031883). Ufficiale della marina borbonica, nel 1860, capitano d i vascello, non voile segoi re il re Francesco a Gaeta, e, rimasto a Napoli, fece al7.are la band iera tricolo;.e sui forti all'arrivo d i Garibald i, che g li affi<lò per breve tem po la d irezione della· marina militare borbonica all'atto del passaggio a quella italiana . P romosso retroammiraglio, comandò una d ivis. navale, e partecipò ai lavori dcli 'arsenale d e La Spezia, raggiungen do il g raJo d i viceammiraglio . Fu deputato d i Tropea per l'Vl ll legislatu ra e aiutante di campo onorario d el Re : nel 1881 venne nominato senatore . Scudato. Voce di sig'!ificato generico, indicante prop riamente un soldato a rmato d i scudo. Nelle antiche milizie latine, g li Sc11tarii erano milizie scelte. Nell'esercito ron1ano erano detti Scut.ati i soldati armati pesantemente e costituenti reparti speciali, posti nelle prime file. Presso i Bizantini erano detti Sctua,,i, o Scutiferi, i giovani che venivano educati e addestrati a\le armi d ai p rinci pi e dai signori. Di qu i d erivarono gli S c'.tdicri dell'epoca feudale. I Bizanti rli avevano anche soldati d i marina, detti Scutagios, che, armati d i uno scudo largh issimo e coperti di grave armatura dovevano o})porsi agli arrc1nbaggi. Avevano elmo e corsaletto <li ferro_, braccial i, corazze e stivali coperti con maglie di ferro . Le loro anni di difesa erano una corta spada, uua picca e lung he freccic impiombate. Sostituirono g li opliti delle mar ine romane e gtcche . 1

Scudellotto. Gli ar maiuoli italiani così chiamarono l'incavo fatto dalla parte dr . del l'arcione an teriore d ella sella d'arme; serviva per poggiarvi la lancia quando si teneva


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sulla ~oscia. La lancia alla coscia era tenuta dai capitani e dai principi quando entravano nelle ciuà conquistate colla forza delle armi, o datesi loro a patti.

Scuderie 1,nil it.ari. Sono i locali d i ricovero d ei quadrupedi m ii. nel le ore i n cui non p restano scrviz.io . Tali costruzioni S')no in condizioni perfettamente igier.iche, in località sane, arieggiate , s u te rreno

;]sciutto, con acqua

buona. Possono con tenere in media da i 25 ai 30 capi, eq uivalenti per conseguenza alla forza di un plotone di

mansi pure S. o palafrenieri i soldati delle armi a cavallo addetti alle scuderie in servizio d i g uard ia, i quali agli o rdini di un capo•sLuderia sono incaricati di sorvegJiarc i q uadrupedi ricove rali oclle scud erie dd corpo, specialmente 1

nelle ore notturne .

Scudieri (Filippo). Generale napoletano (r782-J853). Ca<letto nell'esercito, i i el 1799 aderì alla rivoluzione, esulò, fece parte delia legione italica e servì nell 'es~rcito francese fino al r8o6, passando allora in guello napoletano, <love <livenrie colonncll~ nel I8'4. N el 1831 venne promosso brigadiere, ispettore degli ospedali mil itari.

Scuderia militare

Scudi (i due piccol i a ::.r. sono turchi)

cavalleria. Le S. mii. si d ividono in sem plici e doppie, a seconda che abbiano uno o due ordini d i mangiatoie . Ne 1le

Scudo. Arm a d ifensiva d i varia forma , per lo più rettangolare, e curva nella lunghena, coi lati generalmente di n1. 1,20 x 0,75 circa. La stessa arma, ma rotonda , era chia1'nata clipeo, rotella, o brocch iere. Modernamente la voce scudo fu intesa nd senso generico e collettivo, perchè com prese tutte le arm i d ifensive d a potersi imbracciare o impugnare, o porre innanzi a sè per farsene riparo contro le offese avversarie . Così , secondo la loro form a, si hanno gli S. chiamati pavesi , portati atLaccati a corregge, dietro le spalle e usati come riparo, appoggiati rilti a terra ; rotelle, brocchieri, t arghe, bracciaiole, da imbracciare ; rotelline e targhe tte da pugno, d a impugnare . Col perfezionarsi delle ai mi da fuoco, la d ifesa del corpo del com battente rimase a poco a poco completamente nul la, nè scu.d i nè corazze potendo resistere alla pcn·c trazionc dei proiettili ; così, a poco· allà volta, tutte le armi d i difesa

marcie cd ai campi, come in guerra, assumono .la funzione lt

Scu

d i S. k tettoie, baracche, od altri ricoveri provvisori.

Scudiere La voce S. aveva ne l med io evo due signifirnt i <liversi nell'ambieme mi litare. L'uno in,licava il valletto d' anni, incaricato d i portare lo scudo, ed era come una specie di aiutante del cavaJicrc . L'altro significato era quel lo d i S. nobile , o per me·g lio d ire, all ievo cavaliere, ed indicava il nobiluomo che si metteva alle dipendenze cli un cavaliere proveuo per apprendere l 'uso delle armi e del cavallo, onde a sua volta diventare caval iere . A seconda poj che

<Jucsto S . era agl i orcl ini d i un personagg io più o

meno e levato

nella gerarchia nobiliare del medio evo , ass umeva d i riflesso luce

ed importanza di grado, tanto che presso le grandi. 111onarch ic gli scudieri dei re e dei principi avevano precedenza sugli stessi grandi condottieri e genera li. Lo S. in combattimento pugnava contro gli S. dcll 'avvc rsario, e contro tutti quelli del seguito <li esso che non erano cavalieri, sebbene non fosse

agevole nel le m ischie osservare tal i formalità. lll Germania gli S. Scudierc polacco

venivano -.;pesso riuniti in sqdr. e

adoperati come cavalleria leggera, a frotte, od a gruppi alla spicciolata, dopo il primo scolltro dei cavalieri, e dopo il loro caracollo; essi diedero origine ai « raitri }> . La voce S. passò successivamente per ragioni araldiche ad indicare la carica d i un gent il_u omo d i corte il quale aveva anche cura delle scuderie reali. Tale carica continua ad essere in vigore presso le corti attuali, d ove, oltre al grande S., vi sono quelli in sott9rdine. Chia-

Scudetto Per fanterfa

,·ennero abolite. Tuttavia vi furono ancora tentativi dì CO· struzione d i corazze, pettorali e scudi , che avrebl>ero avuto la pretesa <li arrestare la pallottola . M'algrado i· vari tentativi nessuno d i tali scudi difensiv i venne mai accolto dai Governi, e non ebbero quindi che scarse applicazioni. Le ragioni di questo fatto si possono comprendere facilmente: peso se.mpre eccessivo; scarsa, se non nulla, la garanzia di


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difesa; se indossato come corazza, poca superficie del corpo riparata , per il peso e per non ostacolare i movimenti d elle braccia e delle gambe; mater iale d i composizione che si riscalda eccessivamente ai raggi del sole . Le artiglierie navali poste sopra coperta sono jn generaJc protette da uoo S. il cui spessore varia da i 4 mm . (para•

Scu

dello Stato. In significato ristretto, vuol dire: luogo desti• nato all'insegnamento p rofessionale militare; però, in senso ancora più lim itato, sta a indicare l'i stituto di fotmazione dei ,, quadri », particolarmente degli ufficiali. La S. M., in quanto espressione di molteplicità d i luoghi {l'insegnamento, d i organismo scolastico vasto e complesso, costituisce la via massima nella quale e per la guale si viene elaborando e diffondendo il sapere militare nei suoi molteplici gradi, dal lavorativo al filosofico. In sostanza, tali g radi di sapcrc si svolgono ordinariamente nel seguente ordine <ii graduazione scolastica : a) scuola mii. elementare p rimaria, per la formazione dell'artiere primo, il soldato; b) scuola mii. s_econdaria inferiore, per la formazione d ei comandanti delle frazioni dei i-eparti (squadre e simili), g raduati di truppa (sergenti); ,) scuola mii. secondaria superiore, per la formazione dei comandan ti d ei g ruppi di frazioni (plotoni e simil i), ufficiale subalterno; d) scuola mii. ·universitaria - o uni~'ersità rni l. - per la form azione d ei coma,~danti delle unità tattiche primarie (cp . e simili), capit,;no; e) scuola m il. d i coltura superiore per là for mazione o il perfezionamento degli ufficiali superiori e generali. l no,:i1i che vengono attribuiti a queste diverse scuole, variano secondo contingenze mutevoli d i ordinamento, di psicologia sociale e m ilitare, ecc. Coti l 'odierna costituzione del)e Scudo per artiglierie di marina Forze Armate mediante i l sistema d ella Nazione Armata; la scuola mii. s'è pra ticamente identificata col suo signifischcggie) ai 15 cm . a seconda del calibro e dello scopo a caw generale, e penante .svolgesi nei tre grandi rarni: cui lo S. deve servìre. Esso rnota c'on tutto l'affusto e porta a) della scuola premilitare; b) della scuola reggimentale apposite sfinestrature attraverso le quali si puntano i cond 'integrazione tattica , nella quale si comprendono le istruzioni del solda to e dei repa rti, dalla squadra a l reggigegni di mira . - Artiglieria scudata si dice, negli cseréit i, quella munita di S . Nelle mitragliatrici SI A, fu adottato mento, e il tirocinio importantissimo per i sottu flìciaJi e g li ufficiali; e) della scuola d i magi,,tero militare (scuola d i nel 1925 uno scudetto mobile per proteggere i tirator"i da maestri-con1andanti) comprendente tu tti gli isrjtuti scolastici eventuali frammen t i di bossol_o pel caso fortuito di scoppio della cartuccia fuori canna. che usualmente vanno sotto la d enominazione d i « Scuole " · Le Scuole militari comprendono : 1) Colleg i mi litari; Scudo d"oro (O,-dine). V. Cardo. 2) Regia Accademia d i Fanteria e Cavalleri a e R . Accadem ia d i Artiglieria e Genio; 3) Scuola d i a pplicazione di Sculdasci. Nell'ordinamento dei Loogobardi , erano capi Fanteria e Scuola d i applicazione di Artiglieria e Genio; di centuria, ed avevano mansioni di polizia. Nella gerarchia 4) Sct1ola di app licazione cli Cavalleria; 5) Scuola allievi uf. longobarda, erano subito sotto ai duci. ficiali d i complemento e Scuola allievi sotrufficiali; 6) Scuola Sculeni (S,tullen). Cittadina della Romania, sul Pruth. centra le; 7) Scuola d i guerra; 8) Scuola di tiro di Artiglieria; 9) Sc uola d i ap plicazione di Sani tà m il itare; Nel J82t, appena scoppiat~ la rivoluzione greca, l 'occupò il 10) Scuola centrale Carabinieri rea li. Gli ordinatl)_cnti, in greco Atanasio con un forte corpo di insoni. Ma qua11do, questo C'1mpo, sono analoghi in tutte le nazioni. OÌt~c al le davanti alla città, ap parvero 6000 cavalli e 2000 fanti turchi, scuole a parte descritte, ricorderemo le seguenti: Scuola la maggior parte dei difensori si diede alla fuga e Atabombardieri, creata da Emanuele l~iliberto in P iemon te nasio restò con solo 500 u. : Luttavia i Greci riuscirono a verso il 1570: ebbe breve vita, fu r ipristinata nel 1667 e respinge;e molti assalt i e, quando 400 nemici pcncLrarono 2.nche allora durò poco tempo . Scuola pt.·r artiglieri.a. nella città, ne uccisero 300 costringendo gli altri alla f~;ga. Creata da Victorio Amedeo I nel 1635 e riord inata da Carlo Infine, dopo otto ore di !;esistenza, i superstiti si scagliaEmanuele Il nel 1670. Nel 1814 (Regno di Sardegna) rono contro i Turchi focendosi massacrare . F1attanto un esisteva una Scuola dei cadetti d 'artiglieria e genio; due anni corpo d i cavalieri era giun to iii srccorso dei di fensori : i d o po furono create le seguenti : Scuola per ufficia/i e Greci, visti j loro compagni n1assacrati, piombarono sui Scuola pe,- la truppa, en trambe p ressò i còrpi ; Scuola di Turchi, ne ucc isero 200 e tj,uscirono a rivalicare iJ Pruth. veterinaria (1818); Scuola di ta,ubw·iui e pifferi (1823) elle d ivenne (1832) Smola di musica, tamburini e irombetlieri. Scu'?liJ (Srhola). l':~l~._(orze armate romane, il termine - Nel regno d i Napoli, fu istituita nel r775 µna ~cuoia era adop!;r ato spesso nel "senso d i « collegio », per indicare militare, per raccogl iere i cadetti c he prima ricevevano jstrucerti g ruppi di n1ilitari o di militarizzati, come fabbri, tuzione presso i corpi. NelJa marina napoletana, si ebbe una bicin i, vessilliferi, decurioni, ccc. - Ed e ra altresì adope• Scuola dei grunu·tti (mozzi) · nel 184 0, e una Scuola macrato per indicare 11 p iccolo recinto dcl i 'accampamento, dachi11isti nel 1841. vanti al sito dove si deponevano l 'aqu ila e le insegne, e Nella Regia Ma rina, prima dell'Unità d'Ital ia, ebbero dove si impartivano gli o rd ini di servizio. scl10!e Napoli e Venezia . Quella d i Venezia venne fond ata Scuola 1nilitare . In significato generale, vuol significare: nel 1774. Quella di Napoli si fuse nel 1860 con quella di istituzione educativa complessa, che mira a rendere i l citGenova (fondata nel 1815) per costituire l'Accadem ia Natadino adeguato alla necessità nazionale della « Forza Mivale. A ttualmente esistono le seguenti: Scuola maccl,itlisti, litare » elemento fondamentale <li conservazione e sviluppo istituita al Varignano, nel golfo de La Sp,ezia, ud 1862


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d~l Cavour, trasferita a Genova nel 1863, ancora a La Spe-

1.ia nel 1870, infine a Ve nezia nel 1873. Servì a p reparare g li ufficial i d i macch in a fino al 1913, qufindo questa preparazione fu trasferita all'Accadem ia navale di Livorno. La scuola da quell'anno si chiamò Sçuo/a, meccanici, e serve alla p reparazione e aU 'abilitazione \ d ei so1tufficialì mcccan1c1 . Sn,ola !pecialis:i, con sede a San Ba rtolomeo 11d golfo de La Spezia, per le S!Jecialilil della categoria Torpedinieri, Scuola. Semaforisti e Kadiotelegrt1/i.,1i, con sede a l Varignano. - Scuolti Motoristi navali, con se,le a Pola . - Scuola per assistenti t!d g_er1io navale e operai ca,·pentierl., con sede a Pola . Scuola Fu,·ieri, con sede a Pola, per per,ona le d'amministrazione e segreteri a , · Scuola A4ari11ai , con sede su nave. - Scuoia Ca1111011Ù:1'i, foncJ ata <lai genera le Cugia n el 1864, con sede su nave . Scuola Timonieri, con sede su nave. TI gruppa delle scuole che hanno sede a Pola vi fu concentrato nel 1925 . Nella R. Marina vi sono inoltre Sc110/c elementari e p,·ofcssio11a/i, a bordo d elle navi da guerra, comprese q ue lle, eventuali, per a n alfabeti.

Scuola militare di San Luca. Costitu ita a Milano il 26 m a rzo 1848 per o rd ine del governo provvisorio . E r a d 'a rtigl ieria e genio : . vi accorsero ingegneri e studenti di matematica. Di questi, 200 passarono ai corpi man 1na.no; 64 costituirono una cp. coi nome della scuola, che a l comando del ca pit:ino Carneva li si recò a Venezia, d ove si battè n ella difesa di quella cillà cont ro gli Austr iaci sino a lla resa .

Scuola militare per ['artiglieria e il genio. Venn~ fondata " Modena nel 1798, durante la re,iu bblica Cisalp ina. Scuola militare per la c;valleria e la fanterù, . Venne fon data a Pavia nel 1812, durante il regno d 'ftalia dell'epoca r-iapoleonica. Scuola ,,i/ievi ufficiali dei Carabi11ieri rea[;, lstilll ita a Roma nel 1906; per i brigadieri o marescia ll i che aspirano alla p romozione a soltoteneutc . Scuola aerostatica. Creata nel 1795 a Mcudon, in Francia, per opera della Con venzio ne, allo scopo ,l i addestrarvi gli aerostieri. Venne , liretta d al C,,n té. Nel 1799 Napoleone Buonapane la chiuse. Nel , 871 si riapriva, ancora a Mcudon , uno stabil imento di aerostatica. m ilitare, il 9uale d iede origine agli studi ulteriori in matcrja, j.ncominciando d3i palloni frenati e liberi e iniziando i p rimi tentativi d i pa lloni d irigibil i.

Scuola centrale m.ilitare di ed11mzio11e fisica (V . Fan u:sùw). Oeriva dalla Scuola 11urgutmlc 111,/uare di sdierm a., creata a Roma 11d 1887 !1er l' esercito e la m arina. Den ominata nel 1911 Scuola magistr·alc militare di sd,enna e di educac:ione fi,ica, assunse nel 192r la d enom inazione attuale.

Scuola del Carabinie,·e. Pe riodico mensi le d i « Educazione, istruzione e d iletto » fonda to a Palermo nel 1907. Pub-

blica consigii pratici d 'jgitnc, massirnc di giurisprude nza, bozzetti e novel le e poesie, ccc. , oltre a l conunento ai rcg<>lamenti . 11 tutto in forma chiara e semplice, ~sse ndo stato ideato per i carab inie ri e graduati i quali aspiri no ali 'avan-

zamento e ad arricchire la propria cultura elementa re . Scuola di applicazione. La denominazione ne ind ica, in termine gcnerale 1 lo scopo: 1nostrarc oHlinatamcnte, con adeguato rnetodo d id attico attivo 1 come la do ttrina n1i!. <l 'un corso o d 'una scuo la precede nte, insegnata e acquisita in maniera pili o meno as traltn, pel naturale carattere del 0

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l'ordine ·scolastico accademico, si adatti, si applichi nella pratica giornaliera e.kit 'arte; come d ircJ passare da lla teoria ;;IÌa p rassi con logica successionè di r iscontri e di confrn11ti fra la norma e la sua utile a pplicazione. Ne ll 'ord ine didatt ico miL e concreto, s'intende qudl 'islituto che, org-an ica men te coord inato a li ' Accademia rni lit a re (o al politecnico) è dest in ato ad accoglierne g li a lliev i al termine dei corsi regolari, affinchè vi completino e vi riscontrino, con un.:t p ratica adeguata, la dottrina prece,lentementc appresa al1'Accadcmia. S' infe1\sce da ciò come ad ogn i accademia mi litare debba corrispondete e o rdinariamenre corrisponda un a orga nica propria S. d'A ., rispon<lcntc al fine jn conformità dei suoi demen ti scolastici , allievi programn'la jn.. seg nan ti tempo . Tale scuola, in generale , ha seguìto stori camen te nei vari Stati l'evoluzione ddla Scuola mii. per la formaz.ionc degli ufficiali subalterni in S. P. E., indi la sua funzione nei vari tclnpi è riuScita n1cno o più determ inala chiara e utile a seconda della n1inore o magg iore rJuerm inazione e cbiare,.za dei concetti pedagogici che la · reggevano. Ciò è in qualche modo rappresen tato dalle 1_nu1azioni che si rì scont rano via via nelle dcnomj nazion (, ncl]a d urata dei corsi, nella variabil ità dei programmi e v ia rlicen<lo.

Sc-110/a di applicazione d'"rtiglie!ia e genio . Risale al 1739, 9uanclo vennero istituite a Tor ino scuole teorico-pratich e, le qua li ebbero poi nome d i Scuole· d 'artigberi:i e fortificazione. Da l 1800 al 1814 fun,.ionò a Cagliar i. Ne_l 1822 fu chiamata Scuola teorica d 'applicazione ad rrso degli ufficiali del Corpo reale d'art iglieria. Nel 1824 fu creata una scuola ana loga per il genio, che dieci ann i dopo fu r iunita a ll'a ltra, sotto la denominazione d i Scuola complementareNe l 1839 si confermava all a scuola il compito d i Scuola d'applicazione e scuola ,pedale pe,· le armi dot1e, annessa all'Accadem ia m ilita re . Sciolta nel 1848, fu ripr istinata d opo la campagna d ell'anno , seguen te . Nel 1851 venne sost ituita d a una Scuola comp!cmcntare bie nna le. Nel 1863 si chiamò Scuola d'applicazione per le armi d'aniglicrta e genio . Essa rimase ch iusa durante la g uerra Mondiale, e si r iaprì dopo la medesima, per corsi di applicazione e ,li perfezionamento. ~Jel 1924 fu sciolta, ne\ 1928 r ipristinata con la denomina• ?.ione attuale.

Scuola di npplicazio11c di c:walleria . Risale nl 1823, quand o Carlo Felice c reava, con sede a Ve naria Reale, una 5rnoht militare d'eq11i1az ione, che fu t rasportata , ne\ 1849, a , Pin erolo, col nome di Scuola mibtarc di cavalfrria. Ess:1 , .opfcrJ ai suoi ... allievi non so1t.anro la necessa ria abil ità nell'uso delle armi, ma anche conoscenza d el cavallo e speciale at• titudinc ;1 ll 'equ itazionc d i campagna . Con la costituz ione d el Regno d' lta. lia, portata la nostra cavalleria a · 20 regg. la Scuola vide considerevolmen te aumentare il 1u1111ero dei suoi a ll ievi . Ne l 1868 vi si stabiliva un corso m agistnlk superiore dl equitazion e, allo scopo d i fornire all'esc rciro italiano valco li istruttori . Nel Stemma della Scuola

1862 era s tata d iv isa in due pa rti: Sc11ola · militare di cavalleria, ch e neJ.; .

d'applicazlpne di 1 · Cav:.~lledn

'

1865 fu trasferita a Mode n a e riunita a lla Scuola d i .fan.eria;, e Set10/a ., normale,. di cavalleria, ,che oel i887 ,si chjaruò, Scuola -di cavalleria e nel i 910 Srno/;1 d.',1p/,/1cqz101ie di cavalleria .


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Prcsidj e dove vano rice ve.re l 'i11.scg 11a1nento scientifico , teoricù e pratii.:o del prim o biennio universitario dagli stessi

chin irghi maggiori dei regg imen ti , e per gli é1 ltri tre ~nni l'insegnam e nto doveva essere imp~1rrit0 dai medici in capo

presso gli ospedali milit3ri divisionali istruz ione

Scuola di Cavalleria (Pinerolo) 1\1aneggio CapriHi

Scao/(1 di applicazione di fanteria. La sua o rigine risa le al 18~9, col no me d i Scuola normale per la fa11/e1'a e con la sede a Torino. L 'anno seguente fu u ask rita a h' rea p rendendo il nome di Scuola ·m ilitare di fanteria , riprendendo il nome precedente nel 1862. D ue ann i dopo ven ne t rasferita a Colorno e nel 1865 a Parm a . Nel 1869 Iu tra~formata in Scuola cent,·ale dì tiro, sclierma., ginnastù:a t.· n uoto per la fanteria; quattro anni dopo I i prese il titolo d i nomwle, chiamandosi Scuola centrale di famcri.i nel 1888. Vi seguivano i corsi anche i sot torenenti d i cavalleria e vi fu ist ituita una ,1 Comm issione per lo stud io delle arm i portatili ,,, sciolta nel

1 9 20.

scolas tka gene rale quella

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aggiungendo .alla

sul serviz io san itario

mi litare. Gli allievi ogni an no era no invia ti a sostenere gl i esam i alle facoltà d i medicina e d i ch irurgia (allora d ivise) di T orino . Tale Corpo d i all ievi costiwiva la riserva, dalla q uale dovevano essere sc:elti g h ufficiali effett ivi <li sanità . Nel 1835 fu prescri1to che il pr imo biennio d i studi fosse compiuto nel le università; ma, avendo anche cale pro\'vedim~nto dato cattiva prova, nel 1838 gli allievi furono ridotti a 18 e destinati agli o:-pedali mi litari d i Tor ino, Genc;,va e Cagliari per :frequentare normalmente i corsi universitari , men tre negli ospedali n1ìlitari riceve va no istru?j oni sul servizio san itario, ripetizioni d i chin 1rgia ed esercita-z.ion_i di t·c.cnic.a delle autopsie . Contem!JOraneam e n tc so rse una categoria de no m inata dei « so ldati stude nti >) , cost itu ita

D urante la guerra 1915-18 v i

si svolse una serie d i corsi accelerat i che furono frequentati da 12.138 allievi. Ne) 1928 p rese il nome che porta attualmente.

Scuola di applicazione di Sanità Militare . Nel 1807 fu istit uita in Milano , presso l'ospedale m ilitare <l i Sant 'Am brogio, una Scuola di Sanità Mil itare nella q uale tutti gl i ufficiali me-dici d ovevano compiere corsi d i perfezionamento d i medicina e d i chirurgia . Nel 18m furono inolu e istituite Scuole d i chirurgia negli ospedali militari d i Venezia, Mantova e Ancona; alle Scuole fu rono mandat i non solo tutti i med ici dell' Esercito e dell 'Aimata, ma anche i militari studenti d i medicina , epperò esse d ivent arono centri di p reparazione degl i u fficiali medici fincbè durò il regime napoleonico. N el 1808 presso l 'esercito del regno del le Due Sicilie, durante la dominazione francese, fu costituito un Co nsigl io d i Sanità che provvedeva all'esa me , alla scelta cd alla istruzione sul servizio sanitario degli ufficiali d i sanità d i terra e <li mare. Tale sistema d i reclutamento

.~, .:.YJ"1f Inaugurazione del l abaro della Sc,t0la di Sani~.\ Militare (1 9 28) ,;

da 'g iova n i che si arruolavano volo ntariame nte aJl'ù1jz io degli studi universitari, otte ne ndo b facoltà d i poterli continuare, mentre erano assegnati agli osped ali m ii. delle città sedi d i univer sità. Ciò d urò fino al 1852. Nel 1882 venite istituita a Firenze la Swola d 'applicazione d i San it?I m i litare, che comi uciò a funzionare il 1° gennaio 1883. Il cors~ ha la durata d i cinque mesi <- comprende per gli all ievi ufficiali medici le seguenti mater ie d i studio : Servizio san itario m ilitare i n pa<.:c e in g uerra; Trau matolog ia d i gue rra ~

Medicina legale mili tare ; Igiene militare; Batteriologia; Epidemiologia ; Ch im ica applicata . Per gli all ievi u fficiali fa rmacisti il corso si occupa dd materiale sanitar io e d ello spec iale servizio cui essi sono L"hiamati . V i sono

ino ltre

corsi d i iJ1tegrn ione, d i specializzazione, di prtparazione per esnmi di avaozamento> di odontoiatria. lvledaglia commemorativa del Cinquantenario della Scuola di Sanità lvlilitare di Firenze

degli ufficiali d i Sanità del reg no delle D ue Sicilie non subì notevoli mod ificazioni fino al 1 860. Presso l'.:sercito piemontese nel r833 fu istituito un corpo d i cento a ll ievi di medicina, <li chirurgia e ,d i farmacia, scelt i fra coloro che avevano comp.iuto gli, studi p reparatori. richiesti per iniz iare i cors i universitari ; essi e rano distribuit i in tutti i

Scuola di alta velocità . Istituit2 nel 1929 a Desenzano dal mi nistro Balbo, allo sco po di crea re un nucleo di p iloti atti a guj<larc gli idrocorsa <l' alt issima velocità destinati a cimentarsi nelle gare internaz ionali. Oltre a uno scopo puramente agonist ico , la S . si propone di creare nella massa dei p iloti le qualità professionali che occorrono, mentre si tende ad aumentare notevolmente la velocità media degli apparecchi, sia d a caccia che da bombardamento. Nella S. si sperimentano gli i<lrocorsa più veloci che il persona le


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addetto mette a punto; ir1 seguito a questo provvedimento l ' Italia ha, nel , 933, conquistati alcuni « records " d i velocità.

Scuola di guerm della R. Mari1u1. V. Istituto di gue,ra marittima. Scuoi" di ,\I/arte. Fondata a Napoli nel i 8r2 dal re Murar, come Scuola elemen tare m ilitare, 1Jer istruire i figli dei militari, d ei qual i quelli n1critevoli passavano alla ,, Scuola reale politecnica » . Nel 1816 si ch iamò « Hatta· g lione d egli allievi militari », per poi costituire la « Reale

accadernta militare ». Scuola di navigaz ione ae.-ea di alto mare . Fon ,Lna nel 1930 dal ministro Balbo , con lo scopo di preparare gli e,1u i-

paggi per la p r ima crociera atlantica, p resso i l Gruppo spe• cìale d i allen amento di Orbetello. Vi furono assegnari 64 fra ufficiali e tru ppa, sotto la d irez ione d el te n. colonnello Maddalena . La S. comprese corsi teorici di matematica, astrooornia,

navigazione, meteorologia, fisica, ed esercita...

zio ni pratiche (decollo con forti carichi, navig azione in for. mazione con pieno carico di giorno <; òi notte, decolli e Apparecchio Scuola alta velocità

Scuola di comando navale. Ist ituita a Tarnnlo nel 1927. È al comando d i un capita no d i vascello , alle dipendenze

d ello S . M. d ella R . M. e v i sono ad ibite due squadriglie silura nti. Viene freque n tata da p r im i lenenti d i vascello. S<Y.,ola di Gue,,.a. Ist ituita nel 1867, è destinata ad a bilitare g li ufficiali a d isimpegnare il servizio d i Stato Magg iore. Fu sin o al 1873 chiamata « Scuola Superiore di guerra "· Con d ecreti d el 1870, 187r e 1872 l:u soppresso il reclutamento <legi i ufficiali d i S. M. cd alla S . di g ue rrn

fw·ono ammessi luogotcn. di art. e genio . Negli anni dal 1869 al 1874 si svolsero presso la S. di G. 4 corsi speciali , di un anno, per ufficiali di marina. Nel 1876 vi furono per esami ammessi anche g li ufficiali de lle an ni d i l inea. Nel r885 il corso della S. di G . fu ridotto da t re a due a nni, e nel 1893 riportato· a tre a nn i. Nel 1896-1898 venne d ecretato c he gli ufficiali t he avevano freque ntato ·con b uon esito la S. <li guerra avessero d iritto alla promozione n scelta al grado d i capitano ed i migliori potessero c LHrare nel corpo d i S . M . <la capitani solo dopo aver comand ato per due an n i repar ro della p ropria a rma. N el 1897 vennero ist ituiti corsi speciali per ufficiali inferiori comm issari ido nei all ' avanzamen to. Tali corsi furono soppressi nel 1901. Nel 1906 vennero istituiti corsi speciali per i subalterni delle varie armi e <lei corpo contabile, aspiran ti al Corpo <l i Co mmissariato. Tale d isposiz ion e decadde nel 1923 . Ne l 1915 la S. di G. fu chiusa, e ,•enne riaperta nel r9r9 con corsi bicn!lali d i integrazio ne per ten . colonnelli , maggior i, capitan i. Nel 1923 i corsi ritornarono t riennali. J corsi d i in teg razione furono cinq ue . 1-,Te] 1926 fu stabilito ch e ai corsi d ella S. di G . potessero conc0rre rc ufficiali <li fan te ria, cavaller ia, artigl ieria e gen io d i e tà fra iJ 26° e 35> anno. Alla S . d i guerra <i' Torino fu rono semore· :Jmmçssi ufficiali d i vari piccoli Stati esteri. Scuola di guerm aerea . Ne è s.t ata progettat a la costituzione dal maresc . -dell 'a ria Italo Balbo. Essa si propo ne di studiare l'ìrnpìego militare de ll)armata 2erea e di fissare le leggi d ella nuova « A rte Militar<. 1\ erea »' con scopi an alogh i a quelli che si propongono la « Scuola d i G ~crra ,, de! R. Esercito, e I'« lstituto d i Guerra Marittima »~ della R. Marin a . I suoi co rsi sono stat i inaugurat i il 28 n Ltobr<e , 933. L' insegrnuT:entO è diviso ~n : COrso superiore per 1 capitani che debbono essere p •omossi maggior i ; Corso d i

ammaraggi con mare ~gitato 1 volo a terra , co n nav i, c cc.). Dopo la ·d e tta crocie ra, la S. venne resà permanente, come istituto di navigazione alturicra : vi si a!Jcnarono e perfe-

zionarono gli equipaggi d ella seconda squadra atlantica . Normalmente la S . funziona pe r perfezionare il personale degli idro\'olanri nella navjg azione sul n1are , a oricnt..1rsj

nelle tenebre e nella nebbia, ad acquistare quell 'i nsieme di conoscenze teoriche e p ratiche che costituiscono la scienza della n avig azione aerea .

Scuola di tù-o di artiglieria. Questa denom ioninne venne data alla « Scuola contreacrei » nel r 928. Durante la g uerra 1915-1918 e ra stato eostitL1i10 a Belvedere di Grado un ce nrro di istruzione per l'artig lier ia conlroaerei che nel 191ì si rrasferì a Nettuno , ove rimase fino al 19r9, epoca i n cui ne fu decisa la soppressione. Nel 1921 si costinrì il 3° deposito Scuola co r1troaerci, sem pre a Nettuno, detto Scuo/<1 co1111·acrci nel 1922 e Scuola di ti ro d 'm·tiglieria ne) r928 . Scuola di topografi(/ . Creata nel i 904 dall'Istituto geografico m ilitare d i F irenze, per impartire la prima coltura to pografica generale al personale tecnico a111messo in prova o coma ndato per isrruzione. Ven ne r io rdinata nd 19r9. Scuola reale pobtecnim militare. Fond ata a Napoli nel 181I d al re Murar , trasformando a tal uopo la « Rea le Accademia Milita re » d etta cc d ella N u n ziatella " . Scuola unica. N el campo c:egli studi per l'ordi.namento $COlastico n, ilitarc, con tale denominazione si suole indicare un problema piu ttosto che un fatto, u n'aspira1.ione id eale più che una possibilità pra t ica : istinito in unica sede, con u n iform ità scolastica dì . vita e d i studi , !)er gli aspirami all'eguale grado 'd i tutte le anni. Prima della gra nde guerra si d iscusse molto d i simile p roble ma e il <libattito s'estese dalla letteratura milita re al Parlam ento. Ma la S. V . no n si e ffettuò, pl':r quanto presentasse certe _r agion i e parvenze

d i possibili tà stante la q uantità complessiva allora l imitata degli all ievi da forma,si e la notevole durata dei corsi , ciò che av rebbe, cop!-ienliro, entro ce rti limici, insieme a!-

l·' inseg nament~ ' l;~i~c). di cultura milita re g<.:nct ica, gli insc~narnenti specifici richiesti da ciascuna arma, in quanto ,on richiedessero una speciale scuola d ·ap plicazione . In SO· ·nza, i suoi fautori m iravano a creare una 01nogenea psi-

cultura profcssion~le , ptr ufficiali superiori (maggiori e

1sia p ro fessionale, una uniforme d isciplina delle intclli" '.e e degl i spiriti. Se noachi:, in tempi scienti fici q uali i ros • quando il processo evolutivo d ell'industria muta e allart:-..a · senza postl le forme ,dell a guerra e spinge l 'evoluzio ne d ell"arte militare, quando inevitabilrne nre le integra-

ten. colonne lli); Corso d i Alti S1ud ;, per colonnelli e uffi·•:iali gen erali .

zioni e differenziazioni si 1noltjplicano, non si sarebbero 1nai, in nessun modo, po tute svolgere td.nte e sì svariate


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capacità e abilità sul fondamento di un programma generico uniforme. La guerra Mondiale ha messo in tacere il problema, e il dopoguerra n on lo ha r iproposto. Contro la S. U. stanno orama i, bene evidenti, principalmente dlle fatti: la effettiva applicazione dei concetti fondamentali ~!ella nazione armata, onde un allargamento di q uadri tale da escludere la materiale possibilità d 'un,a scuola o acca<lemia a sede unica; il crescere delle ann i combattenti e il moltiplicarsi delle specialità <l'arma, per cui s'impone d ifferenziazione di programmi , indi <ii vita e regola scolastica fra aspiranti d iversi. Resta il problema della formazione omogenea spirituale di tutti gli - aspirami ai grado d i ufficiale ne lle forze armate, per un fattivò spirito d i concordia e cooperazione , necessaòo sotto ogni r iguardo. Ma a ciò deve provvedere e orma i provvede : da un lato, il clima spirituak della naziC'ne; dall 'altrò, una <lire7,ìonc scolastica m ilitare · illu roinata, che coor<lina, oltre i l resto, ruuo quanto giova a rafforzare il sentimento della solidar ietà fra tutti, eliminando mo tiv i, genni e fenn epti contrari a lla concordia e alla cooperazione nd ca mpo della dottrina e ocl campo ·dell a pratica in pace e in guerra. T uttavia non manca oggi chi sostiene che si dov rebbero avere, J1.clle sci.loie rnil. d i prirno gta<lol per d ir cosl , inscgna1nenti uniformi , e disporre per la specializzazione ne])c scuole d 'applicazione.

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tuazione pratica. I « Plotoni allievi ufficiali di complemento » formati presso alcl>ni reggiment i costitu irono per una trentina d'anni , sino al 1915, scuole formative transiwric . Durante la guerra },!oi1~liale si istit uiro no corsi accelerati per allievi ufficiali cli complemento <- d i m ilizia territoriale, sia nelle Scuole esistenti (Modena, Parma, Torino) sia presso c1uclla di Caserta appositamellte cosrituita, sia in zona d i guerra presso enti mobil itati. Questi ult imi, ~.Ila fine del 1917, furono accenJrnti a Ravenna. Finit3 la guerra vennero create Swole di reclutamento di corpo d 'armata . Esse, oltre i corsi òrdinari annuali, stanre le speciali agevolazioni concesse per l'adempimento deg li obblighi militari agli stu: denti inserirti aH~ mil izia un,ivcrsiraria, svolgono corsi applica rivi, con1prendcnri due brev i oeriodi annuali succcs~ivi di istruzioni e lezioni miJitari, ~per il conferimento del grado di sottot. d i complemento agli studenti stessi, in confor mi tà dei rispettivi stud i, idoneità e obblighi di leva.

Scuole allievi ufficia/i di complemento e ,·cuoi" a/lievi sottufficiali. F urono istituite nel 1921 in numero di 15 per allievi sottufficiali d i t utte le armi, e poco dopo, nello stesso anno, vennero adibite anche al reclutamento degli allievi ufficiali d i complemento. Negli anni successivi seguirono mod ifimzion i nel nurner,,, nelle sedi , nei p rogrammi, finchè nel 1928 si ebbero 9 scuole allievi ufficiali d i comp lemento e 3 scuole all ievi sottufficia li . Qllclle per gli ufficial i sono de l genio (Pavia), o d'artiglieria (Bra e Pola) o di fanteria (Mi lano, Spoleto, .Moncalieri, Lucca, Sa lerno, Palermo). Swole Centrali Militari. Fu rono istitui te nel 1920 a Oriolo Romano, e lrasfcrite nel 1923 a Civitavecchia. l corsi sono d ivisi in tre periodi: nel primo gli ufficia li compiono una serie di studi tecnici in comune : nel secondo si perfezionano nella tecnica del la propria arma; nel terzo compiono una nuova serie di studi jn con1une con carattere essenzialmente pratico. Le scuole sono tre:

Apparecchio Caproni <la scuo la (caccia)

Apparecchi scuola. Velivoli a doppio coma ndo, per apprendere il volo agli allievi piloti; l'istruttore occupa il posto ànferiorc ; l'àllievo quello posteriore. L'istruttòre può, <1uand~ voglia, sga nciare_ il cori1indo dcli 'allievo. Speciali apparecchi S . sono stati costruiti per l"istruzione del tiro, sia da caccia, che da bombar-dan,enro : fra questi un p iccolo aeroplano con dispositivi completi !)Cr il tiro di piccole bombe <la esercitazione:.

Scuola ·centrale del (;enio. Ha lo scopo d i svolgere corsi teorico-pratici, della durata d i 40 giorn i, su l materi ale del genio. Ai corsi sono ammessi ufficiali superiori e capitani. Gl i ufficiali d i c0rnplcmcnto vi suno ammessi di volta in volta. Per lo svolgimento dei corsi sono assegnati all a S. reparti appartenenti a lune le specialità tecniche del Genio.

Scuola allievi sottufficiali. R isalgono al 1878, quando, allo scop~ d i ottenere buoni sottufficiali , furono istitlliti il ,, Ba ttaglione e batteria d'istruzione », risµc.rtivamente per fanteria e artiglieria, e conte rnporanc'amcnte il <.<. Plotone d')stru~

z ione » per i pontieri e quello per gli zappatori del genio. Nel 1872 i battaglioni divennero due e nel 1873 t re; fo inoltre creato uno " Squadrone d' istruzione » per la cavalleria. Nel 1874 si creò una « Compagnia d 'istruzione d 'artigl ieria d a fortezza ». Nel 1883 vennero istitu.i ti presso alc1.mi regg. de lle arm i a pied i i , P lotoni cl 'i"s1ruzioJ1c di alÙevi sottufficiali >,. Dopo la guerra, si crearono, come sì è detto sopra, tre scuole apposite, che hanno sç.de a Rieri, a C~1serra! n Noce~;! fnfrrìore.

Scuole allievi ufficiali di complemento . Il reclutamento e

Bandiera della Scuola allievi sottufficiali di Spoleto

la formazione della parte maggiore ,d egli ufficiali di complemento, ricevevano d alla legge d 'ordinamento del l'eserciro del 1882 un organ ico indirizzo, e la ·« Istruzione per g li 2ll iev i ufficiali di compkmcmo e per gli allievi sergenti», stabilii~ nel 18~5. traduceva quel l' indiriczo in at-

Sn,ola centrale .di Artiglieria . Ha lo scopo d i mettere gli ufficiali super iori d ' art. al cor rente dei nuovi criteri d i im piego dell'arma nel campo tattico in cooperazione con le altre armi. Per lo svolg imento dei corsi, della durata ·


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di 40 g iorni, ra nno p:irte d el la S. cinque gruppi (10 b tr .) d'an. di ,•ario calibro e specialità .

Scuola ce11lrtde tli Fanteria. In essa si fusero la Scuola d i oerfczionamento IJCr ufficiali mobilitati d i Jllasi, e la Scu~la micraglicri di Bagni della Porretta. In un primo tempo ebbe per scopo d i valorizzare gli insegnamemi tratt i dall 'uhima g11erra in fatto di procedimenti tattici e di continuare gli studi circa la costituzione organica dei reparti di fanteria. Successivamente si occupò dcli:: cos! ituzione ed organi,zazionc del bauaglionc-tipo di fanteria. Presso la S. si s,olgnno da quattro a cinque corsi annuali per ufficiali .Hlperiori e inferiori, permanent i, in aspettativ a, di cùmpJe .. mento e per graduaci di trup!>a, nonchè per ufficiali della M. V. S. N . Alla S. sono assegnaci un reggimento d'istruzione , serviz i tecnici, squadriglie di carri ~•rmati. Esiste inoltre presso la S . una Sezione esperienze per lo :.tudio cd esperimenti ri Aettcnti nuovi mezzi bellici. Scuoi,: della I?. Gt1{lrdia di Finanza. Per il reclutamento e la forma,:ione degli ufficiali subalterni e dei souufficiaii, esistono: una Scuola allievi ufficiali, con sede in Ro ma; una Srnola allievi so1111jficiali, con sede a Caserta; una Scuola di applu·aziom: per la polizia tribmaria, con sede in Roma. Tnollrc, una S,-,;o/" Alpina, istitu irn a Predazzo nel 1920, nella quale si preparano elementi sciatori.

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Scuole di fortificazio11c rnodcma. La riu n ione dei d iver si ~istc1ni, o n1clod i. o manie.re di fortiMcazionc, jn gruppi, diede luo"o alla formnionc delle così dette • Scuole di fortific::z.i;ne 111odcrna ». t ormai :•cccrtato che tale fori.ificazionc ebbe origine in Italia, e cic\ in :;cguitc, ad accurate ricerche del padre Alberto Guglielmoui, dal rnedcs,mo rifu-itc nella s11a oper:i « Storia ~!elle forri fica✓,ioni nella spiaggia romani » . R i,ulra che il primo scrittore di fortificazione moderna fu l'architetto Mari.mo di Jacopo Sa nese, detto il Tàccol:1, morto nel 1458, mentre il ted c:.co AlL--crto Diirer, al qu3Jc per moho rempo venne attribuita la priorit:i, pubhlicò la s11a op~ra dal 152 1 al 152ì. Il Tàccob già aveva affe~mato i nu<wi p rù1cip1, c he ebbero poi più e,·idente e completa cspli:azionc nell'tlpera ,. Architettura civile e militJrc » d i Francesco di Giorgio Martini, morto nel 1504 . Speciali circostanze :,toriche fecero sl che b fortificazione mod<!rna si sviluppasse ~ Riungcs~c in breve a g rande altezza per opera d i ingegneri militari italian i , Secondo il Gugliclmoni questo primato è da attribuirsi alle molte guerre combauute nei ~ecoli XV e XVI in Oriente contro i Tu,·chi, nelle quali era no in1pegnatc per in teressi le rcp11bblichc italiane posseditrici di grandi colonie, cd i pon retici, che dalle conquiste dei Turchi v,clevano minaccia ta la cristia niti1. Le con<liz ioni politiche <ldl'[ralia favorivano tale sviluppo, pcrocchè i molti principi italiani anda;•ano a gara a premunire le loro terre dalle inva~ioni straniere. Molti ingegneri mil itari italiuni poi furono chiamati a prestare l'opera loro in quasi tutù gli Stari d'Europa e lasciarono ovu nque monumenti dell'arte loro. Ma fuori d' Italia la nuova arte fortificatoria dovette subìre modificazioni, sia per le inllucnze locali e per la varietà d egli ingegni che l'applicavano, sia per i continui pcrfe~ionamenti apportati alle armi cd ai mezzi d i attacco. Così awennc che le varie scuole, le quali anelarono formandosi, e bbero be nsì comune il sistema, che f11 il bastionaw, ma differirono molto nello studio dei particolari. Le principali Scuole nelle quali si rnggruppano i metodi di fortificazione moderna sono guattro: l'ital iana, la tctksca, l'o landese e la francese . L'italiana, nata col Tàccola verso la mct:ì d el secolo XV, durò fino a tutto il secolo succcs~ivo e cadde col decadere della v ita politica cd in tellettuale dell ' Italia;

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la tedesca ebbe ongrne verso il 1600, p rima con caratteri propri, poi prendendo molto da quella italiana; ebbe un rapido s,•iluppo occasionato dalle guerre intestine e da quelle contro i T urchi , e seppe r innova rsi scguen<IO sempre senza esclusivismo gli ultimi progressi i continuò anche nel 2° periodo dell'epoca moderna, in cui ebbe incontrastato il predominio . La Scuola o la ndese sorse con ca rattere dipen• dente dalle circostanze topografiche locali e dalle esigenze 1,oliriche che la determinarono; ebbe due periodi di svolgimento : uno lld la seconda 1netà, d el secolo XV I, durante la guerra di Fiandra; l'altro vcrw la fine del secolo XVH durante le guerre contro Luigi XIV. L:i Scuola francese si p uò considerare contin unione d i quel la italiana, poichè italiani furono gli ingegneri che fortific.1rono la ' Francia nel ., ecolo XV[, od i p r imi autori di quella na.t.ione a ppaiono solo nel secolo success ivo; ad essa passò il p rimam, che conservò per tutto il primo periodo dell'epoca moderna. La scuola <li• fortificazione ita liana si divise in tre :.ouo:.cuolc: 1°) Quella degli « Archi teni >1, detta anche « Sangallese »; caposcuola, il Tàccola; caraucristichc: baluardo e hascionc. i 0 ) Quella dei « Soldati "• <letta anche « Urbinate»; caposcuola Giorgio Martini, al servizio d el duca d'Urbino; caratteristiche: fossi profondi, buon fianchcggiamc11to>

1nuratura

mascherata, opere 111 tcrrri numerose.

1') Quella • Mista», o degli -« Architetti soldati»; capo•cuola Basilio della Scola.

Scuole reggimemali. Vennero istituite nel 1849 dal geo. Alfonso Lamarmora, minisLro della guerra, per i soldati anal fabeti dcli 'esercito d el Piemonte, i quali tillora erano circa il 45 %, numero inferiore a quello degli altri eserciti

Scuola di reclute analfffbete (anteguerra)

della penisola. Cli insegnanti furono s-el ti fra g li ufliciali e sottufficiali più adatti. L'esercito piemontese, che fu il primo a prendere un' iniziativa cli tal genere, venne imitato qualche a nno dopo dagli a ltri.

Scurcol.a. V. Taglia,·ozzo. Scure . Fu in Roma ~imbr,lo del potere consolare (V. Fasci consolari). - Nel 1449 fu a Tortosa isti tuito 1'Ordine della Scure da Raimondo Bercngcr , conte d i l:larccllona, in memoria della valorosa difesa della città, fatta dalle donne, armate di scuri.


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Scure d'11rme. Arma da caglio e da boua. >ldla sua forma generale è l'accena degli agricoltori e degli u,i domestici. Fu una delle prime armi i1nrna11icat.: offensive fabbricate dall'uomo, prima di pietra, poi di me1allo. Era ancora adoperara in tempi non lontani nei combattimenti na-

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Scutari d 'Asia. Sobbori;o di Cosrnminopoli, sulla riva asiatica del !fosforo: è l 'ant. città d i Crisopoli. I. 8'1t111glia di Crisopoli (18 settembre 323). Si combauè tra l'imperatore d'Occidente Costantino e quello d 'Oriente, Lici11io. Questi, rafforzato t lnl cesare Martiniano, disponen di 130.000 u. e dopo aspra lotta nella quale ne perdette 25.000 rimase sconfitto. Martiniano, catturato durante la loua, venne messo .1 morte; Licinio, catturato poco dopo, fu pure fatto ucciclcrc, e Costantino rimase solo a capo dcll 'impero. I l. Assedio di C,isopoli (168 a. C.). S i ricollega con la terza guerra macedonica e appartiene alla guerra illirica. Fu imprcso dal pretore L. Anicio Gallo contro Gcnzio, re del! ' Illiria, allealo coi Macedoni. Il re volle tentare u,rn sortita da lla rocca e si azzuffò coi_Roma ni , ma roseo venne sconfi tto e ricacciato dentro dopo di avere perduto molti dei suoi . Perd utosi d'ani mo, si arrese a d iscrezione, perdendo il regno ad onta dd suo pentimento all'ultim'ora _ Lo Stato illirico fu com-crtito in tre regioni. Scu111ri d'Albanit, (a nt. Skodra). Città <le lla rcpubblicR albanese ali 'estremità meridionale del lago di Scutari, sulla sr. della J}oiana. A occidente è il monte Tarnbosch, alto 570 m. , sul quale venne costruita una robusta ciuadclla nel medio evo, su rov111c di precedenti fortificazioni. forse fondata da Alessandro Magno, fu città con,idcrc,•ole nell'epoca romana. Souo i Turchi fu pascialato, nelle mani d i Ibrahim pascià. Dal noveir.brc 1918 al giugno 1921 vi fu presidio internazionale, di cui fece r arre un <listaccamento italiano.

Scure d 1arme: 1, 3 1 inglese; 2, 5, 71 svizzeraj 6, veneziana; 4 , da cavn1iere~ 8, da fante (secoli XV-XV I)

vali, quando si riusciva ad andare all'abbordaggio. Ora trovasi ancora in uso presso i popoli 1elvaggi. Negli eserciti moderni si adopera come strumento da lavoro o da distruzione, come un 'accena. La S. d'arme prese molte forme, e talvolta anche nomi speciali Così la Francisca o Bipenne (V.) adoperala ovunque nel medio evo, generalmente come arma da botta, ma talora come arma da lancio, scagliata con forza da lontano. Dalla semplice forma d i accetta, da l secolo XVI in poi qucst 'arma mutò forma, cd il ferro, oltre ad a,·crc il solito taglio, dalla parte opposta a questo ebbe un martello con

f. Assedio di Se/Ilari (1474). Appmiene alle guerre fra Venezia e i Turchi. La dttà era difesa dal capitano veneziano conte Antonio Loredano . Maometto Il fece operare l'investimento con 6o.ooo u. , agli ordini del bcy Sol imano. La difesa fu energica per opera delle truppe e degli abit31Hi. Appena le mura erano in qualche pun10 demol ire clalle artiglierie turche, le brcccic venivano otturale con tra• spo,1i di terra. Un esercito di soccorso, agli ordini di Lunaldo Boldu, venne sconfitto poco lungi da S.: una flottiglia venc,;iana di sci galere, agli ord in i di Piero Moccnigo, non riuscì in un analogo intento. Alla fine di luglio il presidio e gli abitanti erano allo stremo delle for1.c, scarsi di viveri e d i acqua. 1\l la metà d'agosto Solimano lanc iò le sue truppe in un ultimo assalto. Tale as.1a lto fu ancora respinto dai valorosi abitanti, e Solimano vi perdette oltre trem ila uomini. Quc,te perd ite, un ite a quelle assai p iù gravi ( 16.000) prodotte dalla mala·ia , indus.1ero i Turchi a tog Iiere I 'a ssedio. Il. Assedio di Sc11111ri (1478). App,1 rtiene alla guerra fra Venezia e i Turchi. Maomc1to II, che da un anno assediava Croja, inviò di nuovo Solimano ad as~cdiare S. il 14 maggio, con

Scure d'arme con pistola

la punta a forma di diamante, ovvero una punta curva detta • becco di falco » ; superiormen1c il manico della scure si completò per mezzo di una lanc ia o d i un quadrello. Vi furono poi anche S. d'armc col manico formato da una canna di pistola con ruota cd acciarino.

Scutagglo. Durante l'epoca feud,1lc, era così chiamata l'indennità che i vecchi, i giovani e le donne del feudo dovevano pagare al loro signore in caso di guerra : è voce della m edia e bassa latinità.

uri nllmer(')sissimo è~<:rcito (80.000 u. ed

bombarde). Difendeva la città ;: veneziano Antonio di Lczze. Dopo di avere posto il blocco, Solimano ne tentò l 'assalto il 22 luglio alla presenza del Su lrnno, per Ll na larga breccia. Fu resp into perdendo 12.000 u. Il 27 luglio ritentò l'assalto per una larga breccia aperta nelle mura in a ltro pun10, e ripetè gli a~sa lti a ondate tutta la n otte ed il giorno successivo. Fu sen1prc respinto coo grav1ss11nc perdite che raggiunsero complessivamente i 25.000 u. Allora Maomeno fece interrompere gli assalti e si limitò a blocc:,rc la città, che alla fine d'ottobre era agli estremi ,!ella resistenza, con un corpo di 40. 000 uomini. li senato venezia no, non potendo inviare un esercito di soccorso, decise d i stipulare la pace, che fu fìrmata a Costantinopoli il tJ


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26 ge nnaio q79: un mese , lopo S. veniva coriscgnata ai Tu rchi. Antonio di Lczze ne uscì con 450 uom ini e 150 d onne, chè tanti erano i superstiti dell'eroica di fesa durata nove n1csi contro un grande esercito.

Ili. Trattato di Scutari (1862). Chiude il breve conflitto fra Turchia e Montenegro, 11el guale questo e ra ritnasto sconfitto . La mediazion ~ d elle g randi Potenze JJcrmise al Montenegro di ottenere la pace a buone condizioni. Cla usole del contratto furono quelle della reciproca sicurezza fra i due Stati e della libertà di transito e di commercio. IV. Auedio di Scolari ( 1912-13). Appartiene alla r" e 2" guerra 13alcanica . La piazza , d ifesa da Hassan Riza pascià, con 24 .000 uomini e 90 ca nnoni di d iverso cal ibro, in parte antiquati, era stata da lui organizzata in quau ro settori, con u na linea <ii trinceramenti che c<11lcgava il Tarabosrh al Bardanjolt ed era detta Tepè Castello : q uest'ultimo funz ionava d a ridotto centrale . La posizion,c d el Tarabosrh rivestiva una i m pot"ta nza decisiva per la d ifesa, perchè da essa si dominava l'intera cerchia d elle opere. I Montenegri ni, p rl111a ancora di avere sistemato le artiglierie, in1pCw gnarono una serie di sanguinosi e vani combattimenti COI"\--

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d eterminazione d ei confini dell'Albania . Alle d icci de l matt ino del _7 febbraio si impegnò un vivace duello d 'artiglieria . Le fanterie montenegrine del g ru ppo nord ini7.iarono con slancio l'avanì.',ala, su o ttn colonne. Qualche successo fu ottenuto alla estremità meridionale delfe posizion i turche d el Dardanjolt , ma quasi ovunque lo slancio d elle fanterie f-u arrestato da vivissimo ed e fficacie fuoco di fuci-

leria e di mitragliatrici. I Monlc 11egrini fu rono costretti a retrocedere, salvo in conispondenza dell"al ru ra d i Muselim i, che riesciro1,o a n1an tenere . Nel settore ovest l'attacco,. sviluppatosi su tre colonne, era stato iniziato con qualche o ra d i precedenza, per r ichiamare f atteuzione d ella d ifesa, ma anche in guesto settore le fanterie non pote rono fare

progressi di qualche importanza per 1'efficacia d el fuoco avversario . I risu ltali della giornata furono dunque scarsi. L'8 febbraio i Turchi ten tarono di rip rendere il Muselimi , ma ne furono impedit i dalla tenace resistenza delle truppe montenegrine. li giorno 9 ebbe lt,ogo nel settore di Bardanjolt u n a ttacco generale . Dopo p reparazione d"a rtiglieria, le fante rie montenegrine r iuscirono con gravi perdite ad accostarsi alle d ifese accessorie del Bard anjolt grande e ad aprirvisi un varco . I Turch i si ritirarono sul 13ardanjo lt pie-

La fortezza veneziana di Scutari

tro posti avanz.ati d ella d ifesa; il 25 ottob re 1912 iniziarono il bombardamento, ma senza grande efficacia. L 'accerch iame n to completo della piazza fu raggiunto ai primi d i novembre, Yna per la scarsezza delle forze non fu effettivo che con l'arrivo d i rinforzi , a nche serbi . Il 3 e il 4 d icembre la difesa tentò di rompere la linea d 'i nvestimento, ma con sfavorevole risultato . Il 5 g iunse a l comando montc..:ncgrino la notizia ddi'armistizio concluso a · C iarnlgia il 3; ma Riza pascià rifiu tò d i aderire alla sospensione d elle anni, allegando che Scutari e ra da consid e rarsi alban ese e che qui ndi doveva ormai difendere la propria ind ipendenza . Duran te i mesi di d icem bre e di genn aio egli non d ette tregua agli asse.dia n ti con numerose sortite. Ma il 31 gennaio il valoroso cornandànte fu assassinato. Gli succede tte nel comando Essa,d pascià, il quale com unicò al comando serbo -Montenegrino c he si sare bbe un iformato ai patti d i C iatalgia . Gli assed ia nti però non vollero aderire, perchè · in rea ltà l'armist izio scad d e e lé osti lit:ì furono riprese da t ~tti i belligeranti il 3 febb raio. t\ ì primi di febbraio ~i trovavano intorno a Scutari tutto l'esercito montenegrino ed il g rosso <!ella 3" ar mata serba. Fu d eciso allora d i fare u na azione d ecisiva contro la piazza, ritenendo che i l possesso dì Sc.uta[i costituisse un serio argomento per appogg iare le pretese montcnegri rie nelle tratta!ive che le Potenze avevano già iniziate per la

colo . Nel ,settore sud, l'attacco fu sferrato, con due colonne, <ii cui una attaccò frontalmente le posizioni, l'altra ten tò di cadere sul fianco e sul te rgo della d ifesa avanzando lungo la Doiana. La colonna frontale riuscì ad ottenere q ualche successo iniziale, ma poi fu r ibuttata in d isordine d a un contrattacco turco p ro nunciatosi di sorp resa . L a co-

lonna a vvolgente ripiegò senza essere nemmeno entrata in azione. Le pcrdire d ella giornata furono gra vi per ambedue g li avversari . 1 Turchi ebbero 1500 morti· e 3500 feri ti ; i Mon tenegr in i dai 6 ài 7000 uomini; i Serbi 800 fra morti e feriti e 4 00 p rig ion ic,·i. Ricevuti i"inforzi, i Serbo-mon.tencgrini pn:para rono per i l 3 marzo un nuovo attacco conrro il Taraboseh. Verso le 10 del mattino, dopo due ore d i fuoco d 'artiglieria, 6 bgl. avan zarono d ecisamente , e, f\1algrado un vivo fuoco di mitragliatrici e <li fucileria, riu sciron o ad a p rire alcun i va rchi attrave rso i r eticolati . I Turchi ripiegarono sopra una secon<la li nea e costrÌ n!iero g li assalitori a ripiegare , in fliggendo loro una pe rdita d i 700 uomini. Il 3 aprile re Nicola cedette il coma ndo delle forze

intorno a Scu tari _al gen . Ilojovìc, il quale, riorganizzate le tr uppe, pre parò pe r i l , 2 un grande altacco. Ma l 'interven to d elle grandi Potenzt , che avevano deciso <l i non permettere in alcun n,odo J'annc.::ssi::rne d i Scutari al Montenegro, persuase i Serbi della ìnuti hlà di nuovi sacrifici per una causa ormai con"lpromessa, cd cssj abl;andonarono le


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posizion i ritirandosi a S . Giovanni di Mcd ua . Malgrado questa defezione, i Montenegrin i non desistettero dalle operazion i, a lle guai i si a pprcstaro110 da soli, pcrcbè la resa di S. era o rmai per essi una q uestione d i onore. li comando fu assun to dal gcn. Mart inovic, che p reparò per

-SEB

Sebastùmi visconte Tiburzio. Generale francese, fratello del precedente (1786-18]1). Sottot. di cavalleria nel 1806, combatti: nella penisola iberica , nella campagna di Russia e in quella del 1813 . Promosso poi maresciallo di campo, e bbe il comando della legione corsa, e della Corsica, sua patria, fu eletto deputato a l p arlamento. P:utecipò alla spedizione ncHa Morea contro i Turco-Egiziani nel 1828, dop o la rivoluzione d el la G recia, e nel 1831 ven11e p romosso luogote nen te generale e nominato Pari di Fr~ncia.

Sebastiano. Re d el Portogallo (1554-1578). Salì a l trono nel 1557; ten tò d i rinoovarc le Crociate e sbarcò a Tangeri, sconliggen<lovi i Mori (1571). Sette anni dopo preparò e d iresse un a nuova spedizione contro i Mori d'Africa; sbarcato nuovamente a Tangeri ~ fu v into e llcciso ad A lcazarQuivir.

Assedi.o di Scutari A, A, primo camp.:> t urcoj C 1 p iccQli forti tu_r chi; D, castello in legnam~t E, pezzi in batteria; F , F, colonne d"assnlto del

22

luglio 1.,t,78

la sera del 2L aprile un nuovo attacco, nel settore del Tarabosch . Ma la s tessa n o n e Essad pascià chiese d i p o ter trattare la capitolazione. Il 22 fu conchiuso l' accordo e il 25 aprile entrava in S. il princ ipe D:l11ilo . Essad pascià si r itirò in Albania. La città nnn rimase molto tempo nelle mani d ei Montenegrin i, poichè l'accordo d i San G iovanni di Meclua li costrime ad abbandon.arla.

Scuti (Edoardo). Generale, n. ad Acqui nel 1863. Sottot. <l'art. ne l l881, raggiunse - il grado di colonnello nel 1915 comandò nella gucrca cq ntro l'Austria il 35• regg. d'art. otfa campagna e poi l'art. del XXVJI .C. d'A., meritando una mcd . d'argento. In P. A. nel r 917, venne promosso nel 1925 genera le <li br igata nella riserva . Sebastiani (com,· Omzio) . MMcsciallo <l i Francia (17721851). Partec ipò a lla campa~ns del 1796-97 d ivenendo colonne )!o . Ot tenne il g ratlo di generale di d ivis. ad A t1srerlilz ove rimase g ravemente fe 1·it<l . Nel 1809 comandò nella Spagna il IV corpo. Combattè poi in Russia e nel la cam p agna del 18 I j rimanendo ferito a Lipsia . fu comandante de lla cavalleria nel la campagna del 1814. Nella r ivolu2.ione del J 830 si ~doperò per dare il trono a Lu igi Filippo S'!bas,iani Ora:iio e poi , sinçi a l r833, resse i l min is tero degli ester i. Nd 1840 venne n ominato maresciallo d i Fran cia.

Cannoniera Sebastiano Caboto

Sebastiano Caboto. Can noniera <li 790 ·tonnellate, in servizio dal 19r2, d estin ata ai mari del la Cina. Ha per motto : « Nulla nos via tardat c untes >1 . Sebastiano Veniero. Cannoniera, <l i 649 conncllate, varata nel 1884 a L ivorno. Macchine HP rooo . Venne radiata nel 1903 .

Cannoniera Sebast inno Veniero

Sebastia110 Ve11iero. Somme rgibile. d , 925 to nnellate, varato nel 1918. Affondò per sinistro marittimo nel 1925 nelle acgue della Sicilia.


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Somm::rgibile Sebastiano Veniero

S~bastopoli. Città marittima e porto m ilitare dell a Russia, nella penisola <ldla Crimea. È. l 'antica Cherson. Il nome S. le fu datò q uan do i Russi se ne impad ronirono, e subito ptnsaronò a fortificare la ben p ro tetta baia in cui è posta la città, creandov i una formidabile fortezza e una potente base navale (1784). Nel novembre 1920 vi si ritirò il gen . Wrangel, sconfitto dai Bolscevich i, ma dovette ab. bandonarl a il giorno 1 1 e rifugiarsi a Cost ant inopoli, mentre i Bolscevichi l'occupavano senza con trasto.

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Assedio di Sebastopoli (1854-55). Appartiene ali; guer ra di Cri mea, e fu posto -dagli Alleati franco-anglo-tur~hi , i quali si schierarono dal lato meridionale della piazza forte, con gli Inglesi al cent ro, e alle due ali i F rancesi , i q uali all'estrema dr. avevano un corpo otwmano. La d ifesa della piazza fu assu nta dal gen. del genio russo Todleben. Un corpo russo agli ordini Jeil 'amm ir. Mencicov c.an1pcggiava verso le alture di l nke1'111ann e Màckcnzic. Un corpo d 'os•

scrvaz ione misto, con1prese truppe turche , e, più tardi i l corpo piemontese, si schierò lungo la Ccrnaia a protezione degli assediami da attacchi <:sterni . La pr ima trincea fu aperta d agli attaccant i il 9 ottobre r854 a circa 800 rn . da lle linee di d ifesa; ciò segnò l 'inizio cli una serie d i fazion i nottu rne, provocate dalle vigorose frequent i sorLite dei Russi . [I 17 otto bre s' iniziava un p rimo e vano bombardamento, dur ante il quale l'ammir. Kornilov cadde da prode sul parapetto della torre Malakotf. Fratta nto, sotto la - di rezione e l' impu lso dell 'infaticabile Toblebe_n, gli afforzamenti si p'!rfeziooarono e i Rus~i cspljcarono un impulso aggressivo che contenne q uello degli Alleati. Il gen. Mencicov n,ntò d i rompere la cer< hia dell'investimento : ne derivarono (V .) le battaglie cli Balaclava e d i fokerma11n. E i lavori del! 'attacco e della d ifesa proseguirono in interrotti attraverso contin ui scontri, specialmente ootturni. Mentre proseguivano i lavori per serrare da presso il Bastion d u Mat e· il Gran<l Redan, si concentraro no i mezzi per e.spugnarc la torre Malakoff, g iudicata a ragione obbieuivo d i prim 'o rd,ne . Ma al vigile Toblebcn non ~fuggi rono gl'inclizi di tale m i• naccia e ben presto la torre fu cinta da baluard i ralfMzat i e da un for te avanzato al Mamclon Vcrt, mc11t re più ad oriente sorgevano n uove opere d i difesa (Ouvragcs Blancs). L'inverno trascorreva senza progresso notevole ,degli assedianti ; chè, anzi, j Russi col loro contcg-no aggressivo in certo n1odo assediavano le trincee d'anacco, guadagnando terreno in qualche tratto del la (ronte. Nel magg,o del 1855, il gen . Pélissicr, succeduto al Canrobert nel comando su• premo, d iede nuovo i mpulso ali 'attacco . Il 22 furono con• quisrnte a prezzo , li gravi perd ite le opere di cont rap prnc·cio -dell'estrema dr. russa. Il 7 giugno , dopo lotta sanguinosa, il corpo del gen . 130St1uet ,impadronì del Mamclon

Investimento di Sebastopoli da parte degli Alleati (1855)


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SEB

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Vere. Il 18 giugno fu remato dai Francesi l'attacco della torre Malakoff e dagli l ngksi quello del Grand 'Reda□; ma l'operazione fal lì in pieno, a<l onta di sforzi eroici , per d ifetto d ' accordo e gravi contrattcrnpi . La tenacia d ifcnsjva dei Russi d imostnwasi ancora incrollabile. ]~<I essi

nata al porto di Massaua , fu rad iat a nel 1915. -

Una

nuova nave cisterna dello s tesso nome è entrata in servizio

nel r 932.

tentarono anzj · una nuova offensiva dall'este 1·no, che con-

,Jussc alla battaglia <!ell a Cenwia (V.). li 17 agosto venne ripreso il bombardamento di S . e contin uò sino ai pr imi d i settembre : 112 batterie (700 pezzi) tuo navano sulle lince, specie coutro la torre Malakoff. Il d ifensore, o rmai soverc hiato, non rispondeva più con la consllcta energia . Le trincee d'attacco francesi d istavano <la 25 a 40 111 . dalle opere ; 9uelle inglesi quasi 200 m.; in tali condiz ioni le perdite erano gravissime d 'airibn i lati e conveniva vènire a una clecisione. L'attacco generale fu stabilito per 1'8 settembre . A dr. il gen . Bourget contro la fronte lvfalakoffPetit Redan, con t re d ivis . rinca lzate d a una 9uana; la Guard ia imperiale in riserva al ·Mamelon Vert. A l centro gl'Ing lesi do vevano attaccare il Gran Rcdan; -a sr . un a <livis. francese e Ja brigata sarda Cialdini il Bastione Centrale e, poi, di rovescio, il Bastion du Mat . La divis . Mac Mahon coi,guista con impeto la torre Malakoff; i Russi

Sebenico: la fortezza di San ::--Jicolò

Sebha (Gedid) . Villaggio del Fezzan, capol. dell'oasi omonima a 700 Km. a sud d i Tripoli. Vi è un antico e diroccato castel lo arabo, a piauta n.:tta'.ngolare, con torrioni

agli spigoli . Nella prima occupazione del Fczz,an (dic(:mbre 1912) la colonna Miani vi sos1enne un vittorioso comb;itrime nro contro i ribelli pr ima di proseguire per Murzuk .

contrattaccano invano, e , rnalgra.do che g li attacchi delle

altre colonne fossero respinti, vc.:rso sera, convimi dell 'inu tilità d i resistenze ulteriori, affondano le loro navi, fan saltare i baluardi, incendiano la cinà e nella notte si ritirano a nord del golfo, valendosi d i un g rande ponte di barche già d a tempo app restato. li successo d imostrò chiaramente che la torre Ma lakoff era la chiave delb pinza, come sosteneva il ge n. Niel, poicl,è la conquista d i essa bastò a determ inare il tracollo, ad onta degli scacch i subìti d ~lle alt re colonne. La giornata del l'8 settembre cosrnv,1 a i Russi oltre 13 .000 uo1ni.ni tra cui due general i; agli Alleati oltre 10.000 uom ini, ,li cui circa 7000 Francesi, e fra ess i cin9ue general i. L' 1 1 e 12 settembre gli A lleati presero possesso delle rov ine di ,S:. La br igata Cia!.dini aveva pa rtecipato con onore al sanguinoso assalto .

Sebenico, Città e porto della Jugoslavia, nella Dalmazia, a sud-est d i Zara . Venne fortificata verso il 1530 da Michele Sanmichel i e munita d i un forte a base triangolare con toni fiancheggianti. Nel 1647 fu assediata invano dai Turchi. Faceva parre del presidio un reggimento

LJantico fort'ilizlo di Scbha

Il 14 d icembre 1929, durante le opcra-zioni che condussero alla r iconquista del Fczzan, l 'oasi d i S. venne occupala e

vi fu impiantato un irnportantc deposito di vi veri, nnm izioni, mareriaJi.

Secco (Luciano). Generale, n . a Bassano nel 1853. Sotto ten . d'art. 11d 1874, freq uentò la Scuola d i gue rra; colonnçllo nel 1906, comandò il J8" da cam.pagna; magg . ---generale comandante l'art. da fortezza in Mantova nel r911, ebbe nel t915 il comando d ella divis . mii. di Livorno e la promoz.jonc

Il castello d1 Sebenico

inviatovi in luglio da pap a Innocenzo X . N el 1918 (6 novembre) venne occupata da lle truppe italiane , cd abbandonata l' IT giug no 1921 in seguito al trattato d i Rapallo.

Se beto, Cisterna per acqua, costrnita a Sestri Ponente r.el J887. Dislocamenro tonn, 78, macchina 15 IJP. Desti-

a

ren . generale .

Con la 16• divis. en trò i n guerra contro l'Austr ia; nel 1916 ebbe il comando del XXIV C . d'A , e guadag nò la croce <l'uff. dell 'O . M . S.; nel 1917 co mandò il XXfl C . d'A . Col-

Secco Luciano

locato in P. A . , venne man~

tenuto in servizio sino al 1919 carne comandante del C. cl ' A, territoriale di Firenze. Nel 1923 assunse i l grado d i generale cli C . d 'A. e passò nella riserva .


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Secessione (Guerra di) . I-fa questo nome la guerra ( 1861-1865) combattutasi neg li Stati Unit.i d 'America, fra g li Stati settentrionali (democratici, industrial i, antisch ,avist ife g li Stat i del Sud (aristocratici, terrier i, schiavisti). Jn segu ito aU'clezione d i Abramo Lincoln a presidente del la t:e;:iubblica , g li Stati del Sud iniziarono ur,, movimento separatista (dicembre 1860) che comprese, con cinque milioni e mezzo d i abitanti, M ississipp i, Florida, Alabama, Georgia, Loisjana, Texas, \ 7 irgihia, Tennessee, Arkansas, C,1ro1ina

ga no per r50 Km . {gennaio-febbraio). Nell'a prile si combattè l 'in decisa battaglia di Pùtsburg, e poco d opo il gcn. 1--Iallcck, assunto al comando dei Federai.i, costri ngeva gli avversa ri a un altro ripiegamento di un centinaio dj Km.

D istintivi dei Corpi Federali

Cavalleria Federale

<le! Nord, Caroli,n del Sud, cd desse a proprio p residente )efferson Da vis. Quattro Stati si proc lamarono ne utrali: Kentucky , Missouri , Maryla nd, Delaware . Gli altri (23 milion i di ~bita nti) scgu-i.rono Lincoln. La guerra si rese inevitabile, e le due partì vi si prepararono con fervore , crean d o dal nu lla un'organizzazione militare, con esercito re~ go1art, volontari, milizie, riuscendo '3d avere fino f!d 800. 0 00 uom ini i Federali (o Nordist i, o Unionisti) e fino a 500.000 i Confederati (o Sudisti, o Secessionisti) . Pe r I 'armamento e l'equìpaggiamcnto in pri ncipio i bel ligeranti ricorsero all 'estero; ma a poco a poco provvidero con l' industria nazionale.

occupando Corinto . Frattanto un corpo federale sbarcava presso Nuova Odet,ns e la prendeva nell 'aprile. AJla fine di lugl io la lotta , : rjaccese sul Mississippi. l Confederati avanzarono rioccupando p:lrtc del terreno pe rduto, ma da Washing ton furono inviati rinforzi, e la situazio ne venne ristahilita; i Confederati vennero battuti nel dicembre a Murfreesborougl, . N ella Vi rginia, il gen. Mac Clcllan, co. mandante , lei Federali, progettò d i operare contro la capitale nemica, Riclunond, sbard, nell'aprile alla foce del James River, assediò Yorktoum e battè ili avversari a Williamsburg costringendoli a riparare d icuo la linea del Ch ikahom iny, fortemente organizzata a d ifesa. Seguì l'indecisa battaglia d i Fai,· 0,du (3 1 maggio). Poco dopo il gcn. Lce a::;sumeva ii cmnando <lei Ct..,n federati e vinn:va nel giugno Mac Clellan nel la battaglia detta dei Sette Giomì, costringendolo a ripiegare a 50 Km . da Richmond . Il 30 agosto Lee sconfisse a Bui! N1m j] gen. Pope, succeduto nel comando al Mac Clellan, ma 110n approfittò della vittoria. Il gcn . Mac Clellan, con u11 corpo posto ai suoi ordin i a protezione d i ,Vashington, attaccato dal Lee, riesce a bat-

Campagna del 1861. Le operaz ioni si iniziano nell'aprile : i Federa li ottengono qualche successo iniziale nella Virg inia, ma nel lug.lio sono sconfitti a Bui/' s Rm,. Dopo tre mesi di preparazio ne i Federali, comandati dal Mac Clellan, avevano ricostituito il loro esercito forte d i 140.000 u. a cavallo del Potornac, d i fronte ai Confederati comandati dal ge n. johnston, inferiori d i numero, ma più solidamcnlc costitu iti e meglio armati: essi ne li 'ottobre ottennero la vittoria di Hall' s BluO. Operazioni d i minore importanza si svolsero nella Virgin ia, nel Missouri, nel Kansas e nel Kcntuck~ : questo Stato , avendolo i Federali invaso per portarsi sul Mississippi, si schierò con gl i Stat i d el Sud. In mare, [a situazione si

profilò jn

questo senso : i Federali, più fort i, bloccando le coste avversane: i Confederati dedicandosi al la guerra di costa.

Campagna del 1862. I Federali dispongono d i 450.000 Cavaliere sud.ista u. divisi in quattro teatri d 'operazioni, fronteggiati da 350.000 Confederati ugualmente sudJivisi. Nel Kentucky e nel Tawcssec Grane comanda i Federali , appoggiato da flottiglia d, cannoniere sul Mississippi; Johnson comanda i Confederati: quest i ultimi , attaccati, perdono Nashvillc e ripie-

M agg. generale

Brigadiere generale

Magg. generale

U niformi di generali federali

terio ad Antietam nel settembre. li gen . Buruside ha il comando d i un esercito federale e tenta nel novembre un nuovo attacco a Richmond, ma viene respinto. In mare, è notevole il combattimento di Hampton Ro1uls (9 marzo) .


S-ec

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Sec

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Campagna dei 1863. li nuovo comandante federale, gen, Hooker, tenta ancora di attaccare la capitale nemica, e ancora l'attacco fallisce. Lee nel giugno ava nza nel Maryland, dove i: fronteggiato dal gen. Meade. Le opposte

frontalmente nel maggio le posizioni nemiche appoggiate a Petersbm·g e a Richmond: perduti 60.000 u. senza otte, nere risultati apprezzabili , dovette a sua volta t riuccr~rsi e lJ lotta assunse u J1 caratterè di guerra <li posi.zio ne simìle a quel la che si verificò nella guerra Mondiale. Distaccamenti staccati del l'esercito d i Grant riportavano parziali insuccessi. Ma un tentativo del gen . confe(lernro Early, d i tt1i liac:ciarc Washington, falhv:1 con1plctamcnte e tenninava con la sconfitta d i Ceda~- Greci( (ottobre). Nel Tcmtcsscc, il corp o federale <lei gen. Sherman 11enne fronteggiato da quello confe.derato, agl i ord ini d i Hood, che aveva sosti, tuito Johnson . Lungl1e marcie e contromarcic caratterizza-

rono la lotta jn q1Jella ,egione, ma Hood il 15 dicembre finì pe r essere sconfi tto a Naslwille. In fine del 1864, le forze confederate erano ridotte ali 'eserc ito del Lce. Da parte della marina, s_i ebbe la battaglia di Mobile.

M iLizie del lVlaryland

Cavaliere appiedato (Federale)

Fanteria dei Confeder ati

forze si concentrano e vengono a un urto, il 1°-3 luglio, a Gettysb11rg, che rappresenta un cospicuo successo dei Federali. Nel Mississippi comanda le forze con federate il gcn. Johnston, il quale non riesce a im pedire 1'assed io e la caduta dr Vicksburg nelle mani del gcn. Grant (luglio); il corso d el Mississippi è così in potere d ei Federali. Nel Teo-· nessee sono d i fronte il gen. federale Rosecrans e il gen. confederato Braxton Braggs. 11 p rimo costringe l'avversario, nel g iugno, a ripiegare a sud d i Chattanooga, ma un ritorno olfen.,ivo del Brnxton, che batteva a C!ti/iamauga (17 settembre) il Rosecrans, costringeva quest'u ltimo a tri ncerarsi in Chattanooga, presso la quale ci ttà nel novembre il geo. Grant, accorso con rinforzi, sconfiggeva i Confederati. Negli altri tea tri dd conflitto si svolsero opcrnzioni di guerriglia nell'Arkansas e nel Missouri; vennero cacciate dal Mississippi le ultime forze confederate che vi nmanevano; fallì un attacco della flotta federale contro Clwrles, town.

Campagna dei 1864. Le operazioni si iniziarono nd marzo, dopo la sosta invernale. A capo dei Federali fu posto il gcn. Grant, il quale divise le forze in d ue masse , la maggiore, al suo comando, contro l'esercito nemico, l'al-

tra, di r65.ooo u. , nel Tennessee. H gen. Grant attaccò

Uniforme Zuavi

U niforme Zuavi

Ct1mpagna del 1865 . Sherma n, all'inizio del febb,:aio, si diresse nella Caroli na, dove quanto rimaneva d i forze confederate fu tratto dalle piazzdorti e posto al comando d i Johnston. Subito Charleston e Wilmington, rimaste prive o q uasi di truppe, si arresero ai F ederali, e Shurnan si accontentò d i tenere a freno Johoston, impedendogli d i portarsi in aiuto del gcn. Lee, il quale ormai cr,i investito nelle sue posizioni di Ricl,mond. Il gen. Grant, con aspra lotta durata dal 20 marzo al 2 aprile, si impadronì della città, e con la resa del Lce, il 7, e del Johnston, i l 9, la guerra era tcrrni11ata. Essa era durata quattro anni: aveva veduto ìmpegnati oltre 2 milioni e 800.0vo u ., era costata

17 miliardi, aveva portato alla liberazione d i tre mil ioni d i schiavi.

Osservazioni. La gcierra <li Secessione ,;i diikrenziò profondameme da llltlc le precedenti, mentre per la sua affinità colle successive si può affe rmare cbc seguì l'epoca cli trapasso fra la guerra degli eserciti e q uella delle nazioni. lmervennero sull'and amento delle operazioni l'opinione pubblica e la st~mpa; quest'ultima si sviluppò straordinaria mente, fin oltre 400 quotidiani, dei quali alcuni stampati in 4 e 500.000 copie. Spesso le sue incfocrczion i pregiudicarono le operazioni ili corso pc;r le inforrnaz.ioni forniie alla pa n e avversa. La potenza eco nomica d i ciascu no dei contendenti ebbe importanza decisiva; essa im pose a ·entrambi pesan ti sacrifici : la parte p iù r icca finì col trionfo re. L 'eccessiva libertà dovuta al regime democratico, nocque gravemente alla cliscipli11a e fu causa d i <la1rnose ingerenze del potere politico . Spesso l'interven to del Preside-nte da una parte o dall'altra determinò danni g ravissimi; certo

Uniforme Zuavi

U niformc Zuavi 0

U nifol"mi di corpi federali a t ipo europeo

Guardia • Garibaldh

U niforme Scozzese


SEC

Uniforme cadetti

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Marinaio federale

SEc

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Uniforme regolare

Uniforme 185l

Fanteria leggera

Uniforme es1.iva

Uniformi varie di soldati feder:.1li

il I:.incoln fu responsabile degli insuccessi del Mac Clellan, mentre il Oav is im1>cdl forse a l Lce di ottenere la vi tcoria decisiva . Però la d i;ciplina fu maggiore nel Sud, dove più forte era !"autorità, che nel Nord dove i principi democra• rici trionfavano. A cominciare d al 1864 la pressione della superiore potenza economica del Nord si fece sentire; i Sud isti com inciarono a piegare ; le d iserzioni si fccei·o frequenti, l'entusiasmo primitivo andò scomparendo. La grande strategia del la guerra subì la d;>ppia influenza dell a immensa estensione del teat ro d i operazioni, e della scarsezza di comunicazioni. Grande importanza assunse l'esplorazione lontana, e quindi la cavalleria, più che nell'azione tattica, fu impiegata in quella strategica. La log istica si andò sempre più differenziando nei gravi e complessi problem i che essa impose; i problemi d i immense masse di truppe in

dogl i d i r iforni rsi dal! 'indust ria europea, nè valsero a modificare la situazione alcuni audaci navi confederate corsare,

fra le quali l'Alab,11na. che riuscì talvo lta ad dudcre la vigilanza della flotta nemica. Immensi furono i progressi

territori che non avevano sufficienti risorse per mantenerle

e le linee àttraverso alle quali si compivano i t rasporti, conferirono 3.lla guerra, anche per questa ragione, un aspetto particolare e caratteristjco. Nella tattica apparvero le prime for me del combattimento moderno; la potenza del fuoco ebbe effetti jmponenti : la difensiva assunse importanza particolare_; si rafforzarono le posizioni con notevoli opere cli fortificazione campale, e spesso, al riparo delle lince

Corazi:Ma fluviale nella guerra di Secessione

11ci mater iali da guerra, sia per mare che per terra. In mare si impiegarono, per la prjn,a volta s u larga scala,

torpedin i offensive e d ifensive, di cui furono sperimentati innumerevoli tipi; si uSarono sbarramenti fi~si

cOn <lelooa-

torc chimico o meccanico; si ebbero canotti torpediniere destinati ad attaccare 1e navi avversarie, e furono spcrin1cntati

molti tipi d i sommergibili, dei quali talu no poteva immergersi totalmente, mosso dall'elettricità. Furon~ impiegate le prime navi cora7,Z'1te, e inventati i ({ Mon itors >1. fl materiale <li artiglieria progredì notevolmen te; i pezzi rigati so• stiwirono definitivamente quell i a<l anima liscia, le bocche d'assed io assunsero proporz ioni g igan tesche, comparvero le

Colonnello federale

Ufficiale federale

Fuciliere nazionale

r ispettive, gli avversari rimasero quasi inert1. per lunghi mesi, immobil izzati nella nuova forma d i gue rra d i posizione. L'influenza del potere marittimo fu notévole; -i Federali riuscirono a imporre il blocco al nemico, impeden-

Corazzata flw,•ialc confederata nella guerra di Secessione

artigl ierie da tri ncea, si organizzarono i pr.imi treni arm atf e blindati. Fra le armi portatili fece la sua prima compars~ il fucile a ripetizione e fu sperimen tata una mitragliatrice capace di cento colpi al mi nuto . Il tclcgrafç, si mise al


SEC

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:;1.;rvizio degli esercir.i; si compirono numerosi tentativi per appl icare il pallone libero e fre nato agli usi d i guerra; esso, col legato tdcgiaficamentc alle ba tterie federal i, servì di osservator io duran te l'assedio d i Yorkto wn . Le difese accessorie si perfezionarono; le abbattute; con1pletate da inestricabili grovigli di filo d i ferro, furono largamen te usare .

d i S. quando venne attaccato dall 'armata francese d el Ch:1rillon (ro.500 u .). Dopo un p rimo svantaggio, g li lmperial i a ttaccarono impetuosamente da tu tte le parti approfittando dd terreno boschivo. In mezz'ora l 'esercito d t l duca

Jnfine i servizi assunsero importaoz.a e perfezione grandis~

sime ; degna d i nota l'organizznione d i quello sanita rio.

S,ech ì (Giovanni). Amrnir.a,çlio, o. a Sassari. En trato in servizio nel 1883, fu promo~so contram mir . nel 1918, vicearnmir. nella riserva nel 1923, ammir. d i" squadra ne l 1926. Prese parte alle guerre k do-tu rca e .Mond ia.le, guadagna ndo una mcd . d i bronzo nel 191 1. F u sottocapo d i S. M . dal 1918 al 19r9, m inistro della mar ina d al 19 19 al 1921, senat o re d el regno nel 1919. Pubblicò: « E lemen ti d i arte 1nilitarc n1Hrittima >> . Seckenheìm. Cittadina ted esca nel g ra nducato del Ba<len , su l Neckar . Nel giug no de) 1462, d u rante la gùerra fra l'clct rorc bavarese Federico e il marg ra vio <li Brancleb urgo-A nsbach, il primo, unico all'arcivescovo T eodorico d i Magonza, vi sconfisse co mpletamente i l conte Adolfo cli Nassau .

Secreta (o Segreta) , Nome d i una cuffia d 'acciaio che si portava sotto l'elmo, a maggior d ifesa d el ca po. Secretant (Carlo). Generale, n. a .Mila no, m . a La Spc'l.ia (1832-1918). Volontario in Lombardia nel 1848 e uffici ale dei granatjcri delJ'esercito sar-

do poco dopo, p,irtecipò alle campagne , Id 1848-49 , 18551856, i 859 e 1866 e vi mcitò due med . d 'argento. D al 1863 al 1864 insegnò topografia all 'Accademia mi i. Colo nnello comandante il 59ç fan'.eria nel 1876, ebbe nel 1880 il comando d el collegio mii. d i Milano. Magg . generale coma11dante la brigata 8ecretant Carlo Parma nel 1882, tu promosso re n . generale nel J 887 e comand ò le divis . di Catanz,aro e - poi d i Ancona . Nel r893 andò in P. A. Ebbe va rie m issioni all'estero.

Se dan. Città d ella F rancia, nel clip. d elle Ar,' sulla Mo sa. Venne for tificata verso il 1550, con cinta bastiona ta, per o pera dell 'a rchitetto m ii. italiano Aurelio Da Pasino. Le fortificazioni fu rono demolite nel secolo XIX. I. Battaglia di Sedan (6 luglio r641) . Appartiene alla g uerra dei Trenta Anni. La piazza era occu pata dall.e trup pe <lei! 'imperatore Ferdinando III , comprese quelle d el duca di So issons, ribelle a Luigi Xlll d i Francia. Questi inv iò a ridurre S . all 'obbedienza il maresc. di Chatillon, e dispose che l 'armata di Lorena si recasse a rinforzarlo. Il duca g iunse davanti a S. il 25 g iug no, con 8000 fanti e 2500 cavalli, ma , vedendo la piazza ben munita, r ipiegò a Rcm illy per attende rvi l'arrivo d ell'armata di Lorena. Ferdin"a nd o inviò in socco rso a S. un corpo di 7000 u . , agli ordini del gen . d i Lamboy. Questi, la sera del 5 luglio , giunse a Bazeilles, e, passata la Mosa, si ui1ì ad un corpo d i 3000 u. uscito d alla piazza agli ordini del duca d i Soissons e d el conte di Bouilla n. La mattina del 6 luglio l'esercito imperiale (10.000 u.) e ra schierato poco a monte

La fortezza di Scdah (scc. XVII)

di Cha tillo n, preso da inesp licabile panico, fu sconfit to perde ndo pochi morti e feriti, m a lasciando 4000 prigiomen e tutti i canno ni e bagagli. A stento il duca pot~ salvarsi a Réthcl.

11. Battaglia di Sedt111 (1"' settembre 1870). Appartiene alb gue rra Franco-Prussiana: si combattè fra l 'armata francese de tta d i Ch5lons, comandata dal maresc . Mac-Mahon, e le armate tedesche Ili (principe d i P russia) e IV, o della Mosa (principe di Sassonia), in p rcserrza dell'im peratore Napoleone lii e d el re Guglielmo di Prussia. Dopo il combattimento del 30 agosto a /Jeaumont (V.) Mac-Mahon raccclse le sue forze intorno a S . a stretto contatto con g li avampos1i nemici, ne[ p ianoro tria ngolare limitato dalla Mosa , d alla Givonne, d al F lo ing, sch ierandole ad arco dal ruscello d i F loing fino a Bau illes , con alcune d ivis. e la cavaller ia in seconda linea. Nella prima fase (dall'alba alle 12) -due C. d 'A . tedeschi e la d ivis . wiirtte m berghese da ovest e qua tu·o corpi d a est e d a sud si spiegano collegandosi fra loro; nella seconda fase, li no alle 16,30, convergono serra nd o sempre più le trup pe francesi e addossand o le a S . Sono 150.000 u. con 700 canno.n i che ne avviluppano completamente 90.000 con 408 cannoni e fanno loro deporre le a rmi. L'urto s'inizia alle 4 con l 'attacco d el I bavarese a 13azeilles ; il XII prussiano segue su lla sua d r . e prende La , Monccllc. Le batterie tedesche p rendono posizione rapid ame nte e soverch iano quelle fra ncesi. Mac- Mahon è ferito verso le 6,30 e incarica di sostituirlo il gen. Ducrot , il quale ritiene d i avere ancòra il tcn,po di ritirarsi a 1v(é-

zieres, e inizia il movimento poco dopo le 8. Ma verso le 9 il gcn. \ Vim pfen fa valere un or-d ine scr itto <lei min istro d ella g ue rra, col q uale è desig nato al comando nel caso che Mac-Mahon sia costretto a cederlo. Wimpfen revoca l 'ordine d ato dal Ducrot, ma fratta nto le truppe ted esche hanno occupato la l inea della G ivonne e sta avvc11cndo il collegamento con le altre che avanzano verso l'alt ipiano d i Illy. Balan e Bazeilles sono p resi di v iva forza. Verso F loin g convergono il V e l 'XI corpo prussiano. Verso le r2 l"accerchiamento è eseguito: l 'esercito francese è ch iuso in una morsa d i ferro alla quale tenta inva no d i sottrarsi . La cavalle ria francese del Margueritte e del Bo nnemains si sacrifica in una vana carica. Le fanterie tedesche, p ro tette dal fuoco del l'artiglieria, avanzano inesorabilmente. Alle rs grande parte dell 'eserciro francese è in d isordine. W impfcn compie un ultimo disperato tentativo per ap rirsi il varco verso BaJan e Bazeilles, radunando 5000 u. risol uti e pol)endosi all a loro resta . La piccola co-


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Sr::c.

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lonna riprende Balan, ma un contranacco bavarese la con tiene e la ricaccia verso S. Mentre W impfcn si batte ancora, alle 17, sulle mura del la cittia viene alzata la bandiera bianca. L"impcratore s1 consegna prigioniero con tutta l 'a1mata al re d i Prussia, scn,sa condizioni. La battaglia

Mr)llmouth ,i trovò dinnanzi a una trincea che non potè ,upcrare. Per tre q uarti d ·ora le due fanterie si moschettarono scambievolmente a poca distanza, mentre la ca,alleria del Grey era stata dispersa sin dai primi colpi. Il Monmou1h cercò di salvarsi con la fuga, e i ribelli fonnarono

St.enung d.bciden.Anneen MitLags 12 Uhr. --1JWMche c==iFro:nzosen, ..Jn/1:url,. i:, lfay Jl..drtm.,,,;,,, WaJietab 1 : ns ooo

Battaglia di Sedan, alle ore

era costata ai Tedeschi circa 9000 u., ai Fr:1nccsi 17.ooo. Circa 3000 u. ,(u!!giti a11·2ccerchiamcnto ripararono nel Belgio.

Sedentarie (Tmppe). Ncl l'ordi,1arnento rnil. in!!lese del ~ccolo .scorso erano 1 corpi rimanenti di gu.irnigione nelle città o nelle fortezze, dopo che l'c..ercito attivo e le ri~c;rve avevano lasc.:iato il paese. Successivamente, verso la fine dello stesso secolo scors'>, un forte nudco dei ,oldati mobilitati costituì l'annata sedentaria, divisa in 13 comandi, co n la mi,sione p rinc ipa le della d ifesa delle coste. - l o Francia erano dette S. k tt uppe ~hc non mutavano guarnigione : e,. la guarò,a na7ìonale ,cdcntaria. Servizio Jt'demario è detto <]uel lo cui sono <lc>1inati ufficiali e sottufficiali nelle guarnigioni. Sedge Moor. Pianura dell'fnghiherra, nella contea dì Somcrset. I la dato il nome :1 un coml,at1imento, detto anche di Pllilip"s Norton da un villaggio vicino, a,·venuto il 6 luglio 1685 fra il re Giacomo Il e gli insorti del duca di Monmouth. Già il 27 giug no il duca <li Grat'ton, co n 500 Regi, si era a,·anza10 fino presso Philip 's Nonon, m,, era staro respinto con gra,·i perdite, e nessuno dei due eserciti :iveva voluto dar battaglia. La 110ttc del 5 ll1g lio il Monmouth avan.i:ò comandando la faoteri:1 . e afl1dando la cava lleria al gcn . Grer. Gli insorti marciarono silenz.iosamcnte nella nebbia, e, la manina del 6, giunsero presso il campo del re. Ouc foss:tti furono passati facilmente, ma poi il

12 (1

settembre 1870)

una stretta mas.a contro la cava lleria regia, che venne respinta parecchie volte. Infine, messi in batteria alcuni .:annoni, le sch iere degli insorti, disordinate dall'artiglieria, furono volle definitivamente in tuga dal la cavalleria del re. I ribelli perdettero un migliaio di u., i regi 300 fra morti e feriti . Il Monmouth, ca1lura10, venne condollo a Londra e giustiziato.

Sediman (o Seydema11). Vi llaggio del medio Egitto, sulla sr. del Nilo. Durame la campagna comro Murnd Eey ( 1798) il gcn . De,aix, che ne perseguiva le forze, le trovò ,chiaatc presso S. il 7 ottobre, appoggiate a un trincerone çnn artiglieria; numerose ronne d i cavalieri coprivano la linea ùt pianura. La divi!). francese avar12.ò form:Ha in quadrato. respingendo col {uoco gli attacchi ddla cavalleria nemica, ma soffrendo per il fuoco <lcll'arriglicria di Murad . li gen . Dcsaix lanciò co nl ro i pezzi f\emici uoa colonna agli ordini del gen. F riant, il quale conqui,tò la bat1eria; Cl<> determinò Mnrad alla ritirata verso la regione dd 1-:a ijum.

Lo :scontro costò forti perd ite, ~cgnatamcntc ~Ila

c;lval lcria indigena; i Francesi perdette ro c,ltrc 500 uo1nìni.

Sée (Leopoldo). Generale francese ( 1812-1904) . Pam'cipò alle campag ne della Crimea e <l" It:tlia, e al combattimcmo di Mentana. Seelisberg. Monte della Svizzcrn, nel can tone di Untcrwalikn, dominante il baci>10 del lago dei quattro Cantoni. 58


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SEE

Combattimento di Scelisberg (1799). Appartiene al!e guerre <lei la Repubblica francese. li 29 luglio j! gcn . aust riaco Bey con 5000 u . si diresse verso la posizione d i S.; ma d isperse le sue forze ;n tanti piccoli distaccament i. li gen. Loison, accampalo d ietro l'Aar, approfittò di tale frazion amento per co ntn-Ht:1ccarc e battere g li assalitori, i q uali presero la fuga abba ndonando nelle man i dei Fra ncesi 600 prigionie ri, fra cui il gen . Bey.

Seetà. Colle de ll 'Agamè a S.-O. d i Adigrat. l i 14 febbraio 1896 vi avvenne un piccolo scont ro fra d ue pi. ita.1iani, mandat i ad occuparlo, e le bande ribelli dei ras Sebath e Oatha Agos . D i fronte al numero assai su periore cJei ribel li , i plo1 oni ital iani ripiegarono sul forte d i Ad igrnt, per<lendo nello scont.ro un ufficiale e parecchi soldati . Sega (in latino Serra). Formazione di combattimento adot tata dalle truppe di fa nteria nei. secoli XV e XVI, per frenare lo slancio dell 'attaccante e romperne le linee e per raccogliere i propri dispersi . I n genere si form ava un triangolo o cuneo) al c ui vertjce erano i più forti e valorosi moschetrett ieri , picch ier i od alabardieri ; gli à Itri ·li sorreggeva.no e sostenev&no . Più cu nei o triangoli sul la stessa linea. cost itu ivan:) la sega.

Segato (Luig,) . Generale e scrittore militare, n . a Bel lullO nel 1856. Sottot. d'art. n el 1876, freq uentò la Scuola d i guerra e passò nel corpo dello S. M. Insegnò Arte m;. ii tare terrestre ali' Accadem ia navale <l i L ivorno e dal 1895 al 1899 Comunicazio ni alla Scuola d i guerra . Colonnello nel 1\/00, coman<lc', il 75<> fanteria. D ue ann i · dl po fu :apo <li S. M. del l C. d 'A. e dal 1904 al 1906 comandò in se~onda la Scuola di guerra . Magg. generale comandan te ]a brigata Calabria nel 1906, all'inizio d el 1908 fu nominato Sottosegretario <li Sta to alla guer ra nel d icaste ro Casana, cooperando alk r iforme m ii. d i quel] 'epoca. Passò poi a comandare l:t brigata Paler mo. Ten. generale nel r9fl , d iresse la Scuola di g uerra Segato L t1igi ·;iilo al 1914, nel quale an no ebbe il com ando della divisione m ilitare d i Torino . Comandante il Xli corpo d'annata nel 1915> e ntrò con esso nel la g uerra contro l'Austri a ç com andò poi il IX cu il I corpo <l'a1mata meritandovi la med. <l'argento . Nel Hil7 passò a comandare il C . d' A . terr itoriale d i Bologna e andò in P. A . nel 1919. Nel 1923 ebbe il grado d i generale , li C . d 'A. e qll alche ,rnno dopo passò nella riserva. Pubblicò uno studio sull 'Artiglieria d a campagna; u no Sulla F ron tiera fra nco•tedesca;

« Quadro d el la Guerra Mo ndiale, con speciale riferimento al fronte ita liano» ; l 'opera : « L'Ita lia nella g uerra Mondiale ». Collaborò lungamente al periodico « Esercito e Mar ina » e pubblicò le sue lezioni di Geografia, d i A rte Militare, d i Co municazioni. t collaborato re della " E ncicloped ia Militare » . u11

Segesta. Ant. città della Sicilia, presso J'attuale Castellammare dd golfo . F u lungamente in lotta con Seli1u11J:te

(V .) e venne pol ro v in ata d ai S arace ni .

Segestt1. 174" legione <lella M. V. S. N ., cost it uita nel 1923 a T rapani, su tre coorti.

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Segestvar. Comune della T raJlsilvania meri<lionale, a nord-cst 'di Hcrmansta-dt. li 31 l\lglio 1849 vi avvenne un combattimento che appan iene al 3° periodo della guerra <lella Rivoluzione ungherese de l 1849, e va anche sotto il nome di \Veiskirchen . li gcn. ungherese Bem vi aveva µreso ppsizione con un distaccan1ento di circa 5000 u. Contro d i lui stava il gen . L uders con u n corpo d i circa 20.000 Russi, schierati io due masse d ietro un corso d 'acqua, col la sr. app,~ggiata ad un' ansa del corso stesso e la dr . ad un 'altura a r ipide scarpate, solidamente occupata da 2 bgl. Alle ore 11 del mattino fu iniziato il combattimento con fuoco d ' artiglieria . Alle 14 il gen . Bem, postosi alla testa d i alcuni bgl. <l i fa nteria, si Ja.nciò alla baionetta, ma, aLwccaro sul fìanco d r. da 4 sqdr. russi , fu respinto e messo in rolla. Le perdite ungheresi fu rnno molto gravi date le forze impegnate : 2 000 u. fuori coml>at1imenco e 8 cannoni : il gen. Bem , ferito, corse pericolo di essere catturato . Seghizzi Ua,·opo). A rchitetto m ilitare' del secolo XVI, n . a Modena nel 1484. Servì sotto gli Estensi e progettò la · ci nta fortifìcata d i Modena, at tendendo alla sua cost ruzione. Lavorò anche per -il duca d 'Urbino. Fu allievo del Gcnga . Segnalati. Nome dato ·in qualche testo agli « av venturieri » che erano ca~letti d i nobile sangue, nel XV e XVI secolo, agli ord ini d ireni dei più illustri capitani. Avevano il grado d i alfiere o luogotenen te ed eseguivano le imprese pil'1 arrisch iate per g uadagnare f an1a. Segnalatori. Mil itari t ratti dal contingente di leva , fra i più idonei per intelligenza e coltura, che vengono addestrati nelle segnalazionì. -

Una categoria S . esiste anche

nella R. Marina.

Segnalazioni (V. anche Collegam enti, Ottico scrvi;,:io , T rasmissioni). Non è. stata mai concepibile azio ne m ilitare t nel la q uale comando e repai·t i non fosscl'o sicuramente e reciproca111crHe i n com unicazione . Le S. sono state le precorritric i dei cnllegarne1u j iu gene re . Nelle operazioni d i campagna <li rutti gl i eserciti, esse servono per le rapide e spicciole comunicazioni : sono rra i mezz i moderni e quelli superati, jl mezzo dal quale sì traggono ancora vantaggi non altrimenti ottenibili . Telefon i. telegrafi . aeroplan i, rad io1 rad iazioui infrarosse e quant'altro la scienza mette a r rofitto del la tecnica militare, sono spesso irnpiami costosi, poco mobili, non ancora su fficientemente sicuri nel fu nzionamento continuo, r ichiedono t roppo tempo per la sistemazione e gente specializzata p~ r adoperarli . ln mari na, l'uso cl.e lle band inc per S . di g iorno fra le 11av ì ~i pu() dire siJ nato f}Uasi cnnten1porancamen1c con l' impiego della ban diera come segno d i d isti117,ione o dj na1..ionalità . Nei primi tempi si dette un significato specia le alla posizione che occupava la bandiera sug li alberi della nave che voleva segnalare . Si adoperava per q uesto la stessa ban diera nazionak , alzandola alla estrcmit:t di u 11 pennone o d i un albe ro piuttosto che di un altro . S,>1.tanto ,·erso il X VI secolo si cominciò ad introdurre l 'uso, nel le morine, d i speciali bandiere, d iverse da quelle di nazionalità e col so lo scopo d i segnalare una idea o un ord ine. Con queste bandiere speciali, usate dap prima soltanto ad una alla volt,1. verso ,1 1650 , l'am mir. i ngksc Wiliiam Peon formò una specie di cod i~<: dei segnali che è il primo d el genere che si conosca nel le m arine d i Stato e che venne poscia successivamente perfezionato . Nel 1780 l'am m iraglio Kernpemtclc int rodusse in I nghilte rra l'uso delle band iere accopp iate a due a due , uso rapidamente imitato dalle alt re ma rine . Da quel momento

]e

S . con band iere non servi~


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rono soltanto a comunic:.'lre ordi1,i urgenti con1e prim a, m:1

si im p iega rono anc he p er ind icare I~ rorm azio11i che le squadre do\·cvano assumere in na,·igazione, le 0pcrazioni e

gli esercizi che ciascuna nave doveva compiere tn porto. ccc. Si è potuto a rrivare a tal uopo a li 'uso con te mporane o d i pii, gruppi comprendenti ciascuno fino a 4 bn<liere. Per le comunicazioni fra unità di dilferen1e nazionalità si è cre:110 il « Codice intc rnn ion 3lc d ei segnali », il q uale considera 27 bandiere <livcrsc, impiegate dalle mariue d i tullo il mondo. Questo codice è redailo con1cmporancan-,entc in parecchie lingue ed è una spede d i gros~o fra~:i rio m:irina~ resco internazionale.

li cod ice internazionale è impieg.ito

sia dalle navi da guerra sia da quelle mercantili, ma le marine da guerra ha n no per proprio uso un codice di seg na li (dive rso per ci•sCll na n azio ue) nel qu ale sono contemplate le bandiere del codice in1ernazio11ale, pi/, ahre bandiere speciali. Si adoperano infine banderuole invergate su co n i bastoni per segnalare a breve d istanza con lln;1 o d ue b raccia . A seconda dei movi,nenti o dell:t posizione assunta dalle braccia che portano la bandiera si ha una lettera intel'pretata coi segni d c li 'a lfabe to Morse. Duran te la g ue rra Mo ndiale, per evitare che venissero Cane S. dannose alla diCcsa na1,ionale, vennero presi provved imenti in b ase ai q uali era v ie tato: a ) di fa re S. d i giorno con luce so lal'C rifle ssa da specch i, con bandiere, con qualsiasi altro mezzo ,, i,ibile a distanza; b) di fare S. d i 11ouc co n q ua lsiasi sorge m e luminosa; e) nel terriwrio delle operazioni, d i fare S . con s uoni o rumor i udibili a distanza : a tal uopo era anche vietato il suono clclk campane.

l'os/o di segnalazione. T rovasi p resso i coma11cli di bgl. di fameria pel collegamento con gli aerei. Il personale è costitu1ro d a d ue segnalato ri, i qua li d ispo ngun o d i teli per com binare le cifre per le comun icazioni con venzionali eia terra all'aereo. Il r,0,10 è tenuto anche ad interpretare le S. fatte dall· acrco con fum:.te, rnzzi, mcM,aggi lanciati. Segnali alfabetici co11,•c11.a1om1l1. Qua11do non \'c11ga st,1bi!ito divers:imente, e cioè solo in ca,i eccezionali, i S. in v igore n ell',:,crcito ita liano sono quell i Mc rsc stabiliti da ll a convenzione telegrafica internaziona le d i Pietroburgo, nel 18;5, ri\'cduti nei ((_)llgrcs.i cl, Berlino nel 18!<5 e di l.1sbona nel 1908 . l noll rc sono prescl'illl, pel servizio m ili1arc di campagn41, i cosidclcui Segnedi d i corrispo11de11za . com• binazioni di p,ù lettere alfabeuche ~Ione, che "'""ono per indicare frasi pres1ab1li tc necessa rie per regola"' le trasmis-

sioni, come pe r e~cmpio le !)t:gucnti : chia 11·1ata, rispm,tn, capito, non capito. tìuc t.ra~mìssionc, regolate la vostra V<1cc 1 usate il cifrario, ecc .

Segnali co111•enziomtli di ca111pt1gna. Sono la rgamente impiega1i dalle pattuglie e dai piccoli reparti combattenti per con1unicare !e notizie urgenti . S0110 fo tti con le bracc ia, pos,ibilme ntc d a fermo. tanto da mi:iw ri a piedi che a c:1vallo. Kon occorrono appositi ,cgnalatori perchè u111i i sold a1 i debbon o essere addcst rnti a farli e ad i n1en derli rapid ame nte. L 'assicu rnio11c <l'ave r cap ito viene data r ipetendo il segna le s tesso. Eccone l'elenco: 1°) Nemico in vista: abbassare e al:-:arc ripcturamen tc il fucile in senso verticale, ave ndo cura di po rre il coprica po s u lla bocca dell'arma ; 2°) Nemico ifl forzll considerevole: dalla posizione d i braccia in fuori con palme in aho, p assare ripetu tamente con le mani in nito fino a cong iungere le d ita; 3") N em fro a11a11~a: n e lla posizione d i braccia in fuori, far oscillare le braccia stesse altcrnativamen1e come un'altalena, quindi indicare con la destr a la direzione d ell' avanzata ; 4°) Nemico si ritira: dalla posizione d i b raccia in fuori, pa,sare a rlet-

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terlc sul petto; S') Urgono rinforz i, soc,·orsi: con le braccia i11 al to far cenno <i i ch iamare a si.:: 6') Avari/i: come prima, ma con un solo braccio; 7°) Località sgombero, si passa: dalla posizione d 'auenti passare r ipetutamente a braccia i n a lto, quindi far ce n no ve rs0 <]ua le d irez ione si passa ; 8') No11 si passa, 0110t·olo, a/J: dalla posizione di attenti passare col braccio destro in aho ripetutamente, quindi tenerlo fermo Ol'in on ta lme m c ; 9>) Cavalleria nemica in 11i1tll : con bracc io destro ir. a lto de.criverc dei t:ircoli. Se si tratra in,-cce di cidiuì lo s•csso cenno con tuu·c due le braccia.

Segni (:1111. Sig11ia e Signa). Comune in pruv. d i Roma, in forte po,,zione dominante la ,·alle del Sacco. Fu ciuà pelasgica, ed ebbe clue cinte di mura ciclopiche : la prima era a metil costa d e l colle ed è in rov in a; la seconda, mcrlio conservata, abbracciava la sommi1à della collina, era alta Ire metri e a-·eva sette porte . Ne) ripian o d ella vct1a sorgeva la ciuadclla. Nelle v ic in anze di S. fu e retta a n1icamente la torre detta Piombinara, alta 40° metri, che fu

Segni: porta e mura ciclopiche

in seguito 1rasforma1a in cas1cllo e di~truua nel 143r dai Colonna, durante la loro guerra con Eugenio IV . Città dei Volsci, S. 11tl -197 a. C . fu assalita ~1., Sesto Tarq uinio, il quale non riuscì a impadronirsenr. Nel 340 :,. C. prese parte alla molta dei Lari11i. ma . assoggettata, ebbe una colonia ronrn na . l'l'c,;o S . avvenne la battaglia della di Sacri porto.

SflffO di Segni ( 15· agos10 i 557). ,\ ppanienc alla guerra in Ital ia fra Paolo i V e Filippo Il <li Spagn,1, Presso la ciu:,, che al principio delle ostilità era staia rinforzarn, ~farrantonio Colonna bat1è le milizie pontificie, per m erito soprauutto dell a fa111c ri a spagrrnola. Poi i vin citori assed iarono la cilt,Ì: il r5 fu a pena la brecci,1, pc, cui enrr;irono j!li as,cdian1i dopo un furibondo assalto. 11 presidio fu massacra i() , g li ahitanti passati a li lù d i spad a e i l borgo orribi lmente saccheggiato .

Segorbe. Ciu 'i della Spagn a orienrn lc, su ll;i Palancia, in prov . d i C;istcllù ll d e !;1 P lana . Comba11ime11to di Segorbe (r811). Appartiene alle gunre napoleon iche nella SpJgna . li m aresc. Such ct aveva ol'din a to al g en. Pa lombi11 i di assalire la d ivis. Obispo, e g li mandò in rinforLO la brigata francese del gen, Robert e ,I rcgg. italiano Dragoni d i Napoleone. Con queste truppe il gcn . Palum bin i a ttaccò g li avampo,ti nemici il 30 ,cttembrc costringendo il genèralc spagr,uolo a ritirarsi verso S. Palombin i, forma ti il 2° rcgg. leggero e il 6" italia~o in rnl,)llna se rrata, decise <li 11011 d ar tempo all'Obispo <11 rafforzarsi sulle posizioni raggiunte, e nella stessa giornal.i lo


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riattaccò risolutame nte mettendolo in d isord ille. I Dragon i, coman dati dal colonnello Schiazzet :i, completarono lo sbarag"lio degli ,Sp::Ignuoli con una vigorosa carica e li insegui~ rono d is perdendoli .

Segovia. Città del la S!>agna, nella Sierra Guadarrama. Nel 76 a. C . vi si com batti: una battagl ia che appartiene alla guerra civile nella Spagrca, e nella quale il questore d i Sertorio; Lucio fnuleio, fu sconfitto e ucciso dal proconsole di Pompeo, L. Cecilio Metello. Il 7 agosto 1812 vi avvenne un combattimento fra 1·avanguardi~1 <li VVdlington e la retrog-uar<lia <ldl'cscrcito <li re Gi useppe, che si r ilirava a Majalohonda. Segre (Roberto) . Gcncralc e scrittore m ilitare, n . a T orino nel 1872. SottoL <l ·art . nel 1890, fre9uentò la Scuola di guerra e passò nel corpo di S. M . Nel 191 2-19 r3 fu in L ibia e vi meritò una me<\. d 'a rgento . Nd 1916 e bbe parte decisiva nel piano d i schiera me nto e impiego ckllc artig lie rie per l 'attacco contro Gorizia e fu promosso colonnello per mer im di guerra; ebbe poi tina !ieconda mcd . d'argento.

Nel 1917-19·18 fu successivamente capo di S. M . <lei V C. d'A. e delle tn.:ppe ,\egli Altipian i: per ]·azione d i Valbell a fu promosso b rigadiere generale per rnerito di guerra. Nom in ato comanda nte dell'art. della 6a a rma_ta svolse parte d ecisiva ndla battaglia del P iave, ottenendo la promozione a magg. generale per merito <{i guerra . Per l 'opcra d a lui Segre Roberto svolta in guerra d al 1915 a l 1918 fu insignito d ella croce d i cav. de ll 'O . M . S . Dopo la g uerra fu promosso generale di divis . ed ebbe missioni ali 'estero . N el 1923 assunse i I comando d ella divis. mii. d i Brescia. Nel 1926 venne collocato a d isposizione e od 1933 in soprannu mero. Collaborò a riviste milita ri, e pubblicò, fra l'a ltro : « Le opernzioni attorno a Borgoforte udi.a canJpagna del 1866 ,, ; "Condotta ed impiego degli esploratori d ' artiglieria »; « La campagna di Buonaparte i11 Siria »; « T avola di tiro da montagna >• ; « La ,~ issio ne militare italiana per l 'a n nisti·z io~,; (< Dizionario militare tede5co- i-taliano e itatiano--te,Jcsco l >.

Segrè (Guido). Ammiraglio, u . a Modena nel 1871. En trato in servizio nel 1887 , fu promosso con tramn1 ir. nel 1923, ammir. <li divis . nel 1926, e di squ i dra nel 1927; .c olfocalO in a usiliaria nd 1932 . Prese µa rte al!a guerra .Mondiale. F u presidente d ell a Commissione permanente dc t.a Spezia dal 1923 al 1926, membro del Comitato superior~ tecn ico per le a rmi e il mun izionamento nel 1926 e nel lo ,tesso anno passato al Comilato progetti navi . Ne\ 1932 :.tndò jn posizione ausiliaria. Segreteria. Ufficio creaw d a Emanuele Filiberto ve rso i l 1875, alle p roprie dirette d ipendenze, composto d i un ,o segretario e alcuni su balterni. Vi1to rio Amedeo Il , verso il 1690, diede form a sta bi le all a S. di gue,.,-r, e mari11a, per il governo generale <lelle forze armare . E ssa si occupava <;lei moviment.o delle truppe, ,del servizio d elle tappe, d ella g iustiàa militare, d i tutto ciò che rigua rd ava la gen te di g uerra . Carlo Emanuele III ne allargò nel 1742 le mansioni , anche alle funzioni ispettrici. an1minìstrative delle a ziende di Stato . Carlo Emanudc IV mantenne g li ord i-

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namcn ti precedenti , e q ua ndo nel n98 dovette esuiare in Sardegna , la S. d i guerra d iminuì d 'i.rnportar1za si jngcrì dl cose della rna1ina .~~ cedette parecchie sue mansioni ai ministeri deg li esteri e finanze . Quando, nd 1814 , Vitwrio Emanuele l rito rnò i n Piemonte, la S. di guerra e marina fu ricostituita. Essa [u modificata da Carlo F elice ne l 1822 e 1831, finchè venne soppressa nel 1848 e s~stitu ita dal n-Jinistcro della guerra e marina . 1

Segretezza. È g rande, ind ispensabile fattore d i- successo in qLtolsiasi operazione bellica, di gran,lc o d i piccolo sviluppo, <.li carattere strateg.ìco) tauico , logistico . Tan to più è oggi necessaria per il gra11<lc svilu!)pO d ell'aviaziollc e d ell 'organizzazione accurata e complessa d el serv izio informaz ioui presso tutti gli esercj tì. La S. è intimamente connessa alla sorpresa, p rincipio -dominamc nell 'arte d ella g uerra : i] ,cgreto deve essere assoluto. Ch i, per qualsiasi ragione, sa o viene a sapere, non <leve confidarsi con chicchessia; comunque, d elle operazioni non bisogna mai par la re a voce aha, mai in p resenza dei gregari. Chiunque infranga queste esplicite p rescrizioni commette gravissima mancanza e deve essere severamente punito. Per la S. d el le operazioni sì ricorre ai n1ovimcnti notturni. C. doveroso at, tribuire al nemico una <.liligenza cd una attività aln1eno pari alle nostre, nella ricerca d i notizie sulla nostra situa. ziouc. Cjò .deve essere incenrivo ad escogitare tutti i 111ezzi possibili per contrastarla eri clude.-l a; dalla più rigorosa S. e r iservatezza sino all'im p iego di speciali artìficì, q uali la crittogra f-i-a, la sj1n ufazione di mater iali, <E J10stai.ioni, di azioni tattiche, gh sposta1nenti di notte, l 'occultamenro il mascheramento e si1nili. 1

Segreto d'ufficio, Se nza tema cli esagerare si può dire che lutea la corrispondenza t rattata d agli uffici milirari è ò l cri rattcrc intimo, e deve essere tenuta con riservatezza, e d i conseguenza i n S. Naturalmente vi sono d iversità d i S. tra pratica e pratica, e tra argomento cd argmnento . Ma, a cominciare d agl i uffici <li c9 ., il personale addettov1 per coadiuva rne il comand ante cleve tenere chiuso od suo animo tutto ciò che passa per le sue mao i, e che si riferisce ad ind ividui del p roprio o d 'aln i reparri, siano essi inferiori, colleghi, o superiori, g iacchè una sola indiscre• 2ione potrebbe ingenerare inopportuni risentimenti, screzi , antipatie, o peggio, minando le basi della gerarch ia e d ella disciplina m ii. o provoca!Jd o i utcm µest ive reazioni e d ifficoltà nell'esecuzione d, o rdi ni od azioni . li S . .cJ•ufficio è tu telato da parti.colari d isposizio n i, tra .1c forze mii. italia ne , a cominciare dal vincolo <.lei giuramen to di fedeltà all 'adempimento dei d overi inerenti al servizio . O ltre al giuramento vigol1'l speciali disposiziJni pe r la scelta d el person ale addetto ag li uffici . Gravi sanzion i penali sono commin ate ai violatori <lei S. d 'ufficio : la m isura delle pene è proporzionata alle in-discrezioni o Jivdazioni commesse ; si deve tener conto della entità del d a nno arrecato, e del la maggiore o minore in telligenza e cultura d el reo,. nonchè d el la sua coscie nza . Così, mentre per la :,empke pro1,ala:<ione di pratiche d'ufficio d i cara ttere amministrativo la violazione d el S. v iene p un ita con la rii.n ozione del colpevole , lai posto di fiducia, aggravata da una punizione ,liscipli nare . ben d iversa è la p roced ura contro m ilitari che abbiano d ivulgato notizie d i carancrc riservalo, o, peggio ancora, sottoposte a particolare r iserbo colla ·qual ifica d i << riserva to speciale)> o ~( riserv:itissirno n. T al i violazioni di S . d'ufficio possono dannegg ia re profondamente la sicurezza d ello Stato ed acqu ist ano il carattere d i r eato <l i tradimento, anche se lo Sta to nelle cui mani cado110 le notizie non è in g uerra col nostro. Quando anzi le violazioni


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di S. d 'ufficio di que,to genere sono fotte a mezzo di inrermodiari borghesi, ess i pu re vengono deferiti ai tribuna li, quali rei d i dcLltti contro la Patria. Il personale dell' ufficio è autorizzato a mantenere il propr io S . ancbe davand ai trj bunali mil. nel caso in cui venisse citato con1c

zazionc della d ifesa. li 3 agosto, in nuov, attacchi -sanguinosi, per due volte il .134<> fanteria raggiunse la J?Osizione e per due volte fu respinto. R imase nelle mani del valoroso regg. un 'a ltura a circa :, oo metri ad ovest della sommità , che servi da trampol ino per gl i ulteriori attacchi.

testimonio.

Ségur (marchese Filippo Enrico de) . Maresciallo d i Francia (1724-1801 ). Si segnalò nelle guerre di Ilocrnia, d'Italia e d i Fiandra . Nel 1781 ebbe il comando della Franca Contea; po i -~liven ne min ist ro <iella guerra.

Ség11r (conte Filippo Paolo de). Genera lè e storico francese (1780- 1873). D ragone ne l 1800, combartè nelle ca mpag ne na po leoniche e fu promosso nel 18rr generale d i brigata; con mie grado partecipò alla spedizione di Russia. Lasciato il servizio, si dedicò agli studi storici e fra altro p ubblicò: « Storia d i Napoleone e della grande armata nel 1812 »; « Sto r:a della Russia " ; « Storia di Carlo Vili » . Nel 1830 Francia e poco dopo ebbe il g rado entrò nell'Accademia d i luogoten. generale. Se~ura, Città della Spagna , in prnv. di Sa ragozza .

d,

/Jatt"glù, di Segura (2 gennaio 1835) . Appartiene alla g11erra civile <li Spagna. Un <listaccamcnto carlista -(quattro bgl. ed uno sqdr.) agli or<l ini del ge n . Z,; malacar rcgu i era sch ierato su ll a dorsale che sbarrava la strad'1 d i S., con un bgl. verso S ., d ue bgl. al centro in forre posizione obbligata di passaggio, un bgl. su una ·collina a garanzia del fianco. l Cristini non potevano attaccare su a n1 pia fron te : essi (1 2 .000 u. con artiglierie) attaccarono il centro

con due colonne : un:: al comando <li Espar tcro e Jaregui , l 'altra <lj Carratata e di Lorenz o . L 'attacco non riuscì , per

quanto condorto con estremo coraggio, per l'eroica r esistenza dei Realisti cltc con,r,,ttacca rnno. I Cristini vennero ributtati eon gravi perdite.

Segurana (Caterina). Eroina nizzarda del scc. XVI. Donna del popolo, nel 1543 cooperò strenuamen te ;llla resistenza delle truppe quando a Nizza Marittima i T urchi cercav1no d'im possessarsi della città . Portatasi sull'a lto dei bastioniJ rovesciò con una scure l'alfiere 1nusuJmanu che già aveva piantato sulla breccia lo stendardo del profeta e, r ianimati così i difensori e sgornen tati i ncrnici, la città rirnase salva. Sei Busi, U na delle ultime propaggini del Carso verso Monfalcone, alta 118 m. Costitui;ce uno spalto sulla sr . del canale Dottori. All 'inizio della guerra Mondiale veo ne fortemente tr incerato dagli A ustriaci e pro(etto da un potente sch ieramento d· artiglicrie , facendo p arte della (ormidabile posiziooe austriaca: M. Debel i, M. Cosich, Cave di ~elz, Sei Busi.

I. Attacchi del M . Sei Busi (23 e 29 giugno 19 r5). Appartengon? alla prima battaglia dell'Isonzo : ne fu incar icata la brigata Acqui, che riuscì solo a superare il terreno sco. perto, ed a passare il canale Do ttori: non po tè proseguire pcrchè il terreno inondato i mpediva ogni progresso. Essendosi q uesto alq uanto prç,sciugatu , la brigata, malgrado perdite sensibili, riuscì ad occupare, a nord di Vermegliano, la posizione d i q . 46. Il. Attaccl,i del Monte Sei Busi (18 luglio-3 agosto 1915). Appartengono alla seconda battaglia <lell 'Jsonzo. Una brigata m ista (14° e 134" fanteria e III bersaglieri) i l 25 lugl,io occupò <li slancio il Sei Busi, ma poi dovette ripiegare. Il 26 il monte fu d i nuovo attaccato, occupato ed abbandonato . Il 28 fu <li nuovo occu9ato, cd abbandonato per la forte reaz ione avversaria e per la potente organ.iz-

l i m ont~ Sei Busi durante un'azione

lii. / /ttacd1i del Monte Sei Busi (18 ottobre-4 novem1:rc 1915). Appa rtengono alla terza battaglia dell'Isonzo. Il 2r ottobre la briga ta Savona si impadronì d i tutti i t rincera menri a nord d el monte: un contrattacco a tarda sera l'obbl igò ad abbandonarli. Contemporaneamente uoa colonna spec iale attaccò la porzione di trinceramenti a sud, senza risultato. Il 23 ottobre la brigata Acqui si slanciò ripttutamcnte a~l'artacco del S.

B., ma

senza successo,

pcrchè vi si concentrò il l'uoco <li protezione dell 'art iglieria austriaca . Il 28 ottobre e il 1° nove mbre vennero sferrati due nuovi assalti, ma sempre senza risul tato. [V. Atwcco del Mcr;te Sei Busi ( ro novem bre-5 d icembre 1915) . Appartiene alla ·quarta battagl ia dell'Isonzo. Fra il 10 e il 14 novembre i i rinnovò l 'attacco d i S . B . e delle trincee a nord, per parte del XIII corpo d 'armata . Gli assa litor i riuscirono a mettere piede su l monte tanto contra-• sta to, a contan o con le trincee austr iache, occ upando così 1utta la linea marginale del Carso ver-so J.a pianura.

V. Attacco dd Monte Sei Busi (4 agosto-1.2 agosto 1916).. Appartiene alla 6• battaglia dell '1sonzo. li 4 la r6• d ivis. riprendeva l'attacco della posizione da sud , mentre la 14" attaccava q . 121 d i Monfalcone, il Cosich ed il Debeli. L' attacco metod ico continuò il 6 e 7 agosto. Il 10 gli Ausrriaci abbandonavano il S. B . assieme al Cosich e al Debeli e si riù rava r10 oltre il Vallone. Seign'l (Coli,· della). Passo delle Alpi G raie , attiguo al massiccio de l Mo nte Bianco , che mette in comunicaz io ne

il bacino dell'Isère con quello della Dor,t Baltca. La carra reccia d a Courmayeur, presso la testata della D ora, r isa le la Val d i Veni, poi ·livie ne mu lattiera e per il vallone dcll'Allée Blanche. ri; ale al valico (2512 111.) ·e scen de nel Torrenr-des-Glacièrs. A Les-Chap ieux ridivie ne carrareccia e s'innesta a Bourg-Sa int- Mau rice alla stra<la del Piccolo S. Berna rdo . ..È comunicazìone secondaria , che acquista inl~

porranza per le d iramazioni che da Les-Chapieux per i vicini colli del Bonhommc (2340 111.) e del Cormet (1922 m.) ha duplice sbocco !ungo la valle <iell ' Ar ve (Rodano) ncl1' 1\.lta Savoia e per q uella del Doron (lsère) ad Albcrtvillc.


SEI

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Può conside rarsi perciò u:1a sussidiaria d i quella del Piccolo S. Bernardo, utilizzabile da truppe kggcrc, sia per l'accesso in <lir~zio ni molteplici nella zona savoia rd a, sia per- la penetrazione nell 'alta Va l d ' Aosta.

Seismit-Doda (Luigi ). Genera le, n . a Z ara nel 1818. Iniziò la carrie ra nel 1838 nell 'esercito austriaco. Nel r848 pasiò al servizio d i Venezia ed ebbe il comando della leg io ne dal mato-ung hc resc. Colonnello d d l 'esercito toscano nel 1859, passò nell'esercito sardo al comando della brig ata Parma d i nuo va costituzione, e, nel 1860, fu promosso rnagg. generale ed e bbe la CO\l1rnenda d d l'O. M. S . In d isponibilità nel r862, andò a r iposo nel 1873. Fu d irettore c!ella « Rivista mil itare » ( 1869) e deputa to d i Urbino nella [X legislatura. Sektari, V . Shck.w. Selby (Gualti el'o). Geaera le , n. nel r'865. Sottot. di cavalleria nel 1~83, dal 1908 al 1912 fu aiutante d i campo del re . Colonnello nel 1914, cornan_d ò i cavalleggeri Caserta e nel ; 9r6 andò i11 P . A. '11,fagg. generale nel 19 1 1, assunse nel 1923 il · g rado di genera le <li d iv is . nella riserva e nel r927 venne collocato a riposo. Selce (A,.m,). V . Pietra . Sele. Fiume tirrenico, che nasce dai mon ri l rµin i e sbocca nel golfo d i Salerno dopo un corso di 140 chi h rnetri . JJa.ttaglia sul Se/e (71 a. C .). Ap partiene a !Ja tercrn g uerra Servile e fu combattuta e vi11 ta da l pretore romano M . L icinio Crasso contro Spart3co, il quale trovò la nwrte pug nando da eroe e destando I'arnmiraz. ione negli stessi nem ici. Le sue truppe fu ro1v, distrutte completamente e 6ooo prigionieri ,•ennem crocifissi sulla strac! a che conduceva da Capu2 a Roma. Sde. Br igata d i fan te ria d i linea costituita nel marzo i 9 i6 per la g uerra ltalo -~ustriaca l'.)1 5- 1918, coi regg . 219° e 220° . Operò in izia lme nte nel T rentino, e poi · sul M . Pa, subio, al pa~so della Borcola, sul Cimonç, dove alcuni .suo i reparti furono travolti d alle due m ine fatte esplodere dal nemico. Nel giugno 1917 fu d est inata prima a Valstag na e poi ìn Va lbr.sa ; nell'agosto fu sch ierata su lle posizioni <li Vrhovec-g. 920; operò ud settem bre con tro q . 81-1 nei pressi di Okroglo, conquista ndola brilla ntemente. L'offensiva austro-tedesca d cli 'ottobre-novembre 19 , 7 tro vò la b rigata riunita sull 'Ossoinca , da dove ripiegò combattendo . l i 22 no~ ve111brc 1917 essa fu d isciolta.

Seleucidi. Dinastia g reca d cli ' Asia , ~!crivante dal generale d i Alessandro Mag no, Séleuco I Nicatore (358-280 a. C .) il quale lottò a lungo contro Antigono e si assìcurò i l territorio da l Mediterraneo all 'Indo, sconfiggendo gli altri genera li d i Alessandro, ossia Demetrio e Lisini aco e impadro nendosi così anc he dcli' Asia Minore . Fra i suo i d iscendenti: St:lcuco lll Ca/li1Jico (m . nel 225) che combauè contro gl i Egiziani e con rro i Pa rti; Seleuco IV Filopatore (m. nel 175) che g uerreggiò anch e come alleato dei Roman i. Selgiucidi. Dinastia persia na che si d ivise in vari rami, nei secol i XI e XII, e contò numerosi guerrie ri nel le cont inue lotte di quell'epoca nella Persia e reg ioni ad iacenti . Fra essi sono , la segnalare Alp A rsla11, che salito a l t rono nel 1064, sottomise la Georgia e l ' Arme nia, ~confìsse l 'imperatore biz,antino Romano Diogene facendolo prigionit:ro 1

morì combatte ndo nel Turkesta n; e Me!ik Ge/addi11, m . nel H,92, figlio del p recedente: sotto mise la Siria , l'Egitto e Samarcanda .

Selim 11. Su ltano d i Turchia (1524-1574). Sali to a! trono nel 1566. nel 157, prese Cipro ai Veneziani , poi T unisi agli Spag nuoli ; venne sconfitto a Lepanto. Selden (Giovmmi). G iu reconsulto ing lese ( 1584- 165~). Scrittore politico, si occupò fra l'altro d el Diritto marittimo, e pubblicò l'opera " Mare cla usum ,, , per confuta re le teorie d el Grozio sul « Mare libcrum » . Sei inunte (o Seli1Jo) . Ant. città siciiiana, ie cu i rovine sorgono a circa 32 Km . da Sciacca. Fu una delle più importanti colon ie grech e d el la Sicilia, fond ata e fortificata ve rso il 628 a. C . <lai Mega resi. Fu in urto co n Cartagine e con g li ind ig eni ;ic il ian i. Nel 580 a . C. sostenne una g ue rra con Scg es1a. Poi si estese sino all a foce del Ma_z . zara dove stabilì u n piccolo . porto, men<re verso i[ Salso fondò la colon ia d i Eraclea M inoa. Verso il 510 ,a . C . fu soggetta al t iran n,1 Pitagora, dal quale si l iberò con l' aiuto d ello spartano Eurileone. Questi a sua voha si impadronì della città, ma poi dovetre abbandonarla . Nel 480 a. C., durante la sped izione in Sicilia di Amilcare , S. gli tu alle;:ua; in scgmto awto 1 Siracusani a cacciare il tiJ"an no Trasibulo . N el 416 a . C . scoppiò una nuova g uerra fra S .

Colore d elle 111ostrine: metà rosso e m e.tà cobalto nel se nso orizzontale. Festa dei reggimen t i: !'8 ottobre, ann iversario della battaglia d ella Bainsizza (1917). L a brigata ebbe in guerra i seguenti com~mdan ti : magg. generale Taranto ( r916- 1917); col. brigad iere Sacconi ( , 9 i 7). Le sue per~lite a mmontarono a uffiòali mo rti 39, fer iti 1 i 4, d ispersi 59; u. di truppa rn . 804 , f . 40 14, d. 2999.

Seleucia Pieria. Ant. città m a ritt ima d ella S iria , o gg i Se/e/kd:.

L'antica fortezza di Sel inunte

Assfl/to di Seleucifl Pieria (219 a. C.) . Fu j mpreso da ,\n. tioc? III, re -d i Siria, p~r .ritogliere la città caduta nelle mani dei re d'Egitto . Corrotti alcuni comandanti subaltern i del presid io, d ivise il suo esercito in tre colo nne e le scagltò contro le mu ra . Il presidio abbandonò il sobborgo, e allora i duci subalterni, corrotti da Antioco, pe rs,,asero il governatore Leonzio a tratlare la resa, che o ttenne a buone condizion i.

e Scgcsta : la p rim a ch iese aiuti a Siracusa e, sconfini i Jl c rnici, li bloccò per mare e per terra . Scgesta si ri volse a llora ad .'\re ne e gli alleati abba ndouarono l'assedio. Nella primavera <:lel 413 a. C . gli Ateniesi vennero sconfitti e i Selinuntini attaccarono d i nuovo Segesta, che c hiese aiL:~ti a Cartagine, ma ven 11c ugualme nte sconfìtra . Nella p ri mavera del 409 a . C. i Cartaginesi sped irono in Sjcilia Annibale con 150.000 u . Eg li pose l'assedio a S. li nono giorno


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Annibale, che aveva fatto costruire sci alt issime torri mn,. bili, attaccò la città da due lati. Un corpo di Campani , penetrato per una breccia, venne completamente n1assacrato, ma i Cartagin..c si riuscirono a scalnrc )e mura e massacrarono i di(ensori dopo una furiosa battagl i, per le vie e le piazze. Circa 16.0 0 0 abitanti furo no uccis i, 5000 fatti prig io nieri e solo 2600, guidati d a Ernped ione, potcro•~o riparare ad Agrigentn. Annibale rasè, al suolo le mura cl i S. c solo più tard i concesse agli abitanti di tornarv i, purchè fossero soggerri a Ca rtagiac i ciò fu rnnfcrmato dal trattato concluso nel 405 a. C . fra Dionisio e i Cartaginesi. In seguito un bandito da Siracusa, E rmocratc, radun,\ 6 0 0,0 u. a S., rialzò le mura e iniziò una serie di spedi2.ioni conl rO le città ca rtaginesi. Nel 397 a. C . la citt~ si d ichia rò per Dio nisio contro Cartagine. n,a a questa fu ceduta co n la pace del 383. Dion isio poco dopo In riprese con le arm i, ma poi S . tornò ai Cartaginesi. Questi nel 250 a C., sulla fine della prima guerra Punica, per restringere la difesa, trasportaro no gli abitanti a Li libeo, e !a città andò in rovina .

Selin,mte. Rimorchiatore èi 350 tonnellate, acq uistato nel 1918, rad iato nel 1921.

Selkirk. Ciuà della Scozia meridionale, sopra un a(fluente della Tweed. Battaglia di Sdl(irk, detta anche d i Pliiliphaugh ( 13 settembre r 645). Appa rtie ne alle· guerre dell a R ivoluzione inglese. Gli Scozz.esi, agli ordini del gen. Leslie, assa lirono a S . le truppe inglesi del re Carlo I agli ordini del gen. Montrose e dopo aspro combattimento le sconfissero : i capi dell'esercito si salvaro no a stento sul le montagne.

Sella (Passo di). Colle del le Alpi Trentine che mette in comun icazione la valle Gardena con l 'Al to Avisio. La rot'1bile da ,Ponte all 'Isarco per O rtisei e S. Cristina r isale a P ian e d i là si dirige al valico, che si ap,·c a 221 8 m. fra il gruppo di Sella e il Sasso Lungo . Scende q uindi con stretti risvolti a Campitello nell alta. Val di Fassa. Da P ian , con un ramo che passa il Colle d i Gardena (o della Ferrera) scende a Colfosco in V al d i Corvara, sbocca ndo per Val Badia nell'alta Rienz . Comunicazione di importanza

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Sella d'arme. Così fu chiamata la sélla usata per combattere, la quale era fornita d i due arcioni molto alti, coperti d i lamina di ferro e , lecorati nello stesso modo dell 'armatu ra del cavaliere . La S. può consiclerarsi come arma a complemento delle altre due viventi; cavallo e cavaliere. Sembra che nell'an tichità fosse sconosciuta, perchè i più antich i bassor ilievi esisten ti prese ntano il cavallo senza se lla e senza staffe. I Romani pare l'abbiano introdotta verso il

Tedesca scc. XIII

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Sella d'annc

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Italiana sec. XV

IV secolo a. C . Il suo uso fu antich issimo nella Scandinavia; i Tedeschi avevano già sella e st affe nell'V III o IX secolo, e così la Francia. La S . eia guerra variò pochissimo d i forma fin d alla sua origine; solamente verso la fine del mecl io evo eb be l 'arcione posteriore molto più basso.

Sellaio. Non soltanto nelle a rmi a cavallo, ma anche in q uelle a piedi .o ccorre l'opera del S. giacchè questo oj)Cra io non si occupa solo del fare ed aggiustare selle , ma anche d i bardature, e d i tutto ciò che costituisce la svarianss,ma serie d 'aggetti d i equipaggiamento dei quadrupedi assegnati ai corpi . Nelle armi a cavallo tuttavia acq uista una importanza speciale, giacchè l 'adattamento della sella e della bardatura ai quadruped i esige capacità tecnica e _conoscenza perfetta della strullura scheletrica della bestia da sellare, in modo da evitare per q uanto sia possibile contusion i o lesioni. Nei regg . vi è un capo sellaio scelto per

P asso di Sella

Il sellaio al campo (1915)

locale, essa ha ;Jeraltro 1·alore note.vole <i"ale roccor<lo fra affluenti e subaffluenti dell'Adige in p rossimità d el g rande nodo orografico del Sella, collegato con l'estremo della Strada delle Dolom iti e con quella d eil'Avisio. Potrebbe aver f unzione n1ilitarc importante come sussidiaria utile a combinazion i d i manovra fra le valli dcli 'Isarco e dell 'Avis io all 'infuori delle grandi rotabili, evitando il nodo stradale di Bolzano.

concorso Ira i borghesi, esigendosi, come per tutti g li altri capi-opera i, che a bbia, oltre alle qualità tecniche, i requisiti morali necessari per prestare servizio alle d ipenclenze delle autorità militari. Il suo laboratorio gli è concesso dalle autori tà mii. in locali ad iacenti alle caserme od ai magazzini presso i quali presta servizio . Egli assume la maqutenzione di tutte le bardature e fini menti in carico al reparto dal q ua le è stato assumo, e deve pure servire da con-


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suknte tecnico ogni qut1lvolta il corpo a cui è effen ivo abbia bisogno di ac9ui, ti o forni ture d i oggetti di sellerit1 e bardatura. Deve scegliere e preparare allievi sellai fra i militari in servizio, e 9ucs1i seguono i reparti in campagna.

Sellasìa (<! Sela,ia). Ant. ciuà della Grecia, a cirça a nord di Sparta, sulla sr. J cl torrente Ocnus, aHl. dcli 'Eurotas. I l Km.

Bnnaglia di Sella,ia (222 a. C.). Appartiene ~Ile guerre tra Macedon i-ateniesi e Lacedemoni. L'esercito macedone (28.000 u. agli ordini del re Antigono Dornne) era schierato ,ulle due rive dell'Oenus con Je spalle al fiume: all"ala dr. era la falange macedone coperta da una linea di trUpJ?_C leggere mace<loni e m erce narie; due masse di cavalleria erano verso il centro ; all 'ala sr . una prima l inea d i Macedoni ed Illirici, una seconda di Greci e Cretc,i. una terza di Ateniesi. L'esercito lacedemone (20.000 u. agli ordini d1

Selva Litana (poi Selva di J.11go). l'orcsta dell a Ga llia Cisalpina, cht ha dato il nome a una battagl ia (21 6 a. C.) appartenente alla seconda guerra Punica, e combattuta eia un esercito romano comaodato dal pretore I.. Postumio contro i Galli Boi. Avviluppato fra k piante d'alto fosto, J'esercito romano venne

stcn11inato :

pochissimi poterono

salvarsi. - Nel 196 il console L. Valerio Fiacco nella >tc"a ~clva bauè un corpo di Boi mettendoli in piena rotta.

Selvaggia (Divisione). G rande unità di g ue rra dell'impero Russo, particolJrmcnre fedele agli czar finchè questi governarono. Era composta csclusi,·amentc di volontari del Caucaso. Nella guerra 1914•1 9 18 fu comandata dal granduca Michele, e quando Nicola [I ·v enne detronizzato il comando della divis. fu assunto dal principe Bagr:ition. La divis. fece parte del corpo del generale Kornilov, e quando questi fallì nel suo tcntati,•o contro Pietroburgo, lo abbandonò e tornò nel Caucaso d ove si ,ciolsc. Selvatico (Arwib11/e). Capitano imolese dell'Xl ,ccolo. Partecipò al comando delle forze della sua città alla Prima Crociata. Selvt1tico Tommaso. Capitano genovese del XV secolo. Si distinse all 'assèclio di Costantinopoli (1453) agli ord ini del Giustiniani.

Battaglia di Sellasia (2n a. C.) Lacedemoni: A, O, cavalleria; 8 , E, fanteria leggerai C, F. fanteria pesante - Macedoni: J, covnllcria; J<, l\llcgarcsi e Achei; H, Macedoni e mercenari; L , falange macedone; i\'1, macedoni e I lliri; N, Acam:,ni e Crctesj; O, Achei

Clcomenc re di Sparta) era - schierato di fronte a quello macedone; all'ala dr. vi era una lunga linea d i f.anteri:1 dietro trincee, al centro due masse (li cavalleria rincalzate immediatamente da truppe di fanteria leggera, all"ala dr. ,ma linea di fanteria dietro trincee. L 'ala sr. macedone (fanteria e una massa di cavalleria) attaccò l 'ala dr. dei lacedemon i (coma11data da Euclidas) e la travolse. Quasi contcm• poraneamente l'ala sr. lacedemone (comandata da Anti• gonas) anaccò l'ala dr . dei Macedoni e respinse le truppe che coprivano la falange; ma questa, avanzando nel piano, ristabilì ·il combattimcn\CI e avanzò compatta , tutto travolgendo, verso i ripari cld nemici, cacciandoli dai medesimi e volgendoli in rotta. Clcomcne si salvò con la fuga e si 1mbMcÒ per l'Egitto, mentre Antigono occupava Sparta.

Selman Pak. V. Cteti/011/e. Seltz (ant. Saloissa). Comune della Francia, nel clip. della Bassa Alsazia, alla confluenza del Selz e della Saue r, presso il Reno. Trattato di Seltz (610). Pace fra il re Teodorico di Borgogna e il re Teodebcrto di Austrasia. Quest'ultimo a\'c,,a invaso gli Stati di Teodorico e lo aveva poi convinto a rimettersi alla decisione d i una dieta di signori (rancbi, che ,i riunì a S. Scnonchè Teodeberto vi si recò con un esercito più forte di quello del rivale, e lo costrinse a firmare un trattato per cui otteneva l 'A l,azia e una parte della Champagne. L'anno seguente però Teodorico mosse guerra a Teoclebérto, lo sconfisse e, presolo, lo fece giustiziare.

Selve (Filippo 8aridi d1) . Generale ( , 7, 1-,792). Entrato in serviz io nel 1728 partecipò alle guerre d i Succes,ione d ·Austria e <li Polonia e venne promo,so colonnello nel 1771. Comandò la città di Biella e nel 1774 ebbe la promozione a brigadiere di fanteria. Magg. generale governatore di Chivasso nel 1776, passò al governo di Fenestrelle nel 1781. Luogoten. generale ne l 1785, fu nom inato .governatore di Asti nel 1788. Selve Carlo Marifrrdo Antonio (Bandi di). Generale, 11. a Vigone, m. a Torino (1733-,806). Utficialc di fanteria . <l ivennc colonnello nel 1784. Nel 1788 ebbe il comando della città di Novara e due anni do:,o 9uello dei forti di Ft·ncstrelle e Pragelato . Brigadiere generale nel 1793, fu nominato comanda nte della città e ducato di /\osra e nel 1796 venne promosso magg. genera le.

Selz. Frnione di Rcnchi elci Legionari . Fu tea1ro di aspra lotta durante la guerra Mondiale . Nel 1915 (29 e 30 giugno} reparti della 14• divi,. presero un t rincerone e la 9uota 46, giungendo fino alle cave di S . Nel 19 t6 truppe della medesima divis. (29 marto-23 aprile) si batterono occupando altri trinceramenti e d ifendendoli energicamente contro un bombardamento violento e fu . riosi contrattacchi de g 1i Austriaci. li paese. conquistato casa per casa, fu raso al suolo dalle artiglierie e ricostruito dopo la gllcrra. Semaforo, Telegrafo ottico della R. Marina , per le comunicazioni con

le

navi mediante il codice internazionale dei segnali. I marinai che vi sono addetti costituiscono la categoria elci Semaforisti.

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Distintivo Semoforisti R . Mnrina

Sema-jang-kin. G.:nerale dell"esercito cinese sotto la dinastia dei Ceu (sce . II a. C.). Da lu i pl'CSC il non1e uno dei sei libri d' istruzione mil itare (i l « Sema-ping- ra ") rimasto lungo tempo in vigore presso i Cinesi.


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Semendria (Semenderevo). Città della Jugoslavia sulla dr. <lei Danubio, a circ;1 50 ·Km . a valle di .&!grado . A ssedio di Semcndria ( r 439). Appartiene alle guerre de ll'Impero contro i Turchi. Nel 1438 Murad Il i nvase la Transilvania e nel 1439 pose l'assedio a S. Alberto li , re dì Boemia e d' Ungheria, per investitura avutane dall'imperatore Sigismondo , accorse in a iuto d ella città che era chi ave del possesso ddl'Ungher·ia meridionale. L'Ungheria invasa era in una situazione pericolosa per cui l'esercito non J)Otè dare rutto il concorso che sarebbe stato necessario : le febbri palustri ne rid ussero inoltre la forza. S. cadde perciò in potere dei T urchi.

Semeria (Augustoì , Ceneralc, 11. a T erracina nel 1858. Sottot. d'art. nel 1878, <livenne colonnello nel r91r e nel 19r4 assunse il comando del 13• art. d a ca rnpagna . M.agg. generale nel 1:915, fu in guerra comandante d'ar t. dcli 'VIII corpo d ·armata. Semestre (dei ucccl,i corpi) . Cosl chiamato il periodo d i tempo (sei mesi) in cui ciascuno degli antichi regg. frn ncesi: P iemonte, Champagne e Normandia, occupava a turno il prim.o posto nelle parate. Luigi XIJI aveva adottato q uesta d isposi,.ione nel 1621 , per mettere fine alle d iscussioni sulla prem inenza fra i detti reggimenti.

,·isriche fisiche da parte loro, così da iarli decisamente assegna re all'uno piuttosto che all'altro de i due gruppi citati. Gli aggressivi S., infatti, hanno bensì una tensione -<.l i vapore relativamente bassa,

m.;;1

non tan to da consentire

Ufltt

loro permanenza assa i lunga sulla superficie dd suolo o degli oggetti sui quali fossero eventua lmen te sparsi. Gli aggressivi chim ici che possono assegnarsi a questa ca tegoria dei semiper mancnti sono : Cloroformiaro di monocloromctile (Palitc) e d i tr icl<)rometile (D ifosgene, Surpalite); Clorosolfonato d i metile e d i etile; Clorosolfuro d i carbon io (Tiofosgene, Lagrim ite) <' Tet raclorosolfuro di ca rbonio; Clorid rina solforica; Aldeide allilica (Acroleina); C loruro di Ccnilcarbilamina; Etilclicl oro ed l:iti ldibromoarsi na .

Sempach. Vi llaggio su l lago omonimo, nel cantone dì Lucern1.

.Battaglia di Sempac!, (9 luglio 1386). Appartiene alla guerra d i Indipendenza svizze ra conrro gli Austriaci. Questi, in nu mero d i 6000, erano comanda ti da LeopÒl-do d uca d'Austria . Gli Svizzeri, agl i ord in i d i Petermann de Gun-

Semigola del bastione. t; la d istanza che corre dal l'angolo del poligono interno all'angolo del fianco. Il G uarini l;i chhuna e~ Semicollo » . Seminara (ant. Tami11m o Taurianum ). Città in prov. d i Reggio Calabr ia a su<l-est d i Palmi. Fu distrntta clai 'Saraceni nel secolo XI e poi ricostruita . I. 8at1aglia di Semi11ara (1495). Appart iene alla spedizione d i Carlo Vi li in Ital ia . Le truppe francesi del gen . d 'Aubigny ammontavano a ~oo corazzieri ed 800 cav:ill, legger i sostenuti da un f,1n c nerbo d i fanteria n1ercenaria

svizze ra. Le truppe de l re Ferdi nando ammontavano a 6ooo u. compresi 700 cavalieri spagn uoli, agli ord ini di Consalvo ,li Cordova. La battaglia si svolse nel piano ad est d i S. li d 'Aubigny attaccò vivamente con la p ro1)ria ca valleria la cavalleria spag nuola, infer iore d i numero, che ripiegò manovrando. I nte rpretata tale manovra com~ una sron fitta, le fanterie del re Ferdina ndo si dièdcro alla fuga, e il re e Consalvo si sal varono a stento i n Sicilia . 11. Battaglia di Seminara (21 aprile 1503). Appartiene alla sped izione d i Carlo Vlll in Italia, ove la guerra continuò per volon tà d i Consalvo anche dopo la pace di L ione (5 apri le 1503). Si svolse sullo stesso terreno dcl)a precedente. Roberto d' Aubigny ~veva .schierato le proprie truppe sulla dr. del fiume Secco ed attese l'attacco degli Spagnuoli. Men tre il com anda nte dell 'avanguar dia spagnuola (Bcnavidcs) lo intratteneva sulla fron te, un cclrpo ddla retroguard ia spag nuola (Ce riales) passava il fiwne a m onte ed as_saliva il d 'Aubigny a tergo; frattanto il grosso passava il fiume e lo attaccava d i fronte . In mezz 'ora l'esercito francese fu sconfittq; u~a metà degli uom ini si salvaro,10 con la fuga, insieme al d 'Aubigny che alcuni giorni dopo venne però fatto prigioniero.

Semi permanenti. Costituiscono un gruppo intermedio di aggressivi chimici , facente capo alla classificazione generale di essi, basata sullo scopo tattico del lo ro impiego . Tale classificazione, ·che· riunisce in d ue grand i categorie tutti gli aggressivi conosciuti : ·a) fugaci , o labi li; b) perrnaucncj, o

persiste nti,

non poteva risultare cstreman1en1e

prec isa, data la grande varierà d ei composti adoperati <lurante la guerra Mond iale e la m ancanza d i 11ette caratte-

Battaglia d i Sempach (13 86)

A. Austriaci del duca Leopoldo; E, Austriaci di Federico di Zollern; C , a ttacco degli svizzeri; D , sonita della guarnig ione svizzera di Sempach

dolfingen, erano 1400. Il borgo d i S. cm cinto <.la mu ra ed assediato dal margravio d i 1-Ìochberg. G li Aust riaci si divisero in due corpi: uno d i cavalleria (4000 u .) poco a nord ili S ., l 'altro di fan teria a circa 3000 passi pii, indietro. Dato il terreno rotto, i cavalieri appiedarono e formarono un profondo quad rato irto di lu~gh e lancic . Gli Svizzeri mo ssero all 'attacco assume ndo u na fr,rm .1zione a cuneo, al ve rtice del quale s i collocò il comandante Gundo!fingcn con sette capitani fra i pili valorosi. A l primo contatto

non fu possibile infrang<.:re la selva delle lancie nemiche : allora i l guerriero Arnoldo d i Wincke ,.-ie<I avanzò solo e riusd a raccogriere in una sola br2cciata numerose lancie .

[u tal modo si forme'> nel qu adrato un p unto d i m inor resistenza , nel quale il c(1neo p_e netrò con violenza. A colpi di mazza e d ·accetta gli Svizzer i decisero in h revc il combattimento; la fa nteria austria;:a 1 arrivat~ in ritardo, fu scom pig liata e raccolse i_ fuggiaschi men tre la guarnigione di S, faceva una sortita . Gl i Austriaci perdettero 2000 u . :

lo stesso duca Leopoldo vi fu ucciso. Gli Svizzeri ebbero poco più di 200 morti, fra i ']Uali la maggior parte dei capi che avevano preso pvsto a ll a testa del cuneo.

Sempione (Pas,o del). Valico delle A lpi Pennine che congiu nge la valle della T occ a q uella del Rodano. Da l)o. modossola (277 m .) la strada risale la Val Dived ro e attra-


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versata la frontiera ita lo•elvetica sopra !selle s'avvia al valico che raggiunge a 2008 m.; discende poi a risvolti lungo la breve fiancata de l! ' Alto Vallesc e termina a Briga (682 metri) dopo 69 Km. d i sviluppo totale. Fu costruita da Napoleone Buonapartc ( 1800-807) ed è conosciuta come « la regina delle rotabili alpine » , canto più i mportante per il fatto cne la ch iostra delle Alpi centrali non conta grande numero di comunic~,tzioni. che offrano percorribi1ità così age-

vole, specie nel tratto impervio delle Alpi Pennine. La neutralità elvetica stabilisce una condizione che d ispensa da considerazioni strategiche d'ordine particolare, le qua li implicherebbero complesse ipotesi nei riguardi degli Stati contermini. È sufficiente rilevare che la rotabile del Sempione .. bbrevia notevolmente le comunicazioni fra la Valle Padana e l'Europa Centrale ; ma· imFortanza d i gra n lunga superiore ha la ferrovia ~ costruita d ietro la convenzione italo .. w izzera_ del 1895 è aperta al traffico nel 1906. La linea ferroviaria fiancheggia quella stradak sin r,resso Jselle, ové si apre l'imbocco de lla g rande galler ia, lunga quasi 20 K.m ., che, segnando quasi la corda dd grande arco su cui svolgesi la stra<la, punta in rert ilineo vc:-so Brlga . Oµ<:ra grandiosa, costata all 'incirca un miliardo, la ferrovia <lel Sempione ha valore immenso per ii rraffico e favocisce gli scambi internazionali; e<l è ovvio che porrebbe avere funzione strategica di primo o rdine in· determinate ipotesi di guerra, ove condizioni particolari intervenissero a rr1odifìcare

praticamente la stretta osse rvanza degli obblighi <li neutra• lirà da parte della Confderazione elvetica .

Combattiwento al Sempio;,e (2 marzo r8r3), Appaniene alk guerre <le ll 'lmj>ero francese. In segui to a ordine d i Augereau, il col. Ponti, con 350 volontari appena istruiti , partì da Domodossola il 28 febbraio per oc.:,·pare il va lico ~Id S . dove si era stabilito un reparto austriaco. Presso Gon<lo la stia avang uardia venne sorpresa e in parte catturata; egli raggiunse il valic.o con 2c:;o u., e ne cactiò una cp. austriaca .· Quind i scese fino alla 3• cantoniera, dove pernottava . F rattanto

la

C!J.

Justriaca battuta era scesa

~1

Briga dove aveva dato l'a llarme, e d a Briga partirono 2 cp. aust riache e 5 cp. d i m iliz ie vallesane ( r8oo u .) comandate dal barone Stokalpcr. Questi arrivò di notte sul posto, e sorprese nel sonno i l piccolo bgl. <lei Ponti. Dopo breve <lifesa, in cui caddero una cinquantina di u., il Pont i dovette abbassare le armi e il passo rimase nelle mani degli Austriaci.

Senale

Senatori militari. Di regola godonò anche per i reati m ii. della p rerogativa stabilita nell 'art. 37 dello Statuto, per cui « fuori del caso d i flagrante delitto, niu n senatore può essere anestato se non in forza d i un ordine del Senato. Esso è solo competente per giudica.re dei r~ati imputati ai suo i membr i " · Un tempo all 'art. 37 dello Statuto si opponeva l'art. 13 del R . Editto penale mii. mar. del 1826, per il quale « dalle regole generali d i competenza sono eccettuati i d elitti commessi dalle persone che, in ragione del loro stato, grado o impiego, hanno un Foro partico• lare "· Però il Senato, quando per la prima volta si co· stituì in Alta Corte d i G iustizia (1867) dichiarò la propria competenza per il giud izio a carico <lell'ammir. Persano. Scomparso, col C . P. M. M. del 1869, il vecchio Editto, la questione rimase insoluta. In tempo d i pace non vi è alcuna ragione per indurre ad escludere per il senatore mii. la prerogativa d i essere giudicato in ogni caso dal•

l 't\lta Corte. La quest ione rimane ancora da risolvere per i reati m ii. in caso di guerra. Per i deputati , e limit atamente all'aut0riz2.azionp a procedere, si app licano gl i stessi principi.

Senafè. Villaggio ddl"E r itrea a sud di Asmara, presso i l confine Abissi-no. Combattimento di Sena/è (15 gennaio 189~) - Appartiene a lla g uerra Italo-abissina e si combauè fra gli Ital iani al comando del gen. Bararieri (bgl. l i . lii, [V; 3 cp . d i milizia mobi le; una bt r . da montagna; 2 ban<lc d i irregolari: in totale 3900 u . circa) e g li Abissini al comando d i ras M angasci:ì : 14.000 fucil i e 4000 u . armati di lancia. Il ras, ritiratosi da Coatit ( 13-!4 gennaio) si è disposto su ·una coll ina a sud-est d i S . e il gen. Baratieri lo raggiunge con una ma rcia forzata d i o ltre 40 Km . all'imbrunire ,!e l 15 e lo attacca energicamente con 'due bgl. (Ili e IV) alle ali, e l'artigl ieria al centro clic apre un fuoco celere a "2600 metr: di d istanza. Ras Mangascià, sorpreso dall 'irruento attacco, si ritira p recipitosamente las,iando un g rande bottino nelle mani deg li Italian i e perdendo circa 2000 uomini.

Senale. Nave da commercio e da g uerra dei mar i set• tentrionali, detta anche, ne! Med iterrarico 1 Semacco o Semalo . Era a due alberi, e portava anche una randa al palo . li Guglielmotti la qual ifica come nave grossa, goffa e lema-.

.'

Combattimento di Senafè (dal Gaibi)


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SEN

923 -

Sendling. Sobborgo di Monaco di Baviera, già comune.

Strage di Sendling (24 .:liccmbre 1705). Appartiene alla guerra per la Successione -di Spagna, e precisamente ·alla repressione dcli 'insurrezione bavarese contro gli Imperiali. Cacciali da Monaco, g li insorti cercarono rifugio nel villaggio d i S. incalzati dalla cavalleria, che ne sciabolò circa 400. li gen. imperiale Kriecbbau m segùì con la fanteria e con 4 cannoni. G li insorti, circondati, uscirono dal villaggio e deposero le armi. Ma i cavalieri imperiali si lanciarono su quei <l isgra7<iati e li massacrarono tutti. T ra i cadaveri furono trovati circa 400 g ravemente feriti, che il K ricchbaum fece portare in città per curarl i . . F ratt31Ho una cp.

di g ranatieri entrò nel villaggio dove t rovò 6 cannoni e 36 prigionieri, tra cui il comandante Mayr. Gli uccisi e feriti furono in tutto circa 3500; gli Imperiali ebbero una

SEN

fortino, attorno al .quale Giovann i della Rovere fece alzare una rocca a quattro torrioni circolari dall'a rchitetto fioren tino Baccio Pontelli. S igismondo Malatesta vi fece costruire nuove fortificazioni dall'architetlo Mastino da Pennabilli; esse furono restaurate da Guidobaldo II <iella Rovere e, ne·! secolo XVlll, <la Bcnedetto XIV, il quale fece allargare la cerchia delle mura . Oggi restano le mura, i fossat i, quattro bastioni, tlll fortino. La città vcnn,ç fondata, forse nel 38 1 a. C. , dai Galli Senon i, i quali vi furono sconfitti dai Roman i. Nel 401 fu d istrutta da Alarico. Ne l 727 fu presa da L iutprando, e in seguito da Desiderio, il quale la saccheggiò. Verso la metà ilei IX secolo fu saccheggiata dai Saraceni. Passò in seguito sotto il dominio della Chiesa . Nel 1137 fu assediata e presa dall'imperatore

9uarantina tra morti e feriti.

Seneffe (o Sene!). C<,mune del Belgio, circondario d i Charleroi, sul fiume Sennctlc. Ballaglia di Sàeffc (1 1 agosto 167~). Appartiene alla guerra d'Olanda . Un esercito francese d i 30.000 fanti , 13.000 cavalie ri, 1500 d ragoni, 6o canno ni, agli ordini del Condè, e ra accampato a Pitron ( 12 Km. a sud di S .) . Un esercito o landese di 75.000 u. (70 bgl., 170 sqdr. e numerosa artig lieria) agli ordini ckl principe <li Orangc, marcia da Nivelles verso Mons, la sera del 10 ag;,sto /; accampato a S. A ll a mattina del!' , 1 il p rincipe si mette in ma rcia su tre colonne -di retto ad Haine S. Paul e S. Picrrc presentan do il fianco sr. al Condé, e lasciando una forte retroguardia a i due ponti di S. 11 Condé, avvertito all'alba di q uesto movimento , decide di au accare, attendendo che le tre colonne si lrovas-sero in1pigliatc 11d te rreno intricato fra S . e Ha ine . L'a ttacco viene portato a S. da 7 bgl. agli ordini del gen . Montai , col compito d i :rnpadronirsi

SINIGALLLI\

d i S. c<l attaccare le tre colonne in coda, mcn I r e un corpo

d i cavalleria (gen. Fourilles) <leve passare la Sen nenc a guado poco a 1nontc S. ed attaccace i carriaggi, e j] corpo di cavaller ia del gen . Saint-Clas (400 u .), .senza far conoscere le proprie forze, deve disturbare la test a delle

di

varie colonne. Appena vede eseguiti i suoi ordjn i> il Condé

lancia tutte le sue lruppc all ·att~cw facendole passare la Sen netre sia a S. che più a monte ; ma il te:reno intricato ra llen ta j movimen ti delle sue rruppt , mentre lo scagliona• mento delle colonne del principe d 'O:·ange. non essendo"i stata sorpr<:sa, facilita la d ifesa . Si combatte a S . , al Priorato di S . N icola, al castel lo di Sca ilmont, a Fayt, nel piano verso i due I lai ne . La battaglia du ra accanitissima da ll'alba a l t ramonto . e la notte vede i due eserciti stanch issimi, sempre d i fronte. All 'alba del giorno 12 i l Condé ritorna· nel suo campo di Piéton, 1ncntrc j j principe d'Orangc

prosegue la propria ma rcia verso Mons . Entrambi i condottieri si :nt ribuirono I I vittoria . I F rà 1ìCcsi ebbero 3000 mort i e 4000 feriti; gli Olandesi circa 8000 fra morti e feriti, perdendo altrcsì 2 cannoni, 2 mo rtai , quasi tutto il bagag lio e 250 prigion ieri. - A S . (2 luglio 1794) Marceau ~con.fisse uo corpo ~ustriaco, durante k o perazioni intorno a Mons (V.) .

Senese. 97" legione della M. V . S . N., costituita a Siena nel J923, su cinque coo1ti . Senìgall ia (ant . Se11a Gallica, poi Sinigaglia). Città marittima in prov. di Ancona, alla foce del Misa che forma u n piccolo porto . Ebbe antichissime fortificazioni, restaurate dai capi tani g red Diogene e Aristeo per ordine del! "esarca L ongino . Ne' 1355 l 'Albornoz -vi fece erigere un

La fortezza di Senigallia (sec. XVlll)

Lotario III. Nel n40, collegata con Pesaro, combatti: contro Fano, e poi contro lesi, con la quale concluse la pace r,el 1197. L ' anno seguente S. si a lleò a Ravenna e a<l altre città del la marca anconitana, contro il marchese Marcov1ildo. Nel 1203 concluse un trattato di pace con Osimo , con cui era stata i n guerra. Combattè ancora contro Fano, contro Ancona, contro Pesaro. Nel 1264 fu assa lita e devastata <lai! 'esercito d i Manfredi . Nel 1280 G uido d i Mootefeltro la occupò d i sorpresa , massacrando circa 1500 cittadini . 1'\1ove anni dopo S. si alleò a Bologna, e nel 1306 fu occu pata da Pandolfo Ma latesta , che però poco dop,, venne cacciato. Tornata alla Chiesa, vi fu ma ndato a governarla Antonio Piccolom ini, il quale però fu be!l presto scacciato dagli abitanti. Nel r472, approfittando di tu multi in terni. avvenu ti nella città, Giacomo Piccolomini tentò di sorprenderla coo un forte corpo d i trnppe, ma l 'impresa non riuscì . Nel 1860 avvenne presso S . il combatti111ento che fu de tto di Sant'A1l · gelo (V.).


SEN

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SEN'

I. Combattimento e presa di Seuigallia (82 a. C .). Appartiene a lle guerre Civili fra Mario e Silla. Un luogotenente di q llcst'ultimo, Marzio, attaccò e sconfisse presio la città un corpo d i Mariani, guidati da Pompeo, luogotenente d i Ca rbone. Dopo il combattimento, i v incitori presero la città e la saccheggiarono.

Battaglione di Sc111gallia. Corpo civico d i volontari, CO· stituito ne l 1848. L'anno seguente venne i.ncorporato nella 3a legione Romana e con essa partecipò alla d ifesa d i Roma_

Ii. Ballaglia navale di Senigallia (551 d. C.) . Fu combattuta dalla flotta bizantina cont ro queJla di Toti la. I Goti, poco abituati a tal genere di lotta , furono meisi in scornpiglio sin dal p rimo urto, e più _dall'arrembaggio, e in gran parte massacrati, perdendo la l9ro flotta .

·combattimento al ponte sul Sc11io (2 febb raio 1797). Appartiene alla cam pagn a del Buonap artc contro lo Stato pontificio. Al ponte dell a via Emilia sul S. il gcn. pontificio Colli aveva mandato i l colonnello Ancajani con circa 1800 uomioi, i quali si erano trincera ti sulla sponda dr. collocando i 4 cannoni di cui disponevano in modo da battere il pon te . L'avanguardia d ella d ivis. Victor , comandata dal

III. Assedio di Senivllia. ( 1462) . Durante la guerra fra papa Pio li e Sigismondo Malatesta, signore di Rimini, quest'ul timo si recò ad as.s ed iare S. Postè in batteria alcune bombarde, in breve tempo fu aperta una breccia e allora, il 12 agosto, la c ittà si arrese , a patti , imitata snbitò dopo dalla rocca. L'esercito pontificio di Nap9\eone Orsini , accampato nelle vicinanze dell a c ittà, aveva assistito im potente alla presa <li S. Venuw a raggiungerlo il capitano pontificio Federico di Montefeltro, fu subito posto l'assedio alla città. Il Malatesla uscl d i noue da S., dirigendosi su Mondolfo: giunto a l Cesano, fu raggiunto. dall 'esercito della C hiesa clic si era mosso a inseg u irlo. La sua rerroguardia fu fatta a pezzi e ciò determinò la rot ta . completa delle sue truppe. Sigismondo si rifugiò in Fano; mentre ii Mon tefeltro faceva ptigicnicri 150 fanti e 500 cavalieri. IV. Sacco di Senigallia (dicembre 1502) . Il Borgia con vinse O liverotto da Fermo, Paolo Orsini, Vitdlozzo Vitelli e il duca d i Gravina, che con al tri signori avevano stretto contro d i lui la lega d i Mag ione, a recarsi a S., e vi si portò lui s tesso con 10.000 fanti e 2000 cavalli . I quattro cadd ero nel tranello e, giunti a S ., furono ,fatti arrest are e in seguito giustiziati . Allora il Borg ia fece a ttaccare le genti d i Oliverotto, 1000 fant i e 150 cavalli , che furono comple tamente disperse. l;ni fu la volta delle milizie d egli Orsini che però riuscirono a salvarsi. Jnfine le milizie (lel Borgia si r ivolsero contro S. e la saccheggiarono. V. Combattimento di Senigttllù, (9 marzo 1744). Appart iene alla guerra per la Successione d 'Austria e si svolse fra un disraccaroe nto di ussari e d i croati contro un corpo di Ispano-n apoletani , che si erano mossi due g iorn! orima da Pesaro. L'esito dello scontro fu ince n o e le perdile si cq u ivalsero. VI. Presa di Senigallia (18 giugno 1799). f.11 op~rato da un corpo Russo-turco, rinforzato da alcuni distaccamen ti d i 1narina i e <la oun1erosc baade di contadini arm ati. S . era d ifesa da u n bgl. francese con alcu ni pezzi : la resistenza fu lunga e tenace, ma infine gli attaccanti sfond arono le porte a can nonate e i contadini emrarono per i p rimi. Molti furono massacrat i dalle • an ig lierie fran(:esi, ma infine, sostenuti dai Russo-turchi, riusci rono a respingere i difen sori c he furono cosrretti a · ritira rsi combattendo su Fium esin·o, e subirono gravi pçrditc. li 24 giugno la squadra russo-turca abbandonò le Marche e gli insorti •fuggirono d a S., cbe avevano d evastata e ch e fu rioccupata subito dai Francesi.

VH. JJomhardamento di Senigallia (24 maggio 1915). Fu esegu ito da una coraz~ata austriaca, scortata da due torpedin iere. I pont i dello sca lo ferroviar io, su cui fu tirata una c inquantina di colpi , and arono distrutti, col faro, i l semaforo e alcun e case. Un treno m il itare, carico di un bgl. d i mil iz ia terri toriale, venne colpito e un vagone carico di m u nizion i saltò per aria. In tutto si ebbero 20 morti e 31 feriti.

Senio. Fiume della Romagna; nasce nell'Appennino toscano e sbocca nel Po d i Primaro dopo 90 Km . <li corso_

Lannes, arrivata <lavanti at ponte, ,si arrestò sotto il fuoco nemico per dar tempo a due bgl. (Lasakctte) di p assare il fiume a monte per piombare sul fianco sr. e a un bgl. di varcarlo a valle per piombare sul fianco c!r . dei Pontifici . Prima ancora che i m ovimenti aggiranti fossero compiuti, il gen. Lahoz, c he comandava la legione lo mbarda, n uova. al fuoco, si slanciò alla sua testa rnntro ti ponte e riuscì a varcar!o, impadronendosi <lei pezzi e volgendo in fuga i d ifensori, i . quali lasciarono 400 u. sul terreno e altrettanti prigionieri.

Battaglione del .Senio. Costituito su 5 cp. nel luglio t848 Lu go dal colon~ello Cos tante Fcrrari, con volontari del le Romag ne. Fu anche d etto bgl. d i Lugo, e di Pio IX, e ne assunse il comando il magg. G . B. Samaritani. ~

Seniore. Grado della M. V. S. N. (comandante di coorte) corrispondente, in tempo di pace, al grado di maggiore dell'esercito perm anen te. Seniores. (Anzia,11) . Serv io Tul lio distin se i cittad ini roman i idonei alle arm i in ju11iores (dal 17° al 46° an no) e seniores dal 46-0 a l 6cJO anno. I S. non p rendevano pa rte alle operazioni di campagna, ma e rano obbligati a concorrere a lla difesa ddla òttà. NeJl' u ltimo secolo della Repubblica ven ne p iù volte· ricl,iesta EPompco, Mario, Cicerone, Cesare) l 'opera dei S. anche per le ope razioni di campagna, e in tali casi vennero distinti col nome cli evocati. Essi a vevano paghe superiori ai loro pari grado , erano esonerali dai servizi j)C.'>anti, ed impiegati in specia li incarichi spesso assai ddicati e di grande fiducia. Senlac. Nome dato eia taluno alla battaglia che va più com unemente sotto il nome di Hastiugs (V.). Seni is. Capoluogo d i circondario ncU-Oise, sulla Aunette. H a ancora una parte del le mura gallo-romane e le rovine d i un antico castello franco. Nel 1358 i ribelli della Jacq uerie vi sconfissero un reparto d i truppe reali . !. Tregua di Scnlis (1472) . Co_nclusa il 18 ot tobre fra Luigi Xl e il duca Francesco Jl di Bretagna, d opo u n a breve guerra io cui il duca e ra alleato con Carlo il Temerario. li 23, quest'ultimo ade rì alla tregua. 11. l'aet· di Senlis (9 otto bre 1475). Conclu sa fra Luigi XI e il duca d i Bretagna . Questi ri n ,;ncia ad ogni a llean za con gli Inglesi, si im pegna a soccorrere il re cli F rancia se essi torneranno ad attaccarlo; in compenso il re gli dà 'il titolo di luogoten . generale del regno. Inoltre i contraen ti promettono di soccorr<:rsi e difend ersi reciprocamente e d i avvertirsi scambievolmente cli eventuali pericoli .

111. Pace di Senlis (23 maggio 1493).. Conclusa tra Carlo VIII <ii Francia e l 'arciduca F ilippo d ' Austria . li primo restituirà al secondo le contee di Borgogna, Ar_tois·, Charolais, la signor ia d i Noyers e k città di Hesd in, Aire, e Béth uuc.


SEN

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925 -

IV . Convegno di Se11lis (25 ottobre 1918). Il rnaresc. Foci'(, dopo al'cr esaminato col presidente del Consiglio Clcrnenccau k condizioni generali dcll'armisti,.io con la Cermania. riuniva il 25 ottobre a S. i comandant i <legli eserciti americano (Pcrsh ing), inglese (Haig) e francese (Péta inì, nonchè il capo di stato maggiore della marina ammir. de Bon, pc1· concretare le condizioni di arrnistizio che fu rono comunicate alla Germania l 'n novem bre a Rc1!1011dcs (V.).

SeN

tissime occasioni indotto i mil itari comandati <ii sentinel la

ad eroiche abnegazioni e ad inverosimili atti d i cieca obbed ienza . La S. viene collocata sul pos:o dove deve svolgere la sua vigile e mura opera, dal comanrlante della guardia

Senofonte. Generale e scrittore greco (430-354 a . C .). ·servì Ciro il Giovane nella spedizione contro Artaserse; dopo la battaglia di Cunaxa guidò per· vie sconosciute la celebre ritirata <;lei 10 .000, che descrisse nel la « Anabasi ». Senova. V . Scipf(a. Sens (ant. Agcdincum). Città de lla Francia, nd d ip. -della Yonne, sulla Yon11<;. Fu capitale dei C,afl i Se110ni . Aveva una cinta mu rata ed un profondo fossa to. Antica <;Ontca che nd 1055 s~ unì per trattato a l Regno di !,rancia . Nel 1814 il gcn . A lix, che vi si c.ra chiuso il 10 febbraio <:bn . 1500 u ., fu costretto ad arrendersi il giorno seguen te al f V corpo wurttemberg hese che ve lo aveva blocc;1to. Ballaf./ia dì Sens (356). Il console Claudio Giuliano (poi jrnpcratore), g iunse in Gallia nel 356 quando i Germani -assediavano Aucun. Liberata la città a fine d i giugno r~ggiu nse Auxcrre, a S. li affrontò e li . sconfisse pochi giorni -dopo.

Sentinella garibaldina (quadro di Induno)

Sensenmiinner (Uomini dalla fahe). Così forano chiamate nel 1849 le milizie r ivoluzionarie del Baden, perchè, n1ancando -di altre anni, erano mun ite d i falci .

Sensibilità degli esplosivi. È la tendenza d i essi ad infiammarsi, o a decomµorsi, in n1odo più. o meno facile,

per mezzo di uo opportuno 11gente. Tale tendenza vicoe m isurata dalla intensità dell'impulso iniziale occorrente per principiare la decomposizione. Dalla natura chimica dell 'esplosivo dipende principalmente il suo gr ado di sensibi lità, ma molti sono i fattori che concribùiscono a modificarlo, come, ad esempio : lo stato fisico, l 'umidità, la temperatura ambiente, ccc. :È di grande importanza conoscere la S. <li un esplosivo perchè ad essa si r iferiscono le 111oda lit~ di impiego, di trasporto, <li conservazione, nonchè il mezzo d l

innescamento; e

ugualmcnle

con

essa

o dal caporale di muta. Da costoro riceve gli ordini nei riguardi ·<lcUa consegna d a r ispetta re e da far rispettare, e solo ad essi può ri volger la parola . .Rimane sul posto assegnato, nè può allontanarsene per il tempo fissale,, il quale è in relazione alle condizioni climatiche del paese e d ella. stagione: normalmente la permanenza dura due ore. Non può soddisfare alcun bisogno personale, non può sedersi e non può _lasciare la propria arma. Dovendo, per ragioni

del suo servizio, dire alcuna cosa ad altri , si fa intendere

ha

stretto rapporto la scelta degli esplosivi <;li scoppio inquantochè, per il caricamento inrc rnù <lei proietti, occorre ado-

perare esplos ivi poco sensibili agli urti. La S. d i un esplosivo può essere per<, artific ialmente modificata, facendo entrare nella cornposi-z.ione del! 'esplosivo sostanze i nerti o combustibili (sil ice, canfora, benzina, ccc.) chiamate inscns ibiliz~atrici; oppure varia1: do opporrun~mente la dosatura dei componenti.

Sensile (Galera). Era così chia mata ogni galera che non avesse titoli di p rcrnir1eoza, nè di grado, nè dt grnrisdizionc, in rapporto, s' intende, al personaggio che ne te-

neva il comando.

Sentinella. Ogni Guardia (V.) colloca llna o più S., a seconda dei particolar\ compiti che le sono affi<lati. Essa è il simbolo e la rcalizza>,ione della vigilan,a assidua e sicura. Rievocando nel <kttaglio la storia delle orga nizzazioni mi litari, anche più remote, abbiamo seLHorc dell'esistenza delle S. collocate a presi-dio dell'incolum ità dei capi, a guardia dei campi , degli ing,·cssi urban i, dei prigionieri, del le casse erari ali, ecc. Dobbiamo infine ricordare come la s.:rnpolosa osservanza delle ricevute consegne abbia in no!-

Libica

(Sentinelle)

O. N. B.

con cenni ; q uind i fa intervenire il comandante della guardia. NOI\ si .fa avvicinare da aléuno, e, pur d i far rispct• tare la propria consegua, può f.ar uso delle armi. Le S. che prestano servizio nelle polveriere, nelle fabbriche d'armi,


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SEN

926 -

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ne lle opere d i fortificazione e d ovunque esistano panicolari

essa . Soggetto 3ttivo del reato può essere un 111ilita re <li

morivi per rendere più rigorosa la vigilanza, possono essere autoriz zate a tener<: il (uc ilc già. carico; c ioè con ]e pallo t-

qualunque grado, ;,erchè. la sentinella o la vedetta, pur éssendo semplice soldato, è in violabile, d ato che pen;oni fica la consegna . Infatti, il citato regolamento di servizio territoriale d ispone che ucssuno può muovere anche un semplice rimprovero alla sentinella, -finchè trovasi in attuali1à

tole nel serbatoio. In tuttì gli altri casi, le cartucce sono conservate nelie giberne. Per fornire una S . occorrono tre

uomini : · i quali si avvic<:nd;1no nel servizio jn Jnaniera di fare otto ore di vigilanza e sed ici di riposo nelle vc_1itiquattro d ella giornata . Ali 'ingresso principale d ei palazzi rea li, del Senato e del Parlamento si hanno S. accopj)iate (una per lato d ell'ingresso) . Normalmente invece le S . montano e restano ntl loro posto isolate. Nell 'esercito romano le S. si cam biavano tre volte 11dl.t none: il tempo veniva· misurato eia] centurione di guardia con la clessidra.

Ser..;nd 1,1 (Abl·andono di posto o tciolllla co11seg11a) (art. 9.4-95 C. P. E.; a rt. 105-106-rn7 C. P . M. M.) . Reato consistente nel fatto d el militare, in servizio cl i sentinella o vedetta, che abbandoni il posto o violi la consegna avuta . Se l'abbandono d i pusto o violata consegn a avviene quando la S . è collocata innanzi ad · un posto o corpo qualunque d i m ilitari esposti agli attacchi d el nemico, o jn un sit0 assediato o investito, la pena, se la , ic urez7.a fu compromcs,a , è della mo rte mediante fucilazione nel petto, e se la sicurezza non fu cmnprornes.sa, o la sentinella sia trovata addormentata, o si sia lasciata rilevare senza necessità d a altri che dai caporali <lella g uar-dia di c ui fa parte, è d illa reclusione mi litar~ <la tre a dieci anni . Se l'abbandono <li posto o vio lata consegna avvie ne mentre è di g:..Hl rdla a parchi d'artiglieria, convuglj, magazzini d i munizioni da guerra, arredi di viveri e foraggi ~ la pena è de!la reclusion e mii. d a t re a sette an ni. In q uesto caso, se la S. è trovata addo1mcntata, !a pe na è del ca rJ cere milita re da due a sci mesi . Per l'abbnclono di poste, ~ù v iolata consegna in tuni i casi non contc1npla ti neiìe ipote<i precedenti, b prna è <la due mesi d i carcere mili tare ad ur. anno di reclusione militare; e se la S. viene

trovata :tddormcri tata, !>Ì fa luogo a pun iziont: discip:inarc.

Sentinella spagnuola a cavallo (1898,

d i servizio . Se nella commissione delle offese coticorronc, estranei alla m ilizia, a costoro viene applicato il minimo de lle pene, dimi,, ùitc da due a quattro g rad i; se però il fatto è punito più gca·,emente dal C . P. comune, si applicano 'I ueste pene. Ne ll 'ipotesi di vie di fatto a mano ann.1,a contro S. , in tempo di guerra, la pena è d i morte ,ned,ant(; fucilazione:: nel petto ovvero, nei casi più lievi, della reclusjonc mi i. per anni ve nti; in tempo d i pace, d ella reclusione militare da IO a 20 anni . Se le vie ,li fatto sono a mano non armata: 1°) se commesse da cinque o più rnilitari, in lcmpo d i guerraJ la mone medianr::: fucilazione nel petto o la reclusione mii. per anni venti; in tempo d i pace, la reclusione mìl. da ro a 20 anni; 2°) se commesse da non · meno di ,d ue e _non più di quatuo militari, da 5 a ro anni di reclusione n1il. coJl'aumrnto di

un grr-do se

vi è stato di guen:a; 3°) se commess(; da un. :5010 n1ilitare , da uno a cinque ~nnì

<li reclusione m ii. coll"~urncnto d i

un grado per il tempo cli guerra. Ndk ipotesi ~li insul ri o rcsistenz:i. la pena è <la uno a ere anni di recJusioue mi]. coll'aumento di un grado per i l tempo d i guerra .

Sentinella doppia . ,, Due uomini messi. a guardia nel' istesso sirn, q uando questo è di tale gelosia che deve esser g uardato da più persone, e da più parti ». (Gug liclmo tti). Sentù,dla morttt. ,, Quegli che fa la guardia solo per vedere, sentire, scoµrire da lungi le mosse <id ne1nico : non per combatterlo. Per lo pili è senz'armi <la fuoco; e .se ne ba, spara in aria, e si r:icira, o s·arrend{: )1 , (G ug lidmotti) . Sentinella jra)iana in alta Montagna

Offesa a senti11e/la o vedei/a (art . 119 C . P . E . e srt. 141 C. P. M. M. ). Reato che si concreta nel fatto d el militare che offende una sentinella o una vedetta. A sensi del regolame!lto del s,rvizio territoriale, la sen tinella o la vedetta, se offesa, ha il dovere di fa r arrestare )'offensore, e d1 ~dopcrnrc le anfli ove siano usate vie di fatto contro d i

Sentinella perdt1ta. « Quegli che ~ posto tantp lungi dalla piazza o dal campo , che · no n potrebbe essere facilmente soccorso , la ' suoi. Sta a mere~ del nemico, e secondo la qualità della g ucmi e gli usi variabili d ella milizia, i l meno che j)UÒ temere è d i esser p reso prig ione ». (Guglielmotti). Passo della Sentine/la. Difficile valico delle Dolomiti, a q. 2717, fra la Cr0<la Rossa e Cima Undici.


-

SEN

927 -

Occupazione del Pas;o della Sentinella (16 aprile 1916). Ardita operazione appancncntc alla gtJerra Moudiak. Un reparto d i alpini occupava le falde della C roda Rossa , la regione Popera e q. 2990 ; le truppe austriache la Croda Rossa, il -passo della S. e le pend ici ovest della Cima Und ici , sorvegliando tutti i movimenti delle truppe italiane Auq n..-14- ~.' ,•'"~"l"/h1 .·.1 I

SEO

ma, quando i Turch i a bbanckrnarono la L ibia, sorse nei S. l'ambizìonc d t sostituirl i, e incoraggiarono e f omentarono

cont ro g li Italiani la . ribellione in Cirenaica e Tripolitania . ln iziacasì la guerra Mondiale ~ :i S. sì ffhjerarono con Turchi e T edeschi ; gli lngles i furono ricacciati da Sollum e da -Porto Bardia in Egitto, mentre gli .I tal iani furon,> addossati alla costa . Porto Bard ia d ivenne stazione di sbarco e <li ri for nimento d i sommergibili tedesch i. Nel r9 16 le truppe inglesi agli ord ini del gen . Maxwell scacciarono ; Turco-Senussi dalla costa (V . Egit10), ment re gli I taliani concorrevano da l ''o bruk ed occupavano Porto lfa rd ia ed Amsealf togliendo ai S. ogni possibilità d i ri fornin1cnt i. Intanto ad J\hmed es Scerif era succeduto l\·lohammcd ldris, che nel 19 17 cessò le ostilità e stabilì con gli Ital iani vari accordi,, fino a quelli di Regima e d i Marit1tn (V. , e V . anche Cirenaica e T ripolita11ia ) . Le ribellioni si r iaccesero, fomentate da ldris. e nel 1923 l'Italia den unciava tutti g li accor<li, .iniziando vigorose azioni d i d isarmo, couce n -

Passo della Sentinella 111 Valle Padola. Il gen. Venturi, comandante <ld settore, decise d i scacciare g li Austriaci da Cima Undici e dal passo, d:tndo ne incarico al sottot. degl i alpin i Lundli coad iuvato dal capitano Sala. J°I 22 gennaio . il L unelli con un pi. del la 28• cp. (bgl. F enestrelle) in iziò gli approcci, e il 12 febbraio co n cinque scalatori raggi unse Cima U nd ici : alla fine di febbra io essa era munita di m itragliatrici . La notte dal , 5 al 16 aprile una squad ra d i 18 alpini scelt i

r

scalavano un piccolo passaggio sovrastante il passo, in c.011-

tramcnti , repressione . Mo hammed ld ris fuggì in Egitto e si stabiU ad Eliopolis. Fu o rdi nata la chmsura d i tutte le zauie, ~ccetto quella d i Giarabub, e furono occupate verso la T unisia · e l'A lgeria le oasi d i Gadà rnes e Gat , m emre verso il confine egiziano fu costruita un'alta re te meraJl ica~

della estensione , li circa 120 miglia, e furo no occupati i centr i stradali sino a Giarabub . La potenza politica dei S. era o rmai assai ridotta:

rimanevano però ancora sono la

sua soggezio ne le oasi <li Cufra, il Tibbù, il Fezzan . Con le operazio ni compiute negli ann i 193,-1932 e con le occtì: pazioni di tali località, anche questi ultim i baluard i della potenza politica dei S. i n Libia vennero abbau ut i.

corso ad un pi. della 28° (ten. Lcida) che attaccava direttan1ente il passo impachoncndoscnc e respingendo il con~ trattacco di una cp. au striaca . intanto il cap . Sala vi giun-

geva d a C ima Undici con 40 alpini, 111entre il resto delh 28a cp. (tcn . Del lvfastro e Mart ini) Lo raggm ngevano J'Ìmon• rnndo il nevaio.

Sentinella. Canno niera in ferro, costruita a La Spezia nel 1874. Dislocamento tonu. 259, macch ine 245 HP. Persona le d'armamen to u. 49. Radiata nel 1904. Seuti11ella militare (Lo). Periodico quot idiano, uscito a Napoli nel 18.18, col motto : « All'erta sentinella I All'erta sto ! », sotto la , lireziooe d i An to nio Fabri , uAìcialc degli ussari. Dtuò uochi 111csi.

Senuss i (e Senussia). Confraternita musulmana fondata d all 'algerino Mohammed-bc11-Alì-Es-Sen11ssi, il quale nel 1843 creò a E l Bardia (Cirrnaica) la zauia e la confraternita che prese il suo nome. Musulma ni d issidenti , i S. si dimostrarono egual11:1ente avversi ai

T urch i eJ agli .Europei,

dando finalità pol itica alla loro -::onfraternira per signoreggiare l'immenso territorio della Libia, del Sab ara e del Borcu . P er q uesto entrarono in 1ocya con Francesi, con In-

g lesi e cor !tafoni. Jn poch i anni Mohammed fondò in Cirenaica parecch ie zau1c, 1na: urtatosi con i Turchi 1 lrasferì la sua residenza ndl 'oasi di Giarabub, <love creò l 'università dei Scnussi e morì nel 1859. Suo figlio Mohammecl-EI-Mahdi, divenuto capo dei Senussi, estese la potenza della confraternita verso il centro dell 'Africa . Nel 1895 trasferì la sua residenza nelle oasi d i Cufra e nd 1899 si trasferì verso il lago Ciad stabilendosi ad E l Guer on nel Borcu, ove morì nel 1 901 . Il suo successore, Ahme<l es Scerif, d iede serie preoccupazion i ai Francesi che co ntro di lui svolsero, nel

1909~.1 0-1 J,

rrc campagne.

La guerra Italo~

turca trovò i Scnussi associat i ai. Turch i contro l'Italia:

T ipi di armati sennssiti 19l6)

Senza lacrime (/Jattaglia) . V. Mù!c". Seo de Urgel. Comune della S1>agna, nella Cataiogna, nell'alta valle del Scgrc. Venne fortificato, con cittadella, protella da una torre e da . un forte staccati . Nel 18c22 fu assalito e preso clai Real ist i, che vi JJ0Sero la sede della " Reggenza del Regno ». Fu assediato dal Mina e d a truppe francesi . Nel 1874 venne preso con improvviso colpo <li mano dai Carlisti. AS.<.-dio di Sco de u ,.ge/ ( 1875). Ap pa rtiene all a guerra Civile ·nella Spagna, e fu posto i l 20 lug lio dal gen. realista Martinez Campos, con 7000 u . L a piazza era d ifesa dal gen. carl ista Lizzagarroa. con , 500 u . e '17 cannoni , in parte ant iquat i. L ' attacco fu iniziato con le Qrtig lie rie campali ed andò per le lung he per d ifficoltà topogra fiche, tanto più che la guerriglia , intensificata, o ppose m olestie all' arrivo delle anigli<:ric da assedio prcp:uate a Barcellona e condo tte con lungo giro verso la fortezza. Finalmente, il


Sco

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928 -

10 agosto, 30 pezzi di cui q di grosso calibro cominciarono a battere la fonczza: il 12 fu p resa d ':i,salto la torre. Invano fra il 13 cd il 18 Dorregarai cd altri capi carl isti tentarono cli p0nare soccorw alla fortezza : e\si ne furono impediti eia due chvis. d1 truppe legitti miste che agli or•d i11i di Jovdlar proteggevano l' investimento. Nella notte fra il 21 ecl il 22 gli assedi~nti riusei10110 ad incerrompcre k comunicuioni lra ia cittadella ed il forte, occupando una bassurn nelb quale gl i assediat i si riforn ivano d i acqua . Tentata iPutilmcntc una sortita. Lizzagarroa scese a pani il 2 cd ottenne, con la resa, l'onore clelle armi.

Septime r (Passo del) . V:d ico delle :\ lpi Ce ntrali (G rigioni) che mette in comunica1i.,ne il bacino dcli' Adda (Po) con quello dell'Albula (ll.eno). La strada ,i stacca dalla rornbi lc d i Val P:cgaglia p resso Casaccia , al µ icde occiden tale della soglia dd Maloggia; risale al rnlico lungo un vallone laterale raggi11ngendo il displuvio a 2311 m. e si innesta a 0 ivio alla rotabi le ckl Ju lier Pass, che unisce Silvaplana (E11gadioa) con Ticfcnkasteh sull'Albula. Strada m:ulartiera di scarso \lalore logistico, questa co1nunicazione si svolge per intero in territorio svizz.cro. Acqu ista importan1.a per la sua funzione sussidiaria c!'abbrcviamento del pcrcor~o fra i centri di uua 7.,.ona O\'e ra,,, icinansi i ire grandi bacini re nano, d anu biano e pa<lano.

Sequani. Popolo gallico. abitante fra j! corso superiore della Saona, il Giura e il Roclano, con capi1alc a Besanl'on (Vcsontio). Nel I secolo a. C . Iurono in g ue rra con gli Edui e si allearono agli Arvcrni e ai Germani. Questi vennero in gran numero, guid.ni da Ariovisto, e baucrono g li Edn i; poi p re tesero che i S. cedes,cro loro il terzo delle terre, ma, intromcssosi Cesare nelle cose di Gallia, i Germani furono definitivamente scacciati. Nel 52 a. C. i S. parteciparono alla guerra contro Cesa re. Sequestro. l n tcmp.:i di guerra sono soggetti a S. i beni mobili cd immobili , !e aziende e le navi dei sudditi d i S tati nemic1. N ei casi d i perturba men to d cli 'ordine pubblico potranno essere sottoposte a S. le carte, i registri ed alui oggetti mobili delle associazio n i che abbiano de \Crmiualo tale perturbame n to, e gli stampati che mettano in pericolo la sicurezza ddlo Stato. Sequi (Vincem,o). Gene rale, 11. a Genova nel 186z. Sottor. d i fanteria nel 1882, fu a lungo in Eritrea e i 11 Libia, divenendo colonnello 11cl 1915. Comandò il 4-1" fanteria nel 1915 contro l'Aus1ria e meritò una mcd . d 'argento. M;,1gg. generale nel 1916, comandò la brigata Abru,.z.i e poi la Cuneo. 111 P. A. nel 19 1i, assunse nel 1923 il grado di generale di divi;ione e nel 1931 venne trasferito nella riserva.

Serafini

(Ordine cavalleresco

dei). Venne fo11da10 nel ,334 dal re Magno 11 di Svezia a ricordo dell'assedio <li Upsala. Subì \'ari n1t1t:trn<.:nti; viene conferi lo a so-

vrnni, principi e g rnnd i d ignitari di grado non inferiore a tenente Ordine dei Serafini generale. Con la d1ffosione del p ro tes\an tcsi mo in Svezia . l'Ordine venne abolito e risor>e nell'anno 'ì48 per opera del re Federico I. Lo statuto ,•enne riveduto e modificato da Carlo X lii nel 18 14. I cava lieri formano una sola classe .

SER

Serafini Bcmard1110. Generale, n. e m . a Serrungarina ( 1822-1906). Partecipò a tulle le guerre del ll.isorgi1nento e vi meritò la croce di ca\'. dcll'O. M . S. ~dia lotta contro il brigantaggio ebbe la menzione onorevole ( 1865). Colonnello nel 1876, comandò il 9° famer ia e nd 1882 l,1 brip.ata Casale: m agg. genera le nel 1883, la brigata Pi,1oia. In P. J\. nel 1884, passò nella riscn·a nel 1891 e nd 1895 fu promo;;o ten. generale. Dall'XI alla XIV kgisla1ura rap• presentò al la Camera dei de putati il collegio di Fano e nella XV quello di Siena. Senatore del regno nel 1886.

Ser:,fini Giulio. Ge ne rale, n. ad Udine, 111 . a Catanza ro (1840-1904). Sottot. ,l'art. nel 1861, parrecipò al la campagna del 1866 cd a Custoza meritò la mcnt.ioae onorevole. Colonnello nel 1-891, comandò il 2 ° fanteria . Magg. generale 11el r898, fu aiutante d i campo di Umberto I e poi d1 Viuorio Emanuele Ili. Nel 1902 ebbe il comando della divis . mii. d i Cata nzarc, cd in mie qualità ,,enne promosso tcn. g;,eralc nel 1903.

Serafino Trotti. Legione (104•) della M. V. S. N., costituita a Tern i tre coorti .

nel 1923 col

nome d i

« Nera »,

su

Seranta (P11111a [ m . 3035] e Pizzo [111. 2691]). Nel gruppo della Marmo lada. Vi si evolsero alcune azioni di montagna il 6 aprile 1916. Alcune pattuglie del 51° fanteria r iuscivano a raggiungere !a Pu nta ed a stabilir vi 1111 piccolo presidio; nella notte d el 14 il nemico, con '1zionc avvolgènte, sus,idiata da vi,·o fuoco di artiglieria, costringeva al lo sgom bero della posizione. 11 giorno seguc n1e, una cp. d el 51° rioccupava, <enza con trasto, la Punta; q uesta però veniva ancora ripre,a dal nemico, durante una violenta hufcra . Invano si tentò di ricacciarlo, fino a q uando, neg li ultimi gio rn i d el mese, u11 ardito reparto dello stesso 51• fanteria, a! comando del cap. Menotti Ganbaldi, dopo lunghi e tenaci sforzi, raggiunto il Pizzo e calatosi, media nte corda te , sulla sollosta nte Pl1nta, riusciva a sorprendere il presidio austriaco, obbliganclolo, dopo brne lotta, alla resa . Seras (con te Cio11a11ni; nei testi , pe r e rrore, Pietro). Generale, n. a Osasio, m. a Grenoblc ( 1765-1814). Prestò 5ervizio nel regg. Saluzzo e nelle Guardie del Corpo. Nel 1791 entrò al serviz io della Francia come sottot. e partecipò alla campagna ddle Alpi, all'assedio di Tolone, alla ca inpagna dei Pire nei, alla campagna <1 ' 1talia del 17')6-97. Quindi ,i battè contro gli Austro-russi ( 1799) e divenn e generale di brigata. Partecipò sotto Suchet alla campagna del 1800 e divenne gcn . cli d i1• is . nel 18o5, prendendo parte alb campagna di quell'anno 111 lt:ilia e occupando T rieste, e Seras Giovanni alla campagna del I ll<l9 ,olio il Bcauharnais. Poi fu nella Spagna. Per le nu merose ferite ricevute in g ue rra no n po1è partecipare alla spedizione di Russia, e venne nominato mmandantc della piazzaforte di Venezia, che difese nel 1S 13-q e ccdctt~ m io dopo il trntt,1to d i Parigi. Seras Femando (Dc). Generale d'artiglieria, n. a :>iilano nel 1877. Sottot. d'art. nel 1898, frcc1ue ntò la Scuola di guerra e partecipò ,1lla g,1erra ltalo-J11Hriac'1, o ttenendo la

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,:::,,,,,, , , moggiore po, mocim di ,~,,o , g ~ d , g . , , ~~"'' V od <s,6, rooqm,m Soeoa Cosimo de' ::• una med. di bronzo; partecipò quindi alle o perazioni in d ici. Al servizio di papa Pio IV nel 1560, fortuicò la città Albania e divenne generale in posizione a usiliaria. Leonina in Roma. Passato nel 156r al ser vizio di Filippo Il re d i Spagna, fo;-tificò varie città del regno di Serato (Rizien). Medaglia d'oro, n. nel 1889 a San MarN apoli e combattè a Lepanto. Vicerè in Sici lia, difese Tutino d i Lupari, caduto in C inisi; fatto poi prigioniero, fu liberato mediante cambio. renaica nel 1912. Sergente nel Partecipò dal 1577 al 1578 alle guerre di Fiandra e prese 57~ fanteria, co1n battè va lorosaparte all 'espugnazione di Maestrichc. men te alla battaglia dçlle Due Serbe/Ioni Giovarmi Battista. Feldmaresciallo imperiale, Pa lme e vi trovò g loriosa 111orte ~ come è ricordato nell a motivarn. nel 1778. Al servizio dell"irnperatore Carlo VI, comzione della mcd. d 'oro: battè nelle ,guerre d i Successione e dei Sette Ann i. Dal 1745, e per t ren tatrè anni, comaud ò un regg. d i corazzieri che (e Ferito due volte, continua~·a portò il suo oòme; poi fu nom inato comandante della a combattere, fino all'assalto in cui, avanzando valorosa1ncntc, Lombardia . colp ito dal nemico con arma bianca alla gola, cadeva morto

Serato R izie1·i

sulla posizione conguistata )). (Due Palme -. Bengasi: 1 2 marzo 19 r7).

Serbatoio. Così è chiamato, nelle armi da fuoco portatili, il recipiente che contie11e le cartucce per il tiro a r ipetizione. P uò essere lungo il fusto dell'arma, e sotto la canna, oppuce sotto l 'apertura d i caricamento della culatta mobile, oppure d i fianco, fisso o mobile. li più pratico è quello sotto l'apertura d i caricamento e fisso. Se,·batoio. Sui velivoli , i S. sono i recipienti destinati a contenere la benzina e l'olio di lubrificazione destiJ1ati al1·apparato motore. Sono, in generale, . contenuti nelle ali e d isposti in modo da esaurirsi senza che ne resti turnato l 'equilibrio dell 'apparecch io. Speciali d is:iositivi per i l loro istantaneo svuotamento sono adottati special mente sui S . degli apparecchi militar i, ad evitare i più gravi pericoli dell'incendio quando il fuoco è a bordo, o nella jmminenza di un atterraggio forzato . Uitimamente sono stati sperimen tali speciali tipi di S . che, per il loro interno rivestimento, non lasciano uscire il contenuto, anche se perforat i da proiettili <li apparecchi avversari.

Serbatoio per gas asfissianti su velivolo

Serbia. Stato costitu ito presso a poco nella regione detta :\·k sia ali 'epoca romana, som_rnerso dai Turchi , risorto ne! secolo scorso, ingrandito dal trattato d i Versailles e com, preso nella Jugoslavia. Prin1a della guerra Mof\diale aveva per confini il Danubio dalla foce della Drir,a a quella del Timok, la Bulgaria, la Turchia, 1~. Bosnia. Capitale Belgrado. l Serbi, d i ceppo slavo, provenienti dalla Russia, si stabi lirono nel la regione nei primi secoli dell'éra volgare, e verso i l 630 ottennero dall'impero bizantino il riconoscimento della loro esistenza come nazio:ie. Socco,nessì dai Bulgar i, e poi d ai Bizantini, si resero liberi nel IIOO e a

M auser

i\'lauscr

(Serbatoi)

Vetterli Krag- Jocrsens

Serbelloni (conte Gabnele o Gabrio). Capitano m ilanese e ingegnere mii. del sec. XVI (r508-1580) . Era cavali ere d i Malta e priore cl 'Ungheria quallClo Solimano, imperato re dei Turchi, occupò quel regno (1543). Al scrYizio

poco a poco divennero potenti, spec ialmente per opera d i Stefano Duscian , il quale fondò un grande jmpero serbo, com prendente presso a poco il territorio dell 'attu ale Jugoslavia, più la Bulgaria. Ma alla sua morte l'impero si sfasciò , e i T u rchi avanzarono fino a Cossovo (1389) dove sconfissero i Serbi soggiogaado li. La soggezione du rò sino al principio del secolo XIX. Allora i Serbi presero le armi . sotto la gu ida di Karageorgcvic e si batterono per libcrars, dal giogo dei Turchi, cacciandoli da Be lgrado e battendoli in aperta campagna. La Russia intervenne in loro favore. ma nel 18r2 li abbandonò a lla loro sorte, e per due anni i T urchi infierirono con rappresagl ie crudel i nel paese riconqu istato. Nel .r8 r5 la rivolta si riaccese sotto Milan Obre!'ovic, ed ottenne come risultato il riconoscimento dell 'auto59


SER

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nomia d ella S . sotto la sonanità del sultano. Nel 1861 M ichele Obrcnovic fece radunare un pa rlamento (Scupcina) e votare la Costituzione, che, malgrado le opposizioni della T urch ia, compre ndeva una mi lizia naz iona le.

La Turchia dovette ritirare i presidi. Dopo le guer re del 1876 e 1877-78, la S. ottenne l' indipe ndenza e un aumento di territorio. Seguì una breve infelice gue rra

Stemma della Serbia

conlro

i

Bulgari (1885-86). Poi d issensi nella famiglia regnante, e infine l'assassinio dell'ult imo di essi, Alessandro Obrcnov ic, al qu_ a lc succedette Pietro Karageorgev ic, che si trovava sul trono quando si svolsero le guerre Bal-

caniche, e quando scoppiò la guerra Mondiale, da cui uscì il llllOvo regno jugoslavo. L 'esercito serbo regolare sorse dalle m ifo:ie nel 1862 e si divise i n permanente e nazionale: quest'ultimo d iviso in due bandi . Obbligato rietà del servizio, dal 20~ al 50-0 anno. L'appartenenza all'esercito permanente era determinata dal!'estrazione a sorte. Nel r 886 l'esercito permanente fu notevolmente accresciuto, e così nel r901 e nel c912- r3 .

SER

e quindi dal geo. russo Novoselov. 3°)' Linea d ella Drina , obbiettivo la Bosn ia (per farla insorgere e congiu11gcrsi poi col corpo dcli '!bar o d ar la mano ai Montenegrini), con un corpo d i 12.000 rego lari e 6000 volontari, ;igli ordini del gen. Alimpic. 4°) Linea del Timok, obbiettivo la fortezza di Viddi no, con 30.000 regolari agli ord ini del col. Lesciani n. Eranvi i no ltre

12.0 0 0

uomini di corpi franc hi e

12.000 di milizia <l i 3° ba ndo. In totale .t28.ooo uomini , divisi in 4 corpi e 2 corp i autonomi . Inoltre piccoli repa rti di volontari stranier i, tra i q uali la Legione italiana, cli 40 volontari agli ord ini del cap. Cerrctti. I Turch i avevano r40.ooo uomini, d i cui 30.000 a N ish (Jcfket pascià), 15.000 a N ish e Pirot (Ah mcd-Ejub l'ascià), 30.000 fra Plovdivo e Sofia (Ab<lu l-Kerirn pascià, che comandò poi tu tto l 'esercito), 25.000 fra Viddino e il T imok (Os,nan pascià). Inoltre 26.000 in Bosn ia, 14.0000 a Novibaza r. 11 3 luglio i Serbi presero l'offensiva : ne <lcrivarono vari scontri, con alterne

vicende. Il 6 luglio i l corpo dcll 'Jbar occul'Ò combattendo il territorio tu rco sin quasi , a Novibazar. Nel settore del Tirnok j Ser bi sconfinarono il 7 luglio, ste ndendosi per Cossovo si no a Rakovitza , senza trovare grande resistenza. Il 10 spinsero l'icognizioni sin sotto Vi,kliao. Sino ai primi d i agosto gli eserciti contrappO$tÌ attesero a trincera rsi e non ebbero luogo cbe avvisaglie . Il 4 i Serbi s'impadroni rono d i Mramor presso N isch, ma il 6 sul T imok vennero r espinti sin oltre Kniagevatz. Il .1.7 i T urchi attaccarono le posizioni serbe su!la Drina, senza far progressi : p rese onorevole parte all' azione la piccola Legione i ta liana. Due giorni <iopo i Turchi iniziarono le operazioni per la presa d i Alcxinatz, che finirono per occupare il 1° settem bre·. Frattanto i Serbi il 2 r agosto riprendevano Kniagevalz. In complesso nei primi d ue mesi d i guerra il grande Impero ottomano non ottenne grand i risultati contro il piccolo popolo serbo che combatteva per la propria ; ndipen. denza . D al 3 al 27 settembre si ebbe un arm istizio per inrromissionc del la d iplomazia europea, ma nel com plesso nulla di definitivo. Successe un per iodo di calma sino al 7 ottobre , quando Ab<lul-Kerim decise di sferrare un colpo decisivo, cosa che p robabilmente avrebbe fatto prima senza le esitanze di Costantinopol i. Da l 19 a l 21 ottobre la lotta d ivampò sulla linea della :Morava, e \IÌ concorsero 100 . 0 0 0 Tur-

chi e 50.000 Serbi: q uesti ultim i fu. rono battuti, e il 1~ novembre perdevano Alc.x i11n. Lo stesso giorno venne firmato un armis tizio d ì due mesi

che condusse alla pace.

Circoscrizioni militari della Serbia (anteguerra)

Guerra Serbo-Turca (1876). Nell 'csra cc dd 1875 l'Erzegovina si ribellò alla dominazione wrc>l e la xivoluzione si estese in Bosnia e in Bulgaria . La Turch ia inviò trnppc in quelle regioni, e schierò un esercito ai confini della Serbia per intimorir la, ma q uesta, forte dell'appoggio della Russia, chiamò alle ,irmi le proprie milizie e per t utto l' inverno r875 e parte della primavera .r876 fra esse e i Turchi si svolsero ol'erazioni d i guerriglia. Quando i Serbi furono pronti, d ivisero le forze su quattro linee d'operazione: I ") Linea della Morava, obbiettivo N ish, con un corpo d i 50.000 uomini a Alcxinatz, agli ord ini d el ge n. russo Michele Cernaiev . 2°) Linea dell'Ibar , obbiettivo Visegrad , con un corpo d i 12.000 regolari e 6000 volontari, agli ordini del gcn. Zach , sostit uito poi dal ten. col. Ciolak-Antic

Guem1 Serbo-Turca (,1877-78). L a Serbia intervenne nella g uerra Russoturca a lla fine d i dicembre 1877 , dopo la cadurn d i Plewna, t non si trovò d i fronte che scarsi d istaccamenti d i irregolari. L ·esercito serbo (70.000 u.) f u diviso in lre corpi, che puntar ono

r ispettiva men te su Vidd ino (corpo del Timok), su N ish e Pirot (corpo della ~forava e Sci umadia) e su Novi Baza;- (corpo della Orina) . Il p rimo si trovò a fianco <le~ R omeni, che già assediavano la piana d i Viddino e che, prevedendo imminente la pace, non videro con

molta

sirn patia

il

Soldato serbo ( 1914)

tard ivo intervento de i Serbi ; il secondo i nvestl la piazza forte cli Nish e la prese il 10 genna io, dopo d i avere attaccata e presa Ak-Palanca (24 dicem bre) e Pirot (27) ; il terzo corpo non potè progre-


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S ER

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dire. ~Ila presa d i Nish seguì l'avan7.a~a delle forze serbe: che presero Vrania e avanzarono su Cossovo fra cont1nu1 piccoli comb~ttimenti: a breve dista n za da quel centro dove i Ser bi pensavano d i prendere la rivincita della battaglia cli cinque secoli prima, li raggiunse la notizia della sospensione delle ostilità.· J Serbi avevano perduto nella breve campagna 54,o uomini .

Erano tre armate: una (Kèivcss) costituita dell 'VIJI e XIX C. d'A. austro-ungherese e del XXII tedesco, sì radunò di fronte a Belgrado; una (Gallwitz) costituita del lII, IV, V C . d'A . , li riserva tedeschi, si rad unò a est della precedente; una (r~ nrmata, Boja,lieff) costituita d i 4 divis. bulgare, si stendeva da Viddino alla strada Sofia-Pirol.

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Guen-u Serbo-Ila /gara (r 885). La Serbia, accampando antiche pretese su Vid<li no e su Sofia, e sospinta ·a lla lotta dal goveruo di Vienna, la notte sul 14 novembre <lid1iarò guerra alla Bulgaria, p rend endo a pretesto il futile motivo d i scambio d i iucilate alla fron tiera. Allo scoppia re delle ostilità la Bulgaria aveva in armi 1 10.000 combattcnli, con scarso nu~nero di ufficiali, schier ati nelle pos izion i di Radomir-Breznick-Slivn itza -Dragoman con la riserva a Sofia e con Viddino debolmente occupata; essi erano or<lin ati in 1re corpi: d i Or iente (63 .000 u .); di Occi<lente (19.000 u . ); settent rionale o del T imok (6500 u .) . I Serbi costitu irono l 'armata d ella Nisawa, di quattro divis . d i fanteria e una

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brigata d i cavalleria, n1entrc una quinta divis. stavasi raccogliendo contro Vidd ino. Superiore il fucile serbo (Mauser) a quello bulgaro (Bcrdan); superio re l'artigl ieria bulgara (a reuoca:icaÌ a quella serba (ad avancar ica) . Obbicuivo dei. Serbi Sofia, destinando a ciò tr~ div is., n1cntrc la divis . d ella Morava doveva muovere co n tro il fia nco sr. del! 'avversario , tra serie d ifficol tà di terreno, e la brigata di cavalleria contro i l fianco d r. attraverso mon tagne d isad atte all' impiego dell'arma. li 14 novembre i Serbi p resero l'offensiva, occupa nd o d opo un b reve combattimento Zaribrod . L'indomani proseguirono l'avanzata, rcspu,gendo i Bulgar i in d irezic,ne d i Brez nik. L 'avanzata fu però assai lenta, e so lo il 17 nov . arrivarono avanti a Sl iv n itza, dove dopo tre giorni d i lo tta vennero battu ti e costre tti alla r itirata. I Bulgari non poterono inseguire, e il contatto fu da essi ripreso il 22 . Reparti serbi vennero travolti <!a ll'avanzata b u lgara. Jl 23 i Serbi vennero sconfitti a Zaribrod, e i Bulgari avanzarono su Pirot (V.) dove avveunc l' u ltimo scontro d ella campagna, e dove (u firmato l'armistiz io.

Campagna di Serbia (r915). Ap partiene alla guerra Mond iale. L'offensiva a ustriaca del 19 14 (V . Meridionale fronte) era stata arrestata alla Kolubara (V .) : dal d icembre d i quell 'anno al settembre 1915 i Serbi rimasero inattivi, n1algrado

Artiglieria serba trainata da buoi ( 19 14)

ogni sollecitazione ~lell'Jntesa. Il 23 settembre 1915 la Bu lgaria d ichiarava la guerra alle Potenze dell 'Intesa, e l'entrata in guerra d i q uesto Stato pe rme tteva all'Austria d i realizzal'e il suo p iano, di imp adl'oni rsi dell a Serbia e del Mo nte negro . Le forze destinate a tale scopo (350.000 u.) .furono poste agli ord in i <lel gen . ted esco von Mackcnscn .

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Invasione della Serbia (autunno 1915) Lo schieramento alleato fra i laghi di Ocrida e di Doiran è d~lla primavera del 1916

Altre tre armate bulga re erano schierate dalla sr. della 1• alla Struma, agli ordini del gen. Gekoff, avend o per obbiettivo la valle d el Varcl ar. I Se rbi ammontanno a circa 200 . 000 u . comandat i dal voivoda P u tnik . Dal 7 o ttobre io poi, ]e colon ne alleate avanza rono convcrgcn<lO sull 'cscrcito serbo, il quale oppose viva resistenza, tanto c he la vallata d el Tirnok fu ndle loro mani solamente il 28, mentre le annate bulgare di Gekoff avevano raggiun to Egri Palanka, Cumanovo, Vcli:s, Uskub, Istip. Verso la mct/, d i nove mbre, l'esercito serbo, p remu to fortcrncn lc dal nemico, tagliato fuori d alla linea di r;tirata su Sa lonicco, abbandonava Kr::iguievntz e N ish, e sj raccoglieva verso Pristina . A Salonicco le t ruppe dell' In tesa raggiungevano allora la forza d ì appena quatt ro d iv is. con le quali era impossibile por rnrsi a no rd fino a dare la m a no all'esercito serbo. /\I quale non rimase pertanto altro scampo che quello di a u,aversarc le d iflicili mon tagne albanesi per sccllderc alla costa adriatica . Ciò fu possibile in grazia della len tezza dell'inseg uimento nemico, <lovuto in parte a difficoltà logisticl1c, in pane a d ivergenze d i vedute fra Tedeschi e Au:,rriaci . Le colo nne serbe poterono salvarsi con una marcia peno5.1 e faticosa, per tre dircuric.i principali: su Scutari dal · territorio mor.tencgrino; sul medesimo centro e su Alcs, io da Prizrencl per jl Drin Hianco; su T irana per Dibra. li re Pietro si imbarcò a Durazzo sop ra un cacciatorped in iere iial iano; P utnik ad Alessio. J Serbi si ù11barc:irono su nav i d ell 'I n tesa - in maggior pa rte i rnliane - a San Giovanni d i Medua (J2. ooo u .), a Durano (95 .000 u.), a Valona (5 r .ooo). Per questo a vveni mento , V . Albania.


SER

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Serchio (ant. Auser). Fiume <lell 'Italia cen trale: nasce nelle Alpi Apuane, percorre la Garfagnana, la pianura di Lucca e si getta nel T irreno dopo 110 Km. di corso . Sulla fi ne del r430 si accampò alle sue r ive Guid'Antonio di Montefeltro, comandante dell'esercito fiorentino, con 6000 cavalli e 3000 fanti. Sull"altra riva si accampò il Piccinino con l'esercito mi lanese, meno nu1neroso del nemico , ma pil1 fresco e più agguerrito. Il 2 d icembre un corpo di cavalieri fiorentini guadò il fiume e venne a<l assalire i Milanesi alle spa lle . li P iccinina respinse l'assalto, insegul i cavalieri, guadò il fiu me alla sua volta e piombò impetuosamente sull'esercito fiorentino, che venne completamente dis perso. T utta l'artiglieria, le munizion i, .e quasi 4000 cava!li cacklero nelle mani d el vincitore c he ebbe perd ite insig n ificanti. Sercognani

(Git,seppe).

Generale, n . a Faenza , m. a

Ve rsailles (1780-1844). A r7 anni entrò nelle milizie cisalpine e partecipò al la p resa d i Trento. Nella guerra di Spagna meritò la lcgion d ·o• nore e il grado d i colonnello . Caduto il regno italico si ritirò a vita privata, 1na, scoppiata l 'insurrezione delle Romagne (1831), i liberali lo nominarono loro generale di brigata. Organizzò col gen. Zucchi le milizie, prese San Leo cd Ancona

e

tentò

invano

Sercognani Giuseppe

una

Marcia (V.) su Roma. Fallito il tentativo rivoluzionario, fu cost retto ad esulare i.n Francia.

Seré de Rivières (Raimondo Adolfo). Generale francese (1815-1895) . Ufficiale del genio, partecipò alla guerra Franco-p russiana col grado d i generale di brigata e poco dopo comandò il genio <lcl II C. <l'A. Nel 1872 ebbe l'incarico di istruire il processo del maresciallo Bazaine. Dopo esser stato capo del servizio del genio al ministero della guerra, andò a riposo 11el 1880. P ubblicò : « Storia degli a ttacchi diretti ai forti d 'lssy e di Vanves dal Il corpo d el• l'armata d i Versa illes ». Spetta a questo generale i l tr1e ri to <l i avere, per incarico de l presi<lentc Mac-Mahon, provveduto a fortificare la front ien, francese, rimasta mal sicura dopo la cessione dell 'Al• sazia-Lorena alla Gcrma.n ia. Egli l asciò all'eventuale inva• sione germanica quallro porte aperte: Charmcs, Dun-Stenay, Oise e Scarpe; di mod o che i Francesi, raccolti ed al CO· peno delle dighe fortificate interposte tra « rrouée » e « t rouée ,, , potessero sorvegliarle e manovrare per linee interne contro le masse nemiche, convogliate verso le dette quamo aperture. A ll"est (i.ona d ei Vosgi e della Woevre) partendo da Bclfort sorse la d iga, di cui furono capisaldi Belf:ort stesso, .Épinal , Toul e Verdun, lasciando tra Toul cd Épinal la « •trouéc » d i Charmes, larga 65 Km. Nella zona del le /\nlenne e <le! Lussemburgo, dove e rano 200 Km. di frontiera da chiu<lere, p rotesse il corso d ella Mosa coi forti <li sbarramento d i Charlcmom presso Givct cd A)•vclles presso Mézières, lasciandovi aperta la seconda « t rouée » : <j uella d i Dun-Stenay. Oltre G ivec, laddove il confine piegava verso nor<l-ovesc in piatta pianura, e dove passa la grande linea d i com unicazione tra Ft'ancia e Germania, d~tta di Sambre cd Oise, lasciò aperta delta comunicazione per difenderla indirettamente co.n un form idabile campo

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trincerato t ra $ambre e la costa, della quale Dunkcrque, Lilla e Maubeuge furono "i capisaldi. Ad 1-lirson creò una p iazzaforte d i collegamento fra le fortificazioni dell 'est e quelle del nord. Infine lasciò ai:,crto l'accesso pe, la Scarpe verso l 'cstremo ovest , apertura guardata essenzialmente dai forti ~li Condé e Valenciennes. •Tale I'importa~te sistema1.ione d ifensiva, nelle sue linee più essenziali, d ella frontiera francese verso la Ger mania c<l il Belg io nel 1914.

Serg,ente, La voce e bbe in antico vari sign ificati, che infine si restrinsero a .sig n ifica re esclusivamente un grado nella gerarchia militare. Nei tempi cavallereschi il S . era il capo della piccola brigata di d o nzelli, scudieri, paggi e valletti che seguivano i l signore. 1\le i te1npi baronali, era il primo ufficiale del suo padrone, in pace e in guerra, e capo delle genti paesane che seguivano il signore ali et caccia e al campo. Ai tempi dei Comu ni, era il ca po dei famigliari d i ogni Signoria, e quindi anche bc rrovie re e ministro della corte; all'epoca <lei Risorgimento della m ilizia italia n a, era l"ufficiale subalterno nella compagnia, che pigliava g li or/lini dai connestabili e li faceva eseguire <lai gregari . Da allora la parola venne adoperata esclusivamente per distinguere alcuni gradi dell 'esercito, e si ebbero i S. di battaglia, i S. maggior i, i S . generali ed i S. maggiori generali, corrispondenti app rossimativamen te agli attuali aiutanti maggiori di bgl., di reggimento, capi <li stato maggiore ed ispettori generali. Nell 'esercito del vecchio Piemonte i S. generali ed i S. maggiori generali erano ufficiali generali, questa denom inazione scomparve in base al riordinamcuto del 1712 sotto Vittorio Amedeo 11, sostituita da quella di maresciallo. Da a llo ra S. e S. maggiori indicarono solo gradi di sott'ufficiale. Lo stesso sig n ificato ebbero nell"esercito della repubblica d i Vcn,;zia le varie denominazion i dei gradi d i S . In Francia, nel n8o, Filippo Augusto per la propri a sicurezza personale, costitul u na guardia del corpo di 100 S. d'arme, tutti gentil uomini, il cui compito e ra di accompagnare i l re in ogni luogo. Fino al tardo medio evo nell"esercito francese si d istinguevano tre classi d i S . : alla p rin)a appartenevano qu,·!li che possedevano certi feud i chiama ti « Sergen terie »; al la seconda 1 più r icchi gentiluomini che col loro segu ito servivano a cavallo; la rcrza classe era composta di tutti g li uomini a piedi che erano inviati dai Conumi e che formavano, coi domestici elci gentiluomini e con g li altri c he seguivano la truppa, la fan tetia dell'armata. In Italia, nella stessa epoca, S . equivaleva a fante. In seguito il sergente ebbe g rado corrisponden te a quello d i ufficiale subalterno; il S. maggiore a quello di com andante -di bgl. ed i S. d i battaglia ed i S. maggiori generali a quelli d i ufficiali generai i. Nel!"esercito spagnuolo (scc . XV-XVII) la pa• rola ebbe lo stesso sig nificato. Nella marina i S. prendevano il i,orne di guard ian i e presiedevano• alle guardie, al timone ed ai pezzi, avendo l'incarico della Sergente del sec. XVIH ist ruzione e dell a discipl ina de i marinai. Nel sec. X VI, quando non era ben definita la spartiz ione delle forze d i te rra e di mare, l" ufficiale d i vascello che a ttual mente ba le attribuzioni d i capo d i stato maggiore, e ra chiarna1o anche in 1narina S. maggiore di battaglia.


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SER E..

Serge111e. Grado militare della gerarchia dei sortufficiali, d i cui rapp resenta il primo gradino. Gli corrisponde i l comando titolare di una squadra od un ità equipollente . I d i.,tintivi sono rappresentat i da un gallone grosso cd uno sottile d i tessuto, d 'oro o d ' arg>?nto a seconda delle varie arm i, specialità e servizi 1 c uciti sui para1nani della giubba. Nei servizi vari, ha lo stesso armamento · cd equipaggiamento dell 'uomo d i truppa; durante la libera uscit a può portare j gambali e Ja sciabola da sottufficiale . l S. possono essere reclutari : a) dalle apposite Scuole per sottufficiali ove gli allievi compiono un corso di nove mesi, dopo di che, se dichiarati idonei, vengono avviat i ai corpi . Ai corpi comp iono con detto g rado 15 mesi d i servizio, cioè il rimanente della ferma che hanno contratta all'atto dell 'arruolamento (d ue anni) . Al termine della ferma q uelli che siano

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giud icati meritevoli dall'apposita commissione d 'avanzamento , possono Ollencre la rafferma ; b) d ai caporali maggiori volontari ord inari, dopo l2 mesi cl i ser vizio, purchè superino apposite prove d'esame e siano giud icati m eritevoli. dalla com missio ne d 'avanzamento reggimentale. Al term ine della ferma, anche q uesti S . possono chiedere d 'essere raffermati; e) d ai capqrali m aggiori delle classi d i leva che superino apposita prova, siano d ichiarati meritevoli dall a commissione reggimentale . e s' impegnino di servire aln1eno un anno con il grado d i S . A nche costoro , al termine dell'anno <l i servizio ora deuo, possono aspirare alla raffenna : dopo la prima (di un an no) possono ottenere un' ulteriore rafferma di d ue anni e vengono promossi al grado superiore . Al ter mine della fer ma e d i ciascuna rafferma successiva riscuotono apposito prem io .

Se,-genre d'ispezione . È p rev isto <lai regola mento d i servizio interno , là dove viene t rattato del ~crvizio d i casenna , Egli c.oadiuva nel servizio l'ufficiale d i piccbeuo e da questo d irettamente d ipende. In modo panicolare r isponde all 'ufficiale d i picchetto dell'esatta esecuzione

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Chiamata sergent i di giornata o di settimana (p er il sergente maggiore, due «sol • in fondo)

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SeTgente d'ispezione (anteguerra)

dei seg ue ntl compi ti : sorve glianza alla porta della caserm a; pulizia della caserma, per q uanto riflette i locali d i uso generale ; vigilanza sui locali d i punizio ne e su i puniti; raccolta delle novità alla sveglia cd alla ritirata . E gli ha altresì il compito <li sorvegliare la guardia all a porta , in ciò coadiuvato dal rnpoposto. D i ogni novità che

venga a sua conoscenza inform a immediatamente l'ufficiale di picchetto. Il servizio ,Iel S. d'ispezione ' ha la d urata di 24 ore. Montano d'ispezione tutti i sergenti e sergenti m_aggiori del corpo con apposito turno. So no dispe nsati i sottufficiali addetti al deposito. ,In caso di deficienza numerica d i sottufficiali,

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possono esser fatti montare d 'ispe zione i caporali magg1on più anziani, su determinazione del comandante del corpo .

Sergeme fttriae. Dicesi comunemente del sergente ed anche del sergente m aggiore addetti all' ufficio d i com pagnia con' l'incarico d i tenere li concabilità . Oggi i l sottufficiale rivestito d i raie ca rica d icesi ,, Sottufficiale d i contabilità ». La denom inazione aggiuntiva d i furiere deriva d agli an tichi gradi, ora aboliti , di furiere e furiere maggiore, nella categoria dei sottufficia li , ed ai q uali corrispondeva l'incarico d i tenere la contabilità delle compagnie. Sergente maggio.-e. Grado m i litare, della gerarchia dei sottufficiali, d i cui rappresenta il secondo gradino. Gli corrisponde il coma ndo titolare d i una squadra od unità equipollente. I d istintivi del grado sono quelli del S., ma con due gallon.i sottili jnvece d i uno . t;, reclutato d ai scrgen1 i provenient i dalle Scuole, o dai volontar i ordinari , o dai g raduati delle classi d i leva , Il S. viene promosso S. M . <lopo due anni d ';rnzianità d i grado, purchè sia ritenuto me~ r itevole d all'apposita com m issjone d avanzamcnto . 1

Sergente maggiore (o Primo sergente) . Nel! 'esercito delle D ue Sicilie del secolo XIX, era il primo dei sergenti del la compagnia, funzionando, per così dire, d a segretario del capitano, verso il q uale era responsabile cl i rutti gli oggetti, cli vestiario, equip aggiamento, arn1i, ccc. della propria compagnia .

Sergent ina. Specie d i arme in asta come una alabarda, ma pit'r corta, della qua le andavano armati gli ufficiali d ella fanteria e l sergenti. Il suo uso durò lungo tempo, sino alle guerre della R ivoluzione francese.

S ergente armato d i sergent ina

Seriate. Comune in prov. cli Bergamo, sulla sr. del Scrio.

Combattimento di Seriate (8 giugno 1859). . Appartiene alle operazioni svolte dai Cacciatori delle Alpi dllrante la g uerra ciel 1859 per l'Indipendenza <l 'Italia. Garibaldi, dopo aver occupato Como, m arciò, 1'8 giugno, su Bergamo. GI, A ustriaci all 'approssim arsi dei Cacciator i sgombrarono la città , e si r itirarono in di rezione d i Crema . Intanto n uove truppe austriache sopraggiungevano per ferrovia da Brescia, sbarcando t ra Albano e S. Mentre Garihald i si d isponeva a muovere alla volta d i q uesto paese, una sua cp . (la 3• del 1° regg.) già i n marcia su tale località, non informata in tempo dell'arrivo delle truppe austriache , giunta in vicinanza <li S ., s'imbauè in una pattuglia nemica, che p resto si r itirò nel villaggio . Il cap . Bronzetti , comandante la cp., no nostante avesse riconosciu to che il villaggio fosse occupato da un bgl. austriaco, con forti posti ai ponti della strada ord inaria e della ferrovia, lanciò i pro pri uomini, in t re piccole colo nne, ali 'attacco delle posizion i av versarie. Tale fu l 'irruenza d~ll'attacco, che gli Austr iaci, sebbene superiori in numero, dopo breve resistenza al ponce della ferrovia, si ritirarono su 1\ lbano. Perd ite : Volontari, 9 u . .feriti; Austriaci , J.j u. feriti,

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Seringapatam. Città fortificata dell'(nd ia, nella presidenza d i Madras, sopra un'.isola del fiume Gavery. Fu capitale del •Misore, l. A/lacco di s~ringapatam ( 1792). Fu operato dagl i Inglesi, i quali ne avevano iuiàato l'investimento nel febbraio, e sterrarono l'assa lto il 19 marzo. Tippo Sahib, che difendeva S ., si affrettò ad abbas;are le armi, e riuscì a concludere un trattato in base al quale cedeva metà dei suoi territori, pagava un.a forte indennità di guerra. resti.. tuiva i pdgionicri fatti e consegnava due figli come ostaggi.

Il. Presa di Seringapatam (1799). Appartiene alle guerre degli Inglesi ne1l 'India. T ippo Sahib, eccitato dai proclami che il gen. Buonapane inviava in India dal Cairo, sperò nell'aiuto dei repubblicani francesi per riguadagnare i l territorio perduto, e, fatti venire a S. ufficiali francesi, diede loro l'incarico di tracciare fortificazioni, di fondere cannoni, di istruire, organizzare e comandare le truppe . Gli Inglesi affidarono al gcn. Harris un corpo d i circa 30.000 uomini con 60 cannoni, col quale investì S. il 17 aprile. l! 4 maggio gl i Inglesi, a corto di viveri, sfc:rarono l'assalto, passando i l fiume con l'acqua fino alle spalle e attaccando le opere di difesa. Jn breve la resisten,,a nemica fo vinta e la città presa, mentre Tippo Sahib trovava la morte nel combattimento.

Sermide. Comune in prov . d i Mantova, sulla dr. del Po. Ebbe antiche fortificazioni che furono fatte restaurare da Ludovico lii Gonzaga. Il comune è fregiato della medaglia cli benemerenza patriottica, per gli avve<1imcnti del 1848. 1. Assedio rii Sermide (1240). Una famiglia mantovana, i Calorosi, messa al bando dalla città , occupò S. I Mantovani si collegarouo a Venezia, con cui allestirono una flotta sul Po, e a Bologna, che mandò soccorsi d i truppe. La piazza resistette valorosamente, ma infine i Calorosi furono costretti a lla resa .

Il. Incendio di Sc,·midc (1848). li 25 giugno circa 400 Austriaci attaccarono S., ma vennero respinti dagli abitanti e da una cp. d i volomari modenesi . Il 2 agosto mosse contro il paese i l gen. Weldcn che l'accerchiò ed c□ tratovi lo d iede alle fiamme.

Sernag l ia (della Battaglia). Comune in prov . <li Treviso, sulla sr. elci P iave, q uasi d i .fro·n te a l i'vlon tello. Nella battaglia di Vittorio Veneto, la notte su l 27 ottobre, il XXVII corpo d'armata (gen . d i Giorgio) ed il XXII (gen. Vaccari),· gett"3rono. sull'altra sponda un nucleo d i truppe sufficiente per costituire una resta di ponte nella piana d i S . (la brigaia Cuneo, clementi del XXVII C0rJJ0, parte della 57a èivis., !a r~ d ivis. d'assalto {!el XXII, più i l LXXI'I reparto d'assalto, co□ tre btr. ,Ja monwgoa. Tali truppe nella notte stessa travolsero la li nea d'osservazio ne nemica, e dopo viva lotta conquistarono anche la linea princij.>ale di resistenza; nella mattina det 28 furono raggiunti i vil laggi di Moriago e S., cd dementi avaozati si spinsero fin verso Soligo. Più tardi la situazione si fece alquanto cririca. Di sette ponti che avrebbero dovuto essere gettati sul fiume per 1·s~ annata, non se ne erano potuti costruire che due, tenuti costantemente sotto il (uoco delle ani• glierie avversarie ; e nella pia11a d i S. si mani festava vivissima la reazione avversaria. Sulla sr. la br igata Cuneo e la 57~ <livis. poterono mantenere ii terreno conquistato ed avanzare ancora verso nord; la ,a divis. d assallo invece,

mente a r iattare i pomi. sotto pioggia dirotta e tiro intensissimo <lei l'avversario : fanti e pontieri gareggiarono in valore cd attività, ma, ciò nonostante, aoche i□ questa seconda notte non si riuscì a superare la crisi su!Ja fronte dcll'VIIJ corpo. Le truppe della 5., intanto, erano rimaste pressochè isolate sulla sr. del fiume per l'interruzione d i tutti i passaggi alle loro spalle; i collegamenti cd i r ifornimenti erano affidati esclusivamente aJI 'aviazione ed a pochi audaci nuotatori, che sfidavano impavidi il fiume. Fortunatamente la crisi pocè essere risolta nel la giornata stessa <lei 28, mediante la manovra ordinata dal gen. Cavig lia, con la qua.le i l XV!Il corpo d 'armat<1, passato il fiume sui ponti dell 'armata italo-inglese (roa) e r isalita la sponda sr. del Piave, ve nne a premere sul fianco ~lell'avversario. aprendo così la via ali 'Vlll corpo. In tal modo anche le ttuppc della piana d i S. poterono riprendere la marcia in avanti.

Serobeti. Localitii dell'Eritrea, su l torrente Maga reb, nel territorio di Agordat. Il ,6 giugno 1892, il capitano Hida lgo con un reparto di circa 300 u. vi si scontrò con un migliaio di Dervisci, comandati dal! 'emiro Ibrahim Mussami!. Nonostante la sproporzione delle forze, il capitano prese decisamente l'iniziativa dell'azione, con i mpeto raie da travolgere i Dervisci. 11 combattimento durò viva. cissimo n1cno <li due ore; circa 200 morti lascìarouo i ne.. miei sul campo, oltre sci bandiere, r50 fucili , e tutto il bottino predato nelle varie razzie precedenti. Lievissime furono le perd ite degli Italiani. Serpe (Serpe falsa, Scrpenttno). Pezzo d'artiglieria del secolo XVJ, di piccolo calibro (6 cm.) che ,·eniva trainato da due cavall i.

Pezzo da campagoa: dctto serpe falsa (1550)

Serpentara. Nave sussidiaria di 203 tonnellate, emrata in sen·izio nel r916, radiara nel r920. Serpe nte. Torpediniera d'alto mare, varata ad, Elbing nel 1905. Dislocamento tonn. 210, macchine 3026 HP.; personale d'armamen to u. 38. Fu rad iata nel 1916. Ebbe 1 per motto : « Vafer repentc lctifcr ».

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che si era spinta fin verso Falzè, si scontrò con n u1nerose forze nemiche, e fu costretta a ripiegare su Fo11tigo, con

perdite piuttosto gravi, Nella notte sul 28 si lavorò alacre-

Torpediniera d'alto mare ; (I Serpente •

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Serpent<lillo, Era così chiamato un fuoco lavorato composto di polvere di carbone e salnitro, posti in una cartuccia ionastata ad un'asticciuola di ferro ; q uelli ord inari si ponevano sopra u n fon<lcllo d i legno senz'asla. Serpentino. V . Dmgl,euo . Serpi (Giovanni). Generale, Soltot. di fa nteria nel 1828, passò in cavalleria nel r829, e nel 1853 oei carabinieri <l i Sardegna ; dive nne colonnello nel 1860 e m agg. generale comandante il corpo dei CC. RR. in Sicilia a lla fine de llo stesso anno . Pro111osso

n. a Sardara nel 1816.

poi ten. gcncraJc e

nomina to ispettore ,lei[ 'esercito, fu collocato a riposo JJcl 1870. Rappresentò alla Camera il collcg,o d i Isili nelle legislature III, IV , X, XI e X II. Serpi Giovanni Serpieri (R,'.ffae/Ìo). Ufficiale e scrittore 1nil., n . a Rimini, m. a Roma (1840-1918). Nel 1859 si a rruolò volontario nelle milizie <lcll 'Italia centrale. Prese parte a lle guerre contro il brigantaggio e del 1866 e del 1870, ~-. meritò la menz ione onorevole a Custoza. Collocato nella riserva nel 1885, raggiunse il grado <li ten. colonnello nel 1903. Dal 1885 iniziò la collabornione al giornale « L 'Esercito i taliano » che mantenne per oltre un trentennio. Scr isse pure su altri periodici e pubblicò : « Forme, criteri e _prescrizioni tattiche per il co mbatti.mcnw del la fanteria » ; « L'~sercito italiano nella Triplice Alleanza » e vari.e monografie sulla p reparazione bellica , lell'ltalia. Nel campo della previdenza militare, si adoperò aUa costituzione dell't< Un ione m.ilita re >l; delle « Società d i previdenza tra gli ufficiali di terra e di mare »; <li quelle fra g li « Ufficiali pensionati » ; delh Associazione fra gli ex bersaglieri Alessandro Lamarmora " .

Serra (come Luig,) . Ammiraglio del sec. XIX. Nel J825, al comando della « Cristina ,,, partccip?, alla spedizione di Tripoli. Capitano d i v~scello nel 1826 e contrammir. ne l 1833, tenne nel 1839_il comando gen . della marina e poi tu ispettore del la mar ina mercantile, presidente d el Consiglio d'ammiragliato mercantile e del Consiglio ammin iSerra Luigi strativo della marina. Nel 1848 fo co mandante generale i nteri nale della marina e nel 1849 venne promosso viceammiraglio. Serra Luigi. Generale , 11. a Torino nel 1798. Sottot. d'art. nel 18r7, fu vicediretto re della fonderia d i Torino nel 1841, colonnello comandante dell'art. .in Sardegna nel 1848 e dal 1850 direttore del laboratorio bombardieri. Magg . generale nel 1856, fu luogotenente del p rincipe d i Monaco. Fu deputato d i Iglesias e Bini per le legislature VII , IX, X. Sel'l'rz conte Fra11cesco . Amm iraglio, n. a Genova nel 18or , 111 .

nel r877. Divenne capitano di vascello nel 1834 e dal

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1840 al 1844 comandò il 1° regg. equipaggi; poi ebbe il comando del porto di Genova. Co11trn1nmir. nel 18,µl, fu intendente gen. ,Jella mac ina, membro del Consiglio permanente consultivo d i marina e del Consiglio dell'ammiragl iato mercantile. F u poi segretario generale al ministero e per la spedizione in Crimea ebbe la commenda dcl1'0. M. S. Comandante gen. d ella marina nel 1856, fu promosso viceammir. nel 1859. Senatore nel 1861, venne uomiuato nel 1866 p residente del Consiglio superiore d i n1arina .

Serra con.te Giacomo. Generale, n. a Cagliari, 111. a Via reggio ( 1840-922). Sottol. d'art. nel 1859, pa rtecipò al le ca mpagne del 1866 e del 1870 e a Roma meritò la men zione onorevole . Colonnello nel 1883, fu d irettore d 'art: a ,Fi re nze, qu ind i comandò i forti del Moncenisio. In P. A. nel 1897, passò nella riserva nel 1900 col grado di magg. generale e d ieci anni d opo fu promosso ten. generale.

Serra Luciano. Amm iraglio, n. nel 1842, m. a Napoli nel 1925. Guard iamarina nel 1859, d ivenne capitano d i vascello nel 1885 e contramm ir. nel 1891. Dal 1893 a l 1896 fu Sottosegretario di Stato al m inistero della marina. Viccammir. nel 1897 e vicepresidente del Consiglio superiore del la marina, venne eletto dep utato di Pietrasanta nella XXI legislatura. Dal 1900 al 1903 fu di nuovo Sottosegreta rio d i Stato e nel 1904 passò nella riserva navale. Collaborò alla « Rivista Marittima ». Serra 110b. Luigi. Ammiraglio, n . nel 1847, m . a Fi_renze nel 1913. Guardiamarina nel 1867, fu ufficiale d 'ordinanza di re Umberto <la! 1892 al 1896 e nell 'anno seguente fu promosso capita no di ·vascello . In P . A. nel 1902 , nello stesso anno ebbe la promozione a contrammir. e poi passò nella riserva navale . Serra Teodorico. Generale, n . a Ravenna nel 1859. Sottot. d i fanteria nel 1879, d ivenne colonnello comandante i l 1<> granatieri nel 1910. Magg . generale nel 1914, ebbe i l comando della brigata Alpi e con essa nel 1915 entrò in guerra contro \'Austria. Comandò poi la brigata Pi11erolo e la 14~ <li.v is . e nel 1916 fu promosso tcn . genera le comandante la 21 " <livis. In P. A. nel 1918, assunse nel 1923 i l grado <li generale , li d ivis. e passò nella riserva nel 1928. Serra Fmnceuo. Generale dei CC. RR. , n . nel 1870. Sottot. di fanteria nel 1891, passò nei CC. RR . nel 1899. Parteci pò alla guerra contro l'Austria e fu a<ldctto al XX C. d 'A. Colonnello nel 1924, comandò la legione di Livorno. In P. A. nel 1929, fu promosso generale di brigat a dei carabinieri reali.

St'rra dei cauti Serra 110b. Be11edetto. Generale, n. a Cagliari nel 1873. Sottol. d'art. nel 1892, partecipò alla guerra contro l 'Austria; colonne llo nel 1918, comandò il 'f' raggruppamento <l'art. P. C. e meritò la med . d 'argento sul Montello . In P. A. S. nel 192r, venne promosso gcncràlc di brigata in A . R . Q. nel 1930.

Serra. dei conti Se,,-a nob. Michele. Generale, n . a Cag liari nel 1876. Sotto!. <l'art. nel .1895, fu in Eritrea cd in Libia e guadagnò u na med. d'argento. Ne\ 19t7, venne p romosso colonnello e meritò sul Grappa la croce di cav. dcll 'O. M. S. Nel 1921 andò in P. A. S . e nel 1926 fu promosso generale d i brigata in aspettativa per riduzione quadri .

Serrafila. Ufficiale o sottufficiale collocato <lictro un p lotone di trup1"Jc schierate. I n n'rnrina è l'ultimo bastimento della fila, alla coda <li tutti, nella medesima squadra o d ivisione.

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Serraglio. Si è ind icata, con tale nome, una zona trapezoidale di terreno, di circa 150 K mq. di estensione, racchiusa a nord d alla fortezza e dai lagh i di Mantova, ad est <lai corso del Mincio, a sud dall'ant. testa d i ponte di Borgoforte e dal Po, a ovest dall 'Ozone e dal canale che lo unisce al lago, canale che rimonta al secolo Xlll. La posizione ha perduto ogni valore mil. a motivo delle artiglierie a lunga gittata ; ma se si riflette ali 'epoca in cui il S. venne ideaco, tutto circondato da ostacoli non facilmente superabili se difesi, si comprende l'importanza militare che per alcuni secoli ha avuto. Intercettava ìnfani ogni comunicazio11e trasversale della estesa zona, obbligando

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concluso col padre. Nel 171 fu con Q. Mario Filippo ambasciatore in Grecia e l'a nno seguente fu console cori A. Ostilio Mancino. Sen11no Francisco Dominguez. Maresciallo spagnuo lo (rSro-1885). Partecipò alle g uerre civili narteggiaudo per Maria Crjstina che lo colmò d i favori, tanto che per molti anni fu considerato come il padrone della Spagna. Nel 1843 divenne ministro della guerra. Scoppiata la rivoluzione del 1868, fu eletto presidente dei minist ri e comandante in capo dell 'escrcito, ed ebbe la reggenza sino alla nomina a re d i Spagna di Amedeo di Savoia che lo tenne come ministro del tesoro. Dopo l'abdicazione di Amedeo abbandonò la Spagna, ma riacquistò il potere pel colpo d i Stato del generale Prim. Nel 1875 aderì al re Alfonso XII.

Serrao (Ferdinando). Generale, n . a Fi ladeJfia nel 1869. Sottot. d'art. nel 1889, passò in fanteria, frequentò la Scuola d i guerra, e dal .1911 al 1914 fu io Libia dove meritò una med . d 'argento. Nel 1915 rimase ferito sul S. Mi chele ed ebbe una seconda med. d'argento. Colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 1918, comandò successivamente le brigate Arezzo, Toscana , Liguria e Lombardia e nd 1926 andò in A. R. Q. Ne! 1931 fu trasferito 11dla riserva e promosso generale d i d ivisione .

ll Serraglio d i Mantova

un avversano a larghi giri, mentre il difensore aveva modo di perma nere in quella zona ben coltivata e ricca d i vettovaglie, e di t rasferirsi agevolmente in qualsiasi d irezione , o per respingere attacchi , e per uscirne ad attaccare . A tale

scopo fu costrui ta la testa d i ponte di Borgoforte , ove, i l primo ponte in legno sul Po venne eretto dai Fiorentini nel 1393. li S. era cosl esteso che per d ifenderlo occorrevano forze importanti : non costituì quind i mai un ostacolo ser io per chi volle entrarvi. Infatti truf'j)e ostili vi entrarono nel 1526, 1702, 1814, 1866 per assediarvi BorgoforLe; nel 1379, 1700, 1702, ·1703, 1796, 1848 per occupare Governolo; nel 1256, 1357, 1397, 17or, 1796, 1799, 1814 per assediare Mantova; nel 1848 vi entrarono i volontari, Toscani cd un bgl. bersaglieri per occupare Curtatone e Montanara.

Sen·aglio . V. Ban-icata.

Serra San Quirico. Comune in prov , d i Ancona, sulla sr. dell 'Esino. Sembra sia stata fondata dal d ittatore Attilio Serrano; nel X secolo fu munita d i mura e rocca. Si resse a lungo a comune , finchè passò sotto il d ominio della Chiesa, eh-e nel XIV secolo vi teneva un forte presid io. Qllesto nel 1444 era comandato da San te Tanursi, che venne assalito dall'esercito di Francesco Sforza. Respinti alcuni attacchi, i .Milanesi agirono con bombarde contro le mura , che vennero abbattute : allorn i difeosori capitolarono. Serra Sant' Abbondio. Frazione di Frontone Serra, in prov. d i Pesaro. Era anticamente cintò di mura ed aveva un castello cost ruito ne! Xlfl secolo dagli Eugubini, ai quali si ribellò nel 1377. Nel r419 Braccio da Montone mandò un suo capir.aao ad assalire S. ; ma fu respinto. Jn seguito se ne impadronì Federico d'Urbino, il q uale vi eresse una rocca con una torre maestra quadrata.

Serraschiere (da: t urco semske.-). Titolo del generalissimo dell'esercito turco . Serravalle (Sella d,) . Varco che s'apre tra le due valli del] 'Ombrone e della Pescia , attraverso le propaggini meridionali dell 'Appennino Pistoiese. La rotabile da Pistoia raggiunge la sella a r83 m. presso Serravalle e scende a Buggiano donde, scavalcando uno sprone colHnoso, prosegue verso Lucca. N el pr imo tratto è seguìta da p resso <lalla ferrovia , che, olt re la stazione . di Pescia, dev ia verso sud e raggiu nge Lucca con largo giro valendosi della facile depressione d i Altopascio, per cvit1re le peudenze del tratto

Serra Grande (Colle di). Passo dell'Appennino umbro che mette in comunicazione Ja valle del Tevere con l'Altopiano d i Sigillo . La strada da Perugia, attraverso le alture che racchiudono da oriente la Val Tiberina, giunge a Gubbio, d onde sale al valico (detto anche di G11bbio) a ii7 m . e raggiunge a Scheggia, sopra l'altopiano di Sigillo, la Vi a Flaminia. La comun icazione ha qualche im- successivo. Comunicazior.e trasversale in1_portante, questa portanza come · allacciamento fra le provenienze dalla re- st rada congiunge gli sbocchi appenninici alla fertile conca gione del Trasimeno e da Ch iusi e quelJe dalla conca d i lucchese e al litorale, ind ipendentemente dalla direttrice Foligno, che consente loro un com une sbocco al versanre della valle dell'Arno. ad riatico. Può avere perciò fun zione militare n otevole, in Serravalle. Frazione di Ala, in prov. cl i Tre nto, sulla sr. concorso con la via secondaria che pitì a nord collega ' dell'Ad ige. Umbertide con Gubbio e con la ferrnvia Perugia-Um bertideCombattimellli di Serravallc e Marco (3-4 settembre Ii96). Gubbio-Fossato. Appartengono alle guerre in Italia della Repubblica franSerrano (Auto Attilio). Pretore romano . Nel r9i a . C. , cese. li 3 settembre l'avanguardia della <livis. Massena, al comando <lella flotta contro Antioco d i Siria, catturò comandata da] gen. Pigcon , attaccò gli Austriaci del Wunell'Egeo una squadra di navi da trasporto nemica. Pretore kassowich , che avevano preso posizione in S., e inflisse loro ~ncora nel 173, rinnovò con Antioco Epifanc i l t rattato una perdita di circa 2~0 u. ·Il combattimento permise al

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Massena di congiungersi alla d ivis. Vaubois che per la valle del Sarca muoveva su Trento. Il giorno segueme il Buonaparte ord inò l 'at1 acco a Marco, ove si erano fortificati g li Austriaci. Il gen. Augcrcau ebbe il comando dcll 'ala sr. , mem rc il Pigeon doveva copri1c la dr. del Massena. Questi attaccò al centro e spinse avanti il r8° leggero, mentre il gen. Vietar col 18° di linea sosteneva l 'attacco, e, ordinatosi i11 colonne serrate per bgl. , piombava a sua volta sul centro del Wukassowich, che resistette un paio d 'ore. Dubois lo caricò col 1° regg. Ussari e lo sbaragliò completamente. Frattanto Vaubois aveva attaccaro ii distaccamento di Mori e lo inseguiva sulla dr. dell'Adige. I F rancesi ebbero perdite insignifiranti, ma• fra queste era il gen. Dubois .

Se,-ravalle luigi. Medaglia d 'oro, n. e 111. a Noli ( 18251858). È il primo fante decorato di m cd . <l'oro. Arruolatosi a vent'anni nel 16° fanteria, tre anni dopo partecipò alla prima qmpagna d'Indipendenza, guadagnandosi la suprema d istinzione, nel combattimento d i Monzamban,;, l"'rchè « sotto l 'intenso fuoco nemico, servendosi d i una corda, passava il Mincio per agevolare la ricosm,zione d i un ponte d istrutto dagli Austriaci >>. (Monzambano, 9 aprile r848). Promosso caporale, nel l 850 passò nel corpo degl'Invalidi. Sen·t1.vi1tle a Po. Comune in prov . d i Mantova, sulla sr. del Po . Nel 1288 i Mantovani vi eressero un castello con rorri e bastion i, che pochi anni dopo venne assalito dai Veronesi. Nel r307 Bonicella Bonaccolsi, signora d i Mantova, con tin forte corpo & truppe si chiuse in S., ove venne ad assediarla Azzo d'Este da Ferrara i l quale aveva arn1ato una flotta sul Po e si recava ad attacca re Mantov~. La Bonaccolsi resistette valorosamente, ma poi il nemico varcò il fossato, entrò nel castello, ed essa dovette cedere. La rocca fu t ravolta da una piena del Po nel 1720. Serrava/le l'istoiese . Comune in prov. d i Pistoia. Aveva un antico castello che [tL preso dai Lucchesi, i quali vi innalzarono una nuova rocca ~1 forn1a di grossa torre e costruirono una ce rchia di mura attorno alla vecch ia fortezza. Nel 1314 fu preso dai fuorusciti gue!fi di Pistoia. Trait.alo di Serrava/le (20 aprile II79). Tregua fra Lucca e Montecatini da una parte, il conte Guido di Borgognone e Pistoia dall'altra . F urono r estituiti scambievolmente i prigionjcri e si resero i loro beni agli uomini di Scrravalle. Serrava/le Scriuia (ant. Libama, e !)Oi Borg'J,iuovo). Comune jn p rov . d i Alessa ndria, sul la sr. dello Scriv ia . Ern anticamente cinto di mura, cOn una fortezza triangolare i.:on torri e fossi, congiunto per mezzo di un cammino coperto a un "altra rocca 'posta sulla sommità del colle.

Pianta delle fort ific:rzioni d i Serravalle Scrivia (sec. XVII)

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Queste opere vennero in seguito smantellare. Sulla vetta d i monte Castello sorgeva inoltre una fortezza con torri e bastioni. S. sorse, come- Arquata, fUlle rovine di · Libarna , importante colonia romana sulla via Postumia, distrutta forse da Attila ud 452. La fondazione di S. è attribuita ai Tortonesi, ai guaii tentarono invano di toglierla qualche tempo dopo i Genovesi . Nel 1!53 fu presa da Federico 1, il qu~le vi pose una guarnigione di Pavesi. I. Bauaglia di Senaualle1 o della Scriuia (1544). Appartiene alle guerre d'ltali.a e \u combattuta fra Pietro Strozzi e gli Imperiali, condotti da Rodolfo BagLioni e dal principe di Salerno. 11 primo aveva radunato una compagnia cli ventura di circa 10.noo u. coi quali -intendeva riunirsi ai Francesi in Asti , ma, sulle rive del fiume, presso S., fu affrontato dagli Imperiali, sconfitto e messo in fuga. L a maggior parte dei suoi fu fatta prigio,,iera.

lI. Presa di Serrava/le ( 1745). Apparti~ne alla guerra per la Successione d 'Austria e fu operata dai Gallo-I spani al comando del dc Gagcs. Il 24 luglio fu aperta la trincea e furono posti in batteria 14 cannoni e 7 mortai. Dapprima si battè il forte inferiore che fu ben presto d istrutto, e poi si rivolsero le a rtiglierie contro il superiore. Il 3 ago• sto il cav. DerossiJ governatore della piazza, si arrese. I Genovesi vollero che si d istruggesse la rocca, ma i l maresc. d i Maillebois si oppose e vi stabilì una g uarnigione di 200 alleati .

11I. P,-esa di Serrava/le (1746). Nell'agosto Carlo Ema. nude di Savoia ven ne a porre l'assed io a S ., il cui presidio era stato portato a 240 u. Il comandante del forte non era in grado di resistere a lu ngo e i l 22 c2pitolò. JV. Assedio di Serrauallc (1799) . Appartiene alle guerre del consolato francese, e fu posto dagli Austro-Russi. Il gen. Schwcikovski ebbe l'ordine di coprire con le sue truppe gli assedianti e il gen . Dalheim d i passare la Scrivia a Cassano Spinola, mentre il Mistrowsky si accampò rra Novi e Gavi per completare il blocco. Ai primi di agosto si aprirono le t rincee e si eressero due batterie, e il 5 fu iniziato il fuoco. Appena fu aperta la breccia, il comandante francese scese a patti e capitolò (7 agosto) con 200 u . che rimasero prigionieri di guerra. Nel forte furono tro• vati 1 1 pezzi.

Serre. F iume della l'rJocia, affl. d i sr. dell'Oise, dove sbocca ?opo un corso d i 112 Km. Vi si svolsero é pisodi importanti bellici nel r914, appartenenti alla battaglia di Fiandra, dell'autunno 1918. Le armate britanniche 1•, 3'e 4• si crauo attestate sulla linea della Selle, tra Haspres e Biastre, per riorganizzarsi . L'azione fu ripresa il 17 ottobre, con obbiettivo immediato e locale il canale della Sambre e regione circostante d i Valenciennes, ossia la reg ione tra Oise e Serre, prendendo il nome di cc Battaglia della Serre ». La prima d ifficoltà da superare era costituita dal passaggio del fiume Selle, ciò che ha fotto dare ad :tlcuni scrittori francesi il nome di « Battaglia della Selle » g li avven imenti compresi tra il 1 7 cd il 20 o ttobre, e t< Battag lia della Serre )> g li avvcnimcnti successivi . La 9 1.r nrta armata britannica, di dr. (sud), dopo due giorni e mezzo d i accaniti combattimenti sulla Selle riusciva a passare questo fi ume, conquistando la foresta di Andigny e obbligando i Tedeschi a ripiegare al <li là del canale della Sambrc. Tale azione fu aiutata da ll 'armata francese del gen. Debcney, che dal r7 ottobre in poi aveva attaccato i Tedeschi sulle due sponde <iell 'Oise, concorrendo efficacemente alla conquista della foresta d i Andigny. A nord della 4• armata britannica avevano attaccato anche le armate J 3


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e 3" lungo la linea della Selle, usando grande numero di

Alla mcn:oria del g iovane e prode ufficiale fu conferita la

carri arniati, c,)n aspri con1battimenti attorno a Neuvilly•

me<l . d'oro, <.:on guesta motivazione:

Amerval.Solcsmcs e Hasprcs, I iuscendo per il 20 sera a conquistare le alture al di là della Selle. Finiva cosl l"èpi-

,< Comandante <li una sezione mitrag liatrici m prima linea, durante un irnprovviso e violen to anacco avversano, opponeva la piò decisa cd eroica resisten7.a. Soverchiato da forze molto superiori e tratto p rigioniero con parte dei suoi soldati, rit1sciva a disarmare la scorta nemica ed a ritornare sul campo della lotta . Per circa tre ore guidò a continui contrattacchi un 1n anipolo di prodi, e benchè sanguinanre in più parti del corpo, r ifiutò sempre d i recarsi al posto Scrtoli Antonio d i med icazione. Ferito poi gravemente da una focilata, si gettò, nonostante, un 'uh i1na volta, nella 1nischia, cadendo t rafitto da più colpi d i baionetta e di pugnale " · (Cocuzzolo Vrsié, Monte Nero, 25-26 maggio 19 r6).

sodio ·~~ Sel le >> e cominc iava l'episodio cessi c.;onseguiti sino a tutto il

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(( S(rre ».

1 sue~

ottobre non potevano

ancora rappresentare in pieno il raggiungimento degli obbiettivi p1·cfissi: motivo per cui la battaglia si sviluppò ancora tra Serre e Oise, dopo d ue giorni di r iposo . Dal 23 ottobre in poi si combattè per tale scopo accaoitamcntc attraverso numerosi combattimenti locali in tale regione, dall'est di Mazingkien sino al nord -est di Haussy, su una frame di 25 Km . Il 24 sera gli Alleati erano penetrati in profondità delle l inee nemiche per ben n Km.; i l 25 sera era occupata la ferrovia di Le Quesnoy-Valcnciennes; nei g iorni 26 e 27 continuava .il ripiegan1ento tedesco fra Serre ed O isc, sino a che nel · giorno 30 ottobre gli obbiettivi prefissisi dagli Alleati, venivano tutti raggiunti. I Tedeschi lasciarono nelle mani degli Alleat i 20.000 prigionieri e ·175 cannoni.

Serrigny {Benwrdo) . Generale francese e scrittore mi lita re, n . nel 1870. Sottot. nel 1892, raggiunse il grado di generale ,Ii brigata nel 1921. Prima della guerra pubblicò vari studi d i carattere m ilita~e ed economico-sociale. Subito dopo scrisse : « RiRessioni su ll 'arte della guerra"· Serriola (Rocca) . Passo dcli' Appenn ino marchigiano che mette in comunicazione l'alto Tevere col Metauro. La rotabile si stacca dalla strada di Val Tiberina a Città d i Castello, r isale con risvolti gli sproni occidentali d i Monte Fumo e giunge a lla 8. S. (730 m.) donde scende nella valletta del Biscuvio, indi in q uella del Candigliaoo, ùmestandosi ad Acqualagna nell 'antica Via Flaminia, che conduce a Fossombrone e Fano. Passo importante, come quel lo che raccoglie le provenienze <li centri interni notevoli (Perugia, Cortina, Arezzo) per immetterle nella Flaminia, la B . S. sopperisce alt.resì all 'a llacciamelllo fra la ferrovia secondaria d i Val T iberina (Umbcrtide-S . Sepolcro) e la Fabriano-Urbino. Può q uindi aver funzione rnilitare ut ile nelle combinazion i di manovra fra le grandi vie longitudinali interne e il versante adriatico. Serristori (conte Luigi). Generale toscano, 11. e m. a Firenzè (1793- ,857). Iniziò la carr iera ne l 18,4 nell"esercito russo; nel 1828-1829 partecipò alla campagna contro i T urch i e nel 1830 r itornò in patria d9po aver ottenuto il grado di colonnello . Si dedicò allora a stud i sta tistici e stor ici. Nel 1840 il granduca Leopoldo Il lo nom inò governatore di S iena, consigliere d i Stato e generale maggiore. In Fire nze istituì il R . Liceo militare « Arciduca Ferdinando » e ne fu direttore nel 1849. Serse. Re di Persia dopo Dario, nel 485 a. C . Nel 480 mosse guerra alla Grecia, ma il suo esercito fu fermato da Leonida alle Termopili e la sua flotta sconfitta d a Tem istocle a Salamina; rie ntrò in As ia con parte dell'esercito,

ma quello che egli lasciò in Grecia con Mardon io venne sconfitto a Platea, e la flotta a Micale. Morì nel 465 ucciso dal comandante della sua gua rdia del corpo.

Sertolì (Antonto). Medaglia d 'oro, n. a Sondrio, caduto su l M. Nero ( r894-1916). Studente universitario, d ivenne sottot. di complemento del bgl. alpini « Stelvio », e sacrificò eroicamcmc la sua giovane esistenza nel d ifendere i l Monte Nero da un tentativo d i riconquista austriaco .

Sertorio (Quit1to). Capitano romano ( r'21-73 a. C.). Dopo esstrsi distinto nella Spagna, fu questore di Mario nelle Gallie; tornato nella Spagna, vi si d icb iarò ind ipendente. Roma gli inviò contro Metello e Pompeo, ma li vinse entrambi. Dopo aver comandato otto ann i in Spagna, fu ucciso da un suo d ipendente . Sérurier (cotile Giovanni). Maresciallo di Francia (174218r9). Ufficiale d i fanteria nel 1759, partecipò alle g uerre nell"Annover. Generale d i brigata nel r793 e di divis. nel r795, si segnalò in Ital ia. Senatore nel 1799, fo nominato marcsc . d i Francia e governatore degli inva lidi nel 1804. Luigi XVIII gli conferì il titolo d i pari, ma lo perdette alla seconda restaurazione per essersi messo agli ord ini di Napoleone nei Cento g iorni.

S~turier G iovanni

lServa.n Giuseppe

Servan (de Gerbey, Giuseppe) . Generale francese (r7411808). Colonnello nd 1792 e maresc. di campo qualche mese dopo, ebbe il portafoglio della guerra nel gabinetto g irondino . Promosso generale di d ivis. nel settembre dello stesso 1792, ebbe il comando dell 'esercito dei Pirenei orien tali . Destituito ed imprigionato nel 1793, fu poi liberato e sotto il d irettorio fu nom inato ispettore gen . del le truppe del mezzogiorno. Andò a riposo nel 1807. Pubblicò vari articoli d "arte mil. e, fra altro, scrisse: « Il soldato cittad ino"; « Progetto d i costituzione per I·esercito francese »; " Storia <lelle guerre dei F r ancesi in Jtalia » . Servente (antic . Aiutante). i:; il soldato d i artiglieria incaricato del servizio del cannone, nei riguardi dd la pu-

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lizia, del trasporto, della sua postazione in battecia e dei lavori ad essa inerenti , dell 'esccu;,ionc del tiro e del caricamento del pezzo. Nel XVI secolo il S . era incaricato del caricamento <lei cannone, del vuntame nw, dell'accensione della carica e della pulizia del cannone ~lopo lo sparo : al trasporto provvedevano dei carrettieri requ isiti, ed alla

ne scoppiò un'altra ad Enna. Uno schiavo siriaco, certo Sa lvio, [u d ichiarato re degli insoni, prenden<lo i l nome di Trifone. Egl i si ann idò sulle montagne fra Enna e Lentini, finchè cresciuto di for1-e, ~i accinse ad assediare Mor .. gantia : il pretore l'. Licinio Nerva, con truppe raccoglit iccie, cercò d i sorprenderlo, ma Trifone gl i tenne testa vigorosamente e lo battè. Tuttavia gli. insorti iurono costretti a togliere 1'asscdio. La rivolta frattanto dilagò anche nella parte occidentale dell'isola, ove uno sch iavo cilicio, 1

certo

A cenione, <limostrò di

essere ottimo condottiero <li

bande nella guerra spicciola fra le montagne. Roma fu costretta a 111aodare in Sicilia nuove forze 1 che nei rn3 assomn1avano a circa 20 .000 arn1ati, sotto il c01nando del pretore L. L icinio Lucullo. Le bande d i Trifone e d i Arenione1 che si erano riunite sui rnun ri a nord d i Sdacca, furono sconfitte in una accanita battaglia . Nel 102 assunse il comando delle operazioni in S icilia il pretore Caio Servil io , ma egli le condusse- così m iseramente che, alb fine dell'anno, Aten ione, sopravvissuto a Tr ifone, potè giustamen te conside rarsi vittorioso. Il Senato romano inviò allora

in Sicilia jl console Manio Aquilio Ncpotc con maggiori fo rze , ' e la campagna si chiuse con successo per i Romani nd JOo a. C . I ribelli, ridotti ad una banda d i poche centi_naia di affa1nati, si arresero e f urono n, and ati a Roma ove furono impiccati nel Ci rco .

Serventi di uri pezzo per fanteri3

sistemazione in batteria il cor po dei pionieri. 1 S. de ll 'art. da cost a e fortezza e ddle bombarde sono appiedat i; q uelli dell'art. da campagna sono trasportati sui seggiolini dei pezzi, avantreni, cassoni ; quelli dell'art. a cavallo sono montati . Nel le art. autotrainate sono suglì autocarri che le accon1pagnano.

Serventi (barone Giorgio). Generale, n. a Ponti nel 1777, m . nel r 856. Alla Restaurazione del 1814 era capitano d 'art. ed all'istituzione dell'O. M . S . venne decorato della croce di m ilite . Colonnello nel 1831, comandò il personale del corpo d 'art. Magg. generale ispettore del materiale d'art. nel 1833, venne promosso ten . generale presidente del cong resso permanente d'arr. nel 1848. Nel 1851 andò a riposo; fu nominalo senatore del Regno dal 1848. Servigny. No!n e d ato alla battaglia pitì comuneme~ te detta d i Noisseville (V .) . Servì! i (Guerre). Dette anche « degli Sch iavi " furono determinate da grosse r ivolte d i schiavi . Prima guerra Servile (134-132 a. C.). In Sicilia. le cond izion i degl i schiavi, ad ibiti alla coltivazione dei campi,

era molto <lura, cosicch~, nel 136 ~- C. . vi scoppiò

UJla

g rande sollevazione, merltre la Repubblica era jncenta a ridurre all 'obbcdienza i N urnantini . La rivolta e bbe prin cipio ad Enna e ne fu capo uno schiavo, or iundo d i Siria, a nome Ant ioco. M olt itud ini d i schiavi accorsero da ogni parte a rafforzare g l i insorti , cosicch /: in poco tempo Antioco potè raccogliere 70. 000 armati . Un picco lo esercito romano fu sconfitto nel r 34. Alla fine d i q uest'a nn o gli Schiavi erano padconi d i tutto l' interno dell 'isola e d i alcuni punti sulla costa. Rom a fu cost retta a mandare nuove forze in Sicil ia per scompaginare la ribellione. Nella campagna del 133 le legioni romane riuscirono ad aver ragione dell ' in surrezione, chiudendo i ribelli a Taormina e ad Enna . La resistenza proseguì a lu ngo , ma final mente le due città si d ovettero a rrendere per fame.

Seconda guerra Servile ( ro4-·roo a. C.) . La cruddt~ dei pad roni d i sch iav i fece scopp iare una n uova r ivolta nel Jo4. ·Questa volta il pr imo cen tro dell'insurrezione [u Siracusa, ma i Romani riusc irono facilmente a domarla . Subito però

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Terza guerra Sc1:vile (73-71 a. C.). Mentre le vicende della g uerra contro Mitrid ate volgevano a favore dei Romani, oc! 73 a . C . si manifestarono Le pri me scint ille di un n uovo grande incend io fra la classe degli schiavi , cui incombeva il duro e crudele mestiere d i glad iato ri . In varie città italiane e r:p10 stati istituiti dei centri , ove questi schiavi erano addestrati e trattati con brutale disciplina: uno de più fiorenti era a Capua. Fu appu nto colà che scoppiò la rivolra. Settantaquattro schiavi, capitanàti da Spa rtaco , evasero d al campo nel q uale erano tenuti chiusi e si trince rarono sul Vesuvio. La loro piccola schiera venn.e poi ingrossata d a altri schiavi fuggiti ai loro padroni. Un primo scon tro vittorioso fu sosten uto dagli insorti contro i Romani e ciò d iede n uovo impulso a lla ribell ione. Roma inviò cont ro i rivoltosi due legio ni comand ate da Publio Varinio, ma in L ucania egli fo sconfitto. T utto il Bruzio, la L ucania e la Campania caddero i n mano dei r ivoltosi, che assaltarono molte città, facendo orribili vendette fra i cittadin i romani. Nell'an no 72 Spartaco, dopo sanguinose vittorie riportate su Cneo Lentulo e L. Gcllio, riuscì a valicare la catena degli Appennini cd a scon figgere presso Modena anche altre truppe romane stanziate nell a pian ura padana . Spa rtaco no n osò di assaltare l'Urbe e ricondusse le sue truppe nell 'Italia merid ionale, provocando nuove stragi e nuovi saccheggi. Il senato raccolse allo ra otto legion i e le affidò a M . Crasso, il q uale cost rinse gl' iasorti a rifugiarsi nella parte p iù meridionale d el Bruzio e li separò dal r esto dell' Italia, costruendo una lunghissima catena di trincee, che presso a poco si stendeva dall'odierna Castrovillari a Cassano. T uttavia Spartaco, nel 71, jn una notte <rinverno, riuscì a rompere le linee romane cd a portarsi ;n Lucania, ,na il suo esercito si d isgregò, ed egli , costrcllo ad accetrare una battaglia cam pale in P uglia, vi trovò la m orte e i l suo esercito fu distrutto. Gli in sorti che erano riusciti a sfuggire alla strage sul campo <li battaglia, furono insegu iti ed annientati . Serv ilio. Nome di vari guerrieri romani, anteriori all'éra cristiana, fra i q uali: Prisco Publio, console e vincitore dei Volsci nel 494 ; Stm uo Quinto, d ittatore nel 493, vincitore dei Pidenati e dei Veienti ; Gemino Publio, con-


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sole n el 24r, combattè in Sicilia con successo contro i Cartaginesi; Gemino Cneo, prese parte come console alla seconda guerra Punica e cadde combattendo a Canne (216); Vazia T'ublio, pretore nell'83, combattè contro i P irati del!' Asia minore e li battè jn mare e in terra.

Servitù marinara. Si chiamò cosi a Rodi, i,~ fine ,iel sec. XIII e fino alla conquista t urca, uoa categoria di uomini che erano obbligati a tenersi a disposizione e prestarsi per il servizio della marina dei Cavalieri . Le esenzioni erano concesse eccezionalmente e venivano chiamate « libertà <lei marinai ». La S. M. dava personale ni: scelto, nè ben d isposto; e determinò una em igrazione non indifferente dalle isole sottoposte ai Cavalieri di Rt>di. Tanto che essi la soppressero nel 1462. Servitù militari. Derivano, in generale , dalla necessità per lo Stato di jnquadrare il te~-ritorio nella sua o rganizzazione militare, affinchè essa riesca complet a e risponda nel miglior moclo a l fine assegnatole secondo i momenti e le varie esigenze . Di conseguenza, lo Stato si costituisce il diritto, conforme ai tempi e mediante leggi adeguate, di sottoporre a determinate cond izioni d i serv itù i terreni privat i in vicinanza delle opere militari <li qualunque genere occorrenti alla sua d ifesa. Sino al 1886 nelle antiche

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tario di non fabbricare muri o edifici o d i limitarl i nell',tltczza o d i costruirli solo con determinate materie; e) l'imped imento ternporaneo al transito o alla sosta d i persone, veicoli e animali. L'amministrazione mii. ha la facoltà di modificare, all 'atto dell'imposizione della servitù, lo stato delle cose che contratta con le esigenze mii. nelle private p ropr ietà, anche facendo demolire in tutto o in parte fabbricati o altri manufatti . Nei casi d'urgenza l'autor ità militare può import'e le servitù con manifesto dei Comandi locali e con segnali provvisori sul terreno . In sostanza , la nuova legge non detennina alcuna z.ona, non fissa alcun vincolo, 11011 stabilisce alcuna d istanza . Essa si limita a desig nare le opere che devono essere tutelate dalle servitù e · il genere di servitù che può essere imposto, e lascia completamente alla facoltà d iscreziona le dell'Amministrazione- di applicare a ogni singola opera le singole specie di servitù e d i stabilire i limiti di in tensità e d i estemione . È un sistema d iametralmente opposto a quello del testo u nico, che fissava le zone e le rispettive servitù . La preoccupazione di imporre trattamenti uguali e uniformi, in materia tanto d isparata, è fin ita, e si aderisce a una realtà presente sottoposta a esigenze nùlita ri tanto d iverse da quelle del passato.

Servizi. Sono qudli coi qµa li i comandi delle grandi unità, per il tramite delle intendenze o degli stati mag-

Servizio d'artiglieria: laboratorio mobile (guerra iv1ondiale)

provincie , lei regno Sardo e in Lombard ia la natura e l'estensione delle S. M. erano de terminate dalla legge piemontese del 1859, mentre nelle altre parti d'Italia vigevano le vecchie leggi locali. Nel 1886 la legge del 1859 veniva estesa a tutto il Regno, mitigata io qualche punto a vantaggio delle opere d i bonificazione idraulica e agricola. Seguì un « Testo unico delle leggi sulle servitù m ilitari » , del 1900. Tale legge, durat a sostanzialmente sin dopo la guerra 1915-18, segna un momento storico terminale, per così dire, nello svolgimento delle S. M. , dopo i l quale, a causa dello sviluppo dell 'aviazione e delle previsioni rela-

tive al1a guerra acr<'.o-chimica, ,un nuovo indirizzo si prospetta in ord ine a simile materia. Esso viene costituito con legge del 1932, della quale le disposizioni p rincipali sono : in vicinanza delle opere mii. d i qualunque genere, occorrenti alla difesa dello Stato, <lei poligoni d i tiro, dei campi di esperienze, d egli aeroporti, dei campi di fortuna e degli stabilimenti m ii. nei quali sono depositati o manipolat i esplosivi o altre sostanze pericolose, il diritto d i proprietà può essere assoggettato a S. che può riguardare: a) l'obbligo del proprietario di non aprire strade, di non scavare fossi o alr.ri vani , di non fare determinate piantagioni od opere campestri, di non tenere depositi d i materie infiammabili, di non tenere fucine o altri impianti provvisti cli focolare, con o senza fumaiuolo; b) l'obbl igo del proprie-

giori, provvedono ad assicurare, oltre la vita, l'efficienza bellica e morale delle truppe . Vastissimo è il campo d'azione cli ciascun S. poichè va dalla produzione, alla distribuzione, all' impiego ed allo sgombero d i ciascun oggetto. Per ogni particolare ramo dcll 'attività bellica esiste uno speciale S., cosiechè attualmeme si hanno i seguenti: di sanità, d i commissariato, d'artiglieria, del genio, vccerinario, delle trasmissioni, postale, dei trasporti e delle tappe, idrico, di polizia, di manutenzione stradale, delle retrovie, ecc . Naturalmente q uest'elenco dei maggiori può essere allungato con altr i miI10ri (recuperi , legnami, ecc.), come pure può subire modificazioni e spostamenti, nel senso che attribuzioni dell' uno vengano conglobate con quello d'un altro o ppure che uno stesso servizio si scinda in altri. I S. vengono co, stituiti esclusivamente all'atto della mobilitazio ne assieme alle gran<li unità. Tuttavia, date le moderne esigenze, la loro complessità è tale che occorre prevedere e pred isporre tutto quanto riguarda il mate riale e il personale fin dalla pace. I concetti ai qual i devesi ispirare la costituzione dei servizi sono questi : a) Ad ogni ben definito bisogno deli 'esercito deve corrispondere un S. b) Jn qualunque circostanza di guerra bisogna avere a portat a delle truppe operant i i mezzi per combattere e per vivere, nonchè quelli . per sgomberare la zona di operazioni da tutto q uanto non serve. li funzionamento dei S. è congegnato in modo che


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le di rettive scendano da un unico organo, che p uò essere lo stesso comando di g rande unità, il quale si avvale del suo stato maggio re , oppure l 'intendenza <lcl1a grande un ità, la quale è ad latere del comandante. Gli organi esecutivi sono tanti per quanti sono i S. predisposti: essi hanno' una doppia dipc1!dcnz,1, nel senso che disciplinarmente d ipendono daHa -propria unità e tec nicamente fanno invece capo agl i organi corrispondenti dell'u nità superiore. Non è possibile scelldcrc nel dettaglio d ei S. senza parlare partitamente d i ciascuno : per tanto rimandiamo alle singolé voci: . aeronautico, d'artiglieria., chimico, <lei comnlissariato, del genio , idrico, postale, di sanità, delle strade, dei tmsporti e tappe, di vct,·rùw.ria, ecc.

Reggimento Servizi. Costituito nel 1931 negli Stati Uniti,

nella misura di uno per ciascuna divis. per provvedere ai rifornimen t i, alJe distribuzio,ù, ai trasporci, ai movimcmi di eruppe. Il R. S. è attrezza to opportu namente per gli scopi ai q uali è destinato .

governo borbonico nel · 1859, (u bloccato a Gaeta e affond ato nel bombardame n lo opeqto dalla flotta sa rda . Ricu• perato nel 1862, venne radiato nel 1905.

Se,ia. llrigata dj fanteria di linea costituita per la guerra llalo-aust riaca J915- r918 nell'aprile 1916, dai depositi del 49° e 23° fat1tcri a coi rcgg. zo1° e 202°. Operò inizialmente nel Tcenlino nel maggio 1916, in occasione dell'offensiva a ustriaca su quella fronte, <lan,lo le sue p rime prove <li valore a M . Corno (202Q), a M. Maggio, Forcella Valbona e Campoluzzo (201°). Fu sch ierat a poi a difesa del settore M . Alba-Colle d i Posi11a. $ferratasi la nost ra coorroffensiva, la S. occupò M. Maio e varie posizion: pross ime. A fine agosto fu inviata sul Carso , ove com battè nell'ottobre nella zona di Oppachiasella-Castagncvizzn; ne l novembre contro Vr5Ìc e Sdo; nel principio del 1917 verso il S . Marco. Sferratasi l'offensiva austrotedesca dcll 'ottob re-novcn1bre, ripiegò combattendo al Piave e fu schierata p rima fra i',1n te di Piave e Bocca C:allalta 1

Servizio. Nelle aat . milizie significò ogn i genere di opera civile e militare dovuta dal vassallo al signore o d al cittadino allo Stato. Poi significò la mi liz ia mercenar ia . quindi quella esercitata dai sudditi. Servire equivaleva a militare, e Sopntsservfre a· n1i litare oltre il tempo convenuto .

Servizio di Seuimana. V. S<:ttimana.

Servizio etJettivo permanente (S .E.P .). L& uzione che riguarda gli ufficiali che abbraccia no la carriera delle a n ni : era chiamato, fino al 1926, serv izio :•.ttivo permanente (S .A .P.). (V . Esercito e Ufficiab).

Medaglia del 2 0 1 ° reggimento fanteria

Servizio Distinto (O.-dine del). Ordine cavalleresco ist ituito nel 1886 dalla regina Vittoria d' Inghilterra , con lo scopo d i compensare soldati d i terra e di mare, i qual i si fossero distinti per segnalat i servigi resi al paese. L 'Ordine com!>rende una sola classe e la d ecorazione consiste in wrn croce paten te .d argento con una ~orona nel centro, contornata da un a ghiclanda di quercia.

e poi fra Candelù e Fagaré, ove trovavasi nel g iugno 1918, ~ll'inizio de;!a battaglia <lei Piave, alla q uale pa rteci pò brillanterucntc resistend o al nemico intorno ai capisaldi <li Molino della Sega, C. Pasqualini, C. Pastori. li suo contegno fu citato sul bollettino d i guerra del Comando Sup remo e p remiato colla med . d i bronzo. Per la nostra offensiva finale la « Sesia " p,assò il Pia ve, investì da nord S. n,>,nà catturandone il presidio e inseguendo il nemico fi no al Tagliamento. Colore delle mostrine: metà cobalto e metà giallo nel senso orizzontale. Festa dei reggimenti : il r5 giugno, anniversario della battaglia del Piave. La brigata ebbe i n guerra i seguenti comandanti: m agg. gen. Berardi (1916); colonnello brigadiere Fe;oglio (19r6); m agg. gen. P acini ( r9 16-17); magg. geo. Amcndola (19 r7); brigadiere generale Coppola (1917- 18). Le sue perd ite ammont arono a ufficiali mort i 54, feriti 185, d ispersi 140; u . di truppa 111 . 1209, f. 5727, d. 6425.

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Sesia. 1\f/luentc di 5L d el Po, che ha ongme al Monce Ro sa, bagn a Varallo e sbocca in piano fra Rornagnano e Gattinara scorrend o ver so sud . Prima d i Vercelli riceve i l Cervo dalle Valli !3iellcsi. e sbocca nel Po tra Candia e F rassineto, u na <iecina d i Km. a valle d i Casale. .Renchi: ricca d i acque, la S. p resenta molti g uad i, e, come linea d i ostacolo, non h a valore paragona bile a q uello d i altrr affluenti padan i, ch'c bbero talora funzione <li confine polit ico e storia d ensa di eventi bellici. Il suo bacino m onta no non guida ad alcun passo importa n te , vietandolo la na• tura impervia d el M . Rosa . - (Per la battaglia del 1449, V. Borgomanero; per il combattimen to del 1859, V . Borgovercell1). Sesia. Avviso a ruote, costruito nel 1830 in Inghilter ra. Dislocamento tonn. 462, macch ine 340 H P. In possesso d el

Sesostri (Rc1m set(' Il, il Grande) . Sovrano egiziano, salito al trono verso il 1330, m. verso il 1270 a. C . Soggiogò g li Arabi e i Libi e mosse alla cooqu ist a del mondo allora conosciuto, con un cserc iro calcola to a 600.000 fan ti, 24 .000 c:.-valli e 27 .000 carri armati che mantenne <l.isci• plinaco con vigoroso comando. Conq uistò l 'Etiopia, e poi iI1vase I' Asi• . $otto d i lui l'Egitto raggiunse il massimo della potenza e della g loria. Fu duran te il suo regno- che g li Israeliti, i nsofferenti <lei duro g iogo egiziano, abband o narono l'Egitto, condotti da Mosè. Sespina. Altura della Spagna, nella Cat alogna, t ra Vich e Maya, jn prov . di !3arcellona .

Avviso a ruote +: Sesia :.

Co·1nbattimt'11to di Sespina ( 1810). Appartiene a·llc guerre napoleoniche nella Spagna. Nei pr imi g iorni di gennaio il gcn . Souham, rinforzato <la una brigata italiana della d ivis. Pino, dopo <li avere occupat a V ich a ttaccò le alture


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di S. nelle quali ,i erano rafforzati gli Spagnuoli. Il 1° regg. e un bgl. del 3° leggero attaccarono risolutamente salendo il colle a pas,o <li carica. Gli Spag nuol i, comandati dal gcn. O 'Don nc l, lasciata parte <lel le forze in r i.,erva, si lanciarono sui Francesi ricaccian<loli <lallc altuie. li giorno seguente il gen. Souham si disponeva a ripetere l'attacco, ma nella notte g li Spagnuoli avevano abbandonato le posiz ioni e b::iuuto in ritirata .

Sesquiplano. I velivoli a seconda del numero dei piani alari ,i <li,·idono in dis1i111c categorie: .\fonoplani, Biplani, Multiplani. Apparecchi con più di tre piani (triplani) oggi non ,<' ne costruisr,ono piì1. L'ing. Gia nni Caproni nel r 917 conclus,e a term ine prcs.;o i cantieri d i S. Ann:1 sul L ago Maggiore il noviplano, o idrotriccllu lare Caproni, che era come la unione di tre uiplani in un solo vd1,•olo. Vi sono apparecchi che per caratteristiche esteriori polrc!>bcro es-

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lonnel!o per merito di guerra. ì'-el 1918 meritò sul Monlello la med , <li bronzo . Colonnello nel 1919 e generale di brigata nel 1922, com andò il r 0 e poi il 3° gru ppo d i legion i. Generale di divis. comandante in 2~ dell'arma dei CC. RR. nd 1926, venne nel 193r collocato in posizione au~iliaria.

Sestini (Leone). Genera le medico della R. M., Forlì nel 1M6. Entrato i11 servizio nel 1886, fu promo-so magg. gen. 111 P. A . nel 1927. Prese parte .tlla guerra luiloturca e alla Mondiale. Fu d ircuore degl i ospcclaJi <lcll,1 Maddalena, e di Taranto. dal 1922 al 1926. Pubblicò molti lavori scientilici e un « Tratrn10 d i Igiene Navale » • Sestio (Caio). Console romano nd 12➔ a. C. E ""endo proconsole in Gallia sconfo~e 1 Salii e fondò la cinà di Acquae Scxtiae (Aix).

sere considerati come biplani, ma , poichè la loro ala inferiore nei rispetti dell'apertura e della ,upcrfìcie è <!i grandezza notevolmente più ridotta di quella superiore, prendono il nome di S ., che starebbe a significare « ala e mezza » . In genere sono tali alcuni velivol i <l,1 c,1ccia o da ricognizione strategica, in quanto la mezza ala inferiore consente con quella superiore di dare alla cellula una struttura più solid.1, più robu,1a, più resistente alle grandi sollecitazioni cui essa è sorroposla nel le manovre acrobatiche.

Sessa Aurunca (ant. Suessa A11nwca). Comlrnc in prov . <li Napoli, ant. cinta di mura. Fu fondaca nel 337 a. C. dagli Aurunci, che, assaliti dai Sidici111 e avuta distrutta h loro capitale Aurunca, si lrasfcrirono in una località a circa otto Km. clalfa prima. Nel 3 13 a . C. vi fu rono mandati 4000 coloni romani . Du rancc le g uerre civili , prese le parri di Silla, ma fu occupata di sorpresa da Sartorio. Souo Augusto ebbe una nuova colonia; nel medio evo appartenne alla Chics,1. Il 1° aprile 1734 avvenne presso S. un ..:ombatt imento frn un cor po <i i cavalleria spagmJOla e un d istaccamento tedesco, con la .~confitta d i quest'ultimo. Nel 1798, 6.000 Napoletani "i batterono il gcn. france;e Rey che dovette ritirarsi sul corpo del Macdonald. Sessano. Comune in provincia <li Campobasso, alle falde merid ionali del monte Tonia. Il 28 giugno 1442, 11 re Alfonso d'Aragona sconfisse ntlla pia1,ura d i S . l'cserci10 del re Renato d 'A ngiò, comandato da Antonio Caldora, il quale rin1a~e prigioniero.

Sessennio. Ved i Q11i11quc:11nio. Sasti Il i (Gio1•a11111). Generale, n. ad Ancona nel 1867. Sottot. d i famcria ne l r893, Scstilli Giovanni p an ecipò alla cam µagna eri1,ea del 1895-96 e nel 1900 passò nei CC. RR . Prese parte alla guerra conuo l'Austria e nel 1916 fu promosso ten . co.

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Sestini Leone

Sesto (Giova1111Ì). Generale. m. a Valenza nel 176;. Dal 1746 al , ì47 tenne il comando del rcgg. fameria Piemon lc e da generale comanclò la città e provincia di Alessm1dria . Governato re ,li Sa,sari nel 1749, venne d ieci anni dopo promosso luogoten. gene rale d i fanteria e nominato governatore di Valenza. Sesto Calendr. Comune in prov. di Varese, all'estrcmit:1 rncrid ionale del Lago· M aggiore, là dove ne esce i] Ticino. t d i origine a111ichiss in1a . Nel le vicinanze di S . C . :11'vcnnc, nel 22 1 a . C ., la battaglia detta del Ticino. 11 paese ha raggiunto una notevole importanza per essere di\'entato, nell 'immcdiato dopo-guerra, cantiere importanlc di coslru7.ioni aeree. Colpo di 11111110 a Sesto C1Jlcnde (1859). Appartiene alla guerra d' Indipendenz". Garihaldi, comandante ciel ~orpo \'Olomario elci Cacciatori delle Alpi, aveva ricevuto l'ordine di fiancheggiare la sr. dell'esercito alleato operanclo 11cll'Alto Milanese, per imrnobilizz.arvi il corpo austri aco del gcn . Urhan . Il 20 m:iggio Garibaldi si mosse da Biella e rapidamente si porcò per Gattinara, Borgomanero e Arona sul Ticino. ~ella notte dal 22 al 23 un pugno cli Garibaldini. guidati dal magg. Simonena, sbarcato a S. C. sorprese il piccolo ,presidio a11slriaco e lo fece pri ![ioniero ; rimise sul fiume il ponte di bnrchc r itirato dagli Austriaci. e all'alba del 23 Garibaldi , col grosso dei Cac ciatori. varcato qui,·i il fiume, marciò veno Varese. 2•

Sestola. Comune in prov. di ModenJ, ai piedi di un contrafforte del C imonc. An tica sede di popolazioni prci,toriche, poi sta:tione romana, ,.,Ila ven,1 del suo colle fu eretta una fortezza . Nel 1197 e nel 1205 vi tennero cluc assemblee i rappresentanti dei comuni del Frignano. che <lcliberarono b dedizione a Modena , Appartenne poi a llologna , e in seguito agli Este nsi . N el 1704 il fo rte fu occupato eia un presidio francese, agli ordini d i un de Bu,sy, che, aiutato da pochi montanari, vi sostenne per parecchi mesi il blocco degli Austriaci, i quali si mirarono. In seguito fu prigione di St ato degli Estensi. Sestrières (Colle d1') . Passo delle Alpi Cozie che mette in comunicazione la va lle della Dora Riparia con quella del Chisonc. La rotabile da Cesana - ai piedi del versante

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jnterno dd 1'.1ong inevra - risale con risvolti e pcn denze 1 talora superiori al 7 o/~, a Champlas; raggiunge il valico di S. a 2030 m. e scende in Val Chisone; per Pragelato, Fenestrelle e Perosa raggiunge Pinerolo . i:; ottima strada che offre uno sbocco in piano indipendente dalla Val Dora e ha funzio ne sussid iaria importaote r ispetto alle provenienze dal Moug inevra (Briançon, in Val Durance) , fun7.ione che ha intcrd ipen denz,1 eviden te con quella dei valichi circostanti (Monginev ra, Galleria t1cl Fréjus, Moncenisio, Colli dcli' Assict ta) i qual i inquadrano un s istema di comunicazioni orientato sui centri esterni di Briançon , Moda ne, Lansle bourg e su quelli interni <li Cesan;1, Oulx, Bardonecchia, Exi lles, Susa, Fenestrelle.

Sestri Levante (ant. Segesta Tigulliorum). Comune rnaritt imo in prov . di Genova . Nell 'X I secolo si resse a comu ne libero, poi passò ai Fieschi d , Lavagna e nel 1145 ai Genovesi che vi e ressero u11 castello. Nel 1229 fu assalito da O bizw Malaspina, il q uaie fu però respinw . Nella prima metà del secolo XV vi avvenne una ba ttaglia fra l'eserc ito visconteo, forte di 5000 fanti e comandato da :'liccolò T erw, e i F iorentini allea ti dell 'ex-dogc <li Genova, Campofregoso: i prim i furono sconfi tti perdendo 700 uon1iJ1i, oltre a 1000 prigionieri. In seguito il borgo f u sac~ cheggiato d ai corsari del Draguc.

I. Attacco di Se.<tri Levante (1432). Fu operato dalla flotta veucto-liorentina , con 33 galee e 2 galeazze . G li abitant i si difesero valorosamente, finchè da Genova g iunse Niccolò Negrone con dei rinforzi : al lora i Collegati si riliraronu .

TI. Combattimetlto di Sestri Leva,11e (1814). Appartiene ali.e guerre dcll'lmpero francese. Era rimasto a S. jl gen. Royer-Sain t-Victor, con 6oo Ll. che il 7 aprile vennero at• taccati dalla brigata anglo- napoletana d el gen. Rorh, ben presto sostenuto dal Bcntinck, I Francesi resisretrero a lun go e poi si rit irarono lentamente verso Chiavari ; ma i l Roth Ii fece aggirare <la un d istaccamento <ii cacciatori calabresi e li mise j n rorra.

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Prussia. Ma l'Austria non si era rassegnata, e, a d ist~wza di dieci anni, tentava la rivincita, eteando contro .i l re una potente coalizione, nella quale ri'uscì a schierare dalla p ropria parte molti dei m inori Stati della Germania, e la Russia, la Svezia, la F rancia. Al 1·c rimasero alleati, oltre all'fngbiltcrra, l 'Anno\'er e qualche pic~o lo Sta to tedesco. Ca111pag11" del 1756. 11 re, al cor.-ente d ei p reparativi dell'Austria, iniziava senz'altro le oITese, e il 28 agosto si gettava contro la Sassonia con 60. 000 u. e 128 cannoni, sl1 tre colonne, <l ire tte concentricamente su Drcsda. I Sassoni ( 18 .000) si c hiudono a Pii-na, dove il re li fa bloccare da un suo luogore ncntc, rnenrre eg li entra in Boemia, dove

frattanto ha fatto convergere altre forze guidate dal ma. rese. Sdnvcrin . G:i Austriaci del Brown 1 che marciavano diretti a Pirna, sono fermati e respinti a Lohosùz, e i Sassoni si arrendono.

Campag11a del 17 57. Dopo il riposo inverna le, Federico si trova di fronte a 95 .000 F rancesi che muovono dal Reno; a 75.000 Rllsso-Svedes i, che stanno raccogljcudosi ai con -

fini dell a Prussia Orientale ; a 10 0.00 0 AusLriaci, raccolti i11 Boemia. Federico d ispone d i 180 . 000 u. con i qua li p uò manovrare per lince interne contro i nemici separati . Egli distacca nella Prussia Orientale 35 . 0 0 0 u . per osservare i Russ:o#Svedesi e 52.000 verso i Fr-anccsi; quindi avanza verso 1a Boem ia con due colonne, convergenti su Praga, dove è concentrata una massa di 70. 0 0 0 Austriaci al comando del principe di Lorena. li G maggio quest'ultimo è sconfitto n1entre stava per essere raggiurHo da 25.000 Austriaci -comandati dal Daun. Ma q uest 'ultimo sconfigge il Ie a

Kolin e lo costringe ad abbandonare l'assedio d i Praga, a sgombrare la Boemia, ed a correre contro i F rancesi g ià arrivati a Erfurr, lasciand o 40 . 0 0 0 u . agli ordini del ma. rese . Bevcrn, a fronteggiare g li A ustr iaci . La battaglia di Rossbacl, libera Federico dall 'esercito francese; subito dopo accorre ÌJ_1 aiuto del Bcvern. Giunge tardi, chè questi è stato battu to a Breslavia; ma riesce il 5 d icembre a scon• figgere a Leut./ie,, g li Austriaci , .i quali sgombrano la Sassonia e riparano jn Bocn1ia.

Set. /\ppaJTcchi m ilitari romeni, biplan i, in le~no, in parte da scuola (Set 31, Set X, Set 10). Un tipo 41, bi. posto, h a torretta per mitragliatrice ed equipaggiamento

Campagna dd 1758. Lasciati i quart ieri d 'i nve rno, g li esen.:iti ritornano

in campo. Il 23 aprile i rrancesi sono

sconfitti a K •f ffeid dal duca d i Brunswick, generale d i Fed e rico , Il 23 giugno il re batte i Russi a Zomdorf. Il 14 onobre è battuto dagli Austriaci a Hochkirc/1, ma riesce con abile manovra a cost ringerli a r itirarsi d i nuovo in Boem ia . L'Inghilterra, alleata d i Federico, lo aiuta modestamente, mentre agisce i_nvecc con energia nell 'attaccare

conquistare possedime nri co loniali francesi, fra il Canadii .

e

Apparecchio scuola .: Set ,.

per volo notturno o nella nebbia : apertura alare m . 9,80, peso totaJe Kg. n20 J velocità 215 Kmh ., autonomia circa ore 2,45.

Setina (Via). Ramificazione d ella via Appia, _dalla quale si staccava a T repontium (Torre Trepon ti) a 63 Km . da Roma , per dir igersi a Sezze, d~ cu i p rese i l nome. Sette Anni (Guerra de,). La guer ra di Slesia avev,:i lasc iato padrone di questa

regio ne i l

re Federico Il d i

i qua li

Campag11a dd 1759. Sul fronte francese, il duca di Brunswick, ba Ltllto il 13 aprile a Bergen , p ig lia la sua rivincita il , 0 agosto a Mùulen. Feder ico, sconfitto a Ku• 11crsdorf il 1 2 dai Russi , riesce !)CrÒ a costringerli ad a bbawdonare la Slesia . li gen . p russiano Fiuk cap itola a Maxer,, ma g li Aust riaci si accontentano di r ip rendere Dresda. Cttmpag,w del 1760. Gli Austriaci inziano le operazio ni cacciando le truppe p russiane dalla Slesia: Federico accorre e ripo rta sul L audon la villoria di Liegnitz ( 15 agosto) . 11 .l novembre ba tte il gen . austr iaco Daun a Torga11 . Fratta nto i Russi a rrivano a Berlino, ma Federico è libero di agire contro di loro, che si affrettano a r ipassare il confine. Campagna de/ 176 1. L'Ingh ilterra abbandona l' alleato Federico . Il duca d i Brunswick difende felicememe la \-Vestfalia contro i Francesi. Austriaci e Russi si acconten.

(


SGT

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tano d i p rendere al re le due fortezze di Sd1111eide11ir::: e d i Co/berg.

Ctlmpag11a dt:I 1762. La morte di Giorgio !I d'Inghilterra aveva al re fauo perdere un amico I ·anno preccden1c: la morte di Elisabetta d i Russia gli fa scomparire un nemico potente: la Russia, al governo della quale sale P ietro lii, ammiratOre d i Federico. Non solo: ma questi si allea addiri ttura al re e fa passare sotto i suoi or<lini 20.000 Russi che lo fronteggiavano. La situazione si capovolge miracolosamente. I n breve i l territorio prussiano è sgom brato dalle truppe nem iche. Gli Svedesi a loro volta si ri1irano dalla lotta. Subito dopo, altro colpo di scena: Pietro Ili viene detronizzato (9 luglio) e muore. Caterina, sua moglie, sale al trono e ritira le sue t ruppe dalla Prussia , aderendo di nuovo alla Coalizione. li re (21 luglio) dà hatrnglia agli Austriaci e ii vince a B11rkersdorf Ma frattanto Cater ina si ricrede, e torna all 'allcanza con F ederico, che assedia e prende Schweidcuil::: (9 ottobre). li principe Enrico di Prussia sconfigge gli Austriaci del Daun a F,cibcrg (29 o tto bre). La g uerra dei Sette Anni era terminala, e ne sanzionavano la fine i trattati <li Parigi (10 febbraio) e di Pari!!i ( 15 febbraio li63). L"J\ustr ia aveva falli to nel suo progeuo d i r iprendere la Slcsi~. La Prussia usciva da quest a guel"l"a col rango di grande Pote=a, mentre Federico vi afferma,·a la sua fama di grande capitano. La Francia vi aveva inutilmente sacr ificato cospicui capitali e le sue co lonie principali, cadute nelle mani degli [nglesi, i quali diveni,,ano preponderanti sul mare. Alla guerra dei Selle Ann i presero parte, al scrvi-~io del(" Austria, Ire bgl. di fucilieri toscani , ciascuno su 6 cp.. più 2 cp. di granatieri (3200 u. in tutto): essi costituirono il rcgg. <letto « d i Toscana >> che fu posto al co1nando <lei colonnello lorenese Gondrecourt. Iniziarono la guerra partecipando all'assedio di Neissc (1758) e alle successive operazioni sino :tl la fine: nel 1759 aveva no già perduto un migliaio d i uomini, e ricevuti dalla To,cana circa r300 u, di rinforzo.

Battaglia dei Sette Giorni (Caines Mili) 1862

I. Battaglia di Gai11es .\{iff. Il 25 giugno Lee attaccò frontalmente. l Federali oppmcro valida resistenza, ma il ge n. Mac Clellan ebbe notizia <lcll 'nrrivo del corpo ;1; Jackson e si affrettò, nella notte seguente, a spostare sul Jamcs River le proprie difese. Il 26 i Confederati avanzarono per le <l ue rive <lcl Chickaho miny; il corpo di I-fili si impegnò sulle ri\"c del Bcavcrdam Crcek, ma fu conte· nuto dall"efficace fuoco della difesa. 11 27 i due corpi fc-

Sette Colli. Corpo vo lontario formatosi a Roma nei 1848 con squadre dei diversi rioni, scioltosi alla fine di quel!'anno, per ricostituirsi !"anno dopo con una forza di 200 uo m ini, tutt i popolani , per la d ifesa del la città contro i Francesi.

Sette Comuni, Battaglione alpini costituito nel febbraio 1916 per la guerra Italo-austriaca 1915-1918, co11c cp. 94•, 144<> e 145•. Appartenne al 6° regg. Schierato inizialmente sul M. Cukla, fu in viato nel Trentino per l"olTensiva austr iaoo del g iug no 191.6. Ne l giugno 1917 combattè sul M. Onigara mcri1andovi una mcd. d'argento; poi a Malga Fratte, a Castelnuovo, a M. F ior, a M. 13adenecche e sul P iave a Pederobba , che passò il 29 ottobre 19 18. Il bgl. ebbe le seguenti perdile: ufficiali morti 9, feriti 48, dispersi 16; u. di truppa m. 173, f . 863, d . 543. Sette g iorni (Banaglia dei). Appartiene alla guerra d i Secessione, fu detta anche di Richmond, e si s,•olsc dal 25 giugno al , 0 luglio 1862. Dopo la battaglia indecisa di Fair-Oaks (V.) gli avversari erano rimasti d i fronte, d ivi,i ciascuno in due uonconi separati dal corso del Chickahominy. su posizioni pant:1nosc che i due <·serciti rafforzarono con opere in legname. Il gen. Lce si p ropose d i agire dimo~trativamcnte con due C. <l 'A. contro il fronte federale, e di attaccarne la dr. con altr i due corpi, a'"volgcndola col corpo d i Jackson d iretto ailc spalle del la posiz io ne. Da questo concetto operativo risultarono d ue distinte azioni,

Bau~glia dei Sette Giorni (J\,Jalvem Hill) 1862


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<.lerali affidati al gen . Porter resistevano sulla sr. de l Chickahominy presse, i molini di Gaìoes Mili , per dar modo a Mac C ldlan d i ripiegare per la riva dr. Gli attacchi del Lee furono respinti, e malg rado la forte pressione avversari a i Federali del Porter riuscirono a compiere la propria missione : a sera potevano ripiegare sulla d r. del fiume -distruggendo poscia i ponti . Nelle giornate del 28-29 i Federali m isero in sa lvo i loro immensi magazzini.

II. Battagli" _J ; Malv,·rn Hill . Il 30 giugno, al mauino, i l movimento d isposto dal gen . Mac Clellan era stato compiuto e a sera tutte le <!ivis . erano radunate sul pianoro <li Malvcrn 1:·l ill , con la sr. appoggiata al fium e su cui era una flottiglia di cannon'iere, e la d r. proterra da opere campali e da abbattute. Le vie di com unicazione erano pienarncntc sicure. Mac Clcllan, in aucsa dell 'attacco, prese ne lla notte 1ul r0 luglio le ultime disposizioni. Al mattino e nella giornata , i Confederati inva no salirono all'attacco delle posizioni. forti per natura e per arie; battu!'i dal fuoco m icid iale e preciso d i un nemico ben r iparato, dopo avere subìto enorm i perdite, a sera, stanch i e sfiduciati, furono costretti a ritirarsi e a rinunciare ad ogni ulte•

riorc offensiva.

S F.T

Setti Agostino. Medaglia d 'oro, n . a Robecco Pavese, canuto sul Ca rso (1894-1 917). Soldato dd 1° regg. Granatieri <ii Sardegna, era tornato dalle Americhe spontaneamente, per comp iere il suo dovere verso la Patria . E lo compì magnificamente, fino al supremo olocausto di si: stesso . L a concessione della rned . d'oro elevò questo umile granatiere a simbolo del porta-ord in i che tutto sfida, pur di compie.re la sua missione, con questa motivazione:

" Costante, iulgìdo esempio ai compagni d i cattività, zelo

e fermezza , quale cicl ista presso il comando d i battaglione, rl isimpegnò sempre con infaticabile lena il proprio compit'o, sotto furiosi bombardamen ti avversari, sprezzante dei pericoli e dei d isagi, e<I essendo d i mirabile esempio anche ai più arditi. Affidacog li in un momcnw critico dcll 'a•.cionc uò ordine di tale importanza da dover essere recapitato in modo assoluto, partì mentre più intenso era il fuoco nem ico . Colpila a rnortc d urante ii camrn ìno e con~ scio della g rovitù del momento, raccolte le sue ultime energie 1 vol le trascinar$i fino al con1ando designato, e spirò 1nentre recapitava I ·ordine, assicuranJo con I 'eroico sacri-

ficio della propria vita il buon esito del comba!'timcnto » . (Selo, 19-22 ~gosto 1917).

Settembre (Co111,enzio11,· di) . V. l'arigi XC VII . Settembrini (Luigi). Patriota napoleta no ( 1813 -1876). Si laureò ih g iurisprudenza, m a si <led ici, alle lettere ac,1uistandovi fama e pubblicando pregevoli opere . Cospirò lungdmente contro i Bor6oni venendo imprigionato per qualche mese nel 1839. Deputato nel 1848, al crollo della Co1

stituzione venne condannato aila pena d i morte, commutata in quella dell 'ergastolo . Fu liberato od 1859 e d ivenne

senatore nel 1873.

Settepanì V. Melog110. Sette Pini (Se11e11 l'i11es, detta anche d i Fair Oalu) Battaglia apparcenente ~Ila guerra di Secessione ( 1862). Fu combattuta tra i Federal i -del gen . Mac Clellan e i Confe .. dcrati del gcn. johnston. I primi disponevano del II corpo (Summcr), del III (Heintzclmann), del JV (Keyes). I Confederati , <li 4 d ivis. (Longst rcct, Hill, Hugcr, Smith). Le forz.e federali erano schierate a cavallo ciel Chickahominy, con scarse comunica·t.ioni fra le due rive. L 'attacco venne

sferrato il 31 maggio dai Federn li, che ballerono la sr. avversaria; l'intervento dei gen . Kcarny e Sumrner rista-

bilì da quesw parte la situazione. Subito dopo il Summcr attraversò con le sue forze il fiume ~u zattere d ì tronch i d'albero, attaccò la sr . dei Confederati e la costrinse a ripicvrc sulla staz.ione di Fair o,,ks. L a ;)o tte interruppe il combattime nto, nel qua le il gen . Johnston rimase grnvem<:ntc ferito . L' indoman!, 1° giugno, l::i battagl ia riprese . La piena del fiume imerruppe le comunicaz ioni fra le due r ive, d ì.,;truggendo i ponti <.: travolgendo le zattere; le acque,

Setti Agostino

Settino L ,ligi

Settimana, (Servizio di). Nelle forze armate italiane l'andamento interno de lle caserme è regolato col servizio d i S. e co! serv izio g iornaliero. Sono in servizio d i S. da

una domenica all"altra a l reggimento un capitano d "i.,pe1.ione; un capitano (nei corpi a cavallo) per l'incetta foraggio; un aiutante magg iore in 2a; un ufficiale n1edico; un ufficiale vcLcrinario e un caporale maniscalco (nei corpi a cavallo); un marcsc. di rnaggiorità . Ogn i cp . comanda in serv izio di S. un ufficiale suhalrerno <.' llll sergcnlc o

caporal maggiore _

crescendo rapidamente, im posero una tregua . 1 Confederati si riti raro no verso n1ezzogiorno senza che _i Federali li

Settimo (Ruggero, dei principi di Fimliii). Ammiraglio e statista , n . a Palermo, m . a :Vfalta (1778-1863). Entrato giovane nella marina siciliana , r,1ggin nse i l grado <.li rctro'1J11mir . e si segnali, al blocco di Toloue cd agli assed i di Genova e cli Gaeta . (.)ua11do nel 1812 il re Ferdinando co11l:e~se la costituzione ed un governo indipcnòcntc in Si-

5000

molestas.s.e ro; la batt.agli~1, che rimase itK<::rla, costò loro u . e oltre 6000 u. ai Confederali. L"indomani Mac

cilta, divenne St.:grctario di guerra e 1n2rina. R i wrnal o i l goven1o assoluto 1 si ritirò a v ita p rivata . Nel J820 fece

Clcllan riprese le posizioni che occupava e i due eserciti si trovar ono di nuovo ,d i fronte, nelle medesìrne condizioni

presidente e capo supremo del governo> con prerog ative so~

in cui erano prima ddla battaglia.

Setti (Pietro). Generale, n. a S. Fel ice sul Punaro nel 1868. Soltot. del genio nel r 892, partecipò alle campa~ne eri tree del t895-96-97. Prese parte alla guerra contro l'Austria, vi rneritù una med. <li bronzo e venne promo~so

colon nello nel 1917. In P. A. S . nel 1920, e bbe la promoz ione a generale d i tki_1!6,ta nella riserva nel 1930.

ì

1

parte del governo liberale. Colla rivoluzione del 18.18 fu vrane. Nel 1849, ritornati i Borboni in Sicilia, and/, in esilio a Malta . Nel 186, (u nominato senatore e insignito del collare dell 'Annunziatn.

Settino (L11ig1). Medag lia d'oro , n. a S . Pietro in Guarano, caduto sul Carso (18,p-1917) . Lavoratore dei campi e fante ero ico, d iede uno dei più stupefacen ti esempi d i ,ro icismo che la storia de lla g uerra ricordi, su l Dc>sso Faiti, 60


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dur·a nte un contrattacco furioso col qu:ale gli Austriac i ten* tavano di scalzare il 30° fanteria dalle sue posizioni. La motivazione della •med . cl 'oro dice : " Privato d elle gambe e delle braccia dallo scoppio dì una granata che gli produceva anche una larga ferita alla faccia , incitava calorosamente j compagni a scagliarsi con. tro il nemico per respingerlo. Rifiutava ogni soccorso, per non sott rarre soldati al combattimento. Respinto ]'attacco, non volle essere asportato dalla trincea, chiedendo all"ufficiale di porer restare in linca 1 contento di mori re tra i suoi compag ni, per la grandezza della Pat,·ia » . (Dosso Faitì, 14 maggio r917).

Settlements. Speciali concess ioni ottenute nel secolo XIX in Cina dalle Potenze straniere, per le quali g li stranieri sono amn,essi, ne! porti aperti al con1rnercio, ad abitare in dctcrrninate aree, dette ,< senlemcnts >1 , in cui non solan1cntc 1a giu risdizione, ma anche l'amministrazione e

la polizia sonc) affidate ai co nsoli . I S. si distinguono in generali, concessi a tutti gli stranieri, nei quali l 'amml .. n istrazione si svolge sotto la tutela e la supremazia col-

lettiva del consoli, e in special i, concessi a un singolo Stato, al console del quale ~ affidata I·amministrazione. L'Italia ha tuttora (1933) il S. di Tien-Tsin .

Settore d'azione. t termine usato per indicare il tratto di terreno entro cui una g rande o piccola unità deve agire . Esso deve essere delimitato chiaramente, con punti riferiti alla carta topografica o al terreno; limiti che non devono essere oltrepassati salvo particolari casi per i mezzi d i fuoco (artig lierie e mitragliat rici) nei quali è ammesso il cosi<letto principio d ella " extraterritor ialiti1 ». L'assegnazione di un S. a,d una unità in offer,siva non significa che !"unità stessa debba occuparlo per intero: chè anzi in g~nere si assegna un S. n1aggiore della normale fronte d i schiera• mento del reparto, appunto per poter dargl: possibilit1, <li n1uovcrsi con agio e di sfruttare il :crrcno per sottrarsi q uanto più possibile alla vista ed al tiro del nemico. 1n d ifensiva il cr iterio dell'occupazione è più rigido, salvo il diverw d osamento delle (orze nei vari t ratti d el S. che polrà ridursi, in montagna, nei punti impervi , alla sem plice vigi!am,a. Nel quadro del'a divis. si avranno i n linea discendente, i settori d'azione di regg imento, di battaglione e d i compagnia. Settore di Frontiera. Nel progetto di ordi namento d el l'esercito presentato nel 1924 dal generale Di Giorgio, veniva d enominato in quel modo ciò che fino al la guerra Mondiale si chiamava •< piazzaforte d i sbarramento ». fò questo perchè alla <Jifesa d elle grand i direttrici, o dei centr i vitali costieri, l 'e~pericnza della guerra veniva a sosti tuire,

in magg iore o m inor misura, l'intiera frontiera terrestre e rnarittima .

Seul. . Capitale della Corea, su ll'Han-kang, navigabile JJCr piccoli battelli. Nel 1881 in seguito a un incidente diploma1ico i Giap pones.i sbarcati a Chemulpo (800 u.) m arciarono su S . dove imposero al re Li-bsi l'apertura -<li t re pprti al commercio , tribunali consolari e una 1n isSìonc m i~

licare per la ri~rganizzazione dell'esercito. Nel 1882 scoppiò in S. una r ivo]uz.ione mil itare per detronizzare il re Li-hsi; i cong iurati davano alle fiamme la legazione giap ponese, e 4000 cinesi sbarcavano a Che mulpo occupando S. e ristabilendovi l 'ord ine . Nel giugno 1894, durante la tensione d iplomatica fra Cina e Giappone, quest'ultimo jnv iò 400 u . a S . a guardia della legazione, seguit i subito dopo da una b rigata mi.sta al comando del gen. Oshirna. Il 23 luglio il ministro giapponese Otori, non ottenendo d al re n-

sposta alle domande formulate nell'ultimatum del 22, con due bgl. attaccava il palazzo reale. scacciava le guardie coreane e obbligava il re Li-hsi ad autorizzare i l Giappone ad espdlcrc dal terri to rio coreano i Cine, i, e ad accettare un piano di riforme.

Trattalo di Seul (17 novembre 1905) . Concluso fra Corea e Giappone, e consac,an,e il protettorato giapponese m[ regno d i Corea. Il Giappone assume hc direi.ione deg li affari esteri d dla Corea, ed insedia a S. un residente generale c altri residen ti nel tenitorio coreano.

Severiana. Strada romana, che parte ndo da Roma col nome di Ostiense portava ad Ostia, di d ove, con la denon1inazione di S. , p roseguiva 1-)Cr Anzio, unendosi alla

via Appia a Terracina.

Severini (Gustavo). Generale, n . a Melfi, rn. a NapoJ; (1850-1917). Sottot. d'art . nel 1870, divenne colo n nello nel 1902; comandò il 19° da campagna. Magg. generale. comandante l 'art. d a campgn:r ad Alessandria nel 1907, passò nel 1908 al comando <l'art . da costa e fortezza a Torino end 1910 a Roma . Collocato nella riserva nel 191 1, fu promosso ten . generale nel 1914. Seve,-ini Augusto. Generale, n. a Melfi nel 1862. Sotto t. d i fanteria nel 1882, partecipò alla campagna e ritrea del 1895-96. Colonnello nel 1915, entrò in g uerra con tro I' Austria al comando de l 11 7' fanteria. Magg. generale nel 1916, comandò la brigata Alessandria e nel 1917 fu collo• cato jn P. A . Nel 1923 assunse il grad o d i ge nerale di ciiv is. e nel 1931; fu collocato nella rise rva .

Severini Gustavo

Severoli Filipp_o

Severo (Lucio Settimio). [mperatore romano, n. a Leptis Magna, m . a Eboracum ( 146-21 1). Proclamato imperato re nel 193 dai suoi soldati , vinse .i ri val i; g ue rreggiò çOJHro i Pani, prese Babi1onia 1 fece un'i ncursione in Arabia e vin se i Calcdon i. Severoli (Filippo). Generale , n . e m . a Faenza ( 176i1822). Dedicatosi alla carriera delle armi, si arruolò ne• gl i eserciti della Rivoluzione fra ncese e vi d ivenne colonnello nel 1798 e gen.er:ile d i br igata nel 1800, ba ttendosi r.elle campagn~ nàpolconicbc. Nel 1806 partecipò all':sss0tlio di Gaeta; prese parte alle campagne dì Germania del 1807 e del 1809 . Passato nella Spagna <lai 1810 al 1813, tornò in Italia e combatti: nel 1814 . Ammesso . nell'esercito austriaco, nel 1817 ebbe jl grado di ten. maresciallo e nel r820 Ja nomina a governatore d i P iace nza. Sèvres. Città ddla Francia, nel clip . Scinc-et-Oise, sulla sr. della Senna, presso il parco di Saint-Cloud. Combattimento di Sèv.-es. Appartiene all 'invasione della Francia nel 1815 e si svolse fra il corpo prussiano Ziethen,


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che <la Versailles puntava su Pàrig i, e un d istaccamen to francese agli ord ini od colonnello Carrion dc Nisas, preposto alla d ifesa dei ponti d 1 S. e di Sain t-C lo ud . l i matt ino del 2 luglio i Prussiani si spiegavano sulk ,iltu rc di riva sinistra della Sen na cd aprivano il fuoco per mezzo di tre baLteric campal i, m irando a forzare il ponte d i S. con un attacco in colonna. I Francesi tlvtvano inceJ'J"otto due archi di quel penne e s'erano dispo:ai a difesa negli abitati di riva dr. e nella boscaglia dell'isola d i Ségu in . Dopo una vivace preparazione d i fuoco l 'attaccante si lanc iò sul ponte, la cui inte rruzio ne era mascherata da abbattute, venendosi così: a trova re di fronre a tiri radenci, ~enza possibilit~, di sbocco; no n poLè d isimpegnarsi sen za subire grav i perdite per il fuoco di fuc ileria. li combatt imento durò accani to fino a sera e riprese all'alba d el 13 luglio con nuovi tentativi d ei Prussiani, benchè la possibilità decisive appa rissero assai scarse . L'annunzio .d el soprav ven uto arm is tizio dcter# m inò la cessazione d elle ostilità e diede termina a questo ult imo episodio della resistenza della Capitale .

Tra/lato di Sèvres. i,; un « coroll ario » del trattato di Versàillcs; fa stipulato fra la Turchia, gli Alleati e lo Stato Associaw il 10 ago.sto r920 . La Turcbia accettò d i cedere

lungoten. generale dopo Rossbach. Grnven1cn1c ferito a K unersdorf, partecipi, nel 1761 alla battaglia d i Freiberg e nel 1767 d ivenne generale di cavalleria.

Seydlitz Fede(ìco

Seyssel Beltrando

Seymour (Michele). Ammiragl io inglese (1802- 1887) . En.trato nella mar ina nel 1813, pa rtecipò nel 1824 alla spedizione in Algeria e nel r8;6 comandò la squad ra i n Cina . Comandan te in C3]JO a Po rtsmouth dal 1863 ,d 1866, col grado di ammiraglio lasciò il servizio nel 1870. Seymour Federico. Ammirag lio ing lese (1821-1895). Entrato nella marina nel 1834, p a rtecipò all a guerra d i Crimea (r855) e d ivenne contra mm ir. nel 1870. A capo <ldla squadra del Mediterra neo nel 1880, comandò d ue an ni <lopo le navi che bombardarono Alessandria d 'Egitto. Lo,·d del1'ammiragliato d al r883 al 188;, andò a rip oso nel 1886.

Seyss,e l (de Barjat e dc la Rochette. Giovanni di). Maresciallo di Savoia, m. nel 1465 . Nel 1436 fo uno dei cornn1issari che trattarono il matrimonio d i Amedeo IX con Iolan da d i Francia. Nel 1440 ebbe il collare de ll 'Annunziata e (u non1inaro luogotenente nella Ilrc~se . Seyssel d'Aix Claudio (d,). Maresciallo d i Savoia nel 1465, due ann i dopo partecipò alla campagna contro il marchese de l Monferrato ed ebbe il collare' dell' ,\nnunziata da Amedeo IX, alla morte del qua le fu uno dei · validi sostenitori d elia vedova duchessa Ioh,nda . :frysse/ barone dc /a StnYlZ Beltrando (di). Generale (1554-1619). P rese parte a tutte le guerre del regno d i Carlo Emanuele I. Nel 1589 ebbe il comand o delle truppe Delimitazioni ten-itoriali del trattato di Sèvres

Smirne e i territori europei alla Grecia, .n-u::no Costan tlnopoli; d i r iconoscere quali Sta ti ind ipenden ti l 'J\rrncnia cd il Ct:r<l istan; d i riconoscere all' Ingh ilterra il ma n(lato sullo Palestina, alla Francia il mandato sulla Cilieia e sulla Siria; all ·Jtalia i l d iritto allo sfruttame nto d el baci no carbon ifero d i Eraclea, oltre alla sua jnfluenza in parte dcli ' Anatolia. Nelle i sole del l)odecanneso sarebbero r imaste al! 'I talia solo Rodi e Castclrosso . Le clausole <li questo trattato d i pace fo rono sostanzialme nte e p rofondamente modifica te dalla pace d i I.osanna del 24 lug lio 1923, seg uita alla vitroriosa riscossa dei Turchi contro i G reci in Asia M ino re .

Seydeman. V. St·diman. Seydlitz (Federico Guglirlmo). Generai<: prussia no (T7211773). Ufficiale dei corazzieri, si segnalò nelle guer,re del suo tempo e d ivenne colonnello nel 1755. Distintosi i□ special modo nella g uerra d ei Sette Anni, fu nomina to

...,

che occuparono i l Ge nevese . Nel 1597 si segnalò nella campagna per riprendere la Moriana ai Francesi e in que lle seguenti, ch e gli valsero nel 1618 il colla re dell'Annunziata .

S,·vssd de la Clwmbrc, ma refi ese d' Aix Luigi (di). Maresci;llo d i campo (1573-1650). Partecipò a tu tte k guerre d ella fine del regno d i Carlo Emanuele, d al quak ebbe nel 1618 il collare d ell'Annunzja.rn.

Seytsel marchese d'Ai.r e de /ti Serraz Sigismondo (di). Generale, figlio d i Beltrando (1617-1692). Sino al 1648 occupò la carica d i capitano-gove rnatore d el castello e della città d i N izza. Raggiunse poi il grad o d i luog. gen. d i cavalleria e nel 1678 fu insignito d el co llare è ell' Ann unziata . Seyssel marcl1ese d ' Aix di Clulti/fon e de la Serraz Fran-

Seyssel Francesco


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SE,Y

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usco Giuseppe (di). Maresciallo cli ca.inpo, figlio del precedente (1650-r694). Partecipò agli avvenimenti militari <le! r689; fu poi ambasciato:e in F:ancia e governatore d i Chambéry. Scyssel marchese d"Aix di Sommarira e di C/1ii1illo11 Viitorio Amedeo (di). Generale, figlio del precedente ( 16791754). Partecipò alla campagna del t690 e poi a quella Je l 1ìOO contro la Francia. Si distin..: alla difesa di Torino del 17o6; nel t725 fu promosso generale di battaglia e nomi11~to colonnello del rcgg. Savoia fonteria; nel 1729 ebbe il comando del I:, 1& compagnia delle guardie del Corpo e nel 1731 fu nominato comandante clelh cinacle!la dì Tor ino. Luogoren. generale nel 173<:1, Eu gran mastro d'arti ..

g lìerìa e nel r737 fu insign ito ,lei collare dc ll'Annun7i:1ta. Si d1.~tìnse nel 'i4-I nella guerra contro i Franco-Spagnuoli e meritò la promozione a generale di fanteria. ).!cl 17➔9 d ive nne governatore d i Torino.

SEz

mandò il 20 rcgg. art. e nel 1865 ebbe: la promozione a magg. generale passando nella riserva .

Scysse/ marchese d ' Aix e S0111111arit•a Artemio (dz). Generale, figlio di Claudio, n. e m. a Sommariva del Bosco ( 1835-1911). Sotrot. <li ca,·alkria nel 1855, partecipò :,llc campagne del 1859, 1860-61 e 1866 e vi meri tò una med. d'argento; altra ne ebbe nella campagna contro il brigantaggio. Colo nnello nel 1878, comandò il rcgg. Piemonte Reale e .Jal 1881 i cavalleggeri Caserta. lvfogg. generale com and~u1 lc la 5• brigala di cavalleria Seysscl Artemio nel 1886, andò in P. A. nel 1888, e dicci anni dopo venne promosso cen. grnerale nelia riserva.

Sezione. Unità orgJnica esistente in alcune arm: e specialità , corri,ponden te al plotone. È alcrcsl unità organica p<:r ta)uni S<.:rvlzi: di sanità, di cornmÌS!iotiriato, di sussi~

Seyssd V. A. Giuseppe

Scysscl V: Amedeo

Seyssel marclicse d'Aix e S011111111riva V111or10 Amttdeo Giu,e(Jpe (di). Generale, n. e rn. a Torino ( 1747-18 19). Colon nello delle guardie del corpo nel 1790 e brigadiere nel 1796, lasciato il ser\'1zio, lo riprese ~11., 1e,tauraz1one; nd 1815 ebbe ,I colla re dcll"Annunziata e nel 1816 il grado di luogoten. generale d i cavalleria. Seyuel d'Air e Sommarwa marchese Claudio (di). Generale, n. e m. a Torino (1799- 1862). Sonor. di cavalleria nel 1816, g uad agr,.'i nei fatti d i Genova del 1821 la croce dell'O. M. S. Colonnello nel 1836, dal 1841 comandò il 6° fanteria. Magg. generale nel 1844, comandò la brigata Ao,t.i che gu idò ne!Ja campagna dd 1848 meritando la mcd. d'argento a Goito. N el 1856 g li fo conferita la croce d'ulf. <lell'O. M. /:,. e quindi fu promosso tcn. gencntlc.

Sc)'ssel Claudio

Seyssel d'Aix conte Luigi

Scysse/ d'lli.r conte J.uigi. Gc1~rra le, n . e m . a Torino (1820-1880). Tenente d'art. nel 1840. partecipò alle guerre dcll'lnclipendcnza e fu promosso colonnello nel 1861. Co-

MCn7.a. Rappresenta, inlì,tc. una ripartizione degli utlici dei comandi di grancle unità c. del mìni>1ero della guerra . La sezione corrisponde al plotone ncl l 'arma ,l'artigl ieria e sue specialità, dove è una suddivisione della batteria. Corrisponde il plotone anche nelle seguenti ,pccialità dcll"arma del )renio : pontieri , r,,diotelegrafisti, fototelegrafoti, fotoclcttr icist i. Per guanto ri{Jette g li uffici de i comandi d i grande unità e del ministero della guerra , essi sono normalmente ripartiti in due o più S. per la necessaria sudcliv1sionc del lavoro e la ,,:on.seguen te.: rcspon~abd ità di Cl'l~O .

St·::io11e di dùi11/ezio11e. Formazione sanitaria mii. alla dipenclenza delle direzioni di S(u1it:1 di C. <l"A . in tempo di pace e clèt comandi d'armal:1 e di C. d"A . in guerra . È munita i apparecchi Lrasponahili (aurostufa, autopmabilìzzawri, ecc.). Ad essa è addeno un personale specializzato. provvisto di indumenci speciali (camici di tela, tute, stiva lon i, maschere , ccc.). Sc::ione di Sa11ità. l'ormazione sanitari, mobile cli guerra, la LJUa!e ha il compito di provvedere al trasporto dei ferit i, a pplicando le cure chirurgiche urgenti, cd :11 loro !)mistan1enro, trattcnondo gl'intrasponabi li e sgon1bcrando negli stabilimenti sanitari rctro,tanti più ,,icìni 9udli che richic,dono immediata ospedal iu .az,one e ne, pi,, lontani quelli cbc snno in condizione di sopportare un viaggio pi i', lungo. La S. inoltre provvede alla costicu1.ione di in[ermcric temporanee per i pa,,icnti intrasportabili cd c,·entual,rncn te per quelli leggeri e per i contagiosi; alle disinfez ioni richieste dai vari w rp1 e reparti; al r isanamento del campo di b.tllaglia insieme coi portaferiti rcggimnllali e colla S. di disi11fezio11t· di C. d'A.; al rifomim~nto dei n1atcria]i santlari di con!'lumo ai corpi e rcpnrti. Ess:, è assegnata acl ogni divis. di fanteria e di truppe celeri (cava llcri.i, ciclisri). nonchi: acl ogni regg. <lì alpini. Per !"impiego dipende dal capo ufficio di sanìt:i della divi<. o dall' ufficiale superiore med ico audctw al regg-. alprno . J\111111,nislrativamcnlc dipende dall"o,pcdalc militare territori31c da cui fu cosmu1ta, rapprc!><'ntando un distaccamento dell'ospcd~le stesso. Ciascun~ è cor1Lrodistinta da un numero progressivo corrispondc11 cc in genere a quello del la gra nde unità cli trupp.t a cui è asscgn:ua organicamente. La S.


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più complessa è <]Uella della divis . così costituita: comando; reparto ca rreggìat0; <lue repa rti son1eggiati; reparto porta~

feriti. Il comando è formato da tre ufficiali, d ei quali uno med ico (magg iore), comandante della Sezione, uno chimicofarmacista ed ii te rzo di amministrazione. Il reparto car.reggiato ha due ufliciali medici; vi è u nito u n drappello tre no, con q uadruped i e ca rri d i requisizione, fornito da un regg. d'art. e destinato esclusivamente al servi.zio d i

trasporto. Ogni reparto someggiato ha d ue ufficiali medici, ~oochè un d rappello sa lmerie che esercita le stesse funzioni del drap pello treno. Ogni S. ha un reparto portaferiti, div iso iu tre plotoni> destinali esdu., lv3mente. nl tra~ sporto del feriti, rnenu·e i l scrvizlo tecnico viene (\isirnpegnato dall'a ltro pe rsonale d i san ità dei singoli reparti . La S. del regg. alpino non ha i l re!larlo carreggiato e di_spone di u n r,eparto d i portaferiti costitu ito su due plotoni . Quella delle t ruppe celeri manca d el reparto portaferiti; ha tre ufficiali medici, uno chimi.co-farmacista ed u no d i ammin istraziooe; d ispone di 12 autocarri leggeri. Col nuovo ordina mento (1927) è stata sop p ressa la S . automobilistica; i mezz,i d i trasporto sono messi a disposizione delle clirezioni d i san ità d i C . d'A . per e,sere poi da esse distribuite, secondo il bisogno, alle varie sezioni d i sanità . In marcia la S. raccoglie i militar: incapaci di cont inuare e lasciati indietro, n1uniti d i un big lietto co,mpilato da l med ico d i bg l. Nelle tap pe provvede al suo instal)arnen to sfruttando le r isorse locali e proced e alla visita degli ammalati raccolti duran te la marcia e di quelli che vi arri-

sviluppasse ncll 'i nterno delle capponie re o d i altri locali, e per perme tterne l 'acreazionc. Essi .sono orizzon tali nei muri frontali sopra le rnrrnonierc, o p pure ve rticali nelle vol te, con andan-1enw ordinariamente sinuoso, per in1pcdire alle scheggie che li infilassero d i penetrare nel l'interno d el locale .

Sfilamento. V

Ri11iS1a .

Sfondagiaco (o Smagliatore). Specie di pugnale. destinalo , cornc d ice il suo nome , a penetrare .attra\"erso ) l g iaco e le magl ie per ferire ]'avversario prote tto da tali

vano s uccessivamen te. In t:;ombattimcnto si installél col re-

..,

parto carreggiato a 4-5 Km . di distanza dalle linee di combattin1cnto, mc:ntre i reparti somcggitHi possono e <lebbono

portarsi an che pii, ava nt i. li reparto c,1rreggia to è chiamato " posto base » per lo sgombero dei fe, iti; uno dei repan i someggiati è ten uto in _massima di riserva. sempre pronto a portarsi avanti nel caso che la divis. debba avan1.a re, mentre l 'alt ro re parto, all'ini zio de! combatt imento, si pona più avanti per formare un posto di mcdicaziom.: ava nzato della sezione . La funzio ne principale di essa è lo Sgombero dei feriti (V .) e i l loro sm ista mento, in base alla qual ità della lesio ne e alla sua g ravità . Recentemente sono state previste S. per gassati, dest inate ai soccorsi da portarsi in caso d i uomin i colpiti da gas asfissiami.

Sfacteria. Tsole tta del mare Jonio, d i fronte a Navarino . Dopo la battagl i, d i Navarino (425 a. C .) il p resi, lio spartano d i S. fu in vestito dag li Aten iesi e costretto ad arrendersi. Dura nte l' investimento d i N avarino ( 1825) operato dai TurcorEgiziani , era stata occu ~ata da un migliaju di Greci con J5 can noni, comandati dall'amn1ir. T~tmados. All a difesa del l 'isola partecipò i l con te San•.orrc di Snntarosa, che vi rirnase u.:.:cis.o, il 9 maggio , quando i T u rco, Egiz iani presero d 'assai to l 'isola. SfaX , Città della Tu nisia, al i 'i ng resso del golfo di Gabes.

li 16 l uglio 188 , venne bombardata e p resa da u na flotw francese.

Bombardamento di Sfax ( rj85). F u operato da una flotta venezia na, :igl i ordini d i Angelo Emo, n1en trc aveva bloc• caro T u nisi. Poi che no n potè accostaisi a tiro d i ca n none da S. con le nav i, <lati i bassifondi, costruì zauc::ron i su ciascuno dei quali collocò un pezzo d 'arti glieri::t ; e con queste rudinoental i batterie ga lleggianti O!-)tr ò il bornba rdamento accontentandosi dei danni c he p rod usse alla città, !::enza operare uno sba rco.

Sfiatatoio. Apertura comun icante coli 'esterno nei locali alla prova. Sono costru iti per da re sfogo a fumo che si

Sfondagiaco: da sinistra a destra: pugnale sfondagiaco italiano; smagliatorCj alemanno; smagliatore corto; moresco

armi d ifensive . Di questa specie dì pug nale si ha notiz ia

fin dal cinquecento. Era consider2ta come arma i nsidiosa, e quindi proibita.

Sfqndamento (o 11wnovra sfo11d1mte). Tipo di manovra. che può effettuarsi sia nel campo st rategico che in quello tattico. Consjste nell a ro ttura del cen tro avversario, coptro il q uale si d irige la d irezio ne principale <lell"a tracco. Presupposto necessario per la riuscita di tale tipo d i manov ra. è che le a li resistano e abbi ano la idoneità d i sventare qualsiasi tentativo di aggiran1cnco nernico. Richiede ilote vole scaglionamento in p rofondità per poter a lim~ntarc la lotta fino al conseg uim ento deJ successo~ il che contrasta coll 'esige nza d i avere le ali robuste . La geniali.tit d el comandante si rivela col g iusto d osamento delle forze, Gli esc1n pi storici sono numerosissirni .-. Nel ca1npo strategico tipica la manovra napoleonica d i Mo nte no nc, Dego, Millesimo , del 1796. Nel campo tattico, esempio di insuccesso quel lo d el console Varro nc alla battag lia <li Canne; posit iva la manovra di Napoleone ad Austcrlitz . Nella g uerra Mond iale si sono r ivelate pa rticolari d ifficoltà a causa dei potent i mezzi difensivi : raramente lo S. è riusci.to; e quando conseguì successo , sono mancat i d opo poco i mezzi per sfruttarlo fino all'annientamento d ell'esercito avversano. Esempi completame nte negativi: l 'offensiva in iziale degli Alleati in Francia ndla battaglia d elle {'ronriere ( 1914) ; la manovra tedesca alla Ma rn a (191~) ; l'o ffensiva ted esca contro Verdun (1916); le offe nsive tedesche ciel 1918 in Francia; tutte le battaglie sull ' Isonzo escluse la 6a, la JJ& e 12". Esempio in cui, d opo il successo iniziale, è ma ncato l 'an• n!entamento de ll'esercito nemlco : l'offensiva austro-ti de.sca di Gorlice-Tarnow (r9 15); !e offensive d i Gorizia e d ella


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Bainsizza (63 e 11• battaglia sull 'Isonw); la manovra austro -tedesca di Caporetto. Gli insuccessi di tale tipo d i manovra, che è fra le più redditizie, hanno contribuito a perfezionare la dot trina , nell'ultimo periodo della guerra Mondiale, inspirandosi ai sommi p rincipi dcli 'arte : la massa e la sorpresa . Si capì la necessità di avere, in tale tipo di manovra, cogli eserciti cd i mezzi attual i, due grandi masse distinte: una massa di rottura , rnolto ricca d i me t.zi d i fuoco, destinata a spezzare e frantu mare lo schicrarncnto nemico cd a vincere le d ifese attive e passive d i esso; e una 1nass::t d i rnanovra destinata a sviluppare il suc-

col fratello

Francesco all'impresa d i Milano, ricevendone

in compenso parecchi kud i.

SfCJrza Galrnzzo Maria. Duca di Milano, figlio di Francesco (1444-1476). Fu condottiero d egli ausiliari sotto Luig i Xl d i Francia. Venuto in odio a i Milanesi, venne trucidato nella chiesa di S. Stefano. Sjo,-za di Pesaro Costanzo. Figlio d i Alessandro ( 14471483). Come condottiero servì !,arccchi potentati italiani , fra i quali nel 1479, i Fi.orentini nella guerra contro Sisto IV e nel 1482 Lodov ico il Moro, che poi abbandouò.

cesso aggirando i t ronconi dell'esercito nemico, per cadere su l loro tergo e o ttenerne la resa ed il disfacimento mate• riale e morale . A questi concetti è inspirata la manovra d i Vittorio Veneto, ideata ed a ttuata dal Comando Supremo [raliano, un ico escnìpio

nel la gL:erra. lvfo:idiale : i risultitl

notissim i hanno deciso della vittoria italiana e d egli Alleati e la fine della guerra. Uoa particolare forma della manovra sfondante è quella detta « sfondante d'ala », in cui i l tratto d i fconte p rescelto per lo sforzo r isolutivo g ravita verso u na delle a li .

Sfondatoio. Derto anche Ago, Sgorgatoio, Nettatoio (V.) . Così era chi.unato un piccolo stnrn,cnto di ferro, Ia~cew.io in punta, e guarnito in fondo d i un anello . Serviva per introdurlo nel focone delle a rtiglierie, per ripuhrlo dalla polvere incnmb usta, e per forare il cartoccio o sacch etto di cui erano cariche, acciocchè l'innesca.tura potesse facihnente comunica re colla polvere in essi con ten uta. Se ne fabbri cavano di vari tipi : a s ucchiello, smussati, a grano d'orzo, a sgorbia, ecc.

Sforza (Giacomo Muzio Atte11dolo). Condottiero, n . a Cotignola (1369-1 424) . Fece le p rim e a rmi sotto l'Acuto e Alberico da Barbiano; servì il marchese di Ferrara, i ,ignori di Perugia e d i Mil ano, la repubblica d i Firenze con tro Pisa; riportò _per il Papa la vittoria di Roccasecca sul re di Napoli e poi passò a l servizio d i questo, che _lo nomi nò gran conestabile. Liberò il Papa assediato .i n Roma da Braccio d i Montone e fu n om inato gonfalonie re della Chiesa. Mentre muoveva verso Aquila, mi nacciata ,Jallo stesso Braccio, annegò nella Pescara, tentando d i sa lva re un suo paggio.

Sforza Francesco A/ess,mdro. Capitano di ventura, fig lio di Muzio (1404-1466) . A ventidue an ni combattè in Lom1b ard ia col Carmagnola; poi tolse al papa la marca d i An-cona creandola Stato indipendente. Genero d i F ilippo Maria V isconti, d opo la sua morte si pùse agli stipend i dei Milanesi, d ivenendo nel 1450 duca di Milano.

Sforza di Pesaro Alcssa!ldro. Figl io d i Muzio Atccn-dolo ( 1409-1473). Nel 1434 fu governatore d elle Marche e le di(cse cont ro Braccio da Montone e contro Raimond,, Ca ldora. Nel 1442 d ivenne signore d i Pesaro, che dovctre difendere contro S ig ismondo Malatesta e contro Eugenio I V. Ricon(ermato nella signoria da Nicolò V, nd 1447; assislette Francesco S. nelle sue imprese; si d istinse a Caravaggio e

sconfisse j Piccinina. Dopo la pace d i Lodi passò :id aiutare gli Aragonesi nei regno di Napoh contro gli Angioini, sconfiggend o, nel 146o, Jacopo Piccinina e Antonio Cald ora; con la vi ttoria di Troia assicurò il trono a Ferd inando, dal quale fu creato luogot<nente generale del regno e gran conestabile.

Sforza di Santa Fiora Bosio (1411-q76) . Figlio d i Muzio, da Martino V fu nominato governatore d 'Orvieto, e poi d ivenne generale d ella repubblica senese . Nel 1463 fu

Sforza Francesco

Sforza Lodovico

Sforza Lodovico (detto il Mo.-o). Duca c!i Milano ( ,4511508). F iglio d i Francesco, spinse Bon a di Savoia a rinu nz.iare alla reggenza i~ suo favore. Divenuto arbi tro dello Stato, in vitò Carlo VII[ di Francia a scendere in Italia . Poi fu t ra i prim i a iniziare la lega contro la Frar.cia, ma, abbandonato da tulli, d ovette r ifug iarsi in Germania (1499) donde tornò in Italia con buon numero d i Svizzeri e fuorusciti e in breve rioccupò il ducato (1500). Sceso i n Italia un nuovo esercito francese, g li Svizzeri di Lodovico ricusarono di combattere conrr<, quel li assoldati da.Ila F rancia, cd egli, consegn ato a i nemici, fu condotto prig ioniero 1n Francia. Sforza Caterina. Sorella d i G ian Galea2w e m oglie d i Gerolamo Riario, signore d i Forlì . Nel 1488 era rimasta in n1a110 dei rivoltosi, uccisori del marito, e minacciata di morte insieme ai fi&l i se non veni va resa la rocca.. Fin~

~endo di volere indurre il castella n o ad a rrendersi C . entrò nella rocca, ma, appena den tro, a lzò la bandiera degli Sforza e cominciò la lotta contro la città . Giunti a lei soccorsi da Milano, si venne ad accordi e fu proclamato si g1\ore d i Forll Otrav-iano Riario, p rimogenito del defunto. Nel 1500 Forlì fu !,resa da Cesare Borgia, malgrado la stre nua d ifesa di Caterina, la q u ale venne condotta a Roma prig ioniera e chi usa i11 Castel S . Angelo _ Poco dopo fu lasciata libera e sposò in seconde nozze Giovann i de' Medici, dal quale ebbe G iovanni dalle llandc Nere.

Sforza Giovanni l'aolo . Condottiero del sec. XV I, m . nel 1535. Nel 1513 si segnalò alla d ifesa d i Novara contro i Francesi e nel 1528 a Lod i. DO!lO la p ace d i Bologna ebbe da Carlo V i l marchesato di Caravaggio. Sforza di Santa Fiora Carlo. Cavaliere gerosolimitano e comandante d elle galere dell'Ordine, m. nel 1571. Combatrè in A(rica Dragut, e poi agli stipendi d i Francia, nella guerra d i S iena 11el 1554 e nel 1557.

Sforza conte d; Sa/Ila Flora Sforza . Condottiero <iel secolo XVI. Dopo aver comba ttu to nelle guerre di Lom bardia e nel\ ' impresa d i Algeri agli o rdini d i Carlo V, fu chiamato dal papa Paolo li] per sottomettere i Perugini,


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quindi fu govcrn ~tore d i P:irm a e P iacenza. Ripreso scr,,izio souo Carlo V, partecipò alle guerre di F iandra. Cacciato da Piacenza nel 154ì• di,·ennc capitano generale della cavalleria pontificia. Carlo V lo mandò a combattere nella guerra del Piemonte contro i Frnncesi e nel 1552 andò in soccorso di Cosimo I nell'impresa di Siena cd ebbe il grndo <li capitano generale della cavalleria italiana e spagnuola. Sottomc,,a Siena vi fu nominato governatore. Partecipò poi al la guerra del papa Pao.lo IV contro gli Spag nuoli e si segna lò nel 1569 in Francia in aiuto di Carlo IX co ntro gli Ugonoui. '.\'el 1571, generale delia fanteria spagnuola, partecipò alla vittoria d i Lepanto.

Sforza di Santa Fio,·,z Paolo. Condouiero d el scc. XVI, m. nel 1597. Partecipò alla guerra di Siena (1554); più rardi <ombartè in Francia contro g li Ugonotti e alla battaglia di Lepanto (1571). Da Paolo 111, ,;enne nominato luogotenente _generale di Saorn Chic,a. Combatti: infine contro i Turch i, sotto l 'impero, d istinguendosi nel 1595 a Strigon ia. Sforza di San/a Fi.:,ra .\1ario. Condottiero del sec. XVI. m. nel 1611. Si po,e al servizio della Francia e nel 1552 fu spedito i11 ,occorso dei Senesi contro Cosimo I, trovandosi <:osì a combattere co ntro i fratell i Sforza e Paolo. Si distima.: a Montalcino e a Pienza. Terminata la guerra cli Siena, si pose al servizio del granduca Cosimo I, il quale nel 1568 lo inviò in Francia in soccorso di Carlo IX con tro gli Ugonmti, ove conseguì il capitanato generale della ,·avalleria pont ificia. Ritornat'l in Tos,ana, nel 15j8 fu crc:ito <a,·aliere di Santo Stefano <lai granduca Francesco I, ma poi, disg-ustato con la corte fiorentina , si ritiri> a Roma , d ove G regari(> X lll lo fece lllogotenentc generale cl i San ta Chiesa .

...,

Sforzata (Galea) . V. Forzala . Sforzesca (Scuola). Rappresenta il contraltare della Scuola Brnccesca (V.), e derivò da '.\,luzio ;\tten<lolo Sforza. rivale d, Braccio da Montone, La Scuola S. era meno spig liata, impetuosa e rapida d ella Snwla rivale. Sfor:;esca. Frazione del comune di Vigevano. Combattimen10 della Sfor::t:sca (21 mari.o 1819). Appar1.Ìt·ne alla camp ag na del 1819. In seguito agli ordini dati dallo Czarnowsky, la 2 • clivi s. (Bes) seguita dalla 3• e 4• divis. (Perronc e duca di Genova), il 21 marzo, si portò a Vigevano, oltrepassò la ciuà e prese posizione alla S. occu pando con l 'ava nguardia San Siro. li 1 C. d 'i\. austriaco (Wratislaw), secondo le d isposizioni d a te dal Radetzkr, doveva portarsi a '.\,lortara da Zerbolò per San Siro e Gambolò, fiancheggiato da San Siro a Vigevano da una colonna cornpo.<ta eia 2 bgl., 2 sqdr ., 1 btr., agl i ordini del tc n . col. Shantz. Verso il pomeriggio del 21, l'avang uardia del I C. d'A. (brigata Su·assoldo) incontrò le

Sforza di Sa11ta Fiora Fra11ccsco. Condottiero ( 1562-1624) . Col titolo di marchese di Varzi, combattè nelle guerre di Fiandra sotto suo c ugino Alessandro Farncsc, e d ivenne ,capita no generale delle truppe ital iane. R itiratosi dalle arm i, Gregorio Xlii nel 1583 lo creò cardinale e nel 159r lo foviò come legato in Ro magna. Sforza P11//avici11i Frtt11ccsco Bario/omeo. Ge11crale, m. ad Ivrea nel 1755. Colonnello e capo squad ra delle galere nel

Monumento della Sforzesca

1734, assunse nell'a nno .egucntc il comando del regg. d ella Marina cd in tale qualità fu promosso brigadiere di fanteria nel J738. F u poi comandante di Ak,sandria, govcr ·natore d i Savon a e divenne luogotcn . ge nera le. Nel 1747 vcunc: nominato govern~Hore in 2a di Ivrea.

truppe piemontesi della 2a d ivis. dislocate a San Siro. Ben presto si accese il combanimento. Gli Austriaci ebbero il sopravvento e costrinsero l'avanguardia piemontese a retrocedere. La colonna fiancheggiante Shantz continuò ad avanzare verso la S. , mentre la b rigata Strassoldo , marciando su Mortara, sboccò da Gambolò sulla d r. del J3cs. Un energico contrattacco del 1• regg. fanteria, appoggiato eia 10 pezzi, arrestò e rc,µ inse la brig:tta Strassoklo. Intanto lo Shantz, ritenendo c he alla S . vi fossero poche truppe, a uaccò il Bes. Respinto, rinnovò l'attacco, ron due sqclr., ma un energico contrattacco di due sqclr. del Piemonte Reale ne arre,tò l' im peto . Giungevano intanto alla S . anch e la 3• e J,i ,1a d ivis. piemontesi. Cun tali rinforzi lo Czarnowsky avrebbe potuto passare alla contro/Tensiva , ma, data l'ora tarda e la stanc hezza delle truppe,. rimi><: la prosecuzione del combattimento all 'indomani. Contemporaneamente però ~i era svolto infelicemente il combatti mento a Mortara.

Sforza Francesco. Generale, n. e m . a Bologna (18271898). Sottot. nel la legione bolognese nel 1848 a Ve ne7.ia e nel 1849 a Roma, passò nel 186o nell 'escrcito regola re . <ombancndo nella campag na d i quell 'anno e elci successivo, e contro il brigantaggio: meriti> una menzione onorevole e una mcd. t1·argenro. Colonnello nel 1878, coma ndò il 74° fanteria e poi i d istretti della divis. mii. d i Bologna. In P. A. nel 1884 e nella riserva nel 1891, fu promosso magg. generale nel 1895.

Sforza Claudio. Generale medico, n. a Karni, m. a Roma ( 1818-1926). Sottot. medico nel r874 . divenne colonnello nel 1903; fu direttore di sanità <lei VI C. d'A. e nel 1904 passò a dirigere la Scuola d'applicazione di Sanità n,ilitarc . Magg. genera le mcd,co ispettore di Sanità mii. nel 1908, fu in L ibia nel 1911- 19 ,2 e vi meritò la m cd. .d'oro dei benemeriti d ella salute pubblica. In P. A. nel 1913 e promosso tcn . generale medico nel 1914, fu richiamato in servizio sino al 19 19 in occasione della guerra contro l 'Austria, ind i fu collocato nel la ri,crva . Per mer iti acquistati durante la guer ra ebbe la m ~d. d'oro dei bcncmaiti della croce rossa .

Sfruttamento del successo (S1ra1egia). t la fase utile della battaglia, e deve essere continuato fino all 'annientamen to dell'esercito nemico. Nel la concezione di una manovra il capo deve predisporre i mezzi non solo per ass1curare il succe,so iniziale, ma per poterlo sviluppare succes.si\'amcn le. Sfn11wme11to del w ccesso ( Tatlica). La riuscita del contrattacco <là inizio allo S. del S . . nel qua le il bgl. di


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primo scaglione avanza con cutre le cp. attaccando il nemico per farlo retrocedere ov unque. 11 comandante de l rcgg . impiega. i bgl. <i i secondo scaglione, sia per ampliare e sfruttare il successo riportalo da quell i d i primo scaglione, sia per sviluppa re uu a:..:iooc in <lirc7,ionc diversa . Nello S. del S. e nell'inseguimento, i cannon i per fanteria contribuiscono ad dimin.arc k anni ::automallche che cercano d i arrestare o ritardare l 'avanzata del le fanterie. Data la precarietà dei collegamenti e le d ifficoltà dei tiri al d i$opra del le truppe proprie, i pezzi 11011 debbono esitare a portarsi jnnanzi fi no al i 'altezza dei rcµarti più avanzati. Raggiunto l'obiettivo <kll 'attacco, e aperta ndln linea <l i resistenza ncmiçj una breccia di suflicien te arnpiezza, le truppe del primo scaglione si sistemano rapidamente al di là <lì esso in posizione favorevole al la resistenz;1; le 1

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lanciabombe. L'artiglieria leggera deve compiere ogni sforzo per seguire ed appoggiare l 'azione ddla fanteria. Importa far presto per non dar tempo al nemico d i r ip rende rsi, e sopranuuo per impedi rgli d i attuare le predisposte internl7.Ìoni, che renderebbero tardo e perciò inefficace I'inseguimento.

truppe degli scaglion i successiv i le scavalcano per iniziare

lo S. del S. nella stessa d irezione second o cui l 'attacco si è svi luppato. L'azione a tergo dei uonconi avversari per rendere p iù esteso i l cedimen co è còrnpito, per regola_. d i grand i unit~ d i seconda e terza schiera, ed ha per condizione necessaria che l'azione frontale sia vigorosamente proseguita. L'avan~ zata al di là dell 'obbiettivo dell'attacco, da parte della c:'ivis. di prima schiera, si d ifferenzia dalla precedente penetrazione a seconda della maggiore o minore intensità delle successive resìsten7.e che l'avversario è ancor:, capace di opporre. Quest 'avanzata dev'essere decisa, ma eseguita con m.etodo e coesione ; 1nitragliatrici e pezzi per fanteria r iescono gui utilissimi per la loro mobilità ~ rapid ità d i entra ta in azione; sarà tuuavia necessario distribuire in più larga m isura k artig lier ie fra ]e colonne, perchè queste possano far fronte alle esigenze dell':\zÌone, che d iverrà sempre più episodica, sottraendosi pertanto a<I u n' azione d i comando accentrata . Lo S. d i un successo già assicurato da grandi unità di prima schiera sì ottiene lanciando attraverso la breccia g ià aperta le divìs. d i seconda sch iera sul fianco e sul tergo di un ità avversarie ancora resistenti, men.tre le d ivis. d i prima schiera sono spinte innanzi frqntalmeote per disorganizzare il sistema delle artiglierie nemiche ed impedire l'improvvisazione d ì linee difensive re• crostant i. Avvenuw il cedimento della fron te avversaria, ciascuna delle grandi unità im pegnare si sforza d ì ampliare quan to più possibi le il successo ottenuto sull a sua fronte o di sfruttare il ce<lìmento della cont ig1,a fronte avversaria per progredire . La parola <l'or<l ine è: avanzare tutti contemporaneamente nelle d irezioni prestabi lite. In questa fase, allo stretto coordinamento da parte <lei comando superiore s i sostituiscono il comune orientamento sullo scopo da raggiu~gere e ia direzione assegnata al 1novi1nento di ciascuna delle grandi unità sottoposte . li comandante provvede a riordinare lo schieramento delle grand i uniti. d ipenden ti , a ricostituire le riserve d i forze e di mezzi, a spostarle nelle direzioni e nei luoghi coovcniemi per alimentare l'avanzata o per parare a possibi li reazioni dell'avversario. L'azio ne d i S. dd S . deve essere immediata e violenta, per poter passare, senza indugio, all'inseguimento . Resiste nze d isseminate per coprire il ripiegamento del! 'avversario , azioni di retroguardia, debbono essere superate e travolte. L'azione dd la g rande unità assume in questo caso il carattere del massimo decen tramento; tutti procedono senza preoccupazione d i allineamenti ,1è d i collegamenti laterali , col solo vincolo della direzio ne. Dato il carattere frammentario delle opposte resistenze, il compito principale dell 'azì.o ne spetta alle fanterie, ai pezzi per fanteri a, ai carri armati se ve ,1e sono disponibili. Sarà di grande efficacia, anche in questa fase, l'uso dei tro mboncini e dei

Il Duce esamina u n apparecchio di sgan cio del « Caproni 74 :t

Sgancio (Appare,d,.i d,). Sono dispositivi contenuti ali 'esterno o nell' interno dei vel ivol i da bombardamento, a cui sono sospese le bombe che vengono poi sganciate a vo lon tà <lei pilota. Sugl i apparecchi ita liani m ilitar i, gli apparecchi d i sgancio sono a doppio comando; meccanico ed elettrico .

Sgarallino (Andrea). Maggiore garibaldino, n . e m . a Livorno (18,9-1 887). Nel 1848 o rganizzò una cp. d ì bersagl ieri con cui, dopo aver com~

battuto in Lom bard ia, si oppose agli Austriaci che volevano en trare i n Livorno. Nel r86o favorì la d iversio ne nel1' Agro romano della spedizione dei Mille, poi raggiunse in Sicilia G:irìbaldi, d i cu i nel 1867 favorì la fuga d a Caprera . Partecipò "nchc alle campagne garibaldine del 1862, 1866, 1867. Suo fratello !a,·opo fu pure maggiore gaSgarallino Andrea ribald i no: partecipò alla spe• dizione dei Mille, a quella d 'Aspromonte, a quella d ì Menrn na, e al la guerra del 1870 in Francia.

Sgombero. Tutto ciò che pii, no n serve ai finì ciel combattirncnto uomini e cose dev 'essere sollecita1nentc sgotn berato a tergo. A ciò in<luco□o ragioni cli eco nomia, d i praticabilità e nel caso <li persone d i carità um<HH1 . La .storia ci ammaestra con esempi d'ingorghi Vtri ficatìsi all'indomani d i azioni campali e che hanno pre• g iud icato in manièra pili o meno grave i successrvi avvenìinenti o l'attività degli altri . I residui pei quali la logistica deve provvedere con lo S . sono in correlazione con le quant ità d i marerialì che occorrono e che affluiscono sul campo di battagl ia. Attualmente queste quantità hanno assunto proporzio ni ingenti, date la vastità delle fronti, la molti tudine di armat i e le colossali proporzioni delle guerre fra nazioni. Lo S. deve assicurare la deflucnza del mate-


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r iale inutile, non limitatamente alla profondità del le prime lince, ma sino agli an1nrnssamcn ti e agli stabilimenti d i r icupero . Modalità <li S. ve oc sono r.ltretrnntc quante <li rifornimento, in corrispondenza alla specie dei materiali:

mobi li sarebbe di g rave ostacolo al movimemo delle truppe e renderebbe be.n presto vana I·~zionc delle unità sanirarje avanzate. Dal campo d i battag li~ al posti di medicazione il trasporto dei feriti vien fatto da i portaferiti reggimcn-

Sgombro di mafati e feriti rom.ani su carro

Sgombro di feriti su aeroplano in L ibia

rifornimento e S. sono le due (asi - ascendente e discendente - per le quali passa tutto ciò che ai combattenti serve e che d a essi viene impiegato, consumato o logorato. La nostra regolamentazione prescrive che allo S . dei materiali in genere prnvve<lano i comandi d'art. dei corpi cl 'armata. Q uesti si ,-valgono dei mezzi automobilistici, : guaii al rrirncnti sarebbero desti11ari a far ritorno vuoti dopo ef~ fettuati i r iforn imenti muni1.ioni . Dove non fossero sufficienti questi, o per inoltrare al di bì della giurisdizione territoriale del corpo d'armata il materiale sgomberato, vien fatta apposita richiesta agli autoparchi delle armate.

tali, che d ispongono d i barelle, il cui numero però non semp re è sufficictùe, donde la necessità d'improvvisare mezzi di sgombero, per i quali i portaferiti stessi ricevono una .speciale istru'.lionc. A l trasporto ,lei feriti dai l'osti di m edicazione alla Sezione di Sanità (V.), vien provveduto da quest' ultima. Nel! 'ultima gllerra per lo sgomber<> dei feriti in n1ontagna vennero i;nprovvisati veicoli slittanti con bare lle applicate alle slitte ed anche agl i sci ; fece buona prova anche il snvi:,io delle teleferiche, il quale venne per la prima volta acluttato in quella campagna. Dalla Sezione di sanità agli srahili1ncnti sanitari retrostanti lo. sgombero per vie ordi narie si effettua colle ✓llltoa111br1ltmzc (V .), le quali vanno di massima dalla Sezione fine> a l territo rio delle armate . Pi,, ind ietro i mezzi di d isseminazione <lei feriti nel territorio nazionale sono rappresentati <la tren i sani tari , treni-osped ali, am bulanze Auviali e lagunari, navi.ospedale, e dall'aviazione (V .) . Nelle località di massimo transito di truppe e d i rren i sani tari vengono impiantati posti di soccorso, nei quali sono accolti i frriti

Sgombero di feriti e malati. Rappresenta uno dei compìti <lei servizio sanitario in guerra della n1assima importanza, sia a scopo curativo donde la necessità di una pronta ospitalizzazione dei fe riti e malati , sia dal punto di vista igienico, evitandosi i dann i dell'affo llamento, sia ancora 1

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a scopo morale, sottraendo a coloro che devono combattere lo spettacolo deprimente <lei caduti, sia· i nfi ne a scoç-o m ilitare, po ichè l'agglomeramento di rnalati e feriti sul campo d i battaglia, lungo le linee e nelle formazioni ~anitarie

Sgombro di feriti con teleferica dal ì\-lonte Nero

o malati che non siano ritenuti m grado di prosegui re il viaggio. Lo S. dev'essere fa tto in modo che negli ospedali eia campo di C . <l'A. sia sempre disp:,nibi le la metà dei letti da servire in caso d' irnprovv isi fatti d 'armc. Non


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sempre lo sgombero deve avvenire a ta{'pe fisse dall'o;pedale di C. d'A. a quello d'armata e da questo agli ospcdJlt in zona tcrritonale: '>C le condizioni dei feriti e la possibilità di farvi giungere i treni lo consentono, lo S. può essere effcuuato direttamente dalla zona dei C. d' A. a quella territoriale. Lo S . dei feriti è ricordato nell'« Iliade », nella quale si accenna al trasporto a bracc ia, e così in Senofon1e. Il trasporto si face,•a anche per mezzo dei grandi scudi <lell'cpoca, e per mezzo delle armi co11itucnti una rudimentale barella. Furono poi adoperati gli animal i che erano r.egli eserci1i: cammelli, elefanti, cavalli, muli, asini. I carri

dcniale in ancor più •eri i,nnarazzi <ki precedenti, condannandolo a nuova immobilità; ma vabc tuttavia ad indirizzare la dottrina militare verso nuo,e concezioni strategiche e tnttiche, fovorite anche dall'accrescersi dei mezzi per lo sviluppo preso dalla produzione bellica.

Sguazzi (Vittorio). Generale medico, n. a Robecco cl"Ogljo nel 1860. Sottot. medico nel 1886, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e 1>0i alla guerra contro l 'Austria. In questa meritò una mcd. d'argento e una di bronzo al valore e una d i bronzo dei benemeriti della salu1e pubblica, e fu promosso colonnello nel 1918. In P. A. S. poco dopo la g ucrrn, fu promosso magf:. gencrnle medico nella riserva nel 1928. Shaffer (G11glid1110). Generale americano, n. nel 1835. Volontario nel 1862 nell'esercito federale, nel 1865 vi divenne,

Sedia Rho

Grembiale Caletti Sedia Rho Sgombro di feriti nella R. Marina

furono tn uso fin dall'an tichità, così in Grecia, fin d.1i tempi d'Omero, come in Roma, come nei med io evo. e fino a noi; dapprima con carri di guerra e con <1uelli comuni, poi con carri appositamente aurezzati. l)urante la guerra Anglo-boere, fu o rganiz7.ato u11 « Corpo d i volo ntari di ambulanza del Nata! ", composto di 2000 u. per il trasporto a braccia dei feriti. Lo S . per via d 'acqua fu pu re a<lo pcrato quando ciò riuscl possibile; ad e•. in campagne sul Reno nel scc. XVIII , nella campagna d'Egiuo sul Nilo, in quella francese di Roma sul Tevere, nella guerra Mond ir, le con le ambu b11zc fluviali nei cana li del Vene10. Infine, ebbe applicazione per lo S. I 'avia><ione sauitaria, sia nella guerra Mondiale che nelle operazioni coloniali.

Sgretolamento (Grig1101agc). Dal verbo francese « g rignoter » nel senso cli " rosicchiare » (mangiare poco a poco). L a locuzione fu adottata dal gcn . Joffre dopo la Marna, a giusti ficazione della stabilizzazione presa dalla g uerra, che panava ad offensive parziali, sterili di grandi risultati, quali si sarebbero voluti dalla pubhlica opinione rimasta delusa nclb sua aspettativa d i irnme<liat i successi, no n conscm iti dalla imperfezione e dalla deficienza dei mezzi bellici dell'Intesa di fronte a quelli degli Imperi centrali. L'~u(cm ismo cm pertanto atto a tranq uillizzare la pubbl ica opinione, illudendola con le maggiori clisponibilit:\ d i uomini posseduti dall'Incesa: :n realtà tale metodo di guerra era imposto dalle circoswnze per evitare l'inazione e per la ricerca di una dottrina. Gli venne data la denominazione tecnica di « guerra di usura » , ma tutta\'ia, per la verità. valse piuttosto, e per molto tempo, a coprire una impotenza in atto . Da un siffatto genere di guerra cercò di uscire il gcn. :--Jivelle, succeduto al gcn . Joffre alla fine del 1916, in un burr35coso periodo di agitazioni del potere legisla1ivo francese Cùntro l 'esccutivo, interprete d i a pprensioni della pubblica opinione, mentre il crollo della Rmsia si pronunciarn, e andava delineandosi l'interl'cnto americano a sostegno della capovolto situazione nella consistenza degli effettivi fra I ntesa ed Imperi cen1rali. La battaglia dcll'Aisnc clcll'aprilc 1917, ba~ta sul concetto di offensiva audace in grande , tilc, sostituente lo S. ritenute statico e non risolutivo. per un complesso di circostanze sfavorevoli non raggiunse lo scopo, e pose il fronte occi-

per

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benemerenze

acquistate nella guerr:i di Secessione, brigadiere genera le . Nel 1898 diresse le operazioni che portarono alla capitolaShaffer Guglielmo zionc d i Santiago <li Cubn. Andò a riposo nel 1yo1 col grado di maggior generale.

Sha-ho, Fiume della Manriuria, afn. del Taits-ho. lJartaglia dello S/w.l,o (ottobre 1904). Appartiene alla guerra Russo-Giapponese. Dopo la "ittoria di Liao-yang. l 'esercito giapponese ( 150.000 u . .;on 600 cannoni, al comando del marcsc. Oyama) ava nzò schierandosi a sud dello S. con la dr. (1' armata, Kuroki) a Pcnsiku, la s'r. (4• armata, Oku) a l-luzanpu, il centro (2• armata, Nozu) dalla stra<b maodarina alle miniere cli Yentai. La massa principale dei Russi ( 19(!.000 u. con 78o cannoni. al comando del gen. Kuropatkine) raccolta a sud di Mukclen con posti avanzati sulla d r . dell'Hu n: alla sr. un nucleo costituito dal Il e Ili corpo, verso Talin, guardava le provenienze montane. li gen. Kuropatkinc erasi deciso a tentare la rivincita di L iao-yang mcrcè un'offe,1siva intesa ad impegnare il nemico frontJlmente a cavallo della strada manda6na, mentre un 'ala manovrante doveva avvolgere la dr. attraverso i passi <!el mas;iccio d i T al in, giungendo sugli sbocchi di Bianiupusa e Pensiku. Le forze russe fro111eggianli le tre armate giapponesi comprendevano a sr. il 1 e llI corpo siberiano, la 5a divis . cacciatori, reparti dd IV e V siberiano , due d ivis. di Cosacchi; a d r. il XVll corpo europeo con parte del Il e del V siberiano; al centro un corpo di colleg,1mento (2 brigate); a d isposizione del generalissimo la riserva generale (I corpo e uropeo, VI siberiano e parte dd IV) . Dal 4 al 9 ottobre si svolsero i movimenti preliminari dei Russi, dando luogo sull'estesa fronte (circa 70 Km.) sd nioni local i. Il nucleo orienmle rn~ID mosse il 4 ottobre a l comando del gen. Stackelbcrg, preceduto cfalla cavalleria, do,·cndo iniziare per primo la pi,ì lunga e difficile avanzala moorana; esso ragg1unse Pcnsiku, ove i Giapponc•i r ipiegaro1n. Il giorno 9 i Russi occupa,·ano Bianiupusa. 11 nucleo russo occidentale proceclcva frnttanto a c:,vallo della via mandarina. li 1 0, dopo ripiegamenti delle forze lor,:, avanzate, i Giapponesi respingevano gli attacchi dei Russi arrestandone l'avanzata. li 12 l'insuccesso del nuc leo oncr,tale rus,o si ,1dinc.l\'a e lo Stackclberg raccoglieva le sue forze verso llianiupusa. L •te ottobre le ali centrali dt Oku e di Nozu attaccavano a ca-


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Battaglia dello $ ha-ho (1904)

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strada mandarina; B, ferrovia Mukden Liao Yang; C, Collina dell'albero isolato; Giapponesi, rigati i R ussi

vallo della ferrov ia e della strada, ma erano contenute dai Russi. li 12 l 'attacco giappo nese .si delineò verso la dr. russa ottenendo van taggi. Pre$SO le miniere d l Yenta i 1 il corpo d i collegan1cnto russo venne respinto e rostretto a ripassa re lo Chili-ho . Quella ·st_essa sera del 12 vedeva i l piano oticm ivo dei Russi infranto; essi passavano sulla d ife11 siva . I Giapponesi muovevano all" attacco il 13, p untando sul centro nemico, ment re Kuroki , ormai padrone delle posizioni d i Ilianiupusa , puntava fra il ce ntro e la sr. russa. I Russi erano costretti a indietreggiare. li 14, facendo intervenire le riserve, riuscivano a con tenere alquanto g li attacchi nem ici, tanto clie putevano rioccupare L ingsipu già <la essi perduta: ma ;,ella stessa sera questo centro e vari vicini centri abi tati veni.vano ripresi dai Giapponesi . li 15 falliva un te ntativo ru:;;so di con troffensiva in quel settore, non solo, ma i Russi perdevano Shahopu e la coll inetta dcli'« Albero isolato ,,, preziosa in rasa pianura, tanto che il giorno dopo la brigat a russ:. Pur ilov veniva hu1ciata a l~ l 'attacco e la ripre ndeva, dandole il suo nome. Sull 'es1 rema dr. russa, la brigata giapponese Yamagata, in un rischioso tentativo aggirante, era accerchiata e subiva gravi perd ite . l i 17 e il 18 i l maltempo e la stanchezza fecero languire l'azione, e le posizioni del 16 forono le definitive in questa battaglia, durata nove giorni, costata 1 5.000 u . ai Gia p, poncsi e 40 .000 ai R ussi, in sostanza nnn dccjsi,va, seguìta da una stasi d i quattro mesi , durante i quali gl i avversari si prepara rono all' urto decisivo, la battaglia di Mukden.

Fanteria 1806

Cacciatori J 807

F anteria 1810

D, miniere di Yentai. Bianchi i

Shakò, Voce derivata dall ' ungheru.e . Era un copricapo degli ussari <l'Ungheria, aòottaw da quel li francesi e d'altre nazioni, passato poi ad altre armi . In Francia divenne tronco-conico e talvolta cil in<U.-ico , e fu così grosso da conte.. nere anche oggetti personali del soldato. Ebbe ornamenti di vario gene re, placche, nappine , coccarde, piumini. i\ poco a poco andò .r impicciolendosi, fino a non d ifferire d i molto dal kepì. (Inçjsioni <li reparti napoleonici).

Cacciatori a cavallo

Ufficiale

Ar tigl ieria a piedi

Shang-hai (Scianga,) . C ittà della Cina cent rale, sulla sr. del fiume Hoang-fu che sbocca, a 20 Km . a valle della città, nell'estuario del fi ume Yang-tze-k iang . La Cina vi costruì un g rande arsenale mi litare. Nel gennaio 1932 vi si rnanilestò un m o vim e nto anrigiapponese, come riflesso alle operazioni i11 Manciuria, con episodi sanguinosi. li 27 gennaio il console giapponese consegnò al sindaco della città un ultimatum pcrchè cessasse il movimento: tempo, 24 ore. l i 28 sbarcarono trnppe dalle navi della flotta giapponese, e i l g iorno dopo si iniziò una furiosa lotta fra Cinesi e Giappo nesi al limite della Circoscriz.ione Internazionale, con horn bardamento aereo e gravi perdite cinesi. Il 18 febbraio i Giapponesi chiesero il ritiro della


S HA

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19" armata cantonese a 20 K m.. della città e lo smante llamento dei forti di Wu-Sung entro il 19 successivo . li 20 j G iapponesi attacca no da Ciapei a Wu-Sung i Cinesi, ma

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sura quasi ermetica. e specialmente per diminuire le sfuggite di gas, era pr~ara nel blocco otturatore S(esso una cav ità leggermente conica.

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Fucile Sharps mod. 1852

J1ng- : Ta-zang o

Sharpsburg. Nome the fu anche dato al la battaglia di Antietam (V.).

/(iang-ua o o Yen-oa-Lse

o Ippodromo

Sheerness. Ci1tà marittima dell 'lnghilrerra, nel I 'estuario de l Tamigi. avamposto di Chatam. Duranre la guerra 1914- r918 fu base marittima ed arsenale d i costruzione e riparazioni , mantenuto anche dopo la guerra .

CAMPO dA 61APPOIJ

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A ssalto di S!u:emess (19 giugno 1667) . Ap pa rtiene alla guerra Anglo-olandese. L'ammir. o landese. R uyter, ricevuto l 'ordine <li d istruggere i vascelli inglesi, gli arsenali, i magazzini militari, jl 15 giugno, con ternpo burrascoso, rom~ parve con la sua flotta nell 'estuario di fronte a S. l i 17 incaricò la divis. dell'am mir . V~n Gent (17 fregar.e , 5 navi avviso) di operare con tro Chatam e contro Gravescnd . Van Gent a ttaccò il 19 S. e dopo un bombardamento di UD ora e roezz:i sbarcò un d i.staccamento <li 800 u . che si impad ronì d i S. e del forte : il <listaccarncnto incendiò l'arsena le dopo averne ritirato materiali e fatto saltare in aria il forte . Rassicuratosi su tale punto ) Van Gen e si ad~ dentrò nel Roya l Pass per l"operazione d i Chatam (V .). 3

o La città e

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dintorni di Shangai (1932)

Shekan (o Sef(tari). Localirà <lei éordofan , a sud d i El Obeid.

dopo un pr imo successo sono r espinti: il 23 attaccano nuovamemc i Ci nes i a K iang-uan a val le di S. presso W u-Sung e subiscono un notevole scacco; sbarc,aw allora nuove forze, mentre si <lisC<Itono a Ginevra le basi di un armistizio fra Cina e G ,appone . 11 2 marw i Cinesi si r itirano a 20 Km. da S . e il 5 maggio viene firmato l'arm istizio che pone fin~ alk operazio ni . Duran te il conflitto i Cinesi ebbero 6o8o morti fra m ilitari e borghesi e 2000 fc. riti ; i Giapponesi 370 morti ~ 3760 fer iti, fra esercito e manna.

Shan-hai-kuan. Città della C ina , p resso al lim ite della Grande Muraglia sul m are . Durante la spedizione comro i Boxcrs, un corpo alleato mosse da Tien-Tsin contro S . Ne facevano parte d ue cp. di bersaglieri e una d i m arina i italian i, (470 u.), insieme con 800 tedesch i e rnoo francesi, al comando dcl l'ammir. Seymour . I nostri si d istinsero nell"attacco ai foni, che furono presi mentre la guarnigione cinese si dava alla fuga . Sharps (C.). Costruttore d',mni americano. Nel ,851, in unione a Lawrcncc, ;:>rese il brevetto per una ch iusura di fucile, a cono verticale. L a scatola di culatta era avvitata alla canna : nell'apertura verticale della scatola stessa scorreva d all'al to in basso un blocco otturatore metallico, mosso <fa una leva che faceva anche da ponticello. Una piastra a percussio ne dava fuoco alla capsula. Per ottenere la chiu-

Battaglia di Slwka11 (5 novembre 1883). Appartiene alla guerra degli Egiziani contro i Mahdisti. Questi ultimi (circa 60 .000) avevano provocato !"insurrezione nel Cordofan im padronendosi, il 17 gennaio 1883, di E l Obei<l d ifesa , la 6 000 u . e T2 cannon i agli ordini di Mahmud Said pascià. Una colonn a egiziana (86oo fanti, 1400 cavalier i, 3000 irregolari, 42 pezzi) agli ordini d i H ichs pascià e de l governatore del Suda n Al-el-Dcen , pactita d:1 Cartum il 9 set• tcmbre, rimonrò il Nilo e il 2j settembre mosse per El Obeid. Le ulti ,nc not izie d i detta colonna furono date il 3 ottobre ; poi si fece attorno ad essa i l silenzio. li 19 novembre g iunse a Cartum la notizia -che era caduta in un agguato. Jl l\fahd i, avvertito della st rada scel ta dall a colonna eg iziana per g iu ngere ad [~.I O beid, l 'aveva attesa alla stretta di S . l'' esse> i pozzi d i Kasghi l, d isponenrlo i 60.000 mahdisti sui boschi lungo i due fi anchi della stretta. Il 5 novembre le t ruppe egiziane era no tutte ingolfate nella stretta, q uando il Mahd i ne ordinò l 'a ttacco a lla testa e successivamente in coda ed ai fi ancbi . T utta la colonna fu letteralrn_entc massacrata : solo d ue o trecento uom_ìni su 13.000 si salvarono con la schiavitù. Cammel li, bagagli, artiglierie caddero in mano a.i vincitùri.

Sheridan (Filippo). Generale americano ( 1831-1888). Era ufficiale d i cavalleria nell'esercito federale all"ini·zio della guerra dl Sccessionc 1 e subito si distinsej in conseguenza della vittoiia di Chattanooga fu nom inato ( 1864) coman-


957

SHE

dante della c avalleria . Con tre d1vis. n u merose, ben montate, o n imanìcntc arm ate, Jibère da con vogli ingombranti , ~Ha rnano del comandante, ii S. compì imprese avven111~ rose : le sue sc'lrrerie sono rimaste celebri nei fasti della cayalleria, mentre p1:e;ciosì insegname nti hanno dato per l ' im p iego d i <JUest'arrn a . Infi ne conquistò, d urante le operazion i del 1865 com ro Richmond, le irnpon a nt i posizion i in torno a F ive-Forks . Comandò, nel 1883, l'esercito d ell' Un ione e lasciò un volume d i i( Men1oric )> .

SHR

sci m o to ri in t re n avicelle, ha un 'apertura ala re di 36 metri e mezzo, e un peso massimo d i 31 .700 Kg. Equipaggio 10 uonùni, arman1ento q uattro rnitragli:nrici di c ui una installata all'estremità di poppa.

Idrovolante Short R 6-28

Sherid an F ilip po

S herman. Guglielmo

Sherman (Guglielmo) . Genera le americano ( 1820-1891). Uflic iak d'an. nel 1840, pa rtec ipo nel 1846 alla gueri'a col Mess ico, poi lasciò l 'eserci to e riprese servizio nel 1860. a lla d irezione dell a Scuola rnil. di Alcx,md ria. Scoppiata la guerra di Secessione, partcciµù alla ba ttaglia .-Ii 13ull-Run a l comando di_ una lnigata . ?vfesso in sottordine a G ranl fu

{1110

dei suoi con siglieri più avveduti .

Sl1ort Gunard. BipJano metallico inglese da rkogn i1..io1~t, che può essere attrezzato rapid amente s ia come aerop lano che come idroplano. A rmamento : due tnitragliatrici e un lanciabombe leggero. A pcn u ra ala re 111 . J J ,28, p eso chi iogrammi 3200 circa, velocità Kmh . circa 2 60.

Partic0Jarmc11te

notevol i sono la sua d ecisi"a partecipazione a lla presa d i Charleston e le infaticate marcie colle qual i, scorrendo ii paese nemico e non daudo tregua alle truppe Confederate , decise della loro ultima capitolazione. Dopo la pace ebbe a lti incarichi militari; rnppresenrò il suo paese al Messico , p acificè> i territori del Far \Vcst d a lla guerrig lia ind iana, e ne l 1869 succedette al Grant nel comando in ca po delle forze dell'Unione . Seguì in curopa la campagna del 1870; nel 1 876 pubbl icò le sue « Memorie » .

Sh erpur . Piazzafo rte d d l 'Afgan ista n a nord d i Cabu l.

Assalto di S/ierpur (1.879). Appartiene alla spedizione in glese cont ro ! 'Afganistan . 11 22 dice mbre r879, sir Roberts vi fu attaccato dagli A fgani, ma egli, !1revenuto, 1i lasciò avvicinare senza dar segno di vita: quando css~ g itrnscro « meno <li Bo m. d i distanza li i nvestì jn,prov visao 1cntc con raffiche <li fucileria e col fuoco dei suoi ca nnoni, in rnodo ria infrangere istanrnnenrnenre lo slancio degli assalitori e da

volgerli in fuga. Alcune ore d opo g li Afgani te ntarono un

ritorno offensivo, ma anch 'esso fallì èompletamente . Sh i loh. V . Pittshurg. Sh imose. Denominazione adottata da li 'esercito giappo• n ese per d esignare ii T rinìtrofenoio . Sh irakawa ( Yoshino,·i). Gene rale g ia pponese (1868-1932). P rese p arte al le g uerre C ino-g iapponese e Russo-g iapponese. e fu Sonoseg retario alla Guerra dal 1922 al 1924 e 11cl 1927

ministro . Comandò le. forze g iappoucsi a Shang•hai ne l 1932 e nn1asc v ittima di un attentalo.

Short (I? 6-28) . Idrovolante ~d ella mann a inglese, da r icognizione e bom bar-da111ento . - ln l(;rarrten tc rnetall ico, con

;\ppa,..cchio Short Gunard

Shoubridge (sir Tommaso) . Gtncra lc i11gkse dell'epoca nostra. Parteci pò da colonnello alla guerra con1ru i Bot.:ri ( 1899-,902) e rimase fino a l 1905 nell'Africa meridionale. Come. magg. generale ebbe comando <l i brig;ita n1etropo-licana dal 1906 a l ,9rn . Partecipò alla guerra Mondiale e fu S<1l fron te i(aiia no a l coman do del la 7a div is. inglese, dopo d i ave re comba ltu ro su l fronte francese . Prese p arie a lla battagl ia d i V ictorio Ve neto .

Shrapnel (o Grrwaw a pa/10110/a) . Dai nome del cnlon nel lo inglese che nd 1803 fece a Morbay i prim i esperimenti dl pl"o ietti sferici a mitraglia, ossia d i proietti che contenevano nel loro interno, olu·c al la carica d i scqpp io, anche d el le p al lottole, o pallettc, d i p iombo, da fucile. La loro forma di1•enne in seguito cilind ro-ogi1•alc e la d isposizione interna della ca rica e d elle pallcnc subì successive modificazioni . Questi proieni furono adoperati nel 1808 dagli Inglesi, alla ba n aglia d i V imcira; quindi alla p resa d i S. Sebastiano, ali ·itssed io d; Bada io,;, ccc . I primi S. avevano d ue fori: uno per inu·odurvi la polvere e che si chiudeva poi con un tappo; e l ' al tro pe r la spoieu:;i. L ' impossibi lità, jn qlidPepoca, d i p rovqcare scnz.a inconvenienti lo scoppio dello S. lungo la tl'aicttoria per u tilizza re la forza viva delle pa llette prima dcli ' urto del proietto co,nro il su olo od al tro ostacolo, a rrestò poco dopo la su~ difft1sione . Esso però risorse verso la metà del secolo, c.111anCl0 i


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progressi delle spolette a tempo ne permisero un impiego sicuro c<l efficace. Lo S. moderno ha la forma esterna uguale al la granata or<linaria: internamente cooriene un ceno numero di pallette sferiche c<l una piccola ca rica di

settembre 18ì9 da un reparto inglese agli ord ini del colonne llo Cunie .

1. Atta<"CO del Shutarga,·dan. Pa,11 (3 mtobrc 1879). Mentre Roberts procedeva verso Cabul col grosso delle forze, jJ colonnello Money, col 3-0 bgl. Sikkhs, i l 21-0 Puniab e 4 pcui da montagna, custodiva il passo. I ribe ll i G hilrais si a<.lunarono con (orze notevoli su!Jc alture dominanti:

il colonnello Moncy non attese che si ordinassero per attaccarlo, ma li att2ccò egli stesso su lle loro posizioni e li respi nse, inAiggendo loro notevoli perrl ite. l ribel li tornarono all 'attacco il 15 o ttobre, 111a vennero nuovamente rcspi uti .

Tipi di shrapnel - da sinistra a destra: a caric::i anteriore; a carica centrale; a carica posteriore

scoppio. L'involucro esrerno è di ghisa, od una parte jn ghisa (ogiva) ed i l r imanente d'acciaio (bossolo o parte cilind rica) . Le pallctte sono d i piombo in<luri to o <li a ltro metallo, cogli interstizi generalmente r iempiti con colofonia fusa, perchè rimangano fissate. L'1 c,:trica interna , o è dentro un tubo d isposto secondo l'asse del proietto, oppu re avanti, oppure d iet ro alle pallette : .nel 1° caso si chiamano « shrapnel a carica centrale »; nel secondo, a ca rica anteriore; nel 3'~\ a carica posteriore o a dia f.rnmma. La parte cìlindrica esttrna, , che é,1st.i:.uìscc l' involucro, serve a portare le p allctte in essa con teo utc sino a breve distanza da l basaglio, e quando la spoletta (a tempo) ne provoca lo SCOJ)!)ÌO, le schcgg,e d ell'invol ucro e le pallettc. per 1a velocid che hanno d i traslazione, sono prnieua,e avanti, allon tanandosi lateralment<:: le une da lle altre, per effetto <!ella carica <l i scoppio e per il movimento <li rotazione del proietlO. La differcmsa ha granata e S. consiste nel fatto che la prima scoppia coll 'urto contro il bersaglio; il secondo invece scoppia davanti al bersaglio, e le scheggie e le pallecre., sparpagliandosi, coprono in avanti un'estesa zona attorno al bersaglio. Nello S . anche se J"i nvolucro esterno non scoppia, I'elretto è ottenuro ugual incntc, pcrchè le pallettc sono se mpre proiettate fuo ri di <:sso pn effetto del la carica i11tcrna, che deve t rov2re sfogo necessariamente in avanti, spingendo via l'ogiva e la spoletta , cbc sono solamente avvitate all'involucro.

11. Conti-attacco del S!mrargardan Pass ( 19 ot tobre 1879). Circa 10.000 ribelli <lelia montagna circondavano sul S. i l col. Moncy. 11 gcn . Robens inv iò il gen . Gough con un rcgg. di. cavalleria, un bg l. di fanteria e 5 cannoni, in soccorso del colonne llo, sia per liberarlo che per rifor~irlo d i vettovaglie e munizion i. La colon na Gough il 19 otto bre era nei pressi del passo. JI col. Moncy, saputo della vicinanza dei rinCorz.i, ot~sc l 'ofiensiva con tutte le sue forze costringendo i ribell i alla fuga. Il i9 ott~bre j J passo ve nne abbandonato \ !agli Inglesi perchè le nevi ne impedi vano il traffico.

S. I.A. Mitr agliatrice leggera italiana della ditta Ansaldo di Torino, calibro mm. 6,5, cartuccia ciel fucile italiano mod . gr. Peso col sostegno 10. 700. f:: a t iro ·continuo

Kt

Mitragliatrice SIA

e può sparare 600 colpi al m inuto colla semplice pressione sul bottone d i sparo. Ottu ratore scorrevole e g irevole racchiuso nella scatola d i culatta; raffreddamen to ad aria. La stessa molla del percussore funziona anche da molla riwperatrice; così che ad ogni colpo, nei ritorno indiet ro dcll'orturatore per effetto déi gas della scarica , viene espulso

Shrewsbury. Città delì'Inghilterra, nei Gal les (contea d i Shro).

·'

Battaglia di Sl11·ewsbmy (21 luglio 1403). ApparLicnc a li~

rivolte d ei vassalli contro i l re d' Inghilterra E nrico JV . I due eserciti , cli forza p.-essochè egual i, d i 12- 14. 000 u., erano al comando uno <lei re , l'altro di Percy. Q uesti si lanciò all'attacco sfondando il centro del l"armata rea le, ma fu ucciso da una freccia . I suoi partigia ni si demoral izzaro no e d isorganizzarono ed Enrico IV riportò una con, .. pleta vittor ia, uccidendo 5000 r ibell i e ponendo in foga i superstiti.

Shutargardan. Passo mon tano dell 'Afganistan pel quale passa là strada che mette in comunicazione Cabul con la va lle del Kurram, afAuen te dell 'Indo. Venne occupato I' 11

Mitragliatrice leggera SIA


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il bo!>so lo, viene introdotta un 'altra cartuccia, si richiude I ·o tturatore, e l"arma si rimette in posiz ione di sparo per i successi\ i colpi . L 'arma è fissata sop-ra un pcrnù applicato ad un sostegno con le gambe anteriori che possono e~sere ripiegate lungo il tela io del sostegno, per faciliti, d i irasporto, e la gan1ha posterio re è g irevole in tuui j se nsi. 1

Sia. 1\ eroplano italiano <la ricogn izio ne, t ipo 7 B, con motore Fiat A 12 bis, velocità ora ria Krnh . 180.

Apparecchio S IA

Siacc i (An g<'lo Francesco) . Colonnello e scrittore militare, 11. e 111. a Roma (1839-1907). Uffic iale d 'artiglieria in Piemonte, si segnalò per ì su<i studi scientifici e per le scoperte d i balistica. Partecipò campagna del 1866; insegnò alla Scuola d'applicazione d 'art. e gen,io e lasciò i l servizio attivo riel 1892 venendo promosso colonnello nella riserva tre anni dopo . Fu professore d i meccanica superiore a l! 'università di T orino e <l i meccanica razionale a quella <l i Napoli. Membro delle ?iù importanti accadem ie scientifiche, deputato d ì Roma nel la XVl e XVII legislatura e senatore dal l 892, le sue opere d i balistica gli val sero una (am; mondiale. Fra le ·nolte sue pubblicazion i: « Corso dì balistica tcorico~pratica >) ; cc Sui principi del tiro »; t\ La balistica )) ; ~( La balistica escern;1 )>; (( Nuovo rnerodo per ri-

alla

Birmania. Nel 165J entrarono i n relazione con i popoli europei, ma dopo poch i anni ( 1689) l" relazioni vennero troncate jn ~eguiLO <id una viole nta reazione xen ofoba con~ tro i C ristiani in generale ed i Fr,incesi in particolare. Nel 185 r il. re del Siam riannodò le sue relazioni con gli Stati europei. Dal 1885 al r 889 bande cinesi e tonch incsi si impad runirono di pane <Id ia prnvincia di Laos, e il S. combatti: a lungo pet scacciarli. Nel 1892-93 la F rancia si interessò dell a provincia d i Laos e dd la riva sr. ciel MeKong, e dopo vari incidenti , a c ui, nel 1893 , segu1 u 1l ultimatuin, si in iziaron'J regolari optrazio nì d i g uerra . Truppe l'ranco-tonchi~esi res!Jinsero i Siamesi dalla sr. <ld Me-Kong, mentre la /lotta dell' amm ir. francese Hurnann il r 3 luglio 1893 forzava lo sbarramento d el fitnnc Mei-Nam e si presentav:i davanti a Ilangcok. li S., il 3 ottobre 1893, fu costretto ad offrire garanzie, che vennero perfez ionate nel la convenzione franco-ing lese del 15 gennaio J896. In condusione il S . perdet re tutta la provincia del L aos che fu ceduta al Tonchino, tutto il territoriu della sr. <lei medio Me-Kong clie fu ceduto all'Annam , alcune p rovincie del basso Me-Kong che fu rono cedute al Cambodge. E il Siam d ivenne uno Stato cmcinctro fra la 13ir-

solvere i problemi di tiro » ;

<( Sugli angoli d i .massima giLtata )) ; (( Alcune nuove iorrné di resistenza che riducono il problema balistico alle quad rature " ·

Siam. Stato !ibero <lcll 'l\sia sud-orientale, fra la Cocincina francese, la Birmania ed i possedimcuti inglesi della penisola <li Malacca. Capitale llangcok . .Estensione: 518. 162 Kmq . Abitanti 10.300.000. I Siamesi, provenient i <la i nord nel V secolo, s i spinsero verso sud occupan do rnan mano

Cannoniera fluviale siamese

il paese e respingendo i Cambog iani. Nel r350 occupavano territori lssai più estesi degli attuali, dopo di ;ivere vinto le varie guerre mosse ai Can1bogiani duranle quattro secoli. Nel secolo XV e XVI f.urono più volte in lotta con la

ma nia, la colonia inglese della penisola di Malacca e la colonia francese d cli 'Indocina. Nel 1904 fra Inghilterra e Francia fu sottoscritto un accordo che regolava le rispettive zone d'jnfiucnza nel Siam . Alla Franci~, venne asse~

gnata tutta- la zona <li riva sr. del Mc i-Nam cd il golfo d i Siam , all' lnghiltcrra tutta la zona di riva dr. dello stesso fit1mc sino ai d ue mari. Nella guerra Mondiale il Siam paneggiò per gli Al leat i, e col trattalo di Ve rsailles Ja Germa nia fu obbligata a rinunciare a suo favore~ e senza

indennità, a tuai i d iritti e FTivikgi che aveva ottenuù, nonchè a lutte le p roprietà del gover no tedesco nel paese, eccetto le sedi dei rappresentanti legal i della Germania presso i l Governo siamese . Il 23 giugno 1932 scoppiò una ri volta provocata da un « partito del popolo » for mato da ufficiali e soldati <lelle forze armate e da autorità civili e politiche, con lo scopo <li ottenere una costituzione. Il 25 giugno il re accordò sen7.'altro la creazione nel Siam di un regime mona rchico cnstituzionale, il cui Statuto fu firmato e promulgato il 10 d icembre 1932. Jl nuovo regime è però tuttora (1933) ogget to di discordie intestine .

. Il re del Siam coi suoi ufficiali ( 1917)

Forze armate dei Siam. EscrCÌlO : d ue corpi d'armata su due d ivis . ciascuno, un regg. di cavalleria e<I uno del


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Srn

_genio. Ogni d iv is. è com posta di <lue regg. fa nteria a tre bgl., un regg. art. su due g rupp i, una se7,. d i Sanità . Vi sono Scuole m ilita ri per cadetti, per ufficiali, per sotrufficia li. G li obbl igh i mi litari durano d:,l 21<> a l 450 a n no ~li et~ , che s i compiono : per due a nni sotto le a rmi, 7 nella prima riserva, :ro n ella seconda, 6 nella terza. La flotta -comprende G cannopierc fluviali, 3 cacci~tQrpedin ierc, 4 torped in iere ed 8 un ità m inori .

Sibari. Ant. c itt:l della Mag na G recia, sulla spiaggia a occidente d el golf:o d i Taranto . Fu assediata ne l 510 a . C . -dai Crotoniati : l' a ssed io d u rò 70 giorni, e poi la città fu p resa. La maggior parte degli a bita nt i fuggirono nelle a ltre colonie g reche .delr l talia merid ionak e S. venne to talmente -O istrutta.

Siberia. T erritorio che compre nde tutta l' As ia sem , nt rionalc, d ipendente dalla Russia. Superficie Kmq. 4 .394.000; 01b. 8.700.000; capo!. ~nvo Sibrrsk . G ià percorsa da rnm1i,crcian ti russi fino dall 'Xl secolo, fu occupata s ribilmente 'fra il 1618 e il 1648, ossia me ntre si s volgeva in E uropa la guerra dei T renta Ann i. Durante il periodo czarìsta servì d i luogo d i deportazione per re:Hi politici e comuni. Nel 1892 fu iniziata la cos truzione della fe rrov ia transiber ia na, che arriva fino a l Pac ,fico . V i s ì svolsero e p isnd i della g ue rra provornta da lla rivoluzione rnssa , fra il ' 9 ' ì <". il

Sic

960 -

1919. (V. BolsC<'virht).

Sibilant ì. U no dei tanti oorni, coi guaii si ,listinguevano i c:aononi nei secoli XV e XVl. Sibilla (M"ssiera, Alberw). Generale, n. a Mo ndovì nel 1864. Sottot. d'art. ne l 1884, andò in P . A . nel 1916 , nel -quale anno venne promosso colonneHo , rimanendo .in ser• v izio per la guara contro 1· Austria. Nel 1929 fu p romosso

generale cli brigata nella riserva .

Sibille (Nino). Gene rale, n . a Monrlnvì nel r869,. Sottot. d'art. nel 1889, raggiun se il gradQ d i colonnclJo nd 1917. J>artec ipò alla guerra · contro l'Austria e nel 19 20 and ò in P. A . S . Promosso ge nera i~ di brigata in A. R . Q. nel

1926, passò nella riserva nel 193r. Fu poi console e console generale d d la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale . Sib ò. Comune <le lla R o mania, sull'alta Szamos, nella Transi iv:;in ia già ungherese. Battaglia di Sibò (1705) . App artiene all a guerra per la Successinne di Spag□a : ope razion i d egli imper ia li contro i r ibell i ung h eres i comandati da Rakocz.y. Questi, rnn 8 .500 fanti e 1500 cavall i, si era trincerato a S. , e il comandante degl i Imperia li , Herbcv illc, avanzò il giorno n novembre a1 1'attacco delle posizio11 i nemic he, con 20 bg l. d i fanti e 9 cp . d i granatieri in prima sch iera, la cavalleria in se-

conda, l'artiglieria alle. ali . Le trincee nemiche furono SU · pcratc all a ba io ne rta sulle nli, e il centro degl i Ungheresi, che <laµpri1na aveva resistito, venne avviluppato . La strage fu g ran<le, perch i: gli Imper iali non dcuero quart ie re . Pnchi riuscirono a sa lvarsi con la fuga, abbandonando 28 cannoni sulle posizioni pcrdult; 6000 u . ri masero uccisi: fra essi erano parecch i tedesch i e fra ncesi. Gli lmpcr iali pcrdcueru uomin i.

·5 00

Sibota (o Syvow) . Gruppo di isolcne del Mare Jonio , 'presso la costa dclrEpiro, all'imboccatura m eridionale d el cn11ale- di• Corfù ,

Combartime11to di Sihota (~32 a . C .). App artiene a lla guerra del Pclopoonesn . Essend o Corcira (Corfù) i n iotta con Corinto, aveva ricorso acl Atene, la quale concluse una lega d ifensiva con j Corcircsi , i quali .ar m a rono una flot ta d i 150 tri remi e ~ndarono, nella primavera del 432 a . C . , contro i Corcitesi , c he, con 110 trire mi , stavano presso le isole d i S. Nello stretto si venne a battaglia . Dicci triremi ateniesi, avevano ordine d i non combattere se non nel caso che i Cori nzi assaiisscro Corcira . Il combattimento si accese accanito . All'ala dr. vinsero i Corcircsi , che insegui-rono fi no a terr~ i ncmic.:i e sb3rc.arono a saccheggiare il canJpo; ma ciò recò loro g rave danno, perchè non poterono accorrere in tempo a sostenere l'ola sr. disfatta dai CorÌn7,i, che avrebbero riportato più con,p le ta vittoria , se

gl i Ateniesi non avessero avanzato a coprire la f uga <lei Corciresi. Questi _perd ettero 70 J1avi , i Corinzi. 30 .

Sica. Secondo alcuni, non era altro che la picrnla ar ma detta « folx supina », sorta di colcello ricurvo., a lama acuminata, adoperato <:lai gladiatorj traci durante l 'in:lpero romano. Secondo il Gaya, avrebbe _avuto questo nnme invece u n'arma diritta, a f:oggia d i spacb.

Sicambri. Pooolo gerrnanic0 ,ht a bitav~ nelle foreste immediatamente vicine alla sr. del ]teno. Quando nel 55 a. C. Cesare , sconfitte a lcune nrde cli German i, p assò il Reno per insegu irle, i S. non osarono d i aftronrnr!o e si nascose ro nelle loro foreste . Due anni dopo però varca rono il Reno e 2 000 dei loro cavalieri si spinsero Crno ad Adua~ tuca, d ove la legione lasciarn da Cesare a guarrlio dei bagagli riuscì a respi ngerli. Agri ppa e Druso li sconfissero ~eriame nte ; lvi. Lol! io riuscì a domarlt solo dopo una guerra accan ita, ma essi si ri1nisero presto dcj rovesci toccati, e cnnt inuarono a fare scorrerie nella Ga llia . T iberio li a ssa lì nu d ovette combatre re a lungo con lo ro, e , q uaodo li cbhe v inri, ne trasportò 40. 000 sulla sr. del Re n o . Da allora il nome d ei S. non appa rve più 11ella sto ria .

Sicardi (Francesco). Generale n. e m . a N apoli (18611932). Sottot. d'art. nel 1880, ragg iu nse il grado di colo nnello nel 1915. Comandante j l ro0 da campagna, iniziò la guerra contro l'Austr ia sul Basso Jsonzo e meritò la med . d ' argento. Colonnello brigadiere comandante l'art . d el X C. d'A. n el 1916, fu collocato in P . A . n e l 19,ì e sino al 19.19 comandò il deposito d d 13° art. da campagna. Magg . generale poco dopo, assun se nel 192:, i l grad o d i

generale d i ,divis. nella riserva. I

Sicardi Ernesto. Ammiraglio, n. e m . a Napoli ( r8G41933). Entrato in scrv.i-zio nel 1879, fu promosso conrram mir. n ella riserva nel 1918 e arnmi r . di d ivis. ne! 1923. P rese parte alle ca mpagne d ' A frica 1887-8-9, alla campagna d ell 'Estremo O rien te ( 1900) e a lla g ue rra Mondiale . F u d irettore d •art. e armamenti del <lip . mar. di N a poli dal 1916 al 19r8.

Sicca Venerìa . Ant . città d ella Numic!òa , sopra un colle p resso il fiume Uag radas. A ttualmente El Kcf. Battaglia di Sicca Jlcncria (109 a. C.). App artiene a lla guerra giugunina . Dopo In sconfina di Muthul, Giug urta , re della Numidia, venne a sapere che Caio Ma rio, lungotenente del console Q. Cec ilio Metello; era stato m an dato con poche coorti a S. per p re ndere <le i g ra no. Giug u rta s i avviò d i norre con scelta cavalleria e snrprese i R omani menrre uscivano dalla c ittà . lv[a i Romani fccer ~ fronte , e in b reve sbaragliarono e volsero in fuga i soldati d i G iugurta .


SIC

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Siccoli (Stc/0110). Maggiore gariba!dino, toscano ( 18341886). A qua11ordici anni fuggì di casa per partecipare alla rivoluzione del 1848, battenr dosi a Curtatone e p,i a L ivorno; cos1reuo ad esulare andò m America ove combanè nelle file dcli 'esercito pcruvi~1no. divenne maggiore· e fu

mutilato di una gamba. Nel Toscana in tempo per partecipare al breve moto d ì Firenze; nel 186o era capo <lel drappello che doveva appoggiare il d iversivo della Sped izione dei Mille ncl1'Agro romano. Fallito questo S iccoli Stofano passò a Malta e poi raggiunse Garibaldi in Sì.:ìlia. Nel t86G partecipò alla campagna nel Trentino. Fu deputato al 1.>arlamcnto per Pontassieve ncWVIII legislatura.

1859 tornò in

Sichem. Anr. cio.tà della Palestina, o ggi Nabh,s. Vi si wmbattè in principio del i secolo a. C. una battaglia che fu vinta dal re di Siria, Demetrio Éucaro contro Gionata, re di Gerusalemme e sommo sacerdote del santuario . 11 primo dispo neva di 3000 cavalli e 40.000 fanti, il secondo di 6200 mercenari e 20.000 Giudei. Le truppe merccn:,rie di Alessandro, <lcpo una eroica rcsi,1cnz:1, furono interamente d istrutte, e Gionata cercò sca mpo sulle montag ne. Sici lia. Isola italiana del Mediterraneo, superficie Kmq. 25.738, abitanti 4 . 100.000. LX forma tri2.ngobre (ant . Trinacrù1), volge al Tirreno un fianco montag noso breve e ripido, menrre degrada a est verso lo Jonio con più dolce pend io. e a sud con l'Altopiano Siculo, sino alla spiaggia che prospetta l'Africa. La sua viabilità si adana allo schema tracciato da l! 'esistenza dei tre valich i principali che

SICILIA

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20

40 Km.

60

sch iudono l'accesso da ll 'uno a ll'ah ro versante: a) la sogl ia di Lcrcara Friddj, che incide l 'Mco tirrenico aprendo una via mcri<liana fra i bacini del Torto e del Platani; b) la depressione di Enna, che apre la via equatoriale fra le valli del Salso e del Dittamo; e) la sella di M arona, che unisce le due testate del Gela e del Caltagirone. Si hanno cosl tre solchi - util izzati dalla viabilità rcr le comunicazioni intcrmed;c anraverso gli orli montani - i quali allacciano mcrcè direttri ci trasversali i l sistema delle comunicazioni periferiche e costiere. Fanno sistema con la Sicilia i g ruppi insulari delle Lipari, Egadi e Pcl:tgie. oltre Pantelleria ed Antica bandiera della marina siciliana Ustica . Le appartiene per affinit:ì gcncti..:a anche Malia, po liticamente soggetta all 'lnghiltcrra. La Sicilia ha somma importanza strategica nei rjguardi mariuimi come piattaforma di g iunzione fra l'Italia e l'Africa e come baluardo che in parte sbarra il varco Mediterraneo frn esse compreso. Grave minaccia per essa e pèr l'Italia è il bastione tunisino, che s'inohra a contenderle il dominio di quel ,·arco. Dal punto di vista mi litare , operazioni in grande stile contro la S. suppongono lo sbarco d i forze ingenti , che cJifficilmente potrebbe auuar.i senza grandi mcu .i . Primi abitatori della S. furono i Siculi, ,•enut i dal cont inente, e sovrappostisi ai Sicani, r espinti verso la parie occidentale dell 'isola. La quale fu poi colonizzata dai Fenici e dai Greci. che la conobbero sollo il nome di Trinacria e vi si stabilirono vcr,o l'V[IJ scrolo a. C. Siracusa divenne ti na delle loro più potcm i colonie . Vari tiranni dom inarono le cin:ì · principa!i, come Gela, Ag ri){cnto, l mera, e nelle louc che fra loro si svolsero intervennero i Cartaginesi, ponendo piede per la prima volta nell'isola nel 480 a. C. e venendo sconfitti per terra e per mare dai

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Siracusani. Verso la metà <lei V Secolo cercarono i Siculi, guidati da D ucezio, d i riunirsi per far fronte ai Greci,

ma il loro tentat ivo fu vano. Seguirono aspre Ione fra le varie ciuà, Sclinunce-Scgcsta, Siracusa-Leonini , ecc., in cui erano colonie di varie stìrpi g reche. A tene jnrervenne con

grandi forze, ma le sue truppe furono completamente sconfirtc sotto Siracusa (V.) nel 4r3. Quattro anni dopo sbarcavano, pure con grandi forze, i Cartaginesi, i quali presero e d istrussero Selinunte e Imcra, e, nel 406, con tina nuova spedizione, Agri<i;ento. Metà dell'isola era ormai in loro possessò. Nel 397 la guerra si riaccese fra gli invasori e Dionisio tiranno di Siracusa, che cacciò dalla 5. j Cartaginesi . L'anno seguente questi tornavano alla riscossa e invasero di nuovo l 'isola, rna furono costretti ancora ad

abbandonarla . La lotta cominuò fino al 383, q uando i due contendenti si d ivisero la 5 ., segnando il confine col fiume Platania: a oriente so,w il domin i.o di Siracusa , a occi t lcme sono i l dom inio cartaginese. Ben presto nuove con tese sorsero fra i vari tiranni, fuse nella più vasta lotta fra Greci e çarcaginesi . Questi. r imasero sconfitti nel 340 dal corinzio Timoleone, e le cose tornarono quali erano state stabilite nel 383. l.lreve periodo d i pace, e nuova g uerra dal 317 in poi fra i Cartaginesi e Agatocle, tiranno di Siracusa, che, sconfitto, dovette chiudersi in Siracusa . Di qui egli portò la guerra .in Africa, mentre le truppe lasciate a

S iracusa validamen te- la difendeva no . La pace fu conclusa nel 306 : frattanto era risorta a g rande potenza Agrigento, e decadeva quella dèi Greci, i. quali chiesero aiuto a Pirro, che si trovava nell'Italia merid ionale in lotta contro i Roma11i. Il re s9arcò nel 278 in S icilia e vi ri mase due anni, prendendo molte e,ttà, fra le quali Palermo, e rid ucendo i Cartaginesi al solo possesso d i Marsala. Subito dopo un corpo di Mamertini si i mpadronì di Messina e si• sparse intorno a saccheggiare e devastare . Siracusa e i Cartaginesi si allearono contro q uesto comune nemico. Ma i Mamert ini, ridoni a mal partito, invocarono aiuto a Roma . E Roma intervenne, originandosi così: le guerre Puniche (V.) che terminarono con la conquista <li tutta l'isola, che divenne romana nel 2 10 a. C. Seguirono le guerre Se,·. vili (V.) . L 'isola fu conquistata nel 440 d . C . dai Vandali, che la cedcltcro ai Goti; dal 535 appanenne ali 'im pero d'Oriente, fi no all'827, quando comparvero i Saraceni , che dopo lunga lotta, durata fino al 902, ne d ivennero padroni. Nel 1057 posero· piede in S. i primi Normanni: la conq uista <la parte loro fu compiuta nel 1091 . Dal r 194 al 1266 appartenne agli Svevi ; poi, fino al 1282, agli Angioini; da tale epoca fino al 1504 agl i Aragonesi ; dal 1504 al 1713 agli Spagnuoli. Allora fu data a Vittorio Amedeo di Savoia, che la tenne fi no al 1720, quando dovette cederla all 'Austria, venendogli d ata in cambio la Sardegna. Nel 1734 l'Lmpero, sconfitto, fu sostituito dai Borboni di Spagna, che la tennero fino al r86o, anche quando il regno _ d i Napoli fu loro tolto dai Frnnccsi, ossia nell'epoca napoleonica. Durante l'occupazione del regno d i Napoli per opera <ICi Francesi, in Sici li a si costituì un esercito borbonico, con N apoletani che avevano seguito il re, e con volontari. sici liani., mcnlrc nelJ'.isola erano anche con tingenti inglesi. Il re a vrebbe ,,oluto che le truppe operassero per ,a riconquista del Napoletano, ma !"Inghilterra, che facc,•a le spese per l'esercito, salvo modesti tentativi in Calabria non spinti a fondo, si servì delle truppe siculo-napoletane per le g uerre contro i Francesi nella penisola iberica dal 1808 in poi. l Piemomesi in Sicilia (17r3-1719). La guerra per la Success10ne d i Spagna si chiudeva nel 1713 col trattalo di Utrech t , in virtù del g uale Vittor io Amedeo U assumeva il

titolo di re ed otteneva di poter aggiungere ai suoi Stati l' isola di Sicilia già in possesso della Spagna. Nella circostanza lruppe dell 'esercito piemontcs,: venivano distaccate a presidio deJl 'isola . 11 nuovo dominiu fu però di breve d urata. Infatti nel 1718 la Spagna faceva sbarcare a Palermo un corpo d i spedizione, che, respinte le deboli fone piemontesi, occupava a poco a poco tutte le principali località dell ' isola fino a r aggiungere Messina. Le milizie piemontesi, malgrado la strenua difesa opposta nelle piazze di .Nfi.la:?,l.-0, A ugusta e Taorn1ina, er ano costrette a r ipassare

lo stretto ed a ritirarsi cogli onori <ldlc armi a Reggio di Calabria . Nel 1719, intervenuta l'Austri a nella contesa, la Spagna ern costretta a cederle la Sici lia e Vittorio Amedeo ne riceveva in cambio la Sardegna . .'

Ri110/11zioue in Sil'ilia (1820-21). l::Jel 1812, in ·seguito a richieste ddk popolazioni siciliane, appoggiale dagli Inglesi, i Borboni concedettero all 'isola la costiwzionc di Spagna, la quale venne annullata nel 1815 dal re Ferd inando : due anni dopo la S. cessava di possedere i suoi auticbi p riv ilegi e veniva r idona a provincia del Regno. Appena si presentò il momento favorevole, e queslo iu la rivolrn <l i Napoli dd 1820, J•jsola insorse e nom,nò un proprio governo provvisorio. l Borboni inviarono con 10.000 u. il geo , Pepe Florestano che, sba rcato a Milazzo , avanzò su Palermo: respinto, entrò in trattative largheggiando i n promesse ve rso i Siciliani e potè così entrare in citdl. Ma la corte d i N apoli annullò Il" promesse e sostituì il gen. Pepe col gcn . Colletta. Il governo provvisorio si ririrò a Messina. !'l'el 1821 arrivarono nel Na~ poletano gl i Austriaci a sostenerv i la causa del1·assolutis1n o; essi 111andarono truppe in 5. e g li isolani dovettero rassegnarsi alb sotto rni!>sionc , non avendo avuto neppure il tempo d i raccogliere ed organizzare un esercito per re-

Dandicra della Rivoluzione. Siciliana ( 1849)

sìstcn.:.

Rivoluzione in Sicilia (r848-49). F in dal gennaio del 1847 la S. fu in subbuglio, come le altre regioni d'Italia: subito dopo la r ivolta d i Napoli si pose in aperta rivolu;,;ionc, costringendo le truppe borboniche a ripassare lo stretto d i Messina, mentre un governo provvisorio si costitu iva a Palermo il 3 febbraio) sotto la presidenza d i Ruggero Settimo . Esso provvi.d e a8 organ izza re ed armare t ruppe, m ettendo in stato di <lifesa le piazze forti. li ro luglio fu dai S iciJia n i offerta la corona al duca d i Genova , che però non l 'accettò. I Si-

ciliani tentarono an che di portare la rivoluzione nello Calabric, ma non vi riuscirono. Nell'agosto i Borbonici sbarcarono nell'isola, al comando del

gen. Filang-ieri, il

1\IIedaglìa dC'i Borboni µer la spedizioni?' in S icilia (1849)

quale attaccò e prcS<: nel scuembre Messina e Mi lazzo . Segui per introm issione della Francia e <ldl 'Inghi lterra un armistizio (n ot tobre) cbc d urò fino al 1°. aprile del 1849. Allora Filangieri avanzò


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,•erso Taormina e la pn,sc (3 aprile), battendo co n le sue truppe regolari le male armate milizie che costituivano l'improvv isato esercito ,iciliano al romando del gen. polacco :çfiero,lavski. Que,ù si riLÌIÒ a Catania, dove il 6 aprile tentò di resistere, ma ,·enne sopraffatto. Catania e Siracusa tornaro no all'obbedienza dei Borboni, e i Siciliani si ridu, scro alla sola Palermo, dove il lo ro parlamento il 23 aprile decise di deporre le armi.

Sicilia. Reggimento di fanteria su 2 bgl. levato nell'i,ola nel 1714, durante il regno di Vittorio Amedeo Il di Savoia. Quando il re abbandonò la S .. il rcgg. passò in l'icmontc, e, nel 1726, in S:i rdcgna, recluwndo anche u . d i quest'isola. Venne soppresso nel 1751.

Colore delle mostrine: fondo rosso con due righe laterali verdi nel senso oriz.:ontale. /viotti dei reggimenti: 61<>: • Fiochè rimanga un sol uomo» ; 62° : " Vi rtute supero ». Festa <ki reggimenti: pc:r il 61° il trl ottobre. annivcrs:irio del combattimento a Cima l'alone ( 19 15); per il 62• il 30 maggio, anni,·ersario della difesa di Passo Buole ( 1916). I.a br igata ebbe in guerra i seguenti comandanti: magg. generale Illoisc (1915-16); brigad iere gcn. Chiossi (1916-17); brig. gcn. Venezia (r917-18); magg. gen. Garrucciò (1918); Le sue perdite in guerra ammontarono a ufficiali morti H, teriù 88, d1,pcrsi r5; u. di truppa m. 547, f. 2345. d. 639.

Sicilia. Reggimento di ca\'alleria (dragoni) del regno delle Due Sicilie, costituito nel 1754. Scompan·e dagli ordinamenti del 1821. Sirilia. Reggimento d i fanteria delle Due Sicilie, costi tuito nel 1825. Sicilia. Brigata di fanteria di linea, costituita nel 1861 coi regg. 61° e 62°. Partecipò al le carn1,:1g 11c del ,866, 1870, 1895-96, 1911-12, merita11<lo il 6 1° la mnl. <l'argento ed il 62° una d'argcn10 e una di bron,w. Durante la guerra del 1915-1918. per la quale il 61• conitul il TT2" fanteria ed il 6:z<> il 208°. la hrigata si battè nelle Giudic:iric, e in val Laga rina; nel 1916 passò a Salon icco e par-

Coran:ata .- Sicilia •

Sicilia . Cor;1zzata, varata a Venezia nel 189r , e ntr~1la in servizio nel 1895. Dislocamento 13.298 ronn ., lunga m. 122, larga m. 23,50; macchine HP. 17.621. Velocità 20 nodi; armamento IV 3,13, Vlll 152, XVI 120, oltre a numerosi pezzi d i piccolo calibro e mitragliere, Gemella del " Re Umberto » <: del la «Sardeg na », Radiata nel 1923.

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Siciliani (Pantaleo). Generale, n. a Napoli ocl 187,_ Sotto!. d'art. nel 189<>, divenne colonnello nel 19 17. Partecipò alla guerra contro l 'Au, tria, nel 1920 a ndò in P.A .S_ , nel 1926 vi fu promosso generale cl i brigata , Mcùaglia del (\ 1 ° fanteria

tecipb all'offensiva nella zona di Ostrorn, alla battaglia del la Cerna, all'offensiva finale . Essa mcritÌl, o ltre alla cita✓.ione sul bollettino di guerra N. 371 <lei Comando Supremo, una mcd. di bronz-0 (6:i<> regg.) e la croce di guerra francese con palme (62°). Nel 1926 la • Sicilia » as,unse il numero di 8• brigata di fanteria, cost ituita su t re

rcgg., 61°, 62° e 65".

Siciliani com e Do111e11ico. Generale, n. a Cirò nel 1879Sottot. di fanteria nel 1898, partecipò alla guerra Libica meritandovi una mcd. di bron7o, e alb guerra ~ ondiale , g uadagh andovi una seconda mcd . d i hronzo e la croce cl i cav. dell 'O. M. S. Dopo la g uerra fu nel Brasile quale. addctto mii. e nel 1926 ebbe il comando del 52• fontcria. Generale di brigata nel 1930. fu ,·icegovernatore della Cirenaica e poi comandancc delle truppe della T ripolitania; in tale qua lità nel 1933 fu promosso generale di div1>ione _ Sicinio (Dentato). Tribuno romano d el 453 a. C. Ebbe il soprannome di « Achille Romano " · Diccsi che partccipa,se a centoveoti battaglie riportando quarantacinque fc. ritc. Trihu nn della plebe nel 453 a, C . fu fatto uccidere da Appio Claud io. Sicione. Ani. città del Peloponneso . presso· il golfo di Corinto, munita di acropoli. Fu conquistata di sorpresa dai Dori, e nel periodo fra b g uerra persiana e la pdopo nnesiaca, saccheggiata da Tolmida . Nel 454 a. C. i Sicioni i furono sconfi tti da Pericle, e nel ~45 aiutarono i M cgaresi . Durante la guerra del Peloponneso furono alleati di Spana, cui mandarono un contingente di na,·i. Nel 424 a. C. rc, pinsero un assalto d i Dem9stcne.

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La bandier3 del 6,., fantc.:ria ( ~1Iacedorifo 19,;}

I. Pre,·a di Sicio11e (314 a. C .). Avendo i Sicionii ucciso Alessandro, governatore d el Peloponneso, sua moglie, per vendicarlo, radunò un esercito, marciò contro di loro e li


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scon_fissc: poi assed iò la città e la prese, trauandola però

guire sempre i l castigo per ogni -

senza eccessiva severitù .

<lcmpienza, giacchè si può essere battuti per una disgrai.ia,

II. Presa. di Sicio11e (252 a . C.). Fu eseguita da un piccolo gruppo d i esiliati sicioni, guidati da Arato, i l quale voleva liberare la sua patria dalla t irannia d i Nicoclete. Radunati n ascostamente in Argo degli ,unici, li m andò alla .spicciolata verso S. in cui riuscì a entrare di notte. Il popolo corse alle arm i e Nicoclcte fu scacciato.

ma il lasciarsi sorprendere rappresenta se mpre una colpa imperdo n'abi le. li servizio di S. mira ad evitare la sorpresa, d isponendo i suoi clementi attorno al grosso delle truppe amiche, in maniera ed a distanza tali da impedire ali 'avversario di arrivarvi inosservato, e da forn ire tempo e spazio sufficienti al comandante per adottare le o pportune dispo:;izioni. Esplorazione vicina e S .,_ pur co1npletandosi a vicenda, sono servizi che devono essere mantenuti sempre d istinti in tutte le unità, dalle maggiori delle tre armi al bgl. com preso. Si identificano invece, nelle unità inferiori, dove i due servizi vengono d isimpegnati dagli stessi elemen ti, a cagione (iella piccolezza dei reparti. Poichè le

I II. Trattato di Sicione (153 a. C.). La città di O ropa, situata fra la Beozia e l'Attica, era contesa dagli Aten iesi e dai Beoti. Il Senato romano, eletto arbitro, incaricò del l a decisione i Sicionii. A S. si decise che gli Ateniesi pagasse ro 500 talenti di multa, in cambio dei danni commessi in Oropa e nel suo territorio.

Sickack (o Sif(kal(). Uadi algerino affluente della Tafna. no n lungi da Tlcmcen. liattaglia di Sicl(a,·k (6 luglio ,836). Appartiene alla guerra d 'Algeria. Abcl-el-Kader, dopo la vittoria sulla Tafna, aveva bloccato Tlemcen. Il gen . Dugeaud, sbarcato il 6 giugno 1836 a Rachgun con una divisione su tre regg. fanteria e 6 cannoni. da campagua, doveva riapnre ed assicurare le comunicazion i con Tl<:tnccn, vettovagliarne il presidio e rendere la regione piò tranquilla e sicura dai ribell i. Unitosi ad altri 2 regg. d i fanteria, a 2 rcgg. cacciatori a cavallo e IO cannoni che erano sul posto, giunse il 6 luglio in presenza delle truppe di Abcl-el- Kadcr che occupavano una zona pianeggiante fra la Tafoa, la S. e l ' lsser (5000 cavalli, 3000 irregolari e un bgl. regolari). li gen. Bugeaud dispose le sue truppe ad angolo a protezione del convoglio (500 cammelli, 3ou muli) : un rcgg. fanteria e mezzo bgl. d 'Africa parallelamente alla S., tre bgl. d i avanguardia ed un regg. fanteria trasversalmente con uno cacciatori in un intervallo dei bgl. d'avanguardia: artiglieria a l cent ro. La cavalleria araba attaccò la linea dell'avanguardia, ma fu respinta dal fuoco d 'artiglieria e fuciler ia e dall 'immed iato contrattacco dei cacciatori. Abd-cl-Kader lanciò allora all'attacco le sue fanterie. Anche queste furono respinte, contrattaccate e precipitate nei burron i deU 'lsscr che s'apriva alle loro spalle. li corpo d i Abd-el-Kacler fu d isperso.

Sickingen (Fm11cesco d,). Capitano tedesco (r481-1523). Fu al ser vizi" <li F rancesco J e poi d i Carlo d'Austria . Nel 1519 comandò !"esercito della lega cont ro il duca Ulrico d i Wiirttembcrg, che fu spogliato dei suoi Stati. Alla morte dell'im peratore Massimiliano passò al servizio di Carlo V per qualche tempo, poi si ritirò a E bernburg, ri[ugio e arsenale della nascente Riforma, di cui si atteggiò a protettore. Nei 1522 convocò a Landau una grande assemblea di cavalieri e fu a caro di una vasta lega che raccolse un esercito di 20.00 0 u. e molte artiglier ie. Asst-.diò l'elettore d i Treviri , Riccardo, n1a fu costretto a ritirars l

davanti a Filippo d'Assia. Il S. si rifugiò allora in Landstuh J ove fu assediato dal principe palat ino, dall'elettore d i Treviri e dal principe d'Assia. Nel maggio del 1523 capitolò e tre giorni dopo morì per le ferite riportate ,:l_urame l 'assedio.

Sicurezza. La sicurezza, com<· l'esplorazione, costitu isce un debito d'onore pei capi e per le truppe: non vi è cura o severità che possano di rsi eccessive nell 'accenare e nel reprimere le mancanze, le negligenze, le colpevoli wlkr.anze, per le quali nè eccesso di stanchezza: nè eccez iona• lità d i condizioni cl imntiche o di altre circostanze potranno mai costituire attenuanti. Attivissima deve sem pre esplicarsi la sorvegl ianza sull'a ndamento del servizio da parte

di tutti i superiori; inesorabile, severo, in11ncdiato deve se-

sia pur lieve -

joa-

truppe o n1uovono . o stazionano, o combattono, sì hanno:

sicurezza in marcia, in stazione, in combattimento. Ciò che importa in son11no grado è r assoluta sicurezza contro le

sorprese per tutti i reparti, sia quàlunque l'arma cui appartengono, conciliandola col minor disperdimento delle forze . Allorchè si è naturalmente attratti a concentrare la propria attenzione sulla fronte, come avviene nel cornbattiinenro, i

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1. Pattuglia di sicurezza e ricognizione; 2, pattuglie di coUegarnento; 3, pfotoni armi leggere; 4 1 plotone rincalzo e comando della compagnia di testa. A ciuesto segue il grosso dcllJavn1,1~ruardia, e poi il gros.so della colonna in marcia

fianchi e k spalle rappresentano i punti deboli per rispetto alla m inaccia di sorpresa: bisogna perciò guardarli con ogni ocu latez,;a. Zone d'insidie altrettanto per icolose sono q uelle rappresentate dagl'intervalli e dalle d istanze inr~rcedenti fra le varie unità, i l collegamento fra queste (importantissimo elemento di coordinamento <lell 'azione), d iventa perciò anche un elernento della sicurezza. Col passar dei secoli e con l 'evolversi dei mezzi, sono mutati i rapporti ?i quantità, di tempo e di spazio; sono cam biate le formazwni, dalle eleo.se falangi agli ordini moderni massimamente sciolti: sono d iventate differenti le modalità d'impiego, ma il problema della S . non è affatto mutato. I nostri regolament i considerano separatamente k fasi del movimento e della sosta. La S. in marcia è essenzialmente tenuta me<liante distaccamenti esploranti e avan hruardic. Viene tenuto conto se fa marcia è effeuuata i n vicinanza o lontano dal nemico, se la colonna è di grossa o piccola unità, se la composizione della colonna è uniforme o complessa, se occorrn,10 fiancheggiatori, se l'ofrcs:1 aerea debba o non essere tenuta in conto , se la marcia è fatta verso :il nem ico od in rìtirata se il n1ovin1ento avviene in particolari condizioni (come ad esempio di fianco rispetto al nemico; se i luogh i pci quali si passa sono d i pianura, dj montagna, bosi:osi, ecc. Og ni considerazione ha la sua i'nfluenza sulla formazione, sullo scaglionamento in profond ità, sulla distribuzione delle armi nel la colonna, su lla velocità, sulla du rata, ccc. L a somma <li tulle le conseguenti <lis,posii,ioni atte a n.::-1dcre il mov imento in11nunc 1


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dalle sorprese, costituisce appunto la S. in marcia. Nelle soste, a seconda che siano brevi o lunghe, si possono avere sistemi di S. speditivi o definit ivi. I primi sou quell , stessi adottati durante Ja marcia; essi rimangono, con liev i ri~

tocchi, anche durante l'alt: prendono il nome di

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mata protetta » . Le colonne s'arrestano rimanendo nella stessa formazione con la quale hanno marciato: gli elememi di sicurezza cont inuano a disimpegnare da fermi il )oro servizio. Si aggiunge qualche vedetta e qualche pattuglia, se del caso. Nelle stazioni di maggior durata si provvede invece con la sistemazione di gran guardie, piccole guardie, avan1posti, sudd ividendo la g iurisdizione Ler• ritoriale fra le unità in settori chiaramente delimirat i. Anche nel caso della S, in stazione devesi tener conto di moltissim i fattori, qualcuno dei quali è spesso decisivo ncll 'indurrc a sceglier~ una an2.ichè un 'altra determinazione (situazione propria. e dd nemico, terreno con i suoi oslacoli , offese aeree, ccc.). A1tualmente va affacciandosi un nuovo problema <li S., i l quale sinora veniva conglobato nel caso generale, ma che per la d iffusione e per l'importanza p rese dell'arma aerea ormai richiede studio e risoluzioni proprie: la S. contro gl i aerei : essa viene essenzialmente raggiunta col mascheramento, con la scelta degli itinerari Jiiù coperti a.11.a vjsta, con i Jnovimenti notturni, con formazioni di marcia rade e massim amente intervallate, con la ~celta d i alloggiamenti coperti all 'osservazione verticale, col dare la preferenza agli' attendamenti, con l'asimmetria nella d isposi1.ione delle tende, con l 'impiego d i teli <la tenda mime-

tici, ecc. Sicurezza (Patto d,). V. Locarno. l trattati, discussi e parafati il t6 ottobre a Locarno, vennero firmati a Loncù-a il ro dicembre 1926.

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Dispositivo di sicurezza di autocolonna 1, autobl indate ì 2 , motociclisti ; 3, plotone fanteria autoportata~ 41 intervallo di sicurezza di 8~io km .; 5 1 tre autosczioni; 6, batteria

d'artiglieria; 7, servizio riforniment i. I n. 1, 2, 3t sono glj ele.. ment i esploranti; i n . S, 6, 7, sono il grosso del distaccamento

Sictcrezza (Problemt1 della) . Ha fon<l~mento giuridico nella interpret azione dell'art. 8 <lei trattato di Vcrsail'es (1919) : " I m embr i dèlla Società riconoscono che il mamcnimen,o della pace esige la riduzione degli armament i nazionali al minimo compatibile con. la sicurezza 11azio11ale e con l 'ese.cuzione degli obbligh i internazionali imposti da una azione comune. Il Consiglio, tenuto conto della situazione geografica e delle condizioni speciali di ogni Stato, prepara i piani di questa riduzione in base all'esame cd alle decisioni dei vari governi . Questi piani formeranno oggetto di nuovo esame, e, se ne è jl caso, di una revisione alrneno decennale ». È evidente da ciò che se uno Stato riterrà di non vedere, nella riduzione degli armamenti altrui, i l minimo compatibile con la propr ia sicurezza nazionale, non disarmerà mai. Nel dopo-guerra jn rapporto al problema in esame, sono venute ad. urtarsi, ndJ'ambito della Socict~r de lle Nazioni e fuori, due tesi in contrasto : quella tedesca e quella francese. La Germania sostenne che avendo adempiuto in tutto alle condizioni di disarmo che le sono state imposte dalla pan e V del trattato d i Versailles, aveva i l d iritto di prctencicre che alla loro volta disarmassero le altre Potenze ai sensi dell 'art. 8, ciò che esse non si preoccuparono di fare. Aggiungeva inoltre che essa non poteva rimanere in palese e continua condi, .ione di inferiorità in confronto degli altri Stati che la circondano e delle condizion i del loro spirito pubblico; talchè essa doveva provvedere alla propria sicurezza. Affermava la Francia: « La sicurezza <!ella Francia innanzi tutto ». Ma nella situazione militare che i Francesi presero in considerazione, pt,r convenendo che il sistem a di fortificazioni d a essi disposto fosse tale da fronteggiare qualsiasi eventualità (generale Dcbeney), non 1nostrarono di r itenere d i aver conseguita l,1 sicurezza contro un possibile attacco della Germania. Con questa visione i Francesi affermarono che « soltanto quando la l~rancia avesse ottenuto garanzie sufficienti » tanto per I·apporto <li forze (s'intende degli alleati) quanto per il termine <lei loro intervento , soltanto allora si sa rebbe potuto dalla Francia « r iesaminare " la riduzione della sua organizzazione militare . Secondo la Francia, l 'esecuzione


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delle condizioni stabilite dai trattato di Versailles è condizione necessaria ma non sufficiente per ottenere la sicurezza. Per risolvere t ali apprensioni, dopo un tentativo francese di un Trattato d i mutua assistenza (1923) e di un Protocollo per la soluzione paci6ca dei conAitti (1924) non accettati dall'Inghilterra, si stipulò il Patto d! Locarno (1925), ma anche questo 11011 soddisfece la Francia. E il problema della sicurcua è tuttora (1933) in esame nel campo delle discussioni fra i vari Siati, in connessione con quello del disarmo, della parità di trattamento della Germania, della revisione d ei trattati. SicureZZll dello Stato (Delitti contro la). In base al Codice Penale comune, tali delitti vengono severamente puniti. Se il fatto è d iretto a souoporre lo Stato o piirte d i esso al dom inio straniero, o a menomarne l'iudipendcnza, o a discioglierne l'unità, la pena è dell'ergastolo. Se il cittadino porla le armi contro lo Stato la pena è della reclusione non interiore a i 15 ann i. Il reato d'intell igenza con un governo estero, e d i favorcggiameato delle operazioni militari di uno Stato in guerra con lo Stato iialiano, è puaito con la recl usione da 8 a 20 aoni, o con l'ergastolo se è stato conseguito l 'inte nto. Varie sono le pene per gl i altri minori reaù, come la rivelazione di segreti politici e militari, il rilievo di piaai di fortificazioni o di navi, o l'infedeltà al mandato d i trattare affari d i Stato con Stati esteri, o il turbamento delle relazion i amichevoli con altro Stato, o l'apprm·vigionamento di navi o truppe nemiche, o lo sfregio alla bandiera nazionale, ecc. E, infine, è punito con pena da 5 a ro ann i di detenzione chiunque esponga lo Stato al _pericolo di guerra. e con oltre 16 anni se la guerra ne segua.

Sida (o Sid,·). Anc. città del l'Asia Minore, a l centro del golfo pamfilico. Comba11ime11to di Sida (190 a. C .). Annibale, r ifugia, tosi presso A ntioco , re d i Sir ia, aveva ottenuto il comando di una squadra di quarantasette navi, era le quali alcune settcrerui, per corubattere contro i Romani. Giunto nelle acque d i S. s'incontrò con una squadra rodia di trentasei navi, coman<l:11c d a Eudamo, che cercò di prendere il largo per distendersi e dare agio alle navi della retroguardia, che erano addossate all a terra, di guadagnare spazio per combattere liheramente. Cominciata la pugna i Rod i adoperarono j rostri e una loro trireme affondò con un solo colpo una delle grandi navi dei Siri, sicchè la loro ala dr . andò in rolla . All 'incontro Annibale, che si t rov:tl'a all 'ala sr. , qua 11lunque fosse la prima volta che comandava ia mare, manovrò tanto bene che stava per avviluppare Eudarno. Ma questi, chiamate a s/; con segnali le navi sue che avevano vinto d all 'altra pane , si liberò d:ille navi nemiche che lo mi nacciavano e costrinse Annibale a ritirarsi.

Può essere trasformato in idrovolante, e adoperato come ~ilurante e come apparecchio da ricognizione. Equipaggio da tre a cinque uom ini. Carico di bombe circa 500 Kg .

Aeroplano Sidestrond • '.\>1 K Ili •

Apertura alare m. 22; peso totale Kg. 4877. - , Un S. biposto da bombardamento diurno, metallico,· ba m. 19 di apertura alare , peso totale Kg. 4626, velocità 200 Kmq., 3Utonornia I r20 chjlometri .

Sidi. Prefisso arabo a nomi propri. V. per le voci così costituite a i nomi, come Garbna, Said, ccc. Sid icini. Antico popolo dell'Italia Centrale, confinante coi Sanniti e coi Campani. Dalla capitale, Teano, avevano esteso i loro domint si no nella valle del Liri e si erano impadroniti anche di Fregellc, che però in seguito fu presa dai Volsci. Nel 343 a . C., attaccati dai Sanniti, si rivolsero ai Campani, i q uali mandarono in loro soccorso un eserci to, ma furono sconfitti. I S. chiesero allora aiuti a Roma, ma questa con la pace del 340 a . C. li abbandonò alla loro sorte, promettendo a, Sanniti di non occuparsene piè1. 1 S. si r ivolsero allora ai Latini e di nuovo ai Cam pa ,ti e alla pace generale riuscirono a mantenere la loro indipendenza. Kon molto tempo dopo il loro territorio fu occupato dai Romani. Sidney. Città marittima dell' Australia, capitale della Nuova Galles del Sud. Nel 1883 vi si tenne la conferen7.a per la Confederazione australiana. In essa fu sta bi li to che ogni acqu ism da pa rte d i qualsiasi potenza straniera nella zona ovest del Pacifico a sud dell'Equatore do, e,•a essere ritenuto altamente dannoso per la sicurc;',i;,:a e per la pro; pcrità degli interessi britan nici in Australia e minaccioso per l'impero.

Siderius. Cannone ola11dcse, di accompagnamento per fanteria. Su llo stesso affusto, la stessa culatta e la .stessa slitta, può essere inserita rapidamente la bocca da fuoco da 75 per il tiro cur vo. Il piccolo pezzo (calibro -17 111111., peso K g. 367), può essere t rainato da tre o quattro uom in i o da un solo q uadrupede. Può sparare 20 colpi al m inuto (13 colpi con la bocca da fuoco da 75). La gittata è di 6ooo m. (e d i 368o se da 75). Può essere scomposto per t rasporto a soma o a spalla. Anche l'avantreno è scomponibile. Sidestrand (M k lii). Aeroplano inglese da bombard am ento diurno e notturno. È armato con tre m itrag liatrici.

Cannone e obice Siderìus


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Sidney. Idrovolante ù1glese della d itta !llackburn, da grande r icognizione e difesa costiera , monoplano, metallico, equ ipaggio 5 u. t armato con tre mitragliatrici e può portare 500 Kg . di bombe.

Apparecchio Sidney

Sidne)' Smith. V. Smùh. Siebold. Medico austriaco, professore all'Un iversità d i Wiirzburg del sec. XIX . f'll direttore degli ospedali e delle ambul~nze dell'esercito austriaco dmante le guerre della Rivoluzione e ddl'Jmpero francese. Sìef (Mome) . Nell'alta Val Cordevole (m . 2425), congiunto mediante una breve selletta al Col di Lana. Durante l'anno 1915, più volte le truppe del IX C . d·A. tentarono d 'impadronirsi del monte da est; dopo lo scoppio del la mina d el Col di Lana (18 aprile 1916) si tentò, in\·ece di irrompere neHa posizione avversaria, atlraverso b . ,dlctta, ma il presidio austriaco , prontamente riavutosi• <lail a sorpresa, riuscì ad arrestare i nostri. Pili tardi, il 21 n1aggio <Idio stesso anno, la brigata Reggio, con ard ita az'onc, riuscì ad impadronirsi della forte posizione del cosiddetto « Dente del Sief », pauroso torrione di roccia, catturandone il presidio nc1nicoJ ma la vetta rimase in mano aU 'avver-

sario. La siluazione restò im m utata fino al ripiegamento del novembre 19J7. Siegburg. Città della Germania, presso la Sieg. Nel 775 Carlo Magno vi sconfisse i Sassoni: l'anno seguente essi tornarono, ma furono respinti dagli abitami. li 13 settembre del 1795 il principe <lei \\' iirttcmberg vi fu battuto d ai Fra ncesi e costretto a ritirarsi sulla Lahn. Jl 1° giugno del l'anno successivo, l 'avanguardia del Kléber, comand ala dal gen. Lefebvre, si scontrò nei pressi cli S . con l'avanguardia austriaca de! gen. K ienmayer, costringendola a ripiegare sul corpo del principe del W(irttcmbcrg: la giornata costò agli Austriaci 2400 ,,. d i cui rooo prigionieri.

1081, che, d istrutte, furono ricostruite nel secolo Xlii. La cinta odierna fu innalzata dal 1328 al 1462, quando la seconda non aveva più che uno scarso valore difensivo. Aumentata la repubbl ica senese di potenza, e minacciata ne llo stesso t<:mjlO dai Medici <l i Firenze, sostenuti ddl 'imperatore, il Gran Consiglio affidò ne ll 'agosto del 1527 a Baldassare l'eruzzi. l'i ncarico di fortificare la città, ed egl i eresse sene grand i baluardi sui colli sorgenti nelle immediate vicinanze della città, addossando le nuove fortificazioni alle mura della vecchia cinta. Di questi resta solo il settimo, quello Stemma di Siena detto <lei Pispini. Cosimo I dc' Medici incaricò Baldassare Lancia d i costruirgli una fortezza, detta poi Castel San Giovan ni, che sorse con quattro bastioni. La città venne forse fond ata dai Galli Scnoai circa 4 secoli a . C. ; fu poi potente città etrusca e infine romana. Soffrì per le invasioni barbariche; sotto j re Carolingi ebbe propri conti. Neìla prima parte del secolo XII·; Senesi si governarono a Comune indipenèentc. Nel 1141 i Fiorentini l' assed iarono invano. La g uerra si riacr.e:sc: nel 1 I 45 e .i Senesi furono sconfitti. Il 30 1)1aggio 1186 S. fu assediata da Emico VI, le wi tr~ppe, battute in una felice sortita èegl i abitanti, <lovencro ritirarsi. N el 122y i Senesi dovettero ~ostenerc un 'altra guerra i..:oi Fiorentini, avendo, contr,,

un trattato fi rmate> con q uesti, assalito Montepulciano. L'esercito d i Firenze bruciò i sobborghi della città, facendovi 1 200 prigionieri. La guerra continuò fino al 1:235, quando le t ruppe fiorentine, ovunque vincitrici, d iedero un tal g uasto al territorio dei Senesi, che questi acconsentir ono non soltanlo a re ndere Montepulciano che avevano preso, ma anche a rest2urarlo a loro spese, Nel 1252 i Senesi si collegarono ai Pisani e mossero guerra a Lucca, le m i milizie furono sconfitte a Montopoli; ma, tornata alla riscossa con aiuti fiorentini, L ucca battè i Senesi. Nuovo dissidio tra S. e Firenze : questa armò un forte esercito e la guerra si protrasse fino al r254, quando i Senesi, stremati, ch iesero la pace che fu conclusa 1'11 luglio. Nel 1259 scoppiò un 'altra gue rra, causata da lla gelosia che aveva S. contro la potenza sempre più crescente di Firenze nella Toscana. La prima, nella primavera del 1259 si a lleò a re Manfred i: nel 1naggio del! 'anno successivo, i Fiorenr.ini inv iarono un

Siegel . Costruuore francese di capsule per fucili; nel 1823 prese il. brevetto per le sue capsule, col fulminante

coperto , per salvarle dall'um idità, d a una vernice sottile d i gomma lacca, la quale, al momento della percussione, non impediva che avven isse lil>cramente l'accensione della carica. Siegfri ed (Linea dt). Uno dei tratti della linea difensiva tedesca, detta complessivamente linea d i Hi11de11burg (V.), e precisame nte quello del margine esterno d i essa nella zona a nord e ad est d i Reims. Siem ienowez (Casimiro). Caval iere liwano, luogoten. generale dell'art. nel regno di Polonia nel scc. XVII . Nel 1650 scrisse un'opera intitolata « Grande arte d' artiglier ia " dalla quale risulta che l'impiego di proietti li tossici era noto lino da quel tempo. Siena (ant. Sena Julia). Capoluogo d i prov. dell'I talia centrale, Sll d i una collina non lungi dal! ' Arbia. Fu CO· Ionia romana sotto Augusto. Venne munita d i m ura nel

Siena: il baluardo de} Pispini

esercilO sotto le mura di S ., al cui soccorso il re mandò 800 cavalli tedeschi. Ad essi si unirono gli aiuti di Pisa, e i Fiorentini tolsero l'assedio, venen do poco d opo battuti a Mon teaperri. La guerra continuò ancora a lungo e nel


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giugno del 1269. a Colle Val d'Elsa, i Fiorentini si presero la r ivincita cosrrìngendo i nemici alla pace. Il 15 ago• sto dell"auno seguente S . e111rò nella lega delle città t O• scane. Nel r270 Ca rlo d'Ang iò, da F irenze, jnviò il suo vicario Guido <la Monforte a prendere possesso di Siena. In seguito questa fu dilaniata dalle lotte fra Gticlfi e Gbibellin i · oi da quelle fra i

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una succes~i,•a spedizione comandata da Don Garcia di T oledo . I gravi pericoli corsi fecero allora comprendere alla città come le fosse necessaria la pro tc;,:ione ili un potente sig nore, e i Senesi si rivolsero al re di Francia che accettò ben ,·olenticri. Questa fu una delle cause della guerra di Siena. Nel 1526 Fircn1.c tentò di impadronirsi di S. e mosse contro la cinà con aiu1:i pontifici, ma il suo esercito fu sconfitto i l 25 luglio dai Senesi e costretto a ritirarsi, lasciando nel le mani dèl nemico 17 cannoni, molte vettovaglie e lutti i carriaggi. Al principio deUa rivoluzione francese la ciu/i fu assalita da orde di fanatici realisti che vi commi~ro saccheggi e devastazioni. L Lega di Sit·na (dicembre 1351). F u condusa tra Firenze. iena, Arezzo e Per ugia , per opporsi alle mire espansionistiche di Gio,,anni Visconti, sulla T oscana. Le quamo città si impegnano :1d assoldare e tenere in piedi a

spese comuni J ooo pc<lon i .

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Il. G11trra fra Sie11a e Perugia ( 1358). Avendo la seconda città anaccaw Cortona, in soc~orso , Ii questa mosse S. , la quale affidò tale ;nca rico al co ndo11icro tedesco Baumgancn. L 'esercito perugino, rinforzato da truppe mercenarie, si rcci, · incontrare il nemico, d1c fu onfillo' e volto in fugn. I Pe-

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La citt:ldclla e le murn d i Siena nel secolo X IX

nobili e il popolo. Nel 1399 Gian Galeazzo Visconti , duca di Milano, si impadronì di S. che tornò libera solo alla sua motte. Nel 1487 i nobili espulsi dalla città , i rivolsero al re di Napoli e a Firenze. Le lo ro truppe, g uidate da Pandolfo Petrucci, presero S. e i nobili riebbero il governo. Il Petrucci d ifese a lungo la città contro Cesare Borgia, il papa e la Fraocia. L'imperato re Carlo V vi mandò il suo generale D on Diego di Mcndo,.a con un forte esercito: questi prese la cillà e incominciò la costruzio ne di una poten te cittadella. Allora i Senesi corsero alle armi e scacciarono gli Spagnuoli . Lo stesso risultalo ebbe

rugini saccheggiarono il contado di S., che chiamò al suo soccorso il conte d i Lando con la sua compagnia. Questa però fu assalita e dispersa da bande di montanari alla Scalclla. Il Baumgarten ne radunò i rest i, ma i Senesi, stanchi della breve ma intensa guerra, si ritirarono dal conniuo; f'irenzc. intromessasi come paciere, riusd a comporlo. Nell'ottobre fu conclusa la pace per cui Mo ntepulciano vcni"a lasciato libero per 5 anni, ricevendo dopo questo tempo un podestà d:1i Senesi, cui avre bbe pagato un censo annuo . I Perugini ebbero invece il diritto di nom inare un podcsù a Cortona per quattro anni.


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III. Ribellio11e e pace d,: Siena (1368-1369). Fu causata dall'odio che il governo popolare dei Dodici portava alle famiglie nobili della città. L'imperatore Carlo IV volle ap profittare dei cumulti quasi quotidiani che avvenivano in S., per impadronirsc11c. Frattanto i nobili erano riusciti a radunare oltre 8000 armati e il 2 settembre costrinsero i Dodici a lasciare il govetno di cui si impadronirono. li popolo allora 1 icorse a Carlo IV che spedì Ungaro Malatesta, con 800 cavalli, a reggere la città come vicario imperiale. Questi, per il tradimento d i un console, potè entrare in S., ove dovette sostenere un accanito combattimento con la nobiltà che infine fu costretta a ritirarsi nei suoi castelli. Allora, sotto la protezione dd Malatesta, il popolo istituì una nuova forma di governo. Il 22 dicembre entrò in città l'imperatore, che si era recato a Roma per l'i ncoronazione. Durante la sna assenza i Dodici si erano ribellati di nuovo per gli_ intrighi del vicario e, alla venuta di Carlo IV, si r ivolsero a lui segretamente. L'imperatore si ,issicurò dell'amicizia dei Salimbcni e poi si preparò ad impadronirsi <li S . che voleva vendere al papa. Chiese dapprima alla Signoria di dargli nelle mani i cinguc più importanti caste!li dei senese e di accrescere il potere de i Dodici. Al rifiuto deciso che ne ebbe, Carlo si recò nella piazza maggiore coi suoi 8000 cava Ili tede,schi e le t ruppe dei Salimbeni e dei Dodici. La Signoria non si sgomentò e, il 18 gennaio 136~, fece suonare le campane a stormo e ordinò al capitano del popo lo, Matteino Menzano, di assalire l'imperatore con le sue milizie. I Salimbcni furono cacciati a furia di popolo dal palazzo pubblico, il Malatesta che stava nella piaz:,,;a della Fontaoa con 800 u. venne attaccato e costretto a chiudersi nel palnzo dei Mala volti. L ' imperatore, assalito a sua volta, dovette ritirarsi nelle case dei Salimben i. Più della metà dei suoi uomini era morta, oltre a 1200 cavalli, ed egli stesso fu asse<liato nel palaz:,,;o ove si era rifugiato, finchè, privo di viveri, fu costretto a cedere e concluse con la Signoria una convenzione per cui le concedeva il vicariato imperiale della città e del territorio, ottenendo in compenso dell'affronto fattogli la somma d i 20.000 fiorini, pagabili in gnattro rate . I Senesi si affrettarono a pagargli la pri,na ed egli uscl di città al p iù presto. Ma la lotta non era ancora finita: i Dodici, i Salimbeni e i nobili esiliati fecero guerra accanita alla repubblica, fincbè i l 30 giugno, per interposizione dei Fiorentini, fu conclusa la

pace fra le due parti. I nobili furono 1·ichiamati i n città, riammess i nei loro d iritti e d ichiarati abili a tu tte le magist rature, tranne che alla Signoria. IV. Ribellione di Sient1 (1545-1552). Nel 1541 l'imperatore Carlo V aveva mandato u,, presidio tedesco ad occupare la città. Il 7 febbraio 1545 il popolo si ribellò, cacciandolo. A llora Carlo V mandò contro S. <lon Diego d i Mendoza, i l quale la prese il 20 ottobre del 1547 e vi stabilì un presidio fisso di 300 Spagnuoli. Nello stesso tempo, per tenere a freno la città, stabilì di innal:,,;are una fortezza, i cui lavori vennero in iziati a metà luglio del 1550. La situazione divenne intollerabile per i Senesi, che risolsero <li chiedere soccorsi al re di Francia, dal guale verso il 15 luglio del 1552 ebbero nel congresso di Chioggia assicurazioni e promesse di aiuti. Il Mcndoza 'venne ingannato da false notizie sull'attacco della città e inviò 150 cavalli e 200 fant i per d ifendere il litorale. Cosimo 1 de' .Medici, che conosceva in parte i maneggi dei Senesi, offrì al Mendoza 4000 u. delle sue truppe da introd4.rre in S. per preyenire una ribellione. Egli tentava così un'altra volta la conquista della città, e voleva anche punire i fuorusciti che si erano rifugiat i nella repubblica, sotto il comando di Niccola Orsini. Quest i verso la metà d i luglio si portò fra

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Castro e Pitigliano ove ricevette aiuti da due fuorusciti senesi, Enea Piccolomini e Amerigo Amerighi. Il 26 l'esercito liberatore, forte di 3000 u. e accresciuto sempre p iù durante il cammino, s i diresse su Siena. Qui il nuovo governatore Francesco de Alaba, avvertito da un delatore, e ricevuti in tempo i 4 00 0 u. di Cosi mo, si preparò a respingere l'assalto. Ma la notte seguente anche il popolo si armò e uscì per le strade accendendo combattiQ1cnti dovunguc. All'una giunsero le bande del Piccolomini e dcli' Amcrighi che entrarono in città e attaccarono le truppe fiorentine. Queste furono costrette a ritirarsi verso Porta

Camollia ove, raggiunte dagli Spagnuoli, innalzarono una barricata e si difesero ~ l ungo . La mattina del 28 giunsero in città i 600 u. degli Orsini, che si erano a1tardati per via, i quali assalirono il nemico e conquistarono la porta. Spagnuoli e F iorentini si rifugiarono nella fortezza 11011 ancora finita e vi si stabilirono. Il 4 agosto però Cosimo, capita l'i nutilità e forse anche il pericolo di soccorrere gli Spagnuoli in un tal momentq, concluse con S. il trattato d i Firenze, per cui le sue truppe abbandonavano la fortcaa di Porta Camollia cd uscivano dal territorio della repubblica. Il 5 a11chc gli Spagnuoli cedeva no e si ritiravano su Orbetello, mentre i Sei,esi abbattevano il castello e proclamavano di nuovo la repubblica i nd ipendente. V. Guerm di Siena (1554-,559) . In seguito agli avveni.. menti svoltisi in S. dal 1545 a[ 1552, Carlo V volle a tutti i costi togliere alla Francia quella città che le si era alleata e che, posta al centro dell'Italia, lo impediva non poco nei suoi d isegni d i espandere i suoi possessi nella penisola. Gian Giacomo de' Medici ebbe l' incarico d i prenderla, e gli fu affidato un esercito che nel gennaio del 1554 si unì a Poggibonsi alle truppe fiorcnr.ioe di Cosimo I. I Senesi vivevano senza preoccupazioni per il precedente trattato di am icizia concluso con Firenze, ma il 27 gennaio il loro (erritorio veniva invaso. li Medici, con 4000 fanti e 300 cavalieri, arrivò indistu rbato fino alla città e prese il bast ione , li porta Camollia; dal 911alc subito i Senesi lo scacciarono, impedendogli di entrare in città. Subito dopo vi entrava Pietro Strozzi, il quale n:,ise S. in stato di resistere a lungo. Il Medici iniziò i l bom bardamento, e, arrivatigli rinforzi che portarono il suo esercito a 20.000 fanti e 1000 cavalli, in iziò un rigoroso blocco, non sperando pi,1 in un attacco diretto, mentre faceva devastare tutto attorno il contado. A questi mov imenti non si poti: opporre lo Strozzi a cui arrivavano truppe dalla Francia, ma in minor nu-

mero d i quelle che Carlo V inviava al Medici. Questi, ricevu ti altri 4000 fanti , distaccò un corpo ad espugnare tutti i castell i. dominanti Jc vie che conducevano a S. e molti ne prese. Intanto inviava, sulla fine di marzo, due suoi generali, Ascanio della Cornia e Ridolfo Baglioni, con 4000 u., a prendere Chiusi : ma guestc truppe furono completamente distrutte con la pe rd ita anche dei loro capi. Lo Strozzi decise di uscire dalla città per aprire la via a delle truppe francesi che si erano rad unate alla Mirandola. L'n giugno, con circa 6ooo u ., uscito da S. , passò l'Arno a l'ontecicra, e nello Stato di Lucca raccolse i rinforzi; poi decise di aspettare la flotta francese che doveva sbarcare con numerose truppe allo Scarlino. Qui era ad attenderla con due galere il gran priore Leone Strozzi, il guale però fu attaccato e ucciso da ri levanti forze ne miche . Le navi francesi arrivarono solo dopo 40 giorni e portarono allo Strozzi 10 cp. francesi di Biagio di Montluc e i Tedeschi di Giorgio di Ruckrod. Non erano queste le forze che egli attendeva e allora dovette rinunciare al disegno di assediar<: Firenze. Tenuti con si: 86oo fan ti e 1000 cavalli, ripassò l'A rno celermente e si portò su Casali, mentre i l


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~lontluc entrava in Siena. Ma l'audace mossa dello Strozzi aveva dato i suoi frutti, giacchè la città era stata liberata per 15 giorni dall 'assedio, essendo il Med ici con tutto i l suo esercito corso dietro allo Strozzi. Quando q uesti tornò a Siena, il M edici non osò p iù di riprendere ]"investimento: I:, guerra si trasportò in Val di Chiana; lo Strozzi il 20 luglio occupò Marciano e Oliveto, ma presso il primo fu battuto. e si ritirò su Lucignano ove, il 2 agosto, venne rnggiunto dal M ed ici che lo costrinse ad accctlar battagl ia e lo sconfisse gravemente, riprendendo ]"assedio della città, Lo Strozzi, ferito. dovette ritirarsi su Montalcmo dove riordinò le sue truppe e tornò ad auaccare la Val di Chiana e la Maremma . Ma gli assedianti non si mossero, questa vo lta , cd egli, per ap provvigio nare la città, tentò un colpo disperato : armò 2000 fanti e 200 cavalieri per .,cortarc un convoglio di 100 muli carichi di grano e con questi si

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e per il momento Cosimo si sforzò di accontentarli. -"la poi ini,,iò segrete trallative coi Senesi, e pro mise loro che :iv rebhc (atto da mediatore nella pace, in cui ai Senesi altro non si do mandava che porsi sotto la protezione imperiale. Il 2 aprile 1557 infatti a Firenze venne concluso il tranato di capitolazione di S. per cui l'imperatore prendeva in fede e jn protezione la repubblica, prometteva di conservarle i , uoi magi strati e la libertà , cli perdonare 3 tutti coloro che si erano adoperati contro d i l ui, <li non (abbricarvi fortezze. di pagare egli stesso la guarnigione che terrebbe in ciu/i , e di permettere a chi lo desiderasse d1 lasciare liberamente la ciu.ì. La guarnigione francese ne uscì il 21 aprile, seguìrn da un gran numero d i cittadini, dei quali r imasero solo 6000. La n uova re pubblica di S . venm: fondata in Mon talcino, ove era lo Strozzi, e dove jl Montluc giunse con soccorsi di uomini e denari. :\>fa il 3 lu-

1-\ sscdio di S iena ( 15:-;4-1557) in primo piano il cumpo degli Trnpcriali

diresse verso Siena. Giunto cli none pre,so il campo nemico, lo assalì all'improvviso lo sorpassò con la perdita di 400 ti. ed entrò irt città con le provviste. Nonostante che jl blocco fosse ancor più ristretto, egli riuscì il 10 ottobre a uscire dalla città con 300 archibugieri scelti e pochi cavalli, con i qual i si recò a Montalcino. Frauanto il Montluc, per proteggersi meglio in caso di un attacco che riteneva sicuro, fece innalzare dietro le mura, nei punti pilt esp,sti, <lei terrapieni e delle opere in legname. Quanto fosse stata previdente questa sua disposizione lo si vide nel gennaio del 1555, quando il Medici, rizzate alcune batterie presso porta Ovib e porta Ravaniano, iniziò un bombardamento violentissimo e mancò poco che le sue truppe prendessero la brecci,1. A questi lavori, entusiasmato dalle notiz ie dei successi <lei Brissac in P iemonte, partecipò tuuo il popolo. donne e bambini compresi; ma poi questi ultimi furono cacciati dalla città come bocche inutili, e il Medici li fece sterminare. Frauanto le truppe assedianti, stanche d ella guerra e sapendn come fossero preziosi i loro ,ervigi, spec ialmente ora che g li Imperiali erano stati bat· tuti in Piemonte, crebbero esageratamente le loro pret=,

glio 1557 venne conclu,o i l trattato di f'irenze, per cui !"imperatore cedeva a Cosimo tutta la Toscana, eccello la panione detra poi Stato dei Presidf (V.), e quindi anche Montalcino doveva sottomettersi . Resistettero gli abitanti tino al 1559, ma poi, alla notizia d ella pace di CateauCambrésis, coclettcro definitivamente e Cosimo persuase i Senesi a rimpatriare. VL Combattimento di Sic11a (1801) . Appartiene alle g uerre del Con.snlaro francese . Una avang uardia del la divis. napoletana che si trovava a Siena, uscita verso Poggibonsi, fu anaccat~ dalla divis. Pino e mes,a in fuga . li gen. napoletano Damas schierò 2000 fanti sui colli presso Siena e si d ifese contro le sopraggiungenti truppe del Pino si no a 11otté. Arrivata la cavalleria del geo . Acton, con l 'aiuto di questa e col favore delle tenebre il Damas potè disimpegnarsi e riùrarsi indisturbato .

Sie11a. Brigata di fanteria di linea, costituita nel maggio 1859 coi bgl. 6o ed 8°, e 1° e 3° di linea g r anducali, che . formarono, rispettivamente, i regg. 3° e 4° (Toscano) di linea. Nel luglio dello stCS50 anno furono riuniti nella bri-

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garn Siena e col 30 dicembre si chiamarono 3 1° e 32°, prosegu~ nell 1or<line numerico dell 'esercito sardo, nel guale furono incorporati nel 1860. La brigata partecipò alle seguenti campagne : 1859, 1866, 1887-88, 1895-96, 1911-12. Nella guerra ltalo-:,ustriaca (1915-1918), per la quale il 3r<> costituì il 133° c<l il 1500 (poi 144°) fanteria, cd il 32° il comando della brigata Teramo ed i rcgg. 135° e 241<>, la

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Passaggio della Sierra Morena (1810). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Venne operato da una armata agli ordini dd re Giuseppe, costituita <lai corpi I, V e IV, r ispettivamente al comando d i Victor, Mortier e Sebastiani, più una riserva (Dessolles): in tutto circa 50.000 u. che l 'H gennaio 18ro si apprestò a compiere i l non facile passaggio. Il maresc. Vietar fu avviato a dr., il gen. Scbastiani a sr ., tutre le altre forze al centro. Il 20 gennaio il re fece attaccare le posizioni della stretta d i Oespeiia Pcrros dalle .forze al suo comando; e, mentre Victor e Scbastiani dovevano compiere larghi aggiramenti, il Dessolles venne incaricato dell'occupazione delle creste che dominavano i fianchi della stretta, con minaccia di aggiramento immediato. li grosso del V corpo seguì la via pri ncipale. La stretta venne forzata . Le bande spagnuole che d ifendevano il passo renrarono d i resistere, ma dovettero abbandonarne il prOP,osito alle prime scaramucce, appena ebbero la no1izia degli aggirame nti , e previdero il pericolo d i rimanere citcondati .

Medaglia della brigata Siena

brigata operò iui>1ialmcnte nel Carso e passò nel 1916 sugli Altipiani. Sferratasi l'offensiva del luglio, la brigata, dopo acranita resistenza sulle prime linee, fu arretrata a sbarramento della val Brenta, cooperando poi alla com10ffensiva verso Cima della Caldiera, m. Civaron, M . OrLigara. Nel maggio 19r7 tornò sul fronte carsico, e nell'ottobre ripiegò opponen,lo al nemico successi ve resistenze, passando poi ~ San Secqndo Parmense per riordi narsi. Trasferita nel marzo 1918 nelle Giudicarie , per la battaglia del Piave fu richia111ata a Tre\·iso e te nuta in riserva senza essere impiegata . Per la nostra offensiva finale fu destinata sul M. Asolonc ed il 31 ottobre occupò Col della Berretta. Iniziato l'insegui111ento, superate le difese di Col Bonato, scese a Cismon giungendo fìno a Grigno cd a Borgo. Nel 1926 il comando d i b;igata ed il 32° furono sciolti e quest 'ultimo cedecre un hgl. al 151" e l 'altro al 152° fanteria; il 31° passò a far parte della 25• brigata di fanteria . Colore delle mostrine: fondo nero con due righe gialle laterali nel senso orizzontale. Motto <lei reggimento 31°: « Osare sempre » . Festa dei .reggimenti: per il 31° il 4 novcmhrc, anniversario della dlfesa di Col del Bosco (1917); per il 32° il 3 novembre, ann iversario della conquista di Borgo (1918). La brigata ebbe io guerra i seg uenti comandanti: magg. gen. Caroelli (1915); colonnello Chiaramella (1915); magg. gen. Pastore (191 5-16); colonnelli brigadieri Ferrario (1916-17); Marescotti (19,7); Ratti (1917); Boncinelli (1917-18); Fasolis (1918). Le sue perdite nella guerra ammontarono a ufficiali morti nG, feriti 268, dispersi 84: u. <li truppa m. 1461, f. 8352, d. 5321.

Sierra Leone. Colonia britannica nel! ' Africa occidentale, situata tra la Guinea francese e la repubblica di Liberia. t dis1inta in due parti, di cui una è governata a colonia d iretta e l'altra a protettorato. Superficie Kmg. 80.300, popolazione ab. 1.535.000. Capo!. Freetown. l confini con la Liberia furono stabiliti con trattato del 20 gennaio I91 1 e con la Francia con trattato del 6 luglio 19n. Vi è u n bgl. su 2 cp. {400 u . più 200 di riserva) e un corpo di polizia di 300 uomini. Sierra Morena. Zona montuosa della Spagna Meridionale, fra la ,G uadiana e il Guadalquivir. Nell'epoca romana, vi si iniz.iarono 1c operazion i di Cesare contro La-

bieno e Gneo e Sesto Pompeo, conclusesi a Munda .

Siffredi (Angelo). Medaglia d 'oro, n. a Porto Maurizio, caduto sul Carso (1896-r9,7). Sottot. d i com plemento del· l'8g<• fanteria, diede un esempio mirabile di sioicismo e di valore, meritando che il suo eroismo fosse premiato con la concessione <!ell a mcd. d ;oro. con la seguente

motivazione :

« Fu)gido esempio di attività,

fermezza e coraggio, con ~lan-

cio e sangue frc~klo ammirevoli , impugnando la pistola, alla testa del proprio plotone, !o trascinò all'~rrocco d i una forte posi• zione. Ferito una prima volta al braccio destro, impugnò l'arma con la rnano sinistra, con-

tinuando ad avanzare. Colp iro successivamente a.I braccio sini-

stro, perdendo così l'uso d i ambedue le braccia, continuò a p rocc<..!cre

risolutamente e

Siffrcdi Angelo

ad in.

coraggiare i suoi uomini. Giunto, primo fra tutti, nella tri ncea avvcrsarja, mentre attendeva a riordinare il reparto, coli:'.ito nuovamente alla ten1i?ia, incontrava morte gloriosa

sul carnpo ». (Bosco Malo, 23 maggio r9 r7).

Sifilide. V. Veneree (Malattie). Sifone. Nell a marina medioevale, grosso tu bo di rame destinato a lanciare il fuoco greco sulle navi nemiche. La sua estremità inferiore pescava, nella stiva, nelle caldaie del (uoco greco, e l'estremità superiore era foggiata a testa di leone o altra fiera , dalla cui bocca usciva il fuoco con violenza e rumore. - Sifo11atore era il marinaio addetto al ser vizio del sifone, e Sifo11ario pare che fosse invece l'ufficiale comandante di tale strumento bellico. Sig (o .lv!ekerm). Fiume dell'Algeria settentrionale, nella prov. d i Ora no, terminante nella zona paludosa di Macta, <lopo un corso di circa 220 chilometri. Combattimento su.Ila Sig (1835). Appartiene alla guerra in Africa contro Abel cl Kader. Il 26 giugno il gen. T réul, partito da O rano con una colonna della forza di 2500 u. giungeva sulle sponde della S . a circa 45 Km. da Orano, dove incontrò l'esercito nemico, che, composto d i 8000 cavalli e 4000 fanti, occupava una forte posi,zione e lo at-


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taccò in11nc<liatamcntc, riuscendo a respingerlo c<l a stabi

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lirsi sulle due rive <lei fiume. I Francesi ebbero 52 morti e 189 feriti.

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in cui gli Svedesi ebbero il sop ravvento. Nel 1621 S. Jespi nse un 'invasione di Turch i è li sconfisse a Choczim: m ~eguito ebbe ancora a: lorcare con la Svezia.

Sigel (Francesco). Geuerale tedesco (, 824-1902). Allievo della Scuola militare badese, partecipò ai moti del 1848 e dovette emigrare negli Stati Uniti , dove fo successivamente ingegnere, giornalista, professore. All'i nizio della guerra di Secessione entrò nell 'esercito federale, ottenne qualche successo e divenne rnagg. generale. Battuto da Brccki nridge nella vallata del Shenandoah , venne esonerato e finl g iornalista. Sigilli (Reati riguardanti i S. militan). Quando un militare, incaricato d i recapitare un ordine scritto, volontariamente ne rompa il sigillo, la penal ità del tempo di guerra, se i l fatto avrà compromesso la sicurezza dello Stato e dcl 1'esercito o dell'armata, è della morte mediante fucilazione nel petto; se il fatto non pnxlusse o non poteva produrre danno, è da sette a quindici anni di reclusione mi litare . Quan<lo un militare contraffaccia i sigilli o i bolli destinati ad essere apposti sugli atti o titoli relariv i al servizio mi1.itare, sui cavalli, e sugli effetti mili tari, producendo così un danno anche potenziale a li 'amministrazione o al corpo, la penalità è da due anni d i reclusione mil itare a venti anni di reclusio ne o rdinaria. Quando un militare, procu~

ratosi j sigill i o i marchi destinati ad autenticazione o certificazione d i atti od nggetti militari, ne av rà fatto fraudolenta applicazione o uso pregiud izievole ai d iritti o agli interessi d ell'amministrazione militare o a persone appartenenti alla milizia, la penalità è da anni tre di reclusione militare ad anni dieci di reclusione ordinaria. Sigillo (Ordine del S. di Salomone) . Ordine cavalleresco, creato dal re Giovanni d'Abissinia nel 1874. La decorazione è una .stel1a a sei punte, con corona d'ol'.'o etiopjca

e croce d'oro al centro. Sigismondo. I mperatore tedesco (1368-1437). Nel 1387 divenne re d'Ungheria. Nel 1396 indisse una crociata per scacciare i Turchi, ma fu sconfino da Bajazet a Nicopoli. T malcontenti d'Ungheria avevano frattanto eletto re Ladislao di Napoli, e S., assalito nel suo stesso palazzo, fu fatto prigioniero. Il fratello Venceslao corse a liberarlo, ma S. lo tenne poi prigioniero, portandogli via la Boemia. Gli Ungheresi si ribellarono ancora, ma vennero un 'altra volta sottomessi . Nel 14u fu eletto im peratore e nel , 419 ottenne successi contro i Turchi; infine combattè parecchi an111 contro gli Ussiti per poter sottomettere la Boemia . Sigismondo I . Re di Polon ia (1467-1548). Sal ito al t.rono dovette com battere subito una d ifficile guerra contro la Russia che si era contro d i lui alleata ai Tartari. Sconfitti i Russi a Orsza nel 1508, i Moldavi nel 1510 e i Tan ari nel 1512, ottenne la Polonia, la Moldavi a e la Valacchia. Nel 1514 i Russi ripresero le ostilità conquistando Smolensko, ma S. li sconfisse nuovamente. In seguito sostenne Luigi Il d'Ungheria contro i Turchi. · Sigismondo Augusto I . Re di Polonia ( 1520-,573). Combattè vitcoriosa1nente contro i Tartari e poi contro i cava•

lieri Portaspada, ai quali tolse la Livonia. Sottomise i Cavalieri teutonici e costrinse la Curlandia e la Semigallia a dichiararsi feudi polacchi. Nel 1569 riunì la Lituania al regno d i Polonia. Sigismondo 1/l. Re d i Polonia (1566-1632). Eletto re nel 1587, vinse e fece prigioniero il suo r ivale Mass.i miliano

d'Austria, il quale rinunciò ad ogni pretesa sull a Polonia. Nel 1592 succedette al padre nel t rono di Svezia, ma nel 1604 ne fu spogl iato da Carlo IX. Seguì una gue rra

Sigismondo I

Sigismondo Augusto J Sigismondo IIJ

Signa, Comune in prov. d i Firenze, sulla dr. del!' Arno, distinta in due parti, di una delle quali, la Last ra, ideò le fortificazioni l'Acmo nel 1377: un ponce univa i l primo al secondo borgo, pure fortificato. O ltre a queste opere, solo in parte ronservate, esisteva in S . anche un castello. Nel 1326 fu devastata dai Gh ibellini senesi uniti con Castruccio Castracani, e l'anno seguente fu r iparata dai Fiorentini. Nel 1397 Alberico da Barbiano, al servizio di Galeazzo Visconti, devastò il paese, ma dopo due giorni fu respi nto con gravi perdite. Nel 1520 la Lastra fu assalita e devastata dai Lanzichenecchi. Signal corps. Corpo inglese comprendente radiotelegrafisti, telegrafisti, telefonisti, staffette, segn, latori, ccc. Non ha .corrispondente d enominazione nel nostro esercito. Signalkorps. Reparto costituito durante la guerra di Secessione dai Confederati, che ne trassero g randi vantaggi per j[ collegamento delle ]oro uni tà. l segnali erano dati con bandiere biancorosse, con cifrario speciale. I Federali ctiia loro volta costituirono un reparto di 400 u . al comando di un « Chicf Signa) Officer » , dipendente direttamente dal Minist ro della guerra e facente pane d el « Signal Detachement » . Qucst' ulti, mo organismo in tempo d i pace si occupava di meteorologia. Dopo la guc,ra , del S . rimase una cp. " Washington, per il servizio della telegrafia ottica cd elettrica : attualmente esiste un regg. Segnali. Signiferi.

Uffic-iaii fra i pi(, forti e coraggiosi cen turioni. Per S . si intendevano anche generalmente tutti i portabandiera, quali però avevano nomi diversi a seconda <ldl'in« Principalcs » scelti

Signifori romani


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,egna che portavano (im agi nifcri, draconarij, vessilliferi, ecc.) le cu i band iere erano dette gener almente « sig na mi litar ia ». Si distinguevano i S. delle centurie, d e ll~ coorti, ccc.

Signori del I a guerra. V. Otto della guerra. Signoria dell'Onore. Sorta d i ordine cavalleresco, cli costituzione normanna, di cui sembra che capostipite sia

stato Roberto Guiscardo, fondato a Monte Sant"Angelo verso la metà dell 'Xl secolo. Signorile (Vitto-rio) . Generale, n. a Genova, m . a Savona (1857-1 927). Sottot . d 'art. nel 1877, freq uentò la Scuola d i guerra e divenne colonnello nel 1902; fu addetto mii. a Costantinopoli e nel 1904 delegato italiano per le riforme m ii. io Macedon ia. Passato poco dopo a comandare )'81° fanteria , fu promosso magg. generale comandante la brigata Abruzzi nel 1908. Nella guerra contro la Turchia comandò il presidio mii. di Tobruk . Ebbe poi il comaiido della brigata Livorno e nel 19q, colla promozione a ten . generale, que llo della d ivis. d i Catanzaro. Nel 19r5 entrò in guerra contro )" Austria al comando della 22a d ivis. e nello stesso anno venne collocato in P. A. Nel 1923 assunse il grado d i generale d i d ivis. e passò nella riserva.

sio

Signoris di Buronzo Giuseppe. Generale del sec. XVlll. Alfiere nel r cgg. Fucilieri nel r757, venne nel 1792 promosso colonnello. Comandò in ~• la città e provincia d i Torino e nel r794 venne nominato governatore della città e provincia d i Acqui . Nel 1796 ebbe la promozione a brigadiere <li fanteria e cinque mesi dopo venne giubilato, Signy-1' Abbaye. Comune della francia, nel dip. delle Ar<lcnnes.

Battaglia di Signy-1' ,1bbaye-Rétl,e/ (29-30 agosto r91 4). Fa parte de lle battaglie interposte fra quelle della Frontiera e della Marna, con cui i Francesi tentarono d i r itardare l'invasione germanica della francia, sino a dar tempo a Joffre di riordinare le truppe battute dicuo la Senna prima dL ritentare le sorti in campo aperto, e con le quali i Tedeschi cercarono di affrettare il loro movimento travolgente, che doveva portare all"annientamento dell'esercito francese mobilitaio. La battag lia Eu combattuta nelle stesse circostanze strategiche d i Le-Cateau, di Guisa, della Mosa, di Mohrangc , e si svolse sostanzialmente fra la 3• annata german ica (van Hauscn) cd il IX C. <l'i\. francese (Dubois). Assunse una grande importanza, rispetto alle alt re battaglie identiche sopra ricordate , perchè la 3" armata tedesca vi perdette due giorni sulla dr. dell'Aisne, motivo per cui arrivò con un giorno di ritardo sulla Marna, creando qud vuoto sulla sr. ddla 2• armata tedesca, che fu non ultima causa dell'insuccesso sulla Marna. Von Hausen, secondo gli ordini a\'Uti, doveva appoggiare le armate 1• e 1" avanzanti in Piccardia , m arciando all'uopo, una vol ta passata la frontiera, verso sud .ovest ; senonchè, nei gjorni 28

e 29 agosto, egli fu richiesto d i aimo da parte della 4• arroata tedesca, che non riusciva a passare la Mosa, corrend_o il risch io <l i restare t roppo arretrata rispetto alla celere avanzata dell'ala dr. gen11anica . In mancan2.a <l i ordin i <la par te del Comando Supremo, von llausen, nel pomeriggio del 29, decise d i abbandonare la direzione sud-ovest per

S ignorile Vittorio

Si;...,noris Annibale

Signorìni (Tito). Generale, n . a Roma nel 1872. Sottot. ciel genio nel 1892~ prestò a l ungo servizio negli aerostieri.

Partecipò alla gue rra contro l ' Austria col corpo acrollautico e nel 1917 fu p romosso colonnello. Ritornato al genio, fu addettf/ al com ando territoriale del genio di Roma. Nel 1923 fu d irettore del genio a Firenze e nel 1926 coman dante dcll"8° genio. Generale di brigata comandante del genio a Tori no nel 1929, nel 1932 passò al m in istero del la Marina quale <hrenorc centrale del genio e nel lo stesso anno venne promosso gene rale d i divisione .

Signoris (di liuronzo, Fr@cesco). Generale de] secolo XVIII . Alfiere in fan teria nel 1763, comandò da colonnello il regg. Novarn . Comandante <lèlla città e provincia d i Alba nel 1794, fu promosso br igad iere d i fanteria nel 1796 e nell"anno seguen te passò a comandare la città e provincia d i Asti . Sig11oris di l/u1·011zo conte A nnibale. Generale, n . a Vercel li, m. a Torino (18ro-1869) . Sottol. d i cavalleria nd 1829, nella campagna del 1848 meritò la menzione onorevole. Colonnello nel r856, comandò il regg. Genova cavalleria. Magg. generale nel 1859, fu aiutante d i cam po del re cd in detta carica rimase sino al 1862 q uando, promosso ten. generale, fu nominato is!)cttore dell 'esercito. Nel 1866 fu collocato a r iposo.

poggiare verso est, cioè verso la Mosa per aiutare la 4:1 armata. Dispose perciò che la 23• d ivis. R. si portasse su

Rurn igny e Liart; i l Xli corpo su Signy-l'Abbayc; il XIX su Thin-le-Moutin; andando così ad urtare contro la linea del IX. corpo francese, che teneva la linea: Signy-1' AbbayeGuignicourt. In tutto il pomeriggio del 29 si s,·ohero combattimenti de lle avanguardie tedesche contro la l inea sud detta . Nella notte sul 30, i l IX corpo francese, per tenersi ccllègato coi corp i alla sua sr. impegnat i a Le-Catcau cd a Guisa. decise <li ripiegare verso sud•ovest, per coprire la strada d i arroccamento Réthcl-Rcims, occupando il pianoro d i riva d r. dcli ' Aisne, <letto d i .Bertoncourt, inviando la 9' d ivis. d i cavalle ri a alle sue d ipendenze verso Wassigny per mantcucrc il ,ollegame nto verso ovest e proteggere i l fianco sr. Questa divis . però, giu nta il 30 mattina a ,:vassigny, impressionata d a quanto seppe accadere a Guisa, ripiegò senz'altro sulla sr. dcll ' t\isne . Nella notte sul 30 le truppe francesi , con n1ovimcnto di fianco, da Guìgnitourt

si portarono su l pianoro di Bertoncou rt , incontrando ali 'a lba truppe nemiche in regione d i Nouvion-Porcien , mentre le truppe che era no a Signy-l'Abbaye trattennero l'avan?.ata nemica sino alle ore 6 del mattino <lei 30 agosto; indi ri[>icgarono aoch'èsse . Così che alle ore 12 del 30 agoslo i Francesi d el IX corpo potevano occupa re le loro posizion i sopra dette. A qucst"ora cessò la battaglia di Signy-l'Abbaye e cominciò quella ~i Réthel. Per i l fattO che la 9• <livis. di cavalleria si era e rroncan1cntc già portata sulla sr. del~ I ·Aisnc, il fianco sr. del JX corpo francese fu p resto minacciato d i aggiramento d alla 23a divis. R. tedesca, che aveva raggiunto Chfitcau-Porcicn; mentre da est i corpi


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tedeschi della 4"' armata, V!)l e XV!lI, passata finalmente la Mosa, minacciavano anche essi l'altro fianco del JX corpo. Il Comando Supremo francese in viò, circa le ore TI del mattino, la 32" di vis. R. e I 'XI corpo in rinforzo del IX, facendoli marciare in -d irezione di Tourteron; ma questi gi,mscro tard i, Tanw più che proprio in questo giorno il Foci,, assumendo il comando del distaccamento d'armata d i nuova formazione (che fu poi la 9a armata) ordinò il ripiegamento di tutte le truppe a sud dell'Aisne. In ottemperanza a tale ordine i corpi francesi, molto abilmente e nun senza sacrifici, riuscirono verso sera a d isimpegnarsi e nella notte sul 31 agosto riuscirono a prendere posizione sulla sr. dcl i' Aisne. Quindi insuccesso per i Francesi, compensalo però d al fatto che per elfelto di queste resistenze la !Il armata tedesca restò indietro: di due tapF-e r ispetto alla 2"' armata, che aveva a dr. e di un~ rispetto alla 4" che aveva a sr . Con le note conseguenze che ahbiarno detto.

Signorelli (Leandro), Ingegnere e capitano perugino del XVI secolo, m. nel 1530. Nel dicembre <Id 1529, durante l'assedio di Firenze, fu nmn.inato capitano generale d i tutte

k artiglierie fiorentine; gli fu data inoltre la sopraintendenza. generale delle fonificazioni in tempo di guerra e di pace.

Sigonio (Cado). Storico modenese ( 1524- 1584). Scrisse fra l'altro : « Andrea Daria "; « Fasti consolari »; ,, Della repubb lica ateniese » ; " Vita <li Scipione Emiliano »; ,, Storia di Bolog'na )) ; ecc. Siguenza (ant. Segontia) . Città delb Spagna, sulla sr. dell 'Henarcs, con un arsenale, e una fortcz&a, r~rntico al cazar, cinta di n1ura lurrìte.

Combattimento di Siguenza (1810). Appart:ene alle campagne di Spagna delle guerre dell'Impero francese. li 29 giugno il gen . Hugo, giunto in vista di S ., battè una pattuglia nemica ed entrò nella città. L'E1npecinado radunò rrup pe, con 5 o 6oo cavalli e il 2 luglio tentò un attacco che venne respinto. Le opposte cavallerie attaccarono zuffa nella piana. Gli Spagnuoli poco dopo si raccolsero e si schierarono con la fanteria al centro : l'Hugo mosse all'ittacco, sfondò il centro e pose in foga gli SpagnuolL - L'Empe• cinado tornò ndl 'orrobre, e l'Hugo dovette abbandonare S. cl1e divenne quartiere generale dell'Empecinado stesso.

Sikhs (o Seyl(hs) . Setta indiana fondata nell'India del Nord al principio del secolo XVI,. a poco a poco costituita in nazione. Nella prima metà del secolo XVII la loro confederazione assunse un carattere spiccatamente 1nilitarc e lo ttò a lungo contro i Mongoli, riuscendo nel 1710 a respingerli defin icivameme. P adroni del Punjab, i S. si batterono coi Maomettani dell 'India. Nel 1770 Shindia tolse loro la prov. d i Douab, ma poi essi si ripresero, crebbero di potenza e costituirono il potente regno d i Lahorc. Fu sotto Runget Sing che i S. raggiunsero il massimo del loro potere, conquistando il paese fra il Sutlej e l'Indo, e successivamente il Cashmir, il Peshawar e. il Derajat. L'esercito della confeaerazione raggiunse allora gli 80.000 u ., ebbe una n umerosa e potente artiglieria, di oltre 400 cannoni , e fu organizzato e comandato da vari ufficiali e uropei, fra i quali l' italiano Ventura. Nel 1831, a Roopur sul Sutlej, Runget Sing firmò col governatore lor,d 13enti.n k un patto d i perpetua am icizia che « come il sole dovesse splendere g loriosamente nella storia » . Nel lrattato , rinnovato il 22 febbraio 1833, si stabilì la libera navigazione degl i Inglesi sull'Indo t sul Sutlej. In seguito i S. combatterono

contro gli Inglesi (V. P,mjab) e infine, sottomessi, resta1·ono loro sempre fedeli, fornendo milizie scelte per l'esercito indiano.

Sikorski (Ladislao). Generale polacco, n . nel 188r. P restò servizio nell 'esercito aust riao e ooi si dedicò alla sua professione <li ingegnere, gettandosi nel movimento politico e assumen<lo la presidenza d i associazio,li patriottiche polacche; soprattutto, assumendo la direzione della preparazione armata del movimenco insurrezionale col;;cco, per il quale redasse un ,, Regolan1ento di manovra e tattica elementare di fante.ria ». Scop• piata la guerra, fu capo del dipa rtimento m ilitare del Comitato nazionale polacco e organizzò le legioni polacche . Inviato dall 'Aust ria in campo d i conccnt,amento, fu liberato nel 1918 e combattè a L eopo li prima, e alla testa d i una divisione contro l'Ucraina poi (1919) e contro la Russia. Nel 1920 fu a capo di un corpo Sikorski I,adislao d'armala e ,i distinse nella guerra contro i Bolscevichi passando subito al comando della 5" armata nella difesa di Varsavia , e al comando della 3a con la quale occupò la Volin ia. Dopo la guerra d ivenne capo di S. M. dell'esercito; nel 1922 presidente del Consiglio; nel 1923 ispettore della fanteria e delle Scuole mi litari; nel 1924 m inistro dell a guerra. Pubbl icò : « La Podlachia come nod" strategico ,1 ; e e< L'organizzazione dell 'A lto Comando >1. Sila (Brigata). V. Elba.

Sile, F iume <lei Veneto, che termina nel canale detto ,, Taglio del Silc ", scavato dalla repubblica d i Venezia per allontanare le acque dallo sbocco in laguna. e d iretto a portarle nel Piave vecchio, e a sboccare a Sacca di Piave. Vi giunsero gli Austriaci in principio del novembre r917, ma vi furono contenuti. Alla fine di maggio 1918, rinsaldate le nostre !ile e rafforzato il nostro schieramento con buon numero d i artiglierie, reparti di bersaglieri e d i arditi della 3" armata irrompevano in tre successivi ordine di tri11cec nemiche, antistanti al setto re nord della testa <!i ponte che al nemico er~ r imasta sulla d r. del fiume a Capo Sile, travolgendone le difese per una profondità di ci rca 750 metri e catturando oltre 400 prigioniui; due violenti contratt~cchi avversar_i venivano respinti. Ope.-azioni sul Si/e (1918). Appartengono alla battaglia del Piave (V .) dopo la quale venne Jecisa dalla 3• annata un 'operazione tendente a conquista re il terreno interposto ira il Piave vecchio ed il nuovo, da Intestadura alla foce; essa fu affidata al XXIII corpo d'armata (gen . Petitti di Roreto) . La d ivis . 54• (gen. Paiola) da Intest adura-Caposile e la 4• (gen. Viora) da Cortcl lazzo, con obbiettivo unico Palazzo Bressanin, per stringere in una ferrea morsa le truppe austriache (3 divis. circa) che presidiavano la zona tra i due argini. Dopo fo rmidabile preparazione delle artiglierie, il mattino dd 2 luglio , alle 6, le colonne della 54• d ivis. passarono il S. su passerelle gettate dagli zappatori del XII bgl. del genio sotto il fuoco nemico. Primi ad avanzare fu rono i Granatieri d i Sardegna, sospingendosi fin oltre Chiesanuova , ma, contrattaccati sul fianco ed a tergo da grossi nuclei di Austriaci, ancora padroni del-


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l'argi ne del Pia,•c, furono co,1retti a np,egare con perdite notevoli. Nonostallle il pronto accorrere di rinforzi del\ '81• e <lei 153° fanteria, con un bgl. <li bersaglieri ciclisti, la lotta in questo scuorc wbì una sosta. Altrettanlo accanita e sanguinosa, frauamo, ardeva la mischia sulla fronte della 4• divis. dove tentavano d i squassare la resistenza avvcrs:oria 1'82° fanteria, j) VII bgl. delle guard ie. d i finanza ,

S1L

cendo un ronzìo appena sensibile. L 'apparecchio sopprime 1'urto violcmo dei gas della carica coli 'aria, ed il successivo rapido precipitarsi d i quesla nella canna , cagioni del breve e forte rumore dello sparo. Il S. reca vari inconvcnicmi : il punrnmento viene dis1urba10 <lai fenomeni di rifrangenza dovu1i al riscaldamento dell'aria intorno al congegno: per qua nto il congegno pc>! in med ia solo 200 gr., l'equilibrio

11 fronte terr~stre nella zona del Sile, affid:uo a11a R. J\1ar-ina ( 1<)1 7-18)

IJ<;rsaglieri del 17° regg. di Marina . contro la testa <li ponte <li Cortcllaa.o. 11 l.XJX bgl. bersaglieri prese la posizione della delle « Qualtro Case ", formidabile centro di resis1enza nemico. Ciò permise di lcntare l'aggiramento delle coruigue difese austriache. Al gc11. Ceccherini, comandante della 3a brigata bersaglieri, fu affidato l'incarico di costituire la colo1111a d'attacco con i bgl. LXVII e LXIX <le i 18° rcgg. Superata rapidamenle la zona inondala, i bcr~aglicri si lanciarono all'attacco <lei capisaldi della difesa auslriaca, facendo cadere, l'uno do~ l'altro e dopo lo1t:1 asprissima, il caposaldo d i Cà Mo!in2to e poi <li Cà Trinchct . Il giorno dopo, essi balz~rono ancora in avanti. irrompendo nelle lince degli Aus1riaci, .i quali in parte \1 arrendevano, in parte si davano alla fuga. li caposaldo dr Casa Forne ra cm in nostra mano, e l'argine del Piave nuovo raggiunto nei pressi d i C. Castellana . T re btr. nemiche intatte, era no il trofeo della vittoriosa azione del 18° bersagliai, più tardi compensata dalla medaglia d'oro al valor militare. Con violenza non scemata seguitò fa battaglia nei giorni 4 e 5; non molti progressi potè compiere la 54" divis. nooostan tc i sacr ifici rinnovati delle truppe; essa, nella notte sul 5, respin se un attacco nemico e mamcnnc le sue posizioni. La 4• d ivis. invece potè il 5 mauina a,•anzarc: gli Austriaci premuti da ogni pane (anche la 54• divis. aveva ripreso la pressione ,•erso Ca,a Pirani) e duramen te provati dalle perdite , si risolsero a ripassare per sempre il Piave nuovo. Rimanevano i n nostro possesso :20 pezzi d'artiglieria, 12 bombarde, So mitragliatrici, 2300 prigionieri. Settanla chilometri quadrati di terra italiana erano slati liberati dal piede nemico, la nostra fronte raccorciarn d i otto Km, c<l allont:111atc d i sei Km . le lince austriache da ll a lagtr na di Venezia ,

dell 'arma è poco favorevole al puntamento; la ca nna subisce vibrazioni. Il S. Maxim è ada ttato all'estremità del la canna del fucile, in modo da potere scorrere di qualche centimclro avanti ed indietro; per mezzo di un 'asucciuola disposrn ;,otto e lungo la canna, è: collegato coll'ouuralOre. Allo sparo, i gas, uscendo dalla bocca e spandendosi, spingono innanzi lo smorzatore, che, per mezzo dell 'asticciuola, mette in movimento l 'onuratore che a sua volta si apre, vincendo la resistenza di una robusta molla che tende a tenerlo costantemente chiu,o. Cessata l'azione dei gas, la molla stcss,1 chiude l 'ouu ratore, e, per mcZ'lO dcli 'asticciuola, il S. i:: riponatn a posto (i ndietro). Così si ha un 'arma aUlomatica a ;ottrazione di gas alla bocca, che evita l'inconveniente di quelle a sollra,;iooe di gas nel-

Si/e. Nave cis1crna di 175 tonnellate, macchine 100 HP .. ,·arala ad Ancona rei 1894, radiata nel 1922.

l'anima. nelle quali le fecce anche minime e i <lelriti d'incamiciatura o di polvere incombusta, possono ingombrare il forellino d i presa o j J tubo, e compromettere i l buon funzionamento dell 'anima.

Silenziatore. Congegno smorzatore dello scoppio, da applicare alla bocca <lei fucili. I gas, uscendo dalla canna, trasformano in un moto rolatorio il loro iniziale moto rcltilinco, indi escono con vcloci1à molto diminuita, produ-

Silenziatore Maxim: in alto Ja sezione; al centro il fucile l\llaxim Dimg col silerw;iatore applicato; in basso, l',1pplkaiionè

Silt:11ziatore. Sui. velivoli è un apparecch io desrinaoo a ridurre il fragore dell'apparato motore durante il volo . Par-


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1icolare importanza ha per gli apparecchi militari, da10 che la difesa antiaerea si basa, ner prem unirsi dalle minaccic di incursioni aeree de l nemico, su l funzionamento di speciali apparecchi di intercettazio ne del suono, che raccolgono anche da graodiss;ma distanza i rumori prodorti dag li apparcc.chi in mov imento. lf S. cons iste in speciali dispositivi che impediscono il brusco espandersi nell'aria dei gas prodoai dalla combustion" nei motori a scoppio. :'.l,ientre con qualche sacrificio della potenza !"applicazio ne d i un S. dà per i motori risultati assa i soddisfacenti, non pare prevedibile che si riesca a ridurre i rumori prodoui dal movimento ddle eliche.

Silenzio. L ·ora del riposo per le truppe è stabilita dall'orario reggimentale ed è indicata <lai segnale del S. suonalo dai trombettieri mezz'ora dopo q ue llo della ritirata . I sergenti cli settimana, coadiuvati dai caporali di giornata, i,pczionano le camerate per accertar;i cbe i militari dipendenti sian o t.ulti nel loro letto appena <lato i l seg nale . La caserma tace; le luci che non sono nece;sarie alla illuminazione delle scale, corridoi e camerate debbono essere spente. Nella stagione estiva, quando la sveglia obbliga i TROMBA lo SI

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r u e r I r n 1 J r.g Segnale del • Silenzio •

militari a levate molto matlutine, si concede alla truppa un riposo d iurno che non o l1rcpassa mai le due ore. Anche per il riposo d iurno suona il S . e come di sera ; quest a suoneria ordina <11 recarsi a lc110 per dormire. Il S. è pure ordinato nel le manovre, t iri, e in campag na. Duran te la g uerra e in zone a contatru del nem ico, la suoneria del S. è abolita, e siccome tuttavia preme che la truppa riposi dove e quando è possibile, così i graduati di servizio devo no accertarsi che all'ora fissata i l so ldato riposi per tro,·arsi pronto e riposato al momento del bisogno.

Silicanl (Gab,-icle). Generale, n. a Carrara nel 1871. Sottot. di fanteria nel 1889, partecipò alla guerra Mondiale e vi meritò una mcd. d'argento e una di bronzo. divenendo colonnello nel 19 17. In P. A. S. poco dopo la guerra, passò nella r iserva nel r933 e nello stesso anno .fu promosso generale di brig;ita. Sii iciuro di calcio, Durante l ' ultima g uerra entrò nella composizione di molti esplosivi per aumentare la tempera tura di csplosiouc e ottenere così e /Tetti più potenti. Sil iprandi (Dn111e). Generale, n. a Reggio Emilia nel 1865. So1tOl. di fanteria nel 1884, partecipò alla guerra Mo ndiale e vi o llcnne due mcd. d'argento : nella conqu ista di Gorizia rimase gravemente ferito e mutilato. Colonnello nel 1917, fu a lungo alla Scuola. d "applicazionc di fonteria di Parma dell a 9 ur1 le fu coma ndante dal 1920. An-

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dato poi 111 P. A. S., fu promosso generale d i brigata in A. R. Q. nel 1927 e due anni d opo nella riserva.

Sii istria (ant. Drstrer). Ciuà della Bulgaria, sulla dr. del Danubio. Fu importame fortciza turca del « Quadrilatero bulgaro " · Nel 1088 presso la città fu sconfino l'im peratore bizantino Alessio I da grossi massa di Pccencghi, e costre110 a riparare a Costantinopoli. I. llsscdio e /,(I/taglia di Silistria (792). Appartiene alla guerra fra Russi e Bizantini . li granduca Sv iato,lao, con circa 40.000 Russi, vi fu assediato dai Hiz.intini di Giovan ni I. Dopo qualche mese di resistenza, vis1i scemare i viveri, decise cli affrontare battaglia in campo aperto e uscì dalla p iazza. la lona fu accanita, ma il granduca, perduti 15.000 u., ,,enne ricacciato in S . e costrcuo a chiedere pace, ottenendo di ritirarsi con le truppe che gli ri,nanevano. I!. At/(lcco di Silistria. AppMtiene alla g uerrn Russoturca del 1768-74. Il feldmaresc. Ro manzov, comandante dei Russi sul Danubio, nella primavera d el 1773, per ordine perentorio della Corte di Pietroburgo, di passare il fiume nonostante la mancanza di materiale da ponte e le precarie condizioni dell"csercito, di$pose che il gen. Soltikov tenesse d'occhio con deboli 'fone Rusciuk e Nicopol i, e il gen. Weissmann passasse il Danubio allo scopo di tratrenere le forze turche concentrate a Badadagh e coprire l 'ala sr. del grosso del l'armata, che avrebbe frattan 10 p:issato il fiume a valle d i S. Era sua intenzione di impadronirsi di questa importante fortezza per poi muovere sul le forze princir-aii del gran visir concentrntc a Sciumla. Weissmann, traghettato il fiume su barche i primi di giugno a hmail con 4000 u., battè i Turchi a Karassu e qu indi si d iresse su S. Frattanto Rornanzov arrivò (18 giugno) al Danubio passandolo a valle della città, dove j Turchi, <lopo breve scontro, ,i ritirarono. Entro il 25 giugno tutta l'armata russa aveva passato il Danubio. Le truppe del gcn. Weissmann, sul fiumicello Galiza, a un pa io di Km. dalla fortezza, attaccate da giannizzeri e spahis di Osman pascià, le respinsero in città, p rendendo loro 18 cannoni. Il 30 Romanzov sferrò l 'assalto alla piazza, su tre gros~ colonne, con 70 pezzi e 500 carri di fai.cine. La J ' colonna (gen. Po temkin) fu arrestata dal fuoco tu rco, perdette 500 u. e stava per cadere q uando il col. Kli<ehka, distaccato da Wcissmann nel momento decisivo, piombò sul fianco de] 11cmic:o obbligandolo a ret rocedere in ciwì. L<: truppe della r" colonna poterono cosl riannodarsi, occupando un'altura sulla quale accorsc J"artiglieria russa. Difficolt~ topografiche rirar~laron~ l'cn trat2 in azione della 2~ colonna (Wcissmann) sicchè Romanzov si conv inse non essere più il caso <l'insistere neU-attacco della for1czza, tanto più che la cavalleria riferiva che un forte corpo turco, in gra n parte di cav~lleria, av:t nzava da Bazardv ik sul campo russo: o rdinò pertanto alle tre colonne di ritirarsi sul campo stesso, memrc tuua l'artiglieria apri,·a il fuoco sulla ciuà dall 'accennata aliura per tenere in rispetto jJ presidio della fortezza. La ca,•alleria turc3, che am montava a 8ooo u., veniva auaccata di fronte e di fianco dalla riserva russa (gen. StapitscJ-.in) e dalle tru ppe del gen. Potcmkin e volta in fuga. li p residio di S., a ppena si accorse che i Russi stavano ritirandosi, effettuò una sortita, riuscendo a mettere in fuga 2000 Russi della 3• colonna (lgclstro m) sorpresi isolari. Mentre il gen. Wcissmann con molto valore e a prezzo della propria Yita proteggeva il difficile movimento di ritirata, l'armata ru~sa ripassava il Danubio (9 lugl io).


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111. Assedio di Silistria (1853). Appartiene alla guerra d i Crimea, e fu posto il 14 apri le dal ma resc. russo Paskevic, il quale mirava a provocare i Turchi a battaglia prima dell'arrivo dei Franco-Inglesi. Omer pascià, comandante degli Ottomani concentraci a Sciumla, non si lasciò att rarre ad nione campale, fidando nella resistenza della piazza e nel1'intcrvento degli Alleati. Deluso nella propria aspettativa, Paskcvic in iziò il fuoco (11 maggio) contro la piazza . Ma il presidio, forte d i r8 .ooo u. , comandato da Mussa pascià ,

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sue ripetute prove d i valore trasferito nel reparto ardici , fu sempre esemp io di coraggio e di fermezza, mai smentendosi, neppure nell'ora che il nemico incali,ava contro le nostre lince, vittorioso. Questo fante valorosissimo fu, infatti, uno degli eroi della strenua d ifesa opposta dalla 3n armata, prin1a di essere costretta ad abbandonare le insanguinate trincee dell 'Altipiano Carsico. La moti va7.ione d ella me<laglia d'oro conferir~ alla sua memona così r icorda la sua fine gloriosa: e( Volontario

di guerra, già

<listintosi p :r fulgido valore in numerosi fatti d'anne, col reparto arditi del battaglione, d urante quattro giorni d i azione, offertosi per comandare u11 posto avanzato, importan-

Sillicani Giuseppe

tissimo punto di o.~se.rvazionc ,

violentemente battuto dalle artiglierie nemiche, rese preziosissimo servizio di informazioni, 1·iinaoendovi saldo anche

La fortezza di Silistria nel secolo XIX

con l'aiuto del colon nello prussiano d 'art. Gach, si difese energicamente ; ad onta dell ' uso <li mine e di furiosi assa lti, i Russi non riuscirono nell 'intento, tanto che alla metà di giug no la piazza resisteva ancora . Annunciandosi allora l'avanzata del contingente anglo-francese da Varna ed essendo <la temersi l'i11tervento dell'Austr ia , che dalla Transilvani.a poteva, in accordo con la Turchia, occupare i Principati Danubian i minacciando le comu1tica:tioni dei Russi - Paskevic tolse l'assedio (21 giugno) e iniziò la ritirata verso il Pruth.

Silla (Lucio Cornelio) . Dittatore romano, n. a ' Roma, m. a Pozzuoli (138-78 a . C.). Nel 107 a. C. aodò questore in Africa agli ordini d i Mario: incaricato di trattare col re di Numid ia, ottenne da questi in consegna Giugurta. Pretore nel 92 a. C. si recò poco dopo a ristabilire sul trono di Cappadocia Ariobarzane il quale era. staro deposto da Mitridate. Ritornato in Italia durante la gunra Sociale, p rese Stabia e Pompei e sottomise i l Sannio. Console ncll'88 a. C., ebbe dal senato la direzione della guerra contro Mitridate, ma avendo Mario cercato di ottenere in ,-cce sua il comando, Silla tornò a Roma ed entrò in lotta contro Ma rio e i suoi partigiani, v incendoli. Ind i si volse contro Mitridate, s'impadronì d i Atene (87 a . C.) e riportò le vittorie di Cheronca e d i Orcomeno. Andato in Asia, costrinse Mitridate a chiedere la pace. Ritornato in Italia nell'84 a. C. marciò contro Mario e lo vinse a Sacriporto, a Prencstc e sotto le mura d i Roma, ove, col trionfo, entrò due anni dopo, e per qualche tempo vi fu d ittatore .

dopo aver avuto il riparo compleramenre sconvolto dal tiro avversario. Mortalmente ferito, con l'addome squarciato da una scheggia d i granata , si interessava ancora del buon andamento del servizio, incitando cd incuorando i compagni. Agon.izzante , chiedeva di essere informato sull'esito dell 'azione, rallegrandosi nell'apprendere che l'attacco nemico era stato respinto, e spirava d ichi:u·andosi felice di dare fa vita per la Patria e per il Re " . (Dosso Faiti, 23-26 ottohre 1917).

Silo. Puniz.ione in flitta nel XIX .secolo ai soldati francesi de ll'armata d'Africa: veniva dopo la sala d i pulizia e la prigione. Consisteva in un fosso profondo nel quale si facevano entrare i soldati colpevoli di reati contro l:l disciplina militare . Qualche volta i condannati vi entravano anche a p iedi nudi (à poi!). li fondo della fossa era stretto e solitamente vi c-rano molti soldati, cosicchè d'estate vi si soffocava e d'inverno essi stavano nel fango. ll vitto

consisteva 1n pane e acqua .

Siluramento. Nel gergo espressivo militare, scaturiw in trincea <forante la lunga guerra, vi è la parola S. coi suoi derivaci, a signi ficare la esonerazione improvvisa, dal comando d i truppa irt linea, d i un urliciale d i grado elevato. In F rancia l'analogo provved imento venne indicato col verbo " limoger » e derivati. La parola ,iel gergo è d ive ntata ufficiale d a quando essa fu consacrata nella « Relazione della Comm issione d ' inchiesta istituita con R. Decreto n. 35 del u gennaio r918 » , con le seguenti parole: « Si ebbe sempre più l'impressfone che provvedimenti gnwi venissero presi senza attento esame delle cause dcccnni.nami. Fu allora che, quasi a colorire come insidioso ed iniquo il provvedimento, Vesonerazione imp rovvisa cd imprevista cominciò fra gli ufficiali a chiamarsi « siluramcmo " • termine successivamente entralo sempre più nel gergo militare e nel • l'uso comune». Contribuì a rendere invisi i S. nonchè i Siluranti (autorità proponenti ed anche eventuali insid iosi suggeritori) i l facto che le csonerazioni talvolta apparivano sprovviste di fondamento. Casi clamorosi d i S. non apparsi

S illicani (Giuseppe). Medaglia d'oro, n . a Carrara nel

g iustificali ne avvennero jn. tutti g li eserciti: uno dei più

1881, caduto sul Carso n el 1917. Caporale nel 69° fanteria,

d iscussi fu quello del gen. francese Lanrezac, cc limogé " dal comandante in capo, )offre, in principio della guerra Mondiale.

era accorso alle arm i dall.e Americhe, allo scopp iare della guerra, per compiere il suo dovere verso la Patria. Per le


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Silurante. Termine adoperato verso il 1900 dal comandante Bonamico, per sostituire guello di ,, torpediniera »: oggi intendiamo 9uella parte del naviglio sottile delle marine da guena che ha come arma unica o pr incipale il siluro. Si tentò anche d i chiamare ,, cacciasiluranti " i « cacVelivolo silurante, ciatorpediniere », ma senza fortuna. V. Velivolo.

Mondiale e nell'immediato dopo-guerra i S . subirono ulteriori perfezionamenti, talchè sì è giunti nel 1930 a far percorrere a S., lunghi circa m. 7,50, con carica di 250 Kg., una ·d istanza di cir<0a 12 .000 met ri alla velocità d i' 26 miglia circa, cd una gettata dì 4000 metri alla notevblc velocità di 50 m iglia all'ora .

Silurìpedio. L 'i111pianro dove si regola il siluro al lancio.' Il termine fu proposto nel secolo scorso, ma r imase assorbito jJ1 quello di « silurificio », dove pure sono i detti jmp1anti. Siluristi. Categori;r del C. R. E. M., cceata con ruoli distinti cd autonom/"in tutti i g rad i nel 1933, staccandola dai torpedinieri, di cui faceva p·a rte come specialità. Siluro (e Silttrificio). Ve rso il 1860 il comandante Luppis della marina austriaca ideò un battello semovrnte mosso da congegni d i orologeria, che portava sulla prora una carica di scoppio . Questo battello d i piccole d imensioni servl d i rraccia alle prime esperienze per un alt ro ordegno simile , ma subacqueo, inventato dall'ing. Roberto \Vhitehead, che da molto tempo si trovava in Italia impiegato in uno sta· bilimento in<lustriale della Lombardia. E fu il S . esperimentato per la pri ma volta a 'F iume nel r866, con la (or ma di un sigaro, con un'elica mossa da ar ia compressa; poteva percorrere circa 200 metri alla velocità <li 6 miglia e portava una carica cli ~coppio d i 8 Kg. Quest'arma andò perfezio nandosi e nel 1871 l'inven tore ne fece cost ruire alcu ni esemplari che vennero esperimentati a Venezia 11el 1874, ove sorse un reparto p.:r la costruzione d i queste arm i, durato fino al· 1899. Intanto a Fiume si organizzava uno stabilimento in piena regola e poco dopo ne sorgeva un altro in Germania, sotto l'insegna di Schwartzkopif, che costruiva siluri pure azionm~ ad aria compressa, ma inte~

ramente d i bronzo. Sia i S. d i Fiume che quelli tedeschi offrivano pregi e difetti vari, motivo per cui furono ambedue adottati d alle varie marine. La casa di Fiume fon dava filia li in Ingh ilterra, in Francia (a Saint-Tropez) e in Italia (a Napoli). 1 perfezionamenti successivi por tarono i S. ad avere macchine a 4 cil ind ri radiali, capaci di imprimere una velocità di circa 30 miglia per una gettata di 3500 metr i circa, portanti cariche i l cui peso variava dai 100 ai 150 Kg. Il <liametro d i questi S . era di 45 cm., la lunghezza di circa 5 metri. Con questi S. tutte le manne si presentarono all a guerra Mondiale. Durante la guerra

Lancio di siluro da unità ad alt"' velocità

Le principali parti di un siluro sono : la testa, che contiene la carica di scoppio e p uò essere fatta scoppiare mediante apposito acciarino. La carica di scoppio di un S. moderno è di Kg . 250 di tritolo. Questa testa, in tempo di pace, viene sostituita con un.i testa d i esercizio piena di acq.ua e munita d i un congegno che espelle l'acqua a fine corsa e alleggerisce i l siluro, che in tal modo viene più rapid amente a galla (alcuni tipi dì S . hanno alla partenza spinta negativa, d imodochi: se si fermassero o facesscru avaria ai timoni orizzontali and rebbero a fondo). Dopo la testa si nota il serbatoio, che è un cilindro metallico dcila capacità di circa 600 litri nel quale viene immessa !·aria compressa alla pressione di 180 Kg. per cmq. Dopo i i serbatoio vengono i regolatori d i immersione, costituiti <in ll'1 pendolo e da un piatto idrostatico che comandano i timoni orizzontali. Si ha quindi il riscaldatore, un a pparecch io contenen te petrolio che si accende all'atto della partenza e r iscalda l'aria ~he dal serbatoio deve andare alla macchina motrice. r1 oi viene il servomotore, ossia una pie• cola motr ice ad aria compressa che fornisce l'energia per i movimenti dei timoni . La macchina motrice propriamente detta, posta in apposito scompartimento dopo il scrvono,,torc, è formata da due o quattro cilindr i (a seconda dei tipi dei siluri) che funzionano ad aria compressa e imprimono

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Dall'alto al basso: Siluro semovente perfezionato~ S iluro semovente primo modello; battello con carica di scoppio a prua


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il movimento <ii rornzion.; i due eliche coas,iali che ruo• tano in senso contrario. li numero dei giri varia da 900 n J300. Dopo Jn motr ice si trovn un compartimrnto stagno nel qu3k è sistemato il guidn-silur i gim,copito che agisce sui ttmoni verticali. La lunghezza totale di un S. moderno è da m. 6,75 a 7,50, il suo peso è circa di una tonnellata t: mezza; il costo si aggira sul quarto <li milione . Il S. vie ne lanciato per mezzo d i un tubo lanciasiluri c.he agisce per pressione pirica (o con aria compressa) e <là al S. un nnpulso appena sufficiente per menerlo jn acqua. Una ,•olia in acqua il siluro si mette in moro da sè pcrchè nell'uscire <lai lanciasiluri alcune leve urtano contro appositi scontri <ld lanciasiluri e pcnncuono il passaggio dell'aria compressa dal serbatoio agli organ i motori. li siluro forma il principale armamento dei sommergibili e del naviglio sottile. Ogni unità porta 6-8-12 siluri a seconda del tipo. Anche le navi maggiori sono dotate di lanciasiluri <li cui !,anno una piccola dotazione (4-6-8). (V. l.,a11cù1siluri e J.,111cio).

SII va (Giuseppe). Generale \'Cnczuelano (1 i92· 18,3). Partecipò alle campagne dell'Indipendenza contro la Spagna dal J 810 e condusse a lungo guerriglie nelle montagne venezuelane. Fu poi agli ordini di Bolivar e divenne gcucrnlc di brigata ad Ayacucho. Nel 1828, promosso generale di <li,·is. comandò il dip. di Orcooco, Nel 1855 divenne generale in capo delle forze annate venezuelane e ministro della guerra e marina. Silv11 Enrico. Generale, n. a Genova, m. a Firenze (18411915). Sottot. dei granatieri nel 1861, partecipò alla campagna del 1866 e nel 1867 passò nei CC. RR, Nella lotta contro il brigantaggio, meritò una med. d'argento e una tli bronzo . Coloru1cllo nel 1896, comandò la legione d i Fircnlc e nel 1900 andò in P. A. Trasferito nella riserva, fu promosso rnagg. generale nel 1908 e ten. generale nel 1914.

Si/va Augusto. Generale, n. nel 1863. Sottot. d'art. nel 1886, andò in P. A. nel 19ro. Richiamato dal 1915 al 1919 in occasio ne della g uerra cont ro l 'Austria, fu ,1 tklctto a servizi mobilitati \'ari e divenne colonnello. Trasferito nella riser\'a, fu promosso generale di brigata nel 1930. Si/va Giuseppe. Generale, n. a S. Vito dei Normanni n el 1867. Sottot. <l i fanteria nel 1890, frequentò la Scuola di guerra; colonnello nel r 9 r7, comandò 1'85° fanteria e durante la ritirata del 1917 rimase ferito e meritò una mcd. d'argento. In P. A. nel 1920, fu promosso generale di brigata nella riserva nel 1925.

Silvagni (Ar11110) , Generale commissario della R. Marina, n. a Nola nel 1859. Entrato in servizio nel T882, fu promosso magg. generale nel 1923, ten. generale nella riserva nel 1926, collocato a riposo nel 1927. Prese parte alla campagna d'Africa e alla guerra Mondiale . Sil vani (Rodolfo). Generale, n. e m. a Bologna (r83i· 1900). Sottot. d'art. a vent'anni, partecipò alle campagne del 1859, 1866 e 1870, ed alla presa di Roma meritò la mcd. d"argento. Nel 1885 fu d irettore del laboratorio ,li precisione. Cnlrmncllo nel 1887, comandò il 40 art . e nel 1892 andò in P. J\. Magg. generale nd 1896, passò poco dopo nella riser\'a. Nella XIV legislatura rappresentò alla camera dei deputati il 2° collegio di Bologna. Sllvati (Giwcppe) , Patriotta napoletano (1n)o-1821 ) . S01toten. di caval leria del regg. Borbone, d i venuto carbonaro, sollevò il 2 luglio 1820, insieme col sottot. Morelli, il reg•

SrM

gimemo al grido di • Viva la libertà e Viva la Costitu1.ione ! » dando scintilla al moto che impose la costituzione al re Fer<linando. li crollo della co,tituzionc e la reazione che ne seguì portarono il S. al patibolo insieme col Morelli.

Silves. Città del Portogallo, nell 'Algarvc, a pochi chilometri dall'Atlantico. /'resa di Si/ve, (II4j). Don Sancio, re del Ponogal!o, vnlcn<lo intraprendere una spcd izione con lro i Mori che te• ncvano una parte dei suoi Srnti, si alk-ò ad alcuni principi normanni gettati da un.1 tcmSilvati Giuseppe pesta su Ile co,tc presso Lishona, e. ,u lla fin<. del n47, la citt,1 fu bloccata dalla parre del mare <lai Normanni, mentre il re con un forte esercito J"assedia,,a dal lato <li terra. 40 galere portoghesi si uni1ono alla flotta normanna. I difcn,ori resistettero per due me,i: inline furooo costretti ad arrendersi a discrezione al re, il quale lasciò loro salva la vita. I Normanni , fatto un ricchissimo !xmino nella città, si ritirarono.

Silvestri (Francesco). Generale medico, n. e m. a Casalmaggiore (r847-1929). Volontario garibaldino nel l866, combattè nella campagna d i q uell'a ,1110. Nel 1875 entrò nell'esercito come sottot. medico e nel 1905 andò in P. A. .:ol grado di ten. colonnello dopo esser stato vicedirettore della Scuola <l'applica:,;ione <li sanià Colonnello nel 19ro, fo promosso magg. generale medico nella riserva nel 1916. Silvestri Lamberto. Generale, n. ad Aquila nel 1868. Sottot. di fanteria nel 1892, partecipò alla campagna di Libia e alla guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1917, comandò il 217° e po, il 164° fanteria. In P . A. S. nel 1920, nel 193T passò. nella riserva col grado di generale di br igata. Silvestri Ugo. Generale, n. a Verona nel 1868. Sottot. di fanteria nel 1886, raggiunse il grado <li colonnello nel 1916. Comandò nella guerra co ntro l'Austria l'8oO fanteria e "i meritò una med. d 'argento. Comandante il 67" fanteria nel 1919, andò in P, A. nel 1920. Nel 1926 \'enne promosso generale di brigata nella riser"a e nel 1930 collocato a riposo. Silvestri Eugenio. G~ncrale, n. nel 1869, m. a Roma nel 1921. Sottot, dei bers:,glieri nel i887, colo nnello nel 1916, comandò nella g ucrr~ contro I ' Au,tria il 38° fanteria fu promosso brigadiere generale.

e nel 1918

Silvew·i Tullio. Generale, n. e m. a Verona (18i0•1933). Sotlot. di fameria nel 1888, partecipò alla guerra Libica e vi m eritò una mcd. d i bronzo . In g uerra coLHro !"Austria sin <lai! 'inizio vi meritò altre due rned. di bronzo. Colonnello nel 1917, comandò il 2o6<> fanteria. In P. A, S. poco dopo la guerra, passò nella riserva nel 1931 e nel 1932 fu promosso generale di brigata.

Simancas (ant. Sep1imnncas). Città della Spagna, in prov. di Valladolid . Fu presa nel 1417 dai signori collegati contro Gio,•anni n e Alvaro Dc Luoa, i quali, as!>C<liati, dovettero arrendersi .

Batraglia di Simancas (939). Appartiene alla guerra fra Cristiani e Mori. La città (u invest ita da 20.000 Mori, g uidati dal califfo di Cordoba, Abderraman III. In soccorso


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degli assediati giunse il re Ramiro II di Leon, il quale a11accò i Mori e li sconfisse completamente, jnfliggendo loro enormi perdite.

Simeto. Cisterna per acqua, ,·arata dallo stabilimento Vianello Moro d i Venezia nel 1!)()4, dislocamento tonn. 185, lunga m . 24,70, larga m. 5,28; apparato motore cavalli 123, velocità miglia 8,05. Personale d'armamento 9 uomini. Simi. Isola della costa occidentale del!' Anatolia, a Ctrca 25 K m. d a Rudi. Ha un 'este nsione di 69 K mq . cm\ una popolazione di circa !)()00 abitanti. Capoluogo S., con baia omonima e piccolo scalo. Appartenne alla Turchia sino al 1912, anno in cui fu occupata dalla flotta ital iana, venendo a far parte delle Isole Italiane dell'Egeo. Battaglia navale di Simi (~ r2 a. C.). Appaniene alla guerra del Peloponneso e fu comba11uta fra lo stolarco spartano Astioco e l'ateniese Carmino. I d ue comandanti, che ignoravano reciprocamente la po;izione dell'avversario, si incontrarono all'altezza di S., in una giornata nebbiosa. Ca rrnino vide così solo una parte (!el la flotta nemica e I'attaccò risolutamente : m a in breve fu attaccato d a tutta la Aoua spartana e messo in fuga con la perdita di 6 navi.

Simiane (di Pianez;:;a, marchese Carlo Ema1111ele). Generale d el ,ec. X VII , n . e m. a Tori no (1608-1677). Si segnalò nelle guerre del Monferrato e del Gcnovesato. Generale di fanteria e ministro della duchessa Cristina durante 9_uasi tutta la reggenza, comandò nel 1640 le t ruppe di fanteria all 'asscdio di Torino. Si ritirò poi nel convento di San Pancrazio. Similare. Nel la te nni nologia militare q uest 'aggettivo serve ad indicare quegli oggetti che, p ur non essendo precisamente del tipo prescritto e co,truiti dagli stabilimenti militari o da quelli alllorizzati, possono tuttavia sostituirli pcrchi: a nalogh i o simi li. S@o a nche così ch iamati gli oggetti acquistali dal commercio pei bisogni particobri di ciascun reparto o corpo: questi ,•cngono pertanto assunti in carico separatamente , per d istinguerli dai materiali di prcsc rizionet e vengono nurnerati a parte sui registri in rosso aniichè in nero. Simion (Em esw) . Ammiraglio, n. a Genova nel 1866. Entrnto in servizio nel 1881, fu promosso contramm ir. nel 1916. viceammir. nel 1920, ammir. di squadra in A. R. Q. nel 1926. Prese parte alla guerra d'Africa cd alla guerra Mond iale. Fu direttore generale d 'art. ed armame nti dal 1918 al 1921, vicepresidente del Consiglio superiore di marina dal 1921 al 1922. P. autore di pregevoli monografie tecniche .sulle anni n aval i, e storiche d i marina, fra le quali: « li contributo <fato dalla R. Ma rina allo sviluppo della radiotelegrafia » . Simìtli. Borgo della Bulgaria, sullo Stru ma. Hattaglia tfi Simitli (1913). Appartiene alla seconda guerra Bakanica. Il 23 luglio le forze greche avanzanti per la valle dello Struma raggiunsero lo sbocco setten trionale della st retta di Kresna, ove i Bulgari avevano radunato tutte le for7,e disponibili; la loro linea di difesa era appoggiata con la dr. alle alture (li Rujen e corl la sr. a quelle di Obclscnik, indudcn<lu l'abitato di S . Il comando greco decise l'attacco per il giorno successivo: la battaglia si svolse fra il 24 <.xl il 30. L'avanguardia greca sboccò dalla cresta di K rcsna, se pure con q ualche d ifficoltà per la mancanza di efficace appoggio d i artigl ieria, che oltrepassò I;, stret ta solamente p iù tardi, nella notte fra il 25 ed il 26. li 25 il

combattimento continuò con maggiore accanimento cd i Greci riuscirono ad 011enere qualche succcs,o, sia al centro, ove la fanteria della 1• e 2 • div is. occuparono alcune posizioni avanzate bulgare, sia alle al i poicbè la colonna d i dr. , superato il Perim Planina al colle di Prcdhclari, dopo ostinato combattimento, riuscì ad occupare Marova . Anche la sr. potè progred ire minacciantlo la <lr. bu lgara per le alture della riva occidentale della Zelcsnica. li ginrno 26 i Greci continuarono ordinatamente la loro avanzala: la colonna centrale p untò decisamente su S. avanzando a cavallo dello Str uma. L '.1n iglier ia bulgara a1,rl il fuoco contro le fanterie, ma fu cOSlrctta a tacere dalle batterie greche. I Uulgari ripiegarono oltre S. Anche sulla dr. e sulla sr. la $Orte delle arml aveva arriso ai Greci , che si erano im~ padroniti delle alture d i Rujcn e delle altu re di Arisva nica. Ma &attanto l'inazione della 3" armata serba consentì ai Bulgari di fronteggiare la minacciosa offensiva greca, e di prendere il 27 la com roffe nsiva , svilup pando la seconda fase della battaglia e ponendo i Greci in una situazione al'luanto critica, da cui si salvarono per il sopr;ivvenirc del1'armistizio . .Infatti le colonne greche, attaccate da for,;c fresche e prcvalcnli , furono ovunq ue a rrestate e costrette a ripiegare . Il giorno 29 i Bulgari occuparono Mahomja, m inacciando le comunicazioni della colonna principale, mentre altre tr uppe tagliavano all 'ala dr. greca la via di naturale d i ritirata per la valle della Mesta . Con la firma dell'armistizio i Bulgari rinunciarono a completare un successo che gi!t si delineava notevole per le sue possibili conseguenze militari.

Simla. Città dell' India, nel Pungiab. Trattato di Simla (8 agosto 19r9). Pace fra l'Inghilterra e I'Afganistan. O ltre a var ie condiz ioni durissime per q uesto Stato, l'Inghilterra d ichiarò che avrebbe r ipreso con esso i rapporti diplomatici solo entro sci mesi, e se l'emiro aves:i;e <lato prova d i meritare l':1.n1icizia britannjca.

Simmorie. Ncll 'ant. mgrina greca, erano le società pri vate costituite per la costruzione e la condotta delle navi ria guer ra. E Simmorita era detto chi aveva parte nell'armamento di navi, specie da corsa, per trame degli utili: era prcss ·a poco il " partencvolc " delle nostre repubbliche marinare . Simoncelli (A11to11io). Generale, n. ad Arcevia nel r864. Sot toL. dei be rsaglieri nel 1883, fu in Libia nel 1913-14. Colonnello nel 1915. comandò .i n guerra il 63° fanleria e vi guadagnò una mcd. d'argento . Nello stesso 1915 passò a comandare il 4° bersaglieri . M,agg. generale nel 1916, ebbe il comando della brigala Bergamo e nel 19r7 fu colloSimoncelli Antonio c:ilo in congedo provvisorio. Generale di divisione in posi,;ionc ausiliaria nel 1923, passò nella riserva dicci anni dopo. Simone Schiaffino, Cacciatorped in iere, varato nel 19t5. Dislocamento 425 tonnellate. Simonetta (Francesco). Colonnello garibaldino, n. e m. a Milano ( 1813-1863). Appena venrenne cominciò a cospirare e fu arrestato e imprigionato; nel 1847 riuscì a sfug-


SIM

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gire a un nuovo arresto riparando in Piemonte. Tornò in Milano insorta e partecipò alle azioni intorno a Peschiera. Dopo il 1849 fu t re volte deputato di Intra. al Parlamento subalpino. Nel ,859 comandò co1nc tenente, poi come capitano, k Guide garibaldine, se• gnalandosi .sp:cialmente al pas• saggio ,lei T icino e a Malnate. Nel 1860 .a ndò in Sicilia con la spedizione Medici col grado di maggiore, <livenendo poi colonnello brigadiere, e si segnalò specialmente al Volturno .

Simonetta Antonio. Gar ibalSimonetta Francesco dino dc:i Mille, n. a Milano, m. a Palermo (1841-1860). Nel 1859 fu volontario nell 'esercito sardo e si segnalò a San Martino ; l'anno seguente cadde combattendo nella p resa di Pa lermo .

Simonetti (Stefano). Generale, n. ad Ozzano Monferrato, m. a Ca tanzaro (1849-1915). Sottot. dei bersaglieri nel 1867, partecipò alla campagna del 1896 in Eritrea. Colonnel lo nel 1903, comandò i l 53° fanteria e ne l 1907 fu collocato in P. A. Nel 1913 venne promosso magg. generale nella riserva, e, richiamato nel 1915, ebbe il comando della 5• brigata d i milizia territoriale.

Simonetti Diego. Ammiraglio, n. a Gernona, m. a Pisa (1865-1926). G uardiamarina nel l885: .Jivcnnc contrarnmir. nel 1916, viceammir nel 19,8, viceammir. d i squadra nel 1923, d 'armata nel 1925, ~unmir. d'arm,ta nel 1926. Prese parte alla campagna in Cina (19cH), a Il a guerra Italo-turca e a quella Mondiale, nella quale guadagnò la croce di cav. dell'O . M. S., e fu capo di S. M. <!elle forze navali mo• bilitate , comandanle d i quelle mandate sulle coste albanesi, ispettore de lla d ifesa del t raf. fico marittimo . Ebbe dopo la S imo netti D iego guerra comandi di <lipartimenti mii. marittimi; nd 1823 fu governatore a Corfù, nel 1925 divenne coman,1ante in capo de ll 'a rmaca navale. Simonetti-Bevilacqua. 110b. di Ci11goli Ale,sandro. Generale, n. nel 1867, m . a Massa Pisana nel r931 . Sottot. di cava lleria nel 1887, partecipò alla guerra contro l 'Aust ria e nd 1916 fu collocato in P. A . Colonnello nel 1917, ebbe la promozione a generale di brigata nella riserva nel 1928.

SIN

il Giappone rifiutava di aprire delle altre nazioni .

suoi porti

.al con11nercio

Trattato di Shimonoseki (17 aprik 1895). Chiude la guerra Cino-giapponese. La Cina riconosce l'indipendenza della Corea, cede al Giappone la penisola del L iao Tung, l 'isola di Formosa con ll!llc quelle adiacenti , le isole J>escadorcs; paga i noltre ur1'indcnnità in <lenaro. Questo trattato determinò rapidi accordi fra la Russia, la Germania, la Francia: le squadre di queste potenze incrnciarono nei mar i ci nesi. Il Giaj1pone dovette rassegnarsi ad abbandonare il territorio cinese ottenuto, conservando solo Formosa. Ebbe aumentata l'indennità, che destinò a preparare quella guerra del 1905 contro la Russia che doveva rida rgli i fru tti della vittoria del 1894. (V. Portsmouth).

Simulazione (Medicina Legale Militare). Assume varie forme, cioè: q uella di sim ulazione propriamente detta, in cui viene allegat~ una 1nalattia inesiste~tc, quella di d issi.. mulaz.ione, cioè occultamento <li un 'affezione esistente, quella di esagerazione dei sintomi <li un processo morboso da cui l 'individuo è realme nte affetto, ed infine quella riguardante addirittura la provocazione <li un'affezioJJe (V. Atttole.,ionismo). La S. non è rara nella collettività militare: in tempo di pace essa si o~serva nei purlitj di prigione, specie di rigore, nei reclusi presso gli stabilrnemi di pena , ne i militari lo genere per sottrarsi a marcie, a n1anovre, ecc.,

nonchè negli inscritti di leva per esimersi dal scrviào . Diviene più lrequcnte in tempo d i guerra. Le forme morbose più spesso simu lale sono: il catarro gast rico, simulando la lingua im patinata n1e<li~tn lc intonaco di creta, sapone, gesso, ecc.; la diarrea, specialmente d'estate; la febbre med iante introduzione di tabacco o di aglio nel retto, ingestione copiosa <ii alcool, ccc., il reumatismo mu~colarc, specie lornbagginé ; le nevralgie; ccc. Nelle S . ostinate e nei casi dubbi l'ufficiale me<l ico d i corpo i nvierà il soggetto in osservazione all 'ospedale militare, <love trovasi personale addestrato e si hanno mezzi più adatti: il criterio d inico sarà -integrato, a seconda <lei bisogno, da indagin i radio• logiche, da esami batteriologici , chimici, ecc. Si r icorrerà inoltre ai mezzi <li sorpresa. Nell'ultima guerra, nei riguard, dell 'autolesonismo, (urono istituiti reparti speciali con adatto personale tecnico, che d iedero buoni risultati.

Sinan (pascià, detto li Vegliardo). Fiorentino d i nascita, catturato da giovane dai Turchi passò all'Islamismo e ,·aggiunse le più alte cariche dell ' impero ottomano, diventa ndo visir sotto <J.Uattro sultani (Solimano I, Selim li , Amurad Il i, Maometto 1!1). Coman<i<> pii, volte le truppe turche conqu istando Tripoli difesa dai caval ieri d i Malta (1551), soffocando rivolte nello Yemen, conquistando Tunisi, battendo gli Spagnuoli e d istruggendo i loro possedimenti d'Africa . Passato in Ungheria vi si dimostrò valoroso capitano anche in tragiche ci rcostanze . Morì gran visi r nel 1595, colmo d i ricchezze e d'onori. Si ignora il nome ,-ero d 'origine di questo celebre guerriero ed uomo politico pur non avendosi dubbi sulla località dove nacque.

Simoni (Alberto). Ammiraglio, n . a Pisa nel 1864. Entrato in servizio nel 1879, fu promosso contrammir. i1ella riserva nel r923, arnmir . di d ivis. nello m ,sso anno e collocato a riposo nel 1926. Prese parte alle campagne d' Africa e<l alla guerra Mond iale.

serrate e con una fronte d i 260 metr i. Consisteva 11d rcstring-crsi a massa c01npatta per dare o rjcevere una carica . Di un ordine d i battaglia quasi simile parla anche Omero.

Simonoseki (o Shimonoseki). Città marittima del Giappone, nello stretto omoni,no. Ne! 1864 venne bombardata da una Rotta francese, inglese, americana, olandese, quando

Sinauen. Oasi e villaggio dclh Tripolitan ia. Vi fu costrnito dai Turch i un castello. Venne occupato nel 19 r3, abbandonato nel 19i5, r ioccupato nel 1924.

Sinaspismo. Nella falange greca era un ordine d i battaglia stret to, con intervalli <li poco più <li 45 c1n't a righe


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Combattimento di Sin""''" (1923) . Appartiene alle operazioni militari per la riconquista della Tripolitania. li 23 dicembre una colvnna composta di E ritrei, meharisti ed elementi del gruppo a cavallo di Nabct, agli ordini del magg. Volpini, arrivata presso S. venne accolta da nutrito fuoco di fucileria. Due cp. eritree, lanciate ali 'attacco, occupavano l 'oasi <li Ain All; gli altri clementi , dopo avere aggirato le posizioni da sud, obbligavano i ribelli a lla fuga ed occupavano il castello e poi l 'oasi di Sinauen.

. Singapore. Città dell'arcipelago malese, capo!. della colonia britannica omonima, ali 'estremità meridionale della penisola d i Malacca. Le forze militari si riducono ad un centinaio di soldat i indige ni, incaricati della ;:,olizia locale. Vi è un for te, che domina a nord 1a città. Q•Jando l 'ln• ghilterra , in seguito ai trattati di Vienna del 18r5, dovette resti tu ire all'Olanda l 'isola d i Giava e le altre colonie neerlandesi, occupate durante le guerre napoleoniche, la Compagnia delle Indie occupò S ., dove nel 1932 si iniziò la e.ostruzione di una g rande base navale cd aerea.

Singara. /\nt. città nella Mesopotamia. Nel 348 d. C., <;apore U, re di Persia, rotto l'armistizio con l 'imperatore romano Costanzo, assall la fortezza d i S., e gli riuscì di prenderla e distruggerla.

Singulares. Erano, nell'esercito romano imperiale, i soldati scelti della cavalleria ausiliaria. Sini (Emilio). Generale, n. a Cagliari, m. a Milano

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(1830-1892). Sottot. di fan teria nel r85r , partecipò alla spedizione <li Crimea e vi meritù la menzione onorevole. Comba\tè nel 1859 e nel 1860; sotto Capua meritò la med. d'argento; nella campgna contro il brigantaggio ottenne una seconda menzione OLlorevole e nella guer-

ra <lei 1866 [u jnsignito della croce <li cav. d ell 'O. M. S. Colonnello nel 1877, coma ndò il 73<> fanteria. Magg. generale Sini Emilio comandante la brigara P istoia nel 1890 , venne promosso tenente geuerale e comandò le divisioni militari d i Padova e di Milano.

Siniavine. A,mmiraglio russo del sec. XVIII . Nel li70 ebbe il comando, da Caterina II, della squadra del mare d'Azov, contribuendo alla conquista del la Crimea per 01;-cra del gen. Dolgoruki. Siniscalco. Ant ica -d ignità militare, non soltanto gra-do della gerarchia, ma anche car ica amministrat iva e di fi. d ucia perchè gli e ra àfli.dato il governo di una provincia, nonchè la cura d i patte del tesoro della corona. Era grado p ari a quello d i luogoten. generale o maresciallo, giacchi: .il suo comando si estendeva alle forze militari della provincia o regione (Siniscalcia) posta sotto il suo governo . L'origine del titolo risale all'epoca carolingia. Nel 1265, ,1uando Carlo l d'Aligiò venne in Italia, chiam atovi da papa Clemente IV, persisteva il titolo d i S. per i generali comandanti delle grandi unità del suo esercito. Nel r eame di Napoli e Sicilia sopravvisse quel titolo anche dopo i Vesp ri Sicilia ni, fino al secolo XV. In Francia, col perfezionarsi degli eserciti stanzialì e il consolidarsi delle grandi

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monarchie restò, sia pure con attribuzioni diverse da quelle dell'epoca carolingia, tale titolo per i grandi dignitari dcli 'esercito, fino a_l secolo XVIII.

Gnmde Siniscalco. In Francia, fu titnlo dapprima di alto ufficiale della Corte; d ivenne dignità mii. con d iritto al comando d i armata nel 1060 e f u soppresso ne l 1191 . Si11isc,,/co Angelo. Generale, n. a Baronissi nel 186~. Sottot. d'art . nel 1885, raggiunse il g rado di colonnello nel 1916. In P. A. poco dopo ]a g uerra, fu promosso generale <li br igata 11el 1924; nel r927 ven ne collocato a riposo.

Sinisi (Carlo). Generale, ad Ortanova nel 1862. Sottot. d'art. nel r881, ragSiniscalco Angelo , giunse il grado d i colonnello nel 1915, e fu addetto alla direzione di Verona. In P. A. nel 19 r6 e trattenuto in servizio, fu promosso generale di br igata nella riserva nel 1926. n.

Sinistr, riga! V. Destr, riga! Sinope. Ci ttà della Turchia, nell 'Asia Minore, sul Mar Nero. Porto fortificato. - Nel 635 a . C. se ne impadronirono i Mi.lesi , scacciandone i Cimmeri. Nel 220 fu invano assediata da Mitridate IV . Nel 283 fu presa da Farnace Il che ne fece l a capitale del regno <lei Ponto. Nel 67 venne p resa da Lucullo malgrado la fiera resistenza <legl i abitanti . Nel 47 a. C. fu occupata <la Giulio Cesare, che vi pose una colonia ro;nana. Nel q70 venne assalita e presa da ·Maometto II.

I. Battaglia tum,le di Si11ope (1625) . 11 cosacco Sultan Isaia, co11 una flotta di 600 fuste, d iscesa dal Don, si presentò davanti a S., dove prese d'assalto la città facendo strage <lei difensori e degli abitanti . e d istruggendo la flo tta turca (JT galeoni e 14 galere). Il. Battaglia 1iavale di Sinope (30 novembre 1853). Appartiene alla guerra Russo-turca. La flotta turca (7 fregate. 3 corvette, 2 trasporti) agli ordini dell'ammi.r. Osman pascià, che si era appoggiata a S., venne assalita all 'improvviso e distrutta totalmente dalla flotta russa agli ordini dell'ammir. Nachimoff (6 vascell i di linea, 2 fregate, alcuni vapori ed altre navi mi nori). T Turchi e bbero 4150 morti e r20 prigionieri, fra i quali lo stesso Osn1an pascià g ravemcmc ferito . Questo avvenimento provocò l'intervento anglo-francese a protezione del rerricorio turco .

Sinovich (Marco, come di Polizza). Generale del secolo xvn, morto nel 1674. Nel r641, a Milano, fu nominato sergente maggiore di un Sinovich Ivlarco corpo d i croati. L 'anno seguente passò al servi.zio della repubblica di Venezia e fu mandato come governatore della cavalleria a Candia. Nel


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1645 venne in lotta con 1-.lussain pascià, dal quale fu sconfitto, ferito e fatto prigioniero. Nel gennaio dd 164i riusd a fuggire e partecipò aH'assedio d i Can<lia del 1648-49 . Nominato governatore di Candia e poi sergente maggiore di battaglia, provvide alle fortificazioni dell'isola, finchè nel 1664 fu mandatn in Dalmazia, ove si distinse grandemente. Nel 1673 fu chiamato a Vienna e nominato generale dei Croati.

Sintagma. Nella falange macedone era l'unione di due tassiarchic, formata da un quadrato d i 16 file per 16 righe. Era costituita da 256 u. e rappresentava l'unirà tattica della fanteria oplitica. Poteva rompere in colonna da lla d r. o dalla sr. perpendicolarmente alla fronte (cpagoga) per dilochie, tetrarchie o tessarch ie, oppure procedere a d r. o a sr. nel senso paraJlelo alla fronte (paragoga) per d imczie o enomoz ie. li suo ufficiale era i l simagmatarca .

Sinsheim. Città della Germania, nel lla<len, su ll'Elsenz.

Sinuessa. Ant. città marittima, nel mezzogiorno del Lazio; le r ovine si uovano a levante di Mondragone.

CornbattÌ1hento di Si11s/zci111 (r6 giugno 1674). Appartieoe alla guerra d'Olanda. I generali imperiali duca di Lorena

e Caprara si ritirano verso il Neckar . 1-1 ··rurenne muove

a ll 'inseguimen to p untando verso il fiume Elscnz per tag liare loro la ritirata e obbliga rli a battaglia, e li raggiunge il 16 giugno. Essi, forti di 7 .500 cavalieri e d i un migliaio di fanti (senza artiglieria), si erano schierati sul margine del pianoro che,' con falde scoscese, sovrasta alla ciuil. Il Turenne ha 4 brigate d i cavalleria agli Of<lini <li fleauveié, 500 dragoni e 10 bgl. d i fanteria (dei quali due

Allemands

Battagl ia d i Sinsheim (, 674)

inglesi): in tutto 5.500 cavalieri e 3.500 fanti, con 6 cannoni . Egli decide di attaccare prima i posti avan>.ati nemici sulla riva dr. dell'Elsenz, passare tale corso d'acqua, occupare la città e dar battaglia al grosso del nem ico. li castello e l'abitato sono in breve tempo occupati; ind i r isale il pia noro con azione preponderante per la propria dr. contro la sr. del nemico. Per effetto della minaccia di aggiramento gli Imperiali, dopo viva reazione contro la fanteria francese a mezzo di reiterate cariche di cava11eria~ eseguono una conversione indict,o facendo perno ali 'ala dr. prendendo una seconda posizione al margine del bosco. li Turenne fa a llora avanzare il centro colla cavalleria sostenuta da drappelli di. moschet tieri, spiegando tutte le forze verso dr. mano mano che raggiungono l'altipiano. Gli Imperiali contrattaccano violentemente colla cavaller ia, la quale però, decimata dal fuoco dei moschetti francesi, deve definitivamente ripiegare . Allora il Turenne ordina alla cavalleria di caricare contro l'ala sr. del nemico ,ul suo nuovo schieramento. L'attacco ha pieno successo: i l duca di Lorena alle ore 18 ordina la ritirata. Le truppe frettolosamente r ipiegano sulla dr. del Neckar, favor ite dal terreno boscoso e dal mancato inseguimçnto per parte del Turenne, che ritornò verso Philipsburg. I Francesi ebbero 1280 m. e feriti, e agli Austr_iaci 2000, oltre a 500 prigionieri.

Battaglia navale presso Si11uessa (457 d .. C.). Fu combatt uta e vinta dalle milizie dell'imperatore d'occidente Flavio, Giulio M2ioriano, contro una flotta d i Vandali ~orsari, comandali dal cognato d i Gcnserico, re d'Africa, che rimase LJcciso .

Siobookata na. Sciabola giapponese corta, con robusta lama, lung a circa n1. 0,50 e larga tre centimetri, con co,

stola ad angolo ottuso, due piani parallel i e due a cuneo formanti il piatto e il filo. Sion (anc. Seduno). Città dell a Svizzera. capo!. del cantone Vallese, su l Rodano. Fu cinta di mura tu rrite. Venne assediata da Amedeo VI di Savoia nel 1352 e dopo ostioata difesa conquistata per assalto: dopo <li ciò (25 aprile 1352) gl i abitanti giurarono fedeltà al come <li Savoia. Trattato di Sio11 (28 agosto 1802). Convenzione fra le repubbliche francese, italiana ed elvetica. La Repubblica elvetica aveva d ichiarato il cantone Vallese Stato separato, del quale avcnno assunto collettivamente la garanzia le repubbliche francese, italiana ed elvetica . Si convenne quindi che la strada la quale conduce in Italia per il Sempione dove.va essere costru ita dalle repubbliche francese e jtaliana e i passaggi guardati dalla Francia. Napoleone aveva chiesto · che il Vallcse passasse alla Francia, ma avendo trovato ostil ità negli abitanti si era accontentato che fosse d ichiarato indipenden te : in realtà non era che una riunione mascherata, tanto che, con senatoconsulto d<;l 13 dicembre 1 810,

venne <lchn itivame nte riun ito

alla Francia, formando il dip. del Sempione.

Si.on (Cardi11ale di). Vedi Scliinner.

Siotto·-P in tor (Deudato). Generale, n. a Cagliari, 111 .

a Gorlago .,(1852-1925). Sottot. dei bersagl ieri nel 1874, fu insegnante d'arte mi i. alla Scuola di Modena; nel 1896 fu in Erit rea. Colonnello nel 1902, comandò il 41° fanteria e nel 1906 venne collocato nella riserva. Magg. Sior.to-Pintor ·Deodato generale nel 1913 e t!='n. genera le nel 1917, ven.ne richjamato in servizi<_> durante la guerra contro l'Austria ed ebbe il comando del 13° -grufpo centrale d i mobilitazione. Sipe, Bomba a mano (della Società Italiana Prodotti Esplosivi), di ghisa, di forma ovoidale ed a frattura prestabilita secondo 48 segmenti. Appartiene ai tipi di bom ba a mano d ifensiva. Fu11zionava a tempo previa l'accensione; a percussione od a sfregamento p rima del lancio. F ra il


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S 1P

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momento dell'accensione e quello dello scoppio correvano 4 secondi. Pesava 530 grammi. Di assai facile maoeggio ed impiego, pativa molto l'umidità rnlchè molti lanciatori accendcv~no la miccia col sigaro o con fiammiferi.

Bomba a mano S ipc

Siperìte Vc<li : M. N. D. T. Siracusa. Capoluogo <li prav. nella Sicilia, su d i un'isoletta, chiamata Ortigia, che si proten<le nel :11are Jonio formando due porti naturali. Anticamente le navi approdavano nd seno che oggi è detto piccolo Porto Marmoreo, ma quando dal 480 a . C . prima Gelone e poi Gerone resero S. una potenza .navale d i pr imo ordine, i l porto fu trasferito nell 'insenatura più grande e meglio protetta dall' isola. In quel 1empo ebbe anche un arsenale da cui usciJ·ono le priw me pentere,

navi

ideate <la in a-

rinai siracusan i. Dapprima la città era ridotta alla sola isola Ort igia, ecl era circondata d a potent i muraglioni che la rendevano inespugnabile sia dalla parte d i terra che da q uella <li mare. Ma la crescente popolazione si sparse poi poco a Stemma dj Siracusa

,

Srn

ch iesero aiuti a Gelone, che entrò i n S. e vi _ fu acclamato re. Sotto d i lui la città d ivenne potente ed ebbe guerre vittoriose, portando le propr ie armi fin contro gli Etruschi , impadronendosi <lcll'isola d 'Elba e saccheggiando le colonie della Corsica. N'el 45i a . C. la città, che si reggeva a forma repubblicana, sostenne una breve guerra con il re sicu lo Ducezio, che insidiàva alla sua libertà e fu solennemente sconfitto. La repubblica estese i suoi domini con la sottomissione d i Agrigento, Leontini, Reggio . Egesta e la dist ruzione <li Trinacria. Q ueste città si allea rono allora ad Atene la quale mandò forze in_ Sicil ia. ma non potè mai battere in modo definitivo i Si racusani . Di modo che la pace segnata nel 424 a. C. a Gela riaffermò e consolidò la supremazia d i S. sulle altre città siciliane . Circa 1 0 anni <lopo essa attaccò .Leontini e la d istrusse q uasi ·del tutto. Dopo i l 412 a. C . S. ebbe di nuovo un per iodo di lotte inrernc : tentò allora Ca rtagine di approfittarne per conquistare la S icilia, ma le sue eruppe fu . rono respinte e èebel1'ate dal siracusano Dionigi, che si intitolò t iranno della città e regnò per 38 :inni, combattendo con alterna fortuna contro i Cartaginesi. Il figlio Dion igi fu scacciato d ai Siracusani aiutati d ai Corinzi . Quindi sorse un altro Liranno, Agatocle, che 3ccese una guerra coi Cartaginesi conti.nllarn e fìn ira d al suo su"essore Jceta, i l quale <lovettc inoltre abbattere la potenza d i F inzia, tiranno di Agrigento. Jntanco era sbarcaro in Si cilia Pirro e anche S. seguì le sorti dell'isola, trovandosi poi alla partenza de l re stre1ta fra due fuochi , e risollevandosi per mezzo ~l i Gcronc II, re nel z75 a. C. Egl i mirò a dom inare la Sicilia e a questo scopo mosse guerra ai Marncrtini, i quali chiesero aiuti ai Romani, che, sbarcati ne ll'isola, la conquistarono . S. si salvò solo per l ';ibilità d i Gerone, il quale , alleatosi loro contro i Cartaginesi, e bbe assicurati i suoi dom in'ì, ridotti però ad una piccùJa provincia. Il governo repubblicano che gli seguì , si dichiarò per Cartagine, cosicchè Roma, abbattendo d efinilivarnenre la potenza di S. nel 2 12 a. C. , s1 i1npadronì della

poco sulla tcrra(crma e sorsero così

successiva1nente i quartieri d i Acradinc, di Tiche e di Ncapolis che i vari signori o governi di S. cinsero d i forti m ura. Il vero quartiere militare era q uello di E pipoli, posto nella parte più alta della città e che conteneva le- m ilizie dest inate alla d ifesa d i S. Il castello Maniaca, così <ktto dal nome del costruttore bizantino, a pianta quadrata con torrioni agli angoli , se rvì ottimamente a d ifendere l'imboccatura del porto. Nel 402 a . C. Dionigi il Vecchio comprese la necessità di rafforzare ancor p iù l 'altipiaoo che dominava la città e su cui sorgcn il quart iere d i Epipoli; sorse così il castello detto poi d i Eurialo, protetto d a m uraglio ne così imponente, che nel 396 a. C. i Cartaginesi assed ianti la città non osarono ncrnrne no di assalirlo. In seguito, nclJa viva roccia, vcn~ nero tagliati tre larghi e profond i fossati J'uno d ietro ali 'altro e comunicanti fra loro per mezzo d i gallerie e corridoi, e con la campagna per mezzo di due sbocchi a noni e a sud d ell'altipiano . La fortezza cadde poi in disuso; venne restaurata da Carlo V il quale adoperò a cale scopo le pietre dei templi e anfiteatri greco-romani, e rese la città piazza di guerra. In seguito la potenza di S. declinò ancora e sotto i Borboni fu fortezza di q uarta classe, ampliando però le opere dd porto che venne considerato rnilitare. La città era già potente nel VII secolo a. C. e costituiva colonie verso l' interno dell 'isola. Sorte le prime lotte intestine fra nobili e popolo, i d emocratici , battuti,

Siracusa al tempo <l.i Dionisio

città che da allora decadde rapidamente. Nel 2 1 a. C . Augusto tentò di risollevarla coll'inviarvi una colonia rom ana : <la allora seguì le sorti dell'isol a. Nel 1837 i Siracusani . stanchi del malgoverno borbonico, si ribellarono,


SIR

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ma l'insurrezione fu domata. Panccipò a"'la rivoluzione siciliana d el , 848 : il comando della piazza venne assunto dal polacco Wernjcinj~ki che aveva ai suoi ordini il 6° rcgg. di fanteria siciliana, 3000 u. d ella guardia civile e un corpo , li artiglieri siracusani a servire le batterie del porto e dd castello. Ma quando, con la notizia delle sanguinose reprc,sioni di Catania, comparvero le prime pattuglie di ca,·alleria regia, in città scoppiarono tumulti e il Werniciniski, rimasto qu asi senza truppe, <lovcuc and arsene lasciando che le forze borboniche prendessero indisturbate posses,o di Siracusa.

I. Tra/lato di Sirnc11s" (473 a. C.). Fra gli .1mbasciatori d i Cuma, allora j n guer-ra con gli Etrusch i e il re Gcwnc di Siracusa. Que,ti promise ai Cumani di _mandare tante navi quan1e ne abbi,ognavano loro per la guerra. - La

SIR

Si racusan i rcntarono invano di incendiare l'annata ateniese rifugiatasi in porto, mandandole incontro, spinta da vento in poppa, una vecchia nave oncrana carica di sarmenti infiammali. Infine i Siracusani si diedero a sbarrare la bocca del porto grande con navi e barche a ncorate e un ite con catene. Gli Ateniesi guarnirono le navi di molti solda1i e a tulla fo,za assalirono quelle nemiche, che s1a,•ano a guardia dello sbarramento ciel porto, e vintelc cercarono di disfare gli ostacoli per uscir fuori. In questo sopraggiun.M: l'intera arn1ata siracusana, e dopo un combattimento ostinato sconfisse picnam.-ntc !"armata ateniese. della quale gravi,sime furono le perdite di na"i e di soldari. L'esercito, cogli avanzi dcg-li equipaggi dell"an nata . si ritirò a Ca1ania inseguito clal nemico; solo dopo sci giorni di pcnos1s;1ma marcia vi giunse, ma la maggior parte di esso restò nelle mani di Gilippo: Nicia e Demostcne, condotti

Castello Eurfalo di Sirncus:1, ricoStruzionc di L. ~lauceri

sped izione ebbe un buon successo e le forze dei Collegati -conlisscro cosl gra\"cmcnte gli Etruschi, da costringerli a lasciare in pace Cuma. II. Trattato di Simcusa (445 a. C.). Fl1 concluso fra gli Agrigentini che, sconfini dai Sirawsan i, manda rono loro .,mbasciatori a chiedere la pace e l'oucnncro, non si sa a quali condizioni. III. Auedio di Simcusa (41 5-41 3 a. C.). Si ricollega a l secondo periodo della guerra del Pelopon neso. La città, assediata nel 415 dagli Ateniesi (•5-t navi con 36.000 u. al comando di Nicia) chiese aiuto " Sparla . Nel 414 lo spartano Gi lippo riusci con 2000 u. ad entrnre nella città assedia1a, dove gli (u affidato il comando. Le navi siracusane che 1cn1arono di rompere il blocco vennero sconfitte; i Siracusani ne cos1ruirono al1rc, rune rafforzandole con robus10 sperone, e riuscirono a battere le navi aie• nicsi, rompendo i l blocco fino al i 'arrivo da Atene di So triremi con molte truppe, al comando di Demostcnc_ Questi tentò invano un assalto dalla parie di terra. Frauamo i Siracusani operarono una sonita con 76 navi ed attaccarono 86 triremi aten iesi uscite ad incomrarle. li loro capo, Eurimedon1e, comandan1c del corno dr., prese il largo per circondare o per auaccare il fianco nemico; ma essendosi egli allontanato di molto, delle tulio il tempo ai Siracusani di attaccare il centro ateniese con la loro flo11a incera e di sconfiggerlo. Eurimcdonle, in\'cstito a lla sua \'Olta, fu balluto con la perdita di 18 navi. Subito dopo i

in Siracusa, furono giusli-~iati; 7000 prigionieri furono venduti come schia,•i o trucidati. IV. Assedio di Siracusa (396 a. C.). Fu posto dopo la victoria <li Catania dal genera le cartaginese lmilconc. Non mancarono i soccorsi di Cor ìrno e d i Sparta, e, avendo una epidemia menata s1rage nel campo nemico, Dioni,io, appoggia10 dal suo ammiraglio Leptine, tentò una ,onira, che riusd uoa complc1a vittoria sull'e,ercito e sulla flotta dei Cariagi nesi. Le loro navi tirate in ~eco furono bruciate da Dionigi, le altre prese all ' arremb:,ggio da Lep1ine. lmilcone si allontanò e doveuc sborsare forti somme per avere libera la pancnza per !"Africa. V. T ra/lato di Siracusa (390 a. C.). Fra il tir:u,no Dionigi e gli abi1anti di Reggio e di Messina, che. dopo avergli mosso guerra, si erano ritirati nei loro paesi e gli aveva no mandato ambasciatori rer chiedere la pace, che ottennero. VI. Trattato di Siracusa (389 a. C.). Concluso fra il tiranno Dionigi e i Galli che avevano preso Roma. Questi gli rnandarono a1nbnsciatori per s1ringcre con lui un 1rnt1ato <li amicizia e di alleanza, promettendogli truppe ausiliarie per le sue spedizioni nella penisola. VII. Trattati di Siracusa (385 a . C.). Fu concluso fra Alceta, re dell 'Epiro, che cacciaro dalla pat ria si era rifugialo in S., e il tiranno Dionigi che, ben contento cli poter intromettersi negli affari della Grecia, si impegnò di


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r imetterlo sul trono. Per mezzo di Akcta , Dionigi cnncluse anche un trattato di alleanza con gli flliri, ai quali in,·iò delle truppe ausiliarie. Vili. Asmlto di Si!'ll,·usa (343 a. C.). Essendosi Magone. generale cartaginese, ritirato all 'ovest della Sicilia, TimoIcone, generale corinto. cui era stata ceduta da Dionisio li la fortcna ~rtigia, senza por tempo in mezzo si gcnò contro Siracusa, e, prcsala d':1ssalto 1 costrinse Iceta, ti•

ranno di Leoncini, rn cui potere era la città, a rifug iarsi in Leontini. !X. Bntrttglia navale di Siracusa (310 a. C.). Appartiene alla guerra del t iranno di S., Agatocle, contro i Cartaginesi. La città, <lilaniata dalle guerre civi li , era i noltre bloccata da una flotta cartaginese. Riuscito a entrarvi con 2000 u., \'i sedò i disordini e ,i preparò a passare in Africa con 17 navi che ave\'a e 18 che aspettava dagli Etruschi

Srn

Marcel lo sin <la principio aveva collegate a due a due otto grandi navi, e sopra ogni coppia aveva n1es~o una torre di legno per battere le mura ed una scala per l'as-

salto. Archimede con grandi mangani lanciava sassi grossissimi rnllc navi lontane, e con lunghe travi forn ite di mani di ferro o di rostri in forma di becco di gru, Mferrava la prua della nave !lcmica e per mezzo di un contrappeso la sollcv.wa lasciandola ricadere repentinamente. facendola sommergere o rompere sugli scogli. Tentò cli bruciare le navi romane con grandi specchi ustori. Nelle mura iece aprire sacuicre. Marcello dovette rinunciare ai tentativi d'assalto dal mare. Dalla parte di terra, Appio fu ostaco)(ltc) dalle stesse d ifficoltà tenendo in armi un corp> mobi le per mobtarc le città parteggianti per i Cartaginesi. L 'intervento di Cartagine accrebbe maggiormente le diffìcoh:ì: poichè c,sa inviò m aiuto della città un esercito forte di 25 . 000 fonti, 3 000 cavalli e 12 elefanti agli ordini

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.. Le fortificazionj di Si.racus:l nel secolo XV ll

suoi alleati. Queste ultime, col favore della none, poterono entrare nel porto. Allora Agatocle decise di sbarazzarsi dcfillitivamentc della flotta cartaginese che bloccava la città. Uscito con le sue 17 triremi siracusane, diede addosso alle navi nemiche, le quali non ebbero il tempo di :1,sumere uno schieramento adatto al loro numero superiore e dovettero combattere ~o,:fusamente coi Siracusa ni. Ad accrc,ce re il loro scompig lio le J1av i etrusche uscirono dal porto e decisero il combattimento con la piena vittoria. Agatocle potè così partire per l'Africa ove suo figlio, battuto da An1ilcareJ aveva urgente hisogno cli 3iuti. X. Tmlfato di Siracusa (289 a. C.). Alleanza e amicizia fra il tiranno di S. Agatocle e lkmetrio re di Macedonia. Xl. Assedio di Siracusa (213-212 a. C.). Secondo Polibio !'_assedio di Siracusa sa rebbe d urato 8 mesi, cioè dall'estate del 213 alla primavera del 2r2 a. C.; secondo Livio quasi due anni, anticipandone di un anno il principio. Appartiene alla seconda guerra Punica e fu impreso dal console M. Claudio Marcello e dal pretore Appio Claudio, a causa dell'alleanza stretta dai Siracusani coi Cartaginesi. Appio Claùdio dirige\'a l'assedio dalla parte di terra, Marcello dalla parte di mare. Animatore della difesa fu Archimede. il quale, sebbene ormai settalltacinquenne, creò tali difficoltà ai Romani da fare smettere loro l 'idea di prendere la città d'assalto. Ciò spiega la lunga durata dcli 'assedio.

di lmilconc, e una Rotta di 130 vascelli al comando di Bomilcare. Il primo, riuscito a sbarcare ad Eraclea Milloa. s' impadronl <li alcuni luoghi della costa meridionale del1'isola, fra cui Agl'Ìgenro. Dall:i ciuii assediata furono lasciati uscire Ippocrate con 10.000 fanti e 500 cavall i, coll'ordine di unirsi ad lmilcone e insieme combattere j) con sole romano. Queste rruppe si unirono dopo pochi giorni con lmilconc. Marcel/o mandò Appio Claudio a Roma a chiedere rin.forzi e prepose alla flotra T. Qu inzio Crispino. Sul principio della primavera del 212, incerto ~farccllo se avesse a volgere la guerra verso Agrigento contro Jmi lcone ed Ippocrate, ovvero conrinuarc nell 'asicdio, ebbe sentore di una festa che dovevasi celebrare d ai cittadiii i Ìll onore di Diana e pensò di approfittarne. A tal uopo, scelti mille fra centurioni e i soldati più idonei, mentre i Siracusani smalt ivano 11el sonno i l_vino bevuto, fece <lai suoi dare la sca lata alle mura: in bre,e fu padrone di mezza città. Rimanevano ora l'Acradinc e l'Ortigia. li tradimento di un ufficiale spagnuolo per nome Merico a/frettò la catastrofe, e dette in ma.no <lei Romani anche il resto della città: dato il saccheggio, Marcello conservò per Roma i tesori e le cose preziose della reggia d 'Ortigia. Nella strage perì, contro gli ordini di Marcello, il grande Archimede, il quale fu trovato occupato a fare un di,egno geometrico e fo ucciso da un soldato romano che non lo. aveva riconosciuto.


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S IR

Xli. Presti di Sirnrnsa (878). Gli Arabi, che avevano con9 111;1ato q uasi tutta la Sici lia, vennero a porre ] 'assedio a S., d a cui erano SlnlÌ respinti neU-827. Per ben 10 mc,i i difensori rcsistenero valorosamente, nonostante fossero torturati d al la fame. I11Ìtoc cadde il castello da cui gl i Ambi c:ilarono nella città che però cedette solo dopo tre :,cttimanc di lotta accanita. Gli ultimi difensori si rifugiarono nella rhicsa d i San Salvatore, ove si fecero massacrare dagli !\rabi, che si abbandonarono nella conquistat a città ad ogni eccesso.

X lii. /Ja11agli,, e assedio di Siracw a ( 120,1-1205) . !\pp" r• tengono alle g uerre fra Genovesi e Pi:.ani. Questi, sconfitti ripetutamente per mare e per terra, trasferirono il campo delle loro a✓.ioni in Sicil ia, e, app rofi ttand o de lla m inorit:', d i Federico 11, bloccarono e pres~ro S., che convenien temente rinforzata e presidiata. avrebbe loro offerto una magn ifica base. I Genovesi, a w i S. era stata <fata ù1 fe udo

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XVI. Asu:dio di Siramsa ( 1735). t\ppartiene alla guerra per la Successio ne d i Polonia . e f u pos10 dagli Spagnuol i. I.e difese della città \'crso terra consistevano in due bas1ioni (San Filippo e Santa l.ucia). uniti da una breve corti na con rivellino e spalto dinanzi, con ope ra a corno e fiancheggiamento a fal:.abraga, cd opera a corona con strada coperta e spalto; insomma una triplice linea di opere separate dJ fossi com unicanti col m are, con parapetti d i muro e numerose can noniere. Alla punta meridionale d ell'isola :.orge,·a il castello di San Giacomo (Castel Maniaca). su ruderi greci dei tempi d iunisiani , m unito verso la città di fosso asciuuo e spalto . Comandante della fortezza era il ma rese. Roma; il presidio imperiale contava circa r8oo u. Le artiglier ie ammontavano a 83 canno ni e 2 1 mortai, con scarse munizioni. Il gcn. spagnuolo Gracia Real, che aveva fotto guardare la città fin dal marzo per mezzo di un distaccamen10 d i cavalleria, l'iovcstl il 19 aprile con 53 cannoni e 18 fra mortai e obici. L '8 maggio le trincee erano aperte e il 12 si costruiva la prima parallela, erigendosi le batterie. 11 bombardamento cominciò il ,6, e la fortezza rispose al fu<>co fino al 30 111:iggio. Entrato ,d lora in rrattativc. il marc:.c. Roma cedette (,ì giugno) la piau:a agli Spagnuoli, ottenendo gli onori d i g,ucrra.

Sirarnsa. Reggimento di fanteria nazionale del regno delle Due Sicilie, costituito nel lì8o. Sciolto nel 1799, venne r icostituito nel , 8 20 .

La punta fortitic.ata di Siracusa

d a Federico Barbarossa, prepararono una potente flotta per riconquistare la ciu.ì. Entrati nel porto, vi presero due grossi legni pisani e posero l 'assedio a S. che rcsistelle m io per sette giorni. I Genovesi vi entrarono e v i passarono a filo di spada tutti i Pisani che vi tro,·arono. Pisa allora vi mandò dei traspo rt i carichi cli numerose twppe e scortati <la 12 galere, che sbar caro no investendo la città. Le navi genovesi piombarono sulle galere affondandone l'ammiraglia e pr endendo le altre . Ma il governatore di S. eseguì co11 tutte le sue for~..c una son ita contro gl i assedianti che, demoralizzati per la sconÌtua della loro flotta,

~i ritirarono. X IV. Ar111is1izio di Siracusa (1302). Ve nne firmato da Roberto d'Angiò e da Federico Il d ·Aragona; precedette alla pace di Cahabellou a . XV. Assedio di Siracusa (1718-Til9)- Appartiene alla breve guerra combattuta in Sicilia fra re Vittorio Amedeo e gli Spagnuoli che no n vollero cedergli l'isola e vi sbarcarono truppe improvvisamente . Il 4 agosto S. venne bloccata da forze imponenti, aiutate da numerose milizie isolane, ma i d ifensori sostennero valorosamente l 'assedio no nostante fossero bloccati anche -per mare dall a flotta spagn uo la che .correva indisturbata le acque dello stretto. La città cedette solo nel maggio del 17r9, qllando Vitto rio Amedeo dovette cambiare la Sicilia con la Sardegna.

Siracusa. Brigata di fanteria di linea, costituita nel gennaio 1917 dai ocpositi del 20° e 29° fanteria, coi rcgg. 245° e 246°. Dislocata inizialmente ndla zona d i Go rizia, nel maggio 1917 fu schierata nella zona di Selz-Doberdò e Fiondar; nel luglio nel ~cttore di Castagncvizza. Sferrarn,i !'o/Tensiva au,1ro-tedesca dell"o tto bre-novcmbre la brigata oppose a l nemico wccessivc resistenze e r ipiegò al Piave; fu disciolta il 13 novembre 1917 e i suoi clementi vennero incorporati nella brigata Sie na. Colore delle mostrine: fondo ,·erde con fascia r ossa cen trale · nel :,cnso verticale. Festa dei rcqgimcnti: per il 245°, 5 giugno, anniversa rio del cornbau imento a Jamiano e Komarie (1917); per il 246° 1'8 o ttobre, anniversario del combattimento di Castagnevizza (r917). La brigata ebbe i seguenti comandanti: m agg. gen . Prata ; col. briga<lierc P avia : niagg. gcn . 13attistoni, magg. gen. 'l'esei. Le sue perdite ammontarono a ufficiali morti 15, feriti 42, disper,i 12r; u. di m rppa m. 180, f. 136!, d ispersi 385g.

Siracusae. 169" legiune della M. V. S. ?--.(, costitui1a su tre coorti a Siracusa nel febbraio 1923. Ebbe dapprima il nome d i " lr min io " • che te nne sino al 1927. Sircana (110b. Sdvio). Generale. n. a Mil:mo nel 1869. Sottot . d'art. nel 1887, divenne colo nnello nel 1916 per merito di g uerra e meritò lo croce <li cav. dell'O. M. S. Brigadiere generale, comandò l"art. del XXIX C . <l'A. nel 1918, e nell'an no seguenle l'art . del XlV. Nel 1923 assunse il g rado d i gcnerak d i l,rigarn comandante l'art. del C. d 'A. d i Milano. Generale di divis. nel 1926, ebbe il comando della divis. mii. di Udine e due an ni dopo fu addetto all 'ispettornto d'ar l. P romosso generale d i C. d 'A. nel r93,, ebbe la carica d i dircuore gen . d "art. al ministero della guerra. Sircana nob. Vittorio. Generale, n . a Sassari nel 1876. Sottot. d'art. nel 1895, nella g uerra contro l'Austria meritò una mcd. d'argento e due di bronzo. Colonnello nel 19 19, comandò ìl 31' da campagna e poi {u addetto al comando d'art. del C. d·A. di Verona. Nel r925 ebbe i l


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comando dell 'So art. da campagna e nel J930 fu nominato direttore d'art. <lei C . d'A. di Udine. Promosso generale <li brigata nel 1932, d ivenne ispettore d i mobilitazione della d ivis. d i Cuneo.

Sirchia (Gioacchino). Generale, n. a Caltanissetta, m . a Novara (1857-1909). Colon nello wmandamc il 25Q fanteria nel 1902, magg. generale nel 1909, ebbe il comando della brigata Como.

ai Drusi ribelli, spazzandoli dai d intorni d i Damasco e del monte Her mon. Nel r926, i l senatore de J o u vencl venne sostituito d a Enrico Ponsot, jl q uale non tenendo alcun conto dei voti del.l'assemblea e dei comitati siriani, il 14 maggio 1930 emanava senz'altro la nuova costituzione per la quale i territort siriaci rimanevano divisi in: a) repubblica .indipendente del Libano; b) repubblica indipendente

Sirchia Achille . Generale, n. a N apoli nel 1869. Souot. d i fanteria nel 1889, fu in Libia nel 1913-14-15 e poi par•ecipò a lla gu erra contro l' Austria, dove meritò la croce d i cav. dcll 'O. M. S. Colonnello nel 1917, comandò il Go<' e poi i l 142° fanter ia e sull 'Hermada ebbe la med. d 'argento. In P. A. S. nel 1920, fo promosso generale d i brigata nel 1926 e nel 1931 passò nella riserva. Si rena. Avviso a ruote, della marina delle D ue Sicilie, costruito a Castellam mare di Stabia nel 1859. Dislocamento tonn. 350, macchine H P . 120. Nel 1860 passò a far parte della mar ina italiana. Nel 1884 fu. d isarmato e nel 1895 destinato a Napoli come guardaporto. Siri. Antica città della Ma,(lna Grecia, situata nella parte più settentrio na le <lei golfo d i Taranto. sul fiume omonimo, oggi Sinno. Fondata da genti <li stirpe ionica, diede il nome alla regione Si riti<le, d i cui fu la città più potente e più ricca , tanto da destare l 'invidia e la cupidigia di Taranto e T uri. Quest i si allearono contro di lei, armarono un esercito e si recarono ad assediarla. Riu sciti a

prenderla, la devastarono e ne trasportarono gli abitanti a Eraclea, d i cui S. d ivenne l'arsenale marittimo, finchi: non incominc iò ad andare in decadenza e rovina .

Siria. Stato J·epubblicano <lell ' Asia, sul Mediterraneo, costituito il 5 dicembre 1924, per trasformazione della Federazione Siriaca; comprende gli antichi Stati federali di Damasco e Aleppo, oltre al sangiaccato autonomo d i Alcssandreua. Superficie n7.ooo Kmq.; li territor io è soggetto a mandato della Società delle Nazioni. Nella remota antichità fu sede dei Fenici. In seguito vi si stabilirono gli Ebrei e q uindi fu ocwpata d ai Musu lmani. Caduta in mano dei Crociati, que>ti vi fondarono il regno d i Gerusalcruroe e i principati d i Ant iochia e t li Tripoli. Nel 1291 tornò in potere dei Mu~ulmani . Nd 1832 fu presa per conto di Mchemet Alì, kedivè d'Egitto , dal figlio Ibrahim a cui fu tolta, nel 1840, dalla squad ra austro-britan nica e restituita alla Porta. In seguito al trattato di Parigi del 5 settembre 1860, in quel medesimo anno un corpo <l i spedizione europeo agli ordini del gen. cl '.Hautpoul , occupò Damasco per porre fine, per incar ico cli <lette potenze, alla guerra civile tra Drusi e Maraniti . Nd 1895-96, la S. fu turbata <la una lunga e sanguinosa rivolta dei Drusi ; ed anche in seguito vi si svno verifi<.ate r ibellioni , come quell a del 1925, r epressa dalle truppe francesi . Mandato fran cese in Siria. Istituiti 1 Mandati (V.) la Società delle Nazioni affidò quello della S. alla Francia, che nel 1919 vi inviava il gen . Gouraud, in qualità <li A lto commissario. Nel 1924, il Weygand , successore del Gourau<l, ['u a sua volta sostituito dal gcn. Sarrail, sotto il quale scoppiò la grave rivolta drusa, nella quale un 'intera colonna francese venne massacrata e parte della S . rimase in preda ai beduini del deserto. Alla fine del 1925, in sostituzione d el gcn . Sarrail , fu nominato alto commissario il senatore de Jouvenel, il quale riuscì a sistemare in un certo rnodo la critica situazione, 111cntrc il comandante

superiore delle truppe, gen. Gamelin, <lava un duro col po

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Territorio del l\1ancb to della Siria

della S.; e) sang iaccato di Akssa nd retta; d) governo di Laodicea; e) goveroo del Gebcl Druso. Con la stessa data venne creata anche una « Conferenza degli i nteressi comuni ", con il comrico d i assistere il rapprescnta nre della Potenza mand ataria nello studio d elle questioni finanziarie ed econon1iche comuni agli Stati sotto mandato.

Sirioca gue1Ta (192-190 a . C.). Dopo la seconda guerra Punica, Roma, ormai padrona del bacino mediterraneo occidentale, venne a conflitto con il re di Siria, i l quale aveva tentato segreti accor<li con

Cartagine, e inv iò un

esercito contro di lui, che nel 192 a. C . era penetrato nella penisola ellen ica con un esercito d i 10.uoo fanti e 5000 cavalieri, in aiutn di Antioco, che verso la fine del 192 aveva conquistata ,rna parte della T essaglia. Ma gli Achei ed a nche Filippo <li Maee<loniJ. abbracciarono la parte <lei Romat, i, i quali avevano raccolto presso .Larissa, sotto gl i ordini del console Manio Acilio Glabrione, da 40 ;i 50 mila uorninl, con1prcsi i con tingenti alleati . Antioco cercò d i te nere le Termopili, dove si era trincerato, ma fu battuto e soltanto poche ceptinaia <li uomini ,poterono trovare scampo con il re . Mt ntrc i Roman i provvedevano a dare il tracollo ali.a resistenza degli Etoli, alleati del re An tioco in Grec ia, il Senato cercò d i ottenere successi .sul m are per rendersi padrone dell'Egeo. La flotta romana , sotto gli ordini di Gaio Livio, con 75 navi rnmane e 30 degli alleati, assalì quella asiat ica nel porto d i Cisso e, doro averla battuta, la costrinse a cercar rifugio nel porto di Efeso (19r). La guerra navale riprese' nel 190 a . C . e verso la fine di agosto la flotta del re siriaco venne completamente sconfitta dal nuovo amm iraglio romano Lucio Emil io Regillo presso il capo Mionneso, fra Teo e Colofonc. Fu questo un grave colpo rer la fortuna del re siriaco, il quale fece dcvaita re nell 'estate del 190 il regno degh .'\.ttalidi e tentò di occupare Pe rgamo, alleata di Roma, che fu d ifesa validamente d a Diofane con truppe ausiliarie achee. li re, scosso dalla sconfitta di Mionneso , cedette senza opposizione l'Ellesponto 3lla flotta romana, che v i sbarcò uu esercito. Ebbe - allo ra la d irezione della guerra il console Lucio Cornelio Scipione, fratello del vincitore di Zama, il


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quale seguì le truppe romane in qualjtà di legato per sovvenire del suo consiglio il fratello. Antioco, perdutosi d i o:oraggio, cercò di trattare con i Romani, ma desistette da tale proposito quando il console romano chiese lo sgombero definitivo dcii' Asia Minore. La battaglia decisiva, su l finire del l90, fu quella d i Magnesia; dopo la sua sconfma, Antioco si aJfrettò a stringere la pace con Roma aco:onscntendo a rinunciare all ' Asia Minore ed obbligandosi a non muovere guerre contro gli Stati posti ad occideme del • l 'Ha lis. Inoltre dovette pagare un contributo di guerra di 15.000

talenti e

const:gnare tutte le sue navi da guerra

meno d ieci. In tal modo i Romani assicurarono, le loro provincie e g li Stati alleati contro nuovi attacchi da parte (1e1Ja Siria.

Campagna di Siria (1799). Dopo la conquista dell 'Egirto, il 13uonaparte mosse, nel febbraio, verso la Siria, dove la Turch ia st ava raccogl iendo forze per muovere a!la r iconq uista dell'Egitto, deciso a ~,revenirla . Aveva ai suoi ord ini le divis. Bon, Kléber, Lanncs, Reynier (9882 u.), un nucleo <li cavalleria agli ordini del Murat (800), artiglieria (!385), genio (340), gu i,le (400), dromedari (88): in tutto 12.895 u. Il piccolo esercito investì e prese il forte di El Arish e il 22 entrava ne lla Palestina. Gaza fu occupata senza colpo ferire; Giaffa venne assed iata il 4 e presa d'assalto il 7 marzo. Una Jhttiglia francese, che recava artiglierie d'assedio destinare contro San Giovanni d'Acri, venne catturata ~i:llla flotta inglese dello Smith, e quei µczzi guarnirono le difese della piazza che dovevano battere. li Buonaparre procedette ugualmente all'investimento, aprendo la trincea il 20 marzo. Scarsè le artiglierie, per il 1notivo già de tto. t\i Turchi arrivavano continui rìn forzi dal mare . Invano i Frar,cesi si sforzarono con assalti e con lavoro di mina d i riuscire nel! 'intento: la piazza si difese strenuamente e fel icemente. A fronteggiare truppe turche le quali tentarono d i far togliere da te rra l 'assedio, era stato <lesignato Junot, il quale battè un corpo turco a Nazarer; il pascià di D3mascoJ intervenuto con maggiori forze, fu sconfitto al monte Tabor dal Buonaparte medesimo. Ma questi dovette risolversi (20 maggio) a togliere J"assedio, doro dì avere perduto 3000 u. per ferite o malattie, e a ritornare in Egitto. Per le operazioni del 1917-18, V. Palestina. Guerra di Siria (1831-1841). Scoppiò fra la Turchia e Mchcmct All <l 'Eg itto, il quale pretendeva, in premio degli aiuti prestati al sultano durante la rivolta greca, la signoria della S ., e al rifiuto della Porta , nell'autunno de! 1831 inv iò un esercito wmposto di 5 regg. di fantcri:i, ~ di caval leria, con 40 canneni da camf'agna, 28 da as~cdio e r200 Be<luini , della forza totale di 21.516 u. contro Gaza, e una flotta con truppe da sbarco al comando di Ibrahim contro Giaffa, che su bito si ar rese. Il 27 novembre, l'esercito raggiunse Haifa ed il 29 cominciò l'assedio d<:lla fortezza di S. Giovanni d 'Acri, diksa da Abdullah, che si arrese il 28 n1aggio 1832. Frattanto Ibrahim occupò Gerusalemme. Nell'aprile elci 1832, dopo inutili trattat ive , i l sultano Mahmud II affidò a Hussein pascià il comando tielle truppe turche, ma queste furono battute dagli Egiziani, che presero Damasco. li nuovo comandante supremo turco, Reschid, fu a sua volta, il :!I dicembre 1832, sconfitto a Konia; al vincitore Ibrahim si apriva la strada di Costantinopol i. Allora Mah1m1d accettò gli aiuti offertigli dalla Russia. In seguito a questo intervento, il l4 maggio 1833 fu stipulato il trattato di K utaia, e 1'8 lugl io quello di Ungiar Skelessi, col quale la Russia otteneva lo sbarra mento dei Dardanelli -per tutte le navi da g uer ra non russe .

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Nell '.agosto del 1838 l'Inghilterra, con un trattato commerciale con la Turchia, danneggiò il monopolio egiziano. Allora Mehemet Alì sollecitò d i nuovo i~ signoria della S. , e il sultano (ecc muovere contro quella regione, al principio del 1839, un esercito agli ordini d i I-Iafiz Fascia e una flotta agli ordini di Achmed pascià. Hafiz il 24 gjugno subl una grave sconfirrn a N i.sib, e il nuovo sultano, Abdul, accettò la protezione della quadruplice alleanza, costituitasi a Londra nel luglio del 1840, tra la Russia, la Prussia, l'Inghilterra e l 'Austria. Il 9 settembre una flotta, angloallstro-turca, sbarcò truppe tra Beirut e Tripoli. Il comandante inglese, Napier, prese Sai~a e Beirut d'assalto, respinse Ibrahim sui monti, e in novembre comparve davanti ad Alessandria, costringendo Md1cmet All il 27 novembre 1840 a rinunziare alla S., a Creta e all'Arabia; il 13 febbraio 184; egli venne confermato dal sultano nella carica ered itaria d i· governatore dell 'Egitto.

Sirianni (Giuseppe). Ammiraglio, n. a Genova nel 1874. Guard iamarina nel 1894, divenne conrrammir. nel 1925, ·ammir. di divis. nel 1926, ammir. d i squadra nel 1932. Prese parte alla campagna del 1900 in Cina, alla guerra Italo-turca cd a lla g uerra Mondiale . Guadagnò in Cina la croce di cav . dell'O. M. S ., e due mcd. d"argento: una nell"imrccsa dei Darda nelli (1912) e l 'alrra nel Basso Adriatico (1916). Coma,1dò il rcgg. Marina sul fronte terrestre (Basso Piave) nel r917- 18 e vi guadagnò la croce d i uff. del1'0. M. S. Ai Dard anelli ottenne la promoz.ionc a cap. di corvet ta per merito d i guerra, e sul Piave quella a Siriaru,i Giuseppe cap. di vascello pe r lo stesso motivo. Dopo Ja g1,erra clivcDnc segretario del Consiglio superiore di marina (1925), Sottosegretario d i Staro della Marina da l 1925 al 1929, e ~ i ministro della Marina, fino al 1933. Venne nominato senatore del regno nel 1926. Siringo (Gaetano). Genera le, n. a Siracusa nel 1864. Sottot. dei bersaglieri nel 1885, partecipò alla guerra Libica ne lla quale meritò una med. d i bronzo e una d'argento. .Iniziata la guerra contro l'Austria al comando del 224° fanteria, fu t rasferito nel 19r6 nella riserva col grado di colonnello. _ el 1926 ebbe la promozione a generale di brigata. Sirio. Ebbero questo nome la torpediniera da cost a n. 34 (1883- 1909), e poi una d'alto mare, varata a E lbing nel 1905 : <lisloca.1ncnto tonn.

210, macchine HP. 3029; velo.

cità nodi 25,7; ar mamento Ili 47 e t re tubi lanciasiluri. Fu rad iarn nel 1923.

Sirmione (o Sermione). Comune in prov. d i Brescia, sulla penisoletta, lunga circa 4 Km. , che serara i doe bacin i merid ionali del lago di Garda. Mastino I <!ella Scala vi eresse un forte castello con n1ura merlate, gran<le tor~ rione, porta con ponte levatoio, torri e torrette, perfettamente conservato. S . fu mansione romana. Nel 1245, in seguito alle persecuzioni ord inate da lnnoce11?.. o IV, nella penisola si rifugiarono molti patarini. Tumid io, vescovo di Verona, l 'inquisitore Filippo Bonaccolsi, il podestà e al-


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cu ni Scaligeri, radunato un forte nerbo d i truppe, vennero ad attaccare i patariui . Questi si difesero accaniraniente, ma furon.o tutti 1nassacrati, o catturati e poi arsi vivi . Si rolli {Gruppo Alpiru). Costit uito come sezione nell"ottobrc 1917 coi bgl. Va l Brenta e Monte Pavione, divenne nel novembre Gruppo Siro/li, con l 'aggiun ta del bgl. Val :--Jatisone . Fu alle d ipendenze della 15" <livis. e al comando del ten. col. Federico Sirolli. Combatti: nel novembre 1917 sull 'Altiriano di Asiago, proteggendo il ripiegarnento della 15" d ivis., per cui il bgl. Monte Pavionc si sacrificò quasi tutto. Passato nelJa regione del Grappa, fu al le sue d ipendenze a,nche il bgl. Cividale e Val Ccnischia e si bauè sul Solarolo. Rinforzato col bgl. A.rvcnis e col Uf del 1 ,13° regg. fanteria, continuò nella lotta fronteggiando l'incalzante nemico fino al 19 d icembre, giorno nel q uale venne sciolto.

Sirombo (Giovan ni). Gene rale, n. e m. a Quargnento (1862-1932). Sottot. d i fanteria nel 1882, partecipò alla ~ uerra Libica ; d a colonnello, nel 1915~ iniziò Ja guerra

contro l'Austria al com a'ndo del 124° fanteria e meritò u na med . d 'argento e una d i bronzo . Comandante del 127" fanteria e poi della br igata Friu li nel 19r6, fu pro1J1osso n1agg. generale nello stesso anno e me ritò una seconda med. d 'argento. Nel r917 comandò la brigata Verona e nel H)l8 le brigate Messina e Piceno. In P . A. dopo la guerra , assunse nel 1923 il grad o d i gener ale d i d ivis. e nel 1931 passò nd la riserya. Sironi (Enrico). Generale, n . a Vico Seprio, m . a Mi lano (1825-1893). Volontario nel 1848, passò sottot . di fan teria nell'esercito regolare, rimase gravemente ferito a Mi . !ano e m eritò la med. d'a rgento. Combattè poi nel 1849, in Crimea, nel 1859, nel 1862-63 contro i briganti , guada gnando una seconda med. d 'argento , nel 1866 ottenendo una men zione onorevole. Colonnello ne l 1873, C(>mandò i l 27° fanteria e poi (1881) ebbe il comando superiore dei distretti mi!. a Genova. Magg. generale comandante superiore dei d istretti mii. a Firenze, fu collocato in P. A. nel 1883 e nel 1891 passò nella riserva.

Siro,ii Giovanni. Generale, fratello del precedente, 11. a Vico Serrio, m . a Milano (1826-1902). Sottot. d i fanteria nel 1848, combattè nel 1848-49 ottenendo una menzione onorevole; nel 1859, ottenend o una med. d'argento. Dal 1861 al 1864 comandò i n 2• e fu d irettore degli studi dd collegio mii. d i Asti. Pa rrecipò alla campagna del 1866 e venne insig nito dell'O . M. S . Dal 1870 al 1872 insegnò geografia e statistica all a Scuola d i guerra . Colonnello nel 1872 comandò il 63-0 fanteria.

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Sirte (Grande). òra « Golfo di $idra » a ponen te de lla Cirenaica. Spaziosa baia della costa della Libia, siw ata ua i promontori di Boreo all 'est e Ccfale all'ovest, distanti fra loro 427 Km. Il ca poi. della regione sinica, che porta lù stesso nome <l i S . , fu occupato dagli Italiani nel 19u ed abbandonato nel 1915. Durante le operazio ni per la riconquista della Libia, una colonna agli ordini del col. Mez.. zetti (3 bgl. eritre i, l bgl. e l ber. libici, 4 sqdr. savari, 1 banda a cavallo, 1 gruppo sahariano) giungeva il 23 novembre· 1924 dava nti a S. dove un piccolo nucleo di ribelli, asscrcagliatosi nell'antico castello turco, si arrese ,foro breve resistenza . Sir tori (Giu.<eppe). Generale, n. a Casate Vecch io, m . a Roma (1813-1874). Nel 1848 fu capitano della guardia nazinnale del governo provvisorio d i Lombardia e poi nel lo S. M. delle t ruppe del Veneto e partecipò alla ca mpagna del 1849 p er la difesa d i Venezia: in essa comandè> il forte di S. Secondo, poi quello d i S. Giu!iano; per essersi disti nto all 'assedio di Ma1·ghcra fu p romosso ten . colonnello . Alla restaurazione del governo austriaco lasciò il servizio m ilitare. Colonnello capo di S. M. dell 'esercito d i Garibaldi in Sicilia nel 1860, f.u subito promosso 1n agg. generale ; a Calatafim i rimase ferico, ed alla ba ttaglia ~lei Volturno comandò una divis . Per essersi distinto in tutta la campagna ebbe la commenda <lei! 'O. iM. S. e la proruo-~ione a ten. Sirto,·i G iuseppe generale. Con tale grado nel 1862 passò nel] 'esercito regolare. Comandò successivamente le <livis. di Catanza ro, Crem ona e Livorno e nella campagna del i:866 la 5a d ivis. Nel 1872 ebbe il comando della d iv is. mii. d i Alessandria e ci nque mesi pri ma di morire fu nominato presidente del comitato delle arm i di linea. Deputato della VII, VIII, IX, X e X T legislatura, rappresen tò all a Camera , collegi d i -M issaglia, Abbiategrasso, Milano [V .

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Sisemol (Moutc) . Sul l"Altipiano <lei Sette Comuni. Con la posizione laterale di Sten A.:: costituiva il bastione sr. de l sistema fortificato delle .Melettc . Contro di esso vennero ad urtare, la prima volta, gli Austriaci , sui primi del giugno 1916; dopo strenua resistenza , il giorno 8 la brigata Etna tu costrelta a cedere, ritirandosi suHa retrostante linea m. Zaibena-Valbella . Ripreso da noi dopo il r ipiegamento avversario, il S . fu ani:ora teat ro d i aspre lotte nel novembre e d icembre 1917. Il 4 d icembre, gli Austriaci, d urante il nuovo attacco generale contro il gruppo delle Mclettc, <lopo sci assalti eseguit i dall"i ntera d ivisione 21• Schutzen, riuscivano ad impad ronirsene , tenendolo fi no al termine della guerra.

Magg . gene rale comandante Ja

23a brigata d i fanteria nel 1877, fu coma ndante deJJa Scuola di guerra dal 1880 al 1884 e poi, ten. genera le, coSironi Giovanni 111andò la divis . d i P iacenza , Comandante in 2• del corpo di S. M. nel 1885, ebbe ~cl 1892 il comando del V C. d'A. e n d 1895 fu collocato in P . A. Nel ,880 fu a BerliJ10 per assistervi l 'ambasciatore nella conferenza per la de limitazione del confine turco-greco. Pubblicò uno st ud io politico mi i. sulla Serbia e un ,, Saggio d i geografi a strategica ».

Siskin. Aeroplaoo inglese d a caccia, in grande parte metallico. Apertura alare m . 8,63, peso totale Kg. 1020 . Sismondi (Cinzica o Cinzia). Eroina pisana del secolo Xl . Quando i Saraceni d i Sardegna, in una notte de l 1005, ten tarono di entrare in Pisa e già e rano per riuscire nel tentativo, da sola passò in mezzo ai nem ici per dare l 'allarme al palazz.o dei consoli. Radunatisi cosl i difenUn Ugoli110 S. fu sori, i Saraceni furono respinti. amm ir. d i Pisa nel scc. XIII e partecipò alla battaglia del Giglio nel 1241 . - D iscendente dei S. d i Pi sa è lo storico Gian Carlo Leonardo, n. di Gi nevra (1773-1842) autore


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fra altro della « Storia d el le Repubbliche Italiane del Medio E vo ,, e della « Storia dei F ranéesi n.

S1s Sisto. V. Xistus.

Sisto (di Borbo,,e). Ottavo figlio del d uc,i Roberto di Borbone-Parma, n. nel 1886. La sua personalità assunse una m . ad Asti (1836-19r2). Sottot. dei bersaglieri 11cl 1859,, certa importanza nei marzo 1917, durante la guerra Monpartecipò alle campagne d èl 1859, 1860-61, del brigantagd iale, per le trattarivc eia esso i niziate, ma non potute gio, ove meritò due menzioni onocondurre a termine felice, per una pace separata del!'Aurevol i, e del 1866 ottenendovi la stria . Scoppiato i l con Aitto mondiale nel 19r4, per I'edumed. d'argento . Insegnò a rte mii. cazione ricevuta in Francia avrebbe voluto combattere nelall'Accadem ia, alla Scuola d'app lil'esercito francese, ma il suo desiderio non fu potu to esaucazio ne e d al 1870 a l 1877 alla d ire, perchè appartenente :ul un ramo cadetto dei ·Borboni. esclusi dalle fun~ioni ufficial i in Francia , e perchè fraScuola d i guerra . Colonnello comantello dell 'imperatrice Zita e d i un m aggio re del! 'esercito d ante il 5° bersaglieri nel 1884, austriaco. Non fu accolto nemmeno dall'esercito inglese. d ivenne rnagg. gener ale e coma nPer in tercessio ne cieli,, rq~ina E lisabetta <lei Belgio, rotè dante la briga ta Calabr ia nel r892; nel novembre 19r4 (insieme col fratello Saverio) essere a rpoco do po comandò in 2", nel 1898, ruolato come portafe riti nell'esercito belga , passando succescolla promozione a tcn. generale, il Sismondo Felice sivamente sottot . e poi teo . (r917) d 'artiglieria. Non potè corpo d i S . M. Dal 1900 al r 904 fu più servire la causa dell ' Intesa, dopo il fallimento del ten comandante dell'arma dei CC. RR . tativo sopra rjcordato. e poi venne collocato in P. A. Senatore del regno ne! 1905, p assò nella r iserva nel 1908. rra le sue pubblicaSistov (o Sistova o Svisluov). Città della Bu lgaria, sulla zioni : « Appw1ti d'organ ica militare »; « Saggio sulla qued r. ciel Danuhio . stione del reclutamento degli ufficiali in Italia » ; « Appunti d i tattica " · I. T ra,tato di Sistov (4 agosto 1 791) . Pace fra Austria e Sismondo (Felice). Genernlc, n. a co;tigliolc d 'Asti ,

Sistema difensivo. È il complesso del le fortificazioni costruite per la difesa di uno Stato. Il ~oncetto che era scg ulto verso la fine del secolo X IX nel! 'ordinamen to a d ifesa di uno Stato mediante le fortificazioni m irava a st abilire : li) u11a grande piazza a cam po trincerato o una reg ione fortificata nel cuore dello Staro, destinata a formare il ridotto ,,generale d i difesa ; h) una o più p iazze a cam po trincerato o regioni fortificate per ciascuna 7.0na d i invasione dalla frontiera terrestre, in seconda linea r ispetto alla frontiera stessa, per servire come perni di n1anovra, piazze cli r ifugio e d i rifornimento; e) un forte, o un grupf'O di opere, di sbarramento presso le frontiere te rrestri montuose per ogni. linea di. invasione di !..lna certa in1portanza; ti) una piazza d i sbarran\ento o una g rande l inea di d ifesa per ciascun tratto <li difesa terrestre non mon tuosa corrispondente w l una zona di invasione; e) una o più piazze marittime destinate a servire da centri strategici, da piazze di r ifornimento e <l i r ifugio per la flo tta; /) altrettamc piazze, centr i d ifensivi ·marittimi, quanti e rano i grandi arsenali e cantieri del la marina, le quali ser vissero nel tempo stesso a rifornire e a dar rifugio alla flotta; g) alcune piazze marittime, o g ruppi di op,re costiere, per pro teggere i porti principali, o impedire lo sbarco ;;ui p unti della costa dello Stato ove questa operazione apparisse più facile; /,) una piazza a campo trincerato per ogni regione che fosse un po' lontana dal cuore dello Stato e per ogni isola d i una certa i mportanza , per servire come piazza di apr:uggio , di rifugio e d i r ifornimento alle truppe destinate alla difesa della regione o dell'isola. Nelle sue applicazioni il concetto su esposto subiva, naturalmente, mod ificazioni più o meno irnportanti d ipen<ientémcnte dall 'estensione e da lla forma dello Stato, nonchè dalla m aggiore o minore importanza attr ibuita all'esercito o alla flo tta nella difesa dello Stato stesso. Cosl per gli Stati• piccoli poteva bastare la regione fortificata posta nel cuore dello Stato e qualche fortificazione di frontiera . L 'ordinamento d ifensivo del Belgio, ad esemf'Ìo, fu . attuato secondo quest'ultimo sistema, fortificando la regione Anvcrsa-Termonde -Mali ncs-Hcrentals e co. struendo le teste di ponte d i L iegi ·e di Narnur sulla Mosa . Sistema

d, Jo,-tificaz io11i. V. Fo.-tificaziolli.

Sistemazione difcnsiv{/.. V. Difes(I..

Turchia . .L 'i mperatore Leopoldo si ritira dalla guerra Russoaustro-turca, perchè i: deciso a battersi con tutte le s~c forze contro la F rancia rivoluzionaria e pcrchè tc m~ una strapotenza della Russia nei Balcani. Il trattato stabilisce amn istia per i combattenti delle provincie turche ciel Montenegro, Bosnia, Serbia, Moldavia e Valacchia. Si rinnova il trattato di Belgrado. L'Austria restituisce le conquiste fatte duran te la guerra, meno il d istretto d i Choc;:;im, che occuperà fino alla pace della Russia con la Turchia. La Cerna segnerà il con fine fra i due i mperi . li. OC<'upn.zio11e di Sisto11 · (10 settembre 1810). Appartiene alla guerra Russo-turca. Dopo la battaglia d i l3attin , i l gen . russo Saint-Priest raggiunse S . d ove, àopo alcune cannonate su lla città, le truppe turche si arresero alla cond izione d i essere lasciate libere sen;:; 'armi. Il Saint-P r iesl si impadronì" <.1i' anni, vettovaglie, muniz ioni , 40 canncmi d ì vario calibro e di tutta la flottiglia turca ciel Danubio .ivi ricoverata.

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Passaggio del Danubio da pane dei Russi a Sisto\.' ( , 877)

1II. Passaggio del Danubio a Sistov ( r877). Apf -artiene alla g uerra Russo-tu rca . È uno degli .e sempi classici d i passaggio 'd i un fiume sot to il fuoco nemico . Il materiale da ponte russo (circa 800 metri) ve nne apprestato allo sbocco dei fiume Aiuta e nella notte ,lai 26-27 g iugno fatto scendere lungo il Danubio sino a Sinmizza, d i fronte a S.


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Nella notte stessa numerose jmbarcazioni trasportavano una intera brigata della 14a <livis. russa con una btr. sulla d.-. dd Danubio a monte di S . A malgrado di perdite notevoli la brigata approdò e si impadronì d i S. presso la quale accampavano 4 o 5000 Turchi che fecero buona resistenza. Sebbene disturbata dal tiro d i numerose artiglierie turche, controbattute dalla riva sr., il ponte fu costruito nel la giornata del 27 .a valle della città e subito vi passarono i corpi d ·armata russi.

Sittabuldi. Alture dell' India, 111 prossimità di Nagpore, nella presidenza del Bengala. Combattimento di Sittabuldi (1817). Si ricollega al la guerra contro i Mahratti. Ai:·pa Saib, reggcnre di Nagpore, informato dell 'offensiva presa dal Peshwa, decise di agire coutro il residente inglese )enki ns, il quale, in previsione d i un'aggressione, prese posizione sulle alture di S. con la sua scorta, comandata <lai colonnello Scott, e che si componeva di un migliaio di u . (due bgl. <l i Cipai di Madras,

conto anche della possibilità di rifornimenti e di ogni altro elemento che possa p rodurre modificazioni. È sempre opportuno essere pessimisti nella valutazione, e attribuire, ne"! dubbio, le ipotesi più favorevoli al nemico. Nelle manovre, sia coi quadri che colle truppe, la ,, situazione particolare " fa rarte del tema e deve esse re data dal d irettore della esercitazione . Essa <leve precisare la S. in atto dell'unità <la impiegare nel quadro di quella dell"unità immediatamente superiore, delle laterali, e di quella nota o p resunta del nemico.

Sitzia (Giova1111i). Generale, n. e m. a Genova (1.8391913). Sottot. <li fanteria ud 1859, passò poco dopo nei bersaglieri. Partecipò alk campagne <lei 1859, 1860, 1866 e 1870; a Custo7..a rimase ferito e meritò la mtd. d'argento. Colonnello comandante il 5" bersaglieri nel r88i, 11cllo stesso anno andò in E r itrea quale cumandante Ja linea esterna di difesa a Massaua. In P. A . nel 1892, fu promosso magg. generale nella r iserva nel 1896.

un d istaccamento di artiglieri europei, una brr. a cava llo indigena, tre sqdr. di cava lleria <lei Bengala). J\ppa Saib assalir]i, la mattina del 27 noven1bre, con J2.ooo cavalli e 8000 font.i, dì cui 4000 arabi. Il combattimento durò 18 ore continue, però gli Inglesi finirono per trionfare, grazie specialmente ad una carica arditissima del capitano Fitzgeral<l, che comandava i tre sq<lr. bengalesi. Le perdite degli Inglesi ascesero a 400 u. t ra morti e feriti. Il residente )enkins, raggiu nto da altre trurpe, rientrò a Nagporc, <love Abba Saib gli si arrese a d iscrezione. si portò ad

Situazione. Con questo termine generalmente si in,lica il documento <lai quale si desume la dislocazione dei reparti, riferendosi a un detenninato n1ornento, durante la azione bellica. Si tratta per lo più <l'uno schizzo planimetrico o panoramico, sul quale vengono riportati, in scala e con segni convenzionaJl> j comand i, i reparti, i collega~ menti ed i serviz i : esso i: semp~c corredato da una breve i llustrazione esplicativa. Ha valore temporaneo: passato il tempo pel quale è stato fatto non corrisponde più alla rea ltà e deve essere rinnovato . Oltre a queste, che sono eventuali e debbono essere com p ilate, volta a volta, da q ualsiasi comando grande o riccolo che sia, vi sono le S. period iche. Esse debbono essere settimanalmente compilate dai comandi d i regg . e di bgl. su appositi model li a sta1npa; esse vengono jnviate ai comandi superiori, che k riepilogano per stabili re la S. gencrak di ciascuna grande urutà e quindi anche di tutto il teatro d 'operazione. Amministrativamente vi sono le S. della forza giornaliera, la S. d i magazzino, ecc. Questi sono <iocumenti contabili che ciascun comandante di reparto o consegnatario rJi n1ateriali cumpila quotidianamente o periodicamente per mettere i n evideoza la composizione della propria forza di uomin i agli effetti delle paghe e del vettovagliamento, o p-er dimostrare l'esistenza dei materiali in relazione ai carichi di consegna e ai bisugni dei reparti• destinati a consumare o ad i mpiegare approvvigionamenti e materiale. Situazione. Da l punto d i vista del problema tattico e strategico ne rappresenta uno <lei fattori. f: 1"ubicazione nello spazio delle forze proprie e del nemico, e deve essere esaminat a in rapporto agli altri fattori, ossia cioè: compito, forze, tempo, terreno. La S., della proFTia unità e di q uelle laterali , deve essere nota : del nemico bisogna conoscere quant i maggiori elementi è possibile vagliando i risultati delle fonti diverse (esplorazione, ricognizione, servizio informazioni., ecc.) e da esse ricostruire la S. tenendo

S itzia Giovanni

S.i.velli Luc.iano

Sivelli (Luciano) . Generale, ,1. e m. a Parma (183, r900). Sottot. nell'esercito parmense nel 1850, passò dieci a nni dopo in q uello italiano e partecipò alle campagne del r866 e del 1870, nella q uale u ltima meritò la menzione onorevole. Colonnello nel r882, comandò j[ 10° fanteria. Nel 1888 fu fTOmosso magg. genera le comandante la brigata Bologna e due anni dopo andò i n P. A . Trasferito nella riserva nel 1892, fu promosso ten. generale nel 1898. Sivelli Eugenio. Generale, fratello del precedente, n . a Parma, m . a Verona (1835-1918). Proveniente dall'esercito parmense, passò nell'esercito italiano nel 1860 e partecipi, alle campagne d el 1860-61 meritando la menzione onorevole in quella del r866. Colonnello comaa<lantc 1'80 fanteria nel 1886, passò nel 1894 a comandare i l distretto mi i. di Padova e nel 1895 andò in P. A. Magg. generale nel 1896, fu trasferito nella riserva nel 1899.

Siviglia (ant. Hìspalìr). Citt/1 della Spagna, capo!. della prov. omonima, nell ' Andalusia, sulla sr. del Guadalquivir. Venhe fortificara con mura e torri da Giulio Cesare, e, dopo l 'invasione <lei barbari, fu ·la capitale dei re Visigoti. I Mori ne fecero la capitale di un regno. Dal 1248 fece parte ciel regno d i Castiglia.

I. Assedio di Siviglia (1096). Appartiene alle guerre civili &a j Mori ih Spagna e fu F'OSto ,da Tasfìn, re del Marocco, con una numeros3 armata. La città era difesa da Mohamme<l, e l'assed io fu lungo e micidiale, essendo continui gli scontri tra assediati e assed ianti. Tasfin un poco alla volta si rese padrone delle opere esterne della piazza forte, ne abbattè le torri roi riuscì ad aprire nelle mura una breccia considerevole <·d or<linò l'assalto. Allora Mo-


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hammc<l ci,p itolò a condizione che i cittadini sarebbero stati r ispettati nelle loro persone e nei loro beni cd egli si sarebbe potuto ritirare. Tas/ìn accettò, ma non tenne alcun conto dei patti giurati, .e , appena in possesso della città, l'abbandonò al saccheggio delle sue truppe. Moham-

protesta segreta, in d ata 11 settembre ,731, con la quale dichiarava ai suoi popoli che essi non ,·imanevano v incolati dai suoi atti e che intendeva lasciarli in piena libertà e indipendenza.

mcd e i suoi fìgli 1 carichi d i catene, vennero trasrortati in

Sivori (barone Francesco). Ammiraglio della marina sarda ( •nr-1830). Nato a Palermo da genitori liguri, entrò in servizio nella marina sarda nel 1 79 r, passando in quella d i Francia quando fu presa dai Francesi. Partecipò alla spedizione del Buonaparte in Egitto . Il 24 agosto 1810, al comando della goletta " Sentine lla )) ' attaccato da una fre.. ga ta inglese, sostenne per ol• tre quattro ore il combattimento colla nave nemica, poi perduti gran parte de i suoi e

Africa <.: messi in prigionia. Il . Assedio di Siviglia (1248). Appartiene alle guerre di Spagna contro i Mori e fu posto dal re Fe•<linando re di Castiglia, il quale i l 20 agosto ~vanzò e si presentò davanti alla città : :I suo esercito si accampò sulla sr . <lei Guadalq uivir~ e. n1entre un grosso distaccamento si trincerava al di là del fiume, la flotta interrompeva la navigazione . Pa

lo spazio di oltre cinque mesi Lutti gli sforzi dell'esercito

cristiano erano stati nulli, e già il re djsperava <l i riuscire neU- imJJresa, quando l'ammiraglio castigliano concepì il d isegno dì rompere il ponte e di tagliare in ta 1 modn la comun icazione della città w l sobborgo d i Triam a, auraverso il quale S. nceveva i suoi r iforn;mcnti . L'operazione era molto difficile pcrchè i pomoni che reggevano i l p::>nte erano strettamente collegati fra loro con grosse catene di ferro : L ' ammiraglio (ece legare insieme due delle più gra:1di navi dell a sua flotta, e approli ttando d i un vento impetuoso le spinse a tutta vela colltro il pon te, che all 'urto vio lento si spezzò. I Cristiani n1ontarono all 'assalto. Gli

abitanti della città accorsero alle mura per aiutare i difensori, e, facendo cadere sugli assalitori una pioggia di pietre e di materie incend iarie, 1i costrinsero a ritirarsi. Gli attacchi si ripeterono per alcuni mesi ancora, finchè la fame costrinse i Mori a venire a trattative. Fu loro accordato <li ritirarsi con i loro beni e le loro ricchezze dove avessero voluto : 100 . 0 00 persone abbandonarono la città, mentre 'Ferdinando vi faceva il suo ingresso trionfale.

JIT. Trattato di Siviglia (9 novembre 1729). Pace e alleanza d ifensiva fra Spagna da una parte, Francia e Ing hilterra dall'altra, dopo i preliminari di P arig i (3r maggio 1727) e d ~I Pardo (4 marzo 1728). Le Parti contraenti si garantiscono reciprocamente i rispettivi possedimenti in tutto il mondo, e, in caso di guerra, promettono di soccorrersi coo 12 mila uomini. Sentito il giudiào <li apposite commissioni, si risarciranno i danni sofferti. Si conferma l'aspettativa <li don Carlo sui ducati di Parma, Piacenza e Tosc:urn e, per rassicurarla, si stabilisce che 6 mila Spagnuoli debbano essere intr0<lotti come presidio nel le piazze di Livorno, Portoferraio, Parma e Piacenza, a condizione pe,·ò che llOO s'i ngeriscano nel governo delle dette città . Inghilterra e Francia s'impegnano d i d ifendere l 'infante do n Carlo con tutte le loro forze contro qualsiasi nemico. L 'Olanda accedette al presente trattato i l 21 dello stesso mese. Questa stipulazione si può d ire un pieno trionfo della politica commerciale e della potenza marittima dell' Inghilterra poichè ron vi si fece molto di Gibilterra e <l i Minorca, 1nentrc si revocava ogni agevolazione accordata al commercio austriaco. Nelle precedenti convenzioni era stato stabilito che il presidio di Livorno, Portoferraio, Parma e Piacenza dovesse essere (li Sv izzeri e non d'altra nazione. Per questo motivo, e fors'anchc perchè i ducati destinati al Borbone non erano riconosciuti per feudi imperiali, il plenipotcn? iario cesareo ricusò di parteciJJare al trattato. Gian Ga.1tone De' Medici, come il p dre, protest,'> contro la violenza e l'ingiustizia, ma poi cedette. Volle però che potesse constare al n1on<lo che cedeva solo sforzato e violentato e <lepositò presso l'arci,·escovo d i Pisa una

vista inutile ogni ulteriore re -

sistenza, mandò a te rra il resto dell'equipaggio, e m ise fuoco alla goletta senza abbassare bandiera. . Alla Restau-

Sivori Francesco

razione tornò al servizio della Sardegna. Nel settembre del 1825 fu inv;ato con una squadra a Tripoli per punire il bcy che aveva d ichiarato g uerra al re. L'impresa riuscì perfetrnmeme cd i l S. fu creato barone e promosso capitano di vascello. Nel 1826 fu promosso contrammiraglio.

Sizeboli (ant. Sizepohs). Castello fortificato dai Turchi su una penisoletta rupestre sporgente della riva meridionale della baia d i Burgas (Bulgaria). Il 18 febbraio 1829, durante la guerra Russo- turca, fu bombardato dalla flotta russa (amm ir. Kumany) e occupato con guarnigione d i 5 bgl. agli ordin i del gen. Watchen. Il sultano ne ordinò la riconquista e il 9 aprile 1829 Hussein pascià l'attaccò per via di terra con un corfo di 4000 fanti e 1500 cavalieri, mentre Ja flotta turca agiva per rnare. La flotta n1ancò

al suo compito, n,entre le truppe attaccarono con estrema energia penetrando nel la ridotta russa d el centro. Il generale Wachten mosse a l contrallacco con <lue bg l. co,;tro ci~scuna del le alt e con un bgl. al cemro: la flotta concorreva col fuoco dalle due rive opposte della p,nisola. li contrattacco riuscì ed i T'urchi vennero posti in fuga : con ciò i Russi si assicurarono una buona base a Burgas per le 11lteriori operazioni.

Skagerrak. Nome dato dai Tedeschi a ll a battaglia dello fut/a.nd (V.). Skalitz. Comune della Cecoslovacchia, sull'Aupa, afA. d i dr. dell'Elba. Combattimeuto di Skalits: (28 giugno 1866). Appartiene alla guerra Austro-prussiana . Dopo i combatti.menti di Nach0<l e Trautcnau (2ì giugno), il rnarcsc. Benedeck o rdinò a ll'VII[ corpo (tre brigate agli ordini dell'arciduca Leopoldo) di p:>rtarsi a S. ed al VI di ripiegare d ietro a ll 'Vlll. Il V corpo prussiano (Stcinrnctz), rinforzato <la una brigata del VI, ebbe così via libera e si diresse su S. ove il 28 attaccò vivacemente gl i Austriaci aggixandone !",ila sr. Le tre brigate austriache dcll 'VIII corpo fecero buona resistenza , anzi una di esse (Kreyssern) contrattaccò la brigata avversaria che effettuava l'aggiramento. Ma , per quanto favoriti dalle buone posizioni e da un ottimo impiego <lì artigl ieria, le forze austriache erano i nferiori a quelle prue-


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Cannone Skoda da 37 con tubo da 70 mm.

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Combattimento d i Sk,ùirz (1866) L>urto delle due avanguarie (billnchi gli Austriaci, neri i Prussinnil

sane, ed a sera l'a rciduca ordinò il ripiegamento su Jaromcr, dopo di avere perduto 3300 uomini fra morti e feriti (fra i m0rti i generali dc Fragnen1 e Kreysscrn) e 2300 prig ionier i. I Prussiani perdettero 400 u. in t utto . 1

Skobelev (Dimùri) . Generale russo (1821-1880). Partecipò alle guerre <li Crimea e Russo-turca 1877-78, divenendo generale d i d ivisione.

e i l « lJ 5· ,,, apparecchio di scorta per i bombardatori, della velocità d i oltre 200 Kmh., avente un 'autonomia di ore 1·,30.

Cannone Skoda per fanteria. Può essere utilizzato per i l tiro orizzontale, come per quello verticale. Il wbo per il tiro verticale è ,Id calibro d i mm. 70; quello per il t iro orizzontale è d i mm . 37. Quest"ult imo in caso di t iro è introdotto nel primo. li p roietto del 37 pesa 300 grammi cd ha una velocità iniziale di 600 111. al secondo; la sua portata è di 7600 m . e l'angolo <li t iro r uò arrivare fino a

S!,obeleu Michele. Genera le russo, fratello del precedente Nel 1869 pre.se parte alla spe<:lizione d i Khiva ed a quella di Khokand d ivenendo generale. Nella guerra Russo-turca del 1877-78 si distinse a Plevna e fu promosso ten. generale comandante la 16a divis. Ebbe poi i l comando del TV C. ~i 'A. e infine diresse la sped izione che portò alla conquista del Turkestan.

Skoda, Grande fabbrica d 'armi cecoslovacca, occupante (1932) 36.000 pcrn,ne, già cosrrunricc delk armi per I 'impero austro-ungarico, e attua lmente per gli Stati dell a Piccola Intesa. Costruì il 305 ausrriaco . Nel 1913 costruì l'obice da montagna <la 75 mm. per l'Italia; quindici anni dopo creò ull nuovo model lo con un solo affusto, tanto per ca!lnone da 75 qu;,n to per obice da 90. Il cannone p uò dividersi in 7 carich i per la soma, riù un carico per lo scudo; lancia u na granata del peso <li Kg. 65 a 9800 m. L'obice lancia una granata del peso d i Kg. 8,5 a 7400 metri. Fra le artiglierie S.

è anche da ricor<lare j l

recente cannone

(1931) del calibro d i mm . 83 ,5, con g ittata di 20 ch ilometri. Durante la guerra Mond iale la S. cost ruì aeroplani, dei quali fu rono sul nostro fronte il « Rerg ", da caccia, della velocità di circa 200 Kmh . e deJrautonomia d i due ore;

Mortaio Skoda da 305 (guerra Mondiale)

45 gradi. Se è necessario uu angolo superiore a 45 gradi si fa uso del tubo di mm . 70. li proietto è <li Kg. 3 e la s•.1a portata può ragg iungere

111 .

2500

con una velocità iniziale

d i 111. r90 a l secondo. li peso, corazza compresa, è di Kg. 185, con il tubo <la 37 e d i Kg. 167 senza. li trasporto può essere effettuato tanto col cannone interamente montato, q uanto col cannone scomposto in va ri pczz.i · sul traino. Può ino ltre essere c.on facilità trascinato su ruote

da due soli uom ini .

Mit,-agliatrice S koda mod. 1909. M itragl iatrice austriaca denominata « Arciduca Carlo Sah·atore e Magg. Rittcr von Bormas mod . 1893 », alla quale venne modificato il meccanismo ricuperatore a pendola, con uno a molla spirale . questa mitragliatrice venne pure ch iamata col p recedente .nome.

Cannone Skoda d a 37 mm.

Skrydlof (Nicola). Ammiraglio russo, 11. nel 1844. Si distinse nella g uerra Russo-rurca del 1877-78. Contrammir. nel 1893, viceamm ir. nel 1900, partecipò alla guerra Russogiapponese e nel 1.906 ehbe i l comando de lla Aorta del Mar Nero,


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Skrzynecki (Giovanni). Geoerale polacco (1787-1860). Combattè nelle a rmate napoleoniche; poi fu il ca po dell'esercito nel la rivolmiionc polacca del 183r; scoofitto a Ostrole n ka, passò nel Belg io d ove nel 1839 fu nom inato generalissimo. Slamat (E.<) . V illaggio d e ll a Tripoiita n ia. nella zona de l Gcbcl Tripolino, su l margine dcli'Altip iano a sud di Zua ra. Combattimento di Es Slan,at (8 giugno 1922). _Appartiene alla lotta sostenuta dalk truppe ita liane wotro i ribell i d el Garian . 1 r ibelli, in n umero d i circa 5000, dei quali ,400 a cavallo, vi si era no insc<liati, al comando d i Jvfoh~mmed fighen i, e il colonnel lo Graziani vi inviò una colonna (3000 fuciJi, 300 cavalieri , 2 pezzi) che nel pomeriggio <ld 18 si incon trò con i ribell i, li assalì vigorosamente, li hattè e li inseguì per tutta la nott~ uccidend one 580. Perd ite ital iane JI morti e 97 feriti .

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a corpo, cadeva in mano al ne mico. Fulgi_ d o esempio d i amor d i P a tria , d i coscien te 'valore e sublime spirito d i sacrificio» . fMo n te San to, r4 maggio J r97) .

Slatin pascià (sir Rudo/1). Generale egiziano (,8571933). Ent rato nell 'esercito austro-ungarico, 11cl 1878 passò sotto il Gord on. Nominato governatore del Darfur ed impiegato a reprimere jl movimento mahdist a nel Cordofan , nel Natale del 1883 [u p reso d al Ma hd i , e d ue anni dopo ottenne il g r ado d i califfo. Nel 1895 riusc.ì a fuggire da Omdurman e raggiungere il Cairo. Quando nel 1898 lord K.itchener sbaragliò il Mabd i, S. <liresse il ser vizio informazioni e Iu nominatO rnagg. generale e poi pascià nell"csercito a nglo-egiziano. Nel 1903 fu no minato ispettore d d lc provincie del Sudan . Nel 1914, allo scoppio della guerra, cJ1 iese d i prend er servizio e g li fu affidato il controllo Suf--ctiore <lell 'apprùvvig io namento dd prig lo nieri. <;crisse : « Ferro e fuoco nd Sud an » . Slavi. Popolazione ch e popolava la zo11a coperta di fo reste fra il Ba ltico, il Volga , il Dn icpcr, i Carpa zi , l 'Od cr. Nei tempi storici erano ad est dei Germani, dei Daci, d egli Sciti e<I i Germani li d istinsero col nome di Vendi _ Sotto la pressione delle invasion i dei popoli d'oriente si spillsero verso occidente occupa ndo te rre .lasciate libne dai precedenti occupanti sicchè il loro movirnento non si n1an ikstò sotto la forma grandiosa , e p repote nte, d elle inva'iÌon i , ma piuttosto sotto I::. (orma conti nua e cosrante del l a infilrrnionc per stabilirsi su nuove ter re, gl i un i ch iamando gl i altri ) senza rjcorrere a lorte sa rrgui uo.sc, adattandosi .alle esigenze delle popolazioni indigene . Nel succedersi delle generazioni la loro prolificità finì con l'avere il snp·avvcnto in varie regioni. Eguale successo non ottennero là dove incontrarono resistenza alla loro infiltr,izione . (;ià prima di inizia re il loro movin1cnto verso occidente erano raggrup• pati in stirpi d iven;c risalenti a tribù prirnigeo ic d iverse forma te.si nel l'immenso lerritorio <la esse popolato: ma con~en=arono sostanzialrrlen tc la stcs.sa lingua, g li stessi cosrumi e la stessa o rganizzazione patriarcale e guerriera : ciò non im ped ì lo svolgersi d i Ione sang uinose fra gli stessi S. T." inv,isione d egli Un n i 'Finse i primi S. sul basso Danubio, in Ill iria, in Croazia; lo spostamen to dei Qua<li e d ei Ma rcorna11 ni fa vorì la loro espa nsio ne in .Boem,ia e Moravia ; ino al Danu bio dal q uale d ilagarono per le alte vall i <!ell a Drava e <!el la Sava sino nel F r iuli . L'invasio ne degli Ava ri e dei M ag iari. che occu!»iro no le fenil i pianure del_ med io Dànubio , im 1;·e<lì che le due corren ti m igratorie, d i S. d al basso Danubio, e d i S . d alla Boemia, si r icong iungessero ulteriormente. Oggjdì gli S. possono dividersi. i n tre gra nd i g rup pi: orienrali (Gran· d i e P iccoli Russi); occidentali (Polacch i, Cech i, Slovacch i); m eridionali (Sloven i, Croati, Serbi , Bu lgari). 1

Skr..t}°necki (;iovanni

Slatapcr. Guido

Slataper (Guido). Med agl ia d 'o ro, n . a Trieste nel ,896. Irredento e{I a rckntc d i im petuoso arno rc per l'Ita lia, diciasscttc1111c appena, allo s,opp iarc del la guerra, si a rruolò , insieme co l fratello Scipio . Nominati entram bi so ttot. d i complemento nel r0 regg. fanteria, co m batterono valorosamente sul Podgora, ove, il 3 d icembre 19r5, Scipio cadde ucciso e Guido rimase g ravemente ferito. Non ;incora perfettame nte guarito, chiese d i to rnare alla fronte , ed jncorporato nel 230° rcgg. il 14 maggio 1917 raggiunse coi fanti d el regg., la vetta del monte Santo. Ma un contrattacco nemico costò la perdita d ella posizione e la p rigionia d i mo lti va lo ro.si, t ra i q uali lo stesso S ., il q uale, per pura fortuna, r'iuscì ad evitare d i essere riconosci uto e d i segui re la sorte d i Battisti e <li Sauro. Oggi egli vive nella Sua T rieste, avcnd(l guadagnato nella guerra un a med. d'argento , o ltre a q uella d'oro (ii cui la motiva7.ionc d ice : << Volontario irredento , rinunciava ad essere inviato nd lc retrov ie, e benchè in menomate condizioni fisiche p:r precedente ferita, partecipava volonrariarnentc, al comando della sua com pag n ia, ad un 'azio ne d i particola re impo rtan za , trasfondendo~ coJ suo esem pio, cn tu~iasmo, shrncio cd ard imento nei d ipe nden ti, trascina ndoli sotto violen to fuoco di artig lie ria, mitraglia trici e fucileria, alla con q u ista di forte e ben mun ita posizione, il cu i possesso a vrebbe avuto co nseguenze d ecisive in quel tra tto d i fronte . O ltrepassate le tri ncee avve rs:u ie, catturava nurnerosi nemici, o rgan i7.7.ava la d iksa su l rovescio d ella posizione e su questa resisteva. ad o ltra nza, quantunque conscio del grave pericolo c he affrontava, come irred en to, qualora fosse stato fatto prig ioniero . Rimasto con pochi supersriti, esaurito ogni _genere d i m uniz ioni cd accerch iato , d opo asp ra lotta cor ro

Slavceff (Stefano) . Genera le bulgaro, n . ne l 1869. Ufficiale d 'art ig lie ria, fu allievo d elle> Scuola d i ap plicazione d i Torino . To rnal'o in patria, vi si rese noto cornt ottimo tecnico e <.:On1pc.:tentissimo artigl iere . Nella g ue rra Mo nd iale fu ispe ttore <1 "a rt. p resso i l Comando su p re mo . È autore d i p regevol i opere m ilitari .

Slavcèff Stefan o

Sterne (Mont,·). U na delle. cime (m . 1487) a sud-est del g ruppo d el Mo111c N ero. Du ra n te la guerra 1915-ri fu sem p re saldame nte occuFato dagli Austriaci e protetto dal


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fuoco fiancheggiante delle numerose artiglierie e mitragliatrici austr iache dei sov ra,t1lnti M. Rosso e Rudcci Rob. Era però soggetto al fuoco d'i nfilata delle artiglierie italiane della zona di M. Jci;a.

Auacco dello Sleme (28 rnaggio--1 giugno 1915). li IV corpo d'armata italiano, che aveva il cornpiw di impadronirsi della lesta di ponte d i Tolmino, ne auaccò i , luc fianchi. L ·ga divis. (brigate Modena e Salerno) rinforzata clal 12° re/!g. bersaglieri e dal gruppo alpino B (bgl. Pinerolo ed Exilles) (u incaricata di impossessarsi dello S., Ylrzli, Vod il. Per quattro volte le truppe si lanciarono ali 'attacco delle forti posizioni ncro ichc , ma, non sorrette d a 1111 conveniente schieramento di artiglierie, gli :1ttacchi furono respinti con gravissime perdite: riuscirono però ad affermarsi poco sotto la cresta jn una p>sizione quasi parallela al la linea d i cresta. E sostanzialmente, salvo piccole operai. in ni di dettaglio, la situazione rimase i111111utata fino ;,I. l'ottobre 1917, q uando la ~rnn<lc offensiva degli Austrotedeschi faceva cadere la linea dì resistenza italiana in quella zona.

Slesia. Provincia di confine della Germania sud-orknta le occupante l'alto bacino dcll'Oder (capo!. Breslau), 1acchiusa fra la Cecoslovacchia a sud-ovest e la Polonia a sud-est e nord-est. La Slesia fece pane successirnmcntc degl i Stati di Morav ia, Boemia e Polon ia: nel XII secolo d ivenne indipendente e nel X IV fu unita alla Boem ia seguendo le sorti d i questa . F,"<lerico li d i Pru;,ia nel XV III secolo strappò la S. all'Austria alla q uale rimasero, in virtù del trattato di I lubertsburg (1763), alcuni distreui dell'alto Odcr, derti Alt11 Sle1ia o Sle.-i11 11u1triaca. I confini della S. attuale non sono ~ppoggiati ad clementi geografici bene defi ni ti co,ne in f"'J>Sato, 1r.a sono <iati stabilici secondo criteri etnici, dominati da interessi ;1n1ministrati,•i (."COnomici, industriali. //lta Slesia. Questo problema nacque dalla necessità di si,tcm arc g li intcrc,si di quei territo ri contemperando i diriui preesistenti della Germania con quelli nascenti della Polonia e della Cecoslovacchia. Il trattalO di Versailles definl i territori della S, asseg nat i alla Cc~oslovacchia e quel li assegnati alla Polonia, e nominò apposite Commissioni interalleate i:-er delimitarli, mentre stabiliva quali erano , 1crritori <'ella S . nei qual i , i doveva ricorrere al plebiscito, a(fida ndo ~d apposita Commissione interalleata il governo del territorio stesso sino a plebis~ito effettuato, In seguito alle prescrizion i , le i 1rat1ato di Versailles , et! al Medaglia della Al~, S lesia plcbi~cito del 20 marzo 1921, la S. rimase alla Germania, <'ccctto alcuni dtstretù montani (Tcschen e Leobschiitz) attribuiti alla Cecoslovacchia, alcuni altri :,ttribu iti a ll a Polo nia, e il triangolo industriale (K atowicc) che la conferenza degli ambasciatori (Londra , 20 ottobre r921) decise di assegnare alla Polonia. Medaglia co111111cmorativ11 dell'Alta Slesia. Fu istituita d alla Commissione i11teralleata nel 1921 a riconoscimento dei ~crvizi prestati, du ra nte l'occupazione del l' Alta S lesia, dalle truppe e dai funzionari interalleati. La medaglia reca lo stemma dell'Alta S lesia.

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Guerre di Slesia. Fanno pute della guerra di Successione d 'Austria.

Prima guerra di Slesia (1740-41). Maria Teresa aveva fatto balenare la speranza a Federico II che, se egli avesse aderito alla Prammatica Sanzione, gli avrebbe ceduto i ducati di jlilich e Berg; in realtà il re d i Prussia capl che la prome,sa 11011 sarebbe Stata mani._cnuta; nè a lui bastava quel compenso. Perciò senza alcuna dichiarazione di guerra il 16 dicembre 1740 entrava con 40.000 u. nella S. cd as,e. diava le piazze forti di Glogau, Brieg. :-leissc. c N.1mslau, presidiate da truppe austriache: prendeva quindi i quar1ieri d'i11vcrno. li 9 marw 174 1 capitola G logau . Saputo che un esercito di M:,ria Teresa al comando del Ncipperg, muove contro di lui, Federico II lo affronta e lo sconfig11c a Mollwitz . Stringe allora un trauato d'alleanza colla Spagna <: colla Baviera, al quale :,ccede poi la Francia. Un esercito francese al comando del M illebois minaccia J'Annovcr per .:creare di evitare I '.in1ervento dcli 'Ingh ilterra; UJI altro. al comando del Bcll'hle, si unisce ai Ba\'aresi e renetra in Austria. :Maria Teresa offre pace separata a Federico ll che acccna . Si tratta d i un tranello : Mar ia Teresa pu bblica i: tratt ato per smascherare il re d i Prussia, ma lo scopo di alienare l'an imo degli alleat i n on riesce. Déssau invade la Moravia e presa Glatz punta su Olmutz; Bavaresi e Sassoni invadono la Boemia. Praga ì: occupata il 25 novembre 1741. Federico sta per iniziare la marcia su Vienna quando scopp iano d issensi fra lui cd i suoi alleati: i Sassoni ritornano in Boemia. Federico, rimasto isolato, · ripiega sulle basi di Zwittau e Chrudim. Maria Teresa approfitta della crisi delle forze pru~siane per attaccarle e ne dà mandato al principe di Lorena. Questi attacca bauaglia a Chotusitz, m a è sconfitto . A llo ra Maria Teresa chiode ed o tt iene la pace serarn ta che è firmata a Breslavia. Tutta la Slesia, meno Teschcn, resta alla Prussia : Federico Il esce dalla iega. Seco11dt1 gue,,ra di Slesia ( 1744-46). Per prevenire un'azione m ilitnre <lell'Austr ia per ritogliergli la Slesia , Federico II rientra nella coalizione e <l'accordo con Luigi XV penetra con 80. 000 uomini in Boemia e occupa Praga, mentre gli Austriaci del principe di Lorena sono sul Reno e i Francesi si attardano nell'assedio d i Fribu rgo. li re muove verso l 'E lba, ma non osa di affrontare il Lorena che gli ha mosso incontro; r ipassa l'El ba e ripiega in S. Maria Teresa ordina al Lorena di invadere tale provincia. Entrambi gli avversari prendono però i quartieri d'inverno. Nel maggio dd Ii45 le operazioni ,·engono. riprese. li principe d i Lorena co n 70.000 Austro-sassoni ai pr imi d i giug no avanza su Striega u. Con 65 .000 uo mini Federico g li muo\'C incontro; segue il 4 giugn.l la battaglia di I lohenfriedbcrg nella quale il re ottiene vittoria, ma deve poscia ripiegare. li Lorena lo ha seguì to; ne segue la battaglia d i Soor (30 settembre) che è villoriosa per il re, ma priva d i risu lt:lli strategici. Entrambi gli avversari prendono i quartieri d·inverno, ma per poco tempo, pcrchè gli Austriaci hanno il proposito di occupare la Slesia malgrado la srngione. Tre eserciti alleati dovevano operare offensivamente contro i P russiani coo obbienivo co mune De rlino; 25.000 Sassoni comandati da Rietowsky e un corpo d i 6ooo agli ordini del Griine dovevano procedere riuniti , per la via di Torgau; un corpo austriaco, comandato dal Lorena, per la Lusazia. Federico fulmineamente agisce controffensivamente in vadendo la Sassonia coll'esercito ripart ito in due masse: una al ·com ando dcll 'Anhalt d a Halle punta su Lipsia; egli col grosso p:r Dressau punta su Naumburg . li re il 23 ottobre è dietro la Queiss di fronte al Lorena;


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guada a monte questo 5ume ritenuto inguadabile dal Lorena cd a Hennersdorf batte i Sassoni_ Jv!uove indi contro il .Lorena, ma questi ripiega d ietro la Neisse. Per contro 1·azion<: d cll'Anhalt è fiacca ; final mente, pressato dal re, marcia su Lipsia, ma il Cri.inne si ritira a Pirna mentre l'Anhal t erroneamente si spinge a Torgau ritenendo l 'avversa,io in tale d irezione. Federico per J3autzen marcia su Meissen, ma trova l' Elba gelata e non può gettare i ponti. Pressanti ordini egli manda ali ' Anhalt perchè corra a Meissen: finalm<:nte l'n d icembre questi si decide a muovere da Torgau. Avuto sentore dell'avvicinarsi dell'Anhalt, j Sassoni sgombrano Mcissen cd il re può far passare l'E lba al corpo d'avanguardia d el Lchwald. L 'Anhalt a Kesseldorf (15 d icembre) sconfigge completamente i Sasson i. La battagl ia è decisiva ai fini della campagna, ed è anche l'ultima delle guerre d i Slesia . Il Lorena si ritira e Maria Teres~ chiede ed ott,ene la pace (che fu firmata a D rcsda), questa volta definitivamemc, sino alla guerra d ei Sette Anni.

Slìtta. Era così chiamato anticame nte una specie <li carro senza ruote, espressamente coslruito per trasrorto di artiglierie in n1011tagna , e che veniva usalo come una sl itta . Si componeva d i una cassa scoperta, di forma ovale e rialzata ali 'estremità posteriore: en tro questa si collocava il cannone per trasportarlo nei luoghi aspri e sassosi, e su

Cannone su slitta (Canadà, secolo XIX)

per le rampe delle fortificazioni. La S . però talvolta era anch e provvista d i 4 ruote molto basse. Nelle operazioni d i montagna cd in quelle invernali, cioè dove la prescnzà della neve lo rende consig liabile, I ·impiegò delle S. p,r effettuare trasporti <li munizioni, v iveri, feriti od al tro, si è spesso verificato <h1ndo generalmente risultati buoni . È noto che l'ese rcito cartaginese, condotto da Annibale aHravcrso !e d ifficoltose strade alpine, ha trascinato k: p roprie impedime nca su S. allorguando proseguì la marcia dalla Spagna verso la pianura pad ana per scon figgere le leg ioni <li Roma . Così si ba notizia d i altri trasport; effe ttuati con tale mezzo in varie epoche al seguito

di eserciti: notevole quelli_ al seguito della grande armata nell'avven tu ra r~ssa d i Napoleone. Nella guerra Mondiale, specie durante la stagione in vernale , in taluni n·atti della noSlra zona d'operazione la S. fu il r iù imfo rtantc, se non l'unjco, mezzo di tra ino, particolarmente per mezzo di

cani . Non esistono però speci;ili nonne per l'impiego e per la provvista <l i tali veicoli, nell"csercito italiano, come vi sono invece detrngliate norme relative agli sci ed ag li sciatori. Si lascia all'iniziativa dei capi interessat i, in relazione ai bisogn i ed alle risorse uffertc dal territorio, !"emanazione di opportune norme d a stLJd iare e mettere in atto volta per volta.

Slivnitza (o Slivniza). Comune d ella Ilulgaria, nd le montagne a nord d i Sofia.

Giornate di Sliv11Ìtztl. Appartengono alla g uerra Serbob u lgara del 1885. I Serbi, che si erano proposti come obbiettivo di raggiungere al p iù rresto Sofia per p reven irvi il concentramento d elle truppe rumcliotc ancora lontane, presero l 'offensiva il 14 novembre, dirigendosi con tre divis. su $olia per la direttrice Pìrot-Slivni tza; mentre la divis. della Morava d oveva attacc:ire i "Bulgari sul loro fianco sr., e la brigata d i cavalleria attraverso le moutagn<: doveva attaccarli sulla loro dr. Occupato con bre ve combattimento Zaribrod, i Serbi arrivarono il 17 <lavanti a S dove andavano (rnttant,) concentrandosi i Bulgari-R11mdioti, rafforzati con fortificazioni spediti ve (buche da bersaglieri, trincee, rie.lotte, batterie), mentre era l'ala dr. del loro sch ieramento prote tta <la terreno paludoso . Erano ,9.000 u . con 50 pezzi che stavano per essere attaccati da 34.000 Serbi con 96 pcz.zi . Il Ii stesso, la dr. bulgara (cap. Bendereff) mosse offe nsivamente per t rattenere le colonne serbe; e il re Milan decise di attaccare alle 12,30 il fianco sr. b u lgaro con la d ivis. delb Driua, senza attendere l'arrivo delle altre due (Schumadja e Morava). L'attacco fu arrestato dall 'art. bulgara e respinto dalla, fanteria, mentre sulla dr. i Bulgari p ure ottenevano successo. Questa rrima g iornata riuscì dunque a van taggio dei Bulgari, comandati dal pri ncipe Alessandro: le loro perd ite a mmontarono a circa 6oo . u. e quelle dei Serbi a oltre 800. L a notte sul 18 le forze bulgare andarono aumentando con l' accorrere di nuove t ruppe; non così quelle dei Se rbi, preoccupati della loro linea di ritirata . Essi ripresero l'attacco di buon mattino, 1na furono arrestati dal fuoco e da attacchi alla baionetta e la loro situazione andò peggiorando sen1i:,-c più. Con l' arrivo a S. di nuovi reparti d i Rumelioti, il matti110 <lei r9 i Ilu lgari avevano disponibili 25.000 combattenti con 48 pezzi, comro 33.000 Serbi con 102 pezzi. Questi u ltim i pensarono d i rip-endere !"offensiva, faccn<iosi proteggere a sr. , invece che dalJa cavalle.ria, <la 4 bg l. e 2 btr. della div is. della Morava, con uno spostamento delle erup pe verso sr. per meglio proteg• gcrc in ogni evenro la ritirata per il passo di Oragoman. Per comro i 13ulgari, temendo per la propria sr. m inac-

ciata da un'intera divis. serba ann.unziata irt marcia da Breznik, spostarono verso quell 'ala le truppe, sicch è en-

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_j Slitta sull'Adamello (.,ruer ra Mondiale)

trambi g li eserciti avevano il grosso <ldle for ze spostato verso il rispettivo fianco sr . La lo tta s' impegnò di prima matt ina sulla dr. dei l:lulgari, dove il cap . Bendereff impegnò la sr . serba e con vigorosi attacch i alla baionetta la costrinse a retrocedere . Frattanto il comando bulgaro aveva d istaccato per i monti il cap. Popoff con 4500 uomini; e queste truppe arrestarono i Serbi impedendo loro di prendere parte ill'az.ione ·g enerai~ - Asprame nte si andava inrn nto combaucnd o sulla d r. e sul centro della linea bulgara, d ové la lotta finì vnso le 16 con sangu inosi ·'è6m battime mi


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a 100 tonnellate; ma ne furono costruiri di d imensio11i ;ilquanto maggiori, si1nili ai cutters , armati con un numero

<l i cannoni variabili da 6 a r, per uso delle marine da g uerra . Agili nel corso e buoni velieri, portavano un solo albero. Nel! 'epoca nostra l'Inghilterra ne ha cost ruito alcuni per il suo servizio coloniale, a due alberi, a vapore , della portata di 700 a r300 tonnellate, della velocità di circa T8 nodi, arn1ati con due cannoni da 100 n1m. Q uesta nave è del ljFo « dragamina l>, 111a con ca1·atteristiche di « avviso » : è destinata al servizio di scorta delle . navi mercantili. Nelle costruzioni inglesi previste nel r933-

1934 il t ipo è stato alqua nto migliorato, e la velocità portata a

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nodi.

Slove-Burning (Cocoa. powder). Polvere bruna prismatica, adoperata dagli Inglesi per le cariche <li cannoni ·di grosso calibro . Sluys. V . Écluse. Smagliatore. V. Sfondagiaco .

La posizione di Slivoitza ( r885)

corpo a corpo che, dopo alterne vicende, determinavano la definitiva rit irata dei Serbi . Le loro perdite nelle t re giornate ammontarono a circa 3000 u. e quelle dei Bu lgari a 2500. Essendo minacciata- la ritirata per la stretta d i Dragoman, la notte sul 20 il comando serbo ordinò che i l g rosso delle forze si ritirasse per la valle delb Lukavica rer raggiungere di là la d irettrice Pirot-Nisch. l Bulgari, sposs:iti e privi <li muniz ioni. e d i truppe fresche, non po• terono sfruttare la vittoria con l' im mediato inseguimento.

Slivno. Città della Rumelia bulgara, a nord di Adrianopoli, sulla sr. del Tungia . Sorpresa di Slùm.o (12 agosto 1829). Appartiene alla g uerra Russo.turca. Un corpo turco vi si stava trincerando, cd importando g randemente ai Russi d i irnpe<lire tali lavori, che avrebbero loro impedito una rapida marcia verso Adrianopoli, contro quella posizione marciò il gen . russo Ru<liger, il quale tolse dapprima ai Turch i ognj possibilità di ritirarsi, occupando tutte le strade che vi conflu ivano; q uindi, attaccata la .città da ogni parte, la prese d'assalto, facendo p rigioniero tutto il corpo turco, e rogliendo in ral mo<lo l'u ltimo ostacolo per la marcia su Ad ria r opoli.

Sloop (Slop) . Nella marina velica, era anclic detto « bat1ello bermudiano », i11 uso specialmente n,lle marine inglese e nor<lamericana. Era p ìc~ola nave da commercio, da 20

Smala (o Sma/ah) . Nome dato nel l 'Algeria a una colon ia nomade, formata dalla riunione di più fam ìglic o tribù, erranti coi loro cammelli e ; loro bestiami. Alcune d i esse acquistarono talvolta grande importao7.a, come quella d i Abd-el-Kader, presa dai Francesi ad /}in Tagttin (Y .) . Nel 1862 il governo francese stabilì delle S. ,li spabis ai confini delle colonie: ai soldati erano dati rn usufrutto dei terreni vicini, con l'obbligo <li coltivarli. Smalcalda (Sc!,malkalden) . Città della Germania, nella P russia, sulla Sd1malkal<le. Nel 1531 vi si costituì la '" Lega Smalcald ica » per opera dei Protestanti, rinnovata nel 1537, a llo scopo d i combattere Carlo V. Ne fecero parte nove principi potestanti e undici città libere. Guerra Smalcaldica. Deriva dalla lega omonima, poi cbc Carlo V ordinò il ritorno assoluto al culto cattolico, minacciando di morte i riottosi. L' imperatore, impegnato nella g uerra con F r~ncesco 1, condusse trattative per ten-

tare un accordo tra Cattolici e Protestanti (dieta cli Ratisbona 1541), promettendo una deliberazio1;1e definit iva alla convocazione d i un concilio ecumenico. Ma, quand o si

trovò con le mani libere? convocò :il concilio e vi assunse un atteggiamento così intransigente contro i Protestanti, che si rese inevitabile una g uerra. Con i Cattolici si sch ierò il duca Maurizio d i Sassonia; ~ capo dei Protestanti erano l 'elertore <li Sassonia Giovanni Federico, i l langravio d' 11ssia, Fi.lippo, ed En rico Il di Francia . Non fu merito dell' imperatore se la precipitosa d ichiarazwne della guerra non ebbe per lu i d isastrose conseg uenze. Infatti, mentre la Lega face va fcr\l id i rrepanuivi, egli si trovava. pressochè inerme a Ratisbooa e le sue rruppe disseminate in Italia, in Ungheria e nei Paesi .Bassi. Gli Smalcaldici potevano già coricare su 50. 000 uom ini guando l'imperatore ne aveva raccolto appena 12 . 000 . Ma gli Smalcaldici non agirono con energica prontezza, per disparità d i pareri cd antagonismo fra i Collegati. Nel 1546 il duca Maurizio invase gli Stati del cugino elettore d i Sassonia, mentre l' irnperatoce sotto'metteva i Protestanti del Reno e della Germania meridionale. Nel 1547 Giovanni Fe,1crico, vinto a Miiblberg, fu fatto prigionicrn e privato dei suoi domini c he furono assegnati a lvlauri zio . Anche il langravio d'Assia fu costretto ad arrendersi. Carlo V però alla d ieta d i Augusta del 1548 assentì ad una tregua, in attesa che un concilio ristabilisse Ja credenza nei dogn1i

Sloop inglese

e la gerarchia ecclesiastica, ma r-ar~cchie città protestami non si dimostrarono favorevoli alla decisione, per cui do-


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vette adoperare la forza, Maurizio <li Sassonia in canto, malconte nto d ell'imperatore, si separò da lui e nel 1552 entrò in campo dopo a ve r riu nito le sue forze con q uelle di E n rico II : preso alla sprovvista Ca rlo V a stento si salvò ad lnnsbruck. Si venne pii, tardi a trattative d i pace (Augusta 1555). Ma g li accordi ebbe ro poca fortuna, pcrchè verso la fine d el XVI secolo l 'unione d ei Protestanti, segretame nte soste nuta da E nrico IV, si preparò a 11 l1ovi eventi per rirren<lerc la lotta armata. L'occasione venne fornita dalla rivolra d i Boemia, che accese la guerra d etta dei

Dolabella. Nel 1084 fu conq uistata dai Selgiulcid i e 13 anni dopo d ai Greci, ai quali la tolsero nel 1322 i T urchi. Durante la prima Crociata fu p resa dall'armat a navale d i Venezia, comandata d al figlio del doge Vitale M icheli. Nel 1348, nella tregua conclusa coi Turch i, si stabilì, al rigua rdo d i S., che la città e il porro sarebbero ri masti sotto la custod ia d ei cavalieri d i Rodi. Nello stesso anno j ] pontefice vi mandò 400 fanti e 300 u. d 'a nn i, sorto il comando di Barnaba Gerard i, che e ra stato nominato comandante della piazza, S. fu allora attaccata da Omcr pascià , ma le

Trenta Anni.

sue eruppe vennero respinte ed egli stesso perì.

Smantellare. Demolire, rovinare le opere di una piazzaforte, o d i una qualsiasi fortificazione : lo smantellamento p uò essere eseguito per operazione bell ica , con bombardamento o m ine, opp ure per imposizione <li nemico vincitore, oppure per sclassificazione d i una fortez2a.

Smeducci (Bartolomeo, detto Bartolomeo della Vitto,-ia) . Capitano del sec. XTV, n. di San Severino Marche, di cui fu signore . Combattè sotto f'ircnzc, della quale fu nominato citta<lino. M o rì nel 1339. Smeraldo. Sommergibile, varato a Taranto nel 1933. Smeriglio. Nome dato ad una artigl ie ria antica (fino ,; I secolo XVIII) d i piccole d imensioni, che lanciava palle non oltre il peso d i 4 libbre (Kg. r,200) alla d istan ia di circa 250 rassi. Generalmente era arma conside rata come portatile, e si manegg iava da un solo uomo : pesava Kg. 20,

S meri1:!lio da una libUra, cal ibro mm. 42. lunr,hez:za m . 1,30, peso kg. 26.700.

circa, aveva la lu ng hezza totale di quasi un metro, calibro d i mm. 53. con forma o foggia d i cannone, con anima incamerata, focone a<l acciarino, e la culatta che t<:rrni• nava in una coda ad uso di manico. Si adoperava spesso nelle fazioni di montagna. In tr\ari na, sulle galere,· aveva 1 nomi sinonimi d i spingard a, e spingolo.

Smilitarizzazione. È que lla se rie di operazioni in se1,'llito alle qual i il personale m il itarizzato nell 'interno <1el territorio ritorna libero dal vincolo disciplinare e pen ale m ilitare. All' uo po è sufficiente un d ecreto di S. p,r la pa rte legale, e, per quanto riguard a l ' uni forme, la riconsegna d el bracciale alle autorità che l'hanno consegnato, le qua li rilasciano il d ocumento di liberazione. Durante la guerra 1914-r918 molti cittad ini vennero esonerati d al servizio i n trincea per i lavori d e1le industrie di guerra o per ~Itri servizi all'inter no, dove ven ivano 1nilit;i riz2.ati . Cessando t'esonero essi erano smilitarizzati all'interno, n1a rientravano in linea ai corpi d i p rovenienza. Smirne (fzmir). Città d ella Turchia, su lla costa occid enta le dcli ' Ana tolia, in fond o a profonda e sicura baia , con ottimo porto . .È prote tta d a varie opere, fra le quali, all'imboccatura della baia, il forte dei Due Fratell i. Fondata da colo n i eoli , e ntrò nella Confeder.u;one ionica, d i n ,i seguì le sorti. Un re della Lidia, Sad iatic, !a d istrusse. F u riedificata dopo circa 400 anni, alla morte di Alessandro Magno, rer opera del suo generale Antigono. Apparte nne ai re d i Pergamo, e poi ai Romani. Durante le guerre C ivili d opo la mo rte d i Cesare, fu in parte distrutta da

I. Presa di Smirne (ottobre 1344) . Fu operata dalla flotta della lega <l i Avignone, composta <li 4 g alere pontificie (Martino Zaccaria), d i 5 veneziane (Niccolò MicheLi), di 4 cif'fiote (Corrado Piccamiglia), di 6 di Rod i (Giovanni Band rà) e di una del signore d i Paros (Senuccio) . Essa giunse in v ista di S . il 28 ottobre e sbarcò le truppe che presero d'assalto la cittadella massacrand one il p residio. Allora I'esercito si schierò coi Veneziani a <lr., i Romani al ccnp tro, i Cavalieri a sr. e diede l'attacco alla città, dopo aver costru ito alte torri d i legno e •arie macchine d'assedio. d ifensori resistettero a lungo, ma infine dovettero cedere e j Collegati entrarono in città. Il. Battaglia di Smime (17 gennaio 13,15). f'u com battuta e vinta dai Turchi d i Omar Bey .sulle trup pe cristiane, comandate da Martino Zaccaria, d a Pietro Zeno e dal legato pontificio Enrico. lll. Presa di Smirne (d icembre 1402). L'ammiraglio Buffiio Panizati fu inv iato a S. per p rovved e re alla d ifesa della città ch e stava per essere attaccata dalle orde d i Tamerlano. Questi infatti iÌ 2 dicembre comparve in vista di S. e la investì dal lato di terra, mettendo in azione pote nti macchine d 'assedio . La città e ra d ifesa dai Cavalieri d i Rodi , che resistettero a lu ngo, ma poi furono costretti a cedere di fronte alla enorme superiorità numerica d el nemico. Mentre i pochi superstiti si salvavano su alcune navi, le truppe d el T amerlano e ntravano nella città , che veniva. orribi lmente d evastala . IV. Presa di Smime (13 settembre 1472). Fu operata dalla Aotta d ella lega d i Vcnc:<ia, montata da 15.000 soldat i, altrettanti remator i, 5100 marinai, 505 cavall i, e composta d i 87 galere e 15 navi con 714 cannoni. Comandavano i Veneziani il Mocenigo, j Naooletani il conte di Requesens e i Romani il card inale Ca;afa. G i~nto davan ti a S . . il Mocenigo fece sbarcare le truppe e ordinè, l'at tacco. I cittad ini , sorp resi d alla ful mineità dell'azione, corse ro in d isordine alle mura, ma non potero no opporre che una breve resistenza e i Collegati e n trarono in città. Moltissimi abitanti furono uccisi, molti fotti schiavi, e il Mocenigo. ordinato l'incendio d i S. , fece vendere all'asta i l bottino. V, liattaglia navale di Smirne (5 luglio 1770). Appartiene alla g ue rra Russo-turca ed è chiamata anche di Chio . L'ammiraglio rnsso Spirilov apparve con 9 vascelli J1el golfo d i S., ove e ra ancorata la flotta turca, le cui ali erano state appoggiate a scogli e a secche pericolose, c<l era comandata da H ussan pscià . Questi abbordò per ere volte la nave ammirag lia russa: alla terza i due vascell i si incendiarono e il turco saltò per aria, mentre il russo, spinto dal vento, finiva su lla flotta. nemica, di cui incendiava alrre due .navi, che, ancorate, non avevano potuto evitarlo. La squadra tu rca , gravemente danneggiata, si sciolse clagli ormeggi e riuscì a riparare nella baia d i Cesmé.


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SM1

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VI. Bo111bt1rdttmento delle opere di Smime (r915). Mentre la flotta anglo-francese attaccava i D ard anelli, u ua squadra inglese, co mandata dall 'ammir. Pe iree, riceveva l 'ocdioc <li penetrare nel porto di S. Questa era allora difesa da molle opere di cui le più importanti e rano situate nel lato meridionale del canale d 'u,g resso al golfo, e cioè i, forte <li Yeni-Kalè e la batteria Mun-i-Zaffer. Fra d i essi erano due can1pi d i 1nine , .uno interno e i 'altro esterno, protetti da cannoni leggeri , mitragliatr ici, proiettori. Sulle alture del golfo sorgevano numerose batterie, Il 5 marzo l'ammiraglio Pcirce an accò il forte Yeni-Kalè e lo bombarclò per d ue o re causando gravi danni, senza che i T urchi rispondessero . Il 6 entrarono in azione le d ragamine, il cui lavoro fu penì e.fficacicmcnte ostacolato dalle batterie costiere. Contro queste ultime fu d iret to il fuoco delle navi ing lesi nei giorni successivi : I '8 però tutti i cannoni · turchi aprirono imp rovv isamente un fuoco violento. Le d raga mine ripresero poi il !oro la"oro: una affo ndò, ma le altre riuscirono i:l sgombrare una vasrn zona davanti ai forti . Frattanto erano corse trattative fra il Peirce e il va lì d i S. che era contrario a ll 'ent rata in g uerra clella Turchia e che desiderava salvare la città dai danni di un bombardamento . I negoziati fallirono causa l'opposizione <legli ambienti militari turchi. Il Peirce, che era r iuscito a coocludere una tregua dal 9 all 'n m arzo, r iprese il fuoco contro le opere nemiche, ma i Turchi affondarono cinq ue navi all ' ing resso del porto , bloccando lo così definitivamente . Orma i l'i mpresa d i S. non presentava più buone p robabilità d i r iuscita, e i l Pcircc fu r ichiamato.

Srhith (Guglielmo Sidm·y). Amm iraglio inglese (17641840) , P assò a l se.rvizio della Svezia nel 1788 e della Turchia ne! 1790. Ritornato in Inghilterra, fu incaricato nd 1793 <li i ncendiare l'arsenale d i T olo~e. Caduto prigion iero dei l'rancesi vresso Le Havrc nel 1795, riuscì a fuggire. Andato jn Oriente, d ifese nel 1799 S. Giovann i d 'Acr i contro il Duonaprte ·e concluse nel 1800 con Kléber la convc11zione di .El-Arisch. Contrarnmir. oel 1805, protesse la Sicilia d urante l'occupazione francese del regno d i Napoli. Nel 1815 fondò a P arigi u na società per l 'abolizione della pirater ia e nel 1830 fu nominato luogoten. generale delle truppe d , marina .

SMO

contro i Boeri (1899-1901), d ivenendovi generaic d i brigata e di divisione . Fu promosso luogoten. generale nel 1906, generale nel 1912. Comandò in capQ ad Aldcrshot nel 19oi-12 cJ assunse n el 19q il cornanclo del II corpo d'armata, che fu i l primo a sbarca re in l'rancia e si battè con onore nella fase manovrata in campo a perto , passando al comando del la 2a annata. Nel 1915-16 com andò i n capo le forze del l'Africa inglese dell'est e dal r9r8 al 1923 fu governatore di Gibilterra .

Smith e Wesson. Armaiuoli belgi d i L iegi , costruttori ,li una pistola a rotazione (moti , 186j) con la canna che si poteva rialzare per mezzo d i una cerniera d ispnsta sul castello, in modo che i bossoli potessero essere tolti col mezzo d i una bacchetta <li ferro e sollevando il cili ndro. In pr atica però, poicbè questa operazione era un po' lenta, si

Pì~tola Smjth

preferi"a tenere preparato un cilindro di ricambio già carico, per sostituire senz·a1tro quello scarico. Gli stessi Smùli e Wesso11 cost ruirono pure (mod . 1870) la medesima pistola, ma con un est rattore a stella, che agi"a contemporaneamente su tutti i bossoli , per effetto <lella spinta data da una moll a, uon a ppcn,a si girava l a canna nella sua cerniera. In tal mo<lo !'oFerazione del togliere i bossoli e rimeuere alt re cartucce, era notevolmente accelerata in co nfronto del precedente sistema,

Smobilitazione. È quel complesso di operazio ni , inverse a quelle d i mobi litazione, mediante le quali, a pace conclusa, le forze armate degli Stati belligeranti 1·iprendono gradualmente la loro organ izzazione d i pace . Genericamente comprende: le operazio ni d i rinvio ai depositi e ai d istretti del personale, ufficiali e truppa , che, muniti da questi ccnt1i dei document i d i liberazio ne dal servizio . rientrano alle case loro; le operazioni di ritiro, nei n1agaz~ szini, di arn1i e di materiali, e conservazione in servizio d i quadruped i ancora utili per l'esercito; le OFcrazioni inerenti- alla vend i ta od alla alienazione d i armi, munizioni, quadrupedi esuberan ti, n'onchè degli altri materiali residuati, compreso il bonino di guerra; le operazioni inerenti 1'esonerazio ne tlal servizio di ufficiali e sottufficiali delle forze armate permanenti che risultano esube ranti 11ci quaJ ri o rganici del tempo d i pace; le operazioni d i carattere finan ziario, econo1nico, industriale riflettenti la ch iusura , riduzione , can1biamcnto di indirizzo industriale e commercia le, inerenti agli stabi limenti creati, o sovvenzionat i, durante la g uerra, per la provvista d 'armi, n1onizioni, vettovagl ia.

Smit/1 Guglielmo Enrico. Ammi ragl io inglese (1i88-1865). Dopo aver servito nel la marina raggiungendo il grado d i ammir., si dedicò agli studi d i geografia e d i astronomia e scrisse va,ie opere, fra c ui una s ul M~ditcrrancn .

menti, equipaggiamenti per le forze armate. Durante la rivoluz ione fascista si classi ficò S . l'operaz ione del rientro tlei Fascist i alle loro case, dopo l'assunzione del F ascismo al governo dell a cosa pubblica. La p raia S. è così significativa, che è e nt rata nel ] 'uso comune a sig ni Ficare cessaz ione di un g ravame o di una situazio ne pericolosa; ad es., smobilitazione degli an imi o degli spiriti , smo bilitazione clei carichi di uno Stato, ecc.

Smith /Jorrien Orazio Lo~wood. Generale inglese (18581930). P rese p arte alla g uerra contro gli Zuli, (1&79), a q uella d 'Eg,tto e Sudan (1882-1887), a varie campagne nel l 'Tnd ia, ancora nel Sudan con lord Kitchener , alla guerra

Smolensko. C iuil del la Russia, sull' alto !Jnieper. Venne a lungo contesa fra Russi, Lituai1i, T artari e Polacch i . Fu importante piazzaforte, le cui opere bastionate, con città • del la e numerose torri, risalgono al 1600.

Sm ith G uglielmo Sidn<y

S rnirh Dorricn


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Battaglia di Smo/emko (18 12). Appanienc alle guerre del l'esercito francese, ca111pagna d i Russia. La se ra del J6 agosto l 'avanguard ia francese, agli ordini de l maresc .-Ney (III corpo) vi si scontrò con truppe dcl i 'armata russa del llagration che copriva la città: un vivo fuoco di fucileria crepitò fino a notte. Frattanto sopraggiungeva il Bark lay con la 1• armata russa e coronava le alture d i riva dr. d el Drùcpcr. Nafoleonc, cu i premeva impegnare il nemico, sollecitò la n1arcia dei suoi corpi, che vennero a spiegarsi successiva

mente s ulla d r. del Ney : prima i l Davou t (I corpo) poi il V corpo (Poniatowsky); alla sua dr. la cavalleria d i Mur at. S'ebbe cosl un a fronte a semicerchio che appoggiava le dlJC a li al Dn iepcr cd aveva a tergo la Guardia. I movimenti per completare lo spiegamento seguitarono nella notte, mentre il corpo del vicerè Eugenio rimaneva a d i-

stanza in osservazione sulla strada di Krasnoi. Al mattino del r7 l'investimento era compiuto. Da parte russa, le forze d i Bragation erano state inviate su lla strada d i Mosca a garanzia di quella importante comunicar.ione: il grosso della 1• armata gucrniva tempre le alture di riva dr. Verso le 14 Naraleone ordina l'auacco su tutta la linea , iniziato dal Mura t, che respinge nella piazza la cavalleria russa. Poniatowsky stringe l'avversario contro gli spalti e la cima, battendo con artiglierie la riva dr. Alla sr. Ney non r iesce a progredire, di fronte alla resistenza della cittadella; al centro Davout s'impadronisce dei sobborgh i dopo tre ore d i combattimento, ma non riesce a forzare la cin ta . Napoleone, impaziente, tenta i nvano far breccia nella muraglia mercè l 'impiego di un raggruppamento d i pezzi da 12 . li combattimento prosegue fino a notte, quando divampa nella città un incendio che i Francesi rite ngono dovuto ai prop ri proietti. ma verosimilmente apr.are provocato d ai Russi , i quali do;:>o la mezzanotte si allontanano . li mat tino del 18 Ney ?UÒ lanciare oltre il fiume, attraverso due pon ti di circostanza gittati nella notte e i guadi offert i dalla magra, una brigata d i cavalleria c he, peraltro, è subito ricacciata v iolentemente s ulla riva sr. Soltanto verso le 17

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dopo vivo com battimento, la d ivis. Moran<I può metter piede sull 'altra sponda. L'armata d 'Ita lia non prese parte

SNI

al la battaglia, ma nelle fi le dei corpi Lrancesi si batterono con onore i rcgg. 85°, 108-0,j 111°, 127°, composti in grand e parte di Piemontesi, Genovesi, Parmensi e Toscani. Le due giornate di battaglia tostarono ai Russi fra morti e .!criti forse 10.000 uon1ini, oltre 2000 rrig ionieri. Ai Francesi circa 4000 uomini fuori comba ttimento. Due giorni dopo l'inseguimento portava al combattimento d i Valutina Gora .

Smontare (u11 pezzo d'artiglieria). Il termine p iù csarto è Scaua./care (V.).

Smuts (Giovanni Cristiano). Generale boero, n . nel 1 876. Com battè contro gli Ingles i nel r899-19o r e d ivenne comandante in capo nel 1901. Poi aderì al programma. inglese, e fu ministro della Difesa nel governo dcll 'Un ione Sud-africana nel 191 2, dura11do in questa carica fino al 1919, e coman<laute in capo delle truppe nel 1916-1 7 cont ro i Tedeschi nell 'Africa del Smuts G iovanni Sud. Quindi rapp resentò, fino al 1919, l 'Unione nel Consigl io imperiale d i guerra a Londra e fu · ministro plenipotenziario a Versailles per conto delrUnionc Sud-africana. Snekar (drago, serpente). Piccola nave usata dai Normanni ndle loro scorrerie, specialm_cnte per risalirè i fiumi . Snider. Comuttore inglese <li una chiusura per la trasformazione a retrocarica del fucile ad a,·ancarica Enfield & !l'esercito inglese. li fucile (rnod. 1865) aveva la scatola d i culatta avvitata alla canna : sulla d r . dçlla scatola era fissata un 'asta che serviva da cerniera a l blocco d i chiusura, il quale si poteva fare girare da sr. a d r. a ttorno all'asta sopraddetta : 1a qua le a sua volta portava l'estrattore tenuto a posto da una molla spirale. 11 blocco otturatore

VALUTINA GORA

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l0..Lf.Fl'LNA GORA -

c::::i FRANCESI

Battaglia di S molcn~k e combattimento di Valutina Gora (1 812)

RUSSI


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SN!

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aperto tirava ind ietro l 'cstrattore il quale est raeva la cartuccia. L'accensione della capsula si faceva a mezzo di una piast ra a percussione che batteva sopra una copiglia avvi-

Soati (Angelo) . Generale, n. a Ferrara nel 1872. Sottot. d'art . nel 1892, dal 1912 al 1916 fu in E ritrea ed in Libia, dove meritò una mcd . d'argento . ln guerra contro l'Austria nel r 9r7-r91S e colonnello nel 1918, comandò il r6° raggn:ppamento art. P. C. e guadagnò la croce d i cav. dcli-o . M. $. Dopo la guerra comandò il 5° regg. art. P. C. In P. A. nel 1930, fu promosso gen. d i brigata nel 1931. Soave (ant. Soavit1111). Comune in prov. d i Verona , sul!' Alpone. Esistente già ai tempi dei Romani, nel '369 gli Scaligeri lo circondarono d i mura e vi eressero un castello congiunto con una cortina alle mura del borgo e munito d i mast io. Fu restaurato nel 1892.

Fucile, otruratore e cartuccia Snidcr

tata, in senso diagonale, su l blocco otturatore. !,a cartuccia era la stessa del t ipo Boxer. Lo stesso costruttore trasformò, in unione a Sdrneider, nel 1868 i l fucile francese riducendolo a retrocarica, con un sistema d i chiusura detto « a tabacchiera .». Il fucile prese anch 'esso nome di Snider a tabacchiera mod. 1868. Questa costruzione si componeva essenzialmente di un blocco otturatore che si apriSistema Snìder a tabacchiera va a cerniera da dr. a sr. per mezzo d i un vasello; le d isposizioni particolari poco variavano d al tipo Snider modello 1865 inglese. !,a cartuccia era cl i cartone, a percussione centrale .

Snipe. Aerorlano inglese da caccia; apertura alare met ri 9, r 5, peso Ìotale Kg. 806, velocità Kml1. 196. Sniper (o S11aiper1). Tiratori scelti d ell 'esercito russo, munit i <li fucile d i precisione con alzo a cannocch iale. Ve ne sono <la sei a q ieci per ogni cp. di fanteria o squadrone di cavalleria . Ricevono una accurata istruzione sul terrcno 1

fondata sull'utilizzazione degli a~-pigli tattici del medesimo e su lrosservazione. Loro missione speciale sarà · quella di

abbattere gli ufficiali nemici e i l personale d i osservazione e di collegamento. Quando sono in congedo, si tengono in esercizio facendo p,,rte della « Osoaviachim ».

Snjaric (Luca). Maresciallo austr iaco, n. nel 185r. Prese parte alla campagna nella Bosnia-E rzegovina. Generale nel 19u, comandò nella guerra Mond iale una brigat a cli fan teria; generale d i divis. fu a capo della d ifesa della Drina. All 'eu trata dell'Italia in guerra d ifc$e 1'altopiano di Do. berciò;. quind i tornò sul fronte serbo e partecipò alla presa cli Belgrado, inseguendo i Serbi in ritirata. Passò qu ind i ad occupa re il Montenegro. Nel 1917, lasciato il comando attivo, fu nominato ispettore generale delle trur pe a piedi.

Combattimento di Soave (29-30 aprile 1809). Appartiene alle guerre in l tal ia dell 'Impero francese. Il 29 aprile l'arciduca Carlo ordinò una ricognizione generale per sapere quali forze aveva ancora davanti a sè. Il grosso delle trurpe dcll 'ala dr. si portò su V illanova ove si sconuò coi Francesi, che al suo apparire si schierarono sull' Alpone in buon numero e con una ventina di pezzi. Frattanto il gen. Gren ier, con le due d ivis. del centro e 1'8o regg. ussari, si era d iretto s u S . 1 ove si trovava l'avanguardia au-

striaca, scambiando alcuni colpi d i cannone . Nello stesso tempo l 'ala sr. composta delle brigate Sorbie,: e Bonfanti, aveva attaccato gli Austriaci , cacciandoli dalle loro posizioni a nord di Verona e soprattutto dalle al tu re d i Bastia, ove si erano stabilite. Il giorno seguente g]i Austriaci, jn tutto 9 o 10 .000 u ., div isi .in due colonne, tornarono

all'assalto; il I regg. di linea italiano, attaccalo a Castel Cerino, resistette a lungo, finchè il gcn . Sorbier ord inò la ritirata su Illasi. Mentre il movimento si compiva con tutta regolarità, un bgl. di granatieri della guardi a italiana , condotto dallo stesso gen . Sorbicr, fece (ronte agli Ausuiaci, arrcsrandone l 'avanzata, e; im pedendo l'accerchiamento; non gravi furono le perdite , ma il Sorbier r imase mortalmente fe rito. Soave Vittorio. Generale, n. nel 1862. Sottol. di fanteria nel 1883, andò in P. A. col gnu.lo d i maggiore nel 19n . R ichiamato durante la guerra contro l 'Austria, tenne il comando del deposito del r2Q fan teria e nel 1917 fu promosso colonnello. Ricollocato in congedo nel 1919, passò nella riserva e nel 1927 venne promosso generale d i brigata .

Sobieski (Giacom o). Maresciallo polacco (1579-1 647). Quattro volte fu eletto m aresciallo dalla D ieta e fu chiamato · « Scu~lo della libertà polacca ». Combattè contro i Turchi, i Russi e gli Svedesi ed ebbe missioni <lirlomatichc a Roma , Vienna e Parigi. Scrisse : « Viaggi i n Europa ». I

Soard i (Massimo). Generale, n. a Vigone nel t866 . Sottoten. d 'arr. ;,el 1885, raggiuose il grado di colonnello nel 1916 e fu d irettore capo <liv is. al m inistero della guerra. In P. A. S. nel r920, fu promosso generale d i brigata ne lla riserva nel 1928. Soardi Giuseppe. Generale dei CC. RR. , n . a Vigonc nel 1869: Partecipò alla guerra 1915-191S e in occasione dello scopp io del derosito muniz ioni d i S. Osvaldo (Udine) del 1917, meritò la med. di bronzo. Colonnello nel r 924, CO· mandò la legione d i Genova. In P. A. nel 1928, fu promosso generale di brigata nel 1929.

Snjarik I ,uca

Sobieski Giovanni

Sobieskj Giova.nni. Generale polacco, figlio del precedente (1624-1696). Servì in Francia e combattè nella guerra dei Trent a Anni. Riportò varie vittorie sui Turchi e conquistò


SOB

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!a Moldavia e la Valacchia. Nel 1674 fu detto re. Nel 1683 sconfisse i Turchi ,otto Vienna, e li combatti: ancora a lungo. Lasciò uo volume di « Memorie ».

Sobraon. Città dcll"India inglese, nel Pungiab, distretto d i Lahore, sul Satleg. Nel gennaio del r 846 vi si era fortificato un grosso corpo di Sikks (34.000 u. con 70 cannoni). Esso , i fu assalito ( 10 febbraio) da 16.000 Inglesi wn 100 cannoni , comandati da l gc11. Gough. li carnp<; fortificato. sulla riva sr., venne attaccato alla baionetta e la difesa fu superata; parte dei Sik ks riuscì a passare il punte e lo tagliò prima che tutti potessero varcarlo: i rimasti sulla riva sr. vennero stermi nati, e le artiglierie prese. La ,confitta fu piena, e condusse 3lla sottomissione dei "ikks, con la pace di Kasur 11d mese seguente. Sobral. Villaggio ciel Portogallo, in prov. di Lisbona. sulla dr. del Torres. Combatti111emo di So'Jral (18ro). Appartiene alla g uerra di Nap:ileone in Portogallo. Mentre gli Inglesi si ritiravano su Torres Vcdras, il marcsc. Massena li fece inse1,'llire da, generali Mo ntbrun e Rcynier nel la d irci.ione <li Villafranca e dal gcn. Junot in quella di S. Quest'ultimo raggiunse, il 9 ottobre, nelle vicinanze del villaggio, gli Anglo-Portoghesi che si erano schierati in battaglia sulle a lture e dietro i trinceramenti che tagliavano la strada in parecch i punti a intervalli. I francesi attaccarono e presero il vilIagi:io, e gli lngk,i mossero a riprenderlo. ma non vi riuscirono. li g io rno seguente la lotta si riacce;,c, e durò indecisa per due giorni: poi gli Inglesi si stabilirono sulle fon i linee di Torre; Vcdras.

Sobrero (llscamo). Chimico, n. di Casa lmonferrato (1812-1888). Dal 1845 al 1883 fu professore a Torino di chimica ap pl icata. Pubblicò molti Javo ri scient ifici ; il suo nome è pare icolarmente legato alla scoperta della nitro• ~licerina, che effettuò nel 1846. Sobrero barone C(lrlo. Generale, n. a Cavallermaggiore nel l 79r. Entrato al servizio ddla Francia nel 1809, vi divenne ufficiale d'ari. nel 1813, e passò nel 1814 nell'eS<.•r. cito s:,rdo. Di retto r~ del laboratorio chimico metallurgico nel 1825, venne promosso colonnello vicedirettore del materiale d'art. nel 1833. Direttore di detto materiale e della Scuola d'applicazione nel 1835, in tale ~,ualità fu promosso rnagg. generale nel 1839. Membro , lei congresso pennanente d'art. nel 1846, nel giugno 1848 fu incaricato del portafoglio della guerra çrc,10 il governo provvisorio di Mibno. Tcn. gcncrn le comandante dell 'iso la d i Sardegna nell'ottobre 18.18, passò nel 1849 a comandare la divis. di Cuneo e nell'anho seguente fu collocato a riposo. Puhblicb un lavoro sulle fon<k-ric d i bronzo per l 'artigl ieria, e uno su Ila composizione elci la poh-ere. Sobrero Candido. Generale, n. a Casale, m. a Cavaliermaggiore ( , 812-1890). Percorse la carriera nel genio. Colonnello nel 186o, comandò in 2• l 'Accadem ia mi!. Magg. generale nel 1861, fu membro del Comitato <lei genio e nel 1867 fu colloca to a riposo. Sobrero 110b. Ferdinando. Gc• neraJc, n. a Torinot m . a V e-

rona ( 184r- 1909). Sottot. d'artiglieria nel 1861, partecipò alla campagna del 1866. Colo1111cllo nel 1889, comandò il 5" e poi

Sobrero }'crdinando

Soc

il 9" artiglieria e poi fu direttore dell'arsenale di costruzione d i T orino. Da. magg . generale nel 1896, fu comandante d 'art. a Bologna e a Verona. In P. A. nel 1903, passò nella risen·a col grado di ten. generale nel 1900.

Soccorso (Nostra Signora del) . Società costituitasi a Genova in principio della seconda metà del sec. XVIII, allo scopo di armare uavi a difesa dei naviganti e del porto di Genova, i:oi che la marina m ilitare della Repubblica, non più tenuta in efficienza. era ormai scomparsa. e<• sendo ridotta a vecchie galere inoperose. La società albtì frn k altre la ,, Ba rca del Soccorso ", armata con 20 cannoni.

Socia le (Lega) . I popoli d'l< alia pretendevano il diritto <li cittad inanza ron1ana senLa però riuscire a ottenerla, anzi uno dei loro sostenitori, il tribuno Marco Li,·io Druso, fu assassinato. Allora si formò una lega di cui i Marsi furqno i principali autori , unici ai Marrucini, ::1i Peligni, ai Vcstini, ai Sanniti, ai Lucani. Gli articoli della confederazione erano i seguenti: I popoli d'lta:ia formeranno fra loro un solo Stato il più possibile somigliante alln repubbl ica romana. Capitale Corfìniurn, cui ,·crrà dato il nuovo nome di Italica, perchè essa dovrà rappresentare per gli !tafoni cib che Roma raprrescnta per i Roman i. Vi risiederà un Senato composto di 500 membri, fra i quali si eleggeranno tutti gli anni due consoli e dodici pretori. Un console e sci pretori governeranno la parte nord-occidentale d' Italia, l 'altro consok e g li altri pretori il resto della penisola. I popoli confederati si ~cambieranno ostaggi per reciproca sicurezza. La lega fu conclusa segretamente, tanto che a Roma non fu conosciuta· per molto tempo. Sociale (Guerra). In seguito ai postulari della lega sopra detta, Ja guerra scoppiò nel 91 a . C . con l'ucc isione del !'retore Gaio Servilio. La rivo lta si estese con rapidità in tutte le parti dell'Italia centrale e meridionale. I Marsi fu. rono i primi a dichiarare la guerra :1 Roma, ma, prima ancora d i ven ire ad un conOitto armato, gli Italici mandarono ambasciatori per chiedere il riconoscimento del diritto di cittadinanza, che fu negato dal Senato con sdegnosa r isposta. Non tutti i popol i itnl ici presero le armi contro Roma; oltre l'Etruria e l' Umbria, alcune città, come Nola, :--Joccra e le greche Napoli e Reggio, rimasero fedeli ali 'Urbe; cosl pure alcune ar istocrazie locali non fecero causa comune con gli insorti. Per gli Italici non si presentava troppo facile disgregMc la potenza romana nella penisola; tuttavia il pericolo per Roma era g rave, for>c il riù grave dopo quel lo di Annibale; perciò il Senato si preparò alla lotta con virile energia, preparando mezzi finanziari ed armi. L a Confederazione italica nominò consoli per la guerra Q. Pompedio SiIone e G. Papilio Mutilo, j!Ucrricri che già si erano distinti nelle guerre <lei Romani. Nell 'inverno fra il 9 r ed il 90, i Confed cr:tt i com inciarono :td assediare con grandi forze le colonie che ancora parteggia,•ano per i Romani. Vcnu<ia e Canusio caddero in loro mano, ma Esemia nel Sannio ed Alba nel paese dei Marsi resistettero valorosamente. Frattanto i Romani apparvero sul campo della lotta con un grande esercito. Il Senato aveva chiamato alle armi ohrc centomila uomin i, ai qual i si aggiunseru nuclei di truppe leggere e di cavalleria tratti dai paesi d'oltremare. Contro qucs1e forze gli Italici disp:>ncvano di centomila armat:i oltre le t ruppe d i presidio. Da1c le condizioni pol itiche e militari della guerra, i Romani furono costretti a combattere contemporaneamente in più paesi le forze della ribellione cd oltre all'azione in campo aperto furono CO· stretti a portare aiuto alle Cortezze assediate. L'attacco, se-


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condo il piano prestabilito, avrebbe dovuto essere portato contcrnporaneamente su tutta la linea dal Piceno ai confini clella Campania, ma la conformazione geografica della penisola irnpose la formazione di due teatri di Of'erazioui: uno a nor<I , che com prendeva i popoli del P iceno fino nlla Campania; l'altro a sud, comprendente il Sannio e la Campania. Ebbe il comando a nord il console Publio Ruti lio Lupo, al quale era contrapposto I'irnlico Silone; a sud L. Giulio Cesare, di fronte a Mutilo. Le operazio ni del console Cesare a sud non ebbero esito troppo favorevole. Il console aveva fatto avanzare, con disrnccamcnti, nd Sannio cd in Lucania, i legati Marco Marcello e Publio Crasso, ma essi vennero chiusi in Esernia e Grumentum Cesare stesso, volendo accorr<:re a liberare Escrnia, fu battuto dai Sann iti e dai Marsi, ondotti da Ve,,io Scalone. Sconfitto una seconda volta, a stento potè raggiungere Teano, ove dovette rimanere inoperoso in attesa d i rinforzi '. L'italico Mutilo potè qu indi gettarsi nel la Campoia, dove occupò Nola, Stabia, Pompei, E rcolano, Literno e Salerno. Solamente Lucera resistette. Le comunicazioni tra Roma e Capua erano soggette a grave pericolo, ma Roma COIJlinciò a respirare più. liberamente quando Mutilo, attaccando i l catnpo d i Ce~are sotto Acerra, fu sconfitto subendo gravi perdite. A nord il console Rutilio Lupo tentò <li liberare l'importante fortezza di Alba, ma i l legato Perpenna. che era stato incaricato di tale jmpresa , fu sconfitto. Malgrado i consigli d i prudenza i l console volle gettarsi con celeri tà cont ro i nemici, ma I' 11 luglio del 90 a . C. (u egli pure sconfitto perdendo 8000 u. "!'rese il comau<lo il legato Mario, il quale, ottenendo qualche successo, obbligò i Marsi a ritirarsi. Ma quasi contcrnporaueamente l'altro legato Q. Cepione si lasciò 1rarre in una imboscata dove, con gran parte delle sue trupfe, fu ucciso, Malgrado questo Mario due volte sconfisse gli Italici. Anche nel Piceno, d opo qualche r ovescio, la sorte volse finalmente a favore delle armi romane, poichè il legato Pomponio battè l 'esercito italico e pose l'assedio ad Ascoli. Verso la fine de Il 'anno 90 le due fortezze <li , Grurnentum e di Esernia si arresero, mentre l'alterna v icenda della guerra cominciava a far vacillare la fiducia degli Umbri e degli Etruschi. Inoltre scoppiarono d isordini anche nella provincia gallica e nella Spagna, n:,entre una grave situazione andava maturando ai confin i o rientali dell 'Asia. Tutto ciò indusse il Senato a mitigare la FO!itica di "intransigenza e, prima che si riprendessero le ostilità ncll'89 a. C ., a promulgare una serie di leggi con le quali si offr ivano àmpic concessioni agli Italici . Tali co1icessioni ottennero lo sperato successo : impedirono l'estendersi della rivolta e crearono qualche dissidio nella con feclerazione. Nell'anoo 89 i nuo vi consoli Pompeo e L. Porcio Catone d iressero la campagua nel teatro nord e Silla in q uello sud . Prima che tcrn1inasse l 'inverno Pompeo distrusse un esercito <.li 1 5 .000 Italici e con gli albori della pr imavera aprì con successo le ostilità contro i popoli che abitavano i paesi montuosi dcll' ltslia cent rale. I Marrucini furono costretti alla resa, dopo una sconfitta toccata a Ch ieti. Pompeo si gettò allora sul Piceno. Ne seguì una fiera lo tta, fra 60 mjla Italici e 75 mila Romani, :finita col vantaggio d i Pompeo. Ascoli fu 0CCUFata dopo qualche resistenza e venne vendicata la sorte del console Servilio mettendo a morte i più ragguardevoli cittad ini dopo aver confiscati i loro beni . Anche in altr i campi di, operazioni i Romani ebbero il sopravvento, Il pretore Ga io Cosconio battè l 'italico Mario Egnazio sull'Aufid o e conquistò quasi tutta l'Apulia. Marsi furono costretti a chieder pace. Pompeo stesso nel1'88 costrinse i Vestini cd i Peligni alla resa . Non meno 1

energicamente Si lla aveva condo tto la guerra nel teatro sud. Dopo molti successi il console era riuscito a penetrare nel paese dei Sanniti e a battere Mutilo, costringendolo a rifugiarsi ad faernia con le sue forze (89) . Cib perm ise a Silla d i marciare su Boviano ove si era rifugiato il Senato italico. Silla, dopo una nuova vittoria, occupò anche questa località. Anche gli Irpini, d opo l 'occupzio1Je della loro capitale e la d istruzione d i Edano, furono assoggettati. Rimanevano ancora a sostenere la c,ausa degli Italici: Csernia, alcune truppe marsicha rifugiatesi nel Sannio, ma soprattutto i Sauo iti, nei quali era risorto l'ant ico odio contro Roma. Le for,.e degli Italici erano ridotte a circa 40 mila fanti e poche migliaia d i cavalieri. Nell '88 il console Pompeo continuò la sua opera di pacificazione negli Abruzzi, mentre in Puglia il console Metello Pio riconquistava Venusia. Finalmente anche nel Sannio si venne ad una battaglia campale nella quale l'italico SiJone fu battuto dal legato Mamerco e trovò la morte insieme a 6000 dei suoi. Silla assoggcttb quasi comp letam~nte la Campania. Restava solamente da sottome\ren: Nola e da domare i Sanniti e 1 Lucani . La guerra volgeva ormai all a fi ne, ma ... essa, con g1i ultimi eventi, si intrecciò con nuove ribellioni e con nuove guerre che turbarono l'impero romano nella capitale e nella penisola. Queste nuove vicende distrassero i Romaui dalla guerra contro gli Italici . Ma S illa . dopo d i aver vinto i frnp ri avversari politici in Roma, al principio del l'Si a. C . corse' in Campania ove affidò ad Appio Claudio il com pito d i continuare l'assedio di Nola ed a Metello Pio d i guerreggiare contro i Sanniti e i Lucan i che ancora tenevano il campo. Ma, partito Silla per l'Orien te, i suoi avversari politici già scacciati da Roma .fecero causa comune con gli Italici, cosicchè le vincende d i ']Uesta lotta, perdendo il carattere d i guerra ir, campo aperto, si innestarono nelle lotte civili, finchè quando i nemici d i Silla poteJono riacquistare parte del perduto prestigio e costrinsern il Senato ad approvare alcune leggi che sancirono il diritto d i voto ai cittadini italici . 1

Sociale, o Marsi,:a, fu detta in Grecia una g uerra SCOj> piata nel 357 a . C. e combattuta fra gli Ateniesi e u n gruppo di popoli greci che erano loro tributari e volc,·ano sottrarsi alla dominaz;ione ateniese. Alla testa d i questi popoli c 'erano i Marsi; e poi abitan ti d i Rodi, d i Chio, <l i Bisanzio, e il re della Caria , Mausolo. La guerra durò con varie vicende fino all a pace (354) e vi si svolse una sola fazione d i qualche importanza, a Chio, nel primo anno. Società dei D uemila (o Duemila del Popolo). Società popolare di Parma, istituita sulla Jìne del XIII secolo; formava la parte più vigorosa ed armigera della società dei Crociati, destinata a tenere le parti della Ch iesa e del pop::,lo . Nel 1316 le succedette la Società dei Tremila, prendend_o il luogo d i tutta quella dei Crociati. tanto nelle armi quanto nel reggimento civile . Ubbidiva per \a prima parte al capitano del popolo e a cinqué gonfalon ieri . Società delle armi. Compagnie del popolo armato d i Bo- . lo"gna, istituite verso la fine del secolo Xl in numero di 13, portate a n nel 1228, con prop-i capitani, detti « m inistrali », ·con privilegi, .insegne, statuti e nomi particolari. Nel 1376 si unirono alle società delle Art i, e furono o rdinate a quattro per q uartiere , avendo a capo un gonfaloniere . Socù·tà delle anni del popolo. Cost ituite a Lucca fra ii 1091 . e il uo9 da Rodolfo Viviani e Lotto Chiatri , in numero di una per contrada, rette da un priore, e tutte di-

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pendenti d:, ] gonfaloniere di g iustizia. Si chia marono anche di concordia dei pedon, della città », costituendo una forza destinata ~d opporsi a quella dei nobili .

su S. e poi su MiSL1rata. fu definitivamente rioccupata il 20 febbraio 1928, dopo LIila serie di piccol i combattimen'ti contro i ribelli tripolin i.

Soàetù delle Naeioni. Detta anche « Lega delle Naz ion i ,, ; trae origine dal pensiero dell'americano Wi lson , e più precisa mente dal 14° dei suoi punti per la pace, che doveva conchiudcrc materialmente e spiritualmente il confliuo mond iale 1914-1918. Fu o rganizzata ufficialmente co l trattato d i Versailles del ·28 giugno 1919 mediante apposito " Covenant 1, che i:;oj venne rip0ruito integralmente negli altri trattat i <li pace. Attua lmen1e ne fanno parlè 52 Stati (dopo il ritiro dtl Gia!Jpone e della Ge rmania ,i vven uti rispettivamen te nel 1932 e nel J933); risiede a Ginevra; si

Socotra. Isola dell'Africa, nel] 'Oceano Indiano, possedimento inglese, a orien te del Capo Guardafui . Ha una superficie d i Km_q . 3580 e 12.000 abitanti. Dipende rnili-tarmente da Aden.

« Società

riunisce in Assemblea generale una volta ]'anno; è rcua

da un Consiglio d i 19 membi-i (dei qua li 6 permanenti), che si riunisce tre volte 1·anno. Ha per iscopo quello di evi ta re nuove g uerre fra i popoli, med iante la d iscussione cd il vaglio degli interessi contrastanti : le decisioni della S . delle N. banno forza esecutiva. L'opporsi a tali decisioni d a parte di uno Stato membro della S . delle N . sign ifica render.si passibile d i misure di rigore , da compiersi a danno dello Stato ribelle da parte d i tutti i membri della Lega. Tali misure d i rigore sono pogressive (dalla ractOmandazione, al blocco, alla repressione colla forza) e r igidamente previste dallo Statuto del la Società. Di questa soltanto nel 1925 so□o enLrati a far parte gli Stati vinti nella guer ra Mondiale . La Società deve anche vigilare all'adempimento dei trattati d i pace del 1919-1920; provvedere · al mantenimento delle buone relazioni fra gli St ati soci; controll are l'opera svolta dalle Potenze che hanno avuto mandati colonial i; garantire il buon governo e la piena libertà ri i Danzica, il cui Governatore è nom inato dalla Societ à; amm inistrare analogamente .il territorio della Saar sino al r935, quando il plebiscito deciderà delle sorti d i questo paese . Si occupa anche, con speciali delegati, di quest ioni economiche (lavoro, settimana d i 40 o re, ecc.) e morali (lotta contro gli stupefacenti) di carattére. internazionale o che esii,,ano provvedimenti armonici nei d iversi Stati. Presso la S. delle N. fu in d iscussione a lungo il problema del Disarm o, con nesso con quello della Sicurezza . li 3 d icembre 1933, l' Italia, con deliberazione del Gran Consiglio Fascista, in base all"esperienza dettata dagli avvenimen ti e dall'opera del la Società, ha condizionato la propria ulteriore permanenza ad una radica le riforn;a d i quell'organismo, da effettuarsi in breve periodo d i tempo, e tale da investire la Società stessa nella sua costituzione , nel suo funzionamento , nei suoi obbiettivi.

Socii, Era no così chiamatj dai Romani antichi gli alleati tributari, cioè i popoli italioti consanguinei sottomessi, coi quali poi si collegavano . A ciascuna legione romana s'accoppiava una legione di S. i q ual: combattevano a lato dei legionari . F urono soppressi con le rifan ne di Mario.

Soddisfare. Amministrativamente vuol dire dare ai propri' dipendent i ~iò che compete loro d i pga, viveri e vestiario. Qùando un reparto perde dalla propria forza uno o

più militari , perchè trasferiti, inviati in congedo, dece•

duti, Ccc., devesi d ichiarare nei documenti contabili di ciasc,rno che è stato soddisfatto d'ogni sua competenza. È ovvio che tale d ichiarazione impone al comandante che la fi rma l'onere d'accertarsi se effettivamen te il militare perduto abbia percepito tutta la sua paga, se gli sono stati dati il pane ed i viveri sino ali 'ultimo giorno, e se abbia il corredo e tutte le co.,e a lui in consegna in ordine cd efficienti .

Sodio. Metallo diffusissimo in natura a llo stato di cam bi.nazio ne sal ina. Nella guerra chimica parecchi dei suoi sali furono adoFerati come sostanLe sussidiarie attive, specialmente come incendiarie. ll Bicarbonato entra 11clla com posizione delle polveri <li sicurezza. L'klrato si adopera per ottenere il fenolo sintetico, materia pri ma per Il! preparazione peli 'esplosivo chim ico " T rinitro-fenolo » (V. Picrico acido) . L 'Ipoclorito serve nell"esercito per la potabilizzazione dell'acqua. Il Nitrato serve estesamente per la fabbricazione dell'acido nitrico, composto d i somma importanza per la prepirazionc della nitroglicerina e degli altri nitroderivati organici adoperati come esplosivi . li Perossido, usato su larga scala per la prod uzione estemporanea delI ·ossigeno. serve nella bon ifica del! 'aria d i ambienti chiusi, nei sottomarini, per i palomba ri , nella costituzione delle provvidenze per h d ifesa' an tigas, nella carica della cartuccia, o scatola-serbatoio, dei respiratori antigas a ciclo chiuso (« Autoprotettori P . O . »). Il Solfaoilato fu adoperato nel 1915 dall'esercito francese per la d ifesa ind ividua le contro il fosgene. Sof (Viaceslao). Generale russo, n . nel 1889. Operaio metallurgico, partecipò attivamente alla r ivoluzione del 1917 e d ivenne nell'anno seguente direttore dei servizi logistici della 3a armata. Fece 1;,arte poscia successivamente dei Consigli della Marina del Baltico, della difesa di Pietrogrado, del la direzione cent rale dei T rasporti . Nel J921 divenne segretario della sezione Marina del Comando Su premo, nd 1924 commissario delle for7e navali e militari , e nel d icembre dello stesso ::inno comandante in capo delle forze armate della R ussia.

Socii navales. Dapprincipio fu rono dette così le ciur me delle navi <la g uerra romane forn ite dalle città alleate; tale denominazione a poco a poco si fissò come designazione generale di tutte le ciurme, qua lunque fosse il luogo d'onde erano p'l"ese.

Soffai (Giuseppe). Generale i taliano al serv,z,o dell'Austria, n. a Modena, m . a Gratz (1790-1872). Al servizio delJa Francia nel 1805, partecipò alla campagna di Russia del 1812. Passato nel 1815 nell 'esercico austriaco, d ivenne colonnello nel 1844 e magg. generale nel 1848; partecipi\ nel 1849 a lla campagna cl 'Ungheria. Nel 1853 andò a ri• poso col grado di tenente maresciallo di campo.

Socna (o Sol(t1a). t, la p iù occidentale delle oasi della Giofra (Sahara T ripolitano) sul Gebel es Soda. Fu OCCUFata d agli Italiani (colonnello Mian i) i l 13 agosto 1913, d ivenendo base per le ulterior i oper~zioni verso il Fezzan. Fu abbandonata il 14 d icembre r914 , in seguito alla ribellione del Fezzan, che costrinse il Miani a ripiegare prima

Soffocanti (Aggressivi). Vanno, sotto questa denominazione, gli aggressivi chimici che costituiscono il primo gruppo della cl assificazione basata sull'azione fisiologica che manifestano sull 'uomo e sugli animali; vi appartengono q uegli aggressivi ch imici che, ridotti allo stato gassoso o nebul iz.zati, se vengono inalati manifestano una particolare


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e pi,, si;iccata azione sull 'apparato respiratorio. Essi danno luogo a spasmo deJk vie aeree, LOsse, edema diffuso del polmone e. per successiva congestione, o comp lican7,c morbose infiammatorie, possono infine causare anche la morte. Fanno parte del gruppo le seguenti sostanze : C loro, Bromo, Os.s ido di ca rbonio , Ossicloruro di carbonio, Cloroformiato di metile e suoi derivati. Fra queste sostanze figurano quelle che hanno il poco lusingh iero privilegio (Cloro, Fosgene) d i essere state le prime ad entrare in campo durante il corso della guerra Mondiale ed a fare estendere il nome di {e C:~1s asfiss ianri » ~ tuui gli aggressivi chi1nici .adoperati, perchè, in effetti, sono dotate della prop rietà fisica d i essere gassose a ternFera.tura ordi narja -

e

in

tale. srato

venne ro utilizzate (emissione di n ubi) e d i possedere l ·azione fisiologica soffocante, o asfissiante. Gli aggressivi soffoca nti, comunq:..ie, segnaro no tutte le tappe nei .metodi

di impiego dell'arma ch imica, e furono usati: per gli attacchi a nubi , o a ondate ; per la carica di granale e bombe a mano, nonchè di proietti a liquidi speciali per bombarde e ordcgn i vari da trincea; come, jnfìne, per quelli delle normali bocche da fuoco dei diversi tipi. Questi aggressivi posseggono - <h massima - una forte tensione di vapore che consente facilmente la loro evaporazione, per cui, diffondendosi in breve tempo nell'atmosfora, viene a perdersi consegucnte1ne11cc il grado d i concentrazione necessario alla

pericolosità della loro azione. Epp:rò, sotto l 'aspetto del loro impi"ego tattico, essi trovarono, in generale, adatta

destinazione per operazioni delle prime linee e furono utilizzati contro trincee cd avamposti - sempre che, beniot<!"so, Ja ,direzione <ieJ vento fosse stata favorevole ~ e, in spcci~I modo, nel periodo immediatamente anteriore ali 'attacco di una posizione, per sloggiarne il nemico e farla cosl facilmente occupare d'assalto dalle proprie truppe.

Sof ia. Capitale del la Bulgaria, l"antica V/pia Serdica, rinnovala da Traiano e costituit;i da Diocleziano, città capo!. della Dacia inferiore. Nel •466, gli Unni la deva.1rarono e vi furono sconfitti da Antem io; nell'So9 fu presa dai Bu lgari . Nel 1382 fu rresa dai Turchi; nel '443 venne conquistata 1>er breve tempo da Ladislao re di Polonia e d'Ungheria, ·p oi fu ripresa dai Turchi , che !a tennero fino al 1878, quando divenne capitale del nuovo princ ipalo di Bulgaria. I. Occupazione di Sofia (1878). Appartiene alla guerra Russo-turca . li governo ottomano aveva munita la città di opere esterne presidiare da circa 25 bgl . li 1° gennaio 1$78, bau uri i Turchi d i Sciakir pascià sull 'lsker, il generale Gurko fece avanzare verso S . due divis. con due briga te di cavalleria e predisporre l'attacco per il 5 gennaio; nella notte d al 3 al 4 i T urchi sgombrarono, e la mattina del 4 i Russi entrarono in S . dove trovarono grande quantità di provvig ioni , matcriaJi, muniz.ioni.

li. Tmttato d; Sofia (13 mMZo , 9i2). In seguito ad intensa Fropaganda per la costituzione di una lega balcanica contro la T urch ia, il ministro degli affari esteri di Serbia Milovanovich e quello d i Bulgaria Gecoff stipularono a nome dei rispetti,;i gove rni on trattato di alle~ nza difensiva e offensiva, in con.Sideraz ione <li una p rossima guerra con •

tro la Turchia . Nd luglio dello stesso anno, questo tra ttato fu completalO dalla convenz ione mi ljtare d i Varna . Ill. T,rauato di Sofia (28 maggio 1912). Allo stesso scopo d i quello precedente con la Serbia, la Bulgaria concluse un trauaw d i alleanza con la Grecia, -:ompletandolo il 5 ottobre succe~sivo, con una convcnz.ione militare per la quale le due nazioni si impegnavano d i mettere in campo

contro la Turchia, 300.000 u. la Bulgaria e 120.000, pi,, la flotta , la Grecia.

Sogliuzzo (Antonio). Medaglia d 'oro, n. a Cagl iari nel 1845. Marinaio cannoniere sulla R. nave « Ancona », c.ombattè valorosamente ne 11 a battaglia d i Lissa, perdendo la mano destra e parte anche della sinistra. Riformato, visse p:r qualche tempo ad Ischia, emigrando qu indi n<:gl i Stati Uniti. Per il fermo contegno da lui dimost rato nella storica ed infausta giornata, il prode S . fu decorato di medaglia d 'oro con que~ta motivazione. « Colpito da una granata avversaria sparara dal forte San Giorgio, che gli asporrava la mano destra e g li

Sogliuzzo Anton!o

sfracellava la si oistra, facendolo cadere su l suo cannone, non abbandonò il proprio posto, sino a quando non venne portato via dai suoi compagni » . (Alto Adriatico, 19 luglio 1866).

· Soissons (ant. Nouiodrm11m, o Sttessio11um dvita.<, o Augttsta Suessionttm.). Ciuà della Francia, nel dip. dcll'Aisne, sul fiume Aisne . Fino dai tempi più antichi è stata ,citti, forti ficata . Nel 486 j Franchi, agli ord ini di Clodoveo, batterono a S. il genera le tornano Siagrius. Carlo Martdlo vinse a S . i Ncustri che, soccorsi dai Frison i e dagli Aquitani, si erano r ibellati, alla morte di Pipino, al governo da questi ist ituito. Nel 1436 fu presa dagli « Scorticatori » de! dc La H ire, saccheggiata e fatta loro quarrierc generale. l. Battaglia di Soissot1s (923). Fu combartuta fra i l re Carlo , III e il duca Roberto, eletto re <la una lega d i vassa11i. Iniziatasi la lotta, il <luca rin1asc ucciso e fu sostituito nel com,rndo da suo figl io Ugo, il quale riportò piena vittoria, facendo strage <lei soldati di Carlo Ili. Dopo la battaglia Ugo depose Carlo e pose sul trono dei Franch i il duca d i Borgogna, suo zio.

Il. Assedio di Soùsot1s (1404) . Fu posto dal re Carlo Vl; , p rtigiaoi del duca d i Borgogna si difesero accanitame;,tc, ma .in seguito ad assalto la cinà fu presa, jnccndiata e saccheggiata.

l ii. As.<edio di Soissons (1617). Appartiene alla rivolta contro la reggenza di Maria dei Med ici , la quale, essendo S. diventata uno dei principali centri d i resistenza dei rivoltosi, essendovi.si stabil ito il d uca <li Mayenne, decise di impadronirsene ed incaricò dell"asscdio (marzo , 6r7) Carlo di Valois. La difesa del duca fu energica, sebbene le sue forze Cossero scarse. Ma l 'assassinio del Concini, a·,venuro il 24 aprjlc 1617, mu tò il corso degli av ,•cnimcnti, poiché. giunta la notizia a S. le ostilità cessarono e l'assedio fu tolto. IV. Assalti di Soiswns (1814). Appartengono alle guerre dell'Im pero. La piazza era stata affidata a l generale italiano Rusca Giovanni Battista, che dall'Italia, dove stava curando le proprie gravi ferite, aveva offerto ancora i sur,i servizi a Napoleone. La piazza aveva nella situazione stra

regie~ del momento importanza cap itale, poiché signoreggiava le strade d i Compiègne e Chateau-Th ierry che conducevano a Parigi. Le sue mura e rano però d i scarsissimo


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valore, e il presidio assai scarso (sei smilzi bgl. cli guardie nazionali della forza cli 100 u. ciascuno, 600 italiani, 100 gendarmi, alcuni cannoni). Il gen. russo Wintzingerncle decise di impadronirsi , !ella piazza, della quale conosceva gli ,carsi mezzi di difesa, e il 14 febbraio si schierò sulla dr. dell'Aisne per attaccar la. Il Rusca, di fronte al grande spiegamento ,li for ,1,c nemico, decise di 1e111are 1111 colpo d"audacia, e, riunito il piccolo presidio, mosse all'altacco del nemico: poco dopo egli fu ucciso ed i Russi assaltarono e presero la

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scendo a mantenervisi. Ma il 12 gennaio un'imp rovvisa piena dell'Aisne rompeva i ponti, il che costrinse, nei giorni 14 e 15, i Francesi a ripiegare sotto l'attacco nemico, che non volle lasciarsi sfuggire la buona occasione della piena per riprendere il terreno perduto. non solo,

ciu~ incontrnn<lo una seria rc~i~ s1en1a p,r p:trte degli haliJni, molti dei lluali , assieme ai gcn. Ver<lun e llcrrayérc, potevano sfuggire all"acccrchiamcnro cd alla prigionia calandosi dalle mura e raggiungendo k lruppe operanti a Compiègne. Il 20 febbraio la piazza fu ripresa dal maresc. Mortier, mentre Wintzingerodc si era direuo su Reims per unirsi a Bliichcr, e vi lasci<> una guarnigione di 1.1 00 Polacchi agli ordini del col. Moreau. Bl(icher a ;,ua volta comparve da. . vanti a S. il 3 mano, e la guarni' .: = -"--"--'----L-'--<--....1-'-L--------~onc si arrese alle prime intima1n,·cstimcnto di Soissons (1870) zioni. 11 giorno >eguente Mortier e Marmont l'attacca rono ìnutilment<.:; ma anche riu,cì a porre saldo piede nei sobborghi della la piazza cadde però nelle mani dei Francesi il 7 marzo, città stessa . dopo la bauaglia di Craonnc.

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V. Asudio e presa di Soisso11s (1870). Appartiene alla guerra Franco-germanica e ne fu incaricato il gcn . von Sclchow, con la 2~ d iv is , d i Landsturm e 44 pez'l.i d'assedio, compresi 10 mortai francesi tolti a Toul. Il 6 ottobre i i:ezzi erano in baueria; il 12 si iniziò il bombarda• men to; il 16 il comandante offriva la resa ; caddero in mano ai Prussiani 48oo prigionieri, 1,8 cannoni. 8000 fu ciii e grande quantità di muni,.ioni e malcriale. VI. Soisso11s (Guerra Mondiale). Rimasrn in quasi tutte le fasi della guerra 1914-18 sulla linea d1 combattimento, ~ , tata cilala pi/, volte alle voci : Ai.rne, Cliampt1g 11e, (."/111

tct111-T/1ierry, Compiègne, Marna. Prendono nome da S. lfl modo particolare le seguenti vicende !lclliche : VII. Combattimcllto di Sowo11s-Cro11cy (8-15 gennaio 1915). Fa parte di quelle operazioni ad obbiel!ivo limitalo che carauerizzarono la guerra di posizione, cd ebbe per iscopo <Juello d i migliorare e rcuificarc le po.sizion i francesi sulla dr. dcll"Ai;nc. S'iniziò 1'8 gennaio fa,orcrnlmcntc p:i Fra ncesi, che conciu istarono il villaggio di Croucy, riu-

Bauni:Iia di N>issons-Rcims (19 18) L3 linea continua npprescnta le posizioni tedesche al 27 maggio, e •,1uclla tratteggiata al 2 giugno 1918. Le frcccie indicano la dfrczionc degli attacchi tedeschi

\ "lii. Ha11t1glia ,t, :,ousor,1-Rc,mt. /\Ila ,occ « hattaj!lia di Frt111cia " s'è dcuo com~ i Tedeschi nel primo semestre del

1<)18 avessero sferrato uaa serie di po<lcrose offensi,-c, d1 cui questa si svolse sul tratto di fromc compreso fra le dette due località, sussid i:<ta da u n attacco <ecoudario tra Oise e Montdidier. L'attacco fu sferralo ,lai gruppo ,l"armate del Kronprinz. di Germania: con la ìa tra Oise <." 13erry-au-Hac; con l 'ala dr. della 111 su Reims; con la 18" tra Oisc e Mo ntdidier. Di contro stettero la 6a armata fran~e\C tra Oi1,: e Reims e 5 divi,. in riserva pc,so Compiègne. Alle ore una del 27 maggio i T eckschi iniziarono il fuoco cli prcpara1.ione wn prevalenza di tiri a gas; alle 3,40 sca11arono le fanterie , u flerry-au-Dac e a cava llo della strada Soi,sons-Laon. La 6• armata francese, troppo dcbok·, dovcuc cedere cd il suo fronte fu rotto. I Tedeschi giun sero a ll a Vcslc; donde il Comando Supremo tedesco concava ,lilagare in clirezionc di Soisson,-Parigi e in direzione della Marna per intcrceuare la ferrovia K aocy-Parigi; mentre azio ni secondarie avrebbero impegnato i Francesi alle ali verso I' Ail lette e Reims. li 31 maggio i Tedeschi oltrepassarono \/illcrs-Cottercts nella zona di Compiègne e i l succcssivn primo d'i giugno giunsero sulla Marna, a Chà tcau-T hierr)', creando cosl un saliente verso Parigi. Per argina re siffatta i rrompente avanzarn del nemico, il Pécain chiese al Fodi di poter impiegare la ro• armata e frattanto impiegò dicci delle sue divis. di ri<erva, colle quali arrest<> il nemico <ulla sr. -della Marna, r inforzando la montagrrn cli Reim,. il pianoro di S. e il margine della foresta di Villers-Coucrcts. In seguito a tali misure il nemico fu definitivamente trattenuto. Le vicende -della seconda battaglia della Marna rarprcsentano il seguito in c1ucsta zona. L'attacco secondario tra Oise e Montdiclier procu rò ai Tedesch i so lrnnto vantaggi locali non importanti.


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Sokol (Falco). Aswciazionc patriottica slava, teoricamente sport iva, m3 effettivamente a rigida base militare.

Fu ideata nel 1862 a Praga dal doti. Mi roslav T ie rsch, precursore del na"ionalismo boemo, per accendere e tener vivo, con l'educazione fisic,i, anche negli strati meno colti del popolo, il scm1111emo patrionico. Come divisa venne sce lta la camicia rossa d ei volontari garibaldini. Dalla Cecoslovacchia i S . si SFarsero 11cgli altri paesi slavi e sorsero rapidamente associazioni sokolistc in Polonia, in Croazia, in Slovenia, in Serbia, ccc. Al congresso di Novi Sad del giugno 1919, i S. della Jugoslavia (Croati, Sloveni, Serbi) si riunirono nel « Jugoslawcnski S. »; ma nel 1922, inaspri1i,i i d issid i fra Serbi e Croati, i tre S. torna rono a separarsi, finchè, nel 1929, ven nero unificati per legge sono la direzione di un organo direttivo centrale a cui presiede il principe e reditario. I soci dall'età dei 18 anni in roi, sono inquadrati da ufficiali e sottufficiali in servizio a ttivo o in congedo, che ne curano la istruzione militare. Gli inscritti alle unità sokolistc costitui scono una rnil izia, con propria uniforme, di cui è previsto I"im piego in guerra. Come avviamento al S. si hanno associazioni di bambini dai 6 ai 12 anni, e di giovinetti fino all'età di 18 anni. Oltre alla fu nzione militare i S. hanno una [unzione politica. Essi costituiscono un organo attivissimo della propaganda pan.erba, appoggiato dalla stampa e sostenuto dal gm•erno. L ·organizzazione dei S. è sottoposta ai ministeri dell"Educazione nazionale e della Guerra.

Solacon. Antico castello dcli ' Asia M inore, valli d el T igri e de ll 'Eufrate.

fra le alte

8a1taglia di Solaco11 (586). Appartiene alle guerre dcli "Impero d"Orientc contro i Persiani. Un corpo di cavalleria biza ntina, cigli ordin i d i Filiprico, aveva preso posizione a S. appoggiandosi alle estreme pe ndici dei M . Jzala cd

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Solagna. Qualche autore ha d ato questo nome alla batiaglia più p ropriamente detta d i Bassano . Sòlanto (ani. Soloeu o So/umo). Frazione del comune di Santa Flavia, in prov. di Palermo. Era cinta di forti mura, per un perimetro di alcuni Km. , di c ui ora restano pochi avanzi: aveva un buon porto e un castello. Già colonia dei Fenici . nel 397 a. C. fu alleata dei Cart aginesi; il suo territorio fu saccheggiato dal tiranno Dionigi. il quale l'anno seguente riuscì a prenderla per tradimento. Tornò in seguito a Cartagine e nel 253 a. C. fu pre,a dai Roma n i. Comhatnè in seguito con T i11dari, della quale cadde in potere: probabilmente fu d istrutta dai Saraceni. Solarì (Pietro A111011io). Ingegnere mii. milanese del secolo XV. Dopo aver lavorato al castello di Milano, andò in Russia a prestarvi servii.io q uale ingegnere militare. A Mosca lavorò al palazzo di g ranito elci Kremlino del quale ideò il recinto fortificato. Sdari Giovarmi. Generale, n. a Lisbona, m. a Genova (1814-1902). Sottot. di fanteria nel 1833, r,-assò nell'an no seguente nell 'art. e nel 1850 fu direttore d ella R. fabbrica d'ar mi di Torino; in cale carica divenne colonnello nel 186o. Magg. generale nel 1861. fu comandante territoriale di art. a N apoli; nel 1862 comandò l'art. del VI d ipartimento e nel 1863 fu collocato a riposo.

Solari Emcsto. Ammiraglio, nel r861, n, . ,a La Sr-czia nel 1929. Guard iamarina nel 1880. di\'enne capitano di ,ascello nel 1908. Comandò la difesa locale marittima de La Spezia e dal 1913 la R. nave <• Snint~Bon >) . Parte~ lari Ernesto cipò alla campagna d'Africa ccl alla guerra Mondiale. Passato nella riserva navale nel 1916, raggiunse il grado di viceamrn ir . di squadra nel 1924. Fu sind aco d i Portovenere. Il.

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chiamato <la Filippica, concorse alle spalle ed al fianco a ro mpere il centro dei Persiani. Solo il corpo dell'ala dr. d i. quest i res istette g agl ia rdamente, rit irnndosi sopra una vicina posizione dalla quale i Greci non poterono sloggiarlo . Rientrati nel loro camro. essi vi furono di nuovo a,,aliti dai Persiani, ma li respinsero.

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~~ Battaglia di Solacon G 1·cci: A, ah, destra (Vital); 11, cent ro (Eraclio); C, alo sinistra (Ilifredo) . Persiani : E, nla sinistra (Afraate): F, centro; G, ala destra (Mcbode)

a l castello di S. li ~uo esercito diviso in tre parti era schierato su una s0la linea . I Persiani si schierarono di fronte a i Greci io analoga formazione, ma su due linee ravvicinate. Filippico fece anaccare la sr. persiana, che in b reve fu respima e volm in fuga da Vital. Questi, subito ri-

Solari Luigi. Generale, n. ad Oncglia nel 186:e. Sottor. di fanteria nd 1882, fu in Eritrea e in Libia meritando una mcd. di bronzo. Nel 19 15 ebbe il comando del 64° fanteria e guadagnò l:i promozione a colonnello per merito d i guerra e una mcd . d 'argento. Comandò poi il 68~ fanter ia e, colonnello br igadiere . le briga te N ova ra e Palermo meritando una seconda mcd. d'argento. Magg. gc11eralc nel 1917, andò in l'. A. S. nel 1920. Nel 1923 assunse il grado di generale di divis. e nel 1931 fu collocato ncll.i riserva. Solari Emilio. Ammiraglio, fratello di Ernesto, n. a Genova nel 1864. Guardiamarina nel 1884, fu promosso contrammir. nel 1915. viceammir. nel 1917. ammir. <l'armata in P. A . nel 1926. Prese parte alla campag na d"J\frica, alla guerra Ita lo-turca ed alla g uerra Mo ndia le. r.u comandante in capo d el dip. di Taranto dal 1917 a\ 1918, del dip. dc La Srczia dal 1920 al 1921, delle forze navali


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del Mediterraneo dal 1922 al 1923, rnem bro ordinario del Comitato degli ammiragli nel 1923, presidente del Consiglio superiore di marina dal 1925 al 1926.

Solari nob . di f, oreto marchese Filippo. Ge nerale, n. a Loreto nel r868. Sottot. d i cavalleria nel 1888, partecipò alla guerra contro l 'Austria . Colonndlo nel 19 ,6, comandò j cavalleggeri Guide. Brigadiere generale nel 1918, comandò la ra brigata di cavalleria . l n P. A . S . nel 1920, ,ossunsc nel 1923 il grado di generale d i brigata.

Solarino (Umb,•,·to). Medaglia d'oro, n . a Modica (Siracusa) nel 1883. Sottot . d i complemento d i fanteria nel 1906, dopo essere rimasto alcuni ann i in congedo. fo richiamato in serviz io col grado di tenente per la g ue rra

con I" Austria. Non tardò a segnalarsi per valore, guadag nandosi una mcd. d'argento e r iportando due ferite. Durante la battagl ia di Gorizia, nell 'agosto 1916, col g rado d i capitano, meritò la med . d'oro con la seguen te rnorivazionc : (<

Con

~lancio

ammirevole

guidava il sno reparto all 'at .. tar.:c.;o di una po!>izione nemica

aspramenlc comesa. R ipetutamente ferito in più part i del corpo , benchè invilato dal pro prio comandante a recarsi al posto d i medicazione, conSolarino tTrn.beno tinuava a combattere . Successivamente, Jncntrc .sanguinante raggiungeva la trincea nemica, un a bomba g li sfracdlava la mano ùcslra; egli, a1Jora con insuperabile stoicismo, mostrava la sua g rave ferita ai suoi soldati. incitan<.loli a maggiori sforzi per il ragg iungm1e nto dd l 'obbie ttivo. Fui. gido esempio d i m ilitari virttt ,, . ('.'vi. San Marco d i Gorizia, n agosto r916). 1

Solaro (di Mo,·etta, Carlo). Cenernle francese, rn. nel 1552. Seguì Carlo Vlll ncli'imprcsa d i Napol i del ' 493· Nel 1513 L uigi XH lo nominò commiss3c io gcn . e vee<l:>re d i tutti gl i eserciti; d uta nte l' impresa <li Milano vinse e (ecc p rigioniero a Villafranca Pjemonte Prospero Colonna, e, nominato nel 1517 generale delle ~nm::1te d: mare, battè

i Genovesi. Quando le t ruppe francesi occuparono T orino, ne ru nom inato governatore.

Sola.w marc/1ese Dogliani dei conti di ,li/oretta Luigi. Generale, rn . nel 1621 . Capitano degli archibugieri a cavallo nel 1603, quale comandante della città d i Oneglia vi sostenne l'assedio dell 'armata spagnuola e capitolò solo dof'O stren ua resistenza. Fu poi governatore d i N izza. Solaro di Moretlfl con/e Emanuele. Ufficiale e d iplomatico, rn. nel 1622. Fu governatore <li Vercel li, commissario

gerl. della fanteria e colonnello. 1\ rnbasciatorc a Mantova e in !'ra ncia, fu insignito nel 1618 del collare dcll 't\nn unz ia t;:i.

Solaro m:1rchese di Dogliar,i conte di Morelta Francesco Emanuele Giovanni. Generale , m. nel 1646. Gran mast ro d'art. nel 1631, fu nel 1638 e i639 governatore d i Vercelli e d i Asti ed oppose qu iv i buona resistenza durante I 'assedio del marchese d i Laganes, governatore del <iucato di M ilano. Solaro di Govone Vitwrio A medeo. Generale piemon tese al serviz io dell' Austria, del sec. XV II. Nel 1659 partecipò

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aUa g uerra ,·onero i Turchi . Passato in Italia a combattere

i Francesi, morì durante un'azione presso ]a Hormida . Solaro conte di Monasterolo Giovanni Filippo . Generale del sec. XVII. Governatore del castello d i Nizza e d i Villafranca nel r642, fu promosso maresc. di campo generale nel 1648 e nel 1660 venne insignito da Carlo Emanuele Il del collare dcli ' t\nnun·ziata. Solaro 111arcl1ese del Borgo e conle di Morella Carlo Gerolamo . Gcoerale del sec. XVII, m . a Torino nel 1678. Nel 1642, per- inca rico della reggente duchessa Cristina andò alla corte d i Francia per d ifendere dei di ritti del d ucato d i Savoia . .1\1 ritorno, fu governatore di Carlo E manuele li; poi d ivenne governatore d i Ceva e d i Asti ove so~tenne felicemente l'assedio degli Sp agnuoli . Doro alcuni jncarich i Jll'esso la corte di Roma , fu nominato governatore e luo•

goren . generale <lei marchesato di Sai uzzo. Nel 1666 e bbe il colla«: dcll'Annunziat'1 e ne l 1667 fu nominato generale comandante de ll 'a niglicria.

Solaro di Monusterolo conte Ciovauni Michele . Veedore generale, m . nel 1680. Per molti anni servì come luogotcn. delle curazzc~g uard ia d i m~dama Reale , ed ebbe varie n1issioni presso la corte d i Francia. Sergente maggio r generale di cava lleria , fu promosso nel 1664 rnaresc . gcn . d i campo delle ,1rmmc. Governalorc della città e p ro vincia d i Mondovì r)d 1667. fu po i successivamente t rasferito a quelle d i Alba , di Trino e d i Ccva. Nel 1676 fu nominato veedorc gt:ncralc e rimase in tale carica s ino a q uando morì (marzo 1680). Ebbe il collare dell 'Annunziata nelI·anno r6i8 . Solaro di i,tacello conte Bonifacio Antonio. Genera le del scc. XVII. Ne l 1690 e bbe l'incarico <li formare il regg . D ragoni d i Piemonte del quale tenne i l comando. Poco dopo ebbe il comando dd rcgg. Dragoni d i S. A . H. N el 169 1 partecipò alla d ifcs:t di Aviglia na come governatore di quel castello e alla battaglia di :Vlarsaglia co-

mandò Ja cavalleria. Solaro marchese di Dogliani conte di 1\forf'tta Giovanni Lodovico . Maresciallo di campo, m. a T o rino nel 1698. Si d istinse nell a gue rra contro i Vald esi del 1686 e si battè alla Staffarda e ad Orbassano. Capi1 ano ,.klle guardie del corpo, fu maresciallo di campo e collare dell'Annun7,iata nel 1678. Solaro di Go11011e Giorgio. Seg retario d i g ucrrn del secolo XVIII. Consigliere e Segretario d i Stato e delle finanze nel 1699, dal ' ìOL al 1711 coprì la carica d i Segretario

di guerra.

Solaro della Margherita conte Gil!sept,c ,Waria. Generale,. n . a Mondovì nel 1644, m. nel 171<). Entrato gio vanissimo uc!Li ca rriera mii. . d ivcnue luogoten . generale d'art. nel 168 1. Nel b g uerrn dcli ' ini~,io del sec. XVIII, comandò in caro l'a rt. all'assed io d i T orino (1706). Autore del « Giornale storico dell 'assed io della città e cittadella d i Torino ». Solaro mard,ese della Chiusa come di Morelta Francesco Amedeo Lodovico. ,Jencrale, m . a Torino nel 1750. Com,rndamc del rcgg. p rovinciale d i Torino nel 1730, raggiu nse il g rado d i luogoren. generale nel 1737 e d i generale d i fanteria nel 1745. Nel 1750 fu insil(nito de l colla re dcli 'Annunziata.

Solaro marcl1ese di Breglio conlt." di Govone e di Favria Giwcpp,· Robeno . Generale, m. a T orino nel 1764. Percorse la ca rriera in cavalleria e poi nel le guardie del corpo , di c ul con1andò la 2a cp. nel r732. L uogoten . e n1~resc.


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nel 1733, fu promosso nel 1737 luogotcn. gendale d i cavaller ia e nel 1744 generale . F u pure ambasciatore a N apo li cd a Vienna .

Solaro di Moretta Gaspare Giuseppe. Generale, m. a Tor ino nel 1767. Brigadiere d i fanteria nel 1735 e marcsc . d i campo nel 1745, fu insign it o del co llare del!' Annunziata e nel 1757 promosso ten. generale d i fanteria . Solaro di Govone Carlo Giuseppe. Generale, m. a Cuneo nel 1774. P artecipò a lle guerre d i Successio ne di Polonia e d'Aumia . Nel 1755 ebbe il comando del regg. La Regina e roco dopo fu promosso brigadiere d 'armata . Nel 1758 e bbe il comando d ella città e provincia d i Alessandria. Magg. generale nel 1761, fu governatore di Cagliari . Passato due anni dopo al governo d i Cuneo, fu nel 177r promosso tcn . generale d i fanteria cd insìg nito del collare dcli' Annunziata. Solaro ,li Favria come Giusepp,· . Gene rale del sec. XVII[ , m. a Torino nel 1789. D iven ne colonnello d i cavalleria nel r745, brigadiere nel 1754, magg. generale nel r757 e luogoten. generale nel 1761. Nel 1763 ebbe i l comando della 2• cp. delle guardie del corpo e nel r 771 il g rado di genera le d i cavalleria e il collare dell'Annunziata . Solaro della Margh erita L,.,gi. Generale, m . a Fenestrelle nel 1795. Partecipò alla guerra d i Successione <l'Austria. Da colonnello co mandò la città e prov . di Mondovì , d alla quale passò a q uella d i Alba nel I780 . l n tale , 1ualità fu promosso brigadiere di fanteria nel r781 e magg. generale nel 1783. Nel 1788 fu promosso luogoten. gener;Jle governatore in 2• d i Alba e nel 1790 passò a governare i forti di Fenestre lle e d i P ragelato.

Solaro di Moretta Angelo. Generale, m . a Torino nel 1800. Partecipò alle g uerre di Successione d i Polonia e d'Austria . Colonnello nel regg. Monferrato nel 1763, fu promosso brigadier e d i fanteria nel r 77 t. Luogoten . generale nel 1774, fu nom inato vicerè d i Sardegna nel 1783 e promosso generale d'armata nel , 786. Nel 1787 ve11ne norninato governatore di Alessandria e nel] 'anno seguente insign ito del collare cieli' Annunziata . Solaro di Villanova Solaro conte Giusepp,·. A lfiere nel regg. F ucilieri nel 1755, venne nel 1779 nominato governatore del principe Carlo d i Carig nano e nel 1786 comandante del regg. provinciale d i Ivrea . Colonnello nel 1792, ebbe il comando del regg. Aosta che guidò nella guerra delle A lp i d ivenend o br igad iere nel 1793 e magg. generale ne l 1794. Nel 1796 fu nominato governatore d i Susa. Solaro del Borgo marchese Giuseppe Vincenzo . Gene rale ( r760-18 r5). Sotto t. nel regg. Guard ie nel 1775, partecipò alla guerra del 1792-1796 col regg. provinciale Mo ndovì e poi come aiutan te d i campo deì Re . R ipreso il ser vizio nel 1814, fu colonnello comandante il rcgg. G uardie e nel 1815 venne promosso magg. generale. Solaro d,: Moretta come Gaspare Giacomo. Generale, m. nel 18r8. Colonnello comand ante il regg . proviucialc Ver<:el li nel 18 r4, venne promosso magg . generale gover natore

di Saluzzo nel 1815.

Solaro della Margl,erita mnte Vittorio. Generale del secolo X lX. Colonnel lo ca pJ d i S. M . della divis . di Cuneo nel 1817, passò alla d ivis. d i N izza nel r820. N el 1823 fu collocato a riposo col g rado d i m agg. generale. Solaro di Villanova Alessandro G,:useppe. Generale, n . a Torino 11el 1778. Cornelta in cavalleria nel 1794, partecipò alle g uerre dal 1794 al 1798; passato al servizio della F r an-

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eia, si d istinse ad Austerlitz . Ritornato al servizio del re d i Sardegm nel 1814, all 'istituzione dell'O. M. S. ebbe la croce d i m il ite in sostituzione d el la lcgiou d'onore . Colonnello nel 1823 e vicedirettore della Scuola d "e,1uirazionc, fu capo di S. M. della d i vis . d i Cuneo nel r830. Magg. generale nel 1832, comandò la cittadella d 'Alessandria e dal 1839 e bbe il comando mii. della provincia d i Casale.

Solaro Giuseppe . Generale, n . ad Ivrea nel 1864 . Sot tot. di fanteria nel 1882, passò poi negli alpini. Colonnello nel r915, comandò il 93• fanteria, e poi il 6° ed il r40° . Nell'autunno r9r 6, g uadagnò una med . d 'argento r imanendo mut il ato d"un braccio. Magg . generale nel 1917, andò in P. A . S . nel 1920 e nel 1923 assunse il g rad o di geneiale d i <livis. Nel 1933 venne t rasferito nella riserva. So/uro del Borgo Alberto . Generale, 11. a Torino nel 1868. Sotto t. d i cavalleria nel 1886, partecipò alla guerra L ibica e combattendo a Ilen 111 a (1913) meritò la med . d 'argento. Colonnello n el 1915 comha ttè coi d ragoni <li N izza ar piedati nella guerra cont ro l'Austria . In P . A. nel r9 r6, fu ·promosso generale d i brigata d ieci anni dopo. Nel 1918 fu nomi nato Gran scud iere del re; nel 1930 venne collocato a riposo . So/aro del Borgo Viu,mo. Generale, 11 . a N izza Marit. tima nel 1873. Sotto t. d i cavalleria nel 1893, fu in Libia nel 1911-1912 e vi meritò la mcd . & bronzo. Quale aiutante d i campo del Re, dal 1917 all 'arm istizio lo seguì nella guerra cont ro l'Austria . In P . A. S . nel 1920, fu promosso colo nnello in A. R . Q. nel 1926. Nel 1933 fu trasferito nella riserva e promosso generale d i brigata . Dal 1920 è gen1iluomo d i corte d ella regina. Scrisse : « G iornate d i guer ra ciel Re Soldato » . Solaro I i. Contrafforte settemrionale del M . Grai:-pa, com prendente quattro q uote pr.incip~l i: q. r671, 1676, 1672 e 1701, unite d a brevi scllette. Furono teatro d i aspri combattimenti nel novembre-d icembre r917, nel giugno 1918 e nella battagl ia finale. Durame la battaglia d ·arresto, del 191i, i S. furono violentemente attaccati 11 , 3 d icembre, .ma il nemico, validamente conten uto dalle nostre fanterie e <lal l Ìro dì artiglieria, non poti: compiere che insensibili FfOgressi ; tornò ali 'assalto il giorno seguente, ma fu parimeme respinto. Dopo dut: g ìorni d i sosta un ulti mo tc n-

rntivo nem ico fu pure infranto . 11 15 giugno 1918 , dopo formidahile bombardamento, <lensi scaglioni avversa ri at ... taccarono la prima cima Solaroli-Valde roa-Val Calci no, riuscendo, dopo fierissimi attacch i e contrattacch i, ad impad ronirsene . Più tardi tutte le q uote dei S. , non()Stantc la Croce ai •cadut i sui Solaroli st renua resistenza delle truppe del XVJII C . <I ' A. , cadevano in n1ano .dell'avversario . N el pomeriggio )a 56a. d ivis . riuscì a riconq uista re la q uota 1671, m a i n vano renrò q uel gio rno e il scguence d i r imetter p iede anche sulla 1676. Un ulti mo con trattacco, per la r iconquista delle q . 1676 e 1672


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fu tentato nella notte diii 23 al 24 giugno, ma ebbe esito del par i sfortunato. La situazio ne rimase, così , immutata fino all 'ottobrc. li 24, iniziandosi la battaglia di Vittorio Veneto, la brigata Lombardia attaccò i S., ma fu dappertutto costretta a ripiega re dalle impetuose raffiche de lle mitragliatrici avversarie; rjpetè ]tattacco sul 1nczzogiorno e verso sera, n1a sempre senza esito. Il giorno seguen te, reparti d el 73° fanteria e de l bgl. alçini Saccardlo attaccarono la q . 16i6, ma, nonostan te Ferdite molto r ilevanti, non fu possibile aver ragione della salda difesa avversaria. Del pari sfortunaro fu l'attacco, sferrato nel po_mefiggio stesso del 25, Contro la quota 16i1 e la corti na verso q. 1686, d ai bgl. alpini Leva nna, A.ntelao e Cismon e ·dal 74° fanteria . :--luovamente insistettero le nost re truppe il giorno 26, ma anche questa volrn il va lore spiegato dagli alpini dcll 'Vlll raggru ppan1ento ed i l sangue da essi larg an1ente versato no n furono compensati dal meritato successo. Ali 'alba del 27, fu jJ nemico a sferrare un violen to contrattacco contro le nostre truppe aggrappate alle pendici dei S . e del Valderoa, riuscendo ad impadroni rsi , anche col favore della nebbia, della sommit~ del Valderoa. Ma erano, o rmai, gli ultim i anel iti della resistenza avversaria. li giorno 29 , infatti, segnava il princip,o de lla crisi austriaca; la -vittoria arrideva ai nostri sul Pi ave, cd anche sul Grappa , i l m~ctino del 31, si determinava il crol lo dell'esercito im periale. Solaro/i Giuseppe. Generale, n. e m. a Bologna (17371805). Dopo esser stato paggio del duca d i Modena, intraprese la carriera 1nilitare e sotto il regno di Francesco I d 'Aust ria partecipò a sedici campagne di guerra dive nendo generale.

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a tener te!\tn aJ nemico, il ren. S. fu -decorato (( in memoriam •> della mcd . d'oro a l valor militare, con questa. motivai.ione : « Guidava con eroica i ntrepidezza il suo plotone appie dato coo uo il nemico che, attraversa ndo la trincea, aveva fatto jrruzionc verso la casa d i Giamil bey. Ferito una prima volta ad un polso, ed una seconda vol ta ad un ginocchio, seguitava a tenere il comando dei suoi con esemplare valore , finchè, ferito una terza volta mor talmente, lasciava la vi ta sul campo ,,. (Sciara Z auia, ·26 ottobre 1911).

Solarolo, Comune marittimo in p rov. d i Ravenna, fra Scnio e Santcrno. Ebbe fi n da antico tempo un castello, che ne l l l37i per inimicizie d i parte sorte fra gli abitanti, andò d istrutto. Nel 1218 i Faentini aggregarono S . al loro vicaria to e rialzarono il castd lo. Durante le gu~r re fra Guelfi e Ghibellini, i Manfredi, costretti ad abbandonare Faenza, ripararono a S., da cui furono cacciati per opera d i Guido d i Montefeltro : il castello fu un 'altra volta d ist rutto. Nel J329 i Manfred i tornaronQ e fortificaro110 più saldamente S. Nel r353 fu assal ito dal conte d i Romagna Asto rgio Durafortc, con numeroso esercito, fra cui erano truppe esrcnsi, scaligere e milanesi. Dop, due mesi d i van i sforz i il con te fu costretto a riti rarsi. Nel r5ot se ne impadronì Cesare Borgia . In seguito fu occupato da i Veoeziani e poi dal l'esercito d i Giulio Jl , che lo cedette ai Faentini. Nel 15i4 passò d efin itivamente alla Chiesa. Solco. Chia mavasi così una specie d i riparo con parapetto, che si innalzava nel mezzo del fosso per correggerne talvolta l 'eccessiva larghezza. E ra anche usato nella fortificazione jrrcgolarc.

Solaro/i barone Paolo . Generale, me<laglia <l 'oro, u. a

in 1I1dia, raggjungen<lo alti gra<li militari . Rim patri ato ed

Soldati (Iacopo). Ingegnere mii. milanese <lei sec. ì-.'Vl. Arch itetto del duca d i Savoia, scrisse nel 1591 un cod ice col t itoJo : « Le fortificazioni di T orino » .

entrato nell 'esercito sardo, prese parte, col g rado d i colonnello del genio, alla camp agna del 1848, guadag nandosi la rned . d 'oro u per essersi distinto nei fatti d\1nnc crnnbat-tuti d alle truppe del li corpo d 'armata sulle alture di Rivoli, Santa Giustina , Sona e Volta, dal 22 al 25 luglio 1848 » . Promosso generale, comandò la br igata Casale e fu aiutante d i campo di 1S. M. Vinorio Emanuele li. Rap presentò il collegio di Nova ra al Parla111ento nazionale nelle legislature d alla IV alla VIII.

Soldati di gùtstzzia. Corpo d i polizia piemon tese, crealo nel 1573 da Emanuele Fi liberto. Dipendevano dai prevosti, dal capitano generale di campagna, e <lai capitano generale d i g iustizia. Successive ri forme ebbe il corpo nel 1582, nel 1614, nel 1616, nel 1638, nel 1642. Cessò di esistere nel 1814, riducendo il proprio servizio alla custodia delle carceri e all'esecuzione delle sentenze. Creato come corro mobile, divenne territori ale e fisso nel r 6r8; il suo m antenimento fu a carico dei comuni fino al 1642.

Novara, m . a Torino (1796- 1878). Esule dal Piemo nte nel r 82r, combartè nella Spagna; fu in seguito, in Egitto cd

Soldati di mu11izio,u:. F urono detti cosl nei secoli scorsi quelli tenuti nei presidi, sedentari . Soldati studenti. V. Scuola di applicazione di Sanità Militare.

Solarolj barone Paolo

SoJarol i marchese Paolo

Solaro/i marchese Paolo . Medaglia d 'oro, n . :i 'fori no , caduto in L ibia (1874-T91 r). Tcneote d i cava lleria in S . E . P. partì per la T ripol itania col pri mo contingente d 'occupzione e cadde eroicamente a Ila testa di un plo \Lne appiedato de i cavalleggeri I.od i. Per il coraggio spieg:a o in yuel comhatt1rricnto, in cui egli, benchè tre vohc ferito, segmtò

Soldato. Voce derivante d al ve, bo assoldare, cmè prendere .a soldo, reclutare elementi corrispondendQ loro un determi nato soldo. È terrnioc cltc risente del mercenarismo, allorchè J'arnmlamcrw, era ba,ato esclusivamente sul volontariato. Successiva mente, coll'introduzione c!ella leva o coscrizione e <1uindi dell'obbligo genera le e personale al scr1•iz io militare (salvo poche eccezioni giustificate d a parLicolari situazioni <li famiglia o sociali) i l ter mine è venuto a sig nificare il g rad ino Fiù basso della gerarchia militare dcli 'esercito. Usato al plurale , cd in senso generico, serve normalmen te ad ind!care unità di truppa di forza varia di una determ inata arma o specialità ed anche d i più anni o specialità diverse. li cittad ino diventa S. allorchè - con la chiamata alle armi - viene recl utato ed incorporato . Soldau (Dzialdow) . Comune della Polonia a N .-0 . di Varsav ia , sulla sponda del lago e fiume omonimo .


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1012 -

Com battimento di Soldau (1806). Appartiene alle g uerre <lell'lmpcro. Il maresc. Ney, avuto l 'inca rico d i impedire l'unione del corpo p russiano Lestocq (7000 u.) con i Russi, con rapida marcia si d iresse su S ., ove lestocq si riteneva

SoL

che g uerreggiasse liberamente. cioè senza troppo d ipendere dal capitano generale. Soldo d'aspetto : era q uello che un signore dava a un condottiero, se teneva la sua cornragnia tome accaparrata e pronta per ogn i caso d i g uerra, ma senza farla combattere. Soldo disuso: detto anche intero, era quello dato a un condottiero che con un determinato numero d i cavalli e di fan ti militasse attivamente sotto il rnman<lo <lei capitano generale.

Soldau e din torni (1807)

sicuro date le difficoltà del terreno, e il mattino del 26 dicembre con due rcgg. mosse a l\ 'assa lto e penet rò in cituì d i primo slancio . Per quattro volte i Prussiani contrattaccarono per riprendere l'ab\tato, e per quatt ro volte furono respinti. A sera il generale Lestocq battè in ritirata , (a. sciando nelle n1an i dei Francesi nmnerosi prigionier i e sei cannont .

Soldi (Paolo). Generale , n. a Pieve d·o\mi, m . a Sturla ( 1844-1922). Sottot. d ·are. nel 1865, partecipò alla campàgna del 1866. Passato ne 1 personale del le fortezze, fu promosso col on nello comandante la fortezza d i '\\rare-Vado nel 1899. ln P . A . nel 1902, passò nella riserva nel r 906 e nel 1911 venne p-o mosso magg . generale. Sold in. Borgo della Ge rmania, nel distretto d i Francofone , sulla Mietei. Ebbe nel medio evo m ura e torri . Vi fo concluso Soldi Paolo un trattato nel r4Go, col quale il Brandebu rgo acquistava la :ovranità feudale d i Stettino e l'eredi tà ,!ella Pomerauia ·e di Ri.igen nel caso di esrin7,ione della discendenza maschile Jclla Casa d i Stcttino. Soldo. Equivalente di µaga e stipendio: il più ant ico .esempio che se ne conosca è del 406 a. C . quando, durante la guerra d i Veio, il Senato romano stabilì che l"erario -corrispondesse uno stipendio ai soldati. Negli eserciti francesi dell"etii moderna era detta S . una delle ere paghe delle bande mercenarie . (V: anche Aes militare e A11-no11a, e pe r :Soldo spec iale, Riassoldamento). 1 Bandire il soldo: atto per cui nelle antiche .repubbliche i taliane si proclamava che si sarebbe assoldato chiunque avesse voluto m il itare a p rezzo. M.ez:::o soldo: era quello che si dav:\ a un condottiero

Soldo di cavallat11: era quel lo dato ai militi della Cavallat" (V.) per la ~ura dei loro cavalli. Su/do seruito : era lo stipendio militare giunto al term ine del pagamento. e corrispondente al servizio fatto . Ufficio generale del Soldo . Nell 'esercito piemontese del secolo XVI comprendeva tutti g li organi amministrativi riu. nit i. Nel r 685 era composto d i un veedore, u n contadore, un tesorie re e cinque ufficiali dipendenti. Nel 1691 g li vennero date attribuz ioni solo finanziarie (paghe, bilanci, ecc.), o riguar<lant i le provviste dei viveri e foraggi, oltre ad a lc uni servizi fra cui il sanirarjo . L 'anno seguente venne diviso in va ri rami e i suoi ufficialt f urono un contadorc ge• ne ralc, un tesoriere generale di m ilizia; cinque commissari di guerra e tre 11fficiali del Soldo . L 'ordinamenro dcli 'Ufficio venne ancor più precisato nel 1695, e per(ezionato con ordinamenti successivi del 1709. 1 710. , 717. Uguale ufficio ebbe anche la Savoia, con un commissario generale e quattro commissari in sottord it1e. Nel 1713 fu ;,tituito in Sicilia un Ufficio generale del S., d iretto da un intendente generale : era posto alle d ip,ndenze d i quello d i Torino è fu sciolto nel 1719. L·anno seguente ne fu stabili to uno

in Sa rdegna. con a capo un commissario. Soldo Luigi. C,,eneralc, n. a ,Nuvolera, m . a Gcnorn (r820-1874) . Uffic iale dell'esercito austriaco 1836, nel 1848 diede le d imissioni per arruolarsi in un regg. di volontarj costituitosi a Brcsci:i e fece la prirna guerra del

,el

Risorgimento iraliauo . Passato nei bersaglieri Manara. ccm• battè nel r849. Entrato nei bersaglieri dell'esercito regolare, partecipò alle altre guerre {\ell'fndipcndcnza, ed a S. Martino meritò la me<.I. d'argento ed a Caserta Vecchia (1861) b noce di cav. dell'O. M . S. Colonnello nel 1865, comandò il 57° fanteria col quale si distinse nel reprimere g li insorti di Pdermo del 1866. Magg. generale comandante la brigata Umbria nel 1869, tenne il comando sino alla morte.

Solduri (o Ambactt). Negli eserciti della Gallia, erano giovan i guerrieri che si ponevano al servizio di un rinomato capitano ;_; lo accompagnavano foccnclngli scudo coi loro corri nei combattimenti. Se i l capo moriva, tutti i S. o si facevano massacrafe con lu i o si ucéidevano tutti. I capi alla loro vol1a pro teggevano e difen<ievano in ogni o~ca-

!ìione i toro guerr ieri, facendoli partecipare al bottino f"I"Or porzio_natan1cntç ai se rvi gi tesi, o ric01npt·n:i~rn<.loh con terre tohe ai nc1nici, o con armi, c~val1 i e oggeui prez iosi. l capi combattevano a cavallo e i S. appiedati formavano i l primo nerbo della fanteria gallica. Cesare li chiamava Devoti, e un altro nome che ebbero fu quello d i Silodmri.

Sole di Persia. V. Leone (Ordine cavalleresco). Soledad. Borgo del Messico, nello Stato di San Luigi Porosi. v; fu firmato un trattato che appar tiene ali 'intervento anglo-franco-spagnuolo , lel ,Sfo nel Messico (V.). Solenite. Esplosivo p reparato nel 1896 Jal po lverificio di Fontana Liri, con la seguente composizione centesimale:

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nitrocellu losa p. 01, nitroglicerina p. 36, olio minerale p. 3. Si adopera per caricare le cartuccie per arm i mod . 91.

Soler (Isidoro) . Archibugiere spagnuolo del sec. XVIII. Fu discepolo di Francisco Lopez, e venne nominato archi-· bugicrc d i re Carlo I V nel 1792. Scrisse un « Compend io '¼. storico sugli archibusi dalle loro origini a' suoi lCtn pi >) . Soler Michele Stanislqo. Generale argeotioo, n. nel 1783, m . verso la metà del sec. XIX. Si battè nelle guerre d 'Indipendenza contro la Sp~gna e si distinse special mente a Cllacabuco. Fu governatore <li Montevideo nel 1814, magg. gener ale nel 1816, comandanle delle truppe bo nearensi nel Soler Michele 1824, ·capo di S. M. nella guerra contro il Hrasile (18251827) e 1ninistro plenipotenziario 111 Bolivia (1828). Poi si ritirò a vita privata . Soler y Garde Fmnccsco . Ispettore medico (generale) dèll'esercito spagnuolo, 11. nel 1867. Coperse importanti car.iche nella Sanità, e pubblicò opere sulle abitazioni militari, sul.le ferite addomurnli, sulle formazioni sanitarie d i campagna, e numerose monografie, e articoli sulla rivista

di sanità militare. Soleure. Castello fra Lussemburgo e Mnntmédy. Ha dato il nome a una tregua d i nove anni fra Luigi XI e Carlo il Temerario , firmat a il 13 settembre 1475, complementare <li quella conclusa il 24 agosto a Picquigny dal re con gli Inglesi di Edoa,·do IV. Soleure (ant . Solodurum, ted . Soloth11rn, ital. Soletta} Città capol. del can tone omonimo , nella Svizzera, sull'Aar. Vi fu stabilita una fabbrica d'armi. Ebbe una cinta bastionata. Fu pesa dai Francesi il 1° marz,0 1798. (V. anche Solot!H-tm). I. Trattato di Soleure (8 maggio 1579). Concluso fra Enrico III di Francia e i canton.i di Soleure e Berna, stabilente lega perpetua fra i due cantoni e la Francia, allo scopo di proteggere da qualunque assalto Ginevra e il cantone di Vaud. li trattato era d ireuo contro Emanuele Filiberto . Il.. Trattato di Soleure (4 settembre 1663). ALieanza tra Francia e Svizzera. Si conferma la pace perpetua conch iusa coi 13 cantoni elvetici <la Francesco I , rinnovata da Enrico IV (1602) e dallo stesso Luigi XIV (1658). La F rancia si riserva il d iritto d i levare dai Cantoni 11011 meno di 6 m ila uomini e non più di r6 m ila, con l 'obbligo, nel caso che la Svizzera fosse assalita, di aiutarla con 200 lance e 12 pezzi <l'artiglieria. li trattato fu r innovato il 9 marzo 1715.

Solferino. Comune in rrov . d i Mantova. Ebbe un'antica torre, chiamata « Spia d'Italia », alta 24 metri, costruita nel 1016, presa e demolita dai Bresciani nel 1261, ricostruita d ai l3onaccolsi e rafforzata <lai Gonzaga nel 1366. Nella tor.re è stato sistemato un Musco con oggetti e armi raccolti sui campo della battaglia del 1859, per la quale v·. San .Martino e Solferino . Solferino. Cannoniera in legno, costruita a Desenzano nel 1859. Dislocamento tonn. 253, macchine HP. 50. Ri.mase in servizio, nel lago di Garda, fino al 1868.

SOL

So/ferini. G_acciatorpedi niere, varato dal cantiere Orlando Livorno nel 1922; d islocamento tonn. rn76, lungo m. 8r,90, largo m. 8,02; apparato motore cavalli 18.000, velocità miglia 32,4. J\rmamento gw:rrcsco cannoni 4 da. ro2 e 2 da 76 antiaerei, mitragliere 2, tubi lanciasiluri 2 da 450. Personale d'armamento: s ufficiali e 112 uomini d'equipaggio. li suo motto è : « Osare » . di

Solforica anidride.' Composto sussidrnrio attivo per la guerra chimica, nel gruçpo dei « generatori di nebbie artificiali», fra quelli dotati ancl1e di attività fisiologiche. l suoi vapori producono densa nebbia, dovuta a condensazione del vapor d'acqua, nebbia che riesce anche molto persistente e di azione fortemente irritanre e caustica. Durante la guerra Mondiale fu usata in la rg~ misura, specialmente <lai Tedesch i. Solforica. cloridri11a. Conosciuta anche sotto il nome di acido clo1"0solfonico, appartiene al gruppo dei nebbiogeni, ma è anche classificata fra gli agi:ressiv i ch imici asfissianti o soffocanti. Fu molto usata durante il conflitto mondiale e servì per la carica delle « granate N », fumogene. I Tedeschi l 'adope.avano facendola reagire con la calce viva, a mezzo di speciali apparecchi denominati Nabel-1'rom me/ - per p rodurre dense cortine di nubi, che riuscivano anche di azione irritante e caustica, sebbene non tossica. Identiche qual ità sono possedute dal Solfori/e cloruro.

Solforico acido. Quello concentrato si adopera per la fabbricazione della n itroglicerina nonchè, di regola, ,otto forma <Ji miscuglio nitro-solforico, nei rrocessi. di nitrazione deUe sostanze organiche, per la preparazione di vari esplosivi. Solfuro di fenile esan itrato. Appartiene aiia caregoria <lei composti chimici esplosivi. L 'esercito tedesco lo usò larga mente nello stesso modo e con g Ji stessi scopi che la Esauitro difenil11mù1a (V.). - So/fi,ro di carbonio, V. Car-

bonio solfuro; Solfuro di etile b1clornra&o, V. lpril<' .

Soliani (Raschini, Antonio). Ingegnere militare, n. d i Reggio Emilia (17o t-1772). Fu al servi7.io <l i Venezia. Scrisse un

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Trattato <li fortificazione moderna)); e un « D à.io~

nario slorico militare c ritico » .

Soliani-Raschini conte Vittorio. Generale, n. a Mirandola, rn. a Riccione (1860-1927) . Sottot. d i fanteria nel 1882, fu in Eritrea dal J888 al 1895 e vi guadagnò una med. d"argento. Nel 19r 3 andò in P. A . col grado d i maggiore. R ichiamato in servizio nel 1915 per la guerra contro l 'Austria, tu promosso colonnello nel 1917. Ricollocato in conge<lo nel 1919, passò ndla riserva e nel 1927 venne promosso generale di brigata.

Solidi (Aggre.;sivt). Formano uno <lei grnppi d i aggressivi chimici che fanno capo alla classificazione d i essi farta in rapporto alle loro car atteristiche fisiche, nelle normali condizioni d i temperatura e pressione (gassosi, liquidi, so!id,). Quelli solid i, ridotti in rolvere minutissima, o sparsi nell'atmosfera in particelle infinitesime (diametro inferiore a 1: ro.ooo <li mm.), erano capaci d i attraversare perfino la maschera di r rotezione individuale. Cosicchè l 'impiego fattone in queste condizioni di estrema suddivisione si prdtò a fare grossola namente perdere di mira lo stato nurrnak e rea le di tali compost i, i quali figurarono anch'essi c01ne « gas di guerra >,J come corpi gassos i, cioè, che Ja fisica ;nvecc defin isci:: ben diversamente . Fra gli aggres~ivi chimici solid i si annovera no i seguenti: joduro d i benzile,


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-cloruro d i o- nitrobenzilc, bromuro di cianogedo, cianuro di :benzile bromurato, difenidoroarsina, difenila~1incloroarsioa, -difenilcianarsina, difeniknimide etilica.

Solìferro (So!ifen·,11n ). Specie di giavellotto esclusivamente di ferro, d a lancia rsi a mano; era adoperato dai veliti romani. Solimano Il. Sultano d i Turchia, detto il Magnifico o ii Conquùtatore (r495-1566). san al trono nel r520; soffocò rivolte in Siria e in Egi cto, prese Belg rado ( t521) e Rodi (1522), virrse gli Ungheresi a Mohacz (1526), p rese Budapest (t529) e Conquistò nel 1534 va r rc ci ttà e region i persiane_; assediò inutilmente Malta nel 1565 e nel 1566 prese Chio Genovesi

e

molt i

Soltier Micliele. Generale, n. <; m. a Susa ( 1858-1933). Sottot. d i fanteria nel 1877, d ivenne colonnello comandante il 38° fanteria nel 1903 e fu promosso magg. generale nel 1909 al comando deJJa • brigata Napoli. Teo. generale comandante la divis. d i Messina nel r914, fu ·collocato in P . A. l'anno dopo. Nel 1923 assunse, nella riserva, il grad o di generale di d ivisione.

Soll um (o Solum). Grande golfo, fra la Cirenaica e l"Egitto. In fondo al medesimo, a occidente, si apre la baia di S. nella quale è il borgo omonimo, apSollier Michele panenente all'Egitto. Il c~nfine fra Cirenaica ed Egitto fu stabil ito da una commissione mista, 1taliana ed egiziana, nel 1926, a pochi chilometri a occidente <li S. Fra il 5 e il 7 novem-

assediò invano Vienna .

ai

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bre J914 alcuni sottomarini austriaci riuscirono a silurare e Il sultano Solimano 11

possessi insul a.i e in terraferma ai Veneziani. Pas.sato nuova1nente a combattere

in Ungheria vi morì.

Sol i man pascià. Generale egiziano, di nascita francese (1787-186o). Si chiamava Ottavio Sèves. Combatti' nelle campagne del 1813 e d el 1814. Nel 1815 fu in Egitto dove organizzò , all'europea !"esercito <l i Mehcmet Alì, si fece musulmano e divenne colonnello e poi (1831) generale. Fece le campagne contro la Turchia d al 1831 a l 1840.

affondare trasponi inglesi nella baia di S., tanto che jl gen. Maxwell dovette r itirare la guarnigione anglo-egiziana e ritirarsi a Matruh. La rioccupazione della baia e del borgo avvenne il 14 mano 1916, dopo il combattimento di Barru11i.

Solothurn (V. Soleare). Fabbrica d 'armi svizzera. Mitragliatrice Solotlrnm S 2 - 200 . Arma scomponibile , a caricamento automatico, con corto rinculo della canna. Raf-

Sollier (Emilio). Generale, u . a Vinadio, m. a T orino (1840-1913) . Sottot. del genio nel 186,, d ivenne colonnello nel 1892 . Fu successivamente d irettore del gen io a Milano

e<l a Venezia e poi comandante del genio a Venezia cd a La Spezia . In P . A. nel 1898, passò ne lla r iserva col grado d i magg. generale nel 1903. Nel 1912 fu promosso ten. gc~erale .

lVIitraglìatrice Solothurn "S 2 - 200 1t

freddamento ad aria. Fuoco continuo e intermittente. Peso Kg. 8,4. Velocità di tiro 500 colpi al minuto. Modello 1931. Si adop<;ra tanto con piccolo affusto a t reppiede, quanto con supporto anteriore a forchetta. Cannone Solotlmrn. Arma automatica, de l calibro di 20 mm. con affusto a ruote adoperabile rer tiro contro bersagli terrestri (settore orizzontale 60°). La bocca da Soll icr Emilio

Sollier Loren7.0

Sollier Lorenzo Cesare. Generale, n. a Vinadio , m . a Torino (r844- 19 22). Soctot, d'art. nel 1864, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1896, fu d irettore dell'arsenale di costruzione di Torino. Magg. generale direttore superiore d el le esperienze d 'art. nel 1902, divenne :,el 1905 ispettore delle costruz ioni e nel J906 fu collocato in P. A. Nel 19, 0 passò nella riserva e nel 19II venne promosso ten. generale.

fooco pesa 17 Kg. ed è facilmente ricambiabile. li crriino può fa1·si a braccia, o con un q uad rupede , o a basto, scomposto in quattro carichi d i circa un quintale l'uno.

Cannone Solothurn da 2 0 mm.


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Solovezki. Isola del mar Bianco, all'imboccatura del golfo dell 'Ooega, circondata da alcuni isolotti, coi quali forma un piccolo arcipelago. Misura 230 Kmq, Nel secolo XIX i Russi vi avevano innalzato d ue batterie : nel luglio del 1854, durante la !;;'erra d'Oriente, venne ad assal irle una squadra anglo-francese, agli ordini dei comandanti Om manney e Guilbert; dopo breve bombardamento le batterie furono r idotte al silen~io. Soltikov (conte Pietro). Generale russo del sec. XVJ!I. Comandò in capo l'esercito russo nella guerra dei Sette Almi e nel r759 riportò la vittoria di Kunersdorf per cui fu promosso feldmaresciallo. Poco dopo divenne governa· tore ,li Mosca. Soltikov principe Nicola. . Generale russo del sec. XVIIIXIX. Feldmaresc. nel 1796, fu presiden te del senato e del Consiglio dei ministri nel 18r2 e reggente dell'impero durante l'assenza del l' imperatore Alessandro (18r3-18r5) per le campagne contro l' impero napoleonico e il congresso d i Vienna.

Sol venti (C/,imica. bellica). Entrano nel gruppo delle

« sostanze coadiuvanti " che fanno capo ai " composti sussidiari per la guerra chimica » . Sono prodotti, per lo p iù inerti, i quali - se r iuscivano <li largo aiuw nell'impiego degli aggressivi chimici - non parevano però manifestare una vera e propria azione di offesa , perchè priv i <ii pro.. prictà fisiologicl,c specifiche. Essi servivano quali veicoli per ottenere maggiore uniformità de lle miscele d i aggressivi chimici, o per esaltare le p i,, spiccate caratteristiche dei medettimi e venivano divisi in: sol venti leggieri, che av-evano l'ufficio d i facilitare la volatilizzazione degli aggressivi molto persistenti (tetracloruro d i carbonio, alcool etilico, benzolo, toluolo, xilolo); solventi pesanti, dotati della proprietà di lenta evaporazione, per spiegare compito in verso a quello dei precedenti, e cioè appesantire gli aggressivi fugaci, fa. vorendone la persistenza e impe<lendone la rapida diffusibilità (cloroform io); e sostanze assorbenti, che possono conside rar~i come solventi solidi, impiegate con le stesse .fina-

lità dei solventi pesanti puichè, impregnate di aggressivo poco persistente, riuscivano a ritardarne la evaporazione (pomice granulare, mattone poroso in pezzi, k icselguhr, ecc.). Soma, l'; il ca ri~o portato in groppa dai quadrupedi. (V. Salmeria e Mulo) . Someggiate! Coma,1do che vien d ato allorquando si vuole che .il n1atcriale d'art~glieria, le mitraglìatdci, i col-legamenti od altro vengano caricati a sa lma sui quadrupedi desrinati a portarli. L'ordine i nverso, per togliere il materiale dalla groppa dei quadrupedi, è: materiale, o pezzi, o 1nitragliatrici, ecc., a terra!

Soma! ia. Regione tlell 'Africa orien tale, di forma triangolare, politicamente d ivisa i1, tre zone, appartenenti al1'Italia, alla G ran Bretagna, alla Francia. Somalia. Italiana . Striscia di territorio costiero sull'Oceano Indiane;, d i 1850 Km. circa d i lunghezza e di 300-400 Km. di profondità. Nel la sua pane nord è limitata dal tratto costiero che si affaccia sul golfo d i Aden pet 280 Km. Confina con la Somalia Britannica, con l'Abissinia, con la colonia inglese {lei Kenia . Estensione : Kmq . 456.522, abitanti 991.000, fra i quali 1678 regnicol i. La co_lo1).Ìa della S. è divisa in cinque grandi region i : Oltre Giuba. (V.) sulla dr. del Gi.uba; Benadir, sulla sr. del Giuba; sultanato di Obbia; Terre del Nogal, Migiurtinia. È retta da un governatore con sede a Mogadiscio. É divisa in otto Commissariati: Giuba, Confine, Centro, Uebi Scebeli, Moga-

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<liscio, Obbia, Nogal, Migiurtinia, La colonia si formò a poco a poco. Nel 1885 si ottennero dal sultano di Zanzibar vantaggi commerciali senza occupazioni territoriali. Nel 1889 il sultano d i Obbia e quello dei Migiurtini chiesero ed ottennero la p rotezione italiana (8 febbraio). In accordo con l'Ingh ilterra, il console Filonard i sbarcava ad Atei (oggi Itala) nel Bensdir, ed alla fine di marzo 189r vemvano fissati con l'Inghilterra i limiti dell'hinterland; il I2 agosto 1892 veniva stipulata una convenzione a tre (Italia-Inghilterra-sultano di Zanzibar) per cui il Benadir, con i porti d i Brava, .Merca, Mogadiscio, Uarselick, veniva affittato ali 'Italia. Nel 1896 !'a.flirto venne ridotto ad una cifra assai jnferiore, consolidata in un ver-

samento d , 144.000 lire sterl ine, in Stemma della S omalia seguito al quale l' Italia entrava in pieno possesso del Benadi r. In questo ç-eriodo avvennero l'eccidio di Lafolè (26 novembre 1896), e l'assedio d i Lugh (dicembre 1896) per parte di bande abissine. Le forze mil itari della colonia erano allora costit uite da bande assoldate di scarso rend imento, ma l'Italia inviò nel Bcnadir 2 cp. di ascari eritrei le quali vi rimasero dal d icem bre 1986 al dicembre 1897, e vendicarono gli uccisi d i Lafolè. Nel ·1903 si costituì il corpo delle guaRlic <lei Benadir su sci cr. che poco dopo si smistò in 12 nuclei. Nel 1904 scoppiò la rivolca dei Bimal (V.). Nel 1907 venne nominato un governatore: la colonia era allora costituita dal possesso sul Benadir e dal protettorato sui sultanati di Obbia e dei Migiurrini e su l territorio <lei Nogal. Vennero riordinate le forze mii. su 6 cp . più una di cannonieri, e posti in stato di <lilesa i centri di Mogadiscio e di Merca. In seguito a qualche razzia abissina, e alle conseguenti proteste del governo italiano, il 16 maggio 1908 venne firmato ad Addjs Abeba un trattato per la delimitazione dei confiiù fra la S. e l'Abissinia. Il 5 aprile 1908 la colonia del Benadir prese il nome d i Somalia lta.lia.na. li fermento provocato d alla guerra Italo-turca provocò qualche piccola ribellione, e alcune scaramucce: a Ualad (gennaio 1912), a Scid k (marzo 1912), Mahad<lci Ucin (giugno r9r2). Nel 19r3 le forze mii. ammontavano a 12 cp. ind igene, una cp. cannonieri, 2 sezioni mitragliatrici, 5 centurie e 2 reparti presidiari,

a

una centUiia scorta carovane, un corpo speciale di polizia

(350 u.) : in tutto 4000 armati. Nel marzo 19r3 furono inviate in Tripolitania tre cp. somale che con uaa eritrea costituirono un battaglione.

Mentre si effettuava la grndualc occupazione del la Somalia, gli Inglesi avevano un lungo contrasto, iniziatosi nel 19or, col Ma.d Mullal, (V.) stabilitosi nel Nogal. Nel 1905 l'Italia diede ricetto al Mullah ad llligh con l'idea di porre fine al contrasto. Ma iJ Mullah irrequieto suscitò una nuova rivolta dei J3imal contro gli Italiani e diede motivo agli Inglesi per nuove operazioni che finirono nel 1920 con la definitiva sconfitta <lei Mullah. Nel luglio 1924 l'Oltre Giuba entcò a far parte della Colonia, Frattanto, nei lunghi anni della occupazione italiana, si erano verificati più volte d issensi con i sultani di Obbia e di Migiurtinia. Il governo decise <li stabilire efficacemente la propria sovranità su tutto il territorio, occupando effettivamente le località fàÙ importanti. Ciò diede luogo alle operazioni (1925-1927) çlal quale ultimo anno la S, fu effettivamente riunita in un solo ente arnministrativoi politico e militare. A compiere le dette operazioni furono destinate


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10 cp. con adeguaci servizi e aniglieric. Alle operazioni si opponevano il sulcano <l i Obbia (4000 fucili) e<l il sultano <lei Migiunini (7000 fucili). li conce De Vecchi organizzò, nell '~gosco, bande armate dette « Guardie di Confine » lungo tucto il confine verso l'Abissinia e lungo il corso dell'alto Uebi Scebeli. Gli zaptié furono portati a 1000 u.

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Karim, con !o scopo di sgombrare d efinit ivamente dai ribelli la zona fra l 'alto Nogal, l'a lto Darror cd jl confine anglo-abissino. I ribelli vennero sconficci e distrutti a Susciuban e presso il confine ; il sultano dei ~igiurtini, Osman Mahmud, con roch i seguaci riuscì a passare ,l confine arrende ndosi :1lle autorità inglesi di Berbera. [I 20 ottobre 1927, lo Slcsso Mahmud, ottenuto il consenso dalle autorità icaLlane, rientrò a lknder Cassin arrendendosi senza condizioni con cutto il suo se\\"uiw. Ordinamefllo militare della Somalia J1alia11a. Comprende un Comando; 6 bgl. di fanteria indigena; 7 :.ezioni mobil i d'art. cammellata; l cp. cannonieri su 1 0 ~'"Zioni art .

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da posizione; 2 squadriglie auco. blindate; J cp. prcsidiari:1; r squadriglia di aeroplani a Mogadiscio con campi di atterraggio presso le trentadue residenze. In totale 134 u(liciali, 48 ,ouufficiali, 6753 indi ~cni . pi1'1 un corFo <li polizia, costituito da carabinieri italiani e .zaptiéindigeni, nonchè 8 bancle armate a disposizione dei commis,ari regionali.

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taì1922 l!l!llillill1926 ~ 1925 hYdI927 N.B SJ th,~n.sc, dtl' ti u-s,no ~ 1t1t:l1a 1/ (N-r,tono (U((l,'U(O O dt ,:l,r("t(,I "'1.IÙ',i

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Somalia hri1111111ica. Zona co,tiera nel golfo di ,\ dcn, lungo. circa 650 Km. e brga dai 200 ai 350. Confina con la S. francese. l'Abissi11ia, la S. italiana. Kmq. r76.ooo, ,1b11ami 376.000. Le forze armate della S. B. sono costituite <lai meharisti del « Somal iland Camcl Korps » (3 CJ". con ➔ mitragliatr ici) e dal • Somaliland Police Force » di 550 uon11ni .

Somalia /r(l11ce>'e . Occupa la parte nord-ovest della S., allo sbocco del mar Rosso in fondo al golfo di Le tappe dell'occupazione italiana nella Somalia. (Da " Esercito e :Kazfone •> Aden. Superficie Kmq . i2.ooo, abitanti 86.ooo. Confina co11 l'Eritrea , con l'Abissinia, con la S . britannica. Da Gibuti, capoluogo, La R. marina concorse alle operazioni con 4 vcdecte e 2 incrociatori, oltre alla nave stazionaria. Le operazioni si una ferrovia sale fino a Addis Abeba ( 1500 Km .). iniziarono con l'occupazione del sultanaco ru Obbia, eseSomaten. Milizia spagnuola, risalente forse alla 1 a co• guito con due colonne e tll\ gruppo di bande: il 12 ocsticuzionc, <letta ,, Pace e tregua », deetata da Ramiro Bccohrc 1925 erano compiute. Un tentativo dei ribelli cacciò rcnguer I , e p iù certamente alla coscicuzionc di Fernando I da .El Bur un nostro prc,idio, ma due bgl. accorsi su l posto (1413) . Consistette, in amico, nella chiamata improvvi,J lo rioccuparono e batterono i ribelli in vari piceni, scontri, alle armi degli abitanti dei borghi e delle città, per mezzo sgombrando entro il giugno t926 dai medesimi tutto il del suono delle campane, i:-cr <ljfende rsi dal nemico o da sultanaro. L'occupazione <lei Nogal s'i ni.tiò lungo la cosca, bande di briganti. Tale chiamala risuonò in quasi tutta e le eruppe mossero subito dopo verso l 'alta vallata del I:, Spagna all'epoca della guerra concro i Francesi d i Napaese, banen<lo in più scontri i ribelli, e soffrendo un picpoleone. I S. furono aboliti dal governo repubblicano del colo scacco a Gardò, dove due pl. , sorpresi da forze supe, 873, e ripriscinari I 'nnno dopo contro il tcntallvo d i riori nella notte sull '8 ottobre, furono distrutti. Nello stesso don Carlos. Nel 19z3 Primo Dc Rivera li r ipr istinò, delimese l'occupazione del Nogal era compiuta. Nella Mig iurncndoli " le riserve e i fratelli del l'esercito •· La nuova tinia le operazioni si iniziarono mediante sbarchi nell'otrepubblica spagnuola (1931) li abolì num·ame.nte. tobre 1925. Una serie cli piccoli scontri dava tutta la zona Sombref. Villaggio del Belgio , a N .- E. di Ligny. costiera in mano alle nostre trupre emro il dicembre. Seguì so

gradualme1Hc, sempre superando resistenze annate, l'occu-

pazione cieli 'interno del sultanato , che richiese tutto il 1926. Ai primi di gennaio 1927 si svolse una manovra combinata: uoa colonna partl da Eil (Nogal), una da Calli, (alto Nogal), una da t--tafun (Darror), un bgl. eritreo da

Combatti memo di Sombref ( 1794). Appartiene alle guerre della Repubblic~ france><:. L'armata d i Sambrc-et-Meusc (Jourdan) aveva tentalo invano di ,loggiare dalle posizioni di S. i generali austriaci Bcaulicu e Quasdanovich. Un nuovo attacco sferrato il 7 luglio e la minacci:, di aggi ra-


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mento verso Namur costl"insero i d ue generali austrjac i a

ripiegare su Gemblo ux . Fu q uesto il segnale della ritirara genera le degli Alleati .

Somigl iana (Lodovico). Generale, n. a Como ne! 1872. Sotto!. <l'art. nel r 892, nella guerra contro l 'Austria meritò una mcd. <l 'argcnto sul Carso. Colonnello nel 19,8, , comandò il 2° art. P. C. e al Piave guadagnò la croce d i cav . d ell 'O. M. S. Nel 1919 ebbe il comando <lei 7° regg. da campagna cecoslovacco. Dopo la g uerra comandò il 9° cd il 20° da campagna ed jl 3° centro controaerei. In P. A. Jlcl 1930, fu promosso generale d i brigata nel 1931. Somis (di Chiavrù·, A ristide Timoteo). Generale, n. a Torillo, m. a Parma (1801-•1860). Sottot. di fanteria nel 1820, nella campagna del 1848 meritò due menzioni onorevoli e una me<!. d'argento. Colonnello nel 1849, nella carnpagna del 1849 ebbe una terza menzione onorevole. Capo d i S. M . della div is . d i Torino nel 1850, fu promosso magg. generale addetio al comando delle tt uppe dell'isola di Sardegna n el 1859. Nel 1860 ebbe i l comando dell a brigata Panna. Somma (Pas,o di). Co lle dcll'App,nnino Umbro, detw anche <li Sr,-euura, che mclte in comunicazio ne il bacino della Nera con q ue llo del Topino, affl . d, sr. del T evere. f.: n·avcrsato dalla Via Flaminia che da Terni , risalendo la valle del Tescino, affl. della Nera, raggiunge il valico a 669 m . presso Somma e scende nella vallat a del T essi no, subaffluente del T opino, a Spoleto, donde si d irige a Foligno . Passo impo rtante ban uco dall'evo antico è - come quello d i S. Gemini una chiave d'accesso dal Lazio al cuore dell' Umbria. Somma Donato. M<...-<laglia d 'oro n. a Mercato San Severino, caduto in L ibia (1862- 1912). Ufficiale di fanteria in S. E. P. fu sotrot. e ten. nel 7° fanteria e capica no nel 6'. L 'eroica fine del valoroso ufficiale valse alfa sua memoria la mc<l. d 'oro con la seguente motivazione : (< 1'1en trc con slancio e valore ese mp lari conduceva Ja comp agnia all'assalto de l Me rgheb, riuscendo a conq uistare le posizioni avversarie e a porre in precipitosa fuga il ne-

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il deposito mitraglìcri Fiat e poi ia Scuola centrale di fanteria dì Oriolo. Nel 1924 ebbe il coma11do dell'8J0 fante rja e nel r930 del distretto di Pisloia. Promosso generale di brigata, nel 1932 fu nominato comanda nte dell '8a brigata di fameria e nel 1933 addetto all'ispettorato fanteria.

Sommariva (Annibale). Generale, n. a Lodi, m . a Vienna (1755- r829). Servì nell'esercito austri aco; nel 1800 ebbe il comando delle truppe austriache occupan ti le Marche . Nel 1813 p m ecipò alla campagna d'Italia e d ivenne feldmarescial lo, comandan<lo una d ivìs. Nel ,814. fu nominato governatore di Milano . Sommati (di Mombdlo, c,.stavo) . Generale, n. nel 1811 , m. a Firenze nel 1928. Da volontario fece la campagna del 1859. Sottot. di fameria nello stesso anno, combatrè nel 1860-61, ne l brigantaggio, e nel r 866, dove meritò la menzione onorevole. Colonnello nel 1888, comandò il 24~ fan teria e poi il d ist retto mil. d i Brescia . In P. /\. nel 1899, fu promosso, nella r iserva, magg. generale nel 19or e ten . generale nei 1910. Somma Vesuviana. Comune in prov . di Napoli, cdìtìcato da i Romani . Il 1·e di Napoli, Ferdinando I d'Aragona, lo c.:ircondò con mura e torri. f're,a di Somma Vesm,ium1 (1350). Appartiene alJa spcdiàone del re d ' Ungheria nel regno di Napoli; il suo eserrno si presentò davanti alle .mura di S., a difesa delle ,1uali stava un forte corpo d i balestrieri. li voivoda free appiedare gl i Unghacsi che risposero a frecciate ai col11i dei difensori. F ratranto un corpo tedesco, appiedato, attaccò le mura e il figl io del voivoda Dionigi riuscì a scalarle, apendo la strada ai suoi soldati . G li abitanti furono m essi

in fuga e gli Ungheresi saccheggiarono e devastarono il borgo.

Somme (ant . Samara) . Fiume della Francia, che sbocca nella Manica dopo un corso di 2~3 Km. Vi si svolsero grandi azioni belliche durante la guerra Mondiale.

mico, cadeva. 1n ortalmen te ferito da palla n ern iGJ (Me rgheb,

Prima battaglia dciia Somme (24 g iugno• 10 djcembre 1916). A llorchè, nel giugno 1916, fu chiaro l 'esaurirsi, nel

17 febbraio 1912); già dis.t intosi per esemplare coraggio ;,, precede nLi combattimenti (Koefìa , 28 novembre 191 1; H oms , 9 gennaio 1912) » .

su Vcrdun, gli A lleari sulla fronte occidentale europea

c..:.omunc logorame nto, del grande sforzo offensivo tedesco pe nsarono essere giunto jl momento <li riprendere l'inizia-

tiva del le operazioni,

iniziando quell'offensiva che l'àt-

tacco su Vcrdun aveva fauo •sospendere e doveva essere ri-

volta ad impegnare il massimo delle forze tedesche in Francia, per facilitare la resistenza russa sulla fronte orienulc> dove i Tedeschi andavano cèr<.:an<lo uu successo di carattere decisivo. Da tali premesse derivò il carattere tipico di « grande battaglia <l i logoramento », che ebbe p recipuo la battaglia sulla S . Tutta costituita d i alterne vi'.

ccnde d i parossismi d 'attività e d i sosté, attraverso var iazion i territoriali della linea d i t rincee di ben scarsa importanza ai fini della condotta strategica delle operazioni: fatto da imputarsi anche in parte alla deficiente esp,rienza d i guerra d i posizione; attacchi di fanteria contro reticolati e trincee nern iche ben munite non sufficicntetncr.te prcpaSomma Donato

Sommat i di JVlomhello

Somma Umberto. Generale, n . a Pistoia nd 1878. Sottot. di fanteria nel 1903, fu in Libia dal 1912 al 1914 e vi meritò una med . d i bronzo. Partecipò alla guerra contro l'Austria, fu promosso tcn. colonneilo per 1n erilo di guerra, ebbe una med. d'argento e per una grave ferita rimase mulilato d i guerra. Colonnello ne! 1918, comandò nel 1919

rari. Durante q uesta bartaglia, infatti, si ebbe il primo caso d'impiego dei carri d 'assalto per l'apertura dei varchi nei reticolati nemici, ma con risul tati di gran lunga in feriori alle grandi speranze concepile in proposito. Le operazioni sì iniziarono il 24 g iugllo cou un attaéco di 16 divis. alleale sulla fronte A ncre-Lehons; attacco subito attardatosi attorno ai mil le ostacoli dell'organizzazione difensiva lcdcsca, sino ad esaurirsi nell 'agosto successivo, do po di


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avere consen tito agli Alleati qualche progresso verso Granc.~c(,i.lrt, Dapamne e Péronne-. Provveduto a rirararc alle perdite subìte, l'attacco alleato riprese violento il 25 sec.lcmbre a nord e a sud della S. e per la fine del mese gli Alleati riuscivano ad .includere nelle loro lince Bapaume e Péronoe. Dopo tali avvenimenti la baccaglia andò fatalmen te d ec linando per stanchezza, per mancanza d'obbiett ivi e, ancor più, per la stagione autun nale cd invern ale,

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ma esso affondò e non fu ripescalO che trenta anni Fiù tardi . In America , nel 1855, lo svedese Nordenfelt costruì quattro S. di cui due da 160 tonnellate furono mandati in Tu rchia e 11110 da 250 in Inghilterra. Nella guerra di Secessione fu dai Confederati messo in opera un S., i l « David », che rimase d istrutto mentre faceva saltare una corazzata federale. Nel 1888 l'ingegnere Perau costruì un S. nella Spagna e nello stesso anno ne fu varato u110 in Francia per opera dell 'ing. GoubcL Quest'ultimo aveva la velocità d i mg. 3,5 in immersione e 6 in emersione . Da quell'epoca comincia il vero sviluppo del S., specialmente ,per merito dell 'ing. francese Zédé i l quale cost ruì nel 1893 il " Gymnote » <li 30 tono. mosso con energia elettrica e fornito <l i accumulatori: le prime prove furono fatte a Tolone nel 1894, scendendo alla profondità d i 20 metri. Sviluppava 7 nodi di velocità. Nel r899, sempre in Francia, fu costruito il

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Morse » , d i

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tonn . , per

opera de ll 'iog. Ramazzotti. Da q uel momento sorsero vari ideatori e costruttori in lutti gli Sta ti marinari. Si ebbero così in America I--lollancl e Lake, in Francia Lebeuf, in Jtalia Pu!lino e Laurenti, nella Svezia Eurorh , in Russia Kutinikov e Kolbasiev. Verso il 1900 com inciarono ad adottarsi i periscopi. L' Inghilterra entrò in questa via nel 1904, seguìta ben presto dalla Germania. L'avvento dei motori a scoppio e a combustione in lerna finì per dare al S. la principale caratteristica della propulsione sicura, qllant unquc non fossero rnancari i tentativ i <h azionamento con macchine a vapore e caldaie, presto abbandonati . Il S . odia sua forma pi1r semplice è composto d i uno scafo cilindrico fusifor me resistente alle p ressioni del l 'acqua, ..:ontenuro nell'inte rno <ii un altro scafo leggero, che Battaglia su!la Somme (1Q 16)

che limitava le po,sibilità per agire. J~isultati, quindi, locali, non compensati dal grande logorio da tutti subìto. Va, però, rilevat'J che dagli scarsi guadagn i degli Alleati, il Comando Supremo tedesco trasse motivo d i pred isporre senz'altro una secon<la %Olla arretrata orga ,1izzata saldamente a difensiva, p::r i l caso che gl i A lleali potessero, in avvenjrc, raggiungere risultati pili decisivi. Tale organizzazione arre trata fu quella detta « linea di H indenburg ». Le cifre delle perdite sono stare così calcolate : Tedeschi 537.969 u., Inglesi 453.238 u ., Francesi 341.000 uom ini.

Seconda battaglia della Somme. Corrisponde a11a « Seconda battaglia <li Piccardza ».·

conferisce a t11t!o l'insieme le condizioni <li stabilità e di n~vigabilic:1; ossia che ba p rossin1amente le linee di uno scafo di. p iccola rorpcdiniera. L'involucro i nterno può essere c:hiuso ermeticamen te a tenuta ~tagna. Fra .i due scafi i l resistente è l'esterno; esisrono intercapedini nelle quali circola l'acqua q uando il S è immerso. Per l ' immersione esso imb3rca una quantità d i acqua nelle cosiddette « casse zavorra ,, . Oltre a queste il S. ha alle due estremità le cosiddette e( casse assetto )) 1 nelle quali è immessa una picp

cola quantità di acqua che può essere regolata in misura sensibile e serve a dare l'assetto longitud inale al battello. Queste casse comunicano fra di loro mediante tubolature. La comunicazione può essere intercettata. Esiste inoltre un terzo ordine d i cas~e che sj chjarnano << casse compenso ))}

Attacchi sulla Somme (26-29 agosto 1918). Ebbero speciale risalm durante la " Terza battaglia di Piccardù, ", pcrchè determinarono il ripicgainenro dei Tedesch i sulla linea: Somme-Canak del Nord, in modo da consentire agl i A lleali i l raggiungimeuto della linea Croisillcs-BapaumePéronne, per la Somme, sino a Noyon, per piegare verso la Woevre. Su questa linea, infatt i, cessarono le azioni importanti sino agli ultimi giorni del conflitto. Sommergibile. Sembra che il pr imo battello a cui possa essere dato questo nome sia stato ideato in Inghilterra da Cornelius Brettler J1el 1624 : furono con esso fatti tentativi sul Tamigi. L'idea venne ripresa <lai Bushnell nella seconda metà del secolo XVIII. Egli pensò d i munire il battello sommergibile d i una mina che doveva essere portata a<l esplodere sotto la carena delle navi nemiche : ten tativi furono fatri in tal senso nel 1777. Nel 1804 Pu lton

nelle quali viene immessa l'acq ua per compensare le perdite di peso navigazione (lancio <li siluri, consumo della nafta, ecc.) . Da tutre queste casse l'acqua può essere espulsa rapidamente mediante appo,ile sistemazioni di tubolature di aria compressa, L'equilibrio fra due acque d i

fece il tenta tivo di un battello !>otton1arino; in Germania,

un S. si oltie nc in generale con manovra dinamica, ossia

a Kicl, nel r850 l 'ing. Bauer costruì un battello sottomarino che andava a vapore con caldaia alimentata a legna,

il S. rimane immerso per effetto dell'azione dei timoni e della velocità. Questo cqui!ibrio fra due acque può essere

D istintivi d'imbarco sui sommergibili

,n


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Sor.t

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ottenuto anche staticamente, ma occorre una grande abilità da prtc dei comandanti. Le parti princ:)>ali di cui è composto un S. sono, a cominciare d a prora: camera di lancio prodiera, alloggi cqi.ùpaggio, alloggi uftciali, camera e torretta di comando, altri locali alloggi, stazioni radio e congegni per le comunicazioni subacquee, locdi motori tennici, locali motori elettrièi, camera di lancio poppiera. Al disotto dei locali motori termici cd elettrici sono i

numero esiguo vennero impiegati esclusivamente in crociere per l'attacco e l'affondamento delle navi da gucrra avversarie. Si ebbe così, nei primi mesi di guerra, l'affondamento di 7 focrociatori inglesi e russi. Soltanto nel febbraio <le,l 1915 la guerra sottomarina si i niziò sotto la sua nuova forma d i guerra d i corsa contro il naviglio mercantile, quando i Tedeschi constatarono che un S. (« U 53 ») rimase in alto mare fino •a 4r giorni senza rifornirsi. In

Sommergibile francese Surcouf: dislocamento tonn. 288oi lungo m. 1 ro e largo 10; armamento II 203 1 15 lanciasiluri; equipaggio 150 u.

locali accumulatori. Al disotto e d i fianco dei locali ccntràli stanno ì depositi di nafta , i siluri di Jispctto, le casse zavorra, ccc. Questa <l isposiz ione che è di carattere generale varia leggermente a seconda <lei vari tipi di sommergibiJì. I S. vengono distinti nelle seguenti categorie: di piccola crociera (da 300 a 650 tonnellate); d i media crociera (da 650 a rooo tonn.); di grande crociera (olrxe le 100 0 tonn.). La velocità è d i circa 10 miglia in immersione e 20 miglia in emersione. La velocità in emersione si ottiene con i motori termici; in in11nersione, con i mo~ tori elettrici; . la corrente è fornita dagl: accumulatori, i quali si ricaricano per mezzo dei motori termici che azionano apposite d inamo mentre i l S. è fermo in emersione . In ogni S. si d istinguono due raggi d'azione: in emersione ed in immersione. Il p rimo è semrre molto grande, il secondo è invece molto piccolo (poche ore). Si distinguono S. siluranti e posamine. Questi ultim i. sono d i qualunque tonnellaggio e, in luogo dei siluri, un certo numero d i torpedini (da r2 a 60) che possono essere !anciate e ancorate automaticamente, sia per mezz.o di tub, lanciamine simili ai tubi lanciasil uri, sia per mezzo d i pozzi verticali. Quest 'ultimo sistema venne largamente usato dai tedescbi durante la guerra Mondiale a scopo offensivo, per minare gli accessi ai porti' ddl'avversario. Esistono anche S. misti che possono lanciare siluri e portare torpedini. Tutti portano Periscopi (V.) e idrofoni (V.). Ogni S. porta anche uno o più cannoni di vario calibro : generalmente piccolo. Queste armi furont' largamente usate dai Tedescbi d urante la guerra contro i piroscafi. Ogni S. non portava in med ia più di 12 siluri cd avrebbe perciò presto esaurito 1 mezzi di offesa se avesse dovuto ricorrere soltanto all'arma subacquea per affondare le navi mercantili. L'Inghilterra, verso la fine del contlitto, costrussc un tipo di S. arrnaco con un cannone da 305. Dopo la guerra alle unità d i tale tipo fu tollo iJ cannone, e vennero rese atte a contenere, con le ali r ipiegate, un idrovolante, con annessa catapulta e g ru per il ricul?"ro. Operazioni dei sommergibili nella guerra Mondiale. Hanno costituito un fatto del tutto nuovo nella g1ierra navale, a cui nè aggresso,i, nè aggrediti erano cOmF'1etamente preparati. Al principio della guerra infatti i S. tedeschi, in

seguito, le cose si perfezionavano fino a raggiungere , con l' « U 151 » , una permane nza d i n3 giorni; in media tutti i sottomarini restarono più di un mese lontani dalle loro basi. Mentre l'impiego puramente militare del S. si manifestò pressochè in fruttuoso, ben altr i risultati si ebbero invece nella guerra di corsa. Il 22 febbraio 1915 la guerra al commercio è dichiarata ufficialmente, r isparmiando soltanto i p iroscafi americani ed italiani (fino alle dichiarazioni di guerra di queste due nazioni alla Germania). Vengono stabilite 4 basi : una nel Baltico, un~ sulla costa delle Fiandre, una a Pola, e la principale nel Mare del Nord . Le CO· struzioni si -intensificano e in breve il. numero delle unità oltrepassa il centinaio; si hanno in media dalle 3 alle 9 unità che entrano in servizio in un mese, mentre le perdite sono di una o di due unità. L'azione si svolge su tutti i mari, <lall 'Atlantico ai Dar<landli, e gli Alleati sono costretti a correre ai ripar i. Ma si può affermare che se la lotta sottomarina fosse stata fatta fin dal primo momento senza restrizione, la guerra sarebbe rimasta decisa in favore dei Tedesch i entro la prima metà del 1916. Per la pressione però dei neutrali, e specialmente dell'America, nell'aprile del 19l6 la Germania si vide costretta a dichiarare che avrebbe condotto la guerra secondo le norme del d i-

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ritto di preda, ossia attaccando soltanto i piroscafi d isarmati aventi contrabbando d i guerra. Ma questo sistema fece difl')inuire subito gli effetti della campagna, e i Tedeschi, dopo lunghe tergiversazion i, dichiarava no i l 9 gennaio 1917 la guerra sottomarina generale « senza restrizione » . Le d imensioni dei battelli andarono sempre aumentando, fino a giungere, nell 'autunno del r917, agli incrociatori som mergibili : i n quel periodo la crisi degli Alleati d ivenne

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Sommergibile con idrovolante lane-iato da <!atapulrn

gravissim a, e fu sup:rata •a stento, con i provvedimenti descritti alla voce Antisommergibili (V .) . I S. italiani erano 21 allo •scopp io della guerra Mondiale, 77 alla fine della medesima. Il loro impiego fu intenso : essi non e bbero la fortuna d i incontrare spesso il nemico g iacc.hè q uesto beo raramente '1Sciva dai suoi porti, però vi furono avvistamenti ed àttacchi, molti dei q uali coronati da o ttimo successo. I som mergibili com pirono crociere lunghe e faticose, sostarono per giorni e notti in agguato d inanzi ai poni avversar i e nei [L.oghi ove il traffico avrebbe potut<J esse.re più intenso ; quell i d i minore autonomia erano impiegati nella difesa ravvicinata delle nostTe piazze marittime. Il problema ddl'abo/izio11e dei sommergibili iu trattato in var ie sessioni dell a conferenza del disarmo . La prorosta era stata presentata a Washing ton nel 1922 : si opposero l 'Italia, la Fra ncia, il Giappooc. Ripresentata a Londra nel 1930, l 'Italia aderì alla tesi dell'abolizione, purchè contemporanea mente fosse decisa l'abolizione anche delle navi d i linea . Anco ra si discusse il problema, e s<.:rnprc senza venire a una conclusione, nel marzo del I 9.32 , a Ginevra . A ttualmente (1933) la situazione è ancora q uell a deJla conferenza <li Londra del 1930, ossia libertà d ì costruzioné 'per i. S . fino a 2000 tonnellate .

Sommergibili (lgie11e). Nella navigazione alla superfic'i e, non presentano, so tto il punto di vista igienico, differenze sostanziali con le comuni torrcdiniere; caratterisrica d i q uesti battelli è la navigazione subacquea, in cui formano un arobiente enne ticarnen te chiuso, separato in 1nodo assoluto

dal mondo esterno, d imodochè le condizione di esistenza sono affatto d ifferenti dalla vita sulle altre specie di nav1. L'angustia dello spazio, le alterazioni del l'aria, le cond izioni di tcmpc1 atura, d i illuminazione, d i lavoro, d i a limentazione, ecc . danno origine a problem i igien ici d i grande importànza, tra cui il principtle è quel lo della provvista di aria pura , affincbè il personale possa vivere e lavorare in slato di relativo b~nesscre. I n1ezzi messi in opera a questo scopo consistono: ,i) nella depurazione chimica d cli 'aria confinata mediante composti chimici (calce sodata, potassa, soda, barite); b) nella sostituzione dell'ossigeno consumato con produzione di nuovo ossigeno mediante l'ns~ i. lite, l 'ossigenite, l 'ossjgcno compresso, l 'o:lono; e) nel rin. novame11to totale dell'atmosfera interna mediante l 'aria compressa . li servizio s11 questi baltelli sottopone il personale ad una tensione nervosa estre1na; da ciò la necessità cbe lo stato magg iore e l'equipaggio siano composti d i persone scelte, tanto dal lato fisico, quanto dal lato psichico.

Ispettorato Sommergibili. Costituito nel 1932, ha alle sue .d ipendenze tutti i S . .allestiti, raggruppati in flottiglie.

È comandato da un ammir. <li divis . che dipende dir~rtamente dal Ministero della Marina, comunicando allo S. M. ogni questione inerente a9 esercitazioni del materiale e del personale .

Sommières (ant. Smnmidrium) . Città della Francia, nel dir. del Gard, sulla sr. del Vidu rle. Prese pane alle guerre d i religione e nel XVJ e XVU secolo venne fortificata dagli Ugonotti. As,alto di Sommière; (162:2) . Appar tiene alla g uerra di Rel igione in seguito alla violazione dell'editto di ·Nantes, e fu sferrato dall'armata reale il 17 agosto . La piazza cadde nel le mani dd re dopo una valo rosa difesa. Caratte, ristico in q uesto assalto, un accorro itnpiego di ma.schernmento. Narra il Pontis, comandan te d i una colonna d'assalto, che la g uarnigione si era ritirata dalle mura ed aveva occupato le st rade e le case che era no statè n1cssc jn staro di d ifesa . Da tali occupaz ioni i d ifensori inAiggev~no grandi perdite agli auaccanti che avanFortezza di S ommières (sec. XVI I) z_avano Fer le strade . Il comandante Pontis ricorse allora ad uno stratagemma: « lo feci portare dai miei soldati dei drappi e de lle coperte che feci sten<lere attraverso la via alla sommi tà di due pertiche. Chi marciava era coperto alla vista del nemico, il quale, non vedendo il bersaglio, non tirava. o t irava colpi alla cieca, che andavano perduti » .

Somorrostro (o San fua,~ dc S.). Borgo della Spagna, sul torrente omon imo, a 3 Km. <!alla sua foce nel mare. I. Combattimento di Somorrostro (1874). Appartiene alla g uerra civi le d i Spagna . Per soccorrer<: Bilbao, il gen. repubblicano Morio nes concentrò a Castro Urdialcs, nella metà di febbra io, circa 18. 000 u. I Carlisti prepararono una linea d i d ifesa presso S. occupandola con 25.000 u. comandati da Elio e d a Dorregarai . La sera del 24 febbraio I 'ava nguardia del Morione, passò il pon te wl S . e noalgrado la

tcazione <li fuoco dei Carlisti riuscì ad occu_oftre il villaggio .. Nella notte fu gettato un pome a valle della strada, cosicchi: ali ' alba del 25 t utte le forie repubblicane erano schierate sulla riva d r. Alle 9 fu iniziato l'attacco. Ma lg rado l'azione m icidiale del fuoco della d ifesa, l'ala sr. ed il centro avanzando in colonne d i bgl. riuscirono ad ocrnpare le frime trincee . Soltanto a mezzogiorno l 'ala d r. attaccù


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gli o bbiettivi ad essa assegnati . .Ma i Carlisti o perarono im-

petuosamente un -:ontrattacco generale, e i Repubblican i, pres i <la improvviso panico, si <lettero alla fuga . A stento alcune t ruppe rimaste al la mano dei com~ndante del centro dello schieramento riuscirono a moderare la foga del nemicc• ed a coprire alla meglio la ritirata, aveod o perduto un m igliaio d i u . contro circa 500 perduti dai Carl isti . II. Combattimento di Somorrostro (1874). Dopo l 'infelice esito del p recedente tentativo, Mori~nes dovette lasc iare il comand o dcll 'cscrcito repubbl icano , in cui fu sostituito dal gcn . Serrano. Spinto dal bi.sogno d i consolìdarc il p rorrio potere e di t ranquillizzare l'opinione pubblica che rechmava un soccorso a Dilbao, egli mosse fHl co.ra una volta

contro la formidabile posizione carlista sul S. li 25 mar zo il gen . Primo dc R ivera varcò il fiume e gettandosi impetuoso sulle truppe car liste si j mposscssù del villaggio d i Carrcras, g iungendo fi n q uasi ad Abanto, posizione molto importante, che offriva la chiave per scendere a Bilbao. Il combattimento proseguì accanito, ma il micidiale fuoco dei dife nsori costrinse il de Rivera a sosrn re ln attesa che la notte conse ntisse d i riord inare le prorrie truppe . Il 26 i Repubblican i tentarono ancor a l'occupazione d i Abanto e delle alture che lo circondano, ma i battaglioni d i attacco, non validamente sorretti dalle rise,·ve , non riu,ciro no nel] ' intento. Le perdite dei Repubblicani furono molto grav i,

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l'artiglieria della Gua rd ia , lanciò alla carica lo sqdr. che gli faceva servizio d i scorta per tentar d i sorprendere la grande batter ia centrale avversaria che i r1filava la strnda. Ma i cava lleggeri, spiegati sulla st retta fronte stradale e battuti da fuoco nutrito, furono decimati e respi,n i. Raccolti dall'intero regg. tornarono alla carica insieme a<l esso, riu~ccnc.lo a piom bare '.iltila batte ria e a, gettarsi sul rovescio

della difesa, a prendo la via alle altre forze francesi. Sorpresi dal temerario attacco, g li Spagnuoli abbandonarono la posizione perdendo tutte le artiglieri~ e i! carreggio e si riti rarono in d isord ine inseguiti dalla cavalleria. li combattimc11to valse ad aprire ai Francesi la strada di. Madrid.

Soncino (ant. Castmm Soncim). Comune in prov. di c,-en,ona, sulla d r. ddl 'Oglio. Ha un castello, ancor bene conservato, costr uito nel secolo XV per ordine d i Francesco Sforza, su {!,segno degli arch itetti Salvini e Cincd ati. Già alla pr ima calata degli Ungari il capitano <lei popo lo Grassi aveva inna lzato una rocca, che venne poi fatta restaurare cd an1pliarc da Berengario I: era però andata in

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tuttavia essi potcr~no mantenere alcune posizioni gi?1 ragw

giunte il giorno 25. L a notte pose d i nuovo fine al combatti1n cnto. Ancora una vol ta nel corso <li ci rca un mese j Repubblicani erano battuti sulle posizioni di S . e ciò sempre per l 'erroneo concetto di attacco adottato (frontale) e pe r il cattivo impiego delle trupre a d isposi7,ione. Il 28 aprile i Repubblicani riuscirono nel loro intento, con la battaglia <li M1111ccas (V .) che ta luno chiama anche di Somorrost ro. JI c astello dì Soncino

Somosierra. Borgo della Spagna settent'rionale , sulla Sierra dc .Milcdo, che separa la Nuova dalla Vecchia <,;astiglia : dà i l nome al vicino valico, che apre la comun icazione fra il bacino del Duero e quello ,lei Tago.

Combattùnento di Somosierm ( r8o8) . Appartiene a lle campagne napoleoniche nella Spag na . Nel novembre i l borgo e il passo erano guardati da circa 13 .000 u. con 16 pezzi. Contro d i essi mosse il corpo ciel maresc. Victor, che giun se il :;o novembre dinanzi all'accesso settentrionale, c . respinti

gl;' avamrosti, lanciava innanzi alcun i bgl. sostenuti d a art iglieria. Ma l 'impresa appariva difficile e richiedeva alla fanter ia i più g ravi sforzi per l 'assalto delle alture laterali,

da cui partiva un fuoco viv issimo. Napoleone, sopravvenuto alla testa d i un regg . d i cavalleggeri polacchi e del-

rovina. P resso S . sorgeva l 'ant. Aquaria, città dei Galli Ccnoman i, d istrutta nel 127 a . C. dai Reti e dagli Elvezi. All'epoca dell 'invasione dei Franchi S . fu devastata ed i,1ccndiata. Nell'XI secolo si resse a cmnune e guerreggiò con le città vicine. Nell'ottobre del 1136 fu assalita cd espugnata dall'imFeratore Lotario lii che la devastò. Nel 1186 Federico .l mise S. a ferrn e fuoco, ma l'anno successivo si riedificarono le mura . Nel 1193 fu distrutta dai M ilanesi, ·e poco <lopo r ico.stru ica ancora dai fuorusciti ghibellini. N el sec. XIII, approfittando <li discordie intestine, Buoso d a Oovara , eletto p0<lest~ , finì con l'insignor irsene.

Nel 1 268 fu cacciato da S. , ma 1 1 an ni dopo la rioccupò. Allora i Brescian i allea1·i ai Cr<:monesi vennero ad assediarlo e In costr insero alla resa scacciandolo definitivamente. La città appartenne poi ai Visconti, a Pandolfo Malatesta, al Piccini no .

I. A/lacco di Sonci110 ( r153). Fu eseguito dai ll resciani, guida ti d a Car-riolo; essi asciuga rono i l fossato e infine, . costruite torri mobili, d iedero l'assalto alle rnura . I citta-

dini si <l ifesero valorosarricntc e riusci rono a rcsµingcre

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Bresciani , che <lovtttçro r inuncia re :ill' impresa.

I l. A ,.ccdio di Soncino (3-u giugno 1200) . Fu posto dai Milanes i alleati ai Bresciani; i ripetuti attacchi vennero re~ spinti . Essi allora si sfo_g arono dando il guasto al territorio, ma infine \'enncro scacciati defin itiva1ncntc .

111. Attacco e congresso di Soncino (1268). l Bresc iani, essendo stati respinti di nuovo da S., chiesero aiuti a BerIlat'taglia di Somosierra ( 1808). (l Francesi, col centro bianco)

gamo, :tvfantova e Ferrara> che mand aronu ingenti forze. Il


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castello allora capitolò, e vi · si tenne un congresso, cui parteciparono ambasciatori_d i mo lte città, nel quale si concluse una pace fra Guelfi e Ghibellini, di corta durata. IV. Auedio di Soncino (l.3J2). [ Guelfi, guidati da Passerino della Torre, podestà di Cremona, occuparono S. e ne assediarono la rocca. In soccorso della città mosse i l conte di Hunberg, con 400 cavalli tedesco-bresciani, che sconfisse i Guelfi costringendoli a foggire da lla città e infliggeo~lo loro la perdita di 250 u . .norri e 160 prigionieri. L'anno seguente Passeri no rioccupò S. e il J6 maggio riuscì a prendere anche il castello, dopo sci giorni d'assedio . Ma anche questa volta i Guelfi furono cacciati . V. Congresso di Soncino (dicembre l318). Fu tenuto, sotto la FfCsidenza d i Matteo Visconti, dai signori ghibellini d'Iralia; il 16 d icembre si decise d i rendere più forte l'alleanza dei signori ghibell ini e di eleggere un capo supremo (che fu poi. Cane della Scala) , al quale si stabilì d i dare 1000 fiorini al mese e 1000 soldati arroolati a spese comun i.

VI. Battaglia di Soncino (luglio 1391) . Nel maggio l'Acuto venne ad accamparsi fra S. e Soresina con 20 ..000 u . tra Fiorentini, Bolognesi e Padovani . Qui veone ad Mtaccarlo l'esercito milanese di Jacof'O da l Verme, e il primo scontro fra le due arrnat9- si ebbe il 2 l uglio. Il giorno successivo, dopo un ,altro' ,c'òm battimento, l'Acuto, con abile st ratagemma; rrovò ·il modo di ritirarsi vèrsò, }'Oglio, cercando di evitare una battaglia definitiva. Ma al pass~ggio del fiume fu raggiuoto dal Dal Verme che lo aveva celermente insegu ito : l'Acuto lo attaccò allora di fronte, ordinando nel medesimo tempo al conte Lancio di assalirlo di fianco. I Milanesi, stretti fra j due corpi ncmjci, furono completamente sconfitti. VIL Presa di Soncino (rn luglio 1403) . I Guelfi fecero qt1cst'anno un nuovo e riuscito tentativo di prendere la città, che cadde nelle low mani. Ma contro d i essi mosse R{>naldo Pal lavicini che riuscì a riprenderla cacciandone gli occupatori. VIII . Trattato di So11ci110 (6 settembre r405). Fu concluso fra Pandolfo Malatesta, signore d i Brescia, e G iovanni Visconti. Questi cedette Palazzolo al Malatesta, che liberò lo zio di Giovanni fatto prigioniero in uno scontro del 30 luglio. IX. Attacco di So11ci110 (1412). Fu eseguito da Facino Cane, signore di Cremona, mentre la città era difesa da Giacomo Covo. Per due mesi le mura furono bat tute dalle aniglierie, ma i difensori resistettero senwre coraggiosamente, finc.hè non giunse un corvo di cavalleria d i Pandolfo Malatesta, che piombò all'improvviso sugli assedianti e li mise in fuga. X. Battaglia di Soncino ( •i maggio 14y). Il castellano viswntco di S. promise a l Cannagnola di apri rgli le porte della città. Egli vi si recò con 3000 cavall i e 2000 fanti , ma si trovò contro l'esercito visconteo e fu cost retto ad accettare battaglia. L'azione duri, sino alla notte e il Carmagnola fu sconfitto, riuscendo a salvarsi a Brescia con pochi uomin1. La sua fanteria restò tutta pr igioniera con 1500 cavalli. XI. P,-esa di So'.1ci110 (1432). Fu eseguita <lai Gonzaga, successo al Cann agnola: per due ,mesi 14 bombarde batterono le mura, ma il forte preiidio non si sarebbe arreso se il comandante della piazza, comprato dall'oro veneto , non avesse firmato la capitolazione. Una depu tazione degli

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abitanti, recatasi al campo del Gonzaga, ottenne salva la vita e g li averi dei cittadini. XII . Battaglitt di Soncino (r4 giugno 1440) . Fu combattuta da Francesco Sforza con l 'esercito veneto, contro le milizie viscontee (Taliano Friulano, Ludovico Dal Verme e Luigi di Sansevcrino), ai quali si era aggiunto Borsa d'Este con un corpo d i 1000 cavalli. Fra il campo veneto e il ducale scorreva I 'Oglio, sul quale pesso S. erano tm ponte levatoio e una bastia, mentre a Orz1nuovi si trovava

un distaccamento di cavaller ia viscontea. Il Taliano passò per primo il fiume con un cor po di fanti e cavalli: lo Sforza fece ritirare lentamente i· suoi e poi all'improvviso lanciò sul nemico il Ciarpellone, che sbaragliò completamente i ducali e ripassò il fiume con loro. Lo Sforza allora lo seguì e _prese d'assalto tutte le bastie _presidiate : poi raccolse le sue forze e piombò sull'esercito visconteo, schierato attorno a S., mettendolo in disordine. Le truppe dLJcali si sbandarono compleramentc e si d iedero alla fuga p-erden do 1500 cavalli e tutti i cariaggi. IL 15 S. si diede allo Sforza. XIII. Assedio di So11àno (marzo 144r). Fu posto il r9 marzo da l P iccinina che, tornato nel Cremonese, si presentò davanti a S_, presidiata da Micbde Gritti con 300 cavalli, e pose i n battena contro k mura sci bombarde. fl 27 la piazza si arrese. XIV . Presa di Soncino (6 maggio r 446). Fu e;cguita da Francesco Piccinina che con 5000 cavalli e 1000 fanti si portò davanti a S., costringendola a capitolare. Nell'ottobre però Michele Attendalo rillSCÌ a riprenderla, dopo pochi giorni d'assedio. XV. P,-csa di Soncino (giugno 1452). Fu eseguita da Iacopo Piccinina, comandante dell'esercito veneto, che i l 4 giugno si presentò davanti alle mura d ella città, ponendo in batteria alcune bombarde. Jl 6 il presidio capitolò. XVI. Atlt1cco di Soncino (1660) . Durante l'assedio <lì Cremona, un corpo di fanti e <li cavalli francesi attaccò all'imprnvviso S., difesa da un piccolo distaccamento di fanteria napoletana. Le poche artiglierie della I0Cca bastarono tuttavia ad allontanare gli assalitori . XVII. P,·esa di Sonci110 (1705). Appartiene alla guerra per la Successione d i Spagna e fu operata dagli Imperiali del principe Eugen io, al coma11do del generale Isselbach, con due colonne effettive e due d imostrative. La sera del ro luglio furono posti in batteria alcuni cannoni da campagna, e, mentre sopraggiungevano le grosse artiglierie, il comandaiuc, colonnello Bcnaggio, intimorito, si an ese (u l uglio) a discrezione, con 600 u ., 5 cannoni e gral}di quantità d i approvvigionamenti e mu nizioni. XVIII. Presa di Soncino (ottobre 1705). Dopo la battaglia di Cassano, il maresc. d i Vendòme giunse il 20 ottobre davanti a S_, in cui il principe Eugenio aveva lasciato un presidio di 500 tedeschi. 11 Vendòme d iresse in persona -1'assedio e fece porre in batteria dei grossi pezzi, con i quali battè le mura fino al 22 ottobre, giorno in cui la guarnigione si arrese. XIX. Combattùnemo di Soncino (24 aprile 1799). Appart iene alle guerre del la Rèpubblica francese, e si svolse fra gli Austro-Russi del Suvarov e i Francesi. Il primo ebbe la meglio e il giorno dopo potè raggiungere Caravaggio e il 29 Milano.

Sonderbund (Lega e guerra del) . Lega de'i cantoni cattolici di Lucerna, Friburgo, Ur i, Valksc, Schwytz, Unter-


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waldcn, Zug, costituitasi nel 1847 in seguito alla deliberaziòne della Confederazione, di sopprimere le congregazion i religiose·. Si iniziò a Lucerna la raccolta di milizie decise ad opporsi con le armi alle autorità federal i. Queste affidarono l'incarico dd la repressione al colonnello l)ufour, che fu nominato comandante in capo dell 'eserCLto, ed usò tale moderazione da ottenere il rispetto dei vinti. Le forze ai suoi ordini ammontarono a s~i d ivis. d i varia forza (complessivamente 86.200 u ., f ÌÙ una riserva d i 9500 u . a Berna, dove era pure la riserva d'artiglieria). Il Sonderbun<l riuscì a mettere insieme 23.500 u. Tentativi d i pacificazione andarono a vuoto . Frattanto il Dufour aveva operato il d islocamento delle forze, basaJH)osi su criteri prevalentemente politici. Il 4 novembre egli ricevette l'ordine di sciogliere con la forza la lega; provvide subito a investire Friburgo che cedett<: i.I 14 novembre accettando di espellere le congregazioni rel igiose; poi fo la volta cli Zug (21 novembre). 11 23 novembre Dufour attaccò l'esercito della lega presso Lucerna, e questa ci u ,, capitolò ìl giorno dopo. Gli altri cantoni abbassarono k armi fra il 25 e il 27 novembre.

Sondrio. Città caro!. di provincia , nella Valtellina, sulla dr. dell 'J\dda. Vi fu costruito un castello, dello d i Masegra, poi adibito a caserma, che ebbe in antico torri e mura poi demolite. R imonta al scc. Xl. Poco discosto dal paese, è la rocca cli Grumella, del scc. XIV: d ivenuta ricovero di Ghibellini, fu espugnata dai Guelfi nel 1328, ..: smantellata nel sec. XVI. Ma nel r309 i Ghibellini avevano assediato, preso e devastato il borgo, e gli abitanti I ·~vcvano ricostrnito più p resso al castello di l\·1asegra e 1nunito di n1ura turrite. I Ghibellin i tentarono invano nel 1329 di prendere la nuova S. assedianStemma di Sondrjo dola. invano J)Cr due anni. Le n1ura furono smantellate da Azzone Viscouti. Durante la guerra di Valtellina, la città fu investita il 18 dicembre 1624 da un esercito francese, agli ordini del marchese di Cocuvrcs, composto di 6000 fanti, 400 cavalli e 4 cannooi, sventolante anche le insegne degli alleati: Savoia e San Marco. Accolte dal fuoco d i una guarnigiouc pontificia (1 rn u.) lasciatavi dal Di Dagno, mise i cannoni in batteria e prese a battere il castello, mentre gli abitant i favorivano l 'eotrata dei Francesi in cit tà. Il comandanie del castello, il giorno dopo, capitolò; gli i nvestitori avevano perduto 50 li . fra rn. e feriti; g li assediati sci uomini. Songeon (Gtovaimi Maria). Generale savoiardo, n . d i Annccy (1771 -1 834). S'arrnolò a 16 anni e combattè a San Domingo: poi fu nei Pirenei orientali. Passato nell'ese rcito napo.l etano divenne colonnello; nel 1809 si segnalò alla battaglia <li Saci le. Combattè poi in German ia e nella Spagna; nel 1812 si distinse alla d ifesa di S. Sebastiano. Generale di brigata ne l 1813, alla restaurazione fu collocato in congedo e riprese servizio nel 1830. Son Tay. C ittà dell'Indocina francese, nel Tonchino, sull'alto delta d el Fiume Rosso, a monte d i Hanoi . Nel 1881 i Francesi, con piccole colonne, tentarono invano il J5 :,gosto e i l 1 ° settembre di raggiungerla, perdendo complessivamente 70 morti e 100 feri1 i. A/tacco di Son '/'ay (17 d iceml,re 1883). Fu compiuto da ll'ammir. Courbet. con un corpo d i 6000 u . , appoggiato da una flott ig lia <li cannoniere. La piazza aveva una d iscrera c in ta dì 111ura, con largo fosso, e arn1ate <lì un ccn-

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cinaio d i cannoni antiquati. V'erano rn.ooo regolari cinesi e ro .ooo appart~ncnti alle « Bandiere Nere » . li 14 i Franc:e~i arrivarono davanti alla ciui1 <li cui si re~ero padroni entro il 16, dopo tre giorni di una lotta che era costata loro 83 morti e 319 feriti. I Cines i, dopo la caduta della città, sgombrarono la cittadella senza combattere. 1

Soor (o S,ol,r). Vil laggio della Boemia, presso la sr. del!' J\upa , a occidente di Eipel. I. Bal/{1glia di Soor (30 settembre 1745). Appartiene alla seconda guerra d i Sles ia (Successione d •Austria). Federico li, che retrocede,·a in Slesia seguito dal principe di Lorena, giunto il 30 settembre a Staud.cnz, quando già stava per rip iegare su Trautenau , apµn:n<lc che il Lorena è a S. e ritenendo prorizia ~a situa2.ìonc decide d'attaccarlo.

Il re dispone d i circa 23.000 u . di cui 6500 di cavalleria, che dispone su due schiere, colla ca,-alleria alle ali e la dr . più forte, oerchè mira a oper are in modo <la aggirare la sr. dei nemico. Gl, Austriaci, forti <ii 36.ooò u. <li cui 6500 di cavalle ria, sono schic,ati presso S ., con cavalleria alle d ue ali e nel centro; sulla sr. la maggior pane dell 'artigl ieria: 28 pezzi. La battaglia si svolge in tre fasi. Ndla prima b cava lleria prussiana del! 'a la dr. 51 lancia avanti ed u,ra con tro la cavalleria amtriaca che non può. reagire opportunamente cd i: perciò sbaragliata e ributtata sulla propria fanteria. l~'artiglieria austriaca è rresa. Nella seconda fase il principe di Lorena rca;;isce colla propna fanteria: a ral fine fa avanzare il centro (gcn. Daun) su Burkersdod; k fanterie prussiane resistono gagliardamente-

non solo, rna riescono ad avanzare e ad occupare il villaggio di Burkersdorf. Non riuscito !o sfondamento dei centro prussiano e minacciate alla p:opria ala sr. le truppe. austri ache ripiegano su una linea di alture retrosraoti e vi prendono posizione . Nella terza fase La lotta più intensa si ha all'ala sr. i:n1ssiana. l 36 sc1uadroni dell'ala dr. austriaca, saputo dello scacco all'ala sr. , abbandonano il campo e ripiegano scoprendo le prop rie fanterie; n/; si portano a rinfor zo del! 'ala battuta. Per con tro Ft·dcrico, fatta passare sulla sr. una parte della cavalleria dell'ala dJ . pro111111zia decisamente l'attacco generale. Gli Austriaci, ridotti. a c01nbattcre senza artig lieria e senza cavalleria, sono battuti e devono ritirarsi nel massimo d isordine verso K'iiniginbof. Federico Il insegue per breve spazio. La villoria i: dovuta al valore delle truppe p russia ne ; per contro gli Austriaci, più numerosi ed in buona rosizione, non hanno potuto reagir<: a causa <lei! 'eccessivo addensamento: la seconda e la terza sch iera sono state immobilizzate e travo1te dallo sbandainento ,lclla prima. Le perd ite degli Austriaci ammonta rono a 1100 n1urti , 3200

feriti, 3100 prigionieri e

19 canno;1i. Quelle dei Prussiani a 850 morti e 1400 feriti. li. Combattimento di Soer (r86o) . È d etto anche di Neu Rogn itz e di l:lurkcrsdorf. l)opo il .successo austriaco del 27 g iugno a Trautenau il X corpo ausrri~1co fu richian1atoindietro1 verso Praussnitz che si <.:redeva sgo1nbro dal nemico, mentre j Prussiani vi erano già entrali, ed avevan0proscguito risalendo a nord su due colonne. Il com,rndante aust riaco del X corpo, gen. Gabler\z, che aveva diviso le: proprie forze in tre co 1onne e si ri1e nev~ coperto .-mila fronte e sul fianco, venne a inconlrn re i nopi natamente nei pressi d i Burkcrsdorf le forze nen1 iche dirette su Neu Rognitz. In pericolo di essere ragliaro <lal grosso austr iaco, egli riesce a spiegarsi presso Neu Rognitz. L 'otti1no con-

tegno della brigata cli testa e le Fronre disposizioni <late: va lgono a salvare la situazioJ1e; onde, henchè soverchiata

sulla dr. , la colonna prir.cipak del X cor1,o r;escc a disim-. pegnarsl sfuggendo verso nvesr in direz ione d ì P ìlnikau ..


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Ma la brigata G rivicic, a lquanto a rretrata per ,ncagli de l movimento 1 non è p revenuta in tempo ed è avv iluppara e .soggetta a fortissime perdite: in tutto g li Aust riaci ebberc, 4000 u. fuori di combattimento; i Prussiani 700.

Sop, Vdlaggio e p asso montano della Macedo n ia serba , a no rd d i Mo nastir. Combattimento di Sop (28-29-30 se tte mbre 1918). Appart ie11c alla guerra· Mon<liale. È l ' u ltirna operazione campale -compiuta in Maced o ni a da lla 35• d ivis. italiana (gcn . J\·Ìc,m . be lli). Mentre l 'a rmata d'Or,ie'1,e (Francesi, Inglesi, Serbi, Greci) rimo ntavano lo Struma e il Vardar, la 35~ divis . -ebbe ordine di attaccare i Bulg a ro-T edeschi su lle loro posizion i rcr fissarveli. Il 28 settemhre la brigata Cagliari {ge n. Freri) dopo una m a rcia d i ol i.re 45 K m., attaccò le pos izioni b ulgare d i fronte, m e ntre le alt re tre brigate g irand o per _le alture in terreno d ifficile , le a ttaccavan o d i fianco : la 35• d ivis. g uadagnò terre no e fissò il ucmico sulle posiz ion i. G li attacch i si rinnovarc1no 1! 29 settem bre e d il 30 settembre finch è, a lle Ore 1 2 del g iorno stes50, si -ebbe notizia dell;i cessazione delle ostilità.

Sopra-barbotto. Così eh i am ata u n2 pezza in aggiun ta alla celata <la incastrn. e che t eneva le veci dell a ve nt:tglia.

· Soprnbarbot ta

Sopraccomito. (o Padrone). Fra il comito p rincìpalc. il -com anda nte -di tutta la gente di una gale ra o nave. Sopragguardia. Nella term inologia del secolo scorso . si disse la g uardia destinata a vegliare .su lle a ltre guardie; _poi si r h iamò soprarronda (Med ini). Sopraintendente d'artiglieria. C:;ir ica ist itu ita da Emanuele Filiberto, in princ ipio della seconda metà del sec , XVI. Ft• d apprima d i se condaria importanza, ma poi venne pareggiata alle p rime cariche del la m ilizia. P resiedeva .alle fabbriche e fonderia dei cannoni e a l le mun i'l.ioni . I n F rancia fu creato nel 1543 un S. generale delle forti ficazioni, che Frese il nome di direttore nel 1693 e scomparve nel r76:!. Soprannumerario. Nei secol i scorsi. si diceva d i quei soldati c he in rcn1po di g uerra venivano aggiunti aBe com ~ _pag-nic oltre i l n umero stab ilito per esse, allo scopo d i riparare alle perdite e d i tenere Ie compagnie sempre in for7.a . Soprannumero ( Ufficiali in). Vcngouo chiamati uAi-cial i in soprannumero quell i che - pur essendo nei quad ri sono in p iù rispetto al le tabelle organiche relat ive a ciascun g rado <!e lla gerarchia d egli ufficiali . Spesso avviene c he. per esigenze varie riflettent i la carriera d egli u fficiali, l 'autorità ccnu·ale d ebba procedere a promozioni in misura sup: rio r~ a quarno lo consen tirebbe l'organico d i un dctermi n~1to g rado, per il che viene a deter minarsi un'ecced e nza, ovverossia un soprannumero. nel quantitativo di u fficiali di q uel grado . Si tende ad ev itare, in q uanto possibile , sim ile p rovved ime n to, ma tal volta è giocoforza rico r• rerv i per evitare una 1roppo lunga perman enza d i u ffic iali nello stesso grado: cosa q uesta dannosa per ragion i ovvie c he non occorre illustrare: Un aspetto particola re d ella ,9uestione è il S . nei g r adi d i ufficiali genera li. In questa

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categor ia possono venire d ichi arati in S. q ue i generali che, pu r non venendo pron1ossi al grad o s uperiore, mantengano la pien a capacità a d isimFegna rc le funzioni del g rado che rivestono. Essi possono rimanere in S . fino ai limiti d'e tà, d opo di ch e vengono collocati in P. A . I generali in S. disimpegnano rnausio ni varie, ma non esercitano . d i 1nassimn, comando di truppa.

Sopransi (Luigi Ambrogio). Generale n apo leonico, n. a Milano nel 1780 . Vo lontario nell 'esercito francese nel r799, fu p romosso sott01. d i cava lleria su l campo a Marengo ( 1800). Parte cipò, fra allro , a lle bat(aglie d i Austerlitz , Iena, Fried land, \ Vagram , Smole11sk.o e lvfoscova e <liven nc colon p nello nel 18 11 e genernlc d i brigata nel 18r3. Sopraor,ecchìonì. Uande corte d i ferrn p iegate ad arco, con le qual i si coprono e si contengono ~li o recchioni dei pezzi nelle orecchion ie re. li Grassi e il Guglielinotti d ic<rno : 1·oprabhanda. Soprapp,e tto. Così si ch iamò ,,uclla pcaa a fonn a del ret to della corazza e da µotcrsi sovrapporre a questa, per accrep sccrne la resistenz3 contro i coli pi d i lanc ia e d i stocco. T alvol ta copriva solamente b. p arte sin istra, p ur conserva ndo, impropriamen1c. lo stesso nome. Era u na !)Czza d i rinforzo, t an tri <fo battag lia q uanto <la gio:;.rra.

Soprappctto

Sopraprofitti dì guerra. Con decrctc luogotenenzia le <lei 14 giugno T9 r7, i maggior i sedditi real iz.zati d opo i l l'" agosto 1914 e fino al 31 d ice mbre 1918, in conseguenza della g uerra, da comrncrciauL i, indust ria li. e<I intermediari, furono assoggettat i ad nn a sovrin1posta straordin aria 1 che variava <lai 12 °/4 al 6o %, a seconda del valore del reddito accertato. Soprasberga. Così era chiamata la sopraveste che si portava sopra l' usberg o . Sopraspaflaccìo. V. C1111rdago/et1a e Spallaaw . Soprasserv ire, Ncll"antica te rminologia militare, significava restare sotto le band iere n ltre il tempo convenuto. e<I anch e oltr<: a quello della pag-a ricevuta. Soprassoldo. Aumento di pag:i che viene conccss0 tanto ad t>fficiali che a sottuflìcia li e u. di truFpa, i qHal i siano investiti di p articolari incarich i. c he richiedano o mag~ior lavoro. o speciali responsabi lità, o 9uanto meno impongano maggiori sacrific i. Nelle forze armate italiane costituiscono d iritto a S . innanzi tutto k Ml'daglic (V.) a l valor m il itare. Per gli ufficia li vi sono S. annui per c.:ar ichè speciali ) come ad esempio se incaricati de l mov irnc nto d el materiale presso le d irezioni ter ritoriali d 'artig lieria; per ufficiali c~I impiegat i com ro llori p resso i m agazzin i cen1rali cd opificio a rredi , per g li u ffic iali contabili invest iri della carica di d irctlnre dei conti, o presso i m ::igazzin i dei d ist retti e corpi . qualora da subalterni ten gano i l posto di capitano. Hanno 1·we S . speciali g li uffic ia li delle t ruppe alpine, cd a rtiglieria da montagna quando .,i t rovano nelle sedi estive. Per i g ra duati e gli u . d i tnipp~ vigono S. giornalieri e fissi per i ~cguenti servizi special i: comandati a l le a ccad emie di fanl'er ia e cava lkria ed ai reparti d' istruzione; addett i a lle cp . .cJj sanità in servizi<J presso ospe<lal i o farmacie milit~ui: a 1at:rntl d i sanità Fresso i rc..:gg . d i linea : agl i ad~


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detti alle cp. di sussistenza; " al personale d i governo degli stabilimen ti mili tari ,1i pena e delle cp . di disciplina. Spetta pure il • S . giornaliero ai sottufficiali istru ltori di scherma, al sergente guar<la-selleria, guarda#carreggio , e guarda-magazzino nei <l istretti e nei regg. di cavaJleria, artiglier ia, e genio. Spettano pii particolari S . nell'arma

dei CC. RR. ai sottufficiali a cavallo, cd agli appuntati e carabinieri pure a cavallo che non godano di prem io d i rafferma, f)<:i <1uali è ridotto all a metà . Banno pure diritto a S . i sottufficiali appuntati e carabin ieri m usicanti, i rnaresc. <l'alloggio dei CC. RR. coman danti d i sezione di 2a clas~e, no nchè quelli addetti agli uffici di maggiorità e del comando ddl 'arma. Nelle forze armate i taliane vi è poi da antichissima data l 'uso d i pagare uno speciale S. a tutti j graduali e gregari di truppa, cosiddetto d i (( Solennità » in occasione d i feste nazionali e periodiche. Al tra categoria di S. è quella fissata per le truppe colon ial i , e per i

graduat i rli truFpa metropolitana comandativi. In caso d i guerra u/Iiciali e truppa hanno diritto al S. speciale di guerra.

Soprastrutture. Nelle navi da guerra, sono tutte le parti della nave costruite al disopra del ponte e delle torri corazzate . Ossia : le stazion i d i comando e d i d irezione del tiro e g li alberi, comuni o a traliccio, sulle quali sono sisremate; le stazioni di proiettori> i fumaioli, ecc.

Sorcio (porta fuoco). Sistema ideat0 dal gcn. Rugy del1'cscrcito sardo, nel sec. XIX , per l'accensione delle m ine a mezzo di a pposito apparecchio. Questo consisteva i11 un truogolo doppio, ricurvo al pmto di congiun7.ione dei due rami cd ivi connesso con una cassettina a~ ove si poneva poiverino sciolto in comunicazione diretta con la carica della mina. Entro al truogolo si stendeva un lungo spago,

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forte, e coi due ca!,i b e e sporgenti fuori delle estremità dei rami o bracci del t ruogolo, il quale doveva essere lungo almeno q uanto l'intasamento. Cii, fatto si legava ad una delle estremità dello spago un pezzo di miccia x accesa (, . porta fuoco) e si tirava l'altro capo finchè la mic~ia, percorrendo il truogolo, perveniva alla risvoka dove era i l polverino e lo accendeva, permettendo così l'accensione alla c2rica .

Sordi (Vincenzo). Generale, n. nel r846, m . a Torino nel r923. Sottot. dei granatieri nel r864, par tecipò a lla campagna del 1866. Colonncllt, nel 1901 , comandò i l 6,~ fanteria e nel r904 fu collocato in P. A. Nel 19r2 venne promosso magg. generale nella riserva. Sordi Ugo Annunziato. Generale, n. ;i Caviago, 1n . a Torino (r850-1908). Sottot. d'art. nel 1870, d ivenne colonnello nel 1902; nel 1905 ebbe il comando del 2° regg. da costa. Magg. generale nel I906, comandò l 'art. da costa c da fortezza <li Torino e nel r908 d iventò direttore superjore delle esFcrie nze.

Soprastrutture di nave da battaglia

Sopraved itori. .Magistratura della repubblica veneta, composta di senatori ; aveva potestà civile e cri1ninale su

tutto il persona le dell'arsenale.

Sora. Comune in prov . d i Frosinone . Fu antica città dei Volsci sul Liri; presso all'odierna Sora si vedono ancora avanzi di vecchie e grosse mura. Vi fu costruito nel medio evo un castello (San Castro). Fu presa d'assalto nel 345 d ai Romani guidati dai consoli Fabio Dorsone e Servio Su lpicio. Fu coinvolta nelle vicende della regione per le invasioni barbariche. I Longobardi la espugnarono nel 702, Federico li nel 1229 e nel 1238, dandola alle fiamme. Il 27 settembre 1806 fu. presa dai ,Fra ncesi, invano d ifesa da alcuoe centinaia d i Borbonici comandati da Michele Pe.aa. As.<edio di Sara (314 a . C .). Appartiene alla sccon<la guerra Sannitica e fu causato dall 'essersi q uesta città <lata ai ·Sanniti dor>o di avere uccisi i coloni romani . Più che per perizia m ilitare, i due consoli Marco Petclio e Caio Sulpicio l 'ottcnncro per tradimento d' un Soran,o stesso. 225 cittadini, designati quali autori del macello dei coloni, furono tratti a Roma in catene, battuti colle verghe e uccisi con la scure; parte della popolazione cadde uccisa nell'assalto, e il resto della moltitudine fu lasciato illeso i n S. stessa , dove fu post9 un buo11 presidio .

Sorano. Comune in p,ov. di Grosseto. Prese il nome anche d a S. la battaglia avvenuta fra questo r:aese e quello che le ha d ato il nome com unemente adottato: Pitigliano.

Sordi Carlo Vincenzo. Generale, n. a Cariaga, m. a Sestri Ponente (1855-1925). Sonot. d 'art. nel 1873, divenne colonnello comandante il 16° art. d a campagna nel r904, fu promosso magg. generale nel 19-co cd ebbe il comando d'art. di Cremona. In P. A. nel 1912, dal 1915 al 1919 riprese servizio in occasione della guerra contro l' Austria. Tcn. generale nel 1917, assunse nel 1923 il gr~do di generale di c!ivis. nella riserva .

Sordità (Medicina Legale Militare) . È tra i sintomi princ ipali delle malattie auricolari; si d istingue in organica, funzionale e p rofessionak; quest'ultima nell'ambiente mii. si può osservare nel personale d 'art. per le esplosioni dei cannoni, nonchè negli aviatori, i l cui apparecchio uditivo è

traumatizzato dall 'intenso rumore dei motori. Jl d ifetto dell'acutezza uditiva presenta vario grado , andando da una semplice dim inuzione d i essa (ipoacusia) alla sordità completa, ç può essere unilaterale o bilaterale. Nell 'ambiente militare è spesso simulata; nella maggioranza dei casi, rerò, trattasi d i csageratori di un certo grado d'ipoacusia. Un dat0 importante è i l contegno dell ' individuo: il vero sordo ha gli occhi fissi a chi gli rivolge la pa rola, spiando i movimenti delle labbra per <·ercare di leggere dal movimento di esse ciò che egli dice; mentre il simulatore sfugge io sguardo d i chi p arla ed ostenta esageratamente i l d ifetto allegato, presentando spesso un orecchio alla bocca delll'inrerlocutore. Si p rat icherà l'esame obbiettivo a uricolare per accertare la esistenza o meno di affezioni organiche a carico dcll 'apparecchio uditivo, nonchè l 'esame funzionale acustico , il q uale dovrà essere r ipetuto varie volte, confrontando I 'udizionc confessata con quella controllata con mezzi 65


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<li sorpresa, d icendo, ad esem pio, alla fi ne <kll'esame con voce molto d ebole cd in tono naturale, di alzarsi e a ndare via . In caso d i sordità funzionale il p aziente sarà sottoposto anche a l giudizio del neuropatologo. Infine le inform azioni r iservate, assunte a m ezzo <lell'arn1a dei CC. RR ., potranno servire a conferm are .i l giud izio d iagnost ico . La

sord ità non d i rado è anche dissimulata : c iò acca<le <la parte di coloro che aspi rano all'amm issior~e nell 'esercito, nvvero ,la p arte d i militari d i carriera p er ev itare il loro eventuale esonero da l servizi.o. E.ssa 1 però, viene facilmcnlc svelata cogli opportuni esami fun7.ional.: acust ici (orologio che si può fermare, voce dapprima a lta e poi bisbig liata, ccc.), <luran te i quali il soggetto dovrà essere ben-

d ato. Ai sensi dell 'articolo 52 dell ' Elenco /\, è causa d i inabilità assoluta al ser vizio m ilir.a re " l'ipoacusia b ilaterale sostenuta

da. caus~1 inamovibile e <li tal grado che la voc<:

ord inaria d i conversazione sia percepita a meno di un m<::tro, nonchè Ja sord ità assoluta unilaterale accom.ra~n:.1 ta da

ipoacusia dall'altro lato di tale g rado ch e la percez ione della voce ord inaria <li conve!r.sazionc av,·enga a mcno <ll tre n1ctri ; in tutti i casi dopo osservazione in un ospedale mil itare e, ove occorra, tr,;scorso il periodo della r ivedi ..

bi lità, e nel m ilitare dopo infruttuosa c ura e congrui periodi di licenza ». Le forme meno gravi sono con te mplate nell'articolo 8 dell'Elenco B, il quale considera qual i cause d i idoneità limitata a i soli servizi sedentari « l' ipoacusia bllalcralc i n cui la voce OrfJinaria di conversai.ione sia percepita ad una distanza inferiore a lre meni , ma non inferiore ad un metro, nonchè la sord ità .assolu ta unilaterale

con udito normale dall 'altro lato, ovvero ridotto alla percezione della voce di con versazione ad una distanza J1on infe riore a tre metri )) . La sord ità bilaterale organica asso~ lu ta e pcunanente, riconosciuta <liµl..'.:n•d<:nte da causa d i ser-

vizio, compreso quello d i guerra, dà d iritto a lla seconda categoria di pensione : dà diritto alla settima categoria la d iminuzione bi la terale rermanc,Hc dell'udito, non accompagnata da affezioni pu rulente dell 'orecchio medio, quando l'ud i,.ione della voce di convcrsa7.ione sia ri~lotta alla distanza d i cinquanta cen timetri. infine è da ascriversi alla nona categoria !a sord ità as~ulura e permanente un ilaterale.

Sordomutismo (Jfrdicina Legale Militare). f:. determi11ato da alterazioni morbose a carico <l<:ll 'apparcccb io uditivo, cnn conseguente sord ità tota1e, o di grado n1olro elevato, per cui la parola non pui'l essere 3!)presa mediante l 'udito, ovvero, anche se <:ra già stata appresa, vknc di-

menticata . O ltre alle forme congenita. o acq uisita nd la prin1a infanzia, esiste una forn1a di S. lun1.ion:1le, di origine ncvrosica, <..li cui vennero osservali rnok i casi durante

la guerra l\fondialc fra le truppe combarrenti. Nel l'ambien te n1il. può essere sirnulato; nei casi sos~tti il perito terrà presente i fattorl etiologici . Nel S. simulalo i l soggetto non cmerte alcun suono. sfugge c h i gli ri,·olgc la

parola e non fa alcuno sforzo p er !:arsi comprendere; i n lu i l 'esame laringoscopico è difficile, perché egli cerca di e,·itarlo, quasi tcn1cssc di n1ostrare 1·org·ano in con<l izioni normali. Il soggetto va sorvegliato rigorosameute 1

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anche

durante il sonno, essendo possibile l'cvmtualilà che eg li pronunzi invo\ont:al'ian.1ente qualche parula ~otto l'imprc:;sione di t i n sogno. Vengono anche consigliati mc2.1.i d 1 sor-

ospcdak. militare 1> . Nei casi in c ui <::Ssa sia comprovala con documenti legali, il giu<lizio ootrà pron unciarsi dal Consiglio di lc,·a anche senza l'invio dell 'inscritto in osscrv3-

z ione a ll'ospedale. Il S. qua.ndo per La sua orig ine non si 1itenga suscettibile di modificazioni, sa rà causa d'jnabilirà assoluta previa ossen ·uwnc i n ,111 ospedale mi lita re e dopo trascorso il pe riodo della rivedibi litii, e nei militari d opo in fruttuos.1 cura e congrui period i d i licenza.

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Soreto. Me d ico m ililare e scrittore del sec. XVII. Scrisse : « Dc fcbre maligna castrense » .

Soria (/1/essundro). Generale, n. di Verce ll i (186o-1930). Uflicia lc -d ·an iglic·, ia, da rnpitanq insegnò a lla Sc.u ola d ·applic.aiiònc d'a rt . e gen io, di cui fu da colon nel!o coman dante in ,econda. Nella guerra Mond ia le comandò l'a rt . del III e poi d el l C. d '1\. , la fortezza Alto Tagliamcn to-Fclla, l'art. <ldla 4'· a rmata. Passò in P. A. nel 19,8 e d ivenne generale <li <..l iv is. nella r.iserva .

Soriano sul Cimino. Comune in p rov . di Viterbo. N icco lò Jl( vi fece erigere un a forte rocca, che, n\entrc i papi

risiedevano ad ,\ vignone, fu nccupata dalle truppe galìobrctoni del cardinale d i G inevra, legato d i Gregorio Xl. Il 24 11cnnaio 1,197 vi si combatr~ uua ba tlaglia fra l'esercitu pontific io , comandat,;, da G iovanni 13orgia, e le truppe degli Orsin i, agli ordini d i Vitcltoz·,.c, Vitell i, Carlo Orsini e Bartolomeo d 'Alv iano. Al p r imo urto i Papi in i furono costretti a ritirarsi: i)1 loro soccorso giunsero i Colonncsi che

misero in fuga la cavalleria nem ica . Il Vitelli fece a llora ava nzare le sue truppe , piombò sui Tedesch i, che erano il nerbo <lell'cscrciw pont ilicio, li rnppe e li voltò in fuga. Il resto 11011 resistette a lungo e il llorg ia fu com pletamente sconfitto. Conseguenza della barcaglia fu un accordo per cui il papa restituiva agli Orsini tutte le terre che aveva loro tolte e liberava l'aolo e Gi,wgiordano Orsini.

Sorio. Frn'l.ione <lei comune d i Gambclla r;l, 111 prov. di V iccrna . Combattimento di Sorio (8 aprile 1848). Appartiene alla p rima guerra per l'l n clipcndenza cl'llalia. Il ma resc. Radetzk y aveva di visato di occupare la stretta d i Montebello, tra i

monti Berici cd i Lessin i.

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D ifendevano la strcrta i Crociati venet i a l comando dell'antico colonnello napoleonico Marco Antonio Sanfcrmo, sch iera1 i tra S . e i m. Berici . >lei pomeriggio dd 7 aprile, una colonna austria.c~1, fortc (l i

5 bgl., 4 sqdr. 6 pezzi d'art. e una cp. zappi tori, al comando d el principe <l i

presa : ad esempio quello di svegliare il soggetto b rusca -

Licclttcnstcin, n1ossc <.b. Verona per la Strada d i Vi~

mente e con1u n icargli una nolizia gn-1.ta ed inaspeltata, po.-

ccnza; giw)ta a l l'altc.✓-za di

tendo in simile c ircostanza t radirsi e r-ronunziare delle parole. Iufinc si ricorrerà pure alle informazioni riservate a mezzo dei CC. RR . L' articolo 63 dell'Elenco A contempb quale causa <li in abilità asso luta al servizio militare « la ~ordomutolezz.a organica accertata con oss-trvazio11c ju un

Torre di Confine, dopo uno scambio di fucilate cogli avamposti :l\'l'Crsa ri si krmò . L 'attacco d elle posizio11i (u ri.rnanclato all'in<lomani . Il Sanfer mr; concentrò le sue forze ~Il a difesa d elle pendici montuose dei Lessini tra S. e Montebello, aproggianclo la sr. alla strada di Verona ed a l torrente

J\IIonumcnto ai cnd uli di Sorio


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SOR

<;hiampo. Per garantirsi da un probabik aggiramemo per l'"llO, d istaccò 200 u . sulla sua dr. , a<l Agugliana e Selva. l i mattino dcll"8 aprile il pri ncipe riprese l 'avanzata " ' d ue colon ne: la t>rincipalc (l3 cp. e meua, 1/ 2 sqdr., 2 ,annoni) per b ,Lrada grande. sul1a >r. ciel Chiampo, mosse per T orre dc; Confine su Mason . Verso le ore 7 b colonna second aria prese contatto coll'avvcr,ario. trinceralo sulle alture cli Mason, e poco dopo anche l:1 colonna p·in ,·ipa lc urtò cont ro i difensori d i S. li comballimento che ne seguì fu vivo cd ostinato. I C~ociati che difcndc,·ano S. (circa un migliaio coi rinforzi sopraggiunti) rc,istcttcro al quanto, ma alla fine, temendo d i essere aggi rati per la 111011lagna, co1ni11ciarono ad ind ietreggiare tr(tscinando, co),ì , nd mov imento ret rogrado i d ifensori cli tutt:, la linea , che " raccolsero dapprima a Montebcllo e poi dietro il torrente Cu.ì. Perdi1e: Volontari, [ra i quali numcrosi,,imi erano .1::h ,tudcnti p3dovan1, 50 u. l ra morti_, ferill e prigionieri~ Austriaci, una decina di uomini .

Sorpresa. Il conscguimcnto della sorpesa è uno dei wandi principi generali dell'arte della guerra: b sua riuscirn e primo coefficiente di successo, co;ì nel campo <1ra1egico ,·he in quello tattico. Co n essa si colp isce il nemico nel tempo, nd luogo e ndla direzione jn cui esso meno se lo aspc11a , imricga ndo nuovi modi o nuovi mezzi d'azione. Quan,lo quc>ta si svolg,· su fronti continue, si pub ouencrc. se pure in misura piì1 Jimirnta, colla scclia del punto, del tem po. ,. del modo. Condi~ioni essenziali sono la segretezza dcll 'oqianizza.,.ionc e la rapidità dcll 'esecu, ion ~. per il che occorrono : la pii', grande cautela da pane ,ki corn:ind :inti tuui. dai magg:ion a1 minori: la ricerca incc~~:intc <li cspc• dicnti per aurarrc in false direzioni le informazioni e le "'snl'azioni del nem ico; fa <lifosa con1ro le in1crcct taz:ioni. I mov imenti ~(1r rnno com piuti prcvalentcmcrnc di notlc. lmpona, per contro, sfruttare ,11 massimo i mezzi di informazione sul nemico e specialn,rntc l'os.sen·a7.ionc 1 che dc,·t·

funzionare ininterrotta. Colla S. si mette l"an-er!-Mio m condizioni ioi~iaH di inferiorit:i, 1~r cui la vittoria può (:!-,• sere ortenuta col mi nimo dispendio <l i forze e in tem po pi,\ breve: è .fl..$Siorna dco che l< nem iro ,orµre-:;o è :a metà vinto ,, . (n offensi, a <lc,·c sempre essere ,ercat~•: :1 ci('> tendono. così nel campo stra1egico che m quello tattico. 1 ,·ari 1,p, di mano\'rc, soprattutto quelle che tendono alle ah, .,i fbnchi e 'al Lcri:o del nemico. !)mante il per iod" stabil iz. zato della gucr r:1 Mondiale ,i credette la S . non più po,sibi lc e "i si rinunziò, tanto nel campo uwco quanto in quello strategico: i homb:ird,11ne1111 di preparazione 1-cr giornate intere c. spesso per ~c:u1m3ne ne \0110 una pro,a. La sterilità dei risultati la fece nuovanwnt,· r icercare , con pieno risultato . Nel campo t,,nico ,i ,0110 111ilizza t; m ,m i mcai (gas di combattimento e ,·,1rri d'assalto. lotta di mine) e nuovi procedimenti lattici. Nd campo str,llcg,co l'azione r:ipid.t, violenta, segreta contro i punti deboli c ,·itaii ,lclln schu:rnmcnto ne mkoi per que,to b. m1novr::a d 1 Vittorio Vt..·• 11cto è esempio classico e ronvincc nte . Se l:1 ricerca clc ll,1 S. de,·e essere costante, lo de,e esse re <lei pari la cura per t'Oli subirla, si~, in offensiv~l che in difen,,,·a. O_~ni. n1:1nol'ra, per a,er~ probabilità di riuscita, de,c ,csscrc scmrrc 1nt1uadraca nel conccno <li sicurt~zza. :-Jd c.11npo !i- lratcgictJ, oltre c be con l '::1vi.1zione e coi cor!'i rii os~crv:1z ionc , vi :,,, i provvede col lo ,chicramclllo stc,so idoneo a tutte le possi1

p

bilittt; nel campo r;utico colle misl•re di sicurezza in 1n~1rcia in slazione e nel comhattimento. Ncll'arrnccu e nella d ifesa delle µiazzc, la S. ~ <letta a11chc colpo di 111:1no o attacco lmprovvi!i-o. E~~r, mi ra a penclrnrc nella piaz7.a, o ju un oper:i. isolata. in:lllc~1 e ino,~ scn•ati. prima che il nemico f>O\la disporsi a ,liic,a. Come 1

SoR

1027 operazione

r-rincipa1e può

Vt:nirc

tent:lla. ~oltanto

,muro

ptazze non 11 ltimate, o male ordinate a ~lifesa, che abbiano un ptesid ìl, insufficicntè.. indisciplinato, ncglig-tnlf.:. ovvero codardo , infido, o fisicamente <.. moralmente prostrato. Come ~?zione ~u~,idiaria in nn :ittacco Ic_golare, essa può tcn(arsi contrc.- opere stacca!e. ~i!tlc1ni <li controm111c, ecc. L ';utacco :,.1 cscgt:1<i...:c in tre n10<li diversi: t 0) coll 'a~tuzia o strata .. ge 111111a; 2°) per tradimento: 3°) m cdia ,·,te scalata. I.e astu• Lic o ~tral:.1vcm n,i -di guerra, se. a\·cvan<> buon esito t~dvolta nei trmpi p~tssari: in c:ui si po1c,·a riu~irc a sorprendere b g-uardia di una o più porr~ e quindi in1roclurre un buon nerbo di truppe nelh fortC7.7a attacca1.1, più d ,rTicilmente sono ani licabili idi 'epoca contempora nea. 11 Lradimcnv, suppone ~cg-rcte intcllige:n?c con oersu11c J)O.c;te 11cJl':ntcrno della foriitìcazionc. le quali 3pr~no le porre ad un mon1ento con, cnuro: qucslO 1nodo d.i attac.:o si verificò sovente

ne, s~coli srnrsi. La scalala può essere tuttora :ipplicata. Si cscgui,ce superando l'o,racolo formato dal fosso 111cd iont'e sca le o !lonlicell i \'O!enti. Le circostanze di tempo più favorevol i per la buona riuscit:1 di una S. sono all"alb:i, quando le sentinelle e le guardie risentono maggiormente gli effeu i della stanchezza, oppnre durant~ fiua nebbia o pioggia dirotrn. M:iss i:Ha scgre:tczz.a , ,Jisr'Qsizionj sempl ici, segreto r igoroso cd er,aua conoscenza del!:, piazza e delle strade che \Ì conducono sono condizioni indi;pcnsabili !)erth~ la S. riesca. L"attacco <leve S<-nipre essere diretto co:,tcmporaneamentc su piì, fronti dcll 'op<.·ra, a fine d i <iividere le forze e l 'attenz ione <lei difensore e di lascia re :1perte pÌL1 vie alla .:iu::i:cita . .Le.: colonne d':itt:u;co vengono composte d i tre .sca glioni: al'anguardia, corpo princioalc ,. riserva. L'al':tnguardia, forn1~ll~l di zappatori, è incaru:ala di ri,nuo\'crc gli ostacoli clw si oppongono alla marcia verso il fU11lO in cui devesi dare la scalata. li corpo p rincip" lc , in gran parte l."ostituito di fantcri'l ..:011 :1k uni artiglier i, segue <,t hrcvc d i~tanza 1":wanguardia tr;i-.r>ortando !i-eCO J!li attre7.zl occorrenti per ,u!icrarc 11 !o""· La riserva, compos1a di truppe di tulle le armi, ,i ferma a breve distanza <lall"oiicra at tacoua . in attesa <li :,çr,Jrrcrc nei puntl ove il l'li~o!,!.no )o

richieda nel ca,o d ,c I ':ittacco riesca , oppure d i prot<.·ggcrc la ri1ir:it,1 ,lell'~vanguardi,1 e del cùrru !•rincip~le 11ualora l'auacco ,t·n~a res!~inro. Giunta. su; r~1mparo. ia trupp~• che ha dato la ":~lata dovrà ,chierarsi e tener" pronta a rc,ping-crc i conirat1:1cchi del n,·mico. (;li zappatori, se possibile. raggiungcr.111110 la porta !)lÙ vici na per aprirla alla 1i ~e:.rv:i . Gl i anigli,·ri prendono p, "esso ,le, pezzi per rivolgerli contro i d1fc11,11ri, o per i11d11odarli o per guas1arne gh appare..:chi. (h •>llurazionc Jn l°J 'o di ritirata. l.a (orza compie~• ;)i\·a di u1l:l colonna (11 auao.:::o è bene che non si:1 nlolt<l ,;rande pl' 1·chè la ~orpr<.:~:1. riesca p iù facilmcnLc : come un massimo ~1 può rltcncn..: ti:\ --100 a 500 uom ini.

Sorrentina. 145' kAionc della :-.r. \'. S. K., costimita "' tre coorti nel 1913 a Castclfamrn.,rc di Stabia. Sorrento (anr. St11·rc1mm1). Comune 11rnri1ti,no in prov. rii N:'lpoli. Venne in ;1ntico 1nur11to d, rnurn <: torri. Fondarn da, Tirreni. ebbe ,otto Augu,to un:1 colonia roman.t. Nd 56b passò sono ,I dominio greco e nel 645 fu assediata da l re longobardo Romualdo . >Jcl secolo JX, con Sergio J , fu crello a ducato. Nell"R35 il prÌl.1cip: Lica rdo di Bcnel'cnto, che rnlcva Js,oggctta re la Campania, assediò la città. Kcll"840 si unì contro i Saraceni ad Amalfi , ma nclr&p fu con essa Jn !,'llcrra, sconliggcndola in una battaglia nava le nello wctto d i Capri. Nd J 133 fu assalita da Ruggero il N orm a 11 110, che la co,Lrinsc alla resa: quattro :inni dopo, soccorsa dal pnnc ine <li Capua e con aiuti dei Pisani, si ribellò ai Normanni, ma Ruggero la riconquistò.


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Passò in .seguito sotto la dominazione sveva, angioina, aragonese. e fu d ilan iata da d iscordie interne fra nobili e plebei e fra gli sressi nobili. Nel 1287 la flotta siculo-aragonese, comandata da Ruggero di Lauria, sbaragl iò ndlc acque d i S. la flotta <legli Angio ini. Nel r528 la città fu occupata <lai Francesi e nei 1542 dagli Spgnuoli. La no tte del r.3 giugno 1558 i Turchi , alleati dei Francesi, e comandati da Pialì pascià, assalirono S . , saccheggiando b e por1andone via prigion ie;i 2000 abitanti . Nel 1648 venne assediata da partigiani <lei duca di Guisa, condotti da l genovese Gio\·an 11 i Gri1l0 e res istette pct quattordici 1nesi co~trin1

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un tempo grande importanza, perchè si trattava <li cono~ scere se un iscritto avrebbe dovuto lasciare per lunghi anni la sua casa, OFpure rimanere completamente libero accanto al suo focolare, senza alcun carico d i servizio. Quando venne l 'obbligo pcrsonak del servizio e si abbreviarono le ferme, il S. andò scemando d 'importanza. Venne però n1antcnuto in talune nazioni in v ista <lei\ ·esuberanza del contingente annuo. La wrte r ipartiva gli inscritti tra le ferme più o meno lunghe, e designava quelli cbc dovevano essere jncorporati subito, e quelli che. dovevano rima .. nere qua li riservisti. In Ital ia il commissario di leva met-

Sorrento nel secolo XVITT

gendo gli assedianti a rinunciare all"imprcsa. Durante la Rivoll1zione francese, fece ?arte dell a repubblica parteno1Jea, ma nella plebe scoppicì nel '79s •Jna violenta ribellione aiz zala dal clero e dalla nobiltà : i rivoltosi furono afpoggiati dagli Ingles i d i Capri e r iuscirono a restaura re il governo borbonico. Ma per poco, perchè i l 3 maggio i] geo. Sarazin occupò le al ture <Li S., minacciando il bombardamento, e la c ittà si arrese. Sorrento. Nave sussi<liaris, pe r ::!ppoggio di Mas, di ron tonn. , lunga m . 70, larga 8,42, macchine I-IP. 3255. Armamento JV 76. Preda bel lica austro-ungarica , vara ta nel 1883, entrò in servi7,io nel 19r9 e fu radiata nel 1928.

frate Gera.-do da Sorrento, al secolo Giuseppe Massa. Cappellano militare del regno delle Due Sicilie dal 1759 al 1799, anno della sua morte. E ra nato nel 1729. Isti tuì a Napoli scuole regg imentali per i soldat i, allora analfabeti in misura ,lei 90 %; pubblicò un :ibro di lettura per i sold/lti e un manualetto per i sottufficiali ; provocò l'islituziont di conferenze <fjgicne; fece costituire una piccola cassa di risparmio reggimentale per i soldati ; co,r,pose un dizionario 111ilitare mirando a svstituirc con terminologia italiana quella francese, fino a quel tempo pr~va lente nel!'esercito napoletano.

Sortegg io. li fabbisogno <li reclute pc,- le (orze armate <li uno Stato, fìnchè le fer me furono lunghe, nella maggior parte delle nazioni era inferiore al numero degli inscritti d i leva abili al scrv iLio in ciascuna classe. Si ricorse allora all"estrazione a sorte fra i d ichiarati idonei al servizio, lasciando alle loro case i 11011 sorteggiati. 11 S. ebbe

teva in testa alle liste gli inscritti d i leve anterior i, che fossero stati esentati temporaneamente dal servizio, tolti dalla ,a e 2• categor ia, e passati alla 3•, o riformati , o dichiarati rivedibili. Erano pure considerati capi lista quelli che fossero stati omessi, o sottratti per ragioni d iverse a leve anreriori. li S . perciò costituiva un'operazione lunga e meticolosa, non vantaggiosa per !o Stato, pcrchè la sorte non sempre favoriva ;· n1eno atti al servizio, e spesso i p iù validi rirrianevano a ca~a . Di mano in mano che si andavano accorciando le fennc, e Sf'CCialmcnte qu~ndo si a,d ottò i! pr incipio di supplire alla ristrettezza del bilancio con un minimo periodo <l'istruzione sotto le armi, temperato da un'istrnzione premilitare, meno affrettata e molto meno coitosa, si potè chiamare alle armi tutto il contingente di leva d i ciascuna d :isse, abolendo così il S . c<l ottenendosi O'istruire tutta l'intera classe di lcva 1 e di avere i11 caso

di guerra numeros.e riserve istru ite.

Sortita. Azione delle trup!Je assediate quando c,cono al l'i mprovviso dalla piazza per assaltare, d istruggere od ostacolare le opere degli assedianti. Costir,;iscc il pr incipale mezzo <li difesa auiva all'esterno delle opere. Le S . possono eseguirsi con forze i;-il1 o 1ncno considerc::\toJi, a distanze Fiù o meno g randi, con o bbieujvi <liv<:rsi, ma avendo .sempre di mira d i prolungare la lolta il più che è possibile. Le S. <listinguonsi i n piccole e grandi; una varietà d i queste ultime sono gli sfondarnenti. Le piccole sortite sono quelle eseguite con forze l imitate (<li solito 20 a 30 uomini) per ottenere scopi secondari, come : riconoscere il terreno esterno, scacciare i Javoratori · dalle trincee, distruggere le batterie ed j lavori d i mina, attirare l 'attaccante


e

I

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Sos

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taggio; 3°) quando i: prossima la cad 11 ta della piazza. Lo sfondamento ~i inizia come una grande sortila or<linari:i e

se ne facilita la riuscita col fa(e, in parte d iversa da quella d1 cu i si suole sortire, una d i1nostrazione energica e pro• lung at;J. per attirarsi l 'attenzione_ d d ncn1ico, e col d irigere

tiro violento d i artiglieria su quei punti sui quali si vuole irrompere. I piccoli presidi !)Ossono profittare del buio della notte per sortire inosservati da u na fortezza bloccata. Chi.amasi anche sortita l 'apertura fatta nel mezzo della piazza d'armi per poter uscire dalla strada cope na. Essa è munita di una ciJiusura. i,r.

Sospello. Comune della Francia, nel d ip . delle Alpi marittime, 11dla valle della Bcvera (Roja). Fu p reso d agli lmpcriali del principe Eugenio il 5 lugl io l i07 : la piccola gua rnigione francese <lcFuse le armi. I. AUacco di Sospello (1744). Appartiene alla guerra per la Successione d 'Austria. La !Josizionc era d ifesa con 9 bgl. piemontesi dal marchese Cachcrano <l i Bricherasio . Il 19 aprile, atraccaii da 40. 000 Gallo-ls!)ani agli ordini del principe Conti, i Piemontesi si d ifesero COJJ energia perdendo 2500 u., ma respingendo i reiterati attacchi, <iura ntc .i quali il loro comandante .rimase prig ioniero. Il giorno dopo, minacciati <,li aggiramento, abbandonarono le posizioni. II. Co111bauime1110 di Sospello (1792) . Arpar1ienc alle guerre della Repuliblica francese. La posizione, occupata dalle truppe repubblicane, f11 attaccata da 7000 Sard i il 22 ottobre , al comando del gen . Saint-André, il quale divise Je sue forze Sortita e contrattacco (Saint- D izìer, s 5-J.4)

sulle banchi.ne per poi batterlo colle artiglier ie, ecc. Le grandi sortite vengono i ntraprese a fine di ottenere risu ltati decisivi per la p iizza assediata, come: obbl igare il nemico a togl iere l'investimento; pcrmcuere l'entrata nella piazza di truppe di rinforzo, oçpurc d i convogli viveri o munizion i; ostacolare lo stabilimento d i parchi <l'asse,l io, ecc. Essendo esse operazioni decisive, vanno tenta te con tutte le truppe d isponibili e non strcllamcnte necessar ie per la d ifesa delle opere. I momenti più opportuni per tentare le grandi sortite sono: 1 °) mentre l' attaccante sta inizian<lo i lavori <lella hoea di combattinciento; 2°) quando procede all 'arma1ncnto delle batterie ; 3°) all ' ano dell'esecu%ione dei lavori di approccio; ~0) allorchè !'artiglieria della d ifesa m in accia d i essere soverchiata e si vuole jmpeclire ciò distruggendo le batterie riù per icolose dell'attacco; 5°) <lopo

in varie co lonne . I Francesi, comandati

dal gen. Bru net, dovettero. affrettarsi a ~gombrare S. e il col le di Brn us, perdendo 150 u. e 3 cannon i. Il giorno dopo Brunet potè riprendere il colle, ma r,on i l paese , vali damente d ifeso dai Sardi. III . Combattimento di Sospello (' i92). I Francesi, guidati da l gcn. /\ nselme, attaccarono S. •il f9 novembre con un grosso rcp;mo frontalmente, e con due colonne fiancheggianti

che

convergevano

su

!; .

proce<.k n<lo

aver respin to un assalto . Per esegu ire una gran<lc sortita si

preparano le t rupf-e all'uopo destinate durante la notte, in modo da poter iniziare il m ovimento a!J 'aiba e così avae probabilità di cogliere i l nemico all'impensarn . Conrempo• raucam ente si faranno dimostrazioni i n altri pu nt i per ingannare l 'avversario. Il terreno co!lquistato deve tosto fortificarsi con O!)crc spcditivc. L'ar tiglieria clellc opere Jlcl giorno precedente a quello in cui si vuole effet tuare la sortita, prcptrcrà l 'az;ionc d i questa con un fuoco violento contro le ba tterie che potrebbero maggior mente -con trastarla, continuerà il fuoco nella noue e all'iniz.iarsi della sortita d irigerà i suoi tiri contro la posi7.ionc che si vuole occupare perchè il ne mico non vi accu.mul i n1olte forze; acco1n ... pagnerà l'avanzata delle truppe e starà pni pronta al caso a sostenere la rit irata . Una grande sortita tentata dalla massim a parte del presidio, la quale si proponga d i rompere la linea d 'jnvest imento per uscire daila piazza, prende il nome d i sfondamento. Questa operazione viene tentata: 10) q uando le vettovaglie cominciano a m ancare; 2°) q uando l 'avere u n numeroso presi...iio non offre più alcun van-

per

I 'alto.

I Sardi, di fronte all a gran<le suFeriorità dei Francesi, si ritirarono verso Saorgio; 111 ;1, sopravvauL.ati dalJ'atrnccante, dove1tero apri rsi la via dopo un combattimento subìto in condii.ioni assai sfavorevoli subendo qua!chc perd;ta . Un ri-

Pianta di .Sospcllo (sec. XV II l)


Sos

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lorno offensivo tentato q ualche giorno dopo dai Sardi non sortì esito fortunato; ma col sopraggiungere dcll 'invem o i PraJ1ccsi sgombrarono S. g iud icando p rudente portarsi a Scarena, che rimase protetta dall'occupazione dd colle d i Braus; così S. fu di nuovo _occupa to dai Sard i. IV . Comhat11m e11to di Sospello (r 793). li gen . Biron, succeduto ali ' Ansdrnc, volendo dar nuovo impulso alle operazion i <iecise d i estendere l 'nccupnionc oltre la Bevera , e il r3 febbraio tre colonne convergevano w S. di cui una risaliva le alture <.la T urbia per Castiglione. L 'aggiramento indiisse gli Austro-Sardi a sgom bera re i l i:·acse, che fu occupato , lai Francesi i quali vi presero circa 300 pr igion ier i.

Sospens ionii (dal grado). J'!, la perdita temporanea del grado, alla quale va incontro l 'ufficiale i n congedo o in A. R. Q. per d eterminazione m inisteriale, ù1 seguito a verd etto d i consiglio d i d iscipl ina, oppu1e. i n base a scncen7,a di tribunale milirare . L 'applicazione della S . segue le stesse oo rme che sono dettate per la S. d all 'impiego degli ufficiali i n S. E . P . in q uanto ad e.ssi applicabile. Se è inAitta agli ufficiali i n A . R . Q . porca come conseguenza la rid uz ione d ei loro assegni, nelle stesse poporzioni i n cui sono ridotti all 'u(ltcialc dell 'esercito permanente sospeso dall' impiego. Sospensione dall'impiego. Consiste nel la privazione tCm· poranea d ell ' impiego cd ~ applicabile esclusivamente agli ufficiali in S, E. P . Essa ,le.termina il collocamento dell'ufficiale in aspettativa e gli fa perd ere n el .molo un numero d i post i proporz ionato ali 'aspettat iva . Se la sosp:n• sionc cessa nel primo .a nno J' uip.cinle è richi.ainato in ser~ vizio; se cessa oltre il pri mo anno, è collocato in A . R. Q . Essa è pena principale ed accessoria . Consegue semp re alle condan ne alla reclusione m ii. non superiori ai tre ann i eri al carcere rn ilira rc per q ualunq ue d urata. Ì'. preved uta q uale effetto d elle condanne e p ene comu ni . ner la loro durata , ,1uando la pena in Aiua sia In reclusione, b detenzione e

Sos

Qualora la S . dovesse prolungarsi, sara11110 eseguiti lavori per facilitare la r ip resa del movimento in avanti ; per m igliorare le postazioni delle armi pesanti, 1Jcr aun1entare la copertura e la protezione o/Terre <lai tcrren~. Le S . durante la renetrazionc sono, in linea generale, <la çv itarsi; quan<lo si rendano ind ispensabili dehbono aver luogo, per quanto possibile, su posizioni coperre e facilmente d ifendibili. Q ualora l'attacco venga arrestato su tutta 1~ fronte d el rcgg. il com andaate d i q uest 'ultimo protegge la S. dai probabili contrattacch i impiegando ali 'uopo tutte le armi a sua disposizione e richic~lcndo ali 'a rtiglieria i tiri ncccs,ari per rinforz.are e co mpletare tale protezio ne .

Sostanze agg iunte. Negli esplosivi alla nitrocellulosa' non sempre si riesce ad e li minare completamente il solvente occorso FCr la loro preparazione; ciò può dar luogo a lla dccornposi7,ionc spontanea dell'esplosivo . Per raie motivo nella costituz ione delle polveri alla nitrocel lulosa si fa quasi sem p re entra re uno sta bilizzatore, o u 11 rivd atore (dìfcnilamina), in modo da permetrerè una più lunga cooscr"azione degli csploslvi suddetti e di poter conoscere , a prima vista se i n essi si fosse <:ven tualmentt: iniziato i l processo di dcco1nposizionc. Inoltre , per d iminuin: la <.Juantità di calore che si sviluppa nella reazione esplosiva, s1 aggiungono anche, talora , nella comr-osizione delle polveri sopra indicate, talune sostanze dette refrigerant i. 1

Sostanze rorrettive. Per regolare la com bustione de lle po]. \'cri, dim inuirne la sensibil ità~ a~.sicurarne la co nservaz ione, o per abbassare i l calore che si ,vilupp a ne!Ja combust ione, si fanno entrare nella composizione d i alcu n.i esplosivi de lle sostanze dette correttive . T ali so:tanze sono car bonati, ossalati, licopodio, cianuri , ca nfnr~1. vaselina, o l'ì, ten ilanlina, urea, fenantn; nc 1 an il ina, ecc .

Sostegno (mard 1cse Roberto Gerolam o Carlo, A lfieri di). Gene rale, n. a S. Martino d'Asti , in . a Torino (r733-r814). Colonnello nel 1783, com andò i l regg. provinciale d i Vcr·

l'arresto r er un (Crnpo non inferiore ai ,d ue mesi . I.a g ra-

celli. Nel 1791 col grado <.lì rnagg. genera le e bbe ii co~

d uazione si verifica solo qu~ndo è !'ena p rincipale . La S. dall ' imp iego per tempo dete rminato viene dal com·a ndante del corpo proposta al Ministero, c'he d ispone o per la so-

mando del ducato {ii Savoia. P artecipò alla iucrra contro la F rancia della fi ne del secolo XVIJI .

spensio ne, o per un Consjglio, d i d ì~cjplina che esam ini

la questione , pn~ponenùo anche Ja rivocazione, o rin,ozionc dal grado e dall'i rnricgo, in base alla legge sullo stai.o dcg-li ufficiali. Tali provvcdin1enli vengono !)resi quando jJ punito si rende colla sua condotta incompatibile nclh vita mil itare . Sospemione d'arm i . Pattuizione prevista d all a Cen vrn7,ione dcll' Aja del r907. J'!, una cessazione temporanea delle ostilità, limitata nel tempo e nello spaz io, pattuita fra due comandanti ,d i u n de te rminato ln:Hto di fronte, fra essi i n..

tcrposto, per poche ore . H a d i solito lo scopo p ietoso di raccogliere i ferit i e ri tirare e scpp::llirc i morti . Durante Ja lunga guerra r914-r915 q uesto uso venne abbando nato , dato l 'accanirnento esisremc fra i bel ligeranti. (V . Tregua) .

Sos ta. J'!, un ternpo breve <li arresto d urante un ·a vanzata o una ri tirata. Deve sc1npre essere assicurato i l po'.\-

scssc del terreno conquist;ito , anche, se necessario, con ha~ vori i n terra; e deve ottenersi la garanzia da sorprese. Ne ll 'attacco il comandanre del bgl. d urante ]a S. prende le ulrime misu re per l'attacco stesso; misure che d i regola devono pcrJ:czjouarc, non 1nodificare p rofondamente , gli ordini d ati in precedenza . Mitragliatrici pesanti e cannoni per fanteria vengono appostati Q tenuti p ronti ad app.1starsi in modo d a appoggiare I ·attacco ~i11 d alle sue prime mosse .

Sostegno 11w,-du:se Carlo lfoian ude (Al.fieri d1) . Genera le, 11glio del precedente, 111 . a T orino ( r763-1844). Partecipò alla ~uerra contro la J-'rancia d ella fine d el sec . XVIII . Ambasciatore ~ Parigi nel 1814 e consigliere d i Stato straordinario nel r83 1, venne in <letto an no pro1nosso te n. generale e insignito del ' collare del!' Annun7,iata.

Sostituzione . È l'o perazione per cui una unit/1 retrostante prende il posto d i un~ a.nlistante ne llo schieramen to e ne assume i co 1npici : è optraz.ione <iive rsa <la ll 'jnscrimcnto e dallo scavaka mento. Essa è. rarame nte g ìustifìcarn ncl l 'ambiro d ivisionale , poichè non si deve attendere il cu1n• plcto esaurimento dei reparti per rilevarli dal compilo eh,, li ha logora ti . 11 persistere a spingere inn anz i un reparto già esaurito dallo sforzo , olt re al rischio <li r ro<lurfc in q uel punto un pericoloso ced imen to, accresce il logor io dell 'clemc.n to che lo dovrà sostituire, sminuendone a priori la capaciti, d i penerrazionc. Se la sostituz ione , li unità logore fos~c indispcnsabi leJ dovrà effettua rsi durante una p~1 usa Jocalc <lcl con1battimento; tale· pausa potrà es5ere ottenu ta, a ll 'occorrenz a, n1edia1nc un vigoroso sforzo delle unità con. tiguc a contatto co] ncn1ico ; vi concorrera nno util men te I 1arliglieria, le rn itragJiatrici pesanti, i lanciabombe. Più fre~ q ucnte è la eve ntualità e la ne-:essitii <!ella sost ituz ione <li lma r~ schiera per parte d i una d ivis . dj 2 3 schiera . Di regola avviene d i no tte . Nei rari casi i n cu1 avviene di


Sos

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giorno, si effettua durante la preparazione. Retrocedono per

primi i servizi, indi i reparti più provati; seguono, apFcna sostitu ite, le altre unità d i fanteria, le cp. mitragl ieri, di corpo <l'armata, le artiglierie non destinate. a rimanere sul posto, gli ·zap patori -minatori, le tr uppe celeri. I bgl. freschi si por tano al coperto cd in silenzio sulle posizioni dei rincalzi dei bgl. avanzati ; questi rinz.alzi, se ancora esistono, vengono subilo ritirati; le cp . d estinate in posizione avan~ zata 1nandano innanl:i i loro pJoton i avanzati a sosti tu ire quelli ancora i n linea. Le posizioni delle artiglierie da sostituire vengono occupate succcssivarne me batteria per batteria;

le posizioni nuove vengono i;-rese rap idamente per gruppi interi. l reparti zappatori-minatori 1 il personale degli osservatori e Jei collegamenti, i servizi nssumono .i posti ~t ciascuno assegnati iniziando subito il r ispettivo lavoro . Nessu n elemento deve ritirarsi se quello che lo sostituisce non è pronto ad agire; la cont inu ità del! 'azione e la capacità <l i reagi re in caso di surpresa ne1nica non debbono essere 1ncnomate; il preventivo orienta mento dei quadri deve assicurare la rapid ità dcll 'opernzionc, la cui estre,na dclicat<:zza

esige scrupolosa d iligenza <la parte di tutti . ·L'avversario non <leve aver sentore, d i quello che si sta facendo : debbono essere prese tutte le m isure necessarie per imFedire intcrcettaziùn i, rumori, luci, infiltr-az.ionc di elementi estrai nei, avvicinamento <.l i patn 1glie ncn1iche, ecc .

Sostituzio,u di monete o di valori. Reato consis tente nd fatto del militare che, senza autorizza,,ionc ed in vista d i un bcndicio , sostituirà ~Ile monete o aj valori ricevuti in

deposito altre monete o valori d ifferenti. La pena è dd carcere mil ita re da due a <iodici mesi.

Sotnia. Reparto o rganico dei Cosacch i, corrisp:,ndente al nostro squadrone .

rr,

Soto (Fcrna11do de). Venturiere spagnuolo ~lei XV L secolo. Accotn pagnò Pi·&arro nella conquista del Perù, ebbe d al re di Spagna Il governo d l Santiago df Cuba

Sottobrigadiere. Nella cp . delle Guardie , lei Corpo dell'esercito delle Due Sici lie, era un grado che corrispondeva a quello di primo teneme della fanteria d i linea; nella marina <lcllo stesso esercito, era il primo grado dei sottufficiali; nella nostra Guardia d i Finanza è pure i l prir11o grado dei. sottufficiali .

Sottocaporale. G rado comparso nella gerarchia mii. piemontese nel 1834. li caporale aveva allow incombenze di comando notevoli , per il che fu necessa rio dargli l 'aiuto di un S. Ri<lottcsi, poi, a roche le responsabilità del caporale, non quale graduato, ma quale soldato anziano degno di d ist inzione e di premio, nel 1854 la qualifica venne cambiata con quella di « appuntato ,, . Sottocomandante (di batteria) . F unzione che si è resa necessaria in bas~ all'esperienza della guerra Mondiale, contemplata ormai come necessità nell' impiego dell'artiglieria. Rappresenta una ripartizione dei poteri che prima erano di spettanza del comandante d i btr. cd è legata alla duplice necessità che gli si presenta: di essere prossimo ai suoi

pezzi (tiro) e con tcmruranearnente di essere prossimo a i bersagli (osservazione).

Sottocomito. V. Comito. Sottocorno (Pasq11ale). Patrio tta, n. a M ilano, m. a Torino (1822-185j) . Durante le Cinque Giornate fu elogiato nel Bollettino del governo provvisorio, per avere assalito per il primo il Palazzo del Genio e aven.: dato fuoco alla porta, costringendo r6o soldati austriaci alla resa ; e per avere altrcsì assalito la Pia Casa d i r icovero, dove erano altri soldati allstriaci, contribuendo alla loro cattura . Tornati gli Austriaci, em igrò in Pie1n ontc e n1orì povero e dimenticato .

1

Soto (Dc) Fernando

nenti seppe dirigere con la sua

energia il segu ito della spedizione , che, d opo aver subìto perd ite d isastrose . dovette abbandonare la Florida.

Sott'affusto. Base sulla quale poggia l'Affusto da dife,a (V .). È costituito da <.lue ferri a doprio T, d isposti parallelamente fra loro, e inclinati dall'indiet ro all'avanti; sono riuniti da calàstrelli e da un fon<lo, che forma ped ana per sostenere i serventi nel servi-zio del pezzo. Il S. non può rinculare coll 'affusto; a suo im piego, ohre a per~

mettere d i avere il pezzo nuovamente puntato dopo part ito il colpo, permette altresi di portare il giuocchiello ad altcz&a conven ie nte per dare g rande protezione ai serventi e ciò sc,wa scapito della stabilità . li S. da mortaio è quasi completamente in legno, Fer o ttenere grande elasticità; se ne rinforzano con lamiera solo quelle parti che sono più facilmente esposte a logorarsi. Esso funziona dunque quasi 1

....

l'aitrnl o per far contromine, e anche talvolta per ricovero dì uomini, <l i mater iale, d i 1nunizioni, di derrate, ecc.

Sottoluogotenente. Ufficiale che veniva dopo il l uogotenente, e<l era pcrranto il terzo ufficiale della cp,, corrispondendo all' attuale w tto tenente. Il grado comparve in !' rancia nel 1585; fu introdotto nelle tnrpp,. nazionali dell 'esercito piemontese nd J 690 esistendo g:ià n<.:i rcgg. svizzeri in servizio nel Piemonte. Venne allor. a sostituirsi nel coma ndo di reparto all'alfiere, al quale restò solo il compito d i portare la bandiera del regg. o del battaglione.

cd organlz~ò una spedizione per

conquistare la Florida, spedizione che ebbe lieto successo, tanto che egli avanzò ncll ' interno per o ltre 300 m iglia. Ammalatosi e morto (1552) nessuno dei suoi luogotc-

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Sotto-orecchioni. Nell'art. del secolo XfX, si chiama vano così due grosse bande d i ferro poste a rinforzo <lellc orecchionerc degli affusti dei pcai da campag na. li Grassi e il Gugliclmotti adoperano il termine ,·ottobanda. Sottopassaggi. Sono poterne o rizzontali ed inclinate a comropendenza rientran te, costruite sotto il fondo dei fossi asciutti , sboccanti d ietro ; muri <li scarpa e di controscarpa , ai quali si giunge con rampe o scale partenti dall 'interno d cll 'opern e dai locali di controscar pa . Percbè il loro pavimento no n r iesca troppo protof'do, si dà

come un 1:n1 iuolo, la cui elasticità attenua il ronncnto .

loro d imensione minima, cioè larghezza. d a m. 1 a m. 2, altezza <li

Sotterranei. So no loca li coperti, al la prova, costruiti sotto i rivestimenti, i rampari, le traverse delle opere di fortificazione, e servono o per comunicare da u n'opera al-

m . 1 ,80 e si coprono con v8lta r ibassata ad r / 3. hloltre si innalza un poco i l fondo del fosso . Se ne colloca uno per ogni gruppo d i locali d i controscarpa e si cerca d i d i-


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spor lo i n direzione normale all'asse del fosso che attraversa; esso viene munito in vari punti di porte o cancdli perchè riescano possibili le d ifese successive.

SOttoprovveditore , Nella marina velica, era l'ufficiale incaricato di fare le veci del Provveditore (V.), Sottotenente. È il grado più basso della gerarchia degli ufficiali, cui corrisponde organicamente il comandò d i un ploto!'le .o dei r eparti equipollenti nelle armi combattenti e loro specialità, e, nei vasi servizi, il disimpegno d i mansioni ben peci,ate dalle d isposizioni i~ vigore e commisurate a ll 'esperienza e capacità medie della classe dei sottotenenti. I segni distintivi d i grado del sottotenente sono: un gallone sottile d i tessuto d'oro o d'argento (a seconda delle varie a rmi, specialità e servizi) sul berretto; una stelletta a 5 punte di tessuto d'argento sulle contro~palline della giubba; un risalto semicircolare sul p iatto delle spalline con la grande uniforme. I S. dell 'esercito si distinguono in due categorie: in S. P. E. (di carriera) e d i complemento (categoria in congedo). I primi possono venire reclutati da lle seguenti fonti : a) d ai giovani non vincol.ati ancora a ser vizio mi litare che frequentino gli appositi regolari corsi presso le .Accademie d i fanteria e cavalleria (Modena) e d'art. e genio (Torino). Tali giovani devono essere in possesso d i titoli di studio dell'istruzione secondaria superiore e frequeotare un corso d i tre anni per le armi d i fanteria e cavalleria , d i qu attro per le anni d'art. e geni.o ; b) dai sottufficiali (sergenti maggiori e marescialli) che ottengono l'ammissione ai corsi i:-rcsso le accademjc e che regolarmente l i seguano come i giovani

allievi provenienti d ai borghesi; e) dai sottufficiali (marescialli) che ottengano l'ammissione alle accademie e vi seguano un apposito corso jntegrativo ,lella d urata d i 10 mesi. Questi vengono promossi tenenti dopo tre anni di permanenza nel g rado d i S . anzichè dopo due, come si pratica invece per i S . provenienti dai corsi regolari; d) dagli ufficiali <l i complemento, o per merito d i guerra , o secondo bandi contingenti, e particolari d isposizioni che di volta i n volta può emanare i l Ministro della Guerra. I S. d i com plemento vengono reclutati : ,~) in via normale, dai giovani che frequentano l 'api:osito corso, d ella durata d i sette mesi, presso le Scuole allievi ufficiali d i com plemento; 2°) in via transitoria, dai sottufficiali che abbiano preso parte all 'ultima guerra e che siano in possesso di determinati requisiti. I S. d i complemento d i n uova nomina p res tano p resso i reparti un servizio, di prima _noLnina, della durata di sette mesi, al termine del quale vengono inviati in congedo. Periodicamente possono venire r ichiamati alle armi a titolo addcstrativo. Il grado d i S. (o grado analogo con compiti corrispondenti) esiste presso tutti gli eserciti de i principali Stati moderni. Presso di noi - come pure presso altri eserciti - v'è stata la tendenza a sopprimere il grado <li S. in S. P . E. per lasciare solo quello di S. d i complemento. Dopo breve periodo transitorio, a titolo sper imentale, le cose rimasero come sono attualmente . Il S. appartiene alla categoria degli ufficiali inferiori, cd assieme a l tenente, col quale si alterna nel disimpegno degli stessi servizi e delle stesse i ncoJ11be11zc, costituisce la dass<: degli ufficiali subaherni.

Sottovento (f;o/e). Isole delle A ntille, d i cui sono le più settentrionali, possedimento britannico, comprendente : Antig,ua, Montserrat, Sau Cristoforo, Dominica, Isole Vergini. In tutto 180 0 Kmq. con ,20.000 ab. Gli Inglesi vi disrongono semplicemente <li un picco1o corpo d i volon-

Sor

ta ri, con una cp. ad A ntigua, ut'!a a San Cristoforo, u na

alla Dominica: vi è inolt re un corpo d i po lizia d i 6 uff. e 142 uomini.

Sottufficiale, Presso tutti gl i eserciti costitu isce una categoria d i g raduati intermediaria fra i graduati <li truppa e gli ufficiali, rapp resentando nei quadri una parte molto importante, in qua nto ui1 complesso <li S. bene istruiti e adatti è veramente <li grande ausilio per l'addestramento del soldato e per il comando dei minim i reparti (squadra e plotone). I S. o graduati di carriera sono: i sergenti, i sc·,:;enti maggiNi, i marescia)li, Durante la guerra Mond iale fu creato anche i l grado di Aiuta111.e di battaglia (V.). I S . possono essere t ratti d ai m ilitari d i leva o <lai volontari che si arruolino nei corpi e frequentino le aFposite Scuole allievi sottufficiali, La preparazione più conveniente elci graduati di carriera è quel la che viene comp iutà presso le Scuole. T uttavia ottimi elementi possono trarsi anche dai volontari o rd inari p resso i corpi e dai militari (caporali maggiori) di leva che contraggano l'apposita rafferma. La categoria <lei S. dev'essere rnolto

c urata presso

i reggi-

TROMBA i" SI ~

I~). 2 ~ IÙ [j I r dJ IEl Q IrPI Chiamata. sottufficjj]i

menti, sia sotto il punto <li vista ad<lestrativo, sia sott•J quello <ld la formazione spirituale. Durante il periodo invernale vengono svolti , entro i corpì, veri e propri corsi d i

perfezionamento che comprendono l'insegnamento d i varie mac.er.ie: tattica, o rgan ica, storia, geografia, topografia, n1~l·

tematica, ccc. In questi corsi s1 cerca d i elevar<: la capacità di ogni singolo S ., portando l' attenz ione specialmente su coloro che danno a ffidamento di poter aspirare aU'avan7-amento a<l ufficiali (ammissione alle accad emie). L'organizzatore m ilitare si occupa della categoria de, S. con le seguenti questioni: reclutainento; avanzamen to; trattan1cnto.

Quest 'ultimo deve essere molto attentamente considerato, in quanto occorre che possa veramente allettare il giovane alla carriera del sottufficiale e nello stesso tempo assicurargli la possibilità d i una vita decorosa anche per i! prestigio ed il buon nome dell'esercito . Presso di noi , per i nteressamento pàrticolare d el governo fascista, Ja categoria dei S. gode oggi d i vero prestigio e.xl ha un trattamento economico e di carrie ra fra i migliori rispetto a quanto si verifica in altri eserciti. Nella Regia Marina (C,R.E .M.), i S . appartengono alle seguenti categorie : 1°) Marùwi (adem piooo ai scn•izi marinareschi veri e propri e cioè : manovra delle vele, servizio delle imbarcazioni, cura degli ordini marinareschi); 2°> Seg,,ala!.ori (a bord o, prcvvedono al servizio dei segnali , agli scandagli, alle osservazioni meteorologiche, a Ila cons,:rvaz ione del giornale d i chiesuola. A terra hanno i servizi inerenti ai sctnafori e c ioè : segna laz.ioni, servizio scn1aforico; telegrafi e telefono e serv izio g uarda fili); 3") Can . -

11011ieri (adempiono al servizio delle artiglierie a terra ed a bordo, curano la manutenzione e tengono in. consegna

k armi e tutto i l materiale necessario al ser vizio <li esse : binocoli, buffetter:e, rnuuizioni, ccc.); 4") Elettricisti (pestano servizio al materiale elettrico [ d inamo e circuiti J e tengono in consegna il materiale relativo); 5"') Specialisti direzione ti,-o (coadiuvano l'ufficiale direttore del ti ro); 6°) lsh·uttori educazio1Je fìsict1 (adempiono tutti i compiti relativi alla educazione sportiva del militare); 7"), Aiutanti


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So_u

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(ha nno funzioni di poliz ia a ter ra ed a bordo); 8°) Carpentieri (eseguono tutti i lavori d i falegname o carpent iere a bordo ed a terra); 9") Radiotelegrafisti (sono addetti al servizio radiotelegrafico a terra ed a bordo, e al servizio <lei materiale relat ivo; essi rossono specialiaarsi nel servizio idrofonico); 10°) Silaristi (prestano servi1.io ai siluri curando l'impiego, la manute nz ione e la conservazione delle armi subacquee); n°) Torpedinieri (hannn il maneggio del n1ateriale subacqueo e ne curano la manutenzione per la difesa fissa attendendo alla d istribuzione d i sbarramrnti e delle mine); 12°) Palombari (servizi inerenti a lla categoria); 13°) .M eccanici (in relazione a l grad o, esercitano le fun z ioni di <l irettore d i m acchina sulle piccole unità . Sulle .navi maggio ri sono addetti al serviz io di macchina , alla d ipen denza degli ufficiali del Ge,ùo Navale); r4°) Furieri (comprendono due specialità : furieri e furieri sussistenza. I primi hanno incarico <li ordine a terra ed a bordo nei servizi

le campagne 11apoleonichc. Cenerale di bri!-,>ata nel 1 794 e di d ivis. nel 1799, rimase feri to nel blocco di Genova ( 1800). Nel 1804 fu nominato maresciallo e nel 1808 d uca di Dalmazia. Dal 1808 al 18,3 ebbe il comando del li corpo d'armata in Spagna e nd 1813 vi fu promosso ten . generale comand an1e in cap-o . Nel 1813 fu battuto nella Spagna; 11cl 1814 fu ministro della ·guerra . Lasciato il servizio, lo riprese nel 1820 e dal 1 830 al 1834 fu d i nuovo ministro della guer ra e dal 1839 al 1847 primo ministro. Scrisse le sue Soult N icola « Mcrndì'le ».

d i segreteria 1 archivio, contabilità, ccc. I sccùndi_ sono a bordo consegnatari ai viveri, a terra jnvece m~gazzinieri o coadiutori di consegnatari per viveri e per vestiario); r5") r,, . fermieri (assolvono il :ornpito di assistenza materiale ai ma-

Southampton. Velivolo inglese - aeroplano e idrovolante - del la Vicke<s Super marinc , bi e trimotore, fino a cinque posti , adottato dalla Gran Bre tagna, dal Giappone, dall 'Argentina. Ve ne sono vari t ipi, da r icognizione, da bomharclamento, siluranre.

lati negli Ospedali m i!. mar. e nelle infermerie di terra e di bordo alla d ipendenza degli ufficiali med ici); r6°) Fuochisti (sono addetti ai servizi generali delle macchine e caldaie); l'f') Musicanti (destinati allo musica della R . Mari na); 18°) Portuali (addetti al servizio dei porti).

Soubise (Carlo de Rohan, principe di) . Marescia]k, di Francia (1715- 1787). Fu ai utante <ii camp:; di Luigi XV e poi governatore d i Fiandra e dell'Hainaut. Nel la guerra dei Sette J\nni comandò un esercito francese e fu vinto a Rossbach nel 1757. Alla stessa famiglia appartennero Francesco (1631-,712) che fu luogotcn. generale e governatore di provincia; e Ercole (1660-1 749) che fu gcnerale e governatore della Champagne. Souchez. Comune della Francia, nel d ip . (lei Pas-deCalais, sulla Souchez. D urante la battaglia d'Artois del 1915, il 3, maggio - 1°giugno vi si svolse un'azione che taluno ha ch iamato addirittura battaglia <li Souchez. ed ebbe il suo episodio saliente nella lotta intorno al vastissimo caseggiato dello ,,uccheri/ìcio, occupato dopo accan ito combattimento dai F rancesi. Soufflenheim. Borgo del la Francia, nell'Alsazia, presso la d r. del Reno, a ci.r ea 15 Km . da Haguenau. Nell'agosto del 1744 vi si trincerò un corpo di 5000 Austriaci, al comando del principe d i Baden . Essi vi furono attaccati dai Francesi condotti dal cav. d i Bclle-Isle 11 23 agosto : i prim i assalti forono respinti , ma infine gli Austriaci furono costretti a ritirarsi e a r ifugiarsi nel paese. Il Bdle-Isle lo attaccò e lo prese : la giornata costò 1500 u. agli Austriaci ; i Francesi ebbero perditu minori .

Idrovolante Southamp ton d a ricognizione

South•Mountain. Posiziouc costitui1a da una serie d i alture fra il Shenandoah e il Potomac (Stari Uniti). li r3 settembre 1862, durante la g\lcrra di Secessione, vi si era ponato i l gcn. Lce, comandante dell'esercito confederato, con quattro divis. a protezione del corpo del gen. Jacksoa ,

Souham (Giuseppe) . Generale (ranccse (1760-1837). Arruolatosi nel 1782, nel 1793 d ivenne generale d i brigata e pochi mesi dopo ebbe il comando d' una d ivis . Si battè nelle campagne napoleoniche , e p iù volte venne destituito e riammesso nell'esercito. Nel 1807, ebbe il comando d'una d ivis . e con essa si distinse in Catalogna, in Portogallo,

e nella campagna di. Germania, a l.iitzen cd a L ipsia. Aderì alla Restaurazione e nel 1832 andò a riposo.

Soult (Nicola Giovanni di Dio) . Maresciallo di F rancia (r769-1851). Soldato di fanteria nd 1785, divenne ufficiale nel r792 . Fece con Masscna la campgna <l'I talia, poi tutte

SCf'T. l<\,1062 ~<::"lC or ree•

·-~~.:::.--::..~ JJattaglia di South Moum ain (1862)


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Sou

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che intanto assediava con sei divis. la basc mii. federa le d: Harpcrs-Fcrry. Egli occupva personalmente la stretta di T urncrs Gap, mentre quella di Cramptons-Gap era ten uta dall a d ivis. Hill. Conr.ro queste forze mossero i Federali, comandati dal Mac Clellan, che pensò d i profittare della separazione <lcll 'escrcito nemico per batterne separatamente

le parti. Così egli d ispose che il 14 mattina i l gen . Franklin attaccasse Crampton -Gap, e quindi, seguend<, la via della Please:ic Valley, desse una mano ai d ifensori d i Harpers-Fcrry, mentre egli stesso, col grosso, marciava su Turners-Gap . L'azione si svolse viv::ice, <liffìcile e sanguinosa Sl,.J ent1ambi j p uruj; a sera però le strette erano state.

conquistare e si prevedeva che per il giorno segu<cntc k truppe sarebbero giunte a hbe,are l'larpers-Ferry. Però in qucJ 1nattino stesso la sua guar11 i,gionc , ignara degli avvenimenti, si arrese al gcn . )ackson. Seguì la battaglia d i Antietam (V .) . Lo scontro di S. M. fu anche detto di Boonsboro.

Southwo ld. Città e baia <lella costa orientale i nglese, 70 miglia a n ord dell'estuario del Tam igi .

I/attaglia 11nvale di Sout!uuold, <letta anche, da i Francesi, <li Solebay ( 1672). Appartiene alla guerra fra l' Olanda e l' Ingh ilterra, appoggiat3, dalla Francia. La flotta alleata e ra ,rncorata a S., e q uella olandese, agli ordini <lei Ruytcr, il 28 maggio si presentò davanti alla baia. La flotta francese prese posizione d i battaglia a sud , mentre quella inglese si schier ava a nor<I della baia . Erano 116 un ità inglesi con 23.500 u. e 4092 cannoni <.: 48 unità francesi con 1 r .ooo u. e 1962 cannoni . Comandava la flotta francese l'ammir . d'Esrrées; la flotta i nglese l'ammir. duca di York . L a flotta olandese, che comprendeva 148 unità, venne a t rovarsi tra le due Rotte alleare, e la bat taglia ebbe due ,·pisod i beo distinti: à sud i Francesi alle prese con l'ava ng uardia olandese che aveva piegato verso d i loro; a nord gl i [ngksi, d ivisi i n due squa<lre, e.antro uguale divisione olandese. L'ammir. olandese Bankert si r ivolse con tro ]a sqllad ra d i d'Estrécs : quesci si allontanò verso sud per prendere vento e manovrare; le due squadre erano così vicine, c he quando ad un tratto il vento ca<lde si tro-

va nrno in r•a rte frammiste, talchè il combattimento si svolse assai vivace per jm.picgo di artiglier ia, e segu itò sino al. l' imbrun ire. Con maggior lentezza si serravano il g rosso e

la retroguardia di Ruyter, e si schierava a battaglia la flotta ,Jel duca d i York, contro il centro della qua le si diresse Ruyrer con le sue <h1c division i, dando luogo al secondo ep isod io d ella battaglia che d urò si no a notte. 11 ma1t:i110 del 29 Ruyter lasciava lc coste ingles i per ritorna re in Olanda a r iforn irsi d i mu nizioni. Perdite anglofrancesi : un vascello affondato, <-luc arsi, nove gravemente

d anneggiaci; perd ite olandes.i : due vasce lli perduti e due g ravemente danneggiati. Entrambi g li av\'crsari si attri buiro no la vittoria .

Soveria Mannell i , Comune d i Calabria, in prov. di Catanza ro. A l principio <.le) sec. X I X <lurante l' invasione francese fu arsa per avere opposta resistenza a_g-.1 i invasor•. l i 3t agosto 1860 un corpo d'esercito bo rbon ico di circa 12 .000

u. sotto j l coniando del gen. Ghio, vi s i arrese

se!lza combattere a Gar iba ldi.

Sov

Scolari. P resso il F'aese il capitano Cornel io Bentivogli, diFcn dente da Piero Strozzi, rconfisse nel 1555 un corpo di milizie medicee.

Sovieti. Comi tati degli operai e soldati , costirniti i n Russia dalla rivoluzione del mano 1917 per assumere tutti i nuione passò al loro consiglio centrale. I S. nell'esercito di un (lato corpo o reparto. In breve essi ri 11scirono a dominare cornplctamen:t, e 11d settembre la direzione dd la nazione r,assò al loro cnnsiglio centrale. I S. nell'esercito avevano esentato a poco a pocn i generali e g li ufficiali

dell'impero, sostituendo loro elementi rivoluz ionari, ment re la disciplina si allentava e i soldati abbandonavano il fronte 1,er tornare al le loro case. Nello stesso anno un temat iv; di cost ituire S. militari si verificò anche neU-eser. cito fra 11cese, e fu represso con non lievi sforzi. Anche durante le guerre di Fiandra del secolo XVI avvenne qualche cosa <li simile nell'esercito spagnuolo, con creazione

<li consigli d i soldati, ma per ragion i d i rnancato pagamento <lei soldo, o simi li, non per motivi politici: amnrn• t inarnento, non rivoluzionc. (V. Alterati).

Sovrapposizione (dei fuochi di fanteria e m·tiglicria) . . Si effettua pevale,i temente in difensiva . Essa devc essere io primo luogo ottenuta nei tratti più pericolosi, per 1,ssicurare una prima protezione de lla linea di resistenza nel caso d i attacco subitaneo in situazione non ancora chiarita;

si <leve, subito dopo, assiemare la possibilità d i concentra111en ti e d i sovrapposizioni pili amµie quando e dove , a ragion veduta. se ne ravv iserà la convenienza . Le rnagg-iori d ifficoltà ad una efficace S. dei fuoch i delle due arm i si hanno nei teHeni montani e talora anche in quelli

collinosi , dove esigenze di sicurezza dclb fanteria rispetto ai tiri <li artigli,--:ria che la sorpassano creano spesso a1npic zone non b.allulc; vi si !Jotrà ovviare~ almeno in Fartc, mediante una distribuzione delle artiglierie sul terreno, molto estesa ud senso frontale: l'extraterritorialità di alcuni gruppi può cs~t'fc ammessa, pu rchè osservazione e collcgan1cnti rimangano assicmati . Oltre a ciò si ha S. delle due azio ni sugli elen1enti avversari pili resistenti o minacciosi. 1\d es .

sopra un obl5iett ivo che la fanteria abbia tentato invano di rnerrer tuori causa con .i propri mezzi, deve esser eh iesto 1•inte"'ento dell 'arriglieria, e .reciprocamente, quan do u n elemento ecmico sia sfuggito all'azione dell'artiglieria o non sia statt) da essa sufficiente mente neutralizzato, deve essere preso sotto il tiro della fanteria, sempre g uando cond izioni

ui tempo o di spazio non ~onsentallo di chiamare di nuovo

su <li -esso il fuoco <l'artiglie ria . Sovvenzioni. Nel caso che un ufficiale, o graduato d i [ruppa, od anche semplice gregario, sia com andato a ser-

vizi iso.l ati, ]ontani <!alla sc<.le abituale, e FCr lassi cl i tempo pii, o meno l unghi, pei quali egli non abbia a d isposizione il d anaro sufficiente per far fronrc alle spese, può essergli accordata una S. E così quando un ufficiale non si trovi nelle condizioni di a rrivare fino ali 'u ltimo del 1ncse, giorno d el pagamento dello stipendio, con quanto gli è necessario per vivere. l comandan1i <.li corpo, accertati i motivi pei quali è stata chièsta la S., possono concederla in m isma tale da non superare l'importo cli un mensile d i stipendio, d eç~irato dalle r itenute e dall a tassa mobiliare. Nessun 'altra S . puè> essere accordata se prin1a non sia stata

interamente rimborsata la p rima. Nel caso già citato dei

Sov icille. Comune in prov . d i S ien". Vi fu costruito uq buon castdlo con due to rri. Preso <lai F iore ntini la vigi lia della battaglia d i Monteaperri (1260), fu ancora preso nd 1;33 e ,kvastato dai r;sani al comando di Ciapo <le gl i

comandati a serv.iz i isolati, può pure essere accordata su11e

indennità alle quali ha diritto chi deve compiere il ser vizio. T ale S. non può mai oltrepassare la m isura delle indennità computate a vi!lggio cOm!-)iut•J e deve risultare sui do-


Sov

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1035 -

c umenti d i viaggio . Altre forme di S . , o d i anticipazione, sono <1uelle ottenute da ufficiali per acquisto d i cavalli . ln11ne, vi sono l 'Istituto Nazionale di Beneficenza Vittorio En1;inuelc lii e l 'opera d i Assistenza de li 'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo, oltre a lasciti par~icolari presso van cor pi, che accordano S. a militari bisognosi, o alle loro

famiglie.

Sowph it. Aeroplano inglese dell"cpoca della guerra. Fu in serv izio presso rcscrcito ital iano. Apertu ra alare rn. 7,80, cariço utile Kg. 75, velocic,\ Kmh. 1~5. Fu sca rsamente adoperato.

Spa. Città del Beigio, in pr<'v. , li Liegi. Durante la gue.i:ra Mondiale vi risiedette il Comaudo Supremo tedesco . I. Convegno di Spa (13 e 14 agosto J918). Cessata col luglio r9r8 la prima fase della gra nde battaglia d i Francia. ~·era iniziata la seconda , ossia l'offensiva alleata contro i Tedeschi, esauritisi colle riffensive poderose svolte tra il marzo ed il luglio. ),e prime az.ioni alleare dimostrarono s ubito l 'impossibilità pei Tedeschi d i resistere a lungo (« I '8 agosto fu una giornata d i lutto per l'esercito rulc,co », scrisse il Lude ndorfT); sicchè i l 13 e 14 agosto riunivansi a S. in Consiglio d i guerra, l" impcrat0re Gugl ielmo Il, Hin den burg, Ludendorff, il Cancelliere dell ' impero ed il segret ario d i Stato von Hintzc per decidere sul da farsi. Fu riconosciuta l ' inel uttabilità d'avviare trattive di pace pel tra m ite d el) 'Olanda, Frolunga ndo nel frattempo la resistenza mi litare con ogn i mea.o per guadagoar tempo, ripiegando -sempre su posizion i arrctr;ice ove nec~ss~,rio~ in modo da

ammirevole sang\Je freddo impartì ord in i opportuni a-d ;ntcnuarne gli effetti . Ultimo ad al lontanarsi dal pericolo, fu investito dallo scoppio a 40 metri c.:irca , rimanendo orribilmente ferito al capo » . (Roma, 23 aprile 1891). Lo S. fu anche 1ecnico di valore, e pubbl icò molte opere sul!'ordinamento e su ll 'impiego de l genio; sulle fonificazioni , par• -ticolarmcnte su quelle campali ; sull";tttacco e difesa di località e posizioni rafforzare; sull'im _picgo d i esp losivi nei lavori del genio. Ideò un tipo d i Fortino (V.) mobile metal lico che Spaccamela Pio ebbe impiego in f:riuea, un nuovo materiale da rontc~ le bon1be a mano, un b!ockhaus ::idauo a l lcrrcno, una nuova v ang hetta vcr zappatori, tipi

spcc iati <Ji miccie e <ii inneschi per mine, ccc.

Spacciafosso. Nei secoli scorsi fu cl,iamato così un pezzo e.I ·art. d i ampia bocca, che si collocava nei fianchi del bastione per tirare nel fosso se il nc1nico vi giungeva . Fu anche chi amato co11 lo stesso nome il 'frornbone (V.). Spad VIl. Aeroplano da caccia adottato durante la guerra Mondiale. Biplano, monoposto, con apertura alare di rn. 7,80, peso totale Kg. j05, velocità J90 Kmh ., a uto-

<:virare tratta tive con un esercito irreparabilmente sconfitto: .comunque a S. veniva riconosciuta l' impossibilità di pe n~ sare ancora .a vincere la guerra con a'l.ioni offensive. Il. Ccnferc11za di Spt1 (luglio 1920). Tenuta fra gli Alleati, presenti anche i rap presentanti t iella Gerrnal\ia, ai c1uah viene intimato il ritiro delle armi alla popolazione -civile, l'abolizione del ser vizio m ii. obbligatorio, la con segna del materiale di guerra eccedente qud lo consent ito d al trattato d i Versailles. La delegazione tedesca accettò l'impegno <li disarmare entro sci me,i. Vengono stabilite le quote spettant i a ciascuno degli Albtl: sulle riparazioni dovu te dalla Germania in carbone e in uro . ,\l l' Jtalia i: attribuìro il 10% di quanto r~ghcrà la Gcrmilnia, e il 25 % <l t quanto dovranno ragarc Austria. linght;rÌa e Bulg~rla .

Quest'ultima parte non fu mai riscossa. Infine, Inghilterra e Francia cedettero all 'Italia le quote loro speltatu i sul

naviglio austro-unga1ico. La Conferenza, ini'l.i:1ta:ii il Si cbiusc i suoi lavori il r6 luglio.

Spaccameia (Pio) . Generale, rne<laglia d'oro, n. ad J\r. pino, m. a Roma (1849-1930). Ufficiale del genio in S.E. P. fu <la tenente insegnante d i topografia a lla R. Accademia

App:.:trecchio Spad da c accia

no mia ore 2,40. Un tipo S . Xli aveva a pertura alare d i rn . 8,25, peso totale Kg. 855, velocità 2r8 Kmh ., autonom ia ore 3.

/

Spada. J\ rrna offensiva rnanesca, con mano e lama driua appuntita: La S. degli antich i aveva la lama molto larga, a d ue fil i paralleli , ragliata alla sua estremità (punta) ad angolo, con i lati sirnmctrici, e serviva per menare solo colpi di tag lio. Questa forma della S. durò lino ai secoli XII e XII!. li fornirnento dd le ar,tiche spade era sem -

r-

militare, e <la capitano prestò servizio, pe r più anni, in

Eritrea. R impatriato, in occasione dello scoppio della polveriera d i Vigna Prà, a Roma, guadag nò la m{'d. d "oro . 5uccessivamente ebbe il corn:rndo tlel 1 ° regg. gen io zappatori e del 5" minato, i, e per la sua altà coltura ed il valido contributo dato al!o svilu pço <lell'arma, raggiunse il grado d i tcn. geoera·.e, passando nella riserva nel 19 14. Richiamato nel 1915, tornò nella riserva nel 1919 e nel 1.924 <livcilllc gcnnale di corpo <l'armata. La .motiva2iione della med. d'oro è la segue nte , << Menu-e eseguiva studi f t1ori Porta Porl cse, in formato che

r

·stava pc~ scoppiare la poh1crie ra d i Vigna Pia, vi accorse

per provvedere. Noncurante della propria vita, volle ent rare nella polveriera, ma non lo potè, n1.ancando le ch iavi.

Convinto della i mpossibilità d i in,i;ecl ir" il disastro, con

Spada d'onore di N apoli al gcncralissirno Diaz

Spada d'onore di Genova al comandante Sivori


SPA

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1036 -

plicissimo : si componeva cioè di un'elsa diriu a od a croce (messa cioè normalme nte alla lama), manico e porno assai pesanti, quasi sempre a for ma di disco . Questo fornimento si mantenne in t:so tino al secolo xvr, verso la metà d el

quale si corn inciò a farlo con guardia, ad uno o più ran1i ,

Spada italica di bronzo

e con controguardia , elsa d iritta o curva in d oppio mod o, ra nto sul Fiatto d ella lama, quanto normale ad esso. Ne scaturirono delle impug nature bizza rre ed art istiche , numerosissime. Le parti d ella S. sono : la lama (suddivisa in tre te rzi che partendo d alla punta verso la gua«lia sono il debole, il centro, il forte) ; il codolo; la guardia e controg uar<lia; i l man ico o. impugnatura; il pomo. Gcnera!mentc cd erroneamen te si usa chiamare S . qualunque arma

bianca lunga con lama diritta cd impugnatura, facendo con

ap prende re la .sche, ma; furono in seguito ad essa , tanto per la scuola di scherma, q uanto per l 'assalto, sosti tuiti i fioretti, altrimenti d eu i spade di mazza. Spada papale, così chiamata quella ricchissima per dorature, cesellature e. ageminature, che i papi sulevano dare in <lono ai princiFi c ristiani, per qualche loro fatto in favore ed onore della Chiesa . Spada bastarda, la S. <lei lanzichenecchi del scc. XVI, a tta a colpire così <li punta come d i taglio. Spada ronuma, V. Gladio. Sp:uitt d'onore, spada finemente lavorata e ornata, offerta a condo ttieri o generali vittoriosi, o d istintisi eccezionalmente, <.la parte d i nazion l o di città natali dei ·m edesimi, o di corpi

armali.

Spada o del Cordone Giallo (Ordine della). Venne istituito d a re Gustavo Wasa d i Svezia, nel

1523, per dar forza alla fede cattolica, nlinacciata tlal Lutera.ni• smo . Estinto, venne rico nfern1ato nel 1748 d a Federico l e sud d iv iso ir1 tre classi . In seguito subì d iverse modificazio ni. L'Ordine, destin ato ai mi litari, consta ora

di

5 classi : commendatore gran

croce ,

commendatore

cavaliere ,

gran croce d i pri ma classe, cavaliere gran er oe,, d i seconda clas-

Ordine della Spada (Svezia)

se ,· cava liere . La decorazione reca

Spade greche e romane

tale depominazionc d iventare questa voce nome di ge nere col-

lettivo , mentre è, invece, di speòc per tale sorta di arroc . li nome invece s petta solo a quell'arma bianca manesca che ha la lama lunga d iritta a due fili dal tallo ne alla

punta , sg usciata in maggiore o 1ninor parte ·ddla sua lun. ghezza . Secondo la sua forma, nella lama e nell'impugnatura, cd a seconda da chi era e come usata, o perchè donata p rese vari no mi: Spada baionetta, quella usata rer innastarla sugli archibugi, e sui fuc il i. Spada nera, era cosl chia mata, nel secolo XVII, la S. che si usava per

il motto (( Pro l.>atria >) . F u anche dcuo della S . l'Ord ine cavalleresco d i Cipro (V.).

Spadaio (o Spadaro). Così e ra ch iamato nei tempi pas. sati l 'armaiuolo specializzato ne ll a costruzione d elle spade, no n solo pc.r q ua11 tu ri0ettcva la forma e la genialità artistica d ella impugna tura, n1a, e pilt specialmente, p:r quanto rifletteva la bon t,ì e resistenza della lama . Spadato. Fu detto così per b reve tempo r1eg li eserciti spagnuoli del scc. XVI il .soldato armato di spadone a due mani. Spadino (da Corte). Era c1uella spada d i forma cltversa dall 'or-

dinaria militare , di minori dimensioni. E rano usati, e lo sono

Sparlato• (con spadone a due ma ni)

tut-

to ra , co li 'abito da Corte d ai g randi ufficial i e dalle grand i car iche d ello Stato nei ricevimen ti. nelle cerimonie e nel le feste ufficiali. Il fornimemo d ello S . ha quasi sempre la

stessa forma , ad un'c1sa. ma è più o meno ricco di ornamc1u j, d i sculrurc, di lavori <li age1n ina .

Spadi no

Spade del sec. XVI (la prima a sinistra è spada- pistola)

Spadona. G rande spad a a due fi li, a lama dritta, lunga e larga più delle altre spade ordinarie, da adoperarsi con


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SPA

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u na mano sola, con eba a croce, manico con porno. D iffe -

riva dallo spadone a due mani solo nelle d imensioni; era propria della gente d'arme dei $CCol i Xlll e seguenti.

guerre P1micl,e (V .). I Romani per lungo tempo non ,·i ebbero tranquillo dominio, chè solo dopo avervi domato molte insurrezion i dei Ccltiber i del centro (179 a. C.) e dei Lusitani <.lcll'ovest (153) e, più fiera d i tutte, quella di Viriato, poterono con la presa d i Numanzia (133), ult imo balua rdo cki Celtibcri, avere la Spagna in piena balia. meno le comrade dei Cantabri e degli Asturi, popoli fieri e valorosi che conservarono ancora per oltre un secolo !a loro indipendenza. Teatro di guerra fra Mario e Silla e delle gesta d i Cesare, la SFagna, che nel 197 a . C. era stara d iv isa in citer iore e ulteriore avendo come linea di

Sp~dona

Spadone. Fu così chiamata una spda più grossa dèllc ordinarie e propria della gente a cavallo, diritta e ad un filo e mezzo. Fu in uso, presso alcune nazion i, F'Cr la cavaHcria pesante, si.no al secolo scorso. Antiche bandiere spagnuofe

Spadone

Spadone a due mani. Spada con lam,, a due fi li, di ritta e foggiata a fiamma, talvolta seghettata, p iù lunga, più larga e più pesante della spadona ordinaria. Il manico era lungo tanto, da non potersi adoperare se non con tutte e due le mani. Ne fu introdotto l'uso nella Spagna, in I talia e \ell a Svizzera su l finire del secolo XV o nel i:-rincipio del XVI; l'arma venne dalla Germania, dove era adoperata fin d al Xlii secolo, e dove esistevano scuole in cui se ne insegnava il maneggio. Anche in Italia sorsero scuole a Bologna e a Milano, con famosi maestri, d i maneggio d'armi bianche, quali il Tappe e Antonio di Luca, che in Bologna insegnò a Giovanni dalle Bande Nere . Lo S . a due mani serviva specialmente per la difesa delle mura nelle piazze assediate, ed era proprio òegli uomini d'arma a pied i, che, nn rciando, lo portavano sulla spalla, come si portava l'archibugio cd il fucile, oppure appeso ad una correggia <l ietro 1a schiena . Oggi sono ancora ar•

mate, per parata, di S . n due mani le Guardie Svizzere del Papa nelle solenni funzioni al Vaticano.

separazione l'Ebro, venne da Augusto, dopo che egli ,·i ebbe domati con lunga guerra (27-H)) i Canrabri e gli As turi, costituita su tre provincie: la Lusìtaniat la Betica e la Tarraconcnse. Successivamente, Diocleziano fece della Spagna una diocesi o vicariato d elia prefettura pretoriale della Ga llia; e tale essa rimase anche dopo la d ivisione dell'impero fatta da Teodosio (395 d . C.) . Già sotto l 'im. peratore Valeriano, i F raochi, attraver,ato il Reno e invasa la Gallia (256 d. C.), si erano spinti nella penisola iberica e perfi no nella Mauritailia; ma il dominio di Roma non ne aveva ricevuto danno . Nel 4 1 0 la S. fu invasa da Vandali, Alani e Svevi; restò ai Romani il paese a nord dell 'Ebro. Pochi anni dopo, il re visigoto Vallia, .stretti accor<li con l'im peu1tore Onorio, valicav3 i Pirenei (415) e, sterm inati in parte gl i Alan i, cacciava gli Svev i nelle ,uontagne del N .-O. del!-. penisola e i. Vandali nella Betica; clop, <li che, ripassò coi suoi nella Gallia. Teodorico I (419-51), salito al trono visigoto dopo Vallia, scacciò i Vandali d alla peJ1isola costringendoli a passare in Africa; e il suo successore, Teodorico li (455-66), guerreggiò in nome dell'imperatore Avito con g li Svevi che, anelando ad esten. dcre la propria dominazione, ave-

vano conquistata la Lusitania ed erano pcnetrari anche nella Betica; e nel 456 li scon fisse ridu cendoli nei loro precedenti confini della Gal izia. Enrico li, successore d i Teodorico Il (466-84), ebbe in suo dom inio tutta la S ., salvo l'angolo a N.-O. , occupato dagli Svevi. Clodoveo affrontò

Spàgna. 1 p iù antichi abitatori della Spagna sembrano essere stati gli fberi, dei quali si ravvisano le ultitnc vestigia negli odierni Baschi. Essi si fusero coi Celti e dalla loro mescolanza sorsero i Ccltibcri, pr imo por,olo iberico d i cui si abbia certezza stor ica. Sulle coste di Spagna fondarono colonie Fenici, Greci e Cartaginesi, i quali u lrimi sottomisero quasi tutta la penisola, che perdettero nelle

Bandiera della S pagna

i V isigoti ariani p resso

Poitie rs (SOì), li vinse ed uccise il loro re Alarico II; onde essi t raspor1arono la capi tale da T olosa a Narbona, poi a Barcellona e infine a Toledo. L'imperatore Giustiniano tentò, con l'aiuto degli indigen i e degli Svevi, d i sottomettere la Spagna; e, infatti , si impossessò delle coste meridionali della penisola. Ma il re Leovigildo (569-86) gli ritolse molte città . domò i Baschi r ibellatisi ed abbattè gli Svevi (585) aggregandosene il territorio. Jl re Sisebuto (612•i1) tolse ai Greci q uan to ancor i:ossedeyano in Spagna; ma sotto i successivi re lo Stato andò sem9re più precipitando a ruina, finchè gli Arabi, condotti da Tarik, sbarcarono a Gtbil-


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terra e, ;con lratisi a Xeres dc la Frontera col re Rodrigo, lo sconfissero e uccisero. (71 1). f poGhi Visigoti scampati afla strage si rifugiarono sono Pelagio ndk montagne can ~ tabrichc e vi fondarono un piccolo reame (delle Asturie, poi d'Oviedo e poi d i Ler,n) la cui indipenrlenza seppero 11'HlHlcnere con le armi. Gli_ Arabi in tanto cont i nuarono nella conguisca d el la penisola che fu p rovi,}cia dei Califì d i Damasco fino a quando Abderaman v i fondava un califfato indipendente che ebbe per capitale Cordova e che sotto d i lui salì ad ateo grad o d i rrosperità . Carlomagno, nel 778. chia,nalo in aiuto daJl'.emiro di Saragozza contro Abder-

1146 g li Aimoadi , nuova setta sorra nell'A frica ucciden tak, dopo avervi opp ressi g li }\lmoraviJi rassarono to stretto d i Gibi lterra e li cacciarono ,:lai loro possed iment,i di Spagna. Anche contro gue.s.tì nt1ovi invasor i loLtarono senza tregua e con sempre maggiore fortuna i re iberici . [! re 1

1

aman, fece nella Spagna una prima spedizione jnfruttuosa; ma più tardi egli riusciva ad assoggettarsi lJI) tratto del paese tra Ebro e Pirenei costituendo con esso la Marca

spagnuola. Da q uesta sorsero la contea <li Barcellona, che rimase feudo francese fino alla metà d el Xlll secolo, e quell a di Pamplona, la quale u n governatore franco, Aznar, rese nell'831 indipendente e il fig lio di lui, Garcia Ximenes, elevò a regno e reditario nell"86o (regno d i Navarra). Tra i p rincipati cristiani, sorti così nel nord della Spagn.i. e i l cal iffato <li (;on.lova~ arse continu:i guerra; sorsero e s.i rafforzarono gli Stati cristiani <li .l\ r~gona, di Castiglia e-del Saprarbe. 11 regno d'Asturia, e,tesosi nel 914 verso ,ud e mutatosi in regno di Lcon, veniva assal ito dal califfo Abdaaman Ili (91 2-G~) ch e i l re Ramiro Il sconfisse a Siman,;as (93~) .. Aucl,c il regno di Navarra ebbe a sostenere sanguinosi assalti <lagJi Arabi, rr1a i re Sancio l e [J riportavano parecchie vittol'ie. Ferdinando riu nì i regni di Leon e d i Castiglia; nel 1038 il Sop rarbc fu da Ramiro rn1ìto all'Aragona . l n <leuo anno, il r.etten trionc ddla Sp;1 .. gna trovavasi diviso nei rre regni d i Navarra, <Il Leon e Castigl ia, e d i Aragona, oltre alla contea , li lla rcellona. Alfonso Vl tolse. ai Mori l'antica capitale del regno visigoto, Toledo (1 085) e vi trasportò la S lJa residenza. O ieci anni dop,, Emico d i florgogna, della stirpe dei Capctingi , fondava t ra il basso Tago e il Minho la con tea d i Portog a Ilo , eretta da Alfonso VI in feudo d ella corona d i Castiglia. Ta li progressi dei Cristiani erano dovuti a llo sfaccio verso il quale andava ruinando In signoria araba. li califfato si sgretolò in piccole signorie, a restaurare le son i de lle qualt vennero nella Sp~1gna gli J\lincm-1vidi, (.a µitanati da Yussuf, i l qua le v inse ripetut;imcntc Alfonso \11 di Casrig1 ia (1 086) . Verso la metà del XIJ secolo I,, parl,;niforrne d i governatore sp:1gnuolo del secolo XVI te della pcn isola non soggena a1 Nlori si t rovò divisa nei quattro reg11i d i Lcon e Castigl ia, del Portogallo, di Navarra e infi ne di quello di Aragona; l'ultimo dei quali crasi at·cresciuto <iella Catalog na . Le continue guerre coi Mori non µc n nisero agli Spagnuol i di partecipare alle Cro ciate che ii: misura assai scarsa . Nel

Volontario

Uff. d..,art .

Artigliere

Fuciliere

Dr.1gonc

T ruppt.~ spagnuole. dell'epoca napoleonicR

Ferd inando l ii di Castiglia togl ieva Joro Ca,lice, Jaen, Siv iglia e Cordova; Giacomo I d "Aragona conquistava (r229) le Haleari e il regr,o d i Valenza; il re d i Portogallo, Alfonso Ili, sottoponéva l'Algorve (1250) . FinJ lme,u c. Ferd inando Ili. ricongil;nto alb Castigl ia il Leon più , oltc stac1

catosene (1230), costringeva nel 1246 l 'emiro nrabo di G ra-

nata, ultimo propugnacolo dei 1'1'ori, a rendergli omaggio . La gran<le e ininterrotta contesa fra gli Arabi e i re iberici aveva costr\:tto questi a invocare il concorso dei loro popoli coi quali, per ottenerlo, a\'cvano dovu to largheggiare in politiche concessioni. Apparvero così nel secolo XJ le prime Carte d i frand1igia, o Fucros, fa.rgilc ai Comuni; e sorsero p.irc nel sec . XII in Aragona, in Castigli~, in l'ortogallo e, u ,1 po' più ta rdi, nella Kavan-a e ne lla C,italogna le Concs che, prima costituite solo ,falla nobiltà e dal clero, accolsero poi anche la borghesia che vi formò braccio a pane e vi acquìsrt> gr~ndc i01portanza . i'.1cl 1270 , ,11Ia nuova dinastia araba, quella <le i Mer in iti, sorn, anch'essa nel Marocco, rovesciò quivi g li Almoadi e strappò loro i l regno d i Granata che tenne si no all a fine <lei n>edio evo. Nel 1282, la Sicilia, scosso il giogo angioino, si dava a re Pietro IJI d'Aragona. la guerra che, per conservare il nuovo acquisto, Pietro dovette sostenere cont ro Carlo d'Angiò gli attirò addosso una pericolosa invasione nella Catalogna per parte del re d i Fra11cia Filippo l 'Ardito, nipote d i Carlo, il quale però doµo qualche b110n successo, dovette rilrarscnc p:.·r una n1ortalc n1alattia con• tratta ali 'assedio d i Gcrona e pcrchè, sconfitta più volte

la sua flotta dai grande ammiraglio di Pieti-o, lluggero d i Lauria, non gli fu più possibile vettovagliare il suo esercito. G!acomo 11 d'Aragona tolse nel 1313 la Sardegna ai Pisaui e morì nel J327 . Dei suoi successori, vanno segnahtti: P iet ro lV (1336-87) che eb be regno assai agii.ato da guerre e r ivolte, cornlx, t1è contro i Mor i e sconfisse ( 1353) ad Alghero i Genovesi che g li disputavano la Sardegna;' Alfonso V ( r416~58) che, divenuto ;-e <li Sicilia per retaggi<) avuto <lal padre Ferdinando il Giusto, wnq:iistii . dopù lunga guerr~ agli ,\ngi0 ini aeche i l regno ,li Napo!, (L1+2). Continuarono le lotte coi Mori. Gibilte na fu tolta a questi nel 1309, fu d ai Mori rip,csa nel 1333 e nuovamente a<l essi st ra ppata con l'a iuto della flotta genovese, vittoricsa, ,\ Oltt) l';l[nrniraglio Egidio Boccaneg ra, d i quella 1noresca che (u d ispersa e affonda ta (r.340). Pietro il Crudele (l350-G9) (u in lotta col fratello naturale Enr ico di Transtamarc, dic,

ì


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SPA

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::1ppoggiaro dal Du Guesclin, lo sconfisse e lo ·Jetro nizzc'>;

ma aven,io Pietro con l'aiuto dd pr incipe Nero d'lngh i!icrra riacquistata la corona, lo alfroutb dl 1w ovo) lo scon ~

fisse e lo uccise d i r ropria mano (1369). Con le nozze di Isabella d i Castigl ia con Ferd inando 11 d'Aragona, q ua, , tL,tta la pen isola, a,! eccezione del Portogallo, della Navarra e del pac,c a mezzodì occupato ancora dai Mori, iu r iun ito (1474) sotto lo scettro dei d ue consorti. L'uni:,nc dctccminò nuova guerra ai Mori (1482), che a poco a poco furoao riserrati in Gra nata , la cu i cap irnfazione dop0 pa~ recchi mesi d 'assed io (25 novembre 1491), segnò la fin<: della dom inazione araba, du rata nel la Spagna per ci rca otto secoli. Il nu<>vo Stato 1rasse somma gloria dalla scoperta dell'America cvmpiuta da Cristoforo Colombo, ond 'cbbe ori~ine la potenza coion ialt: della Spagna; ma fu hruttato

SPA

riute d urante il suo regno in 1\ rnerka; i! Messico, il Pcrl1? il Cile, la Nuova Grn11ata divennero colonie spagnuole; ma le lunghe g uerre eh ·egli d ovette :sostenere esau rirono la Spagna che già per l'esodo dei Mori e degli Ebrei, labon osi ed induslri, vedeva <iisertare le camp agne e le offi-

1

dalle persecuzioni con cui, per dare

un it2 religiosa, o l-

trcchè politica, al pese, Ferdinando infierì sui Mori, sugli Ebrei , sugli eret ici, istituendo (1481) I 'Jnquisiz ione che, d apprima strurnentr, a difesa della fede, d ivenne nelle sue

\;niformi dell'esercito spagnuolo nel 1909

n,ani arma potentissima a soslegno del più sospettoso e

spietato dispotismo, e spopolò e impoverì il paese. Quando re Luigi Xll cli f'r:incia d isegnò d i co nqu istare il reame d i Napoli, Ferd inando ne pattul segretamente con lui la spartiz.ione, r iserbando per sè la Puglia e la Calabria; e, i ngannando quel re Federico che della trama era ignaro, vi mandò, col pretesto d i d ifenderne le ragion i, un esercito sollo Consalvo di Cordova . Consumato i l tradimcnro, sorse contesa tra Sp1gnuoli e Ftancesi per la divisione delle spo• glie, ed essendo questi stati sconfini, quelli rimasero pad roni <li tutto il reame (1504) Nel r5ro, Ferd inando il Cattolico invase e conquistò la Navana che, dopo la morte d i Giovanni JJ d'Aragona, e rasi resa i ndipendente, Carlo V, figlio di Filippo d'Aust ria e dì Giovanna , nata d a Ferdinando e lsabdla, ered itò b Spagna, l 'Austria, i Paesi Bassi.

ci uc.' e nella quale, cresciuto il numerario !)Cr j tesori strapptti all'America e perciò d i esso rill vilito il valore e au-

rnentato quello del le cose p iù necessarie alla l'ita, era i n grave miseria . Nel 1555, Carlo V stanco, sfi,luçiato e ammalato, cedeva la Fiandra al figl io Filippo a cui aveva precedentemen te conferita l'invest illlra del d ucato d i Milano (1541) e del reame di Napoli (1554). Nel gennaio 1556 gli l'inunciù la Spagna, la Sa r<lcgr.ia~ la Sicil~a e i <l01ninì cl 'America e nell'ottobre <lie, k al fratello Ferd inando la corona imperiale: dopo d i che si ritrasse nel monastero d i Yuste nella l'.st rcmadura ove morì nel r558. Filippo li continuò 1a guerra in iziata dal pad re con tro la Francia e le sue ann i riportavann , u questa, per virtù e abilità d el 11rineipe sabaudo Emanuele Filiberto che le guida va, la vitr:oria <li San Quintino (10 agosto 1557). La pace d i Catcau. Carnbrésis (1559). pose fi ne alla rivalità fra i d ue Stati, rnlTermò la rrepondera nza suagnuola i n Ttal ia, rna fu il principio del le guet re d i rel igione che insangu i>1arono l' F.u. ropa. Nella lega promossa dal !)apa Pio V per abbattere la potenza musulmana, la Spagna partecipò con la propria flotta d i 81 galere e coutribuì alla vittoria <li Lepanto (7 o ttobre J 57 1) . F ilippo li volle introdurre ! ' Inquisizione anche nd la Fiand ra e ne p rovocò la violenta r ibellione che egli tentò in va ,10 con guerra lunga cd atroce d i rcp·imc re e che gl i costò la perd ita della metà dei Paesi Bassi (V, Fù111dm ). Entrato in lotta contro l' l nghi l,erra, armò con tro d i essa una porentt flotta (l 'lnvincihile umata) che da una tempesta e dai n:ivig li nemici fu totalmente <listru tta (1588). i\ mli sciagure e ra stato scarso compen so l'acquisto del Portogallo (1580) . Il re mori va nel 1598 dopo aver segnata la pace d i Vervin s che chjudcva la f.,Tt.1erra <la lu i rnnssa ad Enrico IV per con trastargli la corona d i rrancìa. Egli ]a. sciava uno Stato anco r più esausto e declinante di qw1n10 non l'avesse trovato salendo al t rono. Il regno cadde in ,nano dei cortigiani, dei favori1i e del clero fanatico, e il paese intristì si spopolò, languì ncll'igr1oranza e nella miseria oziosa . filippo III , espelkndo in massa i ~fori, partecipando alla guerra rcr la Successione , Id Monferrato (1613-18), a c1uella di Valtell ina (1620), e agli ini7.i d i quella dei Trent'anni, aggravò le con<li,.iooi <lei paese. Filippo IV si im1Jigliò nella guerra per la Successione cli Mantova e del Monfe rrato (1629) e in quella dei Trent'anni, fi no al la pace dei Pirenei (1659) in base alla quale dovette cedere all a Francia il Rossiglione, fa Cerdagna e l 'Artois. 1

Fante ria s pagn uo la: ten utn mctropoU tana e colonia.le ( 1 898)

la Lorena, la Franca Comea, la Sicilia, !a Sardegna, Napoli e vastissime colonie in America; nel r5r9 saliva alla dignità im!>eriale col nome d i Carlo V. La storia della Spagna durante la travagliata vita di questo re si co11fondc con quella -dell'impero. G randi fu rono le conquiste coni-

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1040 Nel 1640 il Portogallo si rivendicava a Llberrà. SuccessivameMe la Spagna :!)erdeva in Italia Piombi no , Portolongone e O rbetello ( 1646), doveva reprimere gravissime sommosse in Napoli e in Sici lia provocate dal mal governo (1647), e nel 1648 era costretta a riconoscere !"indipendenza delle Pro\' incic Unite. Maria A.ona d 'Austria concluse nel 1668 un trattato col Portogallo, che poneva fine ad ogn i contesa fra i d ue Stati i q ua li d a allora rimasero sempre sep araci. Inta nto Luigi XIV accampava d iritti sui Paesi Bassi spignuo).i , cd essendosi la Corte di Madrid rifiutata d i riconoscerli . muoveva guerra alla Spagna (1667) (V . Devoluz io·ne) che term in ava col trattato di Aquisgraua (1668). Alcuni an ni dopo (1672), avendo il re francese i nvasa l'Olanda, a questa si unì, con l' impero e la Danimarca, anche la Spagna che vi 9er<lctte, pel trattato <li N imcga (1678), la F ranca Contea, Valenciennes, Cambrai ed altre località dei Paesi Bassi, r icevendone !>Crò in com penso a lcune <li quelle ;ibbandonate col precedente trattato . J.,a Lega d'Augsburg. formatasi tra Impero, Oland a e Svezia contn1

g na, don Filippo d i Borbone. Il re Ca rlo IIJ, durante la guerra dei Sette Anni, si accostò alla Fra11cia str ingendo con essa il patto che fu detto « d i. fam iglia » (1761); ma l'a iuto portato dalla flotta spagnuola alla francese non valse ad arrestare quella inglese nei suoi t rionfi; onde, per compensarsene, i Franco-Ispan i invasero i l Portogallo ritenuto quasi colonia inglese, ed esrug nata A lmeida (176:2), m inacciarono L isbona. Tale diversione costrinse l'Inghilterra alla pace, che fu segnata a Parigi nel 1763 e per la quale la Spagna dovette cedere la F lorida, ricevendone in cambio dalla Francia la Luisia na. Anche durante la guerra d 'Indipendenza d 'America (1775-1783), la Spagna parteggiò (1 799) con la Francia e l'Olanda per le colonie inglesi sollevatesi contro la loro metropoli; ma, se non le ,-enne fatto d i espugnare Gibilterra validamente d ifesa dalle forze britanniche, riebbe, pci trattati <li Parigi e <l i. Versa illes , che quella g uerra conclusero, la F lori<la e Minorca. Scoppiata la rivol.uzionc francese e cost ituitasi la gra nde coal i-zione europea contro la ]'rancia ( r793) , la S!)ag na vi

Art ig lieria spagnuola (anteguerra)

la sove rchia potenza <l i L uigi XIV, chbe partecipe ancora la Spagna, che dalla guerra che ne seguì riottenne, pel trattato <ii R yswick , ciò che il m onarca francese le aveva strappato verso i Pirene i e, inoltre, il Lussemburgo, Mons, Ath. e Courtrai. Alla morte d i Carlo Il, aven<lo questi des ig nato come suo successore Filif-po <l,Augiò, n i9otc <.li Luigi XIV, .scoppiò Ja guerra per la Suc,·essioue (V.) d i Spagna, che term inò coi trattati d' Uuecht (r7r3) e di Rastadt ( 1714). Fili-p po V permise che una flotra spagnuola s'impossessasse della Sardegna (r717) ed al tra d ella Sicili a (1718). Francia, Inghilterra, Olanda e lm!>ero, strertisi in guadrupl ice alleanza, d ichiararono guerra alla Spagna . Vittorie 11avali degli Inglesi a Capo Passero (1718) e degli. Imperiali ù1 SiciJia, e altre sconfitte n1aritti1nc e terrestri inflitte d alle forze della lega a q uelle ispane , sbigottirono Filippo V e lo costrinsero a restituire all'imçeratore la Sicilia, in cambio della quale Vittorio Amedeo li d i Savoia ebbe la Sar<lcgna. La Corte di Mad rid0 scì a far ottenere a <lon Car lo di Borbone, figlio dei reali <li Spagna , il d ucato <li Parma e Piacenza (1731) . Alle successive g ue rre per la S11ccessio11e (V.) di Polonia (1733) e d 'Aust ria (r740) la Spagna partecipò a fianco della Francia. Il trattato di Vienna ( 1735) diede a don Carlo (Carlo III) Napoli, Sicilia e lo Stato <lei P resiciì , togliendogli Parma e Piacenza che, con I'aggiunta d i Guastal la, furono agg iud icate , col trattato d '1\quisgrana (1748), al!'alt ro figlio del re cli Spa-

r rcsc parte e le sue m ilizie invase ro il Rossiglione, n, a ne furono r icacciate da quelle francesi che le inseguirono fino nella Catalog11a, mentre altre forze francesi, valicati i Pirenei occidentali , s'impadronivano della Guipuzcoa. La Spagna dovette allora ritirarsi dalla lotta e ce<lerc alla Francia, con la pace d i Basi lea (5 aprile r795), la propria parte dell'isola <li S. Dom ingo ; l 'anno appresso concluse con essa un trattato di mutua assistenza. Troppo debole per immischiarsi negli sconvolgimenti o nde l'Europa era t urbata, la Spagna d iven ne per qualche anno il satellite del gra nde astro napoleonico (V . g uerre dell'impero francese). Mentre la Spagna difeh<lcva la !'ropria indipendenza, le sue colonie cl' America si sollevarono e l 'una <iopo l 'altra , a cominciare d al 18m, scossero il loro giogo, talchè alla Spagna non rimasero, ,li t utto l 'immcnso impero coloniale prima posseduto nel nuovo mondo, che Cuba " Portorico . Sotto Ferdinando VIT scoppiò la guerra Civile (V.) d opo la q uale le sanguinose repressioni e vendette valse ro a mantenere vivo lo spirito d i rivolta che si manifestò nelle successive gue rre civili del 183-3-40 e del 1874-76. Nell 'intcrvallo fra le due guerre accennate, Isabella d ovette r ifugiarsi in Francia (settembre 1868) e venne proclamata la repubblica. li governo Frovvisorio tosto creato, si pose alla riw

cerca d 'un sovrano da sostitui re ai Borboni invisi: quando la coron a <li Spagna fu offerta d alle Cortcs costituenti al princiFc prussiano Leopoldo d i Hohenzollcrn, ciò rappre-


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:;crnù mot ivo d i guerra tra Franc ia e Germania . Nd no-

vembre r870, il marescia llo Prim, che col generale Serrano e con J'am miraglio Topete costituiva .il governo provvisorio,

faceva votare dalle Cortes la elezione al trono del secondogenito del re d'Ital ia, d uca Arnc<lco d'Aosta, il quale diede

politico-m ilitari necessarie 9er prendere effettivo possesso delle zone stesse, procedessero con unità d i sforzi e di vedute, fino a quando ciò fu reso necessario dalla rivolta del Riff (V.). La Spagna r imase estrai,ea al conflitto mondiale . Dopo la guerra, in segui to ai rovesci <!ella campagna marocchina, il paese fu sconvolto <la disordini e tumulti, che determinarono una reazione 9atriottica, a rnpo della quale (u il gen . Primo De Rivera, il quale col consenso di ,·e Alfonso istituì una d ittatura militare (settembre 1<;)23), che durò fino a l 1930, quando si costituì un governo di transizione . Le forze ostili alla dittatura si batterono con successo nelle elezioni d d 12 aprile 1931, in seguito alle qual i Alfonso XIII abbandonò la Spagna e il 15 vi fu proclamarn la repubbl ica. La SFagna è dal 1931 or,linata a repubblica. Superficie Kmq . 503.000; abitanti 23 m ilioni ; fronlicra terresu·e ..:hilo-

met ri. 1664; frontiera marittima Km. 31 44. Delle sue immense colonie non le resta che il territor io d i CeutaMeli lla, ~ulla costa mediterranea dell'A frica, il territorio del Rio dell 'Oro e <iella Guinea Spagnuola, sull'Atlantico, nell'Africa, e le isole Canarie.

Uniforme mil icare spagnuola unica pet' tutti i corpi ( 1926)

la sua accettazione (4 d icembre) . L'assassinio del Prim, a,•. venuto nel giorno stesso in cui il nuovo re s barcava i n Spagna, fu infausto presagio delle d ifficoltà che questi , principe virtuoso. leale ed animato dalle più reue inten-

z ioni, avrchbe dovuto affrontare per ridare pace ed ordin<:'. al paese. Eg li invano tentò turre le vie legali e costituz ionali p: r sopire le discor,-Jie, restau rare il dissestato erario. soffocare le violente ri voluzioni scoppiare nel 1868 in C uba <:.: le insurrezioni provocate da don Carlos. Avversato

Esercito della Spagna. 1.,a repubblic;:i (r931) ha sciolto 37 regg. di fanteria su 76; ·1 bgl. <la montagna su 12; 9 bgl. di fonteria leggera su 17; 17 rcgg. , li ~avallcria su 27; le d ivis . di fanteria sono state ridotte da 16 a 8; il numero degl i ufficiali da 22.000 a 8000. La forza bilan ciata è d i 90.000 u. di cui 32.000 nelle colonie. La divisione di fanteria comprende 2 rcgg. a 2 bgl. su 4 cp. più una d i 1n icrag]i::1trici; un regg . di canno11i e uno <li obici da campagna, su 2 gr. d: 3 btr. Vi sono inoltre 7 regg. d i fanteria prcsidiaria . La cavalletia ha 10 regg. di cui 6 costitu iscono uoa divis . e 4 appartengono alle <livis . d i fanteria . li regg. è su 3 brigate, d i 2 rcgg. su 2 gruppi. La divis . fii cavalleria comprende inoltre

2

cp. ciclisti d i

cui una rn itraglieri, un gr. d i sqdr . rnitrag-lieri n1otorjz. zato, un regg. ::Ht. a cavaHo su ~) gr. di 3 btr. Vi sono inoltre due briga te di fanteria da montagna, ciascuna delle

cornc straniero, insidiato nella vita, iJ re Amt:dco, piut-

tosto che adottare mezzi an ticost ituzional i, preferì abdicare al trono ( r , febbraio 1873). Si tentò allora di l'isusritarc il regime repubbl ica no e fu eletto p residente Em ilio Ca-

GOUé Dt. &ASCOG/YC

stela r. L~1 prova fallì, e un ,< pronunciamento '>, m ilitare

capeggiato <lai generale Maninez Campos (29 d icembre 18j4) ch iamò al trono Alfonso XII di Borbone a cui la madre Isabella aveva rinunciati j suoi diritti . La insurre~

zione cubana, dopo u na guerra decennale, fu q uietarn nd 1878 mediame concession i liberal i; quella carlista si esaurl presto per mancanza di mezzi e d i uomini ; la Spagna si riebbe alquanto; ma non cessarono in essa le aspre Ione dei partiti liberale e conservatore. La reggenza durante la minore età di Alfonso XIII non p:itÌ! arrestare i l decadimento a cui la Spagna era avviata per l'insipie nza de i

govnrrnnti, per la virulenza delle lotte d i paHito, per la depressione della vita. economica e della finanza e per In tendc112.a della Catalogna a rendersi autonoma. Le colo nie ncgkttc tTano in conti nua agitazione e nel 1895 Cuba e nell ';inno successivo le Fi lip[)ine si sollevavano. Gli Stati Uniti ne approfi ttarono per provocare la guerra lspanoAmcricana (V.) e col trattato di Parigi (1898) la Spagna perdette le sue colo nie . A rendere più penose le condizioni dc] paese, inter venne nei primi anni del 1900 la quest ione del Marocco (V .). Ne) 1912 fu conclusa un'intesa franco-spagnuola per la definizione delle zone d'influenza spettant i nel Marocco alle due potenze contraenti; ma, in realtà, le gelos ie e la rivalità imFcdirono che esse, nelle operazioni

Circoscrizioni mil itari della Spagna

quali ha un regg. d'art . <li

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gr. su 3 btr. L'artiglieria,

olu-e a quella delle divis., comprende 4 reg/i- <li media e pesante campale, ciascuno con uu gr. di cannoni e uno di obici, su 3 btr., 4 regg. d 'arl. da costa, 3 grurpi n1isti per le Halear i e le Canarie, 2 gr . comroacrci . Il genio d ivi6


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sionale è d i un bgl. Vi sono poi T regg. zappaturi-minatori su 2 bgl. di 4 cp., un bgl. pon tieri, un rcgg. ferrovieri su 3 bgl. di 3 cp. Le circoscrizioni m ii. sono 8 (Madrid , Siviglia, Va lenza, Barcellona, Saragozza, Burgos, Valladolid , La Corufia). Comandi autonomi sono alle Baleari e alle Canarie, oltre a quello della costa marocchina e <lei Rio dell'Oro. A Saragozza è una scuola mii. generale, destinata al recluta mento degli ufficiali <li tutte le armi. I corsi durano tre anni, e poi gli ufficiali passano alle scuole di applicazione d i Toledo (fanteria), Valladolid (cavalle.ria), Segovia (artiglieria), Guadalajara (genio), Avila (intendenza). Vi sono inoltre varie scuole per l'aeronautica. Nel 1930 è stata costituita una speciale cacegoriaj fra i sottufficiali e gli ufficiali, comprendente i grad i di primo sergente, brigadiere, sottoaiutante, sottotenente. il servizio m iJ. i; obbligatorio e dura 18 anni, di cui I nel servizio attivo, 5 in d isp,nibilità, 6 nella prima e e. 6 nella seconda riserva.

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Spagna (Ordi1te reale d,). Istituto nel 1809 dal re Giuseppe, per ricompensare gli Spagnuoli che si erano mostrati a lu, devoti. Era civi le e militare e comprendeva tre classi. Scomparve qun 11do gli Spagnuoli si liberaronc, dal giogo dei Francesi ( r8T3). Spagna Carlo Andrea. Ammiraglio, n. a Livorno, m. a Ventimiglia (1871-1 933). Guardiam,ir ina nel 1899 fo promosso contrammir. nel 1923, amrnir. d i <livis. nel 19i8, collocaw in P. S. ne] 1920, a riposo nel r930. Prese parte '111a campagna dell"Estremo Oriente nd 1900, a qudla di Libia d o,·e ebbe il coman do mil. marittimo d i Tripoli nel r913, e alla gue rra Mondiale.

Spagnuola (Epoca) . Nell 'arte militare, è l'ep:,ca (se" colo XVI) in cu i rrimeggiarcno gli Spagnuoli, ta11to per la bont~ delle loro fant,,rie, quanto per i loro ord inamenti tattici cd ammin istrativi, imitati ben presto dagli altri Stati. Gli Spagnuoli fissarono una precisa gerarchia, una salda disc iplina, una autorevole giustizia militare. Gli ordinamenti amministratìyi erano fissi; quel li tattici variabili. Spahìs. Cavalieri turchi, di tipo feudale. I feudatari del sultano <lovevano fornirne un certo numero per ]'esercito,

Incrociatore sp"gnuolo • Cristobal Colon» costruito in Italia, affondato a Santiago (Cuba) nel 1898

Marina della Spagna. È costituita da 2 corazzate d":111-

teguerra, d i 15.500 tonn . , armate con VIII 305, della velocità di 20 nodi; di 2 incrociator i di 10 .000 tonn ., armati con VIll 20 3, VI 120, VI 40 a.a., XII lanciasiluri da 532, 2 velivoli con catapulta ; 3 incrociatori di 8000 tonn. armati con VIII 152, 2 incrociatori <li circa 5000 tonn. armati con VI 152; 2 condu11ori di flottiglia da 1800 tonn. e ro da 1650; 3 cacciatorpediniere di 1150 toun. ; 22 torpedin iere di 190 tonn . ; 3 cannoniere d i 1400 tonn. per il servizio coloniale; 12 sommergibili da 915 tonn. 6 da 570, 1 da 492, 3 d a 265; una nave portaerei di rn.ooo tonn. Equipaggi 14.000 u. p iù 1700 soldati di fanteria di mari na.

in proporzione della vastità e della popolazione ,kl feudo. Erano armati di fucile, lancia, sciabola e pistola. Nel 1834 il gen . francese d 'Erlon costituì il corro degli S. rn Algeria, che in diccj anni raggiunse la f orz(1 di ::?U sqdr., costitui ti da cavalieri indigeni, armati <li fuci!e e d i sciabola, adoperati come cavalleria leggera e veloce. Gli S. fu. rono costituitì anche nelle nostre colonie , sen1µrc con1e

tipo di cavalleria leggera, atta ad esplorazioni, scorta, colpi d i mano.

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Coraz:tata spagnuola e Espaiia &

Spahis frances i (1932)

Aeronautzca della Spagna . Dipende dal M,nistcro della guerra: non è più, dal 1931, arma autonoma con propria uniforme, come era nel regime monarchico precedente. Ebbe inizio cospicuo dalla campagna marocchina del 1925 e fu organizzata nel 1926. Comprende 3 squadre (Getufe, Siviglia, Barcellona), x gruf'pO da caccia e :2 da r icognizione, 1 gr. di idrovolanti a Los Alcazares, 1 gr. a Mclilla, 1 gr. a Tetuan. In tutto, 8 squadriglie <la caccia, 2 d a bombardamento, 20 da osservazione, 4 della marina. Comprese le riserve, circa 6oo velivoli.

Spalato. Città del la Jugos'.av ia in Dalmazia. di frame a ll ' isola Solta. Venne fondata all'qnca d i Diocleziano e r imase sotto la dominazione bizantina fino al 998, nel quale anno fu presa d al <ioge Pietro Orseolo Il. Nel 1059 passò alla d inas1 ,a croata; sycnta questa ritornò ai Veneziani, seguen<lo le sorti della Dalmazia. Dopo la guerra Mond iale i: divenuta capo!. d i uno dei u-e d ip . mar. della Jugoslav ia. Il giorno 8 marzo 1921 vi fu firmata la convenzione tra la Jugoslavia e l'Italia per lo sgombero delle truppe ita liane dalla Dalmazia.


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nena, c ciò per facilitare il movimento del braccio. Quando allo S. era unito un prolungamc.nro che scendeva a d ifendere circa un terzo <id braccio era chiamato « soallaccio con guardabraccio >) . Come p ure e ranvi S. con guar<iahraccio ed aletta, tutto d ' un sol pezzo. Quando mancava l'ala, essa veniva surrogata <la) guardascella o dalle rotelline da bracciale. Però, quando neanche que, te pezze riuscivano a correggere i diktti dell'armatura, lo S. conservava supe~ riormentc una parte dell'ala, rnentrc inferiormente veniva completato con un'ala pust iccia, composta di quattro )ame, fissa ta con due chiodi da voltare.

Spall'arm. Movimento che viene eseguiw con fucile e con moschetto, da pied 'arm o f-ìanc'arm facendo saltare l'arma nella mano sr. che l 'afferra sopra l'alzo tenendola a piombo davanti ali 'occhio destro, canna ù1 avanti; la mano dr. l'impugn'I sorto al calcio e.al pollice contro la costa posteriore del calciolo, le altre d ita, unite e Fiegate, braccio naturalmente disteso; poi st appoggia l 'arma alla spalla d r . facendo scorrere la mano sr. fin sopra il manubrio, in modo che la parte anteriore della scatola-serbatoio risulti contro l'iJicavo cltlla spalla, canna in alto, avambraccio dr. o rizzontale, gon1ìto aderente al cor~o; infine si Spalato nel setolo X V Il

Spalazzì (Francesco). Ammiraglio, n. a Rom a nel 1875. Gua rd iamarina nel 1895, passò nel ruolo ufficiali d i vascello specialisti arm i navali nel 1918, e fu promosso contrammir. in P. A. Prese parte alla guerra Mondiale. Spalla. fn fortificnione chiamasi così una massa d i

')

t~rra rivestita in 111uratura, o con altro n1ateriale, aggiunta

alla parte del fianco verso l'esterno di un fronte d i fortificazione, per copr ire il r imanente del medesimo. La voce deriva dall'ufficio che fa l'opera, d i sr,alleggiare, ossia coprire, i fianchi ritirati. Se il tracciato della S. era rettilineo l'opera conservava il proprio nome; se era quadrilungo prendeva il nome di (( musone »; se e ra curvo prendeva guello d i « orecchione », sia a c:1gione dell a forma, che della sporgenza. La porzione che rimaneva innanzi alla cortina ç si univa al fianco ritirato ch iamavasi rovescio della spalla. - Spalleggiamento dicesi un'opera d i fortificazione spediriva in terra, con rivest imento di zolle, gabbioni, fascinoni, sacchi a terra-> con tracciato rettilineo, o munita di d ue corti fianchi, che serv..! a coprire le truppe <lai ' tiro <lcll 'artiglicria o della fucileria nemiche.

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Spallaccio con b racciale

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abbassa vivacemente la n,ano sr. facendola passare rasente al corpo. Da bilanci'arm, drizzando l'arma a piornbn con la mano dr. facendola scorrere fino alla fa:'cetta con magl ietta e portandola all 'alto dell'arma; indi eseguendo i l movimento come prima . Da bracci';1rm, facendo passare l'arma nella mano sr. soslcncudola per la cinghia con la dr. fino a che la mano sr. l'avrà impugnat:J. 11 resto come r ri,na. La posizione ~ presa con la baionetta inastata negli sfila.. menti in parata, nei cortei funebri e dalie guardie d ·onore nel percorso dalla caserma a l posw di guardia e viceversa; senza baionclta inastata, da truppa .i n ordine chiuso che attraversa l'abitato . La posizione è presa dai bersaglieri solo quando essi debbano marciare con cadenza di passo inferiore a quella per essi prescritta.

Spalline. Ornamento de ll a g iubba, sorra le spalle e che serve anche di distintivo; un tcrnpo era pa r~c

dell 'arn1alUrn o corazza a difesa della spalla. Nel se-

colo XIX negli eserciti presso cui erano in uso, venivano portale con cune le unifor rni , in ogni circostanza . Du rante la guerra

d i Danimarca del 186,1 (urono abolite nell'esercito tedesco, per evitare che il Sp.alline dell'esercito napoleonico luccichìo del metallo rendesse troppo visibili le truppe al nemico. A I r-rcseutc, in Ita lia . vengono portate soltanto dagli ulfìciaJi nella grande uniforme, e consistono in una squama meta llica dorata o :-lrgent.ata con frange analoghe, secondo l ·arma a cui appartirnc l'ufficiale. Nelle altre tJniform i, per gli ufficiali e

Con aletta Con guardabraccio Con guardabraccio Con guardacuore

Spallaccio. La pezza d'armatura che copriva la spalla e si 1rniva ad incast ro col cannone <le! bracciale, ove si tmvava il corrisponden te cordone. Gli S . non erano quasi mai simmetrici : spesso quello d i di-. non aveva l'ala, o lu-

Spallina di generale

di ufficiale superiore

di ufficiale joferiore


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per la truppa, sono in uso le comrospal line in stoffa (per i generali in tessuto meta ll ico) sulle q uali so no applicati i distintiv i di g rado.

Spalto. Massa co)irentc che circondava la strada coperta, o il carnm.i no di m nd a, o di rettamente la con troscarpa ,kllc opere di [ortiticaz ionc per coprire dai tiri avversari I; scarpa del ramparo e q uel la <lei fo,so t per proteggere j di lensor.i che stavano sul cammino d i ronda e sulla strada coperta. Lo spalto uon aveva scarpa esterna, ma i l pendio :indava a raggiungere il terreno nMmale. La linea p iù elevata dello S. d ,cevasi cresta. Lo S . aveva un comando var iabile d a rn . 2 a 3,50 e la sua scarpa imerna era a 45" . L 'incl inazione del pendio variava da 1/ 10 a 1/ 20. Jn ogni caso questo pendio, p rolungato, doveva passa re a! d;sollO del ciglio d i fuoco del ramparo pr incip,1le, aAì ,ichè no n desse luogo ad alcun angolo morto rispetto ai tirmori posti su J etto rarnraro . Nei casi in cui anche coi fossi asciutti rivcsliti era uti le applicare )a strada coperra questa si ricavava ai pied i dello spalto (chiamato allora d i con troscarpa) e veniva riparata da un secondo spalto detto avanspa lro . E perch è occorresse m eno terra per la formazione di quc:.

sto spalto, si abbassava il livello della strada coperta, collocandola in una specie di avanfosso pochissimo profondo . 11 comando d d l'avanspalto doveva esse,'e un FO' m inore di tJuclJo dello spalto; il prolungame nto del suo pendio doveva passare al d isotto dd cig-lio d i fuoco del ra mparo principa le . Tanto nello spalto che nell 'arnnspalto, al mome nto del bisogno la scarpa interna veniva sistemata per fucileria . Conrrospalto era un secondo spalto che r imaneva verso 1,1 pane esterna d cli 'opera .

SPA

Spalvi•eri (Cesare). Generale, Ll . d i Vcnarotta (18641933). Sottot. d i fanteria nel 1884, divenne colo nudlo nel 1915, partecipò al la g uerra contro l 'Aus tria e vi mc• ritò due me.cl. d 'argento e

una d i bron w. Comandò i l 124°, F-oi il 209° fanteria, e, da 'brigadiere generale (1918) le brigate Massa Carra ra e Roma. In P. A. S. nel 1920, ebbe nel 1925 il grndo di generale di divisione e nel r930 passò nella riserva. Divenuto luogoten. gen. della M. V.S .N ., ebbe il comando della Xl zona (Abrua.o e Molise) . Spatvicri Cesare Spandau. Ci uà dclla Prus~ia, alla con fluenza del fiumi llavel e Sprea . fu come la 1;rande cittadella e l'arsenale mii. d i Berlino. Venne fortificata dall'arch itetto m ii. i ta liano Rocco Guerrini, d i cui rappresen tò il capolavoro. Egli costruì u na cittadella sopra un isolotto dei fiumi nominati. La piaz1.a si arrese senza combattere .alle forze ciel L annes

il 25 ottobre guarnigione.

1806

nou essendovi rimasti cbe

200 \J .

di

Spalto in cuntmpendema . Fu usaw specialmente d al Carnot. Per riparare il muro d i scarpa Carnot cosuosse talvolta sul fondo del fosso una coutrogu:irdia jn terne, che, o ltre faci litare le sortite, doveva rcntkre malagevo le all 'ana,camc la costruzione e il defilamento delle trincee. Questo S. però fu poco impiegato perchè riuscivano facil i le sorp rese. i rnuri erano scopcrti 1 o) se p r0tctti da copri# han ~, creavan o angoli morti.

Prima che si afferrn:1ssc !'uso delle artiglierie lo spa lto non av rebbe portHO ai-reca ,·e akun vantaggio alla piazza . So ltanto d opo che le artig lierie furono sperimenlate efficaci e l'impiego del fo~so d ive nne nonriale, f u riconosciuta l'oFponunità che una parte delle terre provenienti dallo ~cavo (osscro d is!)OSlc l u11go la cont1yscarpa per costituire una maschera ad una parte del muro cmergcnlc dal fosso. Così ebbe or igine lo spalto nel senso moderno attribuito a questa voce. Secondo Carlo Prornis lo spalto sarebbe stato conosciuto e prat icato nelle forrezzc solta nto dopo il 1460. Dagli ltal ian i del med io evo si dava la denom inazio ne d i spa.lto o spaldo alla pa lizzata od alla siepe che erigevasi

sulla controscarpa <le! fosso, ovvero al limite d el la st rada d i circonva llazione esterna radente la controscarpa, chiam at a te rraglio, ossia terrapieno d el fosso. Il noÌ11e d i ~p a!to era p erò generico rcr ogn i -parapetto anche delle murn e torri, e così veniva ch ia,:iato il ballatoio o specie d i balcone fatto alla sommità d elle mura delle torri, che sporgendo in fuori serviva a d ifenderne il piede.

l bastioni di Spandan (architetto mii. G uerrini) e la torre Giulia, nella quale era custodito il tesoro di guerra dell'impero tede5Co

Spanden. Villaggio della Prussia o rientale sulle rive della Passarge, presso Brauusberg. Durante la campagna napoleonica del r807, il ~ g iugno i Francesi che 1·occurava110 vi respi nsero l1au~1cco di un cor:io r usso, che il giorno dopo si rinnovò co 11 1Ylaggiori forze , spil'gale sulla dr. del fiume al coperto del la boscagl ia . C iò .ind usse il marcsc . llcrnadotte a sostenere il posrr, d i S. portan, lo i nt1anzi due brigate di fanteria e un reparto di dragon i !)eJ· guernire le

alture vicine e prepa rare lo sbocco d i alcun i sqdr. suJla ~ .. ... .. ... ..... . .. 4-8. oo .. ,..

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~~~~~ Spalto in controprm~cru::a (Carnot)

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dr . dell a Passarge. Oencb~ nuove forze russe a limentassero l'azione, la resistenza dei francesi e il fuoco delle loro b~tterie valsero ancora a respingere sette successivi altacchi dei Russi, che si ritirarono dopo di avere perduto 300 m . e 900 feriti. Bernadotte r imase seriamente fe rito nell'azione.

Spangaro (Pietro). Colonnello brigad ie re, n. a Venezia nel 1813. C;ideno nell'esercito austriaco nel 1830, abbandonò il se rvizio nel 1848 e passò ca pitano del governo Frovvisorio di Venezia combattendo alla sua difesa. Alla restaurazione esulò in Fgitto, ma nd 1859 r itornò in Italia per combattere con i Cacciatori delle Alpi. Nel 1860 partec ipò alla spediz ione dei « Mi lle » di"cncndovi colonnello b rigaùicre comanùante la r• brigata della t5' ,d ivis. e meritandovi la croce d i cav . dcll 'O. M . S. Passato nel 1862 nel l'esercito regolare comandò i l 5° gran atieri, andò in <l ispon ibilità nel 1863 e 11el 1867 fo collocato a rip oso.

Spano Pippo. V . Scolari Filippo. Spano Fermo. Ammiragli.o, n. a La Spezia nel 1872. Guardiamarina nel 1891, fu f'romosso contrarnrnir. nel 1927, amrnir. d i divis. nel 1929, collocato in 1'. A. ne l 1932. Prese parte alla guerra Mondiale . Fu comandante del R. arsenale de Li Spezia dal 1926 al 192&, e comandante m ii. e mar . in S:irdegna dal 1928 al 1930; poi p residente della Co1nmissionc dì collau<io degli incrociatori e cacciatorpc• dinierc e comandante d ella d iv is. sommergibili .

Spangenberg e Sauer. Costruttori tedeschi, a Shul, di un fucile ad ago, che prese n01ne Spaugcnb<-rg e Saucr 1(

mod. 1865 " · Era simile a l fucile Ureyse; sol'amente aveva la c h iusura simi le a quella del fucile T erry: l'armamen to del percussore era prodotto dal movimento di rotazione del cilio<lro, n1anovrato per 1ne zzo <li apposito manubrio; la molla <lei percussore era ad el ica e r ivest iva l'asta del mc-dt'sin10.

. __M,>rl'liSt1;,-~

Spano Fermo

Spano .lVIatteo

Spano Maueo . Ammiraglio, frate llo del p rcceJentc, n. a La Spezia nel 1877. Guardiam;1rina nel 1896, raggiunse il grado di contramrnir. in P. A . nel 1932. Prese parte alle campagne d'Afrjca, aHa g ue rra Italo -turca e,d alla gucrr..1 Mond iale, guadag nandovi due mcd . d i bronzo e due d 'argento. Dopo la guerra ebbe comando di grnp po di cacciatorpediniere, fu co11,andantc in 2• dell'arsenale de L a Sp:z ia·, direttore delle Scuole di Marina a San Bartolomeo, comandante navale nell'Oceano Indiano, p residente d el Tribunale m ii. mar . <Le La Spezia.

Particolari dell'otturatore e cartuccia Spangenberg

Spannocchi (Tiburzio). Ingegnere militare senese del sec. XVI-XVII, m. a Madrid nel 1606. Da g iovane fu al serv i,.io cli Marcantonio Colonna col quale com battè a Lepnto, e quando i l Colonna ,l ivenne viccrè d i Sicilia fu nominato sopralntcn<lcntc gcn . <!el le fortificazioni . Levò una carta d el la Sic ilia; restaurò le fortificazioni d i Agrigento; roi passò nella Spagna nl servizio <ii Filippo (I come 4( ingegnere rnaggiore )) C COSHUÌ le fortificaz ioni di CartJa g ine , Cadicc e Pamplona. Net 1580-81 accompagnò il re alJa spedizione in Portogallo, e , rj t0rnato in Spagna 1 s'ùccupò del ca.stello di Sa ragou.a al quale appl icò un ponre

levatoio d i sua jnvenz.ionc. Spannocc/1i Ptcco/omini barone Francesco . Arnrnir'1glio toscano, patrizio senese . Ufficiale della rnarin3 toscana, seguì l'Acton nel 1779 a Napoli e d iven ne cai:·- di vascello . Nel 179(, tornò in To$cana e fu nom inat<J govcrna(orc di Livorno. li 27 giugno di quell' anno venne d est itu ico e fatto arrestare da Napoleone Buonapa rte, per nvef·e favorito la partenza da Livorno <lei bastimenti inglesi che vi si LrovavanJ .

Spanò (Agamcnuone). Gene rale della repubblica partenopei, , n. di Reggio Ca labria, m. nel 1799 . Scldato dell'esercito borbonico, aderì ai mot i repubbl ic:,ni , nei q•~ali si distinse al coJnando dj una lcgi0ne dett3. ,~ Campana n; ebbe poi qlldlo della guardia nazionale e si hattè fino all'ultimo e.oniro 1c bande del cardinale Ruffo. Arrestaw, fu condannato al patibolo dai Borboni trionfanti. Spanò Fmncesco. G e ne rale, n. a Cittanova nel 1871. 5ottot . d 'art. nd 1890, putecipò alla camp agna eritrea del 1895-96 . Colo11nello ud 1917, comandò nella guerra contro l'Austria il 41 0 raggruppamento d'assedio. In P. A. S . nel · 19 20. fu promosso generale di brigata i n A. R. Q. nel 1928 e nel ' 93.~ passò nella riserva. Sparanise. Comune in !,ro v. di Caserta, sul torrente <;avonc .

T regua di Spurm1ùe ( 12 gennaio 1799). Cor;clusa per due mesi fra il governo naFoletano, )e coi n1l lizie avevano per heve temp o occupato il territorio della repubblica romana, il gen. francese Champio,1 net. Consegna di Capua, Acerra.

e

e Ber.even to aì Francesi, pagamento a questi di dieci rrulioni di lire; neutralità dei porri siciliani e nap oletani .

Spano (Giova1111i Battista) . Genera le, n . ad O ristano, rn . a Torino ( 1804-1881). Percorse la ca rriera in a rtiglieria e fu d irettore della rolvericra di Cagl iari e poi <lei laboratorio bombard ieri . Colonnello nel 1859. comandò il rcgg . o perai d'art. Promosso rnagg. gcn«alc nel 1860, fo comandan te d'art. acl Ancona e poi membro del com ita to d'art. Nel 1865 "enne collocato a r ip oso .

Sparta (in greco Lacedémone) . Città d ella Grecia , capo!. della Laconia, nel Peloponneso, p resso la d r. dell 'Eurota . An cichiss.llna città dorica, .divenne potente ben presto: nell'Vlll .secolo a . C . aveva già assoggettato la Laconia, inizi~ndo la conquis ta di tt:UO il Peloponneso. D ovette sostenere guerre accanite con Argo, lvicsscnc e gli Arcadi .


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S PA

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Questi ultimi no n i urono · mai sottume,sì definitivamente , e S. si d ovette accontencare di farl i entrare in una co11fedcraziooc di cui essa era il centro, ,·enendo così a stabilire 13 sua egemonia politico-militare sul Pcloponne\o. Per il possesso d i q uesta reg ione, do~-o le g uerre per siane, dovette lottare con Atene e con T e be . Costretta a su bire l'egemonia macedonica, partecipò alla spedizione di Alessandro

S PA

Stato, come nei tempi di pace. Co,ì ,;i ev irnvano gli inconvenienti di un esercito com andato d a più generali, come quello ateniese. l. Tmttato di SporNJ (465 a. C.). Co ncluso fra gl i Spartani e gli abitanti dell'isola d i Taso che, attaccati d agl i Ateniesi cui si erano r ibellati, vennero a S. a chie<lere aiuti. Gli Spartani, che tuttavia non a,cvano ancor rono con Atene, dCCOnscntirono a mandare i wccorsi richiestiJ con u n tratrnto segreto . Le truppe promesse non (urono però m ai inv iate.

11 . Tra/fato di Sptrrta (42,> a. C.). Concluso per 50 anni con Argo, durame la g uerra del Pelopo nneso. Se i due popoli saranno in gucrrn, il vincitore no n potrà insegu ire il ,·into oltre i confini delle d ue città; gli Srartani prenderanno in esame le pretese di Argo su due città da tempo in contesta~ione .

III . Tra/lato di Sp11rta (404 a. C .). Segna la fine della guer ra del Peloponneso e la resa di Atene. Questa dovrà rasare .le fortificazioni del Pirco e le lunghe mura; abhandoner-à tulle le città straniere che sono in suo pot~rc e mant~rr:ì solo i l proprio territor io ; r iaccoglierà gli esi liati ; consegnerà tutte le navi da guen.:i meno 12; avrà g li stessi

Sparta nel secolo XVII

Magno. Alla morte di questo, cadde in periodo di anarchia, alleata ai Rom ani contro la lega Achea, fu <lai p rimi ~ssoggcttata nel 146 a. C . . cl JV ~ccolo ,d. C . fu d istnJLta dai Goti di Alarico: nel 12oS i Hizancini vi costruirono un'altra ciuà, detta :\iisitra. Nel 146o Maometto Il la prese, cacciandone il tiranno Demetrio . Incendiata pochi anni dopo, sulle sue rovi ne so rse. per volere d i re Ottone, l'od ierna Sparta.

luituzioni mi/ilari di Sparta. Sin dalla nascita lo Stato interveniva di rettan,cn tc nell 'alleva mcuto e nell'educazione del foturn ~oldato. I nati difetto,i erano scartnti e abbandonati sul Taigctc : gli altri appartenevano alla famiglia fino a selle anni, e poi veni,ano afficbri ad ufficiali cldlo Stato, i ,1uali impartivano loro un'ed ucazio ne c,clu,ivamcnte ginnastico-m ilitare . A vent'anni il giovane diveniva soldato . e restava t.:lc smo a r.cssanta: per I Fimi ,enti faa\'a parte dcli 'esercito di campagna, poi di quello territoriale destin ato all a d ifesa della città. lii S., contrariamcme alle a ltre città, la di visio ne politica era <l isti □ta dal la m ilitare. Gli uomini atei alle arm i erano, anche in pace, d ivisi in cnomotie, gruppi da 20 a 40 u., comandati da un cnomotarca. Un certo n umero di enomotic, che in pace si cscrcirn.vnno . assie me, formavl i lochi e le more, unltt1 tattiche maggiori. Questo sistema assicu rava l'is truzione pcrn1ancntc

della fanteria. Le prime due classi della popolazione, spar• tani e perieci, fornivano i cavalieri, gli opliti e i peltasti, la terza, ilo ti, dava i [:'Siliti, truppe ausil i:iric, ecc.: solo eccezio nalmente, per meriti speciali, si poteva passare a una categoria superiore . I comandi erano riserbati :1lla cla~sc dpminante e venivano distribuiti solo dallo Stato. Questo provvedeva al mantenimento e ai bisogni , le, soldati, i q ua li non ricevevano stipend io fisso. All 'annu ncio d i g uerra. i polemarchi, capi ddk cinque more costituenti l'esercito spartano, sceglievano gli uomini dai 20 ai 6o :rnni, dividendo E nei due eserciti , di campagna e te rritoriale. TI comando su premo delle truppe operan ti era as,unto da uno dei due re, mentre all'altro era affidato il governo dello

amici e gli stessi nem ici di S.; :.cguirà questa città in ogni impresa che essa vorrà, sia per mare che per terra. Le ultime co nd izioni furono regolmc con con venzioni successive al trattato. IV. Tra/fato di Sparta (399 a. C.). Fra le città greche dell"Asia Mino re e gli Spartani, cui esse, tiranneggiate dal governato re persiano Tissaferne, m:w darono a chiedere ai uti. Gli Spartani si jmpcgnarono ad inviare trupp: in soccor10 delle citti1 richiedenti. V . Gutrra di Spa,·ra contro la Persia . In base al trattato sopra detto, gli Spa rta ni ne lla primavera del 399 inviarono in Efeso lo stratega Tibrone, con 4000 fanti e 300 cavalieri. Tibrone oucnnc l'aiuto dei Greci di Senofonte, reduci della ritirata dei Diecimila. Non avendo T ibrone ottenuto successi, venne sostituito <la Dercill icb, che strap pò ai Persiani I 'Eoli<lc e parte della M isia . Seguì un armistizio. Nel 397 Dercillida si port<, sul Meandro con 7000 fanti e si trovò di fronte a 20. 000 fanti e ro.ooo caVllieri persiani comandati da T issafc rnc, il quale evitò batrng )i:i ed intavolò trnttativc d1c condusie,·c, ad un nuovo armistizio. Nel 396 a. C. /\gcsilao, nuovo comandante sprtano. sbarcò con 6ooo armati ad Efeso, radunò altre forze. ~omprcse le truppe ,ci i Se nofonte, e, ,caduto l"a,mi, tizio. aFrl le ost il it~ gettandosi contro il wrapo F ar:iabazo. la rui pro\'incia fu interamcnt.: dt'vastatl. Nel 395 Agesilao marciò con 17.000 u. contro Sardi, ove Tissafcrne aveva radunata numerosa cavalleria e lo battè a Pattolo . Tissa fcrne fu deposlo e dccopitato: al suo poslO fu elevato Titrauste, che riuscì a concludere con Agesilao un armistizio d i otto mesi. Nello stesso anno Agesilao condusse una spedizione ncll"intcrno delle provincie persiane, sreraodo di ottenere u na pace semp re più favorevole. Egli marciò contro la satrapia d i Farnabazo e l'occuf-ò; sollevò alcune popolazioni contro il go,·crno persiano, ma, mentre si accingc,·a a penetrare più profondamente nel territorio persiano, fu richiamato a Sparta pcrchè una pu rre <!el la Grecia aveva pre,o , le .1rm i contro d i essa . L a di fesa delle città greche dell'Asia fu affidata ad un piccolo corpo di 4000 uomini. La guerra contro i Pcr<iani languì. I Persiani aiutarono con danaro i coalizzali Greci . Dopo il successo di Cnido, che Co no ne riportò sulla Aotta spartana, Sparta si vide sopFiantata nel predominio asiatico. Farnabazo trasportò la guerra in Eu-


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rapa, cosicchè le vicende del la guerra cancro i Persiani finirono per innestarsi nd quadro della lotta che la lega beotico-corinzia iniziò contro la supremazia di Sparta nella Grecia. VI. Guerra di Sparta contro la lega bt·otu-o-corinzia. Mentre Sparta si trovava impegnata nella guerra in Asia Minore, .i suoi nemici in Grecia, soedahnenlc a Tebe cd

a CMinto, si agitavano sostenuti ,ia ll 'oro e dalla politica dei satrap i rersiani. Nel 395 a. C. i rocesi chiesero ag li Spartani <li intervenire in una conte.sa sorta con altre po#

polazioni della Grecia, le qual i, a loro volta, ch iesero aiuto ai Beoti. Lisandro, condottiero degli Spartani, avanzò vittorioso nella Beozia, conquistando Orcomeno e Lèbadea. Scuonchè presso Alituto fu sconfitto ed ucciso. P~usania, che gl i era succeduto ud comando, fu costretto a chiedere un armistizio ed a ritornare in patria, ove fu accolto come

traditore (395) . In pochi mesi il prestigio di Sparta a nord dcli 'itsmo di Corinw venne quasi d istrutto . Corinto, Tebe, Atene e.d Argo strinsero

una alleanza, invit3.n<lo tutti

i

Greci a rendersi indipendenti da Sparta, cu i r imasero fedeli soltanto le città di Focidc ed Orcomeno. Spana richiamò dall'Asia Agesilao, i l quale nel 394 a. C. passò l'Ellespomo presso Abido e rrcsc la via verso le Termopili. Intan to un esercito d i coalizzati si era raccolto presso Corinto nella primavera dello stesso anno 394. Guerrieri argivi e corinzii si un irono a 7000 Ateniesi comandat i da Trasibulo, a 5000 0eotè e ad altri nuclei provenienti dall'Eubca e dalla Locride. Ma, come accade spesso nelle coalizioni, mancò la mente e l'unità <.hrcttiva, cosicchè gli Spartan i furono in g rado di occupare Sicione, buona base per le loro operazioni. Nel lnglio 394 a. C. g li Spartani riportarono una vittoria che permise ad 1\gesilao <li penetrare in Tessaglia, sconfiggendo le forze , lel la lega che gli stavano d i fronte nella pianura d; Chcro nea. Fran~nro Conone. che con l 'aiuto <le i Persiani aveva comrktato J'armamcruo della flotta, nell'estate del 394 aveva aperto k ostilità sul mare. La floita spartana fu distrutta presso Cni{lo. Questa vittoria produsse lo .1grctolamento del dominio lacedcmonico in Asia, ove soltanto Sesto ed Ahido si mantennero fedeli a Sparta, perchè sorrette cont ro g li asiatici dai contingenti peloponnesiaci, comandati da Dercillida . L'intervento d i aiuti persiani consen tì alla lega corinzio.-

beotica di restaurare le proprie forze e di costruire fortifi cazioni intorno ad Atene ed al Pi reo. La lotta si concentrò specialmente intorno a Corinto, che resistette alt 'as-

salto <lei Peloponne.11aci . Dal 392 al 388 gli Spartani opposero ferma resisLcnza agli avversari f~r terra e per n1arc . Nel 387 lo spa rtano Antalcida guidò una flotta d i 80 nav i contro 32 degli Ateniesi, d isperse nel mar Egeo. Atene, temendo le conseguenze ,li una grave sconfitta, cedette le armi. Frattanto le arti d iplomatiche di Sparta erano riuscite ad attrarre la Persia nell'orbita propria, e gli Stat i della lega, vedendo l'impossibi lità di raggiungere la vittoria, accettarono la pace che fu loro imposta , in conseguenza d ella quale Sparta rafforzò, per il momcmo, il proprio prestigio in Grecia. VII. Trnttato di Sparta (390 a. C.). Fra Sparta e gli Acar• nani~ che avendo attaccato gli Achei ed essendo stati scon.

fitti da l re Agesilao, mandarono a chiedere la pace. Nella stessa occasione furono anche segnati un trattato di alleanza fra Spartani e Acarnani, e la F•ce fra questi e gli Achei . VIIJ. Lega di Sparta (383 a. C.). Fu conclusa fra gli Spartani e le città d i Acanto e di Apollonia contro Olinto . Gli Spartani armeranno un esercito d i 10.000 u. per aiutare i loro a lleati: questi o aggiungeranno truppe a quelle di S.

o manderanno soccorsi in denaro. Poco dopo gl i Spanaoi conclusero un trattato simile con Aminta, re di Macedonia. IX. Trattato di pace di Sparta (380 a. C.). Chiuse la gu.::rra degli A lleati contro Olinto e segnò la resa di questa città che fu costretta ad entrare nell'orbita <lellc alleanze degli Spartani. X. Guerm di Sp~rta contro i Tebani (379-362 a. C.). Spa rta aveva raggiunto il massimo della sua potenza: ali ' infuor i di Argo, isolata nel Peloponneso, e di .Atene, fiacca ed impotente nella Grecia centrale, tulla l'Ellade ne subiva l'egemonia. Ma l'odio comro Soarta covava ovunque ed era ~opratruuo alimentato dai ·partiti democratici. Da Tebe partì la scintilla <lella riscossa. Una sommossa popolare riuscì ad aver ragione degli oligarchi, docili ai Voleri di Sparta, e della resistenza di 1500 Peloponncsiaci, rinchiusi nella cittadella. Gli Sprtani si prepararono a reprim ere la ribellione prima che essa d ilagasse e nel 378 1nviarono in Beozia un esercito, che non ottenne grandi successi m ilitari, ma infuse però fiducia nei nemici dei Tebani. Dopo poche settimane Clcombroto, che aveva g uidata la spedizione, abbandonò la Beozia, lasciando in Tespia, Sfodria, con poche forze e mezzi, per molestare continuamente i Tebani. Egli nella primavera del 378 tentò invano di prendere il Pireo, appartenente alla neutrale Atene, che prese le armi in favore di Tebe: si costituì cosl, contro i Lacedemoni, una federazione di cu i le basi furono gettate in un congresso tenuto in Atcuc; vi aderirono, oltre Tebe,

anche Chio, Mitilene , Rodi, Bisanzio e molte città marinare. Importanti fu rono soprattutto gli armarnc11ti marittimi. Gli Spartani fecero muovere nell'estate .del 378 Agcsilao con 1 8.000 fanti e 1500 cavalieri cont ro Tebe. Egli trovò i Tebani, r inforzati da 5000 fanti e 200 cavalieri ateniesi, d isrosti dietro nna serie d i trincee, per mezzo d elle qual potevano d ifendere lutto il loro territorio. Non fu d ifficile ad Agcsilao d i r ompere quella linea, ma poi dovette ritirarsi. Nè 1nigllor risultato ebbe una seconda spedizione condona dallo stesso Agesilao nel 37ì a. C. FL1ro110 frattanto armate 6o triremi, che al comando di Pollidc corsero a lungo l'Egeo impedendo il traffico dei r ifornimenti dal1'Ellesponto al l'ireo. Ma Atene mandò in mare 83 navi che, al coman do di Cabria, nello slrcllo fra Nasso e Paro il 9 settembre 376 batterono le navi spartane, determinando la fine della pot,:nza marittima di Sparta cd il risorgimento di quella ateniese, che fu poi rafforzata da nuovi successi r iportati nel mare occidentale della Grecia. 50 navi ateniesi devastarono le coste della Laconia e raggiunsero il mare lonio, ove sconfissero una nuov.a flotta spartana. Segu irono trattative di p:.ce che andarono in lungo e portarono ,1lla pace del 37 r (V . più avanti). Un eserciro d i 10. 000 fan ti e 1000 cavalieri, condotto <la Clcombroto, mosse dalla Focide e si d iresse a Lcuttra, dove si erano schierati 6000 Beot i, comandati da Epminonda e da Pelopida. Il 6 luglio del 371 si combattè la grande battaglia, nella guale l'esercito spa rtano riportò una completa d isfalla. Epaminonda e Pelopida videro presto alle proprie dipendenze 70.000 uomini. Sul finire del 370 a. C. questo esercito, d isposto su quattro colonne, passò i confini della Laconia, avendo come obbiettivo 1'annientamento d i Sparta. Gli Spartani riun irono le loro forze per salvare almeno la capitale, che potè sostenersi mercè la sua forte posizione topografica, per quanto non fosse ancora difesa da solide mura. La sit11nione dei Tebani e loro alleati d iveirnc ben presto 1,1c110 favorevole, perchè una minaccia alla Beozia si manifestò ,!alla Tessaglia, di cui si erano i mpadroniti i t iranni d i Fcre, per cui F.parninonda nel 369 ricondusse le


SPA

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t ruppe te!Jane nella Grecia centrale, dopo aver lasciata una forte guarnigione a. Messenc, ricostruita e fortificata. La loua non ebbe tuttasia termine, pcrchè Sparta, questa ,·olta. :illeata con Arene, seppe chiudere I 'itsmo ai Tebani, ment re ,lltendeva a cornba ucrc i ribelli del Peloponneso. Post a una tregua alla m in.1ccia del settentrio ne, i Tebani con una nuo,·a spedizione tentarono di aprirsi il verco attraverso l"itsmo. Presso il Monte Oneio (~~) 7000 Beoti nu~cirono a superare le forze contrapposte di 20 .000 uomin i e .a congiungersi con i contingenti Arcad i, in iziando nuove ostilità nell'interno del Peloponneso. Atene volle aiutare gli Spartani quando Epaminonda si an>restò acl i1wadere an cor~ una volta il Peloponneso. Lo stratega tebano, raccoh, conringcn,ti Beoti, Eubei , e Tessalici , tentò di assalire Sparrn mentre Agcsilao era snll'Eurota, e con ,5.000 u. mosse a tal uopo da Tegea in una notte di giugno dd 362 a. C.; ma gli Spartani, avendo avuto sentore dd movimento, poterono tornare sui loro passi in tempo per impc.xlire l'ef fenuazione dell'ardito progetto. Epaminonda cercò una diversione inviando la cavalleria ad auaccarc Mantinca; an che questo tentativo risultò vano pcrchè le truppe teb.111c trovarono la città occupat a dai sorraggiunti Ateniesi, i quali respinsero il nemico. La battaglia decisiva fu combattuta nella pianura di Mantinca il 3 luglio del 362. Epaminonda fu ucciso, ma gli Spartani furono ancora vinti. Seguì la pace, nella quale Sparta dovette consentire alla re,urrczione e alla lilx:n/, d i Mcssenc . XI. Pace di Sparra (3;1 a. C.). Fu conclusa nel giugno. per intromissione del re di Pcr,ia, Artaserse, fra le ci1tà greche allora in gucrr:1 rra loro. Gl i Spartani ritireranno i loro governatori dalle cillà o,·e li ha nno mandati. I belligeranti licenzieranno le loro forze sia d i mare che di terra. Le ciuà greche vivranno libere ciascuna secondo le sue leggi . Queste le condi,,ioni . Ma, avendo i Tebani preteso di prestare giuramento in nome di tutte le città clella Hcnzia, ne scgul una nuova rottura, pcrchè J?Cr Spana tale pretesa significa,•a affermazione <li supremazia di Tebe in quel la regione . X II . 1'rt1N11to di Spm·ta (303 a. C.). Fra gli Spartani e i Tarentini, che mandarono a chieder loro aiuti, essendo in guerra coi Lucani e i Romani. Vi si convenne: gli Spartani manderanno truppe sotto il comando di Clconimo, e Ta ranto fornirà il dena ro necess:1rio ad arruolare i sold.,t i e ad annarc la flotta necessaria per condurli in Italia. L'arrivo di Clcnimo indusse quasi subito i Lucani a far la pace con Taranto.

in fi. 1.n,me. Quin1;io nei giorni seguenti seguitò a premere sui Lacedemoni con assa lti, chiudendo con lavori alcuni siti, onde non avessero alcuna uscita per fuggire. Nabide sce,e a patti, e la venne firmata a Roma (V .).

racc

XV. !11<-endio di Sparta (1465). Mono Orsatto Giustiniani, generale dell'esercito veneziano in Morca, la repubblica ne olfn il comando a Sigismondo Malatesta, signore di Rt• mini, il quale si era da poco rappacificato col pontefice. Egli si recò immed iatamente in Morca con 1000 uomini d 'arme, e, nonostante avesse poche forze ai suoi ordini, tentò l'assedio di S. La città fu occupata facilmente, ma il castello, in ouima ed elevata posizione, resistette ost inatamente. I Turchi riuscirono anzi a introd urvi viveri e munizion i, rendendo così i nutili ru11 i gl i sforzi dei Veneziani. li Malatesta fu costrello a clesist.-re dal! 'impresa ma, prima di ritirarsi, incendiò la ciuà.

Spartaco. P rincipe trace, preso dai Romani e condotto a Capua, nella scuola dei gladia to ri. Riuscito a fuggire con una setlantina di compagni, ingrossò la sua banda e battè più volte i Romani, sconfiggendo il pretore Clodio Glabero nella Campan ia, un esercito consolare d i Lcntu lo sull'Ar penni no e G. Cassio p resso Modena. In breve r adunò attorno a sè quasi 70.ooc u. Tentò invano di mandare qualche migliaio di u. in Sicilia, per ridestarvi la ribellione degli schiavi. AccampJtosi presso Reggio vi si difese a lungo, finchè fu costretto a venire a b(lttaglia . S,onlì tto, si d:cc che 40.000 dei suoi restassero ,ul campo: egli stesso perì con le armi in pugno. I prigionieri furono crocifissi, e i rc,ti dell'esercito di S. furono distrutti cornp lctamenrc d a Pompeo, il q uale li incontrò to rnamlo dalla Spc,gna. Spartivento. Rimorchiatore, varato dallo Stabilimento tecnico triestino nel ,917; dislocamento tonn. 72, lun)(O m . 25,30, largo m. 5.75. Apparato moton, cavall i 420, velocità miglia 1 1. Personale d':irmamento 23 uomini. Sparum (o Sp11ms). Arma in asta dei Romani, uguale al pilo, ma pi,, piccolo. 11 ferro era a p11nta con una

lama ricu rva laterale, lCrm inatn, in punta. Serviva a Jnnno . Ofpure lanciandola. Era particolarmente usata dalla gente <li campagna _

Sparvierata (Nave) . Nave spalmata, spedita, acconcia al camminare velocemente (Gugliclmotti).

Xlii. /ltt11cco di Sparta (218 a , C.). Fu eseguito <l ai re Filippo Ili di Macedonia, il quale, entrato in Laconia, doverte accontentarsi di devastare i, territorio, non potendo avvicinarsi alla città. Corse anzi 1111 grave pericolo perchè lo spartano Licurgo, rnccolti 2000 u. e appostatosi i n buon~ posizione, tentò <li rngliargli la ritirata . Il re dovette aprirsi il passo con le armi e riuscì a rorsi in sah·o.

Sparviero, Tras,)()rto a vela, in legno, di 137 tonn . Fu costruito a Na poli nel 1851; passò alla m:irina italiana nel 1860 e venne rnd iato nel ,868. Ebbero lo ,tesso nome una torpediniera costiera di 40 tonn (1881 - 1904), una torpediniera avviso di 139 toan., macchine 2180 HP. (1888-

XIV. Assedio di Spnrta ( 195 a. C.). Si r icollega a lla g uerra che il prc.ronsolc T. Quinz io Flamini,w , coad iuvato da Eumene Il, re di Pergamo, dai l{odi e dagli altri alleati della Grecia, fece a ì"-abidc, tiranno di Srarta, il quale non voleva restitui re Argo alla lega Achea. Sparta aveva le mura solo n ei luoghi aperti e piani; quelli a lti e più difficili all'accesso erano guardati da po,ti di armati. }'laminino divise i suoi 50.000 ,o)dati (tra fanti e cavalli) in tre colonne e le lanciò all'assalto. I Lacedemoni opposero tenace resistenza , e, lJuando furono sopraffatti, si riti.. rarono nei luoghi più alti, meotrc l'occupata città andava

'J'orpediniera avviso 5p3rvì1:ro


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SPA

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1_9q), un esploratore d i J76o to n n . (1917- 1920) che aveva per n1otto : (< Cu rsum praeda inausrnn a u det t) . Era I.ungo m . 94, largo m. 9 .50, macchine HP. 35.517, velocit à i1od i 34,4, a rma mento llI 152, IV 76, equipaggio u . r58.

recchio da trasporto o sanitario , med iante l'app licazione di una cabina sospesa sotto la fusol iera e facilmen te stacca bile . Un ti110 coloniale, a rmato d i m itragli atrici e di b0mbe, porrn il n. 80, c<l è a lto a varie missioni: collegamento, ricognizione., trasporto sanitario : ha un 'apertura a lare d i rn . 15, un peso totale d i Kg. 2030, una velocità d i

Kmh . 219. S. P. E . (Servizio pcrmaueute efjeuiuo). Nuova denominazione (1917) del -S . A.P. (sermào attivo pcn11a11e,1/e).

I.

Specchi. Con questo voca bolo gen cnco, n el la ~01-re11tc

Esploratore Sparviero

Spazzacampagna. Era così chiamato il trombon e nelle provincie meridionali e nello Stato <ldla Chiesa . Spazzamento (ddie difese nemiche). Term ine usatù durante la g uerra Mondiale . Mentre al i 'i nizio della guerra i mezzi erano insuflìcienrl e si era cominc iato col ritenere <li poter rompere i reticolati colle pin ~c da tagl iafi li gia rdiniere, successivamente (tine 19 16) fu p rescri tto che nel tra tto d i fronte <la a ttaccare lo S. delle d ifese nemiche dovesse essere pieno ed assoluto . Difatti non si d oveva ·attaccare ,e non fossero prima stati raccolti e pred ispost i con cautela (in n1isura sicuramente sufficiente, meglio se sovrabbondante) g li strumenti deslinati a d orerarc la sirnu lt~1nca t complet a d istruzione de Il 'ostacolo su t utta la fron te d 'irruzione. Criteri generali di massima sancit! dalla don rina i seguenti : a:àonc a 1nassa e d i sorpresa; massimo sfrutra .. 1nenro d d terreno per quanto concer neva. lo scagliona.n1enro in profondità; opportuno com p letam ento di a zione fra i minori calibri e i m aggiori; prepa razione ant icipat2 Ji 1wmcros i ap postame n t i per la rapida messa in aziune. Nell ' a ntica termi!1ologia m ii. lo S. era un modo d 'agire d i un 'opera <li fortificazione, che con i tiri radenti delle su e a rtiglierie sfiorava i l piauu d i un';d tra opera o d i de1er111 in ata local it à . Corrisp:rndeva ad a ltri te rm ini meno adoperati, come scortìna re, ~c.:opa.rc, strisciare . S.P.A, C. (30 M4). '.v!onop lano multiposto bimotore francese da coinbattilncuto, e d a bo01 ba rda1ncnto, in teramente metall ico . .A.perrura al are m . 26,54, peso lOtalc K g . 6Goo , veloci tà oraria 255 Kmh . Può essere t rasformalO in a ppa-

Apparecchio S. P. C . ;\. trasformato (sopra) in appa1·ecch io sanitario con cabina sospesn souo fllla f usoliera

terin in o logia burocratica m iiita,rc, si sogliono lndjc~rc quei documenti che riuniscono talun i dati 1 mcttertdo _in giusta evid en·,.a l 'irnportanza d i ciascuno . Ve ne sono d i svHria1c spc,ic, in rar,porto ai d iversi e n1oltcpljci rarn i dell'attività d iscipl ina re, addc~trativa . amnilnistratìva, o rgan ica , tee. Par-ticotarmc.ntc i11tcrcs.sant i, !)Cr la somma d i pa:tien te srudio ebc essi costano, sono g li S. d i mobilitazione.

Spe,-d,i a11-a.//crù11ci ùgli ufficiali . Nel la R. !\farina, vcngono comp ila ti per classificare g li ufficiali in base al lo ro valore complessivo, t:On pun teggio d a 1 0 a 20, rapprese n tante i l criterio che i supe riori e con,pihuori degli S. si son o formato intorno a i p ropri dipen<lenti. Tali S. sono d est in ati a forn ire una base sicura d i giudizio per le comm issioni d i a vanzamento . Il p 1meggio in feriore a l 10 rapp resenta l' inid oneità : dal 10 al 1.1 signifìcano dcficicn La in ser vizio, te m poranea o cont lnua tiva, ossia ufficiali clic per vari(; rag ioni non danno un rcn<l imcnto normale, il qu~le è rap presentato d al p u nteggio 15. I punti ] 6 e ] 7 devono segnalare un'opera dall a q u ak il servizio t rac sostan?,ìa le e continualo gioYamento; i pun ri ·18 e r9 devono impli-care l'c.sis tcoza (li almeno una dote eccezionale (fisica , intellettuale, morale, di carattere, professionale) spinta al massimo g rad o; il punteggio 20 deve corrispondere ad una eccez ionalità completa ed assolurn . Specch io. Era così ch iamato u110 strum ento clic serviva per esaminare 1·anirna delle artiglierie ad a vanc1 rica 1 per riconoscer ne lo stato dor<i n umerosi tii·i. Era disposto inclin ato al sole, jn m odo che i raggi si ri fle ttesse ro nclJ 'an i,n:i. Ordi,ie militare dello Specchio. Fu c reato <l" Ferdinando . re d'Aragona, nel q ,o. allo scopo di perpet uare la memoria. <l'unH battaglia d a lui vin ta c:oncro i Mori. l)urò b reve tempo . Spechel (Enrico) . Generale, n. a Palazzolo sull'Oglìo nel 1847. Sotl·o t. d i fan teria nel 1866, partecip ò alla guern di qucll 'anno e fu poi negli alpini; ud 1899 '/en ne p r o tnoS!-(J colonne llo nel 56'• ian1e ria. Nel 1905 vcune co llocato nella riserva t · nd 19 r r promosso magg. gc.:nerale ; ne! 19:23 assu nse il grado di genera le di d ivision e .

Spechel Enrico

Speciale (Corpo d'armata) . Venne costituito, per pochi g io rn i, per far fronte ad una sit uazione particolare creat a dallo sfondamento di Caporetto , d al genera le Cadorna i l 26 o ttob re, con le d ivis . 20" , 33' e subito dopo anche la 16:i.., a cavallo del Tagliamento, con lo scopo d i contrasrn re il passo d el fiume ~Il ~a ttaccan te e garan tire così il


Sn:

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fianco delle trurpe del!~ seconda e terza armata che, pi,, a valle, si r itiravano per prendere posizio ne su lla d r . del Tagliamento. Fu posto agli ord ini del gen. D i G io rgio e rcsistè il 31 o tto bre e 1° novembre a P inzano, Cornino, R a• gogna, ma non potè impedire il passaggio all'avversario e ripiegò sul P iave . In q uesta S<::conda fase garantì i l fia!lco sr . del le truppe ripieganti in pianura. Ebbe combattimenti sul Meduna (3 no,·ernbre), sulla Livcnza (4-5 novembre), sul Mo nticano (7 ·1ovembre) . Il 9 i l C . d 'A. sp eciale ripiegò dietro al P iave, d opo d i avere egregiamente .issolto al compito ad esso assegnato, " subito dopo venne sciolto .

Specialisti direzione tiro. Categori a della R . M. costilllita nel r933, chiamando a farne parte i capi, secondi capi e sottocapi can non ieri, idonei p rofessionalmente ia base a speciali rapporti dei comandi d ai quali dipendono, e in seguito all 'esito favorevole d i un corso integ rativo ; noochè i sottufficial i e comuni e allievi torredinieri, in base alle nor me suddette . Gli ufficiali della R . M . hanno, a seconda, del corpo al quale appartengono, particolari brevetti d i spe• cializzazione, come segue : l'èr gli ufficiali d i vascello : a) llrcvcno d i specializzazione superiore tecnico;cicntifica pc! serviz io d cl1'aeronautica; b) d i speciaSpecialisti direzione tiro (comuni, rosso; sottufficiali, oro)

Lizzazionc s uperiore tecn i-

co-scientifica i n clettrotec-

nica, rnateriali e servL~.i clcltrici, radio telegrafia e serv izio delle comunicazioni in genere; e) d i specializ zaz.ionc superiore tecnico-scientifica pel servi zio delle armi subacquee e ser vizio degli esplosivi; d) d i specjalizzazione super iore t.ccnico-scìcn tifìca pd serviz io delle arrig lie rie, ba listica e servizio degli esplosivi ; e) d i special izzazione superiore tcc11ico-scicmifica in scicn.oe nau tiche ed idrografia; /) di idoneità al servizio idrografico; g) d i idoneirà al servizio cleurico e radiotelegrafico a bordo; h) d i idoneità al servizio telegrafico a bordo; i) <li direttore superio re del tiro; I) d i primo diretto re <le i t iro; 111) d i abilitazione al serviz io del _t iro :, bordo; n) cerrifica10 d i idoneità al ser.vizio da palombaro d i ra classe; o) di abilitaz ione al servizio aereo. Per g li ufficiali del genio navale: a) Brevetto in. clellrotccnica, materiali e servizi elettrici; b) in cost ruzioni. ,di sommergibili; e) in aeronautica; d) in CO>lruLione d i macch ine e metallurgia; e) in macchine e terrnotccnica; f) i n meccanica aprlicata alle macchine. Per g li ufficiali delle arm i iiavali: le specializzaz io ni ai comma b) d) e) i) !,) o) deg li ufficiali 'di vasce llo. Per gli ufficiali commi::;sari: diploma di perilo in merceologia, tessitura e tinto ria .

Brigata speàalist,. Sino all'i mp resa libica il raggru ppamento d i d ue o p iù cp. del la medesima special ità o di specialità d ifferenti del gen io prendeva tale nome, che successivamente è stato sostituito con quello att ua le d i battag lione . Specialità. Reparti di truppe, apparrenenti a detenninate arn1i e rispondenti a special i criteri di reclutan1ento.

d i addestramento e di impiego . Costituiscono specialità della fanter ia : i bersaglieri, gli alFini, i bgl. CC. NN., i reparti d i carri armati. Oggi i bersaglieri , però, più che

una spc.:cialità costiwiscono, assien1c alla cavalleria, ai carri armat i veloci ed ai repa rti d i autoblindomitragliatrici, truppe

SPE

particolari aventi .la denominazio ne di « celeri » . La cavalleria oggi , sostanzialmente, non ha specialità . Tradizion almente si d isting ue però i n lancieri e cavallegger i. L'artiglieria ha le seguenti specialità : campagna, montagna , a cavallo, pesante campale, pesante, pesante d i grande potenza, contraerei, s u affusti ferroviari, rneccanizzata. RiSf-Clto al mezzo d i 1rasp0(to si distingue in: ippotrainata, someggiata , autotrainata, autoportata, a cavallo, su affusti

ferrovia ri, meccanizzata . Il gen io comprende le specialità seg ue nti: zappatori minator i, telegrafisti , r ad iotelegrafisti, [ototelegrafisti, teleferisti, ferrovieri, pontieri e lagunari , pompieri, id rici , mascheratori , motorist i, elettricisti, aerostieri. Per ciascuna specialità si I khicdono - ù1 relazione ai compiti d i impiego - partico lare addestramento e particolari requisiti di reclutamento specificati d alle d isposizioni in vigore.

Speck (Davide). Generale, n. e m. a Roma (1856-1932). Sotto t. d i cavalleria nel 1882, fo in Eritrea da l 1888 a l 1896 e vi organizzò e comandò il p rimo reparto d i cavalleria .u1d igena, g uadagnando a Cassala u na mcd . di bronzo. Colonnello nel 1910, co mandò j cavalleggeri d'Alessand ria e nel r9 r4 fu collocato in P. A. Magg. generale nella riserva nel 1916, assunse nel 19 23 il grado di generale di d ivisione . Speckle (Daniele). Architetto militare tedesco ( 15361589). Si fUÒ considerare come ii vero fon datore della fortificazione moderna in German ia, poichè, stud iando quella ital iana, vi a pportò modificazioni e m ig lioramenti. Egli propose ed applicò due t ipi di fronti : I·uno detto sem-

Fronte t·aU'orzato di Speckle

pl ice, l'altro rafforzato, il cu i tracciato è rap presentato da lla figura. Questo fronte ha bastioni molto ampi con cavalieri , un rivellino g randissimo con r ido no e la strada coperta a ,len ti d i sega; ha i noltre casamatte pe! fiancheggiamento dei fossi. Lo S. pubblicò un trattalo " Sull'architettura delle fortezze » e fortificò Strashurgo,

Speculatores. Dapprincipio il voca bo lo Ialino venne applicato a qualunque persona che facesse la prte d i esploratore o di in formatore; poi fu adoperata specialmente ad indicare un piccolo numero d i soldati aggiunti a ciascuna legione romana, il cui ufficio era d i raccogliere informazioni su l nemico e fare da aiu tanti d i campo al generale nel t rasmettere i $uoi comandi ai rcpani Jell'esercito. Sotto l' impero il nome (u d ato a<l un corpo scelto d i uomini riservati al serv izio della persona del principe, come guar-


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d ia del corpo. Erano armati di lancia. l Romani ch iamavano « Speculatoriac » le navi dest inate ,;ll"osscr vazione del nemico : csplol'atrici o vcdelte.

Spedizioni. Sotto questo li1olo sono comFrese opera-

mente coi canno nì dc:lle galere ..oo rtali a terra e resiste tte pe r 15 giorni, finchè, i l 23 aprile, giunse uoa galera mand ata dal viccrè d i Sicilia, che imbarcò il genera le e i suoi uomini . Nel l 'agosto dello stesso anno, lo S. partecipò con tre galere alla spedizione di Maome tta .

zioni di vario genere_, ,nedian te le q ua1t un escròto, od

si porta .a rnisura di cffcnuare 1.;n 'occupazione te rritoriale

Spello (ant. Co/oo,a /rtlia H ispdb) . Comune in prov. di Perugia, a ci rca 4 Km . da F oligno . Le sue m ura ro-

lontana . La storia più ren1ota cc ne offre cam pi. numerosi:

mane sono jn parte ben conservate , co n resti d i una torre

q uella d i Alessandro i n Asia, di Am ilca re in llal ia, d i Scipione in ,\frica; e poi eia quelle delle crociate cristiane in Terra Santa, alla napoleonica in Egitto, a q uelle per le imp rese coloniali dei vari Stati europei nelle alrre quattro parti del mondo, L' ltalja, raggiunta t ardi la sua unità e indi pendenza, si affermò nel campo degli Stati coloniz zatori: dal 1886-1888 con le S . Soletta e San Marzano si aprì una strada neWAlrica orientale, e nel 19n in Libia . Qualunque S . deve rispoudcre ad un chiaro concetto che ne precisi gii scori, delimitandoli e fissandnli su obbiettivi

rettangolare. Esse furono fatte smantellare nel i:534 da Paolo III. Colonia romana sotto Augusto, nel IV secolo d . C ., <luran tc le guerre dei Longobardi, S. fu d ist rutto, m a poco dopo ried ificato. Nel 1246 il vicario imperiale Mar ino d'Eboli vi sconfisse l 'cscrcito <lel legato pontificio Ra niero Capocci. Ft, messo a fer ro e fuco dall'imperatore, cui si era ribellato. Dal 1254 al 1300 fu in lotta con gli Anastasi, signori d i Forlì : nel 1293 fu in guerra con Assisi, e 5 anni dopo col vicario di Spoleto. Nel 1400 c;;cldc in pote1e <li Gian Galeazzo Visconti, cui fu tolto quattro anni dopb da Braccio Forte1'racci. Nel 1409 fu preso da G iovann i Pucci. Il 17 scttcm\rc 1424, a Dcruta, gli ambasciatori di S . firmavano cql legato pontificio i capitoli della dedizione al pontefice. Nd 1529 il princiç-e Filiberto d'Orange, d iretto a Perugia, assalì il borgo e d opo breve assedio lo prese saccheggian<lolo e facendo st rage d i mol ti dei suoi abita nti.

un 'al iq uota di esso, dopo accurata e ar,vosirn preparazione,

territoriali. Conseguentemente necessita !Jorta rc l'attenzione

;ulle possihiliril d'attuazione della S . in rapporto alle inerenti difficoltà logistiche, alla natura <lei terreno da occupa re ed all 'atteggiame,no probabile delle popola1.ioni da sotto1ncttere, nonchè al contegno d i altri S tat i vic iniori o

comunque cointeressati. Da questo studio preventivo debbono sca turire: 1°) l ' indicazionc del la forza necessaria per comporre il « Corpo d i spedizione », alla quale forza non d evesi aggiungere akunchè di superfluo per non appesant irla; 2°) prccisnionc del disegno opcrntivo e del le modal ità d'attuazione; 3°) p recisazione <lellc norme tattiche <la seguire in l"t'lazione a lle notiz ie sul comportamen to del!e truppe da combau erc; 4") scelta della base di partenza . dove d ovranno fu nzionare depositi per la successiva afflue nza di rinforzi e di rifornimen ti; 5°) modalità per la sicurezza del trasporto, o ve questo avvenga per mare, ecc.

La bontà della p reparazione si rirercuote in man iera decisiva sull'esito d i una sped izione.

Spelta . Gruppo alpino, dal nome de l suo comandante magg. Spelta . F ino al r6 agosto 1916 si chiamò gruppo Ram baldi (V.) . Si con1pose d el bgl. Feltre e <lclla 5• btr . da montagna . D al :,3 al 27 si battè sul Cauriol, conqu istandone la cima col r inforzo di 2 cp . Il 28 i l gruppo si formò coi bgl. Monte Pavione, Val Cismon e li 84° fanteria; il 5 settembre il Val Cisrnon venne sostituito dal li 32°. S, sciolse il 2 ottobre . Spencer. Cost ruttore americano di Iloston che nel 186<, prese il brevetto per un fucile :t retrocarica con serbatoio

Spedizioni (Logi.-tica) . N cll"organizzazionc e nell'attua-

contenente 7 cartu.cce , collo,aro nell 'interno del cakio. La

zione, Jc S. debbono csscnzia ltnentc toccare le seguenti fasi successive ne l te1i1po : a) preparaiione degli o rganici, dei

scatola d i culatta cont iene il meccanismo di chiusura e

materiali e della base di partenza o d "i mbarco; /,) trasporto del corpo d i S . e sicurezza del con voglio; e) operazion i preliminari di carattere logistico e tattico intese a rendere agc_vole lo sbarco; d) sbarco e atluazion~ della campagna progettara. D alla schematica enunciazione q_ui sopra riportat a appre intuit ivamente che i problemi inerent i alle S . sono quant 'altri mai complessi. Ad ogni modo essi sono sempre in stre tta relazione con g li scopi g enerali da con-

seguire, col C.'.lra t~erc e con 1a pote nz ialità dd r?emico, con b d isponibil ità d i mezzi pe r e ffettuare il t rasporto.

Spe,~ (conte v'on ). Ammiraglio tedesco dell'epoca nost ra . Si tr ovava in Cina allo scoppio della guerra Mond iale , al coma ndo delle nav i tedesche <lisloca te in Orienre. Raccolse sotto di sè un incrociato re co razzato e tre protétli , d istrusse

a Corone! (~0 rwvembrc 19r4) la piccola squadra inglese d~ll'arnmir. Craddock , e fu sconfitto, ;iffondando con la sua nave, da!l'amm ir. inglese Sturdee alle Falkland (8 d icem bre) .

Spelletta (fra' Bernardo). Generale delle galere del l'ord ine d i Malta. Nel r605, al c~po Passero, !,rese due brigantini turchi . Nell'aprile del 1606, gettato sul l'isola de l Cìmbalo con tre navi <la una Uurr~~c~1, si trinc<:rb su di un 'a ltura. Attaccato dai ·M ori di Tunisi si d ifese eroica-

Fucile $ pcncer rnod . J 860

sµaro; l'otturatore è a forma di blocco, m anovrato da una leva funzionante anche d a ponticello, e contie11e il percussore nel suo interno. Questo fucile fu ad operato dai Federali nella guerra cl i Secessione, specialmente per le carabine della c,1vallcria .

Speranza (B.1ttaglionc della) . Cost ituito a Roma nel 1849, al coma ndo del Masserano, fece parte della Civica


j SPE

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SPE

Romana e prc,c parte alla difesa della città contro i F rance,1. Era

!>C

comrosro in grande parte di g io •

uRicialc che lo colga sul fatto.

vanctti che fu rono dett i

n ·t; reso indegno . In rempo <li guerra lo S. sorprc~o in Jbg rancc re,:1to può essere senz' altro f ucilato dal superiore

« Speran-

Speri (Tito). Parriotta, n. 2 Rrcsci a, n, . a Mantova (1825-1853) . Comhattè nel 1848 nel

zini )}.

Spaanza

Medaglia

bau-aglionc degli studen ti lombardi;

d 'oro, n . ::l BiLonto, cadu to presso

Bengasi (1889-1912). Sergente maggiore nel. 4° fanteria, stava pc,

nel 1849 fu il comandante degli insorti nelle Dicci Giorna te d i Bresc ia. Condannato a morte dall"Au-

con.seguire la promozione ad uffi-

st ria, venne impiccato a Helfìorc .

(Michele).

ri;·, lc per il be l con tegno d imostrato in parecchi combattimentj, allorchè, nella bactag.l ia delle Due Pal me, il

Sp erlinga. Com une in prov. di Enna, \opra un frìonte s ulla cui vetta sorse una fortezza che a lungo

suo indomito ardi mento gli costò il sacrificio del la giovane vita . Alla memoria del prode sottufficiale fu conferi ta la medaglia d 'oro al valor militare con la seguente motivazione ;

(( Si

comportò

e roicamente

in

!vlilitarc del battaglione de lla Speranza (d al Gigl io)

combattimento, ove, (eriLO, si sian~ ciava ancora col proprio reparto all 'assalto alla baionetta, dando splendido esempio di indomito valore; finchè, nuovamente colpiw al viso, cadeva da prode alla test;1 del drappello ». {Due Palme, 12 marzo 1912).

Spergiuro. li m ilitare che non mantiene la parola <l'onore del g iuramen to, v iene di. chiarato S. e come tale resta macch iaco tl 'in fam ia_ In Italia 11 g iuramento costituisce u11 tr i• plice lmpcgno: <li mantenersi

fedele al Re ed ai suoi successori; di Osservare con lealtà di cittadino e <li soldato le leggi dello Stato; di adempiere ai propri doveri inerenti alla m ilizia. Speranza Michele I mod i per d iventare S. sono assai d iversi, nelle sva riate condizioni nelle qual i può trovarsi i l mili tare. E siccome il giura mento acquista 1naggicre i111por• rnnza a second;1 d el grado di chi lo ha prqtato, ,osì si richiede che il m ilitare diventando ufficiale lo ri!]eta individualme nte davanti ai suoi superiori, e anche lo firmi. D iventare dunq ue S. è reato ancora pÌl• grave per un uRì-

fu ritenuta imprend ibile. Molto probabilmente S. ,-enne edifica ta sulle ~per.i Tito rovine dell"ant. Hcrbia, che cune le forze sir acusane, condotte dal tiranno Di,)n lgi , non riuscirono ad esp1goare . Duran te i Vespri S. fu la m ia a non cacciare i Francesi, anzi d iede asilo nel la rocrn a 300 di loro.

Sper!ingpiitz. Località del l'Africa sud-occi dentale già tede,ca, nel paese degli Ottentotti. Ha dato il nmne a un comba ttimento (.30 11Jaggio 1906) fra un reprrn rcdesco d i 375 u., comandato dal nngg. F rcyhold , e un corpo d i Ottentotti che , favorito dalle boscaglie, resistetre fi no a notte, riprendendo il combattimento il g iorno dopo fino alle -r7, quando si <lispersero per i boschi. I T edesch i ebbero una ventin a <l'uomini fra m. e fe riti jn questo scon· Lrn, che iu uuo degli ultimi della · campagna.

Speronara. Piccolo b,istimento senza copena, a vela latina e a remi , <li prua sottile, lung~ e rnuni1.:i d i spe~

rone . Nella seconda metà del secolo XVI II la marina sarda armò alcune S. per la difes,, delle coste pmssin°e ,il la Sardegna.

Sperone (o Sprone). In forti l-,cazionc questa voce ha due sig~ilica1 i : per indica re quelle sporgenze che d i tratto i n tratto si trovano nelle mura o nei mu ri d i rivestimento per rinforzare i J11uri stessi e soste nerli, e in questo caso si ch iama anche contrafforte ; oppure ger indicare quelle o pere che hanno il tracciato a sagl icntc , come sa rebbero i rivell ini e k controguardic .

c iak, specie q uando gli sono state assegnate mi.(;sioni <.l i

fiducia, u quando si trovi in possesso di segreti d' ufficio che comun icati a, nazioni estere possano comprorne tt.ert: la

,sicurez,;a dello Stato. Peggio che mai se il mi lirare manca al giuramento in tempo di guerra . Lo S. per <l iveutare tale deve incorrere in uno dei tan ti reati contemrlari dal C. P. M., come ad esempio per offese alla sacra pcrso n" del Re; per eccitamento alla d isobbed ienza alle leggi dello Stato cd all"odio fra le classi; per partecipazion i ad associazioi1i ~lirette a scopi ostil i al le istituzioni fondamenlali dello Stato ; per intese coJ nemico, o con nazione estera a

scopo ,rnripat riottico. T utti questi reati ed altri coJ1Sim ili comporta no la pena di morte median te l uc ilazionc nella ~chien<!, e:, in (:asi di minore importanza, scn1!1rc lllttavia pene che rendono indegno il condannato e!; ap1--ancncre olh n1ilizia, corne lavori forzati a vita o a tetnpo , reclusiorie ordinaria, degradazio ne . det:tituz io ne . Lo S.. in conclusione

non può più essere ammesso a far parte , !elle mi lizie percl1è

Sperone della rocca dj Porto Ercole

Sperone. "S,rumento, che, fissato al tallone della scarpa del caval iere o dello schin iere, serve a sollt:cita rc ne] moto il quadrupede , od a punirlo. li ~uo uso i: antichissimo,


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re Manfredi . Durò fino ~1 1453, <1uaudo gli Angioini d ovetrero ;1bbandonare j l regno. Il contras.cgno del! 'ordine consisteva in u n pa io di r icchi speron i.

specie in lrnlia. Lu S. terminava a punt~, la <..ptalc aveva

lo s tesso ufficio dell ' attua le ,, sprnnella » , Con l'uso de lle calze d i maglia d i fcrrn, la punta dello spernne era fissat:i alle branche di esso. le qua li erano forate all ' ingiro, in

Sperone d'oro (Ordi11t• dello). Ordine cavalle resco, ci,·ile mi litare, detto anche dei Cavalier i d orati, o della Milizia aurata, aeato nel 1559 dal papa Pio lV, confermato da i

e

Sper oni: ,. cede.(',co del sec. V ] lJ; 2. afrjcano anrico; J , sec. X I; 4, scc. XJT; 5, ted esco d ei sec. X ll l-XIV; 6, in lwon 7.o, sec. X l V: 7, italiano, in fer ro ; 8, tedesco, in forro, sec. XIV; Q , in ferro, sec. XV; 10. inglese, in bronzo, !,ec. XV; 11, rnorcsco, scc. XV; 12, a st~ffa, in b ronzo, se.e. XV; 13, in ferro, sec. XV; 14 1 tedesc.or in fe rro. sec. XV; 1 :i , tedesco, scc. XVI 1, a ere spronelle

modo da poterle a ttaccare alla mag lia a mezzo di !ilo di ferro. La srella o spronella, con sci punte, girevole ;tUùrno a d un perno, cominciò a compar ire nel secolo X III. Questo S. fo detto d a battaglia e durò nei sccòli X lll e XIV; nel XV furono ::rnmentate le punte fino ad averne 32. E riniase con c:1le forn1a, e variazioni <li poco corno, quasi sem r p rc :tpp licate per renderlo più comodo e r iù semplice .

Speroue (Marina) . L ·antico F/.osrro (V .) delle navi a remi d ivenne lo S. <lellc p rim e nav i corazzate. li ~oncetto cl i farle servi re all'ur-

Collar e ed inst!gnc dell 'ordine dello Sperone d'Oro

successori e r ifor mato da G regorio XVI nel 1841, dall'epuc:1 del quale fu detto « Ordin e dello Spernne d'oro riformato, o d i San S ilvestro », come ordine d'in<lòlc civile . Una mJOv;i riforma l 'ordine ebbe d a Pio X (1905), che restr inse il numero dei cavalie ri a cento . La dccoruione <:ousi, te , n una croce o ttagona sospesa a ca tena da portar.si al collo . a vente al_ centro il monogran11na <lj 1'v1aria, e sor monrn1a d a un trofeo rn il itnre d'orn, con uno sperone nella parte inferiore; e irr una placca <.la portarsi su l petto.

w fu rimesso in vi._gore con le navi a vapore, e fu adottalo per la prima vol t a, nell'epoca

moderna,

-du (ante

la guerra <li Secessione . A Ila ruota d i p ruct della cc,r azzata Ycn ne data u na forma con vessa, sporgen te, d ai tre <1i quattro rne-• tri sotto "I galleggiamento . E questo fu lo s pe rone . L'urto dovt:va avvenite nelk parti iinmersc del ln na YC avver san a. Pr imo esc1npio di tale ritorno a l rostrn fu quello delle corazzate r

Sperone di incrociatore

fra nces i " l\fagen ta » e « Solferino" .

Sperone. Rim o rchia tore en trato in serv izio nel 1932.

Spero11e di Nflpoli (Ordine ddlo). O rd ine cavalleresco , c reato d a Car lo <l'Angiò quando divenne re d elle Due Sic ilie ( t 268), per premiare ch i lo aveva aiutato a battere il

O r d in~ d i S . Silvestro poi ( • Speron e d 'oro •)

Ordine dello Speron~ d 'oro (Ungh eria)

Sperone d'oro (Ordine dello). Ordine cavalleresco ur,ghcrcsc) i clii cav~~l icri erano detti ~( cquitcs tmrati » e. veniva110 elen i, come e< eroi dallo sperone d 'oro », subito d opo la ccrin ,o nia dell'i1xornnazionc del re . Nell'i nsegno, uno sperone d 1 o ro ci rconda un drago s1·n altato in verde, che a sua volta include una c roce ortodossa ìn smalto bianco re. cantc a l cenrrn la lettera K .

Speroni (Batta;;lia degli) . V. Courtrai. Spese militari. Sono ']UClle che servono a d organizzare e a rn anrenere in efficienza l'organ;~,llO m ii. d ello Stato . Da esse dipen de, qu indi , l'att itudine d ella forza m iBra re ad esplicare i suoi comp:ti in pace e in gu erra, con-


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forme ag li interessi generali e particolari <lelb nazione. Perciò le S. M . rap presentano una funzione ininterrotta e cap itatissima : l 'esserc tale funzione r,iù o meno b uona, ha indiscutibile influenza sopra una q uantità notevole d i cond izion i1 material i e n1orali, di molto 1)eso nel fare sì che le trupre possano soddisfare bene al loro compito. F.s~e fluiscono ·dal Tesoro attnl\'C(SO il ramo ammi nistrat ivo e il ramo contabile d ell 'Amministrazione militare . Si prospet-

tano, per ogni esercizio finanziario, nei bilanci militari <li p revisione delle spese ordinarie " itraordioarie , con tanti stanziamenti quanti sono i capitoli o d oggetti di spesa; indi si dimostrano e g iustificano con , bilanci consuntivi. Sino a quando la forza m ilitare dello Stato era costituita esclusivamente o q uasi dall 'Esercito e c!alla Mariua, e L, guerra aveva estensione e intensitit li1nitatc. le spese erano d i entirà e d i rappresentazione relativamente sempJici ; ma dopo che alle due gra ndi branche anzid<:tte s'è aggiunta , terza, l'Aeronautica e, <li pi è,, alle forme vecchie della g ~1crra si sono aggiunte le forme nuove; dopo che, inol tre , al la mobilita7,ionc d'un temçu non lontano, di carattere quasi esclusivo tecnico-m ilita re, ~ 'è agg !unra la mobilitazione civi le e industriale, le S . .lvi . hanno preso u no sviluppo enorme . Per esemp io, calcoli rece nti a proposito del!a g ue rra Mondiale, hanno concluso al le seguenti cifre, che, per quanto incv itabilnicnte approssimative, danno un'idea sufficiente (e, se anche si vuol d ire, sbalo rditiva) della g randiosità del fenomeno: spese militari della grande guer ra, 3700 miliard i d i l ire; perdite ne lla produzione, 3000 m iliard i ,li lire: costo totale della guerra, dunque, 6700 m il iard i: cifra astronomica ' È ovvio che le S. M . durante b pace siano grandcn1ente inferiori, tuttavia han no ragg iun to cifre assai alte. L a teoria che « le spese mii. non devono essere p ropoo,ionate a lla finanza> bensì alle neces~ sità d ella difesa », nella nrassi può rcgge ,si fi no a u11 ccr(o pumo . Un fatto d i molt~ ;,nponanza è quello del raprwtv fra le spese effettive t<Jtali dello Staro e le sue S. M ., rapporto che variai nnche durante la pace, d'an no in anno, in d ipenden za dei variart· del le condizio n i economiche generali, della situazione pol itica interna, delle situazion i politiche internazio n ali, ecc . ccc. Una ind icazione generale relativa a . sim ile rarporto nel <lopo-gucr ra si ha dalle seguenti percentuali, atte a inquadrare i tern'lin i d 1 confron to . Oggidl, come sempre, esse variano da Stato a Stato e assorbono dove più dove meno d d le attività nazio11ali, manrenendosi fra il q e il 40 re r ccu to delle entrate o, a dire meglio, del le spese totali . Per esemplificare con valori a p prossimativi, chè d iversamente non è possibile, si p uè, notare : 1,>er gli S. U . d'America il 14 %, per l 'Jral ia i 1 26 %, per la F rancia il 32 %, per la Jugoslavia il 40 %, Verso il 1900 le percentuali erano più basse, almeno di un terzo. La g uer ra, rer quanto intravv ist a da :ilcuni spiriti preveggenti, sem brava loritana e le S. M . erano male accette . Non tardò il secolo XX con le guerr.: del suo primo v.:ntennio a disperdere le illusioni pacifiste . L'Italia , dal bilancio 1932-33 al bilancio 1933-34, ha molto ridotto le sue S. ,W. (com plessivamente d i 578 milioni); inoltre, con la sua pronta adesione a ogni proposta d i d isarmo e , .i nfine, con la storica iniziativa del e< P3.tto a quattro )), ha n1ostrato e - moslra in concre to la sua fennissin-1a volo nlà dì diminu ire le S. M., a beneficio <icllc altre s pese (part icolarmeme per lavori pubbl ici e per boni ficazioni id rauliche e ag ricole) e a vantaggio della pace. Giova altrcsì tener presente, come ind ice generale del! 'a nzidetto rap porto e come tendenza, che nel 1933 la quora media annuale d i

S. :'vi. rcr abitan te fu in lta lia di L. n5 e in Francia d i L. 330. Spettanza. P rende questo nome generico tutto quanto c;ornpete <li d iritto al n1ilitare corr1.e µaga, vitto, vestiario e alloggio. Essa è stabilita in modo preciso da apposite tabelle cd è in relazione al g rado, all'anzianiri,, alla q ualifica particolare, allo stato civ ile, ccc. Ogn i comandante ha l 'obb ligo di retr ibuire e soddisfare d'ogni competenza i prop ri dipendenti: egli si rende garante d i fronte a!! 'amministrazione che quest'obbl igo è stato assolro esattamente . Ogni d iminuzione e ogni limitazione delle S. debbono essere giustificate dalle norme e d ai regolamenti, in seguito ad addebiti per sciupìo d i m ateriali, per pun izio11i disciplinari, per particolari rosizioni finanziare, ccc.: altrimen ti debbono essere considerate a rbitra rie. Pei caporali e soldati è contemplata anche la d istribuz ione di saprne, di lucido da scarpe, d i grasso e polvere per l' ig iene dei pied i, ccc. Queste costitu iscono ap punto le cosid dette S . o competenze period iche.

I

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Spezi.a (a nche Spetzia o Spezzia, ant. Tiparenos). Iso la d el la Gr ecia, lungo le coste merid ionali d ell'Argolide, alI 'ingresso d el goi(o d i Naupl ia . Allo scoppio d ella r ivo·luzionc contro i Turchi, contri buì con 12 navi e 640 u . a formare la flotta greca. Gli insorti vi costruirono una fortezza . Nd settembre d el 1822 l 'ammir. tu rco Mchcmet, uscito dai Dardanelli con 84 navi per sbloccare Nau1:·lia, arrivè, il 20 presso S. ove il M iau!is aveva radunato 60 vele. Questi tenne con sè 18 brigantini e 8 navi incendiarie per ::tffrontarc il nem ico. Al resto ordinò di attirare l 'avanguard i-a nemica nel canale ch e separa il con tinente dal! 'isolotto d i l d ron, e poi di ritonrnrc sul grosso turco, per prenderlo tra due fuochi. L'abile mauovra fallì in parte, perchè il vrn to impedì alla seconda divis. d i raggiungere lo scopo. Il .Miaul is ebbe così adc1osso la maggio r paste della flotta nemica e dopo 6 ore d i combattimento riusd a stento a respinge rla, aiutato anche dalle batterie di S . La sua resistenza i m pedì ai Turchi d i avv icinarsi a Nau1>lia.

Spezia. Brìga ta d i fante ri a d i linea costituita p.:r la guerra Italo-austriaca, nel m arzo 1915 , dai depositi del 21° e 2.2° fan teria . coi rcgg. r25° e 126° . Operò i nl'Zial mtntc nel settore <l i Plava, dove il 125° eonq uistè, il villaggio cli Zagara cd il t rincerone antisrante catturandone il p residio e g1,1d agnand ovi una mcd. di bronzo; nel ; 916 fu inviata sulle pe ndici orien tali d el M . Rasta , e od novembre operò contro il Pccin ka co nquistand olo e contra,ta ndo lo ai violenti contrattacchi nemici. Destin"ta nel novem bre 19r6 sulfa fronte di To lm ino vi rcstè, !ìno all 'offensiva aust rotedesca dell'ottobre-novembre 1917, allorchè te n tè, con ogni sforzo di trattenere l ' invasore, ma fu travolta e q uasi comple ramente d istrutta . l suoi residui , dopo una tenace resistenza a S . Leonar<lo e sul Torre, ripiegarono e furono inviati a Borgo S. Donnino (Parma) ove i l 29 novembre la brigata fu d isciolta. Il 15 o ttobre 1918 fu Iicostituita in Macedonia e d islocata presso Prilep, ove rimase .fino al• l'a rmistizio. . Colo re d elle m ostri ne: metà superiore nero e metà in feriore celeste nel senso orizzontale; f~sta {lei reggi menti, 1-0 no~ ve.m bre, a11nivcrsario ciel coinbatLin1cnto d ì Zag ora. Co1nandanti della brigata : magg. ge nerale Agliard i (r91 5) ; magg . gcn. Catta neo (1915-16) ; magg. gen. Tristani (1916-17); colonnello brigadiere Castellano (r917); col. brig. Gia nioazzi (1917); col. brig. Ponzi (19r8). Le perd ite della brigata nella guerra ammontarono a ufficial i morti 86, feriri rgo, d ispersi 89; u. di truppa m . 922. f . 5985, d . 4716. (Per la città, V. La Spezia).

.al


S PE

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Spezzano Al banese. Comune in prov . d i Cosenza, a circa 20 Km. dal mare. An tica colo n ia albanese . Nel 1848, durante la r ivolt·a delle Calabrie, un 2000 armat i, fra Siciliani e Calabresi, con alcuni Fezzi, vi si accamparono: il 22 giugno, aiutati validamente dai cittadini , dopo due ore di combattime nto, resp.insero un ,·egg. di Borbc>nici che tentava d i ripre ndere il paese. Nel 1860 diede ai Garibald i ni 160 volo ntari. Spezzoni di tubo esplosivo. Sul fin ire del 1915 erano stat i eieguitì dalle nostre t ruppe sulla fronte della 3a armata. molti lavori di approccio, per modo che in numero.si

p u nt i le linee nostre e quelle nemiche risultavano così ravvicinate che le difese acccssc>rie erano a portata d elle bombe a mano . Parve quindi possibile d istruggere i reticola ti ncrn.ici prossimi ai nostri appostamenti lanciando pezzi, o spezzoni, d i tubo esF-Josivo d i conveniente lunghezza e peso. L< esperienze compiu te nel febbraio ,916 a Cà <lei Vescovo confermarono tale possibilità e cl imostrarc>no altresl la poten za d egli spezzoni d i tubo come bombe a mano di-

Sp1

posti centri di resistenza avvel'sa ri, g li clcrncnti pili 3v~n , zati del bgl. li occ upa no se nz a indug io, men tre il fuoco

dell 'aniglieria passa ad invest ire a!trl centri meno ravv id nati , assumendo d a quel momento le caratteristiche de l! 'azione d i a ppoggio. I ca rri d'assalto svolgono azic>nc di S . contro terreno organizzato. Tale azione si inserisce tra la fase (li prcFara-

zione e quella di esecu zic>ne dell 'attacco, tcndc,n do a fon<krsi con quest'ultima, ed è diretta contro ostacoli lllatcriaE e centri d i n::sistcn:ta avversari, in accon1pagnamento

della fan teria . L'intervento d ei carri non modifica i pr incipi fondame ntali d 'im p iego d ella fanteria, nè giustifica da iolu, anche se attuato su g rande scala, Ja sospensic>ne della fase d i preparaz.ionc. L a controbatteria prel iminare all'attacco sa rà infatti sempre necessaria, a nzi lo sarà ancor più,

in quanto l 'ap parire dei car ri a ttira il [uoco dell'artiglier ia avversaria su di e ssi

e su la fanteria che li segue. Però

l'assunzione a nche parziale d ell'azione d i S. da p an e dei carr i armati contribuisce ad abbreviare la (ase d i p rcpara. .1,.ione o, a j:'3rità <li <lurata a renderne più estesi e pilt durevoli gli effett i. 1

f:cnsivc, sicchè ne fu subito ord inata )a produzione in no tevole misura . L'ado,cione delle torpedin i e delle bom barde fece scomparire l'uso degli S. come mezzo per la d istruzione dei reticolati; essi però cominuarono :,d essere impiegati come bo m be a ma no, n1a vennero runvcnicntcn1ente

ridotti di peso e d i lunghezza senza d iminuirne la potenz a come mezzo difensivo. Lo S. è costit uito da un tu bo della lunghc4a da 30 a 50 cm ., <li acciaio, di ferro o d i ghisa, del d iametro d i 38 mm. circa e d ello spessore di mm. 3,5 a rn1n . 4,5, chiuso ad una estrcn1ità da un tapro, ovvero mediante una st rozz.atura ricavata dal metallo ;tesso d el tubo, e munito all 'a lrra estremità di un tappo di sostanza adatta e dal l'appMecchio d i innescamcnw; l'i nterno del tuba viene rie m pito con esplosivo {per lo più gclatir.a) . fl peso

Spianata. Quel terreno c he n m, neva auo rno allo spalw di un 'op:ra d i fort ificazione e che si no :,d una data distan7.a dal la fort~zza ero !ibe ro da c>gni im ped imento, come alberi, case. siepi, fossi, ecc. Si d ice altrcsl d el tratto d i terreno in n1ontag na reso p iano !1er appostarvi r1rtiglicric d ietro ripari al mornento del bisogno . Spica. Torpediniera costiera (46 T), varata a Sestri l'oneme nel r885, del d islocamento di 39 tonn . con macchine da 430 cavall i-npore . Spica . Torpedi niera <l 'alto mare, varata dul can tie re Sch ic hau d i Elbing, entrata in servizio nel 1906, radiata nel 1923 . D islocame nto tonn. 2ro, lunga

111.

50, larga rn .

6~

della carica in terna variava da gr. 150 a gr. 2zo; il peso

d ell ' in tero S. variava, secondo la sua lunghezza e il m etallo d a cui era costi tutto, eia K g . 0,80 0 a Kg. 1 , 100 . L'ap-

parecchio di innescan1ento è costituiro da una rniccia d i conveniente lunghezza, 1nun ita ad una sua cstren1itù da una capocch ia fosforosa e te rminante dall 'altra in un detonatore . Durante la guer.-a furono alks(iti 2 .1 73. 179 spezzoni .

Spezzoni per aeromoboli. Furooo proposti sul finire del 1916 con lo scopo di dare agli aeroplani un mezzo adatto a battere i bersagli mobil i sui campi di battag-lia . L'id ea

fo approvata e nel 1917 furono impiegati S . per aerop lano sull'I-Icrnrnda e sulla Bainsizza . Deni S ., simili a quelli a rnru10, n1a innescati con m iccia, non jncontra.rono favore

principalmente pcrchè il sistema n on sembrava dare tutte le volute garanzie di sicurezza. Ne fu rono allestiti 94.000 .

Spia. V. Spior1aggio . Spianamento (Tiro d,). ,\ zione <l'anigl icri,i, o rgan ica e ,di rinforzo, di una <li vis . inqua<lrata, nei combattimento

offensivo ; consiste negli atti svolri, iri fase di preparazione cd indipendentemente da ogni contemporanea o perazione del la fa nte ria, allo scopo <.li eliminare ostacoli ma ccriaJi,

Torpediniera d'alto mare 11 Spica •

macchine H l'. 3123, velocità 25,2, armamen to Ili 4 7, ! [f lanciasiluri ; e,1uipaggio 38 ,1. Ven ne dccc>ra ta con med . d 'oro come l'Astore (V.) per la spedizione del 1911 ai Dardanelli. E bbe per motto : « Gloria la tor » .

Spicheren. Villaggio della Francia, Fressc> Forbach , alla fron tiern della Sarrc. Batt"glia di Spicl,eren (o d i Forhac/1). Appartiene alla

centri di resistenza, aJ"mi, rinca lz i od ogni altro elemento

g uerra Franco•germanica . li 6 agosto 1870, la

avversario, all ' infuor i delle artiglierie, capace d i opporsi direttamen te alla sussegue nte avanzata <!ella fan ter ia. L 'azione di S . m ira, per l'irnpo~enza de i mezzi e la durata del t iro , più alla <listru zic>nc che all a neutralizzazione. A ma•.10 a mano che viene raggiunta una su fficiente neutralizzazione degl i op-

ted esca era arrivata con la r4• d ivis . d el I corpo (Stcinmctz) a Saarb riicke n, mentre il II corpo francese, comandato d al gen . Frossard, aveva p reso posizione presso S. e vi si era fortificato. I.e a lture fra la Saar e S. costituiscono un ostacolo im portante all ·ava nzata, e i Tedeschi decisero

2a

armata


SP I

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SPI

Dauaglia di S picheren (ore 15 del 6 agosto 1870)

d i an;:iccarle immediatamente . Dopo qualche successo, il in ovimento <lei Tcdc5ch i d<Jvcnc arrestarsi d i fronte ai vigo~ rosi conrrartacchi avversar i. L'accorrere di nuo·~·i l'inforzi p ·odussc un pericoloso framrr~ischiamento fra le un ità, che rese .-liffic ile l'unid di d irezione. Verso le 15 però la si tuazione com inciò e cambiare; il t iro efficace delle artig lierie prussiane forzi> quelle francesi a spostarsi indietro e i! gen . von François , messosi alla tesla del 74° fan teria che si era spinto fin sotto le rocce del Rother Bcrg, riusd a scalarle ed a conquistare la vetta ricacciando ne i difen. sori. V crso le 16 giunsero k teste d i colonna della 5'' e 16"

colo Xl!!. Circa la forma, esso generalmente, ai lati d el ferro , ed alla base aveva altre due corte punte, k qual i talvol ta erano a snodo. come pure a snodo talvolta erano tanto j l ferro, che l'asta; cosicchè si aveva lo S. a forbice, snodato, a due orecchie, ccc .

d ivis . prussiane, le cui artiglierie erano _già entrate in aziùnc;

la li,,ca tedesca riprese J'avanz.ata, penetrando sino ad A!t -Stiringen •d 'onde minacciava la strada d i Forbach, linc" di riLirata <lei 1°rancesi. ll gen. Frossard, r inforzata la propria s r., ordinò un contrattacco che arrestò lo slanc io av-

vcrsar io1 ma fu a sua vo lta forn,ato dal f:uoco concen trato d i sette btr. poste sulle altur~ d i Folster. Giungeva il ge n. Gocbcn con J1uovi rinforzi che i r1 pane .attacc3vano in Ji.rezione di Stiringen, in parte attraverso le gole del bosco d i S. respingendo i Fra ncesi sul rnonLe d i Forliach . U n ultimo attacco della <livis. Laveaucoupet, appoggi ata d a parte della d ivis. Batai lle , si manifestò verso le 19, tosto i111erro tto p ;r effetto dei successi germanici nel bosco suddetto . Verso le 2r i Francesi ripiegav~.no e i Tedeschi. occupava no Stiringcn, superando le ultime resistenze. I Prussiani perdettero 4871 u.; i F rancesi 4078. Masse ingcrui d i truppe fran cesi e rano p oco lontane ~ al camf'O dì battaglia e non accor.. scro al cannone : tre sole d ivis. fu rono mandate i n rinforzo al Frossard , ma con tanta indec isione che due sole arrivarono, e queste <lopo che l 'azione tra tern1in~u a .

Spiedo. Arma in asta con ferro molto lungo, sottile ed acuminato. E ra ; rma <la caccia, g rossa, ma fu adoperata anche in guerra , da tempo remoto, specialn1ente dalle rnilizie dei Comun , ital ian i. Era anche com presa fra le arm i proibite . S i ha notizia dello S. fin d al princiFio del se-

T ipi d ì spiedi dd secolo X VI

Spiegam,3 nto, li termine indicava l'atto tattico per cui le 1ninori unid

passavano all'ordine di com battimento e si

d isponeva no in senso frontale per esplicare b massima azione d i fuoco e poter procedere avanti a sbalzi con soste di f uoco e <li n1ovi1nento . Oggi non .,i usa più q ucsro tcr• tniue: and1c per i reparti m inori si usa ii lerminc Se/zie# rameuto, collegato al concetto della profondità e dei rincalzi, n1enue lo S. presupponeva una <.fo:;rribuzione uni, (orme de lle fo rz.e . Fino al 1916 ndlo si:·iegamento per il corn battirncnlO, i bgl. di 1 a liJtca (l\'cvano fronte arnp•ia (circa 3uo passi); linea di fuoco molto derisa; rincalzi piut-


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rnsto forti e vicin i; si coprivano con fi tto veto· d i pattuglie .sul la fronte e su i fianc h i. I bg l. d i 2~ e 3• linea segui va no pl'Ssibil rnentc i,1 linea d i co lon na scr. rata oppure aperrn; .a I t r i m •c n ti e.olle ,com pag n ie affi anca, te in linea d i fianco . ' Dista nza tra le successive li, e::::=., encc : 200-300 pass i. S i d is ponevano grur>pi d i colle-

ne lle p rigio ni clclla forte zza, ed un M useo dei patrioti ita". li<H1i.

Spiga (Ordi11,· della). C reato nel q48 <la Francesco I duca d i Bretagn a . Derivò d a ll 'ordine d ell' Ermellino. I suoi ca va lieri si impegnava no a com battere per la fede e per la d ifesa della religio ne cattolica . L 'ord ine fu abolito da Carlo V lll, re d i Francia , qua ndo il ducato di Bretagna fu ri un ito al suo regno.

__ga mcnro t r;i i bgl.; si in via~ vano ~crnprc n um erose e forti pattuglie s ui fi anch i. {V. a nc he l'ornwzione).

Spielber g. Forto.za d ell a Occoslovacchia, d q min,rn tc la c ittà d i llriin n in J\fo ravia . .Sotto gli Asburgo fu p rigione di Srnro d ell'Au stria dal 1740 al 1855. Mo lti patriot i ital iani

S piegamento di colonna (secolo X IX)

v i furono l'i nch iusì durante i l Risorg:lmcntn e v i passaro no hrn -

.zhi. ann i fii pr ig ionia; a lcun i \' i n1orirono . Questi uhiroi sono il con te Fortunato O roboni e A nto n io Villa, entra m bi d i Fratta Polesine; Silvio Mo retti d i Com cro Drcscia nl>, co'lo n 11ello napoleonico; Cesa re Albcrtini e G io v,in n i Vincen ti da Veron a. Due prigion ieri d ello S . h~1t1no na rrato g li orrori d el la d ura prigione austriaca : Silvie) 'Pcll iLo ne << le m ie p rigioni )), e Pietro Maroncd li ntllc ~< Addizioni ». Dopo la guerra Mond ia le, il 25 otto bre 1925, ad ù1iz.iativc1 d ella .sezione J d la <( Dante Alighier i ,, d i Brlin n, vi fu inaugu~ .ralO un mon umentc- in memoria dei cinque italiani rnort ì

Ordine cinese dc!la Spiga

Ordine d ella S piga d 'oro

Spiga (Ordine della ). Ord ine cav~llcrcsco ciHesc, sop presso d opo la guerra Mond iale. Comprendeva nove classi . - Un altro o rdine c inese detto , !el la Spiga d 'oro con brillami fu p ure in vigore fino a lb. guerra Mondia le . Spi lamb~rto. Comune in prov. d i Mod e na, sulla s r. del Panaro. E bbe u na rocca , dei Ra ngoni, ed eb be mura e porta merlata con a ttiguo to rrione. Sotto la d 01ninazionc esten se vi fu c reato un r inom ato p olverificio . Il 4 aprile del 1815 , d urante il comba ttimen to su l Panaro (V .), a S . fu inviato in ricognizione u n bgl. n apole tano che ven ne messo facilmente in fuga .la i 3000 u . c'cl gen . a ustriaco Stcfan ini . In soccorso dei N apoktaui giunse il gen. Pepe con <l uc bgl. , circa rooo u . in tutto, i l quale attaccò il n emico e r iuscì a varca re i l fi u me : gli A u striac i, vedend o jl loro generale _ferito , si sgon1c ntarono e s i d ied ero a lla fuga . Dieci g iorni <lopo il gcn . austriaco Bianch i decise di c\ttlccan:: il campo napolcrn uo di S., ove si trovavano il 1° rcgg. d i linea e uno sqdr. d i cavalle ria . Egli fece p assare. i l Panaro ai suo i ussa ri, ordinando a l gen . Scnit:zer d i p assarlo pi~1 ft mon te, presso Viguola, co n due bg1. e uno sqdr., µe r prend e re iI ne1n ico <.h fianco . L 'att~cco rin. scì p ic,w mcnlc cd i N ar oletani f urono dispersi, perde ndo nmo i] loro bagag lio .

Spiller (Gaetan o) . Genera" k, n. a Man tova ,1el 1871. Sottot. d 'art. nel 1890, p assò due a nni dopo j n fan< eria. Nel I 895-96 fu i n E ritrea e ne l 19 1 t- 12 in Libia. Partecip ò alla guerra M o nd ia le e vi gua-

dagnò 11 na ·mcd. d'a rge nto e. la croce di ca v. dell 'O . M. S. Ne l 1917 fu no m in ato coIl m o n umento ai m artiri dello Sp~el berg ( 1 9 2 5)

Spiller G aetano

ff1a nd a nte d i br igata per merito d i g t;e rra e comand ò la br igata Elba. Dopo la g ue rra com an dò le b rig a te Vicenza ,

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Scsia, Savona, Avellino e Siena. Generale d i divi,. nel 1926, comandò ~uccessivamcn tc le divis. m ii. di Cuneo, M ilano e Novara. Generale d i C. d'A. alla fine d el 1930, assunse nel 1931 il comando d el C . d'A. d i Torino. Nel I933 fu norninaw scnawrc.

Spi na di sicurezza. Sorta d i sçillo met allico ch e serve, infi lato in un (oro d ella spoletta, per impedire l'accensione dell a ca rica nelle granate d i qualsiasi s pecie, ma specialmente d i q uelle a mano. T ol ta la spina d i sicu rezza , che è indispensabile nei traspor ti, la g ranata <iiventa pront a per il lancio.

dove guadagnò il marchesato. Ritor nato in Fiandra p reseparte alla espugnazione d i Breda. F u quindi ch iamato a. V ienna <love coprì varie caric he a Corte; nel 1633, accesas> guerra tra Genova e Casa Savoia, fu nominato generale delle armi genovesi, nrn morì mcntré face va i prcparn tiv~ per la g uerra .

Spina Vincenzo. Generale medico, n . nel 1861 . Sotto t. medico nel 1887, fu in F.ritrea nel 1890 e 189r e !Jartecipò alla guerra contro l'Austr ia. Colo nnello nel 1917, fu direttore dell"ospedak di Genova e , lai 1921 d iretto re di sanità del C. d ' A. d i Bar i. In P. A. nel 1924,. venne promosso magg. gcoèi'àlc medico nel l927 e nel 1931 collocato nella nserva.

Spfnali (Feriti). V. Midollari. Spinalonga. Isolotto della cos,a scttenrrionalc d ell'isola -di Ca ndia, nel golfo d i Mirabella. Era un a fortcz:i;a vcnc~iana che nel 17,5 fu assediata dai T u rch i: il coman d an te , Francesco G iustini'ani, resistette a lungo! capitolando solo nel novembre. li 12 novembre d el r825 le 56 navi g reche di 'M iauli attaccaron(' la flotta t u rca all '::!teua d i S. , e la nmero rn fuga, prendendole o tto trasporti e costringendola a rì tirarsi a Can<l ia . Spinelli (Arturo). Generale, 11. a Tortona nel 1861 . Sottot. d i fanteria n el 1877, coma ndò da colonnello (1910) !'84° fanter ia e con esso nel 19lf- t912 combattè in T ripo• litania. Nel 1913 comandò il 90° fanrer ia e nel 19r4 a ndò in P. A . Richian1ato in servizio in occasione della guerra contro l'Austria e promosso rnagg. generale nel 1916, assunse nel r923 il grado d i generale di divis. nel la r iserva . Pubblicò uno stud io: « T erreno fra Orco e Do ra Haltea ». Spinello. F razione d el co;1rn1lc d i Belvedere d i Spinello, in prov . di Catanzaro, sul torrente L,:sa. li 18 g iugno 1844 i frateH.i Bandiera vi si scontrarono con 70 1miliri u1·bani borbonlcì, e, dopo ave rne uccisi alcun i, 1nisero in fuga il resto. Il giorno dopo seguì il com battimento d i St111 Giov,mni iu Fiore (V.) .

Spinello ,dei duchi di Castrovillm·i Cado. Generale spag nuolo del scc. XVI. Combattè son o il marchese d, Marig nano contro

il 1naresc. Strozzi nella g-uerra di Siena e

si distinse alla presa <li Ostia ; Fui partecipò alla battaglia d i Lepanto. Combattè in Portogallo per la Successione d i q uella corona , e comanàò le truppe imbarcate sulla " Invin cibile J\rmarn )> . Dopo l 'infelice spedizione lo S. andò in Fian,Jra a combattere sotto il comando d el Farne,e, i ndi passò in J! ran.c ia per soccorrere Parigi as.scdiata da Enrico <li Navarra. Tornato i n patria, combauè con successo contro le bande di Marco Sciarra che infestava l'Abruzzo, quindi fo i nviato j n Calabria per d ik n dcre quella regione contro gli assalti d ei Musulmani , che baaè presso Reggio, costringendoli a sitirarsi .

Spinello marchese d' Orz inovi Carlo. Ge nerale austr iaco (1575-1634). Ded icatosi in giovane età al mest iere d elle ,mni, ù• dapprima al se rvizi<' della Spag na e nel J6oo comb'attè in Fiandra d ove fu all"assed io di Ostenda, rima• nend o vi kri to e r-rig io niero del p rincipe Mau rizio . Ri acquistala la libe rtà con riscatto, combattè nel 1615 in Piemon te contro il d uca d i Savoia Carlo Emanuele. Passato in Boemia , cornbat tè contro il principe d'Anhalt presso Praga

Spinello Carlo marchese d'Oriinuovi

S pinello Carlo dei d uch; di Cast.rovillari

Spinetta. Frazione del comune di Alessandri,1. Il 5 lu g lio 1798, un migliaio d i Repubblicani , che marciava vcrsoAlessandria , vi fu affront~.to da 500 u. di fanteria e 100 di. cavalleria, comandati dal con te Alciat i. Questi tese u n'imboscata alla colonna repu bblicana, e riuscì a sbaragliarla , p rendendole d ue cannoni e le salmerie . Dopo l 'urto, molti repubblicnni , essendosi sband ati, venne ro uccisi alla spicciolata dai p rtigiani della monarchia . !J numero degli uccisì .ammontò a ctrca 600.

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uer~ b~ "" Sopra : spingarda di Ncvara; sotto: spingarda vercellese di ferro battuto, \(ista di fianco e di sopra

Spingarda (o Spri11ga/da, o Spingarda). !n orig ine, questa voce era usata per indicare una specie di macchina da g uerra che serviva per lancia re pie tre. Coll 'invenzione d el la polvere e la costruz io ne d i armi da fuoco, passò a indicareuna specie d 'artig lieria che lanciava, al più, d ~l lc palle da ci nque a sei libbre d i peso, scendendo fino a lle palle

Spingnrda di mnrina del sec. XVI, a S colpi S, forca di sostegno ; P, tamburo girevole con 8 cariche e altrettanti l uminelli (L)


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di sei oncie, e per la n1arina, anche di una sola oncia {sul lipo dello smerig lio). Quelle più grandi e rano fissate sopra cava lle tti e trattenute cun ccpf'Ì di legno. Q uelle più piccole diven tavano vere e p roprie arm i portati li e quasi manesche, come un fucile. Le grosse S. avevano un mascolo per 1nettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste,

<:d e rano tutte di un sol pezzo con1c i ca11 no11i; in ultimo furono anche ch iamate a rch ibusoni . Non più adoperata in guerra, l a S. non è ormai ;lltro che un grosso fucile d a cacci a.

Spingardi (com,· Paolo). Generale, n. a Feliz.z::rno, m. ad Acqui (1845- 1918). Sottot. d ei granatieri nd 1866, partecipò alla guer.-a di qucll 'anno . Nel 1886-r887 insegnò topografia alla Scuola di guerra che poi dal 1892 al 1896 comandò in seconda, d ivenendo colonnello nel .1 893. Nel 1896 assunse il comando

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Spinola Ippolito. Gencrak, n. a Genova, 111. a Torino (1778-1856). Ten. colonnello della guard ia nobile genovese, passò nel 1815 nelle guardie del corpo d i Villoria Eman uele I; p romosso colonnello d i cavalleria nel 1819, magg. generale nel 1830, tcn . generale e capitano comandante la 4" cp . d d le Su<ldctte guard ie nel 1835, venne collocato a riposo nel 1849.

del 13° fanteria; divenne n,agg. gc~ ncrale nel 1899. Nel 1901 coman dò Spi ngttrdì Paolo la brigata Basilicata; nel 1903 d ive nne Sottoscgrelario d ì Stato alla guerra. Tene nte generale comandante la <liv isionc d i Messina nel 1906, ebbe il comando generale dell'arma d ei CC. RR. nel 1908-1909. Dal 1909 al 1914 fu per qua ttro volte Ministro d ella g uerra. In P . A . n el 1913, richiamato in servizio nel 1915 in occa· sione d ella g uerra Mond iale, fu presidente d ella Commissione centrale dei prigionieri d i guerra . Deputato di Anagn i nel 1904, senatore del regno nel l QOQ, collare d el!'t\nnunziata nel 19r5.

Spù,gardi Carlo . Generale, n. ,d Alessandria, 111 . a Torino ( 185J1933) . Sottot. d i fan tc ri,1 nel 1871, fu inseg nante d i topografia alla Scuola d i gue rra da! r9co al 1903. Collocato nella riserva nel 1904, venne promosso colonne llo ne l 1905 e magg. generale nel 1914. Nel 1923 assunse il grado d i gc1'cralc di d ivisione. Pubblicò, fra altro : « Sul fondame nto scientifìcn degli studi geografici militari e

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Spinola f,·a' Giovanni Bawsta. Balì e generale delle galere dell 'Ordine di )\!alta nel 1700, aveva rreeedentememc combattuto per i Veneziani nella Morea. !11 combattimento con lro navi rurchc le mise i n fuga: la ,ua nave affondò e nel naufragio perì fra' Domenico Mar ia S., fratello del balì . Questi penetrò poscia nel porto della Gole tta e vi predò una nave barbaresca di 70 cannoni sotto il fuoco d elle batterie nem iche . Un suo zio, fra' Paolo R(Jfjaele, era stato ammir. d el le galere <li Malta nel 1674. Un altro S. , Giouauni Do1ne11.ico, si battè per la liberazione di Vienna (1683) e morì l'anno seguente, ventisctlenuc, co lonnello, sulla breccia d 1 Budapest .

Spinola marchese Tito. Generale, n. e m . a Genova ( 1826-1910). Sottot. <li fante ria nel r~48, partecipò alle campagne del 1848-49, 1859 e 1866 e meritò una menzione onorevole e una med . d 'argento a Borgoforte . Colunndlo nel 1873, ebbe il comando del 42° fant.:ria e nel 1878 [u

collocato a riposo, divenendo magg. generale nella riserva nel 1893.

Spinola noh . Cimiamo. Generale dei CC. RR., n. nel 1841, ni. a S . Remo nel 1912. Sottot. dei bern!glieri nel 1861 p artecipò alla campagna dd 1866 e nello stesso anno passò nei CC. RR. Colonnello nel 1896, comandò successivamente le legio11i di Bari, Napoli ed Allievi e nel 1899 andò in P. A. Nel 1907 fu promos,o magg. generale nella nscrva.

Spingardi Car1o

sull a sua applicaz.ioue ai lavori cartografici )); <e Piano plastigrafico del le Alpi Cozie » .

Spingitoio. È così chiamato, nei fucili a riperizionc , con serbatoio lungo il fusto, q uel cilindretto. che spinge, per effetto d ' una molla spirale, le car:uccc ,·erso la camera d i ca r icamento. Spinola (Federico). Ammiraglio di Spagna d d scc. XVIX\111. E n trato al ser vizio d i Filippo III nel 1598 cml sei galere anna te a rropric spese e .non1inato cmnandan tc della squadra dei Paesi Bassi, ripor tò vittorie sugli Olandesi: nel 1603 [u · ucciso da un colpo cli cannone in uno scontro navale presso Ostenda . ,1

Spinola marcl,ese ✓1mbrogio. Ge nerale di Spagna, fratello del prccc<Jentc, n . a Genova, m. a Castelnuovo Scrjv ia

(1569-1630). Partecipò alla guerra di F ia ndra; nel 16o4 p rese Ostend a e nel 1625 Breda . N el 1627 andò in soccorso dd duca d i Savoia : incaricato nel 1628 ~lcll'assedio di Casale, non potè, F'" g li ostacoli frapposti d a )vfad rid , o llc11emc la resa.

Spinola A mbrogio

Spinucci Emidio

Spinucci (Emidio) . llfçdag lia d'oro, n. a 1-'ircnzc, caduto a Lestizza (1870-1917) . Ufficiale in S. E . P. dell 'arma

cl i fanteria, pennasc per quasi tutta la sua tarricra nei granatieri d i Sa rdegna . Partecipò, col grado d i tenente, alla campagna ,·l 'Africa del 1895-96 e, con quello d i capitano, alla g uerra ltalo-rurca. Nella guerra Jtalo-austriaca, tu d ue volle ferito sul Carsn e guadagnò una mccl . d'argento ed una , li bro11zo . Promosso colonnello nel settem bre 1917, assunse il comando del 2° regg . granatieri, alla cui testa cadde da prode, durante jl riricgamemo dall'l son zo al Piave, com'è detto nella mot ivazione della m ed . d'oro: (< Veterano g lorioso dd Carso, capo sapiente e insigne g regario ero ico, primo ~ernprc a proce<kre, a ripiegare ultimo, in un fiero attacco nottu rno, cccczionalmcntc arduo per g ravi e special i condizioni d i manovra, balzando alla testa <lei suoi granalie ri, }j trascinò scco come folgori al--


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l 'assa lto d el soverchiante □emico , e ca<lde col nome d 'Italia sulle labbra frementi, d o nando la vita olla Patria, i l o orne e l 'esempio ai r icord i gloriosi della nostra storia ». (Carso Piave, 28-30 ottob re 1917).

Spionaggio militare. Neçessità d ifensiva ,i lla q uale tutti. i popoli si devono adattare per sapere dove è il pe ricolo c he li m inaccia, sotto quale forma si presenta e quale cntirà esso assume. Le Nazioni c he sanno di avere nei po• p)l i vicin i possibi li nemici, hanno il d overe d i pre munirSJ in tempo, <li scrutare le intcnz.ion i 1 le fo rze ed i n1c·1,.z.l <lei popoli vicin i. Ciò si ottiene mc<li8JHC u n in tell igen te servizio Jnformazioui (V .), il quale d ispone di svariati mezzi per raggiungere il proprio scopo : uno di questi è; lo S. NJ. È brutto nomc 1 derivato <la spia, che eccita scntirn<.;nti di repul.sione. Ma non bisogna cs'1g~rare; se vi sono .spie che mer itano tutte le rnort i pcrch è l'opera loro si jdentifica con yucl la ,lei t rad imento per scopo d i bass~ venalità, vi sono a nche spie che meritano ammirazione e prc111io. L\) S . st serve d i rnc2.:zi leciti e di mezzi j llcciti : <li mezzi cioè c he non urtano contro l'onore, la diguit;Ì. la morale, e d i

, La spia: quad ro d i .Betne

mezzi immorali e quind i condannabili: rna c i<, t alvolta è necessario se: si vuol ottenere un risu ltato rratico e sicuro . Due categorie di persone sono quind i im p iegate nello spionaggio: u ua _p rima categoria di uomini sul cui conto nulla vi è da d ire, e , lai quali spesso balza fuo,i l'eroe au tentico; i n questa \.,ategoria vanno anc he compresi coloro che per le necessità d ella loro 1nissìonc devono ccrc::tre, ed intrattenere, contatti e relazio ni rcpul si\'C j una seconda categoria di in d ivid u i sccltj fra i pcssirni ~uggeui, i r ifiuti d ella socic li1. Se lo S. metce u na nazione in condizion i d i sa pe re ciò che un 'a ltra nazione, fra le p robabili a vversarie, pot rebbe preparare a i suoi danni, e d i provvedere a difende rsi. è evidente che no n ptlò fare a meno <li servirsi di tale n1czz.o per quan10 esso nella sua rratica esplicazione o ffra aspetti pr,co simpatici : ma la lotta è lotta e tutti i m ezzi sono buoni per difendersi .

Pe r scoprire le possihiii intenzioni d i un avversario ~ necessario tutto u n Javoro sottil issimo per otte ne re dati <.li base delle specie p iù disparate che van no: dall '1 n nam ento d egli uomini a quello delle piazze fort i; dal la dotazione individ ua le a quella d ei magazzin i; dal part ico\are topO· grafico a lle gra ndi linee geografiche o dall'andamento d i

n n se ntiero a quello d e i g randi fasci ferroviari ; <lall'.llldamcnro d i una linea d ife11siva a quello d egli apprcstarncn ti logist ici dietro ta le linea; dal regolamento d 'istruzione a l più geloso c ifrario ; <lalla lettura d i un te legramma a vista alla decifra tura d el p i 1, comFlicato crittogramma; ccc . Tutti quest i dati di base sono sottoposti a meticoloso esam e e ad un accura to e sapiente lavoro d i in duzione dal quale si traggono le deduzioni occorren ti. U1Hl p~1rte di tali dati , forse Ja maggiore, si ottiene con n1ezzi lecit i; attraverso co1nt111icazionj od accertamen ti arrunissibilissiir1i; attraverso le pubblicazioni tecn iche ed i g io rnal i, special mente locali , e k fot0grafie; att raverso gli avvisi d'_asta ; attraverso le coufcrcnze e le comunicazioni; dall'esame delle d iscussioni parlamen mri, ecc. Ma un 'altra parte dei dati, la pi11 gelosa, quella che è nascosta al pubblico, quella su lla yualc nessun accenno viene fotto mai , m a cbe è intuitivo esista, non può essere che mansione d el lo S. Il quale, con t11ttc le sue estesìssin1c r arn ific«z.ioni , è organ icamente impiantato sino dal teJnpo di p ace e funziona, attivamente e segretamente, per assolvere la sua m is,,;ione precauzionale p reventiva: i s uo i agenti inform ato ri sono do\ u nriue, e corrono i pericoli d elle sanzioni penali c he ogni Nazion e ha nelle p roprie leggi. I n gc nert: le pene non oltrepassano jn pace quella della p riva7.iooe d ella libertà person ale per i soggetti stran ie ri: pili gravi sono Je pene conim inate aì soggetti naàonali, che si vendono a nazioni Slran iere, e po~sono g iungere i,;j no all :"I pena d i morte per toloro che coprono ca riche d i fiducia . Naturalmente l'organ izzazione dello S. del tempo di pace preved e anche nei limiti d el possibi le la con tinuai.ione del propr io fu n-zion ~men to in tem po d i g ue rra. Allora esso cpventa vcnlJ'tH.:ntc pericoloso per g li informatori cJ è quind i assa i più d ispendioso : inoltre esso acquista caratreri contin~cnl i 11oovi 1 r,erchè p ili aderent i alle opernioni politico -militari in atto : così oe in tem po d i pace lo S. è preven tivo e stud ia le varie question i delle q uali si interessa con la Yisionc della loro lontana scadenza , in tempo d i guerra è repressivo ed 'agg ressi vo, perch~ <leve seguire k operaJ..ioni gucrn.:schc. ed operare sernpfl.: in visra· cli brev issime scadenze . È nota la brilla n te operazione spioni stica compiuta d a un agen te inglese che, pochi giorni pr ima della battaglia dello Jutland, ven ne i n possesso d el cifrario tedesco al lora a ppena clistribuiw; ciò perm ise alla Oo trn i nglese d i rnnoscere la d ata esatta <lell 'uscita del la flotta tedesca nel Mare d el Nord . In tempi d i g uerra vengono affidate allo S. numerose e pericolose mansioni in territorio nemico, q uali .i m o\•i rncn ti delle truppe n elle ret rovie t: neli'interno · della n azione nemica, le radunare, l 'accumu larsi del mez.z i ot1ensivi iJ1 determinate zone. i gra'n di 1110 vìmcnti ferrov iari , l 'ap presramento dì uuovi m ezzi bellic i, lo stato d'a n imo delle popolazioni e d elle truppe, i p repa rativi di operazion i guerresche, la µropag~in d a d en1oralizza-trìcc a mezzo della stamp a e di n1J.nikstini, le false 110.. t izie, la distruzione d ì opere rnilit:;ri e <l i s tabilimenti e di opere d 'arte cli sp::ciale importanza, la ,lccifrnione d i docum enti in cifra o d i c rittogram m i per i quali occorrono uomin i con speciali naturali attitudini, l'cccita1rien to di re• parti alla ri volrn ed a lla d i'iC'l"Zione, ecc. Con segue che !o S . deve essere. sor retto <.l a u n appa recch io vera men te g ran ... clioso, con uomin i intelligenti e capaci, e con larghe (lisponibilità cli m ezzi per pote rsi accaparrare p iù agevolmente gli agenti sen1.a sc rupoli d ì c u i esso abb isogna . 1d la gu er ra 1915-1918 l' Ita lia è stata singolar 11icn1.e favori ta dai sentimenti irredentist ici d i 1noltt na zjonali e strauieri rcsidenli in Austria e Germar1ja_. e 1nolte opcra2.ìon l sp~nist,che sono riuscite per n1cri to d i tak sicuro e fedele concorso: naturalme1He ta li agenti, vcr:unente e roici rc rchè ogn i


106 1 giorno arri,d1iavano la vita. non ,·anno con(u,i con la spia vo lgare, devono anzi essere oggetto dcllfl no~tra stima cd

ammirazione . Si deve in,·ccc tenere conto del fo tto che gli ckmcn ti poco scrupolosi e poco one,t i, per i quali lo S.

o do.:11111cnti che po"ano compromettere la sicur<..7.7.a d i una p1:1z1,a, d , 11n forte, <li un po,to o stabilimrnto militare, di una o più navi da g11err:1 o eia trasporto nrmatc o di,armatc, o d i un :11Scnalc o stabi l11ncnto maritt11110 allo

è una sorguuc di lucro. spC)S!.'.> giuocano u11;.1 9anita <lopp1,1: sono cio~ spie di entrambi i helligcranti, ccl allon sono pericolo,is~im i per gli ,tessi due bcll1gc r,1nti. Ciò ha im posto l' istitu~.io nc <.ii un « Cout,·o;pionaggio ,, ind ipendente ,lai servizio prillciplc, al quale è t1111to dalla pcr\Ona del solo capo dello spionaggio e contro~~1ionaggio. GJi agenti dell'uno • 0110 sconosc,uti agli agcnll dell'altro. Scopo del ..:ontrospionag~io è quel lo cl i pre,-c11irc ,. reprimere lo S. ncn,i<.:o . e d i ~orvegliarc e controllare l 'optrato <lei propi-i :1gl'llli spion1,1 icl. Esempio di croiw 'Fionag,~i-, è: stai'> q•tcllo offerto dagli informatori itali:rni che, ncllJ ptima,·era e nell'~-slatc 19th. ~, fece ro calare <la :ierorlan i nd friuli inv:150 , :,Ilo ;copri di inviare notizie Mille forze ncmic.:he, ~li i loro tllovirncni i, sullo staio <l'an imo <lelle t ruppe avwrsar ic. Coad iuva r, da coraggio,i amici tr., I~ popolazione e da arditi aviatori .:hc ,i calavano in clererminatc localitj per riccq·rc le informa'l.ioni e portarle al Comando Supremo lt:il iano, essi furn110 d i g randissima utilità. Quest i valorosi»im i: Camillo Dc C:1 rlo, Nicolò e Giuseppe Dc Carli. Pier /\,rigo Barn ah:1, /\le;,andro Tandura, che lulll i giorni ,fidarono la monc per impiccagione, ,·enncro poi clccora11 con la medaglia d'oro al valor milita re.

,'ipionaggio (art. 78-79 C. P. E., 79-80 8 1 C. P . M. M.). codici penali militari prc,cdono alcune ipotni specifiche. I.e norme penali w1elano la ,icure7.7.a dello Stato e prcc1,;1 me nre il segreto relativo :,ll.1 ,lifesa m1li1.ire. Il lcgisl:1to rc militare prevede lo S. ,otto due forme principali, proprio, cd impropri o o presunto. N d pr imo

G !So,

o,~ia

,1uando concorre la volom~ diretta al fine spionisrico, ,i hanno qu:111ro ;fotc•i ,peci fiche: n) i1:1roduzionc, sen,:J lravc:-.rimenco. in una piazz:t. jn un forte o porto qualun• ,1uc, o nel circond ario occupato <fa ll 'c1cr~i to, o in 1111:, nave d a guerra o da traspo rto, in un arsenale o stabili-

T)opo la scan ca

scopo

di favorire il ncu1 h.:o; e) Frocur:i.re al

nemico, con

qualsiasi mezzo ed in qua lunque modo, documenti o informazioni che poss.1110 fa,orirlo o nu,>eere alle opcr.tzioni di guerra. o compromettere la sicurezza delle ri:ivi da gucrrn o mercantili degli arsenali o degli scahilimcnti di marinn ; d) da r ricovero o comu nque m<:Uere in salvo una spia ocl al tro agente nemico, sapctl(lolo tale. Nel caso d i S. improprio. o.sia <1uando il linc 1pionistico è presumo per legge. date le modalità esteriori del fatto, è colpernlc tli quc:-.to reato colu i che, travç~lllo, siasi intr<Jdotto nei

luoghi ~i:) citati per il primo caso. Ove il soggcuo attivo d irnos11i che lo scopo del travcsti111en10 no n era colpc,·ole, non a"ranno ar:pl icazionc le dispasi7.ioni di legge in esame. Può essere colpevole an,be il militare nemico o altro individuo a ,crv,zio di S!ato nemico, sempre che agisca travcst iw. !11 questa ipntcsi il mi lit:to'C nemico no n i: ammesso :, provMc l'innocenza ,Id suo rcopo. Se il militare nemico che S!>iò travestilo, ric.,cc a rag~iungcrc lt· file del proprio cscrc,to, non può essere punito. anche se. successiva men te, G-lda prig ioniero di guerra . La pcn3 è, tanto nel caso di S. proprio quanto in quello in1prnprio, della morte mediante fucilnione nella schiena. r,evia degrada7ionc.

.'>

Fucifazione di una spia da p:trtc degli Austriaci a Przemysl (19 14) (prima della scarica) mento C]UJILilll JUe

di

marina o i 11

mezzo ~

pili navi

:1 1

male o flisarniate, per pi ocur<.1rsi noti:t..ic o docun1enti ~ favore del nemico; b) altri mcz,,i qualsiasi, <l iversi dall'in .

t roduzionc nei ,uddetti luoghi, adope,ati per otrenere can,·

Spion Kop. Lo,:al i1à del Nata! , nell'Africa 111cmlio nalc. Durante h ;;ucr ra Anglo-boera, sulla /inc di genna io del 1900, i:li avversari , dopt• lo ban aglia indecisa di Venter Spmit. cr:mo restati <li fronte, gli Inglesi lungo il cigl ione delle alture ciel Tabannama, i Bocr: a un Km. indietro. sull'a ltopiano retrostante. Gli lng lcsi decisero <li attaccare e all'alba ,lei 24 una colo nna ingk«: pcnetr,, nel le alture ocwpaic dalla sr. nemica e vi si stabilì. Il gen . ll<Hha, che rnmanclava i Boeri, vide la necessità di riprendere ii caposaldo perduto, e con l;t prote7.ionc del fuoco di ~ , annoni ~ferrò un ~ssalto che pP1 a, i suoi fi no a brcvi::..., irna d1::,tanza dagli !nglesi i quali si tro,,aro11<1 serrati in un:1 ristretta posizione 111 contropcndcnza, wmpkra mcntc al lo scoperto. Dissipa1a,i b nebbia, ,erso le 8 , i Boeri iai,:ìarono coli 'arti-


J SPI

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g lictja, colle mitragliatrici e col rucili un f uoco !11ten~o. Alle Io la situ:izione d~gli Inglesi era disperata. I! gcn . Woodgare, accorso con rinforzi , ri mase morrnlmcntc ferito . li gen. Bullcr affid ò al ten. col. Thornycroft il com ando

amrn az7.arc sul posto. Solo al:e 19,30 il gen . \Varrcn pensò a mandare sulla posizione no sostegno dc artiglieria e le truppe del genio necessar ie; troppo tard i, giacche: i d ifen-

sori, esaustl, senza notizie , senza ordini, avevano inizjato il ripiegamento . G li Inglesi J>Crdettero circa 1 150 u.; i Boeri

G

meno di 200.

ion~

Spira (ted , Speyer, ant. Noviom agw , e Colonia Ncm eta). Città della Germania, nel Palatinato, sulla sr. del Reno, alla conAucnza dello Spcierbach . Fu città !ibera nel 1294 e venne munita d i un debole muro di cinta con tor•·i. Il 29 agosto 1644 fu p-esa dai Francesi del duca d 'Eng h ien; un tentativo fatto da i Bavaresi d i riprenderla anelò a vuoto per opera <lei Turenne. N el 1688 fu presa, devastata e incend iata dai Francesi d i Luigi XIV. N el 1713 fu ancora facilmente presa dai Francesi del Villars,

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01 ~

f. Ba//aglia di Spira, o dello Spderbacl, (15 novembre 1703). Appartiene alla guerra per la Successione d ì Spagna. Com battimento di $pìon Kop ( 1900)

della posizione, mentre l 'artigl ieria, bomba rdando le posiz ioni avversarie, alleggeriva la pressio ne nern ica e determj nava, v~rso le n , una sosta ,,e!la battaglia . Verso le i5 q uesta r iprese con violenza raddoppiata ; 2 0 0 fant i ing lesi , sfiniti dalla farne, dalla sete, dal caldo, si arresero; solo i l tempestivo intervento di un rinforzo della brig. Lyttdton valse a evitare un disastro completo, ma irl breve spazio si agglomerò così una forza notevole, determinando un agg lomeramento che condusse alla catastrofe finale. Senza

Battaglia di S pira (1703)

spingersi ad attaccare, i Boeri continuarono a c.oncentrarè sul nemico i loro fuochi incrociati; le perdite Inglesi si facevano sempre più grav i, i soldati, che no n potevano impiegare neppure !e p rorrie arm i, si facevano stoicamente

Meutre il maresc. francese Tall ard assediava L andau, venne avvertito <lcll'avvicina1·si <li un e sercito di soccorso, g uidato dal conte d i Nassau e dal principe d 'Assia, i q uali, o perata la congiun7 ione delle loro forze, contavano d i avanzare il 16 sulla piazza assed iata, Il Tallard lasciò poche truf1Je a guard ia delle trincee e marciò su S. arrivando a contatto d el nemico verso mezzogio rno . 14 sqdr. si lanciarono all'attacco del le fanterie tedesche, ma furono respinte dal loro fuoco. Un gruppo <li sqclr. tedeschi, lanciato all'inseguimento, capi tò a sua volt, sotto il fuoco 'd i bgl. francesi e venne d isordinato e respinto. L'artig lieria francese, che aveva preso posizione, scosse le fa nterie della dr. nemiche, e quando i bg l. , lel Tallar<l avanzarono esse cedettero e si posero i n fuga verso S., me ntre gli assalitori s'impad ronivano del le artiglierie del rcrincipe d 'i\ ssia. 11 conte di Nassau protesse con 8 sqdr. olandesi la r itirata della cavalleria tedesca: la fanteria assiana arrestò due volte col fuoco nuovi attacchi di quella francese. Un terzo attacco fu ributrato da un contrattacco della cav,illeria o landese. li T allard, dopo d i aver fatto cannoneggiare per qualche tempo le truppe olandesi e tedesche , le fece assalire d i nuo·vo da 14 sqdr. Questo attacco, cominciato ve rso le 16, riuscl fina lmente a far cedere in parte anche q uelle truppe; siccome però era già buio, i Francesi spossati non incalzarono. L e perdite d egli Alleati furono di 4000 morti e feriti, 2000 prigionieri, 23 cannoni, 50 bandiere e stendardi, molte n1unizioni e bagagli . I Francesi tra morti e fc. riti ebbero circa 4000 uom ini <li p~rdita. II. Presa di Spira (1792). Appartiealle g uerre della Repubblica francese. 11 gen . Custine, comanrlanrc del C. d 'A. dd Reno, e bbe ord ine d i invadere il Palatinato e d ecise di irnpdronirsi su bito di S. marcia ndo a quella volta su pi ù colonne, che d ovevano circondare la citt/1 da ogni lato (30 settembre). Il col. \ 'linkclmann, comandante 11e


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,della guanug,one, cre,-lette di poter attuare la difesa all 'esterno della città, benchè disponesse di soli 3500 uomi ni ,con scarsa artig lieria; ma le colonne francesi, giungendo .al mau ino <la varie strade, gli preclusero ogni via di sal·vezza. Dopo una valorosa resistenza, sopraffaul, gli Au-

_;;triaci dovettero asserragliarsi ncll 'abit ato, do11de una nut rita fucileria cagionò perdite sensibili ai Francesi. Ma le :a rtiglierie di qucst, sfondarono le po rte d'accesso, onde il \ 'linkelmann fo indotto a cercare uno scampo oltre Reno, .ciò che gli fu impedito dalla fuga dei battellieri, presi da panico all ' inizio dell 'azione. Addossaci al fiume, i difensori in gran parte si arresero. I Francesi fecero così facil, mente 2900 prigionieri e s'impadronirono di copiose vctwvaglie e materiali, subendo perd ite relativamente leggere

blemi dell'armamenco e degli « effettivi ,, s'attenuano mal~ co, e le difficoltà che vi sono inerenti sono Fit1 facilmente solvibili.

Spirito Smito (Ordine cavalleresco dei/o). Fu creato da En rico Ili di Francia nel 1578 per rimpiazzare quello di S. Michele che era andato decadendo, allo scopo d i im ped ire i progressi dei Protestami. Era destinato a r icompensare la nobiltà francese e constava di tre classi: grandi ufficiali ,

,(ci rca 200 uomini).

commendatori, cavalieri.

Spirito di corpo. E l 'un ità d i coscienza , di sentimento e <ii volere fra culli i comp,ncnti d el corpo, uniti nello

Sospeso durante la rivoluzione del 1789, fu riFrist in?.to all'epoca della Cavali ere dcli o Spirito Santo Rcstanrazione del 1815 e venne defin itivamente abolito con la rivoluzione del 18,0 che abbattè i Borboni.

s viluppo stor.ico, comunque vicini o lontani nel tempo e

nello spazio. In vircù d i questa sua essenza oggcLtiva, esso produce, attiva e mantiene la tradizione, le memorie, i s imbol i e quant 'altro d i duraturo si tramar.da sotto jl nome e l 'insegna del regg imento. Considerato, i nvece, soggettivamen te, negl i individui, è quel sentimento di particolare s trettissima solidarietà , che si stabilisce fra tutti i membri <ii un corpo per la comunanza dello scopo e della vita, <juin<li del lavoro, delle fatiche, <lei pericoli e degli eventi prosperi ed avversi . Quale sentimento cli solidarietà è il propulsore elementare della cooperazione : gli esclusivismi .eventuali cedono davanti alla visione sic ura,

intuitiva e

concettuale, della solidarietà nazionale più ampia, nella quale tu nc Je anime collettive hanno fOSto e funzione per mjg]iorare sè stesse e per servire la Patria con S!)i rito di collaborazione, auzichè di contrasto o d i lotta. Quest'è il significato pitt alto cui può arrivare la comprensione. Ne ~isulta che qualora vi fosse dualismo materiale o spirituale fra « spiriti d i corpo » e le ga re d'emu lazione tra essi minacciasserc, la incolumità della « d isciplina », spirito che tutti gli spiriti compre nde , la volontà indefettibile di tutti, i ndividui e collettività, dovrebbe fissarsi all'abnegazione, esclusivamente, handendo con estremo rigore qualsias, atto o spirito d'emulazione malsana e iiociva. Il carattere prec ipuo dello S. di C . è il camer atismo. Il simbolo : i colori del corpo, sia in risalto sull' uniforme , sia uniti alla bandiera nazionale affid ata al reggimento.

Spirito -militare. Va inteso non come rensicro continuo di a rmi e volomà spava lda di assalti e conquiste, bensì quale proposi.t o civile, sereno e fermissimo d i mantenere l a propria parità con gli altri popoli e Stati nell'ordine del <liritco, delle g iurid iche competizioni, della sol idarietà internazionale, donde la attiva volontà del proprio svolgimento storico sicuro, al riparo da insidie mortal i di qualsiasi genere . Lo S. M. è l'arma più possente della « Naz ione Armata » e de riva precipuamente dalla educazione nazionale. Circostanze varie, comi;ksse o meno, possono esaltarlo o deprimerlo nell' una o nell' altra contingenza, non m ai soppr imerlo, Lo S. M. delle nazioni non è arma che si possa portare e d iscutere nei consessi internazionali , .siaoo diplomatici o d 'altra natura. La sua sostanza è un quid che sfugge alle valutazioni degli « esperti » . Napoleone dopo Jena (1806) impose j [ d isarmo alla Prussia , ma non potè proibirle lo spi rito militare, la più acuta e temibile delle arm i. Quando c'è lo S. M. vivo, organico, vig ile, e un uomo che sappia guidarlo ad al ta meta, i pro-

Spirlet. Armaiuolo belga di Liegi che nel 1869 costruì una pistola a rotazione (mod . 1870) con estrattore a stella, e con la canna cd il casre!lo che si pofevano ribaltare all'indietro per mezzo di una cerniera d isposta sulla somrnità del castel lo stesso cd avanti alIa testa del ca ne. Questa d isposizione rendeva abbastanza celere la estrazione dei bossoli e la sostituzione di essi con altre cartucce .

Spitzkop (Combattimento). l detto Majuba Hill (V.).

Pistola Spirlet mod . 1870 !>ÌÙ

comunemente combattimento <li

Spluga (Coi/e dello). Valico delle Alpi Retiche che mctre in comunicazione la valle del Liro (Adda) c~n quella del J, eno posteriore. La rotabile (costruita dagli Austriaci nel 1822, sotto la direzione dell'ing. bresciano Carlo Donegani) da Chiavenn a r isale la Val San Giacomo, raggiunge il colle a 2II7 m. e scende a Sp]uga, ove si riunisce a quella proveniente dal passo d i San Bernardino. Prosegue jndi a oricnle e imbocca il tratto denomi1iato in antico « Via Mala » , raggiungendo Thusis, Rcichen e Coira. Lo S. come il San Bernardino collega i tre grandi bacini lacust ri dell 'alta Lombardia prealpina (Verbano , Ceresio e L ario) per l 'alto Reno e il lago di Costa nza alla grande arteria acquea Renana, via maestra per lo sbocco verso I 'Europa nord-occidentale; e fu qu i11di uno dei valichi importanti nella storia, ad onta ,lei\ 'as9erità della Via Mala e del lungo giro percorso dall'alto Reno. L 'apertura delle grandi linee del Gottard o e del Sempione segnò vie pill raFicfc e d irette, avviando il t raffico attraverso i trafori montani che in 9arte lo svincolano dalla legge geografica subìca sino allo scorso secolo, e diminuì di riflesso il valore dei passi rotabili fra i bacini ticinese, larjense e renano, che

con,ervano tuttavia in. portanza notevole come vie sussidiarie del traffico regionale , Nel 1800 il generale Mac Do-


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nakl eseguì il passaggio dello S. emulando Buon,1pa rte nel [orlllnoso passaggio del. San Bernard o e superJ ndo H0 n lievi difficoltà .

li passo dello .$pl uga Splt<ga.. Battaglio ne alpini costi tuito nel gennaio 1916 p resso il 5'' regg. alpi ni colle cp. 88°, 104" e r36", d elle q uali le due p rime avevano appa rtenuto al battaglione Morbegno. Ope rò inizialmente ne lla zona d el M . Nern ,; nel ma rzo 1917 prtecipò alla battag lia ddl 'Ortigara attaccando M . Castelrmovo e conquistandon e la q . 2 101. Sino al kbbra io 1918 operò in val Brenta e poi fu trasferito sulle posizioni di M. Cornouc , ove permase fino al lug lio, allorchè fu destinalo su Col del Rosso . Pc, la battagl ia d i Vittor io Ve neto il b gl. passò il Piave al pon te di Cesio e puntò a Col Fiorito e vill,t Bruna. Venne sciolto i l 22 agosto 1919. Le sue perdite nella g uerra a mmontarono a u fficia li m o rti 1 15, feriti 38, d ispersi 2; u. d i truppa m. 198, f. 589, d . 160.

Spoglie opimi!, Nel significato d i preda, o bottino : e rano n e ll 'an tica Roma le ar mi che un cOmand anre romano toglieva al com a ndante nemico, dopo di averlo d i sua ·m ano ucciso in battag lia. Tali spoglie venivano co ns;:i-

crate dal vincitore a Giove Fe rc trio .

Spoleto (:mt . Spoletium). Città ·dell' Italia centrale, in d i Perug ia. Resti d elle mura umbro-etrusche, alte 4 metri e larg h e 2 , e delle romane . Torila d istrnsse pan e d elle sue [ortificazion i, ma nel 545, 'chiusi gli arclii d ell'a n fiteatro romano, lo mutò in forte castello. Na rscte ne restaurò le m ura. Nel 1326 i P e rugin i, oer renere a. freno la città, v i e ressero una rocca, d e tta la Castellina . Nel 1353 il legato pomifìcio A lbornoz fece restaurare le m ura, e nel 1363, a bbattuto il castello pe rug ino, fece i n izia re la costruzione d i una rocca sul colle Sam'El ia, cu i lavo,·ò probabilmente Matteo Gatta po ne: la nuova fortezza era divisa in due parti, una per il casrel lano, l 'altr.a, da cu, s i dominava la c ittà, per presidio. Nicolò V ne restau rc) le muta e ampliò la rocca . - Ant ica1jiÌ'n te città i mportan te d egli Umbri, nel 240 a. C. vi fo -condona una colon ia romana: un 'a ltra colonia, m ilitare, v i fu m andata dopo la batrnglia dell '82 a . C. P resa da Totila, gl i fo tolta d a un capitano d i Belisario , Costantino, che v i pose un presid io. Nel 544 il comanda nte biza ntino d i S., i;-cr un d issidio con Bel isario, la consegnò ai Goti. Ripresa d ai Greci per il tradime n to d i alcuni d isertori, nel 552 Narsete vi pose g uarnigione . All'invas,onc longobarda, fu re tta a ducato, fTOV .

i!

Spo

com prend ente tutta l'Umbria propriamente d et ta, l>1 Sabina,

il Pìc7no sino al Pescara e j territori <lei Marrucjni, dei ]\farsi e d ei Peligni. Al p rimo duca, Fa roaldo 1, successe 1\ r iol lo che con guerre fortunate ampliò i suoi d orn i11ì ìmpad roucndos, anche d el porto d i Classe. Nel 1155, noa ,•olcndo la ciuà pagare il tri buto imposto da Federico I, qucsri l'assa lì , la prese e la fece radere a l suo lo. Risorta, nel 1l 74 , l 'arcivescovo Cristiano d i Magonza ent rò nel ' du cato di S . e lo sottom ise al suo d omrn,o . Gregorio IX lo fece im·adcrc da] cardinale Colonna e da Gtovanni di Brienne, che Io aisoggettarono alla Chiesa . Nel 1234 vi fu. tenuto un grande concilio, in cu i Gregorio IX p redicò 1'r c rociata dava nti a Federico H. Nel 1274 il co ncilio d , Lione al-Edò il possesso del d ucato spolet ino alla Chies:1. Nel 131'> i G h ibellini d i S. , aiutati da Fede rico di Montefelt ro, scacciarono, uccisero o fecero r -rig wnieri i Guelfi . I Perugini vennero ad asse<liarl a, n1a dovettero ririrnrsi r er d omare la ribellione d i Assisi: i Gh ibd li ,,i allora corsero alle carceri e bruciarnno vivi i 200 Guelfi pr ig 1011ieri. Nel 1322-24 S. fu assed iata nuovamente d all'esercitò di Perugia e fu costretta pe,· fame ad arrendersi a patti: si prometteva la. vita salva agli abi tanti, ma q uest i dovevano porsi sotto, la protezione <li Perugia e riam mettere in città i Guelfi ,. caccian done i Ghibellini . Nel 1375 si d iede agl i Orsin i, ma Bonifacio I X la ricuperò. Nel 1414 il re Ladislao d i Napoli, assa lita S., ne f u respinto con gravi !>erdite . Cin<]ue: a nni dopo b città si d iede a Braccio , la Montone, ma la: rocca resistette cd egli, ferito, dove tte ritirarsi . Nel q3& fu attaccata d i sorp resa d a Francesco Piccìn ino, il quale però fu respin to . In segu ito fu assalita d a un avventu riero del F riuli, Vita liano, ch e la p rese e la saccheggiò . Net '474 si ribellò alla c h iesa : il cardi nale d e lla Rovere v1 mandò, Braccio Bag lioni con 3000 armat i e la città fu p ·e,a e sacche_çgiata . Nel 1496 scoppiò una guerra fra Te rn i e S. , q uesta attaccò la ri,ale con 10 .000 u. ., ma .J\les~andro V l li obbligò a ritirarsi.

l. Assalto J,: Spoleto (217 a. C.). f\ p partiene alla seconda guerra Punica, e f u diretto <la Annibale !»tesso, che vi subì il primo scacco in Italia . Questa colo nia romaua, rimasta impavida in n1cLZo al generale terrore, respinse con

gra nde strage j Cartaginesi e li costr inse a ri tirarsi. /1d eternare questa gloriosa resistenza la citti1 d ied e i l nome di Annibale ad un a del le sue porre . II. Battaglia di Spoleto (82 a. C .). A pp;irtiene alle g uerre: civi li del. tempo d i Mario e Silla e fu com battuta e vinta da Cneo Pompeo contro il ma riano Marcio, forte d i o tto c,oorti, le qu<1 li parte rimasero d istrutte nel cornbattimcnto,

parte nello scom i,;jglio cagionalo dai sold ati a1n m u tinrlti~ pa rte d isperse. In tutto Marcio perdette 3 0 0 0 uomin i.

lii. Presa di Spoleto (17 settemb re 1860). Appartiene alla carn pagna d elle Marche e d ell 'Umbr ia. Da Foligno il gen . Fanti , comandante d el V C . d"A . , avv,ò, il 16 settem b re, verso S. il gen . B rìg none con unc1 colonna com posta del 3° regg . g ranatieri, IX bgl. bersaglieri , 1 btr. , 2 sqclr. d el regg. N izza cavalleria. Difendevano la ciuà circa 800 Pont ifici, appartenenti a corpi d iversi, agli ord in i d el mag~. O'l(cilly, il q uale, nell 'impossibilità d i p roteggere eflicacemen tc tutta la città, concen trò il presidio a d ifesa della Rocca. I l gen . Brignone. g iunto nella notte sul 17 in vista d el la città, stabilì d i itnpossessa rsi del la rocca d i v iva forza e perciò <lisFose il I e li bg l. d el 3° rcgg. g ranatie ri, 333 e 35a cp . bersag lieri con due sezion i d"an . agli sbocch i d ell a rocca; III e IV bgl . dello stesso regg. ed una sezio ne dj.art. in riserva all 'i ng resso (lel borgo d i S. G regorio; 34" e 36• cp. bersaglieri sulle pendici d i m on te Luca; ·1a


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. SPO

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Presa di Spèleto (I? Settembre r86o)

rimanen t~ artiglieria in

pos1z101)C

sfll colle Risciano; gli

sqdr. d el regg. Niua cava llerici sulla si.rada T erni-Roma per chiudere la even tuale r itirata del nemico . Pr ima d 'ini z iare il bo,m bardamento delle opere, i l Brìgn~ne intimò 1a resa al !Jrc.sid io ed av utane risposta negativa o rd inò, verso

le ore IO, l' inizio d c] fuoco, che per quan to preciso non orrcnne e ffetti decisivi.

Ciò nonostante il B rignouc ordi nò

l'assa lto d el la r<Xca. Q ueslO, sferrato verso le ore 15,20 dalla 35• cp . be rsaglieri e ~lai I bgl. gra natieri , fallì per la tenace resiscenza opposta dai <l ifeni;;ori, i qu:11i, tuttavia, <lopo

di aver <lifesa la rocca per tulta la gjornata, al tr:imonto ne rrauarono la resa . Perdite: I talian i 63 u . e Pont ifici 13 fra morti e licr ili.

Spoletta. È cosi ch iamato il con,:egno d estinato a com.unicarc i) fuoco alla carica interna dei proicui cavi. L 'ado-

zione cli questi portò alla· crcazionç d i varie spolette : la Spoletta da bomba, formata di un cil in<lro d i legno dolce leggero, vuolO nel! ' interno, e riei-npito di una rni!;tura len ta

composta <l i polverino, sal n itro e zolfo ; con questo cilindro si turava la bocca della bornha e così, accende ndo !"estremità esterna di esso, si comunicava lentamente il fuoco al la ca rica interna del la bomba stessa , la quale non d oveva scoppia re che quando arrivava al bersaglio. La Spoletta da gra11ata, simjle alla precedente, ma d i proporzioni inferinri , in ragione della minore larghez,;a de lla bocca della g rana ta stessa . La Spolette, a fuoco morto, nella quale la 1nisrura ddJa carica era folla in n'lcxlo che non si vedesse fuocn. e quindi neanch e la d irezione sua mentre venì va

Spoletta Bazzichelli

la11ciato il proietto; ~e ncralmente la mistura era una co111posizionc <li Fo1vcraccio con poca cenere. Le modcn1c S. si d ividono invece i n: Spoletta a fl•mpo, che accende la carie~ interna d el proietto alla fine d i u1) d ato temJ)O, m isura to a panirc dall:istante in cui il proietto viene lanciato da l pezw. ,\!l 'a lto dello sparo, si accende la mistura pirica con tenu ta in un lungo va.no cilindrico, che co lla sua estrem ità comunica colla carica del proietto . L'accensione della mistura si urovoca ! per mezzo di una graduazione, in un punco dd vano cilindrico, più o meno vicino alla carica del proietto, a seconda d ella distanza fra il i:-czzo e il bersaglio . Jnvcn lo rc d i q uest a S . fu il magg. italiano d'a rt ig lieria Ba?:1.ichclli ; essa venne adottata col nome rl i « Spo letta rnod . 1876 ,,. Nel suo interno, ad un cannello circo lare si può adattare una miccia ripjcg:1ta a<l anello, ed una pu nta contro la quale va a percuote re la capsu la fu lrninantc contenuta nel la massa battente. Nell'i nterno vi è una cavità _piena di polvere cd un canale obliquo che la mcltc in comunicazione colla miccia. La testa ddla S. internamente attraversata ei a un foro cilindrico co,,tcncnLc un p(-rc11otitoio cdind rico contenente alla base l 'llwcsco. La ttsta si può fare gira re a mano sul corpù della S. e si può q uindi portare il tubo che ricc,•c la vam pa d ella capsula alla m iccia in q 11alsiasi p unto di questa . Ne consegue che la miccia stc~sa r uò essere acces~ pitt o meno vicino :dla sua cstrc1n ità co rnunicantc ,olla caric:'.l del proietto, e quindi questo scoppierà alla <l istan za prestabi lita .

e

Spoletta a percus.rione. J?. quella che si accende al momento dcll"u rto de l proie tto con tro qualche bersaglio resi-

Sp0l.ctta a percussione

Spoletta a tempo


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SPo

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-srenre, che lo arresti immediacamcntc, o quanto meno ne

-d iminuisca in modo brusco , i mmediato e sensibile la velocità d i corsa. L'accensione è generalmente ottenuta per mezzo di un innesco fu lminante, ed acceso dal diretto urto .contro il bersaglio, oppure dall'uno d 'una roassa battente nel momento che il proietto urta, si arresta , o rallenta la -eorsa. Queste S . accendono immediatamente la carica in terna <lei proietto, cd allora son dette ~d azione pronta; -0ppure I 0:1ccen<lo no dopo UH certo tem po, ed allora son -elette ad azio ne ritardata.

4

5

Spoletta per bombe incendiarie (guerra Mondiale) l, corpo d i spoletta; 2 1 porta capsula~ 3, porta spillo; 4 , coperchio;

s, sfera pesante; 6, cop iglia; 7, anello di sicurezza

Spoletta a doppio efjetio. È quella che p uò funzionare jn<liffcrcn temente a tempo ed a p<.:rcussione . Si pµò dire -che sono doppie, rakhè con poche operazioni eseguibili all'atto stesso del tiro, si r iducono all'effetto che si desidera per mezzo di app:,sito Foras{Jo/elte (V.). Varie ditte hanno, intorno al 1929, costruito S. a movimento d 'orologeria . Nell'aeronautica 10110 state Ìlltrodotte S. ~ fu nz ionarne11to jstantanco, rirardato , istantaneo o ritar<iato. Quelle dotate di ritardo provocallo lo scoppio dc!la bomba q uando questa è già penetrata : la profondità della penetrazione dipende dalla natura e dalle d imensioni della b omba, dalle condizioni sorto cui si verifica l 'u rto, dalla natura d el mez:w urtato, dall'entità del ritardo . Tale penet razio ne, utile quan<lo si debbano ricercare effetti d i sconvo1gimen to ed azioni <li mina, riesce invece Jannosa quando

ii debba agire contro truppe, contro carreggi, contro bat,t eric piazzate allo scoperto ; in generale contro bersagli animati alla superficie del suol< ,. Una penetrazione r rovoca ~cmpre un arresto di schegge, che rirnangooo piaolatc inut ilmente nel te rreno, ment re tende a disperdere in ~lw l'azione d i schianto della carica esplosiva. Le S. a,! inerzia, <:he per la lo ro stessa costituzione portano ad un r itardo tanto maggiore q uanto più favorevoli alla penet razione iono le cond izioni dell' urto e del mezzo colpito, sono qu indi poco r ispondenti, in genere, ne l tiro contro bersagli

SPO

z.ionc , in quanto non è facile trovare persone c he vadano a lavorai-e dove si sa esserv i bombe capaci d i esplodere da un momento all'altro.

Sponsio. V . Foedus . Spontone (Ciro). CaFita no e scrittore mi litare bolognese del secolo XVT. Militò i n Ungheria contr6 i Turchi. Si hanno di lu i : « Il Savorgna no , ovvero il guerriero " ; « Historia de.Ile azioni dei re cl 'Ungheria »; « li Guerriero novello». Sponzilli (f'rancesco). Generale e scrittore mii., n. d i Barletta , m . a Napoli nel 1864. Nell 'cscrcito delle Due Sicilie era divenuto colonnello del genio, di retto re di Castellammare nel 1859, generale nel 1860. -Con tale grado p assò nel 186r nell'esercito ital iano e due ann i dopo fu collocato a r iposo. Tradusse in italiano j R Principi d i strategia dcli' arciduca Carlo » e su di essi scrisse dei <( Commenti ;) _ Scrisse inol tre : " Ddla lingua n1ilitare in. Italia n;

<(

SuotO

di alc1uante le.o ioni o prosperro Spomill i Francesco di un corso d i stra regia »; « Elogio ·storico dell' arciduca Carlo », oltre a varie memorie riguardanti l 'ingegneri a mi litare e civi le.

Sponzilli Francesco . Generale, n. nel 1837, rn. a T ivoli nel 1897. P roveniente dall 'esercito delle Due Sicilie, passò in q uello italiano nel 1861 come capita no del genio. Pa rtecipò alle g uerre del risorgime nto e vi me ritò una men7.ione o no-

revole. Dal 1880 al 1885 fu aiutante d i campo -del Re. Colonnello direttore del gen io a Bari nel 1885, comandò nel 1889-1890 il Collegio m ii. d i Nar oli, ind i fu d in,ttore del genio a La Spezia. Magg. generale nel 1893, comand,', il genio di Torino.

Sponzilli Nicola. Generale, n. nel 1840, rn. a ~Japoli nel 1927. Proveniente dall'esercito delle Due Sicilie passò nel t86 r in quello italiano come tenente d 'art. Partecipò alla campagna del 1866, divenne colonnello nel 1889, comandò il 1 5Q art. e fu poi d iret tore d 'art. ad Ancona. In P. A. nel 1893, fu promosso, nella riserva, magg. generale nel , 898 e ten_ generale nel 1908 . Sponz illi Luigi. Generale dei CC. RR. , n. a Napoli, m . a Palermo ( 1845-1925) . Sottot. d i fanteria nel 1865, partecipò alla campagna del 1866 e nel 1877 passò nei CC. RJ{. Colonnello nel 1899, comandò la legione di Cagl iari e poi quella d i Bologna. Jr, P. A . nel 1903, fu promosso magg. ge•J erale dei CC. RR . nella riserva ne l 1911.

anim<,1.tÌ. Per l'arma aerea•, corne per l'artiglieria, bisogr1a

in tal caso ricorrere alle S . istantanee, vale a dire a deformazione , in cui )a, grande leggerezza d ell 'organo urtato permette un funzionamento rapidissimo , tale da assicurare lo SCOfpio prima che la bomba possa interrarsi. Sono state infine studiate S. per bombe ,~ lungo ritardo, anche d i al c une ore, in certi casi richieste dalle esigenze tattiche. Esse dovrebbero essere specialmente usate p :r l'attacco d i docks, <iighc d i. ritenuta , moli, cana li e simili bersagli . Gettandope un certo" numero provvisto di ritardi d iversi, si potrebbe sperare d i p rodurre gravi danni all'opera attaccata, non solo , ma anche di impedire una efficace opera d i ripara-

Sport. L 'attività sportiva della Nazione è connessa con la pref"lrazione militare, e ciò è stato ind irettamente riconosciuto con ]a creazione (dicembre 1933) de_l le « medaglie al valore atletico >> e della « stella al rrlerito sportivo " · Già con l'istituzione <lcll' « Accademia fascista di educazione sportiva » (1 928) allo S . era stata riconosciuta importanza assai vasta . La funzione dello S. in rapporto alla preparaz ione mil. 1nira: a re ndere il fisico agiJc, robusto e resi-

stente alle fatiche; a sviluppare lo spirito agonistico, che assumerà poi in com battimento la forma di spirito combattivo; a educare e s1·iìupparc la volontà ed il coraggio .


SPO

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Sportello. Così è chiamato, nelle pistole a rotazione (con cilindro Colt), quel pezzo metallico, girevole attorno .ad un perno, che, abbassato, rermclte l' introduzione dclk ,cartucce nelle camere del cilindro, oppure l'espu lsione dei

rali riuscirono a svolgere l'attacco prcordi nato sulla sr. Il 15, 16, e r7 essi compirono a lcuni. attacchi isolati che non riuscirono; .il 18 il . Grant ricevuti 25 .000 u . di .rinforzo, atr-accò di nuovo, rna jnutihntnte. In conseguenza, rinun. ciando ad avere ragione del nemico, _ordinò che si avanzasse ancora r-er la sr. girando al largo le contese posizioni . Nella battaglia i Federali perdettero o ltre r 2.ooo ti.; circa 6000 i Confederati. 1

Spranga. Così fu chjamata nel medio evo una specie d i arma in asta , col frrro formato da diverse ghiere infisse sull 'asta stessa, le quali portavano varie punte acu tissime disposte tutt'attorno , Spreafico (Ferdinando) . Generale, n . a Mo nza nel 1864. Sotto t. di fanteria nel 1885, partecipò alle campagne d'Eritrea r894-96 e vi meritò Sportello di fucile Krag-Jòrgen~e ns

bossoli da q ueste; se rialzato, impe,lisce la caduta della carwccia che trovasi nd la ctmicra corrispondente allo sportello stesso . Lo S . esiste anche in ce rti tipi d i fucile (es. nel Krag-Jòrgensens).

Spotorno. Comune m prov. di Savona, alle falde del mome Mao a circa due Km . da Noli. Appartenne an t. a i vescovi <li Savona. Durante le lo tte fra Guelfi e Ghibelhni ~ , princip io <lei XlV secolo fu teatro d i scontri sanguinosi. Nel 1321 i Ghibellini, vokndo conquistare Noli , armarono un esercito e una flotta di 18 galee. Queste si scontrarono :ill'altczza di S. con 15 galee guelfe comandate da Pietro di Guano e le sconfissero pren.dcndone t re, ment re le altre fuggirono a Genova. Spotsylvan ia. C ittà degli Stati Uniti, ,iell a Virginia. Dopo la battaglia <li W ilderoess, il gen . G rant, coll 'armata -del Potomac, marciò su S. preceduto d alla cavalleria. Qui fo p revenuto dal Lee, che coli 'esercito confederato lo a ttese in salda posizione d ifensiva. Il 9 maggio 1864 i Federali si sch ierarono ; il ro si svolse il duello delle artiglierie con Ficcale azion i isolate d i fanteria; il g io rno II conti nuò la lotta delle artiglierie e si svolsero piccole azion i

VI

CJ

Battaglia di Spotsylvania (1864) Federali: II corpo (Winfield), V (Warren), VI (Scdgwick). IX (Burnside) . Confederati: I corpo (Longstreet), II (Ewell), 111 (Hill)

-di tasteggiamcmo \'erso le posizio ni, che , la una parre e -dall'altra, e rano stace, nelle notti precedenti, organizzate a -d ifesa; il r2 i Federali attaccarono per la sr. dopo d i avere •<l3 quella parte riun ite numerose forze e le riserve. La sorr,rcsa, dopo un p rimo successo iniziale, si risolse ne lla o ccupazione, da p ar te dei Federali, d i una st retta striscia -di terreno. A sera i Confederati ripiegarono sopra una seconda posiz ione bene organizzata, nè il ~ iorno 12 i Fede.

una n1ed . d'argento e una d i bronzo. Prese poi pane alla guerra contro l'Aust,·ia ; colo nnello nel 1916, comandò il r5" fanteria; brigadiere generale nel 1918, ebbe il comando della brigata Fer rara : fu decorato d'una seconda med . d 'argen to e della croce d i cav . dell 'O. M. S . Nel r919 tenne il comando del la 25A di vis. ; poi comandò le brigate Ilcr gamo e Sicilia . Nel 1923 Spreafico Ferdinando assu nse il grado di generale d i brigata ; nel 1926 andò in A. R. Q. e nel 1927 venne promosso generale d i d ivis . nella r iserva .

Sprecher (uon Bemegg, Teofilo). Colonnello svizzero e scr ittore militare ( r850-1927). Ufficiale di stato maggiore, comandò la 16• brigata d i fan teria, le fortifìcazioni <lei Gottardo, e I '8" d iv is . Nel 1905 fu nominato capo ù i S . M. Nd r 9 r4 d iresse col gen . Wille la mobilitazione generale dell 'esercito svizzero. F u collaborato re d i r iviste militari e si occupò srecialincmc della difesa della Svizzera in base alle esperienze della guerra Mond iale. Sprengel (E., plosi vi). Sono costituiti da una sostanza combu rente e da una sosrnnza combustibile che si uniscono• soltanto a l momento del) 'impiego. L'esplosione è detenninata da un detonatore . La sostanza combure nte è l 'acido nitrico fumante; q uella com bustibile è la n itroglicerina, o I'.acido picrico, o il d initrobenzolo, o la nitronahalina . Queste speciali composizion i, che 1,anno lo scopo di preveoire le esplosioni, sono particolarmente destinate per uso di mine. Spreng-granata, Speciale proiettile scoppiante ideato in Germania verso la fine dei sec. XIX per i can no ni da campagna: non -diede però buon i ri;ultati e venne quasi su bito abband onato . Sprimont. Comune del Belgio, in prov. d i Lieg i, sulla dr. de ll 'Amblève (o Aywaille). Ba.ttaglia di Sprimont, detta anche <li Aywaille (18 set' sembre 1794). Aprartiene alle guerre della Repubblica francese. li geo. austriaco Clayrfait era stato d istaccato a S . con 12.000 u . e il gen. Jourdan inviò co mro questo corpo 15.000 u . col gen. Schérer, il q uale cost itul tre colonne per un ,macco concentrico sulle rive dell ' Aywaille e dell'Ourthe . l i gen. Hequin doveva a dr . passare l 'Aywaillc al g uado


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rli Sougucs; il gen . Mayer doveva passarlo ~, I centro ad Aywaillc cd impa<lronirsi delle a lt\1rc d i S . I l ge n. Marceau doveva p assare il fiu me a sr. p resso Hallcx e d j mp adron irsi delle alture di Halle ux ed Amblc,'s. ;\] l'estrema sr. il ge n. Bonm:t con sci bgl. e alcuni sqdr. <loveva passare 1'Ounhc al pon te tli F,sne u x ed operare una d iversione energ ica contro l 'ala dr. del ne mico per favorire J'attacço pdncipak . L'o perazione si svolse come peordi nata ad onta di viva rcazjone nen1ica (nel villaggio d i Sougues 400 Au-

Sproni (G111.,·eppc). Generale , lel secolo XIX, n. di Li, o rno. Pan ecipò alla spediziollc di Russia (1812) col grado d i rnaggmrc. l n seguito fu nom ina to comandante delle Reali gl'1ard1e dd corpo dd g randuca cli Tos..:-ana, con gra<lu c<.1uip 1ra to a maggio r generale. Il 28 settembre 1847 venne i10m iuato governatore d i Livorno; nel 1850 ebbe la carica d i ~tiulantc d i campo del granduca. Sprovier i (Francesco Sa11erio) . Colonnello, n. ad Acr i, m . a Roma (1826-1900) . Volo ntario napoleia no al serviziod el governo , li Venezia, par tec ipò alle ca m pa gne ,Id 18481849. Prese pane a lla guerra d el i 859 nei Cacciatori delle Alp i, e v i meriti\ una n1cd. d'argenlo <: una menzi~ne onorevole . Poi fu coi u Mille)); gravemente ferito a Calatafimi , si d istinse a M ilazzo e al Vollurno e meritò la croce cl i cav. dcli'() . M. S. Di nuovo volonta rio con Gariba ld i nel 1866, comandò il 6° rcgg. volon ta ri nel Tren tino e fu {lecora ro <lella mcd . d 'a rgc11 l0 e d ella croce d ' uff. d d J'O . M. S. Kcl 1888 fu prorno;so colonnello ne ll a r iserva. Depu tato d i Cosen za d a lla XII alla XV I legislatura. d iv, nnc senatore nel 1891 . Scrisse : « Ricordi politici e

mil itari >> .

Battaglia dì Sprimon t (1794)

Jvf, TVfarceau; Mr, Mayer; H, H aquin; Et. Bo nnct; A . B, C, posizioni dei Francesi presso I .ouveip:ncs, dopo la battaglia (Bianchi i Francesi, rigati gli Austriaci)

striaci che non si vol lero arren<lcre furono passati a filo di spad a) e tutte le colonne raggi unsero le a lture d i S. c ir-

condando guasi interamente i J i fensori. Gli Austriac.i ave. ,·ari o J2 bgl. con molta artiglieri::i a guardia <l<:i passagg i <Id fiume e degli sbocchi su lle a lture; 10 bg l. ,ost,n uti <la 3000 cava lli erano scl 1ierati in seconda linea cd on cor po

d i c irca

3000

u . era Sll ll a dr . d i fronte al villaggio d i

E.sncux. Attaccaci en<:rgica mente alle ali e rotti al centro,

Sprugola. C isterna J>er acqu a. varata :, Lcrici nel 1916, d islocame nto tonn. 318, lunga m . 27 , hirga m . 7; apparato motore cavall i 26, 4 , velocità mjglia 3,9 . Person ale d 'armamenco 13 uomi ni. Spruner (vorz Mer12 Carlo) . Gene rale bavares(' (18031892). Appartenne all'arma di fanteria . Fu storico e geografo : pubblicò mol li atlanti storico-geografici. Spuntone. A rma in asta, con ferro q uadrangolare, o triangolare, o ron<lo, molto aµ p untito. Fu adorcrato fin da antich i tempi nella <l ifesa del le brecòe: nei secoli XVI-XVIII lo µo rt:uono in Franc ia i colonnelli e i capitani d ella fan-

teria e in Piernonte tutti gh ufficiali, in ve.;e della picca , dal i 654 al 1702, quando fu sostit uito d a lla partig iana.

gl i Austriaci furono costretti ad una ritirata precipito~a perdendo 1800 u. ft'a morti e feriti, 2000 p rigionieri, 36 c:innon i. 6 bandiere . I Francesi accusarono 1200 u. fra mortj e ferit i_ Questa battaglia è d a ricordare non solo pcrchè la fanteria francese non usò ndl 1 attacco che la baionetta, rinuncia nd o al fuoco ; ma pcrch è per la pr ima vol ta si impiegarono piccole colonne d'atrncco r-recedure da t irngfotori che le copri vano.

Springfìeld . Costruttore americano d i un fucile ad (,v::incarica a pi~tone, che fu in uso in America fino al 1866. l n quell'anno fu trasfor mato a retrocarièa, appl icando il sistema Berdm, (V.).

Fucile Spri ng fiel<l mod. 1903

Springficld. Non,c: d,Ho agli Sta ti Uniti, <lai suo costruttore, a l fucile mori . 1903, calibro 7,2 a r ipetizione, il q uale si può ritenere come nn ricavato dal fucile germa nico mod . 1898-S 05 e dal K rag, variand o esso ne ll a forma esterna cd avendo liev i m odificazio ni nel funzionam ento. li congegno <li carie.amento e sparo è su l ti po M auscr m o<l . 1898-S-05 con a rmamento au tom atico d el percussore q uando si fa il movimento rotatorio del cilin d ro per aprire la cu latta. 11 focilc nel 1903 aveva la bacchetta-ba ionetta, che ven □e sostituiw nel 1906 da una corta scia bo la-baioncna .

.Sopra: spuntone di breccia.

Sotto: spuntone del scc. XVTll

Lo S. era !ungo da 111 . 2,-:25 a m. 2 , 50. Si portava sulla spa lla d r. ed era simile a una corta picca. N el seco lo scor.so faceva ancora parre flell 'arn1amento delle navi da guerra, essendo adoperato per respingere arrembaggi . Uno <legli u ltim i esempi d i im p iego dello S . è offerto dalla Legione degli spuntonit•ri , arm ati con tale arm a, costituitasi ~1 NaFoli il 20 settembre 1792, pn comb attere i partigiani d ella Fra ncia rep ubblican a. - F u ch ia m ato S. anch e il brocco fissato nel cen tro d ella rotella . Squadra, Ali 'epoca delle Compagnie di una <le rivazione della Scam (V .) .

ventura, fo

Squadra . F, la pili piccola unità organicamente prevista dalle "jgenti disposizioni; è al comando di un sott ufficiale (sergente maggiore o serge nte) o di un graduato d i trupp a. f:: l'elemen to fondam entale <lei reparti (specie <li fanteria e cava llcri3), sia sotto il pu nto <li vista d j:;dpliuare, sia sotto il µu nto di vista dell'impiego tattico . Quando funziona bene la squad ra, fun z ionano be ne anche i reparti d'ordine s uperiore. A q uesta Ficcola u nità occorre q uindi che siano d ed icate le maggio ri cure d a parte d ei comandan ti d i q." . e

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SQU

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SQu

di bgl. cd unn:t corrispondenti. I comandanti eh S. devono c:s,crc bene preparati specie dal lato di,ciplinare (cura degli uomini nel sc ns0 più ampio dd la p:iro la) e adcguata111c111c con,iderati e sostenu ti nella loro funzione d i piccoli coinan danti. In quanto possibile i: da c,·itare che la S. ,•enga x1,sa o troppo 'i><:S>o rimaneggiata. poichi: non può allora ae<1uistarc una ,,1:1 indiv idualit~, che le è assolutamco tc nc<cs:-.aria perchè! rossa ess:erc un reparto nmog:cnco. <lotato di -una propria vitJ e d i una propria potenzialit~ materiale e

,quadra d.,;\'c .,,·iluppare tutto il ~uo fuo..:o per :t\'311Z.,trc. Il :,UO tiro è e~gu ito di regola col tromboncino. La sua fronte d'attacco è <-li circa 50 met ri. 111 ,·it1 cccc1.ionale . la ,quadra può far fuoco col moschetto, quando ,enga a mancare l°lZionc «!ella mitragliatrice, purch~ la d1>tan1:t di uro non ,upcri j 400 n1ctri circa . Quando la squadra giunge con i ~uoi grupp1 pi1'1 av3nzati a 30-40 metri da ll 'clemc nto nemico c.: hl' essa <leve urtare. cessa il (uoco coi tromboncini e pas,a al lancin de lle bombe a mano b:tlzando tutta insieme ,ull"Jvver,ario per colpirlo colla bJioncua o col pu• gnale. Tale ultimo ,balzo (l"assaho) ha luogo sull"cscmpiu. etl al grido ,. SJ\·oia 1 ,, del comandante della squadra. R;iggiunrn l"ohhicmvo la ,qua,l rn si riord i,1a al d i là d i ,•sso e non rnai :-.u di c~so : p, oc.:cdc quindi o ~i rafforza a !t<.:Coml.1 degli ordin, ricevuti. L.1 ,quadra !ucilicri. fatta segno all'anacco nemico in una po~1zionc non or~r-anizz.:ua rl·r re,i• !\te.re. ccr..:.1 di sfrutta.re 1( t~rreno O(Cup~llo nel miglior modo po"ibilc per far l'uoco efficace, distendendosi sopra LJ na fron it~ :in1pla sino n circa 100 metri. Non fo fuoco <la distanze MJjX::riori ai :20<1 mctn. rn,1 ,1 tiene ripar:u.1 pur ,,,oneglnndo il nemit:o. Giunto <.Jue,to J tiro di tromhon~ino, bl :-.qu~1<fr.1 apre il fuoco su d1 <,.·,!'o; contro gli el<> n1<.:nt1 dw lt:nde!;sero a g,iungc rc sui lianchi della sc1u,1dra dtvt: es,cn..· .;.::oncentrato il fuoco cl i 111m,crnse arn1i. pci: ;ne.ne ragione al piè, prc,to. Q11,111do la squadra debba

Squadro di fanteria

difender~• d.l un a,·v«:rs,1rio riuscito .1d !l\'\"icinar~i a 30•-10 metri d~ es.a. 1c bombe a mano cmtituiscono il miglior mc.tzo pc1 :lrrestarlo o mcucrlo in fug,l. Se tuttavia i superstiti vengono alJ'~ss;dlO, si ricorre nl contrattacco to n

,pir itualc; perchè in sostanza po,.,a essere l'elemento basilart delle minor i unità (plotone , compagn ia, battaglione). La co:.tituzione organica

è la ..,egucntc:

l'a11teria di /111e,1. granarieri , ulpi11i: ~quadra fucilieri: 1 graduato e , 3 soldati di cu, 5 armati di tromboncino: squadra mirrngliatric i leggere· : 1 graduato e 12 solda ti (tre mitraglia trici !egi:crc); syuadrn mitragliatrici pcs:imi : 1 graduato e 10 soldati (1 mitragliatrice pesante). Fanno pane degli elementi di comando e dei servizi: squadra maggiortt:,, informatori, porlaorclini, radio, ser\'ili, ccc. che :-i~ ,pondono allo scoro del funzionamento ,lei comandi e dei <crviz i vari nel reggimento e nel batrnglio 11c. /Jcrsaglieri: squadra bcrsaglirri: un graduato c<Jmandantc <: t 8 bersaglieri (8 mitraglicri con I mitr. lci:gcra e IO moschenieri d, cui 5 armati di moscheno con tromboncino); s<1uadra m itragliatrici pesanti: 1 graduato comandante e 10 be rsnglicrì ( r mitrag!iarricc pcsa11te); come per la fanteria c,isrono pCli sqt.:ada· mag)?iori1à, ponaord,ni, cadio, ree. C111·allcna: syu,tdra ca, alicn: 1 graduato com.indantc e 8 soldati: squadra mitr. lcgg,·rc: 1 gr~duato comandante e , 2 soldati ; squad ra mitr. pc,nnti : r grad11ato coma11da111 e e IO sold:tti. Nelle altre arm i la squadra non ha fi~ionomia spiccal:1 di impìc_qo tnttico come nella fanteria (e ,pecialità) e in ca,·al!eria; ma pili che ahro ha carattere d, ckmeoro disciplinare e addc,trati,·o. La ~quadra comando dj cornp~lgnia in guerra ~i rra.sforma in plotone coman do d i com1·i1g11io. Sq1111dra fucrliai (lmpi--go). Ct111l!)Osta csclu>1vamentc di uummi arn1ati di mo!'lchetto con tromboncino. le sue for•

mozioni per il combattimento ,ono : serrata pc• due o per tre, in fi l~, di~tc:-,:t . ln a\·v icin:.1mc11ro, nei tr~llti !)Coperti e pi~rni , glì uomin i ~ono addestrali a 1nuoverc rapldainc:nlt di <Or>.t, a gruppi od uno alla volta . quand0 l"o~ser vnionc ccl il tiro a,·,-crs.1rio non siano ancora molto pericolosi; o carponi quando .\ i sia vicino :.I nemico. Nei terreni rotti o comunque difTi,ili, i sokbti vengono abituati a cercare il pa,saggio più .r;.:cvolc nei 1imi1 i della loro libcni, di spo!-:t;tn,cnlo, sempre ce rcando di SCOfTirsi il meno passibile alla vista ed al uro nemico. I :.111acco ha inizio quando la

taioneua e pugnale.

Squadra di ml':ilferi.,. t composta di uomini a1mJll di ,(iabola e di moschetto .,e a cavallo, di solo moschetto se :1 riedi; cs~a manovra ~l cavallo finchè è po!osibi lc e com. batte a cavallo cd a pied i. Nell'avvicinamrnto a ravallo, i,ormalmcntc impiega !.1 colonna per du:: e la colonna per tre, per a\'anzarc fuori d,11le offese del llcmico, su terreno unico e piancgµiantc, o ~Il strade. carrarecce e ~imiJi, oppure per sostare al copcno d i ostacoli , ufficientcmen tc profondi (tasci:giat i. gruppi ,li alberi, ccc.); la linea, per coprirsi dietro ostacoli ristretti " poco rro(ondi (t11uri, arg-ini. sieponi, ccc.): la forma,ionc in fila, per superare p3»a11gi diffici li e per avanzare o !iOHare al ri1n1ro entro fossi. lun!,!o argini o fil ari d i piante.:; la frott:i, per attraversare terreni rolli e intricati e µrr n 111ovcre o so~tarc i,, lerreni a vasta copcrtur.1 (bo,chi , zone ,dherate, ecc.). m,t poco hamni dal tiro dd nemico: la form.11.ione a stormi, per il ,novimcnto in terreni scoperti e sollo il fuoco di mitragliatrici o fuc,lcria. Fino ;1 che !"avviciMfl1ento si svolge fuori <lallc offe,e clcll 'avvers.1rio, la sq,wlra avanza ad tlflda tura modnata: evita peri, J' ÌÙ che può le zone scopcrie e quelle che " presume siano osservate. Fatta segno a tiri da pane del nemico o entrata odia zona battllla cbl suo fuoco. as,unie senz ';cltro le a11 dnturc r:tpide, p rocedcnc!o a sbalzi da punto coperto a pun to copeno del terreno, per non aflatit-arc soverchiamente i cavalli e faci litare I'orientame!llo. Normal mente con1ro ca,·allcria a ca,•allo la squadra anacc,1 in " lince »; contro fanteria o cavalleria appiedata o anigheria attacca (C rl ·1lormi >>. In condizioni speciali di terreno o di siruazio11c, può la squa dra attaccare qua lsiasi obbietti vo in qualunque formazione, specie quando si t rani di ,frullare !"elemento sorrrcsa. La fronte della s<1uadra, ncl l';macco a " ,1ormi », oscilla all"inizio tra , 30 cd i 50 metri; al momento t!cll"t,rto però dc, e restringersi alquanto, in modo che ciascun , torma possa d irigersi conno 1111 puntQ speciale <lei! 'obbiettivo <li attacco. Decisa la c:irica, qualunque esitazione o perple,sità è colp". Se )"a,•,·cr;ario aceella il com-


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battimento , l'attacco si conclude con la misc hia e con l'in scguimen to; se non lo accetta e cerca di soltrarvisi anzi• tempo si conclude con l'inseguimento. J. 'appiedamento si effettua in relazione alla situazione e<l al terreno, a seconda che la squa dra si trovi i solata o ioqua<l rata; débbo no comunque consentire alla squadra d i fare piedt a terra e d i disporre i cavalli al sicuro d alla osservazione e possibilme nte dalle o ffese dell 'avversario. Appiedata, combatte come una sq uadra d i fucilieri.

Squadra mitraglieri. V . Mitmgliatrici. Sq11t1dra navale. È una delle suddivisioni in cui normal mente sono ripartite le forze navali. Nella Mar ina ital iana una squadra. è costituita d i due <l ivi.sioni riun ite sotto un unico con1ando; la divisione è costituita da due sc&ioni; due squadre costitui~'cono un·armata; due o più armate una flotta . Ci possono però essere divisioni costiruire <.la lrC navi:

che hanno collega to in volo 1'Italia alle due Am eriche .. La p rima con clodici ,, Savoia Marchetti S . 55 » da bombard ame n to marittimo e due apparecchi officina , dello stesso tipo, si svolse per una d istanza to tale d i rn.400 Km . fra Orbetello e Rio de Janeiro fra il 15 dicem bre 1929 e il 15 gen naio 1930. Delle d od ici tappe la p iù lunga, di Km . 3000, fu quella fra Bolama, nella Guinea Portoghese. e Port N atal. Dei d odici ap parecchi partiti d ieci g iunsero a desti nazione. Questa fu la prima traversata · a tl antica compiuta da un3 formazione militare . L a seconda, costituit:1 eia ven ti,1uattro « Savoia Marchetti S . 55 X » di tip:, perfezionato (280 Kmh.), si svolse fra il 1° lug lio e il 1 2 agosto 1933 su un percorso d i Km. 17.000 circa fra Orbetello-Chicago-Lido di Roma, com prendente la d oppia traversara dell'Atlantico, in tredici tappe, d i c ui le p iù .l unghe furnno q uella fra l 'Islanda e il Labrador (Km . 2320) e fra Terrnnova e le Azzorre (Km. 2750).

S quadra navale ital iana in n:lVigazione

squadre d i più di due d ivision i; armare d i ~"tÙ d i due squadre. Ad ogni reparto di più navi è r reposto un amm iraglio, che alza la sua insegna sopra una nave, detta iiave ammiragl ia. La sezione, la d ivisione e la squadra sono considerare unità tattiche, perchè sono formate da unità elementari omogenc<:, adatte a combattere insieme con le stesse armi; la Rotta e l 'armata invece sono uni.tù strategiche, r isultando esse dalla riunione d i più unità tattiche omogenee o eterogenee, adatte a operare insieme integ rando fo loro attività e le loro funzion i per il conseguimen to d ei grandi obbkttiv i della guerra.

Squadra aerea . È fa massima unità organica dcll'avia•1,ionc militare, comandata d a un generale d i S. A. e costituita d a d iv is. e brigate aeree. La sua compnsizione non è <.lefinita in modo pe rmanente, rna è determinata · volta per volta a seconda d elle circostanze in cui deve ag ire .

Squadm atlantica . I Janno a vuto questo nome le squad re con,andate da S . E. Balbo, allora ministro d ell'Aeronautica ,

Sqttadm di g11ardi11 . F u c hiarnata così la squadra che ogni Stato mediterraneo teneva p:rcnncmen te in arm:nncnro. per la vigiJaJ1za contro le scorrerie dei pirati saraceni . 11<::l per iodo feudale e anche <lopo .

Squadriglia, Reparto organico d ell'aviazione m ii. italiana, c.h ç corrìspon<le alla comp~gn ia 11dl'csercito~ e<! è. com andata da un capitano r ilo ta . È costituit a <li un numero vario d i ap parecchi a seconda della specialità a cui appartiene; da un massimo d i nove nella « Caccia », sc~nde a un minimo d i tre n ell 'aviazione <la bombardamento pesante . Nei pri mi tempi <lel l'aviazione, in Italia, fu fatra la distinzione fra S. « mobili » e " da posizione » (1911).

Squadriglia, in Marina, è una <lelle unità tatt it he in cui si sogliono r aggrup pare le siluran t i, le qu ali appunto, in corrispondenza delle p rime tre unità costituite dalle navi maggiori, si su<l<livi<lono nd lc seguenti unit~l con1pk:sse: sezio ne, squad rigl ia e flottiglia.


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Squadriglia d i Caproni

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Squadrone. Onj tà organ ica dell'arma d i cavalleri:i al comando d i un capitano. J;: elemento costitutivo del g ruppo, e, a sua volta, si compone dj un pi. comando e d i 5 rl. cavalieri . Lo sqdr. cavalieri p uò essere impiegato isolato oppure inq uadrat(l nel gruppo; compatte tullo a cavallo o tutto a piedi ovvero parte a cavallo e parte a piedi. D ovendo appiedare una pane dei suoi uomini , afpic<la sempre per prim i i m itraglieri legger i. Ogni rcgg. d i cavalleria dispone d i uno sqd r . mitcaglieri composto d i 4 pl. <li 2 squadre mitr. pesan ti ciascuno : in iota le lo squadrone mitraglieri d ispo ne di 8 m itragliatrici pesanti . In combattimento viene- impiegato Sempre appiedaw, cccczionalmc.:ntc riunito; d i massima r iprtito fra gl i squ, d roni ca val ieri avanzati. Come unità d'im piego compare presso l 'esercito piem ontese nel 1774, ed è costituito d i · due cp . corrispolldcodo, in ta.l modo, all 'attuale gruppo di squad ron i. In og ni sqdr. una delle cp. era comandata da un ufficiale superiore ; l'altra

m Segnale di squadrone (I II unità) Per ogni successiva unità, un sol in più in fondo (semiminima)

da un capitano; non erano n umerate. ma designate dal no me o dal grado del loro comandante . Le cp . avevano forza molto limitala (circa 40 uom ini) sì che gli sqdr . no n raggiungevano che la forza d i 80 uomini. Nel 1790 compaiono sqd r. (detti d i campagna) della forza aprrossimat iva di q uattro cp . (48 file di 2 righe e 4 uAìciali). Verso la fine del noo si sopp ressero negli sqd r. le sudd ivisio ni per cp. ed essi assunsero denominazione numerica nei regg. e ciascuno tu al comando d i un capitano . Nel 1814, col t iordinamento della caYa)lcria piemontese, ogni regg. si compose d i uno stato maggiore e di sei sqd r. raggTUppati in tre d iv.is. d i d ue sqdr. ciascu na (corrispo ndendo all'attuale g rupro). Ogni sqd r. si divideva in due m ezzi-rangh i d i 50 uom ini ogn uno . La sua forza da allo ra in poi oscillò intorno a- 100-120 uomini a cavalJo.

Squadrone. N ella marina inglese il no me è d ato a u na d ivjs. n avale, es. « C ruiser squadron )>, squ;1.drone

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<li in-

crociatori .

Squadrone (Impiego) . Le formaz ion i dello sqdr. a cavallo sono: colonna per d ue o per tre; colonna d i plotoni ; p loton i affiancati per due o per tre; linea (solo per lo sq<lr . cavalieri) . (V. l'/otone di t,,val/eria [impiego]). Le formazioni per il combattimento a cavallo Sono : plotoni in colonna e plotoni affiancat i. In circostanze particolarmente favorevoli d i terreno e <li situaz ione, lo sq<lr. può i mpiegare anche le formazioni <li ord ine chiuso. G li e lementi d i carri veloci muovono in testa allo sqdr. , pronti ad agire contro le resistenze che impediscano d i procedere cd a fron-

<la bombardamen to leggero

tcggiarc improvvise incursioni di for7.c nemiche. Contro cavaller ia a caval lo, lo , quad rone attacca con lutti. i quattro ploton i insieme e possibilmente nella formazione ,, i tl

linea )) . Contro fonreria cavalleria appieda ta, où artiglieria 1

sorprese in marcia o nc11 'atto d i assumere od abban<lonare una -p os izione, o comunque in c ondizioni ,da non poter far

uso efficace delle proprie armi, lo sqdr . attacca possibilmente con j r lotoni d isposti su più linee, in formazione cl.i <i squad re a ffiancate a stormi >~, aJtrimcnti con tutto .il plotone insitme, nella fonnazionc stessa .in cui s! trovano,.

pur d i piombare al più presto e , li sorpresa sull'avversario. In ge nere la fronte d i uno sqdr . cavalieri in formazione d i avvicin amento varia fra i 300 ed i 500 metri; in fa.se d i att acco può var iare da 250 a 350 metri circa. Nella dif~sa d i una posizione lo squadrone s i d istribuisce su di una, fronte talora doppia <li quella indicata per l'attacco ed in profonditi, con plotoni avanzati e d i rincalzo. I primi han□er come compilo p-incipalc l 'azione di fuoco, ed a' tal fine ciascuno d i essi occupa due o più centri d ì resistenza, d isposti in maniera da battere e fficacemente e con fuochi incrociati il terreno antistante alla fronte da d ifendere . Quelli d i rincalzo sono a d isposizione del comandante lo sqd r. , che li tiene i n località <.!alle q uali sia facile cade re sul fianco ed a tergo delle probabili irruzioni nem iche, e, i,, Yia subor<linarn, ;igire col fuoco in concorso con i plotoni avanzari. L'az.ionc con p lotoni a cavallo e plo toni appiedati consente allo sqdr. di m oltiplicare l 'efficacia dei suoi mezzi. I prim i ha nno i l compito d i attaccare sul fial)co e sul tergo il nemico, mentre i second i lo fissano fro ntal mente logorandolo col fuoco. (V. anche Esplo,-azione, Mitraglùurici, P / 01011e, Reggi111e11to).

Squad,on,· Sardo . Costitu ito ne l <iiccm~

brc 1914 da! deposito di Ozieri col numero 19" , formò nel maggio 1915, assieme al 20° sqdr. di temroranea costituzio ne, il X gruppo d i squadroni detto ,, nuova formazione ». Nell 'ottobre di <letto anno furono <lisciolti il comando d i gruppo ed Labaro clello , Squ adrone Sardo • il 2r:f' squadrone; cd il 19~, chiamato da allora S. S., f u im piegato in serviz i d i protezione alle foci dell'Isonzo. N~ll'a prile 1916,


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fu im·ialo in Alb:msa do\'e. pur passando a far parte integrale ~lcl rcggimeuto cavalleggeri di Lod i. conservÌ>

In ~ua <lcnorn ina1.io11e, e [u impicgato in serviz i di vig i.. IAnza e d i ri<'ognizinne lungo 13 Vojussa. Nel luglio 1918, a1•a11,i:uardia <li una colonna della 38~ divis .. r:iggiunte le posi1-ioni nemiche della Malacastra, p11ntò su Fieri e s'impadronl d el camfn di al' iazio nc nemico catturandone il p residio . Durante· la nost, a offe nsiva ~lei l 'ottob re, passò a far parte del rcgg. d i formaz.io ne misra, col q uale guadb lo Skumbi e, rotte le resistenze nemiche. dopo un mese di fatico,c marcie cd aspri combattimcmi, il 2 novembre entrò \'ittoriosamcnte in Scutari . Il ,un contegno gli meritò u na medagl ia d ' a rge n to . Ve nne scinlto nel 1920, e i l suo labaro a nìdato ai Cavalleggeri <li F irc1w.e .

Squadroni Nuova Forma:;1011e. Furo no cosl <lenominati dicci gruppi di st1dr. costituiti nel maggio 1915 come filia7.iùnc dei regg. che contribuirono a formarl i, Ve nnero in. corpor:Hi nei rcgg . ve rso la fine cli ottobre 1915 , me no lo squad rone sardo. Gli « Squaòoni N . F. » furo no d icci, ciascuno composw cli due u niti: I (Mila no e Vittorio Emanuele H): Il (AoslJ e Mantova); lii (Piemonte Reale e Firenze): JV (Sai uzzo e Vicen za); V (Aq uila e Vercel li); VI (Treviso e Alessandria); VII (Piacenza e l'' oggia); Vlll (Umberto I e U dire); IX (Lucca e P adova , Mo nferrato e Roma): X (Sardo).

Squalo. Sommergibile ,·arato a Ve nezia nel 19()6 e ra• d iato nel 1918 . Ebbe per mo tto : « Cocco sub gurgitc, u nu m , idus Italia ». Dislocanic nto tonn. 508. lunghezza rn. 37. larghezza rn . 4.32, macchine HP. 655. velocit:ì nodi 13,5; armamento II lancia,iluri da 450; personale 15 uomini .

SquiUace A111011io. Generale, n . a Capua nei 1855. Sollot. del genio nel 1874, divenne colon nello nel 1906, com.indò il 4° gen i() po ntieri e poi fu capo de ll'ufficio fortificaz.ioni d i Ve nezia. Colloca to nel la riserva nel 1913. vt nne richiamato in servizio durante la g ue rra contro I'Ausiria e promosso magg. generale nel 1915. Fu comandante del centro di mobilirn1.ionc <li Casale. Kel 1923 :1>wnsc il grado di generale di di,·isione. Squilfaa: Carmelo . Ge ne rale, n. a Nar oli nel 1865. Sotto!. di fanteria nel 1883, fece la campagna cli Libia e dal 1912 al 1915 fu aiutante di campo del Re. Colonnello nel 19 15, e n trò in g L1c rra contro 1'1\ustria al comando d el r 3 , 0 fanteria; colonnello brigadiere nel 1916, co•nandò 1:i b1ig ata Napoli, meritando due mc<l. d 'argento . Magg . generale al la fine <lei 19 16, coma ndò successiv,1mente la brigata La1.io, la e la 66-' di vis . e g uadagnò un., mccl. di b ro nzo. N el 1922 ebbe il com:111d() d ella divis. mii. d i Genova e nel 1923 assunse il grado d i gencr.1lc cli divis. In A. R. Q. nel Squillace Carmelo 1926 , ebbe nel 1929 il g r:iclo di gene rale d i C. d ' A. ne lla riser va. I la pubblicato tJUalche memoria su operazioni coloniali.

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Squillero (Giova11111). Generale dei CC. RR ., 11. nt! 1871. So u n t. degl i alpin i nel 1892, passò nei CC. RR. nel 1899, partecipò alla g L1e rra 19 15- 19 18 e d iven ne colonnello nel 1924. Comandò le legioni , li C:uan zaro cd allicl'i di To rino. Generale di brigara ispeuorc della 2• zona CC. RR. (Milano) nel 1<p9, (u promos>0 generale <li dins. nel 1933 : addetto al comando dcll":irma dei CC. RR. di cui pochi mesi dopo a~s,111sc il comando in secon<l:1.

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ll primo sommerg ibile • Squa!o -.

Squalo. Sommergibile, varato dal cantiere navale rrics1ino di Monfalcone nel 1930, d1slocamcnto tonn . 875, lungo m . 69,8o, largo m. 5,78: apparato mo1ore cavalli 1300, velocità migl ia 9. Armame nto I 100, Vll l tubi lanciasiluri da 533. Pe rsonale d'armamento 5 ufficiali e 29 uomini d "equipaggio.

Squarcina. Co,l fu chiamato una S!)CCiC cli coltellaccio con lama co rta, d iri tta o cu rva, con un sol filo. General1n c1Hc e ra orn ato di incisjoni. ngtm inature, ste mmi, iscri, zion i. Squillaca (ant. Scyfle1i11m o Scyiaci11111). Comune in rro\'. d i Catanzaro, a circa 6 Km . dal mare. Fondata da una i:olon ia arcnic:-.c, appartr:nnè :, lungo ai Crotonesi . cui [u to lta da Dio11ig i il Vecc hio . Nel 124 a. C . d ive n ne co• lon1a romana: sotto Nerone riccvetlc una colon ia d ! veterani. Nel 10.; 1 Guglielmo Braccio cli Ferro, \'Clluto in Ca labria col princiµc Guaimaro <li Salerno. si impadronl di S. e, :-.u lla vetta d el monte d o mi nante la città, coslruì un ca• stdfo detto St ridula , o ra diruto , Nel 1296 fu p r«o da Ruggero di L auri a: poco d opo l'enne eretto in contea, e nel 1485 in principato.

Squ i Ilo. Le suonerie di t romba hanno una certa importanza non solo per segnalare le l'aric O~"erazioni di caserma, bcnsl anche pe r trasmettere ord ini d i comand:rnll in n1arcia, in m~novra, e, fuori dell.1 7.0 na a contatto col ne mico , anc he in ca rnpagn:i di gue rra. Perchè il suono della tromba sia efficace, occorre che lo S. sia netto, ch1.1rn, forte, e prolung-JtO. L'istruzione cli S. 1wlle <li,·crsc armi e corpi i taliani, d ol'C per fortuna 1"i,1i11to m usicale è abbastanza , lifTuso , è fana da l capa fo11fa rt1 d i ciascu n corpo; nei dist3ccamcoti d a u 11 c:ipor ale o capornl maggiort trom beuiere. Ai comanda nti di d i\'is . ed uflìciali generali al d isopra di tale grado, si a..segna un trombeuierc di cavalleria, perchè possa seguire coa fa,,•lità ad a ndature ,eloci <lovunque il ~uo super io re, d urante can1 pi o manov re cd in g ue rra. Diventa cosl neccs,ario c he la scuola di S. sia più cura ta fra i t rombettieri d i cavalleria, e che essi venga110 abitoati nel suonare la tromba al galoppo, anche ,n terreni accidemau, e nello stesso tempo cono1cano le suonerie delle a ltre an ni , cd i ritornell i , peciali d ei re parti. Oltre a cib, ,iccome è p ,·cscritto che umi i trombettieri suon ino la ca• rica d u rante l 'atto del caricare <lei reparti di caval leria, così l"istruzione di S. per tale a rma è in modo particolare curata.

S S I 9, Biplano inglc>l', metallico, :a rmato con sci mitrag liatrici, di cui due per il tiro attraverso l'el ica, d ue sotto !"ala superiore, due sotto q uella inferiore. Esse wno

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regolate in moùo che il loro fuoco converge in un punto comune situato a un centinaio (ii met ri d all'afparecchio. Velocir,ì Km h. 315. Può trasportare anche piccole bombe.

Stabia. Corvetta in legno, costruita in Inghilterra ; d is locamento to nn . 1416, macchine HP . 329. Acquistata nel 1834 dal governo borbonico, fu chiamata « Ferd inando II » e assunse il nome di S. nel 1860 passando nella marina i taliana, d alla q uale fu radiata nel 1863. Stabilimenti. Nel corrente sign ificalO m ili tare sono tanto i centri d i produz ione, come i maga2.zlni di conservazione e d i erogazione. In tc11190 d i pace sqno d istribuiti con criterio di territorialità:

ne troviamo c ioè un a certa

aliquota nella giurisdizione d i ogni comando d i grande u nità . Fanno eccezione quegli stabilimeuti où opifici non di ca ran <:rc particolare pcrc hè destinati a servire cuno l'cser~

ci to, e che quind i sono ubicati secondo criteri economici, logistjci) di sicurezza stralegica , ecc. Fra questi ultimi ci~ tjamo le fabbriche ,l' arm i, gli arsenali d i costruzioni tecniche pd genio, i 1.aboratori per apparati oltici, i polverifici, l' istituto geografico m ilitare, ecc. In tempo d i guerra lo scaglionameoto degli S . è f.mo in profondità, tenendo p resenti due conceu i arparenrerncnte contracld itori : avvicinare alle truppe tutto ciò che occorre loro e non paraliz7.arle con t roppe irn!)Cdimenta e magazzini al seguito. Dalla concil iazione di queste due teoriche antitesi nasce un com p romesso che si può esJJrimere con la seguente tabella esf'licativa : P rima linea S ervjzi assegnati organicamente ai comandi di gruppo alpino, di divisione di fanteria o celere e di corpo d'armata

S'J'All! LJMENTI N ELLA

ZONA 01 C,•\ll,lPAGNA

I ST;\BILTMl:'.!':-Tl

~El.LA

ZONA DI l<ISEl'tVA

Seconda linea Servizi assegnati organicamente alle armate: stabilimenti avanzati, intermedi (eventuali), centrrili, di tappa (eve ntuali) Ceneri di p roduzione militari e civili nel paese : rnagazzini, dCposif..i, e<:ntri di raccolta alle d ipendenze dei vari ministeri

Gli S. dt prima linea sono quelli .destinati a soùdi,fare i p iù urgenti e<l immed iati bisogni delle truppe . Quelli d i .seconda linea [unzionano a cura delle armare: hanno come compito normale i l riforni mento dei corrispondenti S. di f rima linea e I 'acca ntonarnemo del la riserva. Essi fu nzionano a ca.tena : j Centrali foruiscooo g li ~v3nzjli 1 pass~1nùo p er la trafila degli Intermedi. Questi vengono istituir.i eccez ionalrn1.:nte . L ungo gl i itinerari <li maggior traffico, pos-

.sono essere ist ituiti quelli d i taps,a, allo scopo d i rifornire reparti in transito. (Vedi a nche Magazz ino e Offiàna). S1abili111t:nti ,msi/ia,,' di aviazione. L a necessità d i tenere allenate e pronte le 1naestranze 1 ha detenninato le autorità m ii. a considerare anche in tempo d i pace le industrie a eronautiche fra quelle soggette alla loro vigilanz~. La loro produzione è soggetta a controlli rigorosissimi, sia. per ciò che si riferisce alle materie pri me, che alle costru?.ioni sperimenta li e in se rie.

Stabilim,·1111: balneo-termali militari. Sono destinati a comp leta re le cure d i determi nate affezioni; coll'attuale ordina.mento

dd serviz io sanitario, sono d ue : ad Acqui e ad

Ischia . Al pr imo vengono inviati i m il itari bisognevoli di c ure

tern10-1nine ral i appartenenti

a guarnigioni situate a

nord d el C . d'A . d i Fire nze; al secondo quelli che apparterrgono alle ri manenti gua rn igioni . Dipe,1dono amministrativamente dall'ospeda le militare in sede d i C. d'A. nella c ui circoscri z ione si trovano. Direttore tecn ico cd ammini-

strativo è un ufficiale n1edico superiore o capitano, coadiuvalo <la un ufficiale 111ed'ico s ubalterno e da un uftì.cia!c subalterno d i ammin istrazione, da un congruo numero d i

uomini d i truppa d i sanità e da inservienti civili col la qualifica di « fangaroli >) . Si curano in essi le a rtropat ie sub.. acute e c roniche di origine traumatica e gottosa, le rigidità ,~rtico lari e 111u scolari , le aderenze cicatriziali, le osteopatie croniche, certe farnie di nev rite, specie sciatica ► le n1a... lattic della pelle, i catarri delle n, ucose in genere . Le cure estivo-autunnali si effettuano dal m aggio all'ottobre in ambedue gli stabili1ncnti , mentre qu~lle invernali .si f anno 11e J solo stabilimento d 'Ischia . I tu rni hanno la durata di quind ici giorni.

Stabilimenti militC/ri di pena. Il loro scopo non è tanto quello d i far scontare la pena a\ condannato, quanto di educare e riabilitare; hanno perciò carattere di correzione

mediante il lavoro, l' istruzione, l'educazione. Essi in Italia hanno av u to la loro orjgine nel 1822, con la is tituz ione a

Genova del " corpo della catena militare ", che nel 1840 di <( Reclusione m ilita re >,, e nel 1873 quello attuale. Vi furono aggiunti anche i cc Repni d i correzione » (Compagnie d i disciplina speciali e di punizione). Gli S. vennero frequentemente rimaneggiati , sia come sede che come denominazione e formazione organica. Nel 1923 si conservò a tali ist ituti il titolo d i cc Reparti di correzione e Stabilimen ti 1t1ilitari d i pena ,, con la seguente sudd ivisione organica : r Comando, I bgl. d i cor re.zione, 15 carceri preven tive, 2 recl usori militari principali , 4 succursali , I ca rcere militare cen trale e 4 carceri sussidi arie.

assumeva la denon1inazione

Stabilità. È uno degli clementi che l 'organizzatore militare deve tenere ognora presenti. È « conditio sinc qua non » perchè gli ord inamenti m ii. e le attuazioni pratiche in genere dell'organica possano affermarsi e , lare buoni r isultati. In un organismo così complesso come l'esercito, se gli ord intHTH.:nti vari, g li studi, il n1atcriale e le predisposizioni rdative al terreno non avcsstro una certa stabilità , tutto .sarebbe in cunlin uo e caotico ca1nbiamcnto e nulla riuscirebbe mai ad ave re asscsta1nen to adeguato . Ne soffri -

rebbero la compagine addcstrativa e disciplimnc dei r~parti, nonchè !'efficienza materiale e morale degli stessi, per cui I 'esercito non sarebbe un organismo on1ogenco, c omi:-atto, pronto all'l mpitgo in og'.1i mon1ento . Con questa noi~ vuol dirsi che gli ord irnunenti mii. debbano essere del tutlO statici, pcrch~ a lungo a1~<larc i'csc n.:i to sarebbe un vero e

proprio an acronismo 11011 pi,1 rispon dente alle esigenze venute successivamente a determinarsi. Si vuol dire invece che l'esercito deve seguire i progressi in genere d i quanto può, a nche indiret1,1mente, interessare la sua efficienza, ma che deve procedere a mutamenti e ad innovazion i con ponderatezza, dopo a<lcguati csperilncn ti e stud i concreti, mirando rappresenti un consi<Je ... revole incremen to alla sua cmnpaginc e d ia g arant.ia d i perr mancre e fficien te Fer il ·m aggio: tem po possibi le.

ad ottenere che ogn i innovazione

Stabilitrì (Esplosivi). Occorre d istingue re la stabilità chimica da q uella ba listica. La prima, p ropria degli esplosivi ch imici, è l '1nitudinc a 111anrenere in alterata la propria composiz10nc per un tempo più o meno lungo, nelle ordi1rnrie cond izioni d i. conservazione; quella balistica, che è 68


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di tutt i gli esplosivi , consiste i nvece nel mantenere inalterata, nelle stesse condizioni, i propri effetti d i propulsione o dirompenti; essa <lip,ndc dalla stabilità chimica e dalle alterazion i fisiche (formazioni di polver ino, fessuramento dei grani, ccc.) che evént1ialme:1tc può subi re_ l 'esplosivo. Le principali caosc d i instabilità sono : a) la lenta decomposizione che, in alcun i esplosivi a Ila nitrogljcerina e alla n itrocel lulosa, avviene per il distacco di gruppi nitril ici e

si trasmette dal giroscopio alla nave, sia per effetto d i masse pendolari sia per effetto dei collegamenti del giroscopio alla nave. Quando la massa della nave è troppo grande per poterla stabilizzare nel suo insieme, si ricorre agli stabilizzatori per mantenere orizwntali soltanto i cannocch iali d i puntamento delle art igl ierie e le piaLtaforme

con seguente formazione di vap<.)ri nitrosi, con ~viluppo nl. trcsì di ca]orc che, se non si d isperdé op portunamente, può

portare anche all 'accensione sponrnnea <lei\ 'esplosivo; b) il contatto con i metalli, inquantochè alcuni esplosivi acid i, in presenza d i metalli, d anno luogo a sostanze sensibil issi me e pericolose, c0me avviene P,Cr racido pic rico che fo rma j picrali ; e) le impurità deUe, ~ostanze .impiegate nella fabbricazio ne degli esplosivi, i residui solventi, i corpi estranei incorporati eventualmente nel e.orso della preparazione, che ne agevolane la decomposizione; d) il calore, l'elettricità e la luce che ne favoriscono la lenta decomposizione; e) l 'umid irà, che può agire come elemento d isgregatore dei d iversi ingrcdientii modificandone così lo ,tato fisico; o che può sciogliere addirittura q ualche sostanz~ import;intc, rendendo l 'esplosivo inefficace. L_a S . è una delle proprietà più importanti per la sicurezza, la conservazione e il manegg io degli esplosiv i, per cui occorre avere la massima cura nella loro composizione , preparazione e conservazione, jrnfiegando 1nate rie prin1e p urjssime, d in1inando ogni traccia d i impurità, im pedendo reazio ni d annose con l'ausil io di Sosumze (l.ggi1111te (V.) e sonoronendo gli esplosivi depositati nei magazzini a frequenti saggi <li stabilità al calore.

Stabilizzatore (Aeronautica) . Speciale d ispositi vo ar plicato ag li ap parecchi mii. per renderne p iù facili e sicure le evoluzioni nel decollo, nell'atterraggio e durante il combattime nto. Specialmente interessante l'aletta a fessura, adottata su tutti gli apparecch i militari italiani.

Stabilizzazione, con giroscopio. di cannocchiale di puntamento per artiglieria di marina

delle artiglierie stesse . Il p roblema è molto im ronamc per il tiro contro gli aerei, g :acchè tutti i dati del tiro devonoessere riferiti alla piattaforma orizzontale e d evono essere

misurati partendo da qudla. In tulle le marine d a g uerra. si sono fatti teotativi d i stabilizzare un ità del naviglio sottile, ma per ora gll S. noo sono generalizzati. V lceversa..

hanno trovato larga ap!i!ica7-ione nella sistemazione di molti. sLrun1enti.

Staccate (Opere). Sono quelle che formano sistema con. una cinta cont in ua d i fortificaàone, ma sono da questa. cosl lo ntane da non poterne ricevere un dir~tto a p poggio . Un sistema di opere staccale che si sviluppa tutto attorno ad una cinta, conccntrican1en te, o quasi, ad essa, prcn<le i~ nome di i< ljnca di opere staccate u_

Stabilizzatore: aletta a fessura su Caproni tot da bombardamento

Stabilizzatore giroscopico . Uno dei fattori importanti per ottenere la precisione d i t iro nelle n av i da guerra è quello di conservare la piattaforma orizzontale anche con mare ond oso. Quando la bnghezza d'onda del mare è tale da rendere sincroni i movirnenti del la nave con i successivi imp1lsi delre onde, il rollio aumenra. Lo S . non è che un potente giroscopio, vincolato in modo che il suo asse non possa muovere che in ttn piano longitu-d inale della nave e in cont rasto con questa . Per effetto degli impulsi del roll io, i' giroscopio acq uista una veloci tà d i precessione nel piano longitudinale e lo spostamento dell 'asse del giroscopio rispetto alla nave crea ,rna coppia che si oppone al rollio ed è d iren ametlle proporzionale alla velocità di spostamento dell'asse. L 'energia dovuta alla coppia di ,-addr izz.amento

Stadtlohn. Comune della Prussia, nel d istretto d i Miinster, sulla Berkel. li 6 agosto 1623, gl i l rnperiali comandati d al gen . Till y, vi riportarono una vittoria sulle trupp, del duca Cristiano d i Braunschweig; e nell 'agosto del 1639Hatzfeld vi d isfece gli Svedesi condo tt i da Kina . Staff College, Alta scuola mil itare della Gran Bretagna, destinata agli ufficiali d i Stato Maggiore. Creata ·a<I Aldershot nd secolo scorso, subì varie modificazioni , finchè: nel 1860 fu definitivamente trasferita a Cambcrky . Ua un centinaio di allievi, ammessi per concorso, cd è divisa in due corsi, Jm,io-r e Senior, della durata di un ann<> c iascuno.

Staffa, Non fu conosciuta ai Grec i e ai Latini; sembra. che sia comparsa r.on prirna del VI secolo; solo d al secolo XI diventò uno strumen to necessario per potere co n1battcrc s tando a cavallo; essa variò tnolto di forma . Si.

ebbero staffe dette a gabbia, all a •ginetta, a scarpa, ungherese, a becco d'anitra , ecc. Nella S. si dist"inguono il pre-

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<lellino, le due braccia laterali, l 'occhio nella parte superiore , nel quale passa lo staffile, correggia che fissa fa S . alla sella .

Spagnuola sec. XIV

A scarpa sec. XV Tedesca sec. XII

Ungherese sec. XV I

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S1aOctta. Al'viso, costruito a Sa111picrdarena nel 1876, rad iato nel r914. Dislocamento tona. 1800; lunghezza m . 77, lar ghezza m. 9,43, macchina HP. 1826, velocità nodi 14,2; armamemo I 75, IV 57; personale u . 136.

A becco d'anitra scc. XVI

Staffarda. Frazione del comune di Rcvdlo, in prov. di Cuneo.

Avviso « Staffetta t

Battaglia di Staffard,i (18 agosto J 690). Appartiene alla guerra della lega di Augfburg conrro Luigi XIV . l i <!uca Vittorio Amedeo I è a capo dell'esercito alleato, cornrosto di Piemom esi e <lt Spal{nuoli. Egli muove da Vi llafranca Piemontese e passa su Ila sr. del Po col proposito di sorprendere il Catinat che, su rre colonne precedute da una

Stagl ianò (Fmncesco). Generale dei CC. RR., n. nel 1856. Sottot. d i fanteria ad 1876, Fassò nei CC. RR. nel 1882. Colonnello nel 1909, comandò le legioni d i Verona e d i Napol i . .Magg . generale de i CC. RR. nel ·1917, andò in P . A . nell 'anno seguente e nel 1923 assunse .il grado d i generale di divisione.

avanguard ia, tnarcia su Saluzzo. Catinat ferma l 'esercito e

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si d ispone a battaglia. La forza d i ciascuno degli eserciti avversari è d i ci.rea 16.000 uomini. 11 duca sch ier a la fanteria appoggiando la sr. alle boscaglie dd Po e la dr . alle boscaglie e palud i del torrente Giandonc. Alle ali sta la fante ria ed al ce ntro la cavalleria, ritenendo il duca che il terreno al'anti al cen tro sia p iù adatto per l'impiego d i q uest'arma; l 'artiglier ia in prevale nza ali 'ala d r . Piccoli posti avanzati di fanteria occupano vari cascinali sulle due SF<rnde del Giandone . Il Catinat si propone il doppio aggi -

Stagno tetraclor uro (Chimica bellica) . Conosciuto anche sollo il nome d i « Liquido fumante del Libav io », è un co,,.,posto cla.ssificato fra le sostaoze produttrici di nebbie o fumi. artificial i e, più prupriarneme, nel gruppo dei fumogeni jnnocui. Il suo vapurc è <lotalO d i proprietà irritanti: a contatto del vapor acqueo dell 'atmosfera, si idrolizza in acido stannico e acido cloridrico sviluppando intensi fumi. Fu a,loperato su larga scala, dura nte i l conflitto mondiale, quale costituente di varie miscele di aggres-

ramento -del nemko e tenta subito con 10 sqdr. d i e limi .. narc i posti avanzati : non v i riesce, non solo, ma ciò ,al..

siv i chim ici come la collongitc, la vincennite, ecc.; nond1è,

!arma il duca che provvede a rinforzarli con truppe tolte al 2° scaglione. Catinat procede allora al regolare schierarncnto Jcll 'escrcito : la fanteria in pri111a linea con una ri .. serva jn seconda; la cavalleria dietro le a.li. Così m uove all'attacco per attua re il suo disegno di manol'ra. L'ala dr. francese attacca fa sr . piemontese pcnctrn11do nelle boscaglie; l 'ala sr. attacca i posti avanzati. Le fanterie piemontesi resistono saldamente rinca lzate dalle truppe d i riser va. 11 Catinat sospende l'attacco e ar retra la p rima linea : la sosta ha lo scopo di sposta re le artiglierie (1 4 cannoni) per battere con -esse i cascinali. Dopo t ale tiro di preparazione infatti il Catinat r ilancia all'attacco I 'al;, sr. : questa volta i Piemontesi devono ritirarsi. Con felice intuito il Catinar vede giunto il momento dcli ·attacco generale : tutla la linea riceve !•ordine. di avanzare, rinca lzata da tutte le truppe fresche d isponibil i. li duca, che aveva esa urito k sue r iserve nei re ltc rati attacchi d 'a la, non resìste all'uno e deve battere in ritirata. Si deve all'eroico contegno d el g iovine

principe Eugenio (irwiato in Piemonte con 5 regg. d i cavalleria per soccorre re il duca) se la sconfitta non si mutò in disastro ; egli riusd a frenare )' inscguirnento ciel Catinat, dando tempo all'esercito del duca di raccogliersi a Morctta1 d'onde si ritirò poi nella sicura pinzi.a d i Moncalieri. Perd ite degli Alleati : 4000 uomini frn moni e feriti e 1200 prigion ieri , dei Francesi un migliaio fra morti e feriti .

Staffetta. Goletta a vela, in legno, di ,95 to,111., costrnita a Genova nel r831. Venne radiata nd r86J.

in unione al cloro, per formare il miscuglio opacitc.

Stah l (R.) . Ann aiuolo bavarese, di Amberg, che 11el 1869 costrul un fucile a retrocarica., a rercussione centrale. contenente ancora la piastra a percussione. La coda dell'otturatore si allunga in basso fino al pomicello. La stesso.

Fucile S tahl modello 1873

armaiuolo costruì a $u hi, nel 1873, un fucile con chiusura a blocco e ad altalena. La coda del blocco otturatore serve di leva e viene ad aggauciarsi sulla parte destra del calcio.

Stahl hel m (Elmo d'acci!lio). Società patriottico-militare tedesca, composta d i cx comb,m-:' nti . Fon<larn da Seldte sulla fine del 19.18, si propose d i contrapporsi alle correnti socialiste e comuniste , mantenendo v ivo 1o spirito m ilitare della nazione. Aperse poi le !)Orte ai giovani, appoggiò il movimento tedesco-nazionale, finì per aderire a quello hitleriano.


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1076 <lcschi alle d ue ali, in modo da isolarli d a Kiinigsberg e sbanare loro la strada verso la Vistola : il 17 agosto passò la frontiera venendo ad u(tarc la 1• dìvis . tedesca che fece Luona res iste nza. A mezzodì il coman<lante della 8" ~rmata (Prittwitz) a\'uto notizie dell 'avanzata russa anche da Varsavia e sri,nando il. I corpo troppo lontano, gli aveva dato l 'ordine d i non o ltrepassare la zon~ d i Gumbinnen e d i uon lasciarsi attrarre in combattimento, e qualora ve ne fosse uno in corso lo interrompesse . Ma il I corpo ormai era troppo impregnato, e n on potè aderire a t:ilc ord ine . In tanto anche la 2• d ivis . era en trata ju combattimento più a sud ed a\'eva respinto i Russi faccn,fo loro Jooo prigionieri. Non altrcttaolo fortuna.tè e rano SlalC le operazioni più a nord, <love i Russi avevano costretto J~ cavalleria prussiana a riFiegare verso S. l n base a questa cond izio ne di cose, veTso sera un nuovo ord ine prescrisse ]l ripiega• mento dei I corpo e von F rancois lo operò nel la notte.

Stamento militare (o nobìle). Er,1 uno <lei rre ordini di cittadini (clero, nobiltà, borghesia) costi tuent i le Corti, o Parlamenti, o Stati, che funzil>narono in Sardegna d al 1355 a l 1848. Gli S. sardi, modellati sul tipo spag nuolo, comi ncjarono ad agire dopo l 'epoca aragonese; facevano parte de llo S. M . i membri delle brniglie no bil i locali. Adunata di militi dello Stahlhelm (1932i

Stamford Br idge. Villaggio <lcll'Ingh iltcrra, sulla dr. della Derwcn, a circa 10 Km . da York . Il 25 settembre 1066 vi si combattè .una battaglia fra i l re Araldo Ard rada d i N orvegia , e Aroldo, ultimo re anglosassone d 'In-

Staiti (G•o11a.mb11ttista). Ammiraglio dell a marina napoletana d d secolo XIX. Nel maggio del 1834 fu mand ato, wn una fregata, una corvetta, un brigantino e una goletta, sulle coste del Marocco, per chiedere riparazione d elle offesè fatte ad

alcu ne navi napoletane dal su l tano. All'arrivo del la squadra questi desistette dal sùo contegno ostile e lo S., i l 25 giugno, concluse a Gi-

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chino, pei:- cui si confermava il trattato d d 1782.

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Stallone. V . /llleN1mcnto

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puledri.

Stalluponen. Comune -della Pru ssia O rienta le, d <:On fine ·con , la Lituania.

Combflttimc11/o

di Staf/u-

/1b11en (agosto 19q). Appartiene alla g uerra Mondiale.

Il I C. d'A . prussiaoo (van Fr;incois) era coll,xato a S . con la 1• e più a sud con la 2• d iv is.,. verso Coldap. Gl i altri corpi del la 8• arnutla erano pi li ind ie tro. F3ceva fronte al I. corpo immed iatamente al d i là del confine la r1l 3rmata Russa con d ue corpi (XX e III) al cen tro, d ue (IV e Il) ali 'ala sr. , il corpo d i cavall('ria (3 d ivis.) all 'ala destra. Essa aveva il compiro -d i avanzare co l concorso dclb 2• armata per avviluppare i Te-

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Combattimento di Stalluponen (agost o ,914)


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ghiltcrra. 11 primo schierò il suo esercito a ~cmicerchio e i suoi guerrieri, pianrnte le loro lancic a terra, vi si postro come d ietro una palizzata. li primo scon tro lu sfavorcvok agli Jnglcsi ; senonchè i Norvegesi run,ero I·ordine di battaglia adouato e si diedero a inseguire i drappelli Ì'>()lati dei ncmic1. Nella mischia Ardrada fu colpito a morte d:, una frecciil e Tostig , succcs,ogli n,I comando, chiese .~occorsi alkt sua flotta. E.ssi giun$Cro, e numero~i, n1a. nono•

stame che comhaucssero val()rosamentc, c!ovellero cedere dinanzi all"i mpeto dell"attacco inglese e lo stesso Tostig rimase w l campo.

Stampa militare. L"ordinamento dato alla S. ~1. dal Miuisi ro d ell a Guerra col 1'' gen naio 193,i, è i l seguente: Crcaz ivnc di una " Rivista di fanteria » che sostituirà la soppressa " Rivista Militare 11.,liana " c. sotto la guida dell'Ispettore dell'Arma, trauer:ì particolarmente le q uestioni interessa nti il fo 11tc e la cooperazione con le .a hrc an ni. L a « Rivista di Artiglieria e Genio, sotto la guida dcll'lsJJeUOre dell'artiglieria, conserverà le sue particolari c,1rarteristiche tecniche, p iù j)rccisamemc ded ican-dosi a lle ar mi, al t iro, ai materia li, cd alle altre question i imcrc,5anti le due Armi. La Rivista « Esercito e Nazione" proseguir/, nel compito assegnatole dal Capo del Govèfno /in d al suo sorgere, inteso soprattutto ad armon izzare le btituzioni mii. con la vita del Regime. estendendosi altrcsl ai problemi dcll'imficgo coordinato delle forze terrestri, ma• riuimc cd aeree. Cli altri periodici: " FQr✓.e armate », " Bollettino Sto rico dello Stato M:1ggiorc » , u Giorna le d i Medicina Militare •, continueranno negli au~ali loro compiti. li Capo di Stato Maggiore dà le direu,vc a dcua stampa e la coord ina, .id eccezione delle " Forze Armate » che dipendono d irettamente dal Gabincuo del Min istro. Le pubbhcazioni strcuamcnte ufliciali, come il ~ Giornale Militare » e i ,, Fogli d ·ordini » dcli:, Marina e dell'Acronauti,a, pubblicami gli ~1 lli ulfici:i li, rimarranno (:On1c sbno. S111mp11 Massimi/ia1'o Colonnello milanc,c del sec. XVI. Al servizio di Francesco Sforza duca di Milano , ebbe il gove rno d i !llttC le [ortczze del suv Stato . Dopt) la morte del duca si dichiarò in favore clcll',mperatorc Carlo V. ciò che ebbe grande peso nei destini della Lombardia: l'impcrntore lo ricompcns,, col marchesato <li Soncino.

Stampacchia (lttigz). Cenerai-:, 11. a Lerce, m. a Parma (1858-1933). Sottot. cl'art. nel 1879, pa>SÒ nel ruolo tecnico col graclo di tcn. colo nnello nel 1910. Direttore dcl1'oflicina di costruzioni d'art . di Geno\'"a, vt rimase come

colonnello ( 19 15) e magg. generale (191i) e d ue anni dopo passò a dorigcre l'oflicin,l .:ostruzioni d'art. di Rom.r. Nominato d ireuorc dcli 'ar,cnale ,l i co,ìruzionc di Torre Annunziata nel 1929, andò 111 P. A. S. nd 1921. Nel J923 fu promvsso ten. gcnt·rale e nel 1927 venne trasferito nclb riscr\'a. Tecnico d i va lore, nel 1889 idcò un congegno per ageStampacchio Luigi volare la trasformazione delle cartucce a polvere nera in cartucce a "balistite; nel 1891 una macchina per il caricamento automatico delle cartucce del Cucile mod. 1891; nel

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16<)5 un metodo per ricavare a freddo oggetti cavi in un solo p<.·,;zo, da lamiere metalliche: c,ò servì per hos,oli, per gavc11c, ecc. Ne l 1904 impiantò il F' imo gahineuo metallografico in lt.llia; nel 1908 un congegno autoalimentatorc per le macchine <li la,·orazione delle cartucce; nel 1916 un metodo per ottenere la ghisa acci:1iosa; nel 1917 un 'installazivnc campale per obici da 305.

Stampai ia (anr. Astyp«lea). hola del mar Egeo, nel Dodecanneso; nmura 136 Kmq ., con una pnpobzionc di 2.200 abitanti. li capol l1ogo è J , nel golfo meridionale dell'isola . .È circondata d:1 alcuni isolotti, ed ha buoni ancoraggi, a Maltcsana e a S. Andrea: in quest'ultimo possono ripa ra11C nuche gro:5)tC cor,1zz~tlc. Antic:11ncnte n1 tHli la d i forte acropol i, lottò con Atene, e sotto Adriano si alleò a Roma. Fu occu!)ata dai Bizantini. Il suluno Amurat I la fece invadere da un,1 /loua di pirati, che la saccheggiarono e la spopolarono . La rcpubbl ir:, veneta la d iede a Ciuvanni Querini con l'obbligo di un tributo e di un certo numero di soldati. l Qucrini. che la riporolarono ed eres~ero un castd lo presso la città, la tennero d.11 1207 al 13w, anno in cui passò ai Cri mani . Nel 153j . fu conquistata dai Turchi del Barbaro~a. Nel 1912, all'occupazione del Oodecanneso, fu scelta come base per la Rolla italiana, e il 26 ap rile vi sbarca:ono i marinai dcll 'am rn ir. P resbitero . Dopo l'occupazione vi (u stabilita una base navale. Stamura. Eroina di Ancona del sec. XII. Salvò nel n74 la sua città d:oll'assedio delle t ruppe d el Ba rba rossa e veneziane, riuscendo ad incendiare le loro macchi ne di guerra. S1n11111ra. 10!1& legione cldla M. V . S. N., costituita ad Ancona nel 1923, su quattro coorti.

Standard. Voce inglese del linguaggio commerciale, significante « modello », • tipo " , I:: passata nel linguaggio militare marittimo dopo la guerra. Per le navi d i superficie il <lislocamcnto S. è quello <iclla nave u ltimata , col suo equipaggio al completo, le sue macchine e caldaie, pronta a navigare, avente llltto l'armamento e tutte le munizioni, le installazion i, cquir;iggiamento, viveri, acc.1ua dolce per l'equipaggio, provviste diverse, dotazioni di varia natur:l che neCc,;\.~itano 1n tempo Ji A:Uerra, ma senza com-

bus11bik e sen7.a acqua d i riserva per alimentare macchine e ca ldaie. Per i som111crgibili il di,locame1110 S. è ,1ucllo in ,uperficie del sommergibile ul11mato (esclusa l'acqua dei co111p,mimenti non sLJgni) con l'cquipaggiv al completo, l'app:1rato motore, pronto a prendere il nnrc, con tutto l'armamcrllo e luttc le munizioni, Ìn!it:tllazioni, cc,rrcdo e viveri per l'cquipggio, attreui e dotazioni di qualsiasi genere che occorre i1nbarcarc in lt.:"1'11J>O di guerra, ma ">cnza cornbustibi lc, olio lubrificante. acq ua dolce od acqua di qualsia,i gena<· nei doppi fondi . Genericamente per navi S_ si intendono i tipi ;onaloghi, non superanti certi d,slocamenti nè cerri armamenti, fissati dal congres,o di Waslr ingron (1922),

Standenmey,er. Costruuore tedesco, che propose nel 1fo5 in Inghilterra un proiettile per fucile cilindro-conico cd un {ucile a vento, nel quale l 'aria era compressa in una camera posta nel calcio. Stanhope (come /amcs). Generale inglese (1673-1721). Dopo aver servito nd 1691 in Italia agli ord ini dd duca di S:,voia, andò volon tario nella campagna di l'ianclrn ( 16941&,5) e divenne luogotcn. generale nel 1709. Combaacndo in Spagna riporrò insieme con lo Starhembcrg nel 1710 le viuoric cli Almenara e di Saragvzza. Nel 17 12 ritornò i n Ingh ilterra e si occupò d i politica e d i d ir lomnia; nel 1717 negoziò la triplice e nel 1718 la quadruplice.


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Stanwix. Forte sulla frontiera canadese nel secolo XVIII. I. Convenzione di Stanwix (1768) . Fu conclusa fra Guglielmo Johnson e g li Indiani dello Stato dell'Ohio, i quali acconsentivano a lasciare un vasto

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territorio aperto alJa

colonizzazione degli Europei. II . Investimento di Stanwix. Appartiene alla guerra d'In. d ipendenza d'America. li col. Saint-Leger , comandante di un d istaccamento inglese, pose l'assedio al forte il 3 agosto 1777 con circa 800 u. fra Inglesi, Tedeschi e Canadesi, seguìto da numerosi ausil iari indiani avidi di preda. li col.

M. S. e d ivenendo tenente per me1ito straordinario di guerra e poi capilano. Prese parte quin,li ncl!c p rime file al movimen to dei Fasci d i combattimento; nel 1921 divenne vicesegretario del P. N. F., comandando nella Marcia su Roma i fascisti mobil itat i della Venezia Tridentina e dcli ' Alto Venero . Deputato dalla XXVJI legislatura, coprì numerose cariche, fra le quali quella di presidente della Lega Navale Italiana e divenne segretar io del P. N. F. nel 1931.

Gausevoort, che cornaqdava il presidio americano, contav~1

sul soccorso del gen. 1-larkimer. Ma Saint-Leger mandò incontro ai Repubblicani il col. Johnson con parte· delle truppe e cogli Indiani. Questi, · apfosraùsi ai fianchi della strada, sorpresero jl ncn1ico in marcia senza alcUJla misura di sicurezza e ne fecero strage. Frattanto il presidio del forte aveva operato una sortita per dare la l!lano all'atteso soccorso. Caddero nel la lotta oltre 400 Americani, .fra i qual i il gen. Harkirner. G li Americani inviaro no allora sul posto il gen. Arnold con una brigata di truppe stanziali, e mille armati alla leggera. Gli ausiliar i indiani e i Canadesi abbandonarono il campo degli Inglesi, i quali il 22 agosto decisero di levare l'assedio . Le tende, le mun izioni, !e artig lierie rimasero nelle mani degli avversari.

Stanz. Comune della Svizzera, nel cintone <li Unterwalden , presso Lucerna.

Convrnzione di Sta11z (21 d icembre 1481). Med iante l'efficace opera dell'eremita N icola d i Flue, i cantoni <li F,·iburgo e Soleure vennero ammessi nella Confederazione Elvetica , e si approvò un nuovo patto foderale, col quale furono abolite tutte lc alleanze particolari, determinata l 'autorità della Confederazione verso i suoi membri, r itoccate 1<: leggi -del 1370 e del 1393 sugli ordinamentt m ilita ri.

Stanze dei Corpi (e dei Comandi). Sono le dislocazioni dei comandi e dei corpi e reparti delle varie armi, specialità e servizi <lell'esercito. Sono stabilite dal Min ist ro d ella guerra in relazione alle esigenze della d ifesa del paese, ~ne necessità d i mobilitazione, di addestramento e di accascnnamento delle unità, e ad un criterio d i equa riparti~ione delle truppe sul territorio dello Stato ai fi ni logistici. È quind i un problema assai complesso , queJlo della dctcrm ina2.ione delle sedi,• che l 'organizzatore militare <leve risolvere conciliando fra loro esigenze d i\'crse e talvolta con-

St:arabba di Rudinl A .

S tarace Achille

Starasella. V . Pu:/cro. Stargard. Città della Germania, nel ducato di Mek!em. burg-Strel itz, sulla Linde. ll 16 marzo 1762 vi fu concluso fra Russia e Prussia un arrnistii.io che prccederie la pace di Pietroburgo (V.). Nel 1807, durante le guerre dell 'lmp,ro francese, vi si fortificò un corpo d i Prussiani; il 1° regg. leggero italiano, comandato dal colonnello Ruggieri, \!enne ad attaccarlo, riportando piena vjtloria : metà dei Prussiani restò sul csmpo e metà fn fatta prigio niera. Starhemberg (Emesto Rudiger, come di). Feldrnare• sciallo austriaco (1638-1701). Durnnte l 'assedio dei Turchi a Vienna <lel 1683, era governatore della città t hc difese strenuamente. Fu premiato col titolo di m inistro di Srato. A causa di una grave ferita si rjtirò dal servizio attivo e si ded icò alla r ior ganizzazione <lell 'csercito.

trastanti.

Stanziale. Era detto così, fino al secolo scorso, il soldato o il corpo o la 1nilizia permanente, per distinguerlo ,da l « prov inciale » o (( paesano n, Ch e serviva soltanto per

,chiamata in caso d i guerra .

Starabba (di R«dinl, marchese Antonio). Medaglia d'oro, n . a Palermo, m. a Roma (1839-1908). Uomo politico, p itt volte p residente del Consig lio dei Ministri , gua <lagnò la suprema ricompensa al valor mii. a Palermo, dove a 25 anni era sindaco, durante una sommossa p>polarc « per la valorosa , lifesa del Municipio contro i rivoltosi » . (Palermo, 16 settembre 1866). Starace (Achille) . Luogotenente generale , lella M. V .S.N., ~,. a Gallipoli nel 1889. Partecipò a M ilano al movimcmo interventista del 1914 ed entrò in guerra nel 12° bersaglier i, riport andovi d ue fer ite, guadagnandovi cinque rned . al valore (4 di bro nzo e I <l'argento) e la croce clcll 'O.

Starhemberg 'Em ésto

Surhcmberg Guido

Su,.rhcmbcrg Guido Ubaldo Rudigcr (conte di). Feldmaresciallo austriaco (1657- 1737) . Nel 1683 partecipò alla difesa d i Vienna contro i Turch i e si distinse poi nelle campag ne <l'Ungheria, combattendo a Zenta agli ordini del principe .Eugenio e d ivenendo feldmaresciallo e g ran mastro d 'artiglieria. All'inizio della glte rra d i Successione di Spagna fn in Italia; ebbe nel 1705 il comando delle t ruppe imperiali des~inate a domare una rivolta d i Ungheresi . Andato poi in Spagna contro FiliFpo V , rimase -vittorioso ad


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A lmenara e Saragozza, ma fo vi nto a Villaviciosa. Dopo esser stato viccrè della Catalogna, ritornò a Vienna in seguito .alla pace d j Utrecht e presiedette il Consiglio aulico.

così motiv~ta :

Starnutatorii. Gas di guerra, costi tuen ti l 'ultimo gruFpo cli aggressivi chimici de lla classificazione basata sulla

lava volo ntario. Pur essendo studente <.l i medicina, scelse e

.azione fisiologica che esercitano sull'uomo e sugli anlmali ;

.e ultimo anche in relazione all'ordine cronologico della loro apparizione sul campo, durante la guerra Mondiale. Vi appartengono 9uei prodotti i 9ua li, a contatto delle mucose

.ddk vie respiratorie, determ inano una vivl a-zionc irritante e provocano starnuti e reazloni seconda rie come: infian1mazio11c della gola, lagrimaàone abbon,lante, dolori al naso

< ai muscoli mascellari, crisi di vomito ; trattandosi per lo più di composti arsenicali, si mostrano anche dotati d i spiccate propr ietà tossiche. Questa serie di aggressivi è costituita quasi totalmente da derivati dell'arsenico, p ropiamente delle Arsine (V.) . I n ordine al loro imp iego tattico gli S. vengono con.si<lcnni, per un verso, come penetranti

e per altro verso come fugaci. Es, i furono impiegati solo i n cariche di oroietti

c

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)er il primo titolo, corrisposero

1

di

.a lle previsioni · teclcsch,e eostri,;gerc gli avversari a tog liersi la maschera d i proiezione per essere investiti della simultanea a.lionc di gas soffocanti e tossici di larga az ione e <li effetti imponenti; e, pel secondo t itolo, riusci rono som-

meritare che alla sua memoria fosse confer ita la med . d'oro « Figlio u nico e riformato, subiva un'importante operazione, per ottenere l 'idoneità fisica ~I servizio, e si arruo-

preferl l 'arma <li fanteria, nella quale, nominato uA1cì,1le, fece i5 mesi <li trincea, essendo <li splendido esempio a tutti per singolare coraggio nei numerosi combattimcnli ~1i

quali. prese parte col suo reggimento. Sereno e calmo nel pericolo, paziente ed indefesso nella prep trazione d ei suoi soldati, mai la sua costanza e la sua fede vacillarono <l_i fronre alle più ardue situazion i. In. una <li queste, resa an cor pi(, g rave d alle d ifficoltà opposte dal terreno e dal nemico, ma soprattutto dalle condizioni morali delle truppe stremare dalla lotta e dalla stanchezza, assaltando fortissime posizioni, condu~sc con slancio leonino la sua compagnia nelle trincee nen1iche aspramente contese e , g iuntovi per

primo, ca<lde colpito a morte da una raffica di mitragliatrici, al grido di: « Avanti Savoia! ». Sublime esempio d i e1ette virtù militari ,di abneg ai.ione, di. devozione al do~ vere e d i ardente amor cl i p:ria " · (Melettc Davanti, 22 novembre 1917).

rnarncnte adatti per tiri dl preparazio ne immediatamente anteriore all' arracco ,di una f'Osizionc, per sloggiarvi il ne•

m ico e farla occup are d'assalto dalle proprie truppe. Starr (Yonkers N. Y) . Costrurtnre americano che nel 1858 fece brevettare un fucile con chiusura a blocco, di ,cost i U7.Ìo ne molto semplice e soìida. La c ulatta n1obile, av-

vitata alla canna, serve di alloggia1n<:ntu al blocco onuratore ed unisce le due parli dei la cassa : fusto e calcio. Il blocco, per mezzo di und leva che funziona anche da pon ticello, si abbassa e si alza vcrticalrnenle lu11go le pareti della cula.t ta mobile.

Stasi Raffaele

Statcl1a Vincen1.o

Statella (Vincenzo). Medaglia d 'oro, nato nel r828 a Spaccaforno (Salerno), caduto a Custoza nel 1866. Già uffì~ialc nelle truppe napoletane, partecipò a lle difese di Venezia e di Roma, rimanendo ferito. Nel 1859 si ascrisse nelle « Guide » garibaldine, che segu ì in Sicilia l'a nno seguente. Passato quindi nell'esercito naàonale ed incorporato, col g rado di te n. colonnello, nel

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grnnat!eri, alla

testa <li un bgl. combattè valorosamente nella campagna del 1866, caclrndo a C11stoza. Fu {iecretata alla memoria d i lu i. la mcd . d'oro al valor mi lirnrc, con la seguente n1otivazionc :

Fucile Srarr mod . 1858

Stasi (Angelo) . Generale, n . nel 1873. Sotto!. di cavalleria nel 1893 raggiu usc i l grado di colonnello nel 1918. Partecipò alla guerra 1915-1918 e comandò i cavalleggeri d i Paler mo. In P . A. S. poco dopo la guerra, venne pro• mosso generale dì brigata in A. R . Q. nel 1932.

St<tsi Raffaele. Medaglla <l'oro, n. a Napoli, caduto sull 'A ltipiano d i Asiago (1896-1917). Studente di medicina nella R. Unive rsità <li Ron1a, volle, ad ogni costo, arruolarsi per la g rande guerra; r ifonnato, si fece 01----crare e potè così

d ivenire sorwt. di complemento· tenente nel , 30° fanteria, dopo essersi segnalato in numeròsi combattimenti, cadde da prode sulle Melette dopo aver spiegato tanto valore, da

« Pcl coraggioso sangue freddo dimostrato durante tutto il com battimento . Uccisogli il cavallo, con tinuò a pie<li nel cnmando d i uu ba ttagl ione, finchè, colpito da palla nel1'ultimo attacco, r imase estinto sul campo». (!'-fonte Croce, 24 giugno 1866).

Statistica m i litare. È posteriore a qLJclla civile, che risale al secolo XVI, quando la Repubblica cli Venezia, dall 'opera del Sa nson io " Sul Governo dei regni e re pubbliche antiche e moderne » incominciò uno st~dio numerico dej (atti soci;tli. Però daHa stessa e( Serenissima )), con1e

ricorda il Brancaccio, i legati militari e civili della Repubblica presso la Corte Sabauda, come del resto fTCSso le altre, ebbero· l'incarico d i assumere dati statistici sulle forze m ii. dello Stato piemontese. A un certo momento la S. M . acquistò grande in1portanza, allorchè si re se necessario rac ..

cogliere i dari sulla popolazione e sulle risorse dei singoli


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paesi, per avere d ari precisi sulla possibilità d i riun ire un esercito e di farlo vivere e marciare coi propri mezzi. Ciò avvenne essenz ialmente all'epoca della R ivoluzione francese, quando fu proclamato l'obbligo generale del servi.z io militare, mentre il primo censimento civile in Europa avvenne nel 1801, in Francja. Q ucslo pri1110 atto di S. regolare, fu imitato poi da tutte le nazioni. La vasta materia che abbraccia la S. M. f'UÒ ric1ursi alle ue brancbe seguenti : a) rilievo, critica, ed elaborazione dei dati; b) esposizione de, d ati, ossia S . descritti va; e) invest igazione dci çlati . Ma si può d ire che ogni ramo dello scibile m ii. richiede uno S~'eciale studio statistico.

m inciava a pesare nel la politica mond ialè, urtandosi ben presto con la Spagna (V. lsp,mo-arnericana guerra) la quale perdeva le sue colonie delle Antille. Nel , 898 i l presidente Mac Kinlcy deliberava la annessione dcll'aJcipelago delle Hawai agli S. U. Affermando la dottrina d i Monroc, la quale esclude qualsiasi i ntervemo straniero nelle Americhe, il governo di Washington ha voluto assicurarsi una specie di d iritto di ru!'ela su tutte le repubbliche americane, d iritto che gli viene però fortemente contrastato, specialmente ,.!alle g,andi repubbliche latine dell'America Meridionale. Così gli S. U., traendo a pretesto una r ivoluzione scoppiata nella repubblica d i Panama, ne hanno assunto il Frotettornto, e sono d ivenuti d i fatto prop rietari della zona

Stati Uniti d'America, Tràggono la propria origine dalle 13 colonie i nglesi della « Nuova Inghilter ra », i cui rappresen tanti e governatori si riunirono per la prima volta ad Albany nel giugno 1754 e il 4 luglio seguente chiesero

del Canale, il quale, contrariamente ai prjmi accordi inter-

dj costituire in An1crica un governo centrale sotto la so-

durò parecchi anni , ha dato luogo ad una guerrigli'a nel N icaragua, dove g l: S . U . col pretesto d i ristabilire l' or-

nazionali, è srn Lo da loro potentemente fortificato per garan tire i liber i spostarnenri delle loro fiotte dalle acque dell'Atlantico a qu~lle d~I Pacifico; un nuovo intervento, che

d ine, tendono nd assi,me rc il controllo dell'istr:10 di Tchuantepec, attraverso il quale già progettano di scavare un secondo canale fra il Golfo tlel Messico e i! Pacifico. Colla conquista delle Filippine gli S. U ., d ivenut i potenza CO• loniale, sono <lcci~~m1ente entrati nella gr~rn<le politica n1on-

S temma e bandiera degli Stati Uniti

vranità del re d'Inghilterra nel quale poi le singole CO• Ionie potessero svolgere la prop, ia attività con proprie leggi. La proposta, formn lata da Beniamino Franklin, non venne accolta a Londra p()ichè toglieva ogni autorità effettiva al re e al parlamento. Il Fogctto rimase in sos!1eso per la guerra fra l' Ingh ilterra· e la Francia, terminata col trattato d i Parig i ( 1763) per cui la ùancia cedette all'Inghilterra rune le sue colon ie di America . Dopo la pace !'Inghilterra, per pagare

Je enorrnì

d ialc e questa posizione hanno affermato coll'intervento ne lla guerra Mondiale. G li S. U ., grande paese produttore e,1 esportatore, son::, in gara colle altre potenze i ndustr iali Fer la conquista dei mercati, e specialrnenre . coll'Jn, ghilterra e col Giappone per la penetraz.ione in C ina . I contrasti col Giappone, che hanno avuto moment i d i tensione pericolosa, si sono iniziati colle leggi che chiudevano alla intensa emigrazione nipponica le terre d ella costa del Pacifico ; la conferenza e poi il trattato di Washington (12 novernbre 192,-6 febbraio 1922) hanno avuto i loro piè, significativi r isultati nella limitazione delle forze navali a cui la coalizione anglo-sassone (S. U. e Inghilterra) costrinse

spese

di guerra, pretese di in1porrc alle colo nie dure gravezze fisc~I] i. Ne seguì la guerra d i

fndipeuden za (V.) che sottrasse le colonie al don1in io inglese. Dopo la vittoria gli S. U. com·ocarono la Convenzione Nazlonalc che rior• ganizzò il gove rno, licenziò

l 'esercito,

elesse prnidcnte

Giorgio \Vasbingwn, provv ide

alla e lezione ~Id Congresso che si riunì ,~cl 1789 a NewYork. Nel 1812 scoppiò una nuova guerra coli 'lnghil terr'1 (V . più avanti) e nel 1845 quella col ,VJessico (V.) in seguito alla quale il Texas e altri terri tori passavano sotto il l\'Jcdaglia d'o11ore 1 degli Stati Uniti d America domi nio del l 'Unionc. I contrasti fra gli Stati del Sud e quelli del Nord condussero alla g uerra d i Secessione (V.). Pra il 1865 e il 1898 seguì per gli S. U. _un'èra prosperosa di intenso progresso; a milioni affluirono gli emigranti, mentre la potenza econom ica e politica della nazione co-

Stati Uniti: Fanteria equipaggiata

il Giappone, e nella r inuncia che esso dovette fare dei vantaggj e.nonni che, d urante la guerra, si era assicurato in

Cina. Gli Stati Uniti d 'Amer ica costituiscono una repubblica


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federale d i ~8 St,iti, !>iù l '/\laska , il tenitorio ind iano, il distretto fede ra le di Colombia, dove si trova la capitale Washington. Superficie Kmq . 7.839.283 ; abitanti 123 milioni. Le fron tiere terrestri, col Canadà e col Messico, ha1wo

raccolte segretamente k mil izie, improvvisamente, il 23 lug lio 1623, attaccarono le tribù indiauc e ne fecero strage. La guerra d urò fino al 1646, anno in cui g li 111dian i della Virg in ia rimasero p er sempre sconrittì . Un' :dtra g uerra :u se nel Connecticut; un in<:liano, Metacornet, col fratello Vamsutta, ordirono una vasta congiur~ per d1struggerc 1n !')lassa

gli Inglesi. Scope rti, il secondo' venne chiuso 111 carce1e dove morì , mentre i1 primo, alzata Ja band iere, della rivolta, invitò le nazioni vicine a unirsi contro il nem ico .

I.e m ilizie unite del Connecticut , del Massachusetts e della Nuova Plyrnouth n1ossero contro g li fndi:H)i che ln numero di circa 5000 si e rano raccolti in una jsolctta in rncz.zo a

una palude, e <:lopo breve combattimento ne ebbero rngionc; .le posizioni furono pres_e, i nemici uccisi in rnassa coJJc don ne e i bambini. La guer ra ebbe fine nel 1676 colla morte di Metacomct, ucciso a tradimento d a uno dei suo,.

lii. Rivalità tra Francesi e Inglesi. I due popoli confi-

U niformi dell'ac.ronautfca degli Stati Uniti

nanti e rivali .in Europa , si trovarono vicini anche in An1crica; dovevaho sorgerne rag .ioni inevitabili d i coJ1Aiuo, che naturalmente si riallacciavano alle g uerre europee . D urante

la guerra per la lega ~li Augsburg il governatore franccsé una lunghezza di Km . 9656; quelle marittime, con gli Oceani Atlantico e Pacifico e col golfo del Messico, d i Km. 19.205.

I. Colonizzazione degli Stati Uniti. Al)/ sco perta dcli ' America tenne d ietro un colos~ale mov in~e nto migrato.rio , che si accentuò a causa <:iellc guerre di Religione in Europa. I Protestanti cercarono in nuove terre quella l ibertà di coscienza che non aveva no avuto in patria, e così il Ribaut,

capo di una sped izione di Ugonotti francesi, toccò la terra a cui d iede il noi-cc di Carolina, il Raleigh occupò quella che chiamò Virginia, mentre jn I11ghilterra si costituiv ano, per mettere in valo re i nuovi dom1nì, la Compagnia di Londra e la Compagnia <[i Pl ymouth. Le com pagnie commerciali non ottennero da p rincip io grandi r isultati; molte spedizioni ven nero massacrate dagli Indiani . I Brownisti, seguaci di Ro berta Brow n, sulla fine del 1620 1·aggiunsero le coste della conrrnda che fu detta poi Massachusetts ,

del Canadà, conte di Frontig nac, coll'aiuto d i nun1crosì

ausiliari indiani, devastp lo Stato d i New York; gli lngksi respinsero l'attacco e g iunsero al Canadà: il. tnttato di Ryswick pose fine alla guerra anche in America. Ben p resto la guerra riarse; ehbe principie, colla spedizione nella Florida, allora dominio spagnuolo, che fu occupata di sorpresa da Giacomo Moorc governatore d ella Carolina. Le truppe spagnuole !)CrÒ, chiuse nel forlc di S. Agostino ,

costrinsero gli Inglesi a r itirarsi ~ nel 1703 organizzarono una sp:diz ione su Charleston, sventata per 1'accortezza del governatore Natan icle Johnson . Nel Nord , per liberarsi dalle incursioni degli Indian i f\benach i, aiutati con armi e de-

do ve formarono una società <lernocnnica, che d oveva essere

il primo modello de! governo autonomo delle colonie in glesi. Per d issensi interni si formarono altre comunità , e cosl sorsero il Connecticut , il N ew-Ham pshire, i l Mayoc , il Maryland e infine, ad opera dj Guglielmo Penn , la Pensilvania. Queste conquiste non si c.ompirono pcificamcnte; gli indigeni si o pposero con ogn i n1czzo aJla pene .. t razione degli Europei; ma k <iiscordie che li d ividevano impedirono sem pre ogni !i.forzo émnune , ment re la superiorità degli ordina,nen1i, c.lellc arm i e della d isciplina dei coloni riuscil'ono ad avere ragione <.li ogni ìoro re.siste nza .

Il . Gli !ndù1r1i. Se al tempo d el la ronquista spagnuoln esistevano nel Messico e 11d Per,, Stati saldamen te costituiti e in1ponenti forme di civill~ì, questo non era nei territori della N uova Inghilterra , i cui abitanti, circa 300 .000, vivevano divisi in otto grnnd i famiglie : A lgontini, lrocchesi, Cataubi, Chernchesi, Uchci, Mobilia ni, Natcesi e Siux, divise e suddivise in numerosissime uibù. E rano loro anni l 1arco e le frecce, acun1iuati coltelli, e il « tomahawh l> . La ,p rima 1,TUerra fra Inglesi e Indiani scoppiò ne l 1622. Questi ultimi, per vendicare la morte del capo delle t ribù che abit avano la Virgin i,1, <:lato i l comando a O p:chancanouga, il 22 'marzo 1622 n1assacrarono o ltre 350 coloni; gli altri furono salvi perchè, avvertit i in tempo, poterono r ifugiarsi in Jamestown. Con promesse di pace gl i Inglesi indus,ero allora gli Jndiàni a deporre le armi ; poi,

La b~lndiera amt'ricana alfa tomba del soldato ignoto di Fran-:.ia

naro da l gov<.:rnatore francese del Canadà, si organjzza.rono

successive spedizioni: il trattato d i Utrecht pose fine all,1 g uerra. Acccsasi nuovarnente la guerra in Europa, essa ri-

prese a1,chc in America, dove fu assediata e presa ai Fran-


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STA

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1082 -

cesi la fortezza d i Louisburg. Colla pace di Aquisgrana la guerra ebbe sosta, ma r imase il germe di lo tte future, non

essendosi fissati i confini fra il Canadà e la Nuova I nghilterra . Poichè j F rancesi avevano costruito posti avanzati

rnico a levare l 'assed io e a r ifugiarsi in Montreal , dove si ridusse l'ultima resistenza francese nel Canadà. Fallito ogn i tentativo di r istorare la guerra, poichè anche la Spagna, intervenuta contro l'Tnghilterra nel 1761 per il « patto di famiglia » , era stata sconfitta, si venne alla pace che Iu firmata il 10 febbraio 1763, in virtù della quale la Francia cedeva all 'Inghiltcrra I' Acad ia e il Canadà, e la Spagna in cambio della Florida riaveva le isole perdute nelle Antille. I

Cuerm Anglo-a.mencana (18r2-1815) . Dopo la pace di Pa rigi1 che aveva sancito la completa jndipendenza dcglì Stari Uniti, gli Inglesi , mal rassegnandosi alla F"rd ita delle ricche colooie, tentavano con sempre nuovi pretesti di , jngerirsi nella loro vita interna, mentre suscitavano la ribellione delle popolazion i indiane sperando di impedire il con solidarsi ,lei nuovo Stato. Per mare i bastimenti dell'Unione erano attaccati col pretesto d i r icercarvi i disertori dell a marina da guerra. Le ribellioni degli Indiani furono domate <lopo sei anni d i lotta da l ger,. \Vayoe, nel l 'agosto 1796. Frattanto, durante la guerra fra la Francia e l'Tn. ghilrerra, quando Napoleone !,roclamò il blocco continentcl le,

D irigibile americano ~,I pilone di nave appoggio

6110 sull'Ohio, il governatore della Virginia mandò jl ventitreenne Giorgio Wash ington a i mporne l'abbandono . La guerra era inevitabile e mentre gli Inglesi guadagnavano l'al leanza degli Jrocchesi, i Francesi traevano dalla loro tutti gli altri Indiani. Le operazioni furono iniziate da ,1uesti ultimi che penetrarono · nella Virg in ia, Giunto dall'Inghilterra un forte rinforzo d i truppe comandate dal gen . Braddock , quest i cadde in un'imboscata presso il forte Duqueme (V .). Esito infelice ebbe una seconda impresa condotta da Sh irley, governatore della Virginia; ma una terza spedizione, comandata da sir Guglielmo Johnson , termin◊ colla sconfitta <lei Francesi. I quali. nel 1755 g iunsero ad occuFare il forte d i Ticonderoga (V .), o,entre u na flotta inglese veniva rotta dalla tempesta a Louisbu rg. Non disan.imati i coloni , si addestravano alle armi e costituivano più saldamente la loro compagine militare, attendendo che dall'l nghilterra giungessero nuovi mezzi . Per l'alterigia e le· pretese <ldlc truppe regolari, sorsero delle grav i discordie fra queste e le milizie, che davano modo ai Francesi di riprendére il perduto e conquistare il forte Giorgio e altri territori. I mpressionato, il Parlamento inglese decise che

l 'Inghilterra vietò a qua lsiasi nave di commerciare

colla Francia, preda ndo e tagl;cggiando le navi americane che, · forti della propria neutralità, non osservavano questa di sposizione. Sempre per istigazione degli Inglesi si rinnovò ancora la guerra indiana che ebbe termine per OFera del geo . l-la.r rison nel novembre 1811. Il 5 giugno 1812 il Congresso, a cui il p residente Madison aveva presentato la corrispondenza scambiata col governo britannico, proclamò la g ue rra . Si rinforzò immediatan1cntc l'esercito, costiruito

di soli 5000 u. sparsi su tutto il territorio, e la 111arina, costituita eia 8 fregate, 2 corvelle e 5 brick , e si votò la leva di 50. 000 u. Mancavano gli ufliciali e fra i vecch i superstiti della guerra d'Indipen denza fu nominato E nrico , Dearborn comanda nte in capo. Il gen. Hull aprì le ostilità invadendo il Cana<là con 2000 u .; dopo vari successi sugli Indiani si ritirò chiudendosi nel forte di Oetroit, dove [ ,1 asse-diato e costretto a capitola re il 16 agosto . Compenso agli insuccessi furono le vittorie riportate dalla marina che

(ossero forniti nuovi· mezzi alla guerra amer icana, tanto che

agli inizi del 1758, fra rtgolari e m ilizie, il g:en . Abercrombie potè d isporre d i 5 0 . 000 u . Messosi all'impresa d i Louisburg , nel luglio l 'ebbe in suo potere, ma, recatosi egli stesso contro le truppe francesi de! Canadà, ven ne respinto con gravi rierdite. Tutt:i.via riuscì a F'rcn<lere il forte Duquesne che, in onore del ministro Pitt_. fu ribattezzato J>ittsburg. Nom inato comandante in capo il gen. Amh~rts , questi conquistò la fortezza di Niagara e occupò T iconderoga sgombrata volontariamente daj Francesi. Stretta d'assedio Québec e battuti i Francesi sorto le sue mu ra , nel ,ettembre la città si arrendeva alle trup!-'c i nglesi. Giunto, sebben~ in ritardo, un soccorso quando la città era caduta, si combatti: sotto le sue mura una seconda battaglia, s(avorcvole agli Inglesi i quali vi si ri11chiusero . Un soccorso giunto in tempo col commodorò Swanton, costrinse il ne-

Nave portaere i americana

in parecchi scontri riuscì a catturare ò distruggere nume. rose navi inglesi . ~ 1el novembre, ricostituito l'esercito col•

l accorrere di numeros issimi voJontari, si te rllÒ1 con esito 1

sfortunato, l'attacco del forte di Quccnstown. Nel 1813 si

1


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STA

allestirono u e eserciti. Le operazioni si svolsero per terra e r cr rnarc con. alterne vicende , e combau jmenti n umerosi .

Sul lago Erié i Repubblicani batterono e cattu rarono la flottiglia inglese. GÙ Indiani vennero sgominati nel febbraio 1814 d alle truppe repubblicane. La caduta d i Napoleone, che lasci;,va libere tutte k forze inglesi, non i nt imorì gli Americani, i qual i tennero felicemente testa agli .avversari anche nel 18q, pure essendo stata presa Wash inton e inctndiata dagli Inglesi. Il comando in capo delle forze repubbl icane fu assumo dal gen . Smith , il quale ottenne vari successi, e soprattutto rianimò lo spirito delle milizie, così che l'Inghilterra entrò in trat tative e il 24 d icembre 18r4 la pace d i Gand poneva Jinè alle ost ilità.

Esercito degli Stati Uniti. Capo sup remo delle forze m ilitari è il Presiden te, assistito da un Segretario d i St ato -alla Guerra e da due Segretari aggiunti, l ' uno per la momilitazione civile e ind ustriale e k forniture mil itari, l 'altro per l'aeronautica . Le question i tecniche sono <li comr<'tenza dello Stato Maggiore Generale; le questioni militari sono .studiate dal Consiglio superiore di Guerra. L'esercito degli S. U. è ripa rtito in esercito regolare, Guardia nazionale e riserve organizza te . Il primo h,1 JJ .273 uff. e 163.696 u. <li truppa . Le riserve organizzate hanno 80.392 uff. e 5.775 u. <l i truppa. Le forze regola ri degli ,5_ U. sono. riunite, in pace, in 9 zone di C. d' A . (1 di vis. di fant. su 2 brig. d i 2 regg., · 2 regg. d i art. leggera su 6 btr., I regg . genio, T gruppo aeroplani di osseJvnìonc e servizi) tre a tre r iunite in zone di Arm:na . ] n guerra è J?revista la creazione di 6 armate, una delle quali dell'esercito regola re, 2 della Guardia Nazionale e 3 della Riserva o rganizZ"ta . La fanteri~ comprende 18 brigate attive e G di riserva con gruppi d i carri d 'assalto (un m igliaio d i carri di cui 1 00 pesanti). li rcg~ . d i fanteria è su 3 bgl. FÌÙ I cp. d i S . M., 1 di obici da trfocca, 1 d i servizi. Il bgl. è su '5 cp.: 3 d i fucilieri, r d i m itrnglieri • e r di S. M.. Il rcgg. in pace <lispone di 24 mitragliat rici, , cannone d a

A

STA

1083 -

37 mm., 1 mortaio di 3 poll ici, 486 pistole, 647 fucili, 72 fucih automatici. La cavalleria comprende 2 brigate attive e 2 di riserva più 2 sqdr. mitraglicri d i riserva. Il regg. in pace dispone <li: 45 uff. , 850 u., 36 carabine

Corazzata americana « \ Vest Virginia •

automatiche, 631 carabi ne, 857 r istole e 5 0 1 sciabole. L"art iglieria da campagna (leggera, molllata , pesante e da mon tagna), comprende 5 brigate attive e 9 <li r iserva; quella d a costa presid ia le fortificazioni e comprende 18 regg. per la d ifesa costiera, 2 su affusto ferroviario , 4 san ti, 6 regg. contraerei; 3 btr . d'osse1·vazione acustica; 1 btr. d i mortai d a trincea; 8 navi posamine e posacavi. Il genio comprende 5 regg. attivi, 4 semiattivi e 4 di ri, serva . L'aeronautica comprende 5 gruppi da bombardamento, 7 da caccia, 4 <l' istruzione, 2 d'istruzione misto, 1 di attacco, 6 d i osservazione, 1 2 squadriglie da bombardamento, 2r da caccia, 4 <li combattimento, 14 di osservazione, 1 d i S. M ., r mista, u delle scuole, r 9 d i servizio, 1 sczio~e collegamen_ti, r6 fotografiche, 1 gruppo su 5 cp. d irigibili, 2 distaccament i d ' istruzione e 1 m isto. Il servizio è 1nen:enario; sono am messi nell'cserclto re-

N

NOQlH DAKOTA

~OUTH OAKOTA

-,---.L~N~EBnASKA

e Quartirr gènéral de la ré,gion Cle Corps d'armet.

d';;:-m~'.rnites de la région dc Corp$

Circoscrizioni territoriali militari degli Stati Uniti

re-


STA

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golare uomini dai 18 ai 35 anm, che siano cittadini 31\lericani; jJ p rimo servizio dura d a 1 a 3 anni, a scelta dell 'interessato ; le rafferm<.: sono di 3 anni. Nella Gua rd ia nazionale il primo serv izio dura 3 anni; le raff~rrne sono di r anno. Ì'k lle riserve organiz.zate il servizio dura 3 anni. Gli uffic iali so,w r eclutati d agli al lievi delle numerose scuole m ilitari .

Marint1 degli Stmi Uniti. È, insieme a quella d el l'Inghilterra, la più forte del mondo; per la conferenza di Washi ngton essa ha un margine di grand i costruzioni di 525.000 tonne llate. Comprende 18 corazzate d i linea (costruite posterio rmente al 1910) ; 3 navi portaerei; 23 i ncrociato ri d i rrima classe, 6 d i seconda classe, 248 torpcdinie1:e

e conrrotorpediniere,

J io

son1mergibili, molte n~vi

ausiliarie e m inori . La d ifesa costiera i: suddivisa fra la costa atlantica (3 <livis .) ; quella del Golfo c1el Messico <: Antille (t divis.); del Pacifico (2 d ivis.); dei g randi laghi ( 1 d ivis.) . D ispon e d i una pwpria aviazione separata, co-

stituita da

10 centri

Ufficiale

l 'impero a Costantinopoli ; un vero e prop rio Stato sovrano. Q uesto si rafforzò nelle lotte contro i Barbari, rappresenrando i n faccia alle porolazioni italiane l ' un ico ostacolq al loro di lagare. La Ch iesa , attraverso alle Ione fra Bizantini , Goti) Longobardi, Franchi, se11pe destreggiarsi in n1odo da accrescere scmrre più la propria autorità, e ben presto estese la sua giu ri!>dizione a un territorio che comprendèva i] ducato d i Roma, ossia ii Lazio e il territorio dei Sabini; l' Esarcato; la Pentapoli. A questo territorio si aggiu"scro il vasto patrimonio della contessa Mati!de e il ducato di Beneven to. Rimasto immutato o quasi per molti secoli, su bì le conseguenze dell'invasione francese del li98 e della dominazione napoleonica,. e sì ricostjcuì qual 'era per volontà

del Cong resso d ì Vienna del ~815, restando 'tale fino agli avvenimenti del 1860, quando fu ristretto al solo L az io. N el ,870 lo Stato scomparve, per r isorgere come « Stato, della <;ictà del Vaticano » ne) 1929, come accenniamo pi,, avanti.

dì aviazionè.

Stato (degli ufficiali e dei sottufficialz) . S i basa attualmente sulla legge

STA

li

marzo 1926 e su lle successive mo-

Uff. e soldato fanteria

Esercito dello Swto della Chi< sa. P iù che alle forze materiali, lo Stato dovcue sempre la sua indipendenz;i all'autorità spirituale . Tuttavia lungo i secoli ebbe proprie m ilizie,

Uff. e soldato artiglieria

Uff. e soldato zuavi

U niformi del!' esercito pontificio

d ificazioni. Tale legge contempla la ripart izione d egli ufficiali in serv izio permanente da quelli i n congedo, e fra

modellate su quclk dell'epoca . Un vero e proprio ese rcito regolare fu costituito nel 1815, ad opera dei card inale Con -

q uesti ultimi comprende k segue nti categoric: d i compie

salvi. Ammontava a 16 . 0 0 0 u . • raggruppati in 2 regg. fan-

mento, in posizione ausiljaria 1 in congedo p rov visorio, d i

teria più 2 bgl. autonomi; in T regg. d ragoni , in 7 cp . artiglieria, in 2 ragg. carabinier i (polizia, a piedi e a e.avallo). Nel 18p u n n uovo riord inamento lo portò a , , bgl. di fante ria nazionaJe; 2 rcgg. svizzeri; 1 rcgg. drago1ù e I sqdr. cacciatori a cavallo nazional i; 8 cp . d i canno-

riserva. Ino ltre precisa le modalità circa il conferimento del grado e dell' impiego, il computo dcll'anzian ir~, la definiàonc dell a posizione, i lim iti di età, la sospe nsione dalI ' in1Fiego o daJ grado, la perd ita dd graJo, il mmcimonio,

i consigli di d isciplioa , ccc. Le disposizioni analoghe relative ai sottufficiali sono co11ttnute i n vari decreti: le posi•

z io11i nel le guaii possono venire a trovarsi i sottuffic iali

sono : in scrviz.io, in serv izio sedentario, in con_;<..:do ill i~ rnitato, in congcc.lo assoluto. Le anzidette disposizioni pre-

cisa no le modalità riguardanti il passaggio da una posiz.ionc all 'altra, le raffenne 1 l \tmmissione alla carriera con tinua-

tiva, la d ispeusa o cessazion e da! servizìo, la sospensione dal g rado, le commissioni d i d isciplina, il matrimonio, ccc.

Stato_ della Chiesa , o Stato Po111ificio. (Per la panc storica generale, V. Italia) . Il. potere tCm!Jorale della Chiesa risale ai possessi che essa, per n1ezzo di lcgat! e d i <lor1a-

zioni, acquistò fin dall'epoca di Costantino, co nnessi ç-oi alle prerogative di cu i godevano le proprietà territor iali di tipo feud ale, d ivenuti infine, per la vastità dei medesimi, e l'influenza religiosa del pontefice, e la cad uta dell'impero romano d'Occidente, e il trasporto della capitale ciel-

nieri e 1

Cf.

treno naziona.li;

1

btr. svizzet'n; r regg . ca-

rabinieri e I regg. btrsaglierì (!>olizi1)~ più 18 bgl. di Gua,dia nazionale . Nel 1850 l'esercito fu composto di tre divis. (Roma, Ancona, Bologna) con rS piazzeforti ; in tutto circa 16.000 tJ. N el 1859 venne affidato al gc·n . -francese La.tnoricière i l compito <.li riorganizzare l 'esercito . Fu creata una divis . mil. a Roma , con 5 sottodivis . (Pesaro, /\ ncona,

Spoleto, Perugia, Viterbo) : 4 1egg. di fanteria, 2 di caccia tori } r bgl. carabinieri es;eri, I "bgl. tiragJiatorj francobclgi, 5 bgl. bersaglieri austriaci, r bgl. irlandesi, 4 sqd r. cavalleria, 1 rcgg. art. su 1 1 btr., genio, gendarmeria , ser .. vizi. Il piccolo esercito pontificio si battè nella campagna ' del r 86o, dopo la q uale fu ridotto a compito di m ilizia territoriale. Dopo l a convenzione detta « ciel Settembre » (1864) la Chiesa affidò al gen. Kanzler il compito d i rior- · ganizzare le forze armate dello Staio, le q uali compresero 12 cp . d i genda rmeria, 1 regg. di fanteria, 2 sqdr. di ca-


Si'A

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,,allerill, 5 btr. d'artiglieria, 1 cp. del gCJJio, 1 bgl. cacciatori, , bgl. zuavi , 1 bgl. car:ibin ieri e steri. Leggeri aument i portarono le forze, nel 1867, a 13. 157 fant i ed a 12o6 cava lli. Nella breve camp1gna di Me m a na, queste

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che esercitava il comando o dirigeva il servizio <li quelle a rmi. Nel i 774, sotto Carlo Emanuele IV, vi fu i l Piccolo S. M . d'esercito, affid:1to a un aiut.11nc generale delle ,,mute, dal quale d ipendevano in ogni <liF . mii. un a iutante generàle e un sottoaiutante generale. :sie! 1793 si ebbe il • Corpo degli aiutanti generali » • • cl 'ì9" fu is1ituito il « Corpo di S. M . dell'armata", nel quale si fusero i precedenti S. M . d i fante ria e ca valle ria nunchè il « Corpo de lla topogr:1fia reale " · Cessò d i esistere nel 1798 . Nel 1814 vennero ristabiliti gli S. ,\I. delia fanteria e della C.l\'al-

leria, cia~cuno con un proprio ispettore: per l'artiglicr ia

Ufficiale e marinaio

Ufficiale e gendarme

Unif'ormi dell'c~ercito pontificio

forze poterono fronteggiare il te ntativo gariba ldino solo per l "intervcnco <lii-etto d i truppe fra ncesi; ne lla c ampagna d el 1870 esse si d ifesero solo per l"onore delle armi. La marina pontificia ebbe un periodo di splendore, con buoni ammiragli e buone nav i, nel periodo velico, e si batti: lungamente contro i T u rch i, partecipando alle più segn:1late imprese del l'epoca nei mari del levante e d ifen dendo le coste del lo Stato. Poi decadde e scomparve, e lo Stato non tenne, nel sec. XIX, che qualche piccola n ave per il servizio dei porli e per la vigilan7.a costiera.

Stn!o de/la Cilt{Ì del Vaticano. Costituito con questa d enominazione I' 11 rcbbraio ,929, in seguito ad accordi fra l'Italia e il Vaticano, per d iretto intervento di Benito Mu.solini, il quale risol,cva felicemente il confl1tlo (Questione Roma na) sorto in Italia fra il potere civile e il potere tem porale dopo I'occupnione di Ro ma ciel 1870, con la qua le ve niva abba ttuto con le anni il secondo <lei due poteri . Lo S. de/I.i Cluesa veniva formato semplicemente con la « Città ciel Vaticano», come Stato sonano. S1t1/o Maggiore. E bhc dapprima q uesto nome un cerw numero <li u lTiciali destinato alla direzione d ei servizi militari in un rep trlOt in una ua\'C, in una forte7.za. Diedero grande importanza a questo servizio, destinandovi ufficiali adatti, Gustavo Adolfo e Federico Il. Il primo S. M. realm ent<: costituito con criteri organici fu <1uello de llo Scharnh0rst i u JJrussi;1 nell'epoca napoleonica. 111 Fra nc ia . nel 176(, gli ufl1ciali di .S. .\f erano cli visi in tre classi : colonnelli, luo1iorc u. colonnelli , c apitani o luogotenenti. S11ppressi ne l 1770, furono ripristinati nel 1778 e nel 1791 chiamati

agli Srnri M . G. », venendo le funziuni di capi d i S. ,'vi. dei re1t

Trofeo dn berretto

per ufficiali di S tato Maggiore (oro s u fondo nero)

travi ancora il gra n maestro. Solo nel 1816 fu creato 1111 vero e proprio « Reale corpo dello S. M . genera le ,, . a ve nte a capo 1111 colonn ello, con titolo d i quartiermastro gc1ìeralc lino al 1819, un 1nagg. generale in tale anno. un luogoten . generale: nel 1830 . l'\"el i 831 fu riorganil.7.ato con tre uffici : 1°) ufficio particolare del 'luarticrrna,tro gener:i lc; 2°) u flicio topog rnhco: 3°) u fficio ge nerale. Nd 1850 prese la d enominazione d i « CorF'O reale dello Stato t.bggiore " ed ebbe due uffici: topografico e militare. Un nuorn ordinamento cbhe il Corpo nel 1861: ufficio superiore, comirnto consuhil'o dello S. Al., ;cuoia d"applicaz ione dello S. M. Nel J 867 fu ancor;, riordinato, con : comando generale, ufficio pe r g li stud i scientifico-mi litari, ufficio tecnico (topografico). ufficio di contabilità, scuola ,upcriore <li guerra; quel.l'ultima nel 1870 passa,•a alle di pendenze del ministro della guerra . Nel 1882 si ebbero g li uffici: d el capn d i S. M., della :egrcter ia, delle operazio ni , dell'intendenza. Nel 1920 il corpo venne soppresso, e soMitu ito dal • Servizio di S. M. » . Nel 1923 p rese la denominaz ione di • Stato Maggiore Centrale • · .'.\Id 1925 vennero istituiri il Capo di S . M. ge11erale (V.) e il sottocapo, e la denominazione fu di « Stato Maggiore del R. Eserc iw " · Nel 1926 la d enominazione fu « Corpo di S. ,VI. "• con capo e comandante in 2•. Infine, con decreti legge del 1927. la carica di caµo di S . .Il. generale fo posta alle dirclte dipendenze del Capo del G overno, cd affidata a un marescia llo <l' Italia o grande ammira.~lio o generale o amm iragl io d' armata. Contempora ncan1entc, si crearono le ca-

riche d i capo d i S. M . <lcll"csercito, di capo d i S. M. della marina, di capo <li S. M. dell'aeronautica, rutti nominalmente dipendenti dal capo di S. M. generale e 'luindi dal Capo del Governo, col cdrc rio <li un pe rfetto coordinam e nto d elle fo rze a rinate d e llo Stato. Gli uffici dd Corpo sono stati riordinat i come segue : Dipendono dal capo di S. M. generale: segreteria; )'\:rsonale; operazioni, comprese le colonie ; addestramento; informazio ni; ufficio storico. Di-

pt:ndono dal comandante in .za. : servizi i I rasporti; amrn ini~ , trazione e w ntah ilità . L'orga n ico (r925) curnp rende 29 colonnelli, •ìS le i<. colonnelli, 146 capitan i. - Nella R. Marina, il corpo degli ufficiali di ,·asccllo prese il nome di "S. 3[. della Marina » nel 1817.

Stato maggiore- delle fJÌa:,;:,;e. I'u chiamntn cosr 111 Italia e in Fra nc ia nel sec. XIX un corpo <li urlìciali inca ricn ti del comando delle pi~zzeforti. Stato d'assedio e di guerra. V . Assedio e Guerra.

:iggìumi

parti assunte dagli aiutanti generali. Un vero e proprio S. M . gener.,le ru c reato solo nel 1818, per opera d el maresc . Gouvion-Sa int-Cyr . In Piemonte, sotto Vittorio Amedeo Il, nel 1655, si chiamò S. M. d i fanteria e ca\'allcria il gruppo tli ufficiali

Statura. Jl uno dei rcq, ,isiti fisici che dcv ·essere tenuto p resente dall'organizza tore militare ne llt• s tabilire gli indici 1icncrali cli robustezza dell'uomo pèr definirne l"idoneità o meno al servizio militare. t pacifico che que1t'ulti1110 impone un tenore d i vita pi,, pesante di quello che 1wrrna lmcnte si conduce nella v ita civ ile. Senza f '1rlart del sèr\'izio di g ue rra, i c ui d isagi sono cvi(lc'1ti . è fuori di dubbio che anche quello <li pace richiede concli.i:ionì fisiche


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ch e non tutti possono avere. Un requ isito che assolutamente ogni n111itare deve possedere è una certa lu nghezza

degl i arti inferiori; sia per chi deve camminare a piedi, sia per ch i deve monta,c a cavallo. È ovvio che anche per ragioni inerenti al prestigio dell'Esercito, i suoi com po-nenti non devono essere troppo piccoli . È perciò necessario che coloro che sono immessi nell'esercito non scendano al ' d isotto di una certa s~atura. Il lirr11te minimo ,·aria natu ralmente da razza a razza , a seconda delle sue speciali caratterist iche, e varia altresì a \econda della necessità di incorporare un 1naggiore o un n1 inorc nume ,·o cli dementi. Prima del 1870 variava da m . 1,56 a m. r,58; ma in segu ico, per l'aumentata mole degli eserciti, venne ridotto a m. 1,55 e anche a meno. Nel 1913, in Italia, fu ridotto a n1 . t,54 e durante la recente guerra a m. r,50, per rid urre il n umero dei nforrnati. DoFo la guerra fu riporLato a 111 . 1,54. Ogni arma e specialità ha poi un minimo d iverso d i sta tura. Così ad es. da noi: fanteria m . 1,58;

bersaglieri rn .

T

Sn:

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)65; grana6eri m. 1,75, ecc.

Stauel i . Pian ura sulla c,)S!a dcli ' Alger ia, nel promontorio d i Sidi-ferruch .

Battaglia di Staueli ( 1830). Appartiene alla conquista del! ' Algeria. Verso la metà di giugno del 1830 le t ruppe francesi, sbarcate nella penisola d i Sid i-Ferruch , si m isero subito a tracciare e costruire sul promontorio un campo trincerato, a d ifesa della base delle future operazioni. Ibrahim , generale degli Algerini, aveva riunito nel campo di S. un corpo d i circa 20.000 combattenti, fra Turchi e i ndigen i e all'alba d el 19 giugno, protetto dal l'artiglieria, avanzò dirigendo 1'attacco verso la sr. dei Francesi, L 'attacco venne respinLO con l'aiu to del fuoco ~!elle navi . Il gen. De Bourmoni mosse allora al contrattacco, e riuscì ad impadronirsi del campo di S. con 5 cannoni, 4 mortai, le munizioni e il materiale che g li indigeni abbandooarono nella loro rapid a ritirata. I Francesi ebbero 350 u . fuori co(l'lbatti/mento.

Stazione. Un nucleo d 'uomini destinato a restare fisso in una determ inata rosii:ione per assolvere particolari compit i : come ad esem pio k S. di trasmissione, di colombi viaggiatori, fotoelettriche, di sorveglianza, di corrispondenza, d i smistamento, ecc. La sosta delle truppe d urante o alla fine della marcia. La giurisdizione delle t)1Ìnori unità

I secolo d. C ., furooo aumentale considerevolmente, allo scopo d i rendere sicure le strade e d i frenare le grassazioni, talchè le « stationes m ilitum " corrispondono dopo dtciannovc secoli alle attuali stazioni dei CC. RR. [ mil iti delle stazioni erano detti

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stationarii }).

Comandi milita,-; di stazione. Sono istituiti, con caratteri di permanenza où eventualmente, nelle S. ferroviarie corrispondenti a nodi d i considerevole jm porta11za in rapporto al traffico militare ·normale o eventuale. In modo permanente c.sistono a Milano, Torino, Mestre, Bologna, Fi renze, Roma, ecc.; quelJi eventuali vengono istituiti in occasione di eccezionali trasporti come per l'affluenza delle reclute in rrimavera, per i l congcdamento aut unnale, per l 'cfknuazio nc <lei complessi movimenti della mobilitazione, ecc. Sono .retti da un capitano, il q uale h a alle dipendenze uno o p iù subalterni e un congruo n umero di sottufficiali e d i personale d i trnppa . Organi d 'unione fra le autorità militari e q uelle ferroviarie, hanno ingerenza sulla d isciplina e sull'organ izzazione dei trasporti militari , sia di persone che d i animali e cose. D ipendono, per le questioni del loro particolare servizio, dalle Delegazioni Trasporti e per ogni altra attribuzione dai comandi territoriali. Nei porti d i mare aventi i mror tanza mil itare esistono dei coman<li analoghi, che fTCJ1{kno il nome d i « Ufficio i mbarch i e sbarchi » .

Smzione (o Ce111,-o smuegico navale). Si chiamò così nel secolo scorso la piazza forte costiera d i appoggio alla /lotta per la difesa delle coste di uno Stato . Stazione di 1·ifomime11to . È q uella fortificazione da costa destinata come grande magazzeno d i mezzi d a guerra nt cessari alla flotta; così ad es . i centri strJtegici navali e~l i centri difensivi sono tutti anche stazioni di rifornimento . Stazione navale, V . Colonie ,

Steccata. Palo aguzz.o posto orizzontalmente o con la punta obliqua, il pit1 dc.Ile volte ali 'ingiù , sulla scarpa dei rampari, onde imped irne la salita al nem ico . Più spessi, la voce vale ad indicare l'insieme dei pali messi per costituire una difesa accessoria (V , Palizzata, e, per Steccato, V , l'astello) . 11 legno piano risq uadra to e appuntito col q uale si facevano Palizzate, o Palancate, si chiamava Steccone.. Nel r537 Camillo Orsino inventò uno << Steccato por tatile" contro la cavalleria . Steele (Giuliano Mac Carty). Generale inglese dell'epoca nostra , Partecip'> alla guerra del r 899-900 comro i Boer i, e a quella Mondiale, divenendovi brigad iere generale. Al comando della 22" br igat a di fanteria (XlV corpo d'armata inglese) combattè sul fronte i raliano . Steenkerque. Villaggio del Belgio, ncll'Hainauc.

Staz ione francese fortificata nel Marocco

dei Reali Carabin ieri; quelle cioè rette d a sottufficiali, mentre q uelle rette dagli ufficiali p rendono il nome di te nenze. Le S . ferroviarie sono spesso, nelle Colonie, fortificate, comuite a tipo di blockhaus . Nell'esercito romano, la S. era un d istaccamento, d i guardia, tanto di fanteria che di cavalleria, che si collocava là d ove era necessano .F-er la protez10ne dell'esercito, corrispondendo in ca! senso ai corpi di guardia . Erano in ml caso provvisorie, ma più tar<li si crearono S. fisse. Le q uali sotto l' imperatore Tiberio, nella prima metà del

Battaglia di Steenkerque (3 agosto r 692). Appartiene alla guerra d'Olan<la. D opo la presa di Namur il duca d i Luxcmbourg rimase nel Belgio con un'annata francese (8r bgl. , 2r4 sqdr. , 40 cannoni) a fronteggiare Guglielmo d'Orange e l'elettore d i Baviera, che disponevano d i 80.000 u. e il 1° agosto avanz:~rono contro j Francesi, schierati su due lince. Al l'alba del 3 agosto le trupFc olandesi anaccarono la posizione avanzata di Bucq. li maresc. d i Luxem bourg d ispose le sue for ze in quel punto su cinque linee, ment'e m andava pressanti inviti al gcn , Boufflers che trovavas i a circa sci n1ig1 ia di distanza, d i accorrere

con i suoi 52 sqdr. e 19 bgl. d islocando la caval leria al-


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l'ala se, nd piano verso Enghien. Alle 13 gli A lleati mossero ali 'attacco decisivo accom?agnato d a un violen to can-

noneggiamento. L'attacco rovesciò la prima e seconda linea francese che perdette tutta l'aniglicri a, ma venne paralizzato dalla resistenza del la ter za linea che poi mosse a I contrattacco. Le truppe olan-

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Stefanelli (Lnig,). Generale italiano dd sec. XlX, n. a Firenze. Servì nell'esercito toscano col grado di catìetto. fece le campagne del 1848-49 come capi1a uo e si d istinse a Mantova. Nel r859 fu promosso colonnello ed ebbe il

desi, ingJesi e tedesche ven . ner;:, respinte e le artiglierie

riconquistate. In questo momento giungeva il gen . Bouf{_Ì· · flcrs, che, sboccando dal Fiano . "-l'1 di Eaghien, caricò )e tr uppe nemiche, penetrando IJcllc loro linee ed obbligandone l 'ala destra ed il centro a ripie~, ---~4 -~, ga re su Hai. Il re Gugliel mo -~ r~.-~,\ --· ';". - ,--e~;, , ordinò la ric irnta su 13ruxelles, lasciando nel_le mani del d uca d i Luxembourg 13 cannooi e 1300 prigionieri, ed avendo perduto circa 10.000 uomini fra morti e feriti. I Fra ncesi accusarono una p erd ita d i 2460 morti e 4510 feriti.

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E:t,t.~\\-~:···

Steenwyk. Città dell 'Olanda, poco lo ntana d allo Zui<lcrsce. Antica piazzaforte.

J. Assedio di Steenwyk (1581) . Fu posto dal conte d i Renneberg, già alleato ai Fiamminghi e poi passato al servizio d i Filippo II. Nonostante la cattiva stagione gli Sf'agnuoli stettero a lungo intorno alle mura della città e la battero no con palle arroventate . 1 ribelli tentarono più volte, favoriti dal g hiaccio, <li soccorrere la città, finchè il colonnello inglese Norris, ricevuti rinforzi, costrinse il Rcnneberg a togliere l'assedio . Si dice che l'ingegnere italiano Francesco Zignon i, o Lignoni, abbia suggerito di comunicare con S. forando una palla e introducendovi una lettera.

S-rLf.NWY e k

......~~~..,......

Lf~~~-~éç~~ Battaglia di Steenkerque (r692)

comando della ;a brigata, che tu inviata al confine bolognese. Quando ne.I novembre Garibaldi diede le sue d im issioni da comandante in capo , lclle truppe toscane, lo S. lo sosticuì col grado di magg. generale. Nel 1860, incorporate le truppe toscane nell'esercito sardo, egli fu nominato comanda nte della 9a d ivisione. Nella prim a metà del 1863, durante le campagne contro ii br igantaggio, fu mandato a comandare le truppe del Barese e del Leccese.

Stefanik (Milan Rotislnv) . Generale cccos.lovacco, m . nel 1919. Dottore in filosofia e astronomo, entrò in quest'uitima q ualità al servizio del la Francia e fu d iretto re dell'osservatorio astronomico di Tahiti. Scorviata le g uerra MonStefanik Rotislav diale, entrò come semplice sol dato nel corpo de ll'aviazione francese e si battè sul fron te Occidentale e su q uello della Serbia, raggiungendo rapidamente per meriti eccezionali il grado cli generale d1 brigata . f 'u uno degli organizzatori del movimenco cecos lovacco , sui vari teatri del!~ gucrr.a, fra cui quello ital iano, dove fo nel 1918, venendo nom inato ministro della g uerra nel governo

provvisorio cecoslovacco a Parigi . l l 4 maggi1, 19191 partito da Cam poformido insici-l1c e.on tre militari italiani per la sua p:itria, perì per caduta del velivolo insieme coi suoi compagni d i volo presso Uratisb•.1a . Fortezza di Stcenwyck (sec. XVII)

II. Presa di Steenwyk ( 1592). La città si era assoggettata al re di Spagna, e il principe Maurizio ,I 'Oraage venne ac! assed iarla . I difensori rcsisteucro lungamente, ma infine furono costretti a ccckre e si arresero a discrezione .

M cdaglia al merito Rotislav Stcfanik . Onorificenza cecoslovacca, destinata ali 'esercito. Fu i.stiOcdine di Stefaoik tuita nel 1918 dal primo min istro della Guerra d ell a nuova Repubblica . È formata da cinque rnggi e scu,lo in cui sono riprodotte la daca 19 18, la


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sigla e d ue ramoscelli, il tutto sormontato d a d ue spade :incrociate.

Stefano (Umberto) . Gcoeralc med ico, n. ad Atessa nel 1865. Sottot. medico nel r892, partecipò a lla campagna er itrea del 1895-96, a q uella libica ed a 1uella contro I' Austria. Coloni,ello nel 19~3, fu d irettore dell 'ospeda le m ii. d i llologna e poi d irettore d i sanità del C . d 'A. della stessa città. ln P. A. nel 1927, venne promosso magg . ge• nerale medico nel r93r.

Stefenelli (Fcnuccio). Medaglia <l'oro, nato a Trento nel 1898. Volontario per la guerra d iretta alla redenzione della sua terra n atale, divenne ben p resto sottot. d i cornplcmcnto neg li alpini e si segnalò, per valo re ed ardin1cntu, prima sull'Ortigara

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ooi sul n1otue ·romba, gua•

<lagnando una mcd. d'a rgento ed una d i bronzo . Sul col C afri le , cadde, ferito, in mano al nemico. Rimpatriato dopo la vilto ria, d ivenne utftciale il1 servizio attivo, sempre negli alp ini . La motivazione d ella med . d'oro così si esprime: « Nativo di T rento e volontario di guerra, fu sempre prirno in ogni combattimento . Vibrante d i entusiasmo e fede, volle partecipare ad un aspro altacco per la conq uist a d i un~ posiz ione singolarmente ardua. Conscio del pericolo cui si esponeva e che per la sua cond iz ione spe•

,1,

ciale era di estrem a gravità, c1Ha resta di un nucleo di ar• di ti, r isolutamente si sle.nciava all'assalto, incurante dell'inrenso fuoco nemico, che diradava sensibilmente i suoi uomin i, ~, su~ rati d ue ordin i di reticolati, con i1npeto l nl\10lgente raggiungeva l 'o bbiettivo . F:,rto segno a violente r~!nche di fuoco una vicina posizione, con audacia i n~ domabile si slanciava an_chc su <li questa, imricgandovi ,111a violenta lotta cor po a corpo. Ferito gravemente cd accerchiato, con pochi uomini superstiti, da soverchianti forze nemiche, continuava a combattere con fulgido valore fino all 'estremo, rinunciando ad ogni cura e r imanendo alfìne ~opralfatto d al numero » . (Col Caprile, r6 dicembre 1917).

1ét

un nemico, che lo mise nel l'irnpo~•sihilità materiale di ag ire, rifiutò sdeg nosamente d i arre nders i e cadde ucciso >> . (Quota

549 della Bainsizza , 25 agosto 1917) .

Steinmetz (Carlo Federico d,). Generale prussiano (r796r877). Entrato nell'esercito ne l 1813, divenne magg. gene· ---~-;! r:-ile nd 1854, ten . generale nel 1858, generale <li fanteria ne l 1864. Vinse g li A ustr iaci a Nachod, a Skal itz cd a Schweinsch'adcl. Nella guerra contro la Francia del r870-7 r eb!x: il comando del l corpo d 'arm ata; guadagnò la ba tta-

glia di Forbach e contribuì· ef. ficaccmcn tc a costri ngere Ba~

zaine a ri nch iudersi in Metz. N el r 87r fu nom inato feldmaresciallo.

Steinmetz Carlo

!

Ste lla (Compagnia del!t1). Compagn ia d i ventura anglo• tedesca formatasi nel , 364 con la fusione della Compagnia Bia nca, condotta dal capitano Sterz e della Gran Campa• gnia d i Bomgarten. Guerreggiò i n Toscana nd 1364 e nel 1365 a Vetralla fu assediata dall 'esercito messo assieme dal Papa e dalla reg ina di N apoli allo sco!)o di sterminarla. L'assedio <lurò a lungo, finchè i ven turieri, <lrita pron1cssa d i vivere in pace, uscirono liberi. Appcria usciti si r ivolsero contro la eompgnia di Giovanni Acuto che gucrreg• giava contro Perugia e la sconfissero. Poco do po accorsero in aiu to d ei Senesi attaccati dall'Acuto, ma, essendosi questi avvi ato verso Genova, la cp . della S . rientrò forte di 25.000 u. nel! 'Umbr ia , dove seguitò ad intromettersi nelle contese fra i Perugini ed il L~gato ddla Chiesa, fìnchè lo Stcrz, conv into .di inttll igen:z.a col ucmico, venne con<lan~ nato a morte ed ebbe mozzata la tesl~ nel novembre ciel 1366. Dopo questa morte la ·c ompagnia si sciolse e il Bomgan en tornò ai servigi dei Visconti d i Milano. Stella. (Ordine della). Fu anche eletto « dei Cavalier i d i Nostra Sig nora della Stella » . Creato nel 1022, secondo a lcuni, d a Roberto ll di Francia, secondo altri d al conte sovrano L,1 ndi d i ~ evcrs. In seguìto a i torbidi che agitarono la Fra ncia, l 'Ordine decadde; nel 1565 il principe Luigi Gonzaga, duca cli Mantova, d ivenuto d uca di Nevers, lo rimise i n · vigore, ma per poco tempo . Ste/ia ( Ordine dcli" )- Alfonsu V d 'Aragona creò al principio dell 'Xl secolo nei suoi Stati quest'Ordine, che disparve ben rresr.o, senza lasciare akun;1 traccia.

Stc(enclli Ferruccio

Stcgher Italo

Stegher (ludo) . Medaglia d'oro, n. a C ivitavecchia, cns:luto sull a Bainsizza (18'.)4-19,7). Ufficiale di fanter ia in S . E. P. entrò nella guerra Italo-austriaca quale ten. nel 120° fa nteria. Promosso capitano nel w8° regg. dopo aver cornbartuto eroicamente <lurante l'offensiva ausrriaca nel Trentinò, cadde da prode , venendo conferita alla sua m e111oria la Jned. d 'oro, con q uesta rnotiva7,ionc: « In di,·crsi giorni d i a., pri combattimenti cooperò val i-

dame-11te con la con1pagn ia ,li suoi Or<.l ini alla conquisra di una importante fOsizionc . Contrattaccata q uesta improvvisamen te eh no tte <la un reparto nen1ico, accorse prontaniente con i suoi uomini, fece argine all'irruzione e riprist inò la continuità della linea, già attraversata d·.1 nuclei avversari. Circondato di sorpresa cd afferrato alle spalle da

Stella (Ordine della) . Pu ist ituito nella sccon<h m età del scc. Xlll in Messina, d al marchese di Tiracc , in sostituzione di q uello della "- Luna Crescente » fondato da Carlo d'Angiò, allo scopo di c.ombatt~re i pirati tu rchi che r endevano pericolosi il mare e le coste sicule e t irrene. L 'in• segna e ra costituita da una stella d 'oro. Stella (O ,-dine della). Fu anche detto « d i Nost ra Signora della N obile Casa ». Lo creò nel 1351 Giovanni li re d i Francia, allo scopo di attrarre d alla sua parte i grand i baron i e l 'alta nobiltà del regno , ma conferì l 'ouordicenza con tal profusione che essa perdette ogni valore. F u soppresso da Carlo Vli r. Stelit1 Africana (Ordine ddla). Ordine istituito nel 1888, per lo Stato libero .del Congo, dal re Leopoldo li. Com prende sei classi.

I, II

r


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Stella brillame (Ordine dellt1). Ordine dello Zanzibar, js1i1uito nel 1875. Comprende due ca1egoric, di cui la prima è riserv:,ra ai sovrani e ai capi di S1ato e,tcri; la ~conda si di,·id~ in cinque dassi. Stella calibmtoù1. Hosa d i acciaio atta allo stesso ufficio che la Scimia (V.). Stella delh· Indie (Ord111e della). l'u istitllito nel I861 sfalla regina Vittoria per ncompensare i scr,•igi re}i all"lngh ilterra nelle Ind ie, tanto dagli Europ:i quanto dagl i J11diani . Riorganizzato nel 1866 e ocl 1876, è co11siderato come una cla-.,e particolare. risenata agli Europei, dell 'Ord ine della regina Villori :1, che viene conferito esclus ivamente :1gli Indiani . L'Ordine comprende tre classi.

e bordati e pomati d"oro. È cMicata al centro di uno scudetto smaltato d i rosso portante le lettere « V. E. » intrecciate e sormontate da corona reale . Lo scudetto t circondato da una fascia di sma ho verde portante in basso la cifra « i 9 1r », e nel rovescio la leggcnd:1: « A l merito Coloniale » . li tutto in oro. L'insegna è portala con namo ros,o bord:1to da d11c bande per pane, una bianca interna e una verde .

S1elln d'Oceania (Ordine delOrdine haw:,iano, fondato nel 1886, da re Kalakana I. Comprende 5 classi : gran croce, gra11dc ufficia le . commendatore, uflici~le e ca,·ali<:re. f(I).

Sic/la d 'Oro (Ordi11c della). Fu istituito dall:1 Repubblica di V<.nezia, :n antic~ jmrrecisa.rn Stella d 'Itali, epoca, allo scopo di ricompen(Ordine Coloniale) s3re i nobili ve~czi:rni che ave~• scro compiuto qualche ambasceria presso uno S tato stran iero. Scomparve diver~i ,ecoli addietro.

Srella Gurl(l,a di Sr11·att'flli (Ordine della). Ord ine del Nepal, nella prima metà del scc. XIX; comprende una sola classe. L'inscgna è un~ medagl ia d"oro .

Ordini cavallereschi t, della Stella Polare; 2. della S tella nera del Benin; 3, della Stella

delle Indie: 4 , della Stella brillante; 5, della Stella d'Oceania; 6, della Srclln africana; 7, 8, della Stella d'Etiopin: 9, della Stella Gurkha di Sarnsvati; 10, della Stella d i Romania

Stella del 11wtti110. Così fu chiamata u na mazza ferrata di origine tedesca e svizzera, dei scc. XIV e XV, di forma v:iria alla sua escremilà, ma sem pre muni1a d i J,umcrose cd acum inare punte. Stella d'Etiopia (Ordi11e dello). Venne fon(bto da Mcnelik e com prende ci nq ue classi : g ran croce . grande ufficiale, commendatore, ufficiale, cavaliere. li primo grado è risernw a regnanti e capi d i Srnto . La decorazione consiste in una stella sormo ntata <la una corona d 'oro. Sie/lo di Karageorgcvitcl, (Ordine reale serbo della) . Fu creato nel 190,1 da Pietro l , pec prcrniare meriti civili e militari. L'onorificenza comprende quattro gradi e consiste in una croce d 'oro con nd mezzo, su campo blcu, i l vecchio stemma del lo scudo 10sso con la croce bianca in acciaio brunito. Se l 'onori ficenza è co nferita per merito di guerra, ha sulla croce due spade incrociate , lei colore dell'acciaio. Quest'Ordine ha il primo rango e la precedenza , u tutti g li al1ri. Stella di Romania (Ordit1e della). Venne fondato nel 18n da Carlo I, r cr ricompensare i servigi militari e civili resi :11!0 Stato da nazionali e d a stranieri . L'Ordine comprende i g radi di cavaliere, ufficiale, c.ommcndatorc, grande ufficiale e gran çroce. Stella d ' l1alit1 (Ordine coloniale della). Fu istituita da S . M. il re Vittorio Eman ue le III , nel 1914, per prem ia re le pubbliche benemerenze acquisite da sudditi indigeni. In via eccezionale può essere conferita a cittadini italiani residenti in colonia. Comprende cinque classi: gran cordone, g rande ufficiale, commendatore, ufficiale, cavaliere. La divisa consiste in una stella a cinque raggi smaltati in bianco

Srellfl Nera del Beni11 (Ordi11e della). Ordine coloniale, diventato francese con decreto 10 maggio 1896, istituito da re To/Ia a Porto Nov() (Dahomey) nel 1892. C ,uddivi,o in 5 classi. Stella Polare. Pi rosc:,fo in legno , varato i n Norvégia nel 1883. Dislocamento tonn. 1.z89, macchine I IP. 350. Acquistato da S. A. R. Luigi <li Savoia nel J 899, gli servì per una spedizio ne nei mari polari e passò per donazione alla R. M. nel 1900.

1 R. K. Stdln Polare

Stella f'olare (Ordi11e della). Ordine ca,·allercsco svedese di cui è incena l'origine. Re Federico I lo riorgan izzò nel 1748 , destinando lo a compensare le bcr.emcrenzc verso lo Stato. L a decorazione ~ formata da una croce smaltata di bi:,nco, con disco azzurro su cui spicca una s1clla col motto : ., Nescit occ.asum • · Stella preziosa di Cina (Ordine della). Ord ine cavalleresco cinese di cui si ignorano le o rigini. Comprendeva una sob classe di deco rati e l' insegna era a forma <li medaglia. Stella Rossa (Ordine della). Creato in Boemia nel 1217, e confermato nel 16g7 da Leopoldo. Si ig norano le sorti d i q uesta istitu zione, comp letamente scomparsa.

Stellanello. Comune in prov. <li ~avona, sul Merula. Ebbe un castello. N el secolo XVlll F'assò :,j Savoia. 6Q


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Comba11ime11to di Stellanello (1672). Appanicne alla g uerra fra il duca di Savoia e la repubblica di Genova . Costretto a ripiegare su S., don Gabriele d i Savoia vi fu assal ito dal gen . Restor i, comandante dell'escrÙLO ligure. Il primo uno fu sostenuto dalle G uardie, cui si aggiunsero subito gli Svizzeri e le compagnie di San Dam iano. 1 Genovesi inflissero loro g ravi perdite, poi si volse ro contro le truppe piemontesi tlcl gen . Catala no che tentava d i raggiungere don Gahride, e combattendo per tulla la giornata fra un campo e l'altro dei ducali, riuscirono a impc<lire il congiun gi mento dei d ue corpi savoiardi. Don Gabriele si ri tirò su Oneglia, e il Catalano su Zucca re llo .

Bergamo: il q giugno ammontava no a circa 500, con 2 cannoni, comandati dal colo nnello D'Apice. li 15 il colonnello austriaco Alkman mosse all'attacco SH tre colonne, una diretta al colle dello S., una al colle di S. Mttr ia e l'altra cen tra le . L'attacco venne 1upinto. Il 27 gli Au striaci lo ritentarono con fm z.e maggiori senza ri:su ltato al-

cu1io . Maggiore importanza ebbe l'attacco del!' T 1 agosto eseguito c.:on d ue colon.ne. Una, <li

2 000

u . con un can-

none, attaccò di fronte salendo d a T rafoi ; l 'altra, d i 1500 u ., tentò l'aggi ramento a sud del colle . Coma11dame della d ifesa era i l maggiore Gasca che mosse al contrattacco della_ colonna princiFale austriaca col bgl. bersaglieri, inviando due cp . cacciatori sul ghiacciaio dei Vitelli per ostacolare

Stellata. Frazione del comune di Bondeno, in pov. d i Ferrara. Nel J643, durante la guerra per il d ucato di Castro, il duca d i Parma inviò il P lessian, con 300 fanti e 150 lancie, a prendere la to rre della S. Occupto il borgo . si intimò· la resa al presid io, composto d i tre uAìcia)i e 1 50 fanti, che rifiutò d i capitolare. l Parmensi attaccarono la torre e la fecero cedere battendola con alcuni pezzi d 'artiglieria . li duca provvide a ra fforzare la torre per mezzo <lell'i ng. m i!. Carlo Soldati.

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Stellata (Fortezza). V. Tanag/iato fronte.

Stellette. Le stelle a cinque punte, d i metallo o di stoffa o di rica mo sul bavero, o sulle maniche, o sulle controspall ine, o su i copricapo, degli appartenenti alle forze armate . È vietato a chi non è militare d i far uso delle S. , in base a decreto del 1907, n. 556. 1 contravvento ri incorrono nel reato contemplato dall'art. 186 del C. P . comu ne, che importa una multa, 1r1a non l'arresto. Stelo. Così fu chiamato il gambo di acciaio avvitat() sul fon<lo <lel vitonc d elle armi portat ili da fuoco ad avancarica, colla sopp ressione d ella carnera . Il suo asse era in coinci<lenza con quello dell'an ima, e lungo ta nto da sfiorare la carica d i r--olvere. L a pallottola, in trodotta <lalh bocca, trovava il punto d'appoggio centrale nella sommità dello stelo, e così poceva essere forzata con maggiore facilità e specialmente con maggiore regolarità, intanto che la carica non poteva essere eccessiv:n nentc com pressa . Questo sistema si. d imostrò superiore a quello a vitone ca1n c rato d i

L a strada al passo dello Stelvio

Oelvigne e venne proposto nel 1844 d.tl Theven in .

Stelvio (Giogo dello) . Passo delle Alpi Centrali che mette in comunicazione il bacino dcl i' Adda (Valtellina) con que llo dell 'Adige (Val Venosta) . La rotabile fu CO· struita fra il · 1826 e il 1832 per ordine d i F rancesco I d 'Austria , sotto la d irezione dell'ing . bresciano Carlo Doncgani . La stq da da Bormio (1225 m .) risale la Va l Brau•

il movimento del clisrnccamen to ai;gira11tc . Il co mbattimento durò tutt<l la grnrnata e fini con la ritirata degli Austriaci

cbc vi perdettero 36 morti e 78 feriti. L'armistizio Di Salasco (9 agosto) pose term ine a lle operazioni in Valtell ina. II. Attacco del Col/e dello S1elvio (8 lugl io 1859). G li Austriaci (magg. Sillcr) occupavano il Colle e il gen. Me-

lio e, con vari ri svolti e più tratti in galleria, raggil)nge

dici divjsù di ricacciarl i da que1l,:; posizioni , d::HH·lone inca-

il giogo , !elio S. a 2756 m. Di qui d iscende con st rettissim i r isvolt i per Val Trafoi si no a Spond ig na (883 m .) sulla strada <li Val Vcnosta, stabilendo cosl un collegamento ind ipenden te da quello segnato dai pi,, focili pa•;si del!' Ap-ica (1325 m .) e del Tonale (1884 m .). St rada importante quand o presso lo Stelvio convergevano le frontiere italia11a , au-

rico a Nino Bixio . L ·auacco , loveva effettuarsi con q ua mo distacca menti ; a sr. un;i colonna agli ordini del cap . Jlosisio doveva per le al ture d i Pcclc11olo e colle Forcola <lirigersi al colle; al centro il il tcn . Croft con una cp . d i carabinieri genovesi doveva percorrere le falde d i M. Brau• lio ; pure al centro il bgl. Sacchi doveva m arciare sulla rota bile ed ag ire <1i conserva col Jist accamento Croh; a d r .

striaca e svizze ra. o ra essa si svolge per inte ro in terra

italiana, rasentando il confine elevetico , ed ha perduto il caratte re d i comunicazione internazionale . Consideralo pe~

raltro che le alte vall i d i questa zona m ancano d i icr_rov ia, la strada dello Stelv io potrebbe, in determinate ipotesi, aver funzione sussidiaria per movimenti ~ii r adunata nella zona d i frontiera.

I. Combattimento al C?lle rldlo Stelvio (15 e 27 g iugno e 11 agosto 1848). Al colle dello Stelvio era stato d istaccato un repar to di volont ari valtell inesi e Crociati d i Lecco e

N ino Bixio, con un forte distaccamento dì cacciatori pratici de lla zona, dO\'t:Va rimontare il vallone e il ghlaccia io dei

Vitelli per aggirare la sr. della d ifesa del Colle e facilitare l 'attacco sviluppato dalle colonne de! centro e della sr. Gli Austriaci riusci rono a m andare a vuoto l'"ttacco f'<:rchè a M . Pcdcnolo predisposero in tempo la d ifesa. e contro il pericoloso aggiramento d i Nino .B ixio opposero cinque cp. d i cacciatori . L'armistizio . d i V illafranca (n luglio) pose fine alle operazio ni.


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111. Operazioni al Colle dello Stdvio (1915- 19 18). Appa rtengono a lla guerra Mond ia le . Gl i Austriaci occupavano a l Colle la linea di confine che sali, a ai monti Scorluzzino e Scorluzzo. li 24 maggio 1915 l'occupazione italiana di M. Scorluzzo concedeva la signoria elci Colle, ma il 25 esso venne .tbband onato ner dis1Josizion , suncriori . Inutili riuscirono i tentativi ulc~riori di imrossess~rsi del Colle dello Scelv10. Questo venne occupato, a malgrado d ella neve altissima, nella nouc dal 3 al ·1 no,·emhrc 1918, dal bgl. alpini Cu neo, q uando g li Austriaci lo abbandonarono dopo av,.r tirato gli ultimi colpi cli cannone. Stelvio. Battaglione alpini, costicuito nel gennaio 1916 colle cp. 89" e 113a già ap partenenti al hgl. Tirano , col liliale aveva no comballlllO in Alta Valtel lina cxl a M . Nero e colla 137• compag11ÌJ di nuova formazione. Appartenne al 5" regg. alpini. Operò inizialmente sul Vr~ic fino :il marzo 1917, allorchè fu inviato sugli altopia ni e schierato fra Malg a Pastore e Malga Molinc. Pa rtecipò ,1lla battagl ia ckll'Ortigara. Nel novembre r ipiegò sulle linee di val Vccchia-Cornone sostenendo aspri combattimenti a Malga Lora, a M . Fior ed a Meleua Davanti. Per la battaglia <li VitlOrio Veneto, rassa to il Piave, pun tò su Se ttolo Basso concorrendo alla presa della Morttagnola. Fu sciolto nell'aprile 1919. La sua condotta in guerra gli valse le citazioni sui hollcttini di guerra òel Comando Supremo nn. 981 e 12il· I.e sue perd ite a mmont~rono a ufficiali mo r• i 2,(, feriti 42, d isper si 5, u. d i t ruppa m . 176, f. 850, d. 257 .

Stenay. Comune Jclla Francia, nd dip. dcl!a Mosa, sul fiume omonimo. Fu anticamente rcsidc11w dei re di Au• i,lrasia. Goffredo di Buglione v i fece costruire ltn castello. Nell 'ottobre del 1591 fu preso <l:11 Turenne. Nel 1641 fu ceduto alla Francia dal duca di Lorena. Luigi XIV fece ~mantellarc la fortezza: in seguilo però le fortificazioni fu. ro no rialz~Hc. As1edio di Stcnay (1654). Fu posto il 19 giugno dall'esercito francese di Luigi XIV. li maresc. di Turenne, fana aprire 13 trincea il 3 luglio, si recò a soccorrere Arras, lasciando il coma ndo dell 'assedio :d luogotenent.e colonnello Fabert, governatore <li Sedan. Questi disponeva delle Gu:irdie francesi e svizzere, di 4 o 5 regg . di fanteria e di 1500 cavalli. Gli assediali, al comando di Nicola Bouton, con lc di Cha milly, fecero frequen t i sortite ; tuuavia il 22 i Francesi riuscirono a prendere il cammino coperto e il 25 posero una rnina che scoppiò quattro giorni dora, a prendo una breccia in una lunetta , di cui gli auaccanli riuscirono ~l impad ronirs i solo il 2 :1gosto. Messi in baltc..:ria o tto g l'O~~i cannoni, si all argò l::t breccia già aperta da un ':d t ra m in~t in un bastione della ciuà. La guarnigione si ritirò allor:i ne) castello e il 6 si .arrc;r, ottenen,lo gli onori delle 1mm.

Stenbock (conte Gustavo). Genern le svedese (1614- 1685). Partecipò alla guerra dei Trenta Anni . Generale d i fant,·ria nel 1648, si distinse nella guerra <li Polonia. Rientrato nclb Svezia. combattè contro i Danesi. Nel 1666 ebbe il grado d i am miraglio e fu governalo rc di p rovincia. Stc11bock co11te Mt1g110. Generale svedese (1664- 1717). Servì prima ncll'escmto olao,Jcse e poi in quello S\·cdcse. e si distin,c a Fkurus ( 1690). Col g rado di colonnello com hi111è nel 1703 a N arva cxl a P ullusk. Generale d ì fanteri,l nel 1706, si segnalò nel 1710 scacciando i Danesi dalla Svezia. Feldmaresciallo nel 1712, guidò un esercito in Germania: incendiò Altana, ma fu poi vinto e fatto prigioniero e m orì in p rig ionia .

Stendardi (Battt1glia deglt). V. Northal/er1011.

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Stendardo. In o rig ine, anticamente , era lo stesso eh..: insegna o bandiera. In seguito divenne la bandiera dei regg di ca\·alleria~ cm· dimcn~ioni pr<;s.:,o..:hè un qua, te, più piccole delle bandiere: <lei rcgg. di altre armi, avendo la stessa forma . In Frnncia, e l'uso fu imitato <fagli altri esercit i, lo S. d i cavalleria aveva l'impresa :illcgorica (corpo) e un motto (anima). Nelle forze a rmale pontificie S. equivaleva a bandiera. Il Gugl iclmotti ricorda « il maggiore slcnclardo » della Chiesa, spiegato sulle fortezze, col COCj>O cosciruico dal uiregno e dalle chiavi. Nelle ant. mili~ic italiane S. sig n ificò anche il reparto riuniw appunto sotto il medesimo stendardo. Stennio (Acl1illc). ~edagli,, d'oro, n. a Genova, caduto sul Carso (1886-1916). Ullicialc d i fanteria in S. E. P., da capitano e da maggiore era stato, per più a n ni, in Libia ed in Eritrea. Nel 1914, L'l Libia, aveva guadagnato la croce dcll'O. M. S. Partecipò alla guerra Mondiale venendo ben p resto promosso colon nello. Al comando del 9° falllcria c;1dde da p rode sull'altip1ano Car>ico. nel no,·embre 1916 e gli fu con krita la mcd . d'oro al valo!' rn il. con la segue n te m otivazione: « Prepar:ao, con ,·igile cura, morallllc;ntc e materialmente, il suo reggimento, pieno <li fede nella vittoria, .alla testa delle prime schiere, lancia,·a violentemente due suoi bauag lion i all'c,ssalto d i u na solida FOsizionc nemica. Sulla cr,ncea occupata, fieramente eretStennio Achill• to ~ui p1l1 axanz:ui approcci, incitava e dirigeva l'affluire dei rincalzi , no ncurau tc de i proiett ili e d elle bombe che numerose gl i rcoppiavano attorno. dicendo esser quello il suo posto per dividere il pericolo dei suoi soldati. Colpilo mortalmente al petto cb un proienilc d i m itragliatrice, agli ufficiali acco rsi, che te ntavano celarg li la gravità del suo sta to, fieramen te rispondeva: « l o muoio, ma la vittoria è nostra )), e spirava grid~rndo: « Vi\'a l' Italia' ». (lkvetaki , 17 sctterr:brt: 19 16).

Stepanovic (Stefano) . Gene mie serbo ( 1856-1929). Divenne ca po di S. M. nd 1902 e min istro della guerra d,11 1908 al 1912. Nel 191~ diresse la mobilitazione dell'esercito serbo partecipando poi alle or-crazioni della guerra Mondiaie; comandò la 2• arm ata ,erba sul fromc d i Salon ir.;o, nel 1917- 18. Sternberg. Generale medico americano. Durante la g uerra Ispano-ame ricana (1898) diresse il servizio sanitario <lelresercito d egli Stati Unili e scrisse u na relazione, nella, quale espose l' insufficienza del servizio sanitario americano in tempo cli guerra. Sternite. Denom inazione rnn la q uale, n.d codice riscr- · vato frnnccse, <lur:intc la gucrrn Mondiale, veniva indicata la d ifcni lcloroarsioa. Sterope. T rasporto costruito a Livorno ccl e n1r;110 in servizio nel 1906, ra<iiato nel 1918. Dislocamen to 1011ncllatc 9-190, macchine HP. 4000. li 7 aprile 1918 venne affon-


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dato in pieno atlan tico dopo impari combattimento, mc<liante i IV 57 d i cui d isponeva, con u n grande sommer g ibile austriaco.

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chi . Restaurata nel 1296 fece parte d ella Hansa. N el 1570 vi fu firmata la race per cui la Danima rca riconosceva l ' in<lipenden.ia d ella Svezia. Assegnata a quest'u!t inn dalla pace d i Westfal ia , n el 1659 venne invano assed iata <lai Brandeburghesì . Fu jn seguito mun ita <li ha5tioni.

I. /lunc,·o di Stcttfov (1631) . Per un accordo col duca Bogislao di Pomerania, il re Custavo di Svezia era entrato in S. Il romano Torquato Conti, capitano i mperiale, tentò d i riprenderla e strinse accordi con alcu n i cittadini. Poi avanzò verso S., da cui l':s<.: rcito s,·c•dcsc uscì ùubito, offrendo battag lia. Questa durò due ore, Jinchè il Conti , ve<kndo che i cittadini non n1an tenevano i !)atti, <..iovcttc r itirars i. Nel combattimellto ,;i d istinse il marchese Alessandro Borro .

La Regia Nave o Stcropc >

Sterpone (Alfredo). Genera le , n. a Torino, m . a Chianc iano (!832-1900). T en. d'art . nel 1852, n1cr icò la med. d ' argento nel 1859 e la me nz ione o norevole a G aeta. Colonnel lo comandante in 2a della Sc uola d 'applicazione d 'art. e ge nio nel 1877, comandò poi il 2~ da campagna . Magg. gen . comandante territoria le <l' art. a Torino nel 1884, fu poi ispettore d 'art. da campgna. T e n . gencrak nel 1890, comandò la· divis. d'Alessandria e poi l'XI ed il X C. d'A. Nel 1897 andò in P. A. Sterzi (Giuseppe). Generale dei CC. RR., n . nel 1862, m. a M ilano nel 1925. Sottot. d i fanteria nel 1882, p assò nei CC . RR. nel 1885. Colonnello nel 1916 partecipò alla guerra contro l'Austria e nel 1920 venne promosso genera le b rigadiere. Comandò successivamente il VII e il V gruppo legioni CC. RR. e n el r923 assunse il gra<lo <li generale d i b rig ata -dei CC. RR. Nel 1924 venne trasferito nella riserva . Sterzi Emilio. Gcn_e rale dei CC . RR., n. nel 1870. Sottoten. di fanteria nel 189 1, passò nei CC . RR. nel 1898. Partecipò alla guerra contro l 'Austria e nel 1923 venne p romosso colonnello. Comandò le legioni ài Verona e di Triest~ e nel 1928 andò in P. A_ Nell' anno seguente ebbe la promozione a generale d i b rigata dei Carabinieri Reali. '

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Il'. / /ssedio di S.(ettino (1677) . Fu posto da ll'clenon: Federico Gugl ielrno d i Hrnndeburgo, il quale attaccò dalla riva dr . dcll'Odcr, ma venne respinto e mutò l'assedio in blocco, che du rò 6 mesi ; quand o, il 14 dicembre, il p res id io capitolò e ra ridotto a 300 u . Due anni dopo S. fu restituita :-d ia Svez.i a.

Hl. Assedio di Suttino (1713). Fu posto dal principe d i lvkncikov, che aveva ai suoi ord ini un e sercito d i Russi e di Sasson i, mentre il re Carlo Xli di Svezia era in Turchia . Il presidio, svedese, stava p er capitolare, quando il grande e lettore lo salvò, face ndosi con segnare la r iazza in seques tro da lle Potenze belligeranti, a cond izione d i impedire agli Svedesi d i entrare IJella Pomerania . I V. Resn di Stettino (1806) . Appartiene alle g uer re dell 'Imp ero napoleonico. Un corpo france,e, comandato dal gen . L asal le, intimò la resa ai 6000 Prussian i d el presidio d i S. Questi, dop o una b reve resistenza, caoitolarono il 28 ottobre, lasciando nelle ma n i ~lei Francesi -,60 cannoni e jngcnti q uantità di provviste.

V . Assedio di Stcttino (18.i3). Fu posto dai Coa lizzati. La g uarnigione francese, sotto il comando d el Barbanègrc, si d ifese a lungo valorosamente, ma i n fine, il 5 dicembre, d ovette capitolare. A S. si d istinse particolarmente i l ,no regg. <.i i linea , composto d i Ital1;1ni.

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Steuben (barone Federico Cuglfrlmo dt). Genera le tedesco (1 730-1794). Entrato ucll 'esercito prussia no n el 1747, partecipò alla guerra de i Sette Anni e d ivenne luogotcn. generale. Nel 1777 passò negl i Stati U11iti ad organizzarv ì l'eserc ito, instaur~rnclovi metodi e d iscipl ina federicia na e c rea ndo soldati .ottimi da milizie disordit1atc; divenne capo di S. M. cli Washiugton, col ;_:,-ado d i magg. generale e la carica d i ispettor.e d e ll' esercito. Com pose un « Regola mento per [·ord ine e la d isciplina d elle 1ru pp-c degl: Stati Uniti " , e redasse per il suo capo apprezzati memor ia li: Stevani (Fran cesco) . Generale, n . a N ibbiano, rn. a Sassari (1840-i917). Sottot, dei bersagl ieri n el 1859, pa rtecipò alle campagne del 1859, 1860-6' e 1866 e n1critò la m_ed . d'argento a Perugin, rima-

Fortezza di Stettino (secolo XVII)

Stettino (ant. Sedùwm). Città della Prussia, su ll'Od er, con . cast.e lio costruito in prin cipio d el sec . XVI, residenza d ei granduchi d i Pomerania. Nel 1221 fu presa d ai Polac-

nendo ·ferito, una seconda d'arg ento nel briganta ggio nel Barese (1864) e b menz ione onorevole a Primolano (1866). Colonnello nel 1894, ebbe il comand o del 7° bersaglieri . Partecipò alla campagna eritrea del 1895-96; comand ò il , 0 regg. bersagieri d'Africa, p artecipò alla battaglia d'Adua, si d ist inse a Mai Maret e fu vincitore a l m o nte Mocram e T ucrùf, gua dagna ndovi la commenda dell'O. M . S. Magg. generale co-


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mandante la brigata Regina nel r898, fu promosso ten. ge• ncrnlc nel 1902 e comandò la divis. d i Novara. In P . A . nel 1903, passò nella riserva nel 19rn.

Stevenson (Luigi) . Generale, n. a Napoli, m. a To• rino (1837-1 899). Proveniente dall 'esercito delle Ouc Sicilie, passò in quello jraliano ud 1861 come capitano d "art. e pa rtecipò 31la campag na del 1866. Colonnello comandante il 12"' art. nel 18n, fu successivamente d irettore del laboratorio {li prcci~ione, e comandante in 2·"' della ScuoJa d i tiro. Colonnello brigadiere comandante d 'art. a l\·1ilano nel 1889 e rnagg. generale nel 1890, ebbe tre anni dopo il comando della br igata Acqui. Ten. ger,erale nel 1896, CO· mandò le d ivis . di Ancona e d i P adova. Stevin (Simone). Matem atico, m eccanico e architetto olandese (1548-1620). Fu dal principe Mau rizio d'Orange nominato architetto super iore delle acque , e poi q uartier m astro generale, nella q uale carica acquistò grandi m eriti nella costruz ione d i arriglie ric e nella fortificazione, d i cui è riconosciuto come il pa<lrc in Olanda. Ad A nversa conobbe l'ing . ital iano Au relio dc P asino al servizio degli Stati Generali e da lu i attinse i principi deJJa nuovi arte della difesa.

Sri

in P. A. S. e nel 1932 venne collocato nella r iserva. Collaborò a molti periodici militari e leuerari e fondò e di. resse p er quattro an ni la r ivista « In alro! » . Nel 1930 vinse il premio del min istero della guerra con la monog rafia: « Il cuore e la mano del Ferruccio ,, . P ubblicò, fra a ltro, « A,1uilotti » ; « Storia degli alpini e degli artiglieri

ch1 rnunrngna >); t< Gli scrittori n1ilitari italiani>); <( L'opera degli alpin i »; ,, Il primato militare intellettuale d'Italia nel rin_ascirncnto >) .

Stievano (Paolo) . Generale, u . nel 1866. Sottot. d i fanter ia nel 1885, ra,t'giu nse i l grado d i colonnello nel 1916, comandò ne lla gue rra conlro l'Austria

il 42° fanteria e

nello stesso anno 1916 fu collocato in congedo provvisorio . Trattenuto in servizio sino al 1919, venne r icolloccno in congedo col grado di brigadiere generale. Nel 1923 assunse il grado di generale d i brigata nella riserva e nel 1928 venne collocato a rip,so.

Stewart (Martino). Feldmaresciallo inglese ( r824- 1900). Entrato nel l'esercito dell ' India nel 1840 , fece pirte nel 1867 della sped izioi1e in Abissinia. Nel .1878-1880 s.i segnalò nella g uerra Afgana; ebbe poi il comando in capo delle truppe nell'India e nel r885 ri tornò in l ngh ih crrn. Nel 1894 fu promosso feldmaresciallo. Steyr, Comune dell'Alta Austria, alla confìucnza dell 'Enns con la Stcyr.

Armistizio di Steyr (1800). Appartiene alle g uerre dclia Repubblica francese . N d d icem bre del 1800 l 'arciduca Carlo, preso il comando ~lell 'escrcito austriaco al posto del l' al'ciduca Giovanni. inv iò al gcn . Morcau proposte {li armistiz io, che il 25 diccrnbr<.; venne firm,no al quartier ge-

nerale d i Moreau . In base agli accord i il Tirolo rimaneva rn po tere dei Francesi ; i passi fortifica li e le pi.azze fon i di Scharnirz, d j Kufste_ in e di l3raunau veniva no ..::onseguati ai me{lesi m i, come !) iazze d i sicu rezza, fino alla ç9 nd usiunc della pice .

R. N ave 1 Stige ~

Stige. Nave cisterna per ben,.i na, varata a Riva Trigoso, cmrata in servizio nel 1916, rad ia ta nel 19 20. Dislocamento tonn . 137i, macch ine H P. 8 ro, arrnarnento ili 76.

S1ige. Cisterna per benzina, varata a La Spezia nel 1922. d islocamento tonn . 1400. lunga m. 52,83, larga 111. 9,32,. apparato motore cavall i 676 . Armamento guerresco 1 120, <.: l 76 a .a , Per:,ona le <l':trn1an1en to un ufficiale e 40 uominii

d'equipaggio.

Stilicone ( Flavi)) . Generale romano. Vandalo d 'o rigine, ne l 395 fu da Onofrio nominato cornandan1e supremo dei suoi ese rciti ; combattè i Goti e Ii scon~ fisse a Polknzo e a Verona nel 403 . Nel 406 viu~c Radagaiw pn;s,o Fiesole . Accusaro di tradimento [u preso a Ra,·enna , condannato e g iustiziato nel 409 .

Stillfriecl. Così chiarnata in qualche testo I;, battaglia d i M11r c/,feid (V.) de] . l'anno 1278 . Stilo (o s1ih-, stiletto). Specie d i arma bianca manesca, corta, del g enere

ùel pugnale, ma colla lama qtrnsi semStcvani Francesco

Sticca Giuseppe

Sticca (Giuseppe). Colonnello e scritto re mi i. , n . a Castel nuovo don Bosco nel 1870. Sonot. nel 1892, r imase. negli alpi ni per sedici "nni e poi µassò in fanteria. In L ibia nel 1914-1915, vi meritò una med . di bronzo. Rimpatriato nel 19r5, fu insegnante alla Scuola m ii. di Modena e poi partecipò alla guerra contro ]' Austria. Colonnel lo nel 1918, comandò il 117" fanter ia sugli Altipiani. Nel 1920 andò

pre <]i fornrn. tri angoiare, I'ararncnte quadrangolare, e con p unta acutissima . Era considerata arma jnsidiosa e perciò p roib ita d agl i Stati.

Stiletti

Stilo. Comune in prov . ùi R eggio Ji Calabria. Rovine di mura e torri : porrn medioevale co11 due torri rotonde.

llattaglia di Stilo (12 o 13 luglio 982) . Appartiene al1'imp-csa di Ottone II per liberare l'Italia mcrìd ic,r,ale dai Saraceni, e fu comb ttuta ·d all'esercito te<lesco contro i Mu-


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sulmani d i Sicilia e i loro alleati greci, condotti dall'emiio Abu-al-Casem . Al p rimo sconu·o i Saraceni cedettero, ma una loro riserva piombò improvvisamen te sui Tedeschi, sbaragliandoli completamente . L'esercito di. Ottone andò completamente dispers(), lasciando o ltre 4000 u. sul campo : !!imperatore riuscì a stento a salvarsi a Rossano. La bat-

taglia fu detta anche di Cotrone.

Stipendiari . N ell'epoca delle compagn ie di ventura, si dissero anche così i militanti al soldo o stipendio d i signori e città. ·Astorre [Il dei Manfredi , signore ~li Faenza, pubblicò nel gennaio del 1492 un ,, Codice m il itare degli stipendiar i ». Stipendio. Dal lat. « Stipendiu m » , ind ica il compenso in danaro che si <là all'ufficiale per il servizio prestato. La voce in Italia suona in modo differente da quella d i paga, o soldo, che i□ sostanza ind icherebbe la stessa co~a,

ma che viene adoperata per il compenso jn d::inr1ro daco alla trnFpa . Lo S. risale ad antichissima data come emolumento che si dava fin <lai tempi di Roma . 1\ ttraverso al medio evo lo S. si andò trasformando, ,pecialmente qu'1ndo comparvero le mili.zie mercenarie . ;\ llora lo S. (liventò lo scopo essenziale del mestiere delle armi, e colla massima indifferenza per pochi danari in più si piantava il c,1pitano d i vcntma o lo Stato che si serviva per passare magari al nemico, il quale pagasse di più. Le Repubbliche m,iri nare, e g li Staterelli stabili, ~on mi lizie nazionali cd ordi• namento mii. permanente, fecero in Italia scomparire quello stato d i cose. Sullo scorcio del secolo XV, in Francia, Spa•

gna, Austria, ed altri Stati minori

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Thévenot. Una sfera metallica t iene allargate due branche che all'estremità inferiore trattengono il percussore. Bat· tendo a terra i l retardo, la sfera si svincola, liberando d al1'alrra parte il percussore che per effetto di una molla va a percuotere la capsula del detonatore. Un apposito d ispositivo di sicurez7.a viene tolto all'istante del lancio .

Stohi. Antica città importante della Macedonia. Ai tempi d i Plin i<, era ci.ttà municipale: fu ooi convcrt,ta in colonia . Nel 386 d . C . d ivenne iÌ capoluo~o della pro~incia Mace<Jonia Seconda; nel 479 fu presa e distrutta da Teodorico, il quale ne fece massacrare la guarnigione. Bnilaglia di Stobi (197 a. C .). Fu combattuta e vinta da F ilip po V, re di Macedonia, cont ro i Dardani, i <1uali, doro la disfatta cli Cinocefale (197 a. C .), credendo sgon1inati i M<1cedon i, avevano invaso le parti superiori del regno . Gran numero d i Dardani fu tagliato a pezzi sul ca mpo, e maggiore Eu la st rage fra quelli sparsi nella campagna per avidità dì preda re. Stocco (o Stocco d'nrmc). Fu chiamato con ml nome una specie d i arma bianca manesca con Jama rig ida, ro -

busta , a sezione ,di tr iilngolo equilatero curvilineo, terrni~. nantc con1e uno spuntone quadrato, con punta inoito acuta. Non poteva servire altro che a ferire con colpi cli punta,

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l'organizzazione arn~

ministrativa delle truFPe aveva fissato S , stabili ai propri ufficial i. Al!a vigil ia della rivoluzione francese esisteva ancora il privilegio dell'assegnazione dei gradi mii. esclusivamente alla nobiltà, con S. favolosi in confronto dei modesti compeusi dati agli impiegati civili, ed alle paghe delle truppe . La Rivoluzione portò anche in questo campo profondi mutam,:nti. Con la democrat izzazione delìe forze an nate, e l 'uniforn1ità del trattamento ammin istrativo a tutti i militari, si venne allo S. eguale per tutti gli ufficiali aventi lo stesso g rado in tutte le arm i, salvo speciali :indcn•

nità d'ar'ma e di carica. Nelle forze armate italiane, lo S. è calcolato a<l anno , ma viene pagato a mesi maturati. Lo S. è calcolato sempre ,al lordo dei pesi fiscali . li pagamento viene fatto dall 'uffi<:ialc pagatore d i ciascun corpo. Gli ufficiali in licenza f.'OS· sono farsi spedire lo S. al termine di ciascun mese. Ncll'ant. Roma vigeva lo « St ipcndinm semestre et annuum » . Nel ~06 a. C . esso venne stabilito per legge, detenni nandosi l 'irnporto,

dal quale si d ovevano det rarre le spese per i l nutrimento, il vestia. rio e le arrni, sostenute

da llo Stato.

Stirling Bridg,e. V. Cambu; Kenneth .

Stobi. Peta r do a mano, àdoperato durante la guerra Mond iale, costituito da una Petardo a mano Stobi scatola d i latta, del peso complessi l'.O di circa 360 g rammi d i cui ·· 160 d i esplosivo. Funzionamento a percussione. Rap-presentò un m iglioramento del

• Stocco: sopra, italiano del sec. XV; sotto, veneto del sec . X VI

che ve nnero appunto chiamati « stoccate ». Era portato dai militar i, aFpeso all 'arcione anteriore della sella e da ll a parte' s inistra. Esisteva un altr 'arma con lo stesso nome, m unita di fodero : aveva anch'essa la lama rigida, ma questa era a sezione di losanga, e cogli spigoli taglienti da tutti i lati. Lo S. d'arma non si deve confondere con la spada papale. (V. ancJ,c Verduco) .

Stocco Cemre. Generale, n . a Decollaturn, m . a Napoli (1806-1880). Generale comandante i l corpo dei volontari calabresi 11clla campagna con tro i florbonici del 1848, cessò dal servizio nell 'anno seguente colla r csta4razionc del go• verno borbonico. Nel 1860, col grado d i teo . colon nello, sbarcò a Marsala coi « Mille » : si d ist inse a Calatafimi ove rimase ferito e meritò la croce d"uff. dell'O. M. S . ; fu promosso colonoello brigadiere e magg. generale. Con tale grado passò nel 18fo nell 'esercito regolare cd ebbe il comando della brigata Aosta, che tenne per pochi mesi perchè fu collocato a riposo in segu ito alla ferit a di Caln cafìmi. Stocco Cesare. Generale, n. a Catanzaro nel 1870. Sottot. d i fanteria nel 1889, fu ir1 Eritrea nel 1896. In Libia nel 1913-1914, partccifÙ poi alla guerra contro l 'Aust ria . Colonnello nel 1917, comandò il 90-0 fanteria e a Nad Bre· gom rimase g ravemente fe rito . Jn P. A. S . poco dopo la guerra , fu promoss,, generale d i brigata in A . R . Q. nel 1926 o nel 1932 venne collocato a r iposo per infermità proveniente da causa

di ~ervizio in guerra .


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Stoccolma. Città car•itale della Svezia. allo sbocco dcll'emiss.1rio del lago Malar nel Baltico. Costruita nel sc<:olo XII, fu munita d i un castello. Fu più volte teatro di lotte (ra Danesi e s,wlesi. Nel 1660 vi fu conci uso un trattato addizionale a quello di Copc11agl,eu (V.). I. Attacco e assedio di Stoccolma (1452-53). Una flona <lanesc di 46 vascelli nel 1452 a ttaccò la cin :,, ma venne respinta dalle milizie svedesi di Carlo Canuto. :t-:d seguente .anno i Danesi tornarono e asscdjarono la città per sei settimane,, comand.11i dal loro re Cristic:no, Jinchè costrinsero Carlo a fuggire dallo Stato, d i cui r i,nasero padroni . Il. rlssedio e battaglia di S1occo/111a (1471). Cristierno tornò ad assediare con una flotta di jo vascelli la città, c he aveva, ,topo la morte d i Carlo, scelto come proprio a;po Stenonc Scuro. Questi accorse ,1 difenderla, e presso di essa, sulla co,ta, diede bauagl;a alle tru!"!,'C sbarcate da Cristierno, composte d i Danesi, di Norvegesi, di mercenari -di Scozia e d i Germania . Cristiano rimase ferito e scc,ntitto, perdendo molti dei suoi che non iecero in tempo a imbarcarsi . L a battaglia fu :rnchc detta di Rrunkcberg. III. 'fr,1tta/.o di Stoccolma (3 gennaio 1663). Tra Francia e S"czia, per confermare le condizioni stabilite :i Fontaincbleau. IV. T,·auato di St9ccolma (1° marzo 1666, rinnovaw il ouobrc 1674). Alleanza e commercio frn Inghilterra e :Svezia. 10

V. Tmtta/.o di Swcco/111,t (27 ma rzo 1666). Alleanza fra .'ivezia e Brandeburgo, a garanzi:t dei rispe11ivi territori. VI. Trattato di Stoccolma (14 aprile 1672). 1\lleanza d1fensiv;1 lra Francia e Svez ia, pe: 111antenere liberi il com~ mercio e la navigalione nel Baltico e nell'Oceano e far <isservare la pace di Westfolia. VII. 'l'rattato di Stoccolma (r2 o twhre 1682). Alleanza difensiva fra Imperatore e Svezia (contrapposta a quella fra Danimarca e Francia), per mantenere la pace pubblica e ,garantirsi i rispettivi Stati e possedimenti secondo le paci d i Wcstfolia e d i Nimega. VIII. Trattato di Stoccolma (12 settembre 1686). Alleanza fra Svezia e Olanda, minacciata di guerra dalla Francia. IX . Trattato di Stoccolma ( 17 mano 1693). Alleanza fra Svc,:ia e Danimarca, f"'r far cessare la pirateria esercitata in danno dei rispetti,·i sudditi dalle Potenze in guerra.

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di commercio e navigazione nel Baltico, nel Mar del Nord e nella Manica. XVI. ?'ralrato di Stoccolma (1° febbraio 1720). Pace fra Russia e Svezia, che cede alla prima Stcttino. XVII. Tra/lato di Stoccolma (8 luglio 1720). Pace fra Svezia e Danimarca, me<liatrici I nghilterra e Francia. X Vili. T.-auato di Stoccolma (22 febbraio 172.;). Alleanza difensiva fra Russia e Svezia. XlX. T.-at1<110 di Stoccolma (26 marzo 1727). Trattato tra Francia e Inghilterra e Svezia, che acce<le all'alkanza d ·1\ n no,·er. XX. Trattato di Stoc,·olma (9 genna io r72!)). Pace fra la Polonia e la Svezia. XXI. Tra/lato di Stoccolma (10 gennaio 1734). Unione, amicizia e alleanza tra l'rancia cd elettore d1 Colonia. XXII. Trattato di Stoccolma (S ouobre 173~). Allc3nza dife1Hiva fra S,•czia e Danimarca a rinnovazione del trattato del r720. XXIII. Trai/aro di Storco/ma (25 giugno 1735). Convenzione tra Francia e S,·C1.ia, la quale s'impegna a non nuoce re agli intere,., ; francesi durante la guerra attuale (per la Succc~~ionc d i Polonia). La Con\re1w.ione fu rinnovata scrnpre, a S. per 10 anni il 10 novembre 1738; rer altri 10 il 5 giugno 1747; per altri 10 il 17 gennaio 1754XXIV. Trattato di Stoccolma (6 agosto 1735). Trattato fra Russia e Svezia, per rinnovare l'alleanza del 22 febbraio l 724. Sulle rimostranze della Russia per il trauato conchiuso colla l'rancia, la Svezia 1tipulò il presente. XXV. Tra1ta10 di Stoccolma (29 maggio 1747). Alleanza difensiva tra S,·ezia e Prussia a reciproca garanzia dei rispettivi possessi . XXV I. Tra/lati di Stoccolma (21 marzo e 22 settembre 1757). Conven?.ione fra Austria, Svezia e !'rancia, allo scopo di esercitare insieme la gar.,nzia della pace di \Vest falia, viobta per l 'invasione prussiana nella Sasso11ia. Con questi trallati )a Svezia entra nell'orbita antiprussiana durante la guerra dei Selle Anni. La Russia accedette :il trattato .i l 5 novembre. XXVII. Trattalo di Stoccolma (5 febbraio 1766). Trattato d'alleanza e commercio tra Inghilterra e Svezia.

X. Trattato di Stoccolnw (22 febbraio , 698) . Alleanza /·a Svezia e Olanda, cui si unì l'lnghi!terra. Le Potenze marittime miravano a mantenere la Svezia nel sistema opposto all a Francia.

XXVlll . Tmtf./llo di Stoccolma (3 dicembre 1804). Convc11zione p reliminare e segreta fra lngh iltcrr:, e Svc., ia, la quale, mirando a conservare Stralsunda, entra nel giuoco d elle alleanze contro la Francia.

Xl. Trattato di Stoccolma (9 luglio 1698). Alleanza fra S,·ezia e Francia, per TO anni, allo scopo di conscn·arc e assicurare la pace pubbl ica .

XXIX. Tra/lato di Stoccolma (3 marzo 1813). Alleanza fra Inghilterra e Svezia, contro la Francia. La Svezia s'obbliga di fornire un corro di 30 mila u . di concerto colle truppe russe, e posto sotto il comando del principe reale d i Svc,:ia, secondo gli accordi esistenti (ra Svezia e Russia, in ciò che non solo si opporrà, ma agevolerà la riunione della Norvegia alla Svcziu.

Xli. Trattato di Stoccolma (zS aprile 1704). Alleanza di1cnsiva fra S,·ezia cd clcuorc di Brunswick-Luncburg contro la Danimarca. XIII. 'fratta/o di Stoccol111a (20 novembre 1719). Pace Ira Svezia e Inghilterra, mediatrice la Francia. XIV. 'J'rattato di Swcco/111<1 (7 gennaio 1720). Pace fr:t Svelia e Polonia, mediatri~c la Francia. XV. Trattato di Stoccolma (1° febbraio 1720). Alleanz:1 -d ifensiva fra lnghilt~rra e Svezia (mediatrice la Francia), per conservare il possesso dei rispettivi Stati e la libertà

XXX . Tra/lato di Stoccolma (19 marzo 1813). Pace ed amicizia fra Svezia e Spagna. La politica adottata da);a Svezia in seguito alla sua alleanza con Russia e lngbiltcrra, l'obbfìgò naturalmente a rinnovare le sue an tiche relazioni coi governi che cr1no in guerra con la Francia. XXXI. Trattato di S1occo/111a (22 aprile 1813). Alleanza offensiva e difensiva fra Prussia e Svc,.,ia. Al corpo d'cscr-


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cito svedese destinato ad operare in Germania, la Prussia aggiungerà 27 mila uomini . XXXII . Tmuato di Stoccolma (21 novembre 1855). Fra la Svezia e la Norvegia da una p arte, e la Francia e l'Inghilterra dall 'altra, col quale queste due Potenze garan1iscono l 'integrità territo riale del Reg no Scandinavo contro le trarne della Russia, la quale mirava ad ottenere un porto cnn relativo territorio norvegese, .sulla costa dove il mare

non gela. XXXIII. Trauato di Stocwlma (26 ottobre 1905). Fra Norvegia e Svezia; separazione completa dei due Stari, la cui unione nella persona del Sovrano durava cla l 1814.

Stockach. Borg., del Baden, nella German ia, sulle sponde del fiume omonimo, nibutario del lago d i Costanza. I. Combattimeuto di Stocl(ach (1799). Ar partiene alle guerre del Consolato francese. Trovandosi d i fronte ad avversario nuinericamenrc superiore, il 22 marzo il gen . fran. ccse Jourdan era costrello a ripiegare da Pfullendorf su S.

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il Jourdan r itenne l 'azione generale ormai favorevolmente impegnata e ordinò che l 'avanguardia inca lzasse l'avversario attraverso i boschi e che \a sr. (divis. Saint-Cyr) s"affrcttasse verso Mòsskirch pec tagliargli la ritirata su Pfu llen dorf. Ma nel mentre la dr. francese era .riuscita ad avanz are ol tre Ncuzingcn, il centro erasi fer mato assai indietro, cosicchè le <..luc colonue non :i,vevan potu to darsi la n1ano ed esercitare

uno sforzo coordin ato in direzione di

S.

T anto che l'arciduca aveva potuto avviare nei bosch i d i S. 6 bgl. e 24 sqd r. , distaccando altri 6 sqdr. su ll a strada d i Mòsskirch per esser ben sicuro <la sorprese su[ tergo. Perciò, sebbene la sr. francese avesse in pri mo tempo fatto piegare Ja dr. avversaria, la trovò dipoi sempre più rinforzata da truppe fresche e non potè soverch iarla . Costretta a sostare, si riannodò nei pressi <lì Liptingen. Jourdan , anzichè ri chiamare rutta la d ivis. del Saint-Cyr a sostegno del le altre truppe d "a la , richiese il concorso <li un solo reggimemo, e sollecitò qud generale ad affrettare la sua marcia su Mòsskirch. La sr. francese tentò ancora <li piegare la cont rapposta ala avversaria mercè ]'azione combinata di fanteria e cavalleria : g li sqdr. francesi furono respinti verso Lipt ingen e ogni sforzo d i Jourdan per rannod are i suoi riuscì vano. La d.ivis. Sa int-Cyr rischi<) d'esser tagliata tuo ri e potè evitarlo mcrcè una pronta marcia su Sigm a-r.i ngt·n , o ve entrò di sorpresa rjusccndo a passare j} Da-

nubio e a rit irarsi lungo la riva sr. Jourdan dovette pertanto, la mattina del 26, inizinrc i l movimento d i ritirata oltre Reno . La battaglia era costata 5000_ uomin i ai Francesi e circa 4000 ai Tedeschi. Il. Combattimento di Stockacl, (1800). Appartiene allegueri·c del Consolato francese . Di fronte al passaggio del Reno} eseg uito d~l gen . kv1on.:au negli ultimi giorni di aprile, il gen . austriaco Kray rnnccntrò le sue forze a E.1Jgm (V.) per proteggervi i magazzini dell'eserci to, la sciando sulle alture d i S . il principe Vaudbnom con r2 .ooo uomini . Contro <Jucstc forz~ ;\,lmeau inviò il gen. Lacourbe con le fanterie d i Montrich ard, Molitor e Vandarnme e la <.:avallerìa di N ansouty. L~ buona artiglieria austrjaca, bene situata, frenò l'imvcto degli assalitori, finchè r iusd al Vandamme d i aggirare la posizione, mentre Mo.litor esegu iva un attacco fron tale e la cavalleria del Nansoi.H}r com~ pletava il successo. li Vaudémont ordinò la ritirata, ma dovette lasciare ne11e mani dei Francesi 4000 pl'igion ieri e otto cannoni .

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Battaglia di Stockak (1799)

dove dispose le sue t ruppe a occidente del borgo, su larg hissirna fronte, con le ·

;li appoggiate al lago di Costanza

al Danubio. Le avanguardie dell'esercito austriaco, comandato dall 'arciduca Carlo, avanzaro no i l i ,1 m arzo con

e

largo movi1nento che palesava \ 'intenz ione d i soverch iare

la sr. francese per staccarla dal Danubio. Jourdan .non intendeva retrocedere oltre, per tema d i veder interrotte le proprie comunicazioni con Masscna, che operava ne lla

Svizzera, e fece avanzare , la mattina del 25, le sue <iiv is. respingendo gli A ustriaci, mentre ] ':da sr. ord inata su t re colonne convergeva verso S.-E. minacciando d i aggirare la d r. austr iaca, che si ritrasse a sua volta . A questo punto

Stoczek. Borgo della Polonia nella Podlaccbia, a circa 70 Km. _a S.-E. d i Varsavia . Il 15 febbraio 1831 vi avvrnne un cornbattimcmo che appartiene a l i 0 periodo della g uerra d i Rivoluzione polacca del 1831 e si svolse tra un d istaccamento ru sso del gen . Geismar e il gen. Dwernick i mandato ad i nco111rarlo. Qucst'u ltirno, all a testa di 24 sqdr., 3 bgl. e 6 pez-zi? altaccò l'ala dr. IJcmjca caricando.h\ con un rcgg. di cavalleria e cacciandola in ro tta nei pant~ni; quivi prese 6 ca nnoni. Nel frattempo il geo . (;eismar Jnanùvrava con la propria sr. sotto la r:rotczione del fuoco di_

r8 cannon i per portarsi all"attacco <lei fianco dr. polacco. Ma il Dwemick i, accortasene, non gliene lasciò il tempo facendolo caricare da tutto il resto della cavalleria. La nuova azic ne della cavalleria polacca ebbe per r isultato la rotta completa dei Russi, che perdettero altri 5 cannoni. Il combattimento finì con la p recipitosa (uga del Geismar che lasciò sul campo 600 u . l l'olncchi ebbero ,olo 30 u . fuori combattimento.

Stoessel (Anatolio). Generale russo (1848-1915). Partecipò alla guerra cont ro !a Turchia nel 187i-j8 : colonnello

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nel 1889 e magg. generale nel 1899, prese parte 11dl'anno mortaio è munito di forcel!a e <li piastra di sostegno. seguente alla spedizione in Cina. Col grado <li tcn . generale Il rubo è lungo 111. r, 10. L 'artna è stata adottata negli ebbe, nella guerra Russo-giapponese, il comando di PortStati Uniti, dat i 'Olanda, dalla Gran Bret agna, oltre che Arthur. Aven<lo negoziata la resa per risparmiare l 'inutile , dalla Francia. La quale ne ha adottato un t ipo che lancia sacrificio dei superstiti, al suo ritorno in patria fu accusato 1111 proietto del peso di Kg . 3,200 sino alla distanza di d'essersi lasciato corrompere dal nem ico. Seguì la conda11na m, 2200 con la celerid d i 18 colpi al minuto . a rr1orte, c:orn1nu ta.ta ln dicci anni di fortezza.

Stoffe) (barone Eugenio). Colocndlo francese e scriuore militare del sec. XIX. Ufficiale d'an., nel 1866 fu ~ddetto mii. a Herlino e nel 1872 andò a r iposo col gra<lo <li colonnello. Pubblicò, fra altro, « Rapporti m ilitari da Berlino <lai 1866 al 1870 » ; « Il telegramma <lei 20-8-1870 <lei maresciallo Bazaine al maresciallo <li Mac-Mahon » ; « Della rossibilità d'una futura a lleanza franco-tedesca»; « Storia di Giulio Cesare»; ,< Guerre di Cesare e dl J\riovisto >).

Stofflet (Giovanni N icola). Generale vandeano ( 17511796). Sempl ice soldato, si batti: nel 1793 nelle file degli insorti della Vandea e, dopo essersi d istinto in vari sconlri,

nel lug lio fu nomi nato magg. generale; nd , 794, alla morte di La Rochejaquelin , lo sostituì nel comando in capo dei Vandeani. Fano poi prigioniero d all 'armata repubblicana, venne fucilato ad Angers.

Stoger-Steiner (vc,n Steùwatten, 11obile Rodolfo) . Gencr:tlc austriaco, n . nel 1851. Nel 1896-1897 fu insegnante d i tattica alla Scuola di guerra . Nel 1910 venne nom inato n1agg. generale e com.andante

della Scuola d i tiro. Nel 19t2 ebbe la promozione a fcldtnaresciallo. Nella guc~ Mond iale comandò dapprima la 4a divis ione su l fronte orientale;

nel 1915, gencrnk di fanteria,

comandò

il

XV

corpo

sulla fronte italiana e partecipò a tulle le battaglie dell 'Isonzo. Nell'aprile del 1917, vcunc non1inaw 1ninistro del-

St o~er Rodolfo

Lanciabombe Stokes

Stola d'oro (Ordin,· della) . Fra conferita a tutti quelli che nel govern,, della Repubblica di Venezia avevano reso a lti e util i serv igi allo Staro, ricoprendo le prime cariche e d ignità. .È incer1a lo <l ata della fondazione. Distintivo del) 'ord ine era una stoln di broccato d ',oro, larga un palmo e mezzo e scendente dalla spalla _c:;inistra fino al ginocchio,

davanti e di d ietro. f"u abolito alla caduta della Repubblica.

Stolarch ia, Era così detta l 'armata nava le nel l'antica marina greca . I l suo comanda nte era chiarnato sto/arca. (V. Stuolo) .

la guerra .

Stoke. Locali tà del l'Inghilterra, presso il villaggio di Radcliffe, nel la contea d i Nottiogh;im . Nel -"187 vi ,;i combattè una battaglia fra l'esercito reale di Enrico Vll e quel lo irlandese, rinforza to da mercenari tedeschi e <la alcuni partigia11 i dell a casa di York. Gli Irlandesi e i Tedeschi, male ~rmari, combattçronc valorosamente e a lungo; lnf-ine Enrico Vll li (ece carica re dalla sua c::ivaller.i~i pesante e li rnisc in completa rotta: 4000 di essi restarono sul campo. Stokes, Lanciabombe (mortaio <la trincea) ideato dall'inglese Federico S. Lanciava una bomba del peso di 4 Kg. Fu adoperato largamente dagli AlLanciabombe Stokcs leat i durante la guerra Mo n(Trofeo da braccio) diale. Dopo la guerra il t ipo di questo lanciabombe venne perfezionato da Edgar Brandt di Parigi. Egli munì il !Jrnietto d i coda cd alette e gli diede forma d i torpcduic, costruendo il Mortaio S . da 81 mm. mod. 1927, e il rnod . 1931, <letto Stokcs-Brandr, del peso totale di Kg. 56,600, con proietto d~l peso di Kg. 6,500 e canea di Kg. 2,5 di t rotyl. La portata è da 200 a 1200 111. Il

Stolbovo. Vil laggio della Russia, nel governatorato di Pietroburgo, sul la Siass. 11 J7 febbraio 1617 vi fu conclusa una pace fr~ la Svezia e la Russia . Questa cedette alla prima l 'lngria, la Carc.lia e parte della Livonia . Stollhofen (o S10/ofen) . Città della Germania, nel Ba den, fra la Sulz e il Reno. Attacco delle linee di Stol/lwfen. Erano costituite da una serie di ridotte, ai piedi delle mon tagne dell a Foresta Nera, e rette durante la gue rra per. la Succcss.ìonc di Sp~gna, e

munite di artiglierie. Furono occupate sul principio del J ìOG dal marchese di Brandeburgo co mandante dell 'csercito im~

pcriale. Erano difese da 44 bgl. e 72 sqdr., quando, nel maggio del 1707, fu rono attaccate dall'esercito francese del maresciallo d i Vi llars . Questi. esercitò la sua prcssjonc su

Bihd, rosizionc difesa dal principe di Durl ach, con 6 bgl., 2 rcgg. di dragoni e 1 regg. di cavalleria. Al primo acce nno d i attacco, ,1uestc truppe abbandonarono Bihd. Fratrnnto il gen. dc Léc batteva con alcun i cannoni l 'isola di Daiunde, tenendone impegnata la g uarnigione e il du Pcry

e il conte di Charni llard, con 9 bgl., 14 cannon i, qualche mortaio e 12 pontoni, a1'nano a:rnccato l' isola del Marquisat, muovend o poi su S. Il marchese d i Vivans e il conte d i Broglio con un altro corpo, forte <li 20 bgl., 45 sqdr. e 31 cannoni , avevano attaccato l'isola d i Neu-


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burg e il 23, passato il Reno, avevano mosso su Rastadt, oltre 600 u. Saputo che gl i Inglesi stavano riu nendo uom ini ove si erano congiunti al Villars. Questi, riun ite le sue e mezzi per tentare la rivincila, i l \Vayne, distrutto tutto forze, il 27 mandò il Vivans con 2500 cavalli a inseguire ciò che non era trasportabile e smantellate le opere, in il nernico, un cui distacca111ento di 500 u . venne sbara- , buon ord ine si r itirò. gliato presso D url:.tch . Il 29 i Fra ncesi entrarono i n Enl inStopford, Ammiraglio inglese <lei secolo XIX. Nel 1809 gen, mcnw, gli lir,periali si rifugiavano in Scborndorf. prese parte come cont rammiraglio all 'impresa <l i Aix. Poco E il possesso del le l inee d i S. fu defi nitivamente assicur ato. dopo, con una squadra d i 3 vascelli, 2 fregate e , briStone's River. Fiume del T ennessee (Stat i Uniti), afgantino, si battè contro Ire fregate francesi a lk Sablcs Rucntc <ld Curnbcrland. d 'Olonne e dopo un combattimento d i due ore fu costretto a ritirarsi , Nel 1839, durante la guerra fra Egitto e Turliattag/i" di Sto11e'.< R.i11e,- (o Murfreesboro) (3r d icembre chia, lo S. comandò le d ivisioni alleate di A ustria e di In1862-1 e 2 gennaio 1863). Appartiene alla guerra d i Secesghilterra. con le qual i smantel lò le piazzeforti <li Sori a . sione. Alla fine d i d icembre il gcn. coofederato llraxton Ilragg riprese le operazioni contro i Federali coman{lati dal Stoppino (o Stoppaccio). Era l' in nesco che si usava nei !,;tn, Rosccran7. e lo assalì sul lo S. R. con rre C . <l'A . tem pi Fassati per le artiglierie ad avanca rica: consisteva in (otto <livis .) agli r,ròni dei generali Mc . Crok, Thr,mas e un pezzo di canna d i legno, riempito nel! ' interno d i una Crit(enden : comFl.cs:~ivamente 44 . 000 u . circa. I Ccnfcdc-

ra ,i disponevano di d ue corpi d'annarn (cinque divis .) agli ordin i dei ge11. Hardcc e l'olk: ;:omplcssivamente 38.000 u . Il gen. Bragg assalì il corFo <li Rosecranz e lo b~ttè, attac~ can dolo d i fronre e sul l'ala sr. il ~r d icembre. Rosccrnnz non abhanrlonò però il teuc,10, e, facendo fronte verso l'ala sr. n1inaccia ta (Hlaccò a sua vcilta Bragg. Accan.itl co111ba tti1ncnti si svolsero, c.:on variri fortuna, i1 1° e il 2 gennaio e infine Ro!-ie..:.ranL.. ri rnase padrone dd campo d.j battaglia, mentre Bragg ahbandr-nò la lotta e r ipiegò sul torrente Duck a poca d istanza da Murfrecsboro. Perdite del gc n . Bragg : 1300 morti , 7950 feriti, 1030 · prigionieri o d ispersi. l Federali perdettero 1730 morti, 7800 ferit i, 3720 r rigionieri o d ispersi . 1

Stoney Creek. Fiurn ici"ttolo presso la frontiera fra gli Stati U niti e il Canadà, nella regione del lago Erié . Nel giugno 1813, nell 'inseguire le truppe del gen. V incent , dopo la perd ita del forte Giorgio, gli America ni , saputo che il nemico lVeva ~1vuto notevol i rinforzi, .si fern1arono sulle rive c!d lo S . C . La posizione era forte per natura, essendo situata sorra un 'altu ra rocciosa strapiom bante su l fiume . Sulhi opposta riva , assai più facile, fu posta una g uardia , ment re rim~se a te rg0 la cavalleria, p ronta ad accorrere ove fosse occorso. L a notte seguente gli Inglesi, avan zando cau tamente contro Je posizioni avversarie, sor-

presero e d istrussero un distaccamento avanzato. Guidati poi dai fuochi d i bivacco, penetrarono n el campo degl i America ni , i quali riu5cirono a riordinarsi, 1na gli Inglesi si disimpegnarono por tando seco parte delle artiglieri e e 11u1n eros1 prigionierj, fra i quali il gen. \ 1/in<ler.

Stony Point. Villaggio degli S1at i Uniti, nello Staro <li New York sul fi ume H udson. O Llrante la g uerra d 'Indipendenza d 'America era stato fortificato dai Repubblicani insie m e a Verplank , sulla opposta riva,

per ostacolare !e

com unicazioni degli Tnglesi e proteggere le proprie. Con q uistata dagli Inglesi nai p rim i mesi del 1779, era stata da q uesti saldamente raffo rzata . Nella prima q uindicina d i lugl io 1779, il Washington meditò <li ripren derla con un colpo di mano . Ne ebbe l 'incarico il gcn . Waync, il quale giunse il giorno 15 a sera a un migho <ldla posizione e divise le p roprie forze in due colonne, muovendo in silenzio verso il borgo alle cu i difese giunse a mezzanotte. Sotto I 'imenso fuoco a r,,itraglia degli Inglesi, i Repubblicani si lanciarono a ll 'attacco, superando una palude che proteggeva la fronte della fortezza; scalari poi un doppio steccato e le m ura, giunsero a penelrare nell'interno del~ l'opera, dove le due schiere, che avevano combattuto separatamente , si riunirono. Nella lotta gli Inglesi perdettero

mistura composta d i polverino, zolfo, salnitro e carbone; il tutto impastato ncJl 'alcool. Questa canna veniva innescata con uno stoppino (da cui p rese nome rutto l'innesco), che si introduceva in mo<lo che attraversasse la m istura ~ ne

uscisse un pez1,o da una delle estremità della canna, per potervi appiccare il fuoco . Per innescare i l pezzo, prima si in troduceva nel focone lo sfonda toio J>er ar,ire il cart0ccio od j j sacchetto, e poi si intr0<.h ccva lo S . Ne furono anche esperimentati con canna <.li lattaJ per risparmiare l'opera~ zionc dello sfondawio, ma non diedero buon risultato, perchè poco sicuri e di lenta infiammazione.

Storia militare. È guel ramo della Storia generale che si propone di approfondire, a scopo di specializzazione militare, lo studio dcglj avvenimenti d i carattere m ilirare, sia in tema <l i ordi namenti di eserciti che in te ma di impiego d i forze in guer ra, che p ossono ser virr. d i esem pio e <l i esrerienza, e nei <-1 uali ogni nazione vuole cerca.re il sew greto del successo per le future lotte. Di conseguenza è argomento d i specia le studio oer ch i, d edicandosi alla carriera delle ann i, aspira alla condott a degli eserciti in guerra: ed i testi d i S. M . sono d i massima scritti da m ilitari che 111ettono jn evidenza gli in segn~111en ti. Se vi è un caso in cui sia effettivamente applicabile il <letto che la Storia è maestra, q uesto avviene appu nto nel caso nostro . Questa afferm azione vale però solo come accentuazione del valore prarico del lo studio della S. M . in fauo <l i organizzazione, ord inament i, condotta cd im piego dd le forze in lotta : sa rebbe un errore il credere sufl:ìcicn te una profonda sapienza storica per trarne illazioni precipitate, poichè la cruda narrazione degli avvenimenti, con le indus.ioni e deduzioni da essi derivate, se danr\0 vita a lla S . M . non è fine a sè stessa. /\pronto perchè la S. M . è un ramo, sia pure essenziale, clclla Storia generale, i fotti d a essa messi in evidenza devono essere collocat i nel grande quad ro della Storia generale dei popoli : solo allora, dal relativo della S . M . si potrà assurgere all 'assoluto della Storia generale, nella quale essa troverà posto alla stessa stregua delle altre storie poliriche, legislativet religiose, am minist rative, scientifiche , artist iche, ecc. Con q uesta d ifferenza però, clic la S. M. è, <li tutti i vari ram i ,d ella Storia, la pili viva e vibrante, perchè è la Storia delle lotte per la vita delle nazioni: è eviden te che essa pi,, delle altre avvince come , iAesso imFOnente delle for-ze vive del pensiero e dell 'azione . L a forza milita re ha fatto grand i e potenti i popoli, e la sua decadenza ha segnato la decadenza loro. Le nazioni pi,, grandi ebbero eserciti rotenti , e perciò ebbero una S . ,'vi. gloriosa. Come metodo d idattico la S. M . in sè stessa ha avuto scrittori che seg uirono <luc correnti : una che d iremo antica. sem plice, narrativa, che si confonde con la Storia generale,


Sro

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1099 ~

Sro

e

fuoco d i fucileria a bruciapelo; lanciarisi all'attacco an<la-

-a d arne le ragioni . Egli narra con meravigliosa sc1nplicità i

L 'artiglieria, che galoppando nella semi-oscurità cercava una posizione adatta, andò a fin ire in un largo crepaccio nel quale precipitarono due pezzi coi cavalli. Giunta fi nalmente

non trae con5cgucnze dai grand i avveni1ncnti n1ilitari. Ésempio tipico i « Commentari » di Giulio Cesare: questi non si preoccupa delle cause e ~lei motiv i che lo hanno indotto a fare questo piuttosto che quello, e non s'indugia

rono a urtare contro una ~nsuperabilc muragl ia d i roccia.

fotti, come ne fosse stato spettatore pitt che attore e non fa considerazioni di sorta. Un'altra corrente che diremo riAess iva, moderna, la quale, sulla base di induz io;1i e <leduzioni, ricercando cause ed effetti, ha portato la 5 . M. ad altezza scientifica dettando i principi dell'arte militare che è scienza erl arte contemporaneamente . Il capostipite dì questa nuova corrente è Federico Il che nella « Storia dei suoi tempi >> e ndla

1(

Guerra deì sette anni >> ci porge il

pin,o esempio della 5. M . come soggetto d i r iAessione :

egli è però più critico che conclusivo, e si in-dugia più sulla ricerca delle cause, anche futil i, che sugli effettì del!'azione; quindi non può essere com!1leta mente educativo . Chi invece raggiun se la perfezione fu Napoleone con le sue (( lvfcmorie >) 1 con la sua « Corrispon<lenz.a », con i s uo i Ordini )), con i suoi Prodami », con le sue coosi~ derazioni sulle guerre di Giulio Cesare. In [Utta questa prodll7.,ione letterar ia militare, appare il geniale lavoro del suo cervello riAcssivo : analisi e sinter-;it induzioni e deduzioni, cause cd effetti. tCOJia e pratica, pcnsirro in forrn::1tor<.: ed azione conclusiva; tutto ciò passato al vagl io dell'indagine critica e rlel rag ionamen to fissati. in pagine in1rnortali. sulle quali ancor oggi si affa ticano con an1!n iraàonc g li sludiosi. S i può d ire senza tema di erra re che la « S. M. » ha acquistato solo con Napoleone una p:rsonalirà specifica, mentre pr ima ero indist inta o confusa nella Storia generale. E non solo questo risultato, egli ha ottenuto, · ma anche ]'altro, di ricavare dai grandi esempi offerti dalJa S. M . principt fondamentali per la condotta e l'impiego degli eserciti, sia nel campo strategico che nei campo t attico, dando vita allo studio moderno dell'arte militare. Così, secondo il Morsclli : « La Storia m ilitare è tla prima -fusa 1(

in q uella generale, poi se ne separ3, e, man mano, si va

costituendo come un tutto , il quale acquisterà in fine il pieno carattere scientifico » . Una volta rivelatosi i l maestro, <JUCsti ebbe uoa infinità di di.scepoli ~be ne studiaronc e perfezionarono le d isciplioe portandole dal camço storico nel ct.npo de!J'arte militare.: l'arciduca Carlo, Jomini, Clausewitz, Gouvion-Saint-Cyr, furono i primi discepoli; ed essi ebbero nell'u lt imo secolo un eletto seguito d i infi niti altri scrittori, rnkhè la 5. M . è assurta oggi a così grande importanza che non è uno studio riservato e p rivilegiato

della classe militare, m a ricercato da tutti gli studiosi che nella 5. M. scrutano i sin tomi del progresso della società umana e della evoluzione della società. In Ital ia, recentemente, sono stati introdotti corsi quadriennali di S. M. nel le principali università, affidati per concorso ad ufficiali dell'esercito i quali siano a ciò r ite-

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Combattimento di Stotmberg (se.ala circa r : J30.ooo)

ad ap ri re il fuoco, per un eHore di distanza sparò sulle truppe amiche che1 col~-ite di fronte e alle spalle , si sbandarono. 11 gcn. Gatacrc ordinò la .radunata intorno a i pezzi e l reparti si ricomposero 3lla meglio; m~ dovette iniziare la ritirata, che si svolse senza che i Boeri, attaccati come sempre alle p roprie posizioni , si muovessero, Gli Inglesi perdettero 222 u. fra morti e feriti, e 500 prigionieri con 2 cannoni; i Boeri ebbero una trentina d i u. fuori di combattimento. La guarn igione d i Molteno, pur essendo stata informata degli avvenimen ti, e per quanto il gen . Gatacrc ne avesse sollecitato l'aiuto, non si

11los.r;e

J>er proteggere

la r itirata.

Stormo. Adunanza d i popolo per com battere; moltitudine disordinata; tumulto. Dagli antichi scrittori italiani è stata anche adoperata nel senso di combattimento e di as-

y

nuti idonei.

Storm. V. Monte 5torm. Stormberg, Villaggio dell' /\frica meri<liona!e, nel territo rio della Colonia del Capo. Durante la guerra Anglo. boera, sui primi del d icembre 1899 il ge1J . Gatacre si propose di attaccare i Boeri che, al comando di O livier , occupavano la forte rosizione di Rooi Kop, presso S . Disponevano questi di circa 2000 u., gli Inglesi di 3000 (2 bgl. fu. cilieri, 2 btr. , fanteria mon[ata) . L'attacco fu stabilito per il ro mattina, all'alba; gli Inglesi, stanchi ed assetati, durante la marcia , alle 4 <lei mattino {urono sorpresi da vivo

Stormo di ,), Caproni:. sul Duomo di Milano


STO

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salto. Suonare -a S. sig nifica suonare le campane p:r l 'adunata : ciò si fece cosl in tempi di sornmossa, come per n1inaccic di nemici o

SrR

piccola. Generalmente i l porto d i quesc'a1ma venne proibito <la tutti gli Stati.

di avvenlurieri

contro luoghi abitati .

Stormo. Nella cavalleria, si indica in tal mooo un piccolo gruppo d i cavalieri (J5-io) e

Stortctta italiana del Sec. xvr

Strada. _Prima nel mondo a vedere i l problema delle

:i;j dice <t ca ricare a

stormo " la car ica di costoro contro gruppi nemici. Questo metodo comparve nei rcgo l an1cnti Distint ivo di stormo da caccia fra1Kesi d e I le armate repubblicane, ad es. in quel la <l'Italia <lei 1796-97:

i Frances i lo chiamarono (' en fourrageurs )) . Stormo. Unità organica della Aeronautica, che coròspond e al regg imento. f: comandato da \111 colonnel lo o ten. colonnello pilota ed è formato da tre gruppi comandati da uffi-

ciali superiori pi loti, e da nove squadrigl ie, cornandate ei a capitani o tenenti.

str~tde, non solo come ele.rnent0 d i dviltà, ma altrcsì d i

potenza e d i au to rità, tu Roma . Essa solcò il mond o con cornunicazioni che, dopo venti -~coli, :ancora risrondono pienamente ai criter i d i collegamento ed alle finalità m ilitari , che ne avevano cons ig liato la costru.1,.ione . La g uerra., corne rnanif c:stazio ne .!")l'ecipua di 111ovimenl0, non poteva prescindere dall 'csistcnza delle S. Anzi da q uest 'esistenza

trasse e trac tanto profìlto, fino a giustificare <1ucllc che sono deue ap plll"l to rniJitari . In questo orientamento, tract.;iato, struttu ra e OJ?cre addizionali sono n1 lnutamern e sLudiati tenendo presenti criteri strategico-logist ici, inquadrati in un piano determ inato. Le S. d i Roma nacquero sull a scia delle conq uiste . Dall'urbe, (( caµut viarun1 )), s'irradiarono prima nel terr itorio latino, poi nella p:nisola e

Formazione di stormo con squadriglie a cuneo

,Storta. Così fu chiamata, nei tempi passati, una specie di arrna bianca manesca da taglio con lama curva, più 1.arga all 'estremità che non verso l'impugnatura, ad un solo taglio e con cortissimo falsotagl in . L'estremità general mente era tagliata a schiancio, o di sghembo. Q uest'ar ma equivaleva all'« ensis falcatus » dei Lati ni ; rassom igl iava allo Scramasax <lei Tedeschi ; c<l alla Scimitarra orientale turca, sebbene p iù corta di quest'ulti ma. - Stortetta fu detta un a S . 1

finalmente al Reno, al Danubio, a Costantinopoli, alla Mcsopotamia1 alla µen isoJa iberica . E i non1i sono rirnasti, come esse, a sfidare j jècoli.: l'Appia, la Salaria , l_a Casi~

lina , l 'A urelia, la Cassia, la F laminia, la C laudia, la T iburtina, l'E1ni lia, ecc. Solo nella reg ione italiana si potevano contare ventinove S. d i grande comunicaz.ionc. L 'jm_pero vide le S. romane prolungarsi o ltre le Alpi . per il Piccolo e pel Gran San Bernardo; I., Balca nia era attra-


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versata al lora <la una rere srradale da Durazzo a Tessalonica e Apollon ia ; rl Ro<lano ed i Pirenei erano collegati co n la via della Ga llia Narbone!lse; nella Spagna le vie -consolari lastrica te coprivano piLl '-li diecimi la Kn,. dl _F:'èrcorsi; dal Po al Danubio era sta t,1 tracciata una vi,i ini litare da Druso ; uo 'al.tra risaliva d a Mantova, per Vero na, l'Adige e scendeva a l nnsbruk; l'Africa, senza contare l 'Egitto, contava p ress'a poco 14 . 000 Km . d i strade . La <lissoluzione dell 'impcro romano

Srn

vaste . La ferrovia è così poco clast ica da non poter essere

la sola linea di conum icaz ionc a tergo d 'un esercito, vincolata cornt: è ad un unico itine1a rio an1ovibile , e all'impossihilir!ì di essere spinto troppo innanzi. Le S. ordinarie offrono invece tulle le possibilità : qu"nto più ne sarà sol-

segnò Ja decadenza non

solo d d lc S . italiane, ma altrcsì d i q uelle <l i tutta l 'Europa .

Giacchè non era.vi nessuno eh<.: potes~e r~1ecoglicrc il rctag~io

di tanta poLcnza . Quando, n el 1500, attorno alJe

massime monarchie andarono creando.si g li Stati moderni , n1an mano che questi svilur,pavano la propria capacità, il

problema della S. to roù :<d affacòarsi rnmc cl crntnto d'efficienza e cono m ica e di potenza !)o1 itica e m ilitare e F'rese a poco a poco quegli asµctti che oggi dan no la precisa se nsa-

z ione del le pos;ibilità ~l' un popolo. T roppo a lungo protralla> in ltaLa, la d ivis ione in piccoli Stati , solamente dopo raggiunta l'unità il problema si affacciò : ma ebbe p ieno cd organico sv il upp> soltan to in reg ime fascista , che c reò appositamente una

<(

Azie nda autonoma stradale )) per

r iorgani~za rc e . n1odcrnizz.are la rete del t raffico nazionale.

Le norme pd funzi0Han1cnto dei sc rrizi logistici in guerra prevedono ]a partecipazione d i tale nuovo o rganismo ai l avori eventualmente necessari per l:l manutenzione,; J ella i'Cte stradale m ili tare . Quale i, nportan za abbia tuUO ciò dal punto di vista mil itare è troppo evidenr,~ pen.:hè occorrano molte parole . La massa ingente di etfettivi che oggi entra i n campo coi suoi colossali armamenrj e rifornimenti

t:

sgom bri ) con la neces:iità <li n1uovcrc raridamente e c-ollet~

t ivamente da un punto all'altro ciel tea tro d 'opcrnioni, e da i centri alla perif.,ria e viceversa , fa pensare ,alla S. come a,d un 'arteria vitale, rescissa la quale le cris i p ili tremende sono possibili. Soprattutto è l ' introduzione del motore a scoµpio che n~

consente, in linea d l massi·ma, la

marcia fuor i della S. Liidcndorff sostiene che non sia pos-

Strada mili tare d i g uerra ( 1 9 1 7)

cato il teatro d 'opcrazion i, tanro più vasti, intensi e rapitli saranno i movime nti d'ogn i g enere, in tutte le direzioni e fin sotto le lince p iù avanzate. Dal punto di vista mil itare le S. sono classificate come linee di operazioni, d i col legamento e ,li , rroccamcnto. Le prime sono le grandi d iretuici, norma li alla fronte, assegnate alle n1aggiori unità per s tabilire la direzione d i

avanzata e l ' iti nerario degl i afflussi e deflussi . Le l inee d i collegamento sono direttrici minori para llele alle rrime, sulle quali muovono reparti d i collega mctHo. Quelle d 'arroccamento sono trasversali alle precedemi e servono per g li spostamenti later.ùi a scop, d i manovra . Se si fa ecce, ziunc <li alcune zone d i frontiera dove esistouo delle S. m ilitari, propriamente dette e rispon<lcnti a particolari necessità strategiche locali, la re te stradale nazionale meglio rispondente a scopi bel lici è qud la stessa ,lesrinata ai traffici di pace : pèr la naturale attrazione che le cond izioni del terreno esercitano sulle attività di pace e d i g uerra . Curnndo quindi le S. a i lini dell 'econom ia e dd turismo, si curano an~he ai fini mil itari . I Rom ani costrui vano ]e loro stra.dc in ri lcv:Ho per dominare la campagna circostante. I n 7,.onç1 rnonrn na, nd

li~

mite del [-"OSsibilc, seguivano la linea retta non rifuggendo da ardire soluz ioni di trafo ro, di trincca di scavo a _mezza 1

co.,;ta, ecc. QtJdlc pili importanti venivano costituite con ia · sovrapposizione di va rj s1:rati di pietrame per uno s pessore d i due metri. Il piano ba1tu10 ~lai traffico era generalmente lasrricato con elementi po ligonali di dura pietra ben connessi fra loro . La carregg iata andava <lai 4 ai 7 metri . Ogn i 10-15 miglia vi erano le « stationes ))' luogh i di sosta ov 'era possibile pernottare e cambiare i cavalli . La gestione delle grandi arte rie e ra affidata ~i (< Curatorcs vjarun1 )) .

Strada del secolo XV!ll (per Val d'Aosta)

sibilc combattere allontanand osi per più d i 120 Km. dagli scali ferroviari di rifornimento . Ma la rete slra~lalc ordinaria attualmente tende a soverchiare in importanza quella ferroviaria, appun to per le possibilità offerte dagli autotrasrorti, i quali vanno assumendo proRorzioni sempre più

Nel centro dell'U rbe eravi il « Milliarum aureum ,, , colonna bronzea con incisi i nomi e le relative d istanze delle maggio ri città dell 'i111pero, verso le q uali le molte , ;e adducevano. Se oggi la moderna e sviluppatissima tecnica da una lato ha semplificato la costruzione delle S. , d'altro canto sono sorte maggiori esigenze relative ai nuovi mezzi d i loéon1ozione destinati a transitarvi. Il genio minatori~

zappnori è incaricato del le eventuali costruzioni stradal.i e può essere coa-diuvato da lle truppe territoriali. Del resto


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gli stessi combatte nti, dove occorra, possono essere chia111ati ad alternare l'onore dell'azione bellica con quello modcsw ma non n1cn·o in1portante dei lavori stradali. Il legionario ron1ano cd il nostro fan te si sono rivelati ottimi costruttori nei diversi tempi , dovunque han portato le loro insegne di lottatori e di conquistatori.

Strude militari. Sono quelle che conducono a campi trincerati, fortificazioni pcn11a_ntnci> opifici e maga7.7.ini militari oppure costruite, generalmente nelle zone <li confine, con particolari fin alità st rateg1co-logistiche. Sono per lò più chiuse al transito pubblico ed è vietato farne rilievi o fotografie per ovvie ragioni d i segretezza. (V. anche alle voci

Capacità logistica, /11terruzioni, Maruaenzio11e stradale) . Servizio delle strade e del Genio civile. Le nuove norme ( 1932) sul funzionamento c<I organizzazione d ei servizi in guerra prevedono un un ico servizio che viene a conglobare e sostituire quelli della manutenzione stradale e del genio civile. Compiti d el nuovo serv izio sono : 1°) la conservazione cd il miglioramento d ella potenzialità logistica della rete stradale nella zona a tergo deé combattenti; 2°) predisporre, 1n ig liorare> conservare le orere idrauliche e di navlgazione1 le bonifiche, le costruzioni e ricostruzioni edi ..

lizie; 3°) sistemare e rendere pi,, rispondenti ai bisogni strategici e tattici le difese idrau liche, me1tendo a regime le acque corren ti e stagnanti; 4°) 1nigliorare le condizioni della n av igazion e in terna, g li approdi, i post i cd i rifugi marittimi.

Sfrada coperta. Chiamasi così q uello spazio esistente nelle opere di fortificaz ione e che gira anorno al fosso r imanendo p rotetto dallo spalto. Essa cominciò ad apparire, sebbene ancora raramente, nella prima metà del secolo XV, a llorchè divenne generale l ' uso delle trincee nell'espugnazione delle piazze rer agire dappresso sull'assa litore. Avend o poi il suo impiego preceduto quello d ello spa lto, poteva soltan to a pplicarsi nelle fortez.ze <lota te di spalto naturale, quale cioè p resentavasi in certo modo da sè nelle falde circostanti le città edificate su terrUlO montuoso . Ven ne impiegata fi n dal p rin cipio dell'epoca moderna , allo scopo : 1°) di permettere alle trurpe d i riunirvisi, prorene dallo spalto, per esegui re le sorti te; 2°) di sorvegliare il terreno esterno e batterlo da vicino con fuochi radenti . li primo scopo era meglio soddi~fatto dalle pinze d 'armi saglicnti e rientran ti. La larghezza della S . C. <li solito fu tenuta costante e uguale a 10 m.; il comando del cigl io dello spa lco di m . 2,50-3. In alcuni fronti lo S!>alto venne spezzato a denti d i sega per d iminuire i danni dell" infilara e quind i la larghezza ,·iwltava vari,,bile . In altri si ovviò . al1'i nconveniente dell'infilata col mezzo di t raverse che avevano un rilievo uguale a quello dello spalto, tma grossezza di 4 a 6 m . ed erano ordinate !'er fucileria verso i rientra nti. Tali traverse venivano disposte in modo <la non intercettare il passaggio . La S. (.' _ fu applicata Fiù r aramente nelle opere dell"epoca contemporanea, dovendosi in queste opere defilare al tiro il muro d i sca rpa, al qual fine occorreva avv icinare il cig lio co!'rente dello spalto i l p iù possibile al detto m u ro . Perciò, quando si aveva muro di rivestimento di scarpa , o non esisteva la strada coperta, oppure essa era sostituita da una sem~·lice banchina, larga da 1 a 3 metri, alla quale si dava il nome d i cammino o strada <li ronda. Naturalt11ente se !a scarpa non era rive-

stita, come avveniva genera lmente nei fossi acquei, e<l era. necessa ria la strada coperta, questa si teneva del la larghezza d i 1 0 m. come nell'epoca moderna. Alcu ni amori chiamarono la S. C. con nomi d iversi che però non entrarono ncll 'uso, come : Strada ali 'intorno dei fossi; Strada che eir-

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co nd a la fabbrica; Strada di fuori; Via segreta ; Via d.1 uscire; Strada ripiegata in d entro ; Stra~h ,lei ciglione del fosso ; Via e trincea della controscarpa; Via maestra fuori del fosso; Corridore, ecc. - Controstmda coperta si chiamò una seconda S. C. che r imaneva verso 1'esterno delle opere-

Milizia della strada . Cost ituita nel 1<)28, con leggere mod ificazioni in base a decreti legge del J 930 e <lei 1932, fa pane delle Forze armate dello Stato e d ipende disciplinarmen te dal Comando gc,v,ralc della M. V. S . N . e per I'in1Fiego tecnico e 1e ragioni an1n1i11istrativc, dal n1inisll'o dei Lavori Pubblici, presidente dcli' « Azienda autonoma della strada » . È composta di un Comando centrale e di cin que Ispettorat i (Milano, Bologna, Terni, · Roma e Bari) dai q uali dipend ono 19 reparti . Ogn i Ispettorato è retto da un centurione, ogni reparto da un capomanipolo. 11 comandata da un console cd ha una forza d i circa 700 u. Ha il compito di curare la d isciplina cieli~ circolazione ed i l ser vizio ~li polizia stràdalc; d i vig ilare, per la rete delle strade statali, sulla conser vazione d elle segnal azioni esiste nt i; di provvc-dcrc al servizio di informazion i conccrnen'ti la sicurezza della viabilità; di provvedere al soccorso aulon10bilistico. Ha per molto : cc Tege e t rege ». Passo di strada. Carpe comando è stato abolito nel 1926 .. Resta Ferò, per consuetu<ljoe, oel comune gergo militare. ad indicare la formazione aperta che assumo no i reparti f:uo ri degli abitati, con due file a (ir . ed un~ a sr. o viceversa. Al P. di S. gli uomini possono parlare, cantare e godere di qualche libertà: i l che fa sì che le colonne procedano più speditamente e con n1aggiorc elasticità . Stratla Enri,·o. Generale, medaglia d'oro, o.· a Ferrera E rbognone, m. a Torino (1820-1888). Sotrof. di cavalleria nel 1839, guadagnò una me<l. <l'argento a Coito, nel 1848, u oa a Novara, nel 1849, una menzio ne onorevole a Pesaro , nel 1860. Nella cam pagna d el J866, colonnello comandante il regg. cavalleggeri <li Alessand ria, fu insignito della suprema ricompensa al valore ,, Per il valore spiegato ca ricando alla testa dei suoi squadroni in modo da d esta re la g ius ta an1mirazione del-

le truppe ». (Villafranca, 24 Strada Enrico giugno 1866). In seguito, p-ro' n1osso n1aggior generale,: fu per qualche teljlpo comandante della cavalleria a Napoli .

Stradella (an t. Camilla Magus). Comune iu prov. d i Pavia, sulla dr. del Po. Un tempo munita di rocca, di cui ora resta una torre quadrata . Subì <lanui d urante le guerre fra i P iacentini e i Pavesi . Nel t26r i Milanesi la i ncend iarono. Nel r373 I• Acuto con la sua compagnia d i ventura l'assalì riuscendo a p rendere la rocca; i l borgo fu salvo dalla devastazione solo per l 'arr ivo d i m il izie di Voghera. Sofferse dan ni nel scc. XVI , d uran te la guerra per la Successione d el ducato di Milano, per opera dei Francesi nel 1500 c 1518, dei Franco-ispani e <legli Imperiali nel 1706, degli Austriaci nel 1815. Stretta di Stradella . Tratto d ella riva padana merid ionale, che si presta a comandare !"accesso alla soglia fra Emilia e basso P iemonte e qu indi ·costitu isce, per il ravvicinamento del P.o alle estreme propaggin i settentrionali dell "Appennino Ligure, chiave d i combinazioni strategiche intese ad assicu-


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rare spostamenti di forze, sia verso la !)Ìanurr. en1iliana, sia verso Alessandria e verso la L ig uria .

Stradiotto, Soldato a cavallo, armato alla leggera, appartenente a corpi armati, assoldati dai Vene7.iani . Corn-

Srn

Stralsunda. Città della German ia, nella Pomerania, porto fortificato d i fronte all"isola d i R(igcn , su] l.laltico . Fece parte della Hansa . Nel 1659 fu pre,a dal Mo nrecuccoli; nel r678 se ne impossessò Fe<lcricq Guglielmo, elettore .del Brandeburgo.

prendeva fTÌncipalmente Albanesi, i quali mil itavano mercenariarr1entc

come

gli Sv izzeri nel! 'Europa occ ident ale - m3 a n che Greci, e Bu lgari, e Dalmati . Quelli che m ilitarono in Fraucia, fìn dall'epoca <li En rico Il, vi furono

ch iamati

ì(

Ar-

goulcts )) ; armati di :spada, mazza, lancia (e poi arch ibugio corto) durarono fino all'epoca di Carlo IX, ossia per quasi nmo il secolo XVI. Pre~ero in I tal ia vari. nom i,

come Arnauti, Albanesi 1

Cappelletti. Non recavano .armature diiensivc, in un'epoca in cui la cavalleria era catafratta; molti tenevano un piccolo scud o . Si mostrarono sempre devotissimi alla ,;,.pubblica di Venezia .

Strafe-expedit ion. V . Altipiani. Straits•Sllttlements. V. Malacct1 . Strale. Così fu chiamata un'arma in asta come il da rd o, ma con punta liscia, e JOlonda quanto I 'asticciuola (astile) e terminante in u11a estren1ilà acutissima.

I. Tmttato di pace di Stralsunda (24 maggio 1370). Fu concluso fra la Hansa e la Dan imarca; la prima ottenne il pf'edom inio Ulercan rilc in Danimarca e i t) Norvegia e la cessione delle piazzeforti .d i Helsingborg, Malmo, Skanor e Falsterbo, a garanzia del l 'esecuz.ione <lei patti. I l. Assedio di Stral,;111da (13 maggio-22 luglio 1628). t\ppirtienc alla guerra dei T renta Anni e [u posto dagli Imperiali del Wallcustein e <lell 't\rnin,. Gli abita nti assoldarono truppe <lanesi c he occuparono l' isolotto di Daenholm e vi si fortificarono . Il r4 g li Im perial i iniziarono il fuoco e occuparono nei giorni successivi qualche opera staccata, nJa non poterono n1antenervisi e coslruirono ridotte tutt'at•

torno alla città. Arr ivate le .a rtiglierie d i g rosso calibro, venne preparato per la notte dal 23 al 24 maggio un assal to generale : questo però fu respinto sanguinosamente, Frattanto i l re d i Danimarca inviò rinforzi col colonnello I-folk, che prese il comando della città, e g li Svedesi riuscirono a gettare nel la piazza un convoglio d i viveri, munizioni e cannoni . Nuovi assalti furono ancora s(e r.rari fino al 20 luglio, ma vennero tu tti re"spin t i. A llora g li Imperiali abbandonarono J'asse,lio, <loFO di avervi perduto oltre 10 . 000 uomini. III. /lsse'dio di Stralsu11dt1 ( r7J1 ). Fu posto -dag li eserciti del re di Danim,1 r.:a e del re di Prussia . La flotta svedese riusd però a sbarca re 2000 fanti e 400 dragoni , che rinfor zarono i l presidio, e g li Alleati furono perciò costretti a ritirarsi. IV . Assedio di Stralsu11da ( 1715). Nd Tjt4 Ca rlo XII, re di Svezia, !·iuscito a fuggire dalla Turchia , si era re• caro a S. : i\ re di Prussia t.:. il re <l i Dan imarca avevano nuovamente ri uuiLo le loro forze, circa 36 .000 u . , ed erano venuti a bloccarlo . l i principe d'Anh alt ebbe la direzione dell'~sseclio, mentre Carlo XII prendeva personalmeutc il comando della d ifesa, con 1 2 .000 u . d i p residio. La flotta alleat a_ scon fisse la svedese, liberando il mare e impedendo

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che cs::.a rcca.:,sc soccorsi alla piazza) rnc ntre ven ivano prese

° cacciatorpediniere • So·ale l

Strale. CacciatorFediniere varato ad Elbing, entrato in servizio nel 1901, radiato nel 1921. Dislocamento tonn. 354; lungo m. 60, largo m . 6,50; macchine I-IP. 5727, velocità nodi 30,2; annan~cntc IV 76, equipaggio 50. Strale.

Cac.ciatorpedinjere, varato

a Sestri Ponente

1 931 , d islocame nto

nel

tonn. 1225, lun go 111 . 96 , largo m. 9,75 . Apparato motort' HP . 44.000, veiocità miglia 38. A rmamento JV r20, III m itragliere da •!O, VI lanciasiluri. Personale d'armamento : 6 ufficiali e 144 uom ini d 'equipaggio.

cacciatorpediniere e Strale »

d'assalto le opere esterne e l"isola d i Riigen . li re d i Svezia si nnbarcò e, riuscito a passa re attraverso la floua da• nese, si salvò in patria, mentre il 26 dicembre il pcsi<lio era costretto a capitolare. \I . T rattato di Stm/su11da (6 settembre 1715). Alleanza fra la Russia e l:1 Danimarca contro la Sve7,ia.

VI. Assedio di Stralsunda ( 14 lugl io -20 agosto 1807). Appartiene alle gutrre d çll" l rn pcro napoleonico . Essendosi i l re di Svezia al1eato all' fnghilterra, il n1arcsc. Brune, con 4 d iv is., d i cui tilla italiana comandata dal gen. Pino, fu mandato ad assed iare S ., d ifesa da un presidio d i 10 o 1 2 . 000 u., oltre alle milizie d el paese e a una numerosa guarnigione nell'isola d i Riigen . Le fort ificazio n i della piazza consistevano in un sistema- <li 17 bastioni, non rivestiti e armati di palizzate, e in alcune opere este rne: il presid io disponcn inoltre di molte barche cannoniere . L'investimento cominciò il JS luglio; g li assed iant i stabilirono batte rie che interrom r,essero le comunicazioni fra S. e Riigcn . , li nemico d istu rbò cont inuamente i la\'ori dei Francesi, stimolato anche <l alla presenza nella c.ittà del re <li Svezia,


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ed operò varie sortite . li Cl,asscloup, che d irigeva i la vori d'assedio, tentò dt aprire 1a trincea.: ma fn1ttanto il re aveva abbandonato S. , e la g uarnigione, sostenuta dagli abitanti, _insorse ch iedendo la resa , che avvenne a discrezione : li 20 agosto gli assedianti entravano in città.

Strambino Romano. Comune in prov. d 'Aost.~ , sulla d r. della Dora Baltea. Ebbe in alllico un caste llo. Fu teatro <li lotte fra Guelfi e Ghibellin i. Nel 1361 il marchese Teodoro di Monferrato vi pose l'assedio , 4 00 Guelfi vi resistettero ernic3111entc, e il n1archc:,e di lvfonf crrato , inasprito dalla lunga resistenza , riuscito a impadronirsi del borgo, lo mise a ferro e a fuoco.

legione slrnnicrn fissa, da impiegarsi solo fuori del territorio

1n etropolitano, an1mettendovi i

transfughi di qua~

lunq ue nazione, ddl 'età dai 18 at 40 anni, che avessero l'idoneità fisica necessaria. Essa fu costituita nel 1831 su ì bgl. <li cui uno composto di Italiani. Nel 1835 venne ceduta alla Spagna e impiegata nelle guerre Civili. Ricostituita in Francia in Fine dello stesso anno, variò <li forz.a nei successivi a seconda delle necessità n1ilitari. Attualmente

(1933) ha una forza complessiva d i 25 . 000 u. e comprende 5 regg. d i fanteria, 2 d i cavaller ia, 5 cp. di pionieri.

Strani (Ami{C(lre). Generale, n. nel r 846 a Monteleone Calabro cd iv i morto. Sottol. d'art. nel 1871, d ivenne colonnello nel i894 e nel 1897 comandò il 71<> fanteria. Magg. generale comandante la brigata Reggio nel 1 ~00 , andò in P . A. nel r902, passò nella riserva nel 1907 e nel 1910 venne promosso tcn . generale . Diresse la « Riv ista Milita re Italiana " e fu deputat◊ di Montelconc nella XVI! legislatura. Straniera (Legione). Durame la Rivoluzione francese, si formarono spontaneamente legioni di stranieri che la Convenzione, e successivan1entt: il Direttorio, utilizzarono

per ragio ni politiche e milita ri. Si formarono così le seg uenti: Belga, d i Liegi , fiatava, Greca, I talica, Portoghese, Irlandese, Copta, Polacca, della Vistola: tutte ebbero impiego transitorio e vita effimera . L 'esen1pio f u irnitato, (.;

durante le guerre seccessive si ebbero spesso legioni straniere in quasi tutti gli eserciti combattenti, in base a speciali principt od a speciali idealità. li buon esito ottenuto in Francia dalle legioni straniere durante la R ivoluzione suggerì al Governo francese l' idea d i costituire una speciale

Bandiera del 2G reggimento della Legione straniera

Straordinari (lat. Extraordina,·ù). Nell"esercito romano erano così chiamati i soldati, d i solito 1500 fanti e 400 cava lli, scelti nelle legi )Ili alleate,- che costituivano una srecie di riserva, detta anche guardia consolare. Con lo stesso


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nome erano anche chiamati quei soldati a cavallo, per lo più ausiliari, ma talora anche legionari, che combattevaoo fuori degli or<l ini della legioi)e. Polibio cl;iama S . tutti i soldati degli alleati, posti nelle ,legioni, sia a cavallo che a piedi. - Po,ù, straordinai·ia (o ·v ecumana) era una <lelle quattro porte <lell'accam1lamcmo romane.

Strappata. Punizione m ilitare che si infliggeva anticamente in Francia ai soldati di fanteria, e che fu abolita sotto jl regno di L uig i XIII . Consisteva nel sospendere il

IV . Di<'ta di Strasburg~ (T019). Fu convocata. dall 'imperatore _Enrico lf, per d iscutere sulle cose d 'Italia. Vi parteciparono, fra al ti-i, vescovi e rappresentanti di Acqui';..Como, Ltllti, Milano, Parma, Piacenza, Ravenna, Verctlli, Volterra .

V. Resa di Strasburgo (30 set tembre 1681). Luigi XIV, ar rivò all'improvviso presso la piazza con 20.000 uomini, e gli abitanti, sorpresi , non ebbero il tempo di preparare la resistenza e dovettero firmare una capitolazione, in base alla quale si posero sotto la sua protezione, salvi gli antich i r rivilegi in conformità dei t rattati di Westfalia e ,di Nimega. Vf. Sollevazione di Strasburgo (1836). Tentativo eseguito dal principe Luigi Napoleone cont ro il re Lu igi Filippo. Il principe arr ivò il 28 ottobre a S . e il 30, nella caserma di Austerlitz, il regg. d 'artiglieria del col. Vaudrey lo acclamò, alzando le agujle imperiali . r rivoltosi marciarono verso la caserma d i Finkmatt, ma, durante il cammino la colonna in parte si sbandò, e fu sorpresa <!alle truppe cont rarie al movimento. Dopo breve com battimento, il prin cipe si arrese, fu trasferito a Parigi e poi imbarcato per l'America.

VII. Assedio di Strasburgo. AFparriene alla guerra Franco-germanica del 1870-71. Al momento dell 'assedio l'armamento era costituito da 40 0 bocche d.1 fuoco, -di cui colpevole a un trave, legandogli Je braccia dietro alle spalle, 181 rigate, 175 liscie e 44 mortai; i l presid io ~i componeva e lasciandolo poi cadere bruscame nte fin quasi ;a terra, <li r8 .ooo uomini, al comando ~i d gen . Uhlrich: d i essi col pericolo di slogar~li le braccia. Corrispondeva alla 4000 circa erano d 1 trup pa regolare, pochi gl i artiglieri e Cç,kt secca (V.), in uso nelle marine da guerra . pochissimi i soldati e gli ufficiali del genio; i viveri poteStrasburgo (lat. Argentaratum , e, negli antichi storici vano bastare per un lungo asse<l io . Il 7 agosto, dopo le italiani, Argentina). Città della Francia, nell'Alsazia e Lobattaglie d i Worth e <li Wcissem burg, la città ri mase a.brena, sul Reno. Nel 4c7 d . C . passò sotto jl dominio degli bandonata a sè stessa . l i gen . tedesc:-i \Verdér, comandante Unni, cui fu tolta dai Burgondi. Nel 451 Attila la assalì e del corpo d'attacco , fatto anzitutto tentare un vano colpo d i la distrusse. Ricostruita dopo la battaglia di Cha lons, ma no (8 agosto), procedette all'investimento. Questo, coi,el 495 fu presa dai Tedeschi. Dopo la battaglia cli Tolminciato il 13 agosto colla divis . badese , fu compiuto il 19 biac, se ne impossessò Clodoveo . Nel 1262 gli abitanti si e n ello stesso g iorno s'iniziò i! bombardamento dalla sponda ribellarono ai loro vescovi e ottennero da essi il riconodr. del Reno. La for,.a del corpo d i blocco era di circa scimento dei diritti di città lihcra.. Nel 1814 fu bloccata 60.000 uomini, di cui 4r.ooo di fanteria, ro.500 d i artiper 8 mesi. Fortificata nel sec. XVI da llo Spcckle con opere glier ia, 29co del genio, 3600 di cavalleria e 2000 del treno; bastionate, rimodernate dal Vauban, fu trasformata dai il n umero delle bocche da fuoco poteva essere valutato a Tedeschi, dopo jl 1871, in campo trincerato, costituente 230 cannoni rigati (da 15, da 12 e da 9 cm.) e a 115 con Keh! una doppia testa di ponte sul Reno. morrai lisci (da 28,' da 23 e da 15 cm.). Il difensore rispose al fuoco bombardando la Ficcola città badese di Kehl. I. Eattagli11 di Strasbi,rgo (357 d. C .). Appartiene alla Wcrder, vistò che con questo modo di attacco non riusciva guerra condotta dall'imperatore Giuliano contro gli Alead ottenere i risultati da lui sperati, quantunque la città manni e fu combattuta nella seconda metà d 'agosto, fra andasse a rovina, il 27 agosto decise d i intrap re ndàe !'ai. 13.000 Romani e 35 . 0 00 Alemanni. L a fanteria romana, tacco regolare contro l'angolo nord-ovest della cinta e di assalita con impeto, tenne testa valorosamente. L a cavallimitare il bombardamento a lla cittadell a. Fatti i preparat ivi leria dell'ala d r. rimase sgom inata, ma Giuliano .riuscì a occorrenti per iniziare ]a costruzione della prima parallela, riordinarla e a ricondurla sul cam;,o. F rat.tanto il re barbaro Cnodomaro, seguito da un corpo d i u. scelti, riuscl ·q uesta venne aperta nella notte dal 29 al 30 agosto alla d ia sfondare il centro delle fanterie romane . Ma un corpo d i stanza d i 600 rn. dalla cinta, senza che il d ifensore opporiserva ristabilì la p ugna e sterminò gli assal itori, decidend o nesse il m inimo ostacolo. In quella stessa notte ·vennero l'esito della giornata. G li Alema nni finirono per sbandarsi costrutte e armate IO batterie di seconda posizione a die d arsi alla fuga, e i Romani ne fecero grande strage, catstanze variabili <la r200 a 1800 rn . dalla fortezza , le quali turando Cnodimaro. 6000 Alemanni furono uccisi : le peraprirono il fooco nel mattino successivo. Nel le notti sedite dei Romani ammontarono a 243 uomini . guenti si procedette alla costruzione degli approc;ci fra la prima e la seconda parallela, che fu comriuta I '8 settembre, ll. Trattato di Strasburgo (589). Fu concluso fra il alla <!istanza media di 350 m . dalla cinta, nonchè. di altre re Childeberto <li Austrasia e i rappresentan ti della città batterie. Il difensore esegui una importante sort ita il 2 set di Soissons, i qual i a lui si sottomettevano . tembre: essa fu respinta a l pari d i a!tre minori. Dal 9 III. Giu.mmemo di Strasburgo (842). Fu prestato eia Carlo all 'II settembre l 'assedian te aprì g li approcci t ra la seconda il Calvo e da Lodovico, figli d i Lodovico il Pio, i quali, e la terza parallela, e nella nntte dal!' , 1 al 12 in iziò alla dopo la vittoria di Fontenay su Lotario, riirnovarono la zappa volante la terza parallela ai piedi dello spalto, sei:iza loro alleanza contro di lui. subire perd ita alcuna, pcrchè la sua artiglieria aveva soverL a punizione della strappata. (dal Callot)


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Campo trincerato di Strasburgo (in fine del sec. XIX) scala i: 100.000

chiata la d ifesa. Sboccò poi dalla terza prallela e procedette, in gran pane alla zappa "olantc, al corooamento dello spalto d i due l unette ava ni,atc, coronamento che il 17 settembre era già ultimato. Frattanto, apposite batteri<:, poste a 800 rn. di distanza dalle predette lunette, avendovi aperto la breccia nel mu ro d i scarpa, l' assediante eseguì le discese nel Cosso, demolendo colla mina il muro di controscarpa, costruì un argine nel fosso acqueo e nel 20 e 21 settembre occupò altre due lunette abbandonate dai F rancesi. L'assediante costrussc altre batterie di breccia più vicine alla piazza e dal 24 al 26 aprl due breccie nella cinta. Stavano al lora ri,.olti contro la fortezza 241 pezzi ri~•artiti in 68 batterie. Con questi l'attaccante aprì il 27 un fuoco generale e stava per dare l'assalto alle brecce della cinta , q uando il generale Uh lrich, visrn l' impossibilità di continuare la resistenza, col consenso del consiglio di difesa propose la resa. Il 28 settembre il presidio usd prigioniero. Le perdite del presidio e della popolazione pel fuoco dell'assediante, tra morti e feriti, erano state di circa 4300

persone; quelle dell 'assediante non giunsero a 1000 uom ini, di cui 127 morti.

Stratagemma di guerra, Astuzia. inganno vsato a scopo militare. Si adopernno in qualsiasi specie ' di guerra, F'{:r trarre in inganno il nemico e consistono in fahi allarmi, imboscate, in false ritirate, in astui.ie d i ogni specie. Lo stratagemma fu a<.!opcrato nei pi,ì S\'ariati modi e nel le più svariate forme . I n Grecia era renu to in alta considerazione : famosissimo l 'esempio classico del cavallo di Troia. Anche durante la ,g-uer•a Mondiale fu adoperato, ad es. con simulazione d i finti ca rri armat i (1917 a Carnbrni per opera degli Inglesi) e di finte batterie mediante rozzi cannoni d, legnn (V . ad es. l'orto Corsir11). Uno S. d1 questo genere fu adopera to anche dura nte la guerra d i Secessione: quelle finte artiglierie ,i chiarnMono " cannoni dei q uaccheri n. Comunissimo nelle m~rinc lo S. d ella falsa ban<licra, issata su navi per avvici narsi al nemico e piombargli addcsso all'impro\'viso.


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Strategia, Molte sono le d cfini;,,ioni di questo ramo dell 'arte militare, e difficile sarebbe o ptare per una qua lsiasi di esse. Concilia,"lo le diverse opinioni si potrebbe dire che essa è I' apf'licazionc utile dei sommi princip1 dell'arte della guerra nel la condotta degli eserciti, nel determinare, coord inare e dirigere ie grandi operazioni per il conseguimento degli obbiettivi della guer ra, opportunamente prefissi. La S. non ha illimitato il p roprio campo : deve procedere in armonia colla politica e colla tattica. Moh i sono difatti i punti di contatto fra strategia e politica, tanro in tempo di pace che in guerra. Primo atto che si deve predisporre fin dal tem~o di pace è il piano <l i campagna. Da esso conseguono il genere della guerra (offensiva o difensiva) e la scelta del teatro di operazioni. La politica sta in coordinamento con altri fattori quali il terreno, le forze disponibili, le notizie su lle intenzioni dell'avversario, il sistema di alleanze. Lo stratega, inspirandosi ad essi, Jisolve il problema strategico secondo l 'inspirazione del suo genio e la tenacia del suo carattere. La S. non è quindi una scienza, nè come tale può essere studiata, insegnata o appresa. Essa si desume esser.zialmente èaUa storia n1ilitarc, analizzata in estensione e in profondità per la ricerca ddk cause delle vittorie e delle sconfitte. Difatti i problemi stralegici nel le loro linee essenziali non murano col tempo e collo spazio. N ella cqunione che il comandante deve risolvere muta·, il valore di cerri element i (spazio, entità delle masse, arrnamento e mezzi vari ,

velocità

di tf'a'.ìlazione

delle un itit, ecc.), ma i rapp>rti int~rcorrenti fra ml, elementi sono sempre uguali e l'tquazione è sonpre equivalente. È quindi la storia il grande campo sperimentale della strategia , studiando numerose campagne, specie quelle dei gran-di capitani., si conosceranno numerose situazioni.

Gli inseg-namenti, che sono frutto d i tale studio, finiscono per costitui re un substrato quasi incosciente nella mente del comandante in capo; substrato che è inspiratore delle sue decisioni secc.::ndo impone la gravità del n1omcnto, perchè d iventato parte integrale del suo Fensicro; onde la deci sione riesce, o meno, conforme ai somn1i principi <ld1':ute. Non esi!-te un sis tema s trategico ideale; e~istono bensì

massime che debbono guidare l'azione dello stratega. Principali le seguenti : 1°) La politica deve essere in stretta con nessione colla strategia, ma lo stratega de,•e avere piena resronsabilità e l ibertà. 2°) Mantcr,erc sempre l'iniziativa delle operazioni e imporre la propria volontà al nemico. 3°) La strategia è sostanziata dalla manov ra e h,a inizio collo schieramento delle forze in rapporto ag]j obbiettivi . 4°) Obbiettivo principale della S. è la vittoria, che si ottiene col battere l 'esercito nemico. Tutto il resto : occura• zione d i reg ioni, città, fortezze, è secondario, anzi jnutilc e perciò dannoso, se non contribuisce al risultato della sconfitta definitiva dell'avversario. 5°) Non si è mai abbastanza forti nel giorno e nel luogo <lell~ battaglia decisiva. Tutti gli sforzi della S . devono tendere e portare il massimo delle forze nel luogo <lccisivo e n,e l tempo utile; bisogna quindi distrarre forze per operazioni secondarie quanto meno possibile. 6°) Non è sufficiente che uomini e mezzi siano presenti nel punto decisivo e nel tempo utile, ma devono giung~rvi nella massima· efficienza : evitare quin<li sempre sforzi, fatiche e mov imenti non necessari , conservando la libera dispon ibilità delle proprie forze, razionalmente economizzate. 1') Manovrare le proprie forze

SrR

finale e dosare equamente le forze in rapporto agli obbiet• tivi stessi. 9ç) La S. non deve frequentemente cambiare sistema: il meglio è spesso nemico del bene. Sono oppor• tune sovente l'insistenza e la costanza: in ciò si rivda il carattere del capo: in ogni caso evitare l'indecisione, sempre fat ale e funesta, la S. è fatta di audacia : lo stratega che non rischia non otterrà mai risu ltati brillanti. Ciè, che si deve ben ponderare è il momento in cui azzardare, e sapere ciò che si a rrischia, prevedendo tutte le possibilità. Nulla deve meravigliare lo stratega: SOfTatlutto le azioni del nemico, al quale egli però dovr~ attr ibuire le inten zioni meno favorevoli alla propria azione. rei>) La S . deve valorizzare tutti i mez.à nuovi più progrediti e più recen ti per rcali;,,;,,are la massa e la sorpresa nel campo tattico. ITç) L'organizzazione e l'esecuzione di ogni atto strategico devono essere inquadrati nel concetto <li sicmezza. ,2~) Da tenere presente sempre la prevalenza di fattori morali , e che il principale elemento agente è l'uomo colle sue debolezze e le sue virtù: I 'demcnto umano è costante in rapporto ali 'elemento materiale che è variabile. La Strategia mttrittima ha per oggetto « il co1Hrollo delle comunica7.ioni marittime » (Pclliser). Ciò ruò essere ottenuto solo con la sconfitta del grosso delle forze nemiche. Allora si impedisce al nemico il traffico e ci si assicura libertà di movimento per sè, e possibilità d i eseguire operazioni oltremare e di impedirle al nemico. Nella S. marittima si tiene conto dei seguent i speciali fattori: a) la mobilità delle (oue navali (velocità e resistenza); b) la po1iz ione geografica delle basi navali; e) la composizione del le forze e la loro dislocazione nel teauo di operazioni; d) la d ifesa delle coste; e) l 'esplorazione lontana e la sorveglianza delle forze dell 'avversario; /) la guerra al traffico con navi corsare e sommergibili. L'influenza del potere aereo sulla S . navale nelle acque ristrette , ossia in quelle acque in cui le forze aeree possono operare provenendo da basi terrestri, è considerevole,_ nel senso che il potere aereo aumenta la capacità della potenza navale f.'ÌÙ debole ad inl:liggert danni, sebbene non le conferisca la possibilità di giungere ad un r isultato decisivo. Al di fuori delle acque ristrette, il potere aereo è un prez ioso ausiliàrio del , potere marittimo, pur avendo effetti strategici molto minori. In grande considerazione dov rà ugualmente essere tenuta l 'influenza dell'arma aerea nella S, terrestre, data la potenza che essa va sempre più acquistando, e la possibilità di portare offese cospicue a grandi distanze.

Stratico (co11te Simone). Fisico e itiraulico, n. a Zara, rn. a M,lano (1733-1824). J7 u professore a Padova e a Pavia; si occup() molto di argon1enti di n1arina e ingegneria navale; pubblicò un « Vor1bolario di m anna "· Stratonicea, Città della Caria, a sud del fiume Marsia . Assedio di Stratonicea (130 a . C.). Fu posto dal console romano Marco Perpenna, perchè vi si era rifugiato Aristonico, usurftatbre del regno di Pergamo lasciato in ere<lità ai Romani da Attalo Ili. L'assedio andò per k lunghe, ma alfi.ne Aristonico dovette arrendersi per fame.

riunite contro il nemico frazionato e cornunque contro i

Straubing (ant. Sorviodumm). Città della Bavicrn, sulla dr. del Danubio. Antica piazzaforte.

suoi punti deboli, ev itando quelli forti, e nelle d irezioni più redditizie contro i funti vitali ~ell'avversario, che molto spesso sono le sue ali e le sue li.nec d i comunicazione. So) Ripartire g li obbiettivi in rapporto allo scopo unico

I. Assedio di Straubù,g (t:;-42). Fu posto dagli Austriaci al comando del gen. Vurmbrand. li 6 aprile egli fece aprire la trincea, mentre le sue batterie iniziavauo un fuoco


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,·iolcnto. · n comandante della piazza, barone di Wolviesen, rispose al fuoco ed eseguì sortite, riuscendo ad interrompere i lavori de!l' àsscdio . L 'tr apri le, avvicinandosi l'esercito francese del <luca d i l larcourt, l'assedio fo tolto. Nel luglio 17<13 la piazza fu

nuovamente

investita

dagli A ustriaci, e questa volta {u çostreua a capitolare,

Strazzeri (Giulio). Generale, n. a Butera tiel 1856. Sottoteo . <l'art. nel 1877, fu inseg~antc alla Scuola d'applicazione d'art. Fortc-,za cli Scraubina (sec. X\'I) e genio. Colonnello comandante la ,Scuola centrale d'an. da campagM nel 1910, comandò nella g uerrn Libica il 3° rcgg. art. da campagna speciale e nel r914 fu collocato in P. A . Magg. generale nel 1915, ,•enne richiamato in occasione della guerra contro l'Austria; nel 1923 assunse il grado di generale <li divis. nella riserva; nel 1932 fu collocato a riposo. Fra altro pubblicò: " li cava lcare per g li ufficiali delle batterie »; ~ Vecchia

scuola>,.

Strel izzi (Strelir::, S1rielz1). Ca$ta russa di uomini liberi, sol<lati d i padre in figlio, alloggiati, equipaggiati e pagati dallo Stato. Il loro numero si aggirava sui 40 .000 u. Iu pace costituivano la guardia dello czar, in guerra il nucleo dell'esercito. Istituiti da Ivan il Terribile verso il 1545, sembra derivassero dagli Opritkini. Erano le uniche forze p<:rmaneati dell'esercito russo prima di Pietro il Grande. A llorchè questi, nel 1698, volle riorganizzare l 'esercito, dandogli un carauerc più naziona le, gli S. insorsero. Per <lomare la rivolta che assunse gravi proporzioni, se ne doveucro massacrare molti, licenziare una parte dei superstiti e incorporare il re5to nelle nuove mil:zic. Str esa, Comune in prov. di Novara , su l lago Maggiore . li 5-20 settembre 1932 vi si tenne una Conferenza da uoa Commissione incaricata, dalla Conferenza di Losanna, di studiare delle propo~tc per la « ricostruzione » dei raesi dell'Europa centra le e orientale. La conferenza, presieduta da Georgcs Ilonnet, presentò i suoi lavori alla Commissione di studio per l 'unione europea, le cui risoluzioni furono approvate nell'ottQbre dal Consiglio della Società delle ~az.10n1.

Stretta. Località angu~ta, compresa tra fianchi che sono impr;1ticabili o ~ d illicilrncnte praticabili, la quale non permette il passaggio delle grandi unirà spiegate, ma obbliga chi :iwanza a restringere grandemente le fronti e aumentare la profondità, creando così un periodo di criii ~"rima di impegna rs i nella stretta e dopo averla sorp,1Ssa1~. Costituiscono strette: i colli, i pu nti in cui una valle st restringe, j ponti, le strade io terreno paludoso. Auacco e di/era delle strette. Le strette assumono importanza d iversa a seconda della larghezza e lunghc1.za dd passaggio, e della natura, accessibilità, estcnsion<: e profilo degli ostacol, che le lim itano. Esse influiscono diversamente sulle operazioni che vi si svolgono, secondo che ,i considerano come :.cmplicc ostacolo al movimento di truppe io marcia o<l al libero spiegamcmo di forze pcl combattimento, OFpure come posizioni che consentono all 'occupantc una d ifesa attiva, grazie alla faci lità d i tenerle con poche for7_.e concentrandovi notevole potenza di fuoco. Quando si

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tratta di passare una S. che risulta n<1n tenuta dal nemico, si devono spingere in tempo al di là di essa reparti di sicurez7.a, inca,·,cati di occupare posizioni che lascino dinanzi allo sbocco spazio sufficiente al la colonna per passare e se del caso spiegarsi, fuori da possibili offese terrestri. A que<ll reparti si aggiungeranno, sempre che possibile, arti glieric contraerei, giacchè le S. costituiscono, in genere, condizione favorevole alla ricognizione cd all'offesa dal1'alto. La preventiva ricog nizione della stretta, da farsi ;cmp-e e preferibilmente con reparti celeri, è completata cd inquadrata dalla ricognizione aerea della zona. Allorchè invece la S. è occupata in forze dall'avversario, conviene q uando po-1sil>i lc evitarl a, facendola cadere per effetto di manovra. In ogni caso si d ovra esaminare se forze anch e limitate non possano cadere sul fianco o sul tergo dell'avversario per vie insospettate o ritenute impraticabili. Se la fronte di anacco comprende più S., la manovra può consistere ne) prcponderare, specialmente con la massa di fuoco, contro quella di esse la cui caduta avrebbç maggiori ripe r, cussioni sulla difesa delle :1ltrc: contro queste ultime si svolgono contcmwranee azioni concomitanti. La difesa di una S. può farsi davanti, o dietro, o nell' interno di essa. Quando sia Fossibile una certa liberti, di scelta, occorre tener vre,cntc che : a) Ja d ifesa davanti è u1ile a chi intenda riservarsi facilità di contrattaccare per prendere spazio innanzi e sboccare in forze, oppure a chi intenda esercitare successive resistenze per rallentare e logorare l'avversarin; b) la di(c, a nell ' interno giova , specialmente ucl caso d i S. anguste, a quello dei d ue avversari che <I.ispane della migliore fanteria, anche se pocn numerosa; e) la difesa dietro può convenire quando b fanteria del difensore sia alquanto scossa, e l'artiglieria abbondante, in efficienza cd in condizioni di agire profonda mente nell' interno della S.; in certi terreni permette anche di sferrare contrattacchi di sorpresa. In ogni caso, k ricogni,:ioni aeree e terrestri vanno spilllc quanto pili innanzi possibile; si debbono avere ali saldamente a[1>0ggiatc all'ostacolo e campo d i vista e di tiro ampi; sfruttare le posizioni d'infi lata; prc<lispo,.re o utilizzare ostacoli atti ad arrestare e a far addensare il nemico sotto un t iro eh'icacc, con cbe si favorisce il contr3ttacco; debbono essere state studiate posizioni successive, itinerari e modalità per successivi ripiegamenti. (V. anche l 'asso mo11ta110) .

Stretti (Questione deglt). I la importanza politica e militare. Un tempo il possesso di uno Stato finiva al mare, nè si parlava di acque territoriali. Poi le nazioni cominciarono a proclamare la loro sovranità anche sul mare che bagnava le loro coste, per un tratto di alcuni Km . dalla riva. Al princip io del secolo XIX era i;:ià ammesso il concetto che il possesso delle acque territoriali arrivasse fin dove queste potevano esser bauute coi cannoni da 1erra. Aumentando la ginata delle artiglierie, sorse la questione degli S.: questi infatti, r er essere domin:1li da i cannoni di terra, appartenevano in piena sovranitl, allo Stato possessore delle due r ive, e venivano considerati chiusi al passaggio di navi straniere. È questo il caso dei Dardanelli e del Bosforo, che provocò lunghi conflitti, anche militari. La cosa è diversa per gli S. le cui rive sono in possesso cli due diffe renti Sta ti, come il Sun d o Gibi lterra. ln questo caso la questione è stata risolta col principio della divisione dello streuo in due parti uguali. Tale risoluzione non basta tuttavia qualche volta a risolvere completamente la questione . Il Sund per esempio ha la riva occidentale appartenente a lla D:mim:\rca e l 'or ientale alla Svezia : ma . quest'ultima riva non è n.wigabile, e lo S. è quindi tutto danese. (V. Parigi XCII e i,Q11dra XXXIV).


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Streva (Vi11cenzo). Generale, n. a Corleone nel 18ìo· Sotto!. di fant. nel 189:i fu in Eritrea dal 1895 al 1904; ad Adua meritò tona med. di bronzo. In Somalia dal r905 al 1908, vi guadagnò la ·croce di cav. dell 'O. M. S.; in Libia dal 1912 al 1916 una med . d'argento . Colonnello nel 1917, ebbe il comando nella guerra contro l 'Austria del 6° fanteria e lo tenne per undici anni meritando altre due ·med. d'argento. In P. A. nel 1928, fu FT00losso generai-, di brigata nel ,930. Strielbitsky (lvan). Generale russo (1828-1900). Uscito dalla Scuola di guerra di Pietroburgo, dal 1876 diresse- la pubblicazione della carta della Russia europea e pubblicò un certo numero d i lavori geografici, fra cui uno stud io " ' « I possessi dei Turchi in Europa dal 1700 al r789 ». Strigonia. V. Gra11. Stringa (Pi'rio). Generale, n. a Lama di Mocogno nel t867. Sottot. degli a lpini nel 1889, partecipò alla campagna Eritrea del 1895-96 ed a quelle libiche <lel 19rr-12-13, guadagnandovi una med. di bronzo e una d'argento. Prese parte poi alla guerra contro 1'Aust ria; ferito e mutilato, fu promosso colonnel lo per merito di guerra nel 1916 e meritò due mcd. d'a rgento, una di bronzo e la croce di cav. del1·o. M. S. Brigadiere gen. nel J918, an<lò in P. A. S. nel 1920 . Richiamato in S. P . E. nel l924, co"1andò la brigata Ancona. Generale di divis . nel 1q26, comandò successivamente le divis. di Salerno e d i Livorno e ·n el 1931 fu collocato in posizione ausiliaria.

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nante il nemico, fulminò l'avanguardia francese che n p1ego lO disordine. Riordinata, tornò all'anacco appoggiata dal grosso.: gli Austro-rrussiani furono sbaragliati e volti in fuga.

Stromboli, Isoletta del gruppo dcHc j'..ipari . Battaglia di Stromboli (8 genna io 1676), detta anche delle Lipari. Fu combattuta fra una flotta francese comandata dall'amrnir . Duquesne, e una flotta olandese comandata dall'ammir. Ruyter. Esse si incontrarono nello stretto fra S. e l'isoletta delle Saline , verso le ro, e t i batterono, in linea di fila, sino alle 16,30, con esita i.ncerto. Verso quell'ora 9 galere ispano-napoletane, condotte d all'ammir. Rertrando di Guevara, arrivate sul ca1npo della lotta, rimorchiarono i

vascelli olandesi , mentre le due flotte, caduto il vento, si erano ormai separate. Il Duquesne si portò a Milazzo; il Ruytcr a Messina. Il p rimo, pur non avendo ottenuto VÌ l· roria, ebbe la gloria d i non essere stato vinto dagli O landesi, ritenuti allora i primi marinai del mondo, e comandati da tm amm iraglio famoso.

Stromboli. Corvetta in legno, costruita nel 1843 in Inghilterra. Dislocamento tonn. 580, macchine I-IP. 200. Apl)aneuue alla marina napoletana e passò a quella italiana nel 1861, venendo radiata nel 1865. Stromboli. Ariete torpediniere , varato a Venezia nel 1886, radiato nel 1907. Dislocamento toun. 3898, lungo m . 86,40, largo m . 13,22; m acchine HP. 6297, velocità nodi 213; armamento Vllf 152, V 57, 111 37, I 75, V 37 H, II mitragliere; equipaggio 213 ..

Striscia. Fu cosl chiamata in Italia quella spada colla lama molto lunga e stretta, adatta a colpire e ferire solo di punta, che i Francesi chia1narono <( Raplèrc )). Non e ra

A riete torpediniere «Stromboli » Striscie del sec. XVI

considerata come arma da guerra, ma da duello, nei secoli XVI e ne l XVII. E bbero fan:a quelle .:ostruite dagli Spelai milanesi e da quelli di Toledo.

Sìromeyer (Giorgio). Medico militare tedesco (18041876). Fautore della chirurgia conservatrice, fu insegnante universitario. F u chiamato « il padre ddla medicina mii. tedesca » e lasciò un 'autobiografia.

Strogonov (conte Paolo). Generale russo, m. nel 18q sotto le mura di Laon. Combattè contro la Turchia nel 1788- r791: fece Je campagne d'Aust ria nel 1805, di Prussi,1 nel 1807, d i Moldavia contro i Turchi nel 1809, cont ro la Francia nel 1812-13-14.

Stroncone. Frn ione del comu,1e di Tern i. Sorto forse sulle rovine dell'antica Trebtila Suffena, vi fu costruita una rocca. Nel secolo XIII sostenne- lotte con Narni. Nel 1357 i Ghibellini scacciarono dal castello i Guelfi, ma questi lo riFresero. Nel 14ò4 Andrea Tomacelli occupò la rocca a tradimento; ma gli abitanti insorsero e lo scacciarono.

Stromberg. Borgo della Prussia, nel territorio di CobJcnz.a.

Attacco di Stroncane (febbraio 1799). Appartiene alk guerre della repubblica francese. Nella notte dal 10 aJl'11 febbraio i partigiani del governo papale assali rono S., saccheggiarono le case dei Giacobini e, radunate le artiglierie del comune, si prepararono alla resistc,nza contro i Repubblicani. 1 Francesi infatti vennero subito ad osscdiarlo: dopo otto giorni i d ifensori si a rresero e venne firmata una capitolazione che tuttav ia non salvò il paese da un nuovo ~accheggio.

Combattimenti di Strombe,·g (1793). Appartengono alle guerre · della Repubblica frances~. Ai primi d i marzo i l gcn. prussiano Zekuly, passato il Reno con 1200 u. , venne ad attaccare gli avamposti del gen. Houchar~l, cacciandoli da S. I Francesi il r7 attaccarono e ripresero la posizione. I gcn. Zekuly e Romberg, tornati con forze maggiori, riconquistar ono il paese e l 'Houchard venne a riassalirli con tre colonne. I francesi disponevano di due brigate, 8 sqdr.

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, Zek,ly, ,d,i«ni i ""' :'" P"'i"'>,e domi-

Strongol i (ant. Petelia , e Strongulos). Comune in prov. di Catanzaro, sulla dr. dc! Neto, L 'ant. Petel~a fu sotto-


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messa per lungo tempo a Cotrone e all 'iuvasione dei Lucani cadde sotto il loro dominio: essi la fortificarono e la resero uno dei loro centri più importanti. Anniba le, dopo averla presa, la consegnò ai Bruzii e la rese uno dei suoi baluardi p iù forti nell'Italia meridionak . Quando fu costretto ad abbandonarla, i Romani vi r imandarono gli abitanti superstiti, circa 800, e le accordarono privilegi speciali. Nel 7 r a. C. Spartaco vi sconfisse un renarto romano del! 'esercit() di L icinio Crasso. La ~ittà dec;dd e rapidamente :· sono Belisario e Narsete non esisteva più. Presso le sue rovine, l'imperaLOre; Giustiniano fece erigere il castello di Strongoli. I. Pre<a di Petelia (216-215 a. C .) . Dopo la battagli:, cli Canne solo Petelia e Cosenza rimasero fedeli a Roma , cui chiesero aiuti : i Romani però non Doteronr, soccorrerle e il generale cartaginese In1ilcone venne ad assediare Petelia .

Gli abita11ti si difesero valorosamente, respingendo ogni a ttacco, bruciando le macchi ne degli assedianti ed uccidendone un gran nurnen). Co t:tesso Annibale fu costretto a recarsi a Petelia e dovette accontentarsi di bloccarla, dando il co-

mando dell"assc<l io a A111wne. I d ifensori, scarseggiando orma.i i viveri, fecero uscire dalle mura lç donne, ì vecchi

e i bambini che i Ca rtaginesi massacrarnuo ba,b,ramentc. Dopo altre <lisperate sor tite gli abitanti, non potendo pili resistere anche per l'assoluta mancanza di provvigioni, fu. rono costretti nel luglio del 215 ad arrendersi dopo n mesi di resistenza. II . Attacco di Strongòli ( J8o6). Appartiene alla sol levaz ione delle Calnbrie contro i Francesi. Alla notizia della vittoria <li San('Eufemia, gli abitanti imprigionarono I pochi Francesi <li p residio . Il geo: Reynier, nella sua ritirata. passò per S. e d opo sanguinoso combattimento riusci a penetrare nel paese e a liberare i suoi compagni, ordinando il saccheggio e l'incendio riel paese. L ·anno seguente i Francesi tonrnrono ancora contro S., ove si era trincerato il Francatrippa con altri capi insorti. Dopo breve, ma accanila resisteaza, i Francesi ripresero il paese, , mentre gli in sorti si salvarono con la fuga.

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di Paolo IV di liberare Firenz~; tornaw in Francia contribuì grandemente alla p resa d i Calais e morì nell 'as~edio di Thionvi lle. - Aln i capitani d i questa celebre famiglia fiorentina furono: Roberto (tn. nel 1566), Scipione (m . .r552), Nicolò, che partecipò alla d ifesa di Firenze e vi rimase ucciso (1530).

Stt'ozzi Filippo. Capitano fiorentino, figlio d i Piero, n . a Venezia, m . alle Azzorre (154r-1582). Agl i ordi ni della Franeta, combattè in Piemonte. Ne·! 1563 ebbe i l grado di maresciallo delle guardie francesi e nel 1567 quello di colo1111ello generale d, fanteria al comando del regg. « Picardie » . Si distinse a Roche-l'Abeille, a Montconto11r e all 'assed io della Roccella. Avuw nel 1581 il comando delI ·armata _navale inviat a in aiuto del Portogallo, assalì gli Spagnuoli nelle Azzorre ma, caduto prigioniero, venne gettato in mare.

Stuart (Carlo). Generale inglese (1 ì53-1801). Si distinse in America nel 1778. Da magg . generale ebbe nel 1794 il comando delle truppe che si impossessarono <ldla Corsica e si impossessò di quell'isola. Nel 1797 comandò le truppe inviate in aiuto al reggente del Portogallo e procedette all'organizzazione dell'esercito portoghese. N el 1798 occupò !"isola di Minorca. Nel 1 800, durarne l'assedio di Malta. s'impadronì del forte deila Valletta. Fu poi in Sicilia in appoggio dei Borboni e p;.rcecipò ad azioni in Calabria contro i Francesi. Stuart Giovanui. nenerale _nordamericano (.1 835-1864). Ufficiale d i cavaller ia de ll 'cserciro degli Stati Uniti, combattè nel 1856 contro gli Ind ian i. Prese parte alla guerra di Scccssio11c nelle fi le dei Confederati. Ebbe parte ootcvnlc nella

guerra dove_ effettuò fortunale scorrerie .

Divenuto

magg. generale, assunse il comando della cavaller ia confederata . .Feritn nel combattimento d i Ash land I' 1 r maggio 1864, m orì il giorno dopo . Ebbe il sop-rannome di Murat

:uncricano. Studantì Lombardi (Ba11aglionc) . Co11 tale denoini nazione è designato un corpo di studenti che si orga nizzò a

Strozzi (Filippo). Capitano fiorentino (1488-1538). Fuoruscito da Firenze all 'elezione di Cosimo dei Medici, si mise a capo degli esiliati per riprendere la città, ma .non riuscì ncll'inte,i to in seguito alla disfatta <li Montemurlo (r537) nella quale combattè valorosamente cadendo prigioniero .. Rinchiuso nella fortezza di S. Giovanni e tor turato,

Trecate, nell"agosto del 18,18. al comando del ten. col. Francesco Pasott i e· fu chi amato anche « Legione degli Stu di » . Assegnato alla div is. lombarda, nella brigata di Raffaele Pocrio, fece la cam pagna del 1848 e si distinse nel marzo dell'anno seguente alla Cava . 11 bgl. fu sciolto dopo Novara.

5i lJCcise in prigione.

Studenti Pado11a11i. Piccolo corpo d i student i di Padova che il 10 luglio t848 si costituì agli ordin i del capitano Gazzoletti . Erano in tutto r48 fra cu i 3 capitani , 7 tenen ti, un contabile, 5 medici e una ventina d i sortufnciali. li segretario del governo provvisorio di Brescia, avendo proposto a Cesare Correnti d i chiamarli a Milano per incorporarli nel bgl. istruttori, alcuni accettarono e gli altri , i arruolarono nella Legione t ridentina.

Strozzi f.-a ' Leone. Ca17itano fiorentino, n. a Firenze, m . a Castigl ione della Pescaia (1505-,554). Combattè contro i Turchi come capitano delle galere di Malta, passò al servizio del la Francia che gli affidò i l comando di u-na sq uadra nel 1547, si <listinse nei lidi scozzesi per proteggere Maria Stuarda . Dopo una sfortunata spedizione in Spagna tornò a Malta, e poi anco,a in Francia, ove bloccò Boulogne nel 1549 dalla parte del mare. Nel 1554 ebbe i l comando delle galee nella guerra della Francia in Italia : investì il forte Scarlino nel principato d i Piombino e, rimasto gravemente ferito, rn orì poco dopo.

Stmzzi Piero. Capitano fiorentino, maresciallo d i F rancia, figli() di Filippo (1510- 1588). Per venrlicare la morte del padre Fil ipJ:O e liberare la patria, cercò l 'aiuto <lclla Francia. Partecipò all 'as~d io d i L ussemburgo, introd usse gli archibugieri a cava llo nell 'e~rcito francese , diven ne generale delle galee e maresciallo. Nel 1554 andò i n soccorso di Siena assed iata da Cosimo I , ma, scor.fitto a Lucignano, tornò l 'anno dopo in f1 rancia . N el 1557 tentò con truppe

Studenti Piemontesi (Bauaglione). Si costituì nel 1849 a Madonna del Monte. Cornbattè a Ca lmasino e in altre occasioni. aggregato alla 4" d i·, is. sarda , e coma ndato dal capitano Cassinis.

Stuhlweissenburg (ant. Alba Regia [ Alba Reale], in ungherese Szekesfejerwar). Città dell'Ungheria , a nord-esl del lago d i Balaton .

I. T,·attato di StuMweis,enburg (24 febbraio 1538). Concluso fra l'imperatore Carlo V e Giovanni Zapolya, re d'Ungheria. Questi conserva il titolo d i re, e il possesso della T ransilvania e dell'U nghe ria orientale.


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II. Assedio di S1111,/u;eisse11b,,,-g (1543). Appartiene a lle guerre d i Solimano II. Nel 1543, il sultano pose l'assedio a S. allora città forte, capitale del regno, e ben protetta da bastioni. Le a rtiglierie turche iniziarono un bombardamento intenso. Al riparo di una specie di cammino coperto, costruito con canne e pali, i Musu lmani si avvicinarono ad uno dei bastioni principali e riuscirono a minarlo. Gli abitanti costruirono una contromina, ma la carica venne incendiata troppo p resto e ciò andò a favore degli assedian ti . Il 29 agosto Soli1mm0 ord inò un primo assalto, che durò p iù di t re ore e d iede loro i l possesso del conteso bastione. Il z settembre venne sferrato un secondo assalto, che rese :: Turch i padrvni <lei ,obborghi. Un corpo d i Italiani che li aveva d ifesi cercò di ritirarsi dentro la città, ma furono loro ch iuse le porte, per t imore che ~on. ess! entrassero i nem ici , e così vennero tutti

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cidati dai giannizzeri son o le mura, insieme col lo:·o co mandante, Bacco. Costernati da questo scac~o gli abitai,ti si perdettero d i coraggio e chiesero di capitobrc. Il sulrano accordò loro condizioni onorevoli. I Turchi presero possesso della città_da cui uscì la gua rnigione con gli onori di guerra . lii. Assedio di Stul,/weisscnburg (16o2). Dopo una serie di vittorie riportate sui Turchi, gli Imperiali ripresero fra varie piazze anche q uel la d i S. e Maomcuo 111 la fece assediare d a un eserci to podçroso, condotto <.fai g ran visir Ibrahi m pascià . Questi per un ·ncse di seguito continuò a ripetere assalti sopra .assalti, chè riuscì a indurre i di-

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fensori a venire

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a patti. Mentre s i stavano fissando g li

articoli della resa, i soldati della guarnigione sr d iedero a saccheggiare la città per impadron irsi delle ricchezze dei cittadini, prima che çssc cadessero ne lle mani degli assedianti. Questi allora, accortisi che !e mura erano abbandonate entrarono senza ostacoli nella città per la breccia ed i ger1.erali musul1nani fecero prigioniera b guarnigione.

Stuolo (greco stolos). P resso i Greci si chiamò così, o ltre che stolarchia, Pintera armata navale. N ella marina bizantina e in quelle dcll'clà moderna, significò una d ivisione della flotta. Anlicamente il termine di S. venne adoperato anche per gli eserciti d i terra, e fu usato in questo senso da vari scrittori. Stuparich (Giova11111). Medaglia d'oro , n . a T rieste nel

1891. Volontario della grande guer ra , sottot. nel 1• granatieri, comhattè eroicamente nel 1915-16. Nella epica difesa del n1ontc Cengio, r,uova111e nte e gravcmcnle ferito . cadde prigioniero, riuscendo solo mediante un'eccezionale abilità e forza <l'animo ad evitare il capestro. Gli fu concessa la med . d'oro, con la seguente motivazione: « Irredento e fiera tem,1ra d i sol<laco, col fratello si ded icò volontariamente sino dall ' inizio della nostra guerra, alla liberazione della sua terra natìa. Ferito, non gravemente , in u110 dei primi combattimenti, non volle abbandonare il campo della lntta e si curò ambulatoriamemc, rimanendo in linea . Con elevatissimo amor patrio, ,ibnegaz ione ed eroica fermezza, seblx:ne esoneralo dai sen ìzi di prima linea, volle invece costantemente per sè i p iù ri1

schiosi, eseguendo r·arccchie ard ite ricognizioni quale capo-

pattuglia, sfidando così la morte col capestro. In cruenta cd impari lotta, anzichè porsi in salvo, come riperutamenle dai superiori era stato invitato a fare, a capo di un manipolo pressochè annientato, si slanciò audacemente su ,di una m itragliatrice che faceva strag,; fra i nostri, c, gravemente ferito, cadde nelle mani dell'avvers:1tio. il suo forte animo <: fiero carattere )1on si ,·menlirono neppcre i,d la cerribile situazione in cui per lunghi mesi lo pose la c,m ma " · (Monfalcone, Oslavia, Monte Cengia : giugno 19 15maggio 1916).

IV. Combauimenw di Stul,lwl'issenburg (1704). Appartiene alla guerra <li Successi~n1t d l Spagna, e precisamente

alle azioni contro i ribelli ungheresi. Questi ultimi, in numero di c irca 5000, si erano sch ierati. d inanzi a S. coll'ala ,Jr. alle ~lture e la sr. al fiume Csurgò. 11 gcn . austriaco lleister marciò cuntro di loro in modo da attaccarli sulla }oro dr. Gli Ungheres i ripiegarono e presero po!ii~ione d inanzi alla città, 111cntrc continuav:1no ad arrivare loro rinforzi: ma, fJUando gli Austriaci avanz.arono_, cor-

sero a sbaraglio verso gl i ingressi della città. Se non che, tcn1cndo che i vi ncitori entrassero alla rin(usa c.:oi v inti [uggiaschi, i l c01m,ndante del luogo, conte Daniele Esztcrhazy, fece alzare i J>onti levatoi. Allora una parte dei fugattorno alla città; n1olti altri , gettate le arm i, cor sero ad arre ndersi :1gli Imperiali.

Stuparich G iovanni

Stuparìch Carlo

genti cercò d i scampare g irando

Questi intanto avevano girato la città , e tagl iavano la via verso sud ai fuggizschi. F rattanto il gen . J-leister, con poche cannonate, otte neva la re:'i1 della città a discrezione: tutti i r ibelli deposero le armi.

Stuhm. Borgo della P russia oriefale, nella Pomerania, !}Tesso la dr. della Vistola. I. Tregua di Stul,m ( 1629) . F u conclusà fra la Prussia e la Svezia per la durata di sei anni. N el 1635 venne f! nnovata per a ltri 26 anni fra la Svezia e la Polonia. Il. Battaglia di Stuhm (1630). Appartiene all a guerra dei Tre nta Anni e fu combattuta fra l 'eserc;to d i G ustavo Adolfo re di Svezia. forte di 13.000 u., e i Polacchi. Questi , benchè superio ri d i numero, altaccati violentemente, furono messi in rotta.

Stuparich. Carlo. Medagli~ d "oro, fratello del precedente, n. a Trieste, cad uto sul Ccngio (1894- 1916). Irreden to, a rruolatosi volonta rio nel l 'esercito italiano per · la guerra d i redenzione, fu nominato sottot., come il fratello , nel 1• regg. granatieri. Dopo aver combattuto valorosamente nei settori di Monfalcone e d i Oslavia, nella strenua d ifesa del monte Cengio, P'er non cadere v ivo nelle mani del ncnlico, preferì d arsi la morte. F u conferita alla memoria di lui la med. <l'oro, con questa 1notivazìo1"!e : « Nobilissima tempra d i soldato, volontario dall'iniz io della guerra , si votò con entusiasmo alla liherazion~ della cerra natìa. Con1andantc d i una posi1.ione compktamente isolata, di fronte a forze nemiche soverchianti, accerchialo da tutte k parti , senza recedere di un passo, sempre sulla linea del fuoco, animò ed incitò i dipendenti, fulgido esempio di valore, finchè, rimasti uccisi o feriti quasi tutti i


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suoi uomini e finite le , munizipni, si diede la morte per non cadere vivo nelle mani dell 'odiat_o avversario,,. (l'vlo nte Cengi?, 30 maggio 1916).

Stup·izza, V . Pulfero. Stupro violento. È considerato reato m ilitare se commesso in tempo d i guerra da individuo appartenen te alla milizia (art . 270 C . P. E. e 294 C. P. M. M.). Ne vengono d istinte le forme· d i violento reale e d i violento presunto . Nel primo caso, che si conc reta nel costringere una persona mediante violenza o m inaccia a congiunzio ne car-

nale, - la pena è dei lavori forzati a temro, estensibili ai lavori forzati a vita (sostituiti da dieci a venti anni d i reclusione ordinaria o da ll'ergastolo). Se i l soggetto passivo subì ferite o percosse, la pena può ascenclere alla morte mediante fucilaz ione nella schiena , previa degradazione. Questa pena si applica sem pre , ove il colpevole abbia cag ionato la morte della persona stuprata. Nel secondo caso, il legislatore militare considera presunta la violenza quan<lo !a persona stuprata non abbia compiuto i dodici anni, o quando la rersona di cui si abusi trovisi , per mabn.ia, per alterazione d i mente, o per altra causa accidentale, fuori <lei sei1si ovvero ne sia s tata artificiosarnente privata . La

pena nella prima ipotesi è da i lavori forzati a tempo alla morte mediante fucilazione nella schiena previa degradazione; ndla seconda, dai ·1avori -forz~ti a tempo , ai lavori forzati a vita. Ove conseg ua la morte della persona ~tuprata, si applicherà sempre la morte mediante fucilazione nella schiena, previa <legradazione. A questa pena si potrà facoltativamente ascendere, ove il reato sia stato commesso

con ferite o percosse.

Stura (Valle) . Percorsa dalla Stura di Demontc , che nasce al colle dell a Maddalena e si versa nel fiume T anaro a Chcrasco. Vi furono erette d ai ciuchi d i Savoia fortificazioni che erano collegate alle altre erette a difesa del confine verso la F rancia, e vennero de tte « le Barricate )) . -}~

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Operazioni nella Valle Stura (1744Y, · Appartengono a lla guerra per la Successione d 'Austria.- !I pr incipe di Conti, com and_ante (\ell'esercito francese, .•,,'!i d isposé nel luglio ad ir-.v.,iderc la valle, dividendo le , ,h: ;;forzc in nove colorme, ~..l\',( . ~"Pfa un fronte di fo Km. L'att:ffcb princis,ale (5 colonne, 24. 000 u.) fu d iretto contro la valle S . mentre una colo nna di 0000 u. muov~va in valle Vraita· e due di 12.000 u. complessivamente ,,,,,.'° 1" valle Maira . • Un'altra colonna dovt:va sbocc,re a Castdd clfino . I Piemontesi avevano 8 bgl. j_n Jl\alle Stura, 6 fra questa e v~ll50 Maira , 18 in valle Vraita. l i 17 luglio i l cumandantc delle forze piemontesi in valle Stura, gen. JlaJlavicini, si trovb improvvisamente premuto da ogni parte dalle cinque colonne dell'"ttacco principale francese, e ver so le 18, dopo d i essere riuscito a raccogliere i suoi bgl. dovette ripiega re su Demonte. Nel!'ottobre le vicende della _guerra costringevano i FrancoSJ:-agnuoli a ricàlcarc la stecsa valle per ripassare ic Alpi . (Per le opernioni del 1793-94 , V . Maddalena) .

r -

Stura. Battaglione alpin i, costituito nella pri~1;1ver a del 1915, colle cp . 213•, 214a e 215• ed assegnato al 2 ° regg . Schierato dall 'ini zio <:!ella guerra all'aprile 19r6 in val Degano, fu . poi sul lvi. N ero e vi operò fino al febbraio r9 t7 , allòrchè f:u inviato sul M. Ortigar:, per partecipare a q uella battaglia. Destinato nella zona del lvi. Cimone, vi rimase fino all'ottobre-novembre r9r7, allorquando oppose al nemico successive resistenze, quale quella su M. Cavallo del 27 ottobre; ridotto _di forza 1:,er le perdite su bite, fu sciolto nel d icembre successivo e i suoi superstiti incorporati nel hg) . _ Dr.o nero. Le sue· per.r.ite in guerra ammontarono a

SuA

ufficiali morti 4, feriti 18; u. di tmppa m. 44, f. 35)6, d ispersi. 50.

Sturan i (nob. Lodovico). Generale , n . ad Anco na, nel 1867. Sottot. d 'art. nel 1886, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e fu in Libia ne! i9q-15. Colonnello nel 1916, prese parte alla guerra contro l 'Austria, e fu inten<iente al comando delle forze italiane nei Balcani. Andò in P. A . S. nel 1920; nei 1923 fu promosso ge11cralè d i brigata e nel 1929 venne trasferito nella riserva . Sturdee (sù· Doveton , Federico). Ammiraglio inglese ( r859- 1925) . Duran te la guerra Mo ndia le ebbe il comando di una sq 11ad ra di incrociato ri ,

con

la

quale

sconfisse la squaclra tedesca d cl l'ammir. von Spee alle isole Falkland nel d icembre 1914. Contramm ir . ne l , 908,

viceaminir . nel r913, divenne ammir: nel 1917 c amSturd'ec Fedcsico m iraglio della Aotta nel 1921. Aveva preso parte alla guerra del 1882 in Egitto e alla battaglia dello Jutland ne! 1916.

Sturmabteilungen (Repm·ti di assalto). Formazioni militari social-nnionalistc in Germania. Nel 1932, comr rendevano complessivamente 400.000 u. qrganizzati come Peser. cito. L 'unirà elemen tare era la cp. _(Sturm); seguivano il bgl. (Stur mbann) costituito di tre e~,.; il regg . (Standarte) composto di pili bgl.; la brigata (Untcrgruppc) e la divisione (Grup pe) . Dalla fine del 1931, i ,egg. ricevettero il numero di quell i' d ell 'esercito ims,criale. I comand i delle d ivis. e bbero sede nelle stesse località di quelle della Rcjchswchr. La fanteria hitleriana ven ne ripartila in circa 200 cp. , com pletata da roo re!>arti motociclisti e da alcuni reparti di av1az10ne. A cape, d i tutta !a organizzazione si trova una d irezione con Jspettori generali cd intendenti'. Molte cp. hanno le loro caser me. Questa m ilizia nmase come protezione della r ivolt,zione che r:mò Hitler al potere.

Suakim. Città marittima sulla costa occidentale del Mar Rosso, alla foc~ <lell' Uad i Aben, costruita su un isolotto <J llasi circolare congil>nto alla terraferma da un ponte faci l-

Forti (F) e Ridotte (R) inglesi in d ifeso di Suakim nel 1884


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SUA

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mente asportabile. A difesa del n uovo quartiere sorgente

s1:1Ha, terra, si costruì una linea di ridotte, armate di cannoni. Nel 1865 fu ceduta dalla Turchia all 'Egitto. N el 18831844, _intorno a Suakim, Osman Digna con le Sl1e bande di ~e~visci tenne testa con varia fortuna alle truppe angloegiziane (V. Tama1) . Cinque anni dopo, ncll'auwnno, le or<I~ mahdiste la assediarono: il 20 dicembre il sirdar Grènfell alla testa di 4000 u. fra Inglesi cd Egiziani, eseguì un;,. vigorosa sortita e sbaragliò i Mahdisti, costringendoli a togliere l"aiscdio .

Suardi (Giuseppe). Generale commissario, .n. a Bergamo, m. a T rescore Ba lneario (1868-1932). Sottot. commissario nel 1887, partecipò alla guerra r915-r918 alla fine del quale anno venne promosso colonnello. Direttore d i commissa1·iato a Bari ed a Verona, fu promosso magg. gene rale di commissa riato ispettore della I zona nel 1927. Ne] 1930 fu promosso ten. generale comandante de! corpo di commissa riato.

Suarez (Alfredo). Gcne,ale, n. a Napoli, m . a Va rese ( 1859-1 923). Sottot. d'arr. nel 1877, divenne colonnello nel 1911, comandò il 1:t0 art . da campagna e nel 1912 passò nella riserva. Richiamato al deposito del 5° art. nel 1915, fu promosso rnagg. gene rale nel 1917. Sua.rcz Eduardo . Medaglia d'oro, - n. a Napoli nel 1869, caduto in Vallarsa nel 1916. Ufficiale in S. E. P. trascorse quasi tutta h1 sua carriera nei bersaglieri . ,Frequentata la Scuo.la di guerra, fu p romosso capitano a sce.l ta e passò nel corpo di S. M . Partecipò alla campagna di Libia e fu anche capo di S. M . delle trup!lC dell'Eritrea .. Promosso colo11nello, prcsé il comando del 217° regg. fanteria alla cui testa cadde da prode, durante l'offensiva austriaca nel Trc11tino. Alla memoria dell'ardimentoso colonnello .fu concessa la med. d oro, con questa motivaz ione: 0

« Sempre a lla _tesw del

suo

gi-01•ane reggimento d i reclute, con slancio ammirevole, coit sac rifici eccezionali, n-

conquisrava una importantissi1n::1 posizione, che teneva sa i~ damcntc arrest.a ndo l 'ìnvasore proprio sull'odo dell'ultimo b&luardo che gli chiudeva lo sbocco nella pianura. Irrompendo poi vittoriosamente in Vallarsa, riusciva ad aggrapparsi ed a mantenersi, coi suoi uomini, quasi allo sbocco dell'Altipiano, combattendo ininterrottamente contro il tenace nemico ammassato tra le rocce, finchè, prop rio quando aveva assolto l'arduo e penoso compito, eroicam~nte cadeva, fulminato dal piombo nemico " · (Vallone d i Foxi, 29 giugno 1916). Suarez Eduardo

1

Subalpina. 3'' lcgioi1e della M. V. S. N ., costitui ta a Cuneo nel 1923, su quattro coorti, di cui um d i confine.

Subalterno. Vengono da noi chiamati ufficiali subalterni i sottot. e tenenti, perchè si alternano fra loro nel disimpegno delle medesime funzioni. ·1;: la categor ia più numerosa, nell a quale si prepara intellettualmente e spiritualmente l'ufficiale al d isimpegno delle mansioni proprie dei gradi superiori . I □a turali istruttor i e maestri degli u fficiali S. sono i capitani cd i comandanti di b:.ttaglione. Una figura particolare nei regg. ha il S. pi,, anziano, il quale

Sus

deve curare che (ra lulli regni la mas~ima armonia, che ciascuno tenga un tenore d i vira consono al prestigio del grado cd alla d iv.isa che veste, che in ogni circostanza si comporti da perfetto gentiluomo e da provetto soldato. Se qualcuno lascia a desiderare interviene prontamente e, se del caso, riferisce ai superiori perchè p rovvedano nella loro competenzn. Egli, !1d gergo mii. , viene chian1ato (( capo calotta » .

Subervie (Giacomo Gerva,-io). Generale francese (1n61856). Volontario nel 1792, fece le campagne dei Pirenei e d'Italia e partecipò aUa presa di Malta . Colonnello dopo la battaglia <I' Austerlit:,;, si disti use nella guerra di _Spagna. Col grado di generale partecipò alla guerra <li Russi a e r imase ferito a Mosca. Generale d i divis. nel 1814, combattè a W aierloo. Nel 1848 fu ministro della g uerra. Sublacense. Via romana, diramazione della Va leria , da cui si staccava presso Roviano, per risa lire la valle superiore dcll 'Anicne, e finiva a Sublaqueum (Subiaco). Subordinazione, È il termine che esprime obbiettivamente la regola sociale del « ciascuno al suo posto », regola rispondente alla legge della d ivisione del lavoro. Appare evidente !"obbligo d'una S. generale, ossia della sottomissione d·ogn i ("'rsona, fisica e giuridica, alla legge ord inativa dello Stato. F issato così il campo della comprensione, è possibile guardare con la voluta ampiezza di spirito all a S. (in passato troppo immisenta in una siguificazione di alto e basso) e intenderla nel suo aspetto e valore sogget rivo, che può definirsi così: Sottomissione sincera, rispettosa, leale e concorde d i ciascuna persona alla persona maggiore, e

osservanza dei conseguenti doveri.

I quali possono riaddursi ai due ordini essenziali: « stare a posro >J, (< dimostrazione d i rispetto», clcn1enti base ,di ogn i gerarchia. S 'intende che la _S., come concetto e come pratica è il fond amento statico , la platea su cui posa la disciplin a. Essa è quindi principio di costruzione, non la costruz.ione, onde, base necessa ri a, d iverrebbe base inutile

ove non si collegasse e non reggesse l 'elemento attivo, I'obbedienza . .I n conclusione, la guerra (come ogni altro lavoro) procede per azion i intercalate da soste . Il ritmo è: azionesosta. Orbene, nelle soste appare d i più la S.; nelle azioni l'obbed ienza. Le due, però, non sono mai disgiunte; e la prima deve essere sempre pronta a divenire attiva nell' obbedienza. Tutto guesto non pare semplice, e non lo è. Però ecco le gerarchie, ecco il funzionamento gera rchico in rapporto alle esigen2e dell'azione, per cui tutto procede ord inammente ed il buon successo i: assiclll'ato nelle piccole e nelle grand i lotte collettive comro la natura e contro gli uom ini. « Lo Stato. un sistema di gerarchie » , ecco i l più vasto campo della S. 11 precipuo carattere che la S . assume nelle persone, è il senso della r ispettiva posizione sociale, che è più e meglio del senso di sottomissione. Simbolo della S. •è l 'uniforme. Suo morto : « P resente! ,, .

Subornazione, Reato militare, consistente nel fatto d i qualunque persona, ap[~rtenente o no alla mil izia, che con promesse, doni, o in qua lsiasi altro modo atto a persuadere, avrà istigato o tentato di .indurre 1nilitari a cornrnettere un

reato contemplato nei codici. per !"esercito e c,er la marina. Se non ebbe effetto, il subornatore risponde di tentativo; se vi fu acceu~zione, il subornato re viene considerato come mandante ; se .l a S. si riferisce al reato di diserzione e questo non fu effettuato, si infligge la pena per la diserzione, diminuita, secondo I~ circoStanze, da uno a tre gradi . Le disposizioni citate non si applicano quando trattasi di persone estranee alla mi_lizia, ed il reato che tendevano a


Sue

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far commettere sia punibile col carcere m ilitare o col m inimo della reclusione militare . A q uesta norma fa cccez10ne il reato d i diserzione.

Successione. (Guerre dt). Presero questo nome le guerre combattute a causa della morte di qualche sovrano che non lasciava ben chiari diritti successori, o non- aveva e redi di-

retti, o determ inava con la sua morte lo scatenarsi di pretese più o meno legittin1c . I casi di questo genere nella "Storia sono numerosissimi , e possiamo risalire ·alle guerre deter m inate dalla morte d i A lessandro Magno . Ma storicamente iI nome fu d ato soltanto ad alcune g uerre. Di S. d'Jn ghilten·a fu detta da taluno quella che va più comunemente sotto il no me di guerra Gern,anirn ( 1689-1697). Per la guerra d i S. di Du11ima,·ca, V . g uerra del Co11te.

Guerra pe,- la Su ccessio11e di Fel'l'ara ( 1308-1309). Dopo la morte di Azzo \/[li d 'Este, avvenuta nel 1308, si disputarono la signoria F resco, figlio naturale, e Francesco, fratello del defunto. Con l'aiuto dei Bolognesi, Fresco si i mpadronì di Ferrara, mentre Francesco ~ s.ostenuto dai suoi

nipoti , occupò Este, Rovigo ed altre terre e ricorse al soccorso della Chiesa. Clemente V colse l 'occasione per nvendicare gli antichi d iritti della Chiesa su Ferrara, e da Avignone mandò milizie in Ital ia . Intanto Fresco aveva ceduto i suoi d iritti alla Repubblica di Venezia, la quale si i mpadronl subito d i Ferrara e del territorio circostante . Il papa lanciò la scomunica contro Ve11ezia cd i n viò in Italia, come suo legato, il ca«linale Arna ldo di Pelagruc, suo nipote, ne.Ila p rimavera del 1309; alle mi liz ie papali si unj rono, ol tre a numerosi avventurieri, anche le n1ilizie

cli Bologna, F irenze e Pad ova . l Veneziani vennero battuti sul Po e la loro flotta rimas,:: q uasi completamente d istrutta. In scguiro a questa vittoria, Ferrara passò sotto il dominio della Chiesa .

Guerra per la Successione di B rctag,w (1341-1364). Si ricoHega alla g uerra dei Cento Anni e sorse a causa della morte del duca Giovanni lii, di cu i si disoutarono l'eredità suo fratello Giov,lnni d i Montfort e la niÌJok del defunto, sposata a Carlo di Blois. Avendo il re F ilippo V I d i rrancia aggiudicato il ducato a Carlo, il Montfort si appoggiò a Edoa rdo li] d 'l nghilter ra. L a guerra si accese nel 1.34r e sì trascinò a lungo, a base d i una q uantità d i piccoli scontri e assedì. Caduto prigioniero il Montfort , lo sostituì la sua virile sposa, Giovanna di Fiandra, appog-

giata dagli lnglesi . Carlo di Blois ottenne per qualche tetnpo successi, ma nel 1345 venne battuto e fatto prigion iero . Le ostilità cessarono senza che il problema successorio fosse risolto, e nel 1351, per istigazione del re d i Francia Giovanni il Buono, esse furono riaperte, sempre in forma d i piccola guerra. L'intercessione papalt. avendo fatto mettere in libertà Carlo <li Blois , q uesti· tornò in campo. Fra gli episod i salienti della guerra sono da ricordare l'assedio di Rennes (1356) e la battaglia d i Auray (1364), escludendo naturalmente tutte le aàoni mii. che sono pi,, precisamente pertincmi alla guerra dei Cento Anni . li partito francese di Carlo cedeva le armi di fronte a Giovanni d i Montfort , figlio dell'altro Giovanni che era morto in p rigione. Il nuovo duca fu riconosciuto da Carlo V di Francia in base al tratrato d i Guérande (1365), col q uale si riconosceva vassallo del re.

Guerra per '" Successione di Milano (r447- t450). La morte di · Filippo Maria Visconti, avvenuta il 13 agosto l-147, aprì a F rancesco Sforza la strada per aspirare alla sig noria d i Milano quale e rede del Visconti, di cui aveva sr osato la figlia Bianca Maria. Milano aveva proclamato la Re puhblica

Sue

Ambrosiana ; le città della Lo mbardia sottomesse da Filippo Maria si erano ribellate e sì erano erette a libero Stato. I vicini si affrettavano a spartirsi i l bo ni no. La Repu bblica nominò lo Sforza generalissimo e mentre l 'altro condottiero in sottordine, Bartolomeo Colkoni, batteva I' 1, o ttobre 1447 i Francesi a Boscomarengo, Francesco il 16 novembre prend eva Piacenza, d istruggeva, il 17 luglio 1448, una florta fluviale veneziana a Casalmaggiore, e, il 15 settembre 1448, sconfiggeva i Veneziani a Caravaggio. Un mese dopo, il 18 ottobre, lo Sforza trad iva i Milanesi stringendo coi Veneziani un patto d i alleanza, per il quak Crema era ceduto a Venezia ed a lu i era r iserbato il d ucato d i Milano. I Repubblicani milanesi si rivolsero per aiuto al duca d i Savoia; ma il 20 aprile 1449 questi veniva battuto a Borgomanero dal Colleo n.i che era passato intanto a l servizio dei Veneziani . [a repubblica d i S. Ma rco abbandonò lo Sforza, e il 27 settembre si unì a Brescia coi Mi lanesi c he le perrniscro <li portare i suoi confini si.no

ali ' Adda. Lo Sforza continuò da solo la guerra ed assediò Milano, che, mancando d i viveri, e non soccorsa · sufficien temente dai Veneziani , decise di sottomettersi. li 26 gennaio 1450, Francesco Sforza faceva il suo ingresso nella capitale lombarda come duca, e poco tempo dopo aveva ricuperato tutti i territori della signo ria dei V isconti .

Guerra per la Sucussione dei Monferrato (16r4-1617). Nel 1612 mo rì il duca F rancesco Gonzaga d i Mantova, sig nore del Monferrato, che aveva tratto in sposa una figlia d i Carlo Emanuele I d i Savoia. Questi rivendicò la signor ia per una sua nipotina e pretese come avo materno la tutela della piccola crede. Nel 1613, per rompere gli indugi , le t ruppe ducali invasero improvvisamen te il feudo e I'occuparono t<itto, ,nena Casale, beo fortificata; ma dovettero subito do po sgo,nbrarlo per l'intervento del re di Spagna, istigato dai principi italiani . La Spa,:na pretendeva anche il d isarmo delle rrnppe: il d uca non volle sottomettersi a tanta prepotenza, e, illuso d i poter da solo sostenere la lotta contro la preponderanza spagnuola in Italia, rispose cnergican1ente a ll ·an1basciatore del re, accettando la guerra. Invano Carlo Emanuele I fece appello per una uniòne contro gli Spagnuoli ai p rincipi italiani: questi, gelosi della potenza sabauda, ne osteggiarono le mu·c: solo i poeti <: i letterati , attratti dalla nobilrà d el gesto del p rincipe ,· lo esaltarnno e m isero in evidenza l'ignavia della nobiltà italiana, paga di titoli e d i vanagloria . Venezia si mosse a favore del duca, sostenuto anche dall' Olanda e <lall'lnghiltcrra . Iniziata !a guerra nel 1614, le azioni milita.ri non ebbero grande importanza . Una colonna spagnuola occupò Oneglia, qualche piccolo fatto d 'armi si veruicò nel Novarese e nell 'Astigiano. Nell'anno successivo gli Spagnuoli investirono Asti, contrastati dal le trup!)C picmoo tesi io parecchi combattimenti d i esito incerto. N el 1616, i l duca, traile nuove truppe dal P iemonte e dalla Savoia, iniziò le operazioo i nel Vercellese, ma fu battuto rresso Trino. Dopo qualche successo nell'Astig iano, Carlo d ovette recedere dall ' impari guerra , avendo perduto anche Vercelli, cad uta in mano <legli Spagnuoli dopo 56 giorni di strenua d ifesa. La guerra non sortì quindi l'effetto desiderato dal duca perchè il Monferrato rim ase in mano ai Gonzaga; ma Carlo Emanuele uscì d alla lotta senza g ravi dan ni ma, teriali (nel r618 riebbe anche Vercelli) e con reputazione grandissima. li t rattato <li pace ve nne concluso a Madrid nel 1617. Questa g ue rra da taluno è compresa come doppia S. , dd Monferrato e di Mantova. Guerra pe,· la Successione di Mantova (i628-1630). li 26 d icembre 1627 moriva il duct, d i Mantova Vincenzo Il Gon-


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Sue

zaga, signore anche d el Monferrato. Se ne contesero I ·ered ità Carlo Gonzaga, duca <li Nevers, stabilito in Francia, il duca d i Guastalla, Ferrante, la vedova duchessa d i Lorena, sorella del defunto, l'imperatore Ferdinando li , e Carlo Emanuele I per i diritti già accatrtpati tredici anni prima. Vi si fram mischia rono gli interessi politici delle due grandi case rivali di cui l'una, la Francia, 1nandò un esercito in soccorso del duca di Nevers, l'altra, la Spagna, si unì a Carlo Emanuele. Questi prese Alba e altre terre del Monferrato, mentre gli Spagnuoli assediavano Casale. Ndl 'agosto 1628 il duca di Savoia riportò a Sampeyre una decisiva vittoria contro un ese rcito francese calato dalle Alpi per liberare Casale; ma l'an no dopo f.u battuto presso Susa <la re Luigi XIII in persona. Dopo un effimero accordo, d i cui fo effetto la liberazione di Casale, gli Imperiali entrarono, il 18 luglio 1630, di sorpresa in Mantova e la saccheggiarono orribilmente; gli Spagnuoli tornarono contro Casale;

i F rancesi pencuarono nei Piernonte e presero Pi~

ncrolo e Saluzzo, mentre carestia e peste desolavano i paesi g ià disertati dalla guerra. Scorato e deluso, Carlo Emanuele moriva pochi giorni dopo a Savigliano . Gli successe Vittorio Amedeo I , i l quale, nei trattati {ii Ratisbona e Cherasco (1630 e 1631), cedendo segretamente alla Francia Pinerolo e la valle di Perosa, ot1enne Alba, Trino, e alt re settantadue terre minori del Monferrato. 1l duca di Nc,•ers o ttenne il t itolo di duca di Mantova e il resto del territorio conteso, come feudo dell' impero .

Guerra per le, S11ccessio11; di Spagna (r700-r7r4). Viven1e ancora Carlo Il <li Spagna, già però gravemente ammalato, ~orsero i pretendenti alla sua succ<.:ssione , per 1notivi vari di parentela : Filippo duca d'Angiò, à!lPOggiato da Luig i XIV; Carlo, secnndogcn ito del l 'imperatore Leopoldo I ;

Giuseppe Ferdinando, figlio dell'elettore di Baviera; Vittorio Amedeo Il di Savoia. Vennero ( 1698 e 1699) tenute due riuJJioni all'Aia, tra Francia, Olanda e Inghilterra, ma l'imperatore non aderì alle proposte di spartizione quivi accordate . E Carlo li, poco prima di morire, d ichiarò suo crede l"il ippo d'Angiò. Il conflitto divenne inevitabi le. Da una parte furono schierati Francia, Spagna e Baviera, pili, per breve tempo, Portogallo e Savoia; dal l'altra Austri a, Inghilterra, Prussia, Annovcr. La guerra si svols.: in Ital ia, in Germania, nelle Fiandre. In !calia, le operazioni s'iniziarono nel maggio r701 : il principe Eugenio di Savoia, generalissimo imperiale , scese dal Trentino con

30.000

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u . e c~.cciò j] maresc. francese

d i Catinat <lalla linea dcl i ' Adige. La F rancia inviò con rinforzi il maresc. di Villcroi, che dispose, assumendo il comando, d i 50.000 u. franco-ispa,;o.sard i. Eugen io ottenne wcccssi contro d i lui , che fu sostituito dal Vend òme (1702), il quale costrinse l'avversario a rifugiarsi nel Serrag lio m antov::rno. Dopo l'indecisa battaglia di Luzzara, l 'inverno sospese le operazioni. Nel 1703 Eugenio fu ch iamato a reprimere l'insurrezione scoppiata nell'Un gheria, lascian<lo scarse forze iii Ita lia . Il Vendome tentò d i marciare per Trento e il Brennero nella Baviera, ma ne fu impedito dalla resistenza dci Trentini e dei Tirolesi e dal fatto che Vittorio Amedeo di Savoia, malcontento del modo come era trattato da Luigi X IV , e temendo per i suoi Stati .i n caso di prevalenza della Francia, passò nel campo opposto. il gen. Starhcmberg riuscì a raggiungere il duca con 13.000 11., ma b sua siruazione d ivenn" assai difficile <li fronte alle forze !rauco-ispane in Italia. Le quali nel 1704 gli presero ad una ad una tutte le fortezze, mentre gli Imperiali erano lontani. Soltanto ne\ 1705 Eugenio tornò in Italia con 28.000 u., ma la battaglia di Cassano impedì a F:.ugenin di ma rciare verso il P iemonte, e l 'inverno sospese

le operazion i. Nel maggio 1706 il marcsc. de la Feuillade pose l'assedio a Torino, e nell' agosto mosse al soccorso del duca il principe Eugenio, con 3 r.ooo u. e il 31 agosto si congiungeva a Villastellone con le scarse forze con le quali il duca teneva la campag na. La battaglia di Torino cacciò i Francesi dall ' Italia. Nel 1707 il duca Vittorio Amedeo r iprese Susa marciò nella Provenza, arrivando fino a Tolone, di cui non riuscì a impadronirsi. Nel 1708 il duca operò felicemente nel Delfinato e in Savoia. Poi le operazion i la ngu irono su questo scacchiere sino al termine dclhl g uerra. In Germania e nelle Fiandre, la guerra si iniziò nel 1702 con l 'intervento degli Inglesi (Marlborough) i quali, uniti agli Olandesi, si impadronivano di varie fortezze nelle Fiandre. Nel 17n3 l 'clctton:: di Baviera tentò d i invadere il Tirolo, mentre il Vcndéìmc avanzava dall'Italia: ritiratosi questn come abbiamo veduto, relettore fu cacciato dai Tirolesi e tornò a Monaco avendo perduto quasi 10.000 u. dei 15.000 che aveva condorto seco. Nel r704 il p rincipe Eugen io potè portarsi sul Danubin, contro le forze francobavaresi del V illars e contro quelle francesi delle Fiandre , comandate dal Vil lcroi. Eugen io riusd a<l unire le sue truppe a quelle del Ma rlborough e batti: a Hochstett gli avversari. Nel 1705 le operazioni non ebbero grande rilievo, ma nell'anno seguente i Francesi, con la sconfirta di Ramillics, perdevano le Fiandre. Nel 1707, nello scacchiere spagnuolo, gli Imperiali v~n nero battuti ad AJma nsa, me ntre sul Reno le cose restavann pressochè invariate. Nel 1708 i Francesi vennero battuti a Oudenarde e nell'anno seguente a Malplaquet. Ma nella Spagna il Vendéìme con la vittoria <li Vil.laviciosa assicurava a Filippo V la corona di Sp·agna. Fino al 17II, situazione stazionaria: allora la morte dell'imrcrat:orc ed il r itiro dell'Inghilterra dalla lotta, la spossatezza generale . i successi d i Eugenio che prese Le QuesnO)' e assediò Landrecies, decisero la Francia a tentare un u ltimo sforzo, e a Denain il marcsc. di Villars sconfiggeva il principe Eugenio, potendo così 1.>resentarsi in buone condizioni al congresso di Utrecht (17n), nel quale la pace fu conclusa dalla Francia e d alla Spagna con tutti i loro avversa ri , rneno che con I 'impero che rimase in arn1i an ~ cora qu>lkhe tem po, e si decise alla pace snlo quando i l Villars avanzò verso la Germania (traltat i di Rastadt e d i Badcn, lil4).

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Gu;-n-a (JCr la S11cces.;io11e di Polonia (r73y15) . Fu determinala dalla morte del re Augusto Il , a contendersi l'ered ità del q ua le sorsero suo figlio Federico Augusto III elet tore di Sassonia, e Stanislao Leczynski, già re d i Polonia da i 1704 al 1709 e suocero di Luigi XV. La dieta dei nobili polacchi elesse re Stanislao (n settembre 1733). Russia r Aust ria si schierarono a favore del ..suo competitore, appoggia te dalla Prussia. L:, g uerra ebbe come rrimo atto l'assed io di Stanislao a Danzica, dalla q uale r iuscì a fuggire riparando in Francia. Questa nazione si alleò con la Spagna, promettendo a don Carlos d i Borbone il reame delle Due Sicilie, e a Carlo Emanuele III di Savoia, promettendogli la Lombardia. In Germania l 'impero pose a capo delle scarse forze d isponibili il principe Eugenio di Savoia, che si tenne su lla difensi,•a contro le prevalenti forze francesi. ln Italia, Carlo E manuele assunse i l comando di 48.000 u. di cui 30.000 francesi e penetrò in Lombardia, costringendo gli Imperiali a chiudersi nelle fortezze. Gli Spagnuoli condotti dal Mon temar invadevano le Due Sicilie. L'Austria inviò r inforzi ( 1734) in Lombardia al comando d el Mercy e del principe d i Wurtternberg, il quale, in assenza del re di Sardegna, sconfisse nella battaglia di Parma gli Alleati comandati dal gen. francese


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Coigny. Carlo Emanuele arrivò al campo subito dopo, e rese nulli i risultati della bauaglia, costringendo gli avversari a ritirarsi. Al comando degli Austriaci fu po,to il Konigsek, che diede battaglia al re a Guastalla, ma ne venne sconfitto e riparò nel Serraglio di Mantova. Essendo ,tato raggiunto quivi da cospicui rinforzi, gli Alleati ripararono nel Cremonese e le due parti presero i quartieri d'inverno. N el regno di Napoli, il come <li Monrcmar, con la vittoria <li Bitonto. decise le sorti della guerra, e Filippo V di Spagna affidò la corona delle Due Sicilie a suo figlio Carlo. Il Montemar, dopo di ciò, nella primavera del 1735 partì da Napoli con 25.000 Spagnuoli e si recò nel Modenese ad unirsi agli Alleati, i quali si erano schierati a cavallo dd Po, con la dr. al Panaro e la sr. al bas,o Oglio. Erano, con i rinforzi del Monremar, 6o.ooo u., contro i 40.000 di cui disponeva il Ki:inigseck. Quest i fu costretto a ripa rare dietro l'Adige, mentre gli avversari bloccavano Mirandola e Mantova. Ma frattanto si erano iniziate trattative fra il re di Francia e l'imrcratore, e la pace di Vienna del novembre 1735 pose termine al conflitto. G11en-a per la Successione d'Austria (J740- r 748). Ha ìe sue origin i nel decreto della Prammatica sanzione (V.). A contendersi il t rono lasciato vacant'! dalla morte dell'imperatore Carlo V I d'Austria ,orscro Augusto III d i Sassonia, re cli Polonia; l'elettore Carlo Alberto di Baviera; Filippo V di Spagna; Federico 11 di Prussia: Carlo Emanl'cle lii di Sardegna. Entrarono in campo da un lato Austria, Inghilterra, Olanda, Russia, Sardegna, dall'ahro Baviera, Francia, Prussia, Napoli, Polonia, Spagn:1. f)e))c operazioni nella Slesia (V.) che si intreccia no a questa guerra, abbiamo detto a parte. Nello scacchiere germanico, fo facile (1741) agli, alleati franco-bavaro-sassoni di penetrare nella Boemia e di prendere Praga, mentre Maria Teresa si appoggiava particolarmente ai fedelissimi Ungheresi, e riusciva nell"anno seguente a far sgombrare i territori invasi dal nemico e a fare la pace con la Pnissia. Nel 1743 le truppe imperiali, giridate dal <l11ca Carlo di Lorena, penetravano nella Frnnconia unendosi sul Meno agli Anglo-Annoveresi, comandati dal re Giorgio d'Inghilterra; i f.raocesi, guidati d3l duca di Noailles, affrontarono il nemico a Dettingen, ma ne vennero sco nfitti e si ritirarono sul Reno. Nel 1744 il duca dj Lorena <lovetce tornare in Boemia rer fronteggiare il re di Prussia, che aveva ripreso le armi. Nel 17,i5 la Baviera si ritirò dall'allean~a e fece la pace con l'Austria, segulta subito <lopo dalla Prussia e da lla Sassonia (lrattati di Dres<ia). Così poteva essere eletto imperatore Francesco di Lorena, granduca di Toscana e marim di Maria Teresa. I Francesi, rimasti in armi, bartcrorlo a Fontcnoy gli Alleati al comando del d uca <li Cumberl and e conquistarono grande parte dei Paesi Bassi austriaci. Nel settembre del 1746 erano di frome quivi 110.000 Francesi (marc,c. di Sa.sonia) e 75.000 Alleati (Austriaci. Olandesi, Inglesi, Annovcrcsi, Assia11i, Bavaresi) comandati dal d uca Carlo di Lorena. La battaglia d i Rocou r fu favorevole ai Francesi, e quasi tutti i Paesi Bassi vennero da loro occupati. Nel seguente anno cs,i ottene,·ano un nuovo ,ucccsso nella battaglia di Lawfcld e nel 17,i8 prendevano Maestricht, ultimo avvenimento della guerra. In Italia, profi landosi la minaccia dei Borboni di Franci 1, di Spagna e di 'apoli nel Milanese, che essi volevano togliere all'Austria, il re Carlo Emanuele di Sardegna nel febbraio del 174i stipulò con l'Austria un trattato che fu detto " provvisionale », inteSIJ a<l impedire ai Franco-Ispani l'entrata nel Milanese. E ,uhito un esercito spagnuolo, agli

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ordini del Montcmar, sbarcato nello Stato t k i l're,idì e a La Spezia, avanzò verso l'Alta Italia, mentre i Napoletani vi si avviavano per la costiera adriatica. Gli AustroSardi occuparono ModeM: gli altri si schieraro110 sul Tanaro, ma poi ripiegarono sino a Rim ini e a Foliguo, dove il Momemar venne sostituito dal Gages. Un altro esercito spagnuolo invase la Savoia: Carlo Emanuele, accorso con sufficienti truppe, lo ricacciò e lo inseguì, ma nel dicembre fu costretto :, ri;,assare :Jenosamentc le Alp i. Nel 1743 gli avversari vennero d i nuovo a fronteggiarsi sul Panaro; la bauaglia di Camposanto, indecisa, non modificò la situazione. Nel settembre, la Francia dichiarò guerra alla Sardegna , e un esercito fianco-ispano, al comando dell'infante don Filippo, varcò le Alpi e scese nella valle Vraita, ma l 'energiea resistenza dei Piemontesi lo costrinse a tornare in Francia. Nel 1744 l'invasione franco-ispana (principe di Conti) avvenne dalla Provenza. Niz,:a fu occupata, e le uuppe piemontesi si r itiraiono su l Varo. li Conti passò con !"esercito dalla Provenza al Delfinato minacciando tutte le ,,alli piemontesi, e il grosso delle loro forze riuscì a ;)')Q(;care dalla valle di Stura, co,rringcntlo il re di Sardegna a ritirarsi su Sa luzzo, ment re Cuneo veniva assed iata dagli invasori. Carlo Emanuele tentò di soccorrere la cin~ assediata, ma. battuto alla :Madonna dell'Olmo, non vi riuscl. Tuuavia i Franco-ispani abbandonavano I "assedio per ricntr'1re in Francia <love prendevano i quartieri inver• nali. Frattamo il Gages si era schierato sul Tronto con 40.000 Spagnuoli e Naf>Olernni, fronteggiato dal gen. austriaco Lobkowitz con 35.000 u. Mosse il p-rimo su Roma. lo seguì il secondo: i due eserciti vennero a battaglia a Velletri, dove il Lobkowitz fu battuto (agosto) ma non sconfitto. Tuttavia in fine ottobre egli decise di ritornare ,ul Po. Nel 1745 Genova dichiarò guerra al re d i Sardegna, e intanto un esercito franco-ispano (Maillcbois e don F ilippo). forte di 30.000 u., avanzò per la Riviera, e scese in valle Bormida, mentre il Gages dalla Toscana rcr Genova si portò sui Giovi. Il Lohkowir,: fu somruito dal conte di Schulcmburg, che si unì ai Piemontesi sul Tanaro, dove tutte le forz.c avversarie (75.000 u.) vennero a fronteggiare i 40.000 u. di cui ave,•a preso ,J cc,mando il re di Sardegna. Tortona fu assediata e presa; gli AustroSardi, sconfini a Bassigrrnna, ripiegarono a Casale, mentre Valenza cadeva nelle man i del nem ico, ,eguita poi da Casale e da Asti. L'inverno sospese le operazioni. Nel 1746 il Maillebois rimase in Piemonte a fronteggiare il re Carlo Emanuele; gli Spagnuoli entrarono in Lombardia. La citlfi(iclla di Alessandria, assediata fin dall'anno prcce<lente, resisteva ancora: il re manovrò abilmente per soccorrerla, riprendendo Asti e costringendo il ~aillebois a ritirarsi a Novi. L'Austria inviava frattanto rinforzi in Italia, e gli SF'agnuoli tlovcvano in fretta abbandonare la Lombardia. riunendosi presso Piacenta, dove furono raggiunti dal Maillcbois. Jl principe di Liechtenstein, comandante dell'esercito austriaco, accettò la battaglia offertagli, malgrado che 1 Piemontesi fossero troppo lonta ni d.11 campo per poter intcn•cnire, e riuscì a sconfiggere i Franco-Ispani (banaglia di Piacenza) battendo subito dopo un corpo spagnuolo sul Tidonc, e costringen~loli a ritirarsi a Genova e di qui verso b Provenza , inseguiti dai Piemontesi, che. riprendevano uma la costa ligure occidentale fino al Varo. Nel novembre. un corpo austro-sard.o , agli ordini del maresc. Ilrown, invase la Provenza, ma nel gennaio 1747 ne veniva cacciato dai Francesi del maresc. di Bcllisle. Tentò allora il Brown d i prendere Genova (che aveva cacciato gli Austriaci l 'a nno precedente), ma non vi riuscì . Varcava il Monginevra . intanto un esercito francese comandato dal cav. di Bcllisle.


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fratello del maresciallo, ma nella battaglia ddl'Assietta veniva sconfitto cd ucciso : le sue trupre ripassavano in d isordine le Alpi. I Franco-Ispani che avevano mosse; verso la Liguria ne furono cacciati d al Leutrum, che ricuperò Nizza. La guerra dopo di ciò languì, e il trattato d i Acquisgrana (V.) la chiu~e.

Guerra pa la Successione di Baviera (1778-1779). L'elettore Carlo Teodoro, essendo senza figli, riconobbe in una convenzione stipulata il 3 gennaio I7i8 con l'imperator<'" Giuseppe II il d iritto alla Casa d'Austria di occupare la Bassa Baviera ed altri territori. Contro questo trattato insorse .Federico Il di Prussia unitamente al presunto ·crede di Carlo Teodoro, il duca d i Pfalz-Zweibriicken, ed i l 6 aprile 1778, portatosi nella S lesia, vi radunò un esercito di 80.000 uomini, col quale varcò i confi ni della Boemia . Un secondo esercito, di forza press' a fOCO eguale (60.000 P russ iani e 20 . 000 Sassoni), doveva essere condotto dalia Sassonia in Boemia dal principe Enrico. Il re Federico trovò l 'esercito imperiale in 11osizione d ietro l'Elba, ben fortificato-. Un secondo esercito, comandato dal feld maresc. Laudon, si trovava a copertura dei confini verso la Sassonia. In to tale le forze austriache, radunate in Bo.e rnia, sommavano a r70.ooo u., d i più in Moravia si t rovava un cor po di 12. 0 00 u. al comando del fcldmaresc. marchese Bolla. L'avanzat a delle colonne del principe Enrico in Boemia, negli ultimi g iorni di luglio, costrinse il Laudon ad abbandonare la propria ottima posizione di difesa e a r itirarsi dietro l 'Iser. Le manovre noo portarono ad alcuna battaglia decisiva, e il 10 marzo rn9, per la mediazione della Francia e della Russia, venne a Teschcn firmata la pace.

Suchet (Luigì) . Mm·esciallo di Franci~ ;1772-1b6). Partecipò nel 1796-97 alla campagna d'Italia, e ,livenne gcn. d i brigat a; col grado d i gcneralc d i d ivis. partecipò alla battaglia di Marengo. Ebbc il comando d i Genova. Prese parte a tutte le campagne napoleoniche. Nell a Spagna. quale comandante dell"escrci to d i Aragona, conquistò Sagunto e Valenza, ottenne il bastone d i maresci allo (18JJ) cd ebbe il titolo d i duca cl'Al bufera (1813). Nominato comandante della guar<lia imperiale, all a caduta dell'impero aderì ai Borboni ed ebbe il comando d i una d ivis. Durante i cento giorni combattè per Napoleone, al comando delle forze schierate contro il confine piemontese, e poi tornò al servizio dei Borboni venendo n0tr1inato Pari di Francia. Scrisse le sue « Memorie ».

S uchet Luigi

Sucre Antonio

Suchet Gustavo Franresco. Genera le, n. a Nizza Marit • [ima nel 1848. Sottot. del genio nel 1869, d ivenne colonnello nel r902 . Comandò il 2° regg. genio e nel 1906 fu collocato· in P. A. Passato nella riserva nel 1911, due anni dopo venne promosso magg. generale. Durante la guerra

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comro I 'Ausuia fu richiamato in scrvizi0 , divenendo ten . ge nerale nel 1917-

Sucre (Antonio de). Generale boliviano (1793- r830) . · Nel 18n partecipò alla rivoluzione contro gli Spagnuoli; ebbe in seguito il comando di un corpo d'armata e battè gli Sragnuoli a L a Plata nel 1820, a Guayaquil nel maggio del 1821 e a Pich,nca nel r822. Il 9 d ice1nbre 1824 riportò una nuova vittoria ad Ayacucho, cuntriouendo grandemente alla liberazione dell'America merid ionale da lla dominazione spagnuola. Nel 1825 fu nominato generalissimo e presidente a vita della repubblica boliv iana, ma nel 1828 ;i d imise. Combattè insieme col gen. F lores contro g li insorti del gen . Ovando in Colombia. Essendo caduto prigioniero. venne fucilato.

Suda. Raia sulla costa settentrionale del l'isola di Candia. ira capo Orepano e la peni,ola d i i\crotiri. È lunga 16 Km. ed offre buon ancoraggio a flotte anche numerose. L' imboccatura ddla baia è difesa da un iso lo tto su cui nel t639 fo eretta una fortezza, detta di S ., da Pieno Leoni, per incarico dei Veneziani. Nel 1646 vi era ancorata la

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Fortezza di Suda (sec. XVII)

flotta veneziana: i l 20 luglio 20 .000 T urchi la at[accarono d alla pane d i terra, p iantando batLcrie sulle rive della baia: , Turch i rimasero padroni degli ancoraggi e delle sorgenti , impedendo lo sbarco ai Veneziani, che poterono mantenere l'isolotto, senza però riuscire a rimanere nel la baia. Nel 1660 l'armata. cristiana di Venezia , Roma, Firenze e Malta, forte d i 35 galee, 6 galeazz.e, 35 vascelli, 30 brigantini, 8000 u. da sbarco e rooo cavall i, veone a tentare di scac~ ciare i Turchi dalle rive del golfo, sulle quali essi avevano costruito r idotte e fortezze. Qualche ridotta e qualche forte vennero presi dal.le truppe cristiane sbarcate, agli ordini del Morosini, e i Turchi finirono per abbandona re la baia, <li cui i Veneziani r imasero padroni fino al 17r5. In qucl1'~nno, cacciati dalle rive e r idotti all'isolotto, quivi resistettero a lungo, comandati da Luigi Magno: ne( novembre dovettero però scendere a patti ed abba11dor.ar lo ai Turchi.

Sudak (ant. Sofdaia). Città marittima del la Crimea , presso il capo Meganom , a occidente di Caffa. Restano :mcora le potenti fortificazioni erette dai Genovesi, che nel r365 la tolsero ai Veneziani, i quali l' avevano occupata nel secolo Xl[. A lle fortificazioni lavorarono Iacopo Torselli, Federico Astagucrra, L uchino Fieschi , Battista di Zoagl i, e nu merosi altri ingegneri e architett i militari . Le


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opere di d ifesa constavano di una cinta turrita abbracciante tu tto il borgo, un m u ro sorgente lungo la riva, alla cui metà si apriva una porta che conduceva al 1nolo e due castelli. li p rimo, d e tto d i Sant'Eli,1, dominava tutta la cinta e ser viva di collegamento fra la città e il secondo castello: era chiamato anche consolare ed e ra costituito da una cinta di mura con torri e da un mastio. Un muro alto otto metri lo con g iungeva al secondo castello, detto d i Santa Croce, che doveva dare l'allarme ed opporre la ~'rima difesa contro i Tart ari, che facevano freq uenti scorrerie contro la città. Ai Genovesi restò fino al 147J, qua ndo la Crimea fu invasa e presa dai Tartari . 1

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n ica, in Val Ca/faro e su Monte Suello. La sera d el 2 luglio, mentre la brigata Corte (1° e 2° regg. Voloncari) marci;wa in direzione d el Caffa, o, due colonne austriache scendevano, in senso contrario, in territorio italiano per le

alture che recingono il lago d'Idro da ovest ad est. P erò,

Sudan. Vast a regione d ell 'Africa (V .) a sud del deserto d el Sahara, fra l'At lantico e il N ilo. Venne in grande pa rte occupato nel r819-2c, dagli Egiziani , che ne forono cacciati d all'insunezione mah dista. 11 S . detto A11glo-Egi:::ù1110 fu riconqu istato dagli Anglo-Egizia n i d 1 lord Kitche ner ( r898) , e vi si stabill un condominio 1 mccbantc accordo firmato

al Cairo il r9 gennaio r899, c he in realtà died e !a regione i n mano agli Ing lesi. Quando, nel 1922, l' lngh ilterra rinunciò, almeno formalmente, al protettorato sul! ' Eg itto, ciò non fece per il S. an glo-egiziano, c he trattenne comt terra dell'impero. Esso ha una superficie d i Kmq. 2.611 .000 e una popolazione di ab. 6.470.000. Confina con l'Egitto, con la Ci rctlaica , con l'Africa equatoriale francese, con la colonia inglese del Kenya, con }';\ bissi nia, col Mar Rosso ed è a ttraversato dal N ilo e dai suoi g rand i affluenti. Le forz<; militari sono ripartite in cinque regioni, e comprendono circa 7500 u. tra ufficiali e soldati, più una riserva di 12 cp. e un corpq di polizia <li circa 3000 u. a pied i e al1renant i a cavallo.

Sudisti. y . Confederati. Suello (Momc). Altu ra a occid en te del lago d 'Idro e della fortezza di Rocca d'Anfo.

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Scontro di Monte Suello (3 lu g lio 1866). Appartiene alla campagn a del- r866 per l' Unità d 'Ttalia. Dopo Custoza, Garibaldi , visto c he g li Austriaci rimanevano sulla sr . del Mincio, <lecise di agire verso il Trentino , cd il 10 luglio iniziò la marcia per la V:d Sabbia . In q uella stessa giornata

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Combattimento a Monte Suello (1866) (bianchi gli Italiani, neri g li Austriaci)

l 'arciduca Alberto aveva d eciso di passare su lla d r . d el Mincio, con l 'in te n to d i turbare i preparativi italiani per u n 'eventuale riscossa, ed ord inava al generale Kuhn , che difendeva il Trentino, di a vanz.are verso il Bresciano. Furono spinte, pertan to; . colonne., io ,iValtell ina, in Valcamo-

Oss,1rio d i 1\llonte Suello

al n1attino, vista )'avanzata dei Volontari , rientrarono oltre · confine lasciando, tuttav ia, una forte retroguardia a Mon te Suello, località che domina d a nord i l lago e le vie che vi add uco no dal Chiese e dal suo al:Auente, il Ca/Taro. li Corti aveva mandato ad ag girare quelle posizion i una colonna com posta di quattro c_p., per le alture d i Bagolino; ma Garibald i, giunto a Rocca <l ' Anfo, i.m paz.ie ntc d i passare il confine, ordinò al Corti d i a ttaccare immediatamente d i fro n te le posizioni nemiche, accennando ad agg irarle anche a dr. Quattro cp. d i caccia to ri a ustriaci (800 u .) d iten<levano l'altura ed altre quattro ne guardavano i fianch i. I Volontari arditamente più volte mossero all 'attacco, ma se mpre furono respimi d al fuoco m icidialissimo d i quegli abili tiratori . Le perd ite furono gravi ; lo stesso Garibaldi fu ferito; lo slancio dei Vo lo ntari si affievolì e il Corti fu costretto ad ordinare la ritirat.i. ll nemico contrattaccò, ma , po i, p reso di fia nco dal fuoco <li artigl ieria, ripiegò sulle posiz ioni d i parten za , che abbandonò nella notte, rit ira ndosi al di !à del confine. Perd ite : Volontari, morti 44, feriti 266, dispersi 22 ; Aust riaci, m. e feriti 63 .

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Suello (Monte) . Battaglione alpini costituito nel gennaio 1916, colk cp. 91•, 139• e 140a, la prima delle q uali a pparteneva al bgl. Vestone . Appartenne al 5° regg. Nel maggio 1916 combattè fra M . Sarta e Coston dei laghi e dal giugno al febbraio 1917 cornbattè nella zona del M. Pasu bio. Schierato, 11cl luglio 1917, a Malga Z ugna, vi permase fino a metà aprile 1918 , allorchè fu destinato sul M . A ltissimo . Per l 'offensiva finale fu trasportato a S. Zenone e schierala sul M. Grappa donde iniziò l 'insegu imcmo d el nemico giungendo fino a Fcltre. Fu sciolto nel magg io 1919. Le sue perdite in guerra ammontaro no a ufficiali morti 9, (eriti 29, dispersi 3 ; u. d i truppa 'm . 107, f. 795, d . 130.

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-11 19 Suessa Pometia. Ant. città dei Volsci, nelle Palud i Pontine. I. Battaglia e assedio di Su<SSa Pometi'a (50;,-501 a. C.). Essendosi q ucsta colonia latina ribe!IJta a Roma e data agli Aurunci, i consoli Menenio Agrippa e Publio Postumio, d ichiarata la guerra agli Aurunci, li sbaragliarono sotto le mura <ldla città e l'anno seguente i consoli Opitero Virginio e Spurio Cassio vi posero l'assedio. Contro dì essi

gli Aurunci fecero una sortita, e bruciate le macchine, ferì • rono e uccisero molti nemici, fra i quali uno dei consoli. I Romani tornarono a Roma e, raccolte nuove forze e nuovi mezzi. tornarono all'assedio. Mentre erano sul punto di scalare le mura, la città si arrese. Gli Aurunci furono press0<;hè tutti decapitat i e i terrazzani venduti all 'incanto. Il. Battaglia ed espugnazione di Suessa Pometia. (495 a . C.). Dopo l'invasione <lei Galli, un esercito di Volsci marciò contro Roma cd occupò S. P. li console P. Servilio Prisco corse ad assalirli, li sbaragliò ed espugnò la città, tornando a Roma carico di bottino.

Sue1b. Città dell'Egitto, sul Mar Rosso, allo sbocco sud

<lei canl!e di Suez. Napoleone Iluonai1arre la fece fortifi. ca re nel 1798, e dall 'ingegnere M. Pcyrc fece c~cguirc il rilievo dcll'arllico cana.le, che metteva il Mar Rosso in comunicazione con i laghi piè, a 1iord, per .riaprire q~clla via di comunicazione col Mediterraneo .

Combattimento di Suez (21 aprile 1800). Appartiene alle guerre della Repubblica francese. Alla fine del 1799 gli

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Inglesi si impadronirono d i S. che fu da essi occupata con un corpo di 500 Inglesi e 600 Arabi del la Mecca. Il generale K lébcr dispose perchè la città fosse ripresa, ma, appena le truppe francesi giunsero in vicinanza della città gli Inglesi si imbarcarono lasciandovi 50 dei loro e il presidio arabo . Il 21 aprile i Francesi d iedero 1·assalto all'altura fortificata <li Kalsanie ed aggirarono una grande ridotta retrostante. Dopo un vivace combattimento Kalsaniè fu oc· cupata e le truppe francesi entrarono in S., mentre i difensori, perduto un ccntin:1.io di uomini, si ritiravano . Canale di Suez (V . Canali internazior.ali e Costaminopo/1 XLVI). ///tacco del rana/e di Suez (2-3 febbrnio 1915). Appartiene alla guerra Mondiale. Dell'operazione la Turchia incaricò !'VIII C. d'A. (Gema! pascià). Il gen. inglese Maxwcll , comandante delle forze dell'Egitto, appena ne ebbe sentore, schierò lungo il canale cinque navi -:la guerra, di cui due

francesi, e fece eseguire alcune opere d i d ifesa, por tando sul posto le forze che aveva disponibili. 1 Turchi avatlZa• rono superando notevoli di fficoltà logistiche verso il canale in fine di gennaio, div•isi in tre colonne. La prima, a nord, era costituita da una brigata, tre btr. e cavalleria; un'altra. al cenrro, da 3 divi, . 7 btr. e !ruppe accessorie; la terza, a sud , da forze minori. II 26-27-;,8 gennaio si ebbero le prime avvisaglie. Alle ore 3 del 2 febbraio, i Tu rchi, rag• g iunto il canale, vi vararono zattere, ed alcune cp. raggiunsero la riva afrjcana . Immediatamente en1rnrono in .'lz.ionc i

riflettori inglesi, il fuoco <!elle artiglier ie e delle mitra• g liatrici sì fece intenso, un contrattacco ricacciò le truppe traghettate. All'alba l 'arracco fo definitivamente respinto con gravissime perdite. All' alba de! 3 dtte divis. del centro attaccarono di n uovo, n1entre una venne avviata ad a.ttac, care lo sbocco nord del lago di T imsak. Anche El Kantara fu attaccato dalla colonna nord . Presero parte al combattimento anche alcune navi, una delle quali danneggiata <lai fuoco nemico dovette r itirarsi. Tutti gl i artacchi f:urono respinti, e la sera ciel 3 Gema! pascià, convinto dell'impossibilità dell 'impresa, ordinò la r itirata, dopo di avere perduto 3ocx, u ., mentre gl~ Inglesi ne perdettero 163. Nuovi tentativi fecero i Turchi : nel febbraio 1916, con un d istaccamento celere che sbaragliò un regg. inglese ma si ritirò subito, e ncll 'agosto <.ldlo stesso anno, con una

divis. (Refet bey) accompagnata da un distaccamento tedesco (6 cp. mitragliatrici , artiglierie e autoblindo) e uno austriaco (artiglieria): in tutto 18. 000 u. Queste forze anda-

l,s 1.,1'>),f). @/j· I

rono ad urtare contro un vasto campo trincerato, costruito

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dagli Inglesi a est del canale, non lungi dal mare, detto << campo

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trincerato di Roma~

ni }). Quivi j J re nr;:i.tivo turcotedesco venne infranto, perdendo, nella lotta che ne seguì, circa 5000 u. fra 111orti e

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feriti, e 40 00 prigionieri.

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A,n Soudr Attacco al canale di Suez (1915) (da • Esercito e Nazione>)

Suffren (Saint-Tropez, Pietro Andrea d1). AmmiragLio francese (1726-1788). Servl prima nel! 'esercito; nel 1743 entrò in marina e contribuì alla presa di Mahon (1756) distin guen<losi nelle guerre contro gli I nglesi e battendo la sgua• Suffren Pietro dra di Johnston. Nominato comandante in capo nel 1782, vinse Hugucs dinanzi a Madras e s'im padronì d i Negapatam e d i Trinqucbar (1783) ..


Suo

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Suggestus (o Tribuna!). Nell 'accampamento romano era così chiamata quella tribuna , posta nel « praetorium » , <la cui il comandante parlava alle sue truppe. Suicidio. Negli eserciti ba origini antichissime; e molto facilmente <la quello imposto, nella socied greca, alle personalità che no n risposero a dere.rminate csigc nu 11cll'a<lcm-

pimcnto <lei loro compito o della loro missione. Lo stesso criterio, entrato nella società militare cd esaltato dall 'esasperazione d i sentimenti d i <lovere, d 'orgoglio, di amor proprio, vi ha dato numerosi esempi. Ma il S. militare non ha alctu1 effetto utile e non esce dalla sfera dei suicidi

SuL

senza raggiungere lo scopo. Nell'ottobre dello stesso anno i l gen. Verefkine decise d i togliere la città ai Turchi e la fece attaccare da una flottiglia agli ordini d el Dikov. I I 9 ottobre i Russi giunsero davanti a S. e posero un·a linea di torpedini davanti a quella turca; poi aprirono il fuoco. I Turchi ri.sposero e avanzarono per attaccare il nemico; un a delle loro navi u rrò nelle torpedini russe e affondò, ma Dikov non ri uscì ad im~d ronirsi della città.

ordinari: talvolta le circostanze che 1'accornpagnarono hatl -

no d estato molta impressione sul pubblico che vi ba trovato poetica esaltaz ione d i sentimenti <li generosità e d i onore. Nella guerra 1 9 1 5- 1918 hanno fatto molta impressione il suicidio d ì un generale che aveva promesso dì <l i(en-dere M. Jeza e non vi riuscì per circosta nze est ranee alla sua volontà, e q uello di altro generale che sì suicidò a Codroipo per un appunto che gli venne fatto sulla condotta d ella sua divisione. Suici.di collettivi sono segnalati da Giulio ~sare fra i legionari dcll'S~ legio11e che non vollero arrendersi ai Ga lli. Uno dei più clamorosi è stato quello dì Catone Uticense dopo la battaglia di Tapso. Napoleone J lo stigmatizzò con queste parole : « A chi la sua morte fu utile? A Cesare. A chi fu funesto/ A Roma ed al suo partito. Egli non si uccise per una idea generosa: si t)ccise per dispetto e pe r non aver più sperato. La sua morte fu la debolezza di una grande .au.iroa , l'errore di uno stoico, una macchia nella sua vi ta " · Nella società mii. giapponese il suicidio (karakiri) è una vera istituzione. Esso sì esplica infat ti ìn un ambiente morale politico religioso assa i favorevole a tale gesto, che /; approvato perchè giudicato meritorio. La società mil. lo adottò come una consuetudine se nou coroe un privilegio, e gli autori del karakiri sono ricinti agli occhi della folla g iapponese da una aureola di gloria, perchè incarnano l'eroismo del dovere, del la giustizia, della amicizia e della patria.

Suipacha. Borgo della Bolivia, nel <lip. <l i Porosi. Il gcn . Balcarce, con 1 200 u. delle forze rivoluzionarie contro la Spagna , il 7 novembre 1810 vi r iportò una vinaria , che fu la pr ima dell'esercito della libertà nell'Alto -P erù, cont ro gli Spagnuoli comandati dal gen. Giuseppe Cord oba y Rojas. Sukhomlinov, Generale russo ( 1848-1926). Prese parte alla guerra Russo-turca del 1877-78. F u precettore <lel!o czarevic Nicola e poi comandante della Scuola di cavalleria. Ali 'inizio della guerra Mondiale era ministro della guerra, essendo stato assunto a quel d icastero fin dal 1909. l<iten uto responsabile , lcll 'insufliciente preparnzìone della Russia, dopo i disastri della primavera del 19 t5 fu destituito e deferito a un tril:iuna!e di guerra. Processato e condannato ai lavori forzati in principio del 1917, venne graziato per la tarda età e __ r iparò in Finlandia e poi a Berlino dove mor:ì quasi i n miseria, lasciando un volume d i (( Mc111orie >> in d ifesa del suo operato. Sulina. Città della Romania, nella Dobrugia, alla foct ·d el Danubio. Sin dal principio della guerra Russo-turca del 1877-78, i Turchi vi avevano stabilito sbarramenti protetti da battelli corazzati : a metà settembre vi posero anche delle torpedini. La notte fra il JO e I' u giugno del 1877 il luogotenente Makarov fu mandato con due vapori e sei torpediniere ad attaccare tre coranate e un vapore turchi, ancorati nel porto . I Russi perdettero un a tor pediniera,

Sukhomlinov

S ully Massimiliano

Sully (Massimiliano di Béth1111e, d uca d,) . Ministro . e rnarcsciailo francese (156o-1641). Protestante, seguì il re di Navarra, poi Enrico IV; nel 1596 entrò nel consiglio delle finanze, di cui l'anno· se1,,uenre fu a capo. Divenne anche governatore della Bastiglia e .del Poitou e gran maestro dell'artiglieria e <ld lc fortificazioni : queste cariche ma~tennc anche dopo i l · suo ritiro dalla corte, avvenuto alla morte d i Enrico IV. Nel 1634 ricevette <la Luigi Xlii ,il bastone di maresciallo. Lasciò le sue « Memorie ». Il S. fu il r iorganiz.zatorc del genio militare in Francia e pér svolgere la sua opera si valse d i ingegneri italiani, i quali insegnarono a quell i francesi l'arte del la fortificazione: da essi derivarono gl i « Ingegneri ordinari d.el Re "· Il S _ provvide anche a una completa riforma dell'artiglieria francese. Sulmona. Città dell'Italia Centrale, in prov. di Aquila. Fu cent ro irÌ1portantc dei Peligni. Nel 211 a . C. Annibale ne d evastò il territorio, e poi Silla. Riceveue u,w colonia romana forse sotto Augusto. Fu avversa alla dominazione normanna: un suo esercito combattè contro i fratelli Altàvilla a Civitate (r8 giugno 1053); durante la dominaziope sveva parteggiò per essa e fu fedele particolarmente a F~derico II. Mentre questi era lontano per la VI crociata, il papa Gregorio IX inviò il card inale Giovanni Colonna e Giovanni d ì Brien ne contro S ., ma le truppe vennero r~spintc . Salita al crono nel 1343 G iovanna 1, S. subì un assedio da parte di Lalle d i Camponesco; la città resistette fc. !icemente malgrado che ìl nemico avesse rotto gli acqu edotti. Il l" gennaio 1347 un esercito comandato <lai re J; Ungheria mosse ad asse-d iare S. che si arrese a patti. Nel1'invcrno 1463 il Piccinina assediò S . con un esercito an.

gioino cd ebbe la città a patti.

Sultana. V . Maomeua. Sulzbach, Comune della Germania, sul corrente Vild, affluente d i dr. <!ella Nahe. Vi si svolse un combattiment~ (17 dicembre 1795) nel quale il gen. francese Moreau battè il gen . austriaco Clayrfait . Combattimento di Sulzbacl, (17 agosto 1796). Appartiene alle guerre della Repubblica francese, e si svolse fra I~ truppe francesi del gen. Jourdan e quelle austriache dd


Sulll

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gen. Wartcnslcbcn, schieraie sopra _un 'alrura boscosa presso il borgo . Ncy (u lanciato contro il cent ro nemico,.G rcnicr contro la sr., I..cfcbvrc contro la dr. con doppio movimento aggirante. Menlre Jourdan rinforzav:1 l 'attacco centrale con la divis. Collau<l, si t lelineava il successo degli attacchi alle ali. Gli Austriaci resistettero sulle posizioni fino a tarda norre, poi le abhandoriarono $Cnza essere inscguiti.

Summit (Bir Bu). Villaggio della Tripolitania, a circa 40 Km. a sud-ovesl di Honis, Vi si svolse il 22 icbbraio 1923 un combauimento fra la colonna Gra.tiani (3500 u. , 350 cavalli, 4 cannoni) e un gruppo d i r ibe lli che, assalit i, venivano volti in fuga con gravi perdite. Sumner (Edvin Vose) . Generale amer icano (1796-1863). Ten. di fanteria nel 1819, passò in cavalleria nel 1833 e si disti nse nelle lotte contro gli Indiani. Partecipò nelle truppe regolari all'inizio della guerra di Secessione, ebbe nel 1862 ,I comando del Il corpo e il 30 maggio salvò il Mac-Clcllan da un d isastro, ma rciando al can none per gettare 15.000 u. di truppe fresche nei fianchi dei Confederali già vittoriosi. Promosso ,nagg. gen. partecipò alla battaglia d; An tietam.

Sun Vu Tsen . Generale cinese del VI secolo a. C. e scrittore militare. È consideraco come un maestro nell'arte militare. Scrisse un tram110 sull'arte militare, suddiviso in tredici « tavole ». T ale opera fu sino al secolo scorso uno dei libri di testo sui quali in Cina ,enivano esaminati gli a~piranti al grado di ufficiale. Suola di caricamento. Nei vecchi materiali d'arti• glieria ,i chiamava cosl il congegno adoperato per il carii;ameato delle bocche da fuoco di medio e grosso calibro. quando l'otturatore era a vite, e serviva per evitare urti e inceppamenti nel!' introcluzione dei prnietti nell'interno <le, , l'arma. Modernamente è applicato all'arma stessa, e chiamasi Mensola (V.). Superdreadnought. Tipo di na,e corazzata di grar,dc potenza, monocalibra, seguita alla Drcad11011gl,t (V.) che superava per potenza d'armamento (cannoni da 343 e da 381 e da 403 invece che da 305). Superiore. L'aggettivo nel gergo militare è di,entato sostantivo, acqu istando il valore d i una qualifica di d igni t/1, in seoso relativo, essendo tale un caporale dt &onte ad un soldato, come un generale di fronte ad un colonnello . La cond izione d i S. impone una serie di doveri che nelle forze armate italiane sono ben determinati dallo stesso regolamento di d isciplina. Egli deve fore osservare ai dipendenti le leggi, i regolamenti, gli ordini; deve inculcare ne• gli in(eriori il sentimento della disciplina, dando per primo l 'esempio di essere ligio a lle prescriz ioni. Deve conoscere ed utilizzare le varie capacità e forze dei prorri dipen<lenti , sviluppando in loro le particolari attitudini, cercando di conciliarsene l'affetto e la stima, vigìlando sulla !oro condotta anche fuori di servizio. Suppletive truppe. Erano cosl chiamate an1egucrra speciali aliquote di truppe delle varie armi a disposiz ione dei corpi d'annata e delle armate per compiti particolari (quali a<l es. l'esplorazione) e !)Cr in1<crvenire, in caso di necessità, a rinforw delle gra ndi u nità dipendent i. Erano costituite, in massima, di bersaglieri, cavalleria, artiglieri~ da campagna, pesante campale e pesante. Auual mcnte sono previste aliquote <li truppe non indi,·isionate, assegnate ai

SuR

corpi d'armata cd alle ~,mate e che prendono la denomi• nazione di " Truppe di corpu d ' armata e d'armata ». Per ogni corpo d'armata sono previsti : un reg~. d'art. pesante campale, un bgl. 1.appator:-m inatori <lei gen io, due cp. te• Iegrafisti, una cp. radiotelegrafisti, oltre ad altre aliquote di clemen1i sreciali. Per le armare sono previsti, in mi, sura varia, a sconcia delle necessità: artiglierie pesanti, artiglierie leggere, elementi del genio delle varie specialità. Ogni comando di curpo d'a rmuta e d'a rm ata d ispone inolu-e delle truppe celeri (bersaglieri, cavalleria, artiglieria a cavallo, carri d'assalto veloci, ecc.) per l 'azione di esplora• zione e ta luni di tali comand i avranno anche reparti di carri armati. Queste truppe, a seconda delle circostanze, potranno essere decentrate per l'impiego ai comandi in sot• tordine (dall'armata al corpo d'armata e da questo alla divis.), ovvero impiegate direttamente dai comandi d'armata e di corpo d'armata. N ormalmente in guerra manovrata si avrà il massimo decent.ramento; in guerra di posizione porrà spesso ve riPcarsi l'opportunir,, dell'accentramento.

Suppi icazione (Supplicatio). Era il secondo degli onori militari romani, e poteva essere decretata solo dal Senato. Si celebrava di solito con solenni cerimonie, in un giorno: alcune S. furono però di più lunga durata . Camillo ne ebl>c una di 4; Cesare di 15; Bruto e Ottavio una di 50, la pi,, lu nga che fosse mai stata concessa a un generale romano. La S. era però intesa anche in un altro senso: è noto come i Romani non inrraprcndesscro alcuna spedizione militare, senza prima assicurarsi che gli Dei fossero loro favorevoli: la cerimonia che si compiva per propiziarseli, ed aveva una grand issima imr,ortanza, era appunto dcua S. Il ,·ocabob significava anche le cerimonie che si compivano per ringraziare gli Dei ddl 'esito felice di una imrrcsa. Suptitz. l\"ome dato da qualche autore alla battaglia più comunemente <letL' di Torgau. Sura. Anr. città dc!la Mesopotamia, sull'~ufratc. Vi fu combattuta nel 163 d. C. una battaglia che ~pparticne alla guerra dei Romani contro i Parti al tempo dell' imperatore MMco Aurelio e fu vi;,ca dalle milizie romane su quelle particlic. Surate. Città dell'India inglese, rella presidenza eh IJombay, sul fiume Tapty. Nei secoli XV!l e XVlll era il porto principale dell'India . Fondata al principio del secolo XVI venne due volte bruciata dai Portoghesi nel 1512, e nel 1530, e p resa da Akb:ir !ld 1573. Nel 1612 fu la sede dei possedimenti olande>i, nel 1668 <li quelli franccii e finalmente fu occupata ,fagli Inglesi nel 1759. Il 6 marzo 1775 vi fu concluso un trattato fra il colonnello inglese Keating, e il mah ratto Raghoba. Quest'ultimo, contro la promessa di un corpo ausil iario inglese d i 2500 u. , si obbligava a cedere le isole di Basscin e <li Salseuc, e un tratto di territorio nel le vicinanze. Surcouf (R.ol,eno). Corsaro france.., (1773-1827). Fugg ito d i collegio si imbarcò come volontario, e divenuto uffi . cialc e,crcitò per vario tempo il rischioso mestiere del negriero sfog-gendo alle crociere spagnuole ed inglesi . Abolita la schiav itù si dette alla guerra d i corsa scorrend o i mari dell'Africa e dell'India e catturando infinite navi. Nel J 796, con soli 18 compagni, assa ltò e prese una nave della Compagnia delle Indie munita di 26 cannoni e 150 uomini 71


SUR

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d'equipaggio. Nel 1800 con sessanta uomini abbordò e prese il « Kent » , nave di 38 cannoni che avCv'.i 437 uomini a bordo. Cessò la sua vita di corsaro nd 1809 ritirandosi a vita privata nella ,ua città, Saint-Malo, dove morì r icchissimo, col tiwlo di barone conferitogli da Napoleone I. L'ultima sua gesta fu quella di porsi alla te,ta di un regg. di guar<lic n:1zionali e d i battersi nel 1814 contro i Coalizzati.

Barrirntc di Susa. Erano così dette parecchie linee di trinceramenti, cosiruite fra S. e Exilles, munite d i larghi fossati e palizzate, cd armate di ca nnoni. Nel 1536 il .;,archese di Moatmorcncy, generale di Francesco I, vi sconfisse dopo aspra lotta Cesare Maggi, generale dell"esercito spagnuo lo-piemontc~c. Nel 1629 l'esercito francese di Luigi X li[, forte d i 35.000 fanti e 3000 cavalli, accorso in aiuto di Casale bloccata dagli Spagnuoli, fu arrestato alle barricate dalle truppe di Carlo Emanuele. I Francesi attaccarono la prima linea di fronte e eh fianco, costringendo il gen. conte di Vnrua, ferito, a ritirarsi. Dopo asprissim i combattimen ti, anche la seconda e la tcrz.a l inea furono sfondate e i Piemontesi, sopraffatti dal numero, ripiegarono.

Surrogazione. Quando si istituì il servizio mii. obbliSurcouf Roberto gatorio per tutti i cittadin i, e ciò avvenne per la prima ,·olla in Francia nel 'i93, con la legge Carnot, SOIIO il nome di Rcquisi,:ione permanente di tutti i Francesi abili dai 18 ai 25 anni, nessun temperamento era ammesso per giovare alle condizioni speciali d i famiglia. Nel 1832 la legge Soult introdusse la S., ossia la sostituzione indi\'Ì• duale che esonera un ciua<lino dalla prestazione personale del servizio, purchè questo venga prestato da altro ciuaclino. La S. a.vvenjva o con ,, sostituzione indivicluaic >), o con « sostituzione amminist rativa », chiamata anche Af/rancazio11e (V., e vedi anche Cambio).

I. Presa di Susa (1629). Oopo essersi impadronito delle Barricate, Lu igi Xlll mosse contro la città. Le Guardie Fra ncesi si schieraro no sulla d iscesa che conduce a S., il reggimento di Navarra a sr., e gli Svizzeri dall 'altra parte della città, per impedirle ogni comunicazione con l'esterno. li conte di Soult, inviato ad auaecare le posizioni nemiche alle spalle, sbaragliò ur, reparto, de: colonnello llelon, infliggendogli una perdita d i 300 uomini . ,Si intimò allora la resa alla città, che capitolò . li forte d i Santa Maria tentò di resistere ma. battuto col cannone, do,·ette arrendersi.

Sursum Corda (/ti alto i cuori). Federazione nazionale di g iovani studenti per la formazione di battaglioni volontari, cosrituita a Milano nel! 'ottobre 1909. Survey. Biplano inglese (1929) per esplorazione topografica e fotografia aerea. Può essere trasformato in idrovolante. Apertura alare m. 18, peso totale Kg. 3890, ,,docità Kmh. 200. Sus, Borgo della Svizzera, nel cantone dei Grigioni, sulla dr. dcll'lnn. Comba11wic11to di Sw (1799). Appartiene alle guerre della Repubblica francese. Il gen. Lccourbc, costretto ad abbandonare la valle <iell'lnn , fu dal gen. Bcllegarde inseguito e il 2 magg io raggiunto a S. : i Francesi vi si erano trincerati, ma il Bellegarde li attaccò violcntcmenre e li costrinse a ripiegare: il gcn. Démon: fu fatto prigioniero e il Lccourbe ferito. Quest' ultimo riuscì a riparare sulla cima <lell 'Albula, rnmpendo i pon ti di Cernctz e ostacobndo così l'inseguimento.

Susa (ant. Segusium). Comune in prov. di Turino, sulla <l r . della Dora Riparia, in forte posizione strategica, alla congiunzione delle strade del Monginevra e del Ccnisio. Pu detta Chiave d'Italia e Porta della j:Uerra. Anticamente munita <li torri e mura . nel 1566 Emanuele Filiberto v, costruì il forte Swta Maria, cui lavorò l'ingegnere militare Busca. Le opere vennero smantellate dai Francesi nel J79i· Presso S. sorgeva la fortezza dell a 1Jr1111t·tt1, (V .). La città. di antichi ssima origine, era capitale del re gallico Cozio, che sotto Augu,to fu alleato <lei Romani. Divenne poi ciuà municipale e posto militare di grande importanza. Fu di,trutta da Costantino, quando passò le Alpi per venire a comba ttere Massenzio. N el 1 174 il Flarb:trossa incencl i,ì la città. Durante la g uerrn per il marchesato d i Saluzzo. i Francesi tentarono di occupare la città (1592), ma furono respinti per la vigilanza e il promo contrallacco del conte Valpcrga.

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Sus

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li. Pace di Susa (1 1 marzo 1629). Fu conclusa dopo la presa della città fra Luigi Xlll e Carlo Emanuele I d i Savoia. Qucst"ultimo si impegnò a lasciare libero passo alle truppe francesi, a somministrare loro viveri, a rimettere per garanzia nelle mani del re la ciuulella di S. a condizione che il presidio fosse composto di Svizzeri. Poco dopo aderirono alla pace ancbc gli Spagnuoli, i qual i promisero d i lascia re in pace il duca d i Mantova. Il 14 aprile, ancora a S., venne firmato un trnll3to di allean,:a tra la Francia e l ' Inghilterra.

Ili. l'ren di Susa (novembre 1690). li 9 novembre il Catinat, attaccata S. di sorpresa, la bombardò brevemente

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Fortezza di Susa (secolo XVII)

con 10 ca nnoni e la pre,.t,. La ciuadella, comandata dal conte d i Loze, ·tentò d i rc,isrere e I ' Il Catinat fece aprire la trincea. 11 giorno ~egucnte furono messi in batteria 10 cannoni di grosso ,calibro. La sera del 13 il Loze capitolò ottenendo di partire liberamente con i suoi 450 u. -


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L'anno seguente Vittorio All)cdeo Il tentò di riprenderla, ma non vi riuscì.

IV. Assedio di Susa (r-12 giugno 1704). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna e fu posto dai Francesi d el La Feuillade. ll presidio piemontese, agli ordini del gcn . de Blagnac, si componeva di r450 uomini : cm governatore un

Ilc.rnardi.

Sus

700 u.: i roo Francesi del presid io furono quasi tutti massacrati. Frattanto le artiglierie battevano la c.i ttadella, e il 3 ottobre riuscivano ad allargare la breccia Hpcrta : allora il Masselin, vedendo d i non poter resistere, si arrese prigioniero di guerra con tutta la sua guarnigìooc.

Dopo breve cannoneggia mento

la città aprl le pone il ro giugno. Nella notte dal 3 al 4 gli assedianti aprirono la prima parallela, Sull'albeggiare i g ranatieri francesi tentarono un attacco, ma f urono ribut-

tati. Fu a llora aperto il fuoco contro la Brunena: verso sera i difensori abbandonarono il trinceramento. L'attacco si volse quindi contro il ridotto che copriva la cittadella, cd esw c:ad de i l 7. Le trnppe piemontesi, messe ad aiutare ali 'esterno la d ifesa, si r itirarono insieme colla cavalleria g iù per la valle sino ad Avigl iana , ove si trincerarono, sotto il comando del gen . Castellaòwnte. L'8 l 'attacco proseguì contro la cittadella, tenuta ancora da 200 uomini, muovendo dal trinceramento della Brunetta. L' 11 erano in batteria r2 cannoni e 6 mortai; il 12 g iugno, alle 4 della mattina , il l3ernardi propose d i trattare la resa : in seguito aDa capitolazione il presidio si ritirò con gli onori d i guerra ad Avigliana, Presa Susa, il Piemonte era aperto al La Fcuillade. V. Presa di Susa (1707). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna e fu operat a dal principe Eugenio di Savoia. Questi il 19 settembre mosse contro la città, mentre il duca di Savoia, con parte del) 'esercito, doveva proteggere l'investimento. Il Vra ig n es, comandante della piazza, vedendo di non poter d ifendere con le sue scarse truppe le ridotte e i rri nceramenti eretti <lal maresc. Tessé, si ritirò nella cittadella . TI principe li fece su bito occupare, mentre il Vraignes abbandonava la d ifesa della cittadella al Massc!in. Il principe fece occuv,,re le ridotte del colle di Fenestrelle, pe.r impedire al maresc. di Tessé di soccorrere la città. li 25 arrivò l 'artiglieria, consistente in 26 cannoni di grosso calibro e in 6 morrai con 800 bom be, e nella notte fu aperta la trincea. I cannoni apersero il fuoco il 27.

li passo di Susa nel 1629

VI. Presa di Si,sa (1i99), Appartiene alle guerre del Consolato francese, li gener ale russo p rincire Bagration mosse verso S., in cui i Francesi avevano posto un forte presidio. I Russi attaccarono le alture della città, e i difensori al p rimo urto si d iedero alla foga. Il wmandantc francese abbandonò anche S., ritirandosi nella Brunetta e nel la cittadel la. li Bagration allora le fece battere a can . nonate e le costrinse alla resa.

Susa . Città '<ldla T unisia, sul golfo d i Hammamet. Cinta merlata, lunga 3 Km. : K asbah sulla collina dominaute la città. Nel 1540 fu p resa dai Cavalieri ~i Malta e <lai Siciliani. 11 19 agosto del 1619 u1ù flotta cristia na, forte

di 60 navi, spagnuole, oapolctanc, siciliane, mahcsi, to

Susa nel secolo XVII I Frattanto i Francesi d isturbavano le òpcrazio n i del nemico con un violento fuoco dalla Brunetta e dal forre di CaLioat, m e n tre il Te~sé 1entava, ma invano~ di soccorrerli. Il 27 il gen. di Zumiungen attaccò il forte di Cat.inat e il giorno seguente, apertavi la b reccia, diede l'assalto con

scanc , romane, _tentò di sorprendere S., a ttaccandola d i notte. I Turchi però se ne avvi(lcro, si prepararono alla difesa ed accolsero i Cristiani illum inando tutta la cerchia delle mura con grandi cataste di legna accese, investendoli con fuoco violento. Gli attaccanti riuscirono ad abbatte re con un petardo la prima porta, ma non poterono superare il terrapieno che precedeva la seconda. Frattanto swrmi di cavalieri arabi molestavano gli a ttaccanti alle spalle, e a llora il principe Emanllelc Filiberto d i Savoia, terzogenito d el duca Carlo Emanuele I, comandante d ella flotta crisriana, o rd inò la ritirata . Gli Alleati per<lcttero circa 150 u., senza alcun vantaggio. - Nel 1774 S. fu bom ba rdata d alla flo tta veneziana dell 'ammir. Angelo Erno. Questi r itentò l ' impresa il 27 luglio 1785 e riuscì a incendiare la città .


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Susa. Antichissima città, della Persia, le cui rov ine sorgono presso l'odierna Shuster. Fu capitale dell 'amico regno dell'Elam, detto anche Cissia e Susiana. Appartenne ai Babilonesi; \'Crso il 645 a . C. fu assediata e presa dagli Assiri; nel 538 a. C. passò sotto il dom inio persiano e pochi anni dopo Dario la rese capitale del suo impero. Era allora cinta d i mura, la cui esteosionc era 1:-er alcun i storici di 72 Km. Nel 315 a. C. se ne impossessò Antigono, uno dei successori d i Alessand ro Magno. Nel 221 a. C . fu attaccata da un insorto contro ;\ntioco il grande, Molane, il quale se ne in1padronì, non riuscendo tuttavia a prendere la cittadella. All'invasione araba , il persiano Ormiza oppose in .S . ,ina vigorosa resistenza. Susa.. Reggimen to pcovincialc, costituito nel 1786, su 2 bgl. Partecipò alle campagne contro la Francia dal 1792 al 1796, combattendo in Savoia, sul le Alpi Marittime, sul Moncenisio, in val d'Aosta, al castello di Cosseria. Passò nel 1798 al servizio della Francia, ma n,on venne chiamato in servizio. Nel giugno •rj99, alPcpoca dell'intervento austro-tusso, si formò un bgl. con elementi del vecchio regg. che combatterono ancora contro la Francia, sino all'anno leguentc: i l S. fu il primo reparto piemontese che r ientrò a Nizza. Dopo la giornata di Marengo fu sciolto. Ricostituito dai Francesi, fonnò la e< 2a 1nezza brigata provinciale )> insieme col bgl. d ì Pinerolo , e

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venne <li nuovo

sciolto nel 1801. Ricostituito ancora alla Restaurazione (1814), prese rarte a lla campagna per la riconquista della Savoia e nel 1815 i suoi elementi furono incorporati nelle br,i gatc Piemonte e Saluzzo.

Susa , Battaglione alpini, cost ituito 11cl 1885 presso il 3° ,egg. col nome di Moncenisio, cambiatogli in quello di S. Nel 1908 tornò a l , 0 regg ., al quale tuttora appartiene. con le cp. 34a, 35a e 36a. Partecipò alle campagne 1895-96. 19I1-12 e 1915-18. Per quest'ultima formò le cp. 85" e 102>, operò inizialmente nel set tore , del M. Nero conqu istando, nel maggio 1915, il Vrsic e la cresta Vrata-Potocc e nel g iugno le contrastate quote 2138 del M. Nero e 1996 del Lemez. Partecipò agli attacchi cont ro S. Maria di Tolmino ed il Vodil. Nel marzo 1916, dopo aver cedute le compagnie 85a e 102a al bgl. Moncenisio di nuova costituzione, tu inviato in Carnia, ove permase fino all'ottobre 1917, allorchè, in seguito aU-offensiva austro-tedesca, ripiegò combattendo e nel dicembre fu schierato sul M-. Grap_pa. Trasferito nel marzo 1918 nell'alta val Camonica, partecipò, nell'agosto, alle operazioni .per la conquista del Tonale orientale . Durante la battaglia di Vittorio Veneto, attaccò il Torrione, catturandone il presidio e raggiungendo Pejo. Per il suo contegno in guerra meritò una mcd. d'argento. Le sue P,erdite in guerra ammontarono a ufficiali morti 10, feriti 32, d ispersi 6; u . d i truppa m. 268, f. 1:,03, dispersi 323.

Susak (o Sussak)- Città e porto d ella Jugosbvia. Già sobborgo di F iume e da questa separato dal fiume Eneo (o Recina o Fiumara) e da , una sua breve derivazione che nell'ultimo tratto lo unisce a Porto Ilaros, S. venne assegnata alla Jugoslavia, assieme al porto Baros, dal trattato d i Rarallo. S. è sede del 1° dei tre d ip. mar. della Jugo• ~lavia. Susane. (Luigi). Generale e scrittore mii. francese (18101876). Percorse la carriera in art. e d ivenne generale di brigata nC: 1864 e d i divis. nel 187i. Nel febbraio 1871 resse « per interim » il ministero della guerra e _poi per breve tempo fu direttore gen. dcli 'artiglieria. Direttore della « Rivista d'artiglieria » nel 1872, p ubblicò, fra altro: « Sto-

ria <lei! 'antica fanteria francese >>; ,< L'artiglieria prin1a e dopo la guerra (1871) » ; « Storia della cavalleria francese ,, ; '' Storia dell'artiglieria francese " ·

Susanna (Eugenio). Generale, n . a Napoli nel 1875. Sottot. di fanteria nel 1894, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e vi meritò una med. d i bronzo. Insegnò arte mii. alla Scuola di Modena. Partecipò alla guerra libica ed a quella contro i' Austria. Ferito gravemente e decorato della med. d'argento a Doberdò (1916), fu promosso colonnello nel 1917 e comandò il 70° fanteria. In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale di brigata in A. R . Q . nel 1930. Collaborò a varie riviste militari. Susini•M illelire (Antonio). Colonnello garibaldino, n . a La Maddalena, m. a Genova (1819-1900). Dal 1840 al 1847, col grado di ten. d'art. e poi di comandan1e· d'una squadriglia navale , combattè con Giuseppe Garibaldi in America ove rimase anche dopo la sua rartcnza, nel comando della legione italiana. Nel 1856 ebbe dal governo cieli' Argentina il comando mii. d i Baia Bianca e della legione agricola m ilitare e seppe rimettervi l'ord ine. Poscia, quale capo di S. M. compì la campagna vittoriosa contro gli Indiani . Sempre al servizio argentino, fu gove rnatore mii. di Martin Garcia, ammiraglio in capo della squadra e ~•enne chiamato « l'eroe della battaglia di Cepeda,,. Nella guerra del Paraguay comandò la 4" e poi la 1" d ivis. dell 'esercito argentino e si segnalò specialmente a Tuyuty ed a Curupaity. Decorato di due mcd. d'oro al valore argentino. lasciò il servizio e ritornò in Italia . S:uini-Millelirc Nicolò. Maggiore ganbaldino, fratello d i Anton io, n. alla Maddalena (r8r7-1878). çornbattè nel 1848, poi si segnaiò alla difesa di Roma, e, capitano col Medici nel 1859, a S. Fermo; col grado di maggiore partecipò anche alla campagna del 1866 nel Trentino. Susini Pompeo. Generale, 11. nel 1844. m. a S. Maurizio Canavese n 7I 1921. Sottot. d i fanteria nel 1862, partecipò alla campagna del r866. Colonnello nel 1900, comandò il 43° fanteria e nel 1902 fu collocato in P. A. Magg. generale nella riserva nel 19 l 2 , fu collocato in congedo assoluto nel 1920.

Sussidiaria (Nt1v~). V . Oneraria. . Nella R. M. sono attualmente navi S. quelle che non hanno o hanno perduto i caratteri bellicj atti a includerle nelle categorie combat· tenti. Le unità di questa categoria S. sono d ist inte secondo lo speciale servizio .al quale vengono ad ibite .

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Sussidiarii (Composti S. per la guerra. cl,imica). Durante il conflitto mondia le, oltre agli aggressivi chimici veri e propri largamente sfruttati, che avevano il dcfittito scopo d i recare nocumento all'avversario, si fece altr~sì ricorso

a un 'altra grande categoria d i composti, suggeriti dalla chimica di guerra, i quali riuscirono ugualmente utili e interessanti, sebbene in grado inferiore ai primi e, _nella · maggior parte dei casi, di azione indiretta. T rattasi di so- ' stanze il cui impiego aveva un fine ben determinato e così , ad esempio: solventi di facile volatilizzazione, per agevolare la evaporazione di aggressivi permanenti; materie assorbenti, o liquidi a P . E. elevato, che, m iscelati ad aggressivi fugacj, ne rita1davano 1a facile dispersione; sostanze

odoranti, adatte a mascherare la 1~resenza di composti nocivi facilmente riconoscibili al loro odore caratteristico; miscele o corpi adatti a gcuerarc cortine di fumo, col fine di sottrarre al nemico un parti;;olare bersaglio o eascondc;rgli, a scopo tattico, le d isposizioni e i d i,,ocamcnti. delle proprie forze ; e , infine sostàn:ze incendiarie, combustibil\ J ecc. ~ ca-


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paci di recare danno alle truppe avversarie, o distruggere

magazzini <li <leposito e parchi di rifornimento. Tutta quest'altra sede di pro<lotti viene raggruppata sotto il titolo di ,, Composti sussidiarii per la guerra chimica », là cui classificazione ha per base lo sco;m a cui i vari prodotti si prestarono e le caratteristiche di affinità da loro possedute. Essi si <l.ividùno in: (l Co1nposti sussidiarii attivi n che, per i loro effetti, sono capaci di apportare un <lanno notevole al nemico; e « Composti coad iuvanti », quelli cioè che concorrono a rendere, in certe detern1inatc con<lizi4ni, pili

energjca o efficace l 'azione di altr.e sostanze, o ad ostacolare in genere l'attività avversaria. Fra i primi vengono qualificati, ad esempio, alcuni fumogeni <lotati ancl,e <li azione tossica; gli incendiari, che possono venir lanciati a gran<le distanza , •~ dove l 'avversario possiede centri di rifornimento, apporta ndogli così gravi danni materiali e imman-

cabili effetti morali; i combustibili, che costituiscono, in panicolari contingenze , mezzi di offesa o di <lifcsa, e vennero usati con speciali < ac!atti ordegni lanciafiamme .

Sussidii. I Romani chiamarono Subsùlia le Riserve (V .) . V . anche Sovvenzioni e Berwalde (o Trattato dei Sussidii) .

Sussistenza. t un ruolo particolare del Commissariato Militare, dal quale dipende per quanto concerne le <lirettivc generali del servizio . l?. essenzialmente destinata ad assicurare in pace ed in guerr,1 iI vettovagl iamcnto delle truppe e dei quadrupc<li . È organizz;ita in compagnie ed in sezlonì. Le p rime

sono ubicate presso i Comandi dei corpi d 'arrnata e, tanto in tcmp-i

normali, che in guerra, haooo funz.ioni di a11estimento, conservazione e distribuzione delle derrare, li1n itatan1ente alla g iuFregio di copricapo delle compagnie sussistenza

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risdizione territoriale che interessa ciascuna. Esisto~

no inoltre alcuni stabilimenti gestiti dalla S. i quali sono dislocati col criterio di , fruttare al massimo le risorse regionali e di rendere agevole la rapida distribuzione in pace ed i concentramenti e<l avviamento dei prodotti in guerra. Le sezioni d i S. sono reparti destinati alle grand i unirà,

in campagna. La loro funzione è quella di distribuire le

derrate che ricevono dalle autosezioui delle autorità logistiche sup-criori. Solo nel caso di dislocazione in prossimità di scali ferroviari rrovvedono a ritirare coi mez,.i propri il fabbisogno pel vettovagliamento della propria unità, Possono scin<lersi in t re nuclei, per seguire più da vicino i bisogni dei singoli clementi <lella propria unir,,. Si distinguono quelle pe: (livisioni da quelle per corpo d'armata e per annata. Mentre le prime sono alquanto più mobili ed hanno ne l Froprio organico i 1nezzi occorrenti ai trasporti

(carrette e muli), le altre invece vengono forn ire degli auto111c:tzi occorre1ni di volta in volta, per cura <lei scrviz.i trasporti delle grandi unità corrispondenti. Le sezioni S. per d ivisioni celeri sono ac1Locarreggiate. (V . anche Vetto-

vagliamento). Suthul. Ant. città <le lJa Numidia O'rientale sull 'Uhns (Scybuse) che sbocca presso Bona.

Batt"glia di Suthul (109 a. C .) . Appartient alla guerrn Giugu rtina. Comandava i Romani il coosolc Aulo Postum io, che cinse d'assedio la città. Giugurta riuscì con larghe e laute promesse ad indurlo ad allomaoarsi cd a . porre il campo a poca d istanza da essa, e- contemporaneamente, con n1olto denaro, riuscì ad assicurarsi

il concorso di un cen~

turione che gli promise di cedergli i l passo su un tratto di fronte del campo, e di far passare ai suoi ordini una coorte di Liguri, un corf'O d i cavalieri della Tracia e molti altri legionari, sempre per d enaro. Al momento - stabilito Giugurta, con gran<li forze, assalì improV\·isamentc di notte il campo <li Aulo Postumio e se ne impadronl, infliggendo gravi ·p erdite ai Romani e foce ndone molt issim i prigionieri con lo stesso comandante. I prigionieri vennero liberati fa. cendoli però passare sotto il giogo, con l'ordine di abbandonare la Numidia entro dicci giorni.

Sutri (anr. Sutrium e Colonia Julia S11trù1a). Comune in prov. <li Viterbo. Resti delle mura preromane e medioevali. La cerchia o<licr11a fu restaurata nel secolo XV e fortificata dai Farnesi nel XVJ. Di origine pelasgica, appartenne agli Etruschi. Nel 39r a. C . fu assalita dai .Romani che però riuscirono a conquistarla solo dopo l 'invasione gallica. Nel 385 a. C. fu presa dagli Etruschi e liberata da Camillo e da Valerio. Due anni dopo ricevette una colonia romana e divenne importante fortezza d i confine. Nel 1135 vi si incontrarono Adriano IV e il Barbarossa, il quale nel r 166 assediò la città. Nel 1264 Pietro di Vico, partigiano d i Manfrc<li, espugnò S . che fu riconquistata alla Chiesa dal come Pandolfo dell'Anguilla ra. Nel 1433 vc1J11e assediata da Nicolò Forte bracci. I. Assedio e ripresa di Sutri (388 a. C.). Fu impreso dagli Etruschi, che mal vedevano l'alleanza tiella città con Roma. Da S. si chiese, per mezzo ,li. legali, soccorso ai Romani, rna prirna che questo giungesse, gli assedi~ul ti si arn::sero. Cacciati dalla citdi scnz 'arn1 i , incontra rono il dit..

ratorc M. Furio Ca m ilio, che giu ngeva in . loro aiuto. Egli si ponò celermente sulla città dove trovò scarsa vigilanza e dove facilmente cutrò facendovi grande strage degli E t ru~c:hi, e restituendo innanzi sera la c-ittà ai tcrrazza.ni.

Posto d ì sussistenza italiano in guerra (1918)

Il. liauaglie di Sutri (311 a. C .). Ap partengono alla seconda gue rra Sannitica. La prima fu combattuta e vinta dal console Q. Emilio Barbula recatosi coli, per liberare la città, a!Jeata dei Romani, che era stata asse<liata dagli Etruschi. L'anno seguente si ebbe un alu-o scontro d iretto da-I console Quinto Fabio, il quale sbaragliò e mise in fuga gli Etruschi, ai quali inflisse gravi perd_ite.


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HL Co11venzio11c di Sutri (9 febbraio on). Fu conclusa fra il papa Pasquale il e il re Enrico V, e rappresenta il tentativo d i ch iudere la lotta per le investiture. Enrico V s1 impegnò alla rinuncia del diritto <li inve,titura, e Pasquale II promise <li obbligare il clero a r inunciare ai feudi e benefici che i po ntefici avevano ottenuto d a Carlo Magno e dai suoi successori. Il trattato durò solo tre g iorni, perchè non venne approvato nè <lai cardinali nè dal popolo romano, iJ quale il 12 febbraio impe<lì con la forza l'incoronazione it1 Ro m.t di Enrico V. Questi si vendicò imp,·igionando il papa . . ·) •

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Suvarov (Ri1rmi!(_;kii conte Pietro Alessandro Vassilieuìc). Feldmaresciallo russo (1730-1799). (niziò la carriera mii. a I i anni . Nella guerra dei Sette Anni ,neritò i gra<li d i colonnello e d i b rigadiere ge11eralc. Nel 1768 diresse l'assedio di Cracovia. Nel 1773 combattè coruro i Turchi e vi fu prn,nosso luogoten. g«ncrale. Nel 1782 soggiogò i Tartari della Crimea ed e bbe i l grado <li generale. Di nuovo in guerra contro i T urchi riportò altri successi contro di loro (1789). Nel 1799, col grado di gellcralissimo, fu inviato a com. battere i Francesi in Italia; Suvai-ov Pietro li vinse a Cassano d'Adda, alla Trebbia ed a Novi Ligure, ma, passa to nel la Sviz.zera, vi fu sconfitto ,falle t ruppe francesi del Massena,

Suvla. Piccola baia nella costa scttcmrionalc dei Dardanelli, a nord d i Gaba Tepé. Vi si svolsero operazioni durante la guerra Mondiale, che appartengono all 'impresa dei Danla11elli (V.). I\ gen. Hamilton dispose che il IX corpo d'armata comandato dal gen. Stopfor<l (1o" e 11" div.is.) preparasse ed eseguisse lo sbarco nella baia di S. dalle due parti del Lago Salato. La mattina del 7 agosto la 10• cl ivis .

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sbarcò per la prima, ;eguita dalla II". r Turchi non avevano sul posto che I bgl. e r/2, rinforzato il 9 da truppe della 7a e della 12• divis. al comando del geo. Mustafà pascià. Questi attacca gl i Ioglesi, in rinforzo dei quali viene sbarcata la 53• divis. seguita dalla 54a. il gen . Stopford è sostituito dal geu. de Lisle, al quale vengono inviate altre. due divis. d i fanteria (20a c ~93 ) e una di cavalleria. I Turchi han no sul posto tre divis . (5~, 7a, 123 ). n 21 agosto gli Inglesi muovono all'attacco delle posizioni nemic he sulle colline .dominanti la baia, riuscendo a collegarsi con le forze inglesi di Gaba Tepé . Questo fu l' unico r isultato ottenuto, e la linea si immobilizzò, come le altre nella peni, ola, fino all'abbandono dell'impresa.

Suwalki. Città della Polonia, capoluogo d el governo ornon i,no, su lla Hancza. Nel 1920 vi fu tenuta la conferenza per la delimitazione dei confini lituano-polacchi. I negoz;,iti furono resi Yani dal colpo d i mano del gen. Zcli gowski contro Vi!na (V.).

S. V. 5. Aeroplano leggero biposto, per addestramento, osservazione, ricogni~ione e combattimento, appartenen te al-

Aoroplano S. V. l'aviazione mi litare del Belg io. Biplano, . metallico, ha una apertura alare d i m. Jo,50, un DCSO totale 'di Kg. 1300, una velocità cli Kmh. 250. È armato con due m itragliatrici.

S, V. A, Bip lano ad ali ineguali, da bombardamento, munito di due mitragliatrici, una per il tiro attraverso l'elica e una poste riore. F u adoperato con buoni risultati durante la guerra Mondiale. Ne vennero creati vari tipi in

Aeroplano e:Sva i.

Italia, [ra i qua li lo SVA 4 <la ricognizione (apertura alare m. 9, ro, peso totale Kg. 940, velocità Kmh , 226); lo SVA 9, da scuola; lo SVA t ipe, Vienna; I.o SVA tipo Berlino; lo SV A 5 e 10 da ricognizione.

Sbarco degli I nglesi a Suvla (HJl 5)

Sveaborg. Città forte e porto mii. della F inlandia, sopra un gruppo d i isolotti Cortificati del golfo di Finlandia che chiude a sud la baia d i Helsingfocs. La cost ruzione del la fortezza data dal 1749, e fu intrapresa <lai generale


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svedese conte Ehrenward. Il 7 aprile 1808, per il tradimento ddl'ammir . svedese Cronstedt, [a fortezza cadde nelle mani dei Russi, i quali in seguito con nuovi e grand iosi lavori la resero quasi inespugnabile e ne fecero una fortezza d i prima classe. Durante la guerra <li Crimea, dal 1'8 all'u di agosto del 1855, S. fu bombardata e incendiata dalla flotta anglo-francese .

Svedese (Epoca o Età). Mi iitan nenLc s'intende il periodo <lclla guerra dei Trenta Anni che segnò il predominio degli ord inamenti e dd la condotta bellica della Svezia, sotto Gustavo Adolfo. Questi iniziò la popria partecipazione al grande conflitto J1el r630. Egli aveva dato maggiore mobilità alle truppe~ sia col dll11inuire i carriagg i, sia col rendere più leggera e manovriera 1'artiglieria. Mirò inolLre ad au menta re la rapidità e il volume del fuoco nel campo dell'azione tattica. A tal uopo diminuì il calibro dei mo• scbctti e li rese pili maneggevoli, non avendo così bisogno delle forcelle, e aumentò il numero <lei moschettieri in con fronto de, picchi~ri. Tolse le cornzze ai fanti, diminul !:i lunghezz.a e la pesantezza delle picche. Curò ta fortificazione campale e la disciplina . E i suoi provvedimenti diedero all"cscrcit<; svccks~ una netta prevalenza sugli altri, che duri, fino alla morte dd re (1632) o poco dopo. Sveglia. È la p rima operazione della giornata che termina il riposo notturno, e dà principio all'orario q uotidiano <lelle truppe. Viene suonata con apposito segnale d i tromba e talvolta ai campi dalla fanfara o dalla musica.

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parti che abbiano la S. prima dell'orario normale, <levano procurare d i esegui re l a operazione senza disturbare gli alni reparti che dormono . L'ora della S . i: fissata in modo da concedere alla truppa almeno sette o,e di sonno. Ogni comandante di corpo compone il suo orario mantenendo le operazioni tra i limiti fissati fra la S. e la ritirata. La S . naturalmente è regolat a sulla levata del sok; e siccome d'estate, specialmente nelle armi a cavallo, la S. si fa nelle primissime luci del giorno, di solito viene concessa qualche ora di ri poso nel pomeriggio. Q 'estate r-er conseguenza la S. suona anche dopo il riposo diurno . L:i S . fu chiamata in antico Diana (V.) e , nella 1narina, ha conscr1·ato tale nome,

lVlonopos to da caccia • Svenska »

Svenska (Jaktfalk) - Apparecchio biplano <la caccia svedese, monoposto, derivazione del tedesco Haink el. Ha pe1 armamento due mit ragliatrici fisse . Apertura alare m . 9. peso totale Kg. 1375, velocità Kmh . 300. Svensksund (anche Schw,·nsrmd). lsolotti del golfo di Finlandia.

Sveglia della brìgata Granatieri Guardie nel 1775

Appena suonato :1 segnale tuni devono levarsi da l letto , lasciandolo scoperto, e recarsi al lavatoio per l a pulizia della persona. Quindi .devono r itornare presso il proprio letto, <love, fatta la pulizia, lo met tono in ord ine come tutti gb altri oggetti di equipaggiamento e vestiario, che non inc!ossano. I capi#can1e1·ata, appena i compagni sono vestit i, fanno arieggiare i local i, aprendo finest re e porte. Anche i militari r inchiusi nelle sale d i punizione, si levano Mc-dc.,.i:ii.c,

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e curano la propria pulizia . Q uando la truppa debba, appena dopo la S. accudire a qualche istruzione od esercitazione, la p-ulizia e l 'assetto delle camerate può essere facto al ritorno d all 'ist ru'lione, o appena ciò sia possibile. l re-

Battaglia ntrvalc dì Svensksund ( 1790). Appartiene alle guerre Russo-svedesi. Oopo la battaglia di Wiborg la flotta svedese (duca di Suderman) si era ritirata d ietro le i5ole. Il p rincipe d i Nassau, comandante ddla flotta russa assai pit'1 numerosa, inseguì cd attaccò la flona sveckse i1 9 e 10 luglio. Non rrmico della località, fu gravemente battuto. per<lenclo metà circa delle sue navi, fra affondate e cattu• rnte dagli Svedesi, noncbè 6500 prigionieri e 3500 fra morti e feriti. Nella battaglia s1 d ist inse l'ufficiale d i marina italiano Luigi J\rcovito .

Svetonio (Paolino). Capitano romano del scc. I. Pretore all'epoca del regno di Clau,lio, combattè nel 37 contro i 1Ìopoli ribellati della Mau ritania e f u il primo a varcare l'Atlante. Console nel 59, fu governatore nella Gran Brewgna e sconfisse la regina floadicca. Dieci anni dopo CO· mandò le milizie dell'imperatore Ottone e combatti. infelicemente a Berlriaco. Sveva (Guerra). Si svolse nel 1499 fra 1:impero e la Lega <lei Grigim,i, che si era al leata ai Confederati Svizzeri. La guer ra ebbe per teatro l 'aspro territorio montano com prendente l'Engad ina e le valli Livigno, Monastero e Veno~l:t. Gli Imperiali, dopo <li avere subìta ul1a g rave sconfitta il 22 m aggio alla Serra, passarono all'offcnstva e penetrarono ncll'Enga<lina; ma, circondati da tutte le parti d3i montanari , sc1lza possibilità d i comunicare con 11cssuno, riuscirono a stc1no a ritirarsi, aprendosi la strada <.li viva lor~a per valle Vcnosta . Svezia. La Svezia (lat. Suecia) si affacc ia primamente alla storia verso il 900 d. C. l suoi più antichi abitatori (urono i Finni che, ricatciati da popolazioni germaniche


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(Goti) verso il N ord, lasciaronù traccia di sè negli attual i Lapponi. Le sue vicende restarono oscure per molto temro; divisa in vari St:11crelli, questi nel X secolo si trovano raggruppati in due maggiori, di Svezia prorriamcnte eletta e di Gozia. Prima della metà <lei XII secolo, nella Svezia .~i svolsero accanite lotte in te-

Antica bandiera svedese

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Anna (!ella Svezia

, 1inc tra la gerarchia ecclesiastica e 1'aristocruia militare, e si svolsero altre.,l lunghe e sa11guinosc guerre con la Danimarca e la 'orvegia poichè i tre re miravano a so,crchiarsi l 'un l 'altro e riunire so110 d i sè i tre popol i. O laf Ili fu nel 102 r il primo che prendesse t itolo di re e facesse adouare dai suoi sudditi il cristianesimo; nelle molte guerre che sostenne contro la N orvegia ebbe contraria la sorte delle a·rmi. Eric IX il S:into, e leno re ne l 1150, riuniva la Svezia e la Gozia e conc1uistava la Finlandia. Egli cadeva combaucn,lo cont ro il principe danese Magnus che ne aveva invasi g li Stati. Seguirono nuove lotte intestine, finchè il popolo nel 1389 acclamò sovrana Margherita regina <li Danimarca e Korvcgia la q uale unl sotto 13 sua corona i Ire popoli, pur c011scrvando ognuno le proprie leggi (1397. 1ra11ato di Calmar). Morta Margherita nel 1412, gli Svedesi tentarono di liberarsi dall'unione nel q35, ma non vi riuscirono; nuova mente insorti nd 1448 e staccatisi dalI 'Unione, gl i Svedesi rost'ro sul trono Carlo VJII che dovette sostenere un'aspra guerra contro Cristiano I re di Dan imarca. Cristiano Il d i Danimarca riuscì nel 1520 a ricondurre la S,·e.tia a far parte del triplice reame. Ma l'odio sempre mal represso degli Svedesi trovò in Gustavo Vasa un risoluto capo, che con un piccolo ma agguerrito esercito, battuti in ogni parte i Danesi, marciò su Stoccolma o,•c nel 1513 fu acclamato re. Col 1ra11ato di Malmii dello stesso anno, Federico I d i Danimarca riconosceva l'i ndipcndenza ,lcl la Svez ia . Gustavo Vasa doveue lottare con la nobiltà orgogliosa e col dcro avido di dominio, ma seppe domarli; contro i vescovi ligi ai Danesi introd usse il pro1cstantes imo (1527). Morendo nel 1560 lasciò lo Stato militarmemc potcme e ben di'iCiplinato e organiz.zato. G iovan ni Ili g uerreggiò infelicemente con la Danimarca e le dovette cedere Ierri tori; riuscì invece, batten<Josi COll i Rus,i, ad ouencre nel 1583 la Fiulanclia. Gli successe suo figlio Sigismondo III che dal i 586 cm stato acclamato re di Po lonia; Carlo IX duca di Sudermania, nel 16o4 g li tolse il t rono sveBandiera della Svc:lia (scc. X IX) dese. Di lJUi sorsero lunghe ed aspre guerre tra S,·ezia e Polonia che, inframezzate da tregue, ebbero la d urata di circa /io anni. Carlo JX seppe validamente d ifendere lo Stato e battè dapprima sotto Calmar Cristiano I V di Danimarca che gli avev a mos,o guerra a cagione della Lapponia; poi

,1s.alì Sigi,111ondo lll e campo delle ,ue gesta lu b Livonia. Questa fu definitivamente conquistata dal figlio Gustavo Adolfo. Verso il 1605, gli Svedesi, approfittando d elle guerre civ ili in cui la Rus;ia si d ilaniava , ne invasero ed occuparono le provincie <li confine; e Michele Romauov si rassegnò a ccclere alla Svc,:ia (1617) l 'lngria e la Carclia rinu nciando a ogni diritto sulla Livonia e sulla Estonia, che già dal 1561 si era data alla Svezia. Gustarn assalì lJUindi Sigismondo lii che insisteva nelle sue pretese alla corona d i Sve?.ia; e, banutolo rip<:tutamcntc , lo co,trinse l 1626) a segnare una tregua di sci anni e a cedergli, per Ollcnerla, la Livo11ia e la Prussia polacca. Nel 1631 Gustavo si gettava i11 quella guerra dei 'j',-enta 1J,111i (V.) dove trovava la gloria e la morte Le grandi conquiste da lui falle nella Germania in tale occasione alla pace di Wcstfol ia (, 648) le assicurarono la Pomerania occide11tale, e i ducati di Brema e Verdea, ossia gli sbocchi dei ue grandi fiumi tedeschi Wescr, Elba, Oclcr, e il clirino a tre voti nella Diua germanica. Carlo X , sa lito al rrono nel 1654, causa delle pretese di quel re al trono invase In Polonia di Svezia. Ma ciò determinò un 'alleanza antisvc<lcsc, in wi entrarono I 'impcrat::,rc, la Danimarca, il grande elettore e lo czar Alessio. Ne deri vò la prima guerra N o,·dica (V.). La morte (166o) di Carlo X consigliò la Svezia a venire a patti coi nem ici. ~e seguirono tre trattati: ,li

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Cannone svcde!;e seguente la fanteria (scc. XVII)

Copenaghen (1655), Oliva (1660) e Kardis (1661). Sal ito al trono Carlo Xl nel r 672, cadde tosto nei lacci <lei re di Francia Luigi XIV che durava fatica a fronteggiare la lega formatasi tra l'Olanda da lui assali13 , l'imperatore, l'elettore d i Bran,lchurgo, la maggior parte dei principi deJ. l 'impcro, I.i Spagna e la Danimarca. La i;uerra d'Olanda terminò coi trattati di N imega (1678) e d i Lund (1679), e lit Svezia riperdette quanto prima :iveva nella Pomcr:inia a oriente dell'Odcr. Dopo ciò, meno la lieve parte presa nella guerra della lega d'Augsburg (1686) a fianco ~icll'impcro, della Spag n:1 , de ll 'O landa e della Baviera contro Luigi XIV, la Svezia ebbe un periodo di pace. Carlo XI tolse alla nobiltà I beni da essa u1urpati e amministrò il suo regno con saggezza. Suo li_glio Carlo XH, succedutogli a 15 anni nel 1697, g iovine guerriero e avvènturoso, iniziò tre anni dopo il conflitto che fu <ieuo " Seconda guer ra Nordica » e combattè fino alla morte (1718) . Il connitto fi nl col tratta to di N ystadt (1721): la Svezia non conservava, fuori <lei rroprio territorio, che una parre della Finlnndia, Stra lsunda , l'isola di Riigen e Wimiar. Il re Federico !, succeduto a Carlo XII, ebbe regno turbatissimo dalle due fazioni dette ~ dei Berretti • e u dei Cappelli » , p~lleggiate l'una da Russia e Inghilterra e l'altra (lalla Francia: prevalse la seconda che t rascinò la Svezia in una infelice guerra con la .Russia. Ebbe allora prevalenza la fazione elci u Berretti » che si affretrò a riavvicinarsi ~lla


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Russia, la quale col trattato d i Abo (r743), rest ituiva alla Svezia q uasi tutta la F inlandia . Adolfo Fedecico, salito a l t rono nel 1751, si lasciò trascinare (1756) nella lega austrofranco-russa cont ro il re d i Prussia Federico Il e lanciò le

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Oscar Il (1872-9<>7), avvenne (J905) la scparn ione j n forma pacifica fra Svezia e N orvegia . La Svezia rimase J1eutrale d urante il conflitto Mondiale. La Svezia, Stato monarch ico, confina con la Norvegia , la Finland ia, il Mar Ha!tico. Ila una superlicie d i K mq. 448 .000 , una popolazione d i ab. 6.320.000, un coolinc terrestre d i Km. u93 e uno mar iuimo di Km . 2687.

Esercito svedese . Capo delle forze mii. della oazionc è i l re. Organo centrale il Ministero della Difesa, assistito dal capo d i S. M. li territorio è d iviso in 7 regioni , come è indicato nel la cart ina delle Circoscrizioni militari . Le quattro sedi di d ivis. hanno forze da 4 a s regg. d i fanteria, l d i cavalleria, 1-2 d ' art. e truppe accessor ie; la regione di L in koping ha una br igata d i fanteria; quella setten trionale 2 regg. di fanteria, l d 'arriglicrja e distacca1ncnti n1i, nori; quella di Gotland un bgl. di fanteria e uno sqdr. cavalleria. La fanteria ammonta a 21 · r egg. su 2 bgl. ; la cavalleria a 4 rcgg. su 4 sqdr. ; l'arr. a 4 rcgg. d ivisionari , uno

Granatiere

C avalleggeri

G u.lrdia

T ruppe s vedesi deWepoca napoleonica

sue t ruppe nel Brandeburgo, dal quale vennero ricacciate lino a Stralsunda, perd endo q uanto territ0rio avevano guadagnato, onde la Svezia si ritrasse d alla lega. Gli succedette il liglio Gustavo lII ( 1771) che potè dom are le faz ion i e assicurare l'autorità sovrana. Aizzato dalla P russia e d all 'lnghilte rra nel 1788 assalì la Russia, ma fu a sua volta assalito d alla Dan imarca . Intervennero, .a favo re della Svezia, l'Inghilterra, la P russia e l'O landa e costrinsero la Dani marca a starsene neutrale. Gustavo Hl, che avev;1 sofferto d ai Russi nel golfo <li F in landia una sconfitta n avale a Hogland (1789), potè avere la sua r ivincita a Svcnksund (1790); ma , accortosi che la g uerra non :1vrebbe daro che sterili frutti, ven ne a patti con Caterina di Russia e segnò con essa il trattato d i Varela (J7go) col q uale i due contendenti si fecero mu tua restituz ione dei territori duran te la gue rra conq uistati . Suo figlio Gustavo IV che gli succedette nel 1803, mentre N apoleone apprcstavasi a in-

<l 'armat~i , uno da f ortezza, uno controacrci n1otorizr

zato ; il genio a 2 bgl. Gli. effettivi di pace ammontano a 20.000 u . compresi gli ufficia!i. li servizio mii. è obbligatorio dai 20 ai 42 an ni : il periodo d 'istruzione du ra da 140 a 260 giorn i, a seconda delle armi. Le Scuole militari

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vadere l'Inghilterra, si univa ai tuoi nemici 1 e l 'i111pcratorc, per vendicarsi, lasciava , t1ei trattati d i Tilsitt e di Erfurt, mano libera allo czar sulla Svezia. Gusravo IV ebbe percii> la Pomerania invasa dai Francesi e per lui perduta, e la Finland ia e la 13otnia orient,ile stra ppatagli dai Russi. l n pari tempo, postos i in guerra con la D anim arca pel possesso della N orvegia, ne veniva battuto; onde ta rlti disastri mossero la D ieta svedese a togliergl i la coro na (1809) e ad acclamare sovrano il vecchio suo zio d uca d i Suderma nia che prese il nome d i Car lo X!Il. Questi resse lo Stato con savia prudenza e fece pace con la Francia, la Rus_sia e la Danimarca . Non aveodo figli e sperando d i i ngraziarsi N apoleo ne e aver da lui aiuto per ricuperare la f inland ia , scelse q uale p rincipe eredita rio il francese Bcrna<lotte accetto agli Sved esi per la protezione loro accordata in Pomerania. Le d ifficoltà create alla Sv<.-zia a causa del blocco çontinenta le , deter.minarono il suo accosta mento <lll a Ru.ssia che le prom ise la Non·egia in compenso d ella Finla nd ia , E, dopo il d isastro del 1812, la Svezia al lea vasi con Austria, Prussia e Russia contribuendo all a vittoria d egli Alleati e vcncndouc premiata, nel trattato d i Kiel (gennaio 1814) con la N orvegia, rinunciando però alla Finland ia e alla Pomera nia svedese. D al 1815 io poi la Svezia si titrasse q uasi dalla politica europea. D urante il regno d i

Circoscrizio ni rnìlitari della Svezia

sono sci : superio re di g uerra. , superiore <l 'art. e genio, reale m ilita re , d 'equitazione, di tiro per ia nLcria, dei sottufficiali. Esiste una <( Lands turm vo]ontaria >), i cui e ffe ttivi somm ano a 2:2 .000 u om ini .


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Aviazione della Svezia. Ha comando autonomo, ed è divisa in quattro corpi . Comprende <1 squadriglie da ricogn izione, 4 da caccia, 3 da bombardamento: in tutto un centinaio di apparecchi.

Svezin: corazzata « Oskar o (190 5)

Ma,-i11a ddla Sueiia . E: costituita dì tre corazzate costiere (7600 tonnellate, ~ nodi, IV ~so, V(l( I52) più sette antiquate; di un incrociatore portaerei (5oco tonn., 27 nodi , VI 152); d i un incrociatore leggero e due antiquati; di 4 cacòatorpcdiniere da 1oyJ torni., di 13 torped iniere d'alto mare e 8 cosriere, d i 20 ~ommergibili di cui TT antiquat i.

Svizzera. Gli Elvezi, popolo di origine celtica o gallica, pare si stabilissero nel paese da essi <lenom:nato non prima delJ'in izio del I secolo a. C. Asperità e sterilità d i suolo li spinsero a emigr are in circa 91. mila armati verso la Gallia Narbonese· (marzo 58 a. C.), ma presso Ginevra furono arrestati da Cesare che li sconfisse e li costrinse a ritornare nel loro paese . Da allora, essi r imasero sudditi d i Roma che ne rispettò le leggi e i costumi, ne rese prospere le terre e trac.ciò su di esse importanti vie strategiche. L'Elvezia costituì una marca dell' impero e fu uno dei prim i territori che patissero l'urto dei Barbari, i quali, dal 260 in ]-'Di, a pit1 riprese la devastarono. Il paese restò per lungo Bandiera della Svizzera tempo, dopo la caduta dell'impero romano, diviso e soggetto alle signorie vicine . ll nome d i S . le venne dal cantone d i Schwytz, che, con quelli d i Ur i e d i Unterwalden , concorsero a formare cii nocciolo della Confederazione. Anticamente comprendeva i territori conosciuti sotto il nome di E lvezia e d i J{ezia superiore. I tre cantoni suddetti si strinsero in alleanza il 1° agosto 1291; a quell'epoca è legata la leggenda d i G uglielmo Teli. Tale alleanza fu protetta dall'imperatore, in odio ag li Absburgo i quali erano stati fino a quel momento padroni fouclahncnte della regione. La battaglia <li Morgartcrn (13 13) faceva scomparire il dom inio absbu rgico da l paese fra Reno e Alpi e assicurava l'indipendenza dei tre cantoni, sono la protez ione dell 'impero. Agli Absburgo rimaneva la signoria d i Lucerna, che si sollevò nel 1330 contro di lo ro e si liberò alleandosi due anni dopo formalmente con i tre primi cantoni . Seguirono altre Jo nc , che portarono Zurigo a ribellarsi contro gli Absburgo nel n30 e ad allearsi due

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anni dopo con i tre primi cantoni . Città imperiale ma ligia all'Austria era Berna, che nel 1339 combattè contro una lega di Fribu rghesi, Savoiardi, Borgognoni e li sconfisse a Laupen . Nel 1351 si univa ai cantoni confederati Zurigo , e ne derivò una nuova guerra contro l 'Austria, durata, salvo qualche interruzione, fino al 1368. Glaris e Zug, invasi <lai Confederati, chie,ero ed ottennero di entrare a far parte della Confederazione (135l) e l 'anno seguente anche Berna. L'unione d i questi cantoni non era ancora uno Stato, ma piuttosto una lega difensiva. I feudatari locali, ap poggiati dall 'Austria, l'osteggiavano apertamente, e nel_ 1386 tentarono cli abbatterla, ma l 'esercito che feudatari e Austriaci misero insieme venne sconfitto a Sempach e due anni d opo (1388) a Naefds. L'Austria fu coslretta a concludere una tregua a lunga scadenza con i cantoni svineri e ciò ne rinsaldò I 'alJeanza; il patto che essi giurarono il ro aprile 1 393 può essere considerato come quello della nascita del loro Stato politico, già territorialmente forte per la sua 1x,sizione e militarmente sicuro per il valore d imostrato dal le sue milizie, le quali in caso d i bisog no potevano ammontare alla cifra, assai cospicua per quei tempi, di 80.000 uomini. Ben presto gli Svizzeri furono spinti a procacciarsi con le armi o con la polit ica salde frontiere natu r al i e sbocchi economici sicuri . E così, nel 1403, approfittando dello sfaccio avven uto nel ducato d i M i I ano alla morte di Gian Ga leazzo Visconti, g li Uresi scesero nella valle Leventina e stj ne im padronirono; e nel 1410 fecero altrettanto nella " valle dell'Osso la. Nello stesso an no scoppiava un conflitto fra il cantone di Appenzell e i l Soldati svizzeri (fine del sec. XV) signore d i San Gallo, il quale venne sconfitto ma lg rado l 'aiuto d i città imperiali, e prese la rivincita con quello dell'Austria. Tuttavia nel 141 1 e 1412 ì cantoni confederati strinsero alleanza non solo con Appcnzcl, ma anche con San Gallo. Nello stesso secolo i Confederat i si impadronivano dell 'Argovia (1415) e in seguito d i altri territori. Gli acquisti portarono a gravi d iscordie, per la ripartizione dei territori fra i vari cantoni, e addirittura a conAitti, che vennero composti nd 1446 con una pace genera le, segu ita alla breve lotta determinata da un i11tervenro francese che venne frenato sulla Birse, malg rado ]a vittoria degli i nvasori. Nella Rczia crasi creata la lega « Caddea » nel 1401, seguita <fa quella « Grigia » (A lto Reno) nel 1424 e da q uella delle « Dieci Giudica ture » nel r 436 . Esse si r iunirono nel 1474 nella « Lega dei Grigioni » . Nel 14n il duca d i Milano si impossessava d i Be lli nzona e batteva ad Arvedp g li Svizzeri togliendo loro tutte le vall i a sud delle Alpi; se non che, nel r440, gli Uresi, dura □te la guerra di Z urigo, riprendevano la valle Leventina, e, vincendo piè, tardi a Giornico (1478) le truppe ducali, ne e bbero confermato i l pieno possesso dalla duchessa Bona d i Savoia. La crescente potenza militare degli Svizzeri d iede a Carlo il Te11Jerario, duca <li Ilorgogna, che desiderava ingrandire e: unihcare il proprio Stato, gravi timor.i css<:n<lo questo


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per la sua soverchia lung hezza esposto alle loro minacce. Crebbero i suoi sospeni quando i Conkderati. conclusa con l ' Austria una pace l)erpetua ( 1474) si allearono coi vescov, e con le città <li Ilasilea e d i Strasburgo e con le altre due città alsaziane di CoLnar e d i Schlettstaclt, e quando il re di Francia Luigi Xl aderì a!J'.allea nza con g li Svizzeri e con l'impero. Carlo .si trovò imprig ionato. Sollevatasi l'Alsazia contro d i lui che l'aveva ricevuta in pegno dalI 'impero, Federico llt g li ord inò di evacuarla c, al suo rifiuto, ch iamò in ait•to g li Svizzcxi. li 25 ottobre 1474 Berna d ichiarava g ue rra al <luca e il giorno dopo i Confederati en travano nella F r~nca Contea, vincevano il 13 novembre a Héricourt i Ducali e occupavano varie loca lità. L'anno appresso, essi invadevano il Vaud fino a Ginevra e vi .si mantenevano; nel 1475 ponevauo nuovamente in ron a il Temerario a Granson e a Morat, e infine, nel 1477, invocati dal duca Re n ato di Lorena, contro il quale Carlo si era mosso per ritogliergli la cap ,tak N:tncy già strap patagli nel 1475 e da quello ricuperata nel 1476, essi accorsero in 8000 armati è presso la detta città sconfiggevano i Borgognoni in una battaglia nella quale il Temerario lasciava la vira. Lo spirito bellico,o, le necessità dell'esistenza, le reciproche gelosie tenevano g li Svizzeri in continua agita7.ione. Nei solo anno 1487, i: soltanto contro signo,rie ita liane, si ebbero quattro guerre: dei Grigioni contro M ilano, dei Grigioni e Federati con tro Venezia, <iei Val ksan i contro

Artiglieria svizzera (sec. XVI)

Milano e dei Bernesi e alt ri Svizzeri occidentali contro il Piemonte. Nel 1499 l'i mperatore Massimiliano I, essenclngli statn dagli Svizzeri rifiutato il pagamento d' una imposta d'impero, mosse loro contro con 16.000 u.; ma i Confederati,· a cui nel 1497 e 98 s'erano unite le leghe dei Grigioni timorose dell 'espandersi d i casa d 'Austria nel loro territorio in meriJ di se.i mesi lo vincevano ripctutan1ente. La pace <li Basilea (1499) pose fine a questa guerra; g li Svizzeri sgombrarono le terre invase, rna la loro indipendenza dall'impero fu p ienamente rico,,osciuta. Dalle frequenti guerre via via sostenute, la Svizzera usciva ben sì con accresciuto prest.igìo mi litare e po litico, ma impoverita e con gli antichi dissensi e contrasti sempre desti . Da ciò d erivarono t risti conseguenze, quali un inasprimento d elI 'emigra zione e d el n1ercenariato, e fermenti e sommosse e lotte brutali che scoppiarono qua e là da l 1470 al 1489; più grave di t utte la insurre7.ione , che p rese il nome della

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durò fino al 1789. Gli Svizzeri, che tenevano la Leventina, agognavano sem pre al possesso di Bclli nzona, chiave del Gottardo. Da Luigi X li , il quale chiedeva ed ebbe da essi concorso d'armi, si fecero promettere, oltre a quella città , anche Loca rno e Lugano; e, quando il re di Francia mancò alla parola data, scesero io ltalia, si impadronirono di Bell inzona e assedian<lo Arona to costrins,:ro·a cedere (150 0). Nel 1501, ai 1 0 can toni confede-

rati vennero ad unirsi quelli di Basilea e d i Sciaffusa e nel 1 503 gli Svizzeri si impossessavanr, anche d ella Val Illenio . Inorgogliti da tali prosperi successi, i Confederati furo no nel 1510 tratti a entrnrc nella lt.:ga formata contro la Capitano e insegna svizzeri (sec. XVI) Francia dal papa Giulio li, Massimiliano Sforza, Venezia, Spagna, ln ghilterra e fmpero. Il papa r innovò con essi l 'alleanz.a già p recedentemente Slrclta dal suo antecessore Sisto lV, che aveva loro dato per p rimo la custodia d el palazzo apostolico, e una loro armatella di 12.000 u., che si erano obbligati a fornirgli per 5 anni, si avviò verso Milano', ma dal maresciallo di Chaumont [u costretta a ritornare sui suoi pass i. Richia mati ir Italia nel 1512 .:la Giulio Il e dai suoi alleati, i n numero d i 20 .000 costrinsero i Francesi a sgombrare da Pavia (14 g iug no) e ricacciatili oltr'Alpe, occuparono Domodossola , Locarno, Lugano, mentre i Grig ioni si impadronivano della Valtellina e d elle signorie di Bormio e di Chiavenna; e il 29 settembre Massimiliano Sforza, reintegrato nel ducato, cedeva loro tu tti quei territori . L'anno dopo Luigi Xli ritentava la conquista d el Mi lanese, ma g li Svizzeri, coi guaii lo Sforza s'era ch luso in Novara, usciti nottetempo dalla città, assalivano il campo nemico, lo po-

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i( Gioiosa vita •>, Jniziatasi ne.I I47i con una scorribanda. carnevalesca di poch i scaF"igl iat1 e trnmutatasi in una vera spedizione brigantesca e sempre piµ numerosa con tro le città che si cred e va essers: p iù arricchite col bottino della guerra di Borgogna. A lla base di tali sommovimenti stava sempre l 'antica gelosia fra le città ricche e aristocratiche e q uelle più po.v ere e democratiche dei ca nto ni monta n a ri . Subito dopo quei disord ini, Zurigo, Berna e Luce rna avevano fo tto lega civile e patto d 1 concittadinanza con Soletta e Friburgo. Nella Dieta convocata a Stans (22-30 nòvembre 1491), la lega delle cinq ue città fu sciolta t una nuova conve n zione, che regolò i rapporti dei Confederat i,

Reggimento svlzicro al servizio della Francia (1795)

nevano rn scom pig lio (6 g iugno) e, costretti i Francesi a ripassare le Alp i, rimettevano i l duca ~ul trono cl i Lomba rd ia. Sempre più insupe rbiti dalle consegu ite vittorie, i Confederati non esitarono ad assalire la Francia e assedia-


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rono Digione; ma, sorto e propagatosi il n,1 alcontento fra le loro truppe, si ritrassero. Nello stesso anno 1513 (13 <l ice.mbre), anche Appenzdl entrava a far parte del la Confederazione costituendone il 13° cantone. Ne'. 15r5 il re <li Francia Francesco I, a ricuperare la Lombardia, calava in Italia per l 'Argentera e costringeva · gli Svizzeri che d ifendevano i valichi <lei Monginevra e del Cenisio a ritirarsi nel Milanese ove li inseguì, e, insieme coi suoi alleati Veneziani, li sbaragliò a Melegnano (1314 settembre) in un'aspra battaglia che, se non fu per essi priva d i gloria avendo potuto ritirarsi in buon ordine, pose però in forse il Colonnello divisionario svizzero primato militare da essi fino (186 1) allora goduto. L'anno appresso i Contedarati, più che mai d iscordi fra loro, sgombrarono per sem,pre la Lombardia e fecero pace con la Francia conservando Lugano, Locarno, Mendrisio, la val Maggia, la Valtellina, Bormio e Chiavenna, ma ripe«lcn<lo l'Ossola. Gli Svizzer i riar parvero nelle guerre che successivamente si combaucrono tra la Francia e l 'impero. Rap patumatisi con Francesco I, facevano parte della sua guard ia alla battaglia di Pavia (1525) e vi si sacrificarono tutti, e parimente parteciparono, a ser vizio ciel duca <li Milano e <lei papa , alla lega di Cognac contro Carlo V, e, più tardi, fu~ono chiesti d i alleanza dai re d i Francia Enrico Il (1549) e Carlo IX (1564) ai guaii fornirono grossi contingenti. Anche il duca di Sav_oia .Eman uele Filiberto li volle, per sua maggior difesa, amici e formò con essi una g\lard ia di alabardieri. La Riforma venne a scom pig liare l'unità religiosa dei cantoni : quattro (Zurigo, l:lerna, Basilea , 'Sciaffusa) erano g uadagnat! a quella causa; sei (Lucerna, Zug, Friburgo, Schwyt2., Uri e Unterwald) stavano fedeli all'antico culto; tre (Glaris, Appcnzell e Soletta) erano

esitanti o divisi frµ i due riti; C negli altri paesi, come il S. Gallo, La Turgovia, Costanza, il Toggenburg, il Rheinthal, Sargans, Vaud, Ginevra, il VaHese e, nei Grigionj,

Com andante di corpo

Comandante di divisione

Colonnelli svjzz.erì

la Caddca e le 10 Giudicaturc, la Riforma aveva attecchito più o meno profoncLimentc. Si venne a guerra aperta : i Cattolici prevalsero con le armi: la piccola guerra, che iu detta <li 'Kappel (1531) frenò l 'attività dei Protestanti. Gli animi però continuarono a rimanere <l ivisi. Gjà dal 1524

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si erano costituite due Diete; una <lei cantoni cattolici e l'altra <lei protestanti ; oudc l'wlità della Confederazione andò sempre più pericolando. Aggiungasi che essendosi i ca ntoni riservato nei palli federali il diritto di contrarre allean,:c con Stati stranieri , quelli cattolici, oltre ad unirsi fra loro in lega ,on1c q ud !i riforma ti, si alleavano con i'Austria col patto di Waldshuc ( 15 29). G inevra era nel XV secolo passata sotto il <lominio del duca <li Savoia al q uale apvartencva il paese d i Vaud. Nel 1526 essa strinse un patto di concittadinanza con F riburgo e Aerna; li duca Carlo JII si djcde a tormentare i Ginevrini e il loro commercio, e finalmente, nel 1534, chiuse loro le fro ntiere <lei suo Stato. I Bernesi allora si kvarono in armi contro d i lu i ( 16 gennaio r536) e, conquistati di colpo il Vaud, il vescovato di Losanna, il paese di Gex, il Chiablese e parte del Faucigny, presero possesso -di Ginevrn (2 febbraio) . Tosto i Vallesani e i Friburghesi unirono le loro armi alle bcrncsi e in poche settimane tutti i territo ri lemanici della Savoia caddero in potere degli Svjzzeri. Col trattato d i Catcau-Cambrésis (r559), il duca cli Savoia Emanuele Fil ibe rto ricuperava parte dei suoi Stati, e nell 'anno successivo contraeva un 'al1eanza coi cantoni ~attolici che già nel 1557 s'erano legati alla Spagna e che ora gli riconoscevano la legittima prnprict:à del Vaud . Berna sentì la m inaccia e il pericolo che sovrastava su Ciinevta., ma, non volendo affrontare una g uerra in cui avrebbe avuto di contro altri Svizzeri, patteggiò col d uca e, in compenso dell'abbandono formale da parte di questi, del Vaud propriamente <letto, g li restiruì col trattato d i Losanna (t564) i baliaggi di Gcx, Tcrnier e Thonon. Pochi ann i dopo, anche i Vallesani dovevano rendere al duca, col trattato di Thonon (1569), una parte del Chiablese. Ginevra allora chiese, per sua sicurezza, di essere ammessa nella Confcderazione; ma n~ allo ra, nè per molti anni dopo, la sua domanda, contra~ lìffici:.ìle svizzero (1932) riata dai cantoni cattolici, fu esaudita ; e però essa si rivol se al re d i Fra ncia Enrico Ili col quale strinse alleanza nel 1589; e, scoppiata la guer ra t ra Francia e Savoia, .o crnpò il Gex, il Chiablesc e il Faucigny; ma re Enrico IV, successore di Enrico m, obliò gl i impegni presi da questi e d a lui stesso verso Ginev ra, la q uale dovette rendere i territori occupati; il Gex passò alla Francia. li duca di Savoia Càllo Emanuele I, tentò invano <li prendere Ginevra e dovette conclu<lerc con questa (1003) la pace di ·saint-Ju lien. Nel 1620 i Va ltellinesi cattolici, che dal 1530 appartenevano ai Grigioni protcs.t'anti e ne erano .in mille g uise seviziati, a ppro. fitta 11do delle costoro discordie intestine e aiutati ed eccita ti dalla Spagna che ambi va an1uistar'scli per unirli al suo possesso del Milanese, si sollevarono il 19 luglio contro i loro dom inatori e compirono quel « sacro macello » che JIC fece strage; ma la Francia ~ostenne le leghe grigione e inviò i n soccorso d i queste il pri ncipe Enrico d i Rohan con un eser. cito che in u na memorabile campagna le rimise in possesso della Valtel li na (r621-32). La crisi economica che seguì alla guerra dei Trenta Anni colpì duramente anche la Svizzera, ove, nel 1653, scoppiarono terribili lotte sociali e rivolte dei contadini , contro i quali ,uni i cantoni, q ualunque fosse la loro coofcssione, unirono le loro armi schiacciandoli a Woh lenswil, a Gislikon, a Herzogenbuchsee. Zurigo


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1133-

11d 1566 volle con le armi costringere i cantoni ad abdicare a ogni sovranità cantonale e a riconoscere solo quella confederale. Una piccola scintilla provocò il conflitto; ma i Zurighesi furono battuti a Rappersw ill (24 gennaio 1656), e nello stesso giorno, a Vilmergcn, patirono ugual sorte i Bernesi che si erano loro uniti;' nè la pace di Baden che conchiuse tal guara, lasoiando 1-: cose allo staw quo ante, valse a comporre le antiche divisioni . Nel 1669, a Soletta, la Confederazione rinnovava l'alleanza con la Francia. Ma l'invasione della Franca Contea, fatta da Luigi XIV (1674) parve pericolosa alla ~vizzera i cu i timori crebbero quando il re francese si anocttè Strasburgo a lleata di Berna e di Zurigo (168r) e imprese a fortificare Huningue q uasi a tiro di Basilea, e infine quando revocò I '&lìlto di Nantes (1685) urtando i sentimenti dei cantoni evangelici, onde.. questi si allontanarono dalla Francia mentre i éattolici le si avvicinarono. Fra i due gruppi d i cantoni pertanto si acuirono i dissensi; e bastò che i Toggcnburghcsi si r ibellassero contro l'oppressione dell'abate di S. Gallo perchè tra i cantoni cauolici e quell i protestanti , gli uni a sostegno dcli 'aba te e gli altri favorevoli ai so1levatii sì ve.. ni sse a guerra. I primi, perdute varie località, fucono decisamente sconfini a Vilmergen ( 1712) ; e, benchè la paco d i Aarau .(1 J ago() sto) ristabilisse la parità confes• sionale e il d ivieto d 'ogni predi-

propria un ità e per conservare la proprja caratteristica di paese necessario all 'equil ibrio europeo. Così fu anche durante il conflitto Mondiale. Contribuirono a ciò le istitu z ioni che via via nella Svizzera, come luogo per esse più adatto, trovarono ricetti.); e cioè, la Croce Rossa fondata

con la convenzione di G inevra del 1864, il Burea·, dei Telegrafi e, più tardi, l'Unione Internazionale di Soccorso e la Società delle Nazioni; istituzioni le quali tutte alla neutralità svizzera conferivano uno scopo positivo e attivo e utile all'universale. Ed anche entrando a far parte della Società delle Nazioni, la Svizzera volle che le fosse riconosciuto il d iritto alla neutral ità perpetua e all'inviolabilità territoriale. Durante la gue rra MondjaJe la S. servì di t ramite per lo scam bio d i corrispondenza e di pacchi fra i prigionieri, e per il rinvio alla loro patria dei feriti e dei malati gravi, non pii, arti a portare le armi. Allora la S. mobilitò 250.000 u . ponendoli agli ordini del colonnello Wille : gran parte di queste truppe venne man mano congedata p rima della fine del conflitto.

cazione nei territo ri di d iversa

fede , turtavia i cantoni cattolici fu rono spinti a stringere con la Francia uu 'alleanza separata e segreta (Trucklibund) che fomentò il pariicolarismo a scarito della idea unitaria e rese le Diete impotenti a deliberare , le loro decisioni essendo soggette a lla volontà dei singoli cantoni e questi avendo riserbato a sè il d iritto di sottrarv isi. Quando, nel 1792, dopo le vittorie di Valmy e d i fem mappes, la Francia sfidò I'intera Europa, la Svizzera tentò di opporsi alle mire francesi, ma nonostante tuUo finì per essere sommersa d alle rruppe rcpubbl ic"ane e nel 1798 veniva costituita in Repubblica Elvetica, modellata sulla francese, perdendo la Valtellina (passata alla repubblica Cisalpina) e Ginevra, che la Francia tenne per sè. Napoleone costituì il Vallese. in repubblica a sè, e poi l'incorporò all'impero francese. Inoltre ricostituì la primitiva Confederazione con 19 ca nwni , i mponendole l' alleanza con la Francia, cui dovette dare contributo 11otevole dt uomin i per le guerre napoleoniche. Alla r<0staura·;;ione, e in base alle decisioni dd Congresso d i Vienna, la Confederazione veniva ripristinata , con i trt nuovi ca ntoni di Ginevra, Neu• chiìtel e Vallesc ; ma la Valtellina, con le contee d i Bormio e d i Chiavenna, passava al regno Lombardo-Venem. La pace in terna d ella Sviz.,era fu turbata dalla breve guerra del Sondcrbnnd (1847) doro la quale venne approvata una nuova Coslituzione, la quale assicurò l' unità e la t ranquillità dello Sento federale, venendo leggermente r imccata nel 1874. Il costituirsi delle unità nazionali italiana e tedesca e il trovarsi perciò 1a Sviz.zera rinserrata , non pili tra Stati div isi e taluni non più vasti <li essa , ma fra quat tro forti potenze, le fecero sentire più imperioso i l bisogno d i affermarsi e mantenersi rigidamente neutrale per preservare la

Circoscrizioni militari della Svizzera

Esercito svizzero . La Svizzera, repubblica federale, è posta fra Italia, Austria, Germania e Francia. Ha· una superficie d i Kmq. 41.000 e una popolazione di ab .' 4.100 . 000. Non ha un esercito pcr111à1len te; n1a la (( Nazione annata >);

sotto le armi è solo il corpo d egli istruttori: le unità previste si costituiscono solo i,, caso d i mobilitazione (sistema ternario), oltrcchè durante i per iodi d i istruzio11e delle m ilizie. Autor ità suprema è il Consiglio Federale, per mezzo di un Dipartimento m il itare dal quale <!ipendono lo S. M. generale · e la Commissione d i d ifesa. Il territorio è r ir3rtito in 6 circondari di d ivis. come risulta dall a cartina. Il numero dei bgl. pe( ogni circondar io varia da 5 a 15. La d ivis. è costituita su 16 bgl., 2 sqdr., 14 brr., truppe accessorie e servizi. Meno la 4•, t utte le altre hanno una brigata da montagna (8 bgl.) con 2 btr. e servizi. Sono considerate come truppe d'armata, non indivisionatc, vari gruppi di ciclisti e di mit raglier i, 3 brigate di •cavalleria su 2 regg. a 4 sqdr., 4 rcgg. d'ar t. pes~nte, 4 rcgg. d 'art. meccanizzata, 5 gr. da fortezza, 5 gruppi d 'aviazione e truppe access.orie, fra ·le quali varie cp. del genio. La Landwchr (milizia mobile, dai 32 ai 4 0 anni) comprende 6 brigate di fanteria, 30 sqdr. d i cavalleria, reparti del genio e servizi.. La Landsturm (milizia territoriale, dai 40


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ai 48 anni, comprende 208 cp. <li fanteria, 6o Cf'. di mitraglicri, 15 cp. di cavalleria, 35 cp. e parecchi distaccamenti d'art., distaccamenti del genio, servizi. In caso di guerra, la S. può schierare sotto le armi 300.000 uomini. Gli effettivi di bilancio sono cosl ripartiti: personale d'istruzione 267, scuole dei quadri 7578, scuole delle reclute 24.870, corsi di ripetizione 126.059. li servizio è obbl igatorio dai 20 ai 48 anni, d iviso in serv izio d'istruzione (da 65 a 90 giorni a seconda delle armi, a più corsi annuali di 11 g iorni ciascuno) e in servizio anivo in caso di mobilitazione. L'aviazione dispone di c'rca 300 apparecchi . li reclutamento degli ufficia li avviene dalle reclute: fra queste si scelgono quelle destinati a diventare sottufficiali, e poi, fra questi, quelli destinati a diventare ufficiali: l'idoneità ai due passaggi è fatta d'autorità ed è obbligatorio accettarla. Gli ufficiali designati seguono scuole per le varie armi e poi scuole centrali per avanzamento a capitano e ai grad i superiori, e infine scuole speciali (tre) per gli ufficiali di stato maggiore.

Sviz::era (Gttardia). · V. Guardia (in Piemo11re). Per i rcgg. svizzeri al se rvizio del Piemonte, V . Svizzero vallesano, Alt, Benu:se, Guibert, Gludt, D11 l'asquicr, Griso11c, Keller, Glaris, Sai111 Gal/, Lucerna . Svizzero Va/lesa110. Reggimento svizzero a! servizio del Piemonte, costituito nel 1694. Partecipò alle guerre del 1695-96, di Successione d, Spagna, di Polonia, d'Austria, e a quelle contro la repubblica frnoccse in linc del secolo XVIII. Prigioniero di guerra nel r704 a lvrea, con quelh che riuscirono a sfuggi.e alla prigionia venne ricostituito. Variò di forza, da uno a quattro bgl. Nel i i9R passò :il servizio delia Fr:incia e venne trasferito nella Legione Elvetica.

Reggimellli svi:::uri. Costituiti con s,•izzeri dei cantoni cattolici, nel Regno di Napoli, nd 1735, 1741, r744, in numero di quattro, presero il nome dei loro colonnelli fondatori (Wirtz, Tschudy, Besler, Jauch) e durarono fino al 1790. Nel 1825 il ~overno napoletano ricostituì due rcgg. svizzeri, con rcclmamento nei cantoni Ticino, Uri, Untcrwald, Appenzel, J•riburgo, Soleua, con capitolazione per una forza d i 145 r u. ciascu no, per trenta anni. Il riord inamento dell'esercito nel 1833 previde quattro regg., più (1850) un _bg-1. di cacciatori svizzeri. Tutti questi reggimenti furono congedati dopo la camçagna del 186o, alla quale parteciparono contro i Garibal<jini e l'esercito piemontese.

Compag11ia svizzera de/ Pontefice. Costituita nd 1505 dal papa G iulio n, andò dispersa nella presa di Roma del t527 e venne ricost ituita nel 1548. Costituì il primo gradino di quella che fu poi la guardia svizzera pontificia e che rimase sempre in vigore come corpo armato del Vaticano. - Uu'altra cp. svizi.era fu costituita verso il 1549 a Bologna, a d isposizione del legato rontilìcio, e una a rcr-• rara nel i 598 con lo stesso scopo. Armata della Svizzem. Armata 1epubblicana france;c, cos1iwjta il 3 febbraio 1798 e sciolta il 29 aprile 1799 per essere incorporata in quelJa del Danubio. Fu comandata successivamente <lai gen. Brune, Schawenbourg, Mesnard e Massena, ed ebbe una forza da 2r.900 a 29.300 uomini.

Svolta. Tortuosità e serpeggiamento delle comunicaz.ioni e dei rami delle trincee, cd anche il modo col quale si procede nei lavori di :Gappa onde evitare i tiri d'infilata dei nemico. Si dice: comunicare a svolte, lavora re a svolte, allargare le svolte, terminare le svolte. Swaziland. Territorio del Sud-Africa, sotto il protettorato dell'Inghilterra. Confina a nord e ad ovest col Transwaa l, ad est con Mozambico. a sud col Natal. Superficie Kmq. 17.000, popolazione 130.000 ab. Non ha forze militari organicamente costi. tuitc per cui le forze armate del territorio sono rappresentate di circa 400 Inglesi soci della società d i tiro, e da l corpo d i polizia (16<> uomini circa). Swieten (Giovanm). Generale olandese (1807-1888). Sotlol. d i fanteria nel 1824, fu nelle Indie olandesi dal 1824 al 1830, e vi ritornò S,"ieten Giovanni come magg. gcn. nel 1834 divenendo nel 1858 ten . generale e comandante in capo delle forze militari d ei rossedimenti nel mare delb Sonda. Comandò varie spedizioni contro gli indigeni e riconquistò loro Atjek . Andò a riposo nel 1874. Swift. /\croplano 1nglcse, silurante e da bombardamento. Armato con mitragliatrici, può portare un siluro o un carico d i bombe, del peso di Kg. 1545. Velocità Kmh. 166. Syrovy (Ciovanm). Generale cecoslovacco, n. nel 1888. Scoppiata la guerra, entro subitò come volontario nella Legione cecoslovacca in Russia, costituitasi a Kiew e nel maggio 1915 divenne capitano e rimase ferito a Zborov, perdendovi un occhio. Rapidamente divenne maggiore, colonnello, gcncraie. Dal 1° ottobre 1918 fu comandante supremo delle (orze cecoslovacche, polacche, romene e jugoslave in Russia. Ritorna lo in patria, :as~unse il comando militare regionale di Praga e dalla fine del 192.j fu contemporaneamente

Milizia svizzera attuale dello Stato· Pontificio

SYR

sottocapo,

poi

S)1rovy Giovanni

capo dello S. M . generale. Nel 1926 venne nominato Ministro dclb Difesa nazionale per alcuni mesi, riprendendo ,\lbito dopo la carica di capo dello S. M. generale.


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Szabo (A11to11in). Generale austriaco (18o8-166g). Fece la campagna d'Ungheria nel 1849 e quella d'Italia nel 1859. Szawle. Comune della Lituania settentrionale, nella regione della Samogizia. Il giorno 8 luglio 1831 vi a, venne un combattimento che appar tien: al 3° periodo della guerra d i rivoluzione polacca del 1831. Il gcll . Giclgud, con r4 .ooo uomini e 24 cannoni, dopo ia battaglia sforcunata di Wilna, decise di attaccare la piazza di S. monica solo di qualche trincea e difesa dal colonnello Krukow con 4 mil:1 Russi e 7 cannoni. L'attacco fu iniziato d a due lati : vcr:,o la barriera di Wilna e verso Tels7c, e, !:,er quanto le forze del Gidgud fossero composte di insorti lituani non ancora organizzati, male arrnnti e demoralizzati <l:u reccntj jnsucccssi, tuttavia fu condotto con estrema violenza. Scnonchè l'impiego di reparti i:.olati senza alcuna connessione nè nel tempo nè nello spazio, fece sì che mai alcuna massa import.ante fosse impegnata, cosicchè i singoli nuclei, lx:nchè alcuni d i essi fossero giunti fin nelle vie della cillà, fu. rono facilmente res!)inti. La minaccia imminente rivelata dall'apparire all'orizzonte dell'avanguardia del gen. Dellingshausen , persuase i Polacch i ad abhandooarc la partita e a ritirarsi rapidamente. Le perdite polacche salirono a un migliaio di uomini. Szeged (o Seglu:di110). Ciuà del! 'Ung heria sul Tibisco, prtsso il confine romrno-jugoslavo. Fu presa dai Turchi (Sol imano Il) nel 1541. I. Presa di Sze[;ed (1686) . Appartiene alla ribel lio ne della famiglia ungherese Rakoci.y contro l'impero. Abbandonata dai Turchi, S. \'enne occupata dai ribelli ungheresi. Alla fine del 1686 fu dato l'ordine al gcn . Caprara, poi sou iwito col gcn . Dc la Verg nc, d i impadronirsene. Un primo attacco, nel quale il De la Vcrgnc rimase ucciso, non ebbe effcno. Ma il magg. gcn. lwallis, che lo seguì nel comando, strinse d'assedio la città , che dopo pochi l,{iOrni si arrese. 11. Occ11pazio11e di Szcged (2 agosto 1849). Appartiene al 3° periodo della guerra d i .Rivoluzione d'Ungheria del 1849. A S. si erano raccolte alla fine d i luglio tulle le

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forze ungheresi disponibili per prepararvi un ' ultima resistenza. L'esercito, comandato dal gen. Dembinski, ammontava a circa 50 mila u . e 160 pezzi d'artiglieria. Il gen. austriaco Haynau avanzò con tre colonne: la princiP"k, al centro, composta del l V corpo, della divis. russa P an iutine, del cor~'O di cavalleria del gcn. Berchtold e dell'art. di riser\'a; 13 colonna <li sr . (l corpo) al comando del gen. Sch lik ; la colonna di dr. (lii corpo) agli ordini del gen . Ramberg, diretta verso Ka-,;;:· nissa per tagliare la ritiFortezza di Szegedin (sec. XVI) rata del nemico verso Arad o Temesvar. li gcn. Dembinski nella notte sul 2 agosto si ritirò a Szorcg, mentre i membri del governo fuggivano ad /\rad. La einà quindi fu occupata senza colpo ferire il 2 stesso dai gen. Simb-schen e J:1blonowski che erano riusciti a forzare il passaggio del 'l'ibisco presso S7-enta, respingendo un piccolo distaccamento ungherese del colonnello Lcukey su Makò, mentre la colonna di dr. passava anch'essa il fiume a valle di S. verso Szenta, vincendo l 'eroica resistenza opposta dal gcn. Guyon.

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Szigetvar (Sigt:tl,). Cinl dell 'Ungheria, s_ulla sr. della 1el XVI secolo era fortificata validamente, con Drava. una fron1e bastionata. A circa 200 m. dalla città cravi il castello con la ciuaclella. Assedio di Szigetvar (1566). Appartiene alle g uerre di invasione dei Turchi contro l'impero. Solimano Il, invasa rcr la terza volta l'Ungheria, pose il s agosto l'assedio a S. con 100.ouo uomini e 300 cannoni. L'imperatore Massim iliano aveva dato al conte Nicola Zrinyi l'ordine d i d ifenderla con 2300 Ungheresi. La piccola guarnigione respinse numerosissimi attacchi dei Turchi, ma fu costretta il 9 agosto ad abbandon.irc la ciuà n uova . li r 4 agostn una

La tortcna di Sziget,·ar (sec. XVI). - J\ e D, alte dighe costruite dai Turchi per oatterc il castello


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sortita dalla città vecchia sconvolse gli apprestamenti degl i assedianti: il 18 g li 800 u. che rimanevano validi abbandonarono la città vecchia e si chiusero nel castello, sul quale si concentrarono tutte le offese de! nemico. Violenti attacchi lanciati il 26 e 29 agosto cd il 2 settembre, vennero respinti con g ravi perdite. Il 4 settembre morì Sol imano Il, colpito da apoplessia. La sua marre fu tenuta celata ed il gran visir Mehemet continuò nell'assedio . Il 5 settembre i Turchi penetrarono sotto i bastioni del castello che riempirono di legna, paglia e polvere, -dando fuoco e p rovocando un g rave inceudio. I d ifensori superstiti dovettero rinchiu~krsi nel mastio centrale, ridotti ormai a soli trecento. Essi resistettero ancora fino al g iorno 8: allora , avend o alla testa il conte Z rinyi, uscirono dalla porta centrale e si scagliarono sui Turchi, tutti cadendo con le armi in pugno in impari e disperata lotta . Frattanto l 'incendio, che aveva continuato a divampare ed aveva costretto i d ifensori ad uscire, raggiunse la polver iera d el castello e lo fece saltare in a ria, con la strage d i circa 3000 Turchi. lu tutto, essi avevano perduto 30.000 uomini.

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le batterie a ustriache. Passa ta a nche la d ivis . Paniutine, verso le 6 d i sera l 'attacco divenne generale. li centro e h sr. ungheresi furono rotti, Alle 8 di sera il Dembinski

Szolnok. Città dell"Ungheria sulla dr. d el medio corso del Tibisco.

Combattirnento di Szo/110!( (gennaio e marzo 1849). Appartengono alla guerra della civoluzione ungherese. Dopo aver messo tn stato di d ifesa Budapest, i l maresc. W indischgriitz il 26 gennaio 1849 marciò verso est co1:tro i ribelli ungheresi comandat i dal µolacco Dcrnbinski. Questi si ritirarono a S. ed il 28 genna io d opo b reve combattimento l'abbandonarono rip iegand o sulla sr. del fiume. In fi·ne di mar:zo una colonna ungherese di 20 .000 u., co1nandata dal gcn. K lapka, varcò i l fiume a S. battendo gli Austriaci del gcn. Karger, che si ritirarono verso Budapest,

Szoreg. Comune dell 'Ungheria, sul Tibisco, a poca d istanza d a Szcged. Battaglia di Sz01·eg (5 agosto 1849). Dopo la presa di Szeged (V.) il geo. Dembinski si r itirò a S. <love schierò le sue forze (36 mila fanti e 5 mila cavalli con ioo cannooi) tenendo in riserva la legione ital iana del col. Alessandro Monti con altri reparti , Alle 4 del pnmeriggio il maresciallo Haynau diede il segnale della battaglia. Due bgl. della brigata del gen . Jablonowski riuscirono a passare d i sorpresa il Tibisco a valle di Sz,ege<l e protetti d a un bosco fOtcrono lanciarsi improvvisamente sul fianco sr, del nemico costringendo la cavalleria .d'ala a ritirarsi. Subito dopo le brigate Jablonowski e Benedek, riunite agli ordini del principe Liec htenstein. approfittando della diversione compiuta <lai 2 bg l. poterono gettare un ponte a Szcged e, passatolo, lanciarsi all'attacco sostenute dal fuoco di tutte

Battaglia d i Szorcg (1849)

tentò un ultimo supremo siorzo contro la testa di ponte. ma il movimento non riuscì; contrattaccati violente1nente~ gli Ungheresi furono costre tti a ritirarsi verso Ternesvar protetti nel movimento dalla riserva del colonnello Monti. Le perdite furono molto gravi d a ambo le parti: g li Ungheresi vi lasciarono <1uasi tutte le artiglie rie, e l 'esercito, decimato e demoralizzato, perdette ogni ca1:-acità bellica. L,, sconfitta segnò la, fi ne della rivoluzione ungherese.

Szurmay (di Uzsok, ba,.one Alessandro). Generale ungherese, n . nel 1860. Uscito sottot. <lall 'Accademia Ludovica nel r884, servì semp re nell'esercito honved e divenne colonnello nel 1905, ten. generale nel 1914. Fu segretario di Stato del Ministero ungherese nell'agosto 1914. Nel novembre passò ·a comSzmmay Alessandro batte re e si distinse particolarmente nl passo di Uszok. Nel 1917 venne nominato ministro della Difesa Naziona le e promo.,so generale di fanteria, Lasciò i l ministero nel 1919 e venne collocato a riposo.


T. Mitragliatrice adot tata con tale denominazione neg li Stati Uniti, per tiro contro aerei . È su af-

fusto a treppiede per installazioni fisse, oppure su affusto mobile, d a d ue (T 2) e da q uattro (T r) mitragl iatrici 1

montato su

T abboni (Luigi). Ufficiale del genio , n . a Modena , m . in Francia ( 1787-1833). Dalla scuola m ii. del regno d'Italia uscì sottot. del genio nel 1809 . Dopo aver fortificato var ie piazze de l regno andò a compiere opere d i fortificazione nelle iso le Ionie . La;ciò il se rvizio nel 18r4 e divenne nel 1831 capo <!elio S . M. e comandante del genio del Governo provvisorio delle provincie insorte nell 'Italia cc utrak . Prigioniero <lcgli Austriaci dopo la capitolazione di Ancona, andò poi in esiho in Francia.

spaciale aurocarro a 6 ruote .

Tabella, Collocat a all'ingresso della caserma, serve a T, . Obice americano da 75 mm , Peso del proietto Kg . 6800, gittata m. 8400, peso del p:zzo in batteria Kg. 852. 'f. Indicazione d i bombarde francesi, create e adoperate d u rante la guerra, dopo la quale rimasero in servizio un materiale leggero 150 T e uno pesa mc 2 4 0 T, oltrechè, in talune organizzazioni <lifensive , un materiale_ 75 T. Quest' ultimo lancia la granata del cannone da 75 mm . a una d istanza da 20 0 a 1700 111 . Il materiale 240 T lancia da 6oo a 2150 m . una bom ba d i 81 Kg. Il materiale 150 T lancia una bomba ad alette del peso d i 17 Kg. a d istanze variabili da 600 a 2000 metri.

T . Ved i : Tl,ornycroft.

Tabacchi (Giovmnu). Patrio tta italiano, n. 11 Mirandola , rn. a Modena ( 1838-1918). Appartenne alla schiera dei Mil le e nel 1867 combattè coi ·Cairoli a Villa Gk,ri, prendendo il com ando dell'eroico m anipolo d i prodi dopo la caduta dei Cairoli . F u poi deputato d i Modena e Mirandola nelle legislature XV! , XVI!, XVIII e senatore nel 1908. Tabacchi Francesco . Generale , n . nel 1835, m. nel r904 . Proven iente dall'esercito del regno delle Due Sicilie, passò nell'esercito ital ia no nel 1861 col grado di capitano d'art . Colonnello nel 1887, fu coma nd ante la fortezza d i Rivoli. In P. A . nel 1895, fu promosso magg . generale nel 1896 e nel 1899 passò nella riserva.

Tabacchi-era (Chiusura a). Nei fucili a retrocarica elci tempi passa1i era quella fatta a s1-'ortcllo ed a cerniera , come una tabacchiera . Questo sistema · non ebbe g rande du. rata : ( u f rn i p rirni tentatj vi per avere la retrocarica , · e ven ne abbandonato · co li 'imporsi dei sistem i a blocco, e specialmente a cilind ro, il quale ultimo sopp iai,cò tutti gli. a ltri . Tabarro. En trato in uso nel med io evo, e probabilmente introdotto in Italia d ai Barba ri. era un ampio mantello che i cavalier i portavano so1Jra l'armatura. In uso in varie provincie della Francia e della Germania, venne pona to anche da lle com pagnie d i ventura .

conte nere l'orario reggimentale, la nota dei saldali p uniti

di prigione e cli consegna , la rl ota del le abitazioni degli ufficia li . Sulle porte delle ramcrate, i1i ap posite T., per cura dei comandanti di cp . d evo:10 essere scrÌ LLi i nomi dei mil i1ari di t ruppa e relativi g raduat i che vi dormono. Sulle porre di cic1scuna scuderia deve essere apposta la nota dei cavalli ricoverativi. Nei magazzini. <lei C( rpi in apposite T. o Quadr i è descritto tutto il materiale contenuto nei singoli locali, nei q uali poi in T. a parte sono elencale t utte le su ppellettili esistenti in dotazione. Vi sono mol te srecie d i tabelle in tutte le varie attività d 'irnpiego. di~ciplinari t.; amministrative delle forze armate . Sono grafit:i che riuniscono alc un i -dati con razionalità per mettere in evidenza fenomeni statistic i, per enumerare per• sonc o cose, ccc. Quelle che corrnno più spessn sono le

T . grad,mli n11111eriche dei/e formazioni di pace e di guerra . Documenti riservati i pri mi~ e segreti i secondi , dai quali si. desumono gli organici del l'esercito, e che sono la base deg li studi per 1'organi-tzaziune e la distribuzione del per•

sonale e del mater iale in tcm!,i normali , nonchè per concreta re i progetti increnti ! 'eventuale n1obilitazione in caso d i conflitto. Ogni oggetto fornito di accessori ha b T. de l caricamento, d;illa quale si apprendono quali e quanti siano gli accessori, in 1nat1icra da agevolare e rendere rapido il controllo . V i sono le T . degli stipendi , degli assegni evcn .. cuali. delle indenn ità, ecc ., destinate a indicare q uanto si debba pagare a ciascu n milita re in relazione al grado, carica , anzianità 1 ecc . N e l documen :i amm_inistrativi e con-

t abil i vi è una infi nità d i 'F. cl i vario genere e rispondent i alle più d isparate necessità. Per rendere noti i lumi dei scrvjzi, 1a nota de i militari che hanno ritenute per adde bito, l'orario delle operazioni giornaliere, si fanno altrettante T . da collocare, come q uella •.ki consegnat i, a ll' ingresso delle camerate. Nella Sa nità "' Ì sonu le T. diagnoi tiche, come negli OSfCd ali civili. Durante la guerra .Mondiale sono state sistemate tabelle o targhe indicatrici, nelle tri ncee, nelle parallele, nei cam• n1inamenti , contenenti la loro denominazione, i lluminate di no tte da lanr.ern ine oscurate .

Tabella di tramutamento (A1mn inis1razione). Speciale doi rim-

c umento che serve per la d imostrazio ne d i tutti


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T,\B

1138-

borsi, indennità e compensi dovuti alla fam iglia del militare trasferito definitivamente di sede. Essa comprende il rimborso delle spese d i trasporto per le persone componenti la famiglia e per determinate quantità <li masserizie e bagagli, e inoltre una indennità fissa giornaliera per ogni membro di famiglia per la durata del viaggio e per un prestabilito numero <li giorni successivi alrarrivo a dcstinaz.ione.

Tabellaria. Ne ll'armata rnma na, era la nave veloce che serviva per trasporto di dispacci o messaggi.

TAB

sta stessa ora. arrivò sul carnpo il Buon;1parte, che, e~eguiw

un ampio giro ad ovest, sferrò un attacco alle spalle del ncn1ico COJ1 varie colonne. La n1anovra riuscì pienamente.

Circondari da tutte le parti, ass.Jliti da Klébcr cbc imme-

èJ Bonapartt' . ..

Tabernaculum ducis. Era la te nda del generale supremo, nell'alloggiamento dell'esercito romano, ai tempi di Cesare.

Tabiago. F razione del comune di Nibionno, in prov. di Como, presso il Lambro. Antico rocca. Nel 1261 vi si ri nchiusero circa · 900 nobili fuorusciti milanesi, i ·quali vennero assediati da! podesti, d i Milano Uberto Pallavicini. Privi di acqua e di viveri, furono costretti ad arrendersi a discrezione. Condott i a M ilano vi furono tenuti prigionieri per molti anni . Il castello di T. venne atrerrato, ma fu poi ricostruito, e nel 1285 vi si rifugiarono i T orrianl. Tabiano. Frazione del com une di Salsomaggio1e, jn orov. <li Panna. Nel J IOO vi fu costruito un castello, che ;,ppar tcnnc ai Pallavicini. Sulla fine del 1149 fu assediato dalle milizie p iacentine. Parma e Cremona accorsero in difesa del castello e sconfisser;i pienamente i Piacentini, facen<.lonc n1età prigionieri, Questi ultimi tornarono l'anno seguente e distrussero la rocca, che fu in , seguito restituita

ai PaJlavicini. Nel 1756 passò a Parma.

Tabor. Monte a sud del la Galilea, alto m. 572, a 2 0 Km. c!;il la <lr. del Giordano. l. Ba.ttag/ia presso il monte Tabo1· (63 a. C.). Fu combattuta e vinta da A.ntipatro, al serviz.io di Gabinio duce dei Romani, contro Alessandro, figlio di Aristobulo IL re di Gerusalemme, deti'oni,.zato dai Romani. Quest' ultimo fu completameu tc sconfitto perdendo circa ·, o.ooo uom.in i.

Il. Battaglia del monte Tabor (1217). Appartie11e a lla VI Crociata. Dopo lo sbarco dei Crociati a San Giovanni d 'Acri, i Saraceni si ritirarono sul monte Tabor ill Clli si fortificarono. Allora l 'eserciw cristi,wo, guidato da Andrea re d'Ungheria, e da Lusignano re. di Cipro, mosse ad as.

salirli. La lotta fu aspra, e i Crociati avevano espugnato vari trinceran1cnti nemici, quando un panico improvviso

li fece vacillare e scompigliare, tanto che furono costretti alla ritirata mentre stava no per espugnare le ultime difese dei Saraceni. Ciò determinò discordie fra i capi, separazione dell'esercito in va ri nuclei, fallimento del tentativo.

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Il!. Ba11aglia del Tabor (1799). Ap[,artiene al la spt"dizione del Buonaparte in Egitto. La battaglia si svolse nel piano d i Esdrelon, d urante l 'assedio d i Acri . Per sorvegliare forze nemiche le quali, agli ordini di Gizzar pcl· scià, si raccoglievano intorno al tn . Tabor,

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Buonapartc

staccò il gcn. Junot con 350 fanti e 150 cavalli a Nazareth e lo rinforzò poi con la d ivis. Kléber, inviando a cooperare all'azione anche Murat con 200 cavall i, 500 fanti e 2 cannoni. Egli medesimo il 15 apriJc giunse a Sefurjch con la <livis. Bon, 150 cavalli e 5 cannoni. La mattina del 16 la clivis. Kléber attaccò gli Arabo-Turchi (circa 15.000 u . in grande parte cavalieri), ma venne subito circondata e si formò ill due quad rati che per deficienza di munizioni ridusse verso il mezzogiorno a uno solo. A quc-

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/:• : i' Combattimento al monte Tabor (1798)

diatamente comrattaccò, gli Arabo-Turch i si diedero a prc• cipitosa fuga . Le perd ite francesi furono insignificanti: quattro o cinq ue morti cd una trentina di feriti. Le per· dite arnbo•turche raggiunsero forse i 500 u . fra morti e feriti . Tabor. Città dcll.1 Boemia, sulla forrovia Vienna-Praga. Venne fondata nel 1.po e Giovanni Ziska vi fece costruire una fortezza che nel 1438 fu assediata inut ilmente da Alberto d 'Austria . Combattimento di Tabo,. (16~4). Appartiene alla guerra tra Svezia e Impero in Germania e si svolse fra un corpo imperiale agli ordini de! gen. Asfeld e gli Svedesi condotti dal gen . Torstensson. Dapprima le truppe imperiali ebbero. il sopravvento sul ,nemico, ma poi il gcn. Torstcnsson, colto i.I momento opportuno per un panico causato tra le file avversarie in seguito alla morte del gen. Getz, fece uscire da un bosco le trupl"C che vi teneva in riserva, e con raiuto delle artiglierie caricò con tale violenza gli Imperial i che questi volsero le spalle e si diedero alla foga . L'Asfeld, r imasto q'-1asi solo, si d iede prigioniero con alcuni generali e le poche truppe che gli erano restate.

Tabora. Borgo delt' Africa sud-orientale ex tedesca, sulla ferrovia fra Das-es-Salaam e il lago Tanganika. Durante le operazioui in quella regione appartenenti alla guerra Mondiale (V. Africa) ì Te<leschi si erano rafforzati sulle posizioni di T. e: contro di loro mossero, nel sctternbrç 19'! 6, convergendo insieme sull'obbcttivo, la brigata belga Olsen su Ire colonne, e la brigata inglese Molitor su due colonne. Gli Inglesi ,,cnnero co ntenuti dai difensori finchè si fece sentire la pressione delle colon ne belghe. 11 r8 la situazione <fcì Tedeschi si fece così grave che un consiglio di guerra si pronunciò per la resa; ·m a il vecchio generale

\Vahle si oppose, e riuscì a d isimpegnarsi ritirandosi verso la regione di Iringa, mentre 1'. e tutta la linea ferroviar ia venivano in possesso degli Alleati.

Tabris. Città della Persia e sua capitale salto i Mongoli, nell'Azerbeigian. Fu presa da Sdim nel 15r4, poi più


TAB

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volte presa e r ipresa da Turchi e Persiani. Nel ,9n, durante il conflitto russo-persiano , un corpo russo la prese sotto il fuoco delle proprie artiglierie. Poi fu sferrato I 'assalto. Di strad a in strada le truppe rnssc dovettero sostenere una lolta accanita, n1a iofinc esse riuscirono a rendersi

padrone della cittù.

TAC

Il I e JV corpo siberiano, che occupavano le pe.nd ici collinose a sud della città, f urono quivi attaccati d alle truppe della 2• armata g iapponese (Oku). Si i mpegnò un duello d i artiglieria che durò per quind ici ore. Frattan to una brigata nipponica tentò più volte d'inctl!'lc2rsi 11ella fronte russa, m a senza riuscirvi. Due regg. siberiani tentarono a

Tabur. V: Fanteria indigeni (rcggimcmo) e Ha/ai. Taburnina. 146a legione della M. V . S. N., costituita a Sala Consilina, su tre coorti, nel '9~3 -

loro volta un contrattacco, appoggiaci dalla cavalleria del Mitchensko; ma vennero respinti. Verso le 17 il gen. Sarubaiev chiese al Comando russo l 'auto riz.~azione a procedere offensivame.nte. Ma invece ji Kuropatkine ordinò che tutta la linea ripiegassct convergendo su Haiceng 1 ove già truppe

giapponesi minacciavano la sua linea di comunicazione. Nella notte i Rus~i sgo1nbrnrono T. dopo d i aver perduto circa ()Oo uomini ed avere in flitte al nemico perd ite d i poco su periori. ·Varie forme di tacche di mira

Tacca di mira. È cosl chiamata quella spaccatura che trovasi sul ritto _dell 'alzo, o sulla can na stessa, delle armi portatili da fuoco, e per la quale passa la visuale che dall'occhio va al m irino ed al bers~glio, nel puntamento.

Tacchini (Guido) . Generale dell 'Aeronautica, n. a Genova nel 1886. Sottol. d i fanteria nel , 906, partecipò alla guerra ftalo-t urca; in fine del 1912 passò nel battaglione aviatori . Comandò nel 1915 la prima squadriglia da caccia e nel 1917 la 91a (poi squadriglia « Baracca "). Organizzò la prima Scuola da caccia in Italia . Colon nello nel 1925, comandò la I zona aerea (Milano) nel 1928- 1929; divenne i:;enera le di brigata aerea nel , 930 e fino al 1931 fu <liretTacchini Guido

tare del Demanio aeronautico,

torna n,io poscia al comando della I zona, e d ivenendo nel r932 direttore generale del Personale al ministero del!' Aeronautica.

Tacco. Così era chi~mato nel passato un corpo socio, generalmente di legno, che si metteva t ra la carica ed il proietto d'artiglier ia da campagna. Nel t iro a palla, questo corpo era formato da un disco tondo di legno, incavato tanto da ricevere un terzo del volume della palla stessa . Per la mitraglia il d isco era piano e formava il fondello stesso della scatola a mitraglia. Nei cannoni sostituiva od equivaleva allo stoppaccio delle artiglierie cosl dette da muro o ra 1nparo . Taccola. V. Mariano . Tacheometro (Topografia). Goniometro di precisione, completo, a cannocchj alc d istanziometrico, usato nel rilevan1ento regolare numerico. Con es.so ~i ottengono, per i diversi punti d i un rilievo, i tre nu1neri generatori indicanti: distanza, angolo d i direzion<: e angolo di elevazione. I T . Clcps, ideati dal prof. Porro, hanno i cerchi graduati completamen te sottratti all'azione atmosferica : sono chiusi in scatole, entro le quali viene condotta la luce per illu111inare le graduazioni.

Tachiciao. Piccola città mancese, su!la strada manda. ima Port-ArthLir-Mukden . Vi si svolse uno scontro (24 luglio 1904) che appartiene alla guerrn Russo-Gi apponese.

Tackels. Capitano belga che nel ,871 costrul una pistola a rotazione con estrattore a stella e con canna e cilindro muniti ,Ii cerniera nella parte inferiore del ~asteIlo . Tacna. Città del Perù, lungamente contestata, insieme con Arie" (V.) fra tale Stato e il Chile. Fallito nel 1926 un tentativo d i conciliazione <legli Stati Uniti, la questione venne risolta nel 1929 (21 febbraio) con un accordo d iretto [ra i contendenti, in base al quale il Chilc otteneva Arica, e il Pcn\ otteneva Tacna, che aveva pos::;ed uto, insieme con Arica , sino alla guèffa dél Pacifico. Spedizione e battagli" di Tama. Fanno parte della guerra dd Pacifico. l Cileni, dopo l'occupazione d i Moqucgua (22 marzo 1880) marciarono su T. agli ordi ni del gen. Baqucdano, ma, per d iflìcoltà logistiche gravi, solo i l IO maggio si concentravano a Bucna.vis_ta. Erano 13 -3i.2 u. (cornpresi 1400 ottimi cavalieri e 40 cannoni) esclusa una divis. lasciata a Pacocba-llospicio. Nel frattempo Pernvian i e Doliviani avevano raccolto a T. e ad A rica poco più d i 10.000 u. al comando del gcn . Campero, il quale, la,ciati ad Arica 2000 u. con i l colonnello Francesco Bolognesi, scelse un'ottima posizione dominante presso T ., impercorribile dall'ottima cavalleria cilena, ben protel(a a, fianch i da profond i scoscen<limenti, posizione che venne subito ,-iniorzata con )avori speditivi. Il 26 maggio i Cileni , lasciata una riserva generale d i 3000 u. per proteggere le forze in caso d i ririrarn, con tre divis. di noco pi,, d i 2000 u. l 'una avanzarono sulla fron te e sui fianchi degli A l.leal i , men tre una quart~ era trauenuta in riserva a portata di mano. E,-ano così, con i 2000 t ra Pococha e Hospicio, ben 7000 u. lasciati in r iserva, dei quali 5000 non presern alcuna parte alla lotta. A mezzodì la battaglia era generale e si svolgeva specialmente accanita sulla sr. alleata, che fu la prima a cedere, nonostame gl i ordini energici del gen. Ca1npero, che vi dovette inviare la rjscrva a ristabilire la situazione. Le cose a q uest 'ala volsero allora alla peggio per i Cileni, i quali furono pur essi costret ti a farvi accorrere la riserva. Dopo due ore d i lotta gli Alleati ricominciarono .a cedere e alle 14 la rotta , estesasi all' intera loro linea, era completa. I Cileni per<lettero 2r82 u. in tono; gli Alleati 2800, oltre 2500 prigionieri, J2 cannoni e 5 mitragliatrici. I r<:sti dell'esercito peruviano si rìcirarono su Tarata e. su Puno col contramrnir. Monrero; quel li dell'esercito boliv iano a La Paz col gen . Campero. La città di T., ingombra d i feriti e di malati e saccheggiata dai fuggiasch i, venne occupata dai Cileni. Tutto i l Perù meridionale , dalla vallata d i Moquegua verso sud , restò in potere dei Cileni, meno Arica occupata dalla d ivis. <lei col. Bolognesi.


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26 Mo i 1880.

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Tacoli (marchese Paolo). Generale, n . a F irenze nel 1879. Sottot. d i cavalleria nel 1900, partecipò alla guerra Mondiale mer itandovi d ue mcd , d 'argento e rim anendo g ravemente kriw sul M. Santo. Assunse nel 1926 il comando elci cavalleggeri G uide, Generale d i brigata nel 1928, comandò la ,a brigata di cavalleria; poi fu ispettore d i mobilitazione ad Udine e dal 1932 caf.'O del servizio ippico a l ministero <lel la g uerra,

Tacuar,e mbò. Fiume del l'Uruguay, sulle cui rive i l 22 gennaio 1820 si svohe una battaglia fra Uruguaiani e Brasiliani. Questi ultimi , circa 3000, ·condotti dal come di Figueira, piombarono di sorpresa sull 'accampamento degli avversari, coman-d ati dal colonnello Latorrc, e dopo viva lo tta se ne impadronirono : gl i Urug uaiani vi lasciaro110 Soo morti e 490 prigionie ri. Tacuarì. Fiume dell'America del Sud, afll. <lei Parauà. Il gcn, Belgrano, battuto dagli Spagnuoli in principio del

r8 TT nel Paraguay, si 11trro sopra un a piccola alnmJ protetta da lagune olla foce del T. e vi fu attaccato il 9 marzo d agli Ispano- Paraguaiani condotti dal gen , Velasco (circa 2000 u .) appoggiati d a una Hottiglia d i cannoniere sul Paranà . Dopo energica difesa, nella quale perdette jO morti, r30 prigion ieri e due cannoni , scese a patti col nemico e venne firmato l '« Arrnisti'lio di Tacuarì ", in base al quale il Belgrano sgombrò il Parag uay ottenendo d i rie ntrare nel~ l' Argentina con i rest i ciel piccolo esercito col quale aveva ,nvaso il paese ,

Taddei (Alf,·edo). Gene rale, n. a Bologna nel 1866. Sottot. d 'art. nel 1888, insegnò toç-ograf,a alla Scuola m ii. d i Modena. Partecipò al la g uerra Italo-austri:Jca nella q uale meritò due::: mcò . <l'argento ed una d i bronzo. d ivenendo colonnello nel r9r7; dopo la guerra comandò il 2° art. da campagna e nel 1,924 fu collocato in P, A, Due anni dopo vwnc p r·omosso generale d i brigata ,


T AO

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Taddeo della Volpe, Condottiero del sec. XVI, n. <li Imola. F u generalissimo delle t ruppe della Repubblica d i Vènezia. Tadi ni (o Tadino, Gabriele). Ge .1erale veneto, n. a Martinengo nel 1480. Studiò medicina e poi architettura m il. Al serviz io del la repubblica di Venezia nella guerra per la lega <li Cambraì, fu r.cl 1522 tra i difensori d i Rod i, ove si distinse nei lavori di contromina e rimase ferilo. Passato agli ordin i di Carlo V) diven ne gran mastro d'art. e poi fu valido consigliere dd la repubblica veneta nella guerra d i Cipro. Fu ancbc a combattere a Candia, dove m ise in opera le parallele. Taffinì d'Acceglio (-nwrd,ese Michele). Generale, , i. nel 1786. Volonta cio al servizio di Francia nel 1803, f:ece le campagne napo leoniche e pl1ssò nd l 'esercito sardo nel 1815 col grado d i tenente dei CC. RR. D ivenne colonnello nel 1831, magg . generale comandante il corpo dei CC. RR. nel 1835, ren . generale ispettore delle leve nel 1847; due ann i dopo fu col.locato a r iposo. Taffini d'Acceglio Ces,ire. Genera le, n. a Torino, 111 . a Cuneo (1788-1846). Nell'esercito francese partecipò alle guerre del 1812-13-14. R ient rato in Piemonte, ebbe il grado di tenente d i cavalleria; colonnello nel 1836, il comando del regg. N izza cava lleria . Nel 1844 fu promosso rnagg. gener.alc comand:rnte la bri~ata Piemonte .

Taflini JVlicbclc

Taffini Luigi

Taffini d' Acceglio cori/e Luigi. Gener;ile, n . ,, C hambéry . a Roma (1830-1897). Tenente d·art. nel 1851, partecipò alk campagne del 1859 e del 1866. Colonnclln nel 1876, 111.

cornandò il 2° rcgg. art. <la carnpagna e poi fu comandante d'art. a T'iaccnza. Magg . gencnile nel 1882, fu aiutante d i campo gen . ,id Re. Ten. generale nd 1888 comandò la d ivìs. roil. di Napoli . Da l 1891 al r896 te nne il comando generale dell'arma de i CC. RR.; quind; fu presidente del t ribunale supremo di guerra e marina . Tafna. :Piume dell 'Algeria, in prov. d i Orano. l Francc:,ì vi costn1irono~ presse, Tkmcen, un carr.po trinrcr.ato

Ilugeaud. Con questo tratlatoJ contro una dichiarazione ambigua d i sudditanza ed un piccolo tributo, Abd-el-!Cader otteneva dalla Francia J"autorità sulle provincie di Orano, T itteri e Algeri. La Francia si, riservava Orano, Mosta~ancrn , Maz.agran, A lgeri e d intorn i, fino

all'uadi Kad(a.

Il trattato rimase in vigore fino al 3 luglio 1839, quando Aud-cl-Kader, a Taza, alla presenza di tutti i califfi ed i notabili del suo dominio, proclamò la Guerra Santa .

Taganrog, Ciuà e porto della Ucraina, nel governo del Don, sulla riva settentricnale <le] mare d'Azov. Pietro il grande vi fece costruire opere di fortificazione , poi cadu te in rovina . Anche Cater ina Il nel 1769 vi fece innalzare una fortezza . Durante la guerra di Crimea, il 3 giugno 1855, una flottiglia anglo-francese avanzò verso T. restando a l largo a causa del bassofondo. 11 gen . Krasnov coman dava la piazza, che in quel momento aveva una guarnigione composta di un 1egg. d i cosacchi e di un bgl. e inez.zo di. fanteria cui si erano aggiunti 200 abitanti arn1ari. Le navi alleate aprirono il fuoco, rentaron·o uno sbarco che venr1e respinto,, e si ritirarono dopo di avere rj<lotta la città in rovina e incendiato grandi depositi di legname Tagemut (1hr) . Località <lella L ibia, a sud d i Misur;1ta. Combattime1110 di Hù·-1'agem11t (1923). Appartiene alla riconquista della Libia . Doro la presa di Misurata, segnalato, il 3 ma rzo, un camp,o nemico a T. il giorno seguen rc una colonna lc:ggcra vi si -diresse da Tauorga e, benchè inferiore <li nu mero al nemico, che contava 1300 fuci li al comando di Sceteu i, lo travolse con un furioso assalto alla baionetta. Lo scont ro, nel quale fu ucciso lo stesso Scereui, segnò il crollo definitivo del la resistenza cki ribell i nel Mìsuratino.

Taggia (ani. Tabiu). Comune in prov. di Imperia, sulla dr. dell a Taggia . On suo ant. casrelJo 1-cnnc demolito dai Genovesi nel 1203. N el secolo XVI vi furono erette mura e bastioni contro i pirat i barbareschi. Da l 1228 appartenne a Genova . Nel 1560 il Lucciali sbarcò con numerose for:t.<: presso T ., 111a gli abitanti lo fronteggiarono a $3n Martino e lo co~trinscro ~ ritirarsi. Nel 1564 però egli riwrnò e riuscì a spingersi fin souo i bastioni : i chradini, dopo una furibonda lotta, riuscirono a respingerlo nuovamente. Nd 1G25 T. capitolò col p rincipe Amc<leo di Savoia, che aveva occupato la Liguria , e si irnpt"gj1ò a paga rgli ttna i ndennità di guerra . N e) 1800 vi avvenne un c.:ombattin1cnto che ap• par tiene alle guerre del Consolato francese (7 maggio). li gen. austriaco Mclas, che aveva ai suoi ordini da ,5 " J8 .ooo u., attaccò la dr. dc.Ile colonne del Suchet, cercando di aggirarle e di schiacciarle cnntro il mare. I Francesi ebbero le loro li nce sfondate in r aJ"ecchi punti, ma riusci rono a ritirarsi in ordine su Taggia.

che diede il nome al tra ttate, del 1837. Combattimet1to della Ta/na (1836). Appartiene alla guerra dei Francesi nell'Algeria. 11 26 settembre, i l cor po del gcn. C lau zcl, mentre esegu iva l1na ricog11izlonc lungo il fiume , vi incontrò le truppe arabe ~ii Ab,J"el-Kader. Questi , caricato da l 2° 1·cgg. cacciatori del co l. Gouy, ebbe appena il tempo di 'ripassare il fi ume, fulminato da due rezzi da can1pagna.

Durante

il

combatti tnento,

Ufl

reparto arabo

aveva attacc~to il bagaglio, f.r~ncc:se, ma era stato respinto

da uno sqdr. dì cavalleria sosteniJto da una cp. granatieri. Abd-cl-Kader rerdcttc più di 200 u . fra morti e feriti. Tmttato della 7'afna (30 maggio 1837) . l'u stipulato fra l'emiro Abd-el-Kader e la Francia, rappresentata dal gcn .

Tagina. Località ,lcll 'Appennino, dal Muratori indicata come teat ro d ella Jccìsiva battagl ia fra i Greci d i Narsece e i Goti d ì Totila : forse presso Gualdo Tadino, forse fra Matclica e Gubbio, presso Sen tino . Totila evitò il combatti 1nento finchè gi unsero -:?OOo cavall i rim~.sti in<litrro quando si er:l mosso da Roma per 1narciare contro Nar~ete, prove• niente dalle Romagnc. 1\llnra schierò i suoi con cavalleria in prima e fanteria in seconda linea: l 'avversario dispose invece le proprie forze a tenaglia, con centro arretrato di fanti, poi cavaJlcrfrt, e alle estreme ali gli arcieri. Totila lanciò due volte all 'assalto la cavalleria; la seconda volta essa si scompigliò e t ravolse i (anti che la seguivano . 6 0 00 rimasero uccisi; moltissimi, prigion ieri, furono truci.


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(ieri arabi vennero segnalali sulla sua strada . Il comandante delle truppe da Tripoli dispose che una banda del Garian ed una cp. di r.scar i eritrei circondassero ed attaccassero i ribelli. Ne derivò un co,nbatrimento jr, cui 1 ribelli furono volti in foga lasciando una q uarantir,a di morti.

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Battaglia di Tagina (552) Greci: A, ala destra; B, centro (Lombardi ed Eruli); C, ala sinistra (Greci e Ynni) ; D, E, arcieri; F, Ca\•aileria scelta. - Goti: J, ala. sinistraj K , centro; L, ala destra; l\11, seconda linea dei Goti (fanteria)

dati poi; altri massacrati, insieme c01; Totila , ndl 'inscguimeoro. La battaglia segna un grav~ crollo per la potenza dei Goti in Italia.

Taglia. Balzello, gravame , tributo imposto dal vincitore agli abitan ti d i un paese vi.nto o conquistato, quasi come prezzo di riscatto.

Taglia dei gend:mni. Nell'ordiilamento delle milizie fran cesi operato dal re Carlo VIII, per provvedere alie paghe delle stazioni d i compagnie di gendarmi, venne is.t ituita una T. a lla quale ogni citti, dovette provvedere mediante imposte speciali; essa fu decretata d agli Stati Generali d'Orléans nel 1439 e divenne Taglia perpetua, nel la somma cli 1 . 200 .000 lire, diretta a mantenere un tscrcito permanente, per sottrarre la monarchia ai capricci della nobiltà feudale. Carlo VII fece seguire la d eliberazione· da una sua ordinanza, nella quale vietava ai signori feudali di imporre tag lie, fuori di quelle costituite da antico tempo.

P,·igionieri di taglia. Furono chia,,rn ti così, ali 'epoca delle compagnie di ventura, quei p rigionieri i11 grado, per posizione o per ricchezza, di pagare una taglia per il loro riscatto.

Tagliacozzo. Comune in prov . di Aquila, forse fondato nel V secolo dai Goti. Battaglia di Tagliacozzo o d i Scurcòla ( 1268). Appartiene alle guerre fra Guelfi e Ghibellini. Corradina d i Svevia era sceso in Italia per rivendicare alla propria casa il regno <l i Napoli. Carlo d'Angiò aveva r icev uto dal p ontefice Cle-

Tagiura. Abitato nell'.oasi di Tripoli, a 15 Km. circa ad est di Tripoli . Fu occupata da lle truppe italiane il 3 dicembre 191 r .

Ridotta dì Tagiura (<9r2)

/'resa di Tagiura (dicembre 1536). Appartiene alle guerre dell'Ord ine di Malta contro i pirati del Barbarossa. Comandava la flotta dell'ord ir:ic e le navi alleate il frate Aurelio Bottigclla p riore d i Pisa, accorso in aiuto di Tripoli perchè minacciata da un pirata che aveva assunto il titolo di re di Tagiura. Il Bottige lla sbarcò, liberò T . e d istrusse le fortificazioni costruite dal pretendente che fu volto i n foga .

Combattimento di Tagiura (19,2). Una carovana doveva entrare in T. il 17 aprile, quando numerosi fanti e cava-

Battaglia di TagUacozzo (1268) T ruppe di Corradina: C, Spagnuoli, Lombardi (conte L ancia), rroscao.i (conte O~oratico); D, Tedeschi sotto gli ordini di Corradino. Truppe di Cacio: E, Provenza.li, Lombardi, Romani; F, Francesii, G, imboscata dj cavalleria; B, car,npo d i Carlo

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men(c IV l'investitura di tale regno. I due eserc1tt si trovarono di fronte nella pianura · di Scurcola, poco ad est di T ., la sera del n agosto. Corndino aveva 9000 u . (Spagnuoli, Tedeschi, Lombard , e Toscani). Carlo d'Angiò ne aveva 6000 (Francesi, Lombardi e Romani). La mattina del 23 i due escrliti erano schierati in due masse d'a1'1, l'uno di fronte al! 'altro. L'ala sr. dell 'csercito di Corradina era arretrata cd alquanto staccata dalla dr.; analogamente l'ala dr. d i Carlo d'A,,giò era alquanto afl'etraca risretto alla sr. , per modo che i due eserciti avevano- due ali assai ravvicinate e due piuttosto !omane. Però Carlo, a malgrado della sua inferiorità di forze, aveva appostato 800 cavalieri scelti agli ord ini d'Erardo d i Valery, jn un vallonccllo olt re l'estrema sr. Ap))ena iniziato il combattimento, la dr. di Corradina prima e poi la sr. ebbero ragio ne delle truppe di Carlo, e, doi10 averle volte in fuga, ripiegarono nel loro accampamento di Scurcola, seuza provvedere a precauzioni d i sicurezza. Ne approfittò il Valcry piombando sull 'accampmeoto e d isperdendo le truppe d isord inate che vi si trovavano. Un :entativo di resistenza di

Enrico di Castig lia, comandante del! 'ala sr. di Cor radina, non ebbe successo; !a battaglia fu per questi irrimnliabilmente perduta e g li costò poco dopo la cattura e la vira.

Tagliaferri (Alessandro). Generale, n. a Torino nel 1864. Sottot. d 'art. nel 1884, divenne colonnello nel 1915 e partecipò alla guerra contro l'Austria . Magg. generale nel 1916 addetto al Coroando SUf'remo, comandi;, la brigata Bar i e successivamente la 25•, 28~ e 32• d ivis.

te bba, una serie d i valichi abbastanza ao-evoli per le comunicazioni con l'alto Piave e col bacino ckl GaiÌ (Drava) .

I. Passt1ggio del Ti1glù11ne1110 . Durante la campagna napoleonica del r796, l'armata d'Italia, in marcia dal Piave verso la frontiera austriaca) i nsegui\'a l 'armata imperiale

comandata dall 'arciduca Carlo. li 16 marzo le d ivis. Guyeu, Bcrna<l~tte e Séruricr convergevano su Valvasone:

gli Aust riaci vi avevano disposto forze di retroguardia, aproggiate a nord a trinceramenti, protette a sud da una doppia linea di cavalleria. Iluonapa;te ideò una forma~ione d'attacco in linea d i t iratori, seguita e fiancheggiata da colonne cli g ranatieri e d-a cavallel'ia: le batterie guernivano le al i preparando il passaggio con fuoco vivissimo dalla dr. del T . I I movimento, eseguito con regolarità perfetta ad on_ta del fuoco avversario, assi,:urava uri fiancheggiamento dfic~ce e permetteva il l ibero tiro dei fucilieri e delle batterie. Giu nti sulla sr. del fiume, i Francesi furono accolti da cariche degli sqdr. avversari, che non valsero ad arrestare il 1novirnen to. L'arcid uca

tentè, a!lora <li riuscirvi

mercè contrattacchi delle ali, ma l' inter vento tempestivo dei rincalzi diede il sopravvento ai Francesi, onde gli Austriaci si decisero alla ritirata. Una retroguardia asserragliata a Gradisca fu scacciata a tarda sera da un arracco della <livis . Guyeu. L 'inseguimento durò ancora 11ell'oscurità contro i fuggiaschi in marcia verso Palmanova, mentre circa 500 u. e una batteria rimanevano in balìa del vincitore.

Il. Resistenza ml Tttgliamento (ottobre-novembre 1917). Appartiene alla 12a battaglia dell'Isonzo (guerra Mondiale). Dopo lo sfondamento della linea i1alia11a a Caporetto, il gen . Cadorna o rdinò la sera del 26 ottobre j} ripiegamento sulla dr. <lei Tagliamento, dando disposizioni per la costie meritò la croce di cav. tuzione cli un corpo d'armata speciale cbe, agli ordini del dell'O. M. S. e una progen. Di Giorgio, dovesse assicurare i l possesso del tratto mozione per inerito di guer• di fiume · nel quale erano comor~sj i l)Onti d i Comino e ra . In P. A. S. poco dopo di Pinzano, garantendo lo schi~ramento· sul T. in pianura. la guerra, assunse nel 1923 AIla sera de-I 30 ottobre lo schieramento previsto sul 1'. il grado di generale di diera il seguente: nel! 'alto Tagliarl"!ento (estrema sr .) le truppe visione e d icci anni dopo de l XII corpo d 'Hmata o Zona carnica, che passavano pa·s sò nella riserva. agli ord ini della 2~ armata; nel medio Tagliamento il corpo d'armata S!Jeciale (20• divis. con la brigata Lombard ia ed Tagliafeni Florcnzio. Geil 234° regg. della Lario; 33" d ivis. con la brigata Bologna nerale, n. :-1 Fircoz.c nel T:lgliafcrri Alessandro e quattro bgl. della Barletta) con un totale di 5700 fucili, 1868. Sottot. d'art . nel 1888, senza artig lierie d ivisionali. Sullo stesso medio T;igliamento, divenne colonnello nel 1915 e pa rtecipò alb guerra contro da Trasaghis a Pinzano, r i9iegava nu i corpi della 2• arl 'Aus1ria: fo capo di S . M. dcJl,a 1" annata . Magg. gemata. Nel basso Tagliamento, da .Pinzano al mare, la 3" nerale intendenle della 1" armara nel 1917, comandò nel armata. A lla sera del 30 ottobre il C. d 'A. speciale era 1918 la brigata Macerata e meritò la med. di bronzo e la croce di cav. dell 'O. M. S. l n' P. A. S . nel 1920, assunse · ~ulle posizioni ad esso assegnate con una resra d i ponte a Ragogna, sulla sr. del fiume , formata e difesa dalla brinel 1923 il grado c!i generale di divisione. gata Bologna. Tutte le altre trup1,e de lla Zona carn ica, Tagliamento, F iume del la regione friulana, che r ac- della 2• e 3a armata continuav~no il loro r ipiegamento coglie la n1aggior pane dell'idrografia carnica; origina sulla d r. del fiume. Alla sera del 3 r ottobre la 3" arrresso il passo della Ma.uria e, attraverso la stretta di Vcn# mata era passata in gran parte sulla <lr. e rin1anevano anzone, sbocca in piino allargandosi in lHl ampio letto ghia cora truppe del VI, I[ , XXIV C . d 'A. che attendevano ioso sparso d'isolotti . Fra Codroipo e S. Vito è traversalo . il loro turno <li p assaggio sot to la protezione di quauro sul Ponte del la Deli7,ia d;d la ttrada udinese e a Latisana br igate d i retroguardia. I corpi l V, VII, XXVII del la 2• da quella goriziana, le due maggiori della pianura friuarmata continuavano il loro passaggio un poco tumultuario lana. Sfocia nell'alto Adr iatico a Porto Tagliamcnlo. Navi facendo ressa ai pomi di Comino e di Pinzano. Le truppe gabile sino a una ventina di Krn. dalla foce, il T. ha della Zona carnica con tinuavano il loro ripiegc,mcnto per scarso valore come via acquea . Benchè il suo letto acquisti ! 'alto: la 1a e la 2" divis. d i cavalleria, con eroiche cauna larghezza di circa due Km. a monte della strada udiriche, speci_a lrnentc ,dei rcgg. Genova e Novara, cooperanc;e, esso non rapp resenta forte linea d'ost~colo d i carattere ,·ano al passaggio delle truppe in pianura ed al loro rafpermanente, dati i lunghi periodi <li mag ra e la frequenza forza mento sulla sr. del T. Alla sera del 1" novembre tutte dei guadi. li suo alto bacino ba invece g rande importanza, le trup!Je che ripiegavano da lla fronlc Giulia avevano ragcome quello che, smembra ndo il versante carnico in una giunto la riva dr. del T ., ove già era stata imbastita la larga ramificazione d i vall i, apre, dalla Maur ia a Pond ifesa; il gen. Cadorna emanava gli ordini per la resi-


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slenza. lntan lo erano giunte artiglierie al C . d'A . speciale (due g ruppi da 102, 3 gruppi da 105, un gruppo di artiglieria a cavallo), ma con scarsissima d otaz ione di muni-

l'offensiva austro-tcd esca d ell'ottobre-novembre 1917, oppose successive ..-esistenze ali 'invasore a Cima Paradisi, a Cirna d ' Asta, in val Cismon, a M. Roncone, ove so,tenne per

z ioni, e altre uupre d i fanteria, e poi altre artig lierie,

tre g iorni una lotta tremenda con tro forze nemiche pre ponderanti. Schierato a M. Asolane ed a Col della Uer• retta vi sostenne aspri combattimenti. li 15 (ebbraio 1918 fu -disciolto cd i suoi gregari passaron o a l bgl. Tolmezzo. Per iI suo contegno in guerra meritò una m ed . d'argento.

ma sprovviste d i m unizion i . Agli Austro-tedeschi p remeva che g li Italiani non si rafforzassero sul fiume. Fu perciò affidato ai gcn . Krauss e Scotti di forzare il passaggio a Cornino e Pinzano, per poter avanzare lu ngo le falde delle alture sino al Piave aggirando !a sr. della difesa . Nella notte sul 3 novembre il ten tat ivoJ fotto dal gen . Krauss,

Le sue perdite in guerra an1montarono a ufficiali 111 . 12;

ferit i 48, , d is persi 32; u. di truppa m. 338, f. 1494, d . 952.

Tagliamento. Rimorchiatore, varato in Olanda nel 1913; dislocamento tonn . 55, lungo m . 25,20, largo m. 4.40. Apparato motore caval'i 170, velocità m iglia 10. Persona le d 'armamento 11 uomini.

,...

::? ...

Tagliamento. 63a legione d el la M. V. S. N., cost itu ita a Udine nel 1923, su cinque coorti .

M. Ver:ennis ~ J

"'

AMONTI di

Tagfiamonte (Giuseppe). Medaglia d 'oro, n. a San G iovanni a Teduccio, caduto su ll 'altopiano Carsico (1884-1915). Ufficiale di fanteria in S. E . P. era stato in Somalia ed

AMONTI

in Libia 1 e aveva guadagnato una med. di bronzo nella spedizio ne de.I Fczzan. Pro-

f.Jlalcada

mosso c,;ipitano poco prima dello scop]"io della guerra Mondiale, prese p arte, con la b rigata Pinerolo, a tutti i pri-

mi combattimenti sul l'altipiano Carsico, cadendo a lfi ne , da prode, <ulle a lture d i S<;;lz, duran te- la seconda battaglia ddl'Ìsonzo. Alla sua memoria [u concessa. la med. d 'oro, con

la seguen te motivazione : « l n molte occasion i, spréz.zante di qua lsiasi pericolo, con

indomito coraggio e con ecce-

l!a/ianJ

pegnò, offrendosi sponrnneamenrc, incarjdù ard u i ,. d ifficili. in1ponendosi all':immi ra7,ione deU'intcro n::ggim<.:nto ed

_,.. Austriaci '--===--~ 10"""""""""""""""".,,,;;20 1 Km.

oucncndo sempre brillant i r isu ltati, fino al giorno in cui, colpito a morte, cad de d a prode alla testa della sua compagnia». (Selz, 21 e 30 g iugno, 19 luglio 1915).

.

L,'t:i.ttaccu allStriaco alla linea del Tagliamento (novembre 1917)

riuscì superando la resistenza d ella brigata Bologn a . Le truppe del K rauss , passando a Coi nino, dilagavanò verso

sud per aiutare la colonna Stcin, e verso ovest, in direzione di C lausetto e Travesio, per disorganizzare il ripiegamento per la mon tag na. A11che al gen. Scotti riuscì )o steSiiO

giorno 3 di forzare il passaggio ad Aone<lis, qualche K m .

a valle di Pinzano. Questo successo compromcucva

T agliamonre Giuseppe

zionale sangue freddo, d isim -

tutto

il valore difensivo della intera linea del fiume, sia p erchè favoriva l'aggiramento <klla froo te sul basso T. , sia perchè

Tagliata. Interrv1:·,io ne in uni St!"ada , o in un lerr<:nv facilmente percorribile . Dicesi d ifen siva o pas,iva , fecon<.lo che è battuta, 01--vpure no, da una ba tterja, da un corpo d i guardia, o da un ' opera qualunque. Attraverso I 'interruG.ionc si può ristaqilire

la comu nicazione median te uo

ponte mobile. Tagliavento. Ogiva posticcia del proietto, che ha u na curvatura molto prossima a quella parabolica ; i l suo raggio medio può raggiu ngere fino gli 11 calibri, men tre l'ogiva propriamente detta va in generale da 3,5 a 5 calibri.

(V . Cappuccio).

tagliava ogni ritirata, attraverso h1 zona 111ontana, aHe truppe della Zona carnica . A queste u ltime (Xli corpo d' arrnaw, 36a e 63• -divis .) fu immediarnmcotc <lato l'ord ine d i rip iegamento aprendosi uno sbocco nel piano; n1enr ere, il 4 novembre, veniva da l gen . Cadorna in1parrito

l'ord ine ,di raggiungere il Piave.

Tagliame1110 ( Val). Batta glione a lp ini, costituito nd febbraio 1915 colle cp.

212",

272• e 278a ed assegnato a11'8°

regg. Operò in izia lmente in Carnia ncll 1 alto But, concol'~

re ndo alla conqu ista del M . Freik ofel e d a lle azioni su l Pal Piccolo. In viato nel giugno 1916 in Trentino, durarne

Tagf io. Nelle arm i bianche è così ch iamata la parte della lama, opposta a l d orso, assottigliata per ren,lerla ta g liente.

Taglioni (Emesto). Generale, n. a Casale nel 1869. Sottot. d i fanteria nel 1889, r rese p arte alla cam pagn a eritrea dd 1895-96. In guerra contro l'Austria e colon nello nel 1917, comand ò il 232° fanter ia : meritò tre med . d 'arge nto e fu t re volte ferito. fn P . A. S . poco dopo la guerra,

fu

nel 1931.

pru!llosso generale di

brigata

nella

riserva


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Tago. Fiume del la pcni;ola iberica, che sbocca n el1' Atlantico attraversando Lisbon,1. I. Battaglia dei Tago (220 a. C.). Fa parte delle conq uiste <li Annibale in Jspagna, e fu combattma e v int.1 dal <luce cartag inese cont ro i Carpetani, gli Olcadi ed i Vaccci, che ascendevano a 100 .000 . Annibale collocò la fanteria sulla riva con 40 elefanti d i fronte, e ordinò alla cavalleria che, appena scorgesse il nem ico entrato nell 'acqua, g li desse addosso . I Barbari, fidatisi nel numero, si gettarono nell'acqua e tentarono i n più luoghi di s(orzare il fi ume e <li passarlo, ma pan e venne uccisa dalla cavalleria

cartaginese, lanciatn5.t ne~racqua,

parte

affogò,

ed

altri ,

gettati dalla corre n te dalla banda de i nemici, f.urono sch iacciati dagli elefanti; g li ultimi stimarono 1ncg1io to rnarsene alla loro r iva . Annibale, prima che si riavessero, passt'i il fiume e li mise in fuga, face:1donc grande strai;e .

Il. /Jattaglit, del Tago (185 a. C .). Fu combattuta <lai due pretori C. Calpurnio Pisone e L. Quin7.io Cuspino contro i Cerretan i. Il nemico, n.:,n potendo in alcun modo ,m uovere le legioni, che erano nJ centro, prese a comb8.utre in forma di cuneo, facen<lo forza contro j} centro . Allora i due pretori, divis,1 tra loro la cavalleria d elle leg io n i, lo assa ltarono <lai due fianchi e 1niscro in fuga j Carpetani, che sl rifugia ro no nel loro ~ccampamento inseg uiti da i Romani . Quindi si rin novò la battagl ia e si ebbe una grande s trage . Dei 35.000 Carpeta ni 3000 si a prirono un varco presso jl rnonte v icino colle armi alla n1ano, e 1000 si d ispersero d isa rmati per la campagna; gli a ltri caddero in battaglia . Dei Ro mani perirono 600, d egli au siliari

150.

111. Battaglia del Tago (153 a. C .) . F u combattuta e v inta dal capo lusita no Cesaro contro il pretore romano della p rovincia citeriore, Lucio Mummio, d1e perdette 4000 uomi ni.

Tagrift. V illaggio del d eserto Sinico a c irca 250 Km . a sud di Sirte . Combattimento di T agrift (1928). Appartiene alle orcrazioni contro i r ibelli libici . li 1;e n . Graz.iani , dopo di a vere occupata con rapida marcia le oasi della Giofra, lasciandovi presidi, avanzò rapid amente su "f. do❖e si erano concentrati c irca 2000 ribelli, comandat i <lai tre fratelli Scf e n N asser. La color:na alle 7,JS d el 25 febbraio è in vista del p ia no di T . (una cunca di 8 Km. per 4 Km.) preceduta <la numerose pattuglie. Sono p resen ti i! XXV bgl. eritreo, il Vl l ibico , il 3" e .1° grupp o Sahar iano, un reparto di Spahis, il grupvo della G iofra ed una sezione artiglieria came lla ta . Jl combattin:ie nto è subito im pegnato ; i ribelli te ntano la solita manovra di aggiramen to che v iene sventata. A lla loro voha vengono quasi avvolti, quando i l V I eritreo è lanciato a ll'attacco del centro d e i ribelli, ch e è volto in fuga . Poco d o po però essi rip rendono il com battimento, n1cntrc si ~vi luppa e si str.i nge il raggio d 'a vvolg imento delle trup pe della co lon na Graziani . Alle u ,30 il genera le emana g li o rdini per J':, ttacco e a lle 14 esso viene sferrato con vio le n za. Alle 16 i r ibel li abba n donano ogni tentativo d i resistenza, anche isolata , e s i danno alla fuga in com pleta rotta , abbandonando s ul campo armi d'ogni genere, morti numerosissimi e feriti. ll com .. battimento <li T. è stato uno dei più acc:111ili e d ecisivi fra quelli combattutisi in L ibia.

Tahit i. A rcipelago, detto anche « della Società », comp,endente 14 isole e.on un'estensione tota le d i 1645 K mq ., con 25 . 000 abitanti, appartenen te agli Stabili menti francesi

TAK

d ell'Oceania. L'isol:1 principale è q uella d i T., che misura 1042 'Km<J., con 14.000 ab itantt , e con capo luogo l'upeete (V .); essa ha importanza st rategica e la Francia vi ha s tabilito una base navale. Fu conquista ta 11el r$43 dal1'amm ir. Dupetit Thouars con ingenti forze; nel 1847, espugnata Fatahna. gli ind igeni si sottomisero d efinitivamente .

Ta ill ebourg. Co mune della Francia, nel dip. d ella Charcntc-infcrieure .

Battaglia di Tllillebo11rg (1242). Fu anche <letta di Saintcs, e venne combattut:1 da Luig i XI d i F rancia contro un gruppo d i signor i feudali capitanati da Ugo X di Lusignano e appÒggiat i dag li lnglcsi guidati dal loro re Enrico III in rcrsona. 1 due es~rciti vennero a. urtarsi presso il ponte sulla Charentc , d ominato dal castel lo di T. occupato da Anglo -fra ncesi. Il 22 lug lio Luigi si d ispo ne a f:orza re il ponte mettendosi e g li stesso a lla testa delle truppe attaccanti, mentre :.i mezzo di barche e zattere fa attraversare il fiume da parte del suo esercito. Riuscito a passare il ponte, impegna una battag lia accanitissima. Il conte d i Borgogna, alleato d el se Luigi, arriva con truppe fresche a lle sp a lle degli l uglesi e d etermin a la vittoria. Gli Anglo-francesi sono costretti a lla ritirata verso Saintes, dove, di nuovo ass.aJ iri, sono <lehnitivarnentc volri in [uga, e cos1retti a ch ied ere la pace.

Takovo (Ordine d,). Fu istituito, n el 1865, da l p rinùpc Michele llI Obrcnovich c he lo volle destinato a perpetu a re il r icordo dell a ind ipenden za <!e lla patria e a premiare coloro che se ne foss~ro resi be nemeriti. Nel 1878 , re Mi• lano I riformò l'Ordine e lo divise in 5 classi . La dinastia dei Ka rageorgcvic non lo con lerì più . Taku. Ciuà mar ittirna d ella Cina, con a rsenale, a lk foci del fiume Pe i-ho. L'entrata del fiume fu munit~ ne l sec. XIX <I-i cinque opere: forte Sud, con fronte a mare J i tre bast ioni armar.i con are. d i medio calibro e il fronte a terra munito <li a lto muro d i ci11ta; forte Nord, sulla sponda sr. d el Jìumc, e d i fro11tc a l precede nte, con due bastioni ; a Ieri due forti inter namente :'l i p1·ecedenti e infine una b atteria che ba tte d'in filata la corremc sino al n1arc . IJrima da.: scoppiassero i. g ravi disordini provocati dai Boxers, elle p oi {ieterm inarono la spedizione delle g r,a ndi Potenze in Cina, a ·r . e rano riunite 7 na vi ingksi, 16 russe, 3 ìra11cesi, 6 tcdeschct I austriaca, 2 italiane, 3 giapponesi e 2 americane. Accor tisi i capi d elle forze n,ivali ch e truppe f forti di T aku ( 1900) regolari cinesi si accinge# vano a ost ruire con torpc-

<lini 1·uscita del fiume, c iò cl ,c av rebbe impedito ogni mov imC11lo a lle n avi ancorale nella baia , e che altre truppe avevano occu palo la ferro via <li Pck ino, decisero d i occupare i forti . Fra i l ,6 e i I 17 giugno 1900 questi {ura no bomba rdali , e occupati po; d i viv a forza ; all 'azio ne p artecipa ro no anc he marinai d elle n av i ita liane. I forti furono in pa rte smamellati, in p arte fotti saltare in a ria. Le navi american e non _parteciparono all'azio ne .


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Talamo (Raffaele). 'Generale, n. a S. Maria Capua Ve1crc nel 1856. Souot. d'art. nel 1876, divenne colonnello nel 1910 e comandò il 1 60 art. <la campagna. In P. A. nel r9r4, fu richiamato in servi.zio durante la guerra ,omro l 'Austria e promosso magg. generale nel 1916. Ncl!a riserva nel 1918, assunse nel 1923 il grado di generale di divisione e fu collocato a riposo nel 1932. Talamone, Frazione mariui111a del comune di Orbc1ello, in prov. di Grosseto. Borgo fin dall'epoca romana, passò nel 1303 ai Senesi dei quali raprresentò il porto: il paese venne in 1ale occasione fortificato e munito d1 una rocca. Passato con lo Staio dei Presid'ì in potere della Spagna, questa vi eresse fortifica?.ioni e torri. 11 borgo fu saccheggiato da 12 galere genovesi nel 1319, da una flotta siciliana nel 1328, dai Pisani nel r 3i5, guidati dal loro priore frate Jacopo, che venne a11accato da truppe senesi

Arm éo.

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nem1c1. I Galli ima1110, stimandoli cavalli 1•ano passare di L. Emilio mandati la notte a quella \'Olla, cacciarono (uori essi pure la loro cavalleria t·d alcuni fon ti leggeri, ma, conosciuta dalla deposizione di alcuni prigionieri la venuta di Caio, ricorsero al partito disperato di combattere contro i due cserci1i per uscire fuori liberi o morti. Formarono cosl un fronte doppio: i Tauri sci e i Boi si schierarono contro le legioni d i Caio, i Gesaù e gli Insubri contro quelle di Emilio, che erano per sopraggiungere; i carri e le vetture d'ogni sorta assieparono a lato ad ambedue le ali; e il bouino fu assicurato sorra un colle vicino con opportuno presidio. Già si era comindato a combattere intorno all'al1ura occupata da Caio Attilio, <1uanclo arr ivò Emilio, il quale lanciò avanti la sua cavalleria. Nella mischia furiosa il console Auilio restò ucciso. Intervenivano intanto le fanterie. La massa dei gucrnen galli si battè disperatamente facendosi tagliare a pezzi.

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Battaglia di Tolamone (225 a. C.)

agli ordini di Pietro Piccolomini e fatto png1oniero. Ancora i Pisa o i, venuti alla riscossa, rioccuparono il borgo, ma poi lo riconsegnarono ai Senesi. Nel 14 [() fu assali10 e preso da Ladislao re di Napoli, benchè <lifeso da Sene,i e Fiorcmini. I Senesi to riconquistarono poco dopo. li 25 giugno 1544 venne preso dal Barbarossa, che vi fece una quan'tità d i schiavi ; nel luglio 1526 da Andrea Doria; ne l maggio 1646 dai Piemontesi del principe Tommaso cli Savoia, alleato della Francia e quinvi condoll,1 con 6ooo u. d:1 una flotta agli ordini dcll'ammir. Brété. li principe abbandonò T. avendo fallito nell'assedio d'Orhctello. Quindi il borgo scgul le sorti dello Stato dei Presid,. I. /!attaglia di Talamon,: (225 a. C.). Appar tiene alla guerra Gallica. tra . la prima e la seconda Punica, cd è tra le più micicl,ali clell'e\'O antico. I Galli, dopo la vit1oria di Fiesole, come appresero che il console L. Emilio Papo marciava contro d i loro per combatterli, si misero subilo in r itirata per metlere al sicuro il botrino fatto. E giil erano certi di non essere raggiunti <lai console, quando l'altro console, C. Attilio Regolo, approdato dalla Sardegna a Pisa colle sue legioni, proseguiva il cammino verso Roma in direzione contrnria a quell a dei nem ici. Erano già i Ga lli presso T., q uando i loro foraggiatori, abb:11tutisi nell 'ava nguardia <li Caio, furono presi e condoni innanzi al consol,, cui riferirono i fatti awenu1i e l'arrivo dell 'cserci10 loro e di quello di Emilio. Spinto dalla speranza di prendere il nemico in mez;zo a due eserciti consolar i, Caio comandò ai tribuni d i schierare le legioni e accampò con la cavalleria sopra un'altura. per cui dove-

40.000 u. rimasero uccisi e ro .ooo (urono fani pngion,en, fra cui Concolitano, uno de i <luci supremi . L 'altro duce, Anerocstc, fuggì con F'Ochi, ma visto perduto ogni scampo si tolse la vita. II. Comba1time1110 11avalt: di Ta/a111011c ( q giugno 1646). Appartiene alla spedizione dei Francesi in Toscana e si svolse t ra la flotta francese dell 'amm ir. Brézé, la q uale proteggeva le truppe ,barcate agli ordini di Tommaso di Savoia per l 'assedio cli Orbetello, e la flotra spagnuola che, comandata dal Pimentel, venne ad assolirla. La lotta si svolse col cannone, e una palla uccise il Brézé, mentre una tempesta obbligava le due flotte a separarsi, tornando quella spagnuola a Napoli, quella francese a Marsiglrn. Ili. Diveniont: di Tala111011c (186o). Appartiene alla spedizione dei Mille. Approdato quivi Garibaldi, per fornirsi di munizioni che riuscl a farsi consel(narc· dal governatore di Orbetello, staccò dalle sue forze non cospicue un g ruppo di 64 volontari, affidandone il comando al Zambianchi, con l'incarico di sollevare la limitrofa pro,·incia romana. 11 Zambianchi riuscl a ra<lunarc a poco a poco circa 400 u. ed ebbe uno scontro coi Poatifici " Rocca di Castro; poi si sciolse; molti dei com pone111i raggiunsero i loro compagni in Sicilia per comba1tere a Milazzo ed al Volturno.

Talamo11r. Rimorchfatorc, varato in Olanda cd entrato in servizio nel 1916; disloca memo 101111. 125, lungo m. 30,46, largo m. 6, r.5; ,lpparato motore cav:1ll i 342, vcloc i1/i miglia 9,7. Armamentt' guerresco I 76 a.a. Personale <l'armamento 18 uomini .


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TAL

1147 -

Talassocrazia. Dominio del mare. Plutocrazia fondata su-I <lominio del mare. L'ebbero i ren ici nel!' Asia, i Cartaginesi nel]' Africa, gli Ateniesi 'in Grecia, i Romani dopo la <!istruzione di Cartagine, Venezia nel med io evo, e poi, fino alla guerra Mondiale, gli Inglesi. Talavera de la Reina. Città della Spagna, nella Nuova Castiglia, prcssq le r ive del Tago. Battaglia. di Talavera (1809). Appartiene alle guerre dell' Impero francese nella penis0la iber ica. Nel luglio di quell 'anno il re Giuseppe raccoglieva un'armara composta dal I corpo (Victor), dal IV (Sebastiani), da una riserva agli nrdin i del gcn. Dessolles e da 3 divis. di cavalleria, in

Il

Talbot (Giovanm). Generale inglese ( 1388-1453). Riduss~ all 'obbedienza l'Irlanda e ne fu nominato governatore; combattè ;n rrancia con varia fortuna durante la guerra dei Cento Anni e rimase· ucciso nell'assedio di Castillon . Con lui combattè suo figlio Giova1111i, caduto a Northampton nel 1460.

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Corps

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quel caposaldo di rovescio, avviando l ungo il piede di esso <lue d ivis . sostenute da cavalleria. Due rc~g. di drag~ni inglesi, intervenuti alla carica per arrestare l'aggiramento, furnno fronteggiati dai cacciatori a cavallo francesi; ed uno di essi, preso i n 1n ezzo, quasi distrutto in una mischia i neguale. Frattanto l'attacco procedeva felice· mente verso il centro: gli Anglo-Spagnuoli piegavano, cedendo il terreno domi nante e appariva ormai probabile che il pronto intervento della riserva del generale Dessolles - ancora intatta - avrebbe deciso della giornata a favore <lei Francesi. Ma il marcsc . Victor non volle insistere nell'anacco nell'imminenza della notte, e il re Giuseppe or-. d inò la ritirata verso Toledo. Le r-erdite am montarono a 8800 u. e 17 cannoni da parte francese; a 7000 u. pe1 gli Alleati.

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TaiaJJ&'{l/

Battaglia di Talavera ( 1809)

totale circa 56.000 u. con So ca nnoni, e la sera del 27 luglio veniva a contatto con le forze anglo-ispano-portoghesi, circa 75.000 u. agli ordini del Wellington, schierati rress,, '/'. su due linee, coperti da un profondo va llone, con la dr. appoggiata al Tago e ai sobborghi <lella città, e la sr. a 'UO 'altura dorninante il terrtno antistante . Era.no circa 53.000 u . con 70 cannoni. li marcsc. Victor tentò subito d'impadronirsi di quell'obbiet tivo e lanciò all 'attacco della sr. avversaria una divis. del I corpo. Ma per deviazioni avvenute nell'oscurità un solo regg. giunse verso la som~

mità del poggio e fu respinto : verso le 22 il combattimento cessò. Gli Inglesi rinforzarono quell'ala con numerosa arti• glierìa e nella notte l avorarono ad affor:z.arc i vari trince# ramcnti dell a fronte. L 'attacco fu r ipreso il mattino del 28 giungendo quasi a coronare l'altura, quando l 'arrivo d i truppe fresche ristabilì la linea e r igettò i Francesi verso le posizioni di partenza. Verso le 15 l 'azione r iprese: u na d ivis. del IV corpo fu ricacciata e dovette formarsi in quadrato per or,porsi alla pronta reazione del nemico. Segui I 'av.anz.ata generale del I e IV corpo, ma anche questa volta la sr. avversaria resistè saldamente e una d ivis. francese, lanciata verso l 'altura, fo ributtata ind ietro. li maresc. Victor dispose allora un movimento aggirante per cogliere

Talcahuano. Cittii ma rittima dd Chile, in pmv. dt Conception. Piazzaforte, arsenale, scuole militari del gen io e della marina . Durante la lotta per l 'Indipendenza contro la Spagna, cadde in pot.,re • dei rivoluzionari ai quali · fu ritolta da l gen. spagnuolo Pareja divenendo ottima base per le operazioni contro i ribelli, lino al 1817, quando vi furono ridotte le forze spagnuole -élcl Chile e quivi bloccate dai patriotti. Ricevuti r inforzi, gli Spagnuoli uscirono per marciare verso Sant.ago, ma, sconfit ti a Maipù, abbandona rono la piazza .imba rcandosi per il Però. Talenti-Fiorenza (Girolamo). Generale milanese del secolo XVII. Nel 1634 combatti: jn Germania ed in Francia con truppe <la lui assoldate; divenne generale d'artiglieria. Talentino (Ferrucào). Medaglia d'oro, n . a Madrid, caduto sulle Alpi di &'assa ( 1896-1916). Nato in Spagna da famiglia piemontese, studiò i n Italia, e gli studi lasciò nel t915, per essere soldato. Divenuto sottot. di complemento negli alpini,. combattè col bgl. M. Arvenis, sac;·ificando al. fine la sua giovane esistenza. Gli fu con.ferita la mcd. d'oro << ad n1emorìam )>, con questa 1notivaz.ione:: cc Si offriva spontaneamente per condurre alla tonquista di un:> formidabile posizione montana un plotone che, J1el tentare quel la impresa, 9 uasi fantastica, avev,a perduto il 1sroprio comandante e parecch i gregari , rimast i schiacciat i dai macigni fatti rotolare _dall 'alto e dalle m.ine fatte brillare dal nemico. La perdita T alentino Ferruccio ·c1i uomini a lui vicini, nell a d ifficile preparazione dell 'attacco, non affievoliva il suo ge• ncroso slancio, e scalata la posizione, superando rocce quasi a picco, con l'aiuto di fon;, sotto il t iro incrociato delle mitragliatrici e getto di bombe, si slanciava eroicamente all a testa dei suoi. Balzato primo nella trincea avversaria, di.fesa da u na c01n pagnia <li KaiserjHger, con somrno sprezzo <lei

pericolo e leonino coraggio, i mpegnava viva lotta corpo a


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corpo, finchè cadeva, colpito a morte . Eroico sacrificio, che va lse o condurre il resto d elle trUPJ'C alla vittoria, con la conquista ddla 11nportante posizione ». (M . Busa Alta , 5-6 ottobre 1916).

Tàlgaza. Localit:) d ella Cirenaica, a circa metà strada tra Sidi Rafaa e Circnc. Combauimento di Tàlgaza ( 19 13) . Apparucne alle operazioni per la conquista dell 'A ltipiano Cire naico. li generale Vin:1i con le truppe ·!ella suo d ivis. rafforzate ,lalla colonna Latini. nelle j(iornatc del 26 e 27 scltembrc 19 13 mosse con1ro i ribelli che a\"evano stabilito una forte ducsa a T. La divis. su quallro colonne era comandata dal gcn. Cavaciocd1i ; il gen. Vinai, con una riserva , ~cguiva e <liri. geva I'opera'Lione. La forte posizione di T ., assalita la n,a11ina del 26 setlcmbrc, oppose una resistenza accanita; ma alla fine, attaccati , imultane.amente e vigorosamente su tutta la linea, i d ifen sori fu rono volti in fuga. N el combattimento rimasero morti 200 Beduini; da pane ita liana si ebbero

4 morù e 2'f feriti.

Taria (poi 4 T). Torpe<l ,nicrn da costa , d i 13,5 tonnella te, macchina , 70 HP., e ntrata in servizio nel 1883, radiata nel 18<)8. Tallarigo (barone Armanda). Generale, ,,. a Caian,,.iro nel 1864. Sotto t. <1·ar1. nel 1883, combattè nella guen.. , Italo-turca e meritò a Zanzur b mcd . di bronzo. Colonnello nel 19 15, prese pane alla guerra 19 15-1918: comandì, il 152• fan teria, e, magg. gencr:tlc, la brigata Sassari; meritò la mccl. <l' a rgento e una r rom o zio nc per merilo cli guerra. Ccncralc di d ivis. comandante la divis. di nari nel 1923, comandò nel 1925 la Scuola di guerra. Generale di C. d'A. comandante il C . <l ' A. di Bologna nel 1926, fu collocato in P. A. nel 1930. Pubb licò: « 1 capi e l:t loro prcpar;izione morale alla funzione del Comando »,

pini, Maggior generale nel 1917, comandò la 51 11 d i,·is1onc. In posiz io ne ausi liari:t speciale nel 1920, assunse nel 1923 il grnclo di generale di divis. e nel 1932 passò nella. riserva.

Tamagnone (Severino). Generale, n. a Mcntone nel ,866. Sottot. del genio nel 1889, andò in P. A. col grado di tea. colonnello nd 1917. Partecipò alla guerra contro l'Austria e meritò b mcd. d'argen to . Colonnello nel 19 1i, fu promosso generale di brigata nella riS<crva nel 192i .

Tama i. Villaggio afric:i Tumngni Francesco no sulla costa del Mar Rosso, a c irca 20 chilometri a sud-ovest di Suakim. Co111hallime11to di Tanwi (t.~ marzo r881) . App artiene a lla g uerra degli Anglo-egiàrni contro i Mahdisti. Osm,n Digma aveva po~to il campo con 10.000 u. a T. li gcn . inglc,;c Graham. che doveva aprirsi la strada per l'interno sino a Bcrber, mosse il 12 marzo d a Suakim con le brigate d i fanteria lluller , l)avis (3200 u.) e la brigata cli ca,,;illcria Stewart (850 u.), 17 cannoni e 6 mitragliatrici . Egli si fermò all'addiaccio in una zenha a ~hi Km. dal campo mahdist 1 di T. All'alba del 13 in iziò la marc ia di avviciname nto formand o due quadrat i di brigata e ripartendo fra essi artiglie ria e mitragliatrici: cavalleria a parte. I Dervisci, quando ., av\'icinù il primo quadralo, gh ba' zarono acldosso e lo sconvolsero, penetrando nel] 'interno, dove si svolsero combtHlimcnti corpo a corpo: per un pn ' BATTLE OF T AMAJ.

Talledega. Villagi:io degli Stati Uniti. nell'Alabama. Il 7 settembre 1813, durante la gucrr.t A11g lo-american:i, il gcn. Jack son, , che colle miltz ie del Tennc,scc combaucva gli Indiani ~reeks ribelli. saputo che questi si erano riuniti presso T. si mise in marcia ,-crso fo n1czzanouc con 1200 u. e, g iunto sull'alba d el giolllo 8 in vicinan'l.a del campo indiano, <iispose le sue t ruppe in maniera <la circondarlo. Arrivato i11~serval0 a un centinaio di oassi cli distanz:i , ebbe inizlo' Ja· misclua finchè gli Indiani: assaliti da ogni parte, furono costreui a , cedere. La maggior parte (u massacrata; i superstiti ~i aprirono u n varco fra gl i assal itori e si salvarono nelle vicine mr,nta,i::ne. Lo scontro annientò la ribellione.

Tallevas . Nome daro nelle marine o rienta li , nel med io evo, a i grandi e robusti scudi c he venivano adoperati per le impavesate, e furono anche adoperati per terra dal'e fanterie, Corrispondono ai pavesi. Tallone. È così ch iamato nelle armi da taglio il 1ratto tra il codolo e la lama.

Talpari. V. Minatori. Tamagnì (Franceuo). Generale, 11. a Triora nel 1863. Sottot. degli alpini nel 1883, partecipò alla guerra Italoturca e vi meritò una mcd. d'argento. Colonnello nel 1° a lp in i n el 1915, partecipò a lla guerra con tro l'Austria e vi com andò il 2° e I ' 11° g ruppo e d il III raggruppamento al-

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la situazione .:i pparvc d isperarn t n,:.1 intc: venne imrncd i,u;i. mente la cavalleria , c he mise u n freno all'assal to . li <]Uaclrato si ricompose e le artiglierie e mitrngliatrici entrarono in azione. li secondo quadr:uo potè invt'CC respingere ,u. bito l'auacco e~sendo stato prevenuto in tempo . Così riord inati, i due quaclr~ti rir rescro la marcia verso il campo mahdista interrompendola con frequenti ,oste di fuoco. I M ahdisti furono posù in (uga, lasciando sul cami>o ci rca 2000 u. fra m . e f. Gli Inglesi ebbero 107 morti e 1 16 feriti. Dopo la vittoria il Gra harn potè provvedere per la marcia s u Berbcr.


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T AM

TAM

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Tamajo (Corrado). Generale, o. a Paler mo, rn . ad Ancona (1866-1927). Sottot. di cavalleria ud 1884, frequentò poi la Scuola di guerra, divenne colonnello ne l 1912, coman<lò i rcgg. Momcl,dlo e Roma c par tccipò alla guerra ton tro l 'Austria . ln P. A. nel 1916 e magg. generale, riammesso in S. E. P. nel r 9, 9, !"'i rrccipò alla gesta fiumana e fu capo d i S. M. della divis. legionaria d i Fiume. Genera le di di,is. in P. A. S. nel 1923, ft t i l primo p refetto di Zara italiana.

maggior generale e nel 1913 ten . maresciallo. Nella guerra Mondiale ebbe il <Ornando di una divisione di Landsturm ·ungheresi sui Carpazi, poi fu

a Przem ysl dove rimase

fi no al termine della guerra Mondiale.

alture sovrastan ti. L'attacco venne sfcrnHo d~l g_en. fra n-

TamburinQ, Sold a~o che nei regg. di fantcrja di linea e gra natieri suona il tamburo . I T . d i ciascuu rcgg. pos~ono suonare riu niti a par~ Tamasy Arpad te I' apf'Osita marcia-cadenza, uonch~ i segnali previst i col tamburo, ovvero assieme (batteria d i tamburini) con la fanfara reggimenta le. Soldati tambu ri ni fanno · -p arte anche , !elle musiche presidia rie di corpo d'armata. Nella seconda metà del 1600 noviarno un

cese sulla fronte e il fia nco nem ico, per tagliargli la riti-

ce rto numero di tamburi con

Tamamès. Comune ~!ella Spagna, nella Castiglia . Battaglia di Tamamès (18 ottobre r909). Appartiene alle guerre <lell' lmpcro francese. Il gen. spagnuolo del Farq ue era a Ciudad R0drigo coit 10 .000 fanti e 2coo cavalli. li gen. francese Marchan-d, con w.uoo fanti , iooo cava lli e 14 pezzi d 'artigHeria, 2vanzò verso ~li Spagnuoli che presero posi,oione presso T . con fronte a nord sulle fa lde delle

un tamburo

maggiore in

Combattimento di T nmnmès (r8 ottobrt 1809)

rata su Ciudad Rod rigo . In un !)rin10 momento il suo attacco d'a la ebbe buon esito, perchè l'avanguard ia e la ( avalleria spag nuok furono scomµagìnate, ma l'intervento

di parte delle truppe del g:en. Belvedere (2" divis.) r istabilì il com battimento : l 'avanguardia e \a cava lleria si r iord inarono e res_pi.nsero i Francesi. Intanto l 'auacco francc~c contro

l.a 1a. d ivis. non aveva successo alcuno; no n solo;

ma un decisivo contrattacco generale degl i Spagnuoli, costringeva g li avversari alJa ritirata , perdendo circa 1.500 uo~ mini e qualche rezzo. Gli Spagnuoli perdettero jOO uomini e inseguirono i Francesi fino a Salam,anca costringendoli ad abbaodonare anche questa città cd a ritirarsi oltre il 00llf(J ,

Tamasy (von Pagara; Arpad). Generale austr iaco , 11. nel 1861. Sottot. del gen io nel 1881, prese parte a lla campagna per la repressione dei moti della Dalmazia . Nel 1910 era

ogni regg. di fan.teria, erl un T . per cp. in ciascun rcgg. di dragoni. Nella seconda metà del 1700, le musiche subirono parecchie trasformazioni e d i esse ne risentirono anche i tamburini. Così nel r778 troviamo due 7'. per ogni cp. di fanteria . Essi erano ragazzi che si arruolavano TRj)MBA ln

ai ~

f@FfE

e:-Y-iiJ Etf I Chiamata dei tam bul'inl

a _r2 anni per avv iarsi in t~I modo alla carriera di .sottu fficiale . Nel 1798 furono sop1;ressi i t am buri nei reggimenti dragoni e da allora in poi la cavalleria non ne ebbe più. Nel 1815 i reggiment i di fanteria ebbero : r tamburo mag-


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TAM

giorc, 2 caporali tamburi, 35 tamburi; ma successivamente nel 1 821 essi furono notevolmente d im inuiti e si ritornò a <lue T. per cp. D:i allora in poi non subirono più modificazioni notevoli nel loro o rga nico.

Tamburo. Questo strumento musicale, an tichi ssimo, adoperato da tuui i popoli, in varie forme, passalo ai Greci, ccl alquanto per(eziona to poi, r,c] medio evo fu introdotto negli eserciti e fu proprio delle milizie a pied ì. In Francia venne introdotto, per la fanteria, nel 1534 e solo più tardi nell,1 cavalleria.

Tamburo. Chiamasi cosl in fortificazione una specie dj 1rnversa, o merlone, o pilastrone di terra, cli mattoni o di legname, talvolta fotto a dente, il quale si alza in a lcune parti delle com unica7.ioni !coperte per ~alvarlc dai colpi di infilata.

Tamerla no. Guerriero o,iatico ( 1336-1405). Emjro, poi imperatore, soggiogò la Per~ia, entrò nelle Indie conqui;t:indone la capi1~lc Delhi; passò in Siria prendendo Da1nasco e nel l'Egitto sino a Menfi ; ~ornbattè contro Baiazct

Tambllfino · del soc. ,XVI

e lo fece prigioniero a Ancira. Dcva,tò la frigia, la Sonia e la Bitin~~ e morl m entre muoveva alla conquista .(]ella Cina. Le sue istiluzioni politiche e militari furono oggetto di studio presso i popoli orientali.

Tam isier. Costruttore, nel 1846, di una pallottola cilind,o-conica per la carabina ad a\'ancarica T houvcnjn . Aveva due scanalature ed un incavo interno: per effetto dei colp i della bacchetta, veniva viulentementc compressa sullo stelo, che obbligava la pane cilindrica ad allargarsi e quindi a forzarsi nelle righe, rimanendo intatta la forma conica della punta della pallottola, per e ffetto del la speciale forma della testa della bacchcua. Tammerfors. Città della Finlandia, in prov . di Abo.

/Jattula di tamburo. Questa voce è sinonimo di segnale, Tamburino toscano ($econda metà sec. XV!ll) che si d:ì percuotendo con le arpositc bacchellc la pe lle superiore o sonante del T. Come il suono di tale strumento non ì: il prodotto del sapiente giuoco di varie tonalità, che esso non può rendere, ma si governa in funzione esclusiva della maggiore o minore for.ta e frequenza dei colpi delle bacchette, così la battuta di T. n on ha per elementi costitutiv i le note musicali, ma espressioni tutt'affatto special i denominale colpo ,emplice (c), trau (t), plau (p), rau (r) e rullo (R). Il t rau e il pbu comprendono d ue colpi di bacchetta , il rau si compone d i tre sino a nove colpi ed il rullo non è che il rau da nove colpi rapidamcmc con tinuato. Vi hanno battute regolamentari di T. per operazioni interne <li cascrm:i, quali a~1unata, disunione, allnrmc, ritirata serale, e bauute regolamentari per operazion i diverse, come il pa~so, la corsa, la marcia , la marcia al c;i m po e 13 ma rci;t funebre .

Tamburino inglese (1 777)

TAM

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'l'amburino dcJIJ~serclto italico del Beauhamais

Battaglia di Tammerjors (25 marzo-4 aprile 1918). Appartiene alla guerra per l'IJ1dipendcnza della Finlandia . Il gcn. Mannheim iniziò il 15 marw la manovra per veni re in possesso della città, occupala dai Bolscevichi russi e divise ':, tal uopo le sue forze in quattro colonne, una di 4 10 0 u. e 5 cannoni, una cli 5300 u . e 8 ca nnoni , una cli 2520 u. e 8 ca nooni, una d i 3900 u. e 8 cannoni.

Operazioni inton"IO a TammcrJors (1 920)

Le operazioni concentriche delle qua11ro colonne si svolsero attraverso le difficoltà tfelb srngione invernale, con largo uso di traini su sl iuc, di sci, di camici bianchi. Le truppe ro,sc avversarie avevano numero,i e forti dislaccamenti lontani da T. nei punti di obbliga10 passaggio fra i n11meroi issim i laghi d ella zona. Du rante d ieci giorni di marcia

Tamburino francese napo leonico

'l'amburino americuno

(Guerra di Secessione)

Tamburino tedesco (esercito imperiale)


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· TAM

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d'avvicinamento si svolsero numerosissimi ed aspri combattimenti su tutte le fronti delle colonne; tuttav ia la sera del 25 marzo l 'investimento d i T. era completo, ma venne intimata invano ai Rossi la resa della piazza. Fu allora iniziato l'attacco di viva (orza della città; si combattè per sette giorni nei boschi, nei g iardini, nei sobborghi ed attorno alle caserme dei , Rossi, che, uomini e donne, offrirono una resistenza accanita. Il 3 aprile venne sferrato l'assalto dec isivo e il 4 la piazz.a venne occupata, salvo qualch e isolato cen tro d i resistenza: .i capi dell 'esercito rosso erano riusciti a .fuggire. Il 6 aprile anche g li ultimi d ifensori rossi capitolarono, Caddero nelle mani dcll'armarn bianca trenta cannoni, settanta mitragliatrici, r 1.000 u., qualche m igl iaio di feriti: i morti russi furono circa 2000 . La presa di T. costò all'armata bianca 530 morti e circa t remila feriti . 1:: <la aggiungere che il Governo bolscevico tentò d i soccorrere la piazza, 1na ogni tentativo fallì perchè un distaccamento dell'armata bianca sulle retrovie dei Bolscevichi jmpedì ogni <JZionc conrro le truppe d jnvestimento.

corti.na u no spnio riparato nel quak potevano riunirsi le truppe destinate alle sortite. Il ciglio <lella sua linea di fuoco si teneva o a livello del terreno naturale, o poco sotto, o poco sorra , e talvolta con rilievo decrescente dall'estrem ità al punto di mezzo per non mascherare l'azione dei fi,1nch i <ldla cinta retrostante; la grossezzfl del parapetto era un po' minore d i quella d el parapetto del corpo di piazza, ossia di 4 a 5 metri. li p rimo t racciato adortJto per css::i fu il bastionatoj ma i fi:1nchi ne riuscivano

Tampico. Città e porto del Messico or ientale, nel Tamaul ipas. Nel r828, nella guerra d i Ind ipendenza, i Messicani, condotti da Giuseppe Ave:,;zana, vi riportarono una vittoria sugli Spagnuoli. La città fu teatro d i sanguinosi combattimenti nella rivolu zione mcssic~na del 1914.

piccol issimi; poi quello a rientrante, o a tanaglia ; infine quello poligonale a tre facce, d i cui la centrale pa rallela alla cortina; in ogni caso le facce r rincipali erano sul prolu nga1nen to d elle facce d ei bastioni. Ordinariamente la T. era, alle estremità , staccata dalla cima p rimaria di 5 o 6 metri e ciò costituiva un grave inconveniente, perchè l'at~ taccante poteva facilmente aprire la breccia p resso gli angoli d i corrina, ossia nei p unti più pericolosi , potendo esso di l~ prendere d i .rovescio i bast ioni . Sul finire dcli 'epoca moderna si ap plicò d i nuovo alla T. i l tracciato bastionato

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Tana (d'Entraque, marchese Federico). Generale, m. nel r696. Colonnello generale d egli Svizzeri della guardia del duca di Savoia nel 1647, ebbe il collare d ell'Annunziata nel 1648 e nel r(,83 divenne luogoten . generale e govcrnatorc :di Torino. Tana. d 'Entmquc, nurrcl1ese C11rlo . Generale, m. a Torino nel r713 . Cornbattè alla Staffarda e ad Orbassano. Collare dell'Annunziata nel 1696 e luogo,en . generale nel 1697, fu ambasciatore straordinario a Mil;ino nel 1708. Tana d'Entraque, marchese Arduino Maria . Generale, 11. nel 1654, m . a Torino nel 1737. Colonnello nel 1690, comandò il rcgg. Crocebianca; governatore d i Carmagnola nel 1693, fu p romosso rnaresc. <li campo generale od r697. Tana d 'Entmque, mard,ese Filippo. Generale, m. a Torino nel 1748. Divenne colonnello iiel J706 e si segl\alò negli assedt d i Verrua e d i Torino. Generale d i battaglia nel 171 1, fu governatore d i Messina nel 1716. L uogotcn. di maresciallo e colonnello del rcgg. Guardie nel 1719, collare d ell'Annunziata nel r729, governatore d i Torino, fu p romosso luogotcn . ,generale nel 173r e nominato generale d'artiglieria.

Tana conte F,·an,·c:u·o . Generale, n. e n1. a Torino (1698- 178 t). Partecipò all a guerra di Successione d 'Austria come colonnello çomandante del regg. p rovinciale <li Mondovì e poi <lei .regg. P iemonte. Magg . generale nel r756 e nel 1757 tcn. generale, fu govcr11atore <l i Cuneo. Vicerè e capita no gen . d el regno d i Sardegna nel 1758, fu comandante della città e prov incia di Torino nel 1762. Generale d i fanteria e governatore della cittadella di Torino nel 1771, ebbe in detto anno il collare dell'Annunziata .

Tanaglia. Elemento de l fronte tanaglialO . Chiamasi anche cosl un 'oper a addizionale esterna nelle opere di fortificazione ddl 'epoca moderna, la quale serv iva: 1°) a coprire in parte il muro di scarpa d ella cortina dai tiri in breccia, resi piè, facili stante la magg ior larghezza d el fosso davanti alla corti na; 2°) a copri re lo sbocco della poterna esistente sotto la cortina in capitale del fronte; 3~) a fornire fuoch i radenti nel fosso; 4°) a racchiudere fra sè e b

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Profilo di tanaglia (T)

e si ricavarono nei suoi fianchi alcune casamauc, a fine <l i avere u n buon fiancheggiamento al momento del bisogno. Quando è a <lue sole facce d icesi " tanag lia semplice », per d ist inguerla da quella munita anche di fianchi, ·che chian'Ulsi « tanaglia composta o doppia " o anche " tanaglia a fianchi » . Se quest'opera addizionale veniva d ivisa prendeva il nome di u tanaglia spezzata >J.

Sisuma tanagliato . .È. u no dei t re sistemi di fortificazione generalmente riconosciuti (V. Sistema di fortifìcazion,·) . In esso il tracciato consta d i due facce formanti un r ientrante, che è la tanaglia; le facce sono a<I un tempo organi d i difesa lontana avvolgente e di d ifesa v icina fiancheggiante. Fu proposto in sostituzione del sisrema bastionato da diversi autori della scuola &ancese, fin dalla metà d el secolo XVIII, in seguito al perfezionarsi d elle anni <la fuoco. Uno dei suoi principali fau tori fu il Montalembert.

Tanagl ione. Opera addizionale esterna nelle opere d i fortificazion-e d ell 'epoca mo derna, adop,erata r:iramente. Sostituiva tal- -:-~~::: volta il rivellino ed aveva su questo il vanrnggio di una maggiore sporgenza e di riparare meglio g li a ngoli <li corrina; ma p-resentava però l'inconvev niente d i essere n1olto più comp licato e costoso.

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Tanagra. Ant. città d ella Beozia, sulla sr . dell' Asopo. Fu assalita, presa, smantellata dai Tebani nel 374 a. C . Battaglia di Tanag,-a (novembre 457 a . C .) . Fu combattuta <fagli Spartani, gelosi della c rescente potenza di Atene,


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è

da i Tebani, in numero d i

1 1.500

1152 -

agli ord i11i d i Nico~

mede, contro gli Ateniesi ( 14.000 uomi ni , compresi i 1000 di Argo, le altre schiere federdli e _u n corpo d i caval leria tessalica). Nè la eroica morte di cento combattenti intorno a Cimone, nè il disperato ard imento d i Pericle, pugnante a c;,po della sua u-ibù Acamantoi, valsero a procacciare la vittoria agli Ateniesi. Causa principale della sconfitta fu il passaggio della cavalleria tcssaiica nel campo spartano .

Tananarivo. C ittà capitale del Madagascar, sul mass iccio cen1rale dell'isola, SOt:'ra una collina dom inante il fiume lkopa. Nel 1895 fu i•obbiettivo della spedizione francese del gen. D uchcsoc e cadde jn potere della sua colonna, dopo un b.rcvc bombardamento, il 30 settembre 1895.

Tanara (Fausti110). Colonne llo garibaldino, n. e rn. a Langhirano (1837-1877). Fece la campagna del 1859; fu coi Mille; nel r866 combaltè a Bezzecca; nel 1867, maggiore, comandò il XIV battaglione a Mentana , e nella campagna dei V()sgi comandò la Legione dei vol()ntari italiani, segnalandosi a Digione . Meritò la med . d 'arg . c !a croce d i cav. dell 'Ordine Mi litare di Savoia. Tanarel lo (Colle del). Passo delle Alpi .Marittime che mette in comunicazione i l bacino della Roja (Mar Ligure) con quello del Tanaro (Po). La rornbilc si stacca dalla strada Ventimiglia-Tenda circa 3 Km . a sud di quest'ultima località, risalendo la valletta del torrente Levenza; oltre Briga avvia per un vallone la terale un ramo che d iviene mulattiero, e si avvia al Colle del T. (2042 111.) d onde passa nel bacino <lei Tanaro e, correndo prossima al displuvio alpino, raggiunge la rotabile P ieve d i Teco-Ormca poco a valle dello sbocco settentrionale del Colk di N ava. Migliorata per esigenze militari riguardanti l'antico sistenrn d ifensivo ddla regione, questa comunicazione allaccia l'alta va lle della Roja con l' alto Tanaro e !'Arroscia. Una dira111.azione mulatt iera per gli sr,roni s ud-occidentali d i f\,f. Sac-

ca re Ilo (2200 m.) , varca l,1 d ispluvialc a Colle Ardente (16o1 111.) e scende a Triora in Val Taggia. Si ha co,l \lna dup-licc comunicazione: di arrocamcntn fra Tend a e il litorale e di giu nzione fra la zona antistante ;il Colle dj Tenda e il rovescio delle d ifese <lei Colle di Nava , coord inate al nodo montano de l Saccarello.

Tanaro, .È j J magg ior affluente d i d r. del Po per portata d 'acqua e,1 ampiezza di bacino . Nasce nelle Alpi Lig uri , sbocca in p·tanura a :::eva, e confluisce nel Po rres~o

Bassignana dopo 276 Km. di corso, dopo di avere ricevuto gli affluenti Stura d i Demonte, il 13elbo, la Bormida. Sul marg ine pedemontano sorge una corona di antiche città rou.nitc, fra cui p ri111cggiano Cuneo, Mondovì e Ccv a; più

lungi, Alessandria . L'u bicazione dei maggiori cent ri abitati e delle opere di d ifesa accentuano l 'imponànza del bac.ino del T., che occupa cosl vasto settore ,klle vie d i penetrazione alla pianura piemontese e d i sbocco alle reg ioni conterm ini. Tanaro . Briga ta di fanteria (li linea, costituila I" 11 marzo 19 16 dai depositi ,dei regg. 33° e 38° fanteria, coi regg. 203° e 204'". l.a brigata operò in Albania fino alla data <lcll 'ar mist izio, presidiando posizioni e partecipa11do a fatti d'arm i, fra i C] u,di sono degn i d i nota le azion i del 9 m'aggio 191/l contro Laitiza per catturarv i la grao guard ia che vi ua d i presi<l i'J , quella d el g luglio .;he menò all'occupazione d i Benu, e quelle <lei ripiegamento sulle linee della Malakastra (agosto 1918). Nell'ottobre la hr igata partecipo al la controffensiva che la riportò a Bcrat; il 7 entrò ad

T AN

E lbasan catturando 170 prigionieri , 2 pezzi di ;,rtiglieria e molte armi e munizioni. Festa dei reggimenti : per entrambi il 9 luglio, ann iversa rio deU 'occupcizionc d i Berat (1918). Colore delle mostrine : metà bianco e metà azzurro nel senso verticale . La brigata ebbe i seguenti comandanti : magg. gcn. Rizza (1916), magg . geo. Brussi (1 916-17) . magg. gen . Cerrina (19rj-18). Le sue perd ite d i g ue rra ammontarono a uffic iali morti 7, feriti 41, dispersi 4; uomin i

<li truppa m. 107, f. 735, d. 664.

Tanaro (Val). Battaglione alpin i cos1ituito nel 1915 colle cp. 20 1", 204• e 205" cd assegnato al 1 ° rcgg. Operò inizialmente nel la zona d i valle Aupa; nel t916 combattè su! M. Rombon , sul M. N ero-Mrzl i, sul M. Rosso. Nel marzo 1917 cooperò alle azioni per la conquista d i q . 2135 dell'Ortigara. Passò poi sul M. Ci,none fino al marzo 1918, allorchè fu spostato prima nella zona d i M. Solarolo e poi ÌJ1 val Giudicarie. Partecipò a lla offensiva di Vittorio Veneto battendosi a Lardaro ctl a Roncone . Il 1_5 marzo 1919 fu asseg nato al 1° regg. ed assunse il 11ome d i " Ccva » . bgl. che era stato d isciolto il 30 novembre 1917. Le sue pçrd itc in guer ra ammontarono a ufficiali morti 1,, feriti 46; u. d i truppa m . 282, f . 1058, d . 104. Tanaro . Trasporto, costruite) a Londra nel 1854 ed entrato in servizio nel 1855. D islocamento tonn. 1100, macchine 125 I-IP, Venne radiato nel 1869, Tanaro. Nave cisterna per acqua, varat, nel 1887 a Sest ri Ponente; -dislocamento tonn . 78.

Tanca (Ba11ùta). Amm iraglio, n . alla Madda lena nd 1873, er;trato in ,er vizio nel 1886, promosso contramm ir . nel c918, ammir . <li divis. nel 1•)23. Prese parte alle can1pagne <li Cina e d 'AfricaJ al la g-uerra lla lo*turc:-i. ed a q,iclla Mondiale, guad agnandovi una mecl. d'argento. Fu comandante della piazza di Venezia dal 1925 al 1926, comandante della d ivis. si luranti nel 1926, vicepreidente del Co nsiglio si,per iore d i maril!a ne! 1930. Nel 1933 venne mllocato in P. i\. e promosso ammir. di squadra. Tanchi (Francesco ,Haria). Generale napoletano, n . a Terni, on. a Napoli (1773-18-13). Cadetto al servizio ciel pa-pa, combattè nel r797 contro i Fra ncesi. N el 1800 passò al servizio dei Borboni {ii Napoli. Nel 1806 combattè con1ro i Francesi in Ca labria. Comandante del forte e dcll'isohi d'Isch ia nel 1823, fu promosso brigad iere nel 1827 e nominato isren ore del genio. Ispettore clell 'ufficio topografico <li Napol i nel 1832, divenne poco dopo maresciallo d i campo. Tancredi, C rociato siciliano, m. ad An tiochia nel 1112. Andato in Te rrasanta colla prima Crociata, vinse i Greci a l fiu me Varda ri e si <listinsc nell'assedio d i Nicea e nel la presa d i Tarso. All'assedio di Ger usalemme fu il primo ad issare il vessillo della ::roce sulle mura d ella città. Fondò nel 1099 Tibcriade e l'abbandonò nel 1100 quand o Baldovino I salì su l ironn d i Gerusalemme . Tauc,·edi Alfonso. Generale, n . a Napoli, m . a Torino (1861-1928). Sottor. di fanteria nel 1883, passò negli alpini e fu in Eritrea nel 1887 e nel 1894, rimanendovi sed ici a nn i; passato in Libia, nd r9, 3, all_'occupazìonc <li Cirene rimase ferito e meritò la croce d i cav. dell'O. M. S. In P. A. nel 1914, fu rich i.1mato in servizio in Libia . Colonnello nel 19 17, fece pa··re d i una missione m ii. italiana a New York quale capo de ll 'ufficio trasporti m ii. marittimi. Nel 1927 fu promosso generale di brigata nella riserva.


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Tana-cdi. Corvetta in kgno, a ruote, d i 1168 tonnellate, macchine 300 JJP. , va rata a Londra cd entrata in servizio nel 1843 nella marina borbonica e passata nel 186o in quella sarda. Fu radiata nel 1868. Tandura (Alessandro). Medaglia d 'oro, n. a Vittorio Veneto nel 1893. Volontario d i guerra, combattè da semrlice soldato sul Podgora, nei primi mesi di guerra, rima11cndo ferito. Durante l'offensiva austriaca i°n Trentino, fu nuovamente fer ito e promosso sergente per merito di guerra . Nominato sottot. <li complemento, una terza ferita toccò a Castagnavizza. guadagnando una mcd. <lì bronzo. Guarito appena, vol!c passare nelle truppe d'assalto e fu ten. nel XX Reparto. Nel!' ultimo anno d i guerra, fu uno d i quegli audaci che si fecero calare, mediante aeroplani, nel territorio invaso d al nemico, sfidando pericoli e disagi inauditi, ma rendendo inestimabili servizi alla causa della vittoria. Sca mpato quasi miracolosamente alb cattura, potè riguadagnare le nostre linee, ove ,·enne ricompensato con la medaglia d'oro, così moTandurn Alessandro

tivata: e, Animato dal più ardente

amor di patria, si offriva per compiere una m1ss1onc estremamente rischiosa; da un aeroplano in volo si fact:va lanciare con paracadute al di là delle lince nemiche nel Vcoeto invaso, dove, con alacre intdligenla cd indomito sprezzo <li ogni pericolo, raccoglieva nuclei di ufficiali e soldati nostri dispersi, e, animandoli col proprio coraggio e con la propria fede, costituiva con essi un servizio di inform:,zioni che riuscì di preziosissimo ausilio alle operazioni. Due volte arrestato e due volte sfuggito, dopo tre mesi di audacie leggendarie, integrava l 'av,•eduta e feconda opera , ua, ponendosi arditamente alla cesta delle sue schiere di ribelli e con esse insorgendo nel momento in cui si delineava la ritirata nemica, cd agevolando così l'avanzata vittoriosa delle nostre truppe. Fulgido esempio di abnegazione, <li cosciente coraggio e di generosa, intera devozione d i t uttO sè stesso alin Patria » . (Pial'e- Vittorio Veneto, agosto-ottobre 1918). li T. pubblicò un volume: « Tre mesi di spionaggio oltre Piave•·

Taneff (Al.). Generale bulgaro, n. nel 1863. Sottot. nel 1884, da colonnello nelle guèrrc Balcaniche comandò una brigata e in quella Mondiale, da generale, una divis. di cavalleria fino al 1916, operando in .\faccd'lnia. Dopo [u nominato gove rnatore della Macedonia orientale, sino alla fine della guerra. Tanga. Città marit1ima del Tanganica, sta1.ionc <li testa della linea ferroviaria che si unisce alla (errovia da Mombasa al lago Vittoria.

Combattimenti di Tanga (1914-15-16), 1\ppancngono alla gucrro .\,{ondialc. 11 gen. von Lcttow, comandante delle forze tedesche nell'Africa sud-orientale, ebbe il 14 novembre i 914 not izia che r4 trasporti inglesi e due incrociatori ~i erano presentati nel porto di T. imponentlo la resa , t· ,ubito fece partire a quella volta le forze disponibili: <1uasi 8 cp. indigene. li 3 e 4 novembre sbarcarono a T. circa 4000 Ing lesi che, assa liti impcluosamentc <laJle truppe tedesche, furono sconfitti ed obbligati ad imbarca,·si in d i;ordine subendo forti perdite. Verso la fine di dicembre

gli Ing lc;i operarono un nuovo sbarco poco a sud di T. (Jassini), Vo,1 Letrow operò un r.1pido concentramento e di sorpresa attaccò il 18 gennaio 191 5 le truppe sbarcate, battendole ed obbligandole ad asserragliarsi sulla costa sotto la protezione della Rotta. Nell'autunno 1915 gli Ing lesi bom bardarono ripetutamente T, dal mare per distruggere le opere militari, gli stabilimenti, e l'apparecchio ferroviario, ma non operarono sbarchi. Dimessa ogni idea di sbarcare di viva forza a T ., gli Inglesi in iziarono le operazioni terrestri dal Kcnia attraverso la zona del Chilimangiaro, e nell'agosto r9r6, in seguito a felice concorso di azioni terrestri e marinime, occuparono definitivamente Tanga.

Tanganica. Gi,, colonia tcdes-:a dell'Africa orientale, attualmente sottoposta a mandato inglese <lei tipo B, sotto b denominazione « Territorio del Tanganica • · Confina a nord con la colonia inglese del Kenia e con l'Uganda, ad ovest col lago Tanganica e col Congo Tlclga, a sud con la Rodesia e con la colonia portoghese di MoLambico; ad est è limitata dall'oceano Indiano. Estensione circa un milione d i Kmq ., abitanti circa 8 milioni. Le forze militari della Colonia comprendono due bgl. di fucilieri su quattro cp , ed una sez ione mitragliatrici 1-.:r ciascuno, più una riserva e un corpo di polizia di 1883 u. complessivamente. Tanganica (Lago). f:: uno degli cstesissin1i laghi dell 'Africa or ienta le. 'Lungo, da nord a ,ud, 750 Km. , largo da 50 a 75, serve di confine fra il « Territorio del Tanganica » ed il Congo Belga.

Operazioni navali sul lago Ta11ganica (19r 5-t6). Appartengono alla guerra Mondiale. 1 Tedeschi vi tenevano tre cannoniere, che davano loro il dominio del lago. Essi a(fondarono un vapore armato inglese e ne danneggiarono uno belga, in fine del 1914. Gli Inglesi portarono fino al lago due canotti automobili armandoli con un cannone da 47 e mitragliatrici (novembre 1915) e i Belgi ripararono il loro vapore armandolo con due pezzi da 90. Una delle cannoniere tedesche fu battuta e presa il 26 d icembre, entrando a far parte della flottigl ia alleata ; un'altra venne affondata in combauimento il 9 febbraio 1916. La te,~, sorpresa all'ancoraggio <la idrovolanti belgi e bom bardata, venne me,sa in condiz ioni da 11011 m uoversi più , E il dominio del lago passò agli Alleal i. Tangari (Nicola). Ammfragl:o, n. a Terlizzi nel 1867. Entrato in ser\'izio nel 1882, womosso sottoammir. nella R. N. nel 1919, contram mi r. ne l 1923, ammi r. di divis. nel 1923, collocato a riposo nel 1926. Prese parte alla guerra Italo-turca e a quella Mondiak. Fu comandante dei R. cantiere d i Castellammare di Stabia dal 1918 al 1919. Tanger i (anc. 'J'a11gis). Citt:ì J11arittima del Marocco settentrionale, sulla costa S.-O. dello stretto di Gibilterra. Venne in a ntico munita di mura e di castello, e fortificata nel sec. XIX con 5 !orli e alcune batterie. L:1 città fu presa da Seri or io ncll '8r a . C. , durante le guerre fra Mario e Silla . Divenne dominio portoghese nel r,71, e ne restaurò le fortificazioni l'ing. miL italiano Filippo Terzi; inglese nel 1662; infine, nel 1844, cadde in mano dei Francesi, cbe a pace conclusa, Ja resti tuirono ~i Marocchini. Nella Convenzione di Madrid del 1912, per la quale il Marocco venne diviso in due zone d'inAuenza, una franec,e e l'altra spagnuola, (u ,tabiliro che la ciuà d i T. ed i suo i dintorni per un raggio di 1c; Km . s,ircbbcro stati dotati di un regime speciale da determ inarsi in seguito. La commissione 73


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anglo-franco-spagnuola incaricata di elaborare lo statuto per T . non giunse arl alcun risultato; JJOi, sopraggiunrn la gucml, la questione fu mc»a in disparte e la citc:ì rimase ,otto il regime provvisorio staoilito dalla Conferenza di Algcsiras. Attualmente (1934) la situazione resta immutata e T. con il territorio adiaceutc, rcr un'area d i 400 Kmq. , per quanto nominalmente dipendente dal sultano del Marocco, è posta sotto l"amministrazione cii una commissione mista anglofranco-it:,lo-spagn:.iola.

Tann (Rat!uamhamen Luigi von der). Genera le bavarese (1815- 1881). Partec ipò alla rivoluzione del 1848. Divenne ten. generale nel 186o; nel 1866 fu capo di S . .M. del principe Carlo di Baviera e firmò la com·enzione <li Olmiitz. Dopo tale guerra fu comandante mii. a Monaco, e poco dopo lo scoppio della guerra F ranco-gcrm,mica a•sunsc i l comando del l C. d'A. bavarese col quale combattè a lkaumom, a Sedan, aU-asse<lio di Parigi, a Orlc:.ins. Venne bauuto a Coulmicrs.

Yrattttlo di 7 angrri (10 settembre 1844). ru stipulato trn Francia e Marocco, e pose fine alla guerra fra le due naLioni. li Marocco si obbligarn a non dare aiuti di sorta ad Abd-cl-Kader.

e.1 del lago di Gilgcnburg.

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26.8.1914. Teoe~thi ~ Pos:Zton/ "" ul/111

Tannenberg, Villaggio dc lb Prussia Orien tale, a nord-

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Battoglia di Tanncnbcrg (J 9 14)

Tang Ku. '.:ittà della Cina, sul Pei-ho, a monte di Taku. V, è stato firmato, il 31 maggio 1933, un armistizio fra Ci na e G iappone, dopo i connini determinanti dall'occupazione giapponese della Manciuria. f Giapponesi si assicurarono tutto il territorio della Manciuria - sotto l'apparenza di uno Stato indi!)Cndcntc. - il Manciù Kuo, sino alla Crandc Muraglia, onencndo la militarizzazione di una vasta zona a mezzogiorno della M uraglia stessa. Tank. Komc dato in l nghiherra e adoperato io seguito <la tuui ai Cani armari (V.) dal nome di un ingegnere che costruì in princirio del secolo va ri tipi di trattori ai quali poi applicò ruote a cingoli.

a\'erl i inseguiti, tornò ad attaccare

sul fianco i Polacchi, che a loro volta ave,·ano avanzato contro l'ala dr. teutonica. Per un rnomcnto en-

trò il d isordine nelle lince po lacche e la ba11agli2 parve percluta. ma il centro tenne fermo, i Polacchi si riortfin::irono,

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Ioni:, e la Lituania. Non essendo state osservate le condizioni di pace stipulate nel 1404 fra l"Ordine e la Polonia, si ruppero nuovamente le ostilità. Un esercito russo-limano agli ordini del re Vitoldo, unitosi all'esercito polacco-boemo agli ordini del re Vladislao, invase le terre dell"Ordi11c Teutonico e il 15 luglio si schierò nella pianura di T.: Polacchi a sr., Russi a <lr., il rimanente al centro. L'esercito dei caval ieri teutonici si schierò su due iince agli ordini del g ran maestro. I Russi attaccarono per primi, ma furono resrinti e la cavalleria pesante dcli 'ordine teu ton ico, dopo <li

corlco1

frazio11i

ru~so-l ituane

agli ordin i d i Vitoldo ritornarono alla hauaglia. e l'esercito del gran mJcstro ,·enne infine sbaragliato, inscg1ii Lo fino nc~li accarnpnrncnti, e qunsi dist rutto. Su r40.ooo u. tale esercito ebbe 50.000 uccisi fra i quali lo steso gran maestro. e 14.000 prigionieri. Questa battaglia abbanè dcfi11i1i vamcntc la potenza dell'ordine teutonico.

Il. TJauag/ia d, Tanncnbcrg (2629 agosto 1914). Appaiticnc alla guem, Mondiale. Fronte Or ientale. L '8" armata wdcsca (Hindenburg) la M:ra del 25, era di,·isa in due gruppi: a nord, sul1'Ange, app e Laghi Masuri, il XVII corpo d'armata, il 1 d i ri,.c rva e la , " divis. d i cavalleri a fronteggiav:1110 la 1"- armata ru;s.1 (Rcnnenkampf); a sud il I e il XX corpo cJ·armata, du.: divis. di riserva e la divis. von der Goltz fronteggiavano intorno a Dcutschè Eylau la 2• armata russa (Sa msonov). l Russi disponevano in 111ctu d i 430 bgl. , 331 sqdr., 976 mitragliatrici, 1620 cannoni: circa 41!5.000 u. I TedcKhi avevano IjO bgl., 82 sqdr., 324 mitragliatrici, 794 cannoni : circa 173.000 u . Il gen . 1lindcnburg decise di lasciare un velo di truppe davanti alla 1" armata; di gettare sul fianco dr. della 2" il XV!l corpo,


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rinforzato da una b rigata di landwehr e da una d i cavalleria; contemporaneamen te d i attaccarla <li fron ~e col XX C. d 'A . e con le d ivis. d i riserva, e sul fianco sr. col I C. d'A . r inforzato da una d ivis. di landwehr, col compito d i piombare su l:e retrovie nemiche. l i 26 mattina il VI corpo russo, a rrivato a Dischofsburg, ne fu ricacciato da truppe d el XVII corpo tedesco, e i] 1 russo veniva fermato nella sua avanzata dal I tedesco presso Uslau . TI 28, mentre iI centro t(-pcsco, premuto d ai t re .corpi centrali russ i XV, XXIII e XIII, d oveva retrocedere su Hohenstein, dove fu rinforzato dalla divi, . von dcr Gol1z, la dr. tedesca aveva ragione del I cor!"o russo e raggi u ngeva ed ol trepassava Neiden burg, mentre alla sr. i! I corpo R . raggiungeva l\llenstei n, arrestando ivi il Xlll r usso; ,I XV[J g iungeva a Passemhe im inseguendo il VI corpo russo. Ormai l'avvolgimen to d el nucleo centrale russo era pressochè completo, e la situaziJne dell'intera armarn disperata; tanto più perchè il comandaote -dell'armala, che aveva p roceduto col nucleo cen trale senza essersi assicurate le comunicazioni con i due corpi d 'ala, nu lla conosceva delle loro vicende e poco o n ulla d el grave pericolo che g li , sovrastava, o n<l'è che anzi egli s'i lludeva <li marciare a sicura vittoria proprio nel momento in c ui il cerch io si c hiudeva intorno alk sue truppe. Il 29 una 1·i!'resa offe nsiva d el l C. <l 'A. russo 1cerm ise la rioccupazione di Neidenburg, senza però riusci re a rompere il cerchio germanico. I rest i <lei n ucleo cen t rale .della 2 1'- a rn1ata russa , scamp ati all'accc-rchian1ento~ si affollarono su Villcnbcrg, ma anc he qui vennero prevenu1i . li 30 fu g iorna ta di comba rrimemi isolati, e il gen. Hi nden. burg poteva ann unciare l'ann ientamento dei corni russi X lii , XV, XXIII, con la catt,1ra di 92.000 prigionieri , 350 cannoni e una quantità di m itragliatrici . I Tc<lesch i perdet

cari a. L'assedio quc,;ta volta durò sette mesi e infine T. fu presa e d istrulta . Il califfo Al Moa la (ccc riedificare . Nel w78 fu assediata e presa <fai Kormann i di Ruggero. N el 1718 una piccola guarnigione piemontese vi fu investita d al I 'cscrcilo spagnuolo e costretta a capitola re .

u., i Russi, fra m. e feriti, 28 .uoo. I corpi I

.IV. Combauimtnto dr Taormina (1° a pr ile 1849). Appartiene alla ribellione siciliana contro i Bo rbo n i. L 'anno p reced e nte g li insorti avevano stabilito a T . un campo fortificato , le cui truppe era1w comcn-date dal colonnello Pracanica. Nel 1849 però T . e ra difesa <la \oli 500 u . con 2 can-

tcro

12. 000

e V I , sfuggiti alla ca1tura, si ritirarono rapida me nte avendc

subìto gravi perdite. Il gen , Samsonov non vo lle sop ravvivere alla disfatt·i e si suicidò sul carnpo .

Tanzarella (Ernesto) . Generale, n. nel 1869. Sonot. cli fante ria nel 1888, d ivenne colonnello nel l9' i · Partecirò alla guerra contro l'Austria; comandò il 160{.) .f::u1teTia e f u ferito sul Vodice . In P. A . nel 1918, fu p romosso brìgadicrè generale nel 1927, e nd 1931 ven ne trasfrrito nella riserva . Taormina (an t. Tauromrniu111) . Comune in p rov . di Messina, presso il monte Tauro . Fu cinta <li J'nura arabe con r.orr i q uadrate e rocca, rinforzate nel sccolu XV I da Carlo V . Fu costru ita presso I'ant. città d i Nasso (Naxo,'), colonia calcidese c he ebbe grande importa11'Za, fondando " sua volta ~lLre colonie , fra cui Carnnia e Lentjni . Nel 403' a. C. fu presa e d istrutta dal tiranno D ion ig i d i Sira-

I. Presa di Taom,ina (r32 a. C.) . Appartiene alla p rima guerra Serv ile . Gl i schiavi rir.ell i avevano occurato d i sorpresa la rocca , rnal custodita d al governatore romano. JI console P. Ru1,ilin mosse con un esercito ad assediarla: attaccati per m a re e .9er terra, dopo una lunghissima resi. stenza, mancanti di. viveri e trad iti <la un loro c apo 1 g li schiavi cedettero e il console prese la città . Q~asi tutti i

d ifensori furono passa ti a filo· d i spada.

Il. Ballaglia navale di Taormi11a (36 a . C.). Appartiene alla così detta " Guerra di Sicili3 » e si ricollega alla battaglia navale di Mi lazzo dello stesso anno. Il tr iumviro C. Giulio Cesare Ottavia no aveva appena lcrminato di sbarcare t re legioni a sud d i T ., quando vide a p parire la squadra d ì Sesto Pompeo, n1entr e per te rra av:1nzava il suo esercito . Ottavia no lasciò il comando delle legioni al suo Iuogotcncnte Lucio Cornificìo, ed egli, imbarcatosi sulle navi) ten tò di to rnare di nuovo a Squilbce 1 do nde era rartito. Ma, assalito p resso la costa d a Pompeo, perdette quasi tutta la squadra. A s~e nto potè raggiungere l'esercito

lii. Parlamento di Taormi11a (1410). l'u tenuto dai baroni siciliani per eleggere il successore d i Martino li. Vi si non1inò una Giunta . di Stato , investita della autonta sup rema durante !"inte rreg no. Nel parlamento d i 'J'. com inciò la qucs1 ione <lei primato fra le città d ell 'isola.

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e vi costruirono un sem 9lice campo fortificato, che cjnsero

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di mura, rendendolo d i nuovo cin~1, che Dionigi assediò per gra n parte <le!l ' inve rno del 394 a . C. : riuscito a e ntrarvi dopo lunga lo tta, ne fu ricacciato con gra v i perd ite . Tuttavia alla pace del 392 si stabilì che:: T. fosse soggetta a D .ionig j: egli ne scacciò parecchi S iculi e vi n1andò un

Combattimento di Taormina ( 184 9)

cusa. I suoi abitan ti si r ifugiarOIJo sul vicino n1onte Tauro

di

Messa!;, nella penisola. Corn ificio s1 rit irò a. :tvElazzo.

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g ran numc..:ro

di suoi mercenari. Nel 278 a . C. vi sbarcò

Pirro, e allorchè egli pochi anni dopo abbandonò la Sicilia, il tiran no Gerone 11 d i Siracusa si impa-dronì di T., e ne ebbe confer mato il possesso da un trattato d i r ace concluso coi Roman i nel 263, N el 2 1 2 a. C . passò a questi ultim i , ma come città alleata . Nd 902 gli Arahi sbarcarono presso T . e il 1 ° agosto l a !-'resero saccheggianrlo la e massacrantlone g li abitanti . 1 poc hi superstit i in seguito la ricostnJirorio, ma nel 962 i Saraceni to rnarono ad a.trac.

noni , agli ordin i èel magg. Gen tile, quando il r• a v rile fu attaccata dai Bo rbo n ici <lei gcn. F ilaugicri, le ,cui lorzc

si fanno ascendere J 6ooo uomini. Il Gentile mandò una cp. verso Mola e una vel'S0 Letojanni, che fu attaccata per la prima, mentre una brigata borbonica sbarcava verso G iardllli e ~lcune navi battevano i cannoni siciliani davanti a T. Gl i .insoni furono assaliti e respinti dopo una lunga resistenza. Alle 5 del pomeriggio i Napoleta ni en-


TAP

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trarono in T., ove si combauè ancora per le v1e sino al lramonto: i Sicifon i furono infine costreui a darsi alb (uga e la città venne d ata ali ' incendio o al saccheggio.

Tapio-Bicske (o Tapio S;:;ccso). Comune dell'Ungheria a oricmc di Rudap!:St. li 4 aprile 1849 vi si svolse un com-

battimento che aptartiene alla Rivoluzione ungherese. Dopo lo scontro di Hatvan, il gen . Gorge)' unò contro le forze austriache <Id gcn. Winclischg raetz e riuscl a batterle, aprendosi così la via verso Komorn per liberarla dall',assedio.

Tappa. In senso generico è la fermata breve o lunga che le trup!JC si concedono allo SC0!10 di riposo e ristoro dopo un JJCriodo di movimento . La fantcri3 marciando a pied i fa tappa ad ogni cinquantesimo mi~ulo. per d ieci minuti. Dopo sei ore di cammino, e talvolta anche più, SO$ta per tutta la parte rimanente delb giornata e riprende il movimento dopo aver pernottato. Ne consegue che, in semo estensivo, T. ha orcso il signi ficato anche di tin percOl'sO che si copre tra l'·u,ia ; l'altrn msta. Per cui si dice marci3re a brevi o grandi tappe, quando si rnol sign ificare che si procede con lunghe o corte marcie . A una o più tappe di distanza vuol dire a tanli chilometri q 11an li se ne percorrono fino alla prima o ad altre successive tap pe . Nel caso di truppe autoportatc, di ciclisti , d i cavalieri, ecc. , il valore muta in relazione ai mezzi di trasferimento più rapidi. (V. Retrovie). Tapparello (di Lcgnasco, Cioua11ni Domenico). Gene.. raie, m. a Lagnasco nel 1741. Corne\ta in cavalleria nel 1695, divenne colonnello nel 173 r e comandò il regg. dragoni di Piemonte. Brigadiere <li cavalleria nel 17.H, partecipò alla guerra contro l'Auslria <li quell'anno e combatti: a Parma e a G uastalla . Marcsc. di campo nel 1737, f11 governatore d i Vercelli. Tapparci/o di Lagnasco conte Carlo Roberto. Generale del scc. XVIII. Luogoten. di fanteria nel 1750, divenne colo nnello a iulanlc di dipartimento nel 1776 e brigadiere d i fanteria nel 1783.

Tappi (l11ig1). Ge nerale, n. a Milano nel 1870. Sottot. d'art. nel 1888, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. In Libia nel 1911-12-13, vi meritò la croce <li cav. dd1'0. M. S. e la promozione a maggiore per merito di guerra. In guerra conu·o l 'Au, tria, r imase grnvcmente ferito o S. Floriano (1915) e meritò la me<l. d':1rgento. Colonnello nel t916, comandò poi il 1° rcgg . contraerei . In P. A. S. nel 1920, fu promosso generale di brigala in A. R . Q . nel 1925 e nel 1932 venne lrasfcrito nella risen•a. Tapso. Ant. ciuà su lla costa dcli ' Africa settentrionale. Ba/faglia di 'f't1pso (6 aprile 46 a . C.). Appartiene alla guerra civile romana lra Cesare e Pompeo, e si ricollega con la fazione d i Ruspina (46 a . C .) . Cesare, avuti i ri n• (or~i che aspettava d nll'Italia, si avv iò su T., prevedendo che il nemico no n avrebbe lasciato in sua b.olìa quella piazza importante. E così avvenne. \4etello Scipione, comandante dei Pompeiani, mo~sc in soccorso della città, dove aveva lasciato un grosso presidio al comando del suo luogotenente C . Virgilio. Ma , avendo trovato sbarrata l:1 via litora nea d alla retroguard ia di Cesare. assiepala t ra lo stagno ivi esistente e il mare, ,•idesi obbligato a girare lo stagno perdendo un tempo prezioso. Quando giunse a visla della città, Cesare crasi già accampato. Qui Metello commise un allro grave er rore, d i dare cioè battaglia al nemico i n un terreno assai propizio al!e legioni, le quali costituivano il nerbo del! 'esercito cesariano. Metello e Cc-

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sare si schierarono in battaglia; i Ccsariani si slanciarono sui nemici prima che fosse dato jl segnale. Metello aveva collocato sul le due ali 60 elefanti e un nu meroso corpo cli cavalleria; {u vana m isura, poichè gli arcieri e i frombolieri cesariani, fulminando gli elefanti, li misero in fuga . Allora i Pompeiani si scompigliarono e voltarono le spalle. Incalzati dai Cesariani non potettero rifugiarsi negli alloggiamenti , <lei q uali uno era lontano e l 'altro non ancora

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Battaglia di Tapso (46 a. C.) .4, Campo di Cesare; n, circonvallazione e controvallnzione; C , flottu di Cesare; D, truppe di guardi:, al campo; l•\ Romani; G, Pompeiani agli ordini d i Scipione

finito. Ritiratisi allora sopra un 'altura, deposero le ,armi e implorarono la vita. Fu vano, poichè i Ccsariani, non ascoltando le preghiere di Cesare stesso, che li voleva salvi, fecero grande macello. In questa battaglia caddero secondo lrzio 10.000 nemici, secondo Plutarco 50.000. G iuba, re d i Numidia, Scipione, J\5canio, Petrego e la maggior parte dei comandanli pompeiani si uccisero <li mano propria, esempio im italo d a Catone in Utica. T ito Labieno, Azio Varo e Sesto Pompeo riuscirono a salva rsi nell a Spagna. Prima di partire Cesare dimusse il regno di Numidia; dette la parte occidentale al re Bocco per premiarlo dell'appoggio prescatogli in questa guerra; l'orientale, sino al fiume Amroaga con In città di CMrn ntina, Ja t r.asformò i n provincia romana , <leua Africa nuova.

Tarantasia. Piccola regione della Sa,oia, comprendente !"alta valle dcll' lsère. Campag11(1. di Tarautasia. Arpartiene alle guerre del duca to di Savoi:1 col'lro la Francia. L' 11 Ccbbraio 1536 un escrciw francese invase la Savoia e dor,o <li aver occupata la fortezza di Montmélian (non difesa <lai generale napoletano Chiaramonte) si avviò verso l'alta valle dell ' lsère. Gli oibita nti dell a T ., riccvlrti aiuti dni Valdostani , armarono un piccolo esercito che si oppose ,1 ll' invasionc attaccando il nemico e costringendolo a ripiegar<- sino a Chambéry. Ma i Francesi tornarono più numerosi e po~ero a fuoco ed a s:icco llltta la T. per poi pa.sarc in Piemonte . Battaglione di Tamntusia. Costi tu ilo nel 1704 con rz cp. , prese parte, nella guerra per la Successione di Spagna, alla difesa della Verrua, e vi rimase distrutto (2 mar7.0 lil.'5),


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Reggimento provinciale di Tamntasia. Co,tituito oel 171.1 cori 6 cp. , nel 1781 rrcse il nome d i Moria,111 e nel 1786 fu riorgan izzato su 2 bgl. di 5 cp. cia,cuno. Nel i815 venne fcio lr,) crl

1

suoi compo1,ent! incorpor:iti nella bri~

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anche Sanniti, i quali tutti furono •r:,)etutamcnte sconfini. I n seguito T. dovette chiedere aimi :,i Reggiani, ma I 'esercito alleato nel 473 a . C. subì una grnvissim a sconiittà <la parte dei Mcs,api e degli Iapigi : qua,i tutti i nobili Taren-

gaia di Savoia. Prese parte :tllc guerre per la Successione di Polonia e d'Austria, nonchè a quelle contro la Francia in fine del ,cc. XVllì . Ncll~• , ;ti rata dalla Savoia, rima se tagliato fuori da l resto dcli 'e,crcito, e il suo colonnello , Morand, sciolse il reggimento ordinando a tutti di salvarsi individualmente e riunirsi a Susa: alla radunata successi, a del rcgg. in Susa ne$suno mancò.

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Taranto ~an t. Tarantum e anche Erculea). Capolur,go di prov ., nell' Italia meridionale, in fondo al golfo omonimo, fra due ampi bacini congiunti da un canale : un bacino interno, Mar Piccolo, l'altro esterno, Mar Grande; quest' ultio,o è chiu,o da alcune opere costruite durante fa guerra Mondiale, e connesse con gli isolotti di S. Pietro e d i San Paolo, que.i 'ultimo forcificato neli 'epoca napoleonica <lai gen. Crancese <lei genio l.aclon. Nel Mar Piccolo sorge l'arsenale, costruito nel 1884. Si11 eh tempi antichissimi T. fu cinta di mura di costruzione greca, di cui rcMano traccie. Belisario la fece fortificare e Totila la rese u na delle St• mma di T arnnto sue fortezze pi ù impon,1111i. Altre opere vi furono costruite dall 'im pcratore c'Jiccfo~ Foca. Nel r~Go Alfonso <l'Aragona ingrandì e munì d 'artiglicrie il castello bizantino, di cui J'ilippo II fece costruire la cinta superiore. Carlo V riedificò la cittadella, a cinq ue tord rotonde, collegate da mura . Queste opere furono costruite sui piani dcli 'ing . Spannocchi, i quali però vennero ap!)licati ridoui. :-lei 18o 1 i Francesi , che stabilirono a T. una base navale, vi eressero altre fortificazion i e la dichiuaJOno piazza d, frontiera d i seconda classe. Vi risiede oggi il comando in capo del cl ip. mar. dell' lo nio e dell'Adriatico, che ha alle sue dipen denze i Comandi mii. di T., Brindisi, Venezia e Pola.

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.. Taranto: Mor Grande e Mnr Piccolo

tini vennero massacrati, e il fatto produsse nelia città un cambiamento d i governo da aristocrntico a popolare. T . tuttavia si ri m ise presto cd est.,se il suo dominio su quasi tutta la Lucania, mandando anche aiuti <li uomini e denaro ai Greci contro Dario. Ebbe poi una guerra con Turi , che nel 443 a. C. fu chiusa con compromesso: sul territorio contrastato venne fondata la colonia d i Eraclea, cui cu1n ribui rono cittadini d i ambcd ne i;:li Stati, col pauo che essa fosse èonsidcrata quale colonia di Ta ranto. Minacciata dai Lucani, chiese aiuti a stranieri: il primo fu Archidamo che venne in Italia nel 346 a. C. e dopo vari sucressi subì u n grave rovescio nel 338. Sei anni dopo i Tarentini chiamarono il re Alessand ro d ' F.piro cht· cost rinse d ;1p1•rima i Messapi a chiedere la p;1ce, ma poi, dopo altri successi, si ini micò con T. , assalì e prese Eraclc;t, finchè la sua morte liberò la ciii~ da un grnve pericolo. J),>po un breve !)C· r iodo di pace essa fu di nuovo a,salita dai Mcss:tpi e dai Lucani , e, no nostante le precedenti esperien ze, rich iese nuovamente un generale a Sparta . Clconin,o, il quale venne nel 303 a. C . con truppe e navi l"agate dai Tarentini, e costrinse i Lucani a chiedere la pace. Fu appunto \'Crso il 303 che T. :,trinse un trattato coi Romani, in cui si impe-

Lè antiche for1ificazioni di Taranto

Fondata dai C retesi, fu conqu istala da una colonia spartana guidata da Falanto, verso il 708 a. C. Divenuta potente, allargò i suoi dom in,, ma do,·eue spc»o combaucre con i popoli dell 'interno, Mcssapi, Bruzi, Iapigi, Lucani e

diva alle navi da guerra d i questi ultimi d i oltrepassare il promolllorio Lacinia. Nel 302 il palio fu violato e 10 n avi romane giunsero sino davanti alla cilliì . Fu questa la causa prima della lunga guerra (V . Pirro), che condusse alla sottomissione di T. Durante le guerre Puniche, la città si dichiarò per Ann ibale , n,a i Romani fi nirono ml riaverla, concedendole ancora le condizioni di città fcdcr~rn, ma imponendole un pretore cd una guarnigione nella cittadella. Nel 123 a . C . T. ricc,•e11e una colonia romana, e una di veterani vi fu nnndata in seguito da Nerone. Appartenne a Odoacre, poi a Teodorico, a Belisario e a Totila, che se ne impadro nì d i sor)'resa nel 548. Alla sua ,confitta, 4 anni dopo, il governatore di T. vendette la ciu à a Narsete . • cl 668 se ne impadronì :I duca Romualdo I di Benevento e poi fu presa dagli Ungari. Nel 927 venne assalita dalle orde musul mane d i Abu-t\hmcd Giafa r, il q uale il 15 agosto la prese pa,sa ndonc gli ab itanti a fi lo d i spada e trasporwndo i superstiti schiavi in Africa . Nel 967 l'ÌJnperatore Niceforo Foca la fece ricostruire. Nel 1o63 fu pn.-sa


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da Roberto il Guiscardo. e resa ca9italc del principato di terra <l'Oriente. Nel q 96 i Fraoccsi lasciati in T . (la Carlo VlU, p iuttosto che cederla alle trupF'e di Ferdinando Il, la con;,cgnarono ai suoi alleati veneziani. Luigi d·Arrnagnac tentò di ,irenderc )a città, ma non vi riuscì: lo stesso esi to ebbe ccl 1527 un tentativo del Lautrec. Nel 1594 i Turchi la assediarono, ma es,a venne sah•ata dal marchese di Pescara. /\Ila rivoluzione di Napol i del r647 anche i suoi abitanti si ribellarono, eleggendo capitano de l popolo Gian Donato Altamura, il quale però fu impiccato dopo alcuni mesi dagli Spagnuoli. Poi seguì le sorti del regno <lcllc Due Sicilie.

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giurati corsero alla porta Tcmeniti<la, uccisero le guardie e fecero entrare Annibale coi suoi font i. Quanti Romani furono trovati spar>i per le vie vennao ucci,i. Livio coi superstiti e coi Tarentini romanizzanti si r ifugiò nella rocca. Anniba le, fotto innahrn•c uno steccato ha la rocca e la ciuà e trasrortare le navi tarentine <l i non grossa mole su carri nel Mar Piccolo, ia modo da completa re il blocco, lasciò un presid io a '/', e tornò ai suoi quartieri d'inverno .

lii. A;scdio di 1'ara1110 (209 a . C.) . Appartiene alla seconda guerra Punica e fu posto al la citril dal console Q. Fabio Massimo. mentre la rocca era ancora in possesso

li porto interho di T aranto

I. Capitola c1or1,· di Taranto (273 a. C .) . Quando Pirro abbandonò l'Italia, lasciò nella rocca di 1'. il suo luogotenente Mi lone. G li abitanti, oppressi dalla ,ua t iran11i:,, mandarono n ch iedere aiuti ai Cartaginesi. Questi bloccarono la città dalla parte di mare, mcmrc i Rr,m:ini la a,scdiavano per terra. Milone si arr~c e ouenne il permesso d i andarsene libero coi suoi , oldali e con quan to possedeva, consegnando al console L. Papirio Cursore !a rocc,,. Poco dopo anche i Tarentini capitolarono, consegnando le loro anni , 1c loro navi e nun,e rosc opere d'nrtc, abb:H•

tendo le mura e obbligandosi a fornire periodicamente al cune navi ai Romani, di cui di\'enncro tributari. A questo patio ottennero la pace e r otcrono con,er vJ rc le loro i, titU7.ioni jntcrnc .

Il. Fa:;io11c di Tar,11110 (2 13 a. C .). Fa parte della ,ccond,i guerra Punica e fu tentata e mandat:i felicemente a term ine da Annibale in per;,ona. Roma a\'eva condannato a morte alcuni ostaggi t:1rentini che avenno tentato di fuggi re. QlJCSto castigo irritò gli animi dei Tarentini , i quali allacciarono segrete pratiche con Annibale, il qu:tle preparò 10.000 tra fanti e ca,·al!i e mandò innanzi un piccolo gruppo a prcdHe . li prefetro di Tarar.to, Caio Livio, kce uscire ut1 reparto di cavalleria, e subito i con-

<li Livio, e mentre il console Q. Fulvio Fiacco e il proconsole M. Claudio Marcello con suflicie111i truppe tenc,•ano il campo contro Annibale. M:irccl lo col combatt imento d i C;1nusio o bbligava Annibale ad allontanarsi dal territorio. I Tarentini a,·c,·ano un presidio di Bru7,ii )asciati eia Annibale, e col c:ipo di questi Fabio rimcl ad accordarsi. Al momento convenuto, i Rom ani d iede ro la ,~alata in un punto custodito dai Bruzii, aprirono una porta vicina cd irruppero nella cmà. S i acce,c una breve lou:1, nella qual~ i Tnrcntini rimasero neutrali; il comandante cartaginese Canalone rimase ucciso. Furono fatti 30.000 rrigionicri, e un gros~u bottino. IV . 1'rat1<1l0 di Tt1rflT1to (38 a. C.). Detto anche « Focdus T arcntinum •, fu concluso fra :-.farco Antonio e Ottaviano. il p ri mo ~i impegnò a w nce<lere 130 navi a Ottav iano : questi a sua ,,olta promise di con,egnuc 20.000 u. delle legioni che aveva in Italia, oltre a 1 000 guardie del corpo, a scelta dello , tesso Antonio. V. Aucdio di 1'm'0/1to (15or ). li d uca Ferd inando di Calabria si era rinchiuso nella ciuà, ove era Yenuco a<l a;,sediarlo Cons:1lvo <li Cordova . Comandava la piazza Giovanni di Guevara, il quale, ben provvisto d i viveri, cvi-


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tava so rtite e combatt;_mcnti, che avrebbero indebolita la guarnigione. Allora Consa lvo fece trascinare 2 0 navi per terra sino al Mar Piccolo, per potere attaccare da due partt il castello, Ma il Guevara si arrese -a condizione che Ferdinando potesse andarsene libero. Il Consalvo però v iolò i patti e lo fece prigio nie ro.

mamenm : r5 ufficiali, 446 uomini d 'equ ipaggio. Gli è staro d a to per motto : " Ovunque un raggio del la gloria

VI. Conf,·renza di Taranto (ottobre 1916) . Conferenza d i cap i navali dell' Intesa , che si occupò dello sbarramel)tO d el can ale d i Otran to .

111agg. generale, con1andò la brigata Sele e meritò la croce

Taranto. Brigata d i :anteria d i linea costituita nel giug no 1916 dai d epositi del 31°, 39°, 85° e 86° fanter ia coi regg. r43"' e 144°. Q uest'ultimo esisteva fin dal gennaio 19J5 col r1. 1 50 . ◊Ferò inizialmente nell'azione per l'espugnazio ne de l campo trincerato d i Gorjzìa e ol tre la città. Durante l 'offensiva austro-tedesca d cli 'ottobre-novembre 1917, la brigata, dopo avere opposto all'in vasore valida resisten za su l T one, ai pomi di Codroipo e su l Monticano, raggiunse

d'Italia "·

Taranto Alfredo. Generale, 11. e m , a Napoli (1866- 1932). Sottot. d 'arL nel 1885, d ive nne colon nel lo nel 19r5 e partecipò alla g uer ra contro l'Austria: nel 1916 fu promosso

d i cav . dell'O. M . S. Ebbe poi il comando del hi 58• e d e ll a 36a divis . e sul C a rso ebbe la croce d' uff . dell'O. M. S . Dopo la guerra conund ò le truppe dislocate in Dalmazia (r920) e nel 1921 assunse quello delle t ruppe d ella T ripolitania, d irigendovi operazioui mil. contro i ribelli cd ottenendo nel 1923 la promozione a generale d i C . d ',\ . J,Cr merito di guerra e la croce d i gr. uff. <lclla Stella

T aranto Alfredo

d'lla lia. Rimpmriato nel 1925~ comandò successivan1ente

i

C . d 'A. di Verona (1925), Napoli (1927) e Trieste (1930) ; nel 1932 fu collocato in posizione ausiliaria.

]Vfedagiia del 14.3° Reggimento fanteria.

il Piave , Nell'aprile 1918 f u inviata sulla fron t~ M . TombaMonfcncra; n ella b:rnaglia di Vittorio Veneto raggiunse Cam po, Zorzoi , Croce d ' Au ne. Dopo la guerra venne sciolta . Per lR co ndotta ten u ta in guerra , lai 143° . fu a tale reg g . concessa una med . <l i bronzo. Festa dei reggime n ti :

il 1° novembre, -a nniversario <lei combattimen to d i S . Marco <li Gor iz ia (1916). Colore delle mostrine: metà superiore nero e metà inferiore arancione nd senso orizzontale. La brigaw ebbe i segue nti con1andantt : magg . gcn . Cassinis (1916-17); magg. gen . Santarnecchi (1917); col. brig . Zanch i (1917); col. br ig . Di Benedetto (1917) ; col. brig. Saccomani (1917-18). Le sue perdite di guerra ammontarono a uffic iali morti 52, feriti 176 , d ispersi 19; u. d i u·uppa m. 785, f . 5 120, d . 1652 .

Tanwto. Esploratore, l'reda bellica (ex « Strassburg >>) d ella marin a germanica, varato a W ilhelmashaven nel 1912, entrato in serv izio nella marina itali ana nel 1920 . Disloca-

Tarantola (Pro.;pero). Generale, n. a Novara nel 1871 . Sottot. d'art. nel 1890, partecipò alla guerra Mondialé. Colonnello nel 1917, comandò il 1° raggrup pamento d 'art. eia mont agna e nel 1919 il 10°. Dopo la guerra comandò i! 12° are, P . C. e poi il 3° da montagna. In P. A. nel 1929. fu promosso generale di brigata nel 1930. Tarapacà. Borgata d el C ile, a 70 Km. d a Iquique. Il 27 ,~ ovembre r 879 un reparto peruviano (3600 u . comanda ti dal gen . Buendia) rimasto quivi mentre il grosso si r itirava verso nord in seguito al1a battaglia di Dolorcs, ve nne at,acearo dai Cileni (ol tre 2000 u.) divisi in t re colon ne. Un a d i esse precedette le altre, e stava per essere sopr affatta dai Peruviani , quando venne soccorsa e sostenuta .

Il combattime nto si riaccese con frequenti corpo a corpo e tern1inò co n la ritirata Combattimento di Tarnpacà dei Cileni , i q uali (Bianchi l Peruviani; neri i Cileni) lasciarono sul cam po 546 mort i, 212 feriti, 56 r rigionierj 1 4 cannoui . l..e perdite dei Pe ruviani ani mon-

r I

tarono a circa su T.

500 0

800

u. Essi, alfa notizia che -av:;inzavano

Cileni col gen. Baguedano, nella notte abban -

<lonarono k posizioni e si ritiraro no verso A rica.

Esploratore o 'faranto -.

mento lonn . 3235, lungo rn. r38.69, la rgo m . r3 ,46; app-a• racO motore cav::iHi 27.000, velochà rniglia 27; arn1amento guerresco VII r49, 2 tubi la nciasilur i da 500 . Personale d 'ar-

Tarata. Borg o d el Cile, nell'alto bacino d el Sama, ai pied i delle Ande. Durante la guerra del Pac ifico, vi si era radunato u.n gruppo di (< gucrrilleros )) pcruvian.i che dava noie alle truppe cilene cori im hnscate e colpi <l i mano. Il col. Barbosa, cileno, con I bg l. , 75 cavalli e 2 cannoni marciò da Tacna su T. e d isperse facilmente i Peruviani che, perduti una cinquantina <li u. , abbandonarono la rcgio11c.


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Tarchetti (Igi11io). Generale, n. a Temno nel 1868. Souot. di fanteri~ nel 1889, partecipò alla guerra contro l"Austria; colonnello nel 1917, comandò il 244° cd il 9° fontcria e venne decorato <li tre med . d 'argento. Doro la guerra comandò il 35° fanteria e il distretto mii. dì Bologna; nel 1924 fu collocato in P. A. e nel 1929 fu promosso generale dì brigata nella riserva. T arditi (Carlo). Generale, n. e m . a Busca (1815-1882). Partecipò alle camragnc del 1848-1849, me1itando la mcd . d';1 rgcn to a Novara, e ,tl la campagna del 1859. Colonnello ne\ 1862, comandò la brigata Ra\'cnna. Combanendo nel 1866, meritò la menzione onorevole a Borgoforte. Magg. generale nel 1867, comandò poi la 1n brigata de lla divi1. d i Dari e nel 1872 fu collocato a r iposo. Tanliti Cesare. Geoerale, n. a Torino, m. a Roma (18421913). Sottot. <li fanteria nel 1.861, partecipò alle ca111p,1g11c del 1866 e <ld 1870. Colonne llo ucl 1888, comandò i l ro 0 ber~aglieri e (u in Eritrea nel 18<)1. Magg. generale nel r89(>, comandò la brigata Torino. Tcn. generale nel 1901, comandò succeisivamente le d ivis. m ii. d i Ravenn a e d i Napol i. l o P. A. nel 1907, fu presidente ed organizzatore del corpo volor.tari ciclisti ed automobilisti. Sottosegretario di Stato alla guerra od 1908, fu nominato senatore nel 1909.

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prie guerre in Italia, dove prese i! nome di comp~gnia bianca.

Tardivo (Cesare). Generale, n. a S. Maria Capua Vetcrc nel 1870. Sottot. del genio nel 1889, fu a lungo ~ddcno agli ,pccialisti, pnrtecipò alla guerra 1<)15-1918 e fu promosso colonnello nel 1917. Addetto al reparto costruzioni cdili7.ic aeronautiche, ebbe ne! 1923 il comando della Scuola centrale <lei genio. Generale di brigata nel 1926, comandò il genio del ,orpo d"armata di Verona. Nd 1932 fu collocato in posizione ausiliari:1 e nel J 934 promosso generale cli divisione. Tardivo Cesare Tarducci (Afessa11dro). Ingegnere militare del scc. XVI , m. a Praga. F u al servizio d i S tefano Batori in Transilvania e in Polonia. Si distinse a Giavarìno e lavorò dopo il Genga alle fortificazioni di Petcrvaradino.

T are da (o Tareta, o Tarida). Legno da commercio del medio evo, d"originc araba, adoperato anche dai Veneziani, che pare servisse anche in guerra. Da esso venne la tartana . - Era deua T. anche la galera <lisarm ata, r idotta a nave da trasporto. T ar-ella (Pietro). Colonnello piemontese, n. a Torino nel

ti89. Partecipò alle campag ne napoleoniche fi no a Wa-

Tarditi Cesare

T arditi Giuseppe

Tnrditi nob. Giuseppe. Generale, n. nd 18(>5 . Sottot. di fanteria nel 1885, passò poco dopo negli alpini. In Libia nel 1912-1913, vì gua<iagnò la croce d i cav. dcll'O . M. S. Entrato in guerra contro I' Ausuia nel 1915 al comando del 2• grupro alpini, fu promosso colonnello nello stesso anno. Magg. generale per mcrilO di guerra nel 19 17, comandò il 5° raggruppamento ;1 \pini. I o congedo provvisorio alla fine del 1917 e trattenulO in servizio, fu di nuo,·o in 'l"ripolitania nel 1919 sotto il go,,ernacorato Garioni . Generale d i divis . nel 192.3 e in P. A. nel 1925, fu promosso generale di C . d"A. nel 1929 e nel 1931 venne trasferito nella riserva.

Tarditi nob. Em esto. Generale, n. a Busca nel ·1878. Sottot. <l i cavalleria nel 1892, partecipò alla campagna libica del 1912 cd alla guerra 1915-1918 contro l'Austria. Colonnello nel 1917, comandò i cavallegger i di Alessandria e si distinse sul Tagliamento. In P. A . S. nel 1920, fu promosso generale di brigata in A. R . Q. nel 1926.

Tardi-venuti (Tard-11en11s). Compagnia <li ventur:1, costituitasi con grandi for,;c in Fra ncia vcr,o la metà del scc. X IV, sotto il comando del Badesol, e divenuta così potente che potè sconfiggere a Brignais le truppe del re di Francia (1361). Divisasi in due, una parte di essa ve nne as,oldata d al rapa, ad Avignone, per servirsene nelle pro-

terloo. Quindi rassò nell 'esercito piemontese; divenne maggiore della brigata Cuneo, ebbe la croce di milite del! ·o. M. S., ma fu destituito per aver preso parte ai moli de l J82 1. Andato a combat tere in G reria, ebbe l 'incarico di formare un reggimento al quale fece indo~sare I·uniforme della brigata Cuneo. Nel 1822 panccipò alla spedizione nell'Epiro.

Targa. Specie di scudo, fa1to nei primi tempi di cuoio o di legno, con forma di mandorla var iamen te alll1ngata. t::. un 'arma proveniente ddi popoli Normanni, che furono i primi ad usarlo, e che lo trasportavano a spalla trattenuto per mezzo di corregge. Targa o targl,etta da pugno. Piccolo scudo, di va ria forma, adope· rato come UH rotellino. Generalmente aveva al centro una punta di ferro ripiegata a gancio, che serviva per afSec. XIII - Tarshe - Sec. XTV ferrare la punta della spada avversaria e romperla: delta punta era chiamata rompispada.

Targa Spartaco. Generale, n. a Messina nel 1875. Sottot. d"an. nel 1898, partecipò alla guerra <:oniro l'Austria del 1915-1918 e vi meritò la med. d'argento e la promozione a colonnello per merito di guerra (1917) al comando del

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4° raggruppamento da montagna. Dopo la guerra fu inseg n an te alla Scuola di g uerra. Generale d i brigata nel 1929, fu successivamtlltc comandan te d'art. dei C. <l"A. cli Firenze e dj Torino . Generale di d ivis. nel 1933, ebbe i l comando della d ivis . mi i. d i 'Piacenza . Collaborò a r iviste militari e scrisse varie monografie, fra le quali: " La g uerra in montagna e la difesa delle 1\lpi » .

T . f . Lo stesso giorno il 4° regg. ulani attacca la d r. dei Ro meni a Pctrcsti, ma è respinto. li 16 la cavalleria attacca la sr. ron1ena, rna v ie ne :::mch 'essa res!Jirrta, 1nen tre

l'attacco fron tale dd g ruppo Kiibne non ha successo. 11 17

Targe (Antonio) . Ge nerale francese, n . nel 1865. Si distinse in m issio ni i.11 A frica .

Divenne comandante della

Scuola d'art. e raggiunse il g rado d i colonnello nel 1912. In guerra fu coman, la n te d'ar t. della 1• armata . Ne l 1915, gen. di b rigata , comandò la T2T" d ivis . ~li fa n te ria; fu r romosso gcn. d i d ivis. nel ig r7. Dopo la guerra comandò il XX II C . d'A . territoriale e fu membro d el Co nsig lio ,u. periore d i g uerra, ispcuore del reclutamento dei m ilitari d i carriera e fu collocato a riposo nel 1930. Sdisse numerosi

lavori su question i cli artiglieria.

Targone (o Tui-gone, Pompeo). Ingegnere m ilitare del secolo XVI-XVII, Ap partiene al gruppo d i ing . mil. italiani chiama ti d allo Spinob nelle F iandre e si distinse nel lungo assedio di Ostend a in p rincipio del sec. XVH, ideand o e costruendo n umerose 1naccbi nc. da guerra . Tornaco in Italia, progettò la ci ttadella d i Ferra ra e ne diresse i lavori dal 1608 al 1618. Targowice. Città della Poloni.a, nella Voli.nia, sulla Styr. Co11federazio11e di T argowice ( 14 maggio 1792). Lega fra nobili polacchi, contro la costit uzio ne d el 3 m aggio .1791, la quale aveva soppresso il « libcrum vetum » cd ave va è ich iarato ereditaria la corona di Polonia n ella famig lia d egli Elettori di Sasso nia. Sebbene porti la d a ta d i T . la lega fu sottoscritta a Pie troburgo , sotto gli auspici di. Cater ina II, la q uale, con l 'aiuto d i essa, nel 1893, potè ccderc alla 2 • spartizione della Polonia.

rro-

Targu Jiu. Città delb Roman ia, nel versante merid ionale d elle Alp i d i Transilva nia sul fiume Jiu, punto d i shocco d ella importame via di invasione che dall'Ungheria penetra in Romcnia pcl passo d i V u lcan e passi contigu i.

Battagl ia di Targu Jiu (1916)

il comandante d ell'a rm ata decide di ir.siste re nell 'a ttacco di T. f. con movimenti avvolge nti a più ampio raggio. La 6• divis. di cavalleria è avviat~ !)er b valle del Motru verso quella del Jiu . L a 7• viene avviata sul fianco romeno a Cctatca , il .J0 ulani riceve l'ord ine d i insistere nell 'agg iramento del la d r. dei Romeni ve rso Pctresti. Alla sera d el 17 gli avvo lg imenti , d opo combattimenti accaniti, sono com piuti , mer,tre r iesce anche l'attacco d elle fa nterie d el gruppo Kuhne , rinforzalo da altre divis . del l 'armata. La fronte romena è travolta ed Romeni ripiegano verso sud.

Tarhuna (Kas1-). Ca,'Oluogo d ell'altipiano omon imo, nella Tripol itan ia, fra il Garian, Homs, Tripéll i e Beni Ulid, È sede di comando mii. install ato in un vecch io castello turco .

T. Combattimenti di Targa /it1 (1916), J\ ppartengono alla guerra Mo ndiale, scacch ie re romeno. li g ruppo del ge nc_rale Kneusscl d ella 9a a rmata tedesca (Fa lken hayn) che si era impadronita dell a linea di cresta delle Alpi d i Transilvan ia, doveva apr ire all' armata la via d ella valle d cll 'Jiu . L'operazione è ini1,iata d alla cavalleria d i Schmcttow il 23 ottobre . La sua 6a divis. , se~uita dalle fanterie, riesce a tassare- un colle poco ad ovest , lei Passo Vu kan; il 27 ottobre è a Borosteni e si d irige :l T. 7- Ma un con tra tcacco romeno nella zona d i T . /. obbliga queste truppe a ripiega re verso la linea di c resta attraverso d ifficoltà indescrivibili; il pronto accorrere della 7a d iv is . d i cavaller ia facilita il ripiegamento della 6• salvandola da un completo disastro , 11. Battaglia di Trirgu Jiu (novembre 191G). Malgrado l'insuccesso della fine d i ottobre i l com a ndan te della 9a a r mata insiste nella decisione di d iscendere per la valle di J iu attrave rso i passi . L a cavalle ria. di Schmettow sul colle a<I o vest d el passo Vulca n, è d irccta all'aggiramento d ella sr. romena; il 4() regg. ulani <leve invece attaccare r estrcrna <lr. 1 Ro meni sono schie rati su una froilte d i circa 50 Km. sulle alture d omina nt i a ,ud di T. f. a ttrave rso la valle d el Jiu e d ei suoi affluenti Mostru e Gilort. Il i 5 novembre il g ruppo K iihne e la cavalleria di Schmettow, dopo a vere respinto i piccoli d istaccame nti romeni, arriva no davanti a

Bombardarncnto di Tarhmla

(si vede l'esplosione di un proiettile sopra una casa)


TAR

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//sscdio di Tarlmna (r915) . Dopo lo sgombro d el Fezzan , erano rimasti a presid iare T. il XV bgl. eritreo, 2 cp . de!1'820, 2 del ➔8° e una del 30" fanteria, un bgl. bcrs.aglieri, 2 cp. libiche, u na btr., ul\ nucleo di cavalleria e UI\ re• parco servizi, o lt re a un certo nume ro <li d onne e bambini. Pa rte di queste truppe ra!)presen lavan:, rinfor1i rnand"ti dopo il comhmirnento di Kasr Du I ladi . Il presidin rima;c in fine aprile bloccato da ingenti forze arabe, e vari tenta tiv i per sb loccarlo e liberarlo riuscirono vani ; le colonne che vi si provarono furono respinte. Veu□c d ec iso allo ra di far uscire il presidio, inviandogli incontro una colonna agli o rdini del col. Cassinis. Il 18 giugno il presidio uscì, e fu subito ci rcondato e assalito dai ribelli, ai quali oppose fiera e lunga re.1iste nza, cercando d i prosegu ire !!ella marcia, rn:i infine venne travolto: <lei suoi componenti parte ucci,i, parte catturati. Questi ulcirni furono riscattati dal governo italia n o nel luglio d el 1916. T . fu ripresa d alle nostre tru p pe il 6 febbraio .1923, <lopo un a serie di rnmbattirne nti nei quah i ribelli vennero duramente sconfiui , abbandonando ingente quantità <li materiale, fra cui due cannoni.

Tarichea. Ant. ciua della Palest ina a s·J d-ovest d el lago di Ge ne?.areth.

I. Assedio di Taricl1ea (52 a . C.). Fu posto dal questore romano Caio Cassio Longino in seguito alla rivolta dei G iudei contro i Ro ,11ani. Arresasi la città, 30.000 Giudei furono tradotti in sc h iavitù , e il loro comandàntc Peitolao fu decapitato . 11. Batwglia e presa di Tarid,ea (67 d . C .). Tito Vespasia no, assalit() dai Oiu de i p resso la città , li sconfisse e a vanzò rer impadro'lirsc nc. Una parte d ei Giudei si rifugiò sopra grande nume10 di bauelli nel lago ,·icino; una pane rimase d entro alle mura. Vespasiano fece gettare ncl lago nt1mcrose za1tc..<c con le qual i assalì e distrusse le barche , terminandone i difensori ; poi attaccò e !)rese la ei1tà, fo. cendo,·i strai:c degli abitanti e salvando wlo quelli da poter vendere come schia.vi, e un gruppo di circa 6ooo u. robust i che mandò it1 G recia a Nerone.

Tarifa (ant. Tingoucm). Città d ella Spagna, nel!'And:1lusia, sullo stretto di Gibilterra. Antico centro abitato, venne munito di mura turrite da.i.;li Arabi, su precedcati fon ifica,.ioni , dell"epoca ro mana. I. Batwgli11 navale presso Tari/a (45 a . C.). rr l'ultimo fatto d'armc: della guerra civile fra i partigiani <li Pompeo e quel li <li C<·sarc. Sesto Pompeo . vi nto a :-.fonda, si r irirò a T . e con 20 navi ten tò , li fuggire. R aggiun to <lalb llotta ce,ariana sotto la condotta di Didio, venne bauuto: delle sue navi parte fur0,io catturate, parte incendiate. Pom1--eo fuggl con pochi u . e lutta la Spajlna fu sotto• messa al d iuatore. Il. Ba1taglit1 di Tari/a ( 1340). Appartiene alla guerra fra Cristiani e Morì nella Spagna. Alfonso Xl di Castiglia, avendo d eciso d i te111a re la r iconq uista delle po1i2.io,ù sullo , trc tto d i G ibilterra, c he d a tempo servivano d i comu,fa testa di ponte per gli Arabi del Marocco. strinse alleanza con i re d'Aragona e di Portogallo, e ottenne l'appoggio d i Genova , che gli mandò buon n umero <h navi con I 'amm ir. llcncdc tto Zaccar ia. l)all ' ,\ f rica, in soccorso de l re Yusef di Granata, sbarcò con grandi forze a T. il re di Fez, Abul llasan. Gli storici cri,tian i fanno :.mrnontarc le forze riun ite d ei due re arabi presso T. a ,140.000 u., probabil mente ing rand ite d i uno zero! 11 re A lfo nso avanzò con tro il nem ico alla testa d i 25.000 fanti e 14.000 cavalli, mentre la floua dello Zaccaria fel,ccmcote operava nello

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stret10 cacciandone le navi arabe. I due eserciti si sch iera rono presso T., sulle rive del Rio Salado, dal quale ebbe pure nome la bauaglia. Questa fu accanitissima, e terminò coo la piena vittoria delle armi cristiane. Abul riuscì a irnbarcarsi e a r ipar.1 rc nel Marocco; Yuscf si ritirò a Granata. Dopo la viuoria, T. ve nne investita dall'esercito e dalla Ao1tJ, e costrclta alla resa.

m. Aucdio di Tarifa (1811-12). Fu posto da un corpo francese agli ordini del gen . Levai. La pia1.za, le cui opere erano state 1imodcrnate nel scc. XVII, cr;i difes.a da una guarnigione alleata di 3000 u., al comando <lei gen . spagouolo Copons e d el col. ing lc;,c Skerret. l~eval aperse la lrincea il 25 d it e rnh rc e ~on ,i.;rosse artiglierie fece b rec~ia nelle opere il 29. La mattina ,cgucn te lanciò all'attacco le fanterie. ma queste furono arrestate da u n largn fossato, e, fulm in ate dai d ifensori, dovcucro rct·occdere. Il 4 gennaio 18 12t mentre Leva! prep::travasi 3 ripetere l :1ssa lto, riccvc.::uc dal Soult l'ordine di a bbando nare l 'impresa, e si riunì abbandonando le gro;sc amglierie d'assedio. 1

Tarik (Ben Zeiad) . Guerriero :i rabo del scc . VIII. Chiamato d ai partigiani visigoti avversi al loro re Rodrigo, il 28 aprile del 7 u sbarcò sulla roccia cui lei:ò il suo nome (Gebel T arik, m onte Tarik, G1b1ltcrra), marciò contro Rodrigo e lo sconfisse a Xeres nel 712, iniziando la conquista ~raba d ell:i Spag na . Destituito p<Ji dal c,,liffo Wa lid, finì oscuramente. Tarino (lmperialc, Giuseppe). Generale, m. a Charnbéry nel 1788. Magg. genera le di fanteria nel 1763, <livennc governatore di Fencotrd le e d i C:,gliari. 'l'en. genera le nel 1771, comandò la cinà e il comado di :-,.lizza e poi fu governatore di Cuneo . Generale di fanteria governat()rc di Tortona nel 1774, fu roi governatore d i No,·ara e d i Chambéry. Tarnassi (Gio11a11111). Generale, n . a Roma, rn . a l'orrici (1856-1913). Sottot. d i cavalleria nel 1876, divenne colonnello comandante in 2 a de l l:1 Scuola d 1 cavalleria nel 1905 . Ncl l ':tnno scgucn1e ebbe il comando dei cavalleggeri Saluzzo, indi fu capo ufficio ali 'ispettorato d i cavalleria ed in tale qualità s'occupò d ella « Rivista di cavalleria • · :\olaggior generale ud 1911, enmandò la 4" brig ata d i cavalleria e due anni dopo fu collocato nella riserva. Ta r no w s k i

(Giova11111).

Genera.le polacco ( 1478- 1561) . Lasciò varie opere, fra le quali: • Consilium rationis bellicae » .

Tar nowski Cio,·anni

Taro. Qualche ,csto <lii il nome di questo fiume alla battaglia d i Pontenure ( 18q) e di P arma ( 1814), nonchè a quella di Fnrnorn (1495). Taro. 74" legione della M. V. S . N. , costituita ne l 1923 <! Fidenza, su tre coorti.

Taro. Brigata di fan1eria di linea, costi1uita nel 19 16 dai deposi1i dei regg. 25''. 62° e 90°, coi regg . 207° e 208°. Qucst ' ultilllo aveva o rig inariame nte i! n umero d i 263° cd era costituito fin dal d icembre 19 ,5 . Nel no\'e mhre J917 fu disciolta rer essere ricostituita nel febbraio 1918 con un

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TAR

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nuovo 207° e col 165~ fanteria che, il IO agosto successivo , assunse il numero d i 208°. Operò nel 1916 fra Adige e Vallarsa, a Passo Huo.le, a Cima di Mezzana, sull."Alt.op iano d i Kal. Fino al luglio 1917 combattè nel settore dello Zugna e poi fu trasferita nella fronte d ell"l sonzo. Sferra tasi l 'offensiva tedesca dell 'ottobre, la brigata resistè a Costa Duole e poi ripiegò opponendo all'invasore accanite resistenze fra lo Judrio ed il N atisone . Nel 1918 operò nel settore d el Coni Zugna e poi su l Grappa dove cornbattè fino ali ·ag osto. l'er il contegno in guerra i due regg. ottennero la med . di brcm'z.o. Fesrn dei reggimenti: per il 207° ,I 30 magg io , anniversario di lotta i u ll'altipiano di Asiago ( 19 16); per il 208" il 2 sctlcmbre, anniversario della battagl ia d ella Bainsiz,rn {1917). Colore delle mostrine: metà bia nco e metà ve rde nel senso verticale . La brigata ebbe i seguenti comandanti : col. brigad iere Gualcieri ( 1916); magg. gen . Del Mancino (1916-17); col. brig. Danioni (191j-18); col. b rig. Cordcro d i Montezemolo ( 1918); m:1gg. gen . T estoni (1918). Le wc perdite nella guena ammontarono a ufficiali morti 47, fer iti 93, d ispersi 1y; u . <li trupva rn . 380, f . 2475, d. 5763.

Tarquinio (Priuo). Quinto re di Roma. Trasferitosi dall" Etruria a Roma, nel 6r6 a. C. successe ad Anco Mari.io . Abbellì e fortificò Roma, combattè contro i popoli del Lazio, specie contro i Sabini e i Latini che vinse pili volte; finì ucciso in seguito ad una congiura.

Ta,-quinio Ludo , il Superbo. Settimo re d i Roma. Con q uistò alcune citt,, del Lazio che non avevano volu to unirsi a lla confccler:tzione dei popoli latini . D irigeva l'assedio di .'\rdea quando Roma insorse : soppresso il regime monarchico e costilllita la ,·epubblica (509 a . C .), andò in esilio. Tarr agona (•ant. Tarraco). Città mariuirna della Spagna, capol. di prov. nella Catalogna. D i antica o rigine, era for-

tific~ta fin dall'epoca romana, durante la quale ebbe g rande importanza. l'resa da' Asdrubale nel 218 a . C., egli vi fece st rage d ella g uarnigio ne romana. Fu presa dai Franchi nel 265; co nquistata d ai Got i nel 467 dopo assedio, venne devastata . Presa dai Mori nd 719, ebbe sterminali in grande parte i suo i abitanti . Fu ripresa dai Crist iani, per breve tempo, nell '805, e definitivamente nel 1150 quando se Jle impossessò il con ce d i Barcellona. Nel sec . XVI venne mu• nita di ampia cinta bast;onata.

I. Assedio di Ta,-ragona ( 1641). Appartiene alla guerra tra Francia e Spagna e fu posto dal maresc. La ~ !Òrhe-Hou<lcncourt, luogotenente di Luigi Xlll a Ba rcellona, 111cntre l' arcivescovo Sourd is doveva blocçarla da parte del mare con la flotta; F ilippo IV di Spagna i nviò in soccorso della riazzafone le armare d i Castiglia e <l'Aragona, c:omandace dal marc hese d i Leg:mcz. Sourd is, attaccato nella rada da 70 grossi vasccllj spagnuoli? {10!10 sei ore d i lotta si vi<lc costretto, il 28 agosto , a levare il blocco cd ~ ritirarsi nei porri d ella Provenza. Il duca d i Maqueda, generale <lei ga leoni, vettovagl iò la piazza, e il maresc. La ~•fothe dovette levare l'assedio, essendo riinasro senza danaro e senza viveri, e riwndurre i suoi 8000 u. a Barçellona . Il . As,edio di Tarrago11q (1811) . Appartirne alle cam, pagnc d cll"im pero francese e fu posto dal gen. Suchet, il quale vi fece convergere le truppe ( 18 .000 u .) in modo che la d r. si stabiliva sulla riva orientale d el Rio di Francoli. il Ct:lllro sulla fronte .settentrionale; e l'estrema sr. , ..:.osri~

tu ita dalla d ivis. ixaliana, al comando d el gen . Peyri (brigate P alombini e Balathier), rafforzata da un reggimento d i dragoni, su lla fronte oriernale, i nterc~uando le c0munirn~ioni interne e l itoranee mcrcè la conq uista di posti forcific;ui e tagliando l 'acqued otto . Principale caposaldo della d ifesa era il grosso forre .,taccato di Olivo, situato a nord

Sl~,CI! d,

TARJlAGO~ f.

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Assedio di Tarragona (d~ r 1)


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1164 -

della ci età alta sopra un 'altura, cinto da fosso ed assai be:n munito d i <lifcse. I.a li nea d'investime nto [u rapidamente i o~bastita, malgrado il fuoco delle navi inglesi. Nella none sul 15 maggio, il brigadiere Salm alta testa d\m nucleo di rrupr.e scelte conquistò la l inea d i mi,iori opere avanzate che coprivano il forte Olivo. li p resid io della piazza tentò il 17 maggi:> d i rompere la cerchia che lo stringeva, metcè u11a sortita in forze contro l'estrema dr.

francese, ma venne respinto. Il 2q rnaggio s'iniziava il bombardamento dd forte O livo, seguito nel pomeriggio dall' assalto e dalla scalat a: l 'opera era conqu istata mer,;è: l'intervento una riserva d i 500 Italiani che concorse brillantemente al successo, d istinguendosi particolarmente un Biancl,ini (V.). Frattanto la divis. Ha bere opera va un 'efficace diversione contro la piazza. Gli Spagnuoli fecero il

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giorno 30 1naggio un v::m o tentativo per riprendere il f orte,

con una colonna d i 3000 u ., sostenuti dalle batterie dcila p iana. Suchet aprì il 2 giugno una parallela contro al bastione detta dei CanonìCl, protetta da batterie costiere che obbligarono le navi inglesi a tenersi al .largo. Quindi fece attaccare un forte spagnuolo situato presso la foce del

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gnuole che erano piombate di sorpresa sulla città, riuscendo a disord inarle e a d isperderle,

Tartaglia (Angelo). Còndotticrn del sec. XV. Segul in va rie guerre lo Sforw col quale andò in discordia, lascian dolo d opo !'assedio d i Pisa del r406. Passò agli ' ordini d i f\raccio da Montone nel 1416 e a quelli d i Martino V n,el 1420, venendo a trovarsi d i nuovo subordinato allo Sforza, che lo fece decapitare per avere cospirato contro di lui. Tartaglia Plicolò. Matematico e ingegnere m il itare, 11. <.ii flergamo ( 1500-r559). Jnsegnò geomeLria a Brescia ed a Venezia. Fu anch<: bomba rdiere . Nel 1546 pubblicò l'opera: « Quesiti ed invenzioni di\1erse », ove appaiono k prim~ nozion i di balistica razio ..

nalc; nel parlare del tiro d i rirnbalzo,

accennò

al

modo

Francoli; esso venne ? reso d'assalto il 7 _çìugno fel icemente .

di , lifendcrsene e levando delle specie di « traverse » , Ideò un sistema d i fortificazione che sta fra il bastionato ed i l ta-

Malgrado i tiri proven ienti dalle O!JCrc spagnuole, i Fran-

nagliato, sì da essere conside-

ces i riuscivano a ricacciare i rlifensori lìn sotto le mura

rato come uno dei principali maestri della fortificazione italia na. Per fortificare le grandi d ttà propose si~tcn1i simili agli

dell 'abitato, sgombrando la linea avanzata. La lunetta Principe cadeva a sua volta il 16 giugno . Gl i Ing lesi avevano depositato in T . grande quantità di provvigion i e d i merci; epperò fu fatto ogni sforzo dai d ifensori, raggiunti da truppe provenienti da Valenza µcr via di mare . Ma il 2 t giugno le batterie di breccia erano pronte e le truppe d 'attacco adunare i,elle trincee insieme a zappator i mun ici di scale: alle 19 cinque colonne si p recipitavano all 'assalto della città bassa con movimento concorde , combinato in modo da garantirsi da sortite d all a città ,dta e da possibili sorprese daUc provenienze esterne. A ttraversando le varie breccie aperte nei sobbor ghi , esse vennero a impadronirsi de\ principale caposaldo d ella d ifesa, rappresentato dal forte Reale. La città bassa era cosl nelle mani dei Francesi; che nella notte aprivano una nuova rarallela contro la città alta, estendendola dal bastione S. Domingo al mare, in modo d a opporsi ad cveutuali tcmativi d i sortita d i quella parte della ~arn igione, tentatic i che sembravano probabili dato l' intervento delle navi inglesi. Il 28 fu aperta un a breccia nella cinta della città alta e alle r6 si d iede inizio all' assalto generale che si risolse in un vero massacro dei d ifensori e deUa popolazione civile, dato il furore degli assalitori, ch 'era1io esasperati dalla lunghezza delle operazioni d ' assedio. Nu merosi fuggiaschi furono arrestati da una bri• gata italiana sulla st rada d i Barcellona; cosicchè,, · oltre le nun1crose perdite dell 'azio.ne, cir'ca 10.000 uom ini. furono

condotti prigionieri in lunga colonna al Quartier Generale francese. In questo assedio gli Ital iani si d istinsero per valoroso contegno e singolar i atti d'eroismo. La presa d i T . influì in modo decisivo sulla sottomissione dell 'intera Catalogna e valse al generale Suchet la promozione a maresciallo di Francia.

Taimgoua. Reggimento spagnuolo di cavalleria (d ragoni), al servizio delle Due focilie, costituito nel 1752 e durato fino aJ 1799.

Tarrega. Città della Spagna, nella Catal0gna, in p r,,v. di Barcellona, sul rio Cervera. Il 3 gen naio 18n, durante la campagna d i N aroleone in Spagna, un corpo d i cavalleria comandato dal col. Schiazzetti, sostenne dentro l'abitato di T . un vivace combattimento contro le truppe spa-

'fartoglia Nicolò

odierni campi trince1::ati. Nel libro cc L a nova scientia >> v 1 sono cognizioni di balistica .

Tartana. Legno da commercio ed anche da guerra, dei Veneziani. Da principio era destinaro esclusivamente al commercio ed al trasporto; era lungo d i forma, viaggiava con sole vele ed era di facile ma novra; ma <1uando le T. si vollero adottare, nel sec. XVII, agli usi di guerra, ne comparvero d i varia grandezza, e con qualche modificazione di forma, La T . da guerra o 'I'. grossa, alzava 3 alberi cd era armata di 2 e sovente d i ·1 cannoni d i grosso cal ibro, e portava anche da 12 fino a 30 cann6ni pet rieri. Tartara (Repubblica Sovietica Socialùta). Repubblica della Russia Centrale; superficie 67.363 Kmq. popolazione (1926) 2.592,190 abita nti. Capitale Casan. Nel sec. XU I, i Tartari si impadronirono del territorio dei Bu lgari, ne distrussero la città princir a le e al suo posto costruirono Casan . Verso la metà del sec. XVI, il regno d i Casan venne conquistato da Iva n iJ Terribile ed i Tartari da allora in poi vissero in condizioni economiche n1isere che arrestarono il loro sviluppo culturale . Sulla fine del sec. XIX gli intellettual i tartari cominciarono ad esternare piani per liberare i loro compatrioti dall'oppressione del govern:, t usso. Nd 1905 si unirono al movimento rivoluzionario. Nel 1917 le masse tartare presero parte attiva alla lotta contro l 'autocrazia czarista e cootribuìrono a stabilire il potere sovie.

tico. La repubblica socialista sovietica autonoma T . fu proclamata •il 27 maggio 1920 .

Tartari. In Occidente fu dato questo nome alle popolazion i che costituivano gli eserciti di Gensis Can e d i Tamerlano e che .appa rtengono a famiglie etniche svar iate : Turchi , Mongoli e Finni. Nel 1223 invasero la Russia per la prima volta ; diversi anni dopo, Bater, nipote cli Gengis Can, (lopo aver saccheggiato la Russia e la Polonia, si spinse fino alle frontiere della Germania , m a Enrico Il <li Slesia lo battè a L ieg!l itz ( 124r) e l'invasione venne arrestata. Dopo il 1255 altre invasioni di T . saccheggiarono

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l 'Ungheria e la Polonia, minacciarono la German ia e tennero relazioni diplomatiche con 1a Francia . Dopo una guerra c ivile durata sette anni, nel 1313, sa lì al trono il giovincuo Usbek e per vari

anni i principi russi , aJ.. ]ora vassalli dei T. lotta• rono per la loro indipeo<lenza; parecchi <li essi pagarono con la v ita i loro tentativi di libertà. Varie guerre civili portarono l 'i1n pcro tartaro a dividersi in vari Stati. I g randuch i moscoviti , battendosi lungan1cnte, riuscirono nei secoli XlV e XV a dom i11are e assogge ttare i territori dei T. , finchè Potemkin, sotto Caterina II, Tartari della Guardia soggiogava l' ultimo loro ri(Russia. principio sec. XIX) masto : la Crimea . - Nel sec. XVIII e in p rincipio del XIX l'esercito rnsso ebbe, insieme a reparti <li Cosacchi, anche reparti d i Tartari.

Taruffi (Dante). Ge nerale , n. e m . a Firenze ( 1840r903). Provelliente dall'esercito toscano, p ~ssò in quello italiano e combartè n el 1859 e 1866 meritando t re menzioni onorevoli . Co lonnello nel 1884, comand ò l '89° fanteria e nel 1893 fu collocato nella riserva nella quale fu p romosso magg. generale nel 1898.

Taruffi Francesco. Generale, n . nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1887, partecipò alla campagna eri1rea del 1895-96 ed alla guerra contro l'Austria del 1915 -1918. Colonnclk, nel 1916, comandò il 2010 fanteria. Brigadiere generale nel 19 18, comandò sul P iave e ;,oi in Albania la b rigata Pug lie . In P. A. S. poco dopo la guerra, assunse nel 1923 il grado <li generale d i brigata :. nel 1932 passò neila riserva .

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<li inseguire gli Austriaci in r itirata in Valle Felia , mentre Guyeu li doveva inseguire pe r Valle Natisone e poi per l'alto Isonzo. Il geo. austriaco Hayalitsch, da entrambi minacciato ,l'aggiramento nelle: gole d ei monti, fu p revenu to a T. d all 'avanguardia d el Masscna il 20 marzo; il gen. Gontreui.1, austriaco, riuscì i l 21 a rioccupare T. ~ n1a i l 22 venne attaccato dall'intera d ivis. di Masscna e disfatto. Bayalitsch era così c h iuso fra Massena e Guyeu, sosten uto dalla divis. Sérurier. Massena dopo di c;ò rimontò la rota• bile lungo il torrente Raibl da cui discendeva il Bayalitsch , che, rreso fra due fuochi, capitolò. Gli Ausuiaci perdettero 30 cannoni, 5000 prigion ieri fra quali 4 generali e un numeroso carreggio (25 ·marzo).

Il. Battaglia di Tarvisio ( 16-17 m aggio 1809). Appartiene alle guerre d ell 'lmpero francese. In seguito ag li ordini d el p rincipe E ugenio, che inseguiva le truppe austriache r idottesi a T., il generale Dc;-saix si impadroniva del fortino d i Malborghetto, e<l il gen. Scras del forcino d i Pradel, mentre gl i Austriaci, comandati dall'arciduca Carlo , si concentra• vano a T. Il gen, Baraguay d 'Hillie rs doveva d irigersi su Villaco minacciando le sue comunicazioni e Desaix e Broussier <lovevano per l a grande rotabile avanzare da M alborg hetto. Un primo a ttacco sferrato i l r6 maggio da Desaix non riuscì. Riuscì invece url audacissimo attacco del Fontanel li da est che il 17 si impadronl di alcune opere e d i 18 cannoni. Il pr incipe E uge n io· fece allora rinnovare l 'a t• tacco d i fronte ; per modo che l'arci-luca , temendo che l"azione vicina d i Fontanelli e lontana d i Baragt:ay d 'Hilliers fossero pericolose per la sua ritirata, o rdinò il generale ripiegame nto da T. su Villacco (18 magg io). (Per il combattimento d el 7 ottobre 1813, v. Saifnitz).

Tarvisio. Cisterna per nafta, varata a Castellamm are d i Stabia nel 1927; dislocamento tonn. 11.700 , lunga m. II.~,50, larga m. 18; a pparato motore HP. 2640, velocità mig lia 10,4. Armamento guerresco lV 1:::0, II 76 a.a., 1 m itragl iera . Personale d'armamen to : 8 ufficiali t 75 uomini d 'equipaggio.

Tasca da pane. Più brevemente i nostri soldati la chiamano tascapane. È una ca pace borsa di tela imperrante la guerra del Risorgimeabilizzata, mun,i ta d i c,Jrrcggia per portarla J tracolla mento del Giappone ( 1868) e ~li pa~santi per assicurare la gavetta o ra borraccia . Quan-fu i l general issimo che CO· d'ancora non e ra stato abolito lo zaino, e cioè sino al 1926 , mandò le truppe regolari . il T. era un complemento di q uesto e serv iva a tenere cont ro i ribelli. Nel 1876 quelle cose che occorrevano a portata <li mano. Se lo zaino fu nom inato preside nte d el veniva lasciato a terra il T. seguiva i soldati che lo ind ossenato . N d 1889 Eu nom isavano a tracolla, mentre <li so lito lo portavano aggannaw capo di S. M. dell'eser- · ciato allo zaino, a p!'-eso d ietro la sch iena. L'at tuale T . è cito e della marina , e con• alquanto più ampio e meg lio con gegn ato . È fatto a scomti nuò in queste ca riche fino partimenti per evitare che il pane vada a insud iciarsi con al principio d ella g ue rra altre cose, vi è il posto per le ca rtucce e per le bombe a Cino-giapponese ( 1894). Allo mano, è d i te.ssuto d i cotone robustissimo , a perfetta te• scoppio di essa fu nominuta dalla )Jioggia, ha la correggia ~egolabile e i ga nci nato capo d i S. M. presso per applicarlo alla m itraglia trice per i portarma. (V . a nil Gran quartiere generale e che Zaino). morì di ,norte na turale duTashikiao (o Ta-schin-chiao). Città della Manciuria, a Taruhito r ame la ·guerra . l"'ca d istanza <lai golfo di L iao T ung, sulla ferrovia d a Mukden a Dairen. Tarv isio, Comune in prov . di Udine, p resso il confine italo_-aust ro-jugoslavo . D à il nome al col!c d i T . détto anche Battaglia di Tasl,ikiao (1904). Appartiene alla g uerra di Saifnitz o d i Camporosso. Località militarmente imporRusso-giapponese. Il gen. g iapponese Kuroki stava effettante poichè le comun icazion i rotabili e fenoviarie <1Ìver • tuando il grande aggiramento st rategico del le forze russe, gono in Valle Drava (Austria) e Valle Sava (Iugoslavia). occupan ti ancora saldamenre le colline a sud di T . con Taruhito. Principe imperi.aie giapponese (1835-1904). Du-

I. Combattimemo di Tarvisio (23 m~rw 1797). Appart iene a lle guerre della Repubblica francese. D0po il passaggio del Tag liamento Massena ricevette l'ordine d al Bnonapartc

fronte a sud . li II corpo d'armata (Oku) che si trovava in collegamento tattico col IV, e bbe l'incarico d i attaccare il nemico per /issarlo sul posto mentre l'aggiramento si pro-


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nunciava. I Russi avevano sulla d r. il r' corpo siber iano (Stackelberg), a sr. il IV (Serubajcv), a protezione <lei fianch i dtJe b rigate d i cava lleria. Sulla fronte le posizioni erano state ra fforzate con Lriucec. Il 23 luglio Oku a ttaccò con tutto il suo corpo d'armata. la dr. dei Russi, mencn: più ad est il IV corpo (Nodzu) teneva in 1·is,-etto la sr. d el IV russo. Oku respinse i distaccame11ti <klla linea d 'osse rvazio ne russa e riw,cì alla ~era stessa a stabilirsi sul n1ar-

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Ba<taglia d i Tashèkao (1 904) (Neri i Giapponesi; chiari l Russi)

g ine d elle alture. Il 24 all'alba fu ripreso l' attacco con la divis. <l i dr. su Tai-ping-ling, quella del centro su Sunchia-tun, quella di sr. stava su Ta i- Pin g-chuang-, proteg gendosi su i nanchi con reparti d i cavalleria. Nel pomeriggio ) 'artiglieria g iapponese à01ninò quella nemica e le fanterie vennero lanciate all 'allacco senza r iguardo a perdite; ma l 'attacco non riuscì data la forte resistenza dei Russi. La niaui11a del 25 l' azione venne continuata e la divis. <li dr. stibendo gravissime perd ite riuscì ad .i mpossessarsi di alcune ridotte rllssc della li nea di resistenza: anche la divis . del centro riuscì a raggi ungere r obbicttìvo asse~ gnatole. Ma ogn i resisten za dei Russi cessò , perchè, forse per minaccia d i dorpiu aggiramento, ricevettero l'ordine di ripiegare e c iò fecero sen1,a essere inseguiti. Perdite russe

complessive circa

;2000

u. e gia!)9onesì <.: irca un rnigliaio.

Tasker. (Ho({Jard Bliss). Generale d eg li Stati Uniti <l' America, m . nel 1930. Allo scop!)io della guerra Mondiale ricopriva la carica d i ca;,o di S . lvi , d ell 'eserci to. Fu in grande parte o pera sua l'organizzazione mil. che pcrmist: l' invio d i ingenti aiuti, sia d i uomin i che di materiali bellici, in Euro_pa. Su) fin ire d el 1917, colpito dai limiti d i e tù, lasciò il Comandp al gen . Pershing e passò a far parte de) gabinetto d el presidente W ilson che gli aflidò missio n i in Eu_rora. Taskisen. Villaggio della Bulgaria , nell'alta valle dell'Isker.

Combatr.inu:mo di Taskiscn (187ì). Appartiene alla guerra Russo-turca . Sciakir pascià aveva d istaccato Haker pascii, con ,10a ventina di bgl. ad occupYe la posizione di T. per opporsi alJ'aggiramcnto delle proprie posizioni a<l Aiah Konak, e per jmpedirc al gen . russo Gurko di aver libero il passo per Filipropoli, li 31 dicem bre Gurko, collegatosi a sr. col Kriidè.ller , non badando alla stanchezza d elle truppe, assalì la posizione di T., l'avvolse dalla sua dr. , ne conquistò l'altura predominante e costrinse 13aker ad abbandonarla. Ma questi e ra già ritiscito a per suadere Sciakir d el pericolo che lo minacciava d;i tergo, e ad indurlo a

TAS

sgombr are Arab-Konak , ritirandosi in fretta per la strada di Filip popoli, ritirata che ben presto d ivenne scom11ig lio. I Russi inseguirono, ma Baker pascià, con circa 8 bgl. sce!"ti, api;-rofittando delle posiz ioni di retrogua rd ia che i l terreno gli offriva, coprì la rotta in maniera che il vincitore dovette con tentarsi della presa d i 1b cannoni e circa 1500 prigionieri.

Taslémet. Villaggio della Cirena ica, nel sud bengasino, a 325 Km. circa a sud-est di Bengasi. Combattimento di Taslémet (20 gennaio 1929). Appart iene al le operuioui di polizia dd sud Bengasino. Il capo dei r ibelli Salah bu Cra im con i suoi seguaci (350 armati ed un numero in1prccisato d i dis:1nnati pronti a raccogl iere le armi dei mor,ti e feriti) si aggirnva nelle oasi della zona di T, Fu allora disposto l 'accerchiamento dell'oasi con tre colonne: gruppo Oasi (4 cp . eritree, l.lno sqdr. meharisti) da Gialo ; g rup po autorortato (un bgl. eritreo, 1 squadrig lia di 5 autohlindomitragliatrici, 4 pezzi da montagna) · da Bengasi; gruppo meharisti (3 -,qdr. meharisti, 2 pezzi da montagna, una banda Mogarba) da Agedabia . Erano in ttmo 1445 fucili , rr mitragliatrici, 6 cannoni; la squadrig'ia d( aeroplani di Gialo fo:·n iv~ le informazion.i. li g iorno 19 i ribelli erano segnalati_ e le t re colonne erano a contatto tattico. Alle ore 8,30 del 20 ebbe luogo un piccolo scontro con la retrogua rdia dei r ibel'i. Il gruppo Oasi li raggiunse a 8 Km. da T . ed alk u,30 li a ttaccò s11 larga fronte, ed infligge ndo loro una pcrdira di 50 mort i, li volse in precipitosa fuga verso est . Alle r3,45 giu ngeva sul posto il gruppo autoponato cbe si ianciò sul.le tracce dei ribelli : questi, non potendo più sfuggire, si ripararono dietro un erto terreno d u noso, ma il XV bgl. eritreo, sceso dag li autocarri aHe ore 15, Ji c ircondava , li 3ttaccava e li distruggeva. Essi perdettero 241 morti, fra i quali il capo, e 39 p rigionieri: le perdite dei grnppi ammontarono a 42 morti e 29 feriti .

Taso (o Tasso, ant. Tl,asu.<). Isola dell'Egeo, d avanti al golfo d i Cavala. Nel 465 a. C . i .suoi '1birant i si ribellarono ad A tene e questa man<lò contro d i loro una Aona comandata da C imo.oc, che bloccò la città. Gl i isolani chiese ro aiuti agli Spartanj, e co11clusc ro con e ssi un trattato per cui questi ultimi si impegnavano ad invadere l'Attica . Un grave terremoto impedì agli Spartani di agire e nel 463 g li a bitanti furono costretti dalla fame ad a rrendersi al generale a teniese. Questi pre tesè clic attcrra.ssero le mura della città, consegnassero le lo ro navi e pagasse ro tri~uto . Tassa militare. Adottata da va ri Stati, è stata imposta a coloro che nou prestano ~crvjzio effettivo so tto le arn1i per qualsiasi ragione, come corrispettivo per il va ntaggio econom ico che loro d e riva dall 'esenzione. E questo malgrado il fatto che tale ese nzione derivi da leggi m ilitari create nell' interesse d ello Stato, dal fatto cioè che coloro i qua li vengono a beneficiarne ubbidiscano semrlicemente alla legge. In Italia, si rcn tò invano <li for approvare quella T. co n proposte p resentate al Parlamento nel 1882 e nel 1892, e con un tentativo anche nel r9r3. Tassiarca. Era il comandante d ella tassiarch ia dell ·esercito ateniese, che si componeva di 128 opliti. Due tassiarch ie costituivano il sintagma . Tassoni (come Giulio) . Generale, n. a Montecch io nel r859. Sottot . d ei bersaglieri nel 1876, <lai 1896 al 1900 insegnò storia mii. alla Scuola di guerra . Colonnello nel 1902, connndò il 4° bersaglieri. Promosso (1909) magg . generale


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comandò la brigaw Umbria e poi i Granatieri di Sardegna. In Libia dal 1911 a l 1913, fu comand ante della zona di Zuara e vi guadagnò la c roce d'uff. dcl l'O. M . S. Avuto poi i l coman<lo d ella IV d ivis. speciale (Derna), d iresse nel 1913 le operazioni che porta rono all'occupazione del la pa rte centrale dell"altipiano ciren~ico

e

1ncritò

menda ddl 'O .

Ja

com-

M . S. e

la

promozione a te n. generale per

Tassoni Giulio

merito d i guerra. Dopo , li aver comandato per b reve tempo la d ivis. mii. di Milano tornò in Colonia nel r 915, quale 7° governatore della Trirol itan ia. Entrato in g uerra con tro l'Austria nell 'autunno de llo

s tesso 19r5, comandò successi~ vamcn te i l IV C . <l'A.; la Zona Carnia; la V, la VI) e

la IV armata e meri tò la med. d'argento e la croce d i gr. uff. dcll'O . M. S . Generale d 'armata nel 192.,, fu nominato senatore del regno nel 1919.

Tattica. t uno d ei rami d ell 'arte militare. Le definiz ioni date dt essa sono innumerevoli. VaJc la pena di ricordare quella del Blanch : « La tattica altro non è che un

metodo per appl icare e rendere flessibili g li ordini , conservandoli in tatti e poi ad attandoli a tu tte le circosta nn che l'attitudine d el nem ico e g li accidenti del tel'!"eno produ cono " . Questa -definiz ione, oltre q uello -della prolissità, ha il d iktto d i mettere trop po in evidenza gli « ord ini » t rascurando i mezzi. Piì, semplicemente pot rebbe d ir.si che essa « <ia bilisce i sistemi d'impiego delle uuppe e dei n1e22i nel combattimen to )) . Se è vero che esistonù norme tattiche e regol amenti che racchiudono e sanzionano una

dottrina tattica, ~ pur vero che la T. nulla ha di tassativo, in q uanto essa è adattan1ento variabile a ci1-costanze variabili e che nessuna formula è sufficiente e idonea pe r la soluzione dei suoi problemi. Esiste qu indi una teoria dcll,i tattica, in.a non esislc una tattìc.:a teor ica in quanto essa è per eccellenza o;Jerativa nel dllro campo della realtà bellica. Esiste però una T . formale, più che altro come denominar zione <li n1eccanismo di rna.novra pe r fissare le f ormazioni che possono assume re i reparti nel combattimento e le mo~ dalità d i cooperazione fra i vari ckn1cnti dei reparti e fra anni djvcrse. Se si vuole tenere in vita questa denomina-

zione, abolita nella tcrmi11ologia ufficiale, deve essere integrata d2lla rraticn del combattimento, che richiede adattamen to ai vari fattor i del }'rnbkma tattico e alla soluzione ch e d i essa danno i comandanti.. Da taluni scrittori in passato si faceva d ist inzione fra piccob. e grande tattica (distinte anc he coi termin i di tattica elcn1entarc e tattica su-

periore). La prima concerneva l'impiego delle unità inferiori, l 'altra comprendeva (!Uello delle gr~mdi unit?1, c.:ontem plava cioè il coord ina mento dell'azione fra i vari reparti e fra !e varie armi nella battaglia. Tale distinzione i: ora ca-duta in desuetudine pcrchè artificiosa) corne lo anche la denominazione d i (( piccola guerra >l .

è

Tattica Aerea. Sorse quando )"aviazione, d alla posizione di arma ausi liaria, passò a quella d i arma a sè. Neg li ultimi tempi della guerra Mondiale si profilarono d ue t ipi d,vers i d i T. A ., quella francese, che m irava alla ricerca del nem ico nel suo territorio, per batterlo sfru ttando la velocità dei ~.,-opr i mezzi ; e quella tedesca, c he m irava a im pedire ali 'aviazione nem ica <li passare oltre alle lince,

T AT

e ad utilizz.1rc la rapidità -di salita e l'altezza di volo d ei propri a!)pa1ccchi per abbattere quell i nemici. La ricerca d i un tipo d, T. A . è legata alle decisioni circa le q ualità d i aviazione ,,lk quali si vuole dare maggiore i mportanza e svilup po : da caccia, d a bombardamento, da esplorazione, <.la ricognjzione, ecc ., e al criterio d i costituire vere e p ro-

prie a rmate aeree, con t ipi un iform i, <li grande rotenza, oppure dj n1antenere una tJUa11tit:ì di tipi di velivoli atti ~d essere impiegati coi: le varie modalità già sorte durante la guerra Mondiale.

Tattica. navale. In marina, la tattica, dovendo studiare l 'impiego delle forze sul campo di battaglia, r ivolge la sua attenzione principalmente: 1") alla omogeneità d elle navi che compongono le forze navali, sia dal lato d ella velocità massima, sia d a quello della p rotezione e dell'armamento; tiucsti fattori sono con.t<:mporaneamente organici e strategici; 2°) ai n1ovi mcnti relativi delle varie navi, una _rispetto ali 'altra!

per raggìungere formazioni e

posizioni

tattica-

mente vantaggiose rispen o a quelle del l'avversario; 3°) al miglior impiego sul camp1 d i battaglia dei vaù tipi <li u n ità a seconda d ella prevalen za dell'a rma cannone o siluro. Nella parte tattica la scien za viene in aiuto dell'uomo con la ,,. C inematica Navale ,, , ossia lo studio d i problemi che possono essere risolti con formule matematiche, basandosi p rincipa hnente sul fa tto che la veloci tà ,, i raggi con cui si co,npiono le evoluzio ni delle navi sono ben determinati e variano e n.tro limiti relativamente piccoli per effetto degli agenti ester ni.

Tattica di addestmmento. Azione didattica che mira a fornire la capacità rattica . I suoi fattori sono jn molta parte suppost i e presun ti, specie quelli !JSicologici. Per la d israr ità fra il t irocinio usuale in pace e l'esercizio reale dell'arte tat tica nel suo ambiente positivo <li guerra, l'addestramento tattico ha da superare di f!ìcoltà ignote ad altri addestramenti professionali. Pertanto, la T . di A ., nel suo lavoro d ottrinale e pratico, mira a conformarsi alla stretta realtà <iella guerra quale sarà. secondo è umanamt.nte preveciibile, considerati tutti i fatto:-i che vi concorteranno, format i e in forrna:t.ionc . Priucipaln1ente, essa distingue i fattor i immancntj dai contingenti , ossia ciò che no11 muta

pe,· mutar d i tempo, come i sentimenti fondamentali dell'uomo, <IJ ciò clic im ita a causa delle ' variazion i sociali, polit iche, industria lì scientifiche, ecc . (anni, numero e for• rnazion i dei combattenti e via d icendo) . Vi si d ist inguo no una parte descrittiva, prorriamcntc tecnica, e una parte psi~ cologica o spirimale . In sostanza la T. di A. non esce dal) 'ordine generale d elle n.ti pedagogiche. Il rno risulta to è, 1

nei lim iti <l i una certa possibilità, sicuro, come è sicuro il risul tato <lì un qu'1 lsiasi jnseg-namento quando si segua no i buon i canon i della <.!ida ttic,i. J\ll'uopo si usano anche i procedimenti o le forn1c dcll 'azione tattica; n1a \"avversario, supµusto o segnato o rapprese ntato ; è sempre 1

mezzo didattico .

Capt1cità tattica. t la facoltà d i giustamente apprezzare i fattori del problema tattico, d i p ronramence risolvere tale r roblema e perseguire, con perizìa e a.rte, la decisione fino

al comcguimcnto d el risu ltato i:refisso . (: dunque la r isultante di più requisiti che devono assommarsi neHo stesso comon<ian te: È necc·ssaria una base naturale e cioè una oa~

turale attitudi11e, che si manifesta essenzialmente come pronto intuito, rap ido e preciso apprezzamento del .rapporto fra le wse evidenti e note e le incognite d d p roblem~, ch e spesso sono molte e importanti. Su raie base noturale si innestano le facoltà acq uisibili e acquisite, ossia In preparazione tecn ica e tecnico-scientific,1 e la competenza


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acquistata coll 'esercizio pratico del comando. Vi è una base generale tecn ico-scientifica comune a tutti i gradi , ed è costituita dalla perizia nelle d iscirline così dette professionali (topografia, armi e tirn, fortificazione, storia militare, ecc.); e vi è la parte dottrinale di propria competenza in rapporto all'ar ma, specialità, reparto che ciascup ufficiale comanda. La conoscenza dei procedimenti tattici non deve limitarsi all'impiego del proprio reparto; il comandante di qualsiasi grado deve conoscere tutta la tcrnica della barraglia moderna, per ;apere come l'azione del ~-roprio reparto venga inquadrata e coordinata, sia nei reparti superiori che coll 'azione d el le altre armi, le tendenze della dottrina che continuamente si evolve, e la dottrina tattica degli esercirj esteri; specialmente d i quel li che saranno i probabili nemici d i dom ani. f;. però l'esercizio effettivo del comando la vera pietra di paragone della capacità tattica . Studiosi, teorici, dottrinari, spesso hanno conosciuto il fallimento della propria opera nell'azione pratica, ["Oichè la capac ità tattica è materiata anche d i clementi etici e psicologici.

Codice tattico. F u il Duce a dare tale nome alla raccolta dei regolamenti fondamentali militar i di indole tatt ica, pubblicati dopo il periodo bellico, t roncando tutte le incertezze <: tutti i d ibattiti che sulle question i principali esistevano fra gli studiosi, sia nel campo organico che in quello dottrinale. Se nessun codice è eterno ed immutabile lo è tanto meno un Codice Tattico: pur tuttavia era possibile fissare in modo inequivocabile dei capisaldi, quasi aforismi d i dottri na, da ser vire come pietre angolari dell'edificio ed esser! d i guida a tutti, e ciò è stato fatto . li C. T. consta di due volumi : « Norme generali <l'impiego delle grandi unità di guerra » e "Norme Fer l 'impiego tattico della divisione ». Da essi derivano, ed in essi si inquadrano, 1c norme di addestramento per le varie a rmi e specialità. Il primo è del r926; esso p recisa aspetti e modi dell'azione nel quadro delle gnrnd i unità fino alla d ivi s. compresa. Il secondo esamina l'azione in offensiva ed in difensiva della grande unità fondamentale della battaglia, che è appunto la divis. d i fanteria, anal izzando partitamente i fattori e i mezzi , determimn<lo la figura del comandante, e il modo d'essere del comando, st abilendo le caratteristiche delle varie armi e del loro impiego, e dello svilupf" e dei servizi più direttamente attinenti alle operazioni. Indi affronta in pieno quel complesso d i ope- ' razioni che conducono un escréiw dalla radunata alla battaglia , lo spingono ad un energico sfruttamento del successo, oppure lo sorreggono .nella delicata situazione che consegue ad un insuccesso. Per ognuno dei singoli argornenti viene indicato lo scopo, si avvisano i mezzi, si pre.. cisano i compiti, ed iJ1 base ad essi si determinano le modalità d'azione, a seconda della funzione che ciascuno d i questi e len1enti può rappresentare nel momento e nel q ua• dro generale dell'azione. Si danno nel codice ai comandanti, per ogni argomento, le sole idee centrali a g uisa d i punti fermi che possono costituire le lince scheletriche del ragionamento enlro il quak dovranno inquadrarsi al momento orportuno le circostanze varie sulle quali il comandante sarà chiamato a <lec,dere. Dottrinti tattica , o Teoria del/ti tattim. Varia · a seconda dei mezzi di cui sono dorate le for7.e armate e a seconda della costituzione organica dei reparti. Si inspira ai principi generali <lell 'arte della guerra, che ne cost ituiscono i l s,ibstrato, e ali 'esperienza della guerra t:lrima, dalla quale si sono tratte le norme della dottrina vigente. Più precisan1ente si sono voluti escludere indirizzi , abitu<liJ)i~ proce~

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dimenti della guerra stabilizzata, inadatti alla guerra eh movimento, fissata come postulato fondamentale della vigente dottrina. La dottrina è parimenti orientata allo studio dell'azione offensiva che è il ~olo modo capace di risolvere h lotta. Infine in essa è stato d ato grande valore all'elemento uomo, fattore primo della lott~ e della vittoria. La dottrin a è fissata nei regolamenti: quelii che cont,,,nplano l'impiego delle grandi unità sono chiamati « Codice Tattico ». Nel complesso dei vari regolamenti, è stabilita una nomenclatura obbligatoria per tutti e che nor.. deve essere nè a lterata nè variata; cnu1nerati quali sono i fattori

e i mezzi <li azione (grandi unità, comandi, trufpe , informazioni_, aeronautica, osservazione, c.ollegan1enci, diict-

tive, ordini) viene fissata la /isonomia d ella ba rraglia moderna e per ogni fase <li essa vengono dati cr iteri, direttive, norme, sia per le grandi unità che per !e minori. Questo quad ro riassume schematicamente la struttura dei regolamenti e il procedimento dell 'azione offensiva secondo la odierna dottrina tattica: a) Marcia al nemico: esploraz ione avanzata, n1ovin1ento delle grandi unità, esplorazione vicina, avanguardie, soste; b) Offensiva in ten-ello libero: avvicinamento, organizzazione dell'attacco, preparazione del 1'at r.acco, esecuzione dell'attacco , sfruttamento ,del successo, inseguimento; e) Offensiva in terreno organizzato: avvicinamento, organizzazione dell 'aLtacco, preparazione <lell 'attacco, esecuzione de ll 'attacco; d) Difensiva : organizzazione della d ifesa, contropreparazione, resistenza, contrattacco, difesa in terreno organizzato; e) Manovra di 1·ipiegamento; f) Casi particolari dfll' azione offe11sivt1 e difensiva: combattimento nei boschi o negli abitat i, operazioni attraverso le strette, forzamento e difesa dei corsi d'acqua, combat timento nell'oscurità e nella nebbia. Nelle istruzioni d'arma per ciascuna uniti,, d alla squadra al regg. e unità similari, dopo le norme sull 'ordinc chiuso e sul meccanismo della manovra tattica, è trattato in dettaglio del loro addestramemo e del loro imriego nell'azione offens iva e nella clifensiva, sia in terreno !ibero che jn terreno organizzato.

Particolare sviluppo è dato .i n tutta la regolamentazione alla cooperazione fra le varie armi.

Problema tattico. La tecnica mil. si è molto sbizzarr ita nella d iscussione ie il processo logico mentale che ha la sua conclusione nel concclto operativo di una azione tattica e nelia compilazione <lei conseguente ordine di operazione si debba chiamare « tem,1 » o ,, problema » . La questione si riallacc:a al dilemma . ,;e esista una scienza o un'arte m ilitare. Se è vero che la soluzione è determinata da moventi artistici è pur vero che i dat i da cui la soluzione stessa promana sono positivi : sono cioè veri e propri fatto,·i che <.l anno luogo alla impostazione di un problema e a una soluzione che è bensì artistica , ma dedotta da elementi positivi. Di questi fattori non tutti gli dementi sono noti: spesso le incognite surerano le cognite ed il lavoro di ind uzione talvolta prevale e richiede, specialmente c,ggi, spiccata attitudine all'arte del comando affinata con lungo esercizio e con soJida prepa razione dottrinale e scicmifìrn-stor ica. Consegue da ciò che .i l compito dell'ufficiale mod'.'rno, specie di fanteria (in quanto è questa che <là la /isonomia all'azione tattica) è quanto mai d ifficile. Siccome molti elementi <lei singoli fatton del problema non sono noti bisogna imperniare il ragionamento, per la soluzione di esso, su delle ipotesi che finiscono per essere utile e necessario strumento d i lavoro . Più le ipotesi avranno il carattere di verosimiglianz.a e più la soluzione sarà geniale oltrechè logica. Si conviene che i fattori positivi del P. T. siano questi: <( compito >) (o << scopo ))), << forze e 1nezzi » , « si~ tuazione )) , « terreni )>, <( tempo >> (V. alle singole voci).


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Ciascuno d i questi te rmini non va naturalmen te esa minato da solo, ma bensì in rappo rto a rutti g li altri. Ogn i so!u. z ione risente della personalità <lei solutore; e se è vero che esiste una scienza mil. questa praticamente si estrinseca senza regole fisse e positi ve: e cioè nel campo p ratico d ivema cd è arte.

Scuole tattiche. Denominazione adoperata nel periodo dell 'arte mil. moderna, per inclicarc i vari tipi d i T . corrispondenti a d iverse domine mii. d egli Stati. Fin dall'antichità, og ni popolo, si può <lire, ebbe una. Frop ria T . corrispondente alla p ropria natura, all 'entità e a lla qualità delle, forze militari, ai mezzi bellici in uso. Nel per iodo del1'arte mil. moderna si distinsero sornmariamcntc tre scuole : la francese, basata su colonne p rofonde <l'attacco, con urto alla baion e tta, con la « furia » che fu appunto detta « francese »; la scuola inglese, basata su formazione lineare tendente a dare invece grande sv i'uppo al fuoco; la scuola prussiana, o mista, fusione dell'ordine sparso con la linea di colonne d i compagnie, che, avendo avuto successo nel 1870-7r, venne adollata dagli altri eserciti europei. « Occorre n1utar rarrica. ogni dieci anni )> : questa m~ssi.na <.l i Napoleone d ice che l'arte m ilitare buona è quella comro cui il ne1nico non è #f parecchiato, sicchè non conviene dar tempo a li 'avversario d i saper bene qua le tattica adop reremo cooLro di lui, inr.ovando conrinuarnentc. Ma, oggigiorno, riesce assai difficile avere un~ tattica che non sia conosciuta dall'avversario, poichè le regolamentazioni, la letteratura e le esercitazioni tattiche dei vari eserciti possono agevolmente essere conosciute e seguite da tutti quelli che ne abbiano interesse.

Tauberbiscofsheim. Città d ella Germania (Baden), sulla Tau ber.

Combattimento di Ta11berbiscofs.l1eim (1866). Appartiene a lla campagna della Prussia contro gli Stati minori alleaci d ell 'Austria. Assian i, Badesi, W i.irttembergbesi si erano sistemati sulla <lr. d ella Tauber, e cootro di loro avanzò il cor FO prussiano del gen . Manteuffel (40 . 000 u.) clirige n<lo le divis. Goeben a clr., la d iv is. Beyer al centro, la d ivis . F lies a sr. Il 24 l uglio alle 14 cominciò l'attacco di T. per parte della brigata Wrangcl: dopo i primi colpi d i cannone tirati sulla città i Wurttemberghesi l 'abbaodonarono , per tornare alle ore 17 a riattaccarla, ma dovettero ripiegare d i fronte alla resistenza frontale dei Prussiani e ad un a ttacco d i fianco pronunciato da reparti della brigata dc \Veltzien che avevano, poco a valle, passato la Tauber. La notizia del passaggio (divis. Beyer e Plies) indusse le t ruppe federate a ritirarsi sul pianoro di Gerchsheim ed Altertheim d ove li raggiunse la notizia ·d ella tregua stip ulata i l 27 lug lio a Nikolsburg .

Taufers (oggi Tubre o Tovero) . Comune della Valle Venosta, in prov . d i Bolzano. Combattimento _di Tat1fen (1799). Ar partiene alle guerre della Repubblica francese. Mentre Massen a operava nella Sv izzera, il gen. Giuseppe Lcchi ebbe jl comando di un corpo staccato nell 'Alta Valtellina, per fronteggiarvi il gen. austriaco Laudon stabilito a T. Il Lech i d ispose per l'attacco in viaado il 25 marzo per sentieri alpestri la bri gata Dessolles all'attacco di Glorenza, mentre egli stesso, con truppe italiane ai suoi ordini, procedend o frontalmente a ttaccava la ridotta di T. Le truppe di Laudon opposero ser ia resistenz.~ n1a, c ircondate da ogni parre, vennero sba~ ragliate, lasciando in mano al vincitore 4 000 prigion ieri, tutte le artiglie rie, armi, bagagli e perdend o circa 1000 u .

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fra morti e feriti . - Il 4 aprile il gen. Laudon, rinforzar~ <lai Bcllegarde e a capo di 40 . 000 u . avanzò su T. ten uto dal Dessoles con 1 2.000 u. Q uesti dopo breve resistenza iniziò la r itirata in buon ordine, r iuscendo a ripiegare in• d isturbato nell 'Engadina.

Tauro. Catena montuosa dell'Asia Minore. l. Battnglia 11el Tauro (274 a. C .). Appartiene alla guerra di AJllioco Solero contro i Gabti. li primo, numericamente inferiore, confidando nei 16 elefanti d i cui disponeva, schierò le sue forze e attese l 'attacco. r Calati avanzarono preceduti da carri falcati, ma, all a vista degli elefanti che d alla second a linea passarono fra intervall i n~lla prima , vacillarono, e, sotto l'attacco delle trup pe di Antioco, andarono in rotta, con gravi perdile in morti e p rig io n ieri. Il. Battaglia nel Tauro (39 a. C.). At-'partiene alla g uerra intrapresa dal triumviro Antonio contro i Parti,..ad jsrigazione d i C. Azzio Labieno, rimasto per parecchio tem po presso la corte del re partico Orode I, avevano sotto il comando del principe ereditario invaso l'Asia Minore, la fenicia e la Giudea. Antonio v i spedl con un buon nerbo <li milizie il suo legato P . Ventidio Ilasso, il quale appena sbarcato nell'Asia M inore, sorprese il Labieno , che già ;iveva assunto il nome di imperatore partico, e andò caccia.ndo <lavanti a sè iJ g iovane avventuriero fin nelle gole d el Tauro presso l' attuale monte d i Ala Dagh . Le masse <lei Parti, avvicinatesi dalla Cilicia, si scagliarono contro il suo campo, ma Ventidio respinse l 'imFetuoso assalto. Le milizie di L,bieno perirono quasi tutce nella r; tirata, e il tradicore fu p reso e mes.;o a morte. ll f. Battaglia -nel Tauro (cstace 1305). Ap partiene alle imprese degli Alrnovari in Oriente. Raccolti agli ordi.ni de! Rocafort, con un corpo d i cavalleria al comando d i Rllggiero d i Fior e milizie greche al comando d i Marulo, avanzarono in nurnero di clrca 5000 nel Tauro contro un eser~ cito musulmano (li 20 . 000 fan ti e 10.000 cavalli. Allo sbocco delle gole dei monti si attaccò battaglia, che finl con lo sbaraglio e la StrJge dei Musulmani.

Tauroggen. Com une d ella Lituania, presso la dr. del Nicmcn, nel territorio di Kaunas. Il 21 g iug no 1807 Ales• sandro I di R ussia v i firmò l'armistizio che prende più com unemente il nome d i T ilsit. Convenzione di Taurogge11 (30 dicembre 1812). Fra Prussia (geo. York) e Russia (gen. Diebitsch). li corpo prussiano si impegna a non più combatte re contro la Russia, separand osi dall'esercito napoleonico . La d efezione rappresentò i l segnale della sollevazione d i tutti i popoli germanici cont ro la Francia e fu seguita dall 'allcanza della Prussia con Russia ed Austria oc! marzo 1813.

Taus (ceco: Domazlice). Città della Cecoslovacchia, nella Boemia, a sud di Pilsen, sulla Budbuza. Il 14 agosto 1431, nei dintorni d i T., durante !e g uerre degli Ussiti, l'eser• cito imper iale condotto d all'elettore Federico d i Brao<le- • burgo, colto da terrore panico, p r im·a d i incon trarsi col nemico andò comple tamente disperso , dandosi ad una foga precipitosa . I Iloemi sopraggiunti diedero fuoco alle polveri lasciate dagli .i mperiali, e gli scoppi p rodotti aumentarono il terrore dei fuggiaschi che perdettero 11.000 u., tutto i l bagaglio, tu tta l'artig lieri a e le munizioni . Tavanì (Git1ditta) . Patriotta romana, che fu l'anima d i un tentativo cl 'insurrezione a Roma cont ro . il governo papale. La polizia ne ebbe sentore, ed assall il lanificio d i Giulio A iani, d ove i congiurati si erano raduna(i, il 74


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24 ouobrc 1867. Anima della d isperata difesa fu Giuditta , con suo marito Francesco Arquati e un loro figliuolo di dod iCl anni. Un pri1no assalto dato dagli z uavi e dai gen. dannj pontifici venne respinto, ma infine i d ifensori fu. rono sopraffatti e la lotta continuò nell'interno, fino a che

tutti i p:,triotti furono ll)assacrati. Ultimi a perire per le baionette pontificie furono i due sposi e il fanciullo.

Tavani Augusto. Generale, nato a Solie11 nel 1871. Sottot. d i cavalleria nel 1892, partecipò alla guerra contro l'Amtria. C'Jlot•ncllo ud 1917, comandò i lancieri di Monrebdlo ed i cavalleggeri di Saluzzo e meritò la me<l. d i bronzo. In P . A. S . nel 1927, f:u promosso generale di brigata nella r iserva nel 1930.

Tavannes (Gaspare di Saulx, d,). Maresciallo francese (1509-1573). Combattè con Francesco I a Pavia e .rimase vrig iouicro. Partecipò poi alle campagne d i Piemonte e del Lussemburgo e fu governatore d i Ve«lun. Luogoten. della Borgogna nel 1556, prese 'parte alla guerra d'Italia del 1557 e nel 1558 alla presa d i Calais e di Thionville; infine (1572) fu governatore di Provenza e ammiraglio . - Furono pure marescialli i suoi figli Guglielmo, fedele alla monarchia e Giova.imi, contrario alla monarchia d i Enrico IV. Entrambi i.ascia rono Je loro « Nicn1orie >l . Tavazzani (Cesttre). Generale medico, 11. a Pavia nel 1859. Sottot. med ico nel 1884, dal 1887 al 1897 prestò servizio in E ritrea. P artecipò alla guerra contro l'Austria e d ivenne colon nello nel 1916. In P . A. S. n el 1920, fu promosso magg. generale medico nel 192,1. Nella riserva nel -r925, ebbe J., promo,oione a ten . genera le medico od 1923. Taverna (cont e Rinaldo). Generale, n. a Milano, m. a Ro ma (r839-1913). Sottot. dei g ranatieri nel 1860, meritò nella campagna d i quell 'anno una med. d 'argento e una menzione o norevole, e in quella del 1866 una seconda me<l. d ';irgcnto. Aiutante d i campo del Re e colonnello nel 1881, passò nella riserva nel 1882. Magg. generale nel 1895, fu

promosso tcn. generale nel 1904. Deputato nella XII[ legislatura, senatore del regi10 nel 1890,, fu a lungo prcsi<lentc della Croce Rossa e per I 'organizzazione d i essa udla guer. ra contro la Tu rchia (19n-12) ebbe la med . t i 'uro t lei benemeriti della salute pubblica .

Tavema Carlo. Generale, n. nel 1863. Sottor. degli alp ini 11el 188t, partecipò alle campagne eritree del 1887-1888. In P . A. nel r915, venne ri•

ch iamaro in servizio per la guerra con tro l'A ustria e promosso colon nello. Nd 1926 ebbe la promozione a generale d i brigata nella r iserva.

·ravcrna Rinaldo

Tavolaccio. È la giacitura caratterislica delle sale di puni zione e dei cor~•i d i guardia. Vien costruito con legno solido cd è lungo quanto un uomo e largo a seconda delle persone che vi si debbono coricare. Tale giacitura era normale per tutti i soldati nel secolo XVI, allorquando si corninc.:iò ad organizzare ]'accasermamen to <lei regg. d'ord ì-

, nanza . Con l 'adozione delle brande è rimasto solo per i pun iti e per i comandati di guardia. Ai pr imi ser ve a rendere fisicamente più dura la pena, ment re per gli altri è soltanto destinato a evitare un eccessivo logorìo di mater iale mobile e per non fa r abbandonare in un riposo trop po profondo coloro i quali debbono star sem pre pronti ad ogni chiamata. È 11el comune frasario d i quartiere I ·ammonimento: « T i fo' dormire sul t avolaccio», volendo minacciare alcuno di rrigione.

Tavolara (ant. Buccina) . Piccola iso la sulla costa orientale della Sardegna, <lavant i l i golfo d i Terra nova. Il 2 Ol· tobre 1628, l 'ammir. toscano Montauti, con cinque g alere, navigando in q uelle acq ue, scorse cinque galere d i Biserta che stavano approdando. Egli attese che parte delle ciurme

La strage della fa miglia Tavani-Arquati (quadr ò di Ademollo)


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fosse sb:Hcata per l 'acquata e aliora avanzo unprovvisa~

nt~ggevoli e, narunll1nente, n1cno precise, m a che ben ri~

sbarcali, cercarono

spondono allo scopo di un rilevame nto spedit ivo). T r a le p r incipali vanno notare : la Schroder, che o/Tre il mezzo di riporta.re automaticame nte, e in scala , sul foglio d a di-

Incnte . I corsa ri , lasciando a terra gli

di fuggire . l i Montauti riuscì a catturare d ue navi , prendendo 300 u . e li berando 512 Cristian i. 60 corsari rimasero uccis i: le galer~ toscane ebbero 23 mort i e 100 feriti. Tavoùr,-,1. Rimorchiatore, varato a D ordrecht nel 1916, d islocamento ton n.

1.20,

l un.go rn . 22,85 ,

largo rn .

4~90;

apparato motore cavalli 253, velocità miglia 8. A,mamcnto guerresco : un cannone.: da 76. Personale d'armarnento: uornini.

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Tavola di tiro a traiettoria gritfica. È un d isegno fatto su carta mi llimeuata, clic; rappresenta in scala o pportu na (general mente , :25.ow) il foscio rlellc traiettorie d i una bocca <la fuoco nttcn utc fOn angoli di tiro di\•ersi; i mpiegando un dato proiello, una d ata car ica e per un 'altitudine stabilita. Queste tavole sono desume da qudlc ord i-

segno, la traccia d i un c;am.m ino re ttiLineo percorso e , quin -

d i, quella di corrispondenti Foligonali e lince d i rilevamento; la Fève, distribu ica nel 1866 ai corpi dell 'esercito , la Trinquicr; la Monticolo; la Cavicchi . L a tavole-Ila prc-torimw, sopra citata, è ll goniografo tipo per jl rilevamento delle T . a l 2 5 .000 e i quadran ti al 50.000. Fu detta prima " dello Staio Maggiore » e poi « dell 'Istituto geogra(ico militare» . È munita d i alidada con ca nnocchiale, eclimetro e riga graduata.

Tavoliere. i 48" legione delb M. V. S. N., cost ituita su cinque coort i a F oggia nel , 923.

zon!e <lclla bocca da fuoco e per angoli di t iro variabi li d i 10 o 20 gradi n1illesima lì, daJl"angolo massimo Ji tiro a quel lo minimo ·c oncessi dall'affusto.

Tayacas. Vil laggio dell 'isola d i L uçon, nelle Fi lippine, Durante la g uerra !&pano-Americana del 1898 lo presidiavano gli Spagnuoli (448 u .) ridotti a disporre di sole 200 cartucce per .fucile. A ttaccati il r7 luglio 1898, essi respin -

Tavole di tìro ordìnarie. Sono t abelle numeriche

sero g li in sorti, superio ri d i .nun1ero e fornili d i cannoni. Ma il IO agosto successivo , aperta la breccia a canno nate,

1rnric , e so.no traccia te

consi<lcrando j) bers;;iglio sull 'oriz-

contenenti i dat i occorrenti !JCr eseguire il tiro <" rcr giud i-

ca re della sua g iustezza e<i efficacia. Hanno sempre per ar-

gomen to la gittata x: tl1tti gli altri dati sono corrispondenti a questa . Si distinguono in T. a carica fissa, q uando le sucq:ssive gittate si ottengono variando l 'angolo d i proiezione; ad angolo fisso, quando la bocca da fuoco è jnstallata in modo da assumere una sola inclinazione, generalmente la massima consentita dalla installazione, e le successive gittate si ottengono variando la carica <ii lancio. I dati contenuti nel)-, "/'. <li, tiro si possono classificare così: dati di puntamento; dati di correzione; dati d i precisione ; dati di efficacia.

Tavoleto. Comune in prov . dj Pesaro . Rocca con torre maestra roton<ia. Fece parte del territorio riminese. Nel 1438 fu saccheggiato d a Federico Monte feltro i n guerra con Sig ismondo lvJa lalcsta . Venne occupato <la Cesare Borgia,

il quale Jo perdette nel 1503. Fu in seguito preso da G iovann i Hoscetto, con un buon nerbo di truppe. Il 31 marzo del 1797 venne saccheggialo da i F rancesi.

Tavoletta speditiva (Topografia) . Nd le .ricognizio ni topografiche per l 'aggiornamento reriodico della ca rta d 'Italia, l'Istituto geografico n1ilitan.; , o ltre a strurnc 11ti vari, co me busso le 1 tele metri,. sestanti, pris~11i, ecc. , a<lo.pcra ta-

volette (più piccole d i quella pretoriana, pi,ù leggere e ma-

gli insorti riuscirono a entrare nella linea di d ifesa . Finite le munizioni, nella impossibil ità di resistere, i difensori s1 arresero, doro aver perduto 27 morri e 92 feriti.

Tazio (Tito). Re sabino . Nel 745 a. C., in seguito al ratto delle sabine, prese le arm i con tro i Romani e dopo tre battaglie cessò le OSli11tà in ,eguito àll' intromissione delle donne della Sabina. Unitosi quindi a Roma pa rtecipò alle lotte dell a città per la sottomissione delle pop<ilazio11i v ic ine . Tazzoli (Enrico) . Patriotta, n . Mantova (1812Sace•dotc, p rofrssorc d i fì. losofia, prese rartc alle congiu re contro l 'ALIStria e subì per ~ueTazzoli Enrico sto una lieve condanna nel 1818. Arrestaro nuovamente ne l 1852, [u mandato al suppl izio il 7 d icembre. a Ca1111eto , 11''1. a

1 852).

Tcernicev (Gregorio Pc-trbvic). Generale russo (1672r745). Co111h'1ttè sotto Pietro il G rande d istingucrldosi a Na rva, a Poltava, a Vìborg , a H elsir1gfors e divenendo magg. generale. Hattè gli Svedesi nel 1714 presso il lago Pcipus ; sono C,tnina I divenne luogotcn. ge\\ . ·e gòvernatore della Livo nia: sotto Anna generale iJJ capo. T cc-m;ccv (p,·incipe A lessandro lvanovic). Generale russo ( 1770-1 857). Partecipò alla ca i,1pagna del 1 8 r2 contm Napoleone, divenne ministro della guerra e capo dello $. M. nel r828; fu presiden te del consiglio dal 1848 al 1852.

Tching (Tc/,ing-Kong). Pirata ci nese del XVII secolo. Fu dapprima al sèrvizio dci Manciù invasori della Cina, ma , d isr rezzato da ess i, giurò loro od io m ortale battendoli iu nun1erose battag lie . Assoda~osi il don,inio Manciù in Cina, si fece pirata ed assalì i possedimenti portoghesi e olandesi delle isole di Formosa e d i Pong ' hou, cacciandone g li .Europei ~ creandosi

Ufficiali dell: Istituto Geografico 1\-lilit.ar~ al lavoro con la ta\'olerta pretoriana

un

vasto reg,no

insu lare .

Mod

nel 1670 al colmo dell a potenza d opo esser stato implacabile avversano della marina cinese•manciù, r•affùrzato d·all'allt-anza da l ui fatta co n l 'Inghilterra .


Tc1

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1172 -

Tcitciacov (Paolo Vasilievic). Ammiragl io russo (r7671849). Partecipò nel 1796 alla guerra contro i Francesi nei Paesi Bassi e divenne sotto Alessandro I minist ro della marina. Nel 1812 assu nse il comando d i un corvo d 'esercito col quale partecipò alla campagna contro N apoleone. Non essendo r iuscito a impedi,e all'imperatore il passaggio della Bcrcsina, fu costretto a dimettersi cd emigrò in Francia, e poi in Italia. Lasciò una « Rel azione del passaggio della Beresina )> e un volume d i (( Memorje >l .

Teano (Tearu,in Sidiànum). Comune in prov. di Napoli, alle falde del colle Marsica. Fu capitale -dei Sid icini, i quali furouo prima sottomessi dai Sanniti e poi dai Romani. Nel secolo XV, Marino Ma21.ar1i, duca di Sessa, vi fece costruire un grandioso castel lo <li cui restano gli avanzi . Nel 343 a. C. vi si combattè una battaglia fra i Sanniti e 1 Si-dicini, i quali, quanrunquc avessero ricevuto rinforzi dai Campan i, vennero scon fiui. Nell'82 a. C. k truppe mariane comandate -da Lucio Cornelio Scipione, vi furono sconfitte d a quelle del J:'artito di Silla. Nei° 1648 T. fu assediata dagli insorti che parteggiavano per Enrico d i Guisa, condotti da Domen ico Colessa, <letto Papone, ma fu ben presto liberata per opera delle t ruppe regie, comandate dal pr incipe di Roccaromana. Convenzione di Teano (r3 febbraio i 806). Regolò le cond izioni del!a resa ai Francesi della piazza d i Capua e dei Corti e della ciltà di Napoli. Sella di Tea,;o. Varco del Preappennin,, Campano (Monti Gandini) che apre lo sbocco dalla medi~ valle del Volturoo al Tavoliere Camrano. Presso la stazione ferroviaria di Cajancllo convergono la via Latina e la strada che raccoglie le provenienze dell'Altopiano Abruzzese. Le due comunicazioni trovano il loro natur ale sbocco tirrenico tra le pendici sud-orientali d el gruppo vulcanico di Rocca Monlina e quelle nord-occidentali di M. Maggiore. Varcata la sella di T . a 175 m., la rotabile s'in11esta all a via Appia. Raccordo importante fra il litorale e le grandi arterie della mè<lia Italia, la sella di T. !lUÒ considerarsi il principa le accesso stradale al porto d i Napoli ed ha grande importanza m ilitare soprattutto ncll 'iootesi di operazioni iotese a vreclu<lere la vi; d 'avanzati ·verso l 'Italia centrak, o a ricacciare un invasore che avesse operato sbarchi sulla costa napoletana.

Teatro militare. Ist ituzione sorta sul fronte italiano nel 1917, organizzata nelle retrovie da ll a Società italiana negl i .Autori. Servì a r icreare· il soldato appena giunto -dalla prima linea, ed a scuoterlo dall'abbrutimento inevitabilmente prodotto da . una lunga permanenza sotto il fuoco nemico. T M . furono organizzati anche nei campi d i concentra-

Il teatro del soldato del 63° reggimento fanteria in Macedonia

mento austriaci, dai nostri soldati pr igionieri. Le recite furono allora sorvegl iate da ufficiali italian i, che, eludendo la vigilanza nemica., tenevano dest i nel cuore dei loro soldati i sentimenti di patriottismo e di italianità. Teatro di guerra e teatro d'operazioni. TI reatro di hTUerra abbraccia tutte le re.gion i ove dt1e avvcn:ari si possono in. contrare : è cost ituito <lai territorio dei belligeranti e d a quello dei loro alleati e delle altre potenze che entrano nel conflitto o per timore o per interesse. Quando le operazioni si estendono al mare il tc~t ro d i guerra si estende anche ad esso. l i teatro di orerazioni di un esercito comprende tutto il terreno che esso tenterà invadere e tutto quello che esso avrà da difendere, Il primo si dividerà in « scacchieri » o 1, fronti ». termine, questo ullirno, usato nella guerra Mondiale. Il secondo consta dei segllenti elementi : u na base d i operazione; una direzione delle operazioni; un fronte strategico; una o più zone di operazioni; una o più linc.:e d i comunicazioni; ostacoli naturali e a rtificiali da opporre al nemico (difensiva) o da conquistare (offensiva); pnnti strategici geografici <la occupare (offensiva) o da coprire (difensiva); basi <li operazioni intermedie; li nee arretrate da difendere in caso di rovescio.

Teb (El). Villaggio del Su<lan anglo-egiziano, sulla cost a del Mar Rosso. Durante la campagna contro i Mahdisti il 4 febbraio 1884, il gcn . Baker con 3600 Egiziani vi fu sconfitto da Osman Digma, luogotenente del Mahdi . li gen. Graham, nella ste~sa località, il 29 febbraio 1884, assalì con. 4000 u. i Dervisci: che ascendevano a 1 2 .000, riuscendo a sconfiggerli completamente dopo un 'accanita lotta durata oltre tre ore, I Dervisci lasciarono_ su! campo oltre 200 morti; gli Inglesi perdettero roco più d i 200 u . fra morti e feriti. Tebana (legione) . Era così chiamata una coorte ausiliaria dell 'esercito romano , reclutata nella Tebaide, e com posta d i soldati cr istiani, e che, secondo una tradizione, fu due volte decimata e poi massacrata per ordine di Massimiano Erculeo (fine del sec. Hl) per aver rifiutato di sacrificare agli dei. Il fatto sa rebbe avvenuto nel Vallese, ad Agaunum, oggi San Maurizio (V.), Tebasa (o Sebasa), Antica città dell'Asia Minore. Nel 794 era dif.esa da una guarnigione bizantina, quando fu assalita -dagli Arabi che la costrinsero ad arrendersi, col patto della libertà per la guarnigione d i ritornare liberamente in patria. T. dovette certo in seguito tornare all'im pero d'Oriente, perchè sotto l'imperatore N icdoro fu un'al1.ra volta presa dal califfo Aaron. Tebe. Città della Grecia, nella Jlenia , presso il lago di Likkcri, a circa 25 Km . dal mare. Fondata dai Fenici di Cadmo, fu assalita, durante la guerra tebana fra Ereocle e Polinice, da q uest'ultimo e da sei re suoi alleati, che· perirono tutti, eccetto il re Adrasto d i Argo . Questi nel r226 a. C . si m ise a capo degli Epigoni, figli dei re uccisi: e riattaccò T. che, difesa da Laodamante, venne presa e d istrutta, ma poi ricostruita, formando un 0ccolo Stato col territorio circostarue. Nel 456 a . C. i Tebani si allearono a Sparta cont ro Atene, la quale sottomise tutta la Beozia, meno Tebe. Nel 431 i Tebani assal tarono Platea, ma furono respinti, Nel 373 la riassalirono e la rasarono al suolo. T . sosten ne poi una lunga guerra con Sparta (V.). N el 366 a. C. aiutò il tiranno Temisonc di Ereuia contro gli A teniesi, e nel 364 cont ro Alessandro d i Fere, riuscendo a sconfiggerlo, dettandogli la pace. Distrutta da Alessandro Magno, T . venne ried ificata nel 3 r6 a. C, e nel 293 fu

y


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T EB

11 73 -

assalita e saccheggiata da Demetrio Poliorcete. Silla la occupò e consegnò a Delfi metà de l suo te,·ritorio. Nel 1040 i Tebani attaccarono i Bulgari che invadevano la Grecia, 111a

furono sconfitti con gravi 1,er<l ite. Nel 1141 la città fu sacc hegg iata clai Normanni di Si.:;ilìa, che vi fecero un largo

bottino.

I. Assedio di Tebe (378 a. C .) . Dura111e la g uerra d i Olirlto lo spartano Febida si "ra imnadronito per tradimento della citt:1dclla. Circa 400 abitanti si r ifug iarono in Atene, e

tre anni <lopo riuscirono

j cJ entrare in città,

massacrando i partigiani di Sparta e assediando la cittadella. Ma, non avendo forze sufficien•·i all'impresa e rerne11<lo che g li Sparta1ù mandassero trupre in soccorso degli ~sscdiati, chiesero aiuti ad Atene, la qua le jnviò un eser•

cito fo1te di 5000 fan t i e 500 cavalieri. agl i ordini ,Ii Demofonte , Questi si diresse su T.: i difensori capitolarono a condizion(• di poters~ rìtir2re dove volessero, san i e salvi, con le loro arm i. Il. Pace di Tebe (366 a. C.). Fu conclusa fra i Tebani e j Corinzi ed altri popoli, fra cui i Filiasi. Condizione ge-

nerale fu eh<: ciascuno conservasse c10 che pos_sedeva. Secondo D iodoro la pace venne conclusa per le sollecitazioni <li Artaserse. III. Tmttnto di Tebe (338 a. C.). Lega offensiva e d ifensiva fra Aten iesi e Tebani, durante la g uerra Sacra, dopo la presa d i E latea da parte di F ilip po d i Macedonia . IV. Trattato di Tebi! (197 a. C.). Durante la guerra fra i Romani e F il ippo di Macedonia, i Bcozi erano rimast i incerti sul partito da scegliere . Il rroconsole Fla minino entrò in T. un giorno prima che vi si tenesse l'assemblea ge11erale dei Beozi e, ;n parte col timore, in parte con la persuasione, Ji ronvinse a entrare nell'allanza dei Romani, il che fu fatto con un trattato d i amicizia . V . Assedio di Tebe (settembre o ottobre 335 a . C.). Ribel latasi all 'egemonia della Macedonia, la ci ttà fu assediata da A lessandro Magno, il quale dopo tre giorni la prese 'cl 'assalto, appoggiato da una sonit.:t del la gua rn igione ma• ce<lone, che era stata blocca ta da i cittadini nella cittadella. Dei T ebani 6ooo rimasero uccisi, molti altri si salvarono co11 la fuga . La parte bassa della città fu d istrutta dalle fiamme e non rimase in piedi che la ,ola cittadel ia . destioat.a ad essere la sede <li una g:uarn igio11c 1naccdonica , t · i templi. 11 terrirorio fu diviso fra le ciuà beo tiche e 30.00 0 prigionie ri [ebani vennero vend'Jti come schiavi.

Tebe. Anc. città dell'alto Egitto, la Oiospolis Magna de i Greci e dei Romani, di cui rimangono grandiose rovine

presso i villaggi <li Karnak e Luxor. Verso 1'85 a. C . la città, r ibellatasi a Tolomeo Sotcrn Il, venne dal n, assediata e si d ifese per ben tre anni ; infint: fu espugnata e distrntta dalle fondamenta .

Tebe Ftiotid,·. An t. città della Tessaglia non lontana da l golfo Pagaseo. Assedio di Tebe Ftrotide (2r7 a. C.). Appartiene alla cosiddetta guerra Sociale e fu im3,reso da Filippo V, re cli Macedonia, per togliere ag li Etoli l'occasione d i fare d i lii frequenti scorrerie. D iviso l'esercito i n tre parti, rinforzò g li alloggiamenti con un fosso, doppio steccato e · torri d i legno, collocate ad ogni cento p iedi. con sufficiente presid io. Accostate le maccbine alla rocca, nei prim i tre giorni no n potè condurre imrn11zi le opere, da to il valore e l'audacia dei difensori ; ma poichè per la frequenza delle scaramucce e la moltitudine delle frecce gli assedianti furono parte uccisi, parte feriti , la d ifesa cominciò a r allentarsi.

l Macedoni allora corninciarono a scavar m ine e in tre

giorni minarono 200 piedi d i muro e li p untellarono ; ma non potendo gli appoggi reggere il peso e cedendo, cadde il muro innanzi che i M:,ce<loni vi dessero (uoco. r Tebani tuttavia si arresero e P ilippo li vendette schiavi e v i jntro~

<lussc una colonia di Macedoni, denominandola F ilippopoli . L a città decadde e scomparve in epoca imprecisata.

Tecas is (Gasr). Località ddla Cirenaica centrale, a sud d i Maraua. I l 27 apri le 1914, il gen . Cavaciocch i vi incontrò un nucl eo cli ribell i della forza <li 6oo armati, muniti di due cannoni . In segu ito a vigoroso attacco, i ribelli furono costretti a riti rarsi, lasciando sul terreno c irca

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morti; i nostri ebbero 2 morti e 8 feriti, d i cui un ufficiale.

Tecchio (F.-aucesco). Generale, n. a Montagnana, m. 2 M ilano (1838-1926). Sotrot. di fanteria nel 1857, combattè nel 1859, 1860-61 e 1866 e guadagnò due menzioni onorevoli. Colonnello nel 1883, comandò il Tt' e poi il 75° fanteria . Magg . generale comandante la brigata Modena nel 189 1, fu collocato nella riserva due anni dopo. Tecnica militare. Comprende genericamente tutti i ram i dell'ord inamento militare, ciascuno dei quali acquista fisonomia prorria rispondente a criteri militari tecn ici. Tutti i servizi non costituiscono la

<(

tccnjca m il itare >l, n1a ser-

vizi tecnici militari r ispondenti a criteri ed esigenze di tecn ica m ilitare. Così l 'organizzazione deò. reparti dell'eserc ito, la circosc rizione militare territoriale, il reclutamento,

le formazioni, la, manovra e l 'impiego delle t ruppe nel combatùmen to, perchè tutto ciò è conseguenza del tecn i- . cismo del! 'arte mil itare.

Tecnich,a truppe. L a voce è rn0<lerna; non la cosa . Polibio, Cesare, Vegezio e altri ci apprendono che nelle legio ni romane c'erano degli special;sti opportunamente attrezzat i e addestrat i per assolvere compiti <li caracrere tecnico. fn fatti è nota l 'csistc nzci dei « fahri t ignari » o falegn.:t.mì, dei (i fabri aerari » o 1netallu rgici, dei (e cunicu• lares }> n sterratori , del « c.as lrorum n1etator >) ovvero trac-

ciatore ,iel campo, del « librator » addetto al servizio del! 'acqua potabile, dcli ' « aqui!ex » ç del ,, canaliclarius » , coàd iurori del preceden te per quanto riguarda rispeniv;1mentc le sorgen ti e la conduzione, dell ' « architectus " incaricato della costruzione degli accan tonan1cn ti. ecc . Su tutti co# sloro il 11 prefcctus fabrorum 1, sovrintendeva con auwrilà e mansioni analoghe a quelle che attualmcnte 1 ha il co man-

dante del genio d'una grande unit;\ , Venendo a tempi meno remoti, ricordc1-cmo Machiavell i, il <!uale ammonisce clic gli' operai al seguito dcll'e,crcito debbono essere militari. Però è con l'impiego larghissimo che oggi si fa dei n1ezzl

offerti dalla scienza, che l 'importanza delle T. T. è salita sjno :i rendere necessaria J'organizzaz ioo(; di uu'arrna .spe-

cializzala. Il genio, nell 'esercito sardo del ,848, non era rappresenta to altro che d a alcune cp. d i mi natori e d i zappatori : oggi è forte d ì un notevole numero <li rtgg . spc~

cializzati per lavori di m ina, per costruzioni stradali e lavori d i camr-agna, pei collegamenti, per impianti e gesrione di ferrovie, per g ittarnen to di ponti, per trasporti fluviali e lacuali, per costruzio ni <li teleferiche, per larnri cl i mascherame ntu, ecc. Le attuali T. T . sono reclutate con cr iterio professionale e vengono addestrate nella loro specializzazio ne subito dopo aver avuto qualche setti.rrrnna di istruzione militare generale . Anche nell'organico internodei regg. d i truppe combattenti vi sono alcuni elc1ncnti che

possono èssere co nsirlerati tecnici, per il particolare impiego. cui vc:1gono destinati. Tali sono gli zappato(i , il tersonale


TEC

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dei collegamenti , gli armaiuoli, ecc . Gli ·automobi! isti, originariamente figli d el genio ferrovieri, de bbono essere considerati fra k: T . T. per la competenza professionale che si chiede loro sul motore e suU'impiego degb automezzi nelle difficili condizioni poste dalla g uerra. Così pure hanoo attinenza con · j tecnici i reparti molOrizzati (carri arrrrnti, truppe autoport.atc, ecc .), i quali tuttav ia non perd ono la loro principale carattcris:ica, che è quella d i ckmenti destinati .a lla lotta, pur facendo impiego d i mezzi

rneccanici.

Tecniz. Borgata della Cirenaica , a sud-est di Tolmetta e d i El Merg.

Combattimento di Tea,iz (1913). Af']Jar~icnc alle operaz ioni tootro i ribelli, appoggiati dai Senussit i, e r adunatisi intorno a T. in numero di 4000 , dopo le operazioni del luglio e dell 'agosto, favorevoli •alle a rmi italiane. Il gen . T o rell i, comandante del presi<lio d i El Merg, m arciò contro costoro, dividendo le proprie forze in d ue colonne munite d'artiglieria:- una costituita da tre bgl. di asca ri eritrei e reparti libici agli o r<lin i del col. Lat ini, l 'altra composta dei bg l. alpini Vesto ne, Verona, Fel tre, Tolmezzo, al coman<lo dd ten. col. Caviglia. Qucsl'u ltima, col generale, marciò frontalmente contro la posizio ne nemica (16 settembre), mct1t.re l 'altra colo nna eseguiva un largo movimento aggirante . La p rima fu subito seriamente impegnata : il generale T orelli rimane.a ucciso al primo urto e gli subent rava nel comando il Caviglia, il quak respinse e incalzò il nen1ico verso la co nca di T. Quivi arrivò tempestiva1ncnte la colonna Latini, e i ribell i aìlora, presi fra due fuoch i, si d iedero a lla fuga lasciando 149 morti sul terreno. Le p:rd ite italiane a mmontarn no a 28 morti e 73 feriti.

Tedesca (Scuola di fortificazione) . Ebbe origine verso il 16oo, pri ma con caratteri propri, poi prendendo molto dalla Scuola italiana , ed ebbe un rapido sviluppo occasionato d alle guerre intestine e da quelle contro i Turchi . Essa seppe rinnovars i, segucn(lo sempre ~enza esclusivismo g li ultimi progressi, . e continuò ::lnche nel secondo periodo dell 'epoca moderna, in Clli ebbe incontrastato il predominio. Non si attenne esdusivame.n te al sistema bastionato, ma 1;eppe r rendere dalle altre Scuole quanto vi trovava d i utile e di imitabile. Cercò d i rendere la scarpa offensiva nello stesso tempo che era d ifensiva, e di assicurarsi in ogni caso numerosi fuochi incrociati per mezzo di mo lte casematte -0ffensive . Le s> rimprove ra il difetto d i moltiplica re troppo le linee successive di <lifesa. I principali autori di questa Scuola, per ordine cronologico, sono i seguenti : }\ lbe;to Oiirer (1471 -1528); Daniele Speckle (1536-89); G iorgio Rimp ler (secolo XVII); L andsberg (1670-1744). Tedeschi (Riccardo) . Generale, n. a Pavia nel 1862. Sottot. d i fanteria nel 1880, JJassò negl i alpini e partecirò alla g uerra erit r~a ,lei 1895-96. In L ibia meritò nel 1912 la croce di cav. dell'O . M . S . Colonnel lo del 4° alpini nel 1913, entrò j n g uerca contro l 'Austria al comando del 1" g ruppo al pi ni . Magg. generale nel l'agosto 1915, ebbe il comando del I raggruppamento alpini e poi della briga ta Trapani. Trasferito nel la r iserva nel 1917, asslU1se nel 1923 il grado di ·generale di divisione e fu collocato a riposo nel 193 r. Tedeschi Azaria. Medaglia d'oro, 11. a Serra S. Brnno, caduto sulla Bainsizza (1887-1917). Ufficiale , di fanteria in S . E . P . avev~ _partecipato alla campag na libica, segnalaci-

TEO

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dosi alle Due Palme . Da ten . nel 1° regg. fanteria com. battè da prode sul Podgora; rromosso, quindi, capitano nel 751" regg., combattè ancora in Val Terragnolo, in Vallarsa, sul Pasul.,io, cadendo a lfi ne da prode sull 'A ltipiano della Bainsizza, mecirnndo che alla sua memoria fosse conferi ta la m.cd . d 'oro, con questa motivazione : i( Non ancora completa mente guarito da una ferita ;·ipor tata in combattimento, <li propria iniziativa accorse ad assumere il comando del suo battaglione, che sa,!-")eva in procinto d i essere impiegato nel la lotta. Sierrntosi un imp rovv iso, irn,cnto attacco di (orze nemiche, gran derncllll.:

~uperiori, che in breve creò al reggimento una situazio ne

d isperata d i confusione e d i isolamento, conscio de lla estrema ,g ravi tà dell'ora, alla testa delle sue truppe, corse con serena decisione e straordinaria fermezza ad arginare I'uragano, ma premuto sempre }'iÙ dall'impeto d i un avversario tre volte soverchiante per numero e per mezzi ed imbaldanzito o rrnai dal suo .successo, co n eroica decisione, ed incitando col m irabile esempio del proprio ard imento i d ipendenti, per primo si slanciò a caoofitto contro la ferrea cerchia degli a:ssalitori, e insieme c~n le proprie truppe si imp<-gnò con essi in violento corpo a cort""'O, che coll acca-·

n ita tenacia sostenne, fin quando cadde glocio,amcntc, colpito a morte » . (Vdiki Vbr -Selo, 25 o ttobre 1917).

Tedeschi Azaria

'l'edeschini Gennaro

Tedeschini (Gemuiro) . Generale d ell'Aeronautica, n. a Ficulle nel 1889. Sottot. di fanteria, combartè in Tripolitanin e in C irenaica dove ottenne una med . di bronzo. T ornato in Patria nel 1914, cntrà a far parte del cor po aeronautico e la guerra lo trovò allievo pilota d i d irigibili. Durante la g uerra g uadagnò tre mcd . d'argento . Nel 1923 fece parte del corpo cl 'occupazione d i Corfù. Raggiunse il g rado d i coloondlo nel 1929 e fu capo di Gabinetto dd Nfinistro . Nel 193r fu prrnn osso generale di brig ata aerea e nel 1932 prese il comando d ella I~ brigata aerea da bombar<lamcnto. Tegea, Ant. ci ttà dell'Arcadia, a sud di Man tinea. Tra i! 469 e il 465 a. C. vi si combattè una battaglia che fu vi nta dagli Spartani contro i ribell i arcadi di Tegea e dei ca nton i della regione montuosa . Nella guerra del Peloponneso la città fu alleata d i Sparta : a Mantinea si trovarono ,nvcce nelle file opposte (362 a. C .). Quind i fu ancora con Sparta contrn gli Achei e ne l 222 ven11c espugnata <la Antigono Dosone, loro alleato . Nel 2 1 8 Iu presa per assedio da Licurgo. Andò distrutta verso la fine del IV sec. a . C. per o ~era di Alarico . :regetthoff (barone Guglie/rno) . Amm iraglio aust riaco ( 1825- 1871). Proven iente dal collegio navale _ d i Vene.zia,


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T EG

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nella g11erra d i Danimarca del ,864 comandò la squadra aust riaca del ma-e del Nord ; si segnalò a<l Helgoland e divenne contrammiraglio . Nel 1866 ebbe il comando supremo della Rotta ,

v inse

a Lissa e

fu

prmn osso

vicea1nn1iragl iu.

Tegira. Ant. città delb Beozia. Nel 375 a . C. vi si comba ttè una battaglia che appartiene ,i]lc guerre T ebane e fu combattuta tra Spartani e Tebani agli ordine di Pelopid a, il qua le, alla testa del batTegetthoff Guglielmo .taglione sacro e d i alcuni cavalieri, assalì improvvisamente il nemico e lo bauè compiutamente, sebbene avesse forze mol to iufcriori a q uelle dell 'av\'ersario . Teglio. Comune in prov. di Sondrio. Il 27 giugno 1:512 vi fo concluso un patt~ di alleanza della Valtellina coile tre Leghe Grig ie, le quali in seguito convertirono l 'alkanza in dura signoria, dando così o rigine alle guerre della Va ltellina.

piego e di trasporto onde fa re affluire e poter mon tare con relativa rapi<lità vari t ip i d i T. Ogni bgl . si compone di due o più cp., ciascuna delle quali ha un plo tone pel montaggio e tre !>er l'esercizio e la manutenzione ordinaria. I tipi d i 1'. impiegati dal nomo esercito sono: 13BB con n1ovi1ncnto .se111icontinuo e ad agganciamento uon automa~ tico: portata Kg. 200; BBBA con movimento con tinuo e ad agganc iamento automa tico : portata Kg . 200; BBBC con movimento semicontin uo e ad agga11ciarncnto automatico: portata Kg. 60; CT con movimento alternato a << va e vieni )) :

po rtata Kg. 275; CTMC con movimellto continuo e ad aggancia:ncnto au tomatico: portata Kg. 200.

Telefonista. Militare specializzato nell'uso degli apparati telefonici. Oggi tutti i corpi delle varie armi e specialità d ispongono d i personale p roprio , istruito nell 'impiego del telefono, c bc fa parte degli elementi addetti a i collegamenti cd alle trasm issioni. Per far fronte alle esigenze del comandi <li grandi unità e organi annessi, vi sono i telefonisti del genio che fanno parte ddla specialità Telcgrafùti' (V.). l n fanteria (e sue specialità) e in cavaller ia, l 'unità p i,ì p iccola che d ispone d i telefonisti è il bgl. (od unità corrispondente) . Altra aliquorn di telefonisti è :issegnata ai

Teheran. Città capitale de ll a Persia, fortificata fin da torri. P resa e d ist rutta nd se~

antico tempo con roura e

colo XVIII dagli Afgani, venne ricosrruita e nuovamente fortificata.

Tmtlalo di Teheran (12 m arzo 1809) . Alleanza fra Persia e 1nghiltcrra, la quale mandò suoi uffic iali come istruttori de l! 'esercito persiano. La Persia, attacca ta dalla Russia, era stata in un primo tempo sostenuta da Napoleone, ma poichi: questi alla pace di T ilsitt se ne disinteressò, dovette accostarsi all 'I nghi!tcrra.

Teia. U ltimo re degli Ostrogot i: succeduto a T otila, caduto con1baucndo con tro Narscte, riorganizzò l \:scrcito e affrnntò il medesimo generale, subendo nel 554, presso Angri, la sorte t1cl suo predecessore.

N ucleo di Telefonisti

Teleferiche. La guerra 19, 5-18, combattuta dal nostro esercito su una fronte pressochi: stabilizzata e p revalentemente montana, ha deter minato un largo uso delle 'l. uti lissime per r ifornire di munizioni e d i viveri q uelle truppe che, per la loro pa rticolare u bicazione, avrebbero alt rimenti dovuto essere servite mediante d,spcndiosi e tardi setvizi d i salmerie o addirittura di ronatori . Il Genio ha dei bgl. e delle cp . d i Teleferisti, reparti attrezzati con materiale <l'im-

comand i di regg. L'artiglieria disronc in larga misura di questi specialisti per le esigenze rclat i,·e al suo impiego (collegamenti interni e con i comandi di fanteria). L'unità più piccola che d ispone in p roprio di rekfonisti è la batteria . I 1'. dei corpi (che comprendono : centralinisti, telefon isti ver, e propri, guardiafili) vengono tratti dal personale <li leva e sottoposti a part icolare addestramento al pari d i tu tti gli altri clementi addetti alle trasm issioni (specialisti per i collegamenti).

TeJ•e fono. N ei riguard i m ilita ri può essere considerato fra i mez,.i d i collegr,mento come il pi1'1 rapido, il più. completo e d i più sicuro rend imento. Può essere util izzato con linee permanenti o campali. Le prime sono q uelle distese nei - presidi di maggiore in1portanza, con impianti di linea e d i stazione pressochè eguali a quelli dei servizi pubblici e che sono destinate ai collegament i stahil i d i pace fra comandi , corpi cd uffici . Quelle che maggiormente intercss,. no sono le linee campa li, per la loro particolare dcs1_inazione. Esse vengono messe in opera o per esercizio d 'impiego eventuale e transitorio in campagna, oppure per

Teleferica (guerra Mondiale)

addestramento dd personale e per controllo del materiale. In campagna occorrono apparecchi leggeri, ma cobusti. Di massin1a le lin ee telefoniche campali si usano in parallelo con quelle telegra fiche per comr,krn rc la rete del servizio generale, d estinata a collegare il Comando Supremo con le


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grandi unità dipendenti e queste fra loro, od anche come mezzo principale nelle reti d ivisionali, per stabilire i l collegainento interno e recipwco fra il comando della divis., quello d i brigata, e i rcgg. e i bgl. d ipendenti. Per l'artiglieria, per l'aeronautica e pc! servizio della difesa antiaerea di nonna si stabiliscono altrettaote reti telefoniche distinte: le qua li però si allacciano, pcl tramite dei comandi, sia alle ri.~pettivc reti divisionali, sia anche, in<lircttamcntc, a quella genera le. L 'attenzione dei costruttori di materiale telefonico mil. si è soffermata sui seguenti punti: 1°) razionali.cii del materiale stesso in relazione al particolare uso; 2°) segreto della comunicazion~ e possibilità d'intercettazione; 3°) d isturbi dovuti al lllmore delle amn; 4°) difficoltà aprortate <!alla p resenza dei gas tossici , sia nell'impianto che nell'uso delle lince telefoniche. Il T., come del resto il telegrafo, è comunemente considerato fra i mezzi di collegamento poco adatti a seguire rapidamente di sbalzo in sbalzo i progressi delle truppe in azioni offensive. Ciò i in gran parte vero . Mt-1 bisogna convenire che se rapid i sono g li sbalzi dC:. reparti, non altrettanto lo sono quelli dei comandi, i quali, per un cumulo d i ragioni tattiche e logistiche, seguono cautamente i progressi dei primi . Non solo : ma, qualora l'organ izzazione dello stendimen to e r ipiegamento delle lince sia organizzato con i l massimo o rdine e tutto sia eseguito con scrupolosa discipl ina, è ancor rossibile effettuare degli sbalzi con le stesse stazioni telefoniche e si può assicura re un sicuro collegamento anche

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?:ioni telefoniche nemiche è di grande i nteresse. I?er effettuarla si stabiliscono stazioni d i ascolto, con appositi apparecchi che intercettano le correnti d i ritorno, nel caso di impianti monofilari o le dispersioni per il suolo, nel caso d ' impianti bifilari. Le precauzioni per evitare l' intercetta-

Apparecchio microtel7fonìco da campo

zionc delle proprie conversazioni sono d 'ordine tecnico e d'ordine disciplinare. Fra le prime citiamo : a) adottare impianti telefonici stmpre a due fili; b) curare la buona conservazione dei fili e mantenerli costantemente isolati; e) collocare telefoni e centralini in luoghi asciutti e sollevati da terra; d) evitare linee parallele con altri conduttori che abbiano contatti col suolo; e) preferire le linee radiali disposte normalmente alla fronte; /) separare la rete dei reparti avanzati da quella dei comandi arretrati; g) in terreno nemico diffidare de! materiale trovato abbandonato; /,) inserire dei d isturbatori d'intercettazione. Le precauzioni d'ordine d iscipl in are sono : ,) limitare il numero delle telefonate; I) proibire l'impiego dei telefoni per uso privato; m) adottare frasa rio cifrato s9ccialmeme per gli inclicativi d i Comandi e nomi di luoghi; 11) non dare telefoni più in là dei coman di di battaglione. Telegrafia ottica. V. Otttco servizio e Segnalazioni.

Telegrafisti. Costituiscono una specialità dell'arma del gen io, e fanno f':lrte dei suoi rcgg. di corpo d 'arn1ata. Ogn i regg. genio ne comprende, infatti, fra gli altri elementi, un bgl. 11 personale è addestra lo non soltanto nel l'impiego degii apprati tekgrafiçi, ma al trcsì nell'uso dei tddoni e nell'impianto di lince telefoniche e nel l'uso degli a,Pparati fototelegrafici (telegrafia ot,ica). Ogni <.hvisionc, in caso di rrwbilit:l• zione, dispone d i una cp. T. con sezione fototelegrnfica; ogni corpo d'armata di due di tali cp. Questi reparti (unitamente ad altri spècialisti dellé tras111issioni) servouù a provvedere alle esigenze dei collegamenti

Telefono da campo

durante la marcia e l'attacco. I tedeschi, al seguito delle loro avanzare nel 1914 cd anni seguenti, stendevano le linee telefoniche servendosi d i special isti in motocarrozzette. Riguardo al le intercetcazioni telefoniche, diremo che nel caso di guerra di posizione la ca_!)tazione delle comunica-

deì coman<Ji <lellc grand i unità suddette. T1·ofeo L' impiego <!.ki Jèparti T. trova il suo rnagda braccio di felegrafista giore sviluppo nello stendimento ddlc linee telefoniche. I T. prima della guerra Moncli ale eraoo ·riuniti in due rcgg .; durante il confl ~to ebbero grande incremento rcr le esigenze particolari della guerra d i posizione.

Telegrafo. Le prime applicazioni militari del T. appartengono alla fine della prima metà del secolo scorso. Tanto completa cd esauriente è stata l'invenzione dei ,M orse, che ancor oggi nella sostanza gli apparati telegrafici elementari


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sono <lcllo stesso tipo ideato da lui . Così è per quel lo attualmente in dotazione nel nostro e nelb maggioranza degli eserciti, per l 'impiego d i campagna. li 'J' . r appresenta un collegamento sicuro, continuo, idoneo a surera rc le mas• sime distanze, e abbastanza rapido. Con questo mezzo c sempre possibile conu·ollarc guanto viene trasmesso o ricevuto ; poichè tanto alla stnzione di partenza come a quella d'arrivo rima ne t;i cosiddetta « zona » st,impata, sulla q uale i d ispacci rimangono 1·racciati . Come per il Telefono (V .) le lince telegrafiche militari sono permanenti o campali. Il mater iale telegrafico da campo deve essenzialmente mantenersi entro i seguenti requisiti: 1°) n1assima mobilità ;

mentare, si sentì la necessità di m isurare con magg ior esattezza ; furono allora cominciati a costruire T . ottici, .m o~

nostatici, presto adcttati <la tutte le marine del mondo. Le rnisure d i questi strumenti, d i cui alcu ni si chiamano stereoscopici e sor1o panicolarmcnte adatti per misurare le distanze degli aetei, hanno varie dimensioni: da m. 0,80

2()) m inim o volume d'ingmnbrO; 3°) ro bustezza e resiste nza; 4") facilità <l' impiego . Non è mai conveniente impiantare un servizio telegrafico per una distanza percorribile io un 'ora di cammino al massimo, i n altre pa ro le non si sten. dono linee più corte di cinque chilomet ri . In <lotnione al nostro esercito rei bjsogni di campagna esiste una cassettina telegrafica per truppe del genio. Può essere portata a tracolla, non pesa che 18 Kg . ed è corredata d' una seconda cassetta con la batter ia pile, del peso d i circa 11 Kg . Può servire per linee d irette lunghe anche · sino a 20 chilometri.

Telegrafo sottomarino . V. Parigi XCIX.

T elemetro sino a d ieci metti . Ogni nave è dotata <li un ceno nun1ero

di T . situati nelle posizioni più eleva te . Gli osservatori, posti d ietro a questi telemetr i, hanno il modo <li comunicare elettricamente e in continuità con la centrale di tiro, ove le distanze misurate vengono messe in curva, depurare degli eventuali e rrori di osservazione , ricavandone poscia

la media che rappresenta con grande approssimazione la d iTelemetristi. Mi litari specialisti che hanno il compito stanza del bersaglio: un buon T. d i base 5 metri può dare <li impiegare il telemetro. Appartengono alle varie speciaapprossimazione di 2 0 0 metri per oggetti distanti 20.00 0 melità dell 'arma di artiglieria tri. I T. sono situati su ap positi basamenti e possono essere e alla fanteria (sezione canaccoppiati o riuniti in due o tre alla volta. Quelli grandi non i da 65). Essi vengono sono serv iti da tre osservatori: un puntatore in d irezione, t ratti d ai m ilitari d i leva o un puntatore i n elevazione (antirollio), un coll imatore. dai volontari ord inari che presentino particolare attituTeli indiv iduali. Rettangoli di st0ffa rossi da un lato d ine a d ivenire provett i nele bianchi dall'altro : misurano metri 0,80 x r ,50 e nel lato ] 'uso di det(O strumento. corto, agli angoli, son forniti di cappiolc con olive d i legno Particolari corsi annua li han· terminal i, per poterli unire uno all 'altro forma~done delle no poi lo scopo di perfestriscie. Con essi sono stat i aboliti i Tel i-d istintivo cd i z ionare taluni <Ìi questi speTeloni da segnalazione già in uso du r.11He la guerra Moncialist i per ogni regg. d 'are. Distintivo dei Cannonieri dia le. Le truppe avanzate li 'e spongono 1~ r r ivelare agli telemetristi della R . l\ifarina delle varie specialità . Si tenaerei d i collcgarncnto l' ubicazione e l'andame nro delle linee de ad avere fra i T. cleraggiunte. 1 fJOSti amenna <! quelli d i segnalazione ne [ormenti che si rafferm ino, al line d i ottenere che tali speciamano dei segni convenzionali , dopo averli uniti a. tre per listi sii1110 veramente sicu ri e precisi nel disimpegno de lle tre, per comu nicare agli aerei i propri d is pacci secondo un loro non facili n1ans10111. cifrario prestabilito. Di norma si <:S!Jone il lato bianco; solo sulla neve o sulla roccia candida è bene mèllcrc in cviTelemetro. Strumemo che serve a determinare la dideo,.a il rosso . Ogni reparto ne possiede d a 60 a 95 per stanza de ll 'avversario, risolvendo un triangolo nel quale si (ar rikva.rc l'andamento delle p roprie. li nee. conoscono i élue a ngol i a ll a base, e la lung hezza de lla base stess,1. r ia avuto orip;ine verso la metà del secolo scorso; era a llora a base .esterna or izzon tale o verticale. Da due pi.:mi della costa di cui s, con,>sceva la d ista nza tra d i loro, venivano traguardati, 1ned~ante <lue g<rnion,eLri , j bersagli da batte re. I gonio metr i erano collegati fra di loro telefonicamente e la risoluzione del t riangolo mediante tabelle djveniva irn.medjata. Si J)Oteva così ricavare topografic~tmcnte la d istanza dei bersagli dalla batteria che doveva sparare. Questo metodo è tuttora in uso nell 'artigli eria da costa. Venne special mente perfezionato dal gen . .B raccialini. Il T . a base vertica le invece si valeva della m isura dell'altezza sul liveÙo del mare del punto da cui veniva t raguardato il ber,saglio e <lclla m isura dell'angolo d i depressione formato dal bersaglio stesso rispetto alla verticale. In questo caso, si risolveva s.::mpre un triang o lo rc.;:u angolo. Strume nti

di q uesto genere vennero perfezionati dal comandante Passini. li primo T. portatile, rudime ntale , a. base interna fu il T . ideato dal comandante Fincati . Verso il 1900, q uando le distanze di combattimento io mare comincia ro no ad au-

Teli distintivo . Erano imr ieg-ati , .sino al r92i, per :wvertire gH aerei da chi e da dove veniva fatta una corn un.icaz ione , Ri su ltarono da lla combinazione d i figure geometriche bianche e rosse. Vcniv~no col!ocat i a fianco delle segnalazioni conven:r.ionali fatte a rena dai Cornandì, a non meno <li sei metri <l i di, tanza . Il comando d i bg l. era contraddistinto da un 1'. triangolare ; quello cli regg. da uno quad rato; la brigata , la d ivis. ed il corpo <l'armata rispettivamente da d ue, tre e quattro quadrati ; il rcgg . d i cavalleria d a uno circolare; quello d i bersaglieri da due circolar( con croce rossa; e cc.

Telone da segnalazion,3, Serviva, prima del 1924, a segna lare da terra agli ·a erei : è stato aboljco con l'ado?.ione dei teli individuali. Ve ne erano di varie dimensioni a seconda dei comand i pei q uali erano -destinat i a servire: erano rettangoli d i panno rossi con una grande T maiu ..

scola d isegnata in bi2nco al centro. Attorno a questa potevano essere scoperti nove rettangoli bia,Kbi, a c:ascuno dei


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qua li con1petev:1 un nun1cro <la zero a nove. Mettendo a

nudo il bianco di questo o quel rettangolo si indicava all'aereo il numero corrispondente e si poteva così combinare una quantità indefin ita di frasi convenzionali, c.l'ìndica-

In 6VV

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3

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Teloni per segnalazioni

zioni, ecc. Il loro impiego era facile e dava buoni risul tati: sono stati sostitu iti dai teli ind ividuali per dare :ù comandi materiale più leggero, più semplice, e più fadlmentc provvcdibilc. Tel is. Villaggio della Bulgaria , tra i fiumi Isker e Vid. Durante la guerra del 1877 fra Russia e T urch ia, il z4 ottobre la guarnig ione turca di 3000 u. che vi si era raffor-

zata con orcre di d ifesa campale, vi fu circondata da 16 bgl. russi condotti d al gen . Gu,-ko. F ulminata per tre ore dalle artiglierie nemiche, la guarnigionè cede lte le anni·. T e-li-ssu. Villaggio della Manciuria nella oeni sola d i L iao Tung, lungo la ferrovia Port Arthur-Mukde n.

Battaglia di Te-li-sm (15 giugno 1904). Appartiene alla g ue rra Russo-giapponese : è anche detta d i Wa-feng-tien.

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R. G.

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Il r 4 il gen. Oku (Il corpo giapFonese) avanzava con le sue t re d iv is. accennando ad aggira re la dr. russa, mentre una brigata d i cavalleria proteggeva il fianco dr. giapponese. La 4a divis . giapponese, avendo attaccato prem,1turame nte , fu costretta a retrocedere. Il mattino del 15 la n1arcia d 'avvicinamento dei Giapponesi era compiuta, e, mentre le divìs . 4• e 5a attaccavano fronrnlmen1e, la 3" eseguiva il movimento aggirante s ui fiaP.co d r. dei Russi. I quali tentarono d i co ntrom anovra re verso la d r. giappo11esc, ma la resistenza della brigata d i cavalleria q uivi collocata impedì la manovra . E Stackclberg, premuto d i fronte e min acciato scriain cnte sulla dr., dovette ripiegare , riu-

scendo a (lisin1pegoarsi senza essere inseguito da vicino. Le rerdite n 1sse ammonrnrono a 1300 u. e 14 cannoni; quello giapponesi a u6o uomini.

Tell-el-Kebir. Villaggio del Basso Egitto,

Combattimento di Telt-el-Kebir (1882). Appartiene alla campagna degli Ing lesi in Egitto. L'esercito egiziano, comandato da Arabl 11ascià, della forza complessiva d i circa 18 .000 u. si era fortemente trincerato a 7' . occupando po, i~ioni ritenu te inespugnabili sui due lati del c:i nale di lsmailia, con uno sviluppo di oltre 6 Km. Il gen. inglese Wolseley, che d isponeva d i 13.000 u . con 6ì pezzi di artiglieria~ avanzò fino a d istanza utile dalle lince egiziane e decise d i attaccarle sul far del mat tino, doµo una marcia notturna in linea di battnglia. ll successo completo che seguì all'esccu:1,ionc d i questo piano ~-ortò rapida.mente alla fine della guena. Gli Egiziani, fiduciosi nella potenza d d lè loro opere d i d ifesa, trascuraro no )e misure <li sicurezza, e ,

arcaccati di sorp resa, alle pr ime luci del giorno, il '3 sette!11bre 1.882, dopo breve acca nita rcsisten,:a, dovettero cedere all in1peto degli assalito ri che riportarono una vittoria 1

decisiva. Il giorno s~guente avve ni va la capjtolatiooc del

Cairo : gli , Egiziani ripiegavano verso l'alto Cgitto. T ell-el-Mahuta. Villaggio arabo dell'Egitto, a 15 Km . ad ovest di Ismailia.

Combattimento di

···.

Tell-el-Ma-

/u,111 (1882). Appartiene alla guerra

degli Inglesi in Egitto contro i ribell i arabi-egizian i agli ordini di Ambì pascii1. Una colonna inglese <l i 1500 u., 2 cannoni, 2 111itra,gliatrici (gen. Willis) avanzò il 24 agosto da Isrnailia su T., ma a breve distanza da questo villaggio fu inch iodata sul posto da un attacco d i 8000 Arabi con 20 ca nnoni . Il gcn . Wolsdey i nviò rin forzi nella g iornata e nella .. ,~,~-~,: 1• notte, e al mattino de! 25 na SCAèA APPROSSIMHA in persona sul posto, disponendo 1 : 6 000 0 di 8000 11 . con 24 cannon i. In breve gli Jng)esi ebbero il sopravCombattimento di Telissu (r904): neri i Russi, rigati i Giapp~ncsì vento. La loro cavalleria si impadronì .d i un ca1npo nemico catturandovi cinque cannoni, mentre l nem ici si <lisp.erdevano Di fronte all 'avanzata dei corp i giapponesi Il, III, IV , il gcn . russo ·Kuropatkin p rese la risoluzione di fronteggiarl i lasciando molti morti sul campo. 11 26 Wolseley r itornò a cd au.accarli, anche per m uovere alla libcrazio1,e d i Port l smailia dopo di ~vere subìto lievi perdite. Arthur, ormai investito clai Giapponesi. L'avangua rd ia russa Tellera (Giuseppe). Generale, n. a Bologna nel 1882. (.Stackelberg) cosriruita da due divis. siberiane, fanteria m onS01101. d i fanteria nel 1902, frequentò la Scuola di guerra tata e truppe d i frontiera , raggiungeva T. il 13 giugno.

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e partecipò alle campagne 1915-1918, meritandovi una med. d 'argento e una di bronzo; fu p romosso colo n nel lo nel r9r8. Nel 1925 comandò il 78> fanteria . Generale di brigata nel 1932, ebbe il comando delle Sc uole crntr2li militari a Civitavecchia.

Tellil (Kasr). Vi llaggio della Tripol itania a sud d i Zuarà. 11 23 settemb re 1918 v( avvenne u n combattimento che appartiene :ilk opx:razion i per la rioccupazione dell'interno dell a Tripolitania . Avuto notizie cbc un nucleo di ribelli era a 1'. il gen. Garioni formò una colonna, chc 1 uscita da Zuara la rnattina

Tellera Giuseppe

del 23 settem bre, sorprese i ribelli, li battè e li costrènse a ripiegare precip icosa.m ente nell'interno.

Tel I ini (Enrico). Generale, 11 . a CastelnuoYo Garfagnana, m. a Gianina (1871-1923). Sottot. d "art. nel 1890 tu in Libia nel 1913-1914 e v i mer itò Ja croce di cav . .d el1'0. M. S. Nel 1914 fu addetto m il. a Vienna. P artecipò alla guerra contro l 'Austria d el 1915-1 9 , 8: fu ac'detto al comando supremo; comandò art. div isionale e la brigata Lomb.ardia e meritò la p romozione a colonnello per merito d i guerra ( 19r6) e la mcd . , l 'a rgento . Nel r920 andò in Albania col grado d i colonnello brigad iere ; comandò ua settore della d ifesa di Valona e fu decorino della croce d'ulf, dell 'O. M. S. Generale d i brigata nel r923, fu capo della missione italiana per la ,lclimitazione dei confini g reco-albanesi ed il 27 agosto d d lo stesso a nno, nell"espletarncnto della

sua tnis~ionc, venne assalito ed ucciso da una banda di cpir~ti sulla strada <la Gianin:1 a Santi Quaranta presso Ddvinaki. Alla sua me-

di rip renderla nel 1596 e 1597 Sigismoado di Transilvania e 11d 1696 Augusto d i Sassonia. I. Trattato di Temesva,·, detto anche d i Vasvar e di Eise11burg (10 agosto, o 17 settembre, 1664), Tregua cli venti anni fra Impero e Tur<:hia. L a Traasilvania rimarrà indipendente, ma tributar ia d el la Porta . Il trattato fu biasimato in Europa, vcocndo subito dopo la vittoria d i San Gottardo, poi c he abbando11ava Venezia sola contro i Turchi, e a questi lasciava nelle mani territori mrnacc1os1 per l'Ungheria, li t rattato venne confermato per altri venti anni a Costan tinopoli nel 1681. Il. Assedio di Temesvar (1716). Appartiene alle guerre fra I 'Jmpero e la Turchia, e fu posto d al princ ipe Eugenio d i Savoia poco dopo la vittoria di Petervaradino. La piazza era difesa da circa 15:000 u. con 150 cannoni, al comando di Mustafà pascià. Data la natura del .terreno paludoso, le ottime fortificazioni, i grandi approvvìgionan1enti di cui d isponeva la d ifesa, Eugenio rinunciò al tentativo cl 'assa lto e al blocco, e procedette all ' assedio regolare . L 'investime nto venne com piuto fra il 27 e jl 31 ago.sto-, costruen~ dosi ponti e passerelle in quantità. Piccole operazio ni furono eseguite per assicurarsi posizioni esterne convenienti. A nord della piazza erano 65 bgl. cli fanti e 10 regg. d i cavalli; a sud 22 regg. di cavalli . Il 1° settembre cominciarono i lavori cl 'approccio, dalla parte nord, con trincee e parallele e batterie di g rosso calibro. I Turchi tentarono più volte furiose sortite, ma furono $empre respinti . li q settc1nbrc, arrivato il rimanente delle artiglierie pesanti, furono

completate le ba tterie e dal 17 pit1 di 6o pezzi tempestarono la fortezza; il giorno dopo tre breccic erano aperte. Frattanto i T urchi, ,da Belgrado, facevano un tentativo per soccorrere la p iazza, e il 23 attaccavano con 20 .000 cavalli il cam po sud, che era agli ordini de l gen . Pallfy; questi n:spjnsc l'attacco inHiggendo agli assalitori la perdita eh 4000 u. e provvide a proteggersi con una linea di circonvalluione, nè i Turchi r iù osarono d i molestarlo. JI 1° ot• tobre il principe sferrò l'assalto al sobborgo d etto della <1 Gran pa lanca >> e in poche o re esso veniva conquistato. 11 7 ottobre giunsero altri 40 grossi cannoni, e l'a ttacco V<.:nne prenaralo contro b. porta dj 1\ra<l. L ' 11 ottobre i l f uoco aveva onn;:li sufficicn ternente pre!1ar:·1to l'attacco, nd-

l'in1minenz3 del qu~lc !a guarnigione scese a patti, e il J3 otteneva di partire liberamente, J, 'assedio era costato

moria fu conferita la com.

1066 morti e 3322 feriti ali 'esercito imperiale, e 3000 u. in tutto ai difensori.

menda dcli 'Ord ine ~1ilitarc d i Savoia .

Telum. Presso i Roman i,

TEM

Tcliini Enrico

era vocabolo generico, indi-

<:an te ogni sorta d i a rma da g itto. Nell 'antichità fu diffuso il motto: e( telis argenteis pugnare n (combattere con dard i .J 'argen10) per significare il lavorìo di corrnz ionc mcdiame denaro presso i nem ici . Cicerone scrisse che non c'era luogo mun ito che non pot~sse essere espug nato col denaro. E la

sacerdotessa di Apollo a Delfo, P izia, al re F ilippo di ~fa-cedoni a c he le aveva chiesto 'in qual modo avrebbe potuto otlcnere vittQrfa, rispose : cc ::1 rgc:nteis pugna tclis, \atquc omrna vinces )) (combatri con d~l'(!i argentei, e v1ncerai tutti).

T emesvar (ant. Zan;bav") - Città d tll'Ungbcr ia, sulla Bega, co n c;stello della metà del scc. XV, destinato nel secolo scorso ad arsenale d 'artiglieria. Venne fortificata nel XVI secolo cd oppose ostinata resisten za nel 1551-52 ai Tlfchi, che riusci rono a prenderla dopo o ltre un anno di .assc9,io. Essi ne rafforzarono le opere, e invano tentarono

Ili. As., edio e battaglia di Temesvar ( 1849). Appartiene alla g uerra di rivoluzione <l 'Ungheria, 3° period o. L a piaz. 2.a, investita nel mese d i aprile per ordine del g en. Hem, aveva resistito ai cont inui infruttuosi assalti .d el corpo <l 'investimc.:nlo comandato dal gen. Vecsey . Dopo la con9u ista d i A ra<l, egli potè o ttenere le forze e i ma teriali rcsisi d isponibi li, e tcnr:1 rc, in seguito ad ordine perentorio e,] ur gente d el governo ungherese, un nuovo assalto il 4 agosto senza però ottenere risultato 3kuno, per quanto b guarnigione austriaca, comandata dal _gcn. Rukawiria, si fosse

ormai ridotta eia 6000 a 2000 uomini, pe.rchè. decimata dalla fo 1ne, e d alle malattie. Intan to il _gen . Dembinsk i, · baccuto da} gcn . austriaco, 1-Iaynau a Szorcg, il 5 agosto, si riti-

rava verso T:, g iungendo in vista d ella cimi il 9 agosto dopo aver sostenuto il 7 e 1'8, alcuni combatt imenti di retroguardia, ai qual i valorosamente prese parte !a legione italiana, colle incalzanti forze nemiche. Il piano d el gen . Dembi nski e ra quel lo di togliere l 'assedio e resistere alla µrcssionc ddl'Haynau, che g ià compariva in vis.ca della città, il n umero d i ore sufficie nte affìnchè tutto il materiale po-


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tesse essere inst radato verso Arad . A tale scopo schierò il suo esercito, che ammontava a 60 mila u., di cui 10 mila volontar i1 con r64 cannoni 1 davanti a T . in posizione coperta da alcuni cor5i d'acqua ed appoggiata a villaggi e a boschi . L'Haynau, intanto, aveva ordinato al I corpo d'arnuta d i ava nzare a cavallo del fiume Maros e di dirigersi verso la stra,la ·r .-Arad; al co rpo del principe Liechtenstein di minacciare ed aggirare il fianco dr. del nemico; alla

divis. russa del gen . Paniutinc, alla divis. di cavalleria, alla riserva d ·art. e al Jl[ corr,o di m arciare concentricamente e attaccare s imulcanean1ente il nemico. Gli Austriaci disponevano di circa 50 :nila u . con 192 cannoni. La battaglia si accese alle . 5 del mattino con UIJ vivo car1noneggiamcntù; il gt·n . Dembinski si acccntcntò di mantenere un atteggiamento difens!yo per respingere gli a ttacchi dell 'avvcrsario ' n attesa d i poter iniziare b r iti• rata. Verso· le 0 re n, giunse sul campo d i battaglia il gen. Rem, che, proprio allora nominato comandante in capo dell'esercito ungherese, si decise subito per l 'azione a fondo, e, messosi alla testa della cavalleria, cercò di avviluppre i fianchi d ella linea austr iaca . JI successo si delineava verso la ,>ropria d r. , quando la d iv is. Paniutinc ristabilì la situazione. Jntanto i l gen . Licchtn1steù1 com pariva sul fian co d r. uogherese a\wccando con violenz.a, Haynau lanciava il grosso delle forze contro il centro. Oppressi da tutte le parti, g li Un gheresi dovettero abbandonare le loro posizioni, e poco dopo, complet amente disfatti e presi dal panico, si d ispersero fuggei,do in tutte le direzioni. La legione italiana riprese u na batteria perd1na e poi pr0tesse la ritirata. Le r,erclite ungheresi f urono insig nifica!lÙ (300 u . Euori combattimento), ma la disfatta causò enormi perdite i n p-rigionieri ed ebbe g rande cffctro morale per la liberazione di T . da un assedio che cm durato 107 giorni .

Temistocle, Generale ate111ese (535-470 a . C .) . Com• battè a Mara tona sotto M ilziade, e 1,c) 480 a. C v inse i Persiani a Salamina. Fece erigere grandi fortificaz.ioni ad Atene e al Pireo, riorganizzò le forze armate. T suoi nemici riuscirono nel 471 a farlo esiliare, cd egl i ripari> a Magnesia, dove morì, avvelenandosi per non essere costretto a cc<lcrc alle !wessioni di Artaserse, che voleva indurlo ad agire contro b sua patria.

Temistocle

Tempia Amedeo

Tempelhof (Giol'gio Federico 11011 ). Generale p r ussiano e scrittore militare ( 1737-1807). Fece le cam pagne d ei Sette Anni e scrisse : « Il bom bard iere prussiano >> ; « ,\ree d ella guerra » ; <.< Geometria pe1 soldati e per coloro che non lo sono » . T empesta. Nave vedetta-dragam ine, di 161 tonn ., ent rata in servizio nel 1916, rad iata nel 1921.

TEM

Tempia (Amedeo). Generale qel sec . XTX. Dopo avere partecipato alle campagne dal 1792 al 1795. si ritirò a vita privata e ne1 18r4 riprese servizio come capitano ·del genio. Colonnèllo nel 1819, fu insegnante nelle Scuole teoriche d'art . e fortificazione. Nel 1827 J:u nomina to comandante del corpo del genio e presi,lcntc del consiglio del genio mi litare, nella q uale carica rimase anche colla promozione a magg. generale avvenura nel 1830. LuogNen. generale nel 1835, fu collocatu a r iposo tre anni dopo. Templari. Ord ine militare e religioso, ist ituito nel 1 n8, in Gerusalçm1ne, per iniziaLiva di nove gentilumnini francesi, allo scopo di guidare e 1:;roteggere i pellegrini che si recavano in Terra Santa. Bald0vino Il, re di Gerusalemme, assegnò }oro come. sede u na casa vicino al Tempio di Sa lomone e d à questa presero il nome di cavalieri r ., o « Milizia del Tempio ,,. La loro o rgan izzazione era simile a quella d egli Ospedalieri d i S. Giovanni. Con la perdita della Palestina, anche i T . si ricoverarono in Cipro. Ma F ilippo il Bello , attirato a P arigi , nel 1306; il Gra n Maestro Giacomo di Molay e sessanta cavalieri, il 13 ottobre - 1307 li fece tutti arrestare. Per d ar colore di legalità alla violenza, accusò i cavalieri di vari Cavaliere dei Templari delitti, Ii fece sotto pone a tortura e condannare a l rogo, con la coufisca d ei loro beni . Vana fu la p rotesta del pontefice Cleme nte V, che- però, con bolla d el 22 maggio 1312, soppresse l 'Ord ine. I cava lieri supersti ti furono assorbiti da altri Ord ini, specialmente, in Portogallo, da quello tJj Cristo (V .).

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Templ ìn, Città della Germania, in Prussia, nella p rov. d i Brandeburgo, sul lago d i Dolgen. li ,3 d icembre 1317 vi fu concluso u n trattato d i pace tra Valden1aro eletwrt: di Brandeburgo e il re di Danimarca En rico VH, unitamente ai suoi alleati . T empo, È uno d ei fattori <lei problema tattico : esso va riferilO alla durata <li una determinata operazione. Se non sembra opportuno fissa re limiti d i tempo per lo sviluppo di una azione~ o per i l conseguimcotu <li un obbiettivo, tuttavia potranno presentarsi casi in cui una detcnn imnn operazione va comr iuta in modo da !)Otcr procedere ad ulteriori azioni . In mli casi è bene che il comandante tenga conto del fa ttore tempo, per prevedere le necessarie soste, per effettuare sostituz ioni o scavaltamenti, per jl funzionamento dei servizi, e simili atti ta ttici e logistici che il protrarsi del tem po impone. Il fattore T . va anche considerato sotto l' as!'cllo climaterico. Sotto ta le punto di vista esso ha perdulO enolta importanza risp-etto al passato; i q uarLieri d 'inv~rno non sono che un r icordo storico, e il t em po, bello o brutto, d i massi ma non fa rimandare operaz ion i g ià decise o in iziate.' Tuttavia è anche vero che lo stato atmosferico, specialmente in rapporto alla alcime tria, può ancora oggi imporre delle soste o quanto meno d are partico!orc fisonomia alle opera-


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z ioni invernali o alpine, ed imporre provvedimenti logistici d i prnporzi'tm i talvolta imponenti.

Temporeggiamento. i,: il contrapposto dell'azione decisiva , risolutiva. Questo rennine si usa in tattica , ma pil1

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volta finisce per avei-e un ambiente a temperat ura elevata quasi quanto al! 'es terno. Perciò bisogna aver sempre cura d i porla in modo d 1e, aimeno nelle ore p iù calde, abbia l a prote,;ionc di qualche ombra d'a lbero, di , iepe o d 'altro.

frequentemente in strategia. Il T. sarebhe da condànnare se avesse fine a sè stesso e se costitu isse un sisterna abi-

tuale d i condona d i operazioni per un comandante. Ma se si p ropone il fine di guadagnare tempo per poter aumentare le p roprie forze in vista d i un'azione decisiva, o d i superare la crisi di una momenta,nea inferior ità, o di rompere i n prop rio favore un mornemanco equil ibrio di forze, è sistcn1a molto opportuno, e salvo nei casi in cui sia imposto dalla situazione , come sovente .avviene, è manifestaz ione d i eccelle nte st rategia. Vale Ja pena d i ricordare la

fel ice azione temporeggiatrice di Quinto Fabio Massirno (•< Cunctator ») che salvò Roma da i possenti colr i d i maglio di Anniba le . Napoleone prima d i Austerlitz tcmporeggò finchè non ebbe alla mano tutti i corp i della Grande armat a. Nella g uerra Mondiale il periodo della guerra stabilizzata è in sostanza una condotta temporeggiatrice, intesa a logorare l'avversario, e frattanto accumulare uornini e mezzi

per rompere in proprio favore l'equilibrio momentaneo delle forze . Se però il T. non è transitorio, ma si protrae troppo nel tempo, finisce pci· acq uistare i caratteri della d ifensiva passiva, e d iventa <lanoosn: il fine negativo che questa difatti si propone è sempre destinato a favorire l 'iniz iativa dcll 'avvcrsario.

Tenda. Sistemazione t1p,camcme militare, per offrire r icovero alle truppe in caso d i sosta. Solo recentemente se ne è esteso in a ltr i ambieati l' uso, per ragion i di turismo e di sport. Abbiamo no1iz ic di T .. sin dai tempi remoti <idio imprese assire, egizie, persiane,

greche, ecc . N o n è d ato precisare se la distribuzione fosse

Tenda medievale

Il tessuto, per quanto robusto, se tenuw per uo tempo eccessivamen te prolungato (due o più mesi) esposto al sole ed alle intemperie si decolora e si rompe. Perciò, in occasione d i lunga permanenza in un campo, le T. vengono tenute disfatte nelle ore nelle quali non servono.

Tenda Bu,·ciautmi. Viene costiruita con quattro teli, otto parti d i bastone ed otto paletti. I teli sono d i cotone impermeabilizzato, hanno una sagomatura presso a poco trapezoidale e l,mgo tre de i loro lati sono forniti di doppia fila d'asole e bottoni . Per issare una T . si combinano e si allacciano quattro teli, fc.rmando un corpo u rlico. La base

allo ra , come ades~ so, estesa a tutti o

I imitata ai capi e ai graduati d ·una certa d ignità . Le Legioni romane avevano T . (« tentori um ») per T cntorium romano

tutti. E così negli

eserciti d elle epoche successi.ve sino ai g iorni nostri. Dalle forme a cupob11 a due spioventi, a pira mide, sino a lle più complicate e ampie T . per ospedali da campo, per ricoveri collettivi , comandi, ccc. se ne ebbero in tutte lè epoche di tutte le forme e d i tutte le grandezze. Sono degne di menzione le l ussuose sistemaz ioni che avevano le 1'. per i re o pei personaggi d i maggiore dignità, specialmente nel periodo feudale. Attu/llmentc la r azio nalità, il mimetismo, l "impermcabil.ità del tessuto, l 'cconomia del peso, dello spazio e del costo sono i criteri che p resiedono alla costruzione della 1'. da campo. Essa svincola i reparti dal bisog no di tenersi prossimi agli abit ati. Pennette una certa autonomia anche alle m inori unità isolate sino alla squadra, alla pattuglia, ai singoli uom ini . Non vi sono più pertanto'. limiti estremi o minimi impQsti al le marcie per ragioni d'accantonamento, dato che teori- -

Tende turche con cannoni (sec. XVII)

came nte la truppa dovunque p uò ora ripararsi. In genere

là T . ripara bene dalla pioggia anche battente . Contro il vento deve essere assicurata con ancoraggi e r in forz i. N on offre jnvece un fresco riparo dai raggi solari: per quanto

sia munita d 'aperture d i venrila,.ione, nell' in terno poco alla

viene fissata in q uadrato a terra mediante i paletti. La somm ità o cappa viene alzata, servendosi delle parti dt bastone collegate a cannochiale e ciisposte a « T ». La tenda Bucciantini (dal nomu dell' inventore) completamente a posto,


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ha forma piramidale, con ,1uattro facce : ta base delle quali misura due metri. Al centro, in corrispondenza del ritto dj bastoni, si ha un 'altezza massima d i met ri I ,90. Adottata durame la guerra Libica, ha rappresen tato una soluzione veramente fel ice. Essa offre alloggio sino a qualtro

A d ifferenza dei tipi analoghi, già in uso negl i eserc,u tedesco, americano e g reco, in questa particolare destinazione

offre una semplicità maggiore cd anche un 'estetica che quell i non hanno. Be.ne risponde rome sacco <la addiaccio : in quanto che con ogni telo se ne può com binare uno, entro il quale il soldato si ripara . Combinato a sacco e riemp ito di pagJia, il telo $erve ottimamente c?me paglierìccio in caso di accan tonan1cnto : ciò è degno di particolare considerazione per il migiior rispetto che si viene ad avere della d isciplina e dell'igiene, non collocando direttamente a terra la paglia. Ea colorazio ne bi l. atcrale della t~nda moti . 1928 è frutto d i accurat i studi sperimentali, cd è quanto d i nu:glio poteva essere escogitato per adar.ran:i a rutti gli ambienti nei qual i può essere adoperata. L'esperienza ha d imostrato che con q uesto sistema di mimetismo le p robabilità di sfuggire al rilievo fotografico, nonchè all'osservazione degli aerei, sono massime, e così pure è n1olto facile ing an-

Tenda da campo

o cinque uom1111, riparandoli perfettamente dal la p ioggia. Le parti sono poco voluminose e costano poco. 1n occasione d i campeggi prolungati si presta a sistcmnion i particolari, fatte media nte sterri o modifiche di m inima entità. In pochi minuti un reparto, anche di forza considerevole, alza o toglie le proprie tende, tanto è facile la manovra per cosuuirle, o d isfarle, o affa rdellarle. Sebbene sia ancora largamente adoperata, questo tipo <l i lcnd~ è in via di aboliziono (1934). In sua vece, sin dal 1928, è stata adottata la tenda m imetica.

Tenda mime1ica modello 1928. I concetti che hanno servito d i base per stabilire qual fosse il miglior tipo di tenda, in relazione alle cond izioni tattiche e logistiche della guerra moderna, sono stati i seguenti : a) possibilità d i formare vari tipi di tende; b) impiego dei teli come mantelline impermeabili, pure senza ~over subire modificazioni che ne pregiudichino la destinazione normale; e) adatrabilità a sacco d a addiaccio; ti) ad,mabilità a pagliericcio; e) colorazione razionale dd tessuto in maniera da rendere la tenda difficilmente ricono!5cibile all 'osservazionc aere8 e terrestre; f) possibifoà di eventuale impiego dei singoli teli pel mascheramen to d i armi, di piccoli depositi, ccc. I.a T . M. è costituita da un numero variabile di teli a second a del tipo occorrente. Ogni soldato viene· fornito d ·un telo, di d ue aste <l 'acciaio collegabili a cannochialc, d'una funicella e di due paletti. Il telo ha forma q uadrata col 1-ato d i m. t,75. Ogni lato è munito <li al lacciature simmetriche. di asole e d i bottoni,. che consentono d i combinare un numero teor icamente infinito d i teli. A! cent ro d'ogni telo vi è un 'apertura, normalmen te tenuta chiusa <la due lembi rovesciabili . Anche l ungo le d iagonali del quadrato sono attaccati bottoni , per l'impiego del telo a mantellina. Da una faccia la colorazione è a tinta unica (terra) e 'dall'altra 3 .chiazze verde cupo, verde giallo e color terra. I t ipi di tenda costruibil i vanno da quello a un solo telo p.el r iparo d ' un uomo , a quello norm ale con quattro teli per quattro o ci nque uomini, fino anche a q11clli con cinque, sette, diciotto e più teli, per uffici, per alloggio collettivo <l i squad re o plotoni, per infermerie, mense, uffici , ecc. Sotto q uesto punto d i vista il n uovo tipo risponde pienamente allo scopo di dare conveniente sistemazione alla lruppa, sottraendo l'accampamen to alla vista del nem ico mediante la speciale colorazione, é ancor p iù con l'assimetria e l'irregolarità della sistemazione generale. Com e mantell ina ogni sin golo telo si è d imostrato utilissimo in caso di pioggia.

na re l'osservazione aerea e ter.restre sull 'ubicazionc esatta e sulla quantità delle t ruppe acc_a mpatc. Bene si prest a infine ogni singolo telo per coprire alla vista buche eia tira-

tori, n1itragliatrici, rannoni, stazioni radio~ ccc .

Tenda per reparto , da sole. Era prevista dal regolamento pel servizio in guerra , edito nel r912, per quelle lunghe soste d i g iorno in zone hartutè dal sole, ai poligoni d i tiro in attesa del t11rno pel fuoco e in quant'altre occasioni r avctscro ritenuta uti!e ! cc-mandanti d i reparto . Norn1almente veniva costrui ta per compagn ia o per plotone . Si impiegava no i teli della vecchia tenda in d istribuz ione prima delb Bucciantini, i quali erano q uadrati. In sostanza, una volta fatta , era un amp io riparc che p, oicttava un pocu d 'ombra e consentiva al soldato di riposarsi .senza <loversi sparpagliare nd la campagna in cerca d i frescura . Sebbene che la nuova tenda mimetica lo consen tirebbe, essendo anch 'essa combinata con teli q uadrati, ciò non si b più: si P:eferisce che i soldati, in tutto e per tutto, si abituino a sfruttare la copertura. del terreno, pur non violando i lega mi organici.

Tenda di S. A . i1 Principe Ereditario U mbeno al campo

Tenda per uffiàa/i. Sino alla guerra L ibica, nel nostro esercito, veniva distribuita agli ufficiali una , pc.:ialc tenda·, composta d 'un corpo di tela imperm~abile, due bastoni, q uattordici paletti, una funicella ed un sacco custodia. Essa non è oggi scomparsa; ha però cambiato nome e destina-


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zioue, diventando T. per comandan ti di corpo. Attualmente viene <listribuita ai comandami d i bgl. , essendo i pii't elevati in grado d egli ufficiali per i qu1l i valga l'ordine d i attendarsi in caso di manovra e campi. I comandami d i

corpo invece sono autorizzati ad .alloggiare nelle case, q uando ve ne siano dispon ibili . Cc,n la T. Bucciantiui gli ufficiali , in un primo tempo, non avevano a loro <lisposizione mdla d i specia le . Essi occupavano quelle tende che venivano costruite col qu into tdo <li ogni g ruppo di c~nguc soldati. Gli ufficiali normalmcn le prendevano µos to in ra-

gione di <luc suba1tern i, oppure di un capìtano per ogni tenda. Nel 1927 \'Cnncro allestite d el le T. Buccia n rini complele , racch iuse in apposite custodie d i tda,. da destinare a ciascun ufficiale. Così si avvantaggiarono g li uom in i d i truppa c he potevano alloggiare per q uattro anzich~ per cinque e gli llfnciali ebbero u n a sistemazione piì1 confaccrllc alla loro d ign ità. L 'introduzione della T. a teli mimetici ( 1928), negli effett i d el la dimibuzione agli ufficiali, ha lasciato le cose come stavano. Attualmen te per ogni ufficiale partecip-ame ai ca mpi si prevede l 'impiego d 'una T .

tomplcta mimetica, raccl·ùusa in un sacco o custodia e portata n l seguito col bagaglio degli ufficiali. Per ragioni disciplinari e per il pronto impiego dei reparti, l 'attendamento dei singoli ufficiali p uò essere fatto in p rossimità ciascuno dei rjspettivi reparti stessi. Di norma però si riu~ niscono le tende degli ufficiali per bgl. e si sistemano in località un poco appartata .

Tende sp<'CÌa!i. Sono quelle che hanno forma e destinazione va ria . Ve ne sono per ospedali-campo, per posti di medicazione, per st azioni radio, per centralini telefonici, ecc. Vengono costruite con sol ido tessuto impermeabile scomponibile o no, e sono dotate d i ritti, paletti, freni d 'anco~ raggi~, pacchi custodia con a senza anelli pel c(1ricamcnto a ~orna , cc.e.

Tenda. Comune in prov . di Cuneo, nel l'alta valle d ella Raia. Ebbe un castello, d istrutto nel 1692. Fu capo!. d i con tea; causa di lotte intesrlnc j:'t:r ragioni di s uccessione poco p rima della morte de l conte Claudio di T. e subito dopo. L a contea passò, parte per d e naro, parte per forza, a Emanuele Filiberto nel 1574.

Colle di Tenda. P asso delle Alpi Marittime, fortificato, che mette in comunicazione la valle della Stura (Tanaro) con quella della Ra ia (Mar Ligure). La rmabile da Cuneo si dirige a Borgo S. Dalmazzo, donde per la Val Vermenagna , risale con strclli risvolti al valico di T. (1873 tn.). D i qui scende nella testata della Roia a Tenda, passa la frontiera francese e per Saorgio e Breglio rientra nel territorio nazionale e raggiunge Ven timiglia sulla Riviera di Ponente. Poco a mon te d i Breglio distaccasi un ramo che, sempre in territorio francese, per il Colle d i 13rouis (900 m.) passa nella valletta d ella 13evcra, affluente della Roia, a Sospello e, valicando il Colle d i Braus (999 m.) nella valle del Paglione raggiunge N izza. Questa com u nicazione è molto im[.'Orlaute, come quella che co ng iu11ge il Tavoliere d i Cuneo con Nizza e coi centri della Riviera d i Ponente immtdiatamemc attigui al confine, e potrebbe aver funz ione militare <li primissirno or<line . Le linee ferroviarie Cuneo-Nizza e Cuneo-Ventimiglia seguono d a presso il tracciato d elle strade conside rate, discostandosene d i poco in taluni t ratti . I vicini passi del Tanarello e d i Colle Ardente stabiliscono collegamenti fra la regiooc di T enda, il nodo orografi.co d el Saccarello e il Colle di Nava da un lato; e con la Val Taggia e il litorale dall 'altro, cosl da completare il sisterna stradale in rdazionc alle esigen ze della difesa naz ionale, Tenda (Renato di Suvoia, conte di). Capitano del secolo XV, n. e m. a P avia (1465- r525). Figlio naturale di Fil ip po II duca di Savoia e d e tto « 11 Gran Basrardo d i Savoia » dopo d i <:Sscre staro 1uÙgoten. generale nel suo Stato di Tenda, andò Ael 1502 a l servizio d ella Francia cd ebbe il governo d ella Provenza. Sotto Francesco I combattè a Marignano. Gran maestro di Francia nel 15i 9, si distinse a lla battaglja della Bicocca (1 522) cd a quella di Pavia (1525), dove riportò fer ite mortali . 1

Tenda (Claudio di Savoia, conte di). Capitano del secolo XV{, figlio d el pm·edente (15oi 1566), A] servizio d ella Francia, rimase p rig ion iero nel 1525 a Pavia . Ri tornato .i n Francia, fu co lonnello degli Svizzeri e poi ebbe il governo della Provenza. Tenda (Onomto di Savoia, conte rh). Maresciallo d i Francia, fratello del p receden te (1509- 1580). Al servizio della f-rancia, rimase p ig ioniero di Em,rnuele Filiberto nel 1553 dopo l'assedio d i H esdin e gravemente ferito a S. Quentin. Luogotcn . generale nella Lin~uadoca nel 1560, com battè a Poiticrs cd a Moncontour.

Tenedo. Isola del mare Egeo o rientale, presso l;i cosca turca dell'Asia Minore, non lungi dall 'entrata dei Dardanelli. Fu p resa dai Persiani nel 418 a . C . e dagli Spartani nel 389. Nell '87 a. C ., d urante la p rima guerra Mitridatica, u na Aotta romana, al co mando di L. Licinio Lucullo, vi scon fisse .le navi di Mitrida1c VI.

L a strada al Colle di Tenda (secolo XVIII)

I. Questione d; Tenedo (1377). L"impcr atore bizantino Giovanni Paleologo aveva ceduto !"isola ai Veueziani, m a i Genovesi ,1Ìll tarono il figl io Andronico a sbalzare l' imperatore dal trono, facendosi cedere l'isola a loro volta. Presentatisi a T. , il governatore bizant ino <lei capoluogo, chiuso nel suo forte castel lo , r ifiutò d i ccdcre !"isola, e accolse invece i Veneziani . Questi riuscirono 3 cacciare i Genovesi ch e erano sbarcati, e ciò determ inò lo scoppio di qllella fiera guerra che si chiarnll (< di Ch ioggi1 » e terminò nel 1381, col trattato di Ton no . - La popolazio ne r ifiutò djlasciare demolire le fortificazioni, come voleva j j trattato,. in base al quale l ' isola doveva essere consegnata ad Amc-


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dco VI di Savoia, e le navi veneziane posero il blocco. Dopo lunga resistenza, il governatore capitolò il 18 ap-rile 1383 e ndl 'ag()sto le fortificazioni e le case vennero rase al suolo, mentre gli abitanti emigravano altrove. ·

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retto due fileni d i tessuti d 'argento o rl 'oro a seconda delle varie ar mi e specialità; sulle spalline (grande uniforme) due r.isalt i semicircolari nella parte esterna e più larga del piano metallico. Il T. con 12 anni d i spall ine ha d iritto alla qualifi ca d i primo tenente. Può essere promosso capitano per anz ianità, c on. avanzamento anticipato per esami, a scelca

per esam i. Apposite d isposizioni e particolari programmi di esame regolano gli avanzamenti anticipati e a scelta. Nell 'esercito napoletano, il tenente fu nel 1823 ch iamato Primo tenente, e il sottotenente fu chiamato Secondo tenente, mentre si ripristinava la classe degli alfie ri, che era stata abolita qualche anno prim a. Tene11te generale. Grado della gerarchia militare, esistente in taluni corè'i e servizi, e corrispondente a quello di generale d i divisione. Il grado è contemp lato per i l corpo sanitario, per 9uello d i comm issariato e per j servizi tecnici.

d 'art. e genio . I distintivi sono simili a quelli del generale d i divis. Fino a non molti anni addietro i l grado era esteso :111cbe ai comandanti di clivi, . e di C. (i •A . e succ,c ssivamcnte rimase soltanto nd la gerarchia d egli ufficiali non con1br1ttent i.

Nel! 'antico

esercito piemontese la denominaz ione comparve per la prima volta nel 1775, anno in c ui s i addivenne

La fortezza d i Tenedo (secolo :>..'VII)

II. Attacco di Tenc>d.:: (1656). I Turchi avevano fortificato nel secolo precedenre T ., con castello mun ito d i corrine e torri e fosso, e con un fortilizio sorra uno scoglio <lavanti al porto. n· 5 luglio i Veneziani si presentarono <)avanti a T., difeso da Mehcmet Alì con 1 500 u. Sbarcate truppe al comando del marchese Del Borro, questi respinse un anacco dei Turchi, li costrinse a chiudersi nella fortezza, assalì e prese il borgo, eresse batterie a rman<lole con 26 cannoni e 5 mortai, preparò mine . Il r2 lugl io aperse il fuoco; il giorno seguente saltò la polveriera della fortezza, e i Turchi si arresero a !>atto d i ritirarsi nell'Asia Minore, abbandonando l 'isola e i 65 cannoni della forrezza. Nel 1658, in seguito alle vicende della guerra cont ro i Turchi, il presidio veneziano, male approvvigionato e quasi abbandonato a sè stesso, lasciava l 'isola. lll. Attacco alla flo tta turca " Te11edo (1822). Appartiene alla guerra d'Indirendenza della Grecia. La sera <lell 'n novembre, i capitan i greci Canari e Ciriaco, con due brulotti che alzavano band iera turca, entrarono nel porto dove stava ancorata la flotta turca, e riuscirono a dar fuoco alla nave ammiraglia e ad un 'altra , salvandosi con i loro battelli e riparando su due brigantini che li attendevano fuori del porto. L<: navi turche, mentre le due navi bruciavano, uscirono da I porto e furono sorprese da una tempesta che ne fece arenare parecchie su lla spiaggia.

Tenente. G rado della gerarchia militare cui corrisp-onde organicamente il comando di un p lotone o il disimpegno <li cariche e mansioni equipollenti. ·t i l secondo grad ino della gerarch ia seguendo il sottot., con i l q uale costimisce la catego ria degli ufficiali subalterni. Unirnmen te al sottol. <;d al capitano forma, a ltresì, la classe degli ufficiali inferiori. D ist intivi d i grado de) tenente sono : Slllle controspal line due stelktte di tessuto d'argento a 5 punte; sul ber-

s

T,m.'e Genera/g

ad un a vasta r iforma nello S. M . BR-ndiera distinti\·o Si ebbero allora i T. G . ispettori di tenente generale d i dipartimento, ma fin dal 1633 troviamo il grado d i cc luogotenente generale », che vi corrisponde completamente. Nel 1814 la voce luogoten . generale ricnmpare e rimane fino al 185r, anno i n cui viene definitivamen.tc adattata la d izione d i T . G. Anche nella Marina esiste il grado (corr ispondente a quello di amm ir. d i di.vis .) nei corpi seguent i : armi nava li , genio navale, sanitario, commissariato . l distintivi sono uguali a q uelli del g rado d i ammir. di divis. ; unica variante è che i gallo ni delle manopole non sono sormontat i dall 'occhiello.

Tenente colonnello. Grado della gerarchia militare cui corrisponde organicamente il comando di un bgl. (o unità corrispondente) o il disimpegno di compiti e mansioni equipollenti . È il secondo grado della categoria degli ufficial i suveriori, il primo essendo q uello di mag1,,fore. I d istintiv"i sono: sulle controspalline due stellette a 5 punte di tessuto d'argento e una bordura, attorno all 'orlo delle controspalline, d i tessuto d'argento o d'oro a seconda delle varie armi e special ità ; sulle spalline (grande uniforme) d ue risalti poligonali su l piatto nclb sua parte più larga e frange grosse; sul berretto un gallone grosso e due sottili di tessuto d'argento o <l'oro a seconda delle varie a rmi e specialità. Viene promosso colonnello in segui to a speciali prove d'esame cui è ammesso su lla base del giudizio d i apposita commissione d i avanzamento. Chi non è ammesso agli esami, o r ipro.vato agli stessi, non può rimanere i1\ servizio e viene quind.i inviato in congedo (A. R . Q.). Durante la grande guerra, ai T . C. più anziani fu affi<bto il comando t itolare del rcgg. Essi avevano, come d istintivo dello specia le incarico, noa strisciola d i panno rosso (robbia) sntto le stellen e indicatrici del ·grado che veni,;ano allora portate sulle manopole dell a giubba. Il luogoten. colonnello fu ch iamato tcn. colonnello ne l 183r. Nel r841 questo grado venne soppresso per i] servizio attivo: pochi posti vennero lasciati per il servizio sedentario, e si passò nelle promozioni da maggiore a colonnello. li gra<lo d i ten. colonnello venne r i!,ristinato ne l 1849.


TEN

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Te11eme di va.ce/lo. Grado della R. Ylarina, corrispon• d en te a q uello <li capitano <lcll'escrcito . Vi i!: anche, Fresso a poco nel le stesse cond izioni, il Primo t,:11c11tc di vascello.

Tenenza. Comando retto da un ufficiale subalterno dei carabinieri o da un uff. subalterno della Guardia di fi. nanza. Ciascuna T. dei CC. RR. fa capo al comando d i un~t cp. e comprc.:ndc un certo numero <.li stazio11ì. Essa ha pertanto giur isdizione su un determinato territorio. Ana• log;1mentc dicasi per le T. della Finanza; solo devesi te• nere prc,ectc che esse hanno giurisdizione su comandi di bri)!ata. tale unità corrispondcu<lo alla stazione dei CC . RR. Per e ntra m be le tcnen7,e valgo no, nei rispettivi territor i <li co,npctcnza, i servizi prev isti dalle d isposizioni d i legge vi• genti. Tenno. Comune in prov. di Trento. È noto per il suo castello che dom ina la p ianura d i Riva ed cbb<· parte importa nte in tutte Le g uerre tra Venezi~ e i l vescovo d i Trento, svoltesi tra Riva e le Giud icarie. li 9 no,·embrc 1439, le trUFJ)C alleate Jci Fiorentini e dei Veneziani, comandate da Francesco Sforza, vi sconfissero :·~serci10 visconteo condotto da Nicolò Pi ccin ino, che si sa lvò r inchiu <lcndosi nel castel lo, da cui evase inosservato, portato dentro un sacco, a spaJJa, da un suo servo tedesco, attraverso i l campo nemico. Qualche giorno dopo, lo Sforza. avuta notizia che il Piccinina aveva <lato la scalata :1 Verona, tolse l'assedio d i Tenno. Tenorio (Goffredo).· Ammiraglio spagn uolo del sec. XIV . Al comando della flotta castigliana, nel 1337, ruppe, al Capo S. Vincenzo, quella portoghese comanclata da Emanuele Pcssagno. Poco dopo, avendo i Mori costretto le Rotte portoghese e castiglia na a rientra re, con gravi perd ite, nei loro porti, il 'T. fu accusato <l i essere stato causa dcli 'insuccesso, cd egli per dimostrare la falsità delle accuse, con poche navi e seguito da rochi fedeli, si gettò contro la flotta nemica . e vi l rovè, la morte . Tensini (Fm ncesco). Ingegnere m ilitare, n . di Crema (1579-1638). Servl prima la Spagna, poi l'imperatore Rodolfo 11, d iventando luogotenente generale delle art iglierie, e infine il duca di Baviera . Partecipò onorevolmente a venti due assed1. Scrisse: « La fortificazione, guardia, difesa, cd espug nazione delle fortezze ». Lasciò n'l.anoscritti : « Del carico delle artiglierie » e « Rebzione sullo stato delle fortezze della repubblica di Venezia » .

TEO

poco dopo la guerra, fu promosso generale d i br igatJ nel 1929 e <:ollocnro a riposo nell 'anno icgucnte . Fu a nche dal 1923 console ge n. della M. V. S. N., ispettore addetto alla 2>- ,ona.

'fensini Francesco

Tentori Annibale

Te nuta. Tale voce è passata nel linguaggio mii. italiano dal francese « Tenue », per indicare l'un iforme . E , come rn ntc altre voci , ad esempiQ l:livacco . Distaccamento, Ramazza, Corvéc, ecc. si adopera conrnncmcnte tra le forze Mmatc italiane. Tenzone (o T,'llza). Antica voce per indicare combat• tirncnto. Fl, usata molto nel mc<lio evo, specie qu:mdo si riferiva a combattimento di pochi caval ieri, o :tnche di due soltanto, acquistando piuuosto carattere di duello. Te11:::011e a spalliera . Si chiamava cosl nell'ant. cavalleria lo sconrro fra due schiere a c.w allo disrose ù, una sola linea, cavaliere contro cavaliere.

Teodorico. Re degli Ostrogoti (454-526). Salì al trono nel 475: incaricato dall'imperatore Zenone di conquistare l' ltalia, vinse Odoacre all' Isonzo e a Verona nd 489 e sull 'Adda nel 490 : lo assediò e lo fece prigioniero i u Ra ve nna nel 493 e fondò così il regno degl i Ostrogoti in Italia.

Temini Giuseppe. Generale, n. e m . a Crema (1865193 1). Sottot. cli fanteria nel 1883, insegnò s1ori a a lla Scuola m il itare e partecipò alla guerra di Libia e a q uella Mon• d iale. Colonnello nel , 915, comandò il 32", il 66° ed il 71a fanteria . In P. A. r.el ,916, (u promosso magg. generale: nel 1917 e assunse nel 1923 il grado di generale d i d ivis. nella riserva.

Tenti (Giovan11i Battista). Generale , n. a Savona, m . a Civitavecchia (1877-1933). Sottot. di fanteria nel 18<)8, partecipò alla guerra di Libia e a quella Mondiale, e meritò una mcd . d'argento e u na d i bronzo . Colonnello nel 1918, comandò il ioo fanteria ed il distretto d i Li vorno e poi {u addetto alle Scuole cent rali mil itari. Genernlc di br igata nel 1932, fu ispcttorc <li mobilitazione della divis. di Messina.

Tentori (A,wibalc) . Generale, n. a Campo S. Piero nel 1867. Sottot. cl i (antcria nel 1892, passò negli alpini e partecipò alla guerra Mondiale, meritando una mcd. di bronzo. Colonnello nel 1917, comandò il 2o6° fanteria. In P . A . S.

•1•eodorico

Teodoro re di Corsie.'\

Teodoro I (A11to11i,:o barone di Nmliof). Avventuriero di origine tedesca (1690-1756). Servì nell'esercito francese e poi i n q uello svedese; passato nella Spagna, si m ise al servizio del cardinale A lbcroni. Nel 1732, a Firenze, entrato in relazione con emigranti corsi, fu da questi messo alla testa della loro organiz.<.1zione per la liberazione della loro patria. Nel 1736, sbarcò ad Alcria con l 'a iuto del bcy di Tun isi e fu proclam ato re d i Corsica col n ome di Teodoro J. Dopo alcuni successi si portò nel continènte per cercare soccorsi, recandosi a Roma, a Torino, a Parigi, ad Amsterdam e rilOrnÒ in Corsie:, alla testa di un 75


Tto

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nerbo di truppe. Una disfalla toccata a Borgo lo costrinse ad abbandonare nuovamente J"isola pe.r cerc:irc altri aiuti. L i t rovò p resso gli Inglesi e sbarcò per la ter7.a volta in Corsica, ma, abbandonato clai suoi partigiani, clovelte ab.. bandonare l 'isola cd il suo effimero regno. Rifugiatosi a Londra, ,·i fu imprigionato per debiti e rimase in carcere fino ~ poco prima dell~ sua morte .

Teodoro. IrnperatMe di Abissinia (1818-1868). Dal 1853 in poi riuscì a souom~ttere tutta l 'Abiss_inia, 011cncndo nel 1855 il titolo di negus ncghesli. Sconfino a Mag<lala dagli Inglesi guidati da lord _Napicr, ii uccise.

Teodosio I (i/ Grande) . lmpcratore ronrnno, n. a Conca (Spagna), m . a Mi lano• (346-395). Generale sotlo G raziano, riportò vittorie contro i Barbari, e fu associato nell'impero, a,•endo assegnato l'Oriente, che difese contro le invasioni barbariche; si alleò con i Goti, ammettendone circa 20. 000 11ei suoi eserciti. N el 383, Massimo, eletto imperatore d ai soldati, avendo fatto uccidere Graziano dopo averlo vinto in banaglia, T. gli dichiarò poco dopo la guerra, lo sconfisse in Ungheria e in Italia c<l inseguitolo ad Aquileia lo prese prigioniero e- lo fece decaritarc. T. in Italia consolidò Va lentiniano, fratello d i G raz,iano, sul trono, e ritornò in Or iente nel 391. L'anno seguente ebbe notizia che il giovane Valentiniano era stato as1.1ssinato da Arhogasto e che era stato proclama10 imperatore il rettore Eugenio. T . accorse, b,m è Eugenio e , imase padrone dell 'Oriente e <lell'Occi<lente.

Nel 181➔ si ribellò a Gioacchino Mural e fu ricondotta .,ll 'obbedicnza d al gen . Florestano Pepe.

Teramo. Brigata di fanteria di li nea, costituita nel gennaio 1917 dai depositi del 32° e 4o<> fanteria ~oi regg. 241° e 242° . Operò nel maggio 1917 per la conquista del M. Vodice e ncll'agosto-senembrc per l 'allargamenro d ella precedente conquista. Nel 19J8 fu prima sul Piave e poi sull 'A ltipiano dei Sette Comuni; nel giugno riconq uistò Col del Rosso e Col n •Echele. catrur.ando più <li 100) difensori,

Medaglia delln hrigata T ernmo

Teplitz (o J'ep/ice). Città della Cecoslovacchia, nella Boemia, sul Saubach. Fu presa dagli Ussiti nel 1426. Tl'l111ati di 1"eplitz (nei testi, generalment e;, Toeplitz) .

li primo (9 settembre 1813) in tre d ocumenti separati dello stesso tenore, costituisce l'alleanza Ira Austria e Russia, Austria e Prussia, Russia e Prussia: quest'ultimo a conferma del trattato di Hreslau (V.) <lei febbraio-marzo dello stesso a11no, contro Napoleone e per il r iprist ino dello statti quo eii.,tcnte prim~ della Rivoluzione francese. ll .~ccondo (3 Ot• tobrc 1813) è pure un trattato d'alleanza, fra l'Austria e 1·1nghil1erra: qucst"ultima sì impegna a sostenere !"altra po· tenza con tutti i mezzi, nella guerra contro la Francia. -,,' Convegno di T,•plitz / 25-2j luglio 1860). Fu lcnuto d al[' ir;,pcratore d 'Austria e. dal p rincipe reggente (ìugliel010 di Prussi:i, per accordarsi wlle cose t1·1talia.

Teramo (ant. /111cra11111ia) . Citi~ degli Abruzzi, capo!. di prov incia, sopra ,m altopiano fra 'a V czzola e i l Tordino. Fu cinta cli ' m ura nel medio evo. C:tpirnle dei Prctutiani, fu poi municiJio romano. Prese parte alle guerre che Roma chlic a combattere per asso<lare la propria porenza. Nel 1087-88 Ugone d i Malbozzett c, inviato <la Ro1 berto Guisc~tro il (\1ormanno, s' impa<.lroui d1 T. che venne compresa nel ducato d, Puglia. Sotto re Ruggero fu assediata e. I dopo lungtc1 resistenza, prc:,a, saccheggi:lt;.l cd arsa da Roberto di Bassavilla. Sotto Stemma p:ipa In nocenzo IV , col pretesto che il di "J'cramo rearr.e era feudo della Chiesa, gli Ascolani; dizz.1ti dal legato, cardinale Capocci,1, a~~aharono T . e ne smantellarono le mura . Nel sec. XlVXV seguì le sorti delle città italia ne per le cuneese ,lcllc fazioni (Melatini e Valle) che d ilaniaro no pe r quasi un secolo la città. '>eguì poi le sorti del reame di Napoli.

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1'1edag1ia del 2 ..p 4 reggimento fanteria

59 niitraglia trici e molto mnterialc d i guerra . L a ma co11clo1ta le va lse la citazione sul bollettino di gllerra del Comando supremo e la m~d. di hronzo. Festa dei reggimenti: 30 giugno, anniver<ario del combattimento di Col del Rosso (1918). Colore delle mustrine : fondo aziurro cuµo con una strisci:, tnt'di:rna bianca ne l senso \'crticnlc. La brigata ~bbc in guerra i seguenti comandonti: magg. gen . Ba$SO ( 1917) : col. hrig. Torre ( 1917); magg. gcn. Mammuccari (1917-18). Essa ebbe le seguenti perd ite: uniciali morti 37, ferir.i 133, dispersi 54; u. <li t ruppa m . 636, f. 3969 . d . 2807.

Terasona (Raffaele). Generale, n. a Palermo, m. a<l l'dine (1834-r9q). Pro\'enicntc daU-eserciro delle Due Sicilie, combattè 11el 1960-61 e !)assò ncll'cscrci10 italiano come capitano del genio. Colonnello nel 1887, fu d irettore del genio a ·Messina . Magg. generale comandante del genio a Napoli nel 1894, andò in P. A. nel 1895 e nel 1902 fu promosso tcn. generale oclla risen·a. Fu deputato di Palmanova ed in collaborazione col Capirone pubbl icò un "-Manuale per il servizio del gen io ». Terauci (uisco111e Musakata). Maresciallo giapponese ( 1851- 19 18). 'el 1902 fu nominato ministro della Guerra nel gabinetto del gcn . Katsura, e rimase a questo pom, d urante tutta la guerra Russo-giapponese; in segu ito fu governatore della Corea. Nel 1916-18 fu presidente del Consiglio dei Ministri.


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1187 -

Terebra. Macchina da g uerra ossidionale dell'antichità , sul cipo dell' ariete, per rompere le mura , age1,do però a 1;uisa d i succhiello, poi che aveva una robusta

punta,

invece che la

testa come l'ariete.

Terina. Ant. città greca , nd golfo d i Sant'E ufcmia , fondata dai Crotonesi. Nel 350 a. C . fu conqu istata Terebra dai Bruzii . Durante la seconda guerra P unica parteggiò per Annihale , il quale, prima che terminasse la g ue rra, costretto ad abbandonare que ll a parte del Bruzio e non po tendo più tenere T ., la d ist russe.

una torpedin iera austriaca bombardò il ponte e la stazione ferroviaria danneggiando il ronte e i magazzini merC1 . .

Termonde (o De,uiemwnde) . Città <lei Belgio, sulla Schd da. Nel X-VI secolo fu ben fortificata. Per o rdine dell'imperatore Giusep pe IT nel 1784 le fortificazion i vennero ~classificate;. furono rimesse in efficienza ne l r822 e de1nolite nel 1830. I. Assedio ed occupazwne di Termonde (agosto 1584). Ap partiene alle guerre d i F iandra e fu posto <lai duca di Parma, mentre già assediava A nversa . Dopo undici giorni gli Spagnuoli attaccarono la cinta, che resistette a ll 'a ctacco. Già si apprestava un secondo attacco, quando gli a bitanti si a rrescro.

Terme (Combattimrnto). V. Melogno. Termini lmerese (ant. Thermae). Comune marittimo in prov. d i Palermo, sopra il monte San Calogero. Ebbe cinta di mura nel medio evo, e un castello che nel 1338 sostenne felicemente un assedio d i Roberto di Napol i, e fu atterrato nel 1860 d al popolo, d o po proclamata l'annessione al l'Italia. ·Fond ata nel 408 a. C . dagli abitanti della d istrutta [mera, fu soggetta ai Cartaginesi e venne, duran te la rrima guerra Pun ica , assediata e presa dai Romr.ni. Attacco dd castello di Termini lmerese (1719). Fu eseguito dagli Spagnuoli condotti dal conte d i Montemar ; essi apr irono (26 luglio) il fuoco e il 3 agosto ap riro no la breccia. I 300 Savoiardi che d ifendevano il castello, anzichè dim inuire la resistenza, fecero ogni sforzo per rovinare le trincee degli Spagnuoli, i quali, non riusc.cndo ad ottenere ,col fuoco la resa del castello, determinarono l'assalto per la sera seguente, destinandovi tre reggimenti. Allora il coman<-lantc, rimasto privo d i ogni munizione, si arrese.

Termite. Inventata d a Goldschmidr., è una miscela meccanica di alluminio in grana assai fìna, e d i ossido d i ferro, che si accende progressivamente se in un punto della massa può prodursi Lllla cemperatura di circa J 50,P. Serve per ottenere le saldature autoge ne; durante la guerra iy[on<lia le l'esercito tedesco la impiegò per la carica delle bo mbe incendiarie, che erano a base di fosforo bianco e materie resinose.

Termoli. Comune in prov. d i Campobasso . Federico II ' vi costruì un castello. Nel 1567 fu saccheggiato e semidistrutto dai Turchi. Il 24 maggio 19 15, sul far del g iorno,

La fortezza di Termonde nel sec. XVII

II. Blocco ed attacco di Tem,onde (dal giugno al 6 settembre 1706). Appartiene alla g uerra di Successione d i Spag na. Le truppe del Marlborough da due mesi bloccavano T. senza risultato, quando, ai primi d i agosto, il <luca decise d i accelerare l'occurazione d ella fortezza e ne diede incarico al gen. Churchill , che impiegò nei lavori d i approccio e nella costruzione delle batterie il resto . del mese. li 2 settembre le trincee d 'ap proccio erano già a 200 passi dalla piazza e quattro batterie aprivano il fuoco sulla r idotta pri ncipale, che il giorno seguente fu presa al primo assalto. li 6 il comanda nte della piazza, De la Valléc, si arrese con tucra la g uarnigione (due bgl. francesi, t•no spagn uolo, 200 dragon i appiedati e piccoli altri d istaccamen ti).

rn. A ssedio di Term onde (1745) . Arpartiene llla gLJerra di Successione cl' Austria e fu posto nel luglio d ai F rancesi

T ermoli: torre di Federico II


T tm

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comandati dal duca d'Harcourt, il quale riuscì a imporre la resa dopo soli sei giorni di investimento. La guarnigione olandese fu fatta prigioniera.

T ermopili, S tretto e celebre passo formato da una proiezione dell'Oeta, il quale sporgeva immediatamente sul mare, rapprcsentame l'unica via che dalla Tessaglia rende possibile l'entrata nella Locride. Nel 323 a. C. Lcosrene, a capo d i un esercito greco, vi battè Antipatro d i Macedonia . I. Battaglia delle Termopili (agosto 48o a . C.). Appartiene alla terza spedizione persiana contro la Grecia . Fu combattuta fra lo sLcrminaw e<ercito di Serse, re di Persia, e quello minuscolo dei Greci, composto di Spa rtan i, Tcspiesi, Corinti , Tebani, f'ocidesi, Locrcsi, ecc., comandati da Leonida, re d i Sparla . Giunto Serse davanti al passo, lanciò ali 'assalto le sue schiere, che per d ue gio rni non poterono ottenere il min imo successo. Il terzu gwrno .si riaccese ac•

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lato interno del passo. Allora i Greci piegarono appunto da questo lato, e postisi dietro trincee, molti anni prima erette dai Foccsi, si batterono da leoni fino all'ultimo uomo. Solo i Tebani si arresero . Serse aveva çerduto 20 . 000 uom ini: i Greci 4000, di cui 2000 nell'ult ima giornata . Il . Congresso delle Termopoli (336 a. C.). Col trattato ciel 1496 a. C . fra i popoli greci, si era stabil ito che il consiglio generale delle Anfizionie, allora costitu ite, si dovesse riunire due volte per anno alle Termopil i. Il congresso del 336 vi fu tenuto appunto dalle Anfìzionie, le quali diedero ad Alessandro il Grande il titolo d i comandante delle fo, zc g reche per I' i rn presa di Pe rsia, j n successione a I padre Filip po. Tale decisione venne confermata nel successivo congresso di Corinto.

Ili. Ba1111glìa delle Temnpili (:278 a . C.). I popoli della Grecia centra le, specie gl i Etoli e i Beoti, cui si aggiunsero

Il passo delle Termopili nell'epoca della battaglia

canita la lotta , che cess.:, pc! tradimento del greco Efìa! te, il quale ave\'a informato Serse della esistenza del sentiero montuoso J\nopea, pe.- cui potevasi aggirare la posizione. A llora il persiano !darne, sul far della no tte , si incamminò r e i suddetto sent iero cou t rentamila uomini , sotto la g uida dello stesso Efialce, e \'Crso l'alba giunse sul monte Callidrorno, donde si dis_pose ad assalire i Greci ~Ile spalle. Leonida, infor mato del pericolo che gli sovrastava, \'idc chiaro che non poteva contemporaneamente tener fron te con successo a Serse e a Idarnc; ciò avrebbe portato la ro\'ina dell'esercito greco. La stessa cosa sarebbe avvenuta anche se, abhandonate le T ., egli si fosse fa tto nella ritirata ragg iJr,gcre dai Persian i. N o n gli rimaneva quindi altro mezzo che sacrificare la piccola schiera dc,e;li Spartani e far partire immediatamente il gro,so dell'esercito, che ascendeva a circa 6000 uom ini. Il suo piano era senza d u bbio qnello d i attirare a sè l 'a ttenzione di !darne e imped ire che egli inseguisse l 'esercito in ritirata. Rimasero con lui 1200 opliti col corrispondente numero di servi. Verso le 10 del mattino avanzò egli stesso con la sua piccola schier a cont ro le col()nn c di Serse, apportando loro g rav i perdite . Ma mentre i! nobile eroe tro,•ava nella mischia la morte del valoroso, corse il grido fra i suoi, che ldarne era giunto innanzi al

rnoo uomini di Antigono e d i Antioco e la flotta ateniese, in numero di 30.000, respinsero un 'orda di Galli invasori agli ordini di Brenno, che 1111tavia riuscì poi a penetrare nel le Focide . IV. Ba11aglia del/,: Termopili (191 a . C.). Appartiene alla guerra Siriaca in Grecia e fu combattuta dal console Manio Acilio Glabrione collegato con la maggior parte dei popol i g reci , con un esercito d i. più d i 40 .000 uo m ini, contro Antioco III, re di Siria, alleato cogli Etoli, che disponeva di 10.000 uomini, cd crasi accampato alle T. per ch iudere al nemico le pone dcli 'Ellade e dar tempo ai r in forzi chiesti do ll ' Asia di giungere sul teat ro clella guerra. Egl i d ispose 4000 Etoli a guardia del monte Oern, affinchè il nemico non potesse im·e~tirlo alle spalle. Il console inviò verso il me nte Ocra i legati M. Porcio Catone e L. Valerio F iacco, e dispose i ~uo i con la fro nte stretta secondo la natura e l 'angustia del luogo. Il re collocò i,, prima linea gli armati alla leggera, e dietro di 1oro jl nerbo dei Macedoni, con gli arcieri e i frombolieri alle radici del monte. Alla dr. dei Macedoni collocò g1i elefanti; d opo di essi la cavalleria ; poi, lasciato un piccolo inter• vallo, mise le restanti forze nella seconda schiera. I Macedoni sostennero dapprima l'impeto dei Romani, ma, in-


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calzati vivamente, si ritrassero dentro le fortificazioni. F rattanto Catone, sbaragliati gli Etoli sul! 'Octa, si mostrò sulla coll in a che sovrastava al campo. I falangit i di An tioco , presi così alle spalle e premuti di fronte dal console , furono presi dal panico, e, gettate le armi, si diedero a fuggire inseguiti da i Romani, e subirono un macello più che una disfatta. Di tutto l' esercito scamparono soli 500, che salvaroos i col re a Calci<le. La Grecia era perduta per Antioco. V. Combauimento alle Termopili (1821). Appartiene alla guerra <l'Ind ipendenza della G recia . l scrraschieri turchi Agi Bckir , Sel im Alì e Mcmich, con 18.000 u., si avventurarono il 7 settembre rer la stretta, dove li attendevano 2500 Greci al comando di Odissee, D iovuniotis e Guza. La cavalleria turca, che precedeva, fu all 'improvviso investita da!Je fucilate dei Greci e si scompigliò, d isordinando le ret rostanti fanterie nella fuga. I Greci, ap postat i fra i monti, conti;iuarono a incalzare il nemico, che si <liede al la fuga lasciando 500 morti, fra i quali Agi Bekir, un m igliaio d i feriti e nove cannoni nelle mani dei vincitori.

T ern (o Trn). Villag-gio della Bulgaria, la cui pos1i1one fa sistema con quelle d i Vrartce a sb:irra mento della strada Breznik-Pernik-Sofìa. Combattimmto di Tem (1885). Il 16 novem bre trovavasi nel la detta posizione ,rn d istaccamento bulgaro di frontiera di 6000 u. e 14 pezzi (cap. Gencff). La divis . serba della Mo rava, mentre avveniva il combattimenw di Vraptcc, avanzò contro T . e s'impegnò con i Bulga ri, i quali resi~ stettero con poche perdite fino a q uando l'avanzarsi da Vraptce , della divis. della Scium adia mrnacc10 d i tagliare loro la ritirata : allora ripiegarono su Slivn itza .

T ernario (Ordinamento). li concetto , sia organico che tattico, <li ripanirc le forze n1ilitari col sistema ternario risale all'epoca romana, e più prcci.samentc ai tempi di Mario, perfezionato successivamen te da Giulio Cesare. Le tre linee erano ben distinte, sia per l'età dei gregari, sia per il loro armamento, sia infine per la loro abilità e potenzialità. guerriera. Nel medio evo, nelle mil izie feudali, co munali, mercenarje, d i ventnra, il sistema cadcfe jn disuso .

Colla .costituz io!le delle g randi monarchie naziona li r itornò in · vigore, specie p er l'adozione delle armi d a fuoco . Nel secolo XVIII la fanteria si disponeva su tre righe di fuoco, e su tre linee nei riguardi dd la qualità. cd impiego . Napoleone usò anche l 'ordinamento T . per la formazione del regg. (mezza brigata) . Lo stesso bgl. rappresentante l'unità rattica è costituito sul sistema 1'. giacchè si compone <l i 9 cp. La cavall~ria, ai t~mpì napoleonici, consta di regg. a 3 sq<lr. Nella forrn,,zione delle schiere persiste in NapoJconc l'ide;i ternaria : u..na prima linea d 'attacco a stormi; una seconda linea di sostegno in colonna serrata, sotto la mano dei capi, che si chiamò poi di coprimento; cd una terza ]lnea di riserva, simile ai romani triari . E a S. Elena e labora un progetto che prende in esame i d ue casi d i o perai.ioni m ii. contro l "lralia , con un eserci to d i 80.000 u. , e sul Reno con un a ltro di 200. 0 0 0 . Nell ' uno e nell 'altro piano emerge ch iara la formazione T. giacchè i C . d 'A. e le unità m inori sono distribuiti a tre a tre . I n Italia_ un simile ordinamento fu sostenuto dal Ricolti nel riordinamento dell 'esercito (.896). li C . d'A . doveva co mporsi d i 3 piccole d ivis. a 3 regg. su 3 bg l. di 3 cp. con soppressione della brigata d i fante.ria. Vaste d iscussioni ha suscitato questo ordinamento. Il Clausewitz si espresse nel senso <li non trovarg li a \ero merito che quello d i essere meno

peggio del binario . L'idea non fece strada, specie per la cat tiva prova data da lle forze austriaché nella guerra del 1866; le vittorie tedesche, ripetutesi nel 1870 in Francia, t rascinarono cuttc le nazioni alla imitazione delle forme prussiane . Dura nte il lungo periodo di pace che precedette la grande guerra , ritornò in carupo la secolare questione dell'ordinamento T. che ridiveune argomento di studio. Dopo la guerra Mondiale, la p reoccupazione d i trovare formazioni meno dense, e di conseguenza meno vulnerabili, e q uella d i dare maggiore facilità di comando nelle file, indusse a studiare l 'opportunità d i adottare il sistema T., ciò che in Italia si verificò coll'ordinamento del 1926. E nlrÒ p ure nei nuovi criteri di formazione delle gra ndi unità di guerra l 'ordlnamento asimmetrico , c~n preferenza alla base T . Continuò poi, per q uan to ha tratto coJl'impiego tattico delle truppe in campagna, la divisione- delle forze i n tre schiere, seguendo i p rincipi dell'arte 111il. già in mo presso i Roman i. P, incip1 T . che sono tuttora i n uso per l' impiego <!elle cavallerie nelle nazioni principali. Ma si pensò anche a far diventare T. le formazioni dei piccoli reparti dalle evoluzioni in ordine ch iuso. Già la Milizia V. S. N . adottò l'ordine in colonna su 3 anz ichi: su 2 o 4 file, trovando che sia p ii, facile mantenere l'ordine in marcia su 3 fi le che su ·!, e più svelto lo sch ieramento . Così p ure venne regolamenta re la formazione ì". per I 'aviazione, dove i velivoli si dividono in gruppi di tre, d isponendosi a stormo col ve livolo del centro più ava,:,ti di quell i delle ali, centro che serve d i guida nel volo, e di d irezione ad un tempo. U na for mazione sim ile era già in uso per gli stormi e per le frotte di cavalieri in esplorazione.

Ternì (an t. Intemmna). Cmà capo!. d i provincia, su l fiume Nera. Fòndata nel 672 a. G. fu ben ].'resto cinta da forti mura e divenne im portante municipio Romano. Nella guerra Civile fra Mario e Silla parteggiò per Mar io, e Silla se ne impossessò. Nel 253 fu teat ro d i una r ivolta delle legioni <lcll"i mpcratore Treuoniano Gallo che fu ucciso assieme al figlio. Nel 370 i Liguri l'assaltarono e la saccheggiarono, e così i Goti nel 546 e i Bizantini nel 554. Federico I nel 1174 fece assed iare T. da Crist iano d i Magonza. La città venne d ifesa persino dalle donne : arresasi, vennero d istrutte le mura e molti edifici ed uccisi numerosi cittadini . Dal 1265 al 1385 fu in preda alle lotte fra Guelfi e Gh ibellini. Nel r564 fu ' teatro di nuove sanguinose lotte civili ; ciò provocò l'intervento d i Pio IV che vi inviò un comm issario apostolico, il quale, dopo nuove st rag i, riuscì a mettere pace fra i contendenti. Combattimento di Temi (dicembre r 798). Appartiene alle guerre della rivoluzione. li gen . francese Len1oine, tro• vavasi a T . con la 97a mezza brigata (1500 u. circa), quando sopraggiunse una colonna naFoletana d i circa 6000 uom ini , 9 cannon i 1 600 cavall i. Lcmoine dispose i suoi uomin i su una posizione di agguato, e quando la colonna si impegnò nel passaggio del Velino, l 'assa lì e la d isperse . I Napoletani cbbeo gravi perdite in morti e feriti e lasciarono seicento prigionieri con i cannoni e q uasi tutto il ca rreggio in mano alle truppe francesi. Fabbrica d'anni di Temi. Venne cosu-uita nel decennio 1870-80 e attrezzata per la produzione di 200 fucili giornalieri. F u ampliata da] . 1914 al 1917 notevolmente e raggiunse nel 1918 la produzione giornaliera d i 2 5 00 fucili e 2400 baionette, costr uendo inoltre canne d i m itragliatrici, granate, scia bole, strumenti da zappatore, congegni e attrezzi vari bellici .


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Fabbrica d'armi di Terni: Sala del collaudo

Terracina (ant. Anxw· e Trachinia). Comune in prov . d i · Roma, in fondo al golfo omonimo, sulla via Ar pia. Vi si scorgono le rovine dell'antico porto, in gran parte arti ficia le, amplialo e restaurato da Adriano e da Antonino, e resti delle m ura ciclopiche, su mi nel periodo sillano vennero costruite d elle fortificazioni . Sopra antico tempio dorico venne eretto il castrmn, congiun to alla città da un n1uraglione con cammiuo di ronda, fossati e torrioni . Belisario vi fece costruire delle massiccie torri q uad rate. A difesa dai pirati barbareschi vi venne poi eretto il forte di Piccin1ontano, dominato <lal massiccio torrio ne gregoriano e munito di artiglierie. Verso sud esso era protetto d a due torrioni, verso nord da t re corri, fra cui quella di Badino eretta da Pc.alo V . - Ant. città volsca, nel secolo VI a. C. dipendeva da Roma. Nel 407 a . C. fu presa d 'assalto dai Roman i condotti dal tribuno N umezio Fabio Ambusto, il q uale si impadronì anche della flotta nel porto . Cinque anni dopo gl i abitanti, approfittando della negligenza della guarn igione, la attacca ro1<0 d i sorpresa e la fecero a pezzi. Nel 400 ve nne assediata dai Romani, comandati da Va lerio Potito: essendo stati respinti i primi assalti, fu posw il blocco alla città, che in fine dovette ar rendersi. Nel 397 i Volsci tentarono d i riprenderla, ma non vi riuscirono. Du-

rallle la prima guerra Sannitica vi si r ibellò un esercito romano, che venne ridotto all'obbedienza da Valeri,> Corvo. Nel 315 a. C. vi fu co mbatt uta una battaglia fra i Sanniti e )e legion i di Q. Fabio. Per la sua forte posizione strategica, fu occupata da tre coorti del pompeiano Rutilio L upo. In seguito se ne impadronì il prefetto Claudio Apollinare , con una d ivis. della flotta d i Vespasiano; sorpreso da Lucio Vitcllio, fu pienamente sconfitto con g ravi perdite di uon1ini e navi , riuscendo a stento a salv.arsi con sci liburnichc. Nd 409 d . C. fu saccheggiata ~la Alarico e n el 595 dai Saraceni che la occuraro no. Appartenne poi ai Goti e dell'872 passò alla Chiesa . Nel u61 fu presa da Pietro Fra ngipani. L'II agosto 1798 1'. venne assalita e saccheggiata dai Francesi del gen . Lemoine.

I. Battaglia navale di Temzcina (877). Fu combattuta fra i Romani e una flotta saracena che andava devastando le coste del Lazio . Il pontefice Giovann i VII [, raccolte n umerose navi romane, attaccò violeoteme nte di sorpresa i pirati e li volse in fuga, infliggendo loro gravi p erd ite e prendendo loro 18 navi.

Il. Asredio di Terracina (1346), F u posto dal come Nicolò di Fondi con ingenri forze . Il 3 maggio sopr;,ggiunse una flotta genovese, comandata da Simone Vignolo, e gli abitanti alzarono la batldiera lig ure, chicdcp<logli aiuti . Il Vig no lo sbarcò a llora <leJJe truppe e fece togliere l 'assc<lio: i Terracinesi si sottomisero alla signoria d i Genova , ma per breve tempo.

lii. Trattato di Terracù1<1 (r5 febbraio r818). Concordato fra la Ch iesa (card . Consalvi) e il regno delle Due Sicilie (De Med ici) .

Termà11a. Rimo rchiatore, varato in Olanda nel 19r 5, d islocamento tonn. 230, lungo 111 . 29,50, largo rn . 6,15; apparato motore cavalli 360, velocità m ig lia 9,6. Armamento g uerresco , un cannone da 76. Personale d'armamento : 22 u()miui. Terra di Lavoro. Reggimento d i fanteria provinciale delle Due Sicilie, costituito nel 1743 e durato fino a l 1804. T erra d 'Otranto. Reggimento d i fanteria provinciale, creato nel regno delle Due Sicilie nel r 753 e d u rato fino al 1799.

Terralba. Comune in prov. di Cagliari, nel Campidano, 1-yrcsso lo stagno ii i Sasso. Di antichissima odgi ne , venne devastato durante le invasio ni ba rbariche . Nel rr64 i l suo castello fu ceduto ai Genovesi da Barisone d'Arborea . Nel 1527 fu attaccato da ingenti for7,e barbaresche e messo a ferro e fuoco: gli abitanti superstiti vennero fatti schiavi .

Terranova. Isola del l 'America settentrionale, nell'Ocea• no At lant ico, scoperta da Sebastiano Caboto nel 1497. F u co lonia francese, e passò all'Inghilterra, d i cui rarpresenta


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ora un Dominion, col trattato di Ut recht. Superfic ie 111 .ooo Kmq . Abitan ti 26.1.000. Do!)Q la guerra il governo di T. sciolse l' unico reggimento che vi esisteva, rcst3ndo unican1e nte la gendarn1eria, composta di r.~o uomini .

Ternrnova di Sicilia. Comune ìn 9 rov. di C;iltani.ssetta, alla foce del Gela . Sorge presso le rovine dell'ant ica Gela, di cui_ oggi ha ripreso il porne . 1~ cint~, di 1nura. Fondala

, lai Greei nel 690 a . C., d ivenne co,ì potente da fondare la importante colon ia d i Agrigen to, nel 582 a. C . e da estendere il suo domin io a buona !)arte del la Sicilia, fa.

quando doveva ric.e ,,ere artiglinie d i med io calibro ; quello basso dai 6 agli 8 metri, dovendo contenere le rampe di cumunicazkmc fra i <lue terrapieni e pn.::~t:ntan.:. ancora u na zona libera, per la circolazione, d i 3 a 4 rnetri <Ji lar• ghezza . Di solito i l dislivello fra i ~lue terrapien i variava tra m. I e m . 3 cd il raccordamcnto lra essi si otteneva o con una scarpa di terra a 45(,), oppure con un 1nuro verticale, .secondo c he abbonrlava o scarseggiava In spazio

cendo guerra vù toriosa contro ta stessa Siracusa, che con-

q uistò nel 485 a. C . Da allora però incominciò la dcca<lenza d i G. che f u rovinata dalla invasione cartaginese

del 406 a . C . In quell 'occasione, i Cinaginesi, giunti con forte flo tta innanzi a C ., vi yosern regolare assedio, e la città, do~o s tren ua di fesa e dopo avere rintuzzato d iversi assalti ncn1ici, q uantunque .soccorsa da Dionigi, venne p resa

e distrutta : i superstiti r ipararono a Leontini . Più t:irdi Cartagine permise agli abitanti di rien trare in città, purchè

non rifabbricassero le fortificaz ioni, e pagassero u n triburo . Nel 397 a . C . G . si unì a Dionigi nella sped izione contro le città occidcntalt d ella Sicilia, e r iuscì a svincolarsi da l giogo d i Cartagine, mediante tratta to (383 a. C .). Un quarto di secolo più tard.i (357 a . C .) C. r isorse a n uova prosperità m il ita re e politica, m a nel 1' l Agatocle, riuscito ad e ntrare in città con buon nerbo d i truppe, ne s te rm inò i

cittad ini e vi stabilì il proprio dominio . .Sconfitto ad Ec1101110 , riparò a C. dove potè resistere ai Cartaginesi. Nel 309 a . C . Agrigento si d ich iarò indipendente da Cartagine e G. ne seguì I 'esel\lpio, r iacquistando alquanto della po(("nza pol irico-mi!ìtare antica. Però dopo il governo d i Finzia, drnn inatorc di Agrigento, G . non. solo fu vinta e sottomessa ad Agrigento , ma ve nne rasa al suolo, e sguarnita

completamente d i fortificazio ni. Dopo quell 'epoca p iù 11011 si r ie bbe; solo Dio doro la d ice d i nuovo in guerra coi M amertini, ,·he l 'avrebbe rc, com pletamente d istrutta , prima deUc guerre '°uniche.

'J'en·anova l'ausania (ant. Olbia), Comune ia prov. d i Sassar i, su lla costa nord -orientai<: dell ' isola, in fondo al golfo omonimo . Fondata forse dai Tirreni , d ivenne citt1 importan te della Sardegna. Nel 259 a. C . ,·i avvenne un combattimento fra -i Romani, c0mandati da l console L. Cornelio Scipione, e la sq uadra cartaginese d i Annone . Questi fu sconfitto e ucciso, mentre i I console si impadroniva della citt(Ì. . Durante la seconda guerra Punica il s uo te rr it0rio fu devastato da una flotta cartaginese. Decad uta negli ult im i secoli d ell'i mpero romano , [u r iedificata d a un suo cittad ino, Pausan ia: d a cui prese il no me : ebbe allora un castello e vi risiedettero i _'giudici della Gallura. Nel secolo XVI fu più volte saccheggiata d ai .Saraceni e, nel 1553, incendiata e spopo lata. Sulle sue rovine sorse in seguito l'odierna Terranova .

Terrapieno (o Piazzale intem o). È (lUdla l' arte delle o pere d i fortificazione cbe trovasi ai piedi della massa cop remc e che risulta in massima ; liv;llo dd terreno na turale. N el primo periodo de l! 'cµoca contemporanea, oltre al 'f. propriamente detto si riscontra nel profilo della massa copren te anche un 7'. d i combauimenco, spezzato in due parti, una su periore (contro il parapetto) detta T. alto , desti nata a contenere in balleria le bocche da fuoco, I'a !tra infer iore, detta T . basso, per servire di comunicazio ne su l rovescio d i q udlo alto. T ale spezzamento era sta to adottato per avere il rnarg ine interno <lcl . T- di comb~ ltin1ento a m . 1,50 almeno sotto ai tiri inclinati a 1/ 6 che rasentavano il ciglio di fuoco. l i T. al to era largo da 5 a 7 metri,

Terrapieno

A sinistra, al livello o,oo, pi:izzale interno. F, falsabraga

su cui si doveva impiantare l'opera. I due tcrrJFÌeni si

facevano inc li nati dal 2 al 3 % ve rso il !JiaLza}e.: i nterno per favorire lo scolo delle acque. In alcuni casi si adottava ancora, come nel!"cpoca moderna, il T. ~i i combattimento unico e precismncute sui fro nti di gola, armati d i sola fuciler ia o tutt 'al p iù con artigl ieria d a campag na; op pure q uando l'opera aveva tale ·d om inio sul terreno di attacco d a non rendere necessario lo spezzamento. Il T. fu d 1ian1ato anche : terragl io , terrato, corci<loio, piazza dd!a corlina, stra,la coperta, ecc.; ma nessuna di q ueste voci è ri .. masta in uso yresso gli scrittori m ilitari . - Si disse « Terrapie nare '> i l 111unire un opera di terrar ie no . 1

Terrazzo. P iattafo rma superiore delle torri antiche, nella q uale si collocavano le macchine d a guerra o p rendevano posto i d ifénsorj. li T . era contornato da un muro per lo più merlato. Terreno (T{Jttica). È uno dei fattori del problema tattico. Esso impone un p articolare andamento alle operazioni. T anto è più importante, in q uanto la stragrande varietà

delle sue forme i mpone soluzioni caso per caso diverse. [. 'abilità del tattico sta 11dlo sfruttarlo convenientemente in rapporto al compito da conseguire e alle caratter ist iche che esso presenta. Essendo mezzo diretto dell'azione, sia in o ffensiva cbe in di(ensiva, acr.r<:sce o atten ua l'efficacia delle armi a seco nda del mode, come viene utilizzato e valorizzaw. 1011 è facile lo stud io d el te rreno : l 'abil ità .i n tale st ud io è chiaro indice della capacità professionale dei q uad ri . L a d ifficoltà è atten uta d al fatto che i l terre no è, t ra i fattori ·del problem a tattico, il solo d i cui si possa ;icquista re in pace conoscenza . Pe r quanto le forme varjno

no tevolmente, t uttavia l 'abitud ine al l'ana lisi e alla si ntesi eli mina · 1e d ifficolt.ì che posso no incontrarsi d i fro nte <1lla necessiti< d i decisione nei casi syccifici . Da ciò la ragione per cui , nell 'addestramento dei q uadri, è buona 11or ma l 'esercizio d cl!'esame del terreno : la carta serve come studio preliminare ed in tegrat ivo per ab bracciare delle vaste zone più che i sensi non consentano . Ele1ne nti da co nsiderare nel terreno sono : altimetria, copertura, percorribilità ,ille va rie armi, viabilità (ferroviaria, tranviaria, automobilistica, o rd inaria, per via acquea), vegetazione , abitati, risorse va 4

r ie, opere d i fortificazio ne. La dottrina e la regolamentaz ione danno norme generidie sul modo d ì compo rtarsi, in d ifensiva od in offe nsiva , a seconda del m odo come i l terreno si presen ta . Qualche m aggior dettaglio danno per q uanto concerne il 1nodo di comportarsi dei reprti a

se-

cond a della COjlcrtura . Sotto tale punto di vista il t.e rreno può i1..:s:scre : o intcramcnre ~coperto, o copcrto o aherna1

1 ivamcnte

scoperto e coperto, sla nel senso parallelo, sia in

q uel lo perpend icolare a lla d irezione dell 'attacco. È super-


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fluo il d ire che il terreno non prescuterà mai escl usivamente le sole caratteristiche <ii uno dei quattro tipi testè accennati , dei quali i due ultimi derivano dalle combinazioni dei due p rimi . Il T. scoperto è il più difficile J.'Cr l'avanzata de lla fautcria, ma è anche quello , love l 'artigl ieria ha il massimo effetto utile, sia perchè i bersagli sono più io vista, sia pcrcbè è più facile l'osservazione del tiro. Il T. coperto è p iù facile per l 'attacco, m a presenta spesso l 'inconveniente di non presentare osservatorì adatti per l'uso delle artiglierie. Nei terreni misti, per così dire, le difficoltà e i vantaggi si equilibrano.

T erreno (Strategia). Analogamente al campo tattico i l terreno in strategia è ele111cnto dominante e tale da jnflue n~

za~e grao<lemcnte le operazioni. Per q uell'i nterd ipendenza che esiste fra strategia e politica esso jn pace infiuenza il sistema delle alleanze , o per creare degli S tati cuscinetto , o per assicurare alleati che alleggeriscano il peso d i un esercito in zbna d i frontiera non forte per natura, o anche per assicurars i una 1.1iù ., .facile via di jnvasio ne attraverso le frontiere di uno Stato arnica , per essere quelle proprie inaccessibili o d ifficili. rJ T. influenza inizialmente la strategia nel piano di g uerra, nella scelta degli scacchieri p rincipali di operazio ne , nello stabilire i tratti per la difensiva, e quelli in cui si vuole agire a m::ssa per invadere lo Stato nemico <; sorprendere .il suo esercito possibilmente in c[isi di mobilitazio ne e radunarn . Il T. può essere notevolmente mod ificato d all'opera dell'uomo con 1e fortificazioni, per supplire coll'arte alk delicienzc naturali. Un esempio importante cc lo dà oggi la Francia, con le gigantesche op-ere di forriFicazionc nelle zone di frontiera per natura meno sol ide ; il che le consentirà d i ammassare ingenti forze a scop i offensivi in regioni più reddit izie ai suoi fini bellici. Sembrerebbe a prima vista che il progresso dell'armamento abbia mutato i l valore del terreno, d imin uendolo. ,In realtà avviene che lo sviluppo fra mez,,i <li offesa e di d ifesa è parallelo, o quasi . Se le unità rneccanizzale hanno oggi notevoli possibilità, sta anche il fatto (oltre le considerazion i di indole economica e logist ica : costo e possibilità d i rifornimenti) che il terreno oppone dei limiti oltre i quali tali mezzi devono arrestarsi (altezza e profond ità delle fasce mon tane, larghezza dei fiumi, ecc. Non solo il T. impone adattamenti sul campo strategico, ma influenza l 'organica e p iù ancora la logistica : d i tutto bisogna tenere conto nel rrevedere lo sviluppo delle o perazioni bel liche in rapporto al te rreno d i probabile azione, provvedendovi in tempo.

Rappresemazione del terreno (Topografia). La superficie del T . si rappresenta con glo bi, carte e plastici . Interessano il militare essenzialmente le rappresentazioni otte nute a mezzo d i carre e d i plastici. Le carte sono rappre.,entazioni su d i una superficie pian a·, in esse si han no sempre alternioni, d ata I "impossibilità d i sviluppare una superficie sferica su d i un pia no, A ridurre al minimo tali altcra2.ioni p ro vvedono le proiezioni cartografiche. Per la rnppresentazii)lle delle lince planimetriche si stabiliscono segn i che si d iscostano poco, 1~er dimensione e forma, da)la rappresentazione naturale . Per l 'alti1ne.tria, ;nvece, occorre aJJontanarsi d i più dalla figurazione naturale . I vari modi della rap presentazione altimetrica sono : le q uote, le curve di livd lo, il tratteg gio, o proiczionc 1 sul piano orizzontale, delle linee d i massima pendenza , lei terreno, le t inte ipsomet riche, le tin te a sfumo, le curve d i1nostrative (nei lavori sped itivi o a vista) . Nelle carte mii. italiane la rappresentazione dell"~lt imctria è ottenuta colld fusione <li uno o p iù dei

sistem ' anzidetti . J p las~ci sooo rapprcsenl/\zioni in piano che mantengono la forma plastica <lella superficie terrestre. Sono d i due specie : geometrici, se mantengono un unico rapporto di riduzione per la planimetria e per !"altimetria; dimostrativi, se costruiti con due rapporti , uno per la planimetria, l'altro, pitì g rande, per l'altimetria , allo scopo di far meglio risa)tare i rilievi del suolo. (V. Cartografia).

T erribile. Corveua corazzata, costruita in Francia nel 186r. Dislocamento tonn . 2854, macchine HP. , roo, lunga m. 63, larga m. r4,44. Fu la prima nave corazzata <lcl ]a marina ital iana. Partecipò all 'attacco dell'isola d i · ).,issa e alla battaglie, seguen te. Fu radiata nel 1903.

Corvetta corazzata t Terrìbile,

Terribile. Nomig nolo dato in Italia nel secolo scorso a lla Mi lizia Territoriale. Territoriale. V. Milizia .

'territorinl a,·my . L"esercito territoriale inglese, detto prima della guerra Mond iale Territorial /one. Territorio. Il territorio di uno Stato è elemento che ha grande imrortanza nel complesso della sua organ;zz.azione mii. , specialmente io rapporto alla d ifesa delle frontiere . N el T. viene eseguira la dislocazione delle varie unirà dell'esercito (truppe e servizi) in tempo d i pace, dei magazzini, dei depositi, ecc.~ in relazione sempre alle esigenze d i mobilita ,.ione e della d ifesa del paese, specie oggi, poichè 1"offesa aerea può essere ronata /in ne] cuore degli Stat i belligeranti, Sono state create zone territori ali più o meno vaste, in o gn una delle quali h a gi urisdizione un comando m ii. e hanno competenza gli organi direttivi od esecutivi dei vari serviz i (V . Circoscrizione militare t errito,-iale). Lo stud io <lei T. comprende anche. la rete stradale e quella ferroviaria, le comunicazio ni tn arittimc , fluviali ed aeree, la rete telegrafica, telefonica e radio telegrafica.

Tersa in. Com une d ella C roazia (Jugoslavia) a d ieci Km. da L ubiana,

Combatttme/110 di Tersain (S settembre i813). li gen . Bellotti, col 30 rcgg. leggero e due cannoni, d oveva da K ra inburg d iscendere ln ngo la Sava cd occupare il ponte <li Tschernursch . invece di marciare al coperto lungo la <lr. della $ava, i l Bellotti si av\iiò sulla strada d i riva sr. senza provvede re all a sicurezza dcila colonna in marr ia. Poco prima di T . si .scontrò con fanterie austriache e fu assalito dalla cava lìeria sul fianco. Il 3° leggero , p0 rca ndosi sopra una collina ad ovest del paese, offrì valida resistenza e potè, il 9 successivo, raggiungere il ponte di Tschern utsch, perdendo però circa un 1n igliaio <li. uomini fra morti, feriti e prigionieri , o!t re ai <luc.:. e.annoni.

Tersicore. Torped iniera in servizio dal 1883 al 1898 sul Jagn di Lug~tco; disl0c::1111ento tonn. 13,5, rnacchine


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H P 170. Nel 1898 passò alla R . Gu1rdia di F in2nza e fu d iiamata « T orpedin iera 7 T. ». Fu chiamato T. nel 18q3 l 'incrociatore torped iniere che ncll 'annn ~eguente prcst:

11 nome di (( Calatafim i >) .

Terzaghi (Filippo). Generale, n. a Lodi, m . a Napoli (1835-1898) . Sot tot. <li fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del r859 e del r866 e meritò la med . d 'a rgento a Palermo . Colonnello nel 1880, comandò rl u 0 fanteria. ~fogg. gcnc•.·alc nd 1888, fu aiutaote d i campo generaie del Re , passò nel 1891 1° ait1tante di campo del princip~ ereditario, <: ud 1894 Yen ne pron10.sso tcn . generale. Terzaruolo. Fu così chiamat a un'ar ma ponalilc da fuoco a ruota, che stava t ra l'archibugio cd il p istoletto. Aveva la ca.lna 1.111 terzo più corta di quella dell"archibugio lu ngo. Quest'nrma restò in servizio nelle mil izie 1ìn '-JliaSt

Torpediniera e Tersicore o

Terssen. Ufficiale belga, che nel 186.8 costruì un fucile l"'r i carabinier i belgi che da llli prese nome. La scatola di cu latta è avYitata alla cann ~ ove :1 cerniera g ira il blocco

tutto 11 secolo XVI.

Terzetta. F u così chiamata una p istola con canna IL1nga un terzo circa <li quella delle pistole ord inarie, corrisponckndo quindi al pist0 letto . La lunghezz.a d i canna della 7". variò coi secoli cd anche d a Stato a Stato.

d i chiusura , alzandosi per caricare cd abbassandosi per sparare, a n-1ezzo di un manubrio posto orizzontaln,ente sulla dest ra.

Terzi (Ottobono). Generale del scc. XV, n. di P arma. Dopo e~ser ~tato al ~c rvi;,:-.io d i Gian Galeazzo Vi~conti, si impadronì d i Parma (1404), Piacenza e Reggio che governò con crudeltà. Entr:ito in lotta con Facino Cane, r iuscì vincitore (r407) : in lotta con tro il marchese <l"Estc, cluranrc un abboccamento con lui a Ruhiera ( q c9) venne ucciso da A ttendolo Sforza . F ucile Tcrssen mod. 1868

Teni Filippo . Jngegnere m ii. pesarese del sec. XVI. Al servizio d i Guidobaldo Il, costruì la rocca d 'Urbino; poi

Tertry (ant. Testry : Testriacum). Comu ne d ella Franci;1, ne l dip. della Somme, sull"Omignon . Nel 687 P ipino <l' H érisra l, duca d'Allstrasia, vi sconfisse Bertario, duca <li N ellstria , im pad ronendosi di q uesto Stato.

andò in Spag na dove Fili!1po II lo incaricò d i rir.rdinare le fortezze col g rado d i sopraintendente ingegnere maggiore . Soprattutto l avorò nel Port?gallo. allora soggetto alla Spa-

Teruzzi (Attilio). Luogotenente generale della M.V .S. N ., n . a Milano nel 1883. Prese parte alla g uerra in L ibia e vi guadagnò una rncd . di bro nzo e una d'argento, e alla gue rra Mondiale g uadagnandovi una seconda mcd. d'argen to e raggiungendo il grado d i maggiore. Nel 1920 lasciò l"esèrcito per gettarsi nel mov imento fascista e nel 192r divenne vicesegreta rio del Partito . N el , 924 fu eletto deplltato ; fu poi Sottosegretario agli Interni (1925), governatore della Cirenaica, dove guadagnò la croce dell 'O. M . S. per le operazion i contro i ribelli, capo di S. M. della Miliz ia Volon taria per la Sicurezza N azionale .

Terzi Alfredo. Generale, n. nel 1858, m. a P arma nel 1932. Sottot. di fanteri a nel 1879, partec ipò alla campagna eritrea del 1895-96. Colonnello nel 191 1, comandò il 51° e nel 1915 fu trasferito nella riserva ; richiamato per la guerra, nel 1921 fu promosso mag g. generale e nel 1924 assunse il g rado di gencraJe di divisione.

gna , lascia odovi larghe- tracce della !-Ua o perosità . Restaurò anche fortezze della cosrn africana, come Ceuta e Tangeri.

Terziani (Pietro). Generale, n . nel 1855. Sottot. di fanteria nel 1876, d ivenne colonnello nel 1907, d iresse gli stabiliment i mii. <li pena e dal 1910 cn mar.dò il 69" fanterie. Collocato nella riserva nel 1911 , fu promosso magg. generale nel 1915 ed assunse nel 1923 i-I g rado di generale d i . d ivisione .

Terziani Alberto . Generale, n . a Roma nel 1879. Sottot. d 'an . nel 1899, parteci!1Ò alla guerra <lei 1915-18, meritò la med. d i bronzo e fu promosso colonnello nel 1918. Quindi insegnò alla Scuo la di guerra, comandò il 17° art., divenne generale di brigata nel 1931, assumendo la d irezione dei servizi logistici al ministero d ella guerra .

Teruzzi Anilio

--rerzaghi Filippo

Terzo. Nel secolo XVI il grosso reparto <li fa nter ia spag n uolo della fo rza di d ue o tremila uomi ni , cli cui era costituito un esercito. si ch ia mava terzo (reggimento) . Com~ prendeva quindici o venti cp . (organismo ammin istrativo) comandate ciascuna <la un cap itano. D ue terzi dei fanti erano archibug ieri; un terzo picchieri. La denominazione


TER

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venne adottata dopo che l'elezione <lei sergente maggiore, dei capitani e ~li altri ufficiali maggiori venne fatta <lai generale, ment re nell 'epoca rrecedcnte le suddette nomine erano lasciate all'arbitrio d el colonnello, capo del ffggimento. Il comandante dd T . d opo quest'ultima modifica venn e distinto col nome d i Maestro cli Campo (colonnello). A ciascun 1'. erano ad<letti : un au<litore per il d isbrigo delle pratiche giudiziarie; un capit,H1o di cp. incaricato dei bagag li e dei viveri; un furiere maggiore desrinJto alla ricerca degli a llogg i, alla distr ibuzione del dana ro e. delle vettovaglie; un medico; un ch irurgo c<l infine un sergente magg iore al quale era affidato i l governo disciplinare d ella soldatesca. Il T . r iprese i! nome di reggimento nel secolo XVH .

Tesauro (,'onte Emanuele). Storico e scrittore m ilitare, n. a Fossano (1599-1 67ì). Olt re a varie opere d i storia genera le scr isse : « Camµcggiamenri d i F iandra >> e (< Dc' c.ampeggiamenti d el Piemonte ». Teschen. Città della Slesia, sulla dr. dell 'Olsa. I. Tratlato di T eschen (r3 magg io 1779). Trattato per la sistemazione -della Baviera, fra Maria Te resa e Federico 11, mediatrici e garanti Russia e Francia. La l'russia riesce a impedire che l'Austria d ivenga pad rona della Baviera, Stato che la Pruss ia ~iteneva importan te conservare ai lini dcl i 'equilibrio politico in Germania. l i lrattato pone fine al conflitto per la Successione d i Baviera e fece otte nere all'Austria alcuni territori bavaresi sul Danubio. Il. Convegno di Tese/zen (20 febbraio 1915). Fra Austria e Prussia, per esaminare la situazione politica in rapporto all'Italia . ln seguito alle pressioni esercitate dai Tedeschi in mie convegno per tenere almeno :,euw de l 'Italia nel conflitto eurn!>eO, l 'Austria dec ise (9 marzo), per avere mani libere nei Balcani, d i offrire il T rentino ali 'Italia, col pano <li consegna solo do_t>o la guerra, e col chiaro prorositq, u·scendo <la essa vincitrice, <li trovarsi i n grado d i non n1,u1tcnere la promessa.

Tese i (Giuseppe). Generale, n. nel 1864. Sottot. di fanteria nel 1888, d ivenne colonnello nel 1915 e partecipò alla gue rra Mondiale. Magg, generale nel 1917, comandò successivamente le brigate Bologna, Siracusa ~ Berga~10 e meritò la croce di cav. dell'O . M . S. In P . i\. S. nel 1920, assunse nel 1923 i l grado <l i generale d i d ivis. e nel 1933 fu trasferito nClla riserva. Teseo. R imorch iatore d'alto ma re, preda bell ica , già Herculcs )} d el la n1arina austro~ung adca, varato a F iu1ne nel 1910, d islocamento wnn . 156o, lungo m. 67,38, lar go

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z ione e la conservazione dei pubblici reciditi; ai tesorieri. che fu rono , lue, u!lo per la Savoia e l'altro per il Piemonte, rimase l' incarico di incassare e rimettere il d anaro . Ogni azien da poi, sotto la sorvegl ianza del generale delle finanze, aveva un T. speciale e tesorie ri secondari. '.\!ello riorganizzazione <ldl 'azienda militare <lei 1560 , Emanuele Filiberto nominò un T . delle guc,Te, il quale doveva esegu ire i pagamenti, tenendone ere r~gistri : uno per i presidi, uno per la milizia paesana e per le ordinanze, uno per le fortilic~:iz ioni.

Tespia, Ant. città del la Beozia, alle fa lde dell 'Elicona. <lei suoi soldati r imasero lino all 'ultimo a fianco degli Spartani alle Termo!,il i e perirono con Leonida. Venne d istrutta dai Persiani, ricost ruita doro la loro cacciata, distrutta a ncora dai Tebani nel 3i4 a . C. per non avere voluto riconoscere la supremaz.ia d i Tebe . Ricostru ita per la terza volta, era città liber a all ' epoca romàua e scomparve verso il VI secolo dell'èra volgare. 700

Tessa Ionica. V

Salonicco .

Tessera. Nell'esercito romano era la tavoletta che serviva di contrassegno p<.:r d isting11erc i sold~~ti. Serviva anche .:1 \ generale per scrivervi gli ordini seral i o straordinari : la T. era allora portata ai corpi d i guardia e ai vari quartieri , lcl l'accam pamento da ufficiali detti Tesserarii . Vi era inoltre la T . frument"ria, che serviva ai soldati per ricevere <lai distributori la ,1uantità ,,uoti<l iana di frumento loro ~penante. Tessuto esplosivo, l': costituito da fi li <i i polvere senza fumo di colore giallastro, l ucido , insensibile al i 'azione dell 'um idità e del calore. Serve per confezionare sacchetti esplosivi _t)er le cariche d i artiglieria. I sacchetti sono cuciti e legati con spago esplosivo; essi fanno !,arte della car ica, d j cui favoriscono l 'acccnsione . Testa (d'avangaardi", di co/01111a, di ponte). V. /Ivanguardia, Co/01111a, Ponte . Te,·ta Michele. Ceneralc, ;1. nel 1847, m . a T,1rino nel 1933. Souot. dei granat ieri nel 1869, d ivenne colonnello nella riserva nel 1905 e magg. generale nel 1sp4. Testa Giuseppe. Generale, n . nel 1860, m . a Tor ino nel 1931. Sottot. d i fanteria nel 1880, andò in P. A . nel r9r2. Colon nello nel 1915, fu rich iamato in serv rz10 per due anni. Magg. generale nd 1918, assunse nel 1923 il t:rado d i generale d i d ivisione .

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m. 10,35 ; apparato motore ca.valli 2850 , ve locità migl ia 15. Armamento guerresco I 76 a .a. Personale d 'ar ma,i1ento : 7 ufficiali, 33 uom ini d'equipaggio. Affondato nel 1931.

Tesio (Giovanni) . Generale, n . ~ Bologna nd 1872. Sottot. d 'art. nel 1892, passò nel 1910 nel ruolo tecnico e d ivenne colonne llo nel 1918. Fu <iirettore delle esperienze d 'art. di Nettuno, del polverificio sul Liri, della Sezione Pirotecnica di Hologna . Magg. generale nel 1930, fu capo reparto stud i ed esperienze e ricerche presso la d irez ione superiore del servizio teCllico d'art. e dal 1932 d irettore d i detto sc.:rvizio.

Tesoriere. L 'ufficiale pagatore dell 'esercito o <ld l 'armata . Nell 'an r. esercito piemontese le cariche èli generale delle finanze e <li tesoriere generale , prima riun ite, vennero separate <la Emanuele Filibe rto : a l generale restò la dire-

1'es1a di Marsciano conte Giacomo . Generale, n . nel 1864, Sottot. d'art. nel 1883, d ivenne colonnello nel 1916, co1 111andò l '11Q art. da campagna e poi l 'art. <lcl XX C . d ' A. e meri tò ,.l~ j'_r~ce d i cav. dell'O . M. S. Nel 19r9 ~oma'lf1ò successivaniente l 'art. del XXllf e del XXII C . -d'A, e nel 1920 aJdò in l'. A . S, Nel 1923 "1s~nse il graclb,_di gc1_1c.'• raie d i brigaca, nel r 9,o quello cli ten. generale di divis. i e fu collocato a riposo. Testa Umbe..10. Generale, n . a Torino nel 1878. Sottot< di fanteria nel 1896, mer itò a Rodi la med. di bronzo. ' Partecipò alla guerra Mondia le e: divenne colonnello .nel. 1917. Dopo la guerra , fo insegnante alla Scuola d i guerra, e JJOi comandò il 25° fanteria . Generale ~li brigata nel 1928, comandò la 29• brigata d i fanteria . Generale di d ivis. nel 1932, fu d irettore gcn . del personale uffic ia li al m iniste ro della Guerra e nel 1933 passò a comandare la divisione di Brescia.


TES

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ÌES

Testa Umberto di Afiche~e. Gcncraìe, n . a Guastalla comandante la brigata Brescia nel 1884, fu poi comantlante n el 1878. Sottot. degli alpini nel 1899, partecipò alle camsupçriore dei d istretti dcll'Xl C. cl'/\. e nel 1891 andò in posizione ausiliaria . 1,agne d i Libia dal 1912 al 1916 cd a quelle-·dcl 1917 e 1918 contro l'Austria. Colonnello nel 1926, comandò il 29° Testi Fnmce.,co. Generale medico, n. nel 1858. Sottot. fanteria e dal 1932 il d istretto mii. d i F irenze. Generale . med i_co nel 1880, fu in Eritrea nd 1888. Fu insegnante a lla <li brigata nel 1933, d ivenne ispettore d i, mobilitazione della Scuola d 'applicazione di sanità. Colonnello direttore del.divis. <li Chieti. - l'ospedale di Ancona nel 1913, fu in Cirenaica dal 1913 al

Testa Foc hi (Edoardo). Generale, n. e m. a Moncalvo

Tesi.a Fochi Edoardo

(1835-1898). Sottot. ·ne! 1856, partecipò alle cam:,:iagnc del s859, 1 860 e 1866 e meritò la rned . d 'argentò a Madonna della Scoperta (1859) e la menzione onorevole a lla presa di M. Pulito e M. Pelago (',860). Colonnello nel 1878, comandò il 4° regg. bersaglieri. Magg. generale comandante la brigata Pi nerolo nel 1886, fu poi ispettore dei bersaglieri. Ten. generale nel 1892 ebbe il comando <lclla div is: mii. d i Milano e nel 1897 andò 111 posizione ausiliaria .

Testa Pochi Massimo. Generale, figlio di & loardo, n . a Bologna nel 1867. Soltot. d 'art. nel 1888, partecipò alle -campagne d 'Eritrea del ,895-96-97, e poi alla guerra Italoturca nell a quale meritò una mcd . d·argento. Colonnello nel 1917, comandò nella guerra contro l'Austria l'u0 regg. da campagna ed il 48° raggruppamento <l a campagna . Dopo aver comaBdato il 160 art., andò in P. A. (1926). Nel 1928 fo rromo,so generale d i brigata.

191 5 e d i_rcttorc di sanità II!'!. a Bengasi. Partecipò alla guerra cont ro l'Austria e nel 1918 fu promosso brigadiere generale. In P . li. poco dopo la guerra, fu promosso magg. generale nel 1923, tcn. gcn . nel 1926 e collocato a riposo nel r928.

Testiera. l'arte della barda che r iun iva i l frontale al w llo. Generalmente significava però tuua l'armatura <ldla testa del cavallo . Era detta cieca Quan<lo non aveva i fori pe r gli occhi, e a vista quaodo li aveva. Sopra la T. vi era la pennacchiera che serviva a(j infilare il pennacchio. Sul centro frontale talvolta era fissato un brocco o spuntone. Come arma <lifensiva del cavallo era pi,, da torneo e da pom pa, che <la combattimento. Testini (Vincenzo). Generale, n . a Ruvo di Puglia nel 1865. Sottot. d'art. nel 1885, comandò nel 19r4-15 l'art. dcli 'Eritrea ove era già stato qualche anno prima. ['u insegnante alle Scuola mi!. di Modena e di Parma. Partecipò alla guerra contro l'Aust ria: colonnello nel 1916, comandò il 4• e<l il 7° an. e meritò la med . d·argento sulla Bainsizza. lo P. A. S. poco dopo la g uerra, fu p remesso generale di brigata nel 1924, collocato a riposo nel 1927 e promosso generale di d ivis. nella r iserva nel 193r. Scrisse un lratlato : ,i Armi portatili ed artiglieria ».

Testa Pochi (;esare. Generale, figlio d i Edoardo, n. a M oncalvo nel 1869. Sottot. nel 1887, fu dal 1897 al 1907 in Eritrea; partecipò alle campagne libiche <lai 1912 al 19r5 e vi meritò una mcd. di bronzo e una <l'argento. Nel 1916 -combatti: contro l'Ausuia e, promosso colonnel lo, comandò i l 124° e poi il 233° fameria guadagnando una seconda mcd. di bronzo. Colonnello brigadiere comandante la brigata Lario nel 1917, fu promosso brigad iere generale nel 19r8. Comandante la brigata Calabria nel 1920, assunse 11d 1923 il grado <li generale d i brigara. Nel 1924 tornò in colonia e due anni d opo andò in A. R. Q. Nel 1931 passò nella riserva.

Testamento. Nelle normali condizion i di •pace viene redatto dai militari colle solite forme per t utti _i cittadini , ·Id io Stato italiano. Durante la guer ra si supplisce colle autorità mi!. con tutte le forme richieste per quello oio_grafo. Se chi testa è malato o ferito, il 'f. può essere ricevuto tlall 'ufficiak metlico di servi,.io o dal cappellano in p resenza di due testimoni. La persona · che riceve il T . .(leve al pi/, presto trasmetterlo alla Jntendenza generale -delle forze mobilitate, che a sua volta lo deve spedire al .Ministero competente. I T. sono annullati dopo tre mesi <181 ritorno del testatore in luogo dov'egli possa redigere un 1'. nelle condizioni ordinarie. Qualora venisse trovato indosso ad un mditare impiegato rnobilirato morto in .guerra, dev ·essere subito trasmesso all' !□tendenza generale, '°he lo t rasmette poi al più presto al Ministero competente. Testi (110b. Iacopo) . Generale, n. nel 1830, m. a Bologna nel 1894. Proven ienre dal l'esercito toscano, passò in ,quello italiano e partecipò alle . guerre dell'Indipendenza e vi meritò la mcd. d 'argento e la menzione onorevole . Colonnello nel 1877, comandò il 22° fanteria. Magg. generale

Tcstolini G iuseppe

Testi Jacopo

Testolini (Ciweppe). Medaglia d'oro, n. a Venezia, caduto sul Grappa (1896-1917). Ten. di complemento nel 6° .1lrini, lasciò volontaria1ncnte un co1nando cui era addeuo per partecipare alla lotta contro l'invasore <lei suo Veneto, e trovò 1nortc eroica n1critando che il suo co11tegno rn~gni•

fico fosse onorato <ld la me<l.' ·cl 'oro con l:t seguente motivazione :

« Addetto ad un comando d i d ivisione, venuto a conoscenza che il proprio battaglione tfovavasi ir,:,peguato in combattimento,. chiese etl ottenne d i ricmrare al proprio 1

reparto . Ricevuto · 1 incarico di fronteggiare, con due p ]o ..

toni, la critica situazione creatasi con l'occupazione, da

pa,rte <ld nemico, d i una posizione <lominame1 e,:li, dopo rapida ricogniziouc eseguita sotto violento fuoco di artig.lieria e fucileria ~vversaria, resosi csatty conto <ld terreno e ciel nemico, chiese l'autorizzazione di. tosto contrattaccare. Alla testa dei suoi reparti , con ca lma serena., J:'erizia ed ardimento subl ime, attraverso una violenta cortin a di f uoco,

si slanciò all 'assalto, giungendo primo sulla trincea nemica,

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Testuggine rostrata

Testuggine semplice

facendovi pr igionieri e riconquistando anni e materiali già c~1<luti in mano aH 'avversa rio . Incontrò poi gloriosa 1nortc sulla stessa posizione riconquistata 1ne11 tre incitava i suoi alpin i col g rido , li -, Viva l 'Italia ! » . (Col della Ber retta, 28 novembre 1917).

Testoni (Augusto). Generale, n. a Ravenna, m . a Bologna ( 1862-1932) . Sottot. d i fan te ria. nel 1883, di, cnnc colo nnello n el 1915, partecipò alla guerra contro l 'Aust ria, comandò il 62° fanteria ed in Val Giudicarie meritò la mcd . di bronzo; colonnello brigad iere nel 1917 , comand!i la brigata Reggio; magg. gen.eralc nel 1918, comand ò la brigata Taro. In P. A . S . -nel 1920, assunse ud 1923 il grado d i generale d i d ivis . e nel 193r passò nella riserva.

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Testoni Augusto

TET

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Testuggine aricta1ia

Tastuggine. Nome <li un 'antica macchina da g uerra da o ffesa contro le mura _assediate. Era così ch iamata dalla sua forma di tartaruga : consisteva di ..·rn tetto sostenuto da 4 trav.i : sotto di essa stavano i sold ati c he, al coperto, cercavano d i scalzare le 1nura avversarie mediante arieti. Era ,letta T. fossoria quella che serviva a riparare i m inatori. Testuggine fu rure chiamata in antico quella

Testoli G iuseppe

Testori (Giuseppe). Generale, n. ad Arzignano, m . a Mantova (1 851-1932). Sotto t. dci bersaglieri nel 1871, partecipò alla guerra Eritrea d el 1895-96. Colonnello d el 5° bersaglieri nel 1902, andò in P. A . nel 1903 . Magg. generale nella riserva nel" 1913, fu richiamato d urante la guerra del 1915-1918 e comandò il presidio d i Varese e poi il ;ettore Verbano-Lario. Nel 19~3 assunse il grado d i generale di div isione.

Testuggine per colmare i fossati

Testuggine romana al1 1 :1ttacco di mura

formazione d i assalto <lelle m ura che prendevano i soldati, sollevando in aria ed a cont atto gli scudi in modo da formar e come un tetto, riparandosi così d alle offese nemiche provenient i d all'alto .

. Tetano dì guerra. Grave intossicazione del sistema nervo'so d e term inata d a u n veleno solubile elaborato dal bacillo di Nicolayer e cl in icamente caratterizata da contrazion i toniche e cloniche dei m uscoli . Sono predisposte al T. non solo le ferite associate a cosp icua devitalizzazione d ei tessuti (ferite prodotte da schegge d i granata e d i _ bon1be, ecc .), ma anche lesion i pjù o meno limitale e s uperficiali (escoriazion i, lesioni prodotte dalla calzatura, punture con spine, con schegge d i legno, cor., fili d i reticolati, ccc.) , quando ve ngono a coutatte con terriccio tetan igeno o inquinato da escrementi d i ani.mali domestici, nel c ui intestino i ger mi d el te tano possono v ivere saprofitica. men te. Anche le congelazioni e le icottature presentano con<;lizioni favore.voli allo svilup-po di germi teta nici. Nel! 'ultima guerra (1915-1918) ne furono osserva ti casi in se-


T ET

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guito ad interventi praucatt in individui affetti da esiti di ferite ed anche "in alcuni che non avevano precedente,nente riportato lesioni , e perfino in seguito ·a semplici in ieziuni ipodermiche, specialmente a q uelle di chinino . Nell~ guc,re antiche si ebbe una frequenza del 120 per mi lle; nella gue rra Russo-giapponese essa fu del IO per mille, e nel1'ultima guerra all'inizio raggiunse una percentuale del 6-6,5 per mille per poi, gr azie alla sieroprofilassi a ,,, itetanica, d iscendere al o,5r [.'Cr mil le (Tizzoni). Ne, te, iti di guerra la mortalità nei casi di T. oscillava un tempo fra 1'8o e{I il 93 %; nella guerra Mondiale il numero dei decess i fu molto minore . Il Bruce riporta una mortalità del 50 o/o , mentre il Tiiz-0ni in una statìstic:t parziale riguar0

da nte un 'armata, che n1anovnwa in terreno eminentemente

tetanigeno, riporta una mortalità del 5,8 %- Il T. che si svi luppa nei congelati presenta unrt ptognosi gravissima, avendo d ato una mortal ità del 75 °/4. Sullo sv iluppo e sul decorso del teta no in guerra hanno una grande e benefica influenza la profilassi generica, rap presentata dalla precoce sterilizzazione del focolaio traumatico, e quella specifica. Quest 'ultima, consistente nell'iniezione di siero antitetanica a dose preventiva, va rraticata in guerra in tutte le ferite, anche in guelle di liev issima entità, nelle ust ioni e 11<~i congelamenti, nonchè 1;>rima di procedere arl interventi chi.rùrgici; deve esser fatta al più presto possibile, e q uind i ai posti di mcdicaàone o alle sezioni di sanità, ripetuta all'arrivo dei feriti nel prìmo ospedale da campo; sarà infine fotta una terza iniezione, otto giorni dopo gucllo in cui fu riportata la lesione, i n caso d i ferite gravi ed inquinate <la tet ano.

T etrafalangarch ia. Nell 'escrcito macedone era così chiamata la riunione d i d ue d ifalangarchie, composte, alla loro volt a, d i due falangi ciascuna. La 1'. fu adorerata nelle guerre Maced oniche e constava .di 30-40.000 uomini. Tetra I ina . Derivato tetraidrogenato della naftalina. La crisi grav issima di combustibili liqu idi , creatasi d urante la guerra Mondia le a causa del blocco, e per l'invasione dell a Galizia - nel 1915 - da parte elci Russi, e i grandi quantitativi necessari oer tutti i sistemi di motorizzazione a. ~er vizio dell 'eserci~o, della marina e dell'aviazione, costrinsero la German ia a ricercare opportuni p rodotti di sostituzione dei normali carburanti, con l'impiego di sostanze d i produzione nazionale . La T. fu larga me nte u tilizzata per a rricch ire le miscele d i carburanti adottate come surroga ti dei combusti bili liqu idi fossili, d i cui 1\011 aveva più alcuna disFo nibilità. Tetranitroanilina, Esplosivo p reparato nel 19rn da Fiirschci m nitrando opponunamente la n1ctanitroan ilina; si ado~ pera per inneschi, capsule e come detonatore. T etranitrometilanilina. Conosciuta anche sotto , nom i d i « Tetrilc », o d i « Tetralitc », fa pane del gruppo dei « Composti chimici esplosivi » e fu scopena nel 1879. E. un composto molto stabile, di forte potere esplosivo e più sensibile all'urto dell 'ac ido picrico; perciò, durame la guerra 1vfond ia1e, t:. s tato usalo come esplosivo <l'i.nnescarnento,

o come detonatore secondario, in sostituzione dell'acido picrico e del trinitrotoluene.

Tetrarchill.. Era una delle formazioni elementa ri de lla fanteria dell 'csercito macedone. Constava. d i due d ilochie e consisteva in un reparto d i 4 fi le d i fronte di 16 u . ciascuna. Tettoni (Adolfo). Generale, n. a Sassari , m . a Roma {1853- 1922). Sottor. d 'art. nel 1873, partecipò a lla cam-

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pa~na eritrea del :r895-96. Colonnello nel 1903, comandò il regg.- da montagna. Magg. generale nel 1909 .comandò l 'art. da costa e fortezza in Roma e nel 1910 fu nominato ispettore. Nel 19 n passò a comandare I '-art. da campagna a Firenze e poco doF'o l'art. del corpo d'occupazione d i Tripoli; in Libia guadagnò la croce di cav. dell'O. M. S. Comandante la divis. m ii. di Padova ne l 1913, passò nell'anno seguen te alla direzione gen . dei servizi logistici ed amministrativi del Ministero, fu promosso ten . generaie e nel r915 ebbe i l rango di comanda nte di r.. d' A. per segnalate bcncmc,cnzc nella preparazione dei servizi per la guerra contro l'A ustria, alla quale Tettoni Adolfo poi partecipò al comando del VII e del XVJll C. d 'A . meritando la mcd. d 'argenro c la croce d'ulf. e poi la commend a dell'O . M-. S. Collocato nella riserva ne1 1918, fu richiamato in serv1z10 quale ispettore gen. degli effettivi del l'esercito.

T etuan (ant. Tamaga). Città del protettorato spagnuolo nel Marocco, a 7 Km. dal ma re. Nel 1400, durante le guerre d i Enrico III re d i Castiglia contro i Mori, una Aotta spagnuola la prese, saccheggiò cd incendiò. Nel 1492 fu ricostruita dai Mori cacciati dalla Spagna. li 6 febbraio r 86o fu occupata dagli Spagnuoli (gen . O'Donnel) che si impadronirono di So cannon i di vario calibro e di molto mater iale, e la sgombrarono il 3 maggio 1862 dopo soddisfatte le condizioni della pace che pose fine alla campagna cont ro i l Marocco . Fu r ioccupata dagli Svagn uoli quando quest i stabilirono il loro protettorato su tale rcrritorio marocchino. Battaglia di Tctuan (1860). Appartiene alla guerra Ispanomarocchina (1859-1 860). Due corpi d'ar mata spagnuoli (Il e III agli ordini del gen . O'Donnèl) la sera del 3 febbraio 1860 erano schierati di fronte alle forze marocchine, sulla sr . del torrente Martin, sbarranti la strarla e la stretta di T. Esse occupavano con un corpv (Muley Ahmcd, 4000 fanti e 900 cavalli) il fondo della stretta e con t.:n corpo (Mu!ey El Abbas, 12.000 fami e 3000 cavall i) un 'altura sulla sr. della fronte : i due corpi erano rafforzati con trincee; quello di Mulcy Ahrned era alguanto arretrnto rispetto all'altro. L a mattina del 4 al] 'alba gli Spagnuoli (-i8 .ooo fanti, 2600 cavalli, 54 cannon i) attaccarono : il li C . d 'A . (Prim) a dr., il III (Ros de Olano) a sr., in due grandi formazioni q uadrate; una riserva, ag li ordini del gen . Rios, guardava il fianco d r. Il combattimento si iniziò con un largo impiego d elle artig lierie spagnuo le, che, schierate sulla fronte di battaglia, in breve fecero tacere le artiglierie ma_1occhine d urante la marcia nel fondo della stretta dei due gross i guadrati spagnuoli. Menuc l'ala dr. si arrest ava, il Il i corpo, seguendo una cu rva del fiume e rreceduto da una br igata lancieri, si allargava a sr. per avvolger,, la d r. dei Marocchi ni, i quali non si opposero attivamente nl: a l1'entrata degli Spagnuoli nella stretta nè allo manovra aggira nte. Dato l' attacco generale, le tn> ppe di Muk y Ahmed, prese d i fronte, <li fianco ed a tergo, dopo breve resistenza furono volte i n fuga. Analogamente le t ru ppe d i ~lulev El


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Abbas, attaccate dal Il corpo e d all_a ri serva, vista la ron a, nel piano sottostante, di Mu ley Ahméd , abbandonarono la lotta. In complesso i Marocchini perdettero circa IOQO u . fra morti e feriti , otto cannoni, grande quantità di muni-

zioni e provvigioni. Gli Spagnuoli accusarono 67 morti e 780 feriti.

tare romano della Germania, si mosse, tranne i prcsidì der castell i, con tre legioni per soffucarla, costituite però d i: giovani soldati, che non avevano ancora combattuto . Arminio d iramò un ordine in base al quale furono in un solo giorno assal iti e trucidati i Romani isolati; poscia guidò l'esercito dei ribelli alle spalle ed ai fianchi <li Varo . NelIa foresta teutoburgica i. Germani, discendendo dalle alture cor errc da folti boschi, assalirono il 9 seuembre da. ogni lato i Roman i che att raversavano una vallata paludosa . Data la ressima strada, le pi~nte, il cattivo tempo e l'ingombro del bagaglio, le legion i di Varo e rano sparpag liate sopra una linea estesa.

I Legionari fronteggiano con.1ggiosamentc i ripetuti assalti dei Germani, ma in 11efpun punto riescono a colpire con cfficaci~-1 il nemico , anzi

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essi stessi sub iscono perdite silevanti, fino a eh~, per quan-

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to scossi e demoralizzati, rie-

scono a trincera rsi , delimitando un campo separato per ciascuna delle legioni. Fu d istrutto tutto il bagaglio su~--erfluo, e poi ripreso il cam-

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mino vcrsù la fortezza romana

di Aliso. Ma i l JO settembrei Romani, dopo aver r iporBattaglia di Tctuan .(,860)

Tmtlato di pt1cc di Tetuai, . Dopo la battaglia, si apri" rono trattative fra O'Donnel e Muley El Abbas, ma il sultano Sidi Mohammed respinse le condizioni poste dagli Spagnuoli. Solo dopo altre due sconfitte dei Marocch ini le trartati,·e vennero r iprese e la pace conclusa a T . il 23 apri le r86o. In base ad essa i· confin i dei possedimenti spagnuoli nel Marocco prospicienti sullo stretto d i Gibilterra vennero alquanto estesi e il sultano si sottopose al pagamento di venti m ilioni di piast re .

Te ulada. Rimorchiatore, varato in O landa nel 1909, dislocamento ton n. 120, lungo m. 21,20, largo m . 4,60; ap-

parato motore cavalli 90, velocità miglia 8,2. Armamento un can none da 76. Equipaggio r2 uomini .

Teulié (Pietro). Generale napoleonico, n. a Milano, caduto a Colberg (1763-r807). Nel 1796 abbandonò l'avvocatura, e s'arruolò n ella guardia urba na milanese. Ge11erak d i brigata nel r8or , fu nello stesso anno ministro della guerra della rc_!'."ubblica cisalpina e , in carica per poch i mes i, organizzò e disciplinò l'esercito . Nel 1803 al comando d i una divis. italiana fu sulle coste della Manica a p rotez ione di eventual i incursioni inglesi. Nel 1. 806 andò a combatte re in Germania: nell' investimento d i Colbcrg lasciò la vita , colpito da una pa lla di ca nnone. Napoleone fece dare il nome d el gen. italiano a un vascello costruito a Venezia. Teutoburgo (in tedesco Teutobttrger Wald, l'ant . Teutoburge11sis Sa'il/ls). Catena selvosa della Westfalia. Batu,glia di Teutob,.rgo (9- u settembre 9 d . C.). Essendo stata annunciata la sollevazione di tribù della Germania agli ord ini di Arminio, P. Quintilio Varo, governa-

tato insignificanti ~uccessi , eb-

bero nella selva d i Lippe lapeggio in ogni punto. E dal campo costruito nella seconda giornata, coo perimetro riù piccolo, si rilevavano le file diradate delle legioni per le perdite subite; la u incca del campo era mezzo rovinata , e il fosso poco profondo. L' 11 settembre finalmente, giunte alla gola di Doren, a poche ore d i marcia da Aliso, e sotto il furore <li una burrasca e di un acquazzone , le legioni vennero infine avviluppate d ai Germani e d istrutte. Il comandante della cavalleria, Vala Numonio, tentò d i aprirsi un varco coi suoi cavalie ri , n1a

fu raggiunto e stermin ato coi suoi; solo una parte def carriaggio e molte donne , fuggendo sp2rpagliate e protette dalla notte, raggiunsero Aliso, dove arrivarono anche soldali isolati. Varo ste.sso ferito e molti ufficiali superiori si diedero <li propria mano la morte ; diversi legati e r arecchi. tribuni furono fatti prigionieri. Arminio dopo la vittoria parlò ali 'esercito e calpestò le aquile e i vessilli della cavalkria nemica. l tribuni e i cent11rioni furono scannati sugli a ltari in -sacrificio agl i dei. I prig ionieri r isparmiati furono divisi come schiavi tra i vincitori. I Germani t rionfanti poscia corse~o ad invcs1jrc ]a fortezza d i Aliso; ma. qui trovaro no .d ura resiste nza. La guarnigione, comandata da un veterano, Lucio Celidio, si aperse a viva forza la.

via in mezzo al nemico e ,raggiunse il Reno, ove si unì

a due legioni rimaste immuni dal di sast ro sotto il comandodi Lucio Asprenate . 1n ultimo il capo d i Varo fu dai German i spedito come trofeo a Marobaduo, re dei Marcomanni; ma costui in quel tempo, essendo in p ace coi Ro" man i, lo mandò ad Augusto in Roma , ove ebbe sepoltura.

Teutonico (01·di11e). Ordine cavalleresco fondato nd 1190, nel campo dei Crociati, davanti alla città d i S. Gio-


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,·ann, d'Acri, os['i1:1licro e militare, sul modello di quelli dei Templari e di S. G ic,,•anni di Gerusalemme. Nel n 91, Arrigo re di Gcnn:inia otten ne da Cebtino 111 una boll;J wn la qua le il pontefice confermava l'is1ituto dei " Fraidli ospedalieri teu1onici della Vcrgi11~ di Sion • · L"Ordinc si rese benemerito ddlc popolazioni <leiIn Si ria e ~Id i 'Egitto e col proprio valore sah-ò all"a,sedio di Damiena l"cserci10 cristiano. Federico Il fece prindpc delrimpcro Ermanno di Salza, gran Maest ro <iell 'Ord ine , clic accettò l 'olkrrn d el duca di Masovia di combaucre contro , pagan i di Prussia. Dopo quasi un secolo di guerre, l'Ordine sot1omisc tuna la Prussia che governò come paese di conquista . D01'0 la riunione coll'OrOrdine Teutonico dine d 'Obrino, avvenuto in questa epoca, l'Orchnc T. pm,c il nome ;inchc di Ordine di Prussia. Nel 1309 la sede dell'Ordine si trasfcrl a Maricnburg, da dove poi costituì il nucleo attorno a cui si formò il gra nde impero tedesco auualc. Gli Statuti del l'Ordine furono rinno\'ati nel 1840 e nel 1865.

Tevere. Il secondo fiume d'halia in ordine d'importanza: lungo 393 Km., largo in media 150 m., ha un bacino che si estende ~er ci rca 17.000 Kmq. Le sorgenti si trovano ncll'Appenn iì10 presso il Monte Fuma iolo (1408 metri). Da esse la corrente defluisce solcando rapida tre zone nettamente distinte: 1°) la Val Tiberina, in fertile pianura al cui centro sta Citt?i di Castello; 2•) la zona adiacen1e alla piana di Foligno, che, nclb sua banda occidentale, offre I.i lunga e stretta vallata merid iana che stendesi a sud di Perugia; 3°) un hraccio marino quaternario prosciugato, che divideva l'Appennino Tosco-Romano dal Preappennino, presta infine il letto al terzo tratto che corre sino a Roma e al mare . Da Roma i l T. raggiu nge il mare con cor,o am pio e navigabi le . A monte d i Roma possono accedere fino ad Onc solo piccole barche. Tribut:1rio princiralc è la rscra, che molto influisce sul regime ,lei corso infc. riorc e sulle piene, talora 1mponcn1i. Evitata in molti tratti dalle cornunicaz,0111 per difli coltèt topogralich,, e r cr i pencoli del le inondazioni, la va llarn del Tevere no11 ha t rad izione storica unjrnria che la c:1rnner izzi, come quella di altri fiumi distiu;i da in<li,·iduali1à e da funzione 1:cografica <li,tima. A ciò contribuì anche 1I frazionamento terriwriak Ycrificatosi prima e dopo l'era del la domina1.iu11c roma11a, seguatamcnre nel 111cdio evo. )Vli litnrrncnte il '/'. 11011 ;,prc una via di penetrazione o di sbocco che gli conferisca carattere spiccato di linea di facilitazione per operazioni in grande stile; e J',;;istcnn di rilievi montani che fiancheggiano la maggior parte del suo corso sccm3 il valore del suo alveo come linea d 'ostacolo. Nella campagna romana è elemento separawrc ed acquista carattere !]iii ~aliente sia come appoggio d".ila, sia come fromc difensiva. Tevere. Rrigata di fanteria cli linea, costituita ndl'apr.il~ 19 16 d ai depositi del 5, 0 e ,le ll'S,0 fanteria coi regg. 215° e 216• che erano sta ti già form.11 i fin dal d icembre 19 15. Fu ini,.ialmcntc destinata in Val Cordevolc, <10,c respinse tentati,·i di attacco nemici e clovc si battè fino all'ottobre conquistando po,i1,,011i rresso ('ima di Bocche e mantcnen· <loie ad onla del la viva reazione n,'mica. Nel maggio 191~, trasferita sulla fronte dell'Isonzo. operò al Dosso Fa,ti; nell'autunno 191j ripiegò opponendo all'invasore accanita rc· sistenz.1. Ai primi giorni del 1918 fu schierata sul Pia,·c

ove restò fino alla battaglia del giugno, nella quale si ba11è accani tamente a Casa Facchin i e C. Serena . Du nrn tc la ba11aglia cl i Vittorio Veneto passe', il Piave a Ncrvesa e per S. Daniele e Col della Guardia puntò verso Faclalto e Ponte delle Alpi. Il suo contegno in guerra la rese meritevole della citazione sui bollettini di guerra del Comando Supremo del 5 giug•10 1917 e del 21 giugno 19, 8. Dopo la guerra la brigata venne sciolta. Festa dei rci,gimen1i: 4 giugno, anniversario del combattimento di Dosso Faiti (1917). Colere delle mostrine: mc1à amaranto e metà azzurro in senso verticale. La brigata ebbe in guerra i seguenti comandami: col. Asina ri d i San M;irzano Enrico ,1!]16); magg. gcn. Pasqua le (r916); col. Mcrzljak (1916); col. brig . Guadagni (1916-17); col. brig. Carbone (1916-17); col. brig. Zilcno (1918). Le sue perdite in guerra furono: ufficiali morti 55, feriti 122, dispersi 98; u. di truppa m. n 73, f. 42, 8, d. 4090. Tevere. Piroscafo in legno, appartenuto fi no al 1870 al la marina pontificia, e radiato nel 1871. Partecipò alla campagna del 1848 ncll' Adriatico. Dislocamento tonn. 50, macchine HP. 30. T evere. Nave cisterna per acqua, varata nel 1883 in Inghilterra. Dislocamento tonn. n5, macchine: HP 2 jO. Fu in servizio a Massaua. lnragliò e rimase distrutta sull• costa ionica nel 1895. Tevere. Cisterna per acqua, varata a Napoli nel 1897, dislocamento 1onn. 960, lunga m . 54,55, larga m. 8,02; apparato motore cavalli 619, velocità migl ia u. Armamento un cannone da 76. Equipaggio un ufficiale e 50 uomini.

Ch;tcrna o Tcveret

Tewksbury. Ci1tà dell'Inghilterra . 11clla contea di Glouccster, su Ila Sc\'crn. Combattime11to di Tt:tvksb11ry (1-1i1). Appartirnc alla guer ra civi le delle D ue Ro,c. Dopo )a disfo u a d i Barnct i partigian i di Marg herita radunarono a11corn delle truppe e ,ollcro tentare il congiungimento col conte <li Pcmhroke. Giunti a T. il 4 ma_ggio . trovarono il ponte ,ulla Se,ern occurato dalle truppe di Edoardo in tll!mcro molto superiore. li duca di Sommcr,ct, comandante delle mil izie d i Marghe rj ta 1 att3ccò vigoros:uncnte il nem ico, e se fo~se staio asscconcla10 aucbbc an,to cen.imcnte il soprancnto; ;na il conte di Wcnlock non appoggiò il ,uo moYimcnto. Sommcr>ct si crcdcuc 1ra<lito, e, gcuaLOsi contro \Venlock, rnn un colpo d i spada gli troncò il capo; quindi, segu ito da un pkcolo nun1cro di partigiani, si :isserragliò in una chiesa do,•c resis1c1te per tre giorni. Alla line gli Yorkisti ebbero ragione cli quei pugno di uomini che per ordine di Edoardo ebbero tutti tagliata la resta. I n que,io combattimento perirono olt re 3000 partigiani della regina Margherita, che fu fo 1ta prigion iera, intanto che il figliuolctto le \'cniva ucciso cd Enrico VI vcni,·a rinchiuso in una segreta della Torre di Londra.


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Texel. Isola co,liera dell'Olanda, fra quelle che sbarrano lo sbocco dello Zuidersee nel Mare del Nord. (Per la battaglia navale del 1654, V. Scl1evmi11gen) .

IV. Pre;a della flotta olandese a Texel (1795). Durante la campagna repubblicana di quell'anno, mentre il rig,-

I. Ba11aglia 110,·ale di Texcl (21 agosto 16i3). Appartiene aY.a guerra d'Olanda . J..a flotta anglo-francese di 9(> navi, agli ordini del principe Roberto, con gli arnmir. d'Estrées e Sprach, incrnciava sulle coste olandesi in appoggio alle operazioni terrestri, quando l'ammir. Ruytcr, con 70 na"i, avanzò e, avendo i l favore del vento, l'attaccò decisamente.

dis1accamcn10 misto di cavalleria c d i aniglicria france:.<: ebbe l'ordine dal Pichcgru di impadronirsi della Rotta olandese che si trovava s1rc1ta fra i ghiacci a '.I'. Giunta presso le navi , la cavalleria galoppando sul la superficie gelata arrivò sotto ai "ascdli, e li avviluppò. I mmobilizzata, con le batterie fisse sui fianchi e quindi inu1ili1.zatc, la Rotta olandese fu costretta ad arrendersi alla ca\'allcria ~lei Pichegru. Caso nnico, quc,to, nel 1a sloria delle guerre.

Una divis. obndcsc riuscì ad attrnvc rsare l 'ord inanza del

d'Estréc~ ed a concorrere all'azione principale attaccando gli Inglesi sul fianco. La banaglia durò assai accanita tuua la giornata, finchi: gli ang lo-francesi dovettero battere in ritirata. Oltre a lle perd ite sofferte, g li Inglesi lamentarono la morte dell'ammir. Sprach. II. 8(1ttaglia 11n11a/e di Text'l (29 giugno 1694). Il capitano Jean Bart era part ito il 27 da l)unkcrquc con sei navi e due golette per incontrare in alto mare,' e scortare in Francia, un convoglio di 1 20 navi cariche di frumento, di cui la Francia grnvemcntc difettava. bavanti a. T . Jcan Dari seppe che il convoglio era caduto in preda di una squadra olandese che lo scortava nei propri porti. Sebbene la squadra olandese (8 g rossi vascel li) fosse assai più forte, egli decise di assaltarne le singole nav i assegnando ad ogni suo capitano una nave nem ica che egli doveva prendere all'arrembaggio. L'auacco si S\'Olse come previsto: tre vascelli olandesi vennero presi e gli altri vofri in fuga. Jean Bart riordinò subito il convoglio di frumento e con esso, e con i tre vascelli olandesi, rientrò nei poni di Francia . Ili. Battaglia 111111ale di Te.te/ (giugno 1696). lean Ilut, che incrociava su lle coste dcll 'Ola nda con sette navi di linea, avvistò un grosso convoglio olandese (ottanta navi) proveniente dal mar Bahico, scortato da cinque navi di linea. Alla mattina del i 8 all 'alba egli attaccò la scorta cd in breve rresc le cinque navi di scorta , e poi con le sue forze riunite penetrò fra quelle del convoglio, incendiandole od affondandole a colpi di ca nnone. Mentre eseguiva questa opern·,.ione fu avvistata sopravvento una squad ra di 13 grosse J1avi di linea olandesi. Jcan Rart d iede il segnale di , iunione alle sue navi. fece passare tuui gli equipaggi delle cinque navi olandesi su una sola di e,se che avviò alla costa, i ncend iò le altre qmttro, e pre nd endo vento, ripiegò verso la Francia. Questa battaglia era costata agli Olandesi, oltre ai morti cd ai feriti, quattro navi di linea incendiate e quaran ta navi di commercio incendiate od affondate.

<lissirno inve rno aveva ghiacciato le

acq ue

circostanti, un

V. Combauime,zto di 1'cxe/ (17 ottobre 1914). Appartiene alla guerra :Vlond ialc e si svohc ;i} largo dell 'isola , fra quattro cacciatorpediniere tedeschi e un incrociatore leggero inglese appoggiato da alcuni cacciatorpediniere. Dopo un vano tcnt:uivo di fuga , i caccfo tedeschi accettarono l'impari combattimento e furono colali a fondo d ai più potenti cannoni dell'incrociatore inglese.

Thala. Ant. cittii della Numidia, nel bacino della Mcgcrda , La citt,\ fu assediata nel 108 a. C. dal console Q. Cecilio Metello; "i s'era rifugialo Giugurta coi suoi figli, coi tesori e col fiore delle sue truppe. La città fu presa d'assalto dopo 40 giorni, ma Giugurta riuscì a sa lvarsi con la fuga . I disc:lori romani che si t rovavano al momento della resa nel palazzo reale, raccolsero l'oro, l'argento e le altre cose , li valore, e poi appiccarono il fuoco, paganclo spomaneamentc quella pena che, presi p rig ionieri , avrebbero subita. Thames (fiume) . Immissario del lago Erié, nel Canadà. li 5 ottobre 1813, durante la guerra Anglo-, mericana, il gen. Proctor, che con Inglesi e Indiani comandati da Tecumsch, era incalzato da vicino dagli Americani forti di 3500 u, al coma ndo del gen. Harrison, decise di accettare bartagl ia sulle rive del T. Collocò le sue trupre su una boscosa lingua di terra, fiancheggiata dal fiume, ove dispose gli Ing lesi con le artiglierie, e da una palude protetta da folte boscaglie, ove col locò gli Ind iani. Lo fronteggiavano gl i Americani, formati su quattro brigate. Questi, riusciti con una carica di cavalleria a passare alle spalle degli Inglesi, chiusili fra due fuochi li costrinsero alla resa . Sulla sr. invece, tenuta dagli Indiani, la viuoria fu più difficile, e fu raggiunta solo quando Tecumsch rimase ucciso. Gli Tnglesi perdettero circa 600 u. e i loro ausiliari ind iani furono sbaragliati per sempre. Thann. V. Rege11sb11rg. Thaon dl Revel (lguazio Pietro). Generale, n . nel i706, m. a Cagliari nel r761. Partecipò alla guerra per la Successione d'Austria . Colonnello comandante il regg. " La Marina " nel i 759, fu governatore della città e castello di Cagliari e comandante generale delle ar mi del regno, col grado di brigadiere di fanteria, nel r761. Nell'anno seguente fu promosso magg. generale. Tl1ao11 di l<evel e di S11i11t-Andr,' ma,-d,c-,e Carlo F'ranceseo. Generale, n . a Nizza Marittima, m . a Cagliari (17251807). Alfiere nel regg. fanteria Saluzzo llel 17-10, parte-

La cavalleria francese cattura a Tcxcl la flotta olandese prigioniera dei ghiacci ( 1 794)

cipò alla gucm, di Successione d ' Austria. Colonnello nel 1771, ebbe il comando del rcgg. provinciale di N izza ed in raie qualità venne promosso brigadiere nel 177-1 e magg. generale nel 1780. Comandante la ciuà e contado di Nizza nel 1781 , d ivenne luogo1cn . gene1·ale nel 1787. Ca pila no gen . del regno di Sardegna e vicerè di Sardegna nello stesso


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anno 1787, fu governatore di Tortona nel 1790 e poi d i Ast.i. Dal 1792 combattè nella g uerra contro la Francia e nel 1794 diven ne generak d i fan teria. Governatore d i Tor ino nel 1797. Nel 1800 ebbe il collare · d d !'Annunziata. Ritiratosi in Sardegna d opo la battaglia d ì Marengo, fu nom inato nel 1806 gran maestro d'artiglieri"a .

·Thaon Carlo F rancesco

Thaon G iusepp<l

'J'liaon di Revel e di Saint-André marchese Giuseppe Alessandro. Generale, figlio del precedente, n . a . N izza Marittima , m . a Torino ( 1756-1820). Ufficiale d i fanteria nel 177~, divenne colonnello nel 179~ cd al coma ndo del regg. di Susa partecipò alla guerra colllro la Francia e quàndo venne ist ituito l'O. M. S., per le azioni compiute in tale guerra , ne ebbe la commenda. Brigadiere nel 1796, due anni d OFO fu ar restato d'ordìn·c del d irettorio della Repubblica francese e condotto, col fratello Ignazio, in ostaggio a Grenoble e D igi~ne . Riuscito ad evadere e tornato in Piemonte fu no111inato membro del CO<lsig lio supremo e promosso m agg. generale (1799). Comandante la piazza d i Cagliari nel 1803 e poi governat0re in 2•· d i Sassar i, venne nel 1808 promosso luogotcn . generale e governatore d i Cagliari. Generale d i fanteria nel 18 r2, veirne nel 1814 nominato governatore della citti, e provìucia d i Torino. Collare dell 'Annunziata. ed ispettore· gcn . delle armate nel 1815, fu l 'organizzatore dei Reali Carabinieri.

Thaon di Revel conte di Prahmgo lguazio . Generale, fratello del o recedeme , n . a Nizza Mar ittima, m. a Torino (1 76o-1835). Dopo di esser stato ministro d i Sardegna ,n Olanda , entrò nell'esercito e nella guerr±! del 179;1,-1794 fu aiu tante d i can'lpo del padre e poi capo dì S. M. del duca d'Aosta; per le nioni com0 piute ebbe la commenda dell 'O. M . S. quando veo ne istituito l' o rdine . Comandan te il rcgg . fanteria Nizza ocl T794 e brigadiere nel 1796, fu uno dei negoziatori del trattato di Chcratco . Magg. generale nel 1799, dopo essere stato col fratello Giuseppe in ostaggio a Grenoble ed a Digione, p artecipò alla spedizione austro-sarda in Provenza Thnon Igna-zio e dopo la battaglia d i M arengo si r itirò a vita privata . R ipreso servizio alla restaurazione , fu membro del consiglio della reggenza in P iemonte, poi min istro plenipotenzia rio a Parjgi . Luogotc.:n. generale nel 1815 e governatore d i Genova, fu promosso generale d'armata nel 1816. I ncaricato delle funzioni d i vicerè d i Sard~gna nel 1818 <.bbe .il collare dell 'Annunziata nel 1820. Nello stesso anno fu nominato governatore di T or ino ed in tale qua lith si trovò allo scoppio dei moti del , 821; incaricato del Governo p rovvisorio sino a! rito rno d i Cado Felice, seppe porre t,~rm ine al disordi ne . N el 1829 e bbe il g rado di maresciallo.

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T haon di Revel e di Saint-André marchese Carlo Ippolito. Generale, figlio d i Giuseppe, n. a N izza Marirtima, m. a Torino (1789-1849) . Sottot. nel 1808, d ivenne colonnello nel 1823, magg. generale aiutante · di campo del re nel 1831, ten . generale nel r 839. Nel i 847 [u nominato capitano delle guardie del corpo e nel 1848 andò a r iposo.

Tl,aon di Revel conte Genova . Genera le e scrittore mil. , figlio d i Ignazio, n . a Genova , m . a Borgo Vico (18171910). Sottot. d'art. nel 1831, partecipò alle campagne del 1848-49 e vi meritò la menz.io ne o norevole e due mcd. d' argento. Addetto mii. a Vienna dal 1850 al 1853, par tecipò alla guerra d ì Crimea e alla campagna del 1859 11ella quale g ui,dagnù una seconda ' menzione onorevole e la croce d 'uff. d cJJ'O. M. S. Colonnello per merito di g uerra ad Ancona (1860) e comrì,end atore dell"O . M . S. à Mola di Gaeta, fu pro'mosso magg. ge• nernle nel 1861. Co mandò la br igata Granatier~ d i Napoli e dal 1863 a l r866 fu primo aiutante di campo del principe Umberto col q uale combattè nella campagna del 1866 : meritò la croce di gr. uff. dell 'O. M. S. e dopo la g ucrThaon Genova ra ebbe l' incarico d ì prendere in consegna il Veneto. Ten . generale comandante la divis. di Padova nel 1866, dall',1!,rile al! 'ottobre 1867 fu ministro della Guerra nel gabinetto Rattazzi . Dopo aver comandato la divis . d i Milano ebbe nel 1877 il co~ando del II e poi del 111 C . d 'A. Nella riserva nel 1886 e collare dell'Annunz.iata nel 1905, fu deputalo d i Gassino nella VI e VTI legislatura e d i Chivasso dalla IX alla XII e senatore dal 1879. Pubblicò, fra altro, i seguenti ,,o]umi: « Le grandi manov re nel 1879 »; " La cessione del Veneto»; « Dal 1847 al 1855 »; « La spedizione d i Crimea »; « li 1859 e l 'Italia Centrale » ; ,, Da Ancona a Napoli »; « Umbria ed Asprornonte >); <t Sette mesi al ministero >J; « Ricordi di una com missio ne militare del Re ,, . Thaon di Revel e di Saint-André conte Cesare. Generale, figlio di Carlo Ippolito, n . a Genova, m. a Torino (18241899) . .Sottot. di cavalleria nel 1843, partecipò alle campagne ,del 1848-1849 e vi meritò la med . d'argento. Colonnello nel 1861 , ebbe nel 1863 il comando del regg. G uide ; m agg. generale nel 1866, fu collocato a riposo nel 1868.

T haon Cesare

Thoon Adriano

Thaon di Revel conte Adri<1110. Generale, n . a Torino nel 1854. Sottot. d i cavalleria nel 1874., fu nel 1900 aiutan te d ì camro del conte di Toriuo. Comandan te il regg. cavalleggeri G uide nel 1903, e bbe i l grado d i colonnello 76


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nel 1904. Magg. generale nel 191 1, com,,ndò la 3• brigata d i ci1valleria e nel 1914 andò in P. A . Nel 1923 assunse il grado d i generale di d ivisione. Tf,aon di Revel Paolo Camillo. Ammiraglio, fratello del precedente, n . a Torino nel 1859. Entrato in servizio nel 1873, divenne contrammir. nel 1910, viccam,nir. nel 1913, amm ir . per merito d i guerra nel 1918, g raode ammir. nel 1924. Prese parte alla guen'a Italo-torca ed alla guerra Mondiale. F u capo di S. M. della marina dal 1913 al 1915, comandante in capo <lei d ip . di Venezia dal 1915 al 1917, capo d i S . M . della mari na e comandante in ca po delle forze navali mobilitate del 1917 al 1919, ispettore generale della R . Marina dal 1919 al 1920, prcsi<lente Jd com itato ammiragli nel 1920. Ottenne la gran croce dell'O . M. S. motu proprio d i S . M. il Re per l'opera. svolta nella suprema direzione della guerra T h·aon P aolo marjulma in Ad riatico, e nel# l'azione belhca ovunque esercitata da rncz.zi della R. Marina. Fra l'allro furono o pera sua i Mas, i treni armat i costieri, i F')Otoni armati. Sotto il suo alto comando la R Marina ha portato validissimo contributo alla vittoria. C~valiere della ·ss. Annunziata, gli fu conferito il titolo d i Duca del Mare nel 1923 ; fu inoltre m in istro della Marina dal 1922 al 1925 e senatore del regno nel 1917.

Thermes (Paolo de lfl Bm·tl,e dz). Cipitano francese (, 2,;562). Partecipò alla g uerra nel Napoletano s~tto il 44 Lautrec nel 1528. A Ceresole comandava la cavallena. Fu alla difesa di Panna nel 1550 contro gli Imperia li e rimase sconfitto e prigio niero nel 1558 a Graveline<.

Thermes Attilio. Generale, n . a Cagliari, m . a Valdibrana (1863- 1925). Sottot. d i fanteria nel 1884, fu in Eritrea e partecipò alla guerra contro l 'Austria. Colonnello nel 1915, comandò il 1410 fanteria, meritando la mcd. d 'argento e, nel 1916, la promo;-;io ne a magg. generale per merito d i guerra; ebbe il comando della brigata Caranzaro. Nel 1917 pàssò al comando della divis. mii. territoriale d i Roma. Dopo la g uerra andò in P. A . e nel 1923 assunse il grado d i generale d i d ivisione. T hermes Giovarmi Battista. Generale, n. nel 1850, m. a Roma nel 1928. So tcot. dei bersaglieri nel 1871, dal 1892 al 1894 insegnò logistica alla Scuola di guerra. Colonnello comandante l'. no fanteria nel

uomini. La piazza venne ,·alidamcntc d ifesa -dal signore d i Saint-André con cento lance del duca d j Borbone e 1500 u . d i re Luigi, mentre uD eserc ito d l soccorso rnccoho in Piccard ia agli ordini del Crèvecoeur muoveva a liberarla. Fra l'esercito assed iante e l'esercito di soccorso si combattè il 7 agosto a Guincgatte, e 1',,fassimiliano fu costretto ad àbbando nare l'assedio. II. Assedio di 7"!,érouarwe (1513). L'imperatore Massimiliano con gli Alleati, Enrico Vll l re d'Inghilterra e<I i l r.e d i Spagna, posero con 40 . 000 u. l'assedio a "/'. ai primi d i luglio. Dopo sei settimane, d ifettando d i viveri, la piazza stava per arrendersi q'.lando Lu igi XII tentò d i soccorrerla, dao-do ne l' incarico al governatore di Piccardia . Questi , per mezzo di un reparto <li. Albanesi riuscì a far entrare in T. qualche provvista (16 agosto), ma le truppe del governatore vennero battute e il n agosto la_ piazza capitolò. 1

III. Assedio di T/Jéro11a1111e ( 1553). Cado V .il 13 aprile investì la piazza, che aveva una piccola guarnigione agli ord ini del conte d i Montalcmbert. Di.resse i lavori d i d ifesa l'architetto mi i. italial)o Girolamo Marini . Ultimate le operazioni · di investimento d ' approccio e d i demolizione delle mura col c~n no ne, la fortct,za venne assaltata . N el primo

impeto, che i difensJri r espinsero, il Montalem bert' fu ucciso e sostituito dal conte di M ontmorency . Nel secon<lo (20 giugno) un a grossa m ina aprì nelle mura una larga breccia, dalla quale Tedeschi e Fiam minghi irruppero im pad ronendosi della fortezza cd urcidendone quasi tutti i d ifensori . Incontrò gloriosa mori.e- [o stesso architetto Marini : Carlo V fece ra<lere al suolo le fortificazio ni.

Theti (o Teti, Carlo). Ingegnere militare, n. d i Nola (1529-1589). Lasciò l'opera « Discorsi delle fonificazioni , cspugnnioni e d iksc delle c ittà e d' altri luoghi» . Propose modificazioni al sistema dei puntelli per abbattere il muro di scarpa, stabilendo che il tagl io d1 praticarsi nel muro (camicia) fosse · di sezione triangolare, che i puntelli fossero col locati sopra il piano della scarpa ed avessero un vuoto cilindrico concentrlco con una trasversale re r l 'accensionc della mina. Lavorò alle (ort ificazio1i i d i Verona e di .Bergamo. Thévenot. Petardo a mano·, francese, adorerato durante la guerra Mond iale anche ~ell'esercito italiano. Era costiti,ito da una scatola cilindrica di latta, contenente 170 gr.

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Thermcs Giov. Batt,

1898, andò in P . A . nel 1905. N ella Iiserva • fu promosso magg. gcoerale

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di l-' mle .,.,a

nel

1910 e

ten . generale .nel 1915 .

Thérouanne (ant. Tervmrna, capitale dei Morini ai quali accenna Giu lio Cesare). Comune -della Francia , nel dip. del Passo di Calais. Nel XV secolo venne fortifica to . I. Assedio e battaglia di Tliérouanne (1479) . Fu posto d all 'arciduca Massimiliano d'Austria il 25 luglio, con 27 .000

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Bomba a mano Excelsior Thévenot Tipo P z ,


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di poh·ere • echo • · Il suo peso complessi"<> era <li 400 gr. Funiiona111cmo a pcrcus5ione . dopo lOlta In sicurc1..za a nastro: molla a spirale abbastanza forte,. tanto da richiedere molta aucnzione nel 1oglicce la sicurezza . li T. ~i d imostrò efficace pcrnrdo offensivo e fu anche impiegato con caricamento incendiario.

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Thiard (conte de Bùsy Claudio). Generale francese (16201701). Combattè nella Spagna <la i 164"1 al 1649, in F rnncia (1654), in Ungheria (1664) e poi nelle campagne della guerra d'Olanda. Lasciò una « Rtlazione » sulla sua campag1<a in 'Ung he ria. - Suo figlio Giacomo (1648-1744) fu rure generale e si chstinse nella !(UCrra d'Olanda.

:1lzarsi. Introdotta la carica, si p remeva soprn il cuneo, cosicchè questo si abbassav:1 e pre,cntava il Eocone proprio in direzione di quello della camera . Una pia,tra con acciarino a pietra focaia saviva per l ',1cccnsionc.

Thi.onville (an i, Tlieodouis villa) . Ciu,, della Francia, nella Lorena. sull., Mosella. Nel scc. XVI venne fortificara per ordine di Carlo V; le fortilicnioni forono rimoderna te d ,,I Vaubi n, il quale costruì un2 testa d i ponte con opera J corno. La J"t3zza nd 181.1 fu difesa contro i Pruss ia ni d al ge n. Hugo.

Tl1iard marcht·se de Bissy A1111a Claudio. Generale fr~ncese (1682-1765). Partecipò alla guerra di Successione di Spagna e comba ttè a Luzzara (17oz) e a Cassano ( 1703). Marcsc . di campo nel 1719, \'Cane 1<ominato ministro plenipmenà1rio presso il duca d i Parma nel 1732, Nel 1734 ebbe comando in Italia e si distin,c a Hitomo; nel 1735 venne promosso )uogoien. generale. - Suo cugi no Cla11dio fu pure generllc (1721- 1810) e comhauè sino al 176o, dedicandosi poi alle lettere e divenendo membro d:ll'Accadcmia francese. - Un frate llo cli Claudio, J:::nrico, luogotcn . generale nel 1762, era a Re1mes quando scoppiò la Rivoluzione e venne ma ndato a l patibolo nel 1794 come partigiano d ella causa realista. - Un figlio di Claudio, Teodoro (1772-1852) fu <hFprima nelle lì lc degli c migrnti, e tornò in F ra ncia sono il consolato; d ivenne generale, deputato, ministro plenipotenziario nella Svi1.zera.

Thiébault (baron~ Paolo). Generale francese e scrittore militare (, 769-1 846). Du rante la Rivoluzione combattè colle armate del Nord e del Reno e nd 1796 e 1798-99 in Italia . Generale di brigata nel 1800, comba11è n ella penisola iberica <lai 1807 al r8og divenendo gen. di div is. Nel 1813 fu go,·crnatore <li Lubccca. Acleri a Luigi XVTII e nel 1824 andò a riposo . Pubblicò, fra a ltro: ,, Giornale <lcllc operazioni militari dell'assedio di Genova »; • Raccolta di pensieri ,, ; t( La di(csa <li Parigi ». Thiene (Giulio). Ingegnere e scrittore mii. del scc. XVI, n. di Pesaro . Fu allievo del Genga. Al ,crvizio dei Della Ro\'ere, costruì il baluardo ciel pono cli· Pesaro, e puhhlicò un 'opera: « Ordinamento J d le Mil izie ». Propose di tenere indipendente il parapetto dal muro di scarpa . concetto p rescnrnro come nuovo in princirio del sec. XIX, e cli cui il merito fu attribuito all'ing. francese Choumarn.

Thiess (,W.). 1\rmaiuclo g<:rma 11 ico d i Norim berga. Cosiruì nel 1800 circ~ un fucile a pietra focaia a retrocarica . L'introduzione della carica era fatta per mez7,o d i una sc:inalatura praticata nel legno della cassa in corrisponclcn7.a della camera della canna. Per caricare l 'arma, si premeva su una leva a coda c he o bbligava il cuneo di ch iusura ad

Fucjle Thicss

Fortezza di Thionvillc (secolo XVI I)

I. Tra/lato di T/1io11ville (8o6). Fu concluso fra Carlomag no e g li amba,iciato ri <li Venezia e <lei popoli dalmati, i q,1ali ultimi volc\'ano scuotere il giogo dcli 'impero d'Oriente. Ca rlo accettò i lo ro doni e, nd tratrn to, sta bilì regolamenti e norme su tutto ciò che riguardava i duchi e il popolo. sia vene:dani che dalmati. IL Assedio di Tl1io1111ille (1558). La pia7.1-a era custodiw da guarnigione sp:lgn uola ; es~a vi fll assed i:1ta d~1i Fram:esi com:,ndari da Piero Stroni, che si servì <lell'ing. Castriotto. TI 20 giugno )o Strozzi rima,c ucciso da un colpo di moschetto, n,a la piazza, (ulrn inata d alle b:,ttcrie erette <lai Castriotto, fu costretta alla resa , venendo restituiia agli lmperi,d i in base al trauato d i C,neau-Caml>résis . 111. As,rtfio e bauaglia di Thio1111ille (1639) . 1,,1 piaz,:a, che nveva g uarnigione irnper ia lc, ven ne investita il 19 maggio dai Francesi (13 ooo u.) comandati dal Fcuqmèrcs. Mentre qucs1i la\'Orava agli approcci, avan;«J a soccorrere T. i l gcn. l'iccolomini. con 14.000 fanti e (,ooo cavalieri guiclati dal marchese Gonzaga, e attaccò le posi,:ion i d ei Francesi, sbaragl iando tli primo imreto tre rcgg. cli fanteria e 1..1t corpo di ca\'alicri. Alle ore u la loua cessò, e il Feuquières, c he frattanto radunava le sue forze, le schierò per 2cceuarc bauaglia. li Piccolomini ne approriuò per gettare u n rinforzo in c ini,, e alle 16 a ttaccò lo schieramen to france><.:. La c:,valleria del Feuquièrcs, battuta dal cannone e g ià ,cossa, venne investita d:, quella del Gonzaga (che trovò la mo rte nell'attacco) e fu sbaragliata e cacciata lontana. La fanteria francese, attaccala a sua volta e av"iluppata, venn e fan:1 n pezzi . li Fcuquières ferito e prigionie ro, fu trasportato a T. dove poi morl. I Francesi perdettero 5000 uomini fra morti e feriti, e lasciarono 3000 prigionie ri con


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tutte le artiglierie . La perdita degli Imperiali ammontò a 1500 uomini.

JV . Assedio di 1'hio11ville (r643). Fu posto dai Francesi del d uca d'Enghien (6ooo u . con 30 cannoni) il 16 giugno . La guarnig ione /f".Jgouola 119 11 riuscì a impedire, malgrado vigorose sortite, lo sviluppo degli approcci. Tre assalti vennero respinti . Dopo 30 g iorni d i t ri ncea apetrn , il sergente nrnggiorc Dorio, eh~ aveva sostituito il governatore ritnasto ucciso, scese a patti e il ro agosto abbando nò la piazza con uoo u . de i 3000 che vi erano all'inizio dell'assedio. Con la pace dei Pirenei (1659) '/'. tornò all'Impero. V. Asscd;o di Tltio1111i//e (1792). Fu posto dagli Alleati austro-prussiani il 23 agosto. La piazza fu vigorosamente d ifesa da guarnig ione f:rancese comandata d al gen . W impffen, che tenne in rispetto cd .fuoco le batterie avversarie. Dopo la battaglia d i Valmy, a causa del rir ieg'1mcn to delle forze alleate d al territorio francese, i l 16 o tto bre gli assediant i abbandonarono 1'impresa . VI. Assedio di Thionville (1870). Nella notte dal r4 a l 15 agosto, una brigara prussiana tentò d i impadronirsi di sorpresa <lell a città , m a i d ifensori vigilavano, e l 'attacco fallì. I Prussiani tennero osservata la piazza fino al novembre, e il 3 di questo mese la investirono con la 14' d ivis. (gen. Kameke). Il 2 2, con 85 cannoni d i grosso calibro fu aperto un intenso fuoco, al quale la guarnigione, comandata dal col. Turnicr (4000 u .) rispose sempre pL,1 de bolmente, finchè non potè resistere : il 24 essa si arrese a <liscrczionc, con. 200 cannoni che guarnivano le opere .

Tholosano (di Valgrisanche, barone Edoardo) . Amm ir aglio, n. a Fossano, m .' a Torino (1808-1887). Nel 1825 partecipò alla sped izione di Tu nisi ; nel 1848-49 alla campagna navale nell'Ad r iatico: Comandò il d ip . mar. d i Naroli, d ivenne viceamnlir. nel 186 r I fu nominato senatore nel 1864 e passò nella riserva nel · 1868.

Thomas (Giorgio). Generale nordamericano (1816-1870). Ten. a 24 anni, si battè .nella F lorida, nel T exas, nel Messico e poi nella g uerra d i Secessione come brigadiere generale di cavalleria dell'esercito federale. Si d istinse in varie occasio ni ot tenendo infine comancb d i corpo d 'armata. Dopo la guerra ebbe il comando delle forze m ii. negli Stati <lei Sud ~ poi fu governatore d el dip. m ii. def Pacifico . Thom!ls Morse . Tipo <li aeroplano da caccia monoposto, degli Stat i Uniti <l'Amer ica. Apertura alare m. 7,92, peso totale Kg . 952, velocità Kmh. 250, autonomia o re d ue .

Thonatz. Reggimento grisone, costituito su 8 cp. in Piemonte nel 1734. Ne fecero parte so ldati d i altre nazionalità, oltre a quella svizzera. Fu sciolto nd 1737 e i suoi component i pas,;ati, a seconda della loro nazionalità, o in regg. svi7.zeri, o nel francese Desrortcs, o in q uello d i Lombardia. Thonon-les-Bains. Comune della Francia, nel d ip . dell'Alta Savoia, sulle rive del lago d i Ginevra. li 4 magg io 1569 vi fu concluso un trattato fra Emanuele F iliberto e i Valksi. Questi g-li cedettero tutto il territorio fra la Durance e San Gi ngolfo, che avevano tolto alla sua fa. miglia n el secolo precedente. Il duca a sua volta r in unciava al Basso Vallese. Thorn. Città delh Polon ia, sulla dr . della Vistola, già città libera , cima d i buon<: mura con fossato; nel sec. XIX [u , lalla Germania fortificata con otto forti staccat i. Appartenne in antico al l 'Ordinc teutonico . Fu presa da Carlo Gu-

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stavo d i Svezia nel 1655; da Carlo XII di Svezia nel 1703 dopo un mese di assedio, mentre era difesa da 500 sassoni comandati dal gen . Rave!; da i R,1ssi nel 1734; dai ~'rancesi nel 1806; dai Russi nel 1813. Passata alla Prussia nel 1793 (secondo smembramento della Polonia) tornò alla Polonia in base al traua.•.o cl i Versailles (1919). I. T,·attato di 1'/,om (1466). Concluso fra l'O rd ine Teutonico e b Polo nia. L'Ordine conservava la Prussia Orienta le a t itolo d i feudo della Polonia, la qua le riprendeva tene già possedute, come la Pomerania, e i <iistretti d i .Michailow, Culm , Marienburg, Elbing, T ., no nchè D anzica. Il . T'rauar.o di Tlw,-11 (8 ottobre 1709). Alleanza fra Russia e Polonia, a rinnovazione di q uella del 1699. La Polon ia rinunzia in favore della Russia ad ogni pretensione su quasi tutta la Livonia.

Thornycroft . Ingegnere inglese, che nel 1881 ideò e costruì un pici.:olo b:1ne!lo torpediniere a scafo d ·acciaio, con m acchine leggere ,. della velocità d i 18 nod i all'ora. l i battello fu il primo t ipo delle toq xdiniere costiere che presero il suo nome, e jn Jtalia vennero distinte con numero e lettera T . Thouars. Comune della F rancia, sul Thouet , nel clip . delle Deux-Sèvres, con castello del scc. XVll e buona cinta d i mura. Fu preso agl i Inglesi dal Duguesclin , d opo breve assedio, nel 1372. Atta,·cl,i di 'f'!wua,-s (1793). Jl borgo era occupato d alla d ivis. repubblicana del gen . Q uctincau (3150 u . con 12 c;mnoni) quando il gcn . vandeano d'Elbée venne ad assalirlo con 20 . 0 0 0 Vandeani. l Francesi uscirono a<l affrontarli schierandosi lungo il Thouct , e d 'Elbéc li assalì con tre colonne, opprimendoli col . numero e rigettandoli in diso rd ine nel borgo . Alle 17 dello stesso giorno (5 maggio), i Van<leani superavano Je mura, e Quetineau si arrendeva ~ di• screziane; un anno dopo, g iudicato dal tribunale r ivoluzionar io per questa resa, fu mandato al patibolo. - Nello stesso anno, il 15 setternbre, mentre a T ., tornata nelle mani dei repu bblicani, si facevano le operazioni d i leva, il gen . vand eano Lescure piombò sulla città e disperse i coscritti; n1a, sopraggiunrn la dìvis. Rey, il Lcsc.ure raccolse .i suoi e battè in ritirata.

Thoumas (Carlo). Generale e scrittore mii. francese, n . nel 1839. Fece la campagna d i Crimea e finl la carriera come ge n. d i d i vis. Fra le sue o~"Cre : " Le capitolazioni »; << LJ. trasformazione dcll'~sercito france.se )) ; <t Il generale Curely » ; (< I grandi cavalieri )); a Intorno alla bandiera n; « Il libro del soldato "; « Conversazioni militari "· Thouven in. Inventore e costruttore francese, nel 1846, d i una carabina .che prese da lui il nome , e che venne pure chiamata « a stelo », dalla sua forma d i costru,,ione. In lJ UCst.a carabina, rigata: , nella cukitta ed in corri~pon de:r1za dcli 'asse della canna era fissato uno stelo d'acciaio, uguale, in lunghezza, al calibro <lcll 'arma, ossia sorpassante d i poco la carica di polvere contenuta nel l'ani ma della ca nna. J.a pallottola, int rodotta dalla bocca, veniva leggermente sch iacciata sullo sedo con d ue o tre colpi di bacchetta, e così la palla stessa veniva for:i:ata n.cllc righe, senza premere sull a carica. La bacchetta, d i. ferro~ aveva la testa incavata e corrisponde nte alla [orma della punta <!e lla palla, in modo che non la danneggiav3 . · La P"llottoln adoperata era c1uclla di Tamisier.


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Ttiree Rìver. Località del Canadà sul San Loren,.o. Durnntc la guerra d'Ind ipendenza d'America, nello svolgersi delle operazioni iniziate dal Carleton, governatore della colonia, dopo la liberazione di Québec, nella primavera del 1776, le sue forze si erano d ivise; un grosso corpo era a T. R. sul San Loren-"o, sotto il gen . Franzer, un a ltiù sulle navi col gen . Ncsbit , il rimanente in vari a lloggia menti sulla via di Québec. G li Americani sperarono d i sorp rendere il Frazer e sbaragliarlo prima che fosse soccorso. !I gcn. Thompson , per ordine del gen. Sullivan, imbarcò 2000 u. su 50 haLtelli e con essi giunse inosservato a sbarcare al Nicolet, sulla c,pposta riva della posi?.ione nemica . Però la traversata del fiume, che si doveva effet1uare di notte, potè invece avvenue solo all'alba; marciando poi sul campo ,nglese g li Americani smarrirono la stracla fra , bosch i che costeggiavano il fiume e t rovarono il nemico pronto a riceverli. Sopravvenuto il Nesbitt, a ttaccò gli Americani alle spalle e li cùstrinse a ripiegare i n disordine dopo avere rcrduto m olti prigionieri fra i quali il gen. Thom pson . Thury (A.). Controllore d'armi sv izzero a Ilerna. Costruì, nel r874, un fucile a ripetizione con meccanisrno molto semplice, con l'otturatore ,lei Venerly, il congegno di ripe-

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I cavalieri cristiani decisero della giùrnata fin dal . primo momento , scagliandosi sulla ca,caJleria musulman a e sbarag liandola . L'esercito nemico andò in rotta subendo grandi perdite . La vittoria non ebbe però effetti decisivi.

Ili. Battaglia di Tibcrù,de ù , li Hattin (u87). Appartiene a lle Crociate, L'esercito cristian::, comandato d a l re Guido d i Lusignano, s'avviava verso T. per una p ianura oggi detta d i Ratuf, quando fu scorto l'esercito di Saladino, accampato sulle alt ure d i Lubi, avendo dietro d i si: il lago di T. , occupando la sommità d ei colli dominanti le gole per le quali dovevano 1-•assare i (:ristian i. Questi p re$cro la risoluzione di aprirsi una strada in J11ezzo all'esercito nemico per arrivace alle spond e del Giordano . Il 2 luglio, allo spuntare del sole, si posero in ca,runino, e subilo si accese il combattimento. La cavalleria di Saladinù rinnovò parecch ie vol re le cariche, riuscendo a penetrare nel le file dei CrisLiaoi, i quali, mancando da d iversi giorni d i acqua e d i "ettovaglic, cadevano pi_ù per la stanchezza che per ferite. La notte separò i due esc:·citi, restando ciascuno nella pianura doYe avevann combattuto. Spuntata l'aurora, i Cristiani si videro circondati. da ogni parte ·per le <lisposizioni r--rese da Saladino durante la notte: i Saraceni sferrarono l'assalto : i Cristiani si d ifesero valorosamente fino a quando Saladino (ccc dar fuoco a lle erbe secche cbe coprivano la pianura. Circondati dalle fiamme, riuscito vano ogni sfor,,o per ron1pcrc la cerchia dei nemici da cui erano avvolti, oppressi dalla fame e dalla sete, i Cristiani cercarono r ifugio sui monti di Hattin che si innalzavano a ll a loro sr. Ma, incalzati da ogni parte, a poco a poco vennero Herminati . L 'u ltima lotta avvcnnç intorno a lla croce, dove si e rano ,accolti gl i u ltimi supcrstici . La srrage fu immensa. Pochi ssimi poterono salvarsi con la fuga. Tra i prigionieri vi furono il re d i Gerusalemme con suo fratello e il gran maestro dei Templari .

Fucile Thury mod. 1874

tizione formato da una d oppia leva e da un trasporta to re all'estrem ità della leva s uperiore, e il serbatoio lungo il fusto.

Tìarno (Colle d,). Passo delle Alpi d i Giudicaria che mette in comunicazione il bacino del lago d'Idro con quello d el Garda . La rotabile si d irama presso Stor(l da quella di Val di Chiese, risale la valletta del Polvico (Va l d 'Am pùla) con vari risvolti e raggiunge il valico a 752 m . presso T iarno; sce nde quindi per Val d i Ledro · e costeggiando il Garda raggiunge Riva. Quivi trova proseguimento verso est per la depressione di Nago (290 m.) sino a 1'-fori t· Rovereto (Val d' A.d igc) ; verso nord per la Sel la d i Vczzano (500 m .) su Trento e p er il Colle di Molveno (900 m .) su Mczzolùmbardo allo sbocco d el Noce. Essa rapp resenta u n buon allaccia mento fra Cbicse e Sarca. Tiberiade (oggi Tabariia). Lago della Palestina , formato da ,111a d epressione <lei Giordano, d e tto :u,c hc d i Genczaret. I. Battaglia a sud del lago di Tiberiade (fine giugno u 13). Afp artiene a lle Crociate e fu comba ttuta d ai Cr istiani d i Baldovino I re d i Gerusalemme contro un esercito musulmano. Quest'ultimo ebbe il sopravvento; tuttavia i Cristiani riuscirono a rilirarsi sopra una buona posizione e i Musulmani non osarono di assalirli, anzi batterono in ritirata su Damasco. Il. Battaglia. sulle r ive det lago di Tibcriade (15 luglio n58). Appartiene alle Crociate e fu combattuta fra Noreddino , s u ltano di Aleppo, e Baldovino li re d i Gerusalemme.

Tiberio (Claudio Nerone) . Imperatore romano, ·11. a Roma , m. a Misc no (42 a. C.-37 d. C.) . Fece le sue prime armi nella guerra Cantahrica; passato in O rie nte, soggiogò 1

l Anncni a, di cui rese il trono a Tigrane; poi governò per un ann(l la Ga ll ia, sottomise i Re7,i e i Vindelici, combattè con successo i.i Gernrnnia, in Pannonia, in Dalmazia. Fu nomjnato console, n1a rinunziò alla carica e si r ir irò a Rodi, <londc, dopo nove ,wni, ritornato a Roma nell'anno 2° dcll 'éra volgare, fu adottato da Augusto, civestito d ella carica d i tribuno e messo a lla tesra dell'esercito; bartè i Ma rcom2nni . i Pan noni , i Dalmati e gli Illiri. Avve nuta in guel tem1•0 la disfatta d i Varn, venne incaricato di riparare a guel grave di~astro, e vi rjuscì. Tornato a Roma, ebbe un nuovo trionfo, quind i ripartì per la g uerra d'Jl.

J_..,'irnperatore T iberio

liria, ma dovette rientrare in Italia per assistere agli uhirni momenti dcll'im!1e ratore . N1orto Augusto, T. si impadronì

del pùterc a li 'età di 55 anni e lo esercitò con durezza verso

chi riteneva suo avversario.

Tibet. Stato dell ' Asia centrale, costiwente la regione p1u elevata d el mondo, d ipenden te politic3mente dalla Cina, con


Trn

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una superficie d i r. 150.000 Kmq. circa, popolara da meno <li r.000 . 000 d i a bitanti ; capitale L hassa . Lo Stato, <li tipo ecclesiastico, rimase sempre chiuso agli stranieri. L' Inghilterra nel 1904 <:seguì una spedizione mii. che term inò col trattato di L hassa (V .) . Nel 1907 un trattato anglo-russo r iconobbe la sovranità cinese sul T., ma, quando scorpiò la rivoluzione cinese,· i Tibetani si r ibellarono scacciando le guarnigioni cinesi, e concludendo un trattato d i allean.la con la Mongolia. Nel 1917, durante la guerra Mondiale, i C inesi attaccarono jJ T., ma venne ro sconfitti e vari loro territori occu pati dai Tibetani.

Tiboldi (Pellegrino). Ingegnere mili tare del sec. XVI, mi lanese. Fortificò Ravenna e r,oi passò al serv izio della Spagna . Tiburtina (Via) . Una delle sette grandi strade militari che partivano da Roma e dalle q uali si staccavano a ltre vie secondarie. Usciva da Roma per !a porta 7'. d irigendosi a Tivoli, <la d ove continuava col nome d i Via Va leria fino ali ' Adriatico . Tiby (Francesco). Generale, n. a T ra pani nel 1869. Sottn1cn. dei bersaglieri _nel 1889,

Tiby F rancesco

pa rtecipò alla guerra in Libia nel 1915 meritandovi una rned . di bronzo . ColonnclJo nel r916, partecipò alla guerra contro l 'Austria e comandò il 207.:, fanteria . In w ngedo prov visorio nel 19 17 e brigadiere generale nel 19 18, poco dopo la g uerra an<lò in P . A. S . e nel 1923 ebbe il grado di generale di brigata . Console generale della M.V.S.N ., fu nel 1928 promosso luogoten . genera le e comandante d i zona a Torino.

Ticino. Affluente d i sr. d ~l Po, che ha le sorgenti p resso il nodo del Gottardo, scorre nel la Val Leventina e sbocca nel Lago Maggiore dal q uale esce a Sesto Calende rapido, ma nav igabi le; bagna Pavia e finisce nel Po per due bocche dopo 250 Km . Ji corso. A valle d i Sesto Calende dirama vari canali navigabili ed irrigui irnportanti (Cavo ur, Villoresi , Naviglio Grande, Navigl io di Bereguardo, Nav ig lio -0i Pavia) chç lo collegano in varia d irezione col Po, coi con tigui arnucmi sino all'Orco e all'Adda, e con Milano . l{appresenta nel suo corso inferiore ostacolo notevole per larg hezza <l i alveo e rapidità d i corrente : il Po da un lato, il lago e le altur,c su balpine da ll 'altro, gli forniscono forti a ppoggi <l 'ala . L'alto bacino ha invece im portanza per il Ar

me

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Tre

largo settore d i. comunicazioni che apre nel cuore delle A lpi Lepon2,ìc, fra la valle della Tace e q uella <lclla Moesa, verso l'alto Rodano, l'alta Reuss e i tre bracci orginari del Reno (Colli del Sempione, di Nufcssen, <lei Gottardo, dd Luek rnanier e <lei S. Bernardino; ferrovie del Sempione e Gottardo). Il Lago Maggiore, a sua volta, v'apre un poj.>o· lo.so distretto ricco <li abitati e di comunicazioni acquee e tcrrestl:'i, che contribuisce ad accrescere l'i.Jn portanza geo~ grafica del bacino ticinese, benchè l'andamento <lei confine elvetico, affatto conven1..ionale e in contrasto con le grandi linee geografiche, ne includa la maggior parte in territorio straniero. I. Battaglia del Ticino (dicembre 218 a . C .) . Appartiene a ll a seconda guerra Punica, d i cui è il primo fatto d ·arme importante. I d ue eserciti erano accampati n el piano, che si stende tra il Ticino e la Ses;a, quando il console P. Corne lio Scipione in esplorazione con 1a sua cavalleria e con la sua fanteria leggera, incontrò A1111il,ak alla testa della cava lleria nu1n idica . Scipione mandò avanti i fanti leggeri e la cavalleria dei Ga lli, che erano con lui; gli altri d istese in seconda linea e proseguì lentamente. A l prime• uno i cavalieri d i Scipione piegarono; quind i furono messi in foga . Parte d i essi però' presero il console in mezzo e proteggendolo rir.iegarono ordinatamente su Piacenza, <love Scipione riunì le sue forze a quelle dell 'alt ro console, Tiberio Sempronio Lougo , venuto dalla Sicilia .

U. Ratu1glù1 sulle rive del Tiàno (:,71 d . C .) . Appar t iene all'invasione d i popolazioni alcmanoc in Italia. Esse vennero affrontate dall 'i mperatore Aureliano, che schiacciò definitivamente le orde dei Barbari ; alcune m igliaia d i essi rimasero sul campo; i rimanenti furono fatti prigionieri. Dopo questo tempo non si e bbero più invasori in Italia per un secolo e mezzo. Cessato og ni pericolo per Roma, che era indifesa, si costruirono le m ura Aureliane . III. BatUtglia sul Tici110 (352). Appartiene alla g uerra tra l'imperatore d'Oriente Costanzo li e Mag nenzio, proclamatosi imperato re <l·occi<lentc. Il successo, più che vittor ia, fu di Mag nenzio, che potè battere l 'avanguardia nemica spintasi t roppo aL1dacemente innanzi ; ma no n tale .<la scompaginare 1·esercito d i Costanzo .

Ticino . Nave ciste rna per acq ua, costruita a Genova od 1889. Dislocamento tonn . 120, m acchine H P So. Nel 1904 fu sost ituita da una n uova nave cisterna dello stesso no me, d i 236 tonnel late.

Ticonderoga. Vi llaggio de,:li Stati Un iti , nello Sta to d i New York , fra i lagbi Champlain e Gcorgc . Al tempo della g uerra d ·indipendenza d' America era uo forte fon. dato anni pr ima da i Francesi, e da q uesti d ifeso con successo da un attacco inglese nel 'ì5~- Nel 1777 rapprescn-

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Battaglia sul T icino (218 a. C.)


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tava un ostacolo alla marcia degli Inglesi per unirsi alle truppe del gcn . Howe che combattevano contro \Vashington. Il gen . Burgoync, governatore del Canadà, nell 'estate, con 70-00 u . fra Tedeschi e Inglesi, 5 00 artiglieri , 2000 Canadesi e alcune migliaia. di Indiani, mosse su tre colonne verso 1'., colla d r. sulla riva occidentale del lago Cbamrlain, la sr. sull'orientale. Gli Americani, comandati dal gen . Schuyler, provvedevano alle difese r iunendo circa 500-0 u. dei quali 300-0 in T. al comando del gen. Saint Clair. Il 2 luglio la dr. britannica, comandata dal gcn. Ph ilips, comparve sotto la fortezza e occupò le opere costruite presso di essa, abbandonate dal Saint Clair che non aveva forze sufficienti a difenderle. Occupò anche <li sorpresa i l Mount-Hope che dominava le fortificazioni e la via per il lago Georgc. G iunta a_nd1e la sr. costituita da Tedeschi comandaci dal gen . Rcidescl, l 'investimento venne completato anche d~ quella parte. Il Bourgoyne infine d ispose che sul Mount Ddiance fossero portati i cannoni, e tanto lavorarono i suoi che il 5 luglio la 'via era fatta e le arriglicr-ic a posto. L'inizio <lell 'a ttacco era fissato per la mattina del 6, ma la notte del 5 il Saint Clair, vista disperata la situazione, decise- di evacuare la piazza. Mentre g li Am.ericani , dopo di avere imbarcat i sop ra battelli le artiglierie , gli ammalati e le vettovagl ie per circa otto giorni , usciti dalla fortezza marciavano nella oscurità più profonda sulla dr. del Wood Creek, affluente dell'emissario, l'improvviso d ivampare di una casa incendiata sul monte Indipendenza illuminò il movimento e diede l'allarme agli Inglesi. R iunite le truppe alla mano, si diedero ali 'inseguimento: raggiunt<1 )a flottiglia ,,1mericana, quasi totalmente la d istrussero . Le truppe che si ritirarono per via di terra furono sbaragfote presso f-!obbardrown; i superst iti raggiunsero presso il forte Eduardo il gen. Schuyler.

Tido ne. Torrente in provincia di Piacenza, con sbocco nel Po, scorrendo negli ultimi quattro Kro. parailtlamente

Trn

ad esso. Di questa particolarità topografica trasse profitto nel 1746 il marcsc . Maillebois nell'ardita manovra compiuta con una marcia di fianco in presenza delle forze austriache.

I. Rttttag/ia de[ Tidone (1746). Appartiene ali~ guerra di Successione d'Austria. Carlo Emanuele si cm posto sulla linea d i ritirat a dei Franco-Spagnuoli (maresc. di Maillebois) con parte delle forze dietro il Lambro ed a ltra (comandata dal gen. austriaco Botta) d ietro la Trebbia. MailJebois, deciso ad arrirsi la strada verso Novi, lasciò un presidio di 8000 uomini a Piace1n.a, passò il Po 1'8 agosto fingendo di puntare contro l'esercito di Carlo Emanuele verso Lodi, e la sera· del 9 con una rapida contromarcia gettò tre ponti sul Po e con 25.000 u. , 76 cannoni e 5000 ca rri ripassò sulla dr. del Po iniziando il ro la marcia verso Castel S. Giovanni. Il g<!n. Botta si portò sul T. attaccando i Franco-Spagnuoli su] fianco sr. , inv iando il corpo Bercn.klau e la cavalleria piemontese (3 sqdr. di Dragoni di Piemonte) contro la testa della colonna francese. La battaglia si accese accanitissima: la morte <ld gen . Bcn:nklau salvò i Franco-Spagnuoli da un disastro. Essi poterono svincolarsi e continuare la ritirata verso Novi, avCndo perduto 3000 uomini, rR cannoni e gran parte del car.-

reggio, nonchè la piaz.zaforte d i Piacenza che subitu capitolò. Gli Austriaci accusarono una perdita di. 2600 uomini. In questa battaglia si d istinsero gli sqdr. di Picrnonte, i quali perdettero il 40 % dei propri effettivi in una brillante carica sulla sr. dello schieramento nemico. Il. Battaglia del Tidone (1799). Ap partiene alle guerre della Repubblica francese. La mattina d el r7 giugno l'cscrci10 francese (Macdonald) marciava da Piacenza verso Stradella contro le truppe russo-austriache che le notizie davano 'schierate dietro la Trebbia. Il gen. Vietar seguì la rotabile: alla sua sr. era il gen. Rusca , più a sr. ancora

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A CllJ.St'ne.J occ.u;u~.1 p .'1r l,., Franro_ -.l'sjJa/,nols pou.r cou.vrù- l.z -rn«reh.~ d, ùu.,. B Corps Pi/nB.lelh , ·

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A -r1Tt,1/e.

C Br,:g"il de d~A,..,jou et de,~ Gardes ..l orra 1·neJ. D .Dc'plo!l'1'nenl t..lu Cor/-)s d e.iolla. E Enga.5erru•n1 dll Corp.S de B'-lrene/.:,u.., . l" En.(a;rn-,fnt d-.s l écv<1ll'r 1..·o ;:11./rnonla...l.J,"' I!( /r~ncro~ C. Corp• olr'C,1. stel,1.r . e,p~gno&, .

B attaglia sul Tidone ( 1 746)


Tm

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Polacchi (3560 u.) di Dabrowski; la cavalleria esplorava sulla fronte. I Russo-Ausu·iaci, agli ordini del gen. Ott, occupa va.no la sr. del T. presso Agazzino. V ictor si schierò alle 9 sulla riva dr. cd iniziò l'attacco passando il fiume; Rusca coadiuvò sulla sr. e il cor po polacco puntò su Agazzino, all'estrema dr. austriaca. Il gen. Ott con la sua divis. tenne tesla alle u·uppc "fran cesi ~ino alle ore 14. Melas accorse con la riserva Chasteler (~ bgl. e 6 sqdr.) mentre Ott lanciava ne l combattimento la propria riserva (3 bgl. o 6 sqdr.). Combattimento sul Tidone (1799) I F rancesi furono àllora costretti a ripiegare dietro la Trebbia. Perd ite austro-russe, c,rca 1200 fra morti e feriti; perdite francesi, c irca 2000, oltre a 300 prigionie ri .

Tìelcke (Giovanni Teodoro). Scrittore mii. tedesco (1731T787). P rese parte alla guerra dei Sette anni, e fra ·altro scrisse: « Istruzione per gli ufficiali del genio »; « Qualità e doveri del buon soldato »; « Memorie per servire all'arte militare ed alla storia della guerra dal r756 al r763 ». Tìeng Chwang Taì. Città della Manciuria merid ionale, sul Liao Ho, all a radice della penisola del L iao-tong. Il 6 marzo 1895, durante la guerra Cino-Giapponese, la 1~ armata giapponese (Nozu) con la divis. Yamagi della 2a avanzarono sulla città, inviando la 5~ brigata a varcare il Liao Ho, a una ventina di Km. a monte, per tagliare la ritirata al nemico; una brigata doveva rimanere in osservazione sorvegliando i n1ovimeoti dei C inesi da Gao-yang; ,la 5~ divis. doveva attaccare [rootalmi:nte la città mentre la 1a doveva attaccase la città da sud-ovest. L 'attacco ebbe luogo i l. 9 marzo,' verso le 7 del mattino. DoFO violento bombardamento, mentre le fanterie inizi;tvan6 l 'avanzata, il generale cinese Sung abbandonò ia città incendiandola, e ,ipicgò verso nord-ovest. Sorpreso nella r itirata da lla 5~ brigata, vçnne completamente sbaragliato. Un centinaio d i u. furono le perdite giapponesi, quelle dei Cinesi salirono a circa duemila. Tien Tsin. Città della Cina, nella regione <lei Pecili, sul Pei Ho. N el centro della città cinese è la vecchia città, rettangolare, cinta di grosse mura con numerose torri. Vi sorgono dei « Settlements >> europei, fra i quali uno italiano. La concessione italiana data dal r9or , con accordo formale dell'anno seguente. Ha un'arca d i 500.000 mq . e si trova sulla sr . del fiume. Abitanti 6261, d i cui 536 Italiani. (Per gli avvenimenti del 1900, V. Boxers) .

I. Trattato di Tien-Tsin (26 giugno 1858). Concluso fra la Cina, l'Inghilterra e la Francia, cui due anni dopo si aggiunsero gli Stati Uniti. La Cina aperse i suoi pon i m arittimi e parte di quelli fluviali alk potenze indicate, e automaticamente a tutte. I sudditi di esse otten nero la libert~ di c01nmerciare nei porti cinesi . Il. Tmttato di Tien.-Tsin (13 aprile r8fo) . Fra la Cina e il Portogallo . La Cina riconosce il possesso portoghese della pen isola e della città di Macao. III. Trattato di Ticn-Tsin (9 g i.ugno 1885). F u j.'reccduto da una Convenzione preliminare (II maggio 1884). Con-

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eluso tra Francja e Cina, quest'ultima riconosceva alla pr ima il possesso dd Tonchino e il protettorato sull'Annam.

Tiepolo (Stefano). Ammiraglio veneto, m . nel 1557. Era capitano di Corfù quando Venezia entrò in guerra contro i Turch i, nella quale egli si segnalò d ivenendo ammiraglio noi r542. Tifata. MoJlte della Campania ad est di Capua. Nel 343 a . C. vi si combattè una battaglia che appartiene alla prima guerra Sannitica e fu combattuta e vinta dai Sanr,iti contro i Campani d i Capua, che avevano portato aiuti a Teano Sidicino. Tiferno. Ant. città del Sannio, sul fiume omonimo. I. Battaglia di Tifcrno (305 a. C.). Appartiene alla seconda guerra Sannitica e fu combattuta e vinta dai due consoli Lucio Postumio e Tito Minuzio contr~ i Sanniti. Questi ultimi vennero sbaragliari e perdettero, secondo Livio, 20.000 uorninì.

II. Battaglia di Ti/erno (297 a. C.). Appartiene alla terza guerra Sannitica e fu combattuta dal console Q. Fabio Rulliano contro i Sanniti. Questi ultimi, assaliti dalla cavalleria rornsioa, resistettero con stretta or<linanza e il console interrupFe il combattimento. Passarono all 'assalto allora i Sanniti, e la prima li nea dei Romani dovette piegare. La -second~ linea frenò l'impero dei Sanniti. In questo frattempo il legato Scipione, che per comando d i Fabio s'era sottratto dalla mischia cogli astati della prima legione e li aveva guidati occul tamente, girando intorno ai monti vicini, per prendere alle spalle i l nemico, si mostrò improvvisamente e si,, lanciò sui Sanoiti, che non altcscro l'urto e si d iedero alla fuga lasciando sul campo 3400 m orti e 830 prigionieri. III . Battaglia di Tifenzo (295 a . C.). Appartiene alla terza guerra Sannitica e fu combat tuta e vin ta dal proconsole Lucio Volumnio cont1·0 i Sanniti.

Tifi is. Città capitale dello Stato della Georgia, sulla dr. del Kur. F u cinta di m ura e munita di cittadella. Capitale del regno di Georgia, venne presa da Gengis Khan nel sec. Xl!,. da Mustafil pascià nel 1576, da Aga Mohamed , scià di Persia, nel 1795, dai Russi nel 1801. Nel 1814 vi si concluse un trattato fra la Russia e la Persia, con la med iazione dcll 'Inghilterra. Tifo addominale. Malattia fo10 al 1915 abbasrnnza frequen te nell 'esercito e nell'armata . Con legge del . 1915 fu resa obbligatoria la vaccinazione antitifica; i m ilitari vennero \laccinati entrando in servizio e .rivaccinati ogni anno. La vaccinazione produsse subito una sensibile riduzione nella mortalità, da 0,73 e 0,35 00 rispettivamente nel 1913 e 1914, a Q, 16 °!oo nel 1915. Durante la guerra, che crea le condizioni più propizie per la diffusione delle infezioni tifoidi, la morta lità si mantenne inferiore all'anteguerra, e nel 192c> si è ulteriormente abbassata a o,o6 n/oo-

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Tifo petecchiale. L a storia navale ricorda gravi st ragi comr iute da q uesta malattia infettiva; dalla fine del secolo sco rso Jlcrò è divenuta rari ssima e si no al 1920 ha dato nell'armata un solo caso d i morte. Il T. I!. è propagato dal pidocchio del corpo e, secondo qualche autore, anche da quello del capo. Durante la guerra Mon,iialc l'a rmata ebbe frequenti occasioni di contagio, special mente nel trasporto dei Serbi e dei prigionieri austriaci fatti da questi, che erano carichi di pidocchi e infestati dal tifo petecchia le; ciò nonostante non si verificarono che pochissimi casi senza alcun


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decesso. Q uest9 risultato fu d ovuto alfa grande pulizia personale e _dei vestit i degli equipaggi.

Tigri. F iume dell 'Asia Mi nore . I. Battaglia sul Tigri (521 a. C.). Fu combattuta e vima d a Dario I , re dei Persiani, con tro Nad italvia, il q uak, spacciandosi per Nabucodo nosor, aveva alla monc d i Cambise dato, sebbene per \H l brevissim o tempo, la sua indipendenza a Babilonia> ormai provincia rersiana .

Tif one. Nave vedetta , di r45 tonnellate, en trata m servizio nel •1915, rad iata nel 192,:,. Tignola (Gaspare). Capitano d 'artiglieria, n . a Vercelli, m . a Torino (17ro-1775). F u insegna nte (1755) nella Scuola d'ar t. e fortificazio ne d i Torino, di armi d a fuoco, polveri, topografia. Diede im1A1lso aJlc esercitazio1li pratiche di tiro e pubbl icò un·opera : « Dell 'artiglieria pratica» .

II. !Jdttaglia sul Tigri (27 maggio 363 d. C.). t la contcn uazionc della guerra impresa dall'imperatore F lavio Claud io Giuliano cont ro i Pers iani. La battaglia, iniziata circa la, 111ezzanoue, terminò a mezzodì del giorno susseguen_te con la completa sconfitta delle sch iere ira niche, le q uali, inseg u ite stret tamen te dai Goti al servizio di Giuliano, si ritirarono con una fuga precipitosa a C tesifonte, dopo d i avere perduto 2500 uomini.

T igranocerta , Ant. capitale dell'Armenia, forse presso l 'odierna Sere<l .

Bauaglia di Tig,·anocerta (6 ottòbrc 69 a. C.) . Ap p;irticnc alla tena g u~na Mitridatica e fu combattuta dal 11roconso le L. Licinio Lucullo, che d isponeva d i 12.000 fanti e 3000 cava lie,·i, contro T igrane, re dell'Armenia, che aveva , 50.000 fant i e 55.000 cava lieri. Lucullo, che avev~ occu,\rl • Hl ~ C

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III. Baw1glia sul T igri (ottob re 3r 2 a . C .). App~rt iene alI 'età dei Diad ochi e [ll combattuta e vinta da Sekuco sui

cuma11dan ti iranici di An tjgono. d" C,,~c••lu• ,,..-.n.,.,.,.-,r,,-lré, p •V1~ kv, ·,l,1 .A1f, ,,ll~nùn.,r

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B•~tlia di T igranoce1ta (99 a. C.)

pato un 'altura d om inante, attirò con la sua debole cavaileria le masse d ei cavalieri a:rmeni, e poi, scendendo con la piccola sua ~chiera, piombò sui nemici, . prendend o li alle spalle e r iuscendo a d isperderli_ completamente ed a spingerli sulla fanteria, r.on ancora bene ord inata dal re . Tosto sr insc le sue legio ni i n mezzo alla fanteria armena, in 1n odo che l'immenso esercito di Tigrane non fu pjìi che una con fusione d i sbandati. T ., costretta ad arrendersi, fornì ai Romani una' quantità lm1nensa di 111ezz i e d i provvigioni d 'ogni specie . Dopo saccheggiata la città, Lucullo ne cacciò gli abita nt i. E , nella sua relazione al Senato, si vantò d i avere ucciso 100 . 000 nemici e di non aver avuto che cipque morLi soltanto! Per effetto di questa vittoria grande parte della Siria cadde in po tere d i Ro ma .

Tigre. Esploratore, varato dal cantiere Ansald o d i Sestri Po ncme nel 1923, d islocamento to nn. 1985, lungo m . 113,41, largo m . rn,36; app arato merore cavall i 46.272, veloc ità

Esplorato, e • T igre•

mig lia 33,3. Ar mamento g uerresco : VIII 120, Il 76, li tu bi lanciasilur i da 450 . Personale <l'ar mamento : IO ufl'tciali , r94 uorni11i d'equipaggio. H a per motto : « Unguibus et faucibus ».

,:igurini. Ant ico popob della Svinera, -abitante nel « pagus T ig urinus ", ora cantone d i Zurigo . Fecero fre-

quenti scorrerie nel p aese d egli A llobrogi . Nc;l _107 a . C. scesero in Italia coi T u[ini, popolo dell 'odierno cantone di Zug : il console Lucio ·c assio volle ,m estarli ai confini degli Allobrogi, m a i T ., ritirandosi lentamenre, lo attirarono in una imboscata e lo n1aSsacrarono cori n1oltissimi de i suoi . 1 pochi superst iti furono salvati d a Caio PoFi ll io, il 9uale riuscì a concludere con essi una pace umiliante : i Ro mani passarono sono il giogo, consegnarono ostaggi e lasciarono :ii vincitori metà dei loro bagagli e d i tutto ciò che possed;vano. Nel 58 a. C . i T . furono quasi compietamcntc sterm inati da Cesare, cbc li attaccò d i notte mentre passavano, ultimi fra gli E lvezi, la Saòne a T révoux .'

Tilly (Giovanni Tzerclaes, come di). M aresciallo bavarese (1 559- , 632) . Agl i ord ini ùi Massimiliano combattè contro i Turchi ; po i si <listinse a Praga (1620), battè il Man sfeld nel 1622 e lo respinse dalla Germania ; nel 1626 sconfisse l'esercito d anese . Nel 1629 ebbe i I comand o generale degli eserciti imperiali, succedendo al . Wa llcnstcin. P rese Branden burgo e Magdcbtirgo, ma fu battuto da Gustavo Adolfo a Breitenfeld e poch i giorn i dopo fer ito mo rtalmente

Tilly Giovanni

al passaggio del Lech.

T i lsit (o Tilsitt). Città della Prussia Orientale, d istr . d ì G umbinnen, sulla sr. del Niemen.


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Trattato di Tilsit ( 1807). Pone fine alla coalizione contro Napoleone I in felicemente finita con la battaglia di Frie<lland . Il 26 giugno venne a T . firmato un armistizio. Il trattato fu firmato il 7 luglio tra Francia e Russia e il 9 tra Francia e Prussia. Veniva costituito i! d ucato di Var-

savia, sotto la protezione della Francia, meno Danzica che rimaneva città !ibera. La Russia si impegnò a far la pace con la Turch ia, sgombrando Valacchia e Moldavia. Venne costituito il regno <li Westfalia, che comprese anche il Brunswick, l'Assia Casse! e parte dcll'Annovcr. La Russia rimase composta della P russia propriamente detta, riù il Brandenburgo, la Slesia, la Pomerania e si obbligò a ragarc 600 1nilion i, nonchè a far causa comune · con la Francia

contro l'Inghilterra . Il trattato ridusse a metà lo Stato, fa. ccndogli perdere 5.000 . 000 d i abitanti. La Svezia perdette i l residuo dei suoi possedimenti in Pomerania, ossia Stralsunda e R,igClt. Gli Stati d i Sassonia-Coburgo, Mecklcmburgo, Oldembu rgo furono ripristinati . Alla Francia venne riconosciu to il possesso delle isole Jonic e di Cattaro.

T imballierc o~poleonico

Timballo (o Timpano). Strumento musicale già -i11 uso presso i Romani, pare, dopo o contcmpor~neamenre alle guerre Pun iche. Pare che nè facessero uso le truppe carrng inesi. Consiste in un bacino semisferico <li r~unc, rivestito d i cuoio, sul quale è d istesa, a mezzo <li un cerchio, una pelle <l'asino. 11 Timpano è un poco più piccolo del Timballo. Veniva suonato con speciali bacchette rigonfie da un lato e adoperate come piccoli tnartelli . L'origine <li tale strumento è cerca.mente orientale, perchè oc facev.:u10 uso i Persiani e gli Assiri . Allora erano <li forma cilindrica; quelli posteriori invece ebbero fondo emisferico. Nel! 'evo moderno vennero adoperati dalla cavalleria (in Francia i Timballisti furono introdotti nel 1692), dove sostituivano la catuba o gran cassa, non adatta pér portarsi a cavallo. Il cavaliere ne portava due, uno per ciascun lato della sella. In tutte le cavalierie dei principali eserciti tale strumento restò in uso fino al secolo scorso. Anche la cavalleria italiana ne era dotata, quando ogni rcgg. aveva la sua musica complcca. Ma coll'impiego della cavalleria alle veloci andature,

Timl>allierc del 1772 (Piemonte R. Cav.)

Un trattato segreto tra !~rancia e Russia (7 luglio) segnava la loro alleanza offensiva e dif.ensiva, nei riguaRli dell 'Inghilterra e della Turchia, previi tentativi di accordo, basati sulla restituzione eia parte dcli 'Ingh ilterra delle CO· Ionie prese alla Francia e al la Spagna. La Russia aveva mani libere in Asia e in Turchia; la Fraricia, nella penisola iberica, in lt3lia , in Egitto, ncll' Africa settentrionale: rna Algeria e Tun isia avrebbero dovu to essere date come ind,cnnità ai re· di Sardegna e di Napoli .

Timarioti. Truppe a cavallo dell'esercito turco, prima delle r iforme del principio del scc. XIX. Costituivano una cavalleria d i seconda linea. Timavo. Fiume della Venezia Giulia , che nel corso superiore oggi si chiama Reca, nell'inferiore Timavo.

Battaglia rnl Timavo (401 d . C .). Appartiene all'iovasione dei V,isigoti còndotti da Alarico in Italia, il quale vinse k n1ilizie roniane, che erano ivi stanziate . Dopo la

vittoria Ala rico fu in grado di devastare l' Italia.

Timavo. Nome dato alla 12a divisione di fanteria (Trieste) nel 1934.

Timavo. Cisterna pe.- acqua, varata dal C-Onsorzio operaio di Genova nel 1923, dislocamento tonn . 281, lu ng,1 m. 32, 15, larga m. 5,97; apparato motore c:1valli 200, v~lo-

cità miglia 8,9. Personale d'armamento 13 uomini.

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Timballicre tedesco (anteguerra)

col la necessità <lello sminuzzamento dei reparti , e, soprattutto, co! bisogno di el iminare tutto ciò che costituiva un ingombro, i T. furono relegati nell'armeria reale d i Torino, <.::01nc ricordo storico.

Timbrea. Ant. città della Troade, s1~l fiume Timbrio.

Battaglia di Timbre·a (548 a. C.). Fu combattuta e vit1ta da Ciro il Grande re <li Persia, contro Creso, re della Lidia . Ci ro d isponeva d i 160 . 000 fonti, 36.000 cavalli, 300 carri, 2000 cammel~i montati <la <lue ~.rabi ciascuDo, e un certo numero di torri mobili. Egli si schierò sopra un fronte di 5 Km.; la fanteria su quattro lince dì 1 2 uomini di profondità, indi le torri; la cavalleria sulle al i; sul fronte e sui fianchi i carri; d iet ro e sui fianch i cavalleria e fan. te ri a scchc con i camn1elli rnontati. Creso ave'la ai suoi ordini 360 . 000 fanti, 60.000 cava lli e 500 carri, che dispose su di un fron te di 7 Km. , innanzi i carri , d ièlro al centro 12 quadrati di loo uomini d i lato, forniti dai mercenari egiziani, il resto ddla fanteria su 3 righe; aJlc ali i; cavalleria. Creso attaccò con una conversione delle ali, ma · la sua cavalleria delle ali, rotta dai carri di Ciro, venne fugata dalle riserve, e la fanteria del centro fu circondata e si arrese; gli Egiz iani , su proposta d i Ciro, pa~sarono ;;al suo soldo. Creso fu farro prigioniero e l'impero dei L idi scomparve. Questa battagl ia, sebbene non appartenga a lla ~rande strategia o alla grande tattica, pure comincia ad af~ fermare i F'rincipt dell 'anc militare.


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Battaglia di Timbrea (548 a. C .) Babilones i: A, fantcri.a egiziana; B, fanteria assira; C~ cavalleria. - Persiani: D, fanteria; E, arcit.::ri e frombolieri F nserve scelte· C, torri mobili.; 11, carri baga~lioj J e K, carri falcati; L, cavalleria persiana; ft,f, retroguard ia d t fanti, cav:11,;ri, ' cammelhen '

Timmerhaus. Colonnello be lga che J1cl 1851 p ropose un p ro ie ttile per il f ucile Jvfiniè, ciiindro•con ico 1 con cavitù in terna, rinf0rzato nel cen tro da una sporgenza con ica , col la punta verso la base. Esrernamemc a,·e va nella pane ,cilindrica tre scanal.ature ci rcolari. Timoleone. Generale greco, n. a Corinto, m . a Siracusa (410-337 a. C.). L iberò Sirac usa d alJa tirannide di Dionig i (343) e vinse i Cariaginesi. Timoniere (lat. Gubenwtor). Chi governa il timone. Categoria di m ar inai, considerati, nella te rminologia m arjna ra del secoln scorso " di prima classe )), e << esperti come sc rive il Gugliclmotti nelle tempeste al buon governo del ba stime nto, e p ro nti ad ogni comando, anzi ad ogn i cennn, dell'ufficiale d i guar.d ia: a lo ro schermirsi dai colpi d i mare e dalla r infacciata d el vento; a loro le mosse decisive in battagl ia >,. Fregio timonieri Nella marina velica, il Capo (oro sottl1fficiali, ro:--so sottoc api e comuni) tllrw11-;e1'e1 nel le g1ussc navi, aveva tre o quanro ai utanti. A ttua lmente (1934) i timonieri costituiscono una catcgorla degli e<]uipaggi .

Timor. boia del mare d ella So nda, prossim~ ali' Ausrral ia, d i cui la metà occide n tale fa parte delle Indie Orienr;d i O landesi, e la metà o rientak è colonia a utonoma portoghese. Apparte nne totalme nte al Portogallo in p rincipio del sec. XVI, ma un secolo d opo vi sbarcarono g li Olandesi, e l'isola rimase. a .loro per 1nctà. La colo nia autonoma po rtoghese fu costituita nel 1896; ha 16.349 Kmq. d i superficie e 450. 000 abita nti . Vi r isiede una guarnig ione d i 28 ufficiali, 94 sottufficiali, 624 uom ini d i truppa . Tindari. F razio ne del comu ne d i Patti, fra c1uesta e Milazzo, in prov . d i Mess in a. Resti d i an tiche mura greche, lunghe 3 Km ., a intervalli regolari interrotte da torri quad rate. - Fondata nel 395 a . C . dai profug h i messi-

11csi, per invito d el tiranno Dion ig i d i Siracusa , crebbe n o .. tcvolme nte per immigrazioni d i popoli vicini. Nel 310 cadde sotto il dominio cartag inese. Nel 285 fu presa dai Mamert.ini ai quali la tolse IO anni do!10 Gcrone, che la e bbe anzi alleata contro i p ri mi. All 'in izio d ella g uerra Punica fu p resa dai Cartag inesi , e nel 256 r iconquistata dai Romani . Durante le guerre Civili fu occupata da Sesto Pompeo e, d opo la battaglia d i Milazzo, da /\grip pa. Nell' VIII seco lo andò 111 rovina per opera d egli Arabi .

Ba1taglia navale di Tinda,-ì (257 a. C.). Appartiene alla prima guerra P unica e fu combattuta dalla flotta romana comandata dal console Caio Attilio con tro q uella canagincse agli ordini d i Amilcare. Anilio, ap prodato a Tindaride, vi-dc l'ar m ;1ta cartag inese passargli davanti , e, presa la risoluzione d i assalirla con sole IO navi, che p r ime r oterono essere in pron to, corse addosso al nemico. I Cartaginesi approfittarono della loro superiorità per avvolgere e distruggere queste navi , 1ncno la capitana che riusci a salvars i col buon remeggio d i cui era fornita, e con l a sua ce leri~à. Le rima11en ti navi dei Ro mani inrnrHo avevano in1ha rcato la gente scesa a ter ra, si e rano ordinate, è, disposttsi in linea d i fronte, assalirono le navi cartaginesl e ne presero d ieci cd o tto ne som mersero . Le due flotte poi si separa rono.

T ino. Isola delle Cicla<li, nell 'Arcioclago g reco . Ap parten ne per lungo tempo alla Repubblica d i S. Marco. D urame le g uerre tra Vene2cÌa e la Porta, fu più volte sacchc:ggiata <lai Turch i i qua li. ad ogni apertura d e lle ostilid la manmncttevano; essi riu scirono a<l imF'adronirscne nel 17 14. L"isola era allora governata dal provvedù orc Berna rdo Bobbi, il quale capitolò d opo 5 giorni d i trincea aperta. f p rigjonieri f urono passati a filo d i spada,. 1

Tino . P iroscafo goletta, in legno, varatn a Castellammare d i Sta bia nel 1867. Dislocamento to nn. 195, lungo m . 32, largo 6,36, macchine HP . i64 . Fu radiato nel 1903.

Tino. Rimorchia tore di radiato nel 1923.

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ton n . , in servizlo ne l 1893 1

Tinozzi (Ro m olo). Generale dei CC . RR ., n . nel 1867. So rtot. dei bersaglieri nel 1887, passò nei CC. RR. nel 1893.


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Colonnello nd 1920, divenne gen. di b r igata n~l 1925, comandò il 5° gruppo <li legioni e poi fu ispettore della 3• zona. In P . A. nel 1929 , fu promosso generale <l i <livis. dei CC . .R R. nel 1930.

Tinto (Sisto Nicola). Generale, n. e m. a Villa S. Maria (1863- 1924) . Sottot. d i fanteria ne l 1884, partecipò a lle campagne libiche del 1913 e 1914 meritandovi una mc<!. d 'argento e una d i bronzo . Colonnello nel 1915 , comandò nella guerra contro l 'Austria il 44> fanteria. Ferito grave-

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lonnello ne l 1926, comandò il 4° gen io. In P . .A. nel 1930, venne rromosso generale di brigata due anni dopo,

Tiragl iatori. Specialità d ella fanteria, rappresentata da truppe leggere adatte ad azioni ardite e al disimpegno di particolari scrviz:i nel campo tattico (csploraàonc, fianchegg iamento, ccc.). Oggi ha reparLÌ tiragliatori la Francia, sia nelle truppe mctrop ol itaoc, sia in quelle coloniali. All'c prime appartengono rcgg. Nord -Africani (algerini, tunisini,

Tinozzi Romolo

mente a P lava , ebbe una seconda med . di bronzo . Br igad iere generale nel 19r8, andò i n P. A . S. nel 1920 e nel 1923 assunse il grado d i generale d i b rigata.

Tiole (Nico!a). Generale, n. e m . a Torino (r790-1865). Volontario al se rvizio di Franci:i nel 1806,. rartecipò alle campa gne dal 1807 al 1812. Passò allora al servizio inglese e lo abbandonò nel 18r3, entrando l'anno seguente nell'esercito piemontese. Colonnello capo di S . M. <iella d iv is. d i Nova ra nel 1833, ebbe n el 1836 i l comando d ei cava lleggeri Sardegna e nel 1838 andò a riposo . N el r843 fu promosso magg. generale. Tipperary, Camo militare delle truppe inglesi du ran te la guerra Mo nd iale, dovuto al musicista Williams. Era una

Tiragliatore della Gu"rdia (Truppe napoleoniche)

T iragliacore francese a cavalio ( 1833)

canzonetta qualunque, ch e un gruppo d i soldati inglesi nel-

! 'agosto d el r914 imparò l,1 vigilia tlella partenza <la Lond ra in un caffè concerto, e che ritenne e cantò sbarcando a Boulogne. Quel canto divenne popolarissimo in tutte le trincee d el fronte occi<lentale.

m a rocchini); alle seconda r egg. senegalesi, malgasci, ind ocinesi. I regg. T. com prendono un numero vario d i bg l. , d i massima t re; q uelli colo niali adattano il loro ordinamento alle esigenze f'2rticolari del luogo <li residenza . Ogni bgL si compone <li un n umero vario di cp. ciascuna riparr tita jn un certo n umero <li sezioni <li combattirncnto c01npren <lenti vari gruppi .

Tippo Sah ib. Principe indiano, u ltimo rajà d i Misorc (I.749-1799). Studiò alla Scuola d i g uerra d i Parig i. Tornato in Ind ia, salì al trono nel 1782 ed ebbe una p rima g ue rra con gl i Inglesi, che chiuse col .t rattato di Manga lore (n marzo 1784): le due p art i si rest ituivano i territori conquistati. Nel 1792 ebbe u n a guerra con il rajà del Travancore, allea la agli Ioglesi. Questi m isero in cam po due esercit i, ma non riuscirono a ottenere u n successo definitivo, finchè contro T. si sollevarono i Mahratti. G li Ing lesi , con\andat i d;il Cornwallis, lo sconfissero e lo assediarono nella sua caFitale, Seriogapatam : il 24 febbraio egli d o vette arren dersi e accet.tare gravose cond iz,ioni : cedeva metà dei suoi Stati , p agava Utl'ingente indennità <li guerra e dava i n ostaggio i suoi figli. Allo rchè i! Buooaparte pen sò <ii abbattere la pote nza d ell'Inghilterra nell 'lnd ia, 1'. accettò d i aiutarlo . Ma, fall ita ] 'impresa d 'Egitto, gli Inglesi p revennero il ra}à , inviando contro d i lui un eserdto comandato da ll ' I-Tarris . Completamente battuto, 1'. si rinch iu se nuovamen te nell a sua capitale e vi fu assedia to, Il 4 maggio 1799 gli attaccami r iuscivano a entrare nella c ittà e 7',, grnvemente ferito, mor iva poco dopo. Tiraboschi (Cesare). Generale, n. nel 1872. Sottot. d el genio ne l 1898, partecipò a lla g uerra contro l" Austr ia . Co-

Tira~liatori algerini (1910)


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Tirana. Capitale dcli' Albania, presso la sr. d el Zali Bens, ai pied i d el monte D aid i, a circa 30 Km . da Durazzo . Fu fondata nel secolo XVII. Il r" o ttobre 1918 venne occupata dai Serbi che il giorno preced ente avevano battuto gl i Austriaci i.n un breve combattimento sulle colline cir<:ond anti la città. I. Trattato di Tinma (3 agosto 1920). Venne concluso ira l 'Ital ia (col. Manzo1ù) e l 'Albania (Sukiman _bcy). L' ftalia riconobbe la pie11a i nd ipendenza d i quest' ultima e si impegnò a prestare il suo appoggio affinchè· tale indi-

j>endenza venisse 1·iconosciuta anche dal!c altre Poteoze: re-stituì inoltre la città di Valona, conservando solo l 'isola di Saseno, Punta Linguetta , e Puot~ Tre Porti, !e quali ulrime vennero in seguito a bbandonate. L'Albania r iconobbe ali "Italia d iritti di sfruttamen to m inerario. II . Trattato di Tirana (27 novembre 1926). Trattato di amicizia e di ,iwrezza fra 1.' [,alia (Aloisi) e l 'Albania (Vrioni) . I contraenti riconoscono con tra ria ai rispettiv i in teress i politici qualsiasi perturbazione d ire tta con tro lo « statu quo» politico, giuridico e territoriale d ell'Albania. Si impegnano quindi a prestarsi il l oro mutuo appoggio e la loro collaborazione: si impegna no anche a non concludere con altre potenze accord i politici o militari a pregiudizio d egli interessi d ell 'altra 1,arte. I contraenti wttoporranno :id una speciale procedura d i concilin ionc e d i arbitrato le cvenwali questioni c he uou potessero essere risolte con le o rdinarie procedure diplm".latiche. Il patto, d ella d urata d, 5 allni , potrà essere denuncjato o rinnovato un anno prirna del la sua scadenza, ratificato a Roma, reg;strato alla Società delle Nazioni.

Tirano, Comune in prov. d i Sondr io, sull 'Adda. Fu cinto d i mura con qualche torre, fatte costruire da Lodovico il Moro sulla fine del sec. XV. Nel 1620 ebbe p rincipio in T . la famosa rivolta del " sacro macello » intesa a liberare la Valtellina dall 'oppressione dei Grigioni; il 17 settembre 1620 il gen . Pimentel, alla testa <li 2000 Spagnuoli e di 6 cp. d i Valtellinesi, v i sconfisse 7500 G rig ioni; nel 1623, il duca d 'F.st rée, marchese di Cocuvres, al comando delle truppe della lega franco-sabauda-veneta affrontò il 4 dicembre 1624, Spagn uol i e Papalini sotto T. e li obbligò a sgombrare. Anche durante la b reve campagna del 1635-36, in cui acquistò fama il duca d i Rohan, alt ri fatti d'arme avvennero p resso il borgo, che poi seguì le sorti della Valtellina. Timno. Battag lione alp in i , costitu ito nel 1886 dal preesistente « Alta Valtellina ». Ap partiene al 5° alpi.J1~ cd ha le cp. 46•, 48• e 49' . Durante la guerra Italo-austr iaca r9r5- r 9r8, per la quale costituì le cp. 89• e 113" , o però

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r9 r7 sull'a ltopiano d ei Sette Comu ni. Partecipò alla battaglia '<i. ell'Ortigara. Sferratasi l'offensiva austro:tedcsca dell'ottobre-novembre r917, sbarrò la val Brenta e, dopo una serie d i ripiegamenti, fu inviato sul la fronte Col del 1iossoCol d'Ecl;de ove sostò fino all "ottobre, partecipand o alle operazioni d i M. Valbclla. Durante la battaglia d i Vittorio Veneto passò il Piave il 29 ottobre, e , vinta la resistenza nemica a Casera S. Maria ed a Simoncui, occupò M. Cesen e Colle Ortigher . Il suo contegno g li valse la citazione su due bollettini cii guerra. Le sue perdite ammontarono a ufficiali morti 11, feriti 41, disF"rsi 2; u . d i truppa m. 132,

f. 9, 7, d . 205. Tiratore scelto. Qualifica che viene conferita, con apposito distintivo, a quei mil itari che d imostrano spiccata abilità nel tiro con moschetto e fucile . Qualifica e d ist intivo (accompagnati da apposito diploma) sono conferiti a t itolo d i merito e d i premio , a llo scopo cli compensare coloro che si sono applicat i con maggiore intensirà e con migliori r isultati neli 'esercizio del tiro, e per stimolare l "emulazione fra g li altri e spingerli a sempre più coltivare l'importante addestramento. Oggi il tiro d i fucileria, non che aver perd uto, h.~• anzi ac~ quistato m aggio re impor tanza riSf.''Ctto al passa to; esso concorre insieme con il fuoco delle a rmi automatiche, delle artiglierie Trofeo da braccio di t iratore scelto e dcgh art ilici vari, ad assicu ra.re il n1ovimento delle fanterie, e cioè la rnanovra, e pertanto deve essere curato assiduamente al fine d i ottenere buoni tiratori e in buon nurnero, per ìl combmtimento ravvicinato. Tutti gli eserciti dedican.o, pert2nto, son11na. cura al l'addestramento nel tiro di fucileria e cercano di suscitare nei fucilieri !"amore per la lo ro arma e fid ucia assoluta nel suo rendimento sul campo di battaglia. Il segno distintivo d i T. S. è rappresentato da un fucile ricamalo in oro o<l in argento (a seconda delle varie armi e specialità) da applicare sul braccio. La qualifica viene conferita a i militari (~ottufliciali e truppa) che 11el complesso delle lezioni <li tiro di reclute e d i perfezionamento col fucile o col moschetto ottengono u n rui.J1imo di p unti stabilito da arposite disposizioni .. La consegna d el d ist in tivo (e relativo diploma) viene fatta dai comandanti di corpo con solennità alla p resenza di tutti i mi litar i del reparto, e i nomi dei p remiati sono riportati in apposito ordine del giorno· pe rmanente, che sanci• ,.,...,.,_......._,, sce, in modo ufficiale, la qualifica. Fra i 1'. S . vengono svolte annualme n te apposite gare di tiro, dotat-e di premi in medaglie e d ena ro . (V. Tiro l Libre tro di )). Tiravanti (Pietro) . Medaglia d 'oro, n . a Fros-inone, ca•

d u to in Libia (r 887-1915). Da soldaro semplice assurse al

grado di ter!ente di fanteria, !V1edaglfa del battaglione Alpini T irano

inizia lmente n ell 'alta Valtellina e alla rest ata d i va l Braulio. Nel marzo 1916, cedute le cp. 89• e n3• al bgl. Stelvio <li nuova costi tuzione, fu trasferito sul Vrsic , e nel marzo

per qualità inu-inseche e per stud io . Inviato in Libia con Ti.cavanti Pietro I "8➔ 0 regg. fanteria si segnalò in varie occasioni , guadagnando una med . , li bronzo. Dopo di avere d itcso e roicamente la r id otrn d i Z in tàn, cadde prigio niero, soccnmbe ndo dopo pochi g iorni a clue ferite


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r iportai.e com battend o . Alla memoria <lei valoroso ufficiale fu co nferii.a la mcd . d'oro, con questa motivazione: « Duran te l'assed io di Zintàn, ferito g ravemente alla spalla si nistra, continuò a combattere valorosamente. Colpito in modo mortale una seconda volta, incuran te di sè, cont i;1uò ad infondere neì d ipendenti fermezza e coraggio. Caduto prigioniero, soccombeva due ~iorni dopo in conseguenza delle ferite riportate, fulgido esempio <li indom ito an imo e ddle pìù elette virtù m ilita•:i ». (Zintàn [ L ibia], 3- u luglio 1915).

Tirinto. Atn. ciuà del Pelo1~onneso, in foodo al seno di Nauplia, su coll ina rocciosa p resso il mare . Le rovine delle sue poten ti forrificazioni , sono le più antiche della Grecia, e appartengono a ll 'età leggendaria. Ciclopiche , con mass, del Feso di 10-15 tonn ellate, con m ura dello spessore

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Acropoli di Tirinto 3, terrazze: superiore, med.ia1 inferiore; 4, rocca

d i 7-9 metri e alte 18, occupavano la sommità della coll ina e formavano t re ripiani di diversa altezza . F u lungamente in lotta con Argo, e venne dal re di tale città presa nel r344 a. C . RitornatJ lihera nel 13,3, venne nuovamente presa dagli Argiv i, con un memorabile assed io, nel 470 a. C . Essi circondarono la form idabile fortezza con 10.uou uomini . I difensori esegu irono sortite, ma furono respinti e i l blocco intorno alla piazza si fece assai stretto. Un esercito d i soccorso, composto d i truppe d i Sparta e d i Mi -

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Il. Durante la temporanea assenza del Dumouriez, una serie di rovesci aveva cosrrctto i Francesi a riti rarsi sulla linea Saint-Tron -Tirlemont- Lovanio. Gli Austriaci d el principe d i Coburgo si spinsero il 15 marzo 1793 su T. debolmente presidiata, e se ne im,;adronir0no facendo rrigiunicri 300 uomini . li Dumouriez, turn3to al con,andot dispose per la p ronta rioccupa7.Ìonc d i T. ed il 16 spinse innanzi i suoi, e ne seguì un serio combattimento, risoltosi con vantaggio dei Francesi .

T irnova (o Timovo) . C ìtt/1 della Bulgaria e sua antica capitale, sulla sr. d ella Jantra. Nel 1393 i Turchi la strinsero d'assedio e dopo tre rnesi, a malgrado della strenua difesa dei Bulgari, se ne impad ronirono.

Combattimmto di Timova (7 luglio 1877) . Appartiene alla guerra Russo-turca, e si svolse fra il corpo d ì Gurko e i Turch i che oc.:cupavano la città . L'avanguard ia russa battè tre sqdr. turchi e ii ricacciò in città : il g rosso avan7.an tc mise in j;'Oslzione la .Propria artigl ieria, che fece tacere <Jucl la avversaria. 1 T urch i schierarono allora le loro forze (5 bgl . di fanteri a, 600 cavalli, 6 pezzi da montagna), ma atraccati sul la frcnte e sui fianchi rallentarono la loro ICsistenza ponendosi in ri 1.irata verso est assiernc a tre bgL provenienti da Sciurnla e giunti a pochi Km. <la T . alla fine del combattimento. Alle ore l 7 il gcn. Gourko occupava la città i mpadronendosi di grandi provviste d i vettovagl ie, armi, n1uni2ioni.

C, l , 'l'IW,t

cene, attaccò le linee deg li J-\rg ivi , m~n tre gli assediaci ese~

g ui vaùo una sort ita . Ma 9ucsta venne ricacciata nella for tezza, e ]'eserc ito d i soccorso pienan1ente sconfit to, la~ sciando g rande numero d i prigionieri . Nun1erose rnacch ine <la guerra vennero ado!1ern:te contro le n:\ura,

e così

<la

parte degli assed iat i, dall'alto deile medesime. Med iante dardi incendia ri, riuscl agli Argivi di dar fuoco ai grand i magazzin i contenuù nel rip iano pìù basso ddla fortezza e ad impadronir.sene. l ntanto i m inatori iniziava no la _ loro opera per scalzare le mura. La guarn igione, privata delle sue risorse per l'incend io <..lei. magaz1~ini , decise di eseguire una <lispei-ara sortita in massa. In piena notte, un distaccamento attaccò in un punto il ca1n po argivo appiccandovi il fuoco : la massa dei d ifensori fece impeto da un 'altra parte cont ro le linee degli assedian ti e le ruppe . Gl i u ttimi difensori abbandonarono la fortezza appiccandovi il fuoco, e riuscirono a ,;;alvarsi seguendo gli al tri, in <l lrezione d i Spa rta . La fortezza venne rovinata dai conquistatori.

Tirl emont. C',-0mune del Belgio, sulla Grande Gcrtc.

I. Durante fa campagna francese in Belgio nel r 792, il gen. Dumouriez , dopo la presa <E Bruxelles (14 novembre) sì spinse verso T., ove e ransi ritirzite le forze imperiali , e le atrnccò vivarrJcnlc con I1avanguard ia il 1nattino del ;22, 1nentre altre un·ità le minacciavano di aggiramento sopravvanzandolc ·da nord : g li l mperìali resistettero qualche ora e poi, perdltti circa 400 uom ini oltre a buon numero di d ispersi, Si ritii-arono verso Liegi.

Piazi.aforte di Tìmova nel sec. XIX (scn1a 1 : 500.00)

T irinanzi (de Medici, Carlo). Generale dei CC. RR., n. a Trecatc nel 1876. Sottot. d i fanteria nel 1897, passò nei CC. RR. uel 1903 , partecipò alle campagne libiche del 1911, t912 e r913 ed alla guerra cont ro l 'Austria, nella quale meritò la me<I. di bronzo. Colonnello nel 1928, comandò la legione <l i Caglia ri e dal 1930 quella d i Torino . Generale di brigata nel 1934, venne nominato ispettore della VI zona dei carabi nieri reali. T iro. Pe r quesrn voce, V. anche: Accompagnamento, Aggiustamento, A,·tigliaia, Col!/roaerei, Contmbatteria, Co11h·opreparazione1 Distruzior1e, lntertiizione, 1\;fitraglitu,·ici, Neutralizzazìonc, Pezzo per fameria, P,·epamzione del tÙ'o, Protezione, Rost, , Sbarra1nc11to , Spiananu~nto, Tavole di tiro, Trasporto di tiro. Nell 'an t . terminologia m ii.. .sono le espressioni: « Tiro in arcata », significante il pu1i'ta111ento al d isopra del ber-


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T lR

TIR

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iC T iro di pu nto in bianco » significanle il pun t~1~ rnenlo d iretto . a livello dell'orizzonte; « Tiro di rimbalzo » significante il puritamcnto contro un ostacolo d al quale il proietto rimbalzi verso il bersaglio; « T iro d i volata », significante il puntamento con c1.1i si va lli pri mo slancio a colpjic il bersaglio~ (( T iro cieco )) : quello sparato senza mira determ in ata; « Tiro d ivergente » : quello d iretto a lato del bersaglio; « Tiro d i br.iccoh1, o di riflesso»; « T iro di

saglio;

Torino, a Milano , ~ F irenze, a Venezia . f·'inalmentc nel l 882 fu emanata !a legge di fon, lazione del Tiro a segno n((.z ionale, che attraverso una ~cJie d i modiftcaziOJ1i_, restò in vigore fino al 1930. Lo scopo era q uello di preparare la gio\lcntù al serv izio rnilitare e di m;intcnerc in esercizio i militari alle armi ed in congedo. Ma nel 1930, per

striscio, o rasente n; (t Tiro elevalo » : dal basso in alto·; l( Tiro ficcante, o Inclinato » : <lall1alt.o al basso; (e Tiro ra-

rallelo, o a livello »: s'intende del piano dcli 'orizzon te, ora si nonimo <li quello <( di punto in bianco >i;

(< Tiro

in

misura »; quello corrispondente alla d istanza efficace; « T iro fuo ri di m isura » : quello contro bersagl io oltre alla distanza eflìcac.:c; « Tiro sotto misura )> : que llo pili vicino al pezzo dell a distaoza efficace.

Tiro a segno. Antichissi mo è l'uso d i addest rarsi nelle armi per mezzo ciel T . a segno. Le leggi romane impo• nevano prove di T . che consistevano ne l getto del g iavellotto e del pilo. In Pisa, in Genova e in Aosta, fin da l 1 1100, si eseguivano tiri con 1 arco e con la balestra. N el 1443, gli anziani e i confalonieri di L ucca lis,;arono i tiri nazionali al 1° maggio e al 1° settembre di ogi.i anno, istituendo quattro premi p er i miglior i tiratori. I tici con armi da fuoco cominciarono nel 1487. Nel sec. XVI cum1-'arvcro i tiri dei bombard ieri; Venezia e Firenze addestravano la g iovcn t,1 nel T. delle artiglierie . N el · 1206 si costituiva in Aosta la Compagnia <lell 'Arco (o degli Arcieri), autorizzata e incora'.ggiata dal conte Tommaso I <li Savoia. Più tardi, con legge ;:r··--; ,.-:=(--.-;-.---r-;:--r-:c-~~?."".:...~'½-=.n."' 17 giugno 1430, Ame,;j . ' deo V III ment re pone \ il veto a ·moÌt issimi

. , do1

giuoch i,

I

'

K

autorizza

cd

incoraggia <] Uello organizzato dalle Società dei balestrieri con 1'arcobalest ro. Nel 1566, gl i Aostani chiedono al duca Emanuele Filiberto, che accord: al re (presi<lentc) e agli archibugieri della città i privilegi d i cui godono

da anni i e( ca~alicri tiBandiera del t iro a sCW)o d 'Aosta (scc. XIX)

ratori " d i Chambéry. A l[UCi tempi llllti i membri <kJla società

ll Duce a l tir o a segno della Farnesina (19 32)

mettere anche ta.Jc istituto in a rmonia con le altre leggi ed istituzioni del Regime , venne e11"1anata una nuova legge, i n virtu della quale tutta l 'istituzione p assava alle d ipendenze del Ministero della guerra e dei suoi organ i territoriali, per divenire parte integrante dell 'organizzazione militare . Inoltre tutte le disposizioni legislat ive s'inronarono ai prin cip:t fonòarnentali dell'etica fascista : no1n ina fissa degli elemeJiti direttivi; partecipazione alla vita delle <t Sezioni i> - non più t< Società )> dei rappresentanti delle organiz, zazioni del Regime : uflictali in congedo, dopolavoristi, pren1ilitari, avanguardisti, balilla. Essendosi però 9uesti provvedimenti dimostrati con l'es!Jerienza inadeguati a raggiungere le risulran~e che si vole\·ano conseguire 1 :r::ono state poste allo stud io (1934) altre disposizioni legisla tive per mettere !'istituzione del T. a segno in con<l izione <li perfetta efficienza .

Tiro tf'a,,tiglù:rit,. Si suole classificare a second a della missione e ,della natura e degli. obbiettivi, in ,diverse forrnc tattiche, prccisament1; : a) tiri con tro organizzazioni difensive : hanno in genere compili <.li d istruz ione; possono però essere eseguiti anche con con1piti <li ncurraiizza2ione,

quando sono diretti contro d ementi :nriv i delle orga nizza-

erano ch iamati cava lieri, ed era nominato ~( re de:gli ar-

zioni, a llo scopo di cli1ninare o din1inuire temporanea1ncnte

chibugieri •> o « re <Id fooco ,, , quel cavaliere tira tore che nella gara annuale conseguiva il priino prcrrtio. E j p rivi~ legi erano veramente cospicui, per.c hè consistevano ~ella esenzione dalle imposte e da altre servitù in Lutti i paesi del ducato , e nel dir iuo alla nomina a sindaco delJa città. .Dopo il 1635 le milizie p iemontesi furono assoggettate ali'esercizio dd bersaglio. Nel sec. XVIII, col perfezionamento delle armi d a fuoco, l ' istituzionc dei tiri a segno d ivenne p ressochè un iversale e regolata da apposite d isposiz ioni di legge. Dopo le prime guerre per l 'Ind ipendenza d 'Italia, per facilitare alla gioventù italiana il maneggio delle armi, venivano stabilite dal governo opportune d isposizioni e nel 1861, su propost a del Minghetti, tu istituita una società per promuoYere i l T. nazionale. li nuovo istituto ebbe le migl iori accoglienze. P residente d ivenne il principe eredita rio Umberto; vice p-residenci furono Garibald i e Ciald ini; consig lieri Bixio, Cosenz ed altri . Gare si tennero a

ogni loro possibile azione (tiri d i controbatteria); b) tiri contro personale ed a sostegno dell a fanteria: lnnno compiti prevalem ernente {ii neutralizzaz ione (p . es . tiri di accompagnamento), con 19 scopo d i sostenere e proteggere la fanreJ" Ìa du rànte ] 'avanzata; tiri di. sUarramcnw, con. lo scopo di form are una barriera di fuoco davanti alla posi7,inne del d ifensore p,-r arrestare l 'avan2.ata delle fanterie

attaccanti; tiri <l 'ir1terdizionc vicina1 mira n6 ad ostacolare nelle posizioni avanzate del nemico, sia la preparazione per l'assalto, gli spostamenti dei rincalzi ed i rnovimcnti in genere , sia il funzionamento dei comandi e sen·izi; tiri cli interdizion~ lon tana rivolta ad ostacolare il movimento dclk riserve nelle posizioni a rrerra1e ed il fu nzionamento dei comandi e servizi nelle retrovie. Possono tullavia avere carattere d i d istruzione q uando si propnngono di ano111lare la capacità combattiva dell'avversar'o infl iggendogli le maggiori perd ite possibili . Così, per esempio, i tiri d'ann ien-

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tamcn to, aventi lo scopo d i fiaccare la capacità combattiva della fanteria nemica nelk proprie posizioni; i tù-i di repressiortc, aventi lo scopo <li colpire l'attaccante che ha conquistato una p osizione, e di isolarvelo impedendogli nltcriori progressi ed ostacolandogli i :ifornimenti; tiri d i logoramento, i quali mirano a non dare tregua all 'avversario nelle sue organizzazioni difensive, intralcia., idonc ogni forma di attiv itil; e) riri contro obbiettivi speciali : ossia contro bersagli isolatì in mov imento, contro ca rri d'assalto, contro palloni osservatori! Tiro di taratura. Ha per scopo la determinazione delle correzioni in alzo da appl icare a ciascun pezzo d i una batteria per tenere conto del loro stato 'di conservazione. !I 'logoramento d i un pezzo infatti cresce col numero <lei colpi sparati, secondo una legge 11011 ben defin ita, e per uno stesso numero di colpi può d ifferire d a un pezzo all'altro . L'impiego prolungato od anche frequente <folle m,rg. giori ca riche e delle maggior i celerità d i tiro accelera notevo lmente il logoramento. L'effetto <lei logoramento si manifesta con una diminuzione di giltata, <lovura ad una dim inuzione di velocità iniziale . Lf· d ifferenze in velocità iniziale e quindi in g ittata tra i pezzi i,ìsultano talvolta così notevoli da doverne necessariamente tenerne conto. Il ti ro di taratura deve effettuarsi periodicamente e per ogni tipo d i carica <li lancio. Per effettuarlo è indispensabile siano sodd isfatte le seguenti condizioni : a) pezzi alla medesima <listanz.a dall'obbiettivo; b) munizioni assolutame nte omogenee per tutti i pezzi; e) garantita stabilit,ì a tmosferica; d) obbiet tivo in ottime condizioni d 'osservazione cd all'incirca sull'orizzonte della batteria. I ti ri d i taratura oltre che per i. pezzi si effettuano anche per i lotti di polvere: quest i ,infatti sono soggetti per .la fabbricazione stessa a variazioni che hanno per effetto d i modificare la velocità in iziale . Occorre q uind i conoscere il modo d i comportarsi d i ogni nuovo lotto rispetto ad uno precedentemente impiegato e di cmnportamento noto. I tiri si. effettuano con un pezzo, imficgando alternativamente cariche dei due lotti, e si determina con la massima precisione la differenza fra i dati d i aggiustamento di un lotto e quelli dell'altro. Infine si possono effettuare anche per ' le spolette, allo scopo di determinare la correzione dovuta allo stato di conservazione delle spolette (correzione per ritardo). Tiro d'inquadramento. Si effettua per inquad rare convenientemente la zona da battere, tirando su pnnti del terreno ben individuati (punti di riferimento) per ottenere i relativi dati di aggiustamento; da questi si ricavano i dati di tiro per qua lsiasi altro obbiettivo della zona. Questo tiro contribuisce anche al fattore sorpresa, evitandosi con esso di fornire al nemico indizi ceni sull 'avvcnuto riconoscimento <lei real i obbiettiv i e sul piano d'azione che si vuole esplicare. Tiro al disopra delle propriè tmppe. Colle mitragliatrici pesanti al disopra <li tru!)pe amiche non riJ5aratc, o che debbano muovere, agisce senza pericolo per queste quando, su terre no unito ed or.izzontale, esse_ d istino almeno 1000 metri dal l'arma e 5 0 0 metri dal ber;aglio. L'inclinazione del terreno e 1é con dizioni d i domin io dcli 'arma _o ,Iel1'obbienivo modificano notevolmenre queste cifre, nella proporzione e nel senso che si ri leva dal confronto fra la pendenza del terreno e l'andamento delle traienorie. Con le mitragliatrici leggere questa sorta d i tiro è del tutto eccezio11ale. Di notte il tiro indi.retto delle mitragliatrici incontca speciali difficoltà dovute esseozia lmente all 'i.mpossibilità di osservarlo (o d i eseguire i tiri d i controllo) e alle notevoli perturbazioni dovute spesso alle condizion i meteot

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rologiche (variazioni di temperatura, d i umidità, di pres• sione, ccc.). È penanto da evitare a grandi d istanze e contro bersagli non sufficientemente ampi; si può eseguire solarncnte con n1itragliatrici che di giorno siano state accu. raramente preparate per il puntanvanto indiretto. La nebbia ha influenza sul tiro delle mitragliatrici perch/: impedisce Posservazionc del tiro stesso, e, specialmente nei tiri a

grandi distanze, con la notevole umidità d i cui impregna l'atmosfera, accorcia le traiettorie. Il tiro indiretto, però,· quando sia stato ben preparato e quando interessa bersagli non troppo r istretti, può, a differenza <lei tiro diretto, eseguirsi ancora m condizioni favorevoli con temvo nebbioso, sia quando la nebbia copra tutto il terreno che comprende bersaglio e postazione delle a rmi, sia in quei casi speciali in cui la nebbia, variabile e discontinua, copra soltauro o il lx-rsaglio o la postazione. 111 qualunque caso il tiro con nebbia, per essere efficace, richiede che, valendosi d i opportune osserva2ioni e sçgnalazioni, sia çseguito quando si presuma con relativa sicurezza che la zona da battere sia

occupata d alle truppe avversarie. Con tempo P.ebbioso intenu ittcnte, si profitterà dei momenti di sereno, S!Jecie appena la zona da battere sia visibile, per eseguire qualche tiro di controllo. Le notevoli alti tudini e le forme assai rotte del terreno che presenta la montagna, pcnnettouo d i eseguire il tiro indiretto delle mitragliatrici in condizioni spesso più favorevoli, nei riguardi della maggiore sicurezza delle proprie truppe. Inoltre gli effetti del tù-o sono spesso più visibili che non in pianura, e la minor densità delI·aria permette di raggiungere con tiro efficace bersagli più lonta_ni, mentre la limpidità dell'atmosfera, che spesso in montagna è. assai grande, pennette una migliore osservazione del tiro . La montagna, favorendo freyucnti a7,ioni d i sorpresa, può rendere opportuno l'im piego <lei tiri indiretti in circosta nze speciali , e non solo d i notte o con 11<:bbia

(eventualmente con p ioggia o neve) ma ancbe con a.ngoli di sito rilevanti (in senso positivo e · negativo). Nei tiri indiretti in montagna, più ancora che in pianura, è necessario eseguire tiri d i controllo e tener cooto delle correz ioni da apportare ai dati di puntamento, specialmente per le d in,inuzioni nella pressione atmosferica, [-'Cr i rilevanti sbalzi di temperatura e per g l'improvv isi e quasi sempre forti venti.

7'iro i11di11id11rJ/e. È contempla to nelle nonne per l'addestramento (1925). Coefficienti essenziali sono : immobilità del corpo e suo perfetto equilibrio sugli arti inferiori al momento del T . con conseguente assoluta i mmobilità d ell'arma. Scatto tenero e ben distinto in due tempi. Trattenere il respiro al momento del lo scatto. Reprimere contraz ioni nervose <lei d ito e far partire il colpo senza I.a minima scossa, che, trasmettendosi alla spalla, d istoglierebbe l'arma dalla visuale in cui si trova. Aderenza perfetta del calcio del fucile alla spalla. Evitare che il sole· batta sulla tacca dell'alzo.

Libretto di tiro. È distribuito alle tru~•t)e, e ,;; sono segnati per ogn i tirathre i risultati ottcnu~;° nelle singole lezioni di tiro, coljlo per colpo. Data la massima importanza assunta dal tiro col fucile, moschetto e p istola, i l libretto è il documento da cui risulta la capacit?, del militare (rruppa od ufficiali interiori) nell'uso dell'arma. Da esso si rilevano i tiratori vincjtori dei premi <li lezione e complessivi, nonchè quelli d a nominarsi tiratori scelti', e che potranno concorrel'c a ga re di rappresenta nza, e quelli la cui abilità merita d i essere particolarmence coltivata. Tiro navale. Esso offre maggiore difficolt/1 del tiro terrestre : per la piccolezza dei bersagli da battere, per la

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rapi<lità con cui si muovono sia il bersaglio sia la n ave che spara, e per i movimenti d i rollio e beccheggio che danno instabi lità alla piattaforma delle artiglierie navali . S i è cominciato a sentire la necessità <li studiare accur;atarnente il riro navale dal momento in cui le d istanze d i combattimen to hanno comin~

S1DT

dato a superare il m ig liaio Ji metri . Nella marina velica i combattimenti si svoJgevano a d ue-trecento n1ecri d i distanza cd erano sufficien ti g li alzi rud imentali. Le attuali artiglierie navali hanno gittate

massime cbe si aggi rano sui 40 Krn . ; è perciò necessario

tener conto di tutti i fat tori che possono avere anche 1n i-

nima influenza sul t iro. giacchi: si tratta d i colpire bersagli delb lungho.za di 200 metri e deJla profond ita di rn . 30. prnm ufficia li che si siano occupati seriamente del tiro navale sono stati P ercy Sco re della marina inglese e Ronca della marina ital iana. Ambedue avevano i:1iziato gli stud i e la propaganda per il miglioramento del tiro nnvak verso il 1900 e nella guerra Russo-giapr-onesc i Giappone,; avevano già ado ttato alcuni , lei metod i stud iai i dal Ronca. Le enormi d istanze d i combattimen to hanno fatto sì che molte volte i puntatori d elle artiglierie, dalla coperta della nave, non vedano il bersaglio che sta al d isor.to dell'ori:-.zonte . Trofeo da braccio dei Cannoofori del servizio Direzione Tiro (oro, ~ot.tufficiali; rosso, comuni)

Di qui la necessità d i ricorrere ad un unico congegno d i

punteria generale, da sistemare in posizione elevata (coffa) <:titgato elettricamente con tutti i congegni di µunterja

d~e artigl ierie. La d istanza dell'avversario si ricava con i telemetri monostatici situati in posizione e levata; m a, oltre alla distanza , v i sono stri.1menti chiamati gimetri che per1nettono di misurare in ogni istante il cambiamen to di rik~ vamcnto deJl'avversario o meglio la velocità d i tale ca tn -

biamcnto. Con tJUCsti dati è possibile stabilire in ogni istante

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la rotta e la veloc ità cicli 'avversario. Se si ticn conto che la <lurata <lei tragitto d d pro iettile nell'aria si aggira in med ia da i 30 ai 40 secondi e che in questo i ntervallo d i tempo, cctn le velocità n1udcrnc, la nave si è sposta ta di circa rooo metri dall'istante in cu i è partito il proiettile, si cornprende con1c sia necessario puntare il cannone non già su lla nave avversari a, n1a in qud punto del mare nel quale l'avversario ver rà a trovarsi un m inuto dopo circa dal n10111ento in cui si è sparato . È perciò necessario tener conto in ogni ista ntè della velocità e rotta della propria nave, del la velocit!i e rotta <kll 'avversar io, delb distanza di tiro, dello stato di usura dei cannon i, della 1emperaturn de lla polvere , li lancio, della velocità e d irezione del vento, della velocità di rollio, ossir, di tutti gli elemcnli che possono inAuirr..:. sul tiro stcs:;o. Tutti quc:..tj demen ti, raccolti per rnezzo dei va ri strumenti ubicati nei punti più appropriati .della nave 1 vengono comunicati a rnezzo <i i trasm issioni elettr iche ad un locale situato sotto il ponte corazzato, che ch iamasi Centrale di tiro. Quiv i un cassone con~

tenen te addizionatori ed integr:;nori meccanici calcola i dati con cui devono essere gradua ti gli alzi per il Liro . G1i ele~ menti vengono puri ficaci degl i eventual i errori cli osservaz ione; dalla cen trale i dati vengo no comunicati ai pezzi a mezzo dì trasm issioni elettriche . Nella coffa an tt:rion.: della nave sta il d irettore del tiro, che comanda I ·esecuzione del fuoco. osserva mediante arpositi strumenti maneggiati da i suoi coadiutori gli scart i dei colpi dal bersag lio e ordina le opportune correzioni . Accanto al direttore sta il punratore centra le, con l'apparecchio d i punteria generale. Questo apparecchio, servito da provetti punta.tori, è costituito da potenti cannocchiali muniti d i apparecchiatura giroscopica, con i q uali è possibile segu ire esattamente il bcrs~glio. Per mezzo <li trasmissioni. d etrriche l'apparecchio d i p11n1cria genera le è collegato con g li apparecchi d i mira dei cannoni; e , mediante inseguimento a controin<licc, i ptJntatori dei cannoni possono mantenere le loro 1joec di mira perfettamente parallele nel lo spaz io a quelle del punta tore cemralc, auche sen,,a vedere il bersaglio . In questo modo i cannoni vengono puntati tutti :rntomatican1ente dal puntatore centrale, il quale ha anche sottomano un pul-

Centrale di tiro di corazzata: cassone per la mc.colta dei dati dj tiro 77


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,ante con cui può eseguire elettricamente il fuoco di tutte le aniglierie all'ordine del direttore del tiro. In questo modo i l tiro viene eseguito a salve. Quando la d istanza è molto rilevante, il direttore del tiro è coadiuvato da un osser\'atore degli scarti che sta sopra un idrol'olante, in posizione prossima alla verùcale del bersaglio. L'osservatore degli scarti, mediante segnali convenzionali, comunica rad iotclegrafica111cntt' con la nave che spara e indica immcdialamente se il tiro è centrato, lungo, corto, bterale, ecc., ossia dà il modo al direttore del tiro di apportare alle sall'e successive le correzioni. Quando le na, i sono più di una a sparare, si esegue il tiro di sezione; ossia le na\ i riunite a coppie sparano sullo s1esso bersaglio e ciascuna nave d i una sezione comunica al! 'altra i prop ri dat·i a scopo di controllo. Le sa l\'e si susseguono alternativamente da una nave all'altra. Oltre alla centrale di tiro per il calibro principale esistono sulle navi altre centrali di tiro per i calibri secondari. Anche per questi ultimi, che servono per il tiro antiaereo e quello antisilurante, l'organ izzazione del ùro è basato sugli organi seguenti : stazione di direzione con organo di punteria centrale; centrale di tiro per il c.11colo dei dati; apparecchiature riceventi presm i singoli pezzi.

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,5 Km.). Anche la cun·atura terrestre alle distanze moderne di tiro si fa sentire. L'aereo che ,i tenga a d istanza media fra batteria e bersaglio ha un 'ottima visione panornm ica dd campo di tiro, degli obbiettivi, dei movimenti degli stessi.

Tim sfalsato. Sistema èi tiro per le escrcitozioni navali a partiti contrapposti, consir.tcntc nel fuoco non a salve, 111a con proiettili, indirizzati a circa 100 m. di distanza (generalmente verso prua) di una data nave avversaria. Questo sistema permette di sviluppare la condotta tattica delle unità navali, in condizioni che si avvicinino alla realtà; è basato sopra un esatto funzionamento di tutta I'o rgan izzazione <lei tiro, imponendo al personale la più rigoros.1 attenzione; permette di effc:m,are le escreitaz.ioni di tiro anche con mare mosso, quando i bersagli non sarebbero impiegabili; cl,, al comandante <lclla nave presa d i mira 13 possibilità d i modificare la propria rotta e velocità in rcla✓ione alla situazione contingente, in modo da creare alla nave che spara difficoltà simili a quelle che incontrerebbe in caso reale; evita le spese rappresentate dall'uso della nave bersaglio. In contrapposto, il 'F. sfalsato presenta i seseguenti incon\'enicnti: non permette l'uso delle cortine fu. migene; rende assai difficile la correzione degli errori in gettata; non realizza la condizione di presentare situazioni identiche a quelle di guerra, per i puntatori, per i telemetristi, per il d irettore d i tiro.

Tiro. Ant. cinà mariuima della Siria meridionale, oggi Es Sur. Fu assediata e presa nel 701 a. C. da Sennacherib, re d •As,iria, ed essendosi ribellata nel 671 venne ancora dagli Assiri assediata, prcs:, e riassoggettata. Fu assediata nel 587 a. C. da ~abuc0<lonoscr, re di Babilonia, e si arrese solameme nel 574. Fu assecliata dai Cristiani, dopo che le flotte di Venezia e di Genova (11ìo) ebbero disfatto in quelle acque un 'armata saracena. La città si arrese, e il re di Gerusalemme ne diede la 1er1.a parte ai Veneziani. Fu assediata da Saladino nel n87, e difesa da Corrado, marchese del Monferrato, il quale costrinse il sultano a 1oglicre l'assedio, dopo una energica difesa, durata alcuni mesi . Nel 1290 la città cadde senza rcsi,tenza nelle mani dei Saraceni.

In aeronautica, la precisione del tiro ha una notevole. importanza. Difficile è colpire da un apparecchio in moto velocissimo quello avversario che ha pari velocità; difficile è per l'apparecchio da bombardamento colpire il bersaglio a te rra da gra11cle a ltezza . Per l'addestramento al tiro fra gli apparecchi in volo si adopera la Fotomitragliatrice {V.); per l'addestramento al bombardamento si fanno esercizi di lancio. Mentre per il T. dagli apparecchi da ca·ccia, in cui le mitragliatrici sono solidali coll'apparecchio e mediante speciali dispositivi sparano attraverso l'elica , esistono collimatori a cannocchiali a riflessione, per il 'T. con bombe su bersagli fissi o mobili, sul mare o sul suolo, servono i :raguar<li, sia onici che a visione libera, automatici, semia11tomatici e semplici. Grandissima è l'utilità ciel mezzo aereo per l'osservazione del tiro. 11 campo di ,· ista può essere solo sfruttato con la quota; e le quote permesse delle sorrastrutture marine sono sempre minime; il tiro con osSCf\'azione da bordo si svolge quindi in condizioni non certo facili, anche per la difficoltà d i st imare esattamente il senso degli error i (nella batrng k , dello Jutland il tiro i: smo eseguito dalle navi di battaglia a distanza di oltre

I. Assedio di Tiro (332 a. C.). Fu posto da Alessandro Magno. Allora la città, protetta da alte mura e bene approvvigionata, sorgeva sopra un isolotto roccioso separato dalla costa mediante un braccio d i mare largo 800 m. ma poco profondo. Alessandro non disponeva di navi, chè il mare era tenuto dalla Aoua persiana; ,i accinse pertanto a costruire una diga con pietre e con grossi alberi, larga circa 6o metri. Le navi <li T . disturbarono i l:wori più volte, e finirono per appiccarvi il fuoco : le rovine vennero spazzate via dalle onde. Ma Alessa ndro riprese la costruzione con una diga più larga, e la munì di torri con macchine da gitto che tennero lontane le na,•i. Inoltre riuscì a preparare nel porto di Sidone una floua di 224 vele, con la quale a,·anzò verso T. le cui navi, inferiori per numero, asserragliate nei due piccol i porti della città, vennero bloccate. Così la diga potì: ~ssere condotta a termine, e le mura, att..1ccate con arieti e mine, presentarono ben presto una breccia larga 35 metri. Venne ~ferralo l'assalto, ma gli abitanti lo respinsero e poterono sbarrare la breccia. Alessandro qualche giorno dopo investe e attacca con le sue na\'i tlllta l'isola, mentre si ripete dalla diga l'assalto

Tiro con cannoncino da aeroplano

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alla breccia. La difesa viene sopraffatta : i Macedon i sono sulle mura, raggiungono la reggia, scend ono verso la città. Le navi maced oni intanto hanno rotto le c,u ene chiudent i i porti, hanno attaccato le navi d i T., le hanno affondate o prese o gettate alla spiaggia, hanno sbarcato gli equipaggi. L'estrema resistenza dei d ifensori ha luogo intorno al tempio, dove ess i si fanno quasi t.utti massacrare . 8000 caddero combattendo; 2 000, prigionieri, furono crocifissi; 30.000 persone vendute schiave. L'assedio era durato dal principio <iell 'anno fino al 22 agosto . II. Asredio di Tiro (314-313 a . C .). Appartiene alle g uerre fra i successori di Alessand ro Magno e fu posto per mare e per terra da Antigono. La cictà, difesa da una guarnig ion~ d i T o lomeo, resistette rer 15 mesi , fino a quando, avendo la Rotta d i Antigono tagliato ogni via di comunicazione con l 'e.;terno, dovette arrendersi. L , g uarnigione o ttenne d i r itirarsi liberamente.

Tirocinio. Voce derivala dal lat. ,, tirocinium » : scuo la dc1 soldato nuovo, (( tirone >). Per este nsione, significa preparazio ne e pratica che si fa sotto la guida d i maestro provetto per esercita re arre o professione. 1.a Scuola non <là mai, nè può dare, la capacità e l'abilitazione per il sicuro e proficuo esercizio della professione, dell'arte, del me• stiere . A ciò o,co;.re il T ., mezzo naturale e diretto per la formazione della capacità e per I "abilitazione . Esso non esclude la teoria, che si apprende con l'esercizio, p rocede nte dal semplice al complesso, ossia col metodo induttivo. Nell 'or<line degli istituti militari, il regg. r ~pprcscn ra i! laboratorio, l'officina ove si comp ie giornalmente i l più vasto e sicuro T. tecnico e psicologico dell ' ar te m ilitare. Tironi (Tirones) . V. Recluta.

Tironi Carlo. Generale, n. nel 1894. P artecipò alla guerra li bica ccl a quella con u·o l 'Austria. Colonnello nel 191ì , meritò la croce di cav . d ell 'O. M . S . Dopo la g uerra comandò i l 30" fanteria. Generale d i br igata nel 1926, comandò la 5" brigata cl i fanteria. Genera le cli clivis. nel 1931, fu giudice a l tribunale supremo e poi ( r932) comandante della d ivis. mii. di Livorno. Tirpitz (Alfredo). Amroirnglio tedesco ( 1849-1930). Cadetto nel 1865, d ivenne con tra•nmir. nel 1895, viceammir. nel 1899, arnmi r. nel 1903, grande amm ir. nel 1910. Fu sonosegretario d i Srnto alla Marina nel 1893, ministro nel 1898. F u uno <ki creatori della coscienza marinara ledesca e il p rincipale artefice della creazione di una potente flotta tedesca . Dura nte la guerra Mondia.le, quando fu decisa la guerra con i sommergibil i, non essen<lo stato ,;cccttato il

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d iterranco orientale (Canale d i Sicilia); due bocche assai più a ng uste col Mare Esperico settentrionale (Bocche .d i Bonifacio) e con lo Jonio (Stretto di Messina) . Al centro è pro• fondo sino a 3730 m . Tra i mari italiani è il riù r icco d i coste articolate e cli isole, in buc-na parte v ulr:anichc, raggruppate nell'Arcipelago toscano (Elba cd isole m inori), nel gruppo delle Pontine e delle L ipari . La costa sicula e quella peninsulare presentano una serie di !arghe inscna• nire falcate, d ivise dalle pi,,tlc cuspidi dei d elta f1 uviali (ad es . Tevere e Ombrone) o J)iù spe,~o da spuntoni montuosi (ad es. capo Vaticann, penisola ~urreu tina, capo C ircèo, 1110,;tc Argentaro, 1 romomorio di Porco,•encrc) . Fino al Capo Miseno la costa è per lo più alta e iù genere u11ita ; donde rarità d i porti ampi e sicuri, tranne Palermo e NaI r o li. Il tratto tosco-laziale presenta un~ spiaggia bassa, piatta, orlata da d une e acquitrini, dove soltanto Gaeta offre buone condiz ioni di a pprodo. La costa sardo-corsa è invece alta, frastagliarn e presso lo stretto d i Bonifacio precedu ta da isole (Mad,lalc□a, Caprera e minori) che racchiudono specchi d'acqua protelli e dotati di ancoraggi e di buoni porti (Terranova, La Ma<ldalcna , Porlovccchio, Bastia). li Mar L igure rnorfol,1gicamenrc: termina col golfo de La Spezia; ropo3r1ficamente comprende anche lo specchio d 'acqua fra qllesto e l'Arcipelago toscano. Lu specchio d'acqua tjrrenico. circoscritto d alle tre isole 1naggio ri e dal l'Arcipelago COS<:ano, sarebbe naturalmente protetto per modo che l'unico varco d i p it, d ifficile sorveglianu risulta quello del Ca nale di Sardegna; ma, non appartenend o la Corsica all' lralia, il p roblema si complica, d ato che essa e il bastio ne tunisino costituiscono basi d i offesa assai prossime alle coste nazionali. La natura del le coste non è tale da favorire sbarchi di sorpresa . Il problema della d ifesa del T . in veste quello dell'efficienza bel lica n azionale; la salvaguardia tirrenica s'inquadr a nelle più larghe previdenze d 1c esige la tutela d i ogni attività nazionale marittima, così come le vicende storiche d el T irreno s'inseriscono nella vita dell'intero bacino mediterraneo.

Tirreno. 169a Legione della M . V. S . N . Fu costituita nel febbraio 1923 ., u quattro worti (Nicastro, Montdeone, Decol latura e Sovcria Mannelli) . Nel luglio 1924 venne fusa colla 164a Legione " Jonio » o.-iginando la 164• Legione « E rcolino Scalfaro » .

suo punto di vista <li spingerla a fondo , ra:;-;egnò (ma rzo 1916) le sue <limissioni e si ritirò a vita privaia, tornando però al Rcichstag come deputato dal 1924 al 1928. Pubblicò un volume d i ,, Memorie ,, nel 1919 e inoltre dei " Documenti politici » di fiera critica alla pol itica tedesca d 'anteguerra.

Tirreno. Mare schiettamente e interan1cntc italiano; è racchiuso fra la costa occidentale della penisola, quella settentrionale della Sicilia e quelle orientali d ella Sardegna e della Corsica. A nor<I topografica mente lo limita la soglia sottomarina che unisce qucst'ultit7la isola al comincnte ed emerge sullo specch io marino con alcuni pilastri cbe for mano l'a rcipelago toscano. Un ]ar go e profondo canale aperto fra Sard eg na e Tunisia (Canale d i Sardegna) confonde le acque del Tirreno con quelle del Mare Espcrico meridio nale ; due larghe bocche lo congiungo!lo da un lato col Mar L igure (Soglia Corso-Toscana), dal! 'altro col Mc-

T irpitz Alfredo

T iscornia Luig i

Tiscornia (Luigi). Genera le, n. a Sampierda rena nel r 862. So ttot. di fanteria nel 1881, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96. Colonnello nel 1914, ebbe il comando del 190 fan1erìa e con esso ne l 1915 e ntrò in guerra contro

l'Austria, g uadagnando la croce d i çav. dell'O . M. S. l\fagg. generale comandante la briga\a Casale n el settembre 1915, meritò d ue med . d'argento e la croce d'uff. del-


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l'O. M. S . Teo. generale nel 1917, cornandb per due anni la 24~ divis. e durante la ritirata meritò una terza med. d·argcnto. Comandante la d ivis. <l'Ancona nel 1919, fu p romosso generale d i C. <l'A. nel 1923 e qualche mese d opo ebbe il comand o elci C . d'A. di Torino . In P. A. nel 1928, (u nominato scnat0re del regno nell'anno seguente.

Tisi (Vittorio). Generale, n. a Ferrara nel 1863. Sollot.

Tisi Vittorio

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d i fa nteria nel 1883 , fu in Eritrea e partecipò alle campagne libiche dal 1913 al 1915. Colonnello nel 1915, combattè con tro t •Austria nel 1916 e 19, 7 e eornat1dò la brigata Elba: m~ritò la crore di cav. dell'O. M . S., rimase ferito gr.nemente e (u promosso maggior generale per merito di g uerra ( 19 1i ). [n P. A . S. nel 1920, assunse nel 1923 il grado di generale di divisione e nel 1928 passò nella riserva .

Tissaferne. S,1tri1po persiano d el secolo V a. C. Cornbattè a Cunaxa sotto Artaserse; molestò la ritirata dei Diecimila o ttenendo m premio il governo di- grande parte dd1'A,ia Minore. Combattè infine contro Age,ibo, ma ne venne sconfitto: i\rtascrse lo d e,t iluÌ e lo fece i:ccid ere C.). (395

,t.

T issi (A111011io). Generale, n. a Belluno nel 1878. Sol• toten. d'art. nel 1898, partecipò alla guerra Mondiale e<l in e:,,.,a n1c:ritò un.1 mcd . d'argento e tre d i bronzo. Colonn ello nel "J25, comandò il G~ rcgg. da campagna e poi il 1° da mo ntagna . Generale di brig ata nel 1933, d ivenne isrettorc di mobilitazione della divis. di Trieste.

Titanio tetracloruro (Chimica bellica). Sostanza fumogena innocua, larga men te usarn, durante la g uerra Mou• d ia te, co nosciuta a nc he sotto il no me d i « F umigeritc ». È u n liquido pressochè inco lo re, forrementc rifrangente, pesante, di odore acido acuto e pungente. che genera fumo denso. Titano. Ri morchiatore d'al to mare, varalo a Sestri Po nente nel 19 12; dislocamento to nn. 971 , lungo m . 58.75, largo m. 9,,12; apparato motore cavalli 1971, \'elocità mi.glia 15. Armamento g uerresco: Il 76; !)Crsonalc d'armame nto: 2 ufficiali, 58 uomin i. Tite l. Comune , ldl 'Ungheria. sul T ibisco . Combattimt:1110 di Titel ( 16<J7). Appartiene alla guerra fra Austria e Turchia e si svolse fra il cor!"'O del gcn . Nehcm e un corpo turco. Il primo si era schierato , 111 pianoro d i T itel e vi si era fort ificalo appoggiandosi al castello d i 7'. La mattina de l 28 i Turchi iniziarono I·attacco, 1•rotctti da una batteria di 12 pezzi. Due ridotti caddero in potere dei Turchi, che subito dopo s•impadronirono anche del trinceramento principale: allorchè il gen. N ehcm verso sera voile ri ti rare le tnr ppe sull':d ttrr:t d i T. e te ne r sino al· l' ultimo momen to <Juella posizione itnJ)Ortallle. il presidio a,·cva g ià da un pczw lasciato il castello, di cui i Turchi a,·evano preso possc,so. I regg. corazzieri Pace e Gron· sfcld, 3ccorsi a Ltmpo, con 5forzo eroici) poltrono ricaL~ cia rc il n emico tb ll 'a ltura , proteggendo la ritirata d elle t antcric. G li Au~triaci_perdeucro circa 400 u . e altrettanti i Turchi.

Tito (l'lavio Vesrasia110). Imperatore romanv (40-81 d . Cr .). Si battè da giovane in nrirnnnia e in Germania. Passato jn Siri~t, prese Giaffa, e rrd 70 Gcru~alemn1c, che distrusse; nel 79 salì al trono. Si tidcnc sia n,o rto avvelenato dal fratello Domiz ia no. Titolare t!at. Titulo i,1,ig11it11s). S'intende chi è investito d1 un comando, o d i un ufficio, i n modo pc.:nnanen tc, e non interina le. Egli è responsabi le, a nche quando è :.,ssente da! rcp.irto per lieen1.a, o l"'r ~crvizio. d, tun" quanto succede nelle truppe o negli uflìci affidat ig li. Diven ta per conseguen za ncçcssario cht· prirna d i a:i,scntarsene il r. dia tutte le tliretti"c ccl isc.ruzio11i a ch1 Jo wstitui~c~ nd coI .'imperatore Tito mando, che indica no la ,ua persona le e p recisa carannistic~ d 'i ndirizzo . sì nei r ig uardi d ella discipli na, come in q uelli delle istruzioni. Tito I i di studio. Nelle forze armate è fano obbligo della d enuncia de i titoli <li stud io dn parte dei m ilitari. Coloro che ,0 110 muniti di licenza Jiccak o di istituto tee: nico o cli altre, Gtolr> d i srudio equ ipollente o superiore, per cui a,•rehlx:ro obbligo di frequentare i) con.o d'alhevo :1fficiale di complemento, se per dolo o per colp:1 c,n1cttano d i denunziarli o li occu ltino, vanno sog• geni a una pena che ncll' ipotesi Distintivo dei militari clolosa, s,· il ,oggeuo attivo è della R. M"rina muniti di titoli di studio milita re, va <b due 3 sei mesi di ca rcere m ilitare; se c~tranco alla m iliziJ . da lire 200 a lire 2000 di multa; nell'irotcsi colposa, se il ,oggetto attivo è militare, va eia due a tre mesi di carcere militare; se est raneo alla milizia da lire 100 a lire 1000 di ,ammenda. Se il reato è rnmmesso da militare, la cogn izio ne sprtta ai T ribuna li Milit;iri.

TS

Tito Speri. Sommergibile, di 78o tonnellate: lungo m. 65, largo m. 6,51; emrato in servizio nel 1929 . Gli fu offerta la bandiera di combattime nto dall:1 città di Brescia. Titton i (Tom maso). Ministro italiano degli esteri. Accordo Tiuoni (12 settembre 1919). Fu detto anche Bo11111-l'ind1on, dal nome dei due firmatari. Rettificò il confi ne occidentale della T rrpolitania, cui furono restituiti i <i11c salienti e 'e com uniL.:azioni carov~lnic..: rc Gadà•ncs-Gat e C at-In Ezzan-pozzi d i Tu111mo. i\ltrt condizioni dcli 'accordo regolavano questioni scolastiche, fiscali e giuridiche.

Titulus. CMtello aAisso in cima ad una lungn asta, c he i solda ti ponevano nelle proccssicllli tr ionfali, per ricordare il nun;ero dei prigion ieri , la quantità della preda e i nomi delle città o dei !'aesi com!uistati. Tutti qucsu particolari vi erano scritti n grandi caratte ri. Tivaroni (Carlo). Storko, n. a Zar.t. rn. a Vcnc1.ia ( 1843- 1906). Ne l 1866 cùm:rndò bande cli insorti nel Cadore : nel 1867 combatt: wn Garibaldi i.cli' Agro Rom;1no.


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Scrisse : (( Storia critica del Risorgjmento italiano>); (( L' Italia <.lurante il dominio austriaco »; « Sui moti del Veneto nel 1864 »; « Relnionc sulle bande armate del Cadore »; ecc.

pas1ò al comando <li T orino. Governatore <li Fenestrelle nel 1788, fu promosso tcn. generale nell'anno seguente e nel 1790 passò a governa re Valenza .

Tivoli. Comune <lei Lazio, in prov. d i Ro'm a, <li ant iche origin i, Fu in lo!ta con Roma, dalla quale venne

Orcnoco. Possed imento britannico, militarrnente dipen<lentc

soggiogato scguen<lo ne le sorti. Nella guerra dei Goti, p rese

dall'isola Trinità . Fu dapprima possesso olanclcse.

la parte degli imperatori greci; nel 752 venne occupato d ai

T ivoli: Castello di Pio II

Longo bardi; nell '807, fra Vicovaro e T., avvenne una disfatta dei Saraceni. Ne l 1461 il pontefice Pio Il vi fece fabbricare un,1 fortezza chiarn arn u Rocca Pia >1 , come si.curo baluardo antemurale di Roma.

I. /-'ace di Tivoli (28 luglio 1378). <:::onelusa fra il pontefice Urbano VI e la Repubblica fioren1ina, chiuse la guerra degli Otto Santi, dopo che ne l marzo si era sciolto il congresso di Sar zana, alla morte di papa Gregorio Xl. Firenze si obbl igò a paga re al pontefice 250.000 fiorini come indennità per le spese di guerra, e il papa assolse la Repubblica da ogni censura in c ui era incorsa .

lI. Pace di Tiuoli (26 agosto 1463). Fra Pio Il e Malatesta Novello, signore <li Cesena, che, dopo di essere stato a lungo in g uerra col pou leficc, gli aveva ch iesto la pace, staccandosi dalla k ga col fra1el lo Sigis•nondo d i Rimini . • 11 Ma latesta restituiva al p2pa te terre <li Mon tigl iano, Loogiano e Gatteo, e alla chiesa di Ravcuna quel le occupate sin d ai primi giorni del pontificato d i Eugenio IV. Se verrà a n1orte senza figli lcglu imi o naturali, Cesena e le altre terre a lui soggette ritornera nno sotto J dominio direrro della Chiesa . Nella pace sa ranno com presi Federico d i Urbi110, Ì Ma nfr"di d i Faenza, gl i O rdclaffi di Forll, i con ti d i Sogl iano e Cccco l\falatesta.

Tizzana. Comune in prov . d i Pistoia. nella valk: dcll'Om bronc, ai pied i del Monte Albano . ln antico era luogo fortificato. Nel 1251 fu assediato dai Fioren tini, allora in

guerra coi Pistoiesi, e preso iJ 24 giugno . Nel 139r, Giovanni Acuto. condottiero <1ellc truppe fiorentjnc, vi. scon-

fisse la rctroguar<lia di Jacopo D:,i Verme, capitano di Gian Galeazzo Visconti,

Tizzon,3 (Lucio Marcello) . Generale, m . nel 1792. Ufficiale nel rcgg. guardie, divenne colonnello nel 1774 e fu nom in ato governatore di Acqui due ann i <lopo col g rado d i brigad iere d i fante ri a. Nd 1782 ebbe il comando della

città e provinc.ia <li Alcssandri:1 e, 111agg. generale nel 1783,

Tobago. lso!a delle p iccole A ntille, alla foce del fiume

I. Combattiment.' di Tobago (1677). Appartengono alle guerre d 'Ola nda . Una flotta francese (d 'Esuées) era stata inca1·icata <l i · occupare i posse,li111c1J ti olandesi. li 3 marzo essa for z.ò il porto <li T. e d istrusse guasi interamen te la flotta olandese che vi si era ricoverata, rrw le forze terrestri olandesi impedirono qualsiasi sbarco. L'ammi1·. d'Estrécs abbandonò I' isofa, ma vi tornò in,provvisamente il 7 dicembre 16n e se ne impadronì. li. Comba11ime11ti di Tobago (1781-82). Appartengono al la guerra di Ind ipendenza degli Stat i Unici. Nd 1780 gli Inglesi si erano im1•adroniti ,l i T, N d maggio 1781 una flotta agli ordini dell'ammir. francese Grasse sbarcò 1500 u . a T. e 3000 u . in un ·altra parte del) 'Isola agli ord ini dei generali Tllanchdande e Bouillé . Menire i due d istaccamenti operava no rnntro il presidio inglese (800 u .) comandat0 dal Fergu»on, che man mano rip iegò verso l'in terno a Concordia, l'ammir. Grasse. con 24 navi incrociava, attorno per imped ire soccorsi esterni . L 'am m ir . jnglesc Rod• ney tentò di portare soccorsi, n1a l'inferiorità numerica lo indusse a ritirarsi, e il 2 g jugno iJ distaccame nto inglese capitolò. Ma il 12 apri le 1782 l'ammir. Rodney sconfisse presso l'isola Dom inica la Aona dell ' ammir . Grasse, e così potè r ioccupare l 'isola d i T. La pace di Versailles ( 1783) restit uì l'isola alla Francia. Il i. Combattimellli di Tobago (1793 e 1803) . Appartengono alle guerre della Repubblica e dell 'Impero francese.. Quando la Convenzione dichiarò guerra all'Ingh ilterra , gli Inglesi occuparono T. che poi restituirono ai F rancesi (c793) . Ma nel 1803 gli Inglesi assalirono l'isola, e, dopo vana rcsisten~a del gen . l3erthicr, essa venne defini1iva1J'lcnte da essi occupata.

Tobia (Arturo). Generale medico, n, a Picinisco nel 1868. Sotlol. meclico nel 1893, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 e vi mer itò una mcd. d'argento. F u in Libia e poi partecip ò alla guerra contro l 'Auscria meritandovi due med. di bronzo , lei benemeriti de lla salute pubblica. Colonnello medico u d isposizione del rnin:stero delle Ji-

n:i nze ud 1923 e n1ag g. generale ispettore di S:1nità n1il. a Napoli nel 1928, andcì in P. A . nel 1931 e fu promosso ten . generale nel 193+

Tobia Euriso . Generale, n . nd 1871. Sottot. <lei genio nel 1898 , fu i n Eritrc:i e partecipò alla guerra contro l'Austr ia . Nel 1926 andò in A. R. Q. e f:u promosso colonnello. Nel 1933 ebbe la promozione a generai~ d i brigatl in f-""Dsiz.ion:; ausilial'ia. Tobitschau. Comtme della Cecoslovacchia, sul Gu,m: March, a sud di Olru èitz . Combattimemo di Tobilsclwu (1866). Appartiene alla guerra Austro-prussiana . La mattina del 15 luglio l'V ll l C. d 'A . austriaco m arciava da ())miit"~ su 1'., mentre il I corpo si d irigeva su Prerau per uno st'rada quasi p arallela. L a brigata Rothk irch, seguita da quarrro batterie, che era alla testa d ell 'VJ(I , si incontrò poco prima di T. con un distaccamento prussiano del I corpo e prese posizione fronte


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a sud . Subito attaccata d i fronte dalla. brigata Malotky e di fianco e da tergo dalla d ivis. d i cavalleria Hartmann che si impadronì di 19 pezzi, la brigata austriaca dovette ritirarsi. Rimase così scoperta la colonna del l corpo, che t\l caricata dalla cava lleria dcl l'Hartmann e scompigliata.

nem ici. Furono intanto richiesti rinforzi ad Ain Zara. Davanti al fermo contegno dei nostri l'avversario non osò più attaccare e alle 20 ,l'a;,iouc cessò. Nella notte i l comandante ordinò la ritirata su Ain Zara, che incorninci.ò alle 4,30 in

rerfetto ordine e in si lenzio, colle truppe formate in quadrato, con al cen tro l 'art. ) le 111itragliaLrici, le salmerie e

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Combattimento di Tobirschau (1866) a, b, e, d, t, f, g, h, Prussfani; A, B, C, D, Altstriaci

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feriti . Alle 7,30 la colonna incontrò i rinforzi che, partiti alle 21 del r9 da Ain Zara, agli ordini del gen . Lequio, dopo penosa matda notturna, avevano sostato dal!' 1 alle 6, in attesa d el giorno, per p rendere contatto colla colonna Fara, il che avvenne, come si è detto, verso le 7,30. Alle n turte le truppe erano d i ritorno ad Airì Zar.a. Nella ricog,iìzione si ebbe una perdita di n Jl)orti e 89 fer,ti di truppa e due ufficiali feriti; il nemico risul tò aver pcrdulO 50 morti e oltre 150 feriti .

Tobruk (,\llarsa). Porto della Cirenaica, in una insenatura ben riparata, lunga m. 3780, larga <la 1860 a 1510, con fondali da 11 a 17 metri. V i fu una città greca, e poi saracena, con castello . l Turch i vi tennero una piccola guarnigione. 11 ~ ottobre 19n , la 1• squad ra italiana, agl i o rd,ni dell'arrunir. Aubry, entrò nella baia e con pochi colpi di cannone sul fortii:,o t mco si impadronì dell 'importante posizione. Sbarcate t ruppe, si iniziarono lavori d i rafforzamento, d istu rbar, per qualche tempo dai ribell e, Due piccoli scontri (maggio e luglio r912) bastarono a tenere in rispetto i ribelli , contro il campo dei quali, a Mdàuar (V.) fu eseguirn una operazione, il 18 luglio 1913, cl, ~ l i scacciò dal post.o . M dàu ar venne abbandonata durante la guerra Mondiale e rioccupata subito dopo di essa.

Tobone (Domenico) . Generale del sec. X!X . Doro aver tanccipato alle guerre della fine del sec. XVIII, riprese servizio alla Restaurazione come capitano d i fanteria. Colon tldlo nel 1829, ebbe il co mando della città e provincia d i Mon<lovì. Passato a comandare Voghera nel 1833, Eu collocato a riposo col grado di magg. generale nel 1836. Tobras (Bir). Oasi della Tr ipolitania, a 15 Km. a sud d, Airt Zara. Ricog11izio11e di Bir Tobras . Appartiene alla guerra ItaloTurca, Alla metà di dicembre 19n r isu ltava da informazion i che a B . T. era un <listaccamento di 300 Arabi con r,ochi regolari turch e e un altro g•l!PPO a EI-Càich. La sera del 18 dicembre il comando del la 1• di,·is. ord inò che l ' iòdomani una colonn:r, agli ordini del col. Fara e composta d i d ue bgl. dell'u0 bers., un bgl. granatieri, uno sqdr. e una sez. art. da rnontagna tnuovcsscro <la P.in Zara su B. T. in modo da sorprendervi all'alba il distaccamento nemico. La colonna mosse alle 2,45 del 19 e <lupo una faticosa ma rcia, giunta alle 9,30 in vista dell'oasi, sferrò l 'attacco, accolta da vivo fuoco d i numerosi nem ici , i quali tentarono di avvolgerne la sr. Parata la n1inaccia, l'avver-

Tobruk nell'ottobre 19t1

sar io tentò ai avvolgere la dr. , ma anche qui fu tra ttenuto. Intanto le ore !)as.savano e il nernico, rinforzato <L1l.-

l'accorrere di altre forze, assunse contegno sempre p iù ::iggrcssivo, rnentre j nostri, che non avevano che i rnczzi p er .combattere fino a sera, dovettero pensare a d isimpegnarsi e

ripiegarono ordinatamente ed a scaglioni sopra un cocuzzolo elevan tesi alle spalle dello schierameuro. Il nemico, cresciuto di numero, ava n1.ò allora circondando la posi1,ione <la tre lati ; non essendo il caso d i pensa re alla ri1irata su Ain Zara i nostri decisero , li resistere sul posto dove si trincerarono, resp ingendo fino a notte con calma e fermezza, e nonostante la sc3rsità di munizioni 1 gli altacchi

Tobruf(. Nave sussidiaria di 900 tonn. entrata in servizio nel 1912, denominata m seguito ,, Galilei » e radiata ncl1'anno r925.

Tocco (Cesare). Generale, 11 . nel 1864. Sottot. di fa nteria nel 1883, d ivenne colonnello nel 1915; nella guerra contro l'Austria comandò il 153° fanteria e vi meritò una rned , di bronzo. In P. A . e rnagg. generale nel 19r7, assunse nel r923 ,I grado d, generale ò, divis. nella riserva. Toce. Battaglione alpini « Val Tocc » , costituito nel maggio r9r5 colle cp . 207a, 243a e 28ra ed assegnato al


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40 rcgg. Ope rò inizialmente contro il campo trincerato d i Tolmino: r.oi sul Mr1.h, indi sul ~- Rosso. Destinato 5ul Potoce Yi pérrna5e fino al marzo 1916. fm·iato sul Pasubio nel settembre 1916 sirnppò al nemico imporrnnti posizioni e gli catturò nume rosi prigio nie ri. Combattè poi sul Vod ice, anco«t sul Pasubio, e nell'offensiva finale sul M . Solarolo donde puntò verso Mugnai e Caniezza. Per il suo contegno in guerra meritò la med. <l'argento. Le sue perdite in guerra ammonrnrono a ufficial i morti J 1, feriti 43, dispersi 4; u. d i truppa m . 154, f. 924, d . 345·

Todi, Clllà in prov. di Perugia, sopra un colle sulla s r. d el T evere. Fu poten te sotto gli Etruschi e g li Umbri; vcnrie p rcia da i Roma n i, condo u i da Crasso, durante In guerra tra Silla e Mario. All'epoca ddlc fazioni comuna li S<Cguì la parte ghibellina ed ebbe a sostenere aspre louc con Perugia di parte guelfa. 1'."el q34, gli abitanti d i T. si ribellarono al papa in vocando Fr:wcesco Sforza, il quale, accorso con 400 cavalli, ne cacciò i partigiani di Nicolò della Stella e v i oose un nre,idio. Contro le armi dello Sforza mosse NicoÌò Piccini~o che prese T., ma nel 14;.1 lo Sforza potè ricupernrla. N d t500 fu incorporara iicl patrimonio di S . Pietro.

vetta dcua delle " Tre Dita » sulla Tofona 1 • i c ui ,l ifensori wperstiti vennero fatti prigionieri. li 30 luglio 1916 fu occupata con un 'ascesa mirabile e dopo aspro combattime n to pane della Tofana la fi no alla Forcella di Bois. In succc,sivc lunghe operazion i di -dettagl io che diedero luogo ad innumeri combattimenti, ,·enne presa ed occupata anche la Tofana 3• nel l9Ii ·

Tofrlk (Pozzi d,). Fra I lashecn e Suakim, a circa dieci Km. ad ovest d i quest 'ultima localit/1. Combattimento di To/rik (1885). Appartiene alla campagna inglese in J,gitto contro i Mahdisti. li gen . Graham, per assi'curare i d intorni di Sua kin d a incu rsioni, divi,ii d i costruire presso i pozzi di T. un sistema di. zeribe e ne incaricò il gen . Mac Nei!. Alle 7 del 22 marzo il generale .\1ac Neii partì da Suakim con una colonna composta di un rcgg. lancie ri , un bgl. marinai, una btr. di m it rag liatrici Gardner, una brigata indiana e materiale del gc-

Todisco (Giuseppe). Generale. n. e m. a Napoli ( 18661932) . Sottot. d ei bersaglieri nel 1885; partecipò alla guerra Italo.turca del 1912 e vi meritò la med. d i b ronzo. In guerra co111ro l'Austria al comando del 3(ia fanteria e colonnello nel 1916, andò in P. A. nel 19i9 e nel 1926 per infermità di guerra passò nel ruolo speciale nel quale venne promosso generale di .brigata nel 1927. Todisco Cado. Ammiraglio, n. a Napoli nel 1869. Entrato in servizio nel 1888, fu rromosso souoammir. nel 1921, coatrammir. nel 1922 in P. A., ammir. di d ivi~. nel 1923. ,li quadra nel 1926 . Prese parte alla campag na Italo-turca cd alla guerra Mondiale. Fu comandante superiore del C.R.E.M. alla Spezia nel 1923. Autore di varie n1onografie.

Todoroff (G .) . Generale bulgaro, n. nel i858 . Sono r. nel 18ì9, prese parte alla guerra del 1885 contro la Serbia e a quelle Balcaniche del 1912-13, essendo divenuto generale nel J 9io. Durante: la g uerm Mondiale comandò la 2~ armara bu lga ra in Macedonia, taglinndo ai. Serbi la ritirala su Salonicco. )lei 1918 \'Cnuc nominato general issimo aggiunto (al gcn. Gecorl).

Tofane (Gruppo delle). Sistc nrn dolom itico caratteriz. zato da tre imponenti g ruppi: T ofona 1• (3220) 2• (324 r), 3" (3232), schierati in direzione sud-nord nell'ordine, fra la valle di Travenan?,es ad ovest, e la valle di Cortina d'Ampezzo ad est e limitati a sud dalla trasversale Va lle di Doncs percorsa dal la rotabile c he da Cortina va al passo di Falz:ircgo. Fa corpo con la Tofana 1• il Castelletto. Comba11i11u:11ti sulle Tofa11e. Appartengono alla guerra Mondiale. N ella zona operavano la 2& d ivis. (brigata Umbria e Como) ed il V g ruppo alpini. li 28 maggio 1915 la brigata C'.omo occupò Cortina d'Ampezzo; il 7 luglio gli alpini ini7iavano le pazienti ed ardire opcra:doni sulle T. per sce nde re in Valle Travc nanzcs: si ebbero numerosi combattimen ti pc! possesso della Forcella di Fon tana Negra alla base della Tofana ,, : il presidio fu infine fatto prigioniero (1° agosto i 9 15). Seguirono le operazioni per la prc~a del Casiel/c110 (V.) davanti al quale, mentre studiava da vicino le opoazioni da compie rsi, fu ucciso il 20 luglio 1915 il gcn. Cantore. li 9 lug lio r9 t6, dopo un combattimento arditissimo, gli alpini occuparono per scalata la

Combattimento cli Tofrik (1885)

nio, con 1500 quadrupedi. Alle 11 le truppe giunsero sul posto e si posero al l:tvoro d i costruzione delle zcribc impiegandovi un terzo tiella forw, mentre gli altri due rimanevano di guardia formando un ampio quadrato: numerosi piccoli posti erano stati collocati tutlo intorno a 1 50 m . d i distanza, cd al! 'esterno d i tale linea erano pattugl ie di cavalleria che banevano i cespugli e la boscaglia. Verso le 14,30 su tutta la fronte, ma spc:cialmentc da sud, i Mahdisti, avvicinatisi al coperto <lalla vegetazione, auaccarono le truppe inglesi all"improvviso riuscendo a sfoudarc la linea <.-cl a penetrare in u na ridotta . DoJlO il primo d isorientamento, le truppe, rcsisicndo valorosamente, si riordinarono e rC5pinscro l'attacco. Gli Inglesi ebbero Ili morti e 155 feriti oltre a 20,1 conducenti e<l 800 cammelli dispersi. l Mahdisti lasciarono sul posto p iù di 1000 morti.

Tognalì (Angelo). Medaglia d'oro, n. a Vione, caduto sul Gr:,ppa (1897-1918). Studente d 'istituto tecnico, troncò g li ~ludi allo scoppiare della g uerra, per :irruola rsi volo ntario i u fanteria . Divenu to SOltot. di complemento negli alpini, si 5egnalò in molte occasioni per coraggio cd ardimento, cadendo in ultì,no da prode sul Grappa . Fu concessa ~Ila sua memoria la m ed . d'oro "' valor m ilitare, con questa motivazione: cc Alla testa del proprio plotone, quantunque ammalato, volle partecipare all'attacco di un'ardua posizione forremente d ifesa . Incitando, col proprio esempio, i dipendenti e t ravolgendo, con impetuoso slancio, in breve ma acca• nito corpo a corpo, l'aspra resistenza nemica, primo giunse col suo reparto sull'obbiettivo, validamente concorrendo a


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conquistar lo e d a esso non volle più allontanarsi, se bbene le sue cond izioni di salute si fossero aggravate. Contrattaccato violc:n ter;ncntc il g iorno succe~sivo, opposel coi pro -

p ri dipenden li, ud punto più pericoloso d ella linea, la p iù strenua cd ostinata rcsist<.:nza. Caduti tutti i scrv<.:nti di un a sezione m itrag liatrici che era pure ai suoi ORlini, accorse egli stesso ad una delle ar mi, contin uando ad eseguire efficacemente il fuoco, fincbè, reso impossibile il t iro daJ!a trop po vicina p ressione dell'altacco , dando fulgida p rova d ; eroism o, s i s lanciò , seguito da i suoi, contro l 'avversario a

colpi d i bombe a m a no, e nella furiosa mischia cadde g lor iosamente colpito a ' monc ». (Col del Cuk (Grap pa ) , 25-2S o ttobre 191E).

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chè cieco, tornava poi in trincea a far opera di propaganda patriottica fra i sold ati. » (Monte Sabotino, 21 ottobre 191 5).

Togo. Regio ne d ell 'Africa nel go.Ifa di Guinea fra la Costa d 'oro (ing lese) e il D ah omey (francese). Già colonia tedesca d al 5 lug lio 1884, venne d iviso longitudinalmente in conscgt;enza del traua to di Versailles, e posto sotto il mandato d i Francia e d ' Inghilterra. Questa ebbe la slriscia ovest (Kmq . 34 .000, ab. 188.000), la F rancia si prese la striscia est (Kmq . 52.000, ab. 745.000) . All'in i1.io d ella guerra Mond iale le truppe tedesche i u na cp . metropolitana e 7 di indigeni, in totale 1400 u.) vi r imasero isolate. Gli Jng lesi sbarcarono nel porto di L omè i l 7 agosto 1914 circa 500 u. 1 tre cannoni e quattro mitrag liatrici, n:1entre

da nord-ovest e da nord-est entra vano nel T . altri d istaccamenti inglesi e francesi. Il ·26 agosto il piccolo corpo tedesco, circondato da lutte le parti, si ~rrendcva, dopo di =1vt-rc distrutto i n molti pu ntl la ferrovia Lomè-Karim:1 .

T ogo Heilwciro . Ammiragl io giapponese, n. nel 1847. Al comando d 'u na cora zzata partecipò alla g uerra Cino-gia pponese del 1894, e,! alla fine <l i quella campagna ebbe il grado d i contramm iTognali Angelo

Tognoni Giorgio

ragl io; comandò la Scuokl fu presidente

d i Nfarin1 e

Togni (Francesco) . Generale, n. ad Albano Laziale nel r8iO- Sotto t. d ei granatieri nel r889, tu poi in E ritrea nel 1895-96 cd in Libia dal 1912 al 1914. Partecipò alla guerra contro I Austria c.:- nel r916 m eritò una n1ed . d i b ron,:o e una d'argento. Colonnel lo nel 1917, comandò il 77° .e poi il 20<)6 fante ria e nel 1918 g uadagnò una se-

della Commissione tecnica d ella Marina. Cornan<lante in capo d e!la sq uaclra g ia pTogo H eihaciro poncsc nella guerra contro la Russia, si segnalò nei diversi attacchi contro Port- A.rthur e ne lla battag lia di Tsushima . Do1m la g uerra (u fatto

conda med . d '::i rgento . D opo la g uerra co1nandò il d istre tto

viscon te c.· nominato Gra nde a1nmiraglio .

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mii. d i Viterbo c<l il 16° fa nteria . Generale d i brigala comandante la 2.1' brigata di fan teria nel 1926, fu promosso grncralc di div i.s. nel 1930, comandò la <livis . mii. d i Brescia e <1cl 1933 passò a . Roma q uale giudice al tribunale supremo .

Tognoni (Giorgio). Medaglia <l 'o ro, n . a Castelnuovo d i, Magra nel 1894. Soldato nel 36° fanteria e poi SOltol. d i con1plernento ne l 2'7°, in un attacco sul mo nte Saboti110

rimase n·e volte gravemente ferito, perdendo la vista . Per il fen no contegno dimostrato nella sua grande sven tura e pe r la sua nobile op-, ra d i propaganda morale fra le truppe, al ten . Tognoni fu conferita la rned . d'oro, con q uesta motivazione: « Ne li 'assalto d i un ·asprissima e lenaccrnentc d ifesa !)O·

sizionc nem ica, aHa testa del proprio plownc, ferito una

prima volta al braccio <lcstro, _§cgui tava nella lotla .incitan do i suoi d i!X:lltkllli con la parola e con il suo nlo1

roso ese mp io . Un ~econdo

col!)o, che g ii asponò la fa-

lange di un dito ~ell a 111ano sinistra, non lo rilcnnc dal continuare l'avanzata , cJ, è an?.i scn1prc alb resta dei suoi,

Toiras (Giova11 ni du Caylar de Saùu-Bo1111c1 , signore di). Maresciallo d i Francia (1585-1636) . Acq uistò fama negli avvc11iment i del 162i, specialmen te nella difesa d i Ré contro il duca <ii Iluckinga m. Nominato governatore d i Casale nd 1629, resistette per sci mesi, nd 1630, alle t ruppe austrO-S!)agnuolc ,·ornanda1e dal genovese Sp inola . Nel 1631 negoziò ]a pace di Chcrasco, Poco dopo . caduto in d isgrazia per la gelosia del Richel,eu, lasc iò fa Francia e prese servizio sotto il d uca d i Savoia ; rimase ucciso ne ll'assalto di Fo ntaneto d 'Agogn:.i .

Tokay. Cimì del l 'Ungheria, sull a d r . dell 'alto Tibi,co. Nelle sue vicinanze e bbe luogo. il 27 Scltembre r527, una hatlagli a fra le tnrppe deil' imperatore F erd inando I e quelle d : Giovanni Zapolya re d eg li Ungheresi, nella quale ,1uesli fu sconfin o. Pure presso T. s1 svolsero nel 1848 alcuni scontri fra g!i Austriaci <lcl gen. Sch lick e gli insorti ungheresi. Tokra, Piroscafo a rmalo, di 4230 tonn., iscritt.o fra le navi sussi<liaric nel 1917. rad iato nel 19 18 .

1

sèguirnva ad animarli . Colpito una terza volta da un pro-

iettile che, gettandolo a terra, gli toglieva per sempre la vis ta, non volle essere trasrurraro in l uo,go rip~r,uo, per non d ìsrogliere ì

1'\IOi

c!ril co1nbattimenro ,

n1a

continu:iva

ad inc lradi, g rida ndo : t<. Avanti, ragazzi ) avanti ! >i Setnpre bocconi, alle parole d i incoraggiame ntù ,·ivoltegl i, esclanrnv<1 :

tt

Non vi preoccupate d i m e; nnche se

0 1·a

muoio ,

non importa; basta dare tutto sè stesso al la P atria! » . Ben-

Tolbiac (oggi z,,/pich) . Com une d ella Germania, nel ci rcolo d i Colonia, sui Naffel. Vi si combattero110 due battaglie . v11a fu v inca dal re fra nco Clodoveo contro i Germani ne l 426 : l'altra fu vinta d a "Jhierry II, re d i Borgogna, colltro suo fratello T eod c berto Il re d 'Auslrasia nel 612. Tol,e do (2 nt . Toleimn) . Città della Spagna , capo!. <!ella p rnv . omonima, sulla sr. d el T ago. L 'acro110li naturale su


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cui sorge cosri ruì ,·alido luogo d i resiste nza, reso sicuro con m u ra . I Romani se n e impad ron irono sul pr incipio <lei !>CC. Il a. C . N el 193 a . C . il p retore Ma rco Furio v i sconfisse i Vaccci , i Veuo ni e i Celtiber i; l'a nnQ seguente l 'altro pretore Marco F ulvio pose l' assedio alla città e , ba-

com battè ad Angh iari . Passò poi al serv izio dei Visconti,

e tornò so tto i Malatesta , agli ord ini di Ca rlo, partecipando alla d ifesa d i Aq u ila con tro Braccio d a Monto ne, e all 'assed io d i Brescia (1426) ; si battè anche a Maclo<lio , con-

ragljati i Vettoni accorsi in aiuto di essa, se ne iin padronì. Nel 185, Caio Calp urnio Piso nc e L ucio Quinz io Crispino, combattendo contro i Carpctan i, r imasero corn p 1ctamente sconfiui presso T. e dovettero abband onare g li alloggiamenti , dopo la perd ita d i 500 moni . In seguito i R omani vi fondarono u na pote n te colonia. Verso il 567 d ell'éra vol gare i Goti ne fecero la sed e d el loro im pero, poi gli Arabi se ne resero padroni , malgrado la strenua diiesa d ei Goti . è'Jcl see . Xl fu colta agli J\ rabi da Alfonso VJ, che n e fece la roccaforte <lcll'ind ipendenza .

Tolemaid~. V. A cti . Tolentino. Città in p rov . di Macerata, nella valfc del Ch icn ti. Fu ant . città picena e po i m uaicipio romallo. Nelle sue ,•icina nze nel 1377 Rodolfo d a Varano , gene rale di G regorio X l, fu vinto dal come Lucido, ca100 dei Ghibell in i. Nel 1438 la città fu presa clagli Sforzesch i che vi fecero erigere

una fortezza,

costruita

da ll 'ìng.

m ii . anconetano

Giovann i Socio . Quando la città tornò alla Ch iesa, cui pr ima ap parteneva (1443) la forte7,za venne fatta d emolire. I. Trattato di T olentino ( 19 febbraio 1797). Pace t ra Francia e Santa Sede . Il P apa r itira ogni adesio ne alla lega armat a contro la Francia e lice,n ia una pa rte del r roprio esercito. Chiude i suoi porti al le nav i d elle P oten ze i n g uerra con la Francia, e cede a questa tutti i suoi d iri Lti sulla cinà d i Avignone e d ipendenze, come pure le Legaz io n i di Bologna, cli F errara e della Romagna. Ancona rima rrà col suo te rriwrio in potere d ei F ra ncesi fino alla pace continentale. 11 pon tefice pagherà 15 milioni d i lire, oltre i r6 che restaao ancora ;i pagare in virtl1 della tregua d i Bo logna, consegnerà

10 0

capolavori in q uadri , statue ,

vasi , ecc. , 500 codici e 300 mila lire, q uale i ndennità d ovuta alla famig lia d cll'u-:ciso Basville . Tutti i d e tenuti per opinioni politiche sa ranno liberi. Alla cornpiura esecuzione di_ q uesti patti, i Fra ncesi_ uscn anno dagli Srati pon1 ifici .

IL Battaglia di Tolentino (3 maggio 1815). Arpartiene alla g uerra d i Murar per l'Indipendenza (V.) d 'Italia e si svolse presso il mon te Milonc, a poch i Km. da T. in d irezione- <li. tvtacerata. Il 2 m:iggio i Napoletan i avevano ripor.. tatu un successo (combattimen to di Pollenza) sulle alture del d ello monte . E rano 12.000 (14 bgl. di )inca, 6 della Guardia e alcun i sqdr. di la ncier i) contro 1 5.00 0 ,\ ustriaci

Nicolò da Tolentino (l\1onumento funebre di A . Del Castag no nel duomo d i F iren:,;.e

ero il d uca d i Milano . Passato al servizio d ei Fiorent in i, nella battaglia d i Castelbologncse (28 agosto 1434) venne sconfitto e fa tw p rig ioniero : morì o fu fatto mori re poco d opo la sua ~a ttività .

Tolta. Com une in prov . d i Roma, sopra una coll ina, presso la sr . d el Mignonc. Nel 107.1 g li abita nt i si ribellaro no al papa, ma fu ro no so ttomessi . I Vitelleschi se ne impad ronirono , e poi Federico li. P a pa Paolo Il in viò un esercito per impadronirsi del la terrn, ~1a non vi riuscì per~ chè i papa: ini fu rono respin ti d:igli abita111i con l'aiuto degli Orsini . Per I 'jruromissionc d i Ferd in ando d'Aragona, si add ivenne ad un trattato, per cui T. iu vcn~luta alla Santa Sed e. Nel m arzo 1799, resistette all 'esercito francese, il qua le fucilò più d i 100 prigionie ri che aveva fatto . Della T . me d ioevale resr.a una torre, detta dei Frang-ipane . Tollenon,2. J\nr. macch ina da guerra, mc<lian lc la quale venivano solk:vatc fi no a1l ·altezza di mu ra m:.rnic.:.hc g1·osse reste c.J i vim irii o ras~e <li legno contenenti alcuni soldatl 1

agli ordini <Jel gen. Bianchi. Il 3 maggio avanzarono con.. tro gli Austriaci che si d isponeva no ormai ad abbandon are T.J q uando Murar, riC<.:vutc pessime notizie sulla sÌ lLJazione

del suo regno, arrestò il rnov imen to . Gli Austriaci ne ap .. profittarono per muovere all'attacco, protetti da efTicace fuot:o d 'artiglieria. Le i anterie oapoletaP-c. caricate dalla 1

cavalleria

nemica,

vacillarono . Nell a

2 1t

(livis. ,

il gene -

rale D'Aquino p:·esc il posto del D 'Ambrosio ferito, ma non riuscì a rimediare aJ!a situazione : k d ue <livis . (2{t, e 3•) che a\'evano preso ~'arte alla bartaglia, fu rono cosr,·ette alla rilirnta, avendo perduto 2300 u. d i cui 600 p rigio n ieri . Gli Austriac i confessarono 2 ro morti, 547 ferit i, 123 dispersi . Niu rat ripiegò ~ Porcociv itanova dv\lC si riu nì alla 1 " ,fo, is . (Carascosa) , 1

Tolentino (Nicolò Mauruzi , detto il T. o Nicolò da Tolentino). Capitano d i ve ntura, n . a T olen tino verso il 1350. Iniziò la ca rrie ra delle anni sotto Pando lfo Malatesta e

Tollenoni (a cassa e a cesto)

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per roter occupare la somm ità <lellc mura e permettere quindi la scalata. Erano manovrate CO'l contrappesi, o con argani, e corde.

Tolmezzo. Ilattaglionc alpini, co,tituito il 1<> luglio r908 pre.,so il 7" rcgg., pa,snro il 1° ottobre 1909 al l '8°. Parte c ipò alla guerra Italo-turca 19u-1912 ed alle successive operazioni in Libia, meritando due mcc\. d'argento, una ad Asabaa e l'altra ad Ettangi. Comprende le cp . 6~, 12" e 723 • Per la guerra Italo-austriaca, per la quale costituì le compagnie 109" e 2723 , occupò inizialmente il pasio di monte Croce e poi combattè per la conquiita di Pal Grande e di Pal Piccolo e del Freikofcl, guacbgnandovi una med. d'arge lllo. Nell'arrile 1916 ec,lette la 109• compag nia al bgl. M. Arvcn is di nuova costituzione. Durante I •offensiva austro-tedesca dell'ottobre-novembre 1917, ripiegò, dopo a,·cr opposto all'invasore successive resi,tenzc, al passo della MHuria, n,~ non potè sfug,6ri re ad un aggiramenLo nemico che g li produsse g ravi perdite. Riordinatosi fu schierato su l Grappa. Inviato, nel febbraio 1918, nella z.ona del Tonale, difese accanitamente la sella omonima e quella Cady. Partecipò alla nostra offensiva finale sbarrando, al Colle dd b Mendola, il passo al nemico fuggente. Le< sue perd ite ne lla guerra Mondiale ammontarono a ufficiali i-noni 12, feriti 46, dispersi 48; u. di trupra m. 201, f. 1000, d. 118<}.

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naggio, Luigi Xli. e Francesco I vi fecero eieguire lavori ponu:di e fortificazioni. Non potè però resistere agli assalti del duca di Borbone (1524) e di Andrea Doria (1536) che se ne impossessarono. Enrico Il ed Enrico IV accrebbero i mezzi della piazza, rna essa non assuric a vera irnporcanz:i che SOito Luigi XIV il quale ebbe l'idea di farne un grande porlo fortificato cd a ciò provvide incaricandone il Vauban che diresse i lavori. Le fortificazioni d i T. ebbero sv iluppo dopo la guerra del 1870-71. con una cinta cli sicurezza in vicinanza della ci1tà cd una linea di bauerie e forti staccati alla distanza di M:i a no,·e Km. dalla ciuà con due fr:imi: a terra e a mare.

I. Assedio di 1'0/one (1707). Appartiene all a guerra di Successione di Spagna. Gli Austro-Piemontesi dopo a,er vinto, souo gli ordini del duca di Savoia e del rnncipc Eugenio, l'esercito francese ed averlo costrecro a ripassare le Alpi, invasero il Nizzardo nel lugiio, d irigendosi su T. dove giu nsero il 26 luglio, mentre la flotta inglese, agli ordini dcll'ammir. Showcl, teneva il blocco dal mare. Difendeva la piazza il maresc. Dc Tcs,é, coadiuvato dal1'arnmir. Langeron, con una guarnigione d i 16 .000 u. e 200 pezzi, più 5000 marinai sbarcati da lla flotta posta in disarmo. Lo stesso giorno gli Austro-Piemontesi si impadronirono delle posizioni di M. Faroo (allora noo fortifi-

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Battaglia di Tolone ( 1 743)

Tolm ino. C ittà sulla sponda sr. dell'l son·to, nel suo corso medio. Di particolare importanza strategica, poichè dalla conca di T. si ipriva una delle principali vie d"invasionc verso il cuore della monarchia austro-ungarica. Per tale ragione l ' Austria , in previsione della guerra con 1' Italia, aveva provved uw a difenderla fortemente, costruendo <lavami alla città una testa di ponte, i cui pilastri sulla riva dr. dell 'Ison1.o erano costituiti dalle alrurc di Sama .Ilaria e Santa Lucia (V .) che le fanterie ù alianc allaccarono a lungo invano; subendo gravi p erdite. La mancata presa dei I.om (V. Baimizza) cd il mancato raggiungimento del solco di Chiapovano permisero al Comando austriaco di mantenere il p ossesso di T. e di far sboccare, anzi, di là , pane <iclle truppe austro-tedcscbe, che causarono il rol'escio iwliano nell 'o tto bre succes;il'o. Fu da T ., iofatti, che ncll'offensi,•a del 24 ottobre mossero i gruppi Bcrrcr e Scoui, i quali avel'ano l'incarico di irrompere nel punto di sutura tra il IV ed i l XXVII corpo d 'armata e di impad ronirsi delle importanti alture di dr. dell 'Isonzo. Tolomeo (Sotero). Re d'Egitto (367-283 a. C.). Nato in Macedonia, fu generale di Alessandro Magno. Partecipò alla coalizione contro Antigono. Nel 305 fondò in Egitto la dinastia dei Lagidi. Scrisse una stor ia delle guerre di Alessandro, che non è però giunta sino a noi. Tolone (ant . Telo,,is portru o Telo Ma,•tius). Città della Francia, nel cl ip . del Varo, porto di g uerra di prima classe, con due rade, grande arsenale ed ampi bacini di care-

caca) e dell'altura di S. Caterina. li 15 agosto dette a lture l'erlnero riprese dai Francesi. S i manifestarono intanto dissidi fra gli Alleati; mancò l'accordo con la flotta inglese in progettate operazioni; giunse inohre notizia che il duca d i Borgogna dalla va lle del Rodano e il marcsc . di Berwick dalla Spagna, venivano in soccorso dd la piazza. Qucica situazione indusse gli :\ustro-Piemootcsi ad abbandonare l'assedio nella nouc dal 21 al 22 agosto. li. IJ111taglia navale al largo di 1'0/011c (22 febbraio 1743). Appartiene alla guerra di Successione d'Austria. La flotta inglese (31 vascelli e 3 fregate) a~li ordini dcll'ammir. Matthews bloccò T., ove erasi riparata la flotta spagnuola (amrni r. N avarrc, J 2 vascelli) cbe vi aveva raggiunto la · flotta francese (amrn ir. Dc Court, r5 l'ascclli e 4 fregate). Il 22 Ccbbraio queste due squad,e riunite, uscirnno dalla rada dirigendosi alle Baleari. Il Matthcws, che era alla fonda alle isole di Hyères, innalzò il segna le di combattimento puntando sulla flotta nemica . Ma il Dc Coun , manonando abilmence e combattendo, riuscì a sfuggire ali 'attacco avversario, disimpegnandosi per poter condurre la Aoua spag nuola a salvamento a Cartagcna. Il Matthcws non vinse la battagl ia a causa di un vivissimo d issid io esistente fra lui ed il suo dipendente vice:immir. Lestock, la cui squadra, per studiata lencezza, non pre,e parte acti,·a aila battagfo. III. Assedio di 1·oto11e (1793). Appartiene alla guerra della Repubblica francese . A metà agosto la flotta ing'.cse


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(ammir. 1-Iood, con 21 vascell i di linea) si presentò nella grande rada di T. Jl popolo d i T . . , ind ignato per l 'esecuzione del re, e i comanda111i della flotta francese {17 navi oltre a 4 in ripara7.ione e 9 in armamento) consegnarono 13 ciuà agli Inglesi. Soltanto l'ammir. Juhen si oppo:.c, riusceu<lo a sfuggire a tale dedizione ed a mettersi in salvo

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dronirsi ,!ella ~ Piccola Gibilterr,1 » e delle posizioni dcll 'Aiguilleue. Presa quella zona che signoreggiava la r;ida, non solo si sarebbe facilit:ita I ·ocwpazione delle altre posizioni e degli altri foni, ma si sarebbe resa imp,mibile la permanenza delle navi nemiche. \"enne perciò armata una batteria di 6 pezzi da 24 sulla posizione .-\rene, cd essa di-

Assedio di Tolone ( 1793)

con gli equipaggi della sua squadra (7 navi). Appena occupala la piazza, Hoo<l provvide a sistemarla a difesa, rinforzando le opere esistenti e costruendo una nuova grande ope ra all'estremit~ del promontorio dcll"/\iguillette, che venne chiamata « Piccola Gibi lterra » cd anche « opera Mulgrave » dal nome dell'ing. mii. che la costru;sc. Affluirono a T. 4000 Spagnuoli, 28oo Piemontesi agli ordini del gcn. Dc Bucler, 8000 .:-lapolctani. L'ammir. Hood potc\'a con lare su 20.000 uomini, 16oo guardie nazionali di T . e la Aotta. La Convenzione fece 1,loccare la piazza ed inviò {orze per rioccuparla, che raggiunsero. sotto il gen . Dugommier. il totale di 28.000 u. con sufficienti artiglierie. 11 1° ottobre i f"rnncesi occuparono due ridotte avan'l.ate del forte Faron, ma un contrattacco di !nglesi , Spagnuoli, un bgl. napoletano e 7 cp. c.1ccia tori e gr:rnaticri piemontesi, le ritolse loro ricacciandoli in disordine. In questa ~7.rone le truppe italiane ;i distinsero occupando per prime le ri<lutte: vi rifulse il valore dei soldati Sc:rno e Marciandi, decora ti con mcd. d 'oro. Un n uovo attacco <lei Francesi al Faron venne respinto il 15 ottobre. In una lunga ;cric di combattimenti le uuppe italiane si di>tinscro grandemente. L'esito sfa,•orevole delle operazioni d"attacco S\•oltcsi fino alla metà <l"ottobre indu,se il geo. Dugommicr a cambiare la sua direzione d'attacco : qui si r ivelò la gen ialità tanica del maggiore d i artigl ieria Buon:1par1e, del quale il gcn. IJugommicr adottò il progetto. Si trattava di concentrare tutti gli sforzi e tutti i mezzi offensivi per imra-

sturbò tanto gli assediati dal 28 novembre, che questi la presero d'assalto e la rovinarono in pane. Ma essa venne rioccupata dai Francesi e munita di nUO\'e e più gros;e artiglierie. li J 4, 1 5, 16 dicembre il bombcudamento della « Pie.cola Gibilterra» fu violentissimo; nella nollc sul r7 le truppe francesi, su più colonne agli ordi ni dei gen. Labarre e Victor, assalirono l'opera che nella marrina del 17 cadde in loro potere. Lo stesso giorno cd il successivo caddero tutte le altre ~pere. li forte FMon, difeso dal bgl. cacci2tori del magg. Germagnano Giuseppe, resistette sino al l 'estremo: il Germagnano per non arrendersi tentò un 'audace sortita e cadde combattendo. Il 18 _gli assedianti tentarono un comrattacco generale che non ebbe esito alcuno: si dovette provvedere al l'imbarco dei d ifensori per le isole Hyères. C li assediati er:rno ancora in possesso del forte d i Lamalgue, difeso dal magg. Saverio Saluzzo e so;lcnuto all"esterno da una cp. granatieri piemontesi agli ordini di Costa di Bcauregard : la loro resistenza diede un poco di respiro e favorì l'imbarco delle truppe. Il 19 dicembre Dugomm icr fra il d ivampare <legli incend i entrava in Tolone . Nella difesa della piaz:Ga i quattro bgl. piemontesi ebbero 300 morti e circa 6oo feriù; i Napoletani 200 m. e 400 kriti .

Tolos a. Città della Francia, nel clip. della Haute-Gar onne, sulla d r. di questo fiume. J Visigoti ne fecero la loro capilale e invano l 'assediò Litorio, generale di Valentiniano lii. Cadde per l,reve tempo in mano di Clodoveo (507), poi passò ai conti d 'Eude ai quali fu tolta nel 767


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da Pipino. Fu assed iala in principio del XIII secolo dai conti di Montfort. T. ebbe una buona cinta di mura con grosse torri fin dal medio evo .

I. Assedio di Tolosa (106 :,. C.). li console romano Quinto Servilio Ccpione ~veva occupato la cinà lasciandovi un presid io; ma, in sua assen za, gl i abit:mti lo a ttaccarono e lo fecero prig ioniero. li console tornò a _7'. e la ci nse d"as• scdio, riuscendo :, riprenderla con l'aiuto di p:me dei cittadini.

Il. Pace di Tolosa (455). Fu conclusa fra Teodorico 1[, re dei Visigoti e il generale romano 1hito, a condizione che Avit0, essendo srato ucciso l'imperatore Massimo, prendesse il t ito lo di imperato re: Teodorico si d ic hia rò amico e alleato dei Rom:ini e pronto a combattere per essi .

lii. Pace di Tolosa (797). Mentre il re Luigi d'Aquit:1111a teneva nd la città una d iclrt della sua nnzion~. ricevette :un~ basciatori di Alfonso il Ca,to, re <!elle Asturic , con i quali

rinnovò la pace e J'amici,-ia, già esi,tcnte fra i <luc paesi. Nella stessa occasione il re Luigi rinno"ò la pace anche con gli 1\rnbi , confi nanti con l'Aquita nia. con i quali aveva

già conclusa pace nel ;90. IV . Rattnglia di Tolosa ( 1814). Si svolse fra la p iccola a rmarn francese .-lei Me7.Z'>gio mo, comandata d al mare.e . Souh, e le forze anglo-ispano-portoghesi agli ordini del Wellington . li primo <lisponeva dei C. d'A. Reille, D"Erlon, Clauscl (59 bgl.), d i 2500 cavall i, d i 7000 coscritti: in tutto 33.000 u. G li Alleal i (Anglo-lspani-Po rt0ghesi) erano So.ooo. di cui 6o.ooo impegnati nella bauaglia (9 divis. <li fanteria e 2. di cavalleria). La mattina del ro aprile Wel• ling ton ac,accò , u tu tta hl linea, ir1irn11<lo a doppio aggi•

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Tolta. Sorta di requi~iiionc, più o meno forzata. con la quale, a li 'epoca <lei Comuni, si provvedeva a rifornire le mil izie d i <Ju:mto abb isognava loro in vcuovaglic e vestiario, svaligiando 1 cittadini in misura proporzionata alle loro ·ricche-a.e. Presiedeva alla T. un commissario del Comune, per tutela re la giusta d istribuzione fra i cittad ini del gravame e per regolare l 'afflusso delle dcrra1c raccolte ai magazzini militari. Toluene (Chimica bellica). I ndicato anche col nome d i è classificalo fra i composti sussidiari, figu-

« Toluolo»,

raudovi tanto fra i sussidiari attivi (Infiammabili), quanto fra i compo,ti coadiuvanti (Solventi kggeri). 13rucia faci lm ente con fiamma luminosa. Dura nte la g uc ,.,.~ Mo nd iale fu IMgamente impiegato, oltrechè come infiammabile e combustibile, anche quale solvente e coadiu,•ante di taluni agg rc,sivi chim ici; granrl i quantitativi , iPoltre, furono dc· s tinati al la prcparnionc clell'csplosivo c h imico Tri1111ro•

wluene (V.).

Toluol-ammonal. E,plosivo wscituito d i ammonal e trin irrotoluene. Fu impiegato dall 'cscr('.ito au:,.triaco pel cari-· camemo dei proicui e delle bombe. Tomadelli (Giovanni). Generale n,acchini, ta della R. M., n. a Burano, m. a Venezia ( 1861 -1926). Sottot. macchinista nel 18S1, fu dal 1920 al 1925, quando andò in P . A., a ·c apo del corpo degli ufficiali m acchi nisti, come tcn. gen. ispellorc per I~ d irezione delle macc hine . Tomahawk. Ascia di guerra, adoperata da~li Indiani

ramento. li maresc. Soult tenne testa, ripiegando dai f'OSli avanzati, fino a sera, quando giudicb che nel giorno SC· g uente il movime nto eggi,antc g li av rebbe tolto ogni linea

T omnhawk

pellirosse del . orci-America . Era nelle loro mani un 'arrna te rr ibile per la lott:1 corpo a corpo.

Tomas-ell i (Eugenio). Generale. n. a Benevento nel 1872. Sottot. del genio nel 1898, partcc int. alla g11crra in Ci ,rn d el 1902 e 1903, cd alla guerra eo~u-o l'A~stria; nel 1932 fu tra,fcrito nella riserv:, e rromosso generale di brigata.

Tomassucci (Fulvio). Medaglia d'oro, n. a Viterho nel 1887. Sottot. d i cmnplcmc nto di f:rnteria , richi?.mato per

Dattaglia di Tolosa ( 1 S 1 4)

di ritirJta. :'-/ella notte pertanto, abbandonando in T. 1500 inalati e feriti. riuscì a riurarsi inch~lurbato, mentre Na.. poleonc a bdicava a Fontaincblcau. Nella battaglia si d ist in sero il 32° regg. leggero. il ll5" tli linea . il 26° cacc iatori a ca,allo, cuni composti di Italiani: e più il 31° leggero, costituiro d i Piemoru.csi, che, asserragliati in numero di 1800 11el convento deuo dei Minim i, ten nero lesta lino a sera a 18.000 Anglo-Portoghesi inniggcndo loro gravi tx,rditc. Queste ammontarono in rutto, da pane <lei Francesi, a 321 m o rti, 2369 feriti, 541 p rig io n ieri ; le perd ite degli Alleati furono d i 21 2,1 Inglesi, 1727 Spagnuoli, 607 Portoghesi.

la guerra 1-londiale, ouenne di pa1sare nel servizio elTet· tivo per merito di guerra . Già segnalatosi in molte!>lici OC• casio1l i, d ecora ti) di med. d'argento n Plava. nel 1915, in un combattimento sul Faiti, il 3 1lovcmbre 1916, venne fe. rito gravemente e fatto prigioniero. Per le gr.mdi prove <li valore d ate in quella circostanza, i l T .. che d ivenne poi console della M. V. S . N., fu decorato dcllà mcd. d'oro con b scguer.tc n,oti\-a;tione:

u Comandante <li una <.:omp3gnia, cui aveva saputo infon• derc il suo ardime nto, irrom peva tla llc nostre trincee su quelle avversarie, conquistandole e faccado"i numero,i prigionieri, avanz3ndo ancorn, alla te~t:t della sua compag111~1. per oltre lln ch ilometro. l ncarica:o di mante nere il contatto col nemico. no:, gli riava tregua . Contrntracc:rto da questo, lo re,pingen ed insegui,·a, e con gli altri reparti del bauaglione contribuiva a conquistare 1111:1 nuova posi zione (.'ÌÙ avanzata cd a. fo rvi inolti a!tri prigion i~ri . Il g iorno dopo, bcnchè destinato cli rincalzo, com1're,:1t1c la


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necessità, fu il p rimo ad usci re dalle nuove posizioni per slanciarsi co~ mirabile ardire contro I'avversario , che •in grandi ìorzc veniva ancora al contrattacco, e ne anraver-

SFa le d isorganizzate fi le d;rn• do modo al ba ttag lione d i circondare una colo nna avver-

sa ria d t oltre m ille uom ini con ufficiali superio ri, e d i farli p u re p rigionieri. Sorpreso alle spalle d a l fuoco d i una mi-

tragliatrice abi1rnenrr; oJscosta, la ·circondava co n pochi uomin i, catturandola insieme al suo personak . Incar icato d i riconoscere un 'impona11tc posizione, col suo reparto si slan-

cia va sui rericol;iti avv<:rsari, T on1ass ucci Fulvio li attnixcrsava ed o~cupava -13. tri m.:ca d i cresta , vincendo J"ostinata resistenza d ei d ifensori e ponend oli ill fuga . Contrattacca to subite <lo!"' d a forze superiori, resisteva fino al1'ultinu. carruccin, finchè, ferito g raven1c nte , cadeva nelle man i d ell 'avversa rio"· (Vcliki H r ibach-F aiti Krib, 1-3 novembre 1916) .

T omasuolo (Edoardo) . Generale, n . nel 1856, m. a N apoli nel 1g18 . Sou ot . d'art. nel 187~, divenne colcnnd lo nel 1906, coma ndò il , 4° e I' , , 0 a rt. d a campagna e fu clire ttorc d 'a rt. di Alessandria. Collocato nella r iserva ne l r9r3 , fu promosso magg. generale nel 1915, nel q uale anno venne richia mato in servizio e fino al 1917 fo com~ndante <lei centri di mobi litazione a Napoli . Nel 1923 assunse il g rado d i gene rale <li d ivisio ne. Tomatico (,\fonte). È aJ.1.'c stremità del con t rafforte più o rientale d d M . Grappa. Combattil,1e11to di Monte 'J'omatiw ( 1917) . Appartiene al la gucna Mondi:de, oper;izioni degli Austria..::i per impad ronirsi d el Grap pa . La sera d el 12 novem bre occupa va le pend ici occid entali d el mon \c' il bgl. alpin i Arvenis ; occupava la vetta il bgl. alr in i Val Cismon, occupa va le pend ici or ie ntali a Quero la b rigata Como. 11 14 si sviluppò

m an mano verso la vetta . Verso mezzod ì la nebbia improvvisamen te .scomparve e g li Austri:1ci furono scoperti vici• n issimi. Con tra ttaccati subito alla baionetta ed inseguiti, n on ritentarono la prova . Nella notte sul ,r5, essendosi con• starato che la rosiz ionc d el Val Cismo n era troppe) avan• zata, il bg l . ricevette l'ordine <li ripiegare l'Crso il Grappa.

Tomatis (çonte Giuseppe) . Generale d el sec . X VIII. Colonndlo nel Tj89, e bbe il comando della città di Cherasco. Passato nel 1791 a coman dare Ivrea e nel 1703 Tortona, fu p romosso br igadiere di fanteria nel 1796. T omba (Monte) . Cot1trafforte oricJHak del massiccio d el Grap pa (m . 868), a breve d ist anza della r,va dr. del P iave . Dopo la perd irn tki contrafforti Settemrionali de I Grappa , alla metà di novem bre 1917 la d ifesa iia lia na all 'ala d r. d ovette ridursi sulb linea To rr,ba-Monfcnera, subito in vestita d all 'avvcn;.1rio. I primi attacchi f urono sferrati il l8 no vembre , ma , salvo qualche p icco lo van t~ggio sul costone de l Munfcnern , g li Austro-Ted eschi non r iuscirono ad a vere rag ione d ella difesa opposta dalle tru ppe d el IX C. d'A. , nè quel g io rno nè il giorno successivo. Dopo qualche g iorno d i sosta, il 22 gli Austr iaci ritenta rono la conquista d el T., riuscendo alfi.ne ad imrossessarscnc) dopo d ura vi,cnda d i attacchi e contrattacchi . Pri ma, oerò , della fi ne del l'anno, e precisamente ?I 30 d icembre, un attacco della 37a d lvis. francese . p reced u to d a una poderosa e ben pred isposta :izionc d'a rtigl ieria, ci rid ava il possesso defini tivo d el m o nte, che rimaneva in nostre man.i lino al term ine delia guerra . Tomba Gùrsepfe. Generale med ico, n. nel 1859. Sottot . medico nel 1884, raggiunse il g rad o di colonnello n ~I 1917, e dopo d i essere stato dire ttore d ell'osped ale m ii. d i Nov:1ra1 andò in P. A . S. ntl 19 20 . i\1agg. generale medico nel 1924, passò nella riserva nell'anno seguente e nel 1928 fu p romosso tc n. generale .

Tombesi (Raul). Generale, n . a Pesaro nel 1868. Sottot. d el gen io nel 1887, fu in L ibia e pa rtecipò alla guerra cont ro l' Austria . Colonnello nel 1916, fu poi d ire tto re d el gen io

a Palermo

e c01n and ò

il 6° genio ferrovieri . 1n

P . A . S. nel r 920, fu p romosso generai.e <li br iga ta nella riserva dieci anni doro .

T ombeur (Ct1rlo) . Generale belga, n . nel 1867. Fu !un-· gamcnte nel Co ngo : allo scop pio della g uer ra Mon d iale radunò e co mandò le t ruppe belg he p artecipando alla lotta co11tro gli Inglesi n ella regione d el Tan ganika, prend e nd o T agora nel 1916 e d ive ne ndo m agg. generale. T ombolan-Fava (Ottorino). Med aglia d'oro, n . a Strà nel i 895, cad uto sul Piave. nel r 9 t 8. U fficiale d i artiglieria in S. E . P . aveva ragg iunto, g iovan issin10 ,

Combattimento sul T omat ico (1917) Bianchi gli It~liani; n~ri gli Austriaci

con largo i1n p icgo d i rn itragl iatrici l 'attacco .a uslriaco, determinando intorno al monte u na ser ia lo tta nella qua le gli Austriaci fu rono alla fine respi nti . Do!>O un.) n uova p reparazione d'a rt. <lura ta sino alle ore 1f , gli Aust riaci si lanciarono ad un nuovo attacco thc foce p rogressi p<:rchè la ne bbia ne favor iva l'a va nzata : gli Alµini ripiegavano

il grado Ji

cap ita no , d opo a ver g uadag n ato, col suo valore, u na med . d i bro nzo ed un e n comio solenne. Nella ba rtagl ia del Pia ve cadde da p rode e alla sua mcm .Jria fu confe rita la mcd . d'oro con_ la seguente motivazione : ,, Comandante d i una delle b,1uerie da cam pagna piè, esposte del settore, conscio d d l'alto compito d'onore afTì . datogli, predisposta ogn! cosa per la rc3istcnza, attese sereno i l mo mento ,del!'attacco. Nell'istan te sur rcmo, ricevuto l'ord ine dell a difesa ad ogn i costo ed assalita I.; batteria da forz.c p repond eranti, fulgido e.;empio d i coscien te sacrificio, pr imo .fra i p rim i, correndo da pezzo a pezzo, per incitare i suoi soldati , prima sparando d zero . pn i dife ndendosi con le bom be a m a no e col fucile, assicurò col sacrificio delJ a


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sua batteria il ripiegamento <lei pezzi <li medio calibro, impegnando col nemico una violenta lotta corpo a corpu, finchè, cqlpito da una bomba a mano in j,"Ìeno petto, cadeva da eroe sul pezzo ultimo rimastogl i, col fucile ancora spianato verso il nemico e col nome d'Italia sulle labbra ». (Musile, r5 g iugno 1918).

venne i noltre console generale me<lico <lclla Milizia Volontaria per la Sicurezza N azionale .

Tommasini (Paolo) . Generale, n. a Castel S. Lorenzo, m. a Reggio Calabria (1863-1i122). Sotto:. di fanteria nel 1885, fu io Eritrea due volte; prtccipò alla guerra Libica meritandovi due med , d i bronzo, Colonnello nel 1916, prese parte alla guerr a contro l'Austria e comandò il 95° fa nteria . Brigad iere gen. comandante la briga'ta Como nel 1918, meritò la croce da cav. dell'O . M. S . e nel 1920 andò in posizione ausiliaria speciale, Tommaso I. Conte d i Savoia (n89-1233). Succc;d uto al padre Umberto III , ottenne dall'imperatore Enrico la revoca del decreto che lo poneva al bando dell 'impero, e riacq ui•tò i suoi S tati, Ebbe in dono Chieri, acquistò Pinerolo, sotto mise Carignano e Chambér y, espug nò Moncalieri, ottenne la carica d i vicario imperiale.

Tom~olan Ottorino

Tommasi Eugenio

Tommasi (Crudeli, Eugenio). Generale, 11. ad Arezzo, m . a Bergamo ( 1825-1893). Proveniente dall'esercito toscano, partecipò alle campagne dell'Indipendenza e vi meritò la menzione onorevole . Colonnello nel 1881, comandò il 24° fanteria. Magg. generale nel 1888, ebbe il comando della brigata Acqui . Tommasi Camilla . Generale, n . a Milano nel 1848. Sottoten . di cavalleria nel 1865, partecipò alla çampag na del 1870. Colonnello · comandante i cavalleggeri di Roma nel 189,1, divenne magg. generale comandante la 2a brigata di cavalleria ne l r900 ed ebbe dal 1904 al 1907 il comando della Scuola d i cavalleria . Tcn. generale nel 1907, fu comandante della d ivis. mii. di Bari e po i d i quella d ; M ilano. Comandante il IV C. d'A. nel , ,9u andò in P. A . nel 1912 e nel 1917 passò nella riserva.

Tomma,i Donato Antonio. Avvocato generale della Gill stizia militare, n. nel r867. Ebbe nel 1918 il grado d i ten. genera le del corpo della Giustizia mii. e lo re nne sino a l ,923. Nel 1921 rappresentò alla Camera dei depurati il collegio di Lecce (XXVl legislatura) .

Tommasina (Mario). Generale medico, n . nel 1857. Sottot. medico nel 1881, d ivenne colonnello nel 1915 e fu d irettore dell'ospedale m ii. d i Novara . In P. A. nel 191j, fu t rattenut0 in serviz io sino al 1919, anno in cui venne r romosso brigadiere generale med irn nella r iserva. N el 1923 ebbe la promozi01:c a maggior generale med ico, e d'-

Tomm.ssi Camillo

Tommasina Mario

Tommaso ll. Conte di Savoia (1199-1259). Resse le contee d i Fiandra e dell 'Hainaut che aveva av uto dalla moglie Giovanna d i Fiandra. Ba ttuto dagl i Astig iani a Montcbruno (1256), rimase per qualche tempo prigioniero dei Torinesi . Fu carostipite dei Conti d i Piemon te, d ivenu ti poi pri ncipi d i i\caia e di Horea . Tomma10 Ili di Savoia. Conte <li Mo riana (r248-1282). Figlio d i T ommaso Il, ebbe lunghe guerre con Guglielmo VII, marchese d i Montefel tro . Tommaso Fra11ce1co di Savoia , rnarchc,e di Busca, principe di Carignano, n. e m . a Torino (1596-1656). Ult imo figlio del duca Carlo Emanuele l, capostipite del ramo Savoia-Carignauo, dal quale discende la Casa Reale italiana . Valente uomo d i g Lcrra, passò al ternativamente dal servizio di Francia a quello d i Spagna. Era tornato a lla Francia, allorchè morì in seguito a ferite di g uerra.

Tomma,o Alberto Vittonà di Savoùi, duca di Ceno11n. Ammiraglio, n. e m . a T orino (1854-,931). F iglio d.i Ferdinando duca d i Genova, fratello d i Vittorio Emanuele li, iniziò la ca rriera nel 1868, appena quattord icenne, arruolandosi come volontario cannoniere <li 2• classe e percorrendo quindi rutti i grad i della marina. Scoppiata la gllerra Mon<liale , fu nominato luogotenente de l Regno per tutto il per iodo d i essa essendosi S. M. il Re recato alla fronte. Tomma10 Culli. 163• Legione della M. V. S . N ., prima chiamata Aspromonte (V.),

Tommasoni (Massimo). Gencrnlc, n. a Roma, m . a F irenze (1854-1931) . Sottot. , li fanteria nel 1875, d iven ne colonnello com andante il 44° fanteria nel 1903 e f u pro-

Tommaso di Savoia Duca di Genova

Tommaso di S avoia

p:rindpe di Carignano


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mosso magg. generale nel 1909. Comandò la brigata Acqui, fu in Libia e nel 1914 collocato in riser va, vènendo pron1osso ten. generale ranno seguente .

Tommy (o Tom Atl(inr). Nome comune dato al se1nplice soldato in Inghilterra. Tonale (Colle del) . Passo delle Alpi Cem;ali che mette in comunicazio ne il bacino dcll 'Oglio con quello dell 'Adige. La rotabile da Edolo risale la Val Camon ica sino a Ponte d i Leg no e s' inerpica con larghi risvohi al valico (1884 m.) scendendo roi uell'alta valle del Noce (Val Verm iglio) donde passa in Val di Sole a Malè. Dopo C i.s piega a sud imboccando la Val di Non e per Clès-Dermulo sbocca a Mezzocorona, passa l'Adige e s·innesta alla grande strada

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Austriaci, i quali in fi ne luglio attaccarono con r500 u . il passo, ma vennero resointi dai Volontari. Questi F'erò i l 10 agosto, in seguito alle vicende della guerra, si sciolsero tornando alla spicciolata alle loro case. li colle del T . fu occupato nel 1859 da un d istaccamento di Garibaldini, e nel 1866 dagli Aust riaci. IV. Combattimenti sul Tonale (Guerra. Mondiale). l i passo fu occupato dalle truppe irnliane fin <lai pri mo giorno della guerra; nei g iorni successivi caddero i n nostra rnano g rande

parte delle vette che lo dominano. Alla fine di agosto 1915, fu rono espugnate dal lll C. d 'A. alcune importanti posizioni, che ci permettevano di portare le nostre linee d i osservazione fino al margine occidenrnle della Conca di Prcscna . L a situaz ione rin1ase press'a poco stazionaria ne -

gli an ni succtssivi1 salvo piccole azioni d i dettaglio e <li. rettifica. Nel giugno 1918, due giorni prima d i iniziare la g,:a nde offensiva sulla fronte Astico-Piave, gli A ustriaci tentarono un attacco diversivo, e il mattino del 13 giugno, dopo d i avere .sottoposto a vivo fuoco d i artiglieria le nostre posizioni, una d ivis. austriaca ven ne all 'attacco a nord e

a sud del Passo; ma il pronto i ntervento del la nostra artiglinia cd il fermo contegno d egli alpini che presidiavano le posizioni, opposero al nemico una barriera jnsorn1onta-

oilc , costr ingendolo a ,ip:egare in d isordine. Nel pomeriggio l'attacco fu ritentato con maggiore violenza . A ,n ord il nemico riuscl ad aggrapparsi alla cima Cady, ma prima di sera ne venne r ibuttaco; a sud potè espugnare e mantenere la quota 2545 dei Monticelli . In comF'lesso, questa azione, che nel piano d 'attacco aust riaco era stata d eno minata

Camicie nere e premilitari al passo del Tonale

Trento-Bolzano. Questo t ratto stradale si prolunga da Edolo verso ovest e attravc1so il Colle dell 'Aprica (1181 m .) passa in Valtellina, venendo così a conferi re unità funzionale a un solco caratter istico della regione alpina, che acquista maggiore va lore per l'esi,stenza d i aìtre no tevo li din,mazioni, cosl che la funzione del T. è d i collegamento fra importanti arterie strad~li e fcrrovi:tric, e può assmnerc uf-

ficio notevole dal punto di vista militare per movimenti di rndunata in vicinanza della frontiera .

I. Combt/ttÙncnto sul T onale (1813). Un distaccamento austriaco (rooo u .) superata la resistenza del capitano Bcncdeni (130 u.) passa il whe e si sringc fino ad Edo lo . Accorre il col. Neri con 300 volo ntari Valtellinesi, ed aiutato da un bgl. ~Id 16° fan(eria (composto d i· Italiani), il 7 d icem bre respinge a Vezza d "Oglio la retroguardia austriaca, attacca gli Austriaci al T., li batte e li insegue sino in val le Ver migl io , prendendo loro 90 p rigionieri e bagagli e muli. Alla fine di d icembre gli Austriaci rioccupano il col le . Il. Combauime11to sul T011t1!e (1814). È ancora alle prese con g li Aust riaci il col. )/cr i, il q uale coi suoi volontari e i l 6'• regg. fanteria (composto d i l tal iani) actacca gli Austriaci a Terme e al T. ricacciandoli in valle Vermiglio.

IIT. Combattimet110 sul T onale (1848). Dopo il combattimento di Malè il cap. Gu icciardi occupò il passo del T. col suo bgl. d i bersaglieri (500 u.) . Ricevuti rinforzi ( r bgl. bergamasco, r Va ltellinesi e Comensi, 2 cp . del 1" fanteria, 2 cannoni, 90 volontari Svizzeri) agli ordini del magg. Fabrici, si svolse qualche piccolo scontro con gli

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azlonc valanga )>) si chiuse con un clamoroso in -

successo. Il 2 novembre 19 r8 dal passo del T. le t ruppe della 7a armata traboccavano vittoriosamente in val Vermiglio, marciando rapidamente verso la Mcndola . A ricordo della vittoria finale , q ualche anno dopo fu eretta sull'alto del Passo una statua dell a Vittoria alata d i Brescia.

T onale (Monte). Battagl ione alpini, costituito nel maggio 1917 colla 24a cp. sciatori che assunse poi il numero 293• e con quelle alpine 285a e 286«. Il bgl. ebbe inizialmente il numero di 111, app,irtennc al 5° regg. e partec ipò al la battaglia della Bainsiua . Fu poi in linea a Passo Buole; nel marzo 1918 fu inviato prima sul Col , lel1'Orso e poi sul Valdcroa e nel giugno in val Camonica, ove sostenne alcu ,1i combattimenti . Venne sciolto il 10 febbraio 1920. Per la sua co11do tta in guerra meritò la citazione sul bollettino di guerra n. 825 del 27 agosto r917. Le sue vcrd itc ammontarono a ufficiali mort i 4, feriti 14, d ispersi r; u. di truppa m . 60, f. 264, d . 18.

Tonc hino. V. lndoci11t1. Tonduti (Raimondo). Generale del sec. XVI I. Fu capitano generale d, -~ospcl lo : nel 1691 si segnalò nella difesa di. Nizza marittima; divenne poi generale di battaglia. Tondt11i barone Carlo Fmnc~sco . Generale, m . a Vi llafranc::i tli Nizza nel 1762. Con1andò il regg. provinciale

di Asti, d ivenne brigadiere d i fan teria nel Ii3i e fu governatore di Sassari, passando nel 1750 come ten . generale a governare Mondovì e nel 1757 Villafranca.

'J'ondmi della Scarena Gaetano. Generale, m. a Nizza Mari ttima nel 1844. Colonnello d i fanteria nel ·1 821, fu primo ufficiale alla segreteria <l i gue rra e nel 1824 venne colloca to a riposo col grado cl i n1agg. generale . T onduti della Scarcna nnte At11onio Ba•r tolomeo . Genera le, fratello del precedente, n . a Nizza Marittima , m. a


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Grasse (1771-1856) . Uflicia le dcll"cscrcito sar<lo, partecipò alla campagna d elle Al pi rim,,nendo k r iw. P assato al servizio della Francia, vi d ivenne d irettore gen. delle poste e poi ebbe al t<: cariche al min istero dei lavori pubblici. Dimessosi dal servizio francese nel 1817, si ritirò a Nizza m~rittima. Nel 1831 Carlo J\ lberro lo nom inò rrimo segretario degli affari inlcrni e gli con ferì: i ) grado di magg. generale: fu collocato a riposo nel 1835:

TON

elemento può essere sostituito da trinitrotoluene o binitro• benzene .

Tonnellata. Per le navi da guerra, quella indicata negli accordi navali di Washington e d i Londra è d i Kg. 1016. Tonning (o To1111ir1gt11), Città dello Schleswig, alle foci del 'J'reene. Nd XVI e XVII secolo fu piazza forte. I. Assediu di Tim11i11g (1699-1700). Appartiene alla guerra fra la Danimarca ed il duca di Holstein e vennt posto dal re di Danimarca Federico l V. La città resistette respingendo gli attacchi d ei Danesi finchè 'lucsti furono costretti alla ritirata per correre a liberare la capitale, in.vestita da Carlo Xli nel maggio 1700.

li. Assedio di Tun11i11g ( 1713). App1rtie11e alle guerre di Carlo XII <li Svezi a. Un suo corpo di 9000 u ., comandato dal gen. Sreenbock, fu bloccato a T . da un esercilo di Danesi, Russi e Polacchi. Dopo attiva difesa, gli Svedesi dovettero arrendersi per rn.c1ncanza di viveri .

Tonduti Antonio

Toninj Goffredo

Tonelli (Mario). Generale, n . a Tori no nel 1871 . Sou·,t. di fanter ia nel 1894, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 . Colonn,:ilo nel 1917 , partecipò alla g uerra con tro l'Austria e vi meritò una mcd . d'argen to . Ebbe ud 1924 il comando dcli '85° fanter ia. Ganeralc; di brigata corn,:rn. dante la 2Sa b rigata d i fanteria nel 1926, passò due auni dopo al comando d ella b rigat& g ranatie ri di Sardegna e nel 1929 :rnrlò in po$izione aus il iaria venendo promosso gen . di div is. nel 1934 . Tonini (Alessandro). Generale, n. a Torino , m . a Roma (1837-1903) . Sottor. nel 1857, partecipò alle g ue rre del 1859, 1860-61, 1806 e 1870 c<I a Capua meritò la med . d 'argento. Colonnello nel 18'lr, comandò il 6gu Eanteri:, e poi il 1Q alpini. Magg. generale comandante la brigata Torino nel 1889, fu promosso ten. generale nel 1895, comandò successivamente le divis. d i Bari e di Genova e nel 1900 i l VII corpo d'armata. To11i11i Goffredo . Medaglia d 'oro, n. a Rimini nel 1898. Sottot. di complemento nel genio, ottenne nel 1921 il rassaggio Del ruolo effettivo e in L ibia g li fu concessa la suprema distinzione al valote, così 1notivata : « Im barcato di passaggio sulla cannoniera ,, Berenice » , si recava a 1erra su d i un batt<ello, per constat are qual'era la situazione del p residio d i lvfa ;-sa Brega, dove si supponeva fossero i::ipicgati, con1e ct!euiva rncntc risultò, i gloriosi su, pentiti d el battaglione Mclell;. Iniz iava subito lo sgombero dei Icriti, e, prendendo il comando dei superstiti, organizzava la. d ifesa <lel caste l lo contro le soverchianti forze dei ribelli, dando informaz ion i continue e precise al comando d ella na,·e per esegu ire il tiro e tenendo la posizione lino all'ultimo momento, d imostrando sprez;,o del pericolo e brillante iniziativa, ritirandosi so lamente quando lo sgombro e ra completo e dnro d i aver incendiato i materiali residui perc hi: non cadessero nelle mani d ell'avversario ». (Marsa llrcga rLibia], r2 g iugno 1923).

Tonit-e. Esplosivo impitg:Ho pel caricamento delle mine subacquee, costituito d i n itrato d i bario, nitrocellulosa e nitrato di. polassio, oppure di sodio, con varierà dovute a diversa proporzione d i componenti, e al fatto che il terzo

lll. Pres" di Tiinnìng (1714) . Fu operata per assalto dai Danesi, malgrado la sua neurra lità e le proteste del d uca di f-Iolslcin dal quale la città d ipendeva . L a pace susseguente 1·estituì la città al d uca .

Tonolini (Francesco). Medaglia d'oro, n . a Llreno, caduto sul Piave (1861-1918). Ingegnere, arruola tosi volontariamen te sem plice soldato per la guerra, <li vennc sottot. degli alpin i e al comando d i una cp. d el bgl. Stelvio guadagnò una n1cd . d 'argenco a

monre Fior, cadendo poi da eroe nella battaglia d, VittOJ'ÌO Veneto. Ebbe la med . d'oro con la seguente n1otivazione : ,, Ufficiale di conosciutissimo

valore e di singolare ardire, sempre pronlo ad ogni aspro cimenta. anim1tn d; fede indomabile, che sapeva trasfondere in ufficiali e truppa , fu costantememe primo fra i primi d i fronte al nemico. Nel difficile passaggio d i un fiume, Tqnolini Francesco rivendicò per sè il comrito più pericoloso . Tra,cinò imperterrito la compagnia sotto il tuoco intenso d i mitragliatr ici per la conquista di un 'jmportante posizione, agevolando l'azione dei reparti di un altro battaglione. Contro l'ostinata resistcnz:r. d cli 'avversario si slanciò in trepido con due plotoni sul margine d i un ben mun ito costone, spezzando defin itivamente la tenacia del nemico e volgendolo in fuga. Trovò eroica morte sul campo ». (Montagno la d i Valdobbiadene, 28 ottobre 19r8).

Tonolo (E11rico). Genera le, n. a Venezia nel 1869. Sottocen. dei bersaglieri nel 1890, i'artecipò alla campagna in Cina d el 1900 e 19or e vi meritò due mcd. d i bronzo. In Libia dal r9u al r913 vi meritò la med. d'argeuro. Al comando del 35° bgl. bersaglieri alla fine del 1914 andò in A lban ia e poi partecipò alla guerra contro l'Austria . D ue volte ferito e mut ilato , comandò il 226" fanteria, nel quale anno fu pi'Onnsso colonnello. Dopo la guerra comandò i l 10° bersaglieri, In A . R. Q. nel 1926, fu poi riassun to in servizio quale inva lido di g uerra presso il co~ mand o mii . della Sicilia. Nel r93 1 venne promosso generale di brigata nel ruolo speciale,


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Tonti (Ulrico). Medaglia d 'oro, n . a Forlì del Sa nnio, caduto in Macedonia (1887- 19,7). Ufficiale di fan teria in S. E. P . aveva preso parte, col grado d i capitano, alla cam pagna d i Libia. Dopo avn comba ttu to per qualche t empo nel settore italiano durante la guerra Mondiale, fu prontosso m:tggiorc cd inviato in Macedonia, ove cadde da

ÌOP

zontale <l i riferimento - livello d el ma re - (altimetria); operazioni artist iche (d i d isegno) con le quali si cerca d i dare al terreno una immagine il più possibile vicina al vero, avvalendosi di segni di imitazione e <li segni d i convenzione per rappresentarne i vari particolari e la plastica,

valoroso. AHa sua memoria fu conlcrita la medaglia d "oro con. la sc.:g:ut'ntc n1otivazione: « 1n aspro combattimento preparava una colonna , li forze superiori alle competenze del

suo g rado con ,Hnmircvolc calma e grande ri flessività, infon-

dendo fiducia in tutti , e alla testa cli essa, 1x:rcorrendo ter.. rcno scoperto e sconvolto <lai tiro nemico, con n1eravigl ioso Tomi Ulrico slancio e magnifica opera pcr1onale, brilla ntemente occupava g li obbie ttivi assegnatigli. Si poneva poi , d i sua iniziativa, a lla testa di un'ulleriorc ondata di assalto, formata d i due sole compag nie, per la conquista delle seco11<lc lince. e delle artiglierie nemiche, <l ando fulgida prova dì coraggio, e nel

morne nto ln. cui raggìungcva lo sco~70 , rimasto colpito a morte, noncuran~c di sè, continuava ancora ad incitare i suoi uomini , fino a qua ndo cadde esami ne . Eroico esempio d i suprema virtù militare " · ,, Nord d i Mag lauci [ Macedonia J, 9 maggio , 917).

Topazio. Sommergibile, varato <Li i Canri,: ri navali del Quarnaro, a F iume, ne l 1933.

Sommergibile t: Topazio »

Topografia Militare. È lo studio, la ·d esçri~ione, la rappresentazione <le! ten-eno secon<lo concetti e scopi m ilitari . In quanto è stud io del terreno, essa è intimamente legata alla geografia fisica, scendendo però all 'a nalisi ml• nuta dei singoli clementi del terreno, considerati in sè stessi, nei loro m utui rapporti, e nella parte che hanno nella determinazione dd la fis.i()nom ia d i una data regione, tenendo p ,·esente l 'influenza che possono esercitare sulle operazioni m ilitari. Quant'> all a rappresentazione <lei terr eno, è un ramo della geometria applica ta e si giova de lle arti grafiche rapFrcscntat ive. Occorrono infatti operazioni geometriche (d i rilevamento) intese ad ottenere i vari elementi necessari .alla proiezione orizzontale del terreno (planimetria) e le distanze dei punti d i esso da l piano oriz-

Topografi militari al lavoro

di effetti di ch iaroscuro per il m iglior risalto del le forme, e per dare alla rappresentazione stessa una maggiore vivacità <li csrressione. Quanto alb descrizione del terreno, oltre che della rappresentazione grafica (carte-sch izzi p lanimetrici e panoram ici, ecc .) , s i avvale di 1nonografie, me• morie d escrittive, rapporti, ecc. che servono di complemento alla parte grafica, venendov i descritti lutti i particolari che non si possono accennare col d isegno, e in più le not izie statistiche , m il itari e storiche. In Piemonte, nel 1737 Carlo Emanuele Il istitul un gruppo d i ingegneri topografi (q•.1attro, p iù alcuni d isegnatori) d ipendenti dal g uortier mastro generale dell 'esercito, per il ~--erfezionamcnto del le carte topografiche militari dei suoi Sta1i. ] 11 60 ,mni quell'ufficio eseguì 300 cane (V . Stato Maggiore). Nel regno del le Due Sicilie, esistette fin dal 178 1 un « Gabinetto topografico », d iretto <lai geografo Zan noni. Nel 1808 fu ch iamato « D eposito topografico » e ne fu capo il generale Dumas, coadiuvato dal detto Zannon i. Al ritorno dei Borboni, assunse la denominazione di <( Ufficio topogr;1fico >, e [ u posto alle d ipendenze dello S. M . dell'esercito . Toppa, fJispositivo che trovasi dietro all'otturatore del ca nnone, in posizione centrale ; pennette 111 cannelJo di ac• censione d i introdursi nel foro focone prim.\ dello sparo e automaticamente espelle il cannello vuoto, dopo lo sparo, introducendo ne uno nuovo. I n1ovimcuti della r . sono re• golati dai movimenti stessi d i apertura e chiusura dell 'otturatore; essa pvrca anche lo stelo del pcrcuotitoio, che viene au romaricame n~e al lontanato e av viciJrnto al fondo del canp nello rcr dare al cannone )a voluta sicurezza di sparo. La T. è un organo delicato e complesso costituito <la un grande numero d i pezzi. T oppa Formicoso (Colle d,). Passo dell 'Appennino Molisano che meltc in comun,cazione il med io Ofanto con l 'Irpinia . La rotabile da Rocchetta Melfi sale a Lacedonia e Bisaccia; traversa la displuviale al Colle (920 m.), tocca S. A ngelo dei Lombardi e per Piano dell'An&elo raggiunge Avellino, ove trova moltepl ici vie d i sbocco. Tale passo è <li grande importanza poichè è un tratto della Via Appia. 78


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Torace (Medidna Legale Militare). Fra i caratteri che valgono a determinare l'indice di robustezza di un individuo e il suo tipo bio-morfologico vi è l'ampiezza del ~'crimctro toracico, che deve essere valutata non solo in cifra assoluta, m:, anche in rappono colla st atura, e, ai sensi dell'art. 2 dell 'elenco A, può costituire di per sè sola causa d i inabilità al ser vizio m il itare, quando sia al disotto del lim ite minimo <li 80 centimetri. Saranno senz'altro riformati g li iscritti la cui perimet ria toracica non raggiunga i 77 cm.; saranno dichiarati rivedibili quelli il cui perimetro toracico raggiunga ovvero super i i 77 cm. e non raggiunga g li 80. Apposite tabelle mettono in rap porto il per imetro toracico con la statura; le cifre sono così indicate in esse : statutn da r ,65 a I ,70, idoneità 81, riforma 78; stature da 1,70 a r ,75, 82 e 79 ; statura da 1,75 a 1,80, 83 e So; st ature da 1 ,80 o più, 84 e 81. Fra i due termini indicant i idoneità e r iforma, le cifre indicano la r ived ibilità. Il T. inoltre può presentare vizi d i conformazione, di cui i principali sono i seguenti : torace schiacciato, torace carenato, torace che rresenta molto pronunciato 1'angolo formato d al manubrio col corpo dello sterno, torace eccessivamcme conico in modo <la p rodurre un abbassamento considerevole delle spalle, torace imbutiforme. Tali vizi d i conformazione toracica, ai sensi dell'art. 21 dell 'Elenco A , sono causa di inabilità assoluta al servizio militare quando sono a grndo notevole e menomano sensibilmente la funzione degli organi intern i. Toracici (Cl,irurgia di guerra). Erano così indicati durante la guerra Mondiale i feriti per armi da fuoco al torace, le cui lesioni pleuro-polmonari, in seguito all'alto impiego dei grossi proietti esplosivi, perdettcr◊' il carattere di particolare benignità osservato nelle guerre precedenti. Tra esse infatti moltissime erano o ltremodo gravi, mettendo in pericolo la vita per asfissia ed emorragia, nonchè, in secondo tempo, pcr le non rare complicanze infettive fleuropolmonari. Nelle fe rite pleuro-polmonari con piccoli orifici parietali e con quadro clinico benigno, non d i rado residuano esiti anatomici e funzionali d i una certa importanza :i causa del vc.rsaroento di sangue nella cavit à pleurica (emotorace), offrente ottimo terreno d i cultura per gli eventuali germi trasportati dal proietti le . TI t rattamento ideale quindi è quello della « toracentesi primaria » , largamente impiegata nell 'ul tima guerra col metodo del Morelli, cioè sostituendo il sang ue con aria sterile introdotta nel cavo pleurico (pneumotorace artificiale) . In grazia di questo rrovvedimento, un ferito pleuro-polmonare può subire impunemente un eventuale sgombero precoce imposto dalle contingenze ineluttabi li della g uerra . L'apparecch io Morelli per la esecuzione dello pneumotorace artificiale è stato definitivamente adottato, facendo parte del materiale satJitar io d i mobilitazione. L ' intervento chirurgico ha .i ndicazioni nclte nei casi di ferite con ampie brecce della parete, con g rosse schegge mctallichç cd ossee proiettate nella pleura e nel ~~drencllima polmonare, con eventuali lesioni d ia[rammatichc, ccc. Le ferite d 'arma da fuoco interessanti iì cuore sono generalmente mortali sul campo stesso d i battaglia; tuttavia l'esper ienza dell'ultima guerra ha d imostrato la possibilità di sopravviveoza nelle lesion i card iache, come attestano i casi illustrati e debitamente controllati dall'esame radio logico, che ha messo i n evidenza corpi estranei intracard iaci .

Torcola (aÌlt. Tam-idc). Isoletta dclJa Dalmazia, a mez zogiorno d i quella di Lesina.

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Battaglia navale p,-esso Tauride (47 a. C .) . Appartiene alla guerra C ivile fra Pompeo e Cesare. Dopo la battaglia d i Farsaglia, l 'armata pompeia na, sotto la condotta di Marco Ottavio, rimasta padrona dell'Adriatico, minacciava i prcsidf cesarian i dell'Illirico. li cesariano Publio Vatinio, comandante d i Brind isi, armò d i rost ro alquante navi mercantili, le unì alle sue poche navi da guerra, le e9uipaggiò con sold ati veterani e si diresse contro Ottavio, che incontrò presso 'J' . Vatinio, bcnchè inferiore al nemico sia r,:r la qualità che per il numero delle navi, si scagliò impetuosamente con la sua quinquereme contro la quadrireme d iretta da Ottavio stesso e le fracassò il rostro.' Il suo esempio fu arditamente imitato da alr rc sue navi, le quali tutte mirarono a investire e a prende re all'a rrembaggio i nemici. In breve parecchie navi pompeiane furono affondate, fra cui quella di Ottavio, e un<i ici prese. Ottavio r iuscì a salvarsi salendo su altra nave e d andosi alla fuga.

Tordes illas. Comune della Spagna, in prov . di Vallad olid . Il 18' lugbo 1812 il maresc. Marrnont vi auaccò una retroguard ia d i fanteria nemica, che fu salvala dalla cattura n1crcè il tempestivo intervento d i cava.llerja inglese che ne p rotesse la r iti:·ata .' Trattato di Tordesillas (i giugno 1494). F u concluso fra la Spagna e il Portogallo, per fissare la linea d i confine fra i possedimenti sudamericani rispettivi . Tale linea venne stabilita a 370 leghe ad ovest delle isole del Capo Verde. lJ trattato venne sanzionato da papa G iulio Il nel 1506.

Tor di Quinto. Località dell 'agro romano, presso Ponte Milvio. Nel 1891 vi fu ·stabilita una Scuola d i cavalleria, ad integrazione d i quella di Pinerolo, e come perfezionamento di questa. Nella nuova Scuola si formò, a 11oco a poco, il metodo mod , rno dell'eguitazione italiana; quel metodo, cioè, n1edian te il quale s i cerca d i lasc iare al cavallo montato il suo equilibrio naturale, secondandonc i movimenti, in modo da ottenerne i l massimo rendimento e da imporgli il minimo sforzo . Tordo (Giuseppe). Generale, n. a Torretta d, N izza, m. ad Algeri (r774-1846). Soldato nel r792 , guadagnò sul campo il grado di sottotenente. Entrato nell'esercito francese, con Massena partecipò alla spedizione di Napoli. Tornato in Lombardia, rimase ferito alla Trebbia e prigioniero. Liberato, si segnalò nel 1807 in Germania, comba ttè nella Spagna, partecipò alla spedizione di Russia . Nel 1814 fn in Toscana e poi a Napoli come colonnello di M urat , dal quale fu nominato generale. Torelli (Guido). Capitano di ventura del secolo XV, m. nel 1449. Combattè per i Visconti e fu il primo signore d i Guastalla . .Comb,mè con successo contro i Veneziani: l'esercito d i questi m inacciò Guastalla, ma alla d ifesa della città rrovvide sua mogl.ic Orsina (1426) . Fu poi nominato governatore della Vahellina, della Valcamonica, del Bresciano e del Bergamasco. Torelli Andrea. Generale austriaco (1734- 1773). Fu generale d'art . e feld-maresciallo al servizio dell'Austria. Torelli Girrreppe . Maresciallo di Francia, figlio del precedente ( 1763-1814). Nel 1788, quale colonnello di un rcgg. di cavalleria austriaca, combattè contro i Turchi, poi con l 'cscrcito polacco combattè contro i Russi. Dopo il trattato d i Tilsitt ( 1807), fu ministro della guerra del granducato d i Varsavia . Nel 1813 Napoleone lo nominò marcsc . <li Francia: dopo la battaglia <li Lipsia scomjJarve


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Torelli conte Bemardo. Generale, n . a Milano, m. a Torino (1846-1926). Sottot. d'art. nel 1867, passò poco dopo nei granatieri . Colonnello nel 1899, comandò il 906 fan teria e nel 1904 fu collocato in P. A . Nel 1909 passò nella r iserva e due anni dopo fu promosso magg. generale. Nel 1890 venne eletto dq.""Utato d i Tirano. Torelli Alfonso. Generale, medaglia d'oro, n. ad Apricena, caduto in Libia (1856-19,3). Ufficiale d i fanteria in P. fu per qualche anno in Eritrea. F requentaci j corsi S. della Scuola di guerra e promosso a scel ta maggiore, insegnò geografìa nella Scuola m ii. di Modena. Promosso colonne Ilo nel 1904, comandò successivamente il 51° ed il 30° fanteria. Magg. generale nel r91.r , tenne per qualche tempo il comando della brigata Bo-

E:

logn'a ;

in viato

in

Cirenaic~l ,

cadde da prode, gui<lando una br igata speciale in u,1 contrassalto. Fu conferi ta all a memoria del genera le Torel li, già precedentemente decorato di due med . d 'argento, q uella d'oro con la se,guente moti~ vazionc: Torelli A!fonso

" Comandante delle truppe che avanzavano all'attacco d i

Tccniz, visto che la compagnia bengasina di testa era starn travolta da un repentino e violento assalto, dava o pportune <lisposizioni per contrattaccare il nemico; poi rccavasi intrc~ ridamcnte d i persona in prima linea , per sorvegliarne l'esecuz ione . In quel mentre, assalito a sua voha, all' improvviso, da gruppi di Beduini che tentavano l'aggiramento della posizione, cadeva gloriosamente sul campo " · (Tccn iz , 16 settembre 1913).

Toretta (Carlo). Generale, n . e m . a Tortona (18341905). SotJOC. <lei genio nel 1859, partec ipò alle campagne ,<lef 1859, 1866 e 1870 e all';1ssedio di 13orgoforn: mer itò la croce d i cav. dell'O . M. S. Colonnello comandante il 38° fanteria , andò in Eritrea nel 1887 qua le comandante

TOR

il 1° regg. fanter ia <l'Africa. Magg . generale comandante la brigata Cuneo nel 1895, p~ssò ;,. P. A . nel 1896 e fu promosso ten . generale nella riserva 11el 1899. Collaborò ai lavori del t raforo d,•l Ce nisio. Torctta. Giovanni. Genera le, n. a Tortona 1 n1 . a Ronco di Ghiffa (1837- 1922) . Sotrot. d'art . nel 1859, partecipò alla campagna del 1866. Colonnello nel 1886, comandò il 60 art. e poi tenne il co mando in 2 a del la Scuola centrale d i tiro d 'art. Magg. generale coma,1dame d'art. da campagna a Milano nel 1893, fu promosso nel 18g,8 ten . gc11erale direttore d 'art. e gen io al min istero. In P. A . nel 1902, passò nel 1907 nella riserva.

Tortou. Com une della Francia, nel dip. del Maine-etLoirc.

Combattimento di Torfou ( 19 settembre 1i93· Appartiene all'insurrezione della Vandea . U n distaccamento repubbl icano comandato dal ge n. K léber trovò i Vandean i del Charrette (40.000 u.) schierati di fronte a T. e mosse aìJ'.attacco occu!)ando il borgo . Chnrreuc eseguì uno sposta-

mento delle proprie forze e con trauaccò le truppe del Klébc r, prendendole di fìanco e d i rovescio e volgendole in f uga, n1algrado l '~1rrivo d i truppe fresche inviate da Can-

claux. Il combattimento durò cinque ore : I,, perdite delle truppe repubblicane furono gravi: tutte le artiglierie, 2000 morti e circa 3000 feriti, fra q uesti lo stesso K léber che a stento venne tr:Hto in salvo.

Torgau. Città della German i~, nella Sassonia, sulla sr. dcli 'El ba , ant. fortificata sulle due sponde del fìume formando testa d i ponte. l. Battaglia di Torgau (1760). Appartiene a lla guerra dei Sene Anni. Il re Federico li in seguito all'avanzata russa decise d i torna.re in Sassonia 1 seguito dal 1naresc. austriaco

D,wn, che il 27 ottobre giunse a T. ove accampò con 60.000 u. Federico, vedendo che gli Alleati non si muovevano <.lata la stagione avanzata , si propose di attacc::ire col proprio esercito (46.000 u.) il Daun , muovendo da L ipsia; il 3 novembre giunse davanti a T . attaccane!:) di fronte con 20.000 u . agli ord ini d i Ziethcn e sul fianco dr. e alle

Battaglia di Torgau ( 1760)


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spalle con 26. 000 u. ai propr i ord ini. Gli attacch i non furo no contcn1poranei, e Dau n, mentre fronteggiava l'assalto d i Z icthen, ebbe tutto il tempo d i cambiare fronte e prcsent;ire un form idabile sch ieramento all"attacco di Federico, chc 1 dopo vani. tentativi , dovette rip iegare. 11 gene-

rale Zicthcn, d,e non si era esaurito nel l'attacco, sentendo Fed e rico allon tan arsi verso nord , rnarciò

nella stessa su a

d irezione e per farsi strada attaccò il villaggio d i Siiptiz impadronendosene. A sera egli decise d i attaccare n uovamen te il nemico, pio mbando sul fianco ed alle spalle degli Aust riaci che !ace-vano fronte a Federi-o. L'attacco riuscì e Z icthen si impad ronl deli"altipiano d i Sùptiz. Avuta immed iata notizia d i tale successo! Federico riordinò le sue tru ppe, ed al calare della notte le riponò all'attacco completando la vittoria d i Z icthen ed obbligando gli Aust riaci a r ipassare l 'Elba. Gli Austriaci perdettero 20 . 000 uom ini (dei quali 8000 prig ionieri) e 45 cannoni; j Prussiani 16. 000 uom ini dei quali 5 000 r rigionieri. Il. lnve.,time11to di T orgau (, 813-14). Appartiene alle guerre dcl i ' Impero francese . D opo la battaglia d i .Lipsia , vi si affoll aro110 ol tre 25 .000 uomi ni con 10.000

numerosi equipaggi. Fra essi erano oltre

1 2.000

cavalli e Irnliani.

Dietro impulso del brigadiere lirun de Villeret e del gen . Durrien, le t ru ppe valide fu rono r iOJ"ganizzate per far frome alla minaccia dei nemici , che ncll 'ot1obre s, limitarono a tenere osservata la piazza da lonta no. Dal 2 al 4 novembre l 'in veslimento ve nne complewto, mentre si d iffondeva nella g uarnigione una tremenda epidemia d i t ifo retecch iale . li g iorno 22 e ra aperta la trincea e ii cerchjo d'invcstirn<:n to andava rinscrrandm~i . D al giorno 28 il bo1n bard amcuto jntcnsifica vas i co n gra vi danni d ella p iazza; no n essend o p iù

possibile tenere i l rid ono esterno d i Z in na, il sergente italiano Gio vanni Pavone , dell' artig lieria reale italia na, rimastovi solo per farlo saltare, d iede fuoco alle polveri rinnovando col sacri ficio del!~ vira i l gesto d i Pietro M icca. In città grnve fu la devastazione prodotta dal bom bardamento. Ve rso la fine d i d icembre , csauriLi i vivcrj, il gcn . Dutaillis , che aveva assun to il com ando della piazza, scese a patti ottcnen<lo gl i onori d i g uerra e il libero r itorno in Francia dò feriti e dei non combattenti. La capitolazione, firmata il 26 dicembre, fu eseguita il 12 gennaio 1814. In tal giorno 7200 Francesi si costituiva no p rigionieri d ì guerra , mentre 2400 giacevano negli ospedali : o ltre 1 5.000 erano per iti pcl t ifo o p-cr ferite.

Torino (aut. Aug1ma 1'aurinom ,n). Città del Piemonte, capoluo go d i prov., a lla confluenza del Po con la Dor a Ripa ria . An tichissima cirt~ dei Taurini, popolo ligure, fu occu pata d ai Celti d ura nte la loro invasione. Nel 22r a . C . passò " i Romani. T re a nni dopo Annibale la assediò, la prese e la distrusse . Nel 3 1 2 vi si combattè uoa battaglia fra l'esercito d i Costantino, forte d i 90.000 fant i e 9000 cavalli, contro le t ruppe d i M assenzio. I cava lieri pesant i d i quest 'ult imo (urono abbattuti dalle mazze. con. cui CosLantino aveva ar~ m ato i suoi e Massenzio venne S temma di Torino scon fi tto : T. e M ilano apersero le porte al vincito re. Appari-enne ai Longobard i, di cui iu un ducam, e poi ai F rancesi che la eressero in contea, Nel 1045, per il matrimonio della contessa Adelaide con Oddo nc di Savoia , T . passò sotto il dominio d i q uest 'u ltimo. Ma alla morte del la ron tessa non ap partenne in modo sicuro ai Savoia e si resse a Comune,

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sostenendo lotte interne e guerrigl ie coi feud atar i e i comuni vicini . I T o rinesi difesero a lungo la loro libertà : Tommaso l pose l'assedio alla città, Tommaso li la prese nel 1252, ma tre anni dopo ]a perdette cd egli stesso fu fatto prigioniero. T passò in seguito agli Angioini e poi al marchese d i Monferrato, che però la dove tt e cedere a Tommaso IIJ d i Savoia . Emanuele F iliberro la rese capitale dei suoi Stati . Sotto l 'I mpero frar1ccse fu sede della 27a di,·is. militare; nd r86o divenne sede d i uno dei cinq ue Gran Comandi Naziona li, che nel J 86 I ebbe alle sue d ipende nze la sot tod iv is. di Novara e le d ivis . di Alessn ndria e Genova :

Pianta di T orino nel 1416

q uest' ultima fi no "1 1870. Oggi 'r. è sede del I C . tl'A. e della ra d iv is. La città è insig nit a della mcdagli-.1 d 'oro isti tu ita nel 1898 per benemerenze patriottiche.

Arsenale militare di Torino. D a esso usc irono quasi tutte le art iglierie dei Savoia : vi dedicarono grandi cure Carlo Emanuele Il, Vittorio Amedeo II e Carlo E ma nuele m. Q uesti vi fece cost ruire i primi cannoni di ferro colato del Piemonte e mandò i maestri dell'arsenale alle fonderie veneziane d i Bergamo. L' arse nale ebbe parte notevole durante le guerre <lel Risorgimento e du_ra nle la ~1"on<liale. Venne demo lito nel 1928.

Foi-tif,cazio11i di Torino . Verso il 1540 venne costruita una cinta (orLiJic.:~Ha su p ian ta ;JpFrossim ~ttivainen te quad rata, con quattro baluardi agli angoli, coi fianch i ritirati, cogli orccchion , e con tutti gli altri pa rticolari perfettamente simili al fortino d i ::-,,:iettuno, sotto la direzione dell' ing . mil, Stefano Colonna, comandànte del la piazza per conto della F rancia. Però

le opere ven ne ro a rim od ernare sCmI.Jlice•

mente quelle preceden ti del duca Luigi di Savoia ( 1464), m urando i q nattro bastioni angolari, posti ai salienti del quad rato perimetrale d ella città) m entre le cortine: vennero lasciate, come erano per l"innanzi, costituire sem plice mente da un te rrapieno. Nel 1706, quando i F rancesi n e ten tarono

inutihncn tc l'asse<lio, le fortificazioni di T. consisteva no ù1 una cinta bastio nata <lisposta sopra un poligono irrego.lare e in una robusta cittadella inseri ta nella cinta nel lato sud-ovest. La cittadella, di forma pentagonale, con robusto mastio a protezione dell 'unica po~ta verso la città, aveva preceduto la costru,cione della cinta bastionata, perchè cm stata eretta nel 1565-66 per opera del d uca Emanuele Filiberto e sotto la d irezione del l 'i ng . m il. Paciotto da Ur bino, D ue piani d i contromine, fatte aggiungere da Emanude F iliberto nel 1572, resero importantissimi servizi nella d ifesa del 1 706. Oltre J lle co ntrom ine Emanuele F iliberto fece aggiungere anche i ri vclJinl che mancavano nei piani <le! Paciotto. La cinta bastionata sorse invece nel scc. XVII per opera della reggente Mar ia C ristina e del figlio suo Carlo Eman uele Il. Delle fortificazioni non rimangono che

alcu ni avanzi .


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I. Assedio di Torino (1263). Fu posto da Pietro II di Savoia; ];i città !u costretta ad arrendersi per fame, me ntre stavano a Hivand o soccorsi da Asti e dal Monferrato : questi non osarono di attaccare e si ritirarono. Si racconta, i n c ronache s:1vo iarde, che i barca iuoli d el Po, pt:r rifornire

Tommaso di Savoia, a lleate della Spagna, e la duchessa Cristina, sosre1w1a da ll a Francia . Quest'u ltima si era ri nchiusa in T. , intorno alla quale si erano accampati i due principi con 1'esercito spagnuolo. Nel luglio, mediante i nrelligcn·~c in città , essi vi entrarono da più parti la notte del 27 : la duchessa si rifugiò ndla cittadella, dall a quale uscì mentre veniva pattuita una sosrcnsione d 'anni fino al 24 ottobre; di ciò approfitta rono i F rancesi per tiforn ire di viveri la cittadella. Nel 1640 i l comandn dell'ese rcito francese iu dato all'Harcourt, il quale il 10 maggio, ,!opo la vittoria d i Casale, apparve davan1i a T., che il 16 finì d: bloccare complet a111e111e . Così i Fran c:esi assediarono il principe Tomaso nella città ed e.gli alla sua volta, d isponendo d i 5000 fanti, 15000 cavalli e 5000 cinadini armati, tClliJC blocca ti i Cr istini nella cittadella. Il 30 maggio arrivarono soccorsi spagnuoli (12.000 fanti, 4700 cavalli e molte milizie paesa ne) che pe r qualche tempo rimasero iuattivi. L '1 1 luglio il Lega nes c he li comandava, ten tò di fare entrare <lei vived · in ciuà , dove però porè entrare solo un

La porta Eridana a Torino (secolo XVII)

veri . Il giorno seguente a rrivarono al cam i:'O fra ncese 6 000 fonti e rooo cavalli con molte ve ttovaglie e muniz io ni. Il 13 settem bre Tomaso uscì d alla città con un corpo scelto, ma fu respi nto dai Francesi e dovette l nltt:'-lr e la resa , con. segnando loro la città, ch e cssi poi rimisero a Cristi na .

migliaio d l uom ini, tagliatj fuori dal grosso, e sc11za vi-

la città a5sedi ata , attrave l"sasscro il fiume sott 'acqua, co n bott i piene di viveri, respirando <( l">er 'mezzo di can11e vuote)> .

li. Pace di Tcrino (1381) . Pose fine alla g ue rra d i Chioggia, fra Gen ova e Venezia che e rano ricorse alla m ediazio ne d i Amede-:> VI d i Savoia. Alle trattative, in iziate il 19 maggio, parteciparono ambasciato ri di Genova, d i Venezia, del re d ' Ungheria , del patriarca d i Aquileia, del vescovo di Zagabria e d i Francesco Ca rrara. L agosto Amedeo VI pronunciò la sentenza nrbitrak:, che fu su bito rrasforrnata in atto di yace. Si resliluiva no reciprocamente i p rig ionie ri sen za alcun riscatto; il caste llo c retto dai Veneziani a Tc nc do doveva essere abbattuto; il Carrara rista~ bi lito nei suoi antichi possessi ; il re d'Un gheria restava in possesso d el la Dalmaz ia .

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111. Trattato di Torino (2 dicembre 142j). Concluso tra F ilippu Mar ia Visconti d i Milano e il duca Amedeo VIII d i Savo ia, al q llaie il p rimo cedette la cittil e la contea di Vercelli, staccandolo dalla lega d elle Repubbl ich e ita lia ne con tro d i lui.

Vili. Pace di To·rino (3 febb raio 1664) . Conclusa con le popolazion i valdesi, m ed iatrici la Francia e Berna, da Carlo Ema11udc Il d i Savoia, ma lgrad o gli incitament i d i Roma e dei fanatici locali, che volevano io sterm inio dei Vald esi , ai quali q uesta pace assicurò u na certa libertà di culto. IX . T nWllto di Torino (24 novembre 1682). Alleanza tra F rancia e clucat i di Savoia . A questa è promessa la terza parte d elle conquiste even tualmente fatte in com u ne, ma la Francìa si assicura intanto una assoluta pre minenza In Pie1nontc.

X . T rattato di Torino (16 o ttob re 1685). Alleanza fra il ducato di Savoia e il can tone di Soleure .

IV. Assedio di Torino (1536) . F u posto dal re Francesco I di F rancia nel febbraio, durante la guerra contro Carlo lll d i Savoia. li 3 aprile la città , 111ak fortificata e .sfornita d i viveri e d ì munizioni , si ar~ rese per ord ine dello stesso d uca.

V. T rauato di Torino (30 scuernbrc 1578). Allean za d ifensiva fra il d uca Emanuele Fi liberto di Savoia da una p a rte e i canto ni svizzeri d all 'altra . Il trattato regolò anche il commcrcjo e 1~~ g iustizia fra ·i con traenti. V l. Tmltato di Torino (3 giugno , 638). Lega d ifensiva e offensiva tra il re di Francia Lu ig i X lii e la d uchess;1 Maria Cristin a d i Savoia, la q uale me tterà agl i ordin i d el re u n w rpo d i 3000 fanti e di 1200 cavalli e m unirà di s ufficienti g uarnigioni le sue piaz... zefoni. Il re alla sua vol ta terrà in Piemonte un esercito non in ferio re a t2.ouo fanti e a 1500 cavall i e

non concluderà alcu n trattato nè con l'Austria nè con la Spagna, sen za l ' interven to de lla duchessa d i Sa voia. VII. Asst·dio di Torino (1639-1640). Appartiene alla g uerra Civi le dd Picmou tc, fra il cardinale Ma u rizio e il p rincipe

Piant,1 di T orino nel

1 (>.~o

XI. 7:rattato di Torino (4 g iugno Impero e Savoia, con tro la Francia.

1690). Alleanza fra

XII. Tral!ato di Torino (29 agosto 1696). F u detto a nche d i Loreto (V.) pcrchè quivi furono stretti gli accord i, fir. m ari poi a T orino.


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XIII. Trattato di Torino (6 aprile 1701). Alleanza d ella Savoia con Francia e Spagna, contro l'Im pero . Il d uca d i Savoia comanderà le truppe alleate in Ita lia (guer ra r er la Successione <li Spagna). XIV. Trattato di Torino (8 nove mbre 1703). Alleanza fra Savoia e Impero. Il duca abbandona ! 'alleanza precedente per accostarsi al!' Austria, assumendo il comando delle truppe austro-piemon tesi, ed otte nendo la parte d el Monferrato giiì appartene nte al marchese di Mantova; inoltre la Valses ia, la Lomellin a, Vigevano, Alessandria e Valenza, infine i te rritori al di qua delle Al pi ancora in possesso d ella Francia, c he d ovrà venirne cacciat,1.

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Sui p rimi di lugfo i Francesi e ressero una batteria d i 17 cannoni e 4 mortai. La d ifesa fu assai energica , me~ d iante le numerose e buone artiglierie d i cui d isponeva, mediante efficaci sortite, mediante un 'abile cond ona d ella cont romi na. A poco a poco s.é andò facendo piì1 in tenso, con l'arrivo di nuove a rtiglierie, il bombardamento, d iretto specialme n te con tro l'\ cittadella . Nella lotta di mine rifulse l'eroico gésto del minatore Pietro Micca, che, penet rati i Ftancesi in una delle g allerie p r incipali della d ifesa, d ied e fuoco alle polveri distruggendo col suo sacrificio tre cp . d i gra natieri fraucesi. Dopo tre mesi, g li assed ianri aveva no perduw per ferite o malattie 10. 000 u . senza aver

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Torino in fine del secolo XVII

XV. Trattato di T orino (4 agosto 1704) . AHeanza fra Savoia e Ing hilterra. Quest'ultima, che è già alleata dell ' Austria contro Francia e Spagna , si 'rende garan te del t rattato preced e nte e s'impegna a sussidiare il d uca d i Savoia , il quale aveva ottenùto ug uale im p•egno da parte d ell 'Olanda, pure alleata d cli 'Impero.

conseguito a pprezzabili risultati. Il 31 agosto, 1 r c p. d i g ranatie ri francesi sferrarono un assalto che riuscì ad occur,are alcune opere esterne. Ma una grossa m ina che il Daun fece tem pestivamente b rillare mand ò all'aria ;!;li assalitori cu i a vanzi dove ttero darsi alh1 fuga. La battaglia d el 7 settembre liberò la cinà .

XVI. Assedio di Torino ( r706). F u posto dai Francesi nel1'ottobre 1705, rna to lto d opo poco per essere rip reso il 15 maggio dell 'anno seguente. I Francesi iniz iarono allora la costruz io ne di una linea d i controval bzio ne e circonvallazio ne sulla sr. d el Po e fra Dora e Stura. Il man:sc. d e La Feuilla,le collocò il grosso delle sue forze sulla d r. d ella Dora. A me tà g iugno l'investimento era completato e si ap rivano le prime parallele. Le forze d 'invest imento compren devano 56 bg l. , 6o sqdr., 3 cp. d i minatori, , 10 pezzi di grosso ca libro e 59 mortai. Prima che l'investi ·mento fosse completato, il duca abbandonò T. lasciando il comando dcll ;i piazza al conte Daun , con 6 bgl. imperiali, J7 1-•ie montesi, a rtigl ie ri e cavalleria : in tutto 10.500 u. ,

XVII. Bflttaglia di Torino (i set tembre 1706) . Mentre i Francesi si sforzavano invano d i far cadere la città, il princ ipe Eugenio, con un esercito imperiale , raggiunse il duca Vittorio Amedeo II di Savoia ch e teneva la campagna col suo piccolo escr~ito, e avanz ò per attaccare gli assedian ti. In tutto gli Alleati d isponevano d i 52 bg l. e 103 sqdr . (circa 2 4 .000 fanti e 6000 cavalli), coi q uali, a ppoggiando la sr. alla Stura, mossero all 'attacco <le lle linee Gallo-ispane , d ifese dal duca d'Orléans p resso Vena ria Reale . Il La Fcuillade tene va il settore fra la dr. della Dora e il Po; I' f\ 1bergotti , su lla dr. d el Po con 40 bgl., e ra troppo lo ntano per potere interven ire in tem po, e d ovette fronteggiare di• mostrazion i offensive dei d ifensori della r iazza . Dalle 9


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a lle 10,30 si svolse un duello fra le artiglierie alleate, in posizione presso Venar ia Reale, e quelle delle linee francesi. Q uindi Eugenio e i l duca lanciarono le loro truppe all 'assalto. La lotta d ivampa furiosa e più volte i bgl. imperiali e piemontesi sono respinti. Ma Vittorio Amedeo, .al1'cstrerna sr. dello schieramento, lungo la d r. della Stura, riesce a gettare alcuni sqdr . d i usseri che s'infiltrano all 'estrema dr. francese e r iescono a prenderla d i fianco e d i rovescio, costringendola a sgombrare la linea in quel punto e a r itirarsi verso la Madonna di Carnpigl io, donde, valendosi del fatto che la sr. francese ha tenuto testa fino allora, m uove ancora al contratt;icco. Per un poco le sorti della lo tta so no quivi indecise , ma infine i Francesi abbandonano il campo, determinando il crollo de ll ' in tera loro linea , nella q uale i l panico suben tra determinando lo sba-

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XVlll. Trattato di Torino (26 settembre 1733). Alleanza, segreta, fra Sardegna e F rancia contro l'Austria, col patto che il re di Sardegna comanderà le truppe alleate in Italia e otterrà il Milanese di cui si tenterà la conquista (guerra per la Successione di Polonia). Ma la Francia e la Spagna resero vana ogni promessa , col trattato del mese seguente fra di loro (V. Madrid VII) . XIX. Trattato di Torino (r0 febbraio 1742). Convenzione militare fra Sardegna e Aust ria, contro gl i Spagnuo li (guerra per la Successione d'Austria). Il re d i Sardegna s'impegnava a soprassedere nei d iritti che affacciava sul Milanese, riservandosi d i farli valere in altro tempo. XX. Trattato di Torino (26 dicembre 1745). T ra Sardegna e F rancia. Alla p rima è promesso i l M ilanese; _si conviene

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ALLEATI 2 Km. 1lattaglia /di Torino (1706) A , trinceramcnt;i ossidionali francesi; B 1 apertura delle parallele; C, nuovo trinceramento contro l'esercito alleato; D, testa di ponte oltre il Po

raglio e la fuga d isord inata . Erano le I r , e il Dau n, che attendeva il momento propizio, esce da lla città e tiomba sui fuggiaschi, travolgendo le resistenze che incontra. Il La l'eu illade, sulle posizioni d i Lucento, aveva avuto a che fare con la dr. alleata (pr incipe d i Sassonia-Gotha) ed aveva resi5tito fino a mezzogiorno, $gornbrando quindi il castello dc Luccmo, brucia ndo i magazàni, e ripassando oltre Dora d i cu i distrusse i yonti. Ma il panico reca LO da lla vittoria di Eugenio e d i Amedeo invase ancbe le forze del La Feuillade, che, abba ndonando le artiglierie, presero la fuga verso Pinerolo . Al le 15 Vittorio Amedeo II entrava 1n Torino col principe Eugen io, mentre i Fra ncesi erano in

d isordinata fuga, inseguiti dalla cavalleria, per risalire la valle del Chisonc e 1iparare in Francia. Le truppe francesi del gen . Albcrgotti seguirono il mov imento in uguale disordine, senza avere potuto i nterven ire nella battaglia . Perd ite d ei Ga llo-ispani, 2000 mort i, r8oo · feriti e rrigionicri, 164 cannoni pesanti , 40 da campagna, SQ mortai; perdi te degli Alleat i, 944 m orti e 2302 feriti .

inoltre che verrà cost ituite. una confederaz.io ne di Stati italiani, a bbattendosi ogni d ominazio11e straniera in Ital ia. È la l'rima volta che si parla ufficialmen te di una possibilità d i riunione delle sparse membra d'Italia . Ma la Spagna non aderl a! trattaco e poco dopo il re d i Sardegna s i riaccostò ali ' Austria. XXI. Trattato di Torino (7 aprile 1797). A lleanza fra Sardegna e Francia , a un anno di d istanza dall'artnistizio di Cherasco, contro !'1\ustria. L a formula della reciproca garanzia dei rispettivi Stati veniva resa nulla dall a pace di Campoform ido (7 ottobre) che lasciava indifeso il Piemonte, in balìa della Francia, la quale non tardò a impossessarsene . XXII. Trattato di Tori/lo (29 novembre 1798). Concluso tra la F rancia e il re d i Sardegna, il quale rinuncia in favore della prima al Piemonte. XXIII. Resa di Torino (giug no 1799). Il 26 maggio il gen. Wukassovic aveva bombardato la città e vi era en-


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uato, dopo un bre,c combattimento con la guarnigione cbe si ern ritirata nella ciuadeila. li gen . Kcim ebbe il comando dell'as.,edio; il presidio francese ern comandato dal gen. fiorella. 1\pcrta la trincea. il 19 giugno erano in batteria 40 mortai, mentre attorno alla città erano 111 tutto circa 200 pezzi, causando gravi danni e perdite al presidio. li 23 il Fiorella c1r•1tolò ottenendo gli onori di guerra e la libcrt/t d i tornare in Francia.

XXIV. Congresso 11azio11ale di Torino (maggio 1814). Fu tenuto da 14 rappresentanti di • vendite • carbonare d'ogni parte d'Italia, i y_uali gettarono le basi e compilarono uno Statuto d'un regno di tutta la penisola, con capitale a Roma e Napoleone per re. Questi, dall 'El ba, approvò lo statuto e promise la sua cooperazione. Poi eseguì invece lo sbarco a C.1nnes. XXV. Trattato di Torino (28 marzo 1833). Alleanza fra il re d i N apoli e il re di Sardegn,1, per la comune d i[esa d ei prorri suddjti e della propria bandiera contro i soprusi delle Reggenze barbaresche e in speciale modo contro quella di Tunisi. L 'alleanza era conclusa per cinque anni, rinnovabile. XXV I.. Convenzione di Torino (8 agosto J834). Conclusa tra Francia, Sardegna e Inghilterra, per una più efficace opera di repressione contro la traila dei negri. XXVII. Trat/llto di Torino (6 settembre 184 1) . Trattalo cli navigazione fra il re d i Sardegna e la regina d 'In ghi lterra. XXVIII. Trauato di Tori!lo (26 gennaio 1855). Com·enziouc militare, dovuta a Camillo Cavour, con la quale il Piemonte partecipava alla spedizione <l i Crimea a fianco tlcll 'lng hilterra e <.!dia Francia, i n apF'Oggio alla Turchia contro la Russia. JI Piemon te forniva 15.000 u. e si impcgna,·a a tenere in eflicienza tale cifra per mua la durata della guerra, a proprie spese. Le due Poten1.e contraenti s'im1:-cgnavano a g:•ran tire gl i Sta ti del re d i Sardegna per lulta la d urata della g uerra . XXIX. Trattato di To,-ino (18 gennaio 1859). Alleanza segreta, difensiva e offensiva, fra il Piemonte (Cavour) e la Francia (principe Giuseppe Napc,1·,one). La Francia aiulaà il Piemonte, se questo sar,Ì assa lito <lall'l\uslria . Se l'esito dello 'g uerra sarà rropizio ag li A llea ti , si stabilisce sin d'ora la formnionc di un nuovo regno del!' Alta Italia, dalle Alpi ad Ancona, con una popolazione da 10 a 12 milioni di abitanti. li re d i Sardegna cederà in compenso alla Francia la S,woia, riservandosi l:t <lctcrm inaz ione della sorte della contea d i N izza allo conclusione della pace. I contraenti si obbligano reciprocamente a non fare nessuna apertura o nessuna proposta per la cessazione delle ostilità. senza rrima a,•ernc deliberato in comune. Al t ranato sono

annesse due convenzion i ~egrctc 1 una finanziaria e l'altra mi litnre, firmate <1.11 gen. Niel, dal Cavour e da l Larnar111ora.

XXX. Conv,mziom: di Torillo (3 dicembre 1h59). Fra Beltino Ricasoli, di ttatore delle prov111cic toscane, e il conte Carlo no ncompagn i, commissa rio srraord in:tr io <li Vittorio Em:11n1ele II in Tosca na. Vi a<le rl anche i l Farini per le provincie parmensi, mwenesi e romagnole. Il Boncompagni assumeva il titolo di governatore g-enerale delle pro,·incie collegate dell'Italia Centrale, i cui g-o,·erni mantenevano i poteri ad essi ddcril i dalle rispettive assemblee. fJ govcruatorc generale dovevo man tenere le relazioni e i \'incoli di unione fra i due g >,•crni, e fra essi e Vittorio Emanuele.

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XXÀ'l . Trai/alo t!i Torillo (24 mar7..0 186o). Fra la S.u<legna e la Francia. La prima rinunzia , a fo\'ore della seconda, a tulli i propri dirini sulla Savoia e sulla contea cli Niua . Le popolazioni dovranno essere interpellate mediante plebiscito. Le frontière saranno determinate da una commissione m1~La. XXXII . Co11/cre11za i111crnl/eatt1 di To,·i110 ( 19-20 m:irzo 1918). Vi parteci1:-:,rono Giardino, Raw liso n (Inghilterra), Wcygand (Francia) e Bliss (America), quali membri dd comitato, oltre a Diaz. Maistrc (Francia) e Cavan (Inghilterra), comandami le forze alleare in Italia. Fu tenuto per regolare mil itarmente, nei rigua rdi dcll'Jtalia, ciò che era sta to deciso, intorno a ll a ri~crva i nterallc:na, nei prcccdcmi con\'egni di Versail les e Londra. Prevedendosi per l'aprile una seria offensiva auMriaca contro le nostre lince, si convenne sulla necessità di non togliere le truppe alleale dalla fronte ital iana; se però si rendesse indispensabile il ritiro del le truppe a lleate, si decise d i far!o gradatamente: le prime <li\'is. da inviare sul fronte france$<: sarebbero state italiane.

Tcrino . Reggimento provinciale, costituito nel 1714 e diviso nel 1792 in un bgl. <la campagna e uno di guarnigione. N el 1798, sciolto dal giuramento d i fedel tà al Re, pa!ò>Ò al servizio della repubblica piemontese e nel 1800 fece parte dclb « 1" mezza brigata dei difensori della patria », chiamata poi • 3a mezza brigata provinciale » . Venne sciolto nel r801 . Alla Rc~taurazione ( 18 r4) fu ricoslituito con 2 cp . granatieri, 2 bersaglieri, 8 fu. Bandiera del regg. pro,·inciale ciJ;eri e l'anno seguente di Torino [u incorpato quasi tutto ncl b · brigat:, Piemonte. Fetc le campagne per la Successione di Polonia e cl' Ausuia. e quelle contro la Francia del 179317if,, 1799-18oo, 1815.

Torino (Negginientc, fis.<o della àttà di) . Reggimento costitui(O su 10 cp. nel 1734 da Cnrlo I::mnn uclc III, con volontari. e ciltad in i, destinato a servire d i presidio. L ·:inno seguente ricevette anzianità e prero_(!~tivc di regg . d 'ordinanza. Venne licenziato nel 1737. Torino. Brigata di (a,itcria di ]inca, coirituita n el 1884, co n i regg. 8r 0 e 82° . Partecipi> alle can1;1agne d i g uerra del 1895-96 e <lei 1911- 1:,, Nell'occasione d,i l terremoto calabro-siculo del 1908 1'81" ebbe la med. d'argento di bcnemeren7..a e per la guerra 1ta lo-turca 1911 -12 1'82• meritò la medaglia cl 'argento « per la valorosa cond0tta tenuta nei com battimen ti , lei 23 e 26 o nobrc a Tripoli » . Dmante la guerra Italo-austriaca ( 1915-1918), per la quale costituì i comandi delle brigare Te,•cre cd ,\\'ellino cd j regg. 130, 215 e 231. orcrò nel 1915 nd settore dell'alto Corde,·olc. Nel settembre 1916 un bgl. per ciascuno dei regg. fece parte del gruppo cli bg l. ,< Giuseppe Garibaldi ))' operanti nel settore M. Marmolada , M. Costabella ove nel m:irzo 19,ì, occuparono posizioni d1 1ik\'antc importanza. Nell'agosto 191j la brigata (u im·iata nella f1on1e Giulia fra il Vippacco ed il Volkovn iak ove era ailo scatenarsi della offe nsiva austro-rc<lesca dcll'aurunnc, cl, q ue 1l' an n,,. Dal marzo 1918 fu schierata ,u l Piave; l.1 battaglia del 1918 la trovò nel tratto Ca· Malimpiero-Ca · IJcllc•ine-Canale delle


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TOR

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Pertiche, ove con tribuì prima a contenere il nc1n ico e poi

a ricacciarlo o ltre il fiume facendo moltissimi prigion ieri. Operò roi su l bassn Piave, partecipando a lla conquista del terreno fra Piave Vecchia e Piave Nuova . A metil settembre 1918 fu inviata sulla fronte delle Giudicarie c<l inseguì il nem ico duranrc la battaglia di Vittorio Vcnèto rtrriva.ndo con !'81 a Salorno e con reparti dell'82 a Mezzolombardo. Per la sua condotta nel Basso Piave fu concessa ai regg. la med . d'argento : « Per la tenacia nella resistenza e l'au-

TOR

glioramenti quando ent rarono nelle file delle legioni ouim i caval ieri ausiliari (Gall i, T essali, Numidi) .

Tormento (lat. Torwe11wm bellimm) . Così venivano ch ian1atc nei tempi ant ich i, con significato generico, tulle

le macchine militari, dw, prima della invenzione della polvere e la sua ar,plicazione alle armi , avevano quelle funzioni che poi ebbero le artiglierie.

Tornaghi (Dionigi). Generale, n . e m . a Mi lano (1841 1924). Volontario nei cacciatori delle Alpi combauè: nel 1859. Sottot. nell'esercito meridionale, r·artccipò alla campagna del 1 860. Sottot. dei granatieri dell'esercito italiano nel 1861, rimase ferito nel 1866 a Custoza e meritò la mcd . d'argento . Colonnello nel 1889, comandò il 5° fanteria e nel 1893 fu collocato nella riserva; venne promosso magg. generale nel 1899 e ten . generale nel r909 .

Tornsvento. f.'razione <le i Comune d i Lonato Pozzolo (Milano).

Battaglia di Toma11emo (22 giugno 1636). Appartiene alle guerre tra 1a Fr~1ncia e la Spagna . Vittorio Amedeo I, ivledaglla d~W82° reggimento fanteria

dacia nei con trattacch i spiegate in aspre giornate d i sanguinosa battaglia, riuscendo, in un supre1no irresistibile sforzo ,

a sbaragliare l'accanito avversario ,, (Basso Piav(', 15-26 giugno 1918). Nel r92G il comando d i brigata e I '82 furooo discio.l t i e I '8 r fu assegnato alla 22• brigata d i fanteria. Festa dei reggimenti : .il 25 giugno, anniversario della battaglia del Piave ( r9r 8). Colore delle mostrine: fon<lo azzurro con una riga centrale gial la nd senso orizzontale. I suoi comandam i ne lla

guerra Italo~austriaca

furono:

n1agg. gen.

alleato <lella Francia con tro gli Spagnuoli padroni della Lombard ia, avendo saputo che gli Spagnuoli (7000 fanti, 1 500 cavalli ed art iglierie) erano a 1'., andò ad assalirli il 22 giugno con 5000 fanti e 500 cavalli , e dopo aspra lotta li sconfisse e volse in fuga in fliggendo loro gravi perd ite ed impadronendosi delle loro artiglierie e bagagli . Questa vittoria ebbe allora mo lta risonanza, ma fu sterile di risultati positivi .

Torneo. Combattimento a caraJterc d i spcu acolo in campo circolare chiuso da slt..:(:ato, nel mcdlo cv,). Avvtniva sem-

pre a cavallo, un gruppo o banda d i cavalieri contro lll\ altro g rurpo o ban<la, oppure a coppie. Generalmente veni-

Fcrrarj

vano usate armi smussate e senza .filo, e 111azze cli legno

( 1915); rnagg. gen . Castagno la (1915-t916); magg. gcn. Rosachetj (r9r6-r9r7); magg. gen. Castellazzi (1917-1918) ; brigadiere gen . .Buzio (1918). Le sue pe rd ite furono: ufficiali morti 43, ferit i 4r, d ispersi 68 ; uomini d i truppa m. 317, f . 1 203, d . n3.

duro. La squadra, od il cavaliere che riusciva ad abba,l<-rc l 'avvc rsario, rin1ancva padrone del campo. Ai vincitori venivano consegnati i pre mi del torneo, consistenti generalmente in armi d i valore e danaro; il quale ultimo sovente veniva dai vincitori gettato alla plebe. A 9uesti spettacolosi combattimenti assisteva sempre il fior tìore del la nobiltà, specialmente quella dedita alle armi.

Torma (lat. Tttrma). Reparto d i cavalleria dcll 'esercito ro!llano, corrispondente all 'attualc plotone di caval leri,1. Fu istituita all 'epoca d i Servio Tullio : era una decim a parte <lei corpo di cavalleria (300 u.) assegnato a ciascu na legione. Composta d i 30 caval ieri con due g raduati, era comandata da un decurione! si o r<l inava su 8 file e ·4 righe, con in-

tervalli e distanze d i circa

m. tra i cavalli, per potere libcrarn<:nlc le armi . Nelle legioni degli alleati la forza del corro d i cavalleria· assegnato a ciascuna legione cm d oppia di quella delle le-

girare in ogni senso e

gioni o rd inarie.

2

maneggiare

I 6uo caval ieri ven ivano però d ivisi jn

20 T. Ogni c,l\•alicre era arrnato d i la ncia, spada, e scudo rotou<lo. La 7'. costituiva l'un ità tattica della cavalleria, e, a second;1 del le 11cccssilà pecu liari del terreno e della situa7.ione e forza del ncm i.co veniva d ivisa in due a li, d isp<>sle alle ali del la fanteria od anche dietro a i triari, tenute

Torniaio. Era così c;1i<1111ato nel passato l'operaio armaiuolo specializza to ncll 'uso del tornio, tanto per lavori in metallo, quanto per lavo ri in legname, ncJ la costruzione delle armi e parti d 'armi . Scmbrn che in tc n1po ancor pil·1 antico fosse il costruttore· del tornio, o moli nello, delle balestre, che .presero nome appunto di baicstre a to rnio o a molinello.

Torniell i (Giorgio Alessandro). Genera le, !ll. nel r 788. Al fiere nel rcgg. fan teria Lo mbardia nel 1734, partecirò alla guerra d i Successione d'Aust ria. Colonnello nd 178r, ebbe il comando del regg. provi nciale Novara. Promosso brigad iere di fanteria comandante della città <li Chcrasco ne l 1783, passò tre anni dopo a comandare la città e provi11cia d ì Saluzzo.

pron te ad attacca re assieme alla fan teria passando negl i in-

tervalli dei manipoli , o girando alle ali delle legioni. Rotto il nemico> assieme ai veliti concorrevano ali 'inseguimento completando la vittoria, che arr~vava spesso alla d istru,.io ne completa dei reparti in ritirata . L 'armamento dei cavalieri andò <lrn·antc i 'im pero perfezio nandos_i; e ntrò in U $0 hi

lancia, la sciabola l ung,1 e curva , il coltello-pugnale, spesso

Toro. Città della Spagna, sul Douro, a monte d i Zamora. Il r 0 marzo 1476 vi si combattè una battaglia fra le truppe d, Ferd inando I d ' /\rogona e quelle portoghesi d i i\l fonso V. Quest'ultimo, appoggiato ,la molti nobili castiglian i nemici d i Ferdina n<lo, aveva preso pns!zione sulle

gambiere

col line prossime a 'I . con 10. 000 font i e 35(>0 cavalli. Ferd inando, ma lg rado che d isponesse, d i soli 3000 fanti e 2000

come i fa ntaccini. Le T. subirono trasfor mazioni e mi-

cavalli, non esitò ::td ~ttaccare . La sua dr . venne respinta

alcuni dardi, scudo rotondo: elrno, corazza, e


T OR

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ToR

1242 -

e sbaragliata, ma, soccorsa in tempo, potè resistere, mentre

la sr. e il cen tro si scagliavano sui Po rtoghe. i e doro sei ore d i lotta riuscivano a sbandare dapprima la cavalleria e poi la fanteria, costringend o il re Alfonso a u na ritirata in disordine. Le perdite del \'into ammontarono a 900 u. e quelle del vincitore a 100.

Torpedine terrestre (V . Finto Piano, e, per quelle marine, V. Mina). Costitu isce una d ifesa accessor ia, che può rend ere g li stessi serv izi <lclle fogate, presentando ; u queste il vantaggio di una istallazioile più rapida . Le torpedini terrest ri, applicate dai Russi nella guerra <li Crimea e dag li Americani nella g uerr:1 d i Scccssio nè, e rano state poi poste in dispa rte; ma , ulla fine del secolo XIX vennero rimesse in onore. Sono una s;>ecie di mine, consistenti essenzialmente in un recipiente di forma parallc!eripe<la _o cilindrica o sferica o ad im'..>u lo, conte nente, negli appositi scom pan imcoti in c u i è suddivis:1, una carica d i scopp io <li :dto esplosivo, una cena quan tità di m itraglia e l'2pparecchio per produrre lo scoppio . Questo può av\'cnire per volont:l di chi ha collocato le torpedini, ossia col me7.7..o d cli 'elettricità che rroduce 1'acceniionc <li u n innesco, e allora e~c diconsi (( a com un icazione )> , oppure io seguito ad una scossa , per la rouura <li u n tuhcllo <li vetro conte nente un liquido fulm inante, e allo,a diconsi « di contano •, perchè il nemico ne produce im·olontarianu-nte lo scoppio toccandole. Le T . T. vengono collocate o sulla superficie d el suolo o sotto tcrr:i, in modo p erò che siano ricoperte <b un sottile strato di terra, tullo al più alto 5 cm., a lt rimen ti non si onerrebbc tuno l'effetto <lcsidera10. Un'appl icazione di quelle <lei tipo di contatto venne fatta Ml 1888 dalle nostre truppe in Africa . Esse consistevano in bombe da 22 cm. caricate con g elati!!a cs;.,los iva . Pe r aumentare il r iù possibile la zona pericolosa di queste torpedini automatiche, si era ricoperta ciascuna <li esse con un t:ivolato leggero, che potendosi muovere aè altalena souo il passaggio degli uomini o dei cavalli, determinava la rottura d el tubetto co ntenente il liq u ido fulminante e per conseg uenza l 'esplosione.

Torpedùu: (<la Lanciatorpedini, V.). Adoperata durante la guerra M o nd iale, era costit uita da un tubo di ferro lungo m. 0,800, intcrna mcnre a 3 /4 ci rca della sua lunghezza d iviso in due parti da un t appo fermato a l tubo per mezzo <li una strozzatura. Comprendeva: l'anima, la pane più corta, che si investiva sul maschio al momento dello sparo e conteneva la carica di spinta, 19 grammi circa di polvere nera compressa contro il tappo d:, una barra; ncll 'an ima e rano pratica ti due fori diametralmente opposti, uno per il passaggio della miccia d i accemione, l'altro per l'accensione della miccia di innescamento; ii corpo della torpedine contenente la carica di scoppio, costirnita d a esplosivo dirompe nte (Kg. 0,600 d i ccho) comprcsw contro il rnrpo , sul quale per im ped ire contatti con la vampa de lla ca rica di ,pinca. era preventivamente disposta a forzamento una rotella di piombo con un cmcineuo di paraffina; la miccia di innescamen to connessa all'innesco è fissata nell'interno della c;irica d i scoppio . All'esterno del tubo le m iccie erano procelle da una {asciatura d i fettuccia; l 'anima d ella torped ine e la miccia di accensione da cappucci di carta paraff.nata. Peso circa K,:. 3,700. Durante la guerra furono allestite 2.767.350 to q1cd ini per 10.000 la nciatorpedini.

'J'orpedi11e w11a11a. Entrata nell' uso come gi:ì il " proie ttile umano » dell,1 guerra Russo-giapponese. È stata prc• ,·ista dal Giappone la costruzione di un siluro di grandi

dimensioni, entro il quale prenderà posto un uomo che, dopo j [ lancio, g uiderà il siluro sul bersaglio a n dando incon t ro a morte sicura. li <10mc <li T. U. è stato a pplicato a tale siluro.

Torpediniera. Piccola na,•e a scafo d'acciaio, costruita per l'impiego del siluro, che è la sua arma essen ziale. Poste fra i Mas e i Caccia torped iniere , no n possiodono nè l 'invi sibilità e la velocità dei primi , nè l 'autonomia, la capacità di reggere il mare e l'armamento dei secondi. Nelle manne da guerra, stanno cedendo a poco a poco il campo ai

Torpediniera • Schichau • del 1878

pnm1 e ai secondi. T ipi in ~ervizio nella nostra M a rina sono sta ti e sono: T (Thornycroft, Lo ndrn); Y e YA (Ya rrow, Londra); S (Schichau, Elbing): anche le prime torpediniere di Pauison, Napoli, ebbero però la lettera S, come l 'ebbero quelle costruite da Odero a Sestri Ponente, quelle

Torpediniera di 3 :J classe

costruite da Cravero a Genova, e quelle costruite da Ansaldo a Sam pic r<larena; A. S . (Amaldo • Sestri) ; O. L . (Orla ndo - Livo rno); O. S. (Odero - Sestri); P . N. (Pattison · Napoli). Le torpediniere furono anche di,time per qualche tempo in T. di 1•, 2•, 3•, 48 classe.

Torpedin.icra italiana • ac-3 S. •

Torpedi111crc di altomarc. Cl~sse speciale di torpedinie re costru ite i n Italia in p rincipio del secolo, allo scopo d i operare in lo nta nanza delle coste, ma sempre nei mari ristretti che circondano l'Italia. Lunghezza media di 39 m., larghezza media m . 4,27, macchine 1-lP. <la 1500 a 1000, raggio di azione di 700 mig lia circa, l.,uonc quali1à marine e suflicic nte velocità (circa 27 miglia) relativame nte al to nnel laggio, c he JlOO o ltrepassava le 220 tonn. :--1e furono costruite una ventina, che resero utili sen•izi in Egeo, du-


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TOR rante la guerra Italo-Turca del

19 r1-1 2 .

ToR

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Appartengono a

questa classe le cinque to rpediniere Spica, Perseo, Astort:,

Climene, Centauro, che compirono l 'epica ricogniz ione nei Dardanelli. Le T . d i altomare sono comprese fra le 200 e le 700 tonnellate.

Torpediniere costiere . Il loro tonnellaggio non su1~era le 200 tonnellate. In Italia sono state <listintc in classi : ,,,,

state rese autonome le specialità E leuricist i e Siluristi , restando assegnato ai T. soltanto il personale minatori , Anche i Palombari fecero per un certo tempo parte della categoria dei torpedinieri.

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J\1inatori

Siluristi

Elett-ricjsti

Torpedinieri della Regia :V.1• arina

Torpedinier.i costiera o P. N . e

2", 3• (barche torpediniere) e 4a (quelle in servizio sui lag hi). Per la , , , si ha : lunghezza media m. 30,58, larghezza med ia m . 3,58, 1-JP. da foo a q30 . Per la 2a classe : lunghezza media 1n. 20 , 12, larghezza media m. 2,29 , HP. <la 430 a 170. Barche a vapore torped inie re : lungbena

Torquato Tasso. Fregata a ruote, della marina borbonica, varata nel 1856 a Castellammare d i Stabia : lu nga circa 60 metri, larga circ~. 10, macchine I-IP. 300 , armamento io cannoni di vario calibro, Affondò nel febbraio 1860 alla foce del Tronto. Torques. Ricompensa m ilirnre nel! 'esercito romano, consistente in una collana d'oro o d'argento : era assegnata solo fino al grado d i centurione. Torre. Opera in rietra, facente parte delle mura dcl1'epoca am;ca, introdotta ali(, scopo di aggiu ngere alla d ifesa frontale darn dalle mura anche un organo di d ifesa fiancheggiante, che permettesse di battere con maggiore efficacia l'attaccan te il quale, g iunto al piede delle mura,

T orpediniera tipo « A. S . i

med ia metri r4 ,64, larghezza media metri 2,74, Hl' <la 200 "

45·

Torpediniere (Igiene). Su queste piccole navi , nelle qual i la massima parte dello spazio è per nècessi tà predo minan ti dedicato alle macchine cd arnesi guerreschi, è sorprendente come possa rimanere posto per i dormitori di un equipaggio Torre piatta

Torpediniera austriaca • T 11 •

Rondella

si ,iccingessc a scal arle o a demolirle. Le mura mu nite di toni s1 dis:icro (< tu ni1c » ; e cortine furono ch iamate 1c parti d i cinta comprese fra torre e torre. Esse ebbero sezione quadra ta, rettangolare, esagonale, pentagonale od ottagonale, ma poi si preferì generalmente la pianta circolare e qui nd i la forma rotonda (ci li ndrica o leggermente troncoconica) siccome quel la che offre maggio re resistenza contro gli urti . 11 loro d iametro variò fra i 7 e i 12 m .; dapprima si fecero sporgenti 1 / 3 del lor{) diametro, ma poi si aumentò la sporgenza portando la sino ai 2/3 del diametro . l nternarne nte erano divise in

relativamente n umeroso, alloggi per ufficiali , uffic i, magazzini 1 ecc. La vita vi è più disagiata che sulle navi di linea; I'equiv,aggio è scelto con migliori condi7,ioni d i robustezza fisica e gode ,l i vantaggi superiori a quel li delle altre uni(à navali .

Torpedinieri. Classe d i m arinai , suddiv isa in T. elettricisti, T . siluristi, T . minatori , per i quali vi è a S. Bartolomeo (La Spezia) una Scuola Specialisti. Ne l r933 sono

pian i, formanti locali per ricovero d'uom ini . Da 4uesri locali , tnedian te saettiere o tro-

niere, disposte così in più or•

Torre romana da segnalazioni

d in i, si poteva dare al fiancheggiamento maggiore efficacia d i quella ottenuta coi difensori e colle macci,ine . collocate sulla piattaforma superiore o terrnzo . L'altezza fu ord inariamente d i 1/3 a 1/,1 maggiore di q uella delle cort ine, ma si e bbero T. alte per-


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TOR

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sino il doppio delle cortine, e pit1. 1..a distan,.a ira le torri non raggiungc,·a mai la g iuata massima ddl 'arma principale di quei tempi, cioè dell'arco, anzi ne era sempre alquanto minort·, e ciò per ottenere un buon fiancheggiamento; si ebbero quindi c1ntt," colle torri distami ir:, loro solo di 30 m . (es. quella della cinta aurc liana <li Roma) mentre in altre tale distanza l' aggiu n se persino i 150 metri, come a C~utagine. L.1 distanza fra le torri e il loro numero d ipcsero anche dalla condi zio oc offerta dal terreno. Allo ,copo d 'i mpedire che 1'assa- ~]i~ liwre, irnpossessato,i del le cortine, pote,,,c accedere facilmente

TOR

nel periodo d i transizione (u rono adottate torri d i pianl~ ,,uadrata (talvolta anche rotonda e poligonale) sopravanzanti in altez7~1 le mura ciel recinto, sorgenti isolate nell'intnno dei recinu, dette et Lorri maestre ~, corrispondenti alle ~LC\~C esigenze delle cittadelle delle grnndi piazze d ei secoli XVI e XV[I. Jn questo periodo la torre mae,lra ebbe a r:1ppresen1arc quella parte di un'opera che nell,i fortificazione medioevale si chiama,·a mastio. Torri speciali furono anche impiegate nel secondo periodo del! 'epoca moderna, come quelle « Massimi liane » . Nella {unificazione contemporanea colla parola T. designasi la Casamatta (V.). Particolari T. ebbero le famiglie nobili nelle città, che rarprcscntarono una parte notevole ndlc lotte intestine . Bologna ne ebbe o ltre 200, Viterbo poco meno, e quasi tllttc le città in maggiore o minore abbondanza. Moltissime andarono distrutte nella lotta delle fazioni.

''"'

:,llc torri, in vici nan ..

za a queste si interrompeva la piattafor.. Torre oostiera di guardia e sc,nalazion:

ma con

it

,agliatc »

d i qualche metro di lunghezza. Queste si attraversavano con ponticelli 1mlbili di legno che si potevano, in caso di occorrenza, al7~irc o ritirare nelle torri. In tal modo le T. pro,·vcde,·ano al fiancheggiamento e- servivano anche da ridotti. Nel medio e vo le to rri co n1inu;1110 ad es,crc impiega te nella fortificazione, colla sola diffc ren1.a che sono riù ravvicinate e talvolta hanno forma pencagona, comi' nelle cinte di Ar<lca (anno 1174), d1 Como (an110 1192) e di Verona (apn i 1354 e 1389). D opo l'epoca medioevale le torri ve ngono abbas , sate a livello delle murn, alla loro volta p1ù basse che in precedenza: ciò per rrescntarc minore bersaglio ai riri delle artiglierie; vengono co,truitc più ampie, ossia d, 20 a 30 m. di diametro (V. Torrione) e più sporgent i, oppure si collocano a qu:1 lche metro avanti al le cortine e si riuniscono a queste mediante due traili di muro rettilineo a guisa di fianchi e si hanno cosl le ,, rondelle ~. Inoltre, rcr evirare che le torri d ia no luogo ad un auacco indifeso davanti ad esse, si d à loro freque me,ncnte pian ta pcntagonn, a prlicata anche nell'epoca medioevale (« puntoni ~) col che ,i raggiunge anche lo scopo di 011encrc un bersaglio meno fa,·o· revole all'attaccante. Si pensò inoltre d i tcrrapicnnrle , tal volta fino a( piano de lla strnda d i rnnda, tal altrn 11110 al

Torre costierA di difesa (guerra Mondiale)

solo cordone della scarpa, corrispondente a<l un dipresso al piano della camp~gna. Un esempio di torri tcrrapienate si ha nel castello di Montcfiorito prc>SO Rimini, iondato nel , 437 eia Sig ismond o Malatesta ; un altro nel Ca::tclnuovo, fotto costruire verso il •~so dal re Alfonso di Naroli. Pure

Torre mobile con nricte

To,n (o Castello, o Elepoli) . Macchina militare dei tempi ant ich i , consistente i n una grossa torre di legno, rownd:1

o quadrnta, la quale si accostava dagl i assalitori alle mura della città assediata. dopo colmato il fosso di difesa: dalla sommità di questa torre o ca,tcllo si lanciavano frecce, da rd i, fuochi , pie tre sui d ifensori , cerca ndo d i allonta narl i dalle mura. Calando quindi un ponte sui parapetti, l'assalitore tentava di entrare nella ciuà fortificala. L.1 T veniva rivestita di pelli fresche, per proteggerla dai fuochi con i quali i difensori tentavano d i incend ior la. Poteva avere p i/i r ipiani , e .,resso in quello più basso collocava,i l'ariete per battere le mura. Scorrc,•a su ruote o rulli e ,•eniva spinta o trascinaia con corde e argani. Fin dall'antichità vc11 11cro costruite T . che servivano per segnali; nel med io evo 1111a quantit~ ~li esse, per segna li e d ifesa , furono costruite lungo le co,tc a ,iifc•a dei pirati. Ne Il 'epoca nostra, sono ,tate erette torri corazzale a difesa delle co,te.

Torre (Marina). Le ,rtiglienc delle mode rne na,·i da g uerra sono in gent"rnlc installate in torri rotanti corazzate.

Le prime installazioni di questo tipo si ebbero verso il r8bo


TOR

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ToR

d ella nave.

In essa si installa il comandante durante il

combattimento: ne lla passata guerra però i con1andanti non

ne hanno fatto gran<le uso, preferendo rirt1anere sul ponte allo scoperto per meglio dirigere la propria unità. Ebbero torri anche navi d ell 'antichità e <lei medio evo.

Torre. Torrente del Friuli che nasce a nord d i M . Maggiore, scende in p iano e passa a 4 Km. a est d i Udine sboccando ncll "Isonzo presso Turia eco.

Bauaglia sul Ton-e (28 ottobre 1917) . Aprartiene alla guerra 1-londiafc . I11 seguito aU'ordine d i ripiegamento sul

in Inghilterra e subito dopo in Italia . L 'idea proveniva dalla prima nave a torri, che (u il Mon itor. Le T. corazzate perincttono un vasto carnpo di tiro ai cannoni e ne pro• teg-gono efficacemente tutti gli organi contro il tiro ne1nico .

'./' ., la sera del 27 la 2• armata aveva il seguente schieramcnw s ulla d r . del torrente : Settore d i sin istra, agli ordini del gen . Etna (IV C. <l'A., rG• e 21& d iv is.): da Qua lso verso nord sino a Zona Carnica . Settore dd centro, agli ordini del gen. Petitti d i Rore to (XXVIII, VII, XXV!l C. d'A .) : da Qua/so a Pra<l:rnuno incluso. Settore d i dema, agli ordini <lei gen. Fcrrcro (XXIV, !I, VI C. <l'A.) , da Pradamano sino alla 3• armata . Corpo d ' armata speciale : a Corni no e Pinzano. za divis . di cavalleria· a nord d i Udine. Nella zona montuosa <lcl l' a lt ipiano di Bergog na,

Sono sistemate in

M . Maggiore, M. Musi, M. l:lernadia, le retroguardie resi-

Torre di prua su nnrica bireme

generale tutte sul,

!· ~sse longitudinale della nave: la prima idea d i questa si~temazione si deve al gen. del Genio navale !taliano Cu .. nibertì . Lo spessore della cornzza è in relazione con il calibro dei can noni in essa con tenuti e col tipo di nave su cui è installata . Vi sono T. con un solo ca n• none, <lue, tre

o

quattro. Le torri quadruple sono staTorre di comando di m1ve porta aerei te adottate soltanto recentemente da alc une nazioni, ma le pi/, diffuse sono le torri b ina'le. Oltre al le T. delle artig lierie esiste sulle n avi d a g uerra un'altra torre: rllo lto importante, che è la torre: corazzata <li comando, s ituata sul ponte e contenen te tutti gl i organi d i d irezione

Combattimenti sul Torre (guerra IVlondiale)

stevJno ancora il 27 sera . La 14• Mmata austro-tedesca , col

gru1,po Krauss . il 28 doveva proseguire nel suo movimento con la dr. avanti verso il medio Taglian1ento d::i Codroipo a mvntc. Le pioggic torrenziali avevano gonfiato il 1'., ma i pou li d i Sale e di S. Gottardo erano transitabili. Questa c irco~tanza decise il gen . Berrer, che con una divis. (26a)

e r.a giunto n Grions e Rcmanzac<.:o, a forzare .il passaggio nel t.-alto fra Sa lt e San Gottardo. Sulla dr . del T. era in quel tratto il VII C. d'A . con la 62a e la 3• d ivis., avendo a d r. il XXVII. La 26• divis. germanica attaccò ali 'alba del 28 verso Bcivars e trovò un g uado che le facilitò l'occupaziooc dei ponti di Salt e d i San Gottardo : così l 'intero gruµpo Berrer potè avanzare alle ore 1.r su Udine in t re colonne : alle ore 14 nuclei nemici rcnctravano già in città .

Torre prodiera di incrociatore francc~e

i\ ppena avvertito dello sfondamento a Beivars, il VII corpo remò un cor11rarracco con cavalleria , ciclisti e un bgl. de l XXVIII C. d'A. verso Ilcivars; e un secondo contrattacco wn un bgl. ciclis ti su God ia e il regg. cavalleggeri d i Saluzzo su San Gottardo, che riuscì a caricare in p ieno


T OR

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il 1210 fanteria germanico. Ma questi contrattacchi arrestarono per poco l'avanzata <lei gruppo Berrer. Il XXVII corpo neppure riuscì ad impedire con le rruppe vicine l 'avan zata ncllJica; lanciò su Bei·, ars due bgl. d 'assalto, ma con scarso risultato. Poco prima di mezzodì il VII ed il XXVII ripiegarono rispettivamente verso Fagagna e verso Djgnano . Il resto della 14a armata au. 'l!f!' ,· stro-tedesca alla sera del 28 111~1 . . . raggiunse le vicinanze del T . Ciò produsse i l distacco dei due settori di sr. della 2• armata dal settore di dr. (Fcrrero) contro il q uale la , 4a armata la sera stessa diresse il gruppo Scotti. Torre (Ordine cavalleresco della T . e della Spada). Isti tu ito da Alfonso V di Portogallo nel 1459 per i cavalieri destinati a combattere nel Marocco . Sì estinse con la morie del re e fu ripristinato da Giovanni VI nel Brasile (1808) Ordi_nc della Torre per i m ilita ri non cattolici. Rie della Spada formato ne) 1832 e 1833, durò fino alla c.oduta della Monarchia, con i gradi di Gran Crnce, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Torr,: (Ft·duico). Generaie e scrittore mii., n . a Benevento, m. a Roma (1815-1892). Teneme nell 'art. civica romana nel , 848, partecipò con Durando alla · difesa d i Vicenza. Promosso poco dopo capitano e deputato della Costituente d i Roma, durante la difesa della città fu segretario al ministero della guerra . AJ1dato in esil.io a Malta, scrisse la « Storia dell'intervento francese in Roma nel 1849 >1 . Scoppiata la guerra del 1859, organizzò in Toscana 1/na divis . di Romagnoli e di Romani e con essa impedì alle truppe rontificic di ricccupare le Romagne : meritò la med . d'argento. Nello stesso 1859 fo ten . colon nello dir_ettore _..:I 'art. e gen io a Bologna. Colonnello nel 1860, fu d irettore gen. delle Jeve al m inistero della guerra cd in cale carica rimase ben trent'anni, d ivenendo magg. generale nel 1863 e ten. genera!e nel r873. Depu tato d i Benevento dall'VIII a Il 'XI legislatura , pubblicò, fra altro: << Sunto della relazione sulle leve eseguite in Italia dall 'annessione delle varie provincie al 1863 con riproduz.ione del proemio intorno alla formazione dell'esercito\); « Dei vari disegni di riordinamento dell'esercito >1; « La legge del 1854 su! reclutamento d ell'esercito ».

Torre · Federico

Torre Francesco

TOR

Torre Fm-ncesco. Generale, n. a Barletta nel 1864. Sottoten. di fanteria nel 1884, fu in Eritrea nel J895-96-97. In Libia nel 1912, vi rimase sino al 1916 partecipando alle azioni di guell'epoca. Colonnello nel 1915, entrò nel 1917 in guerra contro l'Austria al comando del 235° fanteria. Ebbe poi il comando delle brigate Teramo e Genova e fu p romosso brigadiere generalè nel 1918; fece anche la campagna <l'Albania nel 19r9-20. In l'. A. S. nel 1920, passò nella riserva dicci anni dopo e divenne nel 1925 luogotcn. generale della M. V. S. N. al comando della 13• zona .

Torre Rossa (Passo d,). Stretta gola della Romania , nei monti della Transilvania (Romania) il cui fondo è percorso d all 'Olt e da una rotabile e ferrcvia. Combattimeli/i al passo di Torre Rossa (1916) . Appartengono al la guerra Mondiale, scacchiere rcmcno . I Tedeschi miravano ad entrare in Romania per la valle clell'Olt. I .Romeni erano schierati lungo la frontieéa a d ifesa de l passo d i T . R., e d i qud li vicini. li gr•1ppo tedesco dei gen. Krafft aveva il · corpo a lpino a caval lo ciel passo di T . R. con la 1 0a. brigata <la n1ontagna austriaca a dr. e 12 2a a sr. del detto corpo. Il , 6 ottobre la 10a attaccò i Romeni e venne respi.c1ta; il 17 la 2• attaccò con l 'appoggio d i reparti del corpo alpino e fece notevoli progressi. li 18 e 19 ottobre si svolse un contrattacco romeno contro la roa brigata austriaca e il corpo alpino che rimasero immobilizzati, rncntre la

2a,

che aveva f'TOseguito, il

20

ven.ne

coJ1lrattaccata dai Romeni cd obbligata a ripiegare . L'avanzata tedc.sca venne rip resa il 5 novernbrc con successo verso

Targu Jiu.

Torres (u:giom:). Costituita a Torino i l 18· marzo 1848 con volontari lom ba rdi e veneti, ebbe il nome dal suo comandante che prese il nome cli generale e operò per proprio conto riconoscendo il governo provvisor io di Milano. Ebbe qualche scaramuccia nel Mantovano, ma ben presto si sbandò e quelli che rimasero si aggregarono alla divis. Federici. Torre San Patrizio. Comune in prov . di Ascoli Piceno, nel bacino del Chicnti. Il castello, fedele a Francesco Sforza, nel 1443 fu attaccato da Paolo del Sangue, generale delle truppe della Chiesa, preso, saccheggiaw e d istrutto. Prancesco Sforza lo fece ricostrui re: il paese segul le sorti degli Stat i della Chiesa. Torres Vedras (Linee d,). Sistema difensivo fortificato stabilito da Wellington a protezione di Lisbona, durante le campagne napoleoniche nella renisola iberica. Iniziate nel 1809, avevano raggiunto nel 181, piena efficienza: stabilite su ' due ordini, appoggiavano la sr. alla costa atlantica e la clr. al Tago. La più avanzata di esse, lunga 38 Km., comprendeva 32 opere, in maggioranza r idotti chiusi, con fossi e palizzate ed era armata con 140 bocche , la fuoco; la seconda, lunga 32 Km. e costituita ugualmente con 65 opere e 150 bocche eia fuoco; la rerza cd ul tima, presso alla baia di S. Giuliano, con II O!Jere e 93 bocche da fuoco, destinate a proteggere presso la baia <li San Giuliano l'eventuale imbarco forzato delle forze alleate. Tutte le artiglierie clcf: l'arsenale di Lisbona e quelle d i buona parte della d ifesa costiera v'erano state opportunamcme installate. Nel 1811 il marcsc. Massena invadeva il Portogallo e si s~•ingcva verso Lisbona : il 12 ottobre i suoi tre corpi (Il, VI, e VIII, in totale circa 40.000 uomini) coronavano le alture di fronte alle linee d i T. V. e vi si sta bilivano saldamente . I due avve rsari rimasero più giorni di fronte os.servandosj a vicenda: Wellington si aspettava da un momemo all'a·ltro un attacco, ma le condizioni dei Francesi rendevano csi-


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tante Màssena a dec idervisi . Difau i i molti d isrncca mcnti necessar i al servizio di sicurezza delle retrov ie e i numerosi malati menomavano la disponibilità dei combattenti mentre gli Anglo-Ispano-Portoghesi ricevevano di continuo

TOR

l' istallazione delle m i1rngliatrici . Gli apparecchi possono averne una o parecch ie, disposte davanti ai piloti, o sull'ala superiore, o inferiormente, sì da battere il campo di tiro che sta sotto l'apparecchio, o sureriormcn1c d ietro le ali, o all'estremità della coda . La T. può cs,ere a ciclo scoperto oppure ripamta da una cupola in trasparente, destinata a difendere il m111 aglierc dalla corrente aerea prodoua dal rapido movimc1:to dell'aeromobile; può essere fissa oppure a scomparsa, retrattile cioè ncll 'internr, della fusoliera in modo da non costitu ire ingombro all'avanzare dell'apparecchio. Le mitrafliatrici J."OSSOno essere singole o doppie; può esservi applicato anche un cannoncino a tiro rapido di piccolo cal ibro .

Le lioee di Torre Vedros (1810)

rinforzi per via <li mare e nuove milizie ponoghcsi accorrevano alle armi, cosicchè la forza loro totale sommava a quasi 90.000 uom ini. Alla forte sproporzione numerica si aggiungevano gli cffclli del ,nahcmpo che peggio rava le condizioni sanitarie; cosicchè, dopo circa un mese di dubbiosa attesa, Ma,scna inducevasi a ordinare la ritirata, che s' iniziava la none sul 15 novembre in <lirezion~ di Sanrnrem. L'episodio preludeva allo sgombro del Ponogallo.

Torretta. Chiamasi così comunemente la torre mernUica armata co11 artiglierie di pic:olo calibro o con mitragliatrici. Si hanno nelle opere ,cora~zate anch,~ 1'. osservatorio fisse o gi revoli. Esse sono costituite in modo analogo alle torri per rezzi. Nella corazzatura sono aperte apposite aperture per permencrc l'osservazione anche· a mezzo di cannocchiale. Tali os,crvatori servono per riconoscere i bersagli e

Torretta di sommergibile britannico

per osservare i risultati dei tiri . - Torretta è della anche la piccola torre dei sommergibili, e anche la cupola dei carri armati . Sui velivoli è l'insieme di q uegli organi che costituiscono

Torretta d i vel ivolo Cnpmni (1915)

Torreua Alfredo. Generale, n. a Bologna nel 1864. SotWlcn . d'ari. nel 1883, passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Colonnello nel r 915, partecipò alla guerra co nt ro l 'Austria e nel 1917 (u promosso magg. generale per meriù eccezionali. Addetto all'ispctto1a10 delle costruzioai d'art. nel 1921 e generale di divis. ispettore delle costru~ioni nel 1923, fu d i esse direttore superiore nel 1925 e ncll 'anno doro fu collocato in posizione aus iliaria.

Torriani. Ant. e potente famiglia della Valsassina, che ebbe notevole J:>arte nella storia di Milano, e dclb quale particolarmente si d istinsero nelle anni: M,mino, capo dei Valsassinesi nella Crociata del 1147, nella quale perì; Pagano, console di Milano nel 1172, combaucntc ~Qntro Federico Barbarossa, podcst:I d i Padova; Paga110, che nel 1237 comhauè contro Federico II e fu poi podestà d i Milano; Raimo11do, patriarcà di Aqui.leia nel 1273, sacerdote guerriero, che combattè co111ro i Visconti e contro Venezia; Napo, signore di Milano e di Brescia , sconfino dai Visconti; Nappino, detto « il Mosca », condoLticro <ki Fiorentini ( 1317) e dei Bolognesi ( 1320); Pngt1no, vescovo d 1 Padova ( 1302) e guerriero, combattè contro Venezia e contro gli Scaligeri, fu assediato per nove mesi in Monza (1324), bauè i Tedesch i (1328) nel Cadore; Luigi, condoltlcro di Venezia nel 1495, partecipò alla battagl ia d i Fornovo e all'~s.sedio di ~o"ara, combattè in Toscana per j Pisaru con-


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TOR

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tro Fi renze, ·~ poi (1508) ,otto !'Alviano ne l Friuli : morì in lotta di fazion i a Udine.

Torrieri (Giova11111). Generale, n. a Geno\'a nel 187<>. S01101. di fanteria nel 1899, partecipò alla calllpagna entrca dd 1~95-y6, alla guerra di L ibia e a ,111ella contro l'Austria. nella quale meritò a Monfalcone la croce di cav. ddl'O. M. S. raggiungendo nel 1918 il grado di colonnello. ~cl 1920 ebbe la med. di bron,:o e fu ferito durante 11n complotto an i in azionale :1 Trieste ove fu capo d i S. M. del C. <l 'A. Nel 1924 ebbe i l co1t1and0 del iO" fanteria e fu !)Di capo di S. M. del C. <l' i\. di Verona. ::--1el 1932 venne promosso generale di brigata ispettore di mobilisa:donrc .Napol i e nel 1 !.134 pas~ò a comandar<.: la XIV brii::ata <l i fan teria .

a

Torriglia. Comune in pro\'. di Genova, sull'Appennino presso le ;urgenti della Scrivia e clclla Trebbia. Ebbe un an L. castel lo che vcnn<.: demolito d:ig li abitanti nd 1795. Durante b c:,mpagna del 1799, il 14 novembre, il gen . au• siriaco Klenau, avanzando verso Genova, cacciò da T. i Francesi del Miollis, ma a causa della neve caduta, non riccv<.:tte rinforzi e, comraccato da Saiat-C)'r e Watrin, venne sconl1uo e dovette !>attere in ritirata

lasci~ndo 1500

rrigionicri.

Torrione (o Tonone). t!. una S!><:cie d i torre costituente l'elemento pri ncipale de lla fortificazio ne nel periodo di transito fra l'epoca medioevale e l'epoca moderna. Ha ,rianta rotonda, altezza uguale a quclb delle mura, e forma

ProlJ!o d,i iorrionj ( T)

TOR

Siena, 11cl quale q ueste ultime timascro complctamen1e sconfitte. Anche nel 1363 e nel r383 nei pressi di T. le truppe senesi sostennero due scontri, uno conuo la compagnia di ,·en\ura detta dd Cappelleno, in cui il comandante della compagnia . duca d i Feltrc e cli Urbino, ven ne fatto prigioniero, e l'altro contro la compagnia di Balclino eia Panigale, nel ((Uale rimasero sconfitte.

Torstenson (conte l.com,rdo). Generale s,cdcse (1(>031651). Seguì Gustavo Adol fo in tutte le gucrr<.: e nel 164 1 ebbe il com:111do supremo del! 'esercito, distinguendosi grandemente nelle campagne contro gli Imperiali del gcn. Gallas. Tornato in patria, finì governatore d i provincia. Torti (Carlo) . Generale, n. a Monti.:iano, m. a Civitavecchia (1860-r922). Sottot. di fanteria nel 1882, da wlonnello partecipò alla guerra contro l'Austria al comando del 152° fanteria, meritando due med . d'argento e la croce di cav. dcli 'O. M. S. Ebbe poi il comando della brigata Cremon.i; magg. generale ucl 1917, comandò la brigata Piceno, Id brigata Novara che condusse nel 1918 guadagnando h mcd . di bronzo e la croce d'ufT. dell'O . M. S. Nel 1920 2ndò in 1•osizionc ausiliaria speciale. Tortiglione. Cosl era chiamata nel passato la canna eia fucile o pistola fatta di una striscia di metallo a,·volta a nastro in tondo a spirale e quind i fucinata così da r idurla ad un solo tubo omogeneo d i metallo, sulla superficie del (Juale però potevasi ancora scorgere in giro l'unione a ,piraie del metallo. Tortona (am. /)ertona) . Citt:'r in prov. d i Alessandria, presso la Scri,· ia, fondata dai Romani e fortificata con cinta • quadrata. Data la sua posizione militarmente importante, le fortifìca.i:ioni vennero più volte rafforzale: dai Tortonesi, con nuove mura turrite, all 'epoca delle in vas ioni dei Goti (402) dagli Spagnuoli, con bas1ioni, rivel lini, fossati, nel secolo XVI. da Vittorio Amedeo Ili di Savoia nd 1n3, su disegno dd gen . Finto, che restaurò la fortezza a:ra, divisa in due pani: superiore e in feriore e costrul il forte di San V ittorio. La demolizione dc;llc fortific:tzioni avvenne nel 18or. per ordine di Napoleone !. Fu capoluogo di ducato sotto i Longobardi, cd ebbe lunghe lotte con Pavia, restando soggetta alle contese fra Guelfi e Ghibellini come le altre città d 'lta1ia : fu presa dai Guelfi <li Raimondo d i Cardona nel 1322, <la Banolomco Colleoni nel 1447, da LodO\·ico Sforza nel 1480, dalle bande

Torrione medievale

una sporgenza di queste, con rigonfomento ver;o l'esterno.

li diametro è superiore a quello delle torri comuni, raggiungendo i 20-30 m<:1ri . Venne ideato per migliorare la d ifesa fian cheggiante delle torri, face ndo queste più ampie e più sporgent i; poicbè, essendosi col l'adozione delle anigli<.:rie soppres<c tutte le pani deboli delle mura, fra cui le caditoie, restava indifeso il piede delle mura stesse e s1 verificava l ' inconve niente di un notevole angolo morto.

Torrione. Cannoniera in legno, <.H 250 tonn .• vara.,:i a Peschiera, sul lago di Garda, nel 1859, e rima,ta in servizio fino al 1867.

Torrita. Comune in prov. <li Siena, in Val di Chiana. Nel medio evo fu luogo fonilicato e per lungo tempo servl di baluardo ai Senesi comro Montepulciano. Nelle sue vici nanze il 10 aprile 1358 avvenne un sangui noso fatto d'armi tra le milizie rerugine e quelle della repubblica di

Le fortific3%ioni di Tortona (secolo XVI)


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francesi d i Ivo d 'Alègre nel 1500, <lai principe T ommaso <li Savoia, pcr assalto, nel 1642, dagli Spagnuoli nel 1643 dopo un assedio <li lre mesi .

I. Assedio di Tortona (1155). Apparcienc a lla guerra <lei Comuni contro Federico Barbarossa, che l'investì il 12 febbraio "55, aiutato dai Pavesi. Per mancanza <l'acqua, ed .anche per trattati,·e condotte insidiosamente, la citt:ì venne occupata, saccheggiata ed incendiata: i Pavesi abbatterono le mura salvate dall'incen dio. Ricosi:ruita, la cin:ì venne nuo,·amente incendiata ed abbattuta dai Pavesi il 16 novembre 1163 in seguito ad autorizzazione dello stesso Bar'barossa.

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Tortona: forte di San Viuorio

Il. Aucdio di T o,-tona (ottobre-novembre 17o6). Fu posto -dal principe E ugenio dopo In battag lia <li Torino, con 10 regg. di fanteria e 5 <li cavalleria. li presidio, <li poche centinaia di Spagnuoli, al comando del brigadiere Ramirez, abbandonò la citt,, e si r itirò nella cittadella. Il princip? lasciò dinanzi a T. il gen. Isselbach con 2 regg. di fanti .e 2 di ca\'alli, ùasfcrendosi col rima nente delle fone fra la Bormida e il Tanaro. L'assedio andò in lungo per l'energia spiegata <lai Ramire,;; lsselbach iniziò l'attacco <lai basso contro b fro11te occidc11tale del castello inferiore. Il bombardamento potè essere iniziato solo quando, cadut:1 Alessandria, l'artiglieria d'assedio potè arrivare a Tortona. Frattanto l 'l sselbach, le cui truppe avC\'ano sofferto moltissimo per le intemperie, e non contavano più che 16oo fanti adoperabili, a,•eva tentato di accostarsi alla cittadella per attacco sotterraneo. I lavori per ciò intropresi, mancando ingegneri e minatori, furono tosto abbandonati . Finalmente il 6 novembre giunsero 3 cannoni; il gcn. Isselbach prese la risoluzione di mu tare l 'attacco, volgendolo contro la fronte sud-orientale ciel castello superiore dalle alture dei Capr-uccini e di San Bernardino. li trasporto delle grosse artigl ierie su q uelle ripide al ture, dif1ìcilc e faticoso, non potè essere terminato che il 21 novembre. Dal 23 al 28 novembre (u rotto col cannone il muro sud-orientale del .castello, ma il com(111dante non volle arrendersi, e bisognò ,·enirc all'assa lto, che ,·cn11e sferrato il 29, su tre colonne, di cui una doveva :iscenderc la breccia e le altre due usare le scale. L'assalto riuscì. Dopo mezz'ora di fierissima lotta l'assalitore restò padrone di quei baluardi , difesi per sci settima ne con costanza e coraggio. Il comandante e grande parte degli ufficiali e soldati caddero da c,oi; 10- 12 ufficiali, quasi lutti feriti, e 140 soldati Eurono fau i pr igionieri. Gli Alleati perdettero 150 uomini.

ToR

lll. Assedio di Tortona (r734). Appartiene alla guerra di Successione di Polonia e fu posto dal maresc. <li .Maillebois, alleato <li Carlo Emanuele lii d i Savoia, sui primi di novembre del 1733 . In fine dicembre la città si arrende, mentre la guarnigione spagnuola si chiude nella cittadella. Il Maillebois nella none dal 29 -al 30 gennaio apre il fuoco che per sette giorni continua ininterrotto producendo una larga breccia. Allora il rrcsidio cedette le armi. JV. Assedio di 2'0,-tona (r745). Appar\içnc alla g uerra di Successione cl· Austria e fu posto dagli ,Spagnuoli comandati dal gcn . Gages, mentre un esercito franco-spagnuolo proteggeva le operazioni contro gli Austro-Piemontesi. L '8 e 9 agosto, aperta la prima parallela, furono posti in batteria 53 carinoni e 14 mortai ; il J3 cominciò il bombardamento, e il r5 gli assedianti entravano in città, iniziando le operazioni contro la cittadella nella quale si era rinchiuso il cav. di Barolo con cinque piccoli bgl. picmonlesi. li 23 ago, 10 con 70 cannoni e 15 mortai, si iniziò il bombardamento: il 3 settembre le mura della cinadclla erano eroi, late nei punti bombardati e le caierme i 11 fiamme . Aperte trattative il p residio carirolò con gl i onori militari, libero di ritirarsi a Torino.

V. Assedio di Tortona (1746). Gli Austro-Piemontesi in\'estirono la città sui primi <l'ottobre. Dopo due mesi, la guarnigione spagnuola, scarseggiante di v iveri e pr iva <li ogni possibilità di soccorso, si arrese (27 novembre) a condizione di essere imbarcata e restituita in patria a cura <ldl 'assediante. VI. Assedio di Tol'to11a (1799). Appartiene alle guerre del Consolato francese. La città venne bloccata da truppe del Suvarov il 6 maggio; esse forzarono le porce e I'occuparono, ma la cittadella, munita di 80 cannoni, re,istè saldamemc r endendo assai critica la situazione delle truppe avversarie, tanto che il Q. G. russo fu costretto a sloggiare da T. O\''erasi prematuramente insediato. li blocco del castello si protrasse fino al 18 giugno, quand o I 'avanzata <lei gen . francese Moreau costrinse gli Alleati ad abbandonarlo. Allontanata la minaccia col combattimento di Cascina G rossa e con la b:1ttaglia della T rebbia , i l blocco ,·enne ripreso (21 giugno), mentre il presidio. rinforzato nel frattempo in modo da raggiungere i 1200 u. al comando del gcn. Cast, era , wco provveduto <l i viveri e munizioni. Cli Alleati però procedettero con energia solo dopo la battaglia di :Kovi (15 agosto). Allora un centinaio di bocche da fuoco ftirono in azione contro la p iazza, con bombe e proietti incendiari: il 18 agosto le artiglierie della difesa erano ridotte al silenzio. Informato della disfatta dcli 'armata ~l 'Italia il Gast aderiva i l 25 a una capitolazione, convenendo che sarcbbesi arreso qualora non soccorso prima de1t · 11 settembre . Un vano tentativo fatto dalla divis. W atrir, per sbloccare T. fu l'ultimo sforzo compiuto d al ;\,loreau per scongiurare la resa, che avvenne nel giorno stabilito; la g uarnigione, u.scita con gli onori d i guerra, rientrava in Francia.

Rcggimc11to proui11cialc di Tortona, Si costituì nel 1752 con i resti dei disciolti rcgg. di Lombardia e Sicilia. N el 1790 venne sciolto e nel 18q fu ricostituito con volontari della provincia, ordinato su 2 cp. granatieri, 8 fucilieri, 2 bersaglieri. Nel 1815 ,·enne sciolto ed incorporato nell3 brigata Genova, meno la 2a cp. granatieri che fu incorporata nella brigata Granatieri. Tortona. Brigata <li fanteria, cosutulta nel febbraio 19tj dai depositi dell'8° e del Ti" fan teria coi regg. 25i° e 258°. D est inata inizialmente nella fronte Goriziana , a metà ago79


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~to, in vista della battaglia della Bainsizza, varcò l'Isonzo e cost ituì un:i solida testa di ponte a nord di Canale, conquistando il 21 M . Kuk ed· il 22 la vetta dello Jelenik cauurando molti prigionieri, armi e munizioni. li 25 ottobre, iniziaiasi l'offensiva austro-tedesca, la brigata ripiegò combattendo. Inviata per Mussolente e Crcspano a Pagnano, ,I 22 novembre i suoi elementi vennero fusi con quelli

una tregua di 40 giorni nell'intesa che se in cale periodo non fo,sero giu nti soccorsi si sarebbero senz'altro arresi. La resa a,•vennc j) 30 dicembre e Cenava inalberò la propria bandiera su Tortosa. l i. Assedio di Tortosa (1648). Appartiene ali~ guer re contro l" imr"<:ro e fu posto i) 4 giugno dal marcsc. di Schomberg. Saputo che il gen. De Mclos giungeva in soccorso della piccola guarnigione, inviò pane delle sue truppe a. contrastargli l'avanzata , mentre con le altre accelerò le operazioni d'att acco. Aperta la breccia il J2, mosse all'assalto, e i difensori codcttero le armi. lii. Assedio di Tortosa (1jo8). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. La città, occupata da ,o bgl. di J\mtro-Spagnuoli e 300 cavalli, comandati dal conte di Effren. venne investita dalle forze del duca d'Orléans, sui primi <li giugno. Le batterie incominciarono il fuoco in 6ne del mese, controbattute da quelle dei difensori, i qualit

Medaglia del 258• reggimento Fantcrio

della brigata Cremona. Per la sua condotta in guerra meri tò la citazione sui bollettini d i guerra o . 824 e 859, ed entrambi i regg. la mcd . d'argemo. Festa dei reggimenti: il 22 agosto, anni,·ersario della battaglia della Bainsizza (1917); colore delle mostrine,.: fondo bianco con striscia centrale verde nel senso verticale. Suoi comand anti furono il magg. gen. Raimondo (1917) e il col. brigadiere Pagliarulo ( 1917). Le sue perdite furono: ufficiali morti 13, feriti 83, dispersi 20; u. di truppa rn . 426, f. ,774, d. 119,.

Tortorella, V. Mangano. Tortosa (ant. Dcrtosa). Cinà della Sragna, nella Catalagna , sulla sr. <lcll 'Ebro. F ll cinta di mura con fosso, e m unita di citta<lella.

I. Assedio di Tortosa ( 1148) . Appartiene alle guerre contro i Mori di Spagna. Dopo la caduta di Alrncria per opera dei Genovesi, il re di Spagna li indusse ad unirsi a lui per togl iere T. ai :Viari. Ed essi in fine luglio sbarcarono e si impadronirono di una moschea presso la cinta ; ciò

Tortosa durante l'assedio• del 18 ,o

favorl, dopo aspri comban imemi, l'occupazione della intera città. l Mori si chiusero ndb cittadella. Per dissensi intervenuti i soldati del re di Spagna si ritirarono dall'assedio, che fu proseguito dai soli CenO\-csi, i quali ime• stirono "la ciuadella, colmarono il largo fosso e si disposero per l'assalto avv ici nando una torre alle mura . I Mori, non avendo speranza <li soccorsi, il 20 novembre chiesero

eseguirono numerose sortite. La breccja, ampia, era apèrta il 9 luglio; l'attacco ,·enne sferrato il to e determinò dopo poche ore di lolla la resa, col patto della libera uscita della guarnigione. IV. Allocco di Tortosa (; 708). Gli Imperiali non si eranorassegnati alla perdita della città, e il maresc. di Starbemberg decise di tentare un colpo di mano per impadronirsene. A tal uopo marciò da Barcellona con 3000 fan1 i, 1000 cavall i. 100 michcletti e volontari e alle 4 del mattino del 2 dicembre attaccò all'improvviso <la nord e da sud. :Via la guarnigione riuscì ad accorgersi tempestivamente del tcntati,·o. Per quallr0 ore gli assalitori si ostinarono nell'attacco, ma invano; perduti 900 u. dovettero battere in ridrata.

\". A11arco di Tortosa {Iii!). Il gen. Dc Glincs occu pava la piazza con quattro bgl. Malgrado il fallito tentativo del 1708 lo Srnrhemberg non aveva perduto la spcra,;,za <li ricuperare la fortezza, talchè deliberò di ripetere il tentatirn e ne diede incarico al geo. Wentel. Questi con un corpo di 4500 uomini con1pl la marcia con assoluta segretezz:1, cd al l'alba del 25 ottobre, .favorito da lla nebbia, si aV\·icinò alle mura tentando di scalarle e tentando di sfondare k porte della città con mine . Le sue truppe ave\'aoo già raggiunto in qualche !ocaliti1 la. sommità de lle mura, quando la guarnigione e gl i abitanti \'Cnnero al contrattacco e in brne 11 \Vcozel ,•enne respinto con la perdita di 1500 u. fra i quali 23 ufficiali e 845 soldati prigion ieri. VI. Assedio di Tortosa (1810). Appartiene alle guerre dell"Jmpero franc~-sc e fu posto dal gcn . Suchet, comandante <iel III corpo. In fo1c g iugno egl i bloccò In lesta di pon te della città sulla dr. <lell 'Ebro. Nel dicembre fu completato l'investimento. La linea delle opere spagnuole era abbastanza estesa a nord del fiume: da l forte delle Tenaglie, che copriva il sobborgo occidentale, correva all 'opera a corno, al forte del Rastro, ai bastioni de' Carmelitani e di S. Giovanni, alla lunetta del Tempio, al bastione di S. Pietro, che appoggiavasi a I fiume. Ridotto centrale era l 'antico forte del Castillo. Sul tratto nord-orientale era stato costruito il forte d 'Orléans. Su consiglio del comandante del genio, Rogniat, fu deciso di operare lo sforzo principak contro il bast ione d i S. Pietro. li 19 dicembre tutti i posti a,·anzati spagnuoli erano ricacciati nell'interno; 45 boe-


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che da fuoco d iv ise in 10 batterie ottennero una superiorità schiacciante sull 'artiglieria della difesa. ,Il ponte sull 'Ebro fu demolito dai tiri, onde le forze di presidio della testa di ponte d ovettero passare con mezzi d i circostanza sulla r iva settentrionale, sgombrando le opere, che furono subito occupate dall 'avversario. li 30 il solo forte del Castillo era

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ancora in grado di far fuoco: le altre opere in gran parte rase o spianate e d ue larghe brecce aperte nella cinta. Il 2 gennaio 18II gli assediati cedevano le armi, m numero d i 6800. Dura11te l'assedio, la d ivis. italiana Palombini protesse dalle montagne circostanti il corpo d 'investimento.

TOSCANA ',

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Toscana. Regione della penisola italiana , racchiusa fra la cresta appenninica e il T irreno, limitata a nord-ovest dal corso della Magra, e a sud-est da una linea convenzionale che dalle foci della Fiora r isale a Chiusi, al margine occidentale del Trasimeno e all'A lpe di Luna, tagliando in diagonale l 'alta Val Tiberina. Va nat~ralmcnte suddivisa i n due grandi subregioni: Appenninico Etrusco e Altipiano

Antica bandiera granducale toscana

Arrna del granducato di T oscana

Senese. Il primo è costituito da tre allineamenti montani orientati da maest ro a scirocco: 1•) Catena settentrionale (Alpe d i Succiso, M . Cusna, M. Rondinaio) fra il Passo della Cisa e l 'Abetone; 2°) Catena d i M. Cimone, fra l 'Abetone e S. Godenzo; 3°) Catena del M. Falterona, fra S . Godcnzo e Rocca Serriola. Si hanno da settentrione a mezzogiorno: a) l'arco delle Alpi Apt.:ane (l,arra traversata dal la Foce dei Carpinclti}, che racchiude l'alto Serchio ; b) l'arco dei Monti Pistoiesi e Monte Albano (barra t ra\'ersata <lai Colte dcll'Impruneta), che racchiude la piana d i Pistoia e le valli del Bisenzio, Ombrone e Pescia, afflucuti dell'Arno; c) l'arco d ell'Appennino Mugellese (barra d i M. Calvana) che recinge il Mugello (alta S ieve); à) 1'arco del Pratomag no (barra t raversati! dal C. della Consuma) che recinge l 'alta Val T iberina. Piume principale è l' Arno. Le coste toscane conferivano in antico portuosità alla regione; n1a il p'rocesso d 'alluvionamento e la rnalaria ne ségnarono la dccaclenza : tipica quella d i Pisa, oggi segregata dal mare e sostituita d al porto art ificiale d i Livorno, creazione medicea. Fa sistema con la regione l'Arcipelago Toscano, complesso di isolotti d i scarsa importanza : unica isola che spicca per individualità i: quella d ell'Elba. l'rimi abita tori della Toscana furono gli Etruschi, popolo d i oscure o rigin i, di cui la romanizzazione non distrusse i caratteri fondamentali . Col chiudersi dell'ha romana l'ant ica Etruria o riginaria divenne la T uscia, che la contessa Matilde doveva d ipoi donare ai rapi; onde il confine tra Lazio e T oscana vclille ad essere respinto verso nord. Altra

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toscane: q uando la ma!ana, conseguente alle alluvioni, rese i nospite la testata sud della Chiana (confluenza col Tevere) essa decadde, cedendo i l prima to a Siena, F irenze, reside nza della contessa Matilde, quale gemma dei suoi feudi, sorse nel medio evo come centro naturale d i com unicazioni e luminoso foro artìstico ed ebbe storia gloriosa durante la Repubblica e d urante il Principato . Granducato mediceo, dopo le fittizie circoscrizion i napoleoniche, la Tosca na fu soggetta ai Lorcn,i sino all'annessione al Regno d ' Italia , di cui Firenze fu cafiralc provvisoria . .\1ilitarmentc la Toscana è ben rrotetta da una costa importuosa e da una barriera montana continua su gran pan<: della periferia. Uno sbarco tirrenico incon trerebbe cond iz ioni d ifficili sopra una costa sfavorevole e in q ualche tratto malarica , dominata a breve distanza da rilievi. L'a ltopiano senese offre sca rse risorse e oppone linee m arginali d'ost acolo che limitano i movirncnti 3 determinate d irettrici d { penetrazione non difficilmente ostacolabili. Più agevole presentasi invece l 'acccsso d a sud , dalle provenienze del Lazio atlraver so la piana d i Chiusi e i l Canale d i Chiana; ma la penetrazione ol tre Arezzo, per giungere su Firenze, implica la marcia lungo il Valdarno, angusta d irettrice cl1e si presta ad agevoli interruzioni e non offre facilità di st icgamento. D'altronde la possibilità d 'i nvasione da q uesto lato presuppone la prev ia occupazione de! Lazio ed è q uindi ipotesi subor-

Toscana: Medaglfa d'or.tonc per 25 anni di ser\•izio m ilitare

dinata <li più complesso quadro strategico, cui manca il (011damcnto di precedenti storici, dato che l'unità itahana determina condizioni affatto d iverse d a quelle verificatesi nei precedenti periodi d i frazionamento 1-""littco. (Per la parte generale, V. Italia).

Toscana (Legione). Con questo nome fu particolarmente conosciuto quel grupro di 13 0 volontari toscani r ,uniti in Firenze dall'Arn~boldi, per essere inviati a Roma nel 1849. Ne prese ·i l comando il ten. col. Medici, onde la legione (organizzata in origine in una sola cp.) fu detta anche « Compagnia Medici». Nella sua ma rcia verso Roma, questa compagnia i ncorporò nuovi elcment, Lombardi cd E miliani, cosicchè dovette sdoppiarsi in due cp. A Rom a la legione del Medici fece prodigi di valore. Si sciolse il 3 luglio, dopo l'entrata in .Roma dei Francesi.

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Bandiere del granducato di Toscana e del regno d'Etruria

variazione del confi ne naturale s'ebbe ai danni dell'Emilia con la discesa <lei limite sul versante romagnolo (Romagna toscana), anomalia geografica che appare quasi un compenso della restrizione avvenuta al margine merid ionale. Ragioni politiche fecero nel medio evo p referire le vie della T oscana a quelle del litorale adriatico. Arezzo (te.stata nord del Canale di Chiana) fu in antico la prima fra le citt:,

Toscana . Ebbe questo nome la 5a brigata garibaldina. comandata dal colon nello Nicotcra, ncll 'or<linamcmo della fine di luglio del 186o in Sicilia . Toscana. Brigata di fanteria di linea creata con l'ordinamento del 1862 col nome di Granatieri d i Toscana (regg. 7" e 8<>). Nel 1871 e bbero il numero 77° e 78° della bri gata Toscana . Partecipò alle campagne di guerra 1866, 18871888, 1895-96, r9rr- r2 . D urante la guerra Italo-austriaca ( r915-r918), per la quale costituì b brigata Tortona, operò inizialmente, nel 1915, sulla fronte delle Giudicarie; nel 1916 fu sul M. Saboti<10, durante la battag lia di Gorizia: catturò munerosi r rigiouicri e fece ricco bottino <li arm i e muniz,oni, guadagnando la mcd. d'argento per entrambi i


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reggimenti. Nell 'autunno 19J6 la brigata concorse alla espugnazione del Vcliki-Hribach, del Pecinka e del Fa.ili. Nella primavera <lei 1917 scrisse nuove pagine di eroismo nel setto re del basso Isonzo. Nell'agosto-settembre combattè sulla tronte Lokavak-S. Giovanni d i Duino. Durante l'offensiva aust ro-tedesca dell ' autunno 1917 la brigata, già trasferita sull'altipiano d i Asiago, oppose accanita resistenza al ne-

lvleda~lia della brigata •1:oscan:\.

mico, e il 78° meritò una seconda mcd. d'argento. Nel 1918 fu di presidio allo sbarramento d i Valstagna; d ttrante la battaglia di Vittorio Veneto passò il Piave alle Grave d i Papadopoli e g iunse, nell'inseguimento, fino a Codroipo. Ii magnifico valore d imostrato in guerra dalla « Toscana " fruttò ai due regg. anche la concessione della med. d'oro con la scguen re motivazione: « Con impeto irrefrenahilc assaltaro110 e travolsero k più form id abili posizioni; con org ogliosa audacia cercarono e sostennero la lotta vicina 1 fieramente sprezzando i t i ù gravi sacrifici di sangue ed

acquistando fama leggcndar~a, sl che j} nemico sbigottito ne chiamò « Lupi » gl'implacabil i fanti (Vclik i Faiti, 1-3 novembre 19 16; Flondar-S. Giovanni di Duino-Foci del Timavo, 23-30 maggio 1917, 23 :Jgosto-3 settembre 1917; Tagl iamcmo, 2-3 novembre 1918) "· li contegno della brigata fu anche citato sui bolklliui di guerra del Comando supremo n . 731, n. 90 , , n. 946. Nel 1926 la" Toscana », assunse il numero d i ia brigata di fanteria e fu costituita dai tre regg. 500, 770, 780. Festa <lei reggi menti : 3 novembre, anniversario dd combattimento del Dosso Fai ti (1916) . Motto della- brigata: ,, Lupi Tu sci ab hostium grcgc vocati Luporum ». Colore delle mostrine: fondo rosso con una st riscia bianca centrale nel senso orizzontale. I suoi comandanti nella guerra ItaloAustriaca furono: magg. gen. Dc Albertis (1915); magg. gen . Gagliani (1915-17); magg. gen. Breschi (1917); col. brigad iere Dc L uca (1917); magg. gen . Porta (1917-18); brigadiere gen. Nastasi (1918). Le sue perdite i n guerra ammontarono a : ufficiali morti 143, feriti 260, d ispersi 104 ; u. d i truppa m . 1748, f. 7299, d. 4867.

Reggimento del Granduca di Toscana . Reggimento di fanteria austriaca, composto di ungheresi, del secolo XIX. - Si chiamò Reggimento di To.f'cana quello che il granduca inviò all'imperatore per la g uerra dei Sette / l1111i (V.). Vedi anche Real ]'ogano.

Toscan i (Ciovam11). Generale, n. a Torino, m. a Bologna (1858-1917). Sottot. d i fanteria nel 1877, combattè in Eritrea nel 1896. Colonnello nel 1903, comandò ,i l 7° fanteria; magg. generale cornandao tc la br igata Savona 1)cl 1909, fu nel 1913 nominate, coman<lanre la divis . mil. di Chieti e promosso ten. genera le. Nd 1914 venne collocato nella riserva.

Tosceff (Stefano). Generale bulgaro, m. nel 1926. Prese parte alla guerra Russo-turca del J 877-78 e a quella contro

la Serbia del 1885. Generale nel 1904, parteci~"Ò alla 1' · guerra Balcanica come comandante di d ivis., si d istinse a Liile Burgas e divenne comandante della 5~ armata durante la seconda guerra Balcar.ica. Comandò la 3a armata nella guerra Mondiale e cornbattè in Dobruggia. Fu anche scrittore militare apprezzato.

Toselli (Emesto Gaspare). Generale e scri ttore militare, n. a Nizza Marittima , m . a Torino (1839-1933). Sottot. del genio nel 1861, divenne colonnello nel 1893, comandò il Collegio mii. di Milano e due anni dopo fu nom inato direttore del genio d el C. d'A. <li Milano. In P. A . nel l897 e nella riserva nel 1900, fu promosso magg. generale nel 1904 e ten . generale nel 1912. Pubblicò fra altro: « Dei mezzi di difesa e delle coste d 'Italia in generale e delle subacquee in particolare »; "Il gcn. me<lico Manayra »; « Ufficiali savoiardi e nizzardi nella guerra Italo-turca »; ,, Caterina Scgurana ». Nonostante la tarda età tenne per 20 anni la vice presidenza e poi la presidenza deU 'Associazione dei n izzardi e savoiardi italiani. Tose/li Emesto . Generale, n. nel 1845, m. ad Alice 13el Colle nel 1928. Sotto!. di cavalleria nel 1865, partecipò alla campagna del 1866. Da colonnello comandò il distretto d i Massa nel 19o r .. ln I.'. A . nel 1903, fu promosso magg. generale

nella

riserva

<licci

anni dopo .

Tosdli Gaetano. Generale, n . a Cuneo, m. a Piacenza (1846-l918). Souor. d'art. nel 1867, fu direttore d'art . a Ve-

Toselli Ernesto rClna nel 1898 e ad Ancona nel 1899. Colonnello comandante il 21° art. nel 1899, fu collocato i n P. A. nel 1904. Passato nella riserva nel 1909, fu promosso magg. generale nel 1912.

Toselli-Lazzarìni Cesare_ Generale, 11. a Strevi, m. ad /\equi (1851-1932). Sottot. d'art. nel 1872, d ivenne colonnello nel 1896 e comandò il 25° fanteria. Magg. generale nel 1902, comandò le brigate Ravenna, e Roma. Ten. generale comandante la divis. d i Salerno nel 1908, passò nel 1909 a comandare quella di Alessandr ia e nel 1911 andò nella riserva. Nel 1924 assunse i l grado di gcncrnle di corro d'armata . Tose/li Pietro. Medaglia d'oro, n. a Peveragno, caduto in Eritrea (1856-1895). t l'eroe d i Amba Alagi, uno dei più gloriosi episodi .del le nost re campagne coloniali . Subalterno nel1'anna <li artiglieria, dopo avere freq uentato i e.orsi della Scuola <li guerra, passò nel corpo d i stato maggio re . Nel 1888 {u inviato per I· la prima volta i n Eritrea, rimanendovi per d ue anni. Tornatovi nel ~ J 894, al coma odo del 4° bgl. jn( , · d igeni si battè valorosamente ad Ha lai e Coatir , guadagnandovi la · , · croce dcH'O. M. S. Poco tempo Toselli Pietro dopo, assalito sull'Amba Alagi da soverchianti fo r2.e avversarie, preferì accettare la loua in condizioni enormemellle impari, otlrendo sè stesso ed i suoi . in o locausto, anzichi: cedere il passo all'avversario . Ras Ma-

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konncn, ammi rato di tanto valore, ne fece ricercare il cadavere, dandogli onorata sepoltura; la Patria onorò la memoria dell'Eroe con la massima ricompensa al valore, così inotivata: « Trovandosi coll soli 18-0o uomini di fronte a 20 o 25 mila nemici, dopo aver alteramente rcs('Ìnto l'intimazione di lasci.,re il passo al comandante scioano , combattè strenuamente per ben sei ore, e con l'eroico sacrificio di sè e di quasi tutto il suo distaccamento, cagionò al nemico perdite enorm i che contribuirono eflicacemcnte a ritardarne l'avanzat;i ». (Amoo Alagi. 7 dicembre 18g5).

Tosc/li Luigi. Generale, n. nel 1876. Sottot. degli alpini nel 1898, fu in Libia nel r913 e partecipò alla guerra contro l'Austria. Colonnclio nel 1917, nel 1919 fu capo di S. M. presso il comando delle hr'.lc italiane nei B:1lcani . Dopo la guerra comandò il 94° fanteria e nel 1925 ebbe il comando in 2a della Scuola mii. di Modena. Generale di brigata comanda ntt ia 2• brigata alpin i nel 1929, fu promosso generale di divis. alla fine del 1932 ed ebbe il comando della divis. mil. di Messina.

Tos i (Federico). Generale medico, n. a Massa. m. a La Spezia (1837-18g6). Partecipò alle campag11e del 1859, 1860-61, 1866 e 1870 e meritò la mcd. d 'argento a M. Pulito (r86o). Nel 1884 fu direttore dell'ospedale mii. di Firenze. Colonnello comandante la Scuola d'aprlicazione di san ità mil. nel 1887, fu poi direttore d i sa nità dcll'Vlll C. d'A. Nel 1896 fu promosso magg. generale ispettore di sanità. Autore di memorie scientifiche e scatistiche, fu incaricato nel 1873 d i studiare e proporre il miglior modo di trasporto di ammalati e feriti sulle ferrovie e nel 1877 di proporre i modelli da allestimento pei veicoli ferroviari per i detti trasporti e poi de ll'allestimento di treni per fe. riti. Inventò il lettuccio-barella reg.-,lamcntarc che porta il suo nome. Dal 1875 al 1877 tenne la redazione del « Giornale di medicina militare». Tosi Luigi. Generale, n. e m. a Milano (1842-1897). Volontario nella campagna del 1859 e con Garibald i in Sicilia nel 186o, di,·enne sottoc. d'art. nel 186-1 e combattè nel 1866. Passato poi nello S. M. cd in cavalleria, fu rromosso colonnello comandante i cavalleggeri Catania nel 1888. Magg. generale nel 1 Sg6, comandò la 3a brigata di cavalleria .

Toski. Borgo dell'Egitto, presso il confine col Sudan, sulla dr. del Nilo. JI 7 agosto 188s vi av,·enne una battagl ia fra gl i Anglo-Egizian i, in numero di 4000, comandati dal gcn. Gren(ell, e i Mahdisti, in numero quasi uguale, comandati da Uad cl Negiumi, generale del Califfo. Quest 'ultimo, che si proponeva di invadere l'Egitto, venne sbaragliato, sub, gravi perdite, e fu ricacciato nel Sudan lasciando uoo prigionieri nelle mani degli Inglesi.

Toso (E1•1ilio). Generale, n. a Tonco, m. a Torino (1840-1914). Sonot. dei granatieri nel 1859, meritò la menzione onorevole a Pcrngia e la mcd. d 'argento a Mola d i Gaeta. Colonnello comandante 1'88<> fanteria nel 189<>, andò in P. A. nel 1896 e nel 1899 passò nella riserva. Magg. generale nel 1900, fu promosso ten. generale nel 1910.

Toso Cesare. Generale, n . a Codroipo, m. a Udine (186r- r931). Sottot. d i cavalleria nel 1885, prese parte alla campagna d 'Africa del 1897 e a quelle 1915-r7 (anno in cui lasciò il servizio attivo) ,-ontro )'Austria.

Toson d'oro (Ordine del). Fu istituito da Filippo II il Buono, duca di Borgogna e di Fianclra, nel 1431. L'ordine, che 11011 poteva essere concesso che a gentiluomini d i alta

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nobi ltà e di elette virtù militari, nel "li? passò alla Casa d'Absburgo. Nel 1556, dopo l'abdicazione di Carlo V, il ramo sragnuolo della Casa <l'Austria rimase in possesso dell'Ordine lino alla morte di Carlo li. Nel 1700 Carlo m di Sragna, assuma la coro03 irnpt"• rialc col nome di Carlo VI, festeggiò, nel 1713, a Vienna, il ristabilimento dell'Ordine, di cui aveva portato seco gli archivi, dichiarandosi unico Gran Maestro. Fi lippo V · di Spagna pro• testò solennemente al Congresso d1 Vienna contro la d ichiarazione di Carlo VI, e le contestazioni si trasci-. narono anche tra l'imperatore Francesco I di Lorena e Ferdinando VI di Spagna. senza una soluzione; i <luc sovrani conservarono ciascuno il diritto d i con(crire l'altissimo Ordine. La decorazione è una gran collana d'oro formata di acciarini a form~ di B (Casa d i Borgogna) e d i pietre focaie; dalla collana pende un toOrdine del T oson d'oro sone d 'oro. La decorazione spagnuola si distingue da quella austriaca per il vezzo che sostiene il vello d'oro, formato come una specie di scudo rotondo d'oro che contiene tina corona di lauro fra un intreccio di anelli e nodi. Entrambi sono cessati: quello d'Austria con la caduta degli Absburgo (1918) e quello di Spagna con la proclamazione <!ella Repubblica (1931).

Tosti (Domenico) . Genera le medico, n. nel 1870. Sottot. medico nel 1897, partecipò alla guerra 19,5-1918. In P. A. S. nel 1920, fu promosso colonnello in A. R. Q. nel 1927 e magg. genera le nel r933. Tosti duca di Valmùmta Luigi. Generale, n . a ).lapoli nel 1871. Sottor. d i cavalleria nel r89r, partecipò alla g uerra 1915-1918. Colonnello comandante il regg. Nizza cavalleria nel 1917, meritò la med. d'argento a Bon~icco (19r8). I n P. J\. S. nel r920, fu r romosso generale di brigata in A. R. Q. nel 1926 e collocato a riposo nel 1933 col grado di generale di divisione. Tosti Amedeo. Ufficiale d'artiglieria, scrittore militare, n . a Pietracura nel 1889. Compì gli studi di giurisprudenza e di lettere nella R. Università di Roma e di Firenze. Sottot. di complemento d'art. all'inizio della guerra, fu, nel settembre 1915, trasferito nel ruolo attivo rer merito di guerra; successivamente venne nuova~

mente promosso per merito d i guerra e tre volte decorato al valore. Dopo la guerra, con i gradi di• capitano e maggiore, fu addettO per molti anni al• l'Ufficio Storico dello stato maggiore dedicandosi in particolar modo agli ~tudi sulla guerra Mondiale. CollaboT osti Amedeo ratore di molti giornali e riviste, noncht della " Enciclopedia Mil itare», oltre a varie opere d 'indole lettera ria ha pubblicato: « Le medaglie d'oro »; • La guerra ltalo-au• striaca »; « La spedizione italiana in Cina del r900-gor »; " RiAcssi del rogo »; « La gesta e gli eroi ,, ; « Noi soldati


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·del Trentino»; t< L tcsempio dei Cari »; (< Revisione <li g iu~

•dizi »; « Come ci vide l'Aust ria Imperiale ,, ; « Ippolito N ievo »; « Cronologia della grande gue rra»; « Monte Pasubio » . Dal 1932 fu incaricato dell 'insegnamento della -storia m ilitare nella R. Università d i Roma.

Plevna, nel 1878 comandò le truppe russe a Santo Stefano e poco dopo fu governatore d i · Vilna. Scrisse: « La difesa d i Sebastopoli ».

Toti (Federico) . Generale, n. a Firenze nel 1868. Sottot. ,d i fanteria nel 1889, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 ed alla guerra contro l'Austria. In questa meritò .due me<l. d'argento: colonnello nel 1917, comandò il 146° fanteria . Dopo la guerra comandò il distretto militare di Perugia e poi il 226° fanteria. In posiz ione ausiliaria nel 1926, fu promosso generale di brigata nella ri ser va ·nel 1929. Toti Em-ù·o . Medaglia d'oro, n. a ,Roma, caduto sul Carso (1882-1916). Quest 'umile popolano, assurto a tipico ·eroe della nostra guerra, ebbe da g iovane vita avventurosissin1a . Arruo latosi volo nta1) 0 , a 14 anni, nelta R. Marina,

vi divenne elettricista scelto; congedatosi nel 1907, passò, in q ualità d i fuochista, ne lle Ferrovie, che dovette lasciare, .avendo subìto, in seguito ad infortunio, l'amputazione della ga rnba sinistra. Senza disanimarsi , si d iede al turismo ciclistico. Scoppiata la guerra Mondiale, volle essere soldato e dal magnani1no cuore

di

S. A. R. ii duca d'Aosta ottenne di poter essere _arruolato nei bersaglieri ciclisti. Dopo aver dato ripetute rrovc <lì

valore, cadde da prode sulla quorn 85 di Monfalcone, all'inizio della battaglia per la conquista d i Gotizia. Prima di spirare compiva un gesto de• Toti Enrico

stinato a t rasfondersi dalla sto• ria nella leggenda, lanciando al nemico, ultima sfida, la sua stampella. Ecco la motivazio ne della mcd. d 'oro : « Volontario, quatltunque privo della gamba sin istra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d'an ne dell 'aprile a quota 70 .(est d i Selz), i l 6 agosto, nel combattimento clte .condusse all'occupazione della quota 85 (est d i Monfalcone), !a ndavasi arditamente sulla trincea ne mica, cunlinuando a

combattere con ardore, q uantunque già due volce ferito . Colpito a mor te <la un terzo proiettile , con esaltazione eroica lanciava al nem ico la gruccia, e srirava bac iando il piumetta con stoicismo degno d i q uell 'anima altame nte italiana ». (Monfalcone, 6 agosto 1916).

Totila. Re degli Ostrogoti d al 541. Lottò vittoriosamente contro Flelisar io cd altri generali r omani. S ' impadronì di Rom a, della Corsica e della Sardegna. Cadde a Tagina nel 552 combattendo contro Narsete. Totleben (Francesco Edoara·o d1). Generale russo (18081884). Sotto!. del genio nel 1839, diresse nel Caucaso opeTazioni <li assedio, e poi partecipò a quello d i Silistria . Ritiratosi in Crimea, provvide a fortificare il lato sud di Sebastopoli . Magg. generale nel 1855 fu l'anima della difesa dell a fortificata città, e d iresse tre anni dopo i lavori di fortificaàone a.Ilo ibocco del D nieper e del porto <li Cronstadt. Direttore gen. d el genio m i!. russo nel 1860, venne nel 1870 consultato d ai Tedeschi per l'assedio di Pa,-igi. Nel 1877 fu in Bulgaria per iniziar vi l'assedio d i

Totila

Totle ben Francesco

Tott (FranceJ'Co, barone d,) . Diplomatico ungherese (,7331793). F u al servizio prima dell a Francia in Oriente, e poi della T urchia <li Mustafà Ili. Si occupò di problemi militari, riformand o l'artiglieria turca e il corpo dei pont:eri ; d iresse la d ifesa dei Darda nelli contro la flotta dell'ammir. russo Orlov nel 1787-91 e preparò i piani per la difesa delle frontiere turche verso la Russia. Tornato al servizio della F rancia, venne nominato maresc. d i ~ampo e governatore d i Douai. Lasciò un volume <.li t< Me111orie su i Turchi e sui Tartari >l ,

Touchard (Filippo Vitto,·io). Ammiraglio e scrittore mi!. francese (1810-1879). Ten. d i vascello nel 1839, d ivenne contrammir. nel 1859 e vicearnmir. d icci ~nni doro. Dal 1874 al 1875 coma ndò la squadra del Mediterraneo. Collaboratore di riviste, pubblicò, fra altro: « I\ proposito del combattimento di Lissa »; « La difesa delle frontiere mariuitne ».

Toul (ant. Lullum) , Città della francia, nel dip. Mcurthe-et-Moselle, presso la sr. della Mosella. Ebbe fortifica2 10111 bastionate, che in ti.ne del sec. XtX furono trasformat<? i n can1po trincerato.

I. Tentativo comro 'J'oul (1870). Appartiene alla guerra Franco-Germanica. Fu eseguito i l 16 agosto dal gen. Zychlinski , per or-d ine del gen. Alvcnslcben I , con alcuni bgl. di fanti appoggiati d a artiglieria. Ma i! fosso am pio e i bastionj in buono stato mandarono a monte il tentativo, che costò ~i Prussi~mi 50 111orti, 141 feriti e 9 d ispersi. In attesa d i poter eseguire l'assed io, la fortezza f u bloccata d alla 7A brigata d i fanteria bavarese, con un r cgg. di cavalkria e due batteòe. Il presidio francese, comandato dal magg. Huck, ammontava a 2350 u. , con 70 cannoni . Il. Assedio di Tout (1870). Appena fu possibile , i Te desch i r ortarono davanti alla piazza le artigl ierie, ed eressero n umerose batterie sulle colline circostanti, in iziando il fuoco il ro settembre, agli ord ini del gen. Sch immelmann, il quale disponeva di una brigata d i fanteria, U )l bgl. cacciatori, un regg. cavaller ia e di numerose grosse artiglierie.

Il 23 .mattina ben 62 cannoni erano in az ione e g iungeva il granduca di Mecklenburg-Schwcrin, mentre la piazza, rovi.nate le caserme e i n1agazzini, e danne gg iate • pareccbie case, alzava nel pornerìggio band iera bianca arrendendosi a

d iscrezione. Perdite dei Francesi 26 morti e 88 feriti , più 8 morti e 20 fe riti fra gli abitanti, I Ted esch i perdettero . solo una trentina d i umnini .


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in disord inata fuga perdendo 3000 u. e 60 cannoni. Le colonne di Kinski e d ell'arciduca Carlo, rimaste inattive davanti alle truppe di mascheramento posre loro di fronte, ripiegarono vnso Toumai per raccogliervi le uuppe sconfitte, e il gen . Clayrfait, sentendosi troppo esposto, rientrò a Thièlt.

Tournai (o Tournay; ant. Civùas o Turris Nerviorttm, oppure Tornacmn) . Città del Belgio sulla Schcl<la . Dapprima fortificata sulle due rive del fiume con una cinta murata e 55 torri, ebbe poi 15 bastioni staccati. Enrico VIII vi fece costruire un castello che venne utilizzato sino a quando venne costruita la cittadella, sulla dr. del fiume, nd 1670, <lai Vau ban, per ord ine d i re .Luigi XIV, con pianta pentagona le regolare, cingue bastioni fosso, cinque rivellini. - Nel 438 la città fu presa e saccheggiata da Clodoveo. Nel 1313, dopo otto giorn i di assed io, aprì le porte alle truppe anglo-francesi comandate da l duca di Ang.o ulcme . I. Assedio di Toumai (1340). Appartiene alla g uerra dei Cento Aoni e fu posto da Edoardo III d 'Ing hil terra; la piazza era difesa dal governatore Godemar, ben secondato dagli abitanti e da molti cavalieri francesi. Filippo VI di Valois venne in soccorso della piazza con un forte esercito che si accam pò fra Lilla e Dotiai : ne faceva parte anche u ,1 corpo d i truppe della Savoia, agli ordini d i A imone il Pacifico. Do po l unghi negoziati venne conclusa una tregua ed Ed oardo abbandonò l 'assedio (20 settembre). Fortificazioni d i Toul (1870) Le opere s~gnatc con cifre romane indicano le batterie tedesche nell'assedio d i queH'anno

Tourcoing, Città della Francia, nel clip. del )s'ford.

Battaglia di Tourcoing (1794). Appartiene alle guerre della Repu bblica fra ncese, e si svolse tra l'annata d i Picheg ru, che si appres•ava ad invadere il Belgio, e due grosse colonne nemiche. Il 18 magg io il gcn. francese Souha m con 45.000 u. attaccò sulla fronte T. -\Vaterloo la colonna nem ica De Busch ed Otto, menrre il gen . Honn aud con 16.000 u . attaccò la sr. del duca di York . L'a ltacco francese nuscì e le due colo nne nemiche furono volte

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Il. Assedio di Tournai (1581). Appartiene al la guerra di Fiandra e fu rosto dal duca Farnese il 1° ottobre. Nella piazza eranvi scarse truppe olandesi agli ordini <lei conte d 'Etréel. Anima della d ifesa fu 1a contessa Maria del la Laig nc, moglie del principe d 'Espinoy. Il duca dispose per gl i approcci e per le batterie, e i n breve raggiu nse il fosso,. donde fu più facile demolire le mura . La d ifesa fu accanitissima; l'assalto, dato per la breccia aperta, venne respinto da un contrattacco condo tto dalla principessa, che vi rim ase k r ita. Mancati però i soccorsi di Francia, la difesa illangui<ll, nè valse a rianimarla l 'ardita entrata i n T. di un piccolo corpo scozzese del colonnello Prcsto n, che aveva attraversato d i viva forza le linee degli assed iant i. Perduta la speranza di ogni ulterio re soccorso la città si arrese con. patti onorevoli il 29 novembre.

lii. Asse1io di Touniai ( 1667). Appartiene alla g uerra d i Devoluzione e fu po5to dai Francesi cornandati dal duca d'Aumonr il 21 giugno, in prese nza d i Luigi XIV. Gl i Olandesi tentarono di inviare trurpc <li soccorso, ma esse vennero battute prima d i raggiungere la città. l i 22 giug no il conte d i Pradcl con IJ bgl. d iresse due attacchi che permisero alle truppe francesi <li sistemarsi con le artiglierie sotto le mura d i T. nel cammiuo coperto, e d i battere le mura stesse. li 23, dopo un fallito tentativo d i contrattacco,. i delegat i del clero e del popolo offrivano la resa della piazu , purchè a<I essa fossero wnser,ati i privilegi d i cui godeva. Ciò che fu accordato . Il comandante del p'resid io,. de 0oldau, si ritirò nel castello, ma il 25, essendo i mpossibile ogni ulteriore resistenza, ·c apiw lò . IV. Assedio rii Toumai (1745). Appartiene alla g uerra <li Successione d 'Austria. li maresc, di Sassonia aveva deciso di assed iare T. ga rantendosi contro le possibil i m inacce dell'esercito nemico . Il 25 arri le il gen. Brézé con 2~ bgL ed 8 sqdr. in vestì T . d alla sr. del la Schelda, ,nen tre il duca d 'H arcourt l'investì dalla d r . con circa 6500 u. Il 26. il maresc . di Sa~sonia ragg iunse 'J'. col resto d ell arrnata: .i n tutto 87 bgl. numerosa cavalleria e 200 pezzi. La guar1

Battaglia di Tour coiog ( 1 794)


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nigionc era compoita di

II

bgl. e tre sqdr . olan<lesi, in

tutto 8000 ti. agli ord ini del gcn. barone d i Oort.

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Il 1°

maggio si iniziarono i lavori d 'approccio e l'armamento progressivo delle batterie, che Sl!bitq aprirono il fuoco nel settore prescelto: il 7 maggio gl i approcci erano giit a 60 m. dal cammino coperto. L'8 una bomba degl i assediati provocò un. grave scoppio in ua magazzino a polvere del maresciallo, danneggiando i lavori fatti cd uccidendo un generale e tre ingegneri. Jl IO il rnaresc. di Sassonia è costrerto ad abbandonare l'assedio alla cura <li poche truppe e ad accorrere contro un esercito d i soccorso alleato, condotto dal d uca d i Cumbuland; segue la battaglia d i Fontenoy, i;-erduta dal duca. Ripreso subito l'assedio con <:11Crgia, il 21 maggio la cia:ì inalberò la band iera bianca. La guarnigione si chiuse nella cirrndel la, dove resistette tino al 19 g iugno e ce-dette con gli onori delle armi.

alle campagne del 1859, 186o e r866 guadagnandovi una menzione onorevole e una mcd. d'argento . Col.onncllo nel 1882, comandò il 62° fanteria. Magg. generale co1na11~

d ante la brigata Messina nd 1890, fu collocato in posi~ionc ausiliaria nel 1895. Nel 1898 fu promosso tenente generale nc!Ja riserva. Tournon conte Ottone. Ce~ ner.1le> n. a Cre.scentino, m . a Cuorgnè (1833- 1915). So11oten. del genio nel 1855, partecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Colonnello comandante il 1° genio nel 1878, fu pro-

Tournon Adriano 1nosso 1nagg. generale ne] x884: comandò la brigata Friuli e poi (1887) la Scuola mii. d i Modena. Ten. generale nel 1891, comandò successivamente le d ivis. di Ravenm e ,li Fircn~c. Ispettore gen. del genio nel 1894, comandò poi i C. d',\ . d i Bari, Roma e Verona. In posizione ausiliaria nel 1901, passò poi nella risc,rva. Fu nominato senatore del rcg;no nel 1900.

Tours . Citrà della Francia, capoluogo del dip. d'lndre-et-Loire, sulla sr . della Loira. All'epoca dei Galli, capitale ,ki Turoni, fu <listruua dai suoi 1bitanti all'avvicin arsi

dl

Cesare,

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q uale la ried ificò col nome di Ccsaroduno; C.)~a divenne una delle principali città della Gallia romanizzarn . Nel

.pS fll assediata dai Visjgoti; La piazzaforte di Tournai (scc. XVIJI)

V, A ;sedio di Touma, (giugno-luglio 1709). Appart iene alla guerra di Suècessione di Spagna e fu posto dagli Alleati, al comando del principe Eugenio d i Sal'oia e del Marlborough , il 28 giugno . Madborough schierò le sue forze con l 'ala dr. alla Schelda d irimpello ad Antoing e la sr . alla srrada d i Lilla. li principe copriva l'assed io su ll a sr. della Schelda. Le opere della fortezza erano munite di mine; comandava il presidio francese, di circa 7000 uomini, il marchese di Surville . L'attacco iu intrapreso da tre parti: a sud-est dagli Olandesi , sotto gli ordini del gen . Tilly, sulla d r. della Schclda; a sud , contro la cittadella, dal gen . prussiano Lollum; a nord-ovest dal gcn. Schuknburg . Furono adoperati per l 'in vestimen to 6o bgl. e 70 sqdr. Solo il 28 luglio le orerc d'assedio, munite d i 100 -cannoni e 60 mortai, furono comp iute e J•a.ssa lto era im minente. Allora il Surville con ~ooo u . si chiuse nella cittadella, che dal 1° agosto venne bo111bar<lata e auaccata, mentre s i svolgeva una lotta sotterranea di mine e contromine. Il 3 settembre il Surville venne a patti arrendendosi a discrezione con 2400 uomini avendo pcr<luro nella lorra 4r ufficiali e 1668 soldati morti e 84 ulfaiali e 1398 soldati feriti.

Tournon (Adriano) . Generale, n. a C rescenr ino, m. a Torino (1832-1909). Sottot. dei granarieri nd 1852, partecipò

'T'ournon Ottone

Clodoveo se ne impadronì nel 507. Filippo il Bello, nel 1308, vi riunì gli Stat i Generali <lai quali otten ne la condanna dei Templari.

Tourville (Anna Jlario11e conu· de Costemin). ,\mm iraglio francese (1642-1701). Vinse nel 1690 la squadra angloo lan<lese, e fu nominato maresciallo. Scrisse un " Trattalo di rattica navale ».

Tourvillé 11:irionc

Toussainl Fnmcesco

Toussaint (l'Ouverture, Francesco JJom~11ico). Generale neg ro di S. Domingo (1743-1803). Partecipò all'instirrezionc del 1791; poi, alleato coi Francesi, c<m1bartè Cònlro gli Spagnuoli; □d 1801 si impa<l ronì ,Idi 'isola e ne fu proclamato


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Presidcnlc. Venuto in guerra coi Francesi, fu da questi preso nel 1802 e portato prigioniero in F rancia, ove morì.

Townshe nd (Carlo). Generale inglese (1861-1924). Brigadiere generale nel 1909, magg. generale nel 1911. Partecipò alla spedizione nel Sudan (1884-85) e poi a campagnè nell'lndia, alla guerra contro i Boeri (1899-901), a quella Mondiale, battendosi nella Mcsorotamil dove difese invano Kuc cl Amara contro i Turchi. Passò in P. A. nel , 920 e fu eletto deputato alla Camera dei Comuni.

Trabocchetto. Opera d i difesa delle fortificaz ioni (castelli) dell"epoca feudale. Consisteva in un pavimento che, collocato ali 'entrata di pone o di torri o di corpi di guardia, cedeva sotto il piede di chi vi si avventt.:rava e I<., precipitava i n llll sotterraneo profondo . Townshend Carlo

Tozzi (Pa,quale). Generale, n. a S. Martino in Pensilis ne l ,861. Sottot. d'art. nel 1880, fu in Libia dove comandò !"art. dell a Cirenaica; colo nnello nel 19,3, comandò !a

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Trabucchi

Scuola ce ntrale d'art. da campagna . Emrato nel r9r5 in g uerra contro l' Austria, fu promosso magg. generale nel 1916. Comandante d'ace. del C. d' A. di Roma nel 1920, assunse nel 1923 il grado di generale di divi s. e nel 1925 p:1ssò nella riserva. Nel 1927 fu promom, generale di corpo d 'arrnma.

Trabucchi (Clier11bi110). Generale, n. a Saronno, m. a Torino (1856-1932). Sottot. di fanteria nel t87i, divenne colonnello comandante il 780 fanteria nel 1903. Magg. ge11crnle comandante la brigata Co mo nel 1909, [u promosso ten. gcnnale nel 1913 e comandò successivamente le divi,. di Mc~ina e di Livorno. In P. A. nel 1915, fu richiamato durame la guerra a comandare la divi,. lcrritoriale d i P erugia e poi pas.1/i nella riserva . Trabucco (o Trabocco). Macchina ~mica da lanciare i'Ìctre <, fuoch i, <ul ljpo del Mangano (V .) o dell:1 balestra d i grandi d imen ,ion1. Venne adopcr~to sino alla fine dc! secolo XV ; è ricordato in opera ancora nella difesa <li Rodi dei 1480 contro i T urchi , i nsieme con le artigliel'ie. Nei secoli X [! e X Il I furono in uso presso le milizie dei Comuni italiani; ~ ue trova cenno nelle loro cronache: l~gi<lio Colonna ne descrive quattro tipi. Per qualche tempo il nome rimase anche alle artiglierie del tipo bombarda e mortaio. Secondo calcoli fatti nel secolo scorso, un T. avrebbe potuto, a seconda della lunghezza del t rave principale ruotante intorno ad un asse orizzontale, e della pesantezza del contrappeso, lanciare massi di pietra da 100 Kg. fino a oltre qoo. Le cifre delle cronache ricordano T. <lei Bernesi lanciami blocchi di rictra pesanti lino a 12 quintali; blocchi di 1430 Kg. lanciati dai Veneziani nell 'assedio di Zara del 1346; blocchi di i280 Kg. lanciali dai Genovesi nella guerra di Cipro ciel 1373. Traccia (o Trama. o Semcmc//a). Era così ch.iamata, nelle armi da fuoco ad avancarica, la polvere.: che, dal punto ove si doveva innescare (orifizio del focone o del luminello) andava fino alla carica nell 'interno dell'arma. Ed anche la poh·ere che si mette,·a, per un lungo tratto, per scaricare da lontano e fuori pericolo strumenti di guerra di qualsiasi genere carichi <li polvere .

T. R. Cannone scu<lato francese da 37 n1m. , mo• del lo 1916, del peso totale d i 157 chilogram mi .

Trabante. Soldato armato d 'alabarda, guardia di pal azzo dell'impero austriaco nei secoli scur,i. Il nome passò nelle milizie svizzere agli u. al servizio persona le dei colonnelli. Cosimo I dc" Med ici, nel

straniera rimase al servizio dei granduchi fino al 1745, nel quale anno venne soppressa. Nel l'esercito piemontese si chiamavano T . i servi o domestici p rivati degli ufficiali dell'esercito: essi non erano compresi nella forza dei combattenti; nel riordinamento dell"esercito del 1832, furono aboliti e sostituiti dagli attendenti.

'J'rnb:tnte austriaco ( 1793)

1541 assoklb 200 fanti tedeschi, detti daprrincipio « Lanzichcnctti » e poi T. Portavano corsaletto e morione, alabarda e spada. T ale guardia

Tracciato. J?. uno dei tre elementi costitutivi d i un 'opera di fortificazione; risulta dalla proieziooe orizzontale di !lltti gli spigoli formati dalle superfici piane o curve che limitano lo scavo o la massa coprente. Siccome, generalmente, tali spigoli sono paralleli e la loro relativa posizione è data dal profilo, così il T. in mas,i ma viene defi nito da q uel lo di uno dei detti spigoli, il quale si considera come prillci• pale e prende il nome di " magistrale » .


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Traci. Popoli d i Hirpe pelasliica, stanziat i in origine s ulle coste setten trionali dell 'Egeo; in te m pi posteriori si .confusero con altre popo lazioni venute dal setten trione . Le loro milizie a piedi e a cavallo portavano leggera arma~ura, essendo a rmate di piccoli scudi, g iavellotti e p ugnali. Tracica guen-a. Fu quella intrapresa d a Lucio Pisane .contro i Traci , a compimento d ella sped izione d i Tiberio nella Pannonia. La lotta fu accanita e lung a . Dapp rincipio i Roman i furono respinti, ma poi la d isciplina delle legion i p reva lse sul valore disord inato delle tribù dei T raci e d opo p a recchie spedizion i Pisone r iuscì a fiaccare la loro resistenza.

Tracolla (V. Balteo, Bandoliera- e Budrie,·e). Striscia d i c.uoio, in ge ne_re, che g irando sulla spa Ila destra passa va sotro il braccio sr . e finiva con un nodo od imbuto nel quale e ra infilata la spada o sciabola. Veniva portata in d ire z io ne inversa a quella della bandoliera e CO!! quella si i ncrociava davanti al petto e sulla sch iena . Dal medio evo i n poi fu molto adoperata, p iù per le truppe a pied i che per quelle a cavallo; le ' t ruppe della rivoluzioae francese portavano i ncrociata col la bandoliera la T. e così le t ruppe i nglesi d i quell:epoca. P er qualche tempo la T . r imase in uso fresso tutti gli eserciti europei, com preso quello piemontese fi no all'inizio d elle guerre d'Jnd ipendenza , q uando .si sosti tuì col cintu rino. Fu i nvece conservata dalle trup pe borboniche fino al r86o . Da quell 'epoca andù scom parend o q uasi d ovunque . Per le truppe colon iali g li Inglesi crearono un cinturino sonetto ei a u n a cing hia a T . che fu imitato dalle altre nazioni anche per truppe metropol itane: durante la g uerra Mondia le penetrò neg li usi anche delle forze a rmate italiane. Tanto il cinturino q uarlto la T. hanno al.cuni ganci e pendagli per a tracc:uv i la p istola, la borraccia , la borsa d i cuoio, il binoccolo. Tradimento. Rea to comemplaro negli art. 7t a 77 de l C. P. E. e negl i art. 7r a 78 del C. P . lvi. M . È reato m ilitare, sia per !a q ualici, esclusivamente mii. d el colpevole, sia per la qualità essenzialmente mii. del fatto. Si concreta nell'atto del m ilitare, c he, dopo aver assunto il dovere di d ifendere lo Stato e giura to d i adempierlo fedelmente, rivolge le arm i contro lo Stato . Per il d iritto penale miJ. non h a rilevanza che il colpevole sia cittadino italiano o straniero; esso contempl:i e rich ied e la sola qu:,lità d el m ilitare, perchè l 'essenza g iuridica del reato è cos tituito dalla violazione <li un dovere solennemen te contratto med ia nte l 'arruolamento militare . Gli atti dai quali può so rgere un danno alla difesa mili tare e possono classificarsi in due categorie : second o che siano commessi con la intenzione d iretta di aiutare il nem ico (tradimento d iretto) ovvero se, essendo commesso se nza lo scopo <li tradire, possono tunavia giovare indirettarn ente al nem ico o nuocere a lla <.lifesa dello Stat.o (tradimento indiretto) . fl T . dire tto s i p recisa in tre forme : A) Nel portare le arm i conrro lo Stato. È colpevole di tale reato sia una trurpa che in tempo di pace i_nsorgesse a rmata con tro lo Sta to, sia u[I solo milita re c he, in tempo d i guerra , abbandonata la m ilizia nazio na le, p re ndesse servizio ncll 'escrcito nemico per .combatte re con tro lo Stato. Il rea to p uò commettersi a nche in tempo di pace, in occasione d i g uerre civili, qua ndo il militari passi a combattere nelle file degli insorti. L a pena è d i morte mediante fuci lazione nell a schiena, p revia deg radazione . - B) Nel portare aiuto vero e p roprio al nem ico. Il reato consiste nella commissione, da parte di un mi litare, di un fatto diretto a favorire il nemico, collo scopo d i tradire . Ii legislatore r revcde le seguent i ipotesi :

1°) a ver abbandonato al nemico i:na pia zz a o porto o- navi, o repa rti affidatigli, o provviste delle forze armate, munizioni , viveri o danaro, o il posto affidatogli; 2•) aver partecipato a complotti, fatto t umulti, violenze o m inacce o rn!levato g rida allo scopo d i obbliga re il comandante a non jmpegnarc un c.01nbattùnento, a cessare da esso , a retro~ ced e re o ad a rrendersi ; 3°) aver provocato in faccia al nem ico la fuga, o aver impedito d olosamente il rannodamento; 4°) aver sparso notizie o alzati clamori per incute re lo spaven to e p rovoca re il d isordine nelle truFpe e n egli equipaggi , nel princiµio o nel corso d el combattimento ; 5°) aver r icusato di p restare obbedienza all'ord ine d i combattere o essersi tenuto fuori combattimento, allo scopo d i tradire; 6°) aver esposto, con un fatto od una omissione, l 'esercico od u na parte d i esso , l'armata, la squadra , la d ivisiòne navale o parte d i essa od anche una nave isola ta, a qualche pericolo o a ver impedito il buon esito <li un"operazione m ilitare, o aver faci litato al ne mico il modo <li meglio difendersi o maggiormente nuocere ; 7") avere in qu alsivoglia ma<Jo fatto conoscere al nemico g li stati o la situazione dell 'esercito o dell 'armata, i piani d elle fortezze, arsenali porti o rade, degli accampamenti o posizioni, la rarola d 'ordine o di campag na, i l segreto d el posro, di o perazio ni , spedizioni o trattative, ovvero lo stato delle provvisioni in arn1i, m unizioni, viveri o danari; 8°) aver fatto conoscere in. qualunque modo al nemico le carre topografiche, .i profili o rilievi affidatigli o sottratti con v iolenza, arti fizi o corruzione, cd i segnali di q ualunque natura; 9°) avere, prima o nel corso del combattime nto, fatto dolosame nte seg nali, dai q uali sia derivata la confusione nelle operazion i d elle navi; ro•) essersi prestato, allo scopo di t radire, al

servizio di pilota di una nave neroica : in questa jpotesi, soggetto attivo può essere un cittadino cd ogni altra rerson,1 a servizio d ello Stato; u •) aver fatto rapporti non veritie r, o a ,·er on1csse circostanze rilevanti dopo di essere stato mandato a riconoscere posizioni o n av i nem iche per cui ne sia seguito un pericolo per la m ili',ia o per parte d i essa o l' imped imento <lei buon esito di u na ope razione militare marittima o terrestre, o la so ttrazione d i qualche m ezzo per agire contro il nemico, o la facilitazione a q uesto d , meglio d ife ndersi o maggiormente nuocere . Soggetto attivo p uò essere esclusiva me nte un militare avente g rad o di ufficiale o 1sottufliciale. La pena, per t utte le ipotesi Sj.'Ccificatc, è d i morte mediante fucil,l7.ionc ne lla schien a, p revia degradazione. Nel caso che il militare incaricato del d eposito <l i piani <Ji fortificazioni, di arsen ali, di porti o di rade, o avendoli ottenuti per mezzo d i frode, corruzione o vio len ze, ced a detti pian i ad un agente qualunque d · una potenza alleata o neutrale, la pena è d a q uattro a ,-enti anni <ii reclusione m ilita re. - C) Nel tenere i ntelligenza o corrisponde nza co l nem ico. Q uesto reato si concreta nel fatto d el mil ita re che, ncll 'in tenzione <li tradire , in qualsiasi modo entri in intellige nza o corrispondenza col nemico . La pena è d i morte mediante fucilazione nella schiena. Se la corrisponden za od intelligenza si fosse ristrerra ad offerte d i serviz i qualunque al nemico , non ancora accetta.te o non ancora tradotte in atto, la pena sarà d im inuita d i u no o due g radi; se la corrisponde nza od intelligenza fosse stata d i natura d a non 1:-otcr recar d anno, la d imi nuzione della pena sarà <la due a cinque g radi. li trad imento indiretto si disting ue dall 'altro per la mancanza nel co lpevole dell'intenzione di tradire; si esplica nelle seguenti forme: A) Aiuto materiale ind iretto al nem ico . Quando il colpevole per ncgliget\za o per motivi inescusabili ayrà commesso un fatto che abbia esposto I ·esercito o l 'armata, o loro frazioni a qualche pericolo; che 1


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abbia tolto o abbia reso possibile che fosse tolto ali 'esercito o all'armata o ad una parte di essi, alcun mezzo di agire contro il nem ico; che abbia impedito il buon esito d i una operazione militare; che abbia facilitato al nemico il modo d i meglio d ifendersi o maggior mente nuocere. La pena è della reclusione militare da cinque a venti anni . - 8) Informazioni al nemico. Qoando il militare o una persona imbarc;,ra sn nave d i Staro o convoglio, per negligenza, imprudenza o motivi inescusabili, avrà fatto in modo che notizie, carte, ecc. di cui era derositario pervengano al nem ico e questo, con tali mezzi, ottenga istruzioni dannose alla situazione m ilitare o politica dello Staro. L a pena è <lella reclusione militare <la cinque a venti anni . - C) Comnr.icazione di piani di fortificazioni, arsenali, forti o rade, ossia dei rispettivi mezz i di d ifesa, ad agenti d i una potenza estera, neuualc od alleata. La pena è della reclusione mii. da quattro a ve nti anni . - D) Rapporti infedeli sulle posiz.joni o navi nemiche, :fatti per negligenza, imperizia, codardia o per altro motivo inescusabile, quando ne sia derivato il pericolo <li un nocumento alle forze militari dello Stato o di un giovamento al nemico . La pena per un ufficiale è della destituzione; per un sottufficiale è della reclusione i11il. da uno a cinque ann i.

Traditi (nob . Alessandro). Generale, n. ad Oneglia nel 1878. Sottot. di cavalleria nel 1898, frequentò roi la Scuola di guerra e passò nel corpo d i S. M. Partecipò alla guerra con tro l'Austria; fu capo d i S. !vl. della 12• divis. sull"altipiano di Asiago, meritò la med. d"argento e la croce di cav . dc11'0. M. S. Fu dopo l'arm i.srizio capo d i S . M . del XIV C. <l 'A. e poi d e.Ila divis. mii. di Trieste. L asciato il servizio att ivo nel 1920, fu promosso generale di brigata in P. A. nel 1927. Frattanto partecipò al movimcmo fascista e alla Marcia su Roma; nel 1923 divenne console genera le al Traditi Alessandro comando del J" gruppo di legioni; promosso luogoten. generale comandò la zona d) Trieste e nel ,925 assunse la carica di sottocapo di S. M . della .M ilizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.

Tradiziona lismo. Tra le forze armate di terra e <l i mare a orjginc antica, persiste come: un costu1ne, non con1e una dottrina . I suoi elementi d i costumanze derivano dal medio evo, cioè, non tanto dalla nazio ne armata quanto dal mercenarismo. t come d ire che certe t radizioni m ii. nascono dal mestiere delle armi, ossia dalla caserma e dal corpo d i guard ia. t forza o debolezza, secondo gli aspetti e i momenti in cui si 1n anifesta. J:: forza, q uando al in1ent:i, ad esempio, lo spirito d i corpo con le sue memorie, i suoi simbol i e quant'altro d i duraturo si tramanda sotto il nome e l'insegna del reggimento. È debolezza quando fomenta, con ricordi e tradizionalisriche cost.umanze, spiriti comunali, esclusivismi onorifici, vuote esteriorità a danno <lì reali valori . Presso ciascun popolo si rinvengono clementi attivi e passivi di T. di non trascllrabilc importanza sociale-storica, che non sarebbe semplice, nè facile sottoporre a un criterio <liscriminantc, d ire cioè quanto raprrcsentino di forza e

quanto di debolezza: così, per esempio, il « Kara-kiri ,, giapponese, il duello studentesco germanico, e simili o analoghi fatti. Per quanto rigua rda , in generale, il suo influsso, su lla guerra, vuolsi rilevare che i comandanti sono tradizionalisti in ragione inversa della loro capacità, del loro ingegno e genio. I n1ediocri guardano indjetro, Iiccrcano modelli, s"attaccano a tradizioni e forme; i grandi guardanoavanti, <lomandano al genio il metodo nuovo che travolga i vecchi stampi; però, nel contempo, non d isdegnano la tradizione, anzi sanno a momento opportuno richia1narh1 e sventolarla come una bandiera ideale, quando intendono che p uò infiammare gl i a;iimi e incitare le truppe a imitare i grandi esempi del passato. Infine, il T. ha delle manifestazion i simpatiche, generalmente ben accette, quali cene manifestazion i scolastiche militari, talune celebrazioni centena rie (ca roselli e simili), qualche g rande adunata storica, e via dicendo. Insomma, esso resiste perchè ba una sostanza spirituale tutta umana che vince i l tempo e aiurn il soldato a sent ire i l cameratismo con i buoni soldati di tutti i tempi .

Tradotta, P rima e dura nte la g uerra Mondùùc, i g ranch trasporti n1i!itari venivano effertuc1ti mediante convogli cc!11posti con carri merci chiusi, da xi o più tonnellate, opporrunamentc arredati con panche e lan terne a petrolio. Tah convogli prendevano il nome di T. Pel tempo di p,tec, oggi, in Italia, è esplicitamente stabilito che la truppa venga trasportata sem~"rc in carrozze di terza classe. Esisto no :1ncora tuttavja e vengono conservate le panche, che già servirono per l'arredamento delle T. e che non è escluso possano servire in eventualità future. E questo perchè un parco ferrovia rio, per quanto grande, non sarà Jnai tale da consentire l 'imp iego d i carrozze a sufficienza jn occasione <li mobilitazione per g randi manovre, per g uerra,. per contingenze anormali. I carri adoperati in passato e che evenwalmcntc lo saranno ancora in futuro, song contrad ... d istinti permanen temente dalla nota dicitura : « Uomini 40, quadrupedi 8 ».

La Tradotta . Giornale settimanale d i propaganda <lella III armata durante la guerra Mondiale . Apparve nel marzo del 1918 per interessamento dello stesso duca d "Aosta, cornaodante dell ' armata. Fu diretta da Renato Simoni , ebbe a collaborato ri A"ntonio Rubino, Gino Calza Bini, Riccardo Gigante, Arnaldo Fraccaroli, Sacchetti, Brunelleschi, Mazzoni ed alt ri scr ittori e artisti, quasi tu tti ufficiali e combattenti della grande guerra . Traerbach (o Trarbad,). Città della Germania, sulla d r_ della Mosella . Fu presa dai Francesi del Tall.ard nel 1702.

I. Assedio di Traerbacl, (1704). Appartiene alla guerra di Successione di Spagna e fu posto dagl i Alleati al comando del baro11e d i Tragnè . La guarnigione, francese, era al comando di De Reignac. L' investimento fu eseguito il 3 novembre e 1'8 venne iniziato il bombardamento con le grosse artiglierie . La guarnig ione abbandonò la città e si rjdusse nel casreUo. Tre attacchi di viva forza furono respinti con gravi perdite per l'attaccante. Dopo un mese di bombardamento, e dopo che i lavori d i 1n ina risultarono assai avan~ zati , la guarnigione si arrese ottenendo di ritirarsi liberamente a Thionville. II. Assedio di Traerbacl, (1734) . Appartiene alla guerra dn Successione di Polonia e fu posto dal brigad iere d i Bellisle con 15 cp. <li fan ti e 50 dragon.i . Nelle primissi me ore del mattino del 10 aprile, rotta con un petardo la porta di


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Birkcnfcld, riuscì ai Francesi Ji penetrare nella città : il piccolo p residio (ci(ca trecento uom ini) si chiuse nel castello, situato in fortissima posizione. Il maresc. di Bellisk, fratello del brigadiere, si portò a T . e mentre attendeva le artiglierie fece renca.re una 1nina che non riuscì, e un assalto per scalata, che venne respinto. Fu allora aperta la trincea, e le artiglierie poterono arrirc il fuoco il 25 aprile: il 30 quasi tutti i pezzi della difesa erano smontati, e le mura sconquassate, e i lavori di approccio giunti al fosso . Il 2 maggio il comandante, Hohenfeld, scese a patti c ottenne di r itirarsi liberamente a Cob)enza. Trafalgar (Capo). Promontorio sulla costa atlantica della Spagna, fra Gibilterra e Cadice.

Battaglia di T,-afalgar (:21 ottobre 1805). Appaniene alle guerre dell'Impero francese e si svolse tra la flotta inglese e quella franco-spagnuola. La prima, agli ordini dell'ammir. Nelson, comprendeva 27 va,celli e 6 fregate: 16.820 u. e 2164 cannoni. La flotta francese (ammir. Vilkneuve) era forte di 18 vascelli e 7 fregate: 12 . 500 u . 1594 cannoni. La flotta spagnuola (ammi r. Gravina) era costituita di 15 vascelli: 9080 u. e 1326 cannoni. Il Villeneuve, che stava per essere sostituito dall 'ammir. Rosi! l', volle attaccare battaglia r.,algrado i l parere contrario <lei Gravina. La flotta inglese era Jivisa in due squadre

Cadicc con una inversione di marcia che riuscì un poco

scomposta, talchè la colonna formatasi risultò lunga circa cinque miglia. li vento calava man mat10; il mare restava agi.lato. Nelson, che aveva manovrato con le due squadre in formazione, era sopravvento in due formazioni parallele. e compatte. Alle ore 12 circa stimò giunto il momento dcli'attacco: la sua squadra doveva attaccare la testa della colonna franco-spagnuola; la squadra di Collingwood doveva spezzare la linea nemica do90 l'n• vascello. Nelson diede due segnal i, i l primo: « Attaccate il nemico a corta portata » ; il secondo: « L'Inghilterra si aspetta che ognuno faccia il suo dovere ». Gli ordini furon<J accolti con entusiasmo animatore dagli equipaggi, e le due squadre, spinte dall'ondata che. \'eniva dal largo e dalle ultime folate del vento che calava, si diressero contro la flotta franco-spagnuola che ,filava sulla &onte. L 'ordine di battaglia di Villcneuve fu subito d isorganizzalo, e si svolse un con1bat-

timento vicino con freq uenti abbocdaggi. Alle 13 1/ 4 Nelson, a bordo del « Victory », venne colpito a mone da un colpo partito dalla na\'c « Redoutable " che l'aveva abbordato

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1 E11treprv1an(rt 15 16 2 Siri1,1s t7 P rinCI! 3 Ph~tu:i 18 Prcldc 19 Oejenct> s Eur~a lvs 6 Spa~tiate 20 2t SUJifUu:re 7 Minoto.u, 22 Dread n oog/1t 8 Orkm 9 Aqa~emnotJ 23 PollJphcmus IO A.jax 2-1 Reuthtp: 25 Achilli!s Il Brllarinia · 26 Co/1.1ssus 12 Conqueror 13 (e111athart 27

14 /.'eptu,i.?

(Nelson e Collingwood); comandanti e marinai affiatati, preparatissi mi maccrialmcnte _e spiritualmente. Il 20 ottobre il Villeneuve uscì da Cadice e prese il largo. Alla sera le ,d ue flotte si avvistarono . La mattina del 2 1, alle ore Otco, la flotta franco-spagnuola, che seguiva la costa, ritornò verso

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31 32 Afrir:,t 33 f orin,daòi~ 34 Ro.r;o 3S Sal'lt 1ss,11ic1 f,ir.ida.1

36 Bu.c cntourit. 37 Nepfott8 38 Rodoubta/J{,; 39

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Battaglia di Trafalg-ar (1805). Prima fase.


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cd il cui comandante, capitano Lucasi runa.se pure ucciso; caddero inoltre l'ammir. Gravina e l'ammir. Magon e rimase prigioniero l'ammir. Vilkneuve a bordo del « Bucentaur.: " disalberato e sconquassato . Alfa sera alle ore r7 la flotta franco-spagnuola era distrutta. Solo una parte della

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Battaglia di Trafalgar. Ultima fase

squadra francese (ammir. Dumanoir le Pdley) si rn110 in tempo dal combattimento, ma alcuni gioroi dopo venne catturata al capo Ortegal dalla squadra inglese di sir Strachan . Perdite inglesi 449 m., 124r feriti; perdite franco-spagnuole 3373 m. , u55 feriti, I8 navi in. possesso del nemico. >!ella notte sul 22 si scatenò una tempesta violentissima che obbligò gii Inglesi ad abbandonare le navi catturate, le quali cercarono d i guadagnare Cadice. Solo quattro vennero riprese dagli Inglesi; ma il giorno 23 il cap. spagnuolo Cosmao uscì da Cadice con 4 vascelli, 5 fregate, 2 bricl, cd assalì i vasceJJi inglesi dì scorta obbligandoli a rilasciare due delle navi carturlte e riconducendole a Cadice. Con la vittoria di T. l 'Jnghiltc1ra conquistò definitivamente i] dominio dei mari, che, mantenne sino alla guerra Mondiale. sfor tunato Vilkn~uve, liberato poco dopo dalla prigionia, e bersagliato da aspre critiche, si suicidò a Renncs.

Trafoi (Prema). È una vetta rocciosa (m. 3570) del gruppo dell'Onks; essa cade a sud sul passo dei Camosci, ad ovest sul ghiacciaio delle Cime di Campo, a nord sul ghiacciaio dcli 'Ortles e precisamente nel punto culminante di esso detto Schncc Glocke. Ad est la cresta quasi a lama di coltello si alza per culminare, dopo circa un chilometro, nella Thurmwieser (3672). Combattimenti a. Punta Tra/ai (19r7). Appartengon_o alla guerra. Mondiale. Vi era stato stabilito un osservatorio italiano, con piccola guarnigione, di una ventina di uomini._ Gli Austriaci da vari mesi lavoravano ad impadronirsene scavando nel ghiaccio una galleria attraverso lo Schnec Glocke, fino sulla cresta a circa sessanta metri dall'osservatorio. La notte sul 27 agosto, cadu to l'ultim o diaframma di ghiaccio, circa 60 kaiserjager sbucarono dalla galleria cd uccisero la sentinella vicino al baraccamento, del quale si impadronirono dopo breve lotta. Un solo alpino potè sfuggire, scivolando in basso per le scale di corda, ed avvertire della sorpresa i l vicino posto al passo dei ·Camosci. Fu su bito organizzata la riconquista e la notte sul 28 tre gruppi si mettevano in moto: uno (ten. Bellan.i) doveva raggiungere la T. da est sakndo a mezza costa; uno in crest a a circa roo m. dall'osservatorio; uno agli ordi1ù del ten . Ramdla doveva attaccare dal passo dei Camosci. Squadre di portatori seguivano ogni grùppo. Nel mattino del 30 venne sferrato l'assalto. Trovato lo sbocco della galleria di ghiaccio ausniaca, questa fu demolita facendovi scivolare dentro nume}osi spezzoni Dettica. li ricovero venne assalito mentre il secondo gruppo, in posi7,ione domin ante a pochi metri,

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Traffico di fondi (art. 19r C. P. E., art. 213 C. P. M. M.). Il militare che abbia fatto traffico a suo profitto di fondi appartenenti all'amministrazione o a corpi militari, cÒllocandoli in prestito o in qualunque altro modo, è rcspons_abile del reato in esame. La pena è del carcere mili tare per mesi sci, estensibile a tre anni di reclusione n~ilitarc. Tmffico marittimo (Protezione del). Militarmente questo problema è staro semrre oggetto di grandi cure durante l<, guerre del passato. L a protezione dei convogli marittimi h,Q dato luogo a parecchie grandi battaglie navali all'epoca del la mar ina velica . Generalmente le navi mercantili si rad,u navano in un dato porto dei mari d'America o d"Asia, e partivano in convoglio , scortato da navi da guerra, o atteso dalle flotte amiche presso le coste europee, mentre era p_crò spesso atteso anche d a quelle nemiche. I Convogli (V .) dell 'evo moderno vennero rimessi in vigore _ d urante la guerra Mondiale da parte dell'Intesa, ed ebbero a subire soltanto la pericolosa insidia dei sommergibili, essendo le flotte di superficie della Germania e dell'Austria bloccate nei loro porti muniti. Le grandi manovre navali francesi, italiane, inglesi, del 1932-3.3, si sono inspirate al concetto della protezione e attacco d i convogli, ciò che dimostra l'i mportanza riconosciuta da parte d i tutti al problema della protezione del traflìco marittimo.

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84"'"~ 7'« <H1, ole,· C~mosc i Comb,ttimento del T rafoi ( 1917)

impediva qualsiasi movimento : 3 ufficiali e 30 u . prigionieri, 2 mitragliatrici, un cannoncino da 37 furono il frutto della brillante operazione cosl audacemente concepita e portata a compimento. L 'osservatorio riconquistato ~imase nelle mani delle truppe italiane sino alla fine della guerra .

Traguardo, Così era chiamato .od passato uno strumento che si fissava alla culatta del pezzo; era a forma d i t ubo, o p iramide, o cono tronco, oppu re aperto superiormente: era sempre attraversato da una lastrina con un foro, rcr il quale si passava lo sguardo e si sfiorava i l mirino per puntare l'anna. Tragula. Specie di lancia leggera, usata dalla cavalleria romana; e della quale poteva servirsi tanto come lancia, quanto come giavellotto. Era fornita di una correggia la quale era fermata a metà dell'asta.


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Traiano. Imperatore romano (5yu7). Sai} al trono nel 98 : con le sue guerre vittor iose con tro i Daci allargò i confini dell' Ilnpero incl uden(iovi la Dacia , l'Armenia e la Mesopotamia . Promosse grandi lavori di fortificazioni sui confi ni dcli 'im~ro, ponti, strade, porti.

cole velocità iniziali (la forza viva d'urto considerevole si raggiunge con proietti molto pesanti, e quindi g,andi calibri) : essa si ottiene con armi d i piccola lunghezza d ' anima (mortai). Infi ne, se si ha un ostacolo prossimo ad un bersaglio verticale o quasi, oc•

T. incurvata a1-rpena da .>ltrepassare I 'ostacoT raiettoria secondo il Collado (sec. XVI} lo, e da colpire nel modo più conveniente un bersaglio : l 'arma necessaria av rà caratteristiche intermedie fra cannone e mortaio: tale artiglieria chiamasi obice. corre avere una

Via Traùma. Strada romana che da Benevento, per Canosa e Bari , conduceva ~- Brindisi. Venne così chiamata perchè fatta restaurare e ampliare dall'imperatore Traiano, essendo un ramo della via Appia. Giungeva a Brindisi <lopo un percorso d i c irca 300 Km. P_resc anche il nome <li via Egnazia.

Via Traiana. Strada lungo il Danubio, tagliata nel vil'o scoglio <lei · monti, della quale rimangono oggi le vestigia. Era stata già d isegnata da Tiberio lungo la riva d r. del Danubio . Vicino alle PorL'imperatore Traiano te di ferro, in faccia al villaggio di Ogradina, a due ore di marcia da O rsova, si legge ancora incisa nella rupe l'epigrafe la q uale ri,orda che T raiano, « tagliati i monti e vinti i fiumi » aprì questa via (anno 100 <Jel l'era volgare). Traiano fece gettare un ponte davanti all 'attuale Turnu Severinu , per at traversare il Danubio. Jl ponte, in muratura, lungo l n g m. , venne fatto <listruggere da Adriano quando i Romani <!avettero abban<lonare la Mesia.

Traiettoria (V. Balistica), È la linea curva pe rcorsa dal centro di gravità di un proietto: la sua origine è il centro della bocca <la fuoco. Contro bersagli verticali il proietto dc,·c giungere in direzione prossima alla orizzontale, contro bersagli orizzontali invece prossima alla verticale, per poterli colpire nel m0<lo più efficace e con la massima forza v iva d 'urlo. Nel · pritno caso occorre una T. tesa che .si ottiene con proietti aventi grandi velocità iniziali e con pie-

Via Traiana presso Hirsova

Traino (Tmzione). Il T. può essere meccanico o animale, a seconda d ei mezzi impiegati per trainare i m~teriali. Anche la guerra Mondiale, sebbene abbia avuto caratterist iche prevalçntcmcntc statiche, ha messo luminosamente in evidenza la necessità d i rendere quanto mai manovra-

e• A, mortaio; B, obice ; C, cannone : A', H', C', traiettorie dì cannone, obice, mortaio ; O, distanza fra i pezzi e il bersaglio

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coli angol i di proiezione . Le armi con cui si possono ottenere tali traiettorie <levano avere una considerevole lunghezza di anima (cannoni). Nel secondo caso occorre una T. molto curva, c1uind i gran<li angoli <li proiezione e pie-

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bile i l materiale bellico, ed in modo particolare l 'artiglieria. li cavallo orma.i s'è d imostrato insufliciente a coprire rapidamente i lunghi percorsi, che possono essere ottimamente superati da lla trazione mecca nica. Ma questa a sua volta


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è apparsa t roppo sch iava delle strade, troppo costosa e non sempre facilmente impiegabile. Aggiungasi che la provvista del carburante necessario a mettere in movimento le macchine costituisce un problema assai arduo per noi italiani, dato d1e siamo, per questo prodotto, tributari dell 'estero.

Traino dì cannone nel sec. XV l

In qLJesti termini antitetici è essenzialmente posta la questione del T. nel nostro esercito. La sol uz ione adottata per ora, sebbene siano ancora vivaci in proposito le <liscussioni, è stata quella di meccanizzare la trazione delle artiglierie pesanti campali, <lei parchi e degli equipaggi pesanti del genjo. Per l'artiglieria leggera da campagna i l cavallo resta a~cora: ma anche per q uesta se ne studia e se ne esperimenta la possibile sostituzione con macchine adatte alla speciale bisogna. La ragione che più fortemente induce ad andar cautamente nelle innovazioni, dopo quella di carattere economico, è q uella riposta nella configurazione geografica del probabile teatro d'operazioni del nostro esercito. il quale, per essere prevalentemente montano, non sembra adatto a qualsiasi degli eventual i tipi di macchine da traino. Le artiglierie pesanti campli vengono trainate da trattor i, dopo éssere state issate su speciali carrelli con ruote gommate che ne agevolano la rapida marcia su strada. I car ri del materiale da ponte, quelli dei parchi d i collegame nti, ecc. del genio vengono agganciati come rimotchi ad autocarri. Così pure vengono rimorchiati i carri armati, dopo essere stati sistemati su carrelli, per i grandi spostamenti sulle strade. Q ueste sistemazioni d i ripiego sono state adottate per sfruttare l'attuale suuttura del materiale trainato: ma sono in via di eliminazione, dato che presentano notevoli inconvc11ienti. Le artiglierie vennero trainate in origine da buoi, e, successivamente, da c.iva lli attaccati pr ima di punta, poi fromiscuamente d i punta e a parigl ia e poi esclusivamente a

l'amm ir. Scott che, sbarcati alcufli grossi canno111 navali, li trasport~trono a centinaia <ii 1nigha entro terra per impiegarli con.ero i Boeri che assediavano Mafeking. Negli eserciti europei, prima della guerra Mondiale, si faceva esclusivo assegnamento, pel trasporto delle artiglierie, sulla t raz ione animale. Qualc.hc st ud io . per l'impiego della trazione a vapore per le più pesanti bocche da fuoeo da assed io non aveva condotto a utili .risultati. Da noi, allo scoppio di detca guerra, furono costituiti i parch i buoi pc! traino d i tali bocche da fuoco. Ma i progressi dell 'automobilisrr:o fecero pensare ben presto alla sostituzione in scala r iù o meno grande degli autoveicoli alla trazione animale e alla pesante e lenta trazione a vapore, ideata ma non attuata . V'era chi sosteneva l'opportunità di r imorchiare gli affusti su cui sono incavalcate le artiglierie mediante autocarri aventi potenza e caratteristiche adatte alle singole bocche da fuoco; v'era e.bi parteggiava pel sistema di rendere addirittura automobili le bocche da fuoco, facendo dell'affusto un autoveicolo. Durante la guerra entrambi i principi ebbero qua e là applicazione varia e più o meno vasta, pur essendo sempre stata sfruttata largamente la trazione an imale.

Autotr:attore Breda

Traktir. V . Canaia . Trai ice io. V. Albm1tura. Trallori ( Vittorio) . Gcuerale, n. a Marrad i nel 1859. Sottot. d i fanter ia nel 1880, divenne colonnello nel 19, 3, comandò il 57° fanteria e con esso entrò in guerra contro l'Austria . Magg. generale nel 1915, comandò la brigata Abruzzi e poi la 30a d ivis. e per le azioni sull' Isonzo e sull'Altipiano d·Asiago meritò la croce d•uff. dell'O. M. S. l n P. A. nel 1917, fu trattcnllt0 in serviz io quale comandante la divis. territoriale di Catanzaro. Collocato nella rt· sen'a nel 1918, assunse nd 1923 i! grado d i ge nerale d ì d ivisione e fu collocato a r iposo nd 1928. Tramoggia. Così è chiamata, in certe specie d i mitragiiat rici, la ·cassetta che raccoglie le cartucce c le dispone nell'apertura di caricamento ad una ad una . La sua forma, ed i particolari di meccanismo per I 'al imer.tazione della mitragliatrice, v:u iano col variare del modello di arma.

T raino d'artiglieria con trattore Ptl,,~esi

pariglia. Nelle loro guerre contro i principi indiani gli Inglesi ebbero batterie trainate da elefanti. La Persia ebbe batterie d i spjngarde situate sul dorso d i ca mmelli. J boeri si servirono di cannoni d a assedio t rainati da r.urnerose paia d i giovenchi; così pure fecero i marinai inglesi del-

Tramond (Battista). Generale francese (1834-1889). Gfficiale di fanteria, combattè in Italia nel 1859 e nella campagna 1870-71. Generale nel 1883, comandò la Scuola d i Srunt-Cyr od 1886. Studioso di ar mi, a lui è dovuto u a fucile chiamato « Tramond-Lebel "· Tramontana. Rimorchiatore, di 285 tonnellate, entrato in servizio nel 1916, radiato nel 1920 .


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Trani (ant. Taurémmi) . Comune in prov. di lhrletta. Anticamente era cinto da solide mura meJlate con torri e baluardi, e munito di buon castello, ancora esistente, edificato da Federico II. Seguì le sorti della regione; costituitosi in libem Comune 5i alleò a Bari, Troia e Melfi, insieme alle quali sco.nfisse a Rionero, nd 1137, l'esercito di Ruggero conte di Sicilia. Nello stesso anno però d ovette assoggettarsi alla monarchia normanna. Nella contesa tra gli Aragonesi ,:: gli Angioi ni seguì le pani di questi ultimi e sostenne vari assed, con alterna fortuna. Dal 1440 al 1460 fu travagliato dalle discordie intcstuic dei Pelagano è dei Caccelta. Durante il conAitto tra L uigi Xli e Feulinando il Cattolico, T . invocò l'aiuto <lei Venezia ni, che l'occuparono e lo governarono per 12 anni. Costretti , nel 1509, a sgom brarlo in seguito alla sconfitta che subirono ad Agnadello, essi lo rioccuparono nd 1529 e lo cedettero in capo

Transaereo. Gigantesco idrovolante progettato alla fine della g uerra dall"ing. Gianni Caproni, per le grandi operazioni di bombardamento pesante sulle basi navali austriache. Cessata la guerra, la costruzione ne fu uilirnata come ap-

Transaereo triplano Caproni

parecchio civile, ma dopo qualche riuscito volo fu abbandonato. Era un noviplano a scafo centrale, munito d i otto motori, della potenza complessiva di 3000 Hl'., pesava Kg. 14.oou aveva un carico utile di Kg. 12.000. La sua gigantesca superficie Furtqnte d i 750 mq. è cuttora (r934) iosuperat.a .

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Transafricana. Sostantivo appljcato alla pr0)!Cttata linea ferroviaria in grande parte già costruita .:he, attraversando 1

Trani nel seco,o XVII: B, fortezza; C, F', .I, torrioni; H., porto

ad alcuni mesi a Carlo V. Nel 1799, . dopo la presa di Andria, il .francese Broussicr mosse all 'assalto d i T. ancora forte per mura n1assiccc e bastionate1 per molti cannoni, barche armate, numerosa guarnigione e la robusta cittadella. Dopo due assalti 13roussier pose piede nella città, dove il combattimento con tinuò sanguinoso . Infine i F rancesi rimasù vittoriosi, abbandonarono la città al saccheggio e quindi l ' incendiarnno.

Traniello (Vi11ce11zo). Gcnernle, n. a Gaeta, 111 . a Roma (1860-1928). Sotrut. del genio nel 1879, d ivenne colonnello nel 19r3 e fu d irettore del genio a Napoli. Entrato in g uerra al comando de] genio del X lll C,. d 'A. passò poi al V! e meritò la med. d'argento e la croce d i cav . dell 'O. M. S . Magg. genera le nel 1916, d ispose per le inondazioni nella pia nura veneta dopo Caporetlo. Tern1inata la guerra, d iresse 1'opera di ripristino dell 'org inatura <lei fiumi del Veneto. In P . A . S. nel 19w, assunse nel , 923 il grado <li generale d i d ivis. Collaboratore di Riviste 111ilitari e 'Traniello Vincenz-o d i g iornali, pubblicò molte m onografie, fra le quali una sul ,, Generale Donato Briganti » e due opere sul ripristino delle arginature, dei ponti, delle strade dei Veneto.

da nord a sud l 'Africa, deve congiungere il Capo di Buona Speranza all'Egitto, secondo il progetto d i Ceci! Rhodes. Questo progetto ebbe un g rande impulso verso la sua realizzazione dopo la g uerra Mondiale, e gi,, la linea, che da Alessandria ha raggiunto l'alto J\:i lo con circa 3000 Km. d i percorso, mira a congiungersi con quella proveniente da Città del Capo la quale, con un percorso di Km. 4500, ha già raggiun to l 'alto bacino del Congo, ad ovest dei grandi lag h i.

Transahariana. Sostantivo r iferito ad una linea ferroviaria che, partendo dall'Algeria o dalla T unisia, dovrebbe raggiungere il Niger collegandosi alla linea ferroviaria che ne rimonta il bacino c<l alle lince d i navigazione fluviale. Si conoscono finora quattro progetti : uno partente dalla ferrovia Orano-Ai11 Se&a, con direzione generale a sud, raggiungerebbe l'alto Niger a T ombuctu od a Bouren; il secondo partente · da Touggourt, dalla linea proveniente da Costant ina sino verso In Salah (o verso Amguid) da cui potrebbe d iriger.si al lago ' Ciad o al N iger; il terzo partente da Algeri e Laguat avrebbe gli obbiettivi del precedente; il quarto partente dalla rete tunisina co,tcggiando il confine tripolino verso Gadà;11es e Gat andrebbe al lago . Ciad. Da Porto Lagos (golfo d i Guinea) una ferrovia raggiunge già Kano (sul para llelo del lago Ciad), dove giunge anche un altro t ronco che parte da BJro sul Niger. In Francia una fort issima corrente dell'opinione p ubbl.ica, guidata specialmente da colonialisti militari, spinge attivamente il governo per la costruzione d i cale ferrov ia, che richiederebbe una spesa d i ci rca tre mil iard i, allo scopo d i rendere più celeri le comunicazioni ed i t rasporti dal Niger all'Algeria . Tale ferrovia, che necessariah1ente avrebbe ram ificazioni verso il Senegal, la Co.sta d 'Oro, il Dahomey, la Nigeria, interesserebbe tutta l 'Africa occidenta!c francese e circa 40 .000 .000 di abitanti di razza negra, costituenti un 'ottima riserva cli fanterie che in cinque giorni potr~bbero giungere a Marsiglia (Rela?ione del Consiglio superiore della Difesa Nazionale di Parigi 1923). Transandina. Con tale sostantivo è designata una fern;\1ia che costituisce la più importante arteria dcII•America

del Sud. Essa parte da Buenos Aires, auravcrsa tutta la Pampa sino a Mcndoza, si inerpica sulla Cordigliera delle

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Ande che attraversa al passo de la Cumbre (m. 3900) e raggiunge San )lclipe (Chile) nei cui pressi si tripartisce versn Valpara iso, Santiago e Antofagasta.

Transcaspiana. Con cale sostantivo è <lesignata la ferrovia che da Krasnovodosk sul mar Caspio (in corrispondenza con Bak,i sull'opposta sponda) volge verso sud-est sino a Mcrv, dove si biforca: con un tronco prosegue in d irezione di Herat (Afganist,rn); con l'altro volge verso est attraverso il Turkestan ~d i Kirgbisi raggiungendo Buchara, Samarcanda ~<l infine Andiscian, verso il confine della Cina (Turkcstan orientale) dopo un percorso d i 1800 chilometri dal Caspio. Transcaucasia. Repubblica sov1euca sull'isuno del Caucaso, fra il Mar Nero e il Mar Caspio . Superficie 185.717 Kmq., abitanti 6.500.000, capitale Tiflis. Fu creata nel 1922 e si compone dell'Azerbeigian, dell'Armenia e della Georgia, che dopo la guerra, si erano costituite in tre repubbliche indipendenti in conflitto tra d i loro, pacificato col prevalere delle correnti bolscev iche . Transgior dania. Emirato della penisola arabica, a sud della Siria e ad ovest della Palestina, dall a quale lo di,·ide il Giordano; a sud e a sud -est confina con l'Arabia. Superficie 42.000 Kmq. , abitanti 26o.ooo, capitale Amman. Fu occupata dagli Inglesi nel 1918, cui si sostituirono i Francesi nel 1919. Il convegno di San Remo la pose· sotto il mandato della Gran Bretagna che la •dich iarò i ndipendente nel 1923, ma la tenne sollo i l proprio controlli,, Le forze armate dipetidono da quelle della Palestin a. Transiberiana. Con tale sostantivo è designata la ferrovia che unis'ce la Russia europea, arrraverso la Siberia, a Vladivostok. È un capolavoro del genio e della tenace volontà umana; vi lavorarono molti operai e tecnici italiani. Tniziara nel 1890 su progetto del gen. Anncnkoff, venne ultimata nel 1904, con un percorso di 8350 chjlornetri. Si stacca dalla rete russa ad Ufa, attraversa gli Urali e per Omsk r~ggiunge il lago Baikal alla sua estremità mer idionale, prosegnendo poi verso est sino a Caida)ovo ove si biforca : un tronco compie uu largo g iro a nord attorno al confine manciuri,mo, mantenendosi sulla sr. dcli' Amur sino a Chabarovsk dalla quale città volgendo a sud .raggiunge Vladivostok: l'altro tronco invece, attraversando 'la Manciuria, da ovest ad est, raggiunge pure Vladivostok dopo aver toccato Karbin. Quest'ultimo trooco, anche dopo la guerra Russo-giapponese, è rimasto alla Russia sotto determinate clausole: ma nel 1933 il suo possesso e la sua· amministrazione hanno dato motivo a gravi attriti col Giappone dopo che questo ha p(eso sotto il suo controllo la Manciuria.

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vano stipulato con la Cina. (Trattato d i Portsmourh dell'anno r905).

Transpadana. Repubblica costiruita dal gen. Buonapartc nd 1796, dopo l'occupazione della Lombard ia e d i parte del territorio della repubblica di Venezia. Comprese i paesi sulla sr. del Po, ossia la Lombardia, con Mantova, Bergamo, Brescia, Crema, Peschiera, la Valtell ina. Contemporaneamente la repubblica Cispadana comi;-rese i paesi sulla dr. del Po. Entrambe si fusero a costiruire la repubblica Cisalpina (giugno r797). Transvaal. Stato dell'Africa Meridionale, fondato dai Boeri (V.) nel r842, riconosciuto dalla Gran Bretagna nel rS54. Alleato con l'Orange , si battè nella_ guerra Angloboera ed entrò poi a far parte della Unione Sud-Africana (V.). Trapani (ant. Drepa,wm). Citti, manmma della Sicilia, ca poi. d i prov ., di fronte alle isole Egadi, con resti delle antiche mura, l unghe oltre 3 Km. Nel 242 a. C. fu ass<ldiata dal console Lutazio Catulo : Annonf e poi Annibale tentarono di soccorrerla, ma l'anno suc_cessivo furono sconfitti alle Egadi. Nel! '835 T. cadde· sotto la dominazione araba, cui fu tolt2 nel 1077 dai Normanni. Federico Il fece restaurare l'amica cittadell.1, oggi i n parte atterrata. Carlo V la rese piazza d'armi.- Il ' 16 agosto r755 nel porto di T. avvenne una ribellione di schiavi mori: essi attaccarono i·· soldati d i marina, 1nassacranloli, e, impadronitisi di due galere, riuscirono a sal-

varsi in Africa. Sotto il governo borbonico fu porto militare e piazza d'armi d i seconda classe: ebbe nna cinta di m ura con 8 bastioni irregolari; verso terra l'istmo ~ul quale trovasi la Gittà era chiuso da un castello e da un muro che terminava con un bastione. Il comune è insignito della medaglia d 'oro per benemerenze patriottiche, acquisite nel 1848. (Per la battaglia del 1299, V. Falconara). I. Battaglia 11a11ale di Trapani. Appanicac all a prima guerra Pu nica e fu combattuta dal cartaginese Aderbale contro il console Publio Claudio. Costui, mandato dal Senato all'assedio di Marsala, volle tentare d i sorprendere T. Quivi Aderbalc si era schierato in battaglia fuori del porto. Claudio aveva rematori inesperti, e nel manovrare per schierarsi in battaglia molte . navi vennero ad urtarsi fra loro. Adcrbalc, approfittando d i questo momento d i confusione, assalì in ordine i Romani e li sbaragliò completamente. Il console riuscì a salvarsi con 5o navi; le altre 60 circa ca,;!derp in potere dei Cartaginesi. I Romani avrebbero perdutQ;,-8000 (l"lOrti t ;,o.ooo prigionieri. f ,"1~

Transilvana (Legione). Fondata nel 1913 dal gen. romeno Stoica, col programma della liberazione della Transilvania dal giogo ausuo-ungherese, partecipò al movimento irredentista romeno e al movimento in favore della guerra contro gli Imperi centrali. Transmanciuriana. Con questo sostantivo è designata la ferrovia che st.tecandosi dalla transiberiana a Karbin con d irezione ge nerale sud raggiunge Port Arthur nella penisola del Liao Tung. Costruita dai Russi col consenso della Cina, venne ceduta al G iappone dopo la guerra Russo-giapponese. Questi rimborsarono i Russi delle spese di costruzione dell a linea e subentrarono nei diritti che al riguardo i Russi ave-

Stemma di Trapani

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• J-l ~·Battaglia navale di Trapat1i (1258). Si svolse fra una sqnadra veneziana d i 27 galere, al coma ndo di Giacomo Dandolo, e una genovese di :,8. La battaglia fu lungh issima, accanita e incerta, ma alla fine i Genovesi vennero sopraffatti : :>4 delle loro navi furono prese e le altre incendiate o sommerse; tutti gli uomini restarono uccisi o rrigionieri. Anche i Veneziani ebbero gravi perdile. lll. Co1Uieg11.o di Trapani (n B2). Tenuto sullo scoglio del Mal~onsigl io, presso la città, per concertare l'esecuzione dei Vespri. Vi parteciparono Giovanni da Procida, A!aimo da Lentini , Gualtien., da Caltagirone e Palmerio Abate, signore di Carini e di Favignana . Essi decisero anche di offrire la corona dell' isola a Pietro lll d ' Aragona.


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IV. Assedio di Trapani (1314-1315). Fu posto dal re di Napoli, Roberto d'Angiò, che impegnò nelle operazioni d 'assedio somme euormi e pcrdelte q uasi metà delle sue forze in seguito a malattie. Infine, nel febbraio 1315, fu coslretto a concludere una tregua con Federico d'Aragona ed a ritirarsi.

Trapani. Brigata di fanteria di linea coslituita nel marzo 1915 coi rcgg. 143°, 144<> e 149°. Nel maggio il 143° , inviato in T ripolitania , cessò <li farne parte . Nel giugno 1917 il 149° fu sciolto e sostituito dal 164° che appartenne alla brigata fino al 20 luglio dello stesso anno, allorchè passò alla brigata Lucca. In F"'ri data fu ricostituito il 149°, IT\entre il 144° assumeva la denom inazione d i 150°. Il 28 dicembre 19r7 combattè nel settore di M. Sei Ilusi-Vertru• gliano. Nel giugoo 1916 fu inviata sull'Altipiano di Asiago e concorse ad arrestare l'attacco nemico. Partecipò atti"vamente alla battaglia di Gorizia (agosto 1916) e combattè poi contro le posizioni del Vcliki-H ribach, del Pecinka e del Dosso Faiti. f'u nel 1917 a Monfalcone, nuovamente a M. Sei Busi, e poi nel ~ettore di Ronzina-Vallone <li Doblar. Nell'ottobre del 1917 durante l'offensiva austro-tedesca si

V ;Jssedio di Trapani (1718-J7r9). Nel 1718 Vittorio Amedeo d i Savoia aveva mandato a T. il gen. conte d i Campiglione con i d ue primi bgl. dei rcgg. Saluzzo e Mon ferrato. Il 17 luglio d i quell 'anno la Fiazza fu bloccata dagli Spagnuoli, i quali però non riuscirono ad impad ronirsene. Solo il 27 novembre dell'anno successivo, alla notizia del trattato d i Mad,·id (V.), i l Campiglione capitolò. T . fu l'ultima città dell'isola in cui le truppe savoiarde vennero sostituite d agli Spagnuoli.

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VI. Assedio di Trapa11i (1734-35). Appartiene alla guerra di Successione d i Polonia. Il presidio im periale d i f. era di circa 900 fanti e 40 ussari, con 79 cannoni e qualche mortaio, ai comando del gen. conte Ca.rreras. La piazza venne investita dagli Spagnuoli del Montemar (2500 fanti e 400 cavalli). Il 18 ottobre fu aperta la trincea ma senza artiglierie. Per alcuni mesi l'assedio si ridusse a semplice blocco. Solo alla metà d i giugno 1735 gli Spgm:oli ir.v ia-

VII. Insurrezione di Trapa-rii (1848). La città ftt una delle prime in Sicilia a ribellarsi al governo borbonico. La mattina del 30 gennaio i l castello fu attaccato dai popolani, senza r isultato. Il 31 essi tornarono all 'assalto, ma l' Almcida, comandante della guarnigione, vedendo vana un·uJteriore d ifesa, capitolò, cedendo i! castello con le arugl ierie, le polveri e le armi .

batti: a M. Prassolan ed a Cima Per tica . Nel I<)I8 fu sul Monfcnera sino alla controffensiva finale, allorchè la brigata raggiunse, il 24 onobrc, lo sbocco della Valle Pontescga, toccando le prime case d i Fencr e contrastando accanitamente al nemico, il 30 ottobre, la stretta d i Quero che le fruttò r icco bot tino <li guerra e la cattu ra di numerosi nemici. Per la sua condotta la T. fu citata sul bo]. lettino d i guerra del Comando Supremo n. 127 2 ed i suoi regg. meritarono: i l 149° d ue cd il 1500 tre med. d i bronzo. Festa dei reggimenti: per entrambi il 23 ottobre, anniversario del combatl imento d i Qucro (1918). Colore delle mostrine: giallo superiormente cd azzurro inferiormente nel senso orizzontale. La brigata ebbe i segvenci comandanti: magg. gcn. Belluzz i (1915); rnagg. geo. Tedeschi (19151916); magg. gen. De Bono (1916); magg. gcn. Carbone (1916); col. brigadiere Ma r,zlyak (1916-1917); magg. gen. Coffaro (1 917); rnagg. gen. Assum (1917); magg. gen. Bava (r917-1918). Le sue perd ite di guerra ammontarono a: ufficiali morti 104, feriti 270, d ispersi 102; u , d i truppa m. 1215, f. 7095, d. 4187.

Ti-apani. Reggimento <li fanteria delle Due Sicilie, costituito nel marzo 1820 : durò pochi mes1.

T.-apt111i Arwro. Genera_le, n . a Palermo nel 1871. Sottoten. d 'art. nel 1891, parteCÌf'Ò alla guerra cootro l'Au-

rono g rossi rinforzi, n1entre la piazza onnai scarseggiava di viveri, nè poteva essere socco;sa. Il Carreras scese a

patti, libero di tornare in (,o agosto).

Austria con la guanùgione


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stria . In essa meritò la mcd. d'argento e la croce d i cav. dell 'O. M . S.; colonnello nel 1918, comandò il , 0 are. da campagna, e dopo la guerra i l 2° da campagna, il 10° art. P. C. ed i l d istretto d i Pa lermo. In P. A . nel 1929, fu promosso generale di br igata due anni dopo.

Trapc:>te. Mitragliatrice leggera spagnuola, così chiamata dal nome dell'ufficiale che l 'ha ideata (1932) dandole come p rincipale car.Hteristica q uella d ella semplificazione dei meccanismi e della riduzione del numero delle parti che la compongono. Essa è costituita d i I2 pezzi soltanto, facilrnente smontabili e ricompoliibili senza alcuna v ite. È stJto introdotto un 1·c golatore del la velocità del tiro, che può essere o no u tilizzato, venendo tnanovrato per n1ezzo di un bottone. Può essere mediante un allungo utilizzata co1ne ;irma controacrca .

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l'esercito dell'altro console Cneo Servilio Gemino, marciò per raggiungere I 'esercito cartaginese, trascu rando ogni pre. cauzione e avventurandosi nella stretta fra , monti e il lago senza neppure farsi precedere da trupre esploranti. Arrivato al lago, sebbene esso fosse coperto da una fitta nebbia, s' incernò nella stretta, mentre avrebbe dovuto assalire la posizione <l 'Annibale sulla collina. Quando tutte o grande parte d elle sue legioni furono impegnate nel passo, si videro i mprovvisamente assalite da testa, sul fianco cd alle spalle da, Cartaginesi. L 'oscurità della giornata aumentò lo sgomento e la confusione nei Rorn,ini , che non poterono nemmeno ordinarsi jn battaglia . T uttavia col solito valore tennero testa al nemico. Flaminio, che persona lmente combatteva valorosamente, rimase ucciso Jin dal prin cipio del combattimento. La st rage fu grande . Quindicimila Romani perirono, parte; sul ca mpo, parte annegati nel lago,

Battaglia del Trasimeno (217 a. C.)

Trapote . Fucile m itragliatore spagnuolo, a canna fissa e otturatore rinculante, composto di pochi pezzi , di Eacile smontaggio, con regolatore che permette di variare la celerità <l i t iro da 60 a 650 colpi al minuto. Calibro 7 mm. , velocità iniziale m. 700, peso Kg. 9,200.

Trappola (Nave) . V. Antisommergibili. Trasibulo. Generale ateniese, comandante degli Ofliti alla battaglia d i Samo (410 a. C.) . Liberò Atene dai T re nta Tiran ni alla testa d'un esercito condotto da T ebe. Mo rì nel 390. Trasimeno. Lago dell 'Um bria, presso Perugi a . Batta.glia dd Tmsime110 (27 marzo 217 a. C .) . Appart iene alla seconda guerra Punica e fo combattuta dal console C . Flamin io contro Annibale. Questi , giunto sulle rive del lago, appostò i suoi t ra i poggi dei monti di Cortona, <laminanti la strada che avrebbe dovuto seguire Flamin io lungo il lago . Flaminio, contro il parere dei tribun i, i quali gli consigliavano d i attendere l 'arrivo da R imini del-

e quasi altrettanti riti1asero prigionieri sui 3r .ooo di cui disponeva F lam inio. Annibak ritenne 6000 Romani e mandò liberi gli A lleati . Egli aveva perduro soltanto 1600 uomini.

Trasferimento. Dobbi amo innanzi tutto distinguere il T. temporaneo dal defi nitivo, nonchè quello che riguard a i singoJi dall'altro che riguarda corpi o reparti. I temporanei si hanno in occasione di campi, manovre, n1obilitazionc, e, duran te la guerra, pei corpi e repatti ; oppure in occasione di coni d'istruzione, impiego fuor i della pror r ia sede, ccc. , pci singoli militari. Si tratta sempre di allontanamento provvisorio dalla residenza normale, alla quale residenza si tende poi a tornare. Quello definitivo è per tutti l'abbandono d' una residenza fissa per and are a r agg iungerne una rtuova . Fino all'epoca dell~ guerra Libica erano pressochè normali e periodici pei nostri rcgg. e prendevano il nome di Cambio (V.) d i guarnigione. Ora ciò non si fa più se non eccezionaln1ente, perchè i regg. ' sono d ivenuti centri di mobilitazione difficilmente movibili. I T. definiùvi dei singoli m ilitari non riguardano rnnto

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la trup pa, quanto gli ufficiali ed i sottu!liciali, i quali, J-'er ragioni d isciplinari (promozioni o punizioni) , per ragioni d 'impiego (accentramento, distribuzione d i e lcn1cnti speciali7.zati tecnicamente, pei-equazionc fra corpi con quadri esuberanti ccl altri con quadri d eficienti, ccc.), per desiderio espresso dagli interessat i (per elezione di residenza più grad ita, per mo tivi cli salute, di famigl(a, d ' interessi economici, ccc.) possono essere mandati da una residenza all'altra, sempre rcrò restando nella propr ia arm a e specialità, oppure and ando a ricoprire incarichi previsti per la loro categoria e il loro grado . Gli u. d i truppa sono poco suscettibili di T . definitivi, data la loro breve permanenza alle arm i e le modeste mansioni c_h e possono coprire.

termine ,•iù generico e più usuale di collegament i. Infarti mentre con quest' ultimo vocabolo si possono anche intendere quelle relazioni , li ca rattere morale e affettivo, nonchè qudk couscguenti _all 'affiatamento tra arrn· e reparti di• versi, con T. si i ntendono esclusìvan,ente i collegan1cnti rnateriaE e tecnici. (V, Co/legam.en.ti, Ottico ,ervizio, Segnalazioni, Radio, Reti, Telefono, T elegrafo, ecc.) .

l',' clle marine da guerra, in base al trattato di \Vashington del 1922, si è a<loptrato il term ine d i T. per indicare la facoltà d ata a una nazione d i passare une. quantità di

m e pel fu nzionamento dei servizi log jstici in guerr;t (ed. 1932) vi clcclicano uno speciale capitolo, I compiti assegnati a. questo complessò ed

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costruzioni navali da una categoria al1 altr:.1, in base al tonnellaggio stabilito. La quantità di tonnellaggio che r.uò essere trasferito• i n tal guisa non deve o ltrepassare rerò il 10 % d i q uello stabil ito per ogni categoria . N ell'esercito romano, il T . apparteneva alle Puniz ioni (V.). 1

Trasferimento (A111111inistrazione). Per i militari i solati è previsto il com pleto rimborso delle spese d i trasporto delle persone e delle cose, nonchè il pagamento di indennità e compensi fissi per la presa, resa ed imballaggio delle masserizie <li casa. Il c a,10 fam iglia percepisce indennit à connesse al prorrio grado; la fa miglia gode d i i11dennità uguali per tutti i gradi delle due cennate cat~gor ie: ufficiali e truppa. In ,·aso di T. collettivi, il capo famiglia segue le sorti del coi po o reparto che si muove, col trattamento previsto pei ~erviz i collettivi . Per la famiglia invece rimane i111mutal0 il t rattamento previst0 pei trnsierìmen tì isolati.

UN oI T À

Comando supremo . . .

Servizio

1'ra,porti

e Tappe . Le

Hor•

.i mportante servizio vi sono p recisati così:: Provvc<lcrc agli spo-

stamenti delle truppe, delle 1,niti, , dei serRa.ggrupparnento trasporti F regio in metallo per elmetti vizi e dei materiali su strada ferrata, per via acquea ed ordina ria ; organizzare e predisporre il t raf• fico stradale ciancio anche la possibilità di alcuni r ifornì• menti agli elementi in transito sulla rete stradale m ilitare. Gli organi dd serviz io T. e Tappe risultano dalla se• gucnte tabella :

O RG ANI

COMANDO 11 - - - - -- •-

Trasportì. -(Per la parte , torica , V, Logistica).

DIRETTIVI I-

COORDINATORl -

\

I ntendentc gener'. le .. )

I

I-

ESECUTTVT , - -- - II

D irezione trasporti ferroviari o per v ia acquea.

Reparti genio ferroviari e lagunari~ Sezioni ferroviarie mobilitate; Comandi di stazione ; Uffici imbarchi e sbarchi; Delegazio n i trasporti, ecc.

Direzione superiore trasporti e tappe.

Deposito centrale bardature, carreggio e m ascak ia; Autoragg:rupparricnri di manovra, autoparco del Comando Supremoj Deposito centrale a utoveicoli, ecc.

Delegazione trasporti ferroviari d 'armata.

Comandi di direzione; Uffici imbarchi e sbarchi; Delegati di trasporti presso i depositi centrali.

Direzione trasporti e tappe d'annata.

Gruppo carreggio e salme rie; Parco carreggio, quadrupedi e b:trdature; Autoraggruppamento d 'Armata~ Comandi di tappa; commissari stradali; Drappelli di circolazione; Compagine prcsidinrie; Sezioni RR. CC. mobili e t erritoriali; Servizi di tappa.

_i\..rrnata ... . .... . . . . .

Intendente d 'Ar mata . .)

Corpo d 'armata

Comandnnce di C. d'A.

Direzione trasporti e tappe di Corpo d'A rmata.

Gruppo carreggio e salmerie; Autoreparto di corpo d'armata, ecc.

Divisione ... _. • . ... _

Comandante di divis.

Capo di Stato lvlagg iure.

Au toreparto (solo per la divis . celere).

Regg. Alpino . . . . . . . .

Comandante di regg.

Ufficiale addetto.

Colonna salmerie e carreggio; Autoreparto per rcgg.

. -.lpini.

Trasferta. .È detta più propr iamente idennità d i trasferimento o di sei vizio isolato . Viene concessa ai m ilitari che compiono isolatamente 1iarticolari servizi fuori della sede o che si trasferiscono da una sede all'altra. Chi gode tale idennità si d ice che va o è in tras€erta.

Sebbene siano d i caratterist iche differenti cd abbiano d isuguali sviluppi, tutti i T . sono considerati in un ca pitolo unico delle Norme anzidcllc . Con ciò s'è vol uto, co n tutta probabilità, sancire il principio dd coordi namento indispensabile a rendere armonico e quiod i redd itizio il complesso 1

dc:i vari servizi. P<:r ovvje ragioni tecniche, una distinzione

Trasmissioni. Prendono questo nome tutte le varie spe• cie d i comunicazioni tli campagna stabilite per mantenere . collegati i comand i ed i reparti. t: una precisazione ciel

vie ne fatta fra i T. ferroviari e quell i dest inati a svolgersi su strada ord inaria , mediante traino meccanico od animale. Tale distinzione <là luogo ad uno sdoppiamento degli or-


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gani esecutivi c<l ordinativi , io d ipendenza delle particolari mansioni di ciascuno. In relazione allo scopo che si rropone, il servizio Tappe (V .) viene connesso a q uello dei T. su strada ord inar ia. Le Delega.z ioni T rasporti Militari banno se<le a Torino, Venezi;i, T rieste, Firenze, Napoli, Palermo. Esse d ipendono da ll' Ufficio Tmsporti Militari <lcl Ministero della Guerra, e a loro volta hanao alle d ipendenze i comandi mil. d i Stazione del proprio territorio .

Trasudamento (Esplosi111). Le polveri alla nitroglicerina, le gelatine esplosive, le d inamiti, ecc., per effetto di tempera ture molto basse trasud:;no m ettendo in libertà la nitroglicerina. Tale fatto porta una alterazione nel la composizione dell 'esplosivo, ne aumenta grand emente la sensibilità e rende rericoloso il suo impiego.

Trasporto (o Nave di trasporto). Nave 9i uso m ilitare, costrnita appositamente o requisita o acquistata tra il naviglio 1nercantile , per il servizio delle armate navali., atta a trasporta re rifornimenti di uo mini e di materia li. (V . Nave

Trattati. Convenzioni fra Stato e Stalo , d i var ia natura : d i pace, di alleanza offensiva o d ifensiva, d i am icizia, d i cornmercio, d i navigazione, di non aggressione, ccc. Possono essere palesi o segre ti, e anche in p~rtc palesi e in parte segreti, e possono essere dete rm ìnati, nel ten1po, o indeterminat i. I T. r isalgono a tem pi molto antichi , alle prime civiltà d 'Oriente e d 'Egitto, ma si ha notiz ia precisa d i T . solo da l tempo dell 'antica Grecia (la q uale faceva una distinzione fra essi in base alla loro natura) e dell'antica Roma . Il diritto internazionale cominciò ad affermarsi fin da al lora. E a poco a poco si stabilì con norme che si andarono man mano elaborando, in r apporto alla costituzione degli Stati medievali ç moderni, e allo sviluppo della civiltà . I T. possono essere conclusi da p ari a pari, oppure, dopo una guerra, fra vincitori imponenti l a loro volon tà, e vinti .

Trattamento. Il T. <legli ufficial i e dei sottufficiali di carrie ra consiste in sostanza nel corrispettivo in danaro che lo Stato loro fornisce du rante il servizio e dopo ultimato Trasporti (A.mminisrrazione). Sottostanno, sia per le peril servizio attivo . Però il T. degli ufficiali e sottufficiali d i sone che per le cose, alle d isposizioni generali che regoca rriera non dev'essere considerato come il pagamento del lano i l t raffico dei p rivati, con le eccezioni e le moda lità lavoro che essi compiono, ma soltanto come ,rn minimo r reviste in apposita regdlamentazione stabilita d 'accordo emolumento perchè essi sia.no · in grado di vivere con i l defra i diversi n1iniste(i interessati : comunicazioni, guerra e coro necessario e <li mantenere nella vita privata e sociale finanza . La gest ione ferroviaria è esercitata nella sua q uasi que l tenore di disti nzione che il prestigio stesso del comando totalità d irettamente dallo Stato. Le eccezioni sono rapp rerichiede . Quale somma potrebbe, infatti, essere r itenuta sufsentate da gest ioni di linee affidate all'industria p rivata. ficiente a compensare l 'ufficiale della dedizione quasi assoI 1nilitari e coloro ammessi a viaggiare come tal i godono luta della sua libertà e di ogni sua attività alb n azione? d i una tariffa speciale Iidottissima; le fam ig lie di essi i l Q uale som1i1a. potrebbe giudicarsi adeguato compenso a l sacui capo sia in attività di servizio godono della r id uzione crificio che l 'ufficiale è sempre pronto a fare anche della del 50 % sulla tariffa ord inaria. li T. del bagaglio personale e di famig lia gode anch 'esso d i particolar i concessioni ; · propria vita? Da q ueste considerazioni appare come la carriera delle armi abbia solta.oto il no bile SCO),'<> di sen ire · per le ma:;scrizie la tariffa mil . è accordata solo nel caso la Patria, senza possibilità d i t rarne ricchezza . .Emerge però d i trasferimenti . l viaggi collettivi d i corpi o reparti si anche l'imprescindibile dovere che lo Stato ha d i provveattuano sempre con l'interv~nto d i appositi o rgani - delegazione trasporti incaricat i d i prendere d iretti accord i dere adeguatam ente ai bisogni materiali degli ufficiali e <lei sot tufficiali del proprio esercito, sia dur ante il servizio alco n gl i uffici competenti circa gli orari per eventuali treni rivo che dopo questo, ossia con gli assegni <li · carriera e sreciali e vetture aggiuntive ai treni ord inari . Per le persone si rilasciano speciali scontri ni con paga1nento imme~ con quelli d i pensione. Ovvio d ire che questo T . è fo,zatamente subordinato alle condizioni econom iche e finanziarie d iato; i l materiale invece viene spedito -in conto corren te, dello Stato come quello d i lutti g li impiegati ord inari. Più in base a convenzione fra i d ue ministeri (guerra e comuil T . economico <lei personale m ilitare può essere elevato, nicazioni) che liquidano d irettamente fra loro le partite. I quadruped i d i truppa sono sempre t rasportat i in conto e più rappresenta allettamento per la gioventù ad intraprencorrente; q uelli degli ufficia li a pagamento, a meno che il dere la carriera militare; ne consegue possibilità di avere elementi veramente j,'fOvctti e scelti sotto ogni rapporto . Se viaggio non si compia in unione a quelli della truppa . poi un buon T . si unisce ad una elevata considerazione di Tmsporti aerei. D urante la giaerra Mondi;ilc si verificò caratlerc morale, si hanno le cond izioni ideali pe r un reclutalvolta il caso che i vel ivoli servissero anche come mezzo tamento di quadri ottimi per qualità intellettuali, morali e di trasporto, specia lmente per i l r ifornimento di lfll!-"'Pe in fisiche. Occorre infine che esista una convenient<: proporsituazioni d ifficil i. Ciò avvenne , fra l'altro, per gli Auzione fra gli assegni d i servizio e quelli di , pensione, non striaci duran te la battagl i:< del P iave; e per noi ,1uclla di solo dell 'ufficiale o sortufficiale, ma anche della sua faVittorio Veneto, quan<lo, distrutti i ponti dal la piena del miglia quando egli perdesse la vita in servizio per la Patria. fiume e dalle artiglierie nemiche, rimasero isolati sulla sr . de! Piave alcuni reparti dell'armata del Caviglia. Dopo la Trattamento tavola. Io marina, è il compenso spettante al guerra i trasporti d i truppa per via aerea sono divenuti personale che partecipa alle mense d i bordo; esso viene sta' normal i,_ specialmente nelle colonie. 1n L ibia furono sgombilito da apposite tahelle (C, per ufficiali e per allievi delbrati o costituiti inter i presidt mediante il trasporto su 1'Accademia navale; F , rer son ufficiali; D , per gli imbargrossi « Caproni » <la bombardamento <li uomini e d i cat i sulle navi in allestimento o in d isponibilità) . È previsto mt.teriali . un aumento per le nav i che si recano in colonia o all 'estero.

011eran'a) .

Trasporto di tiro . Ch iamasi così il tiro effettuato sopra un dato obbiettivo, con i dati ricavati da quelli d i aggiustamento otten uti nei tiri d i inquad ramento. Si pratica q uando si vuole effettuare un tiro <li sorpresa su d ali obbiettivi, aggiustandolo preventivamente su altr i punti del terreno (punt i di riferitnento), che genernlrnente devono r isul tare ben visibil i e ben ind ividuabili dall'osservatorio. li T. d i t iro si effettua anche quando l'aggiustamento del tiro sopra un data bersagl io è reso d iffici le o impossibile da lla sua invisibilità o d alla natura del terreno circostante al bersaglio stesso.


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Rispetto dei trattati. La teoria e la pratica sono assai divergenti su questo problema. [l Bo11fils dice: « L'eternità dei T. sarebbe altrettanto assurda e irrealizzabile quanto l'eternità delle· costituzioni. La fine di un T . deve irrimediabilmente seguire la scomparsa delle cause che l'originarono ». E il Gatti: « Q uando la necessità si è imposta e la forza l'ha permesso, sono stati comiderati come carta st raccia » . Scrisse il Machiavelli che il principe non era tenuto ad osservare le sue promesse, quando tale osservanza gl i era di danno, o quando erano mutate le condizioni che lo avevano indotto a promettere. Il francese Ebray osservò recentemente che se la Germania ha cnnsiderato come « pezzo di carta » il trattato che garantiva la neutralità del Belgio, le Nazioni dell' Intesa banno praticato ugualmente quella teoria (occupazione di isole greche e di Salonicco), « tanto risolutamente quanto gli Imperi Centrali, sebbene con maggior profitto » ; teoria che del resto « è stata applicata correntemente prima della guerra Moodiale >> . Ciò avvenne ad esempio per i grandi trattati del secolo scorso (Vienna 1815; Parigi, 1856;. Berlino, 1878). Non pare possibile ammettere - se non teoricamente - che uno Stato il quale a u n dato momento si trovi al bivio di dover rispettare un trattato con cerlo e grave suo danno, o <li stracciarlo, non rossa iofrangerlo unilateralmente. Se sono così numerosi i casi d i violazione di T. bisogna pensare che esistano ragioni irresistibili, e che essi o siano già morti al momento dell'applicazione, essendo appunto caduchi per loro natura, oppure che vengano annullati per il gesto d i uno Stato che ha tutto I •interesse a non rispettarli, o no11 può r ispettarli se non col rischio della propria rovina. Revisione dei trattati. Problema polit ico sorto dopo la guerra Mondiale, e determinato dalla incongruenza e dalle ingiustizie consacr ate nei vari trattati di pace, i quali hanno determinato rer alcuni Stati vinti, come specialmente la German ia, l'Ungheria, la Bulgaria, situazioni penose in rapporto ai confini e alla soggezione di !'arte delle loro popolazioni a Stati viciniori , nm1 vittorios i, ma creati dopo la guerra, come la Cecoslovacchia e la Polonia, o ingrand iti ,: loro spese, come la Jugoslav ia e la Romania. Il problema della revisinne pacifica, diretta ad ottenere una sensibile modificazione dei trattal'i in via amichevole, per evitare il permanere di cause d i guerra, è stato autorevolmente sostenuto dal Capo del governo ital iano, Benito Mussolini, ed è andato man mano facendosi strada nella coscienza dei popoli, in base all 'assioma eh-, nessun trattato può essere eterno.

Trattenuto. D icevasi anticamente d •ufficiale o d i soldato che aveva paga senza rrcstar servizio, stando pronto a militare in caso d i nccessi.là. Emanuele Filiberto, nei

primi tempi <lei suo regno, i r provvedere alle necessità straord in'1rie, aveva un certo numero 9i capitani e colon~ nelli T. che avevano d i tenersi pronti a fornire chi una

compagnia e chi un reggimento. Risultando la spesa sproporzionata all'utile, il duca li congedò tutti, impiegando i migliori nella milizia. Coll 'andar del tempo i T . perdettero il cara ttere militare, sicchè, verso il 16oo, nel loro elenco non si trovano che ingegneri, guardiacaccia e stranieri, In seguito si dissero T. tutti coloro che per vari motivi, anche non appartenend o alla milizia, avevano sti};!!ndio da armi o corpi; e ciò a titolo di premio, per benemerenza, per pensione, ed erano presi in forza dagli stati maggiori dei presim più p rossimi alla loro residenza. Finalmente, sulla fi ne del scc. XVIII, stabi lite le regolari pensioni, la categoria dei T. scomparve.

Trattore (e Trazio1le). V. Mecca!iizzazione, Motomec canfca, iWotorizzazione, Traino. Traù. Città della Jugoslavia, in Dalmazia, nel distretto <li Spalato, eretta sopra una roccia in mezzo al canale d i T. che con un ponte un isce l'i sola d i. Bua al continente. La città è piena di r icordi della dominazione di Venezia

Traù in fine del secolo XVI

che vi cosuuì imronenti opere di forti!1cazione. Nel 1378, durante le lotte per il dominio del mare tra Genova e Venezia, T . fu oresa e difesa da Luciano· Doria i l quale costrinse J'ain mir·. · veneziano Vittore Pisani a togliere l'as-

sedio che vi aveva posto.

Traumatologia di g uerra. È materia d'insegnamento presso la Scuola d ·applicazione di sanità militare. I-la b più grande importanza, come vera e prop ria specialità chirurgica militare, poichè la chirurgia di guerra, pure identificandosi fondamentalmente con quella generale del tempo di pace, presenta nondimeno una fisonomia del tutto speciale, sia ~'l'èr le d iverse cond izioni d i vita e di ambiente determinate dalle esigenze belliche, alle quali deve 11ecessariamente adattarsi, sia ancora per gli stessi caratteri. dei traumi di guerra, ai quali si connettono problemi complessi di terapia chirurgica e d i logistica sanita ria, che non possono essere risolti in un sempl ice capitolo di patologia chirurgica gcncraJe. Per quanto l 'organizzazione sanitaria di

guerra sia oggi notevolmente migliorata, le formazioni ch iru rgiche mobilitate presentano una scarsezza di mezzi che rendono ancora più arduo il servizio chirurgico in cam ..

pagna, specie in una guerra d i mm•imento, la quale presenta r ischi, incerrezze , d islocazioni improvvise ed affrettate che non consentono d i fare le magnifiche installazioni chirurgiche conscn~ite dal conflitto mondi ale per il suo carattere d i guerra prevalentemente d i posizione. I traumi di guerra, e _rropriamente le ferite prodotte dalle armi da fuoco militari, sono, per estensione e gravità delle lesioni anatomiche, ben d iversi da quelli che si osservano d·ordi• nario nell'esercizio comune chiruri:ico; aggiungasi poi lo stato d i minorata resistenza e di permanente esauribilità del sistema nervoso, in cui t rovasi il combattente per gli strapazzi e per le forti emozioni della guerra, nonehè quello dovuto alle perdite non lievi di sa ngue alle quali vanno spesso soggetti i feriti in campagna, non sempre giungendo il soccorso, per le stesse contingenze belliche, colla necessaria rapidità, come accade invece ordinariamente nella chirurgia infortunistica <lei tempo di pac~. Altra causa di aggravamento è l'azione n ociva esercitata dal trasporto, il quale è spesso lungo, d isagevole, traumatizzante, malgrado , migliorati mezzi di sgombero attualmente adottati. Le ferit<- d 'arma da fuoco in guerra inoltre sono per lo r iù pro-


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fondamente inquinate per ]o stato bactcriologico dei p roietti, spec_ic delle schegge di granata e di bombe, che, esplodendo a contatto col terreno, trasportano nella krita, insieme con eventuali corpi cstraoei~ germi virulentissin1i 1 nonchè Vir lo stato di poca nettezza dcgl'indumcati e della cute stessa dei combattenti, donde la insorgenza di gravissimi processi infettivi quasi del tutto sconosciuti nella trau matologia del tempo d i vace. È da osservare ancora che nei periodi di azione le tinità sanitarie sono rapidamente riempite da un numero ingente di feriti, epperò, affinchi: i] soccorso giunga rapido ed efficace, è necessaJio che il persona le chirurgico possegga nozioni precise di traumatologia d i guerra per fare p rontamente un 'opportuna selezione dei feriti stessi in r apporto alle indicazioni cd alla urgenza degl'interventi, alle maggiori o minori probabilità di successQ, ecc., e procedere senza indugio all'opoortuno trattamento, scegl iendo metodi e proce~si di tec~ica operativa semplici e d i rapida esecuzione. Infine la chirurgia di guerra, anche all' infuori delle ferite d 'arma da fuoco, presenta puT sempre una speciale fisonomia e gravità, come ad esempio ]e lesioni prodotte dall'autolesionismo e q uelle prodotte dal freddo, ossia le congelazioni, le qua li assunsero nell'ultima guerra un'im,iorranza eccezionale (V. Medicina lvfilitare, Addominali, Cranici, Osteo-articolan).

Traun (come Ottoue Ferdtmmdo). Maresciallo austriaco (1677-1748). Partecipò alla guerra di Successione d i Spagna . Generale maggiore nel 1723 fu" governatore fii Messina ne! r727 e comandò le truppe austriache in Sicilia. Generale d'art. nel 1735, fu governatore d i Milano nel 1736. Nel 1747 ebbe il governo della Transilvania. 1

Trausnitz. Vill aggio della Baviera, nel quale fu concluso (1325) un t rattato di pace fra Lodovico il Bavaro e Federico lii <l'Aust ria. Al primo TÌmaneva assicurato ]'impero d i Germania. Trautenau. Città della Cecoslovacchia, s411' Arpa. (Per il combattimento del 1745, vedi Soor)..

Combattimento di Trautenau (1866)

Combattimento di Trauter1au (1866). Appartiene alla guerra Austro-prussiana e si svolse fra la <livis. C!ausewitz del I coq')) prussiano (gen. Bonin) e il X austr iaco (Gablcntz). Il 27 giugno al mattino i Prussiani, avanzando con la cavaUcria in coda, si arrestano davanti a T . occupato dalla brigata austriaca Monde! rinforzata con un regg. d i cavalleria. La divis . Clausewitz attacca la br igata nemica e la costringe a ripiegare sulle alture di Ncu Rognitz. Verso le 15 arrivano le brigate austriache G ri vicic e \Vimpfen, le quali si schierano rispettivamente sulla dr. e sulla sr. della brigata Mondcl. Poco dopo arriva anche I "altra brigata (Knabel) del X corpo austriaco, e prolunga la sr. dello schieramento. La divis . del Clausewitz è cost retta alla d ifensiva, ma, dopo accanita resistenza e alterna vicenda del comba ttimento, è obbligata, a sera, a ripiegare oltre l'J\ upa. Gli Austriaci si stabiliscono sulle alture di T. e d i Parschnitz, dopo d i avere perduto fra morti e feriti , 91 uffiGiali e 4596 u. di truppa. Le perdite dei Prussiani ammontarono a 56 ufficiali e 12 8 2 u. di m1ppa.

Travagliatori (Corpo d"ei . T. t!el genio) . Nome dato a un corro costitu ito ddla repubblica di Venezia nel 1785, con due compagnie sul tipo d i quelle « d i disciplina », per sfollare i reparti <la dementi poco desiderabili raccolti dai capi-leva. Erano destinate al lavoro nelle fortezze d'oltremare: una fu destinata al Levante, con sede a Corfù, l'altra alla Da lmazia, con sede a Zara. Travata (o Hlindamcnto). Riparo, sostegno o punrellamento fatto con travi o blinde. Travaux de Mars (Les). Man uale per gli ufficiali d i t utte le anni, tenuto in pregio n-cl sec. XVJI . È di autore ignpto e<l ebbe moltissime edizioni. Traventhal. Villaggio dello Schleswig, sulla Trave. Tra/lato di Travcruhal (18 agosto r joo). Pace fra Svezia (Carlo Xli), Danimarca (Federico IV) e duca d "HolsteinGottorp. Si confermano i trattati d'u nione del 15.33 e 1623, e i trauati d i Westfalia, d 'O lvia, di Fontainebleau e di Altona. Ri marrit comu ne la reggenza; nessu na delle parti potrà nulla disporre senza il consenso dell'altra . Tutto ciò che riguarda la comu ne sicurezza sarà regolato d i conserva; il duca avrà pieno diritto di armarsi, d i far alleanza e costruire fortezze:

Traversa. Costruzione formata in massima parte d i terra, elevata sui vari terrapieni delle opere d i fortificazione per conseguire glj scopi seguenti: 1") rroteggerc i terrapieni predetti contro i tiri d'infilata e di rovescio; 20) limitare gli effetti dello scoppio dei proietti; 3°) conrenere locali alla prova. Ve ne sono d i <lilkrcnti specie a seconda della loro posizione e forma, che d ipendono dagli scopi a cui sono <.lestinate. Le più numerose e pi ù generalmente impiegate sono quelle poste sul terrapieno alto, dette « t raverse da rall'lparo )) : di queste .alcune sc><.klisfano a tutti e tre gli scop i suddetti, altre soltanto al 1<> ed al 2°, ed altre ancora solamente al 20 ed al 3°. Quelle che non s0<klisfano al 3° scopo, ossia che non contengono locai i alla prova, diconsi piene; le al tre d iconsi vuote. Quelle piccole, aventi il solo scopo di intercettare le schegge d èi proietti scoppianti e che si pongono fra pezzo e pezzo o fra coppia e coppia d i pezzi, chiamansi « traverse ,~arascheggc » cd Mlchc scn1p)icemente « paraschegge » . Sono una specie di T. anche i t raversoni ed i paradorsi. Traversa (o Traversone) si chian,ava attche una costruzione in matt011i aura. versante tutto il fosso. Essa si collocava ordinariamente al-


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T RA

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l'angolo s:1licnte <lei bastioni. Suo compito era <li trattenere l'acqua nel fosso fino a<I una data altezza. Aveva nel mezzo un'apcrlura che s i chiam ava porta_, nnmita di una cateratta . La parte superiore ch!amn, asi a cappa >) ed cr~1 foggiat,i a 1

T raversa di falsabraga

due spioventi molto ripid i, aflìnchi: non vi si potesse camminare sofra. A metà ·della traversa si faceva un piccolo muro, chiamato per la sua forma tor reua , allo scopo di rendere più d iffic ili le di"erzioni della guarnigione del forte . Questa rraver.sa chiamava.si anche chiusa.

Traversa Francesco. Generale napoletano, n . nel Iì85, a Gaeta nel 1861. Fece le campagne di Calabria del 1810- rSn coi F rancesi; nel 1812 venne fotto prigioniero a Ponza dagli Inglesi e condotto a Malta . Partecipò alla campagna d'Italia del 1815 e poi percorse la carriera ri\::l genio, d ivenendo nel · 185 r brigadiere ispettore del materiale del genio e g iudice st raordinario dell'alta corte mii,tarc. Nel 1860, q uale tcn. generale, assunse la direzione del genjo alla d iksa d i Gaeta e durante u n' ispezione eseguita sotto il fuoco degli assedianti rimase ucciso d alle macerie lanciar~ in aria dall'esplosione del magazzino munizioni della batteria {< S . Antonio » . 111 .

Traversette (l'asso delle). J:: un passo (quota 2950) del-

T RE

!ara oppure su fronti soggetti a soli tiri frontali. Ogni pezzo richiede uoo spazio d i m. 2, 50 x 3,00 e, ordinarian1ente, si ricavano tanti an1bienti quanti sono i pezzi <la ricovera.re e si riunjscono poi i vari an1bienti con un corridoio largo m. 2,50 almeno. La figura rappresenta un traversone per pezzi posto su fronte soggetto all 'infilota, Sono rnvece T. di defilamento quelle traverse molto lunghe e piuttosto alte, collocale sul terraricno interno di un 'opera, le quali sono destinate a defilare questo terrapieno e a cop-rirc comunicazioni imporranti e locali alla T raversone. per pezzi prova. Spesse volte sono situati in capitale dell 'opera , tal ·altra volta vengono d isposti in posizione dipendente <lalla direzione dei tiri che devono intcrcctcare. Possono c.ontenere locali alla prova destinati a vari usi (talvolta anche ricoveri per pezzi) e specialmente corridoi <li comunicazione. (A pag. 9ì2 del volume Il!, i •forti <li tipo tedesco e austriaco hanno in centro un T. <li dcfilamemo).

Travostini (Edoardo). Generale, n. a Bergamo nel 1865. Sotto t . di fa nter ia nel 1885, partecivò alla campagna eritrea del 188j. Colonnello nel 1916, comandò nella guerra contro l 'Austria il n 5° fanteria e meritò due med . d 'argel\lo, Collocato nella riserva per informità di guerra nel r9 r7, fu promosso gcn . di brigata nel ruolo speciale nel 1927. Trawlers, V . Amisommergibili.

I'alta va.ile del Po presso le sue sorgenti, attraversato da una mu lattiera che mette in comunicazione Crissolo (Valle Po), dove cessa la rotabile, con La Montà (Valle Guil) , d ove comincia la rotabile nel versa nte francese. Poco sotto al colle è una· piccohl galleria detta « Buco del Viso » che mene in comunicazione. i due versanti senza salire al colle : lunga m. 75, alta m. 2 , lar_ga m . 2 ,50, fu costruita nel 1475-1480 per ordine del marchese di Saluzzo. Il colle fu sempre sistemato a _difesa ; ancora oggi vi si osservano rovine di antiche fortificazioni.

Trebbia. Affluente d i destra del Po. f. Battaglia della Trebbia (d icembre 21 8 a. C .). Appartiene alla seconda guerra Punica e fu combanuta sulla r iva sr. da 36.000 fanti e 4000 cavalieri romani, comand ati dal console Tiberio Sempronio Longo, cont ro 28.000 fanti e 1 r .ooo

cavalieri. cartaginesi, con alcuni elefanti, agli ordini

d i Anniba le. L'altro console, P. Cornel io Scipione, voleva evirare la battagl ia costringe11do i Cartaginesi ad assalire

Traversone. T raversa cli di1nensioni rnaggiori e avente

le trincee ro mane. Sempronio invece era deciso a venire presto a una fazione decisiva. Annibale pose in agguato suo

scopi speciali. T. per pezzi sono quelle traverse erette sulle falsebraghe dei fronti p rinci pali o dei fronti secondari, destinate più specialmente a contenere ricover i per pezzi da campagna. I locali in essi ricavati hanno disposizio ne di versa secondo che essi si trovano su fronti soggetti all' infi-

fratello Mag-one con 100c cavalieri scelti e altrettanti fanti sulla sr. dei Roman i, stabilendo COJl lui il momento delI 'assalto. All'alba mandò i cavalieri nu midi a stuzzicare i Romani . piegando in ritjrata al primo assalto dei nemici, ~fFine d i attirarli sull'alcra sponda. Sempronio, senza la-

Battaglia della T r ebbia (2 18 a . C .) A, Romani-Cartaginesi ; B, fanteria leggera; C, fontcria pesante; D, cavalleria numida ; E, elefanti; F i riserva ; G, cavalleria e H fanteria nell'imboscata di J\1agone


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sciare ai soldati il tempo per r ifocillarsi, fece uscire incontanentc la sua cavalleria, sralleggiata da 6000 fanti leggeri, e d ietro a quelli mosse colle legioni, varcò i l fiume e schierò l'esercito per la battaglia, di fronte alle forze che Annibale gli poneva di fronte. Le sue truppe leggere cedettero d i fronte all'impeto cartaginese e ripararono d ietro i fanti delle legioni. Queste resistettero saldamente finchè la cavalleria numida e gli elefanti cominciarono sui lati a scompigliarle. In questo momento Magone, uscito dall 'agguato, con la sua piccola schiera assalì improvvisamente alle spalle i Roman i. Le loro ali furono rotte; i l centro, in n umero d i 10.000 u ., r iuscì ad aprirsi la via verso Piacenza attraverso le file dei nemici. Gli altri quasi tutti perirono presso al fiume; la maggior parte <ldla cavalleria riuscì anch'essa a raggiungere Piacenza. L ·esercito dei Cartaginesi imeguì soltanto fino al fiume. Dei Romani pit', della metà dell 'esercito andò perduta; a nche i vincitori ebbero gravi perdite; a causa del freddo tutti gli elefanti morirono. Conseguenza di quella vittoria fu l' insurrezione generale della Gallia Cisalrina, per cu i Annibale ottenne da quel popolo grandi r inforz.i. Il. Balfaglia della Trebbia (1799). Appartiene alle guerre del Consolato francese. Dopo il combattimento sul Tidone (17 giugno), il gen . Suvarov attaccò, la mattina del 18, r resso Casaleggio la Legione polacca . L'azione, continuamente alimentata da rinforzi russi, si andò intensificandosi verso sud,

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contro la volontà de i capi, fra alcuni reparti russi spintisi sugli isolotti ghiaiosi della Trebbia e tre bgl. francesi lanciatisi a un ritorno offensivo senza ord ine superiore. Ne

seguì una mischia generale, durata sino alle 23, con tiri d 'artiglieria alla ciccaJ che battevano an, jci .e nen1ici. All'oscuro circa l'atteso concorso del Moreau, il gen. Macdonald, anzichè concedere ai suoi una giornata d i sosta per riordinarsi e attendere intanto notizie dal Moreau, decise di prendere i l 19 l'offensiva sringendo innanzi le ali: la dr. l ungo i l Po verso il Tidone ; la sr. per Rivalta sulle alture, per tentar d i avvolgete l'avversario. Visto il movimento aggirante verso sud, che m inacciava la sua dr. , Suvarov spostò da quel lato la d ivis. Bagracion e con ciò v~nne a crearsi nella fronte un vuoto in cui s'insinuarono

due divi,. francesi: la situazione dell'estrema d r. russa poteva farsi pericolosa se la Legione polacca fosse intervenuta convergendo d'iniziativa contro il J3agration , che sarebbe stato preso tra due fuoch i. Ma tale concorso mancò e le due d ivis. francesi, premute da tre lati, dovettero ripiegare sulla Trebbia, d i cui ['avversario tentò forzare subito il passaggio senza peraltro ,·iuscirvi. Frattanto sulla dr. francese la divis. Watrin era riuscita a respingere la d ivis. Ott fu10 a Ponte a Tidone e anche al centro erasi ottenuto qualche vantaggio; ma i successi ottcmtti a sud permettevano al Suvarov di richiamare forze verso nord, i1l moclo da decidere la giornata a favore degli Alleati; Macdonald battè in ritirata, verso La Spezia, avendo perduto 1600 morti e abbando nando più di 3000 feriti a Piacenza. G li Austro-Russi pudettero 5273 u. fra morti e feriti.

Trebisonda (ant. Trapezos). Città dell'Anatolia, sulla costa meridionale del Mar Nero. Fu in antico colonia di Sinope e venne munita di mura di forma trapezoidale e di cittadella, subenrlo parecchi restauri e rafforzamenti, sia p er

)"..,a strada per Trebisonda sbarrata con fortificazioni dai 'l'urchi ( 191 4)

opera dei Romani che vi posero una sta.zione navale, sia per opera dei Genovesi e dei Vcncziani d 1e vi ebbero colonie, sia infine per opera dei Turchi. Vi risiedettero i Comneoo cacciati da Costantinopoli, dal 1204 al 1462.

Battaglia della 'l'.'rebbia (1;99)

Il gen. Victor avviò colà ri nforzi a sostegno dei suoi, ma la sr. francese era ugualmente sopraffatta e respinta oltre la Trebbia, dove ripiegavano anche la d r. e il ,entro sotto la pressione degli Alleati. li cannoneggiamento fu n utrito fino a sera e durante la notte una z uffa accanita si riaccese,

I. Atsedio di Trebisonda (256 d . C.) . Fu impresa dai Goti, mentre nella piazza si erano rifugiati gli abitanti delle regioni vicine coi loro averi. Il presidio, fidandosi · troppo della. forte e doppia circonvalJazionc, non free buona guard ia, e i Goti una notte, per mezzo d i tronchi d'alberi, salirono sulle mura e sorpresero la guarnigione; <Jllell i che fecero resistenza furono uccisi; la città fu grhemente danneggiata e saccheggiata. 1 vincitori , dopo di aver fatto un immenso bottino, si allontanarono con numerosi prigionieri.

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l i. fresa di Trebiso,ida (1916). Dopo la conquista d i Erzerum, i Russi incalzarono i Turchi in fuga verso T., mentre Ja flotta russa (17 nurzo) iniziàva il bombardamento a d istanza delle opere di questa città e mentre un corpo russo veniva sbarcato ad otiente d i essa per concorrere all'attacco . Il 15 aprile una d ivis. turca si battè invano contro il corpo che avanzava sulla costa; fulminata dalla flotta, venne respinta e incalzat a fino alla città, che abbandonò ai Russi dopo un 'estremo e vano tentativo di difesa. I Russi fecero della presa città una buooa base per le operazioni loro, ma nell'anno seguente, scoppiata la rivoluzione, abbando11arono le conquiste fatte nel!' Asia Minore e i Turchi rioccuparono anche Trebisonda.

Treboldi (Giuseppe). Generale, n. ad Anfo nel r868. Sottot. degli alpini nel 1888, partecipò alla campagna erit rea del 1895-96 meritandovi una mcd. d i bronzo, e a ll a guerra in Libia nel 1911- r2 gua dagnandovi una mcd. d 'argento. All'inizio della guerra contro l'Austria ottenne la croce d i cav. dell 'O. M. S. ver la conquista del M . Nero . Colonnello nel r916, comandò il 2200, il 220 fanteria cd il 3° gruppo alpini. Colonnello brigadiere comandante la brigata Camp~nia nel 1917, fu promosso brigadiere gene·r ale nel r9r8: fu in Albania ove meritò la croce d'ufT.

dell'O. M. S . Comandante la Treboldi GJuseppe br igata P alermo nel 1920, fu poi ispettore d i mobilitazione a Milano. Generale di d ivis. ~el 1927, comandò la divis. d i Verona; nel 19.29 fu ispettore delle truppe alpine e nel 1932 venne collocato in posizione ausil iaria. I

Tre Croci, Passo fra C0rtina d 'Ampezzo e Misurina, a sud del M. Cristallo. Da ·C ,nina la strada sale al valico (21.25 m .) e scende fino a incontrare la .strada AuronzoMisurina. li passo fu occupaco all'in izio della guerra Mond iale dalla br igata Marche. Tre Croci. Nome d i un combattimento che appartiene all'assedio d i Montevideo. Il gen. Paz eseguì una sortita dalla città attaccando le forze <li Oribe, ma venne resp into. Al combattimento presero pa rte 150 u. della Legione I taliana d i Giuseppe Garibaldi; e.ssa ebbe occasione Ji disttn g ucrsi in un fiero attacco alle truppe d i O ribe, durante il quale strappò loro il gen . urug uaiano Neyra che avevano fatto prigioniero.

Tregua, È il patto fra due belligeranti, di cessare per un temro, di comune accordo stabilito, dalle offese ed ost il ità. Può estendersi a tutto il teatro di guerra, e può anche limitarsi ad una piccola zona. Nell'un caso e nell'altro però l'esclusiva competenza di tale patto spetta a l comandante supremo delle truppe . Le ragion i che possono dare luogo ad una T. sono: la necessità di raccogliere i feriti, d i seppell ire i morti, di p rendere misure igienicbe e profilattiche per scongiurare epidemie, od anche d i chiedere ordini ed istruzioni atte ad agevolare t rattative d'alta ;mportanza. Hanno la facoltà di concluderla i comandanti d i r iazze forti assed iate: che non possano avere comunicazione col comandante supremo. Appena stabil ita, deve essere w municata alle tr uppe interessate, che alla loro volta possono avvertirne le eruppe nem icbe colle quali sono in contatto. Queste comunicazioni t uttavia non banno carattere ufficiale,

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e pertanto occorre che i comandanti ai quali è stata comunicata dal nemico attendano per metterla in pratica [a. conferma d iretta dai propri superiori. Le condizioni di T. banno lermine anche prima del periodo fissato, quando il nemico violi gli accordi presi . Quan<lo è di breve durata e per spaz.io limitato, è piuttosto una « Sospensione d'armi"; quan<lo è d i lunga d\irata è piuttosto un « Armistizio ». Du rante il medio evo fu pressochè continuo lo stato di guerra, ed era invalso il sistcn1a del non dar quartiere, o T., al nemico, finchè esso non fosse sgominato o distrutto. La « Faida " dei Longobardi si era trasfusa nel sangue delle popolazioni e le rappresaglie e la guerriglia si per petuavano d i generazione in generazione. A porre fine a questo stato di cose, sorse allora, nel 1032, per merito della Chiesa romana, la Tregua di Dio, allo scopo di temperare la ferocia delle rcrsecuzioni e delle vendette . Consisteva nel sospendere qualunque contesa d i g uerra in epoche prestabilite ," cbe dapprima furono la Quaresima e l 'Avvento, sotto pena di scomunica contro i trasgressori. Dapprima no□ fu rispettata; introdotta nel l'impero d a Enrko Jll lo fu dovunque; ma dopo la sua morte, con la lotta per le investiture cadde ancbe l 'osservanza rigorosa delle epoche d i. t regua fissate da quella convenzione.

Treia. Comuoe in prov . d i Macerata. Fu antichissima città del P iceno e municipio romano . Dopo la distruzione ad opera dei Saraceni (<cc. IX) il paese fortificato che sorse sulle rovine dell 'ancita T. si chiamò Montecchio e portò guesto nome fino al 1790, quando Pio VI gli rest itul_ l 'antica d enom inazione. N el I23i venne invano assediato da E nzo re di Sardegna. Nella lo tta tra Alessandro IV e re Manfred i, i Mònlecchiesi rim asero fede li al papa e sconfissero I ·esercito gli ibelline condotto da Corrado d' Antiochia, generale d i Manfredi . Questi mandò nuovo esercito cont ro Montecchio, comandato da Lancia, il quale non riuscì ad impadronirsene e fu costretto a ritirarsi. In seguito subl le alterne vicende <lei Guelfi e dei Ghibell ini , fu occupato a varie riprese dalle arm i degli Sforza, ed infine si resse con governo indipendente sotto l'alta sovraniti, pontificia. Tre Imperatori (Lega o Alleanza dei). Fu detta cosi quella conclusa nel ,872, fra gli imperato ri d i Russia, di Germa nia e d'Austria, con lo scopo d i essere arbitra assoluta della politica europea , impegnandosi intanto i contraenti a mantene re lo

e< stato

quo )> territoriale esistente ,

d i cercare in comune· la risoluzio ne d elle d ifficoltà che potevano sorgere in Oriente, d i fronteggiare energicamente il movimento -degli internazionalisti . T ale ~ccordo <lurò sino al 1879, quando la Russia si staccò dalle altre due P otenze, essendo stata da esse contrastata nel congresso di Be rl ino dell'anno p recedente.

Treitschke (En,rico von) . Sto,ico tedesco, n. nel 1858. Fu deputato dal 1871 al · 1888, e insegnante d i storia nelle università. Le sue opere principali sono: « Storia della Germ ania nel X IX secolo »; « Studi di Storia e di Politica ,, ; « Dieci anni d i lotta »; « La Francia dal Primo Impero al 187 r » ; « Il cont<; d i Cavour »; « La Turchia e le Grandi Potenze " ; « Politica " · Tn quest'ul{ima opera tratta la questione degli eserciti nello Stato moderno. Il principio su cui deve basarsi lo Stato è unicamente la forza, anche, na. turalmentc, morale. Egl i condanna aspramente la democrazia e l 'internazionalis1no, qualunque forma questo assuma : " L'ideale verso i l quale ci affatichiamo è una società ordinata d i ropoli, la quale per mezzo d i liberi trat• taci assegni limiti alla sovranità degli Stati senza annu llarla » .


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Trem iti (ant. Diomed<-ef Isole del mare Adriatico, distanti _25 Km .. dalla costa settentrionale del promontorio del Gargano, appartenenti alla prov. d i Foggia. Comprendono le jsole d i S. Nicola, di S. Domino, <ii Caprera, di Cretaccio, d i Pianosa ed altri scogli m inori. Sull'isola di S. Nicola nel medio evo venne costruita u na badia che ebbe im portanza nella storia feudale delle Puglie. Per difendere le isole d alle incursioni dei p irati dalmati, Carlo II <l'Angi,'> vi fece costruire un fortilizio che fu in principio del secolo XV attaccato, preso e distrutto dai pirati, col massacro degli abitanti. Sulle rov ine del fonilizio angioino nel J 4 12 fu costruito un forte castello, munito <li artiglieria e di una

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Tre1niti. Ri n1orch iacore , ex germanico, vararo nel 1914; dislocamento tonn . 2 00 , apparato motore cavalli 400, velocità miglia 9,5, Personale d'armamen to r9 uomini.

T re Monti. r36• legione della M . V. S. N., costituita a Chieti nel 1923, su due coorti. T rencsin, Comune della Cecoslovacchia, già ungherese, sul fiume Vah. Nel 1708, durante la sollevazione ungherese, la retroguardia del principe Racokzi, capo degli insorti, vi fu assalita dalla cavalleria del generale austriaco f-Ieisrer e facilmente sconfitta. Racokzi ebbe 400 u. morti e So prigionieri.

Attacco della flotta turca alle Tremiti (t 567)

guarnigione. Nel 1567, <lopo la fallita impresa dell'isola <li Malta, l'ann a[a -di Solimano II, al comando -dcll 'amm ir. Piali e del generale Mustaià, assalì le T. e riuscito vano un prjn10 assalto, vi pose ! 'assedio, re50 vano da u n v io -

lento fortunale che costrinse l'ann atl a ritirarsi. Le isole furono ancora più volte assalite dai corsari turchi e saraceni. Nel 1780, Ferdinando IV <li N apoli soppresse l' abbazia e destinò le T . a colonia d i deportazione. Durante l'occupazione francese del regno d i Napoli, gli Inglesi tentarono ripetu tamente d i impossessarsi delle isole T. ma la tenace resistenza fatta dalla compagnia prcsidiaria comanda ta dal capitano Francesco Neri del regg. Rea 1 Corso, rese vani gli attacchi , dd nemico, che cinse le isole con un blocco rigoroso. N el frat tempo, trovandosi il presid io in g rave penuria <li viveri , fu dato incarico del r iforn imento al capitano corsa ro G iacomo Carli genovese, il quale riuscì, nell'agosto 1806, ad attravc:rsare la linea di crociera inglese cd a rifornirlo . Anche il governo italiano continuò a servirsi delle T. come colonia penale. Il 24 maggio 1915, appena en trata l'Italia nella guerra Mondiale, una torped iniera austriaca, a lle ore 3,30, bombardò il semaforo che la R . Manna aveva stabilito a T . recando <I.ann i di lieve e ntità al

Treno. Il servizio del T . venne militarizzato all'epoca narokonica, per <lisporre d' un sicuro mezzo che assicurasse i trasporti del materiale, specialmente dell 'artiglieria e del genio, al seguito d ell 'csercito. Così si cli.minava il sistema delle imprese private, con tutte le lad rerie, il disord ine, le insufficienze che da esse derivavano. Per rutto il sccolc, scorso il T. assolse pienameote i suoi compiti . Era organizzato per gruppi o batterie nei regg. d 'a rt. , o in reparti autonom i a d isposizione dei comandi. Disponeva di carreggi e <li q uadruped i da tiro e da soma . Gli automezzi oggi hanno in grande parte sopria ntato il traino animale:

n1ateriale.

T remiti. Piroscafo goletta, varato a Castellammare di Stabia ne.I r867, Dislocamento tonn. 195, macchine HP. 194. Disim pegnò fino al 1873 servizio doganale, poi fu aggregato alla squadra per manente, terminando in ·ser vizio locale a La Spezia, dove fo radiato nel 1903. \

T reno armato della R . IVlarìna in azione sulla costa Adriatica (Guerra Mond iale)


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i 'importanza del T. è limita ta al minimo e ridotta all 'esercizio di qua:ito materiale antiquato è ancora sfruttabile, e alla necessità ddlc salmerie. Treno anm,to. Per d ifendere la costa dell 'Ad riatico d a improvvisi attacchi del le navi austriache, furono armati nd 1915 alcuni carri ferroviari con cannon i d i piccolo e di medio calibro, pronti a spostarsi rapidamente. Della p reparazione e del cmnando di tssi ven ne incaricato il coma n-

Treno di pro11i01ula. Oltre al T. destinato al servizio d 'ar t. c a quello che ciascun corpo aveva seco per i trasporti, affidati a imprese r rivate, nd 1745 venne creato in Piemonte un «. 'T reno di provianda >), per il trasporto dei viveri, con personale m ilitarizzato, d iretto da u fficiali e sottufficiali . Fu al comando d i un capitano e si compose di cinque e poi sei brigate, ciascuna con 100 cavalli e 50 carri. Venne scio lto nel r 749 e ricostituito in fine del secolo per la g uerra contro la !'rancia : allora fu decro anche « Treno provv isiona le ». Comandato da un capitano, su quacuo d ivis . d i 11 0 carri ciascuna, suddivise in cinque squadre <li 22 carri , le d ivis. al comando d i un luogoten. , le squadre di un brigadiere, durò dal 1793 al 1798 e fu ricostitui to nel secolo seguente. Treno fantasma. I Tedeschi die-

Treno armato l.>elga alla d ifesa d'Anversa (19 r4)

dante Ricciarddli, il quale si servì di comuni carri opportu namen te rinforzati e adattati, e ne fece costruire alcuni appositamente per i cannoni da 152. Ogni treno aveva da tre a cinque carri armati, da due a quattro per i l trasporto delle munizioni , ed un carro comando; era seg uito da un treno logistico con tre carrozze rer alloggio del personale, un carro cucina e officina, un carro per triaterialc . La d ire zione dei T. A. era ad Ancona. L a loro azione risultò assai efficace: essi respinse ro parecchi auacchi nemici alle nosrre coste. T1·cno corazzato . ~ un '"f' . .annato, convenientemente protetto d a rivcst,roen ti metall ici. Ne furono costruiti , durante la g uerra e dopo, d i q uelli capaci d i trasportare e di impiegare bocche da fuoco fino al calibro d i 400 mm . e miche più. L 'obice francese da 400 su affusto ferroviario lancia a r5 Km. ci rca un proiettile <li 900 Kg . Il nostro cannone da 38r, pure su affusto ferroviario, raggiunge la gittata massima di 30.000 m. e lancia un proietto d i 885 Kg. In F rancia esiste anche un obice da 520 mm. su treno corazzato.

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Sergente del treno d i provianda (1853)

<lero questa denominazione ad al. cuni tre ni adoperati dai Belgi cont ro d i loro nel settembreottobre 19 14, all'i ni7,io della guerra Mondia le. Erano formati con un certo numero di carri ferroviari carichi di terra, sabbia, pietrame, esplosivi , che venivano lanciati lungo le lince ferroviarie in direzione delle l)Osizioni tc<leschc. li personale li metteva in movimento ; poi li a bbandonava. Non è stato detto quali effetti siano stati o ttenuti, ma si sa che i Tedeschi avevano sbarrato le linee ferroviarie per impedire danni.

Treno sa.nitario. È cost ituito da vetture viaggiatori opportunamente attrezzate per la sospensione delle barelle, · che vengono d isposte su due ed anche tre p iani; i T . sono in numero di JO per armata e ciascuno è composto <l i 15 vet• ture, ,delle quali 9 r iservate ai feriti e malati , una per le medicazioni e la farmacia , due per il personale, una per la cuc.ina e due bagagliai . In ogni vettura possono esser collocac.t i r 6 fe riti imba rellati , se d isposti su due file, 24 se su tre file. Il servizio è disimpegnato da tre ufficiali meclici, d<:i q llali uno direttore, avente il grado di capitano, nonchè uno srcCializzato in chirurgia; vi sono jnoltre un cappellano e 36 uomini d i t ruppa. T reni-ospedali vengono allestiti ,!alla Croce Rossa italiana e dal Sovrano Ord ine M ilitare d i Malta (V. Associazioni di soccorso); tali tren i passa no a rJ isposiz,ione della Sanità m il itare. Sono attreuati come veri ospedali ambulanti e permettono la permanenza dei feriti per lu ngo tempo, potendo effettuare lunghi viaggi, mentre nti treni sanitari la dcg:e nza non può d i solito ol-

T reno corazzato austro-ungarico sul fronte italiano ( 1 9 I s)


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minatrice guerra dei Trenta Anni. Ord inò, infatti, la chiusura .e talvolta la distruzione dei templi protestanti. I Boemi, dopo essersi i nvano lagnati <li ciò presso ]'imperatore Mama, capllanatl dal conte di Thurn, pcneLrarono a viva forza nel castello reale di P raga, e geltarono giù

da u~a finestra due consiglieri e un segretario imperiali (23 magg10 1618). Da questo fatto, chiamato la « Defenestrazione_ di Praga », derivò la guerra. Questa i: divisa dagli stonc1 1n quattro periodi : Boemo--Palatino (1618-1623); Danese (1623-1629); Svedese (1629-1635); Francese (1635-1648).

Vagone m~rci adattato pc] trasporto feriti (guerra 187y- 71)

trepassare le 8-10 ore. Lo sgombero per ferrovia venne effettuato . rcr la prima volta nel!a guerra di Crime:1 (1854) con tr<;ni n1crci, usando come giacig lici de'i feriti la paglia .

Anche nd]',i]tima guerra furono adoperati in un primo tempo rreni merci , i quali però non erano assolutamenre 1 adatti, mancando le in tercomunicazioni fra i vagoni, nonchè il r iscaldamento e l'illuminazione. Essi pertanto vennero presto sostitu iti da treni con vetture per viaggiatori opportuna mente adattare.

Treno ospedale della Croce Rossa ltaliana

T r enta Anni (Guerra dei) (r618-1648). La grande lotta tra Protestanti e Cattolici, già avvenuta nei Paesi Bassi cd in Francia, e trasformatasi in politica, era, per il cominuo attrito d'interessi e d i idee, inevitabile anche nella Germania. Quivi il trattato di Passau e la pace religiosa di Augsbu~g non avevano avuta sufficiente chiarez.za e preci s10ne d1 clausole; ciò che in essi fu concesso ai luterani fu dato a gravi condizioni. L'imreratore Rodolfo II lasciò governare i gesuiti; i Protestanti si collegarono nella unione evangelica sotto il comando ' <lell 'elettore palarioo Federi go V (1608 : d isordini ad Aquisgrana, Colonia, Strasburgo e Donauwiirt). I Cattolici, <lai canto loro, formoro no una lega sotto la direzione d i Massimiliano I d uca <li Baviera. Così la Germania diveniva teatro della l<.'lta fra quelle due fa zioni in cui la pace di Augsburg l'aveva legittimamente divisa. L'Ungh eria, la Moravia, l'Austria, la Boemia si sollevavano ed acclamavano Mattia, fratello0 dell'imperatore, il quale u ltimo morì nel 1612. G ià fino dal 16o9 la Boemia aveva costretto Rodolfo a riconoscere, colle cosiddette lettere di maestà, l'esistenza lcg!)le <l'una confessio.ne protestante in Boemia. Mattia, eletto .nella d ieta d i F rancoforte, lasciò a PerdLnando, suo cuginò; duca d i Stiria, Carinzia e ·Carniola, i paesi ered itari di' Casa d'Austria, l'Un~eria e la Boemia, riservando a sè 'l ' Impero. Ferdinando, colla sua intolleranza verso ì Protestanti, produsse un 'altra causa occasiona le, oltre quelle già dette, alla lotta, e<l accese la scintilla che doveva produrre il terribile d ivampare della ster-

I. - Il primo periodo è derto Boemo-Palatino, perchi: la guerra si svolse in Boemia e nel P:1la\in:1to. I Boemi, cacciati i gesuiti e impadronitisi del governo, si collegarono ai riformati della Lusazia, Slesia, Moravia, Aust ria, Un gheria , ed elessero loro re il calvinista Federi go V, elettore palatino (S settembre 1619). D'altro canto gli Ungheresi acclamavano sovrano un altro calvinista, Gabriele &thlen, voivoda di Transilvania (20 ottobre 1619). Ma Ferdinando li, succeduro a Mattia nell'impero (1619), ottenuti aiuri dal papa, dal! 'elettore d i Sassonia, dalla Polonia, dal re <li Spagna, da lla lega cattolica, difende Vienna minacciata, e minaccia a sua vol ta la Boèmia. Gli Spagnuoli penetrano nel Palatinato, i Sassoni nella Lusazia, ed i Colkgar_i cattolici trionfano nella battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620). Fcdcrigo V fuggiva in Olanda, e nella Boemia,. privata dei suoi privilegi, avveniva una terribile reazione. Nè ciò doveva bastare; che, a iutato d a Ambrogio Spinola accorso dalle Fiandre, e aiutato dal Tilly, il partito ortodosso invade ed assoggetta completan.1entc il Palatinato, non ostante la resistenza d i Ernesto d i Mansfeld, d i Cristiano di Brunswick c del margravio d i Baden-Durlach (1622-23). La d ieta di Ratisbona sanzionò la spogliazione di Fe<lerigo V, t rasferendo la signoria dell'alto Palatinaro colla dign ità elettorale a Massimiliano di Baviera (1623), mentre le truppe spagnuole, in compenso dei loro servigi, entrnvano nd basso Palatinato, e la Lusazia passava al duca d i Sassonia. Il tranato di Magonza cost rinse la lega evangelica alla pace (1625); più rardi l'imperatore obbligava Gabriele Bethlen a rendergli l'Ungheria. Così finiva il primo periodo della guerra.

li. - Ben presto doveva cominciare il secondo, detto Danese, per l' intervento <lei re di ùanimarca, Cristiano IV, che, invitato dai paesi . della bassa Sassonia , occupò col suo eserciro, nel 1625, tutra la regione tra l'Elba ed il Wcser, a difesa dei Protestanti, mentre Olanda ed Inghilterra p romettevano aiuti. Contro d i lui oppose l'imperatore l'esercito della lega cattolica comandato dal Till v, ed un'altro eser. cito di venturieri agli ordini del Waile nstein. Questi, il 25 aprile 1626, batteva il Mansfel<l a De~sau, e lo inseguiva sino in Ungheria attraverso la Slesia;. quegli batteva a Lul'ter (nel Brunswick , 30 novembre) Cristiano IV; tutti e d ue insieme occupavano quasi tutto l' Holstein. Cristiano IV fece pace a Lubecca (27 maggio 1629), e Ferdinando rimise il re danese nei suo i domini, perchè 1a Svezia accennava

a volersi un ire a lui concro i Cattolici, e perchè il Wa llenstcin, ottenuto in compenso il ducato d i Mccklemburg, aveva perduto ben 10 . 000 uomini sotto le mura d i Stralsunda, inutilmente assediata ('1628). Ma l'imperatore pubblicò contro i vi nti protestanti il famoso « Editto d i Resti tuzione » (28 aprile 1629), per il quale tutti i beni ecclesiastici immediati o mediati, che dopo la pace di Augsburg, fossero stati secolarizzati dai Protestanti, dovevano essere considerati ingiuste possessioni di costoro .

III. - La guer ra enrrò ora nel suo terzo periodo, che si disse Svedese, per ]'intervento del re di Svezia , Gustavo Adolfo. Egli con 15.800 uomin i, occupate Riigcn e le altre

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isole alla foce dell'Oder, sbarcò in Pomerania (1630), e n stabilì nei loro domini il duca d i Meckelemburg, suo pare nte; poi attraversò la Germania del nord , e coll'alleanz.a delle città libere e dei principi protestanti; menu-e il T ill y espugnava Magdebu rgo (1631), a capo di numerose soldatesche sconfisse a Breitenfeld (7 settembre 1631) gli Imper ia li, e li cacciò da tutta la Ger mania settentrionale. Diè quind i a Giangiorgio, elettore di Sassonia, passato a sostenere la causa protestante, il com pito di assalire, dalla Boemia, l'Austria, ed egli stesso attraversò la valle del Meno, occupò \Viirtzburg, Magonza, Treviri, Colonia e l 'Alsazia.

Lasciato dietro d i sè, a compiere l'opera sua, il duca di Weimar, dopo vani tentativi d i accordo colla lega cattolica, si volse alla Baviera, forzò il passo del Lech di cont ro al Tilly, che vi rimase mortalmente ferito (14-15 aprile 1632), p rese Augsburg ed entrò in Monaco. D 'altro canto i Sassoni, con gli esuli Boemi, entravano in Praga e marciavano su Vienna. La lega era schiacciata; ma Ferdinando II richiamò il Wallenstein, il quale, raccolto uo esercito <li 40.000 venturieri ungheresi, croati, tedesch i, liberò la Boemia dai Sassoni, e si unì alle m ilizie d i Massimiliano d i

Lanciere

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descbi, la libertà di religione; ma non fu pienamente risolta la vertenza circa i beni ecclasiastici di. cui l'Editto di Restilllzione contestava ai Protestanti i l possesso. La pace di Prag.i (30 maggio 163s) decretò una sosrensione dell'Editto d i l~estituzione per quarant'anni, prima per la Sassonia, e poi per quegli altri Stati che avrebbero aderito alla pace stessa . L 'anno 1635 non era ancora trascorso, che già avevano ad essa mandata la propria adesione quasi 1utti i principi protestanti: fedeli alla Svezia restavano i l langravio Guglielmo d'Assia ed il duca Bernardo di Weimar. i\llora il cardinale di Richelieu risolse di prendere parte attiva alla grande lotta, perehè la completa rovina della Svezia avrebbe compromesso il successo di tutto il suo sistema d i rolitica europea. IV. - Si giunge così all'ultimo periodo della guerra , detto Francese. Si combatte co11 varia fortuna, con piccoli eserciti, una guerra sminuz zata in Germania, in Fiandra,

in ltalia, in Spag11a . L'elettore Massimiliano d i Baviera continua a sostenere la causa dell'impero e della lega cattolica, coi gen , Werth, Piccolomini, Mercy, ecc. G li Svedesi ed i loro alleati tedeschi sono condotti da Bernardo di

Archibugiere

Corazziere

lVlilizie a cavallo nella guerra dei Trent-'r\nni

Baviera, accampandosi poco lungi dal campo svedese. Per più d i due mesi i due grand i generali stettero l' uno di fronte all 'altro senza osare l' attacc~, finchè Gustavo Adolfo, doF'o un vano assalto del 24 agosto 1632, mosse un 'altq volta verso Ja ·Bavi~r::i, sperando <l i trarsi dietro l'avve rsario .

Ma quando vide che il Wallenstcin, invece, gl ' invadeva alle spalle la Sassonia, lo raggiunse a marce forzate presso Lutzen (16 novembre 1632) e quivi in una grande battaglia campale lo sconfisse. Purtroppo, però, il re di Svezia moriva egli stesso da prode sul campo. In nome della figlia d i Gustavo Adolfo, Cristina (1632-1654), che restava a sci anni er ede del t rono svedese, si rinnovò .allora l'alleanza fra Svezia e •Protestanti (conferenze d i Heilbronn, nel Wurttemberg , aprile 1633), e la guerra prosegul per opera specialmente del duca Bernardo di Sassonia-Weimar. li Wal leustcin, venuto giustamente in sospetto ali 'imperatore, fu da lui fatto assassinare nel suo castello <li Egra (26 febbraio 1634) e l'imreratore scelse a capo supremo dell'esercito il propr io figlio Ferd inando, già re d i Boemia ( r625) e d'Ungheria (l 627); e questi, giovandosi de i consigli e dcli 'esperienza dì Ottavio Piccolornini e del trentino Mattia Gallas, accettò la battaglia campale offertagli da Bernardo di Weimar, ed a Niird lingen in Baviera (7 settembre 1634) sbaragliò gli Svedesi, rigettandoli parte a sud, verso il Reno , e pane a nord, verso il Baltico. Dinanz.i a questi progressi delle armi imperiali, l'elettore di Sassonia Giangiorgio in iziò trattative d i pace coll 'imperatore in Pirna, accontentandosi d i assicurare a sè stesso, più che a tutti i Protestanti te."

Weimar, e dopo il passaggio di lui al servizio francese (1636) paHe da Giorgio di Luneburg e parte dai gen: svedesi Hurn, Banner, Torstenson, e \VrangeL I Francesi nelle Fiandre sono comandati ora dal duca d'Orléans, ora dal principe d i Condé; in German ia dal maresc. G;1ébriant, dal Condé, d al T urenne, ed hanno dal 1636 al 1639 uu potente ausiliario in Bernardo di Weimar; in !spagna sono condotti dai gen. d 'Harcourc, Schomberg, ccc. ; in Italia guerreggiano insieme col duca di Savoia loro alleato. Tengono in piedi ben quattro eserciti , oltre a quello del d uca di Rohan operante in Valtellina (V.). l maggiori fatti d i quella guerra si svolgono d opo il 1642, quando alla testa degli eserciti francesi nel le Fiandre cd in Germania sta nno i due grandi capirnni Condé e Turenne, Nel 1643 il Condé vince a Rocroi, 111entre con1pare in scena il T urenne, . g ià

nominato maresc. <li Francia dal cardinale Mazarino succeduto al Richelieu. Egli fu mandato in Germania a r ialzare la fortuna delle armi francesi, caduta per la improvvisa morte di Bernardo d i 'vVeimar e per la sconfitta d i Tuttingcn . li Turenne raccolse sul Reno gli avanzi dell"esercito battuto, Svedesi e Tedeschi in maggior parte, prostrati d alle fatiche e dai rovesci, cd attese tutto l' inverno dal 1643 al 1644 a rimetterli in buone cond izioni. Nella prir;,avera del 1644 passò il Reno a Breisach, con ro.ooo uomini, liberò Freiburg e avanzò verso l'alto Danubio. Ma, incontrato il Mercy superiore d i forze , dovette indiet/eggiare , perdette Freiburg e rimase a breve distanza da quella città in attesa di soccorsi. Giunse i nfatti il Condé, che per


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suo diritto prese il comando dell'esercito unito (20 . 000 u., di cui la metà a cavallo) . li Mercy coi suoi 15.000 accettò battaglia a Freiburg (3-5 agosto 1644) e la vinse. Il Condé, ostinatosi a rimanere sino al 9 dinanzi alla fortissima posizione nemica, s'ad attò poi a seguire il consiglio datogl i già d al Turenne di puntare verso Willingen: per effetto di tale mossa il Mcrcy si r itirò nel Wiirttemberg. Il Condé poi tornò al Reno, espugnò Philippsburg, sorprese Sr ira e Gcrmcrsheim, s'im padronì. d i tutto il paese tra Mosella e il Reno (t ranne Strasburg), e rivalicando i Vosgi lasciò Turenne con 12.000 uomini a fronte del Mcrcy, che frattanto s'era rifornito d i uomini e d i mezzi. N el 1645 , saputo che il M ercy aveva spedito 4000 uomini in Baviera , Turenne passò il Reno a S!)ira e avanzò nella F rancooia sino alla Tauber. Quivi dispose le sue forze in larg hi al loggiamenti per rag icni logistiche. Il Mercy ne appmfittò e gettandosi risolutamente con tutte le sue forze su Mergentheim, sconfisse una dopo l'3ltra le parti del! 'esercito nemico. Turenne vi perdè tutta l 'artiglieria e mo!"ta fanteria, riuscendo solo a ririrarsi in ordine : mandò la fanteria a Philippsburg , ed egli coll a cavalle ria piegò verso l'Assia. Unitosi con As.siani e Svedesi, stava per muovere di nuovo innanzi con 15.000 uo1nini allorchè ricevette l'ord ine d ì

asr etrn re il Condé che doveva venire con altre truppe a prendere il comando suprrn10 dell'esercito. li Condé giunse con 8000 uomini, si unì a Spira col Turenne 1 e rnosse

per H eilbronn alla volta .d i Nordlingeo . Gli Svedesi si sraccarono <la lui in quel trag itto, ,:,!fesi dal suo orgoglio. Ne seg uì la battaglia d i Nordlingen (4 agosto 1645) favorevole ai Francesi. Vi rimaneva ucciso il Mcrcy. Il Werth per Donauworth, passò sulla d r. del Danubio, lasciando i n potere del nemico quasi tutte le artiglierie. Ammalatosi Condé, T urenne prese i l comando dell'esercito . Ma, crescendo le forze dell'avver sario, mentre a lui non giungevano soccorsi, vide.si costretto a retrocedere sioo al Reno.

Stretto dal nemico a Philippsburg , prese posizione attorno a q uella fortezza e res1>i nse gli assalti, intanto che faceva gettare un ponte sul Reno e sfilare su quello i ca rriaggi ; poi, quando l'avversario si allontanò per r iprendere le fortezze sulla dr. del Reno, egli passò il fiume, e colle t ruppe più celeri corse a riprendere T reviri per rest ituirl a all'elettore, fedele alleato della Francia. Nel 1646, Turenne propose l 'unione delle forze francesi che sino allora avevano combattuto nella Germania sud-occidentale, colle svedesi che avevano guerreggiato sull'Elba e 1ull'Oder. Perciò , lasciata una parte delle sue fanterie coi gravi impedimenti a Magonza, scese per la sr. del Reno in 14 giorni da Magonza fino a Wescl, ottenne quivi il passo d agli Olandesi, ascese la Lippe sino a L ipstadt, e piegando a sud per la Westfal ia venne a far capo a Giessen, ove gli Sve<lcsi comandati dal W rangel fronteggiavano gli Austro-Bavaresi. Questa marcia durò 40 giorni, da l 1° di luglio al 10 agosto e portò le forze alleate ad appena 7 0 0 0 fant i, 10.000 ca• valli, 60 cannoni. Gli Austro- Bavaresi, che disponevano d i for7e alquanto superiori, credendosi invece inferiori ai due loro avversari ,ora uniti, si afforzarono a Friedberg. 'I\ 1~ renne fin se d i volerli assalire, poi aggirò da levante quel la posizione, corse al Meno tra F rancoforte e }fan au, chiamò a sè le truppe !asciate a Magonza, r isalì i l M eno a<l Ascl1affcnburg, andò a passare il Danubio tra Lauingen e Donauwonh, il Lccht tra Augsburg e Rain, ed entrò nella Baviera. Prima che finisse il settembre ave1·a posto l'assedjo a Rain, che d opo r5 giorni si arrese, indi si r itrasse a L auingcn sul Danubio. Gli Aust ro-Bavaresi nel novembre misero i l campo presso Memmingcn sulla -dr. dell 'lller. Tu renne offrì battaglia, n1a g li Austro-Bavaresi non uscirono

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dal loro campo. Allora Turenne lasciò d inanzi a questo soli 2 000 cavalli e colle altre sue truppe corse a sorprendere Landsberg sul Lech ove i l nemico aveva la sua base. Gli Austro-Bav3rcsi , rin1asti senza viveri, :1.ndarono a prendere le stanze invernali: i Bavaresi ncj paese loro e g li Aust riaci a Ratisbona . Ma d alla presa di Landsbcrg un a ltro maggior profitto tr asse i l Turenne , poichè di là, m inacciando Monaco, indusse l'elettore d i Baviera a staccarsi dall'Austria e ad aprirgli, per g uarentigia della sua neutralità, tutte le fortezze del l 'alto Oa11ubio fi.i,o a Donauwonh. Mentre T urenne nei primi mesi del r747 s'apparecchiava a dar l 'ultimo crollo all'Austria, il card inale Mazarino, che non voleva favorire la preponderanza degli Svedesi in Ger-

man ia, gli comandò d i portarsi nelle Fiandre. Questo fu cagione d i sommossa dei vecch i soldati tedesch i, molti dei quali non vollero lasciare la Germania. Ciò nond imeno Turenne passò nel Lussemburgo e s'impadronl d i varie forLCZZ<.:. Ma, essendosi la Bavjera unila di nuovo coll'itnfTCrato re co ntro gli Svedesi rirnasti soli a lottare contro l 'Austria in Germania, e<l essendo stati questi ricacciati fin sul

Weser , Turenne venne nuovamente n ,andgto sul Reno . Passato questo fi ume, egli si unì cogl i Svedesi sul Meno verso la fine del febbraio {lei 1648 ; si recò sull'alto Danubio ove sue truppe tenevano le fortezz.e dare in pegno dall 'elettore, passò a Lauingcn, batti: la retroguard ia nemica tra l'Illcr cd il Lcch, e corse la Baviera sino all ' lnn. L 'elettore si rifugiò a Salzburg. Nel tempo stesso un corpo svedese entrava nella Boemia e prendeva Praga. La guerra continuò sull'Inn e sull ·Jser sino ali 'inizio dcli ·inverno . La sorpresa di Dachau, eseguita da Giovanni di Werth, e la conside razione della grande lontananza della Francia, indussero Turenne a r ioassare il Lech oer andare a prendere i quartieri sul D a~ubio fra Lauingen e Donauwiirrh; ivi gli giunse la notizia d ella pace conchiusa a Westfalia.

Trentatré Oriental i (l). P resero questo nome (o anche semplicemente « I crentatrè 1, un gruppo a ppunto di 33 Urnguaiani, i quali partirono da Buenos Aires il 17 apiile 1825, agli ordini del L avalleja, per iniz iare il movimento destinàto a sottrarre l'Uruguay alla dominazione Brasiliana. Il piccolo g ruppo, sbarcato fe licemente, fu il nucleo intorno al q uale sì raccolsero gli Uruguaiani per ricuperare la loro libertà. Trentina (Legione). Sorse nel settembre 1916, quando un ord ine {lei Comando Supremo d ispose per il ritiro dei Volontari Irredenti dalla linea del fuoco, allo scopo di evitare loro l 'estremo supplizio nel caso che cadessero r rig ionieri del nemico. La Legio ne chiese ed ottenne la r evoca del provvedimento, e rimase come unione ideale dei Volontari, raccogliendo un prezioso noti2.iario sulla loro attività . Trentino (Armata del). F u detta cosl la 1• armata italiana, che dal! 'ini zio alla fine della g uerra Mondiale custo<.lì il grande arco del Trentino , saliente minaccioso proteso verso l'Ita lia. Fu al comando d el gen. Brusati <lal1'iniz io della guerra al maggio 1916, e poi , sino alla fine, da l gen . Pecori-Girald i . Ebbe da Diaz il nome d i « Gagliarda ». T rento (a nt , Tridentum). Capo!. di p rovincia della Venezia Tridentina, sulia sr. del!' Adige, Ìn forte posizione, sbarrante la via da Verona a Tnnsbruk. Venne cinta d i mura con torri, e munira d i castello. Fond ata dai Galli Ccnomani, fu da Corra-do li i l Salico d ata in potere <lei vescovi . Nel r205 fu assalita, presa e saccheggiata. da Ma-


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stino della Scala. Nel 1407 si ribellò ai vescovi e si resse a repubblica. D ur,u1tc le campagne del n'uo.naparte fu più volte presa e ripresa dai Francesi e dagli Austriaci . La città è decorata d i croce al merito d i guerra per la campagna 1915-1918.

a raccoglierl i sull'altra riva, prima d i far abbattere il ponte. T uttavia una legione rimase tagliata fuori dal grosso e il suo tribuno, accerchiato dai nem ici , chiese d i , 2pitolare. Un cent urione allora lo uccise, prese i l comando e si aprl la via con le anni fra i nen1ici, riuscendo a congiungersi al grosso.

Castello del lJuon Consiglio. Sorto nel secolo XHI nel.la r arte orientale della città, forse sulle rovine

II . Batt(lg/ia di Trento (1487). Appartiene alla guerra fra il duca Sigismondo d'Austria e la r epubblica di Venezia, il cui esercito, corri.andato da Roberto Sanseverino, aveva mosso sulla cittii . I Veneziani, passato l 'Adige sopra un ponte di barche con 25 squadre a cavallo e 4000 fanti, trovarono su ll 'altra riva i Tedeschi schierati a battaglia. Questi respinsero le p rime schiere nemiche fino all'arrivo del Sa nsever ino che li attaccò violcnrcmcntc, ristabilend o la situaz.ionc. La battaglia durò a lungo, ma inline un corpo d i 1000 Tedeschi, prcccdcnte111cn te nascosto in un agguato, uscì all' improvv iso piombando sugl i Italiani e respingendoli verso il ponte. Questo per la ressa crollò e molti Veneziani restaro no sull'altra riva col Sanscvcrino, che morì con1batteudo.

di una rocca romana., f u nel 1-400

residenza dei principi-vescovi di T., i quali lo ingrandirono e rafforzaSte mma d i 'l'rent.o rono : vi lavorarono a Il ora il veronese Falconetto e Martino da Como, che incorporarono la vecchia rocca, detta torre d'Augusto, nel

nuovo e di-

ficio. Dal 1815 vi 1·isiedette il com;ndo mi lirnre austriaco del Trentino ; nel 1848 vi furono fucilat i una vent ina di giovani che, vo1endo passare in Lombardia, erano stati cat-

turati a Castel Toblino. Durante la guerra M? ndia)e Yi subirono l'estremo supplizio D amiano Chiesa, Fabio F ilzi e Cesare Battisti.

I. Bauaglia di Trento ( ro2 a. C.). Appartiene alla spedizione in Ita lia dei Cin1bri, contro i quali fu inviato il console Q. Lutazio Catulo. Egli pose il suo campo presso T. , sulla dr. dell 'Ad ige, su cui fece gettare un ponte, stabilendo un presidio sull'altra riva . . I Cimbri piombarono all'improv,'.iso sul campo e vi n1ist·ro tutto in disordine; i Romani dappri ma si scompigliarono, ma poi il console riuscì

lii. /Jttacco di Trento (1703) . t\ ppa rtienc alla guerra per la Successione d i Spagn;i. La città aveva presid io im periale d i ci rca 4000 u. di cui la metà erano _mili2,ie paesane, agli ordini <lei gen . Solari, il quale aveva fatto rompere i pnnti ed erigere batterie. I cittad ini cooperarono nella d ifesa . Contro la ci ttà mossero i Gallo-lspani del Vendom e, che la sera del 1° settembre occuparono il Oos di T . e vi posero m ortai e cannoni in batteria. 11 giorno d opo sorgevano

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La bandiera italiana sventola s\il' Castello del Buon Consiglio di Trento (3 novembre 1918) 81


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altre batterie e veni va iaiziato ìl bombarda1nento, contro•

battuto dalla <liksa. In città scoppiarono incendi , che vennero prontamente domati. Ma frattanto il tentativo oltr"i\Jpe , ope rato dai Franco-Bavaresi per occupare il Tirolo e dar la mano al Vendòmc nel Trentino, era fa llito, cd egli (8 settembre) dovene abbandonare l'assedio e tornare nella pianura padana. IV. Combattimento di Trento (16 gennaio ~801). Appartiene alle guerre del Consolato e si svolse fra la divis. cisalp ina del Lcchi e le truppe austriache del Davidovic. Questi si er a ritirato su T ., lasciando a difesa del ponte 1 sull"t\dige ,lue bgl. di Croati , 4 cp. di linea e 6 cp. di bersaglieri, in tutto 7000 u. con artigl ierie. TI I.ech i attaccò la posizione con una mezza brigata, che ebbe perc'ite gravissime a causa del fuoco violento del nemico. li gen. Macdonald fece avanzare mezza brigata france.se, m a allora gli

Italiani si slanci«rono con maggior forza all'assalto del ppnte: un 'arcata saltò rcr aria, ma gli zappatori ristabili-

rono il passaggio e il Lechi , con un· nuovo deciso attacco, varcò l'Adige. Gl i Austriaci si difesern in ridotl:e e trincee combattendo fino a notte; poi si ritirarono, abbandonando

la città ai Francesi~ V . Comballimcuto di T rento (r809). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Il gen . di brigata Peyri , comandante d el T rentino, posto un bgl. a Mattarello per guar<lare la strada di Verona, radunò in T . le sue forze, cui l'8 ottobre si aggiunsero due sqdr. di cacciatori a cavallo e due bgl. napoletani del 20 leggero. Minacciato d 'attacco dalle bande degli . insorti, forti d i 15.000 u., egli aveva raccolto viveri per un mese, rafforzando le mura e il castello. Il 9 gli fu intimata la resa, ma il giorno seguen te ord inò una sortita : 800 u . presero d i ,·iva forza il convento d ,,i Cappuccini, contro cui, come egli a,cva preveduto, si r ivolsero quasi _tutte le forze degli insorti. Allora il Peyri m andò due bgl. a prendere d i fianco il nemico, mentre egli lo attacc~va d i fronte: gli insoni furono messi rn rntta, e si diedero alla fuga. inseguiti d alla cavalleria. Trento . I ncrociatore, varato dal cantiere Orlando di Livorno n~l 1927, dislocamento ton n. rn9.20, lungo 111 . 196,96, largo m. 20,60; macchine HP. r50 .ooo, velocità miglia 35.

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I. Com battimento di Trenton . Appartiene alla guerra d 'Indipendenza. Jl gen. Washington campeggiava sulla dr. del Deleware, su lla fine del 1776. coll 'esercito m ·emato e sfiduciato per i patiti insuccessi . li paese era occupato dalle truppe del gen. Howe che, per accantonarle più comodan1ente, le aveva largamente disperse, Di questo volle pl'O·

fittare il Washington e progettò di attaccare a T . una brigata <li rnercenari tedeschi, che vi si trovava al comando dei col. Ralle, insieme a poca cavalleria; in tutto non oltre i

u. Divise le forze in tre schiere, nella notte d i Natale, con un freddo intenso, gli Americani fra infinite difficoltà aumentate da fitta r,evicata , riuscirono a passare il fiun1c e la rrin1a schiera, divisasi in due parti, g iunse a T . piombando sulle scolte che fecero appena in tempo a dare l 'allarme, inseguite da vicino dagli Americani. Accesasi la m ischia il Ralle fu mortalmente ferito e i suoi volsero jn 1 500

fuga, lascia11,do agli attaccanti sci cannoni. Mentre ìn di#

sordine si a/follavarw sulla $t racia d i Princeton , si t rovarono di fronte altre truppe mand~te dal Washington per chiudere lo ro la riti rata, e dovettero arrendersi in più di 900. Le altre d ue schiere non r iuscirono nell"impresa a causa delle d ifficoltà incontrate ne) passaggio del fiume. Ottenuto questo successo il Washington ritornò sulle sue posizioni. Pochi giorni dopo, avveniva il combattimento di Prin ce/on (V .) .

Tre Ponti. Località del Cadore, al! 'al t. d i m. 739, sulla strada <la Misuriua a Pieve d i Cadore. li 14 agosto , 866 vi avvenne un cmn battimento che appartiene alla seconda guerra per l'unità d' Italia. La ma ttina dell'11 agosto, il corpo volontari,) austriaco dei cacciatori (tcn. col. conte Mensdorff), forre di 6 C!J., attraversò le Alpi Carniche al passo d i Plecken e si portò a T re Ponti (confluenza dell'Anziei col Piave) per muovere su f eltrc . D ifendevano il Cadore 900 Volontari italian i delle « Bande arm are ven ete», comandati dal Guarnieri. 11 Mensdorff, che non ~vcva ricevuto l 'annunzio della conclusione dell 'armistizio, giunto il 14 ad Auronzo, ordinò l'attacco d elle posizion i d i Tre Ponti, tenute dai Volonta ri italiani. Per ben due volte gli Austriaci attaccarono, ma fu rono respinti. Mentre si preparavano ad attaccare per la terza volta, sopraggiur.se l'a nnunzio <lell 'avvenuto arm ist izio e le ostilità furono sospese. Perd ite : Volontari italiani m or ti 4, feriti 17; Volontari austriaci morti 4, feriti 23. Tre Ponti (Combattimento r 859). V. Castenedolo.

Treppiede. Così è chiamato il sostegno delle mitragliatrici, il <1uale funziona come un vero e proprio affusto . A differenza perè, di questo, è formato da tre piedi; due laterali ed uno posteriore, sul quale generalmente si appoggia, standovi seduto sOFra apposito sellino, il tiratore . Le gambe del T . si alzano, si abbassano, si ripiegano e si raccorciano a volonrà, per polere ottenere maggior copertura e miglior comod ità di tiro. Al punto di " nione de\le tre gambe appoggia la mitragl iatrice, la quale può girare orizzontalmente, ed alzarsi ed abbassarsi verticalmente .

Incrociatore i Trento •

Armamento Vlll 203, XVI 100, 4 lanciasiluri da 533. Personale d'arniamento : 25 ufficiali, 698 uom,ni d 'eq uipaggio. Ha rer motto: « Nomen Neptunus dedit, d abo Ncptuno gloriam » .

Trenton. Città degli Stati Uniti, capo!. <lella N uova I ersey.

Tre Stelle ( Ordine delle). Fu istituito nel J924, in memoria della fondazione dello Stato lettone. La divisa è : « Per aspcra ad astra » . L 'ordine viene conferito in r icompeusa dei servigi resi alla patria e comprende cinque classi. La decorazione consiste in una croce sma ltata di bianco,

bordata d 'oro, portante al centro un medaglione smaltato d i bleu contenente tre stelle incorniciate d'oro.

Treuille de Beaulieu (barone A111011io) . Generale francese (1809-1886). Appartenne al ruolo tecnico d 'art. Nel


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1842 presentò una nuova teoria sulle aro,i da fuoco, che rermise la costruzione delle artiglierie rigate a retrocarica . Nel 1851 fece parte del laboratorio di precisione del deposito centrale d'artiglieria e inventò un fucile di piccolo cal ibro. R~ggiunse il grado di gen . <li <livis. nel 1871 e passò nella r iser-va nel 1874.

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del regno d i Lorena e nell'870 divenne città imperiale. Nel 1645, all'avvicinarsi dei flrancesi del Turenne, gli abitanti cacciarono la guarnigione spagnuola e cedettero la piazza al Turenne. Essa fu presa dai Francesi nel 1688, e ancora il 25 ottobre 1702. Fu p resa dal Marlboro ugh il

Trevi (anr. Trebia). Comune i11 prqv. di Perugia. F u città degl i Umbri; nel medio evo venne munita di buone mura . Sofferse per le lotte frn Guelfi e Ghi belJini; nd 1310 i Perugini l 'assal irono per cacciarne i Ghibellini ed insediarvi i Guelfi. Più tardi fu signoreggiata da Biordo Michdotti, quindi occupata dal Piccìnino e poi é!a Francesco Sforza. Passata alla dipendenza . della Chiesa; nel 1513 fo assediata dagli Spoletini, che per interposizione di P erugia e dì Foligno si ritirarono. Trev igiana (Legione). Fu in or igine un corpo di volontari di Treviso, detto « Crociati Trevigiani ", che si formò nel m arzo 1848 per iniziativa dei capitani Gritti e Radognich. Accresciuto ne i suoi effettiv i per aver incorporato il Corro. franco d i Ceneda, si di,·ise in due bgl. e assunto il nome d i Legio1\C fu posto agli o r<lin i del colonnello Amico. U no di questi bgl. passò nel mese d i giug no col regg. Italia L ibera, agli o rdini del magg. P andolfini e cambiò di nuovo i l suo nome in quello d i ·cacciatori del Sile. Tanto nella Legione T. qu;nto nei due corpi Italia Libera e Cacciatori del Silc, militarono ufficiali di grande valore, come l'Ulloa, i! Sirtori, il Cosenz. Inéorporati tutti nella 2• brivta veneta furono infine agli ordini del colonn. Antonio Morand i. T1:e11igiana. 50• legio ne della M. V . S . N., costitu;ta a Treviso· nel 1923, su quattro coorti.

Trevino. Co mune della Spagna, in p rov. d i Burgos, presso il rio Ayuda. Fu importante fortezza . Ba/taglia di TrevÌlio (7 luglio 1875). Appartiene alla g uena civ ile di Spag na. I Carlisti avevano preso posizione a sud -ovest di Vitoria, a cavallo della st rada e della ferrovia che collega questa città con Miranda, distesi a semicerchio sopra una fronte d i venti chilometri, con la maggior parte delle loro forze raccolte all'ala sr. Slll pianoro d i T . I Carlisti avevano deciso d i ac.cetta re battaglia su quelle posizioni ritenendo gl i avversari meno forti di q uello che realmente fossero . Il gen. Quesada, comandante dell'arm ata alfonsista del nord , aveva invece condotto a Miranda la maggio r parte del le rrupvc alla sua dipendenza, cosicchè potè affrontare l 'avversario con forze superiori. Egli schierò le sue t ruppe lungo la st radi)J M iranda-Viroria, con preponderanza contro la sr. <lei Carlisti. Il suo d isegno era d i rompere l 'avversario sulle JlOsiz.ioni dell'Ayud a e ricacciarne la sr. verso nord, schiacciandola tra i monti di Vitoria. La 1nanovra riuscì perfettamente nonostante la resistenza dei Carlist i; il loro g rosso ri mase spezzato in ,lue: una , parte si ritirò verso nord in d irezione di Villareal de A lava e poi di Vitoria; l 'altra, verso est, sui monti Amczcoas, nella direzione di Estella. Le perdite <le; Carlisti ascesero a 700 uom ini fuori combattimento; quelle degli A lfonsisti a 400.

Treviri (te<I. Trier, frane. Trevt·s). Città -della Germania, sulla d r . della Mosclla. Di antiche 01igi11i, ,·enne fortificata dai Romani nel IV ·sec0lo e d ivenqe ben presto fiorente e imrortante. Le sue mu ra medioevali, con porte fortifi·c ate, vennero rimodernate d al Vauban . Nel 234 venne assalita da cavalier i alemanni, che furono r espinti d a Massim iano. Presa e saccheggiat1 dai Franchi nel 420, fece parte

Trcviri nel secolo XVII :?.9 otto bre 1704 e da lui abbandonata nel l'anno seguente. Fu ancora presa dai Francesi nell'aprile 1734, e il 9 agosto 1794. A T. venne prolungato l'a rmistizio fra la Gern1ania . e l'Intesa, il 13 dicen1bre .1 9l8, e ancora il 16 gen-

naio 1919, e uoa terza volta il 16 febbraio. I. Battaglia di Treviri (70 d. C .). Appartiene alla sollevazione gallica in trapresa da Claudio C ivile, ribellatosi a Roma. Il legato romano Pctillio Cerialc era accampato presso 't. , q uando Claudio, coadiuvato da Giulio Tutore e Giulio Classico, treviresi, che sino a quei gio rni avevano comandato le milizie ausiliarie come ufficiali romani , deci-

sero di attaccare improvvisamente il cami:-o romano. L'at

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tacco molto~mattutino riuscì picnan1cntc 1 e Ceriale, che con colpevok leggerezza aveva passato b notte fuori del campo, ricevette contemporaneamente la notizia dell'attacco, del campo preso e invaso, della cavalleria sbandata , e de! ponte ,ulla Mosella occupa to dal nemico . Con risoluteua egli riparò l'errore della sua negligenza; richiamò ind ietro i fuggiaschi, riprese il ponte , corse al campo, d ove trovò soltanto pochi soldati jmorno alle insegne. Ripresa la lotta, essa (u felicemente decisa dall'intervento della XXI legio)1e , che allora entrò n.ella battaglia, tr'attcnne l 'imreto dei Ger-

mani, li r11inacciò di aggiramento da ambe<lue i lati, lì respinse. E così quella giornata fu decisa dalla riserva dei Rom ani ; ma in grande parte la vi ttoria fu strappata ai Barbari per la loro gara d i correre d ietro alla preda . Ccriale invece inseguì i nemici sconfitti fino al loro campo, e lo distrusse nello stesso giorno. ~

II. Am·dio di Trevù·i (1673). Fu posto dai Fr211ccsi agli ord ini del Rochdort, il 26 agosto, con 18.000 u . La piazza, d ifesa dal colonnello Gronde! con g uarnigione imperiale, si arrese il 7 settèmbre e dovette pagare forte contributo in denaro, per le opere d i fortificazione che v<:rr nern affidate al Vauban. 111. Assedio di Treviri (1675). Fu posto dagli Imperiali d i Carlo IV d i Lorena. La piazza aveva g uarnigio ne francese di 4000 u. ag li ord ini di lloisjourdan. Il matesc. di Créqui marciò a soccorrerla, e fu battuto l'n _a gosto: tuttavia riuscì a penetrarvi con soli cinque ca valieri. Il govcr-


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natorc, a sua insaputa, il 1° settembre trattò la resa e cedette la piazza: il maresciallo rimase prigioniero, ma il Boisjourclan, processato, ve1u1e mandato al patibolo.

Trevisan (o Trevisani). Nome d i d ue ammiragli veneti: uno (Nicolò) ebbe nel 1430 il comando della flotta veneziana sul Po che fu sconfitta a Cremona; l'altro (Angdo) ebbe nel 1509 il comando della flotta veneziana sul Po che fu sconfitta a Polesella. T.-evisa11 Eugenio . Generale medico , n. nel 1858. Sottot. medico nel 1884, partecipò alla guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1916, andò in P . A. S. nel 1920. Magg. generale medico nel 1924, passò nella riserva l'anno dopo e nel 1928 fu promosso ren . generale medico.

Treviso (;1 nt. T(lrvisium) . Ci ttà della Venezia Euganea, capoluogo di prov ., sulla d r. <le i Sile. Aveva anticamente una cerchia d i mura a quadrato irregolare. Nel secolo XVI 1 Veneziani vi fecero erigere da Fra' Giocondo una cinta bastionata; alle fortificazionj, di cui ora rimane ben poco, lavorò anche l 'i ng. mii. veneto Alessandro Leopardi. Esistente nei temp i p reromani, appartenne a Roma e poi agli Ostrogoti e ai Greci: quest i nel 545 vi furono sconfitti da Totila che se ne i111padronì. NeJ 776 fo assediata dai Franchi che costrinsero la guarn;gione longobarda a capitolare. Carlomagno la rese capitale di una vaStemma di Treviso sta marca, che da lei prese il nome. Nel 9n soffrì gravi danni a causa della in vasione ungara, e nel 961 Ottone l vi sconfisse Berengario II. Dal 1 0 14 si resse a comune e partecipò alla lega Lombarda. Dal u64 al n83 lottò con Conegliano, Cencda, Feltrc e Belluno; con quest'ultima e con Padova ebbe guerre d al 1191 a l n99, anno in cui, per d ifendersi dalle scorrerie dei Padovani, fondò Castelfranco. Nel 1219. i signori di vari çastelli, soggetti al patriarca <li Aquileia, si allearono a T. e le giurarono fedeltà. Essa, cui si erano frattanto $Ottomes.si anche i Bellunesi, assall e saccheggiò varie borgate del Friuli. Dieci an ni dopo si alleò a Ezzelino da Romano e con lui attaccò Feltre e Belluno, :mpadronendoscne. Padova, Aquileia, gli Estensi e r,:,olti Lombard i intervennero nella guerra: ma nell"'aprile si fece la pace . e T, dovetle rendere le due città. Nel 1234, allea!a ad Alberico da Romano, mosse guerra ai signori da Camino. I Padovani attaccarono T. e la guerra si ridusse nel territorio -di questa città e di Bassano: Ezzclino venne a soccorrerla ma essa, otten uta la pace per mezzo della Chiesa, lo scacciò. Allora egli ed Alberico la assalirono: da ciò nacque una g uerra accanita , con reciproche distruzioni di casfell i. Nel marzo del 1236 Ferò T. si arrese ad All:ierico e venne in· suo possesso'. In seguito però riuscì a l iberarsi dalla tirannia dei Da Romano, massacrando A lberico e la sua famiglia nel castello d i San Zenone degli Ezzclini (V.) e si resse ancora a città libera. Ebbe sa ngu inose d iscordie interne, 6nchè nel 1284 se ne impadronirono i signori da Camino, cui fu tolta dai conti d i Gorizia. Ne_l r 327 questi fu rono assaliti da Ca ne della Scala, che dopo una lotta ostinata si impad ronì della città. Ma con la pacf! del dicembre 1338, questa cadde sotto il potere dei Veneziani. TI r 0 luglio 1373 essi, agli ordini del doge Andrea Contarini, vi sconfissero l 'escrcito coalizzato <!egli Ungheresi, dei Genovesi e d ei Padovani, comanclato da J•rancesco I da Carrara. Apparte nne all'Austria e ai Carraresi, ma poi tornò a Venezia: nel 1509, durante la guerra della lega di

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Cambrai, fu l'ultimo possesso rimasto in terraferma alla repubblica, la quale vi trasferì la sua base d 'operazioni. Fu assediata dai Francesi e dagli Imperiali, comandat i da Leonardo Trissino, il quale riuscì ad e ntrarvi: ma il popolo si sollevò e lo respinse, chiedendo una guarnigione veneta che vi fu mandata. Col trattato di Campoformido passò all'Austria e in scguiw al Regno d'.l talia. 11 r5 luglio 1866 fu oceupata dalle truppe italiane; durante la guerra Mondiale fo bombar data ripetutamente da aeroplani austriaci.

I. Pace ,li Treviso (1291). CJ,iuse I.a guerra fra Triesre e Venezia e· sanzionò la vi noria d i quest'u ltima . Venezia impose alla prima umilianti condizioni, rinnovando gli obblighi che verso di lei essa aveva assunto nel 1202 e nel 1233. Trieste ebbe le mura smantellate dalla parcc d i mare, consegnò ostaggi, e le macchine da guerra che f:urono bruciate in piazza San Marco: ottenne peri) dai vincitori il riconoscimento della libertà del Comune. II. Ars'edio di T,·eviso (1356). Fu posto d al re Luigi d'Ungheria che, entrato -nella marca Tre,·igiana, spedl avanti Corrado di Wolfort con 1000 cavalli. Questi giunse il 28 giugno sotto fa città, difesa da Fantino Morosino, podestà venez iano, il quale fece distruggere i sobborghi, Mestre e tutti i villaggi che non potevano presentare lunga resistenza. L'u luglio il re, con 50.000 u. , prese Conegliano e poi si di resse su T.; qui tentò d i far scavare mine, ma non vi r iuscì per l 'abbondanza delle acque sotterranee. Allora iniziò il blocco, ma non potè p rocurarsi viveri sufficienti per il suo esercito e il 23 agosto si ritirò in Ungheria. lll. Arm.istizio di T,·eviso (16 gennaio r801) . Ft! con-eluso fra gli Austriaci e i Francesi. Alle truppe francesi erano consegnati i forti di Verona, Legnago, Peschiera, Ancona, Ferrara e Sirmione: inoltre gli Austriaci sgombravano le Marche. I Francesi occupavanc; una linea sulla sr. dell.a Livcnza, dalla foce alla sorgente e poi dal monte Maura sino a Linz. Gli Austriaci si r itiravano sulla sr. del Tagliamento, pure fino al monte Maura , mentre il paese intermedio era considerato neutro. Mantova restava bloccata , m a poteva essere provveduta di viveri ogni 15 giorni. Quest'ultima dàusola spiacque al Buonapane che il 26 gen naio, m inacciando d i rompere l 'armistizio, si fece consegnare la fortezza e prolungò ]a sospensione d'armi per altri 30 giorni, a cominciare dal 3 febbraio . IV. Avvenimenti in Treviso nel 1848. Giunta la notizia clelle rivoluzioni milanese e veneziana, il 23 marzo alcuni cittad ini indussero il ten. maresc. Ludolf, comandante della divis di T. , a 6rm1re una convenz ione, per la quale egli sgombrava la città con le sue t ruppe e coi funzionari )lon italiani . T . si d iede subito alla n:pubblicà veneta e coi soldati rregìv iani delle truppe ai.:striache si formarono la legione Trevigiana, i cacciatori del Sile e la legione l talia libera. 11 gen . Ferrari, battuto dagli Austriaci del Nugcnt, prima di ritirarsi a Mestre lasciò in T . 2 bgl. di gran atieri, 2 regg . di volontari, la legione Trev igia na e 7 pezzi d'artig lieria. Il r2 alcuni d istaccamenti austriaci si acco-

starono alla città, ma foro no respinti a cannonate e da t re sortite dei difensori. Il 12 il gcn. austriaco \Vclden intimò Ja resa e, avuto un rifiuto, il g iorno seg uente aprì

il fuoco che d:1rò sino al pomeriggio; allora i difensori ch iesero la resa e, nonostante scoppiassero violenti tumulti in T., la mattina del r4 giugno essa venne firmata alle stesse cond iziol.li d i Vicen1.a. T.-euiso . Reggimento cavalleggeri (28°) costituito nel 1909 con sqdr. t ratti dai regg. Saluzzo, Alessandria, Lucca, Ca,


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sena e Catania. Per la guerra Italo-turca (1911-r2) fornì complementi a reparti mobilitati. Durante la guerra Italoaustriaca (r915- 18), fu inizialmente impiegato nel maggio 1916, appiedaco, nelle trincee di Monfolcone e conqu istò la q. 70 ad est d i Selz. U n suo forte nucleo apr iedato e passato nei mitraglicri, partecipò attivamente alla battaglia della Bainsizza. Durante il ripiegamento dell'esercito al Piave il regg . f u adibito al servizio di protezione della rete ferro-

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contro gli Elvezi. li germano Ariovisto dopo dj aver vinto gli Edui e i Sequani esigette dagli ul timi un altro terzo delle loro terre. I Sequan.i invocarono il soccorso d i Roma mandando colà il loro re Divizi:tco. Ciò non avrebbe vinto la riluttanza del Senato e del popolo romano, se nel frattemr o non fosse sopraggiunta l' immii,_,,-az.ione nella Gallia di 368.000 Elvezi, di cui 92.000 comb:.nenti, i quali si preparavano ad attraversare la Galli a. La potenza st ragrande di Ariovisto aveva spinto gli Elvezi ad abbandonare la loro patria divenula malsicura, e a portarsi verso s tanze più

adatte e più nbcrrosc. A questa nuova Roma si trovò di viaria fra Taglian1cnto e P.iave. Per l 'of.. fronte a due pericoli : che gli Elvezi si impadronissero della fensiva fi nale partecipò all'inseguimento · Gallia Narbonese e che Ariovisto diventasse signore del territor io abbandonato dagli Elvezi. Il Senato quindi accolse del nemico battendo clementi d i retroStemm a fa domanda d i Diviziaco, e affidò al proconsole C. Giulio g uardia e raggiungendo Carpeneto. Il suo dei CavaUeggeri di Treviso Cesare la d ifesa della Gallia Narbonest. Ariovisto dal suo contegno gl i fece guadagnare una mcd . canto non comprese le st rettezze della potente repubblica, d 'argento. Il regg. fu sciolto il 21 noe, invece d i collegarsi cogli Elvezi, . domandò cd ottenne vembre r9r9 e le sue tradizion i affidate al regg. Alesi ·amicizia del popolo romano. Allorquando Cesare gi,mse sandria. La festa del rcgg. è il 15 maggio, annì vers~rio del nella Gallia Narbonesc, gli Elvezi si di rigevano verso la combattimento di Monfalcone (1916). Il suo mono: " In terra de i Sentoni (Saintonge). Cesare si oprose e dopo vane ccrtan1ine audaces "· trattative li affroòtò presso la Sa8na, 1uentre stavano tran ...

z Squillo dei Cavalleggeri di T reviso

Treviso . Brigata di fanteria di linea,. costituita nel morzo 1915 dai depositi del r" , 55° e 56° coi regg. II5° ·e 116°. Nel novembre 19r7 la brigata fu disciolta per essere ricostituita il 28 febbraio 1918 coi .regg. 99" e 100°, formati dai depositi del 65'' e 66° e coi quarti battaglioni <lei regg. 141°, 217° .e 218°. Operò ;1el 1915 sull'altipiano d i Asiago e nel gennaio ·1916 sulla &onte lsontina fra Peuma ed Oslavia, dove, nella battaglia , li Gorizia, espugnò le posizioni di q. 160 e q. 177 del Peuma e puntò su!Ì 'lsonzo, entrando il 9 agosto in Gorizia. Combattè poi a S. Pietro di Gori-zia ed espugnò le qq. 95 e 98 del Sober, dove tenne fronre a ripetuti ritorni offensivi nemici. Nel settembre ripor.t ò altre brillanti success i contro la q . 367 (Fortino) e c'.lnt ro q. 526 del Veliki-Krib. L'1 r novembre Ja brigata , stremata d i forze dopo il ripiegarnenro al Piave, venne disciolta. Ricostitu ita nel febbraio 1918 coi regg. 99° e 100° operò in Vallarsa. fino al giugno e poi sui M. Cornone e Sasso Rosso . Durante la battaglia di Vittorio Venéto raggiunse la zona di Roncegno . Il II5" guadagnò nella guer ra una med. d'argento e una d i bronzo; il u6° una d 'a rgento. Festa dei regg . : per il 99° il 30 luglio, anniversario clel l'azionc a M . Cornone (1918); per il 100• il 19 ottobre, anniversario dell'azione d i M. S. F rancesco (1918) ; per il u5° e il u6° i l 10 e l'n ottobre, anniversari dell 'nione al M. Sober (1916). Colore delle mostrine: metà super iore giallo e metà infe. riore araucioue nel senso orizzontale. Suoi comandan ti in guerra furono : Per il II5° e 116° magg. gcn. Villa (1915); magg. gen. Carbone (191 5-16); magg. gen. Ricord i (19161917);· col. brig . Galasso (1917) ;. magg. gcn. Mangiarotti (1917); magg. gen. Zampolh (1917) ; col. brigadiere Barbieri (1917). Per il 99° e 100° , magg. gen. Malladrn (1918); col. brig. Malatesta (1918). Le sue perd ite furono : ufficiali morti 81, feriti 262, dispersi 86; u. di t ruppa m. 1419, f . 6706, d. 3383.

Trevou x. Comune delJa Francia, sulla sr. della Saone. I. Battag!it1 presso T~e11011x, o della Sa61ie (58 a . C.). Appartiene alla prima guerra di Giulio Cesare nell a Gallia

sitando il fiume. Tre parti del loro esercito lo avevano già varcato, ma la retroguardia, impacciata e sprovveduta, fu assalita presso T . e sconfitta . Grande parte fu massacrata, l'altra si d iede alla fuga nelle vicine selve. II. Battaglia di Trevoux (18 febbraio 197 d . C .) . Appal'tiene alla guerra dei due p(etendenti al trono imperiale di Roma , Clo<lio Albino, legato in Britannia, e L. Settimio Severo, proclamato i mperatore dal Senato e vincitore già dell 'altro pretendente Pesccnnio N igro. Da pr incipio era vittoriosa l'ala <lr. cli Severo, mentre la sr. si trovava i n di fficoltà, finchè l'intervento della guardia e l'energia personale dell'imperato.re salvarono le sorti della giornaca. La vittoria fu completata da un attacco di fianco eseguito sul nemico dalla cavalleria del generale Lcto. Albino, quando vide tutto perduto, si uccise.

Trezzani (Claudio). Generale, 11 . a Savigliano nel 1881. Sottot. degli alpini nel 1901, partecipò a lla guerra Libica del 1911-1912 ed a lla guerra cont ro l'Austria. In quest'ultima meritò le med. d'argento e d i bronzo e la croce . d i cav. dell'O. M. S. e d ivenne colonnello d i S. M. nel 19r8. Poco dopo la guerra fu' insegnante d i tatt ica alla Scuola d i g uerra; nel 1928 comandò il 90° fanteria e nel 1931 fu capo di S . M. del C. d 'A. di Udine. Centrale di bri gata per meriti eccezionali, co•

mandò la 7a brigatà d i fanteria nel r932 e passò nel 1933 a9detto • al comando de. s!gnato d 'an nata di Bologna.

Trczzani Claudio

Pubblicò, fra altro : « Azione offensiva d i un battaglione inquadrato in ter reno libero »; « Manuale d i tattica nel servizio d i guerra »; « L ' impiego della d ivisione nel eòmbattimcnto » ; « L'impiego delle ,!,,j. nori unità delle va rie a rmi nel combattimeJ1to » .

Trezzo sull'Adda. Comune in prov. di Milano, sulla dr. dell' Adda. _La storia m ilitare d i T. si riassume tutta nel suo antichissimo e forte castello, di cui si ammirano .ancora gli avanzi e che ebbe una parte importante nelle vicende lombarde <lei medio evo. Era detto anche d i

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San Gervaso,' dal raesell9 cbç gli sorge di contro sull 'opposta r iva dd fiume. Durante la guerra della Lega Lombarda subì vari assalt i; nel u58 Federico Barbarossa lo prese per collocarvi il tesoro imper iale con una guarnigione. Dod ici anni dopo il .:asrdlp fu assediato dai Milanesi e Bergamaschi che dopo d ue mesi riuscirono ad espugnarlo

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Triangolazione, Le operazioni d i T . geodetica per il ri levamento del terreno vennero iniziate nel 1862 in Sicilia a cura dell 'ufficio tecnico d i S. M. e furono ultimate nel 1869. Si detcnninarono 30.000 punti geodetici per l'intero territorio del Regno per i fogli della carta ti 'Italia al roo.ooo, op•:ra :lell 'Istituto Geografico Militare. Quando occorra eseg uire un rilevamento in zona prlva d i triango-

lazione geodetica (ad es . nelle Colo nie) bisogna stahili re una rete topografica indipencknte, con una " triangolazione topografica " . Si procede in modo analogo a quello che si adopera ·per la rete geodetica, ma con lati più corti, con strumenti di minor precisione, con calcoli più semplici.

Triangolo (Forti a). La pianta triangolare . nel t racciato d i alcune opere d i fortificazione venne talvolta suggerita dalle co ndizioni topografiche della località, come nel caso della rocca d'Ostia che Giuli ano d a Sangallo cacciò a guisa di cuneo tra l'abitato ed il Tevere. Anche il forte <ii Sarzanello era configu rato a triangolo, come pure era no d i p ianta triangola re · le due fortezze che Maometto II nel J453 edificava nel Bosforo , sulle ,\ue rive d'Asia e d "Europa. La base di queste opere guardava verso terra, il vertice al mare; agli angoli erano disposti tre to rrioni rotond i.

La fortezza d i Sebenico, una d elle più belle opere militari del Sammicheli, era cost ituita da un T. a tanaglia fi;mchcggiato. In alcuni ti,-i della fortificazione odierna , al nucleo di calcestruzzo dal quale emergono le torri corazzate è data talvolla b for ma triangolare. ·

T,·iangolo. Una delle forme tattiche adoperate per lo schieramento in battaglia del te\zo, o reggimento, nel secolo XVI.

Il castello d.i Trezzo

a , viva forza e forra pr igioniera la guarnigione [o smantellaronò. Poco dopo però fu riattato. Nel 1259 Ezzdino da Romano mise , il fuoco al castello, ma poi fu vinco e il suo ésercito d isperso a Cassano. Durante le kmc dei Gudfi e dei Ghibellini, il castello passò dall '\lna all'altra fazione. Le fortificazioni del castello si stendevano sulle due r ive déll 'Adda e proteggevano un ponte costruito dai Milanesi n.cl r279; r imesso in completo assetto di guerra da Bernabò Visconti, questi ne fece il caposaldo della sua potenza nella regione, ma suo nipote Gian Galeazzo, in:ipadronicosi a tradimento del ducato e della sua persona , ve lo tenne prigioniero e ve lo fece morire .insieme ai figli. Da quel l'epoca il castellQ andò a poco a poco in rovi)la .

Triangi (Arturo). Ammiraglio, n. a Fiesole nel 1864. Guardiamarina nel 1883, fu promosso contrammir. nel 1916, ,, icearnmir. nella R. N. nel 1918, ainmir. di squadra nel 1926; venne collocato a riposo nel 1925. Prese parte alle guerre d'Africa, Italo-turca, e Mondiale . Fu m inistro della mar ina nel g iugno-luglio 1917 e sottocapo di S. M. agg iunto per la mari11a dal gennaio al settembre 1918.

· Triangi Arturo

Triani Angelo

Triangolo gra11atieri. V . Quadrato.

Triani (Angelo) . Generale, n. e rn . a Modena (18391906). Provenien te dall'esercito del! 'Emi lia, passò son or. del genio nell'esercito sardo nel 1860, fu d irettore- del genio ad Ancona e Venezia, divenne nel 1887 colonnello comandante in 2• dell' Acrnèernia mii. e nel 1892 ebbe il comando del 1° regg . genio. Magg. generale comandante la brigara Ravenna nel t894, ebbe nel 1895 il comando territoriale del genio d i Messina e nd r896 quello d el! ' Accademia mii. Nel 1897 fu nominato comandante della Scuola d 'applirnzionc d'art. e g-enio e del!' Accademia m ii. , e in raie qualità venne promosso tcn . generale nel r 900; alla fine del quale anno andò in posizione ausiliaria. Trianon. Castello della Francia, nel parco di Versailles. Ha dato il nome al trattato di pace stipulato· il 4 giugno 1920 fra l 'Ungheria, gli Alleati e io Sta'to associato dopo la g uerra Mondiale. Deriva dalle discussioni svoltesi a Par igi nella Conferenza per la pace. L'Ungheria accettò : a) ·di .cedere alla Repubblica austriaca i comitat i dell'Ungheria Occidentale; b) di riconoscere l'ind ipendenza dello Stato S. H.S . , cedendogli la Croazia e il Banato di T cmesvar; e) di cedere alla Romania la Transilvania; d) di riconoscere la Cecoslovacchia, cedendole tutta la Slovacchia e la Rutenia; e) di cedere alla Polonia risorta la Galizia; f) di' cedere alle Potenze Alleate éd allo Srnto Msociato la città cd il porto di Fiume; g) d i limitare le sue forze militari a 35.000 uomini; . /,) di consegnare tutta la flotta, tutto il materiale bellico ed ae,onautico ai vincitori. L · Ungheria, separata <la.li' Austria, è venuta così a trovarsi in d ifficili condizioni economiche, com pletamente circondata da Stati rivali ed asr ira alb rivendicazione de_ i .s uoi territori n azionali ceduti alla Romania ed alla Jugoslavia cd alla parità d i d iritto in fotto d i armar,,enti. - Lo Sta to ungherese, da 325.4u Kmq . fu ridotto dal trattato del T . a 77.025 Kmq. e da 20 milioni d i ab. a 6 . 400. 000 .

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T r iario (lat. Tl'iarius). Era il soldato romano che cost ituiva la terza schiera della legione ai tempi di Mario e di Cesare. Veniva scelto fra gli anziani e valorosi cittadini, e rappresentava l'estrem a riserva nel combattimento. F ra d i essi v'erano anche i vctcra11i che riprendevano volontariamente servizio, col titolo di cc evocati )) _ E rano armati <l i uno o due pili, d i daga , d i scudo, d i elmo, d i gambali. Nella legione i T . erano la metà dei p rincipi, e cioè, ai tempi di Polibio, 600. Erano o.-dinat i in 6 file, e cioè ogni manipolo era composto d i 60 u. mentre gli altri man ipoli, dei principi e degli astati, erano tutti d i 120 . Nel combat timen10 durante la prima fase stavano in riserva . Solo quando la vittoria fosse in d ubbJo accorrevano, o per dare l'ultimo colpo al nemico, o i,-cr sostenere le due prime schiere. Da questo modo di impiegare i "t. venne la frase romana « Res sunt ad triarios », per indicare che la battaglia era giunta alla sua ultima fase, e che si stava per dcci,lcroe le sorti supreme. Mario, avendo sostituito al manipolo la coorte, aveva composto due manipoli d i T., mentre ve n ·erano quattro di principi, e quattro di astati . Cesare invece aveva quattro coorti d i principi, tre d i astaci, e tre d i T . che costituivano la terza schiera, o riserva . Però a seconda della opport unitl fece talvolta schierare le legioni in due soli ordini e perfino in uno so lta \ltO, quando si trovò d innanzi a nemici f iù forti d i impeto e di numero. I T . in questi casi servivano di emulazione agli altri legionari più giovani ed inesperti, ai quali erano frammisti a seconda del bisogno e della genialità tattica di Cesare . Quando i T. avevano raggiunto il limite massin10 d 'età per utili servizi, lo Stato li compensava con l'assegnazione d i un appezzamento d i terreno, a vita, e d i solito li destinava alle colonie m ilitari . Tribolo, Così era anticamente chiamato un piccolo strumcuto (ii ferro, con quattro o cinq ue putltc g rosse ed acute, il quale, gettato in terra in qualunque modo, rimaneva sempre con una delle !)unte rivolta in alto . Esso serviva per impedire l'avanzata della cavalleria, pcrchè rovinava le zampe ai quadruredi, i quali anche, i nciampando in esso, specie d i notte, cadevano. Già fin <lai tempi dei Romani fu in uso, servendo an-

che ad arrestare le q uadrighe falca te dei nemici, oltrechè gli T riholi a n i m a I i, che nelle loro va rie guerre i Romani incon traro no sul camoo di battaglia, come cammelli : cavall i, elefanti . Nelle guerre d'assedio veniva sparso numeroso nei fossi, sulle brecce, ccc. ed allora serviva ad imp~.dirc il passo al soldato . I T. erano possibilmente sempre messi in modo che non potessero essere scorti dal nen1ico; quir1di venivano coperti con te rra legg:era o con erba .

Tribù. L'an t. Rom a era d ivisa in quattro q uartieri o tribù, per !e O!>e razioni d i leva della fanteria. Ciascu1\a T . forniva un quarto del continge11te to tale, ma in ciascuna legione figuravano m egual proporzione le centurie dei quattro quartieri .

Tribunale mii i tare. V. Giustizia Militare. T rih1111ale speciale per la difesa dello Staio. Istituito per la durata <li cinque ann i nel 1926, specie per la repressione d i gravi atti terrorist ici, fu . prorogato fino al 31 d icembre

TR!

1936, colla legge 4 giugno 1931: q uanto fu di sua competenza passerà allora alla Corte d · Assise.

T ribuni (lat. Tribuni militum). Erano gli ufficiali superiori della legione romana. La legione ne aveva sei , il cui comando si .avvicendava in modo che due d i esSI lo esercitava no un giorno per eia• scuno, per due mesi, e i loro uffici consistevano nella sopraintendenza alla legione, nomina e

ripa.-cizfone dei dover i dei centurioni, presidenza delle corti di guerra . ol tre una. quantità di altri uffic i tat~ici e amm inistra tivi . Ma , r•er la varietà degli incarichi,

pel carattere politico e onorifico d ella carica stessa, i T . m il itari non davano sempre affidatnento di sape r guidare i soldati in battaglia, e Cesa re istitul 1 << legati » . I T . erano nomin::lt i p rima che s i T ribuno mil. roo,ano , facesse la leva annuale , dove ndo essi sorvegliare anche le operazio ni dcl! "arruolamcnto. In origine furono scelti dai consol i, poi dal popo lo, sei per ciascuna del le quattro legioni; occorrendone un numero maggiore, ven ivano designati dal console con I·autorizzazione del Senato. Erano per lo pi11 giovani di nobile famiglia, che 110n avevano prestato servizio mi litare come soldat i

sempl ici> ma avevano fono le loro pr ime campagne nella cavalleria , o al seguito del c0111an<hrnte supremo jn

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lità d i combattent i.

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i Battaglia d i T ricameron (533)

Greci: A, ala sinistra i B , centro; ,C, ala destra (della prima linea); D, fanteria; E, cavalleria (della. seconda linea) . Vandal i: F, ala -destra; G, centro ; Ii, ala sinistr:-l

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Tricameron. Località presso Cartagine, che r; a dato il nome alla battaglia decisiva (535 d . C.) nellac qua le Belisario sconfisse J 'ult imo re vandalo, Galimero. Questi aveva


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raccolto tutte le sue forz;c (circa 100.000 u .) per rema re di risollevare le soni del regno dei Vandali, e aveva p reso posizione dietro un ruscello, schierando in prima linea la cavalleria e in seconda linea la fanteria. I Greci, condotti da Belisario, in numero d i 10.000 si schierarono su fronte ristretta, con la cavalleria quasi tutta in prima linea. Belisario attraversò il rnscello con parte ddla sua cavalleria, auaccando e sgominando quella avversaria, la quale nella fuga disord inò le .:-ctro,tanti fanterie. La fanreria greca, che frattanto aveva seguito il movimento, potè avere facilmente ragione della fanteria nemica, d isperdendola e mas. sacrandola. Immenso fu il bottino fatto nel campo dei Vandali, la cui potenza el,be con questo fatto d 'armi il colpo decisivo.

Tricase. Comune in prov. di Lecce, sul ca nale dì Otranto, a breve distanza dal mare. Sulla spiaggia d i T . si apre una p iccola baia, d1dùarata Forto <li 3" classe per la prima volta da Federico d "Aragona, poi da Carlo V ed in ultimo dal governo italiano, che, d urante la guerra Mondiale, con oppÒrrune miglior ie, lo .scelse a srazionc da motosca fi inglesi cooperanti cnn le forze navali itali;1nc in Adriatico. Anticamente fu colonia romana ; nei tempi feudal i ebbe un piccolo castello baronale e sotto i conti <li Caserta e Del Balzo, princip i d i ·T aranto, fu cinto d i mura, con bastioni, torri e fosso . Sotto gli Arago:iesi subl assalt i dei Turchi all' epoca dell'assed io d i Otranto (1480). Tricheco. Som rnergibilc d i 161 ronnel!ate, entrato in ,er v1,;10 nel r909, radiato nel r 918.

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Tridente. fo fortificazione è un 'opera sim ile a quella che viene chiamata « a corno " , colla differenza che i due n1ezzi bastion i sono intieri. 'Tridentina (Legione). D a un primo gruppo di 30 volontari di Tione, riunito a cura d i Giacomo Marchetti il 13 aprile r848, ebbe origine questa legione che combat tè con le truppe del generale Durando nel successivo mese di giugno. Dopo Custoza la legione, otganiuata su due cp. agli ordini dei ten. Ciolli e Ronchett i, forte complessivamente di 250 uomini, andò a Brescia dove ne assunse il comando il maggiore Venini . D i là marciò verso il Caffa ro , poi ad Oleggio e finalmente a Novara. Quivi sì sciolse, ma un centinaio dei suoi componenti volle rimanere alle armi , e, col nome di « Compagnia bersaglieri Tridentini » si aggregò alla d ivisione m ista del generale O livieri. Nel 1849 parecchi trentini (circa 60) entrarono a far parte dei bersaglieri del Manara, partecipando alla d ifesa cli Rom a. Triera. Lo stesso che Trireme (V .). Trieste (ant. TergeJte) . Città marittima della Venezia Giu lia, capol. d i prov., in fondo al golfo omonimo. Fin dai 33 a. C. fu cinra <li mura e rnunira d i rocca da Augusto. Fra il r470 e i! 1478 fu fortificata da Federico III: nel 1550 il conte H oyos, capitano d i T., fece raffonare la rocca. Presso la città sorg~ il casrello <li Mirama,· (V.) . - Fu successivamente città dei Pelasgi, degl i Etruschi, dei Veneti. Nel !78 a . C. i l console Manlio, in guerra con gli Istriani, se ne impadronì e vi stabilì una colonia. Danneggiata dal le frequemi invasioni dei Gcpidi e distrutta da questi nel 53 a . C., fu resta" rata 20 anni dopo d a Augusto. Appartenne a O<loacrc, nel 448 fu presa <lai Got i e nd 539 dai Greci. Nel 568 fu d isrrutta dai Longobardi; i suoi abitanti si salvarono a Grado e nelle bgune, ma tornarono presto e r icostruirono la città che nel 570 dipendeva d a Bisan zio. Nel 590 fu ripresa <lai Longobardi, ma l'annc., seguente tornò ai Greci . La provincia d ivenne allora una

Somme rgibile e T richeco t ( r0 )

marca militare <lipcnden re dall'esarcato <li Ravenna, e attorno a T. fu costituito il numerus tergestinus, vera co-

Tricl,eco. Sommergibile, varato a Monfalcone nel 1930, dislocamento tonn. 823, lungo m . 69,80, largo m . 5,79; apparato motore cavalli 3 roo, velocità m iglia 17;8. Armamento un cannone da 100, 8 tubi lanciasiluri da 533. Personale d'armamento, 5 ufficiali, 29 uomi ni di ,·quipaggio .

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Som1nergibile .i Tricheco ll (2°)

Tricloruro di arsenico (CMmica bellica). Conosc iuto anche sotto il nome di « Marsit,c », appartiene aila categoria dei « Composti sussidiari per la guerra i:hirnica »; e, precisamente, ai « Fumogeni attivi », perchè possiede proprietà tossiche. Esposto all'aria, si trasforma dapprima in oss.icloruro d i arsenico e acido cloridrico, yer azione del vapor acqueo, d aodo luogo ad anidride arseniosa e ad acido clor id rico in p resenza d i maggiore umidità. È molto velenoso e fu largamente adoperato durante la guerra; gli Inglesi, per n1arcarne maggiorm.enle l'azione tossica, lo usarono anche in miscela a parti uguali con fosgene.

lonia militare, estesa dal Timavo al Frigido e alle Alpi, destinata a proteggere i possessi greci dalle invasioni germaniche o , slave. Dal 752 al 774 la ebbero nuovamente i Longobardi: tornata ai G reci, 13 anni dopo cadde sotto il potere de i Franchi. Nel I W2, durante ia q\iarta crociata, Enrico Dandolo si impadronì d i , sorpresa della città e le impose un tributo ann uo. A lungo in guerra con Venezia, dal 1295 si resse a Comune . Nel 1328 sostenne una guerra coi signori di Duino, coi q uali combattè anche dal 1336 al 1338, mentre ne] 1334 aveva avuco un conflitto con Capodistria . P resa dai Veneziani , nel 1372 ne scacciò il presidio•: cinque anni dopo la repubblica la r icuperò. Con la pace di Torioo del 1381, fu dichiarata libera, ma ai pri'mi d'agosto del! ·anno successivo venne occupata dagli lmpe• r iali. Ricaduta sotto l'influenza veneziana, nel 1467 alcuni fautori dell 'impero, con molt i armat i, en trarono nella città in1prigionando i loro nemici: nel maggio dell 'anno seguente

essi offrirono T . all'im peratore che accettò, m a gli abitanti ncll'agosro si ribellarono e cacciarono o massacrarono gli invasori. I Tedeschi però la ripresero. Dal 1471 fu a varie riprese d anneggiata dai Turchi che ne devastarono il terr itorio. Nel 1485 gli Ungheresi, aiurati dagli esuli d i T. e di Pordenone, tentarono d i penetrare in città, ma furono respi nti. Nel luglio 1511 una flotta d i piccole navi ist riane sbarcò 4000 u. , che clevastarono i dintorni d i T.: questa, sprovvista di · a rm i e di uomini, non potè opporre alcuna

resistenza . Gli Imperiali allora a ttaccarono alcune terre sog-


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f. Guerra di Trieste (1279-1291). Fu cosl chiamata quella fra Venezia e T. coi suoi alleati, iJ .Pat riarca d 'Aquileia, il conte d i Gorizia, ccc. Nel r279 l'esercito veneziano, agli ordini di Marin Morosini, venne ad assedia re la città; in soccorso di questa mossero i suoi alleati, con circa 36.000 uomini: essi pe rò si ritirarono senza far nulla. Tuttavia i Veneziani, che pure ricevevano continui rinforzi, non riu-

L'alabarda di Trieste emblema della città

Stemma di Trieste (18 18)

gctte a Venezia , ma questa esegul severe rappresaglie nd territorio d i T., la quale nel l5I4 fu costretta a firm,1rc la pace con le i e con l'Istria. Contro i Veneziani si t rovò di nuçivo al principio del sc~olo XV II, cd essi la bloccarono dal 1609 al 1610. Nel .Ij02, durante la guerra di Successione d i Spagna, T . fu bombardata dalla flotta francese dell 'ammiraglio Forbin . Tra il 23 e il 25_ marzo del 1j97 fu occupat a dai Francesi agli ordini del gcn. Guyeu . Col trnttato di Campoformido passò all'Austria, a cui tornò con la pace di Presburgo, dopo che nel novembre 1805 era stata occupata dal Masscna. Quattro anni dopo la città fu ripresa dai Francesi, che la perdette ro definitivamente nel 1813. Nel giugno del 1848 la squadra sarda ì rli-ziò il blocco di T .,, nel c ui porto si erano rifugiate navi militari austriache; ma, in seguito alle' proteste della Confederazione germanica e dcli 'Inghilterra, il governo piemontese ordinò all 'ammiraglio Albini d i lasciare libera la citt:à. Durante la guerra Mond iale, 1'. servì da base e da rifugio a parte della flotta austriaca: nel .1917 vi erano ancorate le corazzate « \Vien » e « Budapest», contro ie quali il comandante

scirono a prendere la città. Fi11almcnte arrivò UJl altro forte esercitò nemico e il Morosini si ritirò. Solo nel 1283 i Veneziani ritornarono davanti a T., con la quale combafterono sino al 1285: allora, respinto un esercito inviato dal patriarca, essi si impadron irono della città, che <lovette sottoscrivere un trattato d i sottomissione. Nel 1287 però i Triestini caccia rono di nuovo i Veneziani, i quali tornarono con ingenti forze e strinsero d ' assed io la città . Il blocco durò a lungo, ma i nfine T. fu l iberata da 411 esercito del patriarca : la guer ra si combattè allora per rnare, finchè nel 1291 fu conclusa la pace d i T reviso (V.) .

Rjzzo ideò una incu rsione con <:luc n1as, rimorch iari fio

presso il porto da torpedin iere. Nella notte dal 9 al 10 d icembre egli varcò gli sbarramenti subacquei e le dighe, entrando od porto: qui lanciò i suoi siluri che colpirono in pieno 1a << \Vien )L I mas, fatti segno a v ivissimo fuoco, poterono rientcare incolumi alla loro base. Il 3 novembre dell'anno · seguente una squadra italiana (un convoglio d i trasporti scortato d a squadriglie di caccia, torpediniere e mas) arrivò a T. sbarcandovi truppe agli ordini dei ge11. Petitti d i Roreto, nom inato governatore straordinario della città. Il comune è decorato della croce al mer ito d i guerra rer le campagne del 1915-1918: la città è sede del V corpo d'armata e della sua I~ divisione.

I Vene7,iani bloccano Trieste (r6 ro)

IL Gue,-ra fra Trieste e Venezia (1368-1369). N el 1368 era avvenuto nel porto d i '/'. un incidente fra una galea veneta e una contrabband iera triestina: due an1basciatori furono subito mandati a Venezia, ove si ragt,Ttunse l 'aC.Cordo fra le <lue parti, a condizioni favorevoli per la repubblica.

Ma il popolo di T. non le accettò e sor se cosi una nuova guerra. Venezia mandò una flotta e u n esercito che strinsero la città con un blocco rigoroso. I Triestini respinsero var i

assalti ma poi, dop<> parecchi mesi di resistenza, furono cost retti a capitolare. Tuttavia dopo breve tempo si ribel larono, cacciando il presidio veneto. La guerra si riaccese e T . fu di nuovo assedia ta . A llora il duca Leopoldo III d 'Aust ria venne in suo soccorso, ma il 5 novembre del 1369 fu sconfitto e il 16 dello stesso mese T . fu costretta dalla fame ad arrendersi. Essa dovette prestare giuramento d i kdeltà alla repubblica, e impegnarsi ad oiservare tutti i trattati stipulati dopo la morte di Enrico Dandolo.

Castello di Trieste (secolo XVII)

III. Presa di Trieste (1378). Appartiene alla guerra fra Venezia e Genova coi suoi alleati (Austria, Ungheria, Aquileia, Padova). L'ammiraglio genovese Maruffo attaccò per mare e per terra la città , che fu battuta rer parecchi


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La c.ittà di Trieste in principio del secolo XVII

giorni. Infine, d urante un assalto, un gruppo <li congiuraci aprì una porta e i nemici entra!"ono: si combattè ancora accanitamente per le vie; la vittoria rimase ai Genovesi e

ai Fri ulani, che presero la citcà. IV. Gue,·ra fra Trieste e Venezia (1463) . La repubblica veneta aveva mandato dei soldati istriani a sorvegliare i l suo confine con T.: armati' di questa città li assal iro!10, uccidendone parecchi. V cnczia allora in\'iÒ un esercito contro i Triest ini che combatterono con valore, ma furono assediati nella loro città dal febbraio al novem bre . Già si profilava la minaccia della resa e <lei saccheggio, al lorchè si inlromise come mèdiatore il papa Pio II, il quale il 17 d icei11bre r iuscl a far concludere la pace. T . consegnava a Venezia Casteinuovo, San Servolo e Moccò, prometteva di osservare tutti gli obblighi d i regalia verso il doge, e r inunciava ad ogni sua azione di espansione verso il Carso.

gendoli. Dieci giorni dopo però questi ultimi tornarono con ingenti forze , agli ord ini del Nugent. Il presidio, comandato dal colonnello Rabié, si chiuse nel castello di San Giu• sto, che fu bombardato dalle artiglierie inglesi, austriache e sici liane . I Francesi resistettero fino al 31, quando, covinate dal cannone tutte le d ifese, il Rabié capitolò senza condizioni. ' ' 7\ric.ste. Incroci~ttore, varato a Trieste ne l 1926, disloca-

mento tonn . 10.920, !U11go m. 196,96, largo m. 20,60 ; apparato motore cavalli 150.000, ,-elocità miglia 35; armamento guerresco: VIII 203 , XVI rnp a.a., 4 rubi !:inciasiluri da · 533. Personale <l'armamento: 25 ufficiali, 698 uomi ni d i equipaggio. Ha per molto: « Redenta red imo ».

V. Presa di Trie<te ( r469). Un corpo di 3000 Tedeschi, comandati da von Dietrichstein, arparve i l 19 luglio davanti alla città, per toglierla a Venezia. Essi innalzarono

subito bastie e altre opere per l 'assedio. Per quasi un mese i Triestini rimasero chiusi nella città, ma poi

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agosto uscirono <lallc mura e sul colle di P<3nziana offrirono battaglia ai Tedeschi . Q uesti, più forti , li respinsero con gravi perdite, ed entrarono nella città che fu messa al sacco. VI. Assedio di Trieste (1508). Durant e la guerra AuslroVeneziana, sulla frnc ti 'aprile, l'esercito di Venezia, comandato dall'Alviano, si accampò sotto le mura della città, la q uale veniva inoltre bombardata d alla Aotta . La guarn igione imperiale si d ifese per cinque giorni , ma poi i Veneziani, anche cOn l 'aiuto di una parte dei cittadin i, nu~

scivano a entrar vi. I T riestini evitarono il saccheggio pagando u na grossa tagl ia.

-In crociato re « Trieste ·~

Trifalco, Uno dei tanti norni con i quali SI designa- , vano i pezzi d 'ar t. nel secolo XV. Trif.ano. AnL città della Campan ia, tra Minturno e Sinuessa.

Bauaglia di Trifano (339 a . C.). È l 'ultimo fatto d'arme della guerra di Roma contro i Latini e fu combattuta dal console T . Maniio Torquato contro Numisio, duce dei Lat ini e <lei Volsci. Manlio però non lasciò il tcmoo all'avvers~rio di organizzare le ~uove milizie Che aveva· saccolto e con mossa rapida si fece loro incontro a 1'. sulla sr. d el Lìri, dove le disfece. l i Senàto usò con grande moderazione della vittoria per ragioni d ì prudenza, e si limitò a togliere •ai Latini e ai Campani l'agro rubblico. 1

VII . Assedio di Trieste (1813). Appartiene alle guerre del. l'ltnj.'efO_. Già il 3 ottobre era avvenuto un piccolo combattim ento sulle alture della città : in esso i volteggiatori ita• liani del 3° di linea avevano attaccato gli Austriaci, respin-

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T r ìfari (Eugenio). Ammiraglio, n. a Na~--oli nel 1860. Guardiamarina nel 1879, .fu promosso contrammir . nel 1911, viceammir. nel 1916, ammir. d i squadra nelia riserva nel 1926 e collocato a_ riposo nel 1925. Prese parte alla guerra Mo ndiale. Fu membro del Consiglio superime dì m a,·ina dal 1911 :,l 1913, comandante del la piazza di Brindisi nel 1916, vicepresidente del Consiglio superiore d i marina dal 1916 al 1917. Triggiani (Emanuele). Generale, n . a Bari nel 1871. Sonot. del genio nel 1895, Trifori Eugenio partecipò alla guerra contro l'Austria del 1915-1918. Nel 1926 andò in A. R. Q. e fu promosso colonnello. Nel 1933 ebbe la p romozione a generale. d i brigata in aspettativa riduzione q uadri.

Trimotore. .Formula <li sicurezza studiata per la prima volta in Italia , lall 'i ng. Caproni, e da lui applicata al « Ca-

T rincea. Opera di fortificazione campale, composta generalmente di un parapetto e d i un fosso. È l'elemento att ivo che le trup pe di fanter ia scavano per proteggersi nella g uer ra d i stabilizzazione o anche ,d uran te soste della g uerra <l i movimento . Nel conflitto Mondiale si e bbero dapprima lung he trincee con t raverse Ietrostanti e poi anche antistanti. Allorchè le m itragliatrici Eurono num~rose e il grosso delle fanterie ven ne tenuto scaglionato d ietro k d ifese, oprme raccolto in piccoli nuclei tra le difese stesse , si ebbero soltanto elementi di t rincea, eh.e sulle linee arretrate si cost itui~ano per squadre o fraz;ont d i squadra. E rano appostan1cnti per tirato ri, ricavacj unifurn1ernente luogo la

lineà, per lo più in iscavo e per uomini in piedi, con banchina, e rappresentavano nel loro insieme le linee lungo le quali sé doveva sten dere il velo <lei tiratori destinato ad agire, mentre durante il bombarda mento ricettavano soltanto _le vedette. Le T . per uomini i11 gi nocchio non h,tuno che carattere provvisorio, finchè cioè l'opera non abbia raggiu nto la profondità necessaria per uo mini in p iedi. li j'ÌÙ delle vol te sulle linee arretrate l'ckmcmo di trincea veniva ricavato unitamente a~I una o pi,, barbette per mitragliatrici, in maniera da pcrmcncrc a parte dei tiratori che la presi-

Trimotore Caproni 101

Trincee delle truppe repubblicane francesi (sec. XV II I)

proni 30 " nel 1914, per i g randi velivoli m ilitari, allo scopo che la inutilizzazio ne di un motore non rendesse inefficiente l 'spparecchio.

diavano di tirare nella stessa d irezio ne delle mitragliatrici, per sostituirle in ogni even ienza . Sulle zone più avanzate le t ruppe <li fanter ia che le occupavano sentivano il bisogno di scavare tr incee <li maggiore sviluppo, anche per comu nicare o srost_a rsi sui punti laterali (V. C11mmi11ai11e,110) . N ello stabilire la posizione delle T. no n si devono perdere di vista gli accessi, ricordando altresi che appostamenti per tiratori, carnrninarnenti di accesso e ricoveri d i r~vescio od arretrati ha nno fra loro lega mi assai stretti . Sulle linee arretrate si tiene conto delle posi2.ion i frontali e laterali che il nemico potre bbe occupare, per e,·itarc così 1•infi lamento e I~ troppa visibilità . Si devono inoltre evitare j rialzi artificiali, non depositare materiali i n vicinanza delle opere, e sgombrare il pietrame. In pianura special mente si costruiscono trincee «. rase >i, cioè tutte in iscavo e senza rara# petto, evitand o le soprastrutture; se lo riterranno necessa rio le truppe occupanti potranno cost ruire un piccolo parapetto di sacchi a terra. Le trincee nascoste nei boschi o nella boscaglia folta possono prepararsi con un riparo per la testa dei tiratori, lasciando però fra esso e .il ciglio di fuoco un 'unica feritoia orizzontale, interrotta d.ai soli sostegni e che i soldati occupanti f'Dtranno suddividere a loro p iaci1uento con sacchi a terra, m ascherando esternamente jl riparo con fras,:he ed alt ro materiale adatto. Sarebbe però più convenien te poter fare a meno d i rivest imtmi , pcrchè , in

Trinacria. Nave d a trasporto, varata a Glasgow nel 1$83 e acquistata nel 1887. Dislocamento wnn . 9207, macchine HP . 6120. F ino al 1891 si chiamò « America·». Nel 1894

R. ~- t: Trinacria •

venne ad ibita a scuola torpedinieri e nel 1900 ad yacht reale. Fu rad iata nel 1925. Ebbe per motto : « Per la Patria ed il Re"·

Trinacria (Legione). V. Ferroviaria Milizia. Trinato. Oicesi dell'impianto dei cannoni sulle corri d elle navi da battaglia,- quando essi sono sistemati sulle torri tre a tre, ossin in numero <li tre, parallel i, sulla medesima torre .


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caso che la tr incea venga colpha., essi ingombrano ed ostrui1 scono g li scavi. Lungo gli argini si possono r icavare trincee int~gliandone ur:o spigolo e sistemando a spalto il piano

Trincea a Misurata ( 19 12)

superiore del medesimo. Lungo le cortine in contropen-

<knza si possono ricavare trincee jn rialzo, perchè non viste da lle posiz ioni nemiche. In tecceni melmosi o d ove l'acqua affiora, si rrovvede a sfruttare la vegetazione per mascherare le opere. In ogni caso si debbono p roscrivere ripari di mu ro a secco, di sassi , d i ciottoJ i, anche se ricoperti da uno strato d i terra. La trincea si scava per tempi, in modo cbe possa servire subito per soldati appoggiati at suolo; successivame nte lo scavo si approfondisce e si allarga , ricavan-

dpne le banchine, per avere sempre la voluta altezza d i appoggio, sistemando continuamente il cigl io <li fuoco e

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srianando il terrcnò di ripono . Possibilmente le scarpate dello scavo si rivestono con graticci, tavole, ecc. od anche si assestano con sacchi a terra se trattasi di e lementi .avan-

zati; anche i l fondo della t rincea deve essere sistemato con graticci, tavole, fascinoni e in modo d a permettere lo scolo delle acque; s'inizia qui ndi la costruzione delle n icclùe i ndividuali, ricavate sotto il parapetto, con _relativo parascheggie o piccole traverse; si attuano poi provvedimenti per facilitare l'uscita all' aperto, per avere pronti materiali d iversi e cartuccie , predisponendo pure latrine, eventuali posti di medicazione, scavi per convogliare le acque piov,me, ccc. Un semplice elemento di trincea ha la profondità d i m. r ,40 a 1,50 e la larghezza di m . 0,80 a 1,00: allora ogni singolo tiratore si prepa'r a la banch i_na con sacch i a terra od altro materiale d i circosta nza . Aumentando la profondità dello scavo cd .a seconda che si- rivestono o n o le scarpate, aumenta ·1a larghezza del medesimo ed allora si hanno trincee con banchine rivest ite, profonde m .r,80-2,20 ed anche più e larghe al ciglio di fuoco m . 1-1,50. Durante il primo periodo della guerra e sulle linee arretrare si p repararono a volte lunghe trincee d i calcestruzzo con relativi appostamenti per m itragliatrici. Lacklovc servirono, quei lavori si dimostrarono inutili ed anche dannosi, giacchè il calcestruzzo, sul cam ro d~ battaglia cd a fior <li terra, si in1piega soltanto quando non se ne può fare. a rneno ed in ogni caso per costituire opere isolate (appostament i per mitragliatrici, osservatori, ecc.), le quali trovano protezione pr incipalmente nel piccolo bersaglio che offrono. Così, come si è detto, uel lc zone ove l 'acqua affiora si costruiscono trince,: in rilievo od anche se ne ricavano intagliando oppoctunamenre gli argini dei corsi d 'acqua; in montagna pure si possono intagliare le creste sottili per ricavarvi la banchina ed allora gli l!omini, che r er lo più

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r imangono nat uralme n te ,defilati dal ,j ro a g ranata, durante il bombardamento si r icoverano in nicchie od incavi ricavati nelle immediMc v icinanze dell'appostamento . Le trincee non si blindano; g li eventuali tettucci d i scolo per le pioggie si costruiscono solo con tempo piovoso, possibilmente fra gli angoli rie n tranti d el parapetto, ma non debbo no in nessun modo ostacolare il movimento. Per quanto ha tratto al tracciato si d eve tene r con to che uno sviluppo rettili neo di 25 n1et ri è già eccessivo; in inverno occorre preoccuparsi della vegcta7.ione, per non r imanere accecati <falle piantagioni o siepi che sorgeranno roi, tenendo eresente che piè1 tardi jl diradamento del ca mpo d i tiro è operazione d elicata. N o.r me speciali regolano la costruzione d i trincee in circostanze speciali : un r iparo di neve grosso m . 4 p ro tegge conrro ri ri d i fucileria eseguiti da distanze superiori ai 100 m.; rna. se la neve è pigiata basta uno spessore di m. 2; contro le g ran ate d'artiglieria da campagna occorre una grossezza di 8 m. almeno . Anche· riclla neve bisog na cercare d i costruire trincee rase i se la neve è poco alrn , la trincea r isulta parzialme nte scavata nella terra ed allora la d istribuzione del materiale d i riporto si <leve fa re con srecialc accorgimento, sovrapponendovi sempre un conveniente spessore (30-40 cm) di neve ben lisciata, per d iminuire la visibilità. In generale i reparti non sostano nelle trincee, ma in loca lità vicine, sfruttando appositi ricoveri e ripari . In terre ni g h iaiosi o sabbiosi si cost ru iscono trincee con robusti rivestimenti; è bene però n correre a

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singoli apposta menti, n,eno profondi del solito , scaglionati .i n profondi tà ed allacciati a camminamenti multipli pure poco p rofondi . L'esecuzione di lavori del gene re presenta

Trincea mobile (1916)

gravi d ifficoltà, srecialmente se eseguiti in prese nza del nen,ico. P uò essere necessario costru ire riparti in rilievo; ma allora ciascuno d i essi deve accogl iere soltanto uno, due o al massimo quattro tiratori . Le tr incee sono precedute dai ret icolati, Dicesi: aprire la t rincea, quando se ne incominciano i lavori ; fabbricare la t rincea, sboccare la trincea , ava nzarsi colla trincea ; lavorare la triocea . l i p rincipio della trincea

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8 B - Ricove ri blindati per mitragliatrici (da 2 ad 8, a aeconda della lunghuza

della fronte e dell'Importanza degll effettivi) CC ._ Traverse a "riparo d el ti ri d 'ì nfilata A A - Camminamenti per rifor nimentJ P P - Osservatorli D D - Buche per l ciapl squ11,dra E E - Buche per I comanda~tl di r lpar1o

Trincee italiane nella guerra !vlondiale

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chiamasi coda, ed il suo sbocco verso j[ nemico bocca o capo. Ramò d i una trincea dicesi quella parte di essa che forma un angolo con un 'altra parte simile. T,-incerone fu detta una grande trincea.

Trincee J·approcào (o approcci) erano usate fino all 'epoca contemporanea nell'assedio delle piazze forti; partivano dalla linea d i : con trovallazionc, dirette contro la piazza con tracciato a zig~zag per non essere battute cl' inM filata dalle opere : i zig-zag andavaoo sempre più restringendosi ed accorciandosi coll'approssimarsi alle opere, sia pcrchè riuscisse possibile il loro , defilamento, sia perchè non mascherassero col loro r ilievo il tiro delle batterie retrostanti. Esse giungevano fino a Ilo spalto. I! profi lo detto di « Trincea semplice » era quello adoperato dal Vauban per la costruzione dèlla prima parallela.

Febbre deile 1rincee. Chiamata cnche « dei cinque giorni>> , <( tibialgica >>? « quintana ~>, ecc., è una infezione specifica, epidemica e trasmissibile, manifestatasi specialmente durante lo guerra Mondiale. P.lcuni la ritengono dovuta ad un virus filtrabile; secondo altri sarebbe determinata da spirocheti o anche dai pidocchi, i quali d iventerebbero capaci ,di trasmertere l'infezione dopo un periodo d i 8-9 giorni dal pastQ illfettante. La malattia probabilmente è prodotta, più che dal la punrura, da l ' con tatto degli escrementi del!' insetto con le piccole erosioni prodotte dal grattamento . Il periodo ,l'incubazione oscilla dai 12 ai 30 giorni . L'ammalato deve essere iso lato, attuandosi le misure ordinarie d i disin fezione secondo le norme impartite dalla nuova edizione della « Istruzione per l'igiene dei militari del R. Esercito ,,, pubblicato nel 1932, Lenendo presente cbe il virus viene el imin ato con le urine e con l 'espettorato. Le m isure profilattiche verame1ite efficaci sono rappresentate dallo sp.idocchiamcnto degli ammalati e dei sa~i e dei loro indumeo(i, noncbè <lalb d isinfezione degli ambienti.

Trincer am ento . Riparo con parapetto, qualche volrn munito di un fossetto , dietro il quale generalmente si r itiravano gli assediati per prolungare la difesa della piazza, quando il nemico era giun to sulla breccia cd occupava una F'arté del bastione. È opera di sohto d i carattere occasionale, aven te tracciato rettilineo, o a linea spezzata, ccc. Talvolta tale. voce è usa ta auchc per indicare un jnsien1c di trincee.

'l'rinceramel)ti interni (Ti)

bastionato. Venivano appoggiati alla cinta, o presso gli angol i di spalla, o agli angoli di cortina, perchè era in vicinanza di tali punti della cinta meno protetti dalle opere antistanti che potevano più facilmente veni re aperte le breccie. l T. interni avevano comando ugua le o alq uanto inferiore a quello della cin ta continua, allo scopo di riuscire p-rotetti dai t iri nemici durante la lotta lontana. li fosso che stava d inanzi Jd essi era prolungato attraverso i l ramparo della cinta fino contro il muro di scarpa d i questa. I cavalieri colle tagliate nelle facce dei bast ioni costituivano pure t rinceramenti interni. Sul principio dell'epoca moderna queste opere addizionali venivano erette al momento del bisogno con carattere provvisorio,. ma poi si riconobbe la . necessità cli costru irli con carattere permanente fin dal tempo d i pace . (V . a oche Campo t rincerato).

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T r inchieri (di Vcna11so" come Giuseppe). Generale, m. a N izza Marittima nel 1847. Volontario od rcgg. Nizza nel 1792, si d istinse nella guerra delle Alpi. Passato poi al servizio della Russia, ritornò nel! 'esercito sardo alla restaurazione col grado d i magg. generale . Comandò la divis. di Cuneo nel 18L7 e quella di Tor ino nel 1820. Governatore <ii Nova ra nel 1822 e d i Genova nel 1830, fu promosso luogoten. generale. Nel 1831 fu collocato a r iposo. Tringali-Casanova (nob. Antonino). Luogotenenle generale · de lla M . V . S. Nazionale. Fu nella guerra con tro l'Austria cap. d i com ple mento nel 78° fanteria e vi guadagnò una mcd . di bronzo. En trato nel mov imento fascista , divcnnl console nel I923 e comandò la LXXXIX legione. Avvocato, fu chiamaro Tringali Antonino a far parte del Tril)Una le speciale per la Difesa dello Stato di\•enendone poi presidente e venendo promosso luogoten . generale nel 1933.

T rinità,, Reggimemo d i fanteria piemontese, appartenente al « Battaglione di Piemonte 1> e costituito nel 1703 con ;· bgl. di milizie di Alba e d i fossano; fu considerato come truppa d'ordinanza. Disciolto nel 1704, i suoi elementi passarono al regg. Maffei. Ricost ituito nel 1709, prese il nome di regg. <( Senanres >> nel 1712 e venne licenziato nel~ l'anno seguenle. Partecipò al la guerra per la Successione cli sragna. Trini tr obenzeni. Sono conosciuti i tre isomeri possibili; il più importante è però il trinitrobenzene si mmetrico che fu preparato da Hepp nel 1882. È un potente esplosivo, superiore all 'acido p icrico e al trinitrotoluene, ma i l suo uso è molto limitato per l 'eccessivo costo di preparazione.

Trinceramenti interni. Opere addizionali interne adoperate 1iclle opere di fortificazione ~ell'epoca moderna: erano costituiti da rampari, o palancate, o muri, o feritoie, eretti

dietro alle parti. più sporgenti delle cinte ed appoggiati alle pacti laterali cl i q ueste, colle quali venivano così a formare unn cinta cont inua. Nel t racciato bastionato le part i più sporgenti essendo 1 bast ioni, tali tr.inccramenti veniv'ano costruiti o alla gola <lei bastion i, o in posizione più avanzata , e sì raccordavano lateralmente o colle cortine o coi fianchi o colle faccie dei fronti attig ui. Avevano tracciato a scn1~ pl ice tanaglia, oppure a tanaglia smussata, oppure a fronte

Trinitroglicerina. Preparata nel 1846 da Sobrero, nei primi tempi fu chiam ata piroglicerina o glicerina fulminante. La sua applicazione come esplosivo si clevc all 'ing. svedese Nobel (1862) . In piccola quantità si accende difficilmente e brucia senza esplodere; l'esplosione avviene riscaldandola a 250• , mediante una violenta percussione o con uu energico detonatore; verso i 110° si decompone sviluppando vapori nitrosi. La trin itroglicerina gelata esplode più d ifficilmente di quella liquida . Se impura focilmeute si decompone e può esplodere wontaneamente; quando è pu-

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rissima invece si conserva in<lefinirivamente. Viene adoperata per la fabbricazione della dinamite, della gelatina esplosiva e delle polveri senza fumo . . Il Nobel inventò la prima nel 1867, impastando tre parti di n it roglicerina con Ull$ d i Kieselguhr; ottenne la « dinamite nera » sostituendo al Kicsclguhr la polvere da m ina. Numerosi imitatori ottennero prodotti analoghi ;;dopcrando altre sostanze assorbentì. Nel 1875 Nobel med iante cotone collodio e glicerina a caldo ottenne la « gelati na esplosiva » (trinitroglicerina p . 92, d initrocellulosa p. 8) e nel 1888 la balistite. f numerosissim i tipi di dinamite hanno t rovato largo impiego nel

c:am_po mi litare : per scavare trlncee, camminamen ti, piaz.w zuok: per bocche da fuoco , gallerie, ricoveri, osservatori, ecc.; per preparare difese accessorie (fogate petriere, torped ini terrestri e subacqL1ee, gimnoti); per allestire mine, controm ine, nùcce detonanti, ecc . Sj impiegano inoltre per d istruggere barriere, m ur i, volte, ponti e altre opere <l 'arte (viadotti, gallerie, ecc.); per interrompere strade ordinarie o ferroviarie ; per demol ire opere d i fortificazione, e per rendere inservibili le bocche d a fuoco che eventualmente. si lr◊vino in pericolo <li cade rè nelle ma ni <lei nem ico.

Trinitrotoluene, Appartiene alla categoria dei « Composti chi.miei » cd è altresì denominato: « Trotyl » , o « Tritolo » , o . ,, T olite ,; _ .È .il der ivato più imporran te dd toluene, a causa del largo in;piego che ha trovato come esplosivo. Si ottiene nit rando il toluene con un miscuglio di acido nitrico e di acido solforico. F u scoperto nel 1863 dal chimico tedesco Wi lbrand ; la Germania lo adottò come esplosivo d irompente nel 1902, e lo denominò « Fi.illpulver » o " Fp. » adoperandolo durante l,a gue rra Mondiale. dotato d i potenza uguale a quel la 'dcll 'aci<lo picrico, non ha azione sulle pareti metal liche dei proietti ed offre m aggio re facilità nelle operazioni di car icamento. Fu pure adoperato dai Francesi e dagli Inglesi, in miscela con nitrato ammonico, detta « Amato! » dagli Inglesi ed ,, Esplosivo T . N. » dai F rancesi. In Italia venne fobbricato a Cengia.

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Trino. Comune in prov. d i Vercelli, sulla sr. dc] Po. Sorse sulle rovine di « .Mansio Rigomago ", d ist rutta nella invasione dei Barbari verso il 573. I Vercellesi se ne impadronirono nel 904 e costruirono le mura. Nel 1613 fu assediato e preso dal duca di Savoia Carlo E manu~le I, che però lo resriwì al duca d i Mantova q ualche mese dopo . Nel 1628 i l duca Carlo Emanuele I di Savoia, con 4000 fanti e 1200 cavall i, investì il borgo, mette ndo i.n azione approcci, artiglieria e mine. La guarn igione, esigua pc:r resistere ad un assedio regolare, dopo breve tempo capitolò. ll duca provvide a fortificare T . e la munì d i cinta bast ionata q uadrilatera. Nel 1639, durante la ~uerra C ivile in Piemonte, Tomn1aso d i Savoia, con un esercito spagnuolo, vi pose l 'assedio, benchè d issuaso d ai .suoi ufficiali che ritenevano la piazza inespugnabile. Dopo' aver massacrato un repa rto d i truppe inviato in soccorso della eiuà dal marchese Villa, con un furioso assalto, sferrato il 24 magg io, Tommaso si impadronì d i T . che abbando nò al saccheggio . Trionfale (Via) . Una de!le vie m ilitari rnmane, che partrndo dall'Urbe dalla p arte del Monte Vaticano, si r iuniva dopo pochi chilometri all a Via Cassia. Trionfi (marc/1ese Agosti110). Generale, n. ad Ancona nel 1869. Sottot. del genio nel 1889, passò poco dopo in fanteria. Combattè in L ibia nel 1914 e 1915 e contro l 'Austria nel 1916 e 19,7. Colonnello nel 1916, comandò il 36°

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fanteria e meritò a Fiondar (1917) la mcd . d'argento . Brigad iere generale nel 1918, comandò le brigate Livorno e L iguria e ud 1923 andò in posizione ausiliaria .

Trionfo (lat. Triumplws) . Era la sup rema ricompensa mi litare presso i Romani e veniva_ concessa dal Senato ai generali che tornavano, carichi di prede, da vittoriose spe<li2ioni . La cerimonia era grand iosa e solenne : il generale, che indossava la veste trio11fale e cingeva una corona d'alloro , te nendo lo scettro d "avorio nella sinistra e un ramo d 'alloro nella destra, attraversava sopra un cocchio ti rato <la quatt ro cavalli bianchi, il Circo Flaminio, il Massimo e giungeva al Campidoglio preced uto dai Senatori: quivi, ai piedi d i Giove Capitolino, egli deponeva la corona d 'onore. li suo cocchio era seguito immediatamente da un largo seg uito a cavallo e poi da un lunghissimo corteo, che passava, nelle vie, attraverso <lue fitte ali <li popolo acclamante . Esso era costi tuito dalle « spoglie " , cioè da inscgnoe di città vinte, armi. e vessilli n1ifitari, oggetti preziosi o rari de i paesi sottomes_si, tavole su cui erano iscritte le imprese compiute e bestie cariche di gemme e di <lenaro, i! quale u ltimo veniva versato nell'erario. Seguivano i re vinti con le ]oro famiglie e i principali personaggi delle loro nazioni, e i prigionieri che dovevano essere venduti schiavi. Infine sfilava l 'esercito vincitore, i cui soldati mettcvaoo in mostra le r icompense octcnutc, mentre il popolo era trattenuto dai littori e da numerose bande di musicisti. La cerimonia si chiudeva con un solenne banchetto in onore del generale vincitore. D i trionfi sono rimasti celebri quelli di Cesare, d i A ugusto e <li Pompeo, e molti sono stat i scolpit i in ,·asti bassoril ievi o in colonne degli archi detti appu nto t rionfali, come q uello d i Tito. Trionto (ant. Tracis). Piccolo fiume della Calabr ia, tribu tar io dello Jonio. Battaglia sul T,·ionto (5ro a . C .). Fu combattuta e vinta dai Crotoniat i sotto la condona di Milone, contro i Sibariti, i quali non avevano voluto far parre della lega pitagorica delle colonie greco-ital iche.

Triope, Promontorio -dell'Asia Minore, nella pen isola d i Cnido, sul golfo d i Cos. Co11federazione di T,-iopc (verso il 1044 a . C.) . Cosiddetta perchè le sue riunioni si tenevano sul p romontorio. Fu conclusa fra tre città doriche della Caria (Cos, Cnido, Alicarnasso) e tre dell 'isola d i Rodi . Esse stabilirono di non ricevere nella lega alcun porolo dorico vicino e di fare risolvere eventuali contese, sorte Era loro, da giudici eleni d i comune accordo. Le città formarono uno Stato che fu detto Esapoli , e poi Pentapol i, essendone stata esclusa Alicarnasso ,

Triparadisus . .Anl. città della Siria, a nord d i Damam.>, sul versante orientale del Libano. Ha dato i l nome al convegno del 321 a. C . fra Antipatro, A ntigono, Tolomeo, Selcuco; Lisimaco, generali di Alessandro Magno, convocato per la d iv isione fra di . loro delle prov incie del g rande impero creato dal defunto guerriero. Seleuco ottenne il te rritorio babilonese : gli altri conservavano le provincie di cui erano in iu~I momento iu possesso . Triplano. .Aeroplano ed idrovolante, studiato durante la guerra Mo n<liale d all'ing. Gianni Caproni e costruito in Italia e all'estero, specialmente per il grande bombardamento. Ne furono adoperati parecchi tipi: « Carroni 40 » ( 1916) (trimotore a doppia fusolie ra e carl inga centra le, poteoza HP. 600/900, carico utile Kg. 3000, velocità Kmh. 125);


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« Caproni 42 »

(1917) simile al precedente (potenza HP. 900carico utile Kg. 3500, velocilà Kmh. 140); « ~aproni 43 » (1917) come il prece<lente ma idrovolante, con d ue · gallegg.ianti, studiato e costru ito come id rosilurante ; fu il p rimo apparecchio del gene re nella storia dell 'avia1200,

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dcll'Aquidaban, cadeva con le arm, 111 pug nò . La g uerra e ra costata al piccolo paese 35.000 morti, 110.000 feriti e ammalati. Il Brasile p rese 51 .000 Kmq. del te rritorio paraguayano; l 'i\rgenc"ina 97.000. E il Paraguay da 580.000 Kmq . r iducevasi .a 275.7i2, dei quali r50.ooo contestati dalla Bolivia : ciò che d iede lul>go al conflitto attualme nte ( 1934) in atto. La popolazione paragua yana scese per la g ue rra della 1'. A . da r .350.000 abitanti '! 380.000.

Triplice Alleanza (Italia, l/ustria-U11g'1eria, Germania).

Triplano Caproni- 40 da bombardamento (t 916)

z ione; sperime n tato a Venezia alla o resenza d i $_ M. il Re, doveva · essere costrLJ ito in grandi. ~erie per attaccare fo. flotta austriaca chiusa nelle sue basi; « C:1rroni 53 » (1917) a fusoliera unica, per ricogn izione rapida e caccia (potenza H P. 450/ 500, velocità Krnh. 190); ,, Caproni 55 » (1917) come il p recedente, ma idmvola nte a d op pio galleggiante.

Triplastite. Esplosivo tedesco , costitu it0 da a ilroccllulosa solubi le, d initro e trinit rotolue ne e nitrato d i piom bo. Si presenta in pasta plastica che può essere fusa e compressa e si ad opera per la carica interna dei p roietti . Triplice Alleanza. Coal izione con scopi definiti fra tre Potenze. La storia ne offre molti esempi, il nome effe nivameotc è rimasto alle due delle q uali ci ocCuf-'Cremo. "f"ripliee Alleanza (Argentina, Brasile, Umguay) . Fu concl usa il 1" maggio 1864, con tro il d ittatore paraguaya no Lopez, il q uale aveva vo luto interven ire ir1 una contesa intefit ina d ell'Uruguay, pone ndosi contro g li in teressi brasiliani. I l confl itto d iplomatico divc1rne militare q uando il Lopez (u novembre 1864) dichiarò la guerra ai Brasile, in iziando subito operazioni militari. 11 Parag ua)' ar mò quasi tutti g li uom ini validi (roo.ooo) con i quali costituì 56 bg l. d i fanteria, 40 regg. <li r avalkria su 4 sq<lr. , 3 regg . d'art. da carnpagna e 236 pezzi d<,1 posizione ; inoltre 22 vapori armati e sei scial u ppe armate. N ella p rimavera del r 865 riuscì al Lopcz d i invadere il M a tto Grosso, ma, proclamata l 'allcanza cui si è accennalo sop ra, gli eserciti della T rivlice si andarono radunando, sebbene con grande lentezza, ag li ord ini del gen . argentino Mitre, e il Paraguay, dopo di avere in vaso anche la p rov. argentina di Corricntcs, dovette pensare a difendersi . N e d erivò quella che Iu detta Gul'rra della T,-iplicc Alleanza. I primi urti (5 agosto e 18 se ttembre 1865) rap presen ta no due rovesci per il Paraguay, del quale la flotta era st,ita quasi d istrutta d a q uell a b rasil iana sul R iachuelo (11 giugno). Dal J865 al 1868 gli Alleati no11 otte nnero risultati. 11 Lopez respinse un attacc'1 brasilia,10 nel Matto Grosso , e si tafforzò a Humajt/1, p,,sizionc st rategica cs~enz iale, che non fu invest ita dagli Alleat i se 11011 nel luglio 1868 e presa il 5 agosto, qua ndo dovette cedere in seguito all'intervento di n avi corazzate b rasiliane . Le truppe paraguayane, che avevano già subito gravi perd ite, si tonificarono a 40 Km. dalla capitale e si batterono eroicamente sull 'Avay nel d icembre (1868) rim anendo q uasi a nnie ntate . L' 11 gennaio 1869 l~ capitale, i\suncion , cadeva n elle m ani d egli Alleati ; il Lopez renne !a cam pag n a co11 un pugno d ' uomini , fino al 1° marzo 1870, quando, circondato sulle r ive

Venne conclusa il 20 maggio 1882 a V ienna . In ~ostanza s i trattava dell'adesione italiana a un p reced ente trattato (7 ottobre 1879) esistente fra Austria e Germanip. 1l trattato d oveva d urare cinque anni ed era rinnovabile ; lo scopo era difensivo, non aggressivo, e m irante a 1nan tenerc la pace nell'Europa; non si doveva no d a rarte dei contraenti stringere pa tti od alleanze in contrasto col p resente trattato; se qualcuno degli Alleati si fosse trovato costretto dalla necessità a d ichia rare una guerra, g li altri d ue s'impegnavano a 1nantencrc verso di esso una benevola neutralità; impegno di aiu to nel caso che le Potenze minacciose per il terzo fossero due o più; m ante n imento d ello « sta tu quo ,, in Oriente <la parte d cli'Austria e dell 'Italia , e, nel caso che non sì potesse n1antenere, e si occupassero terrjtori nem ici, ciò non si d ovesse fare senza preven rivo accordo fra le due d e tte Potenze e senza adeguato compenso. Il trattato venne rego~ larme nte rinnovato e durò fino alla g uerra Mondiale (V.).

Trìplice Intesa. Coalizione c he r imonta al 1905, ma c he ebbe v igore posiLivo nella guerra Mo ndiale. Si formò med ia n te J'accosramento della Gran Ùretag na a lla Duplice Francia-Russia , e divenne Quadrupl ice Intesa con l'entrata ir, guerra d ell'Italia, senza contare g li Stati , m inori aderenti e infine g li Stat i Uniti, i quali dal punto d i vista diplonialico furono « aderenti » nella forma di « Stato Associato 11 . Trìpolì (ant. Oea) . Città capitale della Libia, ant . fortificata, con buon porto. Fece parte d ell'àntica Tripolis (tre città, Oca, Sabrata, Leptis Magna), Appartenuc a i Fenici (Xll-Vll secolo a. C .) poi ai Greci, ai Canaginesi , ai Numidi, ai Ro,nani, ai Va ,;da li . Giusliniano la fece assed iare da Belisario (553) che la tolse ai Va n da li. Ne l 647 un esercito arabo d i 40.000 uomin i ag li ordini d i Abdallàh , si presen tò davan ti a 1'. a bbandonata dagli abi tanti , e custodita da un escr'.;/;;Il~ ~ cito biza ntino di 120.000 uomini ag li ordini del governatore Gregorio. Sotto le mura della città si svolse un 'accan ita ba ttaglia nella quale Gregorio fu ucciso ed il suo esercito sconfitto e 1'. cadde in mano d egli Arabi che la tennero per vari secoli, facendone il cen tro d ella pirateria med iterranea . Stemma d i Tripoli Nel u64 venne assed iata e rresa da Ruggero il Normanno che la ,t enne i n pegno contro i pirati per 1 0 anni circa . Nel 1355 il genovese Filippo Doria l 'assaltò e se ne irnpadronl foc.e ndosi pagare un fortissimo r iscatto. Gli Spagnuoli ,e ne impossessarono nel 15rn dopo assedio cedend ola po i ai cavalieri d i Malta ai qua li fu tolta nel 1551 dai Turchi, che l 'assedia rono da terra con un esercito comandato da Murad Agà e da n1arc con una flotta potente agli ord ini d i Sinitn pascià. Nel 1655 l 'ammir. J3lake, in viato dal Crom wcll; nel 1662 .l'ammir . olandese Ruyter; nel . 1665 l'am m ir. ing lese Marlborough si p resentarono con imponenti flo nc a T. per esigere soddisfazion i contro i pirati. Nel 1683 l 'ammir. francese Du-


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quesnc attaccò la flotta pirata nel porto di T. e la distrusse; nel 1685 l'ammir. frn ncese D'Estrécs assediò T . e la bombardò i,cr ottenere soddisfazione per atti di pirateria. Nel 1728 la città fu di nuovo assediata e bombardata per lo stesso motivo dall'ammir. francese Dc Granprè. L "8 01·tobre 1819 fu bloccata da flotta anglo .francese (ammiragli Freemantle e Jurìen dc la Gravière) sempre per reprimere la pirateria. Nel 1831-32 le popolazioni delAntica bandiera tripolina

l'interno si ribellarono con•

tro i Caramanli, ponendo il blocco alla città. Il sultano inviò a T. una flotta e<l un corpo di sbarco di 6ooo u. agli ordini di ~luSlafà pa~ià. Questi il 15 maggio 1835 ne prese possesso e i I ibelli abbandonarono l'assedio.

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I. Blocco e bombardamwto di TripoÌi (1803-1805). Una flotta america11a agli ord ini del commodoro Preblc, per motivi di repressione della pirateria, si presentò a T. nel] 'agosto 1803 bloccando il. porto. Alla flotta americana crasi aggregata una piccola squadra del regno di Napoli, di sei barche cannoniere e due bombardiere, caraci di avvicinarsi assai alla riva. Il blocco durò a lungo. li tre agosto 1804, mentre le grosse '!avi americane bomba(davano la città e le opere a mare, la squadra delle cannoniere napoletane assaliva le navi corsare, ne cauurava tre, ne affondava due e gravi danni infliggevz ad alcune altre; avvicinatasi poi alla spiaggia concorreva nel bombardamento, arrecando gravi danni agli edifici. Il blocco continuò fino al 18o5, nel quale :inno j} bey diede al commodoro Preble tutte le sod disfazioni richieste.

Il. Attacco di Tripoli (1825). Il regno di Sardegna aveva stipulato di pagare, per alcune concessioni ed assicurazioni,

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4000 piamc al bey di T. ogni qualvolta fosse mutato il console. JI bey pretendeva però che tale pagamento fosse fatto anche quando il console era sostituito temporaneamente per licenze o congedi. La questione si inasprì ed il 7 agosto 1825 il bcy dichiarò guerra al re di Sardegna. Questi armp una squadra navale agli ordini del cap. di vascello Sivori (fregate Commercio e Cristina, corvetta Tritone, brigantino Neftide) che il 25 senembre giunse davanti alla città. Nel )-'Orto vi erano, sotto la protezione dei forti, un brigantino da J'.! cannoni, due golcue da 6 cannoni e alcune barche armate. Falliti i tentativi d 'accordo , Sivori, non potendo subi to bombardar:: la piazza a causa del mare tempestoso, pensò di attaccare la flotta nel porto, :iffidandonc l 'impresa al ten. d i vascello Giorgio Mameli. Questi appaiecchiò 10 barche armate con 26o volontari, marinai della flotta, distribuì i compiti riserbando per sè il più pericoloso, e nella notte sul 27 settembre, appoggialo tino a due Km. dalla spiaggia dal brigantino Nereide, entrò nel porto. Sebbene, dato ] 'allarme, i forti e gli uomini di presidio dalla spiaggia avessero aperto un fuoco violentissimo, il brigantino turco, assalito dal Mameli, venne preso all"arrcmbaggio cd incendiato: la maggior parte de li 'equipaggio fu uccisa o si annegò cercando di salvarsi col gettarsi in mare. Vennero incwdiatc anche le due golcuc. Ottenuto l'intento il Mameli diede il segnale di ripiegamento e la piccola squadriglia assaltatrice ripiegò sulla squadra. La mattina del 27 ìl bcy venne ad accordi pel tramite del console inglese Harrington riconfermando il trattato sardo-tunisino del 1816; salutò con 20 colpi di cannone il vascello sardo; accolse Sdori, sbarcato subito dopo, con gli onori militari. li J$ la squadra tornava in patria. L'ard ita jmpresa era costata due morti e tre feriti. lii. Auacco di Tripoli (1828). Il regno della Due Sicilie aveva stipulato col bey di Tripoli una convenzione in seguito alla quale era garantita la !ibera navigazione del Mc-

Assedio d i Tripoii (1551)

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diterraneo da ogni atto di pirateria contro un annuo tributo d i 40.000 piastre. Nel 1828 F rancesco I d i Nar,oli non volle più pagaie tale som ,na e<t il bey ricominciò la guerra corsara. Una flotta napoletana di tre fregare (Sirena, Isabella, Cristina), un brig::.ntino (Principe Carlo) , una goletta (Lampo), otto cannoniere, q uattro barche bombardiere e due navi onerarie furono inviate contro T . davanti la quale si presentarono il 22 agosto. L 'ammir . Alfonso Sozi Carata iniziò il 23 il fuoco con le barc~c bo mbardiere senza effcuo alcuno, perchè eranP troppo lontane; il 24 e 25 il mare ~urrascoso impedì ogni azione; il 26 un ardito tentativo progettato dal cap. di "(lascello De Cosa venne proibite,; il 27 il Carafa ord inò un bombardamento ge:1erale che non ebbe effètto alcuno ; i l 28, sembrando -al Caraf.a di aver già fatta una imponente <limo.trazione tontro i pirati, tornò a Messina . Il comandante v,;nne sottoposto a proccss~ e cond annato. T uttavia fra il bey e il re delle D ue Sicilie fu concluso (28 otto bre) a T. un trattato di pace e di amicizia.

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mehalle indigene, con una forza complessiva di 20.000 armati. JI 14 e r5 ottobre i Turchi operano piccoli attacchi ad Hamu ra, Bu Meliana, Sidi Mesri , impiegando anche, ma assa i da lontano , artiglieria da cam r,-agna; prodromi sicuri d i un attacco serio contro la città . VI. Combattimento di Sciara Sàat (23 ottobre r911) . Sciara Sciat è un sobborgo arabo a tre Km. ad oriente d i Tripoli . La sera del 22 l 'no regg. bersaglieri (col. Fara) occupava col XXX bgl. la fronte dal fortino Mcsri al fortino Henni; due cp. del XV II la fronte Hcnni-Sciara Sciatma re; il mattino d el 23 alle ore 8,30 alcuni gruppi di cavalieri sferrarono un attacco che si propagò poi nell'oasi su tutta- la fronte dell ' u o bersaglieri premendo al centro contro Henni, ma specialmente a nord verso Sciara Sciat. Contemporarieamente-gli Arabi dell 'oasi della Menscia si rivoltarono colpendo i difensori alle spalle. La d ifesa ddl '110. bersaglieri fu travolta: solo Henni resistette con valore e te1iacia, sebbene Eircondata da ogni parte (ore 14). Alla sera i rinforz i inviati dall'82• regg. laJltCria, e da un gruppo armato <l'art. da fortezza; che aveva no attraversato l 'oasi sotto i

T ripol i nel 18 17

t,_,_ Accordo di Tripoli (aprile maggio 19 r.,). Concluso tra la Francia e la Turchia, per stabilire definitivamente .il confine della T unisia con la Tripolitania. Per esso la Franc ia ottenne una vasta zona in cui e ra compresa lit ,aro, vaniera per Gadàmes. Occupata la Libia d:,ll'l talia, q uesta richiese g iustamente i territori ce<luti dalla Turchia, e li ottenne nel 1919 con l'accordo « ;fittoni » . V. Attacco ed ocrnpazio11e di Tripoli (1911). Appartiene alla guerra Italo-Turca. Scoppiata ia guerra, la Rotta italiana (7 corazzate) agli ordini dell 'ammir. Faravelli. si prcsen.rò il 2 ottobre davand a T . chiedendo la resa della piazza. Ottenuta ris1X>sta negativa, bom bardò il 3 ed il 4 ·ottobre i forti smantellandoli. Il 5 un corpo d i marìnai di sbarcò di 7000 u . occupò la città senz; incont rare resistenze perchè il presidio turco si era ritirato nell'oasi. D al 5 all' II ·ottobre i marinai resistettèro gag!iarda mente a tutti i contrattacchi dei T urchi. · L' n ottobre sbarcarono le prime truppe (4800 u.) del corpo <l 'occupazione agli ordi.ni del generale Caneva ed entro il 16 le forze rimaopni che occuparono saldamente la città spingendosi sino a qualch_c Km. nell'inte rno, assicurandosi il possesso dei. pozzi di l.lumchana, unica risors; id rica dellà città e del presidio. I Turchi, ritiratisi nell'oasi e proclamat1 la g uerra <li religione contro l' Italia, venivano man mano ingrpssando col concorso dei ribelli indigeni, da essi annati , che si addensavano di fronte ed anche alle spalle delle crurpe italiane occupanti l 'oasi: ne derivò che le crvppe itali.ane in T. vennero bloccate da ingenti forze : in breve tempo ben 16

continui colpi dei ribelli, rassicu.rò la resistenza . A nord di Hcnni la 6& cp. d i · riserva del 270 bgl. ve,tne in soccorso di Hcm,i : ma il plotone da essa lasciato in custodia dei feriti fu distrutto ~on .atroci sevi?,ie . ·Le altre due cp. (4& e 5a) assalite da tutte le parti nella zona di Scia ra Sciar e nell'impossibilità d i àverè · soccorsi, <lopo g ravissime pcrdit<; e r idotte ad un pugno d'uomini, si ritirarono · verso T . passa ndo per la riserva, ove raccolsero la guardia, rimastavi anch'essa ci rcon data . I resti dcli.e 3 cp . riuniti in due plotoni e riforniti d i munizioni ritornarono la notte .stessa, assieme ad una cp. ddl '82", verso la l inea, fermandosi a Sidi Giabri a circa 500 metri da essa. La rivolta araba non si era però lim itata all 'oasi , ma si era anche propagata in T.; dal le terrazze e dalle finestre si tiravano fucilate contro le truppe, e per le strade si assalivano gli uomini isolati .e piccoli drappelli. Fu tosto ord inato il d jsarmo degli abitanti. Vennero subito chiamate in città due cp. del 40" fanteria tolte al sellare meridionale , mentre un bgl. di marinai (400 u .) sbarcò al molo dello sparto per csser~i tenuto in riserva. Gli Arabo-Turchi non torna rono all 'attacco il giorno successivo. Le truppe italiane ripresero le posizioni che il 23 erano state oggetto di memorabili resistenze in numerosi piccoli episod i della lunga linea d i d ifesa. Le perdite ddl 'H 0 bersagl ieri, sul quale si abbattè la furia dei rivoltosi arabi , s~-.ecie nella zona d i Sciara Sciat, furono notevoli: 6 ufficiali morti e 9 fciti, 99 u. di truppa morti e r 2 r feriti . Ma p iù commosse la sorte d i 290 u. dispersi che vennero ritrovati massacrati dopo di essere stat i barbaramente martor.iati. Gli Arabi ebbero oltre 300 morti . La fiera resistenza del!' o 0 bersaglieri fu premiata con la medaglia d'oro.

VII . Combattimento di Ru Meliana-Hcn.ni (26 ottobre 191 t) . Bu Meliana è a due Km. a sud d i T. dove ha orig,ir1c l'acquedotto della città. Sulla fronte Bu MelianaCaserrna d i cavalleria-Mesri erano d islocale 10 cp . de11'84° fonrcria, 2 dell '82°, 2 sqdr .. cavalleria, con 2 btr. Sulla fronte est da Mesri, per Henni, al mare, erano d islocate 6 cp. del l'82° fanteria , 6 dell 'r r 0 bersaglieri , 2 del 6° fanteria e 2 <lell'84'' , due brr. nel fortino Mesri ed adiacenze, una ad l-len ni erl una con 3 ~P- marinai un poco pitÌ arretrate, presso, le tombe dei Caramanli. Alla manina a11e ore 5 numerosi Arabi attacca rono fra l a caserma d i Cavalleria e Mesri riuscendo, con ·gravi perdite, a forzare la linea e<I entrare nella zona occupata. I contrattacchi <lelle riserve costrinsero gli Arabi alla ritirata: a lle ore 1p le linee vc1,1nero rioccupate e si provvide a rastrellare la zona dietro


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di esse nella quale ne erano rimasti circa 300 che non avevano potuto seguire gli altri nella loro ritirnta . Mentre si combatteva a Bu Mcliana veniva attaccata dagli Arabi in gran numero con analogo procedimento la posizione di Henni; però l 'attacco non ebbe successo. Un contrnt tacco delle tre cp. marinai e di una cp. bèrsaglicri fu accolto da fuoco violento di numerosi Arabi in agguato 11clle case, negli orti , dietro i muri, sulle palme, di fronte ad Henni. Venne allora ordinata su quella zona un concentramento d i fuoco <l 'artiglieria che obbligò gli Arabo-Turchi a ripiegare con gravi perdite. Alle 9,30 il combauimcnlO ebbe termine. La gjornata costò agli Italiani 10 ufficiali morti e 12 feriti, 1 02 u. m . e 127 feriti . G li Araho-Turchi ebbero 2000

morti circa.

1\itednglia commemorativ:.1 della :-pedizione di Tripoli ( 1825)

VIII. Combauimemo di 1!/imedia (6 novembre 1911). Dopo gli attacchi, il con~ando delle truppe in T. dispo>e per l ' azione di sgombro dell'oasi di T. Il 93•· fanteria con una btr. da momagaa .::d una da campagna il 6 nov.::mbre usciva dalle uioccc ad est della cillà cd attaccava gli Arabi che lo frontcggiava,10: dopo un combattLmcnto di guerriglia, <luraco sino alle 18, occupava J\hmcdia , dove prendevano Fosizionc le d~c batterie. JX. Azioni ili guerriglia (6 nov.::mbrc-26 novembre r911 ) . Dopo la presa di Ahmedia i combattimenti sulla fronte divennero giornalieri . Artiglierie turche ben mascherate tiravano sulla città, e piccoli reparti tentavano piccole azioni di sorpresa in tutte le direzioni ; frequenti ricogn izioni italiane incontravano il vuoto d:.wanti :l loro m'a, appena rientra,·ano nelle lince, venivano inseguite col f:uoco <lagli Arabi in agguato. La g uerriglia costò ai due a\'vcrsa ri notevoli perdite. 1

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Combattimento di Hc11ni-Sidi ,11Jesri (26 novembre

1911). Per porre fine alla gu.-rriglfa il comando dispose per

rioccupare la fronte H enni-Sidi Mesri. La 6~ brigala (23° e 52°) col 50° fanteri:1, due sq<lr. e -I bgl. agl i ordini del gen. Nasalli Rocca, doveva uscire dalla fronte meridionale ad est del la Cascrrna di cava llcria e con largo giro ve rso est punrare sul fortino Mesri. La 3·' divis. doveva guadagnare la fronte Mesri, Henni, Sciara Sciar, mare con l' 1tO regg. bersagl ier i a dr. , 2 bgl. granatieri a! centro, i! 93" fa,,. ' tcria a sr., tenendo il 18° fanteria di rincalzo. La 3~ brig,tta iniziò il movimento all'alba del 26 con la d r. rinforzata <lai 50"; alle ore 10 il fortino Mesri veniva occupato malgrado la resistenza degli ,\rabo-Turchi 11el for\ino e nelle adiacenze. La 3~ divis. iniziò il movimento alle 9,20 e superando tunc le resistenze nemiche, raggiunse l'obbiettivo prescritto \'Crso le ore 16. Alla s<:ra la çosizionc fo,. tino Mcsri, Henni-Sciara Sciat-mare era occupata e rafforzata. L ·operazione costò agli lt~liani 21 moni, fra i quali 2 ufficiali, e no feriti fra i q uali 4 u fficiali . G li Arabo-Turchi lasciarono sul terreno l)itre cento morti. li nemico ripiegò verso Ain Zara.

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XI. Azioni di guerriglia (27 l'ovembre-4 dicembre 19II). Gli .-Arabo-Turchi, pur allon tanati, continuarono nei loro piccoli attacchi e nei tiri di artiglieria da lungi sulla città e vicinan7.,c, controbattuti anche dai tiri della flona. P ur senza ottenere risu lrat i tangibili , le perdite furono sensibili per g li attaccami. Il 4 dicembre le truppe italiane iniziarono la serie delle operazioni offensive che stroncarono le o perazioni del blocco d i 1'. degli Arab<>-Turchi. (V. Ai11 Zam).

Tripoli di Sù·ia . Città marittima ddla Siria, ant. fortificata. Fu centro marittimo dei FeujcÌ, ai quali venne colta <la Alessandro; poi appartenne ad Antioco; nel 60 a. C. fu presa dai Romani e vcn:ic chiamata « Flavia II dall 'imperatore Vespasiano. Durante le crociate fu scalo e centro di commercio imporcante. Dopo la morte di Docmonclo si resse a libero comune sotto la reggenza di Bartolomeo Embriaco, chiamando in soccorso la repubblica di Genova contro le pretese della sorella di Bocmondo. Genova inviò cinque gaie.:: agli ordini d i Benedetto Zaccaria, che cncrato nel porto di r. ottenne lo sgombro alla squadra navale deUa pretendente . Poi to rnò sotto la dominazione musulmana e nel 1517 cadde sotto il dominio mrco. Durante la guerra di Siria, il 17 ottobre 1840 l;i flotta europea penetrò nel porto; tremila Egiziani $,f:Ombr:11ono la piazza facendo ,a_ltare il forte. La città venne saccheggiata dai montanari dei dintorni che vi entrarono p1·ima che gli Alleati sbarcassero. I. Assedio di Tripoli (i ro9). Appartiene alla prima Crociata. Mentre Raimondo di Tolosa comhaucva a Gerusalernme, suo figlio Berrrando, con una flotta francese, r in-forzata da naviglio genovese, pose l 'asscdio a T. Gli abitanti chiesero aiuti a Bagdad, Mossul, Damasco, Cairo sen1,a risu ltato alcuno. Dopo lungo assed io la città caritolò, venne· saccheggiata e [u poi eretta in contea. II. Assedio di Tripoli (1289). Appart iene alla cooquista: araba e fu posto dal sultano <l'Egitto El Mansur che vi impiegò Ji grandi macchine <l'assedio e 1500 minatori. Dopo 40 giorni. aperta la hreccia, la città fu presa d 'assalto. Vennero passati a filo di spad:i i diknsori, e gli abitanti che si erano riparnli nella vicina i,.oJetta <ii S. Ni, cola; donne e fanciulli furono portati in schiavitù ; la ci ttà, dopo <li essere stata saccheggiata, venrn.: incendiata e rasa al suolo. I pr incipi cristiani di Pa lc.tina non rortarono, nessun soccorso alla ciuà per gelosie sorte fra di loro.

Tripoli. Corvetta a ruote, in legno, varat:1 a Genova nel 1840. Dislocamento 101111. 800. macchine HJ>. ,So. Nel 1848 partecipò alla spedizione nell'Adriatico e boml,iarpò Caorle e Pira no; nel , 855 alla spedizione di Crimea; nel 1860 alle operazioni nel golfo di Gaeta. Venn.:: radiata nel 1877.

T ripoli. lncrociarorc torpediniere, varato nel 1886 a Cas1cllammare di S1abia. Dislocam.::nco tonn. 848; macchine HP. 2415. Trasformato nel 1905 in nave affondamine, venne radiato 11el 1923.

fncrociatorc torpediniere (I Tripoli •


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dagli Arabi che a poco a poco, per quanto ostacolati da Bizantini e da Berberi, se ne impadronirono. Nel u46 cadde sotto la signoria Normanna, ma nel 1158 gli Arabi costrinsero i Normanni a tornare in Sicilia. Nel 15IO gli Tripol is (o Tripolitza). Città della Grecia meridionale, Spagnuoli, continuando nella guerra contro i Mori cacciati nel Peloponneso, di cui fu capitale fino dalla pace d i di Spagna, si scontrarono con gli Arabi e si impossessaPassarowitz del 1718. Il 5 ottobre 1821 fu presa <l'assalto rono della T. che nel 1530 cedettero ai cavalieri d i Malta, i dai Greci insorti comandati da Colocolronis e ridotta un quali ne furono scacciati dai Turchi nel 1551. Nel 1711 mucchio di cenere; fu però ricostruita ed il 23 aprile 1 823 venne costituita in principato turco, ~otto la d inastia dei venne scelta a sede del Governo greco. Il 21 giugno 1825, Caramanli. Tale principato durò sino al 1835, quando il sultano destituì i Caramanli ponendo la T. sotto la d iretta Ibrahim pascià se ne impadronì, ma nel 1_828 l'abbandonò definitivamente. sovranità della Porta. A motivo della rapacità dei precedenti governatori che esercitavano la pirateria su larga scala, la Tr i poi itania. Regie-ne dell 'Africa del nord che si afT. ebbe frequenti conflitti con gli Stati marittimi del confaccia sul mare Mediterraneo fra i golfi della Grande (est) tinente 1355 con Genova, Filippo Daria; 1510 con la Spae d ella Piccola Sirte (ovest). Confina ad ovest con la Tugna, Pietro Navarro; 1728 con la Francia; 1803 con gli nisia; a sud con la colonia francese del Niger; ad est con Stati Uniti, commodoro Preblc; 1819 con Stati Uniti e la. Cirenaica. Fece parte d ell'antica provincia romana d'AFrancia; 1825 col re di Sardegna, ed ebbe sempre la peggio. frica. Popolazione: 550.000 abitanti , compresi 35.000 rcCosì si giunse al 1911, quando scopç-iò la guerra I talqgnicoli. Estensione Kmq. 900.000 . Turca, che cessò con la pace di Losanna (17 ottobre 1912) Ha una rete ferroviaria di circa in segùito alla quale la T. rimase in possesso dell 'Italia. 300 chilometri ed una estesissima Si iniziarono da quell'epoca le operazioni di penetrazione rete d i strade camionabili. nell 'interno, seriamente ostacolate dai ribelli arabi e berberi Nella Tripolitania ·sono stanziate sobillati dai Turchi. Iniziate le operazioni nel novembre le seguenti forze militari: I divis. 1912, l'occupazione del Gebel e del Garian venne nel 1913 di CC. RR. e zaptiè; 2 bgl. caccompletata con l'occupazione di Gìosc, Nalut, Gadames e ciatori; 1 squadriglia autoblindoMizda. Stabilita una base, il governo centrale decise di mitragliatrici; 3 cp. genio (zap- occupare il Fezzau e dell'orerazione diede la direzione al patori e minatori, telegrafisti e colonnello Miani. La guerra Mondiale riaccese la ribellione. specialisti); 1 sez. radiotelegrafisti; La colonna Miani dovette abbandonare Mur1.uck e r itirarsi a 5 bgl. libici; 7 bgl. eritrei; 7 sqdr. Sirte (25 dicembre 1914) mentre i rivoltosi attaccavano lutti i .Stemma della Tripolitania savari, 3 sahariani, I spahis; 3 btr. piccoli presidi del Fezzan e della Tripolitania, catturandoli libiche someggiate; 4 cp. cannonieri o d isLruggendoli. li governo ~entrale ordinò allora il ripie!ìbicì; 1 reparto deposito; 1 pl. invalidi e veterani indigeni; ser- gamento su Tripoli; alla fine dì agosto 1915 l'occupazione vizi. In tutto 560 ufficiali, 620 sottufficiali, 4000 u. di truppa italiana si. ridusse ad Homs e a Tripoli, col territorio adiai taliana e 14.000 indigeni. Inoltre : I comando di Marina; cente sino a Tagiura e a Zuara. Quivi si erano rifugiati, I gruppo coloniale della Aeronautica, su 2 squadriglie, d i sotto la protezione della bandiera italiana, i Berberi del cui I da ricognizione e 1 da bombardamento, I legione Gcbel che non vollero seguire i ribelli arabo-turchi contro libica (43 ufficiali e 1500 u.), alcune formazioni irregolari l'Italia. Nel 1917 il governo della T., avendo ottenuto dal (1 gruppo di polizia montata, 2 gruppi ausiliari, I gruppo governo centrale una maggiore disponibilità d'armi e d 'arsahariano irregolaré). Con R. D. 1933 al R. Corpo delle mati, decise di riprendere le operazioni contro i ribelli col truppe della Tripolitania è stata concessa la med. d 'argènto pr imo obbiettivo di r ioccupare i l Gebcl e restituire alle loro al valore militare. terre i Berberi r ifugiatisi a Zuara. Dal gennaio al settembre 19r,1, in una serie di vittoriosi scontri, i ribelli vennero La T r ipolitania venne nel XIl secolo a. C. occupata dai ricacciati dalla zona compresa fra il Gebel ed il mare. TerFenici che la colonizzarono. Ma dal VII secolo i Greci, minata la guerra Mondiale le operazioni vennero riprese giunti già ad una certa potenza marinara, si sostituirono man mano ai Fenici finchè vennero ad urtarsi con i Car- con maggiore energia e dopo vari combattimenti im~""Ortanti e l'intervento d i nuove truppe (38", 81" d ivìs. , 1 " divis. taginesi. Dopo lunghe lotte i Cartaginesi rimasero padroni di tutta l'Africa settentrionale sino all'Egitto. Quando la d 'assalto) i ribelli furono costretti a chiedere la pace. Fu in quella circostanza che si istituì il Parlamento tripolitano. potenza dei Cartaginesi venne distrutta dai Romani la T . passò alla d ipendenza, col consenso di Roma, dei re d i Ma i ribelli, pur manifestando una apparente sottomissione, non sostavano; e quando, con l'occupazione del porto di Numidia, finchè, ·i n seguito al risultato della guerra GiuMisurata, il governo volle sanzionare la sovranità italiana gurtina, divenne provincia ron1ana, amministrativamente classificata come « Consularia » ossia affidata ad un governo sulla località, la ribellione arse nuovamente ovunque (genconsolare. Sin da quell 'epoca le popolazioni dell'interno naio 1922). [ tempi erano però cambiati cd il governo non manifestarono i loro istinti ribelli ad ogni dipendenza stra- era più del parere di continuare nell'equivoco della sovranità sulla T., che esso volle p iena cd intera. Le operazioni niera e furono frequentissime le loro ribel lioni, tanto che cominciarono a i primi di apr ile del 1922 e si conclusero gli imperatori Traiano ed Adriano costruirono una linea di difesa verso l'interno detta « Limes T ripoEtanus "· Sotto gli il 17 ottobre con l'occupazione di Garian, che permise il ritorno nelle terre del Gebel della popolazione berbera che imperatori Settimio Severo e Caracalla assurse a gr~nde flol'aveva abbandonato. In fine del 19n era salito al go·ridezza. Nel 429 venne invasa dai Vandali condotti da verno Benito Mussolini che impresse nuovo impulso alle Genserico, provenienti dalla Spagna. I tentativi fatti dalI 'ìmpcr;itore romano d'Occidente di scacciarli non ebbero operazioni, sino alla rioccupazione integrale <li tutte le terre esito alcuno. L ' imperatore Giustiniano, che studiò il gran- sulle quali, già nel 1914, era stata alzata la bandiera itadioso progetto di riunire nu0vamente l'impero romano, se liana. Così, dopo brillanti combattimenti iniziati nel d icembre 1922, venne il 5 febbraio 1923 ripresa Tarhuna ed ne impad ronì nel 534 e la T . passò così sotto la signoria il 22 Misurata città. Le nuove località servirono di base degli imperatori d'Oriente, sino al 643, quando venne invasa

Tripoli. Trasporto, varato dal cantiere Odero nel 1922, dislo~amcnto tono. 2698, lungo m. 62,75, largo m. 9,7.0; appara to motore cavall i 600, velocità m iglia 8.


Tiu

1301 -

TRI

equi1 Il 'intera occu• intese • i . meta Il. ica ' ha un . operaz1.0ni autunnal'ri, Orfe 11a. a Queste s1. m. d' costruzione andante, sccoodo . monomotore a cabina rsone : pnm tutti come tre m itraglien. . 0 pilota r le successive d I paese deg t . I settembre 19 . paggio d1 tr~ pc rad10telegrafista' e pazione d e I Gcbcl . e olonne eoneorrentl, ne pilota motonsta, 23 e ·1 z 1.aro no, con . vane ccupata i 3 d iccm• . Nalut veniva. o . Sinaun l 7 1 b lleni Uhd il 27, ·1 r5 Mizda re, Gadàmes t , be 2 febbraio 19 4, . . novem r · 11 23 i! 10 apn·1e, Sm e tra la · coAlla fine del 1924 tu zona interna o ì. ' () d.e\\u. stiera e<I. una estesa r ioccupata. s·'. trat<l \. T \, fortemente la Sirttca e era d' r ioccupare . rov• tava ora , le scopo s1 P · e . Le il Fczzan : al qua re araz1on . con lunga P p il o gcn'Ny.-.·. · • • · •·. •.· • . .• v1de, . . si iniziarono 1 n avoperaz1on1 2 si svolgeva u ' ·1 ·:i.:·:1.;-R ·"o:, i t1;•: ·.·.·s·,;1,_,~- . 1 28 naio 9 · rtantissimo p~rcb: :. ' ,' .' , ' , ' ,', ' , ' , ' .' , • , •, •, · . • 1 ,, •,'\: •.·. ·.• . . ",' . r,r,llt vcnimento lll'l~ della Senussrn. ( l ca po della setta d) . presentava al e 1//( : ~,',,; ,,; >f:•//,/}'. 51 .1e<l Mohamme . do d i sot. lichtaran . truppe i taliane < con<1·iz 1·one alcuna Jl zo febbraio tomettcrsi senza . ·Socna e poco al governo italiano i ata .

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vcrnva ochlep oaSl. di 1\ug1la, dopo Zelia. e Ccbba, Gialo, dop: Ergh, El . . . a Zella El . batu menti _. . ibrillanu com ai cui pozz , '. T eorift, intorno . la possibi lità "' avevano t rovato belli ·rsi i ribelli arab", a di vivere. D ,spe !azioni si sotto• b Mogar a , .le popo f"acamente. Sospese o ,mmec, d I demettevan . . .al margine e . . à le operaz:om . Gadàmcs, M1z<l ' to si faceva dt I base del le oa ser , 11 e Cia lo a Socna, Ze a . i attrave.rso la-z~ ]rime opcraz1on , . . ne durò stno u . a . la prcpa raz ,o ed esse deseruc . dell 'estate 1929 na Il alla fine . ' sosta alcu . n no soffrirono piu1 ven ·va occupata d icembre 1929 k ed il 21 gen • sven5 Sebha, i·1 2 1 bBrac d,·era italiana 19 2

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naio 1930 la

anck poco P'ù d i 5 1 1 tolava su Murzu. , o in cui vi era dal gwrn ananni dopo _' Rimanevano

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1 asi le ul. d i Uban (3 ammatnata. stata . . n piccole o J>occupaz1one ' ' oo-ni sparsi ·b ·lli. ma ) stronco o 1 "'"' , • 'b li fo= n ' ' f bb,aio ' 93° f , od time irriduct ' . . . d i Gat (24 e del Fezzan c le . . ) e dell oasi ' !timo capo . una scorta gennaio Sopravviveva I u asser. M~ntr~ con ·a d i metd " . Scf en. N . egli cerca, res,stenza . ·a tra ito. 1914 ave,, carovana d', cam , me . 11di, Besculu k. (12 mar z . iunto ali ua . . la sua scorta . ribelli ed 0 1 una d' ,eoo, "gg , o<o on,oo tersi , Con· questo u l<im lio 9 in sa vo, b . , e combamme 30), e dopo iev I carovana catturata. . nava la ;,acc ne . a '"""" . . <i"'"'" o,iom < ' o fi oi<o < n,o, . "'""" n,fa. ' "" • dd Gooqoo ,,. . facendo scorni succcsso le. oper dove,. 1. ]tura p rovvedimenti Tripolitama, e al com merc10, no vita all'agnco I

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p posizione.

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. che· srara acdi traè armato di una mitragl. unai amce in tor retta ca• <l'<,,o 1•,1, "' ho ofoiooo. Noli, ' .

traverso l'elica , I battono il settore i fia trasmittente e due . di radiotelegra sparente ' altreistallazione fotografare il terreno sotmo occorre per bina è una ricevente e qua tostante.

cost ituita dopo . a

'"' ogm " .. - . regolare '"'"'"'· inquadrata 'm r•· ·poloc. Milizia . !l'europea, lutata p rcTrt I rd mata a . le Pu ree Mondia e, o

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gom, . ' "'""'" ro . A h,,a, " ro . I do,c mli "P""' ' g,o « degli m d od lo '" P""' · di lentemente con. . . H anno se e o Jtati dotati va . .Ln T ripolitama: l 'ltalta h servizro di. polizia, e son ompiono anc e

l 1928 to e costruI to ne miTriposto r . l ricogn12Jone ) . Progetta lontana. . Monoplano (da ricog,11ztone dall'ing. Caproni per a c . t aghat11c1. .

che pren-

d a guerra, g reca e . romana, dai quali. veniva _ Nave . . <l'i remi Trireme, d . tre ord101 , ", Trierarca • ·i I suo

deva il nom~ at che mossa . Si cluamò an

« Triera », e


-

TRI

1302 -

comandante. Sembra che, costruite ~al corinzio Aminocle, comparissero verso la fine dc li 'VIII a. C. Per le sue doti di leggerezza , mobilità e velocità era nave da guerra per eccellenza, e veniva indicata semplicemente col titolo di na1•c , mentre tutte le altre erano ind icate con la denominazione esprimente la loro particolare q ualità. Fino al

l 'Italia, la Gallia, la Spagna. Ben presto si 1•en~e per/) alla guerra Civile (V.) che term inava con la battaglia di Azio.

Triumvirato della Repubblica RomallQ. Nel 1849, costituitasi a Roma la Repubblica, questa fu retta da un T. composto d:1 Mazzini, Saffi e Armellini. T rivié. Reggimento di fanteria piemo111cse, appartenente al " Battaglione di Piemonte » e costituito nel 1703 con milizie della città di Torino; fu considerato come truppa d'ordinanza. Disciolto nel 1704, i suoi dementi passarono al regg. Maffei. Ricomposto nel 1705, fu licenziato nello >tesso anno. Fece le campagne del 1704-05 dclb guerra per la Successione di Spagna.

Triremi greche JV scc. a. C. gli Ateniesi non fece,·o uso che <li sole T.; d o po cominciarono ad appa r'Ìrc le quadriremi, le quinqueremi, ecc. Circa la posizio ne degli ordini di remi, variano le opinioni, ma pare certo che nelle T. i differe111i ordini di rematori , i quali stavano seduti lungo i fianchi della nave, fossero collocati in banchi sovrapposti.

T r itone. Corvetta in legno della marina sarda, costruita .a Genova nel 1817, armata con 20 cannoni. N el 1825 par-

Jecipò all'imf'rCsa di Tripoli.

Trivulzio (Gian G,acomo). Condottiero, n. di Milano (1436-1518). Fece le sue prime armi sotto Francesco Sfor~a contro Venezia nel 1452; nel 1465 combattè in Francia conLuigi Xl , poi tro i ribe lli a S. Germano Vcrcdlcse per Galeazzo. Dopo una serie di vittorie sui Veneziani e sul . Papa dovette lasciare Mi lano, bandito da Lodovico il Moro, e passò al servizio del re di Francia per cui si batti: a Fornovo ne i 1495. Nominato

a

luogotenente generale in Ita-

lia, conqui•tÒ il Milanese e ne fu nominato Governatore cd ebbe il titolo di maresc. di Francia. Nel , 509 ad Agnadello comandò l'avanguardia, Tri.,ulzio Gian Giacomo e dopo la battaglia di Ravenna e la morte di Gastone d i Foix comandò l'esercito francese. Nel 1515 operò un memorabile passaggio delle Alpi e poi sconfisse gli Svizzeri a Melegnano. Ma per in,•idia di colleghi e ,pecialmeotc del Lautrec, cadde in disgrazia del re, e ne morì d i dolore.

Corvetta s nrda • Tritone •

Tritone. Na\'C idrografica, varata in Giappone nel 1913 ed entrata in servizio nel 1917; d islocamento tonn. 450 , lunga m . 42,15, larga m. 6,70; apparato motore cavalli 49 , , velocità miglia 9,8. Armam~nto due cannon i da 76. Personale d'armamento: 1 ufficiale, 55 uomini d'equipaggio .

T r iumvirato. Forma d i governo retto da tre uomini. Sono rimasti famosi nella storia i due 7'. sorti in Roma sugli ultimi anni della Repubblica, dopo i quali venne l'impero. 11 primo , costituitosi nell 'anno 6o a. C., venne formaro da Giulio Cesare, da Pompeo e ,la Crasso, i quali sotto il nome di « T riumviri reipublicae coostitucntes » si divisero le provincie romane e segnarono la fine delle libertà repubbliC3nc. Qualche anno dopo, morto Crasso in O riente, sorse la lotta fra Cesare e Pompeo. Caduto Cesare sotto il pug nale di Bruto e Cassio, la rerubblica cadde in mano <lei :.ccondo 1·. formato da Antonio, Lepido e Ottavio, con lo specioso scopo di vendicare la morte dd dittatore. Questi, riunitisi nel 43 a . C. in un ' isoletta del Heno bolognese, si assegnarono le provincie <la governare, e Antonio si prese l 'Oriente, Lepido l ' Africa e Ottaviano

Triuu/:;;io Renato. Caf'itano del !.Cc. XV, fratello di Gian Giacomo. Al servizio di Imola nel 1477, passò cinque anni dopo agli ordini del papa Sisto IV ed ebbe i l comando delle truppe pontificie nella guerra contro il duca d i Ferrara: finì governatore della Valtellina. Trivulzio Girolamo Teodoro. C.1pi1ano del scc. XVJ. Senniorc dello Stato d i Milano nel 1512, fu al scrviào della Francia e governò P iaecn,:a, Nel 1524 seguì Francesco I in Ita lia e rimase ferito mortalmente a Pavia. Trivulzio Teodoro. Capitano del sec. XV-XVI e maresciallo di Francia (1454-1531). Scrvl dap prima gli "A ragonesi e passò poi al soldo <ld re d i Francia. Si segnalò ad Agnadello e a Ravenna, comandò l'esercito della repubblica di VenC?.ia, assunse dopo la battaglia <l1 Pavia (1525) il comando dell'esercito francese che ricondusse in patria. Parteci~--ù alla co nquista di Genova nel 152j, e nominatovi governatore ne fu c,1cci:110 nel 1528 da And rea Doria: si chiuse nel Castelletto ma dovette arrendersi poco dopo. Tornato in 1:rancia, finl governatore di Lione. Trivtdzio Giangiacomo Teodoro. Capitano del sec. XVJI. Dopo esser stato al serviz io di Fil ippo IU di Spagna, si diede alla carriera ecclesiastica e divenne cardinale; ma partecipò in Lombardia alle guerre contro la Francia. Viccrè e capitano generale del regno cl ' Aragona nel 1642, fu inviato nel 1647 da Filippo IV a Palermo· con la medesima carica in Sicilia, e cosl pure a Milano nel 1655.


TRI

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Trivulzio Alessandro Teodoro. Generale napoleonico, m. a Par igi nel 1805. Comandò la guardia nazionale d i Milano, poi prestò ser vizio nelle milizie cisalp;ne e partecipò alla d ifesa di Genova. Promosso generale d i brigata, fu il primo ispettore della gendarmeria naziona le e per trenta mesi fu m inistro della guerra a Milano.

TRO

t rovi amo di ciò traccia nei grafiti assiri ed cgizian i. I T . vennero più tardi rappresentati nei marmi; a Roma si conserva tuttora quello d i Mario dopo la vittoria sui Cimbri. Il secondo significato di T. è quello che si adopera per

Trn. Comune della Bulgaria, nell'alta valle della Nisciava, sulla Sucovsca, presso i l confine con la Jugoslavia. Combattimento di Tm (1885). Appartiene alla guerra Serbo-bulgara. Contro le posizioni bulgare fortificate con trincee davanti a T. avanzò il 15 novembre la divis. serba della Morava. l Bulgari d isponevano di i3 cp. con 8 pezzi (circa 7000 u.) agli ordini del cap. Geneff : i Serbi erano circa 6000 con 16 pezzi. La g iornata passò fra uno scam~ bio quasi innocuo d i cannonate: verso le 17 i Serbi tenta-

rono un de_bole atta.cc.o sulla dr. bulga ra, ma si arrestarono sotto il fuoco di q uesta. Un centinaio d 'u. caddero complessivamente fra m. e fcr iri, ed erano stari srarati oltre 250.000. colpi di fucile e 500 di cannone. Nella notte, i Bulgari si ritirarono abbandonando i loro cannoni.

T rofeo <li ai·mi galliche

Trofeo alpino

indicare sulle divise, o sui cop ricapo, o sulle spalline , o sulle maniche, l'ar ma ed il corpo a cui appartengono i militari; è detto anche fregio, è d i me.tallo, o di tessuto d'argento o d 'oro, costituito da simboli diversi a seconda

dell'arma o del corpo che vuole indicare. Per i granatieri ad esempio viene adoperata una piccola granata; per la fanteria due fucili incrociati; per la cavalleria leggera una cornetta; per i lancieri due lancie incrociate; per i bombardieri una bombarda; per ~li avieri un aeroplano e così via. Altro tipo di T., infine, è quello destinato a gare di tiro, o, in !I.farina, anche di voga ; talvolta è d'argento e d'oro.

Troia (llion o Pergama). J\nt. capitale della 'froade, nella Misia. Fu potelltemente fortificata, con le caratteristiche « ]>orte Scee », esempio d i fiancheggiamento nella forrificazione prim itiva. Le strade d i accesso alle pone vi giungevano o bliquamente, non direttamente, così che g li assa-

litori d ovevano sfi lare sorto le mura rcr giungere alle porte stesse. A,sedio di Troia. (Probabilmente tra il 1190 e il n8o a . C.). 1:, l'~vvenimento più importante dell'età eroica della Grecia. In T roia o llion regnava Priamo, quando Paride, uno dei suoi figli, viaggiando it1 Grecia, rapì Elena, moCombattimento di Trn ( 1885) glie di Menelao, re d i Sparta:. Menelao, offeso, eccitò alla · vendetta gli eroi e i pr incipi della Grecia, e in breve si Trochtelfingen. Città del Wurncmberg, nel principato adunarono più cli 100·.ooo u. che posero l'assedio alla città. I Greci solo dopo r o anni <li assedio e per via <l'as'tuzia d i Hohcnzollern, sulla Scckach . Il 18 ottobre 1805, giorno dopo la capitolazione di Ulma, il maresc. Murat riuscì a poterono nel 1184, secondo l'opinionè più generale, vincere circondarvi il corpo <lei gen. Wemeck e lo costr ime a ed espugnare la città, che fu messa a sacco e fuoco . Degli eroi troiani si salvarono Enea è 1\ntenore. Questo leggencapitolare. dario assed io ci è stato cramandaco <la Omero .nell' « Iliade». Trochu (Luigi) . Generale fra1Jcese (1815-1896). Tenente Tmia. Comut1e in prov. di Foggia, sul luogo dell 'ant. nel 1840, d i,·e,nne colonnello nel r853 e geo. di brigata Aecae . Presa da Annibale durante le gue,-re Puniche, venne nel 1854. Combattè in Crimea e d ivenne gen. <l i divis. nel assediata e ripresa nel 214 da Fabio Massimo . Sotto gli Ara1859, partecipando alla guerra di quell'anno in Italia al comando della 2• divis. del Ili C. d'A. Comandante del XII C. d 'A. nella campagna del 1870 e poi govern atore <li Parigi , provvide alla sua di(esa sino alla capitolazione. A riposo nel 1873, scrisse : « L'esercito francese nel 1867 " ; « La rolitica e l'as~ed io di Parigi »; « Memorie ».

Trofeo. La voce ha due significati differenti . Il p rimo

è q ue llo ,fato dai Romani all'insieme delle spoglie ed armi dei vinti, cbe il vincitore in segno d i ùttoria appendeva ad un albero sfrondato, nello stesso campo <li battagl ia, quale si mbolo della sua supenoma. Tale mod_o di segnalare la vittoria risale certo ad epoca precedente a Roma giacchi:

gonesi venne munita di m ura, ora scomparse.

I. Assedio di Y.roia (1022). Fu roseo dall'imperatore Enrico II. La città era dif.esa da forte presidio bizantino, appoggiato dagli abitami. Enrico mise in opera numerosi mangani, che però in una vigorosa sortita andarono in fiamme. Ricostruiti, e ben guardati, ripresero a battere le n1ura, ma occorsero tre mesi per indurre i difensori a scen-

dere a patti, ottenendoli abbastanza larghi, malgrado la minaccia precedente d i essere passati tutti. a fil <li spada. H. Battaglia di Troia (18 agosto 1462). Appartiene alle lotte fra Angioini ed Aragonesi. I primi, comandati da la-


TRO

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copo Piccinino, vennero 3ffront3ti dalle truppe del re Ferdinando, col quale era Alessandro Sforza. La battaglia durò sci ore, e terminò con la piena sconfitta degli Angioi ni , i resti dei q uali si rifugiarono a T. mentre i vincitori si sbandavano per inseguire i fuggiaschi e per fare bottino. Il Piccinina, ciò ,·eduto dalle mura, uscì con una mano dei suoi e recuperò prigionieri; e stava per mutare le sorti della giornata, quando il re e lo Sforza, riusciti a rannodare un buon nerbo di cavalleria, lo ricacciarono in città. Di qui il Piccinino uscì nella notte, e la città finiva per aprire le porte a Ferdinando.

Troili (Giulio). Ingegnere milita re del secolo XVII, n. d i Spilimbergo. Scrisse un trattato di fortificazione intitolato: « Paradosso » . Troili Rinaldo. Generale, n, a Narni nel 183E, m. nel 1900. Sottot. di fanteria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859-6o-61-66 ed a quella del brigantaggio, nella quale meritò la mcd, d'argenlO. Dal 1876 al 1877 insegn<Ì storia mii. alla Scuola cli guerra. Colonnello nel 188g, comandò il 1 ° e poi 1'86'> fanteria. In P. J\. nel 1894, fu promosso magg. gen_eralc nella rise rva nel 1898.

Troili Pietro. Generale elci CC. RR., n. nel 1859, m. a Roma nel HJ29. Da colonnello (191 i) comandò le legioni d i Palermo e <li F iren~e. Nella g uerra contro l'Austria comandò i Carabinieri mobilitati. Magg. generale elci CC. RR. nel 1917, comandò il 1• gruppo di legioni e poi fu addetto al comando gen. dell'arma. In P. A. nel 1921 e rrcsidentc del consiglio d irettivo del musco dei CC. RR ., assunse nel 1923 il grado di generale di divisione.

Trols-Piquets (Reggimemo dez). Nomignolo daro al rcgg. dell'armata napoleonica, composto quasi esclusivamemc di Piemontesi, costituito dopo la battaglia di Marengo. Si dislÌnse ad Auerstiìdt, a Wagrnm, ad J\usterlit~, nella campagna di Rus1ia, nelle ultime cli Franci:,. 111°

Troisvilles. Comune della Francia, nel clip. ciel Nord, a oriente cli Carnbrai.

festò nelle loro file, cd essi furono posu ,n fuga, lasci3ndo 4000 u. morti e feriti (fra questi ultimi il Chappins) sul campo, e 35 cannoni.

Trollmann (haro11e lg11azio, von). Generale di fanteria austriaco, n. nel 1860 . Ebbe il comando della Landwel1r nel 1910 e ocl 1913 divenne tcn. maresciallo, comandante della 1~ djvis. fanteria. Durante la guerra Mondiale combattè contro la Serbia e poi co111ro la Russia alla testa del XIX C . d'A. Fu ancora destinato in Serbia con la 3• armata e diresse l'attacco del Lovcen, spingcndos: fino all'interno dell'Albania. :--Jet 1917 fu creato barone. Tromba. La parte anteriore delle ant. bombarde, che verso la fine del noedio evo prese il nome d i volata. Tromha . Strumento musicale, adoperato negli eserciti e nelle armate fin dal tem po degli Egizian i, i qua li lo importarono d3i popoli orientali. In Europa, la Francia l'introdusse nella cavalleria nel 1444; in Italia le Signorie e i Comuni ebbero il • Trombetta » o suoTrombo au~triaca che suonò l'armistizio del novembre 19 18 a Serra"·alle natore di tromba nelle milizie, e per bandi o chiamate a raccolta di popolo, per scori civili o militari, fin dal secolo XID. T.-omha di fuo co da battaglia. Era <le uo cosl un apparecchio (sec. XVI) consistente in un tubo cli legno solido, o di (erro, entro il quale si metteva una ,, fogaccia '», come dice il Cataneo, d i stoppa, immedesimandovi polvere grossa setacciata e salnitro setacciato, per ottenere una sorta di bomba da lanciare in modo che facesse danno alle persone e alle cose, e che bruciando illuminasse la posizione

t&bP .-rromba di fuoco da battay:lin; sopra: non impcnnota; sotlo: impennata

Combattimento di Troisvilles ( 1794).

Co111hattimc1110 di 1'roisvilles (1794). Appanienc alle guerre della Repubbl ica francese. Gl i Alleati, al comando del duca <li York, vi si erano fortificari con robusti trinceramenti, che il 26 aprile furono assaliti dalla divis. Chappins, iI quale d opo breve prcparaziQne cl 'artiglieria attaccò frontalmente. Le truppe repubblicane arrivarono fino ai piedi dei trinceramenti nemici, ma quivi dovettero arrestarsi, fulminate dalla m itraglia. Conte,111:-oraneamente g-l i Alleati altaccavano sul fianco i Francesi, con la cavalleria del principe di Sthwartzcmberg e con un gruppo di bgl. agli o rci in, ciel gen. Ott. In breve il disordine si mani-

nemica . Nella d ifesa vicina, la T, era adoperala anche come rudimentale lanciafiamme: allora si legava in cima a un'asta, o aoche ad una alabarda. e vi si dava fuoco con miccia, per la difesa immediata della breccia : se ne ha esempio nella d ifesa di Malta tic! 1565 contro i Turchi.

Trombetta (Edmo11do). Generale medico, n. nel 1857. Sottot. med ico nel 188r, fu insegnante alla Scuola d'applicazione di Sanità. Colonnello nel 1914, partecipò alla guerra contro l'Austria e meritò la med. d ' arg-ento dei benemeriti della salute pubblica nell'epidemia colerica in zona cli guerra . Magg. geoerale medico per meriti eccezionali nel 1917, fu vice direttore gen . di sanità mii. e nel 1919 ispet• core di sanità. In P. A. S . n el 1920, fu promosso tcn . gc• nerale medico nel 1923 e nel 1929 passò nella riserva. Trombetti (Nicola). Generale, n. a Monteleone Calabro nel

l 858.

Sottot. d 'art. nel 1879, d ivenne colonnello 11cl


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1913. Comandò il 'y' an. da fortezza e ~cl 1916 _fu p~omosso magg. generale. Nel 1917 andò 111 pos1z1one ausiliaria.

Trombettiere (lat. Tubiuus). Il T. militare non è solo il suonatore di tromba, ma anche l'esecutore di rutti i segnali che regol3no le operazioni di caserma e d i cam-

'11+-t+u Jl[frrr·Ectftp f B d I r prr I f I~~~~::, pagna. t'. dunque un trasmettitore d i ordin i a distanza, a mezzo di suonerie convenzionali. I suonatori di tromba degli antichi eserciti avevano strumenti ad una sola nota;

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diedero per parecchio tempo la precedenza ai tamburini . I T . nelle nostre forze armate sono scelti fra le reclute dai capi musica o dai ca~,i fanfara. L'istruzione si fa prima da fermo; poi si pssa alle suonerie in movimcn• to, al passo, e di corsa, specie per I bersaglieri. Nelle armi a cavallo il T . dev'cs;crc, oltre ad un buon suonatore, un ottimo

cavaliere, e non è focile

Trombettieri di marino (Fregio)

o ttenerne in numero ~uffì.

ciente. Ogni sqdr. ha bisogno di 4 1'. più I per il comand o di gruppo, 3 per quello di regg. e inoltre qualcuno in più per darlo a comandi di grandi unirà di guerra. Nella R. Marina, ogni nave ha un numero di T. propor• zionato alle proprie necessità.

Trombi (conte Vittorio). Generale, n. a Modena, m. a Capannori (1854-1934). Sottot. d 'art. nel 1875, divenne colonnello nel 18<J9 e tenne per due anni il comando delle 11uppc d'Africa, passando poi al comando d el corpo di S. M. Magg. generale comandante la brigata Venezia nel 1905, fu aiutante d i campo gcn. del Re dal 19o6 al 19n, anno in cui fu promosso tcn. generale comandante la divisione mii. di Milano. Partecipò alla guerra di Libia. Nel 1914 passò nella riserva ,: nel r924 vi ebbe il grado di gener ale di corpo d 'armata.

Trombettiere Meharista (truppe coloniali italiane)

Trombe~ere napolconif,O del reggLmcnto dalmata

l'istituzione dei T. sul sistema moderno pare r isalga solo ai tempi dell'imperatore Massimiliano I di Asburgo, che nel 1499 istituì una scuola appo; ita. L' ,\ustria e la Prussia

T romln conte Ferruccio. Generale, medaglia d'oro, n. a Modena, caduto ad Oslavia (1858-1915). Ufficiale in S.E.P., aveva percorso la carriera nella fanteria. Nel, 1910, col grado di colonnello, fu destinato a comandare le truppe cieli~ Som:1!ia; successiv,.n,cnte fu in L ibia e a Rodi , dove guadagnò la croce d ell'O. M. S. Magg. generale nel 1913, comandò per qualche tempo la brigata Verona ed andò poi in posizione ausiliaria . Richiamato in servi:i;io per la guara Mondiale, chiese ed ottenne un comando attivo, ed alla cesta della brigata Li\'Orno combattè valorosamente sul Sa n Michele, ove rimase feri to, sul Sabotino e ~d Oslavia, presso cui, durante la quarta battaglia dcll'lsonw, cadde da prode. Venne conferita alla sua memoria la me• dag lia d 'oro con la seguente lllOtivazionc: « Comandante di settore al Trombi Ferruccio Sabotino, dal 18 al 27 novembre, rrodigò doti inesauribil i di energia, di valore, di per izia, per affrontare e superare una d ifficuc situazione. Chiamato improv visamenlc ad assumere la direzione ddlc operazioni in ahro settore, accoglieva con entusiasmo l'incarico, e nell'adempimento di esso, sulle linee più avanzate, ove crasi recato per ri.ncuornrc le truppe, colpito in pieno da un pro iettile di artig lieria nemica, moriva da prode, suggellando, con tale splendida fine sul eamro dcll 'onore, tutta la sua vita di fiero e valoroso soldato » . {Oslavia, 28 novembre 1915).

Trombtttiere dei bena~hen

Eblil!a trombettit:rt"

Tromboncino. Piccolo lanciabombe porta tile, adottato recentemente dall'Italia. Esso è sistemato sulla dr. lungo la cassa del moschetto e fa parre rigida con questo. L'otturatore stesso del moschetto viene applicato al T . e lo rende


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fu nzio nante, mentre cessa di funzionare il moschetto. Il grilletto d i questo serve a fare scattare l 'otturatore applicato al T. ed a provocare i! lancio della l;,omba, col mezzo di una solita cartuccia a pallottola. La bomba è simile ad una bo mba a mano, pesa 160 grammi, e si applica alla bocca del tromboncino . li t iro viene eseguito appoggiando a terra il calcio <lei moschetto: p<,rÒ può anche essere eseg uito col calcio arpoggiato alla spalla. li T . non imped isce il tiro a pallottola col moschetto. Di esso vengono dotati gli uomini delle squadre fucilieri, con dotazione d i 1.2

Tromb6ncino di marina

bombe ciascuno cd adeguata r iduLione della dotazione cartucce. Il T. può raggiungere, ~on tiro curvo sufficicntc1ncntc preciso, bersagli interamen te defilati alla vista; la sua gittata uti le giunge sino a 200 metri; il raggio d'azione dei suoi proietti è d i 10 a 15 metri. Non deve essere impiegato contro bersagli distanti meno di 30 met ri da truppe amiche. Per mettere fuori combattimento uomini d istribuiti su uno spazio p iano d\ 15 metri per 15 metri occorre il tiro simultaneo d i 4 o 5 T . lancianti 3, o 4 bombe ciascuno. Le car atter isùche d el tiro cou T., integra1tdo q uelle del tiro colle mitragliaLrici, consentono alla fanteria d i provvedere escJusivarnen te col proprio fuoco alle esigenze . dell 'azione , quando, per la t ropro breve d istanza dell'avversa rio, essa non possa fare pieno assegna me nto sull 'appnggio ,la parte dell 'artig lieria. (V . Moscl1et10) .

Trombone. F u ·così chiamato · ii1 passato (dal XV secolo al XVIII) un 'arma da fuoco portatile con canna di ferro o ,d i bronzo, cil in<lrica per merà circa del la sua lunghezza, ·e per i l rimanente allargantesi fino alla bocca a foggia d i ·una tromba, da cui il nome. Era simile al " Pistone • . Serviva nelle fortezze, specialmente per difesa nei fossati, nelle gallerie ai n~inatori, e fu poi adoperata dalle bande Carliste nella S pagna , dai briganti nel reame di Napoli, e dai malfattori d i ogni paese. Generalmente veniva caricato con grossi pallini d i piombo; i briganti vi mettevano dentro

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Trombone de Mier Giuseppe . Medaglia d'oro, n. a Vercel li, m . a Verona ( 1822-1866). Ufficiale nella fanteria sarda, prese pa rte a tutte le campag ne dell'Ind ipendenza dal 1848 al 1866, rimanendo più volte ferito, e guadagnando una med. d 'argento a Novara, !'O. M . S. al passaggio della Sesia, la promozione a maggiore per merito di guerra nella campag na delle Ma rche del 1860. Ten . colonnello nel 43° regg. fanteria, si battè da p rode nella giornata d i Custoza, ri rortando parecchie ferite, in conseguenza delle quali morì il 15 agosto succe ssivo, in Verona. La motivazione della mcd . d'oro è !a ' scguentc : << Sebbene ferito, continuò a combattere con e roismo, animando i soldati ad ostinata pugna; e fu ammirevole per la sua intrepidezza. Morto in seguito alle gravi ferite ». (Custoza, 24 giugno 1866).

Tromby (Domenico). Generale, n. a Latronico nel 1853. Sottor. d i fanteria nel 1879. ins~gnò geografia e matematica nei Collegi mil. d i Milano e di Messina. Guad ag nò una me<l . d i bronzo al vaior militare. ln P. A. nel 190~, venne promosso colonnello nel 1915 e richiamato i,n servizio qua le comandante <lei d istre tto rnil. d i Venezia, dove fu anche presidente del T ribunale di guerra. Nel 1920 venne promosso brigadiere geil . nella riserva e nel 1923 generale q i brigata.

Trombone G iuseppe

T romp M&rtioo

Tromp (Martino H arpertzoon). A h1m iraglio ola11dese (1597-1653). Vinse nel 1639 alle Dune la squad ra spagnuola , e combattè a lu ngo contro gli Inglesi, cadendo nella battaglia di Schcvcningen. - Suo figlio Cornelio (1fo9-r69r) fu pure ammiraglio, e combattè contro gl i Inglesi e contro gli Svedesi. Trompia (Tlàl). Vallata in r r ov . di Brescia, percorsa dal Mella, lunga circa 40 chilometri.

Trom bonc del secolo XVIII

veccioni, dadi, sassi. Ebbe a seconda delle forme e dei luoghi anche i nom i di " Spa,.zaca111pagna ,, e d i « Spacciafosso », per la sua funzione originaria d i arma da g uerra che serviva a spazzare i fossi delle fortificazioni con proiettili esclusivameute a mitraglia. Nelle a nt. marine fu detto anche T .-omhoncino, e ne vennero annate specialmente le navi m inori, come le fuste, che ne portavano d ieci o dodici, quasi sem r re muniti d i un punteruolo r obusto, snodato, saldamente fissato a metà dell'arma, che poteva essere facilmente piantato sulle murate per fronteggiare gli :ibbordaggi.

Sollevazione della popolt1zio11c di Val Trompùi (1797). Ap partiene alle g uerre della , Re pubblica francese. Il governo rivoluzionario di Brescia, appena assunto il potere, per assicurarsi l 'adesione dei valligiani, inviò messaggeri in TI. T. che il it marzo fr:u:ro votare a Tavcrnulc dal Consiglio della Valle un atto di adesione al n uovo stato d i cose. Ap11ena questa notizia giunse nei Comuni_ dell 'alta valle, essi si proclamaron o per la lotta aperta contro il governo di Brescia , riconfermando la loro fedel tà alla Repubblica di Venezia e costituendo a Carcina un campo di concentramento; tale posizione venne posta in istato di difesa e munita di alcuni pezzi d'artiglieria. Le redini del movimento furono assunte dal curato Ussoli di Gardone. Le prime operazioni non ebbero un risultato lusii1ghiero, . perèhè i Valligiani si lasciarooo prendere dal panico : Br,;sciani e Francesi, condotti d al gen. L andricux , c bbe10 ben


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presto ragione della loro debole resistenza e con l'aiuto dell 'artiglieria si impadronirono di Carci1ia, di Pregno, di Serezzo e il 10 aprile anche di Gardone. Impressionat i per minaccie di rappresaglie, i Va lligian i si indussero a firmare un armistizio che doveva durare fino al 21 aprile. Però, q uando stava per scadere la tregua, i Prancesi di Gardone, sapendo che a Lodrino si era riunito un forte contingente

d i armati , si portarono a quella volta per indurli a deporre le armi; appena avvistati, furono accolti da un nutrito fuoco di fucileria, al quale risposero costringendo i Valligiani a d isperdersi. I ntanto i Comuni dell'alta valle g iu rarono di trarre vendetta non solo deg1i strar,ieri, ma anche dei Comuni de 1la bassa valle che t acciavano di scana resistenza al nemico. A tale scopo il Morandi, sindaco di Lodrino, trattò per un aiuto dei rivoltosi di Val Sabbia e per l'arruolamento di 150 bersaglieri tirolesi che il 2i aprile si portarono da Vestone a Lodrino. All 'annuncio dell 'arr ivo dei rin forzi, tutti gli abitanti dell 'alta valle rresero le armi e si diressero verso Gardone. Nei pressi d i lnzino si incontrarono coi nem ic i e s'irnpcgnò un vivo combattimento,

che durò incerto per quattro ore, fino a quando i FrancoBresciani, sopraffatti, furnno costretti a ritirarsi. I vincitori, occupata Gardone , si d iedero al saccheggio e poi ripicg~-

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Convegno di Troppau (ottobre 1820). Fra gli imperatori di Austria, Prussia e Russia, con imervemo dei rappresentanti dell'Inghi lterrJ e della F rancia. Viene rinnovata la Coalizione formata contro la Rivoluzione francese, per il mantenimento dei trattat i e della pace generale. Avendo il popolo di Napoli rovesciato il governo esistente e m inacriando la rivoluzione in mcxlo manifesto c<Ì immed iato la tranqu illità degli Stati vicini, i monarchi a lleati, non potendo tratta re con u n governo Iivoluzionario, invitano j J

re d i Napoli ad un congresso che si terrà a Lubiana, per restituirgli la libertà e metterlo io grado d i essere il mediatore fra il suo popolo fuorviato e gli Stati vicini m inacciatj -<.h rivoluzione. Intervenendo pci òi(endere l'autorità legiuima contro la rivolta, le Potenze credono di esercitare u n <l iritto, poichè « i cangiamenti utili o necessar i. nella legislar.ionc e ne!J 'amministrazione degl i Stati non debbano emanare che dalla volontà libera e dall 'irnpulso riflesso e i lluminato d i quelli che Dio ha reso responsabili · de) potere ». Ciò non bastando, dato che nella Spagua crasi proclamata la Costituzione, venne proclamato il p rincipio degli inte ,·venti armatt, che ebbe esecuzione a Napoli e nella Spagna. 11 Convegno d i T, fu seguito dal Congresso d i L ubiana del 1821.

rono sulle Jorò posizioni . Nci gìorni seguenti avveflnero

altri piccoli scontr i con buon cisultato pci riv~ltosi. li governo d i Brescia decise allora di stroncare definitivamente il rr,ov imento . A tal fine vennero costituite due forti CO· !onne di Brescia ni e F rancesi; una delle quali, per il lago d'Isèo, dove~a calare a Bovegno nell'alta V . T.; l'altra doveva avanzare per il fondo valle per attaccare i rivoltosi d i fronte. L 'azione si svolse come era stata ideata: i Valligiani avevano appena Iiccvuto avviso di essere JTii!lacciati

alle spalle, quando furono attaccati di fronte. I capi del movimento videro allora che i l sacrificio sarebbe stato inutile, e, avuta assicurazione che ·contro i sollevati non sarebbero state trarre ve,vlctte, {ecero deporre le armi aderendo al nuovo governo e risparmiando k vendette che insanguinarono invece la Val Sabbia, ult imo baluardo della fedel tà a San Marco.

Trossarelli (Giovanni) . Medagl ia d 'oro, 11 . a Savigliano, caduto al fronte (1863-1915). Ufficiale di fanteria i n S.E.P. aveva Lrascorso b .'ma carriera parte in fon.tcria, parte negli alpini ; da ca~•i1ano partecipò alla battaglia di Adua, della quale fu uno dei pochi ufficiali degli alpini ~upcrstiti: fu decorato di med. di bronzo al va lore. Con la promo• zione a colonnello passò a comandare 1'89° fanteria, alla testa del quale cadde da va loroso in uno dei primi combattimenti della guerra Mondiale. Alla memoria d i lui fu concessa la mcd. d'oro con la seguente moti,1 azio ne:

" Dopo avere per più giorni guidato con slancio il proprio reggimco to all 'att~1cco d i una forte posizione nemica,

colp ito a morte men tre, dimentico <li sè, non pensava che

alb dire1.iooc Jcl combattimento 1 .-;r,irava sul camro, senza voler essere tra~;portato al posto <li medicazione, evitando anzi agli astanti di parlare d ell'accaduto, per il timore che

Troniera. Si chiamavano così le saettiere o feritoie <lcllc mura antiche e me<lioeva!i, che servivano per le macchine neuro-balistiche. (V. Carmoniera).

la sua mone imptessionasse il reggimento e oe d iminuisse lo -slancio nel diffici le momento ». (Mr zli, 29 agosto 1915).

,, Tronto. Trasporto in legno, a vela, di 4 14 tonn. , co-

strui to col nome di << Principe Carlo » nel 1828 a Castellammare di Stabia. Partecipò alla spedizione nel! "Adriatico del r848, e a quel la di Sicilia nel 1849; p;issò da lla marina borbonica a quella italiana nel r86o, venendo ra<liato

neJ 1864. Tronto. Cisterna per acqua, varata a Sestri JJonente ne l

1889; d islocamento tonn . 120, portata torm. 80, lunga metri 22 ,20, larga m . 5; apparato motore cavalli 83, velocità miglia 7,4. Personale d "armamento 9 uomini ,

Tropea (ant. Portus Hercu,''s). Comune in prov. di Catanzaro, sul golfo d i S. Eufemia. Fondata dai Grec i fu presa e fortificata da 13elisario. Nel secolo IX fu occupata da una colonia d i Saracen i, ma ncll'886 Niccforo Foca, generale dell ' im perato re Basilio la tolse loro. T . fu una delle signorie più importanti di tutto il medioevo, e p1ese parte alla guerra contro Manfredi e a quella che seguì Vespri Siciliani. Troppau. Città de.lla Cecoslovacchia, sulla sr. <lell"Opava. Fu capo!. della Slesia Austriaca, ed ebbe una forte cinta di mura . Venne presa dai Prussiani di Federico II nel 1741, e ancora nel 1744.

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'l'rossarelli G iovanni

T rotti Ard irigo

Trotti (A,·dingo). Generale, medaglia d'oro, n . a Cassine , rn . a T orino (1797-1857). Ufficiale dell 'esercito sardo, fu subalterno nella br igata Granat ieri; da colonnel lo, comandò un regg. della brigata Casa le; da magg. generale la brigata Regina , alla testa della quale, nella campagna del r848, guadagnò la medaglia d 'oro al valor m ilitare perchè: « Incaricato di i mpadroni rsi d i Governolo, occupata · dal nemico , d iede ottime d isposizioni alle sue truppe, che condusse poi ali 'attacco con tale valore da rendere


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inutili le difese tentate dagli Austriaci, i qua li dovettero cedere subendo gravi perd ite » . Mandato poi in Crimea, doro la morte di Al~ssandro Lama rmora, lo sostituì nel comando della 2a divis. e divenne luogotcn. generale. Fu nella l1l e IV legislatura deputato al Parlamento per il collegio di Boscomarengo; nel r89r venne nominato senatore. T,·otti-Bentivoglìo 110b. Antonio. Generale, n. a Milano,

m. a Trezzo d "Adda (r839-1930). Sottot. di cavalleria nel 1859, partecipò alle campagne del 1859, 1860-61, 1866, 1870 e del brigantaggio e meritò una menzione onorevole. Colonnello nel 1884 comandò i lancieri di Aosta e poi la Scuola di Pinerolo. In P. A. nel 1889, fu promosso, nella riserva, magg. generale nel 1894 e ten. generale ne] 1903. Era nipote di Alessandro Manzoni.

Trotto. Andatura degl i equini, intermedia fr:i i l passo ed il galoppo; si mantiene sulla med ia d i 200 111. al m inuto. Il cavallo muove le estremità con cad enza uniforme, mettendo a terra alterna:iv:11neute un bipede d iagonale; può mantenere questa andatura a lungo, specialmente quando è attaccato ad una vetÌura, e non ha il pesò del cavaliere sul dorso. È !"andatura preferita nelle marcie, e nelle manovre, intercalata con qualche ripresa di passo, al fine di riposare l'animale e il cavaliere. Nell' istruzione d 'equ itazione italiana se ne considerano tre tipi : << normale )> , detto anche seduto, o a lla francese, quando cioè il caval iere segue na-

1. DI JPblJD IJnJl Segnale del trotto

turai mente il movimento del cavallo; « lcggiero », detto anche sollevato od all'inglese, nel quale il cavaliere noo batte in sella che su una delle diagonali; « riunito » , ossia con andatura raccorciata, per volontà dello stesso cavaliere. ,L'andatura del T . si prende gradatamente auravcrso il passo. Dal T. allu ngato il cavallo rompe al Galoppo (V.). Durante le marcie normalmente si fanno 10 m inuti di passo e 10 di T. o 10 d i questo e 5 d i passo, cominciando sem pre e terminando con l'andatura del p,1sso. Per comandare !"andatura del T. in marcia, si usa o il comando a voce, oppure il comandante, facendo il segnale colla mano, parte al T. e per imitazione Yiene seguito dagli altri cavalieri; o, infine, si fa suonare il s.egnale apposito.

Trotzki (Leone) (il vero cognome è Bron.stein) . R ivoluzionario russo, n. nel '1879. D urante la rivoluzione del 1905 fu nomj~iato presidente del· Comitato esecutivo dei Sovieti rivoluzionari d i P ietrogrado. Arrestato r iuscì a fuggire all 'Estero. Allo scoppio del conflitto Mondiale si trovava in Francia donde fu espulso per propaganda cont ro la g uerra. Scoppiata la r ivoluzione in R ussia, vi si recè> d agli Stati Uniti, aderì al movimento bolscevico, organizzò le d imostrazioni armate del l uglio e [_'insurrezione del! "ottobre che portò i Bolscevichi al potere. Eletto Commissario degli Affari Esteri condusse le trattative di Brest-Litovsk . Quale p rcsidenre del Consiglio rivoluzionario militare e Comrn issario della guerra organizzò L'esercito rosso e diresse le lotte contro i nemici esterni ed interni dei Soviet i. A guerra civile finita, dopo la morte 'di Lenin, in seguito a dissidì interni, venne destituito e fini per em igrare all'estero (1929). Trovanelli (Luigi) . Generale medico, n. a Rimini nel ,865. Sottot. medico nel 1892, partecipò alla campagna erit rea del 1895-96, a quella libica de\ 1912, alla guerra contro !"Austria del 1915-1918. Colonnello d irettore d i sa-

nità del C . cl' A . di Verona nel 1923, fu promosso magg. generale med ico ispettore di sanità m ii. a Milano nd 192 6. In P. A. i1el 1928, fu promosso ten. generale medico nel 1931 e due anni dopo fu trasferito nel ruolo speciale.

Troya (Ettore). Generale, n. a Tor ino, m. a Roma (1840-1930). Sottot. d i fanteria nel 1860, combattè contro il brigantag,,>io e ne!Ja campagna del 1866. Nel 18j6 passò negli alpini div~nendo colonnello comandante il 3° rcgg. nel 1893. Comandò nel 1896 il reggimento speciale alpini in Eritrea, ove ritornò nel 1898 quale comandante le truppe coloniali dell'Erit rea; sei mesi do_po venne collocato in P. A. Nella riserva fu promosso magg. generale nel 1903 e tcn. generale nel 1912. Fu il primo ad introdurre l'uso degli sci nel!' esercito. Troyes. Città della Francia, capo!. del d ip. dell 'Aube, sulla Senn a. Venne devastata dai Normanni nell'889, presa dal duca di Borgogna nel 1415; ai Borgognoni la ritolse Carlo VU nel luglio del q 29, con l 'aiuto di Giovanna cl' Arco . I. Trattato di Troyes (21 maggio r420). Fra E nrico V re d 'Inghilterra, Fi lippo lll duca di Borgogna , Isabella, regina di Francia. Il re ottenne di essere indicato come erede d el trono di Francia, a danno di Carlo VU, figlio d'Isabella, mentre la figlia della medesima, Caterina, sposa Enrico V . Filippo ,iconosce i diritti del re d l nghilterra alla corona d i Francia. li trattato venne reso vano per la lotta condotta da Gi,)vanna d 'Arco contro gli Inglesi, che assicurò a Carlo Vll I~ corona di Francia. 0

Il. Con11e11zio11e di T,·oyes (15 febbraio 1814). Conclusa fra Aystria, R ussia, Inghilterra , Prussia. Si decide di dare un compenso a Ferd inando IV di Sicilia, nel caso che Murat dovesse rimanere re di Napoli. Questa convenzior1e è connessa alle riunioni di quel mese, da parte delle Potenze alleate sul suolo di Francia, te nute a Chatillon e a Chaumont, oltrechè a Troyes, per tentare di persuadere Napoleone ad accontentarsi, per la Francia, elci confin i del i792. Ma non vi fu possibil ità d"intesa . Ili. Presa di Troyes (23 febbraio 1814). Apfarticne alla ca mpagna degli Alleati in Francia. Na.p oleone, dopo la vittoria di Montereau, inseguì gli Austro-Russi che si ritirarono a 1". e il 22 febbraio fece cannoneggiare le mura, aprendovi la breccia. Ma frattanto gli Alleati avevano varcato la Senna, e il comandante della loro ret roguardia fece sapere all 'imperatore che avrebbe sgombrato nella notte , ma che se fosse stato sferrato !"assalto avrebbe dato fuoco alla città. L'assalto perciò fu sospeso, e i Francesi poterono en trare a T . solo il giorno do po, catturandovi 600 feriti gravi.

Trua (Antonio) . Me<lagli:i d •'oro, n. a Soriano nel Ci,n.ino, cad uw sull'altipiano di Asiago ( 1880-r916). Sottot. di com plemento ,n artiglieria , dopo essersi congedato, aveva esercfrato la sua profcssionç di avvocato

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daco del suo raese. RichiaTrua Antonio mato in servizio col grad o d i tenente per la ,guerra Mondiale, combattè valorosamente col 34° regg. art. da campagna; promosso capitano, al comando di u oa ·batteria, cadde da prode, nella d ifesa degli Alti-


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piani contro l'invasione austriaca del 1916. Alla memoria del capitano T. fu concessa la med . d'oro al valor militare con questa n1oti vazione : « Durante una viva azione, essendo state interrotte le comunicazioni telefoniche fra osservatorio e batteria, sprezzante del pericolo, abbaudonò l'osservatorio, e, completa· mente allo scoperto, corse ai pezzi e li puntò uno ad uno

su di una minacciosa batterb avversaria cbc aveva iniziato

tiri d'infilata contro le nostre fanterie, e , la ridusse in breve al silenzio . Colpito in pieno da uh proiettile nemico, lasciò gloriosamente la vita sul cam~'O ». (Poggio di Curegno, 12 g iugno 1916).

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stivo intervento della cavalleria spagnuola. L'attacco della colonna di sr. langui. Quello centrale, rovesciate le difese, piombava su T. e sembrava prossimo 3d operare il completo sfondamento della linea, quando gli squadroni spa• gnuoli, che avevano già rintuzz,ato l 'attacco sulla lç)fo sr.,

serrarono sui due fianchi la colonna francese mentre era trattenuta di fronte dal rinnovato slancio dei difensori e sorpresa in coda da truppe che accorrevano da sud-esL Avvolto da ogni lato, il Dagobert, che guidava <li persona l'offensiva centrale, fu costretto a ordinare la ritirata, rannodando i suoi verso Canohes, ove già ripiegavano le truppe della colonna di sr. La giornata .risoh•evasi così per i Francesi itl un grave scacco, che costò loro circa, 3000 uomini .

Trucchi (Michele Antonio). Generale, n. a Savigliano, m. a Mondovì (1626-1700). Dopo aver combattuto coll'esercito austriaco contro i Turchi nella Dalmazia e nel!' Albania, rimpatriò e fu colonnello del duca Carlo Emanuele Il. Divenuto generale,. fu governatore della cittadella di Torino e poi d i Mondovl.

T r uppa. In senso generico prende ·tale denominazione qualsiasi complesso organico, piccolo o grande che sia, di forza militare. Ricorrono cosl assai spesso le frasi: reparti d i truppa, clementi di truppa, truppe in marcia, truppe in sosta, ecc., quando non si voglia o non sia possibile o conveniente meglio precisare l'entità e la specie dei reparti cui T rucco (Gioaccl,ino). Ammiraglio, n. a Genova, m. a s.i vuole alludere o ci si riferisce. Il termine viene però La Spezia (1838-1930). Combattè a Lissa, sulla « Goverpiù spesso adoperato con significati e contorni meglio prenolo », e raggiunse il grado d i ammir. di divisione. cisati e più specifici. Così la voce truppa serve a distin• Trucco Alfredo. Generale di porto, n , e m. a La Spezia guere gli elementi combattenti veri e propri da quelli ad(1870-1930); entrato in servizio nel 1884, collocato in ausi- detti ai servizi vari (truppç e servizi è frase ricorrente con liaria nel 1926, promosso magg. generale d i porto nel 1927. molt;, frequenza nel linguaggio militare) e così pure serve a distinguere i reparti delle varie ann i (fino alla brigata Truffa. Reato previsto nei codici militari in pace e in inclusa)' dai comandi più elevati. Altre distinzioni vengono guerra , La casistica della definizione è una conseguenza del effettuate con l'aggiunta al termine 1'. di altra voce che coordinamento che, per i reati di truffa, appropriazione inne limira e defini~ce meglio la portata che specificatamente debita, ,e abuso di confidenza, è esplicitamente prescritto le si vuole attribuire. Ad esempio : truppe scelte (per indidal legislatore col codice penale comune del 1859. Il reato care alpini, bersaglieri, granatieri, ecc.); truppe speciali (per comporta le seguenti sanzioni penali: a) in tempo di pace : indicare talune specialità come bersaglieri ed alpini); tmppc. per la truffa in d anno d i militare, se il danno non eccede celeri (bersaglieri, cavalleria, automotomitraglieri, clementi le lire 50, si applica il carcere militare da due mesi ad autOfOrtati , ecc.); truppe tecniche (genio, chimici, ecc.); un anno;' se eccede le lire 50, ma non eccede le lire 500, tmppc coloniali (va rie specialità dei corpi coloniali; sono anla pena è da uno a cinque anni; se eccede le lire 500, la che dette truppe di colore) ; trnppc metropolitane (le forze reclusione militare da 5 a dieci a nni. Per la truffa in danno armate della metropoli); t1yppe di terra, trnppe del cielo, dell'amm inistrazione militare, si applicano, a seconda del truppe leggere, ecc.. danno, le pene suddette, aumentate di un grado. EccezioSi djce, infine, uomini di truppa, per significare tutti i nalmente il codice consente l'applicazione di punizioni d imilitari ad esclusione dei sottufficiali e, naturalmente, degli sciplinari d a parte del comàndante del corpo purchè il danno causato dalla truffa non superi le lire cinque, sia nei con- ufficiali. La gerarchia negli u. di truppa è: caporal maggiore (e appuntato dei CC. RR .) ; caporale (e carabiniere); fronti del militare, sia nei confronti dell'amministrazione militare, e non concorra reato di falso. b) in tempo di appuntato, soldato (e allievo carabiniere). guerra : se il danno non supera le lire 500, la reclusione Trujillo. Città del Perù, nella valle del rio Mochc, non militare da uno a due anni; se supera le lire 500, la reclulungi dal Pacifico, fondata da Pizarro. Il 20 novembre sione ordinaria da tre a dieci ann1. In tempo d i, guerra, del 1820 il gen. spagnuolo Morillo, che dopo la battaglia soggetto attivo o passivo della truffa può essere anche un d i Boyacà non era più riuscito a fronteggiare le forze rivoassimilato . luzionarie, vi firmò con esse un armistizio e ~bbandonò la Truguet (Lorenzo). Ammiraglio francese (1762-1838). Si segnalò nella guerra d'indipendenza americana. Contram• mir. nel 1792, si distinse nella conquista di Nizza e di Oneglia e attaccò invano Cagliari ne! 1793. Fu promosso ammiraglio nel 1831, Scrisse un « Trattato di manovra e d i tattica ». Truillas. Villaggio della Francia, presso Perpignano. Nel 1793 vi avevano preso posizione gli Spagnuoli comandati dal gen. Ricardos. Il 22 settembre le truppe francesi del gen. Dagobert attaccarono le posizioni nemiche su tre colonne. Fermo nel preconcetto che l';ittacco risolutivo sa;ebbesi operato sulla sua sr., il Ricardos portò da quel lato ogni sua ;iserva, e la colonna francese di dr. venne a llf· tare contro un 'ala rinforzata, sostenuta da una grossa bat..

teria, contro cui s'infranse ogni sforzo; nè miglior sorte ebbe da questo lato il tentato aggiramento, per il tempe-

Colombia col resto delle truppe spagnuole. Tscharner (Samuele). Generale del sec. XVIII. Ufficiale del regg. svizzero Bcrnesc al servizio del Piemonte, partecipò alle guerre di Succession_c di Polonia e d'Austria, segnalandosi in entrambe, srecialmente nel 1745 durante l'assedio della cittadella d 'Alessandria. Colonnello comandante il rcgg. Bernese nel I760, fu promosso brigadiere di fanteria nel 1771 e luogoten. generale capo del p redetto reggimento nel 1774, Nel 1786 fu collocato a riposo col grado di generale di fanteria. Tschiffely (David Federico). Generale del sec. XVIII . · Al fiere nel regg. svizzero Bernese al servizio del Piemonte nel 1739, partecipò alle campagne del 1742-1748. Colonnello oel 178r, ebbe il comando del regg, Bernese e nel 1783 fu promosso brigadiere di fanteria.


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Tschudy (marclu:st: Giuseppt:). Generale napoletano, oriundo ovizzero, del secolo XIX. Raggiunse il grado <li ten. genera le nel 1837, e gli venne dato ' il comando delle truppe al di là del Faro. Tsuscima (Strt:110 d,). Detto anche di Corea, mette in comunicazione il mare della Cina col mare del Giappone. Le isole di Camino e di Tsu Scimono lo dividono in due I canali. l. Combartimento di Tsuscima ( 1904) . Appartiene alla guerra Russo-giapponese. Per andare incontro alla florra uscente da Port Arthur, l 'ammir. Skrylov inviò da Vladivostok tre incrociatori corazzati. Alle ore 4.30 del 14 agosto es;i incontrarono, nel canale occidentale d i T., una divis. di tre incrociatori giapronesi agli ordini dcll'ammir. Kami1nura, seguita a distanza da due incroci~t0ri di 2 11 classe e da una squadriglia di torpediniere. Alle 5 i Giappohesi apri rono a J 2 .. ooo. m. il fuoco : l ' incrociatore russo cc Rurik » in breve dovette abbandonare la lotta e, assai danneggiato . si gettò sulla costa arenandosi. Gli altri due batterono in ritirata inseguiti, e riuscirono a raggiungere Vla<livostok assai danneggiati, avendo a bordo 135 morti e 307 feriti. I G iappones i ebbero 43 J110J'ti e 53 feriti.

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na,•i russe .ano messe fuori combattimento cd una colald a fondo (Navarin). All'alba del 28 cominciò l 'inseguimemo; Nicbogatov, d iretto a Vlad ivostok , venne nuovamente circondato verso le ore 10,30; egli aveva ancora cinque n:iv1, ma cli fronte alla superiorità nemica si arrese. Alle 16,45 veniva catturata la Bicdri ove era gravemente (erito Roje>1wcnsky; la Uschakov, la Dimitri Donskoj, la Sissoi Vcliky, la Nakimov, la Monomach ven ivano affondate dai lom comandanti p iuuosto che arrendersi. L'Oleg, l'Aurora, la l zkunrund, con l'amrr.ir. Enquist, poterono grazie alla loro velocità sal\'drsi a Manilla; due navi ausiliarie e due eacciatorpedioic.rc raggiunsero Shanghai; l'incrociatore Almas e due cacciatorped iniere raggiunsero soli Vlacl ivostok . La Aotta russa era distrutta. Nella battaglia affondarono 22 navi rus;c, .ette vennero cauura1e, sei disarmate in porti neutrali, tre sole si salvarono; i morti furono oltre 7000, i prig10nicri 6500. I Giapponesi perdettero tre torped in iere cd ebbero 116 mol'l i e 538 feri ti.

Tua (Ciaci1110). Generale . n. nel 1853, m. a Caselle nel 1924. Sottot. <lei bersaglieri nel 1873, frequentò poi la Scuola di guerrn. Colonnello nel 1° bersaglieri nel 1901, in P, A . nel 1905, <li vcnne rnngg. genera le nel 1-913.

Tua Carlo. Generale dei CC. RR .. n. a Torino, m. a Il. llattaglia di T smcima (1905). Appartiene alla guerra Roppolo (1862-1931) . Soctot. di fanteria nel 1883, r,issò nei Russo-giapponese. La flotta russa, agli ordini clell'ammir. CC. RR. nel 1888, divenne colonnello nel 1919, comandò Roje;tvcnsky, partita il 15 ottobre 1904 per raggiungere la legione di Alessandria e nel 1920 andò in P . A. veVladivostok , entrò nel canale orientale di T., ove l'attennendo nel 1928 promosso generale di brigata. deva la flotta giapponese, all' alba de l 27 maggio. Precedevano tre incrociatori; seguiva il grosso su due colonne : Tua Angelo. Generale, n. nel 1874. Sottot. degli alpini a dr. otto corazzate: a sr. quattro corazzate e sci incronel 1893, partecipò alla guerra contro l'Austria; colonnello ciatori; sui fianchi <lellc due colonne erano d ue incrociatori nel 191,, meritò la croce di cav. ,lell'O. M. S., dopo la e quatlro cacciatorpcclinierc. Seguiv:r il grosso la rctroguarguerra comandò il 33° fanteria. Genera le di brigata i, pet<l ia, cost ituita da cinc1uc cacciatorpediniere. ln coda al grosso tore <li mobilitazione cli Verona nel 1926. fu poi addeuo erano nove navi au, iJiaric e due navi osreclale. La squadra al comando designato d'armata cli Torino. Gene.raie cli giapponese (ammir. Togo) aveva in esplorazione cinque in:li\'is. comandante dalla clicrociatori e cinque navi ausiliarie (ammir. Kacaoka); al co, h . mii. di Napoli nel perto dcl l 'isola Iki scava il gro,so, costituito da quam, 1931, passò n comandare cornzate e <lue_ in.crociatori (1a squadra, Togo) e da 6 in in 2~ il corpo di S. M. crociatori (2" squadra, Kamimurn); numerose torpcdinicr,e nel 1 933· e cacciatorpediniere erano pure col grosso. I Russi disponevano di -15 cannoni da 305 e 25~ e cli 179 cannoni eia 152; Tuareg. Popolo nomai Giapponesi di 16 cannoni da 305, J da 254, 207 da 152. de di origine berbera, abiLe due flouc si avvistano fin dalle ore 6 del mattino, l.intc ne! Saharn centrale e dopo le 9 a poco a poco la ba1taglia si va p1cparanclo. e meridionale. Comprende L'ammir. Togo segnala: « La .orte cieli 'impero dipende ,•arie confederazioni. Il loro da noi: ognuno compia il proprio dovere nel miglior numero appros>rm,nivo è di modo » e si lancia con le due squadre ciel grosso contro 200.000 persone. Ardici cala testa della squadra russa , ordinando all'am mir. Kataoka valieri, percorr<:rno ~ui loro cl i attaccarla in coda. Alle 11 ,20 i Russi aprono i l fuoco c.11nmelli immen:,e distanze contro gli incrociatori di Kataoka ; alle 14,15, all'apparire a g rande ,·clocic:i. La p iù delle coraLzate giapponesi, lo aprono a 10.000 m. e con importante conf<-derazione le gros;c artiglierie. Non potendo mantenere l 'iniziativa è qticlla degli i\ zzer, che della manovra per velocità inferiore, dovettero subire la dic,Jcro v.ita e prosperità manovra di Togo, e presto i Russi si trovarono avvolti a Gaclàmes e Gat. Di spinel cerchio cli fuoco delle navi giapponesi, superiori in diCavaliere tu0:reg rito bellicoso. celebrano la sciplina di fuoco e precisione di tiro. In quaranta minuti i:uerra e la razz1a come k princirali unità della Aotta russa erano danneggiate e alunn gloria; i Francesi dovettero sostenere unn lunga e dura cune uscite di formazione. Rojestvensk~ , rimasto gravemente lotta per sottometterli, durante la campag11:1 in Tun isia. ferito, :ivcva ceduto il comando ,dl 'ammit. N iebogatov . Tubatura (dei ct1nt10111) . Tende allo stesso scopo cui Alle 18 I 'Ossliabia, il Suvarov, il Dorodino, l' Alexandcr, mira la cerchiatura; essa anzi, teoricamente, le sarebbe sul'Ural erano affondate. In coda la bauaglia fu aspra e si periore, pcrchè i cerchi non hanno l'azione uniforme che decise quando l'ammir. Togo, assicurawsi ormai il successo, inviò la squadra Kam imu ra a com pletarlo in coda alla · viene invece d:1ca da un certo numero d i tubi metallici inRotta russa . Vanno a fondo il Kamchatka e la Svieclana; vestiti a caldo uno sull' altro ,; aventi tutti la luoghev.a col calar <lclla notte entrano io azione le torpediniere giapche si vuole dare alla bocca da fuoco. I vari tubi di queste ponesi (dalle ore 20,15 all'alba del 28 maggio). Altre tre artiglierie non sono sempre tuni dello stesso metallo; tal-

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volta si alternano quelli di ferro con quell i di acciaio. Ma il costo rilevante e la grande d ifficoltà di costruzione non permisero di dare larga app licazione alla T. in tesa in questo senso, mentre essa ebbe un certo sviluppo nell'intento di assicur;;re la conservazione delle bocche da fuoco facendo ricambiabile b pan e che p iè1 facilmente si guasta , cioè l 'a nima. Questo risu ltaw si ottiene generalmente forzando entro il corpo delle artiglierie <li ghisa un tubo d i acciaio che possa 1 quando occorre, esse re .ricambiato. 11 si~

sterna <lcll' unione di vari manicotti di ferro non ebbe- numerose apvlicazioni per il costo devato e per la d ifficoltà di fabbricazione. Recenti sistem i di T. (dal 1928 in poi) hanno por ww all'applicazione d i tubi-fodera a forzamento negativo, e a ritubazione. a freddo, che può essere elfcm,ato a bordo, in n1ezz'ora di tempo, senza doversi riportare i

can noni nelle officine.

Tubercolosi. Questa malattia, dovuta al bacillo di Koch, nell'ambiente militare, in te m !)O <li !)ace, non è diffusa come in quello civile, perchè con le visite ai consigli di leva e con quelle successive fatte alle reclute p resso i corpi vengono eliminati sollecitamente non solo i malati, ma anche i sospetti ed i p redisposti; e l'eliminaz ione prosegue 1

con rigore <.lurantc il servizio militare. Ncll ultim~ g uerra

invece si ebbe, fino dai 1:rirni tempi della campagna, 1111 crcsccnre manifestarsi della T. fra le truppe , per molteplici cause inerent i alle special i condizioni dell'esercito mobi litato: questo infatti non era costituito, come in tempo di pace , da un numero limitato d i nomini scelti con cura scrupo losa ed allenati gradatamente alle fatiche militari, ma da enorm i masse di. individui chiamat i alle armi dall'età più giovane alla maturità p iù avanzata, bruscamente strappati alla tranquilla vita familiare e sottopost i ai d isagi ed alle sofferenze fisiche e mora li della guerra . Furono istituiti dalla Sanità Milita re « Centri d i accertamevto » allo scopo d i sorprendere l'jnfezione al suo inizio, nor1chè sanatori ed

istituti climatici, nei quali erano ricoverati coloro che presentavano manifestazioni morbose evidenti. Tale organizzazione, cessato il conflitto, ,;enne passata dal Ministero della Guerra ali' Associazione invalidi e mutilati, rimanendo alla Sanità m il_itarc il solo campo clirnaiico sa natoriale di Anzio. Esistono rcjlarti d i accertamento diagnost ico della tubercolosi presso ospedal i m ilitari. Per quauto sia ancora molto discu..s!>a 1a questione rig uardante i n1PROrti fra traumi e T ., si . ritiene in generale che lJud la polmonare post-traum atica sia rai::a e che i traumi agiscano indirettamente , risvegl iando \'cechi focolai latenli o aggravando processi morbosi in via

di e~oiuzion~; ; i r itiene infine · ci,~ le ferite penetranti de l torace con suppurazione abbiano im portanza d i fa ttori indiretti. P,:r

fo .T- uhjrurgica jl trauma è p reso in considera-

z io ne q uale eleme nto e~iogenctico ai fi.n~ med ico-legali circa

il re la tivo indennizzo. Per la T. manifestatasi nell 'ultima • guerra fra i combatten ti si è seguito il criterio che i d isagi e gli strapazzi della vita <li campagna, scemando i poteri d ilensivi dell'organismo, abbia no in fluito sulla evoluzione del processo sP"cifico in soggetti costituzionalmente pre<lisposti. Ai sensi del l'art. n del l'Elenco A , sono causa d i inabilità assol,, ,ta ·al serviz io m ilitare « la u1bercolosi polmonare e quella extra--polmonare , med ica e ch irurg ica} accertate i11

ospedale, nonchè le forme morbose <li sospetta n atura tubercolare accertate in ospedal'e, rrascorso , ove occorra,

il

periodo della rivedibilità e, nel m ilitare, dopo iufruttuosa cura e congrui' periodi d i licenza » . Nello stesso articolo vi è la seguente avvertenza : « Saranno d a ritenersi particolarmente sospetti quegl'indivi<lui che, pur non presentando fatti clinici in atto o evìdcnti lesioni , specifiche d_c i vari

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organi o tessuti, per la loro anamne~i, per le condizioni

generali decadute e per il tipo morfologico richiamino particolarmente l 'attenzione del p·crito sanitario» . Nelle forme di T. dipendent i da causa <li servizio ord inario del tempo di pace, danno diritto alla quinta categoria di pensione, ai sensi del Decreto Luogotenenziale 11. · 876 del 20 maggio 1917, « la tubercolosi polmona re e tutti gli altri processi tubercolari d i qualsiasi organo od apparecchio, che non abbiano tale gravità da. essere ·equiparati alle intermità di cui alle categorie prc,cdenti ». Per la T. di guerra sono in vigore le <lisposi~ioui conteou1.e nel Regio Decreto n . r 49r del 12 luglio 1923, colla modifica d i cui all'art . 4, comma secondo del Regio Decreto-Legge n . 928 del 27 maggio 1926, in base alle quali sono asseg nate alle categorie 1', 2", 5" le varie lesioni polmonari, a seconda dell;, loro gr~vità . Circa la profilassi ant itubercolare, ritenendosi lo sputare 1x:r terra una delle cause principali della d iffusione della T . ed esse ndo il pericolo ancora maggiore nelle caserme, come in rutti i luogh i frequ_e ntati e abitati da moire persone, specialmcme se costrette a respira re l'aria carica dì pl.llviscolo, la Istruzione per l 'igiene dei militari del Regio Ese rcito p rescrive che tutti i militari d i truppa siano istruiti su lle normr più cmnu ni di profilassi, n1en rre si provvede a collocare sputacchiere nelle caserme e locali mii. d 'ogn i sorta : dovrà dagli ufficiali inoltre ess~re rivolta particolare atte nzione ai m ilitari che deperiscano , siano tOs-

sicolosi, abbia no movimenti febbrili, malessere, ecc. Nel caso d i sospetta T . incipiente o latente, il soggetto dovrà essere· subito ricoverato in ospedale per l'accertamento della malattia e per le cure e i provved imenti mc_d ico-legali opportuni. Nella Regia Marina , mentre per tutte le altre infezioni i marinai presentano morbosità e mortalità minori dei soldati di terra, per la T. la proporzione s'inverte : nell'esercito la morbosità è costat>tcmence inferiore al 2 °/00 , nella Marina supera questa cifra e in qualche. anno raggiunge il dor pio. Ciò d ipende dal fatto che l 'addcnsamento sulle nav i facilita la trasmissione dell'infezione, per lo stesso motivo che nelle grandi città la T. predomina nei quartieri più affollati; e dal numero rilevante di volontari che, appartenendo per la maggior parte alla leva di terra, non sono abituati alla vita d i bordo e risentono danno nella salute per il cambiamento d i lavoro e di ambiente .

Tubicines. Nell'esercito .romano erano cosi chiamati suonatori di tuba , uno dei quattro strumenti m11sicali, dirjtta, terminante con un' apertura a iinbulù, dai suono cupo,

che serviva a <lare il segnale della battaglia, delh marcia, del lal'oro o del riposo, della raccolta e del montar e o smontare la guardia.

Tubinga. Città <lcll:t Germani~, nel Wurttembcrg, _sul Neckar. L '8 luglio 1514 vi l'u concluso un tratta to fra il d uca Ulrico d i W(irtremherg ed il suo popolo. Nel 1647 fu p resa dal visconte d i Turenne. Tubino (Giovmwi BattÌ;ta). Ammiraglio, n. a Sampier<la,Tubino G. B. rcna , m . a Genova (18581932). Guardiamarina nel 1878, d ivenne capitano di vascello nel 1"906, veni:ie collocato in P. A . nel _19n , promosso cont ra mmir. nel 1915 e poi am-


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mir. di divis . nella riserva. Fu direuore d'art. e armamenti a Taranto e a La Spezia. Fece la campagna d'Africa del 1895.

Tubo esplosivo (V. Bettica, Lanciatorpedini, Spezzone, Stokes). Adopera10 durante la guerra Mondiale, era di ferro o d 'acciaio, della lunghezza fino a 6 metri, del peso compbsivo cli 30-.35 Kg . d i cui 6 costituiti . dalla ca rica di gelatina esp losiva, o ammooal, o pcrtite, ecc. Veniva portato a mano fino al reticolalo nemico e coUocato nel punto in cui si voleva aprire una breccia: era munito di miccia alla quale si dava fuoco al momento voluto. I T. esplosivi eserci tavano effetti di distruzione sui reticolati essenzialmente per mezzo delle scheggie prodotte dall 'esplosione; erano perciò innescati in modo da ottenere scheggic aventi massa, forma e velocità tali che fosse possibile la recisione dei fili metallici incontrati sulla loro traiettoria, trascurando invece l 'effetto della commozione d'aria. Durante il periodo 19 15-16 costituirono un mezzo d i fort una che praticameme fu possibile improvvisare cd attuare su vasta scala, con notevole economia di uomini e di materiali. Essi giovarono notcvolmeme alle nostre truppe e permisero di superare d ifese accessorie nemiche contro le quali inutilmente si erano tentati altri mezzi. Dopo la rnrpresa delle prime azioni però l'impiego di essi divenne difficile: l ' uso dci 1'. da ponare a mano fu progressivamente abbando11ato. li numero di tubi impiegati durante la guerra fu di circa 100.000. Tuchinagio, Lega costituita nel Canavese nel X III secolo dai popoli delle valli dell 'Orco, della Soana e della Chiusclla, per scuotere il giogo dci signori di Valpcrga e di San Martino che, ghibellini i primi e guelfi i secondi, si combattevano ferocemente straziando il paese. I suoi componenti, detti T11c/1i11i, al grido cli « Vivat populus, nobiles moriantur », anaccarono. e distrussero parecchi castelli commettendo massacri e devastazioni. Per circa un secolo e mczw essi furono in armi, ora con buona ora con avversa fortuna, secondochè erano sostenuti o no da potenti, come i Savoia e i Monf:errato, che vi avevano talvolta i l loro vantaggio. Poi si sottomisero volontariamente ad Amedeo VII; il suo successore però li fece tornare souo il potere degli antichi signori. Si ripresero le armi, ma questa volta i soldati savoiardi si unirono alle forze feudali ed iovasero le valli,. massacra ndo e incendiando: il T. fu spento nel sangue. Il solo r icordarlo era consideralo <lelitto, e nel 1515 un decreto di Carlo lii stabiliva gravi pene a chi ne pronunciava anche il nome. Con lo stesso nome fu indicata una rivolta, vera « jacqucrie " • provocata nel 1382 dall'estrema miser ia della Francia meridionale. I Tuchini attaccarono i castelli, distruggendone molti, massacrarono nobili, chierici e ricchi, battendosi anche con le forze del duca di Bcrry, luogo1en. generale del re nella Linguadoca. li moto, iniziatosi a Bcaucairc, si estese rapidamente nel territorio d i Tolosa, nel Limousin, nel Poitou e nel!' Alvernia. Gli insorti ebbero anche alla loro testa dei nobili, finchè il duca di Bcrry organizzò la repressione, che fu terribile e decisiva. Tucidide, Storico ateniese (471-391 a . C.). Conclamato il più grande storico dell'antichità. Scrisse la " Storia della guerra del Peloponneso •, a cui aveva partecipato come combattente. Tucruf, Località dell 'Africa , presso Cassala, sul Gasc. Combattimento di 1'ucruf (3 aprile 1896). Appartiene alla breve guerra contro i Dervisci, dopo l'occurazionc di Cassala. Il colonnello Stcvani, uscito da questa città il 3 aprile

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con 5 bgl. eritrei (2700 u.) e 4 cannoni , si diresse a T. dove i Dervisci avevano costruito un campo t rincerato con robuste palizzate. Le truppe, che avanzavano in quadrato, giume a due Km. dal campo vennero attaccate dalla cavalleria nemica e la respinsero col fuoco. Il quadrato riprese l'avanzata, ma fu accolto da intenso fuoco di foci-

Combattimento dì 'fucruf ( 1896l

lcria dalle palizz:ue e avviluppalo dalla cavalleria. Lo Stcvani si sottrasse con ritirata a scaglioni alla stretta dei nemici, lenendoli in rispetto col fuoco, e rientrò a Cassala, dopo di avere perduto 4 ufficiali morti e 6 feriti, 123 u. cli truppa morti e 269 feriti. I Dervisci, che ebbero oltre 1500 u. fuori di combattimento, dopo qualche giorno dovettero abbandonare il campo trincerato e ritirarsi sulI 'A1bara.

Tucuman. C ittà capo I. cli prov. nella repubblica A rgentina, sulla sr. del rio Salì. Il 19 settembre 1841 il gcn. Oribe vi sconfisse le forze del gen. Lavalle, durante • il conflitto civile d i q uell'anno. Combatti11u:11to di Ti,mma11 (24 settembre 1812). Appartiene alla guerra dell'lndipcnclenza contro g li Spagnuoli. li gen. argentino Bclgrano, incalzato dalle truppe del gcn. Tristan, ripiegò su T. dove la popolazione lo scongiurò di proteggere la città. Malgrado che disponesse cli soli 1500 u. contro i 3000 dell 'avversario, e malgrado che avesse avuto ordine dal govcrnc d i non impegnarsi con forze inferiori, il Belgrano auesc davanti alla città l'auacco degli Spagnuoli e riuscl a infliggere loro una piena sconfitta, con 400 morti, 600 prigionieri e 7 cannoni, me11cndoli in fuga e inseguendoli poi verso Salta .

Tukacevsky (Michele). Generale russo, soprannominato « il

Napoleone rosso », n. nel 1893. Uscl tenente dalla


-1313 :scuola mil. d i Pietrogrado nel 19r4 e partecipò alla guerra .Mondiale rimanendo prig;.oniero dei Tedeschi nel 1915, e r iuscendo ad evader~ e a riparare nella Svizzera. Nell'ottobre 1917 r ie rllrò in pmr i.1 e d ivenne funzionario del reparto militare del Comitato esecuti\'O dei Sovieti. Nel 1918 divenne generale al comando della 1~ armata, poi della 5a, ..e dell'8•, sui vari fronti bolscevichi, battendo Kolciak e Dcnikinc e guadagnan do l'ordine <!e lla Bandiera rossa; co·mandò poscia .le forze russe (1920) sul fronte polacco, e, -dopo la guerra, l'Accadem ia militare. Nel 1925 divenne membro d el Consiglio d i guerra e nel 1927 capo dello S. M. dell'esercito e designato comandante del fronte ovest in -caso d i guerra. Scrisse un'opera cosp ic ua : l( G uerra mondiale, guerra civ ile > guerra di classe » .

Tudela. Pi.ernia città spagnuola della Navarra , sulla dr. --dcli' Ebro.

Combauimemo di Tude/a (1808). Appartiene alle campagne dell' annata oapoleonica .nella Spagna. L' imperatore, dopo di avere battuto l'armata <li Galizia, si d iresse contro le forze riunite delle armate di Andalusia e d i Aragona (gen. Cast?,i os e Palafox), che trovavansi nei pressi di c;. lahorra, suddividendo le proprie in più colonne al fine di -avvolgere l'avversario e precludergli le vie di ritirata . Gli Spagnuoli si sottrassero ritirandosi a T. che coprirono con .larga fronte, spiegando sette divis. (circa 45.000 uomini) sostenute da 40 pezzi. La d ivisione di cavalleria ch'era in ,testa all'avanguardia francese, avvistata il mattino del :23 , 1ovembre 1808 la linea nemica, ne segnalava l'este11sione al •maresc. Lanncs, che fece subito mettere in batteria 60 pezzi j n appoggio alla divis. di fanteria Morlot e dispose per lo spiegamento del grosso. Un vigoroso attacco della divis. Mathieu produsse lo sfonda1nemo della linea spagnuola, la cui ala destra venne sgom inata, mentre premeva sul centro l'attacco francese. Ciò determinò un d isordine tale che valse .a travolgere ogn i resistenza: i d ispersi si rifugiarono in gran parte sulla sr. dell'Ebro perdendo 30 pezzi e oltre 3000 prigion ieri, senza contare i caduti e quelli che per~-

B.attaglh di Tudela (1808)

rono nelle acque <lei fiume . Il maresc. Ne)', incaricato d i spingersi sul la st rada di Soria, avrebbe dovuto precludere quella via d i r iti rata ai vinti; ma la stanchcz;za e i combattimenti paniali i ncontr ati lo indussero a dar riposo ai suoi, onde mancò roccasioné di più con1pkto successo.

TuL

Ti.ikory (Luigi). Ufficiale garibaldino (1828-1860). Unghe. rese, combattè i n p.atria d urante la r ivoluzione del 1848-49, e vi fu promosso sottot. per mer ito di g uerra . Domata la rivoluzione passò in Turch_ ia, .:ombattendo contro i Drus: e poi, come capitano, contro i Russi nella guerra d i Crimea, r imanendo ferito a Kars. Fu decorato e promosso m aggiore. Passato in Irn.iìa,

nel 1860 partecipò alla spedizione de i Mille come aiutan te d i campo di Ga ribald i, e morl a Palermo per ferita riportata all 'assalto del Ponte- del l'Ammiraglio .

Tilk6ry Luigi

1'iikory . P irosca fo a ruote in legno, costruito in Inghilterra nel 1848 <; acquistato d·a[ governo provvisorio di Sicilia, che lo battezzò " lndipendcn,:a " : passato al governo borbonico, fu chiamato « Veloce ». Dislocamento tonn. 962, macchine HP. 380. Nel 1860, caduto in potere

11 4 TO.kOry • attacca il vascello t ?\1onarca ·•

del governo gariba ld ino, venne chiamato col nome del caduto ufficiale ungherese; tentò nottetempo, il 21 agosto, di assalire nel porto <li Napoli il vascello borbon ico « Monarca », ,na ·vcnue respinto. fu radiato nel r870.

Tulcea (o Tu/scia). Città della Romania, sulla d r. del Samov, braccio delle foci <lel Danubio, anticamente forrilicara. Vi si svolsero importanti azioni nella guerra Russoturca del r 768-74. Nella campagna del 1 770 cadde nelle mam dei Russi, condotti dal gen. Wcissmann, che l'attaccò di sorpresa il 22 novembre, traghettando di notte il fiume, mentre la guarnigione turca, presa d al panico, fuggl. Troppo deboli per mantenere la fatta conquista, i Russi l'abbandonarono. L'azione su T . verme ripetuta nella campagna <lell'anno segue nte 1771 <la llo stesso \Vèissmann, il quale s'impossessò prima ddl ' isola· Czatal e i l 10 marzo , traghettato il · fiume, attaccò di sorpresa i Turchi eh 'erano alla d ifesa <li T ., i quali la sgombrarono dopo di avere perd uti 4 00 uomini : 29 cannoni caddero in mano de , Russi. Il comando d i lsakca , fortezza a monte d i '/'. inviò 4 imbarcazioni cariche d i giannizzeri, per ragliare la ritirata ai Russi, ma esse furono respinte d,tl fuoco dei Russi lasciati nel l'isola di Czatal dal Weissmann , il quale mosse su Isakca, l'attaccò e se ne impadronl alla baionetta (27 aprile/. Per d iretto di munizioni dovette ripassare sulla sr. de l Danubio , bruciati i magazzin i e d istrutti i cannoni. Nell'a utu nno dello stesso anno 1771 i Russi attacca rono d i nuovo T . con truppe ancora agli ordini dd gen. \.Yeissmann. che il I 8 ottobre trasportò sulla punta dcli 'isola Czaral le


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1314 -

artiglierie e l'indomani il re,to ,!elle truppe (9 bgl. e 1 0 , q d r .) . L 'avanguard ia si ree/i con ca notti sino ali;, foce del Samov dove ~orprcsc i T utch i f11g~mdoli: ~cguì il g,1·0,sri che sbarcò, benchè contrastato daha cavalleria ture"· Quindi

\Vci,:,mann si a\'anzò su 1'. e dopo un (orte c.innonegbia. mento costrinse la guarnigione a sgomb, are le opere ed ., ritira rsi , protetta da cariche d i cavalleria . A lle o re 1 3 i Rus,i e rano p atl1:oni d ella for1c7,za e spin!(cvano usseri e co,acch i a ll'in,cguinicnto. Presi 36 cannoni e distrutte le fortificazioni. Wei,smann prosci:uì la marcia su 83badagh. Nella campagna del 1773 un distaccamento di gooo Russi (!(cn. Potem k in) passò d i n uovo il Dam1bio a T ., "' battè i T u rch i, clic lascia rono sul •te rre no 1500 morti, e li respinse su Habacl:1i:h . Nella campagna del 1790, dopo un ,ombattimento na, .ile prcs,o Sulina, che costò ai Turchi l.1 perdita di 19 na,·i. i Ru,si o.:cu!::irono ancora Tulscia. La <1u,ile ven ne p resa nuo\'atncntc dai Russi nel 1808.

Tulipano. Venne così chi,111':ato l'ornam~nto che nelle arttglicrie ad av,incanca ,i tro\'a\'a all'c,tremità anteriore tlclla \'olata; oltrcchè un ornamento. rapprcscntò un rin iur7.o e u n rialw per la mira. Aveva superficie generaln1c11tc ricurva .

Tulipano: di sopra e di fronte

Turnino (Gabriele). G rnNalc, n. nel 1883. Sottot. di fanteria nel 1903, partecipò J lla guerra Mondiale e di"cnnc colonnello nel 1918. 'cl 1926 ebbe il comando del 9-1° fanteria e poi del dmretto mii. di Roma. Generale d i bri gata nel 1933, fu ispetrorc , li mobilitazion e <lc ll a d ivis . m ii. d i Ancona ; nel 1034 passèi al com ando della 281 br igata cli fanteria assumendo anche la carica d i presidente del iribunale mii. di Palermo. Tummara. V . Samarm . Tummo, Di,trcttc) , lei Sah,1ra centra le. a contatto della zona france><: cht confina con la Tripohtarna. È un altopiano di circa 1000 m. di altezza. formante come il contratTmte più settentrionale del mlssiccio d el Tibcsti. Prend,• il nome dalla p iccob oasi d i 7'. . d ove le ca ro\':rnc prnvenie nt i d a l Ciad e dall ' Uadal possono r ifornirsi . f; stata zona contestata fra Italia e Francia. Nel 1929 passò definitiva• mente all' ltali;o. Tumulazione de i morti. Rien tra nei servizi ine re nlt a l Nisanamelllo del campo di ba/faglia (V .). Rag ion i sc ntimcn rnl i cd u mauitarie, o ltre a q ue lle ig ieniche e d i sgombero. ele\'auo que,t,l triste bisogna alla dignit:ì d'una missione. Perciò, <1ualc.ra altri ordini non siano dati dagli or gani compet,n ti, gli ,tessi com a n d:int i dei reparti provved ono servend osi di drn!)pcl li di uo m ini propri . /\ Ila constatazione del la morte . sempre che possibile. i: opportu no che ,ia presente uu ufficiale medico. La direzione della T. è henc ,ia dt",·olutJ ad un car:pcllano militare. Quando non pos~:l avvenire in cimiteri. <kv'c\scre fatta in ~uoghi ap• pa1tn ti, lung i dag li accamp ame nt i, dagli ahi1a ti , da! le acqu e potabili, ecc. Non d e bbo no essere sepo lti p iè, di d ieci cad averi nella medesima fossa . La terra cle,e coprire per uno o due metri le ,alme, dev'essere ben calzat;t e poi copcrtJ

con zullc erbose. In ca,o di morti mfcui, nelle fosse si d e bbono gettare co n :tbhondanza dei ,:au,tici (p. es. : la ca lce). La '/'. <lcv 'esserc normalmente preceduta dal riconoscimento della salma. .\li 'uopo <en è il !liastrino, in mancanz.1 del quale si indaga fra gli , \'Cntuali documenti tenuti intlos,o, op1--:urc \i procede a rilc varc i conlrasscgni som at ici cd a fare la fotografia .

Tumultus. Presso i Romani, in caso di guerra impro,·vis.a o di ~nuazioni che pre(entavano un f)Cricolo imminente, invece della e~obre procedura di lc"a, a" ,·niva il T . , o.-.sia un arruOlamt:nto in mas~:i. cli soldati . fn esso non si :1mmettC\'a alcuna esen7.ionc da l serv iz io . neppure per i sacerdoti o per i \'Cechi: inultrc, invece del giuramento ordinario. i ,;oldati. che erano arruolati nell'ordine con cui \'cnivano a dare il loro nome, ne prestavano uno collettivo e per acclamnione (co11Ì1m.,1io). I soldat i co,ì ar ruola t i, cru no d e tri t tunultuarii.; se ne hannu cscm pl nclb g-uerra alc.::.,:indrina e llll:lndo, nel 52 n. C., in scguitO ai disordini causati dall'a,;,as,111io di Cloclio, il Senato ordinb d1e ~i ch1.unassero in frtlla sotto le armi tutti i gio\ani d 'Ita lia . 0

Tunica. Adoperata 1,rimieramentc <fal:e mi lizie dei Celti. era una lunga \1cste a gui)a di grande i.:amiciot~!l. che ser.. ,i\'3 anch,· d., mantello. Entrè, a far parte del ve,tiario mii. dei Greci e dei Romani , i quali 11lt1mi l'adottarono da principio con m:10ichc co rLc. o ac!<ltl'ittura sen za hinn a::he. Quan do perb cominciarono a comballcrc contro i poroli nordici. a cominciare dalla Gallia, sentirono la necessità non <olo d1 meltere le mankhc a pieno bra"10, ma di portare clue 7'. delle quali un.1 ,crviva come can,icia (S11b11c11/a), l'altra, superiore, p er lo pii, di tessu to spesso e forte (S11ppar11m) a protez ione d ei rigori inverna li . La lunghezza cieli~ T. mii. era minor<' di quella usat.l dai ,ma:Jini. Dopo le invasioni barbariche. prevalse nelle rruppc dc, diversi poJ;"tili venuti in l wli., il mantello che pertlurb per tu tto il 111cdio evo . Colla co,titu~iu ne delle g rand i m on arch ie degli Stat i francesi e germanici, tor nò i n v i~orc, per le fanterie in is!)Ccie, un !(Cnerc di ,·c,tito che quantunque impropriamente fu chiamato T. Era cagliato com<' una ,, redingotc " chiuso al petto con due bouonicre. scendente /i n poco ,otto a l g inocch io, s treuo ai fianch i da un cintu• ,-ino al 4uale era a ttac,ilta la sciabol.t, o ba ionetta. O nde lasciar libera la gamba nel camminare, le due falde della T. venivano abbottonate indietro, così da formar.e una specie di coda di rondine sopra ai !>olpacci. P,·r gli u t'ici:tli la 7'. era alqua 1l!o più corta d i quella , k lla t ru pp a. Il suo uso perd u rò a nch e d opo la rivoluzione fra ncese ; nel periodo della restaurazione . anzi. 1 ifiorì in llltti gli cscr.:iti. Durante le guerre <l'lndipendcnza in tutta Europa. la T. costi• tuisce runico tipo di vestiario dei ,ol,bti cd ufficiali, ed a nch e il cnppo tto ha la stessa fornia . L 'eserc ito p ie m o ntese la m a n te nne pe rfino nella nuova d ivisa d ei bersaglieri . Essa cont in uò a f; r parte del Yestiario mii. in I ta lia lino all'epoca del nuovo ordinamento dell'esercito e ddb di,•isa da par te del min istro Ricoui (i 88d) quando fu adottala per tu tte le .,rrni la giu bba , meno i ngombra nte e più ada tta ai mo vim en t i <lcl corpo . R imase tuttav ia in uso p resso I 'eser ci to germanico e I·austriaco, e la voce per ab itudine venne adoperata ancora per qua lche tempo a<I indicare impropria. mente la giubba . Tunisi (a11l. T1111t·t11). Città cap ilalc della Tun isia, in fondo al golfo o m onimo. fo rtificata sin d a cemri antkh is,imi. alla ca<luta dell'impero romano. gli Arabi , i eressero nuove opere. ~ el 1573 Cari~ V fece iniziare da Gabrio

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Serhelloni la costruzione <li un nuovo castello a pianta esa g )nale, che però non ve nne terrniJrnto. A 13 Km . d::t T . ,

e congiunta ad essa con una ferrovia, sorse la Golena~ sobbnrgo fortificato e posto avanzaro della ciuà verso il m are, sulla ,r , del ca riale ~hc conduce dal golfo a lla laguna interna . Il Barbarossa- vi aggiunse anorno un~ cinta a pentagono regolare, con h:1stioni, lìanchi, cortine, e Carlo V rese q uadra\o il perimetro, che in seguito fu allargaw ad esagono regolare. - Di a,uichissime origini , T.

fu

proc'onsole P. Cornelio Scipione conrro Vermina, figlio dello spodesta ro re S iface, il quale con piè, cavalli che fanti ve• niva, sebbene i.n ritardo, cioè dopo che la batwg lia di Zama era stata già combattuta, in soccorso d l Annibale. ScipioJJc con parte del suo esercito sbaragliò facilmente il nemico e, fattolo circondare dalla sua cavalleria, gli uc-

, i~e L5.0<>0 fan ti e prese 1200 fanti e 1500 cavalli. Venr1ina con rochi riuscì a fuggire. V. !'resa di Tunisi (1 159). Fu , tJ.Cia dal califfo AbdulMumin , il c1uak marciò sulla città coi'I 100.000 u. li governaton.: , con uua felice sortita. n;5pi11sc glì Arabi. infliggendo

loro gravi perdite. Ma nella notte un gruppo di cittadini

aprì le porle a tradimento e il califfo prese la città.

presa e

ripresa varie volte duran te k' Uanclicra tunisina (~ec. XJX)

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guerre Pun iche e seguì le sorti

della Tunisia (V.).

l. Presa di T1112isi (334 a. C .) . 1 mercenari cartaginesi, non pagali , si ribellarono e, in numero di circa Too .ooo, ,i impad roni rono di T., che divenne la . ]oro piazzaforte. Per ci rca tre ann i cs~i combatterono contro Cartagine, arri-

VI. Assedio e pace di Tunisi (1270). Apparricnc al la \/li i Crociata e fu posto clall'eserei ro francese di Luigi IX. forre di 60. 000 u. dopo di avere sconfitto un esercito arabn p resso la t:inà. La quale. difesa da una guarnigione m,mero~a e agguetrita, resistette- a lungo 1 mCntrc le malattie

deci rnavano gli assedianti; fra essi 1norlva lo stesso

re .-

Il figl i() r ilipno, .l>Sl1nto il coma n<lo <lell 'esercito,. sconfisse

vand o sino alle sue porte . Ma finalmente Amilcare Barca

ne! 334 lì sconfissc 111assacrandone 111ol ti, e poi marciò su· T., d1 cu i si ;,npadronì con grande strage degli ultimi 1

difensori.

II. Ha11agiia di Tunisi (306 a. C.). Fu combattura e vinra dai Cartagint:si contro Ag:H ocle, tir;rnno dl Siracw:a che 1

con audacia aveva portato la guerra in Africa. E.gl i a m,da pena po1è ~a lvarsi con pochi in Sicilia; g li avanzi del suo

eserc.:ito gl i trucida rono

j

figli e pTcsero servizio sotto

il nemico. fi l. Battagli" di Ttt11isi (255 a. C .) . Appartiene allo 1•rima guerra Pun ica e fu combattuta da Sanrippo dì Sparta, che

di~ponevà di L2.uoo pedoni, parte cartaginesi parte merce~ n:i.ri. 4000 cavalieri e 10() clcfonti con tro i Romani coman~ 1

dati dal procomolc M . Attilio Regolo , il quale equ ilibravasì nel c.:ornplcsso cuj nc111ici , ma er:1 inferiore in cavall i e. non disponeva di elefanti. Santippo dis!Jose innanzi a l suo esercito tutli g li elefanti in linea d i fila; a sufficiente di-

~rnnza tenne l.a faJangc cartaginese. alla cui dr. schierò porte dei mercenari, alle due ali degli elefanti m ise la su a

cava lleria e le schiere n1crccrrnric armate alla leggera. Regolo d ispose l 'esercito nel sol ito ord ine romano d i battaglia col locando la cava lleria alle ali e la [an tnia com1'alla e profonda per poter meglio parare l' urto <kgli elefanti. Samippo aprì il combattimento cogli cldanti e cun la cavalieri,i: questa ruppe la cava lleria italica e la mise in fuga in amhedu~ le a li . L'ala sr. romana in tanto evit ò l'urto degli elefon ri ed i mercen ari, ~ttaccò l'ala d r . dei Carraginesi, e, messala in fuga, la inca l1.ò e d insegu ì sin dentro nel campo . li resto dell'esercito romano p ro\'Ò duramente l'urtc e l'impeto degli elefan ti . C ionond imeno il corpo dell a battaglia rimase per alcun tempo senza rom persi per la l'rofond ità delle file serrate. Ma poichè k schie re esU'eme furono accercè;~tc dalla cavalleria numida

e costrette a far loro fron te, e q uell i che avevano forzato

il passaggio in mezzo agli elefanti si trovarono a fronte della .falange intatta é ben ord inata d e i Cartaginesi, non ci fu più sca mpo pci Roman i stretti d a lla cavalleria, dagli elefan ti e dalla falange. Del! 'esercito romano solo 2 000 del1'ala sr . fuggirono a Clupca, e Regolo con 500 <lei suo1

veniva trano prigioniero a Cartagine. Dei m crcc-11ari car~ t::iginesi ne perirono

800 .

lV. IJ111tagli<1 di Tunisi (202 a . C.) . Fu l'ultimo fatto d'annc della secor.d a g uerra Punica e fu combattuta dal

a r iù riprese g li Arabi, ma il 31 ottobre concluse col sulta nn

una pace per 10 ;,1nni , favorevole anche a tutta la

cris:ianità, tornando subito dopo in patria . Vlf. Attacco di Tunisi (1388). li genovese· Antonìotto A<lorno, con navi proprie e d i a mici, attaccò il bey nel la su:i capjtalc . Questi, spaventato , si arrese, liberò tutti gli

sch iavi cristiani, pagò le spese di guerra e si impegnò a non commettere p iù a lti di pi raleria . VHI . Impresa di Tunisi (1535). Nel 1534 il corsaro m"o Barbàrossa, con 6000 u., aveva preso T., detronizzandone il bcy. Que.sti implo rò il soccorso di Carlo V che, temendo per i suoi f'OS5es;i d ' lral ia , nd J 535 si mise al la testa di un a flo tta numerosa, cui si_ aggiunsero navi d i Malta , della Sici lia e di altre nazioni cristia ne. Le forze alleate ammontavano a 25 .000 fanti e 2000 cavalli, Sp agnuoli , Italiani e Tedeschi, comandati cl.ii marchese <lei Vasto e traspon ati da 400 navi . L'8 luglio furono ini1.iari i lavori d'assedio s ul da vanti della Goletta innalzando rre batterie, mentre la guarnigione esegui va parecchie .~ortite, con gravi perd ite d~

ambedue le parti, a respingere le quali si distinsero specialme n te g li lta li«ni . Il 14, finiti i lavori , si aprì il fuoco

da tre parti,

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da) mare cooperavano al botnbard:1 ..

mento anche k galee . Dopo otto ore d i fuoco violentissimo , che cau sò gravi dan11i alla (ortezz,t , i Cristiani la anacca rono e l,1 p resero, mentre i <li(cnsori superstit i , i


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13ottaglia di 'l'unisi (255 a. C.)

rifugiavano in T. col loro comandante, il Cacciadiavoli. li 15 luglio il marchese del Vasto mosse contro 'J". , schierando a dr. g li Spagnuoli, al centro i Tedeschi e a sr., appoggiati al lago, gli Italiani del rrincipe di Salerno: la mattina scguente giunse presso la città, davanti alla -quale il Barbarossa aveva schierato a battaglia 80.000 u. I Cristiani li attaccarono viokntemcnic e il Barbarossa, \"Cdcndo di non poter opporre una lunga resisteoL.a, ritirò le truppe regolari nella città, lasciando alla campagna la cavalleria leggera e alcune migliaia d i Mori e di Beduini, .a disturbare i lavori degli assedianti , i quali il 20 lugl io iniziarono l'investimento della piazza. Frattanto in T. gli schiavi -crisuani, che vi erano incatenati in grandissimo numern e che il Barbarossa aveva pensato dapprima di far massacrare, si liberarono e, armatisi, p resero il castello. Il Barbarossa fuggì con pochi fedeli e l'imperatore entrò in T., massacrando difensori e abitanti. La cinà ,enne saccheggiata: Carlo V ripartl lasciando un migliaio <li Spagnuoli a presidio della Goletta. IX. Assedio della Goletta (1568). li reggente dd governo turco in Algeri, Alì pascià, con un piccolo esercito di 6000 u., attaccò d i sorpresa T. e se ne impadronì quasi senza colpo ferire. Poi d iresse le ~uc forze contro la Go-

lena, difesa dai governatore spagnuolo Pccae nel, e la assed iò a lungo, facendola spesso attaccare dalle sue truppe. Frattauto dalla Spagna era partita una spedizione di soccorso çhe giunse alla Goletta con un buon rinforzo d, uomini e munizioni. Il presidio, che già aveva respinto i reiterati e violenti attacchi degli Algerini, riusd .;o,ì a con,cr.-arc il posses;o della çiazza, mentre /\lì pasci?, si do,·e,·a accontentare di tenere Tunisi. X. Presa della Goletta e di Trmisi (•Si4)- Nell"ouobre ciel 1573 la flotta cristiana aveva sbarcato 11.000 fan1i per proteggere la Goletta, e don Giovanni d'Austria si era impadronito di T., abbandonata dal Lucciali. Qui aYe,·a fatto iniziare dal Serbelloni la costruzione di una nuova fortezza e vi aveva lasciato 8000 u., di cui 4000 Italiani, comandati da Pagano Doria. li 13 luglio dell'anno successivo. quando le fortificazioni non erano ancora tenninatc, arrivò una flotta turca di 268 navi, condotta dal Lucciali. Questi con 60.000 l'- attaccò la Goletta e il 23 agosto la prese d'assalto. massacrandone i difensori: poco dopo T. subl b stessa sorte e i Cristiani mperstiti furono fatti schiaYi. XI. Ba11aglia navale di T1111isi (4 marzo 1665). Fu cornbarru1a ira la floua francese del duca di Beaufort e i cor-

Assedio di Tunisi (: 53 s)


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sari barbareschi. Questi, altaccati dai primi, resistettero vigorosamente, ma jnfinc i Francesi, dopo una lotta lunga e sanguinosa, l{ sconfissero, prendendo o colando a fondo gran pane delle loro navi. XIT. Tra/lato di T,unisi (25 novembre 1665). Detto anche della Goletta: fu concluso tra la Francia e la Reggenza d i Tunisi.

.'ml. Trat1ato di Tu11isi (30 agosto 1685). Pace dei Cento anni, conclusa tra la Francia e la Reggenza di Tunisi.

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tratterà più come sch iavi i Cnstiani fotti prigionieri di guerra. Se sorgeranno questioni o divergenze fra i contrnenti, l 'Inghilterra .interporrà i suoi buoni uffici . Altri anicoli riguardavano il commercio, la navigazione, ecc. 11 22 febbraio del 1832 una convenzione fra i d ue contraenti elim inò alcune questioni sorte nell 'esecuzione del trattato. XVI. Impresa di Tu11isi (1833). Per chiedere soddisfazione al bcy di alcune ingiurie contro .i loro consoli , il re delle Due Sicilie e il re di Sardegna avevano concluso il 23 marzo un trattato per l' uoionc delle rispettive forze contro le reggenze barbaresche. 1 governi alleati avevano così mandato una squadra composta di 5 fregate, 2 cor''ette1 3 brigantini, 1 cuttcr, con 400 cannoni e 4000 u. , agli ord ini d el Dc Viry. Il bey <li fronte a ciò diede tutte le soddisfozio11i rich ieste e promise di concludere una con,·enzione col regno del le D ue Sicilie, che fu poi firmata il 18 novembre, XVII. Tmttato di T uni;i (8 sctte111bre 1868). Detto anche della Goletta; amicizia , commercio, navigazione fra la Tunisia e il regno d' Italia, per :i.8 an ni.

Tunisia. Protettorato francese dell 'Africa settentrionale. Superficie. Kmq . r:1.5. 130; ab ., 2.160.000. Capitale, Tunisi; porto militare e importante base navale della Francia a Biserta. Abitata si11 dai tempi ant ichissimi dai Berberi, cadde nel le mani degli F:;iziani e poi dei Fenici, che vi fondarono Cartagine . Sotto la dominazione romana costituì la provincia dell'Africa prnpria . Al principio del medio evo se ne impadron irono i Vandali, da cui passò nel 534 ai Biza ntini . La 1'. però si ribellò ad essi e fra i l 690 e il 695 cadde interamente nelle mani degli Arabi. Nel r674 se ne impadronì !a Turchia, che la tenne sino al 1881.

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La Goletta di T unisi nel 1829 (da 11 Esercito e Nnzionc &)

XIV. Atlacco della Colma e di Tunisi (1784-1785). Nel maggio del 1784 l'ammiraglio veneziano Angelo Emo era .stato mandato co1Jlro T., con un vascello, due fregate, <lue sciabecchi e <lue barche cannoniere, cui si erano aggiunte altre 17 navi d i Cattaro e di Corfù . Bloccat a T ., egli si recò ad assalire Susa, ma l 'anno seguente tornò all'at tacco della Goletta. Per battere efficacemente le opere avversarie e senza pericolo dei suoi uomini) egli costruì due zattere, sorrette <la botti vuote, e su ambeJue mise un cannone, coprend o se rventi e munizioni con d ue rcm bare a doppio ordine di tavola: gli intervalli fra q ueste ultime emj:'Ì di sacchi d i arena bagnata; esse resistettero al fuoco ne mico, tan to che l 'Emo l'anno seguente Jl C cost ruì altre d odici. Egli però non riusci a prendere la fortezza e, avendo Venezia ricusato cli inviargli soccorsi , abbandonò l'im presa. 4

XV. Trattato di Tunisi (17 aprile 1816). Concluso nel palano del Bardo, per intromissione dell 'Inghilterra: pace ecl amicizia fra la Sardegna e il bcy d i Tunisi. Questi non

Forze armate dell11 Tunisia. Pr ima dell 'invasione francese la Reggenza d isponeva d i circa 2J .ooo u., organizzati all'europea e istruiti da ufficiali francesi, d i cui circa 9000rcgolari , Attualmente la Reggenza d isrone solo del corpo della guardia bcylicale: 1 bgl. d i fanteria, 1 plotone di, cavalleria e l batter ia, in tulto 6oo u. Chi provvede realmente a Ila <li fesa <lei territorio tunisino è la Francia, le cu i truppe d 'occupazione sono rette d a un " Comando Superiore delle 'truppe in T unisia » agli ord ini di un gen . di divis. e sono composte di francesi, cl.i corpi misti francotunisini, d i corp i coloniali (tiragliatori senegalesi), della leg ione di cavalleria straniera e della gendarmeria: in tutto circa r.8.ooo u. Slt 2 brigate di fanteria e 1 di cavalleria, 1 bgl. d i fanteria leggera d'Africa, 1 regg. d 'art., 1 bgl. e 2 cp. autonome del genio, 1 gruppo di squadriglie d'aeroplani , treno, servizi, ecc. Militarmente la T . è distinta in ere comandi di zona: sottodivis. di T11nisi-Biserta, sottodivis. d i Susa-Kairuan, e ter ritori mii. del sud- tunisino.

I. lnsu,nzione tunisina· (1864). Il bey Mohammcd pascià promulgò una costituzione liberale che destò malcontento <lai qua le derivò addirim,ra la rivolta delle popolazioni krum.irc delle montagne. La ribellione si estese rapidamente. Un piccolo corpo del bey fu battuto facilmente dagli insorti che, comandati da All ben Ghadaum, marciarono sulla capitale e il 20 aprile si accam parono a una giornata da essa. Il :iey, assediate t utte le sue città costiere e minacciata la stessa T un isi, tentò di calmare le popolazioni ribe llj, annunciando concessioni, n1a invano : Sfax venne saccheggiata e a Susa si invase anche il consolato italiano. Frattanto uoa sq uadra era stata inviata d a La Spezia nella rada di T unisi .a proteggere i nostri coloni, mentre gli stranieri si ri Eugiavano alla Goletta o si imbarcavano . In Italia si preparava poi u na sped izione da uni rsi alle t ruppe


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francesi e inglesi, per occupare alcune zone tun1s1nc, allorchè il ber iniziava una più energ ica politica 1 e, inviato

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II. Occupazione della Tunisia (1881- 1883). G ià da tempo

Tupputi (Ottavio). Generale, n. a llisceg lic, m . a Napoli (179 , -J865). Volonta rio J1ei cacc iawri a cavallo, fece le campagne nap oleoniche dal ,807 lino a q uella di Russia ; quindi seguì Mural a Napoli e d ivenne colonnello. Nel 182 1 pa rtecipò al mov imento costituzion a le , pel quale ven ne in-

la F rancia aveva ycnsato a un'invasione ne lla T. , ma varie

carcer.ato q uando, entrati gli Austriacj i.n Napo li, vi restau-

,·icende le avevano i mped ito di effettuare i s uoi d isegn i. Fu solo ne lla primavera , lei 1881 che le si p resentò un a facile occasione d i conquista, quando le t rib,1 k rum ire sconfìnarono in Algeria; 1polestanclo le popolazioni di fron tiera e resiste ndo alle trupp,· francesi . Fu subito preparato tul

rarono la monarchia assoluta. Graziato nel r831 si rit in, a Bi scegl ie; deputato nel 1848 , fo cost retto ad anda re in esilio, insegi1ito da una condanna a morte . Ritornato in pauia nel 1861 , fu nominato senatore, tcn. generale e comandante la guardia nazionale <l i Napol i.

un esercito verso Beja , costringeva in fi ne i capi ribelli a fare atto d i sottomiisio11e.

corpo di Sl}cdizionct ag li ordini <lei gcn. Forgcn1ol de Bost-

q uénard , composto di 33 bgl., '4 squadroni, IO btr. e 6 cp. del genio, ' in tu tto circa 32.000 u. Una squadra d i 9 corazzate e 7 navi minor i, agli ordini dcll'ammir. Garnault, doveva stabi lire la sua base a Tibarca . r\ queste forze il bey non poteva opporre che 7 regg. d i fan teria, 4 di anig licria e 1 di cavallerl.:1 regoiari ~ o ltt:e a truppe

irrcgolariJ a piedi e a G'l.vallo n1alc armate e peggio orga1

nizzate, dislocate ne i ce11tri più importanti d ella reggenza, e comandate d al fratello <lei bey, Sidi Alì . Inoltre i France si dovevano battersi coi Krum iri d ell':1lta valle d el la Mcgerd a . li 24 aprile furono in iz iate le operazioni e verso il 14 maggio, dopo aspri combattimenti, i Francesi e rano padro n i di una vasta zona di te rritorio, m~l ì Krumiri, contro i quali erano srntc in iziate le Ofierazioni , si man-

T upput.i Onavio

Turba Euclide

tenevano ancora in anni, battud ma non scon fi u i. La Ho tta

il 25 ap rile occupò T a barca, dove affluirono rinforzi di trnppe metropo litane . On a d ivis. d ella squadra (ammir. Co11-

"i"ur (Vitto,·io). Ammirag lio, n. a L ivorno nel t882. Guardiamarina nel 1901, p a rtecip ò alla g u erra contro I ' r\u-

rad) il 2 maggio occupò Bisc::rta <love sbarcò la divis . Bréart.

stria e meritò due rncd . d 'argen to e d ue di bronzo . Nc l

Numerose sottomissioni di tribù tun isine permisero a metà

,922 e bbe il com ando in 2a ,iel la Scuola srccialisti d i S. 13arrolomco. Ne! 1928 fu promosso cap. <.li vascello e ne l 1934 contramm iraglio, a l co mando superiore d el Carpe, rea li eq u ip aggi.

g iugno al governo francese di sciogliere il corpù .<li occupazione, lasc iando nella regione 15 bgl., 7 sqdr. , 6 btr. Ma i Tun isin i ri!Jrcsero le a rmi. Sfax venne bomba rdata e presa dal Gamau lt a meti, lug lio; nuo,·e forze d ovct.tero Ùllcrvenirc dalla Francia, rontru la quale fu proclamata la g uerra Sa111a . Le forz e francesi, agli ord in i del gen . Sau,,Slcr, marciarono su Ka iruan con varie colonne che sostennero

parecch i combattimenti vittoriosi e p resero la c ittà . Ne l novembre le operazion i furono dirette contro i Tunisini d el sud. Nel t882 le o perazioni continuarono, sia contro la detta reg ione, sia contro bande di ròbe!Ji c lie qu;i e là si formavano. Ne l dicembre due colonne opera rono al sud di Gabes lino alla frontiera tripulitana, e nei primi mesi del r883 ogn i ribel lione seria potè <lirsi d omata. I Fran-

cesi avevano in tutto sacrificato un fflig liaio <li u. per assi# cu ra rsi il possesso d i quella importa111e regione.

Tunisina questt'one. La sua lontana origine si può trovarla nei trattati conclusi ne l 1832 fra i l bey e la Sardegna e nel r833 fra il bcy e le Due Sicilie, aventi durata il limitata e assic ur:rnti il " rrnttamento del la nazio ne più favorita >) ; nelJ 'intcrvcnto franco-anglO-italjano dura nte la rivo-

l uzione <lei 1864; ne l t rattato d i Tunisi del 1868. Special-

mente <fa questi ultin1i avvenimenti apparve.:: una riva lità franco-ita liana, accresciuta dalle mire palesi de lla pr ima nazione sulla Tunisia, men tre sin dal r830 .;oloni ita lian i vi si erano reca ti. Disin.teressandosi l'Italia dc!lc colonie, la Francia ne approfittò p e r occupa re nel 1881 la T u nisia . I ncominciò d a allora un 'opera d i abol izione de i p riv ilegi ottenuti dall 'Ital ia , e d i s11azionalizzazio11c d ei nost ri. colon i: nè a risolvere la situazione va lsero l 'accordo Ti tton i d el 19r9 e la legge l:raneesc d el 1923, prevedente l 'automatica francesizzazione degl i s tran ieri sog.~ cui a ll a repubblica.

Tuono. Nave vedetta, di 3-30. tonn ., entrala in servizio nel 1915 come nave su ssid iar ia , radiata nel 1920 .

Turacciolo. È così chiamato qucll"oggctto generalme n te d i legno che si m e rce sulla bocca del fucile per ·impedire c he polvere od a ltro e ntti nell"anima d e lla canna. In Ita lia era adoperato col Vellt.rly; col fuci le mod. 1891 è stato adoperalo solo in Libia, in u n a forma speciale ideata dal magg . d'art. Magistri , dal q u ale prese nom e . Turano (ant. Toleno) . P icco lo fium e dell 'Ita lia centrale. affl. del Vel ino . Sulle sue rive si com batté una battag lia (1 , luglio qo a. C.) che a pp an iene a lla gue rr;i Sociale. li console romano P. Ruti lio Lupo vo lle cor rere in soccorso di Ascoli, m inacc iata d al p re to re italico Pompeo Strabo nc : al p assaggio del fiume fu affronta to dal pretore italico Vezio Scato~e, e , caduto in un 'imboscata, perdette 8000 u. e rimase ferito a n1orte . G li avanzi del suo esercito

si u nirono al le truppe d el lega to proconso lare Caio Mario .

Tumno A lberto. Generale, n . a N apoli nel 1868 . Sotto t. d'art. nel 1887, fu in Er itrea nel 1890 e 1891. Partecipò alla gue rra contro -! "Austria. Colonnello nel 19,6, comandò il 28° art. Nel 1924 ebbe i l co mandc, , lcl 12° art. e due anni dopo fu collocato in P. A . venendo p romosso gen . d i br igata nel r927 e passando nella riserva . Nella XXV legisla tura rappresentò alla Camera d ei, d ep utati il collegio cli Caserta .

Turba (Euclide). Generale, med aglia d'oro, n . a Palermo, caduto sugli Altipiani (1869-1917). Ufficiale d i fanteria in S. E. P. aveva concepito ,urta la sua carriera come un aposto lato, rnirando soprattutto a curare in sC e

nei suoi sottoposti i v,ilori mora li. Q uale comandante di rq--arto, i nsegnante nelle scuole, combattente . d iede sempre eccelse prove di a ltissimo senso del d overe, di dottrina , d i

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valore. Iniziò la guerra contro l'Austria quale comandante -di bgl. nel 130" fanteria e guarlagnò una mccl. di bronzo. Promosso colonnello brigadiere nel 1917. ebiJe il comando della brigata Perugia, e cadde d a prode, dopo essersi già distinto durante la rilirata dall'Isonzo al Piave, cosl da guadagnarvi una

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med . d 'argento . Ecco la n1otivazionc con

Turbine. CacciatoqJediniere, varato a Sestri Ponente nel

1927 {.]islocamento tonn. t355 lungo m . g2 64. largo 1nc1

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tri 9,20; appaGtto motore cavalli ,!5.098, velocità miglia 38.9. Armamento IV r20, 3 m itraglie,·e, 6 tubi lanciasiluri da 533. Personale d '"rmamento : 5 uAicia!i, 120 uomini d "equipaggio. Ha per nwtto:

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Paveat Turbinem hostis 11 .

la quale alla memoria dell'~roico genera le fu confcrirn b medaglia d'oro : ,, Incaricato della difesa <l i un 'importante località moutana, seppe, con fede di ai)ostolo e volontà ineluttabile. infondere nel le scarse cd esauste trur)ve ai suoi ordini t anrn virtù di resistenza d; costringere il ;l~inico stesso all'amrnirazione. Prìmo fra· i prjmi ne! contrattacch i, calmo, sorn-dcnte, spirante forza'. i 11 ogni gesto e<l in ogni parol a, riusd con pochi a ricacciare, contrattaccando cinque vulcc, il so• vc:rchianlc nem ico . Ferito a n1ortc 1 la sua ult101a parol:1

c<I il suo ultin~o gesto furono per additare ai suoi il ,fovcre ed il nemico ,. (M . Castelgomberto, 23 . novembre 1917).

Turbante (lat. Turcamm l'e/cus). Copricapo delle mil izie turche, e di altri po),ol i orientali, ed anche· africani (Dervisci). t,; formato d;i un avvi lurpamcnto di fascie, di tela o d'altro tesw to, arto alla difesa dai colpi cli sciabola o sci mitarra . Su <li esso venivano portati i distiotivi dei gradi. La voce Iu a<.to!)erara più tardi in Turchia per ind icare quel tipo d i copricapo d i pelo persiano che ricorda pii, il colbacco russo clic il T. Ta le copricaµo fu • adottato recentemente nel l'esercito in luogo del fez. Turbigo, Comune in prov . di Milano, sul Navigl io Grande, alla sua origine dal Ticino. Combattimento di Tmbigo (3 , maggio 1800). Appartiene alle g uerre de l Consolato francese . Dopo il passaggio delle Alvi, il Buonaparte si dirt·ssc su Milano. L'avangua rdia della d ivis. Monnier, giuo ta a J'. trovò il passo guardato dagli Austriaci, lo forzò dopo bn:ve duello d 'artiglieria, in cui i pc~zi austriaci cblx-ro la !>eggio. e occupCJ il paese.

11 gen . austriaco Laudon arrivò cnn rinforzi e lo riprese, 1na il g rosso della <livis.. M(,nn ier, sopraggiunto a sera. lo ricacciò dcfinìtivame1ue: gli Aus1rjaci si ritirarono a Nl'ilano.

Turbina. L a propu lsione delle nav i moderne <la guen a

è ottenuta quasi esclusivamente a n1ezzo di motrici a tur. bina, ideate e impiegate per la prima volta in Ingh ilterra verso i l 1904 dall 'ing. Parson. L a T. non può marciare che in una sola d irezione; perciò sulle navi vi sono le tu rbine per la marcia avanti e q uelle per la marcia indietro . li vapore dopo ave,· fatto funzionare una T . acq uista volume n1aggiorc e rressione rr1i11ore : è tuttavia alto ad C!'ler, citare ancora un lavoro ed è perciò avvia to <laJle T . ad a lta pressione, a guelle a metiia p ressione e infine alle T. a bassa pressione .

Turbine. CacciaLOrped iniere. varato a Napol i ne l r901 . Dislocamento tono . 330; m~cchinc Il i' . 5259. Affond ato il 24 maggio 1914 in strenuo com battimento ,ontro cinque navi nemiche nel \ 'Adriatico .

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Turbo-cannone. Gl i studi relativi sono ancora (1934) :ilio stato sperimenta le, rivolti all 'accertamento, o meno, della fondatezza pratica del principio scientifico i nfonnatore della invenzione , dovuta al francese Dclamare durante la guerra Mondiale. Si tentcrebGc di utilizzare in modo panicolare i prodou i della deAagrazionc della carica per il lancio dei proictll. allo SCOf'O di ottenere eh~ il ren-dimeoto balistico di tale art iglieria sia più devato di quello che si può raggiungere negli ord inari cannoni. Perciò si sfruttano nello stesso tem90 la pressione e la velocità dei gas della carica, costiluendo l'anna in guisa che i gas possano acquistare una forte velocità prima d i agire sul proietto. E ciò mcrcè b semplice interposizione, tra la camera <li cornbusrione e la camera del proietto, d i un condotto d , espansione, opportunamente sagomato (due tronchi di cono riuniti per le bast m inori), analogo al distr ibutore impiegato nelle turbine a gas e.cl a v.1pore, avente per iscopo d i trasforma re. in energia ci netica t 'energia potenziale conle11 uta nel fluido impiegato.

I gas allora not1 a5iscono J->ii, su l fondello per cffcrto della loro pressèone static:,, come av viene nelle ord inarie bocche d;, fuoco, ma principalmente per effetto della loro forza viv:1 . <li guis~, che la loro S!)inta è funziont: de Ha massa e c:ella velocità'. Posteriormente alla posizione iniziale del protetto occorre praticare sulle pHeti dell 'arma degli opportuni sfogatoi, per i quali i gas possano s fuggire dopo avere esercitat a b loro azione sul proict• to . Tale sfuggita , ;1 m isura che il pruictlu avan-za r:ell'ani1na., va dim inucndol fi no a cessare del tuuo .

fasa ha inoltre ]'ev idente effetto di limitare il r inculo della bocca da fuoco, ciò che permetterebbe affusli assai sempl ici. e pezzi relativa-. mente leggeri.

Turcasso. f,: I ',intirn « fa ret ra » . Sì portò dagli arcieri e dai balestrier i, per riporvi le armi da girto . Durò fino a poco tempo <lopo l'introduzione delle armi da fuoco, ossia fi1tchè ·d urarono arcieri e balestrieri .

T urcasso tu.reo

Turchia. O riginariamente, i Turchi, razza indogcrrn~nica parente dei Finni e dei Mongoli, e~ano popoli nomadi tra il Caspio, gli Urali, l 'Altai, la Cina, l'India, divisi in tribù, fra le quali quell a dei Gbaznevidi , que lla dei Sdg lucidi, quella dei Covarcsn1i o Knrismiani . Ma a più dl1revo le potenza era destinata un'altra razz:t <.li Turchi che.


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incalnta dai Mongoli. ahbandona\'a il Khorassan fino allora abitalo e, dopo lungo errare, si voi.e vc,rso l 'Asia Minore. Gu idati da un capo. Osman (1281-1326), da cui presero il nome di Osmani od Onomani, essi occuparono nel 1300 il regno d ' konio d 'onde, approfittando della debo-

Bandicra-n1rc3 pres.a dai Veneziani nel 16S5

kzza in cui era c~duto l'impero greco. fecero nuo"i progressi imposses<andosi nel r326 di Brussa. Quivi Orkan, figlio e successore: di Osman (1326-6o), trasportò la capitale del regno, che prima era a Konia; poscia. strappate tra il 1328 e il 1333 Nicomedia e Nicea ai Greci, conquistava gran parte dell'As ia Minore, penetrava in Europa do\'e, dopo un secolo di lotte (V . 01/omam) ,!istruggev(1 l'impero d'Oriente conquistando Costantinopoli, di cui Maometto II fece la sua capitale. f.gli si volse poi contro 13 Serbia e assediò invano !lelgrado nel 1456, riuscendo nell'intento tre anni dopo. Indi piombò sulla Morea e la soggiogò, e con essa il Ducato ,l'Atene sino allora posseduto dagli Acciaioli di Firenze. Volle quindi distruggere anche l'ultimo avanl.o dell'antico impero greco, Trebisonda, e la tolse ai Comncno. Nello stesso ;rnno 1462 soggiogava 13 Valacch ia , nel 1463 la Bosnia, 11el 1464 la Cara111ania; ccl essendosi Venezia rifiutata di cedergli i possedimemi di Levante, iniziava contro di essa (1463) una g uerra che durò r7 anni . Incanto, non cessavano i suoi aso.dti contro l'Epiro, difeso strenuamente ,lallo Scandcrbeg e. morto questi nel 1467, lo ebbe in sua mano. Nel r470 conquista,a ai Ve-

Covnlleria turca del sc~'Olo XV Jl I neziani Negropomc; in pari tempi le sue orde si scagliaYano sulla Stiria, sulla Carniofa e sulla Carinzia, rutto devastando e m irando al cuore stesso dell'impero, mentre altre si impadroni,•ano della Crimea e della Piccola Tartaria. ::\"ulla pareva resistere ~]l' impeto conquistatore di Maomet •

to li, chè i principi cristiani mostra,·ami tiepidi :id ogni esortazione Caua dai pontefici perchè si collegass.!Io contro tanta minaccia. Venezia sola gli teneva fronte, e, allearn,:i col re di Persia U5sun Kassan che contro di esso condu • ceva una fortunata guerra, mandava in suo aiuto nell'Anatolia una lloua che, insieme con alcune galere napoletane e pon tificie, ruinava 'e coste della Panfilia e dell'antica Ionia e de,·astava Smirne e ,\dalia. l Turchi pcne1rarono ne ll 'Istria e nel cuore <Id Friuli, d istruggevano quanti possediment i i Veneziani avevano ancora in Grec ia e nell'Egeo e riusci,•ano a battere a Tergian nell'Armenia il re persiano (1473) e a toglierlo di mezzo. L<!" discordie delle potenze europee e la stanchezza d i quelle che avevano ten1ato di contrastare i progressi dei Turchi facilita\'ano ora a Maomcuo il compimento dei suoi antichi disegni con tro gli Stat i cristiani: e a tale effetto egli preparò tre grandi spedizioni. contro l' Ungheria, contro Rodi e contro l'Italia. Invasa la Moldavia ( 1475) e hmuto da quel voivoda Stefano i l Grande, egli nel segucJHc anno ,·c iterava l'assa lto e, soggiogata la Bcssarabia e penetrato nuo\'amente nella Molda,·ia, poneva in rotta Stefano, ma doveva ritirarsi per malauic scoppiate fra le sue truppe e per l 'impossibilità cli far vivere queste nel paese orribilmente desolato. Costretti i Veneziani a ,·enire a patti (1478), Maomcuo Il nel 1479 si scagl iò sull' Ungheria, ma ne venne ributtato con grandi perdite dal re Mattia Corvino. Rivolse allora i suoi sforzi ad un tempo contro Rodi e contro )'halia (148o), ma entrambe le imprese fall irono, mcnlrc Maometto (r~81) veni va a morte. Gli seguì nel trono Bajazct Il che portò le sue armi dapprima contro i Mammalucchi (1488) dai quali fu sconfino, e poi contro l' Ungheria e la l'olonia con maggior fortuna, sì che gli riuscì di allargare verso settentrione le frontiere del suo regno; poscia, istigato da Lodo,·ico il Moro e da altri principi ital ian i invidiosi della veneta potenz;i, e bramoso d i risolvere i frequenti conflitti cli confine ch'egli aYe,·a coi Veneziani, as.sall e prese (1499) i lor<> rossedimcnti sulle coste della Morea, mentre i suoi eserciti ne devastavano l 'intern() e dall ' Isonzo ~i sringevano fino illa laguna spargendo ovunque il terrore e la strage. Una lega tosto formatasi per incitamento del pa1)a Alessandro VI tra Ungheria, Venezia, Francia, Spagna e Rodi, viet)Ì a IJajazec ulteriori progressi costringendolo a ritirare le suetruppe verso il Danubio; e, chiamato in Asia ove il Soli Ismaele <li Persia avcvagli invaso l'Armenia, dovette dimettere ogni disegno contro Venezia. La stanchezza e il timore d , peggiori danni consigliarono i belligeranti a concludere di comu ne accordo la p~ce (1502); ma Bajazet ri• tenne le conquiste falle. Nel J 512 saliva su l trono Sdim, le cui prime imprese furono volte contro la Persia e l'Egitto: riuscl a portare i confin i del suo imvero sino all'Eufrate e al Tigri; poscia, messosi contro l'Egitto, lo sottomise. A Sdim, morto nel 1520 , succede,•a Solimano. che in un lunghissimo regno fOrlÒ all'apogeo la potenza ottomana. Fin dal pri mo anno del suo avvento al trono egli soggiogò la Serbia e nel seguente espugnò Rodi. Poi si scagliò control'Ungheria, sconfisse a Mohacz quel re Luigi li (28 agosto 1526) ed entrò quincli trionfante i n lluda; attaccò l'Au stria assediando Vienna (1529), ma la valorosa resis1enza <lei difensori lo forzò a ri1irarsi con grnvi perclitc. Rifatto l 'esercito, Sol imano tre ann i dopo si avventò conu·o la Sù.ria e di là puntò di nuovo su Vienna; ma qui attendevalo Carlo V con grande aF parato di for:!'e; inoltre le forn •natc conquiste di Corone, P~ trasso e altri luoghi forti compiute in. Morea dalla flotta imperiale condotta da Andrea Doria, indussero il sultano a venire con l'imperatorca<l un accordo . Sol imano passava poscia in Asia :i comba1-


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rere lo scià di Persia che aveva invaso il Curdistan. Nel r535 , riacccsasi la guerra rra Carlo V e Francesco I, questi alleavasi con Solimano il quale, incitato a far diversione nell 'Unghcria e ad assal ire le spiaggie de] regno d i Napoli , <kvast ava l' una e le ahre, mentre ·1c sue Rotte disertavano le isole venete dell'arcipelago e m inacciavano Corfù (1537) per punire i Veneziani che con Carlo V eransi collegati. Venezia dovette cedere al sultano alcune isole dell'Egeo e le r iazzc d i Malvasia e Nàpoli d i Romania (1540). Intanto i Turchi avevano rioccupato Buda (1539) e minacciavano gli Stati ereditari austriaci. Carlo V , anzichè affrontarli , volle intraprendere un ' infelice spedizione contru gli Stati barbareschi. del! 'Africa settentrionale che la prote:,;ione della Porta rc1.1 ,kva audaci e infesti alle spiaggie d'ltalia e Spagna. Riarsa nel 1542 la j;llerra tra l 'imperatore e Francesco I, questi rinnovava l'alleanza con Solimano il quale faceva irruzione nd!'Ungheria, mentre la sua flona guidata <lai Clrniredd in desolava i lidi d'Italia e assa1iva, jasieme con quella francese, N izza e ne faceva scempio {1543). Nel 1547, Soli mano sì rappacificava con Carlo V, e, voltosi contro la Persia, le strappava parte del Chirvan e della Georgia; e nel 1552, rinnovatosi il conflitto c:ra Francia e impero, invadeva ancora a fiù riprese l 'Ungheria e le sue navi flagellavano le marine d'Italia. Per lunghi an ni la potenza ottomana fece tremare la cr istianità. Solò Malta, difesa <lai cavalieri gerosolimitani, seppe rintuzzare il furibondo assaJ to che Solimano le mosse nel 1565. 11 sultano tornò contro l'Ungheria, e morl nell'assedio <li Szigetvar. Suo figl io Selim 11, sgombrata l'Ungher ia, lìrmò la pace con l 'imperatore Massimiliano, fece una S!)edi7.ionc nella Tauridc, tolse ai Veneziani Cipro (1570). MJ Venezia, Spagna, Savoia ed altri minori Stati cattolici si univano . contro <li lui in una lega di cui fu a nima il papa Pio V; e Lepanto vide la rotrn della flotta ottomana (1571). Tre anni dopo la ricostituita flotta ottomana strappò Tunisi agli Spagnuoli e li scacciò anche da Tripoli , dando origine sulle coste senentrionali d'Africa a quelle che furono chiamate le tre reggenze di Barberia, Con l'assunzione al trono <li Murad llf cominciava rer l'impero ottomano un periodo di inrerna decadenza. Le lotte contro l'Austria e la Polonia terminarono infelicemente per la Turd 1ia, che ebbe invece for tuna in Asia Minore, dove prese Bagd:id. Nel secolo XVJI la Turchia si spi nse sino ad Azov, prese Lemno, Tenedo e Candia ai Veneziani, ma fu battuta a San Gottar<lo (1664) dal Montecuccoli, e sotto le mura d i Vienna (1683) (!al duca Carlo d i Lorena e dal re Sobieski ; perdette ·Buda nel r684; tutto il resto dell'Ungheria in seguito alla sconlìtta d i Mohacz; la Morea per opera dei Ve, neziani. Nel 1697 le anni 111rchc erano batJutc a Zenrn dal principe Eugenio di Savoia, e ,lue ann i Jop(, veniva firmato il trattato di Carlowitz (V.). Nel seguente secolo Achmet III r iprese Azov che i Russi gli avevano tolto e riprese ai Veneziani la Morea (1715); ma fu bat tuto da E ugenio a Petervaracl ino e a Belgrado, concll!dendo la pace di Passarowitz, (1718), Nel 1739 la Turchia i:i risollevò alquan to

in

nt1ova gut:rra contro

!"Ungheria e 'la Transill'ania, si iniziò un movimeuto di riscossa nelle porolazioni cristiane sottomesse alla Turchia, che ehbe le seguenti fasi: Nel 1817 b Serbia si costituì in principato autonomo, dopo tredici anni cli guerra quasi ininterrotta. è\'el 1821 la Grecia levò la bandiera dell 'indipen-

Fanrcria turca ( , 877- 78)

<lenza e si costituì in Stato au tonomo nel 1829. Nello stesso. anno, Moldavia e Valacchia erano dichiarati principati auto nomi sotto la sovranità della Turchia e il protettorato della Russia. Nel J 856 (trattato di l'arig,) il protettor;ito è tolto, i due principa ti si uniscono nel 1861 e vengono dichiarati Stato sovrano (Romania) nel 1878 (trattato <li .Rerfino); contemporaneamente Grecia, Serbia e Montenegro ottengono aumento <li territorio; la Bulgaria d iviene principato autonomo sotto la sovranità turca; la Rumelia orientale è proclamata p rovincia autonoma dell'impero ottomano; l'Austria occura militannentc Bosnia ed Erzegovina. Nel 1881 la Romania e nel 1882 la Serbia d iventano regni ; nel 1885 la Rllmdia o rient:ile è incorporata nella Bulgaria, che ottiene I 'inJipcndenza nel 1908, mentre l'Austria si annette Hosnia cd Erzegov ina . ).lei 1908 stesso un movimento liberale, detto elci « Giovani Tu rchi " det ronizzò il sultano e ottenne dal 11110,'o una costituzione, N el 19r2 (trattato di L?sanna dc.,p,1 la guerra Italo-turca) la Turchia cede all 'Italia la Libia e i l Dodecanneso; nel 1913 (trattato d i Lo11dra dopo la prima g uerra balcanica) perde i suoi territo ri in Europa ad ovest della li11ca Enos-Midia e le isole

l'Austria, ou-encudo di

nuorn Belgrado con la pace omonima; ma le, cose precir itarono <ii nuovo più tardi, quando la lotta con la Rus~ia la portò alla pace di Caùun·gi (1774). E peggiorarono con la nuova guerra contro Allstria e Russia, che terminò con la pace di Jassy (1792) che portava al Dnicster i confini orientali dello Stato. Successivamente, l 'impero ottomano ~ poco a poco ven11e cacciato sempre più verso Costantinopoli, fino a rimanere padrone soltanto di un modesto territorio, Infatti, avendo perduto già nel sec. XVII e XVIJI

Cavnlleri:1 tur e.a. (1915)

dell'Egeo, mentre Candia, già autonoma dal 1897, viene annessa alla Grecia ; nel 19r3 medesimo (trattato di Costantinopoli dopo la seconda gnerra Balcanica) r iacquista la, Tracia orientale con Adrianopoli e le isole di Tenc<lo e. lmbro,


TuR

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La Turcliia nel/a guerm Mondiale . .La Turchia dichiarò la guerra all 'intesa, schierantlosi a fianco degli Imperi Centra li, oeJJ'ottobre 19r4. Il su0 eseréito era stato rir,rg,n izz ato <fa una rnissione m il. te<lcsca capitanata dal gcn . von

dcr Goltz. All'inizio <lcile ostilità passò in Turchia il gcn. Liman V(ln Sandcrs, che fu 1·itenuto i l vero capo dell'esercito ottomano. La Turchia disponeva all'i nizio della guerra d i 4 armate (14 corpi <l 'armata, 53 <livis.) e i suoi effertil'i salirono d urante il confl itto a 1 .300.000 u. Le operazion i m i]. dell'esercito turco si svolsero in Armenia, i o Mesopotamù1, in Pa/estin(l e Siri11 (V . a tali voci) . Un grande tentat ivo franco-ingiese di forzare i Dardanelli (V.) e d i occuparli, fallì. li crol lo <lei f.onte meridionale (bu lgarotedesco) nel 19 18, costrinse la Tu rch ia all'armistizio di M11dro.<, cui seguì nel 1920 il trattato , li Sèvres : la Turch ia perdeva Arabia, ~lesopotamia_, Si ria, Palestina, e in Europa riduceva il suo confine alla linea d i Cia<algia. Perdeva an-

cl 'armata, una rcr ciascuna divis. d i fanteria e di cavai~ leria, 4 di idrovolanti •(2 :1 Smirne e 2 a lsrnid) . In tutto 180 apparecch i. Marina della Turchia. È costituita da uu incrociatore da battaglia (l'ex tedesco « Gocben ») d i 23.000 tonn , armato con X 280, X 150, VIII 88; 2 i ncroci,nori leggeri da 3500

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che il ter ritorio di Sn,irne . concesso alla Grecia, ma ne l

A11atolia e /lfium) co., una fortunaw guerra, in base alla quale riotteneva (trattato d i L oS(I/Ula del 1923) anche Adri.rnc,poli e la T racia Orie ntale, col confine alla Maritza. (V . anche Awtria, Bulgarit1 , Grecia, Montenegro , Romania, Rus,ia . Serbia, Siria, Ungheri<1) .

Cacciatorptdinie1·.e rurco ~ AJatcpc o costruito in Jtal ia (An::;aldo)

1922 lo riconquistava (V.

Esercito dei/a Turchia. Stato repubbl icano , la Turchia ba una superficie d i Krnq. 773.c>00 (d i cu i 30.000 in Europa) e circa r 1 -000.000 d i ab . di cui poco più di 1 milione in Europa. Capitale Anka ra . L'esercito ha J'er organ i centrali il Ministero della difesa nazionale, lo S. M. ge nera le, e t re ispezioni d'armata (Ankara, Kou.ia, Djarbekir), li territorio è diviso in si circoscrizioni m ii. che corrispon<lono a<l altrettan ti corpi d'annata, çjascuno su 2 d ivi!l . d i fan teria, più un regg. are.

r . c. e un regg. d i cavalleria .

Vi sono inoltre 5 d ivis. di cavalleria . L a d ivis. d i fanteria è su 3 rcgg., più uno <li arti_glicrja. L<.; di vis. ci l cavalleria è pure su 3 regg. con un gruppo d 'a rt . a cavallo. Nelle ripartizioni minori vige pure il sistema ter nario, 1na ogni bgl. ha una C!'- m irragìieri in 9ii1. Ogni C . d 'A. ha inoltre un bgl. zappatori, uno di trasmissioni , uno <li trasporti. Infine, 30.000 gendarm i e 10 .000 guardie di frontiera. oltrC

( 1931 )

lOnn .: 13 caccia dì cui 5 antiqua, i e 8 costruiti in Ital ia, di 1350 ton n . ; .; motoscafi; 6 sommergibili d i cui 4 cost ruiti in 1lalia, una ventina di navi minori .

Turchini (Battaglio11,' deiì, Si chiamò così a Civita\'eCch ia , nel 1792, il battaglione di g uarnigione in città , e si chiamò dei Verdi il battaglione d i guarn igione nella fortezza . Durarono fino al 1797. Turch ino (Colle dd). Passo dell'Appen nino Ligure che inette in comun icazione la valletta del torre ,,te Leiro (Rivier:1 di Ponente) con quella della Stu,·a (Orba). La roiabile si stacca dalla strada d~lla Cornice a Volni, risale con risvolti al colle (532 rn .) e scende in valle Stura a Carnpol ig ure , donde raggiu nge a Ovada quella che conduce a Novi cd Ales; and ria . La li,,ea ferro\'iaria Genova-Ovada entra in \'al di Leiro p resso la stazione di Mele, t raversa il d isplu vio mcrcè la galleria dei T . lu nga circa 6 Km ., e segue da presso I·u lteriore tracciato della strada. Questo valico ap re una ddlc vie vie\ brev i fra la Riviera e la piana di Alessa nd ria, indipendente dalle dirette provenienze da Genova (Co ll i del la Bocchetta e dei Giov i). Turckh•e im, Comu ne della Francia, nell'Ak,zia, sull a Fcch t.

Combattimcu10 di Turl,l,eim ( 1675). Appartiene alla gucrr;i

d ·olan<.la .

Fanteria turca (guerra l\.Jondialc)

a una « G uardia della Grande Assemblea " su 3 bgl. , 3 sqdr., r btr . G li effettivi d i bilancio presentano 1'20 . 000 uomin i. Il servizio è obbligatorio , con ferma ùi 18 mesi per la fanteria, due anni nelle al tre anni, t re nella mar ina. Esistono i t ( Premilitari > ,, con i giovani dai r6 ai 20 :Hrni. L'aeronautica comprende 2 squad rigl ie per ciascun corpo

ll gen .

francese Turen ne,

penetrato

con

in Alsazia attraverso la depressione di Relfol't. proce<.lcLtc in direzione. di Colmilr : il s genna io a sera giungeva _a 5 Km. a , u;J.ovest d i quella città . Gl 'lrnpcrial i, 33.000, coman dati dall 'elettore del Brandeburgo , avevano deciso di accetrnre la battaglia e si era no schierati da Colmai' a 7'. dietro il Logclbach, a~•poggia ti a due corsi d'acqua laterali e fortifica!! sulla fronte . il Turenne escluse !"at tacco frontale! che avrebbe potuto aver ben scarsi risultati e concepì ] 'idea d i aggira re la p osizione per le a lture boscose della dr . del Fecht. La manovra si svolse sull a prima schiera, che, al comando del De Lorge, appoggiò l 'ala sr. al villaggio <l i W intzenheim; varie unità di cavalleria ne p rolungarono le ali . li Turenne in perc,ona guidò jl g rosso , d iviso in due co1onue e con la seconda d i queste sfilò d ietro l'avanguardia cd arrivò al Fccht, due Km . monte di 7'.. me ntre l 'a!tra colo nna, !;'Cnetra ndo nel rilievo coll inoso e superando notevoli diflìcolt/,, raggiunse il Turenne. Questi aveva già passato il Fecht ed ocrnp:1to T.

30.00 0

11.


TUR

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impeg nandos l foncn1cn::c con una colonna nemica (30 sqd r., 12 bgl., 6 11czzi) colà inviata per suggeri mento ciel duca <li Loreua a protezione dcli 'ala. dr. ,lcll'csercito imperiale. La sr. delle forze d i Lorge intervenne in appogg-io a l Tu-

nato colon nello dal Richdicu, e nel 1635 ma resciallo di campo. Si d istinse a Land recies, a Maubeuge, a Brcisach, in Italia. nel Rossiglione : divenne luogoten. generale nel 1642 e maresc. di Francia due anni dopo . Battuto a Ma-

renne varcando i l Logelbach; truppe della co loni, 1 Turenne

rienthal , vi nse col Condé gli I mperiali. a Niirdlingcn (1645). Lottò a lungo col Mo111ecuccoli . Si schierò contro il Mazarino e la corte nella guerra della Fronda , fo battuto a Rethel e sì sottom ise alla Corte ( r65r) battendo il Condé e g li Spagn uoli ed assicurando alla Francia i vantagi <!ella pace dei Pirenei. Ripresa la lotta contro Ll Montecnccoli, o rtcnne altri bri llant i ~ucLC!.lSÌ ; rimase u.c,. ciso du rante una ricognizione a Sassbach.

co:i ampio giro comparvero da lungi al le spalle del nemico. L-a notrc i nterruppe il con1battimt:..nto 1 m a i Collegari~ senza attendere che la battaglia già prcpar~lt~ si svolgesse il g iorno successivo: si ritirjrono dura nte La norle stessa l~scian<lo a Colmar 3000 malati e feriti : il Turenne occupò il 6 Colmar

e procedette aH'inseguimento, mn . non riuscì a raggiunp:cn: il grosso ncmic,,! che ripassò il Reno; <.lovette li mitarsi a catturare materk=tl i e a fare rtigìonieri : l'Alsazia era però

Jiber,n a da l nem ico, periore.

malgrado fo.ssè numericamente su-

Turcomann i. Genti d i razza turca che occupano la re. gionc del T urchcstan, a cu i d iedero il nome. Se ne trovano anche nel la Pe rsia e ncU-At){anistan, La pir,ateria che a lcune tribù esercitavano sulle rive del Caspio, a danno delle genti della costa orie ntale, è cessata dopo la sottomissione alla Russia e queste tribù o ra , i danno alla pesca n si arruo lano nell'eserci to russo. Campagna. dei Russi co11/ro i TurcOmarrni (1879- 1880). N el 1879 un esercito russo di 1 6 .000 u. comandato dal generale Lo makin, fu destinato a sottomettere quelle )'Qpolazioni . Ma la spedizione fallì completamen te, soprattutto per non aver provveduto p receden temente ai riforn imenti dell'esercito che non poteva vivere sul paese, cd i Russi riporrarono una grave sconfitta: ap,i:cna r400 u. sì ~:i lva rono. L·anno seguente, il gcn. Skobdcv d iresse la t:am pagna in modo del tutto differente, c . prima d i concentrare il cor po principale a Chik islar , lanciò innanzi piccoli d istaccamenti fonnò posti fortificati lungo la linea progettata fl"operazion i e stabiH rnagazzin.i viveri per l'esercito che marci;1va verso Denghi l Tcpè, persuaso che l 'esito della sped izione dipende"• completamente d al sistema d i vettovagliamento. La sua avanzata fu lenta ma sicura, cd infine ebbe mg-ione d i tutti gli ostacoli, riusccu<lo a vincere la resistenza di quel le pupolazioni agguerrite . che d opo una serie d i _piccol i combattimenti vit.coriosi furono sottomesse.

Turi (Carlo). Ammiragl io , 11. a N a poli, rn. a La Spezia ,1838- 19')0). Gua rdiamarin a nel 1855, d ivenne capitano cl i vascello nel r881 e contrnmmi r. nel 1889. Fu direttore ,del1'arsenale de La Spezia e poi comanJante milit. marittim o <li Taranto; nella campagna d'Africa del r895-g6 e bbe il comando della squadra del T urenne Enrico mar Rosso e della pinza d i Massaua. Partecipò al la vita polit ica e fu eletto deputato d i >I li nel le legislature XVI e XVII.

aro

Turio (o Turi). A nt. città della Luca nia, colonia greca presso Sibari, crcrta d opo la disrru.:ionc d i questa. Divenuta fiorente, e bte a lottare contro i T arentini ; nel 282 , alleata di Roma, acco lse presidio romano, ma nel :113, attaccata da un eserciw cart~1ginese condono d a Annone, nel mornemo della lo tta rivolse le armi contro il presid io, che fu massacrato. Nel 72 a . C . venne 1,resa da Sp;maco: nel 40, rnun ita d i presidio cesari ano) resprnse Pompeo. Poi decadde e scomparve .

Turcos. Nome dato dai Russi, durante la guer~a d i Crimea, ai ti ragliatori algeri ni. R imase anche dura nte la campagna del 1R59 in Italia .

Turkisch-Kanisza. P asso sul Tibisco, presso Szeged. Due giorni prima del la battaglia di Szorcg. os:,;l:t il 3 ago.sto .r849, il gen . Dcmbinskj aveva incaricato la legione italiana del Mon ti, r inforzata da alcune cp. ung heresi. d i custod ire il passo. Attaccata dalla d ivis. austr iaco, Rambcrg, la legio ne rìuscì a resistere fino a notte . pcn.k ndo la q uarta parte del p ro prio cffctrivo e rip iegando poscia sul g rosso ung herese.

Turenne (Enrico dc L11 Tour d'Auvergue, visconte di). Maresciallo d i Francia ( r6n-, G75). Inizi/, la carriera combattendo nelle Fiandre sotto i N assau. Nel 1630 fu nomi•

Turkmenistan. Repu bblica sovierica rus.a, ,ituata nell'Asi,J centra le e occiden ta le russa. Ha una superficie di 491 . 200 ·Kmq ., con una purolazione cli t .030 .600 abitanti;


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T UR

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capitale Ashkabad. Venne fondata nel 1924, dopo la delimitazione delle nazionalità dell'Asia centrale. Comprende, in generale, il territorio della regione Transcaspiana e fa pane dell 'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche col titolo di Repubblica unita .

Turk mentschai. Villaggio dcli' Ascrbeigian, a sud-o,·est di Tab,-is. l. Trattato di T11rkmentsc/wi (22 febbraio 1828). Fu concluso dopo la presa di Tabris e chiuse la guerra Rus.sopersiana, iniziata~i nel 1826. li gen. Paskevic costrinse la Pcrsm a cedere alla Russia l'Ar menia persiana, srnbilen<lo il confine fra i due Stati al l'Arasse. La Persia inolt,-e pagava un'indennità d i guerra d i 20 mi lion i di rubli e rinunziarn a tenere navi da guerra nel Mar Caspio. 11. '/'ratlato di T11rkmc11tschai (31 ottobre 19:21). Concluso fra Turchia e Persia, per rettifica dei confini frn le d ue nazioni, eseguita con lievi mod ificazioni.

Turletti (Frat1ccsco). Generale, n. a Cagliari, m . a Torino (1818-18g6). Sottoc. nei caccia1ori guardie nel 1837, meritò a Novara (1849) la menzione onorevole. Tcn. colonnello nello S. M. delle piazze nel 1861, fu successivamente comandante mii. a Campobasso, Siena e Regg io Calabria. A riroso nel 1869, fu promosso nella riserrn colonnello nel 1874 e magg. generale nel- 1895. 1'11rlctti Vittorio. Generale del comm issa riato e scrittore mii., n. e m. a T orino (1847-1930). Entrato nell'lnten <lcnza mii. nel 1866, partecipò alla campagna del 1870. Colonnello nel 1901, fu ditettorc di cor.1missariato del l e poi dell'VlJI C . cl'A . In P. A. nel 1909, (u promosso magg . generale ciel commissariato nella riserva nel 1914 e d al 19 r5 a] 1919 venne richianrnto in ser viz io durante la guerra contro l'Austria. Fra altro, pubblicò: « 11 commissariato e i suoi srudi »; • Attraverso le Alpi n; « Patria cara ».

T11rlctti 1lOh. Giovmmi. Generale, n. a Genova nel 185r. Sottot. d i fanteria nel 1874, divenne colonnello nel 1902 e comandò il 1° fanteria. Magg. generale comandante la brigata Friuli nel 1908, andò in P. ,\, nel 1912. Ten. gen erale nella riserva nel 1914, (u richiamato in servizio qua lche mese dopo, p rima quale ispettore ippico, poi quale com&ndante i <lepositi di Piacenza. Turni. I servizi di vario ordine, sia m pace che in guerra, vengono 1egolati mediante T. Quelli relativi al per sonale (ufficiali e 1ru~•pa) sono regolati tenendo presenti i seguenti criteri: a) precede il ?iù elevato in grado od in anzianità; b) non si comandano i medesimi uomini prima che abbiano trascorso due notti nel proprio letro, eccezionalmente una noltc; e) quelli salc.1ti per ragioni inerenti al servizio o per ca use di forza maggiore non vengono ripresi; gli altri vengono invece ripresi limitatamente aa uno solo (ripresa di turno); d) quelli rclati,·i ai servizi armati hanno prcccclcnza sugli altri . I reparti regolano i propri T., per quanto possibile, in analogia a quanto è clCllo per il personale, tenendo presente che l 'anzianità d elle a rmi e corpi è quella indicata dal regolamento sul servizio territoriale. Quando trauasi di reparti della stessa arma o corpo il T. è regolato <lai rispettivo comandante con equo criterio distribut ivo. I corpi che hanno distaccamenti fuori della sede, regolano mediante T. l'avvicendarsi dei reparti nel d istaccamento stesso. In guer ra si avevano i T. di riparo e di trincea (V. A, 11icendamet1to). 0

Turocz San Marton. Borgo della Cecoslovacchia, nella Slovacchia, sul Turocz. Il 30 ottobre 1918 vi fu tenuta un 'assemblea, <letta nuionale slovacca , dagli Slovacchi partigiani del! 'unione alla Cecoslovacchia, ; quali riuscirono nel loro intento mercè l'intervento di un corpo d 'armata cecoslO\·acco comandato dal gcn . italiano Piccioni, che occupò con la forza la Slovacchia. Turotti (Felice). Storico italiano del scc. XIX, continuatore della « Storia d'Italia » del Botta e autore di una « Storia delle armi italiane dal 1792 al 1814 •, -pubblicata nel 1858. Turpin (dc Cnssé, conte l..at1cellotto). Generale e scrittore mii. francese (1716-1795). Entrato in servizio nel 1732, di\'enne brigadiere di cavalleria nel · 1748. Dal 1757 al 1762 combanè in Germania, poi fu ispettore gcn. della cavalleria. :\-farcsciallo di campo nel 1761 e luogotenente generale nel 1780, emigrò nel 1792. Fra altro, scrisse: « Studio sull' arte della guerra "; ,, Commentari sulle istituzioni di Vegezio ~; • Commentari di Cesare, con note storiche, critiche e militari » .

T11rpi11 Ettgc11io. Ch imico francese (1849-1927). Inventò va ri esplosivi , come la mclinite e la panclast ite. Nel 189r aver venduto ali 'estero la melinitc, ma (u condannato nel 1893 \'enne graziato.

rer

Esplosivo T111·pi11. Agglomeraro di gran i di acido picrico. {uso e compresso, rivestito da una specie d i vernice on enuta mediante l'evaporazione di una soluzione eterea di nitrocellulosa. Fu un.o dei primi csplosi\'Ì moderni adoperati con successo per i I caricamento dei proiet1i. Tilrr (Stefano). Generale, n. a Bac;, m. a Budapest (1825-1900). Ncll'ese~cito aumi:1co nel 1841 , ne uscì dopo la campagna del 1848 e partecipò alla guerra del 1849 quale ,·omandame della legione ungherese organizzata 1n Piemonte. Volontario nella camp:1gna cl i Crimea, nel 1859 fu coln11nello comandamc la legione ungherese aggregata allo stato maggiore <lei Cacciatori delle .\lpi e combaucndo a Tre Pomi rimase gravemenre ferito e meritò la mcd. d 'nrgcnco . Decorato pure della commenda dcll 'O. M. S., fu collocalo a riposo per la ferita; nel 186o riprese le armi e partecipò alla Torr Stefano, spedizione dei « Mille» prima quale aiutante di ca mpo d i Garibaldi e poi q u:dc magg. gcnernle ~omandantc la r5a divis. ciel corpo volont:iri itali~ni. Passò nel 1862 nell'cscrciro regolare italiano. F11 aiut~nre di campo ciel Re e nel 1864 lasciò il servizio . Si occupò poi di quc<rioni d iplomat iche e nel 1881 iniziò gli scavi del canale d i Cor into. Turreau (L11ig1). Generale francese (1i56-1816). Combaui: in Vandea, nei Pirenei orientali dove ebbe il comando in capo, tornando i n tale quali1à ancora nella Vandea (1i94). Processato dalla Convenzione per r retese sue crudeltà, venne assolto. Si dist inse nel 1799 nella Svizzera e fece pane dell'armata elci Buonaparte nella campagna del 1800 in Italia. Diresse poi i lavori della strada del Sempione e nel 18o4 andò come ambasciatore negli Stati Uniti. Tornato in patria, fece le ca mpagne del 18 r3-14 e poi aderì ai Ilorboni. Lasciò un volume di « Memorie per servire alla storia della Vandea » e un « Sommario della situazione po• litica degli Smi Cniti ».


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TUR

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Turri (Luigi) . Generale, n . a S. Martino Buon Albergo, m. a Venezia (1837-.1912). Tenente d 'art. nel 1862, divenne colonnello nel 1891, fu direttore d 'art. a Venezia e poi direttore dell'arsenale d'art. di costruzione di Napoli. In P. A. nel 1894, fu promosso, nella r iserva, magg. generale nel 1901 e ten . generale nel 19rr.

·

Tuy

Tusculana (Via). Strada trasversale del Lazio che, staccaudosi dalla Via Latina a poco più d i 3 Km . fuori di Roma, si d irigeva in fatea ret ta sino alle radici dei monti Tusculani passando per Tusculo e i monti Albani. Tuttlingen. Città della Germania, nel Wi.irttemberg, sul Danubio .

Turri nob. Domenico. Generale, n . nel 1865. Sottol. di cavaller ia nel 1886, partecipò alla cam pagna libica e nel 1915 audò in P. A. Colonnello nel 1916, fu richiamato in .,crviào duran te la guerra e nel 1926 fu ~'romosso gcncrak -0i briga ta nella r iserva.

Turtucaia. Borgo della Romania, sulla d r. del Danubio, fra Silistria e Rusciuk. Dopo la guerra dei Balcani, i Ro1n eni vi costruirono una robusta testa <li ponte, con 12 fortini a cerchio, d i 8 Km. d i raggio, circondata da reticolato p rofondo IO m. - Nel 1916 la testa di ponte era -custodita da 40 bgl. con 151 cannoni e 52 mitragliatrici , ri nforzati durante l'attacco bulgaro da altri 15 bgl. I Bulgari iniziarono il 5 setten1bre con 140 cannon i un violento

bombardamento, durato due ore. Quindi 31 bgl. bulgari (al comando del gen . Chisseloff) e uno tedesco, sferrarono Pattacco e tra i fortini 5 e 6 riuscirono a va rcare i reti• colati malgra<lo le gravi perdite subite, impossessandosi del fortino n. 6 . Lo sfondamento facilitò l'auacw lungo :utto i l resto dell a prima linea, che verso sera era nelle mani dei Bulgari. Il g iorno dopo, mentre essi si preparavano ad assaltare la seconda linea, .si arresero.

i Ro meni , in nurrn.:ro di 28 .000,

~/ o,or 9 o

B

?Jrigata 'o'ellar!Fvi

Testa di ponte di Turtucaìa (guerra Mondiale)

Tuscania (già Toscauella). Comune in prov . d i Viterbo, sulla dr. del Marte. Era cinto d i mura munite <li torri. Municipio romano, fu città cospicua nel medio evo, poi decadde. Nel 143 T. fu saccheggiata da F rancesco Sforza -e, nel maggio del 1495, saccheggiata e incendiata dalle eruppe di Carlo Vl!I d i Franc ia. Nel 1798, il gen . Kellcrmann raggiunse nelle vicinanze di T . la colonna napoletana comandata dal gen. Damas e la sconfisse. Combattimento di Toscanella (u17). Appartie ne alle guerre t ra gli An.gioin i e g li Aragonesi. Arrendolo Sforza, connestabile d i Napoli, avanzò contro le truppe angioine d el Tartaglia, a guardia di T. Sforza mandò una piccola schiera a provocarlo sotto le mura, nascondendo in luoghi opportuni il resto d elle sue truppe. Il Tartaglia uscì e gli Sfor.7,eschi, dopo breve resistenza, cominciarono kntamcotc ad

iu.dietreggiare, incalzati dal Tartaglia. Ad un t ratto i ntervennero d a tutte le parti le soldatesche poste in agguato . Il Tartaglia, riordinati e rinc uora ti i suol, si slanciò con i mpeto contro gli assalitori, ma ven ne SO!'r affatto, e, ferito, riusd a stento a salvarsi nel borgo.

Combttimcnto di T utrlingcn (1643) (CC, campo francese; F, Dni1ubto; D, alleati)

Combattimento di T1111li11ge11 (1643). Appartiene all'ultimo periodo della guerra dei Trent'Ann i e si svolse fra un esercito franco.. weimariano e un esercito bavaro-irnpe.riale.

Questi ultimi , 20. 000, erano al comando èlel duca di Lorena, con i 1n aresc. Hatzfeld e l\'1"ercy; degli altri, morto il Guébriant a Rottweil, aveva assunto il comando il Rantzau, che aveva il quartiere generale a T. e le truppe in parte a Moehriugen e in parte a :M uhlheim (gen. Rosen). l i 24 novembre le trurpe del Lorena piombarono all' improvviso su T., rresero il campo esterno con tutti i cannoni e Je munizioni, e costrinsero alla resa i l quartiere

generale nemico in città. Il 25 attaccarono Moeh ringeo e il giorno seguente lo fulminarono con 14 cannoni, ottenendo anche qui la resa . Rosen accorse da Muhlheim, il 24, verso T ., ma fu battuto e messo in fuga . Perdite dei Franco-weimar iani: 4000 m. e (eriti, 7000 prigionieri, tutte le artiglierie . Lievi le per<lite dei vincitori.

T utung. Capo d i ur.a delle otto « Bandiere ,, in cui si divideva l'esercito cinese pri ma della rivoluzione del r91r. In tempo d i pace il T. non av<"va comando effettivo di truppe e le sue funzioni si limitavano al.l'effimero controllo <ii carattere civile su quegJ, ex arruolati nelle « .Bandiere ,; che disimpegnavano le mansioni d i cancellieri e d i notai. Tutuh. Era il titolo dato ai primi governatori mil itari delle provincie in Cina, nominati d urante e dopo la rivoluzione del 191r. Yuen-Shi-Kai, l'organizzatore dell'esercito cinese, cambiò questo titolo in quello di « Chiangchun » ; dopo la sua morte, avvenu ta nel 1916, fu mutato in quello d i « Tuchun ». Tuyen Kwang. Villaggio del Tonchino, a monte d i Haaoi, sul Song Koi. Nel dicembre 1884, 6oo Francesi col coma ndante 1Jon1iné vi furono bloccati nella cina<le lla dai Cinesi e tentarono invano di romoerc il blocco. Solamente il 2 marzo potè essere inviata a ;occorrerli la brigata Giova11inelli, che, appoggiata d a scialup,,c cannoniere, attaccò le lince cinesi e dovette battersi per due giorni, perdendo 500 u. fra 1n . e ferili, prima di averne ragione . La citta-

della era ormai in rovina, e la resistenza degli assedi~ti prossìma alla fine,


J Tuz

-

1326 -

TZA

Tuzi. Borgo della Jugoslavia, nel Mon tenegro, fra Podgo,·itza e Scutari, a ni. cittadina romana fondata da Diocleziano . •'Jcl 17 r7 venne pr~sa da Venezian i e Montenegrini comanda ,i da Giovanni Tronch i, che prese il titolo di duca di T. e nel 175r fu ripre.sa dai Turch i.

Scali Uniti , l'America: il dogma fu cosl abbandonato, e tramontò ddiniti,·amente col trattato cl i Londra (r930) che estese il concetto della parità a tutte le :iltrc ca tegorie di navi delle due suddcue Nazioni.

Combattimerlli di Tuzi (1912) . Appartcnp;ono alla prim:1 ,guerra balcanica , operazioni prd in1inari contro Scurari, di cui T . rappresentava una rosizione avanzata fortificata, co-

<lei Tauro . L•impcnltorc Aureliano, in guerra contro la regina Zenobia <li Palmira, trovò ostacolato il passaggio d21l a

sticujca da sei forti, cli cui il p iù importante era quello d i Decic, protetti sulla linea di confine ,h ridotte e blockhaus e custodir, dal r,.0 rcgg. fanteria , r in-

":,4 .-

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f CIC

ho,1,,m;-__ 1

forzato da nuclei di irregolari . I M onte-

Tyana. Ant. ~itù della CaJlp:idocia, sui Passi Cilici

res istenza d i questa città. lmpossibilitaw a prender la d'a1salto per la- sua forte -rosizione, vi riuscì solo per il trad imento d i uno dei cittadin i, che gli indicò 11n punlo mal custodito, attraverso il q uale potè aprirsi il varco e obbligare la città alla resa . Aureliano fece mettere a morte il traditorè e risparmiò il saccheggio alla presa città, volendo tenersela an1ica .

negrini, avanzando

oN,'/~s, Si'pi1~111"e

i I 9 ottobre da Pod• goritza_, con breve fuoco delle loro ar-

tigl ierie costrinsero i T urchi a sgombrare le piccole opere del confine e puntaro-

Tyrnau (o T rnava). Comune de lla C',ecoslovacchia, JJclla S lovacchia, a oriente dei Piccoli Carpazi. Il 26 d icembre r 704 vi avvenne una battaglia fra gli lmperiali comandati dal gcn. Heistcr e i ribelli ungheresi, agli ordini d i Rakocz.y . I primi avevano preso pos izlouc dietro un rnscello,

tre p.rirn i

e gli Ungheresi mossero all"assalto, iniziandolo con la dr. (Bcrcsenyi) costituita da cavalleria : questa sba ragliò la sr. imperia le, ma, visti i grandi bagag li loro d ietro il centro,

forti, conquisrnndo quello di Plani-

vi si s lanciò sopra per saccheggiarli. L'l·leistcr ne approfittò per carin1re e sbaragliare con un regg . <li dragoni

rn itza, ma vencnùo

la d r. del centro ungherese, rimasta scoren a : conternporarieamente attaccava la sbandata .;avalleria del Bcrcscnyi e

no s-ui

respinti nel l'allacco contro quel li di Decic e d i Rogamo. Combattimenti d i Tuzi (1 9 12) li JO, dopo bombardamento che lo ,man tel la, attaccano e prendono il forte Decic, ma fa lliscono nel tentativo contro quello d i Rogamo, che cade per bombardamento e attacco il g iorno seguente. t forti di Sipsanic e Wranja, bombar<lati il 12 ottobre, vengono sgombrati dai Turchi, 1na questi rimangono nelle vicinanze e respingono ~~li attacch i nemici. Il 13 e il q i Montenegrini bombardano ancora i forti e finalmente riescono a prenderb, determ inando la resa d i Tuzi, dove catturavano 3000 Turch i e 6 cannoni: il giorno seguente si arrendeva anche i l fone Nouhclm. [ Montenegrini, che erano stati arrestati per u na settima na <lavanti a queste op-ere, perdendovi 400 m . e 1200 fer·iti, ripresero il 19 l'avanzata contro Scutari.

Two Powers Standard. In questa espressioni' era racchiuso il dogma della politica navale inglese, fino alla guerra Mondiale, di avere cioè un'arm ata d i potenzialità bell ica pari alla somma delle 1'iorcnzialitiì delle d ue armatc più potenti del mondo. Ma a Washington, nel 1922, il trattato fra le cinque maggiori Potenze naval i sancì il principio della pariti, per le grandi navi fra Gran Bretagna e

la volgeva in fuga . La sr . ungherese, che si era appen3

impegnata , visrn la rotta del resto dell'esercito, si diede a fuggire, inseguira dalla cavalleria imperiale che ne fece srrnge . I superstiti si salvarono clicrro la Vah. Gli Imperiali presero 30 pezzi d'art. ed ebbero lievi perdite. I vint i lasciarono 2000 morti sul campo, fra i q uali

250

Francesi .

Tyrwhìtt (sir R,,ginald Yorl,e). Ammiraglio inglese, n. nel r870. Sottot . di vascello nel 1890, d ivenne contramm ir. nel r9i9 e viccammir. nel 1925. Si distinse nelle fazion i di Hdgoland (,914) e d i Dogger Bank (19i5). Nel 192.3 fu nominaw coma1Jda11tc mii . mar. della Scozia. Tzarskoie Selo. Ci ttà della Russia, a 20 Km . da Pictrograd o.

f. Trattato di Tzarsl(oie Sdo (r 0 giugno r773). Fra Russi a e Danimarca 1 per definire le d ivergenze relative ai ducati

d i $eh lcswig-Ilobtcin. Si confermano le d isposizioni dd trattato cli Copenaghen (1767).

Il. T rattato di ?'zarsko~,, Selo (1° :rgosto r773). Allc:111,a difensiva fra Danimarca e Russia. La Danimarca, qualora la Svc:<ia attacch i la Russia, si impegna :r [a re, con 'un certo numero <li navi e di t 1U!1pe, una diversione in fa. vore de lla Russia, a.ssalendo a sua volta la Svezia.


U. Tipo d i ,sommergibil i tedeschi (Unterseeboot) , costruito in 11u1ncrosi cscmh plari du rame la guerra M ondiale, e con tonnclbggio crescente. Con,IJ1rono le loro gesta non solo ne l mare del Nord, ma a nche nell'Atlan tico c nel Medi,

Sragnuoli inconlraròno le pn me resistenze, presto superate. 11 gen . Rios assalì successivamente ie a1ture di Samsa

tcrran<:o, cagionando gra-

vcnhero attaccate ,;u ampi<l fronte mentre la brigata Cer-

e d i Sal<lin a occupando q uest "ultima località dopo vivace com battimento . I Marocchi ni, vedendo che la colonna spagnu o la non era fianch eggiata ;;i sr. vi si portaro n o ccler• men te occup~ndo i margini delle ahurc cd attaccando jn vari punti la lunga colonna spagn uola. li [ corpo si sµicgò , e, bene appoggiato ch1ll'artiglieria 1 ~uperò k resistenze

frontali giungendo sino alle alrn .-e. di Amsal , che alle 14

vissime perdite aI naviglio

vino del III corpo attaccava il 11 anco cl r . <lei Mnrocchini,

n1ercant ile a lleato e neut rale. Q 11an to al le navi da guer ra, dopo l'affondamen-

che, dopo accanj ta

to in un sol g iorno, da

subirono perdite ingenti; gli Sf1.1gnuoli annoverarono 137

parte dcli ' « U 9 », d i t re incrocia to ri cornzat i inglesi , i J)rovvedimenci per la vigil anza su l n1arc, e l' adozione dj

/Jntison,mcrgibt fi (V.) d i varia specie, riuscirono a limitare a poco a poco al n1ini 1110 le perd ite . (V . Sommergibili).

Sommergibile tedesco , U 35 t

Uachil. Q ualifica che viene conferita, nei bgl. ind igeni d elle nostr e t ruppe colo niali , ai m il itari che, pur non avcodo le qualità necessarie per conseguire il grado pi ù

basso dclia gerarchia (muntaz), si d isti nguo no per buon~ condo tta, zeìo, puntual ità in se rvizio . È qualifica che cor•

risponde a quel la d i ap puntato nelle armi a cavallo mctrn]'Olitane. L ' U. rimane tale per tutto il per iodo de ll a sua f':rma; n on p uò cioè progred ire nella sca la gerarchi ca.

U adi Ras. Valle del Marocco, presso Tetuan. lfottaglia dell' Uadi Ra, (marzo 1860). Appartiene alle can,pag nc degli Spagnuoli contro i Marocchini. L'eserciti) spagnuo lo, agli ord ini del gene rale O ' Don nel, doJJO cs~ersi riordinato a T e tuan, n1ar~iò ancora contro i M arocch in i . sem pre comandari da Mulcy Abmet, per ap ri rsi la strada su T angeri . Alle o tto del m attino del 23 marzo le truppe si m ise ro in marc ia : precede va il I corpo d ·arm ata.

seguivano il Il e il III, e chiudeva la •" divis. del C . <l'A . d i riserva . La colonna era fiancheggiata a d r. dalla 2" d ivis. di riserva (gen. Rios). In totale, 20. 000 u ., 48 cannoni o racchette, 1 100 cav.1lli . Appena usciti -da T etuan gli

resisten za~ vennero volti in fuga . La

vittoria spag nuola aprl la via <lì T angeri e costri nse i M~1-

rocchini a chiedere la racc. Ne lla hattagli;i i Marocch in i morti e , 130 ferit i.

U baldini (Ma ,·zia degli) . Eroina del ,cc. XIV. Moglie <l i f'tanccsco Ordelaffi, qua ndo quest i andò a difwdcre Forll contro k t ruppe del papa. rimase a diftndcre Cesena: e 1 a llorchi": le mura furon.0 espugnate, si rinchiuse nel la .-occa op ponendo fiera resistenza, ma restando poi prigioniera . Ubari. Oasi dd Fczza11, sulla carovaniera Socna•Gat, a 220 Km . ad ovest d i Socna. Nel ,914 vi esisteva un fortino guad rato con staziÒne radiotcÌcgrafica, presidiato da un d istaccamento d i 50 ascari del Fezzan agl i ordini del ren . Cuttica . LOn 5 rnd iotelegrnfisti ir::tl iani. A metà novembre del r91.J il fortino venne circondato dai ribelli mentre la co lonna Miani aveva ripreso la via del ritorno a1la costa . :\'ella .notte dcll'u dicembre si ebbero le ul. rime notizie . Il reo . Cuttjca era rìrn:.HtO ucciso durante .un aw,l ro dei r ibell i i l coma ndo del p residio era stato assunto da l sergente radiotelegrafista Merno ne .'\ntonio. I r ibelli, visro (li non !)Olerne avere rag ione con g li assalti, b!occa ro110 il fonc . Dopo due mesi (verso la metà d i febbraio) il presidio tentò una sortita in d irezione di Cat,

,·,!

ma venne sor•raffauo e sterminato . Ubbriach-ezza in servizio. Reato contem plato negli art. 102 C . P . E . e

1 14 C . P. M . M . "È commesso dal m ilitare che , essendo d i gl:ardia , d i picchetto o in qual. siasi serviz io sono le arm it sarà trovato u bbri aco, ovvero

si presen tcr.ì in stato di ubbriachczza per fare taluno d ei detri serviz i. La pena è ciel carcere mii. da due a sei mesi. Se il colpevole è capo posto e co111anda nte di m ilita ri distaccati jn un forte . la pe n a va da un m inim o d i n1csi sci ad un massimo d i n1csi tlodici <li carcere mi i. , tstc nsibile fino a tre anni d i recl11sione mii. ove il comandante d i militari d istaccati in ,111 forte sia ufficiale . Quest' ultimo aumento di pena non è comminato dal codice penale mil itare marittimo . Viene fatta anche la disrin7,io ne fra U.


Ucc

-

-accidentale e volontaria; nella prima ipolcsi si ha una causa escludente o d iminuente l 'imputabilità, e seconda che sia p iena o semipiena; · nella seconda, mencre ha la stessa in.. flue'nza per la maggior parte dei reati, non ne ha alcuna risrctto a quelli di rivolta , ammutinamento e insubordinazione.

· Ucciall i. Località dell'Abi,sini.i, presso Gondar, che ha dato il nome a un trattato (2 maggio 1889) fra l'Italia e l' Etiopia, col quale quest'ultima accettava il protettorato italiano: i confini dell'Eritrea venivano portati alla linea Mareb, Belesa e Muna, mediantt: convenzione addizionale, .firmaca a Napoli il 1◊ ottobre fra Crispi e Makon.ncn. Il trattato venne ratificaro, m~ poco dopo il negus Menelik ne impugnò le formule, <lenunciandolc nel maggio 1893, ed entrando in urto con l 'Italia lino ad arrivare al conflitto del 1896, in base ali 'esito del quale il trattato venne reso nullo·. Uchat ius (barone France,-co) . Generale austriaco (18111881). Partecipò alle campagne d'Jtalia e d'Ungheria (18481849) e divenne generale nel 1874 e feldmaresc. nel r879. Durante l'assedio d i Venezia ideò di bombardarla dall'alto, mediante palloni di cana lrnspotlanti ciascuno una bomba di circa 15 Kg., ma esse caddero in laguna se,na. fare danni. L 'U. si dedicò a studi tecnici sulle polveri e sui metall i e rrovò una lega di bronzo assai adatta per la costruzione delle artiglierie, adottata in Austria . La lega conteneva !'Bo % di stagno ; la fusione si faceva in forme d i fe rro freddo. I cannoni venivano fabbricati .col diametro interno leggerinente inferiore a quello definiti,•o e poscia il diametro stesso veniva al!argato per ponarlo al calibro esatto, facendo passare, auravcrso l 'anima, dei cilindri a punta conica di acciaio, che davano al metallo una specie di trafilamento. Si è appl icato, in alrrc parole, a q uesti cannoni un rudimentale autoforzamento e il risultato è staro quello di avere un bronzo mollo più duro e cornpano d i .qud lo risultante dalle lavorazioni cOiuuni. Tuui i cannoni d i bronzo austriaci sono stati preparati da quell'epoca ( 1880) in poi con tale sistema, adottato anche dalle altre Potenze. Uclès. Comune della Spagna, nella Nuova Castiglia. Nel J ro8 vi avvenne una sanguinosa baltaglia tra gli Almoravidi e gli Spagnuoli condotti da Alfonso VI, re d• Castiglia, che fu ;baraglialo. Battaglia di Uclès ( 1809). Appartiene alle g uerre dell'Impero francese nella Spagna. Il ro gennaio 1809, il maresc. Victor si mosse da Toledo col suo corpo d'armata, per opporsi all'avanzata delle truppe spagnuole che il gen. Vcnegas ed il duca de l' Infantado avevano raccolto in Andalusia ed in Castiglia e che ora dirigevano verso Madrid. Victor la matti na del 13 gennaio • 1809 venne ad urtare contro gli Spagnuoli che occupavano le colline presso O. La d ivis. Villane avanzò d,rdtamente conrro i l nemico, intallto che il maresc. lo aggirava c0n la divis. Ruffin. l Francesi con vio lento attacco mise ro in rotta g li. S,ragnuolì , una parte dei quali, circa 12.500 li., tentò di rit irarsi per Alcazar, ma ne furono impedit i da 3 regg . francesi, e dopo vani tentativi di sfuggire alla stretta dovettero abbassare le ann i. Le perd ite spagnuole ammontarono a 2000 fra morti e feriti, inoltre caddero nelle mani dei vincitori 40 cannoni. Ucraina , Regione al S.-0. della Russia, costituente u no Stato dell 'Unione delle repubbliche dei Sovieti. Superficie Kmq. 452.200, ab. 31.800.000, capitale K iev, centn principali Kharkov e- Odessa . Comi)rcndc entro il proprio territorio la repubblic,i auronoma di ~loldavia, creata il 2 0 ot-

1328 -

UDE

tobrc 1914, con capol. Balta, con 8288 Kmq. di superficie e 573.000 abitanti. Scorpiata in principio del 1917 la rivoluzione in Russia, l'Ucraina ebbe due fazioni, una bolscevica e l'altra mirante all 'indipendenza del paese. N ell'otwbre quest'ultima, d i cu, era a capo il gen. Petliura, ebbe il sopravvento, e p roclamò capitale Kiev insediandovi il parlamento ucraino. Nd gennaio 1918 i Bolscevich i ,acciarono da Kiev gli altri, che porta rono la capitale a 'K harkov

Truppe ucraine ( 1918)

e ottennero l'appoggio delle truppe tedesche e ripr-~sero la capitale. Ma i Tedeschi sciolsero il rarlamento e fecero 110ruinarc il gen. Skoropa<lski etmano dcli 'Ucraina. Scoppiata la rivoluzione in (lennania (1918) sorse un Direttorio Ila~ z ionale, con a capo il ge n. Petl iura, che cacciò l 'etmano, ma fu a sua volta (febbraio 19r9) spodestato dai Bolscevichi. Questi abbandonarono l 'V. quando Denik ine e Petliura oucnncro successi (agoslo), ma nel d icembre tornavano padroni di Kiev, la quale fu ancora presa da Petliu ra con l 'appoggio dei Polacchi ( 1920) e abbandonata definitivamcmc nel giugno, quando, in seguito alla pace di Riga, la Polonia si disinteressò delle cose del l 'Ucraina , che rimase da al lora dominata dalle correnti bolsceviche.

Udet (Emesto). Inventore, francese, di un bersaglio aereo (1930) con d ifferenza di quota fra il ri morch io e il bersagl io. Può essere rimorchiato facilmente da quaiunqt:e tipo d i velivolo, ed ~ atto per il tiro da terra con tutte le armi terrestri, per csc:rcilazioni d'istruzione o d i combattimento aereo.

Dersuglio aereo rimorchiato Udet (in basso a sinistra)


U DI

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U di enza (di gt<erra e di casa ,·eale). Nome di un Tribu nale delle D,,e Sicilie, creato nel I j86 per giudicare i reati mii. e della gente della Corte. Sostituì la preesistente « Udienza dell'esercito, della marina e dei castelli"· U dine, Città della Venezia Euganea, capoluogo d i prov.,

UDI

città un migliaio d i armati (370 u. della _legione Galatero, agli ordini del cap. Maiolazini, 450 u. del bgl. di lioea friulano, al comando del col. Conti, vcfontaò e guardie civiche). L'ing. Cavedalis aveva la direzione della difesa; il ma_g g. Zaonini il comando delle truppe. Fallite le trat-

intorno a un colle su cui sorgeva il castello, sopra un ca-

11alc derivato da l Torre. Fu già da temri amich i cinta d i mura, spesso abbattute e rialzate: l'ultima cerchia, del XIV secolo, aveva 9 porte munite di torrioni quadrati, di cui ne restano solo quattro. Nel castel lo, eretto secondo la leggenda da A.uila, risiedettero a lungo i patriarchi d'Aquileia. La rocca attuale fu eretta nel 1517, su disegno Fondata d i Giovanni Fontana . forse da Attila, la città fu sede dei patri~rchi d'Aquileia, e , approfittando delle lotte d i questi ultimi coi conti dì Gorizia e coi signori da Camino,

ottenne notevoli privilegi. Nel 1299 Enrico Il di Gorizia e Gerardo da Stemma di Udine Ca1n ino ! 'assediarono, ma la città resistette valorosamente ai loro attacchi, finchè, per l'intromissione di Venezia, non fu tolto l'assedio. Seguirono alcuni anni di accanite lotte fra U . e Cividale alleate contro vari comuni del Friuli. Nel r309 il conte d i Gor izia e Rizzardo da Camino si accamparono attorno alla città: il 14 dicembre un traditore aprì una porta, ma i cittadini anche con aiuti di Cividale, respinsero l'assalto. Un nuovo attacco del conte di Gorizia fu respinto nel 1312, e poi una serie di lotte civil i st raziarono la città. Questa ebbe pace solo quando, nel 1332, fra il patriarca e Mastino della Scala ven ne stipulata la lega di Campardo, per provvedere alla difesa delle Alpi Venete. Nel 1412 Venezia invase il Friuli, e dopo !tinga lotta U. dovette cedere e neL giugno del 1420 sottomettersi alla repubblica. Fra il 1470 e 11 1499 per ben sette volte la città fu assalita dai T urchi. Poi scoppiarono altre lotte interne fra Strumieri, fautori dell'impero, e Zambarlani, partigiani di Venezia. Il 27 febbraio del 15u il popolo udinese e 3000 contadin i armati attaccarono le case dei primi, massacrandone un grande numero. La guerra continuò per le campagne, dove furono d istrutti sedici castelli, e cessò soltanto nel 1568 con la pace conclusa a Venezia. Frattanto U. era stata assalita dagli Imperiali che nel 15rr e nel 1514 erano riusciti anzi a impadronirsene rer breve tempo . Il 18 maggio del 1797 il gen. Bcrnadotte occupò la città, che con la pace di Campofor mido passò all 'Austria. Il 16 dicembre d el 1805 fu r ipresa dal Masscna e . nel 1809 ven11e rioccupata per breve tem po ,dagli Austriaci, che la presero definitivamente oel 1813. Il 24 luglio 1866 fu occupata dalle truppe italiane. Durante la guerra Mondiale venne seriarnentc d anneggiata dalle frequenti incursioni aeree nemiche. Il 27 agosto 1917, a 2 K m. d a U., scoppiò il deposito d i n;iun izioni d i Sant'Osvaldo, che causò gravi danni e vittime . Dopo Caporetto, fu invasa dagli Austriaci, <la cui la liberarono le nostre truppe nel novembbre del 1918. La città è fregiata della croce al merito di guerra per la campagna del 1915-18 ed è sede della 2• divis. del V. C. d'A. Vi r isiede inoltre ]'Xl C. <l'A. territoriale, con giurisdizione anche sulle divis. mii. di Padova e di Gorizia. Resa di Udine (20- 22 aprile 1848). Appartiene alla prima guer.-a per l'Indipendenza d 'Italia e fa parte delle operazioni svolte, t ra Isonzo e Brenta, dalle t ruppe del generale Nugcnt, che spinse il 2 0 aFrilc contro U. II bgl. e 2 cp., complessivamente circa 12.000 u. Difendevano la

Il recinto m mato di Udine (dal Rocchi)

tative d i resa, gli Austriaci attaccarono i11 d irezione di borgo Pascolle e di porta Aquilea. Nonostante il vivo fuoco d'artiglieria, la porta Aquilea resistette, ma borgo Pascolle, alle ore 16 del 21 aprile, cadde in potere del Nugent, i l quale, per ev itare un ulteriore spargimento di sangue, propose ai difensori , per la seconda volta, la resa della città, che fu conclusa alle ore 13 del 22.

Udine. Brigata di fanteria d i linea costituita nel marzo 1916 dai depositi dei regg. 47° e 48°, coi regg. 95° e 96".

Fu inizialmente sull'Altipiano d i Asiago; nell 'agosto rassò nella zona gorizian3 e combattè poi sul Fajti, e nella primavera del 1917, nella zona d i Tolmino. Durante la battaglia della Bainsizza raggiunse la co11ca di Bate. T rasferita a causa del ripiegamento del novembre sulla dr. del Piave presidiò la resta di ponte di Vidor da Ciano a Casa Serena. Destinata - dopo un periodo di riordinamento - i l 14 giugno 1918 sul Montello, fronteggiò ] 'offensiva nemica. Nella battaglia d i Vittorio Veneto partecipò agli attacchi nella zona Valderoa-Spinoncia e incalzò il nemico fino a Crespano. Alla fine del r919 fu inviata in

Medaglia della brigata Udine

Albania ove restò fino al 7 settembre 1920, allorchè fu rimpatriata e d isciolta. La sua condotta n1critò la citazione

sui bollettini di guerra del Comando supremo 733 e 824 e la concessione della med. d 'argento. Festa dei reggimenti: 95", 23 agosto, annivcrsar i6 della


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ba ttagl ia _della Bainsizza (1917); 96°, 25 maggio, ann iversario della battaglia d i Paljevo (1917). ·colore delle mostrine : fondo bianco con d ue righe nere ai margini superion;: ed inferiore nel senso orizzontale. Suoi comandanti in guerra furono: (magg . gen . Alliana (1916-17); magg. gen. Dc Bcrnardis ( r9 r6); magg. gcn. Gianni (1916); col. brigadiere Pantano (r917); magg . gen. Ruggeri (1917); magg. gcu. M~ggi ( 1917-18). Le sue perdite furono : ufficiali morti 98, feriti 227, dispersi 48; u. d i t ruppa m . 1147, f. 5846, d. 2837.

Udine . Reggimen to cavalleggeri (29°), costituiw nel 1909 coi terzi sqdr. dei regg. Foggia, Lodi, Padova, Umberto L Durante la campagna 1911 .. 1 2 in Libia fornì complementi a reparti mobilitati. Per la guef!'a Italo-austriaca disimpeg nò inizial mente servizio di r ifornimento, di polizia e di collegamento. Partecipò all'azione d cll 'agosto r916 per la conquista del campo trincerato di Gorizia, portandosi , con compito esplorativo, verso Merna e Rubbia, annientando nuclei Stemma dei di fanteria nemica e catturando rriCavalleggeri di Udine gionieri . Durante la ritirata dell 'esercito al Piave , protesse la marcia di grandi unità, tentando d i trattenere in d iversi punti l'inv asore. Partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto, puntando con una colonna verso Bolzano e con l'altra verso Mezzolomba rdo. Per la sua condotta in guerra meritò la med. d i bronzo. Festa del reggimento : 9 agos.t o, anniversario del

Squillo dei Cavalleggeri di Udine

combattimento della Vertoibizza (9 agosto 19r6). Il regg. ebbe per motto : « Aspetto l "ora ». Venne sciolto nel r 920 e i ricordi storici suoi affidati al rci;g. cavalleggeri di Firenze.

Uditore dell'esercit o. N ella terminologia militare cielI ·esercito delle Due Sicilie, corrispondeva al capitano relatore.

.Uditore Militare. E ra cosl chiamato il magistrato che partecipava all ·amminiwazione della Giustizia mii. I suoi compiti variarono second o i tempi e i luoghi . N el 1595 il duca di Savoia prescrisse che le cause civili e penal i dei m ilitari venissero decise dall'U. generale militare, o da un suo sostituto. N el regno d i Sardegna, d opo la restaurazione del 1815, l' U. M. fungeva da relatore nelle cause d i perrinenza dei Consigl i di guerra, e compiva le istruttorie penali. In Toscana, gli V . M. si occupava no dei reati lievi; l "U. M . generale giudicava in sede d'appello. Ufano (Diego) . Artigliere spagnuolo del scc. XVI-XVII. Servì con l'esercito spagnuolo nelle Fiandre introducendo notevoli innovaz io ni. Perfezionò il tiro in arcata; introdusse il t reno pontier i, che fu utilissimo in quel territorio acquitrinoso; creò un tiro d i barca doppia con ponte , per passaggi di canali e attacco ad opere. Lasciò un « T r attaw d'artiglieria » che fu tradotto in varie lingue. Ufficiali, Costi tuiscono in ogni esercito la parte pi11 importante dei quadri, ossia di quegli elementi d i comando che servono all'inquadramento ed all'impiego delle varie

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unità, nonchè al funzionamento dei comandi e degli organi preposti ai serviz i. Essi assorbono parte notevolissima delle cure e d ell"atriv ità <lell'org,rnizzatore m ilitare. Agli U. spettano sempre in prevalenza funzioni d i concetto, anciie se essi rivestono i gradi minori della gerarchia, in quanto le funzioni d 'ordine sono particolarmente affidate ai sottufficiali ed ai graduati d i truppa. La misura delle funzioni d 'ordine r ispetto a q uelle di concetto va proporzionahncntc diminuendo col progredire del la gerarchia, fino a che per gli V. di g rado ,,ii'i elevato la parte intellettiva viene ad essere nettamente predominante su quella applicativa, ed anche la sola eh 'essi svolgono nel d isimpegno dei loro compiti. In pa,sato avveniva presso a poco così, ma quando gli eserciti crnno meoo complessi tecnicamente, e quindi ne risulrnvano un più facile comando

IJ Chiamata ufficiali di settimana: per gli ufficiali superiori du'e « sol tt (sem iminima) in fondo

cd impiego dei reparti, un più semplice addestramento dei quadri e delle truppe, in una rarola un 'assa i minore cJj(. ficoltà nella preparazione alla guerra e nella condotta delle operazioni , le funzioni d i concetto dell'dficiale non dovevano esplicarsi su scala molto vasta e assai più larga parte avevano le man sioni <l'ordine ed applicative. Oggi le cose stanno, invece , a.ssai d iversamente . La caratteristica assunta dagli od ierni eserciti: tecnicismo spinto fino all'inverosimile mediante lo sfruttamento e l 'applicazione d i tutti i ritrovati della scienza e per contro aumentata importanza dei fattori morali richiedendosi oggi nel combattente coraggio , spirito aggressivo, tenacia, spirito d i sacrificio, resistenza alle fat iche cd alle privazioni in m isura molto superiore che non in passato ; ha notevolmente accresciuto e reso assai più complesse le funzioni di tutti i quadr i, specie di quegli V. che devono essere oggi educatori, istruttori, com:mdan ti nel senso più ampio delle parole. La parte intellettiva dom ina oggi sovrana nelle funzioni proprie degli ufficiali e rich iede ch'ess1 siano dotati d i qualità elevate morali, intellettuali, fisiche. In passato, allorchè le guerre erano combattute pressochè esclusiva mente dagli eserciti permanenti, non v'era quasi necessità alcuna della categoria degli V. in congedo. Ma oggi, e per l'accresciuta n10Jc degli ese rciti e per le forti perd ite che occorn: ripianare tempest ivamente d urante i conflitti , gli V . in congedo hanno assunto in-lportanza grandissin1a. Essi, infaui , coslitu iscono - presso ogni esercito - la massa dei quadri che si dcv~ raccogliere attorno al nucleo degli V . permanenti quand o i destini della patria lo richiedano. È perciò necessar io eh 'essi siano numerosi , addestrati, pronti a d isimpegn;ire le funzioni inerenti al grado da ogn uno rivest ito. Tutti i p rincipali eserciti dedicano ogg i grand i cure agli V. in congedo per averli bene preparati al momento del bisogno. L'attività che l'organizzatore militare d edica agli U. riguarda essenzialmente : il reclutamento, )·avanzamento, il trattamento, i.l regime, la preparazione. Le fonti r rincipali di reclutamento degli U. d i carriera sono presso tutti gli eserciti : i cittadini non ancora vincolati al servizio n1iJi.• tale; i sottuflìciaE in possesso cli determinati req uisiti; gli V. d i complemento. li reclutamento degli V. di carrierà avviene : dai borghesi e dai sottufficia:i attrave,so le Accademie ove gli ammessi seguono gli appositi corsi previsti dalle disrosizioni i n vigore ; dai sottufficiali, in possesso cli speciali requisiti, che vengono nominati sottotenenti senza

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dover sostene re esam i o seguire corsi; dr,gli U. d i complemento, in caso d i necessità, con norme che vengono determinate d i volta in volta. Il reclutamento degli U. delle categorie i n congedo avviene di massima: dai borgbesi che seguono appositi corsi presso scuole o presso corpi di trurpa (sottotenenti di com plemento); dagli U. d i carriera che lasciano il servizio pennanente e che ve11gono iscritti nei

differenza degli ufficiali inferiori di ufficiali.

sono anche istruttori

Ufficiali generali: sotto questo nome sono compresi i genera li d i brigata , di divisione, di corpo- d'armata, _designati] d'armata, marescialli <l'Italia. Ufficiali a disposizio,,e: sono ufficiali inferiori assegnato agli ufficiali generali (<la generale di brigata in su). Erano chiamaci fino a qualche tempo fa _ufficiali d 'ordinanza.

Ufficiali d'ordinanza: sono ufficiali· i11feriori assegnati a d isposizione dei Reali Pri1{cipi. ·

Ufficiali di fanteria (1933) ruoli ,legli U. in conged o. I sottotenenti di complemento sono tratti dai giovani che frequentano gli appositi corsi presso le Scuole allievi ufficiali o presso i reparti universitari. Importantissimi sono i problemi dell'Avanzamento (V.) e del trattamento (V. Stipendio). Il regime può essere considerato come la risultante morale di tutti i determ inanti della carriera militare e quind i si identifica, sostanzialmente , co11 la posiz ione morale dell 'ufficiale_ Esso consiste in quel complesso d i regole, di norme, di consuetudini, ecc., clic determinano e defin iscono lo stato morale dell 'U. in servizio e fuori servizio, nelle sue relazioni con i 1nilit:1ri dei vari grad i e con ] a società nella quale egli vive. Poichè la carriera militare è a base p:·eminentemente spirituale, il regime ne costituisce uno dei principali allettamenti ed è ovvio che l 'organizzatorc militare debba tenere questo elemento nel massimo conto. La preparazione profession ale degli U. è questione assai importante che l'organizzatore deve assicurare con ogni cu ra . Essa ha inizio nelle Scuole <li recl utamento e si am pl ia e perfeziona attraverso le Scuole di applicazione, la Scuola di guerra e corsi vari teorici e pratici, period ici ed aperiodici. La preparazione si completa poi presso i reparti ed i comandi var i med iante il <liuturno esercizio de lle funzioni proprie d i ciascun U ., le esercitazioni e le manovre con le truppe, le esercitazioni e le manovre con i quadri, riu nioni culturali, conferenze. Nella terminologia marinara dell'epoca velica, prende, vano il nome di ufficiali anche categorie d i graduati che corrispondevano realmente ai sottuiliciali dell'esercito. Cosl ad es. gli « Ufficiali Marinai » delle Due Sicilie erano il maestro e il sottomaestro dell'equipaggio, il nostromo, il maestro cannoniere, il padrone d i scialuppa, il maestro e il sottomaestro d 'ascia. Si chiamavano nella stessa marina « Ufficiali non marinai » il maestro armaiuolo , vetraio e fabbro, il chirurgo, il commesso ai viveri. Nella macina velica prendevano la de nom inazione d i ufficiale di quano, <li manovra , d i guardia, d i ronda , d i carpenteria, di veleria, di porto, di sanità, quell i che erano incaricati delle accennate mansioni.

Ufficiali di stato maggiore: sono ufficiali appartenenti al corpo di stato maggiore e provenienti dalle varie ar mi e specialità. Sono reclutati fra coloro che, avendo ultimato con successo i corsi presso la Scuola d i guerra, h anno superato apposito esperimento presso un comando di grande unità o il comando del corpo d i S. M. e sono d ichiarati idonei allo speciale servizio. Nel corno di S. M. esistono ufficiali <lai grado di tenente a quclio d i colonnello. Portano il bavero della giubba di velluto azzurro con alama ri d'oro, l'aquila sul berretto e sulle spalline. Con Ja grande: uniforme indossano le cordelline; sono sprovvisti di ban doliera. Ufficiali pagatori; sono ufficiali d i amministrazione o combattenti incaricati - nei corpi - d i rrovvedere ai pagamenti necessari e d i compilare tutti i documenti contabili conseguenti. Ufficiale di caricamento . V. Viaggi militari. Ufficiale di so,·veglianza . È l' ufficiale preposto alla <lirezione dell'Ufficio di Sorveglianza (V .) presso le grandi industrie d i costruzioni aeronautiche. Ufficiale al dettaglio . A bordo delle navi da guerra è l' ufficiale incacicato dei particolari cbc riguardano l'esecuzione dell 'orario; le pratiche d i r ulizia in modo speciale. È un guardiamarina o sottot. d i vascello; dipende direttamente d al comandante in 2~ dal quale prende gli ordiui per le pratiche da svolgere, specialmente riguardanti le lavande mattinali della gente e dei ponti ; l'organizzazione delle mense dell'equipaggio e <lei sottufficiali; l'assegnazione della gente ai vari incarichi d i bordo a seconda delle

Ufficiali in congedo alle escrciwzioni di tiro (1930)

Ufficiali i1ljeriori: sono cosl chiamati il sottotenente, il tenente ed il capitano. Essi hanno compito particolare: istruttori di sottufficiali e d i truppa, oltre bene inteso che di comandanti d i .repa rto.

categorie e della abilità di ciascuno; l'assegnazione ad ogni uomo del posto dove <leve depositare le proprie indumenta e dove discendere la br~nda per d ormire . L'U. al dettaglio, deve conoscere tutti i più riposti locali della propria nave.

Ufficiali superiori: ap partengono a questa categoria il maggiore, il tenente colonnello cd il _colonnello. Essi - a

Ufficiale comrollore dei Magazzì1li Militari. È una speciale categoria di ufficiali del corpo d i commissariato, che,


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,h a acquistata una particolare. competem::a in tale compito. In origine erano tratti dal corpo dell'In tendenza e venivano istruiti in apposita scuola di chimica presso il Labo,:-atorio chimico farmaceutico, per completare poi i loro stud i nella Scuola professionale di Biella. Oggi l'abilitazione viene conseguita dopo un corso biennale di merceologia presso la R. Università di Ron1a. Officiali dei Castelli. Magistrati fiorentini, cui era affid;tta la custodia dei castelli e delle fortezze; aboliti nel ,419. Ufficiali dei Difetti. Erano a Firenze verso la fine del me<lio evo, quelli che verificavano i comi dei soldati delle condotte; nel 1478 fu costituito un solo corpo fra essi e quelli della Co11dotta. Ufficiali della Condotta. Magistrati fiorentini che avevano l'incarico di condurre le milizie forestiere al soldo del Comune, di ordinarne e riceverne le consegne e di passarle in rivista; provvedevano inoltre alla custodia delle fortezze. In città d i Castello erano detti U. della Mostra e in Lucca dei Condottieri.. Ufficiali della Gazaria. Magistrati genovesi çreposti a tutte le colonie <lcl Levante, di cui la più importante era la Gazaria o Crimea. Istituiti nel 1313, con 8 cittadini, furono aboliti nel 1529. (V. Ufficiali di Romania). Ufficiali dell'Arsenale. Istituiti in Genova nel 16o7, pe1 sorvegliare i boschi, provvedere l'arsenale di legnami e mantenere la disciplina fra il personale. Ufficiali delle Differenze. Magi.stratura lucchese di grande importanza, che <loveva determinare le questioni dei conflitti e 'delle giurisdizioni cogli Stati vicini. Nel 1578 divenne di 9 cittadin i ed accrebbe j suoi incarichi, tanto da divenire un vero ministero degli Affari Esteti. A Venezia erano chiamati Provveditori dei Confini. Ufficiali dell'O,-dinanza e Milizia, o Nove della Milizia. Magistratura fiorentina di 9 membri, istituita nel 1506, quando si creò l 'Or<linan;;a o Milizia dei Battaglioni. Curava questa milizia e la civile. Ufficiali di Romania. Magistratura genovese di sei U. oltre al doge, che curava le colonie e gli affari di Romania, Gazaria, Cipro e Alessandria. Per queste cure successe a quella di Gazaria : cessò nel 1553. Ufficiali o Dieci della Guerra. Magistrati cui erano affidati gli incarichi della guerra e che nelle varie città assumevano nomi diversi. In Firenze erano detti Capitani della Guerra, U. della Condotta e U. della Balia o Dieci della Guerra; in Siena O. della Balia; in Perugia U. dell'Arbitrio o Commissari, detti anche Dieci. della Guerra; in Lucca Conservatori della Libertà, Commissari dc Palazzo e Condottieri; in Genova Magistrati della Credenza, cui successero i Provvisori della Guerra e infine gli U. della Guerra, ricordati sin dal r4x2 e ordinati stabilmente a 6 membri nel 1635; in Venezia Savì alla Scrittura. Ufficiali o Dieci della Libertà. Magistrati fiorenti.ni istituiti nel 1372, senza dei quali non si poteva muovere guerra. F urono aboliti nel 1414 e sostituiti dagli U. della Pace. Ufficiali o Provvedito-ri di Ton·e. Detti. volgarmente delie Cinque Cose : provvedevano alle fortificazioni della repubblica fiorentina e furono istituiti nel 1365. Parte delle loro incombenze furono assegnate agli U. dei Castelli e, nel 1478, ad altri m~gistrati. Gli U. di Torre furono aboliti nel r549 e a loro furnno sostituiti i Capitani di Parte.

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Ufficiali veri. Furono così chiamati a Venezia, nell'evo moderno, quelli che poi furono detti U . titolari. Ufficiale di ,\forale. È detto cosl negli Stati Uniti l'ufficiale che d ipende dalla « Sezione d'azione ·morale », organo dello Stato Maggiore generale. Questa ha per oggetto di accrescere il rendimento degli uomini migliorandone il morale; <leve elaborare piani aventi per scopo di stimolare e mantenere alto i l morale della truppa; organizzare, coordina re e sorvegl iare tutti gli altri enti cd elementi civili e militari che concorrono allo stesso scopo; cercare di deprimere il morale dell 'avversario; addestrare gli ufficiali per l'insegnamento della morale; compilare i regolamenti di servizio ioterno. L'ufficiale di morale addetto al Corpo d'armata è ·incaricato di studiare lo stato morale degli ufficiali, soldati e impiegati, nella sua giurisdizione, di tenere il comando al corrente dello stato generale e dei problemi particolari, di suggerire mezzi <l'azione, esaminare fattori di depressione delle truppe. Batt11glione degli Ufficiali. Costituito nel 1799, alla caduta della repubblica Cisalpina per l'i.nvasione degli AustroRussi in Italia, con 600 ufficiali rimasti senza truppe, al comando d i un Casella prima, e del Palombini poi. Partecipò alla spedizione in Toscana; fu battuto presso F igline da un repa rto toscano dello Spannocchi; ne prese il comando Pignatelli; era ridotto a uo u. nel gennaio 1801; venne sciolto nell'ottobre. a Rimini.

Ufficio. Il vocabolo indica tanto l'ente quanto i l luogo 9ove l'ente risiede. Nell'organizzazione della gerarchia mii. <lai punto d i vista logistico U. ha un valore preciso. Infatti vediamo indicati sotto questo titolo gli organi direttivi dei vari rami dei servizi logistici nel Comando supremo e nel Ministero della guerra, oltrcchè nelle d ivisioni; nelle armate invece e nei corpi <l 'armata gli organi corrispondenti prendono il nome di direzioni. In tutti i comandi m ii. territoriali o di campagna vi è poi l'organizzazione interna del comando stesso, ripartito in U. vari, ciascuno dei quali è Jlreposto a svolge.re le pratiche inerenti alla particolare attività alla quale è destinato. Nei comandi inferiori al regg. tutte le mansioni sono assorbite dal comandante, il quale viene ad avere, per quanto concerne la terminologia, anche le ma11sioni d i capo ufficio. Non si hanno norme di corne debbano essere sistemati ed arre<lati; si seguono F"rtanto le consuetudini, le quali s'imperniano su due principì: decoro ed economia. Ufficio di S01·11eglia11za. Esiste presso le più importanti industrie di costruzioni acron3utiche, ed è costitùito da personale dell'Aeronautica militare che ba il compito di seguire la costruzione degli apparecchi e d i assicurarsi in ogni momento che per materiali, lavorazione, caratteristiche, rispondano a quanto è stato preventivamente stipulato nei capitolati d'appalto fra le industrie e la d irezione delle Costruzioni, da cui gli U. dipendono. Essi uffici presenziano alle prove statiche, ed hanno la responsabilità del collaudo in volo degli apparecchi all'atto della consegna. Vi sono addetti ufficiali del Genio aeronautico, piloti e personale civile. Ufficio Storico dello Stato Maggio,·e. Deriva da un Ufficio Militare creato a Torino nel x856 presso il Corpo reale dello S. M. , con l'incarico di riunire e conservare gl i studi tecn ici, storici e topografici fatti dagli ufficiali del Corpo, nonchè di raccogliere in un archivio speciale le cane e i documc:nti riflettenti le istituzioni militari, la d ifesa dello Stato, i piani <l'operazione, le relazioni del camri <l'istruzione, i carteggi riferentisi alle passate campagne di guerra.


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_L 'U. S. subì parecchi riord inamenti, fino a quello del 1925, col q uale venne diviso in cinque sezioni: le prime q uattro, d i stud io; la quinta comprendente l'archivio e la biblioteca. Nell 'archivio si r iuscì a raccogliere ed ord inare un ingente materiale aflluito d a ogni parte della penisola. Esso comprende oggi il carteggio delle campagne del Risorgimento (1848-49, 1859, 1860-6r, 1870), ordinato in 850 volumi; un materiale preziosissimo di autografi; i carteggi del brigantaggio i n r37 ,buste; una p reziosa raccolta d i stud i topografici e tecnici, di itinerari e piani; la corrispmdenza di carattere storico del Com·ando generale (poi Corpo di stato maggiore) dal 1814 al 1914; le relazioni sulle manovre; le corrispondenze d egli addetti m ilitar i italiani all'estero, ecc. Per ciò che r iguar<la la guerra Mondiale (opera cui attese il col. Cesari presso il Comando supremo), vi sono 13 . 000 cartelle solo di parte italiana; a queste vanno aggiunti i documenti d i parte nemica ottenuti per mezzo 'della nostra m issione mi litare a Vienna e !e copie di d ocumenti alleati cortesemente concessi <lagh uffici di Parigi e Londra, per ciò che riflette le operazion i delle unità francesi cd inglesi in Italia. A wra dell 'U. S. sono stare pwloliriicate opere numerose, dalle « Memorie Storiche Militari » a una recente (1933) collezione di Monografie, oltre al « Bollettino dell'Ufficio Storico"· Analoghi uflìci sorsero in Austria prima (Archivio Storico) e roi nelle altre nazioni. Ufficio Storico della R . Marina. Fu creato nel 1913, subito dopo la guerra Libica: sospese i lavori d al 1915 al 1918 e li r iprese dopo la guerra Mondiale, r icevcn<lo vivo impulso nel 1923. Pubblicò un riassunto statistico dell'opera della MaTina durante la guerra, cui seguì la Cronistor ia documentata. Jniziò fa traduzione di opere marinare straniere e di monografie varie: oltre 60, in dieci anni , ossia

fino al r933. Uganda. Protettorato inglese dell 'Africa equatcriale. Superficie 243 .000 Kmq., abitanti 3 .411.000, capitale Entebbe. Comprende la regione dei gran-di laghi equatoriali . Vi esistono alcuni regni indigeni sui quali l'Inghilterra e~crcira il proprio protettorato. Nel 1886 una convenzione fra Germania e Gran Bretagna, delimitò le rispettive zone d'influenza lungo il litorale, e con un successivo accordo, nel ,890, l'lngbilterra includeva l'U . nella propria zona d 'influ~1na . Le forze armare inglesi neJl 'U. sono costituite dal 4• bgl. dei f,ucilieri d'Africa e dalla relativa riserva . La polizia ha un effettivo di 26 ufficiali e 1232 indigeni.

di' Milano, dal 24 luglio a l 4 agosto 1848 » . In guest'ultima g iornata, con la sua sezione e con una di obiCl, tentò

di sostenere la brigata Casale, sulla strada d i Milano; soverchiato dal nemico, riuscì a porre . in salvo le bocche da iuoco, sostenendo una fiera lotta corpo a corpo e cadendo, àlfinc, prigioniero. Liberato, prese parte l'anno scguenle alla battaglia d i Novara, rimanendovi gravemente ferito. Lasciò i l servizio, col grado d i capitano, . nd 1863. Ugolini (Giuseppe). Medaglia d'oro, n. a Torgiano, m. a Milano (1885-1920). Brigadiere dei RR. Carabimcri, fu una vittima gloriosa -di quel periodo di aberrazione popolare che successe alla grand,: guerra. L'episodio che valse alla sua memoria la med. d 1 oro è così narrato nella· moti• vazionc : (< In

un giorno d i grave, pertur•

bamento dell'ordine pubblico, fatto segno all 'aggressione di un Eone nucleo di malviventi n1cntrc si tra~

1feri va d a solo al posto ove era stato comandato, respinse con

fierezza 1

sebbene gravemente ferito al viso e bersagliato da numerosi colpi d i rivoltella, l'ingiuriosa imposizione Ugolini Giuseppe di cedere le ann i. Nella tragica lotta che ne seguì, si d ifese eroicameMe, riuscendo ad a tterrare cinque d ei suoi aggressori, finchè, •ripetutamente co!l)'ito, cadde esanime e d el suo corpo l'insano furore degli avversari fece brutale scempio. C:ol proprio sacnficio segnò una pagina d i superbo valore, un incan~ellabile esempio per la scuola del doven' ». (Milano, 23 giugno 1 920). Ugol ino Vivaldi. Esploratore, varato nel r929 a Sestri Ponente; d islocamento tonn. 1654 ; lungo m. 107,72, largo m. 10,20; apparato motore cavalli 50.000; velocità 38 miglia.

E!o,ploratore (I Ugol ino Vivaldi e

Ughi (Gabrietlo). Jngegnere militare del sec. XVI-XVII, o . di Firenze. Fu allievo del Buontalenti . Seguì Giovanni dc' Medici in Ungheria e poi combattè con Silvio Piccolomini contro i Tu rcht in Transilvania. Tornaco a Firenze nel 1600, ne ripartl per andare con Ambrogio Spinola a combattere nelle Fiandre. Durante la guerra dei Trenta

Armamento VI 120 , IV mitragliere da 37 e 8 da 13,2 a.a.; [V lanciasiluri da 533. Personale: 6 ufficiali e 164 u. di eqliipaggio. Ugonino (de Castl'llione). Archibugiere aostano del secolo XIV. Specializzatosi nella costruzione d i archibusi da posta, è i l più antico nome d i archibugiere italiauo che sia giunto sino a noi.

An.n i, esercitò ancora per lun-

ghi anni l' ufficio d'ingegnere mi!. in Austria e in Unghe ria. Ugo (Bemardo). Medaglia d 'oro, n. nel 1806 in Asti. Da semplice soldato era d ivenuto luogoten. d'art. nell'esercito piemontese. Nella campaUgo Bernardo gna del 1848 g uadagnò la med . d'oro « per essersi distinto a Staffalo, Sommacampagna, Bcrettara, Custoza, Valeggio, assedio d i Peschiera cd alle porte

Ugonotti. Nome dato in Francia, uel sec. XVl, a i Protestanti, che in rak epoca avevano assunto una potenza considerevole, canto che la nazione era divisa in due grosse fazioni (Ugonotti e Cattolici) e Ja corte ondeggiava fra esse. Jnevitabilc d iveone il connitto , che si awì durame la reggenza di Caterina de ' Med ici, in nome del figlio minorenne Carlo IX, per l'mto fra i Borhoni, rappreseotari da Anton io, re <li Navarra , e da l principe di Condé, 1~rotestanti, ed i Guisa, cattolici. Il 1" marzo r562, Francesco d i Guisa, passando per Vassy nella Champagne, assalì e fece strage di una assemblea di Protestanti. Fu il


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principio delle guerre che insanguinarono per più di Ùn terzo di secolo la Francia. La nobiltà protestante, guidata dal principe di Condé, si levò in armi in tutta la Francia. In breve 3000 nobili si posero a disposizione del p rincipe, mentre i Tedeschi promettevano aiuli. li governo inglese sovvenzionò la rivolta con forti somme. ~folte città della Francia si dettero al Condé, il quale potè costituire una poderosa lega. I Guisa, facendo r,rcssioni sulla Reggente ed iniziando tranative pet la pacificazione, poterono guadagnar tempo per assoldare Tedeschi e Svizzeri cattolici ed attendere rinforzi dalla Spagna. 11 19 dicemhrc 1562 fo comballuta presso Dre ux uoa sangu inosa banaglia perduta dal Condé che rimase prigioniero. Assunse il comando degli Ugonoui l'arnmir. di Colign)•. Frauanco gli Inglesi occuparono Le Havrc. L"impcr:11oi'e accennava g ià a valersi di 9uesti scompigli intern i per riprendersi la Lorena. Caterina dc' Medici cercò quindi di giungere ad una conciliazione fra le due pani e, solto forma di editto, essa il 15 marzo J 563 fu raggiunta ad Amboise. Ma nel 1567 gli Ugonotti temettero di dover subire rappresaglie e si sollevarono in tutto il regno. A Parigi la rivolta fallì, ma nel resto della Francia molte citl:t rimasero in mano dei con. g iurati. li Condé cd il Coligny occuparono S. D ionigi a r.or<l di Parigi; La Noue, :,hro capo ugonouo, conquistò Orléans e le piazze vicine, chiudendo da sud e da ove,t la capitale. Il 10 novcmbl"C J 567 il principe d i Con<lé fu assalito e battuto presso S. Dionigi; 11.000 Tedeschi si unirono agli Ugonotti, i quali slnnsero Chartres d'assedio. Nel 1568 fo conclusa la pace <li T..ongjumeau, di breve d urata pcrchè nell'agosto dello stesso anno Calcrina de' Medici diede ordine <li arrestare i capi del movimento protestante. li Condé cd il Coligny sfuggirono all'arresto rifugiandosi a L a Rochelle, cittadella del protestantesimo. Co, minciò così la ter1.:i g uerra C ivile e Religiosa. Gli Ugonotti riunirono in fretta un esercito. Essi furono aiutati, come sempre, dall'Inghilterra, mentre sul Reno l'eleuore palatino radunava un esercito di 16 .000 uomini. I Regi coman<lati dal duca Enrico <l'Angiò ass:ilirono e sconfissero il Condé presso Jarnac prima che potesse riunirsi all'elettore. Dopo una serie di combattimenti e di assed\', che per lo più r iuscirono favorevoli agli Ugonotti, il Col ig ny striJ1>C d'assedio Poiticrs, ma fu battuto a Montcontour. )./uovc trattative e nuova pace ~ Sainc-Germain-cn-Laye, nell'agosto del 1570, seguita due anni dopo dalla st rage della notte di San Bartolomeo. Gli Ugonotti ripresero le :irmi, concentrando la resistenza intorno a La Rochelle. Incoraggiate da questo esempio, altre città protestanti ç,Jimes, Montauban, Sanccrrc) si difesero , lrcnuamentc. La Roche lle e le altre fortezze prolcstanti (urono assedimc, ma con scar,o successo. Questa vigorosa resistenza piegò la corte a più miti consigli. Con un nuovo trattato si chiudeva la quart,1 g uerra d i Religione, accordand osi ai riformati libertà d i coscienza (1573). Ma il periodo più importante di queste sanguinose Ione fu quello in cui Enrico di Navarra ebbe a capitanare I:, parte protestante, pnma contro Enricù III, ["Di contro la lega cauolica. Egli arrivò a costituire un es.,rcito di 30.000 uomini, e nel marzo 1576 potè concludere un nuovo allo d i conci liazione, conosciulo sotto il nome d i Beau licu; esso indusse i Caltolici a costituire la « lega santa » cd .a costri,1gere il re a riprendere la guerra, confortat2 dalla decisione degli $lati generali, convocati a Blois, che nello Stato d oveva es istere una sola religione. Gli Ugonotti ccl i Regi condussero però fiaccamente la guerra; il re stesso <lcsidc. rava riaccostarsi agli Ugonoui per valersene contro la lega cattolica che si faceva sen1pre più potente e d imostrava insubord ina1.ione verso la monarchia. Fu quindi firmata

nel 1577 la pace di Poitiers, che non veru1c in realtà osservata perchè le due parti avverse conser\"atono le piazzeforti già occupate e continuarono una guerriglia spicciola, ingloriosa, devastatrice, nella quale fra tuni i.i segnalò it Navarra per la risolutezza e i'audacia dei suoi disegni. Il re Enrico lii , impotente per carattere e per mezzi a rorre u11 termine alla lotta, oscillava fra k due parti, che si contendevano ormai il governo della Francia, finchè nel 1585 determinò di annullare nmi i privilegi concessi in precedenza agli Ugonotti. La guerra ricominciò nel 1586, ma ormai gli ,copi erano d iversi da quell i che avevano suscitato il primo conflitto un quarto di secolo prima. Le soldatesche dei Guisa combatte\'3no contro quelle di Enrico di l\'avarra per la successione al trono di Francia. Nel r589 il re Enrico Ill si uni al Navarra per combattere la lega cattolica, divenuta padrona di Parigi, che fu assediata. Dopo !"assassinio di Enrico III, Enrico di Navarra fu proclamato re di Francia ~fai suoi .1eguaci, ma, rimasto con soli 12 .000 uomini, dovette abbandonare l'assedio di Parigi e ritirarsi a Dieppe. La lega gli mandò contro un esercito che venne sconfitto ad Arques . Un 'altra viuoria Enrico riportò presso lvry nel marzo 1590, e potè così nuovamente assediare Parigi. La lega invocò l'aiuto della Spagna, e l'intervento di Alessandro Farnesc co,lrinse Enrico JV a togliere P':r la seconda voha l'assedio. Ma fina lmente, nel 1593, Enrico IV abiurò la religione rrotestante. Questo fatto, ed un risveglio del .cntimento nazionale di fronte al pericolo di una eccessiva invadenza di Filippo Il d i Spagna, gli aprirono le porte di Parigi (ma rzo r594). La guerra rnntinuò 3ncora con la Sragna e il duca di Savoia, fino al 1598. Nell'aprile d i qllcst'anno fu pubblicato l'edillo di Nantes, base della pace interna fra i due partiti rel igiosi in Francia, seguito nel maggio dalla pace con la Spagna e la Savoia a Ven•ins.

Uhrich (Gian Gi11cnmo). Generale francese ( 1802- 1886). Ufficiale nel 1822 combanè in Algeria e divenne generale di brigala nel 1 825. Partecipò Uhrich Gion GiHcomo al la guerra di Crimea, fu promosso gen. di <livis. nel 1Ss5, comhattè nel 1&59 in Italia e nel 1867 passò nella riserva. Per la guerra del 1870 riprese servizio e legò il suo nome alla difesa d i Strasburgo.

U issam Alani te (OrdiTlt: de//'). Ordine cavalleresco marocch ino, istituito nel 1913 per ricom!)(;nsare i servigi resi alla causa del Marocco. Consta di cinque clas· si : gran croce, gran<le ufficiale t commendatore, ufficiale e cavaliere. La decorazione è una stclb a cinque punte in smalto bianco filettato cli rosso.

U. K. TiJ."O di dirigibili della Russia SO\'ICtrca~ costruiti a Pie• trograclo e a Mosca, ini,.ia ti con l'« U. K. 1 » nel 1932 e previsti in Ordine dell' Cissnm numero di un centinaio. La capacità varia da 2200 a 37 .000 mc., e in rapporto ad essa variano la vclocitil e il numero dei componenti degli equipaggi.


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U LA

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Ulani. Creati dai Tar tari, ommi cavalieri che sapevano maneggiare 1nagistrah11cn tc la lancia ed avevano una lunga scì mitarr:1 per il combauiment,1 corpo a rorpo 1 erano guer-

U LB

la Germania avevano regg. di U . In Italia non si <l ava

quel nome ai .lancie ri m a ve J),crano

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regg . Lo scarso

rieri che sapevano usare del cava llo con grande destrezza .

impiego fatto della cava lleria a massa durante la grande guerra, il perfezionamento delle anni <la fuoco, la meccanizzazione dei trasporti, lo sviluppo <lell 'aviazione , diedero

Ulani russi (epOCà napoleonica)

l;lani tedeschi intimanti la resa a T oul ( T870)

La Polo nia fece suo q uesto tipo di cavaliere e nel secolo XlV ebbe così un'otti ma cava lleria. Dapprima armato d i soln lancia e sciabola, l'U. più tard i ebbe anche la car abina . Portava come caratteristico copricapo il czarska, spcci~ d i elmetto in cuoio verniciato. Veniva im piegato come esploratore, o per scorrerie, e nella batta~lia per l'urto a massa. Per tutto il secolo XV fo alla testa delle cavaller ie europee, anz i venne imitato dalle altre Potc□zc. Quando per l'adozione delle: armi da fuoco la lancia per. dette della sua superiorità, anche l' V . cadde alquanto nella considerazione d i cavali<,rc imbattibile. Senonchè il catlivo jmpiego fatw s,a dei dragoni, armati d i pistolooi, che dei ,nitri, specie d i fa nte ria mon tata , e soprattutto il tempo che occorreva per car icare le armi da fuoco nel secolo XVrTI, fecero falli re gli e~pcriment i fatti da comandant i come Leo· poldo <li Oessau e Federico II di P russia per sostituire gli U. con cavalleria dotata <li arm i da fuoco. La lancia si manrenne, a malgrado dei suoi d ifetti, e gli U. rimasero anche dopo le guerre dell' l rnpero francese, sopravvivendo anche alle g uerre d' l nclipcndenza della metà del ,ecolo XIX. Q u.indo si sca1enò la g uerra Mondiale l 'Austria, la Russia,

iJ tracollo alla lancia, tanto che dopo la guerra si ridusse di molto il numero dei lancieri , e qualche nazione ackliri rrura soppresse la lancia, come la Francia. Però gli V.

Uhm ! austriaci (epoca n apoleonica)

furono mantenuti airneno di 11o!Yte, se non di f atto , in qualche nazione. In genere sono ancora mantenuti nelJa ca-

valleria coloniale. Nel gergo mii. è in voga l'espressione ~e f.are I 'ulano )>, che sig nifica disimpegnare il servizio con celeri tà, n1a senza precisione ed esattezza, non rn isurando

le conseguenze. U lbrich (Giwcppe). Generale, n . a Firenze, m. a Viareggio ( 1836·r911). Sottot. di la n1eria dell'esercito toscano nel 1855, passò nei bersaglieri cieli 'esercito italiano e partecipò alle campagne del 1859, 1860-61, t 866 e 1870 : a Custoza comandò il IV bgl. del 49° fan teria che formato i11 quadrato difese il principe Umberto ed il suo stato m aggiore . Colonnello comandante il 3° bersaglieri nel 1878, andò in posizione ausilia ria nel r886. Nella riserva fu promosso. maggior gene,'ale nel r892 e tenente generale nel 1904.

Ufficiale ( , 9 19) -

Ulan i polacchi •

Sottufficiale (1929)


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U leaborg. Città della Finlandia, ca poi. del governo omonimo, alla foce dcll'Ulea nel golfo di Bomia. Durante la guerra per l'Ind ipendenza dell a Finlandia, i Russi ne avevano fatto un luogo di concentramento delle loro truppe del nord . La ciuà n,nnc attacca1a dai « Bianchi • finlandesi il 3 febbraio 1918 con tre colonne, le q uali riuscirono penetrarvi dopo alcune ore di lotta: i Russi si arresero a sera, in numero di un migliaio, dopo una perdita di circa 150 u . pareggiata dalle perdite dei Finlandesi.

a

U lia. Ant. ci1tà della Spagna, oggi Monte Mnyor, in prov. di Cordova. Assedio di Ulin (fine 46 a. C.). t lo strascico della guerr.1 Civile scoppiata tra Cnco Pompeo Magno e C.• Giulio Cesare. Gli Ispani, come videro gli ultimi Pompeiani raccogliersi in Africa, aprirnno segrete trattative coi loro capi pe, indurli a tentare la riscossa nella Spagna. Cneo Pompeo, passato nella penisola, si accinse a formare un nuovo esercito; intorno a lui si raccolsero coloni romani di parte repubblicana e indigeni. Dopo la battaglia di Tapso giunsero ahri capi pompeiani, T . Labicno, A zio Varo e Sesto Pompeo, organizzando un esercito d i tredici legioni. Le milizie e i luogotenenti mandati da Cesare in lspagna nel giugno del 46 a. C. non riuscirono a domare l'insurrezione; per il che s'impose al d ittatore il suo intervento ~>crsonale. Al ,uo arrivo. Cnco rompeo assediava U. parteggiante per Cesare, che mandò avanti sei coorti, al comando di L . Giunio Pacieco. Costui, approfittando d'una burrasca impetuosa, inga nnò le sentinelle pompeiane, e, accostatosi alle mura, diede il segnale com•enuto ed entrò dentro la ci ttà. Con questi aiuti i terrazzani assalirono gli assed ian ti e li misero in serio pericolo . Frattanto il d ittatore, con un allacco contro Cordova, induceva Cneo Pompeo ad abbandonare l'assedio. U !id (Sid1). Borgo della Tripolitania, a sud di Azizia. Il 20 maggio 1915 una colonna italiana agli ordini del ten . col. Monti (1 bgl. hers&glieri, 1 sqdr., J btr . da mon-

tagna, 1 pi. eritreo e x pi. meharisti) mentre tentava di dirigersi a TarhuM per soccorrervi quel presidio assediato dai ribelli, fu affrontata da quest i a Sidi U. e dopo due ore di combattimento ricacciata su Azizia con gravi perd ite. U lloa (don Amo11io). Generale spagnuolo (1716-1795). Fu governatore della Luisiana e luogoten. generale delle forze navali. Fondò l'osservatorio di Cadicc, istitul il primo laboratorio di metallurgia, e portò un efficace progresso alla scienza e ali 'industria srag nuo\a . U/loa Gerolamo. Generale e scrittore mii., n. a S. Giovanni a Carbonara, rn. 3 Firenze (1810-1891) . Alfiere nelI ·ur. dcli 'esercito napoletano nel 183 1, lo lasciò nel 1848 per seguire Guglielmo Pepe a Venezia g uale suo capo di S. M. Si d istinse grandem<:llle nelll difesa della città, specialmente del forte cli Malghcra, e poi an<lò in esilio a Parigi. -'lei 1859 si trasferì in Toscana, organiz7..Ò le truppe che dovevono scende re nelle rianurc lombarclc cd ebbe il grado di luolilloa Gerolamo goten . l(eneralc dell'esercito toscano. Delle sue opere citeremo: « Guerrn de ll 'indipendenza italiana nel 1848-49 »; « L'esercito italiano e la bauaglia di Custoza »; « Gli eserciti e la politica italiana »; « Dell 'arte della guerra • ; « Sunto della

tattica delle tre armi •; « La nuova tauica prussiana ~; « Dell'indole bellicosa dei francesi e delle cause dei loro ult imi disastri »; « Brevi cenni sulla spedizione del corpo d'esercito napoletano nell':iltima guerra d'ltalja »; " I due sistemi di difesa dell'Italia •; « La questione d'Oriente»; « Fatti di guerra di soldaJi napx>lctani » . U Ima. Città della Germania, nel Wiimembcrg, sul Danubio. Insieme con Ncr, U/111 , situata su li 'altra sponda del fiume cd a cui è unita per mezzo di due ponti, costituisce una piazzaforte considerevok. Nel settembre del I ì02, durante la guerra per la Successione <li Spagna, fu occupata con uno stratagemma <1311 'elettore di Baviera, ma venne ri. conquistata dagli Imperiali due anni dopo. Le sue antiche fortificazioni. distrutte subito dopo il 1805 <lai Francesi, consistevano in urrn cima bastionata con corrine rnddoppiatc, con largo fossato. Fra il 1816 e il 1819 la fone..::ta venne ricostruita; fra il 1870 e il 1900 rimodernata, con tre forti av vicinati sulla d r . del l)anubio, e 17 tra forti e batterie sulla sr., distanti in media 5 Km. dal nucleo della piazza.

I. P«ce di Ulma (3 luglto 1620). Fu conclusa, durante la guerra <lei T rc11ta Anni , con la mediazione d ella Francia, fra l'Unione dei principi p,orestanti e la Lega dei r,iocipi cattolici . In base agli articoli della pace, in tuuolfavorevole all ' irnpcr:,tore Massimiliano, l'Unione promise di scp~rarsi dalla Boemia e di non soccorrere il re Federico V. Il. Asudio di Ulmt1 (1704). Appartiene alla guerra per la Succcssio11e di Spagna. La città era presidiata ~la 2500 Bavaresi aglj ordini elci gcn . Peucndorf e venne investita per ord ine <lei principe Eugenio il 22 agosto, <la un corpo imperiale ag li ordini del gen. Thungen. Fino al 30 non gli arrivarono le artiglierie, e fino all'S settembre non rotè aver pronte le batterie. Frattanto aveva spinto avanti gli approcci. La mattina del 9 tune le batt~ri, Jprirono il fuoco, e 24 ore dopo i difensori alzavano bandiera bianca.

111. Cnpitolnzio11e di Ulma (1805). Appa rtiene alle guerre dell'Impero francese. La grande marcia strategica attuata da Napoleone I condusse i Francesi a convergere dal Reno al Ncckar (25 settembre- 1" ottobre) e da questo al D anubio (2-6 ottobre) attuando una manovra che venne a i,olare le forze del Mack, separandole da quelle del Kienmayr, che furono ricacciate verso Monaco. Giumc sul Danubio a( passi di Guntzburg (Ney), Dona uworth (S,oult, Lanncs, Murat, Guardia), Neuburg (Davout e Marmont), lngolstadt (Bernadoue e corpo bavarese) le colonne napoleoniche ebbero facile giuoco per avviluprarc l'avversario, che, vedendosi minacciato da tergo, fece fronte a nord sulla dr. del Danubio . Lo sviluppo del movimento condusse i l'rancesi a impadronirsi della linea del Lech: l 'ala marciante (Soult) d a Landsberg si dirigeva a Kcmm ingen su ll'Iller; mentre il perno (Ncy) mantenevasi di fronte a Guntzburg sulla sr. del Danubio chjudendo al nem ico le vie della Boemia. Lasciatosi sfuggire il momento in cui cm ancora possibile ripiegare verso l'lon, e incapace di decidersi ad attaccare per linee interne, mentre le frazioni nemiche erano ancora separate da notevoli d istanze, il Mack rimase immobile nella vana aucsa del soccorso dei Rmsi dalla linea dell 'lnn. Perduta la possibilità d i ritirarsi verso il Tirolo o di ricong iungersi al Kicnmayr pa Monaco, restava al Mack quella di aprirsi la via verso la Boemia, dato che col passaggio del corpo Ney sulla riva dr. del Danubio, rimaneva sulla sr. la sola d iv is. frauccsc Dupont, che }"Oteva csicrc facilmente soverchiata. Ma egli non teppe decidersi a tanto e vi avviò solo una colonna di 25.000 uomini, comandata dal generale Werncck, alla q uale si unl l' arciduca Fcrdi-


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nando. La divis. Dupont, respinta, dovette ritirarsi per Albeck verso Guntzburg; ma la reazione dei Francesi fu pronta: Ney e Lannes accorsero ad Elckingcn, che Mack aveva occt1pato per proteggere l 'avviamento della colonna Werncck e ne scacciarono gli A uscriaci r igettandoli verso U. Frattanto \Vcrneck , attaccato decisamente, er'a battuto a Langenau e a Ncresheim e ricacciato pure sulla città, co• sicchè il Dupont ooteva occupare ancora Albeck e bloccare <li nuovo le vie della Boemia. Mentre ciò accadeva nella

L<l fonczza di U lma 11d 1805

regione nord , a sud Soult sorprendeva una <livis. austr.i aca a Memmingcn facendola prigioniera e si volgeva su U . chiudendo la strada d el . Voralberg. Definitivamente accerchiato, il Mack vede, infine, il r5 ottobre le trupre del corpo Ney coronare le alture che dominano la città dalla sr. de] Danubio e compren<lc la sit uozione d isperata in cui l'ha ridotto la sm passività. Dopo lunghe trattative con i delegati napoleonici egli è costretto ad arrendersi il 19 ottobre: 30.000 uomirli, 16 generali, 3000 cavalli, 60 cannoni cadono preda del vincitore. li gcn. Mack , giudicato da un consiglio di guerra, venne condannato a morte e graziato dall 'imperatorc d 'Austria.

Ultimatum. Nota contenente l ' ultima, de fini tiva ed imperativa condizioue, o p roposta, che una Potenza fa ad alu·a Potenza, con la quale è in conflitto diplomatico, per risolvere urra questione o chictrire una situazione. La forma perentoria e categorica dc:! ' U. esige risposta in un termine brevissi mo di tempo, e gli fa as~u rnere un carattere d i estrema g ravità . La sua non acccttazìonc F'rovoca la rottura delle relazioni diplomatiche dirette, e può segnare l 'inizio d i operazioni d i guerra, qualora non intervengano i buoni uffici d i un arbitro o del Tr ibunale dcli ' Aia. U lundu. Borgo dello Zululand, che ha dato i l nome alla battaglia decisiva fra gli Inglesi e i Zulù (4 luglio 1879). l i gen. inglese Chelmsfor<l, che d isponeva di 5000 u . con artiglierie, venne attaccato da circa 18-20.000 Zulù. Egli oppose un solido quadrato all'attacco, che respinse con intenso fuoco : la cavalleria completò la disfatta ,Jegìi Zulù , i qua li lasciarono un migliaio ,li morti su l terreno, mentre gli Inglesi ebbero soltanto /O morti e 53 feriti. Umberto I di Savoia (detto Biancama110). Fu il capo stipite della Casa regnante d'[ra]ia (985-1048), figlio d i O ttone Guglielmo. Dopo la morte d i Rodolfo III , nata contesa per la successione al regno d i Borgogna tra Corrado Il imperatore di Germania, cd Eude coote di Cham.

pagne, U. si schierò dalla pa rte deil'impcratore, e nel 1032, radunate in Val d'Aosta le rroprie genti, quelle dell 'arcivescavo di Miiano Ariberto, e quelle del marchese Bonifacio d i Toscana , le condusse su l Rodano dove, unitosi alI 'esercito te<lesco di Corrado, sconfisse il conte Eude, lo fece prigioniero ed in premio ottennè dall'imperatore i terri tori che i re di Borgogna avevano posseduto nella Savoia e nella Mariana. In breve i suoi domint, per doni e concessioni imperiali, costituirono una vera marca d i frontiera dal Cenisio al Piccolo e Grande S. Bernardo, comprendendo la contea d'Aosta, quella di Moriana, parte -della Tarantasia, il Ch iablese, parte del Vallese e, p iù tardi, la contea di Belley e quella di Savoia.

Umberto Il (detto il Rinforzato). Sesto conte di Savoia, n. ad Avigliana (1081-no3). Alla morte del pad re, Amedeo II, era ancora fanciullo e per II anni resse per lui lo Stato la contessa Adelaide . Aspre e sanguinose contese scoppiarono durame la sua minoriti, tra i va ri pretendenti alla successione d i Amedeo, con la conseguenza che la miglior r arte del Piemonte meridionale andò perduta per Casa Savoia. Uscito U. d i minorità, sua p rima cura fu di ricon. quistan: il perduto. Prese e distrusse il castello di Briançon nel la Tarantasia; fece un trattato d i alleanza col Comune d •Asti, allora florido e potente, ed alla sua morte i suoi doruinì si erano di molto ingranditi. Per non pcr<lcrc poi il diritto di possesso a tutto il patrimonio d i cui era stato spogliato du rante la fanciullezza, mantenne sempre il t itolo d i marchese d i Susa e. d'Italia. ' Umberto Ili (detto il Beato) . Ottavo conte <ii Savoia, n. ad Avigliana, m. a r,hambér y (1136-II89). Succedette a l padre Amedeo III nel marzo 1148 e dovette sostenere varie guerre . Nel 1153 sconfisse davanti a Montmélian Gui<lo VII, delfino <lei Viennese. Con le arm i cost rime pure il marchese d i Saluzzo a prestargli giuramento d i fedeltà. Coinvolto nella guerra contro Federico Barbarossa, fu da questi spogliato della sovranità su Torino. Nel n68, essendo stato l'imperatore obbligato dalle for7..c della Lega Loq1barda a fuggire precipitosamente dall'Ital ia, U. non gli lasciò libero il passo dc) Moncenisio se non <loro aver ricevuto promessa della restituzione dei territori di cui l 'aveva privato. Nd 1174, Federico Barbarossa, tern aro in Italia con poderoso esercito, devastò Susa dandola alle fiamme. D opo la d isfatta di Legnano (rr76), U. prese parte importante ai preliminari della pace di Costanza, cooperando alla concilia1.ione fra l'imperatore e Je libere città . Della quale opera fu a~sai male rimunerato, perchè ebbe contro di sè gli imperiali nella lotta contro il vescovo di Torino per l a signoria d ella città, e poi, messo al bando dell 'impero dal successore di Federico, Enrico VI, fu assalito da un forte esercito capitanato dallo stesso imperatore, che, posto l'assedio al castello d'Avigliana, dopo tenace re.sistenza, lo prese e lo atterrò (n87). Ma ormai U . , datosi tutto alla vita contemplativa, stette rassegnato alle spogliazion i imperiali e morì in un chiostro l'anno seguente. Umberto di Savoia (detto il Bastardo). Figlio naturale di Amc<leo VII, ottenne dal padre l a signoria di Montagny e d i Corbières. Aodato a combattere contro i Turchi nel 1397, cadde prigion iero nelle loro mani, rimanendovi sette anni. Riscattato dal fra tello Amedeo VIII, fu da questi nominato luogoten. generale del Piemonte; nel 1439 ebbe la contea di Romont e morì n el T 443. · Umberto I (detto il Buono). Re <l'Italia, n. a Torino, m. a Monza (184.1-1900). Figlio primogenito di Vittorio Emanuele Il, ebbe il titolo di principe d i Piemonte, e divenne re d'Italia nel 1878. Assegnato al 3° regg. fanteria, vi


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rimase dal 1858 al 1862; allora comandò i lancieri d'Aosta. Da magg. generale, comandò una brigata di cavalleria a Milano e poi, a Napoli, la brigata Granatieri <li Lon},ardia ; da luogotcn. generale, la d ivis. di Napoli, e poi, nella cam ragna del 1866, la 16• divisione, segnalandosi a Custoza, nel quadrato col quale il 4• bgl. del 49• famer ia respinse gli Ulani . Nel 1868 sposò la cugina Margherita d i Savoia, dalla q uale nel 1869 ebbe l'unico figlio, Vittorio Emanuele III. Durante il suo regno, subì tre attentati alla vita: la prima volta a Napoli, nel 1878, la seconda a · Roma nel 1897, la terza , con esito mortale, ~ Monza. L a sua salma venne Lumulata nel Panteon d i Roma. Io ogni epidemia o disastro fu scmrre presente a confortate i sofferenti, meritandosi l'epiteto di « Buono » . Nella guerra del 1866 si guad agnò la med . d'oro al valor m ilitare, con la seguente motivazione : « Pc! brillantissimo coraggio d i. mostrato nel condurre la sua divisione al fuoco e per le savie d isposizioni date pel suo piazzamento ». (Villafranca, 24 giugno r866).

U m berto l

U mberto Principe di Piemonte

Umberto d)" Savoia, conte di Salerno (r889-1918). F iglio dd principe Amedeo, duca d 'Aosta, partecipò a!Ja guerra 1 Italo-austriaca (1915- r918) come soidato dei bombard ieri; si guadagnò una med . al valore e fu rromosso capitano per merito di guerra. Mo rì d i malattia qualche giorno prima del l 'arrnistiz io , a Crespano Veneto, dove comandava una batteria di bombarde . Umberto di Savoia, p1·i11cipe di Piemonu:. N. a Racconigi nel 1904, Principe ereditario, figlio di Vittorio Emanuele 111. Nominato sotrot. d i fanteria nel r 922, divenne colonnello nel 1929 e comandò il 92° regg. fanteria . Gener ale ~li brigata nel 1931, comandò la 25a brigata d i fanteria (Napoli); generale d i divis. nel 1934, assunse il comando della divi.,. del Volturno (Napoli).

Umberto I. Re'g gimento cavalleggeri (23°), costituito nel 1887 con uno squadrone dei reggimenli Padova Saluzzo, Caserta, Monferrato, Lucca e 1

Piaccn:ta, col nome di reg• gime ,uo cava lleria Umberto I, che nel 1897 fu mutato in ·quello di cava lleggeri. Nel 1887-1888 concorse alla formazio ne dello squadrone caccia tori a cavallo che operò in Eri trea e per le campagne Stemm a del regg. Umberlo I 1895-96 e 1911-12 fornì complementi a r.ipani mobilitati . Durante la guerra Italo-austriaca 1915-18, d isimpegnò per i primi <lue anni servizio d i collegamento; nell'azione d i

U~rn

Gorizia (19 16) alcuni suoi reparti tentarono di irrompere nelle lince nemiche. Durante i l ripiegamento dell'esercito al Piave disimpegnò servizio d i protezione alle truppe in ritirata battendosi su! Meduna e sul Cellina. Inviato in Albania, fu schierato sul basso Semeni, sorvegliando i l teni-

Squillo del reggimento Urnbe.rto I

torio di Fieri al mare. Nell 'ottobre 19r8 concorse all'occupazione dell'A lbania settentrionale . li regg . fu sciolto i l 21 novembre 1919. Le sue tradizion i vennero affidate al regg. Monferrat,). La sua festa è il J'° novetnbre, anniver~ sa rio del combattimento di Scutari ( 19r 8). E bbe per motto : (( Ta nto nomine vincit » .

Umberto I (Casa) . V . Veterani.

Umbertide Comune in prov. d i Perugia, sulla sr. del Tevere. È d i aut. origine; ebbe lino al 1868 il nome d i Fratta. Il paese fu distrutto nelle incursioni barbariche, e fu riedifica;o nel sec. X. Nel 1326 i suoi abitanti, unitisi a quelli di Perugia, rirortarono una vittoria sulle milizie aret ine. N el 1385, i nobili fuor usciti perugini tolsero F ratta a Perugia, che però la riconquistò ben presto e vi costruì una rocca . Nel 1408, Braccio Fortebracci sbaragliò presso Fratta l'esercito di Ladislao re di Napoli, che conta\'a 2000 cavalli, e nel 1413 la saccheggiò . Fra tta sosten ne felicemente un assed io d i Francesco Maria della Umbone. La parte sporgente centrale dello scudo, munita di brocco, che serv iva per sviare i proiettili lanUmbone spulo ciati <la lontano, e i col~..i <l'arma bianca vicin i. La parola era anche usata a significare l' intero scudo,

(V. BroccJiiere). Umbri, Popolo d i razza celti,:a, immigrato in Italia per le Alpi Carniche, sembra verso il r .200 a . C . Si stabilirono dapprima nella valle Padana, fra l'Appennino ligure e i l toscano: poi occuparono le coste del!' Adriatico, estendendosi fino al Gargano. Formarono un potente Stato, diviso in tre parti. Ebbero guerre coi Pelasgi e circa cinque secoli prima della fondazione d i Roma furono attaccati <lagli Etruschi, i quali do!)O una guerra accanita li sconfissero, tolsero loro un gran numero di città e li sottomisero. Alleati agli E t ruschi, furono con essi sconfitti da Quinto Fabio presso Perugia, e da Fabio e Dccio a Mcvania, e ancora, nel 295 a . C. a Sentino. Non ancora doa1ati, si allearono ai Tarentini, ma questa volta Roma li sottomise. Nella primavera del 225 a . 1C . gli U. mandarono 20.000 u . a unirsi alle forze r oma ne contro i Galli, e aiuti di t ruppe inviarono anche a Scipione nel 205 . Nel 9 r a. C . aderirono invece alla lega Sociale e ne seguirono le sorti . Gli U. erano un popolo amante d ell a guerra, la cui civiltà ebbe notevole importanza nella storia d'Italia. Loro armi d'offesa erano scuri, coltell i, pugnali, spade, lancie e frcccie; di difesa corazze , larghi scudi c<l elmi.


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Umbria. V. Marche cd Umbria, e U11ità. Umbria. Brigata di fanteria di linea, cosLituita nell'aprile r86I, col 53'" e 54~ rcgg. Partec ipò alle seguenti campagne di guerra: 1866, 1887-88, J895-96, 1911-12; nel 1867 il 53° ottenne la med . d'argento (( pel va loroso contegno tenuto <la] reggimento nella repressione dei disord ini nel la provincia di Palermo" del 12-22 settembre 1866. Durante la guerra Italo-austriaca ( 1915-1918), per la quale costicul il comando del le brigate Ivrea e i regg. 162~ e 282<>, fu inizialmente d islocata nell 'alta Val Baite. Trasferita nel lug lio 1915 nel settore dell'Ansiei, occupò la Forcella llassa di M . Piana; fino all'autunno 1917 combattè fra Val Po-

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Umbrite. Miscela esplo,,iva a base dj nitrato .d'ammonio, nitroguanidina e ferrosilicio. Durante la guerra Mondiale fu adoperata per cariche di scoppio. Uminski (Giovmmi) . Generale polacco (1780-1851). Volontario nel 1794, nei 1806 in Polonia prese le armi per riconquistare la libertà; fatto prig ioniero e condannato a morte dai Prussiani, ve1u1e graziato pe r l'imerve nto di Na. poleone e con le sue armate fece le campagne del r809 e del 1813. Dopo la caduta di Napoleone si diede alla causa della libertà della Polonia e fu generale <li brigata dell 'armata insurrezionale <lei 1831. Soffocata la r ivolm:ione , andò in esilio .i n Francia. Scrisse varie opere d'indole politica e 1nilitare.

Umm-esc-Scechàneb. Località della Cirenaica, né! sud Bengasino. Il 26 febbraio r914, la colonna del col. Latini vi si scontrò con i ribelli, che furono battuti lasciando sul terreno 179 morti. Da parte italiana si ebbero 21 morti e 21 feriti. Uncino (Compagnia del/') . Compagnia d i ventura, costituita d i Ungari e di Brettoni, creata da Villanozzo da Vil!afranca nel 138r. Operò in Toscana devastando il territorio di Arezzo; d urò breve tempo. 'ìvleciaglia dcll~1 brigata Umbria

pen a e Val Rimbianco; nel novembre fu dest inata nel settore di Nervesa e piLt tardi ' in que llo Grappa-Monfenera. Combattè brillantemente poi fra Val Calcino e il M. Spiooncia, al la bauaglia del Piave. Nell'agosto, richiamata sul Col dcll'Orso-M. Solarolo, tenne testa al nemico e conquistò importam i posizioni. Per il suo con tegno in guerra . la brigata mer itò la citazinne sul bollettino del Comando supremo del 15 settembre r 917 cd il 54° la meri. d ',irgemo. Nel J926 la brigata assunse il numero d i 11• brigata di fanteria, costit uita coi regg. 53°, 54° e 68°. Festa dei reggimenti: per i l 53° il r4 d icembre an niversario del combattimento d i Va] Calci no (1917) ; per il 54° il 23 ottobre, anniversario del combattimento cli M. P iana (1917). Colore de lle 1nostrine: verde con una stri.o:.cia bianca al centro nel senso orizzonrale. Comandanti della brigata in guerra: magg. gcn. Fioretta (1915); magg. gen . Ferrari (19r5-16); magg. gen. Invrea (r9t6-17); magg. gcn. Mercalli (1917-18). Le &uc perd ite nel la guer ra Mond iale furono d i uA;ciali morti 37, fe riti 93, d ispersi 18; u . di truppa m. 455, f. 1 954, d . 77o.

Umbria. Ariete-torped iniere, costruito a Livorno nel 1891. Dislocamento 101111. 2281, macch ine HP 6998, lunghezza

U ngharese (Legione). Il p rimo nucleo si formò a Savona nel 1848; una parte degli inscritti formò una cp. d'art. che prese pane alla difesa cli Venezia. Gli altri, scarsi d i numero, furono sciolti dal governo piemontese '11ell 'aprile del 1849. Dopo dieci anni, e cioè nel 1859, gli Ungheresi si r iord inavano di nuovo in Genova, in una brigata di 5 bgl. con hand iera magiara·, sperando di esser chiarnali a ran ccipare alla g uerra , ma, trattenuti invt·ce d i guarnigione in quella città, l'anno clopo si univano all'esercito di Garibaldi, segnalandosi in reparti a piedi e a cavallo, in modo particolare al Volturno. Passati poscia a disposizione del Ministero della guerra, come Legione ausiliar ia, furono uti lizzati nella campagna contro il brigantaggio, fino al 1867, quando vennero d efin itivamente sciolti. Ungheresi (Ungari o U,11g/ze,-i nelle cronache italiane del tempo). [,;tituzioni militari; Gli U. erano anticamente d ivisi in baTonit\ in ognuna delle quali il signore aveva a sua d isposizione numerosi cavalieri e u. d';:i rme con cui era tenuto a seguire il suo ~ovrano in guerra . Quest'ultimo fissava ad ogni barone ìl numero d ':umati e il tempo in cui doveva prestare servizio . Le armi offensive degli U.

erano l'arco e una lunga sp;1da, le difensive un farsetto di cuoio, su cui se ne potevano sovrapporre altri , e raramente un elmo . Essj combattevano a cavallo, <livisi in pie.

coli drapvelli d i

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o 15 u. che in.izia l'ano il combatti-

mento saettando il nemico a i reccia.re e scompigliandone

l'ordinanza , per fuggire velocemente sui propr i cavalli e wrnare poi a ripetere la manovra. Il loro modo d i combattere ricordava quello dcll'a11tic2 cavalkria partica dei Persiani .. 1o n adoperavano nè insegue nè strumenti musicali.

Ariete torpediniere o Umbria •

metri 80, larghezza metri 1 2. A questo arictc-torpcclinierc venne dato per motto: « Ubi Navis, ibi Patria ». Cessò di appartenere al naviglio dello Stato nel 1909.

Ungh-e ria. Verso la fine del secolo IX, il popolo un• garo o magiaro, .d i razza finnica come gli Unni , .si trovava costituito in uibl1 n1ilitarmcnlc org<1oizzate nelle terre tra il Dniepcr e il Dnicstcr. Elct10 ,, loro duca il giovine Arpad (889), gli Ungari accolsero l 'invito dell'imperatore bizan tino Leone Vl che li ave,..:~~ chiamati in aiuto contro Simeone re dei Bulgari; sconfitti e r icacciati nelle loro terre, la trovavano occupata dai Turchi Pec.eneghi ; onde, costretti a cercare nuova sede . ~i rovesciarono sulle pianure del Tibisco e, sempr~ pi/, d ilatando il loro dominio, si as-


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sestarono nelle terre tra quel fiume e il Danubio e quivi, <la popolo nomade, si tramutarono in nazione. Arpad conquistò la Transilvania, e spinse i suoi cavalieri anche in Italia. Sullo scorcio dcll'894, essi minacciarono dal mare Venezia e, scon fitti dal doge Pietro Tribuno, tentarono la via del Friuli arrivando fino al Ticino. li re Berengario I , affrontatili, li ributtò olt re il Brenta; d isfecero con ritorno improvviso l'esercito del re, ma dopo guasti e saccheggi si ritirarono nelle loro terre. Il re Zoltan sconfisse a Presburgo (907) e sul Leck (9ro) le armate feudali tedesche ed eseguì scorrerie attraverso l'l!alia e la Germania, spingendosi fino iu Provenza, in Alsazia, in Lorena e nel Belgio. Nel 934 una vittoria su essi riportata dal! 'in1peratore Enrico ] 'Uc-

cellatore a Merseburg in Turingia pose un primo freno alla loro foga d i conquista; ma solo nel 955 riuscì all'imperatore Ottone I di costringerli a sgombrare le terre dell'Impero. Un grande passo verso l' incivilimento fece l'Ungheria sotto il regno di Stefano (997- 1038). Nel 1038, qllan<lo Stefano 0

morì, un suo nipote,. Pietro Orseolo, nato dal n1atrimonio

La corona ungherese. cli Santo Stefano

d'una sua sorella col doge di Venezia Onone Orseolo, fu posto sul trono; ma l'esser egli cattolico e Slrtnicro g li

fece sorgere contro altri preren<lenti. Dopo lu nghe lotte, Pietro, destituito e bandito, dovette cedere la corona al cugino Andrea I. Du rante i.I regno di questi, suo fratello Bela, valoroso gllerriero, combatti: felicemente cont ro Te. deschi e Croati e contro i Transilvani insorti. Più ta rdi, Andrea, volendo escludere Ilela dalla successione al trono, venne a guerra con esso, ma sul T ibisco fu battuto e perdette con la corona la vita (ro61). La morte cli Bela determinò un lungo periodo di lotte interne ed esterne. Il re La<lislao invase il principato indipendenre d i Croazia e lo annettè all'Ungneria come vice-reame (rn89). Egli guerreggiò anche contro le popolazioni a nord del Danubio e le assoggettò. l i re Colomano (1905) chiamato in aiuto <la Venezia guerreggiò contro · i Normanni scorazzanti nell'Adriatico e ne approfittò per impossessarsi della Dalmazia. A questa concesse comunali franchigie, tanto che il vescovo di Spalato Crescenzio lo coronò re di Croazia e Dalmazia. Stefano l.l (1n4) ebbe conflitti con Polacchi, Russi, Boemi, con l'im pero di Bisanzio e con Venezia, contro la quale guerreggiò a sostegno di Zara, e così i suoi successori. Sotto il re Bela lV (!235-70), l'Ungheria soggiacque al flagello dei Tartari. L 'invasione cominci/, nel 1241; l'esercito ungherese perdè il fiore dei suoi guer-

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rieri ;,- .:.! re potè a stento trovare scampo in Dalmazia, ove

gli abitanti opposero agli invasori, con l'aiuto di Venezia, una resistenza così tenace da arrestarne i progressi. e costringerli nel 1242 a sgombrare il territorio ungherese. Salito al trono imperiale Rodolfo I d 'Absburgo (1273), gli Ungheresi lo sostennero nella guerra da lui mossa a Ottocaro di Boemia ed ebbero grande parte nella vit. toria di Marchfeld. Nel 1290 sall sul trono ungherese Andrea III, che per esser nato da una Morosini, venne detto il Veneziano. Questi, r in novando le gllcrre contro l'Austria, avanzò vittorioso fin sotto Vienna e costrime Alberto di Absburgo a riconoscere i diritti dell'Ungheria. Estintas.i con Andrea Ill la d inastia nazionale degli Arpadi, gli Ungheresi furono travolti in aspre lotte per la successione che tre rrincipi si contcn<l~vano: Carlo Roberto, figlio di Carlo Martello, Ottone IV di Baviera e Venceslao di Boemia . Carlo Roberto (I 308) col nome di Carlo I fu ca postipite della dinastia angioina d'Ungheria. Questi ebbe inizio di regno agitaco da rivolte d i nobili feudatari che lo costrinsero a riparare a Napoli; ma di qui, raccolte nuo1•e forze, ritornò in Ungheria, sconfisse •i suoi avversari, pose ordine nel paese e lo portò ad un alto grado di civiltà . Egli morì nel 1342 e gli succedette il figlio Luigi. L'anno apFfesso, moriva Roberto re di Napoli e il trono passava alla figlia Giovanna I che, in d isaccordo col marito Andrea, ne fu presto sbarazzata da una congiura (1345). Il re Luigi, accusandola di complicità nell'assassinio del fratello, raccolse per vendicarlo un esercito di ven.rurieri e, verso la metà del r347, calò in Italia pel Friu li. Al principio dc) 1348 egli entrava in Napoli, d'onde Giovanna era fuggita in Provenza, e vi si faceva incoronare re delle Due Sicilie e d i. Gerusalemme. Quando tornò in Ungheria, Giovanna I, vendendo Avignone al papa e feudi napoletani a famiglie francesi, ne trasse denaro per armare sue milizie; e, tornata in Napoli col cugino Luigi di Taranto da essa sposato, vi fu riacclamata regina (1352). Il re ungherese, pur covando sempre il d isegno di strappare a Venezia la signoria della Dalmazia, ma non sentendosi abbastanza forte per attuarlo, aveva nel 1348 concluso con la 1epubblica di S. Marco una pace d i nove anni. Ma quando si accese la guerra tra questa e Genova, cui s'erano alleati i Visconti, i Carrara, i conti <li Gorizia e il patriarca d' Aqui. leia (1350-55), re Luigi ruppe il patto stretto con la veneta signoria e, assalitala con un esercito d i 100. 000 u. , la forzò a cedergli b Dalmazia (r358). Nel 1372 riardeva la gllerra tra Venezia e i Carraresi ancora collegati con Genova e col patriarca d 'Aquileia; e re Llligi intervenne nuovamente: la pace d i Torino lasciava in potere del re Luigi la Dalmazia. Sigismondo di Lussemburgo, abbattuti i partigiani degli Angioini, e morto Carlo lf, successore di Luigi, si assicurò il trono mentre si profilava la grave minaccia dei Turchi vittoriosi a Kossovo (1389), tanto che tutte le forze nazionali ungheresi sentirono la necessità d i raccogliersi intorno a lui. Ma egli subiva a Nicopoli (1396) una disastrosa rotta, e l'Ungheria fu ia lva solo per essere stato i l sultano Bajazct costretto ad accorrere in Asia a fronteggiare l'invasione di Tamerlano. Ladislao, figlio di Carlo li, •entò di togliere il regno a Sigismondo, ma l'impresa fallì·; ed avendo egli ceduto a Venezia, r,,r averne l'aiuto, tutta la Dalmazia, ne dnivò una · lunga guerriglia con re Sigismondo, d alla quale la repubblica uscl vincitrice, compensandolo però della perdita <!i quella terra col pagamento di centomila ducati (1409). Sigismondo, salito sul trono imperiale, d iede l' llnica figlia ad Alberto V d 'Absburgo, duca d ·Aust ria, che pertanto acquistò il diritto alla successione d'Ungheria . Alla morte di Alberto, gli Ungheresi, premuti d ai Turchi, si diedero a Ladislao 111 re d i Polonia (1440)

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che manten ne al governo dell 'Ungheria Giovanni Uniade, il quale affrontò l'esercito turco, e lo respinse, costringendo il suhano ~urad II a chiedere una tregua. Riaccesasi la guerra, Ladislao Ili a Varna osò con soli 24 mila u .. misurarsi col forte esercito di Murad, ma fu sconfitto e ucaso (1444). L'Uniade, scampato a stento dalla rotta,

Milizia

G uardia !lllperiale

G uardia nobile

Truppe unghe.resi deJl'cpoc:i napoleonica

s1 d iede tosto a ricomporre le forze; fu battuto nuovamc1Jtc a K ossovo dai Turchi (1448) ma riuscì poi a respingerli al di là del Danubio; e nel 1456 costrinse Maomeuo li a desistere dall'assedio di Belgrado e a ritirarsi fino a Sofia. Morto l 'Uniade, gli Ungheresi elessero re suo figlio Mattia Corvino. Sostenuto <lai papa e da Venezia che vedevano in lui il campione della cristianità contro il Turco, Mmia ebbe a combattere (1468) contro la Boemia ove gli Ussiti a ncora in furiavano e infestavano le terre ungheresi, e in vittoriosa g uerra le tolse la Moravia. L'i01peratorc F ederico Ili, bramoso di riaffermare i suoi diritti sull'Ungheria, s'impadroniva del Comitato di Soprony; onde Mattia, costretto a ricorrere alle armi, gli invase g li Stati, lo discacciò da Vienna e non gl i diede treg ua finchè 11011 ebbe da lui la Boemia e il confine del la Lcitha. Libero dalla minaccia boema cd austriaca, Mattia riuscl a contenere i Turchi. La morte, avvcnu,a nel 1490, tolse al re ungherese di att uare i l disegno concepito di costituire un grande Stato cristiano ungaro-austro-boemo che facesse argine alla marea mussulmana. Alla sua scomparsa infuriarono ncll'lingheria le lotte intestine e il sultano Solimano ne approfittò per avanzare su l Danubio (1526) cd inflitta agli Ungheresi una de. cisiva sconfitta sulla piana di Mohacz, ove il re Lodovico li perdeuc la vita, entrò trionfante in Buda. La dieta ungherese nazionalista elevò al trono Giovanni Zapolya, voivoda di Transilvania, menrre un'alt ra d i absburgici, a Presburgo, riconosceva per sovrano Ferdinando. Sorse pertanto nuova guerra intestina e lo Zapolya, battuto dal competitore a Kossovo, sollecitÒ ( 1529) l'intervento di Solimano, che, dichiaratosi suo protettore, avanzò ripetucamente su Vienna ( 1529 e '32), ma amb<.· le volte dovette, per la resistenza oppostagli, ritirarsi. Tuttavia il sultano ritenne per sè Buda e parte dell'Ungheria, ancorchè nominalmente vi lasciasse r egnare lo Zapolya; ma, alla morte di questi (1540), ne relegò il fig lio Sigismondo in Transilvania lascian<logl icla in assoluto dominio insieme con la bassa U ng heria; o nde per tal modo il territorio magiaro rimase diviso in tre parti

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sotto diversa signoria. Nel 1576, all'imperatore Massimiliano II succedeva il figlio Rodolfo Il, ma la Dieta transilvana eleggeva a suo principe (1Go4) il nobile Stefano Bocksai che liberava tosto il paese; e, morto questi improvvisamente (1606), dava · il potere a Gabriele Bathori (1608), che da tutti si {ecc odiare, onde fu facile a un piccolo gentiluomo protestante, Bethlen Gabor, rovesciarlo e bandirlo con l'aiuto dei Turchi (1613). Dopo un breve periodo di quiete, il Bethlcn nel 1618 arrogavasi il titolo di re d'Ungheria e allo scoppiare della guerra dei Trenta Anni si schierava contro gli 1\b;burgo minacciando Vienna; ma l' imperatore Ferdinando Il , schiacciati i Boemi alla Montagna Bianca (1620), inviava il Tilly e il Wallenstcin contro di lui e lo costringeva a chiedere pace, a rinunziar,, a ll a corona ungherese e ad accontentarsi del solo principa10 <li Transilvania. Spentosi il Bethlcn nel 1629, veniva acclamato a succedergli Giorgio I Rakoczi. Approfittando dello sfaccio in cui per tante lotte versava b T ransi Ivan ia, i l gran visir Kòp rili la i nvadeva (1663). Jyla la fortuna dei Tmchi volgeva già al declino. Battuti nel 1664 dal Momecuccoli sulla Raab, le terre da essi occupate nell'Ungheria passavano a mano a mano ali 'impero. Anima della resistenza agli A ustriaci era il come l:.merico Tekcly che dal 1676 si oppose alle truppe imperiali, ma alla fine do\'clte invocare l'aiuto del sultano Maometto IV e prese parte ali 'assedio di Vienna (r683) con le truppe da questi inviate, le quali, ributtate dapprima dagli Imperiali e dai Po lacchi ad essi alleatisi e poi sconfitte a Parkany, si salvarono a grande fatica a Belgrado. L'Ungheria ri. tornò sotto il dominio abshurgico; e la Transilvania, per accordo intervenuto tra l'imperatore e il sultano, rimase come pri ncipato a q uesti vassallo. Perdurò la guerra tra l'impero ottomano e quello tedesco alleato con la Polonia, la Russia e Venezia; i Turchi furono definitivamente sconfitti a Zenta ( 1697); la pace di Carlowitz che ne seguì suggellò il pieno possesso dcll ' Ungheria e della Transilvania all'Austria. Allorchè l'imperatore Carlo Vl (1711), introdusse la nuova legge ereditaria (Prammatica Sanzione), la ca,•alleresca nazione nrngiara, che già partecipando alle vittorie ottenute sul Turco (1716-1718) clall 'Austria s'era legata a questa, si decise ad accet1arla in e.ambio di ~

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Ufficiali un.iheresì del 6° fanteria a Roma (1931)

una promessa autonomia e di libere istituzioni, fra le quali !"assoluta indipendenza amministrativa di tutte le provincie ungheresi. Con l'avvento al trono dell'imperatrice Maria Teresa (1740), i legami tra la corona absburgica e la nazione magiara che si erano allentati, si rafforzarono; e furono gli Ungheresi che salvarono il trono alla giovine so-


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vrana assalita dal re di Prussia Federico 11 (r742). Durante il regno di Maria Teresa, per dare all'Ungher ia uno sbocco indipendente al ma, c, F iume fu costituita in suo distretto; la Croazia e la Dalmazia vennero organicamen te annesse all'impero. Giuseppe li, figlio e successore di Maria Teresa (178o) volle considerare ]•Ungheria come una delle tante provincie dell"impero. Scoppiò un 'aperta rivolta, alla quale fece eco quella dei Paesi Bassi ; Giuseppe li dovette cedere rido nando agli Ungheresi la costituzione abolita. Dopo il 1815, tutti i moti rivoluzionari che agitarono l'Europa ebbero il loro contraccolpo nell'Ungheria. A Ilo scoppio delle rivoluzioni del 1848, gli Ungheresi si sollevarono (V. più avanti). Domarn la insurrezione, l'Ungheria tornò in balia dell'Austria che vi esercitò le più cffcrrate vendette e staccò da essa la Transilvania, la Croazia con Fiume, il Banato e il voivodato dei Serbi che ne dipendevano, erigendoli a principati autonomi dirtttamente soggeu i a Vienna. l)opo la campag nn del r 859 ] 'imperatore Francc,co Giuseppe e ntrò in trallative con gli uo mini politici ungheresi, che chiedevano la d ivisione dell'imp,,ro in due Stati autonomi, e dopo lunghe discussioni venne con essa nd un compromesso (1867) pcl quale l'Ungheria, con la Transilvani;,., la C roazia, la Slavonia, l?iu me e gli antichi confin i militari, vecchi territo ri della corona d i S. Ste. fano, costituì la parte Transleitana dcli 'impero austro-ungarico ed ebbe in comune con l'Austria il monarca, i negozi esteriori, le arn1i e le finanze, n,a separati i governi, i parlament i e le capitali. Da tale costituzione dualistica l 'Ungheria, che incorporava elementi mal tolleranti le sue egemonie e, come gli Slavi, aspiranti a un sistema trialistirn, si sentì stretta all'Austria e legata ai suoi destini. Così con la tradizionale leah:ì ne segui le fortune nella guerra :Mondiale e ru coinvolta nella sua rovina. Mentre, dopo il tracollo dcli ' impero al.,sburgico, si d ibattevano a Parigi le sorti dei vinti, l 'Ungheria fu agitata da violentissime turbolenze provocate da clementi sovversivi impregnati di idee bolsceviche. Di tale scompiglio profittarono i nuovi eserciti czcco, romeno e serbo per irromrerc nel! 'Ungheria e por m ano su l le sue terre col pretesto della protezione dei propri connazionali. A] loro intervento e a\ contemporaneo raggrupparsi, intorno agli avanzi rimpatriati dell'esercito austro.ungarico, dei migliori patrioti, si dovette se, sconfitte nel lugl io 1919 le o.-de bolsceviche capitanate dall'agitatore Bcl;1 Kun , fu r ipristinPio l 'ordine e in staurato 1111 governo a forma repubblicana sotto l'ammiraglio H orty che lo regge tuttora (193~). Invano, nella Pasqua e nell'ottobre del 1921, l'imperatore Carlo I, succeduto a Francesco Giuseppe (21 novembre 1916) e abdicatario dall'n novembre 19 18, tentò <li riafferrare almeno b corona d i !:i. Stefa no . Vi si op~'Oscro le potenze del l'Incesa; e il governo ungherese seppe s,·eotarc gli audaci tcntativ; perpetrati da pochi partigiaoi degli Absburgo e da un esiguo nerbo di truppe magiare; non solo, ma nel novembre successivo proclamò il decadimento dell'ex casa regnante dal tro no d'Unghc.-ia e il fermo vole re d'impedirne il ritorno. li trattato del Trianon (4 giugno r920) smembrava l'Ungheria, che doveva cedere a nord, alla Cecoslovacchia, i territori della Slovacchia e della Rutenia sud-carpatica; a est, alla Romania, quelli della Transilvania e di pitrte del Banato; a sud e ad ovest, a lla Jugoslavia, quel li del restante Banato, della Backa, della Slavonia e della Croazia; e infine il breve territorio cld Burgenland, corrispondente agli antichi Comi1ati occidentali ungheresi, veniva ceduto all'Austria, meno il sal iente di Soprooy. Così m utilata tcnitorialmentc, e più economicamente F"'r la perdita delle sue ricchc-lze m inerarie e industriali e d'ogni sbocco al mare, l'Ungheria è ridotta alla sola attività agricola tradizionale, nè sa, nè può,

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rns,cgnarsi ad uno staio di cose che troppo contrasta con la sua storia e con le sue necessità, ed attende dall 'avvenirc un più giusto assetto che meglio soddisfaccia ai suoi diritti etnici e ai bisogni della sua vita materiale.

Esercito dt:ll'Ungl,eria. L'Ungheria costituisce un rci:no con trono vacante ; il potere è esercitato da un r<:ggente. Superficie Kmq. 93 .000, ab. 8.8,10.000. li trattato di pace d el Triaoon ha autorizzato l'U. ad avere un esercito formato di volontari, di forza non superiore ai 35.000 uomini; una gendarmeria ( 12.000); la pol izia (12.000); la guardia di frontiera, doganale (6ooo); le guardie di finanla (3000); la polizia fluviale (1600); le guardie for: st;d i (600); la genda rmeria ferroviaria (tre bg l.) . li Ministero <lcll a difesa nazionale comprende il comandante in capo, lo S. M. e gli ispettorati delle varie anni. Il 1erritorio dello Stato è diviso in 7 distreui, i cui comandanti dipendono dai r ispcu ivi comandi d i brigata. L 'esercito è costituito d a 7 briga te miste (ciascuna <ii 2 rc,gg. d i fanteria, uno sqdr. di e:,. valleria, un bgl. ciclisti, un gruppo d·art., una cp. art. da trincea, reparti tecnici), 4 rcgg. ussari (su 4 sqdr.), r gruppo d·an. indipendente (su 5 btr .), 3 bgl. del genio . Il reclutamento è volontario con obbligo di serviz io cli 12 anni. Guerra d'U11glit:rin (1849). Deriva dagli avvenimenti del 1848. L'Austria mobilitò 3 corpi d'armata (Jcllachich, Bubna, Serbelloni) comandati dal principe W indischgractz: 50.000 fanti e 7000 cavalli con 258 cannoni; più 6000 u. (Nuge nt) in Croazia, una divis . (Schlick) della Galizia, 10.000 u. (Puchncr) nella Transih·ania. li go,•crno ungherese, di cui fu a capo Kossu1h, era riu,cito a far rimpatriare i soldati serventi nell 'cscrcito austriaco, meno quelli che , i t rovav:rno i n Italia. coi tituendo con essi 26 bgl . e 29 S<td r. (42.000 fa nti e 9000 cavalli) ai qua li si aggiunsero molti bgl. e sq<lr. di volon1ari, fino ad aversi 177 bgl., 158 sqdr. e 488 cannoni, ma con scarsi e imrrovvisati artiglieri. Scarsi erano anche i capi, parecchi dei quali erano polaccl1i. come Dcmbinski, Bem e K lapka. All'in izio delle ostilità , !"Ungheria si 1rovò minaccia ta contemporaneamente ai quattro lati, onde fu costrNta a dividere le proprie forze in quattro eserciti: I ·armata del Danubio ad ovest contro il Windischgractz, forte di 30 mila u. al comando del gcn. Gorgey; l'annata clclI'Ung-hcria del nord coi gen. Mc,z:iros e Klapka, contro lo Sch lick ; un esercito (Bem) destinato ad operare in Transilvania contro il Pucbner, e infine il gen. Perczel con circa 20 mila u. a , ud contro il gcn . Nugent. Le operazioni cominciarono il 14 dicembre 1848. Esse si possono dividere in tre periodi: 1° periodo· (dal dicc:nbre 1848 al marzo 1849). Le operazioni si svolsero favorcvolj agli Imperiali, che giunsero fino a Budapest. Kossuù1 si trasferl col governo a Oebreczin dando a Gorgey l 'ordine di portarsi verso il nord per atu·arre a s~ l 'avversario, dis\ogl iendolo dalle provincie che si andavano organizzando a d ifesa. li 4 gennaio 1849 gli Austriaci entravano nella capitale, mentre i geo. Mcsz.aros e Klapka si dirigevano contro lo Schlick ed il Gorgey si ritirava fra Danubio e Til>isco. l ntan10 veniva no minato comandante di tutti gli eserciti operanti nel nord del paese, raccolti sono la denominazione d i esercito dell'Alta Ungheria, il gen. Dembinski. con gra,·c delusione e malcontento del Gorgcy. li Dembinski, raccolti subito sul Tibisco anche i corpi del Gorgey e del Klapka, decise di ripre1,. derc al più presto l'offensiva allo scopo d i i mped ire la caduta della fortezza d i Komorn , investita dagli Austri3ci, e prevenire la Russia che minacciava l'intervento. li 26 e 27 aprile si scontrò a Kapolna con le truppe del \Vin-


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dischgrae1z, ma non sostenuto dal Géirgey. fu sconfino. Il rovescio fu attribuito a incapacità del comandante, ed il Gorgey finalrncntc 011ennc l'ambito comando. In Transilvania il gen. l3em otteneva successi, battendo i gcn. Jablo. nowski ed Urban e respingendoli olue le frontiere della flucovina . Si era quindi rivolto a sud contro il gen . Puch ner che, con 2 0 mila u. tra regolari e volo111ari, si era mosso ad incontrarlo, ed il r6 gennaio lo batrè mettendolo in rolla su Hcrmanstadt. li 23 febbraio infine sconfiggeva nuo,·amentc il gen. Urban riapparso dalla Bucovina. Nel con1empo però un corpo russo col gen . Lu<lers entrava in T ransilvania e vi occupava H crmansta<lt. :i0 periodo (<lai marzo al giugno 1849). Gli avvenimenti si ,volsero particolarmente favorevoli alle armi ungheresi, che con una serie <li rapide ,·ittorie riuscirono a liberare

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governo ch iedeva l 'aiu10 dei Russi che fu molto volentieri accor<laLO, cd cffe1cuato con un esercito di 150 m ila u. al comando del m aresc. Paskevic. Gli Alleati concertarono <li assalire contemporaneamente l'Ungheria con 290 mila u. divisi in quattro masse operanti ai quauro punti cardinali: l'Haynau con 70 mila u. e 300 cannon i da ovest su Komorn, Waitzen e Pcst, contro l 'armata del Gorgey; il Paskevic con T30 mila u. e 500 cannoni lu ngo il Tibisco per congiungersi poi con l'Haynau; il Jcllachich con 40 mila u. verso la bassa Ungheria; il Lu<lcrs con 36 mila Russi e 1 2 mila Austriaci nella Transilvania. Con tro tali masse composte di truppe regolari ed agguerrile gli Ungheresi non potevano opporre che 200 m ila u. di uuppc in pJJ te raccogliticce e male armate. Tuttavia crearono quattro armate e precisamente: Gorgey contro Haynau,

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L' Ungheria come è (in centro) e come cn1 (dalle • Vie del Mondo •) (Dn 325.4 11 ~mq. di superficie • 77.025; cln 20 milioni di obìtanti a 6.400.000)

tutto il Paese dall'in,·asione austriaca. Géirge)', a capo <li un esercito d i 70 mila u. e 80 can noni, battè successivamente lo Schlick , lo Jellach ich e •il grosso nemico , marciando qu indi su Komorn che liberò il 21 apri i~. L'imperatore Francesco Giuseppe sostitul il marcsc. Windischgractz con il gen. Walden. Quesli abbandonò la capitale ungherese, lasciandovi una piccola guarnigione di 4 mi la u. Il Géirgcy, invece d i inseguirlo con tutte le forze, mosse su Budapest: il 3 maggio cingeva d'assedio la cit1à, e. dopo 18 giorni, il 21 maggio, la prendeva d'as,;alto. In Transilvania (9 marzo) cacciava i Russi del Ludcrs da Hermanstadt, ri manendo così padrone d i tutto il paese. Nel Banato il Perczel operava anch'esso con fortuna, battendo gli Austro-Serbi e !ibnando la fortezza di Pctcrvaradino da tempo assediata. Ai primi di aprile poteva così congiungersi col gen . Bem e compiere con qucs1i facilmente la conquisca del Bana10. 3° periodo (dal g iugno fino JI 13 ·agosto). Il Géirgcy aveva dato tempo agli Austriaci di r iave rsi dalle patite sconfitte. Il gen . Haynau, che aveva sostituito il Welden, si diede rapidamente a riorganizzare l'esercito, mentre il

Meszaros conuo Paskcvic, 13cm contro Lu<lcrs, e Perczel conuo Jcllachich. L'[fayn,rn assunse l'iniziativa del le operazioni , e, ovanzatosi con tutte le forze per la dr. del Danubio, ba ucva, con l 'ai uto <lclla <li vis. russa Paniutine, il Géirgey presso Percd il 20 e 2r giugno, ricacciandolo su Komorn. Sotto le mura <li ques1a fortezza a\'venne il 2 lugÌio una sanguinosa battaglia nella quale gli U ngheresi ebbero la pc~gio e fu feri to lo stesso Gorgey, il quale, invece d i rilirarsi rapidamente dietro il T ibisco, distruggendo dietro di sè tulio quanto poteva essere utile al nemico, secondo gli ordini riccvut i dal governo, rimase nelle sue posizioni inattivo per 9 giorni. La strana condotta <lei generale insospettì il KosSll th, il quale volle sostituirlo con il Mcszaros, ma l'esercito si oppose a ciò dichiarando che non avrebbe ubbidito ad altro capo. L.l sosta nelle operazioni intanto recava grande vantaggio agli Alleali I quali ne approfittarono per occupare la capitale. Quando il Giirgey, risanalo <lclla sua fer ita, volle tentare (2~ battaglia di Komorn) d i rompere il cerchio che lo stringeva, ripassare sulla dr. <lei Danubio e ritirarsi dietro il Tibisco per ricongiungersi all'esercito che si andava colà racco-


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gl iendo, venne di nuovo battu to . Il gen . K lap ka dovette truppa hanno pure I ' U. grigio-verde aperta e sotto d i essa r ifugiarsi, con rarte delle truppe, nella fortezza, mentre una camicia di flanella grigia, sostituita da camicia d i coGorgey si ritirava in tutta fretta su Waitzen. Quivi, il tone bianco con pettorina grigio-verde e cravatta nera per r5 luglio, fu attaccato dai Russi provenienti dai Carpazi c, la grande un iforme. nuovamente battuto , potè a stento ritirarsi dietro il TiUnione (Editto d'). Con esso Enrico Ili d i Francia si bisco. Al riparo J i questo corso d 'acqua si era anche rifuriconciliò con la Santa Lega dichiarandosene capo (1'9 lugiato il governo, a Szcged, e si andava raccogliendo l'eserglio 1588) ed i mpeg nandosi ad estirpare gli Ugonotti. cito del Tibisco comandato dal geo . Dembihski. Mentre L 'editto venne emanato d uran te gli Stati generali tenuti t,ali fatti avven ivano all'armata del Danubio, i generali a Blois. Jkm e Pcrczel erano assa liti da i, Russi del gen. Luders e dagli Austriaci del geo . Jellachich. Il 2r giugno cadeva Unione d'Olanda (Ordine della). Istituito dal re d 'Olanda Kronstadt e, dopo alcuni combattimenti d : poca imporLuigi Napoleone nd 18oj, comprendeva tre classi. La decotanza, anche Hermanstadt. Bem spiegò una prodigiosa attirazione era una stella ad otto punte e portava nel centro vità per far fronte ai nemici che lo attaccavano da tutte l'effigie del fondatore circondata dalla scritta: « Fa bene le parti, ma fu p i1'1 volte battuto, e il r 0 luglio definitie non guardare <iopo o indietro ». Fu soppresso nel 18u vamente , Dopo la vittoria d i Komorn, l'Haynau, lasciato d a Napoleone I , che lo sostitul con quello della Riunione. il gen. Czorich ali 'assedio d i qnella fortezza, si d iresse Unione e Pmgresso . Presero q uesto n~me i comitati verso Szeged. Dembinski r.'on accettò la battaglia nei pressi d'azione che d iedero luogo alla rivoluzione dei Giovani della città non essendo la posizione affatto fortificata e si Turc!,i (V.). ri tirò à Czorcg, dove il 5 agosto fu comrletamente d isfatto e cacciato in rotta fino a Temcsvar. I sintomi dell a fine Unione M.a,i11ara Italia na . Associazione costituita, dopo imn:iinente si facevano sempre più evidenti : la Dieta era la guerra Mondiale, fra rutti coloro che banno servito nella disciolta, il governo continuamente errante in cerca d i ri. Marina italiana. Ha sede in Milano , con sezioni in a ltre fugio ora nell 'una ora nell 'a ltra città, numerosi gruppi di città d'Italia . Scopi dell'associazione sono la d ifesa dei comuni ideali, la tutela dei camerati ancora in servizio, la soldati vagavano senza meta, i cittadini erano in preda alla disperazione e al terrore per le temute vendette del propaganda marinara e coloniale, il servizio di informazioni per gli aspirant i ad entrare i n servizio nella R. Marina, nemico . Sotto le mura d i Temesvar fu combattuta il 9 agol 'assistenza alle famiglie d ei caduti in servizio, ecc. Tra le sto l'ultima battaglia, durante la quale Bem assunse i l sue forme d i attività pratica sono le Scuole premarinare e comando dell 'eserétto per ord ine del Kossuth; essa si r iun Museo d idattico navale. solse in un nuovo irreparabile disast ro per gli Ungheresi; il low esercito venne com plctamente disperso. E ra la li ne : Unione Militare. Società anonima sorta fra gli ufficiali il giorno dopo Kossuth dovette cedere la dittatura a Gorgey nel ·1889 (che assorbì l 'antica Associazione vestiar io) con lo e rifugiarsi in Turchia. Gorgcy, che Jin dalla ritirata dopo scopo economico d i vendere agli ufficiali tutto quanto loro Waitzen aveva cominciato a trattare con i Russi, sconfitto possa occorre re d i vestiario ed equipaggiamento, eliminando un riccolo distaccamento del gen . Schlick , si accampava l'intermediario negoziante, e d i calmierare i ]-'rezzi. Potei l r 2 agosto a Vilagos. Q uivi, raccolti i capi dell'esercito, vano esserne soci tu tti gl i ufficiali delle forze armate in d imostrò loro l'assoluta impossibilid di continuare In guerra servizio od in congedo, nonchè gli allievi delle Scuole mied espresse il pnrere di arrendersi ai Russi anzichè agli litari. Ha anche un ramo bancario che le pennette d i Aust riaci. Tutt i i presenti, per quanto a malincuore, accetconce<lere prestiti, accetr.are depositi fruttiferi, compiere opetarono la proposta e il r3 agosto a V ilagos 23 mila Un razioni bancarie e t rasferimenti di. valute per conto dei soci. gheresi deposero le ar mi arrendendosi al Paskevic. R imaCon decreto-legge del 2j ottobre 1926, è stata trasformata neva ancora in armi il solo gcn. Klapka r inchiuso nella in Ente autonomo (parastatale) sotto l 'alta vigilanza dello fortezza di Komorn. Questi continuò eroicamente la difesa Stato. V i sono stat i inscritti d' ufficio gli ufficia li io S.E.P. della piazza , che cedette il 4 ottobre, solo quaodo ebbe delle for ze armate dello Stato, mentre q uelli in congeélo ottenuto dal vincitore onorevoli patti. Nella campagna possono inscriversi all'Ente. I profitti dell'esercizio sono erod'Ungher ia si distinse grandemente la legione ltaliana (V.) gati in opere uti li a favore degli inscritti o delle loro del Monti. famiglie.

Uniforme. Divisa (V.) uguale per tutti i militari di una stessa arma . Furono gli Svedesi i primi a presentare le loro tru_rpe con U. diverse, con i loro regg. gialli, azzurri, rossi . E l 'uso ne venne rapidamente generaliz.zato. In Italia sono prescritte : 1'uniforme ordinaria; una « Grande u niforme mil ita re»; una « Grande uniforme d a cerimonia ». Con la G. U. si porta la mantellina, non il soprabito. Nel 1933 è stato d isposto che anche per gl i ufficiali dell'esercito, come già era sempre stato per quelli d i marina, sia portata d 'estate l'un iforme (ordinaria) di tela bianca, con berretto pure bianco. Uniforme. Le d isposizioni del r934 rrescrivono per gli ufficiali la g iubba grigio-verde aperta, la giubba nera chiusa, la giubba bianca aperta, estiva. Con la prima si ha la grande unifor me, quella ord inaria, quella d i marcia. Con la giubba nèra si ha l' ùnifor,m e d i visita, quella da sera con o senza decorazioni, la grande uniforme. Con la giubba est iva si ha l'ordinaria e la grande uniforme. Gli u. di

Unione nazionale ufficiali m congedo d 'l talia (U.N. U. C . I.) . Associazione alla quale appartengono tutti gli u fficiali in congedo. Le nor me che regolano questo importante Istituto sono cootcnute nella legge del 24 dicembre r928 , n. 3242, che dispone per l 'iscrizione ad essa d ' ufficio• (facoltativa pei gener ali, per gli ufficiali in aspettativa, per quelli non p iù i nscritti nei nwli, per gli ufficiali della Croce Rossa) di tutti gli ufficiali superiori cd inferiori in congedo che non siano m oralmente indegni e non svolgano attività jn contrasto con gli incercssi nazional i. In seno all'U.N.U.C.I. è costituita, med iante i l versamento d i lire roo una volta tanto da ciascun socio, l' Opera di as.ristenza tle!l'U.N .U.C.l., avente personalità giuridica, che si propone di assistere gli ufficiali in congedo bisognevoli, negli speciali obblighi loro imposti dalla qualifica di ufficiale. L'U.N.U.C.I. si propone <li rafforzare i vincoli di cameratismo fra gli ufficiali in congedo, di promuovere studi cultural i fra i propri associati e d i mantenere uno st retto collegamen to con le autorità centrali militari, politiche e


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civil i dalle quali dir,cnde per svolgere la p ropt ia azione secondo le d irettive delle autorità stesse. Presso le varie sedi importanti si fanno corsi di studi militari che hanno una influenza ncJ.la pro01ozione degli ufficiali in congedo . L'U.N.U.C.!. ha una presidenza risiedente in Rom a e gruppi e sezioni in tutti i centri importanti d 'Italia e dell'estero. Tutte le comun icnioni interessanti gli ufficiali in congedo sono portate a loro conosce.nza dalla Presidenza med i~ntc un « Foglio d'ordini e bcllettino d'informazion i » . Unione Sud-Africana. Stato costituito il 3r maggio r9ro, con la fusione delle quan to colonie inglesi, del Capo d i Buona Speranza, del Natal, dell 'Orange, del Transvaal, . al qua le sono stati aggiunti i territori della Rhodesia e del N yassaland. Io ciascuna delle quattro colonie è un 'assemblea locale alla quale possono accedere anche gli uomini di colore. Il governo centrale dell'Unione è retto da un governatore generale nominato dal re d'Inghilterra e assistito da due Camere riservate ai bianchi. Transvaal e Orange, vinti e sottomessi ~ialla Gran Bretagna nella guerra Anglo. Boera (1899-1901) avevano già ottenuto nel 1906-07 l'auto-nomia. La superficie dello Stato è di Kmq. 1.222.000, la popolazione di ab. 8.000.000. for:te milita,·i de/l'Unione Sud-Africana. Dipendono dal Ministero della Difesa nazionale, e comprendono truppe permanenti (139 uff. e 1285 u. d i truppa); truppe della d ifesa costiera fissa e della Guardia civica (416 ulf. e 7677 u . di truppa); riserva; polizia (ro.652 u. di cui 4000 indigeni). L'inquadramento ì u caso d i bisogno è previsto per circa 16 regg. di fanteria e 8 di fucilieri montati, oltre all'artiglieria ed ai servizi d 'ogni genere. 11 servi-lio è obbligatorio in caso di guerra· per tutti i bianchi dai 17 ai 60 anni. La marina non ha che una nave di 800 tonn. annata da un 47 e 4 m inori unità . Il territorio è diviso in 6 distretti m ilitari: Capo di Buona Speranza, East Loudon, Durban, Johannesburg, Pretoria, Bloemfontein.

Unità, Sono co~l chiamati i reparti delle varie armi , nonchè i complessi organici formati da più elementi di armi d iverse e i raggruppamenti d i più comrlessi. Cos) diconsi « Minori •rnità » i reparti delle varie armi fino al bgl. (od equivalenti); « Un ità semplici » quelle formate da più unità della stessa arma (reggimento e brigata); « Grandi unità » i r aggruppamenti di un ità delle varie anni : divis., corpo d'armata, armata, gruppo d 'armate. Queste a loro volta si d istinguono in grandi unità semplici (divis.) che sono i raggruppament i formati da unità semplici delle varie armi, e grandi unità complesse , che sono costituite da più g randi unità semrlici (corpo d'armata , armata, ecc.). Quelle semplici hanno di massima composizione organica der.erm inata , per quanto possano essere rinforzate con altre truppe, altri servizi ed altri mezzi. Quelle complesse hanno, invece, composizione variabile. Tale fisonomia delle grahdi un1t,1 non è propria .soltanto del nostro esercito, ma è comnne ai principali eserciti del mondo . Uilità di Comando. Nelle guerre fra raggruppamenti d i Stati, gli eserciti appartenenti a ciascun grupro cercano sempre d i avere un unico comandaote che abbia la d irezione delle operazioni : da questa necessità spontanea è sorta la tesi della unità del comando, tesi aotichissima perchè logica, e propulsiva, in quanto sotto la direzione di un unico comando si ragginnge L'unità dell'azione e l 'unità degli sforzi. L'esperienza ha dimostrato che l'unità di comando non è facilmente raggiungibile nella difensiva, ment re è più facilmente ottenuta durante le operazioni offensive; e ciò perchè in ta le caso si entra in territorio nemico,

sul quale solo pesano i danni della guerra; o, quanto meno,

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si cop re il paese d 'origine allontanando da esso l 'immediato pericolo della guerra in casa. L'unità d i comando non è mai stata effettivame nte raggiungibile quando gli eserciti degli Allçati combatterono in teatri di guerra lonta ni fra d i loro e ciascuno d ovette pensare a coprire il proprio paese . Esempio classico quello offerto nella guerra Mondiale sull a fronte del Reno e de! Friuli : erano esposte la F rancia e l 'Italia e ciascuna pensò ai propri problem i. L'unità d i comando è stata raggiunta con difficoltà perfino sullo stesso teatro d i guerra anglo-francese (V. Comando Uuico). È stato giustamente osservato che nella guerra Mon diale i l comando unico funzionò egregiamente fra gli A ustro-Tedeschi; ma essi erano accerchiati e ne risnltò una imposizione di solidarietà che gli Alleati non sentirono con eguale intensità: inoltre anche agli Austro-Tedeschi fu facile raggiungere l'unità di comando nelle operazioni offensive, ma non in quelle difensive. In altre circostanze l 'unità di comando prima esistente si infranse perchè entrarono in giuoco interessi superiori. Ad esempio, nel 1796 su lle Alpi marittime esisteva unità di comando fra gli Alleati; ma quando il Buonaparce vinse a Montenotte ed a Millesimo, Beaulieu coprì la Lombardia e Colli il Piemonte, su l inee divergenti, non certo aderenti alla idea i el comando unico e certamente contrarie all 'interesse collettivo . Unità di guerra (oppure: Unità militare). f.: denom inazi one che indica genericamente una parte organica più o meno notevole della Forza annata (esercito o marina o aeronautica), forman te un ente, una persona giuridica m ilita re, investita d'un compito e capace d i a.ttingerlo. li principio che determina e d irige la sua formazione è quello del frazionamento organico (amministrativo-logistico, disciplinare-educativo, strategico-tattico) della massa armata, o!lde essa, in ragione delle armi e dello · spirito degli uomini, sia atta agli scopi pei _quali è raccolta e ordinata. In linea generale le U. si distinguono in: A) Unità c/c111cfltari, quali la corn pagnla, lo squadrone, la batteria; B) Unità superiori: di 1• grado, q uali il battaglione, il gruppo d i squadroni, il gruppo d i batterie; di 2• grado, quali il reggimento, il raggruppamento d 'artiglieria; di 3° grado, quale la brigata; C) Grandi Unità : di 1• grado, quale la divisione; di 2° grado, quale il corpo d 'armata; di 3" grado, quali l'armata e il gruppo 'd'armate. Nel passato secolo fu d'uso nell'insegnamento scolastico la seguente classificaz ione delle unità: la compagnia, unità elementare; il battaglione,. unità d i manovra; il r eggimento, unità an,ministrativa; la divisione, graode unità tattica; il corpo <l'armata, grande unità logistica; l'annata, grande unità stra.

tegica. La brigata r imaneva nel li,;bo della classihcazione. Dopo la grande guerra, specie per i grandi mutamenti logistici e tattici r ivelatisi in essa, una simÌ!c classificazione non conserva che un valore storico. Gli elementi costitutivj di qualsiasi unità d i guerra sono : a) il comando; b) le truppe; e) i servizi. Tali elememi, semplici nella compagnia e unità analoghe, si fanno via via complessi con il crescere del grado dell'unità, sino a che nella più grande il lo ro sviluppo raggiunge una mi rabile complessità organica, donde massima d ifferenziazione di funzioni e, conseguentemente, di organi. Accade però, talvolta, che nella costituzione d 'un elemento fattosi molto complesso, s'inserisca qualche irrazionalità, causa d i pletora e di difficoltà di vario genere. È indispensabile pertanto che, nelle costituzioni in d iscorso, sia ten uta presente e applicata nella m iglior forma cd espressione wecifica la legge della divisione del lavoro, per il massimo rendimento economico proprio al! 'arte militare. Per completare i l quadro della d isti.n zione organ ica attuale delle V . vuolsi considerare la Forza armata 85


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ddlo Stato quale unità d i guersa Suprema (o Maggiore), e i suoi tre membri diretti e i m mediati, Esercito, Marina , Aeronautica, quali tre unità generali d'ordine specifico geografico-storico cd anche, se vuolsi, geografico-cosmico. Unità d'Italia . Grande problema politico nazionale, presente sempre alle menti più elette degli Italiani , ma sorto in forma concreta in principio del secolo XIX , e~ me derivazione del movimento d i due idee creato dal la Ri-.•oluzione francese, del valore spiegato dalle armi ital iane nelle campagne napoleoniche, del successivo fermento costituzionale, liberale, rivoluzionario, cospir;ttorio, seguito alla costituzione

della Santa Alleanza. Le g uerre per l 'Indipendenza (1848-49 e 1859) dimostrarono la necessità della sua soluzione; le g uerre per l 'Unità (1860-6r , 1866, r870, e infine HJT5-18) lo risolsero completamente e definitivamente. P,·i111a guerra per l'Unùà d '!Mlia (r86o-6 r) . Lo storico rintocco della campana a martello del monastero dell a Gancia in Pale rmo (4 a!>rile 1860) che segnò l 'inizio della rivolta sici liana al d ispotismo borbonico, ebbe larga eco nei cuori dei patriot i ita liani e fra essi in Garibaldi, che il 5 maggio 1860, d allo scoglio d i Quario, imbarcò sui piroscafi « Piemonte >) .e « Lombardo » i 1084 volontari, radunaci da lui ier la progettata spedizione in Sicil ia .

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S. Giovanni a ll' inconuo di Garibaldi. Queste d ue colonne vennero cosl a prendere in mezzo i Borbonici <lei gen. Briganti, il quale, opposta scarsa resistenza) si ritirò a Gal. lico , dove si congiunse colle forze del gcn . .Mclenclcz. Ambedue però queste colonne presto si arresero. Lo sbarco di Gariba ld i provocò la sollevazione <li molte città <lei Napoletano e l' ult ima forza borbonica (geo. Gh io) che si opponeva alla marcia <li Garibaldi su Napoli , presto fu costretta a sua volta a cedere le armi . Le altre forze borboniche si concentrarono verso le fo rtezze di Capua e Gaeta, e in g uesta fortezza si rifugiava il re Francesco Il il 6 settembre . Garibaldi, giunto a Sapri, ordinò alle tre brigate Rustow, Spinazzi e :Puppi, che ave.va sotto111ano ,

di marciare rapidamente sulla capitale . L a brigata Spangaro, trasportata per mare, sbarcava a Salerno e k brigate Sacchi , Eber e Corrao, pure per mare, furono inviate a Napoli, dove Garibald i entrò il 7 sc:Cembre . I forti e k oavi in nalzarono 1a bandiera tricol,lre. li presid io borbonico (10. 000 uomini) restò spettatore pruden te e silenzioso, e poscia si ritirò verso Capua e Gaeta . ln ta nto che si svolgevano questi avveniinenti era in prepa razione da parte piemontese la spedizione nelle Marche e nell"Umbria , guid ata <'al gcn. Fanti e composta dal lV (Cialdin i) e V (Dell a Rocca) corpo d'armata . L' ll set• tembre queste truppe passarono il confine; sconfitti i Pontifici a Castelfidardo, prendevano Ancona. D a q ui il re Vìt• torio Emanuele, assunto il comando della spedizione, iniziò la sua avanzata verso il regno d i Napoli. Le piazze presidiate dai Pootifici si arrende,ano una dopo l'altra. Il genera le borbonico G iosuè Ritucci stava frattanto concentrando 3 -divis. di, fanteria ed una di cavalleria a l Volturno . A loro volla i Garibaldini , verso la metà d i settembre, iniziarono il movimento per concen crarsi nei d intorni d i Caserta , di fron te alla linea dd Volturno. Il r9 <ettem bré fu eseguita una ricognizione offensiva sul fi ume e fu momentanea•

Medaglia commemorativa della !iben:izione della Sicilia

Essi furono organ.izzati in 8 cp ., su due bgl. , il coman do dei quali fu a/fidato a Bixio ed a Carini. Doro <li avere otteouro a Talamone (V.) munizioni, la spedizione sbarcò a Marsala -donde marciò su Ca.latafimi e poi su Palermo . Quivi Garibald i sostò a lquanto, per organizzare, con r inforzi giuntigli dal continente e con volontari siciliani, un esercito che prese il nome di « Esercito Me ridionale » , fregiato del motto : « Italia e Vittorio Emanuele » . Egli divise le forze in tre colonne : una, comanda-ca dal Med ici, marciò lungo la costa settentrionale con obbiettivo Messina; una, comandata dall"Eber, tu diretta a Caltanissetta e Ca. tania; una, cmnandata da] Bixio 1 a Codeonc e Girgenti.

La colonna Medici (20 giugno) si battè a Milazzo; le altre non ebbero difficoltà da superare. Tutte le fo1ze vennero concent rate il 1° agosto 186o a Messina: erano t re d iv is . che presero i numeri <l i 15a (Tiirr), 16a (Cosenz), 17a (Bixio): in tutto 22• 23.000 u. li governo borbonico aveva concentrato in Calabria 17.000 u. d ivisi in 4 brigate (Ghio, Melcndez, Briganti, Caldarelli). Lungo lo stretto incrociava la flotta al comando dell 'ammir. Salazar , ma essa non riuscì ad ostacolare il passaggio dei Garibald ini sul continente. Garibald i, recatosi a Taorm ina , dove Bi,xio aveva itnbarcato la sua di vis . sopra due vapori, sbarcò con essa

a Melito Porto Salvo, da dove la colonna mosse all'attacco d i Reggio, che prese dopo un breve combattimento . Intanto il ge11. Cosenz con la sua divis . sbarcava a Favazzina e respinti alcuni distaccamen ti borbo nici muoveva verso Villa

mcntc occupato anche il paese di Caiazzo; i Borbon ici però reagirono vigoros~mente, sicchè i Vol6ntari dovettero riti• rarsi cuu perd ite alquanto notevoli. Garibaldi , intanto, ritornato da Palermo dove sì erano rronunzi u i disord ini , dava disposizioni per la battaglia decisiva; al gen. Medici fu da to il coman-do dei corpi d i osservazione sul Volturno ; il grosso venne riunito fra Maddaloni e Caserta. D al 22 al 30 settembre i Garibaldini attesero così dislocati a lavori di rafforzamento . Il 1° ottobre, si p ronunziò l 'attacco borbonico (V . Voltumo); la battaglia si chiuse con una vittoria decisiva di Garibaldi : i JJorbonici furono costretti a rinchiudersi Ìll Capua. Il 21 ottobre ebbe luogo i l plebi• scito delle provincie ineri<1 ionali ; così Garibaldi apriva la via d i Napoli al Re d" Italia ed all 'esercito regolare che si approssimava dall "/\bruzzo. L 'arrivo delle truppe regolari e la r itirata dei Borbonici da Caiazzo permisero a Garibaldi d i ·far passare il Volturno alla divis. Bixio e a due br igate, che si accamparono a Caia,1ello . li 26 ottobre Garibald i andò inconn o al Re sulla strada d i Teano, riunendo così i Volontari all'armata sarda. (,"esercito regolare ebbe combattimenti al Macerane (20 ottobre), a S. Giuliano (26), sul Garigliano (29), a Mola d i Gaeta (4 novem bre). 11 2 novembre le d ue armate riunite obbligarono alla resa Capua; il 9 Garibaldi , doro aver lasciato i l comando dei suoi Volontari al gen. Sirtori, salpava per Caprera. Il comp ito di ri<lurre le piazzeforti che ancora resistevano (Gaeta, M,'ssina, Civile/la del Tronto) spettò all'esercito regola re. L'Escr· cito Meridionale (V.) venne sciolto nel novembre. Seconda guerra per l'unità d'Italia (1866). Al cornpimenco dell 'unità nazionale, dopo il trattato di Villafranca del 1859, si opponevano l'Aust ria per rn~ioni di dominio e


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la Francia per ragioni di equ ilibrio europeo, che essa reputava rotto co l sorgere <li una nuova potenza. Studiat i tutti i mezzi per r iunire il Veneto alla giovane nazione, non escluso ,1uello d i un com penso pecuniario e quello di un.;

Seconda guerra p er l'Unità d'Jtalia, 1° periodo (1866)

permuta, non ri mase altra soluzione che la ~ erra . L; Prussia, che per ragioni d i predominio nella Confederazione Germanica aveva 1notivi di osti lità verso l'Austria, pareva essere la n aturale alleata dell ' Italia, epperciò Cavour si adoperò ti no <lai , 86r ad ottenere ca le scopo. Le trattative durarono a lungo e furono anche incoraggiate da Napoleone lii che sperava un ingrandimento della Francia sul Reno. E 1'8 aprile 1866 venne firmato il trattato di Berlino (V. Berlino XXlX). Quando l 'Austria vide la minacci~ vicina, tentò di cedere all"Jtalia il Ve nero pel tramite di Napolçone lii (5 maggio 1866), ma ◊rma i era troppo tardi . La Prussia dichiarò allora In guerra all'Austria, ed i l ~/i giugno invase la Sassonia; i l n anche l 'Italia ent rava in guerra. Le trup pe ital iane, riunite in due armate sulla

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dr. del Po (Cialdini) e sulla d r. dell"Adige (Lamarmora), oltre al corpo dei Cacciatori delle Alpi diretto verso il Trentino, iniziarono subito le opcrnzioni mentre la flotta (Persano) si co ncentrava ad Ancona . li 24 giugno si svolse la battaglia <ii Custoza (V .), .il cui esito, anche. se gli Au;triaci non insistettero nella lotta il 25, fu ritenuto ca le da indurre Pesercito it.i liano ad un ripiegamento generale per riordinarsi. Garibaldi ripiegò ud territorio di Lonato e il generale Lamarmora nella zona Cremona-Pizzighettone; il Cia ldini fra Modena e Rubiera con una d ivis. a Bologna. Davanti ad Ancona la mattina del 27 giugno si p resentò la flotta austriaca agl i ordini dell'ammir. Tcgeuhoff : Persano uscì per ' incon trarla, ma l'altro ripiegò sul le sue basi. Ai primi di luglio l 'esercito era in condiz ioni d i riprendere le operazioni con un ' armata O[0erante (Cialdini) d ì 5 corpi d'armata (!, ] V, V, V I, VII) e sei brigate di. caval leria assegnate agli stessi corpi d 'armata, ed un'annata ,1i occupazione d i d ue corri d 'armata (Il e lll) agli ord ini dd Lamarmora. L 'esercito austriaco era in parte r.ien trato in Austria per proteggere la capitale dopo la scoo fi tta di Sadowa. Il gen. Cialdini passò il Po 1'8 luglio; il 19 era a Padova, il 26 a Udine con fort i avanguardie vccso il basso Isonzo (Pàlmanova). Intanto Garibaldi, per Ponte Caffaro e Bezzecca, il 24 luglio era giunto a Riva, e la divis. Medici, r imontando la valle del Brenta per congiungersi a Garibald i, aveva raggiunto Pergine lo stesso giorno, mentre veniva sottoscritta w1a tregua d'arm i d ì otto giorni fra il governo italiano e quello austriaco, tregua perfezionata con l 'armistizio di Cormons (12 agosto) e con ]a pace di Vienna (3 ottobre) i n seguito alla <Juale il Veneto venne ceduto all'Italia, previo plebiscirn che fu indetto pc! 21 ottobre col r isultato di 647. 246 votami per l 'annessione e 69 contrari . Ter:tll guerra . per l'unità d'Italia (1870). A completare l'unirà manc.iva solo l 'occupazione dello Staro Ponrificio e d i Roma che doveva essere la capitale dell ' Italia. D ifficoltà militari non se ne vedevano , mentre le d ifficoltà politiche

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......,..,,.., ITALIANI AUSTRIACI Sc:.:conda g-uerra pe.r l'Unità d'l rnl ia (2° periodo ). Operazioni nel V eneto


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Terza guerra per l'Unità d'Italia: la mnrcia su .Roma ( 1870)

e relig,ose sembravano inwrmontabih , poichè si trattava d i spossessare la Chiesa di u n territorio che era, i n sua mano da oltre 14 secoli. R ivolte, insurrezioni, irruzioni d i volontari , avvenute per creare uno stato di fatto, erano fallire; ma la campagna dei volontari di Garibaldi finita a Mentana (3 novembre 186j) con l'intervento dell'esercito fr~ncese, inasprì talmente l 'animo degli Italiani contro la

M edaglia commemorativa ddl a liberazio ne di Roma

Francia, che la polit ica italiana ne ebbe giovamento . Scop• piata infatti la guerra Franco-germanica nel 1870, fu im possibile al governo italiano di assumere un atteggiam ento favorevole alla Francia, mentre la guerra stessa gli offrl la possibi lità <li prendere l' ultima iniziativa per r aggiungere l'intento voluto d all'unani me consenso politico di tutti gli Italiani . Il governo, dopo di aver tentato invano le vie d iplom atiche (mission~ Ponza d i S. Martino del1'8 set tembre 1870), ordinò alle trurpe d i passare il confine (II settembre) e di impad ronirsi di Roma : erano. state all' uopo a pprestate agli ordini del gen . Cadorna ingenti forze (IV corpo d 'arm ata di 4 d ivis.) nell 'Umbria , una divis. staccata (2•, Bixio) ad Orvieto, un 'altra (93, Angioletti) a Ceprano. iForzc esuberanti (50.000 u.) all' uopo, ma che

avevano lo scopo d i inAuire sull'.inimo del Pontefice per indurlo a rinunciare a<l ogni tentativo di resistenza armata. La via Salaria, p iù breve, troppo breve per lo svolgimento dell'azione diplomat ica , per giungere a Roma , venne sc,)rtata dalla m arcia del IV corpo d'armata . La 2 3 d ivìs . l'u settembre occupò Montefiascone ed il 16 Civitavecchia, col concorso della flotta; mentre il gro-sso seguiva la strada del Viterbese, giungendo il 12 Viterbo che OCCUFÒ senza colpo ferire. Ii 15, 16 e 17 si ebbe uno scambio di note d iplomatiche ed il tentativo vano del gen . Cadorna d i in. <lum~ il gen . Kantz.lcr a smettere ogni idea d i 1·esistenza. Il r7 il IV corpo d'armata passò il Tevere a monte di Roma (Grotta Rossa). l i 19 il gen . Cadorna ordinò I 'attacco d i Roma (V.) per il g:oroo successivo. Occupata la città, le truppe straniere vennero rimpatriate e quelle ind igene licenziate , E Roma diveniva finalmente la capitale del Iegno d 'Italìa ,

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Medaglia per l'Unità d'Italia. Ist ituita nel 1883, per coloro che hanno combattuto <lai 1848 al 1870, fu estesa nel 1922 a tutti i combattenti della guerra 1915- 18. Per la terza guerra per l'Unita d 'Italia è stata ist ituit a un'apposita medaglia (commemorativa della liberazione d i Roma) con determinazione ministeriale del marzo 191 r.

Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia


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Unità Germa1tica (Guerre per la). Sono le due guerre combanutc nel r866 (-1. Prussia) e nel 1870-71 (V. FrancoGcrman.ica).

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tania, Cagliari, Sassari. Reparti speciali in ogni sede di Comando d i Legione ordinaria non sede di Università, inquadrano gli studenti d i scuole medie superiori che hanno compiuto il 1 1l'0 anno di età, inscritti al P. N . F. o ai

Università (lstruzio11e militare presso le). L'idea di ottenere che i laureati usciti dalle universit~ od istituti equiparati fossero senz'altro nominati ufficiali è stata prospettata sotto varie forme, specialmente dopo la guerra Mondiale, per ottenere che durao re j corsi universitari si im-

partissero istruzioni militari, cosl da poter fare del laureato un immediato ufficiale. In Italia, dopo di essere stata studiata a lungo, tale idea ebbe la sua sanzione ufficiale nel 1930 con i corsi degli .« Allievi ufficiali d i complemento per studenti universitari ». Il corso si svolge in due a nni in ciascuno dei quali si ha un periodo preliminare teorico (dal 1° d icembre al 30 apri le) ed un periodo pratico dal 15 luglio al 15 ottobre . Il corso teorico d i ciascun anno /: compiuto presso · l'università ed ba la durata d i 40 ore; _ quello pratico, di 15 g iorni, è compiuto presso una · Scuola allievi ufficiali di .:omplemento ed è integrato da un campo di 30 giorni. Se alla fine dei due corsi gli studenti sono riconosciuti idonei cambiano il servizio di prima nomina col grado di sottot. <li complemento presso un regg. dell'arma prescelta. Dura11te i per iodi teorici, press0 l'Università, gl i studenti d ipendono, per quanto riguarda là disciplin a e la frequenza e presenza ai corsi militari, dai comandi della Milizia Universitaria , ai quali si devono iscrivere. Durante il periodo pratico estivo, presso le Scuole allievi ufficiaii, essi sono considerati come militari di uuppa arruolati, portano i l distintivo d i allievo ufficiale d i complemento e dÌpen<lono <lai! 'autorità militare. In questi ul timi anni, guidati d al giusto concetto d i divulgare la conoscenza delle discipline militari fra gli studenti , si tengono presso le Università dei corsi di coltura militare su materie varie, previ accordi fra i Ministeri della Pubblica istruzione, quello della Guerra che fornisce gli uffici.ali - all'uopo idonei ed i Rettori dell 'Universi~à. Università Castrense. V. San Giorgio di Noga,·o . U11iversitari (Battagliom). Costituiti nel regno italico nel 1805, per ordine <li Napoleone I, presso le università <li Pavia e Bologna, cui nel 1806 si aggiunse il bgl. d i Padova. Dovevano comporsi di cp. di 80 u . l'uaa, con 10 caporali, 4 sergenti e un sergente maggiore, nom inati <lai rettore dell 'università d 'accordo col governatore della Scuola mii. di Pavia . Furono sciolti alla ca<lut<:. dell'impero napoleonico.

Inaugurazione del labaro del1a leG'.ione universitaria , Arnaldo M·ussolini t a Milano (1931)

Fasci Giovanili. Legioni, Coon,, Centurie, dipendono dai Comandi d i gruppo ,della M. V. S. N. del territorio. Distintivo: aquila ad ali spiegate, libro e moschetto. Motto, dettato dal Duce: « Libro e Moschetto, fascista perfetto ». Universitario Bolognuse (Batt"glicne) . Si formò a Bologna neJ 1848 e<! enuò ~ far parte della guardia nazionale. Universitario Romano (Bauaglio11e). Fu istitu ito a Roma con d~creto del! ' Acmellini nel febbraio del 1849 e ne fu dato il comando a Filippo Zamboni col grado di cap itano. Combattè al la d ifesa di Roma d istinguendosi a Villa Pamphili.

Univasita,-i (Battaglio11e Studenti). Dall'università di Padova e <la quella d i Pavia, nel maggio 1848, affluirono moltissimi studenti, desiderosi di arruolarsi nella Legione dei crociati padovani. Sette cp. di questo corpo furon.o in rrincipio costituite da studenti. Distaccati poi dalla legione formarono un bgl. separato detto « Bersaglieri universitari » del quale prese il comando_ il maggiore Ccrrarini . Questo bgl. .si trovò a Vicenza, dove ebbe una vemina di morti e non pochi feriti.

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Universita,·ia Milizia. Costituita nel 1925, ebbe proprio nuovo ord inamento nel settembre 1931, su cinque legioni: I , Torino; II, Milano; Ili, Firenze; IV, Roma; V, Napoli. Nelle altre città sedi <ii Università i reparti ivi esistenti sono considerati autonomi, conserv_an<lo la formazione su Coorte o Centurie, secondo la loro enlità e precisamente : Coorti (lt1to11ome (in n umero d i II) : Genova, Bologna, Padova, Modena, Parma, Pavi~, Trieste, Pisa, Bari, Palermo, Messia a; Centurie a.tttonomc (in numero .d i ro): Venezia, Ferrara, Macerata, Siena, Perugia, Urbino, Camerino, Ca-

U niversitario (1849) del battaglione romano

Universitario (1849) del battaglione toscano

Universitario T oscano (Battaglione). Sul finire del 184j, coi volontari appartenenti alle università di Siena, d i Pisa cd ali' Accademia complementare di S. Maria Nuova d , Fi. renze, fu organizzata con decreto granducale una « Guardia civica universitaria >> nella quale gli studenti erano soldati e sottufficiali e i professori erano ufficiali. 11 9 marzo 1848 questo corpo, forte di 308 u ., prese il nome


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d i ~\ Battaglione universitario co::.c:ano n e si riunì a Pietrasanta, formando 6 cp. (due senesi, quauro pisane) agli ord ini dei maggiore Ottaviano M assotti, professore d i fisica celeste; fungeva da aiutante il cap . Molinari, veterano napolco1J ico . In seguito le cp. vennero r idotce a quattro e furono comandate: h: ,a dal prof. capitano Giorgini ; la 2a dall'architetto prof. Guglielmo Mortolini; la 3a d al prof. Luigi Pacinotti, e la 4a dal prof. Alessandro Corticclli. Altre cariche e altri gradi erano copei·ti da professori delle due università. Verso la metà di aprile i l Governo di Firenze richiamò da Modena e eia .Reggio rutti i pofessori e parte degli studenti, ma pochi obbedirono all'ingiun-z.ione , tanto p iù che il gen. Ferrari d'Arco aveva offerto al re Carlo Alberto rutti i Toscani volontari e regolari. U bgl. si sciolse alla fine della caq1pagna . Con decreto del 1910, ottenne la med . d 'argento al valo r m ilitare « per la stre,iua e d isperata resistenza opposta a Curtatone il 2 9 maggio r848 contro agguerrito soperchiante esercito nemico, r itardandone la marcia su Coito, ove poterono così riuscire vittoriose le armi p iemo,uesi il d ì seguent~ ».

Univ·erso (L'), Periodico iuensilc, pubblicato dall'Istituto Geografico Militare e fonclato nel r 920. P ubblica lavori originali d i geografia, <li cartografia, d i geodesia, <li astronomia . Unkiar-Skelessi. Villaggio della Turchia, nell'A:natolia, sul Bosforo, presso Scutari. - L'8 luglio 1833 vi fu concluso un trartato fra Russia e Turchia, nel quale la prima si impegnava a <lifcndere la T urchia, e q uesta a ch iudere i Dardanell i, in date ci rcostanze, alle navi da guerra delle altre nazion i. l i trattato, determinato dai successi degli Eg iz iani contro i Turchi jn Siria, sollevò proteste energiche d i altre P otenze, specialmente del.la Gran Bretngna e della F rancia, tanto che subì varie modificazioni con accord i del 29 genn aio 1834 e non fu r innovato aila sua scadenza ( 1841), Unni. Antico popolo di razza mongolica, nomade, che v iveva quasi continuame nte a cavallo e si accampava sotto ten<lc, Abitava in origine ·1e terre a nord del deseno di Gobi e di qui co,n~•ìva scor rerie nell'i111pcro cinese, Verso il 220 a . C. g li U . furono çacciati dal Turchestan e poi r r.• spinti ancora più o ltre. Si volsei-o allora verso l 'Europa. Ne l 376, partiti dalle rive o riental i de l mare d'Azov, vint i vari popoli durante la loro marcia, piombarono sui Goti e l i respinsero sino a[ Danubio. Minacciarono allora anche l 'impero d'Oriente, che si salvò pagando loro un tributo. Tuttavia continuarono a devastare la Tracia, assalendo anche Costantinopoli., e nel 446 sì impadronirono dei territori dell'impero posti sulla d r . <lel Danubio, Attila estese i suoi dom int dal Caspio al Renò e attaccò l'impero d 'Oriente, ma fu rcsr into <la Marciano; allor a si diresse verso ia Gallia con un eserb to numerosiss imo. Respinto da Ezio, attaccò l'Italia, che ne l 452 abbandonò. La sua morte d isfece il g rande regnb un~o, e i suoi figli o combatterono fra d i loro o furono sconfitti dai popoli ribelli. Uno d i essi r iuscì a cooservarsi a lungo uno Stato nell 'od ierna Cngheria, ment re gli altri si stabilivano sulle rive del Mar Nero, dal Danubio al Don, e presso al Caucaso, ove si divisero in parecchie tribù, assun1enclo vari nomi.

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Kerpe,1 il 30 marzo si insediò a Meu.asclva e la mattina del 31 una ricognizione da lui avviata nella stretta si scontrò ad U . con truppe francesi d i Joubcrt che la difendevano, e dove tté ripiegare con gra-·i J)crditc. li 2 apri le Kcrpen rinnovò l 'attacco con maggiori forze, m entre il gen. Laudo,, , da ll a Va!le Venosra, faceva sentire la sua presenza sulla linea di comunicazione d i Joubert con Verona. Ciò obb ligò Jo c:bert ad abban<Jonarc Bressanone e dintorni, riparand o a Villaco, Uomo. ln senso militare sign!fica soldato, uorno armato) uomo che combatte . N ell 'antichità l' uomo era l'arma per eccellenza, e g li arnesi t-<I oggetti che esso portava ed usava per d ifendersi ed offendere, non facevano altro che accrescere la sua potenzialità guerresca, difensiva ed offer1siva . D ifatti anticamente le prede bell iche erano elencate per uom ini e cavall i.

Uomo d'armc . F u così chiamato l 'uomo" che si ded icava alla profess io ne delle anni : era tanto il soldato a cavallo guanto q uello a piedi. Ma più specialmente si ind icò in ml g uisa il cavaliere (Gendarme) armato di tutto punto. Nel secolo XV era <letto U . d'ann e i l complesso di quattro persone che costituivano una squadriglia, così composta: Uomo d 'arme propriamente detto; cavalcatore; saccomanno.; uomo addetto al carriaggio , Finalmente fu detto U. d 'a rme i l cava liere d i milizia ·scelta , istituita in Francia cd in Italia attorno a l secolo XV1; e specialmen te ]a cavalleria pesante di Cosi mo l d i Toscana creata nel 1567, armata <li lancia e d i spada. Uppsala. Cimì della Svezia, presso i l lago Miiliir. Trattato di Uppsala (11 aprile r65•) . Fra I nghilterra e Svezia. Le parti contr~en ti si accordano su provve<limenti

per assicurare la libe rtà di cornme'rcio e navjgazione e si o bb ligano ad unirsi per d ifenderla .

Uragano. Nave sussidiaria d i tonn. 177, acquistata nel 1916 per dragaggio m ine," radiata nel 1919, Urago, Nell'antico esercito greco, era così chiamato il capitano d i ret roguardia , che stava in coda nella formazione romboidale della cavaller ia. Nell'ese rcito romano invece era il sottocenturionc, corrispondente approssimativamente all 'attuale ten . di fanter ia. Urania. Ebbe questo nome la torped iniern « T 9 " , varata nel 1883. Dislocamento tonn. 13,5; macchine Hl' . 170, Nel 1898 venne passata alle F inanze per servizio doganaie sul lago d i Ga rda ,

Incrociatore- torpediniere « U rania &

U nter Aue (o Ut11erau) . Frazione p resso Mczzaselva , in prov . d i Bo lzano, sulla dr. dell ' lsarco,

Combattimenti di Unterau (1797), Ap partengono alle guerre della Repubbl ica francese, Dopo l'avanzata verso il Brennero le t ruppe francesi ripiegarooo a Brqsanone, lasciando distaccamenti verso l'alta valle ddl 'Isarco. I.I gcn. austriaco

Urania . [ocrociatorc torpediniere, varato a Sestri Ponente nel r891. Dislocamento tonn , 846, macchine H P. 4397, lung hezza m. 70, larghezza m . 7,20 , Venne radiato nel 1912. Urano. Nave trasporto naftetine, varata a Kiel nel 1923, d islocamento tonn . n .500, lunga m . l:?6,45, larga m . 16,45;


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apparato motore, cavalli 2000, \'elocità m ig lia t i . Armamento II 120, Il 76 a.a ., I 40 a.a . Personale d 'armamento: 8 ufficiali, 76 uomini d i equipaggio.

U ras. Frazione del Comune di Mogoro, jn prov . d i Cagliari. Nel 1470, ~urame l 'occu pazione aragonese , Leonardo Alagon vi rirorcò una vittoria sulle truppe del re d'Aragona, condo tte dal vicerè Carroz , cogliendo loro i cannoni. Era la prima volta d1e le artiglier ie venivano i mpiegare in Sardegna, ed il vicerè, fida ndo ne l terrore che i nuovi ap parecchi bellici a1•rebbero prodotto su quelle popolazioni, riteneva per cert~1 la v!ttoria; mentre g li Arborcsi, per nulla impressio nati d al rumore dei nuovi stru menti di

guerra, non solo se ne impa<lronirono, ma tagliando 1a ritirata a, fuggiaschi ne fecero g rande strage ,

Urbal (Giovanni d' ). Generale francese, n. nel 1858. Sonot. di cavalleria nel 1878, r aggiunse nel 191 r il grado d i gen. d i brigata e iniziò la guerra Mondiale quale comandante della 2• divis. d i cavalleria. Il 29 settembre era già destinato al comando del XXXIII C. d'A. , col quale partecipb all a battaglia d'Actois. Costituitosi nello stesso anno 1914 un distaccamento d'armata per operare nel Belgio verso il mare, il d'U. ne assunse il comando. A metà de! 1916 comandò la 10• armata dell 'escrcito francese, poi fu' nominato ispettore generale d i cavalleria, carica che m antenne sino a ! 1919, anno i n cui venne collocato in d isponibilità.

D'Urbal Giovanni

Urban Carlo

U rban (barc11e Cado). Generale austriaco (1 802- 1877). Nel 1848, quando scoppib la r ivoluzione ungherese , fu uno dei primi ufficiali cbc si rifiutò ~li ~ppoggiarla e si d istinse nella repressione. Nel 1857 venne p romosso ten. generale e ne l 1859 gli fu d ato il comando èi un corpo volante per combattere contro Garibaldi, rna non r iportò alcun successo e poco d o po chiese il co ngedo . Morì suicida a Braun. U rbana (Coorte). Una delle 12 coorti pretoriane che, al tempo degli imperator i, avevano srnn,a fissa a Roma. Le coorti ul'bane erano tre, della forza d i 1000-1500 u. ciascuna. Urbano (Forte). Costruito dal!' in1;. mii. Giulio Buratti, nel 1633, per ordène d i papa Urbano Vfll , sul confine modenese, rresso Castelfranco dell ' Emilia. Era una grandiosa opera bastionata, d i pianta rettangolare, modellata su forme regola ri. N el 170& fu assed iato dagli Austriac i; nel 1796, q ua ntunque armato d i 60 cannoni di grosso calihro e difeso d a 400 u. comandat i dal conte Rondinelli d i Ferrara, si arrese a pochi soldati francesi d i cavalleria, condotti dal colonnello Vignolle, senza opporre resistenza. Nel 1799 fu occupato dagli Austro- Russi ai quali fu tolto, l'anno seguente dai Francesi che lo smantellaro no militarmente, a

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norma delle condizioni imposte dal generale Buonaparte nel rrattato d i Tolentino. Rimase i11 seguito adibito a carcere . Attac-co del Forte Urbano (r799). Appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. Dopo la battaglia della Trebbia, il gen. austriaco K lenau fece avanzare un corpo di truppe nel Bolognese e decise l 'espugnazione del forte, dandone ]'incarico al gen. von Ott, il q uale inizib l'investimento il 7 luglio, a prendo la trincea cd erigendo batterie. li giorno IO, nelle prime ore del mattino, cominciò i l bombardamento con 12 cannoni, 4 o bici e 2 mortai da bombarda. Doro un fuoco d i altre tre o re, il comandante francese, riconoscendo inutile una ulte riore resistenza, capitolò o tte • nendo gli o nM i militari . Fra le truppe che d ife ndevano il forte si trovava anche il 2° bg l. della 2 ~ mezza brigata di linea, già rcgg-. piemontese SaluZzo.

Urbe (Legione dr:ll'). II2" legione della M. V. S. N ., cost itu ita a Roma nel r 923, su cinque coorti, più una con sede a Frascati. Ur bìnate, V . Scuole di fol'tificazione. Urbìno (ant. Urvinum Mataurensc). Città in pro-,. d i Pesaro, tra il Foglia e il Metauro. Anticamente cinta di mura, abbattute nel 1518 da papa Leone X. F ra i l 1470 e il r 480 l' ing. mii. senese Francesco d i Giorgio Marti ni CO· struì alcune rocche a d ifesa del ducato e nel I525 i Della Rovere nuovamente circond arono ·u. di mura e la mun irono di una rocca, per opern deJl'jng. Commandino. Esistente sin dai tempi preromani, si resse a libero comune, finchè non l'assoggetta rono i Montefeltro, d i cui seguì le sorti . Ad essi l'aveva data Federico li nel r2r3, ma la città resistette a lungo, so ttomettendosi loro soltanto nel i234. Vcrrn il princip io del seco lo XIV gl i Urbinati si ribellarono a Federico ~la Mo nte feltro, cost ringendolo a chiudersi nella roc~a, dove lo assalirono e lo massacrarono . Cad uta sono il potere pontificio, to rnò ai Montefeltro, il cui stato nel 138,1 si estendeva dalla Romagna sino al cuore dell'Um bria, con capitale a Urbino. Questa cadde nel 1502 nelle mani d i Cesare Borg ia; in seguito appartenne ai De lla Rovere e nel 1626 passò definitivamente a lla Ch iesa. I. Assedio di Urbino (538). Fu posto dal! 'esercito greco d i Belisario. La g uarnigione dei Got i si d ifese valorosa-

mente, finchè i l genera le bizantino foce scavare una galle ria nella rnccia, asciuga nd o l'un ica sorgente d'acqua. I Goti allora si arresero, a parto d i aver salva la vira e di servire nett•esercito greco, con gli stessi diritti e preroga tive delle truppe ro mane .

li. Guerra d'Urbino (1517). Nel 1516 il duca Francesco Maria della Rov.crc era stato spogliato dei suoi ·stati dall 'esercito pontificio : allora non aveva resist ito, persuaso che le Potenze, desiderose tutre dell 'allea nza con la Chiesa, non si sarebbero mosse per lui. Ma, finita la g uerra d i Cam brai, ed avendo i belligerant i licenziato le truppe, egli le mccolse dando ne il comando a Francesco Gonzaga. Le sue for,c sommavano a 5000 Spagnuoli, 3000 Italiani, e 800 cava lli fra florgognon i, Spagnuoli e Albanesi, sp rovvisti di artiglierie, di munizioni e d i macchine da guerra. Partito il 23 gennaio del r5r7 dalle vjci.nanze d i Mantova, jl duca a rrivb nei suoi Stati senza che le forze paf'a li d i Rimini e Ravenna po tessero opporglisi. Leone X ord inò allo~a a Lorenzo d e' Medici d i r accogliere nella Romagna le truppe della Chiesa e della r epu bhlica fiorent ina . Lorenzo mandb in Romagna 10.000 u., provvide d i g uarnigioni le città e las.c iò che il duca arrivasse i l 5 febbra io ad Urbino. Qui


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egli si trovò contro Francesco del Monte e nello stesso giorno lo sconfisse, occupando poi la città. In seguito le forze ducali riconquistarono tutta la regione, meno San Leo, Senigallia e Pesaro. Lorenzo de' Medici arrivò a disporre <li rooo u. d'arme, 1000 cavalli e 15.000 fa nti, m a si fasciò sfuggire tutte le occasioni favorevoli per battere il duca, e fu sostituito dal cardinale di Bibbiena, che venne battuto e costretto a ritirarsi in Pesaro. Allora il duca mosse verso la Toscana: minacciò Perugia, che si salvò }~agando una grossa taglia, Città di Castello e Siena, poi tornò nei suoi Sc~ti, scacciandone il cardinale che frattanto li aveva invasi; indi lo inseguì nella Marca d'Ancona, saccheggiò l esi, sconfisse un corpo di 8000 Pontifici, ma non potè prendere alcuna città, non avendo macch ine d 'assedio e disponendo di poche artiglierie. Poi rivalicò l'Appennino, devastò il territorio di Firenze fra Borgo San Sepolcro e Anghiari, finchè, privo affatto di danaro con cui pagare le sue truppe, scese a patti e nell 'agosto o settembre del 1517 concluse un trattato col pontefice. Questi si obbligò a pagare al duca il resto del soldo 5>Cr i suoi uomini, lo assolse da tutte le censure: il duca però gli cedeva i suoi S.tati.

d';irgento ed una d i bronzo, sacrificò eroicam ente la vita ottenendo la med. d'oro « ad memoriam » con questa motivazione: « A capo di un esiguo manipolo di volontari, con m irabile ardimento, si slanciava per primo sulle trincee nemiche, fugandone il presidio e catturandovi un numero di avversari cinque volte superiore a quello dei suoi soldati. Per crcntasci ore da va continua, fulgida prov;i di valore, opponendo un 'ostinata resistenza ai sempre più violenti attacchi nemici. Circondato dall'avversario, si rifiutava di arrendersi, Urli Ferdinando seguitando coi pochi suoi superstiti a battersi con bombe a mano e con la baionetta, finchè, sopraffatto dal numero degli assalitori e colpito a morte, cadde eroicamente sul campo » . (Dente del Pasubio, 17-19 ouobre 1916).

m. Presa di Urbino (1 i99), Appartiene alle guerre della Repubblica francese. li 19 giugno del 17g6, il Buonapanc inviò una colonna ad occupare la ciuà ed il castello, i cui 300 u. di presidio non si difesero neppure. Tre anni dopo Austr iaci e insorti italiani, al comando del gcn. Ott, attaccarono U . : i difensori resistettero fino al 10 luglio, quando furono costretti ad arrendersi. Dopo Marengo i Francesi rioccuparono la città.

Urrà I (Hurrà!). Grido di applauso e di g101a, adoperato già nel medio evo come voce di incitamento durante la caccia, poi abbwdonaco. Nella seconda metà dei sec. XVTT! ritonò in uso negli eserciti. Nel 1813-15 i Prussiani lo presero dai Russi e divenne il grido di guerra per l'attacco alla baionetta e per le cariche della cavalleria.

IV. Presa di Urbino (186o). Per dar modo a Cavour cli intervenire nello Stato della Chiesa e congiungersi nel Na. poletano a Garibaldi, si fecero scoppiare nelle :'vlarcbc e nell'Umbr ia dei moti insurrezionali. Il 7 settembre circa 200 u., frn romagnoli e marchigiani , al comando del maggior Piraz.i:oli, passarono il confine pontificio a Mondaino, rrcceduti da un reparto di finanzieri e seguiti da una piccola retroguardia che scortava alcuni carri di fieno, in cui erano nascoste le arm i destinate a Urbino. Nella città i Pontifici avevano !asriato poche forze: due cp. di ausiliari e 40 gendarmi, una pattuglia dei quali 1'8 settembre uscì in ricognizione. Essa si scontrò con i Volontari , ma si sbandò alle p rime fucilate, e il Pirazzoli, lasciate m età delle sue forze a guardare la porta di Santa Lucia, entrò in città attaccando i Pontifici. Dopo un 'ora di fuoco vivissimo, i gendarmi si arresero e poco dopo le altre tru ppe seguirono i l loro esempio. Nello stesso giorno arrivarono altri 500 u. e il 9 erano in U. circa 2000 Volontari. Il Lamoricière inviò allora il gen . dc Courten con 2200 u. a rioccupare la città, ma in questa entrò l' 11 settembre una d ivis. italiana, mandando a vuoto il tentativo pontificio.

Uri e Unterwa lden. Furono i primi cantoni della Svizzera resi si indipendenti. È fama che possedessero in princirio d el sec. XV due corni di straordinaria grandez.za, il cui suono chiamava a raccolta i fieri montanari dei due cantoni e spaventava i nemici. Tali corni erano chiamali « toro di Uri » e « vacca di Unterwalden » . Urli (Ferdinando). Medaglia d'oro, n . a Steierford (Austrià - Ungheria), caduto sul Pasubio (18g3-1916). Nato in Transilvania da famiglia friulana, colà stabilitasi, studiò tco. logia nel seminario di Udine. Soldato degli alpini nel 1915, fu presto nominato sotto!. di complemento nel 4° regg., e poi ten. per merito di guerra. Già decorato di una mcd .

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Urto. V. Velocità. Uruguay. Esplorato dallo spagnuolo Dc Solis (1516), ebbe nome di « Banda Orientale ». Più tardi ne visitarono le coste altri navigatori , fra i qua!i l'italiano Sebastiano Caboto (1527) che costrusse il primo forte sul rio S. Salvador contro gli Indiani. Per quasi un secolo, e specialmente nel 1777 e 18o1, la regione fu oggetto di contesa fra i Portoghesi del Brasile e gli Spagnuoli del Plata, i quali da ul timo ne ebbero il p ieno possesso. Nel 1726 nasceva Montevideo intorno ad un forte costrutto pochi anni prima dal governatore di Buenos Aires. Nel 1776, quando il vicereame di Buenos Aires fu staccato da quello del Perù, l 'U. fece parte del p rimo. Scoppiata, verso i! 18ro, l ' insurrezione delle colonie spagnuole, la giunta bonaerense affidava l'incarico di sollevare l'U. al colonnello Anigas, e questi, a capo d'una divisione d'insorti, armati anche i gauchos pastori quasi ~elvaggi delle pa.mpas, sconfisse gli Spagnuoli a Las Pied ras (18 maggio 18u) e li cacciò dal paese: ma i Portoghesi si inoltrarono allora nella regione e conquistarono Montevideo (1816). Nel 1821 il governo brasiliano si annetteva fcdcrativamente la Banda Orientale de nomi1rnndola « Repubblica cisplatina » . Ciò fu causa di nuovo ed aspro conflitto con Buenos Aires, durante il quale l'U. ribellatosi (1825) al Brasile, con l'aiuto di truppe argentine, ne sconfisse le forze a Sarandì (12 dicembre) e sul rio ltuzaingò (20 febbraio 1827), proclamandosi affrancato da qualsiasi dominio straniero. Non per tanto la lotta tra Brasile e Argentina si protrasse fino al 1828, nel quale anno, per intromissione dell'Inghilterra, fu segnata la pace di Rio Janeiro. Per questa, la Banda Orientale d ivenne uno Stato libero e indipendente che, nel 1830, statuita b prorria costituzione, prese il nome di « Repubblica orientale dell'Uruguay » . Non tardarono anche nel nuovo Stato a formarsi quei partiti che funestarono con le loro d iscordie tulle le altre •repubbliche emancipatesi dalla signoria spagnuola. Stettero a


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fronte i conservatori (Blancos) e i liberali (Colorados), capeggiati questi dal Rivera e quelli dal generale Oribc. Nel 1834, essendo il p rimo stato sor raffatto dal secondo, entrambi .i partiti cercarono aiuti nella vicina · Argentina, i Blancos presso il dittatore Rosas, capo di quei federalisti, e i Colorados presso gli unitari ad esso ostili. Ma la Francia, cui era noto il disegno del Rosas d i attirare l'Uruguay nella confederazione argentina e per proprio interesse lo avversava, inviò nel 1838 suoi vascelli a bloccare Buenos Aires ed aiutò j ) Rivera a riprendere Montevideo e a riacquistare il potere. U Rosas non d isarmò e continuò a sostenere l 'Oribe che nuovamente (1843) con truppe argentine cinse d 'assed io Montevideo, e negli anni successivi (1845 e 1847) inflisse clamorose sconfitte al Rivera . Inte:vcnnero ancora , in favore ·d i questi e dell'ind ipendenza uruguayana, la Francia e l'Inghilterra, le cui flotte nel 1845 catturarono quella argentina davanti a Montevideo e posero

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Circoscrizioni militari dell'Uruguay

il blocco a Buenos Aires. La lotta tra l'Oribe e il Rivera , n~lla quale r accolse larga messe d i gloria Giuseppe Garibald i capitanando una legione d i volontari italiani e la piccola flotta uruguayana, si trascinò ancora a lungo, finchè nel 185r, strettasi un'alleanza tra Uruguay, Brasile e lo Stato di Entre-Rios, le loro truppe cost rinsero l'Oribe a levare l'assedio di Montevideo_ e lo sconfissero a Las Picdras (3 ottobre) liberando l' Uruguay da ogni ulteriore minaccia argentina. Non cessò col pericolo il battagliar dei partiti. Morto nel 1854 il Rivera, ven iva eletto presidente il generale Flores col favore dei Colorados, parte dei quali però si pose tosto ad avversarlo. Ricomparve I 'Oribe ad agitare il paese e il Flores per evitare spargimento di sangue preferì esulare. Nel 1864, avendo i l presidente provvisorio Aguirre, conser vatore, respinto certe pretese d'indennità avanzate dal Brasile, a ciò incoraggiato dalle p romesse di aiuto dal d ittatore del Paraguay, Lopez, truppe brasiliane, guidate dal Flores e fiancheggiate dalla flouiglia, entrarono nell'U., presero Paysandù (gennaio 1865) e costrinsero lo Aguirre a lasciare il potere al Flores che, sostenuto dai Colorados e dagli immigrati in gran p arte italiani, assunse nel febbraio la presiden7.a del governo. Ciò intimorì il Lopez che, vedendo nel trionfo del partito libera le uruguayano e nell'appoggio che a questo davano il governo brasiliano e il p residente argentino Mitre una minaccia pel suo

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paese e pei conservatori eh 'egli careggiava, non esito a prevenire audacemente i suoi nemici e ad irrompere nella provincia brasiliana del Mano Grosso. Ne derivò la guerra della Triplice Allea11za (V.) dopo la quale il Flores cadde v iaima d<ei Blancos (1868) e tosto scoppiò una sollevazione che solo nel 1872 potè essere dai Colorados soffocata. Da a llora l'U. se non fu turbato da guerre esterne, lo fu però da continue agitazioni intestine causate dalla lotta per i va ri partiti. Durante la conflagrazione mondiale, l'U. protestò nel 1917 contro la guerra sottomarina, e il 7 ottobre decise la rottura delle relazioni con la Germania confiscandone alcune navi, ma non prese parte effettiva alla lotta. Esercito del/'Un,guay. L'U. è retto a repubblica; ha una superficie d i Kmq. 187.000 con 1 .900.000 abitanti. II confine misura 1800 Km. d i cui 140 sull'Atlantico, 300 sul rio della Plata, 530 sul r io Uruguay, 770 col Brasile. Il presidente della repubblica è il capo supremo dell'esercito, assistito dal Ministero delJa Guerra e Marina. Il territorio è d iviso in 4 zone militari, alle quali corrispondono 4 brigate compost;: delle varie arm i, che in tempo di guerra si riuniscono in 2 d ivis. Ciascuna di queste comprende 3 rcgg. di fante1ia (in tutto 19 bgl.), un regg. d'art. a cavallo e: da montagna, su 3 gruppi d i 3 btr., 9 regg. di cavalleria su 3 sqdr., 3 squadriglie d'aviaz ione, 4 bgl. (ferrovieri, pontieri, zappatori, elettricisti) del genio e servizi. Effettivi di bilancio : ufficiali 818, truppa 7314. II reclutamento è volontario; in tempo d i guerra il servizio inilitare è obbligatorio. La marina ha un vecchio incrociatore d i 2050 tonn. annato con IV 152 e VI 47, e 7 n avi minori.

Usbekistan. ReF'ubblica sovietica del l'U.R.S.S., fra l'Amu Daria e il Sir Daria, territorio corrispondente all'ant. T urchestan e poi ai Kanati d i Chiva e di Boccara. Superficie 1 60 .000 Kmq., ab. 4.300.000, capitale Tashkent. Vi esisteva un emirato che fu abolito nel 1920 sotto la pressione del movimento sovietico. La repubblica venne fondata nel 1 924. Il nome deriva dagli Usbeki, popolo che fu sottomesso dagli Arabi nel VII , dai Turchi nel X e dai Mongoli nel XIII secolo. La peiletrazione turca nel paese si iniziò nel sec. XVIII ed ebbe alternative d i successi e d i insuccessi fino al 186r, anno ne! quale l'esercito moscovita sconfisse presso lrdschar le truppe dell'emiro di Boccara, il quale, battuto definitivamente presso Samarcanda (1868) dovette rassegnarsi a subire durissime condizioni di pace, d ivenendo vassallo della Russia . Nel 1876 vi fu o rganiz·zato un esercito sul modello russo, e il paese rimase nell'orbita dcli 'impero moscovita. Usbergo, Cotta di maglia, fatta d i metallo scelto e più fine, colla maglia artisticamente lavorata come intreccio dei fili. Aveva le maniche e i calzoni, e quasi sempre anche il cap-puccio . Era concesso di portarlo solo ai nobili rivestiti almeno del titolo di cavaliere; generalmente veniva indossato solo nelle grandi occasioni. Uscana, Ant. città dell 'Illiria , presso la Macedo nia. i. Ftlzione di Uscana (170 a. C .). Appartiene alla terza

guerra Macedonica. Il legato Appio Claudio, tratto in in ganno da finti messi della città, difesa da un presid io macedone, i quali gli fecero intravvedere <li potergli consegnare la terra, se si fosse accostato alle mura, si avviò ad U., dopo aver lasciato 1000 uomini nell 'accampamento . Ma tosto il nemico sboccò da due porte ad un tempo, e i Romani si diedero a precipitosa fuga lasciando t iù morti nel fuggire che nel combattere: appena 2000 col legato ricoveraronsi nel campo.


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Il. Assedio di Usca11a (169 a. C.). Ap1>artiene alla terza guerra Macedonica e fu impresa da Pe rseo , ultimo re dei Macedoni. La città aveva un p residio romano e alquanta g ioYencù illirica . Il re l:;i investì da ogn i parte : i difensori,

c redendo che i Macedon i non avrebbero potuto reggere lungamente allo scoperto per 1·asprezza dd.l 'inverno e che gli aiuti roman i non si sarebbero fatti n1olto aspettare, si d ifendevano ostinatamente. Ma come videro innalzare le to rri, vennero a patti chiedendo e otte11endo d i uscire a rmati e con le loro cose. 11 re p romise tutto, ma, fottili usci re, prima li d isarmò, poscia li fece p rigioni.

Usciere (o Ippagogo, o Passacavallo). Nella marina velica era cosl chiamata la nave atta special mente al trasporto de i cavalli. Ebbe dopo gli altri no mi quel lo d i U. da una grande porta a fior d 'acqua situata all 'estremità d i poppa, per la quale si facevano entrare ed uscire i cavalli. Compiuto il carico, si chiudeva l'llscio e si calafatava, trovandosi la parte in feriore prcssochè sotto la linea d 'immersione. Nei cantieri veneziani se ne costru irono i n buon nu~ mero per le flotte d à . g uerra . Gli U. avevano p iù di un ponte e<l i cavall i erano collocati in due ordini, uno sovrapposto all'a ltro; rimanendovi ancora spazio bastante per i foraggi ed il . ricovero d ei rnarioari. Nelle varie e poche queste navi onerar ie furono costruite di diverse g randezze. Gli Ip pagoghi d i Cesare per la conquista della Gran Bretagna potrnvano 25 cavalli; nel sec. XVI si costruirono navi con scuderie e forniment i per cento cavalli. Uscocchi. Tribù d 'origine slava, rifugiatasi nell'Albania, nella Croazia e nella Dalmazia, famosa per le sue pirater ie nell 'Ad riatico. Con tale nome si designavano al principio del sec. XVI gli abitanti <ldl 'interno che, sotto la pressione dei Tu rchi, si rifugia vano sulle coste dell'Adriatico, meno accessibi li agli invasori. Unico loro mezzo di sussistenza era la pi rateria; dai loro nascondigli. inaccessibil i alle grosse navi, si gettavano con certe barche piatte suHc navi 1ncr camili turche e le predavano. Segna , in fondo al Quarnaro, fo loro assegnata dall'imperatore d i Germania come sede e ca pitale. Cresciuti rapidamen te <li numero, non rispe ttarono più neppure le nav i cristiane, e, allettati dalla preda, com inciarono a molestare anche le coste della Dalmazia. TI papa, gli Stati costieri , i Turchi si lamentavano a Venezia. pcrc hè non liberava il mare da quei corsari, cd essa presenlttva i lamenti ali "imperatore. Massim iliano li p rendeva ogni tanto qualche U. e lo faceva impiccare, ma non provvedeva efficacemente. F ina lmente i Veneziani, inca lzati dai Turchi e m inacciati essi stessi , nel 1615 rup pero guerra a!J"jmperatore, invasero il Friuli austriaco e demolirono molte borgate litoranee che servivano di ricovero agli U . La guerra, a cui p resero parte diversi altri Stati, si protrasse con alterne vicende fino al settembre del r6r7 , e venne chiusa con la pace d i Madrid , in base alla quale g li U. furono trasportati dal!' Austria sul territorio di confine, ove servirono di barriera cont ro i Turchi . U sellus. Comune in prov. d i Cagliari , alle falde del monte Arei. Rovine d i fortificazioni romane. Nel n8, fu assalito e saccheggiato da piratl barbareschi, che fecero strage degli abitami. Nel 1474. ccn la mediazione del re Ferdinando dj Napoli, vi fu conclusa una pace fra Leonardo d ' Alago n e il viccrè Nicolò Carro.:, ma ebbe corra durata.

Ussani (Ferdi1Jando). Generale, Jl. a Napoli nel 1858. Sottot. d i fanteria nel 1877, d ivenne colonnello nel 1909. Comand ò il 44° e poi il 20° fanteria e partec ipò alle cam. pagne libiche d el r9r2 e 1913. Magg. generale nel 1914,

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ebbe il comando de lla brigata Como e con essa entrò in guerra contro l'Aust ria . In P. A . nel 1919, assùnse nel r923 il g rado d i generale di d ivis . e 11cl 1927 fu collocato a riposo .

U ssari (Reggimento). V . Piacenza, Ussari Rossi, Roscio,·i. Usrnri. Reggimento (1° Ussari cisalpino) costituito a Milano nel n9S dalla Repubblica Cisalpina, con 2 sg<lr . forinati a Brescia e a Verona, 1 a Mila no, 1 con volontari bolognesi e romagnoli . Nel 1799 fece parte della divis. Montrichard e nel 1800 dell'esercito d el Buonaparte . Nel r 805 prese il nome d i Dragoni della Regina.

Ussari di Mud(le Flugga. Nome dato dag li Inglesi alla sguadra d i incrociator i, costituita nel 1914 con vecchie navi d i circa 7000 tonnellate . Il 1,ome di M. F. le venne d a una base <lclla squadra alla punta sette1~trionale dcli'isola .di Shetland. Nella p rimavera d el 1915 gli incrociatori furono sostituiti con piroscafi ausi liari nella loro missione di vjgilanza. IO"

Ussaro (o .Ussero). In contrapposto all'ulano, l 'U. rappresenta i l tipo della cavaller ia leggera . I primi, nel secolo x rv, non erano al tro ch e un a m,lizia nazionale ungherese a cavallo, chiamata in caso d i guerra, col sistema di reclut;1men to obbligatorio d i un ~iuad ino ogni venti. Coli 'anda re <lei tempo , e con lo stato di g uerra interrotto da brev i periodi di pace, la mil izia a cavallo d ivenne stabile, e gli 'U . all'inizio d el secolo XVI! furono organizzati in modo permanc1,te, quale nucleo delle forze m ii. d cl1'Ungheria, ta prova data da essi durante le guerre contro i Turch i, nella g uerra per la Successione d i Spagna, ne fece adottare la isrituzi<,ne anche in Prussia , dove per merito di Federico [l e del Seydlitz, gl i U. vennero perfezionati ed i m piegati tatticamente in modo consentaneo al loro carattere di cavalleria leggera. Napoleone I li intrO-

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Ussaro francese del 1793

d usse anche in Francia, dove nelle p rime guerre d el la rivoluzione la cavalleria, specie leggera, era assai male organizzata 1 1-~co istruita, scarsamente armata. L'U. originario ungheYese era montato su cavall i piccoli e veloci, ed era armato di sciabola lunga , leggermente curva, e di d ue pistole. La sua divisa era ricchissima, con colbacco e il caratteristico « <lolman ». Ven iva impiegato specialmente nell"esplorazione, vicina e lontana, e nelle perlustrazioni d i località, paesi e zone boscose . Non meno efficace e ra il loro impiego co,ne arma d'urto; e più tardi, quando fu1ono armati anche d i carabina, divennero assai abili nel concorrere alle occupazion~ di posti avanzati, o laterali, con opportuni appie-


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damenti. Poco dopo le guerre della rivol uz ione fra ncese , gli U. s'erano d iffusi in tutti i principali Stati europei., ed anzi la cavalleria, di mano in mano che la lancia cadeva in d isuso, ebbe in essi il suo maggiore cnntingente . Alla vigiiia del la g uerra Mondiale !'esercito aust ro-ungarico ne

che, uccisa la scarsa gua rnigione, condussero in schiavitù

la ropolazione. Nel 1763, francesco I Yi fece erigere alcuni forti, uno dei q uali detto della Falconara, e vi stabilì una g uarnigione; cessarono allora le incursioni barbaresche.

Ustica . Goletta a motore, d i r98 tonn. entrata in ser vizio come nave sussid iaria nel 19,6 e radiata nel 1919.

U telle. Comune della F rancia , nel <l ip . del le Alpi marittime. Durante la campagna del r 793, le forze fra11cesi dell"Armata d' Ital ia, poste alla sr. della linea di schiera1nento cd agli ordini del gcn . Dugomnlier, che aveva il suo Q . G. a U., nella notte dai 21 al 22 ottobre, furono attaccate d i sorpresa dagli Austro-Sard i, che guarnirono le alture circostaoti al paese per piombare a giorno sull'abitato . I post i òel Diamante e d i Colle della Madonna, che lo dom inano, furono occupat i d i viva forza . Ma i l geo. Dugommier , al primo allarme , aveva disposto che fosse occupata la stretu rocciosa che, costituendo passaggio obbligato per gli assal itori, e~l la ch iave d i protezione del paese. L 'estinzione <li ogni fuoco e il silenzio dei d ifensori appostati al varco favoriron0 l'improvvisa reazione della difesa,

Ussaro russo della gua,·d ia imperiale (1799)

aveva 26 regg ., compresi ro della Landwehr ungherese; la Pranda 14, la Germania 2. In Germania poi vi erano gli V. del!(, Morte, istituiti all'epoca delle guerre napoleoniche, Jn Ita lia la denomina7.ionc non fu adottata per la cavalieria leggera; solo i l rcgg. cavalleggeri di Piacenza fu in principio chiamato U. di Piacenza.

Usseri, Compagnia costituita nel 1734 a T orino ; servì d i nucleo al regg. Dragoni della Regi na (1736). Usseri. 13° reggimento cost ituito dai Francesi a Firenze e Roma nel r9t3, assorbito poco dopo <lai r 4~ regg. U., costituito nello stesso anno a Vercelli. Usseri Piemontesi. Costituit, nel luglio 1800 dai Francesi, al comando del conte Armando G rosso, su 2 sqdr ., portat i a 4 nell'agosto, passarono un anno d opo a far parte dell 'eserciro francese, diventando il 17° Cacciatori a cavallo e il 26° nel maggio 1802. Si d istinse ad Austerl irz, a Vimeiro, a Ciu<lad Rod rigo, ad J\rapilcs, e ,fu sciollO nel

ch'ebbe faci le sopravvento, con un m igliaio d i uomini, sulla colonna avversaria, ch iusa neH'angusto sentiero senza possibilità di adeguato spiegame nto. Essa perciò ripiegò in disordine, inseguita dappresso, p erdendo 800 prigionieri.

Utica. Città dell'Africa, presso la foce del Bagrada , e distante da Cartagine poco più d i 30 K m. Le guerre fra i Vandali e gli Arabi le procurarono immensi danni, finchè in fine del VII secolo fu d istrutta dagli Arabi, dopo che questi p resso la città ebbero sconfitto i Bizantini (696). Fazione di Utica (203 a. C .~. Appartiene alla seconda guerra Pun ica e fu portata felicemente e termine dal proconsole P. Cornelio Scipione. Costui mentre assediava U. il cui possesso sarebbe stato un saldo p un to d 'appoggio con trn Cartagine, venne informato dcli 'arrivo di Sifacc, re della Num idia, con 5 0 . 000 font i e 10.o<,o cavalli, e di Asd rubale con 30. 000 fanti e 3000 cavalli. Scipione to lse sollecitamente l'assedio e si accampò ad est della città, traendo a terra anche la flotta. E mentre i due eserciti d i Siface e d i Asdrubale erano accam!_)ati in due alloggiamenti separati, aprì trattative con Sifacc, servendosi degli ufficiali che

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maggio r8r4.

Usseri d'argento. Compagn ia costituita nel.· genn aio Tì98 a .Modena, con uniforme cosl elegante e sfa rzosa da merita re quel nome . Fu sciolta nel febbra io dello stesso anno; suoi componenti passarono alla cavalleria cisalpina.

Ussun Cassan (o Uz u111 Casan) . Re turco <l i Persia, m. nel 1478. S"impadronì <iello Stato spodestandone la d inastia del Mon tone Nero. Per istigazione della rer ubblica d i Venezia invase l' Asia l\·finore e riportò successi considerevoli, t anto che era vicino a r idurla in suo potere, se la

CLASSE C.'\RTA GINESE

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morte non avesse troncato le sue operazion i.

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Ustica. Isola del Mare Tirreno, a nord della Sicilia, in prov . <li Palermo, lunga 6 Km. e larga 4 . Anticamemc

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(u abitata dai Fenici, poi dai Car taginesi. Durnntc l 'epoca romana vi si stabil irollo colooie ; cadde poi in mano dei Saraceni ai quali la tolsero i Normann i, ma i Saraceni la _ripresero nel sec. XJV , portarono via gli abitanti , e ne fc~ cero loro base per le incursioni nel Tirreno. D iversi te ntat ivi per occuparla e popolarla, fatti dal governo spagnuolo, non riusci rono; tutto fu nuovamente distrutto dai Saracen i

B attag lia di Utica (203 a. C.)

trattavano per riconoscere esa ttamente i camr i e le forze del nemico. Quindi ruppe le trattati ve, r imise le navi in acqua e le fornì di macch ine, facendo fir. ta d'assediare di nuovo U . dalla pane del mare. Con 2000 fanti occupò nuovamente il colle sovrastante alla città e lo rafforzò . Una


l UTI

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notte, uscito improvvisamente dal campo, fece dar fuoco agli alloggiamenti di Siface e lanciò all 'attacco le truppe di Lelio e di Massinissa, che fecero st rage delle genti di Siface. I Cartaginesi frattanto, vedendo le fi.1mme e supponendo che il campo dei Numidi si fosse incend iato per caso fortuito, accorsero in parte per recare aiuto. Di ciò approfittò Scirione per piombare sul loro campo, appiccarvi il fuoco, unire anche i Cartaginesi in una sola e stessa strage. Asdrubale e Siface, con 2000 fanti e 500 cavalli, scamparono dall'eccid io. Al d ir d i Livio 40 .000 furono gli ucc1s1 e 5000 i prigionieri. II. Fazione n(lvale di Utica (203 a. C.). Appartiene alia seconda guerra Punica e fu impresa dalla flotta cartaginese, mentre i Romani agli ordini del proconsole P. Cornelio Scipione assediavano la cictà . Egli, all 'arrivo del nemico, oppose un ordine quadruplicato di navi da carico allacciate saldamente tra loro con ponti gittati da un bordo ali 'altro, allestiti con alberi e con le antenne d i ciascuna nave, legati tea loro con forti funi. Vi fece quindi sa]iré circa mille combattenti e vi ammassò grande quantità d'anni da gitto: lo scarso numero di triremi d i cui d isponeva schierò dietro alle onerarie. I Cartaginesi avanzarono e sferrarono l'attacco. Scrive Livio che la lotta offerse l'immagine di navi assaltanti una fortezza, tanto p iù che le navi onerarie romane .superavano alquanto in altezza Jc rostrate dei Cartaginesi. 1 quali riuscirono a rompere i ponti della prima fila e a prenderne le navi; appena ebbero tempo i combattenti di passare al secondo ordine di navi. Sei onerarie romane furono rimorchiate a Cartagine, ma il successo dei Cartaginesi fu quello solo. III. Batta.glia di Utica (So a, C.). Appartiene alle guerre Civili tra Mario e Silla, e fu combattuta e vinta dal sillano Cneo Pompeo Magno contro il mariano Cneo Dom izio Enobarbo collegatosi col re numidico Jarba . Domizio perì; Jarba fu preso mentre fuggiva e mandato · a morte, e per successore gli fu dato Jempsale. IV. Battaglia presso Utica (49 a. C.). Appartiene alla guerra Civile t ra Pompeo e Cesare. C. Curione, governatore di Cesare in Sicilia, sbarcato con due legioni e cinquecento cavalieri in Africa, marcia verso U. contro il pompeiano P. Azio Varo. Al primo u rto la. cavalleria pompeiana dell'avanguardia viene sbaragliata, e la fanteria leggera accerchiata e trucidata. A tal vista l'esercito di Varo rimane sbigottito. Tosto Curione avanza contro Varo; i soldati di quest'ultimo, tèmendo di essere circondati dalla cavalleria nemica, appena arrivato il nemico a tirù di freccia, voltano le spalle e si" rifugiano nell'accampamento. Nella fuga perdono 600 morti e 1000 feriti. Dopo questa battaglia Varo si ritira coi suoi in U., e Curione la stringe d'asse<lio.

Utr echt (ant. Traiectus ad Rhenum). Òttà dell'Olanda, capo!. di prov. sul Krommc Rijn. Fu nel sec. XVI fortificata con cinta quadrilatera, bastionata; nel sec. XIX venne trasformata in campo trincerato. I. Unione di Utrecht (23 genna io ,579). Patto di alleanza contro la Spagna, concluso dalle sette provincie protestanti settentrional i dei Paesi Bassi, allo scopo di proseguire la guerra detta di Fiandra .

UxE

II. Trattato di Utrecht (o della Barriera: questo nome prese anche il trattato successivo). Concluso il 29 ottobre r709 fra Inghilterra e Olanda. La prima si impegna ad appoggiare l'Olanda per il mantenimento dei Paesi Bassi spa. gnuoli sotto il suo dominio, fino_ a Lilla, Tournai e ad altre città eventualmente prese alla Francia. L'Olanda si impegna ad appoggiare la contraente nei diritti della casa d i Annover alla successione al trono d 'Inghilterra.

Le fortificazioni di Utrecht nel secolo XVII

Ili. Trattato di Utrecht (30 gennaio r713). Tra Inghilterra e Olanda. Annullato il trattato precedente, si conviene che i Paesi Bassi spagnuoli servano di barriera ali 'Olanda contro la Francia ; l'Jnghilterra si obbliga ad appoggiarla con 20 navi e 10.000 fanti.

IV. Tmttato di Utn·cl,t (11 aprile-30 agosto 1713). Concluso fra Inghilterra, Francia, Olanda, Portogallo, Prussia, Savoia, pone fine alla guerra per la Successione d i Spagna. L'Inghilterra ottiene Gibilterra (occupata dalle sue forze nel 1704), l'isola di Terranova, la Nuova Scozia. Vittorio Amedeo di Savoia ottiene la Sicilia col titolo di re e riporta il confine dei suoi Stati alla cresta alpina, oltre a tenere la Savoia. Filippo V di Spagna rinuncia ad ogni d iritto a l trono di Francia. L 'elettore del Brandeburgo diviene re di Prussia. La F~ancia si assicura il possesso delle città di Aire, Béthunc, Lilla, ma perde alcune colonie a favore dell 'Inghilterra. L'Olanda ottiene alcune città delle Fiandre già spagnuole. - Questo trattato i: connesso con quello di Rasrndt, conduso quando anche l' impero si decise a desistere dalla guerra.

U-tse. Generale <l'esercito cinese, del regno di Uei (4~5 a . C.). Al suo nome si intitola uno dei sei libri classici cinesi di scienza n1ilitare, sui quali venivano esan1i-

nati gli aspiranti al grado di ufficiale nel! 'esercito cinese, sino a tutto il secolo scorso.

Utter. Armaiuolo polacco di Varsavia, del secolo XVIII . Costruì nel 1759 un archibugio a ruota con canna rigata, che portò il suo nome. Uxellodunum. V . Luzech.

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Vaal Kranz. Collina del Nata!, a oriente dello Spio11 Kop (V.).

Lavorò poi alle fortificazioni di Bilbao e fu promosso capo bgl. per merito. Kel 1813-1814 partecipò alla campagna d'Hliria. Lasciaro il servizio nel 1814, lo riprese nel 1825 in Austria. Fu vicedirettore <lei genio a Olmiitz e colonnello nel r833. Nel ,839 venne promosso generale e nel 1847 tenente maresciallo. Scrisse l'opera: « Storia delle campagne e degli assedi degli Italiani in lspagna » .

Combattimt:11/0 di Vaa/ Kra11::;. Appartiene alla guerra Anglo-boera. Il gen. inglese Iluller, disponen<lo Vaca11i Augusto. Generale, n. a Pisa nel 1875. Sottot. sui primi di febbraio di dei bersaglieri nel 1895, fu in Libia nel 1914 e poi partecirca 30.000 u., decise di cipò a lla guerra contro l'Austria. In essa comandò i l 275° attaccare le linee boere su l e poi I '84<> fanteria, divenne colonnello nel H)r8 e meritò frontè Spion Kor--Doorn una me<l. d'argento e due di bronzo. Nel 1926 ebbe il Kloof, puntando risolu1i,•acomando del 5" bersaglieri. Generale di brigata nel 1931, mente sul centro, a V. K. comandò la I 7~ brigata d i fanteria e nel 1932 fu n ominato La brigata Winnc, il 5 isrettore d i mobilitazione della d ivis. di Novara. febbraio, pro1c1ta da 5 btr. e appoggiata dalla brigata Vacanza navale. Accordo fra le varie Potenze maritLyttelton, attaccò al ma11ino le posizioni boere di Brakfontime, inteso a sospendere, per u11 determinalo periodo <li cein, fermandosi a 800 m. di distanza dalle medesime. Verso tempo, la prosecuzione d i ogni programma navale, o per il mezzogiorno si iniziava l 'a,;ione risolutiva contro la posilo meno a limitare le costruzioni in maniera ben definita. zione di V. K. concentrandovisi il fuoco di 70 cannoni. La V. può essere generale o particolare: dicesi generale La b,:igata Lyueltoo in iziava l'attacco; nel b fattoria di quariclo è estesa a tutte le categorie di navi da guerra ; Monger's Farm, sistemata a difesa, i Boeri opponevano particolare quando è limitata solo ad alcune categorie. fiera resistenza, di cui gli Inglesi riuscivano però ad avere li suo scopo è quello di evitare od almeno di ridurre la ragione: alle 15 cadeva il saliente 'di V. K. Ma non potecorsa agli armamenti, con relativo riflesso su!l"economia rono progredire oltre, essendo battuti dalle posizioni di generale delle Nazioni. Per esempio il trattato d i Londra Spion Kop e di Brakfontein: dopo le 18 la brigata fu (1930) rappresenta una V. N. yarticola re, pcrchè impedisce costretta a ripiegare sul versante occidentale dell'altura, do,•e che le nazioni firmatarie costruiscano nuove navi di linea si trincerò sotto il fuoco nemico. La mattina de l 6 il duello fino al 1936, ad eccezione della Francia e dell"Italia, a delle artiglierie si riaccese con vantaggio dei 0oeri, perchè · cui è concessa la costruzione d i un tonnellaggio definito in dotati di canooni di maggiore portata e perchè nella noue base al trattato di Washington (1922). avevano trasportato da Ladysmith sul Doorn Cloof unb dei Vacatio, Imm uni tà da ogni servizio e dovere militare, loro g rossi rezzi Creusot, ad affusto a eclisse. Verso le presso i Romani. Spe11ava a chi avesse raggiunto il cin16 i tiratori Boeri, avvicinatisi al coperto, e sostenuti da quantesimo anno d'età, ai sacerdoti, ai pubblici magistrati. una mitragliatrice, attaccarono la posizione britannica; conTalora il Senato la concedeva spontaneamente, perpenua o trattaccati alla baionetta, dopo un primo momento favoretemporanea, a chi avesse combattuto valorosamente : ne trovole dovettero rip iegare. Nella notte seguente la brigata viamo un esem pio in Livio, quando fu concesso ai soldati Hildyard sostitul quella Lyttclton. Un attacco notturno dei di Preneste il doppio stipendio e la V. per cinque anni. Boeri fu respinto, e al mattino del 7 la linea britannica si Si otteneva anche per una malania o per qualche difetto: era sistemata in modo da affrontare in condizioni migliori allora intervenivano i censori, per vigilare che non avveil fuoco nemico che riprese violento, La giornata passò senz.a nissero inganni. - Si chiamò inoltre V. quel permesso di avvenimenti notevoli; il gcn. Buller, che aveva creduto il evirare per un certo tempo le fatiche più dure, che i cenV. K. chiave della posizione nemica, si accorse troppo tardi turioni potevano dare ai loro soldati, ricevendone compenso che i suoi sforz i si erano rivolti a una posizione secor1pecuniario : ciò produceva spesso gravi inconvenienti e madaria , cinta d'ogni intorno da una linea di vette dominanti . lumori, e fu abolito da Ottone, il quale volle che il prezzo 11 7, alle 23, la brigata Hildyard ripassò il Tugcla e la della V. fosse pagato dal fisco. Vi erano poi alcuni casi manina dcl1 '8 tutte le truppe erano in piena ritirata, insedi gravi pericoli, in cui non si concedeva la V . a nessuno gu ite dalle u ltime cannonate del nemico. e per nessun motivo. (V. Tumultuari). Vacani (barone Camillo). Generale e scrittore mii., n. e Vacca. Ant. città della Numidia, al s:id-ovcst di Utica. m . a Milano (1785-1862). Ufficiale del genio dell'esercito ci. salpino, si segnalò nelle guerre d i Sr:igna. Fu il primo a<l entrare in Tarragona (1811) meritando la lcgion d"onorc.

Eccidio di VaG"Ca (109 a . C.). Appartiene alla guerra C iugurtina. Il console Q. Cecilio Me1cllo, quando il re Giu-


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gl1rta tratt:wa la paceJ aveva posto p resid io a V., ma i cittadini in un dato giorno si sollevarono e massacrarono i ,oldati romani. Metello accorse subito sul posto, ma non mise in 1nthtra )e Ìn\cgne, cosicchè i cittadini, credendo che si trattasse dell'e,crci to d i G iugurta, gli uscirono incontro. Ma allo ra cavalieri e fanti romani, dato il segnc., e scagliatisi ,ui cittadini, ne fecero strage, invadendo ,ubito dopo la città, che fu posta a sacco e devastata. Vacca Al/Ionio. I ngcg11crc mi i. ferrarese del scc. XVI. A! ,cn·izio <lei duca Al fon~o, la\'OrÌl alla fortificaLione ba,tionata cli Ferrara e 4uan<lo questa passò alla Chiesa seguì a Modena gli Estensi (1597). Vacca Giovanni. Ammiraglio, n . e m. a Napoli (18rn18;9). Entrato in ,crvizio nei 1 Sul, divenne contrammiraglio nel 186o. Partecipò alla spedizione ~li Tripoli nel 1828, a quella di Tunisi nel 1832, a qudla di Sicilia nel 18~9. Fu tra i primi ufficial i della ma rina n:ipoletana ad aderire all'impresa garibaldina, Nella guerra ciel 1866 comandò a Lissa la <livis, delle 113vi non corazzate. f u de puta to <l i AltamUJ:a al Parlamento, nella VIII lcgislacura.

Vacca Giovanni

Vacca Luigi. Generale (,836-1911) . Alfiere <lei corpo del genio delle D ue S icilie nel 1855, Jl(ll"lecipò alle campagne del 186o-61. Colonnello comandante il 4° genio pontieri nel 1883, fu promosso magg. generale nel 1891, comandò la brigata Lo mbardia e nel 1896 andò in P. A, divenendo nel 1898 magg . generale,

fu inseg nante d al 1888 al 1893 alla Scuob d i tiro d i fanteria a Parma, e dal 18()8 a\ 1910 di arte e storia mii. all'Accademia navale <li Livorno. Dal 1912 al 1916 fu in Libia, e vi guadagnò una mccl , d'argento e la croce di cav. , ld l'O. M . S ,, raggi ungendo nel 1915 il grado di colonnello. Nel 1915 rientrò in ~':!tria c<l ebbe il comando della brigarn Barletta e la promozione a magg. generale; nel 1917 fu nominato capo di S. M. della 3• annata. Nell'aprile 1918 assunse il comando del XXII C. ,d'i\ . e poco dopo era promosso ten. generale. Nel ,9 19 fu ancora per qualche mese capo di S. M. della 3" armata. . 'cl 1920 fu nominato sottocapo di S. M. dell'Escr.:ito, e capo <lei medesimo nel 1921, Nel r923 ebbe il comando del C. d'A. di T rie,ce, e poi di quello di Roma, pa.ssando in P. i\. nel 1932. Guadagnò nella guerra Mondiale una mcd. d'argento e le croci di uff., di comm. e <li gr. uff. del1'0. M , S, L a medaglia d'oro gli fu conferita con la seg ue nte motivazio ne: « Di fronte ad una gra,·issima e minaccio,~ situazione verificatasi nel settore dd corpo d'armata ai suoi ordini, lasciato il suo posto cli comando, si portava risol utamente frn le oscillanti o nuatc delle fanterie, e.d infiammandole cun la vibrata parola e col fulgido esempio nel pi,, sereno sprezzo ciel pericolo, le lanciava ad impetuoso attacco contro il nem ico gi~ imbaldanzito, risolvendo, col suo personale intervento cd a favore del le nostre armi, le sorti clell 'aspra giornata. In una precedente circostanza, comandante di una brigata, dopo a,·cr condotto due \'Olte brillantemente le proprie truppe alla conq uista dell 'obieuivo assegnatogli in un momento critico del r ipiegamento, interveniva prontamente e<I energicamente coi meni a disposi.:ione, fermando e riconducendo al combauimento militari dispersi e fuggiaschi al grido di ,, Viva l'ltalial » . (Montello, 19 giug no 1918, Castag ncvizza 23-24 maggio 1917),

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VaC<"a-M"ggiolini /lrltlro. Gcnemlc, n. a Pinerolo nel

18;2. Sottot. d'art. nel 1892, partecipò alla campagna eritrea <Id 1895-96 e meritò a<l Adua una mcd. di bronzo. Nella guerra contrq l'Austria d ivenne colonnello nel 1917 e mericò la med. d'argento e la croce di cav. dell'O.M.S. Nel 1919 fu in Libia e dopo fu insegnante alla Scuola di guerra. !\cl 1924 ebbe il comando del 1° art. pesante. Generale d i br igata comandante la 7• brigata di fan teria nel 1925, fu addeuo al comando del corpo <li S. M. due anni dopo. Generale <li divis. comandante la clivis. mii. di Trieste nel 1929, ·ebbe nel 1932 il comando in 2& del corpo <li S . M. Nel 1933 Iu promosso generale d i C . d'A . comandante il C . d·A. <li Bologna . P ubblicò un'opera su: " La guerra nei secoli XVlfl e XIX •·

Vacca neo (Cesare). Ammiraglio. m. a Firenze nel 1872, entrato in serviz io nel 1887, promosso contram m ir . nel 1925, amm iragl io di divis . in P. A. nel 1929, collocato a riposo nel 1930. Prese 9artc alla campagna di Estremo Oriente, alla guerra ltalo-tu, ca e alla guerra Mondiale: in quest'ul tima g uadagnò 1.1na mcd. d i bro nzo e due d 'argento , Vaccari (Gaetano). Generale, n. nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1881, di,·ennc colonnello nel 1915, comandò il 94° fan teria e con esso entrò i n g uerra cont ro l 'Austria, Magg. generale comandun te la brigata Com o nel 1916, ebbe nel 1917 il comando della brigata Campania, In P. 1\, nel 1918, assunse nel 1923 il grado di generale di divis. e nel 1930 passò nella riserva, Vaccari Giuseppe Generale, 111« laglia d'o ro, n. a M o ntcbello Vicentino nel 1866. Sottot. dei bersagl ieri nel ,881

Vaccari Gaetano

Vaccari ç;iuseppe

Vaccari Antonio. Generale medico della R. Marina, n. a Modena nel 1867. E::traro io servizio nel 1889, fu collocato in P , A . nel 1927 e promosso magg. generale medico. Prese pa rte alla g uerra !talo-turca cd alla guerra M ond ia le . F u direttore di sanità a La Spezia dal 1923 al 1927. Vaccari si (Achille) . Generale, 11. ad Avola nel 1877. Sotto t. d'art. nel 1898, fu i11 L ibia nel J9 r4 e in g uerra nel 1915. 1918; merilò la mcd. di bronzo sul M . Cengio e divenne colonnello nel 1917, Comandante il 22" an, nel 1924, divenne generale cli brigata comandante l'art. del C . d 'A. d i Na poli nel 1930 e fu addetto al coman<.lo dc,ignato d 'armata d i Bologna d ue anni doro, Generale di di vis. nel 1933, ebbe il comando delb divis. di Catanzaro.


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Vacchelli (Nicola) . Generale, n. a Cremona, m. a F irenze (18io-1932) . Sottot. d 'art. nel 1Bgo, fu in Libia nel r 912 I.' partecipò alle campagne del 1915 e 1916 contro l' Austria, come capo del servizio Cartografico del Comando Supremo. Colo nnello nd 1916, fu promosso brigad iere generale per meriti eccezionali 11d 1919. Per molti anni fu d irettore dell 'Istituto geografico m ilitare;

nel 1928 fu promosso gener ale d i d ivis. Deputato per la Lombard ia nella XXVII e nella XXVIII legislatura, fra le molte cariche <la lui coperte, fu presidente delb Vacchclli Nicola commissione geode tica italjana , presidente del comit,uo geografico italiano e vicepresideo tc dell' unio ne gcogr;ifica internazionale .

vaccinazioni. Appartengono alle misure <li p rofilassi, determinando la immunizzazione d iretta contro le m alatti~ infettive. Nel R. Ese rcito vie ne !1ratìcata sisce.rnaticamcnte

q uella antivaiolosa alle reclute appena giungono ai corpi, nonchè a tutti i militari alle armi in caso <li m;naccia d i epidemia, o q uando si sia man ifestato un caso di vaiuolo nella caserma . Altra V. è quella antitifica , resa obbligatoria nell'esercito con legge del 1917; essa deve eseguirsi alle reclute a distanza di venti giorni da quella antivaiolosa ed ai militari della classe anziana di no nna prima dcli '~rri vo del le reclute al rnr90. La V . anticolerica viene eseguita in presenza dell'epidemia . Vanno ricordate infine le vaccinazio ni preventive contro la peste, specialmente per il personale addetto. alla cura, assistenza e tr~sporto degli am malati.

Vachtendonk. Citt1, della Germania, sul Niers. Venne fortificata nel sec. XVI.

Assedio di Vucl,tendonl( (<licembre 1588). Appartiene alb guerra d i Fial)dra. La città e ra occupata (la una piccola g uarnigione olandese e le venne posto l'assedio dagli Spagnuoli, ag li o rdini del Mamfcld , alla fine d i novembre. L'~ssed io venne spinto con g rande attività e con largo uso d i artig lierie. Il 3 d icembre la piazza si arrese . Questo assed io è memorabile perchè per la prima volta vi vennero impiegate le bombe inventate" da un artificiere d i Venloo. Vacquer (Paileri, nob. Luigi). Generale, n . a Villanovafranca, m . a Roa1a ( 1845-1922). So ttot. di fanteria nel 1864, combattè nel 1866 e meritò la menzione onorevole. Colonnello comandante il 55° fanteria nel 18~2, fu in Erit rea nel 1895-96, d ivenne magg. generale nel 1898 e co mandò ., la brigata Marche e poi i Granatieri di Sardegna. T en. generale nel 1905, tenne il comando delle d ivis. d i Bari e di Bo logna . In P. A . nel 19ro, fu richiamato durante la guerra contro l'Austria e diresse al ministero Pufficio ri. cornpense al valo re .

Vacuo. Così era chiam,no il vano che scava tra la carica di polvere ed il proietto sferico, nelle artiglierie ad avancarica. Talvolta veniva riempito di sabbia, ma viù ge-

ner almente lo si lasciava v uoto, tanto più che in q uesto ultimo caso si otteneva un a gittata med ia alquanto super iore che no n colla sabbia di riempimento, e la deviazione laterale media era sensibilmen te inferiore .

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Vada. Frazione del Comune d i Rosignano M arittimo, in prov. d i L ivorno . I Pisani, nel m edioevo, fecero fort ificare e cingere di mura il vilbiggio, che nel q o5 cadde in mano <lei Fiorentini . Nel 1431 fu occupato dalle m ilizie milanesi del Piccinino, che dopo la pace lo restituirono a Firenze. Nel q52, ven ne assediata d alle truppe del re di Napoli, cd il castellano fio renti no la cedette loro per da . na ro; l 'anno seguente, i Na,2oletani, costre tti dai Fiorentin i

aò evacuare il castello, prima d i partire vi posero il fuoco.

Vado. Comune mar ittimo, in prov . di Savona, a breve d istanza dal capoluogo . Il 24 giugno 1795 vi avvenne un combattimento che appartiene alle guerre della Repubblica francese . Il borgo, occupato d a uu rerarto cE 2000 •1 . agli ord ini ciel ge n. Laha rpe, fu attaccato da forze superiori austro-piemontesi, ccrnandatc d al gen . Wall is, ma queste, d opo sette ore dl vani sforzi, dovettero b:1ttere in ritirata, inseguite sin presso Savona, d opo d i avere perduto un migliaio cli u. I Francesi perdcu ero circa 2 0 0 uomini. Vaes (o Waes). Comune del Belgio, ad ovest di Anversa. Un canale che da Gand cond uce a Brugcs nel XVII e XVIII secolo fu sistemato a d ifesa e prese il nome ò i (( linee di \ Taes >). Attacco alle linee di Vaes (1705). Appart iene alla g uerra per la Successione di Spag na . Mentre il d uca d i Marlborough era ad Amsear col g rosso dèlle forze, ave~a fasciato verso Anversa un corpo d i osservazjonc d i ~2 .000 uomjni agli o rdini del gen. Spa r. Difendeva le lince d i Vaes il conre De La Morhe co n 1rn corro vola nte e distaccamenti sulle linee . Lo Spar tentò d i im1iadronirsi di sorpresa delle l inee, e nella notte sul 4 agosto fece genarc due ponti su l cana le, impad ro nendosi delle lince e d i ci nq ue r idotte malg rado la resistenza delle truppe nemiche. Il successo fu d i scarsa durata, pcrchè l 'elettore r inforz,ì il corpo volante del Dc La Mothe e questi mosse con tr9ffensivamcnte. Di fronre alle forze superiori , e se:uza attenderne l'attacco, il gen . Spar abbandonò le linee dopo aver le demolite in parte, ed avere inchiodati i canno ni .

Vagabondi. Sorta di rematori nelle ga lere pont.ificie del scc. XVIII, tolti dalle st rade d i Roma ed obbligati al remo per un da to tempo, secondo gli editti sul vagabondaggio . Vaglia. I F . dei militari non differiscono affatto da quelli usati per tutti gli a lt ri cittadi ni, e posso no essere vostali o bancari, od assegni circolar i. Quello che ha imeressato il legislatore militare è , stato il poter trovare i"I modo d i pagare il dovuto a l reale titolare del V. A raie scopo il ritiro òei V . agli uffici postali dello Stato viene fatto dal .sottufficiale portalettere , il quale li distribuisce ai sottufficiali incaricati ' <li ciascuna cp. e q uesti a loro volta ai titolari. Il pagamento viene fatto d i solito nei giorni d i pagamento del sold o. Nei rig uard i dei fondi che occorrono ai corpi , reparti, ed uffici mi litari per ia gestione degli enti stessi, questi vengono provvisti dal M in istero del Tesoro a mezzo appunto <li V. , mandati od ordini d i paga merito. Essi devono essere richiesti d ai corri, e reparti, in tempo cd in misura tale da far fronte alle sµcse cd ai pagamenti period ici e stra0rd inari occorrenti. Vagliasindi (Càsimiro). Generale, 11. a Ranclazzo, m. a Milano (1861- 1920). Sottot. di fanteria nel 1882, d ivenne colonnello nel 19u, .e bbe il comando òcl 57° fanteri a che condusse in Libia, dove meritò due med. d' ~rgento. Magg. generale ne l t915, entrò in g uerra contro l'Austria al co-


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mando della br igata Caltanissetta e meritò una terza med. d "argento. Comandò la 47• divis. nel 19r6 e, ten. generale nel ·1918, la divis. mii. territoriale d i Messina.

Vagnone (Paolo). Ingegnere mii. del sec. XVI, n . a Trafo rello. Fortificò Cuneo alzando una cortina dalla parte del torrente Gesso e ricostruendo il bast ione del! 'Olmo e<I il Rivellino a Porta della Pieve; da] 1552-1553 lavorò ai bastioni di Carraglio e della Torretta. Vailate. V. Agnadello. Vaillant (conte Giovanni Battista Filiberto), Maresciallo d, F rancia e medaglia d 'oro italiana (1790-1872), Quale ufficiale del genio part~cipò alle campagne napoleoniche dal 1811 al 1815 segnalandosi a Ligny ed a Waterloo. Fu in Algeria nel 1830 e vi d iresse le fortificazioni. Maresciallo d i campo nel 1838, comandò la Scuola politecnica e poi di resse i lavori di fortificazione di Parigi. Luogocen. generale ne.I 1845, coman<lò il genio all'assedio d i Roma nel 1849. Maresciallo d i Francia nel 1851, fu m inistro della guerra nel 1854. Nella guerra d'Ital ia uel 1859, fu caf') d i S. M. dell'esercito imperiale francese e fu decorato dal re d'Italia della med, d'oro e cìella gran croce delJ'O.M.S. Nella campagna del 1870 la sua condotta fu criticata e dovette andare in , esilio. Scrisse un « Rapporto su lla situazione dell'Algeria n ,

Vaillant G . Battista

Vaitoianu Arturo

Vaillant Augusto Nicola . Ammiraglio francese (1793-1858). Contrammiraglio nel 1849, fo ministro della marina nel 1851. Nominato poco dopo governatore del le Antille, andò a riposo nel 1853.

V aitoianu (Arturo) . Generale romeno, n. nel 1864. Sottoten. del genio nel 1884, d ivenne generale di brigata nel 1915, d i divis. nel r 917, di corpo d'armata nel 1918. Partecipò alla guerra Mondiale, dove comandò la ro" <livis. e poi il I, il II, il IV corpo d'armata, la 2& armata. Fu poi ispettore· del corpo d'occupazione nella Bcssarabia, m inistro dell'interno, ministro della guerra, e presidente del consiglio nel 1919. Va iuolo. Questa malattia provocò • in passato gravi epidenùe nel le flotte, specialmente durante o perazioni guer. resche, presentemente, g razie alla rivaccinazione, è affatto scomparsa dall'armata. La guerra Mondiale è la prima nella storia che non sia st ata accompagnata da epidemie d i vaiuolo ; nonostante le frequenti occasioni d i contagio, l 'arm ata d masc indenne.

Valbella (Mot1tc). Si clev:1 a 13n m . a sud-est di Gall io, nell 'altipiano d'Asiago.

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Attacco del Monte Va/bella (1918). Ne fu incaricato i l

5° regg. bersaglieri (col Raggio). li 28 gennaio, dopo preparazione d'artiglieria , il reggimento sferrò l'attacco in tre col,rnne: il 14° bgl. da ovest, ii 460 di fr_onte, il 24° da est. A sostegno del 5° bersaglieri concorse il 14° bersaglieri cd i l 2° reparto <l 'assalto d irettamente, ed altre truppe che at taccarono altri punti della fronte nemica. La notte sopraggi•1nse t rovando i due avversari ancora stretti in una lotla accanita. A lla mattina del 29, dopo nuova intensa preparazione d'artiglieria, tre colonne, formate con gli eroici superstiti del 5°. 14", 20° bersaglieri, col 2° e 14° reparto d 'assalto , con la brigata Bisagno, attaccarono nuovamente e alle ore 13 la vetta era raggiunta e saldamente occupata, mentre le truppe austriache venivano respinte □ella valle. Le perdite furono notevoli; il solo 5° rcgg. beqaglieri vi lasciò 30 ufficiali e 547 graduati e soldati. L'attacco d i M. Valbella, contem poraneo a quello d i M . Sisemol, Col del Rosso, Col d 'Echele, ovunque riuscl.

Valcamonica e Valtellina. Vallate corrispondenti all 'alto Oglio e Adda, perpendicolari l'una all'al tra, comunicanti attraverso il passo dcli' Aprica .

I. Operazioni in Valcamonù-a e Valtellina (1813-14). Appartengono alle campagne dcll'Imrero fr~ncese. Comandava le sca rse truppe (meno di 500 u.) colà dislocate il colonnello Francesco Neri: a Pisogne trovava si il 35° d i linea, Sui p rim i di novembre 1813 due bgl. aust riaci (1000 u.) valicato i l Tonale, occuparono l 'Aprica , Assicuratosi il concorso di un bgl. del 35° il Neri il 16 novembre attaccò improvvisamente gli Austriaci incalzandoli fino a Ponte d i Legno nei giorni seguenti e infliggendo loro una perdita d i 200 u. li 26 gli Aust riaci avanzarono nuovamente e furono ancora battuti dal Neri, riparaudo in val Verm iglio. In fine gcn. naio 1814, tornati ancora sino a Edolo, furono ancora battuti dal Neri e costretti a sgombrare la vallata . Poco dopo tentarono gli Svizzeri, approfittando della confusa situazione politica del momento, di impossessarsi delle valli, scendendo tanto su T irano che su Chiavenna. Ma il colonnello Neri con miliz ie valtellinesi volontarie l i affrontò e li costrit1se a ripassare le Alpi. II. Opemzioni in i 1a/camontca e Valtellina (r859), Apprtcngono alla seconda guerra per I 'Ind ipendenz~ d 'Italia. Il gcn . Cialdini, incaricato di proteggere il fianco sr. dcli 'esercito avanzante verso il Veneto, avviò in Valtellina 800 volontari col ten. col. Medici, e un d istaccamento della propria d ivis. in Valcamonica . Nella seconda quindicina di giugno Garibaldi giunse in Valtellina con la brigata Cacciatori delle ,A lpi; egli rinforzò il Medici e sost ituì le truppe della divis. Cialdi ni con truppe proprie. Il 2 luglio il Medici, con 1800 Cacciatori, alcuni rl. d i volontari valtellinesi e tre cannoni, attaccò gli Austriaci nella conca di Bormio obbligandoli a r itirarsi allo Stelvio. In valle Camonica si svolsero piccoli scontri di pattuglie. La pace di VilJafranca troncò le operazioni nelle due valli.

lll. Operazio11i in Val Cam01lica e Valtelli11a (1866). Apr-artengono alla .seconda guer ra per l 'Unità d 'Italia . Il gen. Garibaldi, incaricato delle operazioni nel Trentino, aveva dato incarico al col. Guicciardi di cooperare alle operazioni che egli svolgeva r.elle Giudicar ie, trattenendo gli Austriaci in Valtellina e Valcamonica agendo eventualmente in Valle Venùsta e Val di Sole . li 15 giugno il Guicciardi aveva 1300 volontari circa in Valtellina e 400 in Val Camonica. Il 4 luglio gli Austriaci, passato il T onale, attaccarono quasi di sorpresa .i volontari italiani a Vczza d 'Oglio e li respinsero. Frattanto i l Guicciardi l 'u luglio attaccò gli


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Austriaci a Le Prese costringendoli a ritirarsi ed il giorno 16 li attaccò fra Bormio e la Spondalunga, verso il colle dello Stelvio. L'attacco riuscl specialmente per l'arditissima marcia <li una colonna guidata dal tenente Pedranzini. Gl i Austriaci (circa un bgl.) presi sul fianco, di fronte ed alle spalle furono obbligat i alla ritirata dopò un accanito combattimento nel qua le r,::rdettcro r70 u. fra m. e feriti e 75 prigionieri. Dal 25 luglio in Valcamonica e Valtellina vi fu sospensione d'armi e il 13 agosto giunse la notizia dell'armistizio a far cessare ogni ostilità. IV. Operazioni in Valle Camonica e Valtellina durante

.le, g11erra Mondiale . Si svolsero da parte della 5a d ivis. d, fanteria da] 24 maggio r9r5 al marzo 19r8 e poi da parte della divis. alpina, sullo Stelvio, sul Tonale, ;i Monticelli, sull'Adamello, a S. Matteo, ,a Trafoier, a Ca vento. Il 2 novembre i918 le truppe avanzarono dal Tonale e per Valle Vermiglio e Passo della Meldola concorsero all 'avanzata assieme a quelle che per Valle Brenta e Val d'Adige tendevano a Bolzano.

Valcourt. Corncne del 13elg-io, sull'Heure, ant. fortificato con grosse n1ura e torrioni.

A1tacco di Valco11rt (1689) . Appartiene alla guerra Germanica. Luigi XIV incaricò il rnaresc. Humières di prendere V . e_ questi, arrivato il 25 agosto <lavanti alla p iazza, lanciò ali 'attacco, sotto gli ordini dd duca di Soissons, alcuni reggi1ncnti, mentre con le artig lierie cercava di abbat~ tere tJna porta e ] 'attiguo tratto di n1ura. L 'att;:icco, por. rato a fondo, giunse ,otto le mura, ma la resistenza della guarnigione, l.>en sorretta dall'artiglieria 1 lo rr1andò a vuoto.

Contemroraoeamente il principe di Valdeck veniva con truppe olandesi e anglo.spagnuole in soccorso della città, contrattaccando la dr. dei Francesi con tre regg. agli ord in i <Id ge11. Ai lva, sostenuto da due regg. inglesi (gen. Malbark), e/ la sr. francese con un corpo misto agli ordini del gen . Sch langeburg, mentre alcuni bgl. olandesi, sosteuuti da sei pezzi, si dirigevano contro il centro francese. TI ma rese. Humières fo costretto a ritirarsi sulla Sambre: le perdite francesi ammontarono a 23 ufficiali morti fra i ,quali 4 gen . e ,6 feriti; e ad u . <li truppa m. 460 e f. 680.

del V. impadronendosene s; catturandovi il presid io auL striaco. li giorno dopo, la stessa divis. teotò di allargare il successo verso il Solarolo, ma sulla selletta fu arrestata dalla tenace n:sistenza <legli Austriaci. Questi, anzi, tentarono due volte, 11clla notte sul 26, di r iprendere •i l V., ma furono ributtati dagli alpini del bgl. Aosta, i quali ebbero, in queste azioni, perdite gravissime: oltre la metà degli effettivi. Il mattino del 27 ottobre, la 17" divis. austriaca. ricevuti rinforzi, contrattaccava nuovamente le nostre p~sizioni del V. tenute da poche truppe, logore e stanche (resti dei bgl. a-lpini Aosta e Val Tace ed una co. del Cadore), e r iusciva a ricacciare i nostri dalla vetta del monte . U lteriori tentativi di riconquista, da parte della brigata Udine e del bgl. Cadore, riuscirono vani; ma il mattino del 3r, iniziandosi l'avanzata generale, anche l'insangu inato m'>nte ridiventava per sempre italiano.

Valdese (Legione) . Costituita nel 1799 per invito del. l 'am1ninistrazione francese. Combattè nel maggio contro g li

Austro-Russi e poi si r ifugiò a Grcnoble, donde tornò in Piemonte nel 1800 : allora prese il nome di « Cacciator( pic·n1ontesi )> 1 su 2 bg l. e poi dì « 1a mezza brigat.:1 leggera

piemontese » . Nel 1801 passò a for parte della fanteria leggera francese, con la denominazione di 31'' mezza brigata, detta, nel 1803, 3r• regg. leggero, che venne sciolto ,nel 18,4. Un bgl., torna,o allora in P ie1nont~, costituì i « Cacciatori piemontesi >> .

Valdesi. Gruppo religioso , stabilitosi nel 1207-1208 nelle valli del Pellice e della Gerrnanasca, proveniente dalla Francia per sfuggire alla crociata contro gli Albigesi. Nel 1484 venucro attaccati dalle for7,C del duca Carlo I di Sa voia, ma riuscirono a fronteggiarle e ad ottenere una con-

Valdemaro Il (detto il Vittorioso). Re di Danimarca (1170-1241). Duca di Schleswig nel 1188, nel 1200 capitanò l'esercito danese mandato nell'Holsrein e ne occupò le p iazzeforti; quindi entrò <la trionfatore in A1nburgo e sonomise Lubecca. Nel 1202, alla monc del fratello Canuto, gli succedette net trono e portò la monarchia danese al più alto grado <li potenza, Verso il r223, Enrico, conte di Schwerin, attiratolo in un tranello, lò fece rapire e lo im~•rigionò. Per l 'intromissione dell'imperatore e del papa,

venzione che ne r ispettava la libertà di culto. Anche il <luca Carlo II li osteggiò, ma l'invasione francese (1536-59) rese faci le a loro di resistere. Emanuele Filiberto spedì contro di loro il conte del la Trinità con 2500 u. che vennero battuti, e fu concluso (1561) il trattato di Cavour, r imasto sostanzialmente intatto fino al r848. Nel 1513 rema . rono i Francesi d i souometterli, ma vennero sconfitti. ,Da quell'epoca servirono fedelmente la Casa Savoia, finc hè, nel 1620, scoppiò un nuovo conflitto causato dal tentativo d i pri.varli ilei la loro libertà religiosa: anche questa volta r iuscirono a difenderl a. Nel 1655 il marchese d i Pianezza con 15.000 u. penetrò nelle vallate valdesi e vi commise stragi, detern1inan<lo una fiera guerriglia, che tcrn1i.nò con un tratta to firmato a Pinerolo . Una nuova sollevazione dei V. scoppiò nel 1663 per opera di Giavanello c cessò con · un accordo firnnto a Torino ncll 'anno seguente. Vittorio Amedeo li, per imposizione di Luigi XIV, nel r686, i mpose loro l'abiu, a, ed essi resistettero alle forze ducali, ma

V. venne rimesso in libertà, n1a dovette pagare un riscatto

furono battuti, e in pane si sottom isero, in parte si rifu

enorme e cedere la Norvegia con altri territori.. Noo osservando il conte En.ico le condizioni del trattato di pace, V. gli 1nosse guerra, con esito sfavorevole e nel 1229 concluse una pace che g!i costò l 'Holstcin, il M.e cklembu rgo e buona parn:_ della Pomeran ia.

giarono nella Svizzera. Nel 1689, guidat i da Arnaud, in numero di 900, r ientrarono aprendosi il passo a v1va forza

Valderoa (Monte). Nel massiccio del Grappa (q. 1570). Fa parte del contrafforté che dal nodo centrale si d irama verso settentrionç e per il Col dell 'Orso ed i Solatoli finisce al Tomatico; è unito alla q . 1672 dei Solaroli mediante una selletta. Durante la guerra Italo-austriaca, fu conquisra to dagli Austriaci i l 15 giugno r918. li 2 1 ottobre suc•cessivo, iniz iandosi la battaglia di Vittorio Veneto, la brigata Aosta, della 50" div is. (XXX · corpo d'armata, gcn . Montan~ri) con un brillantissimo assalto piombò sul la vet ta

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nel.le loro valli, e combatte rono una gucrrigi ia d i nove mesi

contro le truppe del duca, ottenendo da questi fi nalmente (28 maggio 1690) la libertà religiosa, e impegnandosi a servirlo con le a rrni . Essi partecipdrono con onore alle g uerre per la Successione di Spagna, di Polonia, <l'Austria, e in fine a quelle contro la Rcpubbl i.ca francese. Sotto il domi.n io napoleonico servirono nei reparti piemontesi in tutte le campagne.

Valdivia (Pietro di). Capitano spagnuolo del scc. XV!. Fece le sue prime armi i n Italia e poi seguì Pizarro nella conquista del Perù. Nominato nel 1568 capitano generale . del Chile, conquist~i territori dell"estrema America del Sud 86


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battendo le tribù del]' Araucania. Cadmo in una imboscata degli indigeni nel 1569, venne massacrato insieme ai poch i soldati che aveva scco. Valdobbiadene. Comune in rrov. <li Treviso, sulla sr. <lei Piave, ai piedi del monte Cesen. Paese antico, nel 1 r54 perdette la sua jndipendenza e fu soggetto a Treviso; poi venne occupato dagli Ezzelini. '.'Jd 1330 fu messo a sacco <la Riccardo da Portobuffole, quindi per gli Scaligeri lo occupò il capitano Gangalar:co, e nel 1388, unicamente a Treviso, passò a Venezia, a cui poi sempre appartenne. Per il contegno patriottico della popolazione durante la conflagrazione europea, fu assegnata al comune di V . la croce al n1erito di guerra. Valée (conte Silvano de La). Maresciallo di Francia (1773• 1840). Sottot. <l'alt. nel 1793, d ivenne generale di brigata nel 1810 e di divis. nel 1811. Generale d'art. alla .Restaurazione, fu nel 1830 comandante l'art. del corro di spedizione in Algeria, e nel 1837 comandante in capo del!a spedizione in Costantina . Ebbe, in premio, la nomina a governaro,e dell 'Algeria ed a maresciallo di Francia. Valeggio sul Mincio. Comune in prov. di Verona. Ebbe in antico un solido castello. Nel n75 Ezzdino 1 da Romano vi battè i Veneziani.

I. Combattimento di Valé-ggio (1848). Appartiene alla prima guerra d i Indipe11clcoza d'Italia . li giorno 9 aprile l'esercito piemontese attaccò i ponti di Borghettv, Mozam. bano, V., ma, mentre l'attacco riuscì a Mozarnbano, non ri uscl a Borghetto e V. li giorno 10 venne ritentato l'at• tacco. Dopo una breve resistenza gli Austriaci, minacciati da nord dalle truppç piemontesi passate a Mozambano e <la sud da quelle passate a Goito, ririegarono su Villafranca.

I. Assedio di Vale11cim11es (1656). Appartiene alla guerra ddla Fronda e fu posto dal maresc. Turenne il r5 giugno. Difrn<levano la piazza - agli ordin i del conte di Bournonville - 1600 uomini e 10 m ila abitanti armati; un corpo d i 20.000 u . agli ordini di don Giovanni d'Austria, Condé, Caracena, avanzò al suo soccorso. Il 27 giugno Turenne iniziò i lavori di awroccio; il 29 t re bat terie (18 pezzi) aprirono il fuoco contro la città; 1'8 e 9 luglio due r cgg. comandati <lai La Fcrté si avvicinarono occupando le posizioni presso il muro di contros.:arpa per dare l'assalto. Una inondazione provocata immantinente dagli assediati impedì ai due segg. ogni movimento, isolandoli anebc dalle altre truppe. Il r6 luglio jl Condé attaccò i regg. del La Ferté, mentre gli assediati operavano una sortita contro i medesimi, che rimasero interamente disfatti, tagliati a pezzi o annegati. E il marcsc. Turenne abbandonò l'assedio, lasciando al nemico tutte le artiglierie e 4000 rrigionieri.

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Il. Co111battimento di Valeggio (1848). Appartiene alla prima guerra di Indipendenza d'Italia. Il borgo era occu• pato d alle brigate aum;~chc Strassoldo e Wohlgemud\ con numerosa artiglieria. 11 g<:n . Bava divisò di occupare V.,

mentre altre truppe agivano in direzione di Mozambano: il gen. De Sonnaz avrebbe dov uto concorrere accennando ad un attacco alle spalle lungo la dr. del Mincio. La .mat• tina del 25 luglio il Bava mosse da Villafranca cd attaccò l'altura d i V. con la brigata Aosta, ma la superiorità delle forze austriache ed un attacco <li cavalleria sulla sua dr. · !o obbligarono a ripiegare. Nel pomer iggio, avuto in rinforzo un regg. della brigata Guardie, ritentò nuovamente !"attacco, ottenendo qualche vantaggio: l'apparizione però <;li nuove forze nemiche sulla sua dr. (brigata Clam soste• nuta dalla brigata Supplikatz) lo convinse a non insistere nell'attacco ed a ripiegare. Valençay. Comune della Francia, nel dip. dell' Indrc. L ' 1-r dicembre 1813 vi fu concluso un trattato fra la Spagna e la Francia: Napoleone I riconosceva come re di Spagna Ferdjnando VII, e riconosceva altresì 1)integrità del terri-

torio spagnuolo. Amnistia generale per gli Spagnuoli che serviro,;o il re Giuseppe. Il trattato, strappato a Napoleone dalla precarietà della sua situazione dopo i rovesci d i quel1'anno in Germania e nella Spagna, non venne ratificato dalle Cortcs spagnuole, con la ragione che in forza dei trattati conclusi con l'Inghilterra, esso non poteva essere concluso senza l'intervento di questa nazione . Valenciennes, Città della Francia, nel d ip . del nord , sulla Schelda. Ha origine romana. Costituita in contea, enTrò a far parte del regno di Francia nel 1677. · Per ordine di Luigi XIV venne fortificata dal Vauban : nel secolo scorso le fortificazioni sono state smalltellate.

Le fortificazioni di Valenciem;ie-s (sec. XVII)

IL Assedio di Valenciennes (1677). Appartiene alla guerra d'Oland;i. Era governatore della piazza il marchese di Ri• cheburg. li presidio, agli ordini del generale · s1---agnuolo Desprez, era composto dc. 2500 u. di fanteria (olandese-spa. gnuola) e da 1200 u. di cavalleria, rinforzati da un corpo militarizzato d i abitanti. 11 rr.aresc. Luxembourg investì V. il 28 febbraio. Luigi XIV, giunto al quartiere generale i l 4 marzo, ordinò che le operazioni d'attacco fossero sollecitate affidandone l'i ncarico al Vauban. Questi iniz.iò i lavori d'app roccio ne.Ila notte dal 9 al ro marzo e il 14 iniziò il bombardamento. li 16 le truppe <l'assalto vennero portate sotto le opere esterne: il 17 l'attacco venne sferrati:> con tanta decisione che i difensori furono obbligati a r ipiegare tumultuariamente nella piazza. Non abbastanza in tempo però che, per una r-oterna, non ent rassero contemporaneamente ai faggiaschi i moschettieri del re. Questi raggiunsero la più vicina porta <lel la città , calarono i l ponte levatoio aprendo il passo a numerose truppe e la città fu presa. l i fortunato attacco era costato ai Francesi la per• dita esigua di n ufficiali e · 60 soldati fra morti e feriti. III. Assedio di Valenciennes (1793). Appartiene alle guerre della Repubblica francese e fu ·posto da un'armata austromglese agli ordini del duca di York (30.000 u .) il 24 maggio.


VAL

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Èrano tre corti d'ari-nata co,i un parco di oltre 300 bocche da fuoco. Ai primi <ii giugno si in iziavano i lavori di approccio, vivamente contrastati dalle baìterie della piazza . ll consig lio <li d ifesa, presieduto <lai gen . Fcrrand , con l'intervento dei Com missari della Corivcnzione, aveva promosso tulli gli arprestamenti utili alla difesa, compresa l'att ivazione delle chiuse. li 14 giugno si iniziò il bombardamento incenso della città, cui la d ifesa rispose vigorosame nte, Ma dal r5 al 18 esso divenne così n utrito d a provocare nella ~ po!azione, .spave ntata dalle rovine e dagli incCJid i, invocazioni clamorose d i resa, rep resse d aWautorit~ del gen . Ferrand . Un tentativo di sor tita falli,,a il 16 giug no, m entre i lavori d i zap pa <lell 'attaccamc cd il fuoco delle batterie proseguivano con metodo, cagionando giornalmente danni gravissim i alla città. La sera del 25 luglio ,111 for te bombardamento servì di rumorosa d iversione per preparare l 'attacco d i una delle opere a corno, eseguito da tre colonne; il pronto interve nto del gen . Ferrand mandò a vuo to il tentativo di sboc<are ,fall'opera, <li cui gli assalitori si erano impadronit i, verso la città . Il 26 luglio i d ifensor i scesero a patti e il 28 i 3500 u. della guarnigione otren nero libera uscita con gli onori di g uerra . G li assedianti in due mesi avevano perd uto 20.000 u. l i gen. Custine, comandante del! 'armata del Nord, pagò con la testa la colpa d i non avere soccorso la piazza . IV. Trattato di Valenciennes (23 m aggio 1794). Fra Austria e Sardegna, per la comune lotta contro la Francia. Si stabiliscono l~ modalità della spartizione degli eventuali acquisti d i territorio in caso d i guerra fortunata co ntro la Francia, nel senso che essi dovevano passare al Piemonte, e questo doveva cedere ali' Austria territori confinan ti col Mil anese. li Piemonte, premuto sulle Alpi dalle forze francesi, e m inacciato d a sollevazioni repubblkane interne, dovette acconsentire a queste cond izioni, per otten<·rc l'invio d i t ruppe austri ache sulle Alpi.

Val ente (Supporto). Congegno speciale, adottato dopo la guerra, che, ap plicato al treppiede della mitragliatrice pc· sa nie F iat, consente il tiro contro aerei in tutte le d irezioni , senza bisogno d i muovere il trq1'icde stesso . Valente Flavio . . I mperatore romano d 'Oriente (328-378). Salì al trono nel 364; combattè contro i Greci e mori ad Adrianopoli combattendo contro i Visigoti che aveva no conquistato la Mesia e la T racia. /'

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combattendo infine contro la Francia nel r813-15 . Nel 1828

fu nominato Ispettore generale degli Istituti militari d i istruzione cd educazione. Pubhlicò: « Memorie d i un vecchio ufficiale prussiano dal 1792 al 1794 »; ,, La battaglia di Saalfeld »; « Saggio storico sulla campagna del 1809 sul Danubio »; « Gli insegnament i della gue rra». Vale111i11i Arturo. Generale , n. a Lecce, m. a Torino (1857-1930). Sottot. d'art. nel 1876, insegnò nel 1893 armi e tiro alla Scuola sottufficiali <li Ca;erta. Colonnello dirertore d'art. a Piacenza nel 1908, passò nel 1910 nel ruolo tecnico e fu direttore della fabbrica d'armi <li Terni. Magg. generale d irettore del polverificio sul L ir i nel 1913, in tale q ualità fu promosso ten . generale nel 1916. D irettore dell 'offic ina costruzioni d·an . d i Rom a nel 1917, fu poi addetto all'ispettorato d elle co; truzìoni d'art. Nel r920 andò in P. A . S. e nel 1929 passò 11clla n serva . Vale11ti11i Arturo di Giovanni. Generale, n . nel 186o. Sottot. d'ar.t. nd 1882, andò in P. A . nel 1906. R ichiamato dalla riserva durante la g uerra contro 1'Austria e promosso colonnello, fu d irettore d'art . a Mantova e poi d iresse lavori in zona di g uerra . Nel 1928 fu promosso gencrÌ lc <li brigata.

ValentÌ/IÌ Emilio . Generale, 11. a Ferrara nel 1863. Sotto t. di fanteria nel 1883, d ivenne colonnello nel 1915 e partecipò alla guerra cont ro l' Austria : comandò il 91Q e poi il 69° fanteria e meritò la med. d'argento. In P. A . S. poco dopo la gµerra, fu rromosso generale d i brigata nel 1924 e nel 1928 passò nella riserva .

V alentiniano (]:/avio). Imperatore romano (321-375). Giovanissimo accompagnò Giuliano in Antiochia q uale tribuno della guardia. Imperatore Ilei 364 si associò al trono il fracello Valente lasciandogli l'Oriente ed andò a combattere gli Alemanni nelle Gallic, dove fece costruire fortificazioni . Represse u na ribellione in Illiria e mandò Teodosio a liberare la Gran Bretagna invasa dai Picti Il dagli Scoti. Vinse gli Alemanni e i Sassoni; respinse poi o ltre il Dan ubio i Quadi. V alenza ( ant. Fomm Fu /vii Valenti11,). Città in prov. d i Alessandria, sulla dr. del Po. Fortificata per vari secoli, sull'una e sull'altra sponda, comandava il passo del fiume. · Napoleone I ne] r805 ne fece demolire le fortificazioni.

Vt1le11/e Domenico. Generale, n . a Palermo nel 1815, m . nel 1901. P roveniente d all'esercito delle Due Sicilie, passò nell 'esercito italiano come maggiore del genio. Colon nello nel 1862, comandò il 20 genio. lnscrillo nella riserva nel 1874, fu promosso magg. generale nel 1893. Vt1lente Candido. Generale, n. a Torino, m. a Genova (1827-1915). Sottoc. <li fanteria nel 1849, partecipò alle campagne del 1848-49-59-66, nonchè alla sped izio ne contro Garibaldi ad Aspromonte (1862), dove g uadagnò la med . d'ar gento. Colonnello comandante il d istretto m il. di Livorno nel 1884, a,n<lò in l'-. A . nel 1889 e nel 1894 fu p rom osso m agg. generale nella riserva .

Valentini (barone Giorgio). Generale prussiano e ·scrittore m ilit;trc (1775-1834) . Fece la carnpagn,a del Reno dopo la quare scrisse una: « Dissertazione sulla piccola guerra » . Prese parte alla guerra del 1806-07 e a q uella del 1809 in servizio dell 'Aust ria ; poi combattè sotto la band iera russa nel J8IO, contro · i T urchi. Nel 1811 r ientrò i n Prussia e fece sotto lo York la campagna contro la Russia nel 18r2

Valenza nel secolo XVII I


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I. Assedio di Valenza (1557). Appartiene alla guerra fra la Spagna ed il pontefice Paolo IV e [u posto da un eser: cito francese agli ordini del duca di Guisa (7000 Francesi, 5000 Svizzeri, 1200 cavalieri). Occupava la piazza con 1500 uom ini d i guarnigione il come di Carpegna, che la d ifese con energia, ma il 20 gennaio, dopo 19 giorni di bombar. <lamento, fu costretto ad arrendersi: la guarn igione potè ritirarsi con l'onore delle armi.

II. Às,;o·dio di Valenza (1635). Appartiene alle guerre tra Francia e Spagna in Italia e fu posto <lai maresc. d i Créqui, alleato d i Vittorio Amedeo I d i Savoia, il 10 settembre. La piazza era d ifesa dal marchese <li Cdade con 4000 Spagnuoli. I settori d'assedio erano tenuti dal marcsc. Villcroi e dal duca d i Parma sulla dr. del Po, e dal maresc. di Créqui e dal duca di Savoia sulla sr. Il 25 ottobre un forte esercito spagnuolo venne in soccorso della piazza, così superiore in forze che il Créqui j l 29 ottobre dovette abbandonare l 'assedio. /·"":i"."""_,.-;r-:

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breccia. Ma 111 questo stesso giorno fu colto l'assedio, perchè arrivò ai <lue avversari la notizia che Sragna ed Austria riconoscevano le pattuizioni d i Torino e Loreto. V. Assedio di Valenza (1745). Appaniene alla guerra d i Successione d'Austria. Comandava il presidio di V. i l marchese d i flalbiano· con pochi cannoni e p iccola guarnig ione. L'esercito franco-spagnuolo, agli ordini del maresc. Maillcbois, l'investi il 14 ottobre. Il 19 vennero iniziati i lavori di zappa; i l 25, otto cannoni e quattro mortai apri . rono il fuoco; il 28 i cannoni furono portati ·a 30, con 6 mortai e 2 bombarde. Vedendo cli non poter più oltre resistere a forze tanto superiori, il comandante della piazza, dopo di avere inchiodato i cannoni, usciva, la notte sul 30, dalla fortezza attraversando inavvenito il fiume Po e abbandonando la piazza agli Alleati. \I[. Assedio di Valenza (1746). Appartiene alla guerra di Successione d'Austria. Il re Carlo Emanuele III volle ricu-

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L Assedio di Valenza nel 1635 [li, A,·sedio di Valenza (1656). Appartiene alle guerre tra Francia e Sçagna in Italia, e fu posto da l duca <l i Savoia, alleato della Francia, il 25 giugno 1656, con 7000 fanti e 1000 cavalli. La piazza era ben 1nunita di opere cd aveva una forte guarn igione spagnuola. Il cardinale Trivu lzio accorse in suo soccorso e con 5000 fanti e 3000 cavalli, ma fu battuto; eguale esito ebbe un nuovo tentativo fatto <lai gcoeraJe sp agnuolo conte <li Fuensaldagua . E il 13 settembre la piazza si arrese alle forze franco-piemontesi, dopo 82 giorni d i assed io e bomba,·dam~nto.

IV'. Assedio di Vale112·a (1696). Appartiene alle guerre tra Francia ed Austria in Italia. La tregua di Torino ( 12 l uglio 1696) e la pace d i Loreto (29 agosto 1696) avevano proclamato il principio di neutralità dell' Italia, che Austria e Spagna 110n avevano voluto accettare. li duca d i Savoia, con un esercito franco-piemontese agli ordini del maresc . di Catinat, pose l'assedio a V . validamente <li fesa dalla guarnigione spagnuola agli ord ini del gen. Colmeredo. Il 18 settembre la r iazza venne investita sulle due sponde del Po; il 23 entrarono in azione le artiglierie ctl i mortai; l '8 ottobre gli approcci cn no già a i pied i della

pcrare la cma, che era occupala da 9 bgl. napoletani appartenenti all 'esercito franco-spagnuolo, e ne d iede l'incarico al gen . Leutrum, il quale la investì il 17 aprile, aprì la trincea il 19, iniziò il fuoco d 'artiglieria contro le opere il 20. l i maresc. <li Maillebois marciò in soccorso degli a,. sed i.ati con 25 bgl. e 10 sqdr. cd il t 0 maggio giunse sul Tanaro. li Leutrum con parte de l corpo d'assedio osta. colò al Mail lebois il pssaggio d~I Tanaro, e col rimanenre delle forze dava l'assalto (2 maggio) alla fortezza : nella notte su l 3 maggio V. capitolava. Il Maillebois, vista ormai superflua ogni sua azione d i soccorso, ripiegò in Lombardia. La guarnigione d i V. ottenne d i uscire dalla fortezza con l'onore delle armi, fu avviata a Genova e t rasportata per mare a Napoli. VU. Combattimento di Valenza (1859). Appartiene alla seconda guerra per l'indipendenza d 'Italia. Le truppe piemontesi sulla dr. della Sesia e sulla dr. del Po proteggevano l'adunata delle forz: francesi atto.rno ad Alessandria. Il 4 maggio gli Austriaci tentarono un colpo di mano sulla testa d i ponte <li Valenza. Difendevano le opere di riva sr. 1'8° bgl. bersaglieri e I'8• btr. da camragna, che respin.


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sero validamente l'attacco, ancor prima che trup pe di rinforzo giungessero su l posto.

Valen,;;a (spagnuolo Valencia, aot. Tla/entia Edeumomm). Città della Spagna, capo!. di provincia, sulla riva dr. <lei Guadalnviar a tre Km . dal mare. Fu anlicamente cinta di mura. Nel 1810- rr, essendosi ribellata ai Frances i, le sue mura vennero rinforzate d a bastioni e difese da largo fosso. Venne inoltre costruita una linea esterna di d iksa di circa 14 Km. di perimetro, com p rendente tutti j sobborghi. Tale linea consisteva in un la rgo e profondo fosso con parapetto d i 20 pied i d 'altezza. La ci ttà venne costruita nel 137 a. C . dal console Decimo Bruto dopo la sua vittoria sui Lusitani. Distrutta da Pompeo d opo Ja sua vit-

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la cingevano, r incalzate dalle divis . Meusuier e dalle divis. italiane Palombini e Severoli. 1' re sonite operate dalla guarnigione Fer ristabili re le comunicazioni verso mare fu. rono prontamente represse. Il novembre e buona parte del dicembre trascorsero in attesa delle artiglierie; affluirono da Tortosa 130 pezzi <l'assedio; l 'arrivo della d ivis. Rcillc permise d'iniziare il 26 d icembre i l passaggio del Guad ala viar e di completare 1'investimento : ne seguì una serie <li scontri assai vivaci, sostenu LÌ quasi per intero dalla fanteria italiana, che diede luminose p rove di valore, eseguendo i! d ifficile e. contrastato passaggio 'del fiurm, e perdendovi molta gente, fra cui il colonnello Barbieri. Varie navi spa•• gnuolc e inglesi, cannoneggiate, do,·cuero abbandonare il

Assed io d i Vttlcncia ( 18 11 - 12 )

ioria contro il scrtoriano Caio Ercunio (76 a . C.), fu r icostruita da Cesare; semidistrutta dai Goti, fu ricostruita dagli Arabi che l'occuprono nel 708 e ne fecero la capitai~ d i un loro reame. Nel 238 Giacomo I d'Aragona se ne im padronì dopo lungo assedio . Nel 1810 tentò invano di obbligarla alla resa il maresc . Suchet, che " ritirò per l'addensarsi <li <( guerrilleros n nei dintorni .

I. Assalto di Valenza (1808.). Ap pa rtiene alla gue rra d i Spagna. Nel mese di agosto , il gen . francese Moncey venne inviato con la F"ropria d ivis. (9000 u .) a<I occu pare fl ., ma la resa del gen . Dupont a Baile n aveva rialzato le speranze d egli Spag nuoli e la città chiuse le pone al Monccy. Questi tentò il 28 g iugno d ue- assalti alla piazza, ma le sue truppe subirono una perdita d i 2000 u., tanto che il Moncey fu o bbligato a ripiegare per riordinarsi~ e poi, con~ 1inuame11tc d isturbato dai ribelli, a ritirarsi su Madrid <love giunse con metà soltanto delle sue forze. Il. Assedio di Valenzr1 (180 -1 2). Apparticue àile guerre dell' Impero francese nella Penisola iberica. L 'armata d 'Aragona agli o rdini del maresc. Suchet, espugnata Sagunto, volgevasi su V. e il 26 ottobre le divis. fhbcrt e Harispc

porto ,f, due <livis . spagnuole rimasèro tagliate fuori da V. dopo/la p resa d ei canipi trincerati esterni . Le forze d'assedio venivano così a front<.~ggiare .la nuova cinta <lifen.c;iva , F"rocctta da profondo fossato e fortemente armata. Nella notte sul 30 d icembre il gcn . Blacke tentò u na sortita con l2 .ooo uomini per raggiungere la regione 1nontuosa; n,a fu rigettato all 'intcrno. Lo scacco si riflettè g ravemente sul n1oa raie d ella guarnigione, che, stretta da p resso, operò una nuova sortita la notte d el 31 per rip rendere a lmeno parte delle p osizioni perdute : un solo bgl. italiano valse a respingere p rontamente 2000 uomini, sosten1Hi da due pezzi. Aperta la trincea la norre sul 2 gennaio 18.r2, il 5 la d ifesa abbandonava le opere della cinta esterna e all'alba del 6 il forte Oliveto e i sobborgh i d i S . Vincenzo e d i Quano erano conqu ,stati dalle truppe italiane del Severoli. Seguì un intenso bon1bardamento che produsse gravi d ann i e vari incendi nella citt,ì. Aperte n umerose brcccie, nell'imminenza d i un assa\t9 generale, il Blackc d ovette infine arrendersi e apri le porte della città il 10 gennaio, ottenendo gli onori d i guerra: oltre 16.000 uomioi sfilarono dinanzi

ai vincitori rimanen<io prigionieri; vasti magazzin, e co~ piose provvigioni furono p reda dei Francesi.


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Valenza d ' Alcantara. Com1rne della Spagna, nella Sierra di S . Mamede, presso ii Sever. Fu anticamente fortificata.

Presa di Valcncia d' Alcantara (1705) . Appartiene alla guerra di Successione di Spagna . Difendeva la piazza, per ordine d i Filippo V, il Mandriaga con 350 Castigliani. Lord Galloway comandante d i un esercito anglo-olandese di 12 .000 u. la investì il 3 maggio e· dopo cinque assalti la prese di viva forza il 9, massacrando difensori cd abitanti , e dando il sacco. Ques1.a crudele operaz ione servì alla causa di Filippo V perchè eccitò maggiormente la resistenza degli Spagnuoli. Valenzano (Gioacchi110). Generale, 11. a Vercelli, m. a Riva Valdobbia (1847-1912). Sottot. <li fanteria nel 1865, partecipò alla campagna del 1866 e divenne colonnello co,nandante il 4° fantèria nel 1893. Prese parte alla cam pagna d 'Eritrea del 1895-96 e quale capo d i S. M. del gen. Baratieri combatti: ad Adua. Ebbe poi il comando del 48° fanteria. Magg. generale comandante la brigata Bo. lagna nel r899, andò in P. A . nel 1905. Trnsicrito nella riserva nel r908, fu promosso ten. genernlc nell'a nno se• gucme. Organizzatore di bgl. volontari, fu p residente della « Sursum corda ». Valeria. Via romana, forse costruita dal censore Valerio Massimo nel 307 a. C. Da Tivoli metteva al lago di Fucino ed al paese dei Marsi , e quindi proseguiva fino al fiume A terno e all'Adriatico. Era una continuazione della Via T iburtina e fu prolungata fino ad Ancona . Valerio Papa (Pietro). Generale, n . ad Asti nel 1867. Sottot. dei bersaglieri nel r887, entrò in guerra contro l'Aust ria al comando del 50 bgl. ciclisti e meritò tre med. d'argento ed uoa d i bronzo. Colonnello nel , 1916 e brigadiere generale nel r918, comandò il 42°, il 164° fanteria e la brigata Lucca e sul Montello ebbe la croce d i cav. del1'O. M. S. In, P. A. S. poco dopo la guerra, divenne nel 1923 generale di brigata. N~I 1933 rassò nella riserva. Valette (Giovanni Pa,-isot de La). Gran maest ro dell'Ord ine dei Cavalieri· d i Malta (q94- r568) . Entrò in carica nel 1557 e si d iede assiduamente a raff~u:are le d ifese dell 'isola, in previsione dell'attacco dei Turchi, che si sferrò contro Malta nel 1565 e fece celebre il suo nome quale valoroso sostenitore d i uno degli assedl più memorabili. Dopo tale avvenimento fece costruire da ingegneri italiani una nuova città bastionata che fu La Valetta. Valetudinario, V. Ospedale. Valfrè (di Bonzo, conte Giacinto) . Generale, n. a Brà, m. a Torino (1807-1882) . Sottot. di cavalleria nel 1825, meritò la rned. d'argento nel la campagna del 1848. Colon• nello nel r 853, comandò la Scuola di cavaller ia di Pinerolo . Magg . generale ispettore d i cavalleria nel 1859, d ivenne ten . generale membro del comitaco di cavalleria nel 1862 e nel r866 andò a riposo. Valfrè di Bonzo Leopoldo. Gene rale, medaglia d ·oro, fratello del precedente, n. a Brà, m. a Torino (1808 -1887). Luogoten. d'art. nel 1828, divenne maggiore nel 1848 e colonnello a scelta nello stesso anno, passando nella fanteria, dalla quale tornò in arr. nel 1853 al comando del regg. d 'art. da campagna. Ne l 1855 comandò l'art. del corpo d i sped izione in Crimea e vi guadagnò la croce dell 'O. M. S. Nel 1858 d ivenne magg. generale e nel 186o luogoten. generale, al comando dcli ·art. , del corpo d i spedizione nelle Marche e ncll' ltalia Meridionale . Guadagnò nell'assedio d i Gaeta la gran croce dell"O. M. S. e la med. J"oro ,, per

le . saggie disposizioni dare alle sue truprc durante l 'assediç, e presa della cittadella di Messina » (13 marzo 1861). Ebbe il comando superiore dell'art. anche nella campagna_ del 1866 e poscia presiedette lungamente il Comitaco superiore d 'art. passando nella riserva nel 1877 e venendo nominato direttore dell 'Armeria reale di Torino. Era stato nominaco senatore del Regno nel 1873.

Valerio Papa Pietro

Valfrè Leopoldo

Val/rè di Bonzo conte Giovanni. Generale, figlio d i Giacinto, n. a Pinerolo, m . a Brà (1842-1904). Sottot. di cavalleria nel 1860, m eritò la med. d'argento nella campagna del 1866. Colonnello comandante i cavalleggeri Lodi nel 1891, fu promosso magg. generale nel 1897 e comandò la 2a brigata d i cavalleria. N el 1899 andò Ln P. A. e nel 1903 passò nella riserva.

Valfrè di B011zo 110b. Leopoldo. Genetale, figlio 1d i Gia• cinto, n. a Pinerolo, m. a Torino (1846-1923), Sottol. di cava lleria nel 1866 divenne colonutllo nel 1902, comandò il distretto mii. di Casale e nel 1904 andò in P. A. Nella riserva venne promosso magg. generale nel. 1913. Valguarnera (principe di Valg11arnera e Gravina , Fra11cesco Saverio). Generale del sec. XVIIL Colonnello comandante i l regg. Valguarnera nel 17q, ebbe nel r721 i l comando della 34 cp. guardie dei cor~"'D di Vitcorio Amedeo IL Nel 1732 fu fatto colonnello generale delle guardie svizzere, carica che tenne per circa dieci anni. Nel r 737 ebbe i l colbre dell'Annunziata. Va!guarnera Pietro (di). Generale <lei sec. XV!ll. Dopo aver comandato in 2a il rcgg. d i Sicilia, passò nel 173:2 nelle guardie del corpo. Nel 1734 ebbe il comando dei regg. Sicilia che tenne sino al 1739 divenendo brigadiere d i fan. te ria ne l 1738. Va!guamera Emanuele (di). Generale del scc. XVIII. m. a T orino nel 1770. Da l regg. di fanteria spagnuola in Sicilia passò nel 1714 nelle guardie del cor90 d i Vittorio Amedeo II e d ivenne nel 1732 capitano comanda nte la 3"' cp. col grado di brigadiere di cavalleria. Tre a nni dopu ebbe la promozion-: a maresc. di cam90 e nel 1741 fu ambasciatore alla corte di Spagna. Luogoten . generale di cavalleria nel rj42, si distinse alla Madonna dell'Olmo. Generale d i cavalleria nel 1745 , nel 1751 venne nominato gran ciambellano del re e collare dcli' Annunziat a. Valguamera (Reggime11to) . V. Sicilia.

Valkjiirvi. Borgata della Finlandia, presso il confine russo.

Combatti111e11ti di Valkiiirvi (1918). Appartcngooo alla guerra d i indi pendenza della Finlandia contro la repubblica sovietica. In r.rincipio d i marzo, i Finlandesi eràno nei


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:pressi di V. con scarsissime forze . Il 6 marzo le truppe russe, rinforzate da clementi sbarcati a Ramu, li attaccarono, obbligandoli a ritirarsi. Il giorno 8 marzo i Finlandesi, ottenuti soccorsi d a Nyslo,t, ,eseguirono un movimento controffensivo e dopo un vivo combattimento rioccuparono V ., obbligando i Russi a r ipiegare su Rantu.

Vallarsa. Valle, parallela al corso de ll'Adige. percorsa dal torrente Leno. Poco prima della guerra 1915-1918 gli Austriaci avevano costruito il forte d i Macassone ed il forte Pozzacchio, con altre piccole opere, sbarranti la rotabile che, da Schio, pel Piano delle Fugazze, scende a Rovereto. Operazioni in Vallarsa (1915-1918). Appartengono alla gt,erra Mond iale. Nel 19, 5 l'offensiva italiana, favorita dalla direttrice d i Vallarsa, potè giungc1c sino allo sbocco della ,valle in vista di Rovc1eto, cd all'occu1~azione d i Zugna Torta, forte Pozzacchio e pendici nord di Col Santo. Nel maggio 1916 l'offensiva austriaca respinse gli Italiani sulla l inea d i partenza, arrestandosi al M. Pasubio da ~n lato e a Coni Zugna e Passo Duole d all 'altro. Fino al maggio 1918 la V. fu teatro di p iccole operazioni d i dettaglio. Dal 9 al , 3 maggio vi si svolsero le operazioni ardite per l'occupazione di M. Corno , Ai primi d i novembre 1918 essa venne invasa dalle. truppe italiane in marcia su Trento.

Vallaurì (✓1/àde). Generale, n. ad Asti nel 1868. Sottoten, <l ' art. nel 1886, fu in E ritrea nel 1897 ed in Cina nel 1900-190,, Ufficiale superiore nelle carnpag ne libiche del r9r2-13-14, vi guadagnò la crocl' d i cav. dell'O . M . S. Nella guerra contro l'Austr ia d ivenne colonnello comandante un raggruppamento <l'assed io e meritò · due med. d'argento ed una di bronzo. In P . A, S. nel 1920, fu promosso generale d i brigata in A. R. Q. nel 1925. Nel 1930 fu trasferito nella riserva.

cità miglia 1 t,8. Armamento II 140, I mitragliera. Personale d'armamento: I ufficiale, 50 uomini di equipaggio.

Valleris (Giuseppe). Generale, 11. a Moncrivello, m. a Tori no (1853-1933). Sottot. del genio nel 1873, fu in Eritrea nel 1887 e 1888 e- vi ritornò dieci anni dopo come capo di S. M. del corpo delle t ruppe d 'Africa. Nel 1901 comandò il 23° fanteria. Magg. generale comandante la brigata P iemonte nel 1903, nel 1906 e 1907 fu Sottosegretario di Stato alla guerra. Comandante la brigata Calabria nel 1908, fu poco dopo capo del reparto Intendenza al comando del corpo d i S. M. ed in. tale qualità fu promosso teu. generale nel 1909. Comandante la divis. d i. Livorno ne: 1913, passò a comandare l'XI C. d'A. nel 1914 e nello stesso anno andò in P. A. Nel 1918 passò nella riserva. F u vice presidente del comitato centrale · del Corpo nazionale volontari c,ciisti e automobilisti. e giud ice al T ribunale supremo d i guerra e marina. _Vali.es (Parso di). Colle delle Alpi Dolomitiche che mette in comunicazione l'alta valle <ld Cord èvole (Piave) con quella d i T ravignolo (Avisio). La strada si stacca a Cenccnighc dalla rotabile d i Val Cordevole, risale il torrente Biois e per Forno di Canale raggiunge Falcade; rimonta il Vallone d i Valles e raggiu nge il Passo a 2032 m. Di qui scende a Paneveggio, i n Val Travignolo, ove si riunisce alfa rotabile proveniente dal passo di Rollc. Già in buona parte mulnttiera, fu migliorata durante la guerra Mondiale, divenendo buona carrareccia, utile sussidi.aria delle due più settentrionali, del colle di S. Pellegrino e del colle d i Pordoi per eventuali trasferimenti di forze fra la regione cadorina e il medio Adige. Le adiacenze del Passo presso la testata di Val Trcvignolo furono teatro di episodì bellici durante la guerra Mondiale.

Va lle (G . B. della V. di Venafro). Ingegnere militare del sec. XVI. Fu agli sti~·cndi di Francesco Maria della Rovere; nel 1516 governò per lui. e d ifese per lre mesi San Leo contro le truppe di Leone X.

Valle Pietro. Colonnello e scrittore mi.l., o . a Vicenza nel 1829. Ufficiale nell'esercito austriaco, passò a combattere nel 1848 per l 'ltalia . Partecipò poi alle campagne dd ·1859 e del 1866 e meritò la menzione onorevole. Colonne llo nel 1867, comandò i] 30 granatieri, il d istretto mil. <l i Palermo e nel 1873 lasciò il servizio. Pubblicò. fra altro: cc Sulla difesa d 'Italia»; cc Trattato di fortificazione»;« Geografia militare »; cc Stud io sulla campagna del 1866 in Germania }>; (( Ore: d 'ozio d'un soldato,}; « Manuale: di tattica >> ; << La tattica studiata cogli esempi »; (( Discorsi d 'un ca-

pitano a' suoi soldati »; « Discorsi d'un colonnello a' suoi uificiali »; " La vita del soldato "; cc Sui sentiero della gloria ». Valle Giuseppe. Generale dell'Aeronautica, n. a Sassari nel 1886. Sottot. del genio nel 1907, passò tre ann i d9po nel cc Gorpo AeronauLi.:o mi litare " e }'a rtccipò alla gue rra Italoturca (191r-12) come pilota di d irigibili, e ugualmente alla guerra Montliale, guaclagnando d ue mcd . d'a rgento e la croce d i cav. dell 'O. M. S. Divenne generale d i brigata aerea nel 1927, d i divis. nel 1931, di squadra aerea nel 19330 in q uesto stesso anno fu nominato Sottosegretario per I' Aeronautica. Dal 1926 " I 1928 comandò la R. Accademia Aeronautica. Nel ,929 divenne sottocapo d i S. M. dell'arm a e capo d i S. M. l'anno seguentè, Nel 1931 guadagnò la med . d 'oro al valore acronautic.o nella crociera Ital ia-Brasile.

Vallelunga. Nave trasporto munizioni, varata al Mug•giano (La Spezia) nel 1924, d islocamento tonn. 1060, lunga •m. 55,96, larga m. 9; apparato motore cava lli 1407, velo-

Va lle Giuseppe

Valles Tomma.so

Val/es Tomma.so. Generale, n . e m . a Napoli (r840- 1905). Souot. d 'art. dell'esercito delle Due Sicil ie nel 1859, passò in quello italiano nel 1861. Dal 1880 al 188i insegnò storia mi\. alla Scuohi di guerra. Colonnello comandante il 16° fanteria nel 1886, ebbe nel 1888 il comando in 2a della Scuola sottufficial i d i Caserta. Magg. generale comandante la brigata Calabria nel 1893, [ccc la campagna dd 1896 in Eritrea. Teo. generale nel 1902, comand ò le divis . d i Perugia e d i Roma. Com,rndante i l I C. d'A. nel ,902, passò al comando del X ndl 'an no seguente.

Valle Scrivia. 5" legione della M. V. S. N ., costituita nel 1922 a Novi, su tre coorti, aumentate a cinque nel r923, mentre veniva portala la sede a Tortona. In un riordinamento successivo le coorti furono riportate a t re. V alletto. G iovanetto della piccola nobilrà, che veniva istruito nel mestiere delle anni al servizio d i un cavaliere.


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Prima del 1515 era chiamato «paggio " · I V. furono sopp ressi , in Francia, nel 1547. Costituivano una istituzione analoga a quella dei cadetti, ma, mentre i V. erano addetti ad un uomo, i cadetti costituivan;) un cor po. Valletto d'armi. N ell'esercito francese del sec. XIV, era l'arciere a cavallo che seguiva l' uomo d'armi . L'assieme di · t ali V. costituiva la cavalleria leggera alla quale era affidato il servizio di esplorazione e d i fianchegg iamento dell'esercito, ma che era tenuta in d isparte quando si veniva al combattimento.

Valli (Giulio). Ammiraglio, n. a Roma nel 1875, en. trnto in servizio nel 1890, promosso contrammir. nel 1928, amm ir. di divis. nel 1931. Prese parte alla g uerra ltalotur,a ccl alla guerra Mond iale, guadagnandovi una mcd. d ' argento come comand ante d i dirigibili . Fu sottoca po di S. M. della Marina dal 1929 al 1932, q uando passò al comando di una divis. navale. Vallière (Giovanni de). Generale francese (1667-1759). Cadetto <l 'art. nd 1685, prtccipò alle campagne d i L ui. gi XIV. Nel 1713 guadagnò a Le Quesnoy il g rado di brigadiere- ed ebbe l'incarico d i riorganizzare l' art. Maresc. di campo nel )iJ9 e luogoten . generale nel 1733, diresse ne] 1744 l'assed io di Friburgo. Va!Jìère Giuseppe (dt) . Generale francese, figlio del precedente (1717-1776) . Nel 1743 combattè a Deuingen e nel 1744 all'assedio di Friburgo. Nel 1747 fu promosso rn:ucsc. d i campo e <lircsse le scuole militari . Luogoten . generale nel 1748, o rgan izzò nel 1761 l'art. cd il genio delb Spagna e poi quello del reame di Napoli.

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che durò oltre se i ore, quando sopraggiunse il Saint-Cyr con la d ivis. Pino. Ancora per un poco gli Spagnuoli opposero resistenza, ma alla fine furono messi in fuga, r erdendo• le artiglierie e 1500 prigionieri. Il gen. Reding rimase fe. rito mortalmente. I f. Combattimento di Va/ls (18 n). Appartiene alle guerre del_l'impcro francese. Dopo il combattimento d i Pla, il gen. spagnuolo Saarfield fu raggiunto dal gen. Campo Verde, che con 6000 u. all'alba del 16 ge nnaio 18n assalì i. piccoli posti avanza ti della brigata Palombini, collocati sulle alture dominanti V., li respinse e si srabill su quelle posizioni, fulminando le truppe collocate nella sottoposta .valle,. mentre contemporaneamente, dalla parte di Pla e di Figarola, il gen. Saar(ie!d attaccava i posti della brigata Orsatel li , in q uel momeuto comandata dal gcn. Balathier. Il Palombini , battuto dalle alture, radunò i suoi e attaccò le j'Osizioni occupare dal gcn. Campo Verde . Superate le d ifficoltà del terreno ed affrontato un fuoco vivissimo, assalito il nemico, lo mise in fuga, uccidendogli molta gente e facendo prigionieri.

Valmy. Comune della Francia , nel d ip . della Marna. 8a11aglia di Valmy (1ì 92) . Appar tiene alle guerre della Repubblica francese e si svolse fra le truppe repubblica.ne del gen. Dumouriez e quelle prussiane del duca d i Brunswick, il 20 settembre . lo mezzo a una fitta nebbia, l'avanguardia p russiana venne a contatto con l'estrema dr. fran -

Vali ino (Giweppe). Genera le del sec. XVIII. Nel 1786, colonnello, comandò il corpo degl i iogegneri. Nel 1788 fu governatore d i Verrua e· nell'anno seguente ebbe il grado di brigadiere d i fanteria. Governatore di Demonte. e magg. generale nel 1793, andò a r iposo nel r794. Vallisneri (Renfito). Generale, n. a S. Polo d'E nza nel 1870. Sottot. d 'art. nel ~891, passò nel ruolo tecnico ne] 1910; colonnello nel 1918, fu poi direttore dell'officina di costruzioni d'art. d i Piacenza e del laboratorio di precisione di Roma. In P. A . nel 1932, fu promosso magg. generale. Vallo (lat. Va/l11m). Cosl chiamasi quella palancata, o palii.zarn, la quale ai tempi di guerra si fa attorno alle terre, acciocchè siano flù forti : comunemente chiamasi steccato. Con questo vocabolo generalmente viene nominata ogni cosa che si fa fuor delle mura per afforzamemo. Vallone. Cosl fu chiamata una spada tedesca, colla lama, generalmente d i Solingen, larga e lunga, impugnatura larga e l iscia, guardia piatta, pomo tondo e liscio. Valloni (Reggimemo). V. FiammingM. Valls. Città della Spagna, nella Catalogna, in prov . di Tarragona , sulla riva sr. del F rancoli. Vecchi.e mura con cinque porre, fiancheggiate da torri. I. Combattimento di Valls (1809). Appartiene alle guerre dell'Impero francese . L 'armata d i Catalogna, comandata dal maresc. Gouvion-Sai.nt-Cyr, si era nel febbraio 1809 stabil ita con la di vis. italiana del gen. Pino a Pi a, e con q uella francese dd gen. Souhan a V. Gli Spagnuoli., al comando del gen. Re<li og, portatisi sul Francali, a1taccarono risolutamente il Souhan (25 icbbraio) che s i trovò avviluppato q uasi da ogni parre. Si accese un combattimento vivissimo

Battaglia di Valmy (1792)

ccse, a nord di Va lm y. Il Dumouriez sosrenne a tempo debito, la propria ala minacciata. U n momentaneo diradarsi della· nebbia vecso le 10 rivelò ai Prussiani lo schieramento avversario e li decise a preparare l 'attacco su tre colonne, dirigendo, lo sforzo principale a cavaliere d ello stradale d i Sa int-Menehould in d irezio ne N. -E. Circa 60 pezzi battevano la frome dei Francesi, concentrando principalmente i t iri sul p ianoro, d i V. , ove il Kellermann teneva fermo con esemplare intre· pidezza . Ma occasionali esplosioni di carri da munizione,


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creano colà panico fra i conducenti, che si p ropaga alle fanterie:· il fuoco delle b~tteric francesi rallenta. L'intervento <lella riserva di artiglieria e l'azione dei capi ristabiliscono la situazione. Tuttavia i Prussiani, riord inando le colo nne, seguitano l'avanzata verso l'abitato e il mulino di V. ll d uca di Brunswick esita a cond urre a fondo l'attacco, che si presenta arduo: Je ·colonne prussiane s' arrestano e tornano alle posizioni di partenz.a; il combattimento si limita a una vivace azione a fuoco che carauerjzza la giorna'hi, generalmente nota sotto il nome d i « cannonade de Tlalmy " · Le perdite da ciascuna parte s'elevarono ad oltn1 3000 uomini, senza risultato pratico apprezzabile . Nella notte il Kcllermann si sottrasse alla risch iosa posizione e. e.on 1narcia s ile nziosa, sfilando verso sud , venne a prender posizione fra Darnpierre e Voilcmont. I Prussiani s\ affo rza rono iJ 22 sulle alture attorno V. oel « Campo della L una u, n,.entre il Dumouricz raccogl:eva i suoi verso Saint-Menehould. L 'anormale situazione doveva prolungarsi sino al giorno 30, data alla quale la grave crisi logistica e l'inclemenza della stagione obbligava i Prussiani a levare il ca m po, iniziando la citirata che doveva condurli all 'abbandono del suolo francese (22 o ttobre). La giornata d i TI., strategicamente caratteristica e tatticamente incompleta, ha notevole importanza morale, come quella che segna ["affermazione , !elle truppe rivoluzion,,rie e un primo successo politico e m ilitare di forze ritenute incar-aci d i resistere agli eserciti <lelcgat, alla restaurazione del vecchio regime

in Francia . Valognes. Comune della Fr ancia, nel d ip. della Manica. È di origine gallo-romana cd il suo castel lo risale all"epoca dei Merovingi.

Assedio del castdlo di Valognes (1364). Appartiene alla guerra dei Cento Ann i e fu posto dal Duguescl in, ·m entre erav i guarn ig ione inglese. Med iante macchine il Dugueslin fece lancjare 1nassi enorm i d i pietra conlfù le m ura, ma , visto che non otteneva risultati, lanciò a ll"assalto le sue t rup pe. Gli Inglesi abbassarono' !e anni ed ottennero d i ritirarsi liberamente . Usciti dal castello con le loro cose, vennero però insultnti dai F rancesi. Allora, ind ig nat i, rientrarono nd castello risoluti a d ifendersi fino all'estremo . Dugucsclin intimò loro d i stare ai patti della capitolazione, ma essi si. mostrarono irremovibili , e combatterono con vero f urore. f'jnalrnente, ridurt i ad un piccolissi1n o numero,

superstiti, vinti e p resi, ebbero tag liata la testa.

Valois. Ant. regione della Prancia, attualmente nel clip. dell'Oise ed A isne. Fu incorporato al dominio reale nel r2r4; Filippo il Bello la d iede in ,appannaggio a suo fratello Carlo, padre ·di Filippo VI, d,t cui eblx: or igine la d inastia dei Valois, ramo cadetto della fam iglia dei Capetingi. Il passaggio della corona d i Francia al ramo cadetto fu una delle cause della g uerra dei Cento Anni, r itenendo Edoardo III, re d'Inghilterra, d i aver d iritto alla successione, quale nipote d i Filippo il Dello. J regnan ti di questo ramo che ~•iii si distinsero furono: Carlo VII ( q o3-146r) ; Luigi Xl (1423 -1483); Carlo lll// (r 470-1498); Luigi Xli (14621515); Francesco I (I4!)4•J547). Con Ja morre d i Enrico lll, la d inastia dei V . si estinse e la corona di Francia passò ai Borboni . Valona (o V/ora; antica Aulona) . Città dell 'Albania, nel golfo omonimo. N el 1081 i fratelli Roberto e Ruggero il G uiscardo vi sbarcarono con 30.000 u. per iniziare le operazioni guerresche contro i Bizantini, e la tennero fino al 1085. N el 1177 Guglielmo il Buono vi sbarcò per proscgt,irc nel eone.etto d i Roberto il Guiscardo, m a la m orte

non gli permise di portarlo a compimento. Nel XIV secolo i Veneziani se ne impadronirono e la tennero sino al 1691, q uando i Turchi li scacciarono dal l'Albania. Nel dicem bre 19q le truppe italiane occuparono V. e la tennero• sino all' agosto ,920, nel quale anno l"abbandonarono alla costituenda repubblica albanese.

Auacco di Valona (r690) . Appartiene alle guerre dei Venezian i e del po ntefice contro i Turchi. La città era cinta da mura e fosso : vari.e tocri sporgenti dalle mura ne garantivano il fiancheggiamento . Essa aveva un castelJo o t-

tagonale come cittadella, ed era anche protetta dal castello <li Cànina. L a flotta alleata (20 galere veneziane agli ordini d i Girolamo Cornaro, e ro pontificie con 5 tartane ~gli ord ini d d cav. Bussi) entrò nella rada di V . il 5 settembre e il 6 iniziò lo sbarco delle truppe e delle artiglierie. Fu deciso anzitutto d i impadronirsi del castdlo di Can ina. 11 r4 esso era circond ato mentre due cannoni e due mortai, trascinati a braccia sul colle , iniziavano il fuoco. H 17 il castello si arrendeva . Si in i?.iarono su bito le operazioni d ' a ttacco <lella citt à; nella notte sul 18 settembre la guarn igione abbandonava la d ifesa, lasciando nelle mani dei Veneziani 130 canno ni, ed iJnmensa quantità di munizioni e provvigioni. Gli Alleati avevano perduto in tutto un centinaio d ·uom ini fra morti e feriti. I

Valori (Aldo) . Scrittore militare, n. a F irenze nd r882. Laureatosi in filosotia nel 1903 , si dedicò al giornalismo due anni dOf-"O. Durante la g uerra Mondiale fece pane dell"Uflicio Propaganda del V[ corpo d'armata . Si ded icò a stud i militari , storici, tecnici e 1110rali , e divenne nel , 925 capo cieli 'ufficio romano del « Corriere della Sera ». Fra le sue opere d ' indole milita re sono da ricord are : << La guerra l raloAustriac.1 )l ; (( La guerra sul fronte franco-belga ,, ; « La guerra •dei tre In1peri )i ; (( La Valori Aldo guerra e noi » ; 11 La difesa della Rep ubbl ica E'iorentina »; « Problemi militari della nuo\'a Italia >> ; ,< Gli eserciti esteri )) ; <, Esercito e !Ylarina » ..

Valoroso. Corvetta a vela, in leg no, d i 600 tonn., costruita nel 1834 nel cantiere d i Castellammare di Stabia _ Servl nella marina napoletana come nave scuole; passata nel 1860 alla marina italiana, venne radiata nel 1863.

Tlnloro;o. Dragam ine, vararo a Glasgow nel 1913, d islocamento tonn . 420, lungo m . 36,iS, largo m . 6,55; apparato n1otore cava lli 477, vdocità miglin ro. Armarnento 2 cannoni da 76; personale 23 uom ini. Valpara iso. Città marittima del Cile, sede della Scuola. navale cilena, protetta nel secolo scorso con alcune piccole batterie . Nel 1813 una fregata americana (commodoro Porter) vi fu assalita d a due navi inglesi (commodoro H yl liar), e costrel!a alla 1esa d opo energica difesa in cui prese fuoco. Nel , 817 venne rrcsa agli Spagnuoli dagli insort i cileni. '-;lei 1866 venn(l bombardata da navi spagnuole agl i o rd ini del Nuiiez (31 ma rzo). Nel r891 fu presa dai Costituzionali alle truppe d i Oalrnaceda . , Valperga (di Valperga, conte di Masino Amedeo). Generale del scc. XVI. Servì dapprima la casa d'Austria; passato agli ordini d i Emanuele Filiberto d i Savoia, fu con


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lui nel le guerre di Fiandra e d i Piccardia; nel 1553 ebbe il grado di luogoten. generale e venne insignito del collare del!' Annunziata.

cedette la V. al vescovo di Coira: ma i Valtellinesi non riconobbero mai tale signoria. Kd 1497 Lodovico Sforza d isinteressò con denaro i Grigioni da l possesso della valle. Nel 1499 la V. fu coinvolta nella guerra fra gli Absburgo Valpcrga di Valperga co11te di .\/asino Giova11m Tome la lega dei cantoni svizzeri , d urante la q uale le operamaso. Generale, m. nel 16o1. Colonnello di fanteria, goverzioni si svolsero in Valle Vcno,;ta, Conca di Bormio, Valle natore di Asti, fu poscia capitano di corazze e luogotcn. Livigno. Engadina. Gli Imperiali con varie colonne m ossero generale di Carlo Emanuele I che lo insignì del collare verso- l"Engadina, ma i Grigioni presero l'offensiva coutro ( lei!' Annunziata. le loro comunicazioni e in bre,·c li privarono di ogni riValperga di Montcu di Po conte //.nto11io . Vecdore gene. sorsa e li obbliga rono a ritirarsi in Valle Venosta : assaliti raie del sec. X VII. Fu governatore d i Cuneo nel 1606 e da tutte le parti da distaccamenti di Grigioni subirono gravi poi go,•ernatore della cittadella di Torino nel 16o7 nel perdite in uomini, ed inoltre tutto il loro bagaglio. I Franq uale anno fo nom inato veedore generale d i Carlo Emacesi, chiamat i in soccorso dai G rigioni nell 'a nno medesimo, nuele I che lo insignì del collare <kll'Annunziata. occuparono la valle. Ma ai Grigioni non piaceva questa larvata occupazione {r:;ncese e nel 15 10, volendo instaurare Valperga Antonio Maurizio (come d1) . Jngegncre m ilitare la religione luterana, la invasero. I Valtellinesi si r ibella. -del sec. XVH, n. a Torino. Servì il duca di Savoia, e nella rono e ricorsero al para Giulio 11 che nel 15 r2 costitul la guerra tra questo e la Spagna fu fatto prigioniero in ToSanta Lega. I Grigioni ed i loro sosten itori francesi vennero ~cana e rinchiuso in Castel N uovo a Napo li fi no al 166o. cacciati dalla Valtellina. 1':el 1516, fattasi la pace c<l assiServì anche, come sergeote maggiore di bauaglia, in Francia cu rata b libertà rel igiosa, i Grigirrni ripresero il go,•e1 no •e nel 1670, chiamato a Malta, ideò un'am ria ci nta bast iodella V. Nel 1584 gli insofferenti Valtellinesi si ribellarono, nata avv iluppante a d istan~a quel la del Fircozuola, e il la m·olta venne repre,sa sanguinosamente. Riuscì invece una forte Ricasoli. Scrisse: « La fortificazione reale difesa ,. e nuova rivolta scoppiata nel 1620 e man ifestatasi con l 'uc•« Esscrcitio m ilitare a bcne11cio del nuovo sold ato » (1653). cisione <li tutti I Protestanti grigio111 della valle, anche perValperga di Va!perga leo11e Severino. Generale, m. nel chè accorsero in aiuto dei Valtell inesi sia gli Spagnuoli che 1797. Al fiere nel rcgg. G uardie !lei 1746. diven ne colonil ,·escorn Carlo· Borromeo. Le truppe di Spagna occupanello nel 1787 ed ebbe il comando del bgl. invalidi. Goverrono così la V. Ciò preoccupò la politica di Luigi XIII, che natore della città e forte di Ccva col grado d i brigadiere alleatosi col d uca Carlo Emanuele d i Savoia, inviò nel 1621 J1cl 1791, passò ndl':11:no seguente a comandare la città di un esercito di 12.000 u. in Valtellina. AttraverlO a numeTorino e nel 1793 fu promosso magg. generale. rose t•iccole azioni, questa fo successivamcnc~ occupata da Fra1Jccsi, Spagnuoli, truppe pontifi~e di Gregorio XV, VeVa/pcrga d' Albaretto marchese Giovanni Alessa11dro. Geneziani, finchè la pace di Monçon, del 5 marzo 1626, pose nerale del scc. XVIII. Già colonnello in za de, cavallegfi ne alle opernzioni. La V . venne rimessa sotto il dom in io geri d i S. M., venne nom inato comanda11te il rcgg. Piedei Grigioni che riserbarono agli Spagnuoli il diritto di monte Reale nel 1796 col grado di brigadiere di ca,·allcria transito. Ma poco dopo scoppiava la guerra dei T renta Anni; e nel 1799 lasciò il servizio. la V. permetteva agli Spagnuoli u11 raFi<lo collegamento atValperga di Maglione Angelo. Generale, m. a Torino tra,,crso di essa, con i cattolici tedeschi nemici di Francia. nel 1818. Comandante il regg. Verc~lli nel r794, per essersi li re cli Francia ord inò al duca d i Rohan d i occupare la V. ,d istin tn nella guerra delle Alpi ebbe la commenda <lelper tagliare tali comunicazioni. Questi con rapida marcia l'O. M. S. allorchè venne costituito l'ordine. Magg". gcn . 1~artì dalla Lorena, e, au raversaca la Svizzera con l'a iuto nel 18,5, governò la città e provincia d i Ivrea. dei Grigioni, occupò la valle con 8000 fanti. 4000 cavalli, 1500 Grigioni (marzo 1635). L'imperatore inviò il barone Valsecchi (Giuseppe). Generale del genio navale, n. a d i Ferna mom con 10 .000 u. dal Tirolo, ed il re d i Spagna Nizza, m . a Roma (1852- 1927). Uscito da lla Scuola supeinviò il conte Serbelloni con 6ooo u. dalla Lombardia, per riore navale di Gcno,•a ingegnere navale, ebbe molti incacacciare il Rohan, ma questi bauè gli Spagnuoli e gli Imrichi di fiducia all'estero per controllo sulle navi da guerra periali in un:, lunga campagna che ter minò col trattato di costruite per conto dell 'Italia . D iresse i lavori di ricupero Milano il 3 settembre 1639, in seguito al quale la V. fo dell'incrociatore « San Giorgio ». Allo scoppio della guerra unita :,i Grigion i con un regime <li libertà accettato d t1gli Mond iale ve nne rich iamato dalla P. A, e fu membro delle abitanti. ~cl 1796 i Valtellinesi vollero staccarsi dai Gricommissioni d'inchiesta rer l'affondamento delle navi • Leogion i per uni rsi alla repubblica Cisalpina. Nel mese di nardo da Vinci » e « Regina Margherita "· g iugno r809 SCD;'piò imp rovvisamente una rimira fomentata dai Gri31oni e dagli Austriaci. Accorsero subito t ru~"l'e Valtancoli (Naralberto). Generale, n. a Ravenna nel francesi che r icond ussero la regio11c alla tranq uill ità. In se1875. Sottot. d i fanteria nel J898, fu in Libia nel 19 12-13•14. guito ai trattati del 1815, la valle passò al regno l.ombardoNella guer ra cont ro l'Austria meritò una mcd. di bronzo Vencto, di cui segul le sorti. (V, Va/ca111011ica). -e la croce di cav. dell"O. ~ - S. In P. A. S. dopo la guerra e colonnello nel 1922, fu promosso generale di briValrclli11a. Brigata di fanteria di linea costilllita coi regg. gata in A. R. Q. nel 1933. 650 e 66°, il 10 agosto ~862. Fino al 1871 i d ue regg. co-

Valtellina. Valle form ata dall'a lto bacino de ll 'AddJ, costituente la prov. di Sondrio. Nel X e Xl secolo scgul le sort i d i Como e nel J1 27 f:u in guerra con i Milanesi. Fu terreno di lotta nel Xlii secolo &a Guelfi e Ghibellini sostenendo la parte guelfa. Nel 1336 cadde souo il domi nio dei Viscont i. Nelle lotte sostenute in ftalia dai Visconci questi furono aiutati dagli S,·izzcri de, Grigioni: per sdebitarsi dell'aiuto da c;si ricevuto, nel r 404 Mastino Visconti

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stituirono · 1a brigata Valtellina che fu sciolta in tale anno e riformata il 2 giugno 1881. PartccipÒ alle campagne di g uerra 1866, 1887-88, 1895-96, 19 1r-u . Durante 13 guerra Italo-austriaca (1915- 1918). per la quale formò i comandi delle brigate T revi,o e Massa Carrara eci i rcgg. 99, 100, 251. 279, operò nel 1915 e fino al marzo del 1916 con tro le munite posizioni di S. Maria di Tolmino. Poscia fino all'ottobre fu nelle G iud icarie e nel nove mbre fu inviata

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atei settore <lelJ 'Isonzo. Nel maggio 1918 fu inviata m Val Camonica, ne l! 'ottobre in Val D'Arsa e nella battaglia <li Vittorio Veneto puntò su Carbonare. Nel 1926 il comando della brigata fu sciolto e i regg. fu rono assegnati .il 65" all '8• ed il 660 alla 12• brigaca di fanteria.

fanteria e cadde pochi giorni prima della vittoria finale, meritando la suprema ricompensa al valore, <i a<.t me1110riam )•, con la seguen te moti~ vazione : « Comandante di una compagnia , la guidava brillantemente all 'attacco d i una forte e nrnnitissima posizione, giungendo per primo su postazioni d i mi• rragliatrici nemiche. Ferito gravememe al peno, non desisteva dalla lotta, rinunciando a qual-

siasi soccorso. Ferito una sccon~ da volta a un braccio, seg u itava

Medaglia del 65° reggimento fanteria

_a lottare eroicamente, incitando i d ipendenti. Colpito nuovamen te cd a morte, fu lgido ese mp io di

V,ùtorra Lodovico

valore, trovava ancora la forza

Festa dei reggimenti: per il 65° il 20 agosto e per il 66-0 il _21 agosto, anniversari dei combartime nti d i Selo (1917). Colore delle most rine : fondo nero con una striscia cen. t rale bianca e due ai margini nel senso orizzontale. Comandarono la brigata 11el la guerra 1915- 1918 : magg. gen. ·Rostagno (1915); magg. gen. Cangemi (1915-1916-1917);

d i gridare: « Viva la 7a comf'agnia. Viva l'Italia! » . (Monte Pertica [Grappa] , 29 ottobre 19r8).

Valturio (Roberto). Scrittore mii., n . e rn . a Rimini (1413-1483). Consigliere d i Sigismondo Malatesta, disegni) varie macchine òa guerra e il Fiano del forte di Rimini. Scrisse un 'opera: ,, Dc re m ilitari ,,, clic f_u pci suoi tempi una sorta di enciclopedia. tradotta in varie lingue. Valutina Gora. Villaggio della Russia, p resso Smolcnsko. Combattimento di Va.ilttina Gora (18r2). Dopo la vittor ia di Srnolensko (17 agosto) N apoleone lanciava il corpo di cavalleria Grouchy a riconoscere l'effettiva <lirezionc di r itirata dei Russi : la retroguardia di. questi, costituita da 6000 fanti assegnati in r inforzo al corpo <l i cavalleria Korf. aveva preso po,'izione sulla Kolodnia, nei pressi d i V. pei· tratttnerc

Medaglia del 66° reggimento· fanteria

col. brig . Ottolenghi (r917); magg. gen . Rosati (19r7-1918). Le sue perd ite nella· guerra am montarono a ufficiali m orti 100, feriti 242, d ispersi 91; u. d i truppa m. 1045, f. 5949, d ispersi 5603.

Valtellina. 13artagl ione alpini costituito nel marzo 1915 .con le cp. 246", 248• e 249•, assegn ato al 5" alpin i. Oi.slocato inizialmente sull'alta Valtellina, fu trasEerito ,n val l'urva nell 'ottobre 1915. e nel marzo r916 inviato sul M. Nero. Partecipò alla battaglia dell 'Ortigara e d urante l'offe nsiva austro-tedesca dell'ottobre-novembre r917 ripiegò ,opponendo successive resistenze al nemico in val Brema, ..allo sbarrame nto d i S. Marino cd alla Grottella. Dopo un ·peri0<l0 d i permanenza sul Col Moschin e sul Cornone, fu inviato nella zona fra Col d el Rosso.val Bell a. Per l'offcn ·siva fi nale italiana passèJ il Piave a Vidor inseguendo il ,,emico e g iungendo fino a Toschian. Le sue perdite amn1ontarono a ufficiali m orti 10, feriti 33, dispersi 4; u . di

·t ruppa m . 9r , f . 679, d. r57.

Valtorta (Lodovico). Medaglia d 'oro, n . a Mila no nel J893. A lla chiamata alle armi (r 9r4) lasciò il suo posto <li im pieg ato pri vato per la chiamata alle armi, e fu assegnato

a una cp . di Sanità, partecipando alle operazion i contro i r ibelli dcli~. Libia. Rimpatriato nel 1916, fu inviato al fronte come serge11te nella 153a sezione d i Sanità , che abbandonò per seguire un corso d i allievi ufficial i. Divenuto ·sottot. d i com!Jlcmen to, venne assegnato al 258° fanter ia. D opo la ritirata al Piave F'assò col grado di tenente a l 79•

i Fr:tnccsi e <lar tempo al grosso d i guadagnare

spazio e far perdere k proprie traccie . Attaccata dai corpi Ney e Murat il mattino del 19, do110 due ore d i resistenza fo costretta a r ipiegare; ma l 'intervento d i truppe del grosso, guidale d allo stesso gen . Bark lay, sostenne la retroguardia, .:hc ripassò la Kolodnia tentando un contrattacco, subitp rimuzzato dall'ava nguardia francese. Sopraggiunte tre divis. russe, il Ney fu respinto e il Barkhy dispose 1111 fitto schieramento dei suoi, scaglionandoli in, profondità su pili linee man mano giungevano nuovi rinforii: i due corpi , li cavalleria Korf e O uvarov guardavauo la dr. della posi~ionc e cinque d iv is., bene appostate ai margini bosch ivi, copri vano la strada d i Mosca estendend o l'occupazione su ambo i lati. Lll totale forse 25.000 fanti e circa 5000 cavalieri fronteggiavano l'avanguard ia francese. Inforrnato dell 'addensarsi delle forze avve rsarie, Napoleone avviava a rincalzo del >iey le divis . Gud in e Morand del corpo Davout: la prima . d i queste forzava il passaggio d i un ponte d i ci rcostanza sulla Kolodnia , seguità da lle truppe del Ney , mercè un eroico attacco in colonna, che costò la v i.ra

al gen . Gud in. Ne seguì una m isch ia generale, culm inata nei pressi della strada d i Mosca, che d urò sino a notte . I Russi, finalmcutc sopraffatti, sgombrarono lo posizione. La sang uinosa giornata costò ai F rancesi oltre 6000 UO · m in i e assai pili l:orti perdi te ai Russi, che peraltro raggiu n-

sero lo scopo d i trattenere ,il nemico permettendo l'allon tanamento del grosso delle proprie forze. (V. Smolewko).

Valvason (Iacopo) . Generale veneto del sec. XVII. Diresse i lavori di fort ificazione in Candia e poi d ivenne governatore m ii. del castello d i Brescia. Ritornato a Cand ia rimase ucciso d uran te un c01n ba ttin1ento co ntro i Turch i.


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Val vassori, V. Vassallo.

' n. e m. a V alzania (Eugenio). Maggiore garibaldino, Cesena (1821-1889). Cospiratore, combaltè od 1848 cont ro l'Austria; nel 1849 fu alla difesa di Roma; nd 1866 r-artccìpò con Garibaldi alla guerra col grado di maggiore. :-Jel 1867 al comando <iella terza colo:rna fu Ira gli eipugnatori <li Monterotondo. Nel 1887 fu eletto deputato per il collegio di Forlì, ma non acccuò il mandato. Vampa. V. Fiamma in

dante del Ili corpo ,Iell 'armata cli Grouchy, si disti mc a Ligny. Esule dopo la seconda re,taurazione, rimase neglt Stati Uniti dal 1816 al 1819. Ritornato in francia r irre,e servizio e nel 1824 andò a riposo.

Vandea. Regione della Francia sulla sr. della Loira,. comprendente l'AHgiò, il Poitou e parte delJ"a ntica prov. di Bretagna . Venne delta Piccoh Vandea la regione ,ulla <lr. della Loira comprendente la Bretagna, Normandia , ~lai ne, Morbihan.

110/11111.

Vanda I i. Popolazione germanica, dapprima mbilitasi fra l'Oder e la Vistola, e che, in seguito, si sparse nd mezzogiorno d'Europa lino all'Africa. Erano affini ai Goti, ai Visigoti e ai Gepi<li. Verso il 48 essi occupavano le rive del Baltico; nella metà del Il sec. d. C. scesero verso il sud e nel 170 occuparono la Pannonia, <l'onde furono cacciati da Marco Aurelio. Vinti nel 270 cla Aureliano e nel 277 <la Probo, riuscirono ad in.stallarsi nella Dacia, dove rimasero fino alla morte di Costantino (337). A quell'epoca,

I. Operazioni militari in Vfl11dca ( 1791-1800). Appartengono alle guerre ci,•ili della Rivolu1,ione francese. fu guerra civile in sostegno del la monarchia, ma ebbe come fond amento l'avversione delle popolazioni per lè misure decretate dall'Assemblea Co,ti1uente nel 1790 contro il clero

pressati <lai Goti, Ìll\'asero il Lerritorio ro mano e riccvct.

tero terre in Pannonia. Quan<lo, al principio del V secolo, le orde degli Unni discesero dal grande altipiano asiatico, e le popolazioni germaniche, >Otto la pressione di ques11 nuovi barbari , si ~rnrsero nelle estreme prov incie più occi<lenrali dell'impero romano, i V. ,cguendo il movi mento, venetrarono nella Gallia de,astandola (4o6), poi, chiamati nella Spagni dall'usurpatore Geronzio, orcuparono la Betica e la Gal izia. Si cenno già installaci nel sud <lcl la Spagna, c1uando furono allaccati dai Visigoti. Ad istanza del govcr• narore <lcll'Africa, Bonifazio, che si era ribellato all'impe· ratore, condotti da Gcnserico, passarono lo stretto di Gibilterra ed approfiuando delle r iva lità religiose che d ivi<ievano I' Afric.1 ,cuentrionak, con<1ui.iarono rapidamente le tre ~lauritanic, disfecero Bonifa1.io, che si <.ra rivoltato contro di loro, cd infine riuscirono a farsi ricono,ccrc il posses,o d i tutto il territorio :i ovest d i Dona (HS)- Gcnserico volle C<fl"nderc il suo dominio anche ai paesi intorno all'Africa, in Corsica. in Sicilia, in Sardegna, nelle Baleari e perfino in Italia, dove nel 455 saccheggiò Roma. Malgrado gli sforzi dcll'imper:itore d'Oriente, Lconzio, devastò inoltre la Grecia e la Dalmazia, riportando a Cartagine immenso bottino, frutto di saccheggi rimasti leggendari. Ma alla morte d i Gcnserico, avvenuta nel 477, l' impero vandalico non tardò a decadere sollo i successori di lui. Sono Gclimero, nd 530, I 'impera1orc Giustiniano in\liò un forte esercito con Bdii ario, il quale portatosi davan li a Cartagine, battè Gelimcro a T1icamerone, lo fece prigioniero e lo inviò a Costantinopoli. Cmì finì il regno dei Vandali.

vandamme (c,,,ue di U11ebourg, Domenico). Ge ne ra l e francese (1770-18.30). Prima della rivoluLiOne sen•ì nelle colonie . Ritornato in Francia, fu promos,o generale nel 1793, e ,i segnalò nel Beli,,io, in O landa, sulle Alpi. lspeuore generale di cava llcria clopo aver combattulo nelle guerre del V<1ndnmme Domenico 18o6, 1807 e 18o9, fu esonerato nel 1812 per dissensi col re Gerolamo. Ritornato in ,crv izio, pa rtecipò alla campagna del r813 e dovette arrrndersi a Kulm, rientrando in Francia nel 1814. Coman-

Uffici2le, soldato, artiglieria vandean3

ti i ~ ~

e conll'O la proprietà, e fu capitanala da i nobi li e signori ,lella regione. La rivolta della Piccola Vandea, capitanata eia Jean Couerau-Chouan, delta " degli Chouans • o " Chouanneric ., , ehbc fondamento nell'opposizione dell a popolazione all a coscrizione « I alla espulsione dei saccr<loi i e vescovi che non prestarono giuramento. Da questo la caratteri,tica delle operazioni militari: in Vandea operazioni militari con forti m,1 ssc; nella Piccola Vandea (Bretagna, Maine, MorbiJian) centom ila r houans armati cli\'isi in alcune piccole armate (composte cli agilissimi gruppi <li 50 a 150 u.), presto riun ire, presto sciolte, abituate ad una gllcrra feroce d i partigiani, nella quale il saccheggio non fu l'ultimo degli. obbieuivi. Le due rivolte talvolta agirono concordemente~ ma spe»o agirono ognuna per proprio conto, ciò che ne facilitò la rerresiionc. IJ primo segnale della rivolta, dato dal conte di Pranchcville clu Pelinée nd Morbihan il 13, febbraio 1791. fu subito represso, ma si iniensificò con la rivolta di Challans nel maggio , e con l'occupazione d i Chatillon-sor-Sèvres e J'as,cdio di Bressuire. I ribel li, sconlìlti a Hressuirc, si riorganiuarono; e la rivo lta scoppiò violenta clopo !"esecuzione di Luigi XVI e la nuo\la legge sulla coscrizione (1793). J,a Vandea venne divisa in tre centri d 'azione: Alta Vandea, Vandea Centrale e Il:\.1,a Vandea. ~ella prima ebbe a capo il conte di Bonchamp e il popolano Jacqucs Catelineau; nella Vandea Centrale, Sapinaud de la Vcric; nella B'assa, de Charrcuc. Nel 1793. vari furono i sistemi adopera ti per sedare la ci volta: nelb Chouanncrie il gen. Beaufort impiegò nel 1793 6o.ooo u. per compiere un rastrellamento, ma gli Chouans gli sfug• girono. In Vandea il gcn. Berruycr dislocò le sue trurpctulto intorno alla zona in rivolta e compì una marcia con-


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-cent r;ca senza risultato, sebbene i combattimenti fossero n ume rosissim i. Il gen. Biron suo successore non fu più fortuna to; battuto in numerosi scontri fra i qual i Mac hecoul venne i mp rig ionato e condannato a morte nel dicembre 1793. In un consig lio dl guerra teiluto a Saurnur fu deciso• d i agin.: con tutte le forze solo uclla Bassa Vandea per tag liare ai ribelli le v ie del mare, ma l'operazione non r iuscì . Venne allora costituita con ampi poteri l'a rmata dell'Ovest agli ord ini d el gen. Lcchelle . In questo periodo app unto J" insurrcziooc raggiu nse il lim ite massimo del la sua espansio ne . Morto Bonchamp, lo sost ituì i l g iovanissi mo Laro. -chcjaquelin che battè Lechelle ad E ntrammes il 25 ottobre cercando poi d i unirsi agli Chouans del Cadoud al : i ribelli attaccarono Le Mans, ma vennero battuti (13 di-

La Vandea sembrò ormai pacificata a vend o perd uto tutti i suoi cap i. ma una politica ortodossa c fiscale alimen tò poco d opo una nuova ; i volta: 'fu una terr ibile guerra d i partigiani in Bretag na, Normandia, Maine, Majcnnc, che mise in pericolo l 'esistenza stessa dell a repubblica, poichè le colonne d ei ribelli, inafferrabili per la facilità con la quale si r iu nivano e d isperdevano, si spinsero fin sotto Parig i. li Buonaparte, primo console, mentre spingeva il gen. Brune ad operare, incaricava il gen. Hédouvi lle d i avvicinare i capi dei rivol tosi : lo stesso Buonaparte si abboccò con G iorgio Cad oudal e l 'abate Bc rnicr. Tutti si dimost ra. rono fovorc\'oli alla i:-ace interna, eccetto Cadoudal , che fuggì in Inghilterra, e Frotté. Frotté fu preso e fucilato il l 9 gennaio 1800. Il 4 marzo 1800 Buonaparte concesse amnist ia generale ai Vandeani ed jl 21 aprile agl i Chouans : ufficia li e general i ribelli vennero a utorizzat i ad entrare col loro grad o nell'esercito r egolare. l i. lllsurrezione in Vandea ( 1815) . Il ri,t orno di Napo leone in Francia (marzo 18 ,5) provocò una nuova rivolta d ella Va ndea lig ia ai Borboni. Mentre egli combatteva la n uova coaliz ione, dovette inviare !n Vandea un corpo speciale d i 25 .000 u. agli ordini del gcn. Lamarque. composto d elle truppe feddi pit1 agguerrite · per tenere i r ivoltos i in rispetto . Caduto Kapoleonc, la rivolta si esaurì. lii. lnmrrezionc in Vandea (1830). Fu detcrmi ,1ata dalla rivoluzione legittimista <lei 1830 : Vandeani c Chouans si schierarono dalla parte d ella d uchessa d i Berry, che sbarcò a \Jantes nell'agosto 1832. Essa "enne Sl1bito im~-rigionata dalla polizia d i L uigi Filippo : a vendo conlcssato di essere ormai sposa del marc hese Lucchesi Palli, essa ,•enne subito liberata e la rivolta finì nel nulla facilmente.

Milizia vandeana

-cembre) e pochi g iorni dopo battuti nuovamente a Savenay : allo ra l'ann a ta d i Larochejaquelih si disciolse . Lechellc venne destituito ed im prig ionato a N'antes dove n1orì. Lo sostituì il gen . Chalbos, e poco dopo T um:au. il q uale istituì le « Colonne infernali » : d odici colonne d isposte sul con fine est della Vandea in rivolta dovevano marciare verso 0\'est, mentre altre otto colonne dovevano marciare dalla riva del mare verso csl: avevano l'ord:ne d i passare a fi lo d i spada tutt i i Vandeani, e d i b ruciare vil laggi, case isolate, bosch i, J combattimenti furo,10 nu merosi e !eroci, e i11 u no d i essi cadde il Laroc hejaquelin . li T urrcau fu scon • fessato e sostituito dal gen . \'imeaux che tentò le v ie conci liative senza òsultato, lanto che il governo lo sostituì col gen. Canclaux (8 o ttobre I794). i\nche le idee de l governo si d imostrarono conciliative e condussero quasi im provvisamente a lla pace d i La Jaunayc (17 febbraio 1795) fra Vandeani (de Charrette)· e Canclau x ; alla pace d i La Mabilais (20 aprile) fra Chouans cd il governo repubblicano; alla pace d i Saint F lorent (2 m aggio) fra Canclaux e g li ultimi ribelli condotti da Stofflct . Ma nel g iugno 1795 Vandeani e Chouans si misero di .!lU0Vo in rivolta . Il gen . Hoche venne- nominato comandar.te d el l'armata dell"Ovest (50 .000 uomin i, dei quali 30.000 provenivano dalla Spagna) in so• st ituzionc d i Canciaux. Il nuovo comar.da1)te, mentre si batteva, tentò la via delle conciliazioni separate, e in breve la maggioranza dei ribelli e d ei loro capi abba11don arono Charrette e Stofflet. _Questi co n pochi seguaci fu raggiu,no , battuto e fatto prigioniero a La Poitev inière e i:1 .25 ·g ennaio 1796 fucilato ad Angers; d e Charrette, inseguito, battuto, ferito il 25 febbraio, tenne ancora un mese !a campagna, ma il 23 marzo fu preso e il 29 fucilato a Nantes .

Vandero (,\eco,:do Ermi11Jo). Ge ne rale , 11. a Voghera nel 1853° Sottot. ·del genio r.el 1873. divenne colo nnello coma nda nte il 1° grana tieri nel 1897. Magg. generale CO· mandante la briga ta Savona nel 1902, fu promosso tcn. generale nel 1909 . Comandò le divis. di Messina e di A lessandria e nel 1913 fu collocato nella r iserva . Richiamato in servizio nel r915 , resse durante la guerra il comando della <livis. mii. territoriale d i Novara. Nel 1924 ebbe il grado d i generale d i corpo d 'armata nella nserva, Vandone (dlessandro). Generale, n . a Vigevano, m . a T orino ( 1820-1900). So ttot. d i cavalleria nel 1839. nella guerra del 1849 meritò la med. d 'argento . Colonnello comandante il regg. Aosta cavalleria nel 1862, nella campagna del 1866 ebbe una second a med. d'ar gento e lo stendardo .-lei suo rcgg. [u decorato di q uel la d'oro. Magg. generale nel 1869, fu successivamente comandante di brigata d i cava!le ria a Torino, a Ruma ed a Firen ~e. ~el 1877 a ndò in d ispon ibiliti,; nel 1880 passò nella rise rva e nel 1881 fu rromosso ten . genera!t. Va1Jdo ne Ci,aeppe. Generale e pittore militare, n. a Vigevano, m . a To6no (18n -1893). Sotto!. di fa ,~teria nel 184r, nella campagna del 1859 meritò la med . d 'argento ed altra ebbe nel 1861. Colon.odio comandante i l 37° fanteria nel 1863, a Borgoforte (1866) meritò la menz.i onc ono revole. Ve nne collocato a riposo nel 1871, col g rado d i magg. g enera le . D:pinse buoni quadri d'indole m ilitare.

Vanel l i (Carlo). Ingegnere m ilitare d el secolo XVI! , al servizio del duca_ d i Savoia. Nella guer,ra mossa. d a Carlo Emanuele I ai Genovesi nel 1625, d iresse le operazioni per l 'espugnazione d i Ventimiglia, forando la cont roscarpa e a ttaccando la mina alla. p unta d el baluardo opposto, poi dispose una batteria che dete rminò la resa della città .

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Vanetti (Luigi) . Generale, 11. a Firenze nel 1873. Sottoten. di fanteria nel 1892, partecipò alla guerra contro l'Austria, meritò due med'. d'argento e fu promosso colonnello nel 1917. Dopo la gue.rra comandò successivamente 1'86~, il 34° fanteria ed il distretto mii. di S. Remo. Gen. di br igata nel 1929, fu isr ettore di mobilitazione della divis. di Catanzaro e nel 1932 passò in -soprannumero.

11CI 1923 e promosso cont rammir., collocato in A. R. Q. nel 1825, promosso ammir . di divis. nel 1926, collocalo a riposo nel 1930. Prese parte alla guerra ·Italo-turca ed all a guerra Mondiale. Da] 1895 al 1897 fu a d isposizione della Società Ceografica Ita liana per far parte del la sped izione diretta dà] capitano · Bottego e vi guadagnò una med. d"argenro.

Vanghetta. L 'idea di munire il soldato di fanteria di una TI . per lavori di fonificazione improvvisata, o sempli. cemeote di d ifesa accessoria, è sorta subito dopo la guerra franco-prussiana (1870-71) quando si. constatò come fosse utile appena occupata una posizione aumentarne il valore d ifensivo, sia pure con semplici lavori in terra. Vari furono i tipi d i V. adottati nei diversi eserciti; prevalse il

Tlann11telli Guido. Ammiraglio, n. a Roma nel 1876. Entrato in servizio nel 1891, fu promosso contrammir. nel 1931 t amm ir. d i divis. nel 1932. Prese parte alla guerra Italo. turca e a quella Mondiale, dove guadagnç, due mcd. d'argento. Fu presidenre del Tribunale mii. mar. de La Spezia dal 1929 al 1930; capo di S. M. de] dip. dell'alto Tirreno dal 1930 al 193,; comandante mii. marittimo in Sicilia dal 1931 al 1932; a d isposizione del ministero delle Comunicazioni nel 1932-3.3; direttore gc11erale del Personale e Servizi mii. al ministero de lla Marina nel 1934. Ha pubblicato un lavoro : « Il Mediterraneo ».

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rnodelfo Linnemann, pratico, leggero e forre. Lunga 62 cm., ven iva portata sul fianco si'. dello zaino, e, per le fanterie sprovviste d i zaino, appesa al cinturino o infilata in apposita guaina, al fianco, o dietro la schiena. Oltre che al lavoro di protezione individuale mediante scavi improvvisati, e a l rafforzamento d i posizioni, la TI·. serve per culti i lavori d i Sterro. Nella esecuzione di tali lavori concorrono natura lmente gli zappatori, colla loro dotazione di badili. La TI. è dunque un attrezzo leggero sussidiario, giacchè b sua funzione principale è quella di giovare per )e difese in trincea.

Vanzetti (Alessandro) . Generale, n. a Verona, m . in Albania (1867-1918). Sottot. di fanteria nel 1887, par tecipò alla guerra contro l'Austria del 1915-1918; comandò il 65° fanteria e meritò una med. di bronzo. Colonnello nel 1916, andò in Albania nel 1918 al comando dell '86° fanteria e sul monte della MaJacastra ebbe la med. d "argento. Brigadiere generale comandante la brigata Verona nel luglio 1918, morì due mesi dopo per malattia i n Albani.1.

Vannini (Angelo). Medaglia d"oro, .11. a Casale, caduto al fronte (1893-1915). Lavoratore della terra, chiamato alle armi, fu destinato quale portaferiti alla 9• cp. del r28 fan teria. Nell'adempiere al suo dovere incontrò eroica morte, co'm e è ricordato nella motivazione della medaglia d'oro conc~ssa alla sua men1oria :

« Portaferiti, d iede mirabili prove di 2ttiv'ità, fermezza e coraggio recandosi con nobile S!>trito d i cameratismo più e più volte oltre la prima linea per raccogliere e trasportare i feriti, sempre incurante del fuoco nemico . Accortosi che un compagno caduro a poch i metri dslle feritoie avversarie in. vocava soccorso volle accorrere jn suo aiuto, mentre i nemiCi, rilevato tale tentarjvo, cominciavano a tempestare la zona col fuoco di fucileria e lancio d i bombe. Costretto per ben due volte a indiecreggiare di fronte alla furia delle offese avversarie, non rinunciò all'impresa, e poichè le "invocazioni del ferito si facevano più lamentose, in un terzo p rodigioso sforzo attraversò d 'un balzo la zona interdetta . Colpiro egli stesso alla testa, cadde al suolo; ma rialzatosi poco <lopo, prese il compagno fra le braccia e lo crascinò fino alle nostre linee, ove giunto spirò col nome d'Italia sulle labbra. Fulgido esempio di altruismo e di alto sentimento del dovere ». (Plav~, 21 luglio 1915). 1

Van nugl i (Antonio). Generale dei CC. RR., n. nel 186o. Sottot. di fanteria 11cl 1879, passò nei CC. RR. nel 1883. Colonnello ne] 1912, comandò la legione Allievi. Jn P. A. nel 19, 5, fu rich iamato in servizio durante la guerra contro l"Austria è promosso magg. ge.tJerale nel 1917. Ebbe la promozione a generale di d ivis. dei CC. RR. nella riserva nèl 1923. Vannutelli (l..amberto). Ammiraglio, n. a Roma nel 1871, entrato in servizio nel 1886, 'collocato in P. A. S.

Vannugli Antonio

Vanzo Augusto

Vanzo (Augusto). Generale, n. a Dosson, m . a Roma (1861-1931). Sottot. del genio nel 1883, d ivenne colonnello nel 1910 cd ebbe il comando del 57° fanteria cbc diresse in Libia nella battagl ia delle Due Palme meritando la croce di cav. dell'O. M . S. Magg. generale comanda1w: la brigata Abruzzi nel 1913, coprl fino al 1915 la carica <li aiutante d i campo gen. del Re, indi c0mandò in guerra la 33a d ivis. Tcn. geherale nell'ottobre 1915, tenne per due anni la carica d i capo d i S. M . della III an;nata e per la conquista di Gorizia e sul Carso meritò la commenda e poi la croce di gr. uff. ddl'O. M. S. Nel 1917 ebbe per breve tempo il comando del XXVII C. d'A. e da) 1918 al 1923 fu presidente del Tribunale supremo d i guerra e mari na . Nel 1923 assunse il grado di generale di C. d 'A. ed andò in P. A. S. Nel 1928 fu nominato senatore del regno. .Vapore (Epoea del). Nella storia della nave, è il terzo periodo, dopo quello reniico e quello velico. (V. Nave). Vaprio d'Adda. Comune in prov. ,d i Milano, sulla dr. del!' Adda. Ebbe. rinomato castello a guardia del passo dell'Adda. In localirà designata col nome di « Rotta Torriana», nel maggio del 1179, i Torriani guelfi, contrastata ai Visconti ghibellini la signoria di Milano, toccarono


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una fiera sconfina, perdendovi Soo u . Pili tardi, nel 13o6, Mauco Visconti , nella lotta per il possesso di Milano, sera impadron ito di V. e di là minacciava la città; ma i Milanesi. insieme ai loro Alleati, gli inflissero una tale sconfitta che egli dovette rinunciare alle sue mire ambiziose e si riurò a vita privata a Nogarola. Infine, nel 1324, in occasione della calata in Italia di Lodovico il Bavaro, V. fu incen<liara· e l'esercito dei Crociati lombardi, raccolto contro i Visconti, vi fu completamente sconfitto da Marco Visconti. Co111battime11lo d1 Vaprio d'Adda (1521). Appartiene alla guerra della Lega fra il papa e l'imperatore contro la Frn ncia. Lauttcc, comandante delle truppe francesi , abbandonato dagli Svizzeri che miliiavano nel suo esercito, fu costretto a ritirarsi sulla dr. dell'Adda e a rnlforzarvi,i. Prospero Colonna, che comandava l'esercito ispano-pontificio, seguì quel movimento ed avvicinatosi ali' Adda come se volesse forzare il ponte di Cassa no, vi distese in faccia le sue genti, intanto che <lava ordine ad alcune bande di Italian i di t\;ntare il passo <li V., cinque miglia più in su. Quc~to era /lifeso dal conte Ugo Peroli, il quale appena si a, vide del movimento nemjco, accorse per ricacciarlo e mandò ad avvertirne il Lautrec. Ma la fulminea irruzione <li Giovanni dc' Medici, ~omandante dei cavalleggeri ita· lian i, non diede tempo ai Francesi di arrivare a l soccor;o, perchè egli, gettatosi nel! 'acqua, superò sono i colpi del nemico la riva opposta e aprì tale strada ai suoi seguaci, che i Francesi cedc:tcro il posto e si raccolsero a Cassano.

varad ino (Varazdi11) . Città della Jugoslavia,. presso la Drava. Venne fort ificata nel sec. XVI , con cinta e cinque bastfoni, per opera di Simone Gcnga, che vi lavorò fino alla sua morte (1597): i lavori furono proseguiti dagli ing. mii. italiani Ridolfini e Tarducci. Nel 1674 venne presa <lai T urchi, i quali vi impiegarono tre mesi per riuscire nell'intento. Varaita (o Vraita). Valle delle Alpi Cozie, percorsa dal torrente omonimo, affl. del Po. - Vi si svolsero due combattimenti favorevoli alle armi piemontesi: il p rimo (1628) prende il nome da Sampeyr<·; il secondo (1743) <la Cas1e/ddfi110 (V .) . Val Varaita. Banaglione alpini, costituito nel r915 con le cp. 221•, 222& e 223a ed assegnato al 2° regg . alpini. Operò inizialmente in Carnia prendendo parte alle azioni per la conquista d el Pal Grande, del Pal l'iccolo e <lei Frcikofcl. Trasferito nell'aprile 1917 nel settore di Plava, comban è nel maggio sul Kuk e sul Vodice e nell'agosto di detto anno fo jnviato nella zona delle Tofane. Durante l 'offens iva austro-tedesca dcll 'ottobre-novemhrc 1917 rip iegò opponendo accanite resistenze all'avversario, ,pccialmente al ponte di Vi<lor. Trascorse il dicembre 1917 sul Grappa e fu poi inviato in val Camonica, dove fu sciolto il 12 febbraio 1918. Per il suo contegno in guerra meriti) la me<l. <l' argento. Le sue perdite ammontarono a ufficiali mort i 13, feriti 41, dispersi 3; u. di ttuppa m. 119, f. u38, d. 236.

varale (Carlo). Ammiraglio, n. a Torino nel 1871l. Entrato in servizio nel 1884, fu collocato in P. A. nel 191T e promosso contrnm mir. nella riserva nel 1927. Prese parte alle campagne <l'Africa ed alla guerra Mondiale. Fu presidente della Commissione di vigilanza presso l'ufficio tecnico di Brescia dal 1899 al 1901; fu all'ufficio di vigilanza Armamenti navali di Sampierdarcna dal 1915 al 1919 e alla D irezione generale Armi ed A~marncnti navali nel 1926. varallo Sesla. Comune in provincia <li Vercelli , sul tiume Sesia.

Comba11ime1110 di Vara/fo (18c>o) . Appartiene alle guerredel Consolato francese. Il Buonapanc, valic:ito j ) S. Bernardo, aveva dato incarico al gcn . Lechi di stabi lire il collegamento con le truppe discendenti per la Val 'foce, tenendo per <.!irettricc di marcia la Valsesia. Superate le gravi difficoltà <lei cammino, la sera del 28 maggio ,Soo la legione italica del gen. Lcchi raggiungeva V. cd anaccava senza esitaz ione 600 Austriaci, agli ordini <lei principe di Rohan , che vi si erano trincerati. Seguì un aspro combattimento, dal quale la legione uscì vinoriosa, catturando 340 prigio111eri, alcuni cannoni e molte vcnovaglie. I mor-i furono un C<"ntiaaio da parte austriaca ; una quindicina da parte france,c.

Varangi. Soldatesche mercenarie, provenienti dalla Scan<lina,·ia, arruolate nell"c;crcito imperiale greco di Costantinopoli. Varanini (luigi ). Medag lia d 'oro, n. a Milano, caduto in Cirena ica (1893-1913). Licenziato dall 'istituto tecnico <lL Lu e e a jn hsico.matcmauca, passò alla Scuola di Modena e ne uscì ,01101. nel 1913, asiegnato all'88'> fanteria. Chiese subito di an<la rc in Libia, passando all'87" regg. e trovando gloriosa morte, come è ricordato nella motivazione di medaglia <l"oro: " Ferito ~d una spalla durante ia ritirata, d imentico <li sè, si adoperò incessa mcmente per riorganizzare la resistenza. Nuovarnrnte ferito all'addome, non <lesistene dagli Varaninì Luigi sforzi per riordinare i dispersi ed incontrato un soldato pure ferito, lo trasporrò per un tratto, finchè cadde esausto <l, forze. Morì poi per la ferita ail"ospedale di Circnc >•. (Saf-Saf [Libia], , 0 lugl io 1913). Varano. Antica e potente famiglia italiana, originaria di Camerino. I membri principali _di tale famiglia sonn: Ge111ile come di Campagna. Capitano del sec. XIII, m . nel 1284. Appartenne alla pane guelfo; prese il castello di Capriglia, sconfisse R an ieri, conte di Barchi e ricuperò Camerino eh 'era stato occupato <lai Ghibellini. Allora fu nominato capit~no di guerra per due anni con autorità dittatoria, e mentre il papa, da cui dipendeva, era stato cos1retto dalle vicende politiche a fuggire da Roma, Gentile pensò a difendere la patria dai nemici vicini e a ricuperare i castelli del tcrrit0rio. Nel 1266 fu nominato podestà. di Camerino. Rodolfo. F iglio di Gentile (m. nel 1316). Fu capitano del popolo di Perugia nel 1304, arpartennc alla parte guelfa e fece guerra ai Ghibellini dell'Um bria. Gemile (m. nel 1355). Podestà di Firenze nel 1312, militò nclb Marca e nell 'Umbria contro i Ghibellini, e tutti gÌi affari della Marca si ridussero su lui quando il cardinale Bcrtranclo, legato pontificio, doven e recarsi in Lombardia per le guerre contro i Visconti. Fu nominato <la Clemente VI, nel 1332, "icario della Chiesa f"!r Camerino. Rodolfo . Capitano del scc. XlV (m. nel 1384). Nominato gonfaloniere delfa Chie.;a nel 1355, ba11è a Castelfidar<loMalaresta di Rimini , ron<lotticro dei Gh ibellini; ma poi, sorto uno screzio col governo pontificio, nel , 362 passò


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al servizio della repubblica d i Firenze, e l 'anno seguente -ebbe i l generalato <lai Perugioi, ai quali ricu però Monte Fontegiano, ove fu rono decapitati tutti i Ghibell ini che lo difc,i<leva no. Nel 1370 fu fatto capitano del popolo d i Fircn«c e poi generale delle armi del la Repubblica nella guerra con rro Berna bò Visconti, condotta a termine fel iceineute. Poco dopo fu ancora eletto ge ne rale dai F iorentini e dalla Lega contro Gregorio X l. Ritornato il papa a Roma , il V . /\SSunsc le parti pontificie fino alla motte . Fu repu·tato uno dei migliori capitani del suo tempo.

Rodolfo. Signo:e d i Camerino, m. nel r424. Combattè -contro i Malate$ta e contro i Montefeltro . Fu alleato sempre di Braccio da Montone, suo genero . Dopo la morte d i -costui le , liscussio ni domestiche sorte fra i suoi discendenti fecero perdere alla sua famigl ia la signoria di Camerino.

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1510 venne saccheggiata dagli Svizze ri del cardinale di Sioa, e l )aano seguente fu invasa e nuova.rncnte messa a

sacco dagli Svizzeri chiamati dallo Sforza. 1. Convegno di Varese (1285). Matteo Visconti, Simone da Locarno, Giovann i d i Luino e molti fuorusciti 'ghibell ini dl Co1no vi si accordarono per ripre ndere l 'offensiva co ntro i To rriani.

II. Combattimento di Varese (26 maggio 1859). Fra la llOtte del 23 e il mattino del 24 Garibaldi aveva rassaw

coi Cacciatori delle A lpi il Ticino, e a sera era entrato in Varese. Saputo che l'Urban l'avrebbe attaccato il 26 con 6 000 u., collocò il 1° regg. a Bi umo superiore e a dominare la strada V.-Milano ; il 2°, con due cp. d i riserva, a Biumo inferiore; il 3° a Boscaccio e nella piazza pr incipale d i Varese. Garibaldi collocò avamposti sulle strade d i

Varazze, Città in prov. di Savona. !\ vanzi d i mu ra merlate e to rri . Fu presa dai Francesi nel 1748 : la p iccola g uarnigione piemo ntese, comandata dal ca". di Sa irn.Oyen, .v enne fatta prigioniera.

1. C<nwenzio11e di V arazze (febbraio 125r). Pace fra Genova e Savona, che si sottomette al la prima. Q uesta con-

-cede a Savona una lin1itata ~uronorni~.) riservandosi il <li~ ritto d i d istruggerne le 1nura e colmarne i fossati . (!.

Il. Battaglia di Va,-azze (r525) . Il marchese d i Saluzzo, .con1an<lante l 'esercito francese i.n llalia, aveva mandato 2 000

u. in Vara_zze. Contro di essi Ugo di W1,oncada aveva

a rmato tutte le sue galere ed era venuto ad attaccarli. Fatte atterrare a cannonate le pone ~!ella c:ttà, aveva sbarcato 4000 u. fra quest a e Savona. Il m archese d i Saluzzo venne a d ifendere la città wn 2 galere, seguito a<l una certa <!istanza d a altre navi. La flotta genovese lo attaccò ~ubico, credendo che avesse solo quelle forze, ma Foi arrivarono le altre, ed essa fu coslretta a ritirarsi in Genova .

Allora il Sa luzzo fece at taccare i 4000 li . dalle sue truppe da sbarco, mentre li bersagliava con le art iglierie delle galere : essi furono fatti a peu.i e il Moncada preso prigioniero .

Vardeu (Efùio). Genera le medico, n. ad Orosei nel 1867. Sottot. medico nel r892 , partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 ed alla guerra L ibica nella quale meritò due mcd . d i bronzo. Nella guerra contro l'Austria ebbe una terza med . d i bro nzo. rn P . A. S. nel 1920, venne promosso colonnello nel 1923 e magg. generale medico 111 A. R. Q . nel r927. Nel 't929 passò nella riserva. Varela (o Warele). Pianura della F inlan<l ia; ha dato il nome alla pace <le\ r4 agosto 1790, fra Svezia e Russia, mediatrice la Spagna, sulla base dello « statu quo » pr ima della guerra . Gustavo III d i Svezia non riuscì a ricuperare i territori prcccdcntcmcnt,: çcrduti, ma ottenne l'emàncipazio ne d ella Svezia d a ogni ingerenza russa.

,:, ' ·. .a ~ Casbtno

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' Combattimento di Varese ( 1859) A, Cosenz; B, Arduino; C, Bi xio; D 1 Medici; E, y arlbaldi. (scala r- +o .ooo)

M ilano e di Como. mandando una co . in imboscata d i fronte a Belforte e pattuglie di guide a ·perlustrare le strade auorno alla città. Il combat1imcnt0 fu iniziato il 26 mattina dalla cp . inviata a Helforte, che r iuscì dapprima a scompigliare la testa della colo,rna nemica . Poi l ' Urban riordinò le sue rrur pe, schierandole a battaglia davanti a Bclforte, e facendo battere a cannonate le posiz-ioni nemiche . Allora ordinò l'attacco in d ue colonne al centro, una piccola a sr . e un bgl. a d r. contro Biumo inferiore, tutte coperte da una catena di tiratori . A 50 passi i Cacc iatori, come aveva loro ordinato Garibald i, fecero funco 1

d isordinando le due colonne centrali, che tornarono ancora all 'attacco ma furono nuovamente d isperse e messe in fuga .

Varese. C ittà della Lombard ia, capoluogo d i provinc ia, presso il lago omoni1no. Esistente sin dai tempi preromani, appartenne agli Insubri e poi a Roma. All'epoca delle invasioni bar· bariche vi fu eretto un castello detto d i Bclfortc. N cll"X I secolo Eu alleata a Milano contro Corno, che la prese e la saccheggiò <lue volte: in seguito Stemma di Varese si alleò a quest· ultima e al Barbarossa . Fra il 11 68 e il 1200 si resse a comune libero sotto la giurisdizio ne dell'arcivescovo di Milano. Nel 1240, avendo tentato d i r ibellarsi, fu assal ita e occu pata da truppe milanesi. Ai primi di settembre del

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Frattanto la colo:111a di sr. veniva pure resninta e Garibaldi, fatto uscire il 3 rcgg. da V. , o rdin.ava l 'in;eguimento . I volontari e rltrarono così in lvialnate, sgombrata dagli Au. striaci, che però si schierarono nuova1i1ente a battaglia fuori del paese, e fu rono attaccati immediatamente dai C3· rabinieri. genovesi. I Cacciatori frattanto si e rano schierati

con la d r. avanti, la sr. appoggiata a Rovcra e la r iser va a Ma lnate. G li Austriaci, rinforzata l 'ala dr. , attaccarono violentemente la sr. dei Garibaldini, comandata dal Med ici, dove furono mandati subito r inforzi, mentre il generale fo. ceva ripiegare la d r. e il _centro sino alle colline d i Malnate e d i Gurone. Lo stesso Garibaldi accorse a Rovera ove si impegnò vivissimo il combattimento; a mezzogiorno gli Austriaci erano definit ivamente respinti: i Cacciatori l i

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inseguirono sino al torrente Qu:itronna e poi Garibaldi ritornò a Varc.e. I volontari, che avevano combatruto dalle 5,30 alle 7 a V. e dalle 10 a mezzogiorno a Malnate, ebbero 2 1 morti e 63 feriti, mentre gl.i Austriaci perdellcro circa 200 u., oltre a 30 prigionieri.

Nledaglin commemorativa de.llicntrnta dei Cnribaldinl in Varese

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Varese. CannJ.1iera in legno, varata alla Foce (Genova) nel 1860. DislocamctHo tonn. 293, macchine !IP. 236. Nel 1864 venne trasformata in nave cisterna. Fu radiata nel 1888. Varese. Cannoniera corazzata, costruita in Francia cd e~trarn in servizio nel 1865. Dislocamento lonn. 2220, macchine HP. 951. Partecipò alla baltaglia di Lissa (1866) e alla prcs:1 di Civitavecchia ~1870) e venne radiata nel 1891.

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Varese Vittorio. Medaglia d 'oro, n. a Vercelli, m. al fronte (1884-1915). Ufficiale degli Alpini in S. E. P., guadagnò una menzione onorevole di benemerenza nel terremoto del 1908. Da capitano, a llo scoppio della guerra, comandò la 35" cp. (bgl. Susa) con la quale g uadagnò una medaglia di bronzo sul Mrzli, e poi contribuì efficacemente alla presa del monte Nero, all'inizio della guerra contro l'Austria. Morl per rnalaltia nel novembre t915, dopo di a,•erc guadagnato la suprema ricompensa al valore con questa molivazionc: « Sebbene febbricitante, posto all'avanguardia d i un attacco contro formidabile posizione nemica, guidava la sua

Varese Vittorio

comragnia con eroico slancio, e, caduti tutti g li ufficiali, precedendo il reparto, penetrava nei successivi forti e ben difesi trinceramenti oemici, deler minando la conquista della posizione e facendo numerosi prigionieri e grosso bottino di guerra. Già distintosi in precedente azione ». (Monte Nero, 3r maggio ·e 16 giugno 1915).

Varfrade, Anuca istiluzionc militare svedese, comprendente l'assieme dei corpi di arruolati volontari dell'esercito. Aveva un corpo permanente di ufficiali; la ferma degli arruolati era di 6 anni. La su~ forza lotalc era di 5 bgl. <li fanteria, 7 sqdr. di cavalleria, 16 btr. d'artiglieria, 1 reparto del genio. All'epoca della separazione della Svezia <falla Norvegia (r905) le lruppe della V. servirono a formare l'ossatura dei nuovi reggimenti.

Cannc.niera corazzata e Varese •

Varese. Incrociatore corazzato, c~struito a Livorno e varato nel 1899. Dislocamento tonn. 7350, macchine HP. 13.885. Ebbe per motto : « Valenter reper.tequc semper » . Fu radiato nel 19 13.

Incrociatore corazzato , V:lrcse •

Varici (Medicina Legale Militare). Sono costiluite da una dilatazione permanente delle vene, che si riscontra di preferenza agli arti inferiori. Ai sensi dell'articolo 78 dcli 'Elenco A, sono causa di inabilità assoluta al servizio militare « le varici degli arti inferiori quando siano notevolmente estese, molto voluminose " con molteplici e grossi nndi, O)'pure siano complicate da edem i o da ulcerazioni ,,. Invece le ,·arici estese e voluminose degli arti inferiori, quando non raggiungano il grado conlcmplato dall'articolo suddelto, debbono considerarsi compatibili coi servizi sedentari, ai sensi dell'articolo 10 dell'Elenco B. Var icocele (Medicina Legale Militt1rc). i,: caratterizzata dalla dilatazione varicosa delle vene del cordone spermatico; appare all'inizio <lclb vita genitale ed ~ dovuta csscn: z ialmentc ad una pnxlispos;zionc costituzionale; cause coa. diuvanti sono tulle quelle che determinano iperemia dei plessi spermatici (come gli abus i venerei, l'equitazione, le marcie forzate, ecc.). Fra i soldati si osserva con frequenza, come attestano anche le statiotiche operatorie degli ospe<lali militari, e, ai se11si dell' articolo rx dell'Elenco B, è causa di limitazione de lla idoneità ai soli servizi sedentari « il varicocele voluminoso e nodoso " · Varignano, Località nella parte meridionale del golfo dc La Spezia, sormontata da un piccolo forte che fu preso dagli Inglesi nel 1814, mentre aveva guarnigione francese. Presso la riva del mare venne costruito dapprima un lazzaretto, e poscia caserme cd edifici vari per i comandi militari. Vi (u rrigioniero Garibaldi nel 1862, dopo Aspromonte.


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Varini (Ettore). Gernerale, n. a Milano nel 1867. Sottot. di cavalleria nel 1887, partecipò alla guerra Libica ed a q uella contro l'Austr ia. Colonnello nel ,1916, comandò i cavalleggeri V icenza e guadagnò nella guerra contro l' Austria una medaglia di bronzo. Comandante l'Vlll brigata di cavalleria e br igad iere gener:ile nel 1918, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1923 assunse il grado <li generale d i brigata e nel 1933 venne collocato a riposo. Nel 1923 d ivenne console generale della Milizia Volontaria per la Sicu re·zza Nazionale e comandò i l 39<> e poi jl 25° gruppo di legioni; nel 1925 fu nominato luogotcn. generale e comandò la X Zona Var.ini Ettore (Roma) . Varna. C ittà marittima della Bulgaria, nel Mar Nero, costruita presso l'ant. Odessus, cnlon ia ionica . Cadde in potere dei Turchi nel 1391, fu p res~ dai Cosacchi n el 1610, attaccata invano dai Russi nel r783. Durante la guerra Mond iale venne bombardata da navi russe. Le sue antiche forcificazioni consistettero in una buona cillla di muta bi~antine; i Turchi eressero oltre ad essa uoa nuova cinta, bastionata, con 14 piccoli bastioni m'uni ti d i fosso, e una c ittadella presso il mare; dopo il 1828 costruirono IO forti e pa recchie batterie e ridotte esterne.

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I. Assedio di Varna (1366). Fu posto da Amedeo V [ di Savoia, recatosi nel! 'impero bizantino per Iiherarc I 'imperatore Giovanni Palcologo, prigion.iero dei Turchi . 11 25 ottobre la çittà era investita, e il 29 i Bulgari venivano a patti col duca, il quale desisteva dall'assedio e restituiva le piazze bulgare occupate, ottenendo la libcrnzionc <lei Paleologo e dei prigionieri.

Il. Hattaglia di Varna (ro novembre u44) . Fu com battuta fra gli Ungheresi, condotti <lai re Vladislao e da Hunyadi, e i Turchi (oltre roo.ooo) comandati da Amurat l l. I prim i compre 11devaro anche dementi polacchi, e cristiani di varie nazionalità: i.n tutto 2 4 . 000 u. I Cristiani erano addossati al mare, avendo alle spalle V ., p rivi d i ogni via cli ritirata. La lotta si iniziò al mattino ed ebbe alternative <li successi e insuccessi tattici alle al i e al cent~o, finchè in un attacco di Vlad islao alla seconda linea turca, egli rimase ucciso. Allora l 'esercito cristiano, già scosso e d isord inato, cercò scampo come potè <!Ìnella foga. Due grosse barricare di carri raccolsero gli (11timi combattenti, che furono sterminati : Hunyadi riuscì a salvarsi. Oltre ro.ooo Crist iani perirono; le g ravi perdité dei Turchi, circa 30.000 u., impedirono loro d i inseguire, e il sultano portò le s11e truppe ad A~lrianopoli, dopo d i avere ripreso V. che era caduta nelle mani di Vladislao pochi giorni p ri ma. La sconfitta e bbe grande effetto morale, persuadendo gli Stati cristiani della difficoltà, per non dire dell'impossibilità , d i cacciare i Turchi dall'Europa . lii. Attilcco di Vama (1773). Appartiene alla guerra Russo-turca . La città era prcs.i diata da appena 1200 Turchi . Dell'attacco fu iocaricàto jl gen . russo Ungern, che divise le truppe in tre colonne: a d r. il gen. Reisser, a sr. il prin-

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Battaglia di Varna (1 444)

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cipc di Anhalt, al centro lo stesso Ungcrn. Il 10 no,·embre le colonne avanz.1rono. L'attacco fu insufficientemente rrcpara w dal! 'artiglieria, la quale rimase inattiva , menuc la fanteria avanzava senza scale nè fascine sotto il fuoco micidiale dei difensori, aiutati dalla popolazione. :-Jonostantc lo slancio delle fanterie russe l'attacco falll: 6 pezzi, portati dalla colonna Rcisscr sin sotto ai fossi, dnvenero essere abbandonati e la fanreria stessa fu costretta a ritirarsi, non inseguita. r Russi, g ià assottigliari dalle malattie, dovure al cattivo nutrimento e alle pinggie che duravano da tre settimane, perdettero in sei ore di auacco un migliaio d·uorni ni t ra morti e feriti. N on rimase al gcn. Ungern che ordinare la ritirata.

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per combattere Annibale e lo affrontò infelicemente a Canne. Scrisse un grosso volume <l i b iografie, « IJcbdomades », fra le quali molle di guerrieri.

Varsavia, Città capitale della Poloni:1, sulla sr. della Vistola, con sobborgo (Praga) sulla dr. del fiume, fondaia nel secolo XII, e ben presto cin ta di mura che vennero più volte rc,rnurate, e basti')natc nel sec. XVI. Fu presa nel 1655 da Gustavo re ,li Svezia e ripresa nd 1656 dal re Gio,·anni Casimiro. Dopo il trat1ato di T ilsitt (18o7) fu capitale del ducato di Varsa,·ia, creato da Napoleone I.

IV. Assedio di Varna ( 1828). Fu posto dai Russi, che l'iniziarono il 14 luglio, ma spingendolo avanti energicamente soltanto sui primi di agosto. La pia7.t..a era difesa da 7000 Turchi con r6z cannoni, comandati da Yussu[ pasci:\. Questi csegul numerose ~ortite, e r iuscl a resistere per 70 g iorni. Il gcn. Mcncicov, comandante dei Russi, ferito il 20 agosto, ccdene il comando a Voronzov. La floua ru~sa, co,mandata dall'ammir. Greigh , il i·S agosto distrusse una flottiglia turca e cooperò all'assedio bombardando la p iazza (lai mare. Mcncicov aveva bloccato la città .:on una serie di ridotte chiuse, avanzando a poco a poco con gli approcci; i lavori furono accelerati dal nuovo comandante, che arrivò a disporre di 12.000 fanti, 4000 cavalli , 1 200 artiglieri. Il fuoco venne inrensificaw dalla metà d i settembre in poi, e furono fatte esplodere mine con successo. Il 10. ouobre Yussuf pasci/, era ca.stretto alla resa . V. Convenzione di Varna (luglio 1912). Convenzione militare serbo-bulgara, completante il tratt~to di Sofia del 13 marzo dello stesso anno.

Varni (Alessandro). Genera le, n. a Genova, m . a T orino (1835-1914). Sottot. del genio nel 1859, partecipò alle cimpagne del 186o-6r e 1866 e meritò due mcd. d'argento e una menzione onorevole. Colonnello direttore del genio a Perngia nel 1888, passò nel 1890 a comandare il 4" genio pontieri e nel 1893 andò in P. A. Nella riserva fu promosso magg. generale nel 1898 e tcn. generale nel J')Oi•

Varo (Lici11io). Console romano nel 236 a. C. Nell'Italia settentrionale fron teggiò i Galli-Transalpini che avevano valicato le Alpi e poi sottomise la Corsica. Varo Aljeno. Generale romano del I sec. a. C. Prefetto del campo sotto Fabio Valente quando Vitcllio marciò ,Jalla Germania in Italia, doro la sconfitta di Cremona (69 a. C.) andò co,1 coorti pretoriane a custod ire i varchi dell'Appennino. Abbandonato dalle sue truppe all 'approssimarsi dell'esercito di Vespasiano, riparò a Roma.

Varo Azio. Generale romano. Seguace <li Pompeo, nel 49 a. C. allo scoppio della guerra Civile, comandò nel Piceno le truppe che poi l'abbandonarono all'avvicinarsi d i Cesare. Con Fompco andò in Africa e con due legioni assall Curione presso Utica, ma fu sconfitto; rrcse la rivincita mediante aiuti del re Giuba: Curionc cadde in battagl ia e le sue truppe furono disperse. Fu poi in Spagna e c:iddc nell.a battaglia di Munda. Varo Quintilio. Generale romano e console nel 13 a. C. Governatore della Germania sotto Augusto, si lasciò nel 9 a. C. ingannare e sorprendere da Armin io a Tcutoburgo: le sue legioni furono sterminare cd egli si uccise. Varrone (Terenzio). Generale romano. Console nel 216 a. C ., andò con Lucio Emilio Paolo nell'Italia meridionale

Var,;avia nel secolo XVIII

I. IJattaglia di Varsavia (luglio 1656). Appar tiene al la guerra della Svezia contro la Polonia. Gustavo Vasa, re d i Svezia, alleato con l'eleuorc del Brandeburgo, mosse con questi contro V. e trovò schierato davanti al sobborgo di Praga l'eserci to polacco, appoggiato eia 1 00. 000 Turchi agli ordini d i Kiuprili. La battaglia durò tre giorni (18-21 lu . glio). Il re G iovanni Casimi ro, secondato da Sobicski, da Zamoyski, da Czaroecki, si battè disperatamente, ma anche le masse turche dovettero cedere di fronte agli agguerriti hrnaglioni svedesi e brandeburghesi : la città cadde in potere del Vasa, che però b dovette abbandonare poco ,lopo. Il. Trattato di Varsavia (31 marzo 1683). Legl offensiva e difensiva fra Impero e Polonia, sotto la protezione del Pontefice per quanto riguarda la guerra contro i Turchi . La repubblica d i Venezia accedette alla lega con trattato <lei 5 marzo t 684. Il[. Trattato di Varsavia (21 novemhre 1"99). Fra Polonia e Brandeburgo, per il possesso della città di Elbing, occurata d all'elettore d i Brandeburgo, il quale vantava un grosso credito verso la Polonia. La citt/1 rimase all'elettore. IV. Trattato di Varsavia (18 novembre 1705). Fra la Svezia e il re Stanislao Lcczinski di Polonia, contro la Russia e Augusto, elettore di Sassonia, per imporre a quest' ultimo di rinunziare alla corona polacca. V . Trattato ,Ti Varsaviu (8 gennaio 1745). Fra Inghi lterra, Sassonia , Austria, Olanda, contro la Francia e la Prussia. Polonia e Russia sono invitate ad accedere all'alleanza. VI. Trattato di Varsavia (24 febbraio 1768) . Fra Russia e Polonia, sull a base dei trattati di Oliva e d i Mosca. È concessa ai ProtcSt:inti parità d i diritti coi Cauol ici. La Russia acquista per opera di Caterina !I un ·ingerenza udlc cose polacche, fino a di,·entarnc l'arbitra.


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VII. Trattato di Varsavia (18 settembre 1773). t un trattato tripartito, della Polonia con l'Austria , la Prussia e la Russia, le quali le strappano il r iconoscimento della cessione di parte <lel territorio. Il trattato rappresenta la prima spartizione della Polonia. L'Austria si impadroniva dei territori di Sandomir, di Bclsk, di parte della Podolia e di parte del territorio d i C racovia; la Prussia, del territorio fino alla Nct:tc, della Pomcrclia meno Dan7.ica, d i Marienburg, di Culm; la Russia, della Livonia polacca, del palatinato di Micislav, di parte dei territori di Polorek, di Polotzk, di Witòsk, di Minsk. VJ JI. Trattato di V,wsavia (29 mar7.o 1790). Fra Prussia e Polonia, a garanzia dei reciproci Stati. Il trattato fu reso nullo per il fauo che il re di Prussia Federico Guglielmo non lo riconobbe quando la Russia volle intervenire a rirristinare l'antica costituzione pola.:ca; anzi ne approfittò per preparare cl 'accordo con In Russia la seconda spartizione della Polonia, che avvenne nel 1793, e diede Thorn, Danzica, Varsavia alla Prussia, e il resto dell'antico regno alla Russia. L 'Austria, lasciata fuori, protestò, e nel 1794 ottenne Cracovia.

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cli V. presidiato da circa 30 mila fanti, 2400 ca\'alli, 91 pezzi da campagna e 126 da posizione. Le fortificazioni di V. erano state create <lurantc la guerra stessa, secondo il piano progettato fin dall 'inìzio della rivoluzione da Wla commissione di ingegneri presieduta dal geo. Malccki, e comprendevano tre cinte di opere esterne, disposte a semicerchio con diametro la Vistola, per la difesa dei lati nord, ovest e sud della citt/1. i\nche le vie e le case erano in parte sistemate a difesa. Le forze della difesa furono distribuite in tre settori: a dr. la 3" di vis. (Dcmbinski); al centro la 14 (Ribinski); a sr. la 46 (Milberg) e la divis. d i cavalleria Jagmin. Le forze dei settori del centro e cli sr. erano riu nite sotto il comando del gcn. Uminski ed ammontavano a circa 20 mila 11. e 1500 cavalli. Le arri. glierie leggere erano raccolte agli ordini del gen . Bem; quelle pesanti erano distribuite fra le tre linèe: 30 bocche da fuoco sulla prima, 78 sulla seconda e 18 sulla terza. La sera del 5 settembre Paskevic dispose le sue forze su di un ampio semicerchio: il giorno 6 settembre i Russi mossero all'attacco, preparato da violento fuoco d'artiglieria,

IX. Sol/cvazio11c di Varsavia (1794). Era in città una guarnigione russa di 9000 u. comandata dal geo. Igelstrocm, mentre il grosso delle forze combaneva contro Kosciutzko. Le milizie polacche e il popolo armato la mattina del 17 assalirono la guarnigione e fecero prigionieri vari distaccamenti . Una pane ciel presid io si riti rò subito fuori della ciu:I; il gen. Igclslioem riuscl a far ciò solo a tarda sera, dopo accanita lolla io cui perdette 2200 morti lasciando nelle mani degli insorti numerosi feriti e 11 cannoni . X. lnvestimeltlo e presa di Varsavia (1.794). I Russi t ,o.ooo), appoggiati da 40.000 Prussiani, vollero riprendere la città e l'investirono il 7 luglio, comandati da Federico Guglielmo II di Prussia. La cillà era difesa da Kosciutzko, con un esercito imrrovvisato ma bene ordinato, e appoggiato ,falla popolazione. La lotta si svolse con varie vicen{le, in gue l mese e nel success ivo: un attacco in forze es.endo fallito il 28 agosto, gli Alleati decisero di ritirarsi, e il 5 settembre si allontanarono. Caterina Il richiamò dall;i Turchia il gcn. Suvarov e gli affidò il compito di domare l'insur rezione. Egli ebbe a disposizione grandi forze, e, dopo · di avere sconfitto l 'esercito polacco a Macieiovice, marciò su V. per la dr. della Vistola e si schierò davanti alla città, difesa eia scarse forze agli ordini del generale Wawrzecki. li sobborgo di Praga aveva i trinceramenti guarniti da un ci;ntinaio di cannoni, custoditi dagl i avanzi del. l'esercito sconfitto a Macieiovice e da cittadini armati. Suvarov iniziò il Cuoco il 29 ottobre. Il 4 novembre i Russi marciarono all'allacco malgrado il fuoco intenso delle milizie polacche, e · riusciron,, a penetrare in Praga. Il sobborgo, costruito iol legno, andò in fiamme, mentre i Russi si abbandonavano a una spavc'ntosa sliage, massacrando 8000 combattenti e H!..000 abitanti. Il 6 novembre la • città si arrendeva al Suvarov e tornava all'obbedienza della Russia. Xl. Battaglia e presa di Varsavia (6 e 7 settembre 1831). Appartiene alla guerra della Rivoluzione pobcc.1 (V. l'o/011ia) 3° periodo'. Il feldmaresc. russo Paskcvic aveva raccolto sotto le mura di V. i corpi dei gen. Pahlcn, Szachovski, Kreutz, il corpo <lclla Guardia, due corpi di ca,•allcria dei gen. Chilkov e ·Witt, e una forte ri.crva d 'artiglieria, _per procedere alla conquista della città e soffocare bgl. , co,l la r ivoluzione. Le forze russe comprendevano 120 sqdr. e 386 cannoni, per un compl~so di ollie 100.000 uomini. Di fronte ad esse si stendeva il campo trincernto

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Battaglia di Varsavia (1831)

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su tre colonne, contro le opere di Wola, debolmente presidiate, e le conguistavano, dopo accanita lotta, verso le 1 1 ciel mattino. Quindi procedevano su Czyste. Alle 15 i Polacchi contrattaccarono in direzione cli Wola, ma vennero respinti. A sera, i Russi erano padroni di tntta la prima linea dì (iifcsa dei Polacchi. NeLmattino del 7 il gen. polacco Krukoviecki entrò in trattative, le quali fallirono : verso le 15 la lona si riaccendeva; il gcn. Paskevic, ferito, cedeva il comando al gcn . Toll. Sull'ala sr. dei Russi, due loro attacchi furono sanguinosamente respinti. Ma presso Czystc la seconda linea polacca veniva sfondata, e subito dopo i Russi dilagavano attraverso la breccia, attaccando e prenclèndo rapidamente le ridotte della terza linea. Episodi di isolate resistenze dei Polacchi si protrassero fino a notte. Ma infine gli avanzi del loro esercito abbandonarono V. che la mattina dell'S fu occupata dai Russi. Gravi le perdite nella battaglia: per i Russi, 10.000 u., e per 1 Polacchi, !)000 u. e tutta l'artiglieria. La bauaglia mise i Polacchi ncll ' imrossibilità di continuare la Joua. Xli. Trat/(lto di Varsavia (10 giugno 1849). Fra Austria e Russia. Quest'ultima presta all'altra il conccrso delle proprie armi per reprimere la r ivoluzione ungherese. Xlii. Battaglia di Varsavia (1920). Appartiene alle guerre dei Bolscevicl,i (V.). Le forze bolsceviche del nord, coman. date dal gen . Tukacevski, comprendenti guattro armate a cavallo della strada Bialystok-Varsavia, con due gruppi di cavalleria, avanzarono in principio d'agosto su V., mentre le armate polacche del nord ripiegavano verso la testa di


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ponte della capitale. li maresc. Pilsudski, comandante in capo dei Polacchi, determina di ccrcaJe in una battaglia decisiva la disfatta della 1:-arte principale delle forze nemiche - quella del nord - e per ottenere la superiorità numerica da questa parte riduce ad una sola armata la massa del sud, che ha per compito di coprire la Galizia, e, in caso estremo, almeno Leopoli. li concetto della battaglia è: d i resistere in corrispondenza del fronte Ostrolenka-Novo-Georgevsk-tcsta di ponte di Varsavia-me<lia Vistola, e di manovrare contro l'ala sr. di Tu kacevsky e le sue terga con una massa raccolta nella regione della Wicprz. Quando qucsra massa sferrerà il suo attacco, anclie la massa difensiva passerà alla controffensiva. I conscgucilti moviinenti vengono atn1atì senza inconvc• nicnti, tranne per ·, ma delle due armate, che devono concentrarsi nella valle della Wiéprz, la quale ha la sua marcia ritardata dalla pressione del nemico sull'alto Bug, e tranne per le forze che avrebbero dovuto occupare Ostrolcoka, che, continuamente premute <lai nemico, non soltanto perdono tale localiltà, ma devono ripiegare fino a Novo Georgevsk. 11 generale bolscevico $i era proposto di aggirare le forze che stavano ritirandosi su V., andando a traversare la Vistola a valle di Novo Georgevsk. La nazione polacca aveva ricevuto i suoi soldati in r itirata rianimandoli, t rasfondendo in essi la fiducia ne!la vittoria: ciò esercitò una salutare reazione nello spirito di quelle truppe. La battaglia dura dal 13 al 18 di agosto: con alterna vicenda si combatte dL[ensivamente fino il giorno 16, ma in complesso le truppe polacche conservano le loro posizioni, esaurendo le forze combattive dei Bolscev~chi. Fin dal 16 comincia lo sviluppo <lella manovra controffensiva con l'avanzata verso nord della massa della Wieprz, cui armonicamente fa seguito quella delle armate del centro. li risultato di qi:esta manovra è completo : le forze bolsceviche ; i unite di fronte alla testa di ponte dì V., saputo che i l nemico minaccia la lorn ritirata, cercano nella fuga la loro salvezza. Alla battaglia non parteciparono le migliori truppe bolsceviche operanti sulla dr. d_cl Bug, parte delle quali si erano spinte fino a Thorn. li comando supremo polacco vorrebbe tagliare le forze bolscevich~ della Russia cd addossarle alla frontiera della Prussia Orientale e perciò ogni armata fa fronte a nord e marcia diritto fino al limite consentito daJle forze <legli uomini e dei cavalli. Sorprendente è la velocità d'in. seguimento d i cui diedero prova le trnp_oc del !nare~c. Pilsudski. Taluna grande unità percorse 300 chilometri in nove giorni, sostenendo anche combattimenti. . Le trurpe dell 'ala dr. bolscevica, fra cui la cavalleria del Budenny, cercarono d 'aprirsi un varco, n1a in parte vennero prese, in parte passarono nella Prussia orientale. 70.000 prigionieri, 200 cannoni, 1000 mitragliatrici, questo è il bottino dell'esercito polacco nella battaglia d i Varsav ia.

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sendo stato proclamato re dogli Stati generali, dichiarò decaduto Cristiano dal trono di Svezia ed intraprese il r iordi. namento dello Stato. Lottò a lungo per reprimere gli esorbitanti privilegi della nobiltà e dei vescovi ai quali tolse i castelli che possedevano. Ritornata la quiete all'interno, mosse guerra alla Russia con la quale però nel 1559 concluse una tregua <li 40 anni. Portata )a Svezia al rango delle più potenti nazioni europee, abdicò a favore del figlio. Cm·lo IX (1550-r6II). Ultimogenito di Gustavo I, tu reggente alla morte d i Giovanni (1592) e scacciò nel 1598 il n ipote Sigismondo (già re d i Polonia). Nel l004 si fece nominare re di Svezia. Per questo la Svezia ebbe a sostenere con la Polonia una lunga serie di guerre che com plessiv;,mente durarono circa 60 anni; egli battè Cristiano IV di Danimarca che gli aveva mosso guerra per la Lapponia e quindi, approfittando delle guerre civili che dilaniavano la Russia, ne conquistò diverse pov)ncic.

Vasa bellica (anche Va,ella). Nome con cui alcuni scrittori della bassa latinità indicarono le navi da guerra, e dal quale venne vascello. Nei libri sacri furono talora chiamate V. le armi.

Vascello inglese della prima metà del sec. XV!I

Vascello. Nave d a guerra della marina velica, di grande portata, armata di almeno 80 cannoni. li prinrn V. a due ponti fu costruito in ~nghilterra verso il 1509, per ordine d i Enrico Vfl. In Fraaòa, nel 1610, un costruttore frnn-

XIV. Trattato di Va,.savia (6 novembre 1921). Fra Polonia e Cecoslovacchia, per reciproca garanzia dello " sta tu q uo » territoriale. XV. T,·auato di Varsavia (19 aprile 1926). F ra Polonia e Romania, di mutua garanzia per le loro frontiere orientali.

Vasa, Nome di una dinast ia svedese, il cui fondatore fu Gustavo Eriksson, che rese alla Svezia la sua indipendenza . La famiglia diede sette re al la Svezia e tre alla P9lonia. I membri principali di questa famiglia sono:

Gustavo l ( , 496-1560). Costretto a fuggire a Lubecca, v, trovò appoggi, e, introdottosi nella Svezia, rinfocolò .l'odio dei compatriotti contro lo strani.e ro, marciando nel 1525 contro Stoccolma, che cinse d'assedio imtadronendosene. Es-

Vascello francese della fine del secolo XVII #


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cese aprì per primo ;, porrc.!!i nei fianchi e nelle pareti · dei casteJli delle navi, e nacquero così le navi di linea a I, 2 , 3 btr. e cioè le fregate e i V . a 2 e 3 ponti, che poi, secondo la loro po-

Balcaniche e a quella Mondiale: in quesra comandò la 9a divis. d i fanteria e si d istinse nel settore di Doiran.

tenz a <ii arn,amento, furono classificati ìn V. di 1°, 2°,

Distintivo ufficiale di vascello

3° e 4° rango. In seguito ne furono costruiti di quelli detti n1isti, a vapore e a vela, e corazzati. Con l 'abolizione della vela della marina da guerra, scomparvero

anche i vascelli, i quali furono, verso la metà del secolo XL'C, a poco a poco sostituiti dalle navi di Jioca corazzate d i grande tonnellaggio (V. Nave).

Vasoff Giorgio

Vasoff Vladimiro

Vassalli (Giovanm) . Generale, n. e m. a Torino (1828. 1888). Tenente d'art. nel 1848, partecipò alla guerra i,1 Crimea. Nella campagna del 1859 meritò la menzione onorevole e la croce di cav. dell'O. M. S. cd in q uella del 1860-6t la med. d'argento e la croce d'uf(. dell'O. M. S. Colonnello nel 1868, fu d irettore d 'art. a Mantova e a Genova e nel 1880 divenne nella riserva magg. generale. Vassalli Giulio Cesare . Generale, fratello del p recedente, n . e m. a Torino (1834-19 10). Sottot. dei bersaglieri nel 1856, partecipò alle campagne del t859, 1860-61 e 1866. Meritò nei moti di Palermo (1866) la menzione onorevole. Colonnello nel 1882 comandò il 46° fanteria e nel 1883 I' u 0 bersaglieri. Magg. generale comandante la brigata Alpi nel 1891, andò in P. A. nel 1897. Nel 1898 fu promosso magg. generale e nel 1900 passò nella riserva.

Vascello i11glese del sec, XVIII (Victory)

Vasco (GioNum,). Generale, n . a Chivasso, m. a Torino (1815-1897). Sottor. d i cavalleria nel 1836, partecipò alle campagne <lei 1848, 1849 e 1859 e guadagnò a Montebello la croce d i cav. dell'O. M. S. Nel 1860, ten . colonnello, costit ul e comandò il regg. Guide. Colonnello comandante i lancieri di. Novara nel 1861, fu capo d i S. M. del <lip. d i Milano nel ,866. Magg. generale comandante mii. della provincia di Toririo nel. 1867, andò a riroso nel t870. Vasi I ico (Gjuseppe). Generale medico, n. a S. Mar ia Piave nel 1861. Sottot. medico nel 1887, partecipò alle campagne d'Èritrea dal 1887 al 1896, alla guerra Libica ed a quella contro l'Austria. Colonnello nel r9r8, :indò in P. A. S. nel 1920; ud 1928 vi fu promosso magg. generale. Vasoff (Giorgio). Generale bu lgaro, n. nel · 1860. Nel 1886 prese le parti del pr incipe di Batterr.berg, e, quando questi abdicò, passò in Prussia dove prestò per dieci a nni servizio n1ilitare. Tornato in patria, fu nominato con1an-

dante del Genio e dal 1()()4 al 1908 fu ispettore d , quest'anna. Nelle .guerre Bakaniche fu a capo dd le comun icazioni e trasporti e comandò il settore orientale nell'attacco contro Adrianopoli., guadagnandovi i l grado di ten. generale. Scrisse varie opere di carattere storico-militare. , Vasoff Vladimiro . Generale bulgaro, n . nel r867. Sottot. nel 1887, divenne generale nel 19r5. Partecipò alle guerre

Vassallo. Vossessore di terre feudali, d ipendente da irnperacori o da re, al quale prestava giuramento, con obbl igo di servizio in guerra, sia personalmente, sia conducendo un dato numero di dipendenti. Era titolo d i nobile o d i gentiluon10, sia d'alto rango, come i duchi, marchesi, conti , baroni, abati, ossia (( V. rcgii , o maggiori » o di rango inferiore, suddiviso in due categorie, dei Valvassori maggiori e minori: la p rima, d ipendente d alle categorie dei V. regii, aveva a sua volta alle ç roprie dipendenze la seconda. I l servizio mii. con le chiamate dei V., scomparve in fine del XVI e in principio del XVII secolo. Vassallo lvlicl1ele. Genera le, Jl. a Genova, m. a Milano (1839-1906). Sottot. d i fanteria nel 1859, partecipò· alla campagna del 1866. Colonocllo nel 1892, comandò il d istretto rnil. di Torino e nel 1897 andò in P. A. Nel 1902 fu prornosso rilagg. generale nella ri~crva. Vas.allo di Castiglione Emanuele. Generale, 11. a Torino nel 1871. Sottot. d'art . .nel 1890, divenne colonnello nel r9r7. Nella guerra contro l'Austria comandò il 25" art . e meritò la med . di bronzo. I n P. A. S. ne l 1920, promosso gen . d i brigata nel i928 , nel 1933 passò nella riserva.

Vasto (ant. !stonio). Comune in rrov . di Ch ieti, a poca distanza da] mare. Nel 493 Teodorico lo cinse d i m ura . Nei primi anni del secolo Xlll Guglielmo Scillata vi fece er igere un castello che nel 1439 il capitano d i ventura Giacomo Caldora_ munì di alta torre e di artiglierie . Rovinato dal popolo dopo l'assedio del 1464, fo ricostruito nel secolo XVffl e finito nell'ottobre dei 1713. - Sottomessa da Roma, che prima d i conquistarla dovette sostenere dal 319 al 305 a. C. una lunga guerra coi Frentaai, V . partecipò alla lega Sociale, abbandonandola però non molto tempo dopo . Avendo parteggiato per Mario, Silla le atterrò le mura. Ncil'802 i Franchi vi rosero l'assed io e dopo lunga

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resistenza la presero d'assalto, mettendola a ferro e fuoco e d istruggendola completamente. li 2 maggio 937 fu saccheggiata cd incendiata dagli Ungari. Nel 1194 i Crociati, r illniti p resso la foce del Sangro, prima di imbarcarsi per l'Oriente misero a sacco V. e altre città litoranee . Nel 1345 se ne impadronì Raimondo Caldora e nel 1352 fu saccheggiata dalla compagnia di ventura di Fra' Moriale e Corrado Lupo. Tre an111 dopo subì la stessa sorte da· parte del conte Landa . Nel 1422 fu presa da Giacomo Caldora. Il I"' agosto del 1566 un 'armata turca d i 105 galere, comandata da Pialì ruscià, sbarcò presso V. , asportò dal castel lo 50 pezzi d'artigl ieria e saccheggiò la città, incendiandola: oltre 200 cittadini furono uccisi. 1ella notte del 14 giugno 1590, 600 banditi d i Marco Sciarra, fuggiti dagli

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pitÌ tardi, al principio del secolo X LX, ingrandendolo naturalmente per tener conto delle mutate condizioni delle armi e dei modi d i guerra. Nelle fortezze costruite o migliorare dal V. si trova grande varietà di forme. Dopo la sua morte però, per meglio insegnare ai giovani ingegneri le applicazioni da lui

Stati ron1ani , con l'aiuto di alcuni abitanti scalarono un

bastione e penetrarono in città, mettendola a sacco. Nel 1798 fu occupata dai Repubblicani, ma il 2 febbraio 1799 vi scoppiò una rivolta che durò parecchi giorni: la plebe comm ise arroc1ta <:: saccheggi, massacrando oltre 200 cittadini : il 1° marzo la ribell ione fu repressa dal gen. Goutard.

Assedio di Vasto (1464). L 'anno precedente Antonio Caldura, hi servigi d i Giovanni d i Calabria contro il re Ferdinando ! , aveva occupata la città . Sa_puto che lo stesso re veni va ad assediarla, eg'.i vi pose un forte p resiJio, ritirandosi con pochi dei suoi nel castello di Civitaluparella, r itenuto inespugnabile. Il re iniziò le operazioni d'assed io, ma dovette allontanarsi quasi subito , perchè i 60 cannoni del castello battevano efficacemente le sue truppe. Allora ,·gli le accampò fuori tiro t ld nemico e iniziò il blocco. Il Caldora ' per vie ootterranee vi rientrò per incoraggiare g li abitanti ; ma questi, tormentati dalla fame, gli si r ibellarono, lo fecero pr igio niero e aprirono le porte al re che enr,ò in città ~lopo 40 giorn.i d'assedio.

Pdmo metodo del Vauban

fatte nell'arte fortificatoria, si immaginò di r aggruppare i suoi tracciati in tre gruppi, che furono detti " tracciati o metocli di \lauban ». Di quest i il secondo ed il terzo si rassom iglia no alquanto . Nel primo i bastioni sono ampi, i fianchi curvilinei con orecchione, oppure rettilinei con d irezione intermedia fra le normali alla cortina ed alla linea di difesa. I muri d i scarpa sono ad alto r ivestimento. Le opere addiziona li sono le .seguenti: tenaglia a fronte bastionato o a rientrante semplice o a rientrante smussato;

r ivellino a l unetta colle facce d irette a m. 10 dagli angoli di spalla; ridotto del rivellino, p ure a lunetta , costituito da un semplice muro con fosso, strada coperta con piazze d 'armi rieurranti e alcune traverse. Il V. fa in qualche caso Vasvar, V. Temesvar. uso di cavalieri e di alcune opere addizionali esterne, ade. rcnti od avanzate. Quanto ai trinceramenti interni, egli Vauban (Sebastiano Le Prestre de) . Ingegnere m ilitare contava <li erigerli al momento del bisogno. La comunicafra ncese (1633-1707). Perfezionò l'arte della fort ificazione, zione attraverso il fosso era fatta colla doppia capponiera lavorò i n 300 fortezze, ne costrusse 33 nuove, partecipò a scoperta. Su l tipo ora descritto il V. costrussc molte for140 comhattimenti e d iresse 53 assedi . D iede al duca d i tezze, ma, verso la fine della sua carriera, quando la sorte Savoia i d isegni delle for tificazioni di Vcrrua, Vercelli, Todelle armi cominciava ad essere avversa alla Francia e tali rino, e cominciò quelle di Fenestrelle. Nel 1703 fu nomifortezze ca~levano facilmente nelle mani del nemico, dovette nato maresc. di Francia. Lasciò molte opere , fra cui: " .Istruzione sulla condotta degli assedi » ; « Dell'oppugnazione del le piazze » ; " Del le mine n ; « Mc1norie

stica >) ;

(< Nuova

di stati..

rnanicra di

fortilìcnionc » . Egli · propose ed applicò un metodo nuovo di attaccare le for tificazioni, il quale metodo, con poche modificazioni, durò fino a i nostri giorni. e

generalizzò il tiro d'infilata a rimbalzo, gi,ì proposto dall'italiano T"rtaglia. Inoltre egli voleva che ne l porre in istato d i difesa una piazza forte Vauban Sebastiano si un isse alla medesima una vasta zona di terreno cingendola con un trinceramento continuo di carattere campale (al modo dei campi legionari romani), giust ificante il nome d i « campo trincerato » dato a quella zona . Con ciò si proponeva di raccogliere nelle piazze un buon nerbo d i truppe, colle quali poter dare un carattere offensivo alla piazza e prolungarne la difesa. Ma tale concetto ~on fu attuato che

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Terzo m etod o del Vauban convincersi d i alcuni loro difetti , soprattutto della man• canza di trinceramenti i nterni permanenti, e provvedere al loro m iglioramento. Così ebbero origine g li altri due metocli, il terzo dei quali, detto anche d i Neuf-Breisach, presenta i seguenti caratteri: 1°) una nuova cinta che fa l'uf~cio di trinceramento interno; 2") fianchi bassi casamattati che danno tiri radenti sul fondo del fosso; 3°) muri di


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scarpa a mezzo rivestiment(). In questo metodo si hanno due cinte: quella interna, o magistrale, cost ituita _da fronti bast ion ati a corta rcrpen<licolare, con torri casamattate ai salienti, la quale fa da elemento d i ·sicurezza; quella esterna, formata da ampi bastioni (o controguard ie rispetto alla cinta interna) e dalla tenaglia, che costituisce il p rincipale elemento di combattimento. Il r ivellino è più ampio che non nel primo metodo, avendo le facce <lirette a 30 met ri dagli angoli d i spalla, ed è munito di ridotto, con profilo or<lina rio. La strada coperta ha un m aggior numero d i tra-

Vaubois (Belgrand, Claudio , come dt). GC'ncrale francese (1748-1839) . Ufficiale d'art., combattè sulle Alpi nel 1793. Fu poi all'assedio di Lione, si distinse ad Arcole, segui Napoleone in Egitto e difese Malta capitolando onorevolnaente nel . 1800 . Nel 1817 andò a riposo.

Vauchamps. Comune della Francia, nel dip. della Marna. Combattimento di Vauchamps (1814) . Appartiene alle guerre dell 'Impero francese. D opo i. combattiment i di Mont-

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ì Attacco alla Vauban

verse. Le controguardie, la tenaglia e il rivellino han.no il n1uro di scarpa a n1ezzo rivestiinenro, mentre la cinta magistrale ed i l r idotto di muratura hanno a ncora il rivestimento alto. Il secondo metodo differisce dal terzo solo per avere la cinta primaria un tracciato rettilineo fra le torri , le quali sono piene anzichè casamattate. Ai fronti di Vauban sono attribuiti i difetti d i avere rutte o parte delle murature scoperte e gli angoli di cortina soggetti ad essere imbrecciati con tiri passanti fra la tenaglia ed i fianchi dei bastioni.conrroguardia. Nel tcr.lo metodo sono da criticarsi le casam atte delle torri mal costruite, ciò che fu causa che, in seguito, gli ingegneri della Scuola francese ne ev1tass~ro l'uso. Attacco alla Vauba11 . Per evitare gli inconvenienti riscontrati nei metodi usati lino al suo tempo, il V. concretò un nuovo metodo d ·attacco basato sui seguenti criteri: 1°) distribuire razionalmente le batterie e collocarle in modo da farne convergere il tiro sulla piazza per produrvi , sin dal1'inizio delle operazioni , gravi danni, smontarne le artigl ierie e scuoterne la resistenza ; 2°) riunire i d iversi a ttacchi, che prima procedevano slegati, med ian te un sistema di trincee, da lui dette piazze d 'armi o parallele, che avviluppassero a varie d istanze la piazza, proteggessero le batterie e servissero a contenere le truppe di sostegno dei lavoratori; 3°) i111padro1iirsi successivamente del terre no anti.

stante alle opere, ponendosi su hito in c.ondizione d i roter opporre valida resistenza contro i r.itorni offensivi del difensore e non arrischiare attacchi d i viva forza che quando ne fosse probabilissima la riuscita. (V . anche .tlssedio) . Va11ba11 (Forte). V. Luigi.

m irai! (II febbraio) e d i Chateau -Thicrry (12 febbraio), il Bliicbcr accorse verso Montmisai l co; corpi <lei gcn. Kleist e Kapzewisch (circa 30. 000 uomini). Il marcsc. Marmont si r itraeva, d inanzi a for ze superior i verso Montmirail, prevenendone Napoleone, che vi accorse nella notte sul 14 da Chateau -Thierry col corpo del Ney e con la Guardia. Av,•enuta la congiunzione d d le forze, al mattino de] 14 i Fnncesi avanzarono contro i Prussiani che s'érano raccolti a V. e mentre il Marrnont attaccava il villaggio a cavallo della grande strada di Chalons, segui to dalla Guardia, la cavalleria di Grouchy, al coperto dai bosch i, muoveva all'aggiramento nella zona a sud della strada. Erano circa r 8.ooo uomini contro forze quasi d oppie. Dopo due ore di combattimento vivace, premuto sulla fronte e sul fianco sr., il Bliìcher cedeva terreno perdendo un m igliaio di prigionieri. La r itirata effettuavasi ancora in or<li11c, quando il Grouchy eseguiva una n uova carica su rit, largo giro, piombando sul rovescio della colonna fra Champauber t cd Etoges. Oltre 2000 uomini e 4 pezzi erano cosl tagliati fuori e costretti ad arrendersi, mentre la fanteria francese puntava su Fromentières, e, coadiuvata dagli squadroni assegnatile, vi faceva molti prigionieri. li Bliicher , con avve. duta azione di comando, riusciva tuttavia a I"egolarc la ritirata ulteriore con m etodo, profittando degli appig li tal tici immediati; ma il fuoco dell'artiglieria della Guardia, che batteva in pieno le dense colonne avversarie, e un nuovo inter vento d ella cavalleria del G rouchy presso Champauben, mise i Prussiani nel più g ran disordine. Infine il sopravveni re della cavalleria della G4ardia completò il d isastro : . nella mischia rischiarono di soccombere o cadere prigionieri il principe August9 d i Prussia, il Bliicher e i generali Kleist

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VAU

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e Kapzewitsch, che riuscirono solo a scampare col favore dell'oscurità e della confusione generale. Temendo pericolosi disguidi dei propri sqdr. nell 'oscurità, il Ney fece suonare l'adunata; ciò rese possibile a tre regg. <l i cavaJler.ia prussiana e a<l alcuni bgl. russi d i aprirsi il varco verso Etoges, oltre il quale il Bliicher sperava rannodare i suoi. Ma il Marmont, assaltando furiosamente quell'abitato, ne scacc iò la retroguardia avversa ria facendovi ,Soo prigionieri e catturand o 8 pezzi. Nella notte seguitò l" confusa ritirnta delle forze del Bliicher, che si tradusse in una vern fuga su Chalons . La giornata costò agh Alleati forse 8000 caduti, 5000 prigionieri e 20 pezzi; i Francesi denunciarono le proprie perdite in circa 600 uomini.

V_eo

ccrarnenti, paralizzando l' azione del nemico colla fulmineità irrompente dell'attacco. Perseverando. nell'azione per rendere ancora più brillante e decisivo il successo conseguito, colpito a morte da granata nemica, lasciava ]a. nobile· vita sul campo con tan to valore conquistato » . (Gorizia, agosto 1916).

Vauchelles. Comune de lla Francia, nel dip. de] Nord . Tregua d,: Va11c/1clles (5 febbraio 1556). Conclusa per 5 anni fra l'imperatore Carlo V e il re di Francia Enrico II. I contraenti rimanevano in possesso d i quanto avevano c<lnquistato. La t regua durò poco più di un anno . Vecchi Augusto

Vecchi Agamennone

Vaudoncourt (F. Guglielmo, barone di). Ceneralc e scrittore mil. francese (1772-1845). Arrnolatosi n ell'esercito francese, divenne generale. Nel 1797 organizzò l'art, dell'esercito cisalpino e rese buoni servigi in Italia. Nella campagna d i Russia ,·ima_se pr igioniero. Nel 1825 fondò il « Giornale delle scienze militari»; pubblicò: « Stori a poli. tica e militare del principe Eugenio »; « Memorie per servire alla storia della guerra del 1812 » ; « Storia delle campagne d'Italia del 1813-14 » ; « S.toria ddk campagne del r814-15 in Francia »; « Memorie suJle isole Ioniche ».

Vecch i (Candido Augusto). Colonnello,

a Fermo. ri;i. ad Ascoli (1810-1869). Nel 1848 partecipò alla guerra e poi fu con Ga ribaldi a Morazzone, seguendolo a Roma nel ,849, pur con ser vando il grado di capitano dell'esercito sardo. Nella sua casa a Villa Spinola si stabi ll il quartier generale garibaldino p rima della partenza dei Mille : egli fu da Milazzo al Volturno aiutante di campo di Garibaldi; nel 1866 lo fu del geo. Avezzana. Fu deputato a l Parlamento per Cerignola (VIII) e per Ascoli (IX legislatura). Pubblicò : « Memorie di due anni: 1848-1849 ». !1.

Vecchi Augusto Vittorio. Scrittore militare, figlio del precedente, n . a Marsiglia, m. a Forte dei Marmi (1842-1932). Guardiamarina nel 1861, combattè a Lissa, e si segnalò ndla repressione dclb sommossa di Palermo guadagriando la medaglia di bronzo. Nel , 872 lasciò la marina, si diede al commercio, poi ali 'insegnamento e alle lettere. Con lo pscuclonim.;,,_ di « Jack la Bo lina » scrisse fra altro : « Saggi storico n1arinareschi >); << Bozzetti di mare »; « Leggende di mare ,>; « Memorie di un )uogotencnte <li vascello n; ~( La guerra sul mare » ; " Storia generale delle marine militari » ; ,, L'arcipelago toscano »; " La vita e le gesta cli Giuseppe Garibald i » ; ecc. Vecd,i nob. Agamennone . Medaglia <l'oro, 11. a Cremona, caduto a Goriz ia (1872-19r6). Uscito dalla Scuola mii. di Modena, fu n ominato sottot. <li fanteria nel 1<> regg. dal quale passò al 28° con la promozione a capitano. Combat. tendo sul Sabotino, nel r9r5, g uadagnò una mcd. d i bronzo. Nel luglio ,916 assunse il comando del 20 bg l. di quel reggimento, e trovò glor iosa morte come è ricordato ne lla motivazione con cui venne concessa alla sua n1e1noria la med. d'oro : « Con alto e cosciente senso della responsabilità del co• mando, conv into dell'efficacia dell'esem pio, postosi in ,e; ta alle ondate d i attacco del suo battagl ione , in soli qm ranta minuti, con impeto travolgente superava tre ordin i d i tri·1-

Vecch io (Clemente). Generale, n. a Bellinzago, m. a Panna (,860-1 931). Sottot. dei granatieri nel 1883, rartecipò alle campagne e ri tree del 1895-96 ed a Cassala meritò la mecl. <l' argento . Colonnello nel 1915, ebbe il comando del 400 fanteria e con esso entr<Ì in guerra contro l'Austr ia . Comandante la brigata Pisa alla lì.ne del 1915 e magg. gennale nel 1916, andò in P . A. in detto anno. Nella riserva nel r920, vi divenne gen. d i clivis. nel 1923. Vectier (de Vrnillet, Eduardo). Generale, m . nel 1787. Cornetta in cavalleria nel 1726, coi Dragoni Regina si segnalò a Camposanto. Colonnello nel 1762, fu comandante mii. d i Asti e venne promosso magg. generale nel 1774. Luogoten. generale nel 1777, fu governatore d i Asti. Vedei (Domenico Enrico) . Generale francese (1773-1848). Nel r790 in Corsica combattè contro gli Inglesi. Partec ipò alle campag ne d'Italia del 1796-97; nel 1800 prese parte alla è ifesa <lei Tona le e da colonnello fu all 'assedio di Ulma. Guadagnò il grado d i generale <li brigata ad A usterlilZ. Generale di d i,vis . nel 1813 fu in I talia. Dopo la restaurazione ebbe il comando del d ip. ,d ella Ma nica. Al la venuta dei Borboni lasciò i l servizio. Scrisse un « Cenno delle operazioni militari nella Spagna nel giugno e luglio 1808 » . Vedetta. Sentinella posta prossimameote al nemico, in comunicazione con segnali e con la voce con le piccole guardie . Può essere semplice o doppia. Nella cavalleria , se

Vedetta= in montab7Tla


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VED

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è composta di due uomini, uno d i essi osserva, l'altro esrlora intorno. La V. deve vedere e non essere veduta. Nella guerra Mondiale era prescritto, sul fronte italiano, comè sugli a ltri, che fosst sempre dopp ia: doveva stare nel la .tr incea più avan7,:ita o sul davanti di essa, in ripar i r obusti e dissi mulati, provvista d i bombe a mano e d i rn?:i

VEG

quella di cui godeva i l marito. Se egli però ha perduto la vita in servi1,io comandato, la pensione sarà pari alla metà d i quella che sa rebbe spettata al mar,to.

Veduti (Martino). Medaglia d'oro, n. a Pavullo nel 1894. Lasciati gli studi g io nasiali nel 191:,, si arruolò nei RR. CC. e allo scoppio della guerra era brigadiere. Nel 1916 per malattia fu allontanato dalla zona d i guerra, dove prestava servizio presso il comando del 151<> fanteria, e rnan(lato a Ilagnacavallo: quivi guadagnò una med. d 'argento. Nel 1917 ottenne di essere destinato a un corso di pilotaggio per aeroplani, corso che interr uppe nel 1918, quando tutti i carabinieri furono richfarnati ai loro reparti. Destinato a Lugo, compl il gesto che gli valse la suprema ricompensa al valore. Dopo la guerra continuò nella carriera, e divenne tenente nel 1926. La motivazione della medaglia d'oro d ice: << Di notte, in servizio di vigilanza ad una polverjera,

accortosi che una bomba con

Veduti Martino

rnìccia accesa era stata collo~

cata, a scopo d i attentalo, nelle i mmediate vicinanze di grosso deposito di esplosivo, percepita rapidamente la gra -

RISERVA □ ~AVAMPOSTI Sistemazione delle vedette

o pistole Very, e in collegamento media11te campanelli con la piccola guardia; veniva generalmente cambiata ogni due ore. (V. Avamposti e Se11tinella). In marina la V. è il marinaio cui è afficbto il compito d i esplorare <lall 'alto degli alberi della nave o de lle più elevate sue soprastrutture, per scopri re e segnalare l )eventuale

presenza di navi, o di isole, o d i fari, o di relitti; ossia ciò che può interessare la rotta e la sicurezza della nave . Vedetta. Tipo J i nave destinata a spiare le mosse del nemico; a scoprire e distruggere r.ao1pi d i n1inc dal mede~

simo d isseminati sulle vie di accesso ai porti, o negli stretti, o nei punti d i obbligato passaggio, ecc.; a proteggere sbarramenti od- ostruzioni; a sorprendere e distruggere i sommergibili nemici. Per il p ri:no di questi co1:1 piti corrisponde ali '« av viso" delle marine d'anteguerra. La Francia ha costruito dal 1930 in poi un tipo di nave vedetta lanciatorpedini, sul tipo presso Jl coco dei mas. Vedetta. Avviso, d i 828 tonnellate, macchine 661 HP. , costruito a Genova, entrato in servizio nel 1866, radiato nel ,903 : l unghezza m. 56, larghezza 8,25. Pu la prima

vissi111a situazione, senza esitare,

noncurante

dell 'incom~

bente sicuro pericolo per la sua esistenza, con saldo animo, nobile esempio di eccezionali viro~ militari e di sublime attacca1nento al dovere, afferrò l 'or<lig no, e, n on riuscendo

a svellere colle mani il brevissimo tratto d i m iccia aaconi incombusta, la strappò coi denti, sventando cosl la imminente esplosione " . (Lugo , 14 agosto 1918).

Veedore, Fu chiamato così ne l sec. XVI il sopraintenden te alla descrizione e al numero ddle m ilizie d 'uno Stato , col comrito inoltre d i farne la rassegna e le mostre. Era subordinato al « contadore " · V. generale era chi sopraintendeva in nome del sovr~no a tutte le· forze armate, per il nu mero, l'equipaggiamento, le armi, l' istruzione, con d ignità uguale a quella del contadore gener~le . In Piemonte vènne istituito nel 1586 da Emanuele Filiberto, con mansioni d i controllo. Sotto Carlo Emanuele l, fino al 1630, il V . ebbe alle sue dipendenze tanto il contadore che il tesoriere. Ln carica d i V . cessò di esistere nel 1688, sostituita dal!'" Ufficio geoerale del soldo ». Vega. Torpediniera di 39 tonnellate , varata a Livorno cd entrata in servizio nel 1883, radiata nel 1913.

nave italiana costruita in ferro .

Vegezio (Flavio Renato). Scrittore militare del sec. IV. SHisse il trattato " Rei miliraris i nstituta :• diviso in cinque libri, Jedicati a Valentiniano Il.

Vedova di militari. In Italia la V. di un militare contro la quale non sia intervenuta sentenza di separazione d i corpo per colpa sua, ha diritto ad una parte della pensione già spettante al marito, o che a lui sarebbe spettata , purchè quando quest i cessava dal servizio attivo, dalla d isponibilità, o dalla aspettativa, fossero trascorsi almeno due anni òall'a~venuto matrimonio, oppure fosse nata prole. La V . perde la pensione qualora passi ad altre nozze . La q uota d i pensione di mass ima è egua le al terzo di

V eglia (ant. Curictae). Isola della Jugoslavia, nel golfo del Quarnaro, ad est di Cherso. Fu a lungo indipendente; nel 1018 st ipu lò un trattato con Venezia e nel 1q7 ne accettò il dominio, dopo breve periodo d i signoria ungherese. Poi appartenne alla famiglia Frangipane e nel 1357 fu presa per breve tempo dagli Ungheresi, i quaE tornarono ad assalirla nel 1460, e furono costretti ad abbandonarla per l 'inter vento d i una flotta veneziana che appoggiò i Frangipanc. l Veneziani, condott.i da Girolamo Contarini,


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nel maggio 1508 vi sbarcarono per farne la loro base per l'attacco di Fiume. L'isola fu occtJpata il 15 novembre 1918 da ruarinai italiani e tenuta per breve tempo.

Veglia.. Rimorchiatore, varato in Olanda nel r918; dislocamento tonn . 188, lungo m . 29, largo m . 6,10; apparato motore cavalli 400, veloc ità miglia 8,5. Armamento un cannone da 76. Personale d'armamento 16 uomini. Veìle, Città del la Danimarca, in fondo al fiordo omonimo, allo sbocco del Veile Aa . - Nel 1864, durante la guerra dei Ducati, vi s i svolse (8 :1narzo) un con1battimenco

fra Danesi e Prussiani. Un reparto dei p rimi, composto <i i 6 bgl., 8 sqdr ., 14 pezzi, comandato dal gcn . Hegèrmann, si era collocato sulla sponda settentrioi,alc del Veile Aa . Il II corpo alleato (austriaco, agli ordini {ii Gablcntz) marciò con una colonna sul la città, e, appoggiato da 8 pezzi, l 'occupò dopo aspra I.orta con la brigata Nostitz. Ma, vista l'impossibilità di sboccarne con quella e con altre che la seguivano, a causa del vìvo fuoco dei Danesi dalle alture, il Gablentz fece esegui.re un movimento aggira:nte verso la loro d r. affida1·0 alla brigata Goudrecourc, e questo movimento decerminò i Danesi ad abbandonare la loro forte posizione, dopo di avere perduto circa ioo u. cd avere inflitto perdita uguale agli assalitori.

VEL

sastro inAul sul morale dell'esercito assediante, e il Senato creò dittatore M. Furio Camilla, il quale prima attaccò i Falisci e j Capenati. a Nepete. vendicando con la vitcoria Titinio e Genucio; poscia ricompar ve davanti a Veio. Egli iniziò la costruzione d i una galleria sotterranea, che dal campo degli .assediati conducesse sotto al gran tempio di Giunone. Come questa fu terminata, Camilla , per distrarre l'allcnzionc ,!egli. assediati, sferrò un assalto generale alle mura, attirandovi i cittadin i. Allora fece sbucare i suoi dalla galleria e li investì alle spa lle. Aperte le porte, si iniziò una strage generale, frenata dal d ittatore. Le persone libere furono vendute come schiave, e la città, da cui si trasse un immenso bottino, distrutta. L'assedio, durato dieci anni, rappresenta uno dei più grandi successi politici, militari e territ9riali dei Romani dopo la caduta <lei Tarquin i.

V ela (Nicola). Generale, o. ad Ovada ed ivi m. nel 1707. Inizjò la carriera in Grecla in aiuto dei Veneziani. Combattè roi sotto le insegne imperiali in Ungheria, io Germania cd in Italia. Governatore del forte di Arona, mil itò infine i n Corsica.

Velella. Sommergibile, <li 252 tonnellate, entrato in servizio nel 1911, radiato nel 1918. Ebbe per motto: « Strenue <..ksccndens, v ietar asccndens ,, .

Veio. Ant. città del! 'Etruria, presso· al Cremera, sopra un 'alta rupe 12 miglia a settentrione d i Roma, capi cale dei Vcicnri. Delle sue mura ciclopiche rimangono le tracce. I. Battaglia di Veio (tra il 753 e il 717 a. C.). Appartiene al periodo leggendario del la monarchia romana, e fu con1ba.ttura da Ron1olo contro i Veicnti, che avevano deva•

stato la campagna di Roma. Come i Romani si avvicinarono alla cjuà , i terrazzani uscirono contro d i loro, n1a, battuti, vennero costretti a r ifugiarsi nell'jmerno e a scendere a patti onenendo la pace a miti condizioni. Sommergibile « Velella t

II. Battaglia di Veio (tra il 616 e il 578 a. C .). Appartiene al periodo leggendario della monarchia romana, e, secondo la tradizione, fu combattuta e vint a dal re Tarquinio Prisco contro un grosso esercito federale degli Etruschi allcatj con i Veienti. III. Assedio di Veio (405-396 a. C.). Per assicurare la frontiera nordica ed avere aperta la via dell 'Etru.ria, Roma si prefisse la conquista di Veio. Quest 'assedio segna un'ira nella storia romana, sia per il cammino fatale delle conquiste fuori dei confini della propria stirpe, sia per la lunga durata del servizio mi litare prestato la prima volta dai soldati romani, sia per l'uso di dare ai soldati una paga durante .l a guerra . DeÌ' primi due anni dell 'assedio la trad izione 11011 ci d ice nulla, e solo nel 403 a. C. parla di. una improvvisa sortita degli assediati, i quali con fiaccole e con fuochi d'ogni sorta incend iarono i n breve ora i parapetti e i mantclletti preparati con grandi fatiche dai Romani. Nel 4oi a. C. giunsero improvvisamente i Fidcnati e i. Capenati e attaccarono Manio Sergio tribuno mil itare preposto all'assedio, costringendolo a ritirarsi a Rom a. Nel 401 viene eletto tribuno M . Fucio Camillo, che d iventa l 'croe dell'impresa; egli ricupera il campo perduto e lo munisce d i fortini e di _presidi. Poscia devasta i l territorio <lei Capenat i e dei Falisci per punirli <lell 'ausilio recato ai Vcicnti. L'anno seguemè, cioè nel 40 0, tornarono i Falisci o i Capenati sotto la città, ma furono completamente sbaragliati. L'assedio continuò fino al 397, quando i due tribuni consolari Lucio Titinio e Cneb Genucio, andati contro i Falisci e i Capenati, furono tratti in agguato; G~nucio f'erdcttc la v ita e Titinio si salvò l0n pochi. Tale di-

Velestino. Comune della Grecia, nell a Tessaglia. Vi av,·enne il 6 maggio 1897 un combattimen to fra j Greci (Smolenski) e i Turchi (Edhcrn pascià) che terminò quando il diadoco, battuto a farsaglia, ordinò allo Smolcnski di abbandonare la posizione. l Greci, che avevano sofferto perdite sensibili per opera dell'artiglieria turca ben postata sul Kara Dagh, riuscirono a disimpegnarsi proteggendosi con reparti rimasti a· contenere il nemico, e che poterono a sera seguire il movimento di ritirata del grosso. Veliki (Krib). Altura a nord d i Gorizia (q. 526), congiunta med iante una se!letta (q. 552) al monte San Gabriele. Fu conquistata da lle truppe del V1 corpo d'armata italiano nei primi g iorni di sell'cmbre 1917, e mantenuta contro tutti i .ritorni offensivi dcl!'avversario . Nella secoi;da decade di settembre, gli Austriaci con una violema comrof(ensiva tentarono d i rimpossessarsi della sommità del V . e della selletta, ma, pur cedendo terreno sulle ~--endici sconvolte del San Gabriele, le d ue posizioni furono man1coute. Veliki Kribac/1 . Altura dell'altipiano Carsico, ad ovest del Dosso Faiti e ad est del Pecinka (q. 343). Caposal<lo della linea austriaca dopo la ritirata oltre il Vallone del· l 'agosto 1916, fu attaccato dalle truppe dell 'XI corpo d'armata italiano durante l'offensiva autunnale del 1916. Nella 7• battaglia del! 'Isonzo , le brigate Granatieri e Lombardia s'impadronirono, il 14 settembre. del cosidetto « bosco qua• draogolare », antistante a l V ., ma i successivi sanguinosi attacchi per risalire le pendici dell'altura .riuscirono infruttuosi. Nuov i sforzi furono compiuti durante l 'ottava bat•


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taglia, il 9-12 ottobre, finchè il giorno 3r, iniziandosi la 9a banaglia dell 'lsonzo, la brigata Toscana (45" d ivisione), con un magnifico assalto si impadronì delle temute posizioni, spingendosi oltre, fino alle pend ici del Faiti, che veniva, roi, anch'esso conquistato il 2 novembre.

Velini (Attilio). Generale, n . a Tradate, m. a Como (1839-1906). Volontaiio nel l859, divenne sottoten. d i fanteria nel 1860 e p artecipò alle campagne del 1859 e del 1866. Nel 1879 fece parte della commissione internazionale per regolare la vertenza turco-ellen ica. Colonnello nel 1884, com.andò il 27" fante'ria; magg. generale comandante la briga ta Fer rara nel 1892,. andò in P . A. nel 1899. Passato nella riserva n,el 1yo2, f~ promosso ten . generale ne ll'anno seguente. Sedette alla camera dei deputati nella )(]J I, XIV, XV e XVI legislatura, per i collegi d i Appiano e d i Como.

VEL .

Egli riuscì a raccogliere 200 dragoni e cavalleggeri, e a condurli seco presso il governo p10vvisorio di Lombardia, dichiarando di non voler stare di guarnigione : il governo autorizzò il Leoncini a costitu ire un bgl. d i veliti a piedi che raggiunse i 400 u. Mandati in Valtellina, si most rarono indisciplinati e riottosi, ma, allontanato il Leoncini, sostituito nel comando da Giuseppe Landriani, diedero buona prova nella guerrig lia in Valtellina e furono sciolti nell'agosto.

Velino. Cisterna per acqua, varata a Venezia nel 1900; dislocamento tonn. 17r, lunga m. 24,70, larga m. 5,20; apparato motore cavalli u1, velocità miglia 8. Personale d'armamemo 9 uomini . Veliti , Fanteria leggera dell'esercito romano. Non avevano posto fisso nello schieramento in baitaglia, ma venivano sparsi sulla fronte, o tenuti negli intervalli fra le coorti o le centurie, e fra Je turme d i cavalleria. Portavano un casco d i cuoio, uno scudo rotondo, una corra spada, qualche g iavellotto. Impegnavano per i primi l'azione e a tal uopo •venivano srcsso presi in groppa dai c:n alieri e 1

Velite del regno d'Italia (1812)

portati avanti.

Veliti toscani (1852- 59)

Veliti. Battaglione creato nel .1 852 nel granducato d i To scana, su quattro cp., con sede a Firenze. Era il 1° degli 8 bgl. del la fanteria granducale dell'ordinamento del 1852.

Velivolo, Macchina aerea in genere, con o senza mo. tore; aeroplano , idrovolante o anfibio, munita di ali, e adatta, in 1naggiore o c.'linore 1nisura, a sostentarsi ;inche in volo librato. V. militari sono quelli specialmente stud iati e costruiti per fini bellici. Grande incremento essi hanno avuto dopo la guerra, quando nei vari Stati si costituirono regolari formazioni aeronautiche autonome, o alle dipendenze degli eserciti e delle marine da guerra. I V. moderni da caccia raggiungono ve locità superiori ai 350 kmh . , qt.:elli da bombardamento raggiungono spesso i 300 kmh . Di questi ultimi, meno .veloci ma assai più adatti a trasportare fori.i carichi di esplosivi e di carb.urance, sono quelli da bombardamento notturno. Anche nel campo dei V. da riVelite romano

Velite (1807) napoleonico

Veliti. Battagliqne creato a Torino nel 1809, con elementi piemontesi. Fece pane della Guardia imperiale francese e fu sciolto nel febbraio 1814 . - Simile bgl. fu creato nello stesso tempo a Firenze con clementi' toscani e subì la stessa sorte.

cognizione si sono ottenuti mig lio ramenti considerevoli e

grandi velocità con ottimo armamento. Negli ultimi anni è stato st udiato, specialmente in l talia dall 'ing. Caproni, il problema delle grand i costruz ioni. Fra le sue maggiori rea.

Veliti. Reggi mento della Guardia napoletana, creato nel 1807, e ra<ldoppiato nel 1811. Nel 1812 prese il nome d i Ussari della guardia. Veliti italiani. Coorte di studenti, con clementi d i pa recchie regioni, costituita a Venezia il 3 febbraio 1849, forte di 468 volontari, al comando del colonnello Angelo Mengaldo, di,•isa in quàttro centurie (ntaggiori Caimi, Sambuco, Basa,· Strambino). Parteciparono a.lla difesa del forte di Marghera e furouo sciolti nel! 'agosto, quando la città dovette arrendersi. Veliti Leoncini. J3attaglione costituito nel maggio 1848 per opera d i Antonio Leoncini, soldato del regg. d ragoni.

n più grande velivolo da bombardamento del mondo (• Caproni 6000 HP •)

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liz.zazioni meritano di essere ricordati i seguenti:

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cc Caproni

73 ", biplano, con carico utile di kg. 2000, adottato dal!' Aeronautica italiana per il bombardamento notturno nel 1924: porta 1000 kg._ di bombe ed è munito di due m itragliatrici. « Caproni 74 G " , modificazione del precedente, con specola anteriore di puntamento per il tiro delle oombe, u na m itragliatrice d ietro le ali in torretta chiusa e una mitragl iatrice sotto ia fusoliera in depressione. « Caproni ro3 ", costruito nel 193t, biplano con aletton i a fessura, a comando d ifferenziale: può 1iortare un carico di 1500 kg. <li bombe a 6000 rn . d'altezza e volare alla velocità cli 200 kmh. « Caproni 79 », biplano quat rirnotore, 2000 HP ., capace di t rasportare 2000 kg. d i bombe alla velocità d i 220 krnh ., armato di tre mitragliatrici i n torretta. « Caproni 90 " , bip lano metallico con sci motori: è i l p iù grande aeroplano costruito fino ad oggi; pesa kg . 15.000, ne può trasporta.re altrettanti, ha un 1 autonomj_a di sette o re.

velocità d i kmh . 210: i l ,uo ca1ico di bombe è di kg. 6000; l'armamento è costituito da sei gruppi d i mitrag liatrit i; uno anteriore, uno sull'aia superiore , uno die tro

l'ala i nferiore, uno sotto la fu,;olicra, tutti in torretta; gli altr i due battono i fianchi attraverso due feritoie laterali. « Caproni 95 », monoplano in tubi d i acciaio; può contenere bombe dei più grossi cal ibri, che vengono liberate at• traverso grandi sportelli m anovrati auto~n aticamcntc dall ' interno. f. potentemente arm ato, con se_tle gruppi di mit ragl iatrici; uno anteriore, uno in depressione, uno sull 'ala, uno d ietro l'ala in torretta chiusa superiore , uno all'estrem ità della coda, d ietro i t imoni.

Velivolo silurante . f. stato ch ia rnato cosl l'idroplano adoperato ncll 'aviazionc delle mari ne da guerra per lanciare siluri contro navi nem iche. In Francia sono stati creati anche V. siluw nt i con carrello a ruote, perchè possano poggiar le soprn la superficie del le navi porta aerei. In Italia sono state pure fatte esperienze di questo genere, col velivolo a ruote « B R 1 ».

Ve lia (Carmelo). Generale, n . nel 1861. Sottot. di fanteria nel 188r , partecipò alle campagne d'Eril-rea <lei 1895-96 .. In Libia nel 1915 e colonne llo in detto an no , partecipò nel 1916 e t917 alla guerra contro l'Aust ria : comandò il 90° fanteria la brigata Ancona e fu promosso magg. generale nel 1917. In !'. A. S. nel 1920, assl)nse il grado d i generale di d ivis. nel r923 e nel T93' passò nella riserva.

e

VEL

Vellei (Sinibaldo). Medaglia d'oro, n . ad Ascoli Piceno, caduto al fronte (1891-1915). Alla presentazione a lle armi fu arr.uolato :1cl 17° fanteria e vi d ivenne scrgeL1te, partecipando alla campagna di Libia. Nel 1915, combattendo sul fronte ita liano, guadagnò una mcd . d';irgento e fu promosso maresciallo per merito d i guerra. Cadclc nello stesso a nno meritando « ad memoriam » la mcd. d 'oro con la seguente rnotivazione:

,, Costante e fulgido esempio di valore, d i tenacia e d i ogni

più alta vi.r tù militare, durante le precedenti azioni entrò per primo, alla testa del suo plot0ne, in un trinceramento neVellei Sinibaldo mico, facendovi prigionieri e conquistando a rmi e materiali. Ferito una prima volta oon si ritrasse dal con1bauimento; nuovainente e· più gravemente ferito, contin uò ad incitare i suoi alla lotta, fino a quando cadde gloriosamente sul campo » . (Monte Sei Busi, 2 1 ot• tobre 1915).

Velletri (ant. Ve/it111c, Vclitcmus e Velestcr). Città in prov. di Roma, alle falde del monte A lbano. Resti di mura medioevali, d i 3 Km. d i circuito. Antichissima città volscia, nel 498 a . C. aiutò i Tarquini contro Roma. Nel 494 il console A,t.!o Virginio vi sconfisse i Volsci , espugnando la città , che r anno seguente ricevette una colonia romana .

Nel 381 a . C. si r ibellò a Roma e fu appoggiata dai Volsci e da Prcneste, m a venne sconfitta e l'anno segliente occupata. Nel 370, d i nuovo in armi , devastò il territorio dei Latini, alleati di Roma, assediando Tusculo . Battura, fu ancora assed iata per 4 anni, ma nel 358 e poi nel 340 a. C . si ribellò di n uovo : nel 339 fu sconfitta, perdette grande parte del suo territorio ed ebbe le mura atterrate. Colonia m ilitare sotto Claudio, fu d evastata nel 409 da Alar ico. Sofferse gravi dann i d alle invasioni dei Longobardi e dei Saraceni, i quali ultimi furono respinti con gravi perdite nel 509. Rovinata da Arnolfo e di strutta da Adolfo, CO· m inciò a riaversi sotto i Caroli ngi, e ,•erso il 1000 ~i reggeva a Comune. Nel 1207 ebbe guerra accanita con vari paesi vicin i, con i quaii dovette ·sosten re in seguito altre

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~ Lancio- d i s ilÌ.1ro da velivolo idrosilurante

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VEL

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V EL

contese. Riuscì a lungo a mantenersi quasi 11nmune dalla dominazione pontificia. Nel 1328 fu attaccata da Lodovico il Bavaro, ma lo respinse. Nicola Caetani, conte di Fondi, aiutato da Pietro frangipani e dai signori di O)cvano, lottò con V. dal 1343 al 1348. ma non riuscì -:id assoggettarla. La città ebbe altre guerre coi signori vicini ed aumentò cli potenza, allargando il suo lcrritorio. Frattanto si era seriamente inasprita la sua contesa con Roma e nel 1365 i Romani attaccarono di sorpresa V. Questa a sua volta compì scorrerie contro vari castelli, finchè nel 1347 fu conclusa la pace. Nel 1482 le milizie pantificie vi sconfissero l'esercito alleato di Lorcn:>.o il Magnifico, di Francesco Sforza e del re Ferdinando l di Napoli.

ritnrio verso . apoli a Garibaldi, dandogli il grado di generale e i l comando di una brigata, forte di circa 2500 u. Le trupre napo km ne avevano occupato V. , Valmo ntone, Ariccia e Alba no. Sconfitti il 9 maggio i 13orbonici a Palestrina (V.), Garibaldi fu richiamato a Roma per difenderla da un minacciato anacco francese . Il 16 l'esercito della repubblica, agli ordini del Roselli, fu invi,uo ad allontanare defi nitivamente le tru ppe borboniche. Le forze romane, sommanti a 11.000 u. e 1 2 ca nnoni, erano divise in avanguardia (col. Marocchetti), corpo di battaglia (Garibaldi), e riserva (geu. Galletli). La ravalkria era comandata dal gen . Banolucei, e l'artiglieria dal col. Calandrclli. Dopo aver pernottato a Zagarolo, per le lentezze dell'intendenza che fece lardare i viveri, poterono partire solo fc truppe I. ✓Jsscdio e pace di Velletri (624 a. C.) . Anco Marzio, dell'avanguardia, circa 2500 u., il cui comando fu preso in guerra coi Volsci, po~e l'as,c<lio alla ciuà, jnvestendola da Garibaldi. l Napoletani occupavano V. con 15.000 u. strettamente. l difensori chiesero di arrendersi e o ttennero e 4 batterie, comandati dallo stesso re, oltre a un gruppo una tregua, poi convertita in t rattato d i pace e amicizia. di malfattori, liberati dalle prigioni di V. e di Terracina. l i. IJ11ttaglia di V elletri (10- 1 r (1gosto 1744). Appartiene li re, notata l 'im,irudenza di Garibaldi che faceva sostare alla guerra per la Successione d'Austria, e fu combattuta le sue t ruppe stanche a 2 miglia dalla città, fece uscire da fra un corpo dell 'esercito porta Romana uno sqdr. austriaco, comandato dal di cavalleria leggera, uno gen. Lobkowitz, e le trupd i drngoni e un bgl. di :,e ispano-napoletane, agli bersaglieri. Garibaldi, coi o rdini del re di Napoli e Cavalieri della Morte (col. I Cu dello spagnuolo Gages. Nel Masina), attaccò per primo marzo erano cominciate le il nemico, ma i suoi fu), \ ostilità: gli Alleati si er arono messi in disordine cd I ' no ritirati, per Seniga lliaegli stesso si trovò in grave Loreto, prima a Recanati pericolo; intervenuti rinfor\ ' e poi con largo giro a V., zi, i Borbonici furono volti "per opporsi al Lobkowitz, in fuga e ricacciati in V. che voleva penetrare nel Alle 11 il f.uoco si fece reg no <li Napoli. I due vivissimo, e Garibaldi , veeserciti occuparono posidendo che le sue truppe NAPOLETANI " zioni parallele, su due sescarse e stanche stavano ~-cr /lOMANI '\ rie di alture separate da essere sopraffatte <lai neuna valle, restando inattivi mico, numeroso, fresco e 20 per qualche gi,mio . Una in ottima posizione, ch iese notte il Gages con 4000 u . rinforzi al Roselli. Questi Combattimento di Velletri (1849) attaccò improvvisamente la mandò subito il col . Gallcrti sr . austriaca e ne occupò la con un rcgg., e ordinò alle posizione; nell'esercito nemico si sparse i l panico, ma, no n altre truppe d i accelerare la lo ro marcia. Arrivati i r inavendo fatto altro g li Spagnuoli, il Lobkow itz potè racforzi , Garibaldi pot~ restaurare il combattimento, e mandò cogliere le sue truppe. Frattanto le navi inglesi minaccia, ulla sr . nemica il Marocchctti con 120 u. e pochi d ragoni; vano Gaeta e un corpo austriaco penetrava nell'Abruzzo, ma non potè far molto, pcrchè non gli furono inviate ma il re non si muoveva dalle sue posizioni. Finalmente, le truppe promesse. Frattanto grossi nuclei di cavalleria nella notte dal 10 ali' li agosto, il Lobkowitz tentò cli borbonica si davano all a fuga per la via di Napoli, e Gaprendere d i sorpresa V., dove erano il re Carlo, il Gages ribald i ordinavll di lasciare l'artiglieria, le truppe di linea e il duca di Modena. Gli Austriaci sgominarono l'ala sr. e i carabinieri alle prese coi difensori della città, e col dell'esercito borbonico e µruppero in città; frattanto un resto si preparava a muovere verso Cisterna, per attaccare altro corpo riconqui stava le alture perdute nel precedente di fianco i fuggitivi. La vittoria sarebbe stata completa e sco ntro e attaccava la dr. nemica. Il re però riuscì a metforse si sarebbe potuto fare prigioni:ro lo stesso re; ma il tersi in salvo e corse al Monte dei Cappuccini , ove erano Rosclli non permise la mano vra ideata da Garibaldi e tenne la riserva e l 'artig lieria: qui egli raccolse le sue truppe tutte le sue truppe davanti alla città, difesa accanjtamentc. sbandate e, preceduto dalle guardie vallone, mosse ad attacVerso le 9 di sera il fuoco cessò lentamente e i Napoletani care gli Austriaci che si erano dati al saccheggio. Essi, sorsi ritirarono , pro tetti dai briganti, che accesero fuochi presso presi, furono sbaragliati e messi jn fuga sino al loro campo: le porte della città. li Roselli credette che il nemico fosse il re pcrdet:te circa 3000 u. fra morti e foriti, e poco meno ancora in V. e solo verso le 2 d i notte mandò un piccolo il Lobkowitz. La battaglia ebbe una grande importanza d istaccamento con parecchi carabin ieri nella città che fc. soprattutto per le sue conseguenze: il generale austriaco incero pngronicro un d iscreto numero di ritardatari; poco fatti non osò fare altro e stette (ermo sino a tutto ottobre, tempo dopo entrò in V . il g rosso delle truppe romane. ritirandosi ai primi di novembre verso il P o.

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IIT. Combattimento di Vellet1·i (19 maggio 1849). Appartiene all'intervento borbonico co ntro la repubblica romana. Il governo di quest 'ultima aveva affidato la <lilcsa del tcr.

Vellinghausen. Villaggio della Prussia, nella Westfalia, sulla Lippe. Nella guerra dei Sette Anni , il 15 e 16 luglio Ii61, l'arciduca Ferdinando di Braunschweig con un


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1391-

esercito di 50.000 u . vi riportò una vittoria su 90.000 Fran cesi comandati dal duca di 81:oglic e dal Soubise. Questa sconfitta infranse l'offensiva francese, che si era prefissa l 'occupazione delle capitali dell 'Annover e del Braunschweig, cosicchè al termine della campagna i Francesi si trovarono respinti nelle posizioni dell ' inverno precedente e costreiti al la difensiva. Nelle due giornate i Tedeschi perdettero 2000 u.,

su quella degli elementi meno rnpidi. Per organizzare I 'af. fluenz.a dei reparti sull 'itinerario al momento dell'incolon-namen to , e per la deAuenza al momento dell'impiego o dell'arrivo alla tappa, devesi considerare la V. d'ognuno, in maniera di evitare i ngorghi, sorpassarnenti! ecc. A titolo di orientamento d iamo le seguenti indicazivfii sperimentali sulle velocirà (in Kmh.) :

i Francesi ·5000 u. e I, cannoni. Media oraria

Veloce. Cannon iera in legno, d i 274 ronncllate, costruita a Livorno ,ialla marina roscana ed entrata in servizio nel 1859. Dislocamento ton;1. 274, macchine HP. 40. Passò nello stesso anno a fa r parte della m arina sarda , fu all'assedio <li Gaeta, e ven<le radiata nel 1879.

la massa : volendo con ciò significa re guanto importi, nelle . o perazioni guerresche, portare contro il nemico il nerbo delle proprie forze rapidamente. La V. dev'essere t;in to nella concezione di chi in1n1agina, ordina e organiz..za l'azione,

q uanto nell'esecuzione del le truppe. In altri tempi essa dipendeva pressochè unicamente dall'abilità dei cap i e dal grado d'addestramento e d'allenamento dei. soldati. Infatti , sino a tre quarti di secolo fa, non vi erano altri r apporti per commisurare la V. se non il passo dell 'uomo e quello dei quadrupedi: e questi oltre certi limiti non potevano, nè possono, andare. Oggi le cose sono assai d ifferenti . La locomotiva prima e poi il ·rootore a scoppio, 11elle sue applicazioni di terra, <li mare ed aeree, _in continua ascende nte: evoluzione, hanno portato varianti profonde: i trasporti ferroviari, aUtomob!listici, aerei e 1uaritti1ni sono d iventati un mezzo poten te nelle mani dei capi per dare vita ai progetti coi quali s 'intende conseguire una decisione. La V. ormai assume aspetti per· l'innanzi ignorati• e che nel futuro saranno suscettibili di proporzi;ni sempre maggiori. Le attuali velocità richiedo110 studio ed esperienza da parte di chi ne deve tener conto per organizzare e stabilire i movimenti nel camp6 logist ico, tattico e strategico. La portata delle linee d i comunicazione ·e le caratteristiche tecniche delle macchine impiegate sono i termini fissi e reali del problema. Le incognite che volta a volta possono presentarsi e che debbono essere individuate e preparate, sono l 'attività del nemico, le condizioni maceorologichc, )e deli. mitazioni d'orar iv, ecc. Da gue$to complesso multiforme d i elementi deve sc:iturire la soluzione del problema: cioè il raggiungimento <Idio scopo prestabilito col minor dispendio d i forze e <li niateria le nel tempo e nel luogo p iù opportuni. È parso a taluni studiosi che , durante la guerra Mondiale, la prevalenza schiacciante del fuoco nel campo tattico ed in quello strategico abbia imposto alle masse combattenti di dimenticare uno dei due fattori dell'urto: la velocità. Volendo ristabilire un giusto equilibrio nell'equazione •< velocità x massa=urto », costoro hanno pensato che solo la macchina potesse rendere i .combattenti nuovamente manovrieri, immunizzandoli relativamente dal fuoco e realizzando per essi il movimento. Da q uesta concezione è nata la Scuola della meccanizzazione a capo della q uale c'è il generale inglese Fuller. A11che non volendo accettare per intero le teorie e le conclusioni di questa nuova scuola, dobbiamo però riconoscere che in ciò che essa dice e sostiene qualche cosa d i vero c'è. Per lo meno necessita convenire cbc ormai nel campo logistico e quindi in gran par te anche in quello strategico, la macchina è divenma di prim iss ima importanza . Dovendo stabilire la V . di maxcia di unà o più colonne d i grandi un ità, devesi tener conto delle velocità relative di ogni elemento costituit iyo delle colonne stesse. La V. media dev'essere comm isurata, ad ogni modo,

~f~lrCiC

ordinarie

celeri

Colonne di graucli uniu\ , . . Km . Colonne cli fanterìa . . . . . . . . , Ciclisti sulla. macchina. . . . . . . n Cavalleria .... . . . .. . . , . . . . .

Velocità. Oic, si che l'uno sia il prodotto della V. per

Marcie

.Artiglieria. <la campagna.. . . . . Carri a.rn1a.ti . . . . . . . . . . . . . . . Salmerie .... ... . ..... .. . . . leggere .... .. Autocolonne ) pesanti .. . .. . con -rimorchio

5 20

10

8

» » »

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8

Autob!ir,date , . . . . . . . . . . . . . , Carreggio ordiua,rio . . . . . . . . .

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3,5

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14

14

18 5 5

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H 10

11-

12

I ciclisti' fanno rispett iYatncntc 5 e 7 :Km h. se ap11ieclati,

con macchin:1 portatù. a. mano, o sen1..a, macchina..

I dati riferiti sono per strade e per pende<1zc 1wrmal i.

S'intende che con vie di comunicazione cattive, con forti pendenze, con condizioni di tempo non buone, d i notte, sotto l 'azione d i fuoco -del nemico, ecc. tali dati subiscono oscillazioni variabilissimc. Ricorderemo in fine come la fulminea V., con la quale Cesare, Federico e Naroleone effettuarono i loro 1novinx:oti, sia stata la ragione essenziale

del loro successo. In marina, la V. è elemento di grande importanza. Essa si acquista nelle c~st ruzioni navali a scapitq degli altri due fatrori (difesa ed offesa): vale a dire che se l' ideale della nave di guerra è: grande velocità, robusta difesa, potente offesa, guando si voglia una velocità superiore a guella consentita dalla fusione armonica dei tre elementi occorre diminuire

la coraL.za-

tura e l'armamento. E reciprocamente per la accentuazione della d ifesa o dell'offesa.

o

Velocità iniziale. La misura della velocità iniziale d i u n. proietto si fa generalmente col seguente procedimeoco : il proietto, passando per Funti di asCissa nota , interrompe dei circuiti elettrici: mis u-

rando l 'intcrvallo <li tempo corso fra le due Bersaglio articolato pf!r la misura deJla velocità iniziale del proietto interruzioni di due circuiti successivi, si <le• duce il valore medio della velocità orizzontale dei proietto sull'arco di- traiettoria compreso fra i due punti. Se .r1 e x 2 sono le distanze orizzontali <lei due punti dall'origine della traiettoria e T l 1inccrvallo di te1npo n,isurato, s i avrà:

(11 COS @) lll = -

x1 -

x~

--

't

dalla quale si ricava il valore della 11, che, con le formule di balistica esterna, ci permette di r icavar.e la velocità iniziale V. La misura del brevissimo tempo che passa fra le


VEL

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interruzioni d ei circuiti si ottiene mediante apparecchi detti cronogr afi . L'interruzione dei circuiti è generalmente ottenuta d isponendo luogo la traiettoria dei bersagli articolati sui quali è d isposto a zig-zag para lleli il . filo di rame percorso dalla corrente; i tratti paral leli sono d istanti fra di loro ordinariamente mezzo ca libro e mai più d i 2/3 di calibro, allo scopo d i ottenere la rottura d i almeno un filo quando il proietto attrave rsa il reticolato. Le prime· esperienze per misurare la V. iniziale del proietto risalgono al 1766 per opera dc -francese D'Arcy, al quale seguì l'inglese Robins. Nd 1775 Hutto n impiegò un grosso pendolo per misurare la V .• iniziale e trovò circa 517 m, al secondo per il fucile . Nel 1787 il Lombard pubblicò tavole d i tiro d i cannoni obici, contenenti le velocità inizial i calcolate in circa 468 ·m . al secondo . Tali cifre andarono aumentando con I'au,i-ie'nto della .potenza degli. esplosivi e col perfezionamento ·delle. ·armi . ·

ed

Venafra (Federico). Generale, . n: ·nel . 186Ì. Sottot. di fa nteria nel 1884, fu in Eritrea nel '1887.88. In P, A. nel r9r5 e colonnello nello stesso anno, fu richiamato durante la guerra -contro l 'Austria e comandò il deposito del 46° fanteria; nel r927 fu promosso gen. d i brigata nella riserva. Vend6me (Franc1,sco di V.. , duca di Beaufort). Generale francese (1616-r669). Fu oppositore del Richelieu, e dovette emig rare in Inghilterra ; tornato in pat ria si _schierò contro il Mazarino. Posto d al re Luigi a capo della flo tta, vi si d istinse nel 1664-65. Inviato a Candia in soccorso dei Veneziani attaccati daj Turch i, rimase ucciso in una sortita. Vend/Jme Filippo. Generale francese (1635-1727). Partecipò al le campagne d 'Olanda e d'Alsazia; nel r69r d ivenne marcsc. d i campo e nel 1693 luogoten . generale. P artecipò sino al 1705 a tutte I~ c~mpagne d'Italia e d i Catalogna. Vend/Jme duca luigi Giuseppe. Generale fra ncese (1654r71 2) . N el 1672 . combattè in Olanda e nel 1675 i n Alsaz ia e Prussia; d ivenne brigadiere generale nel 1677, maresc. d i campo nel 1678 e luogoten. generale nel 1688. Nel 1695 ebbe il 'comando dell'esercito di Catalogna e nel 1697 conquistò Barcello na . In Italia dal 1702 al 1705 combattè contro g li Imperiali a Luzzara e a Cassano. Passato nella Spagna con la vittoria di V illaviciosa ( I710) assicurò J a corona a FiVcnd O.n e Luigi lippo V, che lo dichiarò primo principe del sangue.

Venedicoff (l.). Generale bulgaro, n. nel 1871. Sortot. nel 1891, fu poi aJ!.ievo della Scuola d i guerra d i T orino . Scrittore di storia militare, pu bblicò lavori sulk guerre degli antichi czar bulgari e una storia della guerra Serbo-bulgara del 1885. Veneree (MalaÙie). Un te mpo il contagiar si d i malatric veneree sotto le armi era ritenuto addiritturn una colpa , e, come tale, pa;sibile persino di sanzioni d isciplinari . Oggi invece i ,< venerei » so.no considerati alla stessa st(egua degJi a ltri inferm i, e curati con la massi.ma d iligenza, anche per ev iden ti ragio ni di profilassi sociale. Si è anzi creato turw un complesso di mezzi per la profilassi individuale e col- , letttva, e il M ini~tero della guerra, a cqmplctamento delle , d isp-os.izioni contenute nella cc Istruzione per l 'lgie.ne dei

militari del R. Esercito » (similme_nte si .fa nelle altre forze armate) emanò nel 1922 un p iano d i norme per disciplinare in modo u,n iforme la lotta contro le suddette ma lattie. I m ezzi di profilassi amicclt ica, attuati presentemente, sono i seguenti: a) Conferenze degli ufficiali medici sui danni delle malattie veneree, e specialmente della sifilide, nei riguard i dell"individuo, della famiglia e della società, e sui principi d i profilassi; conferenze integrate da una attiva propaganda fra le truppe da parte degli ufficiali e dei sottufficiali delle armi combattenti; b) Istituzione e funzionamento di camere d i profilassi antivenerea in ogni ·quartiere, arredate in modo da potersi compiere Je necessarie operazio ni profilat tiche da parte del militare che ha avuto rapporti sessual i. Una delle più frequenti malatt;e veneree che si osservano nei militari è la bleoorragia, donde il nome di cc goccctta militare ,, dato al! 'uretrite cronica . Durante il conflitto Mond iale, data la d iffusione delle malattie veneree nella zona di guerra, sia nelle t ruppe che nella popo la.zione civile, la lotta fu organ iz;:ata sopra ttutto in base alla d ifesa sociale ed individuale, alla cura pronta cd efficace dei venerei ed al recupero massimo di essi . Nessun militare affetto d a malattie celtiche poteva essere trasferito ad altro ospedale fuori de.Ila zona d i guerra. Fu inoltre intensificata la vigilanza sanitaria sui m ilitari con la moltiplicazione dei d ispensari, con l 'istituzione di speciali gabinetti di disinfezione, dotati dei comuni mezzi di profilassi individuale, e con l'impianto presso i Corpi di appositi locali, dove· i m ilitari, con l' aiuto d i un infermiere pratico, su bivano un'accurata dfsinfczione diretta 2d attenuare od elim inare il perico lo di infezione . Fu ancora esercitata una specia le sorveglianza per mezzo d i medici mi litari sp-ecialisti, i n collaborazio ne con le autorità sanitarie civi li e di p ubbl ica sicurezza, alla orostituzionc clandestina . Furono inoltre co~stituite delle co ns~lenze anticeltiche presw le armate, ed assegnati due ispetto ri presso ogni corpo d ·armata, con impianto d i speciali ospedali. Venne infine effettuata una larga propaganda contro il pericolo venereo a mezzo d i conferenze, 0puscoli, fogliett i volant i, proiezioni . Nel Congresso d i medicina e farmacia militare tenuto a Bruxelles nel 1922 l'organizzazione della lotta antivenerea fu precisata in due modi: con la propaganda e con la sterilizzazione p recoce e intensiva. Nell'esercito belga si ,p rovvide a mun ire i soldati di un tubetto contenente sostanze antisettiche, ottenendosi co me risultato che prima dell 'adozioue di quel mezzo (1921) si ebbero 680 ble'norragici e 3 r 9 sifi litici su 114.5qo presenti alle armi ; e dopo l'adozione si e bbero· 479 blenorragici e 187 sifilitici : e dei 479 blenorragici 470 non avevano fatto uso del tubetto .

· Veneti. Ant. popolo della Gallia armoricana, popolo di mar in ai esperti e d i commercian ti, abitante nel! 'estuario della Loira . Avevano navi particolarmente è!datte alla oavigazione in quella regione, piatte, robuste e d "alto bordo. Cesare venne in conflitto con loro d urante le g uerre Galliche, e li domò med iante una flo tta da lui affidata a · Decimo Bruto, nella ba ttaglia della Loira. Egli aveva inva no, fino a q uel momento,. condotto un'aspra guerra espugnando molte del le loro città, poichè si vide sfuggire i difensori all' ultimo momento, a lu i sottratti dalle navi dei Veneti. Veneto. È la regione estrema no~d-orientale d'Italia-, recinta a setten uione e ad oriente dalle Alpi e .circoscritta dall 'Àd riatico, da) Po e 'da l Minci~. · Tradizionalmente •sudd ividesi in Venezia propria (od Eugqnea), Venezia Giulia e Venezia · Tridentina: la pri ma comprende tutta , la regione . prealpina e d i pianura; la seconda 'quasi tutto il bacino dcli 'Isonzo, il t,;rtitorio triestino <; l'Istria; la . terza tutta


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V EN

la regione alpina settentrionale dall'Alto Adige alle Alpi Trento-Cadorine. Tale partizione risponde a un largo crite rio geografico, 01a non si presta a delim itazioni rigorose per la difficoltà di adottare linee d ivisorie nette che rispettino l'individualità genetica e litologica dei gruppi alpini e subalpini e le differenziazioni morfologiche più evidenti; inoltre le immistioni etniche e le determinanti storiche com pli cano il problema d i una precisa suddivisione territoriale . f.; perciò da preferirsi la distinzione altimetrica delle alte e basse terre e della zona del litorale. Le alte terre comp ren dono: il versante meridionale delle Alpi Retiche, ad oriente del Passo di Resia, e degli Alti Tauern sino a lla vetta d'Italia; t utti i gruppi delle Alpi Trentine, Carniche e Giulie ; quel li delle Prealpi Venete e Carniche; e la regione di tavolati e terrazzi che si estende da lJa regione giulia al

Fu abitato dai Venet i, derivanti da stirpe ill irica, già romanizzati ai tempi di Augusto. La vicinanza della « Porta Giu lia )), principale ad ito delle invasioni barbariche alla caduta dell'Impero, fece del V. una regione di transito esposta a tutte le vicende delle sovrapposiz.ioni etniche e delle conseguenti violenze e devastazioni. Donde J"instabilità polit ica attra\rerso i successivi regn i barbarici , le do1ninazioni bizant ina, longobarda e franca. Rialzatasi con la partecipazione alle Crociate, Venezia conquistò la Marca T revigiana (Ca dnre , Belluno, Feltre, Treviso) tolta a i Della Scala (1387); il Padovano tolto ai Carrara (1388); i l Polesine tolto agli Estensi (1484). E la regione veneta, verso il 1490, apprteneva dall'Isonzo all ' Oglio e all 'Adda, alla fiorente repubbl ica, comprendendo le provincie lombarde di Bergamo, Brescia e Crema, e inoltre la Venezia Giulia . La 1neteora na ..

Carso e all'Istria. Arbitrariament_e suddivisa iall 'aotico confine politico del r9r5 , questa zona è oggi r azionalmente unificata in virt ù della frontiera nalurale raggiu nta, che, seguendo a nord il cri nale, scende lungo il Monte Nevoso sino a Fiume. Le basse terre coJ11prendono: .la piana veneta occidentale, compresa fra il Mincio e l'Adige; la piana cemrale, fra l'Adige e la L ivenza; la pianu ra friulana, fra la Livenza e il ì\'atisone. L a continuità delle basse terre è interrotta dai Colli Berici ed Euganei, antichi rilievi di na wra vulcanica; dall 'a la orientale dell'anfiteatro morenico <lei Garda (colline a occiden te di Verona); e da quello del Tagliamento (colline <li S. Daniele). li ltto.-ale veneto è costituito da lla cimosa costiera che corre dal . Po a li· Isonzo, profonda da r5 a 20 Km., bassa, importuosa, sparsa di lagune e paludi; in genere poco abitata nei tratti non bonifi -

poleonica, v,eicolo della Rivoluzione francese , segnava una data nefasta il 17 ottobre 1797 a Campoformido; il V. passava sotto il do1ninio dell'Austria, dalla quale poi a 1 Regno d'Ita lia, per torna re a!J" Austria in forza dei trattat i del x815. So lo la guerra d'Indipendenza del x866 incorporava il V. all'Italia ; ma i suoi natural i co:ifini non dovevano essergli assegnati che a lla fine della guerra Mondiale (1918) i.ntegrati poi dall 'annessione di Fiume. Venivano così profondamente modificate le condizioni sfovorevnli che avevano a lungo pesato sulla sicurezza della frontiera nord-orientale, con la soppressiooe del saliente tridentino, incuneato nel suol~ italico sino al parallelo d i A la, e della fascia di ter. ritorio al d i qua di Tarvisio, dell 'Isonzn e della Porta G iulia, che aFiva l'adito a minacce immed iate sia in Carnia, sia alle soglie di Cividale e di Udiné. Riacquistata la linea d i fastigio delle Alpi da l Passo di Resia alla Vetta d'ftalia, la testata della Drava fin oltre S. Candido e gli sbocchi verso la Sava di Wurzcn e la conca di Lubiana, l'Italia realizzava le necessarie condizioni di sicurezza. Linee fluviali che un tempo rappresentavano previste fronti d i r adu-

cati; caratterizzata da una serie: di c ittà eh 'ebbero antico

splendore marinaro e oggi sono quasi segregate dal mare (Aquileia, Concord ia, Altino, Adria). La s,essa Venezia difende a gra n forza di d raga i suoi storici porti clall 'i nccssante lavorio dell'alluvione llu;-iale e della correrttc litoranea.

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nata e d i schieramento, qual i il Piave e il Tagliamento , che pure ebbero funzione notevole negl i ultim i due anni della guerra Mond iale (1917-18), perdettero quindi il valore che si attribuiva loro in passato. Esse si prestavano, ,faltronde, ad aggiramenti della zona montana ed erano sotto la continua minaccia di esser prese d i rovescio da una possibile ir ruzio ne nemica dalla Val Lagarina (Adige), dai Lessini o dall'Altopianç, d i Asiago. li li torale veneto, poco ~ccessibile da mare ' nel tratto fra la laguna di Venezia e l'Isonzo, e dominarn più oltre dalle balze carsiche e istriane, offre rari pun ti d 'apprn<.lo; nè si r,resta a operazioni d i sbarco in grande stile che possa no costituire ser ia minaccia d'invasione da m are; nè Venezia conta nella sua storia per icolosi attncchi costieri, d ati i passaggi obbligati dei porti di Lido e d i Malamocco e la ristrettezza delle isole che racchi,,dono la laguna . Punti vulnerabili della costa venetojstriana sono invece i due porti comn1crciali d i T rieste e di Fiume. Grande regione continentale, che con gli alti bacini dell 'Adige, del Piave del Tagliamento penetra profondamente nella zona alpi11a, che mercè una buona rete stradale e ferroviaria e ·m olteplici valichi garantisce la ra. d u nata e lo schieramento strategico iniziale, eh-! ha due forti basi marittime a Venezia e a Pola, i l V. nei suoi confini attual i, conformi a\lc leggi geograficbc, è la piazza d 'armi naturale destinata a salnguardia del territorio italiano verso la frontiera nord-est. Benchè non raggiunga ii carattere più spiccatamente u nitar io del Piemonte, esso ha funzione analoga per la tutela delle porte d ' Italia dalle provenienze dall'Europa centrale e dal la Balcania.

Moto del 1864 11el Veneto. In seguito a cospirazione fra un pugno d i giov~ni animosi, il 16 settembre scoppiò un piccolo moro contro l'Austria, con bande annate. Una d i queste, capitanata da Anton io Andreuzzi, si formò a Novarons ; l' altra, capitanata da T itta Cel la, nel territorio d i .Majano. Ma i l mow non ebbe segui te, tanto più che l 'Austria impressionò gli abitanti con g rande spiegamento d i forze. E le bande, inseguite da ogni parte, dopo d ieci giorni d i peregrinazioni fra i monti c.i sciolsero. Parte dei compone nti riuscì a fuggire; parte fu arrestata: seguirono le immancabili condan ne. Veneto. Brigata d i fanteria d i linea costituita nel m arzo 1917 dai depositi del 20 e dell '~1° fan teria, coi regg. 255° e 256°. Nel giugno i niziò le sue operazioni in Va l Galmanara; nel luglio fa nel settore di Brestovizza; il 28 ottobre iniziò il ripiega mento al Pia,·e, d ove sostò per la difesa delle Grave di Papatlopoli che venne m irabilmente so~te-

Medag1ia della brigata Veneto

nuta' dai suoi reparti. Nella battaglia clel giugno si batti: fra Salcnuol e Candelù e r iuscì ad infrangere l'im peto del nemico. Nella battaglia di Vittorio Veneto scattò all'inseguimento per Vigna, Prata d i Pordenone e Casarsa della Delizia, dove era alla data dcll 'armistjzio. !-,a sua condotta

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le valse la citazione su l bollettino d i guerra del C-Omaodo supremo del 18 giugno 1918 e la med . d 'argento . Festa dei reggimenti 15 giugno : anniversario della battaglia del Piave (1918); colore delle mostrine : fondo celeste con una striscia gialla al centro nel senso verticale. Suoi comandanti in guerra furono : magg. gen. Durando (1917) ; magg. geo. Scipioni (1917- 1918); brigadiere gen . Dc Maria (1918). Le sue perd ite in guerra furono: ufficiali morti 18, feriti 78, d ispersi 7; u. di truppa m. 433, f. 1574, d. 828. Veneto-napoletana (Legione). Con clementi venuti da Napoli, e con numerosi volomari veneti, si cost ituì in Venezia nell 'agosto 1848 un corpo di 700 uomini, che prese tale nome e fu agli ord ini dei colonnello Oliva . Essa restò a Venezia fi no al princip io del 1849, e poi, ridotta di ef. fettivi, fu incorporata nella 4a brigata Veneta.

Venezia. C ittà del Veneto. capo!. d i prov . costruita s:.t numerose isole ne_J la laguna omonima da fuggiaschi d i te rraferm a all'epo-:a delle invasioni d i Alarico e d i Attila (V · secolo d. C.) . Essi a poco a poco crearono uno Stato che divenne potente d apprùn a in- mare e poi in terraferma, espandendosi fino ai mar i dell 'Oriente. Nell'850 la città fu attaccata da una numerosa flotta ungara . I Veneziani affrontarono gli invasori a Rialto : la battaglia durò più g iorni con reciproco accanimento, n1a infine gli Ungari fu-

rono respinti. Sulla fine del 900 avvenne la conquista delle isole e delle città marittime dalmate, operata dal doge Pietro II Orscolo. Questi mosse poi contro i Sarncc,ti di Sicilia, battendoli a Bui. Nei primi :111ni del secolo Xl, battuto il patriarca d'Aquileia , i Veneziani sconfissero nel Quarnaro i Dalmati r ibelli e li domarono, occuparido anche Z ara . In seguito ebbero lorre cai Nor manni, per le quali ottennero <klll 'imperatore privilegi in Oriente: questa fu una delle prime cause dei lung'hi conflitti con i Genovesi. Venezia ebbe una parte notevole nelle Crociate, che contri. 1 buìrono a.d accrescere notevolmente la sua pote nza navale. Dopo la presa di Costantinopoli, nel 1204, il doge ebbe assicurate le conquiste fatte e una linea d i pos,esso che dalle isole Ionie dominava tutto il mare sino alla Propontide, oltre all 'iso\a <li Candia. F rattanto la Rep ubbl ica si batteva per terra estendendo al Veneto il proprio dominio, e parteciFando alla Lega Lo mbard a . Nel n7l avvenne la serrata del Gran Consiglio, che mutò il governo d i V . da democratico a oligarchico-arjstocratico. Nel 1302 la repubblica ebbe "una guerra con .l'imperatore d 'Oriente, contro il quale fu ma ndata una flotta form idabile. Cinque anni dopo fu sconfitta nella guerra per la Successione di Ferrara e ottenne la pace solo nel 131 r. L'anno seguen te domò Zara, Spalato, Traù, Sebenico e altre città dalmate ribelli. Nel 1328 sostenne una guerra col patriarca d'Aquileia e poi dovette domare una ribellione tlei Grec i d i Candia . Mi ,tacciata d agli Ungari, concluse con essi una pace nel 1358, per la quale cedeva loro la Dalmazia . Nel 1364 avvenne u na nuova ribellione di Candia , domata, e fra il 1368-69 la sottomissione di Trieste. Dal 1378 al 1381 fu combattuta la guer ra d i Cl,ioggia (V.). Nel 1387 la repubblica prese Corfìr e nel 1388-89 ricupe:ò T reviso con altre terre della Marca, Candia, A rgo e Nauplia in Morca . Poi ebbe lotte coi Carraresi di Padova, coi T urchi, con Genova. F rattanl\i \'esercito veneto (Paolo Savelli) conquistava Vicenza , Fcltrc, Bassano, · Belluno e nel 1404 i l Polesine. li d oge Michele Steno debellò i Carraresi e conquistò Padova, Verona e i loro tenitori . Poi i Venczianj, continuando la guerra col re Sigismondo d;Ungheria e col patriarca d'Aquileia, ocw· rarono il Friuli, prendendo in seguito Udine, Tra1't e Spalato. Nella prima metà <lei spcolo XV furono coinvolt i in


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una serie lunghissima di guerre coi Turchi , che continuarono nei secoli seg ueuti, e a poco a poco restrinsero il dom inio di V. nell 'Oriente. Dal 1509 al 15r6 partcciparo,w alla guerra d i Cambrai (V.) . E nt rarono nella Lega Santa ( , 526) contro Carlo V e mandarono navi ad assediare Genova. Nel 1528 conquistarono Trani, Mola, Monopoli, Otranto e Brindisi, m a non li tennero a lungo. Nel 1614 ebbero guerra anche con 1' impero e assediarono Gradisca. Presero parte alla guerra per la Successione di Mantova, ma il loro esercito fu sconfitto a Valeggio. Fra i l 1644 e il 1699 com batterono la g uerra di Candia. Rotta la pace d i Carlowitz, V. ebbe un'altra g uerra coi Turchi, in cui

Antica bandie.ra della repubblica di Venezia

perdette Co rfù (1715) e V. dovette con cludere la pace di Passarowitz, perdendo tutte le conquim, del Morosini in Morea. Nel 1797 i l Buonapa rte, prendendo pretesto dalle stragi di Verona, occupò il territo rio della rqnrbblica. Col t rattato di Campoformido passò all"Austria; tornò al r egno d' Ital ia con quello di Presburgo, ma nel 1814 fu ripresa dalle truppe austriach<;,o e il Congresso di Vie nna dec~e la form azione del Lombardo-Veneto, d i cui entrò a far parte, sino a quando nel 1866 passò al reg no d'Italia. Durante la guerra Mo ndiale, V. fu spesso bombardata da aeroplani nem ici: la prima incursione aerea avvenne nella notte dei 04 ottobre 1915, L'an no seguente fu attaccata i l 23 giugno, il 9 e il 10 agosto, il 4, il 7 e il 13 d icembre; un altro attacco avvenne il 14 agosto 1917. L'ultima incursione fu quella del 27 febbraio 1918: una cinquantina di vel ivoli austriaci e germanici, fra le 10 di sera e le 6 del mattino, lasciarono cadere sulla città circa ,oo bombe, danneggiando monumenti e opere d"arte . Il 19 ottobre 1866 la bandiera del Comune fu decorata di medaglia d'oro aJ valor militare, « per gli atti ammirandi d i valore e di imperterrita costanza con cui d ifese la nazionalità italica nel 1848-,19 » . V. è anche d ecorata di croce al merito di guerra, concessa nel 1919 dal Ministero della Marina. (Per la motivazione V. Brindisi VI). Ed è pure d ecorata della croce <li guerra francese.

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L' Arse11ale di Venezia. All'epoca delle invasioni barbariche, gli abitanti della Venezia terrestre, rifugiatisi sulle isole emergenti dalle lagune, si misero subito all'opera per cercare sul mare e dal mare la loro prosperità. E fin dal VII secolo esistettero cantieri per la costruzione di navi ·nelle isole lagunari, che si stavano popolando intorno a quella di Rialto. Nell'anno no4 , ·sotto il doge Ordelaffo Faliero, si cominciò la costruzione d el! 'arsenale, nella parte nota ancor oggi sotto il nome di « ArSdialc vecchio », che fu cintato da solide mura merlate. N: . uscirono le squadre che servirono alla Repubblica nelle st1« irnprc.,e in Oriente del Xli e Xlll secolo. Al pri ncipio del sec. XIV si iniziarono i progressivi ingrandimenti richiesti dai nuovi bisogn i navali , sia per la comparsa <li nuovi tipi d i navi , sia per la scoperta della polvere da fuoco. Allora l'arsenale venne dotato d i officine nelle quali si costruivano i remi, i vari attrezzi d i bordo, le ancore, i cordami , le vele, le polveri, le artiglierie. Alla caduta della Repubblica l 'arseoalc fu r idotto in tristi condizioni dai Francesi ; all'epoca del Regno Italico venne rimesso in efficienza e v i si costruirono anche vascelli da So cannoni. Sotto il dominio aust riaco l 'arsenale ebbe qualche attività fino al 1848, ma, dopo l'insurr ezione di qucll 'a nno e fino al 1866, visse una vita assai ~tentata, aventlo l 'Austria portato il centro della sua attività n avale a Pola. Dopo l'annessione d i F. all'Italia !'arse. nale d ivenne imporrante perchè rappresent ava la sola base navale del! 'Alto Ad riatico . Vi si costruirono poderose navi corazzate co1ne la << Sicilia ); e la l( Morosini }>; più tardi v i si costituì una stazio ne sommergibili; durante la guerra Mond iale d isimpegnò, oltre ai serv.izi <ld naviglio dislocato in Alto Adriatico, anche quanto era richiesto dalle n umerose batterie galleggianti che con tanta utilità sostennero l'estrema d r. del nostro esercito operante prima sull 'Isonzo e poscia sul Piave. Oggi, d iventato !"alto Adria tico uno scacchiere secondario in caso di guerra, l'arsenale di Venezia è conside rato (( di rnobilitazione >> e perciò jn misura ridotta; pronto però in caso d i bisogno a presta re nuovi importanti servizi alla patria. Fortificazioni di Venezia. J~ntic~mente li. 1, on ebbe fortificazioni .importanti ; le sue d ifese erano più che altro naturali. F u solo d opo la guerra di Cambrai che si provvide a fortific'a zioni: tale compito venne affidato al Sanm icheli, che esegul subiw il castello di Sam'Andrea sul Licio (1543) con cortllle e cannoniere poco superiori al livello delle acque. Successivamente vennero costruiti altr i forti e ba1terie; fra essi quello di Marghcra in terraferma , per ord ine di Napoleone I, fra il 1808 e il 1810. Esso copriva il canale d i Mestre, mentre poteva servire <li sbarco o d i rifugio ad un corpo di truppe; era completato da tre lunette e venne · fiancheggiato da d ue altri forti, Manin e Rizzardi, che gli assicuravano le comunicazioni con F. e che furono costruiti nel 1848. Al principio del secolo XX V. era una piazzaforte d ipendente dal C . d 'A. di Bologna. Dal 1928, piazzaforte marittima, è sede del Comando mi!. mar. autonomo dell'Alto Adriatico. Istituzioni militari dei Veneziani. Per l'esercito di terra era no basate sulle Cerne (V.) alle quali si univano talora, col nome d i partig iani, degli avventurieri cbe vi facevano t utti i servigi della fa nteria leggera. Ogni altro ufficio m ilitare era affidato solo a mercenari ; <IL1ra11tc le guerre si eleggeva un capitano generale. In pace i soldati guardavano le fortezze e le città· a l cui governo crn preposto un podestiì. Nel X secolo si costituì una Scuola d i bombardieri, con circa 500 u. A lla marina accudivano, sotto il controllo del Sen;,to, i Provveditori della Camera al Mare ; io seguito furono eletti tre Presidenti della Milizia marittima'. Per gli


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equipaggi erano scelti ogn i anno e addestrati 4000 u. fra pescatori e anigiani . Il comando supremo d ell'armata era affidato a un Capitano generale, mentre un Cap itano del Golfo badava alla difesa della città. Nel 1774 fu istituita una Scuola di marina. Verso il 1750 V. d isponeva d i 20 v ascell i d i linea, 10 fregate, 20 galere e un centinaio d i piccoli Leg ni. Pochi legnetti p residiavano la laguna e una squadra stazionava a Corfù o incrocia va nell'Ad riatico a p rotezione del commercio, spesso molestato dai pirati.

I. Atmcco di V enezia (8ro). Sollecitata ad al learsi con Carlomagno e coi Greci, V. si alleò a quest i u ltim i. 11 re d'Italia, P ip ino, mosse allora ad attaccarla . La sua flott;r si impadronì senza d ifficol tà delle p rime isole ma, per i fondali bassi, non potè accostarsi a Rialto. Allora egli tece costruire un ponte d i barche, e zattere per le sue t ruppe. l Veneziani attaccarono il ponte, che per la sua pesantezza non era trasportato facilmente dalle barche, e, arprofittando della marca, gli lanciarono addosso un buon numero d i 11avi leggere e di gond ole armate; p resolo di fronte e di fianco, ne tagliarono i cavi, ne rovinarono le n,acchine e ne sommersero i battelli, con grande strage de i Fr anch i, che furono così costretti a ritirarsi . IL Trattato di Venezia (uo7). Con ven zione commerciale e m ilitare fra Verona e Venezia. La p rima farà guerra a Padova e a T reviso, allora io lotta con la repu bb Eca, e ad altri nemici di questa: non co ncluderà i noltre t regua o pace separata.

lii._ Trattato di Venezia (n45). Detto anche d i Rialto , concluso fra la repubblica e Capodistria: stabilisce il protettorato d ella prima sulla seconda. IV. Congresso e pace di Venezia (20 magg io-1° agosto 1 t77). Tenuto fra papa Alessandro III, l 'imperato re Federico Barbarossa, i rappresentanti d ella Lega Lombarda e quelli d el re Guglielmo li d i S icilia. Seg nò i preliminar i della pace di Costanza del 1183 (V.) . Vi furono conclus i la pace fra l'imperatore e il papa, una t regua per r5 ann i col re di Sicilia, e una d i 6 coi Comuni. V. Trauato di Venezia (marzo 1201). Concluso fra la repubblica, la Francia e i F iamminghi . La r epubblica fornirà ali ·esercito crist iano (IV Crociata) k navi per i! tr-asporto d i 4500 cava lli, 4500 cavalieri, 9000 scudieri e 20 .000 fanli ; si assumerà per un anno il vcttovagJiamento dell'esercito e rinforzerà la sped izione con 50 navi da guerra. In . cambio i Crociati pagheranno entro la fine d i aprile 86.ooo marc hi d'argento (oltre 4 m ilioni d i lire). [noltre le eventuali conquiste e il bottino saranno ,::-,isi in parti eguali fra i Veneziani e i Crociati . VI. A uacco di Venezia (1214) . F u impresa <lai Padova ni , alleati al patriarca d 'Aquileia. I Collega ti attaccarono decisamente la ci ttà, m a si ava n zarono trop ro imp rudente mente nella lag una . I Veneziani armarono un buon numero d i navi leggere e sottili , e p io m barono di sorpresa sul campo nemico: questo fu messo in d isord ine e g li Alleati d ovettero darsi alla fuga. La pace, conclusa poco d opo, fu vantagg iosa per V., c he alla rgò i suoi possessi. VII . Trattato di. Vmezia (r5 agosto 1273). Ch iuse una guena fra la Rep ubblica e. Bologna. Quest'ultima s1 impegnò a d istruggere il castello <li Primaro (V.). V III . Guerra Veneto-genovese (1289-1299). E~scndosi Ge nova alleata ai Bizantini, i Veneziani minacciarono Cosla ntinopoli, devastaro no il q ua rtiere genovese d i Pera e d i Gala ta, cd entrarono nel Mar Nero, ove nd 129G asse<:li.a rono e presero Caffa. Alcune loro galere si spinsero sino

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a Genova , ma, nel settembre del 1298, i Veneziani furono gravemente battuti alle Curzolari. Le trattative di pace, condotte <la Matteo Visconti, d uraro no cii-ca un a,mo e furono concluse nel 1299·, con condizioni favorevoli a Genova.

IX . Gtterra Veueto-sctl/igera (1336-1338). Avendo Mastino della Sca la cretto un casLcllo sulle r ive della lagu na, V. , che da tempo si sentiva m inacciata dalla sua rotenza, ne prese pretesto per dic hiarargli guerra e si alleò con Fire nze, coi Visco nti, i Gonzaga, gli Estensi e altri principi. Essa fornl 40 .000 u. al l 'esercito d ella lega, di cui assunse il comando Pietro de' Rossi . Il 3 agosto 1337 Padova apriva le porte ag li Alleati, che, devastato il territorio di Ve rona e presa Br~scia, minacciavano Treviso e Vicenza. Allora lo Scaligero, med i;1tori i Gonzaga , chiese c<I ottenne la pace.

X . Trattato di Veuezia (17 d icembre 1338). Pace fra la Repu bblica e Mastino della Scala. Treviso, Castelfranco e C".eneda sara n no ceduti a V .; Bassano e Castel Bald o ai signo ri di P19ov_a; Pescia ed alcuni castelli d ella Val di Nievo!e ài Fiorentini; Parma a i Rossi . La navigazione d el P o sarà libera. X l. Guerra Ve neto-ge11ovese (r349-1355) . Per .agire in cornune contro il -Kan dei Tartari , V . e Genova avevano concluso una tregua: ma l 'ostilità esistente fra loro si manteneva e scoppiava nel 1349 . La guerra si combattè su l

mare, jn Oriente e in Sardegna, e tcf1ninò quando i Visconti, alleati d i Genova, tratt arono la pace, conclusa nel 1355 col compenso reciproco dei danni sofferti. XII. Accordo di Ve11ezia (1368). Concluso fra la Repubblica e Trieste, nel cui porto il popolo aveva attaccato u na gale ra dell a prima . A Trieste le condizioni imposte d a V . furono respinte, e ne seguì la presa della città d a pa~e dei Veneziani .

Xlii . Guerre fra Venezia e Mi/tlnO (1426- 14~r). Nel genr,aio del , r426 V. , alleata a Firenze, Ferrara, M antova e Ravenna , d ichiarò guerra al d uca di Milano, ed elesse generale in capo d cll 'esn ~ito w llegato i l Carmagno la. N el marzo questi aveva già conquistato tutto il territorio; frattanto nell'aprile e,mava nella lega anche il duca di Savoia . Ma, mentre i condottieri dei Visconr; erano i n d iscord ia. !'esercito della lega non fece molti progressi, e , q uando il papa riunì a Ferrara un congresso per la pace, V. accettò anche perchè aveva una guerra coi Turchi ed e ra m i nacciata <la nuove invasioni ungarc . Il 30 d icembre fo conclusa la pace (V . n . XIV) . Ma Filip~-◊ Ma ria V isconti non mantenne i patti e nella primavera d el r427 la guerra ricominciò. D ap p rincipio i M ilanesi, comandati d al Piccinina, d a Angelo della Pe rgola e d a altri. ottennero qualche vantaggio, mentre i Veneziani raccoglieva no un altro esercito sul Po, agli o rd in i del Contarini . A Maclodio il Carmagnola sbaragliava l'esercito .nemico e il 18 aprile 1428, a Ferrar,i , si conclu<leva un'altra pace, per cui J/ . acquistava anche Bergamo. Il duca d i M ilano tentò però di r iprend ere Brescia e scoppiò co.sì una n uova g uena . I Veneziani diedero an• cora il comando al Carmagnola, mentre la flotta del Po era posta agli ordini del Trevisan . Tuttavia essi furono dappr ima battuti a Soncino e la flotta, non aiutata dal Carmagnola, fu sconfitta dalle uavi m ilanesi di Ambrogio Srinola . In agosto Pietro Loredano , con 18 galere veneziane e 3 fiorentine, attaccò l 'a rma ta genovese di Francesco Spinola sulle coste della Liguria e la m ise in rotta, facendo p rig ioniero lo s_tesso amm iragl io . Un capitano del Ca rrnag nola frattanto aveva att:rccato Cremona, ma il conre no n lo aveva soccorso e la città era rimasta libera. Frattanto i l Carmagnola era caduto in sospetto presso i Ve neziani e,


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chiamato dal Senato, si recava a V., ove vemva decapitato il 5 marzo 1432. Il comando dell'esercito fu dato al marchese di Mantova ; la flotta genovese assalì Corfù, ma non vi si potè stabilire; il L oredano corse le coste della Liguria e prese Sestri, mentre gli .eserciti d i terra non compivano imprese notevoli . 11 7 aprile 1433, ancora a Ferrara, venne conclusa la pace fra i belligeranti : il d uca di Milano rendeva agli Alleati tutto ciò che aveva conquistato nella guerra. La nuova pace non durò a lungo; il duca l'aveva conclusa solo per guadagnar tempo e suscitare nuovi nemici alla Repubblica. Nel !435 Genova si ribellava a Milano, e nel marzo dell 'a nno seguente entrava nell'alleanza d i V . Nell 'aprile del 1438 Firenze fece plce separata col duca; il Piccinina si .ÌJnpadronì · cE Raven na; poi tornò nel Cre• mo nese, ~pugnandovi i castelli veneziani, indi i nvase i l Veronese e devastò il territorio d i Bergamo e Brescia. !l Gattamdata, nuovo comandame veneziano, devastò il Mantovano, poi si volse a soccorrere Brescia, ma il Piccinino lo respinse sino a , Padova, Tali successi delle arm i ducali indussero Firenze e il papa ad allearsi con V.; l 'esercito della lega fu posto agli ordin i di Francesco Sforza. Questi ricuperò quasi tlllto il Veronese. L 'anno seguente il Piccinino trasportò la guerra in Toscana: una flotta veneziana sul Garda battè quella ducale, lo Sforza liberò Brescia, mentre altri principi ita!Ìani entrnvano r.cll'alleanza d i V. La guerra terminò col trattato di C,n:mona (1441).

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tato del 1499. V . otterrà Cremona e la Ghiara d 'Adda; Luigi tutto il resto del d ucato cli Milano. XX . Lega di Venezia (luglio 1523) . Conclusa, dopo nove mesi d i trattative, in fine luglio, fra la Reru bblica, l'imperatore e il duca di Milano. I contraenti si guarentiscono reciprocamente i loro Stati in Ita lia , ma solta,uo contro i pri ncipi cr istiani. Tn caso di bisogno V. jnvicrà 25 galere per la d ifesa del regno di Napoli. XXI. Pace di Venezia (1573). Fra la Repubblica e i Turchi, ai q uali fu confermato iJ possesso d i Cipro. XXl l. Tratta:o di Venezia (31 agosto 1642). 1\lleanza difensiva e offensiva fra V., Modena e Firenze, d ietro consiglio della Francia , per d ifendere il Farnese, che il pon tefice voleva combattere a vantaggio dei Barber ini . I Collegati riuniranno un esercito d i 12. 000 fanti e 1800 cavalli; obbl igo reciproco d i non concludere altre alleanze contrarie al t rattato, e d i <life ndere il duca di Parma, al q uale è lasciata la facoltà cli entrare nella lega.

XXJII . Pace di Venez ia (31 marzo 1644). Pose fine alla guerra per il ducato d i Castro (V.) e fu conclusa fra papa Urbano Vllf da una parte e la Repubblica, Modena, Parma e Firenze dall 'altra. Bondeno e la Stellata furono restituite alla Ch iesa; il ducato di Castro al Farnese, con quanto gli era staro confiscato. Reciproca restituzione dei i:-rigionieri; demolizione del forte di L agoscuro e di tutti quell i costruiti XIV. Pace di Venezia (30 dicembre 1426). Conclusa fra , nel Polesine. La pace fu pubblicata a Firenze il 1° maggio. il d uca Filippo Mari,. Visrnnti di ~fi lano d:i una parte e XXlV. 1'.-attato di Venezia (3 aprile 1645). Concluso tra la Repubblica, Firenze e il duca di Savoia dall 'altra. I Colla Francia e Madama reale d i Piemonte. Le guarn igioni legati m antengono le conquiste fatte nella guerra. francesi d i Carmagnola, Asti, Demonte e Torino, eccetto XV. Pace di Venezia (;449). L 'Adda segnerà il confine la cittadella d i quest'ultima, furono richiamate e le città frn Milano e Venezia . Lo Sforza te rrà per sè Cremona , rimasero in potere di Cristina . Pavia , Panna, Piacenza, Aìessandria, Tortona e Novara . XXV. Trattato di Venezia (5 marw 1684). Lega Santa, Egli finse d i adc;·irv i e mandò il fratello Alessandro a li.: conclusa contro i T urchi fra la Repubblica, papa l nnoa quest'ultimo la Repubblica i mpose d i firm! rc il trattato, cc11zo Xl , l ' imperatore Leopoldo, il re Giovanni Sobieski e lo Sforza n~ trasse il pretesto per romper guerra a li. , d i Polonia e altri principi cr istiani. consigliato e aiutato da Cc,sirno de' Medici, il quale voleva stabilire in Milano uno Stato forte e capace di tener XXVI. Trattato di Vrnczù1 (24 febbr aio 1701). Allc;inza testa alla Repubblica. della Francia e della Spagna col duca d i Mantova. Quand o

XVI. Guerra e.antro Venezia (1483-1484). Rapp resentò quasi i pmdromi della guerra di Cambrai . Gli Stati italiani, istigati dagli Estensi , si unirono in una lega, alla q uale parteciparono anche il re di Napoli e p apa Sisto V. La g uerra non d iede ai Collegati i risultati cui miravano, e Ja pace fu vantaggiosa per V ., la quale ebbe assicurato i l suo dominio sul Polesine ed ottenne la restituzione delle terre occupate da l nemico durante le ostilità. XVII. Lega di Venl'"'ia (31 marzo 1495). Conclusa fra la Repubblica, i l paif.t, il duca d i Milano, l'it~)eratore Massimiliano e il re d i Spagna, per 25 anni, contro la Francia, dopo una d ieta da ioro convocata a V , I Collegati metteranno insiem e 3 4-00 0 cavalli e 20 . 000 fa nti, e gli Stati marittimi armeranno una flona . Alcuni articoli se~ greti mutarono l' alkaoza da d ifensiva in offensiva: la flotta <lei Cordova, inviala dal 1e di Spagna i n Sicilia, aiuterà il re di Napoli a riprendere il trono. I Veneziani assaliranno con la loro flotta le terre occupate d ai Francesi lungo le coste del regno di Napoli . Il duca di Milano arresterà i soccorsi che potranno arrivare dalla F rancia e assalirà Asti, cacciandone il duca cl'Orléans. L'imperatore e il re d i Spagna invaderanno la Francia con due forti eserciti. X IX. Trattato di Venezia ( 1513). Alleanza segret a fra Luigi XII d i Francia e la Repubblica, su lla base del trat-

l 'esercito dcll:imperatore e dei suoi alleati sarà in marcia per passare in Italia, 200 0 Francesi e altrettanti Spagnuoli rorranno entrare in Mantova per difenderla. Se essa sarà assediata, Francia e_ Spagna accorreranno immccliararnentc con tutte le loro forze : se do,,rà arrendersi, le due Potenze non concluderan no la pace senza risarcire il duca con un 'altra città o un altro stato equivalente al Mantovano, fino all a restituzione di questo, e lo comprenderanno in lutti i loro trattati . XXVII. Blocco di J/e,iezia (1805) . Appartiene alle guerre dell'Impero francese: P rima di abbandonare il Veneto, l'arciduca aveva mandato in V. il Bellcgarde con 18 bgl. e uno sqdr ., m entre il .Rosemberg con altre rruppe assutneva la difesa di Ch ioggia e d i Brondolo. La città fu subito bloccata e intorno ad essa, nella seconda metà di novembre , il Massena mandò il Saint-Cyr c?n le d ivis. Lech i e Reynier. Duran te l'asscd ,o avvenne i l fortunato combatumcnto di Castelfranco (V.), finchè, col trattato d i Preshurgo, J/. enu·ò a far pane del Regno d 'Italia : il 19 gennaio del 1806 i gen . Miollis e L au.riston ne presero possesso. XXVlll. Blocco di Venezia (1813-18'4). Appartiene alle guerre dell'Impero francese . Per effetto de! ripiegamento del) 'esercito franco. ital iano (vicerè Eugenio), i l 3 ottobre 1813 la piazza di V. , abbandonata a sè stessa, fu inve-


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stita dag li Austro-Inglesi del Gower. Essa aveva un pesidio misto di Franco-Ital iani, forte d i circa n.ooo u., di cui 9270 di fanteria, 1040 d'artiglieria e gli altri d i corpi vari: gli I taliani erano dei regg. 20, 3°, '5" d i linea e del 4° leggero . Comandavà la piazza il gen. italiano Seras, m entre il contrammir. Duperré aveva ai suoi ordini la flotta della laguna : due vascelli e un brigantu10 francesi, tre vasce'li , tre fregate e oltre roo legnetti italiani . Il 13 dice,nbrc il presidio di Cavanella r iuscl a d istruggere le opere avanzale nemiche e un atracca fu respinto dai difensori d i Treporti. Nel gennaio del 18r4 le condizioni delb difesa peggioraI

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zione di Vienna e della fuga del Metternich. L'agitazione popolare crebbe di fronte ai minacciosi preparativi della polizia, e i l 17 si l iberarono il Tomm aseo, il Manio e altr i deten uti politici, mentfe avvenivano gravi incidenti fra , dimostranti e i rcgg. croati del presidio . li 18 i soldati spararono sul la folla, uccidendo cinque persone e ferendone moltissime. l cittad ini pretesero allora l'istituzione della guardia civica, che fu accordata, e nei giorni seguenti organizzarono anche una m ilizia cittadina. li 21 maggio una violenta rivolta scoppiò nell 'a rsen"le, d i cui il g iorno dopo si impadronì il Manin. Le t rupye della marina <la guerra fecero causa c01nune coi rivoltosi e il go~ vcrnatore civile Palffy rimise il potere nelle mani del gen . Zichy. Ma questi, vedendo l'impossibilità d i resistere al popo.l o e co noscendo la sorte del Radetzky a Milano, firmò con gli insorti una capitolazione per cui si :obbligava a sgombrare V. e i suoi forti entro le 24 ore e a rimettere ogni autorità civile e municipale nelle mani della Municipalità. Il moto d i V. ebbe ripercussioni nel territorio, eccetto che a Verona, ove si raccolsero le truppe austriache del V cneto ~ quelle di Radetz ky. Il go-

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verno provvisorio n\andò volontari in Lon1.

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rono: il 7 e i l 15 fallirono due sortite· da Cavanella. Il 27 il gen . Schilt , uscito da Marghcra , potè respingere il nemico sino a Mestre . li febbraio trascorse i.n pi,ccolc con-

tinue schermaglie, e il Seras domò encrg ican1ente un tentativo di rivolta, n,entre si facevano nu1nerose le diserziooi, sia fra g li Italiani che tra i Francesi. Il 23 marzo il . presidio di Cavanella, no n potendo più resistere, si a pri il passaggio attrave rso il nemico. li 19 aprile fu conclusa la co nvenzio ne d i $chiarino-Rizzino e il Scras dovette cedere per ord ine del Beauharnais, consegnando agl i Ing lesi la città, l 'arsenale e le navi della marina franco-italiana.

XXIX. Rivoluzione e assedio di Venezia (1848-1849). L a mattina del 16 marzo giunse a V . la notizia della r ivolu-

marina potè invece contar~ soìo su alcune

' corvette e brigantini nell'arsenale, e su alcune lancie cannonicr! e barche armate, de~ stinatc alla sorveglianza del litùralc : il comando dell'arsenale fu da to al capitano di vascello Graziani e quello della squadra al contrammir. Bua. l i gcn. Pepe ebbe I 'jncar ico di riordinare e disciplinare le forze regolari e volontarie accorse alla d ifesa della città, ammontanti a poco pi ù d i 20.000 uomini , cu i più tard i si aggiunsero a lcune cp . ancora in formazione, il batt~ glionc della Speranza (di ragazzi), e 3 bgl. piemontesi (Afocrto Lamarmora). Gli Aust riaci, 10 . 000 uomini al comando del \Ve lden, dal 12 giugno avevano iniziato l'assedio della città, e, scaglionati attorno alla laguna, molestavano d i tanto in tanto le posizioni dei Veneziani, con i quali ebbero frequenti combattimenti . Il 27 ottobre avvenne la sortita di M estre (V.), per la quale si allargò alquanto i l blocco. Il r7 aprile del 1849 giu nse una squadi'a · navale austriaca e le forze assedianti furono portate a 3 0 . 000 u., d ei qua li prese il comando il Radetzky . F u attaccata per prima la testa di ponte di Marghera, diksa da 3 0 0 0 u . e da 80 cannoni, aglt ordini dell ' Ulloa, col Coscnz, il Sirtori, il Rossa roll e il Mezzacapo. Il 4 maggio 50 cannoni cominciarono il bombard amento del forte . I difensori risposero rovinando tre batterie nemiche, e gli Austriaci dovettero mettere in

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bard ia al campo d i Carlo Alberto, col quale iniziò le relazioni d iplomatiche i l 12 aprile; il 5 luglio fu , •otata l 'annessione al Piemonte. L 'u agosto la notizia dell'armistizio Salasco fece scoppia re una g rave agitazione popolare e il Man in proclamò la republ::!ica , iniziando i preparativi per la difesa d el territo rio e della città, mentre da tutte le parti d 'Italia accorrevano volontari . Subito dopo la cacciata ciel Zichy, il governo provvisorio aveva stabilito che i 3000 soldati italiani dell'esercito austriaco formassero il nucleo delle truppe veneziane. La


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azio ne altri cannoni e aprir<': parallele. La mattina <lei 9, 500 volontari uscirono da Marghera per inchiodare i cannoni d i alcune batterie nemiche, e abbattuti gli argini dell 'Oselino, allagarono varie trincee . Il 21 n1aggio i pezzi austriaci furono portati a 150, oltre a parecchie sezion i d i racchette, e i l giorno seguente, vista l 'i mpossibilità di un ' ul-

XXXI. Convegno -di Venezia (n-13 ottobre 1921). Tenuto fra i rappresen tanti del! ' Austria e quelli del! 'Ungheria, sotto _la presidenza del marchese Della Torretta, per modificare il t rattato de! Trianon. Si assegna all'Ungheria la città d i Odemburg (distretto di Sopron) con plebiscito nel territorio circostante, comprendente la zona industriale, che, dopo la votazione (14 dicembre) passò all'Ungheria. XXXII, Confe,-e11za di Venezia ( 1924)~ Tenuta ndl'ottobre fra l"ltalia (sen . Quartieri) e la Jugoslavia (dott. Rybar), per risolvere tutte le questÌ01\ i rimaste in sospeso fra i due paesi e concernenti F iume, Z ara e la Dalmazia.

La bandiera tricolore di Venezia iiel 1848~49

teriore resistenza, il Manin ordinava lo sgombero dd fone, che fu eseguito regolarmente nella notte d al 26 al 27 : i d ifensori, che avevano inch iodato tutti i cannoni, ave vano perduto circa 500 u. fra morti e feriti. Il mese di giugno fu tutto un susseguirsi accanito di combattimenti nei forti d i terra e di mare, mentre il 3 ad Ancona era concluso un trattato d i alleanza con l'Un gheria. La mattina del 23 alcu ne bombe cominciarono a cadere sulla città. In luglio si fecero sent ire gh effecù del blocco, per il fuoco nemico , per il colera e per la fame; nè- poteva alleviare la situazione la marina veneta, che pure ogni tanto, con abilj ero. cicre, int roduceva in ci ttà vettovaglie. li 1° agosto i l Sirtor i, con una disperata sortita dal forte di Brondolo, riuscì a impadronirsi di un forte quantitativo d i viveri e munizioni, ma ormai la sorte di V. era scgn:na . Il 6 agosto l ' AssembJea concentrò in Manin og,1i potere, ma le co:1dizioni della difesa divemavano sempre più intollerabili . il 22 agosto si iniziarono le t rattative per la resa che fu firmata il 24 a Villa Papadopoli, presso Mestre. li Radetzky esigette la sottom issione assoluta, l 'occupazione im,~cd iata

l\.fodaglia pei difensori di Venezia n el 18 48-49

della città, la consegna delle armi e dei materiali, l 'usc ita di rutti gli ufficiali e soldati, 40 cittadini condann ati al. l 'esilio. Il 25 agosto il gen. Gorzko,ysky prendeva possesso della città come governatore civi le e m ilitare . XXX. Trattflla di Venezia (19 ottobre 1866). Atto formale della d uplice cessione del Veneto d all 'Austria alla Francia e da questa all 'ltalia.

Venezia. Brigata d i fanteria d i linea costituita· nel 1884 coi regg. 83° e 84Q . Pam·cipò alle seguenti campagne : 1887-88, 1895-96, 19n-12 e per quest'ultima 1'84° meritò la medaglia d 'oro al valore mi i. con la seguente motivazione : « Per essersi particolarmente distinto per prove d i mirabile valore e d i esemplare fermezza nel fatto d 'arme del 26 ottobre 191 1 d avant i a Tripoli ». L '83° ebbe la me. daglia d 'oro d i benemerenza p-er il terremoto Calabro-Siculo del 1908. Durante la g uerra Italo-austriaca (1915-1918) per la q <:alc costituì i comandi delle brigare Caserta ed Amo ed i rcgg. 213°, 226°, 267° e 268°, operò inizialmente nella regione di Grigno e Qella conca di Tesino. Nel 1916 conq uistò M. Carbonile e M. Collo e poscia si battè ncl l'o(fensiva austriaca sugli Altipiani. Nel luglio successivo par-

Medaglia della brigata Venezia

tecipò alle o p'e razioni in Val Sugana. Nell ·u~ battaglia dell"'Isonzo si batti: sull"altopiano d i Tarnova; nell'ottobre 1917 fu schierata a Plava col compito di p roteggere il ripiegamento di altre truppe, e poi ripiegò combattendo fino al Piave, che passò al ~'Onte <lella Priu!a. Richiamata in linea nel giugno 1918 nel settore d i Val d'Adige, vi r imase fino alla cessazione delle ostilità. Il suo contegno in guerra le fruttò la citazione su} bollettino di guerra del Comando supremo del 30 settembre 1917 e una med. d'argento. Nel 1926 as3unse il numero d i 19a brigata di fanteria e fu costituita su tre regg. 76°, 830 e 84'0) . Festa dei regg.: per 1'83° il 4 settembre, anniversario della battaglia della Bain-s izza (1917); per 1"84° il 26 ottobre, anniversario del fotto d'anni di T r ipoli (19 u), Colore delle mostrine: amaranto con un.a striscia bleu al centro nel senso orizzon.tale. Morti dei regg. : per 1'83° « Vi et virtute "; per 1"84" « Semper immota fidcs ». Suoi comandanti nella guerra 1915-1918 furono: magg. gen. Amari ( 1915-16); m agg. ge n. Bernardoni ( 1916); niagg , gen . Mozzoni (1916-17); colonnello Lambert (1917); col. Balbo Bertone <li Sambuy (1917); col. brigaci. Monti (1917); col. brigad . Reghini (1917-18). Le sue perdite in guerra iurono : ufficiali morn 45, fe. r iti 86, d ispersi .30; uomini di truppa morti 309, feriti 1790, d ispersi 626.


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Corazzata o. Venezia .o

Venezia. Nave in legno, corazzata, di 5700 tonnellate, costruita a Genova ed entrata io servizio nel 1869, radiata ne] 1895. Dislocamento tonn . 5700, macchina HP. 900. Venezia. Esploratore, già aprartencnte col nome di « Saida " alla flotta austriaca, ,•arato a Monfalcone ne! r9r2

ed entrato a far parte col nome V. della mar ina italiana

Incrociatore « Venezia o

nel 1920. Gli è stato dato per mollo: « Vindex post fat:i resurgo " · Dislocamento tonn. 3500, lungo m . 130,64, largo m. 12,79, macch ina HP . 24.619, velocità miglia 27. Armamento IX 100 , I 37, 3 tubi lanciasiluri da 490. Personale : 15 ,ifficiali· e 353 u. <l 'equipaggio. 'Venez ia Gennaro. Generale, n. a Napoli nel 1862. Sottot. di fanteria nel 1884, partecipò alle operazioni in Libia, divenne colonnello nel 1916 e brigadiere generale nel 1918; durante la guerra Mondiale combattè nel Trentino e ·in Macedonia ; con1an .. dò il 161° fanteria e la brigata Sicilia e meritò due med . d'argento ed una di bronzo. In P . A. S. nel 1920, nel ! 926 fu promosso generale d i d ivis . in A. R. Q. e nel r927 passò nella riserva .

Venez.ia Gennaro

Cacciatori delle Venezie. V. Cacciatori Veneti.

Venezian (Giacomo). Medaglia d 'oro, n. a T rieste, caduto sul Carso (1861-1915). Quando era studente di Liceo

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ne)la -sua città natale, dimostrò ardente spirito di italianità, tanto che fu arrestato e condannato a nove mesi di carcere. A 2, anni si laureò in legge a Bologna e prestò servizio ncll 'esercito italiano, uscendone nel 1884 col grado d i sottoten. di complemento. Fu poscia professore di diritto civile in varie Università ed occupava tale cattedra a Bologna, quando venne chiamato in servizio (r915) col grado di maggiore. Dest inato come avvocato d ifensore a trihunali mii. in zona di guerra, chiese ed ottenne di passare fra le Lruppe combattenti e sacrificò eroicamente la propria esistenza. comandando lUl bgl. del 12ro regg. fanteria, come è ricordato nella motivazione di medaglia <l'oro: « In piedi, fra il turbinare dei p roietti li nemici, agiVenezian Giacomo tando il berretto, al grido di: « Viva ! 'Italia! " incuorava le truppe, che il 14 novembre r915 avevano conquistato un tratto di trincea avversaria. Il 16 novembre, ferito, celava i l suo stato per timore di essere costretto ad abbandonare la prima linea. li 20 novembre, quando le truppe di prima linea, attaccando un fortissimo trinceramento austriaco, fu. rono accolte da violentissimo fuoco, si slancìò d i rincalzo, alla testa del suo battaglione che guidò col più grande valore, fincbè cadde colpito da una palla in fronte ». (Castelnuovo del Carso, r4-16-20 novem bre 1915).

Venezuela (Estndo.r Unidos de Tlenezuela). Repubblica federale dell 'America del Sud, confinante con la Colombia, il Brasile, la Guiana inglese, e con le coste sui mare dei Caraibi. Superficie Kmq. 1.020.000, abitanti 3.r30.ooo. Vi approdò Cristoforo Colombo, fu esplorato dal Vespucci e dall'Ojeda , e Carlo V concesse nel 1528 i l territorio ai banch ieri Welser di Amburgo, i quali vi mandarono mi lizie rnen:enaric., n1assacrate dagli indigeni a causa del loro con-

tegno vessatorio e crudele. Nel 1547 vi fu r istahilita l'autorità della Spagna; venne allora creata la capitaneria <l i Catacas. Scoppiata la rivoluzi,:,nc, in principio del secolo XIX, in llllti i possedimenti spagnuoli dell 'America del Sud, i l V . vi partecipò e si unl illla Colombia: tale unione durò w lo fino al 1830; l 'anno seguente essa si sciolse, e il V. si dava una propr ia costituzione, ri maneggiata a tipo federale nel 1904, dovo lotte intestine simili a quelle che scon volsero t sconvolgono ogni tanto le repubbliche democrat iche americane, per le gelosie e le rivalità fra i partiti pol itici e le an,bizioni dei capi : parlicolannente, nel V., tra Federal ist i e Unionisti . Ne! '9"9 una di queste r ivoluzioni portò al ootere il gen . Gomez, s·ino al 19,5: lo stesso generale ripre,~ i l ' potere nel r922 e lo cedette nel ' 9'-9, d ivenendo · allora comandante in capo delle forze armate.

Esercito del Venezuela. Cape, supremo è il presi<lente della Repubbl ica ; organi centrali sono il Ministero della Guerra e della Marina, lo Stato Maggiore generale ed un Ispettore Generale. Il territorio è diviso in un certo numero di circoscrizion i m il itari, affidate al comando di un generale di d ivii. o d i brigaca. L 'esercito attivo comprende circa 8500 u. ·Turti i cittadini hanno l'obblig,) del ser vizio militare, nell'esercito attivo e nella r iserva , dal 2r<> al 45" anno d'età . L ·esercito attivo comprende 9 brigate territoriali, ciascuna delle quali su 4 bgl. di 4 cp., con m itragliatrici e cannoncini da 37. I.,a cavalleria ha un .regg. su


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4 sqdr. L'art. è composta di r regg. da campagna su 3 gruppi d i 3 btr. e di 5 gruppi da fortezza. Inoltre, reparti de l Genio e dei Servizi. La marina da guerra comprende tre cannonieré e due piccole unità. L'aviazione è costituita da una sq ua<lriglia d t IO veli voi i addetta all'esercito e -di una <li 4 velivoli adde tta alla marina.

Veniero (Sebastùmo') . Doge di Venezia (1486-1578). Ammiraglio veneto, combattè a

Corfù ed ebbe nel 1570, malgrado la sua età, il comando della squadra veneziana che guidò nella battaglia d i Lepanto. Nel 1577 successe a Luigi Moccnigo nella carica d i d oge.

rono direttamente la città. Il 3 settembre l'investimento era completo; 1'8 furono aperte le trincee; il 10 venne respinta una sortita delJa g uarnigione; il 12 furono erette nun1erose batterie, che aprirono un fuoco intenso a part ire dal 15.

Tre gi?rni dopo, gli Inglesi prendevano d'assalto il forte; la città, duramente bombardata, si arrese il 24. l i. Assedio di Vcnloo (r794) . Apr,artiene alle guerre della Repubblica francese. La piazza, difesa <la guarnigione olandese, agli ordini del m agg. gen . Pfister, venne investita dalla divis. francese del gen . Laurent. Il 15 ottobre l'investimento era completo; il 20 veniva aperta la trincea; il 20 stesso veniva respinta una sortita della guarnigione; il 24 erano pronte le hatteric, ma i difensori, sotto la minaccia de! bombardamento, scesero a patti cd ottennero d i partire lilx:ramente con armi, bagaglio e 10 cannoni da campagna. I Francesi si impossessarono di un centinaio di pezzi fra cannoni e rnortai, <; di. magazzini cospicui.

Veniero Sebastiano

Venini (Giulio). Generale, n . ad ;\gria, m . a T reviso (1845-1901). Sottot. dei granarieri nel 1864, partecipò alle cam pagne 1866 e 1870. Colonnello nel 1892, comandò I'820 fanteria; 11;agg. generale nel 1899, la brigata Palc,mo. Ve11ìni Corrt1do . Medaglia d'oro, n . a Como, caduto al fronte (1880-1916). Uscito sottot. da lla Scuola d i MÒ<lena nel 1900, fu destinato al 3° regi:;. alpini e d ivenne istruttore dei primi corsi per sciatori. Partecipò al comando di una cp. del bgl. Vestone alla campagna di L ibia, nella quale !ncritò tre encomi solenni. Nella guerra contro l 'Aust ria, sempre col detto bgl. combattè sul Monte Nero, sul Monte Suello, sugli Altipiani, cadendo nell'adempimento del suo dovere, e meritando la mcd. <l'oro con questa motivazione : « Coman<lante d i reparti alp ini e d i fanteria, in aspro cd accanitissimo combattimento, eccezionalmente arduo per speciali condizioni di terreno e per I 'intenso bombardamento nem ico, d irigeva l 'azione con piena siVenini Corrado curezza d i comando, esponendosi costantemente per infondere nelle sue truppe, con la parola e con l 'esempio, coraggio ed energia. Caduto mortalmente ferito, rifiutava d i farsi trasponare al posto d i medicazione, e continuava per ben sette ore a d irigere l'azi~c e ad incitare i suoi uomini alla più streuua resistenza, offrendo fulgid a prova d i a ltissime virtù mi litari"· (Cima Maggio (Posina ], 18 maggio 1916).

Ven loo. Città dell 'Olanda, su lla d r. della Mosa. Venne fortificata nel sec. XVI con bastioni e rivell ini e un forte staccato, il San Michele. Fu presa dal Farncse durante la guerra <li Fiandra (1588) e si dice che in tale occasione siano state adoperate per la prima volta le bombe. Ripresa dagli Olandesi nel 1632, venne loro tolta dagli Spagnuoli nel 1637 e passò all'Olanda nel r648 , col trall~/i Westfolia. I. Assedio di Venloo (no2) . ApFarticne alla guerra per la Successione di Spagna. La piazza, d ifesa da guarnigione olandese, agli ordini del conte di Varo, appoggiata <la truppe francesi comandate dal gcn . Labadie, venne investita da tlll esercito alleato, comandato dal principe di N assau, e costituito <la Inglesi (geo . Obdam) che attaccarono i! forte di S. Michele, e Prussiani (barone d i Heyde) che attacca-

La piazzaforte di Vci1loo (sec. XVIII)

Venosa (ant. Ven11,ia). Com une in prov. di Potenza, fortificata in antico con cinta murata e robusto castello, cost ruito nel 1470 dal duca Del Balzo. Conquistata dai Romani del çonsole L. Postum io nel 262 a. C. rimase loro fedele durante le guerre Puniche, sì che potè trovarvi riparo il console Varrone doro la sconfitta di Canne. Durante la guerra Sociale fu invece contJ0 Roma, ma nell '89 a . C. venne riconquistata da A . Cecilio Metello. Nel1'851 ven_ne presa dai Saraceni che la saccheggiarono, e ne

furono c2.cciad nel1'866 per opera di Luigi JI. Nel II33 fu presa e devastata da Ruggero.

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~~· -~e-,./ Ventaglia. Cosl "--~ era chiamata antiSec. XVI - Ventaglia - Sec. XV camente la visiera dell 'elmo dell a celata, o del copricapo in genere , quando ne era provvisto. Era d i lam ina d'acciaio con for ellini o spaccature orizzon~ , e,


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tali o verticali, per poter vedere; talvolta, dalla parte dest ra, portava un 'apertura con piccolo sportello da potersi aprire a piacimento per parlare o per poter suonare il corno. Era unita alla « vista » per mezzo di una molla imema che penetrava in una spaccatura.

Venter Spruit. Località dell'Africa meridionale, nel Nata], a occidente d i Lad ysm ith.

Combattimento di Venter Spruit, o di Tabamyama (1900). Appartiene alla guerra Anglo-boera. Sulla fiiie di gennaio, il gen. inglese Warren, forte d i 3 brigate di fanteria, una d i fanteria montata e 7 bLr., passat<> i\ Tugel a aveva deciso <li attaccare i Boeri che, trincerari sulle pendici sud-orientali del Tabamyama, sbarravano la via <li Ladysmith. La mattina del io il gen. Clary, con due brigate e tutta l'a rtiglieria, n1uoveva contro i Boeri, trincerati lungo un fronte bastionato nat urale i cui salienti erano costituiti da due contrafforti, che si spingevano sin presso il fiume, il primo a dominfo del Tr ichar<l 's d rift, il secondo della

Combattimento di Vcnter,; Spruit ( 1900)

vallata del Venter. Gli Inglesi verso le 7 riusciro110 a piazzare 5 btr. aprendo efficacemente i l fu0co sulle creste opposte, proteggendo l'avanzata di due bgl. che si portarono sotto l'altu ra che domina Tritchard. Intanto il grosso delle t ruppe si ammassò in ~ngolo morto sotto il saliente occide11tale, e poscia mosse all' attacco, r iuscendo a r,1ggiungere l'orlo del primo grad ino. A lle r5 l'intervento delle riserve detenninò un nuovo movimento in avanti, ma jJ fuoco .in.

tenso e preciso dei Boeri, mal controbattuto dall 'artiglicria, forzò gli Inglesi. a spostarsi sulle vall i laterali. Più a monte, nel pomeriggio, ·era i mpegnata la biigata leggera Bundonald, ma anch'essa, superato i l primo grad ino, era stata fermata . All 'estrema dr. la brigata Lyttelton si era impegnata col nemico in forze presso Brak fontcin, senza ottenere alcun risultato. Alle l9 la battaglia era finita; durame la notte i ··n ocri rip iegarono tutta la linea a circa un Km. dal1'orlo dell'altipiano del Tabamyama, dove si trincerarono in una scco1i<la posizione, para llela alla prima. La situazione rimase indecisa; seguì qualche giorno dopo il combattimento di Spion Kop.

Venti Dicembre. 75• legione della M. V. S. N., costituita nel 1923 a Ferrara, su tre coorti. Ventid io (Basso Publio). Genera.le romano. Agli ordini di Cesare nelle Gallie nel 57 a. C. ebbe da lui succcssivarnentc la nomina a dittatore, senatore, tribuno e pretore.

YEN

Dopo la morte di Cesare, seguì Anton io di cui f.u luogotenente nella guerra d i Perugia e poi in Oriente,

V entiera. Specie <li fortificazione an tichissima, di cui si è perdu to affatto l' uso. Ponevasi sui merli delle torri colle bertesche; pare fosse una torretta più elevata, o una garretta con piombatoie. Si chiamavano vcntiere anche quelle imposte d i legname o d i cordè appoggiate a due piedritti, che si p onevano J)elk cannoniere per coprire il cannone alla vista del nem ico e per impedire alle schegge di penetrare nell'interno delle casamatte.

Ventilatore. Apparecchio per mezzo del quale si espelle dalle casamatte, dalle galierie, dai sotterranei e da q ualsiasi locale chiuso delle opere di fortificazione, nonchè dai locali delle navi da guerra, l'aria divenuta irrespirabile ed jl fumo delle artiglierie, e vi si introduce aria nuova. Ventimiglia (ant. Albim,1. lntemelium). Città marittima della Liguria occidentale, in prov. di Imperia, presso al confine con la Francia, alla foce <!ella Roja . Fu in antico fortificata e munita di castello (Castel d'Appio) restaurato nel 1222 dai Genovesi, sm,intellato per ordine del Buonaparte nel 1803, demolito nel 1884. A tergo dell a città venne costruito i l forte San Paolo, restaurato nel 1835. Ciltà degli lntemelii, finitimi agli Ingauni, divenne municipio romano, fu presa e devastata dai Goti e poi Jiedifìcata. Cadde in potere successivamente dei Longobardi, dei Franchi, dei Saraceni : da qltesti fu liberata nel 973 e divenne libera contea. Nel 68 d. C. fu presa e devastata dalla flotta di Ottone. Nel r139 fu assediata e presa dai Genovesi ai qua.li si sottrasse ancora, per essere nuovamente domata da Genova nel 1222 , dopo quattro anni di lotta. Durante le contese fra Guelfi e Ghibellini pan:eggiò per questi ultimi e ne approfittò per sottrarsi nel 1 340 alla signoria genovese, alla quale fu costretta a, tornare d ieci anni dopo. Nel 138.9 passò al come Amedeo di Savoia. Nel 1410 fu presa d'assalto dalla sq uadra di Ladislao re di Napoli e data al sacco. Carlo Ema_nucle Il la ri,;:bbe per breve tempo; il 6 aprile Ii94 fu p resa d:1i Francesi del MassC11a. I. Sorpresa di Ventimiglùz (17 luglio 1744). Fu operata dal luogoten. colonnello piemontese Alfieri , con 2000 .u. fra regolari e milizie, nelle retrovie dcli 'esercito fraricoispano, che vi aveva lasciato gran,li magazzini di foraggi e di vil'eri. I pochi uomini di guardia deposero le armi e i n1agazzini vennero distrutti.

Il. Assedio di Vemimiglia (1746). Fu posto <lagli AustroSardi, comandati. dal gen. Bcrtola. La guarnigione era composta di 300 Svizzeri comandati da Diafthalez., bsciatavi da i Franco-Spagnuoli in ritirata su' Nizza. U Bertola operò I 'investimento il r6 ottobre ed eresse batterie per 12 pezzi, con i quali aprì il. fuoco contro il castello : la guarnig ione, perduti II8 u ., si arrese il 23. lll. Assedio di Ventimiglia (1747). Gli Austro-Sardi, in r itirata dalla Provenza, lasciarono a V. 300 u . di guarnigione, che fu investita i l 25 giugno dai Fraoco-Spagnuoli, i quali aperseto il fuoco il 27. La breccia fu aperta . il 29-30, e la piccola g uarnigione si arrese il 1° luglio.

Vento. Nelle armi da tuoco ad avancarica era eletta così la differenza di diametro che -.:sisteva fr.a il proietto e l'anima. Questa d ifferenza di diametro era necessaria in tali ar mi purcbè, eseguendosi il caricamento ,.l alla bocca, occorreva che il proietto potesse essere spinto con una certa facilità, a mezzo d i bacchetta Q d i spingitoio, in fondo all' anima, tanto più quando questa era im brattata <li fecce


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per successivi spari: perciò il d iametro del proietto era inferiore a q ue!I() dell'anima (calibro) . Per causa di tale differenza d i d iametri, nello sparo, una parte dei gas sfuggiva attraverso il vento, e ne scapitava la velocità iniziale. Lo stesso proie tto poi, sbattendo contro le pal'et i dcll 'anima, le degradava; esso stesso usciva deformato, ed infine era lanciato fuori con una direzione non prQcisamcnte sull 'a1sc della can na, ma bensì secondo la direzione dell'ultimo sbalzo sofferto nella canna stessa : di qui la conseguente scarsa giustezza di tiro. Questi i nconvenienti spiegano la ragione dei tentativi e degl i studi iniziati fin dai primi tempi dell 'uso delle armi da fuoco, per sop!)rimerli, ricor rendo alla rioacura completata in questi ultimi anni dal sistema di ca"ricam~n to d~lla culatta. (V. anche A gemi atmosferici).

Isole del Vento. Colonia inglese, comprendente le isole delle Antille : Santa I.,ucia, San V incenzo, Grenada. Superficie Kmq. 1300, abitant i 185.000. Nella prima è un corpo d i volontari di un centinaio d i uomini ; nella seconda di u na t inquamina. Inoltre vi sono 60 u . d i polizia nella prima, 50 nella seconda, 100 nella terza.

Ventotene. Rimorchiatore, entrato in serviziò nel 19n, radiato nel 192r.

Ventrella (Francesco). Generale commissario, n. e m . a Naroli (1843-1925) . Figlio di un Commissario di guerra delle Due Sicilie, entrò nel 18~7 ncll 'cscrciro d i quesro Stato, dal qoale passò in quello italian() tre anni dopo,' raggiungendo il grado di rnagg. ge nerale comm issario nel 1916, quando chiese cd ottenne di essere richiamato d alla riserva, settantatreenne, e fu destinato come presidente alla Commissione di requisizione dei cereali in Sicilia. Pubblicò varie monografie· sul servizio del Commissariato.

1& e la 17a divis. meritandovi una med. d 'argento sul Sabotino e la croce d' uff. dell'O. M. S. per la conquista del passo della Sentinella. In P. A. alla fine del 1917, r imase in servizio sino al 1919 e comandò le d ivis . territoriali di Ancona e d i Bologna. Nel 1g23 assunse il grado d i generale <li di vis. P ubblicò : « La conquista del passo della Sentinella " e « L a conquista del Sabotino >► .

Vemuri Angelo . Generale, 11 . a Modena nel 1857. Sottot. <lei genio nel 1883,. fu insegnante aggiunto di fortificazione alla Scuola d i Modena dal 1886 al 1889. In l'. A. nel 1910 e trnttenuto in servizio, fu promosso colonnello nel 1915 e brigadiere generale ne! 1918; nel 1919 passò nella riserva.

Venturiero (Ufficia/e). V. Fisso . E V. anche: Compagnie di ventura . Venzone. Comune in prov . di Udine. Fu borgo fortificuco nel medio evo, a pochi Kn1. a nord di Gemona, dove la valle del Tagliamento è più ristret ta (stretta d i Venzone). I.a cinta del borgo venne eretta dal pat riarca Gregorio Montelongo nel 1258, cd esiste tuttora in d iscreto stato d i conservazione. Le murn eranò precedute d a un antemurale o barbacane, ora in parte demolito . Per meglio sbarrare la vallata del Tagliamento, poco a nord del borgo era stata costruita una 111uraglia che dal fiume correva sino al monte. Nel 1508 gli abitan ti sbarra rono il Le, fortifkazioni di V~nzone passo all'imperatore Massimiliano,

ma tre anni

Scala 1 - 3000 (sec. XIX)

dopo, decimati dalla peste, non poterono impedire a1 Tedeschi d i insediarsi nel bo rgo , donde Eurono cacciati da Girolamo Savorgnano e Renzo da Ceri.

Vera (don Pedro de la). Avventuriero spagnuolo (1440r497). Salì ai primi gradi negli eserciti di Ferdinando ed Isabella : conquistò dopo lunga lotta le Canarie e ne ottenne il governo; prese parte alla conquista d i Granata.

Venturi (Rubino). Generale, n. a Finale Emilia nel 1794. Volontario nella cavalleria <le] regno d' Italia , partecipò alla campagna di Russia. Nel 1,817 si recò a Costantinopoli e poi in Persia ove fu fatto colon nello e generale. Allorchè nel 1820 l 'Ingh iltcrra indusse la Persia a licenziare dal servizio gli Europei , passò, col grado d i generale, a L ahor dove insieme con a:,.; ex-ufficial i napoleonici italiani e france.si procedette ali 'organizzazione dell 'esercito di R unget Sing, ottenendone !)Oi il comando in capo e partecipando alle g uerre contro g li Inglesi. In vari testi è chiamato Ventura .

Vera Cruz. Città marittima del Messico, nello Stato omonimo, nel Golfo del Messico, fondata nel 1680 dagli Spagnuoli. Assalita durante l 'epoca colof!iale pitt volte dai fi libust ieri che la saccheggiarono commettendovi atrocità, fu l 'ult imo baluardo della · potenza spagnuola, fino a l 1825 . Bloccata per cinque mesi e poi bombardata <lai Nord-arne ricani nel 1847. P unto d i sbarco dei Francesi durante l' in tervento del 1864-1867, fu l 'ultima ad abbassare la bandiera d i Massimiliano, il ~7 giugno 1867. Vi esiste un;i « Scuola navale militare ». Il forte d i S. Juan de U lloa , disarmato e decaduto, oggi ridotto a prigione, sorge sull'isoletta Gal. lega. Fu cost ruito dagli Spagnuoli come baluardo della città contro gli attacchi dei corsa ri.

Venturi Giuseppe. Generale, n. a Modena, m. a Genova ( 1854• 1925) . Sottot. del genio nel 1875, d ivenne colonnello comandante il 2 ° genio zappatori nel 1906 , magg. generale comandamc le truppe del genio di Pavia nel 1912, e ten. genera le nel 1916. Partecipò alla guerra contro l'Austria e comandò successivamente la 2oi:1, la 45'\ la 14a., la

Attacco di Vera Crnz (1838). li 27 novembre 1838 scadde inutilmente il termine che il contrammir . Baud in aveva fissato a l Governo del Messico, per dare soddisfazione a lla Francia di numerose violenze co~esse contro sudditi francesi·. Per appoggiare le sue domande il Baud in si portò con la squadra, composta d i t re fregate, d i una corvetta, d ue

Ventm i G iuseppe

Ventrella F rancesco

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bombarde e <lue battel li a vapore, davanti a V. C. La città era difesa <lai forte di S. Juan de Ulloa, armato di 193 bocche da fuoco e presidiaco da una guarnigione di I mo soldati. Il Baudin aprl quel giorno il fuoco e verso k 16 la torre dei segnali elevata sul bastione principale saltò in

Vera Cruz: il forte di San Giovanni d'Ulloa

aria, mentre- altre due esplosioni di magazzini di polvere erano già avvenute. Verso le 17 si ebbe un~ quarta esplosione e da quel momento il fuoco dei Messicani cbe avevano subito gravi perdite rallemò sensibilmente, fino a cessare al tramonto. Essi parlamcntarnno e il 28 consegnarono all'ammir. francese la fortezza.

Verani (Agostino). Generale, n. a Tori.no, m. a Ve,· zuolo di Saluzzo (1798-1867). Sottot. del genio nel r8r7, divenne colonnello nel 1843. Membro del consiglio. del genio mii. nel 1847, in tale qua lità fu promosso magg. generale nel 1848. Nel r86r fu collocato a riposo col grado d i tenente generale .

Verani-Masi11 di Castelnw>vo L :iigi. Generale, n . a Nizza Marittima, rn . a Ventimiglia (1820-1879). Sottot. dei bersaglieri nel 1839, pa:;sò poi nei CC. RR. Colonnello nel 1863, comaodò s~ccessivamente le 1Ieginni di Chieti, Salerno e Cagliari. Nd 1871 fu collocato a riposo col grado di

n1agg. generale. Verani-,1,-fasin di Castelnuovo Onom/.o . Genera le, n . a N i.zza Marittima, m. a Torino (I839.189~)- Sottot. dei bersagl ieri 11cl 1859, partecipò alle campagne del 1860, 1861, 1866 e 1870 e d iventò colonnello comandante 1'8<> bersaglieri nel 1884. Magg . generale nel 1892 comandò la brigata Cagliari e nel 1895 fu collocato in <lisponibilità.

Verasis (di Cosdgliole, Maurizio Fmncesco). Generale, n. a Torino, m. a Casale (1707-1781). Pece la carriera· nel regg. Salu1,zo e divenne colonnello governatore della Brunetta nel 1763. Governatore d i Sassari nel r765 e di Mortara nel 1769, venne i n tale qualità promosso magg . generale nel 1774 . Governatore della città e provincia d'Ivrea ucl ·1775, fu promosso nd 1777 luogoten. generale di fanteria e governatore di Casale e del Monferrato. Verbano. Nave da t rasporto, <la 2710 ton nellate, entrata in servizio nel 1908 e affondata nel 19 18 per urto su mine nel Basso Adriatico. Tlerb,mo. Cisterna per acqua, da 300 tonnellate, entrata in servizio nd 1932.

Verceja. Comune in prov. cli Sondrio, sulla dr. del lago <li Mezzala . È luogo antich issimo esistente /in dal tempo dei Romani . Nel 1848, un gruppo di 6o giovaoi di Chiavenua, capitanati dal patriota Francesco Oolzino, vi rennero testa per vari giorni alle truppe <lei generale Haynau, che per vendicarsi deila resistenza die<le fuoco al paese.

Vercellana (Giouannz). Generale, n. a T orino, n1. a Parma (1857-1928). Sortot. d 'art. nel 1875, passò poi in cavalleria e divenne colonnello comandante i lancieri d i Montebel lo nel 1905. Magg. generale nel 1910, comandò la 6a brigata di cavalleria. Ten. generale comandante la 2a d ivis. di cavalleria nel 1914, in tale comando partecipò a lla guerra contro l'Austria nel r915 e 1916. Ebbe poi il comando della Scuola d i cavalleria e della divis. mi i. territoriale d i Roma. In P. A. nel 1919, passò nel 1926 nella riserva col grado di generale d i corVe_rcellana Giovanni po d'armata. Vacella11a Nicola. Generale, n. a Torino nel 1860. Sottotcn. d i cavalleria nel 1879, divenne colonnello nd r912, comandò il regg. c~valleggeri Monferrato e nel 19r5 fu promosso magg. géncrale. Doro aver comandato il 5° gruppo centri mobilitazione, passò nella riserva nel 1919.

Vercelli. Città capoluogo d i prov. sulla dr. del la Sesia, d i antichissima origine. Fu importante e forte municipio romano. Subl le devastazion i barbariche e passò nel X secolo sotto il dominio dei suoi vescovi che la governarono per 200 anni, lasciandole franch igie comunali. Scoppiate in Italia k fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, V. ebbe le sue, capitana te dalle famiglie degli Avogadro e dei Tizzoni. Nel 1335, si d iede ai Visconti. di Milano. Nel 1373 fu presa e saccheggiata dal vescovo Giovanni Ficsch i dì Lavagna, collegatosi col marchese d i Monferrato. Matteo Visconti la riscattò per danaro con altre terre, e la cl ttà visse

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sotto i suoi successori , finchè nel qo2, morto Gian Galeazzo, se oc impadronì Fa-

Stemma di Vercelli

cino Cane. Venuta quindi sotto la signoria d i Teodoro, marchese di Monferrato, fu ricuperata dopo pow tempo da Filip~•o Maria Viscon ti, che nel r427 la cedette ad Amedeo VJII duca di Savoia. Divenne città cospicua, d ifesa da robusta cin.ta di mura, d a due castelli e da parecchie torri, alle quali fortifìcazioni lavorò 1'ingegnere mii. Domenico Ponce Ilo. Questa sua qualità d i piazzaforte mise V. durante il sec. XVII e sul principio <lel XVll I, a duri cimenti. Ne: 1616-1617, nella guerra d i Successione <lél Monferrato, e nel 1638, nei contrast i pn la reggenza di Madama Cristina, subl assed1. Tornata ai duchi di Savoia, Carlo f-manucle Il la provvide di nuove e gagliarde opere d i difesa. Nel rì98, fu presa dai Francesi. Durante le guerre per l'Indipendenza d ' Italia si distinse per benemerenze r-atriottiche e nel 1909 venne d ecretata a1 Comune la med . d 'oro " i n ricompensa d ell'opera patriottica p restata dalle popolazioni di quel territ0rio nell"esecuzione del progetto d'inondazione artificiale eseguita durante la campagna del 1859 » .

I. Battaglia di Vercelli (101 a. C.). Appartiene alle guerre <lei Romao i contro le prime invasioni barbariche. I Cimbri, che avevano battuto le forze di Lutazio Catulo , vennero

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affrontati presso la città dall'esercito romano d i Caio Mario (50.000 u.). La grande battaglia s"i combatti: il 30 luglio ai « Campi R aud ii ». Mario pose i resti dell 'esercito d i Catulo al centro e i suoi dalle p a rti e sch ierò le truppe

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pria e dei loro bambini piuttosto che restare schiave. Il numero dei prigion ieri cimbricì raggiunse i 6Q .ooo e quello dei morti superò di molro i roo.ooo, fra i quali si trovò Baiorice, loro re, che cadde da prode. In que~ta battaglia la nazione dei Cimbri nrnase distrutta. Il. Trattato di Vercelli (10 ottobre 1495). Pace, am icizia e alleanza fra Lodovico il Moro, duca <li Milano, e il re di F rancia Carlo VIII, che riuscì a staccare il r r imo dal la kga degli Stati italiani. Novara sa rà restituita a l duca, i l quale conserverà anche Genova, ma come feud o della Francia. Il duca si uoirà a Carlo contro Venezia, se essa non acceder~ al trattato entro due mesi.

Le fortificazioni di Vercelli (sec. XVII)

in modo che il sole e il vento d essero in faccia al nemico. 11 primo urto fu sostenuto vigorosamen te da Catulo e da Silla che era con lui ; poi la bactaglia si accese su tutta la linea. 1 Barbari, acciecat i dal sole e dai nembi di polvere solleva ti dai cavalli e dal movimento de i combattenti, malg rado la loro stragrande maggioranza, cominciarono a cedere, e i Roma ni ne fecero strage, inseguend oli fin den tro i loro accampamenti dove ebbero a superare la fiera resisten za <lelle donne, che, armate d i picche e di scuri, si d ifendevano furiosamente, preferendo la morte pro-

111. Assedio di Vercelli (,70.,). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna: fu iniziato il 5 g iugno dai Francesi de l Vend ome e dagli Spagnuoli del las Torrcs. ! 11 tuuo erano 37 bgl. e 59 sqdr. che si protessero con linee d i circonvallazione <lai Can ale d 'Ivrea fino alla Sesia. Il p resid io piemontese, comandato dal gen . Des Hayes, si componeva di 13 bgl. e 600 cavalieri, in tutto ci rca 7000 uon1ini. V'erano munizioni e vettovaglie per una lunga d ifesa. Il Vendomc -decise di fare eseguire l'attacco risolutivo contro i bastioni di Santa Chiara e d i S. Sebastiano. li J4 fu dato principio alla costruzione delle trincee; fu. rono posti nella p rima parallela 40 grossi cannoni e 16 mortai. Solto la protezione di tali a rtiglierie fu costruita al piede dello spalto nella notte dal 27 al 28 la seconda parallela con una batteria da breccia, che fu armata d i r5 cannoni e cominciò il fuoco il 30 giugno. Gli assedianti prepararono mine, ma gli assediati le scoprirono e le fecero b rilla re a vuoto il 1° <li luglio. li 14 lug lio gli assedianti costruirono ed armarono una seconda batteria da breccia d i 22 pezzi, che bauè il bastione prospicentc. Il 16 s'impossessa rono della mezza- luna e del rivell ino. Essendo immi nente

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Assedio di Vercelli (1617- 18)


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l'assalto risolutivo, g li ufficiali del presidio, convocati, d c. cisero d i capitolare tosto che la breccia e i preparat iv i del· l'assalto fossero ultimati. fl 20 mattina le breccie nei due bast ioni; specialmente in quello d i S. Chiara, erano perfettamente praticabili. Allora il presidio d eliberò la resa, e fu conve nuto che esso uscisse per la breccia con tutti gli onori, ma nella strada coperta deponesse le armi, eccettua ti g li ufficiali, e rimanesse prigioniero . La consegna d ella for. tezza avvenne il 24 luglio: restarono prig ioni 5600 fanti e 500 cavalieri, n,entre circa 2000 fra inalati e feriti rimasero in Verce lli. I vincitor i trovarono nella for tezza 72 cannoni e mortai, molte armi piccole e gran quantità di vettovaglie. Le perd ite dei Galli.ispani d urante l 'assedio ascesero a 200 morù e 830 feriti. li re Luigi XIV ordinò io spianamento d elle fortificazioni d i Vercell i, che fu operato per mezzo di mine .

Vercelli. Reggimen to d i fanteria provinciale, cost ituito nel r714 su _6 cp . portato a 2 bg l. d i 5 cp. ciascuno (uno vercellese e uno biellese) nel 1786. N el 1798 fu sciolto dal g iuramento d i fedeltà al r e di Sardegna. N el 1799 venne ricostituito con un bgl. e nel g iugno 1800 nuovamente sciolto. Il governo p rovvisorio del P iemonte lo ricostituì nel luglio, in corporandolo nella 3' mezza briga ta piemontese, sciolta nel 1801. N el 1814, alla Restaurazione, venne r icostitu ito con 12 cp . e nel 1815 soppresso, passando i suoi elementi in parte nell'artiglieria, in parte nella brigata di Aosta, in parte nella brìgata d elle Guard ie. Il regg. partecipò alle campagne per la Successio ne d i Po. Ionia e d'Austria, e alle g ue rre con. rro la Francia del 1793-96, del 1799· 1800, del 18, 5. Vercelli. Reggimento lancieri (26°) costitu ito nel 1909 coi terzi sqdr. <lei regg._ Novara, Aosta, Milano, Montebello, Vitto rio Emanuele. Per la g uerra 1911• 12 inviò complemen ti a reparti mobi litati. Durante la g ue rra Italo.aust riaca del 1915-1918 ' operò dal magg io al luglio r916 Stemma appiedato nelle trincee di Mo nfa]. del reggimento lancieri eone . Per il ripiegame nto <Id i 'eser. di Vercelli cito al Piave fu adibito al servizio di protezione della rete ferroviaria fra Tagliamento e P ia ve. Nella battaglia finale passò il Piave a g uado, vince ndo resi. stenze avve rsarie a S. Odorico e a Lumignacco. Per la sua condotta in g ue!ra meritò la med. d'argento . La festa d el regg. è il 3 novembre, anniver sario dello scontro di S. Odorico (1918). li regg. che ebbe per motto: « A nessuno second o " , fu sciolto nel 1919.

Vercingetorige. 'capo degli Arve ni: (Gall i), combattè contro Giulio Ccs2re. V into e fatto p rigioniero ad Alesia (51 a. C.) fu condotto a Roma , e quivi ucciso nel 46. Verde. Cisterna per acqua, <la 1454 tonnellate, costruita a Livorno, e n trata in servizio nel 1877, -radiata nel r92r. Dislocamento tonn. 390; macchine HP. 154. Verde . Cisterna per acqua, varata a L a Spezia nel 1921; d islocamento tonn . 1490, lunga m . 52,83, larg a m . 9,32, apparato motore cavalli 400, velocità mig lia 7,5. Armamento I 120, I 76 a .a. Equipaggio ufficiale e 40 uomin i.

Verdelli (Italo). Generale_. n . a Zibello, m. a Recco (1861-19 28) . Sottot. d'art. nel ruolo tecnico nel 19ro, divenne colonnello nel 1915 e diresse lo spolettificio d i Torre Anounziata e il polverificio sul Liri . Brigadiere gen. d iret• tore della fabbrica d'armi di Brescia nel 1918, andò in P. A . S. nel r 920 col grad o d i gen. d i brig ata; nel 19 26 fu promosso ten. generale in aspettati va riduzione quadri. Verde li ino. Comune in p rov. di Bergamo. Vi si scorgono ancora gli avanzi d i un antico castcilo. Nella guerra tra Bergamo e Milano , nel 1405, Facioo Cane, gen erale del duca di M ilano, vi disfece i Guelfi, partig ia ni d i Pandolfo Ma latesta, e p resa V. la saccheggiò. Nel 1428 passò con Berg amo sotto la signoria d i Venezia. Verden. Città d ella Germania, nella Prussia, sull'Aller, presso la sua conflue nza con il Weser . Nel 1767 fu occu• pata d al marcsc. d i Richelieu , che costrinse il duca di Cu mberland a ritira rsi ed a chiedere u n armistizio. Verderio, Comune in prov . d i Como, sul!' Adda . Combattimento di Verderio (1799). App1rtie ne a lle guerre <lei Consolato. Dopo il combattimento d i Cassano, il gen . francese Sérurier si trovò con mezza div is. a V . e mezza a Lecco. A V. si rafforzò, ma il 28 aprile si trovò circondato ed assalito energ icamente dalla divis. \Vukassowic. L'apparire d i nuove forze (gcn . Rosembcrg con 12. 000 u.) indusse il Séruricr alla resa, col gcn. F resia e con 2000 soldati p iemontesi d ella 1a mezza b riga ta leggera .

Verdesi (Gi11rcppe) . Generale, n. a Roma nel 1874. Sottot. di fanteria nel 1894, panecip,, alla cam pagna d 'Eri trea del 1895•96 e alla g uerra comro l 'Austria : più volte ferito, meritò due med. d'argen to ed una d i bronzo; c0· mandò il 26° fanteria e fu pro• mosso colonnello nel 1918. In P . A. S. nel 1920· ehbe la promozion·e a g enerale d i br igata in A . R . Q. nel 1932. Verd i. V. Turchini.

IGfdj Ir.rJ3 I r· O- I rfflf;jd Squillo del reggimento Jmicieri di Vercelli

Vercellino (Mario) . Generale, n. ad Asti nel 1879. Sottotcn. d'art. n el 1898, fu in Libia nd 1912, e poi partecipò alla guerra contro l 'Austri a d ivenendo colonnello nel 1918 . Dopo la g uerra fu insegnante alla Scuola d i gue rra e dal 1926 al 1929 comandò il 1"' are. da montagna . Promosso generale di brigata nel 1930 comandò l'art. -ad Ales• s2hd ria. Generale d i <livis. nel 1933, ebbe ne] 1934 il co. mando della divis. d i Torino.

Verd ier (Giovanni). Generale francese (1767.1839). Aiutante di campo del gen. Augereau nella campagna dei Pirenei orie ntali, combattè ln Italia e divenne gen. di Verdier Giovan ni brigata; in Eg iuo geo. di d iv is. J>a rtccipò alla spedizio ne in Ru ssia e alla campagna d 'Italia nel 1813. Verd ina (di Saint Martin, Vittorio) . Ge nerale, m . a T orino nel 1777. Cornetta in cavalleria ocl 1729, partecipò alle guerre d i Successione di Polonia e d ' Austria . Colonnello comandò i ,lragoni Piemonte nel 1768, d ivenne brigadiere


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V ER

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e governatore dell'Accademia nel 1771 e in tale qualità f~ promòsso luogaten. generale nel 1774. Ne l 1777 fu nomi-• nato governatore d i Biella. Verdil'!Ois (Giova1111i). Generale, n . a Napoli, m . a S.. Mari.a Capua Vetcre (1840-1898). Sottot. d'art. nel 1860 m,:ritò la menzione onorevole nella campagna dello stesso anno e partecipò alle campagne del 1866 e del 1870. Colonnello nel 1888, comandè il collegio mii. di Messina e poi l'n° art. da campagna. In r iserva nel 1895, fu promosso magg. generale nel 1898. Verdinois Guglie/1~0. Generale, n . a Napoli nel 1856. Sottot. del genio nel 1874, clivcnnc colonnello nel 1906. Fu sottod ireuore del genio a Perngia e poi capo del! 'ufficio fortificazioni a La Spezia. Magg. generale nel 1912, comandò il genio a N apoii. Ten. generale nel 19 15, partecipò alla guerra contro l'Austria ; nel Cadore e nell'Agordino comandò il genio della IV armata e meritò la croce di cav. dell'O. M. S. I n P . A . S. nel 1920, passò nella nserva nel 1925 col grado d i generale di corpo d'armarn. Vcrdinoù Alberto . .Medaglia d'oro, n. a Trapani, caduto al fronte (1892-1915). Sottot. nell'32° fanteria nel 1912, provcn ieme dalla Scuola d i Modena, dopo f'Ochi mesi di guerra cadde eroicamepte su l campo, come è ricordato nella motivazio ne della mcd . d 'oro : " Con intrcpi<la energia, benchè ferito da una scheggia <li bomba a mano, tenne saldo il suo p lotone presso i reticolati. avversari, sotto l'in furiare dell'improvviso ed intenso

fuoco del nem ico: sostituì immediatamente, sui reticolati stessi, rre ve<letrc cadute; fece COfD-picre ripetutamente il brillamento di tubi esplosivi e mantenne, per tutta la notte, la diflìcile posizione, cooperando il mattino seguente all'assalto delle posizioni avversarie. In altra circostanza, t rovandosi senza comando di truppe, pcrchi: adibito ad altro incarico, e avendo saF'uto che un bauaglionc era ri masto quasi privo d i ufficiali, insistentemente chiese l'autorizzazione di assumere il comando di qualche repa rto del battaglione stesso. Ottenutala, attraversava un tratto d i terreno battuto da ogni sorta d i proiettili, ed accorreva presso i reticolati. Assunto ivi il comando di una compagnia, ritto sotto le raffiche <li fuoco, con la voce e . con l'esempio, animò i d ipendenti all'attacco. Colpito una prima volta, non si curò della ferita, ma con maggior lena éd ardimento lanciò la truppa in avanti. Ferito una seconda volta gravemen te, rifiutò qualsiasi assistenza e sem r re gridando : « Avan1i ! », e avanti spingendosi egli stesso, colpito una terza volta mortalmente, cadde per non più rialzarsi: fulgido esempio di virtù militari» . (Settsass, 24-28 ottobre 1915).

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Verdirosi (Attilio). Medaglia d 'oro, n . a Longone Sabino, caduto al fronte (1873-1918). Usciere dell' Istituto nazionale <l'agricoltura in Roma , dopo la ritirata sul Piave volle arruolarsi volomario nell '8° .icgg. bersaglieri, fu promosso caporale per merito di guerra e guad agnò a Capo Sile una mcd . d 'argento. Passato al XX III reparto d'assalto, lasciò la vita in un assalto guadagnando la suprema ricompensa al valore con la seguente motivazione : << A quarantacinque annì, volontario di guerra, in un re~ parto d 'assalto, avendo lasciato famiglia e interessi, per giovanile fede, per coraggio indomabile, sempre rrimo in ogni ardita impresa per virtù di parola e d i esempio, animatore e suscitatore di eroismi, trascinò con sè gli arditi della pr ima ondata in un fulmineo contrastato attacco, ricacciando in disordine il nemico. La morte lo colpì nell'impeto dell'assalto, troncandogli sulle labbra iJ grido d i incitamento e di esul tanza: « Viva l'Italia!» . (Losson [Basso Piave], r9 giugno 1918). Verdone (Vittorio) . Medaglia d'oro, n. a .Mirnbello sul Sannio, caduto in Libia (1884-1911). Iniziò la carriera mii. nel 58° fanteria, e d ivenne sottot. nel 14°, passando nel 18° per la guerra Libica, nel la quale trovò eroica morte, come è ricordato nella motivazione con la quale gli venne concessa la massima ricompensa al valore : <( Ferito

gravemente mentre

era impegnato nel combattimento,

continuò

a

d irigere

l'azione del proprio plotone, rifiutò ogni aiuto dai propri soldati e strisciando per terra,

sprezzante del suo grave stato,

Verdone Vittorio

non smise mni di incic:ire i

suoi dipen<lt.nti al combattimento fìnch è spirò ». (Sciara Sciar; 9 novembre 191 r). Verduco (spagnuolo, Verdugo) . E ra così chiamato lo stocco con l,ama quadrangolare, d'origine spagnuola. Verdun (ant. Verodunum). Città della Francia, nel cl ip . della Mosa, fortificata con cittadella nel sec. XV!. Dopo il 1870 venne trasformata in campo t rincerato, con doppia linea <li forti e ridotte. Durante il medio evo fu proprietà dei propri vescovi, sino al 1305, allorchè i cittadini si sottomisero a Filippo il [lello. Da allora appartenne alla Francia. La cimì fu F"esa nel 1554 da Enrico Il. Essa è decorata della mcd. d'oro italiana al vale r militare, con questa motivazi0nc : « Presidiata dai forti e generosi figli di Francia, scrivC\ a pagine in1mortali nella storia, , ittorio1

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samente lottando) con insuperabile coraggio e con e ro ica

fermezza, contro i ripetu1i, renaci, formidabili attacchi d ell'esercito alemanno, a d ifesa degli ideali patrii e degli interessi degli Alleati ». (« Motu proprio » Sovrano del 25 agosto 1916).

Verdinois Albeno

Verdirosi Attilio

1. Tmttato di Verd11n (ro agosto 843). Concluso fra i tre figl i d i Luigi il Buono, imperatore (Luigi <li Baviera, Carlo i l Calvo e Lotario) per la d ivisione dell ' impero carolingio. Lotario r iceve il governo dell'Italia, della Borgogna e della Lorena; Luigi ottiene la Germania; Carlo la Francia. ~ uno dei t rattati più importanti nella storia, come quello. che spezzò l'unità dcll 'impero creata da Carlo Magno dando origine ai tre regni di Francia, Germania, Italia.


VER

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r1tt!i

~It}i~r

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Germania impegnata .1 fondo contro la Russia , deci$c d i prevenirla non solo, ma anche di sottoporla ad un potente logoramento, tale da facilitare, nel 1917, la ripresa delt"offrnsiva decisiva in Francia, se eliminata la Russia nel 1916. La zona p-rcscelta per quest'offensiva d i logoramento fu quella di V ., punto assa i delicato e sensibile della fromc occidentale. Una rottura in tale pun to ~vrehbc anche potu to detenninare situazioni milit.al'i nuovissime, da sfruttare ~e-

condo le circostanze. Così impostata, la grande battaglia di V . costituisce un lungo episodio di guerra d i logoramento su posizioni preparate, d 'altissimo valore militare e spirituale per ambo i bel ligeranti. 11 poderoso sforzo tedesco ebbe inizio il 2 1 febbraio e si svolse nel settore d i riva dr. della ·M osa, su l tratw di fronte Mosa-Orne, respingen do i Francesi sulla linea Samogncllx-Orne, dove il Pétain riuscì ad in fre,rnre i progressi del nemico, determinando una pr ima sosta della grande battaglia. I Tedeschi, allora , al comando del Kronprinz di Germania, portarono i I loro sforzo sulla sr. della Mosa a partire dal 6 di marzo, ed in 15 giorni di <lurissilni cornbattimenti conquistarono le posiàoni del Mort-Hommc: ne segul una lunghissima sosta sino al giugno, inframmezzata da continui combattimenti di località, che noo .infirmarono mai là sostanza delle cose. Il 23 di giugno 1916 il Kronprinz riprese d i nuovo attacchi a fondo nel settore di riva dr. della Mosa, impiegando sino a dieci brigate di fanteria assieme . Accanitissima, in una

La fortezza di Ver dun (secolo XVII)

IL Assedio di Verdu11 (1792). Ap partiene alle g llerre della Repl!bblica francese e fu posto dai Prussiani agli ordini del duaa d i Brunswick il 30 lllglio. La piazza era d ifesa da 3500 u. comandali <lai colonnel lo Beaurepairc. Le batterie prussiane, poste sulle alture d i S. Michele, iniziarono il bO\Dbardamen to, mantenuto vivo il 3l luglio e il ,o agosto. Ne seguì un vivo panico della popolazione, che si adunò ~ fece pressioni per la resa sul Beaurepaire, il quale, non r.iuscet1do ad opporsi, si suicidò. La guarnigione r iuscì a ,itirarsi verso Sainte-Menchould. La cittadinanza accolse fc. stosamente i Prussiani, e ne fu duramente punita in seg llito dalla Convenzione, che mandò a morte parecchi dei responsabili. lii. Verdun nella guerra Mondiale. Per le disposizioni effettuate dal Comando dell'esercito francese, all 'inizio della guerra, V. costituiva soltanto una regione fortificata e non una fortezza a sè stante, sia pure cinta da forti ester-

serie d 'alterne vicende, d i successi ed iosuccessi d i guerra d i posizione, l 'aspra battaglia dmò sino all'agosto è si estinse allora per esaL1rimento, affermando però una preva lenza, se non altro morale e spirituale, della d ifesa francese. Nè vi si svolsero più operazioni in grande stile, perchè d:i l luglio i Francesi erano passati alla controffensiva sulla Somme. In sostanza, dopo tantÒ combattere, la situazione nella zona di V. e della Woevre rimase stazionaria . Tr:i gli episodi d i questa grande battaglia, sono da notare quelli svoltisi intorno ai forti di Doaumont (V.), di Mort-Homme e di Vaux. Il forte di Mort-Homme venne attaccato dal 6 al 22 m arzo 1916 ostinatamente dai Tedeschi, ma essi non , iuscirono a co nquista rlo. Lo presero il 10 a prile; lo ,·irerdcttero il 20, lo r iconquistarono il 10 maggio . Quanto al forte di Vaux, esso fu attaccato invano <lall"S al 12 marzo; il 31 i Tedesch i arrivarono ad occupare il v illaggio omonimo, ma non il forte, e dal villaggio stesso furono ricac-

ni : cioè costituiva un punto d 'ap-

poggio per la guerra manovrata . Tanto è vero che i forti erano stati disarn1ati e tutte le azioni svoltesi

quivi ebbero carattere di guerra d i posizione comune e normale, sfruttante le fortificazioni così come erano: mai ebbero carattere di guerra d 'assed io. (Per le operazioni fuori del r916, vedi Pi/1110 XVII , Sarrail, Sch.lie[fen, Saim-Mihiel, Woe111·e).

Battaglia di Tlerdun (1916). A l principio dell'-1._n no il Comando supre,~o tedesco, per impedire l 'offensiva alleata in Francia, che doveva togl iere mezzi e libertà d'azione alla

La piazzaforte di Verdun (secolo X IX)


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ciati il 3 aprile. li 2 giugno essi riuscirono finalmente ad impadronirsi de) forte, e lo tennero fino al 2 novembre, quando venne loro defi nitivamente ripreso da i Frnncesi. Le perdite nella battaglia di V. (urono calcolate, da parte francese, in 217.000 morti (compresi quelli degli ospedali) e 318.000 feriti.

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?1 r c&&AAIO

, MARZO

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-01cÉMeir D.itaglia di Vcrdun (1916)

Verdy (dt1 Vemoi,, Giulio dc). Generale e scrittore mii. tedesco, n. nel 1832. Partecipò alla guerra del 1866. Magg. generale dieci anni dopo e luogoteo. generale nel 1881, fu governatore di Strasburgo. Generale di fanteria nel 1888, fu ministro della guerra nel 1889-1890. Fra le sue pubbli. cazioni: " La partecipazione della 2 3 armata alla campagna del 1866 »; « Studi sulla condotta delle rrupr--e » ; « Studi sul servizio in campagna »; « Studi su lla guerra, dopo la guerra Fr:mco-prussiana »; « Riwrdi personali » . Verena. Opera fortificata italiana, alla testata della val ,d'Astieo, presso l 'an tico confine . Battuta violentemente dal ti ro dei forti austriaci, nei primi giorni di guerra, fu pressochè demolita. Vergano (Sàpìone) . Ingegnere mii. del scc. XV I. Partecipò alle guerre di religione in Francia e nel 1569 fortificò per i Calvinisti La Rochelle costruendovi il bastione dcl1'Evangelo. D irigendo poi (1573), al servizio dell'armat~ r,auolirn, l'assedio dc La Rochelle, vi rimase ucciso. Vergine (Ordine dei Cavalieri della). Sorse in Umbria, nel 1618, per ini.:iativa di Pietro Giovan Battista e Ber• nardo Petrigna di Spello, cd ottenne [·approvazione del papa Paolo V, avendo lo scopo di difendere la religione cristiana , di far guerra ai Turchi e di promuovere con ogni forza l 'esaltazione della Chiesa Romana. L'insegna era una croce patente d'argento col monogramma della Vergine nel centro e, a tergo, il motto ._ In hoc • · Verhovsky, Generale russo. Comandante nel 1917 della guarnigione di Mosca, nell"autunno stesso anno entrò a far pane quale ministro della Guerra nel governo di Kerenski. D i idee democratiche tendenti all'estrema sinistra , poco p rima della rivoluzione di ottobre dovette dare le proprie dimissioni per le sue indecisioni nelle misure da prendersi contro il movimento bolscevico, al quale adcrl subito dopo, divenendo istruttore delle Armate rosse. Verità , Nel suo aspetto relativo ali 'arte militare in tutto il suo sviluppo, dalla politica alla tattica, dalla morale alla storia, non nella sua obbiettività ideale e teorica, la V. deve conformarsi al fine della organizzazione e dell'azione bel-

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lica (,•i ncere) . t-,;on può pertanto in modo categorico, al rari della morale teoretica, far suo il motto: « la verità innanzi tutto », ma deve, in quella vece, lasciare al tempo di ristabilirla nel suo fulgore storico a servizio elci lini più alti e definitivi della civiltà. Con questo si esclude che si debba o si possa !)aria re d'una. Verirà militare: la verit/1 ì: la \'crità; però 1·uso sociale d i essa vuole , a somiglianza di una luce troppo vi,·a. ogni cautela affinchè non rechi danno anzichè beneficio. E qui appare un'altra analogia fra verità e luce: entram be hanno Lln in sè che può ben dirsi a,soluto ; ma quando si viene alle necessità umane, che esigono le applicazioni in direzioni diverse e talora opposte, allora bisogna far ,agionc ai contrari e assoggettare l'una e l'altra alle relatività, donde ch iarori cd ombre. Strategia e tattica. ad esempio. le quali hanno a canone fondament,1k la sorpresa, bisogna che ricorrano a tucte le astuzie per scoprire la verità dell 'avversario e per nascondergli la pro• pria. Compiute le azioni, str~tegia e tattica ricercano la pretta verità in ogni parte ai fini della loro dottrina, e pel resto !"abbandonano alla storia . Anche nei riguardi della « Propaganda di guerra " • la V. i.: quale una luce mano. vrata. A stretto rigore, qui potrebbe essere meglio, forse, non parlare d i verità. Tuuavia, i l fondo della propaganda è pur sempre la verità, per quanto annebbiata o illuminata con colorazioni partigiane. Per qua nto ha tratto alla pedagogia. cioè alla educuione militare, la cosa è ben diversa: una vera solida educazione non !)UÒ ei,sere fondata che sulla verit/1 immediam e mediata delle cose attinenti a lla guerra, sia dell'ord ine tecnico, sia dell'ordine morale. Veda,i, infine, la ,·erità nei riAessi della storia militare. Se questa deve avere un significato e un fine (,< Historia magi,tra vitae ») è indispensabile la uniformità della nozione al suo oggetto: concordanza obbieuiva, dunque. rra i fotti e la loro raF'Presentazione intellettuale, in tuue le forme. Però quando si tratta delle forme pubblicitarie, verbali e scritte , è ovvio che la verità, la quale anch·essa, dopo rutto, \'UOI servire al bene, s'i.piri alla prudenza. Il connubio razionale tra verità e prudenza ha fissato precisamente la norma, cui la storia in generale si conforma, che Voltaire ha così sintetizzata : « On doit des éga rds aux vivants; on ne <loie aux morts que la ,·crité » . Ciò concorda alrrcsl e dà ragione alla millenaria esperienza identificata nel detto : « Veritas filia ttmporis " e corrobornta dall'altro : « la verità si fa strada da sè ». Infatti, col perire via via degli uomini che hanno a,'uto parte negli avvenimenti, periscono anche in gran parte le passioni t· gl'intcressi correlativi che ostacolavano la genuina rappresentazione intellettuale degli an·enimenri stessi, onde la \'erità, libera da simili pesi, risale alla luce.

Verità don Giovanni. Sacerdote, n. d i Modigliana (1807r885). Nel 1849 sal"ò Garibaldi inseguito dagli Austriaci e dai Pontifici; roi (u cappellano nell'esercito regio al 42° fanteria; dal Ricasoli fu chiamato a Torino per appianare i d issidi tra Cavour e Garibaldi. Verna (Colle della). Passo dell'Appennino Toscano che mette in d iretta comunicazione l 'alta valle dcll"Arno (Casentino) con l'alta valle del Tevere (Va! Tiberina). La rotabile si stacca a Bibbiena da quella dd Casentino, risale gli sproni occidentali di Monte Penna e giunge al valico presso il Saot uario deHa Verna a 1024 m. Indi traversa i dossi sottostanti a Monte Faggiolo e Poggio di Castelvecchio e scende a Pieve S. Stefano nell'alta Val Tiberina. Essa stabilisce cosl un allacciamento interno fra le due t ransappenniniche dei Mandrioli e del Giogo di Maggio, che sboccano nelle valli adriatiche del Savio e della Marecchia. Pur 89


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avendo importanza prevalentemente locale, può aver utile (unzione militare come via di arroccamento nelle combinazioni di manovra fra i due versanti .

delle cosie >>; cc Piacenza o 13ologna? » ; « La conferenza di Bruxelles e le piazze forti »; « Giannandrea Doria alla battaglia di Lepanto ».

. V ernet (Orazio). Pittore francese di battaglie ( 1789-1863). Fu presente alla campagna d'Algeria, e ne r itrasse molti episodi, come « L'eccidio <lei Mammalucchi", « La presa <li Costantina », ecc. - Anche suo padre, Carlo Orazio (17581835), fu pittore; trà le sue opere: « li mattino di Austerlitz » .

Veroggio Carlo. Generale, n. e m. a Genova (1864-1929) . Sottot. d 'art. nel 1883, divenne colonnello nel 1915. Comandò il 4° art . da costa e partecipò alla ~uerra contro l'Austria . ln P. A. nel 1918, fu promosso generale di brigata nel 1923 e nel 1927 passò ndla riserva.

Vernetti-Blina (Angelo). Generale <lei CC. RR., n. nd 1874. Sottot. <li fanteria nel 1894, passò nei CC. RR. nel 1900. e partecipò alla guerra del 1915- 1918. Colonnello nel 1926, comandò successivameotc le legioni di Trento e di Verona . In P. A . :1el 1932, fu promosso gen~rale di brigata dei CC. RR. nel 1934.

V eroli (an t. Vcralmn). Comune in prov. di Frosinone. Nel 496 a. C. la città, avendo parteggiato per Tarquinio il Superbo, fu presa dall'esercito repubblicano romano e distrutta. Risorta gradatamente, ottenne, nel 305 a. C., d i essere considerata libero municipio , sempre fedele a Roma . Durante la guerra Civile fra Mario e Silla, parteggiò per il primo. Nell'883 fu assed iata, presa e incendiata dai Saraceni condotti d al corsaro Manuca . Nel 1143, RcggFO il Normanno assed iò la città, ma non riuscì a prenderla. Durante la lotta fra Alessandro Ili e Federico Barbarossa, nel ~170, furono iniziate in V. trattative d i conciliazione, e nel un vi si tenne un altro convegno rra papa Onorio Il e Federico li d i Svcvia. Lad islao, re d i Napoli, ! 'assalì e la distrusse nel 1406. Nell'altura più sollevata della città si trovano i ruderi di un castello smantellato ed avanzi <li mura pelasgiche.

Verneuil (antic. Vemolium). Città della Normandia (Francia). Fortificata nel ru9 da E nrico I d'Inghilterra per proteggere i possessi inglesi d i Normandia e Bretagna. Aveva un castello con mast io, e m ura con fosso. I. Presa di Verne11il (1173). Appartiene alle guerre fra Inghilterra e Francia. Dopo un mese d'assedio la &azione Gran Borgo stipulò una propria capitolazione. Luigi VJI approfittò della circostanza per e ntrare in ci_ttà, saccheggiarla ed incendiarla. Dopo pochi giorni !ierò gli Inglesi lo àssalirono e lo scacciarono dalla città occupata. li. Battaglia di Vemeuil (1424). Appartiene alla guerra dei Cento Anni. Gli lngicsi avevano io campo un esercito agli ordini <lei duca d i Bcdford, mentre Carlo VIT di Franc ia aveva un esercit.J composto <li Fra ncesi e di n1ercenari scoz2esi, spagnuoli, e lombardi agli ordini del duca di Alençon . li d uca di Bedford aveva posto l 'assedio ad Jvry ; l'Alençon avanzò per liberarla, e presso V . si incontrò con le truppe inglesi trincerate. I Francesi attaccarono, ma i loro sforzi si infransero dopo varie ore di bat. taglia cont ro la resistenza degli arcieri inglesi protetti da solide palizzate. La cavalleria, lombarda, riuscì sul tardi a sfondare ·un tratto della linea inglese , impa<lronendosi del campo ing lese e saccheggiandolo, ma non tornò alla battaglia e i Francesi furono sconfitti con la perdita di 5coo u .: gli Inglesi ne perdettero 1600.

Ver no (Michele). Genera le, n. a Riva Valdobbia nel 1863. Sotto!. del genio nel 1889, partecipò alla guerra contro !'Austria e vi meritò una med. d 'argento, venendo promosso colonnello nel 1917. Nella riserva oel 1918, fu promosso ge11crak di brigata nel 1928. V ero (Ludo /[ure/io). Im peratore romano, m . nel 169. Nominato imperatore nel 161, fece poco dopo la guerra ai Pani. Verogg'io (l/enedet10). Generale e sc rittore militare, n . e m . a Genova (1828-1893). Soldato <lei granatieri nel i848 e luogoten. de] genio nello stesso anno, partecipò alle campagne del 1848-49 e 1859, e a Peschiera meritò la med. d'argento. Dal 1862 al 1864 comandò in 2• la Scuola d i Modena. Colonnello nel r866, nella campagna d i quell 'anno comandò il genio del lll C. d 'A . Comandante dc) regg . zappatori nel 1869 e nel 1874 <lei 2" genio, iu promosso n1agg. generale segretario gen. de) genio al rnjnistero della guerra nel 1874. Comandante del genio a Napoli nel 1876, fu promosso ten. generale addetto al comitato del genio nel 1882. Nel 1886 andò in P. A. Deputato d i Castel S. Giovanni nella Xll legislatura, rubblicò : cc Della difesa territoriale d'Italia }> ;

(< Artiglieria

e genio >);

R

Servizi mi-

litari»; cc Lo statuto e l'esercito »; cc L'obice nella difesa

Verona. Città capo!. <li prov. sull'Adige, fondata in tempi antichissimi e occupata dagli Etruschi nel V secolo a . C ., poi dai Galli Cenomani, i quali la tennero fino all'epoca della conquista romana della regione. La città doveva essere già fiorente, se ncll'89 a. C. venne eretta a municipio e fortificata, acquistando fin da· allora grande importanza , anche per la sua posizione strategica . La ciuà venne devastata dai

Goti di Alarico (401), poi da quelli di Radagaiso (405) , dagli E ruli d i Odoacre (470), dagli Ostrogoti d i Teodorico (,189). Questo 1e restaurò le fortificazioni della città e creò il castello sul colle di San Pietro. Stemma d i Verona I Bizantini, succeduti ai Goti nel dominio di Verona, trascurarono la sua importanza mii. tanto che fu facile ai Longobardi di impossessarsene (568) e di tenerla fino all a caduta del loro regno (774) . Sulla fine del secolo Xl la città si resse a libero comune, schierandosi contro Fede rico Barbarossa, fronteggiandone le forze con le anni, unendosi al le altre città italiane nella lega contro di lui. Al princip-io del secolo XIII le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini dettero inizio a un lungo periodo d i lotte intestine, e nel 225, avendo eletto podestà Ezzelino da Romano, questi, appoggiato dall' imperatore, se ne fece padrone , destando l 'odio delle popolazioni ma rtoriate, che si ribellarono sconfiggendolo a Cassa no, dove lasciò la vira. Gli. succedette Mastino della S-,ala; durante la signoria scaligera lavoraro no alle fortificazioni della città Giacomo da Gozo e Giovanni da Ferrara . Tale signoria terminava nel 1390, q uando Galeazzo Visconti r iusciva a rendersi padrone della città, tenendola fino al principio del secolo seguente; allora passò spontaneamente alla repubblica d i Venezia, della quale seguì le sorti. A V . hanno sede il I V corpo d'armata e la sua 9~ d ivisione. L a città è fregiata della croce al merito di guerra, per la cainp:agna r915-18. I

Fortifica"7::i oni di Verona. Sul principio del secolo XIX esse consistevano dell"antica cinta scaligera, rafforzata dal


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castello S. Felice, sulla sr. dell'Adige e dalla cinta bastionata del Sanmicheli, in parte sulla dr. e in parte sulla sr. del fiume; e quali opere addizionali vi erano i l Vaste] Vecchio ed il Castel S. Pietro a guardia dei due ponti principali posti nell'interno della città. G li Austriaci, memori della camp~gna di Napoleone del 1796-97, che avrebbe avuto ben altro esito se Verona fosse stata meglio fonificata , vollero fare di questa piazza il baluardo principale contro una possibi le invasione del Veneto da occidente, ossia dalla parte della Lombardia. Nel .1833 essi cominciarono a migliorarne la cinta bastionata esistente; restaurarono il Castel S. Felice, facendolo molto p iù forte d i quel che rrima non fosse, cd eressero, su lla sr. dell'Adige, .l e due opere esterne Gazometro e Biondella, nonchi: un 'opera a tenaglia per coprire il ponte di Castel Vecch io, opera che fu demolita quando, nel 1854, si d iede mano alla cost ruzione dell'Ars~nale. lJ1 seguito, dal 1835 al 1841, nel 1848, nel 1850, nel 1860-61, nel 1866, g li Austriaci rafforzano V. costruendovi una doppia linea di forti staccati in pianura, piuttosto piccoli e di tipo svariato, nonchè alcuni altri forti e torri d i muratura in collina, trasformandola cosl in campo trincerato. La distanza della linea più imcrna dei forti dalla cinta variò da 400 a 1800 m. e quella fra le due linee di forti da 700 a 1800 m . Gli intervalli tra i forti della linea interna erano in media di 800 m . e quell i dei forti della linea esterna varianti da 900 a 3500 m. l forti erano tutti d i carattere permanente con molte casamatrc offensive; fa. cevano soltanto eccczioue i due di Cà-Vecchia e Cà-Bellina, cost ruiti E" ])o,,Jobaono in gran fretta con carattere provvisorio durante la campagna del r866. La piazza forte di V. cosl organizza ta giovò molto all'esercito austriaco nel 1859, dopo la sconfitta d i Solferino, poichè esso vi trovò rifugio; e certamente la difficoltà di intraprendere un assedio contro di. essa non dovette essere l'ultima delle cause che in<lussero Napoleone III a concliiudere il trattato di Villafranca. ColI 'annessione del Lombardo-Veneto al regno d'Italia, la piazza d i Verona perdette gran parte d el suo valore. Però nei p rimi anni del secolo attuale essa Ycnne r imessa in valore per resistere ad un attacco proveniente dal Tremino, con l'aggiunta <li opere in cupole corazzate collocate sulle alture a nord della città. Molte delle opere della piazza d i Verona (Monticelli, Corno, Panarotta, Dossaccio, Someda, Belvedere, Luserna, Vezzena, Possacchio, Busa Grande, e varie altre), sono state radiate nel r927 dal novero delle fortificazioni del Regno.

r. Battaglia di Verona (249 d . C.) . Appartiene al periodo del la seconda anarchia m ilitare dell'imrero romano e fu combattuta tra l'imperatore M. Giulio Filippo e il coman dante delle legioni della Mesia e della Pannonia, Decio Traiano. II primo ebbe la peggio e vi trovò la morte; suo figlio, rimasto in Roma, fu ucciso dalle g uar<lie pretoriane. Il. Assedio e battaglia di Verona (312) . Appartengono alla guerra fra gli imperatori Costantino e Massenzio, il primo dei quali investì la piazza, d ifesa da Ruricio Pompeiano, che era il miglior generale di Massenzio. Solo

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quando in una m icidiale battaglia notturna, determinata da una sortita degli assediati, rimase ucc_iso Ruricio, le milizie di Massenzio poterono essere ricacciate nella città. li presidìo si arrese dopo la caduta di Aquileia; i cittadini ebbero salva la vita, ma subirono il saccheggio. III. Battaglia di Verona (489). Appartiene alla guerra fra gli Ostrogoti., condotti dal loro re Teodorico, e gli Eruli, condoni da Odoacre. Quest'ultimo rimase sconfitto con grande strage de' suoi, e Teodorico . 1xnctrò nella ciuà impadronendosene. (Per la battaglia del '. 403, V. Adige). IV. Assedio di Verona (774-75). Appartiene alla guerra tra Franchi e Longobardi, e fu posto dai primi agli ordini di Carlo Magno, sulla fine dell'anno. La città era d ifesa da Adelchi, figlio d i Desiderio, il quale resistette fìnchè fu caduta Pavia: allora fuggì nottetempo da V ., eh.e venne occupata dai Franchi, e si rifugiò a Costant inopol i.

Scala

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La piaiznforte di Verona (s·e colo XIX)

V. Dieta di Verona (6 dicembre 1021). Fu convocata da Enrico II e vi parteciparono l'arcivescovo Ariberto di Milano, il patriarca d 'Aquileia, il ma rchese d'Este, il marchese di Canossa e il vescovo Leone di Vercelli, VI. Lega Veronese (1164). Conclusa a V. fra guesta, Vicenza, Padova, Treviso, e poi anche Venezia e papa Alessandro III, contro l'imperatore. Segretamente sostenuta anche dall 'i mperatore d'Oriente, nel dicembre del 1167 si unl con la Lega Lombarda, formando la Lega della Lombard ia e della Ma rca , cui in seguito aded anche quella della Romagna .

VJJ. Trattato di Verona (28 agono 1207). Fu concluso da Azzo d'Este e dal conte d i San Bonifacio coi Mantovani, ai quali i primi due pomcttono di risarcire ogni danno: si impegnano inoltre a far rivedere i patti della pace t lel 120 2 , che V. vitt?riosa aveva imposto. Vlll. Attacco di Verona ( 1404) . Fu operato da Francesco da Carrara, la sera <lei 7 aprile, per mezzo d i scalata improvvisa, che gli diede subito nelle mani la città, Ugolotto 13ia ncardo e Bartolomeo eia Gonzaga; comandami della guarnigione viscontea, si chius.ero nella cittadella, che venne investita e resistette sino al 27.


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IX. Assedio di l'erona (1405). Fu posto <lai Veneziani condotti da Iacopo dal Verme e Francesco Gonzaga. La città ·apparteneva ai Carrara, ma gli abit anti, stretti dall a fame, tumultuarono e il 22 giugno li costrinsero ad uscire, trattando con Gabriele Eme,, provveditore di Venezia, e consegnandogli V. che inalberò lo stendardo d i Sao Marco. X. As,-alto di Verona (1439). Appartiene alla guerra fra Milano e Venezia. U n esercito m ilanese, guidato dal Piccinino e dal Gonzaga, la notte del 16 novembre arrivò inaspettato sotto Ìe mura dalla parte d i San Zeno, e le scalò senza inciampo invadendo la città, che non fece resistenza, mentre la g uarnigione si chiuse coi provveditori nel castello. Ma Francesco Sforza, generale allora al servizio di Ve. nezia, accorse prontamente da Tenno e. appoggiato dalla guarnigione venez~ana penetrò in V . e dopo breve combatt imento ne cacciò i Milanesi (19-20 novembre) catturando loro 2000 uom ini.

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:·onesi credettero giunto il momento favorevole rer liberarsi dall"oppressione francese, e i l lunedì di Pasqua 17 aprile r797 se.o ppiò una fiera sollevazione, col massacro dei Francesi che non riuscirono a chiudersi nel castello. Da questo si aprl i l fuoco contro la città per opera del gen. Balland. Per ordine del Buonaparte, che si t rovava a Leoben, le truppe d isponibili furono avviate a V., che dovette sottomettersi : i più cospicui cittadini veronesi e veneziani, capi della rivolta, vennero mandati al patibo lo, ogni emblema della Repubblica veneta abbattuto, il Mo nte cli Pietà e gli ori delle chiese carpiti; un cont ributo forzoso imposto ai cittadini ; la città svaligiate. e derubata in ogni modo. (Per la battaglia del 1799, V. Adige) . XlJI. Comba11imenti pre;so Verona (1805). Appartengono alle guerre dell'Impero Francese, campagna contro l' Austria. Mentre !"imperatore eseguiva la manovra di Ulma , il gen. Masscna, comandante delle forze franco italiane, aveva occupato V., di cui restavano agli Austriaci cieli 'arciduca Carlo i sobborghi della riva sr. col castello di San Felice. Gli Austriaci avevano sbarrato il ponte con un muro. Il 18 ottobre il muro venne fotto saltare e i prim i artiglieri e voltegg iatori si azz uffarono con i difensori del ponte, seguiti dai bgl. della divis. Garclanne. La lotta si svolse accanita sull a riva sr. fino a sera, senza altro risulrato che quello cli permettere ai Francesi di formare u na test a di ponte su tale riva. Il 29 essi r ipresero I·attacco, e occuparono le posizioni aust riache dopo breve lotta, mentre l"arcicluca concentrava le sue forze a Caldiero.

XIV. Trattato di Verona (19 no• vembrc "822). Convenzione fra Austria , Russia, Prussia e Francia, per determinare i casi nei quali quest"ultima potrà i ncominciare la guerra contro i Costituzionali spagnuoli. L'Austria, agendo in nome della La cinta fortificata di Verona (secolo XIX) Santa Alleanza, aveva rovesciato i governi costituzionali cli Napoli e Xi. Assedio di Verona (1516). Appartiene alla guerra del Piemonte ; ora le quattro potenze (l'Inghilterra prodella Lega di Cambrai. Marca ntonio Colonna, generale pontestò contro il disegnato inter vento) convennero di rivolgere tificio e imperiale, <lifendeva la città, con 6000 fanti tecontemporaneamente ai loro rappresentanti i n Ispagna un desch i, r500 Spagnuoli, 3000 cavalleggeri, 3000 Svizzeri. « u ltirnatutn .» , chiedendo l 'in1n1ed iata restituzione a Fer~ Il Lautrec, con truppe· francesi e veneziane, devastate le dinanclo VII della sua autorità. La decisione ciel r9 nocampagne veronesi, investl il 20 agosto la città, battendola vembre conchiudc l unghe discussioni, iniziatesi nell'ottobre, con le artiglierie: Il Colonna si difese energicamente, r ipapresenti anche i re di Sardegna e di Napo li e molti prinrando i danni i;roclotti dal fuoco nemico, eseguendo numecipi sovrani , fra i quali il duca d i .Modena. Nello stesso rose sortite, respingendo reiterati assalti. A metà ottobre, Congresso la Santa Alleanza decise inoltre di d isinteressprsi l 'arrivo cli un corpo tedesco, che espugnò le Chiuse dove della r ivoluzione della Grecia, nazione cristiana in lotta un p residio veneziano venne fatto a pezzi, mise itl fuga contro il T urco, ma altrcsì nazione ribelle contro i l suo gli assedianti. Marcantonio Colonna uscì dalla città nel sovra no , e d i disinteressarsi delle colonie americane ribelli gennaio 1517, dopo la conclusione della pace, e V. cornò all a Spagna. a far parte dello Stato veneziano. Verona.. Brigata d i fanteria di linea , costituita nel 1884 Xli. Le Pasque Veronesi (1797). Verona fu occupata senza coi regg. 85° e 86°. Presero parte alle seguenti campagne : contrasto dalle truppe della d ivis. Massena il 3 giugno 1796. 1887, 1895.96; 19u-12: entrambi i regg. meritarono la med. Ripresa dalle truppe del W iirmser nel luglio, fu attaccata d'argento nel terremoto Calabro-Siculo del 1908. Durante dalla divis. Sérurier il 7 agosto; le porte vennero sfondate la guerra Italo-austriaca (1915-1918), per la quale la bricol can none, mentre la guarnigione austriaca riusciva a fuggata costitul il comando d ella brigata Trarani ed i regg. gire, abbandonando la · città ai Francesi. Quando questi fu. 143°, 144° (poi 150""), 232° e 248°, operò inizialmente nel 1915 contro i l M. S. Michele. Destinata io Alban ia si imrono jmpegnati oltr'Alpe, nella lotta con l'Austria, i Ve-


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barcò a Taranto; durante la traversara fu silurato il pirosul Piave per la nostra offensiva finale , passò il fiume a scafo « Re Umberto » sul quale era imbarcato un bgl. delMolinello occupando Settolo Basso ed inseguendo il nemico fino a Marziai . Per la sua condotta in guerra meritò, oltre l '860 che subì alcune perdite. Nel novembre 1915 fu dest inata lungo la Voiussa e nèl mat zo 1916 occupò p osizioni alle citazioni sui bollettini di guerra del Comando Supremo sui monti vicini. Rimandata in Italia il 22 maggio seguente, fu schierata in Vallarsa e combauè più tardi al Pasubio. Trasferita nel marzo 1917 in Val Lagari:rn , fu destinata poi sull'Isonzo, o ve trovavasj. allo sterrarsi dell 'offensiva austro-tedesca dell '3utunno 1917. R ipiegò allora combattendo ed i l 3 novembre passò il Piave. Nel dicembre 1917 fu destinata sull'altopiano di Asiago e coinvolta io una violenta offensiva austriaca contro Col del Rosso che le inflisse gr aviss ime perdite, tauto che la brigata fu sciolta a Marostica il 25 d icembre 1917. Ricostituita il 1° giugno 1918 in Albania con alcuni reparti d i milizia territoriale che poi sostituì con clen1cnti più giovani,' fu d islocata a nord di Va~ lona e concorse ~lk operazioni per la conquista di Fier i. Assunta roi la d ifesa della fronte Nord del campo trinceMedaglia del battaglione alpini Verona rato d i Valona, vi restò fino al 10 ottobre, allorchè si portò · sulla sr. del Semeni e passò lo Skumbi ove trovavasi alla n . 903 e 1272, la med. d'argento. Nel 1921 passò dal 6° cessazione delle ostilit/i . L a sua condotta in guerra la rese al1' 8° rcgg. e nel 1926 fu nuovamente assegnato al 6°. Le meritevole del la mcd. d 'argento. sue perdite in guerra ammontarono a ufficiali morti 20, feNel 1926 i l comando della Verona e 1' 86• furono sciolù riti 68, dispersi 34; u. d i truppa m . 248, f. 1114, d . 772. e 1'85° passò a far parte <!ella 2Sa brigata di fanteria. Festa dei regg. il 2 luglio : anniversario del com battimento Verrès. Comune in prov . di Aosta, sulla sr., della Dora, d i M . Pasubio . (1916). Motti dei regg.: per 1'85° « Fortiter allo sbocco della valle di Challan t, sull'Evançon. Città dei pugnare »; per l '86• « Generosi e forti » . Colore delle moSalassi, chiamata dai Romani Vitricùnn, appartenne a lungo strine : fondo bleu con due strisce gialle ai margini nel alla famiglia di Cballant, di cui Iblcto fece costrnire nel senso orizzonrale. Suoi comandant~ jn g uerra furono : magg . r380 il castello sopra un poggio, e Renato, nel 1536, fece aggiungere opere esterne di difesa armate d i cannoni. Dopo gen. Caputo (19r5); magg. gen . Giova (19r5); m agg . gen. Roversi (1915-16-17); col. brigad iere Gaggia (19r 7); magg. la morte di Renato, nel 1565, il castello passò ai Savoia. Il castello ha la forma di un d ado gigantesco, d i trenta metri di lato. Non un rilievo rompe la correttezza severa del suo aSJ-'<:ltO, non masùo elevantesi nel mezzo, non torri agli angoli . Le sue mura hanno una grossezza pressochè doppia d i quella usata nelle difese dell'epoca. Il castello, nella sua serrata unità, è più formidabile d i q uanto non appa iano le fortc~ze granitiche dei secoli XVII e XVIII, con la moltitudine <li opere esterne, e si afferma come uno dei più r iusciti modelli dell'arch itettura mii. di tutti i tempi. In esso, pr ima ancora che nelle r ocche e nelle cinte murate della secooda m età d el secolo XV, è <lato di scoprire i cararteri de] trapasso dalla fortificazione medioevale alla moderna. Nel 166r, il castello fu disarmato, abbandonato e tllttO il materiale trasportato nel forte di Bard. I\lledagha dell'86° regg. fanteria

gen . Polvcr (19 r7); magg. gen . Sirombo (1917); brig . gen. Pavia (1918); col. Vanzetti (19r 8); col. Castellano (r9t8). Le s.ue perdite in g uer ra ammontarono a ufliciali morti 99, feriti 212, dispersi 123; u. d i tru1>pa m .. 1859, f. 7477, d ispersi 391 2 .

Verona. Battaglione alpini costituito nel 1886, allorchè assunse ta l nome i1 battaglione Monte Lessini creato nel 1885. Appartiene al 6~ regg. alpini ed h a le Cf. 56a, 57• e 58•. Partecipò alla guerra Italo-turca, meritando una. med . d ·argento ad Ettangi. Durante la g uerra ltalo-austriaca, per la quale costitul le cp . 73a e 92", operò nel 1915 in val 1.agari na. N el giugno 1916, dopo aver ceduta la 92~ cp. al bgl . Monte Baldo d i nuova formazione, fu trasferito sugli Altip iani e partecipò alla battaglia dell' Onigara. Duran te l'offensiva aust ro-tedesca clell 'otto bre-novem brc 1917, ripiegò opponendo al nemico accanite resistenze. Fu poi in val Brenta, su l Grappa e sugli Altip iani fino a che, richiamato

V er retta (o Verretto). Così era chiamato una specie di dardo, che aveva generalmen te la punta ottusa e tonda. E ra lanciato tanto a m ano quanto con balestra . Verrettone si ch iamava la g rossa verrctta, sem pre lanciata per mezzo della balestra. Oel lo stesso genere era i l Verruto, sul ,ipc, però dello schidione; era anch 'esso lanciato con balestra. Verr i (Amonio). Generale, n . nel 1839. Sottot. del genio nel 1861, partecipò alla Vcrrettoni campagna del 1866. Colonnello nel r 895, fu direttore del genio a Tarnnto e nel 1898 fu collocato_ in P . A . Nella riserva divenne rnagg . generale nel r905 e tcn. generale nel 1913. Verri Pietro. Medaglia d 'oro, o. a P avia, cad uto in Libia (1868-r9n). Si arruolò volontario nel 36° fanteria, e divenne p resto sergente e poi sottot. passando al ,60 regg .


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Partecipò alla campagna eritrea del 1895-96, e d a tenente alla spedizione in Cina, nella quale guadagnò una me<l. d'argento. Capitano a scdta per meriti eccezionali, passò al 4° fanteria nel r9or e frequentò la Scuola d i guerra, uscendo 1° da I corso. Meri tè: un enc0111io solenne a Genova .

d ura nte uno sciopero generale. Tornato in Eritrea vi eseguì mansioni per conto dell 'lstituto Geografico Mili:are . Sbarcato a Tripoli col primo scaglione, trovò gloriosa morte, come è ricordato nella motivazione della med. d 'oro conferita alla sua memoria: « Sempre primo ad accorrere alle trincee durante l ri-

petuti attacchi notturni dall 'd Verri Pietro al 26 ottobre 191 r, dirigendo ed incuorando con calma e coraggio straordinari marinai e soldati. La mattina del 26 ottobre, mentre partecipava animosamemc al contrattacco con un manipolo di ma rinai, cadeva morto, colpito alla tesca ed al petto, esempio mirabile di eroico ardimento ». (I-:lenni, 8-26 ottobre 1911). Verri Carlo. Genera le, fratello d i Pietro, n. a Milano nel 187<). Sottot. <li fanteria nel 1896, partecipò alla guerra contro l'Austria, meritò la med . d 'argento sul S. Michele, rimase ferito e m utilato e fu promosso colon nello nel 1918. Dopo la guerra fu capo della delegazione trasporti a Firenze e poi comandò 1'84° fanteria. In P. A. nel 1928 e riassunto in servizio quale invalido di guerra, fu addetto a l ministero delle C(lmunicaz ioni, Nel 1933 venne promosso generale d i brigata nella riserva.

Verrua-Savoia, Comune in prov. di Torino, sulla dr. del Po, d i fronte a Crescentino . Venne fortificato il colle sovrastan te fin da antichi tempi. La famiglia degli Avogadro vi ebbe nel XII secolo un castello, che subl nel i:248 un a ssed io per r arte di Federico Barbarossa. Il castello fu poi

ceduto dal Barbarossa al marchese Bonifacio d i Monferrato. ([ comune d i V . nel 1357 si assoggettò al duca di Savoia Amedeo VI , Nel 1552 i Francesi, scesi in Italia, si impossessarono· della rocca di V ., malgrado la strenua d ifesa d i 200 soldati del duca. t--:cl 1648 venne occupata <lagli Spagnuoli: un tentativo fatto l'anno stesso dal p rincipe Tommaso d i Savoia per rip renderla di viva forza , non riuscì:

I. Assedio di Verrua (1625). Appartiene alle guerre di p redomin io straniero in Italia e fu posto dalle forze spag nuole, agli ordin i del duca d i Cordova il I l agosto . Carlo Emanuele era r iuscito a stabili rv; un presidio di 1200 u. agli ordini del marchese di S. Rcran cd un abile ingegnere ; aveva poi costruito un ponte sul Po garantito da due teste di ponte, cd egli stesso si era stabilito a Crescentino, da dove 1:-oteva inviare forze in aiuto dei d ifensori d i V . Gli Spagnuoli si sforzarono in ogni modo d i venire in possesso d i V. contrastati da i Piemontesi. La difesa fu eroica. Le operazioni di assed io subirono alterne vicende d i successi ed insuccessi, finchè le forze si equilibrarono; ma il 1 7 n,ovembre giunse il maresc. di Les<li guières con 700 0 u. con i quali attaccò gli assedianti immediatamente impadronendosi delle opere d'assedio, anni e bagagli. Un tentativo di contrattacco spaguuolo non riuscì e nella notte sul 18 novembre gli Spagnuoli abbandonarono l'assedio, r ipiegando su Milano. La memorabile resistenza e ra durata novantotto giorni. Il. dssedio di Verrna (1704-05). Appartiene alla guerra per la Successione di Spagna, e fu posto dai Gallo.Ispani del duca di Vendòme, con 46 bgl. e 47 sqdr. cbe durante l 'assedio aumentarono r ispettivamente a 6o e 63. Il duca Vittor io Amedeo II d i Savoia affidò la difesa della fortezza al governatore La Roche d' Alk ry rimasto ferito e sostituito d al col. Fresen oel gennaio 1705; il presidio era misto di Piemontesi (col Blagnac) e Imperiali (col. Regal). Il 14 ottobre la fortezza era investita, ma solamente il 7 novem bre fu aF"'rta la tr incea e iniziato il piazzamento delle artiglierie. Per p rima cosa il Vendome attaccò la posizione fortificata d i Carbignano , cost ringendo Vittorio Amedeo a ri parare a Cre.scentino. Poi i niziò l 'artacco alla fortezza. I difensori

Le fortificazioni della Verrua (secolo XVII)


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eseguirono sortite e fecero brillare m ine, battendosi eroicamente fino all'ultimo. li 26 d icembre truppe imperiali e ducali arraccarono le posizioni nemiche, mentre il col. Regal esegu iva una vigorosa sortita, occupando la prima e la seconda trincea de!l 'asscdiante, d istruggendo pezzi e devastando opere. Frattanto il Ven<lome raccoglicv.a le sue forze e fronteggiava i vari att~cchi, riuscendo a respingerli . l\-1a l'energ ica d ifesa della fortezza impediva progressi all'assediante, che nel febbraio 1705 fece arriva re rinforzi d 'artiglieria e l'lng. Lap3ra a dirigere i lavori. Questi fece assa~ lire un forte che custodiva il passo del Po presso Crescentino, mediante il quale Vittorio A medeo rifornjva la fortezza . Il forte, assalito di sorpresa , fu preso in pochi minuti. I rù1forzi inviati. dal gen. Starhemberg non riuscirono a r iprendere la posiz ione. Così la fortezza ebbe imped ita ogni comunicai.ione, tanto più che il La?ara provvide a costruire una robusta li nea di circonvallazione . Ciò dete r~

m inò la resa della guarnigione (8 ap rile) ridotta a 1250 ,,. validi e 270 malati e feriti. I Gallo-Ispani avevano perduto sotto le mura d i V. 6 generali, 547 ufficiali, 30 ingegneri, r2 .ooo soldati. 200.000 proietti pieni e 50.000 bombe erano state lanciate contro la fonezza riducendola in rovina .

Versa. Villaggio sulla sr. del Torre. Comba11imento di Versa (26 luglio 1866). Appartiene alla seconda guerra per l'Unità d'Italia. Il colonnello austriaco Torok guardava i passaggi <lei Torre a V. con due bgl., due sqdr. e 2 cannoni. I l gen . La Forest ebbe ordi ne d i raggiungere la zona Gorizia~Gradisca con le forze ai -suoi ordini (una brigata fa nteria, sei bgl. bersaglieri, due regg. cavalleria, tre batterie). Egli diede l 'incarico al colonnello ,Brunetta d'Usseaux d i muovere da Trivignano ed occupare V. il 26 con quattro bgl. bersaglieri, d ue btr. e il regg. 'lancieri di Firenze : men tre il rcgg . cavalleria Monferrato avrebbe guadato il Torre !"iù a monte. 1-a stessa mattina del 26 il colonnello T orok eseguì una ricognizione su Palnrnnova, lasciando un d istaccamento a guardia del ponte.

Fra le due colonne .si svolsero alcuni combattimenti alquanto slegati, d~ta la improvvisità dell' incontro e la sua breve durata; sulla strada le truppe austriache vennero assal ite dai bersaglieri e dal regg. Fi renze : sul ponte di V. un bgl. bersaglieri si trovò fra le t ruppe austriache che lo d ikndevano e quelle che si r itiravano da Palmanova; a V. si accese un combattimento fra gli Austriaci, due bgl. bersagl ieri che avevano guadato il Torre ed il regg . Monferrato : i bersaglieri occuparono V . Si stava per sfruttare il successo, quando un parlamentario austriaco portò la notiz ia della tregua conclusasi il 24 luglio fra i comandanti dei due eserciti. Ne l combattimento gli Austriaci perdettero 164 u . e gli italiani 66.

Versace (Agostino). Generale, n. a !lag nar, Calabra nel 1865. Sottot. di fa nteria nel 1884, partecipò alle campagne <l'Eritrea dd 1895-9j e meritò ad Adua la med. d i bronzo. Partecipò alla guerra Libica, e, colonnello nel 1921 , a quella contro l'Austria al comando del j9° fanteria, guadagnandovi una seconda med . d i bronzo e una d'argento. Brigadiere generale nel 1918, andò in P. A. S. nel 1920. Nel 1923 assunse il grado di generale di brigata e nel 1930 passò nel la r iserv.i . Versa illes. Città della Francia, nel d ip. Seine-et.Oisc, a 17 Km, da Parigi. Nel 1870 i Prussiani vi stabilirono il loro quartiere generale, durante l'assedio d i Psrigi: I. Trattato di Versailles (25 arrile 1675). Tra Francia e Svezia, a rinnovazione del! 'alleanza <lei 1672 : la prima

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garantisce alla seconda il possesso di Brema e le paga un sussidio per la partecipazione alla guerra d'Olanda . II. Trattalo di Versailles (8 d icembre 1678). In forma segreta, tra Francia e Mantova, il cui duca o ttiene il t..'.O·

mando delle forze francesi in Italia, permettendo loro di tenere guarnigione in Casale. Spagna ed Austria, venute a conoscenza del trattato, ne imped irono la ratifica : tuttavia Luigi XIV occupò ugualmente Casale, in base al trattato · d i Mamova d i tre anni dopo, III. Tmttalo di· Versailles (rz febbraio 1685). Pace tra Francia e Genova; quest'ultima d eve mandare il doge e quattro senatori a impetrarla umilmente: essa licenzia la guarnigionè spagnuola e riduce la propria flotta; paga inoltre le spese del bombardamento della città, oFcrato dalla flotta francese l 'anno precedente . IV. T,·aitato di Versailles (9 marzo 1701) . Allean za tra r-rancia e Baviera. Quest'u ltima entra nell'orbita della Fran. eia, nel la guerra per la Success:one d i Spagna, ed ottiene garanzie per l' integrità del proprio territorio .

V. Tnltlato di Versailles (3 aprile 1715). Alleanza tra Françia e Svezia, a garanzia , eciproca dei rispettivi Stat i; la prima s'impcgn,i ad agire perchè la seconda r iabo ia i F'◊sse:;si che aveva in Germania. V!. 1',·attato di Versailles (fine agosto 1722). « A tto <li garanzia » , per il quale Inghilterra e Francia, dichiarando d i « avere avuto jl consenso deila Corte di Madrid », garantiscono a Vittorio Amedeo Il il possesso d ella Sardegna. VII. Trattato di Versailles (18 sette mbre 1735). Alleanz.a tra Francia e partigiani del re Stanislao di Polonia. VIII. Trattato di Versailles (16 maggio 1738) . Alleanza tra Francia e Baviera: conferma del trattato del 1727. IX. Trattato di Versailles (13 gennaio 1739). In form a segreta, tra Fra11cia e Austria . La prima "'' impegna ad impedire che la Prussia possa ottenere i ducati di Juliers e d i Bergues , e riconosce la Prammatica San,;ione . X. Trattato di VersaiÌ/es (S giugno r 744). Alleanza tra Prancia e Prussia, apparrenentc alla guerra per la Successione d'Austria . La Prussia attaccherà verso la Boemia, per alleggerire la pressione degli eserciti austriaci, entrati in Bav iera e in Alsazia. Guadagni territoriali sono previsti per la Francia nelle Fiandre, per la Prussia nella Boemia. XI. Trattato di Versailles (r 0 m aggio 1756). Convenzione d i neutralità t ra Francia e Austria. La prima si impegna a non invadere i Paesi Bassi austriaci; la seconda a restar neutrale nel conflitto tra Francia e Ingh ilterra rcr le colonie -d el Nord-Amc1ica . Xli. T.-attato di Versai/Ics ( 1<> maggio 1756). Alleanza d ifensiva tra Francia e Austria. Garanzia reciproca dei rispettivi territor i, eccetto quanto r iguarda il conflitto anglo. francese di cui precedentemente. Il 31 dicembre, col trattJto di Pietroburgo, accederte al presente anche la Russia. XIII. Trattato di Versailles (1-0 maggio 1757). Tr a Prancia e Austria , contro la Prussia di Federico Il. La p rima terrà in arm i un esercito e sussiàierà l 'Austria, finchè que-

sta non abbia r iavuto la Slesia. li trattato prevede passaggio all 'Austria di territori da togliersi alla Prussia, e contemporanei acquisti da parte della Francia nei Paesi Bassi austriaci.

XIV. Trattato di Versailles (30 d icembre 1758). Alleanza offensiva e d ifensiva tra Francia e Austria . Si confermano i


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precedenti trattati contro la Prussia, e altrcsì q uello di Westfalia . La Russia e la Svezia accedettero a questo trattato, rispettivamente il 7 marzo e il 17 settembre 176o. XV. Trattato di Versailles (30 dicembre 1758). In forma segreta, tra Francia e Austria . Si annulla il trattato del , 0 maggio 1757; con ciò la Francia si scioglie dall'impegno relati vo alla Slesia. XV!. Trattato di Versailles (30 aprile 1759). Tra Francia cd elettore Palatino: quest"uhimo arma un corpo di 10.000 uom ini a spese della pr ima, nella guerra contro la Prus,ia. XVI!. Tra/lato di Versailles (15 maggio 1768). Tra Francia e Genova, relativamente alla Corsica. Le forze francesi procederanno all 'occurazio nc dell'isola, tenendola « finchè la repubblica genovese non ne chiederà la restituzione, pagando alla Francia le spese sostenute » . La Francia restituirà Capraia a Genova entro il l i i i e le garantirà lo Stato di terraferma. - Questo trattato nascondeva t ra le pieghe di formule elastiche una céssione reale, che non si volle far palese per evitare iotcn•enti inglc~, o austriaci. XV lll . Trattato di Versailles (6 febbraio !i78). Allea111,a tra Francia e Stati Uniti <l ' America, in loua per liberarsi

dal dominio inglese: la Francia im·ia in loro aiuto un corpo di volontari, guidati dal Lafayeuc . XIX. Tratt,110 di Versailles (3 settembre 1783). P ace tra Francia e Jnghiltcrra, preceduta da prdiminari firmati pure a V. il 20 gennaio. L'Inghilterra tiene per sè Terranova, restituendo Saint-Picrre e Miquelon alla Francia, e restituendole altrrsi Tobago . Sa nta Lucia, il Senega l, Pondichéry. La Francia restituisce alla contraente le isole di Granada, San Vincenzo, Dominica, San Cristoforo.

XX. Trattato di Versailles (3 settembre 1783). P ace tr:t Inghilterra e Spagna. Qucst"ulùma ricupera la Florida e Minorca, restituendo all'altra le isole Bahamas e della Provvidenza . XXI. Trattato di Versailles (1° luglio 1784). Tra Francia e Svezia: la prima ottiene diritto <l"emrorio a Gottemburg e cede all' altra !"isola <li San Bar tolomeo nelle Indie Occidenta li. XXI!. Trattato di Verraìlles (19 luglio 1784). In forma segreta, cm Francià e Svezia, s garanzia dei rispettivi Stati, per la durata d i ci nque anni. ( Per il trattato del 1;85, V. Fonrai11eblea11). XX III. Trattato di Versailles (27 febbraio 187.1). Pre liminari della pace a chiusura della g ue rra Franco-Germanica, conclusa a Francoforte sul Meno il ro maggio. XXJV. Armata di Versailles . Armata repu bblicana francese, organizzata i l 27 marzo 1871, al comando del gen. Vinoy, su 7 divis. d i fanteria, pi11 una di riserva, e 3 di\"is. di cavalleria, pi1, una (Guardia repubblicana) <li riserva. li 6 aprile passò al comando del maresc. M ac Mahoo e risultò composta d i 5 corpi d "armata di d ue o tre divis. ciascuno, più un ·armata di riserva. Venne sciolta il 29 settembre l 873. Combattè comro la Comune d i Parigi dal 2 aprile :ti 28 maggio, finchè si impadronì della città soffocando il m m·ime•lto comunista. XXV . Consiglio Supremo di Guerra di Versailles. Ebbe le sue origini ufficiali dall'esito del Conveg no di Rapallo del novembre 1917 e rarpre,eotò il primo passo verso il Comando unico delle truppe alleate e deirassociato durante la guerra Mondiale, comando un i.:o poi con,cguiro a Doul. lens. l 1 Consiglio fu cost ituito quale e le memo coord inatore

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nel tempo e nello spazio degli sforzi dell 'I ntesa, di fronte alle non poche disavvenrure fin 'allora incontrate per difetto di coordinazione. Lo formarono i Primi Ministri degli Stati belligeranti, assistiti da un « Comitato Militare ", che risultò a sua volta composto dei generali F och per la Franci~, Cadoma per l'Italia e Wilson per l'Inghilterra. Con apposite dichiarazioni ufficiali, il Consiglio s'impegnò a non conchiudere nè armistizi, nè pace, se non in base ai 14 punti di Wilson : di qui l'importanza rolitica di questo nU0\'O consesso di guerra, che perdette però molto della sua importanza m ilitare aU 'atto della costituzione del Comando unico, e serbò solo funzioni politiche. XXVI . Dicl,iara:::ione di Versailles (3 giugno 19t8). Riconosce l'~sistc nza del popolo pol.1cco col suo d iritto allo Stato 11azionale indipendente nei limiti della propria sede etnica europea e col diritto ad un libero accesso al mare . Donde la creazione d el corridoio polacco, come da trattato di pace omonimo del giugno 1919; corridoio fonte, in seguito, di non poche pr~occupazioni e difficolL'I di rolitica europea.

XXV!l. Trattmo di Versailles (28 g iugno 1919). Pace stipulata fra la Germania, gli Alleati e lo Stato Associaro alla fine della guerra Mondiale 1914-1918. Deriva dalle discussioni svoltesi a Parigi nella conferenza per la pace, e venne firmato nel castello omonimo. La Germania accettò: di cedere al Belgio i territori dei Moresnet, di Eupen e <li Malmédy; di restituire alla Francia le provincie dell"Alsazia e della Lorena; di costituire il \Crritorio del bacino della Saar in territorio autonomo, da governarsi da apposita commissione sino al 1935, epoca nella q uale un rJcbiscito deciderà delle sorti di questo paese tr:t Francia e Germania ; d i riconoscere .l 'indipendenza della Ceco-Slovacchia , :tlla · quale cedeva una pane della Slesia; di riconoscere la risona Polonia, consentendo cbe questa potesse comunicare liberamente col mare a Danzica, mediante un corridoio attraverso la Prussia Orientale; d i cedere il territorio di Mcmcl alle Potenze vincitrici, territorio che, nel 1922, fu occupato dalla Lituania; <li costituire Danzica in città lihera; di de. mo lirc le fortificazioni nell'isola di I-lelgoland ; di rinunciare a favore del!' Jmesa ai suoi diritti su tutte le colonie di oltremare; di disarmare e smantellare le fortezze esistenti nel territorio te<lesco compreso dal confine sino a 50 Km . ad est del Reno; di ridurre le forze m ilitari a 7 divis. di fanteria e 3 di ca,allcria con un massimo di 100.000 uomini sotto le armi da ingaggiarsi professionalmente; d i ridurre la

flott3 a 6 corazzate, 6 incrociatori, 12 cacciatorp<.xlinicre, n torpediniere, nessun sottomarino, e di consegnare le altre na,·i all"lntesa; di rinunciare all'aviazione militare e all'artiglieria pesante. Sono annullati i trattati d i Brest Lirowsk e d i Buca rest, conclusi dal le Potenze Centrali r ispettivamente con la Russia e la Romania. Tali clausole determinarono in seguito, per reuione, l'aspirazione tedesca alia parità <li diritti con tutte le altre Potenze circà gli armament i; la rivendicazione dei territori tedeschi cedut i al Belgio; l'abolizione del corridoio pol:icco, che isola la Prussia Orientale dal resto dei Paesi tedeschi, e la restituzione del le colonie. Da ciò l 'attuale (1934) situazione eu ropea , t utt 'altro che semrlice. (V . anche Ma11dt.1i, Mo11dit1le g11erra, Ripara-

:::ioni, Saar, Società delle Na:::ùmi, Tria11011). Le conseg uenze territoriali in base al trattato d i pace d i V. e a quel li connessi col medesimo possono essere così schematicamente rappresentate : otto Stati non subirono mutamenti territoriali, in Europa : Gran Bretagna, Lussemburgo, Norvegia, O1\lnda, Portogallo, Spagna, Svezia, s ,,izzcra. Sette Stati vennero creati: Cecoslovacchia, Danzica,


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Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia. Uno Stato scomparve: Montenegro. Sette uscirono ingranditi dalla guer. ra: Belgio (3 % di aumento de] territorio); Danimarca (10 %); Francia (3 % ) ; Grecia (30 % ); Italia (9 ¼ ); Romania (II4 %); Serbia (184 ¼)- Cinque Stati subirono perd ite d i territorio: Austria-Ungheria (74 % ); Bulgaria (8 ¼); German ia (14 ¼ ) ; Russia (16 %); Turchia Europea (68 ¼)Quanto alle Colonie, nel!' Africa l'Inghilterra ottenne Kmq. 1.865.327 con 5.500.000 ab. La Francia Kmq . 482.760 con 2.916.000 ab. L'Italia Kmq. 100.000 con 91.000 abitanti. Il Belgio Kmq . 57.000 con 4.500.000 abitanti .

fa sempre verticale e la stella appare· luminosa circa a 100 meui <li altezza ; la durata della luminosità è di circa cinque secondi. La d istanza <!alla q uale si può osservare la luminosità è variabile a seconda se le segnalazioni avvengono di gior no, d i notte, al crepuscolo, ed anche a seconda dello stato atmosferico.

Ver sè (l'onzia110). Generale, n . e m . a Reggio Emilia (1862-1931). Sotto!. del gen io r;,el 1883, partecipò alla guerra Italo-turca, d ivenne colonnello .nel 1916, p artecipò alla guerra conuo l'Austria meritandovi una mcd. <l'argento e una d i bronzo e comandò il genio del VI C. <l 'A. ed il 4° genio pontieri. Collocato nella r iserva nel 1919, fu promosso genemie d ( brigata nel 1927. Versè· Edoardo. Gene.raie, n . a Reggio Emilia nel 1877. Sottot. d i fanteria nel 1898, pariccipò alla guerra contro l' Austria, d ivenne colonnello nel 1919, fo addetto nel 1920 alla Scunla d 'arplicazione di fanteria e nel 1928 ebbe i l comando dcli '88° fanteria. Promosso genera.le d i brigata nel 1933, ebbe il comando de!la ~ brigata di .'anteria.

Verspijck (Gi,stavo). Generale olandese (18n-1909). Sottoten. di fanteria nel 1838, passò nell'armata delle Indie Orientali, divenendo magg. generale nel 1869 e ten. generale nel 1874, nel quale anno fo comandante in seconda della spedizione contro Atjeh. Ver uto (0 Verruto, lat. Vemtum). Lanciotto, piccolo spiedo, usato dagli ausi liari di Giulio Cesare. Secondo Vegezio, )a sua asta era lunga oltre un 1netro, ed il ferro, che e ra triangolare, circa 15 cn,. In Sardeg na si chiama Bemto uno spiedo d i tal misura, adoperato per la caccia. Vervins (ant. Verbi1111m). Città della Francia , nel clip. <lcl l'Aisne. Ne l 1412 fu saccheggiata dagli Annagnacs; nd 1521 incen~i~ta dagli Imperiali; nel 1652 presa dagli Spagnuoli, e nel gennaio de ll 'anno seguente ripresa dopo tre giorni d i assedio dai Francesi. Trattato di Ve1·vi11s (2 maggio 1598). Pace fra Enrico 1V, re di Francia, C:,.rlo .ema nuale I, duca d i Savoia, e Filippo li, re d i Spag,rn. Pose fine alle guerre di religione. Fi lippo restitul Calai., e altri paesi alla Francia. Quanto al duca, si stabilì che il rapa ~vrebbe deciso a chi spettava il marchesato di Saluz:w, d i cui il duca si era impadronito, e sul quale la Francia vantava diritti.

Very. Costruttore del sec. XIX di una pistola per segnalazioni, che <la lui prese nome, e venne ad o ttata anche in Italia . La forma di quest'arma è quella d 'una p istola ordi-

naria con canna corta d i bronzo a grande calibro (mm. 26,9) forata da parte a parte. Per mezzo di apposito manubrio posto su lla pane S\Iperiore della canna, si fa fa re a questa un quarto d i g iro per togliere il bossolo; si introduce dalla bocca un'altra cartuccia e quindi si gira ancora la canna

finchè la bocca, già provvista <li cartuccia, si,.1 g~un ta al posto della culatta e viceversa. Come si vede questa pistola ha le d ue estremità della canna che funzionano indifferentemente da bocca e e da camera per la cartuccia. Questa si compone d el bossolo, d i carta, contenuto tra un controbossolo interno di latta ed uno esterno di ottone, che ha I 'innesco, la ca rica d i polvere ed una stella rer segnalazioni, a luce vivissima . Le cartucce sono d i t re specie : con stella bianca, rossa, verde, tutte a colori illuminanti. Lo sparo si

Pistola e cartuccia Very

Vesalio (Andrea). Chirurgo mil itare, n. a Bruxelles nel 1512, m. nel 1564. A Parigi ebbe per maestro il chirurgo italiano Guido Guidi. Nel 1527 fu lettore d i anatomia nell'università d i Padova. Come. chirurgo mil. partecipò alle spedizioni di Carlo V e di Filippo Il. Scrisse un uanato di « Grande chirurgia » nel quale si occupò delle ferite d i guerra . Vescicator i. V. Gas e Iprite. V escovo castrense. Prelato preposto a tutti .i cappellani militari dell"esercito mobilitato. Fu istituito nel 1915, appena <lichiarata la guerra ali ' Austria. Ebbe gt'ado rarcggiato a n1agg< generale e residenza presso l'intendenza ge• nerale dell 'esercito. Vésoul (ant. Vesulium). Cinà , !ell a Francia , capo!. del dip . dell'Alta Saona. Venne fortificata nel XVI secolo dal. l'ing. m ii. senese Girolamo Bellarmati. Nel 1360 fu saccheggiata da milizie mercenarie e nel 1369 dai Tedeschi. Nel 1478 il re di Francia se ne impadronì togliendola al duca d i Borgogna. Nd 1595 gli Spagnuoli ne rasero al suolo 1a cittadella . Durante la guerra dei Trenta Anni, fu presa e ripresa più volte. Durante la guerra d 'O landa fu presa dai Francesi comandati dal duca di Noailles. Nel 1871 fu presa dal col. Willisen (23 gennaio) che ne cacciò alcuni reparti <li corpi franchi. Vespa, Torpediniera costiera da 16 to:in. chiamata poi entrata in servizio nel 1883 e passata nel 1898 all'amministrazione delle Finanze. « 14 T "

Vespa . Cannoniera (n . 34) entrata m scrv1z10 nel 1918, radiata nel 1924. Vespasiano (Tito Flavio). Imperatore romano , n. a Rieti nel 9, rn . ne] 79. Combattè in Tracia come tribuno militare e successivamente d ivenne edile, questore e pretore. Sotto il regno di Claud io comandò una legione in Germania e poi i n Gran Bretagna, ottenendo l'onore del


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trionfo. Nel 67 fu con Nerone in Grecia e vi tenne il cnmando di m: legioni nella guerra contro gli Ebrei, conqu istando tutta la Giudea. Acclmnato imrerntorc nel 69, sotto di lui avvennero le guerre Giudaica, dei Batavi, dei Galli, e la sped izione di Agricola nella Gran Drctagna.

Vesplgnani (Euorc). Generale, n. a Roma nel 1861.

Vcspignani Euorc

S011ot. di fanteria nel t88o, divenne colonnello nel 1909, comandò il 68• fanteria e poi il collegio mii. di Kapoli. Magg. generale nel i 9~ 4 ebbe il comando della brigata Livorno colla quale entrò in guerra contro I ' Au>tria. Ten. generale nel 1917. comandò la divis. mii. territoriale di Napoli, e nel 1 919 fece parte della Commissione per le ricompen,c al valore . In P. A. S. nel 1923 col grado di generale di di vis. , fu collocato nella riserva nel 1930.

Vespr i, N ome dato nel 1934 alla divisione di fanteria di Palermo.

Vespri. lj1• leg:one della M. V. S. N. , costituita nel 1923 a Palermo, rn tre coorti. Nel 1923 partecipò alle operazioni per la riconquista della L ibia. Vespri efesi. Ebbero questo nome le stragi operate per ordine di ~itridatc nell'Asia Minore contro gli clementi rom.111i o italici che vivevano quivi , durante la p rima guerra Mitr idatica. Tale 11omc derivò a quelle stragi per essersi esse iniziate in Efeso. Esse fecero 80.000 Yittirnc. Vespri Siciliani. Moto di carattere popolar.e, scop1>iato in Sicilia contro la brutalità dei Francesi di Carlo I d'Angiò. La rivolta scoppiò il 31 marzo 1 282 , all 'ora del vespro, presso la chiesa dello Spirito Santo a circa un Km. da Palermo pel banale rnsulto di un francese ad una giovane sposa: in un attimo 200 militi francesi vennero uccisi sul posto. La rivolta dilagò fulminea a Palermo, dove nella notte e !"indomani 2000 FnUlcesi furono stermi n:ni , e quindi per tutta la Sicilia facendo altre seimila vittime. JI 28 aprile anche gli ultimi Francesi venivano cacciati da Messina; solo fu salvo con la famiglia il governatore di Calarnfimi, per l'umanità e la giustizia del suo governo. Cuc,-ra dei Vc.rp,•,: (o del Vespro). F u cosl chiamata la guerra fra Carlo I d'Ang iò e Pietro I d'Aragona, chiamato dai Siciliani a reggere l 'isola. Sul moto popolare si era infaui innestato un progetto politico, pcrchè il 28 aprile 1282 i Palermitani e molti signori della Sicil ia avevano chiamato Pietro in aiuto contro l'Angiò. La gucr• ra si s,•olse quasi tutta sul mare; vi si distinse l'ammir. Ruggero di Lauria al se rvizio di Pie• tro I ; essa fi nì il 3 1 agosto 1302 col trattato di Caltabcllotta.

Vessillo (lat. vexillum). Pro• Vessillo romano priamente è il nome di qualsiasi drappo che deve serv ire da insegna. Anche i popoli antichi, Assiri, Indi, Sc iti, Persiani, ecc., li adoperavano nelle milizie dipingendo,·i figure

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riguardanti avvenimenti o simboli della loro storia; i Tebani vi raffigurarono la ,finge e gli Ateniesi la civcua. Nell 'esercito romano i V . erano le bandiere dei vari reparti,

n,en tre « Signa >) erano chiamate le insegne, per ,'-I/! es . le aqi:ilc, della legione. Si chiamava inoltre V . una band iera di •J porpora con fregi d ·010 che veni v tt consegnat~1 agli ufficiali superiori, tri,. < buni, lcg:ni e prefetti, come riconipcnsa di atti d i valore. Negli ultim i tempi dell"impcro fu l'insegna particolare de 11 a centuria: il V. ne por1,wa il numero, oltre a Vessillifero romano quello d ella cootle cui la centuiia stessa apparteneva. Fu allora proprio delle coorti pretoriane, delle· bande d i cavalli e delle cp. dei vessi/lari. Quc~ti ultimi erano legionari romani, istruiti per combattere sotto un V. proprio e in cp. separate, le quali stavano nelle prime file ed eseguivano azioni rapide, in luoghi ove corpi più grossi non potevano giun• gere. Vessillifero si disse colui che portaYa il Yessillo.

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Vestiario ed equipaggiamento (Servizio del). È un ramo dei servizi del Commissaria• to: provvede gli oggetti di vestiario, di corredo, d i equipaggiamento alle truppe ed inoltre fornisce ai corpi e reparti oggetù d'uso generale. li criterio odierno per l'organizzazione d i tale servizio è quello di evitare Yessillitcri romani inutili pesi al soldato, pur fornendolo di quanto gli abbisogna. Pertanto si è addivenuti alla sostituzione dello zaino con una borsct meno pesante, contcn~ntc quanto basta per alcuni giorni. Il servizio in guerra perciò viene ad aggravarsi di n1aggiori oneri, ossia della sostituzione e della liscivarura periodica degli oggetti logori o sporchi, poi che il soldato non ha con sè un corredo com pleto ed abbisogna d i assis1c11 za più frequente e più r~golarc. Presso ogni reparto debbono esistere alcuni mjlitari di professione sarti e calzolai. Di essi i comandanti si valgono per provvedere a riasscltarc il V. e l"E. della propria truppa . A tal uopo i reparti sono dotati di « Sacchi vestiario di riserva e d i riparazione » , <l i « Colli per riparaz ione calzature » e di « Sacchi per ca lzolai"· In tali coll i o sacchi si trovano oggeni di ricambio, oppure gli utensili per effettuare riparazioni. li fu112iooamento del servizio avviene dall 'indietro all'avanti. Ossia, su richiesta rivolta gerarch icamente, i corp i ricevono oggclli riparati o puliti e ne rendono altrettanti logori o sud ici. li rifornimento di oggetti da sostituire avviene su segnalazione del reparto


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interessato, per cura del le Direzioni d i Com missariato d' Armata, le quali possono ridurre le richieste a seconda delle c.ircostanze . Eccezional mente si ricorre alla requisizione nel racse occupato. L a vigile cura dei comandanti è la più sicura ga ranzia contro abusi e sperperi . Ogni corpo ha un ufficio ed un magazzino V . E . che provvedono a forn ire e rifornire i contingcuti di kva in pace e ad organizzare le scorte <ii mobilitnione pa la guerra.

Vestini. Amica popòbzione dell'Italia Meridionale, la q uale occupava le terre comprese tra la spiaggia .del mare Adriat ico e la giogaia appenninica del Gran Sasso d'ltal i.a. Parteggiarono contro Roma nella guerra Sannitica . Vinti una pri ma volta neì 326 a. C. , ripresero le armi parecchie volte, find1è, dopo l'esrugnazione d i Amiterno, loro p rincipale città, nd 295 a. C ., si sottomisero ai Roman i. Vestizione, L'operazione riguarda le reclute e i richiamati, e con siste nel d are loro gli oggetti d i vesti~rio prescritti. Le reclute , appena giunte ai corpi, si recano al magazz.ino d ove r icevono i capi occorrenti: tenuta d i panno, tenuta d i tela, scarpe, copricapo, berrettino di tela , mantellina oppure cappotto, oggetti di biancheria e di lana . Per i capi <li vestiario vi so!lò cinque taglie; in caso di bisogno interviene i l sarto <lei reggimento. Per i richiamati, se .i l rich iamo è per breve tempo, si F'r ovvede con i pochi capi occorrenti. Vestone. Battaglione alp ini Vestone, costituito nel 1885 col nome Val Camonica, chiamato d i Rocca d 'Anfo nel 1886 e d i Vestone ne l 1889. Appartenne originariamente al 5° regg . ed ha le cp. 53", 54a e 55~. Partecipò alla guerra Italo-turca 19u -r3 e meritò la med . d i bronzo ad Asabaa (1913). Durante la guerra Italo-austriaca per la quale costituì la 91" cp. operò in izialmente in val di Ledro, donde, nel m arzo 1916, passò nel settore del M. Nero , N ell'apri le cedette la 9 r", cp . al bgl. M . Suello. Partecipò all a battagl ia dell 'Ortigara (1917) e d urante il ripiegamento dell'esercito al· Piave o ppose all'invasore accan ita resistcn7..a in val Pertica ed a Cima Antenne, Iipiegando in val Gar dena. Nel febbraio 1918 fu schierato sul Cornoc,e e nel luglio su Col del Rosso. Partecipò alla ba ttaglia d i Vittorio Veneto passando il Piave al ponte d i Molinello e avanzando per Valdobbiadene, Monte Barbaria e Lentiai. Nel 192 r fu trasferito al 6• reggimento alp ini. Le sue perdite in g uerra ammontarono a ufficiali morti 13, fer iti 34, dispersi 22; uo mini di uuppa morti 112, feriti 8r4, dispersi 590.

Vestricio (Sp11ri1111a). Capitano e poeta lirico dei tempi romani, segnalatosi per valore al la difesa d i Piacenza dura nte la guerra Civile t ra Ottone e Vitellio; combattè poi in Germania sotto l'imperatore Traiano, ed ottenne gli onori del trionfo. Vesuvio. Monte presso N apoli. Battaglia del Vemvio (73 a . C.). Appartiene alla terza guerra Servile e fu combattuta d al tracio Spartaco contro il pretore rQmano P. Var inio Glabro. Quest i schierò le sue genti attorno al monte Vesuvio FCr ch iudere ogni scampo al nemico. Ma gl'.insorti, con corde formate d i t ralci di vite, rjuscirono a calarsi giù da lle rupi e a mettere in fuga gli assediant i. Questo primo successo animò molti ~ltri schial'i a r ivoltarsi. Con questo piccolo esercito armato con le armi tolte al nemico, Spartaco si portò in Lucania, dove

vinse ancora una volta Varinio . (Per !J battaglia del 553, V . Angri).

Vesuvio . Corvetta a vela della mar ina delle Due Sicilie, in servizio nel r 824, passata alla mar ina sarda nel 1860, radiata l'anno seguente. Veruvio. Ariete torped inie re, varato a Livorno nel i886. D islocamen to tonn. 3427, lungo m. 86, largo m . 13, entrato in servizio nel 1886, radiato nel 1911 . Partecipò alla spedizione d i Candia nel 1896-9; e a q uella del! 'Estremo Oriente nel 900-901.

Ariete torpediniere t· Vesuvio »

Vetera (Ca!lra). Campo trincerato della Gallia Bclgica all 'epoca romana, presso al Ren,o . I. Battaglia di Ca;tra Vetera (11 a. C .) . Appartiene alla sped izione d i Druso in Gcnnania, e fu da lui combattuta e vinta contro i Sicambrì. Il. Battaglio di Castm Vetera (1 5 d . C .) . Detta anche d i « Ponti Lunghi ». apr,artiene alla campagna di Germanico

e fu combattuta fra il suo legato A. Cecina Severo, e tribù tedesche condotte da Arminio. I Romani ( 1", 2•, 20•, 21 3 legione) si trovarono assaliti in un terreno paludoso e a stento fronteggiarono gli attacchi. A noue, il nemico deviò acque nel terreno inondandolo; la mattina seguente la 2r' e la 2a legione si po rtarono su terreno solido , 1na le altre due vennero avviluppate, e dovettero la loro salvezza a l fatto che i Ge rmani si gettarono sul bagaglio impaludato, dandosi al saccheggio , e permettendo in t al m odo a Cecina di raggiungere le altre d ue legioni , costruendo. rapidamente un campo. Il giorno dopo Ar minio sferrò a questo l 'assalto, ma venne respinto, contrattaccato e sconfitto , così che Cecina potè m.rciare sul Reno e condursi a salvamento. Ili. Assedio di Cast ra Vetera (69) Appartieoe alla sollevazione dei Batavi comandati da Claudio Civile, il q uale vi bloccò la 5" e 6• legione , r idotte a 5000 u . agli ord ini dei legati Mummio L uperco e Numilio Rufo, scarsamente al'provvigionati. Un primo assalto venne respinto ; allora i Batavi costruirono rozze torri d i legname, che vennero demolite d alle p ietre d ei d ifensori; infine provarono con assalto notturno di superare le difese, ma furono ancora ricacciati sanguinosamente. Convinto del! 'impossibi lità di prendere C. V . a viva forza, Civile si limi tò allo strettO blocco della fortezza. Frattanto inviò p,arte dell.e forze ad assalta re il campo d el legato Vocula , che si trol'ava a Geldula (Geldep) ed era costituito della 16" e r a legione; ma ·i suoi vennero pienamente sconfilti, e Vocula marciò verso C. V. at taccando g li assedianti, e, con l'appoggio d i una sortita dei Romani, scon figgendoli e liberando il campo d al! 'assedio. Quivi egl.i lasciò soltanto 4000 u . , r iti randosi a Neuss. C ivile, r istorate le sue forze, wrnò ancora ad assaltare C. V . e q uesta volta r iuscì a prenderla passando a fil d i spada i legionari , e rendendosi così pad rone della Gallia Belgica.


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VET

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IV. Battaglia di Ca11ra Vetera (70). Venuto a porre l'assedio alla fortezza con la 2a, 6•, 14"' legione, il legato Pctilio Ceriale la trovò difesa da· Claudio Civile, che avev;1 inondato parte del terreno circostante. Data la superiorità delle proprie forze, Civile uscl ad offrire battaglia, e al primo urto sbaragliò la prima linea romana, ma la seconda, lasciati passare i fuggiaschi negli intervalli, li chiuse serrando le file, cd oppose energica resistenza al nemico iuompente, contenendolo. Frattanto Ceriale riusciva a far eseguire un attacco di cavalleria alle spalle degli assalitori , che si sgomcn1arono e si d ispersero cercando salvezza nella (uga.

Bru-1:zcsi ed Amato Amati, antich i combauenti nelle guerre per l 'Unirà d 'Italia; essa è capace di 300 ospiti. (V. lnvalid1).

Medaglia per veterani e reduci custodi delle tombe delle LL. MM. Vittorio Ema1111e/e li t: Umberto /. Fu istituita per i reduci delle patrie battaglie che abbiano per quattro volte montata la guardia al Pantheon. Nel 1920 fu estesa la facolt~ di fregiarsi della suddetta m<..-<laglia anche ai :nilitari del R. Esercito, reduci dalla guerra 1915- r9r8, inscritti al Comizio (V.) dei Reduci.

Veterani Federico. Capitano urbinate del sec. XVII, n. verso il 1630. Al servizio dell 'Austria, si distinse nella

Veterani d ella Casa di ricovero di Turate

Veteran i, Qualifica data a coloro che hanno p restato lunghi anni di servizio militare. Nell 'escrcito repubblicano romano, i cittadini che aveva no militato per 1:6 anni continui cro no prosciolti da ogni ulteriore obbligo mi litare e ac<juista, ano tale qualifica, ricevevano onori e premi e veniva ad essi procurata una esistenza tranquilla. Anche la Grecia pensava a spese dello StatO al mantenimento dei suoi guerrieri divenuti vecchi ed inabili al lavoro. :--lei tempi moderni quasi tutte I<: nazioni civili crearono iti tuzioni atte a r iunire e ,occorrere i V. delle gue rre nazionali. In

Veterano

Veterano 1786

Veterano I 806

romano

francese

francese

Italia si ebbero istituz ioni del genere nel vecchio P iemon te, a Napoli e jn Sicilia. Per i reduci indigenti deile campagne dell' Indipendenza fu cre.11a nel 1897 la « Casa Umberto l » di Turare ad in iziativa d i Giuseppe Candiani , G iacinto

guerra contro i Turchi e nel 1686 ebbe il grado di feldmaresciallo. Contribul alla presa di Szeged. Morl combat• tendo nel 1695, lasciando le « Memorie sulla guerra d'Ungheria del 16<;3 e 1695 • .

Veterinar ia militare. F ra i servi7.i tecnici che interessano l'organ izzazione delle forze armare di uno Staio ha un'imporranz3 particolare la V . che si occupa dei quadrupedi necessari alle diverse armi ed ai servi%i relativi. Esso in Italia è disimpegnato dai laureati in veterinaria, che entrano per concorso e per esame nei corpi militari. Essi vi sono coadiuvati d ai m~niscalchi, p rovenienti dalb Scuola di mascalcia , annessa alla Scuola di Pinerolo. Spetta agli ufficiali veterinari di invigilare sulla salute dei quadrupedi, sulle carni occorrenti alla truppa, sul bestiame da macellare, sui foraggi destinati alfa alimentazione dei quadrupedi. Gli organi del servizio nelle for7.e armate i1aliane sono, oltre agli ufficiali veterinari dei Corpi d i tru ppa: l'ufficio d'Ispettorato ve1erinario presso il ~ inistero della Guerra e Ufficiale Veterinario gl i ufficiali veterinari adde1ti ai coTrofeo da berretto mandi di C. d'A . G li stabilimenti che fanno parte dell'organizzazione sono: le infermerie quadrupedi d i !Jresidio, nei centri di guarnig ione importanti e )e infcrmeri<: reggimentali presso i corpi d'arma a c~vallo. In quei presidi che non abbiano corpi con veterinari militari, fa servizio un veterinario borghese, col qu'1le viene stabilito regolare contratto . In guerra . gli ufficiali veterinari debbono anche prestare scrvi1.io per lo sgombro e per le disinfe1,ioni del campo d i battaglia. Essi hanno anche la sorveglianza dei parchi buoi.


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V1rr

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Duraotc la guerra Mondiale, in aiuto del scrvnao mii. ,•c. terinario, è intervenuta anche la provvida istituzione della Croce Azztm·a (V .) che ha costituito un gene re particolare di infermerie, specie di convalescenziari equini, itltesi a n-

alle dipendenze del Ministero della guerra. li corpo veterinario militare ebbe la sua organizzazione definitiva nel 1861; nel 1873 i V. furono nominati uffic iali , e i l loro ispe11ore ha il grado di colonnel lo .

Vet.erinario militare all'opera (guerra Mondiale)

Veterinario rnilitare francese (epoca napoleonica)

dare la salute e la forza ai quadrupedi spossati dalle fa. tichc di guerra. Sussidiaria della V. }f. <: stata poi la schiera dei veterinari civili, che si sono profusi in tutti i modi per coadiuvare i colleghi militari, colle prestazioni personali e con le clin iche equ ine. li veterinario deve essere buon cavaliere per poter seguire i corpi a cavallo in qualunque circosrnnza. Deve riferire al comando del corpo sulle eventuali malattie contagiose dei quadrupedi. Sorveglia sulle acque e gli aliment i dati ai quadrupedi , ed h;1 particolare cura della fcr raturn, accertandosi che i maniscalchi applichino le norme tecniche suggerite. L'ufficiale veterinario dirigente il ser\'Ìzio, specie nei rcgg. d'arma a cavallo, ha l'obbligo di istruire in brevi corsi ufficiali e sottufficiali sulla ippiatria e sulla ma• scalcia.

I Romani avc\'a. no nelle loro ar-

mate il veterinario, chiamato « medicus iumcntarius » . Nd Regno di Sardegna, i veterinari mii. ri• J salgono a l r779, quando Carlo Ema. nucle Il[ fondò la Scuola veterinaria. Essi ebbero assimi. !azione al grado di sergente, nel regolamento <lei scttcm• bre 1814, e furono io numero di uno per ogni regg. d i cavalleria, Nel r824 vennero assimilat i Ufficiale veterinario piemontese ( 1848) al furiere di compagnia. li servizio fu ordinato regolarmente nel 1836, con infermerie di cavalli per ogni corpo, con due veterinari per ogn i rcgg. d i cava). leria, per il corpo reale d'artiglieria, per il treno di pro• vianda. La Scuola veterinaria era frattanto (1827) passata

Vetter (Giacomo). Generale olandese (1837-1907). Sot• totcn . d i fanteria nel 1859, passò nel l'esercito delle Indie Olandesi, partecipando alle opera?.ioni militari contro gli Indigeni; fu a capo della spedizione di Lombock nel 1894 e nell'anno seguente di,•cnne reo. generale, comandante in capo delle forze rr,il. delle Indie Orientali. Andò a riposo nel 1897.

Vetterli (Federico). Meccanico svizzero (1822-1882). Fu direttore della fabbrica d'armi di Neuhauscn. Nel 1867 presentò un fucile a ripetizione con chiusura a cilindro rassomigliante a quello Flobert. Questa arma dopo molte prove fu adottata d al governo federale svizzero nel febbraio t867, col nome di « fucile Vetterli a ripetizione mod. 1867 », poi mod. 1869. Sul finire del 1871 questo modello subì ancora numerose modificazioni; principali fra queste l'applica• zionc d'una molla a spirale per !a percussione sulla capsula della cartuccia. Pi,1 ava nti si ebbe il mod . 1874. Il sistema di ripetizione ha i l serbatoio con 13 cartucce posto lungo il fusto dell'arma: una molla spirale con spingitoio porta le cartucce alla cuiatra nel punto ove una cucchiaia le raccoglie successivamente dopo ogni sparo e le presenta di fronte alla camera, nella quale sono alloggiate, spi ngendo avanti il cilindro otturatore . Questo fucile era munito di bacchcua alla quale si applica,•a uno scovolino per la pulitura dell'anima. La pallottola era di piombo, cilin• drica, con punta ogivale. Data la semplicità del meccanismo e la sua robuste,;za, questo fucile venne a<lottato anche dall'Italja (187 1) con poche mod ificazioni e con successivi m i-

Fucile Vctterli a ripetizione mod. 1867-71

g lioramenti, prendendo nome di « fucile Vetterli mod. 1870 », e restò in servizio , trasformato a ripetizione ( Verterli mod. 1870-87), fino al 1891. Anche nella guerra 19151918, con varie m'odificaziooi, servì nelle uincee trasfor-


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dall'alto al basso : Fucile mod. 1870-87; moschetto per truppe speciali mod. 1870- 87; m oschetto da Carabiniere mod. 1870; moschet to da cavalleria mod, 1870. Bacchetta; baionetta; cartucce; caricatore

mato in calibro 6,5. Il fucile V. italiano era munito di leva di sicurezza Clavarino (V.), modificata poi da Vitali (V.) .

Vetterli-Vitali.· Trasformazione del mod. 1870 in fucile a ripetizione. per opera <lei Vitali. li fucile così t rasformato in Italia prese 11ome d i Mod. 1870-87. Il serbatoio consiste in una scatola posta sorto la culatta mobile, comunicante col canale dell'otturatore. Un anello infilato nella culatta mobile, dalla parte poste riore, serve, girandolo opportunamente, ad ottenere il liro a r ipetizione o quello a caricamento successivo. Il caricatore contiene 4 cartucce. Nel tiro a ripetizione, la testa del cilindro otturatore spinge avanti una canuccia alla volta nella camera. Del modello V . furono costruiti in Italia, per l 'esercito : il fucile; i l m oschetto per truppe speciali; il moschetto da carabinieri, il moschetto da cavalleria . La cartuccia melallica prima ebbe la pa llottola di piombo; poi, col] 'adozione della polvere senza fuljllo, ebbe la pallottllla di piombo rivestita di metallo più resistente.

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Vettor Pisani. Cor vetta a vela e a vapore, va rato a Venezia nel 1869. Dislocamento· tonnellate 1950, macchine HP. 300; lunga m . 65, larga 12. Nel 1885 d ivenne navescuola dell'Accademia Navale, e fu radiata nel 1895.

Incrociatore corazzato tVcttor Pisa.n i ,

Vetto,· Pisani, Incrociatore corazzato, varato nel 18p5 a Castellammare di Stabia. Dislocamento tonn. 6500, macchine HP. 13.259. Partecipò alla spedizione nell 'Estremo Oriente del 1900- 90 1. Venne radiato nel 1920.

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i ' Sommergibile " Vctto1· Pjsani .o

Vettor Pisani. Sommergibile da crociera, da 780 tonnellate, · costruito nel 1931 .

Conetta • Vettor Pisani ~

Vettor i (Paolo) . A mmiraglio nel sec. XV. Cooperò a ristabilire in Firenze la casa Medici; Leone X lo nom inò


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generale delle galere pontificie; fu a Rodi nel difesa dell'isola d~i T urchi.

1522,

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1814, governatore d i Cuneo od 1816, fu promosso luogoten. generale e capitano gen. della Sardegna nel 1820. Nel 1822 ebbe la nom iaa a governatore dell a divis. di Genova .

nella

Vettori Gustavo. Ammiraglio, n . aq Ancona nel 1875. Guardiamarina nel 1895, fu collocato in P. A . nel .1930 e promosso contrammir . nel 1931. Prese parte alla cam pagna dell 'Estremo Oriente, alla guerra 1rnlo-turca cd a quella Mondiale, guadagnandovi una mcd. <l'argento e la croce di cav. <ldl'O . M . S . Dal 1924 al 1926 comandò in 2 a b R. Accademia navale.

Vezza d'Oglio. Comune della Valle Camonica, in prov . combattimenti del 1813-1814, V. Valcamonica) .

d i Brescia . (Per

Combattirnento di Vezza d'Oglio (1866). Appartiene alla seconda guerra per l 'U nità <l'Italia. Gli Austriaci fin dal 23 g iugno avevano i nviato un distacca1ncoto di circa 3000 uomini (col. Albertini) a Ponte di Legno, con quattro cannoni. Trovavan,i a V. agli ord ini del col. Cadolini il r 0 bgl. del 4° r egg. volontari, il 44~ bgl. Guardie nazionali mobili d i Clusone, un d istaccamento d i Guardi.e d i finanza,

Vettovagliamento (Servizio del). Assieme col servizio Vcsriario-Equipagg1amentc> e della Cassa, è un ramo dell'attività del Comm issariato Militare. Vi'ene concretato con l'impianto cd il funzionamento delle sezioni d i sussistenza per la d istribuzione dei viveri, delle SC'àoni panettieri, dei magazzini <l'armata per viveri, generi di conforto e foraggi. Raramente oggi si può r icorrere al sistema d i vettovagliare le truppe con lo sfruttamento delle risorse locali; a meno che si t ratti di modesti r eparti isolati. Quind i d i norma si ricorre all'affluenza d i quanto occorre cta tergo. Le autosezio ni dei C. <l'A. prelevano i viveri e i l foraggio dai magazzini <l'armau, oppure add irittura dagli scali ferro1•iari e dagli stabilimenti d i produzione . Quindi ne effettuano la distribuzione ai corpi. Per ogni uomo in forza viene d ata un2 razione completa da confezionare : ;ill 'indoman i o gni corpo provvcdc ad allestire collettivamente nelle proprie cucine le razioni. Con buon successo si sono esperimentati sistemi d i V . med iante il concorso d i aeror lani . Questo nuovo sistema è particolarmente utile nel caso di piccoli reparti isolati. Ogn i corpo, per assicurare il buori funzio namento dell 'importante servizio, ne incarica un ufficiale. Q uesti, o lt re a d isporre per l'allestimento e la cottura dei cibi, provvede ad orgaoinare il prelevamento delle derrate p resso i punti d i consegna stabiliti dai superiori w mandi ed a distribuire i viveri cucinati a tutti i reparti del corpo, curando che nessuno ne resti privo. Tale ufficiale

viene appositamente chiamato c~ di \1 ettovagliamento» . 0'· an~ che Rancio, Razione, Vitto, Viven) .

Veturiana. 105a legione della M. V. S. N., cost ituita ad Orvieto nel 1923, su tre coorti. Veugl aire. Cosl fu detta in Francia un'ar ma d a fuoco primitiva, successiva alla bombarda . La sua caratter.i stica consisteva ncll'~ssere composta di due parti d istinte e staccate: la canna e \a wlatta mobile. Quest' ultima conteneva la camera per la carica. Una volta ca ricata la cu latta mo-

Veuglaire (secolo X I V)

bìle, questa veniva fissata con pressione contro la canna in modo che, dato fuoco alla carica, la palla penetrava nell'anima della canoa e veniva la nciata contro il bersaglio . Secondo il D'Ayala sarebbe stato creato verso iJ 1450 dai Bo.r gognoni, lanciava palle d i pietra, e sarebbe stato chiamato dagli I taliani « Volgare ». Fu il primo tipo di pezzi caricantisi d alla culatta . (V . R,•trocarica) . 1

Veuillet (de la Saunier, marche;c d' Yc11ne Euore) . Generale, m. a Gcaova nel 1830. Ufficiale di cavalleria, si segnalò nella g uerra delle Alpi per cui ebbe poi la commenda de ll'O. M. S . Colonocllo dei d ragoni Regina nel

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Combattimento di Vczza (1866) Bianche le compagnie itaJiane 1 nere. le austriache

due cannon i da montaglla . Queste truppe era no sostenute poco a più a valle dal 2° bgl. bersaglieri e dai Volontari lombardi agli ord ini del magg. Castellini. 11 2 luglio gli Aust riaci ebbero l 'ordine di ritirarsi in Valle Vermiglio; ma il col. ,Alber tini, pri ma di ripiegare, volle operare un colpo di mano su V. e la m attina del 4 assalì le eruppe volontarie im padronendosi del paese ed aggirando per l'alto la sr. dei Vo)ontari , che ripiegarono sul re parto ar retrato, ma fecero qu i ottlma resistenza, trattenendo le truppe attaccami fino a sera : odia notte g li Austriaci si ritirarono. Gli Italian i e bbero 15 morti fra i quali il magg. Castellini, 66 fer iti, 5 prigionieri. Gli Austri3ci perdettero 85 uomini.

Vezzani (Fa/ iero) . Medaglia d 'oro, Il. a Firenze, caduto sul Carso (1872-1915). Ufficiale in S. E . P., nel 1892 era entrato come sottot. nel 54° fanter ia, d al quale passè, nel 17' e poi , da ce<pitano, nel 46°, par tccipanndo coo 1'84° alla guerra d i Libia. Tornato in patria per la guerra contro l'Austria, fu assegnato al 210 reggimento, ottenendo la promozione a maggiore nel settembre 1915, e trovando un mese dopo eroica mcrtc , come è ricor<lato nella motivazio ne d ella med . d'oro : « Durante un sanguinoso combattimento tenne un conVezzan i F'alicro tegno m irabile, impartendo , con la necessa ria calma, sotto l' infuriare del fuoco nemico, ordini e d isposizio ni. Ferito alla testa , non volle essere me-


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dicato, ma restò al co mando del battaglione e lo guidò con magnifico .slancio all 'arracco dei trinccrnmenti avversari, che conquistò alb cesta dei resti del suo reparto, penetrandovi per primo e cadendovi eroicamente». (Mo nfalcone, 2r 0t• tobre 1915).

V ezzano (Depressione d,). Sella delle Alpi di Giudicaria, che mette in comunicazione la \'alle del Sarca (Mincio) con quella dell'Adige. La rotabi le da Osteria alle Sarche, costeggiando i laghetti di Toblino e di Masscnza risale ~l valico presso Vc-zzano (386 m.), rasenta il lago di Terlago, scende con risvolti nella valletta <kl Rio di Vela e ragg iunge a T rento la rotabile Verona-Bolzano. L a depressione è uM delle più age,·oli fra quelle che inquadrano la viabilità delle Giudicarie, ed ha particolare importanza per il fatto che dà accesso i mmediato a Trento. Vezzena (Cima e forte) . Sull'altipiano dei Scu.: Comuni, presso l'antico confine italo-austriaco (q. 1908). Vi sorgeva un ·opera fortificata, che fu scmidistructa dal fuoco delle nostre artiglierie nei ,r-rimi giorni della g ue.ra. Via ordinaria. i': quella che segue ogni rcr,arro allorquando si trasferisce coi propri mezzi. Cioè a piedi !a fanteria, a cavallo la cavalleria, in bicicletta i bersaglieri, ecc. (V. Marcia, ·e Strada). Viaggi militari. Sono gli spostamenti di individui isolati o di gruppi e reparti d i truppa coi mezzi di trasporto ord inari (ferro vie, piroscafi, tramvi,;, autolinee, ,·cc.) nel territorio dello Stato e colonie. Per quelli collettivi, il CO· mandante d ispone in primo luogo avvertendo le Direzion i del Commisst1riato s ul cui territorio si trovano i siti di partenza, di tappa, d'imbarco, e di destinazione, onde rrovvedano ai viveri , e ai foraggi del reparto partente. In secondo luogo devono essere avvertiti i Podestà dei comuni, che ha•rno il dovere di pensar>! agli alloggi della truppa, cd occorrendo ai mezzi d i trasporto del bagaglio per via ordinaria . Tale avviso viene dato col « Preavviso di passaggio cli tmppa », stampato conccnente i dati necessari per conoscere la fo:7.a del repar to che si muove, cd i g iorni in cui passa o si ferma, nonchè le varie somministrazioni occorrenti sul luogo. I reparti devono essere muniti dei ~ Foglio di viaggio per movimeoti collettivi " · Per i V. d'individui d i truppa isolati occorre i nvece il « F oglio d i viaggio per movimenti individuali "• contenente tutti i dati occorrent i. Tali fogli veogono compilati e rilasciati dall 'ufficio di maggiorità, e firmat i dall'aiutante maggiore. Nei riguardi delle modalità per l'esecuzione dei V. collecci,·i di truppe in tempo di pace, per ferrovia, l'ufficiale che assume il comando, preavvisate le autorità competenti ferrov iarie per far preparare il numero necessario di vagoni per uomini e quadrupedi, si reca alla staziooc con le truppe in rerfeuo equipagg iamento di marcia, e colla scorta di viveri e foraggi necessaria per giungere alla stazione <l'arrivo. Un « ufficiale di c1ricamento » avrà provveduto per far eseguire iscrizioni in gesso indicanti i vago ni nei quali i singoli reparti devono entrare cd in quale numero. Sono da tenere presenti i seg uenti dati : ogni scompartimento viaggiatori contiene 8 u . equipaggiati; u n carro chiuso attrez,:ato ne contiene 40. Per un regg. fanteria a 3 bgl. occorrono 125 vagoni; per uno di cavalleria a 5 sqdr. occorrono Ii5 vagoni; per un comando cii C. d'A. 36 carr i, ccc, Naturalmente non potendosi far viagg iare -treni con numero di carri superiore :1lla portata d elle locomotive, ed alla lunghezza dei binari di scambio, sarà necessario dividere in scaglioni le truppe che devono viaggiare.

In tem("O di guerra, dei V. occorrenti ai reparti si occupa l 'Intendenza generale, dalla quale d ipendono la Direzione dei trasporti, ali~ cui dipendenze sono la commissione mil. di linea, quella flU\·ialc e quella di linea manttima, coi r ispet tivi organ; d ipendenti. Nei V . marittimi si adoperano i piroscafi della !narina mercantile addetti alle di,·crse lince commerciali e posrali, sia con corse apposite, sia con corse ordinarie, a seconda della forza delle truppe da trasportarsi. In tempo di g uerra, i V. sul mare vengono fatti in genere cnn piroscafi requisiti o noleggiati. Raramente succede che riccoli drappelli possano essere t rasporrat i coii navi da g uerra. La d isciplina di bordo è sempre affidata al comandante delle truppe imbarcate. Solo nelle navi da guerra, se il comandante della na\'e è superiore in g rado al comanda nte delle truppe, assume auchc la direzione disciplinare d i esse. Gli ufficiali, per assentarsi isol~tamente dal'.a propria sede e fare V. per motivi di ~crvi:,;io, devono essere muniti d i un documento dccto « Cert ificato di viaggio » contenente le ind icazioni del caso.

Vialard l (di llerror.e, Amedeo). Generale ( 1759-1839). Cadetto nel regg. Guardie nel 1776 d ivenne colonnello comandante di esse nel 1815 e partecipò alle campagne del ' i92•~, 1800 e 18 15. Magg. generale nel 1820, fu nominato go,•crnatore di Fenestrelle nel 1827 ed in tale carica venne rromosso luogoten. generale. Via/ardi dt Verro,11: Augusto. Generale , n. a Biella nd r8or. SotlOt. di fanteria nel 1833, comba ttè nel 1848 e a Goito meritò la med. d 'argento. Nel 1855 ebbe il comando della Scuola mii. <li fanteria; nei 1857 passò a comandare i l 5° regg . foncerià e nel 1858 fu p ro mosso colonnello . Combattendo a S. Martino rimase ferito cd ebbe la commenda dell'O. M. S. Nominaw comandamc la brigata Como al la fine de] 1859 e magg. generale nel 1860, fu segret:1rio generale al Ministero della guerra. Ten. generale nel 1862, comandò le di,•is . di No,·ara e di M essina e nel 1867 fu collocato a riposo. Via/ardi di Sa11diglia110 1'ommaw. Generale, n. a Sandigliano, m. a Torino (1863-1927). Sottot. di fanteria nel 1882, passò in P. A. nel 1907 e fu promom> colonnello nella riserva nel 1915. Richiamato in servizio durante la guerra, fu promosso brigadiere generale nel 19 19 e generale di di,·isionc nel 1927. Via/ardi di Verro11e Vittol'io. Generale, n. nel 1~ . Sotto t. di cavalleria nel 1888, partecipò alla guerra contro l 'Austria. Colonnello nel 1916, comandò i lancieri Mootcbello . In posizione ausiliaria nel 1918, fu promosso brigadiere generale nel 1919 e nel 1931 fu trasferito nella riserva.

Vialardi Vittorio

Viale (Giuseppe). Generale, n. nel 1840, m. a Piacenza nel 1925. Sottot , di fanteria nel 1859, partecipò alle campag ne del 1859 e del 1866 e meritò una med, d'argento. In P. A. nel 1893, fu promosso, nella riserva, colonnello nel 1896 e magg. generale nel 1!)08. Viale Lore11zo. Generale, n. nel 1846, m . a Diano Marina nel 1918. Sottot. di cavalleria nel 1867, andò io P. A. nel 1900 col grado di eco . colon11ello. Nella riserva fu promosso co lonnello nel 1903 e magg. generale nel 1914.


V IA

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1425 -

Viale conte Leone . Ammiraglio, n. a Ventimiglia, m. a Genova (185r- r91 8). Guard iamarin a nel 1869, divenne contramm ir. nel 1906 e viceamrnir. nel 1911; fu collocato ,n P . A. nel 1916. Prese parte alle campagne d'Africa. Guadagnò la croce d i grand 'uff. ddl'O . M . S., come comandante in capo delle forze navali nella guerra contro la Turchia . fu anche comandance del 1° e del 1° dip. mar ictirno, presideme del Consiglio superiore d i Mari na (r914) e Ministro della Marina (1914-15).

!·~

Viale E111-ico. Ammiragl io, n. a Savona nel 1878. Guardiamarina nel 1898, fu promosso contrammi r. e collocato

Vrn

sette imbarcazioni ~'Cr impadronirsi della torre. Il ten . col. Cenami riu n.ì 25 u. e.li fanteria e altrettanti cannonieri , armando un piccolo numero di abitant i, Le imbarcazioni nem iche avanzarono veno il forte che, cannoneggiato, rispose a mitra glia. Il fuoco durò per d ue ore, con qualche perd ita fra gli Inglesi che si ritirarono . l i 10 dicembre dello stesso ::inl)O, 1n ent rc ~rn no in cjttà solo 150 u. in grande

parte veterani, la nocca di lord Bentinck si p resentò davanti _V. per occupare la rorre ed eseguire un a puotata verso L ucca. lJ pisauo magg. Dell 'Oste sbarcò con 1800 li. , av,mzando verso I 'intcnio, ma per la resistenza dei pochi guard iacoste e per la notizia dell'arrivo c!el gcn. Pouchain, retrocesse verso la cittit, dove al ponte di V . 111tcsc l'attacco del gen. Poucha in e lo respinse facendogli akuni prigion ieri . a

Viasma. Ciuà della Russia, sul fiume omonimo, affl. del Dniep-cr. Viale Leone

in P. A . nel 1933 . Prese par te alle campagne d'Africa, alla guerra Italo-Turca ed alla guerra Mond iak . Comandò la base navale di Venezia dal 1931 al 1933.

V ian (Ciusef,pc). Generale del ge nio nava le, n. a Venezia nel 1869. D ivenne magg. generale nel 1923, generale viceispettore nello stesso anno, ten. generale ispettore nel 1925, generale ispettore del genio navale nel 1926. Prese parte alla guerra Mondiale e f.u giudice del Tribunale supremo di guerra e marina; nel 1925 divenne presidente del Comitato dei progetti delle navi, Viancini (Eligio). Generale, n, a Vercelli nel r844 . Sotcotcn. d i fanteria nel 1863, partecipò alla campagn;i del 1866 e vi meritò una med . <l'argento. Nel 1887 e nel 1897 fu in Eritrea, Colonnello nel 1900, coma ndò il 79° fanteria e nel 1902 fu collocato in P . A . Nella r iserva fu promosso rnagg. generale nel r 9 r2 e ten. generale nel r9r6. Vianelli (Amilca,·e), Generale di commissariato, o . nel 1867. Sottot. contabile nel 1890, fu per parecchi anni in Eritrea ove p ure fu addetto al tribunale <li Massaua . Nel r9n passò nel commissariato m ilitare. Partecipò all a guerra L ibica ed a quella contro l'Austria . [il P . A . S. ne) 1920, fu promosso colonnello nel r 923. Nel r932 ebbe la promozione a magg. generale del commissariato. Viani (Pietro Luigi). Generale napoleonico, n . a Verona nel 1754, m. ne) 18n. Iniz.iò la carriera quale cadetto nella cavalleria <lella repubblica veneta. Nel 1799 fu capo brigat;i nei dragoni cisalpini. Comandò poi un regg . di

cacciatori a cavallo ed i l 1° regg. ussari. Nella campagna del 1801 si segnalò al passaggio de] Mincio e partecipò alla campagna in Germania ·de] 1805. Generale di brigata nel 1807, andò a ripo,o nel 18n .

Virmi Marco. Ammiraglio, n. a Reggio Em ilia nel r 876. Guardiamarina nel 1896, fu trasferito po( nel corpo delle ann l navali, collocato in P . A . nel r927 e promosso contrammir. nel 193r. Prese parte alla campagna d'Africa .

Viareggio. G:ittà marittima, in rro1•. d i Lucca, sulla spiaggia fra Pisa. e Massa. Vi è il balipedio << Gregorio Ronca ,,. Ebbe una torre d i difesa che nel n69 fu distrutta dai Pisani. I Lucchesi, che la possedettero fin dal 1286, nel 1534 vi innalzarono un'alta torre quad rata. Nel 1813, il 29 giugno, <lue navi da guerra inglesi , inseguenti un legno francese che si rifugiò nel porto.ca nale , calarono

Rattaglia di Viasma (1812) . Appartiene alle guerre dell' Impero france.se (campagna di Russia) e si svolse fra le truppe napoleon iche in r itirata e le forze rnsse inseguenti. 11 gen . Kutusov lanciava il 30 ottobre tin gruppo costituito da due corpi di fanteria e due di cavalleria agli ordini del generale Miloradovitz verso V. a llo scopo di tagliare la via di ritirata alJe unità francesi che non avevano ancora

oltrepassato quella località, mentr'egli col grosso si avviava lungo strade parallele per intervenire al momento opportuno. Il r 0 novembre gruppi <l i Cosacchi piombavano oltre V. sui carreggi francesi, determinandovi vivo panico. I corpi riel principe Eugenio e del Poniatowsky avrebbero potuto raggiungere V . il 2, ma ritardarono il loro movimento per non abbandonare a sè stessa la rerroguardia, costituita dal corpo Davout, che marciav:i penosamente, assillata di continuo dai Cosacchi, battuta in coda dal cannone e aggravata dal carreggio e dalla ltntczza d' una scìa d i ritardatari. Il .Kcy, già in posiz ione sulla V ., aveva gettato un pome sussidiario su quel fiume per 11gcvolarne il pa,saggio. Il mattino del 3 novembre i Cosacchi in forza intercettavano il congiungimento tra le forze del Poniatowsky e quelle del Ney, infi ltrandosi fra questi e il Davout, mentre la cannonata dei Russi facevasi p iù incensa sulla retroguardia e masse d i fanteria apJ:-arivano a sud dello stradale. Ma i Francesi riuscirono a ristabilire le comunicazioni fra d i loro e , in n umero d i circa 30 .000, a raccoz.z.ar.si <li fron te a

forse 33.000 Russi, contrapponendo all'ottima cavalleria avversaria degli sqdr. italian i st remati che fecero prodigi di valore, insieme al u1• di linea, pure italiano . L'azione trascina vas i incerta : dopo il mezzogiorno i generali fran• cesi riconobbero i pericoli della situazione e deliberarono <li prosegu ire il movimento <li r itirata, che s'iniziò verso le r4 sotto la p roteziune del Ney, designato alla missione di ret roguardia. Egli ,liede alle fiam me la città e si tenne dapprima sulla line,l della V. indi sul margine del bosco retrostante, per assiw rarc la marcia del I e IV corpo, che

fu sufficientemente garantita, benchè un grande numero di sbandat i e d i ritardatari i ngombrassero lo stradale. L 'episod io d i V . prelude alla serie dei rovesci che caratterizzano la dolorosa marc ia della Grande Armata verso Srnolensko e la Beresina.

Viborg. Città marittima della F inlandia, capo!. della prov . omonima , fondata nel 1293. I Russi l'assediarono inutilmente ne l q95; nel 1556 batterono gli Svedesi nei suoi dintorni, Nel 1609 vi fu conch iuso un trattato fra le due nazioni. L'amrnir. Apraxin la prese nel 17ro. Col t rattato del 1721 fu incorporata aJ!a Russia. Nel 1790 Gustavo III 90


Vrn

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entrò con tutta la sua Aorta nella baia di V., ma lo forzarono a ri tirarsi.

Russi

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fovestimento di Viborg (c918). Appartiene alla guerra per l'Indipendenza della F inland ia e fu operato dall 'esercito bianco, che nella metà <li aprile ciel 1918 sostenne una serie di combatt imenti impad ronendosi d i t utti i posti avanzati occupati d ai Bolscevichi e bloccandoli nella città, dove essi opposero dispe-

Vrc

Vie. Ciuà della Francia,' sulla sr . dell a Seillc. Trattato di Vie {21 d icembre , 631). Concluso fra il re Luigi XIII e il duca Carlo di Lorena e confermato a Liverdun il · 26 giugno delranno seguente. Il duca si in1pcgnava a subordinare le sue alleanze agli inter essi della Francia ed a ricevere guarnigioni francesi in alcune sue fortezze . Con atto del 6 gennaio 1632 si stabiliva che l 'esercito reale sarebbe uscito dagli Stati del duca.

Vicaria. Nome dato nel med io evo a lle milizie paesane fiore:1tine delle vicar ie snburbane. Equivalevèt a cerna.

rata resistenza. La sera del 28 aprile 6000 Bolscevichi tentarono di rompere la cerchia dcll'inv_e -

Vicari-Simonetta. Due colonne radunate rispettivamente sui laghi di L ugano (Vicari) e Maggiore (Simonetta) costitu ite con Italiani e Svizzeri il J 8 e il 21 marzo 1848, varcato il confine raggiun;ero Milano pochi giorni dopo e

srimen[O, ma furono con~

si fusero in una « Colonna bersag lieri V icari-Simonetta » ,

tenuti, e dopo combattimento notturno in cui pcrdcllero 500 u. costretti ;tlla resa. l Bianch i poterono così occupare V . dove presero 300 can-

d ivisa in sette bande. Unitasi all'esercito piemontese, operò contro Peschiera, poi passò al cornaodo del gen . Allemaodi e si sciolse i l 24 aprile, ~n Milano, riorganizzandosi nd mese seguente, senza gli Svizz.eri che erano r impatriat i, e

Fortificazioni di Viborg (sec. XVII)

noni, .200 m itragliatrici, 1 2 . 000 prigionieri. La caduta della.

città segna uno degli ult imi fatti d'armc della felice campagna per la i ndipendenza finlandese.

Vibo Valentia (già Monte/eone di Calabria). Comune in prov . di Catanzaro, a 5 Km . d al mare. Sorgeva in quei pressi la città greca di l pponio, presa nel 389 a . C . da Dion iso, che la distrusse, ne t rasportò gli abitanti a Siracusa e ne abbant1onò i.I ter ritorio a Locri . Nd 379 fu riedificata da Cartagine, ma poco dopo il 356 fu conquistata da i Bruzii. Nel 294 a . C . Agatocle la tolse loro e v i costruì un norto e una stazione naval~. Alla sua partenza i Bruzii assaiirono la città, la presero e ne massacrarono la guarnigione. Presa thi Romani poco dopo la finé della seconda guerra Pun ica, vi fu mandata una colonia. Cesare ,,i Habilì una parte <lella sua squadra, che vi venne assalita da Cassio. O ttaviano, nella guerra comro Sesto Pompeo, la rese il suo quartier generale e la sua principale stazione navale. Sofferse a lungo per le invasioni dei Saraceni che la devastarono nell'850 e nd 983. Il normanno Ruggero vi riedificò i l castello e le diede il nome d i Momelcone : grande impulso r icevette anche da Federico II. Nel 1799 si d ich iarò per la repubblica e fu assalita dalle orde del ca rd inale Ruffo: gli abitanti pagarono ingcmi somme, consegnarono armi e cavalli t e la c ittà fu salva~ mentre i suoi giovani p iù compromessi avevano potuto salvarsi a Naroli , ove costituirono il nucleo della legione calabrese. V . fu poi capo!. della Calabria Ulteriore. Nel 1860 era d ifesa dalle truppe borboni~he del geo . Ghio, che però si sbandarono, abbandonando anche il bagaglio, alla temeraria mossa <li Garibaldi, giunto solo col suo aiutante, precedendo i suoi I volontari . Vibò (di Prn/es, Giacinto). Generale del sec. XVlll, n. di Torino. Percorse la carriera nel .regg. Guardie del quale d ivenne colonnello comandante in 2• nel 1792. Brigadiere e comandante di Novara nel 1794, fu promosso magg. generale nel r796. Nel 1797 ebbe il comando in 2• della compagma delle Guardie della Porta. Tlibò di Prales conte Filippo. Generale, n . e m . a Tor ino (r735-r 82 r) . Ufficiale di fanteria, fu promosso colonnello comandante i l regg. Marina nel 1792 doro aver comandato il rcgg. provinciale di Casale . Magg. generale governatore di Fenest relle nel 1795, nel 18'4 fu gran mastro d·artiglieria e nel 1815 ebbe il colla re dell ' Annunziata.

raggiungendo di nuovo Je truppe piemontesi.

Vicebrigadiere. V . Brigadiere. Vicecomandante. L 'ufficiale che fa le veci del comandante, seguendolo in grado e<I anzianità . Egli nelle forze armate italiane si chiama T/. iuterinn/e quando sia incaricato di comando in sostituzione <li superiore assente . Salvo che in casi eccezionali, il V. 11011 può variare le direttive da1e dal titolare senza averne avuto l'autorizzazione. Vicentino. Battaglione di volontar i costituito dopo l 'invasione dd Veneto da pa rte degli Austriaci (1848) a Milano, con profughi di guella reg ione. Ne prese il comando nel giugno i l magg. Belcredi, che si pose agli ordini di Gari bald i. Si sciolse nel! 'agosto. Vicenza (ant. Tlicetia e Tleicctia) . Città della Venezia E uganea, capo!. d i provincia, sulla d r. del Bacchiglionc, alle falde settentrionali dei colli Berici. Di antich issime origini, f u abirata nei tempi preistorici e poi dagli Eugane i, dai Liguri e dai Cel ti. Fra il 178 e il 177 a. C . fu occupata dai romani. N el 4or i Goti di Alarico la misero a ferro e fuoco: la stessa sorte subì t re anni dopo da parte degli Ostrogoti d i Radag,iso, e in seguito da Attila. I Goti la cinsero di mura e torri . D ucato longo~ bardo e contea frane.a, fu dominata da ~escovi, reggendosi poi a comune libero. Partecipò alla lega Veronese e, con questa, alla Lombarda. Ebbe numerose guerre coi Padovani, coi Stemma d i V icenza Veronesi , coi Bresciani , col patriarca <l'Aquileia, . con Bassano, con Ceneda e Conegliano, con Milano, Modena, Parma, Piacenza e Treviso, nei secol i XllXl ll . Inoltre si battè coi numerosi feudatari del suo terr itorio e coi signori da Romano . Nel 1194 e nel 1197 sostenne lotte con_ Ezzclino III che, sconfitto, dovette chiedere la pace. Col trattato d i Torino del 1381 passò a Venezia che ne prese possesso nel 1404 . Il :24 novemb re 1848 fu occupata dagli A ustriaci del fcldmaresc. D 'Aspre e del gen . \V impfen: i cittadini conclusero con essi una convenzione per cui co nsegnavano loro 14 . 000 fiorini e ottenevano


v,c

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lo sgombero immediato della città. La bandiera del comune nel 1866 fu decorata di medaglia d'oro al va lor militare « per la strenua difesa fatta dai cittadini contro ]'irruente nemico nel maggio e giugno 1 848 »; è inoltre decorata di croce di guerra italiana e francese per le campagne 1915-18. I. Presa di Vicenza (1236). Alla calata in Italia d i Federico Il , V. si alkò a Padova contro Yerona: i due podestà, rispettivamente marchese d'fatc e Ramberto Ghislieri, decisero d i attaccare d irettamente il territorio della città rivale. Ma Federico, prevenuto della loro mossa, marciò rapidamente su V. e giunse alle sue pone prima che l'esercito nemico gli si potesse opporre : i Vicentini fecero una debole resistenza e gli Imperiali, atterrate le J-'Orte, entrarono nella città che venne saccheggiata , con grande strage degli abitanti. Il. Attacco di Vicenza (1314). Avcnd6 l'imperatore nominato suo vicario in V. Cane della Scala, i Padovani mossero ad attaccarlo con un forte esercito che, con gli

Mcenza.

Vie

che un 200 nerruc1 entrassero in V., li attaccò e li massacrò o fece prigionieri interamente. Indi assalì gli altri, che erano rimasti d i fuori, li sgominò e li insegui fino nel territorio padovano. IV. Ballaglia di Vicenza (7 ottobre 15r3). Detta anche dell ' Olmo; appartiene alle guerre d 'Italia e fu com battuta fra l'esercito veneziano, comandato da Bartolomeo Alviano, e gli Imperiali <li Prospero Colonna. Qu!!sti, occupati i passi delle Alpi, mossero verso Bassano e, a causa della nebbia, ]'Alviano, che era acc~rnpato all'Olmo, non si accorse della -n1arcia ncmjca. Appena ne fu avvettito, inviò subito uno

sqdr. d i cavalleggeri con due sagci ad attaccare gli Imperiali . I fanti Tedeschi non resistettero all'assalto , ma la fanteria spagnuola, comandata dal marchese d i Pescara, respinse g li attaccanti. Tuttavia gli stradiotti, cui si unì un grande n umero di montanari e contadini, continuarono a

molestare il nemico. L'Alviano voleva continuare in questa tattica, ma un provveditore dell'esercito, Andrea Loredano, impose l'attacco con tutte le forze . I fanti r omagnoli, alle prese con la fanteria spagnuola, si diedero alla foga dopo il primo scontro e il resto dell'esercito si sbandò. I Venez iani ebbero molti · mbrt.i e feriti, e grande numero di prigionieri e p·e rscro tutta l'artiglieria e i carriaggi.

V. Presa di Vicenza (dicembre 1805). Appartiene alle guerre dell 'Impero. Dopo la battaglia d i Montebello, il Massena inseguì gli Austr iaci su TI., <lella quale essi ave\'ano murato le porte. I Francesi le atterrarono a cannona te , colpendo anche la città, e il giorno dopo vi entrar ono. Un m igl iaio di feriti, lasciativi nella p recipitazione della r itirata, furono fatti prigionieri.

Vicenza ne.I secolo XVII

aiuti d i Cremona, di Treviso, del marchese d'Este, gli esiliati di V. e Verona, e le uuppc di due condottieri inglesi, sommava a 1ò.ooo cavalli e 40.000 fanti. La mattina del 2 settembre il podestà di Padova, Ponzino Panzoni, mosse su V., si impad ronì di sorpresa dei ponti levatoi e del primo sobborgo. I difensori si ritira rono allora nella ciuà, men tre i mercenari, al comando di Vanni Scornazano, davano il sacco al sobborgo preso, imitati ben presto dalle altre truppe. Cane della Scala, che si era allontanato dalla città in soccorso di Matteo Visconti, tornò rap id amente, ent rò in V. raccolse uo centinaio d i u". <l 'arme, piombò sui Padovani in disordine e ne massacrò molli, sgominando due p iccole squad re d i gentiluomini che tentarono di 0J-'porglisi: gli assalitori furono completamente sgominati e si diedero alla fuga. III. Attacco di Vicenza (1317). I l 20 ottobre 1314 era stata conclusa la pace fra Cane della Scala e i Padovani, mà questi tre anni dopo la· ruppero e il 21 maggio, avute promesse d i aiuto da alcuni traditori vicentini, mossero ad attaccare la città. Cane della Scala, prevenuto d i ciò, lasciò

VI. Attacchi di Vicenza (1848). Appartengono alla prima guerra per l'Indipendenza d'Italia. Il corpo d'armata austriaco di risen-a, arrivato a Verona, fu, al comando del gcn . Thurn, inviato contro V . dove, iJ zr maggio, e ra arrivato il grosso de)le truppe del Durando e un migliaio cli u., agli ordini del gen. Antonini, inviati da Venezia. Quest'ultimo attaccò subito gli Austriaci all'Olmo, ma fu ferito e respinto. Frat tanto giungevano tuue le truppe austriache, sommanti a 1 8 .000 u . e 40 cannoni, ai q ual i il D urando non poteva opporre che circa II .ooo u. La notte del 23 n1aggio i nen1jci attaccarono v iolentemente .la c ittà, ma fur.ono respinti da ogn.i parte e la mattina seguente dovettero ritirarsi su Montebello, con gravi perd ite. Dopo questo scontro, il Durando raccolse in V. 14 o 15 .000 u. con 16 cannoni da campagna: egli fortific/i i dintorni della città e specialmente i Monti Berici, disponendo in queste l inee 22 pezzi di grosso calibro. Contrc di lui mossero il Wcldcn con circa 15 .000 u. e lo stesso Radetzky con 24.000 u. e molte artiglierie. Il 9 giugno essi apparvero in vista della città e il 10 attaccarono la posizione dei Monti Berici: gli Italiani resistettero valorosamente a lungo; il D 'Azeglio attaccò il nemico con due bgl. svizzeri, ma fu respin to. I cacciatori austri~ci presero la posizione da lui difesa e si impadronirono dell 'Olmo_, mentre una brigata assaliva di fianco i d ifensori. Questi si ritirarono lenta mente, combattendo, sino a V. Padroni delle alture, gli Austriaci misero in batteria numerosi cao.ooni e bombar darono la città, mentre alcune truppe attaccavano porta Padova. Esse furono respinte dopo accanito combatttmento, ma poi il D urando, vista ormai disperata la difesa e non volendo esporre a gravi danni la città, iniziò trattative per la resa, che fu stipulata verso la mcz.zaootte a wnclizi<:ni onorevoli: le tr uppe dd rresid io dovevano uscire l 'u con armi


Vie

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e bagagli, obbligandosi a non combattere per tre- mesi e a ritirnrsi sulla dr. del Po; gli abitanti avevano salva la vita e le proprietà, con promessa di amnistia. Gli Austriaci perdettero circa un m igliaio di u. , fra cui il gen. Taxis : gli

D

ITALIANI

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AUSTRIACI

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Vicenza. Reggimento cavalleggeri, cost1tu1to nel 1887 con uno sqdr. d i ciascuno dei regg. Foggia, Guidi', Lodi, Roma, Alessa ndria, Catania, col nome prima di cavalleria Vicenza e poi d i cava lleggeri di Vicenza (24'0 ) . Per le campagne

Battaglia di Vicenza (1848) 1,

brigata Cuioz; 2, brig. Strassoldo; 31 brig. Clam; 4, brig, \Vohlgcmuth; 5 1 cavalletta (Schaffgotsche); 6, secondo corpo d'armata. A, l'Vladonna del Monte; 13, Rotonda

Ital iani ebbero anch'essi quasi 1000 u . fra morti e fer,ti, fra i quali ultimi furono il D'Az~glio ·e il Ciald ini.

Vicen.za. Brigata d i fantecia d i linea, costituita nel luglio 1917 dai depositi del 25°, 65" e 74<> fanteria, coi n:gg. 271', 278° e 279° . Ebbe in primo tempo il nome di brigata «E"· Nell 'agosto il 279° fu posto alla dipendenza della brigata « Elba » per l 'attacco a M. Jelenik, mentre il 278° con la 5• brigata bersaglieri agl non meno brillantemei11e verso Stari. Più tardi tutta la brigata dalle conquistate posizioni mosse contro l 'Oscedrik, e partecipò nel settembre alla battaglia deUa Bainsizza. Durante l ' ) ffcnsiva dell'autunno 1917 riFiegò opponendo al nem ico successive, accanite resistenze. Nel 19r8 presid iò prima le posizioni di Coste di Tiermo-Castione e poi, J\el] 'ottobre, quelle dell'Altissimo, fino al 3 novembre, ,;llorchè avan.oò su Mori Vecchio, Ravazzone, Isera, Castellano. La br igata meritò la citazione sul Bollettino di guerra del Comando Supremo del 26 agosto 1917. Dopo la guerra la brigata venne sciolta. Festa dei reggimenti : 24 agosto, anniversario del combattimento alla l3ainsizza ed allo Jelenik. Colore delle mostrine: fondo viola con una striscia bianca al cenrro nel senso verticale. Suoi comandanti in guerra furono : briga• diere generale Assum (r 9r7); brigadie re generale Coffaro (1917); brigadiere generale Guerra (1917- 18). Le sue perdite nella guerra furono di ufficiali morti 19, feriti 24, d ispersi 25; uomini dt truppa morti ro6, feriti 826, dispersi 1267.

1887-88 concorse alla formazione dello sqdr. cacciatori a cavallo e p er quelle 1895-96 inviò complementi e reparti mobilitati. Durante la guerra lta lo-aust ttaca 1915-1918, fu inizialmente adibito, per l 'anno 19L5, al servizio d i difesa costiera fra il torrente Corno ed il Tagliamento. Per la battaglia d i Gorizia (agosto 19r6) passò l'Isonzo e p untò al nodo stradale di Sconpass. Nel! 'agosto 1917, durante la battaglia della Bainsizza, f.u raccolta diet ro il ciglione d i Gargaro e attaccò le posizioni nemiche a nord-est <li S. Gabriele spingendosi fino a Fobca. Stemma dei Cavajleggeri Nel novembre 1917 protesse di Vicenza il ripiegamento al Piave. Dur ante la nostra offe11siva fi. nalc, vinte le resistenze nemiche a S. Martino, Sedrano, S. Quirino, giunse al Tagliamento e si portò a Cividale. Fu sciolto nel novembre 1919. Festa de) reggimento: 26 agosto, anni versario del.la battaglia della Bainsizza (19 r7). Motti del reggimento : « A Vincentia vinceutes », e « Pro Patr ia et Regc » .

Squillo dei Cavalleggeri d i Vicenza


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Vicenza. Battaglione alpini, cosm,uto con le cp. 59a, 6o• e 6ln nel 1885 col nome di Val Schio, che tenne fino all'anno successivo. Appartenne originariamente al 6° regg. Per la guerra Italo-austriaca 1915-19,8, per la quale costituì le cp. 93• e 108•, orcrò inizialmente in Vallarsa, occupando Coni Zugna e M. Corno, e poi fu sull"altipiano d i Tonezza, fino al maggio 19 16. Nel marzo di tale anno le cp. 93a e 108• passarono a cosliluire i l bauaglione M. Bcrico. Partecipò all'offensiva austriaca ed alla controffensiva italiana nel Trentino e poi fu di nuovo in Vallarsa, dove attaccò M. Trappola conquistandolo e spingendosi vcrsn M. Corno cbc strnppò al nemico il 10 luglio; ma, contrattaccato da ingenti forze, dovè abbandonarlo. In questa azione caddero prigionieri il ten. Cesare Battisti cd i1 sotlOtcn. Fabio Filzi, che furono impiccati nd Castello del Buon Consigl io a Trento. li bgl. operò roi sul M. Pasubio e partecipò alla battaglia <iclla Bainsizza. Durante i l ripiegamento al Pi.we fu prima impiegato a ~barramento della valle Doblar e poi oppose successive rcsisten7..e al nemico a S. Giovanni <li Manza no cd a Codroipo. Fu inviato in seguito sugli, Altipiani e nel febbraio 1918 sul M . Cornonc. Partecipò alla battaglia di Vittorio Veneto, passando il Piave a Vidor, gi ungendo a Valdobbiadene e spingendosi oltre. Per 11 suo contegno in guerra meritò la me<i . d'argento. :-;et 1921 il • Vicenza » fu as_<cgnato al 9° regg. alpini cli nuova costituzione. Le sue perdite nella guerra 19 15-18 ;11n monrnrono a ufficiali morti 21, feriti 56, d ispersi 30; uomin i di lruppa mOrli 196, feriti 1376, <li,persi 1103.

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gcnto a l lcnni e una di bronzo a Misurata. Frequentò cJ uindi la Scuola <li guerra di Torino cd iniziò come ufficiale d i S. M. la guerra contro l 'Auslria nel 1915, pas.ando roscia al 47" fanteria e trovando eroiça morte come è detto nella moti,·azionc di me<i. d'oro: « Alla tcs1:1 della sua compagnia, attaccava, con slancio :llnmirevolc, una forte trincea nemica. Conquistatala, sebbene restasse ferito, piuttosto gravemcnlcr ad un fianco, continuava ad incitare i suoi soldati a strappare al nemico tutta intera la posizione. :-lel momento poi, in cui raggiungern l'intcnlo, cadeva nuovamente e mortalmente ferito, e, prima di spirare, dava d isposizioni per evitare che il micidiale fuoco nemico, che colpiva sul fianco sinistro la sua compagnia, avesse i suoi lcrribili effetti "· (San M:.rtino del Carso, :z8 giugno 1916).

Vicino-Pal lavici no (Fnmccsco). Gene rale, n . a S. Jean de Mauriennc, m. a Firen:Gc (1847-,922). Sottot . d' art . nel 1867, passò poco dopo in cavalleria, e, colonnello nel 1892, comandò il rcgg. Genova cavalleria. Magg. generale comandante la 5• brigata di cavalleria nel 1898, fu promosso tcn . generai.- nel 1904 e coman.:lò le divis. mii. d i Messina, di Pale rmo e di Alessandria. Nel 1908 fu collocato in P. ,\. e nel 19r2 nella riserva.

V lch (o Vicque, ant. Auso11n). Città della Spagna, nella Calalogna, presso la dr. del Tcr. Città roman,1, fu presa dai Mori nel 713, <lai Francesi nel 17n, invano assediata dai Carlisti nel 1838. Durante ! 'assedio di Gcrona (1809) da parte dei Francesi, sostenne a V. qualche piccolo scontro il corpo del gcn. Saint-Cyr, col/i situato a protezione dell 'assed io con le <.livis. Pino e Lcchi. Combattimento di Vich (1810). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Dopo la presa di Gerona (10 dicembre 18o9) fu collocata a V . la <livis. Souham, che il 20 febbraio 1810 vi fu attaccata da 15.000 Spagnuoli, d ivisi in tre colonne, agli ordini del gen. O'Donnel. Il combattimento durò tutta la giornata e Jìnl con un insuccesso di O'Donnel, le cui tru 1lpe furono volte in fuga lasciando oltre goo fra morti e feriti e altrcuami prigionieri.

Cannone automatico Vickcrs-Armstrong, dn 57 mm. per aerei

V ickers-Armstrong. Grande casa inglese di costruzioni <li materiale bellico, di aerei, di cannoni, <li carri armati, di mitragliatrici, fucili, ccc.

Vicinanza Giacinto

Vicino P. Francesco

Vicinanza (Giaci11to). Medaglia d "oro, n. a Salerno, caduto sul Carso (1892-1916). Soitot. nell"11• fanteria nel 1911, fu in Libia col 63° regg. e vi guadagnò una rned . d 'ar-

Carro da combattimento Vickers, veloce e potememente armato


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vincitore 31 .ooo prigronicn, 89 pezzi d'artiglieria da a,scdio, 126 f'CZLi da campagna, e ricchi magazzini. r Nordisti nell',issed io avevano perduto 15 .000 u. Coli~ presa di. V. e la successi\'a capitolazione di Port-Hudson essi rimasero padroni di tutto il Mississippi.

Cannone Vickcrs a pia· taforma orizzontale, atta n dare aJ pezzo un settore di tir9 di 560 gradi. Il pezzo è ancorato a un perno centrale. della pialt;lforma stessn

Vicksburg. Città degli Scati Uniti, nel Mississippi, ~ul fiume omonimo . Contro questa posizione l 'esercito federale, comandato dal gcn. Grant, dovette operare ptr conq uistare i l libero uso della via fluviale del Mississippi. Posta a domi nio su un 'acuta ansa del fiume, da cui artiglierie opportunameme postate potev~no battere il corso di tra,·erso e d'infilata, dalla sua posizione sopraelevata V. avna un o uimo e vasto campo di tiro. Per conquisrnrla Grane, verso la fine ciel 1862, progettò d i portare a circa 10 miglia a monte, sulla riva dr. , una flottiglia comandata da Porter; e far passare l'esercito di Sherman, forte di 30.000 u., sulla sr. per operare con azione coordinata delle navi e delle truppe da nord, nord-est e dal fiume. Inoltre di fare r isalire il fiurne, alle t ruppe del gen. 13anks (20 .000 u.) e alle navi dell 'ammir. Farragut, provenienti da Nuova Orleans. lruanto egli stesso si proponeva di marciare col grosso (50.000 u.) su Jackson, capitale del Mississippi; cosl i S ud isti sarebbero rimasti in posizione centrale e liberi di operare ,~cr linee intern1'; ma i l vantaggio era annullato dalla superiodtà numerita dei Federali. li Grant tenlÒ di ~avare un canale navigabile attraverso l'ansa al cui vertice è la piai:za, mcncre diede opera a rimettere le comunicazioni in eA'icicuza . Si lavorò fino alla fine di marzo del 1863 e si compirono enormi mov imenti d i terra, quali mai in guerra si erano vcdut/. Cosl sui primi di aprile due C. d •A. r.,1ac-Pherson e Mac-Clcllan) furono riuniti presso Nuova Cartagine, mentre alcune navi riuscirono a passare quasi incolumi sotto le batterie. Il 30 aprile, do po un p rim o, infruttuoso tentativo, il Grant riuscì a portare sulla sr. del Mississippi la maggior p.arte delle truppe ed a conquistare l'importante nodo str~dale di Porc-Gibson. Il 18 maggio. batrnti il 14 i Confederati che occupavailo in 40.000 Jacbon, capitale dello Stato del M ississippi, e, separatamente, i l 16 :l Champion-Hi ll e i l 17 sul Big-Black le forze del Pcmbcrton, i Federali si r iunivano intorno a V. , e l'attaccavano inutilmente il 19 e il 22; dopo di che il Grane, rinunciando all'attacco di viva forza, iniziò le regolari operazioni di assedio. Esse apparivano assai difficili, dovendosi svolgere su \Hl fronte d i circa r2 miglia, lungo il quale nessun appiglio tattico si offriva all'assediante i cui lavori di 3f'Proccio dovevano svolgersi allo scoperto. Di più esisteva la minaccia del corpo Johnson che fra Jackson e Canton teneva la campagna con circa 40 .000 u. Contro gli assediati il Grant dispose l 'avanzata dei lavori d i zappa, me ntre contro il nemico esterno stabilì una solida linea di circonvallazione. Su!la fine di giugno i la,•ori d i approccio erano tanto annti da consentire che si pensasse a un nuovo attacco generale, predisposto per il 6 luglio. Ma il 3 il Pemberton, fallita ogni speranza ncll 'intcrvento d i un soccorso esterno, chiese di trattare e il 4 fu innalzata sulla piazza la bandiera federale. Caddero nelle mani del

Vicoforte (già Vico di Mondovì). Comu ne in prov . di Cuneo, presso un colle ;u cui sorgeva un antico e forte castello, ora attecraco. Di antica fondazione, fu abitato dai Liguri, cui lo tolsero i Romani nel 5,5 di Roma. Nel 1396 fu preso da Amedeo di Sa\'Oia. Nel 1546 i Francesi ne smantellarono la rocca. li 21 aprile del 1796 Napoleone vi attaccò gli Austro-Sardi , battendol i poi al "Bricchetto. Nel 1799 vi a\'Vennero altri combattimenti. Viconago. Frazione de! comune di Cadegliano Viconago, in pro\'. di Varese, presso il colle Argentera. Apparte nne ai vescovi d i Lodi. Nel q49 fu assalito e saccheggiato da un corpo sforzesco del marchese cli Cotrone. Vicopisano (am . Vico Auxerissola). Comune in pro,· . di Pisa . I Lucchesi !o assalirono diverse. volte invano: nel 1289, nel 1309, nd r323 e nel 1327. Nel 1406, d ik ,o dai Pisan i, fu assediato dai Fiorentini, comandat i <la Maso clegli Albizzi, i quali lo presero il rei luglio dopo otto me,i di blocco. :sld 1.g5 il Brunelleschi vi eresse alcune opere fortificatoric, delle quali resta oggi la rocca . L'anno seguente respinse un attacco del Piccinino. Nel 1495 fu assediata inuti lmente dai riorencini, condotti da G uidobaldo della Ro,erc, duca di Urbino. Essi se ne impadronirono defìniti,·amcnce solo nel 1503. Vicovaro (~ne. Vario) . Comune in prov. di Rnma , presso I ' Anienc . E ra aut. una importan te città latina, d ifesa da due cinte, una inferiore, l'altra superiore che forma"a l'acropoli: fra esse ~-assava la ,·ia Valeria. Dal 119 , <1ppartennc agli Orsini. che vi costruirono una rocca e la fortificarono. Il 13 luglio 1494 vi fu tenuta una d ieta dal re Alfonso VI e dagli ambasciatori d i Firenze, per decidere sui preparat ivi per la difesa d ' Italia contro Carlo VIII. Nel ,533 respinse un assalto dell'esercito di Clemente Xli. Victor (Claudio Perri11, duca di Bc/111110). Maresciallo di Francia (1766-1841). Si segnalò nell 'escrcito d'Italia: partecipò all'assedio di Tolone; generale di brigata nel 1793, combanè nelle succcs~ive campagne in Italia fino a Marengo . Creato duca di Belluno nel 1808, fu per breve tempo governatore di Berlino e poi comandò le truppe nella Spagna. Partecipò alle ca mpagne di Russia, Germa ni,t e Francia; a Friedland meritò il bastone di maresci~llo. Caduto in disgrazia Victor Claudio dell'imperatore, raggiunse Lui,.?-1 ,..,. gi XVIII a Ga nd . Nella se1,, I conda restaurazione fu m in istro della g uerra (1821). Lasciò un volume cli " Memorie ».

Victor ia Cr oss (Croce Vittoria). Ricompensa al valoce, nella Gran 0retagna, istitui ta dalla regina V ittoria nel 1857, conferita a i militari cli terra e d i mare, ed anche a non militari, che compiono atti cospicui di valore, in servizio di guerra. Consiste in una croce maltese, fatta con bronzo


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di cannoni presi a Sd,astopoli. Essa reca le armi reali nel centro e sotto l'iscrizione: "Al Valore». Alla decorazione è unita una pensione di 10 iire sterline all'anno.

Vidimazioni. Nessun documento mii. che abbia una certa importanza, come ordini, disposizioni, ani amn1ini• strati,•i, biglietti cli \'iaggio, permessi, licenze, ccc. ha ,·a• lorc csecuti,·o se non porta la V. di chi lo rila,da. Alcuni documenti hanno bisogno non soltanto di una, ma d i pa• rccchie: in rrimo luogo sono gli atti amminisrrativi. I decreti <li nomina o promozione, portano la V. di S. !>[. i! Re, quella del M inistro responsabile, quella del Delegato della Corte dei Conti. e quella del capo divis. <lei ministero competente. Nei decreti per decorazioni, \'i è soltanto la V. del Cancelliere de ll 'O rdine, e quella del Direttore capo di\'is. Particolare importanza acquistano in tempo di guerra le V. di tu rei i documenti che sen•ono al riconoscimento <li individui mii. e borghesi, i quali vivono o passano attraverso alle ione occupate dalle truppe combanenti. Appartengono a questa categoria i sal\'acondotti, le sah-:iguardie, le tessere di r iconoscimento, ec.;. Quando tali de>· cumenti vengono rrescntati per il controllo agli uffici dei CC. RR. devono venire nuovamente vidimati.

V id in (o Viddino o Widin). Città della Bulgaria, sull:1 dr. del Danubio, di fronte a Calafot. Nel 1393 \'enne presa dai Turchi; nel 1395 fu presa dall'esercito cristiano di Sigismondo, ma abbandonata poco dopo in seguito nlla b:lt• taglia di Nicopoli . I Turchi la fortificarono nel sec. XVI con cinta bastionaca, e \'e ne costruirono più esternamente un 'altra, pure bastionata, nel secolo segue me, lunga circa 9 Km. Nel 1913 ,·enne attaccata, durame la seconda guerra Balcanica, dai Serbi il 22 luglio e bombardata il 25: l'arm1stizio fece cessare le os:il it:ì. I. 8ombardame11to di Vidin (1878). Appartiene alla guerra Russo-turca <lei 1877-78. I Romeni, alleati dei Russi , bloccarono la piazza dalla dr. <lei Danubio con le divis. 1", 2• e 4•, ed eressero Y.tle btr. con 43 cannoni sulla sponda

Vidin bombardata dalle posizioni romene di Calafor (1877)

sr., presso Calafat, eseguendo il bombardamento di TI. che aveva 12.000 u. di presidio bene apprO\'\'igionati, comandati da Jzzer. rascià, ed eseguendo un attacco (2; gennaio) comro le opere, che ottenne qualche successo. Le operazion i cess:irono il 4 (ebbraio, alla notizia dell'armistizio di Adrianopoli. li 26 le truppe turche, in seguito a convenzione, a bbandonarono la p iazza, che fu occu pata dai Romen i.

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li. Auedio di Vidi11 ( 1885). Appartiene alla guerra Serbobulgara, e costituisce un 'operazione separata, con obbiettÌ\'O puramente territoriale, ind ipendentemente da 4uanto nel contempo si 5\'olgeva nella zona di Slivnirza; .:ontro V. il Ie di Serbia, Milan, aveva ordina_to la costituzione di un corpo, detto del Timok costituito d i r5 .ooo u. con 30 cannoni, comandati dal gcn. Lcsciant11 . I 13ulgari \'Ì avevano un rresidio di 5100 combattenti, con 35 pezzi, al comando del capitano Uwnov. Il corpo dei Timok sosten ne dal r5 in poi "ari combattimenti nella marcia.d ' avvicinamento alla fonczza, che raggiunse il 20 no,·embrc im·estcn<lola dalla tir. ciel Darn,bio. Ma l'esperienza della guerra del 1878, in cui V. resistette, assediata dai Romeni padroni <li ambe le ri,·e del fiume, non !asciava speranza ai Serbi, padroni della sola riva d r. , di poter cingere la fortezza di un vero a,sedio. Il 24 novembre il gen. Lescianin sferrò un attacco da ovest, il lato meglio protello. I Serbi furono accolti dal tiro dell'artiglieria .bulgara, cui rispose quella serba, mentre la fante ria muoveva ali 'attacco dei vill aggi e delle lunette a\'anzatc. occupandoli, ma non progredendo. Dopo di ciò si limitarono all'attacco regolare della fortezza. I Bulgari cercal'ono invario di ostacolarne i lavori; qualche sonita, eseguita dai volontari, fallì. Nelle ore antimeridiane del 25 pervenne al gen. Lcseianin l'ordine di cessare le ostilità per l'arm istizio concluso tra i belligeranti. Ma, non essendo uguale ordine pervenuto ai Bulgari, il fuoco venne ripreso alle ore 15 e continuato all'indomani 26. 11 2ì i Bulgari d cci1cro d i tentare un 'energica sortita dalla fronte sud-ovest. allo scopo principale di aprire il rncco ad una colonna volante, portatrice agli assedianti di ,·eno,·aglie e munizioni. Bcnchè i Serbi avessero avuto sentore dei disegni del ne• rnico, la sortita (600 u. agli ordini del ten . T odorov) riuscì a sorprenderli a causa della fitta nebbia: ricacciati da un impetuoso attacco alla bnionclla, essi ripiegarono. ma, caduto ucciso il comandante bu lgaro, la sua colonna volante si ,fasciò, perdendo un terzo de: proprio effettivo. Il fuoco tra la fortezza e gli assedia:i riprese e continuò mno il giorno 28. Fu solo all ' indomani sera che giunse a V. l 'av,·iso del concluso armistizio di Pirot. e solo allora cessarono le ostilità.

Vienna (ant. Vibodc>11a, l1tliabo11a, Flavia11a Castra, ted. Wie11). Città capitale dell'Austria, sulla dr. del DJnubio. Fortificata <lai Romani, nel 1198 e bbe una nuo1·a cinta di mura. Nel 1610 lavorarono a lle sue fortificazioni gli ingg. mii. toscani Pierpaolo Floriani, Giovanni Pieroni , Baccio del Bianco e Alessandro del Borro. Nel 1741 la regina d 'Ung heria vi fece costru ire altre fort ificazioni. Abitata dai Vendi, fu conquistata da August0 e divenne base della squadra romana sul Danubio. Fu presa dagli Unni e dai Franchi, e poi da Rodo lfo d 'Absburgo. li ,·e :'vfattia Corvino d'Ungheria l'assediò nel I.Jii, e se ne impadronì ne! 1484. Durante la guerra dei Trema Anni subi tentativi d i assedio da parte dei Protestanti e nel 1619 per poco non fu presa, con l'imperatore, dal conte <li Thur. li 13 novembre 18o5 vi entrarono le truppe del gcn . Scbastiani, segu ite da quelle del Murat, d opo· l 'armi,tiLio dcl1'8, concluso a San Polten fra Gyulai e Napoleone . :-,!cl 1848 i Viennesi si ribellarono all'imperatore che fuggì: ma il 6 o ttobre 1849 il g~n. Windischgraetz, dopo breve bombardamento, riprese la ciuà. I. Trattato di Vie11na (1261). Pace fra 13ela IV re d't:nghcria e O ttocaro II re di Boemia; q uest' ultimo vi guadagna la Stiria. I!. Assedio di Vienna (r529). Fu posto dall'esercito turco d i Sol imano r, forte di 300.000 u. e 400 cannoni : nella


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città erano, agli ordini del conte Nicola Salm, 21.iOO fanti, 2200 cavalli e o:tre 400 cannoni, di cui 100 di grosso calibro. Il Salm fece ince ndiare i sobborghi, preparare viveri e munizioni, rir,irare le fortificazioni, erigerne delle nuove, fiochi:, il l ! sette mbre, apparve davanti a V. l'avanguardia turca. Il 27 il sultano si accampò a Socmmering con 12.000 giannizzeri, disponendo in sette campi le sue truppe: in prima linea furono schierati 120.000 u. , mentre sul Danubio 800 navi, montate da truppe irregolari, agli ordini del voivoda Kassim, bruciarono tutti i ponti. 11 18 gli assediati eseguirono una sortita facendo .200 prigionieri, ma furono respinti. li 2 ottobre :ivvennc un'altra sortita fovorevolc, mentre alcuni disertori turchi nvclavano i luoghi delle mine nemiche, cho venne ro rese innocue. Fra il 3 e il 6 i Turchi bombardMono il bastione della porta di Carinzia, contro la quale fu p rerarato un attacco . li 7 il gen. Reischach uscì con 8000 u. per impc<lirc i lavori nemici: le sue truppe furono prese dal panico, si diedero alla fuga pcrdenclo 500 u . e la stessa città corse un grave pericolo. 11 10 gli assedianti fecero saltare due mine presso la porta cli Carinzia e fino al 1 ~ eseguirono violenti attacchi, che vennero però respinti : il 13 altre due mine allargarono la breccia e il 14 tre colonne turche si scagliarono rabbiosamente ali 'attacco : anche questo \'enne respinto con gravi perdite. Nella stessa notte i Turchi levarono l'assed io, massacrando j r rig ionieri cristiani e devastando i dintorni della città. Essi avevano perduto 40.000 u . nei r 9 assalti dati e per ma lattie , mentre la guarn igione avc,•a avuto r500 morti e gli abitanti 700. lii. Trattato di Vic111w (27 maggio 1657). Alleanza fra l'Impero e la Polonia, contro la s,ezia.

IV. Trattato di Vic1111a (18 genna io 1668). Tra1tat0 segreto fra Au,tria e Francia, per la divisione della monarchia spagnuola nell'evcncualc motte d i Carlo li. In Italia, la Francia do,·eva ottenere Milano e ~apoli; l'Austria doveva avere Sic il ia e Sardegna. V. Tratlato di Vienna (30 no,·cmbre 1668). Alleanza fra Impero e Sassonia. \Il. Trattato di liie11na (1 1 novembre 1671). Trattato segreto fra Austria e Francia, in base al quale la prima resta neutrale nell'imminente conflitto Franco-olandese.

VII. T ra/lato di Vienna (10 marzo 16i3). Fra Impero e Sassonia, a garanzi& dei ri,pcni,·i Stari. VIII. 1·ra11ato di Vienna (4 apri le 16j4). Alleanza fra Impero cd elettore palatino, il quaie abbandona la Frnncia per passare nel camro opposto. IX. Tra/lato di Vie1111a (24 aprile 16i7). Fra Impero e Polonia, a rinnovazione dei precedenti trattati di pace e

amicizia. X. T rattato di Vie1111(1 (10 gennaio 1683). Alleanza fra Imperatore e Ba,•iera, a garanzia dei rispenivi Stati, confermata pure a Vienna il 4 maggio 1689. Xl. Assedio e battaglia di Vienna (1683). L 'e;crcito turco del g ran visir Kara Mustai!i an accò la ci ttà il 14 luglio, ma non potè impedire eh-: l'imperatore Leopoldo l foggi,se, favorito dall 'energica difesa della guarnigione (conte Starhcmberg). li re Giovanni Sobicski <li Polonia giunse al soccorso della città . Lasciati 20.000 u . in Ungheria, egli proseguì con 12.000 · cavalli e 3000 fanti, ai quali si unirono l'esercito austriaco del duca di Lorena, i Bavaresi del duca Massimi liano (7000 fanti e 3000 cavalli) e l'elettore di Sassonia con 7000 fanti e ~ooo cavalli . In tulio erano

65.000 u., metà fanti e metà ca,•alieri, coi quali il re marciò al soccorso della ciuà : a dr. schierò le proprie truppe, al centro le ausiliarie e quelle degli denori e a sr. il corpo del <luca dì Lorena. Questi, a quattro miglia dalla città, fece occupare il convento del monte Kalembcrg dai volontari e dai granatieri del marchese Parella, che respi nse per più ore ripetuti assalti dei Turchi, molto superiori d i numero. Infine, ricevuti rinfor~i, egli riuscl a ributtare il nemico, che occupò il terreno ondulato fra la città e il monte. Gli Alleati mossero ad attaccarlo, avendo alla testa il Parella, seguito subito eia un migl iaio di corazzieri del gen. Caprara. r Turchi furono respinti sino a Nusdorf e poi, dopo lotta accanita, cacciati anche di là . Un corpo di spahis si lanciò sulla sr. cristiana, ma il d uca di Lorena li fece attaccare da tre sqdr. di corazzieri (Cauriani , Piccolomi ni, d 'Arco) che li sgominarono : inlinc il nemico fu ricacciato anche da Elinstadt. li Sobieski alla sua volta aveva dovuto sostenere una lotta accanita con un grosso corpo nemico: riuscito a prendere un ' altura da essi occupata e a dilagare nel piano, fece attaccare la cavalleria

turca dalla sua: circond~iti dai nemici, i cavalieri cristi:tni furono liberati dalla fanteria tedesca. Alle 17 il <luca di Lorena e ntrava nel campo degli assedianti e poco <lopo lo seguiva il Sobieski. ~ella notte il gran visir si diede alla fuga col suo esercito. Xli. Tmttato di Vie1111a (12 maggio 1689). Alleanza fra lrnpcro e O land a contro la Francia. li 6 giugno v i accedette la Spagna, il 20 l' Inghilterra; poi altri. Fu rinno,•ata all'Aia il 18 agosto 1696. Xlii. Trattato di Vie1111a (16 novembre 1700). Detto « della Corona », d i alleanza fra Impero e Brandeburgo. XIV. Tra/lato di Vic1111a (13 aprile 1716). Alleanza fra Impero e Venezia, contro i Turclli, che .:.n c vano ro tta la tregua di Carlowitz ed occupata la Morea, attaccan<lo Corfù e minacciando l'Italia mcrì<liona lc. 1

XV. Trai/aro di Vie1111a (5 gennaio 1719). Alleanza fra Austria, An nover e Sassonia, a garan zia dei rispettivi Stati. XVI. Trouato di Vic1111a (30 aprile 1725). Alleanza scg,cta fra Austria e Sp:1gna , contro Ing hilterra e Francia. ln base a quello di Londra del 2 agosto 1718, l'Imperatore rinu ncia alla corona di Spagna, e consente che i d ucat i di · Parma e Toscana passino a don Carlo, figlio di Filippo V. La Spagna rinuncia alla Sicilia, mamencndo d iritti sulla Sardegna . li 7 giugno dello stesse anno si ebbe il consenso dell'Impero germanico al trattato . XVI[. T ra11ato di Vit·1111a (6 agosto 1726). Alleanza fra lmpero e Russia, a garanzia dei ri,pettivi Stati. 11 primo accede al trattato d ì N ystadt, il secondo a quello di V. del 30 aprile: 1725. XV III. T ran ato di Vien na (16 marzo Ji31). AlleanLa fra Impero e lnghil1erra, con riconoscimento della « Prammatica sanzione " . La Spa,glla fotrà tenere presidi in T oscana, Parma e Piacenza. Il 22 h1glio 1731 le stes,c Potenze, pure da V., invitarono il granduc3 di T oscana ad accedervi, ciò che egli fece il 21 settembre. li 6 giugno aderì la Sragna, e il 20 febbraio 1732 anch~ l'Olanda . XiX. T1>11tato di Vie1111t: (16 luglio 1733). Alleanza fra Impero e Sassonia, a garanzia dei rispetti vi Stati.

XX. Tra111110 di Vie11110 (18 novembre 1738). Pace a chiusura della guerra per la Successione di Polonia, Ira Impero e Francia. Il primo rinuncia a Napoli, alla Sicilia, allo Stato dei Presidi, riconosce don Carlo <li Borbone re d elle


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Due Sicilie, ottiene 1n compenso P arma e Piacenza, conserva la Lombardia, passa Novara e Tortona al re d i Sardegna. La Polonia rimane ad Augusto III elettore di Sassonia. Stanislao Leczynski rinuncia al trono polacco e ottiene i ducati ,ii Bar e d i Lorena cbc, dopo la sua morte, passeranno alla Francia. li duca Francesco d i Lorena passa da q uesto Stato alla Toscana. La Spagna accedette al trattato il 21 apr ile e la Sardegna il 3 febbraio 1739. XXI. Trattato di Vienna (23 luglio 1742). Pace fra Austria e Sassonia: quest 'ultima si accosta all'altra , per fronteggiare la Prussia, ed abbandona la F rancia . XXI1. Tnutato di Vienna (20 d icembre 1743). Alleanza fra Austria e Sassonia , il cui elettore , come re d i Polonia, garan tisce la

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P rammatica iSanzjone )),

, XXIII. Trattato di Vien1Ut (3 gennaio 1778). Convenzione fra Austria ed elettore palatino, in rarporto alla questione

XXXI!. Congresso e Imitati di Vienna (1814-18 t5). li congresso fu aperto i l 22 settembre 1814 e vi parteciparono gli imperatori d'Austria e di Russia, i re di Prussia, d i Danimarca, di Baviera e di Wiirttemberg, i ra ppresentanti della Francia (Talleyra nd), dell 'Inghilterra (Wellington), della Chiesa (card . Consalvi) e di quasi tutti gli Stati d'Europa . Fu il più importante del secolo XIX e ridiede all 'Europa, sconvolta dalle guerre napoleoniche, il prece• dente assetto politico e territoriale, basandosi sui princiri stabiliti dalla Sama Alleanza. La delimitazione territoriale fu quindi eseguita secondo principi dinastici o d i convénienza, senza alcun r iguardo alle nazionalità, tanto che il congresso venne chiamato « mercato di popoli » . Durante le sue sedute, vennero conclusi vari trattati particolari fra gli Stati partecipanti. 3 gennaio r8r5. Alleanza difensiva fra Austria, Inghilterra e Francia, per completare con successivi 2ccordi le

della successione aj trono d i Baviera. XXIV. Trattato di Vienna (25 l ugl io 1791). Convenzione fra Austria e Prussia, relntivamente alla situazione determinata dalla rivoluzione francese. La convenzione prelude alle coalizioni contro la Francia. Ad esso seguì (27 agosto) il trattato di Pillnitz. XXV , Trattato di Vienna (4 maggio 1795). Convenzione fra Inghilterra cd Austria, a confer ma d i quella d i Londra (30 agosto 1793) e concernente l'entità dei sussidi fomiti da Ila prima a Ila seconda. XXVI. Trattato di Vienna (20 maggio 1795). Alleanz;i fra Inghilterra e Austr ia, a ga ranzia dei rispettivi Stati. La Russia vi accedette il 28 settembre 1795. XXVJI. Tmttato di Vienna (19 maggio 1798). Alleanza fra Austria e Napoli, contro la Francia , XXVIII. T rattato di Vienna (20 giugno 1800). Convenzione fra Inghilterra ed Austria, per spingere con vigore la guerra contro la F , ancia. XXIX. Trattato di Vienna (r5 d icembre 1803). Alleanza tra Francia e Prussia : per la d ifesa della Turchia ; per garanzia dei territori p russiano e francese; per garanzia dell a Baviera, che d iviene regno. XXX. P,-e;a di Vienna (maggio 1809). Appartiene alle guerre dell 'Impero Crancese. li IO maggio l'imperatore giunse davanti ,ùla città col corpo del ,naresc . Lannes , mentre il gen. Oudinot occurava facilmente i sobborghi. La guar·nigione d i V., composta d i 10 bgl. d i truppe d i l inea e 1 0 di landwchr, circa 16.000 u. , oltre agli abitanti armati, era .con1an<lata dall 'aJ·ci,Juca Massim iliano. L'avanguard ia

francese (Tburrea•l) eseguì un primo attacco, ma, accolta <.la fuoco vivissimo, fu costretta a ritirarsi. L' 1 1 si .iniziè, il bombardamento, mentre, per d isturbare i lavori degli assalitori, !'arciduca fece eseguire una sortita da 2 bgl., i quali fu rono !>erò respinti i n d isordine. l i giorno seguente furono iniziate le trattative di resa e il 13 n1aggio l'Ou<l inot occupava la città, mentre il p residio reitava prigioniero. XXXf. Tmttato di Vienna (14 ottobre 1809). Pace fra Austria e Francia, comprenckutc vari princiyi sovrani di Germania, e }ç1 Spagna, l'Olanda, Napoli . L 1 Austria cede

a Napoleone I terri tori sul Reno, Gorizia e Monfalcone, Trieste, i rac$i sulla dr . della Sava, F iume, la Dalmazia; \'asti territori alla Sassonia e alla Russia . Si ingrand isèe i l ducato d i Varsavia, ciò che darà ombra all a Russia, attuai•· mente alleala ,:!ella Francia . Napoleone costituì lo Stato delle Provincie Jlliriche, sotto la protezione della Francia.

V ienna'l nel 1685 Nell'angolo superiore destro,:è trac ciato l'attacco dei T urchi

clausole della San•a Alleanza : se uno dei cont raenti sarà assalito . gli altr i lo aiuteranno con 150.000 u . ciascuno; vi accedettero roi la Baviera, l'Annover e l'Olanda. 12 n1:.1rzo 1H15 . Convenzione fra Austria. e Toscana, per assicurare la pace p ubblica in Italia: il granduca terrà 6ooo u . in armi e le fortezze i,1 buono stato . 13 marzo 18 , 5. Dich iarazione delle potenze firmatarie della Santa Alleanza, relativamente all'evasione di Napoleone dall'Elba ; esse si impegnano a conservare con ogni

mcz.w la pace generale in Europa e ad aiutare la Francia e qua lunque altro governo aggredito, coi necessari soccorsi. F u confermata i) r2 maggio.

25 marzo 18, 5. Quadru!Jlicc alleanza fra Austria, Inghilterra, Prussia e Russia, ancora 1dativamente ad eVcntuali tentativi di Napoleone, per applicare i principi del trattato di Chaumont; esse uniranno le loro forze per mantenere in tutta la loro integrità le condizioni del trattato di Parigi del 30 maggio 1814 e terranno costantemente in campo l 50.000 u. ciascuna, impegnandosi a non fare pace separatamente. Vi aderirono la Francia, la Spagna, la Baviera, il Wi.irttem berg, il Portoga llo, la Sardegna, l'f\.nnovcr e gli altri Stati tedeschi, la Svizzera, i Paesi Bassi e la Danimarca .

29 ap ri le 1815. Alleanza fra Austria e re delle Due Sicilie , che si impegna ad :1iurare con ogni mezzo la pr ima, nel p roseguimento della guerra contro il governo liberale


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di Napoli, guerra cui parteciperà con un corpo di truppe siciliane, comandate da un generale austriaco. 4 g iugno i815. Trattato fra D2.n imarca e Prussia, alla quale la prima cede la Pomerania s,·edesc e il principato di Rugen, ricevendone in cambio il òucato di Laucnburg e oltre 2 milioni e mezzo di scudi. li 9 giugno fu co ncluso l'atto finale del co ngresso fra Austria, Spagna, Inghilterra, Portogallo, Prussia, Russia e Svezia da una parte e Francia dall'altra. Ecco l'assetto che diede all'Europa: Polonia. Il ducato di Varsavia sarà riunito alla Russia, che annctrerà anche la Finlandia. Lo czar aggiungerà ai suoi titoli quello di re di Polonia e potrà dare a questo Stato una amministrazione distinta e l'estensione interna che crederà conveniente. I sudditi polacchi di Russia, Prussia ~d Austria avrnnno wrn rappresentanza ed istituzioni nazionali.

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e il principato di Aschaffenburg. Al principe prirnate, già granduca di Francoforte, spogliato di lutti i suoi Stati, , i assegnerà un 'indcnnicà in denaro: Francoforte è dichiarata città libera. Il granduca di Assia-Darmstadt, in cambio dd ducaco di Westfalia ceduto alla Prussia, otccrrà sulla sr. del Reno un territotio con 140.000 abitanti. li langra, io di Assia-Homburg sarà reintegrato nei suoi pos~,si. I principi e le città libere della Germania, l'Austria e la Pru,sia per i loro possessi già appartenenti ali 'Impero Germanico, la Danimarca per il ducato di Holstcin, il re dei Paesi Bassi per il granducato di Lussemburgo, stabiliscono fra loro una Confederazione perpetua e<I il1tc rna tiella Germania e I 'indii,-cndenza degli Stati confederati. I loro affari saranno aflidati a una dieta federale a Francoforte sul Meno, che sarti presied11ca dall 'Austria. In caso d i g uerra fc<leralc nessuno Scaco pocrà trattare separatamente col nemico. G h

li Congresso di Vienn:, del 1815

La Prussia avrà il granducato di Posen, e l'Austria i distretti staccat i dalla G:rlizia orientale col trattaIO di V. del 1809. Cracovia è eretta a repubblica indipendente e neutrale, sotto la rrocezione di Russia, Austria e Prussia: in essa non potranno avere asilo fuggiaschi o disertori delle tre Potenze. Germania. La Sassonia cederà alla Prussia due quinti del suo territor io, cioè 20.000 kmq. con 800 .000 abitanti. L'Auscria rinunzierà in favore della Prussia ai distretti della Boemia inclusi nell'Alta Lusazia . La Prussia riacquisterà i paesi perduci col trattato d i Tilsit e o tccrrà, al di qua e al di là del Reno, u11 territorio esteso sino ai confini della Francia e dei Paesi Bassi, comprendente i ducati di Bcrg e di Wcstfalia, i p rincipati di Corbey e di Siegen, Wetzlar, Colonia, Coblcnza, Acquisgrana, Treviri, ecc. L'electorato di Brunswik-Lauenburg formerà il regno d'Aonover, accresciuto dai principati di Hildcsheim e d i Ost-Frisia, d~lla concca inferio re di Lingen e da Goslar. Il re di Annovcr (Giorgio l11 d'Inghilterra) cederà in cambio alla Prussia parte del 'd ucato di Laueoburg e i baliaggi di Klotze, Elbingerode e Reckeberg. La Prussia cederà alcuni cerricori, con una popolazione di 50.000 abitanti, al granduca di Sassonia, che acquista anche una parte del dipartimento di Fulda. Il re di Baviera avrà il granducaco di Wurtzburg

Stati confederati non si faranno guerra fra loro, ma sottoporrnnno le loro questioni alla dieta. Paesi Bassi. Le antiche provincie unite di Olanda e Belgio formeranno il regno dei Paesi Bassi, s0110 la casa d'OrangeNassau; esso riceved alcuni aumenti cerritoriali verso la Mosa e il Reno; il suo sovrano, in cambio dei possessi tedeschi ceduti alla Prussia, oucrrà il g randucato di Lussemburgo, cui sarà riunita una parte del ducato di Buglione . Svizzera. ~ riconosciuta l'integrità dei 19 cantoni quali esistevano per la convenzione del 29 <licembrc 1813. Alla confederazione elvetica saranno riuniti il Vallcsc, Ginevra e Neufcbàtel. Il cantone di Ginevra otterrà dalla Sardegna la parre della Savoia fra l' Arve e il Rodano e quella ceduta alla Francia, pili quella fra la strada del Sempione e il lago di Ginevra. Italia. La Sardegna riavrà tutti i suoi Stati cogli antichi confini, o ltre alla repubblica di Genova e all ' isola di Capraia. JI ducato di Modena, Reggio è Mirandola sarà dato all'arciduca Ferdinando d'Esce. II ducato di Massa, il principato di Carrara e i feudi imperial i nella Lun igiana rasserairno all'arciduchessa Maria Beatrice d'Este. I ducati di Parma, Piacenza e Guastalla saranno dati all 'imperatricc Maria Luigia: !a loro riversibilità sarà decerminata di comune accordo tra Austria, Russia, Spagna, Inghilterra,


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Francia e Prussia, con riguardo però ai diritti di riversionc di Austria e Sardegna. L'an·iduca Ferdinando d'Austria rien,rerà in Toscana cd acqui>terà lo Stato dei Presidi, l'isola d'Elba, il ptincipato di Piombino ed alcuni feudi imperiali inclusi nella Toscana. Il principato di Lucca, cretto in ducato, sarà dato all'infanta Maria Luisa, con ri,·ersione al grandurn d i Toscana, sia che diventi vacante per la morte della duchessa e dei suoi <liscc.odenti, sia che essi ottengano un altro Stato : verificandosi la riversionc, i l granduca cederà al duca di Modrna vari territori della Lunigiana. Le Marche con Camerino e dipendenze, il ducato di Bcne,·ento e il principato di Pontccorvo saranno resi alla Chiesa, che riavrà anche le legazioni di Ravenna, Bologna e Ferrara. Ferdinando IV sarà ristabilito sul trono di Napoli e riconosciuto dalle Potenze come re delle Due Sicilie. li 12 giugno Austria e Napoli firmarono un 'alleanza d ifensiva . All'Austria erano assegnati i territori ceduti dai tranati di Campoformido, di Lunév illc, d i Presburgo e di Vienna (18<)9), cioè l'Istria, la Dalmazia, le isole venete dell'Adriatico, le bocche di Cattaro, Venezia e Milano coi loro :111tichi territori, form;nti il regno del Lombardo-Veneto, i principati di Bressanone e Trento, il Trentino, il Friuli, Monfalcone, Trieste, la Camiola, l'Alta Carinzia, lo Cronia alla dr. della Sa,•a, Fiume e il litorale ungherese. L'Austria avrà inoltre il dir itto di tenere guarnigione a Comacchio e nella cittadella di Ferrara. Po,·togallo. J...e Potenze in terporranno i loro buoni uffici tra Francia, Spagna e Portogallo, in disaccordo relativamente alla Guiana e ad Olivenza. (Giovanni di Braganza riebbe il suo regno, ma rimase nel Brasile, lasciando come governatore in Portogallo lord Beresdorf). li Portogallo si impegnò di restituire alla Francia la Guia11a francese fino all'Orapock. Jng!tilterrri. Riebbe il regno di Annover, M;ilta, il protettorato delle isole Ionie, Ccylon, il Capo di Buona Speran za e mo te colonie olandesi, francesi e spagnuole. Fmncia. Furono confermate le disposizioni del trauato di Parigi (30 maggio 1814), che l':weva ricondotta quasi agli antichi confini. çfuningue fu rasa al suolo pc:· lasciare aperto lo sbocco del Giura su Bclfort. Le furono tolte Land:,u, Sarrelouis, il Lussemburgo, Philippeville e Maricnburg. Nella Spagna tornò Ferdinando Vll di Borbooe. La Svezia e la Norvegia furono riunite sotto il gen. Bcrnadotte e i suoi discendenti. Si riconobbe l' integrità della Turchia, che (u però costretta a cedere la Bessarabia alla Russia. Disposi=io11i generali. Le Potenze separate da un fiume navigabile, regoleranno di comune accordo tutto ciò che gli si riferisce. sulla base del principio della libcrd di navigazione. Saranno annessi al prcsenté atto i regolamenti particolari del Reno, del Neckcr, del Meno, della Mosa e della Schelda . Si inviteranno tutte le Potenze interessate a aderire al trattato generale. Il congresso disapprovò poi la tratta <lei negri, esercitata ancora da molte potenze europee, e impose alla F rancia d i restituire le opere d'arte tolte alle nazioni conquistate, specie all"ltalia.

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XXXIII. Congresso di Vie1111a (1818). Fu tenuto dalle l'Otenze europee, per regolare varie questioni minori, rimaste senza soluzione nel congresso del 1815. XXXIV. Trottato di Vien11a (31 agosto 1824). Fra Austria e Napoli, consenzienti Russia e Prussia. li corpo austriaco nel regno delle Due Sicilie è fissato in 35.000 u. e permarrà quiv i sino al maggio 1826. XXXV. Trauato di Vie1111a (24 dicembre 18~7). Alleanza fra Austria e Modena, seguita, il 4 febbraio 1848, da a ltra

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fra Austria e Parma. I due ducati praticamente passa,·ano sotto il controllo mii. dcli' Austria, in prcvi;ione della rivoluzione ami-austriaca nell'Italia settentrionale. XXXVI. Trattato di Vie,ma (2 dicembre 1854). Alleanza fra Austria, Francia, Inghilterra, contro le mire della Russia ve rso Costantinopoli.

XXXVII. Trottato di Vien11a (30 ottobre 1864). Pace fr:1. Amtria e Prussiadn un b to, e Dlnimarca dall"altro, a chiusura della seconda guerra dei Ducati. La Danimarca cede alle due Potenze i propri diritti sullo Schslcswig Holstcin e sul Lauenburg. Il trattato fo non ultima caw,a della guerra del 1866 fra le due Potenze vittoriose. XXXVIII. Trattato di Vienna (3 ottobre 1866). Segue a lla guerra di quel!'anno. In base ad esso l'Italia acquista il Lombardo-Ve neto, che l'Austria formalmente consegna a Napoleone IJI, nei confini amministrativi daù alfa regione, tali da lasciare all'Austria un 'ottima condizione strategica e tattica in caso di guerra contro l'ltalia.

XXXIX. T.-attato di Vienna (7 ottobre 1879). Fra Austria e Prussia. Costituisce l'origine della " Triplice Alleanza " . In caso d'attacco da parte della Russia a uno dei contraenti, l'altro deve prestare il suo aiuto. Se l'attaccante sarà un'altra potenza, il contraente. non aggredito dovrà. serbare neutralità benevola. Questo trattato (u reso pubblico soltanto il 3 febbraio 1888. :,.Jel 1882 vi accedeuc l'Italia. XL. Tratta10 di Vie1111a (12 ago,to 1916). Protocollo segreto fra Austria e Germania, che ave,•ano deciso di creare un rcgl10 di Polonia, con esercito sottoposto a CO· mando tedesco.

V ienne. Città della Francia, sulla sr. del Rodano, nel dip. dell'Isère. Capitale degli Allobrogi , fu conquistata dai Romani. Nel medioevo fu capitale della Horgogna e nel 500 la prese il re Clodo\"eo di Francia. Assedio di Vienn,• (880-882). I tre re dei Franchi , unici i loro eserciti, mossero contro Bosone, che si era fatto proclamare re di Provenza. Essi posero l'assedio a V., città bene fortificata, con numerosa guarnigione e provvista di viveri e mu nizioni. I Franchi attaccarono a lungo la piaz7.a ma gli assediati, incoraggiati dalla pr=nza dcUa principessa Ermengarda, che li comandava, resistettero valorosamente. Infine, dopo aver subito gravi perdite, i re mutarono l'assedio io blocco: questo durò due anni, e infine la città fu costretta ad arrendersi. Vieste. Posamine, varato a Rostock nel 1919, d islocamento tonn. 515, lungo m . 59,40, largo m. 7,30; apparato motore cavalli 16oo, velocità miglia 14. Armamento 2 cannoni da 10 2. Personale: 4 ufficiali, 49 uomini d'equipaggio.

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Viganò (Ettore Giuseppe). Generale, n. a Tradate, m. a Firenze (1843-1933). Volonta rio garibald ino nel 1860 d ivenne sottot. d'art. nel 1863, combattè ne l I 866 e passò poi nel corpo d i S. M. Nel Viganò Ettore 1887 (u in Eritrea capo di S. M. del gen. di S. Marzano. Colonnello comandante il 4" alpini nel 1888, passò nel 1891 a comandare in 2 • la


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Scuola sottufficiali. Magg. generale nel 1895, comandò la brigata Ravenna e nel 1897 fu nomi:1ato vice governatore dell'Eritrea. Nella lotta contro i Dervisci meritò la croce di uff. dell'O. M. S. Fu quindi diren,;,re dell' Istituto geog rafico mil. e in tale qualità fo promosso ten. generale nel 1901. Comandante delle divis. di Ancona (1902) e di Genova (1905), nel 1900-1907 fu Ministro della g uerra. Com,rndante J ell'Vlll C. d 'A. nel 1908, fu due anni dopo designato come comandante d'armata in guerra. In P. A. nel 1911, passò qualche anno dopo nella riserva. Senatore <lei Regno dal 1906. Pubblicò: ~ Ricordi degli anni 1859 e 186o " ; « La n ostra guerra lino al novembre 1917 " ·

Vigesimazione. V. Decimazione. Vigevano (ant. Viglcva1111m). Città in prov. di Pavia, fra la d r. del Ticino e la sr. de l Tcrdoppio. Venne fortificata dai Romani , dei quali fu probabilmente una staz ione militare. Nel 915 vi fu edificato un castello contro le invasioni degli Ungari: Lodovico i l Moro lo fece ampliare e ridurre a reggia dal Bramante . Di origine romana,

concluse con l'impegno da parte dei cittadini di rico~truirc il castello. li. Assedi di Vigevano (16,15-1646), li primo fu po,to dal principe Tomaso di Savoia che, un ite le sue truppe alle francesi, prese la città sen1.a molti sfori.i e, dopo 20 giorni d 'assedio, il 12 settembre si impadronì anche della rocca: i lavori furono diretti dall'i ng. mii. Carlo Morello . L'anno seguente il marchese d i Velada, comandante dell'esercito spagnuolo, bloccò V. con una cinta trincerata e la riprese.

III, Trattato di Vigevano (7 ottobre 1696). Preliminari di pace e neutralità d'Italia tra la Francia e le Potenze coalizzate contro di essa: furono concordati fra i rappre• scnta nti di Luig i XIV, d i Vittorio Amedeo II, del re Carlo Il di Spagna e del re Gui:liclmo III d'Inghilterra. La Francia rçstitul Pinerolo a l duca di Savoia e abbandonò Casale al duca di Mantova, La pace fu poi conclusa a Ryswick.

Vigeva110 Attilio. Colonnello e scrittore mii., n. a Turbigo, m. a Roma (1874-1 927). Sottot, degli alpini nel 1893, partecipò alla campagna eritrea del 1895-91> e poi insegnò storia mii. alla Scuola di Modena. In Libia nel 19n e nel 1912 vi meritò una med . di bronzo e una d'argento. Passò ali ' ufficio storico nel 1912 restandov i lino al 1914. Nella guerra contro l'Austria fu promosso ten. colonnello per meriti eccezionali nel 1916 e colo nnello nel :917. Addetto al servizio informazioni della IV armata, guadagnò le croci d i cav. e d'ulT. dell 'O. M. S. Comandò il 39'' regg. esploratori cecoslovacchi, fu addetto al governatorato dclb Dalmazia e nel 1925 andò i11 A . R. Q. Fra le sue pubbli;:azioni: ,, I cacciatori delle Marche»; « Gli ulrimi relcgramm i de l governo pontificio "; « Il capit. Zannattclli dei volontari pontifici»; « L'Anzani e Garibaldi »; "La compagnia este ra garibaldina»; « La fine dell 'esercito pontificio » .

Vigilante. Goletta in legno, a vela, di 195 tonn ., in servizio nel 1822 nella marina sa rda. Fu radiata nel 1861. Vigilante. Kave « scorridora " in .legno, di 30 conn ., co,truita a Castellammare di Stabia nel 1883 e radiata nel 1899. Fortozza di Vigevano (secolo XVII)

fu soggetta a Pavia e si resse anche a comune. Partecipò alla seconda lega Lombarda e nel 1277 si rliede a }'filano. Nd 1526 fu saccheggiata dalla guarnigione spagnuol3 e l'anno seguente se ne impadronirono i Francesi c!el Bonnivet. Nel r733 il re di Sardegna fece investire la piazza, che capitolò agli ultimi di ottobre. Nel 1748, per il trattato d i Aquisgrana, passò al regno di Sardegna. li 10 agosto i848 Carlo Alberto vi firmò l'armistizio Salasco. I. Presa di Vigevano (1449). Apparùene alla guerra t ra la repubblica Am brosiana e F rancesco Sforza, cui nel maggio i Vigevanesi si erano ribellati , abbattendo il castello. Essi , ottenute alcune squadre di cavalleria da .'vlilano, cominciarono a devastare le campagne di Pavia. Lo Sforza venne ad a~scd iarc la città : la guarnigione milanese e gli abitanti si difesero valorosamente: lo Sforza abbattè con le artiglierie una parte delle mura, ma si trovò contro un nuovo trinceramento c!i terra e t ravi, cope rto di sacchi d i lana. Finalmente anche io questo fu praùcata una breccia e il 3 giugno lo Sforza fece dare l'assalto, impad ronendosi del terrapieno, ma un banale incidente mise in disordine gli assalitori e lo Sforza fu costretto a ordinare fa rit irata. Nella notte furono iniziate le trattative di resa che vennero

Vigilante. Rimorchiatore, varato in Norvegia nel 1<)06, ed en trato in servizio nella marina italiana nel 1916; dislocamento tonn . 316, lungo m . 31, largo m. 5,82; macchina HP . 300, veloci tà miglia 11. Armamento, un cannone da j6, Personale, 23 uomini .

Vigili. :-.!ell'ordinamento dell'antico esercito romano, erano chiamali V. le guardie del le porte del camro e le guardie d'onore:. - Vigilario era il posto in cui vigilavano le ,ent inclle. Vigliani (Alessa11àl'O), Generale, n. a Pollone nel 1863, Sottot. di fanteria nel 1882, divenne colonnello nel 1915 ed ebbe il co111,mdo del 7° fanteria col quale entrò in guerra contro J' Austria. Magg. generale alla fine del 19i5, comandò la br igata Bologna e dal 1917 la 49° div is. guadagnando due mcd . d'argento, e, al comando della 56' divis. su l Grappa, la croce di cav. del! 'O. M. S. e per la b-Jttaglia d i Vittorio Veneto quella d 'uff. dello stesso ord ine. ù1 P. A. S. nel 1923 col grado di generale di divis., fu collocato nella riserva nel 1932 col grado <li generale di corJ>O d ' armata. Vigl iena (Forti110 d1). Apparteneva alla difesa della costa di :-.!apoli e fu costruito nd 1700. Era capace di sette


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Convegno di Vittorio Eman uele H col maresciallo Radetzky a Vignate (24 marzo 1849)

bocche da fuoco d i grosso calibro . Nel 1742 fu restaurato dall'i ngegnere mi i. Francesco Lopez Vario . Il 13 giugno 1799 fu preso d'assalto dalle schiere del cardinale Ruffo; i difensor i fecero saltare la polveriera mandando i11 aria

vincitori e vinti.V iglione (Giovanm) . Amm iraglio, n. a Casar10va nel 1860, entrato i.n servizio nel 1875, collocato in P. A. nel 1910, p romosso conuammir. d ella riserva nel .1 918; deceduto i n seguito all'affondamento del piroscafo « Maroncelli ·,, sul quale era imbarcato in qualità di capo-convoglio, il 30 maggio 1918. Fu conferita la med. d 'argemo alla sua 1,11emoria, pcrchè nella circostanza dell'affondamento , provvecleva alle operazioni cl i salvataggio d ando luminoso esemrio d i elette qualità d i carattere , d i cuore e disciplina: rim asto ult imo a bordo scompariva con la nave affondante, fulgido esempio d i virtù macinaresche. E ra anche decorato della rned. d i bron~o ed aveva preso parte alla campag na d'A-

frica d el 1894. V igna (lat. Vinca). Così era chiamata un 'a n uca macch ina da guerra, simile alla testuggine per forma e scopo, ma con dop pio tetto di tavo le e g raticci. Generalmente era cope rta <l i · pelli., per d ifesa dei militari che vi stavano dentro, mentre la 1nacchina veniva avvicinata alle murn. per assaltarle.

Vigna Carlo. [spettare del genio narnle, n. a S . Giorgio Canavese, m. a Roma (1838-1890). F u insegnante di cost ruzione navale alla Scuolà d i marina e nel 18i7 raggiunse il grado d i d irettore del genio navale del 2 ° d ipartimento. Nominato ispettore 11el .r883, fu chiamato nel 1884 al m inistero per far parte del comitato pei disegni delle nav i . Nella XIV legislatura fu · dc-

nella cascina del Vignale presso la ci tti,. Il re d i Sardegna promette di sollecitare un trattato di pace coli' Austria, di sciogliere al più p resto possibile i corpi dei volontari lombardi, ungheresi e polacchi, ai qual i però è garnmita l 'amnistia, di pagare un'indennità di g uerra d i 49 m ilioni. Durante l'armistizio l'Austria occurcrà con 20 mila u. il territorio compreso fra i l Po, la Sesia ed i l T icino. L a piazza d i Alessandria sarà presidiata da Aust riaci e da Piemontesi insieme. li re di Sardegna farà sgombrare sulla d r. <lei Po il territorio d ei ducati di Piacenza e d i Modena e del g randucato di Toscana. L ' armata sarda entro quindici gio, ni abbandonerà l' Adriatico, e tutti i P iemontesi che fossero a Ve nezia saran no invitati a rien trare negli Stati Sard i. L'esercito sardo sa rà r idotto sul piede ord inario <li pace.

Vignati (Alkerto). Ingegnere mii. di Lodi del scc. XVI. F u commissario gcn. delle piazze occupate dall'esercito francese nel Piemonte, nel Monferrato e nel d ucato d i Milano . Scrisse una « Descrizione della cit tà d i Parigi all 'cpoca d i F rancesco I ( 15rj ) > •, ove i n special modo tratta delle for tificazioni.

Vig11ati di S . Giglio ,·onte Carlo. Generale ,lei sec. XVllI. Cornetta in cavalleria nel 1757, d ivenne colonnello nel 1792; comandò in 2a il rcgg. d ragoni d i Piemonte e, in 1a lo stesso regg. nel 1i96 con g rado d i brigadiere di cavalleria . Quando i Francesi nel 1798 occuparono il Piernonte, passò a com andare il 3° regg. dragoni piemontesi e con essi partecipò alla campagna del 1799 contro g li Aust ro-Russ.i. Nel 180 0 lasciò il serv izio. V ignol a, Comune in prov . di Modena sul Panaro. f.bbe un amico castello . Nel 9~5 sostenne felicemente un assedio del conte Ugo di Provenza. Nel 1396 Giovanni da Barbiano, al soldo d i Gian Galeazzo Visconti. si irnpadronl del castello che tre anni doro gli fu tolto dal inarcbcse d i Ferrara.

Vigna Carlo

putato d i Caluso e nella XV e XVI del 5° collegio d i Torino . P ubblicò opere d 'indole tecn ica .

V igi;iale (Armistizio del) (26 marzo 1849). Fra Austria e Sar degna , subito dopo la ba ttaglia d i Novara, firmato

Assedio di Vig11ola (settembre-ottobre 1240) . Appartiene alle g uerre fra · Bologna e Modena e fu posto nel settembre dai Bolognesi. Ne avevano quasi demolite le m ura, e si apprestavano numerosi. a dare l'assalto, q uando, il 4 ot-


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tobre, furono alla loro volta assaliti da un esercito condotto da Simeone conte di Chieti, composto di Modenesi, Ferraresi, Parmensi. I Bolognesi furono volti in fuga con gravi perdite e lasciarono oltre 2600 prigioni<>n.

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rando le molteplici ferite di arma d a taglio e da fuoco dei soldati. Nel 1514 pubblicò il trattato classico « Practiea co• piosa in arte chirurgica », trattalo che venne traqd&o subito in parecchie lingue. ' Vigo Pdl,zzari Francesco. Maggiore garibaldino, n. a Vimercate, m. a Mcmana (r836-1867). Partì con la spedizione d ei Mille, luogotenente nella Vll compagnia; nel 1862 comandò il bgl. « Superstiti dei Mille»; nel 1866 combauè col 9° regg. volontari, segnalandosi a Bezzecca; a Mentuna morì sul campo.

Castello di Vignola

Vignolt, (Il). V. Baroz:::i.

Vigo. Città marittima della Spagna. I Romani ,i ebbero un « castrum» . Il 22 ouobre 1702 vi ,i svolse una battaglia che appartiene alla guerra per la Successione di Spagna. Una squadra franco-spagnuola (38 navi) agli ordini d i Chateau-Renault, giunta d al Messico, stava sbarcando i metalli preziosi e le ricche merci trasportate, quando venne assalita dalla flotta anglo-olandese (50 navi) agli ordini degli amm ir. Rooke e Van Almondc e do!'O ineguale combattimento distrutta.

Combattimento di Vigo (1810). Appartiene alla guerra condona dalle armate napoleoniche in Spagna. Nel gennaio la città era stata occupata dalla divis. Souham, rin forzata da una brigata della divis. italiana Pino, disperdendo le bande d 'insorti che a,·cvano tcDCato di oppon-isi. La situazione cli quelle truppe divenne perallro assai cr.itica, poichè i partigiani, sostenuti dagl'lnglesi del gcn. O'Donncl, le b!occavano dalle elevate posizioni montane circostanti . Il 20 febbraio quel generale britannico, riun iti a Moya i 15.000 uomini di cui disponeva, mosse su tre colonne all'attacco di V. li gen. Souham spiegò le sue foru (circa 3500 u.) nella breve piana sonostnnte alla cittct, sostenendo le ali coi reparti a cavallo, [ra cui era il regg. italiaAo dei Ora• goni l\'apoleonc. Respinto il bgl. francese che occupava un posto avanzato nel villaggio d i Garp, l'attaccante lanciava innanzi tutta la propria cavalleria, per sopraffare la sr. av,·ersaria; ma i Dragoni francesi e italiani la dispersero con una furiosa carica. Chiamala in linea la riserva, il generale inglese tentò una vigorosa puntala sul centro, ma incontrò t]Uivi salda resistenza; nè miglior successo ebbero i rinnovati attacchi su ambe le ali, di fronte ai contrattacch i della fanteria e al nuovo intervento della cavalleria franco-ita1iana, cbe sgominò la colonna attaccante cli d r. catturando un mjgliaio di uomini e oltre 300 cavalli. Gli Anglo-Ispani si decisero allora alla ritirala, premuti vivamente dagli squadroni avversati. La giornata, risoltasi in un serio scacco per essi, ad onta della superiorità di forze, costò loro numerosi caduti e oltre _2000 prigi->nien. Vigo Giova1111i Battista (da). Chirurgo militare (1450-1525). Oriundo c1·; Rapallo. Fu archiatra del papa Giulio Il e lo accompagnò nelle sue imprese belliche, osservando e cu-

Vigolo. Comune in prov. di T rento. li 25 luglio 1866 vi si svolse un combattimento che appartiene alla seconda guerra 1--cr l'Unità d'Italia. li 610 regg. fanteria (col. ~egri) cd il 35° bersaglie ri erano a Caldonazzo e Calceran ica. Gli Austriaci (una diccina di cp. cacciatori) erano jn Val Sorda poco ad ovest di V. li gen. Medici ordinò il 24 al col. Negri di puritare per Val Sorda su Matarcllo. La mattina seguente, una cp. bcrs.1glieri e un bgl. 61° fanteria occuparono TI. ove si scon1rarono con le truppe austriache; i bersaglieri si sostennero contro la sr. austriaca, ma il bgl. del 61° fanteria, trascinato da!rentusiasmo in un disordinato attacco in fondo valle, venne respinto. 11 col. Negri prese allora posizione ad ovest di Calceranica do,·e fu raggiunto daU-ordine della sospensione d'armi. Vigone (Gù11111i110 da). Ingegnere m ilitare del scc. XV. Fu mandato a Firenze dal princire di Acaia a richiesta di quella signoria, e prese porte all'assedio e · all'espugnazione di Vicopisano, tornando nel 1406 in Piemonte. Vilagos , Comune della Romania sulla sr. del Maros.

Resa di Vilagos (1849). l'.:: 1·uttimo atto che chiude la ri,•oluzione ungherese. Dopo che Kossuth aveva ceduto i poteri civili e mii. al gen. Gorgcy, questi tenne a V. un consiglio di guerra, che decise la res.1 allo czar raccomandand0 alla sua magnani:11ità la nazione u~ghcrcse ed i combattenti. E il 13 agosto 23.000 Magiari deponevano le armi in mano ai Russi. La Legione Italiana, agli ordini del col. Monti, riuscì a sfuggire alla resa riparando il 20 agosto in territorio serbo. Vilio Tapulio (Publio) . Console romano, eletto nel 202 a. C. Iniziò la guerra Macedonica, aprendo la serie delle

vittorie al suo successore Flanunio. -in segwto (u rinviato in Macedonia come proconsole e, dopo la battaglia cli Cinocefale, firmò la pace con Filjppo.

Vilipendio (delle Forze Armate), Reato contempl ato nell'art. 290 del Codice Penale Comune. S' intende con tale espressione il mostrare di tenere a vik, mediante ignominia o disprezzo o dileggio o contumelia, ovvero avvalendosi di grossolana o volgare ingiuria, le forze Annate dello Stato. li V. può estrinsecarsi con parole, con scritti e con att;. La critica, la censura, il biasimo, la mancanza di riguardo non entrano nella sua nozione. Nella Relazione del Guardasigilli alla Commissione Parlamentare si legge: « Il vilipendio contro l 'Esercito, commesso in tempo di guerra, anche quando non sia da identificare col disfattismo mili1are1 !)UÒ tuttavia giungere a diminuirne nei suoi risultati,.· più o 1'flcno prossimi, l'efficienza bellica; se commesso in tempo di pace, può finire col minare le stesse basi dcli 'ordinamento dell'Esercito e dello Stato ». - Pena: la reclusione da u no a sei anni. V i Ila (mard,esc di Ciglia110, Guido). Generale del duca di Savoia, oriundo ferrarese (1586-1648). Nel 1610 era ca-


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pitano ne, corazzieri e nel 1614 divenne colonnello, ottenendo nel 1615 l'ordine dell'Annunziata. Si segnalò in molte occasioni e <livenne luogotcn. generale d i cavalleria. Nella difc~a di Susa fu fatto prigioniero dai Francesi. Combattè dopo il 163 r contro gli Spagnuoli con successo e, comandando la cavalleria del duca di Savoia all'assedio di Cremon:1, fu ucciso da u n:1 cannonata .

Villa marchese di Cigliano Gl1irN1t! Francesco. Generale, figlio del preccdcme. m . a Torino nel 1670. Dopc, di essere stato agli ordini del d uca d i Savoia, andò al servitio dei Veneziani contro i Turchi e si battè a Candia. Nel 1648 ebbe da Carlo Emanuele II il collare della SS. Annunziata.

aveva perduta Rodi e che poi nel 1530 si trasferì definitivamente a ~alta. li 21 marzo del 1691 fu assediata e presa dal marescia llo Catinat. Nel 1705, venne presa <l'assalto dal La Feuillade, e venne ricuperata dagli Imperial i l 'anno seguente. Durante la guerra per la Successione d ·Austria se ne impadronirono le truppe gallo-ispane, a cui fu tolta nel 1716 d agli Austro-Sarai. Nel 1792, Je t rupre france.ii del gcn. Ansclmc, divennero padrone delle fortezze senza colpo ferire.

Villa conte di Villaste/lo11e Ercole Tommaso. Generale, m . a Torino nel 1766. Fu comandante della città e pro, vincia di Torino e poi divenne gcn<:rale di cavallena. :--lei 1762 ebbe la nomina a gran masuo d'art. e nel 1763 il collare dell'Annunz iata . Villa Ugo. Generale, n. a Torino nel 1859. Sottot. di fanteria nel 1879, part<.-cipò alla guerra Libica. Colonnello comandan te il 73° fanteria nel 1912, fu promosso magg. generale nel 1915 ed entrò in guerra contro l 'Austria al CO· mando della brigata Tre\'iso. lo P. A. nel 1918, fu promosso generale di divìs. nella nserva nel 1923. Villa C,unillo. Generale, n. nel 1867. Sottot. d i cavalleria nel 1891, andò in P. A. nel 1917. Trattenuto però in servizio al deposito del Nizza cavalleria, fu <>romosso colonnello nel 1918. Nel 1929 ebbe la promozione a generale di brigata nella riserva .

Villa Augusto. Generale, n. a Villano,•a d'Asti nel 1873. Sottot. d'art. nel J892, fu in Eritrea nel 1895-96 e in Libia dal 1912 a l 1915, meritando una mc<4. <l i bronz.o. :--Jcl 19161917 partecipò alla guerra contro l'Austria, divenne colonnello nel 1917, e dopo la guerra comandò il 3° art. da campagna. Nel 192G fu promusso generale di brigata; tenne il comando d'art . del C. d'A. di Milano e nel 1932 }'.'as;ò in soprannumero . Villaoh. Città dell'Aust ria, nella Carinz.ia, sulla Orava, presso il confine italiano. Combammenti di Villach (1813). Appartengono alle guerre dcll'lmpcro fra ncese. L'esercito d'Italia, agli ord ini del viccrè Eugenio, si apprestava a fronteggiare l'esercito austriaco che, agli ordini del gen. Hiller, si riuniva ad Agram e Klagenfurt. Il 21 agosto due bgl. del 35° regg. fanteria leggero si impadronirono di Villach e il 22 vi furono attaccati dal gcn. austriaco Frimont, che li cacciò dalla località . li 24 il gen. Gratien volle rioccu?arc V. con 2 bgl. del 35° ed uno del 36°, agli ordini del col. Duché. L'attacco riuscì, ma un successivo cont1attacco del gen. F rimont obbligò nuovamente i Francesi a ritirarsi. Il 28 il principe Eugenio giunse a Tarvis con la ,a e 2• <livis. Compresa l'importanza <li V . decise d i impossessarsene. Il 29 con la 3• d ivis. attaccò V.; con la ,a (Quesnel) attaccò il ponte di Roseg; tenendo la 2• (Rouycr) in posizione intermedia per sostenere i due attacchi. Gli attacchi si svolsero enuambi vittor iosamente: gli Austriaci abbandonarono V. che però il 20 settembre venne sgombrata, essendosi pronunciato in quei giorni quel! 'aggiramento pcl passo di Oobbiacco, che si chiamò « aggiramento alla H iller », per cui egli ragg iunse molto tardivamente Trento, a tergo del principe Eugenio,

Vill afranca di Nizza (fr. Villefra11cl1c). Città maritt ima della Francia, nel clip. del le Alpi Marittime. Nel 1527 vi ,i stabilì provvisoriamente l 'Ordine Gerosolimitano che

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Villafranca di Nizza

Attacco di Villafranca (156o). Fu operato dal \'icerè <l'Algeri, Ucciali, il r0 giugno. Il duca Emanuele Filiberto, che veleggiava all'imboccatura del porto, si ritrasse subito alla spiaggia e raccolti 300 u. di milizie paesane, si av\'iÒ con <lue piccoli pezzi da campagna, verso le fosse di Sant'Ospizio, dove j corsari avevano preso terr~, facendosi precedere dal colonnello Piovcna con 25 archibugieri, con l'ordine di appiccare la zuffa e quindi ritirarsi a poco a f'OCO per trarre i Barbareschi in imb.1scata. Ma il numero dei nemici incalzanti impedl ogni difesa, e il duca dovette ritirarsi al forte di V. d'ondc a cannonate tenne lontani i Saraceni. li Piovena intanto, fuggito dalle mani di quelli che l 'avevano preso, si ritirò in V . di cui subito sbarrò le pone. In questo fatto rimasero morti una ventina di persone e 30 gentiluomini e 40 soldati furono presi prigionieri. La mattina seguente jl duca fece negoziare il riscatto dei prigionieri che fu stabilito in 12.000 ,cudi . V1/lafrt111ca di Verona. Comune in pro,·. di Verona, sul Tione. È. d i origine molto antica. Kel 1166 si costitul in libero comune; in seguito fu dominato dagli Scaligeri, dai Visconti, dai Carraresi. Al principio dc! scc. XIU, vi fu eretto un castello che Enrico d'Egna . podestà, fece rafforzare, elevando la torre princiçale e costruendovi una lunga muraglia. Nel 1266, castello e territorio <li V. furono occupati <lai fuorusciti guelfi, che ne furono scacciati da Mastino <lella Scala. .'.vlastino li nel 1343, proseguì la muraglia , detta il « Serraglio », finita nel 1348 da Can Grande Il, e che anda,·a da Nogarolc fino a Borghetto. Questa muraglia costituì poi il limite di frontiera degli S12ti Venezian i, quando la Serenissima si impadronì del territorio. Nel 1799 vi avvenne un combattimento che prese il nome, più comunemente, di .\lagnano.

Tra11ato di Vi/lafm11ca (11 luglio 1859). Pone fine alla campagna di quell ' anno per l'Indipendenza d'Italia . Austria e Francia favoriranno la creazione di una Confederazione italiana, sotto la presidenza del papa. L · Ausuia cede alla Francia i suoi diritti sulla Lombardia, e a sua volta la Francia li trasmetterà all 'Italia. La Venezia farà parte


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de lla Confederazio ne, p ure rimanendo soggetta all'Austria . Il g ran<luca d i Toscana e il duca d i Mo<lena rientreranno nei loro Sta ti. - Questo trattato fu reso vano in grande parte p-er g li avvenimenti dello stesso anno e del successivo, che permisero la costituz io ne del Regno d'Italia .

Villani (Francesco). Generale, n. a Pistoia, m . a Marina d i Pisa (1827-1902). Provenien te dall'esercito toscano, partecipò alle campagne del 1848 (: 1859. Colonnello del 69° fanteria nel 1862, prese parte alla g uerra del 1866. Magg. generale nel 1870, comandò la 4"· e la 27• brigata d i fanteria. Ten . genera le comandante la divis . d i Messina nel 1878, comandò poi q uella di Bologna e nel 1886 fu ,presidente del comitato di fantena e d i cavalleria. 1n P. A. 11cl 1887, passò nella riserva nel ,892. Pu deputato per F ir enze nelle legislature X V e XVI. Villani Giov"nni. Generale, n . a Milano, m. a S. Leonardo (T864-19,7). Sottoten. d i fanteria nel 1883, fu in Eritrea od 1887 e poi .passò .negli alpini . Colo nneilo nel 1915, ebbe il comando del 4° fanteria col quale en trò in g uerra coo tro l 'Austria. Maggior generale comandante la brigata Livorno nello stesso anno , ebbe nel luglio 19,7 il co mando della 19~ divis . li 26 o tto bre 1917, comandante della difesa d i monte Jeza davanti a T olmino, assolse eroicamente al suo dovere, e ViJlani Giovanni q uando la marca nemica som merse la sua divis. rinunciò aJla vita volontariamente. Alla sua memoria fu concessa la med aglia d'argento. Villa11i Francesco . Generale, 11. a Mil ano nel r868. Sotrote1l . d i fanteria ne] 1887, fu in g uerra contro l'Austria e mer itò la med. di bronzo. In congedo provvisorio nel 1916 e ~~ lonncllo nel 1917, fu p ron1osso generale d i brigata nel 1928.

V il lanis (Roberto). Generale, n. a Torino nel 1860. Sotto ten . d i fanteria nel 1879, panecipò alla campagna di Libia. Colonnello nel 1914, comandò il 6° fanteria col q uale entrò in g uerra contro l 'Austria. M agg. generale nel 1915, comandò le brigate Napoli e Mantova. N el 1917 fu collocato 11ella riserva.

Villar (Du). Reggimento del « Battag lione Piemonte » , costituito nel 1703, con elementi dei bgl. della milizia n iz zarda. Pa rtecirò alla g uerra per la Successione di Spagna, e nel 1704 venne incorporato nel reggimento d i P iemonte.

Villaret (Luigi de foy,·use, conte d,). Ammiraglio francese (1750-1812). S i distinse nelle campagne nel mare delle Indie e duraute la r ivoluzione con1battè contro gli inglesi. Fu poi cap itano generale alla Martinica e Napoleone lo nominò governatore generale di Venezia, ove morì. Vi/laret (Dt·). Generale francese, n . nel 1854. Combattè in varie campagne coloniali; dal 1884 al 1887 fu in Giappone quale istruttore d i quell'esercito; nel 1914 fu inviato in G recia colla missione m i i. francese che riorganizzò 1'esercito greco. Generale di brigata ali 'inizio della g uerra Mondiale, comandò una d ivis. mobilitata in Francia; promosso generale di d ivis. assunse i l comando di un C. d'A. e

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come tale fu ferito sull"Aisne ne: 1915. L'an no seguente fu destinato al comando dell'annata d 'Alsazia, colla quale finì la g uerra .

Villari (Enrico) . Generale, n. a Campagna nd 1868. Sottoten . d' art. nel 1887, partecipò a lle guene Libica ed Italoaustri~ca . Colonnello nel 19,7, fu promosso generale di brigata nel ruolo speciale nel 1930. Villars (Clfludio, duca di). Maresciallo di' Francia (16531734). Combattè in Olanda, i n Germani.a e in Fiandra. Nel 1733 combattè in Italia, e morì a Torino. Vìlla S. Giovanni. Frazione del Comune d i Reggio d i Calabr ia, nel punto più angusto dello stretto di Messi na . Nel 1860, dopo lo sbarco d i Garibaldi in Calabria, i generali borbonici Briganti e Melendez vi concentra rono la maggior parte delle loro forze, e , investit i da tutti i lati, capitolarono il 23 agosto, dopo scambio d i poche fucilate: due giorni dopo il Briganti ven iva trucidato dai suoi soldati. Villa Santa (Nino Salvatore). Generale, n . a Caglia ri nel r 884. So ttot. d i fanteria nel 1904, fu in L ibia nel 19n-,91 2 e vi meritò un a mcd. d'argento. Divenne colonnello nel 19,8, e, nella g uérra contro l'Austria, meritò altre tre med. d'argento, una di bronzo e le croci d i cav . e d 'uff. <lei• I 'O. M . S. Dopo la g uerra occupò per m olti anni la carica di segretario di S . A. R. il duca d 'Aosta e poi comandò 1'83'' fanteria. Generale. d i brigata nel 1932, comandò la 28• brigata d i fanteria. Villata (Giovam11). Generale napoleonico, n . a Milano nel 1777. Cadetto della cavalleria austriaca, passò nel 1798 nel 1° re.gg. <lei d ragoni cisalpin i. Colonnello nel 1807, comandò i l 1 ° regg . cacciatori a cavallo , coi quali cornbattè in Pomerania e poi nella Spagna ove meritò la promozio ne a generale d i brigata. Co mandò la cavalleria leggera della Guard ia nella campagna d i Russia. N el 1814, alla testa d i una brigata della d ivis . Zucchi, attaccò gli Austriaci presso Guastalla . Alla cad uta del regno napoleonico divenne generale maggiore dell 'csercito austriaco e con una brigata combatti: nel 1815 in A lsazia. Poco d opo andò a riposo. Tlillat" Frana;co. Co lonnello napo_leonicç e generale austriaco, n . a Milano, m. a Jnnsbruck (r781-r842). Volontario nel la legione lombarda e poco dopo sottot. nel 1° regg. cacciatori a cavallo, divenne colonnello nel 1813. Dopo il 1814 entrò al servii.io dell' Austria. Generale maggiore nel 1828, tenente maresciallo nel 1835, fu nom inato nel 1842 comandante del Tirolo . Vi llavecch ia (Beltrando Giuseppe). Gener ale, n. ad Alessandr ia, m . a Genova (1853-1925). Sottot. d'art . nel 1872, d iresse nel 1896 l' impianto dei servizi della difesa costie-ra del la repubblica Argentina. Colonnello direttore dell"oflìcina d'art. d i Genova nel 1905, fu promosso rnagg. generale nd 1910 e comandò l'art. d i Mantova e d i Genova . In P. A . nel 1915 e ten . generale, fu richiamato in occasione della g uerra contro l 'Aust ria alla quale partecipò dal 1915 al 1917 qua le comandante d 'art. della II armata e meritò la croce d i cav. dcll 'O . M. S . Collocato neU riserva .nel 1919, assunse nel 1923 il grado di g w era,e d i corpo <l 'armata. Villaviciosa. Comune della Spagna, in prov. d i Guad alajara.

Hattaglia di Vil/aviciosa (10 d icembre 1710). Appartiene alla guecra per la Successione d i Spagna e fu combattuta fra g li Imperiali dello Starhemberg e i Francesi del Ven-


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dome. L 'avan7.ata d 1 q uesti ultùn i aveva indouo gli l mpcriali a ripiegare su Ire colonne, una delle quali (u catturata a Brihm:ga (V.). In soccorso di questa aveva mosso lo Starhemberg, il quale venne con 27 bgl. e 29 sqdr. a sch ierarsi contro i 30 bgl. e i 73 sq<l r. del Vcndome, ordinati in battaglia su due sch iere, con la cavalleria alle ali . Dopo un'ora di cann:meggiamcnlo, il Vendòme sferrò l'attacco, che finl per trasformarsi in una mischia generale, che te rminò con la sconfitta degli Imperiali: questi perdettero 6ooo u. e tutta l'art iglieria: i vincit0ri ebbero 3000 u. di perdita.

Villepion, Vill:tggio della Francia, presso Orléans. Il 1° d icembre 1870 vi avvenne un combattimento che appartiene alla guerra Franco-germanica. Tre brigate bavaresi del I C. d'A. (von der Tann) vi furono attaccale dalla 1& divis. del XVI corpo francese. li combattimento durò accanito per tutta la gior nata fino a notte, durante la quale i Bavaresi ripiegarono lasciando ai Francesi il vanto d i un successo momentaneo. Nel combattimento di V. le perdite si aggirarono sui JTOO u . circa per ambe le parti. Villeroi (Nicola di Ncufvìlle duc.1 di) . Maresciallo di Francia (1598-1685). Fece le sue prime armi in Piemonte. Maresciallo di campo n(•I 1624, partecipò all'assedio di La Rochelle (1628) cd alla battaglia di Carignano (1630). Dal 1631 al 1635 fu governatore d i Pinerolo cd al pr incipio della guerra dei Trema Anni combattè in Italia. • Luogoten. generale nel 16~3. divenne Ire anni dopo governato re di Luigi XIV e maresciallo cli Francia. Ministro di Sento nel 1661, divenne Pari nel 1663. Vii/eroi Francesco di Neufville (duca d,). Maresciallo di Francia (1644-1730). Colonnello nel 1664 partecipò alla campagna d 'Ungheria e ri mase ferito· alla battaglia cli S. Gotta rdo. Brigadiere nel 1672, maresc . cli campo nel 1674 e luogoten. generale nel 1677, combauè in Olanda. Al principio della guerra di Successione di Spagna ebbe il comando dell 'cscrcito d'Italia con poca fortuna, poichè fu lx1t1u10 a Chiari ( 1701) e cadde prigioniero a Cremona (1702). Andato po, in Fiandra, riponò nuove sconfiuc. Sino al 1722 tenne il go,•erno di Lione.

Vil liers. Altopiano a oriente d i Pa rigi, che ha <lato il nome a un combattimelllO dovuto a sorLita dei Francesi contro l'armala tedesca <l'investimento, durame l'assedio di Parigi del 1870-71. Il I e il 11 corpo francese furono direni il 30 novembre di fronte verso l 'altopiano, il lii fu avviato contro la dr. <lei medcsim(), dopo sca rsa preparazione di fuoco. Le trupre francesi ricM:ono ad impadronirsi di qualche tratto delle lince av,•crsarie, ma ,·engono arrestate sul ciglio della linea di rcsistCl")Za, essendo mancato il tempestivo concorso del III corpo, incaricato della manovra sul fianco. Fino al giorno 2 dicembre 187r i Francesi restano sulle posizioni, mcnuc i Tedeschi fanno affluire nuove forze. La posizione degli assalitori è insosrcnibile, ma i bolleui ni hanno canrnto vittoria, e il comando francese non osa di ordinare una tempestiva ritirata. li mattino del 2 la battaglia si riaccende in condizioni sfavorevoli per i Fra11cesi, fortemente p remuti d'ogn i !ato e bauuli da masse èi batterie: le ·ali resistono, ma il centro Aettc; una quarta nolte passata all'addiaccio con freddo intenso riduce allo stremo le forze francesi: il comando si decide perciò a ordinare la ritirata col fa\'Orc della . nebbia. Nella notte d al 3 al 4 d icembre le retroguardie della 2~ annata francese ripassano sulla d r. della Marna e l'episodio chiudesi in pura perdita, non tanto per i 12.000

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uomini sacrificat i, quan to per b dq~ressionc <lei morale e per la delusione del popolo parigino.

Vil/ìer, (de l'lslc-Adam). Maresciallo di Francia (13841437). Prigioniero degli Inglesi all'assedio di I larfleur (1415) ent rò poco ,lopo a Parigi col duca d i Borgogna, e quando questi si unl agli Inglesi (q21), lo seguì e comandò una parte dell'cserci10. Vi/liers di· l'lsle d'/Jdam (Filippo). Gran maestro dei Cavalieri di Rodi (1464-1534). Elletto nel 152r, difese la città valorosamcmc contro Solimano II: obbligato a ce<.1ere passò a M:>ha. Villimpenta. Crnminc in prov. di Mantova, sul Tio11c, con castello, erett'l \'Crso il u20 dai Veronesi contro i Mamovani, nel punto che segna,•a il confine fra i due Stati. li 12 settembre 1796 vi avvenne u11 piccolo scontro che appartiene alle guerre della Rivoluzione francese. li maresc . austriaco \ Viirmser la mauina del 12 si di resse col grosso delle sue forze \'crso V. li gen. Sahuguet, lasciato dal Buonaparte a Cas1cllaro per opporsi all'avanzata d,:gli Austriaci, informato della marcia di W iirmser, i1wece di porrnrsi con tutte le sue forze da quella parre, si contcmò di inviarvi poche centinaia di u. per ostacolare l'avanzata del nemico, il quale, con la sua schiacciante supenorit,ì, ebbe fac ilmente ragione dei 300 c.icciatori francesi che si trovò d i fron te e i l ,na resciallq potè cosl il gwrno dopo entrare in Mantova. V il na. Città della Polon ia, alb confluenza della Vilia e de lla Vilcika. L a ,.,a fond 1zione viene attrihuita ai Nor• manni, nel scc. X. Alessa ndro Jagcl!one la fordncò nel 1505. Appartenne alla Russia, insieme :illa Lituania, fino al termine della guerra europea.

Que.<tìonc di Vi/11(1, Nel 1368 si unirono Polonia e Lituania, che da allora formò con la prima un solo Staro, in cui andò sempre accrescendosi l'influenza della ci,·ihà polacca. Ciò accadde specialmente a V., e la situazione durò sino al 1795, quando con la spartizione del regno di Polonia essa fu incorporata nella Pru,sia, d iventando sede d, un governatorato. Durante la guerra Mondble i Tedeschi sostennero vigorosamente il moto separatista dei Lituani, eccitando in essi l'ostilità contro i Polacch i. Il nuovo Staio, ,orto dopo la guerra, proclamò subito per sua capitale V., che del resto nel XIV secolo era già staia capitale del granducato di Lituania. Ma ormai V. era divenuta una ciuà prevalentemente polacca, e la questione, subito sorta, venne portata al Consiglio Supremo della Pace. I'rattanto, sulla fine <lei 1918, i Russi avevano occupato TI., che i Polacchi ripresero il 19 aprile 1919. L'anno seguente la Russia, rioccuparab, concluse con la Lituania un trattato, per cui le cedeva TI. Ma, ba1tu1i i Russi a Varsavir,, la questione di V. sorse di nuovo e a risolverla non valsero nè l'accordo di Suwalki (9 ouobrc 1920) nè la proposta che fece la delegazione della Società delle Nazioni, di una linea prov,·isoria includente V. nella L itu.1 nia . Allora la divisione del gcn . polacco Zclikowski, il giorno seguente all'accordo, si impadronl della ciu:'I, suscitando vive proteste in Limania . Ma il 20 febbraio 1922 la Dieta di V. proclamò l'annessione della città alla Polonia , annessione che la Dieta polacca votò il 2 marzo. Fra Polonia e L i1uania si stabill una zo11a neutra, fra il Niemen e la Dzwina, cbe il 9 febbraio 1923 la Società delle Nazioni divi<le,a fra i due Stati, lasciando V. ai Polacchi . Nonosta nte che la decisione fosse registrata il r5 marzo da lla Conferenza degli Ambasciatori, e che il Consiglio della Societ:\ delle Nazioni la confermasse il IO di-


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cembre 1927, le proteste lituane conti nuarono. La Russia invece si era disinteressata d ella questione, col trattato di Riga .

Auacco di Vilna ( 19 i,>iugno 1831). Appartiene alla guerra d i Rivoluzione polacca, 3° periodo, e fu operato dal gen. polacco Gielgud. L a guarnigione russa era costituita dai corpi dei gen. Crapowiecki, Sacben, Fricken e Kreutz (n mila u. e 60 cannoni). Giclgud disponeva solamente di 14 m ila u. e 26 cannoni. La piazza non era fortificata che con qualche trinceramento, ma i Russi non rimasero nella città, occupando invecé una forte posizione sulle alture d i Ponary. li gen. Gie lg ud affidò al gen . Zaliwski l'ala d r., al Chlapowsk i il centro, al Rolan<l la sr., oltre ad un distaccamento agli ordini del gen. Dembinski sulla sponda dr. del fiume Vilia. L'artiglieria era quasi impotente a sostenere l'attacco contro la posizione di Ponary, non essendo possibile schierare i pezzi altrove che sulla strada, sulla quale nou potevano uovare posto che due pezzi soltanto per volta. t'altura era invece guarnita da una forte b,meria di 20 pezzi che non avevano a subire alcuna limitazione al loro fuoco. E così l 'attacco, · per quanto eseguito con molto slancio e con tutte le forze, non ebbe alcun successo, riducendosi ad una serie di piccole azioni parziali, senza connessione l'una con l'altra. Anche l'azione d el gen. Dembinski, non sviluppata a tempo, non dette alcun risultato. Alle 14 il fuoco cessò avendo il gcn . Gielgud dato ord ine di ritirata, dopo aver perduto ncll 'jnutile tentativo circa 600 uomini:

Viltà. Il pericolo, che orienta l' uomo di coraggio verso lo sforzo giudizioso di superamento, produce invece nel! 'uomo dappoco e pusillanime un biasimevole :avvilimento, sintomo d i inqualificabile hassezz.a d'animo : /: la viltà, donde il f('rdcrsi d'animo e l 'abuso di prudenza. .Mancanza di coraggio, dunque, con l 'aggravante <l'un parallelo sentimento ignobile, che mentre sfugge ogni rischio, non abbandona di solito I 'atraccamcnto alla vira e a · suoi beni a prescindece dall 'onore e da qualsiasi altro valore morale. Q uesto breve cenno è sufficiente a indicare come il termine viltà non sia di significazione semplice. Per esempio, è indubitabile la d ifferenza che intercorre fra la viltà propria della congenita bassezza <l'animo e della ta pinirà , per la quale noo c'è rimedio, e la viltà sporadica derivante da causa transeunte, che può lasciar luogo a ravvedimento e a fatti ben diversi. Tale distinzione ha la sua import;rnza e le sue ragioni, specialmente nell 'ordine militare per il governo e il giudizio degli uomini. La viltà proietta ombre dense i n tutti i campi dell'attività umana; s' intende però come le ombre che j)'roducono oscuramenti nel campo del1'.attività m ilitare appaiano, e siano, le più gravi, per ovvie ragio ni . :e logico, quind i, che la morale militare sia la p iù tenace e inflessibile nel giud icare la viltà e nel perseguitarla . V imeiro. Villaggio marittimo dcll' Estremadura, nel Portogallo .

Battaglia di Vimeiro (1808). Appartiene alle guerre <lel1'Impero francese. Il gen. Junot aveva riunito a Torres Vcd ras tutte le forze disponibili (oltre 9000 uomini), deciso a dar battaglia alle forze britanniche che coprivano gli sbarchi dei contingen_ti da mare. li gen. Welleslcy aveva preso posizione a V. , nell 'evidente jnrenz.ione di muovere all'offensiva. Deliberato a prevenirlo, Junot avanzò su V. dove il Wellcsley dispose i suoi itJ ordine <li battaglia, fronte a sud-est, con la dr. al mare, il centro sul pianoro che cOJ)'rC V. e la sr. appoggiata alle colline interne, tenendo in riserva parte delle forze. I Francesi mossero all'attacco con una brigata contro il centro e un'altra contro

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la s~. inglese; la cooperazione necessaria venne a mancare e Junot intervenne a rincalzare l'azione da ambo i lati con altre <luc brigate. Il combattimento prosegul accanito, ma volse sfavorevole ai Francesi, senza che l'intervento dei bgl. della riserva potesse ristabilirne le sorti; una cariça del!a cavalleria i□glese sgominò l'attaccante costringendolo alla ritirata sotto la protezione di alcuni pezzi; fortunatamente intervenne in tempo la cavalleria di Junot, tutta italiana (r0 dragoni e 26° cacciatori, piemontesi), che frenò eroicamente 1'impeto degli assalitori. Il tardo sviluppo del-

Battaglia di Vimeiro (1 808)

l 'azione contro la sr. br itannica rese agevole al Wel lesley di provvedere sostenendo q uell'ala con forze tratte dal centro, ormai esuberanti dopo ]a prevalenza colà ottenuta. Verso le 14 il combattirncnte> era finito, e i Francesi, coperti dalla cavalleria e da alcuni bgl. di granatieri , si raccoglievano presso la stretta di Torrcs Vedras 1;,er retrocedere dipoi verso Lisbona. La giornata costò loro quasi 2ùOO uomini e 1 0 pezzi, e agli Inglesi perdite di poco inferiori: essa fu una <!elle determinanti principali dcli' evacuazione del' Portogallo, avvenuta alla fine dell'agosto 1808.

Vimercate, Comune in prov . di Milano, sulla dr. della .Molgora. Su q uesta, a difesa del ponte San Rocco, sorsero due t:'lrrioni. Di antiche origini, sofferse danni ducante le lotte comunali e le guerre fra Guelfi e Ghibellini. Nel r~59 Ezzelino da Romano attactò il paese dal ponte di San Rocco, ma i .Milanesi respinsero le sue genti in disordine. Nel 1333 fa occupato e devastato dalle truppe d i Giovanni d i Boemia. Il 29 febbraio 1450 in V . fu conclusa la pace tra Francesco Sforza e i .Milanesi, i quali gli r iconoscevano i diritti alla successione dei Visconti, d ichiarando così finita la repubblica ambrosiana. BernMdino da Vimercc,te, V. Bernardino. Vimori. Borgo della F r~ncia, nel <lip . del Loiret. Il 29 ottobre 1587 vi avvenne un combattimento che appartiene alle guerre di Religione. Il duca di Guisa , partito da Cour-


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tenay con 4000 archibugieri e tre reparti di cavalleria ammontanti a 1300 u. (cattolici) avanzò su V. dove si trovava un corpo di raiu-i tedeschi dell ·esercito protestante, di cui gli Svizzeri erano a Montargis, e i Francesi a nord di questa località. Appena arrivati e dato il segnale, gl i archi, bugieri penetrarono in li. e vi sorpresero i Tedeschi negli accantonamenti, facendon<c strage ed impadronendosi di tutto il loro bagaglio, degli approvvigionamenti, delle armi e di 28oo cavalli che permisero di trasportare a Courtena y il frutto della vittoria.

Vinadio. Comune in prov. di Cuneo, sulla sr. dclb Stura. Nel 13➔8 vi si combauè fra le genti della regina Giovanna di Napoli e quelle di Luchino Visconti, per il p-<>SScsso della valle di Stura ; rimasero sconfitti i Milanesi . Durante l'invasione francese del lj92, gli abitami opposero fiera resistenza alle truppe repubblicane, le quali per \'endetta, preso il borgo, lo sacchcggiarollo barbaramente. Un antico castello cretto a protezione della valle fu smantellato nel 1542, nelle guerre tr~ Spagna e Francia. Nei tempi moderni, tra il 1830 ed i{ 1836, vi fu costruito, su disegni del generale del genio Racchia, un forte con due batterie staccace, a sbarramento della ,•ia che conduce da Cuneo alla frontiera frnncesc. Vinai (Raffaele). Generale, n. a Mondo,·ì, m. a Roma (1855-1921_). Sottot. d'art. nel 1877, divenne colonnello nel 1903 cd ebbe il comando del 68• fantcri:J. Magg. generale comandante la brigata Li,•orno nel 1909, partccipÒ alla guerra ltalo-turca a l comando della 4a brigata speciale e vi meritò la croce di cav. dell'O. M. S. Ten. generale nel 1913, comandò la divis. mii. di Piacenza. In P. A. nel 1915, fu trattenu to in scrvi·1,io sino al 19,7 quale comandante della divis . mii. territoriale di Alc,,~ndria. Vinaie (Filippo). Ge nerale, n. a Napoli nel 1866. Sottot. di fanteria nel 1885, partecipò alla campagna eritrea del 1895-96 cd a quella libica. Colonnello nel 1916, comandò nella guerra cuntro l'Austria il 23r0 fan1eria e meritò una med. d 'argento, mentre il rcgg . veniva fregiato di quella d'oro . In P. A. nel 1918, fu promosso genera le di brigata nella riserva nel r926 e colVinole Filippo locato a riposo nel 1928. Nel 1923 ebbe il comando della w56 legione della Milizia Volontaria per la Sicurez.za Nazionale. Vincennes, Città della Francia, nel dip. della &nna. Nel secolo XII vi fu costruito un castello, che venne r imodernato fra il 1337 e il 1370, con profondi fossati e nove torri di 42 m. d'altezza. Dal 18o8 divenne l'arsenale e il magazzino degli eserciti francesi . Poi fece parte della cinta esterna di Parigi: vi risic..-dono una Scuob di ani• glieria e una Scuola per ufficiali dell'amministrazione mili. tue. li 15 gennaio ,381 vi fu conclusa una pace fra Carlo VI e il duca Giovanni I V di Borgogna. Negli ultimi mesi del 1814 fu assediato dagli Alleati che, dopo Waterloo, il 9 luglio, iniziarono un nuovo blocco. Comandava la piaz?.a il gen. Daumesnil , C<>n 1400 u. , 300 cavalli e molte

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arùglicric. L'assedio durò sino al 15 novembre senza avvenimc,ni di grande impcrtanza, e il D:1umesnil si arrese solo a un governatore francese.

Recinto fortificato del castello di Vincenncs

V incenn ite. Denominazione con la quale i Francesi indicarono nel loro codice riservato, durante la guerra Mondiale, la miscela aggressiva a base d i acidn cianidrico, composto dotato di potente e fulminea azione tossica. Vinçenzo Orsini. Cacciato rped iniere di 680 tonnell ate, varato ed entrato in servizio nel 1917. Gli è Hato dato per motto: « Furiosamente » . V lncenzotti (Luigi). Generale del commissar iato, n. nel 1862. Sottot. di commissariato nel 1888, partecipò alla guerra contro l'Austria. Colonnello nel 19:7, fu direttore di commissariato a Roma. I n P. A. nel 1924, fu promosso magg. generale di commissariato nella riserva ne] 1927. Vfnchiaturo (Colle r/1). l'asso dell 'i\ppenni no meridionale che mette in comunicazione la valle del Biferno con quella del Tammaro. t traversato da uo ~ tratturo » che incide la sog lia colli nosa interposta fra il Rio d i Bojano e la testata dal Tammaro a quota 552, accompagnato da presso dalla linea ferroviaria Jsernia-Benevcnto. Poco più a nord la stessa soglia è incisa a quota 610 m. dalla rotabile e dalla linea ferroviaria Tcrmoli-Campobasso-Vinchiaruro-Benevemo. La zona di V. ha quindi importanza geografica e strategica, sia per )e comunica,.ioni fra i due vcr-santi della penisola, sia perchè assieme al colle di Pettornnello apre una facik via, a ridosso dell'altopiano del Matcse, per lo spostamento d i forze che possa110 esser dircllt allo sbocco verso i T avolieri Campano e di Puglia. Vinci. Comune in prov. di Firenze, nella Valdarno inferiore. Nel i 273 fu unito al territorio fiorentino: nella primavera del 1315 gli abitanti si ribellarono, 111a la loro sommossa fu domata. Nel 1326 Castruocio Cnstracani vi diede battaglia ai Fiorentini. Nel 1346 la compagnia d i ventura dell'Acuto attaccò il paese penetrandovi improvvisamente di notte: gli abitanù corsero alle armi e lo cacciarono infliggendogli gravi perdile . Vinci Giambauùta. Colonnello, e ingegnere militare, n. a Reggio Calabria, 111. a Pozzuoli (1772-1834) . Nel 1798 servl nel corpo degli ingegneri dell a i·cpubblica romana e poi della Cisalpina e nel 18o6 entrò in Napoli coll'esercito francese. Progettò varie opere di fortificazione. Direttore del genio nel 1815, fu promosso colonnel lo nel 1820 ed in-


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caricato dell'ispezione delle baueric delle coste; nel 1821 lasciò il servizio,

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Vindalio, Borgo dcll'anl. Gallia, a nor<l d i Avignone. Nel 119 a. C. vi si svolse una battaglia che fu Yinta dai Romani del proconsole Cnco Domizio Enobarbo contro gli Arverni, in grande m,mero venuti ad a,salirlo.

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V indon issa. Ant. città dd la Gallia Bclgica, sull' Aar. Nel 298 d. C. vi si combattè una battaglia che appartiene all'epoca della 'J'ctrarrhia dell'impero romano; essa fu ~inta dall'imperatore Cloro cont ro un esercito di Alemanni, che era pcn~trato nel cuore delle Gall ie. Vin geaune. Fiume della Francia, affl. della Saone. Ha dato il nome a una ba11ag1ia (52 a. C .) che appartiene alle guerre di Giulio Cesare nella Gallia. Vcrcingctorige vi si era situaro per sbarrare a Cesare la marcia verso Ve. SCm z io, d ividendo in tre g ruj'pi la cavalleria <lavanti ai propri fanti . Cesare avanzò in egual formazione, mentre lanciava un corpo di ausiliari germanici a cavallo contro il fianco sr. della cavalleria nemica. Presa di fianco e di fronte, essa venne sl:ar~gliata e volta in fuga. Vcrc,ngetorige non osò d i attendere l 'urto delle fanterie e si avviò ad Alesia, d opo di avere perduto alcune migliaia di u. nel combattimento e nella ritirata. Vinoy (Giuseppe). Generale francese (1800-1880). Guadag nò il grado d i .sottot. nella presa di Algeri e nel 1853 divenne magg. generale; nella campagna di Crimea fu promosso generale di divis. Si segnalò nella guerra d'Italia del 1859 e nel r868 passò nella riserva. Ripreso servizio per la campagna del 1870 comandò il Xlii C. d'A. e la 3• armarn. Scrisse: « Operazioni della 3• armata durante l'assedio di Parigi ». Vinzaglio. Comune in prov. di Novara , a breve distanza da Palestro. Durante la battaglia di Palestro, av'

venne a V. un com• b~uimcnto al quale presero parte I<· brigate Cuneo e Pinerolo, 2 bgl. bersaglieri e 2 batterie (V. Palestro).

Ossario di VinZtlglio

Vin:::nglio. Cannoniera in legno, d i 262 tonn . , macchina

HP. 6o, varata :,11:i Foce (Genova) nel 186o. Partecipò all'a1tacco di Gaern nell'anno segtiente ; fu t.r asformata in ciste rna nel 1869 e ven ne poi radiata. V Iota (Ettore). Medaglia d 'oro, n. a Villafranca Lunigiana nel 1894. Chiamaco alle armi nel 1914, lasciò l'am• ministrazione ferroviaria alla qua le apparteneva e fu incorporato nell '88• fontcria come soldato divenendo quasi subito caporale, e poco d opo souot. <ll complemento nel 75° rcgg. fanteria. Per le ottime qualità dimostrate fu nominato ufficiale in S. E. P. per merito di guerra. C..ombattè d:i

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Viola Ettore

tenente sull'Isonzo guadagnandovi due mcd. d'argento a Monfalcone. Nel ·settembre 1918, capitano <lel VI reparto d 'assalto, ottenne nella zona del Grappa ] 'O. M. S. e la mcd. d'oro. Lasciò il servizio attivo a causa di ferite di guerra; divenne deputato al Parlamento nella XXVII lègislarura. La motivazione della mcd. d'oro così si esprime: « Comandante di l111a compagnia d i a rd iti, la condusse brillantemente all 'attacco di importanti posi..:ioni, sotto l 'intenso tiro d i artiglieria e mitragliatrici :1vversarie. Avute ingenti perdite nella compagnia, magnifico esempio di au, dacia e <li ardimento, c<Jn un piccolo nucleo d, uomini con tinuò ncll 'a ttac~o e g iunse per pr imo con soli tre d i, pendenti, nell a posizione da occupare. Caduti molti ufficiali d: altri reparti sopraggiunti, assunse il comando di qudk truppe e con es:;e e con i pochi superstiti della compagnia respinse in una notte ben undici furiosi contrattacchi nemici, sempre primo nelb lo tta. Rirnasro solo, circon dato dagli avversari, e fatto prigion iero, dopo tre ore si liberò con violento corpo a corpo con la scorta che lo accompa gnava, e rientrato nelle nosue linee con mirabile entusiasmo riprese immediatamente il comando di truppe, respingendo co11 fulgid a tenacia nuovi e forti contrattacchi del nemico, incalzandolo per lungo tratto di te rreno e infliggendogli gravissime perdite•. (Monte Grappa, 16-17 settembre 1911!).

Violante (Guglielmo). Generale, n. nel 1864. Sottot, <l i fanteria nel ,882, andò in P. A . nel 1908, fu promnsso colonnello nella riserva nel 1918 e nel 1928 ebbe la promozione a generale di brigata. Violata consegna. (Are. 98-99 C. P. E. e 109-1 w C. P. M. M.). Commette il reato in es:1me il mil itare di guardia o d i servizio che abbandoni il posto o venga meno alle prescrizioni tassative della consegna avuta. )..:1 pena, in tempo <li guerra ed in çrescnza al nemico. è di morte mediante fucilazione nel petto se la consegna aveva per oggetto la sicurezza d'un:-i piazza o d i mi litari esposti agli attacchi nemici; fuori della presenza del nemico, è della reclusione militare da tre a cinque anni: se il colpe,•ole era capo posto o comandante di milirnri distaccati in un forte, la reclusione militare da quattrn a d ieci anni. In tempo di pace è del drcere militare da <.lue a ,ci mesi, estensibile eia sci a cloclici, ove il colpevole sia capo posto. Per gli individui di marina, se il reato sia commesso a bordo, io occasione cli incendio, abbordaggio, investimento, e pidemia o manovra da cui d ipenda la sicurezza del legno, I, pena è della reclusione militare <la uno a cinque anni .

Violnlll gmirdia. (Art. 97 C. P. E. e 1o8 C. P. M. M.). Commette il reato di violata guardia il militare che, pre-


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posto di guardia a cosa dete rminata, l 'avrà devastata, <l i<truua o rubata . La pena è della reclusione militare d a dnque a venti anni.

V io lenza. Guerra è lotta estrema e violenta fra Stati che, vicendevolmente, mirano a ,.opraffarsi per un'imposizione finale di volon•il. PertaNo la V. costimiscc uno dei caraneri esseLziali della guerra e deve trarre dalla guerra; necessariamente, i suoi elementi e metodi. Come <lire che serve la guerra, non ne è servita : è un necessario mCL.7./4> e non uno scopo . l m,omma, la guerra è, sì, un fa.no ,·iolento, ma retto dall'intelligen7..i; quindi la « vio)cn7,.a bellica » (si può rettamente d istinguere, così denominandola) per servire la guerra deve essere intel ligente. non ciccH. Colpire per primo, colpi,c forte e colpire in qualunque luogo, però sempre con cogni7.ione di causa. Non, dunque, per esempio, la V . veemente e furiosa del toro dentro e fuori dell 'arcna; ma piutt.osto quel la m irata e tcmpcst ivn del felino, che coordina allo scooo violenza e astuzia, e tutti i mezzi di cui natura l'ha ~~mito. In conclusione, la V. bellica deve trarre i suoi caratteri dalla guerra, opposizio n<: violenta, ma intelligente di for1.e tccnich,, e non tecniche, donde lo sforzo d'arrivare alb sorpresa, che è V. decisiva guidata dall'astu7.ia. Violcn1.a non diretta a distruzione senza scopo. Violen7.a a luce c1·imellcuo, persistente, gagliarda, veemente, sen7.a pavide limitazioni d'impeto, che è meglio oltrepassi il segno a111.ichè non ì 'anivi. Però, in ogni caso, la violenza di C'.esare anzichè quella d'Ariovisto; la violenza spietata degli 1111tichi, piuttosto che la violenza feroce e spesso ignobile dei venturieri mcJioc,·ali. Violette (Lrrig,) . Ammiragl io francese, n . nel 1869. ,\ Ho ,copp,o della guerra comandò una squadriglia d1 ,.iluranti nel Me<literranco Orientale, d ivenendo c:1pi1ano di vascello al comando delle squadriglie suddc11e nel 1916. Promosso nello nesso :i nno contr;unrnir . co~ mandò la 3• <livis. della Violette Luiai l<JU'1dra del Meditcrran<.-o. Nel 1923 fu prefetto marittimo a Rochcfort; l'anno segucn1c venne promosso viceammir. e nel t \)25 assunse i l comando in capo della squadra del Medirerranco. Vionville. Comune della Francia, nella Lorena, a ovest cli Metz.

Ba1tag/ia di Jlio11vilie-.l/ars-la-To11r, detta anche <li Gra vclotte, sehbene questo nome appartenga piunos10 alla barrnglia del 18 agosro. Appartiene alb prima fase della guerra Franco-germanica 1870-71. Dopo la vittoria di Borny (14 agosto), il Comando supremo tedesco sollecitò 1'avanzata delle proprie armate lanciando la 1& (gen. Stcinmetz) e J:, 2• (principe Federico Carlo) ~on largo giro a sud di Mctz per tagliare ai Francesi le vie cli ritirala verso l'interno. Il Baza ine rima:,c sorpreso dall'iniziati va avvcrs.iria, con le forze disposte sul piccolo altipiano di Rezonville: il Il e VI cnrpo a cavallo della strada di Verdun, la divis. cavalleria Forton presso V.; la Guardia presso Gravelottc ; i corpi lii e IV ancora indietro oltre Vcrneville. Verso le 8 del 16 agosto la 5• e 6• divis. tedesca di cavalleria sor-

prendevano le. forze avanzate avversarie. La divis. Forton si ritira da J/.; il Il corpo si spiega da S. Aroould a V. e il VI ne prolunga la dr. verso S. Marce!. L a cavalleria tedesca si ritrae ed entra in linea il lii corpo: verso le 11 le batterie tedesche p rendono posi,ione a sostegno dell ' at•

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Jht1aglìa di Viouville (1870)

tacco. Alle u,30 V. è occupata ; alle 12 circa , 29 bgl. e 2 1 btr. gcrm:miche fronteggiano 40 bgl. e 16 btr. france.i; chiaramente si delinea la com•crsione dell'attaccante vcr,o est , per ch iudere all'avversario la strada di Vcrdun , mcn tl'C <la parte francese n,anca ogni unità di reazione e null a è :entato per cun1ra11.accare la sr. germanica e schiacciare il lì! cnrpo, che sost iene per oltre due ore da solo il comh:ntimento. I11te rvenuto il B:n.:i inc, si inizia un tentativo d: controffe nsiva francese contrn la sr. tedesca; accorrono la Guardia e le divis. Forton e Lcvassor : anche il Ili corpo è fat!o avaozare in prolungamento dell'ala tcttcntrionalc. Frattanto, all'altra ala, il Il corpo 1: costretto a flettere sotto la viva pressio ne del la 5a d iv is. gcrman ic:1; e perciò il 3° regg. bncieri e i corazzieri della Guardia sono lanciati alla carica verso le 12,30 per sostenere quel trano della fronte, ove schiera,i la brigata granatieri della Guardia francese. La reazione della cavalleria tedesca /: iarda e inefficace e quivi il cornba uimento si protrae lino a sera con scarsi ti• ,ulcati. Nella parte scttcnrrionalc dd campo di battaglia il contrattacco del VI corpo francese sviluppavasi con qualche successo : per pararvi la brigata di cav:tlkria Brcdow ca ricava con slancio, ma con mediocre successo. Alle 14' giunge sul posto il principe Federico Carlo che prende la <!irez ione immediata dell'azione, ordi nando :;Ila sua sr. di tener fermo e spingendo innan;-,i dalla sr. il X corpo per risolvere l:1 lotta secondo il disegno generale di manovra. In fatti , circa alle 16, l"arrivo <li rinforzi consente di alimentare, l'azione, sino allora sostenuta principalmente dai lii corpo: mentre il X corro avanza sulla sr. e la 20~ <li vis, tedesca accorre d 'in iziativa da Clrnmbley, facendo precedere le batterie :, grande andatura; essa occupa verso le 16,30 il bosco di Trou"illc. La 38• hrigata (Wcddl) è chiamata da S. I lilairc, a concorrere sulla sr. della 20• divis. contro le d ivìs. Cisscy e Grc11icr del VI corpo francese : essa at· tacca con slancio, subendo perdite enormi (circa il 6o % ),. ma è respinta e ripieg:i sotto la ;:,rotezionc dei dragoni della Guardia e di due sqdr. coraz1.ieri, che caricano inrrcpi<lamentc. A ll 'estrema ala occidentale si ha 1,n grande co,;zo fra le opposte cava llerie: 6 rcgg. che guardano il fianco del IV corpo francese si -scontrano con la cavalleria gcr -


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manica, che ha ·il sopravvento e tronca la controffensiva, condotta dal gen. Ladmirault. L'Vlll e il lX corpo tedesco concorrono all'azione generale verso la fine d ella giornata con le truppe riù prossime: è quasi notte quando il principe Federico Cado ordina )"avanzata su tutta la linea: solo I· artiglieria del lii corpo e alcune batterie del X possono eseguirla, sccondate dalla 6• divis. d i cavalleria, ma sono a rrestare <la vivissimo fuoco. Verso le 22 1'azioné languiva e le truppe spossate bivaccavano sulle posizioni rispettive. Perdite: Francesi 9500 caduti e oltre 4000 dispersi; Tedeschi quasi 15.000 caduti e un migliaio di dispersi . La giornata d i V., assai rischiosa inizialmente per il JIJ corpo tedesco, fu un successo d'or<!inc strategico, ottenuto in virtù dell'audacia del gen. Alvenslebcn li che lo comandava. Fidente nella solidità delle proprie trurpc e nel sicuro concorso degli altri corpi; cerco dell'abituale passività francese, egli as,olse il compito di afferrare i l nem ico, resistere sino all 'arrivo dei rinforzi, chiudergli la strada d i Verdun senza perdere le dirette comunicazioni con Metz. La parola d'ordine « accorrere al cannone » fu da tutti osservata con grande spirito di cooperazione e rappresenta la chiave del successo, pur non e~sendosi riportata una decisa prevalenza tattica. Alla battaglia presero parte 63.000 Tedeschi con 222 cannoni e 113.000 Francesi con 486 cannoni. La giornata di Vionville preparò quella di Gra,•elotte.

Viora (Giuseppe). Generale, o . e m. ad Alessandria (18681921). Sottot. di fanteria nel 1888, partecipò alle ca mpagne d"Efitrca del 1895-96-9.7. Colonnello nel 1916, comandò nella guerra contro l'Austria il 128° fanteria; promosso magg. generale per merito di guerra nel 1917, comandò la brigata Fitcnze ed ebbe la croce di cav, dcll'O , M. S. Comandò poi la 62• divis. 1 rimase gravemente ferito e meritò la mcd. d'argento. Ripreso servizio nel maggio 1918, ebbe il comando della 4• divis. che guidò sul Basso Piave ove ~ ebbe la croce d 'ulf. dcll 'O.M.S. Dopo l'armistizio •comandò la 33" e la 24~ divisione.

Viotti (Giovanni Battista). Ammiraglio, n. a Genova, m . a F irenze (1849-1917). E ntrato ;n servizio nel 1864, fu promosso contrammir. nel 1904 e viceammir. nel 1907. Prese pane alla campagna d 'Africa e fu comandante in capo del dipartimento marittimo di Venezia dal 1907 al 1911.

Viotti G. Il.

V lppacco. Cistern:t per acqua, varata dal Consorzio Operaio di Genova noi 1924 ; dislocamento tonn. 28r, lunga m. 33,15, larga m. 5,97; apparaco motore cavalli 200, velocità miglia 9,2. Personale d'armamento: 13 uomini .

Virdia (Tommaso). Generale medico, n. nel 1859, m. a Reggio Calabria nel 19.33. Sottot. medico nel 1886, fu in Eritrea dal 1888 al 1895 e per i combattimenti di Halai e di Coatit meritò la mcd. d'argento. Pel terremoto CalabroSiculo del 1908 meritò la mcd. d'argento. Colonnello nel 1917, partecipò alla guerra Libica ed a quella contro l'Austria e fu decorato di due mcd. di bronzo dei benemcriLi della salute pubblica. In P. A. S. nel 1920, fu promosso magg. genernle nel r924 · e ten. gcner.tle nella riserva nel 1928.

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Virgallita (Mario). Generale medico, n. a Terrano•, a di Pollino, m. a Roma (1857- 1930). Sottoc. medico nel 1884, (u in Eritrea nel 1887 e 1888. Colonnello nel 19,5, andò in P. A. nel 19,7. Brigadiere generale medico nel 1919, fu promosso magg. generale medico nella riserva nel 1923. V irgi I io. 2 1" legione della M. V. S. N., costituita a Mantova nel 1913, su 4 coorti.

Virton. Comune del Belgio, a nord-ovest d i Longwy.

Battaglia di

Virton-lo11g,vy

(22-24 agosto 1914). Comprende

le vicende incontrare dalla 3• armata francese (Ruffey) impegnata sul!~ frontiera franco-gerVirgallita Mario manica nei primi giorni della guerra Mondiale; e rappresenta una delle sonobattaglie delle Ardeu11e, come già detto a Ncu[chnteau. Il JV corpo della 3• armata il 22 agosto, seco ndo il piano informatore per la battaglia delle Ardenne, marciava in direzione d'Arlon, quando, giunto all'altezza di V. s'incontrò con truppe nemiche della 4 3 armata tedesca, marcianti in senso opposto. Tutto il 22 si lottò (com battimento (l 'inconiro), nè i Francesi cedettero terreno grazie anche a rinforzi ricevuti dal lI corpo (2a armata, dc Castelnau), mentre il V corpo &ancesc poteva più facilmente proseguire su Longwy . Il giorno successivo, 23, le sorti furono favorevoli ai Francesi, che poterono procedere oltre V., sia pure lentamente. Ma a tali scarsi vantaggi conseguiti bisognò che i Francesi rinunciassero il 24 agosto, perchè in quel giorno la 5a armata francese (<le Lanrezac) d'estrema sr, cedeva in pie;io, obbligando tutta la 4" armata a retrocedere, e per conseguenza anche la 3•· armata. Per gli ulteriori immediati avvenimenti in questa zona vedi -: Di11a111-

Mosa-Sig11i-l' Abbaye-Rétl,c/. Virtù militare. Fortezza d 'animo, attiva volontà e vigore fisico, dedicati con abito costante, senza preoccupazioni estranee e senza de,•iazioni, all'adempimento completo del dovere conformemente alla linea maestra del fine commesso alla forza militare dello Stato. Procede da doti naturali e da educazione. Poggia sul sentimento del dO\'Crc e sul sentimento dell'onore. Il primo ignora talvolta sè stesso, segue umilmente e s'identifica in pochi principi superiori, sublimi in tutto; il secondo è, per cosl dire, moDdano: una volontà di gloria alla quale gio,·ano tutte le for7.e per sostenersi e cuui i teatri della vita per atteggiarsi. Perciò i Romani dedicarono alla virtù un tempio associandola all'onore. La Ti. M . conduce all'onore; però non si disdice e non rinnega sè stessa, quand'anche n on possa entr:1re nel tempio dell 'onore e questo non la corona. I suoi fondamenti non sono dissimili dai fondamenti della virtù civile e della virtù sociale, però riflettono in particolare i caratteri della morale militare e ne seguono l'evoluzione. I primi grandi esempi s'apprendono dalle antiche istorie. Nessun popolo ne d ifetta. La s10ria di Roma ne ha tramandato esempi mirabili; il medio evo ne è anch'esso ricco; l'età moderna, atlraverso le compagnie di ventura, gli eserciti mercenari, le milizie comunali e n azionali, ne offre pure un ampio quadro connaturato ai tempi. L'età contemporanea, scientifica e ind ustriale, ma anche guerriera per lini precipuamente nazionali, ha ridato alla V. M. l'afflato antico. Dalle guerre


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della Rivoluzione 'francese alle guerre del Risorgimen10, è tutta una dimostrazione grandiosa di simile fatto. Nella guerra Mondiale la V. M. delle masse e degli individu i, i n generale, ha sorpreso per la sua solidità, superiore ad ogni previsione. La stessa lunga durata della guerra ne è prova. Se ne potrebbe trarre una conclusione: col crescere delle ,•irtù civili e sociali e con l 'allargarsi della vita dei pop, li, cresce la ;,irtù militare.

Virtute duce, comite Fortuna (col valore per duce, colla fortuna per compagno). Detto di Cicerone, per i comandanti d'esercito, e indicante come, pur essendo abili e valor~si, occorra anche aver favorevole la fortuna.

Visconti Ma11eo. Signore <li Milano, n . a Ylasino nel

126o. Combattè da giovane collo zio arcivc~ovo Ottone. Ebbe poi il comando del le truppe milanesi tenuto prima dal marchese di Monfc:rrato e divenne signore d i Vercelli e <li Como e poi di Milano. Lottò a lungo contro una lega di signori di Lombardia guidata <la Alberto Scotto signore d i Piacenza .

Vùconti Ga/eaz::o. S ignore di Ylila110, n . nel 1277, m. a Pescia nel 1328. Nel 1313 soggiogò Piacenza d i cui tenne il vicariato imperiale. Nel 1320 obbligò Filippo di Valois a sgombrare la Lo mbardia e nel 1322 conquistò Cremona. Al servizio di Castruccio, ç-artccipò all'assedio di Pistoia. Vùcollli

Virtuti Militari. Ordine cavalleresco, ricostituito nel 1919 dal Presidente della Repubblica polacca. Era già ~tato istituito dall'autorità reale nel 1792 e ratificato dalla Repubbl ica nel 1793. L'Ordine si divide in 5 classi : Gran Croce, Commendatore, Cavaliere, Croce d'oro e Croce <l'argento. L a decorazione consiste in una c1oce di metallo a quattro rami smaltati di nero a bordi d'oro, con l'iscri7.ione: « Virtuti Milirnri-;, _

Vis::ardi (Alberto). Ammiraglio, n. a :-iapoli nel 1872. Entrato in servizio nel 1886, fu promosso contrammir. nel 1924 e ammir . di di,·is. nel 1925; collocato jn P. A. nel 1926. Prese parte alla guerra Italo-turca e alla guerra Mondiale. Fu comandante del cantiere d i Castellammare di Stabia nel 1923-24, e membro e segretario pres,o il Consiglio superiore d i marina nel 1924-25.

Visço, Comun.: in prov. di Udine. li 17 aprile 1848 vi avvenne un combattimento che appartiene alla pr ima guerra pe r l'I ndipendenza d 'Italia e fa parte delle operazioni svolte, tra Isonzo e Brenta, dalle truppe del generale Nugent contro i Volontari che difendevano il Friuli. li 17 aprile parte di essi, di presidio a Palmanova (Crociati bellunesi, ogordini, di Jlura, d i Collorcdo, 2• e 4• cp. del bgl. trevigiano di linea, complessivamente circa 400 u.), agli ordi ni del gcn . Zucchi, attaccarono cacciandoli da V. gli avampos6 della brigata Schwartzenberg, asserragliandosi poi nella borgata . G li Austriaci contrattaccarono con 8 cp. fatte avanzare da S. Vito e da Aiello, ma i Crociati tennero !ermo. li ge n. Schwartzenbcrg ritentò l'attacco con 14 cp., divise in due colo nne: la principale (12 cp. cd 1 cannone) fron 1almcn1c d a Versa; la co ncomitame (2 cp .) da Joanitz. Nonostante il duplice attacco e la superiorità numerica del( 'avversario, j Crnciati resistettero con tenacia fino a ,era, quando, soverchiati <lai numero, furon,, costretti ad abbandonare il villaggio cd a ritirarsi su Jalmicco. Visconte. Grado m ilitare creato ncll"anno 884 in Francia al quale corrispondeva l'imp iego di luogotcn. del conte. I due titol i cessarono d i essere titoli militari nel 987. In varie città italiane, rette con i;-ropri statuti nel X e Xl secolo, sl cost itul il magistnito " dei viscomi », composto di 14 cittadini eminenti che presiedettero ai vari rami dell 'amministrazione pubblica. All 'in izio vennero eletti; poi le cariche divennero ereditarie col nome colletti,·o « dei Viiconti • che come titolo r imase a m olte famiglie . Visconti (Ottone). Signore di Milnno (1208- 1295). Arci,•escovo di Milano nel 1263, ebbe tale nomina contestata dai Torriani g uelfi che si opposero alla sua entrata nella città e sconfissero I ·esercito da lui raccolto nel 1276 ad Angera. Essendosi uniti a lui i Comaschi, vinse gli avversari nel 12n a Desio ed ebbe il dominio di Milano.

luc/1i110.

Signore di Milano, n. a Milano nel 1287, m. nel 1349. Com andò le truppe milanes i a Parabiago, ove rimase ferito. ~cl 1339 ebbe la signoria di Milano .

Visconti A::::o. Signore di Milano, n. a Ferrara nel 1302, m. nel 1339. Al servizio di Castruccio Castracani, combattè contro Piacenza e Parma e nel 1325 contribul alle vittorie di Altopascio e di Monteveglio. Entrato nella lega di Cascclbaldo contro Giovanni di Boemia. soctomise al suo dominio quasi tutte le ci11à <li Lombardia_ Visconti Ma,·co. Capitano lombardo del scc. XIV . Combattè come capo dei Ghibellini contro Genova, contro Filippo di Valois e contro Raimondo di Cardona che vinse nel 1322 a Dassignana. Nel 1323 sconfisse i Guelfi di Milano sull ' Adda. Visconti Lodovico. Capitano lombardo <lei sec. XIV . Comandante della « Compagnia di S. Giorgio •, combatcendo a Parabiago rimase p rigioniero del cugino Luchino Visconti. Rilasciato in libertà, combattè nel 1356 sul Ticino. Viscotl/i Giovanni da. Oleggio. Capitano ~hibell ino del sec. XIV, m. a Fermo nel 1366. Comba1tè nelle Romagne per allargare i possessi d ei Visconti , e poscia i nvase la Toscana arrivando fin presso Firenze. Dopo il vano assedio <li Scarperia (1351) dovette torm rc nell'Emilia, dove era governatore di Bologna, di cui divenne signore, mencndosi in urto coi Visconti di Milano, coi g uaii però fece poco dopo .Ja pace. Nel 186o fu costretto a consegnare Bologna al card inale Albornol. e ottenne il marchesato di Fermo. Visco111i Gian Galeazeo. Duca <li Milano, n. nel 1347. Combattè contro lo zio llernabò e {u primo duca di Milano. Visco111i Ferdi11a11do . Generale napoletano, n. e m. a Napoli (1772-1847). Ufficiale d 'art. nel 1791, fu come giacobino condannato a d icci anni di ferri. Liberato nel 1799, andò a Milano nel 1802 e d ivenne luogotcn. nello S. M . occupandosi di lavori di triangolazione e di rilievi. Nd 1810 il vicerè Eugenio l 'incaricò di r ilevare la frontiera dell'llliria. Ritornato a Napoli nel 1814, s'occupò della triangolnione di Ancona, Macerata e Fermo e divenne generale del genio. Nel 1820 fu membro della giunca provvisoria di Stato, e al ritorno del governo assoluco \'enne dest ituito.


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Vist·onti d'Ermes baro11e Luigi. Generale, n. a Castelletto Ticino nel 1786. D opo essere , taco al servizio della Francia passò nel 1814 nell'esercito sardo come ten. <li cavalleria ed ebbe -l"O. M. S. in sostituzione della corona di ferro ottenuta combattendo colle truppe napoleoniche. Nel 1831 divenne colonnello e nel 1835 magg. generale. Nel 1848 fu collocato a r iroso. Visco11ti d 'Omavasso barone IJ011ifacio. Generale, o. a Milano, m. a Torino (1788-1877). Volontario al servizio J e t regno d'Italia nel 18o5, servì nelle truppe napoleoniche sino al 1814 d ivenendo capitano: meritò la legion d 'onore mu• tata nel 1816 in croce dcll'O. M. S . Passato nell'esercito sardo nel 1814 come ten. d i cavalleria , d ivenne colonnel lo nel 1832 e comandò il regg. Aosta cavalleri:1. Magg. generale comandante la 3a. brigata di cavalleria nel 1836, pa,sò nel 1847 a comandare la d ivis. m ii. <li Torino e<I in tale qualità fu promosso ten. generale pochi mesi dopo. Nel 1848 comandò la 2• divis. <li riserva e poi la divis. <li Cuneo. A riposo nel 1849, ebbe nel 1858 il comanòo superiore della guardia nazionale di Torinn.

Viscontini (Viuo,io) . Generale, n. a Novara nel 1879. Sottot. degli alpini nel 1899, partecipò alla guerra Italoaustriaca, vi meritò le mcd . d'argento e <li bronzo e fu promosso colonnello addetto al Comando supremo nel 19 r8. Doro la guerra comandò in 2• la Scuola mii. di Modena e dal 1925 il 92° fanteria . Ritornato nello S. M. nel 1928 quale insegnante alla Scuola d i guerra, fu promosso generale di brigata nel H)3T . Cornandò la 9• brigata di fanteria e nel 1932 passò al corpo <li sta to maggiore. Visibilità. È una delle caratteristiche principali delle macchine aeree, specialmente di quelle militari, poichè da questa dipende 13 maggiore o minore facilità di osservazione <lei terreno e della zona che circonda l'apparecch io. il più efficiente impiego delle armi, la sicurezza nelle manovre di decollo e di atterraggio. Ampie cabine a vetri trasparenti per i 1-iloti, munite di tergicristallo, assicurano la V. consentendo ai piloti di rare a meno degl i occhiali, causa spesso, e particolarmente in caso di pioggia, di neve o di nebbia , di gravi inconvenienti. (Y. Agc111i Atmosfe,ic,). Visiera, Era così chiamata nel passato la parre dcl1'elmo che copriva il viso i,ucramente . Coll'abolizione cldlc armature in metallo rimase !"elmo in qualche specialità degli eserciti (cavalleria); ed allora si chiamò e si chiama ancora oggi, V. la parte del copricapo che ripara sopra la fronte

Visierrl a bocca di passero

Vjsfora a mn.ntice

il viso, senza però coprirlo. L 'ant. V. era generalmente tlivisa in due pa rti, cioè ventaglia che !-"Oggiava sulla bavicra, e vista che stava sopra e poggiava sulla vemaglia: ambedue si potevano alzare cd abb:issarc. Nella V. detta « a becco di passero "• pcrchè appuntita come il becco del passero,

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ordioariamellte \'COtaglia, vista, nasale erano in un solo pezzo di lamicrn, e noo separati. In quella detta « a mantice », avera la forma che ;assomiglia,·a alle pieghe della pelle di un mantice, con feritoie per poter vedere.

Visigoti. V. Goti. Visir. Ministro di principe musulmano. Nell'impero turco era titolo onorifico di cui erano rivestiti tutti i pasci:\ di tre code : f'CrÒ col nome di V . erano principalmente designati i sei ministri che face,•ano parte del Consiglio (Divano) del sulta no. p gra11 V . era il capo dell'amministraz ione Ottomana, ed anticamente aveva il comando di •ruue le forze armate dell 'impero. Visita medica. Annun1,iata da segnale di tromba, es,a viene passata dall'ufficiale medico <li reggimento il matt ino poco tempo dopo fa sveglia, allo scopo di evitare che ri mangano a letto finn a tarda ora coloro che per pigrizi:1 vogliano sottrarsi al servizio, spccialmeme alle esercitazioni esterne. J militari cbc dom.1ndano di essere vi sirn ti, vengono presi in nota su apposito registro dal caporale di giornata. il quale ha l'obbligo di accompagnarli nella sala in cui ,i effettua la V. M. Le decisioni che l'ufficiale medico può esprimere nei vari casi, sono le seguenti : 1°) servizio interno, quando trattasi di lieve infermità compatibile con

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Lfrr r r El l .Q i4 Segnale di visil'a medica m. Esercito)

qualche lavoro in caserma (servizio di piantone, scritturale, ccc.); 2°) riposo, quando l'infermo deve restare in camerata; 3°) ricovero all'Infermeria, quando il paziente ha bisogno di sorveglianza e di cure speciali per malattia guaribile in breve tempo: 4°) rico,·ero al!'Ospedalc, quando la malattia è grave o d i d iagnosi dubbia, per cui occorrono speciali indagini, che non potrebbero eseguirsi ncll'fnfermeria reggimentale (in tal caso v:en compilato il Biglieuo <li entrata all 'Ospcdale); 5°) servizio, ,1uando il soggct10 presenta un disturbo di !ievissima entità, compatibile con llllti i servizi, com~•rese le esercitazioni c,,ternc; 6°) non 1·iconosciuto ammalato, quando l'esame clinico, praticato colla massima diligenza, esclude qualsiasi processo morboso (in tal caso il militare è punito colla prigione). Tali decisioni colle rclati"e diagnosi vengono riportate sul Registro della visita medica giornaliera, nonchè su quello cli cui è munito il caporale di giornata. Successivamente p0i l'ufficiale medico visita g l ' inferm i r icoverati nella Infermeria . Similmente nei \'ari reparti degli Ospedali militari e delle Infermerie Presidiarie, si procede nell'ora prescriua alla visita medica giornaliera (V. Ospedale Militare). Similmente si procede a bordo delle R. Navi e nei reparti della Marina a terra.

Visitt: collegiali. Sono quelle che vengono eseguite da uffficial i medici riuniti in collegio; in esse vengono giudicati non. solo i militari , ufficiali e truppa, ma anche gl'imricgati civili dello Stato, qualora le rispcnivc Amministrazioni lo r ichiedano. In ta li visite sono fatte vere perizie medjcolcgali . Esistono pertalllo presso gli ospedali militari i sc1,ruenti organi per le funzioni di medicina legale : 1°) Commissione medica ospedaliera permanente per le pratiche inerenti all'accertamento della d ipendenza o meno da causa


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d i servizio delle lesioni od infermità contratte in tempo d i pace, nonchè per l'isscgnazionc eventuale di rensione ; 2°) Commissione di rassegna, nominata settimanalmente · cd anche per periodi di durata d iycrsa; 3°) Commissioni varie, le q uali vengono volta per volta nominate d al Direttore dell'Ospedale M ilitare per l'accertamento della idoneità o meno al lavoro proficuo dei parenti d i inscritti d i leva, o della idoneità degli ufficiali a presta;'-servizio nelle colonie, ccc. Quale orga no <li appello alle decisioni della Comrì1issiooe medica ospedaliera permanente, vi è la Comm issione d i za istanza, composta dal Direttore di Sanità di corpo d 'armata, r resi<lellle, d a due ufficiali medici supe• riori, men1bri, e da un capitano scgrc:ta rio . Esiste infine presso il Ministero della Guerra, Direz.ione Generale d i Sa-

Segnale di visita medica (R. Nlarina)

nità Militare, il Collegio Medico Legale, presieduto da un magg. gen. medico; esso è l 'organo supremo di appello per gl'iod ividui sottoposti a giudiz.io med ico-legale , dando pareri in seguito a richiesta della Corte dei Conti e dei vari Ministeri. Per .le lesioni ed infermità contratte in guerra esistono, alla dipendenza del Ministero delle f,inanze, le Commissioni mediche per le pensioni d i guerra p resso ospe• dal i militari e,• quale organo d i appello, la Commissione Medica Superiore presso la D.i rezione Generale per le pensioni d i guerra .

Visite psicofisiologiche per gli aviatori. Vengono eseguite presso gl 'Ist ituti medico-legali per l 'Aeronautica e si d isting uono in visite di arruolamento ,lei piloti aviatori, che richiedono una rigorosa selezione ·dei candidati alla navigazione aerea, cd in quelle di controllo semestrale e st raord inario di tutto il personale aeronavigantc. Sono da menzionare inoltre, le visite riguarda.n ti gli ord inari accertamenti sanitari med ico-legali, analogamente a quanto viene praticato dalle Commissioni mediche ospedaliere del R. Esercito (V. Piloti aviatort).

Visite sanitarie militari. Hanno grandissima importanza, perchè d anno all'ufficiale medico la possibilità di w rveglia re la ·salute dei soldati, d i svelare le malattie al loro inizio e di r rendcrc fin da principio i p rovvedimenti necessari. Le visite sanitarie sono di due specie : periodiche e straord inarie; le prime sono settimanal i; le altre vengono ordinate quando se oe ravvisi .la necessità e specialmente J1ell 'imm i• ncnza di manovre, campi <l'istruzione, ecc. , ovvero in caso di e,•en niali epidemie. Durante la visita è indispensabile che i soldati siano nudi, epperò d 'inverno essa dovrà praticarsi in locali riscald ati e bene illuminati. L'ufficiale med ico verificherà lo stato di pulizia della biancheria e della pel le, la eventuale presenza d i ectoparassiti e di eruzioni cutanee, lo sta to dei pied i, la esistenza d i manifestaz.ion i genitali ed extra-genitali di malattie veneree e sifilitiche, terrà nota degli individui che presentano d imagramenti e stati d i anemia sosretti, forme morbose ghiandolari del collo e di altre regioni, ecc., riservand osi d i sottoporli a piLt accurato esame nella sala di visita medica e nell'infermeria. In occasio ne delle V. l 'ufficiale medico d ispone, a seconda dei casi, per la cura ambulatoria, ovvero per il ricovero nel!' infermeria o nell 'ospedale, di quei milit ari che ne fossero rico1losciuti bisognevoli. Visite di dovere. Sono contemplate dal regolamento d i d isciplina, che fissa minutamente i casi nei quali gli uffi-

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ciali debbono eseguirle, sia individualmente, che collettivamente. Esse rappresent ano sentimento d i cameratismo e d i rispetto gerarchico . Sono pure prescritte nei rapporti fra le varie Forze Armate .

Visso (Colle d,) . P asso dell'Appennino marchigiano, che mette in comunicazione il bacino del Chicnti (Adriatico) con quello de-Ila Nera (Tevere). L a rotabile si stacca dalla litoranea ad riatica a Porto Civitanova, rimonta la valle del Chienti raccoglic1ido le provenienze da Macerata, da Camerino (alto Esino) e attraverso il ~-asso di Colfìorito (818 rn .) - <la Foligno . Volge indi a sud e lungo il torrcmc la Valle sale al valico di V. (815 m.) , incisione caratteristica della ba rra trasversale che da Monte Cavallo per Monte Fernrne si rannoda a Monte Rotondo, saldao,lo la Catena del Catria ai Momi Sibillini, naturale prolungamento orografico della Catena Marchigiana, .che, con la prima, racchiude la g rande sinclinale ove sorgono Sassoferrato, Fabriano, Matclica e Camerino. Da V . la viabilità s'irradia per la Valle della N era verso Terni; per il Colle ,lei Cerro verso Spoleto; e verso Cascia e Norcia attraverso i ripiani terrazzati che s'appoggiano al fianco nord-occidentale <lell'altipiano abruzzese. Il Colle d i V. può considerarsi la chiave settemrionale d i quest 'ultimo e il raccordo fra le provenienze ad riatiche, la grande sinclinale umbra e la conca ternana . Ha perciò notevole importanza, moto più che s'apre al centro d'una zona montuosa p-riva di ferrovie. Vista. Così era chiamata, nella celata da i11eastro, una lam ina con d ue aperture b islunghe o rizzontali all'altezza degli occhi. Essa serviva d i rinforzo alla p arte frontale del coppo, q ui nd i era anche chiamata frontale. La ven taglia e la vista si. univano frn di lo ro per mezzo di un perno che penetrava in apposito foro . E,ano però anche fissate fra d i loro con vit i, per maggiore sicurezza. (V. Visiera) .

Vista (Medicina L egale Militare) . La funzione visiva si suddivide i n senso della forma, senso dei colori e senso lu minoso. Il senso della forma, detto anche acutezza visiva o visus, è la facoltà che ha l 'occhio d i riconoscere la figura o la for ma degli oggetti; il senso dei colori è la facolti, <li distinguere luci di differente lunghezza d'onda, cioè i vari colo ri, cd infine il senso luminoso è la facoltà d i percepire d i,:crsi gradi d 'illumi1iazione. Dal punto d i vista medico-legale militare h a la pii1 grande imrorcanza l 'acutezza visiva, la cui determ innione vien fatta colle scale ottimetriche od ottotipiche, k qual i si distinguono in tipografiche ed oggettive, secondo che son formate con lettere o con figure, queste ultime da adoperarsi per gli analfabeti. Le scale pii:, in uso nella p ratica militare sono quelle d i Snellen, di De Wecken e d i Baroflìo. L 'esame va fatto separatamente per ciascun occhio. L'acutezza visiva può essere ridotta in seguito ad esiti permanenti <li m alattie o d i traumi del globo oculare (V . Occl,io), .ad ambliopia, cioè ad una d iminuzione cl 'acute&z.a visiva non dipendente per lo più da alterazione visibile dell'occhio. La d iminuzione del visus infine può essere in rar porto con vizi d i refrazione, cioè : ipermetropia, miopia ed astigmatismo, che vengono corretti con lenti. Nella pratica militare è piit frequelllc la simulazione della perdita completa o dell'inde bolinxnto della vista a carico d i un occh io, più rara in vece la sim ulaz.io ne della cecità o dell 'indebolimento dell'acutezza visiva in ambedue gl i occhi. Con maggior frequenza, però, trattasi d i esagerazione d i un certo grado d i debolezza della funz.io ne visiva, in modo da fo r credere che siano raggiumi i limiti richiesti per la inabil ità a l servizio,. ani.ichè d i vera e propria simulazione. li perito pertanto ha 1'obbligo d i riconoscere non solo se esiste realmente un


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difetto del vìsus, ma ancora se questo sia compatibile col servizio mi litare a norma delle prescrizioni regolamentari. Egl i sospetterà la frode quando i risultati <lell 'esame del-

forte dell 'acutezza v151va, partendosi, dalla prin1,a categoria e scendendosi fino alla nona. Per le lesioni di guerra della

l'acutezza visiva, praticata in tempi d ifferenti e a distanza,

invali<lità.

sono contraddittori e quando i d isordini funzionali non corrispondono ai segni obbiettivi, coine ad esempio la esistenza del riflesso pupillare alla luce mentre il soggetto asserisce di non avere la percezione luminosa, ecc. In tali casi il ,Perito ricorrerà ai me zzi di sorpresa, i quali sono numerosi e vengono praticati anche con speciali apparecchi. Ai sensi dell 'ar t. 34 dell'Elenco A, sono causa di inabi lità assoluta al servizio militare « tutte le imperfezioni od esiti permanenti di malattie o di traumi del globo oculare che, corretto l'eventuale vizio di refrazionc, r iducano la acutezza visiva al grado seguente : a) meno cli un quarto della normale in ambo gli occhi; b) meno di un ventesimo della normale in un occhio ». Perchè il soggetto sia dichiarato idoneo ad incondizionato servizio è necessario che abbia un m inimo <li acutezza visiva eguale ad I /3 in ambo gli occhi, orpure eguale a J / 2 in un occhio e a r /10 nell'altro occhio. Sarà invece causa di limitata idoneità al servir.io militare, ai sensi dell'art. 2 dell'Elenco B, la r iduzione dell'acutezza visiva da meno di 1h ad 1/4 i'n ambo gli occhi, oppure da meno di 1/3 ad _1/4 in un occhio e da meno di 1 /10 ad 1/20 nell'altro. L'art. 36 dell'Elenco A contempla q uale causa d i inabilità assoluta « la miopia (con o senza astigmatismo) che superi d i una qualsiasi frazione le dieci diottrie in entrambi gli occhi, ~nche in un solo meridiano, o che, p ur essendo di grado inferiore, si accompagni ad alterazioni estese e progressive della coroide che riducano l'acutezza visiva al grado ind icato dall'articolo 34 ». Ai sensi dell'art. 1 dell'Elenco B, sarà causa di limitata idoneità « la miopia bilaterale che superi le otto d iottrie in entrambi gli occhi e non StJper i le dieci " . Tutti gli altri vi-zi di refrazione (ipermetropa, astigmatismo miopico, ipermetropico e misto), ai sensi dell'articolo 37 dell'Elenco A, sono causa di inabilità assoluta al servizio quando, dopo la piò utile correzione pratica tollerata dal soggetto, l'acutezza visiva sia ridotta al grado indicato dall 'articolo 34, dopo osservazione in un ospedale militare. Il successivo articolo 38 contempla, quasi cause di inabilità assoluta « le forme di anisornetropia (differenza ,·li rcfrazione fra un occhio e l'altro) in cui, dopo la p iò utile correzione pratica, tollerata dal soggetto, l'acutezza visiva sia ridotta nei limiti indicati dall'articolo 34; la constatazione dovrà farsi con osservazione in un ospedale militare » . Le alterazioni patologiche del campo visivo consistono in restringimenti e in lacune (scotomi), dovuti a d iversi processi morbosi (atrofia del nervo ottico, glaucoma, coroiditi disseminate, ecc.). L'ar t. 40 dell'Elenco 'A contempla quale causa d i inabilità al servizio inilitare « la riduzione grave del campo visivo

determinata da lesioni ocu lari progressive o da malattie del sistema nervoso, previa osservazione in ospedale militare e , ove occorra, persistenti oltre la rivedibilità, e, nel militare, dopo infruttuosa cura e congrui periodi di licenza ». Lo stesso artiw lo contempla pure l'emeralopia, o « cecità notturna ». Questa è causa di inabilità assoluta al servizio quando è sintomo di gravi alterazioni del fondo oculare (degenerazione della retina, coroi<lite disseminata, at rofia coroidale, ecc.); invece la emeralopia essenziale e le forme di emeralopia sintomatica, che non raggiungono gli estremi coutcmplati dall 'Elenco A, limitano l'i<loneità al servizio militare, ai sensi d~ll'art. 3 dell'Elenco B. Nei r iguardi dell'apparato visivo vengono fatte classificazioni per le invalidità dipendenti da causa di servizio, a seconda deJ!a cecità bilaterale o unilaterale, e della riduzione più o meno

pritba ca tegoria vengono concessi anche gl i assegni di super-

Vistola (Legione della). Fu dato questo nome a una legione polacca, costituita da Napoleone I nel 1807, su tre regg . d i fanteria, 'portati poi a quattro, uno di lancieri e una cp . d'artiglieria. Fece parte· dell 'esercito francese fino al 1814. Vita militare, Prendendo in esame le_ diverse epoche storico-militari dei pr incipali popoli, vediamo quanto differente sia la condizione dell 'ambiente nel quale vive il cittadino chiamato alle armi . A cominciare dal periodo di,:i popoli orieotali, nelle grandi momrchie asiatiche, troviamo una massa informe ar mata che si dispone a combattere quando ve ne sia la necessità, ma la continuità della V. M. non esiste perchè, cessato il momento bellico, capi e gregari r itornano alle loro case. Nel per iodo greco si sviluppa il sentimento della· d ignità e libertà morale del cittad ino, e nasce così anche il m ilite. Però la vita sotto le armi si svolge unicamente durante i periodi bell ici. La preponderanza mii. di Roma trova la sua forza, e il suo spirito militare nella costituzione ed organizzazione d ella famiglia e nel solido organamcnto dello Stato. Il R~mano trova le basi della sua forza nel sentimento della propria d ignità e nell'abitudine dell'assoluto rispetto all a autorità. È dunque ad un tempo cittadino e milite e <li conseguenza la V. M. coincide con quella normale della famiglia e dello Stato. Nel medioevo s'eclissa il scmimento mii. che teneva uniti gli spiriti dei cittadini romani di froote alla d ifesa e grandezza della p atria, e l'essenza delle mil izie feudali, e della stessa cavalleria, sta nelle prestazioni temporanee prezzolate del servizio, dove manca il vincolo di fratellanza fra i membri dello stesso reparto, e dove la V. M. ha c;irattere effimero. Fra le milizie comunali sorge a poco a poco il sentimento milita re, ma si tratta di scarsi e deboli bagliori , sia per la breve durata <lei servizi, sia perchè quasi sempre _le milizie comunali sono comandate da capitani stranieri, sia perchè non sono ancora scomparse le milizie di ventura, che danno luogo nel loro interno ad una V. M. caratteristica del mestiere delle armi, per inclinazione, dove non manca lo spirito di corpo, la d isciplina e l'ordine, detrati da capi valorosi , intelligenti, ed intrarrendenti, che potrebbero denotare un passo avanti nel cammino del sentimento militare. Ma non vibra fra di esse i l sco timento della patria, giacchè tali truppe non appartengono allo Stato pel q uale comoottono. S,:ilo quando, in Francia, per assodare l'autori tà regia, Carlo Vi! istituisce le milizie permanenti regolari, comincia a sorgere il sentimento mil. nazional.e> e con esso incomincia anche Ja V. M. in un ai;nbiente che differisce da quello della società c:vile, per una quanti tà di ragìoni, ma specialmente perchè a!lt: miliz.ie, particolarmente ai ,< Gendarmi » e ai e< Fra11chi Arcieri », si accordano privilegi che fanno cldl'ésercito uoa casta assolutamente d istinta da quel1a borghèse. La V . M. assume sempre piò una preponderanza su quella civile, di mano in mano che le guerre vanno aliMgando la loro sfera d 'azione. Nel secolo XVIII, mentre in quasi tutti gli Stati d'Europa predomina nell'ufficialità l'elemento feudale con relativi privilegi, in Piemonte ed in Prussia, quantunque la nobiltà fornisca la maggior parte degli ufficiali, pure si esige che ai titoli gentilizi vada unito il merito. E l'attitudine alla carriera mii. · si controlla nel servizio di « cadetto » . La V. M. diventa in Prussia l'aspirazione della gioventù più eletta per qualità morali ed imellettuali. E piò tardi lo stesso Napoleone I, quan-


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1unquc a mezzo secolo di distanLa da Federico I l, e <lopo aver battuto i Tedeschi a Jena cd Auerstaclt, deve consta• tare che l'clcrncntn ufficiale ~•russia no, è di g l'an lun ga superiore a quello francese. La Rivoluzione francese porta alla d cmocratizznionc dell'ambiente m ii. cd alia abolizione dei privilegi di casta. La massima napoleonica che •< Tout soldat français porte dans sa giberne le baton de marechal de France » fo delle forze arm ate, e dei ri, pettiv, gradi della gerarchia, una meta alla portata <li tutto 11 popolo. Un cambiamento radicale dell'ambiente mii. e della conseguente V. si ebbe quando col nascere del sentimento di nazionalità ,i proclamò il scn•i1:io mii. obbligatorio, ed ogni ciuadino comprese che il fine cui mi ra i l se(vizio m ii. è quello di garantire l"integrità della patria di fronte al nemico ed il rispetto da parte d i tutti i cittadini alle leggi fond;imemali dello Stato . La V. M . gli impone d i vedersi privato di alcuni diritti comuni ai cittadini, e di certe libertà, appunto per trovarsi nella possibilità d i farne rispet• rare l'esercizio a rutti gli altri . La V. M. delle forze arm ate contemporanee è d iventata cosl una integrazione di quella civile, un r amo del complesso organamcnto dello Staro, ramo che, pur mantenendosi in perfetta armonia con tulto il resto della cittadinanza, man tie ne un regime particolare, severo con sè e con gli altri, solidale coi mem bri del la stessa categoria, scrupoloso nei com1mi, e nella disciplin a, osservatore rigido <iell 'ordine e delle leggi. Ma dopo la guerra Mondiale, data la tendenza particolarmente e uropea, di. convertire lo Stato in una vera e prnpria Nazione Armata, la V. M . è diventata comune a ru ne le categorie d i cittadini, i quali, gi:i preparati fin d a ragazzi per mezzo d i scuole premilitari, fin iscono per assorbire non solo le tendenze all'ordine ed alla disciplina mii., ma i sani pr incipt di cameratismo e cli fratellanza umana, che tanto giovano nei momenti in cui è in giuoco l 'onore e l'indipendenza della patria. In Italia il regime fascista ha, precisamente, ripreso la strada maestra d i Roma, dove cittadino e mihte collimano al punto da poter essere considerati come la stessa espressione.

Vita F inzi (Fondazione colo,mcl/o). Fondazione eretta i n e nte mor ale, prem, la R, Scuoln <l'applicazione d 'nrti• glieria e genio, col capitale nominale d i 20.000 lire, la cui rend ita an nua sarà data in premio all"uffièiale del 2° cor~o che si sarà m aggiormente distinto nel lo studio dell'elettro• tecnica e dei mezzi tecnici. li colonnello di cui la fondaz ione porta il nome, Ca,-lo V. F . si era s~-ccializzato in elettrotecnica ed era stato insegnan te nella suddeu a Scuola: d urante la guerra comandò il genio d i un corpo d'armata, morendo per malattia nel 1923. F u collabora1ore della « Rivista d'artiglieria e genio » . Vita Levi (Giuseppe) . Generale, n. nel 187r. Sottot. -<l'art . nel 189<>, fu in Eritrea oel 189r e nel 1895-97. Nel 19to passò uel ruolo tecnico e nel 1926 raggiunse i l grado di generale di brigata in aspettativa riduzione quadri . Vital e (Ernesto) . Generale .<lei genio navale, n. a N apoli nel 1847. Entrato in servizio nel 186o, fu promosso m agg. generale nel 1904 e collocato in congedo nel 1922. Fu d irettore delle costruzioni navali nel R. Cantiere di Castellam mare di Stabia nel 1893 e direttore delle costruzioni n avali e meccaniche del 2° e 3° dipartimento nel 18:,)8-1902. V ital i (Giuseppe). Generale, n . a Bergamo, m . ad Anzio {1845-1921). Partecipò alla campagna del 1866 e fu nominato, nello stesso anno, souot. d'art. Fu un tecnico delle a rmi. Colonnello nel 1901 , fu direttore del laboratorio d i

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precisione di Roma. In P . A. nel 1903, fu promosso m agg. generale nella riserva ne! 1912. Richiamato io servizio all'ispettornto d elle costruzioni d'a rt. nel 1915-1918, fu promosso ten. generale nel 1917. Fi; l'inventore del caricatore che nel r887 venne adattato al Vettcrli 1870-87. Nel 1905 presen tò una p istola automatica <lei calibro 7,65 che da lui rresc il nome. Essa è ciel sistema a canna cd otluratore r incul anti in misure diverse. Il meccanismo di

Pistola Vitali (modello 190;)

otturazione e di scatto sono contenuti nel castello e nel1'impugnatura . 11 meccanismo di percussione è a molla spirale . Vi è un meccanismo d i sicurezza automatico, e d i sicurezza nel tiro: quest'ultimo esiste per il fatto che non può succe<lerc lo sparo se l 'otturatorc non è completamente chiuso. li meccanismo di r ipetizione è a serbatoio fisso nel castello e trovasi avanti al meccanismo di scatto. I! caricamento è multiplo con caricatore a lastrina ca pace di 8 ca rtucce tipo Mauser, che si dispone sull'apertura di caricamento .

Vitali Attilio. Generale, n. e m. a Sondrio (1848-1921). Sottot. d 'art. nel 1871, divenne colonnello nel 1902. F u direttore cl 'art. a Venezia e nel 1903 passò a comand are il 17° da campagna. In P. A. nel 1900, passò nella riserva nel 1911. Fu r romosso ma_gg. genera le nel 1913 e ten . generale nel 1917. Vitali Giuseppe. Generale, ~- a Mordano, 111. a Roma (1866-1929). Sottot. di fanteria nel 1891, fu in Eritrea e in Somalia; in colonia r imase 22 ann i e meritò d ue mcd . di bronw. Comandante le truppe della Somal ia nel 1916-17, fu promosso colonodlo nello stesso 1917 e al comando del 47" fanteria (che oucnne la med . d 'oro) partecipò alla guerra contro l'Austria: sul Piave meritò la croce di cav. dcll 'O. M. S. e uo a terza mcd . di bronzo. Comandante della m ilizia n azionale albanese nel 1919-1920, comandò poi il 11Zo, il ~o<> fanteria cd il d istretto mii. d i Belluno. In P. A. nel 1924, ebbe u n incarico i::ivilc in Eritrea. Rim patriato nel 1928, fu promosso geo . di brigata nella r iserva. Vitali Dario. Medagl ia d 'oro, n. a Lucca nel 1899. Entrò in guerra a 18 aooi, come ufficiale di complemento negli zappatori del genio, passa ndo subi to nel IX reparto d'a,• salto e distinguendosi nel giugno 1918 a Col Fagheron . La mcd . d'oro gli fu concessa nell'ottobre 1918 con la seguente motivaz-ionc : • Porta-stendardo di un battaglione « Fiamme Nere », in un fierissi mo combau imemo fece sventolare alto il tricolore alla testa della prima ondata, infiammando ccl entusiasmando i soldati. Convinto dell'importanza morale del sacro segnacolo d i vittoria , lo tenne spiegato nei punt i più pericolosi e più minacciati, anche qua ndo attorno a lui imper• versava la distru7.ione e la morte. Ferito gravemente con la


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perdita di un occhio, rifiutò di lasciare il combattimento. Accerchiato con altri pochi compag ni <la forze super iori, con slancio si scagliò in violenta ed impari lotta, riuscendo col suo eroico ardimento, a fare abbassare le armi al reparto nemico, che gli aveva tagliata la ritirata. Solo a combattimento ultimato si sottopose alle cure mediche . F ulgido esempio di eroismo e d i alte virtù militari» . (Monte Asolone, Col della Berretta, 25 ottobre 1918).

Aragonesi di Napoli ed a quella contro il duca d'Urbino come generale del papa. Passato al servizio del Borgia lo seguì nel 1500 nelle guerre dell 'Em ilia ed in quelle contro i Fiorentini e gli Aragonesi .

Vitelli Giulio . Capitano del scc. XV . Vescovo di Città d i Castello nel r499 e conèottiero al servizio pontificio, nel r502 partecipò all'imr resa di Arezzo contro i Fiorentini . Castellano della cittadella di Bologna, dovette cedere il potere nel 15n ai Bentivoglio sosten uti dai F rancesi. Nel 15J 2 partecipò contro i Francesi alla battaglia di Ravenna. Vitelli N iccolò. Capitano del .sec, XVI. Comandò una compag nia <li corazze vencziaJJe e poi fu al servizio cli papa Giulio II nelle g uerre contro i Francesi segnalandosi nel r5 r2 a Ravenna . Nel r517 panecipò ali 'impresa contro il d uca d ' Urbino e nel 1522 combattè in Lombardia conu·o i Francesi. Scrisse la storia del la g uerra <l 'Urbino .

Vitali Dario

Vitali Michele

Vitati Michele. Medaglia d'oro, n. a Parma, caduto al fronte (1895-r 9r6). Studente d'ingegner ia allo scoppio della guerra, lasciò gli slUdi cd entrò nella Scuola di Modena uscendone sottot. d i complemento nei bersaglieri. Assegnato a un bgl. d el 16~ regg. trovò poco dopo gloriosa morre, ottenendo la med . d 'oro ,< ad memoriam » con q uest a motivazione : « Contrattaccava col suo plotone il nemico, che era riuscito · a<l occoparc una nostra tri ncea . Ferito e respinto, si appostava a breve distanza dall 'avversario, e, con tiri Ji fucileria, lo molestava nei lavori <li rafforzamento . 11 giorno .successivo prendeva d \.tssalto ]a posizione nemica, dandovi la scalata mediante una scala a piuoli. Rimasto con poch i bersaglieri, si affermava sulla posizione stessa, finchè, giunti

nuovi rinforzi, bcnd1è ferito più volte, si slanciava all ·as• salto decisivo, cadendo colpito a! capo : fulg ido esempio d i valore e tenacia ». (Monte Pal Piccolo, 26-27 marzo 1916).

V itatore. Era così chiamato, 1:el passato, 1'opcraio armaiuolo spccialiZLato nella costruzione delle viti e r elat ive madreviti, che occorrevano tanto per le armi quanto per le parti d'arme . Vite di culatta. V. Vttonc. Vitelli (Niccolò). Capitano del sec. XV, n. a Città di Castello. Al servizio d ella casa Medici, ~lifesc . la sua città contro le truppe d i papa Sisto IV .

Vitelli Camillo. Capitano del sec. XV. Nel 1474 si battè per Città d i Castello contro Sisto IV . Al servizio di papa Innocenzo Vlll. combattè contro gli Aragonesi e nel 1494 seguì Carlo V(]l nell'impresa di Napoli . Nel 1495 com battè a Fornovo e nel! 'anno seguente Carlo VIII lo mandò d i n uovo nel regno di Napoli; rimase ucciso a Circello .

Vitelli Vitello. Capitano d el sec. XVI. Al servizio dei Veneziani nel 1508, fu nel 1515 agli ordin i ,!i Fapa Leone X i l quale d ue anni dopo lo mandò con Lorenzo dc ' Medici nell'impresa contro il duca d'Urbino. Nel 1521 andò in soccorso d i Gentile Baglioni per mantenerlo nel possesso di Perugia e due anni d opo combattè in Lomba,·dia contro i Francesi. Nel 1527 fu uno dei condottieri d i Clemente Vll ncll 'impresa contro il regno d i Napoli tenuto d agli Imper iali e nel 1528 morì di peste. Vitelli Giovanni. Capitano del scc. XVI. Al servizio di Cosimo de' Medici , partecipò alla guerra di Orbetello. Nel 1546, per ordine di papa Paolo III, andò in soccorso di Car lo V in Germania, nella guerra contro i Protestanti. Nel 1551, al servizio di Giulio III, combattè nella guerra della Mirandola. Passato in Francia, si d istinse combattendo nelle Fiandre contro gli Spagnuoli. Nel 1552 fu alla d ifesa d i Siena e combattendo · a Montalcino riportò u na ferita per b quale morì due anni dopo . llitclli A lessandro. Capitano dc! scc. XVI. Fu al servizio di papa Clemente VII e poi <lell 'imperatore Carlo V. l'\el 1528 seguì Pier Luigi Farnese in Puglia e il principe d 'O· range contro Fi renze, combattendo a Volterra ed a Gavi. nana. N el I 537 vinse la battaglia d i Montemurlo. Al servizio di papa Paolo III prese parte nel 1538 alla guerra di Camerino e poi a quelle contro i Perugini ed i Colonnesi . Vitelli Chiappi110. Capit~no del sec. X VI. Al servi.zio di Cosimo de' Medici, nel 1550 f"lrtecipò all'impresa d i Tripoli. Nel r554 si segnalò nella guerra d i Sièna, dopo la quale ebbe il comando supremo delle mil izie toscane . Colle galere di S. Stefano partecipò nel 1565 alla liberazione di Malta assediata dai Turchi. N el 1567 Filippo II d i Spagna ·lo no1T)inò mastro di campo gen . degli eserciti spagnuoli nella guerra delle Fiandre contro gli Olandesi ed i Francesi: all'assedio di Mons rimase ferito . N el r57r , per quan to a ncora dolorante per la f er ita, fu a rapo della sped izione <l'Olanda e perì durante l 'investirnenro delle isole della Zelanda.

Vitelli Paolo . Capitano del sec. XV. Al servizio d i Carlo VIU di Francia, combattè nel 1495 a Fornovo. Partecipi, poi all'assedio di Pisa ed all'impresa nel regno d i Naf')li. , Nel 1498 ebbe il comando delle truppe fiorentine nella guerra d i Pisa, ma avendo tenuto una condotta sospetta venne decapitato nel 1499.

Vitelli Paolo. Capitano dei sec. XVI. D opo essere stato al servizio d ei Medici, fu sotto papa Paolo III e partecipò alla guerra contro i Colonnesi. Nel 1546 , come luogoteu . generale della cavalleria pontificia, andò in Germania al servi.z io d i Carlo V nella guerra contro i Protestanti. Fu agli ordini del duca Ottavio quale suo generale delle fanterie nella guerra contro i l duca d i Ferrara (1557) e nel 1571 parteci!,ò all a battaglia di Lepanto .

Vitelli Vitellozzo. Capitano del l'CC. XV. AL servizio di Car.lo V III re di Francia, p art<:cip<'> alla lotta conu·o gli

Vitelli Ferrante. Ingegnere mii. del sec. XVI, n. a C ittà di Castello. Al servizio d i Emanuele Filiberto, compì in


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1453 -

Piemonte lavori cli fortificazione. Governatore di Mantova nel 1573, •ra/Torzò la cinta e la cittadella di quella città.

Vitelli Vincenzo. Capitano del scc. XVI. Al r-ervizio di Paolo IV partecipò alla g uerra contro gli Spagnuoli . Pas• sato :,gli ordini di Cosimo dc' Medici, presc parte all'imrrcsa d i Orano in Africa in aiuto d i F ilippo Il. Nel 1565 comandò le miliLie toscane a Malta contro i Turchi e quale gencrnk del le fanterie pontificie combattè a Lepanto (157 r). "1ominato <la Gregorio XITI luogoten . generale degli eserciti papali, fu ucciso nel 1583 da Lodov ico Orsini. Vitelli Francesco. Generale, n. a Sassari, m. a T orino ( 1847-,918). Sottot. del genio nel 1868, divenne colonnello nel 1899. Fu direttore del ~enio a Venezia e poi comandò il 5° genio minatori . ln P. A. nel 1905, passò nella riserva nel )909 e nel 19 1r fu promosso maggior generale.

Vitelli R11Uaele. Generale, n. ad Ivrea , m. a Roma (1853-1933). S01101. d'art. nel 1872, divenne colonnello nel 1902 . F u direttore dell'arsenale di Napol i e dal 19o6 comandò i! 10 regg. art. d~ fortezza. Magg. generale direttore superiore delle esperienze d 'art, nel 1908, fu Vitelli Raffaele promosso tcn. gen. addetto al!"ispcuorato d'art. nel 1913. Ispcuorc delle costruzioni d "arr. nel 1914, fu collocato nella riserva nel 19 18.

Vitellio (Aulo). lmperarorc romano, n. nel , 5 d . C . Q,nsole ne!l"anno 48, comandò le legioni della bassa Germania le quali lo acclamarono imperatore, mentre a tale cari.::a a Roma fu nominato Ottone. Venu ti in lotta i due imperatori Vitcllio ebbe la vitto ria. Avendo però !e legioni d'oriente proclamato imperatore Vespasia no, Vitcl lio ven ne UCCISO.

Viterbo. Città del Lazio, capol. di provincia, sul-

1·u rcionio . Resti d, mma etrusche. Fortificat:i da Desiderio, ebbe una rocca e nel secolo X! mura merlate con torri e sei porte. Nel r345 l"Albornoz vi eresse una rocca che fu distrutta <la Francesco di Vico. Riedificata da Bonifacio VIII e ampliata da Paolo 111, fu demolira ne! 1438 e ricostruita ne! 14i5· - V. sorse nel VII secolo sulle rovi ne d i un antico borgo ct ruscoromano. Si resse a comune e nel 1145-46 aiutò papa Eugenio 111 contro i Romani, coi quali fu in urto per oltre rrc 1ecoli. :"\e! 120'] Innocenzo flI convoc,ì un consiglio di ruui 1 consoli e baro ni della ToSternma d i Viterbo scana a V ., che venne messa a capo del patrimonio di San Pietro. l i 10 novembre 1243 fu allaccata d all'esercito di J'edcrico li, il quale fu respinto e cosrretto a ordinare !a ritirata alla g uarn igione che aveva posto nella rocca: essa rcrò fu as~a!ita e tagliata a pezzi dai Viterbesi e dai Roman i. Nel 1246 i Guelfi cacciarono molti abitanti di parte imperiale;

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questi radunarono un es<·rcito ed assediarono la città. Occupata dai Francesi e ribellatasi loro, nel dicembre del 1798 fu ricondoua all'obbcdien1.a da l Kcllcrmann. Jl 20 settem bre 186o vi entrarono nuclei di volomari e truppe italiane.

I. Trt1lfaro di Jliterbò (1258). Pace fra Genovesi e Venezian i, condusa sotto gli r,uspici e per la mcdia~.ione di papa Alessandro IV. Il. 'trauaro di Viterbo (25 maggio 1267). Fu concluso frn Carlo d'Angiò, re d i Napoli, e l"ex-imperatore di Cost.111tinopol i, Baldovino l i, il quale cedette al primo I' Acaia t· I' Epiro. '

Ili. Trattato a'i Vitabo (31 l uglio 13.17). Fra il }"'Pa, !"imperatore, l'Ungheria, Padova, Ferrara , Ma1uova, contro i Visconti. IV. Tnututo di Viterbo (31 ottobre 136g). Fra il papa, Firen1..c1 Pisa, L ucca, Padova, contro i Visconti .

V. Trattato di Viterbo (13 ouobre 1515). Tra Francesco I

e papa Leone X, che restituisce Parma e P i:,ccn?.a :1I ducato di Milano (ora francese) e Ferrara, Modena e Reggio a! d uca Alfonso J d 'Este. Il re alla sua volta promette a Giuliano e a Lorenzo de' Mc<lici il dominio di F iren ze e il ducato d i Urbi no .

Viu:rl,o. Betta da 4jo tonn., macchina 75 IIP., costruita nc.:l 1879 a Genova, radiata nel r923 .

Viterbo come di Lemie Giuseppe. Generale del sec. XVIII. Dal r7 t 3 al 1734 coma ndò jl rcgg. provinciale d i Mondovì e lo guidò nella guerra di Succcs,ione di Polonia . Fano poi governatore di Susa, fu promo;so luogotcn. generale di fanteria ·nel 17:;7 . Viti e F igi. Po~sedimcnto ingk,e. Comprende circa 200 isole, della superficie di 19.000 Kmq. con 180.000 ab. , :i orien te d cli' Australitl, nel Pacifico . Le forze di d ifesa dclJ"arcipdago sono state create con legge del 1923; il servi·,:io è obbligatorio. Sono , t,atc cost ituite 3 cp. d i cui una di Europei e due mi,te: in tulio 23 ufficiali e 753 u. d i t rurpa , oltre a varie unità di cadetti . La riserva comprende gli uomi ni di meno di 50 anni. Vi è inoltre una polizia di IO ufficiali e 208 m iliti. Vitoldo (IVytantas, o IVitwald, Alessmulro). Granduca di Lituania, della quale è !'eroe nazionale, m. nel r430. Nd 1392 fu nominato luogotcn. del re di Polonia in Lituania . Combattè com ro i Cavalieri teutonici e riprese i ducali d i Novgorod . Kiev, Podo!ia, Smolcnsk; penetrò nella .Livonia, ampliando notevolmente i suoi S1ati. Nel 1397 battì: i Tartari <l'Azov, ma fu da essi scon fi11o a K iev Vitoldo Alessandro due anni dopo. Ne! r4ro combattè ancora cont ro i Cavalieri teuto nici e tolse loro la S:imogizia. V itone (o Vite di culn11a). Nelle armi da fuoco porta tili ad a,·ancarica era detta così !a parte metallica che ~i avvit,J\'l alla culatta della canna per chiuderla. li V. pCI'• fczior.andosi in seguito portò ml fianco applicato il porta•


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1454 -

luminello. Talvolta queste era ricavato dal massiccio stesso del V. Una speciale vite d 1 culatta fu costruita da Podewils in Baviera, nel 1858, pr.ese il suo nome e fu colà adottata . Il foro per l'accensione della c;;;.ica andava a riuscire al

chi ed equ ir,aggi era nei pressi della strada di Boyonnc a nord d i Ti., e . un parco d i artiglieria sulla strada di Miranda dinanzi alla città. Gli Alleati, . Anglo-ispano-porto_ghcsi, in numero di 50.000, avanzarono contro le posizioni francesi, e all 'alba del 2r giugno alcune colonne loro sboccavano dalla strada d i Madrid contro l'armata del Mezzogiorno e da quella di Dilbao contro quella del Portogallo, • e s'impegnavano contro gli avamposti, che sostennero cinque ore <li combattimento. Verso le 9 nuove forze angloportoghesi entravano in l inea obbligando il centro e la sr. francese a retrocedere alquanto. Frattanto alla dr. l'~rmata del Portogallo era attaccata da una colonna coman(lat~ dal gen . Graham, che la respingeva sulla linea' della Zadorr~ dopo t re çm: di combattimento, ma doveva a sua volta arretrare d inanzi a jmpctuose c.a riche dei d ragoni francesi.

Vitoni del secolo XIX Semplice; a camera; a gane-io; a cam<·ra 1806; svizzero 1842; Podewi ls 1838; a gancio 1831

centro della camera del!'arma, allo scooo d i produrre una azione p iù uguale e 1·egolare dei gas s~lla ba;e del proiett ile . Nel 1867 queno sistema fu uasformato in quello Snidner. Vitorìa. Città della Spagna, capo!. della prov. d'Alava, sulla sr. del Zadorra.

Battaglia di Vitoria (rlh3). Arpartiene alle guerre ddl'lmpero francese e segna l 'inizio <le! tramonto definitivo delle fortune belliche di Napoleone I nella penisola iber ica . Costretto a ripiega.-e su ll 'Ebro, il re Givseppe concentrò a V. le armate del Mezzogiorno, del Ce ntro e del Portogallo; mancavano l'Armata del Nord cd altre d iv isio11i stacca te, trattenute d a ostacoli e da eventi che il Comando superio,c ignorava. L'armata del Mezzogiorno (Gazan) era in prima li nea con la d r. appoggiata a l fiume Zadorra, éoprcudo la città a cavaliere della strada d i Miranda; l'armata del Centro (<l 'E.rlon) la spalleggiava in seconda li11ea su fronte parallela; l'armata di Portogallo (Reillc) sch ierata

L 'insieme della situazione sostenevasi 'ancora, dato che le bocche da fuoco del parco pesante avanzato erano state messe in azione opportunamente e proteggevano l'ordinato ripiegamento del! 'ala sr. e del centro verso V. , ma ?iù urgeva sostenere la dr. data l'evidente intenzione degl'Inglesi d j giungere sulla strada d i Bayonne. Giuseppe inviò perciò trnppe della r iserva a occupare due frazioni d el villaggio di Gamarra, ove quella strada rasenta la Zadorra; ma il geo . Graham lanciò S\l d i essi forz.e rilevanti che, dopo vivo contrasto, se ne impadroni rono alla baionetta. Verso le 16 il cent ro francese, sopraffatto, ripiegava dinanzi alla pressione combinata del centro e della dr. avversaria e le batterie pesanti dovevano esser abbandonate in difetto d i quad rupedi: anche la dr. era obbligata a flettere. Gli ordini, già dati , <li incolonnare il carreggio verso Bayonnc, non essendo stati eseguiti in tempo, si d ispose perchè lo sgombçro avven isse al p iù presto sulla strada di Pamplona; ne derivò un notevole ingon!bro, che degenerò in confusione paurosa per l 'incursione d i cavalleria avversaria : i conducenti volsero in foga, propagando il panico ali.e truppe vicine . Lo sbandamento generai.e io quella piana solcata da fossati fangosi produsse un frammischiamento inest ricabile dei reparti, ment re scene di saccheggio si verificavano attorno ai furgoni della tesoreria. Tuttavia l 'armata del Mezzogiorno e quella del Portogalto erano ancora in qualche e(licienz~ non avendo perduto la coes ione organica ; e vari

rèra1 ti riord inat i valsero ad assicurare la r itirata verso Pam plona, unica via che restasse aperta allo sfilamento delle unità. Solo il 24, radunate le forze attorno l>amplona, fu possibile un com puto delle perdite, valutate a oltre 4500 u ., di cui 2000 murti, oltre mol to carreggio e tutte le artiglierie

pesa nti (150 pezzi). Le perdite degli Anglo-ispano-portoghesi raggiunsero i 5000 uomini . La battaglia di V. segnò la sanzione definitiva dell ' insuccesso delle infauste, per Napoleone, campagne iberiche . Vitozzi (Ascanio). Ingegnere militare del sec. XVI, n . di Orvieto (1539-1625). Prese parte alla guerra d i Grecia, a quel la contro i Mori d i Spagna e alla conquista del Portogallo . Nel r584 entrò ,al. servizio di Carlo Emanuele I d i S;,voia e partecipò a tu tte le guerre d i offesa e d i d ifesa del Piemonte che si svolsero da quell'epoca. Si dedicò anche all'architettura civile . Battaglia di Vi toria (1813)

·lungo la Zadorra copriva V. da ovest e guard ava la strada d i Bilbao; due divis. e una brigata di cavalleria erano in riserva ai piedi delle alture. In totale, circa 35.000 fanti e , 5000 cavalieri. Un enorme assembramento d i convogli, par-

Vitozzi Vitozzo. Ingegnere m ilitare, del sec. XVI-XVII, nipote d i Ascanio. Venuto in Piemonte con lo zio, si trovè, nel 1594 alla presa di Bricherasio, dove rimase ferito. L'anno seguente fu .assu nto al servizio ducale, e venne nominato ingegnere aiutante d i Ascanio. Nel!' Archivio d i State> di Torino, si trova un cc Ordine d i quello s'ha <la fare


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attorno al recinto di Torino, secondo il parere del Vitozzi », riguardante fabbriche militari e fortifi~zioni. Pare che queste opere debbano riferirsi parte allo zio e parte al nipote.

V !trite. Con questa denominazione i Francesi indica• rono nel loro codice riservato, durante la guerra Mondfale, una miscela aggressiva della seguente compos1z10ne cente• simale: cloruro di cianogeno parti 70, cloruro di arsenico parti 30. V itruvio (Marco Poi/ione). Architetto e ingegnere militare romano del scc. I a. C. e scrittore militare. Quello che sappiamo d i lui si trova sparso i,ella sua opera. Militò sono Cesare, e l'imperatore Augusto gli diede l'incarico di soprai ntendente delle macchine militari; ma la sua maggior fama gli venne d alla sua opera : « Oc archi tcctura libri X » che dedicò all 'impcratore. V l try-le-Françols. Comune della Francia, nel dip. della Marna, fondata rcr ordine di Francesco I nel 1545 su piani dell 'ingeg ncrc mii. italiano Camillo M arini.

Battaglia di Vitry le Franrois (settembre 1914). l'; una delle sottobattaglie in cui si fraziona la prima battaglia della Marna, nel 19 14. In tale regione la 4& armata tedcscn (principe di Wurucmberg) fu arrestata dalla 4a armata francese del generale dc Langlc de Cary; quest'ultima ivi resistette, nono,tante gli accaniti sforzi tedeschi per ributtamela. nei giorni 5 e 6 settembre, mentre avvenimenti decisivi stavano maturandosi sull'Ourcq . L 'ostinata d ifesa di V , le F. si prolungò nei giorni successivi con l'aiuto di reparti della 3• armata francese: aozi, l'arrivo sulla linea di battaglia del XXI corpo, pro, cnientc d alla Somme, la sera del 10, consenù ai Francesi, il giorno <lopo, di proseguire anche oltre V, le F., mentre i Tedeschi dovevano rettificare le loro posizioni per effetto dcll'a,•vcnuto ripiegamento verso 1'Aisne delle armate 1a e 2•, ripiegamento connesso con la sconfitta germanica sulla Marna. Vitto, V. Alime11ta:;ionc, Rancio, Razior,e, Vitton (Claudio). Generale, n. a Mo ncalicri, m.' a Roma (1848-1922). Sotto!. di fanteria nel 1866, divenne colonnello nel 1901. Comandò il 49° fanteria e nel 1905 fu collocato in P. A. Nel 1912 venne promosso magg. generale nella riserva.

Vittoria. Vantaggio ottenuto in guerra con la disfatta e ritirata del nemico. Q~ando un esercito raggiunge lo scopo rer cui è entrato in g uerra, o ttiene la V . e la guerrn è finita. I successi parzia!i ottenuti nei singoli combattimcmi, anche se assumono p,oporzioni grandiose, non co• stituiscono la V. propri.unente detta , ma rnppresema no V. parziali, le quali hanno maggiore o minore peso sul risultato finale . I Greci fino dai tempi pii, antichi diviniz. zarono .Ja V. (Nike) facendola figlia di Pallade e di Stige, e le innalzarono statue e templi. Era rappresentata da una d o nna alata con in mano lo scemo. Per gli Ateniesi N ike era il soprannome di Atena, loro dea nazionale. Anche a Roma, la dea V. ebbe tcmrli sul Palatino e sul Campi• doglio, dove si ammirava la serie delle statue della V. consacrare dai trionfatori.

Vittoria . Nome dato a un grande campo trincerato, a breve distanza a ponente di Parma, sulla strada che conduce a Piacenza, fatto costruire nel 1247, durante l'assedio di Parma, dall' imperatore Federico II, che non voleva sco.•

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starsi dalla città ribelle, per assicurare alla sua armata quartieri <l'inverno meno disagiati. Cost ruzioni numerose le diedero l'aspetto di una -:ittiì impron-is:ua, nella quale, dopo che si fosse impadronito di Parma, l'imperatore pensava di trasportarvi gli abitanti. La nuova città, di cui l'imperatore stesso diede i disegni, fu circondata di larghe fosse, d ietro alle quali si alzavano bastite di terra d ifese da palizzare: le porte avevano ponti levatoi, cd il canale, detto « naviglio » che da Parma scendeva fino ;il Po, fu svia to dal suo corso per farlo entrare nelle fosse di V. Durante l'inverno, la catti,,a stagione non permettendo all'imperatore d i muovere Je truppe, egli si allontanava spesso dall'esercito per cacciare al falcone, e la guarnigio ne di V . si era di . molto indebolita per essersi molti capi ghibellini recati alle loro case. Conosciuta la cosa in città, il 18 febbraio 1248, i Parmigian i assalirono improvvisamente e con grande furia le bastite di V. e in breve se ne resero pad ron i cacciandone gli Imperiali. Dl1cm ila fu rono i Ghibellini uccisi e tremila furono fatti prigionieri. Immenso fu il bottino d i guerra . Federico di rirorno dalla caccia incontrò i fuggiaschi; fu da loro trascinato nella fuga verso Cremo na ed inseguito da, Parmigiani fino alle rive del -Taro. La nuova città fu arsa e d iroccata.

Viuoria. Piroscafo armato, di 2o6o tonn., macchina cavalli 320, acquistato dalla marina siciliana nel 186o, ent rato nellò stesso anno in quella italiana, radiato nel 1865. Ordine di Villoria I. Istituito in Inghilterra, nel 1837, dalla regina Vittoria che gli diede il suo nome . .t un ordine militare destinato esclusivamente agli indigeni delle Indie che combattono sotto le bandiere della Gran Bretagna. Ordine Reale di Vittoria. Destinato a premiare i servigi resi al Sovrano e allo Stato, (u istituito dalla regina Vittoria d' Inghilterra nel 1896. Comprende cinque classi: Cavalieri di Gran Croce, Cavalieri Commendatori, Commendatori, Membri di 1• e di 2~ classe. La decorazione è costituita da una croce d'oro biforcata . V i ttoriali giuochi . .E_rano, nell'antica Roma, decretati ai generali vincitori che 0Jvcvano meritato il trionfo . Vittorio Alfieri. 38• legione della M. V. S. N., costituita

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tre coorti in Asti nel 1923.

Manipolo della legione • Vittorio Alfieri •

Vittorio Locc,k 7• legione della Milizia Postelegrafonica, con sede :, Bari.

Vittqrio Emanuele. Frcg11ta a vapore, in legno, costruita alla Foce (Genova) nel 1856. Dislocamento tonn. 3126, mac-


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inviò coi'nplcmcm; ai reparti rnobilifati . Durante la g uerra

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1915-18 combattè u1izialme ntc a Cervignano. Si d istinse d uran te il rip iegamento dell 'escrcit.:, al Piave, proteggendo colonne in ritirata ed impegnando combattimenti a S. V ito d i Fagagna, a Medu'la e sulla Livenza . . Alla battaglia <le i Piave (giugno 1918) pan ecirò attivamente, a piedi cd a

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ltk™ Iru rJ'.:J Irer r Uf9 Squillo del reggimento Vittcrio Emanuele 1r

Fregata o: Vittorio Em,muele A

chine HP. 1488. Pa rtecirò nel 186o all"attacco d i Ancona, nel r86r a quello di Gaeta, nel 1866 a quello ,d i Lissa e alla battaglia omonima. Venne radiata nel 1900 d ivenendo nave guardaporto a Taranto con la caratteristica «G. M. 18 ». Ebbe per _i-notto: « Per la Patria e per il Re».

Vittorio Emanuele. Corazzata,

cavallo . nei pressi di Mo nastier di Treviso ed a S. Pietro Novel lo . Durame l'offensiva finale, inseguì il nemico arditamente oltre il Piave lino a P almanova e Cervignano. Pe<' il sun contegno meritò la citazione su l bo/lettino d i guerra 11. 1123 del Comando Supremo e la med . d i bronzo . Festa

del reggi.n 1entp: 19 giugno, anniversario dell'episodio di Monasticr d i Trev iso (1918). Il regg. ha per mono: « Per la gloria de] nome » .

Vittorio Emanuele (Brigata). V . Bologna (Brigata).

Vùtorio A medeo I. Duca di Savoia, n . a Torino, 1n. a Vercel li ( 1587-1637). Nel 1625 riuscì ad occupare g rand e parte della R iviera d i ponente , hel 1630 si segnalò nella d ifesa di Verrua. Nel 163r succedette ai pad re Carlo F.man uele I. Alleato con la. Francia, occupò la Lomellina e vinse gli Spagnuoli a Tornavemo.

costruita a Castclla mmarc di Stabia nel 1904. Dislocam. tonn. 12.625, macch ine HP. 19.000. Armamento li 305, X II 203, XX 75 . El>be per motto : « In noi-n i ne virtus >> .

Vittorio EmaPortò questo nome nd 1916, nella 3a annata, durante la g uerra Mond iale, un pk- • colo distintivo di panno con le let-

1111ele.

Vittorio Amedec

tere (< VE>), con-

cesso per atti d i co-

Vittorio Amedeo 1I

Corazzata • Vittorio Emanuele o

rnggiò, quasi unicamente ai portaordini di compagnie che avevano mo<lo e occasione dj d istinguersi nel loro servizio. Talvolta il d istu1tivo era accompagnato da una piccola somma di denaro.

Vitto,-io Emanuele li. Reggimento cavalleggeri, costituito da Massimo D'Azeglio nel 1859, con elen,1enti volontari veneti e romagnoli accorsi io Picn1onte, in un primo nucleo che pre,e il nome d i regg. V . E . cavalleria. Nel 186o fu incorporato nd R. Esercito col nome di lancieri V . E. Nel r 871 assunse quello di 10° regg. di c:ivallcria ( V. E.), continuando ad essere armato d i lancia . Tale nome nel 1876 fu mutato in quello <li rcgg. cavalleri:1 V. E . (10°), nel 1897 in quello <li lancieri V. E ., nel Stemma del ,r eggimento' Vittorio Emanuele II 1900 in quello di lancieri V. E. Il (1 0°) ed infine nel 1920 ìl'tjtiJrt/l aftl.ìlife d i cavalleggeri V . E. Partecipò alle ~amp:1g'tlè1 ,r}PM68'e· 1866; in quelle 1887-88, 1895-96 e r911-12

Viuo,-io Amedeo Il. Pr imo re cli Sardegna, n, a T orino , m. a Moncalieri (1665-1732). Da giovane riusd a domare moti rivoluzionari a Mondovì . Quando L uigi XIV incaricò Catinat cli attraversare il P iemonte per muovere su Casale, un ito agli Imperiali si oppose, ma fu battuto a Staffarda (1690); e ucl 1693 11 uovamcnte a Marsaglia. Nella guerra di Successione di Spagna fece alleanza con la F rancia e, generalissimo d ei Franco-lsp-ani, entrò in Lombard ia, dove battè gli Imperiali a S . Villoria, prese Carpi, Correggio, Modena e Guastalla . Presto però ruppe l 'alleanza con la Francia, la quale invaie la Savoia. Egl i ostacolò og ni passo dell '~vanz.ata francese, fu vin to a Verrua? m ~ col princ ipe

Eugenio vinse dccisam~nte i Francesi a Torino (r706) cacciandoli dal P iemonte. Nel 1713 ottenne il titolo d i Re di Sicilia, mutato poi in quello d i Re di Sardegna; nel 1730 abdicò .

Vittorio Amedeo Ili. Re d i Sardegna , li. a Torino, m . 3 Moncalieri (1726-1796). Nel 1745 combatti:. a Bassig nana. Sali al trono nel 1773. Avvennero sotto il suo regno le g uerre contro i Francesi della Rivoluzione (1792-1796) . Dopo i! trattato di Cherasco abd icò a favore d el figlio Carlo Emanuele IV.


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Vittorio Emanuele I. Re di Sardegna, n. a Torino, m. a :¼oncalieri (1759-1824). Secondogenito di Vittorio Amcdto lii, salì al trono nel 1802 all'abdicazione del fratello Carlo Emanuele IV. Col titolo di duca <l'Aosta partecipò alla guerra contro i Francesi della fine del sec. XVlll. Personalmente diresse l'attacco del borgo di Gileua. Trasferitosi in Sardegna nel 1806, ritornò in Piemonte nel 18 r 4. Nel 1821 abdicò in favore di Carlo Felice.

Vittorio Emanuele I

Vittorio Amedeo lii

Vittorio Emanuele Il. Re <l'Ita lia, deuo " Il Pad re della Patria » e « li Re Gah1ntuomo », n. a T orino, m. a Roma (1820-1878). Come principe ereditario portò il titolo di « Duca di Savoia ». Caf"itano nel 183r, divenne colouncllo nel 1839 e comandò fino al 1842 il 1° regg. fanteria. Magg. gen. in quell 'anni), col grado di luogotcn. generale comandante della <livis. di riserva partecipò alla campagna del 1848, meritando la mcd. d'oro « per essersi distinto nel combattimento di Coito " e quella d'argento nel combattimento di Santa Lucia. Anche uella breve campagna del 1849 comandò la divis. di riserva e combatcè a Novara, salendo al trono in seguito all'abdicazione del re Carlo Alberto dopo quella battaglia. Assunse il comando dell'esercito nella guerra del 1859 e gli fu conferito a Palestro il grado di « caporale <legli z uavi ,, dagli zuavi me<lesimi in mezzo ai quali si trovò a combattere. Re d' Italia nd 186r, assunse il comando in capo dell'esercito anche nella guerra del 1866. Governò con grande fierezza , di cu i è p rova l\,rto col Parlamento e il proclama <letto di Moncalicri, contro la ti• rannidc dei partiti politici, e con grande saggezza, di cl!i è prova l"azione rivolta a compiere l' un ità d'Italia nel 186o-6r, con l'appoggio alla srcdizione dei M.ille, e l'azione rivolta ad occupare Roma (1870) attraverso difficoltà che parvero insormontabili.

Vitt.,rio Emanuele li

Vittorio Emanuele Ili

Vìttorio Emanuele lll. Re d'ILilia, n. nel 1869 a Napoli, di cui da principe ereditario portò il nome, salito al trono nel 1900, in seguito all 'assassi nio di Re Umberto . Dotato di profonda e vasta coltura, seppe interpretare sempre perfettamente l'animo del suo popolo, all'inizio del suo regno riconoscendo l"im~"Crioso dovere di riforme social i che sot•

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traessero i lavorat0ri, specialmente quelli dei campi, a una condizione dolorosa di vita; più tardi comprendendo la necessità di espansione coloniale della Nazione; quindi quella dell' intervento nella guerra, durnnte la quale abbandonò Roma per vivere vicino ai soldati combattenti; infine lo slancio irresistibile della gioventù italiana, guidata dal Duce, verso un ordinamento interno di solidarietà nazion ale, e verso un'affermazione di volontà e di potenza nel mondo. che ha gran<lemente elevato lo spirito degli Italiani. Lo stato d i scrvizcio mii. di S. M. il Re è il seguente: Allievo del Collegio mii. di Napoli e poi della Scuola di Modena, ne uscì sottot. di fanteria nel 1886 asscgMto al 10 regg. Tcn. nel 1887, passò al s~ regg. dove rimase fino alla promozione a colonnello (1890); assunse allora il comando del 1° rcgg. fanteria. Magg. generale nel 1892, comandò la brigata Cuneo, e tcn. generale nel 1894 la divis. di Firenze; generale di C. d'A., assunse (1897) il comando del C. d'A. di Napoli che tenne fino al 1900. Non volle acconsentire a che avesse corso una proposta di med . d'oro al valor militare, affacciata da combattenti, e desiderò unicamente di fregiarsi della croce al merito di guerra . E dai combattenti gli venne spontanea la qualifica di « Re Soldato » . Particolarmente memorabile, nella vita di questo Sovrano, è l'atteggiamento da Lui assunto nel convegno del 1917 a Pc•

scl,icra (V.). Vittorio E111a1111e/c come di Torino. Generale, n. a To. rino nel 1870. Secondogenito del principe Amedeo di Savoia duca di d'Aosta, dal collegio mii. di Milano passò nel 1 887 alla Scuola di Modena dalla quale usd nel 1889 ,ouot. del rcgg. Nizza cavalleria. Tenente nel regg. Piemonte Reale nel 1892, vi restò anche colla promozione a capitano. li 15 agosto ,897 nel bosco dei M2rescialli a Vaucrcsson, per rnstenere l'onore dei sold ati italiani che combat• tcrono in E,itrea, riusci vittorioso nel duello col principe <l'Orléans • che li aveva dcnigrau. Colonnello nel 1899, comandò i lancieri di Novara. Vittorio Emnnuelc Conte di 'forino Magg. generale comandante la i' brigaL1 <li cavalleria nel 1903, fu promosso ten. generale nel 1910; comandò la 3• divis. di cavalleria e poi fu nominato ispettore gen. della sua arma. Partecipò a tutta la guerra contro l'Austria quale comandante gen. della cavalleria e meritò la med. d'argento e la croce di gr. ulf. dcll'O. M. S. Nd 1923 ebbe il gracio di generale d'armata. Vi11orio Emanuele III. Istituto nazionale d i beneficenza, fondato nel 1907 a Roma, a favore delle famiglie bisognose degli ufficiali pensionati di tutte le Forze Armate dello Stato. Ha assorbito nel 1923 anche le funzioni già esercitate dal « Fondo Fro ufficiali inabili in congedo e loro fa. mi glie bisognose », amministrato dall'Istituto Principe di Piemonte.

Vittorio Veneto. Comune in prov. di Treviso, sul torrente Meschio.

Battaglit1 di Vittorio Veneto . Subito dopo (seconda metà di settembre 1918) il crollo della fronte bulgara, il generale Diaz ritenne· giunto il momento di tentare un attacco generale risolut ivo . li 25 settembre il Comando Supremo


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d iramava gli ordini per ! 'offensiva: un 'azione pai:tcnte dal settore Brenta-Pia ve doveva p r_oporsi d i separare la massa austriaca dc) T rentino da quella dell-a pianura; un'azione, invece, partente dal medio Piave, aveva il compito di disgiungere le d ue armate austro-unga:-iche schiaate lungo il fiume e cercare d i recidere le comunicazioni della 6~ armata, che fronteggiava la zona del Montello, in m odo da renderle impossibile la difesa e la ritir ata. L a prima azione doveva precedere la sc~onda. Le arm ate italiane erano così sch ierate: la i'' (gen . Tassoni) dallo Stelvio al· Garda; la 1• (gen . Pecori-Giraldi) d al Garda aH' Astico; la 6• (gen. Montuori) sugli alti.riani ; la 43 (gen . Giardino) sul Gr,1ppa; 1'83 (gen. Caviglia) nella zona del Montello; la 3a (S. A . R . il duca d'Aosta) sul basso Piave. Fra la 4• e l'Sa an n ata e 1'83 e la 3" eran~ state inserite due nuove armate, con truppe miste italiane cd alleate, e precisamen te la 12~, al comando del generale francese Graziani, (ur.a d ivis. francese e rre ital iane), nella zona di fronte a Valdobbiadene, e la io" (due divis . inglesi e due italiane) nel settore delle Grave di Papadopoli, al comando del geo. jnglese lord Ca.van. A d isposizione del Comando Supremo J"Ìnoaneva la 9a arm ata (geo. Marrone) con 3 d ivis. (due italiane ed una cecoslovacca, ed un regg. d i fanteria am,rican'l; più, altre quattro divisioni italiane) . P resso Campo S. Piero, infine, era concentrato il corpo <li cavalleria (S . A. R. i l conte d i Torino) con 4 divis. Le forze complessive delle armare italiane sommavano a 57 d ivis: (con 704 bgl.) delle quali 51 italiane e G alleate, con 7700 pezzi d i artiglieria (dei quali 450 alleati) e Ij45 bombarde. Di fronte a noi, le forze aust riache erano sempre riunite nei d ue grand i g ruppi, del Trentino (arciduca Giuseppe) e d el Piave (ma' rese. Borocvic), tra i quali era stata inserita una nuova grande unità, il Gruppo d 'armata Belluno (geo, von Goglia), col compito d i difendere il terreno fra Brenta e Piave. Complessivamente i-avversario dispom,va di 37 d ivis. e mezza (724 bgl.) con 6030 bocche da fuoco, senza contare le bombarde. Queste truppe erano ancora salde e disciplinate, e, nonostante qualche cas0 d i ammutinamento verificatosi nelle retrovie, nei giorni p recedenti l 'offensiva i Comandi aust riaci attendevano l' urto italiano con fermezza e fiducia. L'offensiva, ritardata di qualche giorn-:> a causa di un rigonfiamen to improvviso del Pìave, ebbe inizio il n1attino del 24 ottobre. Dopo una buona preparazione di artiglieria, alle sette le fanterie della 4" armata balzarono all 'a ttacco t ra Brenta e Piave. Sulla sr. jl I X corpo d'armata (gcn. De Bono) riuscì ad ·occupare l 'A solone e le fortificazioni ant istanti il Col Caprilc, ,,;a un notevole contrattacco avversario costrinse ov unque a riguadagnare le posizioni d i partenza . Altrettanto accadde nel contiguo settore del Vl corpo (gen. Lombard i) , ove furono raggitrnti e r iperd uti iJ Pertica .ed il Prassolan (q. 1484). Sulla <lr , invece (XXX corpo d'armata, geo . Montanari) la brigata Aosta riusciva ad espugnare, con un brillante assalto, il Valderoa, ed a mantenerlo, nonostante che ai fianchi, sul Solarolo, e sullo Spinoncia, non si riuscisse ad avanzare. Sugli Altipiani , intanto, vigorose puntate nostre cd alleate i mpegnavano il nemico, per impedirgl i d i spostare truppe verso il Grappa , ed un regg. di fanteria francese s'impadroniva de] Sisemol. Sul Piave, trupre della ro0 a rmata , nella notte sul 24, avevano occupato di sorpresa le Grave di Papadopoli , ciò che avrebbe agevolato il successivo passaggio 'del fiume, fissato per la sera del 24 stesso. Senonchè, per le abbondanti pioggie cadute, il livello delle acque, anzichè decrescere, salì ancora, così da costringere a rimandare il gittamento dei ponti alla sera del 26. L'annata del Grappa si t rovò

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così a dover sostenere <la sola, per tre giorni, tutto il peso della battaglia. Gli Austriaci, frattanto, decisi a no 11 cedere, facevano accorrere in fretta rinforzi , facendo entrare in linea d ue divis. fresche e d ue altre avvicinandone alla fronte, ed i l giorno 25 opponevano a i nostri nuovi attacchi un;, vigorosa resistenza. Le trur pe del IX corpo, infotti, riprendevano l' Asolone e si spingevano fino al Col della Berretta, ma e rano costrette poi a r ipiegare, con gravi perd ite; nel settore del XXX corpo, tuui gl i sforzi per strappare all'avversar io il gru ppo del Solarolo r iuscirono vani . Solo il V! corpo riusciva ad espugnare ed a mantenere !d cima d el Pertica. Altrettanto aspra e sanguinosa perdurò la lotta nei giorni 26 e 27, e, nonostante i tenaci e valorosi sforzi delle nostre fanterie, anche i l Valderoa ricadde , il mattino del 2j, in mano al nem ico; un ico pegno d i vittoria rimaneva in nostra mano il Pertica. Un'imrlacabilc azione d i artiglieria si svolse, da parte nostra , nella giornata del 28, per p aralizzare ogni velleità d i controffensiva nemica, ma tuttavia, anche il mattino del 29, quando il IX corpo volle tentare ancora un supremo sforzo per la riconquista ,lcll'Asolone e <lei Col della Berretta, le truppe imperiali seppero ritrovare i l loro tradizionale vigore e respingere l 'attacco. Erano, però, gli ultimi aneliti di una resistenza disperata, poichè in quel giorno stesso le sorti della batt~glia si decidevano sul Piave, così che nel pomeriggio ·del 29 stesso il Comando austriaco del Grur po Belluno fu cost retto ad ordinare la ritirata per la no~te successiva. Sul Piave, fin dalla notte del 27, era staro iniziato il gittamento dei ponti, o perazione tutt'altro che agevole, perchè contrastata fortemente dalla velocità della corrente e d all 'azione dell'artiglieria nemica. A nord, la r2• armata potè cost ituire una testa d i ponte nella zona di Valdobbiad ene e fare avanzare le sue truppe per buon tratto, sulla sr. del fiume. Anche nel settore della 10• armata , dopo avere completata l'occupazione delle Grave d i Papadopoli, le truppe italo-inglesi passarono sull'altra sponda del Piave, e, vi'n cendo la viva re sistenz a avversaria, avanzarono per

una profond ità di circa tre chilometr i, cattu rando oltre

5600 prigionieri e 24 cannoni . Maggiori difficoltà, invece, incontrò 1'8• armata, poichè, mcncre sulla sr. il XXII corpo d'armata (gcn. 'vaccari) riuscì a traghe\tàre un buon nucleo d i bgl. nella piana della Sernaglia, l' Vlll corpo d 'armata (gen. Gandolfo) sulla dr. , dovette rinunziare, dopo ripetuti e vani tentativi, al passaggio del fiume, tra Falzè e Nervesa . Le truppe del XXII corpo, benchè subito investite dal fuoco avversario, si spinsero, nella m attinata del 27, verso la l inea Moriago-Sernaglia, ma ben ·p,·esto furono contrattaccate da numerose forze avversarie, ed una <livis.

(la 1• d'assalto) che si era spinta verso Falzè, .dovette ri pi,·gare con gravi perdite . D'altra pan e, la situazione d i queste .truppe, così isolate sulla sr. d el fiume col medesimo i n piena alle spalle, con tutti i p assaggi interwttj e con la minaccia della controffensiva avversaria sulla fronte, appariva molto preoccupante. Il mattino del 28 però il gen . Caviglia proro neva al Comando Supremo di far passa re il XVlll coq."o d'armata (della riserva) sui ponti dell 'armma inglese, e, risalendo lungo la sr. del fiume, di lanciarlo contro le trU!Jpe avversar ie che dalle colli ne cli San Salvatore ostacolavano il passaggio d ell 'VIll corpo . Questa manovra decise della vittoria. L'attacco dd XVIII corpo r iusciva perfettamente, aprendo la via all'VIII cor po, e, d avanti alla nuova situazione determinatasi, il maresc. Boroevic era costretto ad ordinare, la mattina stessa del 28, il ripiegamento graduale sulla seconda linea d i d ifesa . Nel la notte sul 29, tlltti i po nti furono gettati e tutte le truppe


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~"i,è(Wa sulla d r. varcarono il fiume. Nella giornata stessa

reparti celeri dell 'Vlll corpo d ·armat:, raggiungevano Vittorio Veneto, e truppe del XVIII t r~volge1•ano la resistenza nemica dav:i.mi a Conegliano; anche a nord, truppe <lel la 12• armata occura1•ano la stretta di Quero. L ·avanzata diventava ovunque t ravolgente, ed il. Comando Supremo dava ordine al corpo di cavalleria di passare il Piave e d i puntare celermente ai passaggi <le! T:,gliamcnto. Nd pomeriggio stesso del 29, il O)m:i.ndo Supremo austro-ungarico ordiriava « lo sgombero metodico del Veneto • · Ma, ndh giornata del 30, I 'av;,nzata energica e decisa di tutt:i. la nostra &onte verso la linea della Lil'enza, e l'entrata. in

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nostre avanguardie entrano, entusiasticamente accolte, nelle prime ore del pomeriggio del 3 novembre. Quasi :illa stessa ora. un corpo di spedizione (2° ed 11° regg. bcrs;iglicri, ol tre reparti minnri) sbarcn a T rieste. Il tricolore sventola ormai sul castello del Buon Consiglio e sulla torre di San Ciusto. Nel Trentino e nella pianura Veneta l'avan1..aca italiana non è ostacolata che clall'immauc ingombro proclouo dalle trupre austrjachc in ritirata. Un numero enorme di prigion ieri cad~ in JlOStra mano . Alle ore 15 del ~ novembre, quanclc., in virtù dcli 'armistizio finnato il giorno prima a Vi lla Giust i, le truppe sono arrestate su tutte la fronte, la linea raggiunta è la seguente: la 7• ar-

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•••••••••• 240ttobre ____.; 27

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........ 30·. Battaglia di Vittorio Veneto (ottobre 1918)

azione dell:l 3a arrnnta, tolsero ogni illusione all 'avv-:rsario; in vece che di uno « sgombero metodico » si trattava d i sottrarsi ad una sicura catastrofe, accelerando al massimo il movimento d i ritirata all' Isonzo. li 31 segna il crollo de:l'esercito nemico. Nelle prime ore del mattino, infatti, la 4a e la 6• armata travolgono le u ltime resistenze avversarie e si lanciano nel ,oleo Feltrino ccl in val Brenta; sul piano è passata la L ivcnza, e la cavalleria gi,1 spinge le sue patruglie al Tagliamento. Il 1° novembre, mentre su tutta la fronte si continua nella decisa e rapida avanzata, il Comando Supremo emana alle due armate ciel Trentino (7• e 1•) gli ordini per impedire al nemico lo sgombero del ~aliente triden tino. li g iorno doç-o, infatti, le truppe della 7• armata traboccaoo dàl Tonale in val di Sole, precludo no la ritirata agli scaglioni nemici in ritirata dalle Giudicarie per la strada della Madonna di Campiglio, e procedono verso il passo della Mendo la, a 15 Km. da Bolzano. La 1• armata lancia il suo XXIX corpo d'àrmata (gen . dc Albcrtis) contro gli ~ barramcnti austriaci nel fondo della val d'Adige : la rcsisten:.:a nemica è rapidamente tra,·olca, e nella sera stessa del 2 è raggiunto Rovereto. Il ,giorno seguente procede veloce !'avanzata su Trento, ove le

mata ha le sue avanguardie a Mezzolombardo, fra Trento e Bolzano; la 1• occupa la ~eretta di Salorno, in val d'Adige, e Cembra in valle Avisio; la 6-' è a Lcvico, in val Bren ta; la 4° a Fiera d i Primiero e Canal S. Bovo ; I '8° a Pieve di (',adorc e sul confine carnico. :slclla pianura, le punte estreme d i cavalleria hanno raggiunro la linea dell'Isonzo. L'aviazione partecipò attivamente alla lotta, con 54 squadriglie e 6 sezioni cli aeroplani italian i, 4 squad riglie e 2 sezioni di aeroplani francesi, 38 sezioni aerostatiche e 7 dirigibili italiani. Gli aeroplani che agirono furono 609, d i cui 70 alleati, contro oltre 550 velivoli nemici. 34 apparecchi e n drackcn nemici furono abbattuti e q uasi 200 ron. nellarc di bombe lanciate. mentre si eseguivano numerosi 'l1itragliamenti a bassa quota. L 'ultima battaglia era costata alle truJ.--pc italiane circa 38.000 uomini era morti e feriti (due terzi dei quali sulla fronte del Grappa). Le perdite austriache sono imprecisate; i prigionieri furono circa 300.000, con 5000 cam,oni.

Vitulli-Montaruli (Giuseppe). Generale, n. a Ruvo di Puglia nel 1876. Sonot. d 'art. nel 1899, partecipò alla


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guerra 19r5-1918 ottenendovi tre ou ed. di bronzo e d ivenne colonnello nel 1918. In P. A. S. nel r920, fu promosso generale -eh brigata in A. R. Q . nel 1932.

Vivalda (Carlo). Generale medico, n. a Cervere, m. a Toriuo (1855-1930). Sottot. medico nel 1879, divenne colonnello nel 1912, fu direttore dell'ospedale mi i. di Torino e poi direttore di sanità del r" C. d' A. Durante la guerra conuo l'Austria meritò la med. di bronw dei benemeriti della salute p ubblica. fn 'r. A. nel 1917 col grado di magg. generale medico, fu trattenuto in servizio presso la IV commissione san itaria sino al 1919. Nel 1923 venne promosso. ten. generale medico nella riserva. V i valdi (di !'<•resto, come Giulio Cesm·e) . Geueralc , m. nel 1789. Dopo aver appartenuto al r~gg. cli Sar-0egna, d ivenne colonnello. nel 1783 e ne tenne il comando conservandolo anche quando nel 1789 ebbe il grado di brigadiere d i fanteria.

Vivald1-Pasq11a-Tre•·igno dt1ca di S . Giovanni Pietro. Generale, m. a Torino 1856. Sottot. d i cava lleria nel 1806, divenne colonnel lo nel 1823. Nel ,831 fu collocato a r iposo col grado d i magg. generale e nel 1848 fu insignito del collare dcli' Annunz iata. Vivandiere. La voce, come la carica, pare dcriv.ino dalla milizia francese, giacchè, per quanto anche le legioni romane avessero il « cuppedinarius ,, che p ress 'a poco aveva gli incarichi dell'attuale V. rurtuttavia non serviva che a forn ire le vivande di conforto. Il V. invece istituito in Francia all'epoca de lle grandi monarchie, sia nelle caserme, come al seguito delle truppe, durante le campagne di guerra,

ta re, si venne alla decisione di assumere, per tale scrvizio,dci borghesi, con condizioni e clausole riflettenti la disciplina militare . La funzione divenne una concessione data per concorso, ad asta o trattativa privata, al migliore offerente , che presentasse le serie g~,ranzlc econon1ichc, morali e tecniche per un buon servizio presso il corpo <lai quale era aSS<,nto. Aprosite norme precise regolano <la noi i particolari di guesto servizio. Nell'ant. mar ina veneta esisteva a bordo il V. presso i l quale i marinai potevano acquistare cibi e bevande. Era stabilito che i prezzi fossero mocl ici, e che l'utile ritrntlo 11elle vendite fosse in parte ridistr ibuito agli equipaggi. In Piemonte, il primo V. fù introdotto nel 1675 nel regg. Guard ie; per lungo tempo i comandanti di corpo furono anche una specie d i impresari delle vivandiere. Queste venivano messe all 'asta e concesse al miglior offerente: il canone an nuo era intascato dal comandante del reggimento, Ciò fu abolito nel 1850, destinandosi cale canone a totale beneficio della « ~fossa di economia », detta poi « Massa generale »,

Vivanet (Francesco). Generale, n . a Cagliari, m . a Torino (1834-1922). Sottot. d 'art. nel 1856, partecipò alle campagne' del 1859, 1866 e 1870 e sulla Sesia (1859) meritò la mcd, di bronzo, Colonnello nel 1879, fu d irettore d 'art, a Roma e poi comandante del 1-J"' da cam pagna. Magg. generale comandante d'art. a Torino nel 1886, ebbe poi il comando del presidio de La Spezia e nel 1892 fu collocate, nella riserva. Nel 1898 fu promosso ten. generale, V ivenzio (Giovarmi). ProtOII)Cdico generale del regno di Napoli dd sec. XVIII-XIX. Riuscì a pe rsuadere Ferdina n,lo IV di Napoli a re,·ocarc l'abolizi0ne degli ospeda li militari, ormai decretata dal re, nel 1800, all'epoca della resta urazione. Scrisse : « Memorie intorno alle cautele e 1nezzi per conservare la sa lute di un'armata»; (( Piano di

uno o più spedali di campagna ,,.

V i veri , V. d!imentazione e Rancio.

lncetta o spesa viveri. Quotidianamente ogni corpo o reparto vi provvede per la gior nata o pe,' la giornata successiva, mediante prelevamento dei viveri ordinati e del pane pres.o i magazzini della Sussistenza e mediante l'acquisto TROMBA In $ 1 p

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~ : = f ltm fitb':1 Vivandiera dell'epoca napoleonica

er~ un vero e proprio fornitore di cibi crudi e cotti, bevande, ccc ., ai militari d'ogni g rado. In origine anzi do.·

vcva essere anche lui militare, e veniva arruolato con l'obb ligo di tenere, in apposito locale della caserma, una specie ,di uattor ia ad uso sia della truppa come degli ufficiali, con tutti i generi che potessero occorrere alle forze ,armate. L'istituzione fu adottata da tutti gli eserciti europei, particolar1nentc durante le campagne d i guerra. Ogni regg. ebbe il suo V . e Napoleone l trovò utile d i avere al seguito delle t rurpe anche le viva nd iere (o Ca111i11.ie,·e, V.). Uomini e donne portavano un ' un iforme. Cessato il periodo delle guerre napoleoniche, mod ificatosi anche il principio d i pretendere che la carica d i V. dovesse essere coperta da un mili-

Segnale del!'incctta viveri

dal mercato dei generi di miglioramento rancio . Vi deve provvedere il sottufficiale d i marina sotto la sorveglianza di nn ufficiale, comandato a turno fra gli ufficiali i nferiori e che prende appunto l'appellativo d'ufficiale ai viveri. Le derrate prelevate <lai magaz;,ini della Sussistenza vengono spesate con buoni, quelle acquistate dal mercato con denaro. .Buoni e denaro ad ogni modo sono computati in relazione alla forza dei corpi o reparti cui si riferiscono.

Magazzini viveri di presidio. Dove non esistono cp. o distaccamenti della Sussistenza, la d is•ribuzionc qÌ.1otidiana dei V . ai corpi e reparti viene effettuata in detti magazzini, che sono diretti da un sot tufficiale consegnatario e


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vengono sorvegliati, per la parte sa nitaria e d isciplinare, dal comandan1e del Presidio e per quanto concerne l'~mministrazionc e Ja contabili1à fanno capo, invece, al Commissariato.

Vive,·i di ,ùcrva. Ogni soldato porta seco una scatola di carne in conserva cd· una razione di pane o di galletta, considerate « di riserva »; non possono cssere consumati senza ordine superiore o senza che si verifichi una eccezionale contingenza. Analogamente ogni quadrupede ha una razione d'avena di riserva, che non può essere consumata senza speciali dispo,izioni. Vladislao I. Re di Boemia, nominato granduca nel m. nel J 174. Comhattè dapprima comro le orde dei masnadieri e con1ro i grandi della regione, <lai quali venne sconfitto nel 1142, ma, rice,·utn soccorso dall'imperatore Corrado III, riuscì a sonomettcrli completamente. l o seguito accompagnè, l'imperatore alla crociata e in contracc:unbio della dignità reale conferitagli , seguì il suo rnccessore Federico Barbaross:i, nel n58, in halia, aiutandolo efficacemente a Cassano e alln presa <li Milano. Ceduta la CO• rona al fig lio, quando questi venne scacciato dal pa rtito av. versario, anche V. dovcu·e abbandonare la Boemia. 1140,

Vladiv,Dstok. Città della Siberia Orientale, in fondo al golfo di Pietro il Grande, sul Mare del Giappone . Porto militare, il princiFale arsenale dei Russi in Estremo O riente. Le sue fortificazioni andarono aumentando; allo scoppio della guerra Russo-giapponese il porto era perfettamente protetto ed al riparo da ogni sorpresa. Dopo il blocco di Port-Arthur servl di rifugio alla squadxa d'incrociatori rapidi dell'ammir. Jessen, d i cui poi prese il comando Skridlo,•, quando riconobbe l ' impossibilità di raggiungere PortArthur. Dopo la battaglia di Tsushima qualche nave russa malconcia r i1:-arò nel porto d i V. da cui non uscl più, es• scndo rimasta bloccata la piazza da parte della !lotta giapponese. Durante la guerra Mondiale divenne p unto d'appoggio delle forze cecoslovacche e vi sbarcarono i Giapponesi per spingersi in Siberia, ma poi la città tornò nelle mani dei Russi. Vocazione militare. r: la forte inclinazione dell'animo alla vita militare, ed ha un fondamento atavico, in quanto l'uomo dalle origini e per lunghe ere ~lovettc lottare per ragioni d'esistenza, donde un istinto bellico, rivolto genericamente ali 'uso delle armi per guerra e per caccia. Un simile istinto si è via via eclissato con il progredire della civiltà e il difTercnziarsi <lei lavoro, ma non s'è spento. Molto può sulla rivelazione o mellO del fondamento acavico il clima politico•, sociale, economico nel quale la gio,•entù cresce, onde da un periodo storico all'altro, da un popolo a un altro, esso appare più o meno evidente, più o meno ricercante una propria via . Le illusioni pacifiste sviano le V. M.; ma le guerre che a quando a quando sconvolgono l'umanità riaprono ad esse le vie. La guerra Mondiale, durissima realtà che t ragicamen te d imostrava la inconsistenza della illusione pacifista tanto diffusa, ha r iproj:'Osto anche per ! 'attività militare nello Stato il problema della vocazione, ossia i1 problema della ricerca positiva delle attitudini e delle energie .innate, per svolgerle e renderle potenti a serv izio della vita sociale. Il prnblcma si vale da noi soprattutto del clima spirituale fascista, che libern la V. M. dalle antipatie illogiche creategli intorno da un antimilitarismo di maniera, alieno dalla realtà storica passata e presente. In conclusione, sino a quando la Forza militare rappresenterà una necessità funzionale dello Stato, la V. M. dovrà essere apprezzata e tenuta in conto di valore utilis-

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simo, a tutto vantaggio della consi,aenza, specialmente morale, degli enti militari in pace e in guerra.

Voce del fante. Entità del tutto psicologica, venuta in particolare evidenza e notoricd, <.lurante la guerra 1914-18. Essa si identifica nelle sue manifesmz.ioni, le q uali si traducono essenzialmente nei « si dice », che cscono dalle file dei soldati e non si sa donde e da che veramente nascano. Il fenomeno è ds. riportarsi al seguente :,~petto della vita psich ica collettiva: le folle, per lt, facoltà ,, ragione » (idee semplici, giudizii , raziocinii, concetti) sono paragonabili a dei fanciulli. D ifc11.1no loro, in sostanza, la riflessione e il senso critico (senso storie'> e senso logico), onde una grande e facile credulità, con il conseguente sorgere e fluttuare <li idee e credenze, sovente infondate, generatrici però di scotimenti, tah•olta aleatori, ma sempre attivi. li « si dice » nasce e diviene, insomma, l'articolo di fede di un giorno o di un 'ora, con la possibilità di determinare azioni le cui conseguenze vanno spesso ben oltre simile breve tempo. Da ciò viene cbe l'arte del comando, cui d ev'essere familiare la psicologia individuale e delle folle, non può trascurare la conoscenza di entità, come questa della " Voce del Fante », st rane cd inafferrabili, ma che nei campi, nei bivacchi, nel le trincee e talora nel paese, influisco no o possono influire sul corso degli an-enimcnti, in senso favorevole o sfavorevole.

Voce di prora. Su lle navi della R. Mar.in~ una pan icobre fonte di « si dice » è la co,l detta " Voce <li prora », si ngolarissima entità psicologica inafferrabile, specie di deità delfica in età cont•: mporanea, dalla quale misteriosamente escono di quan_do in quando e si diffondono notizie di vario genere, più o meno attendibili, più o m eno profetiche, che imcrcssano la vita della nave, i suoi rapporti con le altre navi, ecc. e alle quali i marinai danno sempre un qualche peso. La ,, Voce di prorn " è un fenomeno di psicologia collettiva marinara, clic ba parte nell a vita degli equipaggi. parte più o m eno importante secondo i momenli e la spiricualità mislica o superstiziosa clic aleggia sui marinai. J comandanti, i quali sanno essere i rapporti fra gl i uomini sempre di natura psicologica, non d isdegnano di porre attenzione alla psicologica « Voce di prora », c.he può, a seconda dei casi, incit:i re o deprimere, con altri fattori, gli animi. Vocino (Michele). Sc1ittore militare, n. a Peschici del Gargano nel 1881. Laureato in giurisrrudcnza, entrò nell'Amministrazione civile del Ministero della R. Marina nel r 905, e vi divenne Ispettore gen~rale nel r931 e D irettore [ '" generale nel 1933. Fu anche per 15 anni <lireltorc della Biblioteca di quel Ministero. Oltre a moltissimi arlicoli per giornali e riviste, ed a volumi di carattere letterario, ha pubblicato: u Per un nuovo pono sull 'Adriatico al lago di Varano »; « Manuale di Diritto marittimo »; « li professionismo marittimo dalle origini nei vari Stati »; « Codice n1arittimo ,>; « Manuale per i Vod,,o Michele sottufficiali della R. Marina » ; « Note cli diritto internazionale marittimo »; « Re marinaro »; (( La nave nel te:mpo >1; (( Bandiere sul n1arc )) ; « Storie e leggende di mare »; ccc. E. stato collaboratore fio dall'inizio della « Enciclopedia Militare » .


Von

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V odica. Monte nel bastione K-uk-Sanro, sulla sr. dell'Isonzo, a nord di Gorizia; copre l'altip iano della Bainsizza. Questa barriera <li aspre alture aveva per due anni impedito d i dare maggior respiro alla nostra testa d i ponte di Plava e <l i m inacciare da nord il ca mpo t rincerato goriziano. Nel la d ecima battagl ia dell' Isonw (12 maggio-~ giugno 1917) tutto il sistema d i alture a nord e ad est d i Gorizia fu decisamente attaccato, dopo lunga p reparazione di artiglieria, dalle t ruppe del Coman<lo ~lclla zona d i Gorizia (gen. Capello), ed il II corpo d 'armata (gcn. Badoglio), <lopo due giorn i d i aspra ìott~, riuscì , i l 14 magg!o ad espugnare il Kuk e la sorpm ità <Id V., con la selletta intermed ia . Benchè fatta segno, poi, a vio lentissime con-

troffese delle fanterie e dell 'artig!.ieria avversaria, la 53a d ivis. (gen. Gonzaga) si manteneva saldissima sulle posizioni conquistate, e negli ultimi giorni del mese, più volte contrattaccata, contende va vfrtoriosamente al nc1nico le scon-

volte trincee del Vodicc. Con l' und icesi ma battaglia del1'Isonzo, poi (17 agosto0 12 settembre) gli Austriaci, perd uto anche il monte Santo, furono costretti a ritirarsi fi11 sull'orlo orientale de.ll'altipiano della Bainsizza. Vodice. Cann(!niera, di 340 tonn . , e ntrata in servizio nel 1917, rad iata nel 1924.

Vodil. L'estremo tratto sud del bastione. mon tano Monte Nero-Slemi-Mrz li, sul la sr. d ell 'Isonzo, tra le conche d i Plezzo e di Tolmino. La cima V . si e leva a 10,14 metri, e degra<fa su Tç,lmino. Sulle pendici d i essa si combattè aspramente nei mesi del \·estate 1915, ma le tr\•ppe italiane non poterono mai giungere in cresta,

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e vi merirò uua med. -:l'argepto, divenendo colonnello comandante i l 135° fanteria. nel 1918. Dopo la guerra comandò succcs.sivarncnte il d i~

stretto mi!. di Verona, il 79" fanteria ed i distretti d i Barletta e d i Lodi. Generaie d i brigata nel 1933, coinandò la . 28• brigata e nel 1934 <livtnne ispettore di mobilitaz ione della d ivis. di Ancona.

Voicechovsky

(Se r gio).

Generale cecoslovacco, n . in

Russia nel 1884. Uflìciale d'a rt, nell 'esercito russo, partecipò alla guerra del 1904-05 contro il Giappone e poi a Voghera Luigi q uella Mond iale; in fioe del 1917 assunse il comando del 3~ regg. cecoslovacco, costituitosi rn Russia . Combattè contro i Bolscevichi e comandò un gruppo dell 'escrcito cecoslovacco. Dopo le vittorie bolsceviche riparò in Cecoslovacchia , assumend ovi la cittadinanza , e d ivenendo generale di br igata e, nel 1923, d i d ivisione.

Voge[ ( 11011 Falckenstei11 Edoardo) . Genera le tedesco (1797-1885). Partecip0 alfa campagna <li Francia del 1814 e fu ferito a Ber lino nel 1848. Magg. generale nd 1855 e ten . generale ne l 1858, al ;'rincipio della guerra contro la Danimarca fu nominai., capo <lello S. M . delle truppe alleate. Fu poi governatore dello Schsleswig-Holstein e comandante del VII C. <l 'A, Nella campagna del 1866 ebbe la direzione <lellc truppe prussiane contro quelle ' confederate; nel 1870 ebbe il comando delle coste germaniche.

Voiussa (ant. Aoo). F iume d ell 'Albania . Sulle sue rive si combattè nel 1y8 a. C. una battagl ia t ra Filippo V di Macedonia e i l console romano T . Quinzio f laminino . n re si era t ri ncerato nelle gole lungo i l fiume e il console venne ad assalirlo frontalmente, dopo di aver provved uto a mandan attraverso i monti un corpo d i 4000 u. ~-er prendere alle spalle il nemico. E questo corpo comparve imp rovv isamente al d i sopra delle posizioni occupate dai Macedoni e decise la vittoria dei Romani piombando sulle truppe d i F ilippo, le quali non ressero a ll 'urto e si sbandarono dopo d i avere perduto 2000 u. Gl, altri r iuscirono a scampare col re, attraverso le d ifficili gole d ella montuosa regione. Questa battaglia d iede i n mano ai Romani lutto l'Epiro, çhc venne cosi sottratto all 'alleanza contr·atta con F ilippo.

Voghera (ant. Zria). Città in prnv. d i Pavia, sulla sr . della Staffora, sulla via Emilia. Antiche m ura, costruite a varie r iprese, nei secoli Xl, XI V, XV, interrotte da 46 torri. La cerch ia , che and ò poi in rovina e fu definitivamente abbattuta nel 1822-1830, era congiunta al castel lo, com posto d i un massiccio quadrilatero, con una torre sporgente sul <lavanti, un fossato e un ponte levatoio, Rifatto nel 1337 dai Beccaria, nel 1372 , fu amp:iato e reso più forte da

Voivoda, Parola slava che significa comandante d 'esercito. Nei tempi più antichi, i V . furono dei capi m ilitari. Più tardi, prima della costituzione delle monarchie ereditarie, erano con tal nome desig nati i principi sovrani elettivi. In Polonia, i V . erano governatori d i provincia. La Porta dava il titolo di V . ai pri ncipi cristiani d i Moldavia e d i Valacchia. Nel Montenegro, lino alla guerra Mondiale, capi militar i erano chiamati Voivod i.

Galeazzo Visconti. -

Di antich issime o rig inl , la città f u

abitata d ai Liguri . Distrutta alle invasioni barbariche, r isorse e d ipese <la Tortona , ma al p rincipio del secolo XII si resse a Comune, Nel u22 si alleò a Pavia, d i cui scgul a lungo le sorti. Il 15 novem bre <le! 1277, a rbitr i gli Astigiani, vi f u conclusa u na p ace fra Alessandria e Tortona da una parte e Pavia d all 'a ltra, per la q uale i Gh ibellini potevano ritornare nelle rispettive città. Devastata <la lotte interne, fu presa d a Luigi di Baviera, e in seguito ~pparrcnne ai Visconti. Nel r499 fu presa dai Francesi, Nel 1513 l'occuparono gli Spagnnoli del d'Avalos, che massac rarono 600 cittadini e imposero forti tributi. Nel 1635 se ne impad ronì Odoardo Farncse, e qualche anno dopo Tommaso d i Savoia. Nel 1·743, col trattato d i Worrns, passò al regno d i Sardegna .

Voghera Luigi. Generale, n. a Ravenna nel :c875. Sottot. d i fanteria nel 1895, partecipò al!a g uerra contro l' Austria

Volaia. Passo d ella catena carnica (quota 1977), presso il con fine Italo-austriaco. Volata. t cosi chiamata, nelle artiglierie, la parte .del pezzo che è compresa tra gli orecchioni e la bocca delI 'ar~1a . Fu a ll ' i11izio de lle artiglierie d etta « t romba ». Volcanik, P istola a r ipeti zione, mo<l. 1854, americana. Costituì in quel tempc, un sistema completamente nuovo. pcrchè, d iversamente <1.1 quanto si era · p(aticato fino allora, la ripe tizione , invece rli essere ottenuta co n un n1ovimcnto d i rotazione, era invece ottenuta per mezzo d i un movimento verticale. La pistola era foggiata con due canne : quella SUJ"'riore per il tiro; q uella inferiore come serbatoio delle cartucce in numero d i d ieci, Una scatola avvitata alla canna per il tiro 1 conteneva il meccanismo di o tturaz ione , d i percussione , e di ripetizione . La sua particolarità più


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carattensuca era nella cartuccia, formata dal solo proiettile di forma cilindro-ogivale, con quattro scanalature circolari per le righe: nella cavità posteriore del proicuik era vi la carica, mantenuta a posto da un piccolo disco di ottone nel centro <lei quale era fissata la capsula. Cosicchè, per

Pistola Volconik mod. 1S3+

ogni colpo, col proiettile usciva dalla canna anche il disco di ottone e non occorreva alcun estrattore ed espul sore d i bossolo, rerchè questo non esisteva. Questa pistola aveva però l'inconveniente di dovere essere adoperata con due mani, per ogni sparo, dovendosi sempre per ciascuno manovrare il ponticello. Il meccanismo però di ripeti?.ione fu il precursore d i quello :ipplic.1to, con successivi mig lioramenti, ai fucili aventi il serbatoio lungo il fusto.

Volcoff (lva11). Generale bulgaro, n. nel 1875. Seguì i corsi della Scuola di guerra e della Scuola d'alta geodesia a Pietroburgo. Nella guerra Balcanica del r 9r2 fu capo di S . M. di divis. all'assedio <li Adrianopoli; in quella Mondiale fu capo <lei reparto operazioni della 2a ,irmarn bulgara. Dopo la guerra diresse l'Istituto geografico mii. di Sofia . Cotllribul ad abbattere il governo di Stambolischi e divenne poi minjstro della guerra. Volconda. Città dell"India ingkse nella presidenza d i Madras. Piazzaforte impostante, nel 1751 fu attaccata dagli Inglesi, i qua li, dopo di essersi imradroniti delle opere esterne e della stessa città, furono costretti dalla guarnigione francese del forte a ritirarsi ,·on perdite considerevoli. L'anno seguente gli Inglesi, avendo corrotto con danaro il governatore, se ne impossessarono definitivamente.

Volgare . V. Veuglaire. Volkmann (Riccardo). Chirurgo, n. a Lipsia (18301889). Fu il primo ad introdurre il metodo antisettico, durante la guerra Franco-prussiana. Nel 18jo fondò la « Collezione di monografie chirurgiche ~. Volkovniak. Alrura dell'altiriano carsico, a nord-est del Ve!iki Kribach (quota 284). Attaccato per la prima volta dalle truppe italiane dopo la ritirata degli Austriaci oltre il Vallone, resistette validamente (agosto 1916). Soggetto a nuovi ripetuti attacch i d uran te la grande offensiva dell'autunno 1917, fu alfine espugnalo dalla brigata Pinerolo (della 49& divis.) il giorno 2 novembre, e mantenuto nonostante i reiterati contrattacchi avversari. Volo rasente. t;: il volo offc11sivo praticato a bassa quota contro obbienh·i della superficie sui quali occorre agire di sorpresa e con violenza. Venne ~•raticato la prima volta, quasi contemporaneamente, nella primavera del 1915 dal tedesco Jelman e dall'inglese Bishop, i quali, da bassissima quota, dopo lo svolgimcmo di combattimenti aerei, mitragliarono per primi con i loro apparecchi da caccia le truppe annidate nelle trincee. L'efficacia inorale e materiale di tale azione venne riconosciuta subito di grande valore, e, constatata la necessità di disporre per tale forma d 'azione di velivoli specialmente attrezzati, e di equipaggi bene allenati ed addestrati, vennero creati appositi reparti, cosl dai

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Tedeschi come dagli Inglesi e dai Francesi. :-Jon furono costruiti subito apparecch i speciali, ma vennero modificati quelli da caccia esistenti, piazzando le miu·agliatrici in modo da poter effettuare il fuoco senza picchiare molto, e corazzando il ventre <le i le fusoliere per proteggere i serbatoi e gli equipaggi dal fuoco di fucileria e delle mitragliatrici. Solo i Tedeschi idearono un tipo apposito di velivolo, col quale agirono specialmente nelle trincee e nelle retrovie degli Inglesi. Gli Italiani effettuarono <turante la guerra il m io rasente con la massa di caccia, che agl con particolare vigore sui campi di a,·iazionc nemici, sulle linee di comunicazio11i, sui depositi e sui centri d i smistamento di uomini e materiali. Al termine della guerra il V . R. e l'attacco di obbiettivi vicini e lontani dalle lince aveva vinto la sua battaglia, e i pit.'1 :-tccesi sostenitori e studio~i ne incominciarono a

tracciare la regolamentazione per l 'addestramento indiv iduale e collettivo, per la modalità d"impiego, per la ricerca e la scelta degli obbiettivi da battere, per il più efficace armamento difensivo ed offensivo. :-Jell'estate del 1919 la squadriglia polacca da caccia Koscnisky praticò comro i llolscevichi, che avanzavano su Varsavia, il volo rasente e l'attacco da bassa quota contro i reparti in marcia, contribucr.do notevolmente ad arrestare la pressione esercitata.

Volo rosentc (fase di attacco) ::slella primavera del 1921 gli Stati Uniti organizzarono delle unità che costituirono la specialità detta <I 'a ttacco, che nelle manone sulla costa del Pacifico diedero la misura del loro rendimento e della loro efficacia. Oggi l'Italia ha un gruppo autonomo che pratica il V. R. e che è stato denominato cc Gruppo d'assalto » . Questo, come ogni altra organizzazione similare, ha il compito fondamentale di attaccare gl i obbiettivi a terra o sul mare con mitragliatrici e bombe di !'iccolo o medio calibro, allo scopo d i dislruggcrc personale e materiale nemico. L'attacco deve essere effettuato contro bersagli p res,elti e valutati, e deve essere svolto in modo che, localizzati gli obbiettivi, vi si deve possibilmente giungere di sorpresa, concentrando l'oITesa in modo da non d overci ritornare sopra. Il V. R. richiede un addestrame nto individuale e collettivo di primissimo ordine, e b sua effettuazione non è così semplice come può apparire. Occorre formare anche una particolare struttura mentale, psicolog ica, per questa forma di volo, in quanto, è notorio, solo il volo a quota elevata dà una certa possibilità, in caso di avarie al motore, di risolversi in modo non disastroso. Gli csperimcnli di V. R . e/Tettuati dai nost ri reparti durante le manovre sulla costa Toscana del 1930 e nelle grandi manovre aeree del 1931 sull'Italia centrale e settentrionale, hanno ribadito la necessita di avere reparti che siano m grado di effettuare l 'attacco a breve distanza dal suolo.

Voloire. Epiteto dato 1n Piemonte alle prime batterie d' art. a cavallo, che per conseguire la massima facil ità e celerità di movimenti avevano i serventi a cavallo anzichè


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seduti sui cofani. Un mie epiteto è caratteristicamente derivato in dialetto piemontese dal verbo « volare » e stava appunto ad indicare che tali batterie a cavallo raggiungevano nei movimenti fa rapidità del volo. Allorquando le batterie a cavallo furono inquadrate in un reggimento, si e,tcsc l 'appellativo anche alle baucrie leggere armate di

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lontà a combattere. Il significato è rimasto immutato da quell'epoca in tutti gli eserciti. I corpi volontari ot tennero le seguent i onor ificenze al valore per le guerre del Risorgimento: Med. di bronzo alla cp. Pavesi (Pastrengo, 1848); alla cp. Genovesi (Veruna, 1848); al genio Parmense (Peschiera, 1848); ai bersaglieri volontari studenti (Vicenza, 1848); ai bersaglieri Valtellinesi (Novara, 1849); ai bersaglieri del Po (Vicenza, 1848), Mcd . d'argento, al bgl. universitario toscano (Curtatonc, 1848); ai cacciatori del Tevere (186o e campagna del brigantaggio).

Cantone a.rtia:Jieresco e La Voloin •

cannoni di bronzo da 75 mm. Antica come le prime batterie a cavallo è una canzone an igl icresca intitolata « La Voloira », che ancora negli ultimi anni del secolo scorso era ricordata e cantata da ufficiali e soldati d'artiglieria, Allorquando il reggimento d 'art. a cavallo al principio d i questo secolo era comandato dal colonnello conte Guicciardi, e festeggiava il 25° anniversario della sua fornfazionc, la t radizionale canzone venne richiamata a nuova vita: la musica fu riveduta dal maestro Arrigo Boito e le parole furono comp letate in alt isouanti st rofe dallo stcs•;o col. Guicciar<li. Oggidì la Voloira è la canzone del rcgg. d'art. a cavallo e le prime quattro battute costituiscono il ritornello del reggimento,

Voloni. N ell 'esercito romano, erano i servi che seguivano l'esercito, superando t alora il numero dei combattenti. Nelle guerre Puniche si liberarono molti schiavi che, col nome appunto d i V ., combatterono valorosamente cd ottennero la libertà. Volontà. La g uerra nel suo fondamento p~icologico è un conAitto di volontà, si consideri nel lcssuto politico donde si genera e svilu ppa, o si riveda in tutto i l q uadro formale e sostanziale pi1, strettamente militare. Conseguentemente, il potere fisiopsichico della volontà rappresenta senz'alcun d ubbio un formidabile problema concreto e pratico della vita militare, indi della scienza bellica. Mutano di con1i11uo g li ordinamenti e le armi, la dottrina e la prassi , i problem i ta11ici e i logistici, ma il problema della volontà donde, fortuna a parte, tutto in sostanza procede, rimane nella sua imponenza psicologica immutato attraverso ii fluire del tempo e domina i fatti. Nei dibattiti, scmF"'e e giustamente tanto vivi, sulla guerra meccanizzata o meno, ,ulla guerra statica o di movimento, sul potere risolutivo delle armi terrestri o marittime o aeree, troppo spesso il problema della volontà è lasciato da banda. Nonostante tutte le applica1.ioni scientifiche negli armamenti, am;i, proprio in ragione <li esse, il fattore psicologico è il determinante ultimo <lella vittoria e d ella sconfitta . In definitiva, la volontà è l'attività propriamente operativa e creatrice, per mezzo della q uale le persone fisiche e le giuridiche, rer,,rri , unità di guerra, ecc., danno continuamente a sè stesse nuovi stimoli e determinazioni, nuove forme d i vita, nuovi fini, nuove realtà. Perciò anche 'tulle le altre funzioni spirituali sono, in un modo o nell'altro, sono l'azione direttrice e regolatrice del volere, che le rende attive e coope• ranti. Sarà vero in eterno che cc il segreto della potenza è nella volonm » . La condotta morale, l'arte del vivere, la coltura, il « rimanere al governo "• la vitto ria in g uer ra, la vittoria in ogni altro genere di lotta e di lavoro, gli atti di coraggio, e via dicenà o, rappresentano alucttanti problem i di volontà. Volontar i. Nell'esercito romano erano così chiamati sia quelli che si arruolavano spontaneamente, sia quei soldati che, finito il loro periodo di ferma, restavano di loro vo-

Volontari. V. Real corpo dei nobili t1olontari e Reali 110lo11tari di marina, Volontari cacciatori di frontiera. Corpo costituito nel regno delle Due Sicilie il 15 agosto 17!)8, della forza nominale d i cinque reggimenti. Durò fino alla caduta dei Borboni rer l'invasione francese. Volontari ciclisti e automobilisti (Corpo nazionale dei). Costituito nel 19()8, riunendo organismi civili sorti fin dal 1905, dal quale originò quello studentesco della « Sursum corda ». 11 primo bgl. vcn ne creato a La Spe-"ia; subito dopo sorse q uello di Milano, costituito dall'allora magg. dei bersa. glieri Negrotto, e quindi mo lti altri . in tutta Italia, li corpo era s011oposto alla vigilanza del Ministero della guerTrofeo da braccio ra, allo scopo di concorrere alla d ivolont;ui ksa della patria, preparando forze ciautomobilisti clistiche cd automobilistiche mediante un 'organizz,azione di carattere civile. Scoppiata la guerra ~ ondiale e data la forma assunta <la que,ta, i V. furono a.sorbiti individualmente nei corpi e reparti dell'esercito. '

Volontari Corrido11iani (Gruppo). Fu così particol?rmente indicato il gruppo dei volontari, in grande parte sindacalisti, che si strin..:ro intorno a Filippo Corridoni. Nel maggio 1915 partirono per il frome in numero di 218, e di essi 201

Volontari di guerra milanesi al fronte (19 1S) furono combattenti; ne morirono 69 e ne furono feriti 115, dei quali 15 restaro no inval idi e mutilati. Il g ruppo ottenne l 'encomio solenne; i suoi componenti, una mcd . d'oro (Corridoni) dicci d'argento, tre dj bronzo, quattro promozioni per merito di guer ra, 120 croci di guerra .

Volontan· cremonesi. Compagnia costituita a Cremona sui primi d ':1prile 1848, di 164 u. sdoppiata il giotno 9 e inviata sotto il cap. Tibaldi ad unirsi al corpo del gen. Allernandi, Combattè nel Trentino nello stesso mese; il 1° mag-


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gio, tornata a Cremona, ,i scia.lse. Il 5 luglio si costituì un « bgl. volontari cremonesi » forte di 300 u., che combattè in Val Sabbia agli ordini del gen. Durando, seguendo l'esercito piemontese nella ritirata. I resti di questo bgl. costituirono la 12• cp. de] -i.o<' regg. fanteria piemontese.

Volontari dell'Ovest (Legione). Assunsero questo nome, nel 1870, gli zuavi pontifici, r itornati in Francia dall'Italia nel 1870, dopo la presa di Roma. Essi rimasero al comando del col. De Charette come corpo autonomo e presero parte alla guerra contro la Germania in quell'anno e nel seguente, venendo sciolti nell'agosto 1871.

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ferma obbligatoria d i due anni. Esso dà titolo, a tutti coloro che ne siano idonei, alla promozione a caporale dopo sei mesi, a caporal maggiore dopo altti tre mesi e a sergente dopo alui tre. Le promozioni sono indipendenti dai posti disponibili. Al termine dell'anno di sergente, a tutti i volontari viene dato un premio di lire mille. Inoltre i m igliori possono ottenere di restare in serv izio per continuare la carriera d i sottufficiale . .È loro concesso uno speciale distintivo sin dal momento dell 'incorporazione; inoltre, dal

Volonta,-i del Reno . 67a legione dell a M. V. S. N. ,· costituita a Bologna nel 1923 su 3 coorti. Volontari di guerra. Durante la guerra Mondiale tutti gli Stati belligeranti consentirono arruolamenti volontari per la durata del conflitto. Presso di noi ai V. era consentita la scelta del corpo presso il quale desideravano fare servizio. Grande fu il numero dei V. di guerra nel nosuo esercito. 'Essi provennero da tutti i ceti, da tutte le classi sociali e si resero altamente benemeriti della Pat ria. Numerosissimi furono quelli che rimpatriarono dalle terre più lontane. Medaglia di be11emerenza dei Volontm·i di guerra. Istituita con decreto 1923, modificata nel 1925, per i V. della guerra 1915-18. E concessa a coloro i qual i abbiano partecipato alk operazioni belliche in modo degno d'encomio . Volontari litorali. Corpo d i milizia volontar ia del regno delle D ue Sicilie, costitu ito nel 1784 nei paesi dc! litora le, per la guardia delle coste. Reali volontari. Corpo di volontari francesi, ordinati dal <loca di Angouleme per marciare contro Napoleone sbarcato in Francia di r itorno dall'isola d 'Elba. Armo/amento vo/011tario ordinario. È quello che si contrae prima del concorso alla leva, o - dai riformati quando siano venute meno le cause di riforma. Nel primo caso è necessario avere alme110 18 anni d i età (bastano 17 per l'ammissione alle Scuole all ievi ufficiali di complemento ed ai corsi allievi sottufficiali); nel secondo caso bisogna non averne più di 26. L'A. V. è ammesso per tutti i corpi combattenti, esclosi cioè, i distrccti, le compagnie <li sanità e sussistenza ed il personale di governo degli stabil imenti militari di pena. La legge, però, lo ammette anche nel1'ora detto personale quando si tratta di riformati divenuti idonei, i quali sono accettati sjno al J2° anno. Limite questo valevole anche per l'A. in qualità d i musicante e di 1na1liscako. Oltre alle accennate condizioni d'età , gli aspiranti debTrcfeo da berretto di volontari alpini bono soddisfare alle seguenti: buona condotta, sapere leggere e scrivere, avere ]' assenso del padre o di chi ne fa le veci in caso di m inorità, non essere amn1ogliati nè vedovi con prole. li numero dei volontari da ammettersi nei

corpi delle varie anni è determinato annualmeme dal Ministero della Guerra. ·rer i carabinieri, la cavalleria e l'artiglieria a cavallo è illimitato. In tempo di guerra si possono contrarre A. per la durata di essa, condizionati al solo requisito dell 'età mi.nima, Nel 1932 è stato aperto un arruolamento volontario con nuove norn1e, per i regg. di ~fanteria, art. e genio, con

Esercitazione di volontari ciclisti (anteguerra)

loro arruolamento deriva il titolo a un fratello <li conseguire l'assegnazione a ferma minore, d i secondo grado (mesi sei). Per tale arruolamento è sufficiente aver compiuto la quinta elementare. Nelle Mari.ne da guerra si attinge largamente a questo sistema di arruolàmenro volontario. Ciò è dovuto alla necessità di aver personale prevalentemente tecnico per i vari servizi di una moderna unità da guerra; anzi l'ideale sa-

rebbe di poter r icorrere soltanto al volontariato, rinunciando al reclutamento di leva, j'Cr la possibilità di avere in tale modo delle l unghe fer me. Ciò si fa in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma evidentemente il sistema è troppo costoso e qu indi la maggior parte del le marine, compresa la nostra, hanno adottato un sistema misto, che consiste nel reclutare fra la grande massa i giovani che hanno l'obbligo di leva e che provengono <la città costiere, ma nello stesso ten1po

nel! 'aprire ogni anno concorsi fra i giovani che vogliono arruolarsi volontarian1ente e far servizio in ·speciali categorie. In tal modo si hanno concorsi per allievi nocchieri, per apprendisti delle categorie elctuicisti, siluristi e torpedinieri, allievi meccanici per il servizio delle motrici, all ievi motoristi, allievi radiotelegrafisti, allievi cannonieri, allievi armaiuoli, allievi artificieri per la prcrarazione delle cariche con gli esplosivi, allievi carpentieri. Ogni anno escono speciali manifesti di concorso che stab iliscono i requisiti dei candidati e le modalità <li esame e il numero dei posti• disponibili. Gli idonei sono obbligati a vincolarsi in generale coo una ferma d i sei anni; il vincolo è ri1movabile e clà diritto a speciali premi in denaro e a miglioramenti di carriera che permettono al giovane di raggiungere p resto il grado di sottufficiale.

Volontariato di un anno. Temperamento all'obbligo generale e personale al servizio militare, diretto a favorire gli interessi particolari delle famiglie, gli studi ìn genere, le arti, i commer~i, ccc.; nell'interesse dell'esercito avrebbe dovuto avere lo scopo d i provvedere graduati di truvpa, e, sotto determinate condizioni, anche ufficiali di complemento. A tale scopo, p<,rò, da noi taic istitt1zionc non rispose affatto, e venne abolita nel 1920. I volontari di un anno, ad eccezione di quelli delle t ruppe di sussistenza che dovevano obbligatoriamente concorrere alla nomina a sottot. commis-


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sario o d'amministrazione di complemento, erano liberi di aspirare o no al grado di sottotenente d i complemento nd1'a'rma o corpo loro. Quel.li che non aspiravano a diventa re ufficiale d i complemento, ricevevano lo slesso lrattamcnto dei militari comuni ed erano ripartiti fra le cp., gli sqdr. e le btr . , con~orrendo nei vari servizi in misura tale che la loro spec iale istruzione non ne fosse pregiudicata; erano cioè d ispensati dai servizi di fatica e non potevano impiega rs i con1c scrittura li. L'jsrruzionc era regolata i n 1nodo

da porli alla fine dell'anno in grado d i sostenc!c gli esami d 'idoneità al grado di sergente e per tale scopo venivano opportunamente riuniti per alcune istruzioni ed iosegnamrnti particolari.

Volontarismo. Neologismo che indica il fatto o fenomeno del servizio miljtarc prestato volontariamente, sotto la spinta <h un ideale. Particolarmente è connesso alla guerra, ossia si manifesta in epoche d i conflitti. Il gen. Corselli osservò giustamente che in nessuna Nazione, come in Italia, dove esso risale:; alle m ilizie combattenti dei liberi comun i contro l'Impero, la t radizione del V. è stata cosi remota nel tempo e cosl .rigogliosa nelle 5ue manifestazioni. Specialmente rilevanti esse sono state d urante il periodo delle cospirazioni, delle rivoluz ioni, delle guerre per il nost ro Risorgimento, contribuendo grandemente ad affratellare le varie regioni d'Italia. Ne ll'ultima guerra, vi furono ben 200 .000 volontari nel nostro esercito su q uattro milioni di combattenti : il 5 per 100. E dopo la guerra il fenomeno ebbe la sua espressione nell 'impresa di Fiume pr ima, e, in modo vastissimo, nella rivoluzione fascista. Volosca. Rimord1iatore, varato col· nome «Pluto» a Trieste nel 1897 e passato a (ar parte della Marina italiana nel 1919; dislocamento tonn. 101, lu ngo m . 27,38, largo m. 5,31; apparato motore c~.va lli 226, velocità miglia rn,7 . Personale d ' armamento 8 uomini. Volpe (lat. vulpes). Macchina da guerra del genere della vinca, negli scrittori n,e<lioeval.i: quando era d i d imensioni r idotte, era detta « vulpeculo ». Volpe Tommaso. Ge nerale, n. nel 1872. Sottot. del genio nel 1898, fo insegnante aggiu ntn di fortificazione alla Scuola mii. d i Modena. Partecirò alla guerra Italo-austriaca e ne] 1920 andò i n P. A. S. Colonnello in A. R. Q. nel r926, fu promosso generale di brigata nella riserva nel 1932. Volpe_ Giulio . Medagl ia d 'oro, n. a Orsara d i Puglia , caduto al fronte (1887-1917). Partecipò al movimento jntervcntista, e ntrò in guerra come

Volpe Giulio

soldato, e d ivenne sergente nel I 35" fanteria, tra le fì le del quale cadde <la prode, come è r icordato nella motivazione d i med . d'oro: « Assunto i! comando della sua compagnia per la perdita d i tutti gli ufficiali, radunava i superstiti, e, messosi alla loro testa, con mirabile energia e coraggio li guidava per ben t re voi te al contrattacco, sotto una bufera di fuoco nemico, finchè, colpito a morte , cadeva eroicamente

sul campo. Fu lgido esempio d i valore e d i fermezza ». (Monte Vodice, 17 maggio 1917).

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Volpiano. Comune iu prov. di Tòrino. Fu anticamente cinto d i mura e <li fossi con rocca . Assedio di Volpiano (1555). Appartiene alle guerre fra Spagn uoli e Francesi in Piemonte e fu posto dal duca d •At,male, sotto il comando in capo del maresc. di Brissac, dopo la ritirata degli Spagnuoli da Santhià . Dapprima la piazza · fu assalita allo scoperto, ma quest'azione non 1 iuscita costò agli assedianti la perd ita di moltissimi so ldati, e fu necessario ricorrere ali 'assedio regolare. Allora l 'assalto venne d iretto contro il castello, monito d i doppia opera a tenaglia e di una trincea interna. Forzata la cont roscarpa, furono subito scavate tre mìne sotto gli angoli sporgenti del l'opera a tenaglia, e dopo sei giorni d i intenso lavoro, quando tutto fu a runto, k mine furono fatte brillare causando la rovina de ll'opera. I Francesi, superate le macerie, causate dall 'esplosione, s'impadronirono facilmente dell'opera a tenaglia e poco dopo anche il castello capitolò. Volpini (Ca,·lo). Generale e scrittore mii. , n. a Isola d'Asti, m. a S. Benigno Canavese (1841-1915). Sortot. d'art. nel 1861, partecipò alla can:,p.1gna del 1866. Colonnello comandante il' regg. art. a cavallo nel 1892, fu promosso magg. generale nel r 898. Comandò la brigata Bologna e dal 1 900 la brigata Modena. In P . A. nei 1901, passò nella riserva nel 1904. Pubblicò, fra altro: « Utilità e necessità dell 'artiglieria a cavallo » ; « L 'artiglieria a cavallo in Ita lia » ; « Man uale per l'artiglieria da campagna »; « Ricordi per l'ufficiale d'artiglieria <la campagna "; « I l cavallo »; « Studio storico sulVolpini Carlo i 'artiglieria a cavallo». Volsca. II8• legione della M. V. S. N ., costituita a Velletri nel 1923, su 3 coorti. Volsci. Antico popolo dell 'Italia Centrale, di origine osca , abitante nell'odierna campagna d i Roma. ( loro ter•

ritori si estesero a buona parte dei monti Lepini e alla vianura fra Anzio e Terracina, sino alle rive del Liri. La loro capitale era Suessa Pometia e il loro porto principale Anzio. Èdificarono e fortificarono molte città: Corioli, Frosinone, Velletri, Segni, Norba, Sulmona, Sezze, Pr iverno, F regelle· e Arpino . Fecero parte del \a lega latina e furono sconfitti da Anco Marzio che nel 524 a . C. prese Velletri e li costrinse alla pace, e da Tarquinio il Superbo . Nel 486 a . C. fu rono in lega con gli Equi contro i Roman i, coi q uali ebbero guerre quasi continue; cinque anni prima essi ave vano anzi _ minacciato seriamente la stessa R01na guidati da Coriolano. Nel 469 il console Quinzio li sconfisse dopo molte loro scorrerie nei territori romani. Nel 465 i Romani, cui si erano alleati Latini ed Ernici, m isero u na guarn igione a Verruca, su! confine dei Volsci, i quali , alleati agli Equi, atti rarono nel loro partito la città latina di Cabico. Nel 436 i Romani la assalirono e la presero, massacranclo'nc gli abitanti, e nel 425 si impadronirono an• che d i Boia . I V. alla loro volta attaccarono Ferentino, ma i Romani la ripresero e la d iedero agli Emici. Lo stesso accadde anche per Verruca e Carvcmo, finchè n el 425 i Ro1nani arn1aro no tre legioni : una si diresse verso Anzio, 1

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l'altra verso Ecctra e la terza assalì Terracina che fu presa con grandi pe rdite d a ambo le parti. Nel 423 le truppe romane penetrarono nelle montagne volsche e presero Artena, ponendo colonie a Vi_tellia e a Circcio. La guerra finì per allora , ma V . cd Equi continuarono a l ungo le loro scorrerie e i loro attacchi d i sorpresa contro le terre <li. Roma. Nel 384 a. C. fu rono vinti a Satrico e costretti alla resa da Camillo, ment re Cornelio Cosso li sconfiggeva nell'agro Pon tino. Da allora non ebbero più guerre coi Romani, che nel 330 a. C . li sottomisero definitivamente, dopo che era no stati alleati dei Latini contro i Sanniti.

Valeggio e Mon:-oambano per tagliare la ritirata all'esercito [,iemontese : il Il C. d'A. austriaco si volse verso sud e . rapidamente si portò presso V. appoggiando la sr. al Mi ncio. La mattina d el 26, passato a Gnito, il gcn. De Sonnaz avviò le sue lrnppe a nord verso V. per occupare quelle importanti posizioni a protezinne del ripiegamento dell 'esercito verso l 'Addjl. Alla sera del 26 visto il paese occupato, la brigata Savoia, col 16° ,·egg. fanleria ed il bgl. l'armcnse , attaccò gli Austriaci combattendo per le strade. Il sopraggiungere d i ingcmi rinforzi agli Austriaci obbligò i l Dc Sonnaz a ripiegare (uori del paese. L'arrivo della brigata Regina ali 'alba del 27 t rascinò le truppe ad lll) n uovo attacco che non riuscì. Alle 9 Dc Sonnaz ordinò la rilirara su Cerlungo. Le perdite furono sen_sibili da ambe le parti , ma specialmente gravi per i Piemontesi che attaccarono continuamc:nte il nemico .in posizioni don1inanti .

Trasporto • Voita •

Volta (Alessandro). Trasporto costruito col nome di « Dundee ,, in Inghilterra nel 1885 ed acqtfistato dalla ma-

rina italiana due anni dopo, battezzandolo col nome dell'illustre fisico comasco. J/olta Fernando. Medaglia d 'oro, n. a Perugia, m. a Roma (1877-r9r7). Sonufli cialc d i carriera, era maresciallo capo d'art. quando si svolse l'episodio che valse la med . d'oro alla sua memoria : « Dopo un pr.i mo scoppio di allo esplosivo avvenuto i n

un locale di caricarnento, incur~ntc del grave pericolo vi penetrava con esemplare ardimento per r i~cuorare e salvare i suoi d ipendent1. Nel compiere questo coraggioso atto rimaneva investito ed ucciso dalla fiammata, seguita da una seconda e più grave espio• sione, perdendo così , con geVolta Fernando neroso sacrificio, la giovi11e vita, m irabile esempio di virtù militare » . (Roma, 24 ~gosto 1917).

Voltaggio. Comune in prov. di Alessandria, sulla sr. del Le mme. F u in antico munito di rocca e mura. Appartenne ai Malasp ina, e dal 1121 a Genova . Nel 1625 fu assalito e preso dal duca Carlo Emanuele di Savoia e dal Lesdiguières. Il presidio, forte di 5000 u. agli ordini <li Tomaso Caracciolo, venne fatto prigioniero. Il paese tornò a Genova alla fine di quella breve guerra, e ne segul le sorti.

Volteggiatori. Fanti di piccola statura, istituiti da Napoleone 1 nel 1804 per fazioni d i milizia leggera, quando aboll i cacdatori nei bgl. di linea. Con tale provvedimento l 'imperatore mirò ad utilizzare le reclute di bassa statura, cl\e prima venivano riformate. L'iniziativa ebbe seguito anche in altri Stati, ad es. in Toscana nel 1808. La Francia creò reparti di TI. iu Corsica (1822) e 1 in Algeria (1849) per servire di ausiliari alla gendarmeria. Volteggiatori Italiani (Legione). Durante la difesa d i Roma del 1849 il ten. col. Medici fu incaricato d i riunire sono il suo comando le t re legioni, polacca , lombarda e toscana. Questo ragVolt.e ggiotore napoleonico gruppamento, che ebbe vita brevissima, cioè dal 29 g iugno al 2 luglio, prese la denominazione di « Legione Volteggiatori ltaliani )) .

Volterra (ant. Vela thri e Vol,uerrae) . Città in pro,v. di Pisa, sullo spartiacque fra l'Era e il Cecina, Resti notevoli delle mura etrusche, dal cucuico di 9 Km ., nella parte anteriore fornptc da enormi pietre quadrilatere sovrapposte, e internamente: com poste d i sasso senza alcun ripieno di terra e della grossezza di 3 metri . Nel medinevo ebbe un'altra cinta, m isura1Jtc Km ., e un castello che poi andò distrutto. Nel 1342 il duca d'Atene vi fece costruire una fonczza, detta Cassero, finita sotto la dominazione dei Bdfortc. Nel 1472 i F iorentini, per tenere a freno la città , vi eressero la Rocca Nuova con quattro bastioni, con la wrre del Mastio , a forma di cono tronco. La fortezza dal 1816 fu ad ibita a stabilimento penale. - Anticamente importantissima città etrusca, V . aiutò i Latin i contro Tarquinio Prisco. Nel ;,98 a. C. , durante la terza guerra San-

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Volta Mantovana. Comune in prov . di Mantova, sulla dr. del · Mincio . Nel 1080 un esercito imperiale agli ordini d i E nrico Il si scontrò presso V. con le truppe della contessa Matilde, che, sconfitta, dovette chiudersi in Mantova. Combattimento di Volta .Mantovana (26-27 lugl io 1848). Appartiene alla prima campagna per l 'Indipendenza <l 'Italia. Dopo lo sfortunàto esito della battaglia di Custoza, l 'esercito piemontese ripiegò sulla d r. del Mincio per Goito, mentre l'esercito aust riaco passava celerme nte il fiume a

Volterra· nelle cinte etrusca e medievale


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ntllca, l 'esercito romano di L . Cornelio Scipione vi fu attaccato dalle forze combinate degli Etruschi e dei Sanniti: il console resistette al primo assalto e poi piombò sul nemico sbaragliandolo. Dall'82 all'8o a. C ., avendo parteggiato per Mario, fu assedi~ta da Silla che alla fine riuscl ad impadronirsene. Appartenne ai Longobardi, e in seguito fu governata da vescovi. Nel] '884 respinse un attacco degli Arabi di Spagna, che erano sbarcati alla foce del Cecina. Nclln prima metà del secolo Xll! si resse a Comu ne. Nel r308 combattè contro San G imignano. Nel r 429 si ribellò alla dominazione fiorentina, con a capo Giusto Landini: ucciso questi dai nobili, la rivoluzione fu domata. Nel 1431 fu devastata da N icolò Piccinina : fra il i447 e il 1452 dall'eserci to napoletano d i Alfonso <l'Aragona .

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Imperiali 200 : inoltre altrettanti di essi d isertarono, pa,. sando ali 'esercito del Ferrucci.

Voltri. Cittadina ligure in prov. cli Genova , allo sbocco al mare tiella st rada del T urchino. Abitata in antico, venne fortificata con castello e si resse a libero comune per breve tempo, passando sotto il dominio di Geno"a di cui seguì le sorti. Ne) 1625 fu presa da Carlo Emanuele di Savoia, ma Genova la riebbe alla fine della breve guerra col duca. I. Attacco di Vo/tri (r749). Appartiene alla guer ra per la Successione d' Au,tria . Il paese era occupato da 4 bgl. francesi agli ordini del Monti . li 18 mattina, un corpo imperi ale di 4000 u . , agl i ord ini del gcn. Nadasti , avanzò su tre colonne e attaccò le forze francesi, prendendo alla baio-

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La fortezza di Volterra

I. Presa di Volterra ( 1254). L 'esercito fiorentino, comanda to da G uiscardo d i P ietrasanta, era entrato nel territorio d i V. e gli abitanti uscirono armati nd assalire il nemico : nonostante il vantaggio del luogo, csii furono sconfini d ai Fiorentini che, inseguendoli, entraroim insieme a loro nella città, la quale venne rispettata e lasciata libera: rna i capi ghibellini furo no mandati in esilio e il loro governo venne sostituito da quello guelfo.

netta il villaggio di Mele e investendo la po<121one dei Capruccin i. Da Pegli il gen. Ca rea do accorse con un rcgg. in soccorso del Monti, mentre il maresc. di Richelieu partiva da Geno,•a cori 9 bgl. A tarda sera il Nadasti, che non è riuscito a prendere i Cappuccini, rallenta il fuoco, e raccogl ie a Mele le sue forze: nella notte abbandona il tentativo, do po di avere perduto in tutto 700 u. Le perdite dei Franco-spagn uoli ammontarono a 130 uomini.

Il. Presa di Volterra (r472). A causa di una miniera di allu minio scoperta nel te rritorio di V. , era sorto un dissidio fra q uesta e Firenze. Il 27 ap, ile i Volterrani, ricevute promc~,c di aiuti da molti esuli fiorentini, si ribellarono apertamente. Lorenzo de' Medici mandò contro di loro Federico di Montefeltro, duca d 'Urbino, con 1000 fanti e 2000 cava ll i, cui si aggiunsero aiuti dal papa e da Milano. V. aveva radunato a stcnro un mig liaio di soldati, che furono subito facilmente battuti. Poi le artiglierie cominciarono a tirare contro le mu ra etrusche, aprendovi delle brcccie . bJ. fine il i8 g iugno, dopo 25 giorn i di assedio, la città capitolò a patto di essere salva dal sacco: ma i soldati vi commisero lo stesso dcvasrnioni e saccheggi per un'intera giornata.

II. Combattimetlto di Voltri (1796). Al p rincipio della campagna napoleonica in Italia, il gen. Deaulicu fece convergere due colonne su V., l'una coma ndata dal gcn . Pit• toni per la strada dclb Bocchetta e Cornigliano; l'altra, agli ordini del gen. Scbottendor(, rimontando l 'Orba per sboccare sul tergo delle forze avversarie. li gcn . francese Cervoni copriva la città con circa 3000 uomini: vedendo respinti i suoi posti avanzati da Pcgli su Pra e, avvertito del movimento nemico per i monti, risalì alle alrure di Mele, ove soslcnnc un comb:ntimcnto accanito . Ma , att:1ccato cli fronte, cannoneggiato da mare da navi inglesi e minacciato sulla sr. ripiegò verso la Madonna di Savona per appoggiarsi alle forze del geo . Laharpc, protetto da una retroguardia di due bgl. , prima che la colonna Scbottend orf riuscisse a sboccare sulla sua linea di ritirata.

lii. Battaglia di Vo/1e,-ra (1530). Appartiene alla g uerra di Firenze. I Volterraoi si erano ribellati ed avevano assediato il presidio fiorentino nella rocca. Il 27 aprile il Fcrrucci, con 1400 fanti e 200 cavalli, entrò in città, assalì le trincee degli assed ianti e dopo vivo combattimento se ne impadronì. V. fu data al saccheggio e in parte incendiata. li 9 maggio giunse però il Maramaldo con 2500 u. e intimò la resa al Ferrucci. Questi fece impiccare il parlamentario e attaccò il nemico violentetnente. L'esito tiella battaglia rimase incerto; i Fiorentini perdettero r50 u . .; gli

III. Combtrttimmto di Voltri (18oo). Durante l 'assedio di Genova varie colonne francesi operavano esternamente per da r respiro alla piazza : il 17 aprile si congiungevano a V. quelle dei gen. Soult e Massena, mentre gli Austriaci del Mclas da Arenzano e quelli del! 'Ott d a Masone cercavano di opera re in accordo per chiudervi l'avversario e rrevcnirlo, cadendo da nord su Sestri Ponente . L'az ione s 'impegnò sanguinosa il 18 e l'Ott, scendendo dalla strada d el Turchino, già stava per impadronirsi dei ponti sul L eiro,


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quando I 'inrer\'cnto della riserva francese riuscì ad assicura re il transito alle forze che ripiegavano dai monti e lungo la litoranea. li combauiment◊ si protrasse fino a tarda notte con forti perdite per le retroguardie francesi che tennero a lungo !"abitato, menue il grosso a fatica riparava oltre Sestri dietro la linea d ella Polccvcra: L'episodio segnò la fine <ld l 'anività esterna dei Francesi, che dovettero conti111rnrc la resistenza entr0 il rnggio immediato della piazza è i Genova.

Sulle rive del V . nel 298 a. C. i Sanniti, che avevano compiute notevoli rapine, trascinando gli abitanti io schiavitù, vennero sorpresi dal console romano Volumnio che E sconfisse togliendo loro il bottino rapinato e liberando i prigionieri. Nel 553 i Bizantini, agli ordini di Narsete, sconfissero sul Il. un esercito franco-normanno condotto da Bucellino, accorso in aiuto dei Goti. Il 3 gennaio 1799 il generale francese Chamrionnct sconfisse sul V. l'esercito napoletano agli ord ini del gen. Mack, che venne obbligato a ridursi in Capua dove poi dovette capitolare.

Volturno. Fiume tirrenico, collettore di un complesw bacino che s'estende dal margine S.-E. dell 'Altipiano aquilano all 'Irpinia , formando l'arteria principale che solca il Tavoliere Campano. Riceve dal Calore la grande massa d 'acqua della conca bene,·cntana e dell'Irpinia. Sboccato in piano al Ponte di Annibale, bagna Capua e con andamento tortuoso sbocca in mare a Castel Volturno dopo 180 Km. d i corso . È navig.1bile da Capua alla foce. ld rograficamencc importantissimo per ricchezza d 'acqua, con i vasti bacini abbinati dei due rami rrincipali, apre largo adito alla viabilità, di cui si valgono varie strade transappenniniche at• traverso valichi molteplici : principali la Foggia- BcnevencoNapoli; la Campobasso-Benevento-Avellino-Salerno; la Sulmona-Sparanise, tutte seguite da ferrovia , epperò di note• vole importanza militare.

Battaglia del Volwmo ( 1-2 ottobre 186o). Appartiene alla prima guerra per l'Unità d 'Italia. L'esercito napoletano (20. 000 u.) era sulla d r. del V. e possedendo la testa d i ponte di Capua poteva agevolmente portarsi sulla sr. L"c.eròto di Garibaldi (21 .ooo u .) su 5 divis. (Medici, Coscnz, T i.irr, Bixio, Avezzana) era disteso lungo il Jiume con la d1vis . Medici a Sant'Angclo, la Cosenz a S. Maria Capua Vetere, la Tiirr a Caserta, la Bixio a Maddaloni : Garibaldi stava con la riserva a Caserta. Il 1° ottobre l'esercito napoletano sboccò da Capua con 15.000 u. dù-igendosi su S. Maria e S. Angelo, menue una colonna aggirante (6ooo u. agli ordini del gcn. Mechel) passando il V. a Caiazzo doveva puntare per Maddaloni su Caserta. L 'attacco su S. Maria e S. Angelo, giunto quasi di sorpresa, ebbe all'inizio fa\'orcvole succcsw; ma il pronto accorrere della

C=:l Garibaldini Borbonici

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Battaelia del Volturno (1 -2 ottobre 186o)


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divis. Tiirr contro il fianco dr. degli assalitori, ed un cont rattaccQ di Garibaldi e Medici a S. Aogdo, ristabilì la situazione e perm ise a i Garibald ini di ricacciare i Borbonici inseguendoli sino a Capua, Lo stesso giorno l'avanguardia

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piano di Asiago e nell'aprile r917 ritornò nel settore del Novegno e del Posina. Iniziatasi la battaglia del Piave, fu inviata nel settore Candelù-Saktto il primo dei quali cadde il 18 giugno 1918 in possesso• del nemico che vi restò però accerchiato dai ,cparti della V. e fu in gran parte cattu rato. Ndl 'agosto successivo fu inviata nel setto re <li Arsiero ; nel settembre ritornò nel setéore del Novegno-Val Posina. Alla battaglia di Vittorio Veneto ebbe il compito d i puntare verso Trento per Rovereto, Sacco, Pelas e l'obbiettivo fu raggiunto alla sera del 3 novembre. Per la sua condotta in guerra meritò la citazione sul bollettino di guerra del Comando Supremo del 19 giugno 1918 e la mcd . d'argento. Dopo la gue rra la brigata venne s~i,,!ta. Festa dèi reggimenti : 18 giugno, anniversario della battaglia del Piave (1918). Colore delle mostrine: metà rosso e metil verde nel senso verticale. I com andanti della brigata in guerra fu, rono : magg. g.::11. Cittadini (1916-1 917); col. brig. Franchi (1917); col. brig. Rolandi Ricci (1917-19r8); magg. gen . Na. scimbene (1918). Le sue perdite furono: ufficiali morti 34, feriti 196, dispersi 29; u . d i truppa m. 628, f. 2663, d . 1463, Volturno. Nome assun to nel 1934 dalla divis. mil. lerritorialc d i Napoli.

Ai Ponti della Valle

A S. Maria Capua Vetere

l\o1onu.menti commemorativi della battaglia del Volturno

Vomano (Gola del). Incisione caratteristica del margìne orientale dell'Altopiano Abruzz,çze per la quale il fiume Voman,:, sbocca al versante adriatico. Se ne vale la strada Aquila-Teramo, che varca il passo delle Capannellc (meiri n83) e s'incanala nella gola del V., elevata in media più di

1000

in. ;

indi per Montorio raggiunge Giulianova

Perrone, della colonna aggirante Mechel, si scontrò a Casrelmorrone col d istaccamento Bronzetti (230 u.) che sbaragliò dopo un combattimento di parecchie ore. Solo il 2 ' ottobre la colonna Mechel fece sentire il suo effetto, m a, scontratasi con la divis . Bii:io (5600 u.) ebbe la peggio lasciando nelle mani dei Garibaldini :2000 prigionieri. Perdite dei Garibald ini 506 morti, 1328 feriti 1389 dispersi; l'e~ercito borbonico, secondo il Riistow, ebbe perdite alquanto inferiori.

sul litorale, presso la foce del fiume Tordino, rappresentando un:, delle comuoicazioni per l'accesso del g rande ridotto abruzzese al Lltorale adriatico attraverso lince orografiche dominanr; che si prestano ad organizzazioni potenti di mezzi offensivi e d ifensivi.

Volturno. Trasporto costruito in Inghilterra ocl 1854, col nome d i « Vittorio Emanuele » per conto. di compagnia privata italiana, dalla qùale fu venduto nel 1860 alla marina italian a assumeodo il n uovo nori,e. Dislocamento tonn. 1923, macchina HP. 300. Affondò per fortunale nel 1871.

Voragine . Nave J,ÒSamine, entrata in servizio nel 1916, radiata nel 1920.

Volturno. Cannoniera, costruita a Venezia nel 1887. Dislocamento tonn. u74 , macchina HP . I110. Lunghezza metr i. 54, larghezza m. 10. Venne radiata nel 1905.

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Cannoniera t Volturno •

Voltun10. Brigata d i fanteria di linea, costituita nel marzo 1916 dai depositi del 15<> -e 29° fanteria coi regg. 217° e 218°. Combattè nel· 1916-17 sul Col Santo, sul Pasubio, in Vallarsa ed in Val Posina. Alla fine del r9r7 Iu sull 'Ahi-

Voragine. Batteria in legno, corazzata, cosrruita nel 1866 alla Foce (Genova). Dislocamento tonn . 1850, macchine HP . 150. Fu radiata nel 1875.

Voroscilov (Clemente). Generale russo, 11. nel 1881. Partecipò al movimento rivoluzionario e fu più volte arrestato come agitatore. Scoppiata la r ivoluzione del 1917 entrò a far parte del l 'ufficio centrale della frazione bolscevica, or ganizzando i primi reparti armati della frnionc. Nel 1918 comandò il 5° reggimento in Ucraina, contro · i Tedeschi, e poco dopo era a capo della 103 armata rossa e d_el distretto · mi!. di Charkov. Nel 1919 passò a comandare la 14" armata; nel 1921 il distretto n:1il. del Caucaso; nel Voroscilov Cle,;nentc 1924 quello d i Mosca, d ivenendo membro 'e poi presidente del Comiglio delb Guerra, e Commissario delle forze armate, ~uccedcndo a Frunse nel comando in capo (r926). Vortice. Nave vedetta dragamine, d i 237 tonn., entrata in servizio nel 1916, iadiata ne] 1920. Vosgi. (Armata dez). Costituita in Francia nell 'ottobre 1792, sciolta a metà m arzo 1793. Fu comandata dal gcn,.

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Custine fino al 1° marzo, e dal r<> al 14 di detto mese dal gen. Mcunier. La sua forza fu di 16.000 u. nel 1792, che aumentarono a 5 0 . 000 nel febbraio 1793. Il 2 2 ottobre 1792 prese Magonza.

Voss (o Foss). Commissario d i guerra Danese, che nel 1834 costroì un bossolo di rame cilindr ico con proiettile d i piombo di forma troncoconica. Nel centro del fondello del bossolo eravi un foro per dare modo di accendere la carica. Questa cartuccia fu applicata al fucile ·w ild. Vought Corsair V , 93, Aeroplano biposto degli Stati Uniti, da osservazione, da attacco o da caccia, o anche da esplorazione lontana e da bombardamento leggero. Può essere trasformato in idrovolante . Apertura alare m. II, velocità Kmh. 292. · Vouìllé, Comune <lclla Prancia, nel d ip. della Vienne. Nel 507; Clodoveo vi r iportò, su Alarico II, re <lei Visigoti, una vittoria, che servl a stabilire la d ominazione Merov ingia nell'Aquitania. Vrania (o Vragna). Comune d ella Jugoslavia, nell'alta valle della Lescoviza, affl. della Morava . Durante la guerra Serbo-turca de] 1877-78 e dopo la presa di Nisdl, una parte dell'esercito serbo (7000 u .) ebbe il comp ito <li far sgombrare d ai Turchi la stretta d i Gredelitza e d 'impadronirsi di V ., tenuta dal gen . Assaf pascià con 9000 u. Occupata la gola d i Gredel irza, i Serbi avanzarono su V ., dove i T urchi si er ~n messi sulla difensiva. Il 30 gennaio 1878 un regg. d i cavalleria turca attaccò i Serbi nell'atto che sta• vano per mettersi in marcia, ma fu respinto. Sosreauto dalla fanteria, ne venne un accanito combattimento, dapprima favorevole ai Turchi. che però verso sera comiuciarono a . ced ere terreno, seguiti dappresso dai Serbi, i quali erano stati viltoriosi pure sulla propria dr. a Dcvotine ed avan zarono sin sulla linea della Pliatchkavitza. Qui la notte e il freddo intenso fecero sospendere l'azior.c. Ma i T urd ù non attesero l'alba per ritirarsi e la notte stessa si sottrassero. La mattina del 3r gennaio i Serbi entrarono senz'altro in V. e spinsero un d istaccamento ad inseguire i T urchi, la cui retroguardia [u· raggiunra e battuta a Buianovatz , al bivio d elle strade per Cumanovo e Ghiliane. 1685 Turchi, insieme a copioso mate riale, caddero in mano dei Serbi, che perdettero nelle due giornate 354 u. del corpo della Chumad ia.

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Vraptche. Vil laggio della Bu lgaria , presso Bresnich e Trn. Vi si svolse un combattimento che appartiene alla guerra Serbo-bulgara del 1885. Nello stesso giorno · che i Serbi con la d ivis. della Morava attaccarono T rn (rs novembre), con quella della Chumadia attaccarono V. occupata dai Bulgari a protezione della strada Bresnich-Sofia. I d ifensori ammontavano a r300 u. con 6 cannnni , al comando del cap. Mariooff. Verso le u del mattino una brigata serba era spiegata contro i t rinceramenti bulgari e li batteva con 24 pezzi, pronunciando un aggira mento contro la luro d r. Verso le 14,30 i Bulgari furono costretti ad abbandonare le proprie trincee, prendendo posizio~e su colline retrostanti , dove, r,cevuti rin forzi, opposero nuova resistenza fino a tarda sera. Perdite dei Bulgari 136 fra m. e feriti e 200 p rigionieri; dei Serbi, 128 fra m . e feriti.

V. S. D. Aerorlano degli Stati Uniti, biposto, da bombardamento diurno. Apertura alare m . r4, peso totale Kg. 2217, velocità Kmh. r94. vucotic aanko). Generale montenegrino, m . nel 1927. Era fratello della reg\na Milena. Fece _gli studi mii. in Italia e fu più volte presidente del Consiglio montenegrino. Comandò l 'csercito nelle guerre Balcaniche e nella guerra Mondiale. Dopo la guerra fu partigiano de!!"unione con la Serbia cd ebbe in Jugoslavia comando d i divis. e poi d'armata. V uglerio. Sorta di artiglieria di çanna cortissima, il cui calibro va riava dalle 10 libbr, alle quattro .oncie. Questa specie di a,:.tiglieria era usata nel s,·c. XV in Francia, in Sv izz.era, in Savoia .

V ukassov ic (Filippo, barone di). FcldmarcSc.iallo austriaco (1755•1809). Servì con distinzione contro i Turchi, poi con tro la Francia nelle guerre d 'Italia del 1796-97 e a nni seguenti. Morì a Vienna in seguito a ferite. Vulcano. Trasporto per torpedini, costruito in Francia ed entrato in servizio nel 1877. Dapp rima fu chiamato « Betta 11. 3 )> . Disl,xamento tonn . 285, macchine HP. 236. Fu radiato nel 1899.

Officina galleggiante • Vulca.ncl

Vulcano . Nave officina (V. incrociatore Sat•oia), trasformata per il nuovo uso nel r 902.

V u Tse. Capitano e scriltore militare cinese del 425 circa . Combattè in 76 battaglie vincendone 64. Lasciò un trattato militare che, unitamente ai suoi commentari , danno un concetto <Id io spirito militare e d elle principali dottrine n1ilitari cinesi.

Combattimento di Vraptche (1885) . Scala 1 : 80.000

Vu-San-Kuei. Generale cinese, m . nel 1678. Comandò a lungo le truppe incaricate 'di fermare l' invasione dei Tartari in Manciuria . Nel 1643, dopo la presa di Pechino, concluse coi Tartari un crattato · per .cui fu ristabilita sul tro~o la d inastia dei Tsing.



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Wachau. V i llag-g i o presso Lipsia, sulla dr . della Plcisse. Vi ebbe luogo- nd 1813 un combattimento, prodromo della battaglia d i Lipsia. Mentre i Francesi si concen travano verso Lipsia, una avanguardia di 5000 cavalieri alleati si spinse il q ortobre su W. occupata dal corpo di cavalleria del Murat: 9ucsti fece fronte con 3000 cavalli. La cavalleria russa era sopraffatta

dagli squadroni francesi, quando l 'intervento d i

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prussiani e della cavalleria dc\ gcn . K lenau ristabilì l'e9 uilibr io dello scontro e le due parti ripiegarono sulle posizioni di partenza, n1antcncndo vivo il ca.nnoncggia1nento, che durò fino a sera.

Wafangù. Villaggi"' della penisola mancese dd Liaotun,s:, sulla linea ferroviaria Port-Arthur-Mukden. Combattimento di Wafangù. (1904). Appartiene alla guerra Russo-giapponese e si svolse fra truppe della 2" armata nipponica (gcn. Oku) e il corpo russo del gen. Stackelbcrg (due divis . Cacciatori, due brigate e un regg. Siberiano,

4 btr., una brigara cavall.eria). Il 14 giugno i Russi erano schierati sopra una linea di alture presso W. spiegando le d ivis. Cacc iatori in 1a. linea. Le divis . giapponesi, -spiegatesi

verso le l2 , iniziavano i.l fuoco di artiglieria a due riprese, intensificandolo contro la sr. russa, senza ? ttenere r isultati positivi. La notcc interruppe l'azione. Il giorno dopo i Russi attaccavano la dr. dei Giapponesi, mentre 9ucst i manovravano contro la dr. avversaria. L 'attacco russo fallì,

mentre quello giapponese riusciva ad aggirare la dr. dei Russi, costringendo tutto il loro schieramento a ripiegare , fulm inato dalle art. g-iap!Jonesi portate innanzi. I Russi perdettero 3500 u. e 13 pezzi; i Giapponesi r200 uomini.

Wafangtien. V. Telissù. Wagram. V illaggio dell'Austria, ne lla fianl,ra d i riva sr. d el 'Danubio. Battaglia. di Wagram ( 1809). Appart iene alle guerre Jell'Impero francese . Dopo il p rimo tentat ivo di passaggio sulla sr. del Danubio, fallit.:> con la ster ile giornata di Essling (22 maggio) Napoleone fece grandi preparat ivi per venire a una battaglia decisiva. L'imperatore d isponeva ai primi d i luglio di un forte nerbo di forze : corpi d:armata Oudinot, Davout, Masseoa, Bcmadotte, Marmont, principe Eugenio e Mac Donald (armata d 'Italia), d ivis. bavarese

dc Wre<le, riserva di cavalleria, Guard ia imperia le. In totale circa 180.000 uornini e 420 cannoni, con ~ro i 150 .000 Austriaci e 400 cannoni dell 'arciduca Carlo. In fine giugno Napoleone spinge a scopo dimostrativo Davout verso Prcsburgo e l 'an nata d 'Italia Sll Comorn, per immobilizzare in q uei pressi l 'arciduca Giovanni e l'arci,luca Palatino. Il 30 giugno la divis. Legrand passa i l Danubio appoggiata dalle a rtiglierie del l'isola Lobau, e si stabil isce sopra una testa d i ponte improvvisat~~; da l 1° luglio, le unità francesi

s 'ammassano nell'isola di Lobau. Gli Austriaci erano sch ierati nel giugno lungo una fronte arcuata, dalle colline ciel I.lisambcrg al rio Russbath. Nella notte sul 5 luglio i corpi d i Oud inor, Oavout e Massena, col favore d i un temporale, passano il Dan~bio appoggiati dalle grosse artiglierie e convergono sulla sr. occupando la linea Enzersdorf-Rulzcndorf, coperti sulle ali d a cavalleria. Sulle loro orme marciano gli altri corpi, che poco <:>ltre il mezzogionw sono sulla sr. del fiume e indi s'aprono a ventaglio venendo a intercalarsi negli intervalli d i 9uclli cli 1" linea. Verso le 13 l'attacco si sv iluppa contro la linea aust riaca secondo le direttrici stabilite : Massena sloggia gli Austriaci da Bssl ing ed Aspero e .r aggiunge Hreitenlee. Bernadotte pi'olunga la dr. di Masscna, occupa Rachsdorf e punta su l\derklan. Il principe Eugenio dirigesi su W ., Oudinot su Baumensdorf, Davout su Neusiedel. Sono circa le 19 quando tale situazione s'afferma : Marmont, de \Vrecle e la Guardia non sono a ncora impegnati e formano la riserva. Allora Napoleone ordina l'attacco della fronte ciel Russbach; ma lei manovra non riesce . Il 6 luglio la battaglia si r iaccende : Oavout, Oudinot e il principe Eugenio- debbono fiaccare la sr. austriaca da Neusiedel a W., mentre I.lernadottc e Massena ne terranno impegnata la d r. versn r\derk lan e Siissembriin, fino ad Danubio; la sola clivis. Boudet guarnirà i trinceramenti <li l\spern. La dr. austriaca avanzò verso il Danubio senza incontrare grand i resistenze e giunse sino ad As_pcrnEssling, scacciando la divii . Bou,lct da quei trinceramenti : uno sforzo ulteriore avrebbe condotto all'occupazione dei ponti sul Danubio, risultato che stava per mettere i n serio pericolo i Francesi. Napoleone intervenne r ichiamando Massena da quel lato. Il movimento d i fianco, eseguito a breve gi ttata dalle fucilerie austriache, era pericoloso, ma potè compiersi a tempo per ch iudere la falla de ll 'ala sinistra . Un'altra non 1ncno pericolosa veniva così ad aprirsi con la

retrocessione del Masscna : l' imperatore vi provvide radunando d inanzi a quel tratto cli fronte un' imponente batteria d i cento pezzi, raccolti d'urgenza dai corp i non impegnati. Coad iuvata <la cariche della cavalleria, e a p rezzo cli forti perd ite, quella massa <li artiglieria valse a contenere il centro austriaco , mentre radunavasi una g rande colonna <l'as~

sa lto fornita dalle truppe dell'armata d'Italia e inquadrata da d ue. d iv is. di cavalleria. La riserva generale, ord inata su 93


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' due linee, s'apprestava a rinca lzarla e Napoleone stesso assumeva il comando della Guardia, costituente lo scaglione di coda. L'enorme massa mu:ive dirigendosi sul caposaldo indicatore del campanile di Siissenbr,io che è conquistato; ma

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la piana è seminata di cadaver i: 21 bgl. non contano più che circa 2000 superstiti. Anche Aderklan e Breitenlee sono conquistati alle due ali; gli Austriaci ripiegano su Gerardsdorf, mentre la loro d r., sotto la pressione del Massena, reÌrocede da Aspern verso il Bisamberg per ricollegarsi col centro. All'ala opposta il Davout proseguiva nell'avviluppamento d el corpo Rosembcrg e l 'Oudinot premeva quello di .Hohcnzollern. L'ala austriaca era costretta a ri trarsi cambiando fronte: Baumersdorf e Neusicdel cadevano nelle man i dei Francesi. Una grande batteria di 64 pezzi radunata dal Davout batteva tosto d' infilata la linea, falciando le colonne in movimento. La sr. austriaca, ricacciata su W. , non potè. sostenervisi sotto lo sforzo concentrico e verso le 14 doveva cedere quella località agli attaccanti. Ormai l'arciduca Carlo vedevasi sopraffatto su tutta la linea, mentre suo fratello Giovanni non era giunto a prestargli tempestivo concorso. La stanchezza estrema delle truppe e la preoccupazione d i salvare l'unico residuo di forze che restasse alla monarchia decisero perciò l'arciduca a ordjnare la ritirata generale, verso le 15, verso la Boemia e la Moravja, senza soffrire molestie da parte d 'un avversario estenuato, che aveva dovuto im peg:iarsi all'estremo. A tarda sera le teste di colonna dell'arciduca Giovanni apparvero finalmente sul tergo del vincitore: ne seguì t ra i Francesi un panico d i cui l'avversario non seppe trar profitto. Sorpreso a sua volta dall'inopinato incontrn, esso si affrettò a riprendere la via d i Presburgo. La battaglia di W . costò ai Francesi circa 2 2.000 uomini, agli Austriaci quasi 30. 000 .

Wahabiti (o Ualiabit,). Sena musulmana guerriera, diffusa soprattutto nell'Heggiaz, organi-z zata, verso la metà del sec. XVII, da Mohammed-ben-Abd-el-Wabab. I W . tentarono più di una volta di scuotere il giogo turco, ma i loro tentativi furono vani. I.a setta però si risollevò dopo la caduta dell 'impcro ottomano, giovandosi molto dei sussid i avuti dagli Inglesi che, durante la guerra 1914-1918, se la fecero alleata. Negli anni 1924 e 1925, i W., con-

dotti da] sultano ,lbn Saud, si jmpadronirono successivamente del/'Heggiaz e di quasi tutta l'Arabia, sconfiggendo il re dell 'Hcggiaz, Alì, e conquistando la Mecca, Medina, Kunfida, Gedda, nella quale ultima città, nel 1926, l bn Saud veniva proclamato re dell 'Heggiaz e sultano del Negged e dei territori dipendenti .

W ah lstadt. Borgo della German ia, nella Slesia . Il 9 aprile 1241 vi avvenne una battaglia che appartiene alle guerre contro le invasioni dei Mongoli, i quali, in numero di 150 . 000, sotto gli ordini del loro condottiero Péta, furono affrontati dal duca Enrico <li Sassonia con 30 . 000 u. tedesco-polacchi, ll duca prese posizione a W. schierando il ·suo piccolo esercito su cinque linee. r Mongoli si disposero pure in cinq ue masse per attaccare, ma essi stessi vennero attaccati dalla prima linea polacca; dopo un accanito comoattimento tale linea fu disfarla. Avanzarono allora Ja seconda e la terza, per subire la stessa sorte, La quarta e la quinta resistettero a lungo, ma, caduti i comandanti volsero esse stesse i11 ritirata. Le pc1°dite furono gravissime da ambo le parti, così gravi però per i Mongoli da indurli ad interrompere la loro marcia verso ovest ed a volgersi verso sud attraverso Slesia e Moravia per raggiungere il grosso del loro esercito che aveva invaso contemporaneamente l'Ungheria combattendovi agli ord ini d i Batu Kan.

Battaglia di Wahlstadt ( 1241)

.,I Mongoli; a volontari tedeschi; b polacchi; e tedeschi; d ordine teutonico; e tedeschi

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W ahrendorff. Costrqttore, nel secolo XIX, d i un cannone a retrocarica detto " sistema Wahrendorff » . . W ainwright· (Riccardo). Ammiraglio degli Stati Uniti (1849-1926). Fu insegnante aU' Accademia d i West Point. Acquistò rinomanza nella guerra Ispano-americana, durante gli attacchi a Santiago che condussero alla d istruzione della flotta spagnuola dell'ammir. Cervera. Waitzen. Cittadina dell'lJngheria, sulla sr, del Danubio, a nord di Pest.


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I. Combattimento di Waiezen (9 aprile 1849). Appartiene al 2~ periodo dell~ guerra d i rivoluzione ungherese. Il gen. Gorgcy, in marci;t con 50 mila u . del I, Ill e VII corpo, dal fiume Tibisco verso Komorn per andare a liberare questa città assediata dagli Aust riaci, inviò il 9 aprile il I e III corpo (gen. Damianich e Klapka) ad attaccare un di• staccamento austriaco, forte di I2 mila u. comandato dai gen. Gotz e Jablonowsk i, schierato nei pressi di W. in una forte posizi6lnc. li III corpo ·cominciò la lotta e fa condusse a termine prima che -il l '.)◊tesse intervenire. Gli Imperiali si d ifesero con gr:;n<le vigore respingendo per due volte i violenti attacchi d egli Ungheresi, però alla fine furono costrctù a ~edel'e terreno, e, inseguiti colla spada alle reni, si rifugiarono nell'interno della còttà <li TV . Quivi la lotta co.n tinuò accanita fra le case : il gen. Gotz venne ucciso e gli Austriaci dovett_ero fuggire oltre jl Danubio,· lasciando così libera la strada per la marcia del Gorgey. G li Austriaci perdettero oltre mille u. e 4 cannoni, .mentre gli Ungheresi solamente 200 u. tra morti e feriti. Il. Combattimento di Waitzen (IS luglio 184_8). Appartiene al 3"' periodo dell2 stessa guerra. Il gtn. Gorgey, rotto il cerchio che lo rinserrava presso Koroorn, marciava il 14 luglio con 45 mila u. e 120 cannoni per la sr. del Danubio verso W. Ciò sapuco , il gen. Paskevic, comandante del l'esercito russo, inviò colà il gcn. Sass con 3 bgl. ed 8 sqdr., seguito a breve distanza da tutta la cavalleria disponibile, per sorvegliare, senza impegnare combattimento, i mov imenti dell'esercito ungherese. Il 15 luglio il gcn . Sass non riuscì ad evitare il combattimento, .il quale però si ridusse ad un vivace scambio di cannonate e a qualche attacco senza r isultato da ambo le parti. Alla fine il Gorgey, temendo di veder sopraggiungere altri rinforzi al nemico, assunse una posizione difensiva, e il giorno successivo, es~ sendo tali rinfor:ci arrivati, risolse di evitare la battaglia, e, nella notte, )~sciato il gen. Nagy Sandor con il I corpo <lavanti a W. per coprire :a ritirata, sfuggiva al nemico con il VII e III corpo. li rf mattina 2 regg . cosacchi sorpresero gli avamposti e penetrarono in W., mentre appunto le ultin1e colonne abbandonava no 1a città; 111a, ass~Jiti da tur'tc le parti dagli U ngheresi riparati nelle case e attaccati di fronte da 6 bgl., 7 sqdr. e 4 batterie; gli , Imperiali dovet tero ritira rsi celermente. Ma poco dopo però il gen. Rudiger, a,•anzando con llltte le sue forze, respingeva gli Ungheresi fino a Szerdahely rimanendo padrone della città <li Waitzen.

Wakefield. Città dell'Inghilterra, nella contea di York, sul Calder. Il 30 dicembre 1460 vi. avv·e nne uoa batt~glia fra le truppe della regina Margherita e quelle del duca di York , che, giunto con circa 5000 u. presso W., seppe che l'esercito reale (J8.ooo u.) era molto vicino: allora si rinchiuse nel castello di Sandal. La regina, che non aveva artiglieria, pose la maggior parte dei suoi in agguato dietro una collina, e si presentò davanti alla rocca con poche t ruppe. li duca allora uscì dal castello, piombò sul nemico impegnando risolutamente la battaglia: ma le truppe reali uscirono dall'agguato e il piccolo esercito del duca fu completamente sbaragliato, mentre egli cadeva comb~ttendo. Walch (Ca.milio) . Generale francese, n. nel I870. Pro• veniente dall'arma d'artiglieria, era colonnello all'inizio de.Ila gU<;fra Mondiale e rimase addetto al G. Q . G. sino al gennaio 1916, epoca nella quale assunse il comando d'un regg. d'alt. Nel 1917 veniva inviato .in Russia in missione. Tornato in Francia nel 19r8, al 1° mar'lO fu nominato CO·

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mandante l'art . del I C. d ' A. americano, incarico delicato, che seppe assolvere egregiamente . .Dopo l 'armistizio fu presidente della Commissione interalleata di controllo in Germania, altra difficile mansione tecnico-politica, che pure seppe assolvere con pienissimo successo. Indi passò a comandare la XXXII regione militare.

Walcheren. Isola dei Paesi Bassi, nella Zelandi.a , sull'estuario della Schelda.

Impresa di Walchere11 (1809). Appartiene alle guerre dell'Impero francese; fu eseguita dalla flotta inglese, forte di 29 vascell i d i linea, 22 fregate e circa 200 trasporti. Il 29 lugl io essa comparve davanti a W. e il giorno seguente vi sbarcò 40.000 u. al comando del gen. Chatam. Questi ai primi d 'aprile s'impadronì di sorpresa d i alcuni forti e bloccò Flessinga che i l 15 si arrese. Poi marciò su Anversa, ma il Bernadottc, prontamente accorso, lo r espi nse e lo costrinse a imbarcarsi d i nuovo. Waldeck (Giorgio Federico, principe d't). Feldmaresciallo tedesco (1620-1692). Avversa rio di Luigi XIV, combattè a S. Gottardo contro i Francesi e poi, quale comandante.delle truppe <li Baviera e <li Franconia, all 'assedio di Vienna contro i Turchi. Al servizio di Guglielmo Jl1 d'Inghilterra difese l 'Olanda contro i Francesi; vinse a Valcourt, ma fu vinto a Fleurus (1690). Waldersee (conte Alfredo), Feldmaresciallo tedesco (1832-1904). Proveniente dall'artiglieria, passò nel 1866 nello Stato Maggiore e fece la campagna di Boemia dello stesso anno. Nel 1870 prese parte alla guena Franco-prussiana e nel 1876 fu promosso m agg. generale; nel 1881 venne nominato sottocapo di S. M. dell'esercito e nel 1888, proir.osso ten. generale, sostituì il mal'esc. Moltke nella carica d i capo di S. M. dell'eser~ito. N el 1899 a11dò in Cioa come comandante in capo della sped izione europea coniro i Boxer.

Waldmann (Giovanni). Generale svizzero (1437-1489). Si segnalò a Waldshut, a Héricourt, a Grandson , a Morat, dove fu uno dei comandanti dell'esercito svizzero, e contribuì alla vittoria di Nancy. Divenuto potente a Zurigo, si fece eleggere borgomastro nel 1483; la severità delle sue m isure amministrative gli sollevò contro molli nemici che lo accusarono di aver venduto il p aese all'Austria. Arrestato e processato per alto tradimento, venne decapitato. Waldshut. Comune della Baviera, sul Reno, presso la front iera svizzera. Nel 1529 vi fu concluso un patto fra i cantoni cattolici svizzeri e l'Austria: i primi si impcgnav,u10 a rimettere all'imperatore le conquiste che riuscissero a fare fuori del territorio della Confederazione. Waldstatten (b{(rone Alfredo). Generale austriaco, n. a Vienna nel 1872. Sottot. di fanteria nel 1892, fu poi insegnante alla Scuola di guerra. Allo scoppio del conflitto Mondiale fu capo di S. M. dell'armata di Dankl. Nel maggio 1915 passò col generale Dankl nel Trentino, e nel maggio 1916 partecipò alla prima offensiva contro l 'Italia, addetto allo S. M . dell'arciduca Carlo. Promosso generale, fu dest inato al ~eguito d i Conrad e contribuì alla preparazione dei p iani per la dodicesima battaglia dell'Isonzo. Wal I ace (sir Guglielmo). Eroe scozzese (r226-1305). Giovanissimo iniziò la ribellione contro gli Inglesi, alla testa d .i una banda di proscritti e malfattori. Fattosi nominare


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viccrè, ebbe in breve un g rande numero d i armati ai suo i ordini. Edoardo I gli mandò contro un esercito di 40.000 u., che 1'11 settembre 1297 batté sulle rive del Firth costringendolo a sgombrare la Scozia. !-<cli' inverno dell'anno seguente invase le regioni >ettcntrionali dell'Inghilterra. Edoardo gli mosse contro con 80.000 fanti e 7000 cavalli e il 22 luglio 1299 lo sconfisse. Si recò allora nelle provincie senentrionali della Scozia e vi radunò altre forze, mentre i baroni elegWal lace Guglielmo gevano al suo posto un ahro reggente. Nel 1304, tradito da uno dei suoi, venne fatto prigioniero, condotto a Londra e impiccato.

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Wal/ace (lewù). Generale e scrittore americano (18211900). Fece la campagna del ~ cssico (1846-1819) e la guerra di Secessione (1862-65) nelle file dei Federali. Fu poi governatore dell" Ucah, e dal 1881 a l 1885 m inislrr, a Costa r1. tinopoli. Wall enstein (Alberto). Condottiero del sec. XVII, di pane cattolica ( 1583-1634). Nella g uerra tra l'arciduca Ferdinando e i Veneziani, levò un corpo di 300 cavalieri. e<I offrì i suoi servigi all"arciduca. Nel 1625 armò a sue spese, a d ifesa dell'impero, un esercito <li 40.000 u. di cu i l'imperatore lo nominò generalissimo. Nell"anno successivo cacciò Mansfeld dalla Slesia e si irn padronì del Mecldcmhurgo, della Pomerania e del Brandeburgo. Ne ebbe io premio molte terre conquistate, a titolo d i feudo. Banuto da Gust.:vo Aciolfo a Ltitzcn nel 1632, prese la rivincila l'anno Walleostein Alberto seguente. Nel 1634 si ribellò a ll'impcrarorc e questi ordinò di srerininarc i soldati rimasti fedeli al JV. che venne infine assalito nella sua tenda da alcuni dei suoi ufficiali e massaccato. Wandiwask. Città dell'impero inglese delle Indie, nella presidenza di Madras, sulla costa del Carnatico. Nel 1759 vi si svolse un combaaimento ~be apparuene alla lotta tra Francia e I nghilterra nelle Indie. li gen . francese Lall y, :1vcva appena riconquistata la piazza forte di W. q uando si presentò sotto le ~ura ddla città, che ancora non erano s1a1e messe in stato di difesa, un corpo di truppa inglese comandato dal colonnello Eyrc Cooce, composto d i 1900 E uropei e 3500 Cipais. La forza d i cui d isponeva Lally consisteva in 1500 Francesi, 18oo Cipais e 200 cavalli mahratti. I Francesi Curono sopraffatti: la loro sconfitta (u completa, con la perdita di vasto te.-ritorio. Wanzel. Fabbricante ,l'armi che trasformò nel r867 i( fucile austriaco ad avancarica in retrocarica. Alla canna era avvitata una scatola di culatta con l'otturatore unito a l coperchio, che girava in avanti a cerniera. L "o tturazio ne fu ottenuta col sistema ci po Storm. li bossolo della. cartuccia era di rame scampato con percussione periferica.

Fucile Wanzel mod. 1867

Warbury, Città della Germania, sul Dicmcl. Il 31 luglio 176o vi aveva preso posizione il gen. francese Dc Muy, con 28 bgl. e 30 sqdr., e vi (u attac<alO dal duca Ferdinando <li llrunswick con 23 bgl., 22 sqdr. e un corpo inglese . Il d uca lancia il gen. Za.trow con tr bgl. e 1 0 sqd r. contro il fronte dei Francesi, e il gcn. l lartlenberg con 12 bgl. e 12 sqdr. contro il fianco sr. li reparto inglese, fra le due colon11c, deve impadronirsi di IV. La nebbia favorisce la marcia al coperto e alle 13 i F rauccsi sono attaccati <li fronte e cli fianco, mentre gl i Inglesi si impaclroniscono di IV. Verso le 15 arri'"ano in rinforzo del duca allri 22 sqJr. di cavalk.ria inglese, agli ordini di lord Granby , che si precipitano in ma.sa contro il ccmro francese, scompigl ia ndolo e volgendolo in fuga. Le loro fanterie si salvano mercè l'intervento della ca\"alleria che si sacrific:i. Perdite francesi: 1500 u. sul campo, 2200 prig1onreri, 17 cannoni. Perdite del Brunswick: 1 200 u. fra morti e feriti. Wa rnemunde. Città della Germania, alla foce della Warnow nel Mar ]3a(,ico. L'n giugno 1677 l'ammir. danese Niccolò )uel COI\ una squadra di undici navi, vi sconfisse quella svedese dcll"ammir. Sjoeb bad. W ar ren (Giulio). Chirurgo americano (1753- 1815). Fu chirurgo in capo nell 'csercito nord-americano c!urante la guerra per l'indipcn<lcnza nazionale, e fondatore della scuola di ·Harward. Praticò fra i primi la legatura dei gr'lssi vasi. 1Va1·re11 Giova1111i Dorlesc. Ammiraglio inglese (t754-1822). Prese parte alla guerra ameriçana e poi a quella della Rivoluzione francese. Nel t795 catturò il vascello « H oche » ccn tre fregate che portavano milizie nell"Irlanda. Nel 1815 fu in,•iato ambasciatQre a Pietroburgo. Lasciò un: « Quadro della forza navale <lella Gran Bre\agna », Wartenburg. P iccola citt11 della Sa,.s'lnia sull"Elba, presso la confluenza della Schwarze Elstcr. Durante la campagna napoleonica del 1813 in Germania vi ebbero luogo .ripetuti scontri fra i Francesi e gli Alleat i, che si d isputavano I passaggi su ll 'Elba. l Prussiani, che cercavano di shoccare sulla sr. del fiume, verso la fine del scttc;nbre avc,•ano gettato un ponte a IV., ma il ma rese. Key il 26 settembre lanciò i l IV corpo all'anacco d i IV., cost ringendo i P.russiani a ripassa re sulla dr, del fiume e a tagl iare il ponte. Alcuni giorni dopo, il gcn. Blucher, nel discendere lungo la dr. dell'Elba per shoccare contro la dr. dei Francesi, fs:cc gettar'! a W, due ponti e passò nella notte sul 3 ottobre con tutte le forze d i cui disponeva sulla sr. Il VII corpo francese occupava a W. una posizione protetta <la dighe e acquicrini di cui occorreva impadronirsi per assicurare lo sbocco. li corpo del gen . York attaccàva al mattino del 3 i , 5.000 Francesi del Ben rand e il combattimento si protrasse accanito fino alle 17. Un movimento aggirance del principe Carlo di Mecklemburg sulla dr. del


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1477 -

VII corpo decise il Bemand alla ritirata. La giornata costò oltre 3000 uom ini ai Prussiani e _ circa r200 ai Prancesi. Il risu ltato fu notevole in quan to obbligò i F rancesi a ritirarsi dalla l inea dell'Elba. A questo combattimento parteciparono g li Italiani della divisione Font~nell i, che v, perdette 500 uomin i.

Washington. Città capitale degli Stat i Unili d'America, sul Potomac, fondata da G iorgio Wash ington nel 1790. Prua di Wasl,ington . Nei prim i giorni dell'agosto 1814, durante la guerra Anglo-americana, l 'amm iraglio Cochrane aveva assunto il comando della flo tta inglese per a ttaccare la città. Per la sua d ifesa il gen . americano \Vinder d isponeva di quattro o cinq uemila l!omin i, quasi tutte m il izie. Il r9 agosto la flo tta inglese sbarcò 6000 u . al comando del gen. Ross . I marinai americani d ied ero alle fiamme le ·proprie navi andando a 1agg iungere il gcn. Wa nd cr, che prese posizione fra Blandesbùrg e W. riunendovi tutte le sue forze per o pp orle a l n emico al p a ssagg io del fium e . Una btr. d i 6 canno n i fu posta di fronte a l ponte. Le a lt re a rtiglierie furono situate sopra un 'altura fiancheggiante la strada. Verso n1ez.-zogiorno u na co lo nna inglese ·si spinse fino sul ponte; sp:1zzata <lall 'art. americana, venne rcspirlta, ma u ua seconda colonna d i forza maggiore, incurante delle forti perdite, riuscì a passare, e, sba nd ata parte della prima linea americana, comp letò. il su ccesso sba ragliando dÙe regg. nemici giunti d i rincalzo. Procedentlo oltre , mentre parte delle truppe americane resisteva, e parte q u asi senza combatte re si dava alla fuga, gl i Inglesi, vinta ]a resistenza avversaria, ben presto ebbero ragione anche della seconda linea . Allora g li American i, v ista perduta la pa rtita, disposero che le riserve, a l comando del gen . Smith, r ipieg assero in fretta sulla capitale, dove si sperava di racco•• glicr~ i fuggiaschi. Fall ita questa speranza, in una conferenza tenuta dal gen . W inder, d a l segretario d i Stato e d a q uello alla guerra, si decise <li abbandon a re la città d ove l'indomani entrarono gli Inglesi . Essi però poco dopo abbandonarono la conquista d o po èi avere dato alle fiamme il Campid ogh1 colla ricca biblioteca e il Palazzo del Presidente.

I. T11tttato di Wa-shington (1867). Concluso fra g li Stat i Uniti e la R ussia . Questa ~e<le loro la penisola dell 'Alaska e le isole Aleutine, dietro com penso in d enaro. Il. Trattatq di Wasl,i11gto11 (8 maggio 187r). Fra Inghilterra e Stati Uniti. La questione dcli '.Alabama (V.) è d eferita a un a rbitrato. III. Trnttato di Washii;gton (16 g iugno 1897). Fra gli Sta ti Uniti e i rappresenta nt i d elle isole I-lawai, i q uali fi rma.no l 'a tto d i annessio ne delle loro isole ag l i Stati Un iti . IV . Trattato d, Washington (2 d icem bre 1899). Con venzione fra Inghilterra , Stati Un iti e German ia in rapporto alle .isole Samoa. V . Trattato di Washington (24 febbraio 1902) . F ra g li Stati Uniti e la Danim arca. Questa cede d ietro compen soin d enaro le proprie :sç,le delle .J\ nt ille a gli Stati U niti. Ma per l'ind ignazione suscitat a in Danimarca, il trattato non venne ratificato e non ebbe allora esecu z ione . VI. T rattato di Washittgto11 (23 gennaio 1903). Fra gli Stati U niti. e la Colombia: i pri mi acquistano la p roprietà perpetua d el canale d i Panamà . V[l. Trattato di Washingto11 (14 febbraio 1903). Inghilterra, Germa nia, Italia , o ttengono che il Ve nezuela paghi

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alle tre Potenze una conveniente indennità per d anni recati a loro cittad ini, dopo tre anni di blocco delle coste

venezuelane. VIII. Trattato di Washington (18 novembre 1903) . Fra gl i Stati Uniti e la nuova Repubblica del Panamà. Q uesta cede agli Stati Uniti , per d icci m ilioni d i d oll ari, il terreno necessario alla costruzione del canale interoceanico; gli Stati Un iti garantiscono l 'indipendenza della Repubblica. Questo t ratta to {u p u re detto di l➔ ay-Bunau Varilla, dal nome dei due negoziatori p rincipali . IX. l'ace di Washington (1906). Fu co nclusa, per l'intervento del Messico e. degli Stat i Uniti, fra H onduras e Satl Salvador da un lato e Guate m ala d a ll'a ltro. X . T raila/o di WasMngton (6 gennaio 1909). Fra gli Stati Un it i, la Colombia e il Panamà. La Colombia riconosce l' ind ipen denza d el Panamà ; questo con sente a pagare a lla Colombia due m ilio ni e mezzo <li dollari com e t JUOta pa rte nel debito p ubblico colombiano. XI. Trattalo di WasMngton (r6 luglio 1916). Fra Stat i Uniti e Dan imarca, che cede a i primi per 25 m ilioni d i dollari le tre isole di San ta Croce, San Tommaso e San Giovanni nelle P iccole Antille. Xli. Conferenza di Washington (12 novembre 1921-6 fe bbraio 1922). Confere nza per il disa rmo. Vi p resero parte le Potenze del)' [ntesa. Si raggiunse l 'accordo per la resrituzionc dello Sciantung a lla Cina, e fra Stati Uniti , Inghilterra, G iappone e Francia pel Pacifico (conservazione dello « statu quo »). Q uanto a l disarmo nava le , si ri uscì a stabili.re quanto scgcic : Le Po tenze contraenti si impegnano a non costruire navi di linea d i tonne llaggio superiore a lle 35,000 tonnellate, con cannoni di calibro n on superiore at 406 mm . li tonnellaggio comp lcs,; ivo venne fissa to per la G ran Bretagna e gli Sta t i Unili in 525.000; per il G ia ppone in 315 .000 ; per l'Italia t la Francia in 175.000 tonneH:ne. Nei riguard i delle navi portaerei venne riconosciuta la perfetta p arità tra la F rancia e l 'Ita lia. Le cifre concesse per q uesto l ipo d i n ave fu rollo e Stati Uniti cd l nghiltcrr.:1 135 .000 tonn . c iascuna; G iappone 8r .ooo tonn . ; Fran-

cia e Ital ia 60 .000 tonn . ciascuna. Il limite massimo fissato per le navi di q uesto tipo fu d i 27 .000 tonnellate com e d islocam e nto e di 203 mm. come calibro dei c;innoni. li trattato stabilì inoltre Ghc nessuna potenza firmataria , alI 'infuori delle navi sopra<lctte, potesse costruire un ità di d islocamento superiore alk JO.ooo tonne llate a rmate con cannone d i ca libro super iore ni 203 mm . Libera la cos tru zione d el naviglio leggero e q uella dei sommergibil i. XIII. Tra/lato di 1Vasl1i·n gton (agosto 1922). F ra i l Cile e il Perù , per la deli m itazione dei confini d ella zona rimasta in contesrazione dopo la gue rra del P acifico. La questinne fu d efinitivamente risolta nel 1929. (V. Tacna). XIV . Conferenza di Washington (6 gennaio 1929). Conferenza panamerica na, cli conciliazio ne e d i a rbitrato. Vie ne firm ata <la ven ti repu bb liche americane.

Washington . T rasporto, varato in F rancia nel 1854. Dislocamento. tonn. 1058, macch in a HP . 340. Fu acqu istato nel 186o dalla m a rina sicilia na, passando .subito dopo a far parte d i q ue lla italiana, e venendo radiato nel ,904 . Washington Giorgio . Generale e stat ista american o ( 17321799). Figlio di u n ricco agricoltor€ nel 1751 ebbe il coma ndo m ilita re d i u no d ei d istretti della Virginia e due ann i più tardi partecipò a ll a g u erra contro i F rancesi del Canadà . Delega to d ella Virginia nelle prime riunioni d ei


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rappresentanti delle colonie della Nuova Ingb ilterra, sostenne la resistenza. Nel 1775 il Congresso di Filadclfìa lo nominò comandante in capo degli cserciù repubblicani. Dopo la pace fu elct10 Presidente degli Staù Uniti. Eletto una seconda volta nel 1793, rifiutò una terza elezione. Nel 1798 'fo ancora chiamato a capo dell'esercito <lcl la Rcpub• blica e ne organizzò la difesa quando sembrò che dovesse ;ergere un conAiuo colla Francia.

Waterberg. Villaggio cd altu re dell'Africa sud-occiden, tale ex-tedesca. Nei giorni 11 e 12 agosto 1904 vi avvenne un combatùmcnto che appartiene alla rivolta degli Herrcros contro i T<..-<leschi. Questi erano riusciti a <lisporsi in sci g ruppi attorno alle alture occupate <lagl i Herreros, formando un cerchio <li circa 50 Km. di diametro. Si sapeva che gl i Hcrreros erano 50 o 6o mila, compresi vecchi, donne, bambini: di essi 6000 erano armati <li fucili. I Tedeschi avevano 1488 fucil i, 30 pezzi, 12 mitr:tg li atrici. L'attacco ge• nerale doveva, secondo g li ordini del gen. Trotha , portarsi alle 6 del manino dcli' 11 agosto con maréia concentrica delle sei colonne. In tale giorno le tre colonne che procedevano da sud e da sud-est verso il TV. inconrrarono forte resistenza : alle 13 cd alle 18 gli I-lerreros le attaccarono, ma {Uiono respinù. li gcn. Trotha sospese il combattimento a sera e rimandò all'indomani l'attacco generale. Alla mattina del 12 il combattimento venne ripreso e le tre co• )onne provenienti da nord e nord-ovest avanzarono incontrando ancora resistenze; ma i combattenù hcrreros, vistisi circondati, abbandonarono donne, fanciulli, besùame, e si ritirarono verso est nel massimo disordine . li gen. Trotha insegul il nemico solo col fuoco delle artiglierie. 1 Tedeschi ebbero 26 morti fra i quali 5 ufficiali e 59 feriti fra i quali 7 ufficiali. Water loo. Comune del Belgio, nel Brabante, 15 Km. a sud di Bruxelles.

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Grouchy si lascier:\ sfuggi re i tre corp i avanzati p russia ni . La mattinata del 18 passa inattiva; tale rirnrdn volle attribuirsi alla volontà di Napoleone di dar tempo al rasciugarsi del terreno per rendere possibile la manovra dell 'artiglicria; l'azione s'inizia alle 1.1 .•~o alla sr. francese, che urta contro le. posizioni britanniche d i Hougoumont, bene afforzate. li geo. Rcille, per sostenere ]a divis. Gerolamo lluonapane, s'impegna, oltre i limiti as:,egnatigli <lai proprio compito d imostrativo, in una vera battaglia. Più ad est il Ncy commette analogo errore, impicipndo tulta la propria fanteria in osti nati attacchi contro le soli,le lince de la Haic-Saintc; solo più tardi mette in azione 80 pezzi per meglio preparare il rinnovato attacco principale. J\llc 18 ,1 duello d elle opposte artiglierie è alla fase più intensa; alle 13,30 s'inizia l'attacco decisivo, con <lcnsc colonne che offrono oaimo bersaglio e subiscono enormi perdite. L'intervento della cavalleria, a<l onta di parziali successi, è sterile sacrificio, poichè le momentanee conquiste non sono rese stabili dalla tempestiva occupazione di fanteria fresca, di cui più non si di$pone. li Ncy richiede a Napoleone il concorso della Guardia; ma !"imperatore non lo concode, giudicandolo premawro; e gi~ il corpo d 'annata Lobau ha

circa

Battaglia ,li Waterloo (18 giugno 1815). Appartiene alle guerre dell"Impero Francese, e si svolse fra l'esercito di Napoleone 1 e le forze anglo-p,ussianc, agli or<li11i rispettivamente dei geo. Wellington e Bli.icher. Napoleone disponc,·a di r20.ooo u. con 374 cannoni; Wellington di 106.000 u. di cui 35.000 Inglesi, 41.000 Tedeschi, 29.000 Olandesi e Belgi, con 196 cannoni; Bliicher di 117.000 con 304 cannoni. Il r6 giugno, il maresc. Ncy, comandante dell'ala sr. francese, scarsamente orientato, non puntò risolutamente su Quatre-Bras secondo gli ordini ricevuù, per impadronirsi del punto di giunzione fra Wellington e BHichcr; e il gcn. Grouchy, pure battendo lo stesso giorno i Prussiani a Ligny, non completò il successo sino al punto occorrente per immobilizzarli. Cosicchè il 17 trascorre in movimenti complementari senz'alcuna decisione: a dr. il Crouch y, i11ccrto sulla direzione di ritirata del Bliicher, avanza lentamente verso Gcmbloux; a sr. Napoleone viene a rincalzo <lei Ney. Wellington ne profitta per rerrocedere indisturbato su Mont-Saint-Jean, dove occupa una forte po• ~izionc d ifensiva, coprendo la strada di Bruxelles. Gli Inglesi dispongono a W. di 75.000 uomini, ma possono essere appoggiari dai Prussiani, che hanno sulla sr. della Dylc tre cof pi d'armata (circa 75.000 uomini) i quali dovrebbero cogliere sul fianco d r. i Francesi qua ndo muovano ali 'a tracco degl i lnglcsi. Napoleone intende d i agire dimostrativamente sulla sr. inglese e di sopraffare la dr. e il centro per respingerli ;,ulla strada di Bruxelles e separare sempre di più Wellington dai Prussiani; egli conta su l concorso del Grouch y, che spera in grado d i inseguire il Bliicher, se que.;ci sbocchi , ul campo di battaglja_ ponendolo cosl fra due fuochi. Ma

Battaglia di Waterloo (1813)

dovuto accorrere ad est di Planchcnois, poichè alle r3 era · segnalata la compar.a di un'a,anguardia prussiana, pro,•c- . niente da est, prodromo dell'inatteso arrivo del Bli.ieher. t:; tuttavia possibile fronteggiare da quel lato la minaccia. tanto più che la lu nga colonna prussiana deve sostare per serrare sulla testa e procedere attraverso non facili sbocchi, che più accurarn ,·ig ilanza avrebbe potuto fare occupare con vantaggio. Napoleone, intuendo il pericolo, spera di avere ancora tempo per mettere fuori causa gl'lngles\ e converge perciò ogni sforzo su l centro; il Ney ' rinnova col I corpo l'attacco del pianoro di Mont-Saint-Jean: l'inizi~ sembra favorevole, e tutta la cavalleria interviene ancora sul terreno fra le due strnde di N ivclles e di Quatrc-Bras. Alcuni quadrati inglesi sono rovesciati, ma alla fine essa è decimata dal fuoco della fanteria. Dopo due ore di mischia, e dodici cariche reiterate, essa scende al margine del pianoro per aspettarvi il rincalzo 9clla Guard ia. Sono già le· 19 e la situazione s'aggrava ora - com 'era a temersi sulla dr. dove il Bliicher, entrato in azione fino dalle 16,30, è man mano rinforzato dall'arrivo d'altri corpi e soverchia il Lobau. Alle r9 la sua fronte, allargata con l'entrata in linea alle ali del corpo d 'an nata Pirch, assume esren,ionc che gli permette di agire con vantaggio : con un brusco sforzo egli conquista Planchenois, giungendo così quasi allo stradale Quatrc-Bras-Hruxelles, e cioè alle spalle dei Francesi. Una pane dcl l:1 Guardia è perciò d istrutta dal rinca lzc, dcsùnato al Ncy e viene a soccorrere la dr. del Lobau: essa riconquista Planchcnois. L'altra parte non è sufficiente alla


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rottura del centro ing lese, che frattanto il Wellingto n ha potuto rinforzare a spese della propria dr. ormai sicura <la sorprese. Già si delinea la Aessionc della fronte d 'attacco francese, quando verso le 20 sopraggiu11ge sulla dr. l'ultimo corpo pruss iano (Ziethen) verso Papclotte e la cavalleria pcoclra nel sa liente dell'ordinanza di battaglia, separando il Lobau <131 Ney, clic colti di rovescio retrocedono in disordine sul pianoro della Bellc-Alliancc. l'. ora i l momento ,lcll 'offensiva :illeata contro un attaccante ~tremato e privo d i riserve: i Prussiani r iconquistano Planchenois, sul tergo della linea francese, mentre gli Inglesi riprendono definitivamente Hougoumont e la Haic-Sainte. La ritirata generale s'impone, pur senza csprcs,i ordini : il corpo d 'annata Reillc, nmasto scaglio ne avanzato sulla sr., può ancora proteggerla per breve ora; ma la spinta concentrica di circa 150.000 uomini che gravitano sulla fromc impegnata la tramutano in rotta, ad o nta d i alcuni leggendari episodi di eroica resistenza, fra cui pl'Ìmcggia quella dei quadr3ti <lella Vecchia Guardia, comandati dal prode gen . Cambronne, di fronte ai furiosi assalti degli Inglesi. Esauriti all'estremo, questi ultimi si arrestano alla Belle Alliance e il Wellington corre a Bruxelles per redigervi nella noue il celebre bollcuino di villoria, estrema sentenza che chiude l'effimera risurrezione del profugo dell'Elba. Il vecchio Bluchcr persiste, invece, nell'inseguimento sino agli est remi, impiegandovi sin l 'ult imo uomo . La cavalleria prussiana procede nella ;iottc lunare <lispcrdendo i fuggiaschi e non s'arresta che ali 'alba verso Frasnes, sfinit3 di for~e: tutto il materiale francese è perduto e j dispersi s•affrettano in parte verso Laon e Soissons, ove invano il gen. Soult procura di rannodarli. La catastrofe è completa : Napoleone corre a Parigi ove l'aucndc l'abdicazione forzata, preludio dcll"esilio a Sant"Eleoa dietro l'inesorabile condann3 degl'Inglcsi, cui con fallaci ·speranze egli si affiderà. Le perdite d ella giornata va lutansi a circa 25.000 uomini per Francesi, 20 .000 per gli Inglesi e circa 4000 pei Prussiani.

Wattignies-la-Victoire. Comune della Francia, nel clip.

1479 -

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csp lic<Ì nessun sforzo concorde contro le forze avversarie d'investimento. La battaglia di W . , esaltata sul momento come un grande successo per rialzare il morale dei rivoluzionari e il prestigio delle armi all'interno, benchè tatticamente vittoriosa, non ebbe gli effetti decisivi che potevano sperarsene, poichè la distribuzione ddle forze imposta

Dnttaglia di Wattignies (1793)

dal commissario civile Carnot ve nne a far ma ncare :,I momento voluto la disponibilità di una massa per operare subito su Charleroi e la bassa Sambra, cadendo sulle comunicazioni dell 'avversario ; onde la campagna si chiuse con la cattiva stagione senza risultati apprcz?.abili segnando il disfavorc del fourdan, come prima aveva segnato quello del Dumouriez.

Wauwermans (Enrico). Generale belga e scrittore militare del sec. XIX. Ha pubblicato: « La fortificai.ione di Nicola Tartaglia • e « Studio sulla bibliografia dell'architettura _militare nel secolo XVI ».

del Nord.

Battaglia di Wattignies (Ii93)- Appartiene alle g uerre della Repubblica francese. Dopo !a deposizione del Dumouriez, !"armata di Sambra e Musa, comandata dal gen. Jourdan, muove contro gli Imperiali del principe di Coburgo. Questi si presenta a bauaglia sulla posizio ne d i W., dove una linea di al cure boscose offre buone condizioni di schieramento e affida di poter coprire efficacemente l'assedio d ella vicina Maubcugc, ove il p residio francese è stretto dagli Imperiali . Jourdan ordina i suoi in tre nuclci : mentre ai due lati debbono iniziarsi azioni dimnmative, al ccnt.-o tre colonne puntano su W. per operarvi lo sforw decisivo. Sono circa 5 0 . 000 Francesi che affrontano 80.000 Imperiali. La nehbia favorisce gli attaccanti, che all'alba de! 16 o ttobre s'avvicinano al centro avversario, ma sono respinti: Jomdan prende allora personalmente il comando delle t re colonne centrali e le trascina all'assalco, sccondat0 da fuoco vivissimo delle batterie leggere. W . è occu pata. L "intervento della cavalleria austriaca sembra produrre un istante <l'indecisione nei Francesi, ma la presenza del Jo urdan ne rianima lo slancio. Alle ali le cose procedono meno spedite : i France<i iono respinti da un lato nel bosco di Solres perdendo varl pezzi ; e dall'altro sono ricacciati su Philippcvillc abbandonando rutta l'artiglieria. Ma i'in tervcnto delle riserve rialza le sorti delle ali e la giornata si chiude a favore dei Francesi , soprattutto per la cooperazione validissima dell'artiglieria. li corpo francese chiuso nel campo di Maubeuge (circa 20. 000 uomini) non

Wawer (Bauaglia) . È detta pitì propriamente : Battaglia di Grochotu (V .).

Wawre. Comune del B:lgio, sulla Dyle, a est di Waterloo. 11 r8 giug110 r815, mentre Napoleone si batteva a Waterloo, il gen. Bliichcr aveva lasciato il suo III corpo (Thielmann) sulla Dyle, a fronteggiare il maresc. francese Grouchy. Questi, dopo la battaglia di Ligny, era rimasto un:t giornat a inattivo, e solo nel pomeriggio del 18 :wanzò su I-V. col 111 corpo (Vandamme), il I V (Gérard), il I( cavalleria (Exelmans), inviando la djvis. Teste del V I corpo e il J di cavalleria (Pajol) pilt a sud per passare la Dyle a Limale. Gl i attacchi francesi a IV., ripetuti fino n tarda notte, non riusc irono a forzare i passaggi della Dylc; invece a Limale il geo . Teste vi riusd a malgrado la resistenza di 3 bgl. e 3 sqdr. prussiani (col. Sten gel) rinforzati a tarda sera dalla 12• brigata (Stulpnagcl). La battaglia venne ripresa la manina del r 9 cd il gen. Thielmann resistetre tenacemente a tutti gli attacchi francesi; ma, avendo ricevuto alle 9 la notizia della vittoria di Waterloo ritenne finita la propria missione, predisponendo un ordinato ripiega mento su Bruxelles . Solo allora i Francesi poterono passare la Dyle a W. Alle o re 11 Grouchy ricevette la notizia della disfatta di Waterloo ed or<linò la ritirata su )1amur. Weasel. P iroscafo costru ito nel 18~6 in Inghilterra, acq uistato <lalla marina siciliana e passato a quella italiana nel 186o, ,·encn<lo radiato nel 186g.


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Weber, Colonnello comandante d i C. d 'A. dell'esercito .svizuro e sc rittore mi litare (r849-193r). Servì nell'aniglie•ia e passò poi nello S. M. Dopo la guerra del 1870-71 si ocCl1pò di fortificazione permanente e di guer ra d'assedio . Addetto al Dipartimento militare federale, ebbe grande influenza nelle decisioni prese negli ultimi anni del sec. XIX, come nella costruzione delle fortezze del San Gottardo e d i Sa n Maurizio, e pubblicò in quel] 'epoca un lavoro sulla fortificazione del campo di battaglia. Nel 1901 fu nominato capo dell 'a rma del genio, dedicandosi specialmente alle questioni fortificatoric. Nel i914-1 9 18 creò le regioni fortificate di Oltcn, Morat e Bellinwna. Andato a riposo nel 1923, con tinuò ad occuparsi dcl i 'esercito e fino quasi alla sua morte insegnò fortificaz.ionc e storia mii. alla Scuola Politecnica di Zurigo. In quel tempo pubblicò un « Riassunto della storia militare della Svizzera " · Fu collaboratore della (< RC\'Uc milita ire suisse ».

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d ifesa mobi le , forti di circa 4000 u. e 18 cannoni , che occupavano le alture da Ku-pci-tsui a Kudcfov . All 'alba del 30 le truppe giapponesi sostenute dalle forze navali, divise in due colonne, superata la debole resistenza nemica occupavano le colline e il 1"' febbraio iniziavano il movimento verso la città, dove entravano il giorno dopo. Rimanevano le superstiti forze navali dell 'ammir. Ting. - Il 3 febbraio la Aotta bombardò le isole Liukung ed !tau; nella nouc

Wehlau. Città della Germania , nd la P russh, Orient:de, alla confluenza dcli' Alle con la Pregel. Il 29 settembre del 1657 vi fu firmato un trattato di pace cd alleanza, con la mediazione dell 'Austria, tra il re <li Polonia Giovanni Casimiro V, e l'cleuorc di Brandeburgo, Federico. La Polonia rinuncia alle sue ragioni di supremazi a sulla Prussia e questa restituis.:e i territori occupati durante la guerra. Wehr bund. Formazione militare dd pa rtito cristiano sociale in Austria, costituita dopo la guerra par:dlclamentc a quella organizzata dal partito socialdemocratico. Cessò di esistere, come tutte le altre , col rafforzamento del potere centrale avvenuto nel 1934, dopo il fallimento del tentativo armato dei socialdemocratici di conquistare ii potere. Wei-hai-wei. C iu à del la Ci na, sulla costa settentrionale della penisola dello Sciantung e importante base navale, fatta costruire da Li-Hung-Cbaog e munita di n umerosi forti e batterie. Nel 1898, per bilanciare l'occupazione di Port-Atthur da parte della Russia, l' Inghilterrn impose alla Cina, colla consueta forma dell 'affitto per 99 anni, la cessione di W. che restitul nel 1930 alla Cina. I. Assedio di Wei-hai-we, (Guerra Cino-giapponese). Sulla fine <lei 1894 il governo giapponese ordinò la presa ~i IV. destinandovi il corpo del maresc. Opma, su due d ivis. (Sakuma e Kuroki) forte di ,irca 25.000 combat• ten ti. C inque d ivis. nav:ili , comprendenti 41 unità al comando dcll'ammir. ho, scnnavano il com•oglio, costituito da 57 t rasport i, che in tre scaglioni, fra il 20 e il 25 gennaio i 895. sbarcava indisturbato nella baia <li Yung-chcng. La guarnigione della piazza non superava i 12.000 u ., dei quali 2000 erano nelle isole d i Liukung e ltau; concorreva alla d ik,a ciò che restava della nona cinese dell'ammir. Ting, e cioè due cornzzatc, una delle quali aveva immobilizzate per avarie le grosse anigl ieric, t re incrociator i, 6 cannoniere e 15 torpediniere. Il 26 gennaio l'esercito giappone~c mosse su due colonne verso la piazz:1 e all'alba del 30 attaccava le posi?io ni di Motienling e le co11quistav,1. !mmediarnmentc i forti costieri aprirono il fuoco sulle posizioni, aiutati dalle art. delle due corazzate . Allç_ 8 i Giap• pones i r icevettero un rin forzo d i a rt. da m ontagna, che prendendo posizione sul ciglione di Motienling iniziò un tiro di controbatteria sui forti, sostenuto dai pezzi navali di due div is. della Aotta e dalle btr. delle posizioni occupale. Oue dei forti furono presi d'assalto, mentre quello di Seaycasu saltava in aria . Alle 13 del 30 gennaio tutte le fortificazioni d ella penisola di Pohchihyasu erano nelle mani dei Giapponesi. !manto, a.gli ordini del gcn. Sakuma, la ;zA d ivis. svolgeva il comp ito d i annientare le truppe del la

11 porto di Wei !Jni Wci (r89~), Il ostruzioni

sul 4, in una lrcmcnda bufera di neve, le torpediniere riuscirono a silurare l'ammiraglia r1cmica, c.:orazzma <( Ting• yucn "; con un secondo attacco nella notte seguente distruggevano due incrociatori e un trasporto; il 7 nuovo hombard;tmcnro generale delle superstit i rorze nemiche e delle opere delle isole, tentativo di fuga e distruzione delle torpediniere cinesi; il giorno 9 fu distrutta anche la cnra;,,. zara « Ching-yucn » , Nella notte sul giorno n l'ammir. Ting, saputo che il governo di Pechino non avrebbe inviato alcun rinforzo, vista perduta la partita, decise la resa. li 14 la capitolaz:::mc era firmata e il 15 I 'ammir. Ting, compiuto fino ali 'ultimo il proprio dovc(e, stoicamente si dava la morte; il 17 le opere e le navi cinesi issavano la bandiera g iappone,c. Cadevano nelle mani del vincitore circa 8000 prigionieri e tutto l'enorme materiale della base navale conquistata.

Weissemburg (Wissembourg). Ciuà dell'Alsazia, sulla Lauter. A sud della citt:ì esi, tono tuttora avanzi <lellc trincee, costit uenti le « linee d i W. », costruite dal granduca di Ba<len durante la guerra di Successione di Spagna . li 4 luglio 1705 il marcsc. di Villars si impad ronì d i W . dopo un breve combattimento. !. Attacco delle liuec di Weissernhurg (1712). Appartiene alla guerra di Successione di Spagna. Il marcsc . d 'H arcourt era in po5izione dietro le linee di IV. quando il duca del \Vi.irllcmberg, dopo ave r S!Jarsa la voce che sarebbe passato sulla d r. del Reno per recarsi in Fiandra, si presentò davanti alle lince con numerose forze. 11 14 e 15 agosto bombardò le posizioni francesi, il 16 le attaccò con due forti colonne senza risultato; il 17 continuò il bombardamento per coprire il proprio ripiegamento che effettuò nella notte sul 18.


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II. Attacco delle linee di Weissemburg (1744). Appartiene alla guerra per la Successione d 'Austria. Nel mese di giugno il principe Carlo di Lorena occupò d i sorpresa le linee di W. con le truppe imperia li : il maresc . di Coigni le attaccò il 5 luglio con tre colonne. L "attacco riuscì e W. venne occupato di primo impeto . Gli Austriaci vi perdet tero 3000 u. fra m. e feriti e 600 prigionieri. III. Combattimento di Weissemburg (1793). Ap partiene alle guerre della Repubblica francese. L 'armata del R eno, comandata dal gen. Carlen, gucrniva le lince di W. rafforzate, sulle alture che fiancheggiano la Lautcr, da una serie di ridotti e d i abbattute. Il gen. Wiirmser, comandante degli Austriaci, il mattino del 13 ottobre con sette colonne mosse contro i Francesi ; quella d ·estrema sr ., passando il Reno mercè un ponte d i circostanza a Seltz, puntò sulla dr. avversaria; la colonna adiacente vi convergeva da Lauterburg, sussid iata da una terza, ,lcstinata a cooperare ad un attacco d i rovescio concro le linee d i W. Altre quattro colonne dovevano forzare la linea della Lauter. Ma una tale sudd ivisione d i forze r ichiedeva un coordinamento che venne a. manca re; tuttav ia gli attaccanti riuscirono parzial~ mente nell ' intento : il principe d i Waldeck scacciò da Seltz

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brigata <li cavalleria Septeuil. Un bgl. era in città; le rimanenti truppe sulle alture a sud. Mentre i Fr ancesi stavano tranquillamente facendo il rancio, sicuri che il nemico fosse ancora lo ntano, poichè una ricognizione aveva riferito <li non avere incontrato alcuno, una btr. bavarese aprì

il fuoco sulla città. Il Douay dispose che una btr. col 1° regg. tiragliatori algerini occupasse la stazione, mentre la brigata Montmarie occupava il castel lo di Geissbcrg ~ le

un debole prcsidio 1 ma non osò avanzare dccisa1ncnte e

verso le 18 ripassò il Reno. Il gcn. Jellachich, comandante della colonna adiacente, si spiuse a sua volta poco oltre Laute rburg, ove prese posizione appiedando imprudentemente la cavalleria cd esponendosi così a una sorpresa nell'incontro con i Frauccsi che abbandonavano la eiuà: il fortunato intervento degli Usseri d'Assia sventò quel pericolo . Da questo lato, adunque, la fiacca condotta dell'attacco paralizzava ogni successo d el d isegno d 'operazione a malgrado della mancata. reazione e ,1el sol leciro ripiegare della difesa. Al centro gli Austriaci s'erano impadroniti di Bienwalél e alla sr. francese riuscivano a forzare le difese avanza re e ad occupare il ridotto di Steinfeld. Il gen. Carlen o rdinò la ritirata oltre la Lauter , movimento d ifficile, che potè effettuarsi quasi indisturbato per lo slcgamenro delle

Combattimento d i Wcisscmburg (1870)

colonne a\lversarie.

Nel mese di dicembre, in seguito aj rovesci che scaccia-

rono g li Alleati dalla linea occupata a sud della Moder, il Wiirmser si ritrasse sulla Laurer, occupando le alture di W. Il 26 i Francesi, agli ordini del i;-en. Hoche, avanzarono su tre colonne : quella di sr. diretta ag li sbocchi dei Vosgi, la centrale sul Gcissbcrg, quella di destra su Lautcrburg, occupato da due divis. avversarie. Questa colonna, coman<lata dal Massena J riusciva a conqu ista re Lauterburg, n1entre al e.entro il castello di Geissberg era preso dopo vivo contrasto e la dr. francese era minacciata d a presso. Il movi• mento aggirante del Massena rese assai critica la posizione de lle lince avanzate, che la colo nna centrale premeva con slancio, ricacciane.loia su iv. La ritirata degli Austriaci , resa

difficile dal passaggio della Lautcr, mal proretta d a due linee di cavalleria, costrette a r ipiegare l'una sull'altra, si tramutò in fuga disord inata con a bbandono dell'artiglieria e <lei convog li. Il tempestivo intervento dei Prussiani <ld d uca d i Brunswick, accorsi al cannone, permise di meglio rannodare le for ze in r itirat a, d irigendole verso Magonza e verso il Palatinato. La giornat a .s egna un buon successo per i F rancesi, preludendo alla liberazio ne d i Landau bloccata d al nemico , e allo sgom bro da parte d i questo del suolo francese. IV. Combattimento di Weissemburg (1870). Appartiene alla guerra F ranco-german ica. La 3" armata tedesca , varcata Ja frontiera francese, venne ad urtare il 4 agosto sulla posizione d i W. tenuta dal la divis. francese Douay, colla

alture vicine con altre 2 btr. Di fronte, si d istese intanto la 4" divis. del 1T corpo bavarese, comandata dal gen. Uothmer, di cui 2 bgl. e 2 btr. avanzarono su W. Verso le 10,30 arrivò il V corpo tedesco, e poco dopo si sentì p iù ad est i l cannone dell 'Xl. I difensori resistevano tenacemente sulle mura a cui i 'fedeschi tentarono invano di <lare l 'assalto. La 9• d ivis . tedesca ebbe ordine d i attaccare frontalmente il Geissberg, che truppe del! 'XI dovevano avvolgere da sud, e il resto del V corpo occupare Altenstadt per garant ire la sr. della divis. Bothmer. Verso le II il gen. Doua)', vedendo il contim,o accrescersi delle forze nemiche, ment re egli non . poteva attendere rinforzo alcuno dai C . d"A . francesi, d istanti tutti da lui o ltre una gio rnatil d i marcia, ordinò la ririrata. Poco dopo egli rcst:,va ucciso da proiettile nemico; la stazione e la cillà furono prese d i assalto, le porte furono sfondate a cannonate e W . fu occupata mentre i d ifensori ripicgàvano sulle alture . Conrro q ueste si accese più accanita la mischia specialmente presso il castello d i Geissberg, g ruppo d i robusti fabbricati con cortile interno cd esterno, cinto d i mura a lte cinque metr_i dalle cui feritoie i F rancesi mantenevano un fuoco micidialissimo sugli attaccanti. Solo l 'intervento dell'artiglieria, t rascinata con grandi sforzi ; ulla posizione, permise ai Tedesch i di dominarne la resistenza e d i ottc11ere la resa dei d ifensori, dopo che ormai le altre truppe francesi erano in piena ritirata inseguile dai dragoni tedeschi. Gravi fu. rono le perdite dei Francesi, fra cui 1000 prigionieri i llesi, un cannone, tutte le tende e un traino d i vettovaglie; da


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parre dei Tedeschi caddero fra morti e feriti circa 1500 u . In q uesto combattimento fu per la prima volta impiegata dai Francesi la mitragliatrice, i cui effett i non corrisposero però alle speranze che in essa erano state riposte.

Weissenfels. Villaggio della pianura Sassone, sulla Rippach, affi . della Saale . [I r 0 maggio 1813 vi avvenne un combattimento, detto anche di Poserna, che appartiene alla campagna napoleonica del 1813 i n Germania. Napoleone marciava verso Lipsia per passare colà I 'Elster. Il 1ll corpo (Ney), che trovavasi in testa, avvistò verso le 9 del mattino l'avanguardia del corpo Witzingerode, cost ituita da una di vis. di cavalleria, che occupava le alture ad oriente di Poserna. Dispostosi in formazione d'attacco con tre divis . di fanteria e una cavalleria, sostenute dalla cavalleria della Guardia, il Ney scacciò l'avanguarc!Ìa n·e mica dalle alture di W . Witzingerode cercò dapprima d i sostenerla mercè ,lo spiegamento <li altre due <livis. <li cavalleria ed una <li fanteria; m a, vistosi minacciato sulla sr. dalla divis. Gérard, si ritrasse dietro la linea della Floss Graben per coprire gli accessi alla piana d i Lipsia. Il combattimento non ·cagionò gravi perd ite alle due parti, tranne quella del maresc. Bcssières, comandante della cavalleria della Guardia francese. Quest'episodio ha una relativa importanza, i'.l quanto determinò la situaàone iniziale che doveva caratterizzare la ba ttaglia di Ltitzen, impegnat asi l'indomani. Weissig. Villaggio della German ia, a N .-E. d i Drcsda, sulla Sprea. Durante la campagna del 1813 di Napoleone in.. Germania, nell'avacyzata dei Francesi dall'Elba alla Sprea, la brigata Zucch1, che fiancheggia,·a la colonna, e che aveva l'incarico di impadronirsi del villaggio, dopo brillante combattimento, sn idò i Russi da quella posizione e li respinse fino oltre Wallesdort. Weixelburg (Vis11jll Gora). Comune della Jugoslavia, a sud-est <;li Lubiana. Il giorno 8 settembre 1813 vi avvenne uno scontro fra truppe austriache e francesi. Due bgl. di cacciatori a piedi della Guardia, compost i di italiani, vennero improvvisamente assaliti dagli Austriaci, che ebbero, . però, la peggio. li 14 settembre dello stesso anno, il gcn . francese Marcagnct vi anaccò gli Austriaci de l gcn. Rebrovic mettendoli in fuga verso Tressen. A W. furono lasciati quattro bgl. della G uardia comandati dal col. Clément. Essi vi furono assaliti dagli Austr iaci d el Rebrovic il 16 e dopo buona resistenza costretti a ripiegare su Lubiana , perdendo, p rigioniero, il loro colonnello . Welisch (o Veli). Città della Russia, nel governatorato di Vitebsk, sulla Dwioa. Combattimento di Welisc/1 ( 1912). Appartiene alla campagna· di N apoleone in Russia. Il comando dell'esercito cl 'Italia, venuto a conoscenza che un grosso convoglio nemico, scortato da forza rilevante, doveva pa rtire da W.,

il 1° agosto 1812, spiccava a raggiungerlo il colonnello Banco con 200 cacciatori a cavallo. La colonna giunse a W. mentre il convoglio stava per uscire d alle case del borgo, scortato da 4 bgl. di fanteria e 300 u. di cavalleria . I Russ.i immed iatamente sbarrano il ponte con parte delle forze, m entre il grosso si forma in quadrato al d i là, entro un campo recinto da un profondo fossato e dietro a carri e vetture d isposti a trinceà. Malgrado la favorevole posizione e la schiacciante super iorità del nemico, i l colonnello Banco comanda la carica. I duecento volano sul ponte che spazzano dalla cavalleria avversaria e giungono oltre, accolti da vivo fuoco. È impossibile arrivare al quadrato russo: nel fossato non vi è che un solo metto passaggio che il ne-

mico ha g uastato. Banco ha un istante di perplessità, ma poi,. spinto dai suoi cacciatori c he a gran voce ch iedono

la carica, si lancia al galoppo ne!! 'angusto passo. Cinque volte a ttacca quella muraglia <li carri, di baionette e di fuoco, e infine vi fa breccia penetrando nel duplice quadrato; i Russi gettano le arm i ed implorano salva la vita. Su quel tecreno ingombro di morti e feriti , _furono catturati 5 00 u . e- 150 carri, viveri e rnunizioni. Il colonnello Banco, tra morti e feriti perdette 6 ufficiali e 40 cacciatori.

Welitschko. V. Campo trincerato. Wellesley (marcl,ese Ricca,·do). Generale inglese, fratello d i Wellington (1760-1842). Governatore generale dell 'India, nel 1797, combattè contro Tippo Saib, conquistò · la maggior parte degli Stati it1d iani e fu nominato comandante generale di tutte le armate dell'India. Nel 1 802 combattè contro i Mah ratti: la sconfata dei suoi luogotenenti l\!fonson e Holkar gli fecero sostituire Cornwallis nel 1805. Rientrato in Inghilterra fu nominato ambascia;ore nella Spagna e sostenne diplomaticamente l'azione di suo fratello . In seguito .fu ministro degli affari esteri e vicerè d'Irlanda. Wellington (Arturo Wel/esley , duca di). Principe di Waterloo, generale e uomo di Stato inglese (1769-1852). Fece la campagna d'Olanda del 1794, e nel 1796 seguì il fratello Riccardo nelle Indie, segnalandosi nella guerra· contro T ippo Saib e d ivenendo magg. generale; poi si d istinse nella guerra contro i Mahratti . Torna\o in Inghilterra nel 1805, prese parte alla spedizione contro C'..openaghen , di cui trattò la capitolazione cd in r icompensa fu promosso ten . generale. Nel 1808 fu ma'.ldato nella penisola iberica e combattè per parecchi 2nni contro i Francesi, fino alla battagl ia decisiva di Vitoria (1813) che segnò la fine della loro dominazione nella penis'lla. Egli li inseguì oltre i Pirenei battendoli ancora a ToloWelliilgton Arturo sa. Il 1° febbraio 1815, il Governo inglese lo inviò come p lenipotenziario al congresso d i Vienna. A ll'annunzio dello sbarco d i Napoleone , si recò nel Belgio, prese il com ando delle forze riunite inglesi, annovcresi, olandesi e di Brunswick e il 18 giugno stroncò a Waterloo l'ultimo tentativo napoleonico. Nel 1827, dopo la morte del duca di York, fu nominato comandante in capo dell'esercito inglese. Wemyss (lord Wester Rosslyn). Ammiraglio inglese (1864-r933). Nel 1903 comandò la Scuola navale d i Dormouth . Con trammir. nel 19u, viceammir . nel 1916, ammir. nel .1919, comandò la base nava1e di Lemnos nella spediz ione dei Dardanelli nel 1915 e d iresse poi Io sgombro della penisola. Passato al comando delle forze navali nel canale di Suez e iu Siria (r916) lo tenne fi no al luglio 1917, quando assunse quello delle forze del Mediterraneo e nel gen naio r918 fu 11ominato primo lord dell'Ammiragliato in sostituzione di Jellicoc. F u uno dei firmatari dell'armistizio con la Germania a Réthondcs e passò nella riserva nel 1919. Werben. C ittà della German ia sulla sr. dell 'Elba, presso alla confluenza del! 'Havel.

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Hauaglia. di Werben. (5 agosto 1631). Appartiene alla guerra dei T renta Anni, periodo svedese. Gustavo Adolfo, sfuggendo pi due generali della lega cattolica T illy e Pappenheim, mise il campo a W . nel luglio 1631 appoggiando i due fianc.hi_ al fìmne Elba, e vi si fortificò . Il gen. imperiale Til!y il 5 agosto attaccò, avendo prima avvicinato al campo una grossa batteria d i 32 cannoni, con la q uale aprl il fuoco; non r ispondendosi dal campo, le fanterie im periali rnosscrn all 'artacco; ma appena i solda ti della lega· cattolica furono vicini alle l ince trincerate, furono arrestati da improvviso e vivo fuoco di fucileria e mitraglia degli Svedesi. Contemporaneamente la cavalleria svedese sboccava sui due fianchi della linea d 'a ttacw del Ti lly la cui formazione fu rotta, vol gendo in fuga con la perdita d i circa 6000 u . e parecchi cannoni. Werder (]. L.). Arrnaiuolo tedesco. direttore d i una fabbrica a Norimberga. Costrul nel 1868 un fucile con blocco otturatore ad altalena, che fu introdotto nel 1869 in Baviera col nome di ,, fucile Wcr_dcr della fanteria bavarese mod. 1869 » . Alla canna era avvitata b scatola di culatta che con-

Fucile \Verder; culatta aperta

·teneva l'otturatore ed il mecca nismo di percussione. li suo meccanismo era complicato e poggiava essenzialmente sopra una molla, a forma d i U, la quale facilmente si rompeva. La pallottola era cilindrica con punta ogivale. Questo fucile fu usato da quattro bgl. bavaresi nella guerra Francogermanica, mentre le altre truppe erano armate del fucile trasformato Pndewils mod. 1867, Werder (come Augusto von.). Generale prussiano (18081887). Entrato in servizio nel 1825, prese parte alla guerra <lei Russi nel 1842-43 nel Caucaso; co111andò, nella guerra di Boemia del 1866, la 3a d ivis. fanteria . Nd 1870, r icevette il comando del C. d'A. badese-wii.rttcmberghese combattendo a Wiirtll e a Strasburgo. Dopo la caduta di questa piazzaforte, fu posto alla testa del XIV C . d'A. col com• pito difficile di tenere in scacco le truppe francesi nel settore sud-oriclltale del teatro di guerra. Conclusa la pace comandò il XIV C. d' A. a Carlsruhe e nel 1879 lasciò il serviz io attivo.

Werndl. Costruttore austriaco, che nel 1868 trasformb il fucile austriaco ad avancarica in retroca rica. Alla canna era avvitata una scatola di cu latta che conteneva il blocco

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otturatore mobile attorno ad un asse e girevole sul lato destro (si.sterna detto anche « a barile»). La cartuccia era di rame stampato con percussione centrale; la pallottola era cilindrica con punta ogivale e tronca.

Werner (Rei-no/do) . Ammiwglio prussiano, scrittore militare (1825-1909). Ncl 1864 prese parte alla guerra contro la Danimarca e nel 186(; a quella cont ro l'Austria, quindi d iresse il cantiere di Danzica. Partecipò alla guerra Francoprussiana de] 1870-71 e nel 1873 intervenne nella guerra Civ ile d i Spagna. Fu promosso contrammir. nel 1875 e collocato a riposo nel 1878. Scrisse d iverse opere fra cui: " La spedizione prussiana .in Cina, Giappone e Siam del 1873 » ; « La marina prussiana; sua partecipaz ione aJla guer. ra danese, sua import<ulza e suo avvenire )> ; (< La scuola dei

marinai »; « Il l ibro della marina tedesca». Fu il fondatore della « Rivista per la marina e per il salvataggio in mare ,,, e delle società tedesche : per il salvataggio dei naufraghi; per la pesca nel mare del Nord; per la pesca 11el mare Baltico.

Werth (Gio11a11111). Generale tedesco nella guerra dei Trenta Anni (1600-1654). Arruolatosi nel 1622 sorto le balldierc dello Spinola, passò poi al servizio della Lega Cattolica, e dal 1632, prima come colonnello poi come generale, ebbe il comando di alcuni regg. d i cavalleria, alla cui testa combattè in Boemia e nel Palatinato. Dopo che Massimiliano di Baviera ebbe concluso, il 14 marzo 1647, in Ulma un armistizio con la Francia e la Svezia, W . insieme a Spork, tentò di far d volt~re l'esercito bavarese all'elettore e di condurlo all'imperatore, ma abbandonato dall'esercito, e bandito dall'elettore, dovette r ifugiarsi nel campo imperiale. L' im peratore lo creò conte e lo inviò col grado d i generale di cavalleria in Boemia, dove rornbattè nuovamente contro gli Svedesi. Nel 1648, richiamato .dall'elettore, che trovavasi a mal partito, il 6 ottobre battè i Francesi e gli Svedesi a Dachau, costringendoli a nl!rarsi, e dopo la conclusione della pace si ritirò dal servizio. Wertingen. Comune della Baviera, sulla Suzam. Nel 1805, Murat, dopo aver passato il Danubio a Donauverth, alla testa di d ue divis. d i dragoni e una d i corazzieri, incontrò d i là del villaggio d i W. il corpo del gen. Auffernberg, che si componeva di sei bgl. d i granatieri, tre di fucilieri, due sqdr. di corazzieri e due di cavalleggeri. 11 generale austriaco, che non si aspettava l 'attacco, aveva le

sue truppe in colo nna d i marcia . Egli fece serrare in massa i nove bgl. , i quali vennero a formare un solo quad rato pieno, fiancheggiato a dr. dai corazzieri, a sr. dai cavalleggeri. Murat, che aspettava il maresc. Lannes ch'era dietro di lui, ma che nel medesimo tempo non voleva che questa fanteria raggiungesse il bosco vicino, la fece subito car icare : spinse quindi gli sqdr. d ei dragoni contro la cavalleria austriaca, la quale sostenne valorosamente il primu at• tacco, ma fu ben presto obbligata a r ipiegare in d isordine per i reiterati assalti. Allora Murat fece caricare il quadrato in d iversi punti dai corazzieri; le truppe austriache resistettero vigorosamente; ma il gell. Auffenberg accorgendosi che · una brigata di granatieri francesi d'Oudinot passava in tutta fretta sulla sua d r. per tagliargli la ritirata sul bosco eh ·aveva dietro, da princip io marciò in d irezione d i quello abbastanza ordinato, ma , caricato di nuovo <lai corazzieri,

il quadrato fu all a fine rotto, e messo in disprdine. Gli /\ust riaci perdettero la loro artiglieria e lasciarono nelle mani dei Francesi 4000 prigionieri. L'avanzo d i questo corpo pervenne a guadagnar tuttavia il bosco, pr ima cbe Oudinot lo


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potesse occupare, e riuscì a salvarsi. Della cavalleria agli ordini del Mural facevano parte, e grandemente si distin • scro, il 31° fanteria leggera, cOm!)Osto di Genovesi, i r egg. 63° e 3~ di fanteria d i linea, in parte piemontesi, il 10 e il 2r0 dragoni, pure in parte piemontesi, i cacciatori del Po e i bersaglieri cc,rsi.

Werwiq. Comune della Francia , nel d ip . del Nord, sulla Lys, a immediata vicinanza della frontie•a belga, sulla riva opposta del fiume trovandosi il comune belga omonimo di quel lo francese. Durante la c:1111pagna del 1793, il gcn. fra n. ccse Houchard, perduta I·occasione di sopraffare le forze del duca di York dopo la villoria di Hondschootc (8 set• 1embre), si volse il 12 settembre contro gli Olandesi del principe d'Orange, che trovavansi in posizione isolata attorno a Mcnin; dal campo di Lilla altre colonne concorrevano sulla riva sr., puntando in direzione di Menin. li principe d 'Ornngc, saputo che il principe d'Assia aveva dovuto ripiegare in fretta sgombrando W., intervenne per ristabilire la situ3Zione lanciando su lii. una rolonna di Svizzeri e Ola11desi, soslenuta <la una brigata granatieri tigli ord in i dei principe Federico. li giorno stesso riconqu istava IV., per assicurarsi libertà di manovra a cavallo della Lys. M:r il giorno seguente, 13 settembre, ~boccando da :¼cnin sulla sr . del fiume in due colonne, i Francesi atrnccarono W. da ponente e d a sud , sloggiando nuovamente g li avversari. Il principe Federico, incontrati gli Austriaci del Kray. fi. dando nell'immediato soccorso del gcn. Beaulieu, di cui an-

nunci;w,Lsi l'nrrivo in quei pressi, s'indussc a tenrnre sen .. z'allro la riconquista di W. Ma l'impresa era atidace e conduceva ad affrontare senza forze adeguate l'artiglieria francese in posizione sul margine dell'abitato. Gli sqdr . austriaci lnnciati innanzi furono decimati dal fuoco e le colonne di fanteria respinte con gravi 1>erdite. Prevenuto dai Frnocesi a Menin, il principe Federico, ferito egli stesso durante la lotta disord inata, dovette gettarsi vcr,o nord, ripiegando su Yprcs. Le due giornate cost:trono agli Alleati orca 3000 uomini e 40 pezzi e segnarono un vanraggio no. tcvole per i Francesi, che liberavano la frontiera dalLwversa rio. Ma il rovescio subito il 15 settembre ncU 'attacco di Courtrai ne frustrò in parte gli effcui. Il gen. Houchard, accusato c1; colpevole imprevidenza dalla Convenzione, pagò con la sua tcsrn la manca.a realizzazione del pieno ~uccesso desiderato.

Wesel. Città della Germania, sul Reno, alla confluenza della Lippe. Anticamente fortificata, fu smantellata in seguilo al t ranato d i Versailles del 1674. Assedio di Wesel ( 1672). Appartiene alle guerre di Luigi XIV e fu posto dal principe di Condé il 1° giugno. La piazza era difesa eia un piccolo p residio di 1500 u. di fanteria e 200 d i cavalleria. Con immediato attacco il principe si impadronì di un forte esterno, disponendo batterie per tagliare le comunicazioni con l'alt ra riva del Reno. Il governatore ch iese una tregua d i ventiquattro ore, ma, essendo co1Hinua1i gli attacchi, si arrese prigioniero d i guerra con tulio il presidio.

W esson. V. Smilli -Wesson . Westfalia. Regione della Germania occidentale, nel bacino inferiore del Reno. D:edc il nome ai traltali che chiusero la guerra dei Trcnra Anoi, e furono preparati con selle anni di discussioni a Miinstcr e ad Osnabruck, e firmali a :Miinster. Funzioni di mediazione. nella faticosa e lunga compilazione del trauato, ebbero i rnppresentanti dì Venezia e de l papa. li trattato venne firmato dall'impero, dalla Svezia, dalla Francia, daHa Spagna, dall'Olanda, dalla Svizzera, da molti principi tedeschi e italiani (Savoia , Toscana, Mantova, ecc.). Dal trattato doveva nascere l 'equilibrio europeo, cd esso si apriva affermando di rappresentare una pace K cristiana, universale e perpetua, e amicizia vera e sincera" · 1-a Francia vi acquistò l 'Alsazia, e Toul , Mct7., Verdun; la Svezia o ttem1e la Pomérania or ientale; l'eleuore di Brandeburgo vasti terdtori nel bacino dell'Elba; fu solennemente riconosciuta l'indipendenza della Svizzera e dei Paesi Bassi; {u riconfermato il trattato di Chcrasco del 163r ; fu riconfermata inoltre la pace rcligios.1 d i Augsburg dell'anno r555. Ordi11e reale di Wcstfa/ia. Creato nel r809 <fa i re Girolamo Napoleone, che lo destinò a ricompens:1rc le virti,, il merito ed i servizi civili r militari resi alla patria. I membri dell'Ordine erano divi~i in tre classi di cavalieri. Fu aholito nel 18 13.

Aeroplano ·westland Wallacc

Westland (Wallace). Aeroplano biposto inglese, adano a porcare carico di bombe relativamente alto. con postazioni di milragliatrici fisse o a brandeggio. con impianto di fotografia aerea e radiocomunicazioni . Lunghezza m . 10, apertura alare m. 14 , peso to tale Kg. r6 ro, vcloc it!I Kmb . 259.

La fortificazioni di Wesel (scc. XVII)

W estley-Rlchards. Nominativo inglese di un fucile del principio del 1800, a percussione, nel quale l 'infiammazione della carica era prodo tta da ll'urto della test:, del cane, munita di una punta, sulla materia fulminante, che era posta in forma di grani, od in capsule di carta, in un apposito bacinetto. Questo, in via normale, era chiuso da un apposito coperchio girevole, spinto da una molla; nel


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momento che il cane si abbatteva per la pressione del grilletto, il copribacinctto si sollevava ~utomaticarnente, per effetto di una leva cori perno cent rale posto fra le due parti; l'estremità anteriore si àlzava quando il corpo del cane si abbassava e premeva sull'a ltra est remità.

W ET

XI. Trattato di Westmùister (z4 agosto 1689). Conferma del precedente t rattato e rinnovnione d i mutua garanzia armata in caso <li attacchi da parte di terze Potenze. Xli. Trattato di Westmùwer (9 giugno 1703). Alleanza fra In ghilterra e Olanda, contro la Francia , durante la guerra per la Succcssio11c di Spagna. XIII. Trattato di Westminster (17 febbraio 1716). Rinnovazione del l'alleanza fra Inghilterra e Olanda. XIV. Trattato di Wesrminster (30 luglio 1716). Alleanza d ifensiva Era Inghilterra e Austria, nel caso di guerra fra Impero e Turchia. XV. Trattato di IVestminster (29 uovembre 1742). Alleanza difensiva fra Inghilterra e Russia, durante la guerra per la Successione d'Austria, a garanzia dei r ispettivi Stati.

F ucile Westley R ichards

Lo stesso nome fu dato nel 1861 a un fucile ad avancaricJ trasformato a retrocarica. L::.i trasformazione consrava

di una scatola d i culatta alla quale era. annesso un coperchip a cerniera, che, a mezzo di una leva , si r ibaltava in avan ti. Sotto il coperc\1io era fissato l'otturatore al quale era unito anche l'estrattore. La J?allottola, di piombo, aveva forma ogivale; la canna notl era rigata.

Westm ìnster. Abbazia e palazzo di Londra, da cui presero i l nome aie.uni Lrnnaci. J. Trattato di Westminst.e1· (28 marzo 1250). Trattato fra San Luigi IX, re di Francia, ed Enrico III, re d'Inghilterra. II. Trattato di Westminste·.,- (15 aprile 1654). Pace fra Inghilterra e Olanda : quest'ultima riconosce di dover sal utare per prima la band iera britatwica.

III. TrttttMo di Westmi11sre1· (25 settembre 1654). Pace e alleanza tra Inghilterra e Danimarca . IV. Traffato di Westminster (10 luglio 1654). Pace e alleanza fra Inghilterra e Portogallo . Quest'ultimo entra p icr:amente nell'orbita dell'Inghilterra e resterà lu ngamcmc sotto la s11a tutela. V . Tratt(l/o di Westminster (3 novembre 1655). Pace e commercio fra Inghilterra e Francia. Pone fine a ostilità latenti, dov ute all 'intcrvento del cardinale MazarirÌi nella faccenda degli Stuart, e agl i intrighi del Cromwdl con i Protestanti francesi . VI . Trat/(lfo di Westmi,wer (3 febbraio 1659). Tra Francia e Inghilterra, per mettere fine alla guerra fra Svezia e Dan imarca, quest'u ltima appoggiata da ll 'Olanda. Ne <lerivarono i trattati d i pace fra contendenti e imcressati, firmati all'Aia nello stesso anno.

VII. Trattato di Westmin.<rer (20 luglio 1661). Alkanza fra I nghilterra e Brandeburg<1, a garanzia dei r ispenivi Stati, per la durata d i dicci anni. VIII . Trattato di W,estmimter (19 settemhre 1669). Fra Inghilterra e Danimarca a protezione dei rispettivi commcrc1.

I X. Trattato di Westminster (19 febbraio 1674). Pace fra Inghilterra e Olanda. Quest'ultima acconsente a salutare per prima sul mare la ba ndirra inglese . . Si conferma la pace di Breda. X. T1·a11ato di Westminster (3 marzo 1678). Alleanza d ifei1siva fra Inghilte rra ed Ola nd a, a garanzia dei rispettivi Stati e possed imenti coloniali.

XVI. Trattato di IVemninstcr (16 gennaio 1756). Convenzione -di neu tralità fra Inghilterra e Prussia, e di con ferma della Convenzione d'Annover del 26 agosto 1743. La neu tra lità riguarda solo la Germania, e s'intende r innovata l'alleanza d_ifensiva e di reciproca garanzia del 1742 in caso di guerra fra Ingh ilterra e Francia per il dissid io vertente sulle colonie nord-americane delle due Potenze.

West-Point. Accadem ia militare, fondata nel 1802, da Giorgio Washington , presso New York, negli Stati Uniti <l'America. Ne uscirono i grandi generali della guerra di Secessione : Grant, Sbcrman, Thor,ias, Mac Clellan, lohnstone, Lec, Jakson, ecc. La posizione venne fortificata all'epoca della guerra d 'Indipendenza e servì a custodi.re il passo dell'Hudson. Wetzl ar, Città della German ia, sulle nvc della Lahn, nel territorio d i Coblenza. Durame la campagna del 1796 in Germania, l'armata di Sambra e Mosa, cornand,lla dal gen . Jourdan, passato i l Reno a Ncu\vicd, si avvicinò all;i

Lahn schierandosi sulla dr. d i questa, nel! 'intenzione d i forzarne il passaggio a Limburg. Anzichè procedere subito ali 'attacco prima che gli Austriaci ciel Wùrrnser potessero raccogl iersi, il Jour<lan prcfcrl aspettare che la divis. Lefcbvre, d'estrema sr., occupasse W. d i cui voleva assicurarsi i l solido appoggio; cosicchè diede cempo all 'avversario d i rrcndere l' iniziativa delle operazioni. Infatti il Wiirmser organizzava tre nuclei d 'attacco diretti al passaggio della Lahn, a Wci lburg, a Le i1\ e a W., nell 'intenzione di esercitare lo sforzo principale i u q uest' ultima località : e.rano circa 64.000 uomini, sussidiati da truppe leggere destinate ad agire sui fianchi e da numerosi d istaccamenti d isseminali su lla bassa Lahn per assicurare la regione di sbocco verso il Reno. L'annata francese com1apponeva ad essi forse 45.000 uomini. Il uucleo aust r'iaco , li dr. passò la Lahn a W. il 15 luglio e si stabilì sulla dr. del fiume, venendo a contatto con la divis . Lefebvre. Data I' Ma tarda, il combattin1c11to si li1nilÒ ad avvisaglie; ma il giorno successivo, informato che gli Austriaci puntava no già da IV. su Wcr<\orf ed Herborn• risalendo la valletta del !.)ili, e che un'altr;t colonna sboccava da[ ponte di Lein, il Lefcbvre divise le sue forze in due nuclei e li lanciò a l contrattacco con successo, riuscendo a sopraffare gli avversari così nei pressi

di WeRlorf come in quelli d i Lein . Ma questa felice iniziativa non valse ad assicurare stabili risultati : isolata dal grosso dei Francesi, la divis. Lcfcbvrc non potè resistere alla ripresa offensiva degli Austriaci, che , momentaneamente ripiegatisi su W . e d ietro la Di'II, verso le r6 tornavano all 'azione con una <livis . sassone di riserva venuta a rin~ calzo del gen . \Vcrncck, comandante del nucleo austriaco


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di <lr. · Attaccata. vivamente, la sr. francese ,esistè alquanto sulle alture di Berghausen, ma dovette poi ripiegare, sgombrando anche l'appoggio d'ala che aveva stabilito ad Altenburg. Tale arretramento facilitò l'avaozata austriaca, che si pronunciò dai passaggi <li Weilburg e di Limburgo sulla Lahn. A sera i Francesi erano in .ritirata su tutta la fronte . La giornata d i W . pose il Jourdan in critica situazione e lo decise a ordinare il passaggio <ldl'armata d i Sambra e Mosa sulla sr. del Rc:no attraverso il ponte di Ncuwied; fatto che chiuse a svantaggio <lei Francesi questa prima fase della campagna.

Weygand (Massimo) . Generale francese, n . nel 1867. Sottoteu. d i cavalleria nel r888, all'in izio della guerra Mond iale era colonnello degli usseri. Nello stesso anno venne prescelto dal Foch a suo capo di S. M., allorchè questi assunse, dopo la Marna, il comando della 9a annata francese, e seguì sempre il maresc . Foch come capo d i S. M., venendo reputato come uno dei migliori generali francesi. Nel 1920 fu i,, Polunia per riorgauizzarvi il risorto esercito polacco impegnato nel grave conflitto colla Russia sovietica e i successi riportati .in grande parte sono merito suo. Negli anni 1923-24 fu in Siria, comandante VVeygand Massimo dell'armata francese <li Levante, in lotta contro i Drusi, e vi si d istinse come capo e come politico. Tornato in Francia, fu dal 1925 al 1930 d irettore degli alti studi militari, e poi, nel 1930, capo dello S. M. generale; tale carica lasciò nel 1932, conservando la sua designazi_o ne al comando d'armata in g uerra, e la carica di !spettorc dcll 'esercìto.

Weyler (Nicola, marchese di Te11eriOa). Maresciallo spagnuolo (1830-1930). Fece varie campagne coloniali e partecipò alla repressione della prima insurrezione cubana; generale nel 1872, fu promosso maresc. <li campo nel 1874 per la condotta tenuta con.ero i Carlisti e ten. generale nel 1878. Dal 1888 al 1891 fu alle Filippine dove riportò notevoli successi contro i rll:n:lli. li 16 gennaio 1896 ebbe il comando delle truppe che combattevano gli insorti cubani; fu richiamato alla fine del 1897. Fu ministro della guerra nel 1901 . e nel 1905-906, e capitano generale nel 19ro, divenendo Presidente del Consiglio supremo <li guer ra e capo d i S. M. del)'cscrcito. Nel 1925 venne revocato dalle sue funzioni. Weymann 66. T rimotore biposto, derivato dal Sikorsky. È munito di ampia botola, che permette installazione di

lanciabombe, o <li apparati fotografici, o di passaggio <li barella.

W hampoa. Città della Cina, presso Canton. Il 3 luglio 1844 vi fu concluso un trattato fra la Cina e gli Stati Uniti, i quali ottenevano d i poter entrare nei cinq ue porti apetti dalla Cina agli Inglesi nel 1842. Il 24 ottobre 1844 ident ico trattato venne concluso fra la Cina e la Francia.

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II. Trattato di Whiuhall (21 ottobre 166!). Alleanza fra Inghilterra e Svezia, a protezione d el rispettivo commercio. Ili. · Trattato di Whitehall (14 settembre 16fo). Alleanza fra Inghilterra e Olanda, che durò solo quattro a1rni. IV. Trattato di W l,itehall (22 agosto 1689). Alleanza fra Inghilterra e Olanda contro la Francia, d i cui verr;inno bloccati i porti. Svezia e Dan imarca protestarono, ottenendo il libero passo per le proprie navi di commercio.

Whitehead (Roberto). Ingegnere inglese, invent.orc della tor pedine che porta il suo nome (1824-1905). Ne ebbe l'idea dal cap. d'an. della marina austriaca Luppis, nel

SiJuro \Vhitehcad a macchina orizzontale

1864, e dopo due anni di stùdio e <li lavoro, r iuscl a presentare la prima torpedine Luppis W. che fu sperimentata a Fiume, nel 1867, a bordo della cannoniera « Genese », appositamente messa a sua d isposizione 0'. Siluro).

Whltworth. Costruttore inglese, nel 1856, d i una carabina ad avancarica con canna ad anima poligonale: avente cioè i l calibro di forma esagonale, cogli angoli leggermente arrotondati e le facce convesse verso l'asse della canna. Il d iametro più grande era di mm. 12,5. Tra la carica ed il proiettile vi era uno strato di grasso per lubrifì,are l'arma t·d impedirne il rap ido logoramento. La pallottola era cilind rica con punta sferica, e naturalmente anch'essa era

esagonale : era molto lunga. Per le carabine W. furono ,rnche costruite canne con anima cilindrica e proiettili pure cilindrici e nel resto uguali d i forma e luughezza a quelli poligonali.

W ibault (« 260 R 2 »). Biposto francese da grande ricogn izione, monoplano, d i 15 m . di apcrtur~, con due mitragliatrici fisse per il tiro attraverso l'elica, due accoppiate su torretta girevole, una che tira al disotto della fusoliera. H<1 un peso totale di Kg. 2570 e un raggio d'azione di 900 Km. - Esiste anche un W. monoposto. Wielemans (Massimiliano). Gener~le belga (1863-1917). Allo scoppio della guerra era çapo d i gabinetto al Ministero, e passò come sottocapo di S. M. nel settem bre 19r4. Contribuì alla difesa d'Anverp e al ripiegamento dell'esercito sull 'Yser, organizzando quivi le liDee di resistenza che sostanzialmente rimasero inviola110 fin., all'ultimo. Aveva raggiunto il grado di l uogoten. gener:ile nel 1916. W iesbaden. Città della Prussia , sul Salzbach.

W hitehall, .Palazzo reale di Londra, ora scomparso. Ha dato il nome ad alcuni trattati.

Accordo di Wù·sbaden (6 -ottobre 1921). Tra Francia e Germania. È conseguenza del trattato di Versailles. La Germania si impegna a pagare r 100 ·m ilioni di marchi oro entro il 1922 e a restituzioni in natura.

I. Trattato di Whitel,al/ (3 febbraio 1660). Ami.cizia e alleanza fra Inghilterra e Danimarca. La prima ottiene immunità per il passaggio delle proprie navi nd Sund .

W ieselburg. Comune dell'Ungheria, a poca distanza dalla conAuenza della Leitha col Danubio. l i dicembre 1848 vi a vvenne un combattimento che appartiene alla

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guerra d'Ungheria (co periodo). Durante la marcia del corpo principale austriaco del gen. W indischgraetz, all'iniziò delle opera./:ioni, il gen. Jdlachich, ol trepassato colle stie truppe IV., incontrava a poca distanza dal paese un distaccamento ungherese appartenente all'armata dcll"alto Danubio del gen. Gorgcy, forte di 5 bgl., 10 sqd r. e 26 cannoni. Gli Au• striaci lanciarono subito all'attacco la loro cavalleria. Ac• colta <la vivissimo fuoco e con trattaccata, fu respinta. La stessa sorte ebbero successivi violenti attacchi giunti fino al corpo a corpo, dopo i quali gli Ungheresi pronunciarono una seria minaccia di avvolgimento verso la dr. avversaria. In buon p unto però giungeva sul campo il gen. Liechten• stein, accorso al cannone alla testa della cava lleria di ri• serva. Il provvidenziale intervento, che si esplicò con una carica a fondo, costrinse gli Ungheresi a ritirarsi in disor• dine verso Raab, a,•cndo subito gravi perdite.

1487 Wilklnson. A,rmaiuolo inglese, che presentò nel 1853 un proiettile d i piombo basato sul principio dell'espansione del suo d iametro prodotta dal solo effetto della compres• sione. Aveva forma cilindrica con punta troncoconica; nella parte cilindrica erano praticate due profonde righe angolari, colla parte obliqua e più lunga diretta in avanti verso )"asse del proiettile stesso. Per l'effetto dei gas sulla parte opposta delle righe, nella base, veniva provocata I 'espansione della parte circolare cilindrica, coll'aumento conseguente del diametro e quindi coll'incastrarsi della parte cilindrica del proiettile nelle righe. Willantrois. Colonnello d i a rtiglieria francese, lra i secoli XVlll e XIX. Costrul, verso gli ultimi anni dcll'Jm. pero, speciali mortai per avere tiri estesissimi: avevano )"anima di otto calibri <li lunghezza e furon:, chiamati « mortai alla Willantrnis ».

W ight. Isola dell'Inghilterra, nella Manica, lunga km . 38. Combattimento di Wight (1545) . Appart iene alla guerra di f'rancc,;co I contro l'Inghilterra. La flotta francese al comando dcll'ammir. d'Annebaut, composta di 150 navi da guerra e d i 60 bastimenti pir, piccoli, si presentò il 18 lu. gl\o 1545 davanti. all 'jsola, e il giornc> dopo l'amm ir. la divise in tre .squadre di 35 vascelli ciascuna: un centro e due ali. La squadra leggera delle galere fu invfata da. vanti a Portsmouth dov'era la flotta inglese di 6o navi per osservarla e per attirarla al combattimento. Le galere, fa. vorite dal ma re calmo del mattino, avanzarono a forza d i remi verso le navi inglesi, bersagliandone, col tiro, la massa compatta, che per mancanza di vemo non poteva muoversi. Finalmente, dopo un'ora, essendosi levata l'na brei.za da terra, g li Inglesi si misero alle vele, e le galere francesi furono o bbligate a ritirnrsi verso il grosso della 11otrn. Allora gl 'Inglesi lanciarono al loro inseguimento delle piccole galere velocissime e le avevano già quasi raggiunte, quando il priore di Capua, fratello di Piero Strozzi, comandante della retroguardia francese, virato improvvisam en te di bordo, cominciò a cannoneggiare le navi inseguitrici, affondandone una e costringendo le altre a rallentare la corsa; così le galere francesi poterono raggiungere senza danno l'armata. Poco dopo s'ingaggiò fra le due flotte il combattimento a colpi di cannone. Un'ora durò il fuoco, durante il quale fu gravemente danneggiata b nnve ammiragl ia inglese e un 'altra fu colata a picco. Vi5'a la loro inferiorità, gli Inglesi non vollero ingaggiare il combatàmenro più a fondo e profiltando del vento favorevole si ritirarono nel porto.

W llderness. Località degli Stati Uniti, p resso il ru• scello omonimo, nella Virginia. Il ge11. Grant, deciso a schiacciare i Confederati in battaglia, il 4 maggio 1864, col. l'armata del Potomac (Meade) tra,·ersato il Rapidian a monte delle posizioni nemiche, iniziò la sua marcia in direzione di Chancellorsvillc. ll Lee dal canto suo, disposto un cambiamento di fronte, attaccò il nemico in marcia sul fianco dr. L'azione ebbe principio il 4 stesso; gravissime furono le perdite dei Federali, doppie di quelle nemiche; i) 5 continuò l 'azione con incerta vicenda; il 6 i Confederati rinnovarono l':1ttacco che rimase indeciso sino a sera. Gli avvers,vi si trincerarono sulle posizioni occupate; il 7 Grant, visto che I'a"vcrsario aveva ripiegato su una seconda posizione già sistemata a difesa, decise di rinunciare all'at• tacco e d i procedere avanti con largo giro sulla sinistra. Nella lotta accanita i Federali perdettero 14.000 uomini, i Confederati 5000, fra i quali, gravemente ferito, il gen . Longstrect, uno dei migliori luogotenenti de) Lee. Seguì la battaglia di Spottsylvania.

W illaume. Chirurgo militare francese (1772.1853). F u chirurgo in capo della grande Armata nel 1807, quindi chirurgo principale dcll'c:scrcito nella spedizione di Spagna e poi primo professore alla Scuola di S:init/, Militare di Mctz e collaboratore del Percy , che seguì in lllttc le campagne. Will e (Ul,·ico) . Generale, comandante in capo dell'eser. cito svizzero (18~8-1925). Studiò dapprima giurisprudenza, poi intraprese la carriera militare. Da tea. colonnello passò dall'artiglieria nella cavalleria, dove, nel 1885, divenne co-lonnello, e nel 1892 capo dell 'arma. Nel 1896, per alcuni suoi scritti, fu obbligato a dare le dimissioni; ma, dopo quattro anni di sospensione, fu riammesso in servizio e promosso colonnello divisionario; nel 1904 raggiunse il massimo grado della gerarchia, cd ebbe il comando del 3° C . d 'A. Durante la guerra 1914-1918 (u comandante in capo dell'esercito svizzer o. Tecnicamente portò l'esercito alla massima efficienza, ma non ne ebbe il domfoio morale, perchè il suo carattere, imbevuto del militarismo prussiano, male si adat:ava allo spirito di una parre della popola. zione svizzera. William Henry, Forte a dominio del lago Gcorgc, negli Stati Uniti. Sulla fine di luglio 1757 la posizione era difesa con 3000 u. dal col. Mollroc, mentre altri 1000 col gen. Webb si t rovavano nei d intorni. Mosse cont.ro questa il marchese di Montcalm, comandante dei F r ancesi nel Canadà, che, giuntovi all'improvviso, la strinse d'assedi~. Le operazioni furono iniziate con grande rapidità e in breve cominciò il bombardamento. Dopo essersi disperatamente d ifesi, gli Ing lesi il 9 agosto dovettero arrendersi prima che il Webb gi unges;e in loro aiuto . Nella capitolazione era s1at2. promessa salva la vita e la libertà ai soldati del pre• sidio; però, appena essi ebbero aperte le porte, gli Indiani, che erano coi Francc,;i, presero il sopravvento e li massacrarono. Williamsburg. Borgo degli Stati Uniti, fra lo York river e ;1 Jamcs river. Battaglia di Wil/iamsburg (.1862). Appartiene alla !~erra d i Secessione americana. Occupate le posizioni di Yorktown, abbandonate da i Confederati, i Federal i, due corpi d ';ir mata condotti dal Mac Clella.n, disposero per l'inseguimento, colla cavalleria avanti, seguita dalla fanteria su due colonne. Il terreno acquitrinoso e boschivo, con una sola strada adatta al transito d elle tre armi, fu causa di r itardi e di frammischiamenti. In qucs10 stato di cose i f<ederali si t ro• varono di fronte a W. dove, sul! 'istmo formato dal ravvi. cinarsi dei due corsi d'acqua, due divisioni dei Confede-


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rati, coman<lnti d al gen. Johnston , avevano costruito un solido fronte bastionato, nuova applicazione della fortificazione al campo di battaglia, a cui avevano dato il nome di Forte Magrudcr, rinforzato da abbattute e da ridon c. 11 4 maggio la caval leria nordista, comandata dal geo . Stoncman, tentò un primo attacco e fu respinta. La fanteria, gillll · ca in r itardo, non potè rincalzarla. In quel momento cominciò a piovere a to rrenti, ciò che rese ancora più d ifficile la situazione dei Federali , costretti a bh·accare sotto l'acqua, mentre il terreno circostante si mu rava in un vasto lago pantanoso e le strade in fossi larghi e profondi. Dopo tre nra ore, cessato Combattimento di Williamsburg (1861 ) di p iovere, l'azione riprc.se. Uomini, cavalli e cannoni erano sommersi nel fango . L'anacco fallì ma, essendosi i Confederati spinti troppo avanri nell 'inseguimento, il gen. I lookcr riuscl, con un reparto meno scosso, a caricarli di fianco e a tergo, costringendoli alla loro rnlta a ripie1,r:1re. :---lella notte i Confederati abbandonarono le posizioni dove i Federa li rinias.:ro nei giorni seguenti per riord inarsi, raccogliere i feriti , seppellire i morti, riprendendo il 9 maggio successivo la marcia s·.illa capitale nemica . Le perdite d ei Federali ammontarono a 468 morti, 1442 feriti, 373 dispersi; quelle dei Confederati a 288 m., 975 f., 297 dispersi.

W ìllìsen (Guglte/mo di). Generale prussiano (1790-1879). Ferito a Auerstacdt (1RoG), pas.ò dopo la pace d i T ilsit al servizio dcli' Austria e combauè nel Tirolo. Tornato nel1'escrcito prussiano, Cece le campagne del 1813 e dd 1814, entrando poi nel quartier generale di Blucher. Professore di storia alla Scuola mii. di Berlino, dopo le guerre na poleoniche, nel 1848 (u nom inato commissa rio reale dell a prov,ncia <li Posen e riuscl con una convenzione a far deporre le armi ai Polacchi. Nel 1850 ebbe il comando in capo dell 'esercito dei Ducati: fu battuto dai Danesi e si ritirò d.1il 'esercito. Pubblicò: « Teoria dell a grande guerra »; « Le campagne del 1859 e del r866 ». W ìllow Grange. Località dell'Africa meridionale, nel Nata!. Durante la guerra Anglo-boera, verso la m età d i novembre 1899 il gcn. inglese Hildyard era bloccato con circa 6ooo u. in Eastcourr, mentre a Mooi-River si trovava nelle stesse condizioni il gcn . Barton con 2000 u . della sua br igata e numerosi volontari. Le forze bloccanti erano al comando di Joubcrt, !lotha, Lucas Meyer. Per rompere la situazione e dare la mano al collega, il gcn. f-lildyard, lasciato un migliaio di uomini a guardia delle posizioni, nella 110 11c sul 24 mosse verso sud e auaccò a W . le forze nem iche . La sorpresa sulle prime riuscì e le altu re di Brynbclla I-liii, antistanti la posiziooc principale, furono conquistate alla baionetta; ma prcsio i Boeri, ,iordinatisi , presero la controffensiva. Disponendo di artiglierie migliori e più numerose, con fuoco micidiale costrinsero gli Inglesi ad abbandonare le posizioni e sul mezzogiorno i l gen. llildyard (u costrcuo a ordinare ::i ritirata.

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W ilmanstrand. Cinà della Finlandia, sulla sponda meridionale del lago Saimo. J>u ant. fortificata . Nel 1741 vi an•cnne una battaglia che appartiene alb guerra Russo-svedese. 1 Russi erano 15.000, nl comando <li Lacy, a cui stavano di fronte 13.000 Svedesi sono il geD. Buddcnbrock in attesa dell 'arrivo del gen. in capo Lowenbaupt. Di questi, 8ooo sollo il suo personale comando furono dislocati 7 miglia a sud-ovest di W., 4500 agli ordin i ciel gen. Wrangel li aveva collocati di fron te a W. le cui fort ificazioni erano in buono stato e 500 u. pose d i gua rnigione in IV. col colonnello Wilbrand. Lacy comparve inaspettatamemc davanti alla città nella notte clall' r al 2 settembre, ma il gen. Wrangel accorse la mauin a del 2 e prese una solida posizione davanti a W. Il giorno 3, i Russi l'auaccarono, ma vennero respinti; riportarono tutta\'ia un parziale successo sull'ala sr. svedese che fu costretta a<l indietrcgg-iare d isor<linatamcntc, ciò che perm ise ai Russi d i impadronirsi della posi'l.ioue svedese, d i dove ebbero tosto il predom inio sulla ci ttà. Essa fu presa d 'assaltc, e saccheggiata. Le perdite furono considerevoli da ambo le parti. W llmington. Città degli Stati Uniti , nella Carolina del N ord. Nella guerra d i Secessione fu uno dei principali porti militari elci Confederati. Fu in quel tempo cjie, mentre le operazioni dinanzi a Peter.burg languivano, il 13 dicembre 1864, da Fort Monroe partì colla flona foderale comandata dall 'ammir. Poncr un convogl io che trasportava 10 .000 u . diretto a IV. importante centro <li contrabbando 5udista dove giunse il 24. Il primo atto del Portcr fu quello di fare scoppiare a 250 metri dal forte Fischer , che ne costituiva la d ifesa avanzata , un bastimento carico cli 200 tonnellate di polvere; l 'esplosione non ebbe alcun effcllo sull'opera. Nd pomeriggio venne aperto il bombardamento da parte dei 400 cannoni che armavano le 33 navi della flotta; saltarono due polveriere, e i (orti rispondevano orma i debolmente : ma soltanto il 13 e 14 gennaio 1865 il forte Fischer, violentemente bombardato ancora una volta, fu attaccato dalle truppe condollC <lai gen . Terry, che, dopo molte ore <l i acca nito combatti mento, r iuscì a i mpadro nirsene. Da entram be le parti si perdettero circa 1200 u . Colla occupazione <le! forte Fischcr anche W. rimase chiusa all'atlività dei corsari Confederati.

W llson. Armaiuolo inglese che nel 1860 pre,cntt\ u n fucile ad avancarica trasformato a retrocarica. :\Ila canna era avvitata una scatola di culatta, aperta nella parte superiore e nella quale scorreva il cilindro Olluratore, trattenuto per mezzo di un cu11co d isposto trasversal mente. L'accensione era data <13 una cartella a percussione.

Fucile Wilson mod. 1860

Wilson (Giacomo). Generale degli Stati Uniti (1837-19z5). Partecipò alla guerra di Secessione raggiungendovi verso la fine ( 1864) il g rado d i magg. ge nerale, alla guerra Jspanoamericana del 1898, alla spedizione del 1900 in Cina con tro i Boxcrs.

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Wìlso11 sir Enrico. Generale inglese (1864-1922). Sortot. nel 1884, fece la campagna di Birmania 1886-88, e quella Anglo-Boera. Promosso generale, dal 19oj al 1910 fu comandante della Scuola di guerra inglese, indi passò al Ministero. Nel 1914, iniziatosi jJ conflitto Mondiale, fu dt <:ollegamento fra l'esercito inglese e quclìo francese sulla fronte occidentale europea. Nel 1918 passò a·I War-Ofl-ìce al posto di Robertson e dopo la guerra si ritirò dal servizio.

W impfen. Città della Germania, sopra un 'al tura presso il Neckar. Battaglia di Wimp/en (1622). Appartiene alla guerra dei Trenta Anni. Il gcn. Tilly aveva riunito le fUC forze con <j_Uelle spagnuole del Cordova, ed il 6 maggio si trovava nei dintorni di W. con- un- esercito di 18.000 u . Dalla parte avversa, il margravio Giorgio Federico del Baden, essendosi ~cparam da Mansfeld, non disponeva più che di 15.000 u. Malgrado questa inferiorità e quantunque, il giorno 5, T illy si fosse impadronito d i un 'altura dominante la pianura, la manina del 6 di buon'ora, il 1nargravio, fiducioso dello spirito che animava le sue t ruppe, volle dare l'attacco, n1a questo non riusd, e nel pmn eriggio, con . trattaccato, venne sbaragliato e sconfitto, perdendo 5000 u. fra m . e feriti, oltre a 1000 prigionieri e tutto il materiale bellico. Wimpfen come Prance>'Co. Generale austriaco (179j-1880) . Nel 1849 occupò Ferrara, Bologna, Ancona. Mori a Gorizia . Wimp/en barone Emanuele. Generale francese (1811 -1884). Partecipò alla guerra del 1870-7, contro la Germania e sottoscrisse la capitolazione d i Sedan. Scrisse: « La battaglia <li Scdan: i veri colpevol i », e « La Francia, la sua situazione e le riforme necessarie >> .

Winchestef•Maxim, Costruttori nel secolo XIX di un fucile a rinculo. utilizzato. La caratteristica di quest'arma è di avere il calciolo che non è solidale col calcio. ma •~ unito a questo mediante un cubo che. scorre èntro un altro tubo. Entro q uest'ultimo tubo scorre uo 'asta unita anteriormente colla leva del ponticello che agisce sul sistema

Fucile Winchester ì\1axim pronto per lo sparo

del congegno d i chiusura, e termina dalla parte opposta con una testa ingrossata che penetra nel primo tubo del cakio , d ue molle premoao in senso opposto e con diversa forza questa testa . Col partire del colpo, l'asta della. leva del ponticello spinge indietro la testa ingrossata che è nel tubo, comprime e stira le d ue molle verso i l calciolo, il quale retrocede alquanto rispetto al calcio, cessato l'effetto del colpo, tutto il sistema ritorna indietro, ed il calciolo appoggia nuovamente contro il calcio; intanto è stato espulso il bossolo sparato, ed è cntrnta un'altra cartuccia nella camera , proveniente dal serbatoio che è disposto lungo i l fusto del!' ar~a.

Windischgriitz (Alfredo, principe di). Generale austriaco (1787-1862). Fece le campagne contro la Francia nel 1813-14 . Luogoten. maresciallo nel 1833, nel 1848 fu incaricam del

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comando della città di Vienoa, quind i venne inviato a Praga, do~e riuscl a soffocare la r ivolta del giugno. Nominato fcldmaresc. e comandante di tutte le forze armate dcli'impero, eccetto quelle d' Italia, venne richiamato a Vienna , dove rep resse l'insur rezione. Confermato nella sua carica dal nuovo imperatore Francesco Giuseppe, fu inviato nel d icembre in Ungheria con un esercito d i 150.000 u. per reprimeavi la rivoluzione, ma fu sconfitte e perdette il comando. Còmparve ancora sulla scena degli avvenimenti militari aumjà~i durante la campagna italiana del 1859. Lasciò un , volume: « La campagna d'inverno r848-49 111 U_n gheria ".

W indsor, Città dell'Inghjlterra, sul Tamigi, 'con amico castello. I. Tmttato di Windsor (ro giugno r68o) . Alleanza difens,va fra Spagna e Inghilterra. II . Trattato di Windsor (17 agosto 1685). Alleanza difensi va fra Inghilterra ed Olanda. lii. Trattato di Wi11dsor (24 aprile r8og). Alleanza fra Austria e Inghilterra, in forma segreta, contro la Francia.

W ingate (s11· Francesco Regi11aldo). Generale inglese, n. nel 1861. Nel 1884 partecipò alla spc,lizione d'Egitto e come generale combattè alla frontiera sudauese nel 1889 e , nel 1891, partecipando a lla speiliziooe di lord Kitchener contro Dongola (1896). Nel r89j-1898 si dist inse nelle ope• razioni che. condussero ali 'occupazione di Berbera e alle battaglie di Atbara e di Omdurman. Nel 1899, quando il califfo tentò nuovamer:te di rnarciare su -Kartum, il Kitchener inviò contro dL lui W. con un corpo di cavalleria. Egli lo raggiunse a Om-Debrikat, lo scohfisse e lo uccise. Partito lord Kitchener, fu nominato sirda~ dell 'eserciro egiziano e governatore generale del Sudan. Pubblicò « Il Mahdismo e il Sudan egiziano » e tradusse in in1;lcse varie opere di Slatin pascià. W inkowo. Borgo ddla Russia, presso le rive della Cernischna, t(ibutario dell'Òka. All'inizio della r itirata del· l 'armata napoleonica da Mosca, il re Murat aveva dislocato a W. una divis. di fanteria, appoggiata sui lati da due divis. <li cavalleria; il corpo del Poniatowsk)' e gli altri corpi d i cavalleria inquadravano a distanze varie l'occupazionc di W . 11 generale Kutusov nella giornara del r7 ottobre 1812 iniziò il movimento offensivo per la propria dr. mirando ad aggirare la sr . dell'avversario, mentre con le restanti forze ne attaccava decisamente i! centro e la dr,. Murar, sorpreso dall'iniziati va dei Russi, non disponeva che d i circa 20.000 u. contro i 100.000 del Kutusov: egli dovette perciò ripiegare . Ma l'aggiramct1to pronunciato ai suoi fiandù e la puntata che il centro russo eseguiva in direzione di Sparkublia minacciavano seriamente le sue comunicazioni : il Murar, comprèso della gravità del pericolo, si m ise alla testa di a lcuni sqdr. e caricò la testa della colonna russa t li dr., comandata dal gen . Bagovut, \ravolgendola. L'arresto cosl ottenuto obbligò l'avversario a spiegarsi a ilistanza, mettendo in azione le proprie batterie; e i Francesi ebbero il respiro necessario per dare ordine al movimen to retrogrado: la divis. fanteria Claparède e il corpo di cavaller ia · Latour-Maubourg scacciarono le forze russe eh 'erano giunte presso Sparkublia e ristabilirono la libertà di marcia. Winspear'e (Roberto). Generale, Il. e m. a Napoli (1775-1846). Ufficiale d'art. sotto il re Murar nel i'8o6, passò 94


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nel! 'esercito russo nel 1813 e fece la campagna di quell'anno e del ~cgucntc col grado di ten. generale, perdendo un braccio nel combattimento sono Parig i (30 marzo 1814).

Winspeare Francesco. Generale del sec. XIX, n. di Napoli. Partecipò alla repressione della rivoluzione siciliana del 1848, nel quale anno di venne brigadiere generale.

quindi la fortezza fu smantellata. Nel 1803, tutto il territo~io di IV. {u ceduto dalla -Svezia per 1.258.000 talleri ai Mecklcmburg-Schwerin , e alla <lieta di Maschin del 1828 fu incorporata nel granduc~.to.

iÌlinspeare Davide. Generale del sec. XIX, n. d i Napoli.

Uscl dal collegio dell' Anounziatella nel 1846 sottot. d 'art. e partecipò alla campagna del 1849 contro la repubblica romana. Comandò l'art. nella difesa di Gaeta del 186o-61. Quindi passò nell 'escrcito russo, dove fu nominato maggiore 1~r merito di guerra nella campagna del Caucaso del 1873. Divenuto colonnello, prese pnte alla guerra Russoturca del 18n-78 e ,,i guadagnò il grado di magg. generale, raggiungendo poi quello di ten . generale.

Winspeare Edoardo . Ammirnglio, n. di Napoli e quivi morto nel 1931. Prese parte alla guerra d i Libia e a quella Mondiale; fu nominato nel 1927 aiutanle di campo di S. M. il Re.

Wintow. Costrut\or~ nel 1857, io Russia, di un fucile ad ava ncaric.1 che prese nome " W. mod. 1857 », od anche di « fucile dei ciragliatori russi ». Calibro 15 mrn., canna Le fortificazioni di Wismar

Fucile Wintow mod. 1857

bronzata con baionetta, cartella a percussione rovesciata (rivol ta verso l'impugnatura), proieuile Miniè, che sost itul quello conico con i denti o risalti d i <lirczione mod . 1836.

W intzingerode (baront Ferdinando von). Generale rusro (17iO•I81P). Dopo aver rombatruto contro i Francesi nell'e~rcito di A1sia-Cassel cd in quello austriaco, dopo la pace di Campoformido passò al servizio dei Russi; poi fece la g uerra d el 1800 in Germania con l 'esercito austriaco, quella del 18o5 al seguito dell'imperatore Alessandro, quella del 1809, nuovamente al servizio dell'Austria ed il 22 ottobre 1812 fu fatto prigion iero dai Francesi a Mosca , dove Napoleone voleva farlo fucilare come suddito della WestCalia. li 20 novembre seguente, ottenuta la libertà, prese il comando del 2° C . d ' A. russo, col quale, il 13 febbraio 1813, battè il 7° francese a Kalisch; comandò a Gross Gorschen l'ala sr. degli Allead, e dopo l'armistizio raggiunse l'esercito del nord , col quale in seguito andò in Olanda e in Francia; q uindi si ritirò dal serv izio. W irtz. Reggimento di fanteria svizzera, del regno dei le Due Sicilie, cost ituito nel 174r, d urato fino al Ij~o.

W iseman (Ril'cardo). Chirurgo m il itare inglese (16221678). Era chirurgo di Giacomo I e dell 'esercito. Nel 1678, pubblicò a Londra l'opera: « Va rii trattati chirurgici », in cui tratra ampiamente delle ferite d'arma da fuoco.

W ismar, Citt/1 marittima della Germania, nel Mccklenburgo, in fondo alla piccola baia omonima sul Baltico. Venne forùficata con ottimi bastioni neJ scc. XVII. Nel 1675 subl un lungo assedio da parte dei Danesi e dovette capitolare , ma nel 1678 venne restituita. Nel 1712 fu di nuovo assediata dai Danesi , e nel 1716, dopo un altro assedio da parte dei Danesi, dei Prussiani e degli Anooveresi, la guarojgione fu costretta ad arrendersi per la fame:

Witte (barone Leone dc). Genera-le belga , n. nel 1857. Allo scoppio della guerr:i com andava la d ivis. cli cavalleria con la quale fu alla difesa d" Anversa e coprì il ripiegamento delrescrcito sull"Yser. Nel 1915 divenne ispettore <lella ca\'alleria e nello stesso anno assunse il comando del corpo di cavalleria, conservandolo sino alla fine della guerra, d opo la q uale passò nella. riserva. Wittemberg. Ciuà della Germania, sulla dr. dell'Elba. Fi"no a pochi anni a<ldietro fu importante piazzaforte.

I. Assedio di Wi1te111 berg (1760). Appaniene :dia guerra dei Sette Anni. li geo . von f-Ji.ilsen, che ['ederico Il aveva lasciato con 12.000 u. in Sassonia, il 13 ottobre 176o venne fatto sloggiare dalle sue posizioni presso W. che il nemico assediò. Nella notte dal 10 ali' 11 fu innalzata l a prima parallela; erette batterie, esse agirono con tale efficacia che ben presto le truppe pot: rono lanciarsi all'assalto condo1te dal gen. Wartensleben. Occupata la strada coperta, il com andante della piazza, gen . von Salenmon, dovette capitolare. II. Assedio di Wittcmberg (181 3-18r4). Appartiene alle guerre dell'Impero francese. Dopo che era fallito il tentativo (17 aprile) del gcn. Wittgenstein di prendere d'assalto W . ed il bombardamento dei giorni seguenti era rim?sto senza effetto, concluso l'armistizio, d ovette cessare anche l'investimento che era stato posto alla città. Dopo la battaglia d i Ocnncwitz, il gcn . von Bi.ilow procedette ad un assedio regolare, che, in seguito al passaggio dell'Elba da parte di York, presso Wartcnburg, era stato mutato dalla debole br igata von Thiimen in un blocco, finchè 1·arrivo di nu merose t ruppe francesi costrinse il gen. Thiimen a rit irarsi verso la metà di ottobre. Dopo la battaglia di Lipsia, i"I gcn. von Dobschi.itz bombardò nuovamente W. e, caduta Torgau, il gen . von Tauentzien vi pose l'assedio. Nella notte dal 28 al 29 dicembre fu alzata la prima parallela, e nella none d a] 7 all '8 gennaio 1814 si riuscl a dominare la strada coperta; durante la notte dal 12 al 13 il geo. Tauentzicn si isnpadronl di W . con un assalto co ndotto

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attraverso il fosso gelato della fortezza. li comandante, gen . francese Lapoype, difese i l castello fino all 'ultimo; la guarnigione era rHJotta a 1200 uom ini .

W ittenweir. Borgo della Germania, presso Breisach, sulla dr. del Reno.

Battaglia tli Witte1Ju1eir (1638). Appartiene alla g uerra <lei Trenta Anni. Il duca d i Sassonia Weimar, che Richclieu a\'cva rinforzato con truppe agli ordini del visconte di Turenne e dd Guébriant, assediava Bceisach . Un 'armata imperiale (Tedeschi, Spagnuoli, Bavaresi) agli ordini del gen. Goentz e de[ duca Savelli (20.000 u.) venne in soccorso della piazza . Il duca di Weimar con 16.000 u. mosse incontro all'esercito imperiale e lo incontrò nella piana di W. attaccandolo di fronte e sul fianco d r. sbaragliando q uest'ultimo. Dopo sette ore di combattimento accanito gli Imperiali vennero posti in, fuga, pérdendo 2000 u. fra morti e feriti e 1500 prigionieri fra i quali lo stesso duca Savelli, tutte le artiglierie ed il bagaglio. I vincitori perdettero 500 uomini jn tutto.

Boodegraven. N el combattimento aveva perduto 420 morti,

450 feriti, 9 cannonr.

Woerth. Villaggio dell'Alsazia, sulle rive della Sauer. Battaglia di Woertl, o di Froescl,willer o di Reichshofen (1870). Appartiene alla guerra Franco-germanica. Dopo il combattimento di Weissemburg (4 agosto) i l maresciallo francese Mac Mahon schierò le 5 divis . di cui d isponeva (circa 50.000 u. con un centin'aio di cannoni) sul pianoro di Fri:ischwilJer per far fronte all'ava"nzata della 33 armata tedesca, ci.rea 140.òoo uomini con 480 pezzi . Al mattino del 6 agosto la 4a d ivis. bavarese si impegnava con l 'avanguard ia contro l'estrema sr. francese (Ducrot , 13 d ivis.) a nord di F roschwiller, circa alle 8 del mattino. Frattanto l'XI corpo prussiano si portava in linea a sr. de! V, che andava spiegandosi sulla linea Goersdorf-Gunstett, al mar-

Wittgenstein (principe Luigi Adolfo). Gener.1le prussiano, n. nel 1769. D opo aver combattuto nel r793 contro i Francesi, passò ai servigi della Russia e combattè contro i T urchi e i Francesi. Comandò nel 18r2 l'ala dr. dell 'esercito russo, nel 1813 l'avanguardia che entrò j n Berlino, e poi l'esercito russo-prussiano; fu battuto a Lutzen ed a Bautzen e poi partecipò alla guerra del 1814. Maresciallo, fu posto a capo delle forze russe nella guerra con la Turchia e nel 1829 si ritirò a vita privata. W ittstok. C1ttà della Germania, sulla dr. della Dosse. Bauaglia di Wittstok (1636). Appartiene alla guerra dei Trenta Ann i. Un esercito imperi ale (31 .ooo u.) agli ordini del principe elettore di Sassonia era rafforzato sulla posizione d ello Schrekcnbcrg davanti a W. con le ali appoggiate al fiume Dossc, cavalleria a sr., quadrati di fanteria al centro, cavalleria cd artiglieria a dr. dietro una linea d i ridotte. Il generale svedese Banner (22.000 11.) lo attaccò <li sponendo a dr. cavalleria; al ceotro fanteria ,:d artiglieria; a sr. , molto sul fianco, cavalleria : una riserva d i fanteria e cavalleria era a F retzdorf. La cavalleria svedese dell'ala dr. attaccò, ma fu respinta e fu sostenuta da t ruppe di fanteria . Al centro la fanteria svedese urtò contro quella imperiale in un accanito combattimento che a lungo rimase incerto. La cavalleria svedese dell 'ala sr. prese d i fianco I 'ala d r. <legli Imperiali e la travolse: intanto avanzava da Fretzdorf la riserva svedese. Il principe d i Sassonia ordinò allora la ritirata, che avvenne abb'5tanza in buon ord ine . Perd ite degli Imperiali 6000 m. e feriti e 2000 prigionieri; 35 cannoni, t utto il bagaglio. Perdite degli Svedesi 1145 morti e 2245 feriti.

Woerden. Città dell 'Olanda sul Reno poco a valle d i Utrecht. Vi era un antico castello che nel 1672 venne demolito dai Francesi. Gli Olandesi dopo averla ripresa la for.tificarono . Combattimenti di W oerden (1672). li <luca d i Lussemburgo aveva lasciato a W . .il marchese di La Mark coo due bgl. Guglielmo d'Orange, che con 28.000 u. era a Boodgraven, attaccò la piazza il 9 ottobre. I Francesi fecero buona resistenza, mentre il duca d i Lussemburgo accorreva in aiuto della città, e il 10 attaccò la sr. olandese, la superò cd alla mat tina de l 10 entrò vittoriosamen te in W. Il principe d'Orange si ritirò nel suo campo fortificato d i

Battaglia di Woerth (1870)

ginc· occidentale del pianoro di Dieffeobach, sostenuto da ll)o!tc batterie. Così il II corpo bavarese e I'Xl prussiano inquadravano l 'azione del V, che il gen. von Kirchbach lanciava all'attacco di W. e del m argine del pianoro di Pri:ischwiller . I Francesi non hanno , per il momento, in azione che sette batterie, che sono costrette ad arretrare dalla schiacciante prevalenza di fuoco tedesca. Vari contr;ittacchi delle divis. francesi Raoult, Consci] e Lartigue non va lgono a ricacciare l' attaccan te, che riesce a metter piede nell'abitato d i W ., protetto dall'angolo morto creato dall'arretramento delle batterie, e a sistemare a d ifesa ;i margine occid entale. Falliva un contrattacco di Zuavi della divis. Lartiguc su Gunstett; falliva un attacco della brigata Koblinsky contro le pendici opposte. Gran parte dell'XI corpo ted esco non s'era anco,a spiegato e il l bavarese era ancora indjetro ; da parte francese la za divis, la divjs. di cavalleria de Bonnemains, la brigata cavalleria Septeuil e la riserva d'artiglieria erano riunite a tergo di Fréisch willer scnz'esscrsi impegnate. Verso le r3 giungeva sul campo il principe Reale di Prussia, mentre la 43 divis. bavarese attaccava invano I 'estrema sr. dei Francesi verso Neehwillcr , ma poco più ·a sud essa guadagnava terreno attraverso il bosco di Frosch willer. Al centro la 9a divis.


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lcdcsca. chiamata in line:1. rinnova gli attacchi oltre W. e Spachbach; ma le divis. francesi Rao ult e C',onseil resistono e contrattaccano, tanto che i Tedeschi stentano a mantenersi sul posto e a non essere ricacciati oltre la Sauer. Ma la sr. germanica con lo spiegamento ddl 'intero Xl corpo e l'entrata in li nea della 22• divis . può organizzare tre fort i colon ne, di cui le due estreme. sbocca ndo da Gunstett e Morsbronn, soverchiano l 'ala della divis. de Lartigue. Interviene la brigata di cavalleria Miche!, che carica con sca rso risultato: e verso le 13,30 la d r. francese è ricacciata nel C'li<.-der Wald, di cui gli attaccanti guerni>cono ormai il margine meridionale, Il principe ordina al V corpo d i ritardare l'attacco centrale e sollecita l'avanzata del le ali: all'estrema dr. il Il bavarese punta in direzione di Reichshoffen; il I bavarese .attacca_ attraverso il bosco d i Froschwiller; J'Xl avanza su Frèischwillcr. La convcrgcn,:a cosl determinata sconvolge la difesa: la divis . Lartiguc che ha 7000 uomini viene nssalita da 2 0.000; la divis, wurttemburghese è diretta su RcichsbofTen per completare il movimento aggirante. Visto disegnarsi il successo, i rincalzi del I corpo bavarese sono avviati dal principe a immediato sostegno del V corpo, che pronuncia l'attacco froncale. Jn,•ano la brigata Maire, della divisione Conseil , sferra verso le le 13,30 un contrattacco su W.: il V corpo, soste• nuto sulla dr. dalla 1 3 divis. bavarese, forza la Sauer fra W. e Spachbach e mette piede sulle opposte alture. L'artiglieria dello stesso corpo ava nza per meglio sostenere l 'attacco: alle 15,30 Elsasshausen è occupato. L 'impiego di 8 bauerie della riserva francese, un vivace contratracco dei tiragl iatori algerini, una nuova carica della di,·i,ione cavalleria de Bonnemains non valgono a riprenderlo; cd ormai la convergenza delle colonne d 'assalto completa la disfatta. Froschwiller cade alle 17 nelle mani dei Tedeschi, mentre i Francesi s'affrettano su Rcichshoffcn profittando del momentaneo respiro ottenuto mercè il g ià detto sfori.o delle truppe di riserva, e :.i dirigono ,·erso Sa\'crne. sotto la protezione della divis . Guyot del V corpo, che prende posiz ione sulle alture a nord di Reichsltoffen , a copertura del bi\'io stradale ove defluiscono le truppe in ritirata, e ,·i resta sino aUe 19. La giornata chiudevasi cosl con la piena sconfitta dei F rancesi, la cui ritirata tumultuosa si convertì in una vera fuga. Tre colonne d'inseguimento furono lanciate dai Tedeschi, ma con scarso successo: nwlti sbandat i francesi ,i d irigevano per varie vie verso i Vosgi; molti furono i dispersi e rile,·ante il materiale abbandonato. Circa 25.000 uomini e 100 pezzi riuscivano a raggiungere Savernc col marcsc. Mac Mahon: le perdite erano state di circa gooo u. fra m. e feriti, 28 cannoni, ; mitragliere, ro.ooo prigionieri, molto materiale; per i T edeschi di 9269 morti e feriti e 1373 dispersi.

Woiiwre. Durante la g uerra Mondiale 1914-r9r 8 trassero uome da questa regione francese a sud-O\'CSt d i Vcrdun, tre battaglie : a) quella del settembre 1914, che portò alla costituzione del sal.icnte d i Saint-Mihiel; b) quella dell'aprile 1915, provocata dai Francesi per l'eliminazione di detto saliente; e) quella del settembre 1918, episodio della più grande battaglia di Francia, con la lJuale gli Americani occuparono il territorio del saliente stesso. Prima battaglit1 dellt1 TVoi!tu,·c, Nella seconda metà d i settembre 1914, i Tedeschi, battuti sulla Marna, decisero una improvvisa azione contro I 'aln dr. francese (3• armata). T ale azione improvvisa mirava ad isolare Verdun, mediante due azioni, da svolgersi una ad ovest e l'altra a sud-ovest della piazza stessa: inizio dcli 'offensiva il 19 settembre. Mentre l'attacco ad ovest, in iziatosi con una certa fortuna

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pci Tedeschi , :, partire dal 24 settembre fu potuto contenere dalla 3• armata francese, quello d, sud-ovest, e cioè quello svolgentesi nella W. e puntante su Saint,Mihiel, eseguito dal distaccamento d 'armata ,·on Strantz (V e IX C. d'A. prussiani e lii ba\'arcse) riuscì a progredire note,olmcntc nel dispositivo francese di difesa a sud di Vcrdun. Dal 20 settembre in poi la 75• divi;. R. Francese, attaccata da forze superion, dovette ripiegare sui trinceramenti di Spada e Saint-Mìhicl; i l forte di Camp des Romains capitolò il 21 cd i T edeschi entrarono nell'abitato di SaimMihicl, occupando anche Chauvoncourt sulla sinistra della Mosa. Dopo il 22 , però, contrattaccati da sud sul fianco sr. dalle truppe della 1• armata francese, i Tedeschi erano obhligaù ad arretrare, conservando però in loro possesso 1'acuto e profondo ··salien te <li Sa im,Mihicl cosl determinatosi; e restato come una perenne minaccia contro il fronte , ud-ovest della pinza forte di Verdun per tutta la durata de lla guerra .

Il terreno delle battaglie della Woewre e il solientc di Saint-Mihiel

Seconda ba11aglia della W oi!wre. Rappre,enta una di quelle operazioni loca!i che caratterizzarono l'attività bellica su lla fronte occiùcntale durante l 'a nno 19 15. Ebbe per scopo quello della eliminazione del saliente di Saint-Mihiel, mediante un attacco improvviso e simultaneo diretto con1ro i due lati ~iel saliente stesso; attacco, però, <la sospendersi qualora non fosse riuscito di sorpresa e a,•essc condotto a troppo notevoli perdite. li gen. Dubail, comandante la 1• armata francese, dispose per questa opern1.ionc de l I, 11, Vl e Xll C. d "A., del XVII di riserva e del corpo di cavalleria di riserva Conneau. L'offensiva, iniziata il 5 aprile con un tempo pessimo che aveva ridotto tutto il terreno della IV. in una vera palude, fallì in quel giorno completamente. Ripresa il giorno 9, l'offensiva fallì per la seconda volta, tanto che il 14 aprile fu smessa ogni idea di offensiva locale. Azione di una certa importanza e degna di rilievo, perchi: fu fra quelle che meglio misero in evidenza la necessità di una potente preparazione di artiglieria nella guerra di trincea, prima di spingere le fanterie al1'artacco. Terza ba11aglia della Jlloi'ttm:. li saliente di Saint-Mihiel rimase quindi minaccioso, penetrando a fondo nel sistema difensivo francese ; e soltanto nel settembre 1918 il maresc.' Foch ritenne necessario farlo sparire definitivamente, durante l'offensiva a fondo contro i Tedeschi. Di questa operazione fu incaricata la 1• armata americana (C. d'A. ì. IV e V americani, Il Coloniale francese). L'azione, iniziatasi i l 12 settembre, fu condotta con criterio di troncare alla base il saliente con due attacchi - uno pro,·cn:ence da nord e l'altro proveniente da sud - puntati ambedue in direzione di Vignculles. I Tedeschi, che ave,·ano già pensato


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all'opportunità di uu prossimo sgombro del ~aliente, attaccati da forze di gran lunga superiori, cedettero: alla sera dello stesso giorno 12 settembre grande parte del saliente era già in mano degli Americani, che il giorno dopo (13 scucmbrc) ne completavano l'occupazione, raggiungendo la linea Frcsnes-cn-\Voewre, Xammcs, Norror. L'eliminazione del saliente ebbe una notevole importanza, non solo perchè poneva termine ad una m inaccia per quattro anni ÌJ1 atto contro Verdun , ma anche pcrchè: ridava agli Alleati la Ji. bcra disponibiblità della grande linea ferroviaria ParigiToul- 'ancy.

Wolfe (Giacomo). Generale inglese (1707-1759). Fece la campagna di Fiandra del 1743; generale di brigata nel 1747, si dedicò alle questioni tecniche. Quartiermastro generale 10 Irlanda (1757-1758), partecipò alla spedizione contro Rochcfort (1758) . In seguito fu inviato al Canadà e parteci pò all'assed io di Louisburg. Comandante delb spedizione contro Québcc, riuscì a vincere la resistenza di Montcalm ~d Abraham, 1113 fu mortalmente ferito durante l'azione. Wolfenbiittel . Città della Germania, sull'Ocker.

l1t1t1aglia di IVol/enbiitte/ ( 164 r /. Appartiene alla guerra dei Trenta Auni. l i 27 giugno il ~cn. Guébriant era a W. con la sr. appoggiata all'Oker, il centro coperto da alcune ridoue, ]a dr. (Svedesi) appoggiata alla foresta di Fiimclsen. In tutto disponc,a di 18.000 u. con 12 cannoni. Gli Im periali (26.000 u .) agl i ordini dell'arciduca Leopoldo e di Piccolomini e Mercy, attaccarono il centro nemico con ca,,alleria, ma .senza successo, e la dr. svedese con fanteria e: cavalleria. Dopo un primo ~ucccsso gli S,•cdesi andarono al contrattacco rovesciando gli assalitori che su tulla la fronte vennero pnsti in fuga. Gl i Imperiali perdettero 20,m morti e 1500 feriti; i Franco-svedesi 200 m. e 500 feriti.

Wolkovisk. Città della Polonia, a est di Bialystock. Ourantc la ritirata dell'armata napoleonica dalla Russia, nel novembre 1812 le truppe francesi che manovravano per assicurare le co:11unic:izioni co11 Varsavia e cooperare alJ·ewcmo salvataggio degli avanzi della Grande armata erano coperte dal corpo del gen . Rernict. Informato dell'avanzata di forze russe dalla Volinia, egli sera portato il q novembre a IV. con 16.000 fanti <' 1000 cavalli. I Russi, cr,rnanclati dal gen. Sacken (circa 15.000 fanti, Gooo cavalkri regolari e 500 Cosacchi) assaltamno di sorpresa la c1uà nella notte ,ul 15, ma il Rei•ner \a riconquistava all'alba mercè un ritorno offensivo fortunato. Spiegatosi in modo da tagliare la strada di Slonim, dalla c1uale potevano giullgere le forz.c dello Schwartzenberg -già in marcia, il Sarken manovrò contro la sr. avversaria, sperando d'in durr.: il Reynicr alla ritirata in virtù del! 'accennata minaccia alle sue comunicazioni; ma il tentativo fu sventato da questi, r inforzando tempestivamente la propria sr. Il giorno ,cg11ente il Sackcn rin novò l'attacco riuscendo a penetrare nell'abitato di IV., e intcnsilicando l'azione contro la sr. ,wv~rsaria; ma verso le 15 l'intervento della colonna Schwartzenbcrg, che sbocca\"a sul tergo dell'ordinanza russa con 18.000 uomini, determinò l 'arresto della manovra d ':u. racco. li Reynicr ne profittava per rioccupare subito IV.; onde il Sackcn, de,istendo dal \ 'offensiva, ripiegò w l favore della notte. Il giorno dopo il Reynier riusciva a sbaragliare la retroguardia. Questi combattimenti ave, :1110 costato ai Russi quasi 10.000 uomini, cli cui circa 7000 prigionieri , alcu ni cannoni e buona pane del ca rreggin: essi valsero a ri::ilzarc

moment:.neamentc

)a

situazione

<.lei Francesi

quella zona, ma 110n potevano scongiurare b ,)ella Grande Armata.

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triste sorte

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W oli in. Isola tedesca del mar Baltico, fra il mare e due canali per cui )'Haff, estuario dell'Oder, comunica col golfo d i Pomerania. Città principale è Wollin. Atta-eco di Wollin (gennaio 18o7). Appartiene alle g uerre dell'Impero e fu ordinato dal maresc. francese Morticr, per proteggere i corpi assedianti le piazze d; Pomerania. Egli inviò a TV. un bgl. d'infantcria leggcrn, che venne subito attaccato <la circa 1000 u. della guarnigione di Colberg . I Francesi li respinsero sino a W. , da cui, dopo un aspro combanimento per le vie, li scacciarono prendendo 4 pezzi. Questi vennero subito messi io batteria e affondarono due grosse barche cariche di fuggiaschi. I Pru,siani ebbero molti morti e feriti e perdettero 150 prigionieri.

Wolseley (Carnet Giuseppe, iùcon1e d,). Generale inglese, scriuor.: militare (1833-1913). Combattè in Crimea e nella rivolta dei Cipays indiani . Da magg. generale, nel 1873, d iresse la guer ra contro gli Ascianti. Gove rnatore del Nata! nel 1879, assunse 11cl 1882 il comando del la spedizione in Egitto. ::--Jcl 1884-85 diresse la srJedizionc <li soccorso a Gordon . ricevendo in premio il titolo di visconte. Promosso maresciallo, tenne il comando III capo dell'esercito inglese dal 1895 al 1900. li W. \ascib diverse o pere, fra cui: « Relazione della campagn a in Cina nel 1860 »; « La potenza militare della Francia nel 1870 e nel 1878 ,, ; •< La vita del duca cli Marlborough ~; " 11 declino e la caduta di ::--Japolcone I » . Wòrcestor (anric . J3m11011i11m o Bmnogc11ùm1). Città dell'Inghilterra sul Severn. Il 3 settembre 1651 ,,i si svolse una battaglia fra l'c.ercito reale di Carlo U (12. 000 u.) e quello del Cromwdl (26.000 u.). Carlo , che si era stabilito in buona posizione presso IV. fu assalito dai Protestanti dei quali riuscl a respingere un primo attacco; ma un dissidio sorto fra Inglesi e Scozzesi che erano ai suoi ordini. di~organizzò il combattimento, e l'esercito reale fu battuto; il re, salvatosi a stento. potè riparare in Francia. Dell'esercito regio rimasero sul campo 3000 u. fra morri e feriti , e Gooo furo no fa tti prigion ieri . Worms. Ciuà della Gc,mania, presso la sr. del Reno, costruita sopra l'ant. fortezza romana, Augusta Vangio1111m. Distrutta <lai Vandali e dagli Unni, fu ricostruita dai Franchi. Carlomagno vi risiedette per qualche tempo e vi tenne le diete <lette ,, Campi di Maggio » . Fra queste, s0110 da ricordare quella del 772 in cui fu decisa lJ guerra contro i Sassoni; quella del 781 in cui il duca Tassilone di Baviera fece atto di sottomissione a Carlomagno; quella ciel 786 che segni, l:1 pace fra l'imperatore e i Brettoni; quella del 787, in cui Tassilone, che si era ribella to, (u di nuovo costretto a ~ ttomcuersi. I. Con11e11:.:io11e di ll'orms (1052). Fra Enrico lii e papa Leone IX, il quale ottiene Benevento e cede all'imperatore posst'd imcnti della Chiesa nella Germania. Il. l'ace di Wom,s (11 22). Concordato fra Enrico V e Calisto Il. che chiude la guerra delle invc,titure. Enrico rinunciò ad ogni ingerenza nelle elezioni di papi e vcsco,·i, e la Chiesa .ricono bbe , diritti dell"impcratore sugli ecclesiastici ai quali fosse conforita un'investitura feudale. Si annulleranno inoltre tul!e le scomuniche e le censure cccle>iastiche. lii. D,era di Worms ( 1521). Convocata da Carlo V, allo scopo di arrestare l'agitazione religiosa . provocata da Lu tero , il quale si presenta a ll 'Assemblea il 17 e r9 di aprile, ma nessun accordo ~ possibile, ed ~ messo al bando dell"lmpcro.


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IV. Trattato di Worms (13 settembre 1743). Concluso fra Austria, Ing hilterra e Sardegna, a garanzia dei r ispettivi Stati, contro la Francia . Con ciò il re di Sardegna rinuncia alle sue pretese sul Mi la nese e assume il comando delle forze austro-sarde in Piemonte, mentre l 'Inghilterra terrà una potente Aona nel Mediterraneo . L'Austria cc<le, alla Sardeg na, Vigevano e il tratto d el Pavese fra Po e T ici no ; quest 'uhimo fiume sarà il confine fra i due Stati; cede inoltre i suoi diritti sul m archesato d i Finale.

guerra del 1805 p rese il comando del C . d 'A. bavarese, in servizio della Francia. Nel r8o7 combattè in Polonia e nella Prussia orientale e nel 18o9 a Wagram. Nella guerra del 18t2 prese il comando dei Bavaresi, e nel 1813 passò dalla parte della Coalizione, combattendo contro la Francia anche nell'anno seguente . Tornato in patr ia, ebbe il comando rn capo dcll'esercilo bavarese.

Woronzov (Micl,ele Semonovich, principe di) . Generale russo (1782-1856). Partecipò alfo campagna del 1812 contro Napoleone. A Lipsia coma ndò la cavalleria e poi le truppe russe d'occupazione in Francia. Govcrn2core della nuova Russia e della llessarabia nel 1823, sostituì all 'assed io d i Varna il geo . Mencikov. N el 1844 fu go,•crnatorc del Caucaso e dicci anni dopo si ritirò a ,•ita privata.

un combattimento che appartiene alla guerra di rivoluzione polacca, 2° periodo, tra il corpo r usso (12.000 u. e 24 cannoni) del geo. Kreutz e truppe polacche a l comando del gen . Sierawski (6ooo u. con 6 cannoni). Sierawski, saputo dell'approssimarsi del gcn. K reutz, si schierò ai m argini di un bosco nei pressi di W. per attendervi il nemico. i\llc 7 del mattino del 17 aprile comparvero le colonne russe con l'a rtiglieria in testa; il gen . Kreu,7. notò che una piccola altura verso la sr. dello schieramento nemico non era stata occupata ed immediatamente vi mandò un forte d istaccamento d i fa nteria e vi fece prendere posizione ad una batteria a ca,·allo. Lo Sierawski, accortosi tardi dell'errore commesso, tentò più volte d i sloggiare il nem ico dall'~ltura , senza riuscirvi. Intanto un 'altra batterja russa si spicga\'a davanti al villaggio di W. e, dopo due ore di Cuoco la fanteria lanciata all'assalto si impad roniva dell'abitato. Vani r iuscirono i successivi contrattacchi e una carica di cavalleria che lo Sicrawski in persona guidò con d isperato valore : gli squad roni, composti di truppa poco esperta e nuova al fuoco delle battaglie, si dispersero prima ancora <li essere giunti a contatto col nemico. Minacciato alfi nc da tergo dal gen . Dellinghausen, dovette r itirarsi nel bosco dove si sostenne ancora fine a sera respingendo j reiterati attacchi russi, fino a che col favore della notte ri uscì a ritirarsi.

Wotan (Linea d,). Uno dei tratti della linea difensiva tedesca, dc~ta complessivamente « linea di Hi11demb11rg » (V.) e p recisamente quello del margine esterno di essa, compreso fra Lilla ed Arras. Wrangel (conte Carlo). Generale svedese (16o3-1677). Combattè sotto G ustavo Adolfo nella guerra d 'Allemagna e poi sono ;1 duca Bernardo d i Sassonia. Weimar e d ivenne generale maggiore. In German ia nel 1645, ebbe il comando di parte delWrnngel Pi etro l 'csercit0 svedese. Partecipò poi alle g uerre contro la Polonia e contro la Danimarca. Nelle campagne della Svezia e F rancia contro l 'Impero invase il Brandeburgo che dovette però sgombrare. Wrangel (barone Pietro Nico/ajevic). Generale russo (18781928). D urante la g uerra Mond iale giunse a comandare una divis. di cosacchi. Dopo il crollo dell'impero, net 1917, partecipò al tentati,•o di restaurazione del Kornilov. Nel 1918 partecipò .alla r icostituzione dell'annata dei cosacch i del Don, quindi fece parte del! 'armata antirirnluzionaria (bianca) del gen . Dcnikin e sconfisse le forze bolsceviche conq uistando i territori fra il Don e il Volga . Per d ivergenze col suo capo, che giudicava indeciso, si ritirò a Costantinopoli d 'onde rientrò in Russia quando il Denikin lo nominò suo successore. R iorganizzò l 'esercito bianco e nel 1920 combattè in difesa della Crimea. Mancanza di mezzi e tradimento di gregari fecero falli re la sua im presa e lo costrinsero ad abbandonare la Russia, ritirandosi a BruxelUn suo fra tello, Nicola Nicolaievic, fu les dove morì. pure generale russo, n. nel 1871 e m. suicida a Roma nel 1928. Annllta di Wra11gcl. Prese questo nome l 'esercito reazionarie, o bianco che tentò in Russia, fra il 1918 e il 1920, di ristabilire la monarchia. Dopo varie altern ative d i vittor ie e di insuccessi , per mancanza d i risorse, dovette abbandonare la lotta. Nell'ottobre 1920 i suoi componenti, in numero d i 150.000, si imbarcavano in Crimea pe r Gall ipoli e Lemnos d 'oode si sparsero nei d iversi Stati balcanici, specialmente nella Jugoslavia.

Wrede (Principe Cllrlo). Generale bavarese (r767-1838). Partecipò alle guerre contro !a Francia della Rivoluzione. Nel 1803 coma nd ò una brigata mist a bavarese, e nella

Wronow. Villaggio della Polonia , nella Volinia, a circa 30 K m . a S.-O, d i Lublino. Il 17 aprile 185r vi si svolse

W urgaum. Città d elle I nd ie inglesi, nella presidenza di J3ombay. Nel 1779 (14 gennaio) vi tu firmata una convenzione fra Inglesi e Mah ratti: i primi rinunciavano a tutte le conquiste fatte sui Mahratti dal 1773 in pqi.

Wredc Carlo

Wurrn Venceslao

Wurm (baro11e Venceslao, von). Generale austriaco, rn. nel 1859. Sottot. del genio nel 1879, divenne magg. generale nel 1900. Comandò la 37a br igata d i fanteria, poi la .16° e nel 1910 da fclclmarcsc. la 19" d ivis. Allo scoppio della guerra Mondiale fu promosso generale di C. d' A. e destinato al X VI corpo in Ragusa. Quar1do l 'Italia e ntrò in gue rra combattè agli ordini d i Doroevic sull'Jsonzo . Wurmbrand (Melchiorre). Ufficiale d'art. dd sec. XVII . Fu al servizio dcli ' Austria e nel 1627 pas,ò a q uello di Gu -

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-stavo Adolfo, divenendo colonnello. È considerato come l'inventore di quei cannoni leggeri di legno, foderati di < uoio, con lamina di rame, portati al seguito delle fanterie. Ma circa venti aani prima cannoni leggeri erano stati ideati in Italia, simili a quelli del W., da Federico Porcari.

Wurmser (Dagoberto Sigismondo, conte. d,). Generale ..austriaco (1724-1797). Partecipò alla guerr a dei Sette Anni. Capo d'un regg. di cavalleria nel 1773 e poi feldmaresciallo, fece la campa_gna d i Baviera ed ebbe il governo della Gallizia . Avuto il comando delle truppe austriache in Italia nel 1797, costrinse i Francesi a togliere l'assedio di Manto,·a, -dove però in s,:guito rimase r inchiuso, capitolando. Ebbe quindi il comando mii. dell' Ungheria. Wi.irttemberg. Prima contea, divenne ducato nel 1➔95 -e regno nel 1805, per opera di Napoleone I che lo comprese

fra gli Stati a lleati, includendolo nella Confederazione del Reno e ottenendone un contingente di 12.000 u. per la campagna di Russia. Terminata questa infelicemente, il re Federico I del W. abba11donò la causa napoleonica e si unì agli Alleati con i quali combattè le campagne del 18131814-15 fino alla caduta dell'imperatore. Nel 1866 il IV. si a lleò ali' Austria, e le sue truppe vennero iconfittc da q ue1 lc prussiane, entrando nell 'orbita della Prussia , a fianco della quàle prese parte alla guerra del 1870-71 co::mo la Francia. La guerra Mondiale determinò la scomparsa del regno, e la fusione nella nazione unitaria tedesca.

Wiirttembery (d11ca G11,:lielmo del). Generale austriaco ,(1828-1896>. Nel 1847 passò dall'esercito prussiano in quello :iustriaco e partecipò alle campagne dei 1848-49 in It;ilia, sotto Radetzky, restando ferito a Novara . Nel 1859 com• battè a Magenta e Solfecino alla testa del 27" fanteria. Nel 1864 comandò una brigai:, nella guerra d ei Ducati e cosl nella guerra del i 866 in Boemia. Nel 1869,, promosso tcn, maresciallo, ebbe il c~mando militare di Trieste, poi della ? divis. con la quale, nel 1878, combattè in Bosnja_ Con la p romozione a geherak di corpo d'ar mata fu messo a .{:apo dell'amministrazione della Bosnia-Erzegovina; nel 1881 fu nominato comandante generale a Leopoli e, nel 1889, di Graz. Con l:1 morte del re t.::arlo dd W. (1891), divenne il capo della casa ducale del W . cd il più prossimo presunùbile crede <lei trono. Per questo, lasciato l'esercito austriaco assunse il grado di generale di fanteria in quello wiirttemberghese.

Wi.irzburg (ant. Virceburgurn). Città della Germania, nella Baviera, sul Meno, con castello del scc, XVIIl e citta-della, detta Maricnberg . 1. Tra/lato di Wiirzburg (28 febbraio 1667). Tra la Fran-cia e l'elettore di Magonza, a conferma dell'allc-Jnza detta -del Reno. li trattato durò tre aoni e non ven ne rinnovato.

li. Trattato di IViirzburg (10 ottobre 1672). Alleanza difensiva fra l"lmpcro, gli elettori di Magonza, Sassonia e Trcviri, il margravio d i Brandeburgo, iì vescovo d i Munster, per mantenere intatte le condizioni create dalla pace -<li Wcsdalia. Ili. Combat1ime1110 di Wiirzburg (1796) , Appartiene alle g uerre della Repubblica francese, e si svolse fra le t ruppe -<lei Jourdan e gli Austriaci dell'arciduca Carlo che le incalz avano, dopo averle battute ad Ambcrg (24 agosto), e cer-cavano di tagliar loro ,il passo verso i l Reno. G li Austriaci il 3 settembre prevengono gli avversari a W. con la loro

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avanguardia, chd sbocca sulla dr. del Meno e guernisce le alture; il grosso sopravviene man mano a prolungare la sr. spiegandosi fronte ad est sulle due rive del fiume. La rapida marcia e il r isoluto contegno di q uel! 'avanguardia impostano la battaglia a favore degli Austriaci, poichè il Jourdan, costretto a cercare scampo aprendosi la via verso ovest per raggiungere il Reno, anzichè manovrare in modo conforme alle possibilità tattiche, limita lo sforzo contro la sr. avversaria e v'addensa le truppe rinunciando a sostenere la propria sr, cho è sopraffatta dalle sopravveniemi unità austriache. Tuttavia i Francesi riescono ad aprirsi ugualmente la via cd a salvare grande parte delle forze, dirigendosi verso le alture dello Spcssart per congiungersi col Marceau. · IV. Combnttimemo di IViirzb11rg (1813). Appartiene alle guerre dell 'lmpcro fra11cese. Dopo la battaglia di Lipsia il gen. francese T hurreau, che comandava la guarnigione d i W. vi fu assalito il 24 ottobre dal corpo austro-bavarese del gen. Do Wrede (6o.ooo u.). La guarnigione era composta d i due bgl. del 1,30 regg. di linea, composto di Toscani e da poco tornato dalla Spagna, da due sqdr. del tf' usseri, costituite di Toscani e Romani, e da rre bgl. costituiti di clementi tedeschi. All'apparire del corpo del Dc Wre<le, questi ultimi bgl. si ribellarono prendendo a fucilate gli Italiani. I quali furono costretti ad abbandonare la città ed a chiudersi nella cittadella, dove opposero strenua resistenza, tanto che il Dc Wrede, dopo tre giorni di vani sforzi e bom bard amento con 80 cannon i, lasciò una brigata a bloccare TV. e continuò la marcia. I Toscani rc,istettero sei mesi, uscendo dalla . cittadella soltanto il 21 aprile 1814, dopo l'abdicazione di Napoleone. W. fu l'ul tima cittadella in Germania a cedere le armi.

V. Armistizio di IViirzburg (28 luglio 1866). Preliminari d i pace (V. Berlino XXXII), conclusi fra il gen. prussiano Manteuffel o il principe Carlo d i Baviera.

W usterhausen. Città della Prussia, sulla Dosse. U 12 ottobre 1726 vi fu concluso un t rattato segreto fra l'Impero e la Prussia: quest'ultima riconosceva e garantiva la « Prammatica sanzione », dietro promessa di ampliamento del proprio territorio, e aderiva al t rattato di Vienna del 6 agosto 1726. D ue mesi dopo tutto ciò era r iconfermato a Berlino. W yoming. Contea degli Stati Uniti, sulla Susquchanna orientale. Era, dura nte la g1,1crra d 'lndipendcm.a d' America, una colonia appartata, dove però erano sorti i germi della discordia. I Repubblicani, più numerosi, avevano bandito i Realisti i quali, per vendicarsi, si strinsero in lega colle vi: cinc tribù ind iane . Sui primi di luglio del 1778 giunsero sul fiume circa 16oo armati, comandati dall'inglese col. Giovanni Butler; un quarto erano Indiani, il resto bianchi trnccati d a selvaggi. La colonia era governata da Zebulon Butlcr, cugino di Giovanni, che la difendeva con. circa 500 uomini sparsi nel territorio e nei quattro forti che vi si trovavano. Il primo fra questi , occupato da partigiani degli Inglesi, si arrese senza opporre d ifesa; il secondo fu preso dopo fiacca resistenza, ç i difensori furono massacrati. Si ritirò lo Zebulon nel forte Kingston, che era il principale, raccogliendovi b popolazione d ella colonia . li luogo forte e ben mun ito gli avrebbe consentilo d i d ifendersi, ma il col. Butler tanto fece da indurlo a recarsi con 400 u. di scorta in località lontana dal forte, dove si doveva trattare un accordo . L '3 mericano ~i fece tra rre in mezzo ai boschi dove gli Indiani, accerchiatolo, l'attaccarono; nella lotta


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che ne segui la maggior parte fu massacrata e solo lo Zebulon, con 70 superstiti, riusci a salvarsi in un fortino a l di là del fiume . Liberatosi così dal maggiore nucleo nemico, il Butler si presentò n uovamente sotto il forte di · Kingston dove, a spaventare il debole presidio, fece lan ciare duecento teste ancor sanguinose degli uccisi. Quando poi, venuta meno ogni speranza, gli assedianti si arresero, i vincitori, per risparmiarsi la fatica di ucciderli singolarmente, tutti li chiusero nelle case, uomini, donne, bambini; e subito dopo· le diedero alle fiamme. li forte di Wilkesbo-

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n;>Ugh fu l' ultimo a cadere, ma, pur essendosi arreso senza resistere, la stessa sorte toccò ai suoi d ifensori. !- soldati furono uccisi fra i tormenti, la popolazione fu arsa vh•a nelle , case. Vinta co.sl ogni resistenza organizzata, tutti gli •abita·rori sparsi della colonia furono uccisi, le case incendiate, le piantagioni distrutte, :agliata la lingua e tormentati i cavalli, .le pecore, i bovini. Nulla sfuggì alla strage, ma pronta fu la vendetta . _li col. Clarke, inviato dal governo repubblicano, entrò nelle terre indiane e tutto pose a ferro e fuoco per rappresaglia.


sloca me nto

X 2 e X 3, Sommergibi li posami ne, costruiti dalla d itta ,, Ansaldo » d i Sestri Ponente sui p\i_ni del ten . colonnello ~ I G . N. Curio Bernard is. Impostati nel 1916 e varati nel 1917, entrarono in serviz io nel 1918. Loro caratteristiche p rincipali sono k seguen ti : lunghezza m etri 52,60, larghezza metri 5,52, dislocamento in superficie tonn . 403, diin immersione tonn . 467, velocità in superficie

nodi 8, veloc ità in immersione nodi 6,5. L'armamento guerresco è costituito da 18 torpedini allogate in nove pozzi cilin drici, sistemati nella ZOM poppiera del sommergibile, e da un cannone antiaereo da 76 sistemato a poppavia della to rre tta.

Sommergibile 11 X 3 •

X P 2. Idrovolante nor<ia rYH::1 icano, in metallo, trlmo..tore, scsqu iplano, lun go m. 18,29, con ape rtura alare di m. 30,48. Un tipo « X S L 1 », pi,1 piccolo (a pe rtura alare m . 9,45) è stato adottato come id rovola nte per sommergibili.

Xanthos. Ant. c ittà, capitale d ella Licia. Venne assed iata da un esercito persiano, condotto d a Arpa.go, e presa e distrutta . Ricostruita, fu assediata nel 42 a. C .. durante la cosiddetta guerra Fi lippcnsc , d,~ M. Giunio Bruto. La città oppose 1Jna strenua resisten za, ma infine, occupat a di sorpresa, fu data in preda alle fiamme d ai cittadini med esim i, i q u ali rifiuta rono le p roposte d i resa ch e erano state loro fatte. Dopo la caduta d i X. fu facile ai Romani di sottomettere i l resto della Licia.

Xantippe (S11111ippo). Nome <l i due generali g reci, uno , ateniese, v incitore t lei Persiani a Mica lc (4i9 n. C.), l'~ ltro. sparta no, che a ll a testa d ei Cartaginesi sconfisse l 'esercito romano g u idato da Regolo a Clipea (~55 a. C.).

Xenopol (Alessandro). Sroriw romeno, n. a Jassy nel 1867.

F ra le sue opere sono (13 ricord are: « Le g uerre fra i

Russi e i Turchi , e le loro con seguenze per la Romania »; ,, I Romeni nel Medio Evo »; « Storia dei Ro meni della Dacia Traiana )> .

Xeres de la Frontera (o Jcrcz). Città d ella Spagna, in prov . di Cadicc. F11 occupata dai Romani e fortificata, e portò il nome di Asta Regia. Fu presa dai Goti nel 7 Il e ripresa da Alfonso X di Castiglia nel 1265. Xidìas-Tipaldo (Spiro). Medaglia d'oro, n . a Trieste, caduto sul Carso (1887-1916). Irredento, fin da g iov;rnissimo si era fatto apostolo dell 'ita lianità della sua terra nata le, scrivendo, parlando, cospirando . Scoppiara la guerra, si arruolò quale semp lice soldato di fanteria. Nominato sottot. d i milizia territo riale nel

73°

fanteria, si distinse nei com• battimenti dell'autunno 1915 nella zona d i Oslavia, guadagnando una med. di bronzo. Nella sesta battaglia dell' Isonzo (agosto 1916) pochi giorni dopo la conquista di Gorizia e del San Michele, cadde da prod e e fu conferita alla memoria d i lui· la med . d' oro con questa motivazione: « Valorosissimo soldato , apo stolo di italiànità, propugnaX id ia!; Tipaldo tore, con la parola, con lo spirito, con il braccio, d eila redenzione del natio suolo triestino, dura nte ]' inte ra campagna fu primo t ra i p rim i nei pericoli, n ei disagi, nella lotta. Cadd e eroicamente durante l' avanza ta sul Carso, mentre, im pavido, inc uo rnndo i d ipendenti all 'assalto, opponunamente appostava, sotto la tempesta dei colpi avversari , le sue m itragliatrici ». (Nad Logcm, 14 ;igosto 1916).

Xylander (Giuseppe) . U fficiale ba, a rcsc e scrittore militare d el sec . XIX . Sottot. d el genio nel 1812, fu adibito nel 1813 a lle fortificazioni , e dal 1819 al 1831 ebbe l 'incarico d i imegr.iare tartica al cor90 d ei cadetti. De.i suoi scrjui mcrjtaoo di essere segnalati: (\ Lezioni d i tattica n;. (( La . s1 ralegia » ;

<c.

Considerazion i su11a fanteria >,;

<t I..'or•

ga n izzazio ne militare d el nost ro tempo "r , L ·organizzazione m ilita re d egli Stati d ella con fed erazione germ anica >>.

X ilene (C!timÌt'a bellica). Viene alrresì indicato col nome di « Xi lolo » ed è c1assilicaro fra i coadiuvanti, precisame n te nel gruppo d ei solven ti leggeri. Durame la guerra Mondiale ebbe largo impiego, pa rticolarmente in miscela con l 'aggressjvo chimico bromuro d j xilile, per facilitarne la volatilità .


Xll,

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1498 -

Xilile (Brom u ro). Chiamato <lai Tedeschi « T. Stoff » , fu uno dei primi lagrimogeni adottali dai Tedeschi, i quali lo adoperarono i l 22 aprile 1915, conterop.orancamcnte al cloro, nel primo attacco di Yprcs. I Tedeschi annettevano una grande importanza ai lagrimogeni bromurati, ritenendoli gli aggressivi più efficaci per la guerra di trincea. A tal riguardo essi non solo fecero tullO il possibile per assicurarsi il monopolio della produzione del bromo, già prima d ella guerra, ma cercarono di sch iacciarc altrcsl la concorrenza americana e ne impegnarono anche la produzione, causa,ndo serie difficoltà per gli approvvigionamenti degli Alleati. Col titolo d i « Green T. Stoff » d_enominarono una miscela cosùtuita da: bromuro <li xilile 88 % e bromacctonc 12 %, che usarono nei proie1t i <li arùglicria. Anche il cloruro e il jodt<ro di xiii/e sono dotati cli proprietà analoghe al bromuro, ma non ebbero, come questo, larga applicazione bellica. A ogni modo, i derivati alogenati dello xilene manifestano effetti lagrimogeni sensibili gi:\ alla concentrazione di parti 1 per r milione; e i loro vapori, essendo assai pcsanù, tendono con faciJirà ad accumularsi e sostare nelle depressioni delle zone invase. Quali antidoti efficaci e mezzi di protezion e vennero consigliati : l'acrcaz ione degli ambienti gassati, l'impiego d i ossigeno, l'uso di iniezioni di stricnina e d i ol io canforato da praticarsi ai colpiti, Per gli occhi venne indicata la la\'atura della congiuntiva con soluzione fisiologica sterile; e, per gli apparecchi di protezione individu ale, fu riscontrata praticamente bene adatta

Xuc

b impregnazione dei tamponi in olio di ricino e di ricinato sodico.

Xistus (Sisto). Era cosl chiamato l'antico ariete della galera romana. Era un grande spuntone per battere, con movimento ori-~zontalc ed a livello delle acque, contro i fianchi delle navi nemiche: aveva generalmente la tcsca con forma d i ariete, e si appendeva all'albero della nave, sostenuto per mezzo di due manigl ie: si dondolava fino a farlo battere contro la nave avversaria: esso poteva oscillare per ogni parte e con qualunque inclinazione. Quando era a riposo. si sollevava sull'albero. Talvolta aveva la punta acuta di ferro. Corrispondeva ali' « asser [alcatus ,, ~d era allora munito di uncini taglienti, a guisa di lama di falce, allo scopo cosl di colpire i marinai, come di tagliare i cordami delle navi avversarie. Vcgezio indica col nome di « asscr fak~tus » il X. comune sopra descritto. Ugualmellle era detto X. " « asscr » :il grosso trave pendente dalle mura, con cui si cercava di battere le macchine o le navi nemiche. Xucar. Fiume della Spagna, sfociante nel Mediterraneo. Nel 75 a . C. Scrtorio, battuto a Italica, si scontrò sulL sue rive con Pompeo : questi , alla sr., fu ferito , bauutoUc messo in grave pericolo, Ali 'ala d r. il suo luogotenente L. Afranio, dapprima vincirore, fu poi ,•olto in fuga. Fortunatamente per i Romani, giunse in loro soccorso Metello: Sertorio, vedendo di non potere tener testa ad entrambi gli avvcr; ari, si ritirò.


Yakutia. Re pub b lic a dcll'U. R. S. S., costituita nell'aprile 1922 e divisa in 29 dipartimenti. Ha un'estensione <li 4.023.300 Kmq., con una popolazione di 308.400 abitanti. Capoluogo Jakutsk . Yalu, Fiume di confine fra la Manciuria e la Corea, tributario del Mar Giallo.

I. Battaglia di Yalt< (o <li Hai Yang). (Guerra CinoGiapponcsc). N el pomeriggio <lei 16 settembre 1894, la flotta giapponese, ai comando del viceammir. lto, forte di tre divis. e complessivamente di 12 unità, si dirigeva alla foce <Id io Y., mentre, scortati da 6 incrociatori e 4 torpediniere, fì no dal 14 erano partiti 5 t rasporti cinesi che il 17 sbarcavano sulle coste Coreane. Effettualo lo sbarco il 17 stesso, la flotta cinese, al comando dell 'ammir. Ting-Zuchang, aumentata della squadra del Pei-yang, anch'essa formata di 12 unità, muoveva per raggiungere le proprie basi <li operazione : Talienwan e Port A rth ur. Alle 9 le due flotte nemiche si avvistarono, e alle 13 ebbe inizio il fuoco; i Cinesi ben presto ruppero la loro ordinanza, costituita da una linea d i fronte col centro spinto in avanti, mentre le omogenee div isioni giapponesi con opponune ernluzioni abilmente profittavano del disordine del nemico. La r" divis, giapponese ebbe l'ordine di accostare a sinistra per tenersi fuori di tiro delle unità ma&giori, di cannoneggiare le minori e di ponarsi presso le foci del Y. dove si trovavano 6 torpediniere, 2 incrociatori e 2 cannoniere. Intanto la seconda, alla çu i testa era l 'incrociatore « Matsushima "• nave ammir. , doveva avviluppare il nemico, separarlo dalla costa e batterne successivamente le unità. La 3• d ivis. costituita da navi d i scarso valore bellico, doveva rimanere in coda 21la formazione e provvedere alla propria sicurezza. li tiro delle navi giapponesi, preciso e intenso, accese fin da pr incipio importanti incend i a bordo del Cbao-yung e del Yang~wei; la prima divis:, dopo avere costrelto le navi p resso il Y. a r ifugiarsi nei bassi fondali della foce, alle 13,30 ritornava sul luogo dcll 'azione principale e con tiro micidiale costringeva il Ching-yuen e il Lai-yuen a port arsi sotto le maggiori corazzate cinesi per a,•erne protezione. La 2• divis. intanto completava la distruzione delle <lue navi danneggiate nella prima fase del combattimento e correva addosso alle altre navi elci nemico, che, rotto ogni vincolo organico, combattevano ciascuna per conto suo per

sfuggire alla distruzione. Contrariamente agli ordini ricevut i, anche la 3& divis . volle partecipare alla battaglia; avanzatasi verso la flotta cinese, si trovò improvvisamente di fronte al vertice della sua formazione e parecchie delle sue navi vennero gravemente danneggiate dal fuoco dei g rossi cannoni del1e corazzate avversarie, riuscendo a stento ad uscire dalla d ifficilissima situazione. Sotto i colpi delle d ivisioni giappones i, manovranti con ordine perfetto, la flotta cinese, senza ordini nè concetti tattici, si serrava sotto costa con gravi incendi a bordo. Alle 14 la superiorità giapponese apparve decisiva, e verso le r7 le navi cinesi superstiti, avariate, riparavano ne i porti. I Cinesi avevano perduto 4 navi in combattimento e 2 su lla costa, con 7r8 morti e 122 feriti. I Giapponesi dovettero mandare tre navi nei cant ieri ed ebbero 90 morti e 208 feriti.

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Battaglia dello Yalu (1894)

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Y>\L

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1500 -

YEM

I

Il. Pauaggio del Ya/11 (Guerra Cino-Giapponese). li 20 onobrc 1"&)4 tutta la 1• arma ta giapponese, coman<lata dal maresc. Y.imagara, forte di 21.000 u. e 86 cannoni. giungeva sulla sr. <lei Y., mentre le truppe cinesi (20.000 u. con 100 cannoni. si erano ritirate sull 'opposta riva, al comando del gcn. Sung. Per forzare il passaggio, Yagamata , considerando forris,im;i la posizione nemica, ·decise di operare frontalmente e di occupare il promontorio di Huslian che dominava le due ali nemiche. Nella notte del 24 ottobre un rcp,1rto giapponese risal iva il Y. e lo passaYa presso Su-ticn dopo di avere respinto le scarse foru avversarie che si erano mosse a contrastarlo, accjngendosi a concorrere di Jianco all'azione principale disposta per jl 25. Durante la noltc fu ge1tato un ponte <li barche sul Y. e al mattino la 3• divis. (Katsura) lo attraversava, sono la pro• tezione della propria art. posta sulle ahure di riva sr., seg uita dalla brig. mista (Oshima) e dalla 5• divis. (Nozu). La rapida offensiva sorprese i Cinesi che, disorientati dalle manovre avvolgenti d<>ll 'avversario, dopo un 'ora d i resiMcnza passavano a nuoto il fiume e fuggivano su Chiaulien-cheng . In vano Sun, accortosi della gravissima minaccia. inviava su J l ushan notevoli rinforzi: anche questi venivano travolti e nel passaggio dcll'Ai-ho subivano per<litc consid;revol i .pe, annegamenti. Inscguenclo i fuggiaschi i Giapponesi traversarono il Y. ,tendendosi sulla dr. a direua minaccia della , tracia di Fcng-huang-chcng, e aile 10 il marcsc . Yamagata era padrone della situazione. Nella nouc seguente i C inesi ripiegacono lasciando nelle mani ciel nemico 74 cannoni, fra i quali parecchi Krupp, 4000 fucili, 4 milioni di cartucce e grande quantità di viveri. Le perdile <lei C ine" furono di circa 1000 li., meno d i 200 quelle ,lei Giapponesi. li 2 novembre i Giapponesi occupavano anche Fcn-huang-chcng. chiave strategica di tuue le strade per l'alta e bassa :-Vlanriuria. che il gen. Sung aveva abbandon.110 dopo d i averla data alle fiam me.

Yamada (co111c Ak1yosci). Generale e uomo <l1 Stato giapponese (1845-1892). Partecipò, col partito imperiale, a tutte le Ione conu·o gli shogouns e alla g-ucrra Civile del 1868-69. Generale d i 9rigata nel 1871, fu invi1110 in E uropa e in America a studiarvi le organizzazioni militari. Fu minimo plenipotenziario in Cina. Poi fu comandante <li corpo d'::trmata, e varie Yolre n1inistro. Yamagata (Aritomo). Maresciallo giapponese (r8381922). Comòattè nelle guerre intestine per la modernizzazione del Giappone, od 1869 divenne viccm101stro della Guerra e nel 1873 ministro. Nel 1878 fu nominato capo d i S. M. delle forze armate e nel 1889 divenne presidente del Consiglio. Nel 189~ assunse il comando dell a , • armata nella guerra contr<'.> la Cina. Lasciato il comando per maYamagata ..\ritorno lauia, riassuns.c i1 n1inistero dd l:t G uerra . Allo scoppio della g-ucrra contro la Russia (1904) fu capo <li S. M. cd 011cnne alla fine di es,a il titolo di duca. Yandabù. Borgo della Birmania, ,ull'lrawaddy. Vi [u concluso il 24 febbraio 1826 un rrattato che pose fine alla prima guerra degli lnglc,i contro l,t Birmania: in esso ,i

regolavano le relaz.ioni politiche e commerciali fra la Bi rmania e l'i mpero i ndiano, mentre si 5anzionavano cessioni territoriali della prima al secondo.

Yanez (de la Barbuda, Martino). Guerriero portoghes,~ ciel sec. Xl V. Osò <li attaccare Granata con soli Gooo u . che a tal uopo aveva raccolto, ma il 26 aprile 1374 venneaffrontato in campo aperto <lai Mori e ucciso nel combattimento. Yap. Isola dell'Oceania, appartenente alle Carolinc, ma annessa amministrativamente alle Palau. Già mandato tedesco, fu nel 1922 affidato al Giappone. Per esso ha un g rande valore strategico, come base navale nel Pacifico, con possibilità di basi per navi e sommergibili e di scali aerei. I la notevole importanza anche perchè controlla i cavi subacquei che vi fanno capo: quello che congiunge gli StatiUniti alle Fi lippine, quello giapponese per Tokio, ed altri alla costa cinese, alla Nuova Guinea e alla Cclebes. Yar mouth. Citt:ì dell'lnghilterra, nèlla contea di Norfolk, presso l'estuario dello Yare. Il 25 aprile 1916 fu bombardata e danneggiata dagli incrociatori <li hattaglia tC• dc,chi della flotta dell 'ammi.r. Scheer. Yatagan. Specie di sciabola-pugnale, adoperata dai Turchi e dagli Arabi ; è senza guardia e a<l un ·solo filo. Yatay. Ruscello della repubblica Argentina , in prov. dr Corrientes. H a dato il nome a una battaglia (17 agosto 1865) combattuta dai Paraguayani, in numero di 2500, agli ordini, del magg. Ot1artc, contro gli Allea ti argentini, b rasiliani , uruguayani, agli 01din i dei gcn. Flores e Paunero, in llll· mero di jOOO. li piccolo corpo paraguayano oppose disperata resi,tcnza, ma infine venne sopraffatto e annientato. Anche gli Alleati subirono fort i perdite . Yecla. Città della Spagna, nella Murcia, sopra un a(Aucnte del Scgura. L · 1T aprile 18r3 [a divis. francese del gen . Harispe vi ,i scontrò con due divis . spagnuole, che vennero battute e messe in fuga, perdendo 900 prigionieri. I France,i ebbero perdite insignificanti e si diedero subit<> all'inseguimento del nemico che fu raggiunto e messo in fuga a Villcna, il cui forte venne preso dopo accanita resiste nza dei difensori. F rallanto il gcn . Habert aveva attacc:ato le alture. <li Biar e. ne aveva scacciato la brigata inglese del col. Adams. Gli Alleati lasciarono complcss;,amente circa: 3000 prigionieri. Yemen (Jemen). Principato autonomo dell'Arabia, a .,u,r dell'Asir fìno allo stretto di Bab cl .\fandeb. Ha uno ,viluppo costiero <li 700 Km. e confina con l'Heggiaz, col territorio ,li Aden e con l'H aclramaut. Ha un 'estensione di 190.000 Kmq., con una popolnione <l i due o tre m ilioni ,li abitanti. Capitale Sana. In caso di guerra lo Y. può mettere in piedi un esercito di 300.000 u. In pace ogni cittadino è soldato, e come tale è obbligato a provvedersi di viveri e ann i. 11 servizio ~ o bbligatorio, per la d urala d i cinque anni . L'c,crci to yemenita è organizzato al! 'euro• pea : dispone anche cli aeroplani, acquistati in Italia. Nel 1534 fu rnnquisrato dalla Turchia. che tenne però ,olo i porti costieri più importanti. Ad essa si r ibellò nel 1872. ne l 1891 . nel 1903 e 1904. Nei due anni seguenti all'ulùma insurrezione, i Turchi invasero lo Y. e conqui,1arooo Sa11a. Gli Yemeniti però si ribellarono num,amentc e la Turchia dovette inv iare un altro esercito, comandato da Jzzct pascià, il qu:ile nel 19J I battè l' lman J.1ja. Lo Y . tinì con l'ottenere uua certa autonomia dai Turchi. ai quali


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YEN

1501 -

fu alleato -duran te la g uerra Mondiale. A S/:vrc, la Turchia r in u nciò a tuui i paesi arabi, e lo Y. divenne così indipendente. Con l' Italia v ige dal 1926 il trattato <li amicizia <li Sana e con l'Ing h ilterra uguale trattato concluso nel 1933, Nel 1934 scoppiò u n confl itto per ragioni territoriali fra lo Y . e !' R eggia~ . Le truppe di questo Scato (primi <l , aprile) invasero lo Y . su tre colonne, in tutto circa 10.000 uomini con abbondanti cannon i e mitragliatrici e con 1 2 aeroplani. In pochi g iorni e d opo brevi scontri in cui le eruppe dello Y . ebbero la peggio, questo Stato ord,nò il ritiro delle proprie forze d all'altipian<> del Negiran c he ave·v ano jnvaso, e domaudò e ottenne un armistizio, verso la metà d i maggio, al q uale seguì la pace, conclusa a Taif, nel g iug no con la perd ita del Negiram da parte dello Yemen .a favore dell'Heggiaz,

Yenks. Costruttore americano d i una chiusura per fu. -cile, nel 1867. In tale a rma LI cane era diviso in tre parti. Nella scatola d i cula tta, attorno ad u n robusto asse cilind rico, giravano il cane percussore cd il cane otturatore con

Fucile Yenks m od. r86i

percus.sore; p ressò quest'ultimo cane eravi un . terzo cane d i arresto, che assicurava e consolidava la chiusura . Armando il cane percussore si armava anche quello otturatore -e q uindi si apriva la culatta per potere caricare l'arma , Con tale movimento, un est rattore roglieva la cartuccia dalla camera.

Yeomanry, Corpo di canllcria volontario ingksc formato da piccoli proprie ta ri <li terre. Questi craoo organ izza ti per contea, sotto la direzione di luogotenenti . La Y.

YoR

inviò ad a rrestare la loro marcia con roo.ooo u. il geuecale Manuele che, passato il Giorda no, si scontrò sullo Y. con i Musulma ni (36.000) «gli ordini dei gen. Cakd e AbuObeida. La battaglia durò tre giorni; ·i l primo giorno fu rono avva ntaggiati i Bizan tini per la sup.:riorità della loro cavaLleria, il second o g iorno il com battimento si equi.librò. il terzo giorno fu r isolto a favore dei Musulmant che, avendo potuto compiere un aggiramento, piombarono con parte della loro cavalleria a lle spalle degli avversari facendone strage. Circa 50.000 Greci. rimasero sul te rreno.

Yilderim. Nome dato nel 1917 ad un 'a rmata turca costituita in Mesopotamia, al cotnando del gcn. tedesco Falkenhayn, destinata a tentare la r ipresa <l i Bagdad. Il gen. tedesco non osò d i •rispond ere ddl 'esito (lell ·opera z ione, date le forze cospicue d egli Inglesi, e lasciò i l comando al gen. turco All lhsan pascià, sosti tuito · poi da Ismail Hakki pascià, il quale !'.On potè far altro che tenersi sulla difensiva. (V. Me;-opotamia) . York. Città del Canadà superiore, sul lago Ontario. L ·occupava, sui primi d i aprile del 1813, il gen . Sheaffe con una g uarnigione d i 750 soldati inglesi, 500 indiani e un corpo di cacciatori e grana tieri . Contro d i lui mossero le truppe a mer icane coma ndate dal gen. P ike, le quali, imbarcatesi su navi, dopo breve navigazione giunsero, il 27 , a due miglia da Y. Sbarcate nonostante la resistenza nemica, costrinsero gli Inglesi a ritirarsi in città dopo avere tentato i nutili contrattacchi. Gli American i avanzarono su Y. e conquistarono due batterie. Avvicinatù:i ai magazzini dove gli Inglesi avevano preparata una mina di 500 bari li di polvere, questa improvvisamente scoppiò. Molri degli Americani rimasero morti o feriti, fra i quali mortalmente i l Pikc; il grosso però, lanciatosi contro il nemico, ,ben presto ne ebbe ragione costri ngend olo alla resa. Gli Americani pcrdeLtero 300 u . Da parte ing lesc t oltre a numerosi morti · e fc~ riti, rimasero prigionieri 291 LJ . fra i quali molti ufficiali . York Giovarmi, conte di War1e11b11rg. Feldmaresciallo prussiano ( 1759- 1830). Dal rn8 al 1786 servì nell'esercito olandese . Poi tornò in quello prussiano e com battè contro la Francia , Comandò le truppe che la Prussia jnviò con Napoleone nella campagna <li Russia; nel 1813 comba ttè contro i Francesi, e così nell'anno seguen te. York (d11ctl Federico di Y . di A/ba11y). Secondo figlio del re d 'Inghilterra Giorgio Ili e maresciallo in g lese t'

Cavallerìa ·Y eomanry inglese ('ice. XIX)

contava r94. sqdr. Du ran te Ia g ue rra contro i Boeri furono mobilitati 19 bgl. di 4 cp. (in tutto 8000 u.); durante la guerra Mondiale gli Y. fecero parte dell'esercito regolare,

Yermuk (oggi Cha1'Ìat-Mand11r). F iume della Siria, affluente del G io rda uo.

Battaglia delt' Yernwk (settembre 634). Appartiene alle guerre dei Bi7.antini contro i Musulman i, i q uali si d iri gevano ,erso il ma r~ lungo il fiume . L'imperatore Eraclio

(1763-1827) . Allo scoppio d ella rivoluzione francese, sbarcò in O landa dove, nel 1793, York Federico ebbe i l comando in capo. Sconfitto d ai F rancesi, dovette l'anno seguente imbarcarsi con i resti delle sue forze. Sbarcato nuovamente nel 1799 in Olanda, su bì la stessa sorte.

Yorktown. Città degli Stati Uniti, nella V irginia, su lla d r. del Yor k R iver. 1. Assedio di Yorkto1v11 . Appartiene alla guerra d'Indipendenza d ' America. Nell'ottobre 178t v, era bloccato dai Franco-Ame rican i, comand ati dal Wash ington, il geo . inglese Cornwallis con 7500 u . La piazza, posta in mezzo a


YOR

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vaste paludi, era difesa da varie opere unite da palizzate te rrapienate e da batterie. Sulla sr. del fiume, presso il Glowcester, era stata costruita in fretta un'altra cinta di terrapieni e batterie, di poca efficacia. Nella notte del 6 ottobre i Franco-Americani cominciarono i lav9ri di trincea e ben presto ebbero compiuta la prima controvallazione, munita d i oltre 100 bocche da fuoco. Sotto la violenza del bombardamento le opere furono sconvolte e smomate le batterie, ma il Cornwallis, confidando nel soccorso promessogli dal gen. Clinton, volle persistere nella difesa. Gli Alleati compivano la seconda controvallazionc a trecento passi dalla piazza, effiqcemente protetti dal fuoco delle loro artiglierie che avevano ridotto quasi completamente al silenzio quelle nemiche, mentre erano state conquistate anche due opere esterne, l'una dai Francesi condotti dal Lafayette, l'altra dagli Americani, messi in ·gara dal \Vashington in q uella rischiosa impresa. La notte sul 16 ottobre il.,.C_..·11wallis, per ritardare i progressi del nemico, tentò uoa sortita che, dopo un primo successo, fu respinta. Nella impossibilità di ogni ulteriore resistenza, smontate le artiglierie, perduti molti dei suoi, scarso di munizioni, il gen. inglese decise di ridursi dall 'altra parte del fi ume. Già nel silenzio della notte, il movimento stava completandosi e le prime truppe erano state sbarcate sull'altra sponda, quando una

YPR

una mezzaluna. Battuta dalle artiglierie, la piazza si arrese il 27 maggio e fu restituita all'Impero col trattato di Versailles. IL À>'sedio di Ypres (1658). Nella piazza ~i era chiuso il principe di Ligne con 700 cavalli e 1500 fanti il 12 settembre, dopo d i essere stato battuto sulla Lys dal T ure,inc. Questi ve lo investì il 15 affidando la d irezione dcll 'anacco al Vauban, allora ven ticinquenne e alle sue prime armi. L 'attacco fu condorto energicamente, ma occorsero dooici giorni e la perd ita di 1200 u .. per avere ragione della d ifesa . La quale ottenne gli onori dèlle armi.

improvvisa burrasca rovinò ogni cosa; le imbarcazioni fu-

rono disperse, e, calmatasi la bufera, ributtate sulla riva d 'onde eraoo mosse. Fallita ogn i speranza d i salvezza il Cornwallis si arrese. Caddero nelle mani dei Frances i tutte le navi, in nu mero d i 20; ebbero gli Americani gli armamenti terrestri, fra cui 160 cannoni e 8 bombarde. Rimasero prigionieri, olcre i marinai, 7 0 00 u . di cui oltre 20 0 0 feriti; cad dero dall'una e dall 'altra parte circa 500 u . Il 2 4 ottobre giunse nelle acque d i Y. la flotta inglese, forte di 25 navi di linea, oltre alle fregate, e 7000 soldati. Saputa la resa della piazza ritornò a New-York. IL ·Assedio di Yo,·ktoum . Appartiene alla guerra di Secessione. Nella marcia su Richmond, il gen. Mac Clcllan, co• mandanre dei Federali, il 16 aprile r86:z d ispose l'assedio rcgol.are d i Y. dopo aver tentato inutilmente d i conquistarne le posizioni con un colpo di mano qualche giorno prima. L'assed io durò un mese ; i Federali fecero preparativi straordinari per bombardare la piazza e poi attaccarla di .viva forza d isponendo sulle linee numerosi cannoni di grosso calibro. Alla vigilia d el) 'attacco i Confederati, che intanto avevano profittato del tempo loro concesso dalla sosta dell 'avversario, evacuarono le posizioni lasciando al nemico 71 "pezzi d 'artiglieria.

Young (Piano) . V. Riparazioni. Ypermann (Giovanni). Chirurgo mii. fiammingo del sec. XIV, allievo dell'italiano Lanfrnnchi a Parigi. Ebbe nel 1325 l'incarico dell'assistenza sanitaria della miliz ia mobilitata durante la guerriglia tra il conte di Fiandra e la città di Bruges. Scrisse in latino un trattato <li chirurgia d i guerra nel q uale, per primo, <liscute il processo dell'am. putazione degli arti. Ypres. Città del Belgio, neUa Fiandra occidentale, sul• l'Yperlée. Sorse intorno a un castello dell'VIII secolo. Ebbe a sostenere lotte contro i duchi di Borgogna e fu presa da Filippo il Bello nel 1297, e, successivamente, più volte dalle armi francesi e imperiali.

i. Assedio dì Ypres (1648). Fu posto il 13 maggio dai Francesi del Condé, il quale con due furiosi assalti, sferrati il 25, riuscì a passare il fosso e ad impadronirsi di

La fortezza di Ypres (sec. XVIIn

Ill. Auedio di Ypres (1678) .•.Fu posto ai primi di marzo dai Francesi di Luigi XIV, con 10.000 cavalieri agli ordini del gen. La Trousse, rinforzati il 18 dal re in persona con grandi forze. Diresse l'attacco il Vauban , che aperse la trincea il 18 medesimo, aprendo il fuoco il 20 con 22 cannoni e r 2 mortai . La città fu presto in fiamme, e la citta• della in rovina. Dato l'assalto il 24, gli Imperiali che d ifendevano Y. (3300 u. agli ord ini del marchese d i Conflans), dopo d isperata, sanguinosa d ifesa d ovettero arrendersi, ottenendo g li onori d i guerra. IV. Investimento di Ypres (1794). Appartiene alle guerre della Repubblica francese. Dopo la battaglia di Tourcoing (18 maggio) il gen . Pichegru rivolse i suoi sforzi contro Y., destinando all 'investi mento la divis. Moreau, la brigata Vanda,umc e la divis. Michaud . Il 4 giugno Ja linea d 'investimento era stabilita, mentre la <livis. Souham cop ri va d~


YPR

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N.-E. le forze assedianti c◊ntro possibili offese del Clayrfait e la divis. Bonnaud da S.-E. guardava le forze austriache di Tournai. Ad onta di un tentativo di sortita operato in quel giorno, il 5 era preso d'assalto il forte · di Knoquc. li 7 una colonna ausuiaca di soccorso attaccò la d ivis. Michaud, ma fu respinta. Il IO la parallela era armata _con JO batterie: il principe di Coburgo, dopo molte esitazioni, accingevasi quel giorno a mu~vere in aiut~ degli_ as~ediati, ma una tempestiva dimostrazione del pres1d10 d1 Lilla ne frustrava il proposito. Jl bombarèamcnto della piazza cagionò incendi nell'abitato. Il 13 il gcner~le Clayrfait, avanzando su Y., urtò nel corpo d'osservazione del P1chegru; ne seguì un 'azione vivace che durò sci ore e finì con la ritirata degli Austriaci. Dopo tale successo le operazioni contro Y. ripresero con maggior lena. Il mattino <lei 17 28 pezzi battevano intensamente la piazza, che si arrese il r8, col gen. Salis, comandante <lei p residio, e i 6ow u, che lo componevano. Oltre roo cannoni e molte provvigioni caddero nelle man i dei Francesi. •

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1503 -

V. Battaglia d' Ypi'cs (23 ottobre-15 novembre 1914). CJna delle due battaglie nelle Fiandre (V.) dell'autunno 19r4. Stabilizzatasi la fronte occidentale eu ropea dal cooli ne svizzero al mare del Nord dopo le banaglie della Corsa al mare, i Tedeschi divisarono di rompere tale fronte ali 'estremo nord, per marciare su Calais cd impadronirsene, allo scopo d i interrompere le dirette comunicazioni fra l'Inghilterra ed il suo esercito terrestre . Di contro stette il proposito degli Alleati, inteso ad impedirlo non solo, ma anche volto a scacciare l'ala dr. genn2nica dall'appoggio suo al mare, per aver modo, nella primavera del 1915, di riprendere l'azione avvolgente contro di essa in campo aperto. Da ciò de rivò la ,a battaglia delle Fiandre: detta più propriamente d'Y. , per quanto riflette l'azione degli Inglesi su Courtrai; d 'Yser per quanto riflette l'azione dei Franco-Belgi da Dixmude al mare. La situazione della linea alleata al 20 d 'ottobre, partendo dal mar <lei Nord, era segnata dal corso dell'Yser sino ,il canale « Yser-Lys » ; seguiva indi detto canale sino a Bischoote; avvolgeva da nord , est e sud il territorio di Y ., formando il grande saliente omon imo, per poi p roseguire in linea retta verso sud, su Armentières. La lotta attorno al saliente s'iniziò con l'offensiva tedesca, che prevenne quella alleata , il 23 ottobre; da p arte della 4• annata tedesca (corpi interessati : XXIII, X.l(Vl, XXVII, XV R., II Bavarese), coadiuvata dal distaccamento d'.armata von Fabek, d iretto su Messines, cioè sul lato sud-est del .saliente d'Y. La d ifesa del saliente fu opera soltanto d el IV C. d'A. inglese. Sino al 29 d'ottobre si combattè accanitamente, alla presenza dello stesso Guglielmo li: ma con scarsi risultati, <lato che in sostanza erano quelle le prime lotte su posizioni organizzate a d ifesa. e si difettava di tutti quei mezzi che la lotta di posi:aione richiede per dare risultati notevoli. Più fortunati furono gli attacchi del 30-31 ottobre, in seguito ai quali la linea inglese ripiegò alquanto, per mèrito soprattutto del distaccamento del Fabek. La sera del 31, però, ogni progresso tedesco era contenuto. Dal 1° al 16 di novembre ripresero più violente le azioni contro il saliente, passando la parte JJrepon<lerante dell'attacco al distaccamento d'armata Fabek, che tentò di risalire l'alta valle della Douve puntando sul Kemmel: azione costgta larghissimi sacrifici di ~angue in ambo i campi, ma fallita pei Tedeschi. La lotta si andò esaurendo lentamente per logoramento da ambo le parti. Sostanzialmente piccole variazioni locali sulla fronte, prive d i qualsiasi significato positivo nei confronti dei piani concepiti, tanto dagli uni quanto dagli altri.

VI. Ba11aglia di Ypres (22 aprile r915). È compresa jn quella serie di operazioni localizzate che caratterizzarono la campagna <lei 1915 sulla fronte occidentale, allo scopo di distrarre l'attenzione sugli imminenti avvenimenti <l'Artois, mentre i Tedeschi si ripromettevano ancora di poter ridurre

Battaglia di Ypres (1915)

il saliente d'Y. attaccando in d irezione di Bischoote. In sostanza tutto si concluse con un ripiegamento degli Inglesi per tre Km. indietro, ma conservarono sempre efficiente il saliente. Combattimento che deve, però, la sua rinomanza non a tali modesti risultati, ma al fatto che durante di esso si ebbe da parte dei Tedeschi il primo caso d'impiego d i gas asfissianti (cloro). Il che, nel giorno 22, obbligava gl 'Inglesi ad un notevole ripiegamclllo, in parte riguadagnato il 23 con contraltacch i, che riducevano la perdita ai 3 Km. suddetti. (Per le operazioni presso Y . del 1917, V . Messi11es 1 e Passch"endaele; per quelle del r918, V. 2a Dlii• taglia. delle 1:iandre).

Yprite. V. Iprite. Ypsilantì (Alessandro). Generale greco (1792-1828). Combattè coi Russi contro i Francesi, e fu aiutante di campo dello czar Alessandro; nel 1820 si pose col fratello Demetrio (1793-1832) a capo del movimento per l 'indìpendenza greca; sconfitto a Dragascian (1821) riparò in Austria, ove morì.

Ypsilanti Alessandro

Yser. F iume della F rancia (36 Km.) e del Belgio (50) sfociante nel mare del Nord. Battaglia dell'Yser (18 ottobre-IO novembre 1914). Comprende le azioni svolte dai Franco-Belgi nelle Fiand re, nel 1914, da Dixmudc al mare del Nord. Dal r8 al 21 ottobre: azioni preliminari tedesche su Dixmude e alla foce dell'Y., per iniziare la progettata marcia su Calais: azioni contenute dai fucilieri di marina francesi a Dixmude e dalla


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42• di vis. a Nieuwport. 22-33 ouobre: la ,12" divis. francese è richiamata sulla sr. dell 'Y. ed avviata su Pervyse, ove la linea alleata minacciava d "infrangersi. Pericolo che non fu stornato da tale provvedimento. 26-27 ottobre: inon-

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Battaglia dcll'Iser (r914)

dazione del la pianura, decisa dagli Alleati come unico rimed io contro la minacciosa pressione nemica. Effettuata dal genio militare belga sbarrando le foci dell ' Y., e valendosi come d ighe dei terrapieni delle lince ferroviarie: inondazione favorita dalla ricca rete di canali della -zona. 28-31 ottobre: j Tedeschi, <li fronte al d ilagare dell'inondazione, intensificano i loro attacchi per decidere al più presto le sorti della marci'a su Calais, tenr:indo di rompere la linea dell 'Y. su Rarnscappelle. Vi riusciro no, nonostante l'iuon-

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dazione, ed occupando il villaggio di Ramscappelk:; attorno al quale, con una serie d'altcrne vicende, si continuò a combattere sino al 1° novembre . Presenziò tali aspri combattimenti Guglielmo Il. 2 novembre: i Tedeschi sono ributtati sulla dr. dcll'Y. 3 novembre-io no,·embre: cessa la lotta. verso il mare e tutti gl i sforzi si concentrano attorno a Dixmude, tanto che alcuni storici chiamano batrnglia d i Dixmude questi avvenimenti della prima decade di no-_· vembre. La resistenza dei Francesi e Belgi attorno a questo villaggio fo emica; ma, stanchi e logori, dovettero cedere il giorno r r novembre, di fronte ad un poderoso attacco tedesco di ben 40 .00 0 uomi,1i in massa, che riuscirono a conquistare gli avanzi d i quel che era già stato Dixmude. La loJta in seguito si stabilizzò nella comune guerra di trincea . (Cfr. le voci: Messù,es, Fùmdrc, Passchaendaele, Ypres per gli avvenimenti con.temporanei e successivi più importanti della zona). Yusuf (Gi11seppe Vantùn) . Generale dell'esercito fra ncese d'Africa, 1i. all'Elba e m. nel 1866. Rapito da corsari barbareschi e condotto a Tunisi, diven11e il segretario del bey, partecipando ancor giovanissimo ad alcune spedizioni rnilitari . Costretto a fuggire, si mise al ser,,;zio della Francia e partecipò alla spedizione di Algeri, nella guale d ivenne. capitano dei cacciatori algerini . Dopo di aver ricevuto alcuni incarichi d elicati e pericolosi, verso la fine del r831 battè i Cabili, spil1gcndosi sino a Mi. liana . Con un piccob numero di sold ati si impadronì d i Bona. t:: la tenne sino all 'a rrivo dei rinforzi, respingendo frattanto molti attacchi degli indigeni. Fu nominato bey d i Costantina, ma 1'esercito francese che lo accompagnava (u respinto nel novembre del 1835 ed egli dovette abbandonare Yu,uf Giuseppe il grado . Propose un piano di pacilicnione dell'Algeria, cu i si ispirò poi il gen. Bugeaud , del quale lo Y. fu uno dei p rincipali collaboratori. Combattè con successo contro Abd el Kader e nel 1842 venne p romosso colonnello comandante gli spahis d'Algeria. Partecipò alla presa della smalah di Abd., el Kadçr e al.\·t batt~glia di lsly. L'anno seguente fu nominato ispettore generale della cavalleria . Partecipò alla guerra d i Crimea, come comandante di una <livis. turca . Tornato in Algeria, ebbe il g rado di gen. di divisione.


Zaccaria (8cnede1to). Ammiraglio del sec. Xlil. Recatosi giovanissimo rn Oriente, ottenne Forea. in

feudo

da Il' i rn pcratore

di

Bisanzio e sfruttò 1ninicrc

d'allume creando u na vasta e potente azienda commercia le. Poscia partecipò alla lotta d i Genova con tro Pisa, decidendo con tempestivo intervento nella battagl ia della Meloria le sorti della giornata (1284) . Inviato a Tripoli come vi.cario della· Repubblica, nel 1289 dovette abbandonarla quando fu presa da] sultano d'Egitto. Passato al servizio della Spagna come grande ammiragl io, sconfisse i Mori nello streuo di Gibilterra e bloccò Tarifa costrini;endola alla resa, Scontento della scarsa 1·iconosccnza del re di Castiglia, passò in Francia come ammiraglio generale ( 1295) e lottò contro _g li Ing lesi per alcuni anni, Quindi tornò a Focea, dove il frate llo E manuele aveva tenuto testa ai Turchi; prese Scio e la fort ificò lascia ndola ai suoi discendenti, che la conservarono sino al 1566. Lo Z . morì poco dopo il 1307. t rimasto di lui un « Memoria.le » per la preparazione e l'organizzazione di vna Dotta m ilitare, scritto per Filippo il Bello . Zflccaria Martino . Capitano _genovese del scc, XIV, Comandante d i Chio, combatti: dal.13 r3 in poi contro i TurZaccnria Benedetto chi insieme con .i cavalieri dell 'Ordine gerosolimitano, al'lora a Cipro. Nel 1344 comandò 4 navi pontificie nella flotta della Lega cristiana che occupò Smirne, e perì l'anno .seguente in t\na sortita dalla città, assediata dai Turchi.

lacco (Pietro). Gcuerak , n. a Gabiano,

a Torino •( r828-19r4). Volontario in art. nel 1848, partecipò alle can1pagne <Id r848, 1859, 1860-61 e ad Ancona meritò la med . d'argento. Colonnello nel i871, comandò il 4° a rt. e poi fu d irettore dell'arsenale di Torino. lvfagg. generale nel 1880, comandò l 'art. a Napoli e poi il presidio di Mantova. In P. A. nel 1883, passò ncl!a riserva nel 1889 e riel 1895 ~•enne promosso tcn. generale . 111.

Zaccone (Vittorio) . Generale, n. a Senigallia nel 1863. Sottot, d'art, nel 1884, d ivenne colonnello nel r9q e partecipò alla guerra, contro l'Austria . Magg. generale nel 1915, fu intendente della 1• annata e meritò l a croce d i tav, dell'O. M. S. Intendente gen . al comando supremo (1917• 1q19), fu nel r9r7 promosso ten, generale per merito d i guerra. Dopo l'armistizio comandò :a 56& divis, e nel 1920 andò in P. A . S. Nel 1932 passò nella riserva col grado d i generale di corpo d ' armata. Zach (barone Antonio). Generale austriaco (1747-1826). Ten. di fanteria nel 1774, d ivenne nel 1778 insegnapte all'accademia militare. Partecipò •alle guerre contro la Francia, combattendo in Italia a Novi, a Marengo, a Caldiero. Nel r8o6 d ivenne governatore d i Trieste, nel 18ro comandante d i O lmlitz; nel 1825 fu collocato a riposo . Zaffiro. Sommergibile da piccola crociera, varato a La Spezia nel 1933; lungo m. 61, dislocamento tonn , 6rn. · Zagaglia. Specie d i arme in ast a rimast a in uso fino al principio del XVII secolo. Aveva la punta d i acciaio lunga una ventina d i cm, e l ':ista lunga circa quattro metr i. t usata ancora, con asta però più corta, dai popoli barbari. Zagarolo (anr. Gazzarolo). Comune in prov. di Roma, a ovest di Palestrina. Sorse nel XII secolo cd appartenne ai Colonna che vi ebbero un castello, Ad essi lo tolsero le n,<lizie pontificie che io devastarono n el ,297. Nel 1412 fu occupato da N icolò Piccinino e nel 1439 venne arso e distrutto dall'esercito del legato pontificio . Zagonara. F razione del comune di Lugo, i n prov. di Ravenna, presso il Senio. li 28 luglio 1424 vi avvenne una battaglia fra l'esercito ·fiorentino, com an<lato da Carlo Malatesta , e le milizie d i Filippo Maria V isconti, agli ordini di Angelo della Pergola. Questi aveva assediato nel castello d i Z . il conte Albenco da Barbiano. II Malatesta, con 10.000 cavalli e 3000 fanti, ruosse a soccorrerlo, e vi giunse con 1c sue milizie sfinite dalle fatiche , dalla pioggia e dalla mancanza di viveri. Il della Pergola ne approfittò, lo assalì impetuosa mente e lo sconfisse, facendolo prigioniero con molti dei suoi, Zagora. V. Plava. Zahrtman (Cristiano) . Ammiraglio e geografo danese (1793-1853). Entrato nella marina nel 1805, dal 1825 si <;ledicò a studi di geodesia e idrografia, Esegul un gran numero di lavori tecnici e carte dì n1arina. Fu notninato direttore generale del genio navale e poi vice ammiraglio. Zaino. Grosso sacco, d i cuoio o di tela , che i soldati portano sul dorso, per contenere i • loro oggetti personali , 95


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1506 -

(V. Affardellamento e Abersacque) , Anticamente era di cuoio, col pelo in fuori; verso la fine del secolo scorso il cuoio è stato sostituito da tela robusta impermeabile, cou notevole dim inuàonc d i peso. Nel 1928 in Italia si è stu-

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grado fosse inferiore di forze, avanzò contro lo schieramento musulmano, ma, ment re ardeva la lotta, un grossocorpo di ocmici piombò sul suo accampamento, ed egli si trovò così preso in mezzo. R iuscì al re coo un contrattaccodella sua seconda sch iera di r iprendere l'accampamen to, ma lo riperdette; e un assalto generale dei Musulmani determinò la completa sconfitta delle m ilizie cristiane. Appena riuscì al re di salvarsi con soli 500 ca,·alieri.

Zama. ,\nt. città della Numidia, col sop,,nnomc di Regia, a cinque giornate di cammino al S.-O. di Cartagine .

Zaino francese (an teguerra)

Zaino di m arinaio italiano

djata Una borsa-zaino, per sostituire contemporancn1ente lo Z. e jJ tascapane . Essa ha tre clementi : borsa a zaino, cinghia da spalleggio, borsa per attrezzo leggero da zappatore. Può ven ire portata a tracolla sul fianco sinistro, oppure a spalle come lo Z. vef') e proprio. Reca anche una fodera per la gavetta, Nel 1930 è .stata adottata per tutti i corpi , m~no che per gli alpini e l'art. <la montagna , clic conservano lo Z. Contemporaneamente è stato adottato uqo

I. Battaglia di Zama (19 ottobre 202 a. C .). Fu l'ultimo fatto d 'arme importante della seconda guerra Punica, combattuta dal proconsole P . Cornelio Scipione, che disponeva d i 4 5.000 uomini compresi i 600 0 fanti e i 4000 cavalli di J\4assjnissa, contro Annibale, che aveVa 50.000 uomini tra pedoni e cavalieri, con 80 elefanti. Annibale aveva più forte la fanteria, Scipione la cavalleria. Entrambi gli esercit i furono collocati su tre lince. Sci1Jione si schierò ncl1'ordinc normale, ponendo gli· ast;ti ·nella prima linea, ~ principi nella seconda, i triari nella terza; diminul però le distanze (dalla coda cioè alla testa) fra le linee cd aumentò invece gl'intervalli (da fianco a fiaoco) fra i manipoli, dispost i, anzichè a scacchiera, in colonna. Fra gl 'intervalli pose i veliti, i quali al primo irnoeto dovevano lasciare aperte agli elefanti· quelle ampie vie e cacciarveli dentro._ Pose all'ala dr. la cavalleria romana agli ordini del legato Caio Lelio, alla sr. la numida al comando di Massinissa _ Annibale sul fronte pose gli elefanti, e dopo di questi in prima linea le truppe mercenarie raccolte <la poco, avendo · la cavalleria n umida a dr. e quella ca rtaginese a sr. ; in seconda l inea fa fanteria cartaginese rec!u rata di fresco.P nella terza, a guisa di riserva, i SllOi veterani d'Italia, alla distanza di Circa 200 m. dalla seconda linea. La battaglia

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Mod. r836

Zaino

Mod . 1865

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Zainetto per ufficiali, d i dimensioni ridotte, d a servire quando essi fanno servizio a piedi in campi o manovre. Uno specfalc Zainetto fu pure introdotto, oel 19.25, nci regg. berslglicr i, per eswre assicurato al telafo delle biciclette. Zaino natante. ,Nome dato a uno speciale Z. tedesco, ideato nel 1929, allo scopo di poterlo utilizzare i n casi d i passaggi di corsi d'acqua, come 1nezzo di salvataggio. t costitllito da una larga fascia imbottita, capace di tenere a galla un uomo, e cap ace di permcn crc l'adattamento del corredo del soldato, senza che si im pedisca per questo la funzione cui lo Z , è destinato. fn caso di preventivata permanenza in acqua (es . per pontieri) lo Z. viene svolto e ad attato al t ronco come cintura d i salvataggio, che permette il libero_ esercizio delle braccia.

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Zalaca. Località presso Badajoz, che ha dato il - nome a una battaglia fra i Cristiani di Alfonso VI re d i Castiglia e i Musulmani di Yusuf, il 23 ottobre ro86. I Cristiani vi erano accampati quando sopraggiunse l'esercito nemico, che si schierò in pian ura attendendo l'attacco. i\Jf:onso, mal-

venne ini,.iata dagli elefanti, ma i l loro urto restò senza. effetti, perchè essi, impauriti d al suono di tutte le t rombe. e dal grido levato dal) 'esercito romano, parte s1 caccia• rono secondo k previsioni di Scip ione attraverso le legioni.


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e iurono allontanati <la] campo dai velit i, part~ si voltarono indietro disordinando i cavalieri numidi di 1\nnibale. Massi nissa allora, cogliendo quel momento di .confusione, caricò la cavalleria numida d i Annibale e la m ise in rotta. Lo stesso fece Lelio all'ala opposta, costringendo a precipitosa fuga la cavalleria de i Cartaginesi. E mentre tutta la cavalleria di /mnibaie era ;nseguita d-a quella di Scipione, g li asthi romani urtarono e sfond arono la prima linea dei Cartaginesi, cioè quella dei n1e1-cenari, comunicando il pan ico anche alla seconda linea, cioè a quella dei Ca rtaginesi, per cui lo sbaraglio d i ambedue le schiere fu completo. Rimanevano ancora i veterani di Annibale saldi e promi a tentare l'ultimo cimento. Scip ione fece smettere l'inseguimento dagli astati, li raccolse in ordine ristretto al centro, li rinforzò coi principi e coi triari alle ali, e con <jllesta schiera cosl compatta ir ruppe contro la riserva d i Ani, ibale . La lotta rimase lungo tempo indecisa, fi.nchè la cavalleria romana, tornando dall'inseguire i cavalli nemici, a~salì l'avversario da tergo e d i fianco, facendone strage. L'esercito cartaginese r imase distrutto cd ,\nnibale, con pochi fidi, fuggì in Adrumcro, dove raccolse gli avanzi dei suoi. Dei Romani caddero mor ti circa 2000, dei Cartaginesi più di 20.000. Furono fatti pr igionieri altri 20.000 circa, prese 132 bandiere e rr elefanti. Z. vendicò Canne, e Cartagine chiese e ottenne la pace a dur issimi patti. II. A;salto di Z,u11a ( 109 a. C.). Appartiene alla guen;, Giugurrina e fu impreso dal console Q . Cecilio Metello per ind urre Giugurta, re della Nl1mid ia, ad accorrere in difesa della città ed accettare b,rnaglia . Mentre t ·assalt0 si

svolgeva e i terrazzani s1 difendevano energjcamenre, Gìu~ gurta, accorso in1provv isarnente, assalì con fortè schiera l'ac-

campamento romano, penetrandovi . Metello, udito il tumulto, manda la cavalieri" e il suo luogotenente Caio Mario colle coorti degli Alleati; Giuguna t atrac(ato a su~. voha, si ritira dopo d i avere subito gravi perdite. Ali 'approssin1arsi della sera, Metello, senz 'avere compiuta l' impresa, rito(na coll 'esercito agli alloggiamenti, per riprendere l 'at-tacco d i Z. Giugurta piomba d i nuovo addosso ai difensori dell 'accampamento, menti-e la lotta si svolge accanit:t sulle mu ra della città. La notte interrompe le due azioni, ma Metello, conosciute le d ifficoltii <lell ' imprcsa, vi rinllnciò.

Zambeccari (Livio). Colonnello, n. a Bologna nel 1802. Combattè in Spagna nel 1821. In America nel 1826, combattè negli ussari repubblicani di Bllcnos Aires contro Rosas. ·Nel 183r partecipò rn Italia ai moti. Ritornato in Amer ica, partecipò nel 1836 alla r ivoluzione di Rio Grande. Ritornato poi in Italia, partecipò ai tentativi per sottrarre le Romagnc al governo pontificio (1843-1845). Nel 1848 fu capo di un bgl. d i volontari bolognesi coi quali occupò Modena costringendo il duca Francesco V a rifugiarsi a Man tova. Comandante m ii. d i T reviso, firmò la capitolazione di qutlla città. Promosso colonnello, si Zambcccari Livio segnalò nell'assalto di Mestre. Comandante di A ncona nel 1849, si ritirò poco dopo in G reci; . Ri tornato in Italia nel 1859, cooperò alla formazione di un corpo di volontari e nel 186o raggiunse Garibaldi e combattè al Volturno. Ammesso nell"csercito regolare, fu destiruito per avere aderito al tenrntivo d i Sarn ico del , Sfo. Compilò un « ·Giornale della difesa di Ancona ·».

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Zambianchi (Callimaço). Colonnello garibaldino, n. a f.)rJì. Nel 1831 partecipò alla rivoluzione delle Romagnc, poi ~sulò in Fraffcia e nel 1848 tornò in Italia, combattendo in Lombardia; nel 1849. fu a Roma col grado di maggiore comandan te il bgl. dei finanzieri aggregato alla legione di Garibaldi, e <li.mostrò una violenza e una ferocia che gli attirarono biasimi. Nel 1860 partl da Quarto coi Mille, ma fu sbarcato a Talamone al comando della colonna di 224 u. che doveva tentare la spedizione, che poi folB, nell'Agro romano . Il Cavour, dopo alcuni mest di arresto, gli offrì 20.000 lire, purchè si imbarcasse per I' t\rgenrìna; egli accettò, ·ma 111orì durante ta trave rsata.

Zambon (Luig,). Generale macchinista della R . Marina, n. a Venezia nel 1864, entrato in servizio nel 188 r, col-· locato in 1>. A . nel 1916, promosso magg . generale nella riserva nel 1930. Prese parte alla guerra Italo-turca ed alla g uerra Mondiale. Zamboni (Filippo). Ge11crale, n. a Verona nel 1874. Sottot. dei bersaglieri nel r894, partecipò alla guerra contro l'Austria e vi meritò le mcd. d i bronzo e d'argento, la croce eia cav. dell'O. M. S. e la promozione a colonnello (1918) per merito cl i guerra. In riserva nel 1919, fu promosso generale di brigata nel 1932. Zambolli Umberto. Generale, n. a Verona nel 1865. Fece la carriera negli Alpini, fu nel 1886-87 nell 'Eritrea•, e nel 1912 in L ibia, dove guadagnò una rned . di bronzo e una d'argento. Partecipò al la guerra Mondiale come colonnel lo comandante del 90° fanteria e vi guadagnò la croce di cav . del] 'O. M . S. Nel 1917 comandò la br igata Liguria col grado di gcn . d i brigata e nel 1918 1'8° e poi il 3° raggruppamento alpino. Nel 1920 passò in P .A.S. e si dedicò al movimento fascista . Partecipò alla Marcia su Roma al comando della colonna r iunita a Foligno. P,)i coprl la caica di guestore a Torino e vi guadagnò una mcd. di brnnZamboni Umberto zo nel sedare una rivolta . Generale d i <livis . nel 1926, fu collocato a riposo nel r 93r. Luogote n. della M. V. S. N., fu nominato prefetto di Imrer ia nel 1917.

Zamora (ant. Ocellòdumm) . Cinà d el la Spagna, sulla dr. del Duero, presso il confine del Portogallo. Fu presa □cl 748 da Alfonso I re delle· Astu rie . Ncll'813 Abdcraman , figlio del califfo di Cordova, battè Alfonso II presso Z. e si impa<lronl della citt/i che tornò, alla pace, ;gli Aragonesi. Ncl1'878 Almondir , con truppe arabe d i Merida e Toledo, pose l'assedio a Z. La città era gi unta allo stremo della resistenza guando Alfonso Ili gi unse in suo soccorso, e <lupo un combattimento violento costrinse gli Arabi alla fuga, spaventati anche dallo svolgersi di un cclisse di sole. I. Assedio di Zamora (938) . Fu posto dal califfo d i Cordova A bderaman. Ram iro Il , re delle Asrurie, giunse in soccorso d ella città e sollo le mura d i essa si combat tè una sanguinosa battaglia, nella quale le perdite furono tali che i M usulmani lasciaroùo in sospew l'assedio e R am iro si ritirò. Poco dopo Ab<leraman r iprese l'assedio ed aperta la breccia si impad ronì della città della quale free rip arare


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le rnura (939). Ma l'anno successivo (940) Ramiro si mosse su Z. con un forte esercito. ne vinse il governatore Abclallah in battaglia e riprese la città mettendone a morte i <lifensori. A bcleraman inviò un nuovo esercito agli o rd ini dello stesso Abclallah che, sconfitti i Cristiani, riusd a riprendere possesso di Zarnora (940).

fanteria per avvolgere o svolgere il cordoncino telefonico. A tal'uopo sul perno sopra menzionato si assicura un tamburello di cordoncino. Quando dev 'essere distesa la linea, e cioè svolto il filo, la Z. s'indossa a spalla. Vice.versa la

II. Assedio di Znmora ( w7;.r.=t'crdinando re d i Lrnn aveva lasciato la città in eredità a sua figlia Urraca e la Castiglia al figlio Sancio, <.xl il Lcon ad Alfonso. Sancio volle prendere anche Z. alla quale pose l'assedio (ro72) aiutato anche dall'opera e dal consiglio del èid. Urraca vi si difese gagliardamente, tanto che in un ultimo combattimento, essendo rimasto uccist> lo stesso Sancio, l'assedio venne tolto.

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Zampeschi (Bmuoro). Capitano del sec. XVI, n . " Forll nel 1579, m. a Forlimpopoli d i cui fu signore . Com1 battè al servizio del papa, del duca d i Savoia, del re di Francia contro gli Ugonotti, del duca di Urbino e della repubblica d i Venezia per la quale, col grado di generale, si battè contro i Turchi, e fu governatore di Crema e poi dd Friuli. Stendimento di filo telefonico mediante zona

Zampieri (Giova1111;). Generale, n. nel r855. Sottol. di fanteria nel 1877, divenne colonnello nel 1909, comandò il 65° fanteria e nel 19r3 fu posto in P. A. Magg. generale nel 1915, fu r ichiamato in servizio nel 1916 quale presidente de lla Commissione sanitaria centra le. Collocato nella r iserva nel 1919, ebbe nel 1923 i l grado di generale di div isione.

si pone su l petto quando la linea dcv 'essere ritirata e raccolta . Jn quest'ultimo caso la manovella serve a far girare il tamburello . Gli specialisti del genio, dell 'arriglieria, come pure quelli delle truppe celeri, invece della Z. impieg.ino congegni a barella o a carriola con ruota gon1mata; sono

a llo stud io (1934) altri sistc1ni da applicare su cicli e motocicli. L, Z . non consente cupidi stendimenti (2-3 Km . all'ora), non permette lavoro proficuo oltre un limitato raggio (2 Km .) ed infioc stanca il guardiafili che la i ndossa e la impiega, perchè è disagevole a portarsi lungo tempo percorrendo terreno rotto e accidencato.

Zanardi Landi (Legione). Quando scoppiò la l"Ìvoh1zione del 1848, il conte Pietro Zanardi Landi, d i Piacenza, provvide a riun ire , equipaggiare ed ~rmare un corpo di volon tar i, che raggiunse subito la cifra di 500 uomini, con i

Zampieri Giovanni

Zampolti Isidoro

Zampieri Francesco . . Generale , n. a Vicenza nel 1870. Sottot. d i fanteria nel 1889, d ivenne colonnello nel 1917. Quale comandante del 218° e poi del 49° fanteria partecipò a lla guerra contro l'Austria meritando1•i due med. d'argento. fo P. A. S. nel 1920, passò 1iclla r iserva nel 1932 e fu promosso generale di brigata.

Zampolli (Isidoro). Genera le, n. a Mantova, m. a Brescia (1867-1928). Sottot. d'art. nel 1886, insegnò dal 19II al 1914 storia miJ. alla Scuola di guerra. Nel 1914 entrò in guerra col grado di colonnello e d ivenne generale Intendente della 2• armata. Poi comandò la brigata Alpi, e la Treviso, guadagna ndo una med. d'rtrgehto. Passato rd ,ornando della 36a div is. e poi del la 59•, guadagnò sul Grappa l'O. M. S. passando in A. R. Q. nel 1920.

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Zana. un supporto munito d i spallacci e di tm perno con relativa manovella. Può essere indossato a spalla a mo' di zaino oppure davanti, sul petto. Serve ai telefonisti della

quali panl per Cremona per mettersi a disposizione del generale Broglia. Il nome di Legione comparve soltanto allora, poichè in origine questo corpo fu detto dei Crociati Piacenlini. Esso si battè valorosarnentc a Sandrà, a Pa strengo e alle ch iuse di Ceraino sull'Adige. Dopo i l rip iegamento dell 'esercit:o sardo su Peschiera, la Legione andò a Lonato, da dove poi fu chiamata a Milano e quindi a Piacenza, 11elia quale città si sciolse il 29 di luglio. Za,wrdi-Land; con.te Pietro. Generale, n . a Piacenzri nd 1824, m . nel 1895. Sottot. d i cavalleria nel 1849, pa rtecipò al le campagne dc! 1849, 1859 e 1866 cd a S . Martino gua dagnò la med. d 'argento . Colonnello nella riserva nel 1877, fo promosso magg. generale nel 1895. Zanardi Roberto. Generale, n. e m. a Bologna (18441924). Sottot. d i fontcria nel 1864 partecipò alla campagna del 1866. Insegnò geografia alla Scuola mii. di Modena. Co lonnello nel 1898, comandò il 10° fa nteri a e poi, in 2' la Scuola d'applicazione d i fanteria di Par ma. In P. A. nel 1902 1 f u prmnosso, nella riserva, magg. generale nel

1910 e tcn. generale nel 1915. Za11ardi-La11di conte Vittorio Generale dei CC. RR., n. nel 1864. Sottot. d , fanteria nel 1883, partecipi, all a campagna eritrea del ,888. Nei CC. RR. nd 1889, partecipò alla guerra contro l'Austria. Colonnello nel 1919 e in P. A.


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nel 1921, fu promo;,,o generale di <livis. nel 1928. Nel i930

fu trasferito nella riserva. Zanchi (Giov. Battista). lngcgncre mii. <lei sec. XV I, n. di Pesaro. Servl la repubblica veneta lavorando in terra· ferma e in Levante. Propose le corrine « di ordine rinforzato », che un secolo dopo furo no adoperate dagli Spa• gnuoli e attribuile loro, oppure al Vauban. Lasci<Ì un'opera: " Del modo di fortificare !e cilt:t » . Za11chi Luigi. Gcnera!e, o. a Bergamo. m. a Parma (1858-1916). Sottot. di fanteria nel 188:2, divenne colonnello nd 1914 e comandò in 2• la Scuola d'applicazione d i fanteria. Magg. generale nel 1915, comandò nella g uerra contro I·Austria la brigata Alessandria e meritò la mcd . d'argento. Zanchi Giulio, Generale, n. a Belluno nel 1866. Sottot. di fanterb nel 1884, partecipò alla guerra Libica cd a Euaogi (1913) meritò la mcd . d'argento. Colonnello nel 1915, comandò nella guerra contro I' Austria il r4So fanteria. Nel 1917 ebbe il comando della brigata Ancona: promosso brigadiere generale nel 1918, meritò nello st·c sso anno la croce d i cav. dell'O. M . S. I n P. A. S. nel Zanchi Giulio 1920, fu promosso generale di divis. Passato in aspettativa per riduzione quadri nel 1925, venne nel 1932 trasferito nella riserva.

Zancla (Sebastiano). Generale, n. nel 1861. Sottot. di fanteria nel 1882, partecipò alla guerra Italo-turca del 191,. 1912. In P . A. e promosso colonnello nel 1917, fu tratte• nuto in servizio si no al 1919 q uale comancla1ùc il dcposilo del 6<I" fanteria. Trasferito nella nserva nel r921, venne promosso generale di brigata nel 1928. Zanella (Temistocle). Generale, n . a Vicenza, m. a Firenze (1843-r912). Sottot . di fanteria nel 1863, partecipò alb campagna del 1866 e meritò a Vi llafranca la men7.io ne onorevole. D al 1880 al 1883 insegnò lettere it3liane e tattica alla Scuola mii. di Modena. ColonneUo comandante il 20° fan teria nel 18g7, fu collocato in P. A. nel 190r. Trasferito nella riserva. nel r904, vi fu promosso magg. generale nd 1909. Collaborò in giornali e r iviste mi lirn l'i .

Zanellato. V. Crociata. Zanelli (Severi110). Generale e scri1tore mii., n. e m. • Lcrici (1839-1899). Sottot. di fanteria nel 186o, partecipò allc campagne <lei 1860-61 e 1866 e nella lotta contrn il hdvntaggio meritò Ja me_d. d'argento e due menzioni flnorevoli. Dal 1875 al 1889 insegnò Storia generale e poi Storia militare alla Scuola di guerra . Colonnello comandante il 62° fanteria nel. 1889, fu promosso magg. generale nel 1896 cd ebbe il comando della brigata Sicilia . Collaboratore delle principali riviste di carattere militare, pubblicò varie opere, fra cui : « Custoza »; « Montecuccoli capitano e scrittore»; « Storia della brigata Aosta »; « Storia del regg. Piemonte .Reale cavalleria "; " Uomini di guerra dei tempi no:,tri » . la11elli B011ave11111ra. Generale, 'n. e m. a urici ( 18431923). Sottot. d i fanteria nel 1866, partecipò alla campagna

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di quell 'anno ed a Monzambanfl meritò la menzione ono. rcvok. Colo nnello comandante il 6° fo ntcria ocl 1893, divenne magg. generale comandante la brigata Bergamo nel 1900. Qualche mese dopo fu nominato sottosegretario di Stato alla g uerra. In po,izione ausiliaria nel 1904, fu promosso ten. generale nella ri• <erva nel 1909.

Zanetti (L11ig,). Generale, n. ~d Ivrea, m. a Torino (1840-1900). Souot. dei bersaglieri nd 1859, partecipò alle campagne del 1859 e 1866. Passato i11 artiglieria, divenne Zoncl li Uonaventura colonnello nel 1886, comandò 1'8o art. <la campagna e nel 1892 andò in P. A. Nel 18g4 passò ncll:1 riscn·a col grado di magg. generale. Zanetti Ciuuppe. Ge nerale, n . a Piacenza n el 1862. Sottot . di fanteria nel 1881, fu per 25 anni negli Alpini. Colonnello nel 19q. coman<lò il 1° regg. fanteria col quale entrò in guerra nel 1915 guadagnando una mcd. di bronzo. Nel 1917 d ivenne magg. gcn . venendo collocato in congedo nel 1918 e promosso gcn. d i divis. nel 1923. Collaborò a

varie riviste miliud. 7..anetti Ezio. Generale. n. a Firenze nel 186g. Sottot. di fanteria nel 1887, pa1tecipò alla guerra contro l'Ausrrin cd in essa meritò h mccl. d'argento e quella d i bron7.o. Colonnello nel' r917, com:rndò il 6:i.0 fonteria; brigadiere generale nel 1918. comandò la brigarn Avellino. Membro della commissione delle ricompense al valor militare, assunse, nel 1923, il grado di gcn . di brigata cd il comando della brigata Friuli . Nominato poi i,peltorc di mobilitazione della <livis. d i L ivorno, fu collocato jn posizione amiliaria nel 1931.

Zanfarino (.'1auri::io). Medaglia d'oro, n. a Savona, caduto sul Grappa (1895-1918). Ufficiale di fanteria in servizio att ivo. nominato sottot. nel 19 16, fu assegnato alla brigata tlisagno, donde passò alla Reggio e poi al VI gruppc, ,ilpini. Passato a sua domanda nei repani d'assalto, cd incorporato nel 6<> bgl. <l'assalto del lX corpo d'armata, ~i segnalò nel proteggere la riti rata dal Ca<lore al Piave. Promosso tenente, continuò a dare ripcllltc prove di valore, guadagnandosi due me<!. d 'ar,i;cnto, ncll.1 ba ttaglia d el giugno 1918. Cadde durante la battaglia cli Vitrorìo Veneto e fu conferita alla memoria dell'eroico ufficiale la mcd. d'oro, con questa molivazionc: " U flìcialc cli altissi 1110 re nd imento, gi~ <lisriatosi in precedenti fatti <l'armi , troncò volontariamente la licenza di cui sta\'a fruendo, quando seppe che il battaglione era sul punto di iniziare una nuova aziol!e offensiva, e da ufficiale di vettovagliamento insistè !Xr essere pflrtato sulla linea del fuoco. ln fiero, vittorioso co mbattimento , funz ionando da aiutante maggiore di un battagl ione d'a1salto, diede prove del più puro eroish10. 1\ cceso da sacro entusiasmo, fieramente percorse più volte il terreno di combattimento. spazzato in modo micidiale dal fuoco d i ~niglieria e cli numerosissime m it ragliat rici, per dirigere repa rti e consigl iare ed incitare i combattent i. Con un pugno di prod i si s:ancih contro il nemico minaccioso, impegnando ficrissim~ lou,, corpo ,1 rorpo, e riuscendo a spezzarne l'impeto. Ferito


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gravemente il porta-stendardo del reparto, impugnò il t ricolore, sollevandolo, nel fragore della battaglia, ad incitamento, come simbolo d ella vittoria. Colpito a morte d a una pallottola di mitragliatrice, che g li trapassava la gola, si abbattè <li colpo, ma facendo ap pello alk sue ultime forze, si rizzò sulle ginocchia e con voce rantolante, in faccia al nemico lanciò l 'ultimo grido : « Viva l'Italia! » (Mon1e /\solone-Col della Berretta , 29 ottobre 1918).

Zanfarino l\llaurizio

Zanon Giulio

Zanion (Tmttato). V. Cuba. zannetti (Ferdinando). Chirurgo m ii., n. e m . a Firen7..e (1802-1881) . Partecipò nel 1848 alla battaglia di Curtatone e vi curò i feriti; fu poi generale dell a guardia nazionale di Firenze e come medico capo prese parte alla campagna <lei 1859. Sul servizio sanitario da lui diretto nella campagna di Lombardia pubblicò una rclaziorre. Zmmetti Livio. Generale, n. a Firenze nel 1834. Proven iente dall'esercito toscano, passò poi in quello italiano e partecipò alle campagne del 1859, 1860-61 e r866 meritando 3ue menzioni ·onorevoli, una JJer la presa di Ancona (1860) e l'al tra nel brigantaggio (1861). Colonnello comandante il 37" fanteria nel 1878, andò in P. A. nel 1884. Nel 1886 fu trasferito nella riserva e nell'anno seguente fu promosso magg. generale.

Za nnone, Nave sussidiaria di 220 tonn ., entrata in servizio nel 1916, radiata nel 1920. Za nucchi-Pompei (nob. Pietro). Generale, n . a Pesaro, m. a Verona (1843-1900). Sottot. d'art. nel 1861, passò nel corpo d i S. M. nel 1865. Partecipò alla campagna del 1866 e meritò a Villafranca la med. d 'argento . Colonnello nel 1889, comandò il 55° fanteria e dal 1892 il 7" alpini. Maggior generale nel 1896, ebbe il cor.iandÒ della brigata Valtellina . Za nolini (Cesare). Generale, n. a Bologna, m. a Roma (1823-1902). Emigrato all'estero, rimpatriò nel 1848 e si battè nel 1849 a Bologna. Nel 1859 si arruolò volontario i n art . e fece la campagna di quell'anno e dei due successivi, guadagnandovi una med. d 'argento. Diresse la fabbrica d 'armi <li Terni; inviato in Serbia, vi organizzò l'artiglieria. Fu promosso magg . ge11. della riserva nel 1892 e fu deputato al Parlamento nelle legislature XI-XIII e XV-XVII e 'senatore nel 1892.

I a non (Giulio) . Medaglia d ·or(!, 11. a Cadoneghe, caduto sul Carso (1892-1915). Semplice soldato <lei 13° fanteria, si era g ià segn"a!ato, per ardimento cd abnegazione, nell'opera

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di soccorse, per gl'infortunati del terremoto della Ma rsica nel gennaio 19r4, t.anto che fu proposto per una ricompensa al valore . Egli cadde da valoroso in uno dei primi comb,nrimenti, e f:u alla sua memoria conferita la med. d'oro con la seguente morivazione: « Con nobile _abnegazione, sotto micidialissimo fuoco ne-

m ico, soccorreva e riusciva a trarre .in salvo un soldato g ra-

vemcme ferito. Durante l 'attacco alla baionetta, 'in una lotta corpo a corpo, liberava un soldato già caduto prigioniero, uccidendo un nemico e fugandone altri. Visto in pericolo il proprio ufficiale, si_ slanciava avanti , facendogli .scudo del proprio petto e cadeva va lorosainence crivellaw di ferite » (Selz, 30 giugno 1915).

Zanotti (Agostiuo). Generale, 11 . a Fossano, m. a Pesaro (1839-1934). Promosso sottot. dei bersaglieri per merito di guerra a V,nzaglio (1859), partecipò anche alle campagne del 1860-61 e 1866, ed a quella per la .repressione del brigantaggio. Colonnello nel 1888, comandò 1'8° bersaglieri. Ma~g ._ geiieralc comandante lb brigata Marche nel 1896, ando ·1n P. A. nel 1899. Nc11'i 905 fu promosso tcn. generale nel la riserva . Pubblicò un volume d i « Memorie » sulla repressione del brigantaggio. ZmwttÌ Battista. Generale, n. a Castelvisconti, m. a Cremona (1854-1932). Sottot. del genio nel 1877 fu insegnante di Costruzioni ç Fortificazione alla Scuola d 'applicazione (1883-84) e vi tornò dal 1888 al 1894. Coprì var i comandi e cariche nel corpo del gcn io e nelle Direzioni e nel Ministero. Comandò il 5° regg. minator i <lal 1908 al 1912. Partec,pò alla guerra Mondiale e gli fu affidato il comando della 1& zona costiera e lo studio della di fesa del Tagliamento. Nel 1917 passò al comando della difesa terrestrè dc La Spezia, e nel 1919 venne collocato in P. A. e subito dopo a riposo. Ottenne il grado di gen . di divi.s. nel 1923. Il Zanotti Battista gcn. Zanotti è autore d i va.

rie p ubblicazioni, fra le quali: « Fortificazione pc,nnaucnte »; « L 'arma <lei C::enio »; « Impiego dei pon tieri in guerra "; oltre a numer~si articoli su varie riviste militari .

Zanotti ,1c/,i/.!e. Generale, n. a Spi lamberto, m. a Roma (1856-1918). Sottot. d'art. nel 1875, divenne colonnello nel 1907, comandò il 4° art. da costa e poi fu d irettore d'art. a Taranto. Magg. generale comandante ! 'art. di Alessandria nel 1912, venne prom osso ten . generale nel r9r 6. Durante la guerra contro l'Austria fu addetto al commissariato gen. delle armi e munizioni.

Zante (ant. Zacù110). Isola greca, appartenente alle Ionie, separata dal conticente dal ca nale omonimo; superficie 394 Kmq., ab . 50.000; capol. Zante. D i antichissime origini, fu dominata dai Bizantini, dai Romani, dai Napoletani , e , sulla fine del secolo XIV, dai Veneziani, seguendo la sorte delle isole Ionie. Nell'884 , saputo che alcuni Saraceni d'Africa avevano assalito Z. e Cefolonia con 60 navi, l'im peratore Basilio I mandò contro '<li loro il suo amm iraglio Nasar. Questi a Mo<lone con1pletò i suoi equipaggi e poi , appro-


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:forando di una notte oscura, assalì a Z. la flotta nemica, -che, sorpresa, si difese appena e venne qua5i interamente <listrutta. Nel 1821 Z. partecipò notevolmente alla guerra <l 'Indipendenza del la Grecia -contro i Turchi .

che ottiene d i stabilirsi nella zona cost iera del paese dei Somali (Bcnadir).

Zanzur. Villaggio della Tripolitania, sul mare , 15 Km. -ad ovest d i T ripoli. (V. Abd el Geli/ e Sidi Bilàl). Operazioni a Zanzm· (19I7•1918). Appa rtengono agli avven imenti di Tripol itania durante I, guerca Mondiale. Una cohnna (gen . Cassin is) di sei battaglion i eritrei, quattro batterie e tre bande irregolari mosse da Zuara il 3 settembre 1917 per

Le fortificazioni di Zante nel sec. XVII

Zanzara. Portò questo n~mc la torpedin iera costiera di 13 tono. distinta col n. 2 1, entrata in servizio ne l T883, .radiata nel 1898. Zanzi (Guglielmo) . Generale, n. e m. a Russi (1826r897). Combattè nel 1848, 1849 e 1859 e dall 'esercito del· l' Emilia passò quello italiano. Nel la lotta cont ro il bri_gantaggio (1861) meritò la mcd. d'argento e 1'1 menzione onorevole. Colonnello nella riserva nel 1883, fu promosso magg. generale nel 1895.

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Zanzibar. lsola del l'Ocea no I ndiano, presso le coste del :territorio d i Tanganika. Conta circa 2700 Kmq. , con oltre 235 .000 abicantì. Staccatasi nel 1861 dall'imanato d i Mascace, costitul un sultanalO indipendente, che da( , 0 lu_glio 1890 è sotto il protettorato inglese . Nel 1<!96, essendo .salito al trono Said Khaled, preteodenre favorito d alla Germania che aveva ambizioni sull 'isola, l ' Inghilterra o rd inò d i bombardare Z. Ciò venne eseguito, dopo l 'affondamento -del « Glasgow », unica nave da guerra del sultano . Dopo il bombardamento, che causò danni gravissimi e numerosi morti, le truppe inglesi si abbandonarono al saccheggio . .Il 20 settembre 1914 l'incrociatore tedesco « Ki:inigsberg ,, vi affondò dopo brevissimo combattimento l 'ing lese « Pegasus ». Il sdtanato non ha forze militari, m a solo una g~ndarmeria composta <li 6 ufficiali e 584 u . di truppa, d ivisi in 4 compagnie . Il residente britannico è autorizzato, i n caso di bisogno, a chiamare il corpo d i polizia per funzioni -d'ordine militare, Trattato di Zanzibar (28 maggio 1885). Accordo concluso, <lopo <lue mesi di trattative, fra il sultano di z. e l'Italia,

r ioccupare Z. che era st:<ta abbandonata all'inizio della guerra Mondiale, sostenuta dalla colonna Perronc. Superato il terreno Zuaza-Z., la colonna Cassinis g iunse 1'8 sétte1nbre a Z. dove d isperse , con l 'aiuto della colonna Pcrronc, le fo rze ncn1iche occupando l'intera oasi e raggiu ngendo Tripoli l'n settembre. Gli Arabo-turchi rioccuparono l'oasi

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1"1onurnento ai Caduti di Zanzur


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di Z. li 6 ottobre 1918 i l gen. Garioni eseguì una ricognizione su Z. per richiamare da questa parte ribelli che avevano attaccato in dircz;ione di Zuara. La ricognizione raggiunse lo scopo. Alla fine di dicembre 1918 per liberare definitivamente tutta la zona fra Zuara e Z . una colonna · mobile, uscita da Zuara e due colonne uscite da Tripoli si impadronirono di Z. nel.la quale fu lasc_iato un presidio; ma poichè le truppe arabe di Suàni ):!cui Adem lo molestavano, venne eseguita uoa Operazione su quest'ultima lo-

ca liti, che liberò Z. da ogni minaccia.

Trincea aperra

Zappa piena doppia

n zappa volante

Zapelloni (Federico) . Medaglia d'oro, n. a Roma nel 1891. Già ufficiale di complemento nell'arma di fanteria, passato nel ruolo attivo per esami, partecipò alla campagna d i L ibia. Iniziata la guerra 1915-18 quale tenente ncll'82~ fanteria, chiese ed ottenne d i frequentare un corso d'avi:1zione, ottenendo i l brevetto d i pilota di apparecchi da bom bardamento. Prese parte, quindi, a numerose, arditissime azioni aeree, divenendo uno degli assi della nostra avia1,ione di gue rra . Quattro med . d'argento ed una <l , bronzo segnarono per l' intrepido aviatore altrettante tappe eroiche; a1 termine della guerra, alfine, per una più audace i n1~ presa, gli fu concessa la suprema ricompensa al valore. Dopo la guerra fu addetto aeronautico all'ambasciata italiana d i Madrid; attualmente (1934) è ten. colonnello nel 7° stormo . La motivazione di mcd . d 'oro è la seguente: « Superando le già ben note e fulgide sue qualità di piZapclloni _Federico Iota da bom bardamento , per le quali durante un anno ed 111 ripetute spe<li, .ioni e combattimc□ ti aveva meritato più ricompense al valore, con felice ed ardito intuito della g uerra nel cielo, in una notte brumosa ed illune sfidò volontariamente l 'ignoto di un a navigazione _pericolosa e la vigilanza delle difese austriache avversarie, eseguendo importante ed efficace azione di bombardamento su territorio nemico; azione mai prima d 'allora compiuta in nessun esercito e che fu vanto dell'aviazione italiana », (Cielo della fronte italiana, anno .di guerra 1917). Zapolya (Stefano). Guerriero ungherese d el sec. XV . Corribattè sotto Mattia Corvino; nel r499 morì mentre comandava l'esercito ungherese contro i Turchi . Giovan?,; Z., suo figlio, ebbe il comando delle milizie ungheresi in Transilvania sotto il re Luigi , e, morto questo, diven ne re dell 'Ungheria, st ringendo accordi col sultano Soli.mano di cui si riconobbe vassallo. ·rnfine abbando nò l'Ungheria a Ferdinando, fratello di Carlo V, e. si accontenrò di governare in Transilvania. Zapote (Combattime11to). V. Ma11illa li.

Zappa. Fosso, o per meglio dire, t rincea sbozzata, che scavavano i zappatori in vicinanza delle opere fortificate del nemico, -9l!rante ]e operazioni di assedio. La Z. è più stretta. della tri11cca propria1nentc detta; quando si allarga perde la sua primitiva denominazione e p<ende l 'altra. È voce non solamente dell'uso, ma dei buoni scrittori italiani di cose m iiitari. I lavori per la Z. si di'vidono in: lavori d i zappa piena semplice; di zappa piena doppia; di zappa volante; di zappa coperta; d i mezza zappa . Nella Z. piena la trincea si prolungava di un gabbione per volta, era pro-

,, ·1·•·

Zappa piena semplice

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tetta da un gabbione fascinato clic si faceva successivamente· rotolare in avant i e raggiungeva per successive fasi la 'lar ghezza e la profondità prestabilite . La Z. piena era usata nella costruzione degli approcci; si adoperava quella piena semplice, cioè con un solo parapetto, o quella pie!la doppia , cioè con doppio parapetto, a seconda chè gli approcci stessi erano soggetti a tiri su un fianco solo o su entrambi i fianchi . La Z . piena applicata negli ultimi anni del secolo XIX differiva da 9uella impiegata precedentemente, e più sopra descritta, per , il fatto che non si irnpiegava più il gabbione fascinato, essendosi a questo sostituito u11 parapcllo d i terra che si faceva avanzare man mano che procedeva la zappa. Questa nuova specie di Z . piena dicevasi « con riparo anteriore di terra » e veniva pure distinta in semplice e doppia . Alla Z . volante si procedeva facendo uJ1 tracciato con una fila di gabbioni vuoti (salsiccioni) che venivano riempiti di

rerra <lai lavoratori successivarqentc, 1nan 1n ano che avanzavano, e che 9uind i serv ivano con1e rivescirnento della: srnrpa inc,;rna d el parapetto. Ciò fu ideato <lallo Spinola nell 'assedio d i Ostenda. Di massima veniva costruita alla Z. volante la 2• parallela, e, in casi particolari, anche alcuni approcci . La Z. coperta era quel cammino che si faceva sotto terra per riparare gli zappa\ori dalle g!anate e dai fuochi lavorati del nemico. La mezza-zappa era quella che si faceva con gabbioni intervallati posti sulla linea della trincea che si doveva scavare e che si andavano successiva...

mente riempiendo. Gli i ntervalli fra un gabbione ·e l'altro venivano ch iusi con sacchi a terra. L'at tacco alla Z. nell'assed io <lelle piazze forti , cominciava da quando i lavoratori arrivava no ad essere soggetti al tiro d i fucileria o di mitraglia e andava lino al coronamento dello spalto (V. Vauba11). Di massima i lavori "Ila zappa volante si facevano di notte, quelli di zappa piena, semplice o doppia, di giorno e quando il pericolo era più imminente. Zappa è anche uno degli strumenti usati dag li Z'1ppatori o guastatori.

Zappatore. Allo scopo di dare ai reparti combattenti Ja possibi~ lità di provvedere immediatamente, con mezzi e con materiale propri, F regio zappatori a guei lavori di demolizione, costruzione, sterro, p,.anu tcnzione, ecc., necessari, sia in pace che in guerra, per far fronte alle più svariate conti ngenze,


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ZAP

1513 -

furono creat i gli Z, Questo personale vicoe addestrato al I 'esecuzione di )avori di campagna e può anche essere utilizzato per effettuare ]avori di manutenzione e <li mig]ioramento nelle caserme, negli accantonamenti e neg li accampamenti. Vengouo di norma destinat i ali 'incarico d i Z. i militari di professione n1uratori, terazzieri, Ccn1entisti,

di battaglia. E cioè: trincee, reticolati, ricoveri, ecc. con, tutti i relativi accessori. (V. Genio, e, per gli Zappatori· pompieri, V. Idrico servizio).

Zappo I ino. Frazione del comune <li Castello di Serrava11e, in prov, di Bologna, presso il Samoggia. li 15 'no-

' .

i

Piemontese (1860)

Zappatori frtin\'.':esj de ll'epoca napoleonica

falegoami, fabbri e simili. Una volta riconosciuti idonei alle loro specia li incombenze e per.c orso un breve corso di ad<lest rarneJHo, vengono nominat i e godono d i un piccolo soprassoldo giornaliero. In ogni bgl. d i fanteria possono essere riuniti tutti gli z. e allievi zappatori delle varie cp. e messi agli or• dini dell'ufficiale a disposizione del bgl. stesso . Questi , normalmente un su balterno, oltre ,ad occuparsi dell'istru-

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Chiamala degli zappatori

zionc degli Z ., quando sono riuniti ne dirige l'impiego. Ad ogni modo nel bgL vi è sempre un sottufficiale zappatore, a] quale spetta di d irigere e organizzare l ' impiego e d i coadiuvare l' ufficiale quando questi viene ad assorbire le sue funzioni. Le dotazioni e gli attrezzamenti degli Z. sono .st~biliti e p recisati da lle t abelle organiche. Vi sono compresi serie di cordoni di ge latina, innesch i per 1nina 1

Zappatori italiani del Genio al ]avaro

cofani da fabbro, da falegname, da muratore, da cementista, ecc., badili, picconi, dotazioni di chiodi, di funi, cofani con fondi ad acetilene, ecc . I lavori più spiccatamente caratteristici degli Z . sono quelli di rafforzamento del campo

Legione della Vistola

vembre r325

v i avvenne

Piemontese (1835) battaglia fra i Bolognesi,

una

g uelfi , e i M0<lenesi, ghibellini; i primi disponevano d1 30. 000 fanti e 1500 cavalli, i secondi, comandati da Passe .. rino Bonaccolsi con aiuti d i Rinaldo d'Este, di 8000 fanti e 2000 cavalli. I Bolognesi furono sconfitti al primo '1Ssalto• e vennero insegui ti sino alle mura della loro città dai Modenesi, i tiuali presero per rtrofeo la catena di una por1 ta e una secchia. I nolognes1 perdettero 2000 morti, J 500 _prigionieri , rnoo cavalli, oltre alle tende, ai bagagli e ad una grande quantità di ~rmi. La cifra delle forze partecipanti a questa battaglia sono date dalle cronache modenesi.

I

Zaptié. Nome dato al carabin iere indigeno coloniale, <l;,, parola turca che !>ignific.:a agen1e o soldato della polizia. Gl i Z. nelle nostre colo nie sono stati istituiti: in Eritrea nel 1 888 con due buluk, portati poi ad una cp. divisa in tre tenenze ; in Libia nel 1912, quando vi si creò una (( Scuola per g li zaptié »; in Somalia nel d icembre 1923, con la trasformazione del " Corpo d i polizia " rn " Corpo zaptié della Sclma-lia », d iviso in t re tenenze e

ammontante a

Zaptié

oltre un

migliaio di u . fra graduati c truppa, m prevalenza somali, in minoranza arabi,

Zara (ant. Idria, Jadera e Diadora). Città della Dalmazia, d i fronte all'isola Ugliana, con buon porto. Appar-


.. -

ZAR

tiene all'Italia, di cui costituisce una provinc ia, col territorio circostante (110 Kmq. e 20.300 abitanti) . Costrnita su uria penisola, ebbe un tempo importanti fortificazioni. Augusto la cinse <li mura e torri, che vi furono erette 2nche dai Veneziani e ricostruite i1cl 1358 dal re Luigi d'Un-

1514 II. lmp,-esa di Zara (1202). Appartiene alla V Crociata , predicata da Innocenzo III. 1 numerosi cavalieri e vassalli francesi, fiamm ingh i e it~liani, armatisi sotto la guida del conte Baldovino IX di Francia e del marchese flouifacio II di Monferrato, mancavano di navi. che li conducessero e li scortassero in Oriente. Si ri volsero perciò a Venezia, la quale accettò di forn ir loro una flotta, purchè i Crociati la aiutassero prima a sottomettere Z. Essi sbarcarono davanti alfa città il to novembre, la attaccarono e la presero dopo cinque giorni d i assedio , Data la stagione· avanzata, i ~rociat i posero i loro quartieri d'inverno a Z ., e qui i Veneziani li persuasero a muovere contro Cost.aminopoli (V.).

III. Trat.tato di Zara (aprile 1203). Patto concluso fra Enrico Daudolo, Bo,~ifocio II, Alessio nipote d i Alessio Comneno, i membri più impor tanti dell'esercito crociato e da molti ecclesiast ici, per unire le rispettive forze contro I'impero greco. IV. Assedio di Zara (1345-1346). 1':el 1311 Z. si era ribellata ai Veneziani e li aveva sconfitti. Nel 1345 Marco Giustinia11i venne a porre l'assedio davanti alla città, bartendo un esercito di 80.000 Ungheresi . Z. resistette per circa r8 mesi, finchè il 2 r d icembre si arrese. La porta di terraferma a Zara

gheri.a . Di esse rimangono oggi notevoli avanzi, me11trc i bastioni furono in parte atterrati, Nel 1543-44 il Sanmicheli vi eresse la porta di Terraferma, e ne l l5i4 Francesco Mocenigo costruì ia cittadella. Al principio del secolo XlX ci-a cinta di importan ti forrifjcazioni t munite di artìgliel'ie cd aveva un a rsenale : un fossato la divideva <lai continente, su cu i sorgeva un forte a sua d ifesa. li 14 novembre 1868 fu d ichiarata città l ibera e cessò di essere fortezza. Abitata nel periodo preromano e poi dagli Illiri, fra il 370 e il 360 a . C. fu conquistata dal Celti, che •la ten nero per circa un secolo. I Romani se ne impadronirono e nel 78 a . C. vi mandarono una colonia. Nel 752, alla distruzione di Salona, d i,·enne !a capitale della Dalmazia. L '8 giugno 998 fu occupata da P ietro II Orsèolo. Nel 1105 il re Colomano d'Ungheria la assed iò e la prese. Ripresa dai Veneziani, nd n81, i cittadini ne scacciarono il presidio sottomettendos i al re Bela d'Ungheria. Nel n82, nel 1190, nel u92, nel u98 i Veneziani bloccarono il norto d i Z., ma ne furono respimi. Nel 1202 i Veneziani la presero ed essa dopo quattro anni concluse con Venezia ,u n trattato d i conciliazione, per cui pa.ssava sotto il suo dominio. Nel 1499 Bajazct II invase il suo territorio con 2000 cavall i, ma fu respinto, e ancora nel 1505. Le galere d i Z. parteciparono in numero di q alla battagl ia di Lepanto. Il 30 g iugno 1797 fu occupata dalle truppe austriache che vi rest arono sino al 17 febbraio 1806, sostituite dalle francesi. Appartenne all'Austria dal 1 ~ 1 5 al 1918 : il 4 novembre vi sbarcarono i primi marinai italiani. Nel 1920, col trattato d i Rapallo, passò definitivamente all 'Italia. 1

I. Attacchi e tregua di Zara (n12- r1T7). Nel 1112 i l re d'Ungheria assalì Z . e la prese, cacciandone il gover na tore veneziano Giovanni Morosini. li doge Ordelaffo Faliero, con l'aiuto dell 'imperatore Alessio Comneno, vi accorse, assediò la città e la prese. Il presidio ungherese resistette nel castel lo. li re d'Ungheria mosse allora con un forte esercito in soccorso del la sua guarnigione. li doge tornò nuovamento con la flotta, ma nella battaglia fu ucciso e i suo i vennero sconfitti. Tuttavia il presidio capitolò e allora Veneziani e Ungheresi conclusero una tregua, in cui fu stabilito che Z . dovesse governarsi da sè per 7 anni.

V. A ssedio e P"ce di Zara (r357-r358). Appartiene alla guerra fra Venezia e il re Luigi d'Ungheria, il quale fece assediare Z . dal bano di Bosnia, che era venuto con un secondo ,esercito a unirsi alle sue truppe. Questi stette per un anno attorno alla città e poi per tradimento potè entrarvi, massacrando ]e guardie di una porta e facendo penelJ'are le sue truppe. La gl>arnigione venera oppose un 'ac canita resistenza, rna poi fu costretta a riti.rarsi nel ca~ stello. Allor.a i Veneziani mandarono ambasciatori al re e nel febbraio <lei 1358 fu conclusa la pace fra i d ue Stati. Venezia cedeva la Dalmazia al re, che alla sua voha resti-

Zara e il suo territorio (dalle Vie del Mondo)

tuiva i castelli occupati nel te rritorio di Treviso : in caso di guerra marittima i Venezian i gli avrebbero fornito a sue spese 24 galere. VI. Blocco di Zara (1813). Appartiene alle guerre dell' fmpero francese . li presidio di Z ., in tutto circa 2000 u.,


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Z AR

1515 -

ZAU '

era comandato dal gen. ~oizc ed crJ composto di un bgl. del , 0 leggero italiano, 2 cp . di guardie nazionali, 1111

disrncc:tmento di cannon ieri e t uno di gendarmi frances i, e una flottig lia cli 17 imbarcazioni: inoltre un bgl. del 1• illirico (900 u.). che non era oerò t roppo fidato. Ai primi di novembre la piaz7.a fu im,estita dal corpo austriaco del ge n. Tomasic e dalla flo trn ing lese. Il 4 fu iniziato i l bombardamento, mc111re il Roizc non poteva eseguir~ sortite. non fidandosi degli Illirici. Questi infatti il 3 dicembre si ribellarono e il Roize dovette in iz iare k. trattative per b r",,,.a che fu firmata il 5. Tre giorni dopo Italian i e Francc1i. ricc, uti gli onori delle anni. ripicga\"ano su Fiume. VII. Impresa di Zara ( 1919). Essendosi sparsa la voce che Z. sa ,·ebbe stata data alla I ugoslavia o al pii, dichiarata città libera come vole,'a il Wilson, il r-i novembre Gabriele D "Annunzio, partito da Fiume con 1000 u. fra soldati e mari nai, sbarcò a Z, (r.1 l'cmusiasmo clclirante della popo• !azione. Dopo un brc,•~ convegno con l'ammir. :Milio. D'Annunzio ne ottenne l:i prome,s,1 che non avrebbe ~bband onato la città. Allora tornò a Fiume, lasciando in 7.. un suo battaglione.

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Incrociatore e Znrcl •

Zara. Incrociatore. ,·arato a La Spezia nel 1930; dislocamento tonn. 10.16o. lungo 111. 182,83, largo m. 20,62; apparato motore cav:illi 1 00.200, velocità m iglia 34. Arn1a 111ento: VIII 203, XVI 100 a.a., ' 4 lUbi lanciasiluri binati da 533. Personale d"armamento: 25 uff'.iciali, 698 uomini d'equipaggio.

lardo (Giuscrpc). Generale, n. a Firenze nel 1870. Sottoten. d'an. nel 1893, partecipò alle campagne d'Eritrea del 1895-96 e 1897 e a que lla Mondiale, do,·c meritò due med. d 'argento e r im ase mutilato d i g uerra . Colonnello nel 1918, comandò il 4• e poi il :z<> raggruppamento contraerei. lll P . A. S. nel 1920. fu promosso generale di brigata in A. R. Q. Nel 193 t e nel 1932 venne trasferito nclb riserva.

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<l"intercettare le comunicaz ioni con la stretta di Dragoman. la sera del 13 novembre pertanto essa si dispose in guba d"in iziare l'avanzata il mauino seguente su due colonne: la colonna di dr. (7" rcgg. fanteria) doveva muovere verso le alture di Zaljusa per attaccarle, precedendo nella marcia la colonna di sr. (9• rcgg. fanteria, 19° bgl. della Guardia, T sqd r., r btr .) la q uale un 'ora dopo dQveva avviarsi dal villaggio di Cinoglavci contro il centro della posizione di Z. per attaccarlo non appena si fosse pronunciata l'azione dimosttativa verso la Zalju1a; un distaccamento fiancheggiante in direzione di Peterlaz doveva proteggerla clagli avamposti bulgari di Smilovci. Seguivano in riserva un rcgg. (15°) e 3 btr. Erano in tutto poco meno di to .ooo combattenti, contro i quali stavano forze l,ulgare scarsissime, agli ordini ciel cap. Popow (r bi;I. del 4° regg. fan teria, , sqdr. e :, cp. cli milizia: 1200 u. circa). Solo verso sera i Serbi vennero in contatto con i Bulgari, i cui po1ti avanzati retrocedettero in buon ordine d ie tro il paese d i z., su un'altura doininantc. già occupata dalla milizia. Poco dopo la dr. bulgara attaccata da un bgl. e da uno sqdr. si ritrasse di rigendosi a Kolotina, all'ing resso settentrionale della stretta di Dragoman. li resto delle forze dopo una resistenza di due ore si ritirò per la stretta di Dragoman. Alle 17 i Serbi entravano a Z. e, paglù del successo ottenuto, non inseguirono il nemico nè occuparono la posizione di Kolotina che padroneggiava la strella.

zastrow (Adolfo). Generale prussiano e scrittore militare (1801-1875). Nel 1839-42 prestò servi2.io nell 'esercito turco. Nel 1848 partecipò alla guerra dei Ducati e fece la campagna del 1866; dopo la conclusione della pace, fu nominato comandante del 'J" C . cl"A. col quale fece la campagna del 1870-71 . Scrisse fra l 'altro: ,, M~nuale dei prin. cipalt sistemi di fortificazione •; « Storia della fortificaY-ione moderna»; e tradusse opere del Vauban. Zattera. GJlleggiantc di varia costituzione, costituito di legni legati insieme, con tavolat("I superiore o no, oppure di batili e botti vuote con tavolato, oppure di chiatte legate insieme e pure con piattaform~. Serve al trasporto di u. di cavalli e di materiali, nelle acque calme. In guerra si adòpera nei passaggi di f:umi, sia preparata al momento con material i d i fortuna, sia preparata prcccdenterncmc con materiale adatto.

Zaremba (di Faracze(IJski, ,wb. Gustavo). Generale, n. a Posen (Polonia), m. a S . Remo (r837-1921). Polacco. venne nel 1859 volontario nella cavalleria dell'esercito italia,10. Combattè nelle campagne del 1859 e 1866 e contro il brigantaggio : mcrit.) due mcd. d'argc1110 e la menzione onorevole. Colonnello comand~nte i cavalleggeri di Foggia nel 1889, andò in P. A. nel 1895. Magg. generale nel 1898, fu promosso ten. generale nella risen·a dieci :rnni dopo. Zarlbrod. Com une dclb Jugoslavia, presso il confine bu lgaro, sulla strada fra ~rot e Sofia.

Zattera del genio militare italiano

Combattimento di Zaribrod. Appartiene alla guerra Serbobulgara del 1885. All'aprirsi delle ostilità la divis. scrl,a dd Dan ubio, oltrepas~ata la front iera, doveva impadronirsi di Z. e spingere gli avamposti fino a Kolotina, allo scopo

Zauiet el Argub. Villaggio della Cirenaica, sulla strada Circnc-Slonta. Il 15 febbraio 1914 vi avvenne un cornbattimemo che appartiene alle operazioni contro i ribelli della


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1516 -

Cirenaica. Decisa I\ cupazione <li Sloma, il gcn. Cavaciocchi mosse da Cirene con tre colonne leggere che per itinerari d iversi dovevano raggiungere Z. Fra le 13,15 e le 14,30 k tre colonne raggiunsero la locali1à, sostenendo un piccolo combattimento con reaoguardie ribelli che lasciarono 10 moru. Il 22 febbraio 700 ribelli con due cannoni attaccarono 7,., ma vennero respinti lasciando ,ul terreno 40 mort i. Il 24 febbraio veni va ocn1pata Slonta.

lavala (y de la 1'11enu don Giovanm). Generale spagnuolo (18o4-1879). Nativo di Lima, entrò nel 1818 nell'esercito peruviano e nel 1825 passò in quello spagnuolo, prendendo parte alle guerre civ ili. Nel 1839 era comandante genera le della cavalleria e nel J 842 capitano generale di Valenza. 1el 1849 comandò una delle due divis. spedite in Italia. Nel 1859, al comando del 2° C. d'A., combmè in Africa. Fu poi 111ini1lr'> della marina e presidente del Co11siglio. Nel 1866 combattè contro Prim, che sconfisse il 22 giugno; e nel 1876 comandò l'esercito del nord contro i èarlisti. Zavattari (Oreste). Generale e scrittore mii., n. a Tortona ne l r856 . Sotto\. di fanteria nel 1879, insegnò storia al Colkgio mi i. <li Mi lano. Colonnello comandante il :22° fanteria nel 1905, passò due anni <lopo a comandare il 3" alpini. Magg. generale comandante la brigata Sicilia nel 1911, ebbe nel 1912 il comando geo. delle Guardie di finanza. Comandò la brigata Roma, c<l entrò in guerra contro l 'Austria al comando della brigata Ravenna. In l'. A . nel , 9 16, fu r ichiamato in serv i·~io quale presidente di una commissione sanitaria centrale e promosso ten. generale. Comandante la divis. m;I. territoriale di Padova nel 191, e <1uclla di Genova nel 1918, fu ricollocato in congedo nel 1919 e fu trasferito nella riser va nel i920 . Fra le sue pubblicazion i : " Iniziativa degli alpini nel le prime operazioni di guerra • : " Marcie e bivaccl1i in montagna sulla neve•; " La :,orprcsa nella guerra odierna sulle Alpi » ; • Gli sky nella guerra d'inverno sulle Alpi » ; « Lo spionaggio alla frontiera delle Alpi ».

ZEE.

A~iago in senso quasi meridiano si dirige"a alla carena montuosa rra l'Altopiano e la val Sugana . I) monte era uno dei capisaldi d i ta le linea. Nei prim i giorn i di luglio, quindi , le nostr<' truppe tentarono più rnlt<' di espugnare la forre posizione, ma senza riuscirvi, pur con pqdite molto gravi: sulle pendici dello Z. cadde ucciso, tra gli altri, il 6 d i luglio il geo . Bcrn·di, coma11dan1c della brigata Milano (medaglia d 'oro) e fu ferito il gen. Durando. comandante della brigata Barletta. Fu atti.ccato nuovamente lo Z. dalla 25• divis., durante la banaglia dell"Ortigara (giugno 1918), ma anche questa volta i sacrifici compiuti dalle fanterie italiane nulla potero no contro la formidabile organizzazione d ifensiva dell'avversario.

~dina di monte Zebio. Nel 1917 il monte era occupato in parte dagli llaliani ed in parre dagli Austriaci. Entrambi ricorsero ad opere di mina, non essendovi nessun altro mezzo per scacciarne l"av\'crsario. Alle ore 17,30 de!l"S g iu)(110 esplose per prima la m ina preparata dagl i Austriaci, che seppelll una intera cp. italiana che si Lrovava in trincea, cd i minatori che lavoravano alla mina italiana. Le post• 1.ioni rimasero però invariate. Zebra. SambL1co i n legno d i 30 tonn ., catturato ai pirati del Mar Rosso nel r902 e armato per il servizio della Colonia Eriuea; fu radiato ne) 1912. Zédé (Carlo). Generale francese (1837-1908). Sottot. della legione w·anicra, prese parte alla campagna del Messico e alla guerra del 1870. Colonnello nel 1881, rnntribuì alla organ izzazione delle frontiere alpine. Brigadiere nel 1887 e generale di divis. nel 1892, quattro anni dopo comandò il XlV corpo, poi divenne membro del consiglio superiore di guerra e ..:0111:indante eventuale

Zav illa (o Zavif")· Ant. villaggio africano a due mig!ja da Afrodisio. Quando i Cristiani decisero l'impresa di A/rodilio (V.), prima di procedere all'attacco cont ro questa fortezza sbarcarono a Z. e la prese ro d'assalto, ordinando quivi le truppe per ma rciare contro Afrod isio.

I . B . (mod. 26). Fucile mitragliatore cecoslovacco, del calibro d1 mm . 7,92. Peso compreso il treppiede Kg . 9, lunghezza m . r ,12, velocità iniziale del proietto m . 8ro,

dell'armata delle Alpi (1898). Governatore di Lione, nel 1902 passò nella riscrYa.

Zidé Carlo

,Zédé Emilio, Ammiraglio francese, figl io d el precedente (1827-1900). Entrato in marina nel 1843, divenne capitano di ,·ascella nel 1869. Durante !"assedio di Parigi comandò il forte dell'Est. Contrammir. nel 188o e viceammir. nel 1886, d ivenne comandante in capo e prefetto m arittimo a Cherbourg . Nel 1892 passò nella rise\ ,a. Zédé Gustavo. Ingegnere navale francese, fratello del precedente (1825-1891). Entrato ncJla Scuola politecnica nel 1843, nel 1867 divenne ingegnere di prima classe e nel 1877 direttore delle coitruzioni navali. Si devono a l ui i piani del sottomar ino « Gymnote ».

Fucile mitragliatore Z. D. mod . 26

cdcri1à di tiro 200 colpi al minuto, ginata m. 1;00, serbalOio 20 cartt1cce. Può essere adoperato per 1iro continuo e per 1iro interm ittente; il raffreddamcn10 è ad aria.

Zebio (Monte). Sull 'altipiano d i Asiago, quota 1778. Dopo il fall imento della « strafc-cxpcdirion », nel giugno r916, gli :\ustriact ,i ritirarono sopra una linea che da

Zeebrugge. Città del Belgio, sul mare del 'ord, porto,anale del canale di Brugcs. Questo, largo m. 120 fra il ciglio delle d LJC rive, ha un fondo largo 50 metri cd una · profondità di 9 m . Il porto è protetto (b un lungo ed esteso molo un ito alla 1errakrma da un viadotto. I. Bombardame1110 ed attacchi di Zeebrugge. Appartengono alla guerra Mondiale. Dopo l'occupazione del Belgio i Tedeschi avev3no fortificato Z . con numerose batterie sul molo e sulla ,piaggia, creando una stazione d i r ifornimento cd una base d'appoggio di cacciatorpediniere, torpediniere, <Ommergibili, che 1rornvano sicuro rifugio nel lungo canale


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ZEE

1517 -

sino a Bruges. Interessava agli Inglesi di renderlo inabitabile, perchè troppo minaccioso al movimento marittimo .attraverso la Manica : furono tentati numerosi bombarda!'1enti aerei, ma senza risultati apprezzabili , dal 1915 al 1917. II. lmbottigliamcnto di Zeebrngge (1918). Il progetto venne esegu ito e tradotto in atto dall 'am mir. Kcyes. Al momento dcli 'azione erano rifugiati nel canale 23 torped iniere e 12 sommergibili tedeschi. Si doveva eseguire il bombardamento, al coperto da una cortina di fumo, dall'aria

ZEL

ciali), e anche ai soldati delle cp. · di· disciplina, io base al bisticcio che gli Z. « volent » , ossia «volano ,, e« rubano » .

Zeffiro, Corvetta a vela , varata a Napoli nel 1832. Dislocamento 594 toon. Bntrò a far parte nel 186o .della marina italiana e fu radiata nel 1869.

-e dal mare; tre navi dovevano sbarcare sul 1110)0 15oq vo-

lontari per distruggere le opere di difesa; una nave carica d i esplosivo doveva portarsi sotto il viadotto e saltare in ..aria per abbattere il viadotto stcsrn; tre navi dovevano enuare nel canale ed affondare accostate per modo da impedite ogni traffico nel canale: Tale progetto, dopo lunghi ,studi cd assaggi fu portato a compimento iÌ 23 aprile. Nella

Il primo cacciatorped iniere • Zeffiro ~

Z effiro . Cacciatorpediniere, varato a Napoli nel 1904. Dislocamento tonn . 330, macchina HP. 5206. Fu affondato dopo eroica difesa contro forze superìori austriache nel maggio 19r5, nell'Adriatic<J. Gli venne con(erita la medaglia d'argento. Zeffiro. Cacciatorpediniere, nrato a Sesui Ponente nel r927, dislocamento tonn.. 1355, ' lungo m . 92,64, largo metd 9,20; apparato motore cavalli 50.500, velocità miglia 38,4. Annamento : IV 120, 3 mitragliere da 40, 2 tubi lanciasiluri trinati da 533. Personale d' armamcnt<J: 'i ufficiali, 120 uomin i d i equipaggio. Gli è stato dato per motto: << N itor advcrsu111 )>.

' Zeka (Bttliubacl,a). Eroe dell'indipendenza serba (1785· Dal 1804 al 18r3 si battè contro i Turchi sulla frontiera serba verso la Bosnia, con una banda di volontari detta « I ragazzi n udi ». Nel 1813 si trincerò in un campo im'p rovvisato e vi oppose una d isperata resistenza ai T urchi. Infine, privi d i munizioni, lo Z . e i suoi si scagl iarono sugli 1 S 13).

attaccanti e ~i fecero tutti massacrare.

J1 porto di Zeebrugge (guerra Mondiale)

notte, circa 150 navi si avvicinarono a. Z. e all'alba venne 1anciata da piccoli motoscafi una spessa cortina di fumo, -che permise alle navi di avv icinarsi ed ini.ziarè un bom oardamento infernale, mentre d all'alto successive ondate di id~ovolanli lasciavano cadere bombe nei punti più delicati -<lella difesa . Contemporaneamente il sommergibile ,,H .C. 3 » carico di esplosivi si portava presso il viadotto ed esplodeva abbattendolo; la nave Vindictive appoggiata d,il Daffodil e dall ' Iris si affiancava al molo e sbarcava i volontari, che distrussero tutto ciò che vi era d i d istruggibile sul molo e nel porto; la nave Thetis, spinta a tutto vapore, spezi.ava l'ostruzione subacquea all'entrata del porto aprendo il pas,;aggio alle navi Intrepid ed Jphigenia che, entrate nel canale affondarono poco dopo assai vicine, ostruendolo. Compiuta 1'operazione e raccolti gli sbarcati, la flotta r iprese il largo. I sommergibili tedeschi e le torpediniere nel canale rimasero definitivamente bloccati, ed il porto fu da quel :momento inutilizzabile . Zeffiri (Zépl,yrr) . Nome dato in Algeria nel secolo cSCorso ( ,838) ai bg l. della fanteria leggera d ' Africa (provin•

Zela. Ant. città della Cappadocia, nell'alta valle dell' Iris. Nelle sue vicinanze oggi sorge Zeila. Nel 67 a . C. Mitridate VI vi sconfisse L. Valerio Triario, legato di Lucullo.

Bauaglia di Zc/a (47 a . C.). Farnace, !iglio d i Mitridate, aveva profittato <ld lc g uCJ·re civili romane per itpp3dronirsi '

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Battaglia di Zela (47 a. C.) A sr. l'cscrdto di Farnacc; a dr. l'e.st>rcito di Cesare col campo alle spalle (8)


ZEL

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dei territori v1cirn allo scopo di ricostituire l'impero del padre. dosare da. Alessandria gli mosse incontro, attraverso il 1° agosto si accampò presso il mare e l'Asia Minore, Z. con una legione di veterani, due di reclute, e poche altre truppe che il re Dejotauro aveva messo a sua disposizione. li 2 agosto Farnace attaccò, ma il suo esercito fu q uasi distrutto a malgrado la grande superiorità di forze. Cesare ne <Jiede notizia a Roma con la celebre frase: « Veni - Vidi • Vici » .

e

Zell, Borgo della Germania , presso Luneburg. I. Trattato di Zell (20 giugno 1674). Alleanza difensiva &a Imperatore, Spagna, Olanda da una parte, e i <luchi di J3runswick-Luneburg dall'altra, _della durata di 10 anni. II. Trattato di Zeli (5 febbraio 16z9). Pace tra Francia e Svezia da una parte e i duchi d i Brunswick-Luneburg-Zell e Wolfenb(ittcl dall'altra. I duchi restituir;inno alla Svezia la parte da loro oc~upata del ducato di Brema e osserveranno una stretta neutralità durante la guerra presente.

Zelia. Oasi della Libia, a sud del deserto sirtico, •e a sud-ovest del l'oasi di Giofra. Importante centro ca1ovaniero, circondato da monti e fertile per abbondanza di acque, venne ·occup,va il 22 febbra io 1928 dalle truppe italiane, dopo di avere infranto un p.rimo tentativo d i resistenza dei ri-

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L'antico forte di Zdla

belli, uccidendone una tremina, catturandone molti, e prendendo una m itragl iat rice e buon n umero di cammelli. I ribelli si ritirarono in numero di 200 nell 'oasi, dove, ·at• taccati, · furono uccisi o fatt i prigionieri con la cattura di un cannone e d i 150 fucili. IJ capoluogo dell'oasi è situato sopra una rupe fortificala. Fu le truppe italiane, al comando del geo. Graziani, era i! reparto meharisti agli ordini di S. A . .R. il duca delle Puglie.

Zelo. In termine generale, significa vigore e pertinacia ncll 'attendere ài doveri del proprio ufficio, elevato o modesto che sia. In questo senso parla dello zelo il regolamento d i d isciplina quando, per esempio, impone al militare che fa le veci di altro militare di grado superiore, di adempierne gli obblighi con lo stesso zelo e lo stesso impegno come se ne fosse il titolare. V uolsi osservare come, però, fra gli uomini lo Z. non goda di eccessive simpatie, per la facilità stessa con la quale si p uò eccedere nello zelo. Da c,iò non vuolsi concludere che sia un a \qua lità non buona, non utile, da $t roncarsi. Tutt'altro. Basterà disting uere fra il « troppo zelo », eccesso da r ifuggirsi, e lo zelo, o vigore e pertinacia nell 'actendcre al proprio dovere, indubbia virt ù da educar si e da praticarsi, e anche da erigersi contro gl'influssi e i suggerimenti della pigrizia , e dell'amore pc! q uieto vivere. Zenardy (barone Giuseppe). Generale delle D ue Sicilie, d i cui il cognome era Sca.:Lata, che cambiò entrando nelle file francesi , n . a Siracusa, m. a Parigi (1882-1835) . Si arn ,olò nel 1794 nella cavalleria nàpolctana che coro battè con•

ZEN

tro i Francesi J1ell'Alta Italia. N él I 79i passò ai servizi della Francia, tornando ., Napoli come colonnello al comando del 2° ,egg. cacc i~tori (Dragoni Regina) nel 1806. Passò nel 1808 a combattere nella Spagna e divenne in quell 'anno maresc di campo. Tornato a Napoli, tentò una spedizione contro 1 J3orboni di Sicilia, che andò fallita. Perdette una gamba nella guerriglia c.ontro gli insorti calabresi, e fu nominato governatore di Salerno, esuland o al ritorno dei Borb::,n i.

Zeno (Carlo). Ammiraglio veneto (1334-'418). All'inizio della carriera difese T reviso contro gli Ungheri. Passato dal servizio d i terra a quello di mare, al ~omando d i galere saccheggiò le coste della Liguria. Nel 1380 difese Venez ia contro la flotta genovese e, poco dopo ebbe il grado di grande ammiraglio, pure assun1endo ogni tanto anche iJ

comando dell'esercite> che guidò contro Francesco da Ca rrara signore d i Padova. Lasciato il servizio veneto, andò in Palestina e passò a Cipro comandando quivi l 'esercito che scacciò · i Genovesi d all'isola. Nel r410 rimpatriò e si ritirc\ a vita privata.

Zenoff (Pamele,). Generale bulgaro, n. nel 1858. Dopo la liberazione della Bulgaria (1878) prestò servizio nell'ar-

tiglieria. Nel 1879 fu promosso sottot. e nel 1886 d ivenne comandante del rcgg. d 'art. tenendolo per <.irca 18 ann,_ Quindi assunse il comando del! 'art. da monrngoa, fu ispettore dell ' armamento (1910-13), ispettore dell'art. bulgara. Scoppiata la guerra Mondiale, fu nominato comandante della guarnigione a Sofia. Aveva partecipato alla guerra Serbo-bulgara (1885) e a quelle Balcaniche (1912-13). Ebbe importanti incarichi e missioni politico-militar.i io cui acqqistò importa!lti meriti per la preparazione e la orgJni7.zazione dell'artiglieria buigara.

Zenson, Villaggio sul Piave, poco a sud della ferrovia Oderzo-Treviso, in un punto in cui il fiume descrive una specie di ansa , che prende il nome dal paese. G li Austriaci vi eseguirono uno sbarco, nella notte sul r2 novembre 1917, riuscendo a costituirvi una piccola testa di ponte; truppe italiane, prontaJnente accorse, pur senza, .riuscire a riçacciare

il nemico oltre il fiume, ·gl 'impcdivano però <li dilagare, addossandolo ali 'argine. Altri tentativi di passaggio, in altri punti del fiume, eseguiti nei giorni successivi , venivt no sollecitamcme r intuzzati: e fallivano parimenti i te ntativi di allargamenLO della testa di ponte di Z. Alla fine di d icembre, poi, dopo vari giorni di tenace azione , gli Au• str-iaci venivano costretti ad abbandonare quel po' di terreno che tenevano sulla dr. del Piave, ·ed a ripassare il fiume. Nella battaglia del giugno 1918, la zqna tra Z . e Croce mantenuta dall a 25• divis. \tenne a trovarsi tra le due zone di Fagarè e d i Musile, che gli Austriaci avevano prescelte per la loro irruzione sulla sponda Trevigiana, e per pa• recch i giorni le nost re fanterie, con una salda resistenza, riuscirono ad impedire che il nemico congiungesse le due teste d i ponte. Al sospirato congiungimento potè arrivare solamente il giorno 17, nel pomeriggio, con un poderoso attacco partente appunto dall'ansa di Z. Gli Ausr.riaci fu. rono, però, validamente contenuti sulla linea di Meolo, fino '.l quando, nella notte su 1 23, il nemico, premuto dalla nostra controffensiva, si vide costretto a ripassare sulla sinistra del fiuri'le . Zen son. Nome assunto d urante la guerra d:1ll 'ex incrociatore « Carlo Alberto », trasformato allora in nave trasporto per truppe e materiali, ra<liato nel 1923.


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ZEN

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Z,·11son. Torpediniera di preda bellica, varata dal Cantiere Danubius nel 1913 cd entrata in servizio nella marina austriaca col nome di « Orjen »; lunga m . 83,50, larga m. i,Bo; dislocamento tono·. 850; apparato motore cavalli 23.700, velocità miglia 33,5, Armamento guerresco cannoni IV 102, II 76, 2 mitragliere, 2 lanciasiluri da 450. Personale d'armamento: 5 ufficiali e 105 uomini d'equipaggio. Prese nel 1918 il nome di « Pola », che mutò in Z. al var~ dell 'incrociatorc di quel nome (1931).

lenta (oggi Senta). Città della Jugoslavia, sulla dr. del Tibisco, pochi Km. a valle d i Seghedino. Battaglia di Zetita (1697). Appartiene alle guerre dell'Impero contro i Turchi. Questi erano penetrati in Ungheria con l'intenzione di impadronirsi di Seghedino ed avevano posto il campo a Z. rafforzandovisi con forti trinceramenti; il lorn esercito, agli ordini del sultano Mustafà Il, era forre fra cavalleria e .fanteria di r50.ooo u. con 100 grossi cannoni e 60 canooni da campagna. Il principe Eugenio di Savoia, comandanie dell'esercito imperiale (70.000 u. e So cannoni) deciso ad affrontare l 'esercito turco, giunse a mezzodì dell'u settembre 1697 in vista dei campo nemico. Mustafà, volendo evitare la battaglia, ordù1ò il passaggio sull'altra riva del fiume . Ne approfi1tò il principe Eugenio per portare ad effetto il suo attacco, muovendo su tre colonne: la dr. agli ord ini del gen. Starhembcrg; la sr. agli ordini del geo . Rabutin; il centro agli ordini del gcn. Liechtenstein; la riserva in 2" linea dietro il centro a disposizione del principe. L 'attacco del come d i Rabutin riuscì, e, superate le trincee, la cavalleria invase il campo turco por tandovi il disordine e la confusione, mentre le altre truppe entravano da tutte le parti nel campo sresso. I Turchi, che poterono solo in parte sfuggire ali 'attacco, furono completamente d isfatti: ebbero 30.000 morti e lasciarono odle mani del principe 3000 prigionieri, 160 cannoni, 5000 cavalli, 6000 cammelli, 15.000 buoi, -123 bandiere, tutto il ricchissimo bagaglio e la cassa dell 'esercito contenente tre milioni d i fiorini. L 'esercito imperiale ebbe 430 morti e 1600 feriti.

ZER

loro capo Hadij Lodja. I ribelli occupavano, il 6 agosto, una estesa posizione a Z. con 4 cannoni. Gli Auscrjaci (6& divis. del gen. Tcgetthoff) da Maglai decisero d i attacC"arli su tutta l'estensione della fronte con tre colonne : a dr. un regg. fanteria (col. Kinnart) e 2 cannoni; a · sr. un rcgg. fanteria (col. Pittel) e 2 cannoni; al cenrro p ure un regg. con una btr. lungo la rotabile, seguito dal grosso (una brigata e una. btr.). All'alba del 7 agosto le tre colonne si misero io marcia e verso le 10,30 incontrarono i ribelli che respinsero e costrinsero in precipitosa ritirata, favorita da un violento uragano. Un bgl. regolare di Turchi d' Anatolia si arrese senza co.mb.ltte re, perchè era stato portato a forza in linea dai ribelli. Alla sera alle 19,30 la 6• divis. raggiunse Z. dopo aver avuto sci morti e 3r feriti nel combauimento, che era costato gravi perdite ai ribelli.

Zeppelin. Dirigibili tcdcsehi di tipo rigido, dal nome del loro inventore, il conte Ferdinando Z. (1838-1 91j). I prim i ( 1900) ebbero un volume d i mc. 10.000, e a poco

Dirigibile Zeppelin

a poco iurono portati sino a 30.000 mc. arrivando a una lunghezza d i 165 m. Ne forono costruiti 12r, delle quali prestarono servizio ·du rante la guerra Mondiale 73 per la Mar ina, compiendo varie incursioni sul territorio inglese. 23 <lirigibili furono abbattuti da l nemico; r3 per temporali; r2 incendiat i negli hangars; 4 colpiti dal fulmine. Per l'Esercito ne furono in servizio un nymero imp recisato insieme con altri tipi, e anche in questo campo le perdite furono notevolissime, data la grande vulnerabilità del d irigibile.

Battaglia di Zcnta (1697)

Iepce (o Jeptcl1e). Città della Jugoslavia, sulla Bosn;, . Combattimento di Zepce (1878). Appartiene alla campagna <kll' Austria contro i ribelli Bosno-Erzegovesi, agli ordini del

Zerl;)oglio ( Vincenzo). Medaglia d'oro, n . a Pisa , caduto sul Grappa (1898-1 918). Di famiglia piemontese, figliuolo d i un insigne docente universitario, inscritto egl i stesso nella facol,~ di giurisprudenza della R. Università d i Pisa, non appena gl i fu con~ntùo dall 'età si arruolò volontario negli alpini. Divenuto, q uindi, sottot. di complemento, fu assegnato al bgl. Aosta, nelle cui file combattè da prode, per circa Llll anno, nella zona del monte Grappa. Durante la battaglia di Vittorio Veneto, nell'epica lotta svoltasi sui Solaroli, più volte ferito segu itò a combattere fino al sacrificio supremo. Alla memoria dcll'cioico ufficiale fu conferita la med. d'oro con questa motivazione: « Fulgido esempio d i coraggio e di fermezza, in sanguinosi combattimenti si dist inguev,i con atti di altissimo valore. Con pochi soldati affrontava un'accanita lotta, con nu-


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mero di nemici più volte suj)Criore. Ferito una prima volta

<la una pallo11ola che gli traforava una spalla, rimaneva fra i suoi, e poichè gli av-

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versari, avuti rinforzi, violcn~ .

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temente contrattaccavan o, balzava da lla trincea e trascinandosi dietro i suoi uomini ricacciava i nemici, infliggendo loro gravi perdite. Ferito nuovamente ad una coscia, non voleva assoluwmcnre abbandonarc il reparto . Rimasto nelle

linee, in una nuova, Iepentina e furiosa ripresa di combattimento, esaltava i suoi uomini con grida di entusiasmo, conZc.rboglio Vincenzo tenendo prima l'urto degli avversari e ricacciandoli poi, fin-chè, colpito in fronte, g loriosamente cadeva, spirando col _grido di ~ Viva l'Italia » . (Monte Solarolo, 24 ottobre 1918).

Zrn

I Milanesi , fatta alleanza col conce Tommaso di Savoia, e con Pavia, Vercelli, Novara, Tortona, Como, Alessandria, Lodi e Crema, avanzarono sino a Fidenza, con l'intenzione di prenderla e farne un dono a Piacenza. Ma, trovati colà accampati Cremonesi, Parmigiani, Reggiani e Modenesi, in forze superiori alle loro, si diressero verso il Po. Arrivate le truppe a Z. i Cremonesi col loro Alleati, che avevano seguito il movimento, comparvero dì fronte, e attaccarono battaglia, che, incominciata con acca nimento alle 9 del mattino, continuò ininterrotta fino a none fatta, e cessò solo quando oopravvenne !"oscurità, che permise ai Cremonesi soccombenti di battere in ritirata , Rimase proverbiale « il soccorso dei Reggiani », non essendo questi arrivati in tempo a prendere parte alla battaglia.

Zibetti (Giuseppe). Generale med ico, n. nel 186o. Sottoten. medico nel 1886, partecipò alla guerra contro 1'Austria e fu promosso colonnello nel 1917. Magg. generale medico in P. A. S. nel 1924, fu promosso ten. generale nella riscr\·a nel 1928.

Zeri. Comune in prov. di M;,ssa Carrara. li 26 m aggio lj99 entrarono nel suo territorio circa 300 Francesi agli ordini del comandante Graziani e lo devastarono. Gli abitanti -cor>cro alle arm i e, g uid ati da un prete, atrnccarono decisamente il nemico che avanzava sparso e in disordine. Dopo accanito combauimcnto i Francesi furono messi in rotta, lasciando sul terreno alcuni morti e buon numero di .armi. Gli abitanti ebbero perdite insignificanli.

Zicavo (Fen-uccio). Generale, n. a Genova nel 1872. Sottot. del genio nel 1892, partecipò alla campagna criuca del l895-1896. N ella guerra contro l'Austria meritò la med. di bronzo e divenne colonne llo nel 19 18. Sottodirenorc del genio a Cagliari nel 1920. fu poi comandante del 60 raggruppamento genio. Nel 1930 venne promosso generale di brigata comandante del gen io del C. d' A. di Napoli e tenne tale carica fino al 1934 .

Zerman (Enrico). Generale dei CC. RR. , n. nel 1867. Sotto!. di fanteria nel 1889, passò nei CC. RR. nel 1897. Partecipò alla guerra contro l'Austria e di,·cnnc colonnello comandante la legione ,ii Alessandria nel 1922. In P. A. nel 1926, fu p romosso generale di brigata de i CC. RR. due anni dopo e collocato a riposo nel 1934.

Zù;avo Enrico. Generale, n. a La Spe1.ia, m. a Roma ( 1874-1934). Sottot. <lei genio nel 1894, fu in Libia nel 19rr e 1912. Nella guerra contro l'Austria {u organizzatore dei servizi aeronautici e fu addetto alla difesa antiaerea del Corn;rndo supremo . meritando nel 191i la promozione a tcn. colonnello per merito di guerra. Comandante del gruppo aerostieri e dirigibilisti , andò in P. A. nel 1932 e nello stesso anno fu prom9sso generale di brigata.

Zevin (o Zewin). Villaggio della Tu rch rn , ncll 'Anncnia, poco a nord di Chorosan.

Zierikzee. Città dell'Olancla, nell"isola di Schouven, fra Bnttaglia di Zcvin (187i). Appartiene alla guerra Russo-' gli estuari della Mosa e del la Schclda. Ant. porto, ora in-

turca . li gcn. turco Muctar pascià con circ;i TO.ooo lJ. ed 8 cannoni era in posizione a Z. dove intercettava ai Russi le due Slrade che da Kars tendono ad Erzerum , e dove si cm rafforz(tto con opere campal i. Il gcn. russo Loris-Melikov, avendo ricevuto richiesta di aiuto dal gcn. Tergukassov, inviò la propria cavalleria (sei rcgg. e 2 btr.) verso C horasan e decise d i attaccare Z . coll 18.000 u. per meglio disimpegnare Tergukasso,•. Il 25 giugno mosse su Z. con tre colonne: a sr. un regg. c<l una bn. per le alture; al centro il gen . Komarov con 2 regg. e I btr.; a d r . un regg. e tre ber. Il gen. Komarov portò ben dieci attacchi senza riuscire a scacciare i Turchi dalle loro posizioni, e nell"ultimo egli stesso rimase ferito. La colonna d i sr. \'enne pure respinta. Alla sera il gen. Loris ordinava la ritirata, debolmente inseguito da cavalleria circassa. l Russi confessarono una perdita di 854 uomini fra m. e (criti, mentre i Turchi dal forte numero di morti rimasti sul terreno (oltre 700) le valutarono a 2500 u. Deboli le perdite dei Turchi, quali rimasero fermi nelle loro trincL'é.

Zibello (ant. Gibellum, nel medio evo G!,ibcllo). O>-nnme in prov . di Parma, sulla , <lr . del Po, presso Busseto, fondato pare da Bruto Juniorc. Nel medio_ evo ebbe .un buon castello, baluardo dei Cremonesi verso Parma. Battaglia di Zibello (6 giugno 121S). Appartiene alle guerre. intercomuna li, ai tempi della lotta con tro l 'impero.

terrato: fortificazioni olandesi del secolo XVIII.

I. Bauaglia 11avale di Zicrikzec (agosto 1304). Fu combattuta tra )a flotta francese e la fiamminga. La p\ima era comandata da Ranicri Grimaldi ed era composta di 1 t galere che egli stesso aveva conc!otto dal Mediterraneo nel mare del Nord, di 30 a doppio castello e 8 .1pagnuole, oltre a numerosi bastimenti aggiuntisi ai primj nell"esruario d ella Mosa e imbarcanti numerose truppe. Con queste forze il Grimaldi mosse a soccorrere Z ., assediata da G uido <li Namur, il quale riuscl a radunare 80 navi, con grande nu. mero di barche minori. Il Grimaldi divise la sua flotta in q uanro file, le prime due composte di 15 navi a castello unite insieme, la terza di 14 e la quarta di galere: poi le riunì in una sola linea, tenendole sempre congiunte e schierando le galere d ietro alle prime. Il Nam ur, che aveva lasciato 10.000 u. davanti a Z. , pose le sue navi grosse davanti e le leggere dietro, mentre dalla riva lo sostenevano numerosi corpi di truppe. I Fiamminghi anaccarono per , prim i e mandarono due brulotti contro i Francesi, ma i! ,•cnto li respinse contro di loro, causando la perdita di alcuni bastimenti fra i migliori. Ma il Namur, approfittando della marca, piombò sui Francesi: l'urto fu violentissimo e la battaglia durò sino alla notte, riprendendo poi all'alba. li Grimaldi, vedendo di non poter battere i l nemico più numeroso, ricorse ad un ardito , tratagemma e finse di


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ritirarsi, lasciando indietro 20 navi che vennero prese fa. cilmcnte o si arresero a bella posta. Mentre i Fiamminghi, credendosi vincitori, avevano abbandonate le ordinanze, il Grimaldi, approfiuando alla sua volta della marca contraria, piombò con le sue galere sul nem ico che, stanco della lotta precedente, cominciò a cedere. li Namur, colle sue truppe scelte, si d ifese a lungo su l! 'ammirag lia : ma poi quattro galere lo abbordarono e lo fecero prigioniero cr,n tutti i suoi. L'assedio di Z. fu tolto . l i Grimaldi dovette la sua vittoria alla sorpresa nella seconda fase della battaglia, e soprattutto all'a,Tembaggio delle navi nemiche, manovra cui i Fiamminghi non erano abituati. II. Assedio di Zù·,ikzee (1576). Fu posto dagli Spagnuoli al cornando del Mondragone. Ostacolati invano da barche nem iche, essi guadarono il braccio di mare separante Schouven dal continente. La guarnigione del forte di Bommène si d ifese sino agli estremi, ma poi fu costretta ad a rrendersi. Il governatore resiste tte a lungo, n1en tre a fine Jn arzo il principe d i Grange mosse a soccorrerlo. Gl i Spagnuoli

dappr ima furono messi in disordine, ma poi piombarono sul nemico e lo resp insern. Z. resistette per 8 mesi e i nfine, agli ult imi d i giugno del i576, si arres<:.

Zieten (Gioacdino van). Generale di cavalleria sotto Federico il Grande (1699-1786). Servì pri:ua nella fanter ia, e nel 1724 entrò come sottot. in cavalleria. Prese parte al la guerra di Slesia e nel 1744 d ivenne maggior genera le. Si distinse grandemente nella guer ra dei Sette Anni , contribuendo alle vittori~ di Federico. Promoss? ten. generale nel ,756, dopo la pace di Hubertsburg andò a riposo, riprendendo servizio allo scoppio della guerra per la successione di Baviera. Zietfn (Giovanni conte von) . Generale prussiano (17701846). Prese parte alle guerre d el ,806 e dd 1813, nel quale an no divellne magg . generate. NeJ 1815. pro1no:.so tcn . generale, ebbé il comando del I C. d 'A. che condusse a Ligny e a Belle Alliance. Dopo la concl usione della pace rimase in Francia come comandante in capo delle truppe di occupazione. Nel 1818 ebbe la nomina a geoernk d i cavalleria e a comandante generale nella Slesia. Zinasco. Comune in prov. di Pavia, nella Lomellina, pres~o la confluenza d el Terdoppio col Po. Nella campagna del 1859 vi a,·ven ne il primo scontro fra Piemontesi e Austriaci. La sera del 29 aprile uno sqdr. di cavalleggeri Saluzzo, tornand o da una r icogn izione, vi fu sorpreso da un forte corpo di cavalleria nemica, e solo dopo lotta accanita riuscì a liberarsi dal minacciato accerchi.:imento. Zinco-Dietil e (Chimica bellica). Class.ificato fra i « Composti sussidiari attivi per la guerra chimica » e , precisamente, fra gli incen:d iari, fu adoperato durante la guerra Mondiale perchè dotato della proprietà spontanea d i provocare l 'incendio d i alue sostanze combustibili con le quali viene a comatto. Esso .spande vapori a contatto d cll 'aria, p<;>i spontaneamente arde con fiamma dai bord i verdi, generando fumi bianchi di ossido di z inco .

Zi11co-Di111etile. È classificato come i l precedente e trovò impiego bellico durante la guerra Mond ia le; brucia spon-

Z1z

coma ndante la :Jrigata Reggio nel 1918, meritò sul Montello la med. d'argento . A disposizione del min istero delle finanze nel 1923, ebbe nel 1926 il grado di generale di divis. e nel 1933 fu collocato in posizione ausiliaria.

Zintàn. Villaggio della regione <lei Garian, ad est di Giado. Combattimento di Zi111à11 (1923). Appartiene alle operazion i svolte in Trioolitania contro i ribelli. Per rendere effettiva l'occupazio,;c del Garian erano state occupate con pico,li presidi alcune località. A Giado vi era un presidio d i ci rca un bgl. e a Z. un piccolo presidio d i irregola ri. La mattina del 27 ottobre una mehalla d i 300 ribelli attaccò Z. li presidio resistette finchè accorse da Giada il magg. Galliani che affrontò i ribelli, li batrè ed inseguì infliggendo loro gravi perdite.

Zinzar Markovitc (Dimitn) . Generale e uomo d i Stato serbo (1849-1903) . Finiti gli studi mi litari in Germania, partecipò alle guerre Serbo-turche del 1876-1877 e alla guerra Serbo-bu lgara del 1885. Dal r898 al 1900 fu capo d i S. M. nell'esercito serbo. Nel 1902 fu nominato presidente del Con. siglio: venne assassinato l '.anno seguente. Zirano (.4ugtJSto). Generak , " · nel 1865. Snttot. d i fanteria nel 18S5, fu nel 1887 in Eritrea , nel 1911 in Libia, nel 1915 sul fronte contro l'Austria. Guadagnò nella guerra una medaglia d i bronzo e due d ·argento, raggiungendo i l grado di colonnello nel 1918 a l comando della brigata Tevere con la ,1uale a Vittorio Veneto guadagnò 1·0. M. S. Nel 1922, collocato in l'. A. col grado di gen. <li brigata, partecipò a l movimento Zirano Au~usto fascista ) d ivenendovi ~uogoten. generale al comando delle legioni sarde. Nel 1929 fu collocato a riposo. Zirilli (Salvatore). Generale, n. a Milazzo nel 1857. Sottoten. d 'art. nel 1877, divenne colonnello nel 1910. D irettore d'art. a Messina, fu collocato in P. A. nel 1912. Magg. ger..erale nel 19 17, passò nella riserva 11el 1919. Nel 1923 assunse il grado d i generale di d ivisione. Zirknitz (Cirl(11ica). Comune della Jugoslavia, nella. Croazia. li 27 settembre 1913 vi avvenne un combattimento che appartiene alle guerre dell' Impe ro francese. Il gcn . Palombi1ii con la p ropria divis. (5000 u .) vi aveva preso posizione, appoggiandosi con la sr. alle alture ove erano i bgl. de l 4~ rcgg. leggero. Gli Austriaci (18 a 20.000 u.) attaccarono con le loro maggiori forze la sr. della d ivis . Palombini. li 4° leggero fu sopraffatto. Resistettero invece assai bene per sette ore il l'° e 3° leggero; un bg l. (col. Salvatori) de l 2° leggero di retroguardia venne disperso dalla carica di un regg. ussari . Il Palombini dovette ritirarsi a Mann itz.

tanean1ente con fìamrna azzurro-verdastra, e, se in ambiente

Z' i neon e (Attilio). Generale, n. a Casalvieri nel 1869.

Zitolo (o Citalo: Giovanni di Gregorio). Architetto m ilitare del secolo XVI, n. di Perugia. Lavorò alle fortificazioni d i Padova e partecipò alla difesa della città.

Sottot. dei bersaglieri nel 1889, prese parte alla guerra contro l 'Austria e d iven ne colonnello nel 1916; ebbe il comando della br igata Campan ia nel 1917. Brigadiere generale

Zizl1a (di T rocnow Giovarmi) . Guerriero boemo e capo uss,ta (i360-t424). Combanè nell'esercito dei caval ieri Tcu-

d i ossigeno puro, l 'accensione avviene con esplosione.

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ZIZ

1522 -

tonici contro i Polacchi; par1ccipò alla battaglia di Tannenb<:rg (r,110), dopo la qua.le si bauè cogli Ungheresi contro i Turchi. Partecipò alla guerra tra Francia e Inghilterra, schierandosi per quest"ultima e partecipò alla battaglia di Azincourt (1415). T ornato a " Praga, entrò nel movimento a favore di I luss, giustiziato l.. ' . . ,; dai Cattolici. Fu uno dei capi della rivoluzione ussita di r cui comandò le forze, orga~,~· nizzandole e disciplinandole. In circa cinque anni vinse molte battaglie e combattimenti, subendo una sola sconfina . La sua tauica era basata esclusivamente su azioni fu).

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rnincc e risolute: dopo aver

a1tacca1n il nemico col suo grosso, gli scagliava contro un corpo scelto, dello dei « Fratelli invincibil i », coi q ual i otteneva la vitto ria. Accecato da una freccia in un assedio (1422), continuò a dirigere l'esercito ussita, ma si valse soprattutto dcli 'aiuto del suo luogotenente e futuro successore, Amonio Procop io. Morì durante l'assedio di Przibislaw.

Zlatareff (N.). Generale bu lga ro, n. nel 1864. Sottot. nel 1884, d ivenne generale nel 1915 e perì nell'attentato della cattedrale di Sofia. Aveva partecipatO alla guerra Scrbo-buli,rara del 1885, alle due guerre Balcaniche, a quella Mondiale. In quest'ultima comandò il C. d'A. dei volontari Macedoni.

Znaim. Comune del la Cecoslovacchia, sulla sr. della Tahya. Nella campagna nap<-lconica del 18o9, dopo la sconfitta di Wagram, le eruppe dcli 'arciduca Carlo, inseguite dai corpi napoleonici, vennero a trovarsi a Z. in difficile po~izione, ~vviluppate quasi completamente. Tanto che egli fu costretto a inviare, mentre ormai si iniziava la lotta, proposte d 'armistizio a Napoleone (TI luglio). Nonostante la situazione favorevole, l'imperatore consentì a trattare. L'arm1suz10 di Z. segnò il preliminare della pace, che fu concl usa a Vienna il 14 ottobre.

Z lotareff

Zobcl Federico

Zobel (barone Federico). Generale austriaco (1796-1869). Iniziò la carriera mii. facendù le campagoe 1813-14-15 contro la Francia; e la proseguì attraverso le campagne del 1821 nel Napoletano, e dal 1848-49 e 1859 in Italia, Finì governatore a Olmutz. Zocca (Aroldo). Generale, n. nel 1859. Sottoc. di fanteria nel 1880, fu in Eri u ea nel 1887 e per il combattimento di Saati meritò la med. d i bronzo. In P, A. e colonnello nel

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r914, fu richiamato durante la guerra contro l'Austria quale comandante il deposito del 3"' fanteria. Nel 19:24 fu promosso generale di brigata ndla riserva.

Zocchi (Alessandro). Generale, n. nel 1868. Sottot. di art. nel 1888, passò nel 1910 nel ruolo tecnico. Colonnello dell'officina di costruzioni d'art. di Roma nel 1917, fu poco dopo d irettore della fabbr ica d'anni di Roma e capo ufficio alla direz. superiore delle costruzioni d'art. Magg. generale direttore dello spolettificio nel 1926, fu collocato in P. A . nel 1929. Zoccolo. Prominenza che si da,·a un tempo al piede delle nfura per maggior solidità ed ornamento. Demarchi lo ha chiamato « picdamenw ,; e , cordone al piè delle mura ». Si potrebbe anche chiamare banchina, margine delle mura, ecc.; ma la voce Z. è più usata e più espressiva.

Zoccolo dell'alzo. La parte dell'alzo che è fissata sulla canna del fucile o del moschetto, sulla quale muove il ritto dcli 'alzo, attorno ad una cerniera disposta gcneralmcnre nella parte an teriore dello zoccolo stesso. Talvolta, e sempre ' quando il ritto può venire rovesciato, )o Z, porta dalla parte rivolta alla culatta del fucile una tacca di mira per le brevissime distanze. Zoea. Sommergibile di 245 tonn., entrato m servizio nd 1913, radiato nel r918. Zola (Alberto). Generale, n. a Torino nel 1850. Sonot. d'a rt. nel 1869, partecipò alla campagna eri trea del 1895-96, combattè ad Adua e meritò la croce d i cav. dcll'O. M. S. Ten. colonnello comandante la Scuola centrale di tiro di Nettuno nel 1901, fu collocato pochi mesi dopo in riserva. D ivenne colo11nel lo 'nel 1903 e magg. generak nel 1914. Zolfo. Elemento polimorfo, che può presentarsi anche amo rfo . Conosciuto fin dal l'antichità , è molto diffuso in natura, sia allo siato nativo che in combinazione. t uno dei componenti delle polveri piriche, ed entra nella composizione dell 'a~ido solforico e del solfuro di . carbonio, sostanze di somma importanza nelle industrie degli esplosivi e in quella della chimica bellica. La Germania, che era costretta a r icorrere a larghe e notevol i importazioni durante la guerra Mondiale, allo scopo di provvedere alla deficienza dipendente dallo stato di guerra, fu costretta a ricercare fonti d i utilizzazione nel materiale di. cui poteva disporre; e fece ricorso, con successo, ai materia li provenienti dall'epurazione del gas illuminante, nonchè al « residuo di soda »1 prodotto secondario inservibile della fabbricazione della soda. Zoli (Vincenzo). Generale, n . a Forlì, m. a Roma (18531930). Volontario nel 1875 e sottot. di fanteria nel 1880, fu in Eritrea nel 1895-96; meritò la med. di bronzo ad Adua e la croce di cav. dell'O. M. S. per i combauimenti ,li M. Mocram e T ucrùf. In P . A, nel 1906, fu colonnello nel 1915, nel qua le anno venne richiamato quale comandante il deposito del 13° fanteria. Nel 1918 fu promosso brigad iere generale.

Zoli Corrado. Governatore di colonia, n. a Palermo nel 1877. Scrittore e studioso di discipline militari, partecipò giovan issimo alla guerra greco-turca, fu ferito a Domokòs e promosso sul campo .. Dopo aver serv ito, ~ome volontario, nell'esercito coloniale francese, passò al giornalismo, e fu redattore e corrispondente <li guerra del ,, Secolo " tli Milano. Come tale, seguì tutte le operazioni della campagna


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1523 -

libica, rimanendo ferito a Martuba (Derna). Assistette alle rivolte di Macedonia ed Albania, e seguì le campagne delle due guerre Balcaniche. Ufficiale di complemento <l'artigl ieria, prese parte alla guerra Mondiale, guadagnandovi due mcd. d'argento e una promozione per merito di guerra. Panccipò al movimento fiumano, come Rettore degli Affari Esteri della Repubblica Italiana del Carnaro. Fu, successivamente, segretario d i gabinetto del Ministero delle {',o. lonie, Alto r..ommissario dd1'0ltre Giuba, Segretario Generale del Ministero delle Colonie, Governatore dell'Eritrea . Poi fu nominato Consigliete Zoli Corrado di Stato e Presidente della Real.e Società Geografica 1taliana. Ha p ubblicato: « La guerra Turco-bulgara»; « La conquista di Ad';'a »; « Emanuele Filiberto duca d 'Aosta »; « La battaglia del Piave » ; « Net F ezzan "; « Oltre Giuba » ; « Sud-America »; « Le operazioni sul 29° parallelo nord »; Cronache Etiopiche • .

Zolkiewski (Stanislao). Generale polacco (1547-1620) . Combauè contro gli Imperiali sono Sigismondo III di Polonia e divenne magg. generale. Domò i Cosacchi del! 'Ucraina e partecipò alla guerra contro la Svezia. Assunse il comando in capo nel 16og contro i Russi cd entrò a Mosca nell'anno seguente. Perl ~ombauendo in Moldavia contro i Turchi. Zollner (Ga1pard). Arrnaiuolo di Vienna che presentò nel 1498 a L ipsia un archibugio colla canna rigata parallelamente all"assc. Da questo fatto si mantenne la errata opinio ne che egli sia stato l 'inventore della rigatura delle canne. In vece la rigatura delle ca nne era stata già tentata prima, non solo parallela _all'asse, ma bensì ad elica, e l 'invenzio ne è prellam entc italia na. (V. Rigatura). Zomo. (Monte). Sull'altipiano di Asiago, nel gruppo delle Melen e. Nel periodo d i combattimenti susseguito alla nostra ritirata dall'Isonzo al Piave (novembre-dicembre 1917) fu teatro di lotta sanguinosa cd accanita. i\uaccato una prima volta nei g iorni r3 e 14 novembre, fu tenacemente djfcso dalla brigata L iguria. Dopo qualche giorno di sosta, un altro fuiioso attacco fu sferrato dagli Auwiaci contro il monte Z. , il giorno 22, e il bg l. a lpini M. Cervino, benchè avesse perduto due terzi dei suoi effettivi, s'impctriva nella d ifesa. Ma il nem ico, raccolte nuo ve forze, il 4 dicembre tornava ancora una volta all 'assalto dell'intero gruppo delle Mclette, dopo aver sottoposto tutte le posizioni ad un in tensissimo bombardamento con proiettili prepo nderantemente a gas asfissia mi, lagrimogeni ed emetici. Sul 1rano Sisemol-M. Z. il nemico rotè essere ancora contenuto, ma essendo riuscito ad insediarsi nella sella tra il Badenecche cd il Tondarecar, costringeva i nostri, sotto la minaccia di un aggiramcnt0, a sgomberare l' intero gruppo delle Mclettc. Zona (Tattica). Poichè le truppe ag iscono in estensione, sia nella manovra d i cifesa che d'offesa, che nell'impiego dei mezzi offensivi, la parola ricorre spessissimo come termine tauico, del qua le, con l 'aggiunta d i un aggettivo, se ne precisa la funzione. Cosl si d ice Z . Ji schieramento

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come termine gener ico riOettcate lo schieramento dell'esercito. Nella difensiva si hanno: la Z. inondata, la Z. minata, la Z. dei reticolati, la Z . d i osservazione e di sicurezza, la Z . di difesa o di resistenza. Nell'attacco e nella controffensiva vi sono le Z. di irruzione e d'auacco, e le Z . d i sbocco, previste nei progetti d'attacco e d ifesa . Nell'impiego del fuoco d'art,, mitragliatrici, fucileria . si hanno le Z. banute e ,1uclle scoperte, le Z. coperte e defilate dalla vista o dal tiro .

Zona di guerra (o Zona militare). t una zona di territorio nazionale cd estero che viene dichiarala in stato di guerra e nella quale si svolgono le operazioni militari: comprende il teacro delle operazioni cd una notevole porzione di territorio retrostante , alla cui dclimitnzione provvede apposita legge; cessato il conflitto, altra legge sopprime la zona di guerra. Questa comprende il territorio delle o perazioni , quello delle retrovie, quello sottoposto allo stato di guerra, noncbè il ciclo sovrascanre. I!. anche Z. di guerra quel!., legalmente delimitata ~trorno alle piazzeforti marittime e basi n,wali . An:tlcgamentc, a second a dello svolgimento delle operazioni guerresche, sono dichiarate Z. di guerra determinate porzioni d i tratri costieri cd estese. zone di mare, nelle quali sia le coste che la navigazione sono sotloposce a restrizioni ed a condizioni di caractere eccezionale, regolate da leggi d i' g uerra alle qual i si devono assoggettare gli abitanti della costa, le navi amiche dei belligeranti, le navi neutre: tutte quelle che si accingono ad entrare in tali zone, devono segnalare la loro presenza ed obbligarsi a seguire determinare rocte di sicurezza. In Z. di guerra imperano le leggi ed i regolamenti militnri: le autorità civi li sono sottoposte a quelle militari le q uali hanno potestà legislativa: i bandi, ordini, regolamenti, ecc . da esse emessi hanno immediato valore esecutivo d i legge , qualunque sia l'oggetto da essi rrauato. Vi funzionano i Tribunali militari ai quali sono assoggettati anche i cictad in i per cutti i reati che, direttamen te o indfreuamente, interessano la sicuazione militare. Vi sono proibiti il possesso di apparecchi clenrici di trasmissione e di Iiccvimento di q ualsiasi genere, l'uso di cifrari e di macchine fotografiche, di areostati o velivoli; le segnalazioni di qualsiasi genere, l'uso di piccioni viaggiatori. Sono comminate severe pene contro i favoreggiatori dei renitenti, disertori, sbandati . Gli abitanti non possono allontanarsi dalla loro sede abituale : ch i entra in Z. di guerra deve essere munito di apposito salvacondotto. Salvo più rigorose restrizio ni per il territorio delle retrovie e per quello delle operazioni, esistono divieti d i traslocazione, d ivieti d i viaggio, d ivieti di abitazione, divieti di transito sulle vie ordinarie e sulle ferrovie. Anche le autorità militari e civili devono essere munire di documenti di identificazione o di tessere di riconoscimento, o di lasciapassare. Zona milita,-e. Trauo <li territorio nazionale che in tempo di pace è sottoposto a speciali scrvicù sulla proprietà cd a speciali restrizioni nell'uso della libertà personale, per prevenire danni diretti od indiretti d i caranere m il itare. Tali Z. sono stabilite auorno alle posizioni fortificate terrestri e marittime, a speciali stabilimenti militari, a campi di esperienze e di esercitazioni. La Z . di confine terrestre è soggetta a restrizioni analoghe, anche se non è zona militare : non vi si p'ossono compiere certi lavori se non autorizzati dalle autorità militari, nè fare uso di macchine forografiche, apparecchi elettrici di trasmissione e ricevimento. In talune di tali zone occorre essere muniti di speciale permesso d i circolazio ne, da richiedersi al comando militaie territoriale.


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1524 -

Zoua delle operaziolli . È quella parte estrema della Z. <li guerra· occupata dalle truppe a contatto strategico e tattico -col nemico, nella quale si svolgooo le operazioni di guerra . E-la lo stesso valore che teatro o scacchiere delle operazioni con la sotti le differenza che la Z. delle operazioni è generica, mentre iJ teatro o lo scacchiere sono specificati dal no me della regione nella q uale le operazioni si svolgono . Zon.e di influenza.. Hanno cara ttere politico commerciale. Allo scopo di evitare conflitti le Potenze si accordano spesso fra lo ro per ripartirsi dat i territori colonial i, nei q uali pos-sono svi luppare i loro affari senza incontrarv i la concorrenzà di altre Potenze. N elle colo nie la Z . <li influenz.a si esteo<lc a quei te rritori contigui, laterali e verso l'interno, d i uoa colonia, sui qua li le altre Potenze hanno r iconosci uto un diritto d i p relazione dell'occupante della colonia, anche se questi rwn vi ha ancora estesa la propria effettiva occupazione militare amministrativa. I territori sottoposti a mandato secondo il trattato d i Versailles costituiscono uno degli aspetti che possano assumere le Z. d i influenza.

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zamento presso il Comando supremo. Nel 1928 fu collocato a riposo.

Zoppi dei com i nob . Ottavio . Generale, n. a Novara nel 1870. Sotrot. d i fanteria nel 1888, partecipò alla guerra libica e all.i spedizione a Rodi, dove guadagnò una med. di bronzo. Nella guerra Mondiale ebbe la promozione a colonnello per merito di guerra e il comando del 23° fanteria; nel 1917 quello della brigata « Salerno " e la promozione a magg. gen. per merito <li guerra. Comandò nel 1918, su l. Piave, la 1a divis. <l'assalto . Guadagnò nella g uerra un'altra med. d i bronzo e l 'O. M_ S. Dopo la guerra terme ancora, in L ibia, il comando del la 13 divis. d'assalto ; poi. quello della divis. m ii. di Verona: fu nominato commendatore e gr . uff. dcll'O. M. S. Nel 1928 venne promosso gen . d i C. d' A. e [spettore delle truppe alpine, nel 1930 comandante del C . d' A. d i Bologna e nel 1933 Ispetto,e per l'arma d i Fanteria. Fu anche insegnante <l i tattica alla Scuola d i guerra e pubblicò vari studi su riviste mii. e un volume : « l celeri ». N el 1929 venne nominato Senatore.

Zone t erritoriali . Corrispondono a q uelle zone del territor io dello Stato che risultano delim itate dall a Circoscrizione mi litare territoriale, terrestre, marittima, aeronautica (Z . aerea), d i M .V.S.N. Ta li Z. comprendono una o più provincie; la competenza nella risoluzione delle questioni. att inenti 1'assetto militare, la disciplina, l 'amministrazione d ella giustizia, i serviz_i amministrat ivi, è devoluta al com ando più elevato della circoscr';zione e, quindì, del la Zona. In tempo <li guerra si dice Z. territoriale q uella porzione <li territorio che, non essendo di guerra, non è assoggettata all'impero delle leggi di g uerra. Zone ,peciali. Vennero stud iare nel mese <li maggio 1925 a G inevra e concre tate il 17 giugnç. in apposita convenzio ne,

a llo scopo <ii controllare il commercio delle armi, vietarne il ,commercio ed assoggettarne l 'uso con determinate restrizioni. Sono considerate tali: l'intera Africa ad eccezione d i quei territori che dipendono da Potenze eu ropee, l 'Et iopia e l 'Unione Sud-Africana; le isole attorno all 'Africa sino a cento mig_lia dalla costa, eccetto quelle spagnuole ; la zona maritrin1a comprenden te il Mar Rosso, il golfo di Aden , il golfo Persico, il golfo d i O man .

Zonchio. V. Naval'ino IL Zoppi (come E,wico Giuseppe). Generale dei CC. RR ., n. ad Alessandria, m. a F irenz'! (1827-1898). Sottot. <li fanteria nel 1845, nella càmpagna del 1848 meritò la med. d'argento. Passato. nei CC. RR., partecipò alla campagna del 1859. Colonnello nel 1867, comandò le legioni di F irenze e di Roma. Magg. generale nel r878, comandò in 2a l 'arma dei CC. RR . fo P. A . nel 1891, fu promosso teo. generale nella riserva nel 1894. Zoppi Gaetano. Generale, n. a Chiavari nel r850. Sottor. <lei bersaglie ri nel 187r, d ivenne colonnello coman_da1ùe il 33° fanteria nel 1901 e magg. gener ale nel 1907. Comandò là brigata Re e poi la Scuola mii. di Modena. Ten . genera le tomandante la divis. m il. di Roma nel 191T, ebbe nel i 91 4 il comando gcn. dell'arma dei CC. RR. Entrato nella g uerra contro l'Austria al comando del XIII C . d ' A., com andò successivamente il V, XXII e VI C. d'A . e le truppe degli Altipiani, e per la resistenza o pposta d urante ] 'offensiva austriaca del Trentino e le azioni svolte sulJ 'Altipiano d'Asiago ebbe la c.roce di gr. uff. <ldl 'O. M. S. In P. A . nel 1918, venne richiamato col. grado di generale d 'a nnata e nominato presidente. delia commissione d'avan-

Zoppi Gaetano

Zoppi Ottavio

Zoppi nob . Enrico. Generale, n. a Novara nel 187r. Sottot. d'art. nel 1890, p artecipò alla campagna, eritrea del 1895-96. In Libia nel 1911- 1912, per i combattimenti d i Zanzùr e <li Misurata meritò la rnc<l. d 'argento . Prese parte alla guerra contro l 'Austria e meritò una seconda med. d'argento : colonnello nel 191i, comandò i l 55° raggruppamento d 'assedio. Comandante il 1° art . P. C. nel 1919, andò in P. A 1 S. nel 1921; nel 1929 fu promosso gen. di brigata in A. R. Q . e Inel 1933 collocato a r iposo.

Zorndorf. Villaggio della Germania, a nord di Kustrin. Bauaglia di Zornd01·f, detta anche di Kustrin (1758). Appartiene alla guerra de i Sette Anni. Fino dal 13 agosto i Russi, con1andatl dal Fermor, assediavano Kustrin, quando

si avvicinò alla piazza Federico 11, forte d i 15.000 u. I Russi tolsero l'assedio e, mandati i bagagli a Piccolo Camin, dove fu costruito un trinceramento di carri difeso da 4000 granatieri e 20 cannoni, presero posizione a Z. Federico, unitosi al gen. Donha, e messi insieme così 35.000 u., l' indomani, 25 agosto, giunse all 'altezza del campo nemico e si pose fra questo e Kustriu. Secondanclo i l m ovimento dei Prussiani, l 'esercito russo, forte di 54.000 u ., si schierò fronte a mezzogiorno colla dr . allo Z abergrund e la sr. a Zicher, formato su quattro linee ammassate, d ivise dal burrone del Galgengrund e dominato d avanti a lla dr. dal Fuchsberg. I Prussiani si disposero su due lince, colla sr. d ietro Z. e la dr . a Wilkcrsdorf. Su lla sr. costitu irono i nol-


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tre una massa d'attacco sostenuta da 60 cannoni e posero la cavalleria, comandata dal Seydl itz, in riserva. Si ha gui un esempio di quell'ordine obliquo che iu caratteristica principale delle manovre di Federico li. Il corpo di attacco si avanzò per impadronirsi del F ucksberg ma , costretto ad aprirsi per olt rep assare Z., incendiato dai Russi, fu p revenuto da q uesti, che si gettarono nel vuoto formatosi e occuparono l'altura. Il pericolo era grave: il gen. Seyrllitz, iuperate le sponde pantanose dello zàbcrgrund con 3 1 squadroni, cu icò la Jr. dei Russi, mentre altri 25

del gen . Achille Papa. Tre volte, il 16 giugno, il nemico tentò la conquista del monte, ma fu sempre respinto, con perdite molto grav i; rinnovatosi l'urto il giorno seguente, gli ostina ti sforzi del nemico non riuscirono cbe a far ripiegare leggermente i nostri. La brigata Liguria perdette in guesti combattimenti , tra morti, feriti e dispersi, 45 ufficiali e r383 uomini d i truppa, cd il suo sacri ficio fu , più tardi, ricompensato con la mcd . d'oro alle bandiere dei due reggimenti.

Zrinyi (come N icola) . Maresciallo austriaco (1508-1566). Si distinse alla dì fesa di Vienna nel 1529 e nelle successive guerre contro i Turchi; cadde difendendo da prode Szigetvar. Zuara. Piccola ciuà marittima del la Tripolitania, a circa Kro. ad ovest d i T ripo!i, 1n un'oasi ~stesa ed ubertosa.

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Blokhaus a Zuara

I. Presa di Zuara (1352). Aprartiene alle guerre contro i Musulmani. li prior~ di Capua, fra' Leone Strozzi, nominato il. 1° giugno 1547 generale delle galere francesi, si presentò a Z. con 4 galere e con- un corpo d i sbarco, e occupò e saccheggiò la città. Murad Agà, signore di Tripoli, accorso con numerose forze, riprese Zuara infliggendo gra1·issime perdite alle truppe dd lo St rozzi che dovette riprendere la via del mare.

Battaglia d i Zorndorf ( 17.58 )

la caricavano di fronte. li vallone dei Galgcngrund impedì ch e il successo fosse utilmente sfruttato. Allora Federico ordinò che tutta la linea avanzasse; un nuovo attacco sulla sua sr. impedì che le due ali procedessero contemporaneamente . Seydlitz tornò alla carica con 61 sqd r., mentre tutta la fanteria prussiana si impegnava facendo piegare i Russi. Alcune migliaia d i questi ultimi d ifesero a sera il Fuchsbcrg da un ultimo attacco prussiano che non r iuscì. I due eserciti erano spossati e il giorno seguente trascorse nel rior~ dinameQtO delle truppe scosse dalle enormi perd ite. La sera de l 27 j Russi r ipiegarono su Piccolo Camin e il 1 ° settembre su Landsberg, mentre Federico, lasciato il Donha sul ba sso Oder, con metà delle forze disponibi li ritornava m Sasson ia . Nella battaglia i Russi perdettero olt re 20.ooQ u , e 60 cannoni; 12. 000 u. e 13 canno ni j Prussìani.

Zovetto (Monte). Sull'altipia no dei Sette Comuni, a sudovest di Asiago (m. 1326). Insieme col m. Lemerle , esso costituiva il bastiòne difensivo orientale della val Canaglia, lungo. la quale gli Ausu·jaci tcnt'avano, ai prim i di giugno i916, d i insinuarsi, per scendere, lungo la rotabile che la percorre, in val Schio. Sullo Z . essi si scon trarono in una magnifica d ifesa opposta dalla brigata Liguria, al comando

Il. Ocm{'azio11c di Zuara (1912). Appa rtiene alla gucrraltalo-turca e fu operata i) 6 agosto quasi senza colpo ferire da un reparto agli ordini del gen, G arioni, sbarcato nella penisola d i El-Macbcz, presso il confine della Tunisia. Z. d ivenne base per le operazioni verso l' interno. Durante la guerra Mondiale, in seguito, alla ribellione delle popolazioni dcl1'interno, il r7 luglio 1915 venne abbandonata. Essendosi però i Berberi del Gebel fédeli a!! 'Italia ritirati a Z . chiedendole protezione, venne poco appresso rioccupata e divenne sede di forte presidio d estinato a lle fu ture operazioni per la riconquista del Gehel e della costa, che vennero iniziate nel gennaio 1917.

Zuavi. Soldati inZuavi algerini digeni d'Algeria , arruolati nella tribù di Zuaga nel r830-31 e ordinati come truppe leggere prima in bgl. e poi in rcgg. Dopo il 1838, gli ind igeni furono


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riserbati ai rcgg. t iragliatori, e gli Z. d ivennero un corpo metropolitano, che nel 1854 fu d i 4 e 11el 1912 di 8 regi;. su 5 bgl. d i 4 cp. e 2 cp. deposito, di cui 4 bgl. per regg. d i guarnigione in Algeria . La band iera del 3° regg. è decorata della med . <l 'oro italiana « per essersi maggiormente d istinto nel fatto d'arme di Palestro addl 3r maggio 1859 ».

La bandiera del 3

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reggimento Zuavi nel 1904 a Roma

Z11auì calabresi. Corpo vqlontario costituito m Ca labria nel 1860, durante la spc<lizione dei Mille . Zuavi pontifièi . Corpo cost ituito nel 1860 per opera del gcn. Lamoricière, à l servizio dello Stato della Chiesa (V.), reclutati volon tariamente ndk famiglie francesi della borghesia e della nobilt à. Parteciparono alle battaglie d i Castelfidardo e d i Mentana, e alla difesa d i Roma. Dopo la resa della città, passarono in Francia dove rimasero agli ord in i del loro comandan te, i! barone . De Charrettc, e combatterono nella guerra del 1870-71 contro la Germania, sciogliendosi alla fine della medesima.

·Zubian. Nave i nglese creata in modo assai singolare. Sulla fi ne di ottobre del 1916, durante la guerra Mondiale, si perdettero sur:essivamente d ue siluranti inglesi della pattugl ia <li Dover: il Nubian, colpito <la un -siluro durante una incursione ted esca contro gli ·, barpmenti, il quale ebbe quasi distrutta la parte prod iera, e lo Z ulù che, andato su una Zuavo pontificio mina, perdette la popra .• I resti d elle due navi , convenientemente riparati e uniti, formarono un nuovo cacciatorpediniere a cui fu dato il nome di Zubian. Zuccarello. Comune in prov. di Savona, sulla sr. della N eva . Ant. castello dei De l Carretto. Nel secolo X IX , su un colle dominante il borgo, fu costruito un forte di sbarramento .

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Attacco di Zucca,·e/lo (22 luglio 1746). Appartiene alla guerra per la Successione d'Austria . Il marchese Filippo del Carretto, d istaccato. dall 'esercito piemontese, assalì da tre lati il castello e il borgo, mandando un piccolo corpo ad attaccare Castelvecchio. Il commissario genovese di Albenga, radunato il maggior numero possibile di t ruppe, le mand ò al soccorso dei due posti. Frattanto il presidio di Z. aveva capitolato e i 1>.iemontc:si stavano trasportando via il bottino fatto. L 'Astengo, comandante dei rinforzi, volle riprendere Z. e, circond ate le alture circostanti, intimò la resa aJ Del Carretto ch e radunò i suoi e attaccò il nemico per apr irsi un varco, ma fu costretto ad arrendersi: frattanto a Castel vecchio i Piemontesi erano stati respi nti da Il'accanita d ifesa del presid io. In tutto essi perdettero 6o morri, 380 p(igion ieri e 250 ,dispersi. Zuccarcl/o Filippo. Medagl ia d'oro, n. a Patti, caduto sul Carso (r891-r9r7). Ufficiale d'art. in servizio attivo, alla fine del 1915 era passato a far parte del corpo dei bombardieri. Al comando <lclla rr2• ber. di bombarde, sf segnalò, per ardimento cd abilità, sul Podgora, d urante la ba ttaglia per la conquista di Goriz ia (agosto 1916), così da meritare la promozione per merito <li guerra ed una mcd. d'argcuto al valore. Lasciò la vita nei!a 10a battaglia del)' lsoozo, come è r icordato nella motivazione della suprema ncompcnsa concessa ali a memoria del valoroso cap irnno: « Valoroso ufficiale, gi:ì distintosi in precedenti azioni, durante un combattimento, Zuccarello Filippo dopo aver d iretto egregiamente il tiro delle sue bombarde, ottenendone ortimi risultati, spi.nto da irresist ibile volontà di agire e da poderoso sentim ento di cameratismo, scattò all'attacco con la fanteria, assunse il comando d i un battaglione che aveva perd uto il capo, e lo g·uidò a ll'assa lto , fìnchè egli stesso cadde ucciso, colpito in fronte da pallottola nemica » . (Carso - q uota 247 · 23 maggio 1917).

Zuccari (Luigi). Generale, n. a Milano, m. a Calolzio (1847-1925) . Sottot. d'art. nel 1866, prese parte alla campagna di quell'anno, insegnò alla Scuola di guerra, divenne colonnello nel 1886 e rnagg. gen. comandante della brigata Basilicata nel 1898. Nel 1900 ebbe il comando delb Scuola di guerra; nel 19w, ten. generale, 9 uello della divis. m il. di Bologna e nello stesso anno quello del C . d'A. pure d i Bologna . Designato al comando d'armata in guerra nel 1912, fu nel 1914 in Libia e ne tornò per assumere il comando di un 'armata Zuccaii Luigi l 'ant10 seguente, venendo però collocato a riposo prim a dell'entrata in guerra. Nel 19,3 fu nominato senatore. Nel. 1917 fu presidente del Tribunale s upremo d i Guerra e Marina.


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Zucchetti (Camilio). Generale, n . a Racconigi, m. a Torino (1848-1928). Sottot. d"a rt. nel 1868, d ivenne colonnello nel 1900, magg. gen. nella riserva nel 1912, tcn. gen . nel 1917. Fu direttore delle fabbriche d'armi di Torino, di 13rcscia, d i Terni. Zucch2tto. V. Calo11~. zucchi (barone Carlo). Genera le, n. e m. :1 Reggio Erni1ia ( 1777-1863). Sottot. dei volontari reggiani nel 1796, comballè al Scnio ed a Novi. Emigrato in Francia, ritornò in Italia nel 1800; prestò serZucchetti Cnmillo vizio nella legione ltalica e divenne colonnel lo nel 18o7 e generale d i brigata nel 1809, partecipando alla campagna di qucll"anno. Nel 1812 guidò una brigata in Russia. )lei 1813 ritornò in Italia col grado di generale di divis. e nel 1814 fu nominato governatore della p iazza d i Ma niova , Caduto il regno d'Itali~, dopo breve servizio nell'esercito au~triaco si ritirò a vita pri\lata. Nel 1821 e 1823 fu imprigionato per li~rali,mo. Capitanò i moti del 1831 in Romagna: caduto prigioniero degli Austriaci fu condannato a morte, pena mutata in quella della 1·cclusionc a viin. Liberato nel 1848, comandò la piazzaforte di P~lmanova: costretto a capitolare, si rifugiò a Roma ove fu ministro della guerra, carica che tenne per poco tempo. Ritornato a vita privata, .il governo it aliano nel 186o gli -conferì il grado di luogoten . generale nel la riserva. Lasciò un volume d i cc Memo rie ».

Zucchi Mario. Generale. n. a Biella nel 1873. Souo1. del genio nel 1895, fu in Libia nel 1912, e nella spedizione di Rodi meritò la med. d i bronzo. Partec ipò alla guerra contro l 'Auw ia di venendo colonnello nel 1917. Dopo la guerra co mandò il 1° raggruppamento genio. Generale di brigata comandante il genio della Sicilia nel 1928, fu promosso _generale di divis. nel 1932 cd ebbe il comando della divis. mii. d i Roma; nell'anno seguente passò come direttore generale al Ministero della guerra.

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ruolò a 17 anni neg li alpini, e dopo soli quindici giorni d i istruzione, volle partire pe r la frame . Tra le file del bgl. Cividale combattè eroicamente sul Va lderoa, d urante l"epica lotta del dicembre r917, cadendo alfine ucciso il 15 gennaio 1918, mentre, con commovente abnegazione, faceva scudo del proprio petto ad un suo ufficiale. Alla memoria del! 'eroe adolescente fu conferita la massima distin·tionc al valore, con la seguente motivazione: « Volontario di guerra diciassettenne, si offrì di far parte di un gruppo di arditi, che do,·eva eseguire un'incursione nelle linee nemiche. Primo si slanciò all"assalto e combattendo con la ba ionetta e con bombe a mano fu di esempio ai compagni. che, alla fine, sopraffatti, dovettero ritirarsi. Accorto,i che l'ufficiale comandante era rimasto in mano nemica, rn,·itò i compagni a seguirlo, e slanciatosi di nuovo sui nemici, impegnava una vioknta loha corpo a corpo. Riuscito ad avvicinarsi al prop rio umciak, mentre un solda to ausu iaco stava per vibrargli un colpo di baionetta, prontamente ,lauciavasi e, facendo scudo del proprio corpo al suo superiore:, riceveva in pieno il colpo a lui diretto. Ferito a morte, sul punto di esalare I·anima generosa, trovava la forza d i gridare: « Viva l" ltnlia! » . (Valdcroa, 15 gennaio 19 18).

Zuccotto. Nome dato in Toscana al Morio11e (V.). Zuetina. Villaggio della costa ~lfll:t Ci renaica, a nordest di Agedabia. Fu occupato da lla colonna L atini la sera dell'11 marzo 1914, e nella notte subì un violento attacco da tre parti, per opera dei ribelli, i quali vennero respinti con gravissime perdite. Sistemata quivi una base con altre forze gi1111te per mare, e postovi presidio, la colonna Latini rientrò a Bengasi. Il 30 luglio 1916 vi fu conclusa una Convenzione (rn l 'Italia e ldriss, rappresentante del Gran Scnusso. La convenzione fu perfezionata nel • modus vivendi• stipulato ad Acroma nel 1917. L'Italia, preoccupata d i a lleggerire la situazione i11 Libia durante la guerra Mondiale, largheggiò coi Senussi, concedendo a Idriss di mantenere una forza armala (2000 fucili e una ber. da montagna), a patto che gli armali fossero istruiti e amministrati da nostri ufficiali e servissero anche a parare c,•cntuali attacchi da parte dei rib<:ll i della Tripolitania. La massa della popolazione rimase pertanto in balia dei Scnussi, che cercarono co11 ogni mezzo d'impedirne i contatti con noi. Si ottenne tutta,·ia !o scopo che più premeva allora, di avere una completa tranquillità in Cirenaica. Zuffa. Eq uivale a 111ischia : combauimento d i piccoli reparti, corpo a corpo.

Zucchi Cnrlo

Zuffi (E11ore). Generale, n. a Milano, m. a Como (18371918). Sottot. dei bersaglieri nel 1859, partecipò alle campagne del 1859, 1860-61 e 1870 e meritò due med. d'ar• gento ad Ancona cd a Mola <li Gaeta. Colonnello comandante il 72° fanteria nel 189r, andò in P . A. nel 1895. J\"ella riserrn fu promosso magg. generale nel 1901 e ten, generale nel 1911. Zucchi Gian Luigi

Zucchi Gia11 Luigi. Medaglia d"oro, n. a Tradate, ca<luto nella zona del Grappa (1900-1918). E uno dei meravigliosi adolescenti italiani, i quali, animati da ardente spi·r ilo patriouico, corsero alle armi non appena fu loro con.sentito dall'età, dimostrando sul campo un valore da veterani . Spinto anche dal desiderio di vendicare un suo fratello, granatiere. caduto sul San Michele nel 1916, si ar-

Zugaro' (Fulvio). Generale, n. e m. a Roma (1879-,931). Sotto!. di fanteria nel 1897, dopo )a Scuola di guerra passò da tcn. nello S. M. e divenne colonnello nel 1917. Fu addccto alla segreteria dei gen. Saletta e Pollio, compi lò i l « Regolarnento di Servizio in guerra » che fu quello vigente nel 191;-18 e si occupò di studi logistici e di statistica . Partecipò alla gucira Libica guadagnandovi una mcd. d"argento. Durante la guerra Mondiale fu rappresentante del


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Ministero della Guerra presso il Comando Supremo, poi segretario della Commission~ <l'inchiesta pel ripiegamento <lall 'Isonzo al Pi~ve, infine capo Ufficio Ordinamento e Smobilitazione al Ministero della Guerra. c'ld 1921 passò in P. A., ma nel 1924 fu chia mato :il Min istero dclb Guerra come <lireuorc dei servizi logistici divenendo nel 1929 gcn. di brigaia. Pubblicò : " I sentimenti del combattcnce nelle opere di T olstoi e d i Zola »; « Il costo cl ella

guerra }>; « Egemonie milicarj in Europa » . Collaborò a un " Lessico Mi litare » che fu intcrrouo dalla guerra, e alla • Enciclopedia '.\il ilitare • ; compilò per conto della Società delle Nazion i una « Inchiesta statistica sugli :1rmamc 1J!Ì mondiali ».

Zugaro Fulvio

Zugna. Rilievo montuoso, ristretto, fra b valle dcli ' Adige e la Vallarsa. Nella guerra Mondiale h:v1no avuto spesso risonanza i nomi di località appartenenti a tale rilievo : P3sso Buole, Coni Zugna, Malga Zugna, Zugna Torta, <lopo la ,1ua lc il terreno degrad a n,pidamente su Rovereto. Zugna Torta, occupata dalle truppe italiane all"inizio della guerra, venne ripresa il 17 maggio 1916 dagli Austriaci dopo due giorni d i resistenza eroica. A q uesta resistenza appartiene l 'episodio di Costa Yiolina, ove cadde prigiooiern con i suoi uomin i e con i pezzi di medio caiibro ai suoi ordini , Damiano Chiesa. G li Austriaci vennero fermati a Malga Zugna, e malgrado reiterati e sanguinosi attacchi di fronte e di fianco (Passo Buolc) non pote• rono più procedere. Alla fine della g-uerra le truppe d i Malga Zugna e Coni Zugna scesero ad occupare Rovereto. Z11g11a Tortfl. Fa pane della barra dei m onti Lessini, che si protende tra la Val Lagarina e la Vallarsa (m . 1257). D opo il nostro ripiegamento dalle posizioni più avanzate nel fondo della Val d'Adige, impostaci dagli Austriaci ,on l'offensiva, iniziata il 15 maggio 1916, le truppe della 37~ divis. italiana si ritrassero fino alla linea Zugna-LoverParmesan-Pasubio. Allora le trincee di Zugna T ona, con le retrostant i e pi11 alte posizioni di Coni Z ugna (metri 1865) diventarono il caposaldo della nostra difc~a nella zona. ES$e resistettero a tutti i tentativi di conquista avver-sarin (fine maggio 1916) e valsero a man tenere intangibile la nostra linea tra Ad ige e Leno di Vallarsa fino al termine della guerra. Dalle pendici dello Zugna Torta mosse appunto l'attacco del 2 novc.i,hre 1918, che infrangendo la resistenza austriaca davanti a Serrnvalle, aprì agli Italiani la via per Rovereto e Trento.

Zuider-zee (o Z11idersee). Golfo del Mare del Nord, penetrante profondamente nell'Olanda, ampio 3100 Kmq. Darn la sua scarsa profondit~, l'Olanda ne ha iniziato il prosciugamento.

Bauaglia navale dello Z111der-zee (13 ottobre 1573) . Appartiene all 'insurrczione dell 'Olanda contro la Spagna. fl come di Bossu, ammir. della Aotta spagnuola di Fiàndra, na,•igava nello Z. con 12 navi, contro gli Olandesi che avevano attaccaw Amsterdam. Questi vennero a incon trarl o con forze molto superiori ed cblx:ro con lui una battaglia accanita e sanguinosa. Infine gli Spagnuoli vennero sconfitti, e,

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dhpcrsi,i , ,i rifugiarono in vari pu nt i della costa: una loro nave affondò. Il solo Rossu resistette con l'ammiraglia e si battè per 28 ore con oltre 20 navi nt"michc : infine, perduti 220 u. su 300 e feriti quasi tutti gli altri, anche in segu ito all',irenamento della nave, l'ammiraglio si arrese.

Zull ichau. Città della Gei mania, presso la dr. dell 'Odcr. Ballaglia di Z111/id1a11, detta anche di Kay e di Ka/t -:;ig ( 1759) . Appartiene alla guerra dei Sette Anni e fu combat-

tuta il 23 luglio fra i Russi dei gcn. Soltikov (6o.ooo font i, 12.000 cavall i, 200 cannoni) e i Prussiani del gen. Wcdell (18.000 fanti, 938o cavalli, 50 cannoni). Questi ultimi sono

schierati con l 'ala <lr. a z. e le sr. a Kaltzig , appoggiata alla collina d i Eichberg munita d i artig lieria. I Russi avanzano su tre colonne mirando ad oltrepassare la sr. prussiana. We<lell , che ha l'ordine da Federico di trau encrcSoh ikov per impedirgl i di unirsi agli Aust riaci de l Laudon, porta tulle le sue forze ,·erso l'esuema sr. dello schieramento, e si batte lino ali 'esaurimento contro forze superiori, alle q uali oon può impedire <li restar padrone ciel campo _di banaglia e di assicurarsi la via per unirsi agli Austriaci. li Wedell perdette 1428 morti, 4156 feriti, 2164 prigionieri : i Russi ebbero 894 m . e 389i feriti.

Zuloaga (Eusebio) Archibui:riere spagnuolo, n. nel 18o8. Lavorò prc~so il proprio padre Zu/oaga 8/as e si perfezionò a Parigi nello stabilimento del Lepage, e a Saintt-.ticnne. Perfezionatosi nella costruzio ne delle armi da guerra, ritornò a Matlrid nel 1833 e lavorò col padre li no af 1838; poscia fondò una fabòrica d'armi ad Eibar, che in breve prosperò. Zululand, Regione marlltun a dell'Africa australe, sull'Oceano Indiano. Confina col Mozambico, lo Swaziland, il Transvaal, l 'Orangc e il Natal , dal quale lo divide il Tugcla. Conta circa 20.000 Kmq . con oltre 200 .000 abitanti. Conquistato dai Boeri nel 1839 e poi dagli Inglesi, questi lo proclamarono loro protettorato nel 1887 e nel 1898 lo anne11crono alla colonia del l 'Africa Australe : ora è unito al Narnl. Come indica il suo nome, è abitato dagli Zulù, circa 250.000 u., che vivono anche nel l'-1atal; popolazione che sostenne lunghe lotte coi Boeri e con gli Inglesi cd ebbe un 'orga nizzazione militare notevole, superiore a quella di ogni altro popolo negro. r loro « Kraal • erano veri campi m ilitar i ove g li u . erano cli visi in tre categorie : veterani, soldati e ragazzi. Nel paese, oltre a molti minori, erano sparsi una quindicina di ekland, o accampamenti, contenenti ciascuno eia 600 a 1000 u. Gli Zulù potev~no mettere in, campo da 50 a 100.000 u., dei quali "1Ctà era sempre pronta alla guerra. Ogni anno le guarnigioni marciavano verso la capitale e quivi erano pa,satc in rivista dal re. Questi era in guerra il capo supremo dell'esercito ed era tenuto a vettovagliare i soldati. Ca mpagna dello Zr,/11/and (1879). La cam pag na, condorta dag li Inglesi con tro il re Ceui vaio, che aveva invaso il Narnl, si può di,·idcre in due fasi. Nella prima, per salvare Nnta l e Transvaal dall ' invasione, gli Inglesi ricorse ro all'offensiva immediata, che terminò però con un c!isastro a Isandlana. La seconda, dopo molte difficoltà e ritardi , con dusse lord Chclmsford al successo di Ulundi. li progcu o de lla campagna fu un movimemo concentrico di tre colonne sul kraal di Ulundi, dalle foru rispettive <li 3800, 4330 e 2000 u. ; inolt re una riserva di 3800 u ., quasi tutti indigeni: complessivamente circa 15.000 u . La prima colonna (col. Pearson) passò il Tugcla il 12 gennaio e, dopo


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un breve combattimento, il 23 arrivp a E tschowe. La seconda (col. Glyn) giu nta sullo sperone orientale del Malakata Hi ll , fu raggiunta i l 22 da lord Chelmsford con· 6 cp., !a fanteria montata, i tt Natives Pionccrs » e 4 cannon i. A l sandlana rimanevano così 1700 u. col col. Pulleine, il quale cedette il comando al col. D urnford. La stessa mattina Isandlana era attaccata d a un grosso n ucleo di Z., da 15 a 18.000 u . coh1andati dal fratello d i Ccttivaio. Il ùurn Cord, appena arrivato, uscì Sllbito con parte delle sue forze, ma venne minacciato d i accerchiamento dalle forze nemiche molto piò numerose . Mentre il P ulleine stava prendendo le d isposizioni per la d ifesa del campo, il Durnford aveva comincia.to a cedere d apprima lentamente e poi in disordi ne. Gli Inglesi furono respint i confusamente nel campo: due cp. si schierarono a d r. e due a sr. ; al centro 1·artiglieria e g li indigeni . Ma, rendendosi sempre più critiche le condizioni degli attaccati, essi si · sbandarono e si d iedero alla fug'a verso Rorkes Drift : la strad a venne sbar rata dall'ala dr. degli Z ., :,ppena ent rata in azione e i fuggiaschi furono q uasi tutti massacrati. Frattanto lord Chdmsford era stato avvertito del disastro inglese e, raèunatc q uante piè, truppe poti:, mosse in ord ine di battaglia verso il campo che venne ripreso senza d iffico!til. Lo stesso giorno gli z. avevano anche attaccato furiosam,,nte il posto d i Rorkes Drift, da cui però, <lopo una lo tta accanita, erano stati respinti . Le operazioni vennero rip rese solo verso la fine di marzo : il 27 un corpo di 1300 u. mosse da Kambula verso il monte d i lnhlobana . Un suo distaccamento fu battuto perdendo un centinaio d i morti: gli Inglesi r ipiegarono su Kambula, inseguiti dagli Z. , che· il 29 ma rzo attact arono il campo in due g ruppi. Allora il col. Wood fece uscire la fanteria montata e alcuni pezzi, per attirare il primo gruppo e battere separatamente le due colonne nemiche . Gli Z . infatti and arono in rotta e il Wood li fece inseguire a lungo d alla fanteria montata: gli Inglesi ebbero 18 morti e 65 feriti, gli Z ., su 25.000 combattenti, perdettero circa 2000 u . Frattanto la prima colonna (col. Pearson) era immobilizzata a Etchnwe : lord Chelmsdorf il 29 marzo mosse a soccorrer la con 56oo u. Accampatosi il 1° aprile a Ginghilovo, il g iorno seguente vi fu attaccato da IO o u.ooo u ., che vennero respinti con una perd ita d i un migliaio d i com battenti . Gli Inglesi ebbero circa 50 u . fra mort i e feriti e poterono liberare la g uarnigione di Etchowe. In seguito giunsero numerosi rinforzi e lord Chel msford potè riorganizzare il corpo di spedizio ne cd iniziare un mo vim ento offensivo. Gli Inglesi disponevano o ra d i d ue d ivis . (magg. gen . C rea lock e Newdigate), una colonna leggera (Wood) e una br igata d i cavaller ia (gen. Marshall) . li 31 maggio il Newd igate passò il I.llood Rivcr, d irigendosi verso l'ltyotijosi: il giorno seguente, il pr incipe Luigi N apoleone cadeva in un'imboscata a lsandula . Lo stesso giorno 2 giug no, il Wood si univa alla divis . <lei centro e il 6 edificava il forte Newdigate, sul Nondweni, passando 1'Upoko il g iorno seguente. Frattanto il Chclmsfor<l era inform ato del suo richiamo, già deciso il 28 maggio, m a rimase lo stesso al comand o delle truppe operanti, essendo ancora lo ntano il suo successore, sir Ga rnet Wolscley. Egli inizi/, subito la m arcia verso il k raal reale d i Ulund i, con 41 00 Europei, 950 ind igeni , u cannoni e 2 m itragliat rici : la for mazione adotrnta fu il quadrato. Il 1° luglio I 'Um voolosi fu passato e subito si mostrarono nuclei di Z. : la marcia t uttavia continuò sino al kraal di Unodwengo, che la ca-

valleria cominciò a incendiare. Ma il nemico si avvici nava semp re più m inaccioso e verso le 9 del ma tt ino r2.ooo u. si rovesciarono sul q uadrato, con ripetuti e violentissimi attacchi . Ma poi g li Z. cominci:,rono a cedere lentamente,

a ripiegare e infine si dispersero: in un' ora d i combattimento gl i Inglesi ebbero un centinaio fra morti e feriti. li giorno seguente sir Wolseley prese il comando del corpo d "operazione . Il 24 luglio mosse su Ulundi con la colonna C larke, forte di 2r oo Europei, 1200 indigeni e 4 cannoni. Frattanto u na seconda colonna, per i forti Newdigate, Cambridge e San Giorgio, muoveva verso l'alta valle del Bevan, all"inseguimento d i Cettivaio. Questi il 28 agosto fu fatto prigioni~ro, e nel set tembre la camp~gna era terminata.

Zumalacarregui (Tomaso). Generale spagnuolo (1789-1835) . Servì nella Guardia reale, ma alla morte d i Ferdinando VI! diede le d imissioni, ponendosi al servizio <li don Carlos. Quando questi fu costretto a lasciare la Spagna, lo Z . passò nella sua regione natìa, il Guipuzcoa, ove con t ruppe raccogliticcie tentò d i opporsi alle forze ùella regina Cristina. La sua guerZumalacarregui Tomaso riglia ebbe tanto successo che le t ruppe reali furono costrette a ritirarsi sull'Ebro. Lo Z. assediò e prese Villafranca, poi marciò su Bilbao, ma qui venne mortalmente ferito. Zunder. Sistema d i in nesco usato in Austria dal r837 a l 1854. Constava d i un tuhetto di contenente polvere fulminante : si introduceva in un p iccolo buco della piastra, il q uale aveva un copcrchictto su rni batteva il percuotitoio del cane, comunicando così il fuoco alla carica. Dopo il 1854 tale sistema fu sost ituito dalla Capsula (V.). Inventore della « Zunder » fu l'italiano Console.

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l unino (Emilio Pio). Generale, n. a Torino nel 1857. Sotto!. <lei genio nel 1878 , inscgn,ì per circa d ieci anni scienza delle costruzioni alla Scuola d'applicazione d'art. e genio. Colonne llo nel 1913 e collocato in P . A., lo promosso magg. generale nella riserva nel 1917. Durante la guerra contro l'Austria venne richiamato in servizio e nel 1923 assunse il grado d i generale di d ivisione. Zupelli ( Vittorio). Generale, n . a Capodistria nel J 859. Soctot. d'art. nel 1881, divenne colonnello nel r907 ed ebbe nel 19ro il comando del 22° fanteria . Partecipò alla guerra Libica g-uadagnandovi l' O. M. S. Nel 1912 com andò la brigata Siena. Nel 1914 fu ri ominato min istro della guerra e se11atore nell'ottobre 1914. D im essosi per partecipare alla guerra, comandò una divis. della 3" armata. Nel 1919 partecipò alle Commissio.ni in teralleate in. Germania. Nel Zupelli Vittorio 1931 venne collocato a riposo. Zurbano (i'vfartino). Generale spagnuolo (1780-1845). Combatti: nelle cam pagne della pen~sola iberica contro i Francesi <l i Napoleone. Servì poi la regina Cr istina contro, i Carlisti . Nel 1834 fronteggiò il mov imento capitanato dal gcn . Prim; dopo vari anni d i g uerriglia, c:tduto nelle mani del nemico, venne fucilato insieme con i suoi d ue figli .


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Zurigo. Città della Svizzera, capoluogo di cantone, sulla Limmat, all'estremo settentrionale del lago omon imo. Venne fortificata in antico, e mur1ita di cinta bastionata che fu <.lcmolita nel sec. XIX. I. Dieta di Zurigo (1512). Fu tenuta dagli Svizzeri; vi ~i pcrm,se al papa di assoldare 10.000 u . nei Cantoni. Il card inale di Sian, legato ponti(icio nella Svizzera, seppe poi abilmente accrescere il numero delle truppe.

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mentre il Soult vittorioso insegue gli Auitriaci per S. Gallo. ricacciandoli verso il lago di Costanza. Le due giorn:tte costano a.gli Alleati circa 12.000 uomini e oltre 100 cannoni; a; Francesi forse 5000 uomini._ li risultato è conseguito pienamente, poichè gli avanzi degli Austro-Russi sono ricacciati sulla dr. del Reno e viene frustralo il grave sforzo del Suvarov, che a sua volta dovrà scampare verso Coira senza poter utilmente intervenire (4-10 ottobre).

Ill. Tmuato di Zurigo (10 novembre 1859). Conclusione della ter,rn guerra per l'Indipendenza d'Italia. 11 trattato si divide in due parti: tra Austria e Francia e tra Francia e Sardeg11,1. Col primo, l 'Aust ria rinuncia a tutti i propri diritti sulla Lombardia, eccettuate le piazzeforti di Peschiera e Manto\'a (conservando integro così il « Quadrilatero »): la Francia dichiara che rimetterà alla Sardegna il territorio lombardo in questione. Sarà fatto O)lni sforzo per creare una Confcderazior,e d i Stati italian i sotto la presidenza del papa , e della Confederazione farà 9.irtc anche il Veneto, pure rimanendo sotto la sovranità dcli' Austria. I dirini del granduca di Toscana e di Parma sono riservati. Alla Santa Sede si chiederanno riforme amministrative di indole interna. li secondo trattato contempla il trasferimento d ella Lombardia dal la Francia alla Sardegna. Fu quindi firn,ato un trattato a tre, per confermare le stipulazioni di cui sopr~. Ma la Toscana, Modena. Parma, le Romagnc, erano ormai libere e decise a unirsi alla Sardegna, e appariva irrealizzabile il progetto di una Confederazione, e fallì il tentativo d i un Congresso europeo per imporre ordinamenti politici all' Italia, e la Francia lasciò che le annessioni si realizzassero, co mpensata con Nizza e con la Savoia. Le fonificazioni di Zurigo (sec. XVIII)

Il. Bauaglia di Zurigo (1799). Appartiene a lle guerre dcl'3 repubblica francese. L'armata del Masscna fronteggiava quella austro-russa lasciata dall'arciduca Carlo nella Svizzera: i Russi del Korsakov schierati a nord di Z. sino ;il confluente Aar-Reno, gli Austriaci dell 'Hotz distesi a cordone fra Z. e il lago di Wallcn. Giudicando il momento favore,•ole ali 'offensiva, il M:1ssena si propose di avvolgere e sopraffare i Russi staccandoli dagli Austriaci, per costringere i primi alla resa e ricacciare i ,ccondi oltre Reno. La lontana1Jza del Suvarov, che è ancora in marcia dall'Italia pe r il Gotta rdo, assicura ai Francesi una certa superiorità di forze (50.000 uomini contro forse 45.000). Il 25 . scnembre, mentre l'estrema sr. francese avanza sul basso Aar cd impegna l'estrellla dr. russa, le unità contigue forzano il passaggio sulla Limmat, sfondano il centro russo, rigettano su Z. · i I nucleo avversa rio con lo stesso geo. Korsakov, e, convergendo a nord, si rendono padroni degli sbocchi nord-occidentali della plaga zurighcsc per chiudere ai Russi ogni ,·ia di scampo. Frattanto la dr. francese, agli ordini del Soulr, forza la Linth , sorprende gli Austriaci disseminati, ne rompe la fronte separandoli dai Russi, in parte li circuisce, in parte li ricaccia verso S . Gallo. Nella lotrn tumultuosa cade lo stesso gen. lfotze. Intanto il Kors;iko,·, bloccato presso Z., è raggiunto con lungo giro dalle forze della sua estrema dr. , ma non osa avvemurarsi oltre la Limmat per marciare incontro alla colonna Suvarov e preferisce riaprirsi la strada a nord verso il Reno. Perciò, avviato il carreggio per la strada di Wintcrthur, il 26 ma:tina fa massa coi suoi e avanza per quella di Eglisau re• spingendo le truppe francesi più avanzate col sussidio di btr. scaglio nate sulla sua sr . Ma il Massena ha buon giuoco per batterlo di fia.nco con le artiglierie leggere, mentre lancia le unità di sr. ad attaccarlo in testa cd altre ad OC· cupare Z. alle sue spalle. I Russi sono sbaragliati io pieno,

Iurlettl (Carlo). Generale del sec. xvm. Dopo aver prestato servizio nella Legione degli Accam pament i, (11 promosso nel r781 colonnello comandante del forte di Ormca. Go\'ernatorc del forte di Exilles oel 1785, passò nel 1788 al governo della città di Alghero. Brigadiere di fanteria e ~ governatore del forte e del borgo d i Serrava Ile 11el 1790, fu promosso magg. generale sei anni dopo. Zurlinden (Emilio). Generale france.e,

n. nel 1837. Partecipò alle guerre del 18701871 e dh·enne generale di C. <l'A. nel r891 , assumendo il ministem della g11erra l'anno seguen te, r itirandosi per non accectara b revisione del processo Dre)fus. Lasciò un vo- · ,.......-._.....,._,__ lume di « RiAessioni e ricorZurlinden Emilio d i » sulla guerra del 1870-71.

Iusmarshausen. 13orgo della Gcrmlnia, in 13:\VÌcrn, sul torrente Zusam.

Bauaglia di Zrm11r,rsl,a11sen (1648). Appartiene alla guerra dei Trenta Anni . L 'esercito del Turenne, unito a quello dei geu. svedesi Wrangel e K ocnigsma rck (in complesso 30.000 u.), marciava verso Monaco contro il gen. imperiale Melandcr (21.000 u. combattenti cd un seguito di 6o.ooo persone di vario >esso ed età). Il 17 maggio Turenne sorprese le truppe avversarie che si ritiravano pel bosco di Z. verso Augsburg. Avvenne uno scontro in ritirata, nel quale le truppe imperiali della retroguardia, al comando di Raimondo Montecuccoli, dello stesso Melandcr (che rimase ucciso) e del duca del" Wurucmberg, intervenuto con tre bgl.


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1531 -

e sette sqdr., opposero una eroka resistenza, ma furono sopraffatte e volte in fuga al cader della notte . Gli Impe.riali perdettero circa 1000 u. fra morti e feriti e 8 cannoni. I Franco-svedesi perdettero soltanto 150 uomini.

ZvE

da allora restò agli Olandesi. Caduta nelle mani dei francesi, questi l'abbandonarono nel 1674, dopo averne rasate le fortificazion i, consistentj in nove bastioni: esse però fu. rono rjcostiwite e am~liate. l. Presa di Zutpl,en (1572). Gli Olandesi ribelli si erano impadroniti della città, alla quale venne a porre l'assedio il figlio del duca d'Alba, Federico di Toledo. Avvicinatosi senza d ifficoltà a Z., eresse due batterie cd aprì una breccia. Le truppe spagnuole avevano g ià ricevuto l'ordine di attaccare la piazza, quando la guarnigione si ritirò inavvertitamente. Gli abitanti, spaventati, chiesero di arrendersi, ma Federico ordinò J'assalto: gli Spagnuoli en_trarono in città e la saccheggiarono, massacrando molti abitanti.

Le fonifìcazioni di Z utphcn (scc. XVII)

II. Presa di Zutpl,en (1672). Appartiene alla guerra d 'Olanda e fu posto dal fratello del re Luigi XIV, che fece investire la piazza, ben provvisti di vivui e munizioni e difesa da numeroso presidio. Avendo gli abitanti respinta la sua intimazione d i resa, il principe fece avanzare 15. 000 uomini, preparando _le fascine per colmare i fossati e incominciando ad aprire la trincea. Durante la notte gli assediati fecero un fuoco vivissimo, ma il giorno seguente i Francesi, bombardata la citrà, si spinsero sino alla controscarpa. Allora il borgomastro chiese di trattare la capitolazione, ma il 25 giugno la città dovette rendersi a discrezione.

Zutphen. Città dell'Olanda, sull 'Ysscl c il Berkel. Ribellatasi agl i Spagnuoli nel 1583, il principe Farnese la prese e La saccheggiò, mettendovi una forte guarnjgione e <:ost ruendovi attorno alcuni forti. L'anno seguente gli Olandesi l'attaccarono invano, ripetendo l'impresa nel 1586; ma il principe sbaragliò una parte del loro esercito e li cost rinse a ritirarsi. Nel 1591 il principe d'Orange, travestendo buon numero di .soldati in contadini, la occupò di sorpresa:

Zvetkov-grob. Altura della Bulgaria, presso lzvor. Nel 1885 d urante la guerra Serbo-bulgara, vi erano tre cp. bulgare che il 15 novembre furono attaccate da circa 2000 Serbi con tre cannoni . Un bgl. bulgaro che mosse a sostenere le tre cp. non arrivò in tempo, ed esse, èopo avere resistito per parecchie ore, ·si ap rirono il passo a viva forza attraverso le linee serbe, perdend; 18 morù , 128 feriti, 121 prigiooieri e d ispersi; i Serbi ebbero 7 morti e 35 feriti.


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